Ad un passo da te

di semplicementeme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX ***
Capitolo 11: *** Capitolo X ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XX ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXI ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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   Prima di passare alla pubblicazione di questo prologo è doveroso da parte mia fare alcune precisazioni.

   La fanfic, strano ma vero, è a buon punto (ho scritto già sette capitoli e ne mancherebbero, il condizionale è d’obbligo, altrettanti!) e la pubblicazione sarà regolare. Una volta la settimana, quindi tra otto giorni come oggi, troverete il primo vero capitolo della storia.

   Si tratta di una AU e, tenetevi forte, sarà una AU meno impegnativa delle altre. In assoluto credo che sia la fic più leggera che abbia mai scritto. Non ho intenzione di toccare temi particolarmente delicati ma non posso darvi l’assoluta certezza di ciò. È ancora in stesura, ergo, potrei anche cambiare idea strada facendo, dipende tutto dai miei due neuroni, Augusto e Mattia!

  

 

 

Dedico questa fanfic a Tania.

La mia Hatori sempre pronta a rincuorarmi e trasmettermi entusiasmo.

Doveva essere il regalo del tuo compleanno

Ma lo sai, non sono brava nel gestire a tempo a mia disposizione!

Sperando che questa storia sia degna di te,

sperando di regalarti qualche sorriso.

 

 

 

Prendendo esempio da Ellephedre (semmai stessi leggendo, perdonami se non riesco più a commentare!) le note sono tutte all’inizio del capitolo.

 

- Kenpō: è un’arte marziale giapponese di origine cinese. Comunque per la definizione più corretta cercate su Wikipedia, è da lì che ho preso le informazioni.

 

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

 

Ad un passo da te

 

Prologo

 

       - Forse non parliamo la stessa lingua!  

       - Ti assicuro che ho capito, solo che non mi convinci!

       - Sei patetico! E di grazia, cosa dovrei fare per convincerti?

       - A dire il vero un modo ci sarebbe…

       - E quale sarebbe?

       - Che ne diresti di uscire con me?

       - Certo, come no! Dove e quando… anzi! Tu passa avanti ed io, poi, ti raggiungo!

   Una ciocca le era sfuggita dalla coda finendole davanti gli occhi, con rabbia l’aveva ricacciata indietro. Mamoru aveva sorriso davanti a quel gesto dettato, ne era sicuro, dalla frustrazione per quella situazione.

   Erano finiti a litigare, ancora, per un qualche motivo in quel momento dimenticato da entrambi… accantonato da entrambi!

       - Parlo sul serio! Usciamo per un periodo di tempo e ti dimostrerò che sono diverso da ciò che credi. Conoscerai un'altra persona!

       - Ma anche no!

       - Hai paura!

       - Cavolo mi hai scoperto!

       - E di cosa avresti paura?

       - Ho paura per te…

       - Per me? Non credo… tu hai paura di me…

       - Nella vita l’importante è crederci sempre e comunque!

       - Esci con me, per un mese… trenta giorni e poi vedremo se hai ragione o no!      

       - Forse non hai capito… io-non-uscirò-mai-con-te!

   Aveva scandito quelle singole parole fissando gli occhi scuri di lui. Le mani sui fianchi la facevano assomigliare ad una teiera sbuffante.

       - Io non capisco cosa ti costa fare un tentativo…

       - Una fatica incredibile!      

       - Siamo qui che parliamo da più di mezz’ora ed ancora non ci siamo lanciati coltelli… è un buon inizio, non credi?

       - No! Non sai la fatica che faccio per trattenermi dallo strozzarti con le mie stesse mani… non userei mai dei coltelli per una cosa così piacevole!

       - Credi che per me sia facile restare qui? Non è mica colpa mia!

   Un sopracciglio biondo le si era inarcato, chiaro segno del suo nervosismo. Sbuffò e la somiglianza con la teiera fu accentuata. Il piede martellava insistentemente sul parquet di legno. Dopo aver contato fino a dieci, ed evitato mille imprecazioni, aveva ripreso a parlare.

       - Penso di sì!

       - Accetti di uscire con me?

       - MAI! Penso che lo hai fatto di proposito a rimanere qui con me!

       - Certo e magari adesso ti salto addosso!

       - Non ti conviene neanche pensarlo!

       - Oh, adesso sì che mi stai facendo paura!

       - Ho preso lezioni di autodifesa, sei avvertito!

       - Sono un esperto di Kenpō!

       - Non avresti mai il coraggio di alzare un dito su di me! Il codice d’onore delle arti marziali lo impedisce! 

       - Non mi occorrono le arti marziali per stenderti!

       - Sei maledettamente presuntuoso!

       - Accetta la mia proposta! Poi vedremo chi ha ragione…

       - Perché?

       - Tu accetta e poi te lo dirò!

       - Non compro a scatola chiusa!

       - Fidati! È un ottimo acquisto!

       - Non sei nelle condizioni per poter negoziare! Dimmi perché altrimenti non se ne fa nulla!

       - È un sì?

       - È un forse che sta diventando un no se non ti decidi a rispondere!

   Adesso era il turno di Mamoru di fissare perplesso la figura minuta di Usagi. Lei sorrideva soddisfatta perché sapeva che, ormai, aveva la vittoria in tasca: Mamoru era costretto a dirle il perché di quella proposta altrimenti, lei, non avrebbe acconsentito mai alla sua folle idea.

       - Mi piacerebbe conoscerti…

       - Il vero motivo! Se vuoi un sì devi essere sincero!

       - Sono sincero… sei tu che non vuoi capire! 

       - Ti assicuro che ho capito, solo che non mi convinci!

       - Non prendermi in giro!

       - IO prenderti in giro!? Sei tu quello che si sta prendendo gioco di me! Sputa il rospo Chiba e cerca di essere convincente!

   Usagi aveva pronunciato il cognome con disgusto ed aveva calcato di proposito sulla parole convincente e Mamoru, suo malgrado, si ritrovò a sorridere: adorava battibeccare con lei; senza fare sparire l’ilarità dal suo viso, prese posto sul divano e lasciando le braccia sulla spalliera, accavallò le gambe mostrandole un sorriso ancora più ampio, forse in parte rassegnato.

       - Da quanti anni ci conosciamo?

       - Cosa?

   Usagi era visibilmente sorpresa dal cambio di tonalità nella voce del ragazzo, adesso più garbato, senza contare l’imprevedibilità di quella domanda .

       - Sì Usagi, da quanti anni ci conosciamo? Dieci, quindici, quanti?

       - Io… bhè ci conosciamo da tanto. Forse da… venti?

       - Così tanti?

   Il tono di Mamoru era sorpreso ma ad Usagi era apparso arrabbiato – aggressivo era più corretto – per questo aveva risposto alzando la voce.

       - Ehi! Hai fatto tu la domanda non prendertela con me! E comunque attendo spiegazioni!

   Mamoru si sistemò meglio sul divano blu osservandola, era rimasta in piedi accanto al camino scoppiettante.

       - Ci conosciamo da venti anni e siamo due perfetti estranei!

   Stavolta la voce di Mamoru era suonata nostalgica… triste.

       - Adesso non esagerare!

   Ed Usagi, senza accorgersene, aveva addolcito la sua regalando al ragazzo un sorriso sereno, come quello che regalava ai suoi piccoli pazienti. 

       - Non esagerare? Usagi piantala! Conosco meglio tua madre che te!

       - Tu mia madre neanche la conosci!

  Adesso anche Usagi si era seduta sul divano al fianco di Mamoru, però non era del tutto convinta del cambio di umore di lui che, al contrario, aveva abbandonata l’aria contrita e delusa per lasciare spazio ad un sorriso ironico.

       - Vedi? Conosco meglio una persona che non conosco che te!

   Usagi scosse la testa e sorrise davanti quel gioco di parole! Quel ragazzo era davvero divertente quando voleva!

     - Non è colpa mia se sei così… borioso!

   Sentendo Mamoru più rilassato si era lasciata trascinare dalla situazione ed aveva risposto anche lei con un pizzico di ironia, sventolando la mano come ad indicare un fatto ovvio.

       - Io non sono borioso! Semplicemente non sono un finto modesto! E poi questo cosa ha a che fare con il non conoscerci?

       - Io non sono solita frequentare persone… come te! E fammi capire… vorresti uscire per un mese intero con me per conoscermi?

       - Sorvolando sul fatto dell’essere borioso o meno… bhè sì! Adesso potresti accettare?

   Usagi si portò l’indice destro al mento e fissò gli occhi azzurri al soffitto in un atteggiamento simil-pensante! In realtà si tratteneva dallo scoppiare a ridere. Mamoru doveva crederla una stupida se pensava di avergliela fatta. Lo conosceva – molto più di quello che credeva lui – e sicuramente doveva esserci sotto qualcos’altro, ma cosa? La voce del ragazzo la costrinse a smettere con quella messinscena!

       - Accetti o no?

       - Certo! Sarà divertente!

   Così dicendo tese la mano a Mamoru con un sorriso sincero… finto sincero!

       - Piacere, Usagi Tsukino!

   Mamoru sorrise – forse anche lui con un sorriso-finto-sincero? – e prese la mano che Usagi gli porgeva.

       - Mamoru Chiba! Enchanté!

   A quelle parole seguì un baciamano che fece arrossire Usagi…

 

  Nessuno dei due sapeva, però, che con quel patto avevano dato il via ad una battaglia senza esclusione di colpi!

 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


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Note:

- Il mercato degli alcolici in Giappone è dominato dalla birra e dai superalcolici locali. Secondo una statistica del 2004, il consumo pro capite di birra in Giappone era di 51.3 l, in Italia 31,1. (Fonte Wikipedia)

 

- Nagano è una città giapponese capoluogo dell’omonima prefettura. Dal 7 al 22 febbraio 1998 ha ospitato i XVIII Giochi Olimpici Invernali.

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo I

     Erano seduti sul divano e parlavano amabilmente!

   Erano seduti sul divano e… stavano ridendo e scherzando!

   Non era possibile…

       - Oddio! È arrivata la fine del mondo!

   Furono queste le parole di Minako quando entrò nella baita e si ritrovò quella scena davanti gli occhi.

   Mamoru Chiba ed Usagi Tsukino che parlavano seduti sul divano… che parlavano amichevolmente!

       - Oh, ben tornati! Come è andata?

   Usagi li aveva salutati con un sorriso, sollevando il bicchiere contente la birra che stava bevendo con Mamoru in quel momento intento a ravvivare il fuoco del camino. Le tute da sci erano state tolte ed i due ragazzi erano in abiti più comodi e, da quello che gli amici avevano avuto modo di capire visto lo stato dei cuscini, avevano passato gran parte della giornata proprio su quel divano.

       - Mamoru come hai potuto?!

   Rei si avventò come una belva inferocita contro il cugino che, sentitosi chiamato in causa, la guardò dubbioso e si chiese cosa avesse fatto di così sconvolgente.

       - L’hai fatta ubriacare, non è così? Oddio sei un mostro!

   Minako era sopraggiunta e sedendosi accanto ad Usagi, tenendole la mano e guardandola preoccupata; a quella vista, la povera ubriaca era scoppiata a ridere seguita a ruota da Mamoru.

   Lo shock in Rei e Minako aumentò. Non si trattava di alcool, no, Mamoru doveva aver drogato Usagi!

   Il resto della comitiva osservava la scena, chi incredulo e chi preoccupato, ma tutti erano in attesa di chiarimenti.

       - Ragazze dovreste vedere le vostre facce! Oddio pensare che Mamoru mi abbia fatta ubriacare per approfittare di me è… assurdo!

       - A me non occorrono questi trucchetti per sedurre una donna!

   Minako e Rei si scambiarono uno sguardo scettico osservando Usagi; erano sempre più convinte che la ragazza fosse sotto l’effetto di qualche droga… l’alcool non avrebbe mai ridotto la bionda in quelle condizioni: Usagi sapeva reggere la birra ed  i loro venerdì sera, a base di pizza ed appunto birra, ne erano la prova lampante!

       - Coraggio, non fate quelle facce! Non ha approfittato di me ed io non sono ubriaca!

   Ami poggiò lo zaino sul parquet e si fece avanti togliendosi la sciarpa che le serviva a ripararsi dal freddo di Nagano, squadrò la scena e, più incredula che shockata, si rivolse proprio ai due che avevano saltato quella prima giornata sulle piste da sci.

       - Scusate ragazzi ma è insolito vedervi così… amici

   Anche la tranquilla Ami, quindi, era rimasta sorpresa da quella vista: Mamoru ed Usagi seduti su un divano a parlare civilmente…

       - Ami ti ci metti pure tu? Guarda che sono una neuropsichiatria infantile. Riesco a comunicare con bambini con problematiche ben più gravi di un ego ipertrofico come il suo, non credi?

   Usagi aveva risposto all’amica suscitando le risa di tutti i presenti, ed il sospiro di sollievo di Minako e Rei – forse c’era ancora qualche speranza! – l’unico che non si era unito alle risate era stato  Mamoru, forse offeso per quel paragone… o per l’ego ipertrofico…

       - Grazie Tsukino, sei sempre piena di complimenti per il sottoscritto!

   A quello scambio di battute sia Rei sia Minako tirarono un ulteriore sospiro di sollievo: no, nulla era perduto! La fine del mondo non era prossima e, soprattutto, Mamoru ed Usagi non erano del tutto impazziti… continuavano a punzecchiarsi!

   Usagi, intanto, aveva ignorato il commento di Mamoru e si era seduta in ginocchio sul divano così da essere totalmente girata verso gli amici ancora all’ingresso. Zoicite aveva concluso, probabilmente, il pensiero della fidanzata… e non solo di lei.

       - Bhè effettivamente Usagi non hai tutti i torti, solo che devi capirci è strano vedervi così… in confidenza!

   Il resto della comitiva aveva annuito per dare manforte alle parole appena pronunciate. Mamoru fissò gli occhi su tutti, poi si fermò a guardare Usagi e lei sbuffando aveva fatto la domanda che ronzava in testa al moro.

       - Mamoru, ma i nostri amici che idea hanno di noi?

       - Non lo so, ma credo che non sia tanto buona!

 

***** ***** *****

 

       - Fatemi capire! Avete passato tutta la mattina e parte del pomeriggio seduti sul divano a… parlare?!

   Minako era la più loquace di tutti! Erano seduti attorno al tavolo della cucina riuniti per la cena.

 

  Dopo lo stupore iniziale Makoto, ancora turbata dalla vista di Usagi e Mamoru insieme, era salita in camera per una doccia; Ami l’aveva imitata poco dopo, giusto il tempo di capire se tutto era sottocontrollo. Zoicite e Nephrite le avevano raggiunte dopo aver messo a posto l’attrezzatura per lo sci. Nephrite però iniziava seriamente a preoccuparsi, infatti, Makoto da quando aveva fatto la scoperta non era riuscita ad articolare parola , forse dopo avrebbe chiesto un consulto alla stessa Usagi per capire lo stato psichico della fidanzata!

   Più difficile era stato convincere Minako e Rei riguardo la possibilità di lasciare soli i due amici. Le ragazze, infatti, erano seriamente preoccupate. Un conto era sorprendere Mamoru ed Usagi parlare senza insultarsi ogni trenta secondi – infatti adesso si insultavano solo ogni cinque minuti – un altro era lasciarli soli, ancora, e farli continuare a parlare. Alla fine, però, anche loro, trascinate dai rispettivi fidanzati, erano salite in camera.

   Gli unici rimasti nel salone si guardarono in faccia ed alla fine decisero di alzarsi per preparare la cena che, in quel momento, stavano consumando tutti insieme.

 

       - Usagi rispondi tu alla tua migliore amica…

   Mamoru aveva risposto con voce atona all’ennesima domanda, tra l’altro sempre la stessa, di Minako.

       - Ignorala! Vedrai che alla fine si stancherà e ci lascerà in pace!

   Gli rispose lei continuando a mangiare e cercando, al contempo, di non sentire le domande della bionda.

       - Tu dici che sarà sufficiente?

   Mamoru invece era stravolto. Era tremendamente fastidioso sentire la voce di Minako che ripeteva, come un mantra, sempre la stessa domanda.

       - Chiedi a Kunzite… è lui che mi ha suggerito questa soluzione… ops!

   Il boccone le era rimasto in bocca, aveva detto troppo. Aveva alzato la testa dal piatto ed era andata subito a cercare gli occhi di Kunzite che la fissava inorridito.

       - Kunzite… amore… cosa hai detto ad Usagi?

   Sulla parola amore la voce di Minako aveva assunto una strana intonazione, simile al sibilo di un serpente. Kunzite si era spostato sulla sedia in evidente imbarazzo. Minako intanto, seduta accanto al proprio ragazzo – o forse ex? – tamburellava le dita in attesa di una risposta.

       - Mina-chan…

       - Tu zitta!

   Minako aveva ringhiato contro Usagi.

       - Tesoro…

       - Dimmi amore

   Ancora il sibilo inquietante. Tutti i commensali si erano fermati per osservare lo scambio di battute tra Minako ed il povero Kunzite.

       - Mina-chan ti prego… non fare così, metti paura. Stavo scherzando, Kunzite non mi ha mai dato un consiglio simile… era solo un modo per… ridere!

   Era evidente il tentativo di Usagi di rabbonire l’amica ma Minako non sembrava credere alle sue parole, continuava ad osservare in modo furioso Kunzite.

       - Kunzite stasera dormirà sul divano!

   Detto questo si era alzata lasciando la cena a metà ed a passo di carica si era diretta verso la sua stanza.

       - Questa me la paghi Usagi…

   Con quella minaccia Kunzite aveva lasciato la cucina e si era fiondato sulle scale cercando di raggiungere la fidanzata e convincerla della sua innocenza.

       - Finalmente posso cenare in santa pace! Grazie Usagi!

   Mamoru aveva riacquistato il sorriso e si stava apprestando ad assaggiare la frittata di patate che aveva ancora intatta nel piatto. Gli occhi di tutti erano puntati su di lui che, incurante della simil-scenata tra Minako e Kunzite, aveva iniziato a mangiare con appetito ritrovato. Quando si accorse del silenzio che regnava nella stanza sollevò la testa dal proprio piatto e si ritrovò fissato da otto paia di occhi.

       - Che avete tutti da guardare?

   Si era fermato con la forchetta a mezz’aria ed improvvisamente si era sentito a disagio. Puntò gli occhi su quelli di Rei, ma lei aveva subito abbassato la testa, poi era la stata la volta di Usagi che impettita aveva distolto lo sguardo, infine aveva fissato gli occhi sul fratello che lo guardava serio, e rassegnato aveva iniziato a parlare.

       - Mamoru ma ti rendi conto che… ah! Lasciamo perdere con te è inutile parlare!

   Aveva troncato la conversazione senza neanche averla iniziata, come se fosse inutile continuare a dargli spiegazioni. Mamoru non aveva apprezzato la cosa per questo si era sporto verso Seiya invitandolo a parlare.

       - No, adesso tu parli fratellino!

       - Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così!

   Seiya aveva sbattuto la mano sul tavolo e si era alzato dalla sedia fissando gli occhi blu del fratello maggiore… occhi blu molto simili ai suoi.

       - Perché? Sei o non sei il mio fratellino?

   Mamoru aveva continuato ad usare ancora il tono canzonatorio di pochi secondi prima e stavolta Seiya chiuse gli occhi cercando di calmarsi.

       - Mamoru non sei divertente. Piantala!

   Usagi aveva parlato con voce ferma e fissava dritto negli occhi il ragazzo che in risposta le offrì uno dei suoi soliti ghigni strafottenti.

       - Mi spiegate cosa avete tutti? Non ditemi che siete preoccupati per quei due?

   Così dicendo aveva fatto cenno con la testa alle scale dove erano spariti Kunzite e Minako.

       - Sapete meglio di me come sono fatti! Litigheranno e poi per far pace finiranno a rotolarsi tra le lenzuola… non crederete davvero che Minako si sia arrabbiata sul serio?

       - Non è questo solo che… hai la sensibilità di un pachiderma!

   Usagi era esplosa. Alla fine non era riuscita a trattenersi ed i buoni propositi di dimostrarsi carina e gentile con Mamoru erano finiti a farsi friggere. Era più forte di lei, non riusciva ad andare d’accordo con quel ragazzo così arrogante, presuntuoso e menefreghista!

       - Certo Miss, come dici tu!

   Ed ancora la sufficienza nella voce.

       - Ti ho detto di mettere da parte quell’aria di superiorità con la sottoscritta!

   Mamoru continuava a mangiare ignorando Usagi e provocando, così, la rabbia della bionda… bionda che esplose dopo pochi secondi sbattendo le mani sul tavolo e andandosene a passo di carica.

       - Vedi! È inutile cercare di andare d’accordo con te, sei e resterai sempre un pallone gonfiato!

   Così dicendo aveva abbandonato definitivamente anche lei la cucina.

   Il silenzio all’interno della stanza sembrò essere ancora più pesante e cupo. Nessuno toccava cibo, neanche Mamoru che adesso osservava la sua frittata con disgusto.

       - Meno male, ero così preoccupata! Adesso sì che tutto si metterà a posto!

   Con quelle parole, che ruppero il silenzio che regnava nella stanza, Makoto prese un’abbondante dose di insalata ed iniziò a mangiare con gusto.

   A quella vista Nephrite tirò un sospiro di sollievo, almeno la sua fidanzata si era ripresa dallo shock!

 

   Quella prima giornata a Nagano si era conclusa… ma la querelle Usagi-Mamoru era solo all’inizio…

 

    Chiedo immensamente scusa per il ritardo ma giuro, non è stata colpa mia! Ho avuto problemi con il pc, anzi per essere corrette a causa di un abbassamento di tensione si è bruciato il router rendendo impossibile la connessione internet! Stamattina quando il problema è stato risolto mi sono fiondata sul capitolo ed ho aggiunto solo le risposte alle recensioni dato che il capitolo era stato letto e corretto!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- SPIDI988: se non sbaglio noi non ci conosciamo, benvenuta tra le lettrici delle mie follie e spero di non averti delusa con questo primo capitolo! In questo primo capitolo i battibecchi tra Mamoru ed Usagi non sono stati frequenti però spero lo stesso di averti fatto sorridere!

 

- NEPTUNE87: Spero che il primo capitolo sia interessante tanto quanto il prologo! Non vorrei deludere i lettori di questa fanfic anche perché adesso sta subentrando una sorte di timore nei vostri confronti e la domanda frequente è: e se li dovessi deludere? Spero di non farlo mai! Alla prossima e grazie per la recensione!

 

- ROMANTICGIRL: mi sa che sto diventando ripetitiva… mi auguro di non deludere né te né altre con il primo capitolo! Sperando di mantenere sempre lo stesso ritmo con i battibecchi e di non renderli troppo noiosi o ripetitivi e prevedibili!

 

- MARYUSA: addirittura fantastico! Ma tu vuoi farmi arrossire fin sopra la radice dei capelli! Allora mi auguro che il primo capitolo sia all’altezza delle aspettative perché adesso subentra l’ansia da prestazione!

 

- SHALYA: Oddio qui sto facendo davvero incetta di complimenti! Rischio davvero di non voler proseguire nella storia per paura di deludervi! Vedo che noi due la pensiamo alla stessa maniera! Anch’io adoro le fic dove loro non stanno ancora insieme e sono nella fase ammazziamoci per evitare di saltarci addosso (ad essere sincera adoro anche quelle dove stanno insieme e ci danno dentro come ad esempio “Verso l’alba” tanto per intenderci!)… per questo, probabilmente, la prima serie di Sailor Moon è la mia preferita! Il fatto che tu dica che io scriva bene non può che rendermi felice anche perché le tue one shot (Tabula Rasa e La chiave dell’anima) sono due gioielli! Non mi resta, quindi, che rimboccarmi le maniche e sperare di non deluderti!

 

- ALE75: No, davvero! Ragazze rispondere alle vostre recensioni è davvero difficile perché tutti questi complimenti credo proprio di non meritarli anche perché non credo di aver scritto chissà cosa! Non potete che rendermi strafelice ma allo stesso tempo caricarmi di responsabilità perché adesso davvero non voglio e non devo deludervi in nessun modo! Comunque ti giuro che la storia è a buon punto e che, problemi tecnici a parte, la storia è quasi finita ed i capitoli mancanti sono scritti in modo chiaro almeno nella mia mente! Per quel che riguarda Sailor Moon… questa fanfic è la mia spina nel fianco. Tante volte ho provato ad aprire la pagina Word ma è rimasta bianca per diverse ore! Appena sarò più libera ho intenzione di riprenderla dal primo capitolo, rileggerla, correggerla e magari così l’ispirazione tornerà! Adesso però vado dalle altre, rispondo alle recensioni e così potrò presto pubblicare! Grazie per i complimenti a presto!

 

- CHICHILINA: Grazie per l’entusiasmo dimostrato! Non mi resta che sperare di non deluderti con gli altri capitoli!

 

- HATORI: Tania cara non avrei mai potuto lasciare incompiuta una storia dedicata a te! Se te ne ho parlato è proprio perché sapevo cosa sarebbe successo e la trama è chiara, molto chiara, nella mia testa! Il tuo sicario ormai è ospite fisso a casa mia, tanto che mio fratello ormai dorme sul divano in cucina ed il tuo amico Sic, nome abbreviato di Sicario, in camera sua! Quello che ho scritto lo penso e lo sai… comunque fai attenzione perché Sic presto verrà a farti visita… il tempo di farmi finire la mia fic! Dice che ha qualcosa da dirti riguardo alle tue fic! Stai attenta!

 

- ELLEPHEDRE: Guarda non sai che rabbia non poterti recensire! È stato un periodo pieno di intoppi! Giorno 31 ho avuto un esame tosto che mi ha portato via due mesi ed adesso giorno 9 ne ho un altro! La mia unica speranza è, dopo questi due treni che mi hanno investita in pieno, di avere tempo per poterti, finalmente, recensire a dovere! Passando a me… che dire? La tua recensione mi ha lasciato senza parole anche perché sono davvero lusingata! Non ho detto nulla di Usagi e Mamoru perché speravo che fossero loro a farvi capire chi fossero e devo dire che forse, sottolineo ed evidenzio il forse, ci sono riuscita! Mamoru che vuole uscire con Usagi  e lei non se lo fila… diciamo che è così ma non solo! C’è tutta una storia da scoprire e spero di non deluderti!

 

MICINA82: mi spiace, sono passati esattamente 11 giorni e finalmente posso aggiornare ma come ho avuto modo di spiegare, è da giorno 25 che la mia linea ADSL mi ha abbandonato per tornare solo oggi! Spero potrai scusarmi con questo primo capitolo!

 

 Gente vi saluto e vi do appuntamento a sabato 10 aprile! Alla prossima!

 

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Nota del 3 aprile 2010:

 

Mi sa tanto che mi sto immedesimando un po’ troppo nel personaggio di Usagi e sto diventando come lei! Ho dimenticato di farvi i miei più sinceri auguri di una serena e Santa Pasqua!

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


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Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo II

     Il sole iniziava a tingere di indaco il cielo, l’alba era prossima ed una lieve foschia circondava lo chalet dove alloggiavano.

   Aveva immaginato quel momento da subito, appena la proposta le era stata fatta!

   Aveva accettato l’idea della settimana bianca solo per assaporare quella fase della giornata, quando la baita era ancora immersa nei suoni della natura e lei poteva vivere appieno l’inizio di un nuovo giorno.

   Aveva programmato tutto: si sarebbe alzata dal letto quando tutti ancora dormivano, e ci sarebbe riuscita a costo di prendersi a pugni da sola, subito dopo sarebbe uscita per inspirare a pieni polmoni il profumo della neve, anche perché in città non era così intenso come lì a Nagano e poi si sarebbe stiracchiata aspettando che il sole la raggiungesse e le donasse il buongiorno migliore degli ultimi anni.

   Il pile di microfibra ed i pantaloni della tuta erano il suo abbigliamento. Era cosciente del fatto che era da folli uscire in quella tenuta ma non le importava, voleva sentire il gelo sulla pelle per sentirsi viva.

   Aveva lasciato scivolare via i propri pensieri per rimanere sola con se stessa, con la parte più intima di sé, quella che non aveva mai il tempo di ascoltare perché troppo presa dalla frenesia della vita, della città… sarebbe rimasta lì fino a che il freddo non le avesse intorpidito i sensi e solo allora sarebbe tornata dentro per scaldarsi.

       - Non mi sembri molto normale! Uscire vestita così, con questo freddo! Sei impazzita?

   E la sua tranquillità fu infranta!

       - Perché?

   Quasi piagnucolò nel pronunciare quella semplice parola. Si portò una ciocca dietro l’orecchio e guardò arrabbiata Mamoru.

       - Come sarebbe a dire perché? Ma hai visto come sei vestita?

       - No! Perché vuoi rovinare la mia vacanza! Cosa ti ho fatto di male? Dimmelo!

   Dal piagnucolare era passata all’isterismo, si tratteneva dall’alzare la voce solo perché temeva di svegliare i suoi amici, ma se avesse potuto avrebbe urlato fino a provocare una valanga.

   Quello era il suo momento magico – quello programmato da quando aveva saputo di quel viaggio! – e lui lo aveva rovinato con la sua presenza.

       - Ma dico sei scema!? Io mi preoccupo per te e questo è il tuo modo di ringraziarmi? Ma fammi il piacere!

       - Ma chi ti ha chiesto cosa?

       - A furia di stare con i matti ti sei ammattita pure tu!?

   Lo schiaffo arrivò con una violenza inaudita.

       - Non ti permettere più di parlare così dei miei pazienti!

   Dopo quelle parole rientrò in casa sbattendo la porta con violenza… addio quiete mattutina!

 

***** ***** *****

 

   Per il gruppo di Tokyo, la mattinata sulle piste passava lentamente. Qualcosa era accaduto tra Mamoru ed Usagi ma nessuno capiva cosa. Né Minako né Rei riuscivano a comprendere cosa potesse essere capitato ai due dato che adesso erano più distanti che mai. Il resto del gruppo, come sempre, attendeva che le due ragazze scoprissero qualcosa e che poi riferissero.

       - Pensi che abbiano litigato?

   Minako si avvicinò a Rei che si era fermata per osservare Usagi che scendeva con difficoltà.

       - Credo di sì. Ieri sera, dopo che tu sei sparita con Kunzite, Usagi ha discusso con Mamoru, ma non penso che sia questo il motivo di tanta tensione!

       - Ed allora cosa?

       - Ehi! Che avete da guardare?

   La voce di Jadeite le fece girare. Rei si avvicinò al proprio fidanzato e gli baciò la guancia con dolcezza; adorava vederlo con il viso arrossato per colpa dell’aria fredda.

       - Piccioni potreste piantarla con tutte queste smancerie? Rischio un’impennata della glicemia e guarda caso, ho dimenticato l’insulina a casa!

   La voce di Minako interruppe lo scambio di sguardi tra Rei e Jadeite che le sorrisero. La mora non perse tempo e punzecchiò l’amica.

       - Jad, mi sa che qui c’è qualcuno che sta rosicando di invidia… vero Minako?

       - Ma figurati! Non mi interessa un fico secco né di te né di Jadeite, né tanto meno di quello stupido di Kunzite!

   La foga con cui aveva risposto aveva convinto sia Rei sia Jadeite che le cose tra Minako e Kunzite non erano state risolte anche se il ragazzo, alla fine, non aveva dormito sul divano come inizialmente era stato deciso dalla fidanzata.

       - Chi ha detto che parlavamo di te?

   La voce divertita di Rei ebbe l’effetto di calmare, almeno momentaneamente, la furia di Minako che si ritrovò a sorridere rassegnata all’amica; poi le rispose mantenendo sempre quell’aria offesa anche se era chiaro che era tutta una finzione.

       - Certo, come no! Tanto lo so che sono sempre nei tuoi pensieri!

   Ed una linguaccia era spuntata sul viso di nuovo allegro di Minako.

       - A dire il vero in questo momento nei pensieri c’è un’altra bionda! Secondo te cosa può essere successo a quei due?

   La domanda era stata rivolta a Jadeite che rideva vedendo il battibecco tra le due ragazze. Sentendosi chiamare in causa, il ragazzo seguì lo sguardo di Rei che si era fermato sulla figura di Usagi che scendeva a spazzaneve. Mamoru non era presente ma era abbastanza esplicito il riferimento della ragazza al proprio cugino.

       - Stamattina li ho sentiti discutere

       - E…

   Minako era la più curiosa del gruppo e si era avvicinata al ragazzo salendo a scaletta. Jadeite era imbarazzato, non era abituato a spettegolare sugli altri ma era caduto in trappola: peggio di Rei e Minako c’era solo Usagi che in quel momento era l’oggetto del pettegolezzo.

       - E… Mamoru è stato alquanto inopportuno!

       - Cosa ha fatto quell’imbecille di mio cugino?

   La voce melodrammatica di Rei era qualcosa di comico anche se per lei in quel momento di divertente c’era davvero poco.

       - Non so se è giusto parlarne…

   Lo sguardo serio e imperscrutabile delle due ragazze non lasciò a Jadeite via d’uscita.

       - Credo che abbia detto ad Usagi di essere più matta dei suoi pazienti!

       - Cosa?!!

   L’esclamazione di sorpresa era stata pronunciata contemporaneamente; le due ragazze si erano voltate laddove pochi minuti prima stava Usagi che, adesso, era quasi arrivata alla fine della pista.

       - Io… è impazzito.

       - No! È solo un deficiente! Come fa ad essere così insensibile io non lo capisco!

   Rei era shockata dalle parole di Mamoru; Minako, al contrario, era arrabbiata per la mancanza di tatto, e soprattutto di sensibilità, del ragazzo.

       - Io credo che non si renda conto di ciò che dice…

       - No, Jadeite! Non potete difenderlo ogni volta che ha qualche uscita infelice. Quel ragazzo manca di tatto e sensibilità. È un iceberg… è…

   Minako parlava a ruota libera addossando a Mamoru tutti i difetti che le passavano per la testa.

       - Minako non è semplice! Non conosci Mamoru, non puoi giudicarlo!

       - Rei non ti ci mettere anche tu! Non puoi difenderlo solo perché è tuo cugino!

   Minako aveva risposto a Rei alzando il tono della voce. Non poteva tollerare certi atteggiamenti.

       - Minako non lo difendo perché è mio cugino! Ti sto solo dicendo che non puoi giudicarlo senza conoscerlo!

       - Ma che si faccia conoscere allora! È sempre sulle sue! Non dà mai confidenza, ride poco, non esce quasi mai con noi. Mi chiedo perché sia partito con noi, per rovinarci la vacanza? E poi perché tutti siate sempre pronti a difenderlo!?

   La voce di Minako si era alzata ulteriormente e la ragazza aveva preso a gesticolare animatamente tanto da attirare l’attenzione di diversi sciatori.

       - Ma si può sapere che hai da urlare tanto? Ti senti da un chilometro di distanza!

   Seiya si era affiancato agli amici ed osservava curioso l’espressione imbronciata di Minako, più che imbronciata era irata!

       - Cosa ho? Chiedilo a quel cretino di tuo fratello! E non difenderlo anche tu!

   Così dicendo diede un colpo di reni, piegò le ginocchia e con i bastoncini si diede la spinta per riprendere la sua discesa lasciando lì gli amici.

       - Cosa è successo? Cosa ha combinata stavolta?

       - Lascia perdere. Conosci il tatto di Mamoru, no?

   Seiya senza attendere il resto del racconto seguì la direzione presa da Minako, lasciando Rei e Jadeite ancora fermi. La ragazza, amareggiata, si rivolse al fidanzato.

       - Perché fa così?

       - Lo sai, è inutile dispiacersi per questo! Sarà Mamoru a decidere quando farsi conoscere!

       - Jad, sono diversi anni che Minako conosce Mamoru e… non ha tutti i torti!

   Il ragazzo diede un buffetto sulla guancia della fidanzata e le sorrise!

       - Signorina Hino, non vorrà rovinare la nostra vacanza, vero?

   Rei sorrise facendo di no con la testa. Era inutile pensare a Mamoru, a tempo debito sarebbe stato lui stesso a farsi conoscere… certo se si fosse dato una mossa sarebbe stato meglio!

 

***** ***** *****

 

   Era arrabbiato! No, arrabbiato era un misero eufemismo per esprimere il suo stato d’animo. Imbufalito! Ecco, imbufalito rendeva meglio l’idea.

   Restava un mistero da scoprire il perché Usagi gli avesse assestato quella sberla. La sua era stata una semplice battuta. Forse un po’ pesante, era vero, ma era pur sempre una battuta! Quella ragazza era troppo manesca per i suoi gusti.

   E poi quell’atteggiamento del cavolo: tu per me non esisti, anzi non sei mai esistito! Ma chi si credeva di essere?

       - Datti una calmata!

   Si era girato verso Kunzite ed adesso lo osservava come se fosse stato un alieno. 

       - Non ti seguo!

   Per quale assurdo motivo doveva darsi una calmata? Non era certo lui che distribuiva schiaffi come se fossero confetti. A darsi una calmata doveva essere quella pazza ed isterica – e pure esagitata – di Usagi: era un pericolo per sé e per i suoi pazienti!

       - Tu e la tua amica già ieri sera avete fatto danni. Cercate di non fare il bis anche oggi!

       - Non siamo amici!

   Era meglio mettere le cose in chiaro, e subito.

       - Sbaglio, o sei stato tu a chiederle di essere amici?

   Kunzite da quando stava con Minako aveva perso di lucidità, non c’era altra spiegazione. Come si poteva chiedere di essere amico di Usagi… amico poi…

       - Io le ho chiesto di conoscerla meglio, il che è diverso!

   Il sopracciglio dell’altro si era alzato impercettibilmente e le labbra sottili si erano piegate in un sorriso ironico.

       - Conoscerla meglio?

       - Esattamente!

   La risata di Kunzite era esplosa in tutto il suo fragore.

       - Ti sei preso una cotta per lei!?

   Ed adesso quella fesseria da dove saltava fuori? Non aveva mica quindici anni che si prendeva una cotta per l’amica di sua cugina. Aveva superato quell’età da un pezzo… appunto da quindici anni!

       - Come si fa a prendersi una cotta per una così manesca?

       - Che è successo, sentiamo!

   Erano in fila per prendere il posto nella seggiovia che li avrebbe portati nuovamente in cima alla pista, tanto valeva impiegare il tempo dell’attesa raccontando a Kunzite cosa era accaduto quella mattina così, forse, avrebbe capito in cosa aveva sbagliato!

       - … e mi ha mollato uno schiaffo andando via come se io avessi detto chissà cosa. La mia era semplicemente una battuta! È ancora una ragazzina e deve crescere!

       - Amico, qui l’unico che deve crescere sei tu!

   Adesso ci si metteva anche Kunzite con le prediche, non bastavano più Rei e Jadeite che facevano la coppia perfetta. No, ci voleva pure il suo migliore amico! Ma perché era sempre lui quello che sbagliava tutto?!

       - Sarei io?! Quella mi dà uno schiaffo solo perché non sa stare al gioco, ed io sono quello che deve crescere?! Ma fammi il favore!

   Tolse gli sci per poi issarli in spalla, lasciando la fila e con essa Kunzite, per dirigersi verso il bar vicino. Poteva accettare di tutto – anche del borioso da una pazza isterica – ma nessuno si poteva permettere di dargli dell’immaturo!

       - Lo vedi? Lo stai facendo ancora!

   Quando la voce di Kunzite lo raggiunse si fermò ed aspettò che l’amico l’affiancasse. Era inutile tentare di fuggire, se Kunzite voleva parlargli lo avrebbe fatto, anche se fosse stato costretto a raggiungerlo in capo al mondo!

       - Cosa starei facendo?

   Kunzite lo affiancò e poggiò la mano sulla sua spalla prima si sorridere e sospirare.

       - Fuggire! Appena qualcuno osa contraddirti tu scappi… altrimenti lo aggredisci! 

    Era ufficiale: Kunzite era fuori di testa!

       - Certo come no! Infatti io nella vita ho ricevuto solo conferme, vero? Per questo non so accettare un’idea diversa dalla mia e fuggo come dici tu… ma fammi il piacere!

       - Lo stai facendo ancora! Mi lasci qui impalato e te ne vai!

   Mamoru si era girato verso l’amico e lo guardava corrucciato. Ma perché non riuscivano mai a capirlo? Neanche suo fratello riusciva a stargli dietro, e dire che erano cresciuti insieme!

       - Ti lascio lì impalato perché stai dicendo un mucchio di idiozie! Mi spieghi da cosa fuggirei con Usagi?

   Sul viso di Kunzite era tornato quel sorriso da sfottò che Mamoru stava iniziando ad odiare.

       - Lei ti piace, e molto. Sa tenerti testa. Non ti lascia mai vincere. È testarda ed è sempre sua l’ultima parola. E a te questo mette paura ma allo stesso tempo ti incuriosisce… a tal punto da volerla conoscere veramente

   E quel “veramente” era carico di sottointesi.

 

   Ciò che Kunzite non sapeva, però, era che quel veramente aveva acceso la miccia che da lì a poco avrebbe innescato una reazione a catena…

 

L'angolo dell'autrice

    Buongiorno gente! Come promesso eccomi qui, puntuale ad aggiornare, anche perché il capitolo è pronto da un pezzo!

   Sono sorpresa e commossa dal seguito riscosso da questa fanfic e spero, come detto, di non deludere nessuno con questo nuovo capitolo!

   Quello che segue è il III capitolo ed ammetto che è un po’ corticello, ma state tranquille che dal prossimo ci sarà molto di più da leggere, non temete!

   La scelta di rendere Rei cugina di Mamoru e di Seiya vedo che ha avuto un discreto successo però vi avviso da ora che non si tratta di una lotta tra fratelli per conquistare il cuore di Usagi che è una tosta e che prende fuoco facilmente, anzi, come la definisce Mamoru è una “pazza, isterica, esagitata e pure manesca” ma non è solo questo, è molto di più, almeno spero!

   Passo ai ringraziamenti di corsa!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- MICINA82: come promesso sono stata puntuale, non puoi lamentarti! Avevo detto sabato mattina e sabato mattina è stato! Benvenuta anche tu nel club “Ma perché la prima serie si è conclusa senza fuochi d’artificio?” e poi anch’io sono dell’idea: meno male che ci sono le fanfic… delle altre! A me le mie non piacciono per niente! Adesso ti saluto e passo avanti con i ringraziamenti!

- MOREA: Mi spiace deluderti (o forse tirerai un sospiro di sollievo?) ma i due fratellini non vanno d’amore e d’accordo è vero, ma non certo a causa di Usagi! Niente lite fradicia se è questo che pensavi! Seiya stavolta sta al posto suo!

- SHALYA: ciao Alida (posso chiamarti per nome? Che tra l’altro hai proprio un bel nome!) la storia la continuo non preoccuparti, al momento sono al capitolo IX e mi sono un po’ bloccata ma è stata colpa della Pasqua e di un esame, adesso conto di riprendere il ritmo e proseguire, senza ulteriori intoppi! Allora io a volte vorrei prendere chi ha creato l’anime e pestarlo! Ma come si può dico io ridimensionare la figura di Mamoru a questo modo? No, dico ma siamo matti? Che poi il rapporto tra lui ed Usagi sembra quello esistente tra due fratelli ed io che speravo in chissà cosa, a momenti Mamoru sembrava più intimo con Chibiusa che con la stessa Usagi che tecnicamente doveva essere la futura moglie e madre! A parte questo che posso dirti? Vorrei riscrivere tutta la serie di Sailor Moon come è stata immaginata dalla sottoscritta ma il tempo è tiranno ed io devo necessariamente studiare, studiare, studiare ed ancora studiare! Adesso passiamo alla storia ed al momento dedicato ai due futuri piccioni! La reazione di Minako e Rei la volevo rendere più comica ma le mie capacità narrative purtroppo hanno dei limiti che sto cercando di superare, non so come né quando, però ci riuscirò! La lite tra Minako e Kunzite diciamo che è uscita da sola, mentre la battuta finale di Makoto è stata costruita e per questo mi sembra la meno spontanea! I generali nel ruolo di fidanzati si vedranno poco, o forse molto, dipende da come prosegue la storia, al momento sono ferma al capitolo VIII e finora si sono comportati più da amici che fidanzati, ma vedremo di lavorare su di loro per fare contente tutte le lettrici! Seiya è il fratellino di Mamoru ma non è un rivale, ci tengo a precisarlo fin da adesso (però con me non si sa mai, può anche darsi che nel corso della storia il suo ruolo cambi!)! Come hai avuto modo di intuire, Kunzite non ha dormito sul divano ma con Minako c’è ancora un po’ di maretta che dovrà essere quanto prima calmata! Passando alle tue one shot non ho scritto nulla di che, ho semplicemente espresso il mio parere e se devo essere sincera sono stata ben contenta di candidare la tua serie tra le serie scelte dal fandom, anzi mi chiedo come mai non ci abbiano pensato anche altre lettrici! Per quel che riguarda i tuoi problemi spero che li risolverai presto perché credimi, sono curiosa di sapere cosa accadrà nella terza one shot e voglio vedere se Mamoru sarà disposto a lottare per riavere Usagi nella sua vita! Saluto anche a te e spero, ancora una volta, di non deluderti!

- MARYUSA: che bello non averti delusa, non sai che timore ogni volta! Mi fate tanti di quei complimenti che riuscire ad andare avanti ogni volta è difficile ed il timore di deludervi è sempre lì che mi fa mancare l’aria! Povero Seiya nessuno (me compresa) lo apprezza, mi sa tanto che devo fare in modo di farlo redimere! Vedremo di inventarci qualcosa! Grazie ancora per aver trovato il tempo per commentare, alla prossima!

 

Grazie alle 4 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      bunny65;

2.      girovaghi;

3.      Hatori;

4.      stella93mer;

 

 

Grazie alle 12 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. akane_val;

2. DeepDereck;

3. Enza85;

4. fasana;

5. hoshi90;

6. micina82;

7. Morea;

8. Neptune87;

9. pulcinaele87;

10. romanticgirl;

11. shalya;

12. _Maddy_;

 

   Il prossimo capitolo, il III dovrebbe essere pubblicato giovedì 15 aprile, il prossimo fine settimana forse partirò, dovrei andare un paio di giorni a Milano con il mio amore, tutto dipende dagli esami e dalle date… se il prof gli mette l’esame lunedì 19 resta confermato l’aggiornamento per sabato 17 (speriamo di no!) !

   Alla prossima e grazie per l’apprezzamento dimostrato nei confronti della mia fic!

 

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Nuova pagina 1

Note: tutto ciò che riguarda le tecniche di sci sono farina del sacco di altri, amici che sono delle anime pie e che hanno trovato del tempo per spiegare, ad una povera impedita come la sottoscritta, quali sono i fondamentali dello sci! In ogni caso, non prendeteli per buoni perché io potrei averli appresi, e quindi scritti, male!

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo III

 

   Era stata proprio una stupida!

   Cosa le era saltato in testa di voler scendere da sola senza l’aiuto di nessuno? Aveva rischiato di rompersi l’osso del collo un paio di volte e, se non fosse stato per la sua buona stella, si sarebbe ritrovata senza dubbio spiaccicata contro le protezioni di qualche albero!

       - Usagi serve aiuto?

   La voce alle sue spalle la fece spaventare e, contemporaneamente, perdere l’equilibrio ritrovandosi così seduta sulla neve. Provò a rialzarsi ma senza successo.

       - Se gli sci li sistemi così, difficilmente riuscirai a rimetterti in piedi. Metti lo sci parallelo alla montagna.

   Perfetto! Adesso era trattata come una bambina e per di più Seiya parlava una lingua a lei sconosciuta! Sci paralleli alla montagna: che cavolo voleva dire! E lui era ancora lì che le sorrideva cordialmente; magari ,se gli avesse dato ascolto, non avrebbe passato tutta la mattinata in quella posizione.

   Doveva ammetterlo almeno a se stessa, non era per nulla portata per lo sci, aveva sperato che l’unica settimana bianca, fatta circa venti anni prima, potesse esserle utile, però si era sbagliata di brutto!  Per questo era giunta ad una conclusione: era meglio seguire i consigli di qualcuno che ne sapeva più di lei!

       - Seiya… ti dispiacerebbe darmi una mano?

   Chiedere aiuto era una cosa da adulti e lei lo era… ripensando alla sfuriata che quella mattina aveva avuto con Mamoru non ne era poi così sicura. In fondo Mamoru era stato gentile a preoccuparsi per lei… certo i modi, sicuramente poco ortodossi, erano da rivedere ma quel che contava era stato il gesto!

       - Certo che ti aiuto! Metti gli sci paralleli alla montagna e poi datti una spinta con il bacino e, contemporaneamente, fai forza con le braccia sui bastoncini.

   Ed eccole ancora quelle parole per lei misconosciute: sci paralleli alla montagna

       - Ehm… che vorresti dire?

   Aveva letto da qualche parte un aforisma di Socrate che faceva al caso suo: il vero sapiente è colui che sa di non sapere. Perfetto, lei non sapeva, e sapeva di non sapere, quindi chiedere aiuto non era un insulto alla sua conoscenza ma una dimostrazione di saggezza!

       - Devi posizionare gli sci in modo che siano paralleli al fianco della montagna così che non scivolino a valle!

   Ok! Doveva mettere gli sci paralleli al fianco della montagna… ma quale era il fianco della montagna? Ma non era più logico se li toglieva e si rimetteva in piedi? Magari, prima, doveva capire come si toglievano quegli affari dagli scarponi!

       - Non è più semplice se tu mi tiri su?

       - Perché non provi invece come ti ho detto io?

   Povero Seiya! No! Povera lei! Se avesse capito solo una parola di ciò che aveva detto Seiya si sarebbe ritrovata già in piedi ed a valle… no, a valle no, ma almeno non era con il sedere in mezzo alla neve! Intanto lui, con i suoi bastoncini, aveva tracciato una retta orizzontale spiegandole che era quello il fianco della montagna! Bene, adesso sapeva dove mettere gli sci, era un inizio, o no?

       - Dai, prova adesso! Spingi con il bacino e poi fai forza sulle braccia, capito?

   Certo era facile a parlare! Per lei già era difficile fare tutte quelle cose singolarmente, figurarsi tutte insieme! Forza e coraggio che la vita è di passaggio! Ma quella era la mattina degli aforismi? Meglio sorvolare e concentrarsi sulla sua impresa!

       - Ok, ci provo!

   Con gli sci paralleli alla montagna e le gambe piegate, si diede la spinta con il bacino e poi con le braccia ma senza risultati. Si ritrovò seduta nuovamente sulla neve ed il suo nervosismo aumentò ancora di più. Riprovò diverse volte ma sempre con il medesimo risultato: dopo ogni tentativo finiva gambe all’aria sulla neve!

       - Ah, non ci riuscirò mai! È impossibile!

       - Sei tu che non ti impegni! Coraggio, un’ultima volta!

   Ormai era stanca e nervosa e la voglia di lasciare tutto e strapparsi quei maledetti sci dai piedi era tanta ma non poteva mollare, era una questione di orgoglio: una lotta tra lei ed il fianco della montagna!

   Per l’ennesima volta si mise nuovamente in posizione, piegò sulle ginocchia, si diede la spinta con il bacino, poi con le braccia e fece forza sui bastoncini ben ancorati sulla neve… si sollevò e quasi raggiunse la posizione corretta ma uno dei bastoncini alla fine cedette e si ritrovò nuovamente a terra!

       - No! Ma uffa! C’ero quasi! Questi cosi ce l’hanno con me!

   Disse buttando i bastoncini lontano da sé ed atteggiandosi a bambina capricciosa. 

     - Dai su, lascia perdere, ti aiuto io!

   Così dicendo Seiya si era piegato sulle ginocchia porgendole la mano guantata e lei, sorridente, l’aveva afferrata senza perdere tempo.

       - Se la tiri su non imparerà mai!

   La voce dura di Mamoru era arrivata improvvisa dato che nessuno si era accorto della sua presenza. Quella mattina i due fratelli si erano messi d'accordo per farle venire un infarto, non c'era altra spiegazione!

       - Dai Mamoru è stanca! È da più di quindici minuti che prova ad alzarsi ma non ci riesce, è un caso disperato!

       - Ehi! Modera i termini!

   Si era impettita per via del commento di Seiya ed adesso guardava torvamente il ragazzo, mollando la mano che questi continuava, nonostante tutto, a porgerle.

       - Lascia ci penso io a lei, tu riprendi pure la tua discesa!

       - Mamoru non credo…

   Adesso lei iniziava davvero ad innervosirsi. Un conto era farsi aiutare da Seiya, un altro era farsi aiutare da Mamoru, soprattutto dopo la lite di quel mattino. L’unica soluzione era alzarsi da sola e riprendere la discesa ignorandoli, un po’ come loro stavano facendo con lei!

   Allungando il braccio riuscì a prendere il bastoncino che aveva lanciato poco distante da sé infilandolo, anzi infilzandolo, nella neve facendo bene attenzione che fosse messo in profondità. Adesso che era, per l’ennesima volta, nella posizione indicatagli da Seiya, con le braccia era pronta a darsi la spinta necessaria, doveva riuscire, ne andava del suo orgoglio!

       - Vai, non preoccuparti, resto io con lei!

       - Sicuro che non l’abbandoni da qualche parte?

   I due fratelli continuavano a parlare ignorandola ma lei non se ne curava, era troppo concentrata nel suo tentativo di rimettersi in piedi. Doveva riuscirci assolutamente! Era una questione di principio… c’era quasi, un ultimo tentativo!

       - Non riuscirai mai se continui così!

   Stava per darsi lo slancio quando la voce di Mamoru la bloccò facendola sussultare e cadere, ancora. Evviva! Meno male che era rimasto lì per darle una mano a rialzarsi!

       - Grazie, la tua fiducia nei miei confronti è encomiabile! Magari se te ne andassi io riuscirei a rimettermi in piedi!

   Era di nuovo sulla neve ed il viso era arrossato ma sicuramente non per la fatica. La tracotanza di Mamoru era qualcosa che non riusciva a digerire! Ma perché Seiya era andato via lasciandola lì con quella specie di… ah, meglio non sprecare energie immaginando un soprannome adatto a quell’essere! Essere che intanto, con gli sci ai piedi, si era ulteriormente avvicinato e piegato sulle ginocchia fissandole il viso rosso con un sorriso strano, no, tronfio! A quella vista era esplosa ancora una volta e non era riuscita a trattenere la sua rabbia.

       - Smettila di gongolare come un idiota! La neve non è il mio elemento!

       - Ah certo! E sentiamo quale sarebbe il tuo elemento? Un centro commerciale forse?

   Ignorando la provocazione di Mamoru riprovò ancora, sempre con il medesimo risultato.

       - Dopo aver appurato che il metodo Kou non è alla tua portata, potresti affidarti al metodo Chiba?

       - Manco morta!

       - Arrangiati!

       - Non preoccuparti!  

       - Infatti, non sono per nulla preoccupato!

   Ignorarlo! Era questa la soluzione a tutti i suoi problemi. Lei lo avrebbe ignorato e lui sarebbe andato via lasciandola in pace! Convinta della sua idea, aveva ripreso la posizione indicatele da Seiya ed aveva iniziato a spingere, per ritrovarsi ancora con il sedere in terra!

       - Dannazione!

       - Serve un aiuto?

       - Sei ancora qui?

       - A quanto pare!

    Ignoralo! Ignoralo! Ignoralo! Era una mantra che si ripeteva da quando aveva deciso di farcela da sola!

   Ritentò, ancora, ma senza successo. Dopo quelle che per lei erano state ore, ma che in realtà erano solo pochi minuti, si mise seduta respirando affannosamente.

       - Hai finito con questo spettacolo pietoso?

       - Ok!

       - Perfetto! Adesso iniziamo a fare sul serio!

       - Aspetta un secondo! Sia chiaro: non sopporto le prese in giro!

       - Ti ho mai presa in giro?

   Aveva anche il coraggio di fare dell’ironia!

       - Ok! Sarò un maestro serissimo!

       - Lo spero…

      - Faccio finta di non averti sentito! Ascoltami, prima di spingere con il bacino prova a piegare le ginocchia di quarantacinque gradi, poi ti dai la spinta e fai forza sulle braccia. E fai in modo che gli sci siano ancorati sotto la neve. Ok?

   Si morse il labbro e si portò una ciocca dietro l’orecchio, lo faceva ogni volta che era arrabbiata o imbarazzata, era una sorta di rito a cui non riusciva sottrarsi, ed in quel momento era arrabbiata, imbarazzata, nervosa, triste… in quel momento era un uragano di sentimenti!

   Come avrebbe fatto tutte quelle cose contemporaneamente? Certo! Quello era un modo per renderla ancora più ridicola! Improvvisamente, però, le tornò in mente il proverbio che sua nonna era solita ripeterle: “Tentar non nuoce!” e se lo diceva la nonna doveva fidarsi: piegò le ginocchia come le era stato suggerito e si diede la spinta necessaria. Il suo bacino si sollevò da terra molto più dei tentativi precedenti ma, ugualmente, si ritrovò di nuovo in mezzo la neve!

       - Dai c’eri quasi! Fai forza con le braccia!

   Ok! Aveva quasi raggiunto l’obiettivo, tra l’altro aveva fatto meno fatica delle volte precedenti, forse, e sottolineava quel forse, l’essere aveva ragione! Chiuse gli occhi, inspirò profondamente e poi si diede la spinta per trovarsi, finalmente, in posizione eretta!

       - Ci sono riuscita! Mamoru ci sono riuscita!

   Presa dall’euforia si buttò tra le braccia del ragazzo che per poco non finì sulla neve con lei addosso! La felicità per il successo appena ottenuto era stata eccessiva… talmente eccessive da averle fatto dimenticare il diverbio di quella stessa mattina…

       - Ehi, modera l’entusiasmo o rischiamo di cadere entrambi!

   Nonostante la risposta un po’ brusca, Mamoru sorrideva allegro per poi riprendere tranquillamente a parlare.

       - Bene, ed adesso passiamo alla seconda lezione! Sei pronta?

       - Scusa?

   Seconda lezione? Ma era uno scherzo? Lei non aveva nessuna intenzione di prendere lezioni da Mamoru, era già tanto che fosse riuscita ad alzarsi senza iniziare a litigare con lui, figurarsi un’intera lezione…

       - Non vorrai scendere sempre a spazzaneve?

   Certo che poteva, eccome! Non aveva nessuna intenzione di cambiare stile: spazzaneve o valanga a lei non interessava, l’importante era che scendesse senza farsi male!

       - Non disturbarti! Non occorre!

   Così dicendo aveva ripreso a scendere come sapeva fare.

   E poi, se Mamoru credeva di poter sistemare tutto facendo il gentile ed aiutandola a rimettersi in piedi era davvero fuori strada! Anche se pochi minuti prima aveva dimostrato il contrario, lei non aveva dimenticato quello che era accaduto quella stessa mattina. No! Era qualcosa che non poteva fargliela passare, anche se si era dimostrato gentile… forse però… ok! Il suo cervello stava entrando nella modalità buonismo e con l’essere, alias Mamoru Chiba, non poteva permettersi certo una cosa simile!

       - Così non ti divertirai mai!

       - Non credo che la cosa ti riguardi!

   Mamoru le stava dietro sbuffando probabilmente a causa della sua cocciutaggine. La superò e le si parò davanti e lei, sorpresa da quel movimento, gli finì addosso. Fortunatamente per entrambi, Mamoru era pronto allo scontro e così riuscì ad impedire la caduta rovinosa...

       - Ascoltami bene! Ho detto a Seiya che avrei pensato a te quindi, mettiti il cuore in pace, oggi non ti mollerò neanche per un secondo!

       - No! Ascoltami tu! Io non ho intenzione di passare neanche un minuto di più con una persona arrogante, presuntuosa, narcisista ed insensibile come te! Ed adesso lasciami in pace!

   Così dicendo lo spinse per farlo spostare ma senza alcun risultato, il ragazzo sembrava con gli sci piantati proprio davanti a lei!

       - Se non fosse stato per l’arrogante, presuntuoso ed insensibile qui presente ancora staresti a terra tentando di rialzarti!

       - Hai dimenticato narcisista! E per la cronaca: se avessi voluto mi sarei alzata subito! Bastava togliere gli sci ed il gioco era fatto!

       - Complimenti! Così è sicuro che non imparerai mai!

       - Ma chi ti ha detto che voglio imparare?

       - Un uccellino…

       - E sempre lo stesso uccellino, ti ha chiesto forse di aiutarmi?

       - No!

       - Allora fammi passare!

       - Sei qui per divertirti!

       - Infatti, mi sto divertendo!

       - Certo come no! Scommetto che hai le gambe che ti fanno male!

       - Non credo che la cosa ti riguardi!

       - Vedi che ho ragione io? Ascoltami e vedrai che a fine giornata sarai meno stanca di adesso!

       - Ho detto di no! Spostati e fammi continuare la mia discesa, con il mio stile!

       - Spostati tu dato che sei così brava da non aver bisogno di aiuto!

       - Ti hanno mai detto che sei insopportabile?

       - Un’infinità di volte!

       - Perfetto! Con questa sarà un’infinità più una!

       - Fatti aiutare!

       - No!  

       - Sì!

       - Neanche morta!

       - Allora moriremo qui!

       - No, perché io adesso me ne vado!

       - Non ci riuscirai!

       - Mai mettere alla prova una donna arrabbiata!

       - Non vedo nessuna donna nei paraggi. Solo una bambina capricciosa!

       - Stai attento Chiba!

       - Ribadisco: non mi fai paura!

       - Spostati!

       - No!

       - Sì!

       - No!

       - Sì! Spostati subito!

       - Non vedo perché debba essere io quello che deve spostarsi! Ripeto: se sei tanto brava perché non vai per la tua strada e mi lasci qui a riposare?

       - Arrogante!

       - Sei ripetitiva!

       - Spaccone!

       - Non mi tange!

       - Ti odio!

       - A fine giornata mi ringrazierai!

       - Dimmi solo perché ci tieni tanto!

   Era esasperata dal suo comportamento! Non voleva litigarci ma era più forte di lei. Il suo atteggiamento era davvero impossibile. Nonostante i trent’anni, Mamoru rimaneva un borioso e saccente ragazzino pieno di sé!

       - Sarà che sono un’anima pia!

       - Guarda anima pia, siccome non voglio farti perdere tempo vai ad aiutare qualcun altro! Io posso farcela benissimo da sola!

          - Signorina qualcosa non va? Quest’uomo la sta importunando?

   Un ragazzo si era fermato accanto a loro e si era rivolto a lei con quella domanda. I due, sorpresi da quella interruzione, fissarono perplessi il giovane e Mamoru fu il primo a riprendersi e rispondere mostrando un sorriso di circostanza.

       - Non si preoccupi, è tutto sotto controllo!

   L’altro ignorando Mamoru si rivolse nuovamente verso di lei.

       - Se vuole la scorto fino a valle…

       - Le ho già detto di farsi i fatti suoi!

   Mamoru aveva alzato la voce e si era parato davanti a lei a mo' di scudo lasciandola, così, sempre più perplessa.

       - Ed io non sto parlando con lei!

   Il tizio non sembrava avere intenzione di mollare l’osso.

       - Perfetto! Allora sarò più chiaro: sto cercando di insegnare alla mia fidanzata a sciare! Adesso le dispiacerebbe proseguire e farsi gli affari suoi!

       - Ehi…

   Ma Mamoru l’aveva urtata con il bastoncino sinistro per farle capire di tacere. Poi aveva portato il braccio attorno alle sue spalle e l’aveva avvicinata a sé per quanto fosse stato possibile.

       - Signorina?

   Il ragazzo era un tipo tosto. Mamoru le fece capire che era il caso che rispondesse se non volevano restare lì per tutto il giorno!

       - Ehm… certo, è così! La ringrazio!

       - Sicura? Non mi sembra molto convinta?

    Ok! Il tipo non era tosto ma tonto! Cosa dovevano fare per farlo andare via? Forse era necessaria una richiesta scritta alle autorità del posto? Stop! Se la stava prendendo con la persona sbagliata, però era davvero stanca per la discussione con Mamoru e tra l’altro, per quanto ne dicesse, era meglio Mamoru che un perfetto estraneo!

       - Adesso è lei che ci sta importunando! Le ho detto che può andare… che vada pure!  

   Mamoru aveva alzato la voce senza neanche accorgersene ed il tipo era indietreggiato forse intimorito dallo scatto di lui.

       - Mamoru non fare così… il signore è stato solo gentile. Calmati…

   La sua mano si posò delicata sul braccio di Mamoru che posò lo sguardo proprio sul punto del contatto. Era arrivato il momento di porre fine a quella discussione prima che degenerasse! Ah! Ma quanto potevano essere tonti gli uomini? Molto! Altri due minuti e sarebbe scoppiato un parapiglia, ne era certa!

       - La ringrazio per la sua cortesia ma davvero, va tutto bene… grazie ancora!

   Aveva accompagnato quelle parole con un inchino per rendere ancora più evidente la sua riconoscenza… e per fare capire al tonto che era il caso di andare! Con un cenno del capo l’altro riprese la sua discesa senza aggiungere altro, forse non era poi così tonto!

   Adesso, però, doveva mettere in chiaro un punto con l’imbecille che aveva accanto! Spostò i suoi occhi azzurri su Mamoru, che ancora fissava le spalle del tizio appena andato via. Tolse la mano dal braccio del ragazzo e abbandonò il tono dolce ed accondiscendente di pochi minuti prima, per essere più dura ed incisiva.

       - Adesso ti spiacerebbe spiegarmi il perché di questa pagliacciata?

   Mamoru fu come strappato dalle sue riflessioni e la fissò non sapendo effettivamente cosa rispondere. Quasi fu intenerita dallo sguardo spaesato di lui, ma durò giusto un paio di secondi!

       - Tutta colpa di Kunzite e delle sue assurde idee…

       - E cosa c’entra Kunzite?

   Non si era accorto di aver espresso ad alta voce l’ultimo pensiero. Di bene in meglio, Mamoru, oltre che imbecille era anche distratto!

       - Bhè sì! Vedi…

   Adesso cosa si sarebbe inventato? Era curiosa di sentirlo farfugliare scuse assurde!

       - Stamattina Kunzite mi ha fatto notare che sono stato indelicato e che dovevo scusarmi. Dato che con te delle semplici scuse non sarebbero bastate, ho deciso di dedicarti tutta la giornata ed insegnarti le basi dello sci!

       - Mi prendi per stupida? Questo cosa ha a che vedere con il fatto che io sia la tua presunta fidanzata?

       - Quel tizio era un tipo ottuso e se non avessi detto così non ci avrebbe lasciati in pace!

       - E quindi?

       - E quindi… dato che ho capito di essere stato un emerito cretino non mi andava di saperti ancora arrabbiata con me per chissà quanto!

       - Ti ripeto: mi prendi per stupida?

       - No! ma perché non ti fidi mai di quello che ti dico?

       - Forse perché sei Mamoru Chiba?      

       - E con questo?

       - Il tuo nome è sinonimo di fregatura!

       - E questo chi lo dice?

       - Si dice il peccato ma non il peccatore! – doveva riconoscerlo, quella era davvero la giornata degli aforismi! 

       - Begli amici che mi ritrovo!

       - Io non ho fatto riferimento ai tuoi amici!

       - So per certo che si tratta di loro!

       - Sorvolando sul peccato e sui peccatori… perché?

       - Cosa perché?

       - Lo sai perfettamente!

       - Ed io ti ho già risposto: sono stato un imbecille!

       - Tutto qui? 

       - Certo! Sono quei poveri bambini a dover essere compatiti… avere un’isterica, e manesca, come te per psicologa non deve essere affatto terapeutico!

       - Era troppo bello per essere vero! Non riesci mai ad essere gentile per più di due minuti, vero? No, non rispondere, potresti peggiorare solo la situazione!

       - Così mi offendi!

       - Non sia mai! Perdonami! Comunque è già tanto che tu abbia riconosciuto la tua insensibilità ed imbecillaggine!

       - Guarda che riconosco quando sbaglio!      

       - Certo!

       - Piantala!

       - Certo Mister, come dice lei!

       - Ok! Messaggio ricevuto! Adesso possiamo riprendere le nostre lezioni?

       - Come?

       - Le lezioni… sai quelle dove io ti insegno come si scia e tu stai zitta e pendi dalle mie labbra!

       - Ho accettato le tue scuse, è più che sufficiente! Non sia mai che tu perda il tuo preziosissimo tempo con me!

       - Oh, ma per me è un piacere passare del tempo con te!

       - Non mi lasci via di fuga, vero?

       - Esattamente!

       - L'ho sempre detto: io sono troppo buona! Ok, hai vinto!

       - Io vinco sempre!  

       - Sì, sì, certo!

       - Cosa vorresti dire!

       - Niente di che!

       - Parla!

       - Datti una regolata! Con la sottoscritta, utilizzando questo tono non vai da nessuna parte!

       - Per favore, potresti essere così gentile, e dirmi cosa volevi insinuare? Va meglio così?

       - Decisamente!

       - Bene! Adesso, cortesemente, arriva al punto!

       - Ero convinta che dopo le scuse te ne saresti andato e mi avresti lasciato respirare!

       - Io non mi rimangio mai la parola data… tu piuttosto, sei ancora convinta della tua di promessa?

       - Mh?

       - Il patto di ieri sera…

       - Ah, il patto! Certo che sì… ma sei sicuro di riuscire a conoscermi in soli trenta giorni? Sono una persona complessa ed imprevedibile e non credo che ci voglia così poco per capire come sono fatta!

       - Facciamo due mesi? Inizio a pensare che non ti dispiaccia passare del tempo in mia compagnia… oppure ti piace di più essere scambiata per la mia fidanzata?

       - Sai Mamoru, sei un pallone gonfiato e sarà divertente sgonfiarti!

       - E tu sei così sicura di avere a che fare con un pallone gonfiato che sarà altrettanto divertente sorprenderti!

   Quel ragazzo era davvero pieno di sé! Era sicuro di ciò che diceva; adesso aveva capito come mai era riuscito, a soli trent’anni, ad avere così credito nel campo della chirurgia: Mamoru era sicuro di ciò che faceva e, soprattutto, era sicuro delle proprie potenzialità. Era un bene per lui, ma non per lei, no!

       - Un mese è più che sufficiente Chiba, altrimenti finirebbe male… ci ammazzeremmo al trentaduesimo giorno!

       - Allora che un mese sia! Al rientro da questa vacanza inizierà la nostra conoscenza!

       - E sia! Un mese, dopotutto, passa in fretta!

 

   Un mese non era un periodo particolarmente lungo, ma nessuno dei due aveva idea che quel mese avrebbe rivoluzionato la loro vita… probabilmente per sempre.

 

 

L'angolo dell'autrice

   Buongiorno! Purtroppo per me la partenza è saltata ma aggiorno comunque di giovedì perché oggi è il compleanno di micina82, auguroni!

   Per quello che riguarda la parte tecnica del capitolo… ho cercato di scrivere il capitolo interamente dal punto di vista di Usagi, spero solo di esserci riuscita (a tal proposito mi rivolgo alla somma Ellephedre e chiedo il suo parere)! Ho cercato di rendere il pensiero di Usagi in modo comico. Ripeto, la storia è scritta per far sorridere e non ho intenzione di toccare temi tragici, in quest’ultimo periodo ho bisogno di allegria!

   Passando alla trama… gente, questo capitolo è molto, ma molto, autobiografico! Vi dico subito che la Usagi imbranata sugli sci sono io! Proprio così! Io e lei siamo, in questo capitolo ma solo per quel che riguarda l’imbranataggine, la stessa persona! Come detto sopra, quello che ho scritto sulle tecniche di sci, quel po’ che ho scritto nel capitolo, derivano da informazioni personali, da ciò che mi è stato suggerito e non so fino a che punto possa essere considerato corretto quindi non prendete per buone queste informazioni, potrei aver scritto un mucchio di cavolate (a quel punto andrei dalla persona che me le ha propinate per fondamentali dello sci a fargli la festa!)… prima di dire altre baggianate vi saluto e passo ai ringraziamenti dandovi appuntamento a sabato prossimo, il 24 aprile!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- MOREA: sono sincera, mi sento più cattiva io ad aver scritto una cosa simile! Ho fatto dire una cattiveria, che più cattiveria non si può! Spero solo che mi perdonate! Non prendetevela con Mamoru ma con l’autrice, sono davvero perfida! Certo però non è che poi mi prendi alla lettera e vieni in Sicilia per schiaffeggiarmi (e rubarmi il fidanzato!)! Non lo fai vero? Seiya non può nulla contro il fratello maggiore, è bene che sia messo subito in chiaro! Mamoru è… Mamoru, non occorrono aggettivi per definirlo, già nel suo nome c’è la definizione di ciò che è! Ho deciso però di mettere anche il personaggio di Seiya nella fic per dare, finalmente, una parvenza di famiglia al povero Mamo-chan! Non credi anche tu? E passiamo a quello che non ha nulla a che vedere con la fic! Ti dirò, inizialmente non avevo capito quell’avverto poi però rileggendo è stato tutto chiaro! Ebbene sì! Il mio fidanzato, per me, assomiglia tantissimo a Mamoru! Capelli neri, occhi penetranti (castani ma non blu, anzi meglio per me così lo guardano un numero inferiore di ragazze), alto, prestante, medico… cosa si vuole di più dalla vita? Il matrimonio, dopo sette anni mi sembra il minimo, ma ci stiamo lavorando! Ops, lui questo però non lo sa ancora! No, torno seria! Sì, il mio Gio assomiglia tantissimo a Mamoru, soprattutto dal punto di vista caratteriale! A sto proposito, per farti capire fino a che punto si somigliano, ti invito a leggere una fic (e vai con la pubblicità per nulla occulta) dal titolo Lettera! È una one shot. Ho scritto questa lettera pensando proprio al mio fidanzato, tanto per farti capire quanto si somigliano… cupi e taciturni alla stessa maniera, ma pronti ad ammazzarsi per la persona che amano (ma quanto mi sento fortunata, mi faccio invidia da sola!)… ok, con l’angolo del diabete la finisco qui! Mi sa che come Minako anch’io abbia dimenticato la glicemia a casa! Grazie per aver recensito, spero che questo nuovo capitolo non ti abbia delusa! Alla prossima!

 

- MICINA82: buongiorno! Piccola precisazione, aggiorno oggi anche se non sono partita solo perché mi hai detto che è il tuo compleanno, spero che come regalo sia gradito… ok, non lo leggerai oggi stesso, immagino che tu sia preda dei festeggiamenti, ma spero però di farmi perdonare il ritardo dovuto ai problemi di ADSL! Passando alla fic! No, Mamoru è tonto, molto tonto, e credimi non capirà nulla per molto tempo ancora, oppure no? Sono perfida lo so, ma se ti svelo la trama poi non leggeresti più! Grazie per la recensione ed ancora auguri di buon compleanno, mi sembra di capire che siamo coetanee… 28enne, vero, almeno l’82 del tuo nick mi fa pensare ciò! Adesso vado davvero! Alla prossima!

 

- MARYUSA: Maria cara (posso chiamarti Maria vero?), secondo te, tu che hai letto e seguito tante delle mie fic, è mai possibile che Mamoru ed Usagi si comportino come una normalissima coppia che fa un passo alla volta? Dai! È impossibile, è nel contratto che li riguarda, prima di innamorarsi devono percorrere Km e Km poi si incontrano a metà strada ed iniziano a capire, comunque! Io non ho intenzione di far fare loro molti Km, stai serena! Cosa nasconde Mamoru nel suo passato? Niente di così misterioso ma semplicemente qualcosa di talmente comune che quando lo avrei capito probabilmente ne resterai delusa (io spero di no, sto cercando di scrivere una storia quanto più verisimile possibile, molto romanzata è vero, ma niente di tragico ed inquietante!)…  anzi ti dirò, il mistero, che poi non è un mistero, è stato svelato proprio in questo capitolo! Spero che anche questo capitolo rientri tra i tuoi gusti, grazie per la recensione, e complimenti per i disegni! Sono curiosa e spulciando nel tuo profilo sono entrata nel tuo blog e gli ho dato un’occhiata! Davvero belli, soprattutto i ritratti! Alla prossima!

 

- CHCHILINA: non preoccuparti, l’importante che la storia ti piaccia ancora! Eh, neanche io ce lo vedo Mamoru a dire una cosa simile, infatti sono io la colpevole! Guarda non so se questo Mamoru è effettivamente originale o meno, io lo scrivo per come lo immagino intercalato in una situazione simile! Mi lascio guidare dall’istinto con il rischio di farlo apparire anche insensibile, ma ci può stare, non lo voglio troppo da principe azzurro sul cavallo bianco forte, intraprendente e senza macchia! Cavolo anche Mamo-chan dovrà avere qualche difetto, non credi? Usagi tosta… Usagi è semplicemente quella del manga, meno pasticciona e più matura, dopotutto adesso è una neuropsichiatria  e non può fare la piagnona! La settimana bianca… bhè, un piccolo spoiler te lo concedo: si conclude qui l’avventura sulla neve, dal prossimo capitolo si torna in città! Spero di non averti delusa, alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: per te doppia risposta! Innanzitutto partiamo dal presupposto che io, per mia e vostra sfortuna (vostra perché leggete i miei scleri mentali), non sono una dea della scrittura come te  (che tradotto vuol dire, sii comprensiva con questa povera capra!)… ti dirò, dopo ogni dialogo vado a capo per un semplice motivo: se non lo facessi sarei sicura di combinare qualche macello! Per me è difficilissimo continuare a mantenere lo stesso ritmo narrativo senza riuscire ad andare al nuovo capoverso. È un mio limite, ne sono cosciente ed ogni tanto tento di correggerlo, ma preferisco andare per gradi e non forzare troppo la mano, rischierei davvero di combinare un pastrocchio! Effettivamente il capitolo è diviso in due parti ma ti assicuro che non era nelle intenzioni dell’autrice, cioè la sottoscritta (se inizio a parlare di me in terza persona è la fine, mi sa che devo andare io dallo psichiatra, ho uno sdoppiamento della personalità in corso!). Non chiedermi come mai sia stato diviso in due perché la risposta è: non lo so! Più dialoghi avrebbe reso tutto più vivace vero, ma io sarei morta appresso i pensieri di tutti loro! Ti comunico che i rapporti di parentela si sono esauriti, avevo ipotizzato Minako e Usagi sorelle ma poi mi sono detta che diventava una fic stile Beautiful ed ho preferito evitare! Passando alla risposta al terzo capitolo (anche qui vale ciò che ho detto sopra: sii comprensiva con questa povera capra!)… il coinvolgimento dei personaggi è qualcosa voluto. Generalmente le mie fic sono incentrate su pochi personaggi, stavolta voglio fare il botto! Vediamo come posso giostrarli tutti! Ti dirò, i capitoli sono incentrati soprattutto su Mamoru ed Usagi però riesco a dare spazio, quando la mia mente diventa collaborativa, anche agli altri! Se ho deciso di non approfondire la parte dello schiaffo è perché credo a volte lasciare agire di impulso possa essere sì naturale, ma allo stesso tempo diventa qualcosa di stereotipato e non voglio cadere in qualcosa di letto, lei dà uno schiaffo a lui, lui la ferma, litigano, si indispettiscono, si baciano… mi conosco, e sapevo che con me sarebbe finita così! Tra i due c’è poca interazione proprio perché hanno parlato poco! Non si è creata quell’alchimia proprio perché non è, a mio modo di vedere, ancora il momento, e poi… un conto è quando si parla a tu per tu, un altro è quando si è circondati da altre sette persone! La mia intenzione sarebbe proprio quella di descrivere il carattere dei due protagonisti dagli amici ma so che è quasi impossibile per me (e qui ti ripeto, per la terza volta ciò che ho scritto sopra… sii comprensiva con questa povera capra!)…  cercherò di mettere in pratica i tuoi suggerimenti (spero di averli compresi) e vedremo cosa ne uscirà fuori! Grazie per il tempo perso, alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: mannaggia a me vorrai dire! Sono io che muovo le fila della storia! Come ho avuto modo di dire a Maryusa non ti mettere a lambiccarti il cervello per scoprire cosa possa nascondere Mamoru nel suo passato! È una sciocchezza che forse ho ingigantito ma vi assicuro è una situazione assai comune che ho già svelato, senza volerlo, proprio qui! Il veramente finale… è il “Pronti! Partenza! Via!” della fic! Grazie per la recensione, alla prossima!

