Anima assassina

di Ater Chrysanthemum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non si giudica mai un libro dalla copertina. ***
Capitolo 2: *** Che cos'è la normalità? ***
Capitolo 3: *** Nell'oscurità ***
Capitolo 4: *** Una decisione difficile ***
Capitolo 5: *** La gente ignora il vero significato dell'amore ***
Capitolo 6: *** La prima volta ***
Capitolo 7: *** Qualcosa potrebbe andare storto questa sera... ***
Capitolo 8: *** Un passato tormentato ***
Capitolo 9: *** Morte tangibile ***
Capitolo 10: *** La botola ***
Capitolo 11: *** Il nulla ***
Capitolo 12: *** Uscire allo scoperto ***



Capitolo 1
*** Non si giudica mai un libro dalla copertina. ***


Chris parcheggiò la sua Citroen Saxo bianca sotto casa sua.
Doveva parlargli, vederlo ,sentirlo.
Suonò al campanello e Brandon aprì << Chris,che cosa vuoi ancora? >> chiese il moro che era apparso sulla soglia della porta,tradendo una vena di paura nel tono della sua voce.
Chris,che al contrario era di un biondo scuro, trasse un profondo respiro << Quello che hai visto non è ciò che pensi! >> disse tutto d’un fiato.
<< Cosa dovrebbe essere allora? Smettila, non ti credo >> disse Brandon socchiudendo la porta.
Chris fece un passo in avanti, guardando l'uomo con gli occhi che si inumidivano di lacrime.
 << Vattene mi metti i brividi! >> fece Brandon indietreggiando di scatto e chiudendo la porta con forza, lasciando Chris a fissare il vuoto con i suoi occhi enormi.

Tutto era incominciato per un 'incidente' accaduto qualche ora prima.

Brandon era il miglior amico di Chris, almeno fino a quando non lo aveva scoperto fare una cosa che da lui non si sarebbe mai aspettato.
Brandon non riuscì a credere ai suoi occhi quando lo vide sorreggere con le mani insanguinate quello che,a detta di tutti, era il suo fidanzato da qualche mese.

Chris si era accorto che Brandon lo stava guardando,sconcertato e incredulo.
L'aveva fissato con gli occhi spalancati, sorpreso di constatare di non esser solo come credeva.
Gli aveva fatto un cenno con la mano insanguinata , pregandolo di aspettarlo, ma Brandon era corso via.
Chris lo aveva inseguito in auto fino a casa sua,aveva cercato di spiegarsi,ma lui non gli aveva dato retta.


Così Chris, con la tristezza impressa sul volto, riscese i gradini dell’abitazione di Brandon e montò di nuovo nella sua auto. Non partì subito ma rimase un momento a guardare la casa bianca e nera del suo amico.
Se lo era ancora...

Era successo tutto così in fretta. Lui non voleva uccidere.

Eppure lo aveva fatto,con una freddezza tale da mettere i brividi anche a se stesso.
Ma adesso aveva paura. Temeva che Brandon avrebbe detto tutto alla polizia,che sarebbe andato in galera.

Sconvolto, col peso delle sue azioni che gli era rovinato addosso all'improvviso, accelerò.
Voleva solo fuggire, anche se non sapeva bene dove.
In un attimo superò il limite di velocità consentito.

Coloro che cercarono di evitarlo andarono a sbattere l’uno contro l’altro e il destino volle che,proprio in quel momento,lui diventasse un assassino seriale perché,nell’incidente da lui provocato,morirono altre due persone.
Assorto nei suoi pensieri, a mala pena si accorse del rumore stridente delle gomme sull'asfalto che si erano levate in aria dietro di lui ,così come del fumo grigio che fuoriusciva delle lamiere contorte delle auto che si erano scontrate.

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Capitolo 2
*** Che cos'è la normalità? ***


<< Un incidente sulla A4 ha provocato due vittime e una decina di feriti.Occupatevi voi di questo caso >> disse il capo portando dei fogli a Semir e Jan che li esaminarono attentamente.
<< E non si sa chi ha potuti provocarli? >> chiese Jan senza distogliere lo sguardo dal foglio.
<< Sì, fortunatamente sono riuscita a trovare alcune informazioni su un certo Chris Shmidt >> disse porgendo loro un altro foglio << E’ stato un po’ difficile, dall'improvvisa scomparsa di Andrea >>.
Semir smise per qualche secondo di respirare.
Da quando Andrea era andata via non aveva avuto più sue notizie per ben tre mesi. In compenso il suo rapporto con Jan si era fortificato e adesso,naturalmente quando nessuno li vedeva, si comportavano proprio come una perfetta coppia di innamorati.
Sfortuna volle che un giorno,mentre si stavano baciando nella caserma deserta,il capo apparisse dal nulla e li beccasse proprio mentre Semir aveva sbattuto Jan sulla sua scrivania e lo stava baciando con incredibile foga.
Un episodio indimenticabile. Eppure il capo era stata così comprensiva che era come se non fosse accaduto nulla.

Ora c’era questo semplice caso di cui occuparsi. Dovevano semplicemente andare a casa di questo imprudente alla guida e arrestarlo per omicidio plurimo.
<< Andiamo. Prima iniziamo a risolvere questa faccenda e prima finiamo >> disse Semir prendendo la sua giacca appoggiata sulla sedia.
Il capo seguì con lo sguardo Jan e Semir allontanarsi assieme. Non aveva di certo dimenticato ciò che aveva visto quella mattina in caserma. Scuotendo la testa distolse lo sguardo dai due e un lieve sorriso le incurvò le labbra.

 

L’acqua che scorreva velocemente rimosse gli ultimi residui di sangue dalle sue mani.
Chiuse il rubinetto e si guardò allo specchio.
Ancora leggeri segni di autolesionismo sul collo e sulle guance si intravedevano impresse sulla sua pallida pelle.
Ricordò quando il suo ex fidanzato aveva scoperto le sue ferite sulle braccia. Era rimasto sconvolto e fu anche per quello che la loro relazione già incrinata da tempo era finita.
A questi pensieri Chris lasciò cadere alcune lacrime sul volto.
Poi cambiò espressione.
Era infuriato,lo detestava,lui non capiva.
Brandon lo avrebbe rovinato,avrebbe parlato con la polizia anche per quel fatto dell’autostrada perché lui sapeva,erano amici infondo.
Lo avrebbe abbandonato e avrebbe lasciato che lo ammanettassero, che lo rinchiudessero per sempre dietro a delle sbarre di ferro arrugginito.
Ma c’era un unico modo per impedire tutto questo. Un brivido gli percosse la schiena e una strana sensazione mista a vomito e nodo alla gola lo prese all’improvviso nell’immaginare la fine che avrebbe fatto fare al suo migliore amico.
Si sentiva in colpa,e come se si sentiva in colpa. Ma era più forte di lui.Fin da quando era bambino si divertiva a fantasticare sul come torturare,far soffrire o uccidere quelli che erano cattivi con lui. Ma non solo.
Anche quando si innamorava di qualche ragazzo non riusciva ad immaginare qualcosa che non avesse nulla a che fare col dolore o con la morte.
Era ossessionato.
Un malato e lo sapeva benissimo,perché il vero amore lo conosceva anche se solo per sentito dire. E di certo non corrispondeva a quello che provava lui.

