Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
«Come accidenti ho
fatto a farmi convincere…». Il bel ragazzo, sbuffò sonoramente.
«Sasuke, che esagerato!
Non ci metterò molto… Abbi pazienza che finisca, almeno!»
«Ma sei lenta!
Devi sbatterla più velocemente quella frusta!»
«Più veloce di
così! Possibile che non ti vada ancora bene?»
«Bah…»
«Senti… E’ inutile
che ti lamenti, dolcezza. Perché tanto lo so che ti piace!»
«Questo è un altro
discorso…»
«Oh, be’! Senti,
Sasuke! Hai poco da borbottare! La frusta posso anche sbatterla velocemente… Ma
se la cioccolata non bolle, significa che il budino non è ancora pronto!
Capito?»
«Devo ammetterlo…
Ino ha stile!», esclamò Sakura, guardandosi allo specchio ancora una volta.
Sasuke la fissava, poggiato ad uno stipite della porta della loro camera.
«Sakura… Ho
sonno», la rimproverò il compagno, con cui Sakura conviveva da ormai tre anni.
«Come sarebbe?!
Tra poco è il mio compleanno!», disse lei, indicando l’ora.
«Compleanno o no,
sempre le undici e mezza sono. E dopo una giornata come quella di oggi,
dovresti stupirti che non sono crollato appena rientrato a casa»
«Uff… Va bene»,
disse lanciando un ultima occhiata al regalo anticipato di Ino: un vestito
rosso, lungo, che le metteva in risalto le forme.
«Mi aiuti a
levarlo, per favore?», chiese poi la ragazza, alzando i lunghi capelli rosa
sopra la testa.
Sasuke sospirò e, avvicinatosi, cominciò ad armeggiare con
la cerniera.
Poi,
improvvisamente, si fermò.
«Che c’è?», chiese
Sakura.
«Pensavo… Che
anch’io potrei darti il mio regalo in anticipo…», disse lui baciandole il
collo.
«Ah… E quale sarebbe?»,
chiese retorica lei.
Sasuke aprì la cerniera del vestito, lasciando poi che
questo scorresse lungo il corpo di Sakura.
«Indovina…»,
disse, mentre l’accarezzava.
«Non eri stanco?»
«Non sono poi così
stanco. E poi… Tra pochi minuti è il tuo compleanno»
Sakura lo fissò, incredula.
«Sei impossibile,
Uchiha»
«Sei noiosa,
Haruno»
«E allora come
facciamo?»
«Mh… Credo che per
stasera riusciremo a trovare un compromesso»
«Ti amo»
«Anch’io», e fissò
per qualche secondo l’orologio appeso alla parete.
«Ahh… Che
stanchezza! La missione di oggi è stata terribilmente noiosa!», dichiarò
Naruto, lasciandosi cadere a peso morto sul letto.
«In tutta
sincerità, a me non è poi così dispiaciuta. Per una volta che fila tutto
liscio…», commentò Hinata dal bagno, ancora intenta a sgocciolarsi i lunghi
capelli.
«Naah! Le missioni
tranquille non fanno per me!», esclamò il biondo, incrociando le mani sotto la
testa, rilassandosi.
«Hehehe! Già… Lo
so bene!», disse lei, ridacchiando.
In quel momento, la ragazza sgambettò fuori dal bagno
stretta nel suo asciugamano e, presi i suoi vestiti, fece per tornare indietro.
«Mh? Che stai
facendo, si può sapere?», domandò Naruto, osservando ogni sua mossa.
Hinata arrossì. «N-niente. Vado a vestirmi», balbettò,
cercando di non fissare il ragazzo steso sul loro letto, con solo l’asciugamano
addosso.
Naruto si mise a
sedere, ormai interessato. «E non puoi farlo qui?», le chiese, con un’espressione
divertita sul volto.
Hinata aprì la bocca per prendere aria, cercando, forse, la
risposta più adatta.
«M-mi…»,
farfugliò.
«Mi…?», la
incoraggiò il ragazzo.
A quel punto, Hinata optò per la verità.
«Mivergogno…»,
disse tutto d’un fiato, con lo sguardo inchiodato a terra.
Naruto la fissò interdetto. «Non vuoi che ti veda nuda?».
Hinata non
rispose.
«Perché… Se così
fosse… Sarebbe un po’ tardi, non credi?», continuò Naruto, con un sorriso.
«M-ma sì. Lo so.