 

 

 

Grazie alle 6 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      bunny65;

2.      favola08;

3.      girovaghi;

4.      Hatori;

5.      lagadema;

6.      stella93mer;

 

Ed a favola08 e lagadema le ultime ad aggiungere la fic tra le preferite!

 

Grazie alle 19 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. akane_val;

2. DeepDereck;

3. Enza85;

4. fasana;

5. favola08;

6. hoshi90;

7.      igniflia;

8.      kiss88;

9.      LittleSimo;

10.  MaryAngel;

11. micina82;

12. Minerva89;

13 . Morea;

14. Neptune87;

15. ponpon;

16. Potter92;

17. pulcinaele87;

18. romanticgirl;

19. shalya;

20. Tappetta4;

21. Truelove;

22. _Maddy_;

 

   Un grazie particolare a favola08, kiss88, igniflia, LittleSimo, MaryAngel, Minerva89, ponpon, Potter92, Tappetta4 e Truelove  le ultime arrivate!

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Nuova pagina 1

Note:

 

- Jyōji Shibue e Miyū Sawai: sono i due attori che nel Live Action giapponese danno il volto, rispettivamente, a Mamoru Chiba ed Usagi Tsukino, consideratelo un mio omaggio al mondo di Sailor Moon!

 

- Hashi: sono le bacchette tradizionali utilizzate dai Giapponesi quotidianamente per mangiare. Fatte in legno, il loro costo dipende dal tipo di legno utilizzato e dalle fine lavorazioni che presentano. Sono particolarmente diffuse nei ristoranti e nei sushi-bar.

 

- Zashiki: è la stanza pavimentata con i tatami, tipica della cultura giapponese.

 

- Tatami: tradizionale pavimentazione giapponese composta da pannelli rettangolari affiancati, fatti con paglia di riso intrecciata e pressata. Sul tatami è doveroso camminare senza suole ma solo con calze o a piedi nudi. La calza tradizionale da usare sul tatami si chiama tabi, ha la particolarità di essere di colore bianco e con infradito, così da consentire, usciti dalla stanza, l'uso di sandali di tale foggia. (fonte Wikipedia)

 

- Zafu e zabuton: Gli zafu e gli zabuton sono dei cuscini che un tempo venivano usati al posto delle sedie, anche perché in passato si usavano dei tavoli molto bassi intorno ai quali non era impossibile prendere posto se non seduti su dei cuscini. Gli zabuton, in particolare nella meditazione zen, si usa metterli sotto i cuscini zafu per appoggiare meglio le ginocchia e le caviglie sono inoltre usati nel sumo e nel raguko. Gli zafu invece sono dei cuscini rotondi abbastanza rigidi, un po' più piccoli degli zabuton, sono composti cucendo insieme tre pezzi di stoffa pesante due di forma circolare che costituiscono la parte superiore e uno rettangolare con si uniscono i due scampoli circolari.

 

- Oshibori: Quando si entra in un tipico ristorante giapponese, la prima cosa che arriva a tavola sono l'acqua e Oshibori. L’oshibori è una salvietta umidificata di carta o di tessuto, usata per  pulire le mani prima di mangiare. D'estate servono Oshibori freddo e l'inverno caldo.

 

- Misoshiru: è una zuppa tradizionale della cucina giapponese costitituita sostanzialmente da brodo, in particolare dashi mescolata con pasta di miso. Il misoshiru prende il nome dal suo ingrediente principale, il miso appunto, una pasta di soia fermentata che ha svariati usi in cucina, soprattutto nella cucina moderna giapponese, dove si utilizza spesso per marinare o gratinare. Alla base della zuppa di miso c'è il dashi fatto con scaglie di tonnetto essiccato (katsuobushi) e una grossa alga chiamata konbu. Non serve l'aggiunta di sale, dato che il miso è già molto salato per sua natura. In questo brodo si dissolve la pasta di miso per avere la zuppa, a cui si possono aggiungere cubetti di tofu ed altre varietà di alga (wakame, per esempio). In accordo con la tradizione giapponese, gli ingredienti solidi della zuppa vengono scelti in modo da riflettere il variare delle stagioni. (fonte: Wikipedia)

 

- Itadakimasu: è un segno di ringraziamento, che in Giappone si pronuncia prima di un pasto o prima di accettare l'offerta di una semplice tazza di the. (fonte: “La cucina Giapponese - Tradizioni e Stagioni" di Nanako Hamaguchi)

 

- Hana Yori Dango: è un Live Action giapponese tratto dal manga omonimo, andato in onda in Giappone dall’ottobre 2005 al dicembre 2005 (prima serie) e dal gennaio 2007 al marzo 2007 (la seconda serie). Tsukushi Makino è la protagonista femminile, Tsukasa Domyoji è il protagonista maschile (fonte Wikipedia).

 

- -chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici. ( fonte Wikipedia)

 

- -san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) ( fonte Wikipedia)

 

- Baka: è una parola giapponese che significa idiota (fonte Wikipedia)

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo IV

 

I giorno

Ore 12:35

- 29 giorni all’alba

 

       - Dottoressa Tsukino, questi sono per lei, li ha lasciati il suo fidanzato! Ha pure detto che l’aspetta per le una al ristorante Nukomoto, quello vicino l’ospedale…

       - Come scusi?!

   Era sbigottita, no, incredula! La segretaria del reparto in cui lavorava le aveva consegnato un mazzo di rose… rosa – colore che lei odiava – e l’aveva avvertita che il suo fidanzato l’aspettava per pranzare insieme… fidanzato? Era uno scherzo?!

       - Il suo fidanzato l’aspetta per pranzare insieme… ehm…

       - Un attimo signora Kumiko… il mio fidanzato ha lasciato detto qualcos’altro? – Certo che le sembrava strano parlare del suo fidanzato, soprattutto perché lei non ne aveva uno! Che diamine stava succedendo? Quando aveva perso le ultime puntate della sua vita!?

       - No dottoressa, non ha detto altro!

       - Capisco… e mi dica… - Non poteva mica chiedere alla segreteria che faccia avesse il suo presunto fidanzato… il suo fidanzato… no, non poteva essere! Si stava facendo strada un sospetto, solo un vago sospetto, ma era più che sufficiente a metterla in agitazione!

       - Cosa dottoressa?! – A quel punto li vide, gli occhi dell’impiegata si erano accesi della pericolosa luce del pettegolezzo, proprio come capitava a Minako… ed era inutile negarlo, a volte lei stessa aveva quello sguardo.

   Contemporaneamente dentro la sua testa si era accesa l’allarme anti fregature.

   Ed un pensiero si era fatto strada nel suo subconscio: semmai avesse avuto un fidanzato – vero – non lo avrebbe mai e poi mai fatto venire in ospedale. Dove lavorava era un posto di perdizione: troppe giovani donne con generose porzioni di pelle scoperta! No! Il suo fidanzato – sempre quello vero, naturalmente – non avrebbe mai avuto nulla a che vedere con il mondo della sanità!

Si diede della stupida per quei pensieri e si riconcentrò sul presente: restava da chiarire il mistero riguardo l’attuale, falso, fidanzato… e con suo dispiacere, si stava per ritrovare a fare qualcosa che mai e poi mai aveva ipotizzato potesse accadere: stava per prendersi gioco di una persona!

   La signora Kumiko era la segretaria più pettegola che esistesse nel reparto di psichiatria infantile – no, era meglio correggersi, era la più pettegola dell’intero policlinico universitario! – e quindi era una donna molto attenta ai particolari. Questo giocava a suo favore perché il presunto fidanzato non era a conoscenza di questo particolare, o forse sì? Non era il momento di porsi questi problemi, quello era il tempo dell’azione, dell’investigazione!

       - Che impressione le ha fatto?

       - Bhè dottoressa sa che non sono solita sbilanciarmi! - “Come no!” Già poteva immaginare come tutti al reparto fossero a conoscenza del suo fidanzamento… tutti tranne lei ovviamente!

       - Non si preoccupi, le sto chiedendo io un parere… sa che tengo molto in considerazione la sua opinione! - Giuda, ecco cosa era! Si sentiva un mostro nel prendersi gioco dell’impiegata ma non poteva fare diversamente. Aveva un sospetto ma non era certa…

       - Bhè che dire… - “Se non lo sa lei che lo ha visto!  Ma questo commento decise di tenerlo per sé!

       -  Quegli occhi così penetranti devo ammettere che inizialmente mi hanno messo un po’ di soggezione! - “Occhi penetranti…” iniziava ad avere un sospetto meno vago… aveva capito che era necessaria qualche domanda ben piazzata se voleva il nome!

       - Però deve ammettere che sono di un bel blu… - Buttato l’amo era necessario che il pesce abboccasse e se conosceva il suo pesce… bingo!

       - Assolutamente dottoressa! E poi anche quella voce forte e decisa, devo ammettere che difficilmente oggigiorno si incontrano dei ragazzi così maschi, non so se capisce quello che voglio dire...

   Eccome se capiva! Anche perché era inutile negarlo, il sospettato numero uno era un gran bell'uomo! Doveva necessariamente continuare il suo piano: altra esca altra attesa!

       - Ha ragione, se poi si considerano le spalle larghe!

       - Ha proprio ragione! Comunque, lo sa che io sono fissata con le mani?

   Un sopracciglio biondo le si era sollevato incuriosito! Ed adesso perché tirava in ballo proprio le mani?

       - Mi scusi mi sto lasciando trascinare… sa, parlando con lei sono tornata indietro di tanti anni a quando anch’io avevo dei pretendenti belli come il suo dottore!

       Centro! Dottore… era il momento di affondare il colpo di grazia ed iniziare a progettare una morte rapida per il suo fidanzato! Coraggio, non era poi così difficile: lo faceva per se stessa e per il genere umano! Se si fosse liberata di lui, la sua vita sarebbe stata molto più serena!

       - Ma che dice! È ancora una così bella donna! - Ok! Era un essere orribile! Non solo aveva approfittato della signora Kumiko, adesso inoltre le stava mentendo spudoratamente! Che la Kumiko, nel suo metro e trenta e nei suoi ottanta chili, fosse una bella donna era una balla grossa quanto un tempio scintoista, ma lei non poteva fare diversamente... non in quel momento!

       - Lei è sempre così gentile dottoressa! Comunque, tornando al suo fidanzato, è davvero un uomo fortunato ad averla accanto! Ma anche lei dottoressa! Si è scelta proprio un bel ragazzo! Assomiglia tanto a quell’attore che va di voga oggi tra le ragazzine… come si chiama… ah! Jyōji Shibue… anche lui ha quell’aria da bravo ragazzo… sa però… credo che sia un po’ timido…

       - Chi? Jyōji Shibue? - si stava perdendo! Cosa c’entrava il suo attore preferito che, tra l’altro, non era in voga solo tra le ragazzine?

       - Ma no dottoressa cosa dice! Parlo del dottor Chiba!

   Brutto farabutto, allora era davvero lui! Se solo lo avesse preso… ok! Stop! Era necessario fermarsi e non commettere imprudenze! Doveva liberarsi della Kumiko e poi fare un piano per sbarazzarsi, una volta per tutte, di Mamoru Chiba! Altro che morte rapida, la sua sarebbe stata una morte lenta e dolorosa! Doveva fare attenzione però, non voleva che qualcuno l’accusasse di omicidio!

       - Lei dice?  Non credo che sia timidezza la sua…

   E poi, se Mamoru somigliava solo minimamente a Jyōji Shibue lei era la sorella gemella di Miyū Sawai… ma quale timido! Mamoru era tutto fuorché timido!

       - Mi creda il Dottor Chiba è davvero un ragazzo a modo e timido; prenda ad esempio le rose… sono rosa… un innamorato generalmente regala delle rose rosse alla propria fidanzata, non crede?

   Guardò le rose che teneva in mano, le annusò e poi si sforzò di sorridere prima di rispondere.

       - Sa, stiamo insieme da poco, si vede che non vuole sbilanciarsi…

   Così dicendo salutò l’impiegata per andare nella sua stanza.

 

   Erano trascorse meno di ventiquattro ore dal loro rientro da Nagano e non credeva che Mamoru si facesse vivo così presto, anche se effettivamente l’aveva avvertita… “Al rientro da questa vacanza inizierà la nostra conoscenza”… ok, doveva riconoscerglielo, era stato di parola e non aveva perso tempo!

   Una volta nella studio si accorse di non avere un vaso dove sistemare le rose e così tornò indietro dalla signora Kumiko che continuava a tessere le lodi di Mamoru – oddio! Se solo lo avesse conosciuto davvero! – liberatasi della donna tornò in camera e sistemò l’omaggio floreale; tolse il camice e la casacca rossa che indossava per rimettere il cardigan bianco sopra il dolcevita nero. Alla meno peggio sistemò i capelli infilando, contemporaneamente, il cappotto nero e prese al volo la borsa, poi di corsa fuori, perché era già in ritardo!

   Si maledisse perché proprio quel giorno aveva deciso di indossare le decolté nuove con il tacco a spillo! Le scarpe erano scomode perché nuove e, per quanto vicino potesse essere il ristorante, doveva fare un bel po’ di strada a piedi.

 

   Raggiunse il ristorante Nukomoto con dieci minuti di ritardo e prima di entrare si prese altri due secondi per regolarizzare il fiato e far passare il rossore alle guance… e per far riposare i piedi distrutti dalla corsa. Solo quando si sentì presentabile, entrò!

 

***** ***** *****

 

I giorno

Ore 13:10

-29 giorni all’alba

 

   Il ristorante in cui si trovava decisamente non era il luogo in cui avrebbe dato appuntamento ad una delle sue conquiste. Era un posto semplice senza sfarzi e, in un certo qual modo lo faceva sentire a casa, per questo aveva optato per quel ristorante invece del solito posto ad effetto: la sua intenzione era conoscere Usagi, non portarsela a letto…

   I tavoli erano apparecchiati con tovaglie di cotone bianco. I servizi da tavola avevano delle forme geometriche semplici e pulite che si adattavano all’ambiente circostante. I piattini squadrati – leggermente concavi – e le ciotole basse – di diverse dimensioni – erano di una porcellana sottile, certamente non pregiata, ma che non facevano rimpiangere minimamente il lusso di altri ristoranti più alla moda e chic… immancabili erano gli hashi posizionati alla sua destra.

   La porta si aprì ed alzò la testa sorridendo davanti la figura di Usagi intenta a cercarlo tra i tavoli del locale ancora semivuoto. Si prese alcuni istanti per osservarla e capì dal leggero rossore delle guance che aveva corso per arrivare fin lì.

   Appena i suoi occhi incrociarono quelli azzurri della sua fidanzata sorrise ancora di più e lei ricambiò il gesto mostrandogli, però, una espressione ironica. La vide togliersi le scarpe e raggiungerlo camminando leggera sullo zashiki ricoperto dai tatami.

       - Buongiorno caro!

   L’aggettivo caro era intriso di ironia. Proprio come aveva immaginato, Usagi non doveva aver preso bene l'idea di rendere ufficiale il loro fidanzamento, per questa ragione il suo sorriso, se possibile si accentuò ancora di più!

       - Buongiorno a te tesoro!

   La vide sedersi sullo zabuton piegando le gambe di lato e prendere l’oshibori che le veniva offerto dalla cameriera. Ignorando la sua risposta riprese a parlare.

       -Biscottino, volevo ringraziarti per le rose, sono bellissime, non dovevi disturbarti!

   Usagi aveva ripreso, ed accentuato, il tono ironico riuscendo a far risuonare l’intera frase falsamente smielata mettendogli, così, i brividi addosso. Se credeva di metterlo in crisi con qualche vezzeggiativo, tra l’altro eccessivamente sdolcinato per i suoi gusti – e per i gusti di qualsiasi altro individuo dotato di un minimo di buon senso – si trovava davvero fuori strada.

       - Pasticcino, quelle rose non sono nulla se paragonate alla tua bellezza!

   La vide fare una faccia schifata quando sentì come l’appellò, così capì che per lei quel pasticcino proprio non andava giù, era troppo amaro per i suoi gusti!

     - Caro… potrei sapere da quanto tempo siamo fidanzati? Sai, la mia memoria inizia a vacillare ed io non ricordo di aver ricevuto nessuna dichiarazione da parte tua!

   Era divertente vederla lì, seduta educatamente, con espressione omicida negli occhi… ancora più divertente era rispondere alle sue provocazioni. Soprattutto ora che era tornata ad un più accettabile caro.

       - Tesoro… così mi spezzi il cuore! Non ricordi il giorno della nostra prima lezione a Nagano?

   La vide mordersi il labbro superiore per cercare di trattenere la rispostaccia che aveva pronta sulla punta della lingua.

       - Ti rendi conto che così tutti sono convinti che io sia la tua fidanzata?

       - Dovresti sentirti onorata di ciò… - La vide sorridere enigmatica e sistemarsi meglio sullo zafu sovrastante lo zabuton.

       - Veramente a me hanno detto che quello fortunato sei tu!

       - Davvero?

   Non aveva alzato gli occhi dal menu ed aveva posto quella domanda sicuro di non ricevere nessuna risposta, e così fu. Era sicuro che la segretaria non le avrebbe detto diversamente, dopotutto lavorava con Usagi tutti i giorni per questo, una sorta di servilismo nei confronti della psichiatra, era giustificabile.

   Dopo alcuni minuti, durante i quali erano completamente assorti nella lettura dei menù, arrivò un cameriere per prendere le loro ordinazioni e lasciare il tè. Da perfetto gentiluomo qual’era, riempì prima il bicchiere di Usagi e poi il suo soffermandosi, a fissare gli occhi della ragazza che lo scrutavano attentamente. Alla fine stanco di quell'atteggiamento decise di parlare.

       - Hai finito di psicanalizzarmi o ne hai ancora per molto?

       - Per adesso la finisco qui!

       - Sai… inizio a pensare che non ti dispiaccia essere qui con me!

       - Se lo speri…

       - Come mai hai preso solo del misoshiru? Ero convinto che fossi una buona forchetta… forse non vuoi che ti classifichi come un’ingorda?

       - Mamoru… puoi classificarmi come meglio credi, non mi importa!

       - È questo che mi incuriosisce…

       - Cosa? Il fatto che non mi importa nulla della tua opinione o semplicemente il fatto che io riesca a tenerti testa?

       - Entrambe… sono poche le persone che riescono a farlo…

       - Come ad esempio tuo padre?

   Sicuramente la sua postura, senza neanche rendersene conto, adesso era più rigida e meno rilassata. Il cameriere intanto era arrivato lasciando sul tavolo le loro ordinazioni ma nessuno dei due accennava a muoversi. Si fissavano in silenzio: il viso di Usagi mostrava un sorriso sereno, il suo, probabilmente, era molto più serio ed inespressivo.

       - Non capisco dove vuoi andare a parare!

   Si era ritrovato a rispondere dato che Usagi non sembrava per nulla turbata dall’atmosfera improvvisamente seria. Non amava parlare della sua famiglia, soprattutto non amava parlare di suo padre che, da sempre, lo aveva considerato più come un successore e che come un figlio. Doveva stare attento, Usagi era un’ottima osservatrice e non doveva mai lasciare scoperto il fianco o lei, ne avrebbe approfittato per affondare quella lama affilata che era la sua lingua.

   Innervosito per quel colpo basso appena ricevuto, aveva preso gli hashi e li aveva separati tra loro ignorando Usagi ed iniziando a servirsi da solo.

       - Itadakimasu!

   Fu la semplice risposta di lei a quel gesto.

 

   Il pranzo continuò silenzioso fino alla fine. Come prevedeva il galateo, si offrì di pagare anche per Usagi dato che era stato lui ad invitarla e la ragazza accettò solo a patto che potesse ricambiare il gesto… appunto come era prescritto nel galateo.

   Quel pranzo era stato troppo formale per i suoi gusti. Aveva scoperto poco di lei, anzi, proprio nulla! Al contrario, era stato lui quello che aveva subito maggiori perdite in quello scontro! Il risultato attuale era Tsukino 1 Chiba 0.

   Adesso si ritrovavano a camminare silenziosi diretti al policlinico e, quando furono davanti all’ingresso dell’ospedale, si fermarono per scambiarsi un saluto cordiale, da perfetti estranei quali erano. L’alchimia di Nagano era sparita…

       - Ti ringrazio per il pranzo, sei stato gentile!

       - Di nulla, è stato un piacere.

   Aveva risposto atono e lei non mancò di notare la falsità di quella risposta.

       - Mamoru se vuoi conoscermi fai pure! Sappi, però, che io sono così: lavoro sempre anche quando sono fuori. Ho la mania di psicanalizzare il comportamento di tutti ed il tuo non fa eccezione.

   Parlò con calma e fissandolo mentre lui, al contrario, era interessato all’auto rossa parcheggiata un paio di metri lontano da loro. Probabilmente interpretando il suo silenzio come un saluto la vide girarsi sui tacchi ed imboccare il viale di accesso per il policlinico.

   Non poteva farla andare via così, doveva trattenerla!

       - Come ci sei arrivata? - La vide girare leggermente il busto e guardarlo sorridendo, era sicura di avere la vittoria in pugno e questo lo fece innervosire di più!

       - È il mio lavoro.

       - Non mi piace… - La sua voce era suonata meno sicura.

       - Cosa? Il fatto di essere tu l’oggetto di analisi, oppure non ti piace parlare di tuo padre? - Un altro colpo a segno per lei: Tsukino 2 Chiba 0.

       - E se qualcuno lo facesse con te? - Lei alzò le spalle con fare non curante.

       - Fai pure Mamoru…

       - Non ti darebbe fastidio? Non ti sentiresti privata della sua privacy? - La vide concentrata su quelle parole e prendersi qualche minuto prima di rispondere, come se stesse analizzando qualcosa di davvero complesso; alla fine, però, rispose con un’altra domanda.

       - Mamoru cosa vuoi da me? - E quella domanda, ancora la stessa, gli suonò sicura e decisa, non era lo stesso tono usato nel rifugio di Nagano. Adesso era determinata e non avrebbe accettato una ridicola scusa come quella volta.

       - Vedere cosa nascondi sotto la maschera da ragazza felice e serena. E tu? Cosa vuoi da me? - Ma si chiese se era davvero questo quello che voleva, non ne era poi tanto sicuro…

       - Vedere cosa nascondi sotto la maschera da arrogante e presuntuoso.

   Così dicendo lo lasciò all’ingresso del policlinico per tornare nuovamente a lavoro.

 

***** ***** *****

 

I giorno

Ore 21:40

- 29 giorni all’alba

       - Potrei sapere cosa sta succedendo?

       - Mi sembra chiaro, no?

       - Per nulla!

       - Makino non sopporta più la prepotenza di Tsukasa e per questo gli dà un pugno e lo stende… adesso vedrai come lui inizierà ad innamorarsi di lei ne sono sicura… però mi chiedo cosa…

       - Ma cosa vuoi che mi importi di quei due! Io voglio sapere cosa sta succedendo tra te e Chiba!

   Fu costretta a distogliere l’attenzione dalla puntata di Hana Yori Dango – trasmesso come ogni lunedì sera alle ventuno e trenta – per guardare Minako che si era messa proprio davanti alla televisione nascondendole la visuale.

       - Minako cosa vuoi che stia succedendo? - Fece quella domanda sinceramente stupita dalla reazione dell’amica. Era stata ad un banale, ma buonissimo, pranzo con Mamoru Chiba,

       - Dimmelo tu! Oggi siete stati a pranzo insieme!

   Appunto! Lei non aveva fatto nessun cenno al suo pranzo con Mamoru, non perché volesse nasconderlo all’amica ma, semplicemente, perché non lo reputava importante!

       - Sì, e con ciò?

       - E con ciò? Usagi tu e lui non siete mai stati in confidenza… invece… invece adesso siete inseparabili. Prima a Nagano, dove avete passato tutta la settimana praticamente assieme, ed adesso al rientro del viaggio, a meno di ventiquattro ore  terrei a sottolineare, lui ti invita a pranzo! E tu mi chiedi “e con ciò?” Cosa sta succedendo? Sono o non sono la tua migliore amica?

       - Certo che sei la mia migliore amica, ma non capisco cosa c’entri Mamoru in tutto questo! Siamo stati a pranzo insieme tutto qui! Mentre a Nagano si divertiva a stuzzicarmi come sempre! Cosa c’è di strano Mina?

       - Sono preoccupata per te!  

   Si sentì in un certo qual modo intenerita dalle attenzioni di Minako ma non ne comprendeva il perché. Decise di andare più a fondo alla questione, per cercare di capire il perché l’amica non fosse tranquilla come invece avrebbe dovuto.

       - E cosa ti preoccupa?

       - Usa… davvero hai messo tutto alle spalle?      

       - Non ti seguo, spiegati meglio! – A dire il vero la seguiva solo che voleva esserne certa!

       - Parlo di… quando aveva sedici anni! Di quando tu… - Non le permise di finire la frase perché aveva compreso la preoccupazione dell’amica.

       - Mina-chan! Solo tu puoi pensare che una persona rimanga legata ad un’infatuazione vecchia quasi dieci anni…

       - Parlo sinceramente! Hai dimenticato o meno la tua cotta per Mamoru Chiba?

   Sospirò e guardò la televisione che continuava a trasmettere Hana Yori Dango come se nulla fosse, poi ripresasi dallo stato apatico rispose all’amica

       - Minako, quella che all’epoca provavo per Mamoru era una banale infatuazione adolescenziale, come quella che tu provavi per Kurudawa-san! Nulla di più!

       - Se però quel baka ti fa soffrire giuro che…

       - Non accadrà, stai tranquilla! Non è certo per iniziare una relazione che stiamo iniziando a frequentarci!

   Era certa di ciò. Mamoru era stato chiaro in merito, aveva detto che voleva frequentarla per sapere cosa nascondesse “sotto la maschera da ragazza felice e serena”. Bhè, lei non aveva nessuna maschera: era davvero come appariva! Mamoru sarebbe rimasto deluso nell’apprenderlo e questo, non sapeva spiegarsi il perché, la rendeva felice.

    Però, era meglio non fare riferimento all’omaggio floreale di quella mattina. Conosceva così bene l’amica da sapere che se avesse fatto cenno ai fiori – strategicamente nascosti nella sua stanza al policlinico – ed al suo presunto fidanzamento, sicuramente avrebbe tirato le conclusioni più disparate! No! Meglio di no!

       - E le rose? - Come non detto!

       - Come fai a sapere delle rose? - Era impossibile tenere qualcosa nascosto a Minako!

       - Allora è vero! Lui ti ha regalato delle rose!

       - Mina ti prego! Non ti ho detto nulla perché non volevo farti fare i soliti voli pindarici!

       - Di che colore erano?

       - Come?

       - Le rose! Di che colore erano?

       - Rosa! Ed io odio il rosa! Lo ha fatto di proposito, ne sono sicura!

       - Che tipo di rosa?

       - Era una rosa! Che vuoi che ne sappia io, per me sono tutte uguali, bellissime ma piene di spine! – La vide alzare gli occhi al cielo e sbuffare! Forse aveva dato la risposta sbagliata?

       - Che tonalità di rosa… rosa inteso come colore!

       - Ah… fammi pensare… mi sembra rosa pesco… - Per poco non la vide cadere dal divano.

       - Ne sei sicura? - La voce di lei tremava leggermente e si preoccupò un po’, sembrava sull’orlo di una crisi cardiaca tanto era pallida e sudata!

       - Minako sicura di sentirti bene? Sei pallida e stai sudando!

       - Rispondi per favore! Ne sei sicura?

       - Sì… credo…

       - Sì o credi?

       - Ma che importanza ha?

       - Dannazione! Tu rispondi!

       - Ok! Minako calmati e dimmi che cosa ti prende! Sembri un’invasata! - Adesso era davvero al limite! Minako sembrava davvero una pazza squilibrata, più del solito per lo meno, ed era arrivato il momento di essere chiare e dire cosa le stava passando per la testa!

       - Usagi ti prego, rispondi: sei sicura che le rose fossero rosa pesco?

       - Ancora? Adesso basta, Minako davvero…

       - Usagi, tu rispondi e basta! È così difficile! Oddio sei proprio dura!

       - Io sarei dura? E tu che continui con questa storia? Comunque sì, sono sicura, quelle rose erano rosa pesco! Contenta adesso?

       - Lo sapevo, l’ho sempre saputo!

       - Ok! Adesso posso sapere cosa hai sempre saputo che io invece neanche immagino?

       - Usagi… rispondi senza interrompermi!

       - Ancora? Ma…

       - Usagi! Per favore!

       - Sì, ok! Sentiamo…

   Vide Minako chiudere gli occhi sfinita e poggiare la testa sulla spalliera del divano cercando di respirare più regolarmente. Poi, quando li riaprì, vide in quegli occhi una luce che non riuscì ad identificare ed iniziò a preoccuparsi…

       - Sai cosa vuol dire nel linguaggio dei fiori regalare delle rose rosa pesco?

   Minako aveva parlato con voce pacata ma nei suoi occhi brillava ancora quella luce a cui lei non riusciva a dare un nome – ed il suo allarme interno aveva ripreso a suonare. Decise di rispondere all’amica, e coinquilina, e facendo di no con la testa.  Il sorriso sulle labbra di Minako comparve nel giro di pochi millisecondi, poi proferì le parole magiche…

       - Amore segreto!

   Stavolta riuscì a comprendere la luce che brillava negli occhi di Minako e ne ebbe paura: quella era la luce della follia. Ma come aveva fatto a non capirlo prima? E dire che lei era pure una psicologa…

 

   Quello che Usagi ancora non sapeva è che quel pranzo decretò  l’inizio della fine…

 

L’angolo dell’autrice

 

   Buongiorno gente! O buon pomeriggio, dipende dal momento in cui leggete questo capitolo! Sono trascorsi esattamente otto giorni dall’ultimo aggiornamento ma questo lo sapevate già, giusto? Aggiorno con 24 ore di anticipo perché non so se domani sarò a casa, dovrei andare da una collega a ripetere e non so quando tornerò e, soprattutto, non so se avrò la forza per aggiornare!

   Passiamo a questo quarto capitolo che mi fa storcere il naso perché non è che mi piaccia parecchio! Dal punto di vista stilistico sto cercando di apportare delle modifiche a quello che è il mio modo di scrivere e, soprattutto, di impostare, dal punto di vista dell’impaginazione, i miei racconti in maniera diversa, più adulta se mi concedete il termine. Sto evitando di andare  a capo con troppa frequenza ma temo che, così facendo, stia rallentando di un bel po’ il ritmo narrativo. Infatti, il capitolo, mi sembra lento, smorto! A parte questo… la storia in sé, per come è sviluppata in questa parte, non mi rende particolarmente contenta… vedremo voi cosa ne pensate!

   Il capitolo ha raccontato due momenti diversi della giornata (se si esclude l’incontro di Usagi e della Kumiko): il pranzo con Mamoru e la chiacchierata con Minako! Allora altro piccolo tassello aggiunto per quel che riguarda il mistero di Mamoru, mentre si scopre che Usagi, circa dieci anni prima, ha avuto un’infatuazione (e non una cotta, ci tengo a sottolinearlo!) per Mamoru. Vi dico già da subito che Usagi si è buttata la storia alle spalle, tanto che negli anni ha avuto diverse relazioni, più o meno serie, quindi non è rimasta legata all’infatuazione (e ci tengo a ri-sottolineare questo particolare, perché per me la cotta è qualcosa di più sconvolgente, e per certi versi serio, rispetto l’infatuazione)! Penso di avervi detto tutto! Vi lascio al vostro angolo!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- MARYUSA: ciao! Spero che anche questo capitolo sia tra i tuoi preferiti. Per il fatto che Usa sia prevenuta… dai, tutte le ragazze lo sia, probabilmente io sto solo esaltando questo lato del suo carattere, non credi? Però non ho capito in che senso consideri Mamoru prevenuto, proprio no! Sul fatto che sti due vadano un po’ più d’accordo… ho i miei dubbi ed in questo capitolo è stato evidente, molto… lo si vedrà ancora di più nei prossimi… i complimenti per i tuoi disegni sono tutti meritati, davvero! Adesso ti saluto! Alla prossima!

 

- MICINA82: wow, siamo coetanee ma con due vite differenti a quanto pare. Io ancora sono cocca di casa e la mattina mi faccio svegliare da papino con il latte e caffè, tu mi sa tanto che ti fai svegliare dal tuo maritino (che invidia!)… prima di passare al commento vero e proprio ti chiedo, dato che io oltre ad essere perfida sono pure curiosa, da quanti anni sei sposata (e qui rosico ancora di più!)… adesso però torno ad essere una persona educata e non ti assillo più con mille domande sulla tua vita privata, promesso! Allora passo davvero alla fic! Sono felice che la fic ti stia prendendo molto, effettivamente anche a me sta prendendo molto e poi… da quando ho letteralmente cambiato il punto di vista, parlando sì in terza persona ma restando comunque concentrata su un personaggio, mi prende ancora di più! Mamoru nella scena del terzo incomodo era sì geloso, ma non perché sentiva che il tipo ci stava provando con Usagi, ma questo lo spiegherò meglio più avanti! Almeno spero di ricordarmi di farlo! E comunque con i capitoli sono arrivata al numero nove e ti assicuro che qui baci non ce ne sono stati, neanche ipotizzati… o sognati! Guarda, io sono perfida per autodefinizione (e definizione di altri L), però ti posso dire già da ora che il mistero, che ripeto non è poi un mistero, di Mamoru riguarda proprio questo particolare da te notato! Sarà pure troppo banale ma ti assicuro che sei sulla buona strada, ripeto: non è nulla di impossibile, anche perché ho scritto questa fic attenendomi il più possibile alla realtà di tutti i giorni! Nel caso in cui il tuo anniversario debba ancora arrivato, o nel caso in cui sia già passato, io ti faccio lo stesso i miei più sinceri auguri! Grazie per il tempo che dedichi alla mia fic! Alla prossima!

 

- NEPTUNE87: ciao e grazie per il Brava!!! Sono felice che il capitolo ti piaccia, spero che anche il resto della storia possa avere la tua approvazione! Sono molto ipercritica e spesso mi butto a terra da sola, però, almeno voi lettrici mi rendete davvero orgogliosa del mio lavoro! Essere in ritardo con le recensioni è normalissimo, se commenti sono felicissima (sarebbe ipocrita dire che le recensioni non mi interessano, anzi, è il contrario…) se non puoi farlo pazienza, cercherò di sopravvivere! Dai scherzi a parte, commenta quando puoi non sentirti obbligata a farlo! I personaggi si stanno evolvendo da soli e questo non mi capitava da non so quanto tempo. Dopo tanto tempo sono loro a decidere cosa dire e cosa fare… che bella sensazione! Mamoru ed Usagi sono spettacolari, verissimo, ma spero di averti fatto sorridere anche con Minako ed Usagi! Vedremo, nei prossimi capitoli (tanto per intenderci, mi riferisco al capitolo VII) vedremo un altro momento comico con protagonista sempre Minako! Adesso ti saluto, ancora grazie per la recensione! Alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: buondì! A dire il vero molti capitoli, quasi tutti a dire il vero, saranno UsagixMamoru centic! Altra cosa importantissima, ti devo ringraziare davvero perché è solo grazie a te se, effettivamente, questa storia sta venendo fuori come voglio! Ho seguito – anzi, credo di aver seguito – alcuni tuoi suggerimenti e devo ammettere che i dialoghi botta e risposta rendono la lettura frizzante e meno tediosa… spero solo di non far venire fuori una sorta di copione teatrale! Ho deciso di farvi entrare nella testa di Usagi ma anche di Mamoru come hai potuto notare in questo capitolo! Di volta in volta cercherò di utilizzare “la testa” dei due protagonisti, cercando di mantenere un punto di vista esterno solo quando mi concentrerò sugli amici, almeno cercherò di utilizzare un punto di vista esterno, non assicuro nulla! La frase a cui fai riferimento effettivamente fa notare un certo distacco ma questo è dovuto al perché, non so come, mi è sfuggita al momento della revisione del capitolo; capitolo rivisto interamente e così sarà anche per gli altri (a dire il vero procedo man mano con i capitoli da pubblicare, gli altri li sto scrivendo direttamente stando dentro la testa dei protagonisti!)… in poche parole è come se li stessi riscrivendo dal principio! Per quel che riguarda il signore intervenuto in aiuto di Usagi… questo è un altro episodio autobiografico… mi è capitata più o meno la stessa cosa ma io ero con il mio fidanzato vero… però sai… meglio stare con Mamoru piuttosto che scendere con uno sconosciuto, o no? Per quel che riguarda il tuo essere una “dea della scrittura” fidata è vero… per me, va bene se sostituisco capra con agnellino? Grazie per la recensione, alla prossima!

 

- SHALYA: Buongiorno Alida! Grazie per aver commentato anche il capitolo precedente! Sei una ritardataria? Benvenuta nel club! Ti do un piccolo spoiler, nel prossimo capitolo in una battuta Mamoru esprimerà il suo parere sulle persone ritardatarie, parere da mio padre largamente approvato… però secondo me non è che ci pigli molto Mamo-chan con questa sua idea… so già di averti messo addosso tanta curiosità per nulla! Torno alla tua recensione che è meglio! Al momento, posso comunicarti che per quel che riguarda l’aggiornamento, sono coperta almeno sino al 5 giugno! Un record per la sottoscritta. Generalmente scrivo alla giornata ma questa fanfic mi sta prendendo parecchio! Che stia tornando l’ispirazione? Mamoru lo schiaffo, troppo poco per i miei gusti, altro che meritarselo! In pratica ha pregato Usagi per farselo affibbiare! Un po’ mi spiace che la seconda scena ti abbia intristita, non è mia intenzione far piangere nessuno con questa fic, anzi! Vorrei solo strappare risate, e qualche consenso! Vedrai, comunque, che il buon umore ti tornerà e che il segreto di Mamoru non è poi un segreto così segretoso… e nel frattempo ho coniato un neologismo! Le parole di Kunzite saranno veritiere? E permettendomi di scomodare un grandissimo della letteratura italiana, ti dico “ai posteri l’ardua sentenza!” ed io mi sento talmente stupida perché mentre scrivo mi immagino Manzoni che si rigira nella sua tomba ed inizia a battersi la testa, ormai ridotta ad un ammasso di ossa rosicate, sul legno duro e pregiato! Guarda, Sailor Moon sta diventando l’opera incompiuta! Più cerco ispirazione, più mi sento prendere dall’ansia… mi sa che dovrò fare un po’ di ordine tra le fic incomplete e poi potrò, finalmente, dedicarmi a lei! Passando alla recensione per il III capitolo posso dirti che se sono riuscita io a stare diritta sugli sci puoi farlo anche tu! Credimi! Non è così complicato come sembra, l’importante è tenere gli snowboardisti lontani da me! Per quel che riguarda l’impegno di Usagi, diciamo piuttosto che è una a cui non piace rimanere indietro su qualcosa, vuole riuscire in tutto ciò che prova, un po’ come me! Quando mi hanno messo gli sci ai piedi sono caduta tante di quelle volte che sono tornata a casa che avevo le gambe e le braccia nere, ma alla fine ho vinto io! E da due anni so sta sugli sci e scendo da sola, senza l’aiuto di nessuno, e tra l’altro non cado più, quasi… la battuta di Mamoru sul centro commerciale mi è nata spontanea, non so neanche io da dove sia saltata fuori, e per quel che riguarda le risposte pungenti… cara, non temere, presto anche Usagi diventerà irritante ma non rispondendo male, anzi! In questo capitolo poi ne hai la dimostrazione! Diciamo che questa Usagi è diversa da quella vista a Nagano, è più professional e meno infantile, ma solo quando è nei pressi dell’ospedale, sarà una sorta di deformazione professionale! Per quel che riguarda i battibecchi, anch’io inizio ad apprezzarli e la cosa importante è che nascano spontaneamente, senza doversi soffermarsi più di tanto per scriverli! Il tipo tonto alla fine se ne è andato con la coda tra le gambe a causa di Mamoru ma non credo che la sua sia gelosia, affatto! Non vorrei creare confusione, ma Mamoru non è cotto di Usagi e lei non è cotta di lui anche se lei ha avuto un’infatuazione per Mamoru, ma ricordo che sono passati quasi dieci anni e nessuno rimane fossilizzato su una storia che sa non avere futuro, o no? In questi trenta giorni accadrà di tutto, ma non di più! Nel senso che sarà normale, niente di assurdo ed impensabile! Forse un paio di situazioni stile commedia americana, ma non credere chissà cosa! Seiya ancora non so di preciso che ruolo possa avere, anche perché finora compare poco! Grazie per i complimenti che mi hai fatto, rischio di montarmi la testa! Per quel che riguarda l’università ancora ho un bel po’ di materie e due di queste, le farmacologie, sono molto ma molto toste! Spero di poter finire presto perché sono stanca! E poi spero di poter leggere presto un tuo nuovo capitolo perché sono curiosa di sapere cosa si inventerà Mamoru per far tornare nella sua vita Usagi, che poi mi chiedo se effettivamente ci riuscirà! Usagi mi sembra molto presa da Demando! Adesso ti saluto e grazie per le due recensioni! Un bacio, alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: Dai su, Mamo-chan non è freddo, un po’ st***zo, ma non freddo… e poi il discorso è che ci sono persone che si fanno conoscere e persone che invece sono più riservate… tutto qui! Minako pretende troppo da Mamoru è questa la verità! Se Mamo-chan non vuole scoprirsi troppo non è colpa sua! Però sul fatto che Mamoru sia meglio di Seiya… non ci sono dubbi! E per i battibecchi tra Mamoru ed Usagi… ringrazia Ellephedre è lei che in una sua recensione mi ha fatto accendere la lampadina facendomi notare che rendo di più quando li faccio “scannare”… sono felice che la storia ti piaccia sempre più anche perché dopo tanto tempo mi sta capitando qualcosa di magico, la storia si scrive da sola, senza bisogno del mio aiuto! Quello che succederà una volta che torneranno da Nagano… un anticipo lo hai avuto in questo capitolo… adesso chiudo però! Grazie per aver trovato il tempo per recensire, alla prossima!

 

Grazie alle 7 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      bunny65;

2.      favola08;

3.      girovaghi;

4.      Hatori;

5.      lagadema;

6.      LAS;

7.      stella93mer;

 

Ed a  LAS le ultime ad aggiungere la fic tra le preferite!

 

Grazie alle 27 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      akane_val;

2.      aquizziana;

3.      brescy;

4. DeepDereck;

5. Enza85;

6. fasana;

6. favola08;

8. GioRock;

9. hoshi90;

10. igniflia;

11. kiss88;

12. LittleSimo;

13. MaryAngel;

14. micina82;

15. Minerva89;

15 . Morea;

17. Neptune87;

18. ponpon;

19. Potter92;

20. pulcinaele87;

21. romanticgirl;

22. shalya;

23. Tappetta4;

24. Truelove;

25. usachan;

26. _Maddy_;

27. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare ad aquizziana, brescy, GioRock, usachan, _Sofia_

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


Note:

- Zashiki: è la stanza pavimentata con i tatami, tipica della cultura giapponese. (fonte Wikipedia)

- Tatami: tradizionale pavimentazione giapponese composta da pannelli rettangolari affiancati, fatti con paglia di riso intrecciata e pressata. Sul tatami è doveroso camminare senza suole ma solo con calze o a piedi nudi. La calza tradizionale da usare sul tatami si chiama tabi, ha la particolarità di essere di colore bianco e con infradito, così da consentire, usciti dalla stanza, l'uso di sandali di tale foggia. (fonte Wikipedia)

- Zafu e zabuton: Gli zafu e gli zabuton sono dei cuscini che un tempo venivano usati al posto delle sedie, anche perché in passato si usavano dei tavoli molto bassi intorno ai quali non era impossibile prendere posto se non seduti su dei cuscini. Gli zabuton, in particolare nella meditazione zen, si usa metterli sotto i cuscini zafu per appoggiare meglio le ginocchia e le caviglie sono inoltre usati nel sumo e nel raguko. Gli zafu invece sono dei cuscini rotondi abbastanza rigidi, un po' più piccoli degli zabuton, sono composti cucendo insieme tre pezzi di stoffa pesante due di forma circolare che costituiscono la parte superiore e uno rettangolare con si uniscono i due scampoli circolari.

- Oshibori: Quando si entra in un tipico ristorante giapponese, la prima cosa che arriva a tavola sono l'acqua e Oshibori. L’oshibori è una salvietta umidificata di carta o di tessuto, usata per  pulire le mani prima di mangiare. D'estate servono Oshibori freddo e l'inverno caldo.

- Sashimi: è una delicatezza della cucina giapponese che consiste principalmente in pesce o molluschi freschissimi, tagliati in fettine sottilissime e serviti solo con una salsa in cui intingerli (per esempio salsa di soia con wasabi o salsa ponzu ) e un semplice abbellimento (come radici di daikon tagliata in filamenti). Spesso il sashimi è la prima portata del pranzo giapponese formale; altrettanto comunemente può costituirne la portata principale. Viene portato insieme a riso, o zuppa miso, o altre pietanze in ciotole separate. Molti ritengono che il sashimi, considerato il piatto più raffinato e delicato della cucina giapponese, debba essere mangiato prima che altri sapori più forti influenzino il palato. Il sashimi rappresenta, a livello culinario, l'amore della cultura giapponese per l'arguzia. Il pesce, tagliato a fette sottili, è solitamente adagiato su una guarnizione: quella più tradizionale è formata dal daikon, una radice asiatica bianca che viene tagliata in lunghe strisce sottili, e da una foglia verde di perilla per ogni fetta di pesce. Alcune semplici salse sono servite con il sashimi, come ad esempio la salsa di soia e il wasabi. I giapponesi spesso mescolano il wasabi direttamente nella salsa di soia, preparando così un condimento in cui intingere il sashimi, mentre questo non viene generalmente fatto quando si mangia il sushi; comunque molti tradizionalisti deprecano questa pratica, dato che il sapore della soia diluisce quello acuto e forte del wasabi. Un modo più corretto di insaporire la salsa di soia è sciogliere la massa del wasabi dentro la scodella della salsa di soia, al momento della consumazione. Oltre a motivazioni legate al gusto e ai sapori, una ragione per cui il sashimi si serve con il wasabi (e anche con il gari, cioè con lo zenzero) è l'uccisione di batteri e parassiti pericolosi che potrebbero essere presenti nel pesce crudo. Infatti alcuni ingredienti, come il polpo, sono di solito serviti cotti, ma la maggior parte, come il tonno o altri pesci, sono serviti crudi. Varianti meno comuni sono i sashimi di cibi vegetariani come lo yuba o di carni rosse crude di manzo o cavallo. In Giappane, il sashimi di pollo (leggermente brasato all'esterno) è una delicatezza. Il sashimi viene a volte servito con il sushi. (fonte Wikipedia)

- Ramen: è un tipico piatto giapponese (ma di origini cinesi) a base di pasta giapponese nel formato di tagliatelle o spaghetti serviti in brodo di carne e/o pesce. Nel brodo sono messi gli spaghetti, insieme a uova e pezzi di carne di pollo o maiale e molluschi, accompagnati da vari tipi di verdure cotte o crude. Ogni regione ha una propria ricetta per cucinare questo piatto tipico. Il ramen può essere variamente decorato, spesso si utilizza a tale scopo il naruto. Il ramen di solito si mangia bollente e non è necessario evitare di fare rumore risucchiandolo, in quanto non è ritenuto maleducazione. (fonte Wikipedia)

- Tempura: è un piatto della cucina giapponese a base di verdure e pesce, impastellati separatamente e fritti. (fonte Wikipedia)

- Daifuku: è un dolce giapponese composto da un piccolo mochi (dolce di riso glutinoso) farcito di ripieno dolce, di solito "anko”, pasta di fagioli rossi dolcificata a base di fagioli rossi azuki. Il Daifuku esiste in varie forme. La più comune è il mochi (pasta di riso dolce) bianco, verde pallido o rosa pallido farcito di anko (pasta dolce di fagioli rossi). Si trovano comunemente in due formati, uno del diametro di circa 3 cm, l’altro grande quanto il palmo di una mano. Alcune versioni contengono pezzi di frutta interi, misture di frutta e anko o pasta di melone. Quasi tutti i Daifuku sono coperti da un sottile strato di amido di mais o taro per impedire che si attacchino fra loro o alle dita. Alcuni sono ricoperti di zucchero a velo. Il Sakura mochi è una varietà di mochi colorato di rosa e avvolto con una foglie salata di ciliegio giapponese (sakura). Lo Tsubaki mochi è simile al sakura mochi ma viene utilizzata una foglia di camelia (tsubaki) anziché di ciliegio. Lo Yomogi daifuku è una varietà conosciuta anche col nome di Kusa mochi, è un mochi all’aroma di artemisia (yomogi) il quale gli conferisce il caratteristico colore verde (infatti kusa significa erba). Lo Ichigo daifuku è una varietà inventata negli anni '80 recente che contiene fragola (Ichigo) e ripieno dolce, di solito anko in un piccolo mochi rotondo. A volte per il ripieno si usano anche creme dolci. Dato che è a base di fragola, questo mochi solitamente viene mangiato in primavera. Molte pasticcerie affermano di aver inventato per prime questa variante, quindi la sua origine è piuttosto vaga. Lo Yukimi Daifuku è una marca di gelato di mochi prodotto dall'azienda Lotte. (fonte Wikipedia)

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo V

 

V giorno

Ore 12:25

- 25 giorni all’alba

 

Stesso posto stessa ora.

 

   Si rigirava quel biglietto tra le mani, lo guardava ma non sapeva cosa fare.

   Erano trascorsi esattamente tre giorni dal pranzo finito male; quello era il quarto giorno, venerdì, e Mamoru, fino a quel momento, non si era più fatto vivo ed ormai era certa che avesse abbandonato l’idea di conoscerla... ed invece no! Quell’invito, se così poteva definire quel pezzo di carta che la signora Kumiko le aveva consegnato – consegna che era avvenuta con un sorriso che era a dir poco abbagliante! – diceva tutt’altro!

   Andare o non andare?

   Se fosse andata, avrebbero continuato quell’assurda idea del conoscersi… ed a quel punto Minako sarebbe diventata ingestibile a causa del moltiplicarsi delle teorie strampalate che da tre giorni a quella parte le propinava: l’ultima, in ordine di tempo, era l’idea impossibile di un Mamoru intenzionato a sedurla ed abbandonarla, assurdo, davvero assurdo!

   Di contro, se non fosse andata, Mamoru avrebbe pensato che si ritirava per paura… paura di cosa poi?! Certamente, non si trattava di una prova di coraggio e neanche di resistenza… no, forse quella era davvero una prova di resistenza! A volte, ci voleva una grande resistenza e forza interiore per impedire al proprio istinto di prendere e gonfiare la faccia di Chiba, soprattutto quando aveva delle uscite davvero infelici…

   Meglio non addentrarsi in certi ragionamenti, rischiava di fondere il cervello! Il quesito restava: andare o non andare?

   Era assurdo crearsi tanti problemi per un banale invito a pranzo! Lei era libera di fare ciò che voleva e poi, poteva anche avere qualche impegno e quindi poteva non essere più tanto libera… che confusione e quanti giri di parole per dire che era combattuta: era una di quelle volte, rarissime volte a dire il vero, in cui non sapeva cosa fare!

   Il suo raziocinio le diceva di andare perché così avrebbe avuto modo di comprendere meglio il carattere di Mamoru e forse, sarebbe riuscita a capire il perché dei suoi atteggiamenti così boriosi… borioso era il termine più corretto per dare una descrizione completa – e perfetta – di Mamoru Chiba. Già, Mamoru era il classico tipo pieno di sé ma non solo questo… lei vedeva qualcos’altro oltre quell’atteggiamento e non riusciva a capire cosa fosse e questo la portava ad indagare! Maledetta deformazione professionale che non le faceva provare una semplice antipatia a pelle, no! Per lei dietro ad ogni comportamento si nascondeva un disagio ed adesso si era messa in testa di scoprire quale potesse essere stato il trauma di Mamoru Chiba! Era in momenti come quelli che odiava il suo lavoro… santa pazienza

   Ma non c’era solo il raziocinio, c’era pure un però… nella sua vita c’era sempre un però… la sua vita era costellata di però… mai che tutto filasse liscio come l’olio! Nossignore! In quel momento il suo orgoglio le urlava di non andare… ed era risaputo quanto lei fosse orgogliosa, tremendamente orgogliosa, e questo probabilmente era uno dei suoi limiti, forse il più grande. Non era solita farsi prendere dall’istinto, era razionale – tranne con Mamoru e non si spiegava il perché – e meditava a lungo prima di prendere una decisione ma se si metteva di mezzo l’orgoglio era la fine. Addio al raziocinio… ed appunto l'orgoglio si era messo in mezzo mandando in frantumi il raziocinio… aveva deciso: al diavolo Mamoru Chiba e le sue imposizioni!

   Non sarebbe andata!

   Al diavolo Minako e le sue assurde teorie!

   Al diavolo Mamoru e il suo “conosciamoci meglio!

   Al diavolo la sua agenda!

   Al diavolo tutto e tutti!

  

   Erano le tredici e quaranta e si trovava davanti l’ingresso del ristorante Noburo, lo stesso del primo incontro… del primo pranzo. Inspirò ed alla fine decise di entrare… dopo una strenua battaglia, durata più o meno trenta minuti, il raziocinio aveva battuto l'orgoglio mandandolo al diavolo…

   Ma era davvero così? Aveva davvero dato retta al raziocinio? Era sicura che quel raziocinio in realtà non fosse solo… orgoglio? Già, perché lei sapeva – temeva – che se non fosse andata, Mamoru avrebbe preso la palla al balzo e le avrebbe dato della codarda! E qui si ritornava al punto di partenza: ma la codardia, o paura che dir si voglia, cosa c’entrava nella loro situazione?

   Ah, quanti problemi! Perché le voci nella sua testa non si mettevano a tacere una volta per tutte?

   Lei era lì perché aveva preso un impegno! Era lì perché era una che manteneva fede alla parola data! Sì, era per questo: manteneva sempre fede agli impegni presi, Mamoru Chiba o meno!

 

   Come la prima volta tolse le scarpe ed entrò scalza camminando sullo zashiki ricoperto dai tatami.

   Lo vide seduto allo stesso tavolo intento a leggere una rivista. Inspirò prima di sedersi sullo zabuton.

       - Sei in ritardo di quaranta minuti. - O che bel benvenuto!

       - Buongiorno anche a te Mamoru!

       - Sei in ritardo!

       - Avevo altri impegni!

   Mamoru chiuse la rivista e la guardò per la prima volta da quando era arrivata. Lei aveva riconsegnato l’oshibori alla cameriera ringraziandola con un inchino del solo capo, poi lo guardò negli occhi aspettando la sua risposta.

       - Non mi piacciono i ritardatari.

       - Io non devo piacerti, e comunque, dovrai abituarti. Io sono perennemente in ritardo! - Che si arrangiasse! Non era stata lei a fare la proposta del conoscersi meglio!

       - Essere in ritardo è sinonimo di maleducazione!

       - Dici? Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista!

       - E sotto quale punto di vista l’avresti vista?

       - Non so se ti farebbe piacere scoprirlo!

       - Tu provaci tesoro

       - Non saprei caro

       - Sono curioso…

       - E va bene… le persone importanti si fanno attendere, sempre… - Mai motivazione le sembrò più infantile! Per questo si diede mentalmente dell’idiota!

       - Non funziona così. - Certo che non funzionava a quella maniera! Stava facendo la figura della stupida! La voce di Mamoru era suonata chiara e decisa. Non aveva dato nessuna intonazione particolare ma lei sapeva che era nervoso ed arrabbiato, anche se aveva tentato di nasconderlo… lo capiva dagli occhi che non si fermavano mai sulla sua figura ma che, al contrario, sfuggivano sempre al contatto diretto. Lo capiva dalle mani, poggiate sul tavolo, che si aprivano e chiudevano senza un perché. Lo capiva dalla contrazione involontaria dei muscoli della guancia… lo capiva dalla gestualità del corpo di lui.

       - E come funziona? - Aveva fatto quella domanda per continuare a studiarlo senza farlo innervosire ulteriormente. Il mento poggiato sulle mani intrecciate, ed i gomiti piegati sul tavolo, la facevano sembrare semplicemente curiosa

       - Non puoi permetterti di arrivare tardi ad una seduta. Sei tu che dovresti dare l’esempio.

       - Seduta? Credevo che non ti piacesse essere psicanalizzato. E la tua privacy?

       - La mia privacy sarà tutelata non preoccuparti!

       - Chi ti dice che io sia disposta a psicanalizzarti? Ti ricordo che la mia branca è la psichiatria infantile.

       - Sbaglio o sei qui?

       - Touchè! - Mamoru non era uno sprovveduto e sapeva cosa dire e cosa fare, doveva ricordarsene per le prossime volte… prossime volte… sorrise apertamente: aveva ragione lui, aveva già deciso! Lo avrebbe studiato; psicanalizzare era un termine troppo importante da attribuire a quegli incontri. Non si trattava di psicanalisi anche perché mancavano i presupposti per definirla tale.

       - Allora posso considerarti la mia… strizzacervelli preferita?

       - Sai che non si tratterà di vera psicoterapia, vero?

       - Tu non hai le basi per poterlo fare. Mi conosci ed hai una tua opinione sul sottoscritto… opinione discutibile, ma questa è un’altra storia! Questi sono tutti elementi che vanno a svantaggio del tuo lavoro. Lo so perfettamente.

   Dimenticava troppo spesso con chi aveva a che fare. Certe puntualizzazioni poteva anche evitarle ma ormai era radicata in sé l’abitudine di mettere in chiaro la questione sin dal principio.

       - Perfetto! E per curiosità… quante altre strizzacervelli hai?

       - Solo te, perché?

       - Adesso mi è chiaro perché sono la preferita!

       - Gelosia?

       - Curiosità!

       - A quanto pare sei gelosa!

       - O sì! Tremendamente! Adesso però basta con i giochi, ribadisco il concetto: per la terza ed ultima volta, cosa vuoi da me?

       - Non lo so.

   Ed era stato sincero, di questo ne era sicura. Il tono di voce usato ed anche la gestualità che aveva accompagnato quella risposta la facevano protendere per la sincerità di quelle parole. La voce di Mamoru era suona decisa ma priva di tonalità particolari, gli occhi blu la fissavano senza timore perché effettivamente non aveva nulla da nascondere. Aveva capito che dietro quei gesti vi era l’ammissione di una verità per lui sconvolgente: non riusciva a spiegarsi il perché volesse conoscerla e questo destabilizzava, in parte, anche lei: i tipi come Mamoru Chiba, generalmente, sapevano sempre ciò che volevano dagli altri.

       Amore segreto…

   Le parole di Minako le suonarono in testa e la fecero sorridere. No, quella di Mamoru non era una dichiarazione d’amore, al contrario, quella era una richiesta di aiuto... ancora però non capiva di che genere di aiuto si trattasse.

 

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 13:45

- 25 giorni all’alba

 

     - Va bene, ti credo.

   Non credeva alle sue orecchie. Non era possibile… lei gli credeva. Le aveva detto che non sapeva spiegarsi il perché volesse conoscerla e lei gli aveva creduto, assurdo!

       - Mi sorprendi…

       - Aggiungilo tra le cose che conosci di me! Vediamo un po’: sono isterica, manesca, non mi interessa la tua opinione per quel che concerne la mia vita, so tenerti testa, mi piace psicanalizzare la gente con cui parlo, te compreso… e per quel che mi riguarda mi reputo una ragazza felice e serena, ed adesso aggiungi anche il fatto che sono piena di sorprese! Visto quante cose hai scoperto sul mio conto! – L’aveva vista numerare tutte quelle caratteristiche sulla punta delle dita come se stesse facendo la lista delle cose da comprare la supermercato. Era sorprendente come riuscisse ad essere sempre pronta a trovare una risposta per tutto, ma era sicuro che Usagi non era solo una ragazza con la risposta pronta, no, c’era qualcos'atro sotto, non poteva essere sempre così… vivace!

       - Hai dimenticato gelosa!

       - Io non sono gelosa, non di te per lo meno!

       - Faccio finta di crederti, però mi chiedevo… quando sei sola, come sei? - Era inutile insistere su un punto sul quale sembrava sicura, rischiava di dare il via ad una discussione che non avrebbe portato a nulla di fatto e lui, quel giorno, era intenzionato a riequilibrare le sorti della partita... voleva riscattare la pessima prestazione del pranzo precendete!

       - Mamoru, non sei un attento osservatore… - Fu la sua semplice risposta, senza nessuna particolare inclinazione, solo un banale sorriso. Ma lei non lo conosceva abbastanza se credeva di averlo messo a posto con quella semplicissima risposta…

       - Ti sbagli. Sono un attento osservatore ma non amo ficcare il naso in faccende che non mi riguardano.

       - Tipo? - Tipico di lei non riuscire a trattenere la propria curiosità. Sorrise davanti a quella nuova scoperta e si appuntò mentalmente di aggiungere la curiosità tra le caratteristiche di Usagi.

       - Tipo a Nagano! Quella mattina, eri immersa nei tuoi pensieri e non sarebbe stato gentile da parte mia rimanere lì ad osservarti... eri un libro aperto. – Non era necessario dire a quale mattina si stesse riferendo, sapeva che Usagi avrebbe compreso senza difficoltà.

       - Allora ti devo delle scuse. Non credevo fossi così attento ai bisogni di chi ti sta attorno.

   La vide sistemarsi meglio sullo zabuton, poi portare una ciocca bionda dietro l’orecchio ed in quel momento ricordò che non era la prima volta che la vedeva compiere quel gesto. Decise comunque di darle corda, magari, lasciandola parlare avrebbe carpito qualche altra informazione…

       - Significa che anch’io ti sorprendo?

       - Significa che ci sono aspetti del tuo carattere che non conosco. - Dannazione! Iniziava davvero a non poterne più, quella risposta sempre pronta era qualcosa che davvero non sopportava! Si chiedeva da dove provenisse tutta la sua sicurezza e se, effettivamente, esistesse un modo per metterla a disagio. Iniziava a non sopportare la situazione, generalmente era lui che teneva in mano le redini del gioco e non il contrario.

       - E cosa saresti disposta a fare per conoscerli? - Se non si fosse sentita a disagio neanche con i doppi sensi non aveva idea di che pesci pigliare per imbarazzarla almeno un po’!

       - Io? Nulla! Sarai tu a farti conoscere!

       - Sei incredibile…

       - Aggiungilo all’elenco! - Lo avrebbe aggiunto eccome! Il cameriere intanto era giunto per prendere le loro ordinazioni e stavolta Usagi non si era trattenuta.

       - Con tutto quello che hai preso rischierai di non riuscire a lavorare!

       - No, tranquillo! Oggi pomeriggio sono libera... dopo pranzo mi concederò un pisolino!

       - E non hai paura di ingrassare?

       - Non credo che sia un problema tuo!

       - Io te lo sto dicendo in qualità di medico!

       - Ti ringrazio collega, ma credo di sapere cosa posso e non posso mangiare!

       - Tesoro, io mi preoccupo per la tua salute!

       - Caro, fatti gli affaracci tuoi! - Sorprendente! Usagi era sorprendente. Dalla professionista seria e rigorosa di pochi minuti prima - dalla psicologa che non lascia mai trasparire disagio e non ti fornisce mai la risposta alle tue domande ma solo un suggerimetno su come agire - adesso si era trasformata nella ragazzina di un tempo, golosa e pasticciona. La rivedeva alla gelateria del Crown divorare gelati su gelati.

       - Adesso si può sapere cosa suscita tanta ilarità? - Non si era accorto del sorriso affiorato sulle sue labbra se non quando Usagi glielo fece notare. Guardò gli occhi azzurri della ragazza e capì che, infondo, l’adolescente pasticciona era sempre lì, non era mai andata via.

       - Sashimi, ramen, tempura, daifuku… mi chiedo se riuscirai a finire tutto!

       - Non preoccuparti ci riuscirò senza problemi… - Se lo sentiva, sarebbe stato un pranzo diverso dal precedente: adesso era più rilassato ed a proprio agio.

 

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 14:45

- 25 giorni all’alba

 

   Il pranzo passò velocemente, e piacevolmente, ma questo preferì non sottolinearlo neanche a se stessa. Come la volta precedente, al momento del saldo del conto, ci furono problemi su chi doveva pagare...e per chi… ed anche quella volta vinse Mamoru.

       - La prossima volta non verrò! Non posso essere per ben due volte tua ospite! Mi fai sentire un’approfittatrice!

       - In fondo è ciò che sei… - Dimenticava troppo spesso di avere a che fare con Mamoru, con lui la rispostaccia era sempre dietro l’angolo!

       - Gentilezza è il tuo secondo nome, vero?

       - Permalosa… altra cosa da aggiungere all’elenco. Fammi pensare ci eravamo fermati a sorprendente, giusto? - Le venne naturale sorridere e fare di no con la testa.

       - Se non ricordo male l’ultimo aggettivo era incredibile!

       - Hai ragione! Hai un foglio di carta?

   La richiesta di Mamoru le era suonata alquanto strana ma senza chiedere spiegazioni cercò nella sua borsa un figlio bianco del ricettario. Lo staccò dal blocco originario e glielo diede aspettando una spiegazione. Quando si accorse che il ragazzo non la degnava di attenzioni diede voce alla sua curiosità.

       - Potrei sapere cosa stai facendo?

       - Punto dodici: curiosa.

   Il foglio che Mamoru le porgeva era un elenco… un elenco particolare in cui erano riportati tutti i suoi pregi e difetti, almeno quelli elencati fino a quel momento.

       - Ehi io non sono cocciuta!

       - Sì che lo sei! L’ultima parola deve essere sempre la tua, dimmi tu se questo non è essere cocciuti! - Sbuffò e ridiede l’elenco a Mamoru che lo mise in tasca con espressione soddisfatta.

       - Adesso è meglio che vada! Allora grazie ancora per il pranzo. Sei sicuro di non voler fare un salto in caffetteria, almeno mi sentirei meno approfittatrice!

       - No, io sono già pieno e mi chiedo come abbia fatto tu a mangiare tutto quello che avevi davanti!

        - Ma non era tanto!

       - Stai scherzando vero? Hai visto la faccia del cameriere quando è tornato con la seconda porzione di tempura?

       - Ma se la prima l’hai mangiata tutta tu?

       - Io? Ma scherzi? Io ho assaggiato appena!

       - Hai uno strano concetto dell’assaggiare i cibi! Con un singolo assaggio hai fatto fuori più di metà piatto!

       - La solita esagerata!

       - Se ci permetti sei tu quello che si è divorato la mia  porzione di tempura e di daifuku!  

       - L’ho fatto per te! Così non ingrasserai eccessivamente!

       - Ripeto: non preoccuparti per la mia linea!

       - Sei la mia fidanzata, è normale che mi preoccupi di te!

       - Pasticcino, io non sono la tua fidanzata!

       - Biscottino, sai che sei adorabile quando ti arrabbi!?

       - Mi fai ridere!

       - E perché?

       - Non lo so, però mi fai ridere!

       - Lo prendo per un complimento!

       - Certo, in fondo lo è! Semmai dovesse andarti male come chirurgo potresti darti al cabaret!

       - Grazie per il consiglio, lo terrò a mente!

       - Figurati Mamoru! Comunque, io vado, grazie ancora per il pranzo, la prossima volta pago io! Chiaro?! - Non era una domanda, ma un ordine per questo non attese neanche la risposta, girò sui tacchi a spillo e fece per allontanarsi…

       - Usagi, aspetta! - Non aveva fatto che un paio di passi quando il suo richiamo la fece fermare.

       - Dimmi?!

       - Ti andrebbe di farmi compagnia?

       - Compagnia? - Cosa voleva dire?      

       - Dovrei sbrigare una commissione ed ho bisogno di un parere femminile… - Dopotutto non era una proposta malvagia, poteva anche fargli compagnia, infondo aveva il pomeriggio libero.

       - Va bene!

       - Non vuoi sapere dove?

       - No, non ha importanza! - Ed effettivamente era così! Era un bel pomeriggio di metà marzo e non le andava di andarsi a rinchiudere in casa. Quando lo vide sorridere, però, si sentì costretta a smorzare il suo entusiasmo.

       - Scendi dal tuo iperuranio! “Non ha importanza” non vuol dire "che bello passerò altro tempo con Mamoru"!

       - Ah no?! E cosa vuol dire?! - Fu il suo turno di sorridere e di rispondere con la solita aria professionale…

       - Come sei noioso! La traduzione corretta è: qualsiasi luogo non fa differenza perché così potrò continuare, in ogni caso, la mia psicanalisi!

   Lo vide alzare le mani in segno di resa e cederle il passo, sorridendole ancora di più.

 

   … e quel sorriso li avvicinò molto più di qualsiasi altro gesto.

 

L’angolo dell’autrice

 

Buonasera a tutti! Inizio a pensare di spostare il giorno dell’aggiornamento al venerdì… effettivamente ogni volta il sabato ho tanti impegni e non ho mai la certezza di poter aggiornare!

Comunque bando alle ciance, o ciance al bando dipende dai punti di vista!

Questo capitolo è stato stravolto ed il risultato finale è insoddisfacente, al massimo! È lento e noioso, non succede nulla di nulla… il prossimo, prometto, sarà molto più movimentato! Passo direttamente ai ringraziamenti perché voglio aggiornare per stasera!

 

RINGRAZIAMENTI

 

- AINECHAN: Benvenuta e grazie per il complimento! Mi fa piacere sapere che la storia sia di tuo gradimento! Mamoru è un tipo strano sai… io ancora non so se è cotto di Usagi, una cosa è certa: gli piace fare il galletto! La verità è che gli piace stare al centro dell’attenzione e quando c’è qualcuno che può oscurare la sua stella inizia a tirare fuori il peggio di sé! Le rose… vedrai vedrai che significato hanno quelle rose, mi viene già da ridere al pensiero! Per rispondere alla tua domanda, Mamoru ha trent’anni ed Usagi sto ancora cercando di decidermi se ventisei o ventisette! Per adesso accontentati di questo capitolo, il prossimo arriverà venerdì prossimo! A presto!

 

- CHICHILINA: come sta la tua Ellephedrite? La mia sta andando a gonfie vele… sono davvero felice! Aspetto ed aspetto vedremo quando aggiornerà l’autrice! Spero che nell’attesa tu possa far passare la noia con questa misera operetta che è nulla se paragonata alla saga dell’Autrice! Sono lieta che il capitolo scorso ti sia piaciuto, mi auguro che anche questo riesca ad avere lo stesso successo… ti lascio, vado a ringraziare le altre lettrici! Un bacio!

 

- MARYUSA: buonasera, o buongiorno! Pensi che Mamoru sia prevenuto? E perché mai? Sai che a questo non ci avevo mai pensato? Come mai questo pensiero? Usagi è la classica tipa: attacco per non essere attaccata! Povera ragazza la capisco, anch’io sono come lei! Guarda è semplice nulla di che! Tutte da ragazzine (almeno io credo che tutte da ragazzine) siamo state infatuate di un ragazzo più grande di noi, magari del rappresentate di istituto o no? Parlo della banalissima cottarella liceale, quella dove arrossivi se il ragazzo in questione ti sorrideva o ti rivolgeva una parola! Niente amore o lacrime, nulla di tutto ciò quindi non fare particolarmente attenzione a questo particolare perché non ha significato! Mi spiace aver deluso le tue aspettative, non c’è stato un poi e neanche una dichiarazione, si è concluso tutto con una bolla di sapone! Ahah! Adesso ti lascio, passo alle altre, grazie per l’attenzione che dedichi alla mia fic! Un bacio ed ancora grazie!

 

- ROMANTICGIRL: ragazze, che posso dirvi, sarete voi che siete troppo buone, a me il capitolo non è piaciuto molto, forse l’unica parte dove ho sorriso è stata proprio quella di Pasticcino e Biscottino… effettivamente lì sono stata davvero sadica! Nomignoli assurdi! Amore segreto… ma mi sa tanto che non si tratta di amore… Ahah! Vado ci sentiamo e grazie per la recensione!

 

- ELLEPHEDRE: mi concentro e cerco di rispondere come si deve! È sempre un onore ricevere una tua recensione… ed ogni volta che mi fai dei complimenti ho paura di non meritarli e di combinare un macello nel capitolo successivo… e questa volta non sarà diversa dalle altre quindi abbi pietà di me! Guarda, io direi che Usagi ragiona da sé e spesso gabba pure me… e senza volere ho creato una pseudorima! Sono felice che la descrizione del ristorante sia stata di tuo gradimento! Ammetto che è stata difficile anche perché non sono mai stata in un ristorante giapponese ed anche se ci fossi stata dubito possa essere tale e quale a quelli originali! Così ho preso spunto da forum ed alla fine è venuta fuori quella descrizione che, francamente, è piaciuta anche a me! Minako è un’altra tosta che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, neanche da me! È lei a decidere come e quando parlare e nei prossimi capitoli te ne accorgerai… sappi che ho le lacrime agli occhi per la commozione, i tuoi complimenti sono sempre graditissimi e mi riempiono di orgoglio (in questo momento ho le endorfine a mille anche se ancora non hai aggiornato!)… per quel che riguarda la tua perplessità credo di aver risposto, almeno in parte, in questo capitolo! Usagi vuole conoscere Mamoru perché è convinta che quello che lei conosce non è il vero Mamoru Chiba, è sicura che dietro il suo atteggiamento ci sia qualcos’altro ed in questo capitolo lo dichiara apertamente. Mamoru… bhè lui poverino è ancora confuso, non sa cosa lo porta verso Usagi ma sa che vuole conoscerla perché le piace stuzzicarla e farla arrabbiare! Non credo che sia amore, ma neanche cattiveria… è semplice curiosità… non capita mai di voler conoscere qualcuno perché lo si reputi interessante? No, le rose sono delle semplici e banali rose, anche se… il prossimo capitolo sarà in parte rivelatore in parte no. Sapremo però perché Mamoru ha scelto proprio quel colore! Adesso non mi resta che aspettare il verdetto e sperare che questo capitolo non sia inferiore al precedente! Grazie per la recensione, alla prossima!

 

Grazie a chi legge solamente, anche se… un commentino mi farebbe piacere!

 

Grazie alle 8 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      bunny65;

2.      ertila

3.      favola08;

4.      girovaghi;

5.      Hatori;

6.      lagadema;

7.      LAS;

8.      stella93mer;

 

Ed a ertila l’ultima ad aggiungere la fic tra le preferite!

 

Grazie alle 30 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 1. akane_val;

2. Allen_Anne_Black;

3. aquizziana;

4.bellacullen889;

5.brescy;

6. DeepDereck;

7. Enza85;

8. fasana;

9. favola08;

10. GioRock;

11. hoshi90;

12. igniflia;

13.kiss88;

14.LittleSimo;

15.MaryAngel;

16.micina82;

17. Miky 483;

18.Minerva89;

19. Morea;

20. Neptune87;

21. ponpon;

22. Potter92;

23. pulcinaele87;

24. romanticgirl;

25. shalya;

26. Tappetta4;

27. Truelove;

28. usachan;

29. _Maddy_;

30. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare ad Allen_Anne_Black, bellacullen889 e Miky 483 le ultime in ordine alfabetico ad essersi aggregate a questa avventura!

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 7 maggio 2010

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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


Nuova pagina 2

Note:

 

- Forrest Gump è un film statunitense del 1994 con il grande Tom Hanks, che tra l’altro è uno dei miei attori preferiti, vincitore di ben sei premi Oscar (tra cui miglior film, regia ed attore protagonista, ditemi voi se questo film non è un capolavoro!). Effettivamente non so se il film è stato esportato anche in Giappone quindi concedetemi, nel caso il film fosse sconosciuto ai Nipponici, questa piccola licenza poetica!  (fonte Wikipedia)

 

- Shibuya: è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. Nel 2008 la popolazione stimata era di 208 371 persone per una densità di 12 960 abitanti per km². Shibuya è senza dubbio una delle zone più dinamiche della città. Il quartiere è illuminato da megaschermi, presenti su tutti i palazzi della zona, e vi si trova una grande varietà di negozi (soprattutto d'abbigliamento e musica) e ristoranti e love hotel. Intorno al 1920 il professore Hidesamuroh Ueno, docente all'università di Tokyo aveva un cane di razza Akita, che si chiamava Hachiko (vero nome Hachi, il suffisso "ko" è un termine affettivo), il quale ogni mattina lo accompagnava alla stazione di Shibuya, ed ogni sera lo attendeva per tornare a casa. Un giorno, mentre si trovava all'università, il Professore fu colpito da infarto, e morì. Hachiko, inconsapevole della morte del padrone, continuò a recarsi ogni sera alla stazione per aspettare il suo ritorno per dieci anni, fino al giorno della sua morte. Ben presto la storia del fedelissimo Hachiko si diffuse in tutto il Giappone, e per ricordare la sua fedeltà, nel 1934, l'artista Toru Ando costruì una statua, esattamente nel punto in cui Hachiko aveva atteso per tanto tempo il suo padrone. La statua che si trova a Shibuya ora, non è l'originale (perduta a causa del secondo conflitto mondiale), ma una copia creata dal figlio dell'artista, Takeshi. (fonte Wikipedia) Nel 2009 è stato tratto un film dalla storia di questo cane, il cui titolo è Hachiko, il tuo migliore amico e il Professore Hidesamuroh Ueno, nella trasposizione americana, prende il nome di Parker Wilson ed è interpretato da Richard Gere! (fonte Wikipedia)

 

- Takuma Sato: è stato un pilota di Formula 1 dal 2002 al 2008. Ha gareggiato con diverse scuderie quali, Jordan, Bar e Super Aguri. Il miglior piazzamento in assoluto è un terzo posto nel GP degli Stati Uniti nel 2004. (fonte Wikipedia)

 

- Tanaka Kikinzoku:  è un gioielliere davvero esistente. Famoso perché nel 2007 ha creato un costume composto in oro 17oz (se qualcuno me lo volesse regalare fate pure, non mi offendo! Nell’agosto del 2009 è stato il creatore anche di un ventaglio in oro puro.

 

- -san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) ( fonte Wikipedia)

 

- kun: uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (fonte Wikipedia)

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

   Capitolo VI

 

V giorno

Ore 15:10

-25 giorni all’alba

 

       - E se ti stessi portando a casa mia?

       - Non è possibile! Hai detto che dovevi sbrigare una commissione!

       - Bhè magari potrebbe essere un trucco per portarti da me!

       - Dici? No, tu non usi questi mezzucci! Tu fai parte della categoria degli uomini che non chiedono mai… o no?

       - A quanto pare mi tieni in gran considerazione, ne sono lusingato!

       - Oddio! Ti stai montando come la panna…

       - Tutto merito tuo…

       - Certo come no! Devo imparare a dosare le parole o rischio di combinare disastri!

       - Allora fammi capire, non ti dispiacerebbe fare un salto a casa mia?

       - Affatto! Anzi, sarebbe interessante!

       - In che senso?

       - Avrei modo di capire qualcosa in più di te!

       - Per la serie: dimmi che casa hai e ti dirò chi sei? 

       - Sì, più o meno! - Aveva risposto con la solita naturalezza. Il sorriso sulle labbra e gli occhi fissi sulla strada davanti a sé. Era seduta sul sedile anteriore della macchina di Mamoru ed il ragazzo, da circa dieci minuti, le sciorinava un elenco di luoghi possibili, come se fosse stato lui quello all’oscuro della meta.

       - Non sei minimamente curiosa di sapere dove ti sto portando?

   Rise a quella domanda e si girò verso Mamoru che teneva gli occhi fissi sulla strada e sul traffico congesto di Tokyo.

       - Mamoru, io sono la curiosità fatta persona ma so per certo che, se te lo chiedessi, non mi risponderesti quindi perché darti questa piccola soddisfazione?

       - Ricordami di aggiungere come tredicesimo punto l’aggettivo diabolica!

   La risata di Mamoru riempì l’abitacolo dell’autovettura mentre lei restò perplessa su quelle parole: era davvero tanto diabolica?

       - Se ci vedessero Rei e Minako cosa credi penserebbero?- Alla fine, non sapeva bene neanche il perché, si era ritrovata a porre, e porsi, il quesito tra una risata e l’altra.

       - Non saprei. Forse Rei cercherebbe un esorcismo mentre Minako inizierebbe a maledirmi in tutte le lingue del mondo… effettivamente non capisco perché sono sempre io quello a sbagliare!

       - Colpa del tuo atteggiamento. Allontani la gente senza dar modo agli altri di conoscerti.