Lentamente fece scorrere la lama sempre più in profondità. Un rivolo di sangue fuoriuscì dall’ennesima ferita che si era procurato e ,senza potersi ormai fermare o evitarlo,di nuovo provò un’eccitazione che gli fece momentaneamente dimenticare ogni sua preoccupazione.
 

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Capitolo 3
*** Nell'oscurità ***


Brandon aveva paura. Non riusciva a dormire e rimaneva con gli occhi aperti nel buio. Era disgustato,arrabbiato e spaventato. Non poteva crederci,Chris era stato sempre così dolce con lui, il bene che si volevano durava da anni ed era tutto crollato così all'improvviso, come castelli di sabbia.
Si figurò gli occhi azzurro cielo dell’amico cambiare espressione. Da uno sguardo innocente e dolce di chi ha un animo sensibile agli occhi di un pazzo assassino.
Si mise a sedere di scatto sul letto. Non voleva che Chris fosse arrestato , ma aveva timore che se la sarebbe comunque presa con lui, che lo avrebbe ucciso,come aveva fatto senza pietà col suo fidanzato.
Rabbrividì e si distese di nuovo sul letto,cercando di prendere sonno,invano.
Le ore passavano e lui non riusciva a dormire.
Si rigirò di nuovo nel letto e si strinse al cuscino.
<< Notte insonne? >>
Brandon sobbalzò e si alzò di scatto.
<< Ti ho forse spaventato? >> chiese Chris con un filo di voce.
<< C-come sei entrato? >> esclamò Brandon appiattendosi contro il muro.
Chris si mise in ginocchio sul letto e fissò gli occhi scuri e terrorizzati di Brandon nella penombra.
<< Niente di che…un trucchetto che ho imparato qualche anno fa. Ma funziona solo con le porte antiche,come la tua appunto >> e sorrise soddisfatto dallo stupore dell’amico.
<< Cosa vuoi da me? >>
Brandon faceva quasi fatica a respirare. Era come se ci fosse un’aria strana in quella stanza.
<< Volevo chiarire. Io ci tengo alla nostra amicizia >> e così dicendo Chris tornò serio e prese la mano tremante di Brandon tra le sue << E’ stato un incidente,io non avrei mai voluto uccidere nessuno…tanto meno lui >> disse con voce flebile e malinconica.
Brandon cercò di rilassarsi il più che poteva e allontanò le mani di Chris dalla sua. E lui per tutta risposta si avvicinò ancora di più finché furono pochi i centimetri che li separavano.
<< Brandon…tu mi >> Chris chiuse gli occhi come per farsi coraggio,sospirò e concluse la frase con voce emozionata << mi piaci! >> l’amico lo guardò incredulo.
Non solo perché quella dichiarazione suonava piuttosto strana per una persona di quell'età, ma perché non voleva essere amato da quel pazzo.
Sarebbe stato un incubo.
E di questo si convinse Brandon.
Doveva trattarsi solo di un bruttissimo sogno.
 

                                                                                                                               - - -

Semir chiuse la portiera della macchina e si guardò attorno. Non era mai stato in quel posto.
<< Deve essere quella la sua casa >> disse Jan individuando l’auto bianca di Chris parcheggiata alla meno peggio sotto un condominio a tre piani.
Salirono tre rampe di scale prima di raggiungere l’appartamento col suo cognome.
Suonarono ma non rispose nessuno.
<< Che strano…a quest’ora dovrebbe essere a casa >> disse Jan guardando il suo orologio da polso.
<< Forse non ha sentito perché sta dormendo. In ogni caso ... >> e così dicendo Semir sfondò la porta con un calcio.
<< Non ne puoi fare proprio a meno >> commentò Jan entrando all’interno dell’abitazione.
Silenzio assoluto.
Tirarono fuori le loro pistole e andarono in giro per la casa visitando ogni stanza.
<< Guarda un po’ qui >> Jan fece cenno a Semir di venire da lui. Teneva in mano una foto che aveva trovato su uno scaffale della camera da letto.
<< Questo qui non è l’uomo che hanno trovato ucciso l’altro giorno? >> chiese Richter indicando il fidanzato di Chris impresso assieme a lui in quello scatto.
<< Gia è lui. L’ho visto sul giornale proprio sta mattina >> disse Semir sempre guardandosi alle spalle << In ogni caso,Shmidt non è qui >> concluse poi guardando Jan che riponeva la fotografia sullo scaffale.
<< Però è strano.La sua auto è parcheggiata qui >> insistette Richter quando riuscirono dall’appartamento.
<< Non so che dire,abbiamo controllato ovunque. >>
I due poliziotti risalirono in auto e andarono via piuttosto seccati.
Ignari che Chris fosse solo qualche chilometro distante, a casa del suo migliore amico.

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Capitolo 4
*** Una decisione difficile ***


 

La cosa che più di tutte tormentava Brandon era che quello che aveva sempre sognato era accaduto,ma in una situazione così diversa che tutto era cambiato. Lui si era innamorato di Chris quando si erano conosciuti ma non lo aveva mai confessato ed erano rimasti semplici amici. E ora che il primo passo lo aveva fatto Chris,quello che era successo,quello che aveva visto…aveva cambiato ogni aspettativa. Eppure qualcosa la provava ancora,nascosta dalla paura e dalla sfiducia che ora aveva nei suoi confronti. Lo guardò nei grandissimi occhi azzurri e non poté far a meno di pensare a quanto fosse adorabile. Eppure così malvagio e sadico nel profondo. Da non credere… << Mi dispiace non avrei dovuto dirtelo >> si scusò Chris abbassando lo sguardo. Brandon non sapeva cosa dire o cosa pensare. Si era cacciato in una situazione troppo pericolosa << Chris,mi dispiace ma..la cosa non è ricambiata.E poi io sono fidanzato con una ragazza >> non avrebbe dovuto dirglielo. Chris si incupì, prese le lenzuola e le strinse con forza come a voler controllare un istinto di rabbia. Brandon ebbe paura,molta paura. Lui taceva e non riusciva più a vedere i suoi begli occhi perché non lo stava più guardando. E la mancanza di quell’elemento che lo rendeva così carino e dolce ricordò ancora di più a Brandon che era di fronte a un assassino << Mi dispiace davvero >> balbettò senza saper cos’altro dire. Chris rialzò lo sguardo e incredibilmente sorrise << Non c’è problema >> e dopo aver detto questo scese dal letto e lo lasciò di nuovo da solo nel suo appartamento,a rimuginare sull’accaduto. E sulla situazione che stava decisamente precipitando.

