Last Tears 2: The Lady's Circle

di Summerbest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nel Mondo Dei Pirati ***
Capitolo 2: *** Il Mio Opposto ***
Capitolo 3: *** La Masque ***
Capitolo 4: *** Egoistico, Piratesco, Geniale ***
Capitolo 5: *** Due Sono Troppe ***
Capitolo 6: *** La Fonte Di Sapere ***
Capitolo 7: *** Odore Di Ruggine ***
Capitolo 8: *** Non Tutti Sono Eroi ***
Capitolo 9: *** Una Rosa Per Ricordare ***
Capitolo 10: *** Il Corsaro Francese ***
Capitolo 11: *** L'Incontro ***
Capitolo 12: *** Il Circolo Della Dama ***
Capitolo 13: *** Sogni D'Oro Capitano ***
Capitolo 14: *** Senza Tempo ***
Capitolo 15: *** Ti Tengo D'Occhio ***
Capitolo 16: *** Nemiche Amiche ***
Capitolo 17: *** Verso La Tana Del Lupo ***
Capitolo 18: *** Sinistra O Destra? ***
Capitolo 19: *** Verso L'Infinito E Oltre ***
Capitolo 20: *** Nelle Mani Di Una Bambina ***
Capitolo 21: *** Attraverso Lo Specchio ***
Capitolo 22: *** Metà Amore Metà Odio ***
Capitolo 23: *** Riunione Di Famiglia ***
Capitolo 24: *** Fiori D'Arancio ***
Capitolo 25: *** Al Cuor Non Si Comanda ***
Capitolo 26: *** Genialità O Pazzia ***
Capitolo 27: *** Mai Fidarsi Degli Onesti ***
Capitolo 28: *** Finchè Morte Non Ci Separi ***
Capitolo 29: *** Nomignoli E Giuramenti ***
Capitolo 30: *** E' Iniziata Con Il Sangue E Finirà Con Il Sangue ***
Capitolo 31: *** Dalla Tempesta Al Sole ***
Capitolo 32: *** Un Particolare Triangolo ***



Capitolo 1
*** Nel Mondo Dei Pirati ***


Ahoy! Sono tornata, e questa volta con il seguito! Spero di ritrovare i cari fan di “Last Tears” ed anche nuovi fan! Allora, anticipo poche cosette, la storia riprende pochi mesi dopo LT (Last Tears per abbreviare LT) intendo aggiungere un nuovo personaggio, una ragazza (una futura amica di Alexis? Chissà..) che apparirà già dal secondo cappy. Riguardo l’Olandese e Will, non sono sicura se riuscirò ad infilarlo nella storia, ma farò il possibile. Questa volta la copertina è presente già dal primo capitolo, non è un gran che, spero vi piaccia almeno un po’. Ora rispondo ai commenti, e poi vi lascio alla lettura della fanfic! ^__^

Per Fannysparrow: sono d'accordo, un nuovo inizio! sono d'accordo anche sul resto (per stare con Jack pure io farei di tutto! - mi unisco al delirio xD) grazie per i complimenti, sono curiosa di sapere che ne pensi della nuova ficcy^^

Per emmawh: sii tutti a seguire i consigli dell'Eccelso Jack!^^ grazie! la mia prof sarà felice di sapere che la psicologia mi fa bene XD naturalmente voglio sapere cosa ne pensa la mia fan numero 1 sull'inizio della nuova ficcy U.U buona lettura, ciauz^^

Per lua82: wow grazie!!!! eccoti il seguito (come promesso^^) di LT! spero ti piaccia, fammi sapere, ciau!

Per victoriavandort: grazie, mia nuova fan (credo, sei qui da poco quindi...)! spero ti piaccia anche questo nuovo cappy, ciaoo!




+.oO°+Last Tears 2+°Oo.+

+.oO°+The Lady’s Circle+°Oo.+




+_Capitolo 1_+



+_Nel_Mondo_Dei_Pirati_+

(quando la vita che scegli è quella di mare)




“ehy ragazzina! Fermati immediatamente!”
corri, corri e non voltarti. Non far caso al gigante uomo che ti insegue e che se ti prende di riduce ad un mucchietto d’ossa. Stavo correndo il più veloce possibile, anzi, scappando è la definizione più giusta. Sentivo il fiato mancare, e non avevo mai trovato il porto così lontano. Perché stavo scappando? Beh per questo bisogna ringraziare il mio adorato fratello...
“piccola sgualdrinella, fermati subito o ti spezzo ogni parte del corpo una ad una!”
proposta allettante, ma preferirei sopravvivere. Non riuscivo ad estrarre la pistola dalla cintura, per farlo dovevo fermarmi, o avrei rischiato di ferirmi da sola. Svoltai l’angolo, piccola pausa, estrassi la pistola, ma qualcosa, anzi, qualcuno, mi gettò a terra. Sentivo il peso del mio inseguitore spingermi contro il ciarpame. Molto probabilmente mi ero ferita, visto il dolore che provavo in quel momento. Il bestione sopra di me mi stringeva i polsi per impedirmi di allungare la mano e prendere la pistola, che ora giaceva poco distante da me, a causa della caduta. Mi dimenavo nel tentativo di sfuggire alla presa, ma lui era troppo forte. ”Questa volta non ci sarò io ad aiutarti, dovrai cavartela da sola..” mi ricordai le parole di Jack, poco prima che me ne andassi, con il progetto di ritornare alla nave, ma non a mani vuote. Nonostante la brutta situazione, qualcosa mi rendeva sicura, sarei sopravissuta, e ben presto questo tipaccio non sarebbe stato più sopra di me. Con tutta la forza possibile, iniziai a dare colpi, riuscendo a centrare bene lo stomaco, grazie a quel suo momento di dolore, riuscii ad avvicinarmi di più alla pistola, la presi e gliela puntai contro. Il tipo indietreggiò a terra, lasciandomi lo spazio per rimettermi in piedi. Non lo avrei ucciso, di questo ne ero sicura, non avevo abbastanza coraggio, il tutto era solo una farsa per spaventarlo. L’uomo fischiò, sul momento non capii perché, quando vidi una marea di uomini uscire dal palazzo e venire verso di me, intuii che era il momento di seguire la più nobile tradizione piratesca, scappare! Ripresi la mia corsa più veloce di prima, cosa resa difficile dal ginocchio ferito, e dal dolore atroce alla fronte. Per mia fortuna gran parte della strada era già stata fatta, ed il porto adesso non era molto distante, infatti lo raggiunsi in poco tempo, in quell’istante la Perla era ancora più bella delle altre volte, poiché in quel momento significava che ero salva.
“filiamo! Salpare! Muoversi!”
urlò Jack, vedendomi arrivare, seguita da una massa di gente che sbraitava. Salii a bordo, lasciandomi quasi cadere sul legno del ponte, poiché qualsiasi cosa sarebbe stata più comoda del ciarpame di prima. Salpammo, vedendo i miei inseguitori diventare sempre più piccoli, mano a mano che la distanza tra loro e noi veniva aumentata dal mare che ci divideva. Potendo finalmente stare tranquilla, raggiunsi Jack, dandogli un colpo alla spalla.
“ahi! Ma che ti prende?!”
mi domandò, massaggiandosi la spalla.
“che mi prende?? a causa tua ci stavo per rimettere la pelle!”
sbottai infuriata.
“se non sbaglio ti avevo avvertita che te la dovevi cavare da sola”
sottolineò, indifferente.
“si, ma potevi anche dirmi che le guardie erano delle montagne che camminano!”
risposi. Venni deliberatamente ignorata, quel discorso non gli faceva né caldo né freddo.
“i fogli?”
mi tese la mano in attesa. Io sbuffai, estraendoli dallo stivale. Per fortuna non avevo seguito il mio istinto iniziale di nasconderli nella cintura, o quel tipo di prima li avrebbe trovati.
“non mi hai ancora detto a cosa servono..”
gli feci notare.
“a dopo le spiegazioni, ora devo dargli un occhiata”
Prese i fogli ed iniziò a studiarli con lo sguardo, mi avvicinai di più per scorgere cosa contenevano. Non era una mappa, ma qualcosa di scritto, come una lettera, ma era una lettera? Jack si voltò incrociando lo sguardo, beccata mentre sbirciavo, sorrisi innocente.
“non mi pare di aver usato il plurale”
con uno scatto chiuse i fogli e li nascose nella giacca.
“ho quasi rischiato la vita per quegli stupidi fogli ed ora non mi vuoi nemmeno dire a cosa servono?!”
esclamai scocciata. Jack roteò gli occhi, infastidito per aver nuovamente tirato fuori quella che per lui era ormai una storia “passata”.
“senti un po’, se hai rischiato la vita è perché sei ancora una frana nel furto”
mi spiegò, facendomi sbuffare offesa. Non era assolutamente vero! Io ci riuscivo ben.. beh abbastanza bene!
“questo non è assolutamente vero!”
ribattei, trattenendo nuovamente Jack che voleva andare in cabina per controllare i fogli in santa pace.
“ah davvero? Allora non sarai inciampata come tuo solito in qualche punto facendo rumore e destando le guardie dal loro riposo...”
mi ammutolii, abbassando il capo imbarazzata. In ogni caso doveva sempre avere ragione, che rabbia!
“come immaginavo...”
ghignò soddisfatto.
“ehy, cos’hai fatto alla faccia?”
solo ora se ne accorge?!
“regalino da parte del simpaticone di prima”
dissi, posando la mano sulla fronte, sangue..
“tieni”
mi diede un fazzoletto per pulirmi, dall’atteggiamento privo di sorpresa direi che se lo aspettasse.
“ora se vuoi scusarmi, vado ad esaminare i fogli che hai rubato rischiando la vita, tu resta qui e cerca di non distruggere niente e di non procurarti altre ferite”
mi sfotté. Lo fulminai con lo sguardo, ma che simpatico!
“posso almeno sapere dove siamo diretti?”
chiesi, cercando di trattenermi dal prenderlo a colpi o insultarlo, o entrambe le cose. “ecco la regola che più di tutte devi rispettare: sono il tuo Capitano, quindi devi portarmi rispetto, altrimenti sappi che non ci metto molto a virare la prua dall’altra parte per riportarti a Port Royal, comprendi?” questa era stata la sua unica raccomandazione, unica ma difficilissima da seguire..
“qui sono tutti di buon’umore, e di certo non perché devono lavorare, secondo te dove stiamo andando?”
per una volta poteva evitare gli indovinelli e rispondermi direttamente..
“Tortuga?”
azzardai, sperando vivamente di sbagliarmi.
“esatto, gioia, Tortuga!”
e così dicendo sparì in coperta. Tortuga? Non ci mettevo piede dall’ultima, sgradita, volta del vomito. Rassegnata sospirai, timorosa di ripetere la stessa scena, se non una peggiore...


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Capitolo 2
*** Il Mio Opposto ***


Ahoy! ecco che torno con il secondo capitolo, il nuovo personaggio arriva! non mi perdo in lunghi discorsi e rispondo subito ai commenti:

Per victoriavandort: fa niente, meglio tardi che mai^^ ecco il secondo cappy =)

Per emmawh: già dal primo cappy ti dico GRAZIE! Alexis non l'ho voluta cambiare troppo, sia per non rischiare di fare un'altra Elizabeth, sia perchè credo sia meglio che il cambiamento avvenga non tutto di colpo, ma con una serie di fatti che la rendono una piratessa, diciamo che ancora è una piratessa in prova^^ che non raggiungerà il livello di Jack è normale, lui è unico U.U grassie anche per il parere della copertina! buona lettura carissima =)

Per Fannysparrow: sia benedetto il computer risorto xD già, piratessa in prova (mi piace, semplice, facile da ricordare xD) ed ecco l'atteso ritorno... buona lettura^^

Per lua82: già, qui siamo tutte di parola U.U l'unico che considero come lavoro è la scuola, perciò sono già in ferie, poichè adoro scrivere lo considero più come un hobby^^ sono d'accordo, se è una Sparrow è assolutamente normale xD naturalmente grazie (anche per aver messo la fic tra i preferiti *-*) ^__^


Questa è la foto del nuovo personaggio, giusto per darvi un idea di com'è fisicamente^^



+_Capitolo 2_+
+_Il_Mio_Opposto_+
(quando si passa troppo tempo a Tortuga)




Ero davanti allo specchio della mia cabina che esaminavo il mio aspetto. Mia, finalmente potevo definire una cabina MIA. Infatti quando m’imbarcai nuovamente con Jack, quest’ultimo si vide costretto a cedermi una delle cabine degli ufficiali, poiché dormire con l’equipaggio non sarebbe stato l’ideale per una ragazza. Non volevo immaginare cosa potessero farmi durante la notte...
Era piuttosto accogliente, uno specchio, un baule, naturalmente un letto, ed alcuni oggetti sparsi qua e là. Cosa più importante, la scrivania! Dove avevo posato un futuro diario di bordo, che non attendeva altro che venire scritto.
Mi diedi un ultima occhiata, la ferita poteva venire facilmente nascosta con il tricorno, che posai sul capo. Subito dopo mi affrettai ad uscire, con un mugolio di dolore per aver calato con troppa forza il tricorno sulla testa, ed aver quindi premuto la ferita.
“finalmente ti sei degnata di uscire”
mi disse Jack, lo raggiunsi sul molo.
“dovresti sapere che alle signore serve più tempo per farsi belle”
esclamai sarcastica, sorridendo.
Ci avviammo verso una delle tante locande, superando ubriachi e prostitute. Tortuga non era per niente cambiata da allora, se non per il numero diminuito di prostitute, non sapevo se ciò doveva essere un bene o un male. Mi girai per chiedere a Jack, quando mi accorsi che si era già diretto all’interno di una locanda chiamata “Il Falco”, veloce lo raggiunsi. Tutti si ammutolirono alla mia vista, perché??? Ero immobile davanti alla porta, mentre ogni uomo presente nella locanda mi fissava incuriosito, e le donne scuotevano la testa infastidite o semplicemente sospettose. Come se portassi un enorme cartello con su scritto “guardate qui”. Non pensavo che scioccasse ancora così tanto la vista di una donna. A capo chino cercai di ignorare gli sguardi dirigendomi veloce al tavolo dove avevo riconosciuto Jack, Gibbs ed alcuni della ciurma. Mi sedetti titubante, alla mia destra il nostromo ed alla sinistra un tipo che non avevo mai visto, e che di certo non intendevo rivedere dopo gli sguardi che mi aveva lanciato al mio ingresso, e che lanciava tutt’ora. Tutti scherzavano e brindavano con i loro boccali pieni di rhum prima di svuotarli con un lungo sorso.
“del rhum per la signorina!”
ordinò lo sconosciuto alla mia sinistra. Scossi subito la testa ripetendo “no” all’infinito, ma venni naturalmente ignorata. Fissai indecisa il boccale stracolmo del liquore ambrato che mi posarono davanti.
“non mi vorrai far credere che una piratessa come te non beve rhum?”
mi domandò sorpreso il tipo.
“bhe..”
feci per rispondere, quando un altro tipo più in là attirò la sua attenzione, facendolo voltare. Notai che il boccale dello sconosciuto era vuoto, così versai tutto il rhum lì, fingendo ,non appena si voltò, di pulirmi la bocca con la manica dopo una lunga sorsata.
“brava ragazzina! Non mi hai detto come ti chiami!”
mi fece notare, cingendomi le spalle con un braccio, io lo guardai disgustata.
“Alexis”
risposi, allontanandomi. L’uomo però non si arrese, tentando di rimettermi il braccio addosso, questa volta però fu fermato da qualcuno.
“credevo che gli schiaffi delle donne di Tortuga ti fossero bastati Josh, ma a quando pare desideri aumentare la collezione con uno da parte di una straniera.. sei pieno di sorprese!”
mi voltai incontrando il viso della donna che aveva parlato. Più che una donna si trattava di una ragazza, avrà avuto all’incirca la mia stessa età, se non un anno in più. La carnagione chiara era incorniciata da lunghe onde color rosso fuoco, e gli occhi color acquamarina fissavano con disappunto il viso pieno di rughe del “caro” Josh.
“sai che non so resistere ad una bella donna”
si giustificò sorridendo, subito allungò la mano verso la sconosciuta, che la ricacciò dandogli un leggero colpo.
“guardare ma non toccare”
lo ammonì lei, tornando solo dopo a prestarmi attenzione.
“abiti maschili, siedi al tavolo riservato alla ciurma della Perla Nera, non sarai una di loro?”
mi domandò meravigliata, indicando uno dei marinai che rideva sguaiatamente ingurgitando il maggior numero di alcool possibile.
“si, anche se non riuscirei mai a bere tutto quel rhum”
risposi, fissando disgustata il marinaio che ora passava ad un’altra bottiglia. Lei sorrise, facendomi cenno di seguirla, mentre si avviava dietro il bancone per prendere altri boccali da servire.
“Alexis.. è Alexis giusto?”
annuii, seguendola, felice di evitare le avances di Josh.
“non pensavo esistessero ancora le donne pirata, anzi, non pensavo fossero mai esistite, è così raro vederne una..”
mi disse, portando i boccali ad un gruppo di uomini che quando la videro iniziarono a sbavare come dei cani.
“ehy bellezza, tu chi sei?”
mi domandò uno di loro, scrutandomi da capo ai piedi.
“sei proprio carina...”
esclamò allungando la mano, io indietreggiai infastidita.
“ma smettila Mark! Con la faccia che ti ritrovi non riusciresti a sedurre nemmeno una sedia!”
lo canzonò, provocando le risate dei suoi compagni di bevuta.
“Che maleducata! Non mi sono presentata! Io sono Kimberly, ma chiamami Kim!”
si presentò, continuando ad andare avanti e indietro, da un tavolo ad un altro. Quando tutti furono serviti, lanciò un sospiro di sollievo e si accasciò su di uno sgabello, mi sedetti accanto a lei.
“è da tanto che lavori qui?”
le domandai. Kim prese una bottiglia, la stappò e ne bevve un lungo sorso, rifiutai l’invito di bere quando me la porse.
“saranno un anno o due, non immagini quanto lo detesti”
mi rispose, gettando uno sguardo schifato agli ubriaconi dei tavoli.
“sempre meglio della prostituzione”
mi fece notare, bevendo un altro sorso del liquore.
“e tu? Da quando un pirata accetta una donna nella sua ciurma?”
mi domandò.
“da quando il pirata in questione è il fratello della qui presente”
risposi indicandomi. Volgendo poi lo sguardo a Jack che si scolava una bottiglia di rhum.
“sei davvero fortunata, non immagini cosa darei per essere al tuo posto, soprattutto di questi tempi..”
disse, con una punta d’amarezza. Di questi tempi? Cosa intendeva?
“in che senso di questi tempi?”
le chiesi, Kim finì di bere la bottiglia prima di rispondermi.
“accadono cose strane... sparizioni... di giovani donne..”
mi rivelò, scrutando con attenzione il locale.
“prostitute?”
le domandai curiosa, così si spiegherebbe la diminuzione di donne di compagnia nelle strade.
“soprattutto prostitute, ma non solo.. la vedi la ragazza di là?”
mi indico una tipetta mora nell’angolo.
“stanotte ha ricevuto una visita da un tipo nella stanza, per sua fortuna le urla lo hanno fatto scappare, eppure lei non è una prostituta, è una cameriera come me... ecco perché sono preoccupata”
mi disse, prendendo un'altra bottiglia, questa volta non rifiutai l’invito, bevendone anch’io un sorso. Gliela restituii, prima di scendere dallo sgabello e ritornare al mio tavolo.
“aspetta!”
esclamò, mi fermai a metà strada, voltandomi verso di lei, nel tipico stile “alla Jack”, con una mezza giravolta.
“so che è azzardato, poiché ci conosciamo da poco.. ma non è che potresti chiedere al tuo Capitano se.. potrebbe farmi unire alla ciurma?”
sgranai gli occhi, era una richiesta assurda, Jack non avrebbe mai accolto a braccia aperte una ragazza qualsiasi!
“non credo... il Capitano non è il tipo che fa unire una ragazza alla ciurma..”
vidi la delusione venire nel volto di Kim.
“ah.. solo in casi di parentela quindi.. fa nulla..”
mi rispose acida. Tornando al bancone, che tipa lunatica, un secondo prima sembrava una tipa simpatica e l’attimo dopo diventa acida, sarà il clima di Tortuga che fa diventare la gente così...
“chi era la ragazza con cui parlavi?”
mi domandò Jack, facendomi sobbalzare.
“ah! Oddio.. sei tu? Potresti evitare di apparire di colpo alle spalle?”
esclamai, notando solo ora che teneva in mano i fogli misteriosi.
“comunque.. è la cameriera della locanda, si chiama Kim”
riassumetti brevemente il tutto. Chissà come avrebbe reagito Jack se gli avrei chiesto se la prendeva nella ciurma... Le diede un breve sguardo, poi tornò ad esaminare quei fogli.
“me lo dirai prima o poi cosa contengono?”
gli chiesi, seguendolo, mentre si avviava fuori dalla locanda.
“narrano la leggenda della maschera di Sant’Augustine, chiunque ne viene in possesso può diventare pieno di potere e, chissà, anche immortale..”
la spiegazione non venne da Jack, bensì da Kim, che a braccia conserte ci aveva raggiunto, ed ora si trovava davanti a me e Jack.
“e tu come fai a saperlo?”
domandò Jack, ponendole lo stesso quesito che stava per uscire dalla mia bocca.
La Masque, è questo il titolo sul foglio, ammetto di averci gettato l’occhio prima mentre vi servivo da bere, so tutto su quella leggenda, sapete, je suis français
rispose, con un perfetto accento francese, vista la mancanza di una scuola dove studiare francese, doveva per forza dire la verità, o non avrebbe parlato così bene quella lingua.
“interessante... voi siete Kim, vero?”
le chiese Jack, io assistevo la scena, a quanto pareva Kim sapeva come ottenere ciò che voleva.
Exactement, e voi siete il Capitano della Perla?”
lui annuì.
“esattamente, Capitan Jack Sparrow!”
si presentò, sempre nel suo solito modo pomposo.
“se giungessimo ad un accordo?”
domandò Kim.
“che tipo di accordo?”
chiese Jack, dopo un attimo d’esitazione.
“voi mi prendete con voi nella ciurma ed io in cambio vi dico tutto ciò che so sulla Masque, compreso come trovarla”
si, questa ragazza sapeva sicuramente come giungere a patti con un pirata. Jack la fissò guardingo, prima di trasformare l’espressione piena di sospetto in uno dei suoi sorrisi con un velo di malizia.
“abbiamo molto di cui parlare noi due, miss!”

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Capitolo 3
*** La Masque ***


Ahoy! Mi rendo conto che sembra che stia “velocizzando” le cose, ma è solo perché ci sono alcuni punti sul nuovo personaggio (chi è? Ecc.), su Alexis (che cerca di diventare una brava piratessa), su Jack (che cerca di badare ad Alexis senza arrivare al punto di ucciderla) che per essere sviluppati hanno bisogno di “certe situazioni”, e per questo motivo mi serve che il “nemico” si metta già in “azione” (sto abusando delle virgolette -.-) dopo questo discorsetto che serviva a spiegare sia a voi che a me stessa alcune cose, posso rispondere ai commenti^^:

emmawh: hihihi xD tranquilla, nemmeno io voglio che Kim vada a letto con Jack, sarebbe tremendo per me scriverlo ç__ç mi impegnerò il più possibile per finire tra i preferiti^^

Fannysparrow: grassie^^ non lo so nemmeno io come faccio O.o i francesi non stanno molto simpatici pure a me, però il francese era l'unica altra lingua che conoscevo, quindi.. xD

lua82: hehe qui inizio a scoprire altre cosuccie... buona lettura! =)

NOTA:le frasi che sono scritte in francese hanno la traduzione accanto, in caso di “assenza” vuol dire che la traduzione verrà spiegata in seguito nel testo. Il francese non è il mio forte, nonostante lo abbia studiato per 5 anni, quindi se alcune frasi sono sbagliate, avvertite pure così le correggo, grazie per l’attenzione =)


+_Capitolo 3_+
+_La_Masque_+
(quando è solo una questione di tempo)




Uscii dalla locanda, Jack e Kim non avevano intenzione di lasciarmi unire alla conversazione, il Capitano mi aveva pure beffeggiata dicendomi che “sono discorsi per grandi”, trattandomi come una bambina di 5 anni! A volte avevo l’impressione che avermi tra i piedi un po’ lo scocciasse, forse perché non era abituato a pensare a qualcuno oltre che a se stesso?
Mi stiracchiai, con il corpo ancora intorpidito dal lungo tempo passato seduta, alla tenue luce della luna, dirigendomi verso il porto. Mi sedetti sul molo dondolando le gambe e fissando le onde del mare. Nonostante tutto Jack era un bravo fratello, piuttosto lunatico, ma bravo.
Dovetti interrompere quel momento di pace, poiché una ragazza mi sfrecciò davanti, superandomi, svoltò all’angolo, incamminandosi verso una vecchia via poco illuminata. No bene.
Mi alzai in piedi, ancora scrutando con sospetto la figura femminile che diventava sempre più piccola mano a mano che avanzava, quando qualcuno mi urtò, sorpassandomi, con passo rapido. Notai subito che sembrava dirigersi verso la ragazza di prima. Senza dubbio si trattava di un uomo. Con la mano posata sull’elsa della spada, mi decisi a seguirli, dovevo ammettere a me stessa che si trattava di un azione piuttosto avventata, ma il desiderio di saperne di più prese il sopravvento.
Perciò m’inoltrai nella via buia, il sudiciume per terra le dava il solito tocco che preannunciava già da allora le possibili condizioni dei locali presenti. Non mi sbagliavo, la prima locanda che vidi aveva la porta metà distrutta, disgustosi insetti uscivano ed entravano da lì, ed un vecchio e puzzolente uomo stava comodamente seduto accanto all’insegna del loco, “Il Vecchio Dave”, era il nome della locanda, bhe, se non altro “vecchio” era l’aggettivo adatto per descrivere quel tipo, solo che io avrei scritto anche puzzolente, “Il Vecchio e Puzzolente Dave”, di certo non avrebbe invogliato i clienti ad entrare.
Continuai a osservare la zona alla ricerca della figura femminile di prima, quando quest’ultima mi giunse nuovamente davanti.
au secours!” (aiuto !)
urlò, rivolgendomi un breve sguardo, prima di riprendere la corsa. Il viso era stremato e pregno di sudore, l’aria terrorizzata della giovane mi spinse ancora di più ad aiutarla. Quando vidi l’uomo raggiungerla, mi parai davanti a lui.
“c’è qualche problema?”
azzardai, utilizzando il tono più freddo ed intimidatorio che poteva venirmi fuori. Poiché il quel momento il cuore mi batteva all’impazzata e l’agitazione sovrastava le altre emozioni, l’unico tono che mi uscì fu un misto tra il terrorizzato e lo speranzoso, già, la speranza che si beva questa mia finta commedia, in cui io posso fargli del male, e lui scappa via intimidito dalla mia aria pericolosa ecc. Peccato che non funzionò davvero così, infatti il misterioso sconosciuto si limitò a fissarmi. I suoi occhi erano verdi, di un bel verde. Il resto del viso era celato da un maschera, quella maschera! Subito collegai il suo viso nascosto alla leggenda della Masque. La cosa mi pervase prima con un senso di vittoria, l’avevo trovato! Poi tornai al terrore, ricordandomi dei racconti di Kim, sparizioni di giovani donne, ed io ero sia donna che giovane! Oh mannaggia!
la Masque rencontrer vous! J’attendrai!
le parole vennero pronunciate con un tono di voce che andava oltre quello umano. Non capii molto quello che disse, se non che la mia idea che centrasse qualcosa con la Masque era giusta. Cercai di memorizzare le parole, in modo da poterle ripetere a Kim ed ottenerne la traduzione. Vidi l’uomo misterioso sparire, ero tentata di inseguirlo, farlo, però, si sarebbe rivelato un suicidio. Quindi lasciai perdere, prestando le mie attenzioni altrove, precisamente sulla ragazza che giaceva a terra scossa dai singhiozzi. Con la compassione in volto, m’inginocchiai accanto a lei.
“state bene?”
le domandai, la giovane alzò i grandi occhi castani su di me, occhi velati dalle lacrime.
au secours!”
ripeté, probabilmente aveva frainteso le mie azioni. Ai suoi occhi apparivo come un altro pericolo.
“shh! Sono buona! Calma!”
non ero sicura avesse capito le mie parole, però almeno si calmò. Non potevamo rimanere lì, in mezzo alla strada.
“noi andare lì, va bene? Andare lì”
le indicai più volte la taverna dove si trovavano Kim e Jack, ancora collegare i loro nomi mi sembrava strano. La giovane annuii, mi aveva capito! Le diedi una mano ad alzarsi, il vestito consunto era macchiato di sangue, fu la prima cosa che notai non appena fu in piedi. Ha bisogno di essere medicata, pensai, scoprendo anche un'altra ferita alla testa.
Lasciando che si appoggiasse a me, raggiungemmo la taverna. Non appena feci il mio ingresso, incontrai gli sguardi di Jack e Kim. Quest’ultima corse subito da noi, riconoscendo la ragazza come “Amelie”. Prese la giovane sottobraccio e la portò in una stanza adiacente alla sala della locanda, noi la seguimmo senza esitare. Jack giunse con calma, esaminando con attenzione la situazione, rivolgendosi a me, solo dopo un lungo sguardo.
“sei uscita da sola e sei rientrata con una ragazza ferita...”
Osservò, con il dito che puntò prima su di me e poi sulla ragazza.
“direi che necessita una spiegazione”
mi fece notare. Bene, da dove partire con il racconto? Dalla mia improvvisata apparizione da eroina miseramente calata con un moto di paura, oppure con il racconto della Masque? Optai per il secondo punto...
La Masque... era lui che inseguiva la ragazza”
iniziai, acquistando così anche l’attenzione di Kim, che fino ad ora si era dedicata alle cure della povera Amelie.
“che ti dicevo? Giovani donne in pericolo..”
riprese la sua affermazione di prima, chiamando poi con un cenno un ragazzo che si prendesse cura di Amelie.
“ci mancava solo questo nella già caotica Tortuga”
esclamò con tristezza Kim, lasciandosi cadere sconvolta in un sedia accanto a noi.
“fatemi capire un po’... cos’hanno in comune le sparizioni con la maschera?”
domandò Jack, ricordandomi solo ora che si era perso i discorsi tra me e Kim.
“a quanto pare l’uomo che ha in possesso la maschera, la sta usando per chissà quale scopo, che esige per chissà quale motivo delle uccisioni di donne”
riassumetti, piuttosto incerta.
“ci sono troppi chissà in queste frasi”
sapevo che l’esclamazione di Jack non era un ammonimento grammaticale, ma l’osservazione di quanti tasselli mancavano alla nostra “indagine”, se così si poteva chiamare, poiché ci eravamo trovati in questa situazione in modo casuale.
“prima che se ne andasse ha detto qualcosa in francese..”
ricordai, rendendomi conto però di aver scordato del tutto le parole esatte che aveva utilizzato.
la Masque rencontrer vous! J’attendrai!
era stata Amelie a parlare. Tutti e tre ci voltammo verso di lei, che ancora scossa dalla paura si lasciava medicare la ferita alla testa. Era la prima volta che la sentivo dire qualcosa che non fosse au secours.
“no bene, cosa dici di fare?”
domandò Jack a Kim. Mentre io ancora attendevo la traduzione, l’unica lingua che sapevo era l’inglese, essendo la mia lingua madre, ed era completamente diverso dal francese!
“non c’è molto da fare, posso dire a Maria di controllare le sue “figliocce” ma non posso dirle d’interrompere gli affari”
esclamò, voltandosi poi su di me. Che tentavo disperatamente di collegare le parole francesi a qualche altra e giungere alla traduzione, ma l’unica cosa che usciva era solo un misto di cretinate.
“tu cosa dici Alexis?”
mi chiese Kim, in un attimo mi ritrovai gli sguardi di Jack, Kim, del ragazzo che medicava ed Amelie, puntati addosso.
“bhe.. ehm..”
non potevo rivelarle di non avere idea di cos’avesse detto. Anche se Kim riuscì a capirlo da sola.
la maschera ti rincontrerà,io attenderò
tradusse il tutto, attendendo subito dopo la mia opinione.
“non c’è una qualche possibilità che Maria lasci le sere libere alle sue figliocce vista la situazione?”
domandai, sentendomi più sollevata, ora che sapevo di cosa stessero parlando.
“tesoro, sono prostitute, credi davvero che una donna povera si perda l’occasione di guadagnare denaro solo per un tentato omicidio? Ti ricordo che siamo a Tortuga..”
mi fece notare Jack, arrossii lievemente, sentendomi subito un ingenua. Cercai di camuffare il tutto continuando ad ascoltare i loro discorsi come se niente fosse.
“se sapessimo almeno con che criterio sceglie le vittime, almeno avremmo un indizio in più su chi avvertire, visto che solo di prostitute non si tratta..”
esclamò Kim, alzandosi e tornando a lavoro, un gruppo di uomini attendeva di essere servito.
“potremmo fare delle domande alla ragazzina”
osservò Jack, indicando Amelie. Io annuii, seguendolo quando si alzò pure lui per raggiungere la taverna e prendere, sicuramente, una bottiglia di rhum. Visto tutto quello che era successo, decisi di unirmi anch’io alla bevuta.
“da quando parli il francese?”
gli domandai dopo che ebbe effettuato il primo sorso. Avevo un disperato bisogno di cambiare argomento, anche solo per poco.
“sono tante le cose che non sai di me”
notò, continuando a tenere d’occhio la porta della stanza dove si trovava Amelie.
“continui a ripeterlo, però alla fine non mi racconti mai niente”
esclamai con una punta di delusione, assaporando un po’ della bevanda ambrata contenuta nella bottiglia.
“questo non è vero!”
alzò il dito, quasi a segnalare qualcosa, anche se non c’era proprio niente da segnalare. Forse voleva dare un po’ d’enfasi alla sua esclamazione?
“ti ho raccontato di Barbossa, di Elizabeth e Will, di Davy Jones...”
lo interruppi prima che facesse l’elenco.
“si, lo so. Però non mi hai mai detto molto su di Lui”
dissi, dopo un po’ d’esitazione. Jack mi guardò senza capire.
“Lui chi?”
chiese, io sospirai, fingeva o non capiva davvero?
“Lui che non ho mai conosciuto... quel Lui”
Jack scosse la testa come a dire “non ti seguo”.
“ma Lui, Lui?”
mi domandò dopo un po’.
“si, Lui, Lui”
risposi.
“ora ho capito..”
see, come se non sapessi davvero che volevi solo temporeggiare per evitare di dover rispondere alla domanda!
“allora?”
santo cielo che suspance!
“allora cosa?”
con un verso di rabbia lasciai perdere, tornando a prestare attenzione al liquido della bottiglia, farla dondolare era un ottimo passatempo...
“AHHHH!”
un urlò ci destò dai nostri discorsi (se così si potevano definire). Raggiungemmo Kim all’uscio della porta che conduceva alla stanza di Amelie.
“oh mio dio!”
esclamai, troppo scioccata per dire qualcos’altro. Era troppo tardi...


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Capitolo 4
*** Egoistico, Piratesco, Geniale ***


Ahoy!!! Oggi sono di buon umore, quindi ecco che torno con il quarto capitolo! Questa volta nessun corso accelerato di francese xD (mi è parso di sentire un “grazie al cielo” alzarsi tra la folla^^) ma non voglio riempirvi di spoiler, quindi passo subito ai commenti e vi lascio alla lettura della fanfic:

Per victoriavandort: graziee! spero ti piaccia anche questo cappy, fammi sapere ^__^

Per Fannysparrow: hehe sarai felice di sapere che in questo cappy non ho messo discorsi in francese^^ la sailor moon dei pirati hihihi non ci avevo pensato, carino come termine xD V per vendetta l'ho visto una volta tanti anni fa, sinceramente non me lo ricordo molto, ma credo di aver capito a chi ti riferisci... su suo padre hai indovinato! ho voluto fare Jack che evitava il discorso sia per quel motivo, sia perchè secondo me nemmeno lui lo conosce molto bene, non sapeva nemmeno che fosse vivo quando era andato alla Baia dei Relitti! ora ti lascio alla lettura del nuovo cappy^^

Per OttoNoveTre: forse perchè sono io stessa bislacca? xD coomunque, spero continuerai a seguirmi anche in questo capitolo, ciauz! =)


+_Capitolo 4_+
+_Egoistico_Piratesco_Geniale_+
(quando la mente di Jack entra in azione)




Il corpo di Amelie giaceva inanimato sul pavimento. Io ero immobile davanti alla porta, accanto Kim fissava la ragazza con inquietudine. Jack reagì con freddezza, posando per un attimo la mano sulla mia spalla, come a volermi tirar su di morale. Vedendo che nessuna di noi due intendeva muoversi, ci superò, inginocchiandosi davanti al cadavere. Il viso bianco era segnato da due occhi gonfi dalle lacrime, i capelli scompigliati le coprivano l’occhio destro, sul collo una profonda ferita ed alcune gocce di sangue che scendevano raggiungendo il pavimento. Dovetti spostare gli occhi su qualcos’altro o avrei rischiato di vomitare. Su Jack non sembrava avere lo stesso effetto, il viso rimaneva impassibile, mentre scrutava con occhio critico il corpo della ragazza.
“era rimasto qualcuno con lei?”
chiese, alzandosi dalla sua posizione, e posando lo sguardo su entrambe.
“no, credo di no... forse Jacque, era l’unico con cui parlava.. ma oggi non si è visto..”
rispose. Io e Jack ci scambiammo uno sguardo, prima di tornare con gli occhi su Kim.
“no, no è impossibile, so a cosa pensate.. ma Jacque non potrebbe far male a nessuno!”
sbottò con convinzione. Prima che uno di noi due potesse parlare, una voce ci interruppe.
“oggi il signor Tobias ha chiesto di voi, mi ha det-”
un ragazzino fece ingresso nella stanza, troppo attento al pezzo di pane che teneva in mano per poter notare subito il cadavere sul pavimento. Solo dopo alzò lo sguardo, interrompendo la frase a metà. Gli occhi uscirono quasi fuori dalle orbite dallo shock, il pezzo di pane di colpo perse tutta la sua attenzione andando a finire nel sudicio pavimento in legno. Con uno scatto raggiunse il corpo di Amelie, inginocchiandosi davanti a lei, i grandi occhini neri si riempirono di lacrime.
“Jacque! Piccolo, non avvicinarti così a lei, ora sta dormendo tesoro, Jacque!”
la voce leggermente tremante tradiva la classica bugia che si raccontava ai bambini per nascondere la morte. Così era lui Jacque, Kim aveva ragione quando diceva che non avrebbe potuto essere l’artefice dell’omicidio. La stessa Kim che ora cercava di allontanare un bambino di poco più di 5 anni dal corpo esanime di Amelie. Senza dirci una parola, sia io che Jack ci allontanammo, chiudendo dietro di noi la porta della stanza e raggiungendo la sala principale. Sia per lasciarli da soli, sia perché un altro istante lì dentro mi sarebbe stato fatale.
“tutto bene?”
mi resi conto che il mio aspetto doveva essere orribile. Ed ecco che il Jack-beffardo si trasformava in un Jack-diligente, da come cambiava umore e comportamento sembrava un camaleonte. Che paragoni stupidi che mi venivano quando ero in preda alla tensione.. il camaleonte Jack...
“si, credo di si..”
non mi sembrava il caso di svenire lì ed in quel momento, perciò cercai di ricompormi come più mi riusciva, passando una mano tra i capelli annodati, un fallimentare tentativo di lisciarli, e strizzando gli occhi, nel tentativo di ricacciare le lacrime che ora facevano parte di una Alexis del passato. Jack non sembrò credermi molto, ma lasciò perdere la questione, riprendendo la bottiglia di rhum di poco fa, e bevendone un lungo sorso. Lo imitai, pensando che se vi era un momento giusto per una bevuta, era proprio questo...
“stavo pensando.. e se la Masque avesse”
non fu necessario continuare la frase perché Jack annuii subito dopo aver pronunciato quel nome. Sospettava anche lui che l’assassino fosse proprio il possessore della Maschera. L’unica cosa che rimaneva da scoprire era come aveva fatto ad intrufolarsi nella stanza, e sole altre mille domande senza risposta che affollano i nostri pensieri.
“se non vi dispiace vorrei partire subito, questo posto diventa sempre più pericoloso..”
Kim ci raggiunse, aveva un aria stremata, Jacque era uscito poco prima in lacrime. Altre due domande si aggiunsero alla lista:
1) Quand’è che Jack ha detto a Kim che avrebbe fatto parte della ciurma?
2) Perché Jack non mi ha detto che Kim fa parte della ciurma? 3) Se la Masque dovesse rimanere qui, perché partire altrove?
“certo”
rispose tranquillamente Jack, posando sul bancone la (ormai vuota) bottiglia di rhum. Io lo fermai prima che potesse seguire Kim, che intanto era già lontana, probabilmente diretta in camera sua per raccogliere le sue cose.
“Kim parte con noi?”
gli domandai. Mi resi conto di aver usato un tono, forse, troppo disprezzante, ma non potevo farne a meno, non mi fidavo di quella tipa.
“si.. sa più cose di quanto ne possa sapere la Maschera stessa”
mi spiegò, pronto a riprendere il suo cammino. Io mi intromisi nuovamente fra i suoi passi.
“va bene, parte con noi... ma noi dove andiamo?”
chiesi, pronta ad annientare ogni altro tentativo di Jack di superarmi.
“se è vero che la Masque ha ucciso la ragazza, allora di certo non resterà nello stesso posto la notte in cui viene cercato l’assassino, forse tornerà in un posto in cui si può sentire al sicuro, in un posto preciso...”
da come parlava sembrava voler farmi capire più di quello che diceva, senza però dirmelo direttamente. Dovevo proprio leggere tra le righe?
“Sant’Augustine?”
azzardai, ricordando la città che aveva citato tempo addietro Kim.
“esatto!”
esclamò Jack, facendo schioccare le dita. Adesso tutto sembrava più chiaro, era come se le corde invisibili che tenevano unita la mia mente con quella di Jack fossero state staccate ed ora tornate al loro posto.
“quindi noi andiamo a Sant’Augustine!”
ebbi un improvvisa illuminazione. Tra l’altro l’unico motivo per cui voleva Kim con sé era usarla per raggiungere i suoi scopi, egoistico, piratesco ma soprattutto geniale. Annuii in contemporanea con Jack, felice che per una volta non necessitavo di ulteriori spiegazioni.
“qualcuno mi da una mano?”
Kim ricomparve, letteralmente sommersa dai bagagli. Ma dove pensava di andare? Attese che uno di noi due l’aiutasse, ma entrambi non muovemmo un muscolo. Con la testa feci cenno a Jack di andare, essendo lui l’uomo, quindi l’unico possibile “cavaliere” in soccorso, solo che lui era un pirata, ed i pirati non fanno queste cose. Ripetei più volte il movimento, tanto che mi venne quasi il torcicollo e venni più volte indicati dagli uomini della locanda, che si chiedevano se fossi malata o semplicemente rimbecillita. Alla fine lasciai perdere, Jack uscì per primo dalla locanda, seguito da me e da Kim, che si trascinava dietro almeno dieci valigie strapiene, per essere una semplice cameriera aveva molta roba...
“alcuni sono regali, altri ricordi, anche se la maggior parte sono cimeli di famiglia..”
mi spiegò, dopo aver notato la mia curiosità nei confronti del suo enorme bagaglio.
“alcuni dei tuoi familiari non potevano tenere parte dei cimeli invece che costringerti a portarti dietro metà casa?”
le domandai, a giudicare dalla reazione distaccata che ebbe, intuii che il tema “familiari” era da evitare. Distolse lo sguardo e troncò ogni possibile discorso tra noi almeno fino alla Perla. Mi chiesi cosa poteva esserle accaduto, ma dopotutto chi vive a Tortuga non ha mai vita facile...