       - Non ti sopporto quando usi quel tono così accondiscendente! Mi fai sentire uno stupido!

       - Stupido è chi lo stupido fa recitava Forrest Gump!

       - Adesso parli pure per citazioni cinematografiche?

       - A quanto pare! Ma ci vuole ancora molto per Shibuya? - Mamoru si era girato verso di lei dimentico della strada.

       - Come hai fatto a capire che ci stavamo dirigendo proprio lì?

       - Senti Sato, cerca di concentrarti sulla strada e non distrarti!

       - Ti intendi anche di Formula 1?

       - Te lo ripeto: sono una persona piena di sorprese!

       - Me ne sono accorto! Ancora però non ho capito come hai fatto a capire quale fosse la nostra meta…

       - Le segnaletiche stradali a cosa servono?

       - Ho fatto di tutto per distrarti!

       - Me ne sono accorta! Tu fai sempre di tutto per distrarre gli altri…

       - Cosa vuoi insinuare?

       - Hai fatto di tutto per non parlarmi di te. Hai redatto una lista con i miei pregi e difetti ma io potrei farne un’altra con tutte le tue tecniche di distrazione! Mamoru credi davvero di potermi sopraffare nel mio lavoro?

       - Ci speravo!

       - Speranze vane le tue!

   Imboccarono lo svincolo per Shibuya ed il traffico intenso del quartiere più dinamico di Tokyo lì investì con tutta la sua intensità.

       - Dannazione! Così non arriveremo mai!

   Mamoru tamburellava nervosamente le dita sul volante della sua auto ed osservava le macchine perfettamente accodate. Usagi si limitava ad osservare fuori dal finestrino meditabonda, portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e si girò verso Mamoru quando comprese che il ragazzo la fissava interessato.

       - Cosa c’è, perché mi fissi così?

       - Sei infastidita!

 

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 15:15

- 25 giorni all’alba

 

   Finalmente aveva capito il perché di quel gesto! Lo faceva ogni qualvolta si sentiva infastidita da una situazione.

   Lo aveva fatto quando erano rimasti bloccati alla baita.

   Ed ancora la famosa mattina dello schiaffo.

   E poi sulla pista quando non riusciva ad alzarsi e nei giorni seguenti quando non era ancora sicura sugli sci.

   Erano tutte situazioni di stress a cui era sottoposta e, tutte le volte, si era portata una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Forse anche Usagi Tsukino non era poi cosa tutta d’un pezzo!

       - Perché dovrei essere infastidita?

       - Ah non lo so, dimmelo tu! - Era il suo turno di giocare. Finalmente, avrebbe avuto le redini del gioco in mano, come piaceva a lui.

       - Odio il traffico, mi dà ai nervi!

       - Non mentirmi! Si vede lontano un miglio che c’è qualcos’altro! Se fosse stata colpa del traffico saresti nervosa da molto prima! - Era un ottimo osservatore e, per quello che ne dicesse, Usagi avrebbe dovuto dargliene atto.

       - A Shibuya ci sono le ragazze!

   Non comprese il perché del suo nervosismo. Shibuya era un quartiere immenso e difficilmente si sarebbero incontrati.

       - Ed allora? Non vedo dove stia il problema!

       - Non hai idea di ciò che dici!

   Usagi alzò il tono della voce per poi tornare a guardare fuori dal finestrino; lui aveva compreso che c’era dell’altro che la ragazza non voleva aggiungere per questo decise di indagare.

       - In che senso? - Guardava la strada davanti a sé ed ogni tanto spostava gli occhi sul volto di Usagi che, adesso, sembrava assorta in qualche suo pensiero contorto e complicato.

       - Usagi, parlo con te!

       - Sì, ho capito! Scusa!

       - Mi spieghi che ti prende?

       - Nulla! Lascia perdere!

       - Certo come no! Per caso sei in piena sindrome premestruale? 

       - Ehi, ma come ti permetti? Chi ti ha dato tanta confidenza?

       - La mia è una domanda legittimissima!

       - Come scusa?

       - Hai degli sbalzi di umore pericolosi!

       - Sarà colpa della compagnia!

       - Tipico di voi donne: scaricate sempre la colpa su noi uomini!

       - Meglio tacere!      

       - Taci perché ho ragione!

       - No, taccio perché è inutile cercare di far ragionare un uomo! I vostri neuroni funzionano a fasi alterne… e quando sono spenti è inutile provare ad accenderli!

       - Come mai tanta acidità? Il daifuku ti è andato di traverso?

       - No, il mio daifuku lo ha finito qualcun altro!

       - Se mi dici cosa hai, ti compro un gelato. Contenta?

       - Grazie papino ma non mi compri con così poco!

       - Mi dici qual è il problema se incontriamo le ragazze a Shibuya?

       - Oddio Mamoru, sai che sei petulante?

       - Sì certo che lo so! Allora rispondi o no?

       - No!

       - Pasticcino… dai rispondi… - Era testarda ma lui ancora di più!

       - Non ti sopporto quando fai così!

       - E dai Usagi non farti pregare!

       - Ma tu non eri un paladino della privacy?

       - Certo, ma della mia privacy, non certo di quella degli altri!

       - Sei esasperante!

       - Potrai offendermi ad oltranza ma non fa nulla. Voglio sapere dove sta il problema se a Shibuya incontriamo le ragazze!

       - Sei un bambino capriccioso!

       - Sulle ragazze ha il suo fascino!

       - Ti assicuro che su di me non ha nessun fascino!

       - Meno male!

       - Vedo che ci troviamo d’accordo su qualcosa!

       - Sì ma non provare a cambiare discorso, con me non attacca!

       - Ed io che ci speravo!

       - Spiacente… adesso possiamo finire con questo teatrino?

       - Certo! Smettila di impicciarti dei fatti miei!

       - Non mi sto impicciando dei fatti tuoi… sono anch’io coinvolto nella vicenda visto che se ci incontreremo saremo insieme!

       - Ti ho già detto che sei petulante?

       - Sì meno di cinque minuti fa! Dovresti rispolverare il tuo dizionario…

       - Decisamente…

       - Allora? Non ti sei stancata?

       - Sei impossibile! Non sono andata a pranzo con le ragazze e poi in giro per negozio perché ho detto loro che avevo da lavorare nel pomeriggio! Contento adesso?

       - E così nel tuo cuore ho già preso il posto delle tue amiche! Cavolo! Devo averti proprio conquistato!

       - Ti ho mai detto quanto non ti sopporto?

       - Credo di sì! Ma se vuoi puoi ripetermelo, mi piace quando sei così affettuosa!

       - Ma perché?

       - Cosa perché?

       - Perché sono qui con te?

       - Perché mi trovi follemente affascinante e senza di me non sai più stare? Ti basta come motivazione? - Era stranamente appagante fare saltare i nervi ad Usagi. Era qualcosa di unico, non sapeva neanche spiegarsi il perché di quella magica sensazione di beatitudine…

-         Mamoru, tu conosci il linguaggio dei fiori?

   Tra tutte le risposte che aveva immaginato, quella domanda lo aveva colto alla sprovvista!

       - Ma che razza di domanda è? - Aveva alzato il tono di voce ma era riuscito a mantenere l’attenzione sulla strada che adesso era leggermente più sgombra.

       - Che ti costa rispondere?

       - Mi costa che non trovo il nesso tra quello che ho detto e quello che mi hai chiesto!

       - Il nesso c’è credimi! Tu rispondi e basta!

       - Che vuoi che ne sappia del linguaggio dei fiori?

       - Ed allora perché mi hai regalato delle rose?

       - Donne… andate in tilt per un mazzo di fiori! È stato Kunzite a suggerirmi le rose! Contenta adesso?

   Usagi lo fulminò con lo sguardo ma non si diede per vinta e continuò con le sue domande, secondo lui, non pertinenti.

       - Ed anche il colore?

   Ma era ammattita? Tutte quelle storie per dei fiori? E poi perché se ne usciva proprio in quel momento con tutte quelle domande?

       - No, quello l’ho scelto io! - Gli sembrò di vederla irrigidirsi sul sedile e si chiese il perché di quella reazione. Stava per parlare quando lei lo aveva anticipato di poco.

       - Mi spiegheresti perché proprio rosa pesco?

   Spiegarle il perché? No, non lo avrebbe fatto mai, non poteva dirle…

       - Non inventarti scuse!

   Ecco, come non detto! Il tono autoritario di lei lo sorprese non poco, era raro vederla dare ordini, perché quello era proprio un ordine!

       - Usi un bagnoschiuma alla pesca, almeno è questo il profumo che aveva la tua pelle ogni volta che a Nagano uscivi dal bagno…

       - Oh…

   Oh? Era questo tutto quello che aveva da rispondergli? Un attimo! Era riuscito a zittire Usagi Tsukino? La stessa Usagi Tsukino che aveva sempre la risposta pronta? No, non era vero, non poteva essere così eppure… adesso lei lo fissava a bocca aperta senza riuscire a parlare.

       - Incredibile… ti ho zittita! - Lei aveva annuito distratta per poi tornare a guardare fuori dal finestrino. Non aveva aperto bocca e la cosa a Mamoru preoccupava, non voleva shockarla.

       - Sicura di sentirti bene? Mi sembri impallidita…

       - Sei riuscito a… stupirmi…

   E lei stessa gli sembrava stupita dalla parole appena pronunciate.

       - Ne sono felice!

       - Io no!

   Si era voltato verso di lei e la guardava in attesa di una spiegazione ma Usagi sembrò chiudersi ancora di più in sé…

       - Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?

       - No, no… va tutto bene solo che… non mi piacciono le sorprese!

   Alzò un sopracciglio perplesso ma non fece domande, fondamentalmente neanche a lui piacevano le sorprese.

       - Neanche a me… - Non si era accorto di aver espresso ad alta voce quel pensiero ed Usagi sorrise in sua direzione riprendendo a parlare più serena e rilassata.

       - E perché non ti piacciono le sorprese?   

       - Perché sono imprevedibili, ed io odio gli imprevisti… e poi difficilmente qualcuno riesce a  farmi una sorpresa che mi piaccia davvero. Neanche mia madre è mai riuscita…

       - Allora abbiamo qualcosa in comune!

       - Bhè direi almeno due!

       - E cos’altro?

       - Una laurea in medicina! - Usagi ricominciò a ridere e lui si sentì felice di ciò; mentre lei riprendeva a parlare con ancora la voce allegra per le risate appena cessate, si stupì della sensazione di benessere provata in compagnia della ragazza: non stava bene con lei solo quando la prendeva in giro ma anche quando la vedeva allegra, forse doveva iniziare a preoccuparsi per la sua sanità mentale!

       - Se è per questo abbiamo anche due mani, due piedi, due braccia, due gambe, due occhi, un naso ed una bocca!

       - Hai dimenticato le orecchie ed il cervello!

       - Hai ragione Biscottino

       - Pasticcino ti prego, chiamami in qualsiasi modo ma non Biscottino!

      - Lo stesso vale per te!

   Ed erano scoppiati entrambi a ridere.

 

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 16:20

- 25 giorni all’alba

 

       - Perché ti sei fermata?

       - Io… niente, credo di aver visto male!

   Makoto richiamò Ami che si era fermata perché attirata da una coppia che le era sembrata… impossibile, si disse!

       - Ehi voi due! Muovetevi!

       - Ma perché vi fermate ogni due secondi?

   Rei e Minako raggiunsero le due amiche, Ami sembrava turbata da qualcosa che aveva visto.

       - Ami, qualcosa non va?

       - Io… no, nulla Rei, andiamo pure!

   Avevano ripreso a camminare quando fu il turno di Minako di arrestarsi!

       - Oddio! Non ci credo… Rei vieni subito qui!

       - Ehi! Cosa urli!

   Rei si era avvicinata a Minako rimasta immobile con gli occhi fissi sul marciapiede opposto al loro. L’indice sollevato ad indicare due ragazzi che camminavano accanto sorridendosi vicendevolmente.

       - Non ci posso credere…

   Rei era bloccata accanto all’amica e guardava Usagi e Mamoru camminare ridendo e scherzando come una normale coppia di fidanzati.

       - Lo sapevo! Lo sapevo!

   La voce di Minako era concitata, Ami e Makoto le raggiunsero non capendo il perché di quella nuova sosta.

       - Guardate là!

   Ed indicò la coppia dal lato opposto al loro.

       - Allora erano proprio loro!

   Minako si avvicinò a Ami ed iniziò a parlare senza accorgersi di stare urlando.

       - Ami! Perché non ci hai detto niente!

   La ragazza fu assalita dall’irruenza dell’amica e si ritrovò ad indietreggiare spaventata.

       - Io… io non… ero sicura che fossero loro!

       - Non ci posso credere! - Queste erano state le uniche parole di Makoto.

       - Ehi! Stanno entrando in una… gioielleria…

   Sull’ultima parola la voce di Rei si era spenta e la sua mandibola quasi toccò terra.

       - Seguiamoli!

   Quella era stata la proposta di Minako che sembrava la prima ad essersi ripresa dallo shock!

       - Non credo che sia una buona idea…

       - Credo che Ami abbia ragione…

   Makoto ed Ami sembravano le più razionali e le meno propense a quell’azione da agenti segreti.

       - State scherzando vero? Oggi Usagi non è venuta a pranzo con noi perché aveva un impegno di lavoro… bell’impegno di lavoro!

   Minako sembrava la più determinata a scoprire cosa ci facessero lì l’amica insieme a Mamoru.

       - Rei sei con me o contro di me?

       - Minako non esagerare. Magari stasera potremmo chiedere delle spiegazioni, che ne dici? - Rei era tentata di seguire l’amica in quella folle impresa ma si rendeva conto di non poter fare una cosa simile. Era appunto una pazzia, non erano più un gruppo di adolescenti preda degli ormoni. Ormai erano tutte delle professioniste e non potevano più permettersi di giocare come un tempo, anche perché ne andava della loro immagine…

       - Perfetto! Andrò da sola e sappiate che quando scoprirò qualcosa non ne farò parola con nessuno! Vigliacche!

   Così dicendo si era incamminata a passo di marcia verso le strisce pedonali.

       - Credete che… dovremmo seguirla?

       - Credo di sì… temo che se la lasciassimo da sola si ficcherebbe in qualche guaio.

   Gli occhi di Rei e Makoto adesso erano fissi sulla figura di Ami che era arrossita leggermente per la situazione: odiava ficcanasare nelle questioni private, se Usagi avesse voluto informarle lo avrebbe fatto tempo prima… ma restava il fatto che Minako era una mina vagante che non poteva essere lasciata libera di muoversi.

       - Va bene…

   E con quella flebile risposta le tre ragazze raggiunsero Minako.

 

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 16: 25

- 25 giorni all’alba

 

       - Buonasera! In cosa posso esservi d’aiuto?

   Una commessa in tailleur scuro li aveva accolti nell’esatto momento in cui erano entrati.

       - Buonasera! Starei cercando un regalo per mia madre.

       - Certamente! E mi dica, ha qualche idea in particolare?

   Lui odiava fare regali… ancora di più odiava fare regali per delle donne, sua madre compresa, non aveva mai idea di cosa potesse andare bene ed ecco perché aveva portato Usagi con sé, lei, in quanto donna, avrebbe potuto aiutarlo nello scegliere.

       - Veramente non saprei. Cerco qualcosa di semplice e poco appariscente.

       - Capisco, allora seguitemi, prego da questa parte.

   La donna li aveva condotti in un’altra zona del grande negozio. Un’area più appartata dove troneggiava un enorme tavolo in legno con dei piedi leonini ed il ripiano in vetro trasparente. Le pareti erano ricoperte da quadri di antica fattura, probabilmente dei veri capolavori. L’impiegata fece cenno di accomodarsi e li pregò di aspettare lì dicendo che sarebbe tornata quanto prima.

       - Mamoru sei sicuro che per tua madre vada bene un gioiello?

       - Perché scusa, cosa dovrei regalarle?

   Usagi si strinse nelle spalle e gli fece capire che non credeva che un gioiello potesse far a caso suo.

       - Non so… ma non credo che sia indicato…

       - Devo aggiungere alla lista che non ti piacciono i gioielli?

       - Non dire sciocchezze, tutte le ragazze adoriamo i gioielli solo che… a mia madre non lo regalerei…

   La commessa era tornata con in mano diverse sacche in velluto contenenti probabilmente i preziosi e così Usagi fu costretta ad interrompersi.

   L’impiegata iniziò a uscire i diversi bracciali, collane, anelli ed orecchini. Lui osservava attentamente ogni pezzo e quando qualcosa lo colpiva particolarmente chiedeva consiglio ad Usagi ma lei non sembrava mai particolarmente convinta. Dopo che la commessa ebbe terminato di mostrare la propria merce, e dopo i diversi no di Usagi, si vide costretto a buttare giù la spugna.

       - La ringrazio ma non credo di aver trovato qualcosa che faccia al caso mio.

       - La sua fidanzata aveva in mente qualcosa in particolare? Forse vuole provare per un orologio?

   Il sopracciglio sollevato di Usagi gli fece intendere che l’orologio era assolutamente da scartare… o forse era stato lo scambiarla, ancora, per la sua fidanzata?

       - Io non…

       - No, la ringrazio. Arrivederci!

   Aveva interrotto Usagi perché aveva intuito che la ragazza era pronta ad inveire contro la povera commessa, meglio risparmiare la povera donna dalla sua furia della bionda. Si era alzato di scatto come se dalla sedia, improvvisamente, fossero spuntati degli aghi pronti ad infilzargli il didietro, e subito aveva preso per mano Usagi costringendola ad alzarsi ed afferrare al volo la borsa.

   Una volta fuori fu investito da Usagi.

       - Mi spieghi perché non mi hai lasciato precisare che non sono la tua fidanzata?

       - Perché avresti ridotto in cenere la povera commessa! E poi sono un cliente fisso, non volevo scenate, sai l’imbarazzo la prossima volta?

   Usagi aveva sbuffato ed incrociato le braccia sotto al seno.

       - Inizio a sospettare che ti piaccia farmi passare per la tua fidanzata!  

   Sorvolò sull’ultima affermazione di Usagi e chiese direttamente cosa non andasse nei gioielli visti in gioielleria.

       - Nulla! Erano tutti bellissimi ma poco indicati al caso tuo! So io dove portarti!

   Così dicendo prese il suo polso e lo trascinò, nel vero senso della parola, verso il corso principale di Shibuya.

      

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 16:33

- 25 giorni all’alba

 

       - Minako andiamo!

   La voce di un’imbarazzatissima Ami era rivolta ad una Minako per nulla intenzionata a lasciare la sua postazione davanti la vetrina della gioielleria Tanaka Kikinzoku. 

     - Nessuno vi costringe a rimanere!

   Questa era stata la risposta data dalla bionda che osservava ciò che accadeva all’interno dell’atelier di preziosi. 

       - Come sarebbe a dire? Minako vieni immediatamente via! Ci stanno guardando tutti!

   Makoto si era unita al richiamo di Ami ed adesso tirava per un braccio la bionda che sembrava non avere nessuna intenzione di lasciare il posto!

       - Ragazze potremmo rimanere giusto un altro po’ per vedere cosa stanno comprando!

   Rei era riuscita a sorprendere sia Ami sia Makoto con quell’ultima affermazione, Minako aveva sorriso vittoriosa alle altre due.

       - Scherzi?!

   Makoto era stata la prima a riprendersi dallo smarrimento iniziale!

       - Ma perché scusa? Non sembra anche a te strano il fatto che Usagi e Mamoru si trovino, insieme, all’interno di una gioielleria?

   Minako era riuscita a soggiogare anche Rei!

       - Ragionate un attimo! Non è logico se le chiediamo spiegazioni stasera a cena? Dopotutto è venerdì ed abbiamo appuntamento al solito posto!

       - Ami ha perfettamente ragione! Coraggio andiamo!

   Rei guardò perplessa le due ragazze, poi puntò lo sguardo sul viso di Minako e gli occhi dell’amica la imploravano di restare, un’altra occhiata all’interno della gioielleria e vide Mamoru parlare accanto all’orecchio di Usagi e l’amica scuotere energicamente la testa per dissentire! Che doveva fare? Lei voleva scoprire cosa stavano facendo suo cugino e la sua migliore amica, insieme, in una gioielleria, ma si rendeva conto che pedinarli era sbagliato.

       - Magari Mamoru deve comprare un regalo ed ha chiesto ad Usagi un consiglio!

   Ami, ancora una volta, cercava di far ragionare le due che sembravano non aver intenzione di lasciare la vetrina del negozio!

       - Ami sei un genio!

   La reazione improvvisa di Minako fece sussultare le amiche che adesso guardavano Minako in attesa di una spiegazione.

       - Mamoru sta facendo scegliere ad Usagi il regalo che ha intenzione di farle!

       - Come?!

   Rei adesso guardava Minako come se le fossero spuntate delle antenne sulla testa.

       - Sì! È così, ve lo dico io!  

       - Minako ragiona! Se davvero Mamoru avesse voluto fare un regalo ad Usagi perché portarsela dietro?

   Makoto stava cercando di far ragionare l’amica, ma naturalmente era un’impresa impossibile.

       - Perché lui non conosce i suoi gusti!

       - E perché non ha chiesto a Rei?

   Ami cercava di dare man forte a Makoto grata del fatto che qualcun’altro, oltre a lei, avesse un minimo di giudizio.

       - Tutti sappiamo che i gusti di Rei sono discutibili!

       - Ehi!

   Ma il tentativo da parte di Rei di strangolare Minako fu interrotto dal tossire di un uomo proprio alle spalle delle quattro ragazze!

       - Avete qualche problema?  

   Due poliziotti con il manganello al fianco erano davanti alle quattro ragazze e le guardavano come delle possibili criminali.

       - Ehm…

       - Genio dì qualcosa!

   Rei e Minako riuscirono a far innervosire ancora di più i due uomini.

       - Allora?!

   Makoto, Rei e Minako fecero un passo indietro lasciando avanti la povera Ami che adesso era arrossita.

       - Noi… stavamo aspettando degli amici, ma visto che sono in ritardo andiamo! Arrivederci!

   E dopo un inchino frettoloso le quattro ragazze scapparono senza farsi vedere da Mamoru ed Usagi appena usciti dalla gioielleria.

 

***** ***** *****

 

V giorno

Ore 16:48

- 25 giorni all’alba

 

       - Eccoci arrivati!

   Si erano fermati davanti un piccolo edificio diverso da tutti i grandi negozi che erano presenti lungo le vie di Shibuya. Somigliava ad un piccolo magazzino ma entrando dovette ricredersi.

   Le pareti azzurre rendevano l’interno luminoso, effetto aumentato dal pavimento di marmo bianco. Il soffitto era di un azzurro ancora più tenue, quasi bianco, con lampadari in cristallo che creavano giochi di luce.

       - E questo posto?

       - È una galleria d’arte! Il proprietario è un mio amico…

   Si guardava attorno chiedendosi come Usagi potesse conoscere il proprietario di una galleria d’arte.

       - Splendore sei tu?

   La voce di un uomo attirò la sua attenzione e quando tornò al presente vide Usagi abbracciare affettuosamente un ragazzo probabilmente suo coetaneo. Era rimasto in disparte in attesa che i due, o meglio Usagi, si ricordassero della sua presenza e quando capì che era inutile restare lì perché la ragazza era immersa in una fitta conversazione, decise di palesare la propria presenza con un leggero colpo di tosse…

       - Oh, che sbadata! Ryu ti presento Mamoru Chiba. Mamoru, lui è Ryu Mokitawa, il proprietario della galleria d’arte.

   Strinse con presa salda e sicura la mano che l’altro gli porgeva. Quel nome gli era familiare però non ricordava dove lo avesse sentito. I loro sguardi si incrociarono per un attimo e questo bastò ad entrambi per capire che non si piacevano vicendevolmente. Quel momento di tensione fu spezzato, intenzionalmente o casualmente questo non era dato saperlo, da Usagi che adesso aveva preso sottobraccio Ryu ed insieme si erano addentrati all’interno della galleria lasciandolo indietro.

       - Usagi…

   La chiamò la prima volta senza risultato, era completamente assorbita nella conversazione con l’artista.

       - Usagi…

   Ancora nulla, iniziava ad innervosirsi…

       - Usagi!

   Stavolta aveva urlato il nome di lei che, sorpresa da quella reazione, si era fermata con Ryu ed adesso lo osservava interdetta.

       - Dimmi Mamoru…

       - Volevo sapere perché siamo qui!

   Il tono usato era stato duro, si sentiva messo da parte, dimenticato, e lui odiava quella sensazione. Odiava non essere considerato dalle persone che aveva attorno.

       - Per il regalo di tua madre mi sembra ovvio!

       - E secondo te qui troveremo ciò che mi serve?

       - Sì certo!

   Iniziava davvero ad innervosirsi, Usagi sembrava ignorarlo volontariamente e quel Ryu, che lo guardava beffardo, non lo aiutava certamente. Cosa aveva da ridere poi…

       - Il tuo fidanzato non mi sembra molto contento di trovarsi qui!

       - Mamoru non è il mio fidanzato… è un semplice conoscente!

   Perfetto! Adesso era pure un semplice conoscente! Ma a lui poi cosa interessava non sapeva proprio spiegarselo!

       - Allora se una di queste sere ti invitassi per una cena non rischio in una risposta negativa, vero Usagi?

   Intanto l’artista era andato all’attacco ed Usagi ci stava pure! Ma si poteva essere più idioti? Non lo capiva che se la voleva solo portare a letto? Ma poi a lui cosa interessava? Ok! Adesso basta! Quei due potevano tubare in qualsiasi altro momento, ma non con lui davanti!

       - Se volete io esco così potete continuare con tranquillità! Non vorrei disturbare!

   Usagi si era girata verso di lui fulminandolo solo con lo sguardo, poi sorridente si era scusata con quel Ryu Moki-qualcosa del comportamento “da bambino capriccioso del suo accompagnatore” ripetendo, quindi, il perché della loro presenza nella galleria. Però, sentitosi ancora messo da parte, aveva avuto il bisogno di palesare il proprio disappunto sulla scelta di quel genere di regalo.

       - E non credi che un quadro sia troppo personale ?

       - Mamoru sbaglio o si tratta di tua madre?

       - E con questo?

       - Come sarebbe a dire “e con questo”? Puoi permetterti di regalarle quello che vuoi… naturalmente qualcosa che abbia un minimo di gusto, sia chiaro!

   Adesso iniziava ad innervosirsi. Usagi aveva ripreso il tono della maestrina alle prese con il bambino che non capiva la lezione e lui non la sopportava quando faceva così, soprattutto se erano presenti altre persone.

       - Io non conosco i gusti di mia madre!

       - Per tua fortuna li conosciamo sia io che Ryu!

   Quel tipo conosceva sua madre? Come era possibile!

       - Conosci mia madre?

   Si era rivolto all’altro con un tono sorpreso e Ryu aveva risposto allargando ancora di più il suo sorriso beffardo.

       - A quanto pare! Usagi di chi è figlio il tuo conoscente?

   Ok! Quello voleva guai! Un altro commento così idiota e lo avrebbe steso con un solo pugno!

       - Scusa hai ragione non ti ho detto che Mamoru è figlio di Midori Kou!

       - Ah! Ho capito. Effettivamente adesso che me lo hai detto noto una certa somiglianza nei colori. Midori-san viene spesso qui a comprare i suoi quadri. Se non sbaglio ne dovresti avere uno anche tu! Te lo ha regalato quando ti sei trasferito alla casa nuova!

   A parte che il cognome di sua madre era Howazuki, non si spiegava il perché Usagi avesse dovuto utilizzare il cognome di Akahito-kun! Ma poi quello come si permetteva di prendersi tanta confidenza con sua madre? Vedeva una certa somiglianza nei loro colori? Ma chi si credeva di essere quel Ryu-faccia-da-stupido-Mokitawa! Almeno adesso aveva capito dove avesse sentito già il nome di quel povero mentecatto! Il quadro che aveva nel soggiorno di casa, il tramonto visto dalla baita di Tokyo era suo… però, mentecatto o meno, sapeva il fatto suo! Quella tela era la sua preferita, doveva dargliene atto… anche se a malincuore! Neanche sotto tortura però, questo pensiero sarebbe stato espresso ad alta voce! Ma perché aveva chiesto ad Usagi un consiglio per un regalo per sua madre… e tra l’altro non aveva alcun motivo per comprarle un regalo visto che il suo regalo era solo il mese prossimo!

       - Capisco!

    Non aveva aggiunto altro e si era rabbuiato.

       - Ryu perché non ci fai vedere qualcosa? Magari sì con colori caldi ma che non sia un tramonto…

       - Certo! Aspettatemi qui!

   Così dicendo era sparito dietro una porta lasciando i due da soli.

       - C’eri anche tu quando mia madre ha comprato quel quadro? - Era logico che ci fosse anche lei altrimenti sarebbe stato inutile il riferimento al tramonto…

       - Ci siamo incontrate casualmente e le ho fatto compagnia. Voleva sapere cosa poteva regalarti ed io le ho detto di Ryu.

       - Si sono conosciuti così?

       - Sì.

   La risposta di Usagi gli suonò dura e così distolse l’attenzione dalla tela che stava guardando senza realmente vederla. Gli occhi di lei lo colpirono, erano seri, mai visti così seri. Sembrava arrabbiata, ma non capiva cosa avesse fatto per meritarsi tanto astio.

   Quello era il colmo! Usagi era arrabbiata con lui! Si erano invertiti i ruoli: doveva essere lui quello innervosito per quel damerino mentecatto e non lei! Le assurdità della vita! Perfetto! Era arrabbiata? Tanto valeva rincarare la dose!

       - E tu come hai conosciuto il pittore? - Non capiva perché quel ragazzo gli facesse tanta antipatia… anzi lo sapeva, ma preferiva fare lo gnorri.

       - È il fratello di una mia collega.

   La risposta non lo aveva soddisfatto minimante.

       - E per quanto siete stati assieme?

       - Un paio di mesi ma poi non ha funzionato!

   Gli aveva risposto senza remore, come se lei non avesse nulla da nascondere.

       - E perché non ha funzionato?

       - Lui è un artista ed il concetto di monogamia non fa parte del suo vocabolario… come per te d’altronde. Invece di attaccarlo dovresti conoscerlo meglio… diventereste grandissimi amici! Ed adesso che abbiamo finito con il terzo grado, tra l’altro fuori luogo dato che io non ti devo nessuna spiegazione, puoi tornare ad essere una persona civile o ti chiedo troppo?

   Non gli era piaciuto l’accostamento di Usagi e poi lei cosa ne sapeva di lui? Non era un traditore e quando iniziava una relazione era sempre stato monogamo; se poi le sue relazioni duravano al massimo un paio di mesi non era certo a causa del suo essere uno spirito libero ed emancipato! E comunque no, lui non aveva finito con le domande!

       - Però vedo che avete ancora molta sintonia…

       - Eccomi!

   L’arrivo di Ryu aveva impedito ad Usagi di rispondere e lui si ritrovò infastidito da ciò anche se non aveva capito, ancora una volta, il perché.

       - Questi sono i quadri che secondo me potrebbero fare al caso vostro!

   Erano tre quadri tutti con tinte calde che trasmettevano comunque sensazioni positive… tra tutti però uno attirava la sua attenzione. Un vaso di girasoli su un tavolo… un quadro semplice ma che a lui piaceva senza sapere effettivamente il perché.

       - Prendo questo!

   Aveva deciso senza esitazioni e convinto della propria scelta. L’autore annuì soddisfatto e mise la tela da parte.

       - Usagi volevo farti vedere un quadro…

   Usagi allora si era girata verso di lui e con tono glaciale gli aveva intimato di restare lì ad aspettarla.  

       - No, vieni pure tu Chiba-kun, voglio un parere anche maschile per questo quadro.

   Sorvolò sul fatto che quello aveva pronunciato il suo cognome come se si trattasse di un insulto e si era avvicinato ad Usagi. Tutti e tre avevano attraversato la stessa porta dietro la quale, pochi minuti prima, era sparito Ryu. Il retrobottega era un luogo non troppo piccolo, almeno meno di ciò che aveva immaginato, con alle pareti diversi quadri. Il giovane li condusse verso una parete con un’unica tela. E lì la vide.

   Riconobbe gli occhi azzurri, grandi e luminosi persi in un mondo lontano, poi fu il viso ovale circondato da una cascata color grano, le labbra carnose piegate in un sorriso rivolto a chi solo lei poteva saperlo. Era un angelo… Usagi, in quella tela, era un angelo…

       - È semplicemente…

       - Magnifico…

   Aveva concluso la frase di Usagi senza neanche rendersene conto.

   Quel pomeriggio Mamoru aveva scoperto qualcosa di sorprendente… qualcosa che lo avrebbe perseguitato per diverse notti a venire…

 

L’angolo dell’autrice

 

Buongiorno gente! Eccomi qui puntuale con il capitolo VI!

Allora cosa ne pensate? Al solito, non so se sia o meno gradevole. Ci sono parti che mi piacciono parecchio, parti che mi lasciano perplessa (tipo le scene dove sono protagoniste Minako&Co. non so se effettivamente riesco a mantenere un punto di vista unico!). La scena alla galleria d’arte… quella di Mamoru può sembrare gelosia ma non è solo questa! Badate che ad ogni gesto c’è un perché non dimenticatelo! Magari nel mio immaginario ho ingigantito una situazione, ma se la descrivo è perché, effettivamente, conosco persone che si comportano come ho ipotizzato nella mia mente! Adesso vi saluto e spero di non avervi deluso troppo.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- PINGUI79: ma benvenuta Kià (mi permetto di usare il nome con cui ti sei firmata alla fine della recensione, spero non ti offenda!) non posso che essere felice di trovare un altro parere a quelli che già conosco, e poi, dato che pure tu, come me sei affetta da quel morbo che corrisponde al nome di Ellephedrite, non posso che essere ancora più felice (vuol dire che non mi segui solo nella mia folle ricerca medica!)! Spero che la tua ricerca di coraggio per recensire non sia dovuta alla bruttezza della mia fic, lo so che non sono brava come la Divina, ma abbi pietà di me! La mia Usagi ha prontezza di spirito? Dici? A me sembra una che non vuole mai restare un passo indietro e che sarebbe capace anche di tagliarsi un braccio per dimostrare di avere ragione! Mi ricorda qualcuno che conosco… meglio sorvolare, la prontezza di spirito è importante, ma ancora più importante è che non diventi arroganza! Per quel che concerne Mamoru… mi sa che l’ultimo esemplare rimasto me lo sono accalappiato io! Però se vuoi sono rimasti in giro tanti Seiya… se ti interessano cercherò di provvedere. Spero che la tua attesa sia stata ripagata con questo nuovo capitolo! Alla prossima!

 

- MOREA: sono felice che la storia ti piaccia, mi auguro di non aver deluso le tue aspettative con questo capitolo… alla prossima!

 

- MARYUSA: buongiorno! Sono felice che il pranzo sia venuto bene, anche perché quando l’ho scritto anch’io ero più in sintonia con me stessa! Le battute tra I due piccioni sono estrapolati dalla vita quotidiana, almeno In parte! Mi ispiro a quello che accade e che sento, a volte prendo spunto dal rapporto con il mio fidanzato e spero di rendere I dialoghi veri e non stereotipati! Mi sa che per quel che riguarda Mamoru prevenuto ci siamo fraintese ma non è un problema! Come hai potuto notare Mamoru, alla fine, ha portato Usagi a Shibuya per comprare un regalo per la sua mamma, spero che come idea sia plausibile, adesso ti devo salutare, ma mi raccomando, dimmi cosa pensi di quest’altro capitolo! Alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: studi psicologia? Allora se avessi qualche dubbio posso romperti le scatole e chiedere un tuo illustrissimo parere? Sai non è che da noi il corso di psicologia sia poi così approfondito, non vorrei scrivere qualche papalata! Comunque il “Non lo so” secondo me è la risposta di chi non vuole sbilanciarsi troppo o di chi, come Mamoru, davvero non sa cosa vuole dalla vita! Io la vedo in questa maniera, magari tu, dall’alto della tua preparazione puoi smentirmi! E comunque è la risposta preferita dagli uomini, non si prendono responsabilità e lasciano a noi il lavoro sporco, non credi che sia così? Come vedi alla fine il posto in cui l’ha portata Mamoru non è che sia chissà cosa, è la zona commerciale della città di Tokyo, spero di non averti deluso con la mia scelta! Alla prossima!

 

- SHALYA: Doppia risposta per te (e tanti complimenti per la tua ultima fic che conclude la tua serie! Se non l’avessi capito, mi hai preso molto con questa serie!)! Per quel che mi riguarda puoi recensire come e quando vuoi, mi fa sempre piacere leggere le tue idee riguardo la storia, anzi! Mi lasci ogni volta di stucco perché o la pensiamo alla stessa maniera o proprio in maniera opposta! Ma andiamo per ordine! Perché la pensiamo diversamente? Perché sono un orologio svizzero, ed il mio ragazzo è un ritardatario cronico! Non sopporto stare a casa pronta ed agghindata ad aspettare lui che arriva, puntualmente, con almeno mezz’ora di ritardo (naturalmente quando va bene, altrimenti arriviamo anche ad un’ora!) e non stiamo neanche distanti, cinque minuti di macchina! Quindi cerca di capirmi (e da qui ti spieghi anche perché Mamoru ha detto ad Usagi che “Essere in ritardo è sintomo di maleducazione!” queste sono le parole che volta per volta ripeto al mio ragazzo nella speranza che lui si senta colpevole, ma nulla! Dalle nostre parti si dice unni ci chiovi ci sciddica! Che tradotto in italiano vuol dire dove gli piove gli scivola! Ma veniamo, come hai detto tu, alla storia! Alida cara, ma secondo te, ti faccio lo spoiler della storia e ti dico se qualcuno ha una cotta per l’altro? Certo che no, altrimenti poi che ti leggi?! Adesso però cara hai scoperto perché Mamoru abbia scelto delle rose rosa pesco… e no, non conosce il linguaggio dei fiori perché se lo avesse conosciuto dubito che avesse comprato rose di quel colore! Comunque I fiori torneranno presto protagonisti della nostra fic! Neanche a me è piaciuto scrivere di questa Usagi ma vedi, come tu hai ben capito, lei è sulla difensiva e comunque non riesce ad abbandonare troppo a lungo il suo lato medico se così possiamo definirlo, come lei stessa ha avuto modo di dire non riesce a provare un’antipatia a pelle (capitolo V)! A nessuno piacerebbe essere psicanalizzato ma ci sono reazioni e reazioni e quelle di Mamoru a me sembrano esagerate per te no? Per quel che riguarda il voler segnare un punto, non è proprio così! Semplicemente è successo in questo capitolo, nei prossimi si affronteranno come due persone comuni, come due amici quasi… a dire il vero non so se si metteranno assieme u.u… fortunatamente per me ho dovuto aspettare solo due giorni per sapere come sarebbe stata la tua fic (ma dal mio commento si sarà capito che mi è piaciuta?) e credimi, adesso mi hai messo la pulce nell’orecchio e sono curiosa di scoprire come sarebbe andata a finire se Usagi avesse scelto Demando… ma passo alla seconda recensione che mi hai lasciato! Allora probabilmente nel capitolo V Usagi ti appare confusa perché ho voluto focalizzare l’attenzione sulla sua di confusione, ma ti assicuro che Mamoru non è messo meglio e come hai avuto modo di vedere in questo capitolo è stato molto… strano, soprattutto con Ryu… la sua non è gelosia dettata dal fatto che sia innamorato o infatuato di Usagi! Il suo comportamento si deve ricollegare ad altro… che per il momento rimane nascosto, lo scopriremo più avanti (intorno al capitolo XI)… secondo me ha fatto bene a mangiare l’impossibile, tu pensa, dopo una massacrante giornata di lavoro, e dopo una lotta interiore per decidere se andare o meno, non era necessario riprendere le forze con un bel pranzetto? Per quel che riguarda la frase di Mamoru credo di aver risposto… ripeto è brutto per chi aspetta stare a casa senza fare nulla, soprattutto quando I genitori non fanno altro che chiederti perché non sei ancora uscita se sei pronta da più di un’ora (mai che si facessero I fatti propri!)… comunque se nel capitolo passato Mamoru ti è sembrato antipatico, in questo come lo hai trovato? Io non sono riuscita a capirlo… a volte mi faceva antipatia perché si sentiva troppo al centro del mondo (odio l’egocentrismo), altre mi ha fatto sorridere perché si sentiva messo da parte (vedi Usagi e Ryu!)… alla fine comunque non è che sono andati chissà dove, Mamoru voleva fare un regalo alla madre ed ha chiesto un consiglio femminile ad Usagi tutto qui! Grazie per I complimenti relativi ai dialoghi, diciamo che adoro I botta e risposta e Mamoru ed Usagi sono terreno fertile per la mia creatività! Adesso ti saluto, un bacio! Alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: Prima di tutto non scusarti per il ritardo perché non c’è alcun bisogno di farlo, ognuno ha i propri impegni (e poi tu sei giustificata, devi fare quagliare Makoto e Gen e ci vuole tanta concentrazione per creare il momento adatto!)… e poi scusa, non solo trovi il tempo per recensire devo anche pretendere che tu lo faccia nei tempi giusti? È già tanto se perdi cinque minuti con questa operetta! A parte questo io sto gongolando! Già proprio così, i complimenti della Divina mi fanno gongolare come un’idiota! Un attimo che cerco di riprendermi… inspiro ed espiro, training autogeno, ci vuole dopo i complimenti! Effettivamente la parte dove parlo del raziocinio è ripetuta più volte ma se devo essere sincera è una cosa voluta non per sottolineare il pensiero ma semplicemente perché volevo evidenziare la confusione di Usagi, ma mi sa che non ci ho preso molto, generalmente io per convincermi di qualcosa mi metto davanti allo specchio e mi ripeto il concetto alla nausea… e pensa che faccio lo stesso con le materie universitarie, mia madre più di una volta mi ha chiesto se non volessi essere ricoverata alla neuro per via di questo mio comportamento! La parte dove lui rimprovera lei perché ha preso troppo da mangiare è estrapolata dalla mia vita quotidiana solo che non ho vissuto questa esaltante esperienza con il mio ragazzo ma con il mio migliore amico e le cose sono andate proprio così… solo che il mio amico lo faceva per la linea della sua sorellina… (sì certo lui crede ancora che io ci sia cascata!)… Sono felice che le motivazioni di Usagi ti abbiano convinto, si tratta di una deformazione professionale che, a mio modo di vedere, può davvero capitare nella vita di tutti i giorni… (non per parlare di me, ma ormai a me capita di fermarmi a fissare la gente per capire, in base alla facies ed all’habitus quale possa essere la malattia di cui sono affetti!); le motivazioni di lui sono ancora avvolte da una fitta nebbia, però ti assicuro che lo stesso Mamoru mi ha assicurato che presto mi renderà partecipe delle sue idee, lo spero per lui, davvero! Per quel che riguarda i consigli di stile cercherò di seguirli e speriamo che ci azzecchi qualcosa con quello che intendi dire tu! Incrocia le dita per me e speriamo che questo capitolo sia all’altezza degli altri anche se, come ho già detto, non mi convincono due parti: quelle dove ci sono le ragazze protagoniste e poi quando Mamoru ed Usagi sono alla galleria d’arte… vediamo cosa mi consiglierà la Divina Ellephedre! Grazie per la recensione, sempre graditissima! Alla prossima o mia Divina!

 

Grazie alle 10 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      bunny65;

2.      ertila

3.      favola08;

4.      GioRock;

5.      girovaghi;

6.      Hatori;

7.      lagadema;

8.      LAS;

9.      miki90;

10. stella93mer;

 

Ed a GioRock e miki90 le ultime ad aggiungere le fic tra le preferite!

 

Grazie alle 32 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      akane_val;

2.      Allen_Anne_Black;

3.      aquizziana;

4.      bellacullen889;

5.      brescy;

6. DeepDereck;

7. Enza85;

8. fasana;

9. favola08;

10. GioRock;

11. hoshi90;

12. igniflia;

13.kiss88;

14.LittleSimo;

15.MaryAngel;

16.micina82;

17. Miky 483;

18.Minerva89;

19. Moons Tear;

20. Morea;

21. Neptune87;

22. ponpon;

23. Potter92;

24. pulcinaele87;

25. romanticgirl;

26. shalya;

27. Tappetta4;

28. Toru85;

29. Truelove;

30. usachan;

31. _Maddy_;

32. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare a Moons Tear, Toru85 per essersi aggregata a questa avventura!

 

   Sono felicissima perché il numero di letture è abbastanza alto, una media di 300 lettori a capitolo, mi fa davvero piacere ad essere sincera! Grazie a tutti a chi legge, chi recensisce e chi storce il naso perché la storia non la convince (o lo convince, potrebbero esserci anche dei maschietti!) se qualcosa non va vi pregherei di rendermi partecipe dei vostri dubbi!

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 14 maggio 2010

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Capitolo 8
*** Capitolo VII ***


Nuova pagina 1

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo VII

 

V giorno

Ore 21:05

-25 giorni all’alba

 

       - Adesso mi spieghi cosa ci facevi oggi pomeriggio in gioielleria con lui!

   Ecco lo sapeva! Sapeva che andare a Shibuya non sarebbe stata una mossa intelligente! Lei se lo sentiva e dire che generalmente le sue sensazioni erano sempre corrette e faceva di tutto per non andare loro contro! E di fatti, come volevasi dimostrare, quello appena ricevuto era stato il benvenuto di Minako!

   Il più delle volte, la sua coinquilina era l’ultima ad arrivare all’appuntamento del venerdì ma quella sera, stranamente, era già presente e conoscendola, era lì già prima che le altre arrivassero. Era tipico di Minako comportarsi così, quando c’era qualcosa che voleva sapere – in tal caso era più corretto dire doveva – lei non sapeva aspettare… e, tanto per confermare la sua teoria, già la stava mettendo sotto torchio. Non l’aveva fatta neanche sedere al tavolo e subito l’aveva assalita con la prima domanda, la prima di una lunga serie ne era certa, e se non avesse risposto entro due secondi sarebbe stata subissata di altre domande e poi… poi sarebbe stata la fine!

       - Dovevo aiutarlo a scegliere un regalo per sua madre!

   Era inutile fare domande, era chiaro che Minako si riferisse a Mamoru! In quel momento un’altra delle sue percezione extrasensoriali, come si divertiva a definirle Makoto, la stava mettendo all’erta ancora una volta: non andare contro Minako, non mentirle e raccontale tutta la verità, forse così ti salverai  dalla sua ira! Ma quel forse era da tenere poco in considerazione!

   Le aveva trovate sedute al solito tavolino, nel solito locale. Erano tutte e cinque, come ogni venerdì, pizza e birra… era il loro giorno, tutte lasciavano i fidanzati a casa e si incontravano solo loro, le ragazze, ed ogni volta era come tornare semplici liceali, o quasi.

   E lei adorava quei venerdì perché, finalmente, tornava ad essere di nuovo Usagi! Nessuna dottoressa Tsukino e neanche l’amica zitella! Inutile negarlo, un po’ soffriva per la precarietà della sua situazione sentimentale! Erano trascorsi ormai diversi mesi dall’ultima relazione stabile… stabile era dire troppo! Con l’ultimo ragazzo, Akito, aveva resistito tre settimane poi, come le capitava sempre più di frequente, l’interesse era scemato e si era accorta che quello che prima credeva di vedere nel giovane uomo d’affari non era per nulla vero. Si era illusa ancora una volta, l’ennesima.

   Era tornata al presente perché, improvvisamente, si era sentita spiata da quattro paia di occhi: Minako era furente, Rei preoccupata, Makoto curiosa, Ami colpevole. Quattro paia di occhi, quattro sentimenti diversi, quattro caratteri diversi erano queste le sue amiche.

       - E perché ci hai mentito?

   Ok, si era distratta ed aveva perso di vista Minako che adesso le aveva fatto la seconda domanda. Questa volta però non poteva dirle la verità, andava contro la deontologia... però era anche vero che quelle con Mamoru non erano vere sedute ma solo incontri per parlarsi e conoscersi – iniziava ad odiare il verbo conoscere, se non fosse stato per quell’insulso verbo non si sarebbe trovata in quella situazione – ma era anche vero che Mamoru si era fidato di lei e si stava iniziando ad aprire, almeno lo sperava. Era meglio una mezza verità, così non avrebbe fatto male a nessuno.

       - Perché altrimenti avresti fatto il solito sfacelo immaginando chissà cosa…

       - E quando ti ho vista entrare in gioielleria, LA gioielleria, con lui cosa avrei dovuto pensare?

   Aveva dimenticato che la Gioielleria Tanaka Kikinzoku per Minako era LA gioielleria, soprattutto dopo la creazione di improbabili costumi da bagno in maglie di oro. Ma perché si era andata a ficcare in quella situazione?

    - Non so cosa avresti dovuto pensare ma so cosa hai pensato!

   Guardava Minako trattenendosi dal riderle in faccia, quando voleva la sua amica sapeva essere davvero comica e quella era una di quelle volte. Era rossa in viso ed i capelli erano in disordine, cosa assurda per Minako dato che era sempre attentissima alla sua folta e brillante chioma!

       - Sentiamo, cosa avrei pensato!

       - Sei sicura di volerlo sentire?

   Ami, Rei e Makoto erano rimaste spettatrici di quello scambio di battute, ma tutte sapevano cosa aveva pensato Minako nel momento in cui l'aveva vista entrare in gioielleria, non era difficile infondo…

       - Sono tutta orecchi!

   L’unica a non sapere era Minako! Si fermò a guardare Ami, la più tranquilla del gruppo, che abbassò il capo arrossendo, si chiese come mai quella reazione.

       - Che Mamoru mi stesse comprando un anello di fidanzamento!

   La bocca di Minako restò aperta ma nessun suono ne uscì fuori. Makoto iniziò a ridacchiare, subito seguita da Rei, Ami era la più discreta, aveva portato una mano davanti le labbra per nasconderle... lei... bhè lei era rimasta a guardare l’amica in attesa della sua risposta.

       - Bhè, certo! Cosa avrei dovuto pensare? Sembravate così… affiatati…

   Ok, lo smarrimento di Minako era durato solo alcuni secondi…

       - Mina-chan adesso non ti sembra di esagerare?

       - Ha ragione Makoto… io non ho visto tutto questo affiatamento…

   Come sempre, Makoto e Rei stavano cercando di mitigare la versione di Minako che spesso si lasciava prendere troppo dall’entusiasmo.

       - Eh no! Anche voi eravate shockate! Adesso non tiratevi indietro! Ami dì qualcosa…

   E come sempre Minako cercava una spalla in Ami.

       - Veramente a me non è sembrato…

       - Ribadisco, siete solo delle vigliacche!

   Così dicendo incrociò le braccia sotto il seno e sbuffò rumorosamente.

       - Dai Minako non prendertela…

       - Ha ragione Ami… non prendertela, ti giuro che un giorno, quando troverò l’uomo della mia vita, sarai la prima a conoscerlo!

   Minako sbuffò ancora e poi iniziò a parlare con il tono di chi la sapeva lunga.

       - Tu hai già trovato l’uomo della tua vita e quelle rose ne sono la prova!

       - Quali rose?

   L’attenzione di Rei fu captata dalla parola “rose” e si girò curiosa a fissare prima Minako e poi lei che si sentì lievemente imbarazzata, raramente aveva ricevuto delle rose ed ogni volta era stato sempre un presunto corteggiatore, ma stavolta era diverso.

       - Quelle che tuo cugino ha mandato alla tua futura cuginetta!

   Minako al solito suo aveva tratto le conclusioni sbagliate! E Rei e Makoto stavano cascando come lei nell’inghippo!

       - Davvero Usagi?

       - Ehi! Forse Minako non ha tutti i torti!

       - Certo che no! Io ho sempre ragione!

       - Parla!

       - Subito!

   L’unica in silenzio era Ami ma era chiaro che anche lei stava nutrendo una certa curiosità! Stavolta fu lei a sospirare e nascondere tra le mani il viso per trattenere le risate che già le stavano sconquassando il torace… ed i commenti delle sue amiche, ignare di tutto, non riuscivano certo a placare l’attacco di risa cui era vittima in quel preciso momento.

       - Oddio, si è commossa!

       - Su Usagi, non fare così!

       - Ehi, ci fai preoccupare cosa è successo?

       - Ragazze io credo che…

   Ma Ami non ebbe modo di finire il suo commento perché ormai era sfinita e non riuscì più a trattenere le risate! L’unica che non si sorprese di tale reazione fu proprio Ami che era arrossita dato che tutti gli avventori erano rivolti verso il loro tavolo. Lei intanto cercava di trattenersi dal ridere ma con scarsi risultati. Ogni volta che fissava il volto di una delle sue amiche ripartiva peggio di prima. All’ennesimo tentativo si impose di fermarsi e sembrò riuscirci.

       - Scusate-scusate! Adesso mi riprendo!

   Dopo aver inspirato profondamente sembrò più calma. Gli occhi lucidi però erano chiaro segno che l’ilarità di pochi minuti prima non l’aveva ancora abbandonata.

       - Ci spiegheresti cosa diamine ti è preso!

   Rei aveva perso la pazienza, probabilmente si sentiva presa in giro e doveva essersi accorta che il loro tavolo era al centro di una fitta rete di pettegolezzi!

       - Le famigerate rose di cui parla Minako, bhè sono state un’idea di Kunzite e tu – e qui il suo indice era puntato verso Minako – dovresti saperlo dato che è stato proprio lui a dirtelo!

   Minako aveva increspato le labbra in un atteggiamento deluso.

       - No, a me Kunzite non ha detto nulla! È stata la signora Kumiko ad informarmi del gentile pensiero di Mamoru. Ero passata per chiederti le chiavi che avevo dimenticato a casa e lei mi ha detto delle rose, aggiungendo qualcosa che non ho sentito perché troppo shockata! E tornando alla questione di fondo, Mamoru ha scelto delle rose rosa pesco, questo è un segno!

   Usagi ringraziò tutte le divinità conosciute, dal Buddha Siddharta a Maometto, passando per il Dio dei Cristiani e tutti i Kami da lei conosciuti! Minako non aveva sentito il riferimento che la signora Kumiko, sicuramente, aveva fatto riguardo al suo presunto fidanzamento con Mamoru… allora quello era il suo giorno fortunato! Sì, adesso Minako poteva anche investirla con tutte le sue teorie strampalate, tanto il peggio era passato! E poi conoscendo Minako sapeva che era ben intenzionata a difendere a spada tratta la sua idea, quella secondo cui Mamoru era innamorato di lei e presto o tardi si sarebbe resa conto di contraccambiare i suoi sentimenti!

       - No, Minako! Te lo ripeto per l’ultima volta: è stata una banale coincidenza!

   Aveva risposto cercando di sembrare calma, e con sforzo incredibile nascondeva la gioia per averla scampata, ancora una volta, alla fantasiose teorie della coinquilina, e si stava sforzando di far tornare nella dimensione della normalità Minako, anche se sapeva che era parecchio difficile: la designer di interni, quando si metteva in testa qualcosa, diventava irremovibile!

       - Bhè perché quel colore? Poteva sceglierne uno qualsiasi ma perché proprio rosa pesco?

   E questa era una di quelle volte! Era arrivato il momento di mentire! Non poteva dire la verità, stavolta sarebbe stato impossibile far ragionare Minako e con lei tutte le altre.

       - Che altro colore poteva scegliere? Tutti sanno che le rose rosse si regalano alla persona amata. Le rose bianche rappresentano purezza. Le rose gialle gelosia. Rimaneva quella rosa e quindi è stato costretto a scegliere quel colore! E poi non tutti conoscono il linguaggio dei fiori come te!

       - No! Esistono un’infinità di sfumature di rosa, lui ha scelto un rosa pesco che ha un significato ben preciso: un amore segreto. Poteva regalarti una qualsiasi rosa rosa che sta a significare amicizia ma non è stato così!

       - Forse il fioraio aveva solo rose color pesca e Mamoru le ha scelte per questo, non credi Minako?

   Makoto stava cercando di far ragionare Minako ma sapeva che era difficile. Quando la bionda si metteva in testa un’idea era impossibile dissuaderla.

       - Conosco Kunzite e se è stato davvero lui a suggerire le rose lo avrà mandato sicuramente dal suo fioraio di fiducia.

       - E quindi?

   L’ingenuità di Ami a volte era disarmate…

       - E quindi, il fioraio di fiducia di Kunzite è fornitissimo, probabilmente è il più fornito di Shibuya, Shinjuku e Ginza.

       - E tu come fai a saperlo?

   La domanda di Rei aveva fatto arrossire Minako che adesso straziava il tovagliolo che teneva in mano.

       - Sono stata io a suggerirlo a Kunzite la prima volta che mi ha detto che voleva regalarmi dei fiori…

   Osservò perplessa i visi delle amiche, anche loro non sembravano molto convinte della risposta di Minako! Era arrivato il momento di sferrare l’assalto, sperava con tutto il cuore decisivo, per imbarazzare una volta per tutte Minako... augurandosi così di azzittirla.

       - Sei stata tu a suggerirglielo? Minako non sarebbe più corretto dire ad imporglielo?

       - Bhè… forse sì, no… cioè non credo… oh, cavolo sì! Ma il punto è un altro: Mamoru ti ha regalato delle rose rosa pesco!

   Si era sbagliata, Minako non si sarebbe mai azzittita! Ultima possibilità: ritirata! E così neanche il tempo di pianificare la sua ritirata che già era scattata.

       - Scusate! Il cellulare!

   Facendo finta di cercare il cellulare in borsa, si alzò dal tavolo e corse verso l’ingresso senza dare il tempo alle amiche di fermarla!

   Una volta fuori respirò l’aria fresca della sera e cercò di trovare il modo più convincente per mettere a tacere Minako ma era assai difficile.

       - A meno che tu non sia dotata di un super udito, ma ne dubito fortemente, nessuna di noi ha sentito squillare il tuo cellulare!

   La voce divertita di Rei la fece sussultare.

       - Ho la modalità vibrazione.

       - Non sai dirle le bugie!

   Sorrise di rimando a Rei ed attese che la mora le facesse la sua domanda.

       - Usagi… sei la mia più cara amica… ci conosciamo da sempre, forse da ancor prima di nascere, ti chiedo solo di fare attenzione! Mio cugino è…

       - Rei tra me e Mamoru non c’è nulla, te lo assicuro! Non dirmi che ti sei fatta trascinare dalla follia di Minako?

       - No, solo che… stai… state attenti! Promettilo!

       - Non preoccuparti…

       - Ok, ti credo, ti voglio credere! Adesso però rientriamo e cerchiamo di tappare quella ciabatta che Minako si ritrova al posto della bocca!

   Si sorrisero per poi rientrare insieme nel locale, mettendo da parte quel dialogo che era loro, solo loro.

   Il suo pensiero però andò a quelle rose rosa pesco che erano nel suo ufficio ed erano quasi appassite. Sorrise dolcemente ma si sentì stranamente turbata. Mamoru le aveva detto che le aveva regalato delle rose di quel colore perché le ricordavano il suo bagnoschiuma... una cosa romantica, intima. Non credeva che lui fosse capace di simili slanci, ne era rimasta sorpresa, positivamente sorpresa! Mai nessuno aveva mostrato tanta attenzione ai particolari... chiuse gli occhi ed inspirò un'ultima volta una boccata di aria fresca, quei pensieri dovevano essere messi da parte, almeno per il momento!


***** ***** *****

 

V giorno

Ore 21:00

- 25 giorni all’alba

 

   Non riusciva a capire perché ogni volta si lasciasse trascinare in quella assurda idea del ritrovo del venerdì. Era inconcepibile! Odiava quei riti, gli sembravano sciocchezze, roba da ragazzini e loro ormai non lo erano più da un pezzo!

       - E dai Mamoru! Non puoi rompere ogni volta con questo atteggiamento del cavolo! Se non ti va di venire nessuno ti costringe!

   Nephrite era al solito quello che meno di tutti tollerava il suo essere scettico riguardo le partite di biliardo del venerdì.

       - Nephrite non iniziare!

   Mentre Jadeite era il paciere  della situazione.

       - No! Davvero! Io non capisco perché dobbiamo incontrarci per forza solo il venerdì!

   Sapeva essere irritante soprattutto quando iniziava a stuzzicare gli amici per quel che riguardava la vita di coppia, ma era più forte di lui, si divertiva nel vederli dare di matto quando si toccavano le fidanzate!

       - Le ragazze oggi si incontrano tra loro e noi facciamo altrettanto!

   Jadeite gli aveva risposto prima di apprestarsi a giocare. Erano, come ogni venerdì sera, alla sala giochi gestita da Motoki e si stavano divertendo giocando a carambola… meglio correggere: gli altri si stavano divertendo lui, al solito, stava sbuffando.

       - Vi hanno messo nel sacco!

       - Noi tutti aspettiamo il giorno in cui sarai tu ad essere messo nel sacco!

   A parlare stavolta era stato Zoicite che lo guadava con un sorriso per nulla rassicurante.

       - Mio caro Zoicite, non dovremo aspettare ancora per molto… il nostro Mamoru è già nel sacco solo che ancora non se ne è reso conto!

   La risata di Kunzite fu raggiunta da quella di Nephrite che era il solo ad aver capito le parole dell’amico. Gli altri tre, lui compreso, li guardavano poco convinti cercando di capire cosa avessero da ridere, il primo a comprendere fu Jadeite che come gli altri due - deficienti - inziò a ridere.

       - Adesso potreste fare ridere anche noi due?

   La sua voce irritata fece aumentare le risate ed alla fine, un Jadeite sofferente a causa del troppo ridere, riuscì a tirare fuori il fiato per rispondergli.

       - Non credo che rideresti!

       - Fai decidere a me cosa può o non può suscitare la mia ilarità!

   Stava iniziando a perdere la pazienza! Non sopportava le prese in giro, soprattutto quando queste provenivano dagli amici!

       - Quando fai così diventi insopportabile!

   Nephrite era di nuovo partito all’attacco… e Zoicite, che parlava sempre nel momento meno adatto, rincarava la dose!

       - Povera la donna che ti sposerà!

   Stavano continuando a deriderlo e lui stava perdendo ancora di più la pazienza!      

       - Allora puoi benissimo dire povera Usagi!

       - Già, hai ragione!

   Ma erano impazziti? Adesso avevano tirato in ballo pure Usagi, assurdo! Nephrite e Kunzite quando volevano sapevano diventare davvero insopportabili!

       - Credo di aver capito…

   Ed anche Zoicite sembrava aver capito il motivo di tanta ilarità e si era unito alle risate degli altri tre. Magnifico! Era rimasto il solo a non comprendere il perché si stessero burlando di lui.

       - Perfetto! Visto che vi divertite tanto potete continuare pure senza di me!

       - Dai Mamoru! È toccato a tutti, adesso è semplicemente il tuo turno!      

   Jadeite, quello che aveva un briciolo di buon senso in più rispetto a tutti loro, cercava come al solito di rabbonirlo!

       - Jadeite, non mi piacciono le prese in giro! O parlate chiaro o arrivederci e grazie!

       - Veramente dovresti essere tu a dirci cosa ci facevi oggi pomeriggio a Shibuya con Usagi… e per di più in una gioielleria!

   Kunzite era riuscito a calamitare l’attenzione di tutti su di sé ed adesso lo osservava con un ghigno, chiaro segno di quanto si stesse divertendo a sfotterlo.

       - Tu come lo sai?

   L’occhiata indirizzò a Kunzite avrebbe fatto impallidire chiunque tranne, naturalmente, Kunzite abituato ai suoi scatti.

       - Minako vi ha visti… e non solo lei!

       - Capisco!

   Usagi glielo aveva detto che le ragazze erano lì e lui aveva risposto che non era un problema… bhè si sbagliava di grosso… quelle, soprattutto Minako, erano capaci di mettere su un teatrino per nulla!

       - Non mi sembri sorpreso!

   Kunzite adesso lo fissava perplesso e per questo si sentì in parte soddisfatto, stava conservando un po’ della sua immagine da uomo tutto di un pezzo.

       - Usagi mi aveva avvertito della possibilità di incontrare le vostre gentili consorti!

   Aveva risposto mascherando la soddisfazione provata.

       - Sì, ma non mi interessa questo! Perché eravate da Kikinzoku?

   Nephrite, anche lui a conoscenza della sua passeggiata a Shibuya, sembrava quello più interessato alla questione e lui non mancò di incenerirlo con lo sguardo.

       - Niente! Le ho chiesto un consiglio per un regalo!

       - Un regalo? E per chi?

   Oddio, ma i suoi amici erano diventati più pettegoli delle fidanzate!

       - Per l’imperatore!

       - Mamoru piantala! Per chi è questo regalo?

   Nephrite era sbottato mentre Kunzite restava in silenzio a fissarlo. Sapeva che lo stava osservando in attesa di un passo falso e, alla prima falla nel suo discorso, Kunzite sarebbe intervenuto ed avrebbe attaccato proprio lì, doveva era più vulnerabile, d’altronde da un avvocato era più che lecito attendersi una mossa simile.

       - Ma davvero! Devo comprare un regalo per l’imperatore!

       - Ma quanto sei spiritoso… vuoi vedere che hai portato Usagi per farle scegliere il suo regalo, magari un bell’anello di fidanzamento!

   Ma quanto potevano essere idioti i suoi amici? Se lo chiedeva ogni volta che li sentiva fare quei discorsi!

       - Certo! E quindi se dovessi comprare un anello di fidanzamento alla mia presunta fidanzata porterei proprio lei a sceglierlo! Davvero intelligente come ragionamento, degno di te Nephrite!

       - Da te dobbiamo aspettarci questo ed altro Chiba!

   Ecco, adesso la situazione si stava mettendo male! Nephrite era passato al cognome e questo non era mai un buon segno.

       - Non è aria… è meglio che vada!

   Così dicendo prese la giacca di pelle e la indossò senza salutare nessuno e con la faccia scura. Le risatine dei suoi amici, si chiedeva se poteva considerarli effettivamente tali, erano davvero fastidiose. Non vedeva l’ora di essere fuori e tornarsene a casa, l’arrivo di Motoki però lo costrinse a fermarsi!

       - Cosa avete tutti e cinque da ridere tanto?

       - Io non sto affatto ridendo! Chiedilo a questi quattro deficienti cosa hanno da ridere!

   Era davvero furioso, anche perché ormai era chiaro il motivo di tanta ilarità e questo lo faceva innervosire ancora di più perché non era vero!

       - Motoki stavamo parlando della donna che ha rubato il cuore di Mamoru!

       - E chi sarebbe la fortunata? La conosco?

   Era meglio che andava, non voleva restare un minuto di più!

       - Certo che la conosci la sfortunata! Per un periodo siete pure usciti insieme!

   Questa gli mancava! Usagi e Motoki per un periodo di tempo erano usciti insieme? E lui perché non lo sapeva? Interessante! Avrebbe trovato un modo per prendere in giro la dottoressa Tsukino!

       - E chi è?!

   Motoki si era voltato in sua direzione ed era in attesa di una risposta, ma lui era troppo impegnato a guardare di traverso tutti i suoi amici che si facevano beffa di lui.

       - Lasciali perdere Motoki! Non sanno altro che dire un mucchio di cazzate! Scusate ma la mia pazienza ha raggiunto il limite. È stato un piacere, ci vediamo quando sarete cresciuti!

   Così dicendo andò via salutando tutti con una mano!

   Una volta fuori prese dalla tasca interna della giacca di pelle il pacco di sigarette. Ne prese una ma, neanche il tempo di metterla tra le labbra dischiuse, una voce lo bloccò!

       - Non avevi smesso di fumare?

       - E tu non eri dentro a divertirti alle mie spalle con il resto della comitiva?

   Kunzite si avvicinò e gli fece cenno di passargli una sigaretta.

       - È più divertente sfotterti quando sei presente altrimenti è fiato sprecato…

       - Capisco!

       - Dammi l’accendino!

   Alzò gli occhi al cielo sbuffando! Tipico di Kunzite, scroccare sempre!

       - Non ho l’accendino!

       - Ma allora che tieni a fare le sigarette nel giubbotto!?

       - In momenti di stress tendo ad aver bisogno di una sigaretta e così, per evitare di fumare, ne prendo una e la tengo spenta tra le labbra…

   Kunzite sorrise e conservò la sigaretta nella tasca interna del bomber che indossava. Mise le mani nelle tasche posteriori dei jeans scuri e guardò il suo amico.

       - Si tratta di un consiglio di qualche psicologa di nostra conoscenza?

       - No! Nessuna psicologa di tua conoscenza! Ed adesso piantala!

       - Certo… certo…

   Ma era chiaro lo sforzo dal trattenersi dallo scoppiargli a ridere in faccia! Infastidito dall’ennesima presa in giro strinse con forza la sigaretta tra le labbra, alzò il colletto del giubbotto e se ne andò senza degnare Kunzite di uno sguardo. L’avvocato di contro scosse la testa e, senza togliere le mani dalle tasche, si affiancò a lui.

       - Cosa vuoi?

       - Fare due chiacchiere…

       - Mi sembra che abbiamo già parlato!

   Intanto avevano raggiunto la sua macchina ed aveva disinserito l’allarme con il telecomando. Aveva aperto lo sportello ed attendeva Kunzite che arrivasse al punto.

       - Non farle del male.

   Il tono canzonatorio era stato messo da parte e Kunzite adesso appariva serio, come poche volte aveva avuto modo di vedere.

       - Di chi parli?

   Sapeva benissimo a chi si riferiva Kunzite, ma voleva prendere tempo e capire il perché di quella raccomandazione.

       - Non prenderla in giro.

   Ancora il tono fermo e deciso. Ancora quello sguardo ammonitore.

       - Non è come credi. Non voglio portarmela a letto.

       - Io ti sto avvisando.

   Stava iniziando ad arrabbiarsi. Perché tutti dovevano sempre essere pronti a giudicarlo senza conoscere i fatti? Sperava che almeno i suoi amici, almeno Kunzite, si astenessero dal farlo ma non era così.

       - Te lo ha chiesto Minako?

       - No! Voglio bene ad Usagi come ad una sorella e tu sei il mio migliore amico. Non voglio perdere nessuno dei due.

       - Non sono così bastardo come credi!

  Adesso si stava andando sul personale e stava iniziando a perdere la pazienza. Perché – periodo ipotetico dell’irrealtà – se lui ed Usagi avessero iniziato una relazione, sarebbe stata colpa sua la fine della stessa?

       - Lo so, ma preferisco essere sincero, non voglio che tu la faccia soffrire.

   Kunzite continuava a mantenere quel suo tono neutrale.

       - Ammetto che mi stuzzica, ma non in quel senso. Non credo che rientri nei miei canoni di bellezza.

   Kunzite alzò un sopracciglio perplesso.

       - Allora è peggio di ciò che temevo. Mamoru fa attenzione, non ti chiedo altro. Usagi non è come le altre!

       - Ed io non sono un’idiota! Ho capito! Stai tranquillo, non la sfiorerò neanche con un fiore! A proposito di fiori… grazie per il suggerimento! Le rose hanno fatto il loro effetto!

       - Quali rose?!

       - A non te l’ho detto? Che sbadato! Ho regalato ad Usagi delle rose dicendo che eri stato tu a suggerirmi l’idea!

       - Cosa? E perché mai?

       - Ti sembro il tipo che regala rose ad una donna?

   Così dicendo era entrato in auto e messo in moto, per poi sparire una volta svoltato l’angolo.

       - Temo che sia peggio di ciò che credevo!

   Ma quelle parole lui non poteva averle sentite dato che già era partito!

 

   Avevano promesso, entrambi. Lei sarebbe stata attenta, lui non l’avrebbe fatta soffrire…

L’angolo dell’autrice

 

  Buongiorno carissime lettrici e pazienti affette da Ellephedrite… ecco qui il nuovo capitolo! Come ho avuto modo di leggere tutte siete rimaste piacevolmente colpite dal perché Mamoru abbia comprato delle rose rosa pesco, ne sono felice! E finalmente il famigerato interrogatorio c’è stato, da una parte Minako è stata la più cattiva… tanto da non lasciare il tempo ad Usagi il tempo di replicare alle sue domande tanto che la nostra amica si è dovuta inventare una telefonata inesistente! Nella seconda metà invece c’è stato l’incontro con la controparte maschile, ma vi aspettavate anche questa parte del racconto? Spero di no e di avervi strappato un sorriso anche grazie a loro!

   Per quel che riguarda lo stile non sono poi così convinta – sai che novità! – aspetto voi per sapere cosa ne pensate voi!

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- MOREA: Buondì! Mi spiace averti fatto aspettare tanto però tutta colpa dell’ultima rilettura mattutina prima della pubblicazione! Stamattina se la pubblicazione è ancora più tarda è colpa delle pulizie che devo farle da sola dato che la mia mamma non c’è!  Vedremo se potrai godere anche di questo nuovo capitolo, oggi che è il tuo giorno libero! Mamoru è semplicemente favoloso, forse un po’ finto ma che vuoi farci! A me piace immaginare che Mamoru, nonostante l’aria da cattivo, sia un romanticone… sono molto più tranquilla riguardo l’incontro con le altre ragazze, è andata bene a quanto pare! Effettivamente ho cercato di rimanere fedele ai personaggi senza discostarmi più di tanto da loro e sapere di esserci riuscita utilizzando solo pochi aggettivi mi rende felice! La scena di Ryu è quella che continua a non convincermi, però il fatto che Mamoru inizi a bollire come una teiera, non per gelosia, è vero! Qualcuno ci ha preso sul perché di tanta antipatia nei confronti del pittore! Per quel che riguarda la tua confusione, presente in molte ma che non ho mai spiegato, presto detto: Mamoru e Seiya sono fratellastri, stessa madre ma padri diversi ed ecco perché il cognome diverso, per quel che riguarda il doppio cognome è un mio errore personale, a cui ho rimediato! Spero che questo capitolo ti possa piacere come gli altri, mi scuso io con te se fino adesso non avevo commentato la tua fic ma non l’avevo proprio vista! Alla prossima e buon fine settimana!

 

- PINGUI79: ciao Kià! Effettivamente noi affette da Ellephedrite siamo una grandissima famiglia! Davvero secondo te Usagi ha la lingua lunga? No, perché a me non è sembrato, assolutamente, anzi al contrario! Mamoru era quello che avrei strozzato volentieri con le sue battutine al vetriolo ed I capricci perché Ryu fa il cascamorto con Usagi (che poi a Mamo-chan cosa può interessargli!)… per quel che riguarda le ragazze versione 007, inizialmente avevo pensato di farle incontrare faccia a faccia con Usagi e Mamoru solo che poi non avevo idea di come continuare il racconto e poi non mi sembrava carino lasciare Mamoru in balia di altre quattro donzelle ed una di queste agguerrita al massimo, no, ho provato pena per lui! Pasticcino e Biscottino in questo capitolo non sono stati insieme e spero che questo non ti abbia delusa, ma ogni tanto sono necessari capitolo in cui I due si trovino ai poli opposti della città altrimenti poi sembra che vivano in simbiosi! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie per la recensione, alla prossima!

 

- QUEENSERENITY83: ciao Ida! Davvero aspettavi con tanta ansia il nuovo capitolo? Ti ho messo così tanta curiosità? Non me lo aspettavo! Sono felice di sapere che la mia fic ti piaccia e soprattutto che tu la stia seguendo. Questa era nata come una sciocchezzuola e prosegue come tale, sia chiaro, solo che non credevo di avere tanto seguito! Me commossa! I due personaggi credo che a furia di psicanalizzarsi reciprocamente finiranno in ospedale e non capiranno più un tubo! Magari imparassero a vivere più sereni, non sarebbe meglio? Sarà che forse sono io ad essere crudele come autrice? Mamoru che fa la lista dei pregi e difetti diciamo che è molto autobiografica dato che, tutti i santissimi giorni, il mio ragazzo fa la lista dei miei pregi e difetti, quest’ultimi non so perché sono in continua ascesa… la motivazione del rosa pesca è dolce e romantica ma non vorrei essere stata troppo mielosa, è un mio grandissimo timore! Il pittore difficilmente si potrà digerire anche perché l’ho creato così di proposito… sono sadica, lo so! Per quel che riguarda il qualcosa che lo perseguiterà per le notti a venire… non credere che sia chissà cosa… ancora una volta sono semplici e banali situazioni quelle che voglio descrivere! Adesso ti saluto e passo alle altre recensioni, grazie per aver perso cinque minuti per me, alla prossima!

 

- MICINA82: Giovanna cara, che piacere rileggerti! Mi fa piacere che almeno due scene ti siano piaciute mi riempie di orgoglio… per quel che riguarda Mamoru che ammette di aver scelto le rose color pesco ti assicuro che sotto non c’è nient’altro quindi non ti arrovellare il cervello perché ci rimarresti delusa! Nessun mistero da scoprire, solo la semplice realtà di tutti i giorni! Usagi come si sente nello scoprire che Mamoru abbia notato qualcosa di così intimo? Lo hai scoperto in questo capitolo, o no? Nella scena della galleria ci hai preso in pieno, quella di Mamoru non è una vera e propria scenata di gelosia. Potrebbe essere sì gelosia, ma diversa rispetto quella che un innamorato prova per la sua amata, come hai detto tu, Mamoru si è sentito messo da parte, sostituito in un certo senso e questo ancora non è dato sapere se Usagi lo abbia capito o no (per meglio dire, io lo so, ma voi no!)… Usagi per Mamoru rappresenta non tanto una ragazza da conquistare sul piano sentimentale, ma una persona da conoscere, apprezzare, con cui condividere pensieri e tormenti ecco perché le ha chiesto di uscire per conoscersi… adesso cara devo scappare dalle altre altrimenti finisce che non riesco più ad aggiornare, un bacio ed alla prossima!

 

- MARYUSA: buongiorno! Il tragitto in macchina era nato molto meno divertente, l’ho reso tale non so neanche io come! A volte inizio a scrivere e le battute si susseguono senza neanche rendermene conto! Ti dirò, temo che ci sia troppo spazio per i dialoghi e poco per le riflessioni e da questo punto di vista sto provando a migliorarmi! Comunque la battuta su Sato, il pilota di Formula 1, è stata riadattata, al mio ragazzo di solito lo chiamo Schumacher quando lo vedo distratto al volante! Sei la seconda persona che mi dice che Usagi è troppo linguacciuta, mi spiegheresti perché? Cosa c’è che non va nel suo rispondere alle provocazioni di Mamoru? Sono curiosa di sapere in cosa consiste questa tua affermazione, non mi sto arrabbiando solo che mi sto incuriosendo… Mamoru non è geloso, come ho preciso alla fine del secondo curioso, o per lo meno, non è gelosia come la intendi tu! Leggi oltre le righe… e ti sarà tutto più chiaro! Cosa accadrà lo hai già scoperto un faccia a faccia con gli amici, spero di essere riuscita a renderti ancora più contenta adesso che hai visto come Mamoru ed Usagi sono con i loro rispettivi amici! Spero di poter leggere un commento anche a questo capitolo, grazie per il tempo che mi dedichi, alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: ciao Roxy (ma sta per Rossella o Rossana?) prima di tutto grazie per esserti offerta volontaria (come no, ma se te l’ho chiesto io!), in secondo luogo, ci tengo particolarmente al tuo parere anche perché qui si tratta di psicologia che è il tuo campo! Come ho detto a Maryusa la scena della macchina era nata molto più calma, poi rileggendolo prima della pubblicazione ho aggiunto battute su battute ed è venuto fuori quello che hai letto! Comunque per un po’ non userò più questi due teneri appellativi, mi fanno venire la nausea! Per quel che riguarda le ragazze invece ho lasciato tutto intonso, quella scena come è nata è stata pubblicata, senza nessuna modifica! Per quel che riguarda la galleria, ci hai preso in pieno, Midori, la madre di Mamoru, si è risposata con un altro uomo e da questa unione è nato Seiya, quindi lui e Mamoru sono fratelli per parte materna! Dopotutto da una psicologa cosa dove aspettarmi? Spero che la cenetta con le ragazze da una parte, e la pseudopartita a biliardo dei ragazzi dei ragazzi dall’altra, ti sia piaciuta! Grazie per le recensioni che arrivano sempre puntualmente, alla prossima!