<< Come non lo avete trovato? >> esclamò il capo con voce leggermente aggressiva << Che state facendo allora? Cercatelo su! >> Semir e Jan si guardarono << Capo…la sua auto è sotto casa,come facciamo a rintracciarlo… >> fece Semir << Non mi interessa.Siete dei poliziotti,cercatelo >> ordinò mettendo fine alla discussione. Semir e Jan uscirono dalla caserma << Proviamo a vedere se oggi è a casa >> disse Jan vedendo Semir sbuffare contrariato << D’accordo,facciamoci di nuovo questo giro >> salirono in auto e Jan fissò Semir intento a infilare la chiave << Hai più avuto notizie di Andrea? >> gli chiese poi e Semir si come pietrificò << No >> disse accendendo finalmente il motore << No? >> continuò Jan << Quindi,adesso esistiamo solo io e te .. Vero? >> mise una mano sulla gamba di Semir che la scansò immediatamente come per paura che qualcuno li vedesse << Ultimamente sei così freddo,che ti prende? >> chiese Jan amareggiato insistendo cercando di accarezzarlo << Jan! La verità è che… >> non riusciva ad andare avanti. Sapeva che Jan ne sarebbe rimasto malissimo,ma infondo l’avrebbe dovuto dire prima o poi << Io non ce la faccio ad andare avanti così perché…non è normale che io e te stiamo insieme. Siamo due uomini. Chissà cosa pensa di noi il capo! >> aggiunse infine ricordando la giornata più brutta della sua vita. Il che era tutto dire per uno che rischiava la vita ogni momento e minuto << Perché? >> Jan stava quasi per piangere.Stare con Semir a volte lo faceva soffrire,perché non era mai pienamente convinto di quello che stava facendo mentre lui era convintissimo e sicuro di amarlo al cento per cento. Semir sospirò.Sapeva come si sentiva Jan e la cosa gli dispiaceva da morire ma non se la sentiva di continuare,nonostante lo amasse ancora,sentiva che avrebbe dovuto chiudere la faccenda adesso o mai più.

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Capitolo 5
*** La gente ignora il vero significato dell'amore ***


 

<< Gerkhan,polizia autostradale >> fece Semir mostrando il distintivo a Chris che quella volta era a casa << Entrate pure >> disse lui facendosi da parte << Non credo che serva,perché dobbiamo dichiararla in arresto >> fece Jan evidentemente ancora triste per il fatto accaduto prima con Semir << No, dovete spiegarmi il motivo. Non ne sono a conoscenza >> mentì Chris insistendo,finché Jan e Semir non entrarono dentro << Dolcetto? >> chiese quando i due poliziotti furono dentro porgendo loro un vassoio con alcuni dolcetti colorati << No, grazie >> disse Jan guardando Chris come se fosse un alieno << Mi creda, l’avremmo gia arrestata. Facciamo questa eccezione solo per questa volta >> spiegò Semir << Mh che carini >> commentò Chris leccando la crema di un pasticcino. Stava guardando insistentemente Jan che si stava sentendo a disagio e mandava lo sguardo altrove << E’ inutile che glielo stia a dire con tanti giri di parole,lei ha causato la morte di due persone in autostrada tre giorni fa…abbiamo le prove per cui lei è in arresto >> disse secco Semir, provando un’inspiegabile rabbia per i troppi sguardi che Chris rivolgeva a Jan << Che aspetti,le manette! >> disse poi sottovoce a Richter che parve come svegliarsi improvvisamente da un sogno << Certo >> farfugliò tirando fuori le manette dalla tasca. Chris cercò di scappare ma non c’era via d’uscita. Jan lo fece sbattere sul tavolo del salotto e gli mise le manette << Oh,bello! >> esclamò maliziosamente Chris sotto il peso del poliziotto. Semir si innervosì ancora di più e prese per la manica l’assassino con estrema forza << Con calma >> disse Chris quasi spaventato liberandosi dalla presa di Gerkhan << Dove credi di andare?! >> gridò Semir inseguendolo. Chris si fermò nella sua stanza da letto e riuscì a spezzare le manette grazie a uno strano oggetto << Lo uso spesso, quando perdo le chiavi delle mie manette >> spiegò Chris riuscendo a raggiungere l’ingresso << Questo è pazzo! >> commentò Jan stupito correndo dietro Semir << Vai a prendere l’auto! >> gli ordinò sparando invano sull’auto bianca di Chris appena partita. Jan arrivò di corsa con la sua automobile e caricò al volo Semir << Ce lo siamo lasciati sfuggire non ci posso credere!!! >> esclamò Semir amareggiato spingendo lo sguardo tra le auto che correvano in strada,ma quella di Chris pareva essersi volatilizzata. Jan si fermò dopo un giro di perlustrazione e uscì dall’auto imprecando << Chi la sente il capo adesso >> disse Semir preoccupato << Non sappiamo nemmeno dove sia potuto andare! >> fece Jan lanciando alcuni sguardi nervosi a Semir << Andiamo in caserma a cercare informazioni >> propose Gerkhan pensando a come sarebbe stato semplice se Andrea non se ne fosse andata via non si sa dove.

Colui che suonava al campanello era insistente << Arrivo! >> gridò Brandon sbuffando << Chris >> fece quando aprì la porta << La polizia mi sta cercando,ti prego aiutami! >> lo supplicò Chris entrando in casa sua e appoggiando la schiena contro la porta d’ingresso << Che cosa? Io dovrei nasconderti? Non posso farlo! >> Brandon era agitato. Che cosa aveva combinato questa volta?

Jan fissava il viso di Semir illuminato dallo schermo acceso del computer della caserma. Era tutto spento e buio a quell’ora di sera << Che ci crederai o no,Chris ha ancora un solo parente. Una zia…in America >> fece Semir rinunciando a cercare oltre. Jan gli arrivò da dietro le spalle e lo abbracciò << Jan >> sussurrò Semir mettendo le sue mani su quelle del collega << Ti amo >> disse Jan stringendolo ancora più forte << Non lasciarmi…non farlo >> ecco che per causa di Semir stava di nuovo piangendo << Jan… non lo farò mai >> affermò Gerkhan accarezzandogli le mani. Jan in un attimo di estrema felicità lo tirò troppo fortemente all’indietro e caddero entrambe a terra mandando all’aria anche la sedia su cui era seduto Semir << Ai! >> gemette Gerkhan cercando di rialzarsi. Jan si mise a ridere e poi,tornando serio, impedì a Semir di rialzarsi << Jan che cosa… >> finalmente. I baci di Jan gli mancavano tantissimo. Come aveva potuto dirgli quelle cose? Avere Jan sopra di lui che lo stava baciando in quel modo,lo rendeva così felice.