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Capitolo 5
*** Due Sono Troppe ***


Ahoy!!! Ok, prima parto con la notizia che interesserà a tutte le piratesse come me: Pirati Dei Caraibi 4 inizierà le riprese ad Aprile 2010, è ufficiale! Io so la notizia da giorni e continuo a ripeterla ad ogni occasione, perciò avevo bisogno pure di scriverla qui -.- spero tanto confermino anche Hectoruccio *-* beene, la parte da Pirati-Fanatica si conclude qui, ora passo a rispondere ai commenti (molto meglio NdMiaVocina ma tu non eri svanita? O_O NdMeCheMuoreDiPaura questo è quello che pensi tu -.- NdMiaVocina) ok, ora rispondo DAVVERO ai commenti, lasciando da parte le mie multipersonalità:

Per victoriavandort: già, poverina ç__ç hehe per scoprirlo non ti resta che continuare a leggere =)

Per emmawh: sei certamente perdonata^^ riguardo il primo commento: adoro scavare nel passato dei personaggi, mi piace inventare ciò che era accaduto prima che li porta a reagire così adesso^^ rigurado il secondo commento: tranquilla non ti dico niente, anche se muio dalla voglia di farlo, ma poi non sarebbe più interessante, quindi.. ^^ grazie! per il francese è merito del mio professore delle medie che ci faceva tradurre un miliardo di testi quasi ogni giorno, alla fine qualcosa è entrato in testa^^

Per Fannysparrow: wow sogno premonitore? xD i titoli li cambio almeno un centinaio di volte, anche se alla fine sono pochi quelli che mi convincono, sono felice che ti piacciano! dai i tuoi titoli non sono banali^^ sisi eccome se mi piace Jack lo Squartatore, questa volta hai indovinato, è stato quel film a darmi l'ispirazione, anche se, naturalmente, il motivo delle uccisioni è diverso ed anche alcune cosuccie.. figurati, non mi offendo^^

Per jazz221: nuova fan? =) oh grazie tanto, sono commossa, grazie anche per aver messo la storia tra i preferiti, dimmi se ti piace anche questo capitolo se ti va^^


+_Capitolo 5_+
+_Due_Sono_Troppe+
(quando Gibbs ha ragione)




Chiuditi dannazione, chiuditi! Come al solito ne avevo combinata una delle mie, mi era venuta in mente la voglia di gettare uno sguardo innocente ai fogli sulla Masque (già, proprio quelli che il mio ADORABILE fratello non intendeva mostrarmi). Quindi di soppiatto mi ero intrufolata nella sua cabina, avevo iniziato a frugare nei cassetti, niente. Ed è così ancora adesso, niente che riguardi la Masque, ma troppo che riguarda altro. Per spiegarmi meglio: avevo aperto uno dei tanti cassetti, ritrovandomi con un immensità di scartoffie, la cui gran parte finì sul pavimento. E con Jack a pochi passi da lì, o mi muovevo a riordinare tutto, o fingevo che una folata di vento aveva fatto cadere i fogli, erano rinchiusi in un cassetto!, mi avrebbe risposto lui, ho detto vento? Io volevo dire persona, si, un uomo enorme..
“vado nella mia cabina, se qualcuno ha bisogno di me sono lì”
la voce di Jack giunse dalle scale che portavano a dove mi trovavo esattamente. Ed ecco che giungiamo al punto di adesso, io con in mano cinque fogli nella sinistra e dieci nella destra, mentre con tutta la forza che avevo (ed era molto poca) spingevo per far stare tutti i fogli all’interno di quello stupidissimo cassetto! Dai, ancora un po’! ci sono quasi.. si! Finalmente il cassetto si era chiuso! Evviva!
“cosa stai facendo?”
oh oh. Con aria innocente mi voltai, incontrando lo sguardo di Jack che si alternava da me al cassetto, poiché tenevo la mano posata proprio lì.
“io? Niente, proprio niente!”
che bugiarda pessima. Jack si avvicinò, diretto verso il cassetto, io ostruii il passaggio, posizionandomi tra lui ed il covo delle scartoffie impazzite.
“se non hai fatto niente, allora perché mi neghi l’accesso al cassetto?”
bella domanda. Non avevo più idee su come ribaltare la situazione, quindi mi scostai, tenendo gli occhi puntati su di lui. Forse non lo apre..
“ora vediamo cosa c’è di così “niente” qui dentro..”
o forse si.. pregavo ancora che non lo aprisse, quasi nel tentativo di riuscire ad ordinare con la mente a quel cassetto di rimanere chiuso. Gibbs! Che fine ha fatto Gibbs?! Non dovrebbe fare una delle sue entrate nel momento giusto per evitarmi una situazione complicata? Diedi una breve occhiata alla porta, niente.
La manopola si girò, ed il cassetto si aprì. Un quintale di lettere e fogli (più di quanti mi ricordassi) “attaccarono” Jack. Cercai di trattenermi dal ridere, chiedendo scusa con gli occhi.
Con espressione estremamente seria si voltò verso di me, aveva ancora una lettera sul cappello ed alcune alle mani, le uniche che era riuscito a fermare prima che gli arrivassero in faccia. Va bene, meglio evitare di scoppiare a ridergli in faccia.
“c’è una spiegazione a questo?”
Jack indicò il pavimento, sommerso dai fogli.
“il vento?”
azzardai la scusa idiota che mi era venuta in mente prima. Jack stava per riaprire bocca, quando Kim e Gibbs fecero il loro ingresso. Ora arrivi Gibbs?
“ancora scusa! Mi dispiace, non pensavo fossero così pesanti!”
il nostromo teneva una mano sulla schiena, precipitandosi verso la sedia, e gioendo una volta che poté sedersi.
“cos’è successo?”
chiesi, poiché Jack non aveva rivolto loro nemmeno uno sguardo, troppo occupato a fulminare me, senza dire niente.
“Gibbs, da gentiluomo, si era offerto di portarmi i bagagli fino alla cabina, quando ad un tratto..”
“AH!”
la frase venne conclusa dal più che evidente dolore di Gibbs. Tsk che approfittatrice, povero nostromo.
“fa ancora male?”
domanda stupida, visto l’urlo di prima. Jack si avvicinò, spostando per la prima volta gli occhi da me a Gibbs.
“sono mesi che Alexis tenta di metterlo fuori uso e tu ci riesci dal primo giorno, i miei complimenti”
ironizzò, ricevendo un occhiataccia sia da me che da Kim.
“a lui ci penserà il medico di bordo, intanto Alexis”
puntò il dito su di me, per un istante temetti le sue future parole.
“conduci Kim alla vostra cabina ed aiutala a disfare i bagagli assassini”
annuii, avvicinandomi ad un enorme borsone, pronta ad impiegare tutte le mie forze per tirarlo su. Un momento! Analizzai le parole di Jack, la VOSTRA cabina???!!!
“io e Kim staremo nella stessa cabina?!”
esclamai indignata.
“esatto, siete tutte e due donne, così non ci saranno problemi di quel genere”
scossi la testa, non si trattava di un fatto di pudore, ma del semplice fatto che Kim mi sembrava piuttosto sospetta, che la conoscevo da poco e che non mi suscitava poi tutta questa simpatia.
“ma..”
feci per ribattere, quando venni interrotta da Kim.
“smettila di piagnucolare e dammi una mano”
era inchinata che trascinava la borsa fuori dalla cabina di Jack. Piagnucolare?! Io?!
“arrivo!”
esclamai con tono acido, fulminando un ultima volta Jack, questa era la sua vendetta?
Lo vidi tirar fuori dalla tasca i fogli per cui avevo svolto la mia incursione.
“qualche problema?”
mi sfotté, ghignando, vittorioso. Aveva capito..
“no, nessuno”
come al solito negai tutto, voltandomi e raggiungendo Kim. Perdendomi così gli ultimi commenti di Jack e Gibbs.
“cos’è che dici di solito sulle donne?”
“che averle a bordo porta sfortuna..”
“dovrei darti ascolto più spesso..”


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Capitolo 6
*** La Fonte Di Sapere ***


Ahoy!!! Questa volta pubblico il capitolo da subito, le vacanze attendono anche me, quindi avrò meno tempo per aggiornare, quindi meglio approfittare di ogni giorno libero! Tanto continuerò a scrivere anche sui fogli ed al ritorno metterò tutto a computer ed aggiornerò, non voglio assolutamente lasciare la storia abbandonata per troppo^^ ora passo ai commenti:

Per victoriavandort: grazie! in questo cappy saprai di più su Kim, certo Gibbs è un grande U.U XD buona lettura e fammi sapere cosa ne pensi^^

Per emmawh: hehe diamogli un po' di felicità a quel povero nostromo xD boh per il momento non ci sono conferme su altri personaggi, la cosa sicura è che nè Zac Efron nè Pattinson saranno in POTC, perchè hanno smentito essendo solo una voce di corridoio (siiiii vai con i festeggiamenti! pepepepepe xD) certo, Jack the best U.U nuu che peccato, sentirò la tua mancanza ç__ç vabbè, spero ti divertirai^^ bonne voyage! * non sono sicura si scrivi così, ma chissenefrega xD *

Per Fannysparrow: wow davvero? grazie! brava, non destare sospetti, ormai io ci sono abituata, anche se continuano a prendermi per pazza, vabbè... si, non c'è il lato così macabro della storia (anche se, essendo un po' macabra, mi piace ogni tanto quel lato^^) ma no! ci riesci già benissimo, usa questa scusa per ripassare i dvd, io lo faccio sempre, a forza di vederlo una parte di Jack resta con me xD davvero, sarebbe bellissimo se ci mettessero una sorella, visto che Elizabeth non ci sarà serve un'altra donna, però i provini per la sorella li facciamo noi! che non voglio ritrovarmi qualche ochetta senza talento U.U ora vado, buona lettura!


+_Capitolo 6_+
+_La_Fonte_Di_Sapere_+
(quando due persone non si sopportano)




Con un sospiro di sollievo lasciai atterrare l’enorme bagaglio sul pavimento in legno, passando il dorso della mano sulla fronte, in modo da asciugare il sudore provocato dalla fatica. Kim gironzolava per la stanza toccando gran parte degli oggetti, li prendeva in mano e li esaminava, subito dopo li rimetteva a posto, ricominciando da capo con un altro oggetto. Non le era proprio passato per la testa che la cosa avrebbe potuto darmi fastidio?
“carino qui..”
commentò, andando a sedersi proprio sul mio letto.
“veramente quello dovrebbe essere il mio letto”
le feci notare, nel tono più gentile che potevo usare, cosa difficile visto il fastidio che mi provocava vedere i miei effetti toccati da una quasi-sconosciuta.
“e io dove dormo?”
ed io che ne so?! Nemmeno dovevi essere qui! tutta colpa di Jack! Naturalmente non le risposi così, mi limitai a guardarmi intorno alla ricerca di un altro letto, cosa difficile visto che non ce n’erano. Di colpo mi venne un idea! Un altro letto non c’era, però un altro materasso si!
Raggiunsi l’armadio ed aprii un anta, estraendo il materasso e posandolo a terra, naturalmente dovetti fare tutto da sola. Kim mi guardò come se le avessi appena mostrato un enorme scarafaggio.
“io dovrei dormire lì?!”
chiese sconcertata. Dove crede di essere?
“o qui o sul ponte, e sei fortunata che la decisione non sia spettata a me..”
le risposi acida, era già tanto se avevo trovato un materasso. Jack entrò nella cabina, fermando la lite sul nascere.
“come andiamo qui?”
domandò, posando poi lo sguardo sul materasso nel pavimento.
“chi di voi due dormirà lì?”
chiese poi, indicandolo.
“lei!”
rispondemmo in coro io e Kim. Scambiandoci poi un occhiata furente.
“il mio enorme intuito sulla natura femminile mi informa che siete arrabbiate”
disse Jack, posai lo sguardo su di lui. Non ci voleva molto per capire che non andiamo d’accordo..
“già, perciò sarai tu a decidere Jack!”
lo informai, presa da un improvvisa idea.
“chi dormirà sul letto? Io, la tua adorabile sorellina che si arrabbia molto facilmente, o Kim?”
gli domandai, pensando di avere la vittoria dalla mia parte. Sono sua sorella, qualcosa per lui varrà, no?
“beh..”
era pure indeciso? Sperai per lui che si trattasse di un bluff! Alternava lo sguardo da me a Kim, aprendo la bocca e richiudendola.
“Kim”
rispose veloce, pronto a scappare.
“COOSA?!”
furente lo seguii fino a fuori dalla cabina, ignorando Kim che trionfante si lasciava cadere nel letto, nel MIO letto.
“non posso credere che mio fratello abbia ceduto il mio letto ad una.. una”
non mi venivano nemmeno le parole per descriverla, quanto ero shockata! Jack mi fece cenno di abbassare la voce.
“ho dovuto farlo! Kim è la nostra fonte di sapere sulla maschera, se la fonte è arrabbiata, allora la fonte smette di dare informazioni”
mi spiegò. Sentirlo definire Kim come una “fonte” e non come una persona, un po’ mi tranquillizzò, gli diedi comunque un colpo alla spalla.
“ahi! E questo per cosa?”
mi chiese, massaggiandosi la spalla.
“perché dormirò in ogni caso su di un vecchio materasso sul pavimento sporco”
sbottai, di certo essere imparentata con il capitano non avvantaggiava.
“c’è di peggio, come una cella”
tentò di farmi cambiare opinione.
“si dia il caso che sono finita pure in una cella, e sempre per colpa tua!”
feci per dargli un altro colpo, ma questa volta mi fermò il polso prima che raggiungessi il mio scopo.
“benvenuta nel mio mondo! Apparte questi insignificanti dettagli, finite di disfare i bagagli e raggiungeteci per parlare della Masque”
mi ordinò, prima di lasciare il mio polso e voltarmi le spalle. Finite? Io direi più che altro “finisci”, poiché l’unica che avrebbe combinato qualcosa sarei stata probabilmente io.
Tornai nella cabina, trovando Kim – stranamente – intenta a disfare la valigia. Sperai di potermela cavare superandola, invece mi notò.
“Alexis! Mi daresti una mano?”
no, assolutamente no!
“certo”
mi avvicinai a lei, iniziando a prendere i lunghissimi vestiti – di cui non avevo idea di cosa ci potesse fare in una nave pirata – e riponendoli nell’armadio.
“hai solo camicie e pantaloni?!”
mi domandò stupefatta, una volta aperto l’armadio. Che cosa si aspettava?!
“certo, siamo in una nave pirata, rammenti?”
Kim mi ignorò, occupando gran parte dell’armadio solo con i suoi vestiti, tenendo conto che il mio guardaroba si limitasse a due paia di pantaloni e camicie e due paia di stivali, la cosa non mi infastidiva più di tanto. Feci per prendere un cappello dalla borsa per posarlo accanto al mio, quando una busta cadde a terra, l’istinto piratesco mi diceva di raccoglierla prima che se ne accorgesse e leggere la lettera all’interno, mentre la voce della ragione mi diceva di rimetterla a posto, che rubarla sarebbe stata una cosa immorale. Ascoltai l’istinto piratesco.
Kim era ancora voltata verso l’armadio, così ne approfittai per chinarmi sul pavimento e raccogliere la lettera, veloce la nascosi in una tasca dei pantaloni, fingendo indifferenza quando si voltò.
“questo dove lo metto?”
mi domandò, in mano aveva una boccetta di profumo. Le indicai uno spazio libero sul comò, pensando che ben presto avrebbe dovuto conviverci con la puzza. Finimmo in fretta di disfare il tutto, ora dovevo solo trovare un attimo per curiosare nella busta da sola.
“Kim tu inizia ad andare, io finisco di sistemare tutto per bene e poi ti raggiungo”
senza sospettare nulla, Kim accettò la proposta, uscendo dalla cabina senza obiezioni.
Non appena sparì, mi assicurai che la porta fosse chiusa bene, per sicurezza misi pure una sedia davanti, in modo da avvertire in ogni caso l’incursione di qualcuno. Estrassi dalla tasca la lettera, bloccandomi poco prima di leggerne il contenuto. Volevo davvero sapere cosa c’era scritto? Certo, che domande! E se si rivelasse essere un’impostora? Lo dirò a Jack! Sicura che ti crederà? Ho le prove! Kim sa come mentire.. lasciai perdere la fastidiosa voce della ragione, aprendo la lettera, pronta a trovare chissà cosa al suo interno:

Cara Lisey,
Lisey?? Ma non si chiamava Kim?!
leggete attentamente questa lettera, sarà la prima ed ultima che vi potrò mandare d’ora in poi. Adrien insiste con il voler incontrarvi, gli ho già mandato una missiva in cui elencavo il vostro disappunto sulle sue numerose lettere d’amore, ma non intende cedere. Ha espressamente dichiarato le sue condizioni per far finire il tutto: una cena, ed un elenco dei motivi per cui un’incantevole bellezza come voi non potrebbe fidanzarsi con un ricco uomo come lui. Come vi ho già detto in precedenza, quell’uomo ha qualche rotella fuori posto, il che non esclude delle reazioni violente ad un altro rifiuto. Il mio consiglio finale è di lasciare immediatamente Tortuga, chiedete a qualche commerciante di farvi imbarcare con sé, qualsiasi luogo è più sicuro di quello. Non mandate una risposta a questa lettera, sarebbe troppo rischioso.
I Miei Ossequi,
Un Caro Amico


Questo non era per niente ciò che avevo immaginato. Non si poteva proprio definire una prova, ma nemmeno bastava per scagionarla. Di certo spiegava il perché di tutta quella fretta a lasciare Tortuga, solo non veniva spiegato chi è questo Adrien. La cosa non mi piaceva, però decisi di tenere la scoperta per me, riponendo la lettera al suo posto. Notai che proveniva da Port Royal, il solo sentire quel nome mi riportava alla mente una marea di ricordi. Sorrisi ripensando a mia madre. Subito dopo mi destai dai miei pensieri, ricordandomi di essere attesa da Jack e l’intera ciurma della Perla Nera. Assicurandomi di aver rimesso esattamente la lettera al suo posto, uscii dalla cabina, gettando un ultima occhiata all’interno. Un Caro Amico, chi poteva essere?


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Capitolo 7
*** Odore Di Ruggine ***


Ahoy!!! Allora, ho una buona notizia per me, una cattiva (forse, anzi, sono sicura sia bella anche per voi, poiché vi sarete ormai stancati dei miei deliri scrittorici, anche se scrittorici non vuol dire niente, che parentesi lunga -.-) notizia per voi: vado in Germania!! Per me è una bella notizia poiché sarebbe la prima volta che vado fuori Italia, un sogno che coltivo da piccolissima e che ora si realizza, sto ancora saltellando dalla felicità! Il problema è che mancherò fino al 24 Agosto, quindi aggiornare sarà un problema! Ma bisogna vedere, perché se la connessione internet del pc portatile non sclera potrò aggiornare anche da lì! Ook, ora passo ai commenti:

Per victoriavandort: hehe già, anche se non posso assicurartelo.. buone vacanze anche a te!^^

Per Fannysparrow: bene, allora spero saranno belle vacanze anche per te! haha che cosa ci ha fatto questo Jack XD spero di ricevere un tuo commento su questo cappy quando tornerai, ciauz!^^


+_Capitolo 7_+
+_Odore_Di_Ruggine_+
(quando i sospetti aumentano)




Eravamo tutti intorno al lungo tavolo dove di solito mangiavamo. Gibbs accanto a Jack, Kim alla sinistra di quest’ultimo, ed altri uomini seduti o in piedi ai lati. Metà della ciurma si trovava qui, il resto era sul ponte a compiere i propri doveri. Con ancora in mente la mia nuova scoperta, diedi uno sguardo pieno di sospetto a Kim, il suo viso non trapelava nessuna emozione. La superai, mettendomi tra Gibbs e Jack.
“allora, come tutti sapete, siamo alla ricerca del tesoro di Augustine”
incominciò Jack. Capii subito che riteneva previdente tenere per sé il vero intento della missione, lasciando alla ciurma il tesoro. Ottima idea fratellone.
“il viaggio non sarà più lungo dei soliti viaggi che compiamo, ho appena discusso con il nostromo le rotte da compiere”
indicò Gibbs, che sorrise pieno d’orgoglio ai presenti.
“la meta è St. Augustine, ci sono scorte sufficienti per resistere per tre giorni in mare, poi saremo costretti a fare scalo nel luogo più vicino, in questo caso dovrebbe essere Charles Town. Resteremo lì un giorno intero, subito dopo partiremo per Fort Caroline, da lì raggiungeremo St. Augustine”
lo ascoltai, rimanendo interdetta quando disse di voler proseguire per Fort Caroline, e dopo andare ad Augustine. Perché non raggiungere direttamente la meta?
La ciurma si alzò per raggiungere il ponte, una volta finito il discorso di Jack. Gibbs si unì a loro, mentre io e Kim rimanemmo con il Capitano.
“ottimo piano, solo non capisco perché andare a Fort Caroline”
dissi, accomodandomi in una delle sedie libere.
“la Masque ha una nave, la “Enchantè”, secondo alcuni del porto di Tortuga l’ultima volta è stata vista a Fort Caroline, perciò ci dirigiamo lì per saperne di più”
mi spiegò Kim, si era accomodata capo tavola, e teneva i gomiti sulla cartina.
“e questo quando l’avete deciso?”
chiesi, potevo ritenermi offesa. Ero sempre l’ultima a sapere le cose!
“prima che la ciurma ci raggiungesse... dovevi venire quando ti ho chiamata, invece sei rimasta nella cabina a fare chi sa cosa”
disse Jack, c’era una punta di disapprovazione nella sua risposta. Era intento a dondolarsi con la sedia, gli stivali tranquillamente poggiati sul tavolo dove di solito tutti noi mangiavamo (bleah), alla destra di Kim, mentre io ero seduta a sinistra, l’uno davanti all’altra.
“ma ora sono qui”
gli feci notare, cercando di interrompere le possibili domande sul cosa-accidenti-facevo-lì sul nascere. Jack annuì, mentre Kim si lasciava cadere sullo schienale della sedia con uno sbuffo.
“ho controllato, in totale saranno dieci giorni di viaggio, undici con quello per Augustine, se saremo fortunati l’“Enchantè” non sarà troppo lontano, ma la vedo brutta, non è il genere di nave che resta più di una notte al porto”
disse. Mi venne istintivo porle la domanda seguente.
“come fai a sapere tutte queste cose?”
lei mi guardò esitante, non si aspettava una domanda del genere.
“passando tutto quel tempo a servire uomini di mare s’impara sempre qualcosa”
spiegò frettolosa, da quello che avevo capito non amava le domande, di nessun tipo. Mi sembrava strano, se qualcuno non ha niente da nascondere, allora perché reagire così? Vero Kim? O forse dovrei dire Lisey?
“strano, pensavo fosse stato tuo padre ad insegnarti, chi sa perché hai l’aria della perfetta figlia di un pirata”
la gettai lì, l’esclamazione. Volevo vedere come si sarebbe comportata. Scattò con lo sguardo su di me, sembrava le avessi appena dato uno schiaffo.
“vuoi una storia romanzata o trovare la maschera?!”
sbottò, tornando a prestare attenzione alla cartina. Era rossa dalla rabbia, non avrà esagerato? no, se è davvero ciò che penso che sia cioè? una traditrice! A volte penso che non siamo davvero la stessa persona! oh e sta zitta!
Scambiai uno occhiata con Jack, anche in lui era scattato qualche sospetto.
“Alexis ha ragione, sicura di non essere imparentata con qualche pirata?”
insistette lui, entrambi attendemmo una sua reazione. Avrebbe nuovamente evitato la domanda con una risposta acida? O questa volta sarebbe arrivata alle mani? Come un flash mi immaginai Kim che si gettava su di me tirandomi i capelli e urlando come una pazza assatanata mentre Jack cercava di dividerci. Scossi la testa cacciando il pensiero.
“non lo so, non l’ho potuto chiedere visto che i miei genitori sono morti alla mia nascita”
ci comunicò la notizia come si comunica l’arrivo di un temporale. Mi sentì improvvisamente in colpa per aver indagato. Jack non disse niente, tornando a dondolarsi con la sedia, né divenne cupo, o in ogni caso non ebbe la mia stessa imbarazzata reazione. La stanza piombò in un silenzio assoluto, dove solo lo scricchiolare della sedia di Jack ed il rumore delle onde padroneggiavano come suoni.
“mi dispiace, non lo sapevo”
mi giustificai in un sussurro, dopo un attimo di esitazione.
“non dispiacerti, non riesco a piangere la morte di due sconosciuti”
disse noncurante. Mi sorse un altro dubbio.
“se non ti dispiace.. allora perché evitavi le domande su di loro?”
azzardai, consapevole di essermi spinta al limite delle domande per quest’oggi. Una cosa su di Kim l’avevo capita: se volevi conoscerla davvero allora non dovevi superare il confine della sopportazione ed arrivare alla rabbia, o sarebbero state solo liti a non finire.
“detesto essere compatita”
rispose semplicemente, evitando il contatto con gli occhi durante tutto il discorso. Decisi di lasciar perdere gli altri dubbi, con l’intenzione di ripescarli in altre occasioni.
Bussarono alla porta attirando la nostra attenzione. Nella stanza fece il suo ingresso un Gibbs sfinito e senza fiato.
“signore.. anf.. uomo.. anf.. in.. anf.. mare!”
attesi un qualche ordine da parte di Jack, che invece si precipitò senza fiatare dietro al nostromo. Io e Kim li seguimmo.
“presto tiratelo su!”
con attenzione uno della ciurma riuscì a portarlo sul ponte, con l’aiuto di altri due, sotto lo sguardo attento del Capitano. In breve tempo una massa di uomini attorniò il naufrago. Si trattava di un anziano signore. Il viso era segnato dall’età con profonde rughe, i pochi capelli erano grigi ed una piccola barbetta rendeva il viso più maschile, visti i tratti piuttosto fanciulleschi nonostante gli anni. L’abbigliamento lasciava supporre si trattasse di un pirata, nessuna arma addosso.
“fate un po’ di spazio, lasciatelo respirare”
Jack li sorpassò tutti, inginocchiandosi accanto al naufrago, io presi il polso dello sconosciuto scoprendo che per fortuna era ancora vivo, sembrava solo svenuto.
“togligli la cintura alla pancia”
mi ordinò. Io feci come mi chiese, estrassi il coltellino dalla cintura (l’unica arma che aveva, e che solo ora notavo) e con uno scattò l’aprii, liberando la protuberante pancia. Avvicinandomi a lui mi giunse al naso un fetore, misto tra odore di mare e ruggine, ma perché ruggine? Subito l’uomo iniziò a tossire, sputando l’acqua ingerita in mare.
“forse un giorno arriveranno a capire che corsetti e robe varie troppo stretti uccidono solamente”
borbottò Jack. Non capii cosa centrassero adesso i corsetti, ma intuii dovette trattarsi di uno dei suoi tanti ricordi a me sconosciuti.
Tornai a prestare attenzione allo sconosciuto, che ora si guardava intorno allarmato.
Enchantè! Navire! Il! Toi! Toi! Toi !” (Enchantè! Nave! Lui ! Tu ! Tu ! Tu !)
urlò queste parole con tutto il fiato che aveva in gola, indicando ripetutamente Kim. La ragazza faceva l’indifferente, mentre tutti ci girammo in contemporanea a fissarla con sospetto. Gran parte di noi non capì cos’avesse detto. Io riuscì ad intendere almeno il nome della nave della Masque e che si riferiva a Kim, ma quello era logico.
Quando tornammo a fissare il naufrago delirante, lo trovammo privo di vita, quelle erano state le sue ultime parole. Passai la mano sul capo, rivelando sangue. Non mi sbagliavo, quell’odore di ruggine che avevo recepito all’inizio era l’odore del sangue. Ora un fiume rosso si espandeva sul legno del ponte, mi allontanai con la nausea, girandomi, ed incontrando gli occhi di Kim, sgranati alla vista del sangue.
“noi due dobbiamo parlare”
le dissi, superandola e dirigendomi verso la nostra cabina, Kim mi seguì senza obiezioni. Questa volta non intendevo restare a guardare.


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Capitolo 8
*** Non Tutti Sono Eroi ***


Ahoy!! Di ritorno dalla Germania, pronta con un nuovo capitolo c’è.. Summerbest!! (applausi vari e alcune cose tirate addosso)
Mi dispiace tantissimo per aver lasciato la storia incompiuta dal 6 Agosto, sorry!! Cercherò in tutti modi di rimediare, pubblicando più capitoli possibili prima del ritorno a scuola (che mi mette i brividi al solo pensiero..) ora passo ai commenti:

Per victoriavandort: hehe Kim è sospetta al punto giusto^^ si sono rientrata, ritorno in patria xD spero ti piaccia anche questo cappy =)

Per Fannysparrow: ooh che bello, Roma non l'ho mai visitata, il mio itinerario si limita a Venezia, Verona, Genova, Milano e Como (e poi naturalmente la Sardegna, che è dove vivo) sono felise che la storia sia interessante! Jack per quanto sia fantastico rimane sempre un uomo, e con questo ho detto tutto xD


+_Capitolo 8_+
+_Non_Tutti_Sono_Eroi_+
(quando è meglio lasciare fare a Jack)




Il sole si era ormai tinto di rosa, mentre la notte si apprestava a giungere e la Perla incedeva decisa tra lo sciabordio delle onde.
Entrai spedita nella cabina, uno stivale in mezzo alla stanza stava per disfare tutta la scena, per mia fortuna lo evitai con un salto, appena prima di inciampare. Raggiunsi il centro, girandomi verso Kim, non appena udii la porta chiudersi alle spalle. Sul suo volto non c’era ombra del timore che speravo, al suo posto un espressione stupita in quegli occhi acquamarina che mi spingeva ad andare più a fondo, pregando di non affogare nelle mie stesse parole.Tocca a te Alexis! mi feci coraggio, raggruppando le frasi che mi ero preparata mentalmente in precedenza, consapevole che quello davanti a me non era uno specchio su cui riversare il tutto, ma che dovevo precedere e stare attenta alle reazioni di Kim. Avanti parla!
“ci sono molti misteri su di te..”
incominciai, girando attorno alla “colpevole”, dando prova delle mie abilità da investigatrice mancata. Kim sembrava sul punto di addormentarsi, mentre non si degnava nemmeno di darmi uno sguardo.
“primo”
pausa teatrale.
“il tuo nome”
la indicai. Presi la lettera che avevo rimesso a posto e la gettai sul materasso. Kim sgranò gli occhi, colta sul fatto. La bloccai con uno sguardo rigido prima che potesse aprir bocca, facendole capire che in quel momento quella che doveva parlare delle due ero io.
“secondo”
altra pausa teatrale.
“da dove vieni.. dire che sei francese non basta”
e qui scattava il quesito: non è che per caso tu e la maschera siete la stessa cosa?
“terzo”
una vocina dentro di me mi disse di smetterla con le pause, ma per rispondere a questa vocina dovetti fare una pausa, quindi altra pausa teatrale.
“chi è Adrien?”
dovevo ancora finire l’elenco. Notai il viso di Kim stirarsi in una smorfia non appena pronunciai quel nome. Questa volta non tentò di dire qualcosa, aveva capito che ogni parola sarebbe stata usata contro di lei. L’adrenalina in quel momento era a mille, non stavo andando poi così male, vero?
“quarto”
ora iniziai anche a contare con le dita..
“cosa voleva da te il naufrago?”
mi era parso che Kim avesse guardato quel poveretto nel modo in cui uno di solito fisa qualcuno che vorrebbe stesse zitto.
“quinto ed ultimo punto, per ora”
pausa d’effetto ed io che mi fermo proprio davanti alla “colpevole”, fissandola seria negli occhi.
“cosa vuoi tu da noi?”
il suo improvviso altruismo che l’aveva portata ad aiutarci, invece che richiedere di far scalo al primo porto, era un punto da non dimenticare.
Mi sedetti sul letto, accavallando le gambe, in attesa di risposte. Kim si toccò i capelli, evidentemente a disagio, iniziò a passeggiare per la stanza. Stavo per dirle di muoversi a parlare, quando finalmente aprì bocca, precedendomi.
“sono tante domande.. tutte in una volta”
osservò. Io annuii, facendole cenno di andare avanti.
“prima di tutto, scusa! Non avrei dovuto nasconderti ogni cosa..”
annuii anche questa volta, avendo il netto presentimento che stesse temporeggiando. In ogni caso non avrei mollato, nemmeno se era necessario sacrificare tutta la notte. Seguivo con gli occhi Kim che mi girava attorno, sfiorando alcuni oggetti lungo il percorso.
“scusa anche a Jack”
era la terza volta che annuivo, si, stava proprio temporeggiando! Mi voltai, pronta a dirgliene quattro, quando qualcosa di non identificato mi colpì. Sentii un dolore lancinante alla testa, premetti la guancia sul materasso, rimanendo per fortuna illesa. Non ero svenuta, il colpo era solo servito a distrarmi, mentre Kim correva fuori dalla cabina. Balzai giù dal mio giaciglio, tentando di ignorare momentaneamente il dolore che mi impediva di concentrarmi totalmente nel mio intento, qualunque fosse. Dovevo bloccare la porta prima che se la svigni chiudendomi dentro!
“no, dannazione!”
esclamai, quando la porta si chiuse a pochi metri da me. Sentii la serratura scattare, la corsa era stata inutile.
“fammi uscire!”
la implorai, anche se dal tono risultava più un ordine.
“mi dispiace anche per questo”
mormorò. Udii i suoi passi allontanarsi, ed iniziai a dare spallate contro la porta per richiamarla indietro, facendomi solo dell’altro male. Mi accasciai a terra, la testa e la spalla che mi ossessionavano con il loro dolore. Per lo meno non ero svenuta come capitava di solito, era sempre un passo avanti..
e ora come crede di passarla liscia?
pensai, rifiutando di darmi una risposta, con il timore di scoprire che la mie parole valevano molto meno delle sue bugie. E che in un modo o nell’altro l’avrebbe fatta franca. Quando e se uscirò da qui dovrò chiedere a Jack di tenere una lezione di bugie per me, tema del giorno: come evitare di farvi incastrare da una doppiogiochista di Tortuga.
anch’io ho le mie risorse!
tentai di rincuorarmi, massaggiando le tempie. Riuscendo a distogliere l’attenzione dalla testa per un istante, mi diedi l’ordine di trovare un modo per uscire di lì, ed al più presto. Scrutai l’ambiente intorno a me.
che stupida! La cabina è piena di armi!
in preda ad uno strano stato d’improvviso ottimismo, mi alzai, dirigendomi con passo instabile verso il mio letto.
a breve comincerò a camminare come Jack!
mi dissi, lasciandomi cadere sul morbido. L’idea di concedermi un pisolino venne e sparì in fretta, pensando a ciò che poteva capitarmi se la ferita era più seria del previsto. Perciò ignorai il richiamo della stanchezza, scostandomi malvolentieri dal cuscino.
sotto il cuscino c’è il doppione delle chiavi!
ricordai con un sollievo misto all’ansia. Alzai il guanciale con uno scatto, affondando il viso tra le lenzuola sconsolata, non appena il niente si parò davanti ai miei occhi.
non è così stupida
mentre il pessimismo si faceva strada, affondando sempre di più l’ottimismo precedente, mi diedi una spinta con i gomiti. Riuscendo a mettermi a sedere. Con un mugolio di dolore per la fitta alla testa, i miei movimenti erano piuttosto scordinati. In versione Jack-Secondo-La-Vendetta, mi sporsi fin sotto il letto, finchè non arrivai a sfiorare con le dita una scatola ben nascosta. Raccogliendo le forze la trascinai sopra il materasso, con un sospiro di sollievo non appena la tortura di quel peso finì, mi faceva ancora male la spalla. Tolsi il coperchio, iniziando a pregare dentro di me.. altro niente. Tutte le mie armi erano svanite. Forse la scatola non era poi così ben nascosta.
forse sapeva che le avrei fatto tutte quelle domande o forse sono il peggiore pirata di tutti i tempi..
in quell’istante mi venivano in mente solo un’infinità di imprecazioni contro Kim. Spinsi la scatola a terra, tornando a coricarmi sul morbido.
qualcuno si chiederà prima o poi che fine ho fatto, no?
mi domandai, sapendo già la risposta.
con tutto il trambusto per il naufrago?
affondai di più il viso tra le lenzuola, che schifo! Con una smorfia mi rigirai dall’altro lato. Non mi ero mai accorta che le lenzuola puzzassero così tanto.
la stanchezza annienta pure l’olfatto
a dar prova di questa mia teoria, gli occhi si fecero più difficili da tenere aperti, mentre sentivo le forze abbandonarmi sempre di più.
non devo dormire! Non devo dormire!
quella frase ripetuta fungeva più da ninna nanna che altro. Delle voci giunsero dalle scale.
“ancora questo corridoio, ed abbiamo fatto”
era una voce maschile, non feci caso più di tanto su di chi si trattasse, l’importante era che respirava e poteva salvarmi!
Con attenzione allungai la mano fino a terra, partendo dai polpastrelli, fino a rimanere con le mani appiccicate al legno ed il corpo in orizzontale. L’intenzione era di camminare a carponi fino alla porta. In testa intanto continuava la ballata in mio onore, cosa che mi deconcentrava non poco.
“finalmente”
erano in due. Il mio piano non era perfetto, infatti precipitai a terra con un tonfo accompagnato da un “ahi”, che nonostante tutto poteva aiutarmi ad attirare la loro attenzione.
non li sento più!
presa da un ondata di panico mi accostai alla porta, iniziando a battere come un impazzita ed urlando un “aiuto” disperato.
nessuna risposta
appoggiai la testa contro lo stipite, rassegnata.
sarà una lunga notte
pensai. Dei passi dietro la porta mi ridiedero un altro po’ di speranza, mi distanziai un poco, sentendo la serratura scattare. Felice di essere stata liberata, attesi di vedere il viso del mio salvatore, pronta a ringraziarlo.
“qui c’è una ragazza.. ciao, dolcezza”
con mio enorme dispiacere l’uomo davanti a me era uno sconosciuto, con sicuramente cattive intenzioni, di solito un eroe non sguaina un coltello contro la povera ragazza in pericolo, giusto?
Mi sorrise mostrando i denti ingialliti e poco curati, mentre io indietreggiavo un poco.
“ora vedremo cosa farne di te”
io indietreggiai, mentre la lama del coltello si avvicinava al mio viso. Non prometteva niente di buono...