 

- SHALYA: ciao Alida! Guarda credo che il mio ragazzo lo abbia proprio nel sangue, e la cosa assurda sai qual è? Che quando si accorge di essere in ritardo neanche si affretta per tentare di ridurre questo maledetto ritardo, la sua filosofia di vita è: sei in ritardo? Perché ammazzarsi la vita per ridurlo? Mica cambia qualcosa se arrivi due minuti prima… perso per perso non mi ammazzo la vita! Qualche volta lo ammazzo io! Sono contenta che la motivazione della scelta del colore delle rose vi sia piaciuta, a me dopo aver scritto è sembrata stupida, ma non riuscivo a trovare alternativa migliore! Per quel che riguarda Ryu… sono felice che risulti tanto antipatico anche perché l’ho descritto sperando di riuscire a suscitare anche la vostra antipatia e non solo quella di Mamoru… per quel che riguarda il fatto che sia polipone… hai ragionissima! Ma lo stesso non si può dire per ciò che riguarda i suoi rapporti con Midori e Seiya, forse quest’ultimo neanche lo conosce! Effettivamente nella parte iniziale Usagi e Mamoru erano molto più rilassati, mentre alla galleria… addio tranquillità! Le ragazze, soprattutto Minako – o forse è meglio dire solo Minako? – hanno messo sotto torchio la povera Usagi che non invidio proprio… a me è successo con una mia amica e lei era da sola… figurarsi con quattro! Però anche i ragazzi si sono divertiti a punzecchiare Mamoru, non lo credi pure tu? Soprattutto Nephrite e Kunzite! Grazie per i complimenti e per l’attesa con cui attendi i capitoli! Per quel che riguarda le altre fic al momento sono in pausa di riflessione! Sto cercando di trovare la strada che mi porterà a mettere la parola fine a quelle due! Per il momento mi godo questa fic che si sta scrivendo da sola e che mi sta regalando parecchie soddisfazioni come non mi capitava da tempo! Per quel che riguarda la tua ultima one shot credimi, i complimenti sono tutti meritati, non solo perché sei riuscita a trascinarci nel vortice della disperazione di Usagi prima e Mamoru dopo, ma anche perché, come hai detto tu stessa, sei riuscita a farci volere bene quello che era il rovina coppia della situazione… guarda, quasi quasi, Mamoru è stato il vero rovina coppia! Però devo anche dire che se non fosse stato per lui forse, questo non possiamo saperlo, il matrimonio tra Usagi e Demando forse sarebbe naufragato dato che Usagi non era realmente innamorata di lui! Sono proprio curiosa di sapere come sarà la fic con il finale alternativo! Per quel che riguarda le responsabilità credo di averlo intuito perché una volta ho affrontato un discorso simile con il mio ragazzo, non c’era nessun rischio di gravidanza era solo una chiacchierata ma ti assicuro che quella maledettissima parola ha suscitato tanti dubbi e strascichi per diverse settimane… un bambino quando si ama, anche se inatteso, non dovrebbe essere mai una responsabilità… o per lo meno la responsabilità non è la prima cosa che mi salta in testa! Ma sarà che sono io troppo tenera e romantica, o semplicemente che noi donne e viviamo la famiglia in modo diverso rispetto il sesso maschile! Ryu ci sarà più in là ma non è un personaggio di spessore, Midori vedremo… ancora non lo so! Adesso ti saluto e ti ringrazio per la recensione, stavolta puntuale (visto che quando ti impegni riesci ad essere puntuale! ahah)… un bacio alla prossima!

 

Grazie alle 10 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      bunny65;

2.      ertila

3.      favola08;

4.      GioRock;

5.      girovaghi;

6.      Hatori;

7.      lagadema;

8.      LAS;

9.      miki90;

10. stella93mer;

 

Grazie alle 34 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      akane_val;

2.      Allen_Anne_Black;

3.      aquizziana;

4.      bellacullen889;

5.      brescy;

6. DeepDereck;

7.      Enza85;

8.      Fantasy_Mary88;

9. fasana;

10. favola08;

11. GioRock;

12. hoshi90;

13. igniflia;

14. kiss88;

15. LittleSimo;

16. MaryAngel;

17. micina82;

18. Miky 483;

19. Minerva89;

20.  Moons Tear;

21.  Morea;

22. Neptune87;

23.  ponpon;

24. Potter92;

25. pulcinaele87;

26. romanticgirl;

27. sailorm;

28. shalya;

29. Tappetta4;

30. Toru85;

31. Truelove;

32. usachan;

33. _Maddy_;

34. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare a Fantasy_Mary88 e sailorm per essersi aggregate a questa avventura!

 

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 21 maggio 2010!

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII ***


Nuova pagina 1

 

Capitolo VIII

 

X giorno

Ore 13:00

-20 giorni all’alba

 

   Erano trascorsi esattamente dieci giorni dal ritorno da Nagano.

   In dieci giorni solo due incontri.

   Due pranzi, semplici e banali... ed il pomeriggio a Shibuya, che non era stato per nulla banale.

   Ok, era tutta una balla! Non si era trattato di pranzi semplici e banali, no. Lui si era scoperto parecchio, lei… per nulla.

   Quello sarebbe stato il terzo pranzo, stavolta era necessario scoprire qualcosa che riguardasse più da vicino Usagi. Non poteva accontentarsi di quella stupida lista che conteneva ben tredici punti. Già, tredici punti, perché, alla fine di quel venerdì si era ritrovato costretto ad aggiungere un tredicesimo punto, dopo il diabolica… Usagi era piacevole: una persona incredibilmente piacevole.

   Tirò fuori dalla giacca la famosa lista ed iniziò a leggerla.

   Al primo posto svettava l’aggettivo isterica ed era vero: Usagi riusciva a passare da un estremo all’altro come aveva dimostrato a Nagano. L’attimo prima era allegra l’attimo dopo era capace di assalirti con veemenza, se non era questo isterismo…

   Subito dopo isterica si arrivava manesca e qui non occorreva nessuna spiegazione: il ceffone di Nagano – sempre in quella maledetta baita dove tutto era iniziato – era una spiegazione più che sufficiente.

   Poi era la volta di menefreghista perché Usagi non poteva essere definita diversamente, una a cui non interessava il suo parere non poteva essere considerata altro che menefreghista. Se non lo fosse stata avrebbe fatto molta più attenzione ai suoi consigli. Ok, forse quella era una considerazione troppo audace, dopo tutto lui chi era per avere voce in capitolo in quella che era la vita di Usagi? Nessuno! Però la dottoressa Tsukino doveva capire che il parere di un uomo - si proprio uomo - come Mamoru Chiba poteva esserle utile. No, decisamente, doveva ridimensionarsi: a volte anche lui rimaneva shockato per le sue manie di onnipotenza!

   Era meglio passare al punto successivo: cocciuta. E qui non c'era nulla da ridire, se non era cocciuta Usagi allora nessuno lo sarebbe stato! Quella ragazza era più testarda di un mulo, se si convinceva di una cosa nessuno poteva farla desistere. E poi quel maledettissimo vizio di avere sempre l’ultima parola… oddio era qualcosa di insopportabile!

   E poi come dimenticare quel piccolo particolare, alquanto fastidioso, di voler psicanalizzare tutti ventiquattro ore su ventiquattro? Se non era questo essere stacanovista…

   Ed ancora permalosa… la facilità con cui si arrabbiava era la stessa con cui cambiava lo smalto delle unghie, e da quello che aveva avuto modo di vedere – perché lui era un attento osservatore – Usagi cambiava spesso il colore delle unghie. A Nagano – e sempre lì cascava l’asino! – aveva visto nell’ordine rosso, viola, mattone, nero, bianco, ed erano rimasti lì solo per otto giorni…

     Settimo punto: diabolica. Questa era la caratteristica che più lo terrorizzava! Perché Usagi come tutte le donne era diabolica, ma in più, rispetto alle altre donne aveva il cervello. Ok! Lui non era misogino, no. Semplicemente non nutriva particolare stima per il sesso femminile, lo reputava troppo volubile e facilmente soggetto alle variazioni ormonali,  ma tornando ad Usagi... lei era un’attenta osservatrice ed era una psicologa! Le due cose aggiunte al piccolo particolare di essere donna, la rendevano alquanto pericolosa… e diabolica appunto. Sapeva dove e quando colpire, tesseva pazientemente la sua tela, sotto certi punti di vista le ricordava Kunzite. Come l’amico lei rimaneva in attesa ed al primo nervo scoperto, zach, colpiva! Come la battutina carina su suo padre!

   E poi in quanto donna, era pure gelosa! Perché anche se lei non lo voleva ammettere era gelosa, maledettamente gelosa. Della sua privacy prima di tutto - ed almeno su questo si trovavano d'accordo - ma anche delle persone a lei care, o forse quello era lui? Oddio, era tutto complicato quando si trattava di Usagi! A dire il vero, in quella galleria quello che era sembrato geloso era stato lui ma non era quello il punto. Si era sentito messo da parte, accantonato come un oggetto vecchio e per un attimo si era sentito come quando aveva avuto sette anni e sua madre si era risposata con il padre di Seiya... e poi era arrivato suo fratello. Stop! Stava entrando in un terreno minato, meglio ritirarsi.

   Meglio passare alla parte meno pericolosa della lista, iniziando con l’aggettivo felice. Ok, Usagi era felice, ed adesso che ci pensava, doveva aggiungere un quattordicesimo punto: vivace! Già Usagi era l’icona della felicità e della vivacità! Il sorriso sempre sulle labbra e quell’espressione rilassata – eccetto quando litigavano, lì si trasformava, diventava più… ok, censura, era meglio non continuare. – la potevano far diventare l’inno alla vita! Già una giornata con lei ed il mondo diventava rosa, colore che tra l’altro lui odiava.

   Altro pregio era la serenità che riusciva a trasmettere! Guardare in quegli occhi voleva dire dimenticare tutti i problemi della giornata. Ci si perdeva in quell’azzurro così intenso ma allo stesso tempo così surreale. Restare in silenzio con lei non era mai imbarazzante, quasi mai! Lei ti lasciava i tuoi spazi senza invaderli, o quasi! Stare in sua compagnia, per quanto fosse diabolica, voleva dire abbassare la guardia e stare… appunto sereno!

   Ok! Poi era capace di essere sorprendete ed incredibile! Riusciva a cambiare aspetto in meno di due secondi. Dalla donna calma e posata, dalla professionista seria e scrupolosa, si trasformava e diventa l’adolescente goffa che era ai tempi del liceo. Si chiedeva come fosse possibile, lui era sempre stato… calmo, preciso e scrupoloso, da sempre sin da quando aveva memoria, ma Usagi no: lei un continuo divenire!

   E curiosa? Come poteva dimenticare quel piccolo particolare che la rendeva tanto simile ad una bambina? Già perché Usagi, per sua stessa ammissione, era la curiosità fatta persona! Ti lasciava i tuoi spazi, era vero, ma poi doveva sapere assolutamente, e qui si ritornava al suo essere cocciuta!

   Per finire con l’ultima caratteristica che più lo mandava in confusione, Usagi Tsukino era una persona incredibilmente piacevole! Perché quel potpourri di caratteristicherisultava essere piacevole! In sua compagnia il tempo volava e senza neanche rendersene conto si arrivava a fine giornata, o a fine pranzo, come era stato nel loro caso… e da lì il bisogno di altro tempo da dedicarle, anzi no, da rubarle! Dannazione ma da quando lui desiderava passare del tempo con una donna fuori dal letto? Si stava rincitrullendo, non c’era altra spiegazione possibile… non poteva - voleva - esistere altra spiegazione!

   Strano però, aveva ricontato i punti e si era reso conto che spuntavano due aggettivi in più! Che li avesse aggiunti senza neanche rendersene conto?

       - Signore…

   La voce della cameriera del ristorante lo portò al presente.

       - Dica pure.

       - Una telefonata per lei, prego.

   Ed adesso chi lo chiamava direttamente al ristorante? I suoi colleghi aveva il numero del suo cellulare e poi nessuno sapeva che era lì.

       - Pronto?

       - Mamoru ciao, sono io.

   Nessuno, a parte Usagi naturalmente.

       - Come mai non mi hai chiamato al cellulare?

   Un sospiro ed un colpo di tosse… adesso cosa le prendeva?

       - Forse perché non ho il tuo numero di cellulare?

   Ovvio e banale, era proprio uno stupido.

       - Ho capito! Stai chiamando per avvisarmi del tuo ritardo? L’ennesimo terrei a sottolineare!

       - No, sto chiamando per avvisarti che non verrò.

   Ah! A questo non era pronto. Era sicuro che lei non sarebbe mai mancata ai loro incontri!

       - Sai ho avuto un imprevisto di lavoro. Possiamo fare domani?

   Perché adesso gli sembrava che si stesse giustificando?

       - No! Domani sono impegnato io!

   E perché lui si stava innervosendo? Che senso aveva essere così brusco e maleducato?

       - Capisco! Allora sarà per la prossima volta! Buon pomeriggio!

   Perfetto! Lei gli aveva sbattuto il telefono in faccia senza neanche farlo parlare! Che si fosse arrabbiata? Certo che sì, era stato davvero un idiota a risponderle così male.

 

***** ***** *****

 

X giorno

Ore 13:05

-20 giorni all’alba

 

   Ma che cavolo! Adesso faceva pure l’offeso? La invitava a pranzo solo con un paio di minuti di preavviso e poi si arrabbiava se lei non poteva andare! Il mondo non ruotava attorno alla sua persona, era arrivato il momento per Mamoru Chiba di ficcarselo bene in testa!

   Si alzò dalla poltrona e guardò fuori dalla finestra.

   Inspirò ed espirò un paio di volte prima di voltarsi ed uscire. Che Chiba si arrangiasse ed imparasse che non era il solo essere vivente al mondo!

 

***** ***** *****

 

X giorno

Ore 14:40

- 20 giorni all’alba

 

   Quando arrivò alla casa famiglia in cui prestava servizio di volontariato la prima ad accoglierla fu la piccola Miki. La piccola appena la vide le sorrise e le corse incontro, aspettando scendesse dalla sua auto.

       - Ehi piccola, cosa c’è? Perché questi occhi rossi?

   La bambina, di poco più di cinque anni, le strinse le gambe in un abbraccio disperato e si nascose alla sua vista. Intenerita da quel gesto, iniziò ad accarezzare la testa scura. Quando comprese che la bambina non le avrebbe detto nulla decise di separarsi da lei per inginocchiarsi e poterla finalmente guardare in viso.

       - Miki, ti va di dirmi cosa è successo?

   La bambina annuì trattenendo un singhiozzo, finalmente guardandola in faccia. Prese un profondo respiro ed iniziò a parlare.

       - Hyde-chan… mi ha detto che… nessuno mi vuole bene… ed è per questo che sono qui…

   A sentire le parole di Miki le si strinse il cuore, povera piccola. Chiuse gli occhi e cercò di reprimere la voglia di spaccare la faccia ad un quindicenne di sua conoscenza. Perché gli uomini dovevano essere tutti così immaturi?  

       - Ed io? Io non ti voglio bene?

   La bambina annuì strofinandosi gli occhi con la mano paffuta, poi riprese a parlare!

       - Io l’ho detto ad Hyde-chan… gli ho detto che tu mi vuoi tanto tanto bene e lui…

   La vivacità aveva nuovamente abbandonato la piccola Miki che adesso la guardava nuovamente con gli occhi pieni di lacrime. Un suo sorriso fece capire alla bambina che doveva finire il suo pensiero.

       - Lui ha detto che… tu vieni solo perché… ti danno i soldi… e che… non ti interessa niente di noi! È così?

   Abbracciò di slancio la bambina. Sapeva che non doveva legarsi ai suoi pazienti ma era più forte di lei… era il suo limite dal punto di vista professionale. Un conto era curare i bambini che riceveva in ospedale, tutt’altro paio di maniche era prendersi cura dei bambini di quella casa famiglia, abbandonati e soli. Infatti, i primi erano cullati e confortati dal calore dei genitori e di tutta la famiglia mentre per Miki e gli altri bambini della “Casa del sorriso” era diverso. Loro erano stati abbandonati al loro triste destino e non c’era nessuna madre e nessun padre, se non casi eccezionali, a prendersi cura di loro.

       - Ehi! Io ti voglio bene, te ne voglio tanto, tantissimo! E tu? Tu mi vuoi bene?

   La bambina asciugò ancora una volta gli occhi e le sorrise.

       - Io sì! Ti voglio bene quanto il cielo e le stelle, il sole e la luna, quanto la terra ed il mare, ti voglio un bene grande così!

   Ed allargando le braccia cercò di inglobare quanto più le fosse possibile. Abbracciò Miki e le lasciò un bacio tra i capelli che profumavano di pesca, come il suo bagnoschiuma... Mamoru Chiba, per un attimo le era tornato in mente Mamoru. Era meglio mettere da parte certi pensieri, adesso era il momento di occuparsi della piccola Miki.

       - Adesso vai dentro e chiama anche Masu ed Akiko, aspettatemi in cucina, oggi prepariamo una torta! Ti va?

       - Sì, una torta buona!

       - Benissimo! Allora vai!

   La bambina corse verso l’interno della casa famiglia lasciandola nel parcheggio. Prima di entrare all'interno dell'orfanotrofio, Miki si girò e la salutò con una mano, per poi sparire all’interno della struttura.

   Rimasta sola, si assicurò di aver chiuso la sua auto e poi si diresse verso la “Casa del sorriso”.

       - Buonasera dottoressa Tsukino!

   La responsabile della struttura l’accolse all’ingresso non appena mise piede all’interno della casa.

       - Buonasera signora Sato.

   Al saluto accompagnò un lieve inchino del capo.

       - Miki le ha raccontato…

   Annuì senza far finire alla direttrice la frase. Poi riprese a parlare.

       - A grandi linee mi ha detto di Hideyoshi… dove posso trovarlo?

       - In camera sua.

   Si congedò per dirigersi verso la camera di Hideyoshi Azuki.

   Bussò una sola volta e poi entrò senza neanche aspettare il permesso che sapeva non le sarebbe stato concesso.

       - Potevo essere nudo!

       - Oh, tranquillo non sei il mio uomo ideale… troppo piccolo, senza offesa naturalmente!

   Si mise seduta sul letto di fronte a quello occupato da Hideyoshi e fissò il giovane in attesa che questi uscisse dal suo stato di indifferenza. Lei non aveva fretta, sapeva aspettare, a costo di metterci un’eternità, le spiaceva solo che Miki e gli altri bambini dovessero attenderla, ma lei era principalmente un medico, ed in quel momento il suo paziente era lì davanti.

       - Mi dà fastidio!

       - A me no!

   Il ragazzo si mise a sedere sul letto e la guardò negli occhi. Le iridi castane erano fredde e gli occhi erano contornati da profonde occhiaie violacee che facevano intuire il malessere del ragazzo.

       - Per favore fa in fretta!

       - Io non ho nulla da dirti. Sei tu quello che ha manifestato un problema.

   Calma e rilassata all’esterno, dentro di sé ribolliva a causa della rabbia. Non contro Hideyoshi che era solo una vittima della situazione. Era arrabbiata con i genitori di lui che lo avevano abbandonato lì, all’età di otto anni per non fare più ritorno, spariti nel nulla. Come si poteva abbandonare un figlio?

       - Io non ho nessun problema. Ho detto solo la verità! A te non importa un cazzo di noi, lo fai solo perché è il tuo lavoro!

       - Mi spiace deluderti ma io non sono pagata, sono solo una volontaria.

   Il sorriso spento di Hideyoshi le provocò una stretta al cuore, quel ragazzo - quel bambino - aveva bisogno di aiuto, più di chiunque altro.

       - Allora la tua è solo bontà d’animo? Oppure il tuo volontariato servirà ad aumentare il prestigio del tuo curriculum? Dimmi dottoressa, ho ragione?

       - A me non interessa ciò che pensi. So solo che sono una persona buona, buonissima. Talmente buona che il mio primo pensiero appena entrata qui dentro è stato quello di prenderti a schiaffi!

   Aveva parlato mantenendo la calma ma comunque era riuscita a dire ciò che aveva pensato.

       - Con me non attacca, dovresti saperlo! Non ho cinque anni e non puoi rincoglionirmi con quattro moine, ficcatelo bene in testa!

   Così dicendo Hideyoshi era uscito sbattendo la porta.

   Usagi si alzò e stirò le pieghe del letto sul quale era stata seduta, poi sistemò anche l’altro ed allora la vide, una fotografia nascosta tra il materasso e la rete del letto. Una famiglia in cui erano raffigurate tre persone, un uomo, una donna ed un bambino di poco più di sei anni: la famiglia di Hideyoshi. Rimise la foto dove l’aveva trovata ed uscì dalla camera. Non poteva aiutare Hideyoshi se non fosse stato lui il primo a chiedere aiuto.

  

 

***** ***** *****

 

X giorno

Ore 22:00

- 20 giorni all’alba

 

   Aveva trascorso tutto il pomeriggio alla casa famiglia ed era passata da poco l’ora di cena quando decise di tornare a casa. Miki le sembrava leggermente più calma mentre Hideyoshi era sempre più scontroso. Lei aveva dato la sua disponibilità adesso era il ragazzo a dover fare il passo successivo: fidarsi di lei.

   In quel momento era ferma davanti al portone di un palazzo nella prefettura di Ginza. Si chiedeva se effettivamente era stata una buona idea arrivare fino a lì. No. Decisamente non lo era stata. Soprattutto quando vide andarle incontro Mamoru, mano nella mano, con una ragazza alta il doppio di lei.

   Come un meccanismo riflesso, si nascose nel vicolo accanto al palazzo. Restò lì nascosta per un po’, aveva visto come la stangona si era approcciata a Mamoru ed un coniato di vomito la colpì improvvisamente. Come era possibile che una persona intelligente come Mamoru poteva accompagnarsi a bambole gonfiabili come quella? L'assurdità degli uomini!

 

***** ***** *****

 

X giorno

Ore 22:00

-20 giorni all’alba

 

   Era da un po’ di tempo che non gli capitava di invitare una ragazza a casa sua però quella sera non gli andava di rimanere solo e la tipa non era niente male.

   Alta, molto alta, quasi quanto lui.

   Mora, con due enormi occhi castani.

   Provocante, soprattutto grazie alle bocce messe in mostra dal reggiseno nero che svettava sotto il top striminzito che a mala pena, ne era certo, la faceva respirare.

   Però era silenziosa, pesantemente silenziosa, e si cadeva in quel silenzio imbarazzante che non sai mai come riempire.

   Non aveva aperto bocca da quando erano entrati in macchina solo qualche sorriso ogni tanto. Ma perché le aveva chiesto di andare in un “posto un po’ più tranquillo”? Non poteva starsene zitto e fare finta di niente? Dopotutto in quel locale si stava bene, la musica a palla gli impediva di parlare e magari avrebbe potuto approfittarne per avvicinarsi e tentare un approccio un po’ più diretto per poi portarla direttamente a letto.

   Quando il portone di casa era ormai visibile per un attimo si bloccò. Gli era parso di vedere una figura famigliare. Una ragazzina con due buffi odango biondi ed una divisa da liceale. Chiuse per un attimo gli occhi e quando li riaprì, davanti al portone del palazzo in cui abitava, non c’era più nessuno. Si fermò per un attimo e la tipa, Kinuyo o Kinuko proprio non ricordava il nome, lo guardò perplessa.

       - Scusa, un moscerino nell’occhio!

   Ma che razza di scusa aveva trovato? Si sentiva come un ragazzino alla prima esperienza e dire che lui era tutto, tranne che un ragazzino alla prima esperienza!

       - Fai vedere, magari posso aiutarti!

   E con voce da gatta morta lei si era fatta più vicina mostrando parte del seno scoperto. Il suo primo impulso era stato quello di affondare una mano, casualmente, in quel bendiddio, ma poi si era fermato. Erano ancora in mezzo alla strada e non è che avesse molta voglia di immergersi in tutto quel silicone, quasi lo disgustava, quasi perché era pur sempre un uomo ed in quanto tale anche per lui valeva il concetto relativo alla debolezza della carne.

       - No, grazie! È tutto passato! Saliamo?

   Ok! C’era qualcosa che non andava. Non era da lui rifiutare le avance di una donna, soprattutto quelle di una donna come… ah, non ricordava il nome! Comunque il punto era che si stava comportando da imbecille, anzi no, da coglione imbecille. Entrò nel portone ma si fermò quando ormai era dentro, si girò verso la ragazza e sorridendo iniziò a parlare. Aveva il cinquanta percento di possibilità di errore, avrebbe pregato che la sua fortuna fosse tale da permettergli di indovinare il nome di lei.

       - Kinu… ko, ti spiacerebbe aspettarmi qui? Ho dimenticato il telefono in macchina!

       - Il mio nome è Kiyomi ma fa niente! Senti se ci hai ripensato non è un problema, l’importante è che mi riporti al locale!

   Perfetto non aveva idea di come si chiamasse la ragazza con cui era e per di più lei lo stava elegantemente, molto elegantemente, scaricando, anche se… il passo avanti verso di lui ed un’altra messa in mostra della carozzeria ed una mano che, casualmente, era scivolata fino alla toppa dei suoi pantaloni, gli facevano intendere il contrario, specie quando lei si morse il labbro inferiore fingendo un’espressione da bimba scocciata.

   Perfetto! Aveva a disposizione un’assatanata e lui che faceva? Nulla, anzi era infastidito da tanta audacia… sì audacia, come no! Quella, per essere gentili, era una Geisha di alto borgo, tanto per non dire altro, tipo… no, non lo avrebbe detto! E non ci sarebbe andato, non era il genere di donna con cui amava passare la serata: no, quando era con una donna era lui quello che prendeva la situazione in mano, odiava essere preso di sorpresa... come faceva… stop! Niente pensieri contorti tipici di ragazzine allupate ed in calore…

       - Vedi è che domani io dovrei avere un intervento importante e non me la sento…

       - Tesoro hai fatto tutto tu!

   La ragazza si era avvicinata ancora di più ed aveva accarezzato in modo lento e sensuale il suo torace, lasciandogli un piccolo bacio proprio tra il collo ed il lobo dell’orecchio. Senza contare la mano che iniziava a giocherellare con il cavallo dei suoi pantaloni! Grandioso! Aveva trovato la tipa assatanata e ninfomane, combinazione fatale ma da evitare come la peste perché poi si attacca come una cozza, e vuole continuare fino a quando non la si butta fuori da casa! Va bene che era un uomo, ma non era una macchina per il sesso come credevano i suoi amici. Lui era anche uno che badava all’altra parte del rapporto, il dialogo, ma con quella era difficile, dubitava di riuscire a parlare di cose sensate. Ma dove erano finite le ragazze che amano il corteggiamento? Le ragazze che amano parlare e parlare e parlare? Le ragazze che arrossivano con un solo semplice bacio? Semplice: non esistevano più e lui era rimasto l’unico esemplare di sesso maschile a cercare una donna simile! Era meglio finirla lì, prima di peggiorare le cose… anche se l’idea di essere violentato non gli dispiaceva poi più di tanto. Va bene che era un romantico – anche se questo non lo avrebbe mai detto davanti ai suoi amici – ma era pur sempre maschio e come tale aveva anche lui degli stinti, molto bassi, ma pur sempre istinti!

   No, non era il caso, se ne sarebbe pentito, lo sapeva; era meglio scaricare Ki… – dannato nome, non lo avrebbe ricordato mai! – era meglio scaricare quella e starsene tranquillo a casa e cercare di capire cosa c’era che non andava nel suo amico dei piani alti… il suo cervello!

       - Ti ringrazio infinitamente Kinuyo! Sei un angelo… ma…

       - Kiyomi… il mio nome è Kiyomi! Senti facciamo una cosa, io chiamo un taxi e me ne vado! Mi hai proprio rotto…

   Così dicendo la mora tettona si allontanò da lui e prese il cellulare per chiamare un taxi. Non riuscì che a rilassarsi per la piega che aveva preso la serata, e soprattutto non si scompose minimamente per il ben servito di lei, anzi, attese che il taxi arrivasse per prenderla. Quando fu certo di essersi liberatosi di lei tirò un sospiro di sollievo e si diresse verso il portone di casa.

 

***** ***** *****

  

X giorno

Ore 22:10

- 20 giorni all’alba

 

 

   Stava per uscire dal suo nascondiglio, quando dovette tornare indietro. Mamoru e la bambolina gonfiabile erano tornati indietro e… che schifo… quella si stava strusciando addosso Mamoru come una gatta in calore! Ma come si poteva cadere così in basso? Come poteva una donna perdere tutta la propria dignità per un uomo? Era davvero troppo, doveva andarsene da lì!

       - Kinu… ko, ti spiacerebbe aspettarmi qui? Ho dimenticato il telefono in macchina!

       - Il mio nome è Kiyomi ma fa niente! Senti se ci hai ripensato non è un problema, l’importante è che mi riporti al locale!

   Cosa? Cioè si portava una a casa e non si ricordava neanche il suo nome? Ma era assurdo! Non si poteva, no!

       - Vedi è che domani io dovrei avere un intervento importante e non me la sento…

       - Tesoro hai fatto tutto tu!

   Veramente era lei quella con i tentacoli, no, mani, sull’inquilino dei piani bassi di Mamoru. Doveva andarsene di lì. Era troppo nauseante quello che stava avvenendo a pochi metri di distanza da dove si era nascosta. Non voleva guardare! Ci mancava poco e quella lo avrebbe violentato lì in mezzo alla strada. Doveva forse intervenire? No! Che si arrangiasse e poi dubitava del fatto che lui volesse essere salvato.  

       - Ti ringrazio infinitamente Kinuyo! Sei un angelo… ma…

       - Kiyomi… il mio nome è Kiyomi! Senti facciamo una cosa, io chiamo un taxi e me ne vado! Mi hai proprio rotto…

   Ma Mamoru era stupido o sordo? Oppure semplicemente distratto dalle mani di quella prostituta – perché quella Kiyomi non era altro che una prostituta – che naufragavano libere sul suo corpo?!

   E poi non capiva cosa impediva a Mamoru di andare fino in fondo; anche perché le sembrava strano che uno come lui – con un curriculum vitae davvero niente male, come non avevano mancato di farle sapere i suoi, loro, amici – si rifiutasse di approfittare di una simile occasione: del sano sesso senza complicazioni, cosa si voleva di più dalla vita? Evidentemente per Mamoru non era così.

   Neanche se ne era accorta, ma era arrivato un taxi e la gentile donzella stava salendo su questo senza degnare Mamoru di uno sguardo! Aveva tirato un sospiro di sollievo ma non se ne spiegava il motivo, a lei cosa interessava di ciò che faceva Mamoru?

   Una volta assicuratasi di avere via libera, decise di poter finalmente uscire dal suo nascondiglio improvvisato.

       - Che poi non capisco per quale motivo mi sono nascosta!

   E con quel dubbio amletico si era diretta verso la sua macchina decisa, finalmente, a tornare a casa. 

 

   Due rette parallele erano destinate ad incontrarsi all’infinito, ma loro non camminavano su due strade parallele e mai lo avevano fatto...

 

L'angolo dell'autrice

 

   Buongiorno gente!

   Sono di corsa, vi dirò, avevo pure dimenticato che oggi era venerdì, è stato un flash che ho avuto stamattina, appena ho aperto gli occhi e mi sono detta: oh cavolo! Oggi devo aggiornare! Il problema è che ho un esame martedì e non ci sto più con la testa.

   Pubblico senza mettere i ringraziamenti, lo farò venerdì prossimo. Prometto che metterò i ringraziamenti per questo capitolo ed il precedente.

   Passando a questo capitolo! E' un capitolo di transizione - che alla sottoscritta non piace per nulla - dove non succede proprio niente ma mi serviva, anche per dare una visuale di quella che è la vita dei due ragazzi quando non stanno insieme. Certo, non crediate che Mamoru passi tutte le sue serate con bambole gonfiabili, questo no, ma capita molto spesso!

   Sono di corsa davvero! Devo fermarmi qui. Non posso andare oltre. Vi prego di scusarmi davvero.

 

Grazie alle 10 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Angelica82;

2. bunny65;

3. chichilina;

4. ertila

5. favola08;

6. GioRock;

7. girovaghi;

8. Hatori;

9. lagadema;

10. LAS;

11. miki90;

12. stella93mer;

13. Tappetta4;

 

   Soprattutto ad Angelica82, chichilina e Tappetta4, le ultime arrivate.

 

Grazie alle 37 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. akane_val;

2. Allen_Anne_Black;

3. aquizziana;

4. bellacullen889;

5. brescy;

6. chichilina;

7. DeepDereck;

8. Enza85;

9. Fantasy_Mary88;

10. fasana;

11. favola08;

12. GioRock;

13. hoshi90;

14. igniflia;

15. kiss88;

16. LittleSimo;

17. micina82;

18. Miky 483;

19. Minerva89;

20. Moons Tear;

21. Morea;

22. Neptune87;

23. ponpon;

24. Potter92;

25. pulcinaele87;

26. romanticgirl;

27. sailorm;

28. shalya;

29. simo87;

30. SweetCherry;

31. Tappetta4;

32. Toru85;

33. Truelove;

34. usachan;

35. vale_129;

36. _Maddy_;

37. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare a chichilina, Fantasy_Mary88, Littlesimo, sailorm, simo87, SweetCherry e vale_129 per essersi aggregate a questa avventura! Mi spiace aver perso Mary_Angel.  

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 28 maggio 2010!

 

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Capitolo 10
*** Capitolo IX ***


Note: 

- Per quel che riguarda il linguaggio dei fiori ho attinto dai seguenti indirizzi: http://www.intrage.it/intrattenimento/oroscopo/linguaggio_dei_fiori.shtml e http://www.frasidamore.org/fiori/index.php?id=14&fiore=Rosa%20color%20pesca

- The Hojicha: costituito dalle foglie più grosse dell'arbusto lievemente tostate (va lasciato in infusione per 4-5 minuti), presenta un retrogusto alla nocciola. (fonte Wikipedia)

- the Genmaicha: derivato dal Bancha o dal Sencha, misto a riso o grano soffiato; alcuni produttori aggiungono anche un pizzico di Matcha. È povero in caffeina e ha un aroma lievemente di orzo tostato; ottimo abbinato al cioccolato.

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation 

Capitolo IX

 

XI giorno

Ore 09:05

- 19 giorni all’alba

 

   Quel giovedì mattina era iniziato decisamente male!

   La telefonata di sua madre l’aveva messa di pessimo umore! Perché la sua genitrice non si limitava a lasciarla nel suo cheto vivere senza stressarla e considerarla? Lo faceva, puntualmente, trecentosessantaquattro giorni l’anno, perché allora doveva importunarla proprio per quel giorno? L’unico giorno in cui era necessaria tutta la famiglia Tsukino, manco fosse stato lo Shōgatsu!

   Ma i suoi genitori non avevano avuto niente da fare quel lontano giorno di circa quarant'anni prima?

   Perché erano andati a quella festa?

   Perché si erano conosciuti?

   Perché si erano trovati accettabili?

   Perché avevano deciso di sposarsi giusto due anni dopo?

   Perché avevano deciso di concepire un figlio? Fermi un attimo! Su quel punto la scelta non era stata del tutto sbagliata, anzi! Il concepirla era stata la sola cosa buona che avessero fatto i coniugi Tsukino. Non perché lei si sentisse una superdonna, ma semplicemente perché la sua vita era stata meravigliosa… nonostante due genitori come i suoi.

   Quella mattina, la telefonata di Ikuko Tsukino l’aveva messa di pessimo umore. Doveva trovare la forza per rimanere calma e serena altrimenti sarebbe stata la fine. Fortunatamente per quel giorno non aveva molto lavoro, solo il giro di visite in corsia e poi si sarebbe dedicata alla ricerca che stava effettuando. Sì, un po’ di sano lavoro l’avrebbe rimessa in sesto.

       - Dottoressa Tsukino buongiorno… finalmente è arrivata!

   Usagi si fermò perplessa davanti al sorriso a trentadue denti della signora Kumiko. No. Non quella mattina, non era pronta per sentire ancora storie riguardo lei e Mamoru. La donna, da quando credeva che lei avesse una relazione, era diventata ancora più pressante del solito.

       - Buongiorno a lei.

   Era inutile essere sgarbate, dopotutto la segretaria non aveva colpe se sua madre aveva deciso di sconvolgere i suoi piani. Guardò ancora la donna e contò mentalmente fino a tre e poi…

       - Questi sono per lei!

   Lo sapeva che c’era qualcosa sotto e l’enorme mazzo di fiori ne era la dimostrazione.

       - Sono da parte del suo fidanzato!

   Come se fosse necessario precisarlo. Era stampato a caratteri cubitali sulla faccia della donna che quei fiori erano stati inviati dal Dottor Mamoru Chiba.

      - Sì, lo avevo immaginato…

   Aveva parlato con un tono di voce un po’ spento, si chiedeva come mai, in effetti, non avesse ancora detto che tra lei e Mamoru era tutto finito

       - Dottoressa io mi sarei permessa di chiedere al fattorino il nome dei fiori… tanto per sapere cosa vogliano dire…

   Ma perché erano tutti fissati con il linguaggio dei fiori? Era forse la moda del momento? Un ragazzo non poteva decidere deliberatamente di regalare dei fiori ad una ragazza senza un perché? Dietro doveva starci per forza qualcos’altro?

   Tutta colpa di Minako, ne era certa. Tutta colpa di quel maledetto giorno in cui tutto era cominciato, no Nagano, no, undici giorni prima, tutto era iniziato quando Mamoru le aveva mandato le rose. Minako quel giorno doveva essersi messa a parlare con la signora Kumiko sulla sua recente passione, e sull’ultimo libro che aveva comprato: Il linguaggio dei fiori. Mai soldi erano stati sperperati in modo peggiore.

   E poi, tanto per la cronaca, ok, non conosceva il linguaggio dei fiori ma riusciva a riconoscere un giacinto da una margherita, non ci voleva certo una laurea per questo!

       - Sono dei giacinti, no?

       - Sì dottoressa! Sono dei giacinti porpora e…

       - Grazie, ma il resto vorrei scoprirlo da sola!

       - Ma dottoressa io…

   Ok! Adesso si stava facendo davvero insistente e la sua pazienza l’aveva consumata tutta per sua madre!

       - La prego, si è fatto tardi, devo scappare!

   Così era scappata prendendo il mazzo di giacinti porpora e quasi correndo direttamente nella sua stanza.

   Entrata in camera, aveva posato i fiori sopra la scrivania, velocemente aveva cercato all’interno del mobile accanto la porta il vaso che, più o meno una settimana prima, le era stato prestato per le rose e, con tutta calma, si era diretta nel bagno di fronte alla sua stanza per riempirlo di acqua e sistemare così i giacinti. Assicuratasi che i giacinti stessero bene, si era tolta la giacca marrone e messo il camice. Accendere il pc era stato il passo successivo e subito dopo mise a posto la borsa che aveva lasciato appesa esternamente al pomello della porta. La prima cosa che fece non appena il pc fu connesso alla rete ADSL fu entrare nel motore di ricerca e digitare tre semplici parole: giacinto porpora, significato. La ricerca durò giusto un battito di ciglia e poi le comparvero circa dieci mila voci rispondenti alle sue esigenze. Aprì la prima e si apprestò a leggere.

       - Dillo con i fiori. I fiori, si sa, hanno molti significati, regalare un fiore è anche un modo per mandare un messaggio preciso… ok Usagi salta questa parte che non ti interessa e vai subito al sodo! Dai su… ma quanti cavoli di colori ha il giacinto? Ah, eccolo! Il giacinto porpora: perdonami

   Si prese un paio di secondi per comprendere cosa effettivamente dovesse perdonare a Mamoru visto che il giorno prima non si erano visti… cioè tecnicamente non si erano visti, ma lei lo aveva visto con quella piovra vivente! Meglio fermarsi e non pensare! Era meglio desistere anche perché, grazie a sua madre, era ancora troppo nervosa per ragionare lucidamente.

       - Visto che ci siamo, controlliamo anche il significato delle rose color pesca…

   E si rimise davanti al pc alla ricerca della sezione dedicata alla rosa.

       - La rosa meriterebbe un dizionario a parte. Ogni colore porta con sé un messaggio diverso. Importante però è conoscere il significato che le accomuna tutte. La rosa è il simbolo del segreto , delle cose da rivelare con delicatezza. La rosa il cui bocciolo è ben nascosto dai petali incarna anche la castità femminile mentre la rosa sbocciata rappresenta bellezza della gioventù… wow… non credevo che la rosa potesse significare tanto, adesso però vediamo cosa dice riguardo la rosa color pesca… Colore particolare per una rosa non molto diffusa che significa semplicemente "Amore Segreto". Si regala ad una donna che si ama ma non si vuole che si sappia. Il colore è particolare e il suo significato pochi lo sanno. Si può regalarla alla propria amata senza sapere che quel colore vuol dire "Ti Amo. Ma è meglio che non si sappia". Consigliato per gli Amanti… quella pazza di Minako aveva ragione!

   Non era riuscita a nascondere il sorriso che le era affiorato sulle labbra, anche perché non capiva il motivo di quella risata. Scotendo la testa e dandosi mentalmente dell’idiota, era uscita dalla pagina internet e si era messa seduta più comoda sulla sua poltrona in finta pelle nera. Aveva chiuso gli occhi per un paio di secondi e quando li aveva riaperti, aveva alzato con uno un unico scatto il busto dalla poltrona, preso la cornetta del telefono e digitato il numero del centralino.

       - Sì, buongiorno! Sono la dottoressa Tsukino di psichiatria, chiamo dall’interno 435-187. Mi servirebbe il numero della stanza del dottor Chiba Mamoru di chirurgia… si aspetto in linea.

   Aveva iniziato ad attorcigliarsi il filo del telefono attorno all’indice. Odiava aspettare, quando la voce della centralinista era tornata udibile si era messa seduta più comodamente sulla sedia, prese carta e penna e scrisse il numero.

       - Ha detto 436-931? Perfetto! Scusi, è ancora in linea? Potrebbe dirmi anche il padiglione dove posso trovarlo… bene! Padiglione 4 terzo piano, stanza 15. Grazie, è stata gentilissima, buona giornata!

   Adesso nasceva un nuovo dilemma… chiamare o andare?

   Andare!

   Ma quella sarebbe stata l’ultima volta, non poteva comportarsi in quella maniera assurda!

 

***** ***** *****

 

XI giorno

Ore 09: 40

- 19 giorni all’alba

 

       - Ho capito! Non occorre ripeterlo!

   Odiava stare al telefono, soprattutto quando aveva una marea di cose da fare! Suo padre non lo chiamava mai, perché proprio quel giovedì mattina aveva deciso di rovinare la sua giornata? E soprattutto perché doveva necessariamente rompere con la storia di come si stesse rovinando la carriera in quell’ospedale?

       - No! Non ho nessuna intenzione di lasciare il mio posto qui in ospedale per andarmi a rinchiudere in una clinica e farti da sguattero a vita! Ho detto di no!

   Ecco! Il momento temuto per tutta una vita alla fine era arrivato. Suo padre si stava intromettendo nella sua vita lavorativa.

       - Non ti permetto… no! Cosa? Te lo puoi scordare! Pronto! Pronto! Ma vaffanculo!

   Suo padre gli aveva chiuso il telefono in faccia senza ascoltarlo! Chiuse il cellulare e lo lanciò in malo modo sulla scrivania! Si lasciò cadere mollemente sulla sedia su cui era seduto reclinando la testa indietro e sospirando pesantemente. In quella posizione il sangue difficilmente affluiva alla testa e già avvertiva un leggero formicolio alla base del collo. Il lieve bussare alla porta lo costrinse a lasciare quella posizione e mettersi in una più composta!

       - Avanti!

   Era di pessimo umore e se per caso qualcuno era lì per rompere lo avrebbe incenerito solo con lo sguardo. La testa era bassa su di una cartella clinica e fingeva di leggerla: voleva far capire che non aveva tempo da perdere e che se il rompic… scatole aveva qualcosa da dire doveva farlo in fretta.

       - Ciao!

   Quando si sentì salutare in quella maniera alzò di scatto la testa e se la ritrovò davanti con il camice e l’espressione di chi è indeciso se andare o restare.

       - E tu che ci fai qui?

   Era partito male, malissimo! Non poteva certo rivolgersi così alle persone, non con lei soprattutto visto il suo carattere ed il suo essere leggermente permalosa… ah, ecco questo non lo aveva aggiunto alla lista, doveva farlo quanto prima!

       - Se ho scelto il momento sbagliato posso andare… ti si sentiva urlare per tutto il corridoio…

   Benissimo, adesso tutti sapevano che aveva litigato con suo padre. Che magnifico modo per iniziare la giornata ed erano solo le dieci del mattino!

       - Lascia perdere! Vuoi sederti?

   Era di pessimo umore ma le buone maniere le ricordava perfettamente. E poi Usagi non sembrava offesa per il modo in cui l’aveva accolta.

       - No, grazie. Ero qui di passaggio, comunque ti capisco. Brutta cosa litigare con i genitori!

   La guardò ma non rispose subito. Che poteva saperne lei cosa voleva dire essere figlio di Masao Chiba? Non era certo costretta a portare avanti il nome della prestigiosa famiglia Chiba e, soprattutto, non era costretta a dare il meglio, sempre e comunque.

       - Usagi per favore! Non è giornata, evita di psicanalizzarmi e dimmi cosa vuoi così, tu torni dai tuoi pazienti, ed io dai miei.

   Era stato brusco, lo sapeva, ma non poteva farci nulla. Suo padre lo aveva messo di cattivo umore. Lei rimase imperturbabile e non facendogli comprendere se c’era rimasta male per quella cattiva risposta.

       - Volevo solo dirti che non occorre regalare dei fiori per chiedere scusa.

   Ecco, lo sapeva. Aveva usato quel tono atono che usava sempre tutte le volte in cui voleva essere fredda e distaccata. Se questo non voleva dire esserci rimasta male. Dannazione!

       - Ho chiesto al fioraio e lui mi ha consigliato i giacinti porpora. Sembra che nel linguaggio dei fiori rappresenti una richiesta di perdono, e mi sembra di aver capito che tu sia fissata con queste cose…

   Aveva sbagliato di nuovo. Ma si poteva essere più stupidi? Dire che una persona era “fissata” su qualcosa non era proprio un complimento, sperava solo che Usagi non avesse male interpretato le sue parole.

       - Non sono io quella fissata con il linguaggio dei fiori, quella è Minako.

   Ed ancora quella voce atona, ma con una lieve inflessione aspra sulla parola incriminata. La guardava cercando di capire cosa effettivamente stesse pensando, ma non riusciva mai ad andare al di là dei suoi occhi azzurri. Non riusciva mai a vedere ciò che Usagi pensava davvero.

       - Adesso vado. Buona giornata.

   Cavolo no, non poteva andarsene in quel modo. Ma che diamine gli prendeva al suo cervello? Perché non faceva qualcosa di sensato una volta tanto?

       - Ok, ok! Ho sbagliato tutto! Ti chiedo scusa! Non dovrei prendermela con te ma con mio padre!

   Sperava che con l’ammissione di colpa avrebbe smussato leggermente l’irritazione di Usagi.

       - Non devi sentirti costretto a chiedermi scusa, adesso vado. Buona giornata!

   Cosa c’era che non andava adesso? Quando manteneva quel tono distaccato non riusciva a sopportarla, l’avrebbe strozzata più che volentieri.

       - Io non mi sento costretto a chiederti scusa. Lo sto facendo di mia spontanea volontà. Ho capito che ho sbagliato e quindi sto cercando di rimediare. Ti è chiaro il concetto?   

   Non così! La stava assalendo ancora una volta. Ma perché con lei non riusciva ad avere un rapporto civile?

       - Ed io dovrei crederti?

   Certo che doveva crederle. Cosa doveva fare per convincerla della sua sincerità?

       - Senti, sono stanco! Se vuoi credermi mi credi, altrimenti quella è la porta, arrivederci e grazie!

   Sicuramente per convincerla, prima di tutto, doveva evitare di risponderle a quella maniera ma si rendeva conto che con Usagi era impossibile! Non le stava mai bene nulla di quello che diceva o faceva; aveva sempre da ridire e non era mai capace di essere garbata e posata!

       Lei ti piace, e molto. ”

   Le parole di Kunzite gli vorticarono improvvisamente in testa e si chiese come potesse avere un migliore amico talmente imbecille! Usagi non gli piaceva e mai le sarebbe piaciuta!

   Era cocciuta, pedante, insopportabile, voleva avere sempre l’ultima parola, orgogliosa, violenta, maleducata, menefreghista e ritardataria cronica. Con una persona del genere non aveva nulla a che spartire! Assolutamente!

   La porta sbattuta della sua stanza lo riportò al presente. Se ne era andata! Definitivamente.

       - Dannazione! Giuro che è l’ultima volta che mi comporto in un modo talmente idiota!

   Così dicendo uscì dalla stanza correndole dietro.

 

***** ***** *****

 

XI giorno

Ore 09:55

-19 giorni all’alba

 

   Le porte dell’ascensore si stavano per chiudere quando un piede messo in mezzo lo impedì.

   Alzò la testa per vedere chi aveva osato interrompere la sua ritirata strategica, ma non certamente dovuta timore che le incuteva Mamoru. No assolutamente, voleva evitare di commettere un omicidio: aveva solo venticinque anni ed era troppo giovane per passare il resto della sua vita chiusa in  una cella di massima sicurezza.

   Presto però, comprese che quello era davvero un giorno pessimo!

       - Mi dai un passaggio?

   Il volto sorridente della presunta vittima le si parò davanti. Chiuse gli occhi per evitare di dare in escandescenza. La cosa grave era che quel mentecatto di Mamoru aveva anche il coraggio di fare il brillante!

       - Prego.

   Silenzio. Era arrivato il momento del training autogeno. Inspirare ed espirare. Meditazione zen. Yoga. Stava cercando di attingere a tutto ciò che conosceva per mantenere la calma!

       - Che piano?

   Ok! Lei ci stava mettendo tutti i mezzi, lui pure! Mamoru Chiba aveva deciso di morire quel giorno, non c’era altra spiegazione.

       - Zero.

   E si era portata la solita ciocca di capelli dietro l’orecchio.

       - Nervosetta!

   Il sopracciglio biondo scattò in alto: training autogeno!

       - Colpa della compagnia, non è delle migliori!

   Adesso perché l’ascensore aveva iniziato a salire? Loro… lei doveva scendere!

       - Devono averci chiamato da qualche piano in alto!

       - Ma va! Non lo avevo capito!

   L’acidità era tale che i vasi del suo corpo si stavano corrodendo da soli. Doveva calmarsi, ma Mamoru non le dava una mano. Perché con lui finiva sempre in quella maniera? Era impossibile per loro parlare senza scannarsi, ormai ne era certa.

       - Se ti va, andiamo al bar e prendiamo una camomilla!

       - No, grazie! Mi basta starti lontano! Poi torna tutto alla normalità! Deve essere una sorta di reazione allergica, non so se mi capisci!

   Sarcasmo. Il sarcasmo e l’acidità erano la sua arma.

   Amore segreto!

   Quella sera avrebbe fatto un discorsetto a Minako e le avrebbe spiegato che quello di Mamoru era un amore tossico che presto o tardi l’avrebbe condotta allo sfacelo!  

       - Siamo leggermente di cattivo umore oggi!

       - No, assolutamente!

   Le porte dell’ascensore si erano fermate al settimo piano ma non vi entrò nessuno, colpa di Mamoru che aveva premuto immediatamente lo zero.

       - Se c’era qualcuno lo hai lasciato a piedi!

       - Volevo un po’ di intimità…

   Usagi lo guardò dritto negli occhi ed un sorrisetto sadico le si formò sulle labbra lucide di lucidalabbra.

       - Togliti dal viso l’espressione da bello ed impossibile, con me non attacca!

       - Sei insensibile al mio fascino?!

   Alzò le spalle per fargli capire che su di lei le sue parole, ed i suoi sguardi ammiccanti, non avevano alcun effetto.

       - Ti chiedo scusa, per tutto! Per la mia reazione di ieri, per oggi, per adesso! Per favore, accetta le mie scuse.

   Ok! Mamoru ancora non aveva capito che a lei non bastavano quattro moine. Non era certo una di quelle sciacquette che era solito rimorchiare.

      - Mi hai stancato! Smettila di fare il deficiente!

       - Croce sul cuore e che io possa morire all’istante se non sono sincero!

   Lo guardò negli occhi e poi tornò a squadrare le porte chiuse dell’ascensore.

       - Non puoi morire per così poco!

   Avrebbe voluto aggiungere un purtroppo, ma preferì non farlo. Meglio una tacita e momentanea tregua piuttosto che continuare con quello strazio di conversazione. Dopo quella constatazione le porte dell’ascensore si aprirono sul piano zero ed Usagi uscì seguita subito dopo da Mamoru.

       - Io adesso vado! Tu è meglio se torni sopra.

       - L’invito al bar è sempre valido!

   L’occhiataccia di Usagi lo convinse a completare la frase.

       - Niente camomilla per te, sei più dolce del miele oggi!

   Aveva alzato gli occhi al cielo in cerca di un aiuto: perché Mamoru doveva essere così insopportabile? Perché non capiva mai quando fermarsi?

       - Accetto a due condizioni!

   Lo guardò ed attese un segnale da parte sua, tanto per capire se era disposto a continuare ad ascoltarla! Quando lo vide acconsentire con il capo, iniziò a parlare.

       - Offro io e mi dici cosa avevi tanto da urlare poco fa!

   Mamoru si era fatto serio in viso ed era concentrato come se stesse soppesando le sue parole, si era fatto più pensieroso per un attimo per poi tornare sorridente quello successivo. Quel ragazzo era affetto da disturbi di personalità, non c’era altra spiegazione.

       - Affare fatto!

   E con quella risposta aveva confermato la sua teoria. Dieci minuti prima l’aveva letteralmente, anzi praticamente, cacciata dal suo studio, adesso tutto sorridente l’accompagnava al bar. Uomini, chi li capiva era brava, e poi erano loro donne quelle complesse! Comunque anche lei non scherzava in quanto ad assurdità! Perché si trovava in quella hall a parlare con Mamoru invece di averlo mandato definitivamente a fare… a quel paese?

 

***** ***** *****

 

XI giorno

Ore 10:03

-19 giorni all’alba

 

   Usagi si era calmata. Non che ci volesse molto per far calmare una donna, quattro moine e tutte erano stese.

       - Cosa prendi?

   E con quella domanda e lo sguardo sorridente di lei, la sua teoria era confermata.

       - Un the Hojicha!

        - Io prendo un the Genmaicha… e per favore aggiunga anche dei dolci al cioccolato a suo piacere!

   La cameriera si era fermata per lanciargli uno sguardo languido e la cosa non era sfuggita ad Usagi che adesso sorrideva divertita.

       - Mi sa che ti sto rovinando la piazza! Forse dovrei mettermi in quel tavolo laggiù!

   Sorrise per la battuta e si avvicinò ancora di più ad Usagi, facendole capire, con il movimento delle dita, che anche lei doveva avvicinarsi a lui!

       - La cosa è reciproca! C’è un tizio che mi sta fulminando da quando siamo entrati e ci siamo seduti allo stesso tavolo!

       - Dove?

   La curiosità di Usagi lo fece sorridere. Si avvicinò maggiormente a lei scostandole i capelli dall’orecchio. In quello stesso istante la fragranza del profumo alla pesca gli solleticò le narici; per alcuni attimi gli sembrò di perdere il contatto con la realtà ma tornò subito cosciente di sé.

       - Alla tua destra, ore tre! Ma non girarti subito!

       - Ok capo!

   Usagi tornò al suo posto e si mise comodamente seduta facendo finta di nulla. Con un movimento impercettibile del gomito, fece cadere la penna che aveva uscito dal taschino con molta nonchalance e così si era chinata per raccoglierla. La vide sollevare impercettibilmente lo sguardo ed accorgersi del tipo che la fissava, poi si alzò lentamente per tornare a sedersi in modo composto.

       - Cazzo!

   Quella esclamazione lo sorprese, non era da Usagi lasciarsi andare ad un linguaggio tanto colorito; spostò gli occhi e vide il ragazzo, soggetto delle loro risate, alzarsi dal tavolo e dirigersi verso di loro.

       - Il tizio si sta avvicinando.

   Informò Usagi degli spostamenti di mister X e contemporaneamente la vide farsi pallida in viso e stringere con forza il porta tovaglioli che era posto sul tavolo. Poi la voce dell’altro li raggiunse.

       - Buongiorno Usagi!

   La vide chiudere per un attimo gli occhi e mordersi il labbro inferiore, poi cercare di stamparsi in viso un sorriso, di circostanza, e rivolgersi al tipo che l’aveva salutata con tranquillità, o un qualcosa di simile.

       - Buongiorno a te Umino!

   Infatti, la voce di Usagi era suonata stridula, gracchiante; non la conosceva benissimo ma aveva capito che si stava sforzando di apparire naturale. Aveva capito che era imbarazzata ma non aveva compreso il perché. Quel tipo non era certo bellissimo, anzi, non lo era per nulla. Bassino. Mingherlino. Sgraziato. Scapigliato. E per finire, un paio di occhiali che erano due fondi di bottiglia.

       - Come mai non hai risposto alle mie chiamate!

   Però doveva ammettere che mister X – Umino era il suo nome - sapeva il fatto suo, era arrivato subito al punto ignorando deliberatamente la sua presenza. Spostò la sua attenzione su Usagi e vide il suo viso deformarsi in un’espressione di disgusto.

       - Ho avuto molto da fare. Sai il lavoro, alcune ricerche…

       - Certo, ho capito! E dimmi, per sabato prossimo, andiamo insieme?

   Vide perfettamente il momento in cui Usagi fu sul punto di morire.

       - Bhè! Vedi Umino io…

   Gli occhi di lei andarono in cerca di una via di fuga ed alla fine si fermò sulla sua figura. Perché lo stava guardando così?

       - Andrei con Mamoru… il mio fidanzato.

   Aveva strabuzzato gli occhi! E quasi si soffocò con la sua stessa saliva quando Usagi gli prese la mano e gli sorrise in modo languido.

       - Oddio che maleducata! Mi sono dimenticata a presentarvi! Mamo-chan, lui è Umino Gurio, un amico di infanzia. Umino, lui è Mamoru Chiba, il mio fidanzato.

 

   Quando le mani si sfiorarono, il cuore perse un battito, poi tutto tornò alla normalità…

 

Attenzione: ho modificato la parte finale del capitolo VIII. Il capitolo finisce come sapete, ma ho solo aggiunto determinati particolari che forse vi fanno meglio comprendere il perché Mamoru non si senta attratto da Kiyomi.

L’angolo dell’autrice

  Buonasera lettrici carissime (ed il mio ego si gonfia e rischia di diventare ipertrofico come quello di Mamoru!)… che ne dite di questo capitoletto arrivato un giorno prima del previsto? Niente di trascendentale lo ammetto ma stavolta è stata Usagi a far passare Mamoru come fidanzato!

   Il perché dell’aggiornamento è semplice: domani mattina non ci sono, sono all’università e non mi sembrava carino lasciarvi per tutta la metà della giornata in attesa del capitolo visto che già è bello e pronto!

   Ammetto che per molte di voi la scelta di Umino come presunto antagonista di Mamoru possa sembrare assurda ma a tutto c’è un suo perché, vi fidate della sottoscritta? No, e fate bene…

   Il capitolo è, a mio modo di vedere, un po’ ripetitivo, ma vi assicuro che è voluto. Sia Usagi sia Mamoru hanno ricevuto una telefonata da parte dei genitori, telefonata poco gradita a quanto pare.

   Il mistero di Usagi è semplice e presto, nel prossimo capitolo per intenderci, sarà svelato; per Mamoru… dovrete aspettare ancora due capitoli!

   Adesso chiudo e passo a ringraziare tutte voi, per le recensioni ai due capitoli passati!

   Quasi dimenticavo: l’esame è andato alla grande, grazie a chi si è interessato per la questione ed a chi ha incrociato le dita per me!

 

RINGRAZIAMENTI PER LE RECENSIONI DEL CAPITOLO VII:

 

- MARYUSA: Buongiorno Mary, ad essere sincera tu sei stata la prima a recensire sia il capitolo VII che l’VIII! Caspita che celerità! Partendo subito devo dire che lo scontro con gli amici impiccioni era una delle prime scene che mi sono comparse in testa, come un flash, anche se la descrizione non è che mi abbia soddisfatta tanto! Perché tante premure da parte di Rei? Forse qui mi sono lasciata trascinare un po’ dal mio essere sempre una mammina che fa le raccomandazioni… sempre per tutto, anche quando si deve andare a comprare il latte! Poi se ci sono di mezzo le questioni amorose divento pedante, noiosa! Ed inizio con le raccomandazioni sullo stare attenta, non mettersi troppo in gioco, aspettare che sia lui a fare un passo, non esporsi troppo e così via… ed ho fatto lo stesso con Usagi e Rei, mi sono calata in quest’ultima e questi sono stati I risultati! Per quel che riguarda Kunzite… diciamo che Mamoru non neanche uno stinco di santo e ha avuto le sue storielle come si avrà modo di capire dai prossimi capitoli! Non ci sono misteri, su questo sono sicurissima quindi non pensate chissà cosa, quella di Kunzite è una raccomandazione ben fondata perché con un amico Casanova, ed un’amica che si considera al pari di una sorella, in mezzo è giusto mettere le cose in chiaro, o no? Per quel che riguarda Usagi… lei è troppo concentrata su Mamoru per una sua scelta personale, ha capito cosa c’è che non va in lui e vorrebbe aiutarlo, diciamo poi che non ha molte intenzioni di addentrarsi in un rapporto simil-sentimentale perché non ha una buonissima idea sul suo modo di comportarsi, quindi si tiene alla larga ed attacca per non pensare ad altro! Per i saluti ci vediamo sotto!

 

- ROMANTICGIRL: buongiorno Roxy-Rossana! Grazie per l’in bocca al lupo e sono lieta di informarti che l’esame è andato benissimo, per mia somma felicità! Passo subito a rispondere alla recensione per il Capitolo VII: sono felice di leggere che ti sia piaciuto, soprattutto la parte relativa ad Usagi ed alle altre! Per quel che riguarda Minako… diciamo che mi sto rendendo conto di mettere molto di me in alcuni di questi personaggi, infatti, per l’interrogatorio a cui ha sottoposto Usagi mi sono ispirata ad una scena simile che ha visto come protagoniste me ed una mia amica, dove io ero tale e quale a Minako… sono pessima lo so! Come ho detto poi a Maryusa, lo “state attenti” di Rei non si riferisce a qualcosa in particolare ma al fatto che trattandosi di due persone importanti, è normale preoccuparsi per un’amica che si conosce “ancor prima di nascere” e per un cugino, specie quando si crede che per loro possa esserci un qualcosa…  per quel che riguarda I ragazzi, guarda, sono più pettegoli delle ragazze, specie quando stanno in gruppo, diventano come delle vecchie comari zitelle! A dopo, ci vediamo giù!

 

- MOREA: Buondì Giulia! Oddio, ma che ha il tuo ginocchio “malefico”? Non lo sapevo! Mi spiace! Comunque tornata da meno da dieci minuti e subito a vedere se c’era un aggiornamento? Oh per Bacco! Cosa ho fatto per meritare tanta attenzione? Sono commossa! Meglio partire subito con I ringraziamenti, doverosi! Per quel che riguarda il Capitolo VII che vuoi che ti dica? Il confronto era inevitabile, anche perché è giusto dare spazio agli altri e vedere come si rapportano I due piccioni con il mondo che li circonda… non posso incentrare la storia solo sui loro sfoghi e lasciare tutto il resto fuori! Mamoru qui mi è sembrato molto ma molto infantile, fino a che si scherza sugli altri ok, ci sta, ma appena diventa lui l’oggetto di scherno… apriti cielo! Comunque noto con piacere che sei un’attenta lettrice… ahah, esatto hanno promesso agli amici ma mica hanno detto che non sarebbero usciti insieme, ma non è detto che io li faccia uscire per un appuntamento! Per quel che riguarda I punti esclamativi… diciamo che effettivamente mi sono accorta di averne abusato, anche troppo, infatti, se hai fatto caso sto cercando di limitarne l’uso! Ci provo, ma non assicuro nulla a nessuno, ok? Per quel che riguarda la recensione che ti ho lasciato credo che sia il minimo, e non la lascio, a mia volta, perché mi sento obbligata nei tuoi confronti o perché spero in un favore in cambio. Ho letto con piacere la tua fic e quello che ho scritto lo penso davvero, a volte però, mi sfuggono le fic nuove perché da quando su EFP ci sono le opzioni sulla pagina personale per mettere in un elenco le storie che si seguono difficilmente mi accorgo delle fic nuove perché vado subito al link delle storie seguite! Per quel che riguarda la riabilitazione al tuo ginocchio spero che finisca presto! Un abbraccio alla prossima! Per i saluti sotto anche con te!

 

- QUEENSERENITY83: ciao Ida! Mi spiace non aver risposto prima alla tua recensione al capitolo VII ma la settimana scorsa ero immersa nello studio e non ho potuto davvero! Minako non è una brava pettegola, no, è una grandissima detective che però non sa tenere a freno la lingua e che mette ai quattro venti tutte le sue ipotesi, da questo punto di vista deve migliorare! Si lascia prendere troppo dall’entusiasmo e questo dà un vantaggio ad Usagi che appena può scappa senza rispondere alle sue domande! Mamoru è un bambino viziato che si diverte  a prendersi gioco degli altri ma quando lui è l’oggetto dello scherno collettivo si imbufalisce e va via! Guarda i due migliori amici hanno dato dei consigli per un semplice motivo: tengono ad entrambi e percependo una leggera attrazione tra i due temono che se la cosa non dovesse andare, di doversi schierare… e questo non vogliono proprio farlo! Quindi nulla di trascendentale solo della sana prevenzione! Per quel che riguarda la mia fic in sospeso suppongo che sia “Sailor Moon” bhè… quella resterà così per un altro po’, anzi, a dire il vero avevo in mente un restauro di tutta la storia, un lifting vero e proprio! Spero che tu abbia apprezzato anche questo nono capitolo, un bacio alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: mi inchino alla tua somma saggezza o divina Elle… sono lieta di ritrovarti qui e ti chiedo umilmente perdono se ancora non ho recensito il tuo ultimo capitolo, sappi però che l’ho letto tutto ed anch’io ho fatto la prova a non pulire bene ed a sperare di tagliarmi con qualche coccio per essere medicata da Gen, ma niente da fare! Ho ricevuto un rimprovero da mamma per aver rotto il portafotografie che odiavo io ma amava lei! Pazienza! Cercherò di impegnarmi maggiormente per il futuro, comunque, te lo dico da ora, prima di giorno otto mi sarà impossibile commentare, ti prego – striscia miseramente ai tuoi piedi con le mani congiunte in preghiera sopra la testa – di perdonare la mia inettitudine! Se poi leggo che mi fai pure i complimenti inizio a sentirmi davvero uno schifo! Ma davvero ti è piaciuto il colpo di scena finale? E la scelta del perché il colore pesca? Davvero davvero? Ma come sono contenta! Ti faccio un piccolo spoiler… il bagnoschiuma non è il solo motivo per la scelta del colore e Mamoru non conosce il significato dei fiori… ma torniamo a questo settimo capitolo! Nessun suggerimento da parte di Kunzite ma tutta farina del suo sacco, effettivamente spiegare il perché del gesto sarà difficile ma non tanto! Le interruzioni purtroppo ci sono ma non so come ridurle ci sto lavorando ma credo che sia più logico, come hai consigliato tu, non andare a capo ma far capire, tramite una proposizione indiretta chi parla! Vedremo di lavorarci! Francamente non ricordo dove ho letto uno stile simile e ti assicuro che a casa sto guardando in tutti i libri che ho ma ancora non sono riuscita a capire dove cercare, ormai mi mancano quelli delle elementari e quelli dell’università (in quest’ultimi dubito che il prof di cardiologia usi i dialoghi, vuoi vedere che sono davvero i libri delle elementari? O___o ) ci vediamo sotto per ringraziarti adeguatamente per ciò che riguarda l’attenzione che presti a questa mia frivola fanfic!

 

- AINECHAN: guarda come ho avuto modi di dire diverse volte, per scrivere questa fic attingo moltissimo da quella che è la mia vita, e ti posso assicurare che in questo caso, la scusa della telefonata credo che sia internazionale, soprattutto quando ti ritrovi davanti delle amiche che vogliono pettegolezzi inesistenti visto che tu con quella persona ci hai preso solo un semplicissimo caffè! Ahah! La situazione sta evolvendosi, lentamente, ma va avanti. Grazie per la recensione! Alla prossima!

 

RINGRAZIAMENTI PER LE RECENSIONI AL CAPITOLO VIII:

 

- MARYUSA: e rieccoci anche qui sotto! Per quel che riguarda lo scorso capitolo, sono felice di sapere che anche questo ti piace! Comunque Mamoru non è andato con la stangona ma questo Usagi lo sa dato che è uscita solo dopo che ha visto andarsene solo soletto a casa! Per quel che riguarda la lista con pregi e difetti… eh! Quella è farina del sacco del mio ragazzo, diciamo che ho attinto dai tanti “complimenti” che è solito farmi (che bella cosa l’amore!)… come puoi vedere la storia è andata avanti di un solo giorno però cavolo! Usagi ha fatto passare Mamo-chan per il suo fidanzato… vedremo cosa accadrà in seguito! Grazie per essere sempre presente tra le recensitici, non manchi mai e questo non può che rendermi felice!

 

- MOREA: Anche con te ci becchiamo due volte, grazie davvero! Non so da dove sia uscita scena di Mamoru e Kiyomi, è nata da sola, tranne che per la ricerca del nome, lì ho cercato tra I nomi femminili giapponesi quelli che si somigliano maggiormente e sono usciti questi!ahah! La parte finale del capitolo l’ho modifica anche perché, presa dall’ansia dell’esame, non mi ero accorta della porcheria che era uscita fuori. Adesso si capisce che Usagi rimane nascosta ed assiste a tutto il sipario tra Mamoru e la Geisha di alto borgo! E da qui si capisce che Usagi è sì acida con Mamoru ma non per colpa di quello che è accaduto la sera prima ma per altro!

 

- SWEETCHERRY: ciao Jessica, posso chiamarti per nome, vero? Benvenuta tra le mie lettrici e grazie per i complimenti relativi alla mia fic non possono che rendermi felice, ma da qui a dire che la mia fic è scritta divinamente… ti dirò, mi hai fatto fare i salti di gioia ed un giro completo della mia stanza con le braccia aperte come se fossero le ali di un aereo! Il nuovo capitolo è arrivato, ed il prossimo è già bello che pronto e sarà pubblicato venerdì prossimo! Spero con questo nono di non averti deluso, grazie per esserti fermata a leggere, alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: anche con te Roxy ci vediamo sotto! Per quel che riguarda questo capitolo non so che dire, ho notato che ha riscosso molto apprezzamento e dire che io non ne ero per nulla convinta (forse sarò troppo autocritica?)… la parte relativa alla casa famiglia è frutto della mia fantasia, però mi sono detta che era abbastanza plausibile che una psicologa infantile prestasse servizio in una casa-famiglia, anche come semplice volontaria. Per quel che riguarda Mamoru, effettivamente non so neanche io perché sia uscito con quella Kumi… non ricordo manco io il nome! Ahah! Per quel che riguarda I pregi e difetti di Usagi, anche questa fa parte della mia quotidianità! Quando hai un fidanzato affettuoso come il mio è il minimo! Grazie per la doppia recensione spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento, alla prossima!

 

 

- PINGUI79: Mamoru non ha combinato nulla con la nostra cara Geisha di alto borgo e per fortuna tua non sei dovuta divenire afona per il troppo urlare! Tu sei gelosa, ok? Ma Usagi secondo te è gelosa? Io non credo, anche perché non credo che ne abbia dato motivo per crederlo, mi sembra, al contrario che stia sempre sulle sue e che non si lasci trasportare troppo dalla situazione ed in questo capitolo, quando la cameriera fa la radiografia a Mamoru lei sembrava parecchio divertita dalla cosa, non credi? La scena relativa alla casa famiglia è nata per caso e sono felice che ti sia piaciuta! Per quel che riguarda lo scornarsi, mi sembra che ci sia stato anche se, al solito, è Usagi quella che bolle di più tra i due! Spero che ti sia piaciuto il capitolo, grazie per la recensione, alla prossima!

 

- CHICHILINA: esimia collega  AnnaMaria, ti prego di non scusarti più, non è il caso, anche perché io sono nella tua medesima situazione e sono più ladra di te, dato che, in pratica, non ho recensito manco il primo capitolo di una tua fic! Quindi metti da parte la vergogna e permetti a me, di chiederti perdono! Come vedi la mia follia arriva fino a qui e la storia sta prendendo strani percorsi dove Mamoru sembra interessato ed Usagi tranquilla e serena e se ne infischia del bel chirurgo! Sono felice di sapere che i venerdì stai al pc a controllare, non puoi capire quanto! Questo è un grandissimo attestato di stima, davvero! Mi auguro che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e che mi possiate scusare per la mia mancanza! Un bacio ed alla prossima!

 

- SIMO87: ciao Simona, giusto? Spero che non ti dispiaccia se uso il tuo nome ma io sono solita prendermi certe confidenze con le mie lettrici per sentirle in un certo senso più vicine! Prima di tutto ti do il benvenuto tra le tante anime pie che perdono il loro tempo a leggere le castronerie che mi diletto a scrivere! Sono felice che il capitolo sia stato di tuo gradimento, e mi auguro che lo stesso si possa dire di quest’altro, dove i due personaggi, finalmente, tornano ad interagire direttamente tra loro! Grazie per la recensione, alla prossima!

 

- HATORI: Tania adesso non esagerare tesoro, capisco che la fic l’ho scritta per te ma da qui a dire che ti perdi nella profondità delle mie parole… io resto sconvolta! Ma che dici! Mi vuoi far piangere forse? No, perché se è così io prendo i fazzolettini e li tengo vicinivicini! Per l’originalità della storia devi ringraziare il mio neurone malato, è tutto merito suo, è da lì che è partita la fic! Anche se non sei puntuale so che mi segui quindi non preoccuparti se non recensisci regolarmente! Un bacio ed alla prossima! Mi raccomando però, non studiare troppo!

 

- ELLEPHEDRE: e rieccoci qua sotto anche con te! Ma non sai come mi sento fiera del fatto che tu legga la mia fic! Stiamo parlando di Ellephedre, l’autrice della sesta serie di Sailor Moon e mica una BaubauMiciMicio qualsiasi! E poi ti interessi anche di quella che è la mia vita privata, no, mi metto a piangere sul serio, sarà colpa degli ormoni – sono in piena sindrome premestruale – ma mi hai chiesto per il mio esame che è andato bene! Peccato che non si tratti del prof di Radiologia, no, per quello ho ancora bisogno forse della spada di Haruka… ho deciso che lo faccio a fettine! Ma tutti i capitoli che io trovo inutili voi li rivalutate in questa maniera? Ma grazie davvero! Allora la panoramica di Mamoru su Usagi, francamente, mi sembrava una ripetizione ma a quanto pare non è stato così! Ripetizione per ripetizione, ti confesso che però mi sono divertita a scriverla! Il fatto che poi rifiuti la bambolina di plastica… diciamo che Mamoru odia le donne troppo intraprendenti, per lui perdono subito di interesse. Il fatto è che io per descrivere Mamoru mi sto ispirando al mio ragazzo ma credo di avere un fidanzato atipico. Uno di quelli che odia le donne troppo svestite e che si mettono troppo in mostra perché per lui perdono di interesse. Sto con un ragazzo che ama la donna che lo prenda intellettualmente parlando (ed ancora mi chiedo, dopo sette anni, come io lo possa aver conquistato… credo che sia un miracolo!) e non quelle che si buttano via da subito. Quelle per lui sono involucri vuoti dove non c’è nulla da prendere neanche per una notte! Il fatto che Hideyoshi abbia una sua caratterizzazione diciamo che è stato un tentativo, ci ho provato, non ero sicura del risultato né di come gestirlo ma alla fine mi sono convinta, ho aperto la finestra di casa ed ho cercato di vedere come parlano i ragazzi ed alla fine… Hideyoshi è nato! Per quel che riguarda Usagi sul lavoro… ho descritto l’atteggiamento che avrei affrontato io con un ragazzo del genere, non so se è giusto o sbagliato, mi auguro solo di non aver esagerato! Per la parte finale hai perfettissimamente ragione tanto che l’ho modificata e ripubblicata, mi auguro solo di non aver commesso ulteriori scempiaggini. Rileggendola mi sono resa conto di non aver staccato la spina ma, erroneamente, ho continuato ad essere Usagi! Francamente, se dovessi utilizzare il linguaggio forbito dei miei amici, per indicare il seno di una ragazza non credo, effettivamente, che rientri il termine decoltè, forse loro neanche sanno cosa sia! Ho cercato di modificare ed evitare esclamazioni tipo “balcone fiorito” anche quelle troppo femminili, però sulla Geisha non mi sono trattenuta, Mamoru è un uomo, mica uno scaricatore di porto… per quello c’è Usagi che non si è creata tanti problemi ed ha affibbiato alla povera donzella l’epiteto di prostituta, ma poi perché mai, cosa avrà fatto la poveretta di così sbagliato? Per quel che riguarda il mancato quagliamento credo di essermi spiegata meglio dopo, o no? Se così non fosse tu parla che io correggo! Grazie per il tempo che ogni volta mi dedichi, mi rendi immensamente felice! Alla prossima! E grazie alla miliardesima potenza!

 

Grazie alle 13 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Angelica82;

2. bunny65;

3. chichilina

4. ertila;

5. favola08;

6. GioRock;

7. girovaghi;

8. Hatori;

9. lagadema;

10. LAS;

11. miki90;

12. stella93mer;

13. Tappetta4;

 

Grazie alle 37 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. Allen_Anne_Black;

2. aquizziana;

3. ashar;

4. bellacullen889;

5. brescy;

6. DeepDereck;

7. Enza85;

8. Fantasy_Mary88;

9. fasana;

10. favola08;

11. GioRock;

12. hoshi90;

13. igniflia;

14. kiss88;

15. LittleSimo;

16. micina82;

17. Miky 483;

18. Minerva89;

19.  Moons Tear;

20.  Morea;

21. Neptune87;

22. Poisonivy;

23.  ponpon;

24. Potter92;

25. pulcinaele87;

26. romanticgirl;

27. sailorm;

28. shalya;

29. simo87;

30. SweetCherry;

31. Tappetta4;

32. Toru85;

33. Truelove;

34. usachan;

35. vale_129;

36. _Maddy_;

37. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare ad ashar e poisonivy  per essersi aggregate a questa avventura! Mi spiace aver perso Akane_val

 

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 4 giugno 2010!

 

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Capitolo 11
*** Capitolo X ***


Nuova pagina 1

Note:

- kun: uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (fonte Wikipedia)

-chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici. ( fonte Wikipedia)

- coiffeur: in francese vuol dire parrucchiere, la pronuncia dovrebbe essere cuaffer;

- chauffeur: in francese vuol dire autista, la pronuncia dovrebbe essere scoffer, dovrebbe...

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo X

 

XII giorno

Ore 07:15

- 18 giorni all’alba

 

       - Hai invitato Mamoru all’anniversario dei tuoi?

       - No Minako, non l’ho invitato. L’ho fatto credere ad Umino, il che è diverso, molto diverso!

   Erano seduti a fare colazione, lei, Minako e Kunzite. La sera prima non aveva potuto raccontare nulla perché Minako era impegnata con una cena di lavoro e quando era rientrata, accompagnata dal fidanzato, era ormai notte fonda… il fatto che Kunzite fosse rimasto a dormire da loro, invece, era la normalità.

       - E Mamoru?

       - “E Mamoru” cosa? Kunzite non metterti anche tu con queste storie assurde! - Aveva risposto e subito dopo aveva addentato il suo cornetto caldo. Da quando non viveva più in casa con i genitori, aveva preso l’abitudine di fare colazione all’occidentale con caffè, latte e cornetti… quella mattina, poi, Kunzite era stato così gentile da uscire ed andarli a comprare direttamente in pasticceria e quello era stato il buongiorno più dolce degli ultimi mesi... oltre che un vero e proprio idillio per le sue papille gustative!

       - Voglio dire, che ha detto quando si è sentito presentare come il tuo fidanzato! - La voce di Kunzite in quel momento era solo un sussurro tanto era immersa nella degustazione della sua colazione, gli occhi erano chiusi ed il sapore della marmellata di albicocche le inebriavi i sensi. Non c’era proprio spazio per nessuno, se non per il cornetto.