<< Sono sicuro che le hai dimenticate qui Otto,sei uno smemorato >> disse Dieter a Otto che erano entrati in caserma alla ricerca delle chiavi della loro auto di servizio << Controlliamo qui… >> le parole di Dieter evaporarono come acqua al sole. A bocca aperta guardò,senza credere ai suoi occhi,Jan e Semir distesi a terra che si baciavano sulla bocca. Otto aveva gli occhi spalancati e per poco non si sentì mancare. Semir fu il primo ad accorgersi dei due. Scansò Jan e si mise velocemente in piedi. Jan si accorse dopo del motivo e si alzò a sua volta. Cadde un silenzio imbarazzante, rotto solo dal rumore sommesso del PC acceso << No,forse non sono qui >> Dieter fu l’unico ad avere il coraggio di dire qualcosa e trascinò Otto dall’altra parte. Semir e Jan,tutti e due con le orecchie rosse,si guardarono negli occhi senza sapere che cosa fare. Alla fine aspettarono che Otto e Dieter andassero via << Jan è tutta colpa tua! >> disse Semir flebilmente << Dai,io lo trovo buffo. E’ la seconda volta che ci scoprono. E sempre in caserma >> disse Jan sorridendo << Buffissimo >> fece Semir con evidente sarcasmo << Meglio così. Se lo sanno loro due,fai conto che lo sapranno tutti in caserma gia domani mattina >> disse Jan trattenendo le risate << Mh..io metterei che lo saprà tutta la Germania come minimo >> fece Semir concedendosi una piccola risata << Ti amo >> ripeté di nuovo Jan baciandolo ancora una volta sulle labbra << Anche io >> disse Semir prima di essere travolto nuovamente dal collega. Ed era la cosa che desiderava di più in quel momento << Mi dispiace per quello che ti ho detto ieri. Non lo pensavo davvero. Io ti amo e non mi importa che si sappia in giro >> disse per la prima volta nella sua vita Semir. A Jan si inumidirono gli occhi. Il suo amato collega si era sempre preoccupato di nascondere la loro relazione e i suoi sentimenti. Ricordò tutte le storie che aveva fatto quando il capo aveva scoperto tutto. Finalmente si era rassegnato all’idea che prima o poi tutto sarebbe saltato fuori e che nell’amore tra due uomini non c’è nulla di sbagliato. Sono le altre persone che vedono del male ovunque senza sapere che cosa sia il vero amore. Che sanno solo vantarsi della loro normalità senza sapere che la parola normale è una parola vuota. Perché ognuno è diverso. Perché la normalità non esiste.

 

 

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Capitolo 6
*** La prima volta ***


 

Che cosa doveva fare? Chris lo stava fissando dall’altra parte del tavolo e la cosa gli metteva i brividi << Brandon tu hai paura di me? >> la domanda fu talmente improvvisa che lo lasciò senza parole << Dovrei dedurne di si >> continuò guardandolo << Perché lo hai fatto? >> gli chiese Brandon,fissandolo negli occhi << Io…non lo so >> fu la risposta inutile di Chris << Come non lo sai? Venti e più coltellate che hai dato alla persona che amavi e non lo sai?! >> era nervoso e ancora arrabbiato,aveva almeno il diritto di sapere il perché aveva dovuto assistere a una scena che mai e poi mai sarebbe riuscito a rimuovere dalla mente. Chris gemette e si tappò le orecchie con le mani. Sembrava che soffrisse. Brandon sospirò e si rilassò sulla sedia. Sapeva che stava sbagliando ma il cuore gli suggeriva di aiutarlo. L’avrebbe nascosto,anche per tutta la vita se fosse stato necessario << Non ti preoccupare,la polizia non saprà mai che tu sei qui >> gli disse toccandogli un braccio. Chris allontanò lentamente le mani dalle orecchie e si calmò << Grazie >> disse col suo solito tono di voce angelico.

Come previsto,tutti i presenti in caserma quel giorno,al passaggio di Jan e Semir parvero come essersi incantati a fissarli << Quei due! >> sospirò Jan pensando a Otto e Dieter << E io che per un attimo ho sperato che avrebbero mantenuto il segreto >> confessò Semir << Non importa, prima o poi l’avrebbero dovuto sapere >> disse Jan semplicemente << Si certo ma magari sarebbe stato meglio se…. >> Jan lo aveva tirato verso di se e senza dargli tempo di capire che cosa stava succedendo lo aveva baciato davanti a tutti,che erano rimasti a dir poco sconvolti e increduli. A qualcuno scappò una risata e per tutta la caserma si sentiva un parlottare e un brusio assurdo << JAN! >> ma era impazzito? Va bene fare outing ma adesso aveva esagerato. Jan gli sorrise ma,nonostante fosse stato lui a fare quella scenata,non riuscì a guardare in faccia gli altri colleghi che sembrava avessero occhi solo per loro.

<< Stupido stupido stupido! >> Semir era agitatissimo. Non solo non riusciva a trovare ulteriori informazioni su questo Chris Shmidt ma adesso si sarebbe dovuto anche preoccupare di andare a lavoro per paura che qualcuno gli rivolgesse qualche sguardo di troppo << Semir non dire così. Non mi sembravano convinti che le voci fossero vere,per cui adesso sono sicuro che ci credono >> Semir lo fulminò con lo sguardo.Ma non poteva essere arrabbiato con lui << Ci tieni tanto a me? >> disse solo << Più di quanto immagini. Ti amo >> Semir immaginò a come si sarebbe infuriato il capo se avesse scoperto tutte le volte che si erano baciati sul posto di lavoro. Ma questa volta erano a casa di Jan per cui non correvano nessun pericolo.Si stavano baciando sul letto,aspettando che tutto il resto fosse venuto da se. Semir mise le sue mani sotto la maglietta di Jan e lentamente gliela sfilò. Vedere il bellissimo fisico di Jan lo stava eccitando << Mi sembri entusiasta >> osservò Richter intento a reprimere la voglia di saltargli addosso e togliergli i pantaloni << Stai zitto >> disse Semir sorridendo << Mhm..non so,sembra proprio che aspetti da una vita di farlo >> continuò Jan << Questo forse lo pensi tu >> mentì Semir << E certo. Senza Andrea con chi… >> meglio tappargli la bocca con un bacio,pensò Semir << Non è farlo che aspetto da una vita..ma il farlo con te >> Jan accolse il desiderio di Semir,che era anche il suo, e lo letteralmente trascinò sotto le coperte. In un attimo la stanza si riempì di respiri affannosi e il rumore stridente del letto. Per Jan era la prima volta che lo faceva con qualcuno che amava davvero.Per Semir,d’altro canto,sentiva che c’era qualcosa che con Andrea gli era sempre mancata. Continuavano a baciarsi,niente e nessuno sarebbe riuscito a separarli. Jan emise un gemito sulla bocca di Semir e il suo respiro divenne più lento e profondo. Semir non avrebbe mai ammesso di essere venuto già prima di lui. Ma non c’erano parole in quel momento. Erano i gesti e le carezze che parlavano,nella notte più importante e felice della loro vita.

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Capitolo 7
*** Qualcosa potrebbe andare storto questa sera... ***


 
Sconsiglierei questo capitolo a chi si impressiona facilmente. Personalmente credo che sia una cosa sopportabile ma ci tenevo a dirlo nel caso qualcuno sia troppo sensibile a riguardo.
 

<< Brandon Klein >> disse Semir soddisfatto << Sono riuscito ad entrare in contatto con la zia di Christian Shmidt >> continuò con un mezzo sorriso << Wow,niente male >> commentò Jan << E sì, la cosa migliore non è questa. Brandon vive a pochi chilometri da qui…vicino all’abitazione di Chris. Quindi è molto probabile che in questo momento si trovi a casa del suo migliore amico,come mi ha raccontato la zia di Shmidt. Erano amici fin dall’asilo >> Richter sorrise << Allora andiamo e togliamoci questo impiccio! >> disse dando un piccola carezza sulla guancia di Semir prima di prendere le chiavi dell’auto e raggiungerla assieme.