Il punto è che… Insomma, un conto è quando…», tentò di spiegarsi lei,
gesticolando convulsamente. Ma Naruto la fissava confuso. Hinata non si diede
per vinta.
«E un conto è
quando…», aggiunse, lasciando cadere il discorso subito dopo.
«Credo che farò
finta di capire…», si arrese Naruto.
Hinata sbuffò.
«Un conto è quando
facciamo l’amore, e un conto è quando… Non facciamo l’amore», chiarì Hinata,
con un gioco di parole che confuse anche se stessa.
Naruto fissò per un attimo la compagna in silenzio; poi fece
un sorriso sghembo e dannatamente sexy.
«E a te chi dice
che questa non sia una di quelle volte…?».
«A…». – Whum! –
«Hinata!Un
conto è quando, un conto è quando… però a conti fatti svieni
sempre!», esclamò osservando la ragazza svenuta a terra.
Sasuke schiuse piano gli occhi, voltandosi lievemente in direzione della ragazza stesa al suo fianco.
Sakura annuì, alzando un braccio al cielo per indicare una nuvola bianca sopra le loro teste.
«Non la vedi? Eccola lì!».
Sasuke osservò il soffice cumulo bianco indicato da Sakura, poco convinto.
«Mh...», mugugnò, richiudendo gli occhi quando una lieve brezza gli accarezzò il viso.
«Come mh? La vedi o no?».
«Certo che ne hai di immaginazione, Sakura...».
Sakura lo fissò, sorridendo. Si stiracchiò, ridacchiando quando l'erba le solleticò le braccia.
«Oh, guarda! Quella sembra te dopo che
Naruto ti ha conciato per le feste!», esclamò con aria
innocente subito dopo, nel tentativo di scatenare una reazione - che
non tardò ad arrivare.
Sasuke aprì gli occhi di scatto, scrutando la nuvola indicata da lei.
«Ma che dici...», ringhiò. «Si
vede perfettamente che quella sei tu che si abbuffa di fragole».
Sakura scoppiò a ridere.
«Oh-hoo! Punto sul vivo, eh?», lo schernì.
Sasuke la guardò per un attimo, con una smorfia, prima di alzare anche lui un braccio al cielo.
«Affatto... Vedi? Quelle più piccole sono le
fragole... E quella grossa sei tu con la bocca piena»,
spiegò Sasuke.
«Ah sì, eh? Strano, a me sembra proprio di
vedere la tua faccia tumefatta lì in mezzo...».
«A me sembra di vedere te che tiri un pugno a Naruto per avermi picchiato».
«Dì che l'avresti preferito...».
«Intendi, al pugno che invece mi hai tirato subito dopo slogandomi anche la mascella?».
«Oh, andiamo... Che la tua mascella funziona benissimo».
«E tu come fai a dirlo?».
«Perché te l'ho risistemata io, e perché...».
Sakura si alzò, mettendosi poi a sedere sopra il ragazzo, che la fissava con un sopracciglio alzato.
Quindi lasciò che le mani scivolassero lungo il suo petto e si
abbassò su di lui, portandosi all'altezza del suo viso.
«...se fosse come dici tu, allora non riusciresti a baciarmi, adesso».
Sasuke la fissò negli occhi, abbozzando un sorriso sghembo.
«Se il tuo intento è cercare di sedurmi, allora sappi che...».
Sakura sorrise, non appena sentì le mani di Sasuke accarezzarle i fianchi.
«...Ci stai riuscendo benissimo», concluse, prima di avventarsi sulle sue labbra.
«Oh, guarda...», mormorò Sasuke, non appena si staccò dalle labbra di Sakura.
«Cosa?», domandò Sakura, guardando nella sua stessa direzione.
«Quella nuvola sembra...». Quindi le bisbigliò il resto all'orecchio.
Sakura dapprima arrossì. Poi lo guardò, trattenendosi dal ridere.
«Pff.. Pure tu ad immaginazione non scherzi!».
Sasuke le rivolse uno sguardo decisamente malizioso.
«Infatti sto immaginando pure il seguito...».
«Ah! Sasu-!».
Ma Sakura non fece in tempo a ribattere, che l'Uchiha se la mise sulla spalla e corse verso casa.
Dietro di loro, si stagliava nel cielo una grande nuvola bianca...
«Sembra il letto di camera mia...».
**********************************
Lo so... Una cretinata, molto probabimente. Ma ero in vena di scrivere - cretinate.
Ehhh... Quando non si ha nulla da fare...