       - Che goduria!

       - Usagi adesso basta! - Minako le aveva letteralmente strappato il croissant dalle mani e la guardava arrabbiata attendendo una spiegazione.

       - Ragazzi siete impossibili! Non ha detto nulla! Appena Umino è andato via mi sono limitata a spiegare come stavano le cose, tutto qui!

       - E lui?

       - Oddio, ma avete una fissazione voi due! Se siete così curiosi, perché non chiedete direttamente a lui…oh cavolo! È tardissimo, io scappo!

       - Ehi aspetta! - Ehi aspetta un corno! Era in ritardo, come non le capitava più da anni, forse secoli.

       - Cosa Minako? È tardissimo!

       - Ricordi stasera, vero? - Si era fermata in mezzo alla cucina e fissava ora l’uno ora l’altra con uno sguardo perplesso: cosa c’era da fare quella sera? Era venerdì quindi…

       - Sì, ci vediamo in pizzeria… o no? - Se Minako le aveva fatto quella domanda probabilmente il programma era cambiato!

       - Lo sapevo, lo hai dimenticato!

       - Cosa ho dimenticato? Muoviti però che senno faccio davvero tardi!

       - Oggi è il compleanno di Jadeite! Rei ha organizzato una festicciola a sorpresa a casa sua!

       - Casa sua, di chi?

       - A casa di Rei! Usagi è da più di una settimana che ne parliamo!

       - E va bhè, non occorre innervosirsi così!

       - Non occorre innervosirsi così? Kunzite ma tu l’hai sentita? - E quando tirava in ballo Kunzite voleva dire che lei poteva anche svignarsela senza problemi. Kunzite non amava molto essere messo in mezzo e, puntualmente, la coppia finiva a discutere amabilmente dimentica di tutto il resto! Che bella cosa che era l’amore!

       - Sì, l’ho sentita!

       - E non le dici niente?

       - Scusa, che vuoi che le dica?

       - Ehm, ragazzi… - Voleva lasciarli alle loro tenere beghe d’amore ma doveva necessariamente sapere a che ora era l’appuntamento, tanto per trovare un regalo al volo per Jadeite. Peccato che erano troppo attenti alla loro dolce discussione per curarsi di lei!

       - Non occorre alzare la voce!

       - Sei stata tu la prima ad averla alzata!

       - Io non alzo mai la voce!

       - Ed adesso che stai facendo?

       - Ragazzi… per favore… - Semmai si fosse innamorata, avrebbe fatto in modo di non comunicare così passionalmente con il proprio compagno… era in momenti come quelli che invidiava sua nonna che viveva ad Hakone ad appena un’ora da Tokyo. Perché anche lei non imparava ad amare la pace e la quiete della campagna?

       - Sei stato tu a costringermi a farlo!

       - Certo! Sono io! Sono sempre io! Sono sempre io il cattivo della situazione e tu sei solo la povera vittima dell’orco cattivo!

       - Ma fammi il favore…

       - Me ne vado, è inutile parlare con te!

       - Già, bravo vai!

       - RAGAZZI! - Fortunatamente per lei, e per i vicini, era riuscita a zittirli! Minako e Kunzite quando iniziavano a litigare diventavano ingestibili e le urla si avvertivano per isolati ed isolati…

       - Adesso che ho la vostra attenzione, posso sapere a che ora è la festa?

       - Alle sette… - Le aveva risposto una Minako alquanto nera, era meglio defilarsi il prima possibile!

       - Perfetto! Io vado, voi continuate pure ad azzannarvi amorevolmente! Buona giornata!

   Era scappata sbattendo la porta di casa! Era in un ritardo indicibile e se non si fosse data una mossa avrebbe perso la metropolitana e da lì tutte le coincidenze che l’avrebbero portata a lavoro.

   Kunzite e Minako, fortunatamente, avevano la capacità di smettere di litigare appena venivano interrotti, anche per quello aveva urlato per attirare la loro attenzione. Era uno strano rapporto il loro però doveva ammettere che insieme formavano una bella coppia. A dire il vero tutte le sue più care amiche formavano coppie invidiabili con i rispettivi compagni e lei, a volte quando si ritrovavano tutti assieme, si sentiva sempre un po’ fuori luogo, come una vecchia zitella. Molte volte si dava della stupida per quei pensieri, aveva solo venticinque anni ed un’intera vita d’avanti, avrebbe trovato la persona adatta a lei, quella capace di capirla solo con uno sguardo, solo da un gesto, sì, l’avrebbe trovata, o no?

   Si stava addentrando in anfratti troppo pericolosi, forse era meglio chiudere lì il cassettino delle riflessioni e continuare come se nulla fosse quella giornata, in fin dei conti ancora non erano neanche le otto del mattino.

 

***** ***** *****

 

XII giorno

Ore 19:10

-18 giorni all’alba

 

       - Finalmente sei arrivato! Mancavi solo tu, muoviti! A momenti Rei e Jadeite saranno qui! - Ok, era in ritardo, ma Kunzite che motivo aveva per spintonarlo dentro a quella maniera? Lavorare in chirurgia voleva dire non avere orari perché, il più delle volte, poteva capitare che un intervento durasse più del previsto.

       - Sta calmo, così me lo rompi il braccio!

       - Ti rimane sempre l’altro!

       - Per operare mi servono entrambi!

       - Piantatela voi due ed entrate! Non vorrete rovinare la sorpresa!

       - Ciao anche a te Minako!

       - Buonasera Chiba! Io e te dobbiamo parlare! - Da quando Minako Aino perdeva il suo prezioso tempo a discutere con lui?

       - Come mai…

       - Minako puoi venire un attimo?

       - Arrivo! - Stava per sparire dentro la cucina ma era tornata indietro, si era fermata, ed adesso lo fissava corrucciata.

       - Con te non ho ancora finito! Ricordati che noi due dobbiamo fare un discorsetto!

       - Dove e quando vuoi! - Tipa strana la ragazza, di questo ne era sicuro, solo un pazzo come Kunzite poteva starci.

       - La tua ragazza oggi mi sembra più folle del solito. Avete litigato?

       - Quello sempre! Non sai che le liti servono a rinsaldare il rapporto?

       - Certo, se lo dici tu! Spero di non trovarmi mai nella tua stessa situazione!

       - Non saprei, non è che tu e lei siate così calmi!

       - Ancora con questa storia? Ma vuoi piantarla!

       - Amico mio, negare non servirà a nulla! Sei cotto di lei!

       - Come no, vado a salutare gli altri…

       - Occhio alle sorprese!

   Ma non fece caso alle parole di Kunzite. Una volta dentro si era diretto subito in camera di Rei. Per lui, che da bambino passava la stragrande maggioranza dei suoi pomeriggi in casa della cugina, era normale muoversi per gli innumerevoli corridoi come se nulla fosse. Come sempre, senza bussare, era entrato nella stanza di Rei.

       - Prima di entrare si bussa, non te lo hanno mai insegnato? - No, non poteva essere!

       - Che diavolo ci fai qui?!

       - Stavo cercando le sigarette!

       - Sfotti?

       - Ho risposto ad una tua domanda Chiba-kun. - Non lo sopportava, assolutamente. Chi diamine credeva di essere per usare quel tono così accondiscendete nei suoi confronti? Ma soprattutto, chi lo aveva invitato?

       - Ryu mi cercavi? Hai finito con le sigarette? - L’arrivo di Usagi aveva interrotto il silenzio che era calato tra i due. La testa bionda di lei era sbucata dalla porta socchiusa e si era rivolta verso l’altro, lui non era neanche stato notato.

       - Sì splendore. Stavo parlando con il tuo amico.

   Solo così si era accorta della sua presenza, evviva!

       - Oh, ciao Mamoru, non sapevo fossi arrivato!

       - Se vuoi vado via!

       - Ryu andiamo, Mamoru non è molto in vena oggi!

   Ignorandolo, stavolta volontariamente, aveva preso la mano di quello, era uscita dalla stanza, richiudendo la porta.

   Ma che diavolo gli era preso?

 

***** ***** *****

XII giorno

Ore 19:15

-18 giorni all’alba

 

       - Chiba-kun è sempre così?

       - No Ryu, di solito è peggio!

       - Forse è geloso…

       - Come?

       - Sì, geloso di… - No, anche Ryu no! Tutto tranne questo, era già difficile sopportare le teorie di Minako, a volte poi ci si metteva anche Rei a darle manforte… ma anche Ryu non lo avrebbe retto!

       - Ryu, credimi, Mamoru non è geloso di me!

       - Tu credi? A me non sembra. 

       - Fidati, Mamoru ha altro genere di problemi.

       - Quali?

       - Non credo che sia giusto parlarne con te. Non offenderti.  - Ci aveva pensato a lungo ed alla fine credeva di aver capito quale potesse essere il problema di Mamoru.

       - Assolutamente, non mi importa di Chiba-kun.

       - Usagi puoi raggiungerci un attimo? Abbiamo bisogno di te!

       - Scusami, il dovere mi chiama! Tu intanto perché non vai di là, ci sono anche gli altri!

       - No, magari vado fuori a fumare.

       - Va bene, io vedo cosa è successo e ti raggiungo. - Non era colpa sua se Ryu si trovava a disagio con i suoi amici, infondo, c’era anche da capirlo, era la prima volta che li incontrava. Lei non lo aveva invitato, era tutta opera di Minako che appena lo aveva intravisto si era fiondata al suo braccio invitandolo a restare con loro… ed aveva un vago sospetto sul perché di quell’invito improvviso.

       - Cosa è successo?

       - Allora?

       - Allora cosa Minako?

       - Ryu e Mamoru… chi ha vinto il primo round? - Ecco!

       - Di cosa stai parlando?

       - Lascia perdere Usagi, è da quando è arrivato Mamoru che Minako non fa altro che dire assurdità!

       - Ami non è vero! Anche Makoto la pensa come me!

       - Posso sapere di cosa parlate oppure tiro ad indovinare?

       - Non è così difficile…

       - Lo so Ami, con Minako ultimamente non si può parlare d’altro. È diventata monotematica!

       - Ehi! Non è vero! Cerco solo di farti aprire gli occhi! Lui è cotto al punto giusto ed anche tu!

       - Ragazze io torno di là non ce la faccio a sentire tutto il giorno certe cretinate! - Quando Minako era in modalità paladina dell’amore era impossibile resistere per più di tre minuti; per lei era ancora più difficile visto che ci divideva pure la casa, per questa ragione la sua pazienza era ridotta ai minimi termini!

       - Usagi…

       - Dimmi Mako-chan!

       - Ma si sono picchiati? – No, era solo un incubo! Minako non poteva aver soggiogato tutti con quei suoi assurdi discorsi. Training autogeno: inspirare ed espirare. Sì, sarebbe sopravvissuta a quella serata.

       - Lasciale perdere! Andiamo… - Meno male che le era rimasta Ami, almeno lei era l’unica che non si era lasciata trascinare da quella assurda idea.

       - Ami, tu che sei sempre stata la mente del gruppo, sapresti spiegarmi perché si sono messe in testa questa storia assurda di me e Mamoru?

       - Non saprei! Forse perché tu e Mamoru sembrate compatibili…

       - Ti ci metti anche tu?! - Si era immobilizzata al centro del corridoio per quella scoperta.

       - No! Cioè… tu e Mamoru siete gli unici single del gruppo, ci piacerebbe se magari…

       - Anche Seiya non mi sembra stia in compagnia!

       - Veramente stasera non è solo…

       - Cosa!? Anche Seiya ha trovato un’anima pia capace di tollerare il suo infantilismo? Perché io non riesco a trovare uno straccio di maschio, sai dirmelo? E poi non capisco perché proprio Mamoru, non ci sono altri uomini sulla faccia della terra? E comunque, se non ricordo male, fino a poco tempo fa Minako non lo sopportava!

       - Sai come è fatta Minako! Cambia idea facilmente!

       - Tra me e Mamoru non c’è e non ci sarà mai nulla! Questo è bene che ve lo mettiate in testa, tutti! Non potrei stare con lui neanche se fosse l’ultimo esemplare di maschio sulla faccia della Terra!! - Era assurdo, tutti si erano incaponiti in quella idea inconcepibile, ma poi cosa poteva esserci tra lei e Mamoru? Nulla! Esattamente, il nulla!

   Erano diametralmente opposti.

   Il giorno e la notte.

   Bianco e nero.

   Destra e sinistra.

   Ragione ed istinto.

   Sole e Luna.

   Quasi quasi erano pure bene e male!

   Ipotizzare una storia tra loro era fuori discussione anche perché lei non aveva nessuna intenzione di diventare una paziente del reparto per cui lavorava, assolutamente.

       - Usagi…

       - Cosa ancora!

   Si era girata come una iena senza riconoscere nemmeno chi la chiamava e quando si ritrovò davanti il viso perplesso di Ryu era diventata rossa a causa dell’imbarazzo.

       - Oh, scusami Ryu! Ero convinta fossi qualcun altro…

       - Non vorrei trovarmi nei panni dell’altro!

       - Neanch’io credimi! - Perché i suoi amici non potevano vederla con un ragazzo carino e simpatico come Ryu? Ah, vero! Lo aveva dimenticato… Ryu aveva quel piccolo problema… con una donna davanti, non riusciva a tenere le braghe alzate... neanche se era impegnato.

       - Ti va qualcosa da bere?

       - Bhè si grazie! - Ma neanche il tempo di entrare nel salone che ecco Minako pronta a placcare, la sua era una marcatura ad uomo!

       - Usagi, quando arriveranno Rei e Jadeite? Dovevano essere qui da un po’… - Ok, adesso si stava esagerando. Davvero!

       - Sbaglio, o sei tu quella che si è sentita con Rei per l’ultima volta?

       - Sì però magari tu ne sapevi qualcosa di più…

       - No Minako! Non ne so nulla… Ryu ti dispiace un attimo? Devo dire una cosina alla mia coinquilina! - Oh, le avrebbe detto tutto, ma proprio tutto!

   Erano tornate in cucina dove adesso erano sole. Minako si guardava in torno facendo finta di nulla ma lei sapeva che aveva intuito il perché di quella conversazione privata.

       - Guardami! - Bene, la ignorava adesso! - Minako, ho detto guardami!

       - Non occorre urlare, ti sento! - Oh Kami! Che qualcuno le impedisse di commettere un omicidio!

       - Ti rendi conto che così facendo non fai altro che aumentare la mia antipatia nei confronti di Mamoru?

       - Io non sto facendo nulla e poi cosa c’entra Mamoru adesso?

       - No cara! Non giocare al gatto col topo con me perché tanto non attacca!

       - Io non sto giocando! Sei tu che hai tirato in ballo Mamoru dal nulla, come mai?

       - Mi credi scema? Ti sembra che non mi sia accorta che stai facendo di tutto per non farmi stare da sola con Ryu? Che fai di tutto per mettere Mamoru Chiba sulla mia strada? Che poi non capisco, se non vuoi che Ryu mi stia così vicino, allora perché lo hai invitato a rimanere?

       - Io? Io non ho fatto nulla! Sei ingiusta con me! Ho invitato quel povero ragazzo perché non era giusto che ti facesse da coiffeur, era il minimo che potessi fare!

       - Si dice chauffeur! Il coiffeur è il parrucchiere!

        - Parrucchiere o autista che cambia? Il fatto è che quel poveretto era lì dietro di te e voleva essere invitato!

       - Minako! Non insultare la mia intelligenza! Tu stai complottando alle mie spalle!

       - Io non sto insultando un bel nulla! Sei tu che vedi complotti ovunque! - Quanto poteva essere finta la sua amica? Doveva riconoscerglielo: era una grandissima attrice. Se non l’avesse conosciuta bene sarebbe potuta cascarci in quella commediola da quattro soldi che aveva messo su in un battibaleno.

       - Con me non attacca! Che motivo avevi di invitare Ryu a questa festa? Non conosce nessuno poverino! E tu non fai altro che chiamarmi e costringerlo a rimanere da solo! E poi per quale assurdo motivo mi hai mandato nella camera di Rei sapendo che Ryu non aveva bisogno di me?

       - Ryu era lì da un po’!

       - Ryu era lì da due minuti e non mi aveva chiamato!

       - Davvero? Vuoi vedere che devo decidermi a fare una visita dall’otorino? Inizio a pensare che forse ho veramente problemi di udito!

   Probabilmente aveva trovato qualcuno che le facesse saltare la pazienza solo come Mamoru Chiba era capace! Oh, cavolo, adesso basta! Non poteva tirare in ballo Mamoru quando non c’entrava nulla!

       - Minako ti avviso: un’altra sparata delle tue e sei una donna morta!

       - Ma Usagi…

       - Niente ma! - Ed il suo indice puntato verso l’amica la faceva sentire tanto mammina pronta a sgridare la figlioletta cattiva! Ma con Minako occorreva il polso di ferro, anzi meglio di granito! La vide mettere il broncio e darle le spalle e partire a passo di carica. Adesso che era rimasta sola in cucina poteva anche rilassarsi, Minako se ne era tornata nel salone dove tutti aspettavano l’arrivo del festeggiato e di Rei. Le dispiaceva essere stata così aggressiva ma non poteva fare diversamente; la sua amica, quando ci si metteva, diventava davvero una bambina, il mattino seguente si sarebbe scusata con lei per l’eccessiva aggressività.

       - Dimmi tutto!- No! Il mattino seguente l’avrebbe sgozzata, ma anche prima…

       - Nulla Mamoru! Minako deve aver capito fischi per fiaschi!

       - Capisco… - Mamoru le sembrava titubante…

       - Mamoru, tutto bene?

       - Sì! Per caso, ti stai rivedendo con quello? - Voleva picchiarsi la testa nel muro! Sì che lo voleva! Ma mai nessuno che si facesse gli affaracci suoi? Mai?!

       - Che ti importa? - Era riuscita a non apparire particolarmente acida, era già un passo avanti!

       - Nulla! Però scusami ma non ci riesco! - Bene, allora era vero che Mamoru soffriva di disturbi di personalità: un attimo prima calmo e dimesso, quello successivo diventava un invasato isterico!

       - Prego? - In quel caso era meglio assecondare per vedere dove sarebbe andata a finire la discussione.

       - Quello vuole solo portarti a letto! - Oddio! No, anche Mamoru no!

       - Ma tu guarda! Ed io che ero convinta che invece volesse invitarmi ad ammirare la sua collezione di farfalle!

       - Non fare l’ironica!

       - Perché è solo una tua prerogativa?

       - Non ti dà fastidio essere considerata un oggetto sessuale? - Se le dava fastidio? No… sì! Ma a Mamoru non doveva interessare!

       - Mamoru, ascoltami: non sei mio padre. Non sei mio fratello. Non sei il mio ragazzo! Ti è chiaro il concetto?

       - Sono tuo amico!

       - No Mamoru, non sei neanche un mio amico! - Ok, era stata rude, molto rude, ma non poteva fare diversamente. Mamoru doveva capire che loro due non erano nulla, assolutamente nulla, solo due sconosciuti che frequentavano persone comuni e che si erano incontrati due volte per pranzare insieme e nulla di più!

       - Perfetto! Allora permettimi, da illustre sconosciuto, di informarti che il tipo vuole solo scoparti e nulla di più!

       - Grazie per l’informazione ne terrò nota!

       - Vado, non sia mai che il tuo amico possa sospettare qualcosa di noi!

       - Non c’è nessun noi!

       - Per fortuna!

       - Aspetta!

       - Cosa vuoi ancora? Non vuoi tornare da Ryu?

       - Tu un paio di giorni fa mi hai detto che non era così che funzionava, adesso sono io che te lo ripeto: non funziona così! Io non sono tua proprietà!

       - So perfettamente che non sei una mia proprietà!

       - È questo il punto: ti comporti come se lo fossi!

       - Non capisco perché le donne siete convinte del fatto che, se un individuo di sesso maschile si preoccupi per voi, per causa di forza maggiore, deve essere per forza innamorato!

        - Qui non si sta parlando di amore!

        - No, strano, sono sicurissimo che tu abbia interpretato le mie parole come una dichiarazione d'amore!

       - Non ho detto o pensato nulla di ciò! Non si tratta di sentimenti, o meglio sì, ma non come li intendi tu! Mamoru è complicato, questo non credo che sia il luogo adatto per affrontare determinati argomenti, torniamo di là! - Farlo innervosire non era il caso, a quel punto far comprendere le sue motivazioni sarebbe diventato impossibile.

   Gli passò accanto senza aggiungere una parola ma la presa di Mamoru sul suo polso non le permise di muoversi.

       - Usagi non trattarmi come un bambino! Ho avuto già modo di spiegarti che con questo atteggiamento con me non vai da nessuna parte! Parla!

       - No! Non puoi ordinare agli altri di fare ciò che vuoi, impara a rispettare il prossimo! - Perché gli uomini si comportavano come tanti bambini?

       - Siete tutti convinti di fare e dire sempre la cosa giusta, non è così? - Perfetto! Adesso entrava nella fase di vittimismo.

       - No, io non sono convinta di nulla! Ti sto solo dicendo che non puoi pretendere l’esclusiva sulle persone. Tutti abbiamo una vita che prescinde da te, è bene che tu te lo metta in testa! - Era stata dura, eccessivamente. La stretta di Mamoru era più lenta ma ancora era lì. Lui non si decideva a muoversi e lei iniziava a sentirsi in colpa per come gli aveva parlato.

       - Usagi…

       - Mamoru sono stata brusca, ti chiedo scusa. Sono nervosa per problemi miei personali e probabilmente me la sono presa con te, inutilmente. Andiamo di là, poi, domani con calma parleremo, va bene? - Era nervosa per colpa di tutta quella situazione. Per colpa di Minako che iniziava ad esagerare con le sue teorie e per colpa di Mamoru che la trattava come se fosse un oggetto…

       - Hai ragione, sono io il problema…

       - Non si tratta di essere o meno un problema…

       - Ragazzi sono arrivata Jadeite e Rei… ehm… scusate, ho interrotto qualcosa?

       - No Nephrite, non hai interrotto nulla.

   Con quelle parole Mamoru aveva lasciato il suo polso e si era diretto verso il salone. 

 

***** ***** *****

 

XII giorno

Ore 21:30

-18 giorni all’alba

 

   Aveva sbagliato tutto ed era stato uno stupido!

   Come gli era saltato in mente di fare quella pseudo scenata ad Usagi? Ma cosa credeva di fare? Davvero era convinto che lei non si fosse accorta degli sguardi che quello le lanciava?

   Davvero credeva che lei non si fosse accorta di come, ogni volta che quello le era vicino, cercava un contatto fisico? Una volta era una mano, un’altra una ciocca di capelli davanti gli occhi, poi era la volta di una carezza!

   Ma poi perché l’aveva messa in guardia? Usagi era libera di fare ciò che voleva, perché lui si era messo in mezzo, a che pro?

       - Tutto bene? Non credi di aver bevuto abbastanza?

   Alzati gli occhi dalla bottiglia di birra che teneva in mano, aveva incrociato lo sguardo preoccupato di Seiya.

       - Sono lucido non preoccuparti!

       - Non è per questo! Sembri stare male, posso fare qualcosa per te? - Se poteva fare qualcosa per lui? Sì, poteva spiegargli perché era stato tanto stupido con Usagi. Poteva spiegargli perché si era sentito infastidito nel vederla così vicina all’altro. Poteva spiegargli perché due ore prima si era comportato da perfetto idiota.

       - Ti ringrazio Seiya, ma sto bene. Ho solo bisogno di bere un po’!

       - Sei mio fratello, è normale che mi preoccupi per te! Hai una faccia da funerale, cosa è successo?

       - Niente che ti possa riguardare!

       - Ok, si tratta di Usagi…

       - Mi spiegate per quale fottutissimo motivo, nell’ultimo periodo, ogni volta che sono nervoso è colpa di quella pazza sclerata?

       - Non ogni volta… la stragrande maggioranza delle volte.

       - Lasciami in pace, dentro c’è la tua ragazza che ti aspetta!

       - No! Sei mio fratello! Santo cielo, Mamoru non puoi pretendere che non mi preoccupi per te vedendoti qui, da solo, mentre dentro tutti festeggiamo!

       - Perfetto! Non vuoi vedermi? Entra!

       - Mamoru…

       - No! Meglio ancora, vado via io! Salutami Jadeite ed inventati qualcosa con Rei, anzi, dille che ho ricevuto una chiamata dall’ospedale e che sono andato via!

       - Mamoru aspetta! Non puoi scappare in questo modo!

       - Non sto scappando, stasera non sono di compagnia e non mi va di rovinarvi la festa!

       - Perché fai così?

       - Ma così come?

       - Dille che ti piace e risolvi il problema!

       - Sicuro di non aver esagerato tu con la birra?

       - Il solo fatto che tu abbia capito a chi mi riferivo mi fa intuire che il tuo interesse va al di là di una semplice scopata!

       - Certo Seiya! Per tornare a casa chiama un taxi, non è prudente che ti metta alla guida in queste condizioni! Ci vediamo! - Suo fratello, quando voleva, sapeva essere davvero divertente… tutti si erano accorti del suo  presunto interesse per Usagi, tutti tranne lui, e lei! E poi c'era da aggiungere che da parte di Usagi non aveva ricevuto nessun segnale che gli facesse intuire anche il più piccolo interesse per un qualcosa di più di una semplice conoscenza… conoscenza pretesa da lui tra l’altro. Il fatto era che, fondamentalmente, neanche lui sapeva cosa volere da quel rapporto: gli piaceva stare in compagnia di quella bionda psicolabile, ci stava bene. Si parlava, si rideva, si sentiva se stesso senza dover indossare la maschera da duro come capitava con tutte le altre, ma a parte questo, non provava altro. Quello che lo mandava in bestia era non capire cosa lei pensasse del loro rapporto. Usagi era ermetica e non lasciava trasparire nessuna emozione, niente di niente. Stava bene, male, si annoiava… lui non lo sapeva.

   Nulla di nulla… zero assoluto.

   In ogni caso era inutile negare l’evidenza: se lei gli avesse fatto intuire qualcosa magari un pensierino glielo avrebbe fatto, ma qualcosa senza troppe implicazioni sentimentali, del tipo una botta e via! Certo, dopo avrebbe dovuto fare i conti con Kunzite e la sindrome del fratello geloso, ma era certo di riuscire a gestire la situazione, nulla di impossibile!

       - Vai via?

   L’oggetto del suo malessere lo aveva sorpreso con quella domanda improvvisa, anche perché non l’aveva sentita arrivare, ma in tutto ciò, Seiya dove diamine era finito?

       - Sì. Hai visto dove si è andato a cacciare Seiya?

       - Gli ho detto di entrare, sai Kyoko è rimasta troppo tempo da sola con Minako, non vorrei che rimanesse shockata… senti, ti dispiacerebbe darmi un passaggio fino a casa?

       - Ed il tuo amico?

       - Andato…  

       - Sicura di voler tornare a casa? La festa è appena iniziata.

       - Vuoi darmi un passaggio sì o no?

       - Francamente no…

       - Va bene, allora fa niente, chiamo un taxi. Grazie lo stesso.

   La odiava! Sì la odiava dal più profondo del cuore. Con il suo fare sempre così compito e preciso, con il suo non arrabbiarsi mai per un rifiuto, come aveva fatto adesso. Lui le aveva negato il passaggio e lei, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, aveva detto che non era un problema e che si sarebbe fatta riaccompagnare a casa da un taxi… la cosa più assurda? Adesso lui si sentiva in colpa per la risposta appena data.

       - Ehi, stavo scherzando!

       - Anch’io! Muoviti che sono stanca!

       - Cosa? Vuoi vedere che ti lascio davvero qui? - Perché era lei a gestire il loro rapporto? Era lei che dettava i tempi del dialogo, delle liti, dello scontro: era lei ad avere in mano le redini della situazione, e questa non era la prima volta.

       - Ne saresti capace lo so, però ti prego portami via o commetto un omicidio! Minako è insopportabile!

       - Ma come, non è la tua coinquilina?

       - Sì, ed è già difficile tollerarla a casa… qui è ancora peggio!

       - Come mai?

       - Scusa, ma tra i due chi era quella curiosa?

       - Dimmelo!

       - Accompagnami a casa e saprai tutto!

       - Prendi la giacca e la borsa, io mi faccio prestare il casco da Rei. - In vita sua non era mai stato così curioso, ma quando c’era Usagi Tsukino nel mezzo, il divertimento era assicurato.

       - Sei in moto?

   L’aveva vista irrigidirsi improvvisamente, che avesse paura delle moto?

       - Paura?

       - No… ma non sono patita delle due ruote.

       - Farò il bravo, te lo prometto!

       - Mi posso fidare?

       - Devi!

       - E sia! Prendo la giacca e la borsa, due minuti ed arrivo!

       - Ti aspetto qui…

  

   La strada davanti a loro era libera, il problema era la velocità: accelerare o rallentare?

 

L’angolo dell’autrice

 

  Buon pomeriggio cari lettrici (l’ego ipertrofico ormai è una condizione cronica del mio essere!), sono puntuale anzi no, in anticipo dato che aggiorno nuovamente di giovedì (domattina sono fuori e non volevo farvi aspettare tutta la mattinata per il nuovo capitolo!). Ma, soprattutto credo, ancora non sono sicura, di poter dire che so come si concluderà la fanfic, non so ancora quanti capitoli ci saranno, io attualmente sono al XIII, e non so come si evolverà un punto preciso della storia, ma spero che questo capitolo non vi abbia deluso!

   Dal punto di vista della trama si intuisce un interesse un po’ più profondo da parte di Mamoru, certo la delicatezza di Usagi è simile a quella di un elefante, ma non possiamo farci nulla! La ragazza è fatta così.

   Il capitolo, a dire il vero, non mi lascia totalmente soddisfatta sia sotto il punto di vista della trama, credo che Mamoru sia alquanto psicopatico dato che cambia idea con molta rapidità, sia per quel che riguarda lo stile – come avrete notato ho cambiato in corso d’opera, per l’ennesima volta, il modo di presentare i dialoghi, mi auguro solo che così siano più comprensibili e si senta meno la presenza della sottoscritta. Ancora devo migliorare parecchio e vi prego di farmi notare ciò che non vi convince non solo a livello della trama ma anche, soprattutto, a livello stilistico. Sono pronta a tutto!

   Passando ai ringraziamenti, prima di tutto vorrei dirvi che, non so come ma le letture si sono raddoppiate, da una media di 150 lettori per capitolo, lo scorso capitolo ha ricevuto la visita di ben 331 persone, grazie davvero a tutti!

 

RINGRAZIAMENTI

 

- MOREA: Ciao Giulia! Prima di tutto in bocca al lupo per la tua riabilitazione, spero che il tuo percorso non particolarmente lungo e tortuoso, anzi, mi auguro che sia una passeggiata di salute! Per quel che riguarda l’università, consolati: io ho deciso di non dare nulla a giugno per preparare due esami tosti – cardiologia e respiratorio – per luglio, spero che ne valga la pena (io il mio Mamoru Chiba in carne ed ossa, più carne che ossa nell’ultimo periodo, l’ho trovato sette anni fa ma al momento anche lui è nella mia stessa situazione e mi sa che la passione me la posso solo sognare… povera me!). Non avrei mai permesso che tu perdessi due ore di studio attendendo un mio aggiornamento, quando posso (raramente) cerco di aggiornare subito di mattina, già alle 9 così da lasciarvi poi tutto il giorno serene e libere di fare ciò che più vi aggrada! Mamoru che corre dietro ad Usagi è meglio di Mamoru che afferra il polso di Usagi? E se poi sapessi cosa accadrà nel prossimo capitolo (niente baci, non voglio illuderti!)… per quel che riguarda la telefonata di Ikuko mi sembra che sia stata svelata già nella prima battuta del capitolo. La signora Tsukino ha chiamato la figlia per ricordarle dell’anniversario di matrimonio e della festa che ci sarà… nulla di particolarmente misterioso quindi! Per quel che riguarda Masao Chiba… ho fatto male i conti, il mistero sarà svelato nel capitolo XIII, abbi fede, anche in questo caso non si tratta di niente di particolare, anzi, volendo il mistero neanche sussiste visto che Mamoru ha già detto di cosa si tratta! Adesso non mi resta che chiederti, se ti è possibile, un parere anche su quest’altro capitolo… in bocca al lupo per la fisioterapia, alla prossima!

 

- HATORI: Tanya coccolatrice a distanza ciao! Mi dovrai dire il perché del post che ti ho commentato (quello relativo alle coccole, io credevo che le regalassi solo a me le tue coccole!L) passo alla recensione che è meglio! Tu mi fai piangere con tutte le tue recensioni perché sei la mia Taniuzza bedda, non ci posso fare nulla! Sono felicissima di farti ridere ed immagino che con la domanda che mi accingo a farti ti farò ridere ancora di più, ma devo… che vuol dire che Mamoru si è fatto la serra in casa? Non riesco a trovare il nesso… comunque non dire ad Usagi che lei e Mamoru sono fidanzati altrimenti finisce che lei lascia tutto e parte per la Polinesia e poi sono costretta a dividermi tra Mamoru e Giovanni e la cosa si complica! Tu dici che la finta porterà a qualcosa, non saprei (in realtà io lo so ma non te lo dico!)… per quel che riguarda le miei giornate, sono tutte uguali, università, studio, studio, studio, studio, università, studio, studio, studio… vuoi che continui? Meglio di no! Spero che questo capitolo ti piaccia tanto quanto il precedente un mega bacio coccolatrice, alla prossima!

 

- CHICHILINA: Oh cavolo! Annamaria, mi spiace se la tua giornata sia iniziata peggio di quella dei nostri due piccioni scoppiati! Spero però che non si tratti di nulla di grave! Grazie per i complimenti riguardo il capitolo, spero di non deluderti con questo! Per quel che riguarda tutte le mie recensioni mancanti ti prometto che appena sarà passato il mese di luglio, mi metterò in pari con tutte le storie… migliorarsi è difficile perché purtroppo noi non abbiamo mai la percezione esatta di ciò che scriviamo perché sappiamo cosa vogliono fare i nostri personaggi e non ci accorgiamo se, effettivamente, l’azione è descritta a dovere, però le recensioni ci sono anche per questo quindi, se avessi qualche errore da farmi notare, non esitare. So che non è mai piacevole ricevere recensioni negative ma servono tantissimo… io non aspetterò che sia tu a dirmi quando potrò leggere una tua fic, le leggerò tutte per il solo piacere di farlo! Adesso ti saluto, spero che questo capitolo sia di tuo gradimento, alla prossima!

 

- MARYUSA: Mary buon pomeriggio anche a te! Sono contenta di leggere che il capitolo passato sia stato di tuo gradimento, mi chiedo cosa penserai di questo in cui Mamoru fa il gelosone ed Usagi la donna di ghiaccio dicendogli chiaramente che loro sono due perfetti sconosciuti! Dì la verità, la prenderesti a calci nel sedere… Umino sarà il jolly della situazione, ma non solo lui, come vedi tra Ryu – di cui volontariamente non do nessuna descrizione fisica, immaginatelo come volete – ed Umino il nostro Mamoru ha proprio di che stare attento… la reazione di Mamoru, anche questa volutamente, non è stata descritta perché dopotutto che senso ha fare delle storie se è stato lui il primo a spacciare Usagi per fidanzata? Diciamo che Usagi ne ha approfittato ben sapendo che Mamoru dove stare zitto… mi spiace averti fatto aspettare tanto, spero solo che l’attesa sia valsa a qualcosa. Adesso vado, alla prossima!

 

- PINGUI79: Ciao Chiara! Io francamente non amo particolarmente il linguaggio dei fiori, preferisco il linguaggio parlato ma questi sono gusti personali, certo che se il mio ragazzo mi spunta con un bellissimo mazzo di rose non è che mi arrabbio, anzi, sì che mi arrabbio perché vuol dire che si deve fare perdonare qualcosa… meglio sorvolare! Allora se il capitolo scorso era intrigante, questo come lo definisci? Vedo che Umino ha fatto il suo effetto su tutte voi… e non potete immaginare cosa ho in mente per lui (a dire il vero un’altra scena ma importante!)… vedrete, spero solo di non creare troppa aspettativa per una storia che forse, alla fine, vi deluderà! Mamoru al contrattacco è ancora presto, mancano esattamente tre capitoli, poi vedrai… vedremo… ancora grazie per i complimenti che credo di non meritare, alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: ma buon pomeriggio Roxy, grazie per i complimenti per l’esame! Sono felice che Usagi e Mamoru ti piacciano sempre più ma credo che, in questo capitolo, Usagi abbia toccato gli indici più bassi di gradimento con ciò che ha detto a Mamoru, sbaglio? È stata brutale però non mi sento di condannarla, dopotutto ha ragione, cosa vuole Mamoru da lei? Mica hanno tutta questa confidenza! Si piacciono? Non lo so, Mamoru però lo ha detto, lui non si crea tanti problemi per una botta e via… maschi! I soliti insensibili… comunque per quel che riguarda Umino… Usagi si è scelta proprio un gran bel pezzo di… ragazzo, per liberarsi dell’ingombro, o no! Chiamala scema! Dimmi cosa ne pensi di questo capitolo, mi raccomando, alla prossima!

 

- SWEETCHERRY: ciao Jessica, sono felice di sapere che anche questo capitolo è di tuo gradimento. Effettivamente vedere litigare Usagi e Mamoru credo che sia qualcosa di unico e divertentissimo, ma non per come li faccio litigare io, non sono così presuntuosa, no! Sono proprio loro che prendono vita e decidono di fare, e dire, ciò che vogliono! Io sono solo un mezzo per farli esprimere, nulla di più! Mamoru secondo te è cotto (pure secondo me) ma Usagi, dopo questo capitolo, come ti sembra (a me una st***za)? Grazie per i complimenti fanno sempre piacere, la mia storia dici che è ben scritta, bhè grazie, anche se io tutta questa bravura non la vedo proprio però mi fido! Adesso ti lascio e passo alle altre recensioni, alla prossima!

 

- SIMO87: Ciao Simona! Adori i loro battibecchi… vediamo se adorerai anche le loro liti… comunque in questo capitolo Mamoru è stato un po’ troppo OCC ma si rifarà nel prossimo, lo prometto! Un bacio alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: o somma e divina Elle, mi chiedo cosa voglia dire che sei costretta a rivalutare anche questo capitolo… rivalutare in bene o in male? Sono felice di sapere che alcuni battibecchi non sono inutili e che i silenzi, carichi di significati più di mille parole messe insieme, siano stati da te apprezzati. Certo Usagi e Mamoru non fanno discorso seri come nel caso di Aiko e Akira ma tranquilla, dai loro del tempo e poi vedrai che ci arriveremo, almeno ci proverò! Come hai notato ho aggiunto un qualcosa in più nell’introduzione e questo lo faccio perché il povero Mamoru in questo capitolo è stato un pochetto bastonato e quindi era giusto farlo riprendere nel successivo, o no? Il prossimo capitolo sarà, nonostante il tema trattato, abbastanza umoristico, almeno lo spero. Per quel che riguarda Umino come spasimante diciamo che mi sono ricollegata all’anime e quindi non è stato difficile immaginarmi la scena di Usagi che vuole fuggirgli e per farlo, essere disposta a tutto, anche spacciare Mamoru per fidanzato… per quel che riguarda lo stile inizio già a tremare. Come hai potuto notare, in corso d’opera, ho mutato ancora l’impostazione dei dialoghi, cerco di migliorarmi ma il risultato non è totalmente di mio gradimento. Ho pubblicato non tanto per la foga di farlo ma solo perché attendo un tuo, vostro, giudizio così magari da potermi migliorare nei capitoli successivi. Le correzioni al capitolo VIII erano doverose, ma non ho capito se le bocce ti sono sembrate fuori luogo o meno… chiudo e ringrazio io a te per le bellissime recensioni che mi lasci, il tempo l’ho trovato perché ho deciso di sacrificare giugno per poter dare due materie belle toste  a luglio, speriamo bene! In attesa della tua recensione, naturalmente sempre se tu puoi, ti lascio ed aspetto con ansia il tuo aggiornamento! Alla prossima!

 

- MIKI90: ciao Gaia, ma come faccio a dimenticarmi di te? Sono felice di saperti studentessa universitaria, in cosa ti sei iscritta? Sono molto curiosa di scoprirlo! Sono lusingata del fatto di essere ancora, dopo tanto tempo, una delle tue autrici preferite e questo non può che spingermi a fare di più per migliorarmi! So che l’università toglie via tanto tempo per questo non devi preoccuparti se non riesci a leggere e commentare come vorresti, hai tutto il mio sostegno! Grazie ancora per i complimenti, io ti faccio il mio in bocca al lupo (CREPI! J) per l’università, sperando che sia presto, ti do appuntamento alla prossima!

 

Grazie alle 13 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Angelica82;

2. bunny65;

3. chichilina

4. ertila;

5. favola08;

6. GioRock;

7. girovaghi;

8. Hatori;

9. lagadema;

10. LAS;

11. miki90;

12. stella93mer;

13. Tappetta4;

 

Grazie alle 38 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      Allen_Anne_Black;

2. Antalya;

3. aquizziana;

4. ashar;

5. bellacullen889;

6. brescy;

7. Chichilina;

8. DeepDereck;

9. Ellephedre;

10. Enza85;

11. Fantasy_Mary88;

12. fasana;

13. favola08;

14. hoshi90;

15. igniflia;

16. kiss88;

17. LittleSimo;

18. micina82;

19. Miky 483;

20. Minerva89;

21.  Moons Tear;

22.  Morea;

23. Neptune87;

24. Poisonivy;

25.  ponpon;

26. Potter92;

27. pulcinaele87;

28. romanticgirl;

29. sailorm;

30. shalya;

31. simo87;

32. SweetCherry;

33. Tappetta4;

34. Toru85;

35. Truelove;

36. usachan;

37. vale_129;

38. _Maddy_;

39. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare ad Antalya, ashar, Ellephedre (somma e divina) e poisonivy  per essersi aggregate a questa avventura! Mi spiace aver perso Akane_val

 

Grazie anche a chiara84 per aver inserito la fic tra quelle da ricordare.

 

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, l’11 giugno 2010!

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Capitolo 12
*** Capitolo XI ***


Nuova pagina 1

Note:

 

- Transfert e controtransfert: In psicoanalisi, processo mediante il quale il paziente proietta (trasferisce) sul terapeuta le reazioni emotive e affettive sperimentate nell'infanzia e indirizzate ad altre figure significative della sua vita (di solito il padre e la madre). Il paziente si comporta con il suo analista allo stesso modo in cui si comportava con i genitori: il transfert fa riemergere dall'inconscio comportamenti improntati a seduzione, ricatti affettivi ecc., e la sua analisi è oggi riconosciuta come il più prezioso strumento d'interpretazione psicoanalitica. Si definisce controtransfert, invece, l'insieme delle risposte inconsce dell'analista nei confronti del paziente. (Fonte: Dizionario medico De Agostini)

 

- Sindrome dell’abbandono: Sindrome determinata da abbandono reale o da carenze affettive. Le conseguenze psicologiche sono più o meno rilevanti secondo l'età del soggetto. I bambini che soffrono di tale sindrome possono presentare ritardi psicomotori, facilità ad ammalarsi, abulia (incapacità di prendere una decisione, di iniziare o portare a termine un'azione in rapporto a eventi anche banali.), periodiche crisi di ansia, gelosia e aggressività. Le cause determinanti sono la morte di uno dei genitori, litigi familiari, mancanza di cure, freddezza della madre, nascita di un fratello. Nell'adulto la sindrome di abbandono si manifesta con stati di depressione grave che possono portare al suicidio, oppure con stati di aggressività accompagnati da collera, talora sino al delirio. Possono soffrire di tale sindrome gli anziani abbandonati a se stessi, le ragazze-madri, le persone tradite nei loro affetti. In tutti i casi è indicata una psicoterapia. (Fonte: Dizionario medico De Agostini)

 

- In Giappone la maggiore età si raggiunge a venti anni.

 - Periodo Edo: Il periodo Tokugawa (1603 - 1867) indica quella parte della storia del Giappone in cui la famiglia Tokugawa detenne, con lo shogunato il massimo potere politico e militare nel paese. L'epoca Tokugawa è meglio nota come periodo Edo, dal nome della capitale shogunale, Edo appunto, ribattezzata Tokyo nel 1869,  mentre lo shogunato è anche noto con il termine bakufu. (Fonte: Wikipedia)

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XI

 

  XII giorno

Ore 22:43

- 18 giorni all’alba

 

       - Sei un pazzo!

       - Perché che ho fatto?

       - Che hai fatto? Ma io ti ammazzo!

       - Non starnazzare che è tardi.

       - Io non starnazzo!

       - Hai ragione, gracchi.

       - Io… sei impossibile!

       - Ma che ho fatto?!

       - Mamoru, piantala con quel sorriso beota!

       - Tutte queste storie solo perché ho semplicemente spinto un po’ sull’acceleratore…

       - Un po’? Hai fatto 130 in una strada il cui limite massimo era 80!

       - Non esagerare, erano 120… e comunque, eravamo in massima sicurezza, non avrei mai messo a rischio la tua incolumità…

       - Ti ignoro! Tu non sei qui! Non ci sei!

       - Ma quanto la fai lunga… è meglio che vada o rischio di finire in ospedale, ci si sente!

       - Non entri?

       - Come? - Prima lo minacciava e poi lo invitava ad entrare? C’era da preoccuparsi, ne era sicuro.

       - Ti offro una birra, anzi no, meglio un caffè! Con quella moto devi essere lucido al massimo.

       - Credo che sia meglio un’altra volta…

       - Il mio non è un invito…

       - Fammi capire, tu non ami che la gente ti imponga di… fare determinate cose, e poi ordini a me di entrare a casa tua? - Usagi era davvero pazza se credeva che si sarebbe abbassato ad accettare la sua imposizione.

       - Il mio non è un ordine.

       - Usagi…

       - Giuro che non ti picchio, così va meglio?

       - Di te non mi fido…

       - Guarda, dopo il giro in moto sarò io a non fidarmi più di te; adesso però muoviti ad entrare che ancora siamo a marzo e fuori fa leggermente freddino!

       - Usagi davvero…

       - Ho detto muoviti! Ti apro il garage così la bambina sta buona e nessuno te la ruba!

   Ed alla fine, non sapeva come, ma si ritrova nella cucina di Usagi. Una cucina femminile, e colorata… tutto l’opposto della sua, in acciaio e grigia. Che poi doveva capire come era una cucina femminile…

   Ripensando alla scenata di pochi minuti prima non poteva che ridere divertito ricordando l’espressione di lei, tutta rossa in viso e con le mani che brandivano il casco come se fosse stato un’arma di offesa, invece che di difesa. In tangenziale, effettivamente, aveva superato di un bel po’ il limite massimo consentito, ma lo aveva fatto davvero in massima sicurezza. Adorava correre con la sua moto, ma se quella volta aveva tirato un po’ di più era perché gli piaceva stuzzicare la sua passeggera ed era sicuro che con quella mossa la rabbia di Usagi sarebbe stata talmente tanta che lui si sarebbe divertito parecchio.

       - Minako ascoltami! Se vuoi rimanere a dormire da Kunzite sei liberissima di farlo, ma non dire che lo fai per me perché allora puoi benissimo tornare a casa e dormire nel tuo letto!

   Ed aveva chiuso il telefono. Che caratterino…

       - Scusami! Preparo subito il caffè! - Dopo aver mandato a quel paese la sua amica-coinquilina era tornata in cucina con in viso un’espressione davvero arrabbiata.

       - Preferisco una birra, sempre se ne hai…

       - Qui la birra non manca mai! - Quella era una belva, non certo una ragazza.  Che cosa aveva detto di male per ricevere una risposta tanto brusca?

       - Se hai problemi io vado…

       - Non muoverti da quella sedia! Sono stanca di tutta questa situazione! - Ma quella chi era, la gemella cattiva di Usagi? Ma dove diavolo era finito? In un universo parallelo dove Usagi era una despota?

       - Sicura di stare bene? - Forse era meglio una camomilla, niente caffè e niente birra, Usagi doveva essere necessariamente messa accuccia!

       - Sì scusami, è colpa di Minako…

       - Che ha fatto?

       - Esiste, già è più che sufficiente, non credi?

       - Sbaglio, o è la tua migliore amica?      

       - Una delle mie migliori amiche.

       - Sei pignola!

       - Lo so, è un difetto di famiglia!

       - Ancora non mi hai detto cosa ha fatto una delle tue migliori amiche per farti arrabbiare tanto.

       - Lo sai già!

       - Sì, ma è bello sentirlo dire da te! - Era inutile continuare con quella finta, lo sapevano entrambi che si ritrovavano degli amici stupidi, lei forse più di lui ma questi erano dettagli. Sicuramente Minako era partita con la stessa identica tiritera di Kunzite, sul come loro due fossero perfetti per stare insieme… iniziava anche lui ad essere stanco di quella storia.

       - Sei simpatico, lo sai?

       - Non sono solo simpatico, ho molte altre qualità…

       - Cerchi di sedurmi?

       - Ti dispiacerebbe? - A che gioco stavano giocando? Stava davvero flirtando con Usagi?

       - Un po’…

       - E perché mai?

       - Ti perderei come paziente.

       - Questo cosa sarebbe, un transfert?

       - Semmai un controtransfert visto che sono io l’analista.

       - Non hai risposto alla domanda di prima: che ha fatto la tua amica?

       - Forse non ho risposto, perché non voglio rispondere?

       - Perché non vuoi rispondere? - Mai che lei si abbassasse a rispondere ad una sua domanda, mai. Fuggiva sempre dallo scontro diretto, o meglio, se era lui a cercare uno scontro diretto lei si ritirava. Perché si comportava in questa materia?

       - La birra la vuoi nella bottiglia o preferisci un bicchiere?

       - La bottiglia va benissimo. Ripeto: perché?

       - Mi sembra ovvio: le domande le faccio io.

       - Ma tu non mi hai posto nessuna domanda.

       - Perché non occorre fare domande. Il tuo atteggiamento parla da solo.

       - E cosa ti dice?

       - Dice che hai paura.

       - Paura? - Quella era un’affermazione che non si aspettava.

       - Sindrome dell’abbandono, nel tuo caso siamo di fronte ad un quadro clinico un po’ anomalo, ma credo che sia questo il nocciolo della questione.

       - Come scusa? - Era assurdo, lui affetto da sindrome dell’abbandono, il solo pensiero lo faceva sorridere, anzi ridere.

       - Non fare il finto tonto, sai di cosa parlo.

       - Scusa ma ti sembro un disadattato?

       - Non più di tanto.

       - Usagi, non iniziare a parlare con mezze frasi!

       - Tu hai un problema.

       - Ho sentito abbastanza, me ne vado! - Chi si credeva di essere per parlargli in quella maniera? Per sputare sentenze a quel modo? Fino a che si scherzare poteva anche starci, ma adesso che lei era seria, adesso che lei era tornata ad essere la dottoressa Tsukino, non ci stava a farsi dire cose assurde, come l’essere definito un disadattato sociale. No!

       - Stai scappando da te stesso.

       - No, non sto scappando. Semplicemente non voglio sentire altre cazzate!

       - Tu non ti muovi da quella sedia!

       - Cosa? Chi ti credi di essere per impormi di restare qui a farmi insultare da te! Non sono un tuo paziente né una delle tue migliori amiche, sei stata tu stessa a dirmi che noi non siamo niente, ed adesso pretendi che io esegua i tuoi ordini? Sei fuori strada!

       - Io non ti sto ordinando un bel niente né ti sto insultando. Adesso tu prendi posto su questa sedia e riprendiamo la nostra chiacchierata… anche perché non puoi andare da nessuna parte senza le chiavi della tua moto… - Il mazzo di chiavi era stretto nel suo pugno e sembrava tutto fuorché disposta a lasciargliele prendere.  

       - Dai Mamoru, che ti costa ascoltarmi per cinque minuti? - Il suo tono adesso si era addolcito così come l’espressione del viso. Gli occhi azzurri non erano più accigliati come pochi minuti prima e le labbra erano distese in un sorriso speranzoso.

       - Questo si chiama sequestro di persona!

       - Chiamalo come vuoi, non mi importa, vuoi ascoltarmi oppure vuoi dormire sul divano? - Il cambiamento era durato giusto due secondi, adesso era di nuovo il sergente di ferro, chi poteva comprendere cosa passasse per la testa folle di quella bionda?

       - Sbrigati, così posso tornarmene a casa prima!

       - Io davvero non capisco cosa c’è di così terribile nell’ammettere di avere un problema?

       - Nulla, solo che io non ho un problema!

       - Finiscila, tutti abbiamo dei problemi, tu non sei certo l’eccezione!

       - Ah, sì? Allora tu che problema avresti?

       - Non riesco a legarmi ad un uomo.

       - Come? - Si era aspettato la solita risposta, non parliamo di me, ma stavolta lei aveva risposto candidamente, quasi senza timore. 

       - Non riesco ad innamorarmi, così forse è più chiaro il concetto. Non c’è un uomo che riesca ad attirare la mia attenzione per più di una settimana, appena inizio a conoscerlo l’interesse scema di colpo.

       - Perché lo dici proprio a me? - Che cosa voleva da lui con quella confessione? Confessargli che non lo vedeva come un uomo interessante? Ma che andava a pensare, non avevano nessuna relazione, né l’intenzione di intraprenderne una in seguito. Perché era stata così sincera?

       - Per dimostrarti che non è così difficile ammettere l’esistenza di un problema.

       - Quindi, io adesso dovrei accettare l’esistenza del mio problema?

       - Esattamente. Prima accetti l’idea di avere un problema, prima potrai risolverlo.

       - Sei folle. E tu hai accettato l’idea di avere un problema?

       - Sì, ma anticipo la risposta alla domanda che ancora non hai formulato: non ho risolto un bel nulla.

       - E quindi? - Aveva già finito la prima birra ed adesso stava per aprire la seconda. Aveva bisogno di bere per restare calmo… o per dimenticare quella conversazione insensata.

       - Quindi nulla!

       - Come fai a vivere?

       - Tiro avanti, sopravvivo.

       - Vuol dire che sei ancora vergine?!

       - Cosa!? - Era evidente lo sconcerto nel viso di Usagi e le sue guance leggermente imporporate erano divertenti. Quella domanda effettivamente non aveva nessun nesso con il problema di lei ma non riusciva a capire come e perché gliel’avesse fatta. Aveva agito di impulso, come faceva ogni volta che era in sua compagnia.

       - Bhè si, sei ancora vergine?

       - Mamoru piantala con queste domande personali!

   Era arrossita più di prima. Era diventata più rossa di un pomodoro maturo mentre la sua voce era diventata stridula. Era davvero divertente vederla così imbarazzata, ma ancora non aveva risposto alla sua domanda. Anche lei aveva finito la prima birra e stava iniziando a bere la seconda, in viso un’adorabile espressione omicida.

       - Non mi hai risposto: sei o non sei vergine?

       - No!!

       - No, che non sei vergine?

       - No che non ti rispondo! Ma come ti è saltato in testa di farmi una domanda simile?

       - Semplice curiosità! Che c’è di male?

       - Semplice curiosità? Tu sei un maniaco, ecco cosa sei!

       - Mamma mia come la fai tragica! Ti ho solo fatto una domanda un po’ più personale! - Non capiva perché dovesse essere così imbarazzante parlare della propria vita sessuale. Lui non aveva avuto mai nessun tipo di problema a riguardo, forse perché era un ragazzo oppure perché era disinibito… o semplicemente perché con lei avrebbe parlato di tutto.

       - Facciamo così, io rispondo a questa tua domanda, solo questa, se tu rispondi a tre mie domande! - Il porpora era passato ad un rosso più accettabile del primo ma l’imbarazzo persisteva ed era evidente soprattutto nella voce ancora stridula e nella ciocca di capelli appena riportata dietro l’orecchio.

       - Ti sembro scemo? Tre a tre o non se ne fa niente! - Ma credeva davvero di poterlo fregare in quella maniera? Per avere quella risposta non si sarebbe mai abbassato a rispondere a tre sue domande…

       -Niente da fare! Rispondo solo a questa domanda, nulla di più.

       - Come vuoi!

       - Perfetto.

       - Non insisti?

       - Perché dovrei? - E giù con un altro sorso di birra. Di sto passo si sarebbero ubriacati.

       - Per farmi le tue domande!

       - Non sono domande importanti!

       - Sei perfida, lo sai?

       - Sì, già me lo avevi detto!

       - Due domande!

       - Tre o non se ne fa niente!

       - Stronza! - Vinceva sempre lei… meno male che non si sarebbe mai abbassato a tanto. La verità era che aveva perso su tutta la linea.

       - Benissimo! Dammi la tua parola che risponderai sinceramente!

       - Anche questa? Ok! - Era diventata una questione di principio, a costo di umiliarsi, l'avrebbe costretta a rispondere alla sua domanda!

       - Quanto ti è pesata la separazione dei tuoi?

       - No! Non mi avevi detto che sarebbero state questo genere di domande! - Ed effettivamente non credeva che sarebbe andata direttamente a colpire al centro del bersaglio. Credeva, sperava, che prendesse la cosa alla larga per poi andare a parare laddove il dente doleva ma si era sbagliato.

       - Tu non mi hai chiesto di che genere di domande si trattava!

       - Mi rifiuto di rispondere!

       - Va bene! Ho capito. No, non sono vergine! Adesso possiamo continuare? - Ed aveva bevuto ancora dalla bottiglia. Per un attimo si era chiesto se lei avesse bevuto per la sete o solo per trovare la forza per fare quella confessione.

       - Cosa?!

       - Sì, hai capito perfettamente. Non sono vergine. Ho perso la mia verginità nell’estate del 2002. Adesso che hai ottenuto la risposta che volevi, possiamo iniziare? - No, dalla tranquillità con cui aveva parlato era convinto che il sorso di poco prima era dovuto ad un bisogno effettivo di ingerire liquidi.

       - Non ci credo… tu… credevi almeno di esserne innamorata? - Adesso anche lui aveva la necessità di ingerire liquidi perché iniziava a sentire davvero caldo.

       - Non puoi farmi altre domande, ricordi?

       - Eddai Usagi! Mi fai una confessione simile e non posso neanche farti altre domande? È un’ingiustizia! - Non ci credeva. Non poteva essere vero. Cioè… tutto si sarebbe aspettato tranne quella risposta. A dire il vero, era certo che non avrebbe risposto, ed invece… ma le ragazze non erano quelle che donavano la fatidica prima volta al ragazzo che amavano? Perché lei gli aveva appena detto che non riusciva ad innamorarsi di un uomo e questo voleva dire solo una cosa: lei aveva donato la sua verginità ad uno di cui non le importava nulla.

       - Credo piuttosto che sia ingiusto il fatto che tu, ancora, non abbia risposto alla mia domanda.

       - Ho bisogno di un’altra birra. - E quella sarebbe stata la terza. Il suo fegato avrebbe retto? In quel momento, il fegato non era un problema, la priorità era un’altra: mettere a tacere il suo cervello che lo subissava di domande. Perché il fatto che Usagi avesse già fatto sesso lo metteva così in agitazione? Cosa credeva? Lei aveva venticinque anni ed era impensabile credere che fosse ancora vergine, o no? Davvero non aveva mai preso in considerazione l’idea che lei potesse… no, non voleva usare quella parola… sesso. No! Le ragazze non facevano sesso, loro facevano l’amore…

       - Quanto la fai tragica. Fammi capire: per un uomo è normale andare a destra e manca con qualsiasi essere di sesso femminile, comprese bamboline di silicone, però è impensabile che una donna possa perdere la verginità con un tizio che le piace ma di cui non è innamorata?

   Quando la sua gola secca fu nuovamente bagnata dalla birra si sentì come rinato. Forse sarebbe stato meglio se Usagi avesse preparato il famoso caffè così da eliminare il retrogusto amaro che sentiva in bocca. Non sapeva se quel sapore, effettivamente, fosse dovuto alle birre di troppo bevute fino a quel momento, o alla semplice constatazione di quanto poco conoscesse l’universo femminile.

       - Non dire altro, rischierei di morire!

       - Mamoru, mi spiace informarti che il Periodo Edo è finito da un pezzo! Se non te ne fossi accorto, al giorno d’oggi, esiste la parità tra uomini e donne!

       - Non fare del sarcasmo in un momento del genere!

       - Sì certo! Perché nel frattempo non ci raccogliamo in preghiera per la mia verginità perduta!

       - Chi è? - Cazzo! Usagi non poteva bere dalla bottiglia e guardarlo a quel modo! Quella ragazza stava superando i limiti della decenza. Odiava il suo sarcasmo. Odiava ancora di più la sua calma, era come se stessero parlando della meta delle prossime vacanze estive e non della sua via sessuale. Ma dove era finita la ragazzina timida ed impacciata che conosceva?

       - Non puoi fare domande, ricordi?

       - Voglio sapere chi è!

       - Mi sembra di averti già detto che non sei mio padre né mio fratello! Non sei il mio fidanzato né tanto meno un mio amico!

       - Motoki! È lui vero? - Ecco perché i suoi amici avevano fatto quella battuta venerdì scorso.

       - Cosa c’entra Motoki in tutto questo?

       - È lui! - Ed il glissare di Usagi non faceva che aumentare le sue certezze.

       - No, non è lui, e non ti dirò mai il suo nome!

       - Allora è il tizio di ieri! - No, non ci credeva neanche lui ad una cosa simile, se era così disperata poteva benissimo rivolgersi a lui, si sarebbe sacrificato volentieri!

       - Cosa? Ma sei impazzito? Guarda che non ero così disperata! - Meno male…

       - Non ci posso credere… è la caduta di un mito…

       - Io sarei il tuo mito? Wow, grazie per la considerazione!

       - Il mito della prima volta, me lo hai fatto crollare!

       - Povero Mamoru! Su dai, cerca di riprenderti! - I colpetti amichevoli che batteva sulla sua mano lasciata cadere sul tavolo non lo aiutavano a farlo stare meglio, al contrario, rendevano tutto più reale. Il contatto fisico con la mano calda di lei gli faceva capire che era tutto vero e non stava sognando nulla!

       - Non è per nulla divertente, cosa credi? Io ho basato la mia esistenza su questo concetto! - Si era sempre rifiutato di andare con una vergine, era troppo alto il rischio che questa prendesse fischi per fiaschi e si attaccasse come una cozza allo scoglio… e lui non era né la cozza né lo scoglio. Adesso però, con la dichiarazione di Usagi si aprivano nuovi orizzonti e la possibilità di andare anche con una vergine… ma quante occasioni si era fatto sfuggire? Era stato un idiota, ecco, un idiota con troppi sentimentalismi e scrupoli. Le ragazze moderne non facevano più caso alla verginità, e dire che i suoi amici glielo dicevano sempre. Le ragazze moderne facevano sesso, Usagi faceva… no, ancora gli risultava impossibile pensare che anche Usagi potesse fare quello.

       - Allora fammi capire, tra i due, sei tu quello vergine?

       - Cosa? Ma che hai capito! Certo che no! Io non ho perso la mia verginità come te a… diciassette anni! Avevi diciassette anni!

       - Se la matematica non è un’opinione, sì, avevo diciassette anni!

       - Non eri neanche maggiorenne!

       - Davvero? Non lo sapevo!

       - Eri ancora una bambina!

       - Mamoru, ti stai rendendo ridicolo.

       - E lui? - Usagi doveva piantarla di bere in quel modo maledettamente sensuale. Non sapeva che non doveva mai istigare un uomo mezzo ubriaco? Soprattutto se il discorso che si stava affrontando verteva sul sesso? No! Usagi e sesso dovevano essere due concetti che non dovevano stare nella stessa frase, assolutamente. Non quella sera almeno.

       - Lui cosa?

       - Quanti anni aveva?

       - Oddio Mamoru, stai diventando noioso! Ho risposto ad almeno tre domande!

       - Non è vero! Io ho fatto solo una domanda, le altre erano tutte constatazioni che tu hai smentito…

       - Certo, va bene! Adesso però, dopo aver disquisito sulla mia vita sessuale, torniamo alla domanda che ti ho posto: quanto ti è pesata la separazione dei tuoi? E questa volta rispondimi!

       - Non mi va, preferivo continuare la disquisizione sulla tua vita sessuale! - Si stava comportando come un bambino che faceva i capricci, ne era cosciente, ma non poteva credere che l’irreprensibile dottoressa Usagi Tsukino potesse aver fatto l’amore, perché lei non faceva sesso, con un ragazzo di cui non era innamorata. Questo se lo sarebbe aspettato da sua cugina Rei, che era sempre stata un animo passionale, ma non da Usagi. L’aveva sempre vista come la ragazza romantica con la stanza tutta rosa e piena di cuoricini… quanto poco la conosceva?

       - Magari se fai il bravo bambino posso dirti il nome di lui…

       - Dimmi solo che non è quel pittore da strapazzo!

       - Ryu? Ma scherzi? Fossi matta!

       - Allora non sei completamente perduta…

       - Grazie per la tua magnanimità, ma adesso rispondi! Inizio ad essere stanca di questo gioco!

       - Devo proprio? - Ma l’occhiataccia di lei gli fece capire che non era il caso di tirare ancora la corda che stava per spezzarsi. - Ok, ok! Avevo tre anni quando i miei genitori si sono separati, per questo credo che non mi abbia destabilizzato molto, ero ancora troppo piccolo per capire. E poi mio padre lo vedevo già poco e niente, era sempre troppo impegnato con il suo lavoro, e questo probabilmente mi ha aiutato a non percepire il cambiamento effettivo che era avvenuto nella mia famiglia. Lui non c’era mai, quindi era lo stesso per me e mia madre.

   Parlare di quel periodo della sua vita non gli creava particolari disagi, probabilmente perché era ancora un poppante e non ricordava davvero cosa fosse accaduto. Suo padre stava fuori dalla mattina alla sera, andava via quando lui ancora dormiva e tornava solo alla sera, quando era già addormentato. La domenica non faceva differenza perché se non era a lavoro, Masao era rinchiuso nel suo studio a revisionare qualche cartella clinica. La separazione era stata inevitabile perché sua madre, dopo sei anni di matrimonio e la nascita di un figlio, era stanca di vivere da sola.

       - E che ricordo hai di tuo padre?

       - Nessuno in particolare! Non è mai stato un padre modello. Credo che non sappia neanche quale sia il giorno del mio compleanno. L’unico ricordo che ho di lui risale a quando avevo sette anni. Dovevo essere operato di appendicectomia e lui era il mio chirurgo: ricordo che mi ha trattato peggio di come trattasse gli altri bambini. Dopo l’intervento non mi chiese nulla, né come stessi, né se avessi avuto paura. Nulla di nulla. Dopo ci fu una lite tra lui e mia madre, uscirono dalla stanza per non farmi assistere alla discussione ma ricordo benissimo che quando mia madre tornò dentro aveva gli occhi rossi, probabilmente a causa del pianto. Se vuoi proprio saperlo, Masao Chiba è un gran bastardo a cui sta a cuore solo una cosa: la sua carriera. - Alla fine aveva la gola più arida del Sahara e bere era strettamente necessario, vitale quasi. Gli faceva un effetto strano parlare di suo padre con qualcuno, difficilmente lo faceva, era restio a riguardo non ne parlava neanche con sua madre, ma con Usagi era diverso. Si era creata quella sorta di complicità che non aveva avuto mai con nessuno, forse solo con Kunzite ma non era certo neanche di ciò. Kunzite era l’amico di una vita, quello che c’era sempre stato, mentre Usagi, anche se la conosceva da anni, era appena entrata nella sua vita e si chiedeva da cosa potesse dipendere tutta quella complicità, anche se un sospetto lo aveva: il fatto che lei gli avesse confidato qualcosa di così personale, più di qualcosa a dire il vero, li aveva avvicinati ed aveva disteso un po’ della tensione che l’argomento Masao Chiba portava sempre seco.

       - Non hai una grande considerazione per lui.

       - No. Per nulla. Un domani mi auguro di essere un padre migliore del mio. - Perché Masao era la pagina più dolorosa della sua vita.

       - E di tua madre?

       - Con questa sono quattro domande!

       - No, questa è la terza, quella di prima era una considerazione che tu hai semplicemente commentato. - Adesso gli faceva pure il verso, era assurdo tutto ciò. Per quale ragione gli stava parlando della sua famiglia? Perché lo stava facendo con tanta semplicità? Il dubbio più atroce però riguardava Usagi: per lei si trattava di lavoro o lo faceva perché era davvero interessata a lui? O forse era l’alcool in circolo a rendere tutto così assurdo, surreale?

       - Tu cadi sempre in piedi come i gatti, vero?

       - Sempre…

       - Cosa vuoi che ti dica su mia madre? Lei mi ha cresciuto e per un certo periodo della mia vita mi ha fatto sia da madre che da padre. È una donna forte e determinata, credo che difficilmente qualcosa riesca ad abbatterla, non c’è riuscito Masao né la sua malattia. Affronta la vita a viso aperto e nonostante la sfortuna di aver incontrato sul suo cammino un uomo rude come mio padre, non si è mai pentita delle sue scelte. - Ricordare il periodo in cui sua madre era stata malata gli faceva male, terribilmente. Aveva quindici anni, Seiya sette. Era stato tutto improvviso, prima il sospetto, poi la diagnosi, poi l’intervento, infine la chemioterapia. Era stato l’anno più sconvolgente della sua esistenza. Suo padre si era visto solo di sfuggita, il giorno dell’intervento, ed anche lì non aveva evitato di mostrare il suo scetticismo rispetto alla scelta della ex moglie di farsi operare in una struttura pubblica invece che privata. Come se la bravura di un chirurgo dipendesse dall’ospedale in cui prestava le proprie cure. Ricordava la paura di quel giorno, del giorno dell’intervento, temeva che sua madre non ce la facesse e sperava con tutto il cuore che suo padre, l’uomo che gli aveva donato la vita, gli infondesse un po’ di coraggio ma così non era stato. Masao si era limitato a guardarlo e a dirgli di non piangere ed a concentrarsi sullo studio senza farsi distrarre da altro. Se doveva essere sincero era quello il ricordo più vero che aveva di suo padre, non lo aveva confessato ad Usagi solo perché quello era qualcosa di suo, intimo e personale, che non avrebbe mai condiviso con nessuno, neanche con sua madre.

       - Adesso è tutto chiaro.

       - Potresti illuminare anche me? - Era difficile sembrare calmo dopo che i ricordi lo avevano investito con tutta la loro potenza, ma non poteva fare diversamente, non riusciva ad essere completamente spontaneo, non ci riusciva proprio.

       - Non c’è molto da dire, mi sembra chiaro, o no?

       - Ho paura di chiederti delucidazioni, ma ti prego di farlo!

       - Tu sai cosa ti rispondo. - Oh, eccome se lo sapeva ma non era vero, nulla di tutto quello che lei aveva creduto di comprendere era vero.

       - Sei fuori strada. Io non sono morbosamente legato a mia madre, né tanto meno sono geloso di Seiya o di Akahito-sun. Loro, in fondo, mi hanno dato quella che è la cosa più simile ad una famiglia, quindi, togliti dalla testa la tua insana idea della mia gelosia nei loro confronti. Mia madre resta tale nonostante la loro esistenza!

       - Hai fatto tutto da solo, io non ho detto nulla di ciò.

       - Ma lo hai pensato!

       - Non lo nego.

       - Perché ti è venuta in mente questa assurda idea?

       - Non c’è molto da dire, Mamoru. Sei abilissimo ed altrettanto affidabile sotto il profilo professionale ma non si può dire altrettanto della tua vita privata. Cambi ragazze con la stessa facilità con cui cambi i calzini, e questa non è una frase fatta ma la pura e semplice verità. Ti frequenti con ragazze che hanno davvero poco a spartire con te, tutte bamboline fatte di silicone che a malapena riescono a respirare nei loro top striminziti. Hai il coraggio di negare? Non è forse vero? Quando è stata l’ultima volta che sei uscito con una ragazza per il piacere di passare del tempo con lei? Perché era interessante, piacevole?

 

***** ***** *****

 

XII giorno

Ore 23:20

- 18 giorni all’alba

 

       - Bhè, non credo che ti interessi quello che è la mia vita privata!

       - No, hai ragione, però non negare l’evidenza dei fatti. Esci con  tizie improponibili, con cui non hai nulla in comune, oche giulive alle quali interessa solo mettersi in mostra e mettere in mostra. Tipe che senza troppi problemi ti saltano addosso sotto il portone di casa come se fosse la cosa più normale del mondo, non puoi dirmi che sei soddisfatto di questa vita perché non ci credo neanche se dovessi giurarlo!

       - Tu che ne sai con chi esco? - Già, lei che ne sapeva? Cosa doveva rispondere?

       - Bhè… Kunzite è il ragazzo di Minako, lo hai dimenticato?

       - Usagi, ieri sera dove eri?

       - Dove volevi che fossi? A casa! - Maledetta lingua! Perché non riusciva mai a fermare il flusso delle sue parole? Perché ogni volta si faceva trascinare dalla foga e non si rendeva conto dei disastri che combinava? Forse sarebbe stato meglio limitare il consumo di alcool, soprattutto da Rei. Lì aveva esagerato un po’e la dimostrazione della sua mancanza di lucidità era stato l’accettare il passaggio in moto di Mamoru. Lei che non aveva mai messo piede neanche su un motorino perché non amava l’instabilità delle due ruote.

       - Sicura?

       - Mamoru perché stai tentando di cambiare discorso? - La migliore difesa era l’attacco, o in questo caso la dissimulazione. Spostare l’attenzione su altro era l’unica soluzione per battere in ritirata, almeno sperava. Per quella sera aveva bevuto abbastanza  e non era certa di poter reggere ancora per molto.

       - Nulla, solo che… lasciamo perdere!

       - Ok… - Già, meglio far cadere il discorso che rischiare una pessima figura.

       - Però pensavo… detta così, anche tu potresti essere affetta da sindrome dell’abbandono. Anche tu non mi sembri stare meglio di me, sentimentalmente parlando. Dove è finito il tuo accompagnatore?

       - Ti riferisci a  Ryu? Probabilmente si sarà reso conto che stasera sarebbe andato in bianco e così ha deciso di mollarmi a casa di Rei ed andare da qualcun’altra!

       - E sarebbe andato in bianco?

       - Ovvio e banale direi!

       - Strano…

      - Mamoru per chi mi hai presa?!

       - Ehi non ti arrabbiare, era una osservazione la mia!

       - Vedi di tenerle per te le tue stupide osservazioni! Ecco perché non volevo rispondere a quella domanda! - Lo sapeva, era stato un errore madornale dare fiducia a Mamoru. Si era aperta troppo con lui ed adesso si erano invertiti i ruoli: Mamoru controllava la situazione e lei ne era succube. Maledette birre! L’unica speranza per portare lo scontro nuovamente alla pari, con lei che faceva domande e lui che rispondeva, stava in Mamoru, doveva pregare affinché non si fosse reso conto della nuova situazione. Giocando su questo, poteva sperare di ribaltare la situazione a suo favore… una flebile speranza, ma meglio di nulla.

       - Io non ti sto giudicando!

       - No, ma credi che vada con il primo che capiti! Bhè, mi spiace deluderti ma non è così!

       - Io non credo un bel niente! Ho semplicemente fatto una domanda! Domandare è lecito, o no?

       - Non cambiare le carte in tavola! - Birra, ancora birra. Aveva bisogno di bere o sarebbe esplosa e poi sarebbe stata la fine. Sua e di Mamoru…

       - Non puoi pretendere di sapere quello che mi passa per la testa!

       - Io non pretendo nulla, guardo semplicemente ai fatti!!

       - E cosa ti dicono i fatti?

       - Che tu ti sei fatto un’idea completamente sbagliata della sottoscritta! - Stavano urlando entrambi e probabilmente il loro vociare si sentiva sin dall’inizio della via, ma a lei non interessava. Doveva mettere in chiaro con Mamoru che non era una facile… anche se ritrovarselo ad un soffio dal viso non era facile come situazione. Ma quando si era alzato ed aveva fatto il giro del tavolo? La birra le aveva fatto perdere il contatto con la realtà. Doveva imparare a limitarsi. Forse aveva un nuovo problema: non saper resistere alle birre!

       - Pretendi sempre di sapere tutto, non è così?

       - Io non pretendo nulla. - Già, lei non aveva mai preteso nulla, a parte una vita sentimentale soddisfacente, ma non era quello il momento per fare certi ragionamenti.

       - Sicura? Io non credo.

       - Non mi conosci e non puoi sputare sentenze a tuo piacere! - Ed adesso doveva fare un passo indietro ed allontanarsi da lui altrimenti sarebbe stato difficile mantenere il controllo della situazione. Le distanze erano importanti, vitali in quel caso.

       - Se è per questo neanche tu mi conosci però mi sembra che questo non ti abbia impedito di interpretare determinati miei comportamenti!

       - Non ti è passato per la testa che questo è il mio lavoro? - Perché per ogni passo indietro fatto da lei ci doveva essere un passo avanti di lui?

       - E a te non è passato per la testa che la gente non vuole essere psicanalizzata ventiquattro ore su ventiquattro?

       ­ Non sbandiero ai quattro venti quello che penso! Ti è chiaro il concetto? - Almeno stavolta era lei ad aver fatto il passo avanti, peccato che Mamoru fosse rimasto fermo nella sua posizione a fronteggiarla, come nelle migliori commedie americane, face to face: uno scontro all’ultimo sangue.

       - Non me ne frega un cazzo se lo sbandieri o meno!

       - Con la sottoscritta modera i termini, non sono una delle sciacquette con cui sei solito accompagnarti!

       - La tua mi sembra tanto una di scenata di gelosia!

       - Scusa?!

       - Già! Perché non parli chiaramente: ti rode il fatto che tu non rientri nei miei canoni di bellezza! Daresti un braccio per essere tra una di quelle sciacquette!

       - Oddio, la tua presunzione non ha limiti! - E per evitare di sbuffargli a ridere in faccia gli aveva dato le spalle.

       - La mia presunzione? Andiamo Usagi! Hai il coraggio di negare il fatto che ieri sera eri sotto il portone di casa mia?

       - Io… - Errore grave: mai dare le spalle al nemico! La logica le diceva di negare fino alla fine altrimenti non sarebbe riuscita a guardare in faccia Mamoru. Ma il suo orgoglio le imponeva di essere determinata e di far capire a Mamoru che non le importava nulla del suo giudizio. Meglio negare o dire la verità? No, no ed ancora no! Era meglio dire la verità, in fondo cosa aveva da perdere a parte la faccia? Nulla. E sia, lo avrebbe affrontato, dalla bassezza del suo metro e sessanta, ma lo avrebbe affrontato.

       - Allora? Vuoi negare?

       - No. È vero, ieri sera ero sotto casa tua solo che poi, visto che eri in dolce compagnia, ho preferito non farmi vedere. - Era sorprendente come nonostante la birra, che nelle sue vene ormai aveva in buona parte sostituito il sangue, era riuscita a mantenere un tono di voce sicuro ma ironico. L’ironia, in ogni situazione, era la sua arma migliore.

       - E perché poco fa hai negato? - Cosa doveva dire? Perché aveva negato? No, lei non aveva negato, per nulla.

       - Io non ho negato un bel niente! Dopo averti visto in compagnia me ne sono tornata a casa, vuoi forse chiamare Minako per avere una conferma delle mie parole? - Porgendogli il cellulare sperava con tutto il cuore che non accettasse la sua provocazione perché Minako era tornata a notte inoltrata e non poteva certamente confermare le sue parole.

       - Cosa volevi da me?

       - Chiederti scusa per come ti ho aggredito al telefono. È un periodo difficile e perdo le staffe facilmente… io… - Ma io cosa? Se a lavoro era un periodo tranquillissimo, a parte la signora Kumiko che la stressava con la storia del suo fidanzamento, ma per il resto non si poteva lamentare di nulla. La verità era che Mamoru le faceva perdere le staffe!

       - Effettivamente anch’io potevo evitare di avvertirti all’ultimo, non penso mai che si possano avere altri impegni, oltre a me si intende.

       - Mamoru, tu non sei un impegno… - Ok, si sentiva come la protagonista di uno dei manga che era solita leggere da ragazza, quando i personaggi passavano da liti furiose a scene romantiche, il fatto che poi entrambi si trovassero in piedi al centro della cucina come due stoccafissi non era certo d’aiuto per farle cambiare idea. Quella sera, decisamente, c’era qualcosa che non andava in lei. Probabilmente aveva bevuto un po’ troppo, era arrivato il momento di disintossicarsi.