Dio,chi lo aveva trascinato a fare una cosa simile? << Fermati,non sentirai niente >> disse Chris con voce flebile e tremante prima di far scorrere la lama dentro il braccio di Brandon. Solo qualche millimetro,giusto per far uscire qualche goccia di sangue. Brandon non riusciva a capire cosa ci trovasse di tanto eccitante Chris nel fare una cosa del genere. Ma lui non era da meno, a farsi torturare solo per la paura di essere ucciso o,più assurdamente, per la paura di non essere più amato da lui << Cosa fai? >> chiese Brandon quando sentì la lingua di Chris percorrere lo stesso punto in cui la lama era affondata nella sua pelle. Arrivò fin sopra la spalla e tentò di baciarlo << No! >> esclamò Brandon cercando di fermarlo. Chris opponeva resistenza e metteva tutta la sua forza nel tentativo di farlo cadere a terra << Chris,fermati…Chris ho detto di…. >> un dolore lancinante lo colpì alla bocca e al naso. Una sensazione talmente dolorosa che per un attimo si sentì svenire. Si tastò le labbra che grondavano di sangue. Chris col pugno ancora levato si avvicinò a lui e riuscì a baciarlo,Chris fu preso da una inspiegabile emozione nel sentire il gusto ferroso del sangue del suo amico nella sua bocca. Brandon era esausto e frastornato. Si lasciò cadere sul divano di Chris e chiuse gli occhi. Aveva sempre avuto un sesto senso per ogni cosa. Quasi un dono di veggenza. Sentiva che qualcosa sarebbe andato storto quella sera. Le mani si Chris serrarono gli polsi e lo saldò sul divano freddo << Ti amo >> disse per l’ennesima volta. Vide con gli occhi socchiusi Chris leccarsi le labbra ancora macchiate dal suo sangue. Era davvero amore questo?

<< Se troviamo la sua Saxo bianca sotto casa sua… >> Semir era euforico. Non vedeva quasi l’ora di fargliela pagare a quel criminale che gli era fuggito da sotto il naso e per di più stava guardando con troppo interesse il suo Jan. Svoltarono l’angolo e come previsto la Citroen di Chris era sotto una piccola abitazione dalle pareti color panna. Suonarono al campanello e attesero che qualcuno gli aprisse,sempre considerando l’alternativa di abbattere la porta.

<< Chris hanno suonato alla porta >> disse Brandon con la voce modificata a causa della bocca insanguinata e delle labbra che si stavano gonfiando pulsando dolorosamente. Chris cambiò espressione. Un’espressione tetra e triste allo stesso tempo << Sono loro >> disse con una scintilla di rabbia negli occhi.

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Capitolo 8
*** Un passato tormentato ***


 

<< Come non detto >> fece Semir preparandosi ad abbattere la porta. Dopo due e tre colpi la porta cedette e si aprì. Entrarono nel salotto vuoto e silenzioso. Jan fu attirato dalla presenza di macchie rosse sulla tappezzeria e sul divano bianco << Che cosa è successo qui? >> chiese Jan più a se stesso che a Semir. Gerkhan cercò i due in tutte le stanze ma di loro neanche l’ombra << Forse sono scappati >> disse Semir guardando fuori dalla finestra. Jan avvertiva una strana tensione in quella casa e la cosa non gli piaceva affatto. Estrasse la pistola e si guardò attorno. Il salotto era interamente macchiato di sangue. Un brivido gli percosse la schiena. C’era davvero una brutta aria in quella stanza << Eppure la sua auto è qui fuori,non possono essere andati tanto lontani >> Semir era deluso,credeva di porre fine alla questione una volta per tutte e invece Chris gli era sfuggito di nuovo. A parte il salotto tutta la casa era in ordine e pulita. L’unico letto presente nell’abitazione faceva intuire che Brandon era ancora single. Jan diede un altro sguardo furtivo fuori dalla finestra << Semir,l’auto di Chris è scomparsa >> disse con voce atterrita e incredula << Non ci posso credere! Dai muoviamoci >> fece Semir correndo a prendere la sua auto << Cobra 4 a Cobra 11 >> chiamò una voce metallica all’interno della BMW grigia di Semir << Qui cobra 11 >> rispose lui << Abbiamo inseguito Shmidt fino alla sua abitazione. E’ tornato a casa assieme a Klein noi siamo di fronte al palazzo >> Semir e Jan si guardarono << D’accordo arriviamo >> disse Semir prima di partire.

Chris aveva trascinato Brandon sotto il fondaco del condominio << Ognuno ha un proprio sgabuzzino dove mettere alcuni oggetti che sono troppo ingombranti >> spiegò Chris come se fosse una novità << Solo che il mio è alquanto speciale >> disse con un ghigno che non prometteva niente di buono. Ma Brandon,come aveva fatto sin ora,lo seguì di nuovo. Chris aprì la porta del suo ripostiglio e la richiuse << Bene,proprio sotto i tuoi piedi c’è una botola. Su,aprila! >> disse Shmidt come se si trattasse di una caccia al tesoro. Brandon guardò il pavimento sotto i suoi piedi e notò una piccola maniglia. Si chinò e per un attimo esitò. Chris lo guardava con sguardo impaziente. Brandon tirò la maniglia e la botola si aprì con un sommesso stridio. Chris lo invitò a scendere e insieme si ritrovarono almeno quattro metri sotto il palazzo << Questa botola ce l’hanno tutti? >> chiese Brandon mentre Chris stava accendendo l’interruttore della luce << Oh, a dire il vero è da tanti anni che c’è ma mai nessuno se ne è accorto >> sorrise Chris << La trovai quando avevo all’incirca dodici anni >> disse indicando una scrivania con su sopra alcuni oggetti pieni di polvere. Brandon si avvicinò per osservare meglio. C’erano una decina di macchinine e orribili bambole fatte con lo spago << Ah sì quelle >> fece Chris notando l’interesse che aveva Brandon per le bamboline << Non funzionano. Quando ero piccolo credevo nei riti voodoo >> spiegò mentre Brandon ne prese una in mano << Ahi! >> la bambolina cadde dalle sue mani. Una spilla gli aveva trafitto il dito << Sei così inesperto. La magia nera affascina ma purtroppo non funziona. Se funzionasse non mi sarei mai dovuto sporcare le mani ogni volta >> Brandon non capì a cosa egli si riferisse ma la cosa non gli piaceva affatto << Sporcarti le mani? >> fece succhiandosi il dito ferito << E’ un segreto. Però a te lo dico >> disse sorridendo ma con una nota di malinconia << Quando avevo sedici anni ho ucciso un mio compagno di scuola >> fu ,più che la notizia, il tono naturale di Chris a spaventare Brandon << Tu scherzi! >> esclamò lui pur sapendo bene di fronte a chi si trovasse << No che non scherzo. Lui era stato cattivo con me. Mai nessuno ha scoperto nulla. Sono stato bravo >> disse con voce stranamente sognante << Quindi sei riuscito a non lasciare impronte o cose del genere sul cadavere >> blaterò Brandon che pareva davvero curioso del fatto,anche se ovviamente ne aveva paura << A dire il vero non lo hanno mai più ritrovato >> disse Chris semplicemente << Rick Hoffman >> aggiunse poi guardando l’amico negli occhi << Era lui? >> Brandon non poteva crederci. In una sola serata era venuto a conoscenza di che fine avesse fatto il ragazzo che da anni e anni aveva occupato i giornali e i telegiornali. Il ragazzo scomparso e mai ritrovato e dei suoi parenti che lo speravano e lo sperano tutt’ora ancora in vita. Brandon sostenne lo sguardo di Chris. Aveva paura a fargli quella domanda e chissà perché già aveva la risposta << E dov’è adesso lui? >> chiese con voce stizzita << E’ qui >> disse Chris sottovoce fissando la parete dietro Brandon. Lui si girò e la tastò con le mani << E’ qui dietro… >> disse a se stesso a bassa voce. Chris gli si avvicinò e gli prese la mano facendogliela allontanare dalla parete << Io non voglio che tu pensi male di me >> disse e i suoi occhi azzurro cielo si inumidirono << Se lui non si fosse comportato tanto male con me,io non gli avrei mai fatto una cosa così brutta >> continuò stringendogli forte la mano e appoggiando la testa sul suo braccio << Mai nessuno mi ha capito,solo tu. Il mio unico vero amico >> disse chiudendo gli occhi. Brandon ricordò quanto fosse timido e schivo Chris fin dall’infanzia. Ricordava addirittura quando lo incontrò la prima volta all’asilo,da solo in una stanza semivuota a plasmare una piccola massa multicolore di pongo. Sorrise a ricordarlo e a ricordarsi così giovane e così minuscolo. Quante ne avevano passate insieme. Le elementari,le medie e le superiori. Sempre a lottare contro la scarsa autostima di Chris e alla trasandatezza di Brandon,talmente evidente che gli aveva sempre allontanati da tutti. Ma mai loro due si erano divisi,oltre qualche insignificante litigio << Ti voglio bene >> singhiozzò Brandon << Perché piangi? >> gli chiese Chris guardandolo come un bambino che non capisce che cosa ha di fronte << Questa è vecchia poi >> disse tirando su col naso << Ricordi quando mi trovasti nel bagno delle medie a piangere? Mi facesti la stessa domanda con la stessa espressione >> disse ridendo con ancora le lacrime che uscivano << Non lo dimenticherò così facilmente. E’ stata la prima volta che ti ho baciato >> gli ricordò Chris << Già, ma allora non ci feci caso. Credevo che non lo avessi fatto a posta >> Chris gli sorrise scrollando le spalle << Il nostro legame è indivisibile >> disse abbracciandolo energicamente,tanto che Brandon dimenticò ogni orrore e dramma del passato di Chris. Una serie di immagini del passato li travolse e passarono gran parte del tempo a riportare alla memoria giochi,situazioni e ogni cosa fatta insieme. Perché tanti anni di amicizia non si dimenticano facilmente.