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Capitolo 9
*** Una Rosa Per Ricordare ***


Ahoy!! allora, sto pubblicando il più veloce possibile, anche perchè dal 6 settembre per una settimana sarò nuovamente assente, poi finiscono le vacanze ed il 17 torno a scuola! ora passo ai commenti:

Per victoriavandort: chissà se hai ragione =P vedrai, buona lettura!!

Per Fannysparrow: wow due isolane^^ grassie! spero ti piaccia anche questo capitolo!



+_Capitolo 9_+
+_Una_Rosa_Per_Ricordare_+
(quando non si capisce più chi è il nemico)




La lama affilata si posò sul mio viso, con un calcio lo spinsi a terra, procurandomi lo stesso un graffio alla guancia. Posai un dito sulla ferita, rivelando il sangue che usciva. L’uomo si rialzò, dovevo pensare a salvarmi. Il primo istinto fu quello di scappare, che fallì quando lo sconosciuto mi tirò per i capelli e mi spinse a terra. Ora era sopra di me. Con le mani mi ribellavo, dandogli schiaffi e calci, se solo avessi la spada vicino...
“stai ferma, puttana!”
mi strappò parte della camicia con un ghigno. Io con la mancina presi il suo polso, quello armato, girandolo. E riuscendo ad invertire le parti, questa volta ero io quella che comandava la situazione.
“lasciami pervertito!”
gli urlai contro, dandogli un pugno. Ero riuscita a fargli perdere i sensi con quel colpo! Mi divincolai dalla sua presa correndo subito verso il ponte. Avevo due graffi, uno sulla guancia ed uno sul polso, e mi faceva male la spalla e la testa. Nonostante tutto ero ancora viva!
Una cannonata mi fece perdere l’equilibrio e caddi a terra.
ho parlato troppo presto..
Mi rialzai, riuscendo a salire le scale, spinta avanti e indietro, a sinistra e a destra, dalle cannonate.
“Jack”
mormorai, vedendo il mio fratello capitano che duellava contro un tipo che non avevo mai visto prima. Spostai lo sguardo a destra, Kim stava combattendo, era dalla nostra parte?? Sembrava di si..
“tieni!”
mi urlò Jack, uccidendo l’uomo con cui stava duellando, e lanciandomi la spada del deceduto. Io la presi, unendomi all’attacco.
L’uomo contro di me mi costringeva ad indietreggiare, fino a raggiungere parapetto e rischiare di cadere in mare. Dovetti seguire una delle utilissime “dritte piratesche” di Jack, per cavarmela ignorando tutte le regole del classico duello.
osserva l’ambiente che ti circonda, ogni cosa può essere usata a tuo favore
La lama cozzò, obbligandomi ad impegnare tutte le mie forze per evitare la fatidica caduta negli abissi. Una cima sembrava chiamarmi, suggerendomi di usarla per ribaltare la situazione. Decisi di darle ascolto. Mi aggrappai ad essa, dandomi la spinta con i piedi, riuscendo a finire alle spalle dell’avversario. Prima che potesse voltarsi lo spinsi in mare, meno uno!
Sorrisi trionfante, tornando a concentrarmi sulla “battaglia” subito dopo. In quell’istante vidi Kim cadere a terra e la spada di un avversario avvicinarsi a lei. L’altruista che era in me mi spinse a soccorrerla.
lo faccio solo perché sono superiore..
mi giustificai. Riuscii a distrarre l’uomo, in modo che Kim potesse alzarsi.
“fatti da parte”
esclamò Kim, tirandomi da un lato, prendendo il mio posto nel duello. Era così che mi ringraziava??
si vergogna di aver commesso qualche errore? Si crede invincibile forse?
lasciai perdere il tentativo di entrare nella mente di Kim. Un altro nemico mi attaccò, ripartì il mio momento da pirata. Come i precedenti anche questo finì in breve tempo. Con uno scatto mi girai, finendo a far cozzare la mia spada contro quella di Kim. Ci scambiammo uno sguardo freddo, il mare nei suoi occhi sembrava in tempesta, mentre abbassava la spada e si spingeva al centro della battaglia per sfidare il primo che avrebbe voluto vedersela con lei. Anch’io cercai di lasciar perdere i miei dubbi nei suoi confronti, notando una cosa molto più importante dei miei problemi sociali.
Un mantello nero era appena volato sotto i miei occhi, la figura maschile della notte a Tortuga, l’uomo che stava inseguendo Amelie, mi aveva superata, sparendo sottocoperta. Veloce lo seguii, sempre con la spada sguainata e pronta ad attaccare. Non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere grande lo spazio qui sotto. Era la quinta volta che svoltavo all’angolo! I passi sembravano rallentare, io feci lo stesso, strisciando lungo la parete. Quando mi voltai, due occhi verdi mi fissavano ad un centimetro dal mio viso.
“ahh!”
una mano coperta da un elegante guanto bianco mi coprì la bocca, interrompendo l’urlo. Dovevo avere un espressione terrorizzata sul viso, poiché l’uomo con la maschera mi diede una carezza alla guancia ferita come a rassicurarmi.
“avevo dato loro ordine di non farti del male”
mi disse. L’uomo intuì che la mia voglia di urlare e scappare era svanita per dar spazio alla curiosità, quindi lasciò libere le mie labbra da quel tessuto delicato. Attendeva forse che dicessi qualcosa?
“chi sei tu?”
optai per la più classica ed usata domanda che di solito si poneva ad uno sconosciuto. Scacciai l’altra mano che continuava a sfiorare la mia guancia, con una strana luce negli occhi che mi inquietava non poco.
“non rammenti?”
io scossi la testa. Era impossibile che quell’uomo potesse avere un nesso con la mia famiglia, o che avesse parlato con me tempo prima.
“io non ti conosco!”
esclamai. L’uomo infilò la mano in una tasca del mantello. Preoccupata misi la spada tra me e lo sconosciuto, convinta che stesse per sfoderare la sua arma. Invece quello che estrasse era una rosa, color rosso sangue. Allibita lasciai che posasse quel fiore nel palmo della mia mano priva di spada. Che cosa significava?
“lascia che questo fiore ti aiuti a ricordare”
disse, io lo avvicinai agli occhi, era davvero una rosa bellissima. Ma come poteva aiutarmi? Rialzai lo sguardo, scoprendo che dello sconosciuto non vi era più traccia.
dove sarà andato?
Prima di tornare sul ponte decisi di nascondere la rosa sotto il cuscino nella cabina. Fu un gesto istintivo, di cui non capivo nemmeno io il motivo. Perché volevo che né Jack né Kim venissero a conoscenza della rosa? Ancora confusa tornai nel trambusto della battaglia, scoprendo che anche la ciurma avversaria era svanita con l’uomo mascherato. Jack mi raggiunse non appena misi piede all’aperto.
“dov’eri finita?”
mi domandò, calcolando i danni che mi avevano inflitto. A volte partiva con quello strano istinto protettivo che un po’ mi rendeva felice ma anche un po’ mi soffocava, poiché il pensiero che potrei cavarmela da sola non gli sfiorava mai la mente.
“sto bene, i nemici non mi hanno inflitto più di un graffio”
il male peggiore è stato da parte di qualcun altro..
posai lo sguardo su Kim, che si limitò a chinare il capo, rifiutandosi di incrociare i miei occhi. Si sentiva davvero incolpa?
“che cos’è successo? Dove sono finiti tutti?”
chiesi, incrociando le braccia e passando in rassegna il ponte.
“sono svaniti nel nulla.. “
a parlare fu Pintel, con accanto il suo fidato “collega” Raghetti.
“un minuto prima stavamo duellando e due secondi dopo puff!”
Raghetti mimò la scena con le mani, mentre Pintel annuiva.
“spariti..”
concluse la spiegazione quest’ultimo. Scambiando uno sguardo soddisfatto con Raghetti.
“esatto”
disse Jack, un tantino infastidito dalla loro intromissione nel discorso.
“tu invece cosa ci facevi sottocoperta?”
sgranai gli occhi, alla ricerca di una risposta. Non ci avevo pensato!
“avevo fame”
fu la prima stupida scusa che mi venne in mente.
“perciò hai abbandonato una battaglia per andare a mangiare?”
mi domandò Jack, scettico.
“per combattere sono necessarie le energie, e le mie scarseggiavano notevolmente... inoltre oggi ho saltato la colazione.. un pasto importante!”
risposi, non molto convinta. Jack in quell’istante aveva altro per la mente, così lascio perdere la possibilità di svelare le mie menzogne. Localizzai Kim, fulminandola con lo sguardo.
lascia che questo fiore ti aiuti a ricordare
in poco tempo mi ritrovai davanti alla porta della mia cabina. Pronta a ricordare...


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Capitolo 10
*** Il Corsaro Francese ***


Ahoy!! Sono arrivata al capitolo dieci, ancora non ho idea di quanti capitoli saranno, non sono nemmeno certa del finale! Però ho una scena importante in testa da aggiungere verso la fine, il che mi mette adrenalina per continuare a scrivere, anche perché non vedo l’ora di mettere quell’idea per iscritto! ora passo ai commenti:

Per victoriavandort: grassie come sempre, ormai sono abbonata ai ringraziamenti^^ continua a seguirmi! sao!^^

Per emmawh: ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!! anche tu mi sei mancata!! ormai ti davo per dispersa xD si, non riesco ancora a credere che davvero sono stata in Germania, la prima volta che andavo all'estero^^ Disneyland però non l'ho mai visto, anche se vorrei *-* wow li hai ben inquadrati tutti quanti, complimenti^^ ultimamente sono fissata con le rose, le ho messe anche nell'altra fanfic originale, eppure non sono innamorata... mumble mumble... ehh già anche Alexis merita l'amour! la Masque diventerà il nuovo spiderman, ha molto potenziale u.u xD accipicchia, davvero rientri il dieci??? che crudeltà...io il diciassette... ok, ora ti lascio alla lettura, ancora ciauuu!!!

Per Fannysparrow: prima di tutto buon viaggio, e questo dovevo dirtelo u.u hehe le bugie sono il campo di Jack! purtroppo non posso rivelarti molto, anche se in questo cappy vengono rivelate mooolte cose^^ ohh mare, di solito a me ispira molto, le onde, il profumo... buona lettura, ciauz!


+_Capitolo 10_+
+_Il_Corsaro_Francese_+
(quando il colpo di scena è in agguato)




I conti con il passato li avevo già fatti tempo prima, scoprendo non solo la vera identità di mio padre, ma anche di non essere figlia unica. Adesso con me c’era Jack, mio fratello, ed il passato rappresentava solo una parte di me che era già stata svelata. Ma allora perché dovevo tornare in quelle acque? Perché quello sconosciuto, la maschera, mi aveva chiesto di ricordare? Ma soprattutto perché quella rosa non mi diceva niente?
Non mi aveva dato molte istruzioni su come ricordare, solo che la rosa mi avrebbe aiutato. Eppure ero lì, davanti a quel fiore, da molto tempo, e nessun ricordo si era ripresentato reduce del mio inconscio. Mi arresi, prendendola in mano e posandola con attenzione sulla scrivania.
Un vaso sarebbe perfetto per lei
uscì dalla stanza diretta nella cabina di Jack, con tutte le cianfrusaglie che aveva, di sicuro trovare un vaso non sarebbe stato un problema.

Non mi sbagliavo, trovai in breve tempo quello che cercavo. Soddisfatta lo riempii d’acqua e tornai alla cabina. Feci un balzo non appena vidi Kim, per poco il vaso non cadde rompendosi in mille pezzi.
“mi hai spaventata!”
dissi, senza ricevere risposta. Kim era troppo intenta a fissare il fiore per parlare, sembrava persa nei suoi pensieri. Come se stesse pensando a qualcosa, come se stesse.. ricordando!
Posai la mia mano sulla sua spalla, la ragazza si spaventò, con un balzo, facendo cadere la rosa per terra. Io la raccolsi, alternando lo sguardo dal fiore a lei.
“se ti chiedo un’altra spiegazione mi rinchiudi nuovamente qui dentro?”
le domandai. Lei non rispose. Io intanto misi il fiore nel vaso, contemplando il risultato che spiccava nel caos della cabina. Subito dopo tornai a fissare Kim.
“forse è meglio se ne parliamo con Jack”
esclamai, avviandomi fuori dalla stanza. Mi fermai all’uscio, attendendo che Kim mi raggiungesse. Quest’ultima diede un’ultima strana occhiata alla rosa e mi seguì.
Questa volta entrai spedita nella cabina del Capitano, trovandolo attento a maneggiare le sue armi.
“non si usa più bussare?”
mi chiese, senza distogliere lo sguardo dal suo riflesso nella spada. Io non risposi, facendo cenno a Kim di farsi avanti. Jack smise di ignorarci, rivolgendo uno sguardo confuso alla scena dei ruoli inversi, in cui io ero la fredda Kim e Kim era la pentita Alexis.
“prima della battaglia Kim mi ha rinchiuso nella cabina, il motivo? Le stavo facendo domande sul suo conto... su una lettera che ho trovato, in cui, a quanto pare, il suo vero nome è Lisey”
mi sentivo come una madre che rivelava le marachelle della figlia la suo consorte. Presi la lettera dalla tasca, la tenevo sempre con me per sicurezza, e la diedi a Jack. Lui la lesse velocemente, tornando poi a fissare la ragazza, questa volta con sospetto.
“chiama uno degli uomini e digli di portare la sospettata in cella”
mi ordinò, io mi trattenni dal rispondergli con un “signorsissignore!”, e chiamai uno della ciurma, affinché scortasse Kim alle prigioni. Rimasi a fissare quel viso d’angelo che rimaneva chino fino a quando non fu più visibile. Ancora mi sembrava impossibile che una persona come Kim mi avesse rinchiusa a chiave in una stanza, beh forse non così tanto impossibile..
“spiegami tutto per filo e per segno”
Jack si sistemò a gambe sul tavolo e sedia dondolante, pronto ad ascoltare.
“al contrario di te, che reagisci solo con gli ormoni davanti ad una bella donna, io ho approfondito di più l’argomento chi-è-questa-sconosciuta, semplicemente perché il mio intuito mi avvertiva che c’era qualcosa che non andava...”
“diciamo pure che ti sei informata su di lei semplicemente perché non la sopportavi”
mi interruppe Jack.
“cos.. io? Ehm forse si...”
confessai a balbettii, sviando subito il discorso.
“comunque.. ho trovato questa lettera”
indicai il foglio posto sul tavolo.
“che ha accertato i miei sospetti riguardo la finta identità, inoltre ho visto come il naufrago guardava Kim, e quando ho posto domande alla sospettata lei si è rifiutata di rispondere.. nasconde di sicuro qualcosa”
finii il discorso in attesa di un verdetto da parte di Jack. Quest’ultimo giocherellava con le sue perline sul mento, valutando le mie parole.
“volevo vedere fin dove si sarebbe spinta.. e devo dire che mi ha stupito, degna figlia dei suoi genitori”
io scossi la testa confusa, di cosa stava parlando??!!
“i suoi genitori??? Sono morti!!”
ripescai le uniche cose che aveva rivelato sul suo conto. Jack si alzò, fissandomi dritto negli occhi.
“Lisey Mellvenue, figlia del corsaro francese Francis Mellvenue.. da tempo mi danno la caccia, per soldi, a quanto pare valgo più di due soli franchi.. Lisey ha lasciato la Francia non appena era venuta a sapere che la Perla stava raggiungendo Tortuga, che i suoi genitori sono morti è vero, quello che non ha detto è che suo padre desiderava vedermi con il cappio al collo più di ogni altra cosa, e che l’innocente Lisey desidera realizzare questo suo sogno in suo onore.. perciò si fa chiamare sotto copertura come Kim Weight”
mi spiegò il tutto senza pause, mentre io ascoltavo a bocca aperta. Sia per l’ingenuità che mi aveva avvolta fino ad ora, sia per la rabbia che mi stava raggiungendo adesso.
“e tu non mi hai detto niente?! Hai fatto imbarcare una che vuole ucciderti, hai rischiato la vita ogni notte, poteva ucciderti, dannazione, tu sei tutto matto!”
sbraitai, ricevendo uno dei suoi ghigni.
“uh la sorellina si preoccupa per il suo fratellone”
io abbassai lo sguardo arrossendo, detestavo quando mi faceva notare che ero stata gentile con lui. Tra fratelli c’era un rapporto amore-odio, ed io di certo non sarei stata quella che lo avrebbe portato sul solo amore. Dopotutto come si fa a non perdere la calma con Jack?!
“vogliamo concentrarci su Lisey-Kim? Che collegamento può avere con la maschera?”
Jack mi fece cenno di aspettare un minuto, mentre apriva un cassetto e ne estraeva un sacchetto. Me lo porse sul palmo della mano, io lo aprii rivelando due fedi. Alzai lo sguardo su Jack, sempre più confusa.
“leggi le incisioni!”
io le presi in mano, la prima recitava:
Lisey Mellvenue
era sposata?!! E come mai mancava la data? Veloce presi l’altra.
Adrien VanDoit
era lo stesso Adrien della lettera! Mancava la data perché Lisey si è rifiutata di sposarlo!
“Adrien cosa centra in questa storia?”
domandai, riponendo le fedi nel sacchetto e restituendole a Jack.
“si dia il caso che Adrien abbia dovuto rimandare il matrimonio per una missione, che riguardava Sant’Augustine, ora non ci sono prove certe, ma la possibilità che sia andato per la maschera sono tante.. inoltre quando tornò era molto diverso.. infatti Lisey si rifiutò di sposarlo”
finì il suo discorso, tornando a sedersi davanti al tavolo. Io lo guardai stupita.
“come fai a sapere sempre tutto prima degli altri?! Ma soprattutto da chi le sai tutte queste informazioni??!!”
Jack mi sorrise allargando le braccia.
“sono Capitan Jack Sparrow, ho le mie fonti”
io scossi la testa, ancora incredula.
“quindi hai riconosciuto Kim, lasciandola salire a bordo, consapevole che per recitare la sua parte avrebbe dovuto rivelarti qualcosa sulla maschera, la missione di Adrien, e che la Masque in persona sarebbe apparsa sulla Perla, alla ricerca di Lisey, proprio perché, se è vero quello che dici, Adrien rivuole la sua amata con se..”
mi trattenni dall’aggiungere: e io cosa centro in tutto questo? Mordendomi la lingua prima di proseguire, Jack non si accorse della mia esitazione finale.
“ora rimane solo una domanda.. cosa ne facciamo di Kim?”
Jack sorrise, calando il capello sul volto.
“lascia fare a me”


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Capitolo 11
*** L'Incontro ***


Ahoy!! Che tristezza, ora si torna a scuola!!! Mi mancherà il mare, gli ho dato l’ultimo saluto questa settimana, all’anno prossimo.. adesso che si torna a lavoro dovrò dividermi in mille parti, una che studia, una che va al corso serale (quest’anno ci sono i crediti ed io frequenterò il corso di disegno, oltre ad uno obbligatorio che odierò con tutta me stessa), intendo anche imparare a suonare la chitarra! Mmm.. mi conviene crearmi dei sosia.. Cosa però più importante per tutti i fan dei pirati è che il quarto è stato annunciato decisivo da Johnny, il titolo sarà Pirates Of The Caribbean: On Stranger Tides, che uscirà ad estate 2011, mentre le riprese inizieranno ad Aprile/Maggio 2010! la trama sarà naturalmente la ricerca della fonte dell'eterna giovinezza^^ yuppi!!! ora rispondo ai commenti:

Per Fannysparrow: Jack ha una gran vita sociale, peccato solo che le persone che conosce finiscano sempre per rivoltarsi contro di lui.. sono appena tornata dal mio amato mare, che mi ha dato l'ispirazione per alcuni capitoli che ho già belli pronti.. buona lettura, sau!^^

Per victoriavandort: Jack è molto brillante, chissà se ha ragione.. non posso rivelare di più, buona lettura, ciao!^^

Per emmawh: Jack the best u.u hehe la mia mente è sempre in lavorazione, non immagini quante volte ho cambiato le cose, stavo impazzendo, alla fine è uscito l'esatto contrario dell'idea di partenza xD anche perchè l'idea di partenza non mi piaceva più -.- ehh lo hai scoperto, la Masque è in realtà Diego De La Vega!!! *scooop* xD comunque ringrazia per il paragone, è un grande fan di Zorro u.u i Pirati sono la cosa che più m'ispira di Disneyland, poi viene il resto.. anche se preferisco Jack in carne ed ossa xD qua oggi ha diluviato in un modo terribile, si stava allagando tutto, mi è venuto un colpo O.O io ho già iniziato a contare i giorni che mi separano da Natale, mi manca Babbo Natale, inizio già da ora a scrivere la letterina u.u xD wow la risposta è diventata un romanzo xD buona lettura, ciauz!^^




+_Capitolo 11_+
+_L’Incontro _+
(quando basta una notte per cambiare vita)




Presi la candela, andando ad accendere la lanterna. Con le chiavi in una mano aprii la porta che dava per le celle, assicurandomi di non avere la tentazione delle chiavi in mano. Con cautela incedetti scricchiolando sulle travi sudice e consumate, fino ad intravedere la chioma rossa di Lisey che spiccava nell’oscurità delle prigioni. Mi fermai a metà strada, cercando di vederla come una doppiogiochista omicida e non come una povera ragazza costretta a seguire il volere del padre e pedinata dal non più futuro marito, che giaceva a terra in una cella senza una propria libertà.
Mi avvicinai di più, illuminando la ragazza con la lanterna, era accovacciata su se stessa, con i polsi incatenati e la chioma che nascondeva il viso.
Quell’immagine mi provocò una morsa allo stomaco, ora si che mi sentivo in colpa..
“Kim”
la chiamai con il suo nome di copertura, ormai abituata all’idea che quello fosse il suo nome. Nessuna reazione da parte sua, mi avvicinai di più alle sbarre, aumentando la luce su di lei. Ritentai.
“Kim”
ancora niente. Forse si aspettava che la chiamassi con il suo vero nome...
“Lisey”
ecco una reazione, strinse di più le gambe al petto. Era già qualcosa..
“che vuoi?”
mi domandò in tono ostile. La voce era incrinata dal possibile pianto precedente. Con la mancina afferrai il metallo arrugginito delle sbarre, portando il viso a pochi centimetri dall’interno della cella.
“devo dirti alcune cose”
le annunciai. Non intendevo farle il terzo grado, Jack mi aveva dato il permesso di parlarle, non gli dissi quali erano gli argomenti che volevo trattare, non essendone certa io stessa.
Lisey scostò alcune ciocche da davanti gli occhi, due pupille acquamarina mi fissavano. Mi metteva a disagio la potenza del suo sguardo, sembrava quasi entrasse dentro di te con una sola occhiata.
“ormai sai tutto su di me”
disse, pronta a tornare nel suo guscio. Io attirai la sua attenzione in tempo, estraendo dalla tasca una fede. Quegli occhi contornati dal rossore delle lacrime si alternarono da me a quel cerchio dorato che tenevo tra l’indice ed il pollice.
“ti ricorda qualcosa?”
le chiesi retorica. Lisey scattò dalla sua posizione, avvicinandosi di più alle sbarre. Fissò intensamente la fede, prima di tornare a prestarmi attenzione.
“dove l’hai presa?”
chiese, allungando la mano con un tintinnio delle catene. Io ritrai la mia, prima che potesse anche solo sfiorarla.
“l’aveva Jack, non mi ha voluto dire come l’ha ottenuta”
rivelai. Lisey sorrise, poggiando la fronte contro le sbarre.
“ti avrà anche detto che mio padre voleva ucciderlo”
io mi scostai di più. Non gradendo quel sorriso che accompagnava la spiacevole frase.
“già, e so che pure tu vuoi ucciderlo”
il sorriso della ragazza svanì.
“così dovrebbe essere in teoria”
affermò, poggiando la testa contro le sbarre.
“in teoria?”
cosa intendeva dire? Lisey alzò lo sguardo su di me.
“quello era il volere di mio padre, io volevo semplicemente scappare da Adrien.. il fatto che mi trovassi a Tortuga quando la Perla aveva appena attraccato era solo una coincidenza..”
spiegò. Io scrollai le spalle, impotente.
“non posso crederti, non dopotutto quello che è successo”
dissi leggermente dispiaciuta, sfiorando istintivamente il punto in cui mi aveva colpita. A dispetto di quello che mi aspettavo, Lisey non disse nulla, rimanendo immobile e chiusa in se stessa, chinando il capo.
“mi vuoi parlare di Adrien?”
le domandai, usando il tono più gentile e pacato che potessi usare. Era ovvio che il ritorno del passato nella sua vita l’aveva sconvolta, aveva alzato le barriere per dimenticare tutto, e queste erano state distrutte brutalmente in un istante.
Lisey rialzò lo sguardo, fissandomi dritta negli occhi.
“cosa vuoi sapere?”
ci pensai un attimo, prima di rispondere.
“come vi siete incontrati?”
sistemandosi più comoda, iniziò il suo racconto.
“premetto che mio padre negli ultimi tempi aveva un po’ perso la ragione, ed io ero costretta a lavorare come cameriera per guadagnare qualche soldo. Eravamo ancora in Francia, la sera in cui lo incontrai.

Era una delle tante giornate morte, poca gente nella taverna, la cui gran parte caduta in un sonno profondo dopo un’esagerata bevuta. Io come al solito ero indaffarata dietro la bancone, nonostante il diradamento, il lavoro non mancava, specie per una sguattera. Le braccia erano immerse fino al gomito nell’acqua sporca dei piatti e boccali di birra e rum. Ero intenta a finire la mia parte di faccende, quando Sybil (la moglie del proprietario) mi chiamò per servire un neo giunto appena accomodatasi ad un tavolo.
Ricomponendomi come meglio potevo, abbandonai i boccali sporchi, per dirigermi da lui, il solito sorriso tirato da cameriera, e la fronte ancora pregna di sudore.
L’aspetto affaticato non fece svanire l’ammirazione dello sconosciuto nei miei confronti. Quando raggiunsi il suo tavolo mi sorrise, pronto ad ordinare. Era decisamente più grande di me di qualche anno, i suoi limpidi occhi verde-azzurro mi fissavano, incorniciati da lunghi capelli castani. Ricambiai il sorriso.
“cosa vi porto?”
domandai come da programma. L’uomo estrasse un piccolo borsello di cuoio che fece tintinnare, come a dimostrare di avere abbastanza soldi da permettersi molto.
“un bicchiere di vino rosso”
esclamò dopo un attimo d’indecisione. Veloce mi voltai, tornando indietro per prendere il vino. I suoi occhi rimasero puntati su di me sia quando versai il liquore nel bicchiere, sia quando tornai da lui, posandogli davanti la sua ordinazione.
“ve l’hanno mai detto che siete incantevole?”
domandò con voce suadente. Io evitai il suo sguardo, pronta a rifiutare le sue prossime avances. Di certo non era la prima volta che uno alla taverna mi facesse la corte. Ed ormai avevo imparato a non arrossire, o l’avrebbero preso come un invito a continuare.
“troppe volte, qui è pieno di bugiardi”
ironizzai, pronta ad allontanarmi dall’uomo. Quest’ultimo riuscì a riprendere la mia attenzione estraendo una moneta dal borsello. Il riflesso dell’oro contro la luce soffusa della candela sul tavolo m’incantò. Approfittò della mia distrazione per prendere la mia mano e posarvi sopra la moneta, non mi opposi al suo tocco, che comunque produsse una miriade di brividi lungo la mia schiena. Era la prima volta che ricevevo mance, lo guardai non essendo sicura di poter prendere quel dono forse troppo generoso. Lui fece una risata roca, bevendo un sorso di vino.
“speravo almeno in un grazie”
espresse il suo disappunto, posando nuovamente il calice sul tavolo.
“oh certo, grazie.. ma non riesco proprio a capire il motivo di tale gesto”
spiegai il motivo della mia esitazione. Ed ecco nuovamente quella risata roca.
“il servizio è ottimo e voi siete bellissima, non necessito di altre motivazioni per premiarvi”
io scossi la testa, restituendo la moneta. Se pensava di poter comprarmi si sbagliava.
“non sono la donna che credete!”
sbottai, l’uomo rimase stupito, ricominciando poi con la sua risata roca. Stava iniziando a darmi sui nervi.
“avete frainteso, intendo ringraziarvi e basta”
ancora un po’ diffidente, allungai la mano e ripresi la moneta, mormorando un “grazie” e tornando dietro il bancone.
Per tutta la sera l’uomo continuò a lanciarmi occhiate ammiccanti.

Il giorno dopo passò come gli altri, non rividi lo sconosciuto, nonostante una parte di me lo desiderasse almeno un po’. Quando ormai avevo perso le speranze di un secondo incontro, Sybil mi venne a chiamare poco prima della chiusura.br> “Lisey, un uomo chiede di te”
m’informò, rivolgendomi il solito sguardo attento e preoccupato. Io lasciai da parte lo straccio e raggiunsi l’uscio, dove un uomo mi attendeva con una lettera in mano. Mi disse che era da parte di Adrien, io gli risposi che non conoscevo nessun Adrien.
“era venuto qui l’altro giorno”
di colpo m’illuminai, associando il viso dello sconosciuto al nome. Presi la lettera ringraziando, l’aprii ed iniziai a leggere, piena di speranza e curiosità.
I vostri occhi color mare mi hanno comunicato quanto dispiacere provate in quel posto. Desidero aiutarvi, cenerete con me domani sera.
Adrien VanDoit

Accettai.

Da allora si può dire che iniziammo una relazione, e quando seppi che Adrien era uno che rientrava nella categoria “ricchi e belli” non esitai a concedergli il mio amore eterno. Mio padre era felice, il pensiero che sua figlia avesse qualcun altro da amare oltre a lui lo rassicurava per il futuro. Alla sua morte mi sentii malissimo, e a peggiorare le cose ci fu anche l’immediata partenza di Adrien per St. Augustine, ero sola. Già arrabbiata con lui per le poche missive in cui si limitava ad elogiare la sua scoperta, quando tornò fu la classica goccia che fece traboccare il vaso. Passava più tempo ad amare la maschera che me. Solo quando interruppi i preparativi per il matrimonio capì che mi stava perdendo. Poiché non intendeva perdermi, mi privò della mia libertà, cercando di impedire la mia fuga. Che avvenne in ogni caso, infatti scappai a Tortuga, dove potevo mischiarmi tra la folla facilmente. Cambiai il mio nome in Kimberly Weight, che poi era il nome della mia badante di un tempo. Anche se per i primi giorni alla taverna ero semplicemente “la francesina”, poiché capivo l’inglese ma non sapevo parlarlo. Lì mi aiutò un collega, così seppi benissimo la lingua, e riuscii a nascondere ancora di più il mio passato. Avevo amicizie anche al porto, ai quali chiesi di avvertire nel caso l’”Enchantè” avesse fato scalo a Tortuga. Uno di loro mi avvertì per lettera del suo arrivo, così mi preparai per scappare con il primo mercante o pirata che fosse stato disponibile. E questo è tutto”
non mi ero persa una sola parola del racconto. Intanto mi ero accomodata per terra vicino alle sbarre, intenta a perdermi nella storia.
“non so se crederti”
mentii, decidendo di non darle troppa corda, nessuno mi assicurava che quelle non fossero solo un mucchio di bugie.
Prima che potesse parlare, Jack spuntò dalle scale, con velocità mi afferrò per un braccio portandomi in un angolo lontano da Lisey. In mano aveva una rosa.
“non ti facevo così romantico”
scherzai. Sul viso di Jack non venne accennato nemmeno un sorriso. La rosa che aveva in mano era quella che mi aveva dato la Masque.
“sai cosa significa?”
mi domandò, indicando il fiore. Io scossi la testa.
“significa che tu sarai la prossima a cadere nel circolo!”
io lo guardavo senza capire. Di cosa stava parlando??