       - E tu non sei una di quelle sciacquette…

       - Non ci posso credere… - Però, neanche Mamoru le dava una mano con i atteggiamenti, soprattutto se la guardava con quel sorriso malandrino. Alt! Doveva piantarla, aveva venticinque anni, non era più l’Odango di dieci anni prima.

       - A cosa non puoi credere? - Perché la voce di Mamoru era così… carezzevole?

       - Ho ricevuto un complimento dal grande seduttore Mamoru Chiba…

       - Non è l’unico che ti ho fatto…

       - Nella famosa lista io ricordo solo difetti…

       - Ti sbagli c’erano anche diversi pregi…

       - Io non ricordo. - Perché adesso si era avvicinato ulteriormente? Aveva bisogno del suo spazio vitale, necessariamente. Quello sguardo, cavolo, doveva finire di usare quello sguardo con lei. Aveva l’autorizzazione per usare quello sguardo? Non era necessaria un porto d’armi? Con quegli occhi stava uccidendo gli unici tre neuroni che si erano salvati dal party a base di birra ed ormoni che era in corso nel suo cervello! Non andava per nulla bene, quella situazione era pericolosa. Perché il cellulare non suonava mai quando occorreva?

       - Sei una persona felice, allegra, sei capace di trasmettere serenità e poi… è piacevole trascorrere del tempo in tua compagnia.

       - A patto che io non inizi a psicanalizzarti, giusto? - Prendere tempo.

       - Giusto.

   Ok, era arrivato il momento di mandare Mamoru a dormire. La situazione che si era venuta a creare era diventata troppo pesante. C’era qualcosa che non andava in loro: non trovava altra spiegazione per quell’improvvisa perdita di lucidità, se non dare colpa alla birra.

       - Quante birre hai bevuto? - Tra tutte le domande che aveva in testa, quella che aveva appena formulato era la più stupida di tutte.

       - Non saprei. E tu?

       - Tante… - E per una domanda stupida che aveva posto, dava una risposta altrettanto stupida per la domanda, comunque idiota, di Mamoru.

       - Vuoi andare a letto?

       - Sì, sono molto stanca. - Cavolo, ma perché adesso stava usando quel tono da gatta morta proprio con Mamoru Chiba? No, decisamente, c’era qualcosa che non andava.

       - Allora io vado… - No… sì, era meglio così. Avrebbe evitato la birra per un lungo periodo di tempo. Le stava facendo un effetto strano, molto pericoloso.

       - Forse non è prudente farti andare via con tutto quello che hai bevuto…-Idiota, prima faceva di tutto per buttarlo fuori di casa e meno di un minuto dopo lo invitava a dormire da lei? Ma si era rimbecillita di botto?

       - Credimi, è meglio che vada.

       - Allora ti accompagno. Il garage… - Almeno uno dei due ragionava, le dava fastidio ammettere che fosse proprio Mamoru quello più lucido, ma era meglio così. Si sarebbe liberata dalla sua presenza opprimente, ma piacevole.

       - Lo apro io dall’interno, non preoccuparti… sai cosa pensavo?

       - Cosa? - Si era accorto anche lui della strana tensione che si respirava in quella casa?

       - Che dovremmo fare uno scherzo ai nostri amici… magari potremmo fingere di stare davvero insieme.

       - Non credo che sia una buona idea. Già adesso è difficile far ragionare Minako, figurarsi dopo uno scherzo simile… - O Mamoru era impazzito, o si divertiva a stuzzicarla anche da mezzo ubriaco…

       - Allora potremmo…

       - Si è fatto tardi… - No, Mamoru non era per nulla lucido.

       - Ok, vado.

       - Mamoru?

       - Sì?

       - Riprenderemo il discorso, quello riguardo il tuo problema…

       - Ok.

       - Stasera non è il caso, c’è una strana aria…

       - Tensione sessuale…

       - Come?

       - Tensione sessuale, è questo il suo nome.

       - No, io credo che sia colpa della birra. Adesso vai.

       - Forse...

       - Senza il forse.

       - Allora buonanotte Odango…

       - Buonanotte Baka…

 

   Forse, entrambi, non si erano resi conto della tacita promessa che si erano scambiati quella sera di fine marzo…

 

L’angolo dell’autrice

 

Buon pomeriggio gente! Come va? Io sono abbastanza soddisfatta perché la fic procede per il meglio, ho già finito il capitolo XII e sono a buon punto con il XIII…

ammettetelo che alla fine di questo X capitolo tutte volevate uccidermi per non aver concluso come speravate, vero?

Per tutta la settimana è stato divertente leggere i vostri commenti ed immaginare le vostre reazioni quando avreste appreso che del giro in moto non si sarebbe letto nulla, tranne l’arrivo a casa di Usagi… mi sa tanto che sto diventando un po’ sadica…

Questo capitolo ho cercato di renderlo divertente, almeno un po’ umoristico, spero solo di esserci riuscita. È un periodo un po’ così a causa di brutte notizie che perseguitano la mia famiglia da dicembre, scrivendo cerco di essere un po’ ironica per scaricare il malessere che in questo periodo non mi dà tregua. 

 Adesso però basta con la tristezza, lascio lo spazio alle risposte alle vostre meravigliose recensioni.

 

RINGRAZIAMENTI

 

- MOREA: Ciao Giulia! Senti un po’, se nel capitolo IX volevi strozzarmi perché avevo finito il capitolo sul più bello, in questo X cosa vuoi farmi? Mandarmi alla ghigliottina? No, dai altrimenti come fai poi a leggere la fine della fic? Su, un po’ di pietà per me povera autrice, per favore! Il giro in moto non l’ho descritto, mi sono limitata a dare solo una vaghissima descrizione di ciò che poteva essere accaduto, ma ciò non toglie che nei prossimi capitoli ci sia qualche altro giretto, magari descritto… chissà! A parte questo, sono felice che la parte relativa al discorso con le amiche fissate ti sia piaciuto, la voglia di strozzare Minako doveva essere suscitata in voi perché il tutto era raccontato dal punto di vista di Usagi e quindi io speravo di farvela odiare la povera Mina-chan! Per quel che riguarda l’accelerare… Mamoru ti ha preso in parola a quanto pare! Povera Usagi, il suo primo giro in moto non è stato proprio tranquillo! Rinnovo l’in bocca al lupo (CREPI!!) per il tuo esame di Analisi 2 mi raccomando, quando recensirai, se lo farai, fammi sapere qualcosa sull’esame anche se i risultati dello scritto immagino non siano immediati! Alla prossima!

 

- SIMO87: Ciao Simona! Per quel che riguarda il carattere di Mamoru ed Usagi… diciamo che le persone che ho usato come base, effettivamente, quando parlano stanno con il coltello tra i denti, ma in fondo si amano alla follia (altrimenti non starebbero assieme da quasi 8 anni, ed ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale!)! Una cosa è sicura, i nostri due piccioni non se le mandano a dire le cose, se le dicono direttamente in faccia! L’altra volta mi sono interrotta sul più bello, stavolta ho portato fino alla fine la scena, solo che non si è conclusa come speravate… sono sadica lo so! Alla prossima!

 

- PINGUI79: Ciao Kià! Bentornata! Tu dici che Mamoru è cotto a puntino? Ed Usagi è cotta o orba? Questo non è dato saperlo, forse fanno entrambi gli gnorri, non credi? È più facile nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi che affrontare situazioni potenzialmente pericolose! In questo X capitolo ho cercato di scavare maggiormente in ciò che è la psiche di Mamoru lasciando parlare solo lui e facendo fare ad Usagi solo la spettatrice, tanto che alla fine è lo stesso Mamoru ad aver tratto le conclusioni di quella discussione. Conclusioni che saranno evidenti sì in questo XI ma soprattutto nel XII. Almeno spero che sia così. Usagi resta della sua idea riguardo Mamoru perché, fondamentalmente, per quel che riguarda i sentimenti nessuno può dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato, siamo noi a decidere per noi stessi e quando ascoltiamo terzi allora rischiamo di fare solo sfaceli, non lo credi anche tu? Adesso ti saluto! Alla prossima!

 

- AINECHAN: ciao cara, ho cercato nel tuo account il tuo nome senza trovarlo così ti chiedo, qualora fosse di tuo gradimento di renderlo noto così, semmai la prossima volta lasci una nuova recensione posso chiamarti con il tuo nome e rendere questa conoscenza virtuale un po’ meno virtuale ed un po’ più conoscenza! Passiamo alla fic! Mamoru è cotto o non è cotto? Ed Usagi ha le fette di mortadella o di salame (io preferisco il salame, mi piace di più!)? Io credo che dopo la confessione di Usagi sia più facile comprenderla, o no? Minako vuole bene all’amica e sa qualcosa che le altre ignorano (nulla di eclatante, tanto per intenderci, mi riferisco a ciò che è raccontato nel IV capitolo) e quindi da un lato spinge per far sì che l’amica si faccia avanti con Mamoru, dall’altro spera tanto che proprio Mamoru non faccia soffrire Usagi ed ecco il perché del discorsetto mancato! Ancora Minako non ha avuto la possibilità di parlare a quattr’occhi con il malcapitato! Il giro in moto c’è stato ma non è stato descritto, però la smossa c’era quasi stata peccato che la birra non era poi tanta in circolo! Sono molto sadica lo so ma se li facevo concludere subito che gusto c’era? Ti ringrazio per i complimenti, alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: Roxy, carissima psicologa di fiducia! Giusto a te pensavo mentre scrivevo questo capitolo! Ti prego dimmi che sono stata professionale e non sono andata fuori tema. Dimmi che ciò che ho scritto esiste (di esistere esiste, anche perché mi sono documentata però non so se sono riuscita ad esporlo nella maniera corretta!) altrimenti finisce che mi metto a piangere! Per quel che riguarda Usagi… va bhè che è una psicologa ma è anche una persona e Mamoru non è un suo paziente e quindi con lui può anche dimenticare il suo aplomb inglese, o no? E poi non è che Usagi sia stata proprio acida… diciamo un po’ cattiva ma giusto un po’, Mamoru deve capire di non essere il Sole attorno a cui girano i pianeti (è giusto, vero, non è che ho scritto una papalata? Non era per questo che Galileo è stato costretto ad abiurare le sue teorie?). La gente vive anche senza la sua presenza e questo deve iniziare a capirlo! Minako è molto di più di quello che appare, lei è una mente sotto tutti i punti di vista e vedrete che presto vi lascerà a bocca aperta, hai presente il discorso che Rei ha fatto a Gen in Verso l’alba, ecco qualcosa di simile! Ma molto più doloroso! Come hai potuto leggere alla fine la situazione si è invertita ed Usagi ha fatto la fatidica domanda a Mamoru e lui è rimasto shockato! Ahah! Scambiare Mamoru per un vergine… mi viene da ridere da sola, e dire che sono stata io a scriverlo! Psicologa, mi raccomando! Sii dura ma non troppo, abbi pietà di me! Alla prossima!

 

- MARYUSA: Per te quattro volte grazie, per aver recensito nell’ordine temporale: Ad un passo da te: allora come avrai notato, questa volta non ho interrotto il capitolo sul più bello perché ho lasciato che la scena si concludesse, ma non come speravi scommetto! Dai mica potevo fare accadere tutto così in fretta, non credi? Poi si perdeva il bello della lettura! Il giro in moto non c’è stato, ma come ho detto a Giulia è probabile che in futuro i due si possano divertire ancora con la moto ed allora stai sicura che descriverò il tutto! Con la violenza non si risolve molto, io scommetto che se gli amici tacessero, sti due andrebbero a concludere molto prima. A te non è mai capitato di negare qualcosa solo per non dare soddisfazione agli altri? A me sì, tante volte, e sto facendo fare la medesima cosa ai due protagonisti! Per quel che riguarda Usagi e Ryu come hai potuto notare ti sei sbagliata, la nostra eroina aveva perfettamente recepito il messaggio ed ha fatto capire al pittore che non c’è trippa per i gatti! Attenzione però, questo non vuol dire che Ryu non comparirà più, anzi! Potrebbe decidere di mettere la testa a posto proprio per Usagi (ma sarà vero?)… grazie per i complimenti ed adesso passo a rispondere alle altre tre recensioni!  Lettera: fic vecchiotta e soprattutto davvero sentita. L’ho scritta in un momento in cui io ero davvero Usagi perché riuscivo perfettamente a capire il suo smarrimento e la sua rabbia, perché in questa fic c’è anche tanta rabbi,a verso se stessa per non saper stare accanto a Mamoru! Diciamo che in quel momento non era tanto Mamoru il destinatario della fic che avevo scritto, ma per fortuna il periodo è passato! Comunque effettivamente le basi per una long ci sono, è il tempo che manca, purtroppo aggiungo. Grazie per aver recensito, sei stata gentilissima. No sense: girovagando tra le mie fic troverai anche degli obbrobri di questo ci tengo ad avvisarti, tipo le song fic, non so perché ma per un periodo di tempo sono stata fissata con queste! Non le cancello solo perché sarebbe brutto nei confronti di chi le ha lette e commentate, però ormai non sento più mie le song, preferisco scrivere one-shot senza essere necessariamente legata al testo di una canzone! Ma passiamo a No sense, mi credi se ti dico che questa fic mi è piaciuta solo dopo parecchi mesi? Inizialmente la trovava orrenda e priva di significato e da qui il perché del titolo! Grazie per esserti soffermata anche su questa, passo all’ultima fic! Sii felice amore mio: per quello che riguarda questa drabble c’è un particolare che nessuno ha colto quindi devo essere stata io a non essere stata chiara: dopo la partenza di Mamoru, Usagi è morta di dolore, la frase Il mio spirito ti accompagnerà per sempre vegliando su di te e su di lei doveva rendere l’idea, anche questa dovrebbe essere rivista ma mi sembra un peccato cancellare qualcosa a cui tanta gente ha prestato attenzione! La basi per la long qui non ci sono proprio dato che Usagi è morta, a meno che non racconti di come il suo spirito resti al fianco di Mamoru, ma non credo proprio. Adesso ti saluto ed ancora grazie, alla prossima!

 

- MIKI90: Gaia carissima, Usagi non solo tiene Mamoru sulle spine ma non gli fa capire un bel niente. Nega il suo interesse nei confronti del moro e lo tiene a debita distanza, tanto per fargli capire che non deve farsi illusioni con lei! Il qualcosa di importante c’è stato, ma non si tratta della tensione sessuale a cui fa riferimento Mamoru, quella potrebbe essere dovuta davvero alla birra, non credi? La confessione di Mamoru riguardo il suo passato è quello che più conta, adesso forse si può capire un po’ di più del suo carattere schivo, non credi? Spero che il tuo esame sia andato bene e che presto io possa leggere una tua storia, quando questo avverrà ti prego di contattarmi immediatamente, sono proprio curiosa di leggere la tua opera, adesso ti saluto e ti do appuntamento, sempre se puoi, alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: o somma e divina Capa, per me è sempre un attacco cardiaco ogni volta che leggo una tua recensione! Non sai l’ansia, non in senso negativo per carità, solo che ho paura di leggere di averti delusa o altro! Guarda sei libera di essere cattiva quanto e come vuoi, l’importante è che tu non mi uccida nel sonno altrimenti è la fine (che detta in parole povere, non essere cattivissimissima, cattiva sì ma non tanto! Ahah!)… allora, senza aver ancora letto la tua recensione io avevo scritto il capitolo XI limitando, per quanto mi era possibile, l’uso del corsivo – per intenderci, lo uso solo per far ripetere ai personaggi quelle che sono le parole dell’interlocutore. In questo capitolo spero di essere riuscita a rendere Mamoru meno psicolabile, senza volerlo però lui da solo si definisce disadattato sociale (se lo dice lui non mi sento di contraddirlo!) quindi non so, mi sa che anche lì si è sentita la mia presenza di autrice! Il fatto che Mamoru non si riconosca in ciò che fa e dice è un qualcosa che mi tormenta però, mi rendo conto che se mi metto lì a creare la situazione che voglio è la fine, la mia presenza all’interno del capitolo diventa opprimente, per questo preferisco lasciargli spazio e farlo agire come vuole. Lo so sembra quasi che Mamoru abbia preso forma e vita per ciò che adesso sto scrivendo, ma ti assicuro che dentro la mia testa lui dialoga di continuo con la sottoscritta e non ti dico quando si mette a litigare con Usagi… peggio di un concerto rock! Per quel che riguarda il punto di svolta credo che sia arrivato già in questo capitolo e nel prossimo, si capirà meglio, spero. I fiori hanno un significato nascosto anche a lui per il momento, lo fa per il piacere di farlo ma non per altro. Vuole sorprendere Usagi, almeno ci prova. Dal capitolo XIII in poi sto cercando di farli parlare meno e farli agire di più, ma non come credi. Diciamo che ci saranno più silenzi e meno chiacchiere, sempre se i diretti interessati sono d’accordo! Grazie per il tempo che mi dedichi, davvero, non so come farei senza i tuoi preziosi consigli! Alla prossima!

 

Grazie alle 14 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Angelica82;

2. bunny65;

3. chichilina

4. ertila;

5. favola08;

6. GioRock;

7. girovaghi;

8. Hatori;

9. lagadema;

10. LAS;

11. maryusa;

12. miki90;

13. stella93mer;

14. Tappetta4;

 

Soprattutto a Maryusa, l’ultima arrivata che oltre questa tra le preferite ha inserito altre due mie one shot datate…

 

Grazie alle 42 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      Allen_Anne_Black;

2. Angelica82;

3. Antalya;

4. aquizziana;

5. ashar;

6. bellacullen889;

7. brescy;

8. Chichilina;

9. DeepDereck;

10. Ellephedre;

11. Enza85;

12. Fantasy_Mary88;

13. fasana;

14. favola08;

15. hoshi90;

16. igniflia;

17. kiss88;

18. LittleSimo;

19. micina82;

20. Miky 483;

21. Minerva89;

22.  Moons Tear;

23.  Morea;

24. Neptune87;

25. Pera 11

26. Poisonivy;

27.  ponpon;

28. Potter92;

29. pulcinaele87;

30. romanticgirl;

31. sailorm;

32. seasons_girl;

33. shalya;

34. simo87;

35. SweetCherry;

36. Tappetta4;

37. Toru85;

38. Truelove;

39. usachan;

40. vale_129;

41. _Maddy_;

42. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare ad Angelica82, Pera 11, seasons_girl  per essersi aggregate a questa avventura!

 

Grazie anche a chiara84 per aver inserito la fic tra quelle da ricordare.

 

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 18 giugno 2010!

 

P.S. 

Non sono solita farmi pubblicità, ma questa volta lo faccio e vado oltre a quelli che sono i miei principi. C'è una fic che ho scritto la bellezza di due anni fa a cui sono molto legata. E' a Rating rosso e potrebbe partecipare al nuovo concorso indetto da EFP. Fa parte della sezione Harry Potter e si intitola "Passione". Questo è il link della fic: Passione

Se vi va di leggerla e se magari suscita il vostro interesse... magari un voticino potreste anche spenderlo per me, o no? Vi chiedo scusa se vi ho tolto del tempo prezioso, ma ci tenevo a dare questo avviso. Grazie per l'attenzione.

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Capitolo 13
*** Capitolo XII ***


Nuova pagina 1

Note:

- Dir en Grey: Gruppo rock giapponese (Fonte: Wikipedia)

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

Capitolo XII

 

XIII giorno

Ore 7:00

- 17 giorni all’alba

  

   Che la sua coinquilina non fosse normale lo sapeva già.

   Che Rei si lasciasse trascinare dalla suddetta coinquilina lo aveva intuito tempo addietro.

   Che Makoto fosse uno spirito romantico e per questo le due compari ne approfittavano, era un dato di fatto.

   Quello che non avrebbe mai immaginato quella mattina era che anche la timida, riservata, diligente Ami si lasciasse trascinare in quella folle, assurda, ridicola situazione.

   No, non era possibile.

       - Allora, mi spieghi perché ancora non hai aperto bocca? Parla, voglio i dettagli, anche quelli più insignificanti! - Col cavolo che avrebbe parlato! Non dopo il modo in cui era stata svegliata!

   Si sentiva accerchiata dalle amiche sedute al tavolo della cucina come se si trovasse ad un processo e lei era l’unica imputata. Aveva gli occhi di tutte puntati addosso e si sentiva terribilmente a disagio. Ancora indossava il pigiama, si sentiva gli occhi gonfi come due palle da baseball, la bocca impastata e terribilmente amara e per finire aveva un terribile mal di testa, gentile omaggio della birra della sera prima. Tutti questi erano particolari che avevano reso quel risveglio traumatico.

   Perfetto, quello era davvero un meraviglioso sabato mattina!

   Per rendere ancora più speciale quel risveglio, le sue amiche si erano decise a farle una sorpresa e venire a trovarla alle sei e trenta del mattino, fantastico, davvero fantastico.

   Minako era entrata nella sua stanza come una furia, aveva spalancato le imposte ed aperto le finestre, poi era stata la volta delle coperte che erano finite ai piedi del letto e lei si era ritrovata, improvvisamente, privata del tepore che fino a pochi istanti prima l’aveva cullata nel mondo dei sogni. Come se non bastasse, la sua pazza amica aveva acceso la radio al massimo ed aveva iniziato a chiamarla a gran voce: ma era impazzita? Non pensava ai vicini?

       - Forse è meglio lasciarla in pace, non è stata una piacevole sveglia quella che le abbiamo riservato. - Se Ami sperava di farsi perdonare con quelle parole dette in sua difesa si sbagliava, quello era un piccolo tentativo per discolparsi, e per di più era davvero misero.

       - Non lasciarti prendere dal rimorso. Era necessaria un’azione di forza o avrebbe dormito fino all’ora di pranzo! - Ed anche se fosse stato vero, che male c’era? Era il suo sabato libero e poteva passarlo come più preferiva, anche se stare a letto tutto il giorno non rientrava nei suoi piani.

       - Minako, Ami non ha tutti i torti, vorrei vedere se avessimo fatto questo a te.

       - Sciocchezze Makoto! Con me non sareste arrivate a tanto perché io non avrei mai tenuto nascosto un bel nulla alle mie migliori amiche, io! - Il mal di testa continuava e la cosa assurda era che il martellare insistente non si stava placando per nulla, peggio di un martello pneumatico, anzi no, peggio della musica rock dei Dir en Grey tanto amata da Hideyoshi. Urgeva una doccia gelata.

       - Dove vai? - Chiuse gli occhi per evitare improperi. Odiava Minako quando diventava così insopportabile!

       - In bagno! Vuoi seguirmi anche lì? - E nello stesso istante in cui aveva posto quella domanda se ne pentì, Minako era davvero capace di seguirla fin dentro al bagno.

       - Usagi facciamo così, mentre tu vai in bagno io preparo la colazione mentre Minako riordina la tua stanza. Ok? - Certo, le sue amiche sapevano come prenderla; prima Ami che andava in suo aiuto, poi Makoto che si offriva di prepararle la colazione, la prossima sarebbe stata Rei che l’avrebbe sicuramente difesa dalle continue domande di Minako.

       - Non saranno quattro frittelle che cambieranno il mio umore nero! - Sbuffando e legandosi i capelli in una coda alta era uscita dalla cucina con gli occhi delle amiche puntati sulle sue spalle dritte e fiere.

   L’immagine che le aveva rimandato lo specchio non era delle migliori, assolutamente. Due profondi solchi violacei incorniciavano i suoi occhi gonfi a causa del poco sonno, la pelle sembrava secca e screpolata, soprattutto attorno alle labbra, i capelli poi erano improponibili anche se erano legati in quella coda di sbieco. In bocca il sapore amaro dell’alcool la nauseava come non mai.

   Aveva lasciato andare Mamoru solo perché lo aveva visto lucido: la dimostrazione della sua prontezza di riflessi era stata la presa salda e sicura quando gli aveva lanciato le chiavi della moto. Se solo avesse avuto il minimo dubbio sulla sua capacità di mettersi alla guida, lo avrebbe costretto a dormire sul divano.

   Poi, dopo che era andato via, era rimasta alzata per almeno un’altra ora a pensare a quello che era successo. Con una disinvoltura che non la caratterizzava aveva parlato della propria vita sessuale con lui, cosa impensabile fino ad un paio di settimane prima. Quello era un particolare che non avrebbe confessato mai alle sue amiche, soprattutto a Minako. Se quest’ultima avesse saputo cosa era effettivamente successo nella sera precedente sarebbe stata la fine per sé e per la sua tranquillità e questo era da evitare.

   Parlare con Mamoru era nei suoi piani, ma non avrebbe mai immaginato che la conversazione alla fine si sarebbe trasformata in una chiacchierata così intima.

   L’acqua fredda la investì in pieno ed a stento riuscì a bloccare l’urlo che le era nato in gola. Una doccia fredda sì, ma non congelata. Dopo aver regolato la temperatura dell’acqua, aveva immerso timorosa una mano sotto il getto adesso tiepido, solo così si decise a rientrare dentro la doccia.

   Con l’acqua decisamente più calda era più facile ragionare e rendersi conto degli errori commessi. Con Mamoru stava sbagliando parecchio, si era esposta troppo offrendo più di una volta il fianco. Fortunatamente lui non si era accorto della cosa altrimenti parare e poi attaccare sarebbe diventato difficile. La soluzione era interrompere quegli incontri e tornare a mantenere un rapporto più formale.

   L’idea non le piaceva per nulla, specie adesso che avevano fatto quella prima conquista, ma non poteva fare diversamente. Si stava lasciando trasportare troppo sul piano personale e questo non poteva permetterselo, soprattutto con lui.

       - Usagi mi senti? La colazione è pronta!

   Il richiamo di Ami l’aiutò a tornare alla realtà ed evitare di immergersi oltre nei suoi pensieri, nonostante la sveglia per nulla delicata quello restava il suo sabato mattina libero e non lo avrebbe sprecato dietro inutili ragionamenti.

       - Arrivo, voi iniziate pure senza di me!

   Era uscita dalla doccia avvolgendosi subito nell’accappatoio e sistemando un asciugamano in testa a mo’ di turbante, con la mano aveva cercato di spannare lo specchio per vedere se almeno il gonfiore degli occhi fosse diminuito ma rimase delusa quando si accorse che la situazione non era praticamente cambiata di una sola virgola.

   In camera tutto era in ordine, Minako aveva messo ogni cosa al proprio posto sicuramente sotto l’occhio vigile di Rei. Prese al volo un paio di jeans ed un maglione e li indossò. Il tempo di spazzolare i capelli e li riavvolse nuovamente nel telo da bagno, li avrebbe asciugati subito dopo colazione.

   Entrata in cucina quello che la colpì maggiormente fu il silenzio improvviso che l’accolse. Il lieve mormorio che aveva sentito mano a mano che si avvicinava era cessato con il suo ingresso, trovando le amiche tutte intente ad osservare la colazione come se fosse stata la risposta a tutte le loro domande.

   Anche lei iniziò a mangiare in silenzio, prendendo un po’ di marmellata alle albicocche e spalmandola sulle fette biscottate. Si versò un po’ di caffè nella tazza dove precedentemente aveva versato del latte caldo e, senza aggiungere neanche lo zucchero, iniziò a sorseggiare il caffelatte.

   I dieci minuti che seguirono furono i più pesanti che ricordava di aver mai passato con le ragazze. Erano tutte in attesa di un suo segnale, segnale che non aveva intenzione di mandare, anche perché non è che ci fosse poi molto da dire sulla serata trascorsa in compagnia di Mamoru, ma questo loro non potevano – e non dovevano – saperlo.

   Quello che le dava maggiormente fastidio ero lo sguardo di Minako, seduta proprio di fronte a lei, che non l’aveva lasciata neanche per un secondo. A dispetto delle altre, la coinquilina non si preoccupava di nascondere la voglia che aveva di sapere cosa fosse successo in quella cucina.

       - Ne hai ancora per molto?

       - Dipende da te, quando ti deciderai a scucirti la bocca!

   Benissimo, Minako era seriamente intenzionata a scoprire cosa fosse successo la sera prima tra lei e Mamoru, sarebbe stato divertente accontentarla.

       - L’abbiamo fatto su quella sedia, quella dove è seduta adesso Makoto. - Con un cenno del capo indicò la sedia alla sua sinistra. I movimenti agitati che seguirono furono quelli di Makoto che si era alzata come se improvvisamente, sul sedile della sedia, fossero spuntati degli spilli acuminati.

       - Davvero? - La voce di Minako era così annoiata che era chiaro quanto poco credesse a quello che era stato appena raccontato.

       - Sì. - Il suo tono fermo strideva con quello che voleva far credere: quale donna avrebbe mai raccontato una focosa notte come se stesse confessando di aver commesso un omicidio?

       - Usagi… - Gli occhi saettarono veloci sulla figura di Makoto che restava ancora in piedi con le mani poggiate sullo schienale della sedia incriminata.

       - Dimmi Makoto.

       - Davvero tu e Mamoru… dico… proprio su questa sedia? - Era davvero impressionante l’imbarazzo mostrato da Makoto, peccato che anche lei non si era risparmiata dalla piacevole sveglia di quel mattino: nessuna pietà.

       - Sì Makoto. Io e Mamoru l’abbiamo fatto su quella sedia anche se… effettivamente, abbiamo iniziato sul bancone della cucina. - Si stava lasciando guidare dalla fantasia, probabilmente al momento l’unica a credere a quelle parole era Makoto, la più sensibile dal punto di vista sentimentale.

       - Oh. - Ed infatti la reazione era quella che si era aspettata da parte di lei. Nascondere il sorriso di scherno che era nato sulle sue labbra era davvero difficile ma ne valeva la pena, soprattutto perché ancora aveva intenzione di coinvolgere tutte le amiche in quella che era la sua vendetta. Adesso avrebbe preso di mira Ami, dopo sarebbe stata Rei, per finire con Minako, la più tosta tra tutte.

       - Non so di preciso come sia successo. Un attimo prima stavamo parlando del suo carattere impossibile bevendo della birra. Gli stavo dicendo che deve darsi una regolata perché la gente non è sempre ai suoi piedi e disposta a fare ciò che vuole, che c’è una vita che prescinde da lui e da quelle che sono le sue convinzioni… poi… l’attimo dopo ci stavamo baciando. - Ok, non era andata proprio così. Lei effettivamente aveva detto quelle cose, ma a casa di Rei; questo loro non potevano saperlo perché erano tutte dentro a festeggiare Jadeite, ma rimaneva il fatto che tutto era vero, almeno quello.

       - Quindi, da che litigavate… lui ti ha baciata? - Ami era evidentemente a disagio, non era nel suo carattere fare domande così personale, ma non era nel suo carattere neanche fare irruzione nella sua stanza, ma stranamente quella mattina lo aveva fatto.

       - Bhè… sì. - Imbarazzo, fingere di essere imbarazzata. Era difficile dato che la voglia di ridere era tantissima, soprattutto adesso che vedeva Rei partecipe e non distaccata come pochi minuti prima.

       - Io non lo so. Credo che sia stata l’adrenalina del giro in moto mischiata alle birre di troppo e delle discussioni che con Mamoru non mancano mai, non lo se. Rei, ti prego, non arrabbiarti con me… io non volevo… ma è successo…- Era una grande, grandissima attrice, la migliore in assoluto. Lo capiva dai volti esterrefatti di Ami e Makoto e dalla perplessità nello sguardo di Rei, era combattuta, crederle o no? Mancava ancora l’atto finale e quella ridicola commedia sarebbe finita.

       - Io… è come se… oddio, non so spiegarlo. È come se all’improvviso… non ricordavo chi fossi, dove mi trovassi, sapevo solo che quel bacio non finisse mai. Era quello che volevo, che desideravo. Mi sentivo completa. È stato come se non aspettassi altro da tutta la vita… io, non riesco a pentirmene… - E via con l’espressione imbronciata ed imbarazzata messe assieme. Oddio, se non era certa di essersi inventata tutto, avrebbe creduto anche lei alle sue stesse parole, quando voleva sapeva essere proprio convincente.

       - Il resto non so come sia successo. Un attimo prima eravamo al centro della stanza a parlare, a gridarci contro due pazzi, l’attimo dopo eravamo insieme… a baciarci… e poi… poi bhè… è tutto mio… - Decisamente era meglio fermarsi altrimenti rischiava di far sospettare qualcosa alle amiche anche perché lei non era solita andare in giro a raccontare le proprie esperienze, neanche a loro che erano come sorelle.

       - Quindi non è vero che lo avete fatto sul bancone della cucina o sulla sedia… - Questa era stata Makoto che adesso la guardava con il suo solito sguardo materno. Si sentiva un po’ in colpa nei confronti dell’amica ma non poteva certo far passare liscio lo scherzetto poco carino. Facendo di no con la testa si era fermata a guardare il viso delle altre, evitando accuratamente di puntare gli occhi su Minako, lei era la più pericolosa e quella che, probabilmente, le aveva creduto meno, o affatto.

       - Io credo che Usagi abbia ragione, noi non dovremmo neanche essere qui… - Con quelle parole, Ami le aveva dissipato gli ultimi dubbi: anche lei le credeva. Rimanevano le due più ostiche: Rei e Minako. Quest’ultima era quella che le dava più da pensare ed il suo silenzio non era d’aiuto.

       - Usagi solo… Mamoru… lui… - Perfetto, anche Rei aveva abboccato!

       - Rei… guardami… - Ed aveva sorriso in quel modo raggiante che solo il pensiero delle persone amate poteva regalarle. Forse quella era stata l’unica cosa sincera in tutto quel discorso.

       - Commovente, davvero commovente. Degno dei migliori manga della Takeuchi! Ma dico, mi prendi per scema! Puoi fregare loro ma non me! Tu… sei peggio di… baka! Ecco! Ma io dico, hai casa libera, la giusta atmosfera, la birra, il giro in moto e tutto… e che fai? Ci parli solamente? Ma io dico, cosa ti ho insegnato in tutti questi anni? Cosa?! Sei un caso senza speranze! - E la testa di Minako era finita piegata di lato a guardarla in modo furioso.

       - Cosa… - La voce stupita di Rei l’aveva convinta a ribattere alle accuse dell’amica.

       - Bhè, che credevate che doveva succedere? Siete delle pazze e nulla di più! Ma in quale lingua devo dirvelo che tra me e Mamoru non c’è niente? Arrivate qui alle sei di mattina e fate un macello, mi buttate giù dal letto per sapere cosa è successo? Niente, non è successo niente di niente! Ci siamo seduti a tavola ed abbiamo iniziato a parlare bevendo birra! Volete sapere di cosa abbiamo parlato? Spiacenti ma non vi dirò un bel niente, non è mia abitudine dire i fatti degli altri a terzi! Ed adesso se non vi dispiace io me ne andrei a fare un giro, per oggi mi avete rovinato abbastanza la giornata!

       - No! Tu… ci hai mentito… come hai potuto farci una cosa simile? - Ecco, adesso Minako partiva con la solita storia della sincerità tra amiche, bhè non si sarebbe fatta infinocchiare, non stavolta.

       - E no! Mi spiace ma non è vero! Io vi ho solo raccontato ciò che voi volevate sentire! Vi siete così convinte che tra me e Mamoru debba necessariamente esserci qualcosa che siete diventate impossibili! Perfino tu Ami, ti sei lasciata convincere! È assurdo, ma cosa vi è preso a tutte? Siete diventate pazze? - Non era riuscita a trattenere oltre la rabbia per quell’atteggiamento che le sue amiche avevano dimostrato nei suoi confronti da quando quella storia era iniziata.

       - Scusaci tanto se vogliamo vederti felice!

       - Rei! Non è cercandomi un fidanzato che mi renderete felice! Non vi è mai passato per la testa che posso stare bene anche così? Sola con la mia libertà. Non è un uomo che determina la felicità di una donna, ricordatelo! Mi stupisce il fatto che sia proprio tu a dirmi che per vedermi felice ho bisogno di un uomo!

       - Non è questo solo che…

       - Cosa Rei? Forse mi reputate una di quelle donne che per essere felice necessitano di un uomo accanto? Mi credete così? - Era davvero delusa. Non credeva che le sue amiche potessero avere una così bassa considerazione di lei. Osservò la tazza ancora piena a metà e la scostò da sé, la sola vista del latte le dava la nausea. Si alzò dalla sedia e se ne andò. Il silenzio che era seguito alle sue parole, era stato ancora più doloroso.

 

***** ***** *****

 

XIII giorno

Ore 8:40

- 17 giorni all’alba

 

   Chi poteva essere a quell’ora?

   Chi poteva essere così folle?

   Chi poteva osare tanto?

   Era sabato mattino, ed erano solo le otto e trenta.

   Peggio, erano le otto e trenta del suo sabato libero.

   Chi si era appeso come un forsennato al campanello senza smettere neanche per un secondo di strimpellare su quell’aggeggio infernale?

       - Arrivo! Ho detto che arrivo! Basta!

   Ancora frastornato per la sveglia poco carina, e soprattutto fuori programma, si era alzato dal letto infilando alla meno peggio i pantaloni della tuta. Odiava dormire con il pigiama, si sentiva soffocare, preferiva la sua classica tenuta notturna: solo ed esclusivamente i boxer da uomo, così era molto più comodo. Grattandosi la testa, e sperando così di mettere in moto il cervello, si diresse verso la porta di ingresso. Dagli avvolgibili ancora serrati non si capiva che tempo facesse, ma questo non era certo un problema, se avesse piovuto sarebbe rimasto a casa a leggere un buon libro, altrimenti sarebbe uscito. Reprimendo uno sbadiglio, e cercando di far scricchiolare i muscoli del collo ancora intorpiditi dal sonno, guardò lo spioncino e per un attimo valutò se aprire o tornarsene a dormire.

       - Aprimi, lo so che sei dietro la porta.

   Alla fine, lei lo aveva tolto dall’imbarazzo.

       - Buongiorno tesoro!

       - Ciao…

       - Ti ho forse svegliato?

       - Tu che dici?

       - Scusa, non volevo. Ti ho portato la colazione così mi faccio perdonare!

       - Perché non usi mai le chiavi che ti ho dato?

       - Non volevo sembrare invadente. Magari non eri solo… - Certo, lei lo sperava sempre, ma non aveva ancora capito che lui non avrebbe mai fatto dormire nessuna ragazza nel suo letto. Farlo significava farsi mettere il guinzaglio al collo e per lui era presto, decisamente.

       - È sabato mattina, non hai altro da fare? - Strizzando gli occhi, poco abituati alla luce proveniente dalla scala, si era spostato da parte lasciandola entrare.

       - Che modi sono questi Mamo-chan? Chiedi immediatamente scusa a tua madre e dalle un bacio visto che ancora non mi hai neanche salutata!

   Con Midori Howazuki era inutile arrabbiarsi perché tanto, alla fine, la spuntava sempre lei, un po’ come con una bionda di sua conoscenza… ma poi cosa c’entrava il paragone con Usagi? Sicuramente era colpa del sonno, ecco perché faceva quei paragoni strampalati e faticava ad ingranare la marcia.

       - Scusami, hai ragione. - Un bacio schioccato sulla guancia morbida e vellutata di sua madre era quello che ci voleva per iniziare bene quella giornata.

       - Così va molto meglio. Certo che hai proprio una brutta cera, che hai fatto ieri sera? – Che aveva fatto la sera prima? Dopo essere andato via da casa di Usagi aveva girato con la moto per un’altra ora e poi era rientrato. Aveva bisogno di aria fresca per liberarsi la testa dagli stupidi pensieri che l’affollavano, e soprattutto per smaltire l’alcool. Se fosse andato direttamente a dormire era certo di svegliarsi con un cerchio alla testa, e la cosa non gli avrebbe garbato poi molto.

       - Sono stato da Rei, alla festa di compleanno di Jadeite. - In cucina aprì lo sportello dove teneva il bollitore dell’acqua e lo riempì, preparando subito dopo le tazze per il the.

       - Ah, capisco. - Era strana, sua madre era parecchio strana.

       - E tu, come mai da queste parti?

       - Una madre non può avere voglia di venire a trovare il proprio figlio?     

       - Certo. - Era stata troppo precipitosa nel rispondergli, altro fatto che accentuava la sua stranezza.

       - Ed allora cosa c’è di strano se mi trovo qui?

       - Generalmente eviti le improvvisate.

       - Avevo voglia di vederti. Devo forse chiederti il permesso per poterlo fare?

       - No, assolutamente, ma mi avresti visto domani visto che dobbiamo pranzare insieme.

       - Mamoru, sei impossibile te lo hanno mai detto?

       - Mi sembra di sì… - Giusto la sera prima, Usagi aveva detto la stessa identica cosa.

       - Non hai nulla di nuovo da raccontarmi?

       - Cosa vuoi sapere di preciso? - Lo sapeva che non era venuta fin lì senza un valido motivo. Non che sua madre non lo andasse a trovare, anzi, veniva almeno una volta a settimana ma per quella aveva già dato, era venuta solo quattro giorni prima… e poi rimaneva il fatto che il giorno dopo avrebbero dovuto pranzare tutti insieme, quindi perché questo bisogno impellente di vederlo?

       - Ho ricevuto una telefonata… - Specificare il soggetto della telefonata era superfluo, sapeva di chi si parlava.

       - Dopo quanto? Cinque anni?

       - Sette… dal giorno in cui ha scoperto in quale ospedale avresti frequentato la scuola di specializzazione.

       - Che ti ha detto?

       - Che sono una madre snaturata che non si interessa del futuro di suo figlio.

       - Non è che sia diverso da ciò che ti ha detto sette anni fa.

       - Per nulla, le stesse identiche parola con una piccola differenza: sette anni fa sapevo perché fossi snaturata, oggi invece lo ignoro.

       - Stiamo parlando di Masao Chiba, non è che ci voglia un genio per comprendere cosa voglia per me.

       - Mamoru stiamo parlando di tuo padre, non dimenticarlo. - Nonostante i rapporti tesi esistenti con l’ex marito, sua madre non gli permetteva mai di mancare di rispetto all’uomo che gli aveva donato metà del suo patrimonio genetico. Donato, come no, quello che sua madre si ostinava a chiare padre non gli aveva donato un bel niente, era stato costretto a partecipare, se avesse potuto avrebbe evitato volentieri, ne era praticamente sicuro.

       - Vuole che lasci il mio posto di lavoro in ospedale e lo raggiunga alla sua clinica.

       - Capisco. E tu?

       - Mamma io cosa? Sai perfettamente che se finissi nella clinica di Masao posso dire addio alla mia carriera ed alla mia indipendenza! - Lo sguardo accigliato di sua madre non lo fece pentire del modo in cui aveva chiamato suo padre.

       - Mamoru tu sai che non mi sono mai intromessa in quello che è il rapporto tra te e tuo padre, ma forse dovresti dargli retta, almeno per questa volta.

       - Stai scherzando, vero? - Non poteva credere che proprio lei gli consigliasse di seguire le orme del padre in quello che poteva essere il suo futuro professionale.

       - Chi meglio di lui potrebbe insegnarti?

       - Non se ne parla. Io non voglio avere nulla a che fare con lui, nulla.

       - Mamoru, sul fatto che tuo padre abbia commesso degli errori con te non si discute, ma qui si parla di quella che per te potrebbe essere una grande occasione lavorativa, pensaci…

       - Lui non ha sbagliato solo con me. Ha sbagliato anche con te, non puoi difenderlo sempre!

       - Non si tratta di difendere nessuno! Qui si sta parlando del tuo futuro e di quello che può insegnarti tuo padre, né più né meno.

       - Mio padre? Mio padre non conosce neanche il giorno del mio compleanno! Mio padre non sa dove abito! Mio padre non sa nulla di nulla di me! E tu continui a definirlo padre…

       - Tuo padre con te ha sbagliato su tutta la linea, ma non fare altrettanto tu!

       - Infatti, non farò altrettanto perché non ho intenzione di seguirlo nella sua clinica.

       - Ti stai rovinando con le tue stesse mani!

       - Mamma, ti prego. Non voglio litigare con te. Mi hai sempre lasciato libero di sbagliare, fallo anche adesso! - Non aveva mai alzato la voce con lei, mai prima di allora. Gli sembrava assurdo, impossibile, surreale, eppure stava accadendo. Stava litigando con la donna più importante della sua vita a causa di quello che era obbligato a chiamare padre.

       - Ormai sei un uomo ed è giusto che tu faccia le tue scelte da solo, ma permettimi di dissentire.

       - Grazie per i consigli, ma preferisco continuare come ho fatto fino adesso.

       - Credo che sia inutile insistere, sei più testardo di un mulo!

   Era calato un silenzio quasi innaturale. Non era abituato a discutere con sua madre, forse perché lei, effettivamente, lo aveva lasciato sempre libero di fare ciò che riteneva più giusto. Perché stavolta doveva essere diverso?

       - Mamma ti prego, non arrabbiarti. So che vuoi solo il mio bene ma io non riesco. Non riesco a fare finta di nulla. Non può pretendere di fare il padre adesso che ho trent’anni. Doveva pensarci prima. - Ed era vero, Masao non poteva credere di arrivare dall’oggi al domani nella sua vita e sconvolgergliela come se nulla fosse. Non era stato l’assegno mensile che aveva spedito per quasi vent’anni ad averlo reso suo padre. Ad essere sincero rispettava di più la figura di Akahito-kun che quella di Masao, perché? Per il semplice fatto che, nonostante nelle loro vene non scorresse lo stesso sangue, Akahito era stato un padre. Rimproverandolo quando era stato necessario e sostenendolo nel momento più brutto della sua vita, quando si era sentito perso a causa della malattia della madre. Akahito era stato sempre presente nella sua vita e come sua madre, non era mai intervenuto per influenzarla. Non aveva mai fatto distinzioni tra lui e Seiya amando entrambi come dei figli suoi anche se lui non lo era.

       - Ti chiedo solo di pensarci, tutto qui. Prometti che non cestini l’offerta come hai sempre fatto con qualsiasi proposta di lavoro che in passato ti ha offerto.

       - Ti prometto che vaglierò la sua proposta, ma non ti assicuro nulla. - Era inutile, non riusciva mai a dirle di no.

       - Bravo il mio Mamo-chan ed adesso mangiamo prima che i cornetti si freddino!

       - Effettivamente l’odore è buono ed io avrei una certa fame. - Sua madre era una donna discreta ma determinata che sapeva comprendere quando non dover insistere per farsi ascoltare. Ecco perché rare volte aveva discusso davvero con lei. Sapeva come prenderlo e quando contraddirlo ma non usava mai la forza, no quella mai.

       - Come mai tutta questa fame? Ieri sera Rei ti ha lasciato a digiuno? - Effettivamente la sera prima aveva bevuto più che mangiato, ma era meglio non dirlo. Anche se aveva trent’anni sua madre non lesinava mai rimproveri, soprattutto quando a suo avviso eccedeva nell’alcool. 

       - Ho mangiato ma non tanto. Non ero molto in vena, sono andato via quasi subito. - Lo sguardo di sua madre non aveva lasciato neanche per un attimo la sua figura, sicuramente stava macchinando qualcos’altro.

         - Sai, pensavo che questa casa ha bisogno di un tocco femminile, è così cupa e triste… non so come faccia la tua ragazza a venirti a trovare, è così impersonale! - La sua ragazza? E questa novità da dove saltava fuori?

       - Non c’è nessuna ragazza che viene a trovarmi, mi spiace deluderti.

       - Però presto ci sarà, o no?

       - No, non ci sarà nessuna! Sono ancora troppo giovane per pensare di mettere su famiglia! Ho solo trent’anni!

       - Tesoro, quando ho sposato Masao avevo poco più di venticinque anni, tuo padre quasi trenta, quindi non parlare più del dovuto.

       - Ecco perché tra voi non ha funzionato! Eravate entrambi troppo giovani.

       - Ascolta la tua mamma: presto ci sarà qualcun altro che ti chiamerà Mamo-chan. Mi auguro solo che sia una persona speciale come lo sei tu.

       - La persona speciale è già qui con me, non ho bisogno di altro!

       - Bambino mio, sarà divertente vederti innamorato. Vedremo poi se ti ricorderai ancora di tua madre!

       - Sarai sempre la persona più importante della mia vita. - Era imbarazzante fare quei discorsi con sua madre, non ne comprendeva il motivo ma non si sentiva totalmente a proprio agio. Era come se lei, con quegli occhi blu uguale ai suoi, stesse cercando di sondare la sua anima e questo lo metteva a disagio.

       - A parte la chiamata di tuo padre, non ci sono novità nella tua vita? Sotto il profilo sentimentale ad esempio?

       - Ancora con questa storia? Mamma non c’è nessuna ragazza nella mia vita.

       - Strano…      

       - Mamma? - Se sua madre lo guardava in quel modo voleva dire solo guai. O situazioni ridicole…

       - Seiya mi ha detto che ultimamente ti vedi abbastanza spesso con qualcuna. Non ha voluto dirmi nulla, ha solo detto che questa è quella giusta! - Suo fratello aveva bisogno urgentemente di una visita psichiatrica, magari avrebbe chiesto ad Usagi stessa un consulto. Era certo che lei non si sarebbe tirata indietro visto che la cosa la riguardava abbastanza da vicino.

       - Mamma, Seiya si riferisce ad Usagi…

       - Usagi?

       - Sì, Usagi. L’amica di Rei.

       - Oh… ma è stupendo! Usagi è così una gran brava ragazza…

       - Mamma, frena! Non è come pensi. Io non sto uscendo con Usagi! È una storia che hanno montato i ragazzi. Seiya ti sta prendendo in giro!

       - Non farebbe mai una cosa simile sei tu che, come al solito, preferisci non confidarti con me!

       - Senti, invece di Kyoko cosa ne pensi? - L’unico modo di troncare la conversazione era spostare l’attenzione su altro, lo aveva imparato giusto la sera prima da Usagi.

       - Sembra una brava ragazza, di più non saprei dirti. - Si manteneva sul vago, ciò voleva dire solo una cosa: aveva altro da aggiungere.

       - Non tenerti tutto dentro… - Aveva bisogno solo di una piccola spintarella e poi avrebbe vuotato il sacco nel giro di trenta secondi.

       - Sei terribile… sai sempre come rigirarmi, e dire che la madre sono io! - Aveva imparato da lei a raggirarla, a dire il vero ci riusciva con tutti, tranne che con... era meglio darci un taglio, Usagi stava diventando troppo insistente.

       - Sono il tuo preferito ecco perché cedi sempre!

       - Non dire sciocchezze! Amo te e tuo fratello alla stessa maniera!

       - Dai, era tanto per scherzare… comunque, io ieri l’ho vista, ci ho scambiato quattro chiacchiere e non è poi così male. Forse è un po’ troppo silenziosa!

       - Non lo so. Non mi sembra spontanea, è troppo misurata. Non saprei, magari con me si è comportata diversamente solo perché sono la madre del suo ragazzo…

       - Ma che dici? Se quando usciamo, ti scambiano per la mia ragazza tanto sei giovane, bella e brillante. Non ti ci vedo a fare la suocera cattiva!

       - Allora immagino che Usagi sia molto contenta della cosa…

       - Ancora con questa storia? Mamma basta! È da più di tre settimane che tutti hanno la fissazione che tra me e Miss Simpatia debba esserci qualcosa, ma vi assicuro che non c’è nulla di nulla! Assolutamente!

       - E come mai ti scaldi tanto? - Con le labbra che soffiavano sul the caldo, lo guardava sorridendo aspettando una risposta a quella domanda posta solo per vedere il suo grado di imbarazzo, di questo ne era sicuro.

       - Dovresti vedere come si scalda lei! È uno spettacolo vederla arrabbiarsi!

       - Però peccato che non ci sia nulla tra voi…

       - Niente di niente…

       - Bhè io ricordo però che per un certo periodo Usagi non ti è stata del tutto indifferente… - Ecco, questa era una di quelle cose che i suoi amici non avrebbero mai dovuto sapere. Mai. 

       - Ma che dici... forse mi stai confondendo con Seiya! - Ma poi come faceva sua madre a sapere di quel periodo? Aveva fatto di tutto per tenere nascosto l’interesse che Usagi aveva suscitato in lui, soprattutto perché da lì a pochi mesi sarebbe partito per gli Stati Uniti e non aveva intenzione di legarsi a nessuno con il rischio di soffrirne poi la distanza.

       - Ti ricordo che sono tua madre, a me non puoi nascondere nulla…

       - Mamma, stai prendendo un granchio, a me Usagi non è mai interessata! - Il morso che aveva dato al croissant doveva nascondere la risata nervosa che era sopraggiunta all’improvviso.

       - Quanto fervore nelle tue parole… per essere qualcuno che non ha nulla da nascondere mi sembra che tu prenda troppo a cuore questa storia!

       - Vorrei vedere te! Immagina se qualcuno ogni giorno, giorno per giorno, viene a dirti che ti piace una con cui, a stento, riesci a scambiare quattro parole senza finire a litigare, tu come ti sentiresti?

       - Mi arrabbierei da morire, litigherei con tutti, e poi alla fine sposerei la fonte della mia disperazione, un po’ come è successo con Akahito! – Ecco, questa era una di quelle cose che non aveva considerato!

       - Mi spiace informarti che non stiamo parlando di te ma di me!

       - Lo so tesoro, non preoccuparti, ma rimane il fatto che sono tua madre e, a meno che non ci sia un’altra donna nella tua vita, non ti ho mai visto così loquace come oggi!

       - E questo cosa c’entra?

       - Sei sempre misurato e controllato, tranne quando si toccano questioni che per te sono importanti, tipo il tuo futuro professionale o la tua vita privata…

       - Appunto! Qui vi state intromettendo tutti in questioni che non vi competono, ci credo che mi innervosisco! - Era stato un ottimo diversivo alzarsi e posare la tazza vuota nel lavabo, almeno sua madre non aveva visto la sua faccia farsi pallida e poi subito dopo rossa.

       - Mamoru… non puoi nascondermi nulla: ti ho tenuto dentro di me per nove mesi, ti ho cresciuto, coccolato, educato, ti ho lasciato fare le tue esperienze ed i tuoi errori. Ti sono sempre stata accanto e so quando sei sincero e quando vuoi nascondermi qualcosa. Il fatto è che ancora non ho capito se stai nascondendo anche a te stesso il tuo reale interesse nei confronti di Usagi.

       - Mamma dai…

       - No, ascoltami. Non sei come tuo padre, per quanto tutti dicano che hai ereditato il suo carattere, non è così. Tu sai amare altrimenti non avresti mai scelto di fare il medico. Sai cosa è il sacrificio e lo dico perché non tutti, a sette anni, sarebbero stati capaci di accettare il matrimonio della propria madre, ma tu lo hai fatto perché sapevi che Akahito mi rendeva felice. Sei sempre stato più maturo della tua età, hai sempre protetto Seiya facendogli da secondo padre, nonostante tu sia più grande di lui di solo otto anni. Mamoru questi sono esempi di quanto tu sia generoso e capace di amare, quindi togliti da quella testaccia l’idea di non essere in grado di amare, siamo intesi?

       - Grazie mamma…- Midori Howazuki era una madre speciale perché con poche e semplici parole sapeva toccarti il cuore e farti sentire una persona migliore, anche se  fossi stato il più crudele dei killer.

   L’abbraccio che seguì a quelle parole era stato spontaneo e per nulla obbligato. Mamoru,come quando era ancora bambino, aveva cercato tra le braccia della madre quella sicurezza che non sentiva di avere ancora acquisito.

       - Se ti dicessi che lei mi reputa un disadattato sociale cosa mi risponderesti?

       - Che sei sulla buona strada per conquistarla. Io credevo che Akahito fosse l’origine di tutti i mali esistenti sulla faccia della Terra!

       - Hai un buon profumo, mamma…

       - E questo cosa c’entra? - Lo sapeva lui cosa c’entrava. Era lo stesso profumo che sentiva ogni volta che stava accanto a lei… e con lei non si riferiva a sua madre.

    Le loro strade si erano incrociate, avevano raggiunto l'infinto ed adesso non restava che attendere la prossima fermata per scoprire se continuare o fermarsi...

L’angolo dell’autrice

   Buongiorno gente, o buon pomeriggio dipende dal momento in cui leggerete questo nuovo capitolo!

   Cosa mi dite? Avete letto il dolce risveglio di Odango? E quello di Mamoru? Vi dirò non sono molto convinta, né dell’uno né dell’altro. Il modo in cui è svegliata Usagi può anche starci è tutto ciò che viene dopo a convincermi poco, mentre per quel che riguarda Mamoru non sono molto convinta del dialogo con Midori, mi sembra poco naturale, sarà che io quando parlo con mia madre ci litigo e basta (rapporto di amore-odio, che volete farci, con due segni di fuoco è impossibile un dialogo calmo, tendiamo sempre a prendere fuoco facilmente!) ma non volevo che lo stesso avvenisse, da subito, con Mamoru e Midori, quindi aspetto le vostre critiche, perché sono sicura che ne arriveranno!

   Purtroppo ho poco tempo, stavolta non sono riuscita a scrivere i ringraziamenti con il solito anticipo e quindi mi devo apprestare a rispondere tutto in mattinata!

   Vi saluto e vi ringrazio per le recensioni che vorrete lasciare…

 

RINGRAZIAMENTI

 

- _MADDY_: ciao e grazie per aver trovato il tempo per recensire. Se non ricordo male, sei stata una delle prime ad aggiungere la fic tra le seguite e per questo ti ringrazio anche se l’ho fatto in pratica capitolo per capitolo, ma visto che ci sono te lo dico personalmente, se così possiamo dire. Grazie per i complimenti, non so francamente se sono davvero meritati, io mi diletto a scrivere, lo faccio perché mi piace, ma non so se effettivamente sono brava, mi lascio giudicare da voi che leggete, e lo faccio volentieri, davvero! Come avrai modo di leggere nel prossimo capitolo, Usagi non ha donato la sua verginità a Mamoru, assolutamente. Nessun mistero o robe simili, solo una storia normale, con protagonisti normali  e forse anche banali… adesso ti saluto e grazie ancora per il tempo dedicato a questa fic. Alla prossima!

 

- MICINA82: Giovi ciao! Allora le stai preparando le valigie per la tua vacanza sicula? Ma andiamo alla mia fic. Lo avevo detto da subito che il trauma di Mamoru era qualcosa di normale, una realtà che purtroppo colpisce molte persone che sono costrette ad assistere alla separazione dei genitori. Quello di cui soffre Mamoru però non è tanto la separazione dei genitori ma la mancanza effettiva di una figura paterna, per quanto Akahito lo abbia amato davvero come un figlio, in un certo senso il nostro protagonista si è sentito rifiutato da quello che è il suo genitore. E comunque non necessariamente una famiglia allargata è un esempio negativo di famiglia, Mamoru vuole davvero bene a Seiya ed Akahito, li sente come parte della famiglia e mai potrà vederli diversamente da ciò che sono un patrigno amorevole ed un fratello a cui voler bene. Lo sapevo che avrei rischiato il linciaggio con questo capitolo, me lo sono detta dal primo momento ma ho voluto rischiare… non ho voluto far concludere i due perché altrimenti sarebbe stata, come hai fatto notare, la solita storia e poi via con i rimorsi del giorno dopo ed io ti assicuro che non ho intenzione di far venire rimorsi a nessuno dei due (forse…) Comunque Mamoru non è roso dalla rabbia perché non è stato lui il primo, questo no, è solo sorpreso perché Usagi gli ha detto di non essere mai stata innamorata ed al contempo però non si è certo chiusa in convento, anzi. Lui è davvero sicuro di ciò che ha detto, crede davvero che Usagi sia una persona romantica che quando sta con qualcuno lo fa per amore e non per sesso… nel prossimo capitolo si capirà meglio il comportamento di Usagi, non temere non l’ho resa una mangiatrice di uomini, almeno questo glielo ho risparmiato! Per tutte le domande finali dovrai aspettare, ti ho già detto abbastanza. Un bacio. Alla prossima!

 

- MARYUSA: ma mia cara Mari sei sicura di non star togliendo troppo tempo al tuo lavoro recensendo tutte le mie fic? Comunque a me non può che fare piacere! parto da subito con questa attuale e ti dico che sono felicissima che il capitolo ti sia piaciuto così tanto. Usagi si è confidata con Mamoru non per un bisogno effettivo, ma solo per conquistarsi la fiducia di lui, proprio perché voleva conquistare la sua fiducia ha detto la verità dalla prima all’ultima parola… o quasi. Aveva effettivamente diciassette anni ed era minorenne quindi fai tu, vuoi flasharti, accomodati, io non ti dico nulla! Sono perfida ma mi piace leggere le vostre ipotesi. Per quel che riguarda il comportamento di Usagi, il negare per non dare soddisfazione agli altri, a quanto pare siamo uguali io, te ed Usagi: J Faccio una piccola precisazione, che avevo già inserito nel capitolo prima che tutte voi me lo faceste notare, Mamoru non è ubriaco, è leggermente euforico, ma nulla di più, per questo Usagi lo lascia andare senza problemi. Adesso però passo a recensire le altre fic: Come saprei come ti avevo detto tempo addietro ormai le song fic non le sento più mie ed infatti non le scrivo da un bel po’, ma non credo che sia giusto cancellarle; per quel che riguarda questa  bhè l’ho scritta perché ho sempre immaginato questa canzone come dichiarazione di una donna verso il proprio uomo, uomo che però non fida totalmente degli altri, ed allora chi meglio di Mamoru come protagonista maschile? Comunque, ti ringrazio tanto per i complimenti, vado avanti con i ringraziamenti. Vorrei l’idea di fondo era quella di mantenere ambigua la destinataria delle parole di Mamoru e sono felice che solo alla fine tu abbia compreso che la diretta interessata era proprio Chibiusa, credo che questa sia la sola fic che ho scritto con Chibiusa presente, questa ed Elementi, li le ho dedicato una drabble. Vorrei poterti amare alla luce del sole è stato un esperimento e devo dire che è riuscito bene. Questa fic è stata scritta durante la stesura de La prima volta ed era un periodo in cui il povero Seiya era tartassato per la sua – mia – crudeltà e così mi sono detta di mettere insieme e far amare i due protagonisti maschili e ne è uscita fuori questa one shot. Non credo che sia male, dopotutto non è il sesso degli innamorati che conta, ma i sentimenti che sono espressi, almeno questo è il mio pensiero. Come inizio non c’è male e La prima volta: queste due fic le unifico e ti dico da subito che quando avrò un po’ di tempo, circa tra un migliaio di anni, le cancellerò e le riscriverò perché rileggendole mi sono venuti i brividi per il modo in cui sono scritte e soprattutto per i comportamenti dei personaggi, comportamenti irrazionali. Quando le ho scritte ero soddisfatta del mio operato, ad essere sincera miravo molto alle recensioni mi piaceva – e mi piace tutt’ora – ricevere parecchie recensioni solo che dopo 4 anni credo di essere migliorata e maturata come autrice ed è giusto che anche i primi lavori mutino con me. Grazie comunque per le recensioni, alla prossima!

 

- AINECHAN: Ciao Margherita, lieta di conoscerti io sono Carmen ed ho qualche annetto più di te! Comunque se ti ho chiesto il nome è solo perché preferisco mantenere un rapporto più umano con voi che dedicate del tempo alle mie fic e mi piace conoscere non solo i vostri pensieri ma anche voi come persone. Anche a te rispondo come ho risposto a Micina82/Giovanna per quel che riguarda la pseudo gelosia di Mamoru. Non si tratta del voler essere il primo per Usagi, come avete letto lui non è solito andare con chi è ancora vergine perché, fondamentalmente, è un animo romantico e crede che le ragazze diano un’importanza maggiore al concetto di verginità, si stupisce di come Usagi, che per lui è il Romanticismo – non inteso come movimento letterario sia chiaro – possa essere andata a letto con qualcuno che non amava, ecco il perché di questa reazione per molti sproporzionata. Io credo che Usagi se avesse ceduto all’alcool il giorno dopo sarebbe partita per lasciare Tokyo non perché pentita ma solo per i sensi di colpa verso Mamoru perché lei davvero vuole aiutarlo, almeno è questo quello che credo, ancora non è chiaro cosa accadrà non tutto per lo meno… oppure lo dico per mettere su una falsa pista voi lettrici? Chi lo sa! Quanti capitoli prevede la storia non lo so ancora con precisione, ma penso più di 20 ma meno di 30, vedremo. Adesso ti saluto e grazie per la recensione. Alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: ciao Roxy, mia psicologa. Uno di questi giorni ti contatterò per un consulto personale, sono sull’orlo di una crisi di nervi, un altro paio di mesi così ed esplodo! Ma passiamo a noi. Ero terrorizzata per quel che riguardava questo capitolo che poi è il capitolo principale per comprendere meglio l’atteggiamento di Mamoru. Temevo di essere troppo libresca e poco realistica ma allo stesso tempo temevo di essere troppo fantasiosa e così non sai quante fisime mentali prima, durante, e dopo la pubblicazione, ma a quanto pare tu hai dato il tuo beneplacito ed io ho riacquistato i 20 anni di salute che avevo perso. Per quel che riguarda Usagi io credo che lei non risponderà mai e poi mai ad una domanda diretta, neanche sotto tortura. Per questo aspetto del suo carattere mi sono rifatta non a me ma al mio ragazzo: per parlare con lui, per fargli tirare fuori i propri stati d’animo si devono fare gli indovinelli o i tranelli per farlo cadere e farlo parlare. Io credo che dipenda in parte dall’immaturità del nostro rapporto – e questo mi fa soffrire perché dopo 8 anni vorrei un po’ più di fiducia, non per finta modestia, ma la merito! – ed un po’ dipenda dalla sua stessa immaturità – 30 anni all’anagrafe ma se poi scaviamo sotto sotto ne avrà sì e no 20 – per Usagi è tutta un’altra situazione che si capirà nel prossimo capitolo, spero. Per quel che riguarda il maschio fico d’india e la femmina buona donna ho espresso il mio pensiero. Non sono una libertina, assolutamente, ma non tollero queste disparità, assolutamente. Per quel che riguarda il ragazzo della prima volta si scoprirà di più su di lui nel prossimo capitolo, per adesso non dico nulla. Minako… hai visto la sua reazione… reazione che sarà conclusa venerdì prossimo, prometto! La parte finale non è uscita fuori come avrei sperato ma non sono ancora così brava. Ti do appuntamento, se ci sarai, venerdì prossimo un bacio! Alla prossima!

 

- QUEESERENITY83: Ida ciao, come stai? Non devi assolutamente scusarti se non riesci a recensire con costanza, ognuno ha i propri impegni ti capisco benissimo! Per quel che riguarda la famiglia di Usagi, la tua recensione cade a fagiolo proprio perché nel prossimo capitolo si scoprirà qualcosa di più su Ikuko e Kenji e sono curiosa di sapere cosa ne penserete in molti… ti chiedo, nel caso in cui la tua idea sia diversa da ciò che leggerai, di farmi sapere cosa avevi pensato della famiglia Tsukino, sono molto curiosa! Il fatto che siano stati abbastanza lucidi io credo che sia stato un bene perché poi sia l’uno che l’altra sarebbero partiti con i soliti film mentali ed io francamente ne ho abbastanza. Li farò capitolare quando saranno pronti e non potranno più nascondersi… almeno credo… adesso ti saluto e grazie per la recensione, grazie per i complimenti ed un bacio! Alla prossima!

 

- MOREA: Ciao Giulia, matematica del mio corazon… come ti senti adesso che hai superato lo scoglio dello scritto? Meglio? Vedrai che la spacchi quella vecchia decrepita della tua prof (non so perché, forse me lo hai detto tu o forse ricordo male, ma immagino che l’insegnante di analisi sia donna, mi sbaglio? Leggendo più avanti la tua recensione mi sono accorta che me lo hai detto tu! XD)… andiamo alla fic! Gli sguardi languidi e le ammiccatine sono il mio forte, dopo anni li uso ancora con il mio ragazzo ed ogni volta mi diverto a prenderlo in giro per come cade come un pero cotto (uso di proposito il maschile…) e gli scontri sugosi sono il nostro forte, li adoriamo e poi si sposano bene con la birra! J Vedremo cosa ne penserai di questo nuovo capitolo e del prossimo… adesso ti saluto, mi spiace averti fatto aspettare tanto, un bacio e figurati per l’interessamento, è il minimo con la mia fic sottraggo del tempo prezioso al tuo studio! Alla prossima!

 

- ELLEPHEDRE: Capa prima di tutto grazie per la bellissima risposta alla recensione, sono letteralmente arrossita, e poi detto tra noi, anch’io ho rischiato di fare l’alba per scrivere la recensione… ma passiamo a me! Ogni volta che leggo una tua recensione ho il cuore che batte a mille e rischio davvero un arresto cardiaco. Ho paura di deludere le aspettative di tutte, ma il tuo giudizio (non me ne vogliano le altre recensitrici – questo è un neologismo by Carmen – e lettrici) è importante perché ti stimo parecchio come autrice. Dopo aver letto il primo rigo della recensione ho fatto il balletto del Waka Waka tanto ero contenta… dopo la seconda frase sono passata alla Macarena… due frasi solo di complimenti per me sono troppe, non ci sono abituata. Nel terzo pensiero sono passata ad una più semplice tarantella siciliana anche perché sono tornata al mio solito livello letterario, ci devono essere sempre delle imperfezioni, è inutile non mi smentisco mai… e con l’ultima frase, con quel bel passo in avanti ho sentito suonare le trombe celestiali ed intonarsi l’Alleluia… grazie capa, grazie di tutto… adesso spero di confermarmi in quest’altro capitolo! Alla prossima!

 

- SIMO87: ciao Simo, temevo il linciaggio di massa per come ho fatto concludere il capitolo, ma sono felice che non ci sia stato nulla di simile! Sarebbe stato difficile riuscire a pubblicare con entrambe le braccia ingessate! Il loro dirsi le cose in faccia credo che sia la base di qualsiasi rapporto, non solo sentimentale ma anche di amicizia, ed ho cercato di farlo trapelare anche nella conversazione che Usagi ha avuto con le sue amiche, spero almeno di esserci riuscita. Il capitolo era pronto ma ho deciso di pubblicare regolarmente di venerdì per dare la possibilità a chi legge di essere a passo con i capitoli. Per quel che riguarda il mio periodo nero cerco di non pensarci ma è davvero difficile, grazie per il pensiero. Alla prossima!

 

- BRESCY: ciao anche a te (se magari dovesse ricapitarti di recensirmi, se ti va, potresti lasciarmi il tuo nome così almeno uso quello per essere meno formale!)… non vorrei farti rimproverare dal capo, o dalla capa, per il fatto di essere scoperta a leggere la mia fic invece che lavorare, non voglio creare problemi a nessuno, giuro che non me lo perdonerei mai! Arrossisco per tutti questi complimenti e mi chiedo se effettivamente li merito. I dialoghi si scrivono da soli e per quel che riguarda i personaggi mi baso su quello che sono gli originali cercando di renderli più adulti rispetto l’età del manga, solo Minako è quella che è rimasta più simile al manga ma lei l’adoro così, frizzante e catastrofica, peggio di Usagi… dai non esageriamo, quasi peggio di Usagi. Ho deciso di lasciare tutto in sospeso perché non tanto per aumentare l’attesa ma solo perché quello non era il momento, si trattava di un gioco e nulla di più… se qualcosa succederà dovrà essere in un contesto ben determinato quando entrambi hanno chiaro cosa vogliono dall’altro, in questo momento tutte dite che Mamoru è cotto di Usagi e viceversa, ma fino a prova contraria non lo hanno ammesso neanche a se stessi (ok, Mamoru fa comprendere a Midori di essere interessato ad Usagi ma non ha detto in che termini…). Il giorno dopo non si sono incontrati, né sembrano sconvolti da ciò che è accaduto. Sono coscienti dell’essersi esposti, ma attribuiscono, intelligentemente aggiungerei, la cosa all’alcool. Gli amici non sono insopportabili, sono solo amici e basta. Tengono a loro e vorrebbero vederli assieme perché secondo loro starebbero bene come coppia, dipende se Usagi non li uccide prima o non se ne va per Timbuctu… e poi la nostra Odango non è antipatica, è esasperata questo sì – prova tu a convivere con una come Minako e la signora Kumiko poi vediamo se non si diventa isteriche :D – ma non si comporta così perché si sente superiore. Cerca solo di mantenersi sul vago e non sul piano personale. Lei è lì perché vuole aiutare Mamoru e se si facesse trascinare dai sentimenti concluderebbe poco, deve rimanere vigile ed attenta. Per quel che riguarda la prima volta sarà tutto svelato nel prossimo capitolo, e vedrai che poi non è che c’è molto da capire, ricordo che questa è una storia basata sulla normalità quindi non credo che ci si debba stupire di determinati comportamenti. L’attrazione fisica è palese? Non lo so, probabilmente. Il perché dei comportamenti di Usagi saranno chiari nel prossimo capitolo, forse così sarà meno antipatica e più chiaro il perché sia diventata così razionale… un bacio anche a te e grazie soprattutto perché hai trovato il tempo di recensire. Alla prossima!

 

- CHICHILINA: Ciao Anna Maria, ti giuro che con questo caldo lasciarti con un senso di sete è l’ultimo dei miei intenti. Quando scrivo lascio che loro si dicano sempre tutto, o quasi… cerco di dare slancio ai dialoghi, facendo attenzione alla punteggiatura che è quella, credo, che mi aiuta a rendere i dialoghi così vivi… per quel che riguarda essere il tuo esempio… cara collega cercatene un’altra di esempio, magari l’esimia Capa Elle, lei si che è un esempio per tutte noi… ma adesso che mi dici così sto facendo ruotare la mia coda da pavone… ahahah, grazie carissima per tutti questi complimenti! Alla prossima!

 

- ANGELICA82: Ciao, grazie per essere andata direttamente al sodo :D, ma scherzi a parte, grazie davvero per apprezzare così tanto questa fic che per me è nata come un passatempo da dedicare ad un’amica ma che mi sta ridando la voglia di scrivere, voglia al momento ferma solo a Mamoru ed Usagi ma poi chissà! Come dicevano i latini in vino veritas, in questo caso noi rielaboriamo il proverbio e diciamo, in birra veritas! Credo che la risposta alla tua domanda te l’abbia data la stessa Usagi, Mamoru era un po’ alticcio ma non completamente ubriaco. Prima di mandarlo via Usagi ha cercato di capire se effettivamente lui potesse reggere la guida della sua moto, altrimenti non lo avrebbe di certo mandato… lo avrebbe fatto dormire sul divano, al massimo nel letto di Minako, ma non insieme! Ahaha! Adesso ti saluto, ti ringrazio per la recensione e per l’entusiasmo dimostratomi, grazie di cuore. Alla prossima!

 

Grazie alle 18 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

1.      Angelica82;

2.      bellacullen889;

3. bunny65;

4. chichilina

5. ertila;,

6. favola08;

7. GioRock;

8. girovaghi;

9. Hatori;

10. lagadema;

11. LAS;

12. lutrien;

13. maryusa;

14. miki90;

15. QueenSerenity83;

16. roby1150;

17. stella93mer;

18. Tappetta4;  

Soprattutto a bellacullen889, lutrien, roby1150 e QueenSerenity83 le ultime arrivate.

Grazie alle 44 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

1.      Allen_Anne_Black;

2. Angelica82;

3. Antalya;

4. aquizziana;

5. ashar;

6. brescy;

7. Chichilina;

8. DeepDereck;

9. Ellephedre;

10. Enza85;

11. Fantasy_Mary88;

12. fasana;

13. favola08;

14. hoshi90;

15. igniflia;

16. kiss88;

17. LAS;

18. LittleSimo;

19. micina82;

20. Miky 483;

21. Minerva89;

22.  Moons Tear;

23.  Morea;

24. Neptune87;

25. panuela;

26. Pera 11

27. Poisonivy;

28.  ponpon;

29. Potter92;

30. pulcinaele87;

31. romanticgirl;

32. sailorm;

33. seasons_girl;

34. shalya;

35. simo87;

36. Strega_Mogana;

37. SweetCherry;

38. Tappetta4;

39. Toru85;

40. Truelove;

41. usachan;

42. vale_129;

43. _Maddy_;

44. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare a LAS, panuela e Strega_Mogana (che bello rivederti!) e mi spiace aver perso bellacullen889.

Grazie anche a chiara84 per aver inserito la fic tra quelle da ricordare.

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 25 giugno 2010!

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII ***


Nuova pagina 1

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

Capitolo XIII

XIII giorno

Ore 11:40

- 17 giorni all’alba

 

  Una volta aperti gli occhi la prima cosa che mise a fuoco fu l’ora segnata dalla sveglia di Sailor Moon, un vecchio regalo delle sue amiche da cui non riusciva a separarsi nonostante gli anni passati.

   La testa le doleva ancora, ora peggio di prima, da un concerto rock si era passati ad un’esplosione nucleare, di male in peggio. Si mise a sedere sul bordo del letto e, con movimenti circolari degli indici, iniziò a massaggiarsi le tempie. Aveva dormito per quasi tre ore. Teoricamente doveva sentirsi meglio ma così non era: il suo era stato un sonno agitato e per nulla rilassante.

   Aveva litigato con le sue amiche per colpa di un uomo.

   No, peggio. Aveva litigato con le sue amiche per colpa dell’uomo, Mamoru Chiba.

   E dire che aveva fatto di tutto nel corso degli anni per mantenere segreta la sua vecchia – morta e sepolta c’era da aggiungere – cotta per lui, ed adesso cosa succedeva? Le sue amiche si mettevano in testa di combinarle una relazione con lui che era stato la causa della sua sofferta adolescenza! Quello era assurdo, non poteva essere vero.

   Così venivano meno gli sforzi fatti nel corso degli anni per allontanarsi dalla figura di Mamoru. Aveva impiegato tutte le sue energie per dimenticarlo, per toglierselo dalla testa, per non paragonare ogni uomo che le passava davanti a lui, ma le sue amiche tutto questo non lo sapevano, tutte eccetto una, Minako. Lei sapeva, ma non capiva perché la stava spingendo proprio verso le braccia di Mamoru. Perché distruggere così i suoi sforzi? Perché ricondurla nel tunnel dell’agonia e della sofferenza? No. Stavolta non sarebbe tornata indietro. Non era più un’adolescente, era una donna ed avrebbe fatto in modo di non soffrire più come allora, avrebbe fatto in modo di non soffrire affatto. Non si sarebbe comportata come l’adolescente con la testa piena di fronzoli e merletti.

   Non sarebbe stata la stessa Usagi. Non sarebbe stata la ragazza che all’età di diciassette anni aveva dato la sua verginità ad un altro sperando così di poter attirare l’attenzione di quello che era il ragazzo dei suoi sogni.

   Era stata talmente stupida da essere andata a letto con un compagno di studi di Mamoru, Isei.

   Baka ed ingenua ragazzina che non era altro. Aveva creduto che compiendo il grande passo il suo corpo subisse qualche mutazione così da apparire più donna, più sensuale, più femme fatale; lo aveva letto in una rivista di Minako e come un’allocca ci aveva creduto. Aveva sperato che in quel modo Mamoru si accorgesse di lei, ma nulla era andato secondo i piani.

   Aveva sofferto come un cane, era stata paralizzata dalla paura nonostante le attenzioni e rassicurazioni del suo partner – di quel partner che non era quello giusto – ed alla fine aveva rovinato la sua prima volta ricordandola per sempre come l’esperienza più imbarazzante della sua vita… soprattutto il dopo, quando Isei le aveva detto che era stato bene ma che lui non era Mamoru… già, durante l’amplesso lei aveva mormorato il nome del ragazzo sbagliato. Ricordava ancora l’agitazione dopo quelle parole e il modo in cui era scoppiata a piangere proprio come una bambina. Isei si era ritrovato a doverla consolare per tutta la notte. Davanti il portone di casa, poi, non aveva avuto il coraggio di guardarlo in faccia tanto si sentiva ridicola, ma ancora una volta lui l’aveva sorpresa baciandole la fronte ed augurandole buona fortuna. Perché non si era innamorata di un ragazzo dolce come Isei? Se lo chiedeva ancora adesso che erano passati otto anni.

   Ma no, lei era Usagi Tsukino e le cose semplici non erano il suo forte. Lei doveva perdere sette anni della sua vita dietro al suo amore segreto altrimenti che gusto ci sarebbe stato nel vivere la sua adolescenza?

   Solo quando Mamoru era partito per gli Stati Uniti aveva capito che doveva mettersi il cuore in pace se voleva provare ad avere una vita normale. Non vederlo più significava non doverlo pensare, non necessariamente almeno.