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Capitolo 9
*** Morte tangibile ***


 

Erano le undici di notte quando Semir raggiunse i suoi colleghi Cobra 4 << E’ uno spostato quell’uomo, meglio essere in tanti >> disse uno dei due sottovoce << E’ una palazzina. Non credo che possano essere in altri luoghi se non nel suo appartamento >> fece Semir mentre aprirono il portone d’ingresso. La città dormiva e una brezza tirava leggera facendo fischiare ogni spiffero del palazzo. Era tutto immerso nella penombra e nel silenzio. Jan cercò l’interruttore ma la luce pareva essersene andata via. Un gufo emise un verso e Semir sobbalzò << Non mi piace questo posto >> rabbrividì Gerkhan salendo lentamente le scale << Noi controlliamo il fondaco >> disse un poliziotto della Cobra 4. Jan annuì e vide i colleghi venire inghiottiti dall’oscurità. Gli sembrava quasi di essere stato catapultato nell’Oltretomba o forse la presenza nascosta di Chris era a mettergli paura.

Brandon drizzò le orecchie quando sentì un parlottare sempre più vicino << Non ci prenderanno mai >> sussurrò Chris spegnendo le luci all’interno della botola. Brandon non riusciva ,tutto sommato a fidarsi del tutto e l’angoscia lo assalì,ma non fece nulla se non stare immobile dov’era. Chris invece si muoveva sicuro,come se fosse abituato a camminare nel buio.

<< Avremmo dovuto portare delle torce >> fece notare il poliziotto più alto della Cobra 4 << La luce della luna non è sufficiente >> continuò camminando a tentoni tastando il muro freddo del palazzo. Lo stridio di una porta riempì il silenzio che prima era rotto solo dai loro passi. I due estrassero la pistola e la caricarono. Si sentì un colpo e il rumore di un corpo che si accasciava a terra e uno dei due poliziotti venne accecato dalla luce di una torcia apparsa dal nulla << Mi dispiace,ma da qui non si passa >> sogghignò Chris tenendo in mano l’unica fonte di luce ora presente. I bagliori illuminavano alcuni lati del viso di Chris facendolo apparire più tetro del solito << Fermo! >> disse il poliziotto puntandoli la pistola contro. La luce scomparse e Chris rise freddamente. Un sonoro crack rimbombò nel silenzio del palazzo arrivando fino alle orecchie di Semir e Jan. Senza esitare corsero per le scale fino a raggiungere la causa del rumore. Jan prese il cellulare per fare un po’ di luce e lo puntò ovunque. Sui muri,sulle porte,sulle finestre e sul pavimento. Fu proprio su quest’ultimo che trovarono i due colleghi accasciati a terra. Semir toccò loro il polso per vedere se fossero ancora vivi << Lui è ancora vivo >> disse Gerkhan cercando di rialzarlo ma aveva perso i sensi << Lui invece…ho la terribile sensazione che quel rumore di prima fosse…>> un sospiro dietro le sue spalle lo fece tacere << ..il suo collo! >> concluse brutalmente la voce di Chris. Jan si immobilizzò, Semir ebbe il sangue freddo di estrarre la pistola ma con l’unico problema che non aveva idea di dove direzionarla. Era buio pesto e aveva paura di colpire per sbaglio Jan. Chris rise di nuovo,pareva davvero divertito dalla situazione e muoveva,nella totale ignoranza di Semir e Jan, il macete tra le mani procurandosi volutamente piccole ferite con la lama. La parte migliore gliel’avrebbe fatta svolgere sulla pelle di Jan e Semir.

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Capitolo 10
*** La botola ***


 
 