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Capitolo 12
*** Il Circolo Della Dama ***


Ahoy!! Mi scuso con tutti voi lettori per aver lasciato la storia così a metà! L’intenzione era di aggiornarla al più presto, purtroppo la scuola è ricominciata, e quei simpaticoni dei professori (date pure la colpa a loro, e, se volete, andate pure ad ucciderli, ricambierò uccidendo i vostri, è un offerta! :D) hanno dato compiti dal primo giorno, ed ora mi ritrovo a scrivere al pc invece che a fare statistica (quanto odio la statistica! >.<) E la notizia della possibilità che un quarto capitolo di Pirati Dei Caraibi non ci sia mi mette di cattivo umore ;(
Lasciando da parte quest’inutile discorso/sfogo.. ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: grassie!!!! si, I'm sorry! ecco il continuo! crepi quel dannato lupaccio ^.- ciauz! =)

Per emmawh: lo so, mi dispiace! l'intenzione era di aggiornare subito! avevo pure il capitolo pronto! ma quei dannati compiti mi hanno impedito di riportare tutto sul pc, quindi niente aggiornamento! non preoccuparti, con questo cappy si arriva al tanto che sanno i personaggi, il resto è un mistero pure per me! Lisey è "vittima" di quei tempi^^ del fare tutto per i soldi, del realizzare il desiderio del padre ecc. (cose che, ahimè, avvengono anche adesso -.-) Alexis innamorata è uno dei miei obbiettivi, tranquilla ^.- nuuuo Zorro con il laser?? hanno confuso la storia con Star Wars forse -.- non fanno altro che rovinare i miti ç__ç oddio l'ho saputo anch'io, ci sono rimasta di sasso!!! se non fanno POTC 4 è una coltellata al cuore! dopo quanto ne hanno parlato! sarebbe una delusione enorme!!!! ç__ç io inizierò a suonare la chitarra a breve, mi basta rapire mio zio per una sera (muhahahaha xD) anche se non assicuro che sarò brava -.-" Se il tuo commento è "I Promessi Sposi" allora il mio deve essere la "Divina Commedia" u.u xD buona lettura!!! ^__^

Per OttoNoveTre: sorry! grazie per gli avvertimenti! a me sfugge sempre qualcosa -.- grazie per il 'bello' ^_^ buona lettura =)

Per Fannysparrow: il motivo dovrò svelarlo in seguito, lo appunto subito!^^ spero sia stato un buon influsso^^ (quanto mi manca il mare con questo freddo e la pioggia ç__ç) ho visto il buon influsso su di te^^ credo di averlo commentato l'ultimo cappy.. vado a vedere, se non l'ho commentato lo faccio subito! ^^' ciauz! =)




+_Capitolo 12_+
+_Il Circolo Della Dama_+
(quando Jack si decide a dire TUTTO)




Ero ancora davanti a Jack, che attendevo spiegazioni. La sua mano destra stringeva la rosa, ed i miei occhi si alternavano dal fiore a mio fratello.
“il Circolo della Dama!”
mi disse, come se ciò mi aiutasse in qualche modo. Non ricevendo la reazione sperata, si decise a parlare.
“il Circolo della Dama è anche rinominato circolo del sangue, viene utilizzato dalla Masque per continuare a dare potere alla maschera da lui indossato.. ogni due anni deve prendere il sangue di 8 ragazze vergini ed usarlo per ungere la maschera, o tutto il suo potere verrà perso.. ogni volta che trova una vittima le regala una rosa, e quando il fiore sarà privo di petali, lui tornerà a prendere la sua vittima”
mi ritrovai ad aprire la bocca a pesce mentre il discorso finiva. La storia aveva un che di fiabesco, e molto probabilmente avrei gettato la rosa da qualche parte con un ‘sciocchezze’ già da tempo, se non fosse che, da quanto sapevo su Jack, era resuscitato dopo esser stato in uno stomaco di un enorme polipo comandato da un uomo-pesce. Dopo le sue storie che raggiungevano e superavano l’immaginazione umana, quasi niente poteva più impressionarmi, quasi..
Iniziai a guardare quello che un tempo mi sembrava un bellissimo fiore come una condanna. Ancora speravo che vi fosse qualcosa di sbagliato in quel discorso.
“quindi io sono una delle prossime?”
cercai di darmi un tono maturo, ma dentro di me avevo una vocina che urlava ‘fuggi via! Fai qualcosa!’ ma cosa potevo fare?
Jack annuì con lentezza, cercando di leggere attraverso gli occhi una risposta. Calma Alexis, non è ancora sicuro che morirai.. bene, continua con l’ottimismo..
“userà anche Lisey?”
cercai di portare il discorso su di lei, raccattando la paura per dopo. Nello stomaco sentivo ancora le fitte di terrore, che comunque cercavo di ignorare.
“non è da escludere”
mi rispose Jack, voltandosi poi verso la cella, io presi il fiore in mano, accarezzandolo, due petali si separarono dal rossore perfetto di quel fiore. Era come avere parte della propria vita sul palmo della mano.
“cosa intendi fare con la maschera?”
chiesi. Lasciando cadere a terra i petali con un moto di malinconia.
“prima di tutto devo trovarla, tu..”
lo fermai con un gesto della mano. Io?! Tu?!
“non vorrai dire che dobbiamo dividerci?!”
fece per parlare, ma lo interruppi prima che potesse emettere anche solo un suono.
“scordatelo! E non azzardarti a dire che è per il mio bene! Nessuno esclude che la Masque mi possa trovare anche in qualche porto! Io vengo con te, punto e basta!”
sbottai, con il dito minaccioso puntato più volte contro. Subito dopo rilassai i muscoli, soddisfatta del mio discorso convincente.
“veramente intendevo dire che tu verrai con me e Lisey, dovremmo evitare che riesca a prendervi, altrimenti il circolo si conclude”
oh.. quindi era questo che intendeva? Non voleva mollarmi in un lurido porto..
Superai la figuraccia mantenendo un espressione impassibile.
“ehm bene.. posso chiederti come mai non segui l’antica usanza piratesca e scappi via dalla Masque?”
perché devono fingersi tutti improvvisamente altruisti?
“perché voglio dare un aiuto al mondo”
esclamò con tono teatrale. Io lo fissai per niente colpita, convincendolo con lo sguardo a dirmi la verità.
“va bene.. primo, perché oltre alla maschera vi è molto oro che mi attende, secondo, perché tutti inizieranno a conoscermi come ‘Capitan Jack Sparrow, colui che ha distrutto l’invincibile Enchantè ed il suo Capitano’”
finì la frase con una posa da vero eroe e gli occhi che fissavano trasognanti una perdita d’acqua sul soffitto. Scossi la testa, dovevo aspettarmelo..
“oppure come ‘Capitan Jack Sparrow, colui che ha tentato di distruggere l’Enchantè ed il suo Capitano’”
lo riportai sulla terra con il mio solito pessimismo. Lui cambiò l’espressione in una smorfia.
“non fare stupidaggini”
svelai la mia preoccupazione con una frase appena sussurrata. Jack udì le mie parole, sorridendo sornione.
“faccio mai qualche stupidaggine?”
allargò le mani, rimanendo a dondolare nella sua solita posizione.
“nooo”
ironizzai. Come al solito parlare con lui mi faceva sentire meglio. Mi fidavo di Jack, sapevo che finchè restavo con lui la Masque non poteva prendermi. Ora il fiore-clessidra-del-tempo mi sembrava meno minaccioso di pochi istanti fa.
“quindi il piano adesso qual è?”
Jack si massaggiò il mento facendo tintinnare i pendagli che decoravano le sue strane treccine.
“facciamo rotta verso St Augustine, una volta arrivati cerchiamo la dimora della Masque, uccidiamo il caro cavaliere mascherato, distruggiamo la fonte dei nostri problemi e rubiamo il bottino. Tu e Lisey potreste venire con me.. solo che..”
non concluse la frase, interrompendo il tintinnio. ‘Solo che così potresti rischiare la vita?’ era questo ciò che voleva dire?
Sbuffai, contraria, ancora dovevo supplicare?
“veniamo con te, stando attente, evitando di parlare con i pirati cattivi che incontreremo e ricordandoci sempre di non accettare niente da loro!”
scherzai, ricevendo l’occhiataccia di Jack che voleva dire: ‘in questo istante posso scherzare solo io, tu devi obbedirmi e basta, perché sono Capitan eccetera eccetera’
“se arriva la Masque sarà morto prima ancora di riuscire ad estrarre la spada”
ritentai cambiando frase. Mi trattenni dal dipingerla d’ironia, vista la scarsa fiducia che avevo nelle mie abilità spadaccine.
Di certo rimanere a guardare non era nei miei piani..
“ti ricordi la raccomandazione, anzi, la minaccia di tua madre?”
annuii, come dimenticarsela?
io tengo più della mia stessa vita ad Alexis! Se solo le accade qualcosa a causa tua, se anche solo si sente triste, ferita, o se si fa anche solo un taglietto, e tu rimani lì a guardare senza fare niente.. sappi che io affronterò tutte le tempeste di questo mondo per raggiungerti e fartela pagare cara, chiaro???
Un taglietto era poco rispetto a ciò che mi stava capitando.. di sicuro se venisse a sapere che sua figlia è perseguitata da un assassino il significato di “fartela pagare cara” verrebbe svelato in poco tempo.
“non mi accadrà nulla! Ti prego portami con te!”
supplicai, sul punto di arrivare a mettermi in ginocchio e ripetere all’infinito “ti pregooo”.
“al patto che resterai sempre accanto a me, e che lascerai la Masque alla lama della mia spada”
mi ordinò. Io feci su e giù con la testa più volte, raggiante come non mai.
“non ti priverò del tuo momento di gloria!”
lo rassicurai, trattenendo l’istinto di abbracciarlo. Solo dopo mi ricordai della rosa, che restava afflosciata nella mia mano. Jack seguì il mio sguardo, capendo subito il motivo dell’improvviso cambio d’umore.
“forse è meglio se stanotte dormi nella mia cabina, Lisey resterà nella cella, controllata da alcuni della ciurma”
sgranai gli occhi. Per ‘dormire nella mia cabina’ non intendeva nello stesso letto.. vero??
“non.. nello stesso materasso, giusto?”
non potei impedire alle mie guance di diventare rosse, mentre Jack si trattenne dal ridere della mia reazione.
“certo che no! Io dormirò per terra!”
mi comunicò, serafico. Io sospirai sollevata. Una notte nella stessa cabina non sarà poi così terribile, vero?


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Capitolo 13
*** Sogni D'Oro Capitano ***


Ahoy!! Che bello, il weekend è arrivato! Ed ecco che arriva anche il mio aggiornamento u.u con questo capitolo mi prendo una “pausa” da tutte le scoperte, sperando di strapparvi almeno un sorrisino, almeno uno piccolo piccolo..
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: già, volevo farmi "perdonare" per tutte le cose in sospeso che ho lasciato per così tanto tempo.. sono felice che la storia t'incuriosisce, e grassie come sempre^^ buona lettura^^

Per Fannysparrow: la scuola purtroppo è soffocante, forse quest'anno riuscirò a scrivere solo di sabato o domenica, ma chissà, forse anche prima, lo spero^^ poveretto, a Jack è andata male tante volte, anche se è riuscito sempre ad uscirne fuori, in un modo o nell'altro^^ Johnny e Goffrey sono stati confermati, ora non ci resta che sperare in una buona trama. L'email mi è arrivata ma non ho potuto rispondere perchè non riuscivo a mandare mail con il mio indirizzo -.- questa volta ho usato un'altro account e spero ti sia arrivata la risposta, fammi sapere^^ comunque, nemmeno io riuscirei a dormire nella stessa cabina di Jack! ciauz! =)




+_Capitolo 13_+
+_Sogni D’Oro Capitano_+
(divisa tra le onde ed il russare)




“benvenuta nella mia cabina”
annunciò Jack, allargando le braccia. Io con uno scatto lasciai andare la borsa sul pavimento, finalmente riuscii a sentire il sangue tornare alle mani e, muovendo le dita, notai il dolore che mi provocava.
Naturalmente il gentiluomo che era in lui aveva lasciato che la borsa venisse portata da me, e vi assicuro che fare le scale con quello stupido bagaglio non è per niente divertente.
Allungai il collo facendo capolino dall’uscio, quasi temessi d’incontrare chissà quale bestia pronta ad attaccarmi. Era sempre la cabina di Jack, tutto era possibile lì dentro..
“questo è il letto! Dove dormirai tu..”
esclamò, avvicinandosi al mucchio di roba che impediva la completa visualizzazione del materasso. Gettò alcuni oggetti sul pavimento, ora potevo vedere il letto ma non raggiungerlo perché le cianfrusaglie mi ostruivano il passaggio. Grandioso..
Non me la sentivo di sminuire il suo entusiasmo, ma speravo vivamente che la vera cabina fosse nascosta da qualche parte, forse dietro il muro.. magari se do qualche colpo in codice il muro si apre ed esce l’altra cabina...
“qui, invece, è dove dormirò io”
un misero giaciglio composto da sudici cuscini e coperte giaceva sul pavimento. Mi sentii un po’ incolpa perché lo stavo privando del suo letto, che gli spettava di diritto essendo il Capitano. Anche se.. non mi entusiasmerebbe molto dormire sul giaciglio, quindi meglio se stavo zitta.
“qualche domanda?”
chiese, portando le mani ai fianchi, con le labbra che accennavano ad un sorriso. Io ero ancora ferma vicino alla porta, senza aver nemmeno dato un parere, che era quello che si aspettava in questo istante. Tirai fuori uno dei miei migliori sorrisi, sperando di risultare credibile. Con attenzione saltai alcune cose poste sul pavimento, per raggiungere Jack.
“beh.. non è mal..”
mi bloccai, inciampando nelle corde che, per un motivo a me ancora sconosciuto, si univano al ciarpame contenuto nella stanza. Jack mi prese al volo prima che cadessi su altri oggetti, mi ricordai solo dopo di aver smesso di sorridere, quindi mi apprestai a rimediare, sfoggiando nuovamente quell’espressione tirata che equivaleva ad un sorriso.
“forse un po’ pericolosa per una come me.. ma è..”
inquietante? Catastrofica? Sudicia? Rivoltante?
“...accogliente”
Jack ricambiò il sorriso, soddisfatto della mia risposta. Probabilmente non avrebbe capito che questo posto era un disastro nemmeno se glielo avessi scandito parola per parola. Dopotutto rappresentava il suo guadagno di Capitano, e ne andava fiero.
“ora dovrei sistemare i vestiti”
quando Jack mollò la presa dovetti faticare un poco per ritrovare l’equilibrio e non cadere a terra. Vidi Jack aprire la mia borsa, solo in quell’istante mi tornò in mente ciò che poteva trovare lì dentro, tutti i miei vestiti, la mia biancheria..
“NOOO!”
feci alcuni passi inciampando di nuovo, cadendo questa volta proprio addosso alla borsa, due secondi prima che Jack potesse anche solo sfiorarla. Mi guardò allibito, mentre stringevo i miei vestiti.
“ehm no, non preoccuparti, ci penso io..”
aspettai che Jack recepisse il messaggio: “questa è roba mia privata, quindi me ne occupo io” Lo vidi cambiare espressione, aveva capito.
Mi rialzai, estraendo alcune cose, prontamente nascoste dalle mie braccia. Mentre Jack andava ad aprire un cassettone in cui potevo mettere i vestiti.
Lo raggiunsi, ritrovandomi davanti alla sua roba ficcata alla ben e meglio nel cassetto. E io dove potevo mettere le mie camicie?
“qui”
m’indicò un misero angolino tra un pantalone ed un gilè, raggomitolai il tutto infilandolo con forza. Ce l’avevo fatta..
Mi rendevo conto di quanto poteva essere problematico avermi in camera, quindi incassai anche questa volta il fastidio che mi provocava avere uno spazio così ridotto per la mia roba.
“il resto puoi metterlo dove vuoi, io vado sul ponte, di solito vado a dormire tardi, quindi avrai tutta la cabina per te per molto tempo”
mi scoccò un occhiata che non riuscii a decifrare.
“non distruggere niente”
mi raccomandò, io portai la mano sopra la testa, disegnando un aureola. Jack sbuffò, sparendo dietro la porta.
Rimasta sola, portai le mani ai fianchi, scrutando l’ambiente. Bene, forse in queste ore riuscirò a rendere il pavimento visibile..

Qualche ora ed alcune cadute dopo...

Mi lasciai cadere sul materasso, quasi senza fiato per la fatica compiuta. Ero riuscita a trovare uno spazio per ogni oggetto, trattenendomi dalla voglia di diminuire il lavoro gettandone alcuni in mare. Chissà come si sarebbe sentito Jack, scoprendo che sotto alcune cose si nascondeva un altro mobile. Avevo pure sostituito le lenzuola con altre pulite, beh, diciamo con altre decenti, poiché averne delle pulite era quasi impossibile. In poco tempo Morfeo mi accolse, portandomi con sé nel paese dei sogni..

Dei passi mi svegliarono, doveva essere Jack.
dire che fa rumore sarebbe minimizzare!
finsi di dormire ancora, socchiudendo quasi del tutto gli occhi. Sentii il letto abbassarsi, Jack si stava coricando accanto a me! Brutto ubriacone sbadato! Ebbi la certezza che aveva bevuto dall’odore di rum che emanava. Iniziò subito a russare, non appena la sua guancia toccò il cuscino. Ora svegliarlo sarebbe stato impossibile, oltre che inutile.
Mi strinsi più in là, nel bordo del letto, non riuscendo comunque a dormire dalle russa. Mi rigirai verso Jack, mi era venuta un idea.
Con la mano provai a spingerlo più in là, perché dormire quando potevo passare tutta la notte a far rotolare Jack fino al bordo del letto? Evviva..
Sembrava stessi riuscendo nel mio intento, e ce l’avrei anche fatta, se non fosse che dalla bocca Jack emise uno strano grugnito, e per paura di venire scoperta, finsi nuovamente di dormire rigirandomi dall’altra parte.
ahi!
Jack mi aveva appena dato un colpo nella schiena, facendomi cadere sul pavimento. Quando riuscii a rialzarmi Jack si era già stravaccato in tutto il letto, non lasciandomi nemmeno un misero angolino. Con la poca coscienza che mi donava la stanchezza, raggiunsi barcollando il giaciglio per terra.
ora sarai soddisfatta, ti sentivi in colpa a privare Jack del suo letto..
Mi rigirai più volte, cercando una posizione comoda. Anche se, nemmeno quando la trovai, riuscii a chiudere occhio, le russa di Jack non diminuivano di volume.
Mi arresi, alzandomi dal giaciglio. Presi i cuscini, il lenzuolo, e le coperte, intendevo dormire fuori, così non potevo continuare. Prima di uscire però mi avvicinai nuovamente a Jack, non gliela potevo far passare liscia...
Gli tolsi il cuscino da sotto il letto.
oh ora si che ti sei vendicata... puoi fare di meglio!
la vocina aveva ragione. Poiché tiene molto ai suoi oggetti, se uno di essi sparisce si metterà di sicuro a dare di matto..
Con attenzione gli sfilai la bandana dalla testa, nascondendola subito dopo nella cintura, che mi apprestai a coprire con una giacca, sempre la sua. Questa volta però la giacca mi serviva perché fuori faceva freddo..
Soddisfatta, raccolsi cuscino, coperte e lenzuola, e raggiunsi il ponte. Di certo il rumore delle onde che s’infrangevano contro lo scafo della Perla era migliore delle russa di Jack.


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Capitolo 14
*** Senza Tempo ***


Ahoy!! Questa settimana mi sta uccidendo, il corso serale poi mi ha dato il colpo di grazia! T.T nonostante tutto, ho approfittato di queste ore per scrivere la fanfic, spero che la stanchezza non lo abbia reso una schifezza, a voi il giudizio^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: scuse accettate, figurati^^ come dico sempre: meglio tardi che mai! grassie, l'obbiettivo era proprio quello u.u vero, è quello che cerco di far trasparire da questi capitoli di "transito" tra una scoperta e l'altra. L'attesa è giunta a termine, ecco il nuovo cappy, buona lettura! =)

Per emmawh: oh grassie** * inchino XD * Secondo me se ne fanno una sit com avrebbero un sacco di share, "La Vita Secondo Jack" XD se ci mettiamo in proprio noi due e scriviamo la sceneggiatura del prossimo POTC le gente si dimenticherà pure chi sono Elliot e Rossio u.u xD mmm.. purtroppo a me i sogni non sono molto d'aiuto, l'ultimo è stato su dei delfini fantasma che saltavano un cerchio infuocato -.- non credo dovrei trarne una storia, non ispira molto xD mi sto auto ingarbugliando con la storia, all'inizio nemmeno doveva esserci Kim/Lisey, ho modificato e riscritto un mucchio di cose O.O lo sopporterei pure io, in ogni caso, se russa o no, lo stesso non riuscirei a chiudere occhio avendolo accanto *ç* ora mi ricompongo u.u buona lettura piccola Manzoni xD

Per Rebecca Lupin: piccole piratesse crescono xD Jack non verrà mai capito da nessuno, è troppo imprevedibile! la ragassuola (quanto adoro mettere le 's' al posto delle 'z' *-*) se non si mette nei pasticci non è una Sparrow u.u dimmi cosa ne pensi anche di questo cappy e continua a seguirmi, ciauz^^

Per Fannysparrow: cosa?! il pc mi ha ingannato, ha detto che l'ha inviata ç_ç * me fissa con furia omicida la casella email è.é * cooomunque, felise di aver donato felicità agli altri^^ pure io sorvolerei tranquillamente sul russare se si tratta di Jack *ç* ehm lasciamo perdere i miei filmini mentali che è meglio XD in effetti la sua mossa non è stata proprio intelligente -.- uff hai ragione! non immagini quante volte ho cercato d'intravedere quanti più dettagli possibili della cabina guardando il film! nel quarto ci devono assolutamente colmare questo vuoto u.u kiss, kiss, ciauz^^



+_Capitolo 14_+
+_Senza Tempo_+
(quando le ore passano troppo velocemente)




Presi coscienza di dove mi trovavo solo quando un raggio di sole ebbe l’idea di svegliarmi. Strizzai gli occhi, leggermente infastidita da quel bagliore improvviso. Un dolore atroce alla schiena m’invogliò ad aprire le palpebre, avevo dormito contro l’albero maestro, ed ora il risultato di otto ore passate con la schiena posata sul legno duro si facevano sentire.
In questo caso non si poteva definire una “dormita” quel lasso di tempo in cui la mente era aperta e gli occhi chiusi. La notte che avevo passato in dormiveglia mi era bastata per capire il mio errore: lasciare la sicurezza della cabina del Capitano per un po’ di tranquillità non era una brillante idea se si considerava che la Masque era sulle mie tracce. Per quanto ne sapevo, l’Enchantè avrebbe potuto raggiungere la Perla e rapirmi senza che io opponessi resistenza. Non avrebbe nemmeno dovuto sprecarsi a cercarmi, poiché mi trovavo bell’esposta sul ponte.
potrebbe prenderti anche ora, intontita dal sonno ed intenta nei tuoi depressi e contorti ragionamenti
M’imposi di aprire gli occhi. Alzai con fatica le palpebre, che ancora bramavano un po’ di sonno, coprendo la luce del sole che m’impediva di vedere con una mano.
Il profilo di una figura femminile mi giunse agli occhi, con tratti indistinti e leggermente sfuocati. Se ne stava beata a prua, con i capelli che si liberavano indomiti al vento. Sfregai gli occhi più volte, credendo di essere ancora in uno dei miei strani sogni. Non cambiò nulla, la figura rimase.
quindi sono sveglia, e la donna è reale...
Più mettevo a fuoco l’immagine, più percepivo le caratteristiche della (forse) sconosciuta. Subito notai i capelli rossi, che collegai senza esitazioni alla chioma di Lisey. Non mi sbagliavo, era proprio Lisey.
come mai è fuori dalla cella, sul ponte, a quest’ora, aggrappata a parapetto, con il rischio di un tuffo in mare?
Un brutto presentimento mi balenò in mente, e se anche questa volta avevo ragione, mi conveniva correre da lei e fermarla.
“Lisey!”
Urlai il suo nome, scattando in piedi e raggiungendola. Il torto non mi aveva preso nemmeno questa volta, era davvero in procinto di gettarsi in mare!
Si teneva stretta al legno di parapetto con le mani, rosse dallo sforzo, e le punte dei piedi che sfioravano il vuoto. Mi stupì l’espressione risoluta che aveva sul volto, mi ero aspettata di trovarmi davanti una Lisey in preda ad una crisi isterica.
“Lisey, non fare sciocchezze!”
Esclamai, cercando di attirare la sua attenzione, mentre l’enorme distanza tra noi e il mare mi provocava una strana sensazione mista d’ansia, paura e vertigini. Si voltò verso di me, accorgendosi solo ora della mia presenza. Tornò subito a fissare le onde, cambiando però la sua risolutezza in fastidio.
“vai via!”
Mi urlò contro, mandando avanti le punte dei piedi di qualche centimetro. Ora vedevo la Lisey che avevo conosciuto in cella, quella fragile e insicura, quella che crede di potersi liberare dei problemi togliendosi la vita. Stava tremando, la mente le diceva di lasciarsi andare, ma il suo corpo, precisamente le sue mani, non le davano retta.
“non vorrai gettarti?!”
Gli posi la mia impressione con incredulità, sapendo già la risposta.
“no, voglio solo prendere il sole... certo che voglio gettarmi!”
Ironizzò, riuscendo ad ordinare alle sue dita di allentare la presa.
Io mi avvicinai di più a lei, porgendole la mia mano, non avrei lasciato che si gettasse in mare.
“puoi ancora cambiare idea”
Le dissi. Lei si voltò verso di me, con una strana espressione sul volto. Intimorita, mi agganciai ai suoi polsi, impedendole di mollare la presa. Mi scoccò uno sguardo furente non appena sentì le mie mani sulle sue.
“ti ho detto di andartene!”
Lisey si ribellò, cercando di liberarsi della stretta. Con tutti i movimenti che stava compiendo, mi meravigliai che non fosse ancora caduta in acqua. Forse qualcuno lassù ci voleva davvero bene, o forse non ero poi così debole come sembravo...
“io non ti mollo! Non ti lascerò fare questa pazzia!”
Iniziai a tirarla verso il ponte, impiegando tutta la forza che possedevo.
“St Augustine!”
Urlò uno della ciurma che si era appena svegliato, ed aveva fatto il suo ingresso sul ponte. Indicò davanti a sé il porto di St Augustine che prendeva forma. Cambiò visuale, correndo da noi, non appena vide la sorella del Capitano che trascinava a bordo una giovane ragazza urlante, e piuttosto pesante.
“LASCIAMI ANDARE!”
Continuava a ripetere a squarciagola, dimenandosi.
“no!”
Rispondevo io, tirandola. L’urlo dell’uomo della ciurma mi aveva distratto, dando un margine di vantaggio a Lisey. Che con uno strattone riuscì a far cadere entrambe in acqua.
L’acqua ci sommerse in un attimo, e la rabbia che provavo nei confronti di Lisey aveva raggiunto le stelle. Non avrei lasciato che le onde ci uccidessero entrambe.
Per mia fortuna Jack mi aveva insegnato a nuotare nei mesi passati, in cui avevo subito un corso accelerato della “brava piratessa”.
Perciò, ricordandomi dei suoi insegnamenti, mi diedi una spinta, salendo a galla. Lisey non era molto distante da me, con qualche bracciata sarei riuscita a raggiungerla. Quello che mi preoccupava era come avrei fatto a portare entrambe in salvo.
Le onde aumentarono, spingendomi da una parte all’altra, ed ormai avevo perso il conto di quante volte avevo bevuto acqua. La vista era appannata, e gli occhi mi bruciavano a causa del sale. Qualcosa mi strinse la vita, era un braccio! Scoprii con piacere che Jack era accanto a me, intento a trascinarmi verso la riva.
Quando raggiungemmo il porto, scorsi il corpo di Lisey disteso sul pavimento.
“è.. viva?”
Chiesi preoccupata. Jack annuì, rivolgendo solo una breve occhiata alla mia portatrice di sventure.
“quando sorgono problemi simili, devi correre a chiamarmi! Non fare di testa tua!”
S’infuriò contro di me.
“potevo farcela anche da sola”
Mentii, rifiutandomi di dargli ragione. Lisey interruppe la lite sul nascere. Si alzò in piedi, correndo come una pazza verso il mare. Sia io che Jack la fermammo prima, trattenendola tra le braccia, mentre scalciava e sbraitava.
“non c’è più tempo! Non c’è più tempo!”
Ripeteva. Io la presi per le spalle, costringendola a fissarmi.
“di cosa parli?!”
Le chiesi. Lei sembrò calmarsi, zittendosi per un istante.
“la rosa non ha più petali! Non c’è più tempo!”
Riprese ad urlare. Io la guardai stranita, capendo solo dopo di cosa parlava.
“la rosa? Quella rosa?”
Lei annuì. Se era vero, questo significava che la Masque ci stava cercando. Non c’era più tempo…


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Capitolo 15
*** Ti Tengo D'Occhio ***


Ahoy!! Uff, avevo in progetto di pubblicare il cappy a metà settimana, invece la scuola, le verifiche e l’influenza (perché mi sono beccata l’influenza con questo tempaccio ç__ç) mi hanno impedito in ogni modo di scrivere! Ora però sono davanti al pc, e nessuno mi staccherà da qui è.é (tranne il leggero brontolio che mi segnala che ho fame...)
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: oh è così bello sapere che tenete ad Alexis almeno quanto ci tengo io! non preoccuparti per lei, starà bene^^ povera anche Lisey.. ecco il nuovo cappy, buona lettura =)

Per emmawh: non farei mai una cosa simile, stai tranquilla, ci tengo al mio alterego u.u daii non era malaccio^^ hehe vedrai.. anzi, hehe leggerai.. (così è più corretto u.u xD) già, i suoi possenti muscoli *_________* ehm.. meglio se torno sul pianeta terra xD HELP ME JACK!! xDDD io dico che con un paio di ricatti riusciamo a convincerli xD eviterò di far stancare il mio minuscolo cervellino, e quando sto male seguo il consiglio di Topo Gigio e resto a casa u.u Tua Little (oggi sono english u.u) Alighieri, dall'inferno (girone dei golosi) con furore xD

Per Fannysparrow: oddio pure qui dovevano metterci la pubblicità, uff -.- mmm.. interessante teoria, anche se purtroppo non posso rivelare niente^^ le pubblicità purtroppo le mandano in ogni caso... ultimamente la tecnologia ce l'ha contro di me, povera me ç_ç buona lettura^^



+_Capitolo 15_+
+_Ti_Tengo_D’Occhio_+
(quando la Francia diventa più interessante)




Non era così che avevo immaginato l’arrivo a Sant’Augustine. Con un cerchio di persone attorno che, incuriositi dalle urla di Lisey, ci avevano raggiunto, assediandoci.
Jack scoccò a tutti un’occhiataccia, spingendoli ad andarsene. In breve tutti obbedirono, lasciandoci da soli. Io, Jack e Lisey. Quest’ultima era rannicchiata per terra con sguardo vacuo.
dille qualcosa..
Ma cosa? “speriamo di non morire”? avevo già molte cose per la testa, e cercare di rincuorare miss-gettiamoci-in-mare non era al primo posto delle mie esigenze o dei miei doveri. Soprattutto se io, per prima, sentivo la necessità di parole confortanti.
“cos’avete da guardare? Ebbene si, siamo pirati.. allora?”
Jack gesticolò con le mani, dando dubbi sulla sua sanità mentale. Nonostante la stranezza del suo comportamento, riuscì ad allontanare anche gli ultimi curiosi che sott’occhi guardavano la scena.
Solo ora notavo l’acconciatura.. ehm.. “ribelle” di Jack. Senza la bandana i capelli cadevano davanti ai suoi occhi, coprendo un’occhi e parte del viso. Dovetti mettere una mano davanti alla bocca per non ridere. Jack però si accorse lo stesso del mio sguardo, che casualmente puntava verso la sua testa.
“tu non ne sai niente?”
Mi domandò, puntando con l’indice i capelli privi di bandana. Io scossi la testa, continuando a trattenere l’ilarità.
“davvero? allora perché indossi la mia giacca?”
abbassai lo sguardo, ricordandomi solo ora del pesante giaccone in pelle che portavo addosso. Il marrone scuro era praticamente diventato nero, e la pesantezza della pelle bagnata mi stava sfiancando. Ora capivo perché avevo difficoltà a nuotare! Il tessuto bagnato era diventato pesante, e di conseguenza mi aveva portato a fondo, nonostante io spingessi per restare a galla.
“toh.. non me ne ero resa conto.. sicuro che non si tratti della mia?”
feci finta di niente, frugando di nascosto nelle tasche. Nella tasca sinistra niente, in quella interna? Niente.. dove accidenti avevo messo la bandana?!
“sicurissimo.. visto che tu non hai una giacca!”
continua a parlare, non si deve accorgere della tua caccia al tesoro segreta!
“davvero?! allora dovrei averne una..”
ormai stavo perdendo il filo del discorso, di cosa stavamo parlando? Beh poco importava, perché avevo trovato la bandana! Con sorriso ebete, tolsi la giacca (era di quello che stavamo parlando.. giusto?) e la restituì a Jack.
“ed ora gradirei molto se mi restituissi pure la bandana che stai nascondendo in tutta fretta nella tasca dei pantaloni”
oh mannaggia! Non riesco proprio ad imbrogliare quest’uomo! Rassegnata gli porsi il pezzo di stoffa umidiccio che tenevo in mano. Feci un po’ di resistenza, rifiutandomi ancora di dargliela vinta. Alla fine con un “uff” da parte mia, Jack si risistemò la bandana fra i capelli, tornando il Jack di sempre.
Subito dopo ordinò ad uno della ciurma di portare Lisey a bordo, si meritava un po’ di riposo (ed un po’ di controllo, meglio evitare altri tuffi in nostra assenza). “ora abbiamo qualcosa di più importante da fare, che continuare con questi giochetti”
che antipatico! Avevo una mezza idea di superarlo e lasciarlo indietro, peccato che non sapevo dove dovessimo andare.
“e comunque non riuscirai mai a fregarmi, sono troppo sveglio per te”
ed ecco che ritornava borioso!
“vedremo Sparrow.. vedremo!”
gli dissi con tono teatrale. Jack con due dita indicò prima i suoi occhi poi me, nel classico gesto che significava “ti tengo d’occhio”. Caro Capitano, da adesso in poi dovrà aspettarsi di tutto in ogni momento. Stavo già per cadere in uno dei miei contorti ragionamenti, alla ricerca della prossima marachella da compiere, quando mi accorsi che stavo seguendo Jack senza sapere dove stessimo andando.
“dove stiamo diretti?”
chiesi, dando uno sguardo a ciò che mi circondava. Case, case, ed ancora case.
“peccato, credevo ormai di aver scampato il terzo grado, eri così silenziosa..”
risposi con una finta risata. Jack sorrise, pronto a darmi spiegazioni.
“qui a Sant’Augustine un mio vecchio amico potrebbe aiutarci a trovare la Masque, sai.. è un tipo piuttosto curioso, sono quasi sicuro che potrebbe dirci ogni cosa su qualsiasi persona, viva o morta, presente in questo posto..”
istintivamente ci mettemmo a fissare il vecchietto che passava accanto a noi, immaginandoci tutte le informazioni che poteva avere su di lui. Chissà, magari un tempo era un dongiovanni pieno d’alcool, ed ora solo pieno d’alcool.
“quanto vecchio? E non mi riferisco all’età..”
tradotta la domanda: è possibile che una volta aperta la porta ci punti contro la lama di una spada?
“tranquilla, sicuramente si ricorda di me”
mi rispose, fiducioso. Tutti si ricordano di Jack Sparrow, il problema è se il ricordo è piacevole o spiacevole.
Senza rendermene conto, Jack mi aveva superato. Velocizzai il passo, ritrovandomi alle sue spalle, e quando si fermò di colpo, sbattei contro di lui.
“ahi!”
mormorai, accostandomi a Jack. A differenza della casa traballante dell’amico di Tortuga, questa era mantenuta meglio. Con un muro di un candido bianco, una semplice porta in legno, ed un graziosissimo gatto all’entrata.
“ciao micio”
lo salutai, avvicinandomi a quell’ammasso di pelo color carbone. Il gatto non si ribellò, facendo le fusa non appena iniziai a grattargli la testolina. Quant’era tenero.
“sono poche le persone che gradisce Julie, vero mon petite amour fèlin?”
un uomo fece la sua comparsa, uscendo dalla porta in cui si trovava appoggiata la gatta. Si avvicinò a lei, grattandola un po’ nella pancia, da quant’era grassa intuì che veniva trattata molto bene.
“è molto bella”
commentai, spostando solo ora lo sguardo sull’uomo. Non era molto anziano come mi aspettavo, avrà avuto non più di cinquant’anni. I capelli castani erano corti, una leggera barbetta colorava il viso pallido, e due enormi occhi scuri mi fissavano curiosi.
“tu sei la petite Sparrow?”
io annuì, capendo la domanda, nonostante la mia difficoltà nel apprendere il francese. Solo dopo mi venne il dubbio su come sapesse che ero la piccola Sparrow, se fino a qualche mese fa non lo sapevo nemmeno io.
“e non saluti il grande Sparrow?”
la voce di Jack interruppe le presentazioni. L’uomo accanto a me, sorrise vedendolo (cosa che non capitava molto spesso), e (ero sempre più stupita) lo abbracciò! Non potevo credere ai miei occhi!
“Jean mi aveva avvertito che stavi venendo! Non nego mai un po’ di ospitalità a chi mi ha salvato la vita!”
annunciò tutto sorridente lo sconosciuto. Io ancora non capivo di cosa stava parlando, ora ero io quella curiosa.
“immagino non ti abbia raccontato nulla! Il solito modeste” (modesto nda)
non dovetti chiedergli nulla, poiché si precipitò da me, pronto a raccontare.
“stavo tranquillamente passeggiando per la ville (città nda) quando un ubriacone della peggiore specie mi puntò contro la pistola, io ero solo un pauvre (povero nda) cittadino, Sparrow, che vide la scena, corse in mio soccorso, mettendo fuori uso l’ubriacone, et voilà, ora per fortuna sono qui a parlare con voi”
non ci potevo credere, Jack l’eroe. Tentai di incontrare il suo sguardo dopo il racconto, lui però non me lo permise, frugando gli oggetti che trovava girando per la casa.
“Capitan Jack Sparrow, il paladino degli indifesi”
lo canzonai, raggiungendolo. Jack sbuffò.
“non è andata proprio così.. quell’ubriacone voleva uccidere la mia fonte d’informazioni, l’ho fatto solo per quello..”
mi rivelò, abbassando la voce.
“perché fingi che non t’importi niente di nessuno? Tu l’hai fatto perché era una cosa giusta da fare..”
Jack continuava a camminare, ed io a seguirlo.
“sei un brav’uomo, fattene una ragione”
gli sussurrai. Jack sbuffò nuovamente, fermandosi.
“se sono bravo allora perché adesso sto prendendo questo oggetto di cui non conosco la funzione e lo nascondo in tasca?”
io velocemente tentai di fermarlo, cercando di impossessarmi dell’oggetto.
“non fare il bambino, rimettilo al suo posto!”
mi sentivo come una madre alle prese con il figlio ladruncolo. Per fortuna l’uomo che venera tanto il mio infantile fratellone era andato in un’altra stanza a portare qualcosa da mangiare. Così adesso avevo un margine di tempo per far ragionare quella testa calda di un pirata che mi ritrovavo come parente.
“tranquilla, non l’ho preso veramente, ho solo fatto finta, vedi?”
m’indico l’oggetto ancora al suo posto.
“ma non mettere più in dubbio il mio lato piratesco o vedrai come sono gentile e buono mentre abbandono la mia sorellina nel primo angolo di terra disponibile”
io non stavo mettendo in dubbio un bel niente! Lasciai perdere, distraendomi con il ritorno del vecchio amico di Jack, che aveva con se un enorme vassoio con (Dio ti ringrazio!) dei dolci! Come una sopravvissuta ad un mese di digiuno, corsi ad afferrarne uno. Erano secoli che non addentavo qualcosa che non fosse comune cibo cucinato come meglio si poteva dal cuoco della Perla. Non feci nemmeno caso alla crema che mi sporcava il viso, almeno finchè non vidi cos’altro aveva portato con sé l’uomo.
“questo è mio nipote John, è inglese come voi, si è gentilmente offerto di dare una mano ad un vecchio bacucco come me per un mesetto”
Sorridente poggiò la mano sulla spalla di quell’incantevole John. Non era un ragazzo, aveva più anni di me sicuramente, era un uomo, uno stupendo uomo. I capelli castani non troppo lunghi, e due occhi castani che.. oddio, stavano fissando proprio me! Anzi, mi correggo, stavano fissando il disastro che avevo fatto mangiando quel dolce! Subito afferrai un fazzoletto, pulendomi il viso ad una velocità straordinaria. Persino Jack ne rimase colpito, capendo, perspicace com’era, che tutta la velocità era dovuta al nuovo arrivato. Quest’ultimo sorrideva timidamente, ancora fermo accanto a suo zio.
“John, questo è Capitan Jack Sparrow”
Jack salutò con un cenno, mentre si versava da bere.
“e questa è..”
mi ricordai solo ora che non mi ero ancora presentata.
“Alex..is! Alexis! Sparrow.. Alexis Sparrow”
ci mancava solo che mi dimenticassi come mi chiamavo. John mi sorrise, salutandomi (oh mio Dio!) con un elegante baciamano. L’ultimo che mi aveva salutato in questo modo era stato Henry, e devo dire che John lo batte di molto nella dolcezza del gesto.
“piacere di conoscerti”
la bellezza del parlare con chi non è nobile, è che ti da subito del tu senza doverlo chiedere più volte.
“Ora discutiamo d’affari”
Jack si mise in mezzo, interrompendo lo scambio di sguardi tra me e John. In quell’istante avrei voluto ucciderlo!
“la Masque.. il suo rifugio è qui se non sbaglio..”
mi accomodai alla sinistra di Jack, mentre John si sedette davanti a me, alla destra di suo zio. Se prima sapere come si chiamava lo sconosciuto mi sembrava importante, adesso era un dettaglio su cui potevo tranquillamente sorvolare.
exact (esatto nda), sia io che mio nipote sappiamo dove si trova esattamente, in molti lo sanno.. solo pochi però hanno il coraggio necessario per andarci”
perché le voci mi sembravano ronzii di sottofondo? E perché non riuscivo a smettere di fissare John? E perché avevo questa strana morsa allo stomaco?
“in questo caso il coraggio non ci manca. Devi solo indicarci la strada, ed al resto ci pensiamo noi”
anche John conosce la strada? Ti prego fa che sia lui a dirci dove andare! Ti prego, ti prego!!!
“per evitare brutti incontri ci conviene andare via mare, se volete posso venire io con voi”
propose John. Mille volte si! Le mie preghiere erano state esaudite!
“si!”
risposi pimpante a voce alta, senza rendermene conto. Subito mi schiarii la voce, rossa in viso..
“ehm.. volevo dire, si, penso sia una buona idea..”
John mi sorrise nuovamente. Non sapevo se era per pietà o per semplice gentilezza. In ogni caso, ci alzammo tutti e quattro, e poco prima che raggiungessimo l’uscio, Jack mi fermò, trattenendomi per un braccio.
“ricordati che ti tengo d’occhio”
mi sussurrò. Che cosa intendeva dire?