   Appena ricevuta la notizia della sua partenza si era sentita persa, era stato un fulmine a ciel sereno ed era scoppiata a piangere davanti ad una Rei anche lei, per fortuna sua, piangente; era riuscita a spiegare il perché delle sue lacrime come una sorta di empatia con l’amica, solo Minako l’aveva guardata ed aveva scosso il capo avvilita.

   Per lei era stato come un lutto e come tale doveva elaborarlo. Aveva saltato le prime tre fasi, quelle della negazione, della rabbia e del patteggiamento per giungere direttamente alla fase della depressione. Dopo la a partenza di Mamoru, era caduta in una sorta di sconforto che difficilmente aveva mascherato agli occhi degli altri. Quel periodo, per lei così doloroso, era stato giustificato come stress in preparazione all’esame di ammissione all’università di Tokyo. Alla fine, dopo mesi trascorsi in una sorta di vivo e non vivo, aveva capito di non poter continuare in quella maniera e da lì la decisione di costruirsi quella normalità tanto agognata, ma i primi tempi erano stati davvero difficili e dolorosi. Non tutto era andato come aveva pianificato. Era stato difficile andare avanti, non solo per la distanza, ma soprattutto l’assenza. Ogni volta che era in compagnia degli altri, si accorgeva di come si avvertisse la sua mancanza, era come se non avesse aria tanto si sentiva schiacciata dall’assenza di lui. 

   Una canzone, un libro, una parola, tutto le ricordava lui. Poi, pian piano, era riuscita a mettere da parte il suo ricordo e provare a vivere, a sopravvivere. 

   E così la canzone non faceva più tanto male, forse un po’ meno, ma non era come prima.

   Il libro poteva leggerlo senza immaginare quali sarebbero stati i suoi commenti.

   Quella parola, Odango, non le sembrava più così personale, tanto da diventare, alla fine, un soprannome come gli altri.

   Superata la fase della depressione e della convivenza con il suo ricordo, era subentrata la fase dell’accettazione. Aveva compreso che era inutile cercare di opporsi al destino, rassegnandosi al fatto che per lei e Mamoru non era previsto un futuro insieme. Da qui la sua decisione, più che altro necessità, di conoscere gente nuova.

   Aveva iniziato ad uscire con ragazzi diversi perché aveva perso troppo tempo dietro un’illusione, dietro di lui. Sette anni erano tanti e lei doveva recuperare la sua adolescenza e  conoscere l’ebbrezza di un amore puro ed innocente, o per meglio dire, aveva conosciuto quelle sensazioni ma senza viverle come era giusto che fosse, anzi, senza viverle affatto.

   Si era ritrovata ad uscire con ragazzi diversi. Prima compagni di liceo, poi, una volta iscrittasi all’università aveva deciso di spiccare il salto di qualità ed uscire con uomini veri, quelli con la u maiuscola, ma anche quello era stato un disastro. Era uscita con esemplari diversi di maschi tutti – o  quasi se si escludeva Ennosuke – molto qualificati sotto il punto di vista professionale, così da non far venire un infarto a suo padre, ma carenti dal punto di vista emotivo. Uomini in carriera che accanto a lei non sfiguravano mai.

   Un avvocato, Hiroshi. Tanto intelligente, carino, educato, troppo educato, talmente educato da risultare seccante.

   Subito dopo un ingegnere, Takanibu. Dotato di una dialettica invidiabile, il classico tipo che trasudava arroganza da tutti i pori, in una parola odioso.

   La scelta più discutibile, un meccanico, Ennosuke. Effettivamente non c’era molto da dire, era stata la più disastrosa di tutte considerando, soprattutto, le pulsioni sessuali del tipo.

   Poi era stata la volta di un musicista, Sadao. Brillante anima poliedrica, l’essenza dell’artista, perfetto, troppo perfetto.

   Dall’irrazionalità dell’arte alla logica della matematica, concentrata nella persona di Nobu, un commercialista. Talmente meticoloso da riuscire, sicuramente, nella quadratura del cerchio, l’essenza della noia.

   Ed infine il suo fiore all’occhiello, un pittore, Ryu. L’ultimo di una lunga seria. Come era stato con Sadao, con Ryu c’era stato subito feeling grazie alla sua anima artistica ma, a differenza del musicista, il pittore aveva una piccola imperfezione, per nulla trascurabile, era un infedele cronico.

   Quelli da lei frequentati erano tutti uomini all’apparenza perfetti, all’apparenza infatti. In lei erano capaci di suscitare un interesse che durava non più di un paio di settimane; nel caso di Sadao aveva battuto il suo record personale, era riuscita a mantenere viva l’attenzione per il musicista per oltre due mesi: un vero primato per i suoi standard, ma poi tutto era scemato proprio come era accaduto con gli altri.

   Effettivamente non sapeva spiegarselo neanche lei ma, improvvisamente, quegli uomini pieni di fascino diventavano comuni mortali.

   Uomini noiosi, pomposi, arroganti.

   Uomini che non la sapevano ascoltare, che la vedevano come un trofeo da vincere, un soprammobile da mostrare, in alcuni casi una tacca in più sulla cintura delle conquiste, ma nulla di più.

   In definitiva nessuno di loro sapeva chi era e cosa valeva Usagi Tsukino perché a loro interessava poco di lei.

   Esasperata da tutto ciò, aveva provato a psicanalizzarsi da sola ma con scarsi risultati. Aveva chiesto aiuto anche ad una collega ma questa le aveva detto che era inutile la psicanalisi perché il suo era un problema non di testa ma di cuore… cuore… probabilmente allora lei non era capace di innamorarsi.

   Dopo poche riflessioni era riuscita a capire da cosa dipendeva il suo blocco: era tutto merito della sua favolosa famiglia. Dall’esempio avuto nel corso della sua infanzia.

   Merito di sua madre che aveva fiuto per lo shopping ma non istinto materno.

   Merito di suo padre che era sempre presente ai meeting di lavoro ma non a quelli di famiglia.

   Merito di suo fratello che, per accontentare i genitori, aveva messo da parte le sue aspirazioni ed aveva intrapreso la carriera di avvocato, come loro padre, senza schierarsi mai apertamente su quelli che erano i suoi sogni.

   Si era soliti dire che i figli sono lo specchio dei genitori, concretamente lei ne era l’esempio lampante: non riusciva ad avere una vita sentimentale soddisfacente perché, in effetti, non sapeva cosa volesse dire avere una famiglia vera.

   A pensarci bene, Mamoru non aveva poi tanto torto. Anche lei poteva essere affetta da sindrome dell’abbandono… già, abbandonata alla tenere età di quattro anni alle cure di una tata a cui importava molto di più compiacere sempre la signora che dare ascolto alla bambina che le era stata affidata.

   Ricordava la sua infanzia come un periodo terribile, divisa tra le lezioni di piano, di tennis e di portamento.

   Già, nella sua follia, sua madre era riuscita ad iscriverla ad un corso di portamento, ridicolo! Ma neanche se fosse stata la promessa sposa del futuro imperatore! Fortunatamente in famiglia non era completamente sola e poteva contare su sua nonna Sakura. Già, la nonna paterna era stata la sua ancora di salvezza, aveva parlato con il figlio facendogli comprendere come potesse essere noioso, per una bambina di neanche cinque anni, dover seguire delle lezioni che le insegnassero come camminare e stare sedute in tavola; come dovesse essere difficile imparare a suonare il pianoforte se ancora non si sapeva neanche scrivere e di come potesse essere controproducente costringerla a praticare uno sport che le avrebbe, quasi certamente, rovinato le articolazioni; Kenji Tsukino, per quanto potesse essere spietato nelle aule di tribunale, aveva un rispetto per la madre che andava oltre ogni umana comprensione. In casa la parola di sua nonna non era legge ma quasi, per questo Kenji aveva parlato con la moglie consigliandole – o imponendole? – di far cessare quelle ridicole lezioni a cui sottoponevano la loro secondogenita.

   L’intrusione di Sakura in quella che era l’educazione dei figli, avrebbe potuto creare delle tensioni con la nuora, ma sua madre era abbastanza intelligente da capire che non era il caso di inimicarsi la matriarca e per questo le lasciava giostrare il marito come più voleva, in fin dei conti, alla morta della suocera sarebbe stata lei l’unica e sola signora Tsukino.

   Non c’era che dire, il suo era un nucleo familiare complesso, parecchio complesso. Se non fosse stato per sua nonna e per suo fratello Shingo, che nonostante tutto stravedeva per lei, non avrebbe mai conosciuto il calore di una famiglia.

   Era meglio fermarsi lì con i ricordi legati alla sua amorevole famiglia, anche perché pensando e ricordando si era fatto mezzogiorno.

   Quel sabato mattina era decisamente da dimenticare.

   Sveglia orrenda.

   Litigata coi fiocchi.

   Risveglio peggiore del primo.

   Era meglio rialzarsi, resettare il cronometro e ricominciare.

   Quando entrò in cucina trovò tutto in ordine e silenzioso. Perfetto, non c’era nessuno in casa. Almeno avrebbe evitato di incrociare Minako.

       - Ti sei alzata.

   Cosa aveva pensato? 

       - Hn… - Non dare soddisfazione, sotto nessun punto di vista, questa era la regola.

       - Sappi che non mi pento di nulla. Sono convinta di ciò che ho detto.

   E lei avrebbe continuato ad ignorarla, vita natural durante se non la smetteva con quelle assurdità.

       - Avrò sbagliato modi e tempi, ma ho detto qualcosa di giusto.

   Era ancora lì che parlava? Peggio per lei, si sarebbe stancata di parlare con un muro.

       - Ignorarmi non potrà farmi cambiare idea. Tu e Mamoru siete fatti per stare insieme.

   Illusa, non avrebbe mai cambiato idea.

       - Sono stata in silenzio per tutti questi anni solo perché non vedevo un interesse di Mamoru, ma adesso basta! È evidentissimo che voi due vi cercate continuamente con gli occhi, e non solo con quelli, ma siete due citrulli… siete due stupidi che per orgoglio non si decidono a fare la prima mossa!

   Se prima aveva sbagliato i modi, adesso cosa aveva sbagliato? Errare era umano, perseverare diabolico… perdonare divino. Ma lei era divina fino a tal punto? Era capace di perdonare l’invadenza di Minako?

       - Usagi… io non ti capisco… da sempre hai cercato uomini che, in un modo o nell’altro, assomigliassero a Mamoru, credi che non me ne sia mai accorta? L’avvocato noioso che tutte le mamme sognano per le loro bambine, noioso come Chiba! Per non parlare di quel Nobu il cui ego ipertrofico batte cento a zero quello di Mamoru… poi c’è stato il musicista, forse quello che assomigliava di più a lui, alto, moro, occhi blu, intelligente, di compagnia, arrogante, presuntuoso, andava d’accordo con i ragazzi… in pratica la sua fotocopia sputata.

   A dire il vero lei non aveva mai fatto caso alle presunte somiglianze esistenti tra i suoi ex e Mamoru, e francamente neanche ne vedeva, erano le solite fisime mentali che Minako le propinava, non c’era altra spiegazione.

       - Ma credi davvero che non mi sia accorta di ciò? Mi credi così cieca? Credi che non mi sia accorta di tutte le volte che, dopo la partenza dell’idrocefalo, ti ammutolivi perché sentivi una canzone che in qualche modo, nella tua mente bacata, era legata a lui… o quando qualcuno ti chiamava Odango, credi che non vedevo i tuoi occhi farsi lucidi per colpa di quel verme che era partito per gli Stati Uniti senza rendersi conto della rosa che aveva lasciato qui, a struggersi d’amore per lui?

   Ok, Minako poteva essere insopportabile, ma era come una sorella per lei e sapeva, sempre, come farla sentire uno schifo e soprattutto trovava davvero nomi singolari da affibbiare a Mamoru; non c’era che dire, era impossibile trovare un’amica pazza e sclerata come lei. Ed era inammissibile non perdonarla.

       - Minako… - Addio politica del silenzio, con un’amica come lei era impossibile. L’abbraccio che la travolse fu il segno lampante di come, entrambe, avevano sofferto per l’incomprensione di quella mattina.

       - Quello che voglio è vederti felice, non chiedo altro.

       - Un giorno lo sarò, ma non è detto che debba esserlo con Mamoru… - Ok, adesso stavano scendendo molto nel melenso ma era più forte di loro, non riuscivano a litigare a non fare pace subito, o quasi.

       - Ma che razza di idiozia stai dicendo? Conosci qualcuno in grado di tollerare i tuoi sbalzi di umore meglio di Mamoru?

   Ecco l’indelicatezza di Minako era unica e sola e, probabilmente, lei le voleva bene anche per questo: era raro trovare un’amica che ti dicesse tutto senza molti peli sulla lingua…

       - Certo, tu altrimenti perché esisti?

       - Sei sicura che in questi mesi di astinenza non ti sia buttata sull’altra sfonda? No, sai, io non ho nulla contro gli omosessuali però preferisco gli uomini…

       - Oddio, mi hai scoperta… adesso sai perché tra me e Mamoru non può funzionare! - Ed era difficilissimo restare serie per più di trenta secondi, impossibile, loro due insieme erano una coppia comica, la più comica che era mai stata conosciuta.

       - Usagi, ascoltami. Sei come una sorella per me però io non posso davvero, amo Kunzite.

   Essere amiche di Minako Aino, voleva dire divertirsi nonostante le lacrime di quella mattina. La drammaticità dell’espressione di lei era qualcosa di esilarante se paragonata alla situazione. Se qualcuno fosse entrato in quel momento le avrebbe trovate abbracciate ed concentrate a guardarsi intensamente, con gli occhi lucidi… oh, sì, stare con Minako era la sua terapia alla depressione!

       - Non preoccuparti per me, cercherò di farmene una ragione… però ti prego… almeno la tua amicizia…

       - Oh, certo Usagi!

   Ed un nuovo abbraccio che durò circa dieci secondi perché un lieve tossicchiare le distrasse.

       - Kunzite il tuo tempismo è impressionante! Stavo per concupire la tua fidanzata, altri due minuti e lei ti avrebbe lasciato per me!

       - Bhè se volete io non ho problemi per una storia a tre!

       - Cosa?!

   L’urlo di Minako si era propagato per tutta la casa e le aveva rotto il timpano visto che erano ancora molto vicine.

       - Bhè amore, pensaci! Almeno così non dovresti dividerti tra me e lei.

       - Dai Mina-chan… l’idea di Kunzite non è per nulla da scartare… e poi io ancora non sono sicura, non so se mi piacciono gli uomini o le donne… magari così posso schiarirmi un po’ le idee… - Ancheggiando sensualmente si stava avvicinando a Kunzite e girandogli attorno guardava con occhio clinico la merce messa in mostra dall’avvocato.

       - Ehi bionda, tieni le tue zampaccie da gatta morta in tasca! Quello è il mio uomo e la recita è stata propinata stamattina alle tre povere sciocche che non si accorgono di niente e credono a tutto ciò che si racconta loro! E tu, tesoro, cerca di non gonfiarti come un tacchino! Ritorna al tuo posto. Immediatamente.

   Minako non indovinava quasi mai un modo di dire, tranne quando era arrabbiata, ed in quel momento doveva essere abbastanza arrabbiata per questo Kunzite, sgonfiandosi, si era avvicinato alla sua ragazza scompigliandole i capelli.

       - Bene… io vado!

       - E dove?

       - Non so, è il mio sabato libero, certamente non starò a casa ad annoiarmi.

       - Potresti telefonare a Mamoru…

       - Minako!

       - Ok, non dico nulla!

   Alzando le mani in segno di resa, Minako aveva fatto un passo indietro nascondendosi dietro le spalle larghe del proprio fidanzato.

   Era uscita dalla cucina per tornare in camera sua. Guardando il pastrocchio che aveva in testa valutò se uscire o meno. No, quello era il suo sabato mattina libero, libero dopo un mese intero, non poteva trascorrerlo a casa, assolutamente. Demoralizzata iniziò a spazzolare i capelli per poi acconciarli in una treccia. Quella sera stessa avrebbe rifatto lo shampoo e stavolta avrebbe asciugato per bene la sua zazzera bionda senza lasciare nulla al caso.

   Era riuscita a chiarire con Minako, adesso non restava che farlo con le altre.

   Aveva preso la giacca di pelle indossandola con un movimento fluido, poi era stato il turno della borsa messa a tracolla ed era scesa di corsa prendendo le chiavi in mano dal mobile basso posto all’ingresso.

       - Usagi… ci tenevo a dirti una cosa.

   Quando Minako era così seria c’era poco da stare allegri.

       - Dimmi…

       - Io so… di essere insopportabile, a volte intendo. So che posso essere esasperante, soprattutto in questo ultimo periodo, con la storia di Mamoru intendo. - Si era fermata ed adesso la guardava in faccia aspettando un suo accenno per continuare. Consenso che era arrivato immediatamente. - Però non ho mai creduto che tu sia una di quelle donne che per essere felici hanno bisogno di un uomo. Mai.

   Come si poteva avere un’amica così?

       - Mina… se fossi stata uomo ti avrei sposata…

       - Non ho capito. Chi delle due deve essere l’uomo?

 

***** ***** *****

 

XIII giorno

Ore 12:45

- 17 giorni all’alba

 

   Era uscito da casa una mezz’ora dopo sua madre. Non aveva una meta ben precisa ma non gli andava di stare a casa.

   Dopo un giro in centro ed un salto da Motoki, alla fine, era andato al parco per godere del sole di fine marzo; sedendosi su una delle panchine aveva impiegato parte del suo tempo guardando la gente passeggiare.

   La colazione era andata bene, ma era impensabile il contrario. Con sua madre si sentiva libero di essere se stesso, il silenzio che a volte riempiva i loro incontri non era mai pesante o fastidioso perché faceva parte del loro dialogare. Mai con nessuno aveva trovato la stessa sintonia e probabilmente ciò dipendeva dal fatto che mai a nessuno aveva permesso di avvicinarsi tanto al suo vero io.

       Ti frequenti con ragazze che hanno davvero poco a spartire con te, tutte bamboline fatte di silicone che a malapena riescono a respirare nei loro top striminziti.

   Le parole di Usagi non erano poi così lontane dalla realtà, anzi, rappresentavano la sua normalità. Ripensando alle sue ex non è che la sua psicologa avesse tanti torti, anzi, non ne aveva affatto. Era cosciente di essere uscito con ragazze immagine, né più né meno. Ragazze a cui interessava solo apparire e che avevano davvero poco in comune con quelle che erano le sue passioni.

   Per lo più si trattava di ragazze i cui problemi esistenziali erano quale rossetto abbinare allo smalto o quale smalto si intonasse meglio al loro incarnato, o vestito dipendeva dall’occasione.

   In realtà lui neanche le voleva le bamboline siliconate! Era qualcosa di destabilizzante toccare quei seni di plastica, erano innaturali, contro natura. Certo era elettrizzante farsi vedere accanto ad una bella ragazza, una diversa ogni sera, il suo io maschile ne traeva beneficio; era invidiato dagli altri uomini che volevano trovarsi al suo posto, anche quando si trovavano in compagnia delle loro ragazze ed a lui, era inutile negarlo, piaceva tutto ciò. Se poi si aggiungeva il particolare che erano le ragazze che, il più delle volte, lo andavano a cercare si spiegava il perché non gli dispiacesse poi tanto tutta quella storia. Quale uomo, con un po’ di cervello, rinunciava ad una sana scopata? E poi, inutile negarlo, quel modo di comportarsi era qualcosa che rientrava nel suo personaggio.

   Un personaggio costruitogli da altri nel corso degli anni ma che, in fin dei conti, gli faceva comodo, dopotutto in quel modo lui doveva solo apparire e non dover essere. Chi voleva conoscerlo davvero doveva scavare per capire dove finiva la maschera ed iniziava il suo vero io. In un certo senso, chi lo voleva nella sua vita, doveva conquistarsi la sua fiducia.

       Quando è stata l’ultima volta che sei uscito con una ragazza per il piacere di passare del tempo con lei? Perché era interessante, piacevole?

   Quando? Esattamente tutte le volte che si trovava in sua compagnia, ma questo non poteva confessarlo, non a lei.

   Teoricamente non c’era nulla di male nel confessarle che con lei stava bene. Che non c’entrava nulla quella idea assurda della psicanalisi ma che era tutta una montatura per uscire con lei, da soli. Teoricamente appunto.

   Praticamente era impossibile. Se solo avesse osato dirle la metà di ciò che aveva pensato si sarebbe giocato la sua amicizia. Già la vedeva diventare seria ed acquistare il cipiglio caratteristico della maestrina e lui, magicamente, tornava ad essere uno scolaretto di sei anni. Chiudendo gli occhi poteva immaginarla portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sorridergli mestamente e dirgli che probabilmente il suo era un transfert. Che riversava in lei le sue emozioni positive, che si credeva innamorato quando in realtà la sua era solo una trasposizione dei sentimenti che provava e che non era mai riuscito ad offrire a nessun altro.

   Ed avrebbero finito con il litigare, perché Usagi non capiva e non sapeva.

   Non capiva che non sempre ciò che si imparava dai libri poteva essere applicato alla realtà quotidiana e non sapeva che un paio di anni prima lui aveva avuto una cotta per lei.

   Al diavolo, non avrebbe mai detto una cosa simile perché ne andava del suo orgoglio!

   Perché Usagi non gli avrebbe mai creduto e, soprattutto, perché lei non avrebbe mai contraccambiato i suoi sentimenti. Mai.

   Si sentiva ridicolo e fallito. A trent’anni inventarsi la storia di una scommessa per passare del tempo con quella che, anni addietro, era stata la ragazza dei suoi sogni! Ridicolo ed immaturo.

   Se qualcuno avesse saputo di quella storia, della sua cotta passata e dell’attuale scommessa, avrebbe perso la faccia davanti agli amici. Aveva assicurato a Kunzite di non fare lo stronzo come era solito fare ma iniziava a temere di non riuscire a tenere fede alla promessa fatta.

   Quando Usagi gli era davanti non capiva più nulla. Gli era capitato più di una volta di soffermarsi ad osservare il suo fisico e non certo in maniera casta e pura. Dentro di lui era forte il desiderio di contraddirla per farla arrabbiare e vederla sbuffare e dirgli che era un saccente presuntuoso e null’altro. Certo, lei con i complimenti non ci andava giù leggera, per nulla, ma gli stava bene anche così. Probabilmente anche lui con il suo atteggiamento da spocchioso arrogante non le dava una mano ma non poteva fare diversamente, così era più facile mantenerla distante…

   Mantenerla distante perché lui non era capace di stare con un’altra persona. Non era portato per le relazioni, non era abituato. Voleva molto da un rapporto ma dava davvero poco perché, per quanto ne dicesse sua madre, lui non era in grado di abbassare la guardia ed aprire il proprio cuore… e se si vuole dare è inevitabile permettere agli altri di toccare le corde di quel muscolo che nel suo petto serviva solo a pompare il sangue ai diversi organi e null’altro.

   Neanche con i suoi amici era del tutto sincero, nascondendo parte di sé e non permettendo loro di arrivare nella profondità del proprio animo. Si faceva vedere sempre allegro, pronto a divertirsi ed a far baldoria. Era lo scansafatiche del gruppo; quello che aveva avuto, nonostante la separazione dei genitori, la vita facile. Era questo che credevano loro, perché era questo che lui aveva dato a capire. Ma nessuno sapeva dei sacrifici fatti per arrivare sino a dove si trovava adesso. Le notti in bianco a studiare e le mattine in ospedale sempre pronto. Non sapevano di come era difficile dimostrare di essere il migliore non perché si era il figlio di Masao Chiba ma perché lui era Mamoru Chiba e di suo padre aveva solo il cognome. Loro non sapevano di come era difficile andare in reparto ed essere guardato dai colleghi come il raccomandato che non aveva fatto gavetta e si era ritrovato lì perché il paparino aveva alzato la cornetta ed aveva fatto una telefonata. I suoi amici non sapevano tutto questo e mai lo avrebbero saputo.

   Chiuse gli occhi e lasciò che i raggi del sole tiepido di marzo lo investissero in pieno. Quando drizzò la testa e li riaprì, si fermò ad osservare la ragazza che con passo lento stava percorrendo il vialetto del parco.

   Doveva restare fermo dov’era  e farla andare via, senza fermarla, senza chiamarla. Doveva lasciarla andare per la sua strada, era questo che gli suggeriva il buon senso. Perché già la sera prima era stato sul punto di mandare tutto a puttane e baciarla per tapparle quella boccaccia da dove non uscivano altro che assurdità. Perché era questo che aveva desiderato fare da quando lei gli aveva urlato che loro non erano niente, ed in quel momento non aveva bevuto nulla, era completamente sobrio, ma l’impulso era stato chiaro: voleva baciarla fino a toglierle l’uso della ragione.

   Oh sì, quando lei gli aveva urlato che tra loro non c’era nulla, la voglia di zittirla in quella maniera lo aveva preso all’improvviso ma, grazie a qualche divinità, era riuscito a frenarsi; se avesse ceduto all’irrazionalità l’avrebbe costretta a seguirlo in qualche stanza buia e poi sarebbe finita male, malissimo.

   Doveva resistere.

   Chiuse gli occhi iniziando a canticchiare il motivo sentito poco prima da Motoki. Si concentrò sulle parole della canzone e quando riaprì gli occhi la vide ancora lì, ferma a bere ad una fontana.

   Sorrise e, stiracchiandosi i muscoli un po’ intorpiditi per la posizione assunta, si era alzato affrettandosi a raggiungerla mettendo le mani in tasca nel tipico atteggiamento di chi si sente il padrone del mondo, nel tipico atteggiamento odiato da lei. Lui aveva provato a resistere alla voglia di raggiungerla e parlarle, ci aveva provato sul serio, ma era stata lei che lo aveva richiamato a sé, e lui non si era tirato indietro perché, dopotutto, tormentarla era un vero piacere.

 

       - Ah quanto pare ci si rivede! - L’aveva avvicinata senza fiatare e poi quando ormai le era alle spalle l’aveva chiamata con il chiaro intento di spaventarla.

       - Mamoru! Mi hai fatto prendere un colpo! Ma sei pazzo spuntare alle spalle in questa maniera?

       - Scusami, ma non so quante volte ti ho chiamata ma non mi hai sentita! - Se, come no!

       - Come mai da queste parti?

       - È una bella giornata ed oggi è il mio giorno libero, non mi andava di restare chiuso in casa.

       - Ah. Comunque ci vediamo, io vado.

   E dopo un sorriso di circostanza aveva ripreso come se nulla fosse. Non poteva farla andare via così.

       - Un caffè?

       - No Mamoru, davvero. Ho da fare. Comunque grazie.

   Formale. Distante. Fredda. Si era tornati indietro, ai loro primi incontri.

       - Cosa è successo da ieri ad oggi? - Si era messo davanti senza lasciarle possibilità di proseguire nel suo cammino.

       - Nulla. Cosa sarebbe dovuto accadere?

   Ecco si era innervosita. Bastava davvero così poco per farla arrabbiare?

       - Dimmelo tu! Mi stai evitando.

       - Mamoru non ti sto evitando, ho semplicemente un altro impegno.

       - Potevo anche crederti se non avessi tenuto per tutto il tempo gli occhi puntati altrove.

       - Oddio ma sentilo.

   Con un movimento veloce della mano aveva portato una ciocca di capelli dietro l’orecchio e lo aveva guardato dritto in faccia.

       - Ho un appuntamento con Rei e sono già in ritardo. Ti dispiace adesso lasciarmi andare?

   Ok. Si era ricoperto di ridicolo.

       - Scusa, è che dopo ieri sera…

       - Ieri sera eravamo un po’ brilli, capita!

   Poteva anche essere vero, peccato che lui certe sensazioni le aveva avvertite da sobrio.

       - A me sembra che tu sia imbarazzata. - A dire il vero era la personificazione della tranquillità e questa cosa lo infastidiva. Voleva vederla arrabbiata, diventata sensuale quando le si accendevano gli occhi a causa della collera.  

       - A me non sembra, ed adesso se non ti dispiace io dovrei andare.

   Con un movimento della mano aveva provato a scostarlo ma con scarsi risultati.

       - Stamattina ti sei alzata dal letto con il piede sbagliato? - Buttare benzina sul fuoco.

       - No! Era stata una splendida mattinata fino a che non ti ho incontrato!

       - Allora come mai tanta dolcezza?

       - Non so, sarà merito tuo!

       - Così mi lusinghi!

       - Mamoru… stamattina non voglio discutere con te, ti dispiacerebbe farti da parte e lasciarmi raggiungere tua cugina?!

       - Che dovete fare tu e l’altra pazza?

       - Mi sembra che la privacy sia un concetto a te caro, mi sbaglio?

       - Non c’è nulla di male nel dirmi cosa dovete fare!

       - Se mi faccio offrire questo maledetto caffè poi mi lasci andare?

   Si sentiva il padrone del mondo quando la vedeva arrendersi in quella maniera.

       - Credo di sì…

      - Perfetto, andiamo al chiosco, Rei può anche aspettare un paio di minuti…

       - Mi chiedo se le velocità con cui cambi idea sia uguale a quella con cui cambi i tuoi uomini…

   Ok, questa battuta era stata eccessivamente pesante e poteva anche evitarla visto che il sorriso di Usagi si era spento all’improvviso ed il suo viso aveva assunto un’espressione delusa.

       - Sei uno stupido, lo sai vero?

       - Credo che stavolta io sia stato… imperdonabile, hai ragione.

       - Bene… senti…

   No. Non si sarebbe fatto scaricare.

       - Ti chiedo scusa, davvero. È stata una battuta stupida né più né meno. Non è cambiata l’opinione che ho di te se è questo che stai pensando. Per me sarei sempre una ragazzina romantica che aspetta ancora il suo principe azzurro…

       - Mamoru, non sono più una ragazzina e non aspetto nessun principe azzurro.

       - Almeno romantica lo sei?

       - Almeno quello…

       - Perfetto! Mi concede una cena a lume di candele?

       - Lo farei, ma è mezzogiorno passato.

       - Allora un pranzo!

       - Ho un appuntamento con tua cugina.

       - Rei può anche aspettare, io mi devo fare perdonare.

       - Mamoru, lascia perdere, il fatto che tu ti sia dato dello stupido da solo vale più di mille cene e pranzi.

       - Ti piace l’Europa?

       - Questo cosa c’entra? Vuoi forse offrirmi un viaggio in Europa?

       - Sarebbe un’idea, allora l’Europa ti piace?

       - Sì, ma che c’entra?

       - Ti andrebbe di provare una novità importata direttamente dal mondo Occidentale?

       - Ti ricordo che le sorprese non mi piacciono…

       - Trattasi di una sorpresa culinaria. - Doveva necessariamente puntare sul palato se voleva convincerla a bidonare Rei.

       - Hanno aperto un ristorante italiano?

       - No. Accetti sì o no? Stavolta sono io a tenere il coltello dalla parte del manico!

       - Sei vendicativo.

       - Mai come voi donne.

       - Non morirò avvelenata, vero?

       - Lo prendo per un sì.

       - Ancora non ho detto che ci sto.

       - Fidarsi mai, vero?

       - Dopo ieri sera? Scherzi vero? Quel giro in moto mi ha quasi uccisa!

       - Sei esagerata.

       - Era il mio primissimo giro in moto!

       - Potevi avvisarmi.

       - Non me ne hai dato il tempo, sei partito come un razzo!

       - Però tu hai imparato subito. Ti sei avvinghiata con forza.

       - Era l’unico appiglio sicuro! Non avevo neanche delle maniglie laterali come quelle della moto di Jadeite.

       - Fammi capire, tu vorresti paragonare la mia bambina al rottame di Jadeite? Stai scherzando!      

       - Assolutamente! Per me sono tutte uguali!

       - Sei blasfema!

       - Mi spiegheresti come siamo finiti a parlare di religione, moto e quant’altro?

       - Non ne ho la minima idea! Allora andiamo? - Però con lei era semplice parlare di tutto.

       - Magari facciamo un’altra volta. Si è fatto tardi e devo andare da Rei.

       - Fino a trenta secondi fa andava bene, perché adesso no?

       - Non ne ho voglia, non ti offendere. Ho un leggero mal di testa e non mi va di rinchiudermi da qualche parte con un mucchio di gente che parla e parla ed ancora parla.

       - Non ho detto che è un posto al chiuso.

       - Mamoru ti prego, facciamo un’altra volta.

       - Bhè non insisto.

       - Grazie lo stesso.

       - Di nulla… magari se mi dai il numero di cellulare posso evitare di disturbare la segretaria del tuo reparto ogni volta che voglio invitarti da qualche parte.

       - Non credo che sia il caso.

       - Come?

       - Questa storia… mi sta sfuggendo di mano e non credo che sia il caso complicare ulteriormente la situazione.

       - Quale storia?

       - Sai benissimo a cosa mi riferisco!

       - No. - Lei era arrossita e riusciva a percepire benissimo il suo disagio.

       - Ed invece sì.

       - Dimmelo tu a cosa ti riferisci perché io davvero non capisco.

       - Le ragazze stanno diventando insopportabili ed io non le tollero più.

       - E questo cosa c’entra con il tuo cellulare?

       - Se ti dessi il mio numero di cellulare sarebbe peggio!

       - Scusa, ma loro come farebbero a saperlo?

       - Non lo so, ma lo scoprirebbero lo stesso!

       - Le tue amiche sono delle svitate…

       - Questo senza dubbio!

       - E tu lo sei più di loro visto che preferisci interrompere la nostra amicizia senza un motivo valido!

       - Mamoru senti…

       - Io sto bene in tua compagnia. Mi trovo a mio agio, perfettamente. Mi fai stare bene e mi fai sentire me stesso. Non mi sento perennemente sotto esame, per nulla… ed è raro che ciò accada, e non mi va che tu… che tu voglia privarmi di ciò.

       - Mamoru io…

 

   Un fastidio improvviso alla gamba lo costrinse ad aprire velocemente gli occhi e mettersi a sedere di scatto sulla panchina che stava occupando. Guardò la gamba destra da dove era partita la causa del suo repentino risveglio e si accorse di avere un pallone ai propri piedi. Più in la un ragazzino lo invitava con larghi cenni delle braccia a rilanciargli il suddetto pallone.

   Sorrise stupidamente, adesso si ritrovava pure ad immaginare conversazioni che non sarebbero mai avvenute. Era proprio ridotto male.

   Si alzò, prese il pallone e con un destro ben preciso lo lanciò in direzione del ragazzino che fermò la sfera con entrambe le mani, quello gli sorrise per tornare a giocare dagli altri amici che lo aspettavano poco più in là.

   Lui invece tornò a sedersi sulla panchina continuando a sorridere senza una ragione ben precisa, anzi no, sapeva perché rideva, eccome se lo sapeva. Se qualcuno avesse saputo che razza di conversazioni immaginava aveva avuto, e soprattutto con chi, un viaggio a psichiatria non glielo avrebbe tolto nessuno.

 

Tra ricordi e conversazioni immaginarie si cercavano non solo con gli occhi ma anche con il pensiero... adesso era necessario comprendere dove finiva il sogno e cominciava la realtà.

 

L’angolo dell’autrice

   Mi prostro ai vostri piedi e mi cospargo il capo di cenere. È colpa mia. Scusatemi ma non sono riuscita ad aggiornare come da programma. Tra la partita dell’Italia, leggasi come un pomeriggio preso e buttato, ed alcuni problemi personali non sono riuscita a mettermi a scrivere. Se poi considerate che Mamoru ha deciso di fare le bizze credo che possiate capire il mio nervoso!

   Il capitolo, soprattutto la parte relativa a Mamoru,  ha risentito maggiormente dei miei problemi personali. Credo di aver subito un’involuzione e la cosa mi dispiace parecchio. Non sono soddisfatta ma meglio di così, al momento, non posso fare. Perché pubblicare? Perché se non lo avessi fatto mi sarei arenata senza andare avanti chissà per quanto.

   Scusate… un secondo che mi riprendo. Odio la Spagna – intesa come squadra di calcio – ma qui è necessario alzarsi e fare un applauso a David Villa, ragazze ha fatto un gol spettacolare…

   Ok, torno alla fic. La prima parte del capitolo è dedicata interamente ad Usagi ed a quella che è stata la sua storia ed il perché di determinati comportamenti, come il voler allontanare Mamoru ad ogni costo. Per lui ha già sofferto abbastanza e non vuole certo tornare a farlo.

   Per quel che riguarda Mamoru… è stato un parto, vi giuro. Dopo aver scritto tutta la parte a lui dedicata ero pronta a cancellare perché era qualcosa di improponibile solo che un messaggio di posta elettronica ricevuto da Facebook mi ha fatto cambiare idea… era un messaggio di un gruppo: Immaginare conversazioni che non avverranno mai… conversazioni come quella immaginata da Mamoru. Ero indecisa se lasciare o cambiare, non vorrei essere accusata di plagio dall’Opera della Divina Capa. Forse sarebbe stato più corretto contattare la Capa ma questo voleva dire perdere altro tempo visto che la parte è stata scritta oggi (25 giugno) e nell’attesa di una sua risposta avrei dovuto posticipare ancora di più l’aggiornamento ma posso assicurarvi che se dovessero esserci problemi io sono pronta a cancellare il capitolo e riscriverlo.

   Adesso però bando alle ciance, passo ai ringraziamenti!

 

RINGRAZIAMENTI

 

- QUEENSERENITY83: ciao Ida, i maxi capitoli lasciali a chi ne è capace e non a me che ultimamente non riesco neanche a fare la “O” con il bicchiere come si dice dalle mie parti. Il risveglio di Usagi è stato qualcosa di imprevisto ma che è uscito fuori davvero bene, almeno spero. Le amiche sono le sue e lei non è stata capace di “educarle” quindi che ne pianga le conseguenze! Midori mi ha messo tanta tensione addosso perché non ero sicura di aver lavorato bene sul suo personaggio, francamente non ne sono ancora sicura. Il viaggio negli USA di Mamoru ne avevo fatto cenno, così tanto per, ma non credevo che potesse tornarmi utile, non sino a questo punto. Adesso che ti ho presentato, a grandi linee, la famiglia Tsukino morirò di curiosità aspettando che tu mi dica come invece la immaginavi tu (non so perché, ma credo che non ci siano grosse differenze tra la mia e la tua famiglia Tsukino!). Guarda è possibilissimo che ci siano concordanze verbali sballate, quando le noti segnale e poi mi fai sapere, però è anche possibile che io stessa, accortami di ciò abbia già modificato il tutto. Adesso chiudo, ti chiedo scusa per il ritardo, alla prossima!

- ROMANTICGIRL: psicologa Roxy c’è ancora lavoro per te! Come ti è sembrata l’elaborazione del lutto di Usagi? Abbastanza convincente? Comunque andiamo con ordine altrimenti impazzisco! Sono felice di sapere di non essere rimasta l’unica femminista in Italia (dopo lo schifo che fanno alla televisione tra “La pupa ed il secchione” ed il programma sui mondiali della Rai dove c’è quella tizia di cui non ricordo il nome che fa la cretina ho iniziato a pensare che la donna stia subendo una involuzione culturale!)! Per quel che riguarda la parola pulla… in italiano è tradotto come prostituta quindi non so se fa ancora al caso vostro. Usagi ha molta fantasia e si diverte a prendere in giro le amiche, diciamo che è la sua rivincita per la sveglia poco carina a cui l’hanno sottoposta! Il fatto che una donna può essere felice anche senza un uomo è quello che cerco di far capire ad una mia amica che al momento è sola e sembra cercare disperatamente un maschio, ma mi sa che questa è una battaglia persa, lei non si smuove dalle sue convinzioni. Per quel che riguarda il non parlare volentieri si può anche comprendere, ma non lo condivido molto. Midori mi fa tremare, ancora. Mi sembra una madre troppo perfetta non mi convince molto, sarà che sono abituata con la mia con cui litigo ma da cui non riesco a separarmi, la mamma è sempre la mamma come si suol dire ed anche se ci si litiga non si può restare arrabbiate per molto, sbaglio? Per quel che riguarda i dialoghi li avverto ancora molto costruiti, non sono spontanei, e poi in questo capitolo lo sono ancora di più, soprattutto nella parte dedicata a Mamoru. Adesso ti saluto e passo alle altre, scusa per il ritardo, alla prossima!

- MOREA: Giulia, come è andato l’esame? Io ho aggiornato con un giorno di ritardo per problemi miei ma non mi sono scordata del tuo esame! Hai spaccato la vecchia strega? Dimmi di sì! Quello che non mi convince del rapporto Midori-Mamoru è il modo in cui nasce il loro rapporto, il modo perfetto in cui interagiscono, come si capiscono, molto lontano da quello che ho sempre visto come un possibile rapporto madre-figlio, ecco perché non sono molto convinta, ma finora non ho ritrovato pareri che confutino la mia teoria (guarda un po’ che linguaggio matematico ti inserisco nella risposta!) quindi al momento diciamo che al momento do per buono questo rapporto. Midori è una BIG come dici tu perché è stata, in un certo senso, una ragazza madre ed io credo che tutte le ragazze madri, ma in genere tutte le madri, siano delle big! Adesso ti saluto e passo alle altre, scusa ancora per il ritardo, alla prossima!  

- SIMO87: buonasera Simo! Diciamo che Usagi sa essere cattivella alle volte e sa come vendicarsi degli scherzi poco divertenti e le ragazze ne hanno avuto una dimostrazione! Per quel che riguarda Mamoru e Midori ho descritto quello che spero che sia il rapporto con i miei figli, per carità mia madre è una SANTA, scritto a caratteri cubitali ed in grassetto. Non è facile avere a che fare con una figlia come me, abbiamo entrambe due caratteri forti e per questo litighiamo, ma è la donna più importante della mia vita e non la cambierei con nessun’altra, neanche con una madre sempre pronta a darmi ragione. Adesso chiudo e passo alle altre, scusa per il ritardo, alla prossima!

- ANGELICA82: Buonasera anche a lei Miss Angelica… Usagi è un’anima pia per sua stessa ammissione e quindi ha deciso di far felici le sue amiche e ha raccontato loro quello che si aspettavano, né più né meno… e poi un po’ di colpa è anche sua che non è riuscita ad educarle come era giusto che fosse… le amiche invadenti devono essere arginate altrimenti finisce la propria privacy, lo so per esperienza personale. Molto più tranquillo il risveglio di Mamoru a base di cornetti e coccole di mamma! Effettivamente lei sa come prendere Mamoru e non si crea problemi a fargli notare i suoi errori anche se lo fa con un atteggiamento per nulla da dura, al contrario di Usagi che invece punta il dito proprio lì, dove lui sbaglia. Tra l’altro, qui, ho cercato di spiegare il perché della durezza di Mamoru, ho dato solo alcune linee guida ma ho intenzione di delineare meglio questi suoi atteggiamenti. Per il tuo dilungarti troppo per me non è un problema, sei liberissima di farlo, anzi se lo fai io sono proprio contenta, mi piace conoscere i vostri pensieri. Adesso chiudo, scusa per il ritardo, alla prossima!

- PINGUI79: Chiara buonasera anche a te! Non ti scusare se non riesci a recensire tutti i capitoli, capita, io poi ormai ci ho fatto l’abitudine! Usagi ha preferito agire di astuzia e le ha illuse per poi riportarle al presente e farle passare per delle impiccione, vecchie zitelle… quando in realtà l’unica zitella è proprio lei. Per quel che riguarda Mamoru sì, era mia intenzione lasciare tutto avvolto nella nebbia almeno per le prime dieci righe. Adesso ti devo salutare compagna di Ellephedrite, scusa per il ritardo, alla prossima!

- MARYUSA: ciao Mary! Grazie per i complimenti è bello sapere di essere migliorata nel corso degli anni. Non faccio la finta modesta, so di essere migliorata ma sentirselo dire da altre (anche se in questo caso sarebbe più corretto dire: leggerlo scritto da altre) acquista più valore! Sono felice di sapere di non sottrarre tempo al tuo lavoro visto che in questo periodo state attraversando quello che nella pesca si chiama fermo biologico, un po’ di relax ci vuole, no? Per quel che riguarda le ragazze non siate troppo dure con loro, è stata Usagi a dar loro la possibilità di comportarsi così quindi loro fanno ciò che ritengono normale… per quel che riguarda Midori non credo che sia tanto invadente, in fondo lei aveva le chiavi ma ha preferito suonare per non violare la privacy del figlio, quante altre madri lo avrebbero fatto? In questo capitolo Usagi e Mamoru si sono incontrati solo nelle conversazioni immaginari di quest’ultimo anche per questa ragione Mamoru sembrava così propenso a parlare, sapeva che nulla era vero! Adesso ti saluto dandoti appuntamento a venerdì e scusandomi per il ritardo, alla prossima!

- VIVIANAROSSA: ti do il benvenuto Viviana, immagino sia questo il tuo nome. Grazie per i complimenti e per l’entusiasmo mostrato. Gli aggiornamenti saranno ogni venerdì, salvo imprevisti come questa settimana, mi spiace tanto averti costretta ad aspettare un altro giorno, alla prossima!

- MICINA82: Giovi ciao! Tu mi sa che sei stata quella che ha sofferto maggiormente per questo mancato aggiornamento! Anche perché le due recensioni che mi hai lasciato credo che valgano più di mille parole, grazie! Passiamo a rispondere per benino a questa dissezione del capitolo. Come ti avevo detto in privato, il ragazzo con cui è stata Usagi si chiama Isei mentre Hideyoshi è il ragazzo che sta nella comunità dove la nostra eroina presta volontariato. Per quel che riguarda la vendetta di Usagi è nata per scherzo, giuro che poi è stata lei che ha fatto tutto da sola, io mi sono limitata a seguire i suoi suggerimenti. Per quel che riguarda l’episodio a cui fai riferimento, effettivamente ricordo la puntata, mi sembra che fosse la seconda serie quando Mamoru e Usagi sono ancora separati, ma non ricordo Makoto che saltella per salvare Usagi, proprio no. Mi sa che andrò a rivedermi l’episodio in streaming se lo trovo! Guarda per quel che riguarda Usagi, non so se effettivamente è tutto inventato o si tratta del suo subconscio a parlare, però mi sa tanto che ad un certo punto è facile perdere il contatto con la realtà, non credi? Per quel che riguarda Mamoru… sai che non ho capito come mai trovi un comportamento simile più adatto a Seiya e non a Mamoru, sarei curiosa di saperlo. A parte questo, ti assicuro che Midori è andata da Mamoru proprio per la questione di Masao, Usagi è stata solo la scusa per smorzare la tensione che si era venuta a creare, però ti posso confermare che lei adora Usagi e sì la vede bene come la compagna perfetta per quel figlio troppo “per bene”. Per quel che riguarda l’interesse di Mamoru per Usagi… diciamo che quando è tornato dagli Stati Uniti non se l’è sentita di farsi avanti perché, come si suol dire, si deve battere il ferro finché è caldo e quindi il suo momento era passato ed era giusto passare avanti. Ci tengo a sottolineare che Mamoru non aspetta Usagi e non è per questo che cambia spesso ragazze. Si comporta così perché proprio non riesce a trovare una ragazza che lo interessa, oppure perché non vuole proprio trovarla visto che la cerca sempre tra ragazze che hanno poco a spartire con lui. La chiosa sul profumo si sa che sei la sola ad averla colta e comunque uno dei motivi per cui Mamoru regala le rose color pesca ad Usagi è proprio per questo… il profumo alla pesca è lo stesso che usano Usagi e Midori! Per quel che riguarda il confessare prima i sentimenti reciproci… io credo che, a prescindere dal fatto che sia io l’autrice della fic, sia stato un bene che Mamoru ed Usagi non si siano incontrati prima. Come potevano sperare di portare avanti una relazione appena nata vivendo in due continenti diversi? Non lo credi pure tu che sia alquanto difficile, se non impossibile? Per quel che riguarda il tuo scetticismo in riferimento al modo in cui Mamoru vede Usagi temevo di ricevere una recensione simile dopo il capitolo precedente ma ero pronta a dare la risposta quindi non mi hai colta di sorpresa. Come ho avuto modo di dire nella risposta alla recensione di Angelica82, a differenza di Midori, Usagi non si crea problemi a puntare il dito contro Mamoru, anzi al contrario della signora Kou (ex Chiba), lei non si fa mai da parte e lo affronta sempre a viso aperto non lesinando lo scontro (magari in futuro potrebbe esserci anche uno scontro fisico…) cosa che Midori non ha mai fatto. Nei prossimi capitoli sarà chiaro cosa vuole Mamoru da Usagi e ti assicuro che lui non vuole l’affetto materno, se così possiamo dire. Non cerca Usagi per sostituirla con la figura materna, forse Usagi si convincerà di ciò e lo allontanerà per questo come Mamoru ha ipotizzato in questo capitolo, ma posso assicurarti che se ciò dovesse accadere, Mamoru saprà come riprendersi la sua Odango, quindi stai tranquilla all’orizzonte non ci sarà nessun bellimbusto. Adesso ti saluto e scusami per il ritardo, un bacio alla prossima!

- ELLEPHEDRE: Divina Capa buonasera! Prima di tutto ci tengo a sottolineare che in nessun modo ho voluto copiare la tua fic per quel che riguarda le conversazioni immaginarie (mi riferisco a Verso l’alba, parte 20 quando Alexander immagina una possibile conversazione con Ami) che ho descritto qui. Se in qualche modo la cosa dovesse darti fastidio sono pronta a cancellare e riscrivere il capitolo, non ho nessun problema davvero. Passando alla fic inspiro ed espiro. Ogni volta che leggo una tua recensione ho il patema… per quel che riguarda la prima parte è andata (sospiro di sollievo), effettivamente ho cercato di caratterizzare i diversi personaggi con pochi aggettivi o determinati gesti evitando di spendere righe e righe inutilmente, mi auguro di essere riuscita in questa mia intenzione! Dopo la sindrome dell’abbandono in questa fic subentra la sindrome dell’incompreso, sindrome di cui è affetta la stessa autrice, me miserrima! Ebbene si, anch’io sono afflitta, come dicono mia madre ed il mio ragazzo, dalla sindrome dell’incompresa (mia madre) o della vittima sacrificale (il mio ragazzo). Probabilmente questo è un limite che mi trascinerò per sempre perché nei miei personaggi (che poi sono di Naoko Takeuki) metto molto di me. La fic effettivamente perde di profondità ed io inizio a perdere fiducia nelle mie capacità perché cerco di essere obiettiva ma non ci riesco e mi demoralizzo e succedono pastrocchi come in questo capitolo dove non c’è nulla che mi convince (tranne la parte relativa a Usagi, ma non il dialogo con Minako ma quella dove si descrive la sua vita dopo la partenza di Mamoru.). Guarda il fatto che siano testardi, da me sì dice che hanno a testa chiù dura do puppu (“Hanno la testa più dura del polpo”, ed il polpo è risaputo che ha una testa alquanto resistente come si evince da una famosa pubblicità di profumi, Acqua di Giò… mi fermo qui o inizio a sbavare…). Per quel che riguarda il rapporto di Mamoru e Midori è stata dura descriverlo perché non ho scritto qualcosa che conosco, come ho detto quello che ho con mia madre è un rapporto conflittuale e quindi non so come gestire un rapporto più complice ed intimo, mi sono sentita parecchio limitata ma non volevo che Midori fosse una madre opprimente, assolutamente. Grazie per i complimenti riferiti allo stile, in questo capitolo puoi anche riprenderteli perché credo di essermi parecchio involuta, mi spiace. Come avrai notato ho cercato di seguire il tuo consiglio e dopo il dialogo di un personaggio ho inserito in basso i pensieri del protagonista del POV. Adesso chiudo, mi scuso anche con te per il ritardo, e ti do appuntamento alla prossima!

 

Grazie alle 23 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1.      Angelica82;

2. bunny65;

3. chichilina;

4. dancemylife;

5. ertila;,

6. favola08;

7. Gaia;

8. GioRock;

9. girovaghi;

10. Hatori;

11. lagadema;

12. LAS;

13. lutrien;

14. maryusa;

15. miki90;

16. pulcinaele87;

17. QueenSerenity83;

18. roby1150;

19. roby2285;

20. stella93mer;

21. sweet_ebe;

22. Tappetta4;

23. VivianaRossa;

 

Soprattutto a Gaia, lutrien, pulcinaele87, roby2285, sweet_ebe e VivianaRossa le ultime arrivate. Mi spiace aver perso bellacullen889.

 

Grazie alle 47 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      Allen_Anne_Black;

2. Angelica82;

3. Antalya;

4. aquizziana;

5. artemis5;

6. ashar;

7. brescy;

8. Chichilina;

9. DeepDereck;

10. Ellephedre;

11. elo1401;

12. Enza85;

13. Fantasy_Mary88;

14. fasana;

15. favola08;

16. hoshi90;

17. igniflia;

18. kiss88;

19. laplop;

20. LAS;

21. LittleSimo;

22. micina82;

23. Miky 483;

24. Minerva89;

25.  Moons Tear;

26.  Morea;

27. Neptune87;

28. panuela;

29. Pera 11

30. Poisonivy;

31. Potter92;

32. pulcinaele87;

33. romanticgirl;

34. sailorm;

35. seasons_girl;

36. shalya;

37. simo87;

38. sortilegio;

39. Strega_Mogana;

40. SweetCherry;

41. Tappetta4;

42. Toru85;

43. Truelove;

44. usachan;

45. vale_129;

46. _Maddy_;

47. _Sofia_;

 

   Un grazie particolare a artemis5, elo1401, laplop sortilegio per essersi aggregate a questa avventura. Mi spiace aver perso ponpon.

 

Grazie alle 2 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:

 

1.      chiara84;

2.      pulcinaele87;

 

 

Adesso vi saluto ed a questo punto vi do appuntamento a venerdì prossimo, il 2 luglio 2010!

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AVVISO

 

Mi ero ripromessa che non sarebbe più successo ma purtroppo mi sono sbagliata.

Non c’è molto da dire e francamente non so come dirvelo… vado subito al sodo.

A causa di un lutto improvviso, che giusto ieri ha colpito la mia famiglia, l’aggiornamento settimanale salterà.

Non credo che sia necessario spiegare il mio stato d’animo, e credo che per voi sarà facile capire il perché di questa mia scelta.

Cercherò, quanto prima, di tornare a scrivere ma per questa settimana mi è umanamente impossibile.

Appena il capitolo XIV sarà pubblicato questo messaggio sarà cancellato, sperando così di poter fare lo stesso con il senso di impotenza che sento dentro.

 

Grazie.

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV ***


Nuova pagina 1

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

Capitolo XIV

 

XIX giorno

Ore 11:15

- 11 giorni all’alba

 

   Controllava per l’ennesima volta il contenuto della valigia. Valigia che aveva iniziato a preparare già due giorni prima.

       - Sai che sei ossessiva, vero?

       - Minako, non sono ossessiva, la mia è semplice prevenzione.

       - Scusa, dimenticavo… prevenire è meglio che curare.

       - Non tutte prepariamo la valigia due minuti prima di partire!

       - Cara, sei tu che non comprendi. Preparando la valigia due minuti prima di partire, ho la probabilità di dimenticare qualcosa di indispensabile a casa, ergo, la giustificazione per fare shopping nel luogo in cui sono diretta.

       - Cara, a te non serve una giustificazione per fare shopping. Tu fai sempre shopping, ovunque. In ogni caso, dubito che a Nikko possa esserci qualche negozio che faccia al caso mio! - Minako era shopping-dipendente. Più di una volta, tra l’altro senza successo, aveva suggerito all’amica di entrare in terapia perché la sua era una vera e propria ossessione ma lei si era rifiutata categoricamente. Kunzite spesso scherzava sulla possibilità, in previsione di un futuro matrimonio, della divisione dei beni… era sempre più convinta che quella non era poi una possibilità tanto remota. Minako era davvero una compratrice accanita…

       - Bhè questo è vero, forse anch’io avrei qualche difficoltà a Nikko, è così… fuori moda. Comunque credo che sia meglio darti una mano… non si sa mai, potresti dimenticare qualcosa di importante.

       - Grazie… - Ma non era certa dell’aiuto che l’amica le avrebbe offerto… soprattutto, non aveva voglia di preparare le valigie. Non per andare a festeggiare l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori.

       - Scusa Usagi, ma hai intenzione di mettere questo per dormire?

       - Cosa c’è che non va nel mio pigiama felpato?

       - È antisessuale al massimo!

       - Minako ti sfugge un piccolo particolare. Sto andando a casa dei miei, da sola. Cosa vuoi che me ne faccia di un babydoll da combattimento?

       - Mai dire mai… potresti trovare l’uomo della tua vita…

       - Oh, sicuramente! Potrei scoprirmi pazzamente innamorata di Umino, non ci avevo pensato! Fammi un favore, piantala!

       - Usagi?

       - Cosa c’e adesso?! - Minako era davvero insopportabile quando si trattava di preparare le valigie… o era lei ad essere particolarmente suscettibile quella mattina?

       - Calmati tesoro! Volevo dirti che mancano le scarpe!

   No, non sarebbe riuscita ad andare, era troppo per lei. Si era buttata a peso morto sul letto lasciando che le spalle cadessero pesanti sul materasso. Una mano coprì gli occhi azzurri mentre iniziava a picchiare il copriletto con un pugno chiuso.

       - E se chiamassi e dicessi di aver avuto un’emergenza improvvisa?- L’illuminazione era arrivata improvvisa e per questo le sembrava particolarmente geniale.

       - Usagi…

       - Anzi no! Minako chiama tu e dì che mi sono rotta una gamba. No, meglio entrambe, sì entrambe! - Sua madre non le avrebbe mai permesso di presenziare al suo anniversario in modo poco consono. Meglio essere assenti piuttosto che esserci ma in modo disdicevole… come se poi alla sua genitrice importasse davvero della sua presenza. La festa di anniversario era solo un modo per ostentare, se ancora non fosse stato abbastanza chiaro, il lusso in cui viveva e per sottolineare l’ovvio, cioè che Ikuko Tsukino era una delle donne più ammirate di Tokyo perché sposata con uno dei penalisti più in gamba dell’intera nazione.

       - Usagi calmati! Si tratta dell’anniversario di matrimonio dei tuoi. Tua madre sarà così impegnata a farsi vanto con le amiche dell’ultimo regalo che le ha fatto tuo padre da non ricordarsi minimamente di te. Mentre tuo padre sarà talmente occupato a farsi nuovi clienti da non degnarti di uno sguardo. Coraggio tesoro!

       - Accompagnami tu! Non ce la faccio… mi distruggeranno, lo sento. - Minako non aveva torto, ma l’idea di andare in quel covo di vipere, soprattutto vista l’assenza quasi certa di sua nonna e di Shingo, le metteva i brividi. Sarebbe stata da sola in mezzo a tutto quel finto lustro.

       - Usagi Tsukino piantala immediatamente!

   Era raro vederla in quello stato di prostrazione fisica e mentale ma l’idea di dover affrontare la sua famiglia la distruggeva.

   Non era tanto il dover stare quasi per tre giorni in compagnia dei suoi genitori anche perché, ne era certa, li avrebbe incontrati al massimo al momento dei pasti, se la sua buona stella aveva deciso di abbandonarla, altrimenti se li sarebbe ritrovati davanti il sabato sera giusto per la festa... e proprio lì stava il suo problema. Il giorno del ricevimento quando tutti, parenti ed amici di famiglia, si sarebbero presentati a casa Tsukino per festeggiare quel matrimonio felice. A quel punto sarebbe stato impossibile fuggire alle mille domande relative alla sua vita privata ed al perché, nonostante fosse una così bella ragazza, fosse ancora sola. Come se il suo valore di donna dipendesse dall’essersi già accasata.

       - Hai ragione… però io non ci riesco… - Ed aveva tirato fuori gli occhi da cucciolo indifeso, cosa che non le capitava più da anni.

       - Lo so perfettamente, ma la tua fortuna è che hai un’amica come me!

       - Hai trovato il modo di non farmi andare all’anniversario?

       - No, molto meglio!

       - Hai convinto mia madre a non festeggiare?

       - Sei fuori strada!

       - Così mi stai innervosendo ancora di più! Cosa dovrebbe spingermi a farti vincere il premio come Miglior Amica dell’anno?

       - Ti ho trovato un accompagnatore per questo fine settimana!

   Per un attimo si era sentita come quella balla di fieno che scorrazzava sola per il Far West, come si vedeva nei vecchi film americani. Un brivido le percorse in tutta la lunghezza la schiena e quasi le sembrò di non sentire più il pavimento sotto i piedi. No! Doveva essere tutto frutto della sua immaginazione. Minako non poteva aver detto davvero quello che le sue orecchie avevano appena sentito, assolutamente.

       - Co… cosa hai detto?

       - Oh, coraggio amica mia, non occorre ringraziarmi, lo sai che per te farei questo ed altro!

   Ringraziare Minako era l’ultimo dei suoi pensieri.

       - Io ti ammazzo!

   Era balzata a sedere sul letto per poi lanciarsi con uno scatto repentino in direzione della bionda che si era spostata giusto in tempo. 

     - Ehi…

   Minako era veloce, così veloce da riuscire a sfuggirle dalle mani fin troppe volte… questa volta non avrebbe avuto pietà: l’avrebbe uccisa con le sue stesse mani, per poi fare appello all’infermità mentale per sperare in una riduzione della pena, semmai avessero ritrovato il suo cadavere e fossero riusciti a risalire a lei.

       - Tu sei pazza! Ma come ti è saltato in mente!

       - Sei tu che ogni anno ripeti di non voler andare da sola all’anniversario dei tuoi e così ho deciso di darti una mano!

   L’amica aveva urlato quelle parole mentre correva per il soggiorno cercando di fuggire da un’Usagi alquanto arrabbiata.

       - Come hai potuto rivolgerti ad una di quelle squallide agenzie per trovarmi un uomo! Ti sembro così disperata?

       - Usagi… ascoltami…

       - No, stavolta ti ammazzo con le mie stesse mani!

       - Aspetta, lascia che ti spieghi!

       - Minako! Tu adesso chiami all’agenzia ed annulli tutto e subito prima che io ti uccida tra…

   Il campanello della porta non le permise di finire la minaccia rivolta alla sua coinquilina. Guardò Minako e sperò con tutto il cuore che i suoi occhi, quel giorno, avessero la capacità di ridurre in cenere tutto ciò che incontravano nella loro visuale… purtroppo non fu così.

       - Spera che non sia lui…

       - Usagi, se tu mi lasciassi spiegare…

       - Taci!

   Con passo marziale si diresse alla porta pronta a scaricare il tipo che si sarebbe trovata davanti. Era sicura di ritrovarsi davanti ad uno di quei tizi ipermuscolosi e con il cervello totalmente sfatto a causa degli anabolizzanti. Respirò a fondo prima di aprire la porta e cercò di stamparsi in faccia un sorriso di circostanza. Quando si ritrovò davanti il suo presunto accompagnatore il sorriso sicuro di pochi istanti prima sparì all’istante per lasciare il posto ad un’espressione sorpresa.

       - Mamoru?

       - Aspettavi qualcun altro?

       - Io… veramente sì.

   Non voleva essere scortese ma non era pronta per affrontare Mamoru, né tanto meno voleva che lui assistesse alla scena che da lì ad un paio di minuti si sarebbe svolta.

       - Scusa ma non dovevo passare a prenderti alle undici e trenta?

       - Come?!

   Il tossicchiare di Minako le ricordò della sua presenza, si voltò verso l’amica osservandola come se, d’improvviso, tutto le fosse stato chiaro. Di contro Minako annuì vigorosamente con un sorriso da ebete stampato sulla sua faccia da schiaffi.

       - Con te faccio i conti dopo! - Perché aveva immaginato di tutto tranne quello che Minako aveva fatto. Odiava la gente che si impicciava della vita degli altri, in quel momento odiava Minako che doveva complicare la sua vita che di per sé era già abbastanza confusa.

       - Io completo la valigia! Mamoru dieci minuti e potrete partire!

       - Aspetta… - Troppo tardi, Minako era già volata via. Perfetto, adesso doveva liberarsi di Mamoru ed allo stesso tempo liberare lui da quella situazione poco gradevole.

       - Mamoru… ti ringrazio per essere venuto ma puoi tornatene a casa… non occorre sacrificare il tuo fine settimana per me! Minako è la solita, ha organizzato tutto senza dirmi nulla, mi spiace da morire!

       - Non preoccuparti, non occorre. Per me non è affatto un problema, anzi sono curioso di conoscere tua madre e tuo padre, dopotutto è normale conoscere i futuri suoceri, o no?

       - Io… - Perché doveva recitare sempre il personaggio della strega cattiva che deve rovinare i piani altrui? Mamoru non aveva compreso il suo invito: doveva andarsene e lasciarla uccidere in santa pace la sua ex migliore amica.

       - Oramai il danno è fatto e poi Mamoru ha comprato anche un regalo per i tuoi, non vorrai farlo tornare a casa dopo la spesa che ha fatto?

   Minako… che ci faceva ancora lì all’ingresso? Non era andata a finire di preparare la valigia? E poi perché parlava sempre nel momento sbagliato? Maledetta la sua lingua biforcuta! Necessitava trovare subito una morte lenta e dolorosa per quella maledette serpe che aveva allevato in seno.

       - Minako, tu-stai-zitta. - Dopo quell’ordine perentorio la bionda aveva deciso, intelligentemente, di defilarsi. Adesso arrivava la parte difficile, convincere Mamoru a desistere. - Mamoru…

       - È da più di una settimana che ti cerco senza trovarti e non capisco il perché. Non dovresti sparire nel nulla senza lasciare un recapito visto che sei la mia psicologa…

       - Io non sono la tua psicologa…

       - Vuoi tornare ancora su questo punto?

       - Mamoru, sorvoliamo su questo punto e torniamo al nocciolo della questione: non voglio assolutamente costringerti a fare qualcosa che non vuoi. Sentiti libero di rifiutare! - Almeno lei avrebbe avuto uno stress in meno quel fine settimana. Ma poi perché lui aveva tutta quella voglia di accompagnarla?

       - Per me è un onore poterti fare da cavaliere…

      - Piantala con queste battutine stupide, con me non attacca! Mi spiegheresti perché ti interessa tanto accompagnarmi a questo anniversario? - E perché doveva prendere tutto come una burla?

       - Minako mi ha assicurato che si mangerà benissimo!

       - Sto parlando seriamente!

       - Devo confutare una mia ipotesi.

       - E per questo è necessario che tu venga alla festa di anniversario dei miei genitori?

       - A quanto pare… a meno che tu non voglia arrivare da sola e passare il fine settimana con quel tizio del bar…

   Il pensiero di Umino la fece vacillare, non era certo il massimo arrivare alla festa da sola e dover passare tre giorni con Umino attaccato alle costole. Ma la compagnia di Mamoru era forse migliore?

       - Bhè, non saprei… mia madre sapeva che sarei andata da sola…

       - Ma che dici Usagi! Se l’ho avvertita personalmente del tuo arrivo con Mamoru, tranquilla! Sa già tutto ed è felicissima di conoscere il suo futuro genero!

   Ed ecco che Minako arrivava sempre nel momento sbagliato, il suo proverbiale, maledettissimo, tempismo! Lingua biforcuta e cervello poco più grande di una noce, ecco era questo il parere che aveva su Minako. Negli ultimi venti anni di vita aveva sopravvalutato di troppo le doti dell’amica, era arrivato il momento di rimediare.

       - Le valige sono pronte. Le scarpe le ho messe qui, nel borsone. Mamoru questo è l’abito di Usagi, potresti metterlo in auto, sai non vorrei che si rovinasse.

       - Certo dai a me… porto anche le valige. Ci vediamo, ciao Minako!

   Ormai non poteva più impedire che quell’orribile fine settimana avesse inizio, i giochi erano stati fatti e a lei non rimaneva che accettare il verdetto… non prima di riprendersi una piccola vendetta, proprio adesso che erano rimaste sole. Ed il sapore della vittoria era ancora più dolce adesso che Minako la guardava con il viso sorridente e lei, al contrario, aveva una faccia da funerale.

       - Passa questi tre giorni con Kunzite.

       - E perché?

       - Perché saranno gli ultimi della tua vita. - E detto questo uscì da casa sbattendo la porta. Perfetto, non gli restava che trascorrere tre giorni con Mamoru Chiba. Di male in peggio, sarebbe riuscita a sopravvivere a quel fine settimana?

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 13:10

- 11 giorni all’alba

 

       - Ti va se ci fermiamo al prossimo autogrill?

       - Va bene.

   Decisamente, c’era qualcosa che non andava. Da quando erano saliti in macchina, Usagi non aveva aperto bocca se non quando chiamata direttamente in causa, ed anche in quel caso si era limitata ad usare dei monosillabi, eccetto nell’ultimo caso… aveva tirato fuori una frase contenente ben tre sillabe, va-be-ne. Era forse un inizio?

       - Qualcosa non va?

       - No.

   Nessun inizio, Usagi era tornata in modalità monosillabo.

       - Senti, non è questa l’idea che mi ero fatto per questo fine settimana!

       - Come?

       - Bhè sì. Credevo che non sarebbe stato un problema avermi tra i piedi per questi due giorni ma visto che non è così… ti accompagno dai tuoi e poi me ne torno a casa! - Non voleva certamente imporre la sua presenza a nessuno.

       - Ok…

   Ok? Era davvero così fastidiosa la sua presenza?

       - Ah. Scusami tanto, cercherò di non disturbare più la tua quiete, non sia mai!

       - Non mi hai fatto finire di parlare! Ok, è arrivato il momento di smetterla con lo sciopero della parola, era questo quello che volevo dire. Non è il fatto che tu mi stia accompagnando a darmi fastidio. È solo che… non voglio importi la mia presenza. - Adesso cosa faceva? Gli leggeva anche nel pensiero?

       - Per questo mi hai trattato malissimo fino adesso?

       - Mi spiace. A dire il vero pensavo al modo in cui ti accoglierà mio padre.

       - Devo forse preoccuparmi? È uno di quei padri gelosi pronti a uccidere il fidanzato delle figlie?

       - Assolutamente no, anzi non vede l’ora di vedermi sposata e madre di una nidiata di bambini! Quello che mi preoccupa è il fatto che tu non sia preparato a dovere. Se avessi saputo della tua presenza in qualità di mio fidanzato, ti avrei chiesto di portare con te la dichiarazione dei redditi. Sai, mio padre è uno che ci tiene al buon nome della famiglia…

       - Fammi capire, tutto questo è veramente opera di Minako?

       - Esatto.

       - E tu non sapevi davvero che io sarei venuto a farti da accompagnatore.

       - Già.

       - Usagi?

       - Mh?

       - Potresti evitare questo genere di risposte?

       - Quali?

       - Evitare di rispondere per monosillabi. Non hai fatto altro da quando sei entrata in macchina! - E francamente era stufo di cercare di tirargli fuori le parole!

       - Certo!

       - Usagi?!

       - Cosa?

       - Lo stai facendo ancora!

       - Ti sbagli! Cosa è una parola formata da due sillabe.

       - Con te ci rinuncio!

       - Eddai!

       - Ho detto basta! - Non ci riusciva, lui ci metteva i mezzi, si sforzava di essere gentile ma lei faceva di tutto per farlo desistere dai suoi obiettivi.

       - Perché?

       - Lo trovi così divertente?

       - Sì!

       - Io no, per nulla!

       - Scusa…

       - Spiritosa!

       - Guarda, l’autogrill! Metti la freccia!

Finalmente aveva abbandonato quelle maledette parole misurate, per onorarlo di una frase che contasse più di una parola e di due sillabe! Quale divinità doveva ringraziare?

       - Ed i monosillabi?

       - Erano bisillabi!

       - Certo!

       - Esatto!

       - Sembriamo due idioti.

       - Parla per te!

       - Come siamo suscettibili!

       - Sei antipatico Mamo-chan!

       - E questo nomignolo da dove salta fuori?

       - Lo utilizzerò in qualità di tua fidanzata.

       - Non ti sembra abbastanza ridicolo?

       - Assolutamente! È dolcissimo! Effettivamente su di te non rende, ma cercheremo di soprassedere, ok?

      - Ti ringrazio Usako… - Certo che Usako suonava davvero… intimo.

       - Usako…

   Sembrava riflettere sul nomignolo che lui le aveva dato. L’indice sulle labbra socchiuse e gli occhi rivolti verso destra, la facevano sembrare una bambina che cercava la soluzione ad un qualche indovinello!

       - Come mai quella faccia?

       - Il tuo vezzeggiativo… è più carino del mio.

       - Lo devo prendere per un complimento? - Quella sua espressione imbronciata era tenera. Da quando in qua pensava che l’espressione di una ragazza potesse essere tenera? Era diventato così deficiente tutto in una volta? Ma che gli stava succedendo?

       - Fai tu! Comunque devo trovarne un altro, necessariamente…

       - E perché?

       - Mamo-chan è… non saprei…

       - Ad essere sinceri mi piace, mia madre mi chiama così?

       - Davvero?

   Gli occhi azzurri di lei erano sgranati per la sorpresa e si era sentito imbarazzato a doverle fare quella piccola confessione. “Ascolta la tua mamma: presto ci sarà qualcun altro che ti chiamerà Mamo-chan.” Ed adesso perché gli erano tornate in mente le parole dette da sua madre giusto una settimana prima?

       - Bhè sì… adesso però scendiamo che ho fame!

       - Sì… ehm, Mamoru…

   Se avesse osato prenderlo in giro per quel nomignolo l’avrebbe chiusa in macchina e sarebbe andato da solo a pranzare.

       - Piantala!

       - Ehi! Non ti innervosire! Volevo solo dirti che se ti dà fastidio il fatto che io usi il vezzeggiativo di tua madre posso benissimo farne a meno! Baka che non sei altro!… ecco baka si adatterebbe benissimo al personaggio rozzo che sei!

   Ed era scesa dal Suv sbattendo la portiera e andando verso l’autogrill ignorandolo. Effettivamente lui era partito in quarta aggredendola ma Usagi non ci aveva impiegato poi così tanto a trovare la risposta giusta e farlo sentire un imbecille. Non c’era proprio nulla da dire, quello era un magnifico inizio!

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 13:20

-11 giorni all’alba

 

   Cosa aveva fatto nelle sue vite passate per essere costretta a patire così tanto a causa di Mamoru Chiba?

   Se lo chiedeva mentre si guardava allo specchio del bagno dell’autogrill. Ma poi da dove le era venuto quel pensiero assurdo? Era impazzita, non c’era altra spiegazione. Prima di scendere dall’auto stava per dire la stupidaggine più grossa degli ultimi secoli. Stava per rivelare a Mamoru che forse - e doveva essere posta massima attenzione su quel forse - non era stata una cattiva idea essere lì con lui.

   Stava per darsi la zappa sui piedi, da sola, da perfetta cretina quale era.

   Cosa si era fumata prima di partire? Perché non c’era altra spiegazione: era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti per questo motivo aveva formulato un pensiero così blasfemo… sì blasfemo. Essere felice di essere lì, con Mamoru, assurdo.

       - Hai finito con lo specchio?

   Una voce poco garbata la strappò alle sue importantissime riflessioni.

   Ecco perché odiava i bagni degli autogrill. Erano piccoli, sporchi, maleodoranti… e frequentati da soggetti poco piacevoli. Dopo aver lavato le mani, si fece da parte senza neanche rispondere alla ragazza maleducata. Asciugò le mani con le salviette che erano poste nell’apposito contenitore ed uscì da quello pseudo bagno.

   Frugò nella borsa in cerca del suo igienizzante per le mani e senza batter ciglio lo spruzzò iniziando a contare mentalmente fino a trenta mentre strofinava il liquido biancastro. Puzzava di candeggina ma almeno così era certa di debellare parte dei microrganismi patogeni che aveva contratto in quel bugigattolo di bagno.

   Si diresse verso l’auto di Mamoru intenzionata a mantenere la calma e fare finta che non fosse successo nulla. Era inutile alimentare il fuoco dello scontro e poi in parte era anche colpa sua. Era nervosa a causa dei suoi genitori, senza contare la situazione imbarazzante creata da Minako, ed era inutile prendersela con Mamoru, inutile e per nulla corretto. In fin dei conti lui era stato carino ad accettare la proposta fatta da Minako.

   Quando era ormai davanti al fuoristrada nero di lui cercò di placare il suo animo guerriero, Mamoru era poggiato alla portiera dell’auto con le braccia incrociate e gli occhiali scuri e sembrava non guardare nella sua direzione. Paga della distrazione di lui si prese alcuni istanti per guardarlo. Non c’era nulla da dire, era davvero un bel ragazzo: occhi penetranti, labbra carnose, capelli neri, spalle larghe, braccia robuste, e poi doveva riconoscerlo, aveva un sedere da urlo. Per quel che riguardava il resto era un buon medico, intelligente - ed ammetterlo era abbastanza faticoso - divertente, ironico in poche parole: Mamoru Chiba era il fidanzato ideale…

       - Hai finito di radiografarmi?

   Il fidanzato ideale se avesse tenuto il becco chiuso!

       - Credo che per oggi sia sufficiente. Stavo controllando che tu non mi facessi sfigurare con i miei genitori.

   Era meglio mettere a tacere l’ego iper-ipertrofico di lui.

       - Io sono sempre impeccabile anche se stanotte non ho chiuso occhio!

       - Notte di bagordi?

       - Oh sapessi… un maxi tamponamento. Un codice rosso e tre gialli, senza contare tutte le medicazioni da fare. Sono tornato alle nove giusto in tempo per una doccia e vedere se avessi dimenticato qualcosa da mettere in valigia.

   La prima risposta che le passò per la testa era alquanto acida e si sentì in colpa per aver formulato un simile pensiero. Non era carino rispondere “Chi ti ha chiesto di accompagnarmi?” e per questo, alla fine, aveva optato per un più banale “Capisco.” Però si sentiva altrettanto stupida per aver dato quella risposta. Entrati nell’autogrill consumarono un pasto veloce senza punzecchiarsi ulteriormente. Solo una volta seduti uno di fronte all’altra, aveva notato le occhiaie che cerchiavano gli occhi di Mamoru e l’espressione stanca del suo viso. Dopo il solito scontro su chi dovesse pagare il pranzo, con l’ennesima vittoria di Mamoru, tornarono al parcheggio pronti per ripartire.

       - Lascia guidare me, almeno ti riposi un po’.

       - Certo come no!

       - Parlo sul serio. Sei stanco e non puoi negarlo. Per tutto il pranzo non hai fatto altro che sbadigliare!

       - Posso farcela benissimo, dai sali!

       - Rischiamo di andare a schiantarci contro il gard-rayll!

       - Se non ce la facessi te lo direi!

       - Mamoru stai crollando dal sonno!

       - Fammi capire, l’altra sera quando ci eravamo scolati litri e litri di birra non era rischioso mandarmi a casa in moto?

       - L’altra sera eri più lucido di adesso. - Quella era una balla colossale ma aveva preferito mandarlo a casa piuttosto che rischiare di creare casini… a base di sesso.

       - Oppure l’altra sera non ti preoccupavi così tanto solo perché ero da solo in moto?

       - Mi credi davvero così cinica?

       - E cosa dovrei pensare?

       - Lascia perdere! Sali e sta buono! - Così dicendo aveva pigiato sul tasto dell’allarme a distanza aprendo la macchina e dirigendosi verso questa.

       - Quando mi hai rubato le chiavi?

       - Quando hai fatto finta di andare in bagno per pagare il conto! Dal giubbotto le hai tirate fuori per cercare il portafogli e poi le hai dimenticate sul tavolo…

       - Tu eri in bagno, come hai fatto a vedere tutto?

       - Segreto. Adesso andiamo su che è tardi!

   Così dicendo aveva spinto Mamoru verso il lato passeggero e lo aveva aiutato ad accomodarsi all’interno dell’auto, poi aveva fatto il giro e si era seduta nel posto di guida. Aveva regolato il sedile e lo specchietto retrovisore, poi era stata la volta di quelli laterali. Messa la cintura di sicurezza aveva sorriso a Mamoru e girato le chiavi per accendere il motore. Era la prima volta che guidava un Suv e la cosa la elettrizzava… stare al posto di guida in un’auto così alta la faceva sentire potente… molto potente.

       - Sono emozionata. È la prima volta che guido un gioiello simile!

       - Avrei gradito un altro tipo di prima volta… che ne dici se fai guidare me?

   Perché Mamoru doveva essere così maledettamente malizioso? Ogni occasione poteva essere buona per alludere al sesso!