La presenza non visibile di Chris era la sensazione più sgradevole che Jan avesse mai provato. Non parlava più ne si muoveva… che cosa aveva in mente? Semir si guardava attorno ma riusciva a scorgere solo qualche maniglia e altri oggetti nella penombra. Ne era convinto,era stato sicuramente Chris a staccare la luce del palazzo. Avrebbe potuto urlare per svegliare gli altri abitanti del condominio ma così avrebbe messo in pericolo altre persone.La gente non avrebbe potuto far niente oltre che chiamare la polizia…e loro erano la polizia << Credo che per voi sarebbe stato decisamente meglio starvene a casa vostra a dormire invece di commettere questo vero e proprio suicidio >> disse Chris maneggiando il machete,assaporando ogni secondo che lo separava dal compiere altri due omicidi << E’ inutile Chris,prima o poi ti prenderanno. E’ meglio per te se ti consegni e la smetti di ammazzare le persone! >> disse Jan che stava incominciando a sudare freddo. Mai avrebbe immaginato di morire in quel modo.Col lavoro che faceva pensava che una causa sicura sarebbe stato un incidente d’auto o qualcosa del genere. Semir si sentì tirare da un braccio e prima che potesse dire altro un’altra mano gli tappò la bocca. Jan sentì i mugolii soffocati del collega << Semir! >> gridò cercando invano nell’oscurità << E’ inutile che urli,tanto nessuno può aiutarvi >> disse Chris con la voce alterata da un qualcosa che Jan non riusciva a capire bene << Lascialo andare ti metterai solo nei guai! >> stava farneticando,ma non sapeva come doveva fare per aiutare Semir. Estrasse il cellulare ma riuscì giusto il tempo di accenderlo che Chris glielo scaraventò altrove. Rise di nuovo con gusto. Jan era preso dal panico. Il buio gli aveva dato alla testa. Si mise le mani fra i capelli in cerca di qualche soluzione ma,come aveva temuto,la paura prese il sopravvento. Chris impugnò meglio il machete e lo avvicinò alla gola di Semir che ne era tuttavia ignaro. La saliva gli inumidì il palato e incominciò a respirare con affanno,mano a mano che avvicinava il coltello verso Semir. Una luce comparve alle sue spalle e Brandon gli saltò addosso. Lo separò da Semir e lo buttò a terra. Porse la torcia a Jan e cercò di mantenere saldo a terra Chris che si agitava come un dannato. Jan era impotente di fronte a quella scena,avrebbe potuto colpire Brandon e per tanto tirò fuori la pistola solo per sicurezza. Semir prese le manette e si avvicinò ai due che stavano lottando con tutte le loro forze sul pavimento. Jan,nel tentativo di separarli fece cadere a terra la torcia che andò in frantumi spegnendosi. Erano di nuovo nel buio << Fate qualcosa! >> disse Brandon sforzandosi per riuscire a parlare. Jan si avvicinò incerto. Aveva visto che Chris aveva un’arma con se. Il tempo di sentire uno scalpitio e poi qualcuno gemette dal dolore. Semir e Jan tesero l’orecchio al massimo per cogliere ogni rumore possibile. Poi si udì il terribile rumore di una lama che fuoriesce da qualcosa che aveva infilzato prima. Nonostante fosse tutto in silenzio si sentivano ancora i lamenti di qualcuno, non si capiva bene se fosse Chris o Brandon ma la situazione stava precipitando << Brandon >> sibilò la voce di Chris prima che essa venne rotta dal pianto. Jan e Semir capirono all’istante quello che era successo. Jan afferrò di nuovo il cellulare e illuminò il volto sconvolto di Chris rigato dalle lacrime e sotto Brandon che gemeva mantenendosi la spalla che si stava sempre più inzuppando di sangue. Jan lo prese e lo fece alzare a fatica,Semir vide Chris avvicinarsi a lui. Si preparò a difendersi ma nella fioca luce del telefonino di Jan vide Chris correre giù nel fondaco << Tu chiama un’ambulanza e resta con Brandon io mi occupo di lui! >> disse Jan correndo dietro Chris per immergersi di nuovo nel buio pesto. Sentiva i passi veloci di Chris e il suo singhiozzare. Solo grazie a quei rumori riuscì a seguirlo fino al suo ripostiglio. La luna entrava da una piccola finestra e finalmente poteva vedere qualcosa. Vide l’ombra di Chris abbassarsi a terra e scomparire. Stupito corse sul punto in cui lo aveva visto sparire e sentì il vuoto sotto i suoi piedi prima di precipitare nella botola. Cercò di ricadere in piedi ma l’altezza da cui cadde lo fece sbandare. Sentì un dolore lancinante ad entrambe le gambe,ma nulla in confronto al dolore che sentì alla caviglia. Sicuramente si era fratturato qualcosa. Ma la cosa peggiore era un’altra. Chris lo stava fissando dall’altra parte della botola,con gli occhi lucidi spalancati,le guance bagnate e il machete insanguinato in mano. Ogni movimento che provava a fare lo faceva morire dal dolore. Si sentiva in trappola,senza vie d’uscita. Chiuse gli occhi aspettando la sua fine. Semir non sarebbe mai arrivato in tempo.

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Capitolo 11
*** Il nulla ***


 

Si sentiva quasi ridicolo a restare immobile da solo,al buio circondato da un cadavere,un poliziotto privo di sensi e un uomo ferito a una spalla nell’attesa dell’ambulanza che aveva chiamato. Brandon si lamentava sottovoce e Semir gli teneva premuta la ferita con la prima cosa che aveva trovato a portata di mano: la manica della giacca del poliziotto senza vita. Era talmente stordito da tutto ciò che a malapena si rese conto dell’orribile situazione in cui si trovava. Non poteva abbandonare Brandon ma Jan che tardava a tornare lo stava facendo preoccupare.Guardò con sguardo assorto l’ombra di un albero che si muoveva sotto la forza del vento che non aveva mai cessato di soffiare. Aveva perso la cognizione di tutto in quel luogo. Non aveva nemmeno idea di che ore fossero,oltre a sapere con certezza che era ancora notte,visto che la luna pallida era sempre alta in cielo,coperta di tanto in tanto da qualche nuvola che viaggiava velocemente. Un gemito di Brandon lo distolse dai suoi pensieri << Ce la fai a resistere? >> gli domandò cercando di stringere ancora di più la manica della giacca sulla ferita di Brandon. Lui rispose con un flebile e Semir tornò di nuovo ai suoi pensieri pessimistici.

A differenza del resto del palazzo,la botola di Chris era illuminata da una fioca luce proveniente dalla lampada più vecchia che Jan avesse mai visto. Sentiva la caviglia pulsante di dolore gonfiarsi ogni secondo di più. Ma cosa importava? Presto sarebbe stato ucciso… Chris aveva smesso di fissarlo e per qualche strana ragione aveva deciso di rimandare l’omicidio,pur avendo un occasione così allettante proprio sotto gli occhi. Dopo minuti che parvero ore si decise a parlare << Come sta? >> gli chiese con voce tremante. Jan lo guardò negli occhi senza capire a cosa si stesse riferendo << Brandon >> aggiunse poi << Non lo so. Sicuramente non bene visto che lo hai accoltellato >> rispose Jan con voce dolorante. Chris se ne accorse e si avvicinò a lui << Avreste dovuto lasciar perdere >> disse inginocchiandosi di fronte a lui,il machete ben stretto in mano. Jan sentiva la pistola fredda dentro la sua tasca. Se solo fosse riuscito a prenderla… << Hai fatto un bel volo. Scommetto che fa un male cane >> commentò Chris posando lo sguardo sulla caviglia che Jan teneva fra le mani << Siamo chiusi io e te da soli. Nel mio posto segreto. Come la mettiamo? >> gli tolse la mano e gli tastò la caviglia con forza. Jan non riuscì a evitare che un urlo di dolore gli scappasse dalla bocca. Chris sorrise mostrandosi in tutta la sua cattiveria. La sofferenza degli altri era la cosa che gli piaceva più di tutte << Probabilmente ti stai chiedendo perché ce l’abbia così tanto con te >> proseguì mentre Jan si era piegato in due dal dolore e si stringeva la caviglia. Alcune lacrime scesero dagli angoli dei suoi occhi << La verità è che non ho nulla di personale contro di te…è che ti sei messo in trappola da solo >> sogghignò provando piacere per la sofferenza che il volto di Jan dimostrava << Non è nulla in confronto a quello che stai per provare >> impugnò il machete e lo direzionò sull’addome di Jan che tentò con tutte le sue forze di muoversi. Con un dolore assurdo riuscì ad alzarsi e allontanarsi di qualche centimetro da Chris. Ma era inutile. Dove poteva fuggire? Si sentiva svenire per il dolore troppo forte e vagamente sentì Chris che lo immobilizzava contro il muro. Quando la lama lo penetrò sentì il mondo giragli a torno. Sentì un fluido caldo scivolargli dallo stomaco fino ai piedi. Il dolore alla caviglia passò in secondo grado. La vista si oscurò e sentì la voce di Chris pronunciare qualcosa,ma non riuscì a capire più niente quando sentì il pavimento della botola contro la sua guancia. Ogni senso si arrestò e prima di rimanere immobile l’ultima immagine che il cervello riuscì ad elaborare fu la figura di Semir che lo stava aspettando e il suono della sirena di un’ambulanza che si faceva sempre più ovattato,sempre più lontano fino a che furono il silenzio e il buio ad avere la meglio su tutte le altre sensazioni. E a rimanere come le uniche presenze nel nulla più assoluto.