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Capitolo 16
*** Nemiche Amiche ***


Ahoy!! Ecco che ritorno, sempre di sabato, con un nuovo cappy! Il weekend m'ispira^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: non sono una gran romanticona, anzi, diciamo che dico di non esserlo, mentre in realtà mi piace un sacco far innamorare dei personaggi *__* quello che non sopporto sono le cose troppo sdolcinate, quindi non scriverò mai di Alexis che dice "ti amo tanto, ma tanto, tanto!" e John risponde "anch'io! anzi, io di più! più di tanto!" savvy? xD John ha già fatto strage di cuori u.u hihi ciauz^^

Per emmawh: Jack è un futuro eroe u.u wow presto sposi! anche se credo che Jackuccio non sarebbe molto d'accordo xD I'm agree (visto che siamo in tema d'inglese xD) quella del concerto la sapevo (cavoli come vorrei anch'io andarci!!! *____*) del servizio con la famiglia non lo sapevo.. hai qualche link delle foto o qualcosa di simile??** (scusa l'attacco da fanatica, ma quando si parla di Johnny il lato più fanatico che è in me prende vita xD) la figlia non la sopporto proprio, non ha preso nulla dal padre (e non mi riferisco solo dell'aspetto) -.- mmm.. era troppo breve per saltare un intera settimana (peccato ç_ç) però sono riuscita a saltare il compito di matematica e fino a lunedì il prof (sempre di mate) non c'era perchè era in ritiro a Verona (ritiro spirituale? boh ._.), quindi è stata una bella settimana tutto sommato^^ ciauz e buona lettura :D

Per Rebecca Lupin: mmm.. interessante.. che presagio? chissà che non ci hai preso.. ammettilo, sei una sensitiva xD anche se non posso anticiparti niente.. oki, ciauz e buona lettura^^

Per Fannysparrow: sono d'accordo! non a caso anche oggi ho aggiornato di sabato, sarà il weekend che m'ispira^^ esatto, Jackie è un eroe vero! altro che i supereroi di oggi u.u ohhhh anch'io adoro i gatti *__* il mio amore invece si chiama Piciccio (Piccolo+Ciccione= Piciccio xD che nome scemo che gli ho dato xD) anche se oggi sono un po' arrabbiata con lui perchè stamattina è salito in camera e mi ha svegliato un ora in anticipo -.- vabbè, lo amo lo stesso xD coooomunque! sono d'accordo su Jack *ç* buona lettura^^



+_Capitolo 16_+
+_Nemiche_Amiche _+
(quando basta poco per sorridere)




Un raggio di sole illuminava la fiancata della Perla, ed il luccichio dell’acqua baciata dalla luce donava alla nave un aspetto magico, era davvero bella. A confermare il mio giudizio fu l’espressione incantata di John non appena la vide. Jack come al solito la fissava soddisfatto, felice di sapere che quella bellissima nave era sua.
“è stupenda”
mormorò John, non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso. Sarebbe bello se i suoi occhi mi fissassero in quel modo..
“è tua?”
mi domandò. Davvero gli sembravo una piratessa capace di governare un simile gioiello? Stavo per rispondere un semplice “no”, quando Jack si mise in mezzo alla discussione.
“assolutamente no, è la mia nave.. con lei la Perla non vedrebbe l’alba del giorno dopo”
mi sfotté con la solita delicatezza tipica dei pirati. Le mie guance si tinsero di rosa, mentre evitando lo sguardo di John, m’imbarcavo insieme a Jack.
“questo giovanotto ci condurrà al covo della Masque”
lo presentò velocemente alla ciurma. Alcuni lo salutarono con un cenno, altri si limitarono a gettargli un breve sguardo. Gibbs corse da noi non appena mettemmo piede a bordo.
“salve”
salutò velocemente John, spostando subito la sua attenzione sul Capitano.
“forse è il caso che la signorina Alexis vada dalla sua amica.. è leggermente.. ehm.. fuori di senno”
comunicò a Jack, mantenendo un tono basso. Il nostromo come sempre non sapeva come chiamarmi, a volte ero “Miss Alexis”, “Miss Sparrow”, adesso “la signorina Alexis”. Un giorno di questi dovrò dirgli di chiamarmi semplicemente Alexis. Inoltre il fatto che dicesse le cose che mi riguardavano prima a Jack, quasi a chiedere la sua approvazione, che alla diretta interessata mi dava leggermente fastidio. In ogni caso, non ci misi molto a capire che per “amica fuori di senno” intendeva quella pazza suicida di Lisey.
“Gibbs dice che..”
lo bloccai prima che ripetesse le parole che, essendo accanto a loro due, avevo già sentito.
“vado”
rivolsi un ultimo sguardo a John, prima di passare dalla sua bellezza al viso depresso di Lisey.
Se Jack le aveva dato l’ordine di riposare doveva trovarsi sicuramente nella nostra cabina. Non morivo dalla voglia di ritrovarmi nuovamente da sola con lei nella stessa stanza, poiché l’ultima volta non era andata molto bene. Prima di bussare alla porta mi feci forza, posando la mano sulla maniglia.
ora!
aprii la porta con uno scatto. Lisey era immobile sul letto, teneva strette al petto le ginocchia, e lo sguardo era posato sul gambo privo di petali di un’ormai appassita rosa. Forse ero ancora in tempo per tornare indietro...
“non sono pazza”
sussurrò, senza posare gli occhi su di me. Cosa che mi rassicurò di poco, non avendo voglia d’immergermi nella tristezza del suo sguardo.
Con cautela compietti alcuni passi verso di lei, rimanendo ad almeno altri tre passi di distanza.
“lo so”
risposi, mentre Lisey allungava la mano e prendeva il gambo del fiore.
“tu hai paura di me”
non era una domanda. Leggermente spiazzata da quelle parole, annuì rassegnata, rifiutandomi di fingere e di mostrarmi sicura dinanzi alla mia portatrice di sventure.
“la maschera.. è di lui che devi aver paura.. non di me”
parlava con lentezza e calma, mentre si rigirava il gambo tra le dita. Con uno scatto lo lanciò per terra, ed io per poco non mi presi un infarto. L’ansia che si era creata attorno a noi era così carica di tensione che un gesto così brusco mi aveva terrorizzata, nonostante me lo aspettassi.
“io ho paura anche di lui”
confessai, incontrando gli occhi di Lisey nascosti da alcune ciocche di capelli. Velocemente distolsi lo sguardo, preferendo la vista del gambo a quella della ragazza davanti a me.
“allora perché stai andando da lui?”
mi domandò, alzandosi dal letto. Posai nuovamente lo sguardo su di lei, cercando di prevenire ogni sua possibile mossa. Ogni sua azione poteva precedere un attacco, e non intendevo rimanere nuovamente rinchiusa nella cabina.
“a volte è meglio andare incontro al pericolo che fuggire”
spiegai, ricordandomi solo dopo che era esattamente quello che aveva fatto Lisey fino ad’ora, era fuggita. I suoi enormi occhi color acquamarina mi fissarono, colti d’improvviso da uno dei suoi tanti ricordi.
“come fai a saperlo? Come fai a sapere che è meglio? Se muori non è meglio!”
mi rispose, raggiungendomi. Ora eravamo a pochi centimetri di distanza, ed io temevo vivamente che quella mano chiusa a pugno fosse pronta a scagliarsi contro di me.
“non lo so... ma preferisco morire dopo aver lottato per sopravvivere che passare tutta la mia vita a nascondermi”
mi resi conto di quanto quelle parole potevano risultare dure per Lisey. Ma non potevo dire altro, era questa la verità. Era questo il motivo per cui non supplicavo Jack di riportarmi indietro. Lo capii solo in quell’istante. Con mia estrema gioia la mano chiusa a pugno si allentò, ora non sembrava più sul punto di colpirmi. Non era né sull’orlo di una crisi isterica, né sul punto di piangere.
“hai ragione”
mormorò semplicemente, emettendo un sospiro sconsolato.
La vidi allontanarsi, e raggiungere una trave sul pavimento. Con qualche colpo ben studiato, la trave si alzò. Lisey immerse la mano lì dentro, estraendo due spade. Precisamente la sua e la mia, quella che mi aveva rubato!
“pensavo solo che lasciare le armi sotto il letto fosse poco prudente.. non volevo rubarle”
mi spiegò, porgendomi la mia cara spada. Mi concedetti qualche istante per contemplarla, quanto mi era mancata!
“spero non vi disturbi se una pazza suicida si unisce a voi”
le sorrisi, scuotendo la testa.
“no, in qualche occasione può anche essere utile... ad esempio abbiamo risparmiato tempo per raggiungere il porto”
scherzai, dimenticando per un istante l’odio che avevo provato per Lisey in tutto quel tempo.
“Gibbs mi ha detto che stavi dando di matto”
le dissi, sul suo viso il sorriso si allargò.
“è stato piuttosto divertente vedere metà della ciurma terrorizzata, compreso il nostromo”
ridacchiò, sistemando la spada nella cintura.
“stavi fingendo!”
esclamai, con una punta di rimprovero, unendomi in un attimo alla sua risata. Era da tanto che non ridevo così...
“era l’unico modo per essere sicura che ti permettessero di vedermi.. saranno pure pirati, ma come tutti gli uomini temono l’ira di una donna almeno quanto quella di un pericoloso mostro marino”
continuammo a ridere. Forse, in realtà, Lisey non era poi così odiosa come pensavo..


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Capitolo 17
*** Verso La Tana Del Lupo ***


Ahoy!! Che bello, oggi è Halloween, la mia festa preferita^^ ed ecco che puntuale aggiorno con un nuovo cappy^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: felice che ti stiano simpatiche, è fondamentale per me u.u davvero? W Alexis e Lisey allora xD vedrai cos'ho in serbo per il bel John.. buona lettura^^

Per emmawh: sono d'accordo, degna Sparrow u.u Gibbs lo adoro, può sembrare stupido ma viene subito dopo Barbossa, è il mio terzo personaggio preferito xD che dici.. combino qualcosa tra Lisey e Gibbs? xD il nostromo ce l'ho sempre visto bene innamorato, a volte ho una grande fantasia... secondo me: Jack dovrebbe proprio avere una sorella o una figlia, ma anche tutte e due; Barbossa dovrebbe avere un passato mooolto tormentato; Gibbs dovrebbe innamorarsi di una ragazza, ma essere troppo timido per confessarglielo.. perchè lui con le donne vere non ci sa fare molto.. e queste sono solo alcune delle idee che mi vengono mentre guardo potc xD hai indovinato su John! l'ispirazione è giunta proprio mentre pensavo all'Eccelso** anche se non sono sicura di riuscire a renderlo bene.. finisco sempre in crisi quando provo a pensare a come agirebbe lui.. il Sommo.. il Grande... *____* io invece in filosofia ho preso 6- - - (perchè solo 6- non bastava -.-) nonostante le abbia detto tutto.. per me vale anche molto come voto u.u tenendo conto che a chi le ha detto il programma più altri capitoli che abbiamo ancora appena iniziato le ha messo 6, 6- - - è anche un bel voto in confronto U.U il mio prof di mate è tutto schizzato, non mi sembrerebbe strano se fosse davvero in ritiro spirituale.. visto che si considera Dio (parole sue, dice di essere davvero Dio O.O) grazie per il link, di quelle foto avevo visto solo quella dove ci sono tutti e quattro.. Jack D. è troppo caruccio vestito da pirata *____* Lily Rose..beh...lasciamo stare... sai che ci ho pensato un sacco di volte a Depp/Junior come seconda possibilità? xD non sarebbe male.. tranne l'enooooooorme differenza di età... ma chissà... se gli piacciono le donne più grandi è perfetto u.u buon halloween e buona lettura^^ ciauuuuz^^

Per Fannysparrow: Jackie non conta, con lui ci starei benissimo tra una marea di rozzi pirati, tanto c'è lui che mi difende *-* Gibbs ogni tanto ricompare, come il prezzemolo si mette in mezzo, in questo cappy l'ho unito all'allegra combriccola che va dalla Masque^^ giusta osservazione, in effetti dare del lei ad un pirata suona male.. però quando vogliono tenere le distanze gli danno del lei... con John diventeranno i Fantastici Cinque u.u Piciccio è felice che non trovi ridicolo il suo nome, ti saluta: Miao! buon halloween e buona lettura ^__^



+_Capitolo 17_+
+_Verso_La_Tana_Del_Lupo_+
(quando si passa dalle parole ai fatti)




“un modo per accedere al rifugio è quello di passare per la grotta dei Vendicativi.. in quanti scendono?”
domandò John, guardando dritto davanti a sé. Io mi feci avanti con accanto Lisey, entrambe avevamo le spade ben impugnate in mano.
“io, Alexis, tu, Gibbs...”
contò Jack, indicandoci uno ad uno. L’indice si fermò su Lisey, spostando subito lo sguardo nella mia direzione.
“con Lisey siamo in cinque”
esclamai sicura di me stessa, attendendo la reazione di Jack. Quest’ultimo mostrò la sua approvazione con un sorriso appena accennato.
“bene.. vedete quella protuberanza della montagna ad alcuni metri di distanza da noi?”
John indicò quella che dovrebbe essere la grotta dei Vendicativi.. ma io non vedevo nessuna via d’accesso.
“si... ma non c’è l’entrata”
John mi sorrise, con ancora il dito puntato verso la grotta.
“la marea l’ha nascosta anni fa.. per accedervi dobbiamo passare sott’acqua”
annuii con un sorriso da ebete stampato in faccia, ancora persa negli occhi di John. Come al solito ci pensò Jack a risvegliarmi da quello stato di trance.
“allora.. che aspettiamo a tuffarci?”
esclamò, con le mani sui fianchi, scrutando l’acqua sottostante con occhio critico.
“siamo sicuri che non ci siano bestie assetate di sangue sott’acqua.. o simpatici amici che ci attendono nella grotta per darci il benvenuto a modo loro?”
Lisey si accostò a noi, tenendo la spada più vicina a lei, quasi stessero per attaccarla in quel preciso istante.
“non lo possiamo sapere.. correremo il rischio”
rispose John. Jack, stranamente impaziente di andare incontro al rischio, si liberò della giacca pesante e di alcune armi ingombranti, pronto a tuffarsi. Io dovetti solo assicurarmi che la spada fosse legata bene addosso, in modo da non perderla in acqua.
Uno dopo l’altro ci gettammo in mare, lasciando che John ci precedesse, in modo da indicarci la strada.
In breve tempo raggiungemmo la superficie dall’altra parte. Ed eccoci tutti e cinque, fradici dalla testa ai piedi, all’interno della grotta.
“com’è esattamente questo rifugio?”
domandai, cercando di liberarmi di quanta più acqua possibile mi fosse rimasta addosso.
“non ne ho idea.. tutti sanno come arrivarci ma nessuno ne ha il coraggio.. nessuno ha mai raccontato di cosa ci fosse oltre la grotta”
rivelò John, estraendo la spada. Tutti noi lo imitammo, non sapendo bene cosa aspettarci.
“forse perché nessuno ne è uscito vivo per poterlo raccontare...”
esclamò Lisey, con il suo solito ottimismo. John non rispose, cosa che mi portò a pensare che le parole di Lisey non erano semplice pessimismo.
Insieme ci avviamo, cautamente, all’interno della grotta. Approfittai dallo spazio libero accanto a John per affiancarmi a lui. Non appena si accorse di avermi vicina, mi sorrise, ed io mi accostai di più a lui. Jack era alle mie spalle, che, continuando a tenere lo sguardo davanti a sé, si avvicinava sempre di più. Io continuai a diminuire le distanze tra me e John, prima che il mio caro fratellone potesse frapporsi a noi. Era una mia sensazione o la velocità dei suoi passi era aumentata di colpo? Ed ecco che con uno scatto riesce a dividerci, mettendosi in mezzo. Infuriata con lui gli diedi un piccolo colpo allo stomaco.
“ahi!”
“scusa”
finsi dispiacere, sbattendo le ciglia con fare angelico. Jack aveva capito le mie intenzioni, così mi restituì il colpo. Io gli diedi un’altra gomitata, lui mi restituì anche quella.
“oh oh”
la voce di Gibbs e Lisey in unisono attirò la nostra attenzione.
“ehm.. salve?”

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Capitolo 18
*** Sinistra O Destra? ***


Ahoy!! non ho mandato avanti il calendario, l'ispirazione è venuta prima e quindi anche il capitolo^^ anche se l'appuntamento di sabato non me lo toglie nessuno, quindi ci rivediamo il 7 novembre (che precisione u.u) =)
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: grassie^^ vedo che amate tutte il caro nostromo, anche secondo me con Jack fa molto ridere, sono una bella coppia (non in quel senso u.u) già, Jack è sempre molto dolse quando vuole, anche se non lo dimostra! buona lettura^^

Per Fannysparrow: Jack, essendo un uomo, sa come si comportano, o meglio, sa come si comporterebbe lui in quei casi, quindi teme che John faccia lo stesso con Alexis, cosa che lo porta alla gelosia (che ragionamenti contorti O.o) ma John è una brava persona.. sono d'accordo su Gibbs, ne sa una più del diavolo quell'uomo xD grazie per l'imbocca al lupo, spero vada tutto bene anche a te^^ buona lettura =)

Per emmawh: hehe l'appuntamento del sabato rimane, solo che oggi ero ispirata, così ho scritto un altro cappy^^ Gibbs e Lisey...mmm.. ci lavorerò, ho messo in moto la mia testolina xD Jack con la camicia bagnata *ççççç* come fa quell'uomo a redere sexy ogni cosa che fa? *___* come ho detto (anzi, scritto) poco fa a Fanny, Jack sa come si comportano gli uomini, cioè come si comporterebbe lui con una donna.. ed è questo ciò che teme per Alexis, anche se John è bravo u.u non preoccuparti, se è un Depp c'è la scusa, anche se piccolo.. per il momento è tenerissimo, chissà se da grande non diverrà come l'Eccelso *-* già, primo anno da filosofa e già non la sopporto più -.- non è male come materia, solo che la mia prof mi fa dannare, la prossima volta le tiro il libro addosso se non mi da almeno un 6 pieno (non chiedo troppo ç_ç) oddio, io sto diventando la ragazza da sette e mezzo, poichè i miei prof sono abituati a dare il dieci e il nove a chi a sempre avuto dieci e nove, ed io sto nel mezzo -.-" togliamo il sembra, è pazzo xD non molto alla Jack però... anche se sa spiegare abbastanza bene^^ anche una mia prof ha dato uno (senza il mezzo punto, altrimenti si montavano la testa u.u) anche i nostri (io più due amiche) programmi sono stati travolti, all'inizio volevamo andare al cinema, ma non riuscivamo a decidere il film (io volevo vedere Parnassus con Joh, che ancora adesso non ho visto ç_ç, Glo voleva vedere Amore 14, pietà çç__çç, e Ila un film horror, lo so che era halloween ma non potevo stare in una sala sapendo che nell'altra accanto c'era Joh sullo schermo...) alla fine siamo rimaste a casa, abbiamo visto in dvd halloween the beginning (che non faceva molta paura) e poi la sposa cadavere^^ Wall-E è proprio un film horror, immagino gli incubi XD buona lettura^^



+_Capitolo 18_+
+_Sinistra_O_Destra_?_+
(quando una semplice decisione vale più di quel che dovrebbe)




Non dicevano nulla, non ci attaccavano, non urlavano, non facevano niente di niente. Che nemici erano se non provavano nemmeno a respingerci? Erano davvero dei nemici?
“lasciate fare a me”
disse Jack, superandoci e parandosi davanti ai probabili avversari. Erano centinaia, tutti fermi immobili in diverse posizioni, alcuni coricati, altri seduti, altri ancora appoggiati al muro, ognuno con il viso coperto dal cappello. L’uomo a cui si avvicinò Jack era seduto comodamente su di una sedia posta accanto a delle scale.
Con attenzione raggiunse il soggetto, allungando la mano per portargli via il cappello. In quel modo potevamo capire subito se stava davvero dormendo, e nel caso ci fossimo sbagliati, l’uomo non avrebbe impiegato molto tempo a farci capire che era sveglio.
Con uno scattò il cappello venne allontanato dal proprietario, scaturendo il disgusto generale.
“non penso stia dormendo”
commentò Jack, lasciando cadere il cappello per terra, allontanandosi subito dopo da quell’orribile visuale. Lo sconosciuto era morto, l’assenza degli occhi e le altre ferite sul viso davano prova che la causa non era la vecchiaia. Il cadavere in precedenza non si trovava lì, lo si poteva intuire dalla striscia di sangue che proseguiva fino alle scale. In quell’istante non ero più tanto sicura di voler andare avanti...
“che ogni Dio presente sulla terra ci protegga... sono tutti morti?!”
domandò Gibbs, accompagnando lo stupore con una delle sue solite strane esclamazioni. Jack si avvicinò ad un altro uomo, con una smorfia di disgusto dipinta sul viso. Non ebbe nemmeno bisogno di levargli il cappello, la striscia di sangue raggiungeva anche lui.
“chi sarà stato?”
chiesi, evitando di posare lo sguardo sullo sconosciuto senza il viso coperto.
“spero non la Masque.. anche se è il primo sospettato”
si aggiunse John al discorso, seguendo con lo sguardo la scia rossa sul pavimento.
“un’anima combattente è un anima degna di questo nome”
Lisey tradusse la scritta in francese incisa accanto alle scale.
“forse si tratta del luogo dove tengono i cadaveri delle guardie morte per difendere il rifugio”
azzardai. Jack annuì, raggiungendo le scale.
“non ci resta che scoprire chi si nasconde oltre le scale”
tutti e cinque ci scambiammo uno sguardo, attendendo che qualcuno si facesse avanti per dirigere il gruppo.
“Jack, sei tu il Capitano, spetta a te il comando”
esclamò Lisey, facendo cenno al filibustiere di precederci.
“io sono solo un umile pirata, non conosco queste terre.. meglio se John ci indichi la strada.. potrei perdermi in queste scale francesi, con i muri francesi e tutto francese”
che accidenti stava blaterando? Subito scattai in difesa del bel John.
“scommetto che non è la prima volta che vai in territorio francese”
esclamai, incrociando le braccia.
“forse la signorina Lisey potrebbe aiutarci, lei è francese, conosce questi posti”
s’intromise Gibbs, ricevendo subito un’occhiataccia da parte della ragazza.
“perché non andate voi, invece?”
ribatté, compiendo un passo indietro, per liberare il passaggio e lasciare andare avanti Gibbs.
“la buona educazione implica che le donne debbano precedere gli uomini”
Jack tirò fuori un’altra scusa, ricevendo l’approvazione da parte di Gibbs che annuì, sostenendolo. In breve tempo iniziammo a litigare su chi dovesse andare per primo.
“non vorrei interrompere la vostra.. ehm ..discussione, ma io sarei disposto a guidarvi se non vi dispiace”
esclamò John. Senza che nessuno dicesse altro, lo seguimmo in silenzio su per le scale, mentre io mi davo della stupida per averlo difeso senza sapere se volesse davvero essere difeso.
I gradini sembravano non aver fine, e quando avevamo l’impressione di arrivare finalmente a destinazione, ecco apparire altre rampe di scale che ci attendevano.
Per nostra estrema gioia le scale giunsero al termine, ed ecco che l’eterno quesito del svoltare a destra o a sinistra si presentò davanti a noi.
“se fossi un pazzo assassino francese con una maschera dove mi nasconderei?”
mormorò Jack, guardando da una parte e poi dall’altra. A sinistra il corridoio proseguiva fino ad altre scale che conducevano più in alto, mentre a destra si presentava un corridoio pieno di porte.
“sono stanca, perciò io opto per le porte”
Lisey si spostò verso la destra, portando le mani ai fianchi, in attesa che gli altri esprimessero la loro decisione.
“se fossi un assassino starei il più in alto possibile, perciò..”
Jack si spostò invece a sinistra, ora io, John e Gibbs rimanevamo nel mezzo.
“su questo punto sono d’accordo con Jack”
esclamò John, raggiungendolo. Mentre Jack precisava “Capitan Jack Sparrow”, venendo comunque ignorato.
L’uomo della mia vita e mio fratello, non mi era difficile scegliere. Lo seguii a ruota, ed in breve fummo divisi in due gruppi. Gibbs fu costretto dallo sguardo omicida di Lisey a spostarsi verso destra.
“il primo che scopre qualcosa avverte l’altro?”
propose Lisey.
“si”
rispose Jack, non del tutto convinto. Le nostre strade si divisero, tre a sinistra e due a destra. Solo dopo notai che la striscia di sangue portava nella direzione scelta da noi, non prometteva nulla di buono...


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Capitolo 19
*** Verso L'Infinito E Oltre ***


Ahoy!! Sono tornata come ogni sabato! Oggi sono felice al 100000% sia perché a scuola sto andando bene sia perché sono andata a vedere Nemico Pubblico *_____*
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: scuse accettate^^ ormai è nato il loro fan club, si chiama Libbs forever, vuoi iscriverti? xD più che scintille saranno fulmini^^ buona lettura^^

Per emmawh: grassie ^///^ spero che anche gli accenni di humor di questo cappy ti piacciano^^ gran nome=grande uomo U_U il macabro è un residuo da Halloween, anche se i biscotti a forma di zucca malformata fatti da me e mia madre non erano molto macabri xD secondo mio zio invece le donne vanno sempre a sinistra (e molte volte c'ha pure ragione O_O) non scriverei mai di Lisey e Gibbs che fanno quello.. al massimo un accenno.. ma non ancora xD Lisey è piuttosto sveglia, ma Gibbs è troppo ritardato per il momento (senza offesa ^^' NdMe questa me la paghi >.< NdGibbs) Johnny diventerà illegale prima o poi, ne sono sicura u.u Nemico Pubblico l'ho appena visto, il film è molto Johnny (l'aggettivo migliore per descrivere una cosa stupenda *ç*) "La Ragazza Da Sette E Mezzo" prossimamente nei cinema xD oggi la mia prof di psicologia mi ha dato un altro 7 e mezzo, e mi sono fatta coraggio a chiederle perchè mi da sempre quel voto (avevo appena dato una delle mie migliori interrogazioni senza balbettamenti u.u) e lei mi ha detto che è perchè sono timida, se volevo di più dovevo cambiare il mio carattere OoO (ho usato la tua faccina, spero non mi farai causa^^) che ci posso fare se sono così? ç_ç l'ha detto come se fosse un optional da eliminare, grrr >.< quando stavo per incavolarmi è arrivata la prof di inglese ed ho scoperto che ho preso 9 e mezzo :DDDD al diavolo quella strega, ho preso il primo 9 e mezzo della mia vita :D tornando a noi (scusa lo sclero precedente xD) anche a me terrorizza, oggi ha tagliato la strada a me e alla mia amica O_O in classe ci ha detto che non ci ha lasciato attraversare perchè era offeso con noi che avevamo preso 4 all'ultima verifica (non è colpa mia, il giorno sembrava giusto come compito, apparte i numeri giganteschi...) comunque è da manicomio O.O ora ti lascio alla lettura, ciausss^^

Per Fannysparrow: l'influenza macabra di Halloween si fa sentire^^ l'humor per me è fondamentale, anche con un febbrone riuscirei lo stesso a scherzare U_U spero che anche l'humor di questo capitolo venga apprezzato^^ buona lettura^^



+_Capitolo 19_+
+_Verso_L’Infinito_E_Oltre_+
(quando un nemico è da non sottovalutare)




Dopo altri due piani di scale ero distrutta, e lo stesso valeva per Jack e John.
“questo piano non l’abbiamo già passato?”
domandò John. Il corridoio si estendeva su entrambi i lati, identico ai precedenti, con la stessa carta da parati e l’illusione che fosse infinito.
“in effetti mancano di originalità”
commentò Jack, guardando da un parte e poi dall’altra.
Insieme ci avviammo tra le porte, alla ricerca di altre scale per salire di un altro piano, nonostante i nostri piedi implorassero pietà.
Camminavamo e camminavamo, ancora e ancora. Quell’illusione sembrava prendere forma, il corridoio pareva non aver fine.
“siamo sicuri che sia la strada giusta?”
domandai. Jack scrutò l’ambiente circostante, dubbioso.
“meglio se torniamo indietro”
propose. Tutti e tre ci voltammo, riprendendo il cammino per tornare alle scale. Solo che dopo molta altra strada degli scalini non vi era traccia.
“non so voi, ma io sono leggermente confuso”
intervenne John. La fine del corridoio non era visibile né da una parte, né dall’altra. Com’era possibile? E che fine avevano fatto le scale con cui avevamo raggiunto questo piano?
“un incantesimo”
esclamò Jack, con decisione. Io e John ci scambiammo uno sguardo preoccupato.
“sicuro?”
domandai. Fissando il punto indefinito in cui lo sguardo di Jack era puntato.
“si, guarda là”
indicò la fine della carta da parati che s’incastrava nel pavimento.
“se tieni lo sguardo fisso su quel punto, noterai che l’immagine ogni tanto sparisce per pochi secondi, non è reale”
aveva ragione! Il corridoio su cui eravamo capitati non era reale, era stato riprodotto con un qualche incantesimo. Ora rimaneva da scoprire come interromperlo...
“che si fa?”
chiesi, attendendo una delle brillanti idee di Jack.
“potremmo lanciare un qualche oggetto contro il muro”
azzardò, guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa.
“se il muro non è reale non lo saranno neanche gli oggetti presenti”
c’illuminò John. Jack borbottò qualcosa che non riuscii a sentire, potendo immaginare chissà quale commento avesse espresso.
“gli oggetti nel corridoio no, ma i nostri si”
esclamai, folgorata dall’idea. Estrassi la mia spada, pronta a lanciarla contro il muro. Cosa che mi procurava un po’ di turbamento, poiché si trattava sempre della mia amata spada, anche se uscire dall’incantesimo era più importante di un effetto personale.
“scordatelo, non lancerò nessuno dei miei oggetti contro il muro”
Jack non la pensava come me, mentre posava la mano sull’elsa della spada, proteggendola gelosamente. Io sbuffai, fissando John come a chiedergli un po’ di sostegno.
“proviamo”
sorrisi alla sua approvazione. Contando fino al tre per lanciare le nostre spade.
“tre!”
le nostre lame si schiantarono contro l’ologramma, ricadendo subito a terra. Non aveva funzionato.
“almeno ci abbiamo provato”
esclamai, giustificandomi davanti al tronfio sorriso di Jack nel vedere il nostro fallimento.
“forse non è stato un totale fiasco”
disse John. Mi voltai pronta a chiedergli che cosa intendesse dire, quando l’immagine davanti a me rispose alla domanda prima che venisse posta. L’incantesimo stava svanendo, lo si poteva capire dall’ologramma che spariva, lasciando spazio al buio assoluto. Rischiavamo di essere risucchiati? Ci scambiammo uno sguardo terrorizzato, allontanandoci dall’immagine che svaniva.
“e ora cosa facciamo?”
tutto intorno a noi diventava un buio infinito, mentre noi tre ci stringevamo nell’unico angolino rimasto dell’ologramma. Chiusi gli occhi, incapace di guardare. Quando ci metteva a farci sparire dalla faccia della Terra?
La mancina era stretta nella mano di Jack, mentre la mano destra era custodita da John.
“ah!”
Jack aveva mollato la presa, ed ora aveva pure esclamato un “ah”! preoccupata aprii gli occhi.
“quasi non riesco più a muoverla, ancora un po’ e mi staccavi via la mano!”
l’immagine atroce che mi ero visualizzata in mente non esisteva, Jack si stava semplicemente lamentando della mia stretta di mano. Eravamo tornati al corridoio reale, quello con le scale alle nostre spalle. Diedi un colpo alla spalla di mio fratello, arrabbiata con lui per lo spavento che mi aveva fatto prendere. Poteva anche avvertirmi!
“sei un’idiota!”
esclamai, mettendo il broncio. Jack mi guardava contrariato.
“una mano dolorante, un colpo alla spalla ed un colorito insulto, e poi sono io quello antipatico”
disse Jack, aprendo e chiudendo il palmo della mano per riacquistare il pieno controllo dell’arto.
“ora cos’altro ci accadrà?”
domandò John, dopo aver (purtroppo) lasciato la mia mano.
“non ci resta che scoprirlo”
esclamai, con un tono decisamente drammatico.
“spero solo che la Masque non si diverti ancora a fare il piccolo mago”
e con questa profonda affermazione di Jack, ecco che tornavamo sui nostri passi...


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Capitolo 20
*** Nelle Mani Di Una Bambina ***


Ahoy!! Ho disegnato John, Lisey e Alexis, mi piacerebbe se mi diceste cosa ne pensate^^ :
http://vandortlover.deviantart.com/art/Last-Tears-2-POTC-fanfiction-143567294
Vi avverto che questo capitolo sarà in terza persona, svelerò che fine hanno fatto Gibbs e Lisey, e tornerò con Alexis nel prossimo capitolo^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: io amo la magia, quindi prima o poi dovevo metterla u.u ad Alexis e Jack non farei mai del male u.u anche a John *ç* lo scoprirai in questo cappy dove sono finiti Gibbs e Lisey, buona lettura^^

Per emmawh: ho messo il link del disegno, visto che brava? Ho seguito subito il tuo consiglio u.u xD purtroppo non è identico all’Eccelso, vabbè spero non sia troppo brutto^^ sarebbe bello vedere uno scontro tra la Masque e Harry Potter, chissà chi vincerebbe… Anch’io amo la sinistra, sia perché sono mancina, sia perché mi piace la parola sinistra xD avverti se riesci a vederlo, così poi possiamo commentare u.u beh posso dirti che nelle parti in cui è con Christian Bale ha quell‘incantevole ghigno come a sfotterlo (diciamo pure alla Jack xD) ***ççç*** complimenti per i fumetti in inglese^^ matematica è un tasto dolente per me -.- nessuna figuraccia, vengo dalla Sardegna^^ comunque l‘idea di buttarlo fuori a calci non è male xD ciauuuusss e buona lettura^^

Per Fannysparrow: la Masque si diverte a cimentarsi in diversi campi.. Sono d‘accordo su Jack! Tende sempre ad essere menefreghista, che sia una cosa da ricollegare alla sua infanzia?? Mmm… perdona l‘attacco da psicologa XD con Buzz abbiamo già chiarito, non mi fa causa se lo pubblicizzo un po’, perciò: * musica di sottofondo * vai a vedere Toy Story 3 quando esce, non te ne pentirai! * fine spazio pubblicitario xD * che bello Up! *-* buona lettura^^



+_Capitolo 20_+
+_Nelle_Mani_Di_Una_Bambina_+
(quando sacrificarsi per gli altri è l’unica possibilità)




Lisey e Gibbs si ritrovarono circondati da porte, senza avere la più pallida idea di dove cominciare. I due si scambiarono uno sguardo confuso.
“non ci resta che andare a tentativi”
Suggerì la francese, raggiungendo l‘uscio della prima stanza. Interdetta bussò sul legno duro, senza ricevere alcuna risposta. Fissò Gibbs in cerca di aiuto.
“proviamo”
Disse il nostromo, con tono non molto sicuro. Lisey girò la maniglia, aprendo la porta. Quella che apparve davanti a loro era una comunissima stanza da letto, troppo umile per appartenere ad una famiglia ricca. La ragazza si ricordava che Adrien era benestante, perciò non riusciva a spiegarsi tutta questa semplicità nell’arredamento. Lisey e Gibbs avanzarono nella stanza, iniziando a curiosare in giro.
“non sembra il tipico luogo dove alloggerebbe un assassino”
Commentò l‘uomo, passando un dito sul polveroso mobile accanto a lui. Lisey intanto curiosava nei cassetti presenti, trovando solo inutili oggetti.
“e tu come fai a saperlo?”
Lo sfidò lei, sorridendogli. Gibbs balbettò qualcosa d’incomprensibile, tornando a prestare attenzione agli oggetti intorno a lui. Lisey scosse la testa, si aspettava una reazione simile.
“qua non c’è un bel niente”
Affermò, gettando un copricapo che aveva appena trovato sul letto. Gibbs annuì, pronto ad andarsene anche lui dalla stanza, quando vide la ragazza fermarsi di botto a metà strada.
“hai sentito?”
Gli domandò, facendo cenno al nostromo di avvicinarsi. Un cantilenare privava la stanza del normale silenzio obbligatorio di una camera disabitata. L’uomo fissò con terrore la ragazza.
“il demonio!”
Esclamò, facendosi il segno della croce. Dando prova della sua superstizione tipica di un uomo di mare come lui. Lisey lo zittì bruscamente con la mano, cercando di capire da dove provenisse quella voce, così flebile, così dolce, la voce di una bambina. Iniziò ad avanzare lentamente verso l’uscita, seguita a ruota da Gibbs, che intanto si guardava attorno preoccupato.
La ragazza non avrebbe mai creduto che un uomo che aveva affrontato di tutto potesse aver più paura di lei in una situazione simile. Quasi le veniva voglia di prenderlo per le spalle e ricordargli che era un uomo e doveva comportarsi da tale.
Una volta che raggiunsero il corridoio la voce svanì. Lisey e Gibbs si guardarono intorno, ma non vi era traccia di nessuno.
“io proporrei di seguire la vecchia usanza piratesca e scappare”
Esclamò il nostromo, indicando il punto in cui iniziava il corridoio.
“scordatelo, siamo qui per scoprire qualcosa, e quella voce era quel qualcosa!”
Disse Lisey, sicura di se stessa. Un ombra si era appena fiondata in una stanza, la ragazza fece cenno a Gibbs di seguirla, incedendo con la stessa attenzione di prima.
“andare incontro al nemico non è mai una buona idea”
Borbottò il nostromo, seguendo Lisey controvoglia .
“anche rimanere fermi in un angolo a pregare non è una buona idea”
Ribatté la giovane, sostando davanti ad un’altra porta, esattamente quella in cui era entrata la misteriosa ombra di prima. I due si scambiarono un altro sguardo, Gibbs non sembrava sul punto di andare per primo, quindi fu la ragazza a farsi avanti.
La stanza era identica a quella di prima, solo più buia. La finestra era aperta e la tenda sventolava accanto a loro, nonostante tutto non sentivano freddo. Lisey si avvicinò ad essa, preoccupata.
“secondo te chi cantava si è gettato dalla finestra?”
Domandò, lei stessa non molto sicura della sua teoria. Gibbs si avvicinò alla ragazza, guardando anche lui di sotto.
“io non vedo nessuno”
Rispose l’uomo.
“finalmente siete arrivati”
Una voce zittì entrambi. Aveva lo stesso tono, apparteneva alla bambina che fino a poco fa stava cantilenando qualcosa! Lisey iniziò a prendere in considerazione la proposta di Gibbs di scappare, quando la ragazzina fece la sua comparsa davanti a loro.
Da un angolo buio la piccola figura femminile fece capolino. Aveva lunghi capelli rossi boccolati che adornavano i suoi dolci lineamenti, le iridi color mare fissavano il nostromo e la francese. Addosso portava un elegante abitino azzurro, ed in mano teneva una lettera.
“tu.. ci aspettavi?”
Chiese Lisey, confusa. Gibbs fu tentato di avvicinare la mano per vedere se era reale, ma quegli occhi freddi che li fissavano lo spingeva a non rischiare, dopotutto non sapeva di cos’era capace quella piccola donzella.
“non io…”
Ribatté semplicemente la bambina, scuotendo la testa.
“Adrien”
Lisey pronunciò il suo nome in un sussurro, la bambina annuì, allungando la mano con la lettera verso la ragazza.
“sono anni che vi aspetta”
Aggiunse, mentre Lisey prendeva la busta. Ne estrasse un foglio, iniziando a leggerlo. Gibbs si avvicinò a lei, unendosi alla lettura.
Finalmente siete giunta a me, dolce Branwen…
La voce le s’incrinò, ricordandosi dei dolci appellativi che adorava darle, a volte usava anche lingue diverse per mantenere l’originalità nel suo parlare, che tanto l’aveva incantata anni orsono. Utilizzava soprattutto Branwen, che era una divinità dell‘amore e della bellezza.
sono anni che cerco il vostro amore, tempo fa mi donaste la vostra anima
Lisey si ricordava quel giorno, le aveva domandato se all’alba del giorno dopo lei sarebbe stata ancora accanto a lui, e la sua esatta risposta era stata: “sarò presente domani e per molti anni ancora, la mia anima ti appartiene, senza di te non riuscirei a vivere” In quel periodo era molto innamorata, non poteva sapere cosa sarebbe accaduto.
invece mentivate, poiché il vostro corpo se n’è andato e l’anima mi avete rinnegato
Poteva immaginare quanta rabbia avesse provato da come le parole erano state impresse con forza in quel punto della lettera. Per poco non bucava il foglio..
il destino ci unisce, insieme possiamo fare tutto, da soli moriamo lentamente
Lisey scosse la testa, lei non si sentiva sul punto di morire, sapeva che restare con lui si sarebbe rivelato la fine dei suoi giorni, da quando era cambiato passare del tempo con Adrien era come sentirsi soffocare.
tutto ciò non importa più ormai, poiché sei tornata, sento la tua presenza, la tua e quella della giovane donzella con te
Entrambi si guardarono intorno.
“io non sono una giovane donzella”
Gibbs evidenziò l’ovvio, temendo che si riferisse a lui.
Lisey si ricordò in un istante di Alexis. Preoccupata continuò a leggere.
sarebbe infinitamente triste prendere l’anima di un’altra Branwen al posto tuo, ma la sua purezza basterebbe a sostituirti, poiché la tua pelle è già stata macchiata di colpa durante la tua fuga
Lisey intuì cosa volesse dire. Durante la sua fuga a Tortuga l’uomo che l’aveva aiutata ad imparare l’inglese era diventato un altro amore. Avevano passato la notte insieme, poi costui si era rivelato un traditore, ma non era quello che adesso importava. Lei non era più pura, e Adrien lo sapeva.
per averla dovrò fare altre vittime, ma non preoccuparti, non mi dimenticherò di te. Se vuoi puoi ancora rimediare, segui la piccola Branwen e l’altra fanciulla non prenderà il tuo posto. Il Tuo Amato Adrien
La firma finale era stata impressa di rosso, a differenza del resto della lettera scritta in inchiostro nero. La ragazza temeva si trattasse di sangue.
Guardò Gibbs che alternava lo sguardo da Lisey alla bambina, quest’ultima ora aveva abbandonato la sua postazione, dirigendosi fuori dalla stanza.
“seguiamola”
Ordinò Lisey, ricevendo l’approvazione del nostromo. I due imitarono la bambina, proseguendo per il corridoio fino a tornare al loro punto di partenza. Camminò ancora, prendendo la strada che avevano percorso Alexis, Jack e John. Ancora una volta la francese e il nostromo si scambiarono uno sguardo d’intesa, anche l’uomo sapeva che la bambina li stava conducendo dai loro compari.
Adrien avrebbe messo al suo fianco la prima delle due ad arrivare, ed in quell‘istante Alexis era in vantaggio. La francese accelerò il passo…