       - Maniaco!

       - Io non ho detto nulla, sei tu ad aver tratto le conclusioni sbagliate.

      - Come no! Adesso piantala di guardarmi così! So guidare ed ho fatto questa strada migliaia di volte!

   Messa la freccia uscì dal parcheggio mentre Mamoru si sistemava meglio nel suo sedile.

       - Forse farei meglio a non mettere la cintura, sai per essere pronto nel caso in cui tu abbia bisogno di me…

       - Mamoru rilassati e dormi!

   Parlando aveva spostato gli occhi dalla strada al viso di lui.

       - Tu però tieni gli occhi fissi sulla strada!

   Era inutile ribattere, Mamoru era un uomo ed in quanto tale rientrava nella categoria dei deficienti!

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 15:45

- 11 giorni all’alba

 

       - Ehi Mamoru… Mamoru… apri gli occhi, siamo quasi arrivati.

      Era da anni che in auto non stava al posto del passeggero, non era più abituato ma, stranamente, alla fine aveva ceduto e si era rilassato, troppo. Non aveva resistito e si era addormentato, sopraffatto dalla stanchezza. Adesso Usagi lo chiamava sottovoce cercando di svegliarlo nel modo meno brusco possibile, e questo lo apprezzava, odiava i risvegli traumatici.

   Aprendo gli occhi si era accorto di essere fermo ai margini della strada ed il ticchettio delle quattro frecce gli risultò abbastanza fastidioso per le sue orecchie ancora abituate al silenzioso sonno in cui era caduto.

       - Buongiorno! Dormito bene?

       - ‘pomeriggio.

   Usagi aveva alzato gli occhi al cielo ed aveva spostato di nuovo la sua attenzione sulla strada scotendo la testa e sbuffando arrabbiata!

       - Tanto per curiosità, ma appena sveglio sei sempre così acido?

       - No, solo quando dormo male!

       - Spiritoso!

       - Non era riferito a te. Sono così stanco che dormirei per altri due giorni di fila!

       - Senti Mamoru… lasciami davanti casa e poi tornatene indietro… non è necessario che ti sorbisca due giorni con me e la mia famiglia. Apprezzo il gesto davvero, ma non voglio assolutamente coinvolgerti…

       - Mi spieghi perché non mi vuoi a questa festa?

       - E tu perché vuoi esserci ad ogni costo? Se analizziamo i fatti, sei tu quello che ha il comportamento più strano e non io!

       - Minako mi ha detto che se ti fossi presentata da sola ti avrebbero distrutto.

       - Cosa ha detto Minako?

       - Bhè…

       - Ma io l’ammazzo con le mie stesse mani quella stupida… giuro che appena la prendo la stritolo, la faccio in mille pezzi…

       - Usagi…

       - La do in pasto agli squali…

       - Ascolta…

       - E tu? Tu che le dai retta? Ma che vi siete messi in testa? Che io non riesca a difendermi dai miei genitori? Siete folli!

       - Adesso non prendertela con me!

       - E con chi dovrei prendermela sentiamo?!

       - Io sono qui come supporto.

       - Non voglio il tuo supporto!

       - Usagi ascoltami…

       - Non voglio sentire nulla!

  Ed era scesa dalla macchina sbattendo lo sportello. Se avesse continuato a scaricare la sua rabbia contro il Suv sarebbero tornati a Tokyo in taxi! Per quanto l’auto fosse resistente a tutto c’era un limite ed Usagi lo stava per superare!

   Però, pensandoci bene, anche lui al posto di Usagi avrebbe perso la testa se qualcuno lo avesse accompagnato ad un incontro con la sua famiglia solo perché era ritenuto incapace di affrontare i suoi genitori, non poteva darle torto, ma la realtà - almeno per lui - era un’altra. Usagi non aveva mai parlato dei suoi e, per quello che ricordava, neanche Rei aveva mai menzionato i genitori dell’amica, quindi era curioso di conoscere coloro che l’avevano cresciuta… la richiesta di Minako, poi, non aveva fatto altro che accentuare la sua curiosità.

   Scese dalla macchina evitando di sbattere lo sportello, almeno lui ci teneva al suo Suv, anche perché ancora ne stava pagando le rate.

       - Usako…

       - Piantala!

       - Eddai…

       - Eddai un corno! Non sono una ragazzina che ha bisogno della tua protezione! Non ne ho avuto bisogno quando ero al liceo figurarsi adesso!

       - Non sono qui per fare il tuo cavalier servante!

       - Ed allora perché sei qui?

       - Sono solo curioso di conoscere la tua famiglia… non ne parli mai e questo fatto mi ha incuriosito, tutto qui.

       - Potresti chiedere a Minako, tu e lei siete molto affiatati.

       - Non so perché, ma la tua mi sembra un’altra scenata di gelosia.

       - Mamoru ficcatelo bene in testa perché te lo dirò una volta sola e non lo ripeterò più: io-non-sono-gelosa. Ti è chiaro il concetto?

       - Ed allora che ci facevi un paio di settimane fa sotto casa mia?

       - Ancora con questa storia?

       - Tu rispondimi!

       - Ma non ero io!

       - Non ti credo…

       - Fa come vuoi!

       - Ammettilo, sei gelosa marcia del sottoscritto!

       - Come tu lo sei di Ryu, o no?

       - Quello vuole solo una cosa da te! - E poi perché lei doveva sempre girare la frittata a suo piacere?

       - E a te chi te lo dice che a me non stia bene così?

       - Non sei il tipo di ragazza.

       - Che ne sai tu di che ragazza sono? Magari ho ricevuto tante di quelle delusioni ed alla fine ho capito che l’amore non fa per me.

       - Hai detto che non riesci ad innamorarti di un uomo, ma questo non vuol dire che sei una facile.

       - Perché ogni volta con te si deve finire sempre per parlare della mia vita sessuale?

       - A me non dispiace.

       - A me sì! Non potremmo parlare di altro? Del tempo. Del buco nell’ozono. Della meta delle prossime vacanze?

       - Sono argomento troppo comuni.

       - Bhè allora perché non parliamo della tua vita sessuale? 

       - Non è così interessante come la tua! - Anche perché nell’ultimo periodo non aveva trovato il tempo da dedicare alla sua vita sessuale, ma questo era meglio tenerlo per sé.

       - Ma per favore! Sei poco credibile!

       - Io non mi lamento della mia vita sessuale. È regolare ed appagante.

       - Mamoru era tanto per dire! Non mi interessa sapere con chi vai a letto e cosa ci fai! Quelli sono affari tuoi!

       - Io però non capisco perché tu ti scandalizzi tanto a parlare di sesso con il sottoscritto.

      - Esiste un sentimento chiamato pudore, sai di cosa si tratta?

       - So cosa è il pudore, ma non stiamo dicendo chissà cosa! Vorrei solo capire perché continui ad uscire con quel tizio che vuole solo scoparti!

       - Sei volgare!

       - Tu rispondimi!

       - Mi fa divertire e non vuole solo quello!

       - Quello si chiama sesso… e lui vuole fare sesso con te… aspira solo al sesso…

       - Ho capito, grazie, so cosa è il sesso!

       - Non si sa mai con te. Allora, adesso rispondi?

       - Se lo faccio non prenderemo più questo argomento, promesso?

       - Promesso!

       - Mi fa ridere.

       - Adesso sei tu quella poco credibile!

       - Oddio Mamoru, adesso basta! Ho risposto alla tua domanda, reputati soddisfatto!     

       - Tu hai tentato di tapparmi la bocca ma con me non attacca.

       - Proviamo con il silicone? Forse ottengo risultati migliori.

       - Tu sai perché vado a letto ogni sera con una ragazza diversa?

       - Non lo so e non mi interessa, ma immagino che adesso tu mi illustrerai il perché di questa tua scelta di vita.

       - Mi chiedo se anche sotto le coperte tu sia così…

       - Così come?

       - Acida!

       - Perfetto! Se sei così curioso di scoprirlo, perché non lo chiedi a Ryu. Giusto ieri sera ci siamo incontrati… e non mi sembra di ricordare che tra gli aggettivi con cui mi ha descritta ci sia stato pure acida!

     - Perché quell’imbianchino da quattro soldi sì ed io no? - Cazzo! Questa poteva anche risparmiarsela! Ma cosa aveva fumato prima di partire? Oppure stava ancora sognando?

   Il suono di un claxon spostò l’attenzione di entrambi dalla conversazione compromettente che era stata intavolata. Da una Yaris grigio metallizzato era sceso un ragazzo non molto più alto di lui.

       - Siete sempre così focosi quando litigate?

       - Oddio…

   Ed Usagi si era letteralmente fiondata tra le braccia del ragazzo abbracciandolo come se non lo vedesse da una vita. Ed adesso chi era questo? Un altro ex del suo passato? Anche perché l’approccio era molto più focoso di quello avuto con il pittore sfigato.

       - Credevo che fossi a Toronto! Quando sei tornato? Non ci posso credere… è stupendo!

       - Tesoro credo che ci sia qualcuno che devi farmi conoscere.

   Almeno questo sembrava più sveglio dell’altro. Si era accorto prima della sua presenza.

       - Piacere, sono Mamoru Chiba, il fidanzato di Usagi.

   La stretta di mano che era seguita era stata alquanto possente, almeno da parte sua, l’altro sembrava sorpreso ed imbarazzato allo stesso tempo.

       - Capisco, comunque non occorre che mi stritoli la mano in questa maniera, sono Shingo Tsukino, il fratello di Usagi, il piacere è tutto mio!

   Era un idiota, un perfetto idiota.

 

   A volte le idiozie sono le cose più sensate che possano esistere… e questo lo avrebbero scoperto molto presto.

 

   A volte ritornano, come è nel mio caso.

   Chiedo umilmente perdono a tutti per questa lunga assenza ma è stata necessaria, almeno per me. È stata un’estate un po’ così, niente di particolare. Sono rimasta in città a godermi la mia famiglia ma è stata bellissima comunque.

   Riconosco che il capitolo non è venuto affatto bene ma è stato necessario pubblicarlo perché se avessi aspettato ancora non so neanche se per l'anno nuovo avrei tirato fuori qualcosa di decente. Mi sono detta che magari scrivendo qualcosa sarei riuscita a superare questo momento no ed alla fine tra ieri ed oggi ho scritto questo capitoletto di transizione.

   Nella mia testa i fatti erano totalmente diversi, ma la vita è imprevedibile e le mie storie lo sono altrettanto.

   I ringraziamenti saranno pubblicati quanto prima, inoltre ho deciso di lasciare on line l'avviso perché i messaggi che mi avete lasciato sono stupendi, grazie a tutte per la vicinanza che avete dimostrato sia pubblicamente sia in privato. Siete un pubblico meraviglioso. Grazie di cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo XV ***


Nuova pagina 1

Note:

 

- san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile). (Fonte Wikipedia)

 

- kun: uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (Fonte Wikipedia)

 

- Obaasan: nonna, impiegato in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)

 

- Oneechan: sorellina, impiegato in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)

 

- Sama: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote. Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come "onorevole", oppure "venerabile" o "rispettabile", ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un "maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a seconda del contesto. (Fonte Wikipedia)

 

- Yakuza: è la mafia giapponese.

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XV

 

XIX giorno

Ore 16:30

- 11 giorni all’alba

 

       - Mi spieghi perché non mi hai detto subito che quello era tuo fratello?

       - Non mi sembra che tu me ne abbia dato il tempo!

       - Non è colpa mia se ti attacchi come una cozza allo scoglio ogni volta che un individuo di sesso maschile incrocia la tua strada!

       - Tutti eccetto uno…

       - Per mia fortuna!

       - Una volta tanto concordo pienamente! - Anche se poi non era così convinta delle parole di Mamoru visto ciò che pochi minuti prima lui stesso aveva detto. “Perché quell’imbianchino da quattro soldi sì ed io no?” A dire il vero neanche lei lo sapeva di preciso perché non trovava così allettante l’idea di darsi alla pazza gioia con Mamoru, anzi lo sapeva, eccome. Paura. Di soffrire… come le era già successo in passato… e poi non è che avesse tutta questa voglia di mettersi nei casini con Rei. Perché? Semplice, sapeva che un’eventuale tresca con Mamoru sarebbe finita male, malissimo, per tutti… per lei in primis, quindi, meglio evitare.

       - Ti fidi tanto di tuo fratello?

       - In che senso?

       - Gli hai detto subito che io non ero il tuo fidanzato… non credi che spiffererà tutto ai tuoi?

       - Scherzi? Shingo non mi tradirebbe mai!

       - Dici?

       - Seiya lo farebbe?

       - Per noi è diverso. Siamo maschi…

   Oh! Loro erano maschi…

       - E cosa ci sarebbe di così diverso? A parte il corredo cromosomico, naturalmente.

       - Per noi esiste un codice non scritto…

   Interessante. Finalmente stava iniziando ad entrare nella psiche di Mamoru e comprendeva il perché di tante cose, come la stupidità che lo caratterizzava in certi momenti: era maschio, ergo, essere stupido era scritto nel suo DNA. Lo scappellotto che gli elargì con tanto affettò fu la degna conclusione del suo pensiero.

       - Ahia! Ma sei scema?

       - Lo scemo sei tu! Da dove saltano fuori tutte queste idiozie?

       - Senti è così e basta!

       - Oh è così perché ha parlato il grande uomo, vero?

       - Ma io dico chi me lo ha fatto fare a venire con te?

       - Ma guarda! Me lo sto a chiedere anch’io!

   Litigando non si erano accorti di essere arrivati davanti al portone della villa di Nikko. Il picchiettare al finestrino dal lato del guidatore li distrasse dalla loro piacevole conversazione, Mamoru abbassò il finestrino aspettando di capire cosa Shingo avesse da dire.

       - Siamo arrivati! Che intenzioni avete voi due? Continuate ad azzannarvi qui o proseguite nel salotto di casa?

   Shingo se la rideva vedendo la loro espressione urtata, beato lui.

       - Voglio tornarmene a casa…

       - Smettila, ci siamo io e Mamoru a proteggerti!

       - Non usare il verbo proteggere con tua sorella… è pericoloso.

       - Tu stai zitto! - Perché Mamoru aveva la capacità di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato?

       - Usagi adesso basta!

       - Ma Shingo…

       - Dovresti ringraziare Mamoru, ti ha accompagnato fino a qui e tu non fai altro che assalirlo, dovresti vergognarti!

       - Visto? Esiste un codice non scritto…

       - Baka!

   Stupidi maschi che non erano altro. Avevano la capacità di coalizzarsi senza neanche conoscersi! Iniziava a credere che anche il suo amatissimo fratello facesse parte della schiera dei maschi-testosteronati-stupidi-egocentrici. Anzi, ne era sicura, dopotutto, nonostante il suo orientamento sessuale, i suoi cromosomi sessuali erano XY e questo doveva avere un qualche significato, o no?

       - Shingo, visto che tu e… il mio fidanzato andate così d’accordo te lo affido da qui ai prossimi due giorni.

   Così dicendo era scesa dal Suv sbattendo lo sportello, ancora una volta.

       - Se continui così, a casa torneremo in taxi! Di questo passo ti rimarrà lo sportello in mano, e per tua informazione, ancora sto pagando le rate!

       - Sono problemi tuoi!

   Ma perché doveva essere sempre così maledettamente faticoso interagire con Mamoru?

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 16:50

- 11 giorni all’alba

 

       - Ti do un consiglio: non farla mai arrabbiare.

       - E perché?

       - Sarebbe capace di cavarti gli occhi con le dita.

   Rincuorante, davvero rincuorante.

   Scoprire che la propria fidanzata era una psicopatica era qualcosa di shockante.

   Ancora più shockante era scoprire di pensare ad una pazza come la propria fidanzata.

   Direttamente da ricovero era scambiare una farsa per la realtà: adesso identificava Usagi come la propria fidanzata.

   Alla fine di quel fine settimana, e si ritrovava pure a fare i giochi di parole, avrebbe avuto bisogno di un supporto psicologico, ma non avrebbe chiesto ad Usagi.

   Doveva disintossicarsi da lei.

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 16:53

- 11 giorni all’alba

 

   Era assurdo, tutto.

   Cosa le era saltato in mente di arrivare fino a lì con Mamoru e farlo passare per il suo fidanzato? Sua madre avrebbe scoperto il trucco nel giro di pochi minuti, ne era certa. Loro due erano una coppia improbabile ed improponibile. Erano opposti come il giorno e la notte e chiunque le avesse detto che gli opposti si attraggono... bhè lei avrebbe risposto che loro erano l’eccezione che confermava la regola…

       - Chi arriva per primo?

       - Vai tu, io devo parlare un attimo con il tuo amico. - E poi ci si metteva suo fratello che la rimproverava come quando aveva cinque anni! Davvero una grandissima giornata, da ricordare nei secoli dei secoli.

       - Usagi…

       - Non preoccuparti, non gli faccio male!

       - Mi spieghi perché sei così aggressiva con lui?

       - Non sono aggressiva solo che non lo tollero! - E dire che non lo tollerava era solo una minima parte di ciò che provava realmente per quel maledettissimo esemplare di homo sapiens sapiens che si era portata dietro!

       - A me sembra un bravo ragazzo…

       - Prenditelo tu allora!

       - Se potessi volentieri, ma sai che se facessi una cosa del genere papà mi ripudierebbe e mamma farebbe finta di non avermi mai generato… e poi dubito che Mamoru possa essere interessato, credo che abbia altri gusti!

   Aveva spostato lo sguardo verso Mamoru, poggiato al cofano del Suv; era rimasto in disparte per farli parlare tranquillamente, da quella distanza non sentiva proprio nulla.

       - Shingo è difficile per me.

       - Cosa? Essere gentile con il ragazzo che ti ha fatto soffrire per tanti anni o parlare con tuo fratello della sua omosessualità?

       - Tu che ne sai? - Era curiosa di sapere come il fratello fosse venuto a conoscenza del fatto che lei, un tempo ormai passato, avesse avuto una cotta per quello. Ricordava perfettamente di aver fatto il possibile per nascondere al mondo intero, quella sua improbabile - e tornava ancora una volta quell’aggettivo, l’aggettivo per eccellenza - cotta per uno dei ragazzi che meno la consideravano.

       - Che sono omosessuale?  

       - Sai che questo particolare non mi interessa! Parlo della prima parte della tua frase. - Perché suo fratello doveva tirare fuori le caratteristiche del maschio bastardo nei momenti meno opportuni?

       - Bhè, se non ricordo male, non ero io a decantare a squarcia gola le innumerevoli qualità di “quel grandissimo figo del cugino di Rei”!

   Voleva morire, o sì, voleva morire tra le più atroci delle torture. Lei non si ricordava di aver mai parlato di Mamoru in termini di “grandissimo figo”. Nelle sue dissertazioni filosofiche sul suo “sogno proibito”, aveva utilizzato sempre termini più sobri. Come poteva essersi resa talmente ridicola agli occhi del fratello? Fratello che, per tutti quegli anni, si era tenuto per sé quel segreto orripilante. Perché Shingo non l’aveva uccisa a tempo debito?

       - Dimmi che stai scherzando… dimmi che dalla mia bocca non è mai uscita una frase tanto…

       - No, effettivamente non sei stata tu a dire la frase incriminata. Queste erano le parole di Minako, tu ti limitavi a sospirare e sbattere le ciglia ogni qualvolta sentivi parlare di lui!

       - Basta! Non aggiungere altro. Odio ricoprirmi di ridicolo! Tu… vai, io e Mamoru arriviamo tra dieci minuti. Se mamma dovesse chiederti di noi… inventati qualcosa!

   Perfetto! Adesso doveva ritrovare la propria autostima e rimettere tutto insieme… autostima, faccia, coraggio! Facile a dirsi ma impossibile a farsi… comunque, il fatto che non fosse stata lei quella sbroccata nel parlare di Mamoru era già un punto a suo favore. Odiava le adolescenti moderne che quando parlavano di un ragazzo si soffermavano a decantarne solo gli attributi fisici – e quando parlava di attributi fisici, lei era parecchio soft rispetto alla corrente del momento.

   Shingo era andato avanti, adesso toccava a lei. Dare le ultime dritte a Mamoru e metterlo in guardia da ciò che lo attendeva da lì ai prossimi due giorni.

   Ok, la sua famiglia non era proprio l’allegra famigliola che si leggeva sui manga della Takeuki, no, purtroppo.

   Suo padre non era un giornalista ipergeloso della figlia e non piangeva e si disperava all’idea di vederla sposata con il fusto del manga, no; lui non l’avrebbe mai accompagnata ad una festa vestita da principessa, né tanto meno si sarebbe mai abbassato a farle capire che stravedeva per lei. Mai. Suo padre era un avvocato penalista, arrivista, senza scrupoli, che avrebbe pianto – prima di diseredarla, ovvio – se la figlia avesse sposato un poveraccio senza arte ne parte.

   Per quel che riguardava sua madre, non era la cara mammina casalinga sempre presente e pronta ad aiutare, con i suoi saggi consigli, la figlia in difficoltà per problemi di cuore; non le era mai stata dietro durante gli anni di scuola e non l’aveva mai rimproverata se, per caso, prendeva qualche insufficienza, no, mai fatto. Sua madre era la classica donna borghese dell’alta società che aveva l’agenda piena di impegni. Parrucchiere, estetista, massaggiatore, manicure… curatore di immagine. Il consiglio più importante che le aveva dato sua madre? Era stato il giorno in cui era diventata una signorina; le parole pronunciate le rimasero impresse nella mente, scritte col sangue… “Adesso che sei una donna, tesoro, dovrai imparare a curare il tuo corpo e fare in modo che siano gli uomini a cadere ai tuoi piedi e non il contrario.” E quella fu la prima ed ultima volta che Ikuko l’aveva chiamata tesoro.

     Shingo… bhè Shingo era l’unico membro della sua famiglia che non avrebbe sostituito per nulla al mondo. Soprattutto con l’odioso fratellino della protagonista del suo manga preferito “Sailor Moon”. Oh, suo fratello era perfetto così come era. Non c’erano parole per descrivere il rapporto che li legava. Sapeva di potersi fidare nonostante ciò che ne pensava Mamoru. Shingo era un padre, una madre ed un fratello… e tutto questo non solo perché tra loro intercorrevano dieci anni di differenza. Era tutto ciò che le serviva per vivere nella sua famiglia, nella sua casa. Una casa, per l’appunto, divisa tra lei ed il fratello – visto che i genitori preferivano vivere nel clima più temperato di Okinawa lasciando i figli a Tokyo – fino a che non era partito per Montreal su ordine del padre. Ricordava ancora il giorno in cui si era ritrovata improvvisamente sola nella grande casa che avevano diviso fino ad allora. Era stato terribile vederlo andar via, si era sentita incredibilmente sola. Da lì a dividere con Minako un nuovo appartamento – più piccolo e più a dimensione d’uomo rispetto la casa, con dieci stanze, in cui viveva prima – il passo era stato breve; adesso, da quasi cinque anni, la sua migliore amica era diventata anche sua coinquilina… e tutto questo grazie ai soldi di papà, padre che le aveva comprato un appartamentino nei pressi di Shinagawa… ok, non aveva un rapporto idilliaco con la sua famiglia, ma se erano ricchi perché non sfruttare il fatto a proprio vantaggio?

   E poi c'era sua nonna, ma non era il momento di parlare di lei visto che doveva tornare all’ovile con il proprio fidanzato… guardando Mamoru si rese conto che il ragazzo era rimasto nella stessa identica posizione in cui lo aveva lasciato. Forza e coraggio. Spalle dritte e petto in fuori. Mamoru era poca cosa in confronto alla sua famiglia…

       - Finito di parlare con il fratellino?

       - Il mio fratellino non ti ha detto che non ti conviene farmi arrabbiare? - Oh, si che glielo aveva detto, ne era sicura. Era l’unico consiglio che dava ai ragazzi con cui usciva.

       - Mi ha accennato qualcosa… pronta per andare a salutare mammina e papino?

       - Alcune precisazioni…

       - Devo prendere appunti?

       - Piantala e stammi ad ascoltare! Punto primo: se non si fosse capito, la mia voglia di essere qui è pari a zero. Questo è già noto ai miei genitori quindi non enfatizzare troppo sulla questione. Punto secondo: odio le smancerie in pubblico, questo significa che non dovrai azzardarti a baciarmi, accarezzarmi o guardarmi con occhi adoranti…

       - Ok, forse ho capito perché non riesci ad avere una relazione stabile…

       - Mamoru Chiba, se tu pensi di poterti prendere certe confidenze con la sottoscritta solo perché la gente crede che noi siamo fidanzati, te lo puoi togliere dalla testa. I vezzeggiativi che abbiamo deciso in macchina non dovranno essere usati a sproposito ma con il contagocce. Per quel che concerne il contatto fisico, ti sarà concesso abbracciarmi, sempre entro i limiti del decoro, e tenermi la mano, sono stata chiara?

       - Se non sapessi che non lo sei, penserei che sei ancora vergine!

       - Ancora con questa storia? Vuoi piantarla? Sto parlando seriamente! I miei genitori mi conoscono e sanno come sono. Si stupirebbero se spuntassi con un ragazzo che è diverso dal mio solito target. Cerca di attenerti a ciò che ti ho detto, chiaro? - Che poi non era per nulla vero che i suoi genitori la conoscevano. Non sapevano un bel niente di lei, né di Shingo ovviamente, ma questo Mamoru non lo sapeva e lei poteva approfittarne tanto per tenerlo lontano, fisicamente parlando…

        - Cristallino!

       - Benissimo! Passiamo avanti: terzo punto, mio padre adora mettere in difficoltà il prossimo, è probabile che cercherà in tutti i modi di imbarazzarti, l’unico modo per sopravvivere: non rispondere mai alle sue provocazioni. Va bene?

       - Non ti sembra di esagerare?

       - No, fidati. Alla fine di questi due giorni mi dirai se è così o no. Passiamo a mia madre. Con lei puoi stare rilassato, l’importante è che ogni tanto tu le rivolga un sorriso a trentadue denti ed ammiri la bellezza della sua casa... e naturalmente dovrai fare lo stesso con la sua persona. Ricorda, se vuoi andare d’accordo con Ikuko Tsukino dovrai sempre adularla cosa che però devi evitare con mio padre, chiaro?

       - Adulare mamma, ma mai papà. Recepito!

       - Benissimo. Hai domande da fare?

       - Nossignore! 

       - Allora riposo soldato. Un’ultima raccomandazione: non rimanere mai da solo con uno dei miei genitori, o peggio con entrambi. Sarebbero capaci di farti firmare un contratto pre-matrimoniale.

   Mamoru la guardava scettico ma lei, adesso, era più tranquilla. Sarebbero stati due giorni infernali, ma con un po’ di pazienza sarebbero volati in fretta, soprattutto grazie alla presenza di Shingo.

       - Adesso siamo pronti Usako?

       - Sì Mamo-chan, ma ricordati…

       - Usare i vezzeggiativi con il contagocce.

       - Bravo bambino!

       - Non merito neanche un bacino per aver dato la risposta corretta?

   Perché Mamoru doveva perdere tutto il suo savoir faire nel momento del bisogno?

       - Se fai il bravo bambino, a fine serata avrai il tuo bacino…

   Ma non riuscì a finire la sua promessa perché una voce, li interruppe.

       - Usagi, cara, finalmente siete arrivati!

   Ok! quello era solo un incubo! Sicuramente.

   Sua madre non era davanti il cancello.

   Sua madre non era davanti il cancello e non aveva ascoltato ciò che si erano detti lei e Mamoru.

   Sua madre non era davanti il cancello, non aveva ascoltato ciò che si erano detti lei e Mamoru e non rideva in modo accondiscendente.

   Sua madre non era davanti il cancello, non aveva ascoltato ciò che si erano detti lei e Mamoru, non rideva in modo accondiscendente e non stava andando loro incontro.

   No. Si sbagliava. Purtroppo era tutto vero.

   Sua madre era davanti il cancello, aveva ascoltato ciò che si erano detti lei e Mamoru, rideva in modo accondiscendente e stava andando loro incontro.

   Perché quando serviva un meteorite non era mai a portata di mano?

       - Mam… mamma!

       - Usagi, potevi anche avvertirmi che saresti arrivata nel primo pomeriggio!

       - Io veramente…

       - Non devi presentarmi nessuno?

   Oddio no! Non stava accadendo veramente! Lei non era ancora pronta! Rispetto al suo programma, quell’incontro era stato anticipato di ben dieci minuti…

       - Io…

       - Piacere signora, sono Mamoru Chiba, il fidanzato di Usagi.

       - Piacere mio, caro.

       - Mi permetta di dirle che è una donna incantevole, potrebbe passare tranquillamente per la sorella di Usagi.

   Oddio, Mamoru era davvero… fenomenale! Per quella volta era stato l’uomo giusto al momento giusto ed in più era riuscito ad accalappiare sua madre con un sorriso ed un complimento!

       - Oh, ma la prego Chiba-kun… lei così mi fa arrossire!

       - Adesso ho capito da chi ha ereditato la propria bellezza Usagi…

   Ok! Adesso però doveva darsi una regolata! Stava iniziando a strafare e meno male che gli aveva raccomandato di non sbilanciarsi troppo!

       - Mamoru adesso basta… metti in imbarazzo me e mia madre se continui così… - Leggasi come: o la pianti o la pianti!

       - Usagi ha ragione… avremo modo di parlare stasera, mia figlia mi ha così tanto parlato di lei che mi sembra di conoscerla da sempre. Adesso però io devo scappare, ho un appuntamento urgente. Vi spiacerebbe…

   Oh. Ecco perché sua madre era spuntata così all’improvviso, aveva un appuntamento urgente… questo, nella classe delle priorità, corrispondeva ad un appuntamento con l’estetista.

       - Certamente, mi scusi Tsukino-san.

   Era sconvolgente vedere con quanta solerzia Mamoru stesse spostando il Suv che era parcheggiato davanti al cancello della villa. Una volta che la macchina di sua madre poté uscire, Ikuko Tsukino accostò, scese dall’auto e salutò figlia e genero, promettendo una lunga chiacchierata durante il corso della cena.

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 17:12

-11 all’alba

 

       - Quella non è mia madre… è impossibile che sia lei…

   Mamoru guardava Usagi e si sforzava di non scoppiarle a ridere in faccia. Era sorpresa e continuava a ripetere che quella non poteva essere sua madre, impossibile visto il modo in cui li aveva accolti. Era in quello stato da quando erano rientrati in macchina ed avevano parcheggiato all’interno del parco della villa di lei. Villa che dire stupenda era dire poco, almeno per quello che aveva visto sino a quel momento.

       - Perché? A me non è sembrata così strana…

       - Tu non la conosci… e poi non hai sentito cosa ha detto? “Mia figlia mi ha così tanto parlato di lei” quando avrei dovuto parlarle di te se neanche stiamo insieme?

       - Bhè magari, davvero parli ai tuoi di me…

       - Oh, sì sapessi…

   Era davvero tesa, peggio del solito. Le raccomandazione che gli aveva fatto prima gli erano sembrate esagerate, eccessivamente. Ma davvero Usagi aveva così tanto terrore dei suoi? A dire il vero non poteva neanche definirlo terrore, sembrava quasi risentimento, astio, ma non era sicuro. Non voleva rischiare di dire qualcosa che avrebbe fatto saltare la precaria tregua che avevano stipulato.

   Con un po’ di sforzo riusciva a comprendere le prime due raccomandazioni. Neanche lui sarebbe stato entusiasta all’idea di festeggiare l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori in mezzo a gente che, quasi certamente, avrebbe ficcato il naso su quella che era la sua vita, privata e pubblica. Ma per fortuna quello era un problema che non si sarebbe mai posto: sua madre e suo padre erano separati. Mentre, per quel che riguardava la nuova vita matrimoniale di Midori, lei ed Akahito-kun avevano il buon gusto, e l’intelligenza, di festeggiare da soli il loro anniversario di nozze. Al più, si organizzava una cenetta in famiglia - sotto richiesta esplicita di sua madre. Cenetta alla quale nessuno dei due figli poteva sottrarsi, pena, un muso lungo che durava almeno tre mesi. Insomma, non era nulla di penoso ed in fin dei conti, ogni tanto, poteva anche festeggiare con la sua famiglia allargata, era piacevole.

   Per quel che riguardava le limitazioni che aveva posto relativamente ai loro contatti fisici, bhè potevano essere interpretate come dei paletti da mettere perché, dopo la battuta infelice di poco prima, era ormai chiaro che esisteva almeno da parte sua, sua di lui, una certa attrazione fisica nei confronti di lei… e poi c’era sempre il rischio di risultare eccessivamente allupati e questo non era certo l’idea che voleva dare di sé!

   Il terzo punto, però, era quello che lo aveva sorpreso maggiormente ma, in verità, era quello che lo preoccupava meno. Dopotutto, avere a che fare con Masao Chiba si era rivelato utile nel corso degli anni. Grazie all’esperienza accumulata, era riuscito ad acquisire una pazienza sorprendente e, soprattutto, era capace di trattare con chiunque, anche con i soggetti arroganti e presuntuosi. Perché classificava il padre di Usagi come un individuo arrogante e presuntuoso? Lo si capiva da come Usagi, adesso che erano davanti la porta di ingresso, avesse arpionato il suo braccio e lo stringesse con tutta la forza che aveva in corpo. Ci mancava poco che iniziasse a piangere e tremare.

        - Ehi, sta calma, ci sono io con te.

        - Non lasciarmi la mano.

        - Non eri stata tu ad ordinare contatti fisici limitati?

        - Mamoru, non adesso… per favore…

    Ed il modo in cui pronunciò quel per favore, fu più che sufficiente per far sciogliere i ghiacci della Siberia… e lui si sentì un perfetto coglione perché non si era mai fatto mettere al tappeto da due occhi azzurri…

        - Ok, ma tu rilassati, per lo meno provaci…

    E vederla annuire come una scolaretta di fronte all’insegnante, per un attimo, lo ripagò di tutte le volte in cui era stato il contrario, di tutte le volte in cui era stato lui quello trattato come un bambino. Stranamente non si sentì contento per quella piccola rivincita, no, si sentì bene ma non per il motivo che aveva immaginato. Si sentiva bene perché si era reso utile per lei. Questa consapevolezza, in un certo qual modo, lo atterrì. Cosa diavolo stava accadendo? Si stava rimbecillendo tutto in una volta? Prima gli occhioni dolci, ed ora la soddisfazione di vederla sorridere… no! Urgeva una rapida disintossicazione da Usagi, necessariamente. Ne andava della sua stessa sanità mentale!

    Dal momento in cui suonarono a quando gli fu aperta la porta, passarono giusto pochi minuti. Ed ad aprire fu una donna anziana, vestita con un kimono tradizionale.

        - Oh, Usa-chan sono così felice di rivederti! Ogni volta sei sempre più bella!

        - Obaasan!

    Ed aveva visto Usagi fiondarsi tra le braccia della donna stringendola come non gli aveva mai visto fare con nessuno, prima di allora.

    Ed improvvisamente, non capì perché, ma si sentiva di troppo. Si sentiva spettatore sgradito di un momento di intimità che non gli apparteneva. Voleva sparire, magari poteva andare in macchina a prendere le valigie ma temeva che, così facendo, rischiasse di attirare su di sé l’attenzione interrompendo quel ricongiungimento. Usagi sembrava serena, felice, come non gli era mai capitato di vederla da quando erano insieme.

        - Sono così felice… non ci posso credere… prima Shingo, adesso tu…

        - Oneechan, piaciuta la sorpresa?

        - Tu lo sapevi!?

        - Certamente, altrimenti che sorpresa sarebbe stata?

        - Sei… insopportabile! Ecco…

        - Sì, con i complimenti continuerai dopo, adesso che ne dite di entrare? Mamoru non mi sembra che abbia molta voglia di rimanere tutto il giorno davanti la porta! O sbaglio?

        - Bhè, veramente io…

        - Ah, e così tu sei il finto fidanzato di Usagi!

    Cosa aveva detto Usagi riguardo il fidarsi o meno di Shingo? Spostare gli occhi e guardarla come a voler dire “Te lo avevo detto” fu la reazione più immediata che gli passò per la testa. Di contro Usagi rideva di gusto… capirla si rivelava sempre più complicato!

        - Dai Mamoru, mia nonna è un tipo a posto. Se non lo avesse fatto Shingo, sarei stata io a dirle tutto!

    Allora perché tutta quella messa in scena del finto fidanzamento se, in pratica, due su quattro già sapevano che loro non erano una coppia?

        - Però cara, devo fare i complimenti a Minako! Ti ha scelto un finto fidanzato davvero niente male!

    No, non era possibile. Sicuramente la nonna di Usagi si stava prendendo gioco di lui e non stava ammiccando, o no?

        - Nonna! Vuoi smetterla altrimenti Mamoru penserà male!

         - Ma che sciocchezze! Non mi dica Chiba-kun, che davvero pensa che io possa provarci con lei?

    No, effettivamente era qualcosa di insensato visto che quella donna poteva essere benissimo anche sua nonna!

         - Assolutamente…

        - Oh, che maleducata! Non mi sono neanche presentata! Io, come avrà capito, sono la nonna di Usagi, il mio nome è Sakura Tsukino, lieta di conoscerla.

    Shingo doveva avergli già detto il suo nome.

        - Il piacere è tutto mio, Tsukino-sama.

        - Entrate, immagino che avrete molto di cui parlare. Io e Mamoru intanto prendiamo le valigie…

    Usagi lo guardò come a cercare il suo permesso per lasciarlo lì, da solo con il fratello; come se lui fosse davvero il suo fidanzato. Il sorridere ed annuire era stato un gesto automatico… da perfetto imbecille patentato! Si stava ridicolizzando senza possibilità di appello!

    Quando rimasero soli, lui e Shingo, si avviarono verso il Suv. Era ancora con la testa immersa nella sua lenta ed inesorabile disfatta e per questo la voce di Shingo lo sorprese.

         - Bhè, senti mi spiace se ho detto a mia nonna che tu e Usagi, insomma hai capito, no?

        - Non preoccuparti, tua sorella aveva comunque intenzione di dirglielo, hai sentito anche tu!

    Era inutile creare tensioni e dare a Shingo la colpa di un qualcosa che, inevitabilmente, Usagi aveva intenzione di dire… e poi gli serviva un appoggio maschile visto che il padre di Usagi era da scartare dato che lui, per l’uomo, era il fidanzato della figlia e, quindi, un potenziale avversario da studiare per poi attaccare… vda ciò che aveva detto Usagi.

        - Perfetto!

        - Avrei una domanda da porti! - Forse parlando con Shingo avrebbe capito il perché della tensione di Usagi.

        - Dimmi tutto!

        - Ho come la sensazione che Usagi, non so come spiegartelo… è come se… - Diamine! Perché non trovava le parole per definire il comportamento bislacco di lei?

        - Ti sembra che Usagi sia più strana del solito?

        - Più o meno. - Dire strana, o bislacca, non era particolarmente corretto. Usagi più che altro sembrata schizzata. Era esagitata. Arrabbiata. Tesa. Era una bomba pronta ad esplodere, o per lo meno, era questa la sensazione che aveva avuto lui, da quando erano in macchina.

        - Usagi ha paura.

        - Scusa? Potresti ripetere. - Usagi paura? Era completamente fuori strada. Usagi non aveva paura di nulla, almeno era questa l’idea che aveva di lei.

        - La vedi fare la dura ma fa così quando qualcuno, o qualche situazione, la spaventa... Mamoru… hai potuto notare lo sfarzo che è ostentato in questo giardino. Rapporta tutto questo ai miei genitori e moltiplicalo per mille. Solo così potrai capire quello che voglio dire. Essere uno Tsukino non è per nulla facile. Soprattutto per Usagi che non ha mai accettato le tradizioni della nostra famiglia.

   Shingo lo stava prendendo in giro, non c’era altra spiegazione. Usagi che tirava fuori le unghie solo quando aveva paura di qualcuno o qualcosa… quindi, visto che con lui Usagi era sempre con le unghie pronte a graffiare, si comportava così solo perché la terrorizzava? Ridicolo, ed impossibile… e poi il resto “Essere uno Tsukino non è per nulla facile”! Ma chi voleva prendere in giro! Neanche se si fossero trovati ancora nel periodo Edo!

       - Scusami, ma faccio fatica a crederti! Tua madre, per quanto ne dica Usagi, mi è sembrata una persona normalissima… e tuo padre

       - Non lasciarti trarre in inganno da ciò che hai visto… mia madre non è la genitrice amorevole che ti ha fatto vedere e mio padre… bhè, mio padre avrai modo di conoscerlo…

       - Tutta questa segretezza sulla vostra famiglia mi sembra esagerata… sicuri che non siete affiliati a qualche clan della yakuza…

    La risata di Shingo riempì il silenzio che si era venuto a creare dopo ciò che aveva detto.

        - Potrebbe anche essere… non sono a conoscenza degli affari che mio padre ha qui in Giappone, ma non mi sorprenderei se conoscesse alcuni personaggi poco raccomandabili, e con il lavoro che fa, tutto è possibile…

    Ma in che razza di guaio si stava andando a cacciare?

        - Comunque, rimane il fatto che per Usagi, essere qui, non è facile… al ricevimento avrai modo di capire il perché…

        - Così non è valido… prima mi metti la pulce nell’orecchio e poi ti stai zitto, è scorretto da parte tua!

        - Sarà Usagi a parlarti, se vorrà, del rapporto che ha con nostro padre. Io non posso, mi spiace…

    Ah, però andare a dire alla nonnina che lui non era il vero fidanzato di Usagi, quello poteva farlo…

        - Un solo avvertimento: fai del male a mia sorella e rimpiangerai di essere nato…

        - Allora dovrai metterti in fila… c’è già qualcun altro che mi ha promesso di farmela pagare se avessi fatto del male a tua sorella…

        - Oh, credimi Mamoru, quello che ti ha promesso Kunzite è poca cosa in confronto a quello che sarei capace di farti io. Non ti conviene scoprirlo…

        - Tieni sottocontrollo tua sorella tramite Kunzite? E lei cosa ne pensa di ciò?

        - Io direi che questo può essere un segreto tra noi, che ne pensi?

    Perfetto! Usagi aveva un fratello che la teneva costantemente sottocontrollo e non ne sapeva nulla… come si sarebbe comportata se, casualmente, avesse scoperto qualcosa? In quel caso non voleva essere presente, di questo ne era sicuro. Poteva solo immaginare di cosa era capace Usagi quando era al top dell’indignazione, e lui ne era certo, se lei avesse scoperto che il suo adorato fratellino la faceva spiare da quello che era il fidanzato della sua migliore amica, sarebbe esplosa… investendo con la sua furia prima Shingo e poi Kunzite… bhè, lui era amico di Kunzite, lo considerava quasi un fratello, forse era meglio tenere il becco chiuso, almeno per il suo amico.

        - Cosa sarebbero tutti questi segreti tra maschi?

    Ed eccola spuntare dal nulla! Gli occhi azzurri adesso erano meno tormentati ed il sorriso era più disteso di quello che aveva avuto prima dell’incontro con la nonna.

        - Nulla che ti possa interessare…

        - Cose da uomini…

    Avevano risposto contemporaneamente e questo era stato più che sufficiente per far accendere in lei il dubbio, lo leggeva dell’espressione perplessa che aveva il suo viso… e poi guardava il fratello in modo strano.

        - Non me la date a bere. Voglio sapere di questo segreto. Parlate!

    Shingo stava sudando freddo, e lui non era da meno. Quando Usagi assumeva quell’espressione c’era davvero poco di cui stare allegri.

       - Odango, quando imparerai a farti gli affari tuoi?

       - Mi sembra di averti detto che questo nomignolo non mi piace!

       - Bhè, a me invece sì… Odango!

      - Ah, Mamoru sei…

      - Insopportabile, presuntuoso, arrogante… sei ripetitiva.

      - Ma sentilo! Io… ah… me ne vado! Shingo sappi che scoprirò di cosa stavate parlando!

    E così come era arrivata era andata via! Si ritrovò a sorridere scotendo la testa, con lei era sempre così. Litigavano, litigavano e litigavano, ma poi tornava tutto come prima… per fortuna.

      - Ti sono debitore. Mi hai salvato da una fine orrenda…

       - A suo tempo verrò da te per ricevere la mia ricompensa.

   In fin dei conti, il fratello di Usagi non era poi così male. Le assomigliava, non tanto fisicamente, ma caratterialmente. Allegro e solare, proprio come lei.

       - Intanto però dovremo trovare una scusa plausibile…

       - Quella non è un problema. Potremo sempre dire che ci stavamo confrontando sulle tecniche di rimorchio.

    La faccia che aveva fatto Shingo, gli aveva fatto capire di aver detto la cosa meno credibile.

        - Non credo che Usagi ci crederebbe!

    Infatti…

        - E perché mai?

        - A suo tempo lo scoprirai, non preoccuparti!

    E dandogli una pacca sulla spalla tirò fuori dalla macchina la valigia della sorella, dirigendosi verso l’interno della villa in stile occidentale.

 

    La commedia era appena all’inizio… al calare del sipario mancavano ancora tre atti. La cena. Il ricevimento. Il ritorno alla normalità.

 

L’angolo dell’autrice

 

   Buon pomeriggio a tutti! Ecco qui il capitolo XIV!

   Ci sono parti di cui sono soddisfatta. Parti che mi lasciano un po’ perplessa. Mi riferisco soprattutto alla scena finale, quella descritta dal punto di vista di Mamoru. A non convincermi per nulla sono i dialoghi tra i diversi personaggi, li sento poco veri. Magari voi sarete in grado di darmi una mano e spiegarmi cosa manca in questo capitolo.

   Finalmente eccoci arrivati a villa Tsukino… ed abbiamo fatto la conoscenza di Ikuko e Sakura Tsukino. Se al momento ho omesso le descrizioni delle stesse, così come quelle di Shingo, o dei paesaggi è perché ho cercato di concentrarmi maggiormente su quello che è l’aspetto caratteriale dei personaggi, spero solo di esserci riuscita. Al momento, magari, Ikuko vi sembrerà una donna superficiale, e lo è, e la mia descrizione non vi soddisferà, ma nei prossimi capitoli cercherò di rendere al meglio il suo personaggio, così come quello degli altri.

   Spero solo che abbiate la decenza di perdonare questo capitolo che non è all’altezza delle aspettative, ma scrivere questa fanfic si sta rivelando più difficile del previsto!

 

   Piccola precisazione. Ho apportato una piccola modifica nel capitolo IX, nulla di eclatante, e non spaventatevi, non dovrete andare a rileggere il capitolo. Semplicemente ho modificato il periodo relativo alla vita coniugale dei signori Tsukino… diciamo che ho aggiunto una decina di anni al loro rapporto, ergo. Questo perché ho reso il personaggio di Shingo 10 anni più grande di Usagi e 5 rispetto a Mamoru… i signori Tsukino, per chi se lo stesso chiedendo festeggiano 37 anni di matrimonio.

 

RINGRAZIAMENTI

 

- MOREA: Giulia ciao! Spero che queste vacanze siano state vissute nel migliore die modi e che tu ti sia potuta riposare a dovere. Io sono rimasta a Catania, nulla di particolare, e poi qui ho il mare a dieci minuti di macchina, che si può volere di più dalla vita. Sono rimasta a casa, come si è soliti dire, a leccarmi le ferite e cercando di rimettermi sui binari, forse ci sono riuscita, chissà. Adesso, oltre l’aggiornamento della fic, ho ripreso pure a studiare e questo mi scoccia un po’ ma pazienza! Non si può avere tutto dalla vita! Rispondendo alla tua recensione non so che dirti riguardo il mio Mamoru perché negli ultimi due mesi, nonostante i suoi problemi legati a tesi e specializzazioni, mi è stato accanto e questo è bastato a cancellare tutte le incomprensioni del passato, e francamente non ricordo davvero cosa sia successo per avermi portato a scrivere ciò che ho scritto... a volte il dolore unisce probabilmente più di una vacanza. Come hai potuto vedere il chiarimento tra Usagi e Minako non ha portato a nulla di nuovo dato che quest’ultima ha fatto ancora una volta di testa sua organizzando questo fine settimana ad insaputa di Usagi! Passando al capitolo relativo all’AVVISO volevo ringraziare te per la delicatezza che hai dimostrato in quel momento per me così difficile. Pensare a voi lettori è stato un modo per tirare avanti, non fossilizzarmi nel mio dolore e poi non era giusto lasciarvi senza la storia. Mi sono presa i miei tempi e sono tornata più agguerrita di prima. Questo lutto è capitato in un momento particolare dove ero già debilitata, scusa il termine medico ma sarà una questione di deformazione professionale, a causa dello stress relativo allo studio ed alla scelta della specializzazione. Adesso però basta, volto pagina e riscrivo tutto dal principio. Per quel che concerne la mia scelta di farli andare insieme all’anniversario dei genitori di lei… è un’idea vista e rivista, trita e ritrita, verissimo. Ma io sono dell’idea che quando una cosa è sviluppata bene, e scritta in italiano, può andare bene, sempre e comunque. Nella mia testa il solito cliché è sviluppato bene, e di scriverla… bhè spero di averla scritta in italiano, credo, o no? In definitiva, l’idea vecchia può essere sempre utilizzata, a patto che si riesca a essere originali e per nulla pesanti. Io ci sto provando! Suppongo che anche in questo capitolo troverai qualche frase, relativa al genere uomo, che dal tuo - e nostro - punto di vista sia degna di nota, e forse so già quale/i può/possono essere… per quel che riguarda l’aggiornamento, tasto dolente. Cercherò di aggiornare ogni 10 giorni, sperando di farlo anche prima! Ma bene o male il periodo è quello. Stavolta ho fatto passare più giorni perché il capitolo non ne voleva di essere scritto ma i prossimi sono già chiari nella mia mente e non dovrebbero esserci grossi problemi! Grazie ancora di tutto! Alla prossima!

 

- SAILORM: sono contenta per l’entusiasmo mostrato da te mostrato per il mio ritorno. Il capitolo non mi soddisfa perché lo trovavo troppo dialogato, un po’ come questo. Ci sono troppi scambi di battute e mi viene il dubbio che il tutto non possa essere rapportato un po’ ad un copione teatrale… e la cosa mi deluderebbe parecchio! Ma se a te, ed altri piace, forse sono io a farmi troppi problemi. Passando al capitolo! Cerco di rendere le scene veritiere, così come le ambientazioni ed i personaggi. Mamoru non può ammettere dall’oggi al domani di essere innamorato di Usagi, e lei, di contro, non può fare lo stesso… ecco perché i nostri personaggi fanno un po’ come i gamberi, un passo avanti e tre indietro… ma tranquilla, anche andando indietro riusciranno ad incontrarsi e quando questo accadrà… bhè lo leggerai e mi dirai! Adesso ti lascio e passo a rispondere alle altre recensioni, grazie ancora per i complimenti! Alla prossima!

 

- STELLA93MER: Buon pomeriggio anche a te! Il periodo no è alle spalle, almeno spero, o per lo meno, in questo momento è alle spalle ed io provo a rimettermi in carreggiata… barcollo ma non mollo, questo è certo! Per quel che riguarda il capitolo… cerco di attenermi molto all’anime, anche perché è il solo che ho visto, ma non essergli fedele al 100%. È poco probabile vedere Usagi che fa una linguaccia a Mamoru dato che adesso ha 25 anni ed è un medico, non credi? Diciamo che cerco di mantenere la solita aria goliardica ma renderla, al contempo, leggermente più matura. Per quel che riguarda la tregua… come hai visto lo stesso Mamoru ammette di averne bisogno quindi, rilassati, dai prossimi capitoli li vedrai andare d’amore e d’accordo, o quasi! Adesso ti saluto! Alla prossima!

 

- PINGUI79: ciao Kià! Sono tornata per tua somma disperazione con questa fanfic! Rispondo ad entrambe le recensioni, prima mi dedicherò al capitolo XIII, dopo al XIV. Capitolo XIII: la conversazione immaginaria era nata come una situazione reale solo che poi mi sono resa conto che era poco credibile e quindi, dopo aver scritto non so quante pagine, non mi andava di cancellare tutto e così ho adattato ciò che aveva scritto e l’ho fatto passare come un flash di Mamoru, sono felice che l’idea vi sia piaciuta! I due sono cotti a puntino ma sono ancora un po’ sapidi… io direi di lasciarli a bollire un altro po’, ed intanto rispondo alla recensione lasciata al capitolo XIV! Dove lo trovo uno come Mamoru? Bella domanda, me lo chiedo pure io! Io dopo otto anni devo minacciare il mio ragazzo per venire a festeggiare a casa mia il mio compleanno… mi sa tanto che in questo Mamoru sto concentrando il mio ideale di maschio, ahahaha! Mentre per quel che riguarda lo scambio tra i due futuri piccioncini… bhè come hai visto cerco, capitolo dopo capitolo, di far cadere parte della loro corazza, sperando di riuscire a metterli a nudo (almeno Mamoru! :p)…

 

- ELLEPHEDRE: o Divina e Suprema Elle… sono felice di sapere che trovi ancora un po’ di tempo per leggere la mia fic, la cosa mi onora parecchio. Mi scuso se in questo ultimo periodo sono stata un po’ lontana ma sai cosa mi è successo, ed ho bisogno di tempo per recuperare il tutto! Andando con ordine, rispondo alla recensione del capitolo XIII: allora il capitolo, adesso, non ricordo bene perché non mi rendeva particolarmente soddisfatta, ma da quello che leggo, credo che stia diventando un’abitudine essere sempre poco contenta dei miei scritti! Per quel che riguarda la parte di Mamoru… bhè come ho già spiegato a Chiara (Pingui79), quella parte era nata come una scena di vita reale solo che poi, mi sono resa conto che era poco veritiera come situazione, e come dialoghi, ed ho cercato di rimediare ma con scarsi risultati a quanto pare! Per quel che riguarda Usagi… bhè avevo già scritto della sua cotta per Mamoru, ma l’avevo lasciata senza approfondire (Capitolo IV), lasciando intuire che si trattasse di una semplice cotta adolescenziale perché ancora non ero sicura di come descrivere la cosa, quando ho capito come si sarebbero svolti i fatti allora ho atteso il momento giusto per descrivere il tutto! Per quel che riguarda la storia a tre… si tratta di una battuta che è nata da sola, opera dei personaggi che hanno preso vita da soli, io non ho nessun merito a riguardo! La punteggiatura… imparerò mai ad usarla? Passando al capitolo XIV… ecco cosa non mi convinceva… il ripetersi dei litigi, temo di cadere nel banale e questo mi terrorizza, non poco! La minaccia di Usagi ai danni di Minako… è stata un’altra delle battute nate dalla stessa Usagi quindi niente complimenti per la sottoscritta… mentre per la gelosia di Mamoru… mi ha detto Mamoru che lui è tanto meglio del Mamoru da te descritto in Gelosia! Lui la fa sentire desiderata la sua Usako! Per quel che riguarda la battuta infelice di Mamoru… avrà delle ripercussioni. Per il momento Usagi fa la donna, conserva l’asso e lo nasconde nella manica, al momento giusto ci sarà da divertirsi, per noi, per Mamoru un po’ meno! E lui, bhè sì, è proprio esasperato e tutto questo per colpa di Usagi… mancano 11 giorni all’alba, è vero, ma mancheranno anche 11 giorni alla fine della fic? Questo non posso ancora dirlo perché al momento Usagi e Mamoru si sono presi una vacanza  e non hanno intenzione di tornare… quindi non so proprio nulla! Adesso ti lascio e ti ringrazio per aver detto che la mia fic è bella, mi sono commossa. Grazie! Alla prossima!

 

- MARYUSA: ciao Mary! Figurati che ritardo e ritardo nel commentare, si commenta solo se si ha tempo e se piace la fic, altrimenti non si è tenuti a farli, mica è un obbligo! Passo subito a rispondere alla recensione al capitolo XIII: quei due sono troppo cocciuti per capire che hanno bisogno uno dell’altra e non lo ammetteranno mai a se stessi, fidati! Mamoru… è un uomo sull’orlo di una crisi di nervi, poverino ed Usagi non lo aiuta per nulla, anzi, peggiora solo la situazione. Per quel che riguarda Usagi… ha perso la verginità non tanto per un errore ma per una ripicca e credo che questo sia ben più grave… non lo trovi anche tu? E passando al capitolo XIV sono felice di averti soddisfatta e averli messi addirittura nella stessa macchina per passare insieme due giorni e mezzo! Contenta!? Per quel che riguarda Minako… bhè questa è la teoria della mia amica, prepara davvero le valige giusto mezz’ora prima della partenza, il resto lo compra sul posto! Per quel che riguarda la famiglia di Usagi… hai avuto una piccola visione di quello che aspetterà ai nostri protagonisti, ma ancora questo è niente! Adesso vado. Alla prossima!

 

- M00NLIGHT: ciao e benvenuta tra le mie lettrici! Sono felice che la fic ti sia piaciuta tanto da leggerla tutta in una volta (sei un tipo coraggioso, non c’è che dire!)… vedo che la frase infelice di Mamoru ha attirato l’attenzione di molti, proprio come speravo e come era inevitabile! Mamoru ormai è proprio sfinito e parla a sproposito, ma magari nei prossimi capitoli sarà più accorto, non credi? Per quel che riguarda l’aggiornamento rapido scusa se hai dovuto aspettare tanto, ma il capitolo non ne voleva di essere scritto… mentre per quel che riguarda la vita… non so che dirti! La vita è una sfida, l’importante è imparare da tutto, dalle cose belle e da quelle brutte. La cosa essenziale è non lasciarsi mai abbattere perché altrimenti è la fine. Io ci sto provando, non so se ci sono riuscita, ma l’impegno c’è… e questo è già tanto. Ho pianto, mi sono presa il mio tempo, ho sofferto… ma adesso basta! Si va avanti. Si volta pagina e si torna a scrivere! Giusto? Adesso ti lascio, devo dedicarmi anche alle altre! Grazie per le tue parole, davvero grazie. Alla prossima!

 

- POISONIVY: ciao e benvenuta anche a te! Mi sto riprendendo ma se non aggiorno settimanalmente è perché sono immersa nello studio e sarà così fino al 30 settembre dopo, forse, riuscirò ad essere più libera! Mi auguro che questo capitolo non ti abbia deluso, adesso vado. Alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: ciao Rox! Come va? Sono tornata, ma tu è da un po’ che non ti fai viva, tutto bene? Allora leggendo la tua recensione sai che ti devo dire che anche per me Tiziano Ferro è stato terapeutico? Sì, ricordo che era l’estate del 2002 e mi ero lasciata con quello che era stato il mio primo ragazzo ( dopo di quello, da otto anni a questa parte, c’è stato solo l’attuale! Sono una ragazza seria io! U.U) e la prima uscita che ho fatto è stata ad un concerto di Tiziano Ferro, quando ancora era mister Nessuno… da lì mi sono ripresa alla grande… senza Tiziano chissà come sarebbe stato! La famiglia di Usagi sarà presente da qui ai prossimi due capitoli di sicuro, forse anche il terzo, non ne sono ancora sicura. Per quel che riguarda Sakura… lei si scoprirà pian piano… abbi fede… e Mamoru… bhè lui è l’uomo quasi perfetto… ma già il suo essere uomo lo rende in parte imperfetto, non lo credi anche tu? Per quel che riguarda la conversazione immaginaria… io ne faccio almeno una al giorno… sarò forse pazza? Adesso scappo. Alla prossima!

 

- SIMO87: ciao Simo, la verità viene sempre a galla… e Mamoru ha una fervida immaginazione visto che è arrivato ad immaginare una conversazione che non è mai avvenuta, non credi? Adesso ti lascio, passo alle altre! Alla prossima!

 

- MICINA82: Giovanna ciao! Mi spiace se ti ho costretta a leggere a rate il capitolo scorso, non volevo, giuro! Però adesso mettiti comoda tu che ti rispondo! Allora mi spiace deluderti ma in questo capitolo –almeno in questo – non c’è, per mia fortuna, nulla di autobiografico… diciamo che ci sono quelle che sono le paure per quel che riguarda una possibile partenza del mio lui, cosa al momento molto probabile, ma non ho mai provato nulla di simile, ripeto fortunatamente fino a questo momento. Figurati che non ho neanche la sveglia di Sailor Moon! Per quel che riguarda l’invadenza delle suocere… anch’io sono contraria ma in questo caso credo che sia stata necessaria, quasi vitale! Minako è un’amica e in quanto tale ha l’obbligo morale di far notare ad Usagi in cosa sbaglia… e con Mamoru sbaglia parecchio, non credi? Per quel che riguarda Mamoru… questo capitolo si può mettere, come fatica, allo stesso livello di quello da te recensito… due parti in così poco tempo sono ingestibili per la sottoscritta! Allora, per quel che riguarda la datazione… quando ho detto circa dieci anni fa intendevo un periodo generale, infatti c’era il circa. Era scritto di proposito, per non essere precisa e dare l’idea di una Usagi che conta gli anni che passano tra la fine di una storia ipotetica e la sua vita attuale. Per quel che riguarda il test di ammissione all’università… bhè in Giappone non è a 19-20 anni come da noi, ma a 18 anni… quindi qui togli due anni al tuo ragionamento. In definitiva un anno dopo la storia di Isei e sette anni dopo rispetto al presente. Nel capitolo, quando ho detto che Mamoru un paio di anni prima aveva avuto una cotta per Usagi, era stato detto sempre per dire, per non essere troppo precisa. Tu quando ragioni dici, “quattro giorni fa sono stata al mercato”, oppure dici “un paio di giorni fa sono stata al mercato”? Comprendo che nella lingua italiana, un paio indica un numero uguale a due, ma se rapporti tutto questo al ragionamento o al parlato, non credi che abbia un significato più ampio? Spero che adesso la questione temporale sia stata diramata. A fondo pagina faccio un piccolo riassuntino, tanto per farti capire un po’ la situazione. Per quel che riguarda Mamoru… cosa gli dà la certezza che Usagi non lo ricambi? Nulla di nulla… solo che è sempre stato abituato ad avere le ragazze ai propri piedi e visto che in Usagi non coglie nessun segno pensa che lei non sia interessata a lui… un ragionamento normalissimo direi! Per quel che riguarda lo stile del capitolo, probabilmente avrai ragione. Quando la fic sarà finita passerò alla revisione completa! Adesso scappo. Alla prossima!

 

- BRESCI: ciao Paola, mi spiace averti fatto attendere tanto per ricevere una risposta ma sono stata leggermente ko come hai avuto modo di leggere! Sono felice di sapere che la mia Minako vi piaccia, mi auguro che sia IC perché è il mio personaggio preferito! Per quel che riguarda Midori… effettivamente è molto simile ad Usagi, ma è anche molto diversa da lei… probabilmente più avanti tornerò anche sul suo personaggio! Per quel che riguarda Usagi… si difende da Mamoru perché, inconsciamente, se ne sente profondamente attratta ma, visto il genere di donne che è solito frequentare lui, bamboline siliconate, non prende neanche in considerazione l’idea di una eventuale relazione. Spero di essere stata abbastanza soddisfacente almeno in questi capitoli. Scappo. Alla prossima!

 

- FLORENCE: ciao e benvenuta! Grazie per i tuoi complimenti, mi fanno arrossire, gongolare e ridere da sola davanti al pc! Per quel che riguarda la fic… io adoro le AU su Sailor Moon (mi piacciono anche le storie che restano fedeli all’ambientazione originale, vedi Verso l’alba di Ellephedre o Una minaccia dal futuro 1 e 2 di Kirby) e spero solo di essere davvero riuscita a rimanere fedele ad Usa&Co! Per quel che riguarda rende reale un fantasy… è uno sforzo sovraumano perché mi sto documentando e sto cercando di mantenermi il più possibile attinente alla realtà del Giappone… per quel che riguarda la UST (Unresolved Sexual Tension – termine che hai mutuato da X-Files ) vedrai che aumenterà di capitolo in capitolo, almeno ci provo… per quel che riguarda il fatto che sia leggera… lo è davvero, perché vorrei raccontare quella che è una storia normale dove due caproni testardi si scontrano prima di dichiarasi amore eterno… per quel che riguarda il proverbio può essere che Minako lo dirà, ma come posso sfaciare il “chi disprezza compra”?… qualche aiutino? Alla prossima!

 

   Per adesso è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la cronologia dei fatti. Spero che vi sia utile per raccapezzarvi.

 

- Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 e 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per Mamoru.

 

- Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il Giappone per partire per gli USA. In quel periodo si scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese.

 

Grazie alle 33 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Ainechan;

2.      Angelica82;

3.      bells7791;

4.      bunny65;

5.      Catan;

6. chichilina;

7. dancemylife;

8. ertila;,

9. favola08;

10. Florence;

11. Gaia;

12. GioRock;

13. giovywanda;

14. girovaghi;

15. lagadema;

16. LAS;

17. lutrien;

18. m00nlight ;

19. Martina van der woodsen;

20. maryusa;

21. miki90;

22. polgara ;

23. pulcinaele87;

24. Pulcinomi;

25. QueenSerenity83;

26. roby1150;

27. roby2285;

28. stella93mer;

29. sweet_ebe;

30. Tappetta4;

31. Thaila;

32. verdi88;

33. VivianaRossa;

 

Soprattutto a Ainechan, bells7791, Catan, Florence, giovywanda, m00nlight, Martina van der woodsen, polgara, Pulcinomi, Thaila e verdi88 le ultime arrivate.

 

Grazie alle 69 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1.      Allen_Anne_Black;

2. Angelica82;

3. Antalya;

4. aquizziana;

5. artemis5;

6. ashar;

7. baby_bunny;

8. birillo;

9. brescy;

10. Chichilina;

11. Cipychan87;

12. cupidina 4ever;

13. DeepDereck;

14. elie84;

15. Ellephedre;

16. elo1401;

17. Enza85;

18. Fairfax;

19. fantasy75;

20. Fantasy_Mary88;

21. fasana;

22. favola08;

23. Frogvale91;

24. Gaia;

25. hoshi90;

26. igniflia;

27. ilary;

28. kikka8882;

29. kiss88;

30. laplop;

31. LAS;

32. Lisanechan;

33. LittleSimo;

34. lyn81;

35. micina82;

36. Miky 483;

37. Minerva89;

38.  Moons Tear;

39. Morea;

40. muryhana;

41. Neptune87;

42. panuela;

43. Pera 11;

44. Pluto90;

45. Poisonivy;

46. Potter92;

47. pulcinaele87;

48. Ro90;

49. romanticgirl;

50. sailorm;

51. shalya;

52. Shia;

53. Sho Ryu Ken;

54. simo87;

55. sortilegio;

56. Stefania881;

57. Strega_Mogana;

58. SweetCherry;

59. Tappetta4;

60. Toru85;

61. Truelove;

62. Unique;

63. usachan;

64. vale_129;

65. VaMpIrA89 ;

66. verdi88;

67.  _Maddy_;

68. _Sofia_;

69. _sakura_;

 

   Un grazie particolare a baby_bunny, cipychan87, cupidina 4ever, elie84, Fairfax, Frogvale91, Gaia, ilary, Lisanechan, lyn81, muryhana, Pluto90, Ro90, Sho Ryu Ken, Stefania881, Unique VaMpIrA89 e _sakura_ le ultime ad essersi aggiunte a questa avventura.

 

Mi spiace aver perso seasons_girl.

 

Grazie alle 3 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:

 

1.      Alebluerose91;

2.      chiara84;

3.      pulcinaele87;

 

 

Adesso vi saluto e vi do appuntamento al 2 ottobre! Precedentemente avevo detto il 20 settembre ma avevo fatto i conti senza l'oste, il mio esame è stato posticipato, ergo, cambiano i miei programmi! Scusatemi!

 

P.S. Una piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno distanti! Grazie!

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI ***


Nuova pagina 1

Note:

- san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) (Fonte Wikipedia);

- sama: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno che riveste un titolo importante o ha uno status particolarmente elevato, per esempio un primo ministro o un sacerdote. Nelle traduzioni italiane è spesso tradotto con aggettivi come "onorevole", oppure "venerabile" o "rispettabile", ma a seconda dei casi potrebbe essere reso con svariati appellativi, da un "maestà" per un re ad ancora "signore" per un politico, a seconda del contesto; (Fonte Wikipedia);

- chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia.
Viene utilizzato anche per gli animali domestici; (Fonte Wikipedia);

- chibi: in giapponese ha un doppio significato: da una parte vuol dire "piccolo", e dall'altra si usa per indicare "qualcosa che accadrà alla fine". (Fonte Wikipedia)

- obaasan: Il significato è di nonna. (Fonte Wikipedia)

- Kami: è la parola giapponese indicante gli oggetti di venerazione nella fede shintoista. Sebbene la parola sia talvolta tradotta con "dio" o "divinità", i teologi shintoisti specificano che tale tipo di traduzione può causare un grave fraintendimento del termine. In alcune circostanze, come Izanagi e Izanami, i kami sono identificati come vere e proprie divinità, simili agli dei dell'antica Grecia o dell'antica Roma. In altri casi invece, come il fenomeno della crescita, gli oggetti naturali, gli spiriti che dimorano negli alberi, o forze della natura, tradurre kami con "dio" o "divinità" sarebbe una cattiva interpretazione. (Fonte Wikipedia)

- samurai: era un militare del Giappone feudale, appartenente ad una delle due caste aristocratiche giapponesi, quella dei guerrieri. Il nome deriva sicuramente da un verbo, saburau, che significa servire o tenersi a lato e letteralmente significa colui che serve. Un termine più appropriato sarebbe bushi (letteralmente: guerriero), che risale al periodo Edo. Attualmente il termine viene usato per indicare proprio la nobiltà guerriera (non, ad esempio, gli ashigaru o i fanti, né i kuge o aristocratici di corte). I samurai che non servivano un daimyō perché era morto o perché ne avevano perso il favore, erano chiamati rōnin. I samurai costituivano una casta colta, che oltre alle arti marziali, direttamente connesse con la loro professione, praticava arti zen come il cha no yu o lo shodō. Durante l'era Tokugawa persero gradualmente la loro funzione militare divenendo dei semplici Rōnin che spesso si abbandonavano a saccheggi e barbarie. Verso la fine del periodo Edo, i samurai erano essenzialmente designati come i burocrati al servizio dello shōgun o di un daimyo, e la loro spada veniva usata soltanto per scopi cerimoniali, per sottolineare la loro appartenenza di casta. Con il Rinnovamento Meiji (tardo XIX secolo) la classe dei samurai fu abolita in favore di un esercito nazionale in stile occidentale. Ciò nonostante il bushidō, rigido codice d'onore dei samurai, è sopravvissuto ed è ancora, nella società giapponese odierna, un nucleo di principi morali e di comportamento simile al ruolo svolto dai principi etici religiosi nelle società occidentali attuali. (Fonte Wikipedia)

- geisha: La geisha o gheiscia è una tradizionale artista e intrattenitrice giapponese le cui abilità includono varie arti, quali la musica, il canto e la danza. Le geisha erano molto comuni tra il XVIII e il XIX secolo, ed esistono tutt'oggi, benché il loro numero stia man mano diminuendo. "Geisha", pronunciato è un termine giapponese (come tutti i nomi di questa lingua, non presenta distinzioni tra la forma singolare e quella plurale) composto da due kanji, (gei) che significano "arte" e (sha) che vuol dire "persona"; la traduzione letterale, quindi, del termine geisha in italiano potrebbe essere "artista", o "persona d'arte". Un altro termine usato in Giappone per indicare le geisha è geikogeiko, tipico del dialetto di Kyōto. Inoltre la parola "geiko" è utilizzata nella regione del Kansai per distinguere le geisha di antica tradizione dalle onsen geisha (le "geisha delle terme", assimilate dai giapponesi alle prostitute perché si esibiscono in alberghi o comunque di fronte ad un vasto pubblico). L'apprendista geisha è chiamata maiko; la parola è composta anche in questo caso da due kanji, (mai), che significano "danzante", e (ko), col significato di "fanciulla". È la maiko che, con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e gli sgargianti kimono, è diventata, più che la geisha vera e propria, lo stereotipo che in occidente si ha di queste donne. Nel distretto di Kyoto il significato della parola "maiko" viene spesso allargata ad indicare le geisha in generale. esiste oggi molta confusione, specialmente fuori dal Giappone, riguardo la natura della professione della geisha; nella cultura popolare occidentale, le geisha sono frequentemente scambiate con prostitute di lusso. L'equivoco, che ha cominciato a diffondersi dal periodo dell'occupazione americana del Giappone, nella cultura cinese è, se possibile, ancor più marcato; in cinese, infatti, la parola geisha è tradotta con il termine yì jì, dove ha il significato, appunto, di "prostituta". Le geisha sono state spesso confuse con le cortigiane di lusso, chiamate oiran. Come le geisha, queste portano elaborate acconciature e tingono il viso di bianco; ma un semplice modo per distinguerle è che le oiran, portano l'obi (la cintura a fiocco legata in vita nel kimono) sul davanti, mentre le geisha lo portano a contatto con la schiena. La differenza, probabilmente, è dovuta al fatto che per le prime, dovendosi svestire spesso, l'obi risulterebbe in una posizione meno difficoltosa da rifare una volta finita la prestazione. (Fonte Wikipedia)

- yen: valuta utilizzata in Giappone. Uno yen (in Giapponese si pronuncia en) vale circa 0,0088 euro. 72mila yen sono circa 635 euro, costo effettivo di una borsa Louis Vuitton, il modello da me considerato è il Delightfull MM. (Fonti miste: Wikipedia e sito ufficiale Louis Vuitton).

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XVI

 

XIX giorno

Ore 17:30

- 11 giorni all’alba

 

       - E così sei un medico! Affascinante professione la vostra, anche se la medicina personalmente la considero più un’arte.

   Mamoru era riuscito a conquistare sua nonna, anche se, a dire il vero, Sakura Tsukino si lasciava incantare da tutto ciò che riguardava l’arte medica, come era solita definirla lei, quindi era logico che rimanesse ammaliata dalla figura di lui.

       - Nonna, non iniziare, ti prego.

       - Bhè, ma perché chibi-chan, cosa sto dicendo di sbagliato?

       - Nulla, solo che se inizi a parlare di medicina non la finisci più e Mamoru è stanco. Ieri ha fatto il turno di notte e stamattina non ha riposato visto che siamo partiti prima di pranzo.

   La passione di sua nonna per la medicina era qualcosa di antico, quasi atavico. Un amore che era riuscita a trasmettere anche a lei tanto da spingerla a prendere quella strada che Sakura non aveva potuto intraprendere perché, ai suoi tempi, era impensabile per una giovane di buona famiglia studiare qualcosa che non fossero le buone maniere. La famiglia di sua nonna, al pari di quella di suo nonno, era una famiglia antica ed importante, molto legata alle tradizioni. Il matrimonio tra Sakura Watanabe e Shingo Tsukino era stato deciso ancor prima che la stessa Sakura nascesse. Quello celebrato tra i due, in definitiva, non era stato un vero matrimonio ma una sorta di alleanza tra potenze. La famiglia di Sakura era molto vicina a quella imperiale, mentre quella di Shingo era nota per essere una delle più importanti famiglie nel campo forense, oltre che diretta discendente di Yamahoka Tesshu uno dei più famosi samurai vissuti nel periodo del Rinnovamento Meiji. La fortuna dei due giovani rampolli fu quella di innamorarsi e trasformare quel matrimonio di convenienza in uno d’amore. A Sakura, però, restò la delusione per non aver condotto i propri studi come più desiderava e questo la portava sempre a esaltare qualsiasi figura medica che le capitasse di conoscere davvero, come appunto era la nipote ed il finto fidanzato di lei.

       - Ah, benedetta ragazza! Potevi anche dirmelo prima! Mamoru-san ti prego di scusarmi, vai pure a riposare, avremo modo di parlare a cena.

       - Tsukino-sama, non si preoccupi. Usagi sta esagerando, ho già avuto modo di dormire in macchina mentre venivamo qui. Sua nipote è stata così gentile da obbligarmi a riposare mentre lei guidava quindi, se vuole, possiamo continuare tranquillamente la nostra conversazione, non sono per nulla stanco. 

       - Oh, ma smettila con tutta questa formalità! Chiamami pure nonna! Non siamo più ai tempi della pietra… e poi se non sbaglio teoricamente dovresti essere il mio futuro nipote, o no?

       - Obaasan! Come te lo devo dire di smetterla! Metti a disagio le persone se fai così! Mamoru ti prego di scusarla, mia nonna troppo spesso dimentica l’uso delle buone maniere! - Sua nonna era davvero incorreggibile. Con la sua naturalezza e la sua cordialità sapeva mettere a proprio agio tutti, ma a volte poteva creare situazioni imbarazzanti, come quella. Anche se a dire il vero l’adorava per la sua spontaneità; suo padre spesso le diceva che avevano lo stesso carattere e lei ne andava orgogliosa, adorava sua nonna più di chiunque altro… non proprio più di chiunque altro, ma quasi.

       - Io… veramente…

       - Usagi perché non accompagni Mamoru in camera? Anche se hai dormito in macchina immagino che non ti sia riposato abbastanza. Credimi, avrai tempo e modo per parlare con la mia amatissima nonna, non credo che ti lascerà andare via così facilmente…

   Shingo aveva preso in pieno. Sakura non avrebbe dato pace a Mamoru; lo avrebbe costretto, ne era sicura, a parlare di tutto ciò che riguardava il suo lavoro come faceva con lei tutte le volte che si sentivano telefonicamente o che andava a trovarla per qualche visita lampo.

       - Shingo ha perfettamente ragione, staremo qui per due giorni, adesso andiamo prima che ci ripensi e ci tenga inchiodati qui per le prossime ventiquattro ore! - Ed era sicura che se ci avesse ripensato, Sakura li avrebbe tenuti su quelle comode poltrone, concilianti il sonno a dirla tutta, per almeno tutta la notte.

       - Usagi, ti ho detto che non occorre…

       - Mamoru, occorre, fidati. Nonna, qual è la camera di Mamoru? - Quel ragazzo era davvero masochista, perché non capiva mai quando era il momento di tacere?

       - Quella accanto alla tua, cara.

   Ah. Perfetto, idilliaco. Quella casa contava ben otto camere da letto, quattro erano state da sempre occupate da lei e dalla sua famiglia, e ne restavano altre quattro vuote, completamente a disposizione degli ospiti. Adesso si chiedeva perché avevano scelto proprio quella che era… alt! Era meglio non pensarci! Anzi, doveva ringraziare tutti i Kami conosciuti e non, viste le idee moderne di sua madre. Ikuko sarebbe stata capace di metterli a dormire anche nella stessa stanza, ma questo fortunatamente non era accaduto, o quasi…

       - Bene… - No, a dire il vero nulla andava bene ma non poteva certo farne una colpa a sua nonna, lei non aveva nessuna responsabilità, e stavolta neanche sua madre poteva essere accusata di qualcosa. Infondo Ikuko, magari, era convinta di farle un favore…

       - Ci sono problemi?

   Un’infinità. Lo aveva pensato ma non lo aveva detto.

       - Nulla che con delle semplici regole di convivenza non si possa sistemare. Nonna, accompagno Mamoru in camera e torno in un lampo. - Si era chinata su di lei per darle un bacio e subito si era diretta alla porta, seguita da un Mamoru alquanto confuso… era inutile farne un dramma, dopotutto già a Nagano avevano condiviso un bagno e le cose non erano andate poi così male: non si era mai ritrovata ad essere nuda davanti a nessuno dei suoi amici quindi si poteva fare.

       - Senti Usagi, mi sono perso, qual è il problema?

       - Le nostre camere hanno un bagno in comune e… sono comunicanti. - Ed è proprio dove dormirai tu che io ed Isei… ma, anche questo, aveva preferito ometterlo.

       - Non è così male, basta bussare e chiedere il permesso prima di entrare o, ancora meglio, ci si chiude a chiave dentro, non credi?

   Visto da quella prospettiva, il suo ragionamento non faceva una grinza e lei passava per la stupida tardona.

       - Già, hai proprio ragione… ehi! Dammi la mia valigia, non occorre che ti porti dietro pure questa! - Si erano diretti all’ingresso dove erano state lasciate le valigie e Mamoru si era fatto carico di entrambe.

       - Lascia fare a me, con quei due stuzzicadenti che ti ritrovi al posto delle braccia dubito che tu riesca solo a sollevarla. A proposito, ma cosa hai messo dentro, mattoni?

       - Mi chiedo dove sia finito Bunzo-san, generalmente è lui ad occuparsi delle valigie…