 

 

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Capitolo 12
*** Uscire allo scoperto ***


 

Quando aprì gli occhi fu costretto a richiuderli perché la luce gli faceva male. Quando riuscì ad abituarsi si guardò attorno e si accorse di trovarsi nella stanza asettica di un ospedale. Guardò l’orologio appeso al muro della stanza. Erano le quattro di mattina e fuori era ancora buio. Si mosse per mettersi a sedere e sentì qualcosa sul suo braccio. Si voltò e vide la mano di Semir stretta attorno ad esso. Gerkhan dormiva. Probabilmente,pensò Jan,era stato con lui tutto il tempo in cui era stato in ospedale senza mostrare segni di vita << Sono felice che ti sia svegliato >> Jan si voltò di scatto per vedere chi avesse parlato. Era Brandon seduto sull’altro letto della stanza,con una bottiglietta di acqua in mano e con la spalla fasciata << Tu…ma…Chris? >> farfugliò Jan toccandosi lo stomaco. Un enorme cerotto e un’ampia fascia bianca avvolgeva la ferita. La sentiva profonda e dolorosa << Mi dispiace >> si scusò Brandon sorridendo tristemente << Avrei dovuto aiutarvi prima >> girò la testa dall’altra parte per guardare fuori dalla finestra << Sono riusciti ad arrestarlo >> disse poi incapace di contenere la sua tristezza. Bevve dalla bottiglia e,continuando a fissare la luna,non parlò più. Jan rimase per qualche tempo a fissarlo,poi si concentrò di nuovo su Semir << Oh bene,vedo che è in ottime condizioni…Ma spiacente di dover dire che dovrà rimanere in ospedale per parecchio tempo. C’è mancato poco che la lama uscisse dall’altra parte >> sentenziò il dottore entrando con passo svelto nella stanza. Sistemò la flebo di Jan e Semir aprì lentamente gli occhi << Jan >> sorrise stancamente Semir stiracchiandosi. Gli prese le mani fra le sue e lo guardò negli occhi << Questa volta abbiamo rischiato grosso >> disse Semir << Quindi ora quel pazzo è in galera? >> chiese Jan accarezzandogli le mani. Brandon tirò su col naso e portò le lenzuola al viso. Tremava in modo incontrollabile. Semir e Jan lo fissarono preoccupati << L’amore >> disse Gerkhan << E’ così strano >> aggiunse Richter pensieroso << Devo ammettere che però il loro è oltre ogni limite >> disse Semir sottovoce per non farsi sentire da Brandon che aveva preso a singhiozzare da sotto le lenzuola << E’ triste ma ha avuto ciò che si meritava. Ha fatto fuori più di cinque persone. E con noi è stato crudele,nel senso più pesante della parola. Per te poi è stato davvero senza pietà >> disse accennando alla grande ferita che adesso Jan si ritrovava allo stomaco << E’ un miracolo che tu ti sia svegliato! I medici dicevano che con una ferita così profonda avevi solo il 40 % di possibilità di risvegliarti >> Jan fu sorpreso di sentire quelle cose. Mai aveva rischiato così tanto di morire. Ripensò alla paura che aveva provato in quei momenti terribili. Difficilmente avrebbe dimenticato lo sguardo di Chris che lasciava trasparire senza ombra di dubbio la sua voglia di fargli del male,di ucciderlo. Rabbrividì e si consolò pensando che almeno,adesso,non avrebbe fatto più del male a nessuno. Brandon si soffiò il naso e si asciugò gli occhi lucidi e arrossati. Chissà se Chris avrebbe mai capito che lui lo aveva fatto per il suo bene. Impedendogli di fare altri omicidi. Ancora stentava a credere alla cattiveria nascosta in Chris. Pensò a come lo vedeva quando lo conosceva come la persona più dolce del mondo. Un viso così carino e angelico << Che stupido che sono stato >> disse pensando ad alta voce << Sono stato ingannato dal mio migliore amico >> continuò senza curarsi di Semir e Jan << No >> fece all’improvviso Richter vedendo l’enorme tristezza e depressione di Brandon << Lui ti vuole bene. Sei l’unica persona a cui lui gliene voglia davvero. Io lo so. Era distrutto quando ti aveva per sbaglio trafitto col machete >> Semir fissò Jan incredulo. Come poteva dire questo della persona che aveva cercato di ammazzarlo? << Ero e sono il suo unico amico. Ho passato tutta la mia vita con lui ed ero l’unico a non vedere qualcosa di strano in lui >> sospirò Brandon con un mezzo sorriso assorto << Il fatto che lui adesso si trovi in carcere non significa che la vostra amicizia debba finire >> Jan stava cercando di risollevare l’umore di Brandon e ci stava riuscendo. Semir lo trovò incredibilmente adorabile e fu quasi doloroso trattenersi dalla voglia di riempirlo di baci << La nostra amicizia non finirà mai >> disse Brandon guardando finalmente Jan negli occhi << Grazie >> aggiunse poi rivolgendogli un sorriso sincero.

Da quel giorno in poi Brandon andò sempre a trovare Chris in carcere. Lui era,tuttavia,felice pur stando dietro a delle sbarre. Gli bastava che Brandon fosse accanto a lui,come aveva sempre fatto. Semir e Jan tornarono a lavoro dopo un mese di convalescenza di Richter. Se lo erano aspettati. Tutti tornarono a fissarli come se fossero degli alieni,ma la cosa ormai non destava più alcun fastidio ai due. Avevano però imparato la lezione: Non si sarebbero mai più baciati sul posto di lavoro. Adesso che Jan si era trasferito a casa di Semir sarebbe stato più facile resistere fino a sera. Otto e Dieter si erano adeguati e il fatto che i loro due colleghi si amassero non gli faceva più alcun effetto. A volte,anzi,ci scherzavano su. Finalmente ogni problema o ostacolo era stato superato e adesso potevano continuare ad amarsi senza curarsi del parere degli altri.

 

 

FINE

Ringrazio di cuore Masquedqueen, Hope52 e bellissima90 per aver seguito anche questa mia fanfiction,per aver recensito e apprezzato il mio modo di scrivere... Mi ha fatto davvero molto piacere scriverla e ricevere le vostre bellissime recensioni.

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