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Capitolo 21
*** Attraverso Lo Specchio ***


Ahoy!! Sono tornata come ogni sabato! Vi avviso che in questo capitolo tornerò a narrare in prima persona di Alexis…
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: sono d’accordo, adoro l’horror^^ povero Gibbs, il solito nostromo! Buona lettura^^

Per emmawh: anche tu mi sei mancata, ormai sono dipendente dai tuoi commenti, controllo ogni giorno se recensisci o aggiorni una delle tue fanfic^^ magari anche saltellante in un campo di girasoli con un cestino del pranzo in una mano (in quel caso deve stare attento ai lupi cattivi u.u) grande Gibbs xD ora sono passata dall’horror ad un capitolo un po’ malinconico.. Nella scena in cui piange mi era venuta voglia di attraversare lo schermo e raggiungerlo per consolarlo, povero amore ç__ç sono d’accordo, Mann poteva fare di meglio.. Troppo bella la scena in cui conosce Billie, ma io gli sarei caduta nelle braccia da subito, non avevo bisogno di sapere qualcosa in più su di lui xD quando hanno picchiato Billie per farla parlare grr che rabbia, povera ç__ç e quel “Bye Bye Blackbird”! ç____ç la canzone che canticchia la canticchio ancora, ogni giorno ad ogni ora XD che brutto però morire con la gola tagliata da un bambino O.O thank you per link dei siti, molto interessanti *-* non immagini quante volte ho preso brutti voti nei compiti di matematica in cui ero pure convinta fosse giusto, il prof detesta le mie scorciatoie^^ sarebbe bello se mi venissi a trovare! Abito in un paesino minuscolo della Sardegna, con a malapena 1.500 abitanti, lo adoro e lo odio contemporaneamente xD buona lettura =)

Per Fannysparrow: grazie, era una giornata in cui mi sentivo più poetica che comica.. La tua teoria della Lisey in miniatura può essere esatta.. Gibbs è un gran tenerone, I love him U.U XD Buzz si è ritenuto soddisfatto della pubblicità xD nel disegno Lisey dovrebbe tenere in mano una rosa, purtroppo l’ho fatto alle undici di notte quindi non ero molto consapevole di ciò che disegnavo ^^” buona lettura =)



+_Capitolo 21_+
+_Attraverso_Lo_Specchio_+
(quando il futuro è davanti agli occhi)




Un’ondata di soldati, lame affilate scagliate contro di noi, era questo ciò che temevo accadesse al nostro arrivo nel rifugio della Masque. Invece ecco che il “cattivo” in questione diventa (citando Jack) un piccolo mago e sconvolge le nostre aspettative con strani incantesimi. Tutto ciò mi aveva spiazzata, non avevo idea di cosa ci attendesse.
“ehm… è una mia sensazione, o siamo circondati da specchi?”
Domandò John, guardandosi attorno. Il nostro riflesso si estendeva in ogni lato della stanza. Vi erano specchi anche sul soffitto, eravamo circondati dalla nostra immagine.
“deve essere un tipo piuttosto vanitoso”
Commentò Jack, gesticolando davanti al suo riflesso. Anch’io mi avvicinai alla me stessa intrappolata dietro al vetro.
C’era qualcosa di sbagliato in lei, non era identica a me: più tenevo gli occhi fissi in quelli dell’Alexis oltre lo specchio, più notavo una strana luce nelle iridi castane. Il nocciola dei miei occhi sembrava ardere come il fuoco, sentii una brutta sensazione pervadere dentro di me. Distolsi lo sguardo con uno scatto, incontrando quello di John che mi fissava preoccupato.
“stai bene?”
Chiese con premura. Io annuii, non molto convinta, accennando un sorriso. Jack intanto era andato più avanti, ciondolando tra i tanti suoi simili riportati negli specchi attorno a lui. Io e John ci apprestammo a raggiungerlo, scorgendo il suo profilo sparire dietro un angolo. Girammo in tondo per un po’, ma di Jack non vi era più traccia. Era sparito?!
“se si tratta di uno dei tuoi scherzi sappi che non è divertente!”
Esclamai, sperando di udire la risposta ironica di Jack provenire da chissà dove accompagnata da uno dei suoi ghigni. Nulla, solo il rumore dei passi di John che cercava di non perdersi nel labirinto di specchi. Il luogo in cui ci trovavamo, infatti, non era un corridoio dritto, era più un continuo svoltare a destra o a sinistra, delle curve unite tra loro fino a formare un enorme serpente di specchi. Ed ora con il mio andare avanti e indietro rischiavo di perdere di vista anche John.
“Jack?? Smettila di scherzare!”
Continuai a chiamarlo, rifiutandomi di accettare l’idea che lo avevo perso. Non vi erano molte alternative, se non era più avanti non riuscivo a capire dove fosse. Mi sentivo più vulnerabile che mai senza mio fratello accanto.
“Jack!”
Dov’è? Non può sparire nel nulla, da qualche parte deve essere…
“Jack”
La voce mi si spense in un sussurro. Fissai la mia immagine riflessa con gli occhi pronti a scoppiare in un pianto disperato. La Alexis oltre lo specchio però non piangeva, era immobile con lo sguardo freddo puntato su di me. Incrinò le labbra in un ghigno che non prometteva nulla di buono, mentre notavo confusa che nel riflesso i miei capelli erano stranamente ordinati e cadevano dolcemente sulla pelle olivastra, al posto dei vestiti da pirati portavo un elegante abito rosso che toccava di poco il pavimento. Avevo un espressione compiaciuta sul volto, mentre una mano mi accarezzava l’incavo del collo.. un momento! Una figura maschile dal viso nascosto da una maschera apparve alle spalle della seconda Alexis. Istintivamente passai una mano nel punto in cui mi toccava nel riflesso.
“eccoti”
La voce di John che mi raggiungeva interruppe lo strano avvenimento. Ora potevo vedere com’ero in realtà: i capelli disordinati, i pantaloni sporchi ed ancora un po’ umidi, e le guance segnate da un’unica lacrima che era riuscita a superare la mia barriera di controllo. Distolsi lo sguardo dallo specchio per volgerlo verso John.
“hai trovato Jack?”
Gli domandai, dando un occhiata alle sue spalle, come ben sapevo il Capitano non era con lui.
“no… forse è semplicemente più avanti”
Provò a riaccendere la speranza in me. Io mi limitai a seguirlo, senza esporre il mio parere, ero troppo scossa e confusa per poter essere pessimista.
Proseguimmo per alcuni metri, gli specchi sembravano infiniti almeno quanto il corridoio di prima.
“non c’è”
Sottolineai l’ovvio, sentendo le lacrime ritornare. Le trattenni nuovamente, facendomi coraggio ad andare avanti. Mi sentivo una stupida a preoccuparmi così tanto per un uomo grande e in grado di affrontare il Kraken e risorgere. Eppure era così, avevo paura. Paura per lui e paura per me e John. Io non valevo neanche mezzo Sparrow in un duello.
“sbaglio o questo è di Jack?”
Chiese John, inchinandosi a prendere da terra un pezzo di stoffa che giaceva lì incustodito. Lo riconobbi subito, era quello che portava sempre alla cinta, ed ora era nelle mani di John invece che in quelle del suo proprietario.
“si, è di Jack!”
Esclamai gioviale, sentendo la speranza tornare. Presi in mano il pezzo di stoffa come se fosse un cimelio prezioso. Iniziai a fissarlo intensamente, quasi mi aspettassi che prendesse parola da un momento all’altro e mi aiutasse a ritrovare Jack.
“se ha lasciato una traccia non deve essere molto lontano”
Seguii John senza esitazioni, mentre nella mano sinistra stringevo forte il pezzo di stoffa. Dopo pochi metri un muro si parò davanti a noi. Stavo per chiedere cosa fare a John, quando un uomo spuntò dall’ombra raggiungendoci.
“mia Branwen, sei venuta”


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Capitolo 22
*** Metà Amore Metà Odio ***


Ahoy!! In questo capitolo si torna a parlare di Gibbs e Lisey, avviso già che nel prossimo invece che tornare ad Alexis e John, narrerò di cos’è successo a Jack =)
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: già, povero Jack.. Che fine avrà fatto lo scoprirai nel prossimo cappy.. Buona lettura^^

Per Fannysparrow: hihi ayò^^ (anche se in realtà vuol dire “andiamo” e non “ciao”, ma tranquilla fa nulla^^) grazie, mi piace la suspense u.u per scoprire che fine ha fatto Jack ti basterà aspettare il prossimo capitolo (lo so, sono un bel paio di giorni, ma purtroppo non ci posso fare niente ç_ç) ora vado ad intrufolarmi nella tua fanfic con una recensione, buona lettura =)



+_Capitolo 23_+
+_Metà_Amore_Metà_Odio_+
(quando l‘animo è diviso in due parti)




Il corridoio giunse alla fine, ora li attendeva una rampa di scale che portava al piano inferiore. Lisey e Gibbs continuarono a seguire la bambina, quest’ultima non si era voltata neanche una volta per assicurarsi di essere seguita. Adrien contava sul rapporto di amicizia tra Lisey ed Alexis, perciò sapeva che nonostante tutto ciò che avevano passato insieme, Lisey non avrebbe mai lasciato che Alexis prendesse il suo posto.
Raggiunsero l’ultimo scalino, e con un piede toccarono l’inizio di un altro corridoio. Questa volta il cammino non fu molto lungo, infatti la bambina si fermò prima, davanti ad una porta in legno. Solo allora si voltò, dandogli prova che non si era dimenticata di loro.
“entro prima io”
Disse, inserendo la chiave in ottone nella serratura. Con uno scatto la porta si aprì, la piccola fece loro cenno di aspettare ancora una volta, poi sparì dentro la stanza. Gibbs e Lisey si scambiarono l’ennesimo sguardo preoccupato.
“il mio padrone ha detto che il tipo bassottino non può entrare”
Il viso della bambina fece capolino da dietro la porta, le sue iridi chiare fissavano Gibbs in attesa di una reazione. Il nostromo passò lo sguardo da Lisey alla piccolina, impacciato.
“non preoccuparti per me, tu vai”
Intervenne Lisey, facendo un passo in avanti.
“raggiungi Jack e gli altri, avvertili di cosa sta accadendo”
Aggiunse in un sussurro, sperando vivamente che non fosse troppo tardi. Gibbs annuì, sparendo dietro l’angolo.
“seguimi”
La piccola manina strinse quella più grande di Lisey, conducendola all’interno della stanza. S’infiltrarono nel buio, l’ultimo squarcio di luce svanì quando la porta si chiuse alle loro spalle. Non riusciva a capire dove stessero andando, continuavano ad incedere nell’oscurità, la sua mano era ancora stretta a quella della bambina che non smetteva di trascinarla nel buio.
“siamo arrivate?”
Domandò dopo un attimo. La bambina si fermò, sentì la sua stretta affievolirsi fino a svanire. Lisey puntò lo sguardo, mantenuto basso fino a pochi istanti fa per timore di inciampare e cadere, davanti a sé. Delle candele sul pavimento illuminavano il cammino ed un tappeto rosso accoglieva i suoi passi. Proseguì verso la fine della luce, lì prese forma una vecchia poltrona. Solo che nessuno vi era seduto sopra.
“lui dov’è?”
Chiese, voltandosi nell’ombra dove presupponeva vi fosse ancora la bambina.
“dice che arriverà subito, prima deve sistemare una certa questione”
Non capiva come potesse parlare con Adrien, quando non era presente nella stanza. Compiette alcuni passi in sua direzione, guardandosi intorno.
“lui non c’è, ma io lo sento lo stesso.. noi due siamo collegati”
La bambina spuntò dall’ombra davanti a lei, due occhioni color mare riflettevano su Lisey ciò che la piccola provava nei confronti di Adrien.
“lui non è una brava persona”
Disse Lisey, quasi a giustificare il motivo per cui l’aveva abbandonato. Stava illudendo quella bambina esattamente come aveva illuso lei.
“io sono parte di lui, una parte incompleta del suo amore”
Mormorò, posando la piccola mano sul petto. Lisey rimase pietrificata dalle sue parole, adesso Adrien era arrivato ad amare una bambina?
“lui ti ama?”
Domandò. La bambina alzò lo sguardo su di lei, mentre le sue mani andavano a congiungersi con quelle della francesina. Un piccolo sorriso fece capolino in quel viso minuto.
“no, lui ama noi”
Lisey sbiancò, ritraendo le mani. Cosa intendeva con quel “noi”?
“non guardarmi così, io sono te, tu sei me, sono il tuo passato, parte dell’amore che hai lasciato ad Adrien”
Lisey era ancora scossa, non riusciva a capire come fosse possibile.
“è grazie a me se lui sa tutto ciò che ti succede, sento le tue emozioni, i tuoi pensieri mi vengono alla mente in modo un po’ confuso.. però riesco a capire cosa desideri”
Quegli occhi acquamarina puntati su di lei la inquietavano, aveva paura, paura di se stessa? Lisey retrocedette lentamente, mentre la sua versione più piccola le andava incontro minacciosa.
“non immagini nemmeno quanto male gli hai fatto andandotene”
Assunse un tono accusatorio insieme ad uno sguardo torvo che la metteva a disagio.
“tu sei tornata qui per riprenderti l’altra parte di te stessa che gli hai lasciato, è questo che ti ha spinta a venire fin qui, non Adrien”
Che non era tornata per Adrien lo sapeva, ma che le strane sensazioni che provava fossero dovute dalla nostalgia per metà di se stessa no. Non aveva mai sentito un così grande vuoto, si sentiva completa.
“non sono tornata né per te, né per Adrien”
Finì per cadere sulla poltrona. La bambina la fissava con rabbia, le sue mani erano chiuse a pugno, e sembrava sul punto di urlare.
“bugiarda! Io non verrò con te, amo Adrien!”
Davvero un tempo era così ingenua e così piena d’amore? Non voleva assolutamente tornare come prima, riavere quel piccolo mostro in corpo l’avrebbe fatta cadere nelle braccia di Adrien, e di sicuro nella disperazione che l’aveva colpita anni fa.
La bambina cambiò espressione, massaggiandosi le tempie con gli occhi chiusi.
“Adrien dice che mi devo calmare, che se tutto andrà come i suoi piani io rimarrò con lui, solo con un nuovo corpo”
Quegli occhi gelidi vennero nuovamente puntati su Lisey. Voleva prendere il suo corpo e neutralizzare l’animo che si ribellava all’amore di Adrien?!
“dì ad Adrien che lo amerò di nuovo, non è necessaria nessuna manovra estrema”
La bambina si accigliò, scuotendo la testa.
“tu con Adrien non ci parli”


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Capitolo 23
*** Riunione Di Famiglia ***


Ahoy!! In questo capitolo torno a parlare di Jack! * colombe si alzano in cielo e uccellini cinguettano felici * La mia autostima raso terra mi dice che questo capitolo fa schifo, e potrebbe avere ragione poiché l’ho appena scritto con un po’ di febbre, però l’idea dovevo scriverla ad ogni costo, quindi ta-dah! A voi il verdetto.. Abbiate pietà di me xD (se ce la faccio, in questi giorni in cui non c’è scuola, scrivo un altro capitolo e lo pubblico prima di sabato..)
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: Hehe lo scoprirai subito! Buona lettura =)

Per emmawh: scuse accettate^^ sono d’accordo con te, Jack è capace di tutto ormai u.u beh in quel caso mi sarei aggiunta anch’io ad ammirarlo *-* hehe tra Alexis e John dovrò smuovere qualcosa prima o poi… per chi darà il colpo di grazia alla Masque ce l‘ho in mente dall‘inizio della fic, mi è venuta l‘ispirazione in un sogno =D uhhh Johnny spagnolo! Assolutamente da vedere in lingua originale, sarà di sicuro mui caliente *ç* io invece questa settimana dovevo fare una ricerca su una tradizione religiosa del mio paese -.-! La sfortuna ha messo spesso i bastoni tra le ruote, io ed una mia amica per poco rischiavamo di non finirla in tempo! Alla fine ce l’abbiamo fatta (anche se non so ancora il voto..) però con tutto il tempo che ho passato all’aperto con il brutto tempo mi sono influenzata! Uff >.< hihi ho visto che hai fatto resuscitare 10 motivi per odiarmi! Tra poco vado a leggere u.u no Facebook non ce l’ho, io ed i social network non andiamo molto d’accordo (in parole povere non ci capisco un tubo =.=) io suono il piano da quando sono piccola, per la chitarra dovevo iniziare a prendere lezioni, però chi doveva insegnarmi non ha più tempo libero per farmi da insegnante, quindi dovrò aspettare l‘estate -.- che dici, se chiedo a Johnny delle lezioni di chitarra mi aiuterà? Se insegna a Vanessa può insegnare anche a me u.u (noo ti prego pietà!! ç__ç ndJohnny) vabbuà buona lettura!! ^__^

Per Fannysparrow: da me sono state le mie amiche a portarmi a vedere New Moon, l’istinto omicida verso quel disonore per i vampiri chiamato Edward Cullen ha raggiunto le stelle.. Cooomunque! Non preoccuparti, l’ansia finisce qui, perché ecco che dico dove è andato a finire il nostro amato Capitano! Grazie per i complimenti! Buona lettura^^



+_Capitolo 23_+
+_Riunione_Di_Famiglia_+
(quando tre è meglio di uno)




Non aveva le allucinazioni, lui di solito non si sbagliava mai, quella era davvero una via d’uscita da quel labirinto!
Nascosta in un angolo buio vi era una porta, Jack vi si avvicinò speranzoso, temeva che la serratura fosse bloccata. Posò la mano ingioiellata nella maniglia, che scattò con facilità aprendosi davanti a lui. Si voltò verso il labirinto, pronto a richiamare Alexis e John per avvertirli della sua scoperta. Ciondolante tornò indietro, fermandosi a pochi metri dalla porta nascosta. Guardò a destra e poi a sinistra, non c’era nessuno. Eppure era certo di non essersi allontanato troppo..
“ohi! Dove siete?”
Incedette per alcuni passi, fermandosi poi al punto di prima. Sbuffò, tornando a prestare attenzione alla porta nascosta. L’avevano lasciato lì da solo, peggio per loro!
Aprì di più la porta, rivelando un corridoio buio. Dopo una veloce occhiata, decise di avviarsi più all’interno, iniziando a percorrere quel corridoio che portava chissà dove.
“un po’ di luce qui farebbe comodo! Ahi!”
Balzò di poco in avanti, era appena inciampato contro qualche masso. Maledicendo tutto quel buio, proseguì per il corridoio, finché esso non giunse alla fine, rivelando un grande atrio disabitato.
“c’è qualcuno?”
Domandò, battendo il pugno contro uno dei mobili in legno accanto a lui. Quel rumore riecheggiò nella stanza, venendo poi risucchiato dal silenzio. Ora dove doveva andare? L’atrio si estendeva con due scalinate che si congiungevano dopo alcuni scalini, mentre a destra e sinistra costeggiavano alcune porte.
L’indice di Jack indicò tutte le possibilità, in una conta disegnata nell’aria. Alla fine il dito si fermò puntando una delle porte a destra. Non vedendo altre alternative, seguì il suo istinto avviandosi verso la porta indicata. Buona fortuna amico..


forse sto sbagliando strada..
Il nostromo aveva evitato fino ad’ora ogni svincolo, continuando ad andare dritto, fino a raggiungere, forse, il luogo da dove erano partiti lui e Lisey. Solo che ora non aveva idea di dove potesse essere Jack.
Si guardò intorno, decidendo da che parte svoltare. Alla fine optò per la sinistra, aveva il brutto presentimento di essere sul punto di perdersi. Dopo alcuni minuti di scalini, porte e angoli da svoltare, si ritrovò in un atrio completamente vuoto.
Gibbs compiette alcuni passi in avanti, di Jack non c’era traccia. Rassegnato fissò le scale con fiato ansante.
“come vorrei che il Capitano fosse qui”
Mormorò, sentendo già il dolore che gli avrebbe procurato altra fatica.


Solo un comunissimo sgabuzzino con l’occorrente per pulire, un altro buco nell’acqua. Jack ritornò indietro, aprendo la porta che dava per l’atrio di prima. Questa volta il suo istinto aveva fallito.
La prima cosa che vede tornando nella stanza era un uomo bassottino che si accingeva a salire le scale con indefiniti borbottii ad ogni scalino. Un momento! Lui conosceva quell’uomo bassottino! Era Gibbs!
“Gibbs!”
La voce di Jack gli giunse all’orecchio, facendogli perdere un attimo l’equilibrio per lo spavento. In un primo momento il nostromo pensò che fosse uno scherzo fatto apposta per confonderlo. Quello davanti a lui però era Jack in carne ed ossa, per una volta le sue preghiere avevano funzionato! Ed ora non devo più farmi altri piani di scale..
“Capitano! Siete proprio voi?!”
Gibbs lo raggiunse gioioso.
“certo che sono io! Ma come siete ridotto?”
Jack indicò il nostromo che ancora ansava sfinito.
“miss Lisey mi ha mandato per dirvi cosa sta succedendo”
Spiegò l’uomo, riprendendo finalmente fiato ed un po’ di colorito normale. Jack lo guardò attendendo il resto.
“e cos’è che sta succedendo?”
Chiese il filibustiere, aspettando una spiegazione più dettagliata.
“a quanto pare Adrien, la Masque, è intenzionato a riavere Lisey con se, infatti pare che tanti anni fa loro due erano molto innamorati, ma lui era più di un amore da pazzo maniaco, quindi Lisey scappò via e..”
“raccontami solo la versione ristretta, l’essenziale”
Jack lo interruppe, non avevano tempo per tutta la storia.
“Adrien vuole o miss Lisey o miss Alexis, la prima che arriva sarà sua”
Tagliò corto Gibbs, leggermente abbattuto per non aver potuto raccontare tutta la storia.
Jack fissò allarmato il nostromo, ricordandosi della sparizione di Alexis e John. Dove potevano essere andati??!!
“Lisey sa dove si trova Alexis?”
Domandò il Capitano, speranzoso.
“non lo so, vorrei che fosse qui, lei sa di sicuro più cose di me”
Mormorò il nostromo, lanciandosi in una delle sue affermazioni piene di speranza. In un istante una delle porte si aprì, rivelando una Lisey che a malapena si reggeva in piedi, da quanto aveva corso.
“wow, funziona!”
Esclamò il nostromo, felice che ancora una volta le sue preghiere si fossero esaudite.
“bravo! Ora prova a sperare che Alexis sia qui.. Magari spera anche in una bottiglia di rum”
Disse Jack, precipitandosi dalla ragazza. Lisey, nonostante fosse sfinita, continuava ad andare avanti, rifiutandosi di sedersi a prendere fiato.
“lei.. mi.. sta.. inseguendo!”
Esclamò la ragazza, continuando a scacciare via le mani di Jack che la invitavano a sedersi un attimo per riposare.
“lei chi?!”
Domandò Jack, confuso, lasciando cadere i suoi tentativi di fermare Lisey.
“la bambina con gli occhi di ghiaccio!”
Rispose allarmato il nostromo. Lisey annuì.
“esatto, e se non ci muoviamo ci raggiungerà e Dio solo sa cosa sarebbe capace di farci!”
Esclamò Lisey tutto d’un fiato, aggrappandosi a Gibbs nel tentativo di smuoverlo da lì per farlo scappare con lei. Jack li guardava ancora interdetto.
“scappare da una bambina?!”
Esclamò confuso, alternando lo sguardo dal nostromo alla ragazza. I due lo fissarono con rabbia per il suo scetticismo.
“già, proprio così!”
Rispose piccata Lisey, voltandosi per tornare alla sua fuga.
“cattiva ragazza.. dove ti sei cacciata?!”
Una voce malinconica giunse dalla porta da cui era uscita Lisey. Quest’ultima e Gibbs si scambiarono uno sguardo preoccupato, era la bambina! Jack si voltò, incontrando il visino imbronciato della piccola Lisey.
“bene, vi credo.. Andiamo!”
Gli era bastato uno sguardo per capire che quel viso con gli occhi di ghiaccio non prometteva nulla di buono. Ed ora ecco che anche Jack si univa alla loro fuga, mentre di Alexis non vi era ancora traccia..


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Capitolo 24
*** Fiori D'Arancio ***


Ahoy!! Lo so, avevo detto che avrei aggiornato prima di sabato, invece.. Mi dispiace! Purtroppo la febbre mi ha distrutto, quindi non ero in grado di scrivere.. Ma ora sto meglio! Perciò ecco un nuovo capitolo! Questa volta torno a narrare di Alexis =)
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: wow addirittura? XD si, la febbre è passata^^ già, ora tocca ad Alexis e John, buona lettura =)

Per emmawh: Gibbs conquisterà il mondo se non stiamo attenti O.O uhh davvero? Che bello, grazie, sono proprio curiosa di sapere cosa te ne pare^^ si, i menhir ci sono in Sardegna (anche se lo so solo perché l’ho appena googolato xD) sinceramente non so se sono brava suonando il piano, forse non faccio proprio schifo.. Anche se sono avvantaggiata, visto che è mia zia insegnante che mi ha insegnato^^ ah si, sono guaritaa yeee xD ho da poco commentato l’esclusivo seguito della tua acclamata saga u.u ciaus, buona lettura =)

Per Fannysparrow: hihi sono d’accordo, non bisogna essere completamente lucidi per scrivere di lui xD vero, lui riesce a rendere attraente anche l’espressione inebetita u.u Gibbs il cantastorie xD vero, Jacob *___* mi dispiace se non ho potuto anticipare.. Spero comunque ti piaccia anche questo capitolo, che invece ho scritto da “sana” (anche se non troppo sana xD) buona lettura^^



+_Capitolo 24_+
+_Fiori_D’Arancio_+
(quando si tende ad improvvisare)




Non mi potevo sbagliare, quello davanti a me era la Masque. Aveva il volto celato e gli stessi guanti immacolati che tempo fa mi consegnarono la rosa rossa. Un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto.
“non abbiamo ancora avuto modo di presentarci come si deve”
La sua voce melliflua accompagnava i suoi gesti, mi baciò la mano, facendomi strada verso una tenda rossa che nascondeva chissà quale mistero. Nonostante la mia totale diffidenza, lo seguii, ricordandomi solo dopo di John. Compietti alcuni passi indietro, venendo fermata dalla Maschera prima che mi allontanassi troppo. Vidi il bellissimo John venire scortato da delle guardie nella direzione opposta alla mia. Non potevo allontanarmi anche da lui! Così rimanevo totalmente indifesa!
“sarei più tranquilla se ci presentassimo in presenza di qualcun altro”
Dissi, riferendomi a John. L’uomo mi fissò attraverso la maschera, rispose solo dopo un attimo di esitazione:
“è una cosa privata, il tuo amico lo rivedrai dopo”
Riprese la mia mano, conducendomi oltre il telo rosso. La tenda si richiuse alle nostre spalle, ora eravamo davvero soli. L’arredamento era caotico: divani, librerie, scrivanie, tavoli, il tutto sistemato a casaccio, senza un ordine ben preciso. Le candele illuminavano la stanza, lasciando comunque alcune zone nella penombra. Non mi era facile dedurre se si trattasse di un ufficio o di un salotto, ma non era questo ciò che contava adesso.
La Maschera andò a sedersi in uno dei tanti divani, facendomi cenno di accomodarmi davanti a lui. Lasciai che il morbido tessuto accogliesse il mio corpo stanco, mentre non smettevo di fissare l’uomo davanti a me, preoccupata che ogni sua prossima mossa giocasse contro la mia salute.
“prima tu, mia cara”
La mano inguantata mi indicò.
“Alexis Sparrow, sorella del Capitano Jack Sparrow”
Aggiunsi il riferimento a Jack nella speranza che mi rivelasse il luogo in cui era finito, ma la Maschera si limitò ad annuire, continuando a fissarmi. Ora toccava a lui.
“Adrien VanDoit, marito di Lisey Mellvenue”
Concluse la frase in un ghigno preoccupante. I miei sospetti riguardo la possibilità che Adrien fosse la maschera erano fondati, Adrien era davvero la Masque! Ma cosa intendeva dire con l’ultima parte?!
“Lisey non è vostra moglie”
Esclamai, ricevendo un’occhiataccia da parte dell’uomo.
“povera sciocca, credi davvero che Lisey non tornerà da me? Sa di essere in pericolo, esattamente come lo siete tutti voi.. se vorrà che anche uno solo si salvi allora dovrà diventare mia moglie”
Mi illustrò compiaciuto il suo piano. Lo guardai contrariata, erano tutti in pericolo.. la preoccupazione aumentò, sentivo di dover fare qualcosa, volevo correre da loro, ovunque fossero.
Forse però è meglio così, il rifugio è controllato dalla Masque, e questo dettaglio può giocare a mio favore, avendo la Masque proprio davanti a me.
“ottimo piano, anche se Lisey sarebbe abbastanza egoista da lasciarci tutti morire, in passato è stata lei stessa a rinchiudermi in cabina dopo avermi colpito, inoltre ha nascosto a tutti la sua vera identità.. non le stiamo poi così tanto a cuore”
Dissi con nonchalance. Adrien allungò il suo sorriso.
“conosco Lisey meglio di te, il mio piano non fallirà”
“eppure te la sei fatta scappare, forse non la conosci poi così bene..”
Mi alzai, gironzolando per la stanza. Adrien non mi toglieva gli occhi di dosso.
“ci sono state delle incomprensioni tra noi, ma possiamo benissimo superarle”
La Maschera continuava a sorridere, anche se meno sicuro di prima.
“in passato ha preferito cambiare nome e città in cui vivere piuttosto che chiarire le incomprensioni, non è molto incoraggiante..”
Adrien, scocciato, si alzò dal divano per raggiungermi.
“era solo scossa a causa di tutti quei cambiamenti avvenuti in un attimo, ora capirà il suo errore, e diverrà mia moglie”
Evitavo il suo sguardo temendo che una sua occhiata potesse deconcentrarmi, stavo andando bene. Presi un libro iniziando a sfogliarlo disinteressata.
“costringendola con il ricatto a sposarti non ti amerà mai davvero, aumenterà solo il suo odio nei tuoi confronti”
Adrien chiuse il libro che tenevo in mano, davanti ai miei occhi, costringendomi a guardarlo.
“qual è il tuo gioco?”
Non capivo a cosa si riferisse.
“dove vuoi arrivare con questo discorso?”
Spiegò meglio. Lo fissai negli occhi, sentendo tutta la sicurezza di prima svanire.
“semplice, Lisey non ti ama, sposa me, ma prima.. Dovrai realizzare un mio piccolo desiderio”
Ero giunta ad una conclusione: se Lisey si fosse rifiutata di sposarlo, saremo morti tutti. Se avesse accettato, saremo, probabilmente, morti tutti tranne Lisey. Mentre se convincevo la Maschera a sposare me, avrei prima salvato Lisey, Jack, John e Gibbs, e poi avrei pensato a come uscirne dalla scomoda proposta di matrimonio.
Adrien mi fissò intensamente, esitando.
“io amo Lisey”
Disse, pronto a rifiutare. Io mi avvicinai di più a lui.
“possiamo solo fingere di sposarci, così avrai una Lisey gelosa tutta per te”
Lo vidi valutare l’offerta.
“e tu cosa ci guadagni?”
“la libertà di John, Jack, Gibbs, e la mia”
Adrien annuì, compiaciuto, già immaginandosi la scena. Bene, rettifico il piano. Non ero più certa del risultato della mia “brillante idea”, qualcosa mi verrà in mente in seguito per come salvare Lisey, giusto? Forse era meglio se rimanevo zitta…


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Capitolo 25
*** Al Cuor Non Si Comanda ***


Ahoy!! In questo capitolo ho cercato di far capire un po’ il punto di vista di Jack e Lisey (e perché no, anche un po’ del povero Gibbs) spero di non aver reso il tutto troppo confusionario (ed ecco che torno con le mie paranoie T.T)
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: hehe Alexis ringrazia (grazie grazie u.u *inchini* NdAlexis) Sparrow Power xD su John ti dirò qualcosina di più nel prossimo cappy, buona lettura =)

Per emmawh: il prossimo capitolo sarà interamente su John, è sempre di secondo piano povero piccolo ç_ç si merita anche lui un intero capitolo u.u wow grazie, sono felice che ti sia piaciuto^^ Jack è certamente orgoglioso della sorellina, solo che non lo ammetterebbe mai nemmeno tra un milione di anni xD (facciamo tra due milioni U.U NdJack) lo so, devo portarli da un addestratore xD ieri Adrien ha pure rotto alcuni bicchieri, questa sua furia ossessivo-compulsivo mi sta facendo impazzire, d’ ora in poi niente più film horror che gli danno strane idee in mente u.u (nooooo ç__ç NdAdrien) googolare gongolare xD in effetti sono simili… non scusarti per la recensione, mi fa piacere essere aggiornata^^ io ho passato la febbre ma sono in uno stato di totale delirio, dico più cavolate di prima 24 ore su 24, sono giorni che la gente mi chiede se sono ubriaca, drogata o ancora malata xD non capiscono niente u.u behhhhh buona lettura =D

Per Fannysparrow: ho distrutto la febbre, sono fiera di me stessa u.u avventata, coraggiosa.. è decisamente Sparrow xD l’importante è che funzioni u.u (sembra lo slogan di una pubblicità xD) per alcune cose dovrete aspettare^^ la scena importante verrà tra un paio di capitoli, ancora non so bene in quale perché devo tener conto di alcune cose che non ho rivelato.. prometto che avvertirò ad inizio capitolo quando avverrà o starà per avvenire u.u buona lettura =D



+_Capitolo 25_+
+_Al_Cuor_Non_Si_Comanda_+
(quando l‘egoismo ci mette lo zampino)




“un..attimo..mi devo fermare!”
Lisey lasciò che la fatica la sormontasse, fino ad obbligarla ad appoggiarsi al muro per non cadere a terra sfinita. Avevano appena girato l’angolo, la bambina doveva essere indietro di alcuni metri, in breve li avrebbe raggiunti. Nella mente risuonavano le parole minacciose che la piccola le aveva gettato contro tempo prima, cosa che la inquietava non poco, ancora di più temeva di incontrare Adrien. Oramai non sapeva chi temere di più, sarebbe stato troppo bello e impossibile riuscire a salvare Alexis senza rincontrare il suo persecutore. Sperava solo di rinviare quell’incontro il più tardi possibile.
Gibbs e Jack erano piegati in due dalla fatica, prendendo fiato. Il nostromo si chiedeva ancora perché avesse accettato di seguirli, dopotutto lui era l’unico che non aveva un reale motivo per essere lì. Lisey era quella al centro di tutto, Alexis quella che era stata rapita, Jack quello che doveva salvarla e John quello che mostrava loro la strada, e lui? Quello che scappava…
Jack sentiva di aver perso ormai l’obiettivo iniziale di quel viaggio. Dopo quello che aveva scoperto sulla maschera, non era più intenzionato ad averla. Forse poteva ancora ottenere parte del tesoro nascosto.. eppure in quell’istante quel pensiero non lo rassicurava. Adesso sentiva di dover andare avanti per un altro motivo, odiava ammetterlo ma ci teneva molto a quella rompiscatole di sua sorella. Quindi adesso i suoi obiettivi erano salvare Alexis ed uscire da quel posto sano e salvo.
“non..possiamo..fermarci..molto”
Constatò Lisey, indicando il punto da cui prima o poi sarebbe arrivata la bambina. Non udiva niente, quello però non era un motivo valido per abbassare la guardia e rilassarsi. Per quanto ne poteva sapere, la bambina poteva riapparire lì da un momento all’altro.
Jack annuì, riacquistando abbastanza le forze per poter ripartire, dopotutto non era la prima volta che correva così tanto. Anzi, forse in quel caso aveva pure corso di meno rispetto al solito.
“sai..per quanto i suoi occhi fossero di gelo, non credo possa fare molto..dopotutto è sempre una bambina”
Esclamò Jack, ancora non sicuro del vero motivo per cui aveva dato loro retta. Forse perché non avevo molte alternative…
“quella non è una bambina qualsiasi, non so come sia possibile..ma lei è me! Io sono lei! È tipo..la mia parte malvagia!”
Spiegò con esitazione Lisey. Persino lei non era sicura di aver capito bene la storia della “metà dell’anima”, e ancora meno sapeva come Adrien avesse fatto ad intrappolare parte di lei nel castello sotto forma di una sua versione più giovane.
Jack si ricordò di aver notato una certa somiglianza tra le due.. e dopo averne viste di tutti i colori, una stessa persona divisa in due parti, una cattiva e una buona, non era poi così strano..
“andiamo! Può arrivare da un momento all’altro”
Il nostromo, preoccupato, riprese la corsa, seguito a ruota da Jack e Lisey.
Quest’ultima si ricordò di colpo di una parte importante del discorso con la bambina:“ è grazie a me se lui sa tutto ciò che ti succede, sento le tue emozioni, i tuoi pensieri mi vengono alla mente in modo un po’ confuso.. però riesco a capire cosa desideri ”
Perciò sapeva anche adesso cosa stava pensando? Poco fa aveva pensato a dove stavano andando, quindi irrimediabilmente anche la bambina era a conoscenza dei loro piani, e poteva facilmente precederli invece che seguirli. Si bloccò a metà strada.
Gibbs e Jack andarono avanti di pochi passi, prima di rendersi conto della ragazza, rimasta indietro rispetto a loro.
“che ti succede?”
Chiese Jack, avvicinandosi a lei. Gettò una veloce occhiata alle spalle della ragazza, temendo che quella seconda pausa potesse dare un netto vantaggio alla bambina.
“dobbiamo andare indietro! Lei riesce a sentirmi, sa in che direzione stiamo andando, dobbiamo cambiare strada!”
Ordinò la francese, tornando indietro, con passo però più lento. Doveva pensare a loro che correvano nella direzione opposta a quella che stavano percorrendo.
Gibbs guardò la fine del corridoio che fino a poco fa stavano per raggiungere, dopo poco cambiò anche lui direzione, guardando confuso Lisey che si massaggiava le tempie, concentrandosi.
“cosa sta facendo?!”
Domandò il nostromo, notando il passo lento della ragazza, intendeva forse arrendersi a quella bambina? Non dovevano scappare, perciò correre? Qualcuno si deciderà mai a dirgli le cose come stanno senza troppi sotterfugi?!
“non ne ho idea”
Ammise Jack, incrociando le braccia, iniziando ad osservare incuriosito la giovane. Continuava ad andare avanti, seppur lentamente, così decise di seguirla, rallentando ulteriormente il passo anche lui, in modo da non superarla. Aveva detto che la bambina era a conoscenza dei suoi pensieri, perciò cercava di concentrarsi per non pensare niente? O per pensare qualcosa di errato in modo da confondere il piccolo demonio? Ma soprattutto: si degnerà prima o poi di spiegare per bene cosa le passa per la testa? Si stava realmente arrendendo a capire le donne..
“forse ha un qualche potere strano e lo sta usando per confondere la bambina!”
Disse Gibbs, totalmente convinto della sua teoria. Jack roteò gli occhi.
“mai qualcosa di sensato tu, eh?”
Lo ammonì il Capitano, iniziando a chiedersi perché Gibbs fosse venuto con loro, visto che l’unica cosa che aveva fatto fino ad’ora era mettergli ancora più agitazione di quanta ne avessero già. Però aveva portato un po’ di fortuna, si erano ritrovati tutti e tre nella stessa stanza.. anche se il rum non c’era..
“venite!”
La voce della ragazza giunse da un altro corridoio che aveva appena imboccato, non si era neanche accorto che Lisey era andata così avanti.
Bene, a breve raggiungeremo le scale, una volta raggiunte percorreremo il corridoio ad est e poi dritti, fino alla porta, perfetto!
Lisey stava improvvisando nella sua mente, non aveva idea se esistesse realmente quel percorso, l’unica cosa che sperava era di risultare convincente. In realtà il corridoio si stava già per concludere, ed una porta enorme le si parava davanti.
“poiché sei impegnata nei tuoi..beh..poiché sei impegnata, apro io la porta”
Jack riuscì a decifrare facilmente quello sguardo d’aiuto che le aveva mandato Lisey. La mano ricoperta di gioielli si posò sulla maniglia, solo che la porta non si apriva.
“è chiusa!”
Notò il filibustiere, continuando però a provare. Gibbs assisteva alla scena, andando poi a provare anche lui, nulla. Lisey li fissava preoccupata, non sapeva cosa vi fosse in quella stanza, però era sicura di non riuscire a restare concentrata così a lungo. Pensare alla situazione che la circondava era un istinto più forte di lei, stava per desistere.
“Capitano”
Lo chiamò Gibbs, mentre era ancora era aggrappato alla maniglia che borbottava imprecazioni tra sé.
Sbuffando mollò la presa, raggiungendo il nostromo che indicava una targa con una scritta, posta bene in vista accanto alla porta.
“Oggi sposi: il signor Adrien VanDoit si congiungerà a nozze questa sera con la giovane..Alexis Sparrow??!!”
Jack lesse l’ultimo nome alzando la voce in un quasi urlo. Lisey sbiancò, ormai aveva perso la totale concentrazione, quella notizia l’aveva sconvolta, era arrivata troppo tardi? Adrien l’aveva fatta sua? Eppure Alexis non era una tipa che si arrendeva, era accaduto tutto troppo in fretta..
“quel Adrien..io..lei è troppo giovane..no..è un pazzo..errore! Si, è un errore!”
Jack balbettava parole senza senso, ormai deciso più che mai a sorpassare quella porta. Oltre il legno c’era Alexis che si sposava, con Adrien! l’avrà ubriacata, o legata! Oppure ipnotizzata! Lui le sa fare quelle cose con la magia..
“io devo entrare”
Jack si massaggiò il mento, pensieroso, facendo tintinnare le perline che adornavano la poca barba. Scrutava attento la porta.
“prima dobbiamo ragionare, cosa fare una volta entrati lì dentro? Meglio non affrontare Adrien in modi avventati, prima cerchiamo un modo per affrontarlo, poi..possiamo tornare”
Lisey sorrise poco convinta, pronta a cambiare strada. Il pensiero che tra lei e Adrien vi fosse solo una porta la terrorizzava, meglio la bambina, decise.
“ferma! So che hai paura di quel pazzo, ma lì dentro c’è Alexis, mia sorella e tua..amica? Beh.. Lei ha bisogno di aiuto, di sicuro è in pericolo..è molto da lei mettersi in qualche pasticcio..”
Jack bloccò Lisey trattenendola per un braccio. Se Alexis era anche solo la metà di lui.. aveva il terrore di cosa potesse aver detto. Poteva percepire il terrore di Lisey in quegli occhi chiari. Era costretta ad aiutarlo, lei conosceva il nemico meglio di tutti gli altri.
“quelli sono vostri affari familiari, io non intendo tornare da quel maniaco!”
Lisey si liberò dalla stretta, si sentiva un egoista a lasciare Alexis al suo destino. Però in tutti quegli anni aveva imparato a cavarsela da sola, a rinnegare le persone a cui voleva bene, se era necessario, pur di salvare lei stessa.
Jack e Lisey si persero in un acceso dibattito, mentre Gibbs trotterellava lì accanto. Sfiorava con la mancina le rifiniture della porta imponente davanti a lui. Dopo qualche istante la porta si mosse, con uno scatto si sbloccò, ora sarebbe bastato girare la maniglia per entrare all’interno, eppure il nostromo era sicuro di non aver fatto niente di speciale per aprirla.
“ehm.. Capitano? Miss Lisey?”
Li richiamò, mentre erano ancora intenti a beccarsi a vicenda. Il nostromo fu costretto ad alzare la voce per superare il loro chiacchiericcio.
“SILENZIO!”
Urlò, riuscendo a zittire i due.
“la porta è aperta”
Aggiunse, ricomponendosi. Jack e Lisey si scambiarono uno sguardo stupito, poi il Capitano si fece avanti, andando a girare la maniglia. La porta si aprì con facilità, Gibbs aveva detto la verità, ma come era potuto accadere?
La stanza che fino a poco fa era inaccessibile era una cappella, con tanto di immagini sacre dipinte sui muri e panche in legno poste ai lati. Composizioni di svariati fiori decoravano l’intera stanza. Davanti a loro, poco più lontano, vi era un altare: pizzi e merletti adornavano il ciliegio con il quale era stato creato, sopra vi era un calice ed un libro. I tre si guardavano intorno confusi.
“sta accadendo quello che penso che stia accadendo?”
Chiese Jack, con accanto Gibbs che faceva il segno della croce, sopraffatto dal suo lato credente. Lisey indicò una porta accanto all’altare dalla quale stava appena uscendo un uomo. Lei, Jack e Gibbs gli andarono in contro, pronti a chiedere spiegazioni.
Andandogli più vicino, si resero conto di com’era vestito: una lunga tunica nera ed un colletto bianco. Era sicuramente un prete.
“salve, ehm.. potrei sapere..”
L’uomo fece cenno loro di tacere, indicò le panche in legno, invitandoli ad accomodarsi. Decisero di seguire il suo consiglio e di andare a sedersi, sperando di non stare per assistere a ciò che temevano.
Il prete si mise dietro l’altare, mentre una musica proveniente dal nulla danzava nell’aria. Un’altra figura, sempre maschile, fece la sua comparsa nell’uscio della porta. Lisey impallidì, riconoscendo colui che agli occhi di Jack e Gibbs risultava uno sconosciuto.
“è Adrien”
Mormorò con voce mozzata dal terrore. Il giovane non le rivolse neanche uno sguardo, andando senza esitazione davanti all’altare, rivolse solo un veloce saluto al prete, era come se loro tre fossero invisibili, per Adrien in quella stanza c’erano solo lui e il prete.
“è lui? Ne sei sicura?”
Domandò Jack, la ragazza annuì decisa. Il filibustiere rivolse uno sguardo curioso verso il ragazzo. Nei suoi occhi vi era un misto di rabbia, odio e curiosità che bruciavano insieme, il suo primo istinto era di sguainare la spada ed ucciderlo a sangue freddo. Un’altra cosa però lo destò dai suoi pensieri omicidi, un’altra figura faceva il suo ingresso nella stanza.
Una ragazza, i capelli lunghi nero corvino cadevano dolcemente sul delicato tessuto che copriva di poco le spalle, lasciate scoperte dal corpetto, la gonna rimaneva ampia dal colore tendente verso il candido bianco, pizzi adornavano il tutto. Non aveva dubbi, quel viso delicato e reso perfetto per la speciale occasione era di sua sorella.
“Alexis”
Pronunciò il suo nome in un sussurro, sentendosi la voce mancare. La giovane voltò il capo, andando ad incontrare i suoi profondi occhi nocciola. Sorrise, perché sorrideva?
“per fortuna siete arrivati in tempo per il matrimonio”
Disse Alexis, con voce gioiosa. Ancora non riusciva a crederci, scambiò uno sguardo pieno di sgomento con Lisey e Gibbs, non poteva davvero essere così felice..


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Capitolo 26
*** Genialità O Pazzia ***


Ahoy!! Questo capitolo è interamente dedicato a John, personaggio rimasto in secondo piano per molti capitoli, per una volta voglio renderlo più partecipe U.U
Voglio scusarmi per l’enorme pausa, ho avuto una specie di crisi in cui mi dicevo che non sapevo scrivere ecc. Ora sono tornata, e spero di riuscire a scrivere nuovamente un capitolo alla settimana(:
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: Diciamo entrambi xD anche se qualcosa di più su di Alexis la saprai solo nel prossimo capitolo^^ non preoccuparti per il ritardo, anch’io ho passato tanto tempo senza aggiornare ^^’ non sono tornata sabato ma domenica (perché il capitolo l’ho scritto tardi, quindi..) ciao e buona lettura(:

Per Fannysparrow: Uhh la faccina smarrita!bello lui** ohh grazie a te per questa bellissima recensione, sono felicissima che ti piaccia =D
Ps: ho visto che hai aggiornato, oggi leggo l’ultimo capitolo e commento (non so dirti l’ora precisa perché devo studiare, comunque lo leggerò assolutamente u.u) ciauz e buona lettura(:



+_Capitolo 26_+
+_Genialità_O_Pazzia_+
(quando due tratti coincidono)




Aveva lottato invano per pochi secondi, cercando di liberarsi dalla morsa dei suoi rapitori. Quegli uomini erano nettamente più forti di lui, abituato alla città e reso debole dalle giornate passate ad aiutare lo zio. Tutti i rudimenti sulla lotta ed il duello che aveva acquisito tempo fa rimanevano un vecchio ricordo difficile da riportare a galla.
Era stato trascinato via da quella strana stanza piena di specchi, trascinato via da Alexis. Non era riuscito a vedere dove la Masque avesse condotto la ragazza, era giustamente preoccupato per lei, ma in quell’istante non riusciva a non preoccuparsi anche per se stesso. Le guardie lo trasportarono bruscamente per le scale, senza preoccuparsi delle gambe che sbattevano contro i gradini in pietra. Mollarono la presa una volta che raggiunsero il piano superiore. John cadde sul pavimento con un gemito di dolore: le ginocchia pulsavano sofferenti, tentare di mettersi in piedi in quell’istante si rivelava più difficile del previsto. Per quel motivo lo avevano lasciato andare, con le gambe a pezzi non poteva scappare.
porte Il dans la pièce” (portalo nella stanza NdA)
L’ordine era stato appena dato dallo sconosciuto che aveva raggiunto le guardie. Quest’ultime alzarono John da terra, lo agguantarono da sotto le ascelle e lo trascinarono poi verso una porta non molto distante da loro, già aperta dall’altra guardia. Con la stessa brutalità di prima, John venne gettato dentro la stanza, chiudendogli la porta alle spalle.
La prima cosa che saltò all’occhio era l’unica, piccola finestra posta in alto a sinistra, protetta da delle grate e alta non più di qualche centimetro. La seconda cosa che notò fu che la stanza appariva anche abbastanza piccola per poter scatenare in lui un insolito terrore claustrofobico. I muri ed il pavimento erano segnati dall’umidità, al centro vi era una vecchia sedia in legno con davanti un tavolo ancor più vecchio, ma la cosa che più lo terrorizzò fu la macchia di sangue per terra, nell’angolo della stanza. Istintivamente indietreggiò strisciando, segnando così alcuni centimetri in più di distanza tra lui e la goccia di sangue.
La porta si spalancò, lo sconosciuto di prima fece il suo ingresso nella stanza. Si guardò intorno, prima di individuare John fermo in un angolo. Una strana espressione gli si dipinse in volto, mentre con la mancina gli fece cenno di accomodarsi nella sedia. John alternò lo sguardo dall’uomo alle sue gambe dolenti, facendogli intendere che gli era impossibile alzarsi. Lo sconosciuto si avvicinò a lui, e tenendolo per le spalle lo aiutò a mettersi in piedi, mollando poi la presa una volta che raggiunsero la sedia. In quel breve istante in cui furono vicini notò meglio l’aspetto dell’uomo, un anziano tipo dalla barba grigia poco curata, due enormi occhi verdi e la pelle segnata dall’età. Indossava un camice bianco, sporco in alcuni punti da quello che sembrava essere inchiostro.
“John, giusto? Io sono.. beh.. non ti serve sapere il mio nome.. puoi chiamarmi Alec, se vuoi”
Sorrise. Perché tutti in questo posto sembrano degli psicopatici?
Alec si posizionò aldilà dal tavolo, rimanendo in contatto con John attraverso lo sguardo.
“probabilmente ti starai chiedendo cosa ci fai qui e cosa centro io in questa storia”
Presuppone l’uomo, abbandonando lo sguardo di John per cercare con gli occhi un’altra sedia dove accomodarsi.
“esatto”
confermò John, semplicemente. Si sistemò meglio nella sedia, cercando un modo per non percepire il dolore alla gambe.
“per rispondere al primo quesito: tu sei qui perché il nostro padrone ha desiderato parlare in privato con la tua amichetta”
Spiegò Alec, abbandonando la ricerca di un’altra sedia con uno sbuffo.
“e di cosa dovrebbero parlare?”
Domandò John, poggiando i gomiti sul tavolo.
“non credo durerai molto.. perciò posso anche rivelarti questo piccolo dettaglio”
John ebbe un fremito, dopo quella breve conversazione avrebbe dovuto trovare un modo per scappare se non voleva fare una brutta fine.
“la ragazza sarà solo un’altra vittima per finire il rito, l’unica donna che, forse, sopravvivrà e diverrà sua moglie è Miss Mellvenue.. Ora il padrone sta solo illudendo Miss Sparrow, facendole credere di aver accettato il piano, quando invece gli altri verranno portati via come te ed il padrone rimarrà da solo con la ragazza, prendendo il suo sangue per compiere il rito, subito dopo avverranno le nozze con l’altra dama, e tutto sarà sistemato”
John sentì l’impulso di scappare aumentare di colpo, non poteva permettere che succedesse tutto quello. Purtroppo, nonostante il dolore alle gambe stesse affievolendosi, non vi erano molte possibilità di fuga.
Alec sembrò notare la sua preoccupazione, sul suo viso comparve un sorriso compiaciuto.
“io in questa storia sono solo una pedina del padrone, mi occuperò di te e degli altri, escluse Miss Mellvenue e Miss Sparrow..”
Quelle parole peggiorarono la sua ansia, cosa intendeva fargli? Non era sicuro di voler sapere la risposta anche a questo quesito.
“non fare quella faccia.. se ti può rassicurare sono abbastanza premuroso con i miei clienti, non sentirai niente”
Sorrise ancora, avvicinandosi di più a John.
“adesso è il mio turno”
Disse, con tono di voce più basso. John lo fissò confuso.
“ora sono io che faccio le domande.. e tu devi rispondermi”
Fissò un punto indefinito nella stanza iniziando a pensare a quale domanda porre per prima.
John attendeva nella sedia, scrutando l’ambiente attorno a lui. Da qualche parte ci sarà almeno un arma da poter usare contro di lui.. qualcosa..
“a cosa serviresti tu in tutta questa faccenda? Cosa ci fai qui?”
Alec partì con il primo quesito. John fu sollevato dal sentire una domanda così semplice, temeva quale potesse essere la prossima.
“mi hanno chiesto se li aiutavo ed io ho accettato, la mia vita è un mortorio, ed un po’ di avventura non mi dispiaceva”
Rispose sincero. Solo non pensava sarebbe arrivato ad essere fermo in una sedia tenuto sotto torchio da uno psicopatico, ed il peggio non era neanche arrivato.
“già, capisco.. spero sarai soddisfatto, hahaha”
Alec ridacchiò brevemente, tornando serio subito dopo.
“c’è altro che vuoi dirmi su di te.. Magari qualche bella frase da incidere sulla lapide..”
Sghignazzò nuovamente. A quanto pareva si trovava molto divertente. John rimase serio, attendendo che smettesse di ridere.
“se non c’è altro da dire.. possiamo procedere”
Divenne più serio del solito, infilò una mano nella tasca, estraendone una boccetta contenente un liquido sul verdastro.
“questo ti aiuterà a non sentire nulla”
John sentì il battito del cuore accelerare. Adesso
Probabilmente la sua era solo un’idea folle, che non avrebbe mai funzionato, ma era meglio morire ed aver provato a salvarsi che morire senza tentare.
John si alzò dalla sedia, con uno scatto raggiunse la porta. Per sua fortuna non era chiusa a chiave, quello che però lo aspettava fuori erano una decina di guardie. John corse diretto verso sinistra, inseguito dalle guardie, quest’ultime erano più lente, per un istante John fu davvero convinto di aver qualche possibilità. Purtroppo non erano dieci le guardie presenti in quel piano, infatti altre cinque lo attendevano nella direzione che aveva intrapreso. In breve si ritrovò circondato.
tu es en piège” (sei in trappola NdA)
Esclamò uno delle guardie. Si avvicinò di più a John, con la spada sguainata e pronta a rivoltarsi contro il suo avversario. John non sapeva cosa fare. Sentì un pizzico nel braccio,ed in breve tempo non dovette più preoccuparsi delle guardie, poiché tutto stava diventando buio e lui si sentiva sempre più stanco.
arrêtes tous, il est mien, mots du patron” (fermi tutti, lui è mio, parole del padrone NdA)
Ordinò Alec alle guardie. Subito dopo prese John prima che cadesse a terra, il liquido aveva fatto effetto. Le guardie sbuffarono infastidite, mentre Alec portava via John da loro. Stupidi francesi..


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Capitolo 27
*** Mai Fidarsi Degli Onesti ***


Ahoy!! Ritorno di domenica invece che di sabato. Questa volta si torna ad Alexis, quindi in prima persona.. Cambio di personaggio in personaggio con l‘intento di spiegare il punto di vista di ognuno, ed anche per non far sparire qualche personaggio senza spiegare nulla e farlo riapparire per magia due secondi dopo^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: grazie, già, povero John.. non rivelo nulla, lo saprai presto^^ buona lettura =)

Per emmawh: tranquilla, sei scusata^^ mi dispiace per loro, ma questo è l‘inconveniente ad essere miei personaggi, era tutto scritto nel contratto u.u ma no, Alec non è morto^^ metterò tutto a posto, tranquilla * corre a sprangare la porta per sicurezza * vero, a me piace essere considerata strana, di questi tempi bisogna distinguersi dalla massa u.u buona lettura =)


Per Fannysparrow: anche se volesse non riuscirebbe, Jack è Jack, e su questo non si discute u.u lo prenderò in considerazione come uno dei possibili lavori che potrei fare da grande^^ buona lettura =)



+_Capitolo 27_+
+_Mai_Fidarsi_Degli_Onesti_+
(quando rimangono solo accordi e sotterfugi)




Jack mi fissava ancora con la bocca semi aperta e gli occhi sgranati. Alternava lo sguardo dal mio viso al vestito da sposa, e per un attimo temetti fosse rimasto paralizzato. Dovevo parlargli e spiegargli tutto, altrimenti rischiava di rovinare il mio piano.
Lisey aveva un espressione di pieno rammarico sul viso, mentre con lo sguardo cercava di porgermi le sue scuse, attanagliata dai sensi di colpa.
Mi voltai verso Adrien, facendogli cenno di avvicinarsi. Quest’ultimo annuì, interrompendo il parlare del prete per dedicarmi la sua attenzione.
“ cosa ti turba mia cara? ”
Mi domandò, notando l’espressione concitata sul mio viso.
“ non ho gradito molto la mia entrata, le vere spose si avviano all’altare al braccio del padre, non entrano dalla seconda porta della cappella ”
Mi motivai, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi. Come ogni sposa che si rispetti stavo dando inizio ai miei capricci per rendere quel giorno davvero perfetto. Ero sicura non avrebbe contestato il mio volere, altrimenti c’era il rischio di insospettire gli altri. Adrien, che non capiva il perché di tutto questa cura per una tale messinscena, esitò per un secondo. Incrociò lo sguardo di Lisey, la ragazza cambiò subito direzione iniziando a fissare il pavimento. Adrien, di sicuro, interpretò quel gesto come un’altra prova del suo potere.
“ ogni tuo desiderio sarà eseguito, questo è il tuo giorno mia cara.. se vuoi ripetere l’entrata, fai pure”
Sorrise, gettando un’altra breve occhiata a Lisey, per decifrare un ulteriore reazione causata dalle sue ultime parole. La ragazza non rialzò lo sguardo dal pavimento, ignorandolo.
“ un unico quesito mi giunge alla mente: con chi andrai verso l’altare se tuo padre non è tra i presenti? ”
Attendevo quella domanda. Allargai il mio sorriso, volgendo lo sguardo verso Jack.
“ per fortuna mio fratello non si è assentato in questo giorno tanto speciale ”
Jack restò ancora più sbigottito dalle mie parole. Rimasi lì a sorridergli in attesa che si decidesse a fare qualcosa. Dopo neanche un secondo, l’espressione dolce e gioiosa che avevo sul viso si tramutò in un occhiataccia che lo intimava ad alzarsi da quella sedia e porgermi il suo braccio.
Il Capitano si decise ad abbandonare la sedia, mentre interdetto cercava di capire il perché di un comportamento simile. Aveva già intuito che quel matrimonio non era il seguito di un appassionato colpo di fulmine, ora però voleva sapere che piano avevo messo in atto. Ciò lo avrebbe scoperto una volta che saremmo riusciti ad abbandonare un attimo la stanza.
Mi affrettai a prenderlo a braccetto, quasi arrivando a trascinarlo lontano dall’altare. Velocizzai il mio passo, cercando di non inciampare nel velo, fino ad arrivare quasi a correre. Una volta fuori socchiusi la porta che dava per la cappella, concedendomi una pausa dallo sguardo di Adrien.
Per un istante pensai alla fuga: posso continuare a camminare, inventare una scusa e scappare
Poi però mi ricordai di Lisey, John, Gibbs e delle guardie che sicuramente popolavano il castello.. Sarebbe stata solo una follia.
Jack mi stava fulminando con lo sguardo in attesa di una spiegazione.
“ si può sapere che diavolo hai in mente?! ”
Sbottò, gesticolando in direzione della cappella e poi del vestito da sposa. Non lo avevo mai visto così.. strano. Era decisamente più strano del solito.
“ so cosa sto facendo, Adrien ha detto che se avrei finto di sposarlo per ingelosire Lisey allora ci avrebbe lasciati andare.. ”
Iniziai a spiegare. Venendo subito interrotta da Jack.
“ e tu gli credi?! È un pazzo maniaco psicopatico! Non ci lascerà mai andare come se niente fosse! I pazzi non agiscono così.. ”
Attesi che concludesse il suo delirio per continuare la mia spiegazione.
“ lo so! Ho accettato le sue condizioni solo per avervi tutti qui.. anche se John non so che fine abbia fatto ”
Ebbi una fitta allo stomaco al ricordo di John che veniva trascinato via.
“ non so cos’abbia in mente, comunque di certo vuole Lisey come sua sposa e noi morti.. tu e Gibbs non gli interessate molto perciò sarete fra i primi a voler essere uccisi, non so se finirete trascinati chissà dove come John, anche se è molto probabile.. Io dovrei concludere il circolo della dama, quindi.. Beh non so cosa mi capiterà.. ”
Continuai, passeggiando in fermento. Ero parecchio confusa, cosa mi era saltato in mente? Fare accordi con il nemico?
non avevi molte alternative..
“ calmati! ”
Esclamò Jack, vedendomi andare avanti e indietro agitata.
“ non è facile portare via Capitan Jack Sparrow, ancora meno facile è ucciderlo.. Lasceremo ci conduca da John e proveremo a salvare anche lui, subito dopo torneremo indietro, prenderemo te e Lisey e ce ne andremo finalmente.. ”
Lo guardai negli occhi, fermandomi, un po’ rincuorata da come faceva apparire tutto così semplice.
“ intanto Adrien proverà a portarmi via il sangue che gli serve per concludere il rito ”
Mormorai preoccupata.
“ allora questo ti tornerà utile ”
Jack estrasse un piccolo pugnale dalla cintura, ben nascosto fino a poco fa. Io lo guardai sorpresa.
“ dove l’hai trovato?! ”
Chiesi, fissando il mio riflesso nella lama dell’arma. Jack me lo porse con attenzione.
“ l’ho trovato mentre giravo per il castello alla tua ricerca.. quando ti ritroverai da sola con Adrien ti tornerà utile ”
Allungai la mano per prendere l’arma. Con quello avrei ucciso Adrien? Il solo pensiero mi avvolgeva in un ansia opprimente.
“ quindi io devo uccidere Adrien? ”
Domandai sconvolta. Non avevo mai ucciso qualcuno in vita mia, anche se Adrien era un pazzo maniaco assassino rimaneva sempre una persona.
“ solo se necessario, dovresti ucciderlo per salvare la tua vita ”
Continuavo a fissare la lama del pugnale. Il viso riflesso non era quello di un assassina. Jack sembrò notare il terrore che mi attanagliava.
“ cerca di prendere tempo fino a quando non vedi me e Gibbs tornare, devi usare il pugnale solo.. ”
“ ..se necessario ”
Conclusi la frase dandogli prova di aver capito. Jack continuava a fissarmi preoccupato, sapeva che non avevo mai ucciso prima, in un modo o nell’altra ero sempre riuscita a eliminare i nemici senza aver bisogno di usare la spada. Duello e stratagemma per uscirne fuori indenni, queste erano le regole del mio modo di combattere.
Incontrai lo sguardo di Jack, cercai di accennare un sorriso, anche se in quel momento un sorriso era molto fuori luogo.
Era passato troppo tempo da quando eravamo usciti dalla cappella, se Adrien si fosse insospettito le cose sarebbero state ancora più complicate.
Ci prendemmo nuovamente a braccetto, entrambi pronti a fare il nostro ingresso trionfale. Le porta si aprì ed io e mio fratello ci avviammo verso l’altare. Lisey abbassò lo sguardo, Gibbs fissò stranito la scena, Jack mi rivolse un occhiata incoraggiante, mentre Adrien sorrideva compiaciuto. Ed io? Io sorridevo avvolta nell’ansia, l’agitazione e la sicurezza di non farcela, mentre la lama del pugnale (nascosto nella giarrettiera) sfiorava fredda la mia pelle.


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Capitolo 28
*** Finchè Morte Non Ci Separi ***


Ahoy!! Scusate per l’enorme ritardo nell’aggiornare! Per farmi perdonare invece che pubblicarlo di sabato, questo capitolo, lo pubblico oggi! Purtroppo non ho proprio avuto tempo per scrivere, ed anche se corto, devo ammettere che sono abbastanza soddisfatta di come è venuto fuori questo 28esimo capitolo^^ spero piaccia anche a voi^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: già, ha preso tutto dalla parte del padre** giusto, che paura… spero ti piaccia anche questo capitolo, ciao e buona lettura =)

Per Fannysparrow: non è abituato ad avere a che fare con una ragazzina^^ come sempre sono felice che la storia ti piaccia e ti coinvolga^^ buona lettura =)
Ps: ho letto la tua shot su Jack, vedi che non lo rendi OOC? Sei brava anche a scrivere del capitano^^ spero di leggere presto un altro tuo racconto piratesco(:


+_Capitolo 28_+
+_Finchè_Morte_Non_Ci_Separi_+
(minaccia o profezia?)




Solo in quel momento, con gli occhi famelici di Adrien addosso, mi resi conto che nei discorsi precedenti con Jack avevamo parlato di tante cose, fuorché di come agire in quel preciso istante. Ero sicura che qualcosa viaggiasse nella sua mente contorta, accessibile a pochi privilegiati, ma il problema che rimaneva era sapere quale fosse il piano in atto.
Devo attendere un segnale?
Non ero a conoscenza della risposta, e non riuscivo a concentrarmi per trovarne una. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che stavo per sposarmi, con un maniaco per giunta, intenzionato ad ingelosire la sua bella attraverso una stupida messinscena. Come si suol dire: tra moglie e marito non mettere il dito. Ed era proprio ciò che, invece, stavo facendo.
Le nozze dovevano essere interrotte, preferibilmente prima che il prete annunciasse la nostra unione.
“ tranquilla, recita la tua parte ed al resto ci penso io ”
Jack tentò di rincuorarmi. Ci penso io? per quanto fossi a conoscenza delle sue grandi capacità nel tirarsi fuori dai guai incolume, ciò non riuscì a placare il mio timore di fallire. Di Jack mi fidavo, era della mia abilità nel mentire che avevo dei dubbi. Per quanto a lungo sarei riuscita a fingere di non avere un coltello nascosto nella giarrettiera?
A malincuore Jack lasciò il mio braccio per consegnarmi nelle mani del nemico. Adrien mi accolse con un sorriso equivoco, invitandomi ad affiancarlo, già pregustando il lieto finale del nostro patto. Tentai di tramutare la smorfia che portavo in viso in un espressione più concitata, ma l’ansia mi opprimeva e fallii miseramente.
“ ti chiederei di rendermi partecipe dei discorsi tra te e tuo fratello, ma Lisey ha gli occhi puntati su di noi, e trovo sconvenienti inutili battibecchi durante un matrimonio ”
Mi sussurrò all’orecchio. Le sue labbra a così poca distanza dalla mia pelle mi fecero rabbrividire, e non di piacere, ma di assoluta paura. Il suo tono mellifluo ed incantatore rimaneva nell’aria come getti d’acqua fredda capaci di sospendere ogni mio tentativo di finzione.
Nonostante questo, intuii che Adrien era ancora all’oscuro del piano tra me e Jack (di cui neppure io ero a piena conoscenza), e non doveva neanche considerarci temibili avversari, poiché non tentò di estorcere ulteriori informazioni al riguardo.
Il prete iniziò a parlare, mentre io continuavo a guardarmi intorno in cerca di aiuto. Non mi presi neppure la briga di fingere un pizzico di gioia provocato dalle fedi posate sull’altare, pronte a dichiarare al mondo intero l’inizio di una vita da Alexis VanDoit, invece che Sparrow.
Neanche passarono pochi secondi che subito arrivò la fatidica domanda:
“ Vuoi tu, Adrien VanDoit, prendere come tua legittima sposa la qui presente Alexis Sparrow, per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? ”
finché morte non ci separi? Beh, credo che ciò avverrà prima del previsto..
Adrien continuava a sorridermi, incrociò le sue dita con quelle della mia mano, andando poi ad accarezzarne il dorso con velata ed apparente dolcezza, ovviamente il gesto era scatenato dal solo intento di raggiungere i suoi scopi. Io ormai avevo rinunciato a mentire sul mio stato d’animo: lo lasciai fare, scostando subito dopo la mano con un brusco movimento provocato dal fastidio per il nostro prolungato contatto. Adrien finse che la mia reazione fosse dettata dall’ansia del matrimonio, mentre si rivolse nuovamente al prete, pronto a dare la sua risposta.
“ si, lo voglio ”
Il suo “si” venne accolto da un assenso con il capo da parte del prete. Mi chiedevo se anche lui fosse a conoscenza del fatto che quella era solo una recita e che Adrien non era davvero intenzionato a diventare il mio consorte. Oppure era all’oscuro di tutto e credeva fossimo due semplici innamorati desiderosi di rendere ufficiale il nostro amore?
“ e tu, Alexis Sparrow, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Adrien VanDoit, per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà finché morte non vi separi? ”
Era giunto il mio momento, ora toccava a me dare la risposta decisiva. Se dicevo di si, saremmo diventati marito e moglie a tutti gli effetti. Se dicevo di no, nessuno mi assicurava che subito dopo sarei stata ancora viva e vegeta.
Boccheggiai presa all’ansia, alla disperata ricerca di una qualsiasi brillante risposta che mi tirasse fuori da quella situazione.
“ no! Fermi tutti! ”
Una voce interruppe il silenzio calato nella stanza, entrambi ci voltammo verso le panche: Lisey era in piedi e ci guardava, con gli occhi carichi di energia ed il corpo ancora scosso dal coraggio con cui aveva distrutto la paura ed i tentativi di combattere i suoi sensi di colpa nei miei riguardi.
Esitò ancora, prima di abbandonare il suo posto per raggiungerci. Si fermò a pochi passi da noi, continuando a tacere. Notavo il disagio che le provocavano gli occhi di Adrien posati sul suo viso, intenti a cercare un modo per immergersi, dopo tanto tempo, nelle sue iridi color mare.
Dopo quel colpo di scena aveva dimenticato cos’altro dire, oppure ancora non lo aveva deciso e la frase di prima era uscita dalla sua testa senza che potesse riuscire a controllarla.
“ sono io la tua Branwen, è me che devi sposare ”
Esclamò Lisey, prendendo tutto il coraggio che le era rimasto. Mi rivolse un occhiata piena di scuse. Se avesse saputo che tutto ciò era solo una messinscena.. Mi sentivo impotente, desideravo spiegarle tutti i fatti, ultimamente si stava rivelando essere una valida amica, ed ora la tenevo all’oscuro lasciandola divorare dai sensi di colpa. Avrei voluto aiutarla, ma non avevo idea di come fare.
Jack, rimasto sorpreso anche lui dalla reazione di Lisey, si affrettò a mettersi in mezzo. Si alzò dalla panca, raggiungendoci, seguito a ruota dal suo fidato nostromo. Quest’ultimo rimase un passo indietro rispetto a noi, pronto ad assistere alla scena senza essere obbligato a parteciparvi.
Adrien fu l’unico che non si scompose, rimanendo compiaciuto dall’effetto ottenuto con le finte nozze. In quell’istante mi resi conto che per lui non c’era un piano ben preciso, ma una fila di obbiettivi da rispettare: far ingelosire Lisey, usarmi per ottenere più potere da parte della maschera, uccidere gli ospiti inutili, ovvero Jack, Gibbs e John, ed infine sposarsi con Lisey. Fino ad’ora tutto stava andando come previsto.
“ sono d’accordo! Secondo me siete una coppia perfetta! ”
Commentò esultante Jack, allargando le braccia con un sorriso stampato in faccia. Nessuno aveva la più pallida idea del perché stesse reagendo così. Mentre tutti lo fissavano confusi, Jack ne approfittò per lanciarmi un occhiata, che passò da me, al boccale sull’altare fino ad arrivare ad Adrien. Ero sicura significasse qualcosa, e per quanto sembrasse all’apparenza un idea stupida, poteva funzionare. Jack voleva che gettassi il boccale addosso ad Adrien? Forse in modo da poterlo distrarre e farci fuggire tutti da lì. Non era poi così male come idea.
Mimai il gesto del boccale in faccia ad Adrien quando solo Jack mi stava guardando. Lui annuì, confermando la mia teoria, quindi avevo capito bene.. Dovevo gettare il vino rosso, contenuto nel calice, addosso ad Adrien.
“ sono d’accordo, una coppia stupenda ”
Finsi anch’io di apprezzare il lieto evento, mentre la mia mano andava a prendere con cautela e senza farsi scoprire il calice posto sull’altare. Lo afferrai con forza, sospirai, prima di alzarlo dal suo posto con uno scatto e gettarne il contenuto in faccia ad Adrien.
Il rosso del vino andò a bagnare il viso della maschera, che rimase paralizzato ed ancora sorpreso dalla mia reazione. Anche Lisey era incredula, e mi fissava confusa. Jack, vedendo che non era intenzionata a muoversi da lì, l’afferrò per un braccio, invogliandola a scappare. Gibbs era già verso l’uscio, mentre anch’io venivo incitata a fuggire da lì. Il prete corse verso la porta opposta, forse per chiamare qualcuno oppure semplicemente per andare via anche lui.
Lasciai cadere a terra il calice vuoto, dando subito le spalle all’altare e scendendo i gradini veloce. Una mano mi prese per un braccio prima che potessi scendere dall’ultimo gradino, era Adrien.
Jack mi attendeva all’uscio, vide la maschera che mi afferrava. Istintivamente sfiorò l’elsa della spada, già pronto a tornare da me. Io non accolsi il suo aiuto, dicendogli con lo sguardo di proseguire per la sua strada. Non avevamo altra scelta, dovevamo attenerci al piano iniziale. Io avrei dovuto temporeggiare con Adrien, mentre Lisey, Jack e Gibbs salvavano John e poi tornavano da me.
“ tu non vai da nessuna parte ”
sperando di riuscire a sopravvivere fino a quando non tornano..


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Capitolo 29
*** Nomignoli E Giuramenti ***


Ahoy!! Purtroppo non riesco ad essere più molto assidua, anche se per mia fortuna il tempo per scrivere riesco a trovarlo comunque^^
In questo capitolo lascio da parte la povera Alexis e seguo la corsa dei nostri eroi (soprattutto Gibbs u.u) per salvare John e poi tornare da Alexis e salvarla.
Ps: non sono sicura di aver mai visto Gibbs duellare, in ogni caso usate l’immaginazione ed ecco Gibbs con una spada al posto di una fiaschetta^^
ora rispondo ai commenti:

Per emmawh: ciaoo! Grazie mille ^///^ sangue Sparrow non mente mai, chissà.. Spero ti piaccia anche questo capitolo, buona lettura =D

Per victoriavandort: non posso rivelare niente.. Comunque grazie^^ buona lettura^^


Per Fannysparrow: uh diritto (la mia più grande piaga..) spero sia andato tutto bene^^ oh grazie e buona lettura(:
Ps: uh non vedo l’ora di leggerla! Mi manca il caro Barbossino**


+_Capitolo 29_+
+_Nomignoli_E_Giuramenti_+
(quando bisogna cogliere l’attimo)




Tutta la stanza appariva leggermente sfuocata, come se non bastasse il dolore alla testa a confonderlo ed a turbargli la vista in perenne calo. A breve sarebbe tornato in catalessi? Avrebbe iniziato ad avere vuoti di memoria insieme a costanti svenimenti? Queste erano le principali domande che non smetteva di porsi mentre lentamente il buio svaniva e la stanza iniziava a prendere forma. Era simile a quella precedente, solo più ampia e decisamente più luminosa. Non mancava il classico tavolo al centro, con alcune sedie pronte ad accogliere i neo giunti e a farli riposare dopo una lunga camminata.
John finalmente era pronto a rimettersi in piedi e a scappare da quel posto. Con un immane sforzo raggiunse la normale postura: in quell’istante la stanza inizio a ruotare attorno a lui, così fu costretto a riappoggiarsi al muro e cadere a terra. All’inizio sospettò di un incantesimo della Maschera per tenerlo a bada, subito dopo capì che doveva essere l’effetto della stessa sostanza che gli aveva fatto perdere i sensi.
Sfregò gli occhi con le nocche leggermente sporche della mano, nel tentativo di riacquistare il pieno controllo delle sue facoltà. Quel gesto non servì a molto, se non a fargli notare le catene che gli bloccavano i polsi. Anche alle caviglie il metallo gli impediva la fuga. Era sicuro che con le catene addosso non avrebbe mai raggiunto la porta.
Iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca di una chiave o di un qualsiasi oggetto che potesse liberarlo da quella prigionia. Attaccate alla sinistra della porta due chiavi arrugginite lo fissavano in attesa di essere usate, John rimase un istante a guardarle, cercando poi freneticamente un modo per raggiungerle. Forse aveva un idea..


*


“ alla tua sinistra! ”
La voce di Lisey sovrastò il rumore delle spade che si scontravano, avvertendo Gibbs di un attacco alle spalle da parte di un nemico. Il nostromo si voltò, bloccando la lama dell’avversario e con abile mossa liberandolo dell’arma, per poi trafiggerlo.
“ grazie mille Miss ”
Ringraziò Lisey, affrontando il prossimo nemico. La ragazza gli fece l’occhiolino, parando un fendente e continuando a combattere.
Nel mentre Jack era distante di poco dalla scena, ogni tanto intromettendosi nel duello giusto per difendersi dagli attacchi, continuando però ad aprire ogni porta che trovava alla ricerca di John.
“ ehy tu! ”
Per sua sfortuna l’altra porta che aprì lo posizionò a pochi metri da un altro nemico, come se non ve ne fossero già abbastanza. Quest’ultimo corse verso Jack, che gli sbatté la porta contro prima che potesse aggiungersi alla mischia.
Ormai mancavano solo altre due stanze da controllare. Una spada sfiorò Jack, andando a sbattere contro il muro e cadendo poi a terra con un clangore. Il Capitano fulminò con lo sguardo il mittente dell’arma, evitando però di cercare vendetta, sia perché aveva un obbiettivo che non imponeva l’uccisione di quell’uomo, sia perché Lisey aveva già l’arma a pochi centimetri dalla gola di quel tipo.
Jack girò l’ennesima maniglia, trovando finalmente chi cercava. John era fermo a terra in una strana e scomoda posizione, intendo a cercare di raggiungere con la punta delle dita un oggetto posto sul tavolo. Jack gli si accostò, fissandolo in attesa che notasse la sua presenza.
“ Jack ”
Esclamò John, smettendo di allungare il braccio fino al limite della sopportazione. Si appoggiò contro il muro traendo un lungo sospiro, la fatica si fece sentire tutta in una volta.
“ immagino tu voglia essere liberato da quelle fastidiose catene ”
John annuì, senza fiato. Jack tornò all’uscio, prese le chiavi e tornò dal prigioniero.
“ prima però voglio farti giurare una cosa ”
Il filibustiere fece tintinnare le chiavi, restando a ciondolare a pochi passi da John. Quest’ultimo pensò scherzasse, ma l’espressione seria del Capitano gli fece subito cambiare idea.
“ cosa? ”
Domandò, temendo le prossime parole che sarebbero uscite dalla bocca dell’uomo.
“ conosco tuo padre da tanto, ed in quel tempo che ho passato a parlare con lui ogni tanto finivo per scoprire qualcosa di nuovo sul suo amato nipote, su di te.. In base a ciò che conosco ti invito calorosamente a stare lontano da mia sorella ”
Si tenne su di un tono gentile, mantenendo però il ghigno mascalzone che mostrava quell’invito per ciò che era realmente: una minaccia.
John diede prova di aver capito a cosa si riferisse.
“ sono cambiato ”
Disse, a quelle parole Jack lo guardò con scetticismo.
“ dicono tutti così ”
Il clangore delle spade si fece più vicino, Lisey e Gibbs ben presto li avrebbero raggiunti, doveva muoversi a concludere quel “discorso”.
“ lo giuri o no? ”
Jack continuò a far tintinnare le chiavi sotto lo sguardo supplicante di John, che non ebbe altra scelta se non accettare il suo compromesso.
“ lo giuro ”
Rispose contrariato. Jack ne fu soddisfatto, accingendosi a liberarlo dalle catene. In breve tempo John era libero dal metallo, ma legato da un giuramento.

Intanto il nostromo e la francesina si dividevano i nemici, eliminandoli uno ad uno. Gibbs tolse la vita all’ultimo avversario, andando poi a fissare Lisey pieno di ammirazione.
“ siete davvero brava Miss ”
Si complimentò, mantenendo in ogni caso un certo distacco dandole del “lei”.
“ smettila con questo Miss, chiamami Lisey e dammi del tu ”
Gibbs sorrise, leggermente imbarazzato. Non sapeva come comportarsi con le donne che non sono “allegre”, soprattutto se sono così giovani rispetto a lui.
“ e tu come ti chiami? Dubito che Gibbs sia il tuo nome di battesimo.. ”
Il nostromo esitò, non perché avesse dimenticato il suo nome, ma perché quella era una domanda che non gli veniva posta da anni.
“ Joshamee, Joshamee Gibbs ”
Si presentò. Lisey elaborò il nome mentalmente, prima di aggiungere qualcos’altro.
“ un nome particolare.. Ti dispiace se ti chiamo Josh? ”
Gibbs esitò ancora, non capiva perché Lisey potesse voler cercargli un nomignolo.
“ per me va bene ”
Rispose sorridente. Lisey sorrise a sua volta, andando poi a raggiungere Jack e John.
“ per il momento la via è libera, ma non passerà molto tempo prima che arrivino altre guardie ”
Lisey fece capolino dall’uscio, accompagnata da Gibbs. Non capiva perché John fosse ancora a terra, quando il poco tempo che avevano stava passando così velocemente.
“ siamo pronti ”
Jack aiutò John ad alzarsi, lanciandogli un altro sguardo pieno di sospetto. Non era un pericolo mortale per nessuno, la sua era soltanto una precauzione.
“ nel caso incontrassimo altri nemici, forse sarebbe meglio dividersi, tu e John potete andare da Alexis ed io e Josh li affrontiamo ”
Jack annuì alla proposta di Lisey, rielaborando solo in seguito ciò che gli era appena stato detto.
“ tu e Josh? ”
Chiese confuso, di quale “Josh” parlava?
“ si ”
Rispose subito Lisey, capendo solo dopo che neppure il Capitano era abituato al nome di Gibbs.
“ Josh, Joshamee.. Gibbs! ”
“ ahh ”
Con una loquace espressione Jack diede prova di aver capito.
Tutti e quattro si avviarono verso l’altare, alla ricerca di Alexis. Jack diede una spada a John, fulminandolo nuovamente con lo sguardo, e Lisey si affiancò a Gibbs, ricevendo subito un sorriso. Ora mancava solo la giovane Sparrow…


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Capitolo 30
*** E' Iniziata Con Il Sangue E Finirà Con Il Sangue ***


Ahoy!! Questa volta finalmente riesco ad aggiornare prima! In questo capitolo è racchiusa la scena che (mi pare) di aver pre-annunciato in qualche altro capitolo, quella che avevo in testa dall’inizio della scrittura della fic (giunta sotto consiglio di un saggio sogno u.u), il “colpo di scena” (anche se, forse, per alcuni già intuibile da altri capitoli…)
Prima di passare ai commenti però vi pongo una domanda (spero risponderanno tutti i seguaci di questa follia^^):
Volete un seguito del seguito? Un terzo Last Tears?
Non inizierebbe subito, sia perché sono impegnata sia perché prima intendo rivedere e correggere le prime due fanfic. Però ormai so che non riuscirei a non scrivere qualcosa sui pirati, e continuare con la cara Alexis non mi dispiacerebbe. Inoltre ci sono cose che rimarrebbero comunque senza conclusione e che non posso spiegare in soli due o tre capitoli, senza contare anche le idee che mi sono già venute… aspetto il vostro parere^^
ora rispondo ai commenti:

Per victoriavandort: oh grassie^^ wow una fan della coppia? Bene bene^^ felice di attirare la tua curiosità, spero ti piaccia anche questo capitolo, ciao =)

Per LadyKiki90: nuova lettrice! *corre a portare sedia e pasticcini di benvenuto* grazie per i complimenti, sei gentilissima, spero ti piaccia anche questo nuovo capitolo, ciao =)


Per Fannysparrow: oh grazie! Vero, Josh è tenerissimo** l’ho sempre visto come un timidone… fammi sapere cosa ne pensi di un seguito del seguito^^
Brava^^ Uh attenderò per la fic su Barbino, se fai una storia a più capitoli ancora meglio! Poverino sono pochissimi quelli che hanno scritto su di lui, se lo merita, è un gran Capitano u.u (ehy è.é ndJack anche tu sei un gran Capitano^^” ndMe) ciaoo(:


Per emmawh: uh brava *da la medaglia per la prima arrivata* xD mi fa piacere che apprezzi la futura coppia, è troppo bello scrivere di Gibbs/Josh da un lato un po’ romantico** tranquilla, ho capito cosa intendi per John u.u ancora grazie^^ sono curiosa di sapere cosa ne pensi di questo capitolo e se ti piacerebbe leggere di un terzo Last Tears, ciauu(:


+_Capitolo 30_+
+_E’_Iniziata_Con_Il_Sangue_E_Finirà_Con_Il_Sangue_+
(quando tutto segue il corso degli eventi)




Avevo ancora la mano di Adrien ferma sul mio polso, in una stretta che ben presto si sarebbe rivelata fatale. I suoi occhi attraverso la maschera rimanevano fissi su di me, in pieno disaccordo con ciò che era appena successo. Ora l’unica cosa che rimaneva da fare era temporeggiare, poiché aspettare la clemenza di Adrien era una possibilità non fattibile. Attendevo il suo rimprovero, che non giunse. Dopo qualche esitazione mi decisi ad aprir bocca per prima:
“ io… ”
Non sapevo cosa dire, giustificarmi non sarebbe servito a niente. Boccheggiai per qualche secondo. Adrien non disse nulla, ma la sua mano andò a sfiorare il tessuto della maschera e con un gesto lento ed attento levò la sua copertura. Ora il suo viso era visibile del tutto: le sopracciglia leggermente folte, gli occhi che senza la maschera apparivano in tutta la loro malinconia accumulata negli anni. Non avevo mai pensato a ciò che anche lui aveva passato, non credevo che il suo amore-ossessivo per Lisey fosse così. Non era solo un capriccio, lui l’amava davvero, lo leggevo nei suoi occhi. Si era lasciato trasportare dal potere e dal desiderio di avere di più, invece di accorgersi di ciò che già aveva: l’amore.
“ non hai seguito il nostro accordo ”
Iniziò a parlare con voce mesta. Io non risposi, i miei occhi continuavano ad assimilare i suoi gesti. Ero pronta a scattare per qualsiasi reazione potesse avere.
“ ora mi resta solo una cosa da fare… non ho altra scelta ”
Sapevo a cosa si riferisse, l’unica cosa che doveva fare era concludere il circolo e per farlo gli serviva il sangue di una vergine, il mio sangue.
Indietreggiai con il cuore a mille, mentre Adrien, con ancora una mano che mi stringeva a sé, si voltò verso il prete, appena tornato dalla sua breve fuga.
merci
Adrien ringraziò l’uomo, prendendo dalle sue mani un oggetto nascosto da un velo. Per due secondi restai libera, troppo poco tempo per poter scappare. Il prete si apprestò subito a negarmi la fuga agguantandomi entrambi i polsi.
Adrien intanto aveva appoggiato l’oggetto nascosto sull’altare, con calma ed attenzione sfilò il velo, rivelando l’arma che nascondeva.
Prese il coltello in mano, facendo riflettere le luci soffuse sulla lama. Dopo aver contemplato i particolari dettagli che caratterizzavano l’arma, Adrien tornò a prestarmi attenzione, protraendo la lama verso di me.
“ sai perché questo coltello è speciale? ”
Mi domandò, tenendo gli occhi puntati sul suo riflesso. Io scossi la testa, tremando di paura. Neppure sapevo che fosse speciale.
“ è con lui che tutto ha avuto inizio, solo questa lama può portare via la mana che è in te, solo quest’elsa può sorbire la mia mano dolente, solo questo coltello può chiudere il circolo ”
Restai ad ascoltarlo senza fiatare, le sue parole piene di soffusa ammirazione per quell’arma mi inquietavano. Ero tentata di provare a ribellarmi, ma il prete aveva una presa ferrea, ed ogni minimo tentativo finiva per fallire.
“ ora è giunto il momento ”
Il suo viso era serio, mentre la mano armata era pronta ad adempiere al suo dovere. Le mie dita, intanto, tentavano in tutti i modi di raggiungere il coltello datomi poco fa da Jack. Per mia fortuna riuscii a raggiungere la giarrettiera, sfilando l’arma con attenzione. Sentii la lama fredda accarezzare la mia pelle, mentre con uno scatto estraevo il coltello, che finì prontamente sul dorso della mano del prete che mi impediva la fuga.
Vidi l’uomo che urlava di dolore, e la mia unica arma rimanere sulla sua mano, piena di sangue. Corsi subito via, approfittando degli attimi in cui Adrien prestava un poco di attenzione al prete ferito. Abbandonai la cappella, superando l’arcata che dava per un elegante soggiorno. Neppure provava a seguirmi, nonostante la sua ultima vittima stesse fuggendo via. Perché non aveva fretta?
Scoprii subito la risposta, quando smisi di voltarmi ad ogni passo, ritrovandomi faccia a faccia con Adrien. Aveva nuovamente addosso la maschera e da lì trasparivano solo i suoi occhi fiammeggianti di rabbia. In quell’istante capii che il potere della maschera l’aveva portato a raggiungermi così facilmente, era in quel bianco tessuto che si accumulava tutto il suo potere, senza di essa era un semplice uomo distrutto dai suoi desideri, solo e privo di morale. Teneva ancora il coltello in una mano, pronto ad usarlo contro di me.
Dovevo rubargli l’arma, se era in grado di dargli potere di sicuro poteva anche negarglielo, con quel coltello sarei riuscita ad ucciderlo.
“ ora scoprirai cosa succede a chi non rispetta gli accordi ”
Mi minacciò, avvicinandosi di più. Io mi voltai, alla ricerca di un qualcosa che mi aiutasse ad impossessarmi della sua arma, mentre intanto continuavo a scappare. Mi ritrovai nuovamente faccia a faccia con la maschera, solo che questa volta non riuscii a fuggire dalla sua morsa.
Gli diedi le spalle, sentendo il suo braccio prendermi per i fianchi, stringermi lo stomaco e trattenermi contro di sé.
“ sei in trappola ”
Le sue labbra sfioravano il lobo dell’orecchio sinistro, emanando quelle flebili parole che si persero subito nell’aria.
Un rumore giunse dalla cappella, e non mi ci volle molto per gioire nel sentire la voce di Jack che urlava il mio nome. Anche Adrien venne distratto da quel trambusto, e ne approfittai per allontanare l’arma da me. La Maschera mi riprese subito, spingendomi contro il suo petto, il coltello era tenuto con la mano destra, ed il mio viso rientrava nella sua traiettoria. Con forza spinsi il suo braccio in alto, allontanandolo di più. Ci fu una lotta da entrambe le parti, io che tendevo la lama contro il viso ed Adrien, mentre quest’ultimo faceva l’esatto contrario. Mi dimenai più volte, dandogli diversi colpi. Uno di quelli andò a segno, portando via per un attimo l’attenzione per il coltello. Ne approfittai per prendere l’arma, che venne rivolta subito contro Adrien. La lama del coltello lo trafisse, ed ero io colei che gli negava la vita.
Me ne resi conto solo quando lo vidi accasciarsi a terra, in un lago di sangue. Non riuscivo ancora a credere a ciò che avevo appena fatto, venni presa da un improvvisa nausea, e non riuscii a non cadere a terra, con gli occhi sbarrati dall’orrore.
Levai la maschera dal viso di Adrien, incontrando i suoi occhi vacui che avevano appena scoperto cos’era la morte. Gettai la maschera nel suo sangue ed il bianco candido venne coperto di rosso.
Mi voltai, completamente scossa da ciò che avevo appena fatto. Poco lontano da dove mi trovavo qualcuno stava assistendo alla scena: quel qualcuno era Jack.


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Capitolo 31
*** Dalla Tempesta Al Sole ***


Ahoy!! Quanto mi è mancato scrivere!!!!! Ho avuto una terribile settimana in cui non ho avuto proprio tempo.. ma ora sono tornata! Con il *sigh* penultimo capitolo! Anche se scriverò Last Tears 3! *me commossa da tutti i consensi per invogliarmi a continuare* Ma bando alle ciance!
ora rispondo ai commenti:

Per Imperfect_angel: grazie a te per questo bellissimo commento!! Davvero, sono commossa! E felicissima di averti fatto ancor più appassionare a questa fantastica saga che per me è ormai una droga! Spero ti piacciano anche gli ultimi capitoli! Buona lettura =D


Per emmawh: allora sono riuscita nel mio intento :D ho voluto lasciare Alexis fuori da ogni uccisione fino ad‘ora, per descrivere bene quello che per la sua vita è un passo importante u.u il tuo parere per il continuo è uno fra quelli più importanti, quindi se sei d‘accordo allora sono felicissima di scrivere un terzo LT! =D
Per barbanera chissà.. Di certo Ian Mcshane è perfetto per la parte! Anche se bisogna vedere se sarà un pirata all‘altezza di Jack e Barbossa u.u Penelope Cruz come pirata lascia perplessa anche me.. Ma non si può far tornare Anamaria? :P comunque vedremo.. Di certo è una brava attrice, ma l‘idea di vedere un‘altra che ci prova con Jack non mi entusiasma più di tanto >.< buona letturaaaa =D


Per victoriavandort: Jack non sarà da meno anche per questa situazione^^ me felice che tu sei felice per un seguito del seguito xD buona lettura!! =)

Per LadyKiki90: accie! Che bello un‘altra lettrice che approva *corre ad aggiungere un altro nome alla lista* buona lettura anche a tee! =)


Per Rebecca Lupin: scuse accettate, figurati^^ comprendo! Scriverò sicuramente dopo un approvazione così Jackosa u.u buona letturaaa =D


Per Fannysparrow: ciauz (ormai ho contagiato anche te con il mio ciauz xD) quanto mi rende felice la tua approvazione! E sono ancora più felice che questa storia piaccia a voi almeno quanto piace a me scriverla^^ grazie nuovamente per i tuoi complimenti! Buona lettura!!! =D
Ps: certo che Barbino se lo merita, Jackie basta ignorarlo u.u (hey!! NdJack lo sai che ti adoro** ndme hmpf ndJack)


+_Capitolo 31_+
+_Dalla_Tempesta_Al_Sole_+
(quando basta poco per tornare a sorridere)




Non avevo lacrime da consumare per quello che era stato, fino a poco fa, la causa di tutti i nostri problemi. E, se non avessi reagito, probabilmente si sarebbe rivelato essere anche la causa della mia morte. Tra i due però lo sfortunato che doveva dire addio alla sua vita era lui, e non ero sicura fosse giusto così.
Adrien non aveva ruolo in questa tragedia, era stato solo il burattino comandato dalla maschera dannata. Aveva perso la ragione, ma con un po’ di aiuto forse sarebbe tornato ad essere l’uomo che tanto aveva incantato Lisey.
Ora si che avevo qualche lacrima in serbo per questa situazione: una goccia amara piena di sensi di colpa che mi rigava la guancia.
Una mano sfiorò appena la mia spalla, facendomi sobbalzare spaventata. Abbandonai il corpo esanime di Adrien per incontrare gli occhi commiserevoli di Jack. Notai lo sforzo immane di mio fratello, nel cercare le parole adatte per lenire il mio dolore. In quell’istante, però, volevo solo cadere nell’abbraccio confortevole e solitario del mio letto, cullata dalle onde del mare, in quella nave che per me e Jack valeva come una casa.
“ io… ”
Boccheggiò il capitano, venendo subito interrotto con un gesto veloce della mia mano.
“ non adesso ”
Interruppi il suo pensare, vedendo Lisey, John e Gibbs raggiungerci preoccupati.
“ santa madre terra ”
Commentò Gibbs, portando la mano alla fronte, poi al petto ed infine ad entrambe le spalle, in un impacciato segno della croce.
Lisey era accanto a lui, intenta ad esprimere parte del suo dolore in un silenzioso pianto. Piangeva per l’Adrien del passato o per l’Adrien che poteva divenire? Non lo potevo sapere, e di certo chiederlo sarebbe costato troppo per la povera Lisey. La domanda che però più mi premeva era come mi avrebbe vista da quell’istante in poi. Qualunque motivazione avessi, rimanevo sempre l’assassina del suo più grande amore. Mi sentivo uno schifo.
Dopo di loro venne John, che non esitò a porre il suo sguardo su di me, quasi evitando di scorgere il corpo di Adrien. Io declinai la ricerca di un contatto con lui, non ero in grado di sopportare i suoi occhi.
“ è il caso di tornare a bordo della Perla, la mia nave mi attende ”
Esclamò Jack, camuffando parte della gioia che gli provocava tornare dal suo veliero. Accennai un mesto sorriso, affiancandolo durante la camminata. Con mia enorme sorpresa trovai la sua spalla ad accogliermi, il suo braccio mi cingeva con affetto, trasmettendomi subito tutta la sicurezza che avevo perduto da tanto.


Salimmo a bordo della Perla Nera. Io mi avviai senza indugio verso la mia cabina ignorando gli sguardi curiosi della ciurma, tutti sembravano impazienti di sapere cos’era successo in quel lasso di tempo in cui io e gli altri eravamo spariti all’interno del rifugio. Udii il vociare che si creò attorno a me, per fortuna tutte le domande sembravano rivolte al Capitano, ed io riuscii a svincolare dal loro interesse con facilità.
Compietti ancora pochi passi, prima di raggiungere la mia cabina ed abbandonare il frastuono sopra coperta chiudendo la pesante porta in legno della stanza.
“ casa dolce casa ”
Esclamai con voce flebile, una punta di malinconia accompagnò quello che doveva essere un allegro saluto alla mia adorata camera. Nonostante l’umore triste, sentivo dentro di me il peso alleggerirsi grazie all’accogliente ambiente della Perla.
Mi accostai al letto, sfiorando le morbide coperte con un sospiro. Balzai sopra il materasso, lasciandomi cadere contro il soffice tessuto delle lenzuola. Avevo gli occhi puntati sul soffitto, fissi su di un punto qualsiasi. Detestavo concentrarmi sui “se”, ma non riuscivo a non chiedermi cosa sarebbe successo se supina a terra ci fossi stata io al suo posto.
devo smetterla di torturarmi con queste domande
Volevo solo coprire tutto il dolore con un velo, metterlo da parte e prendermi una pausa dalla realtà. Socchiusi gli occhi, pronta a chiuderli del tutto nel tentativo di immergermi nel buio della mia mente. Solo il terrore di un possibile incontro con Adrien nel mondo dei sogni mi teneva ancora sveglia. Gli incubi che mi avrebbe procurato quel fattaccio sarebbero durati per un bel po’, già lo sapevo.
dovrai prepararti ad un mese da insonne
“ posso entrare? ”
La voce di Jack giungeva ovattata dalla porta che ci separava. Abbandonai i miei confusi pensieri, mettendomi a sedere sul letto. Attesi pochi secondi, indecisa sul voler davvero parlare con lui. Notai compiaciuta che, nonostante la porta non fosse chiusa a chiave, Jack aveva comunque rispettato il mio volere chiedendo e bussando, prima di spalancare la porta ai quattro venti.
dagli una possibilità
“ entra ”
Vidi la maniglia girare ed in un secondo il Capitano più stralunato dei Sette Mari era dentro la mia cabina, pronto a vestire il ruolo del mancato padre apprensivo.
Esitò un attimo, chiuse del tutto la porta ed avanzò di pochi passi. Restammo a fissarci per qualche secondo, prima che mi decidessi a fargli cenno di sedersi accanto a me, sul letto. Jack mi raggiunse, accomodandosi al mio fianco.
“ come stai? ”
Mi domandò, con un espressione indecifrabile sul volto. Io non risposi, limitandomi a sospirare. Il Capitano si morse leggermente il labbro, indeciso sul da farsi.
Lo vidi infilarsi una mano in una tasca del giacca, alla ricerca di chissà cosa. Per un attimo temetti stesse recuperando una bottiglia di rhum, pronto a suggerirmi di affondare il mio dolore nell’alcool. Mi ricredetti vedendogli in mano un foglio ingiallito. Lo spiegò, porgendomelo sul palmo della mano.
Io alzai lo sguardo confusa, venendo incoraggiata alla lettura da un veloce gesto della mano di Jack.
Scorsi veloce la prima riga, in una calligrafia confusa e poco comprensibile riconobbi il nome di Jack impresso su carta. L’aveva scritto lui?
“ tu… ”
Non conclusi la frase, venendo nuovamente incitata a continuare a leggere.

Oggi ho fatto una cosa di cui non so se andare molto fiero. Mio padre dice che ogni pirata prima o poi deve compiere quel gesto.. che è una cosa che succede.. è naturale. Essere pirati significa essere a contatto con la morte in ogni istante.. bisogna scegliere tra la propria vita e quella del nemico.. queste erano le sue parole. Non sono sicuro se riuscirò mai a conviverci..

Erano solo poche righe, ma il pensiero che fossero state scritte da Jack in persona le rendeva decisamente preziose.
“ prima o poi sarebbe dovuto succedere… non sarà così per sempre ”
“ questo è quello che hai scritto dopo la tua prima uccisione? ”
Domandai, indicando il foglio. Jack annuì, sistemandosi meglio nel materasso.
“ l’unico consiglio che ti posso dare è… ”
Fece una pausa, aiutandosi con i gesti per spiegare cosa volesse dirmi.
“ non lasciare che i sensi di colpa ti sovrastino, e se ti può aiutare.. scrivi ”
Indicò il “futuro diario di bordo di Alexis Sparrow” che giaceva immacolato sopra il tavolo della cabina. Io annuì, continuando il mio voto del silenzio.
Jack si alzò dal letto, scompigliandomi i capelli in un veloce gesto d’affetto. Io arricciai il naso, sorridendo in modo sincero dopo tanto tempo.
“ rimettiti in sesto scricciolo, la Perla è troppo silenziosa senza il tuo vociare ”
“ come faresti senza di me ”
Esclamai, bloccandolo a metà strada con un ghigno sul viso. Tornò dopo per la sua strada, felice di avermi fatto tornare il sorriso sulle labbra.


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Capitolo 32
*** Un Particolare Triangolo ***


+_Capitolo 32_+
+_Un_Particolare_Triangolo_+
(quando non si può più nascondere tutto)




Avevo ancora in mano il foglio di Jack, sorrisi mentre lo riponevo con attenzione tra le bianche pagine del mio futuro Diario di bordo.
Era così strano pensare ad un giovane Jack pieno di paure e preoccupazioni, da quando l’avevo conosciuto mi era sempre apparso così tranquillo, quasi noncurante di tutto quello che accadeva intorno a lui. Per questo motivo averlo accanto mi riempiva di coraggio, riusciva a farmi credere che ogni cosa si potesse risolvere con il passare del tempo. Si, ero una fifona pessimista. Oltre ai miei problemi tendevo spesso ad aggiungerne degli altri frutto del mio gran pessimismo e della mia bassissima autostima. Probabilmente se non ci fosse stato Jack ad incoraggiarmi non avrei nemmeno avuto la forza di prendere in mano quell’arma.
eppure lo hai fatto, hai preso in mano il coltello ed hai ucciso Adrien
Rabbrividii, rivivendo per pochi secondi la sensazione che avevo provato uccidendolo. Scossi la testa, mettendo il diario al sicuro in uno dei cassetti della scrivania.
non devo pensare a quello che ho fatto, devo pensare ad altro
Già, dovevo pensare ad altro. Restare rinchiusa in cabina però non ispirava altri pensieri, quindi decisi di uscire a prendere una boccata d’aria.
Chiusi la porta alle mie spalle, salendo veloce sopracoperta. Il ponte era deserto, poiché tutti erano intenti a festeggiare la fine dell’avventura con un abbondante banchetto, quindi cercare di svuotare la mente risultava più facile.
Trassi un enorme respiro, e l’aria di mare m’inebriò del suo familiare odore salato in un istante.
posso pensare al mare, il mare è bello
Mi avvicinai a parapetto, poggiando i gomiti sopra al legno. Lasciai che lo sguardo si perdesse a seguire il movimento delle onde, mentre pensieri insensati ma tranquilli inondavano la mia mente di stupide domande senza una vera risposta. Quanta acqua c’è nel mare? o cosa succederebbe se il mare fosse fatto interamente di rhum? A quest’ultima domanda partì un immagine mentale in cui tutti quelli della ciurma si gettavano nel mare di rum tra grida di gioia e risate sguaiate.
“ fermi tutti, il Capitano va per primo ”
Avrebbe urlato Jack, approfittando della sua posizione per gustarsi la quantità maggiore di liquore.
“ Alexis? ”
Una voce mi destò dai miei pensieri, facendo svanire l’immagine di Jack che nuotava nel rhum in un istante.
“ che? ”
Esclamai con nonchalance, voltandomi con uno scatto. John era a pochi passi da me, intento a sorridermi in un modo così ammaliante, anzi, così da John.
“ come stai? ”
Mi domandò, diminuendo la distanza tra noi di qualche passo. Io mi persi per qualche secondo nei suoi profondi occhi, ricordandomi solo dopo che mi aveva fatto una domanda, quindi dovevo rispondere.
“ bene ”
Risposi, senza pensare. Infatti era una bugia, non stavo affatto bene. John sembrò accorgersene, quindi mi affrettai ad aggiungere:
“ male ”
Sospirai, temendo di dover riaffrontare il discorso di Adrien con lui. Di questo passo pensare ad altro si rivelava più difficile del previsto.
“ non devi… ”
“ no ”
Interruppi il suo discorso sul nascere.
“ ne ho già parlato con Jack, non voglio continuare ad affrontare quell’argomento ”
Sapevo di esser stata scortese a dirglielo in quel modo, che le sue uniche intenzioni erano quelle di consolarmi e che vi erano altri modi più gentili per liquidarlo, però ero troppo impegnata ad evitare i brutti pensieri per cercare di essere gentile con John.
Quest’ultimo restò basito dalla mia risposta, lasciando calare il silenzio tra noi. Silenzio che a me non dispiaceva poi tanto, se non fosse che John dava chiaro segno di essere in imbarazzo.
“ scusa, non volevo essere maleducata ”
Mi scusai, nella speranza di alleviare la situazione creata.
“ non scusarti, lo capisco ”
Tornò a sorridere, lasciando intendere di non essere più a disagio. Io ricambiai quel sorriso, venendo ancora una volta colpita dalla sua bellezza. Dovetti scostare lo sguardo, per paura di mostrarmi in imbarazzo.
“ è bello il mare ”
Osservai, chiaramente a conoscenza di aver appena fatto il commento più banale del mondo. Per fortuna John ignorò l’ovvietà delle mie parole, iniziando a fissare anche lui il panorama.
ti prego, fa che non esordisca con un “mai bello quanto te”!
“ Alexis! ”
La voce di Jack interruppe quel - beh, qualsiasi cosa ci fosse in quel momento tra me e John - portando l’attenzione su di sé. Il suo tipico ghigno svanì non appena riconobbe John al mio fianco. Jack lo fulminò con un’occhiataccia, questa volta ricambiata. Cos’aveva contro di lui?!
“ buonasera Capitano ”
Lo salutò educatamente John. Jack non rispose, spostando lo sguardo su di me. Sembrava di colpo arrabbiato, avevo fatto qualcosa di sbagliato?
“ Alexis, ti stavo cercando, mi chiedevo se volessi qualcosa da mangiare ”
Solo in quel momento notai il piatto che teneva in mano, non era molto ciò che conteneva, ma tenendo conto che doveva trattarsi del cibo salvato dalla ciurma era anche tanto.
“ oh, grazie! ”
Esclamai raggiante, prendendo il piatto dalle sue mani. Addentai un pezzo di pane, iniziando a mangiare, quando mi resi conto che quei due si stavano ancora fulminando con lo sguardo.
“ inizia a fare freddo, forse è meglio se torno in cabina… ”
Non era del tutto una bugia creata per svignare via dalle loro occhiatacce, il vento stava soffiando sempre più forte e la temperatura con l’arrivo della notte si abbassava di molto.
“ ottima idea, vengo con te ”
Disse Jack. Bene, era proprio ciò che speravo. Lasciarli da soli si sarebbe potuto rivelare un errore, almeno con me accanto si limitavano agli sguardi.
Jack mi voltò bruscamente verso le scalette, negandomi un ultimo sguardo alla bellezza di John.
“ ehy! ”
Mi lamentai, poiché con quel gesto aveva rischiato di farmi cadere il piatto dalle mani. Stufa di quella situazione m’incamminai verso la mia cabina senza neanche aspettare mio fratello.
forse un giorno capirò che cosa passa per la testa di Jack!


“ te l’ho detto, ti sbagli sul mio conto ”
Esclamò John, interrompendo il silenzio tra di loro.
“ ed io ti ho detto di starle lontano ”
Disse Jack, sfiorando l‘elsa della spada come a simboleggiare ciò che gli avrebbe fatto se non avesse rispettato il giuramento.
“ stavamo solo parlando ”
Il Capitano scosse la testa.
“ si comincia parlando e si finisce in altro modo ”
John sembrò sul punto di ribattere, non sapendo però cosa dire esattamente esitò, spostando il discorso su se stesso:
“ tu non mi conosci ”
Disse, accingendosi ad abbandonare la scena, venendo subito fermato dalla spada di Jack. La punta della lama gli sfiorava la spalla, costringendolo a non muoversi se non voleva ferirsi.
“ di te so abbastanza cose da portarmi ad agire in questo modo, non ho problemi ad averti nella mia ciurma… ”
John sussultò, dimenticandosi della lama per qualche secondo, si lasciò pervadere dal significato che avevano quelle parole. Ora faceva parte della ciurma della Perla Nera? Ebbe quasi la tentazione di sorridere, immaginando come sarebbe stato vivere per mare.
“ ma ad una condizione: devi.stare.lontano.da.mia.sorella ”
Scandì ogni parola per bene, nella speranza che questa volta riuscisse a fargli percepire il messaggio.
John annuì, rendendosi conto che far parte di una ciurma lo elettrizzava di più che riuscire ad avere una possibilità con Alexis. Anche se in ogni caso gli sarebbe dispiaciuto non poterle più parlare.
La lama abbandonò il collo di John, con enorme sollievo da parte di quest’ultimo.
Jack non aggiunse altro, ricordandosi di aver detto ad Alexis che l’avrebbe raggiunta. Lasciò John sul ponte con i suoi pensieri, affrettandosi ad andare da lei. Bussò più volte alla sua porta, e quando l’aprì notò che all’interno non vi era traccia di sua sorella.
“ da cos’è che mi stai proteggendo? ”
La voce priva di allegria di Alexis giunse dalle sue spalle. Il Capitano si voltò sorpreso, notando che sul viso della ragazza non vi era traccia di alcun sorriso.
“ io… ”
Jack si guardò attorno, sentendosi colto in fallo. Mentre Alexis si accingeva a compiere qualche passo in più verso la sua stanza, abbandonando la soglia della porta.
“ ho sentito i vostri discorsi, la tua minaccia… perché? ”
Jack si accomodò sul letto, rifiutandosi di aprir bocca. Alexis continuava a guardarlo con rabbia, non avrebbe accettato ancora una volta delle risposte evasive, voleva la verità.
non posso dirti la verità, Alexis



Ahoy!! Lo so, sono crudele a farlo finire in questo modo. Ma dovevo finirlo così, anche perché è necessario per alcune delle idee che ho in testa per il terzo! Perciò non uccidetemi, tenterò di non rimandare la scrittura del terzo per troppo tempo *corre a ripararsi da eventuali lanci di pomodori*
Come ogni fine di storia che si rispetti, ringrazio tutti i lettori silenziosi, quelli che ogni tanto si sono fatti sentire e le recensitrici assidue! Ringrazio in particolare emmawh, Fannysparrow e victoriavandort che sono quelle che hanno recensito di più, continuando a sostenermi ed assecondando le mie pazzie *lacrimuccia e consegna premio per lettrici di deliri di Summerbest dell’anno*
E naturalmente ringrazio anche tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti!!!
Vi adoro tutte/i!! *abbraccio virtuale*
Okay, ora la smetto e rispondo ai commenti^^:

Per emmawh: lo sooo** è stata una faticaccia non scrivere mille volte quant‘è dolce! Scrivere fingendo di non provare nulla per lui che non vada oltre l‘affetto è difficile T.T haha certo, è importante il tuo parere u.u infatti spero ti sia piaciuto anche il finale** eh ora Gibbs ne approfitta xD
Incrociamo le dita per POTC 4, nella speranza che questo regista non faccia un disastro ._. Johnny non si è venduto, si venderebbe se iniziasse a fare film solo per guadagnare, ma lui continua con Pirati perché adora Jack, quindi fa benissimo a dire così, grande Johnny!** oddio questo The Tourist già non lo sopporto più, se poi ci sarà anche De Sica! Non vedo l‘ora che finiscano di girare! Che poi hai visto le foto? Praticamente va in giro nascosto da tappeti o roba simile, manco stessero per fargli un attentato xD assurdo -.- ciaoooo =D


Per victoriavandort: grassie!! E grazie anche per tutte le altre recensioni, spero vivamente di ritrovarti a recensire anche nel prossimo! Ciao =D

Per LadyKiki90: grazie! Che gentile come sempre! Spero ti sia piaciuto anche quest‘ultimo capitolo, fammi sapere^^ ciao!! =D


Per Imperfect_angel: oh felicissima di sapere che ti è piaciuto!^^ certo che ci sarà, tranquilla, non vi lascio con la storia a metà =P no no non voglio rischiare hihi ^_^ spero di ritrovarti a recensire anche nel terzo, intanto sono curiosa di sapere cosa ne pensi del finale, ciaoo =D


Per Fannysparrow: grazie!!! Anche se non esistono abbastanza parole per ringraziarti di tutti i tuoi bei commenti** per che fine ha fatto John l‘hai potuto scoprire qui, riguardo Lisey dovrai attendere a Last Tears 3 per saperlo^^ ciaoo =D


Per Rebecca Lupin: grazieee! Ecco in questo capitolo che fine ha fatto John^^ ti è piaciuta la fine? Sono curiosa di saperlo^^ intanto già ti saluto sperando di ritrovarti nel terzo Last Tears^^ ciaoo =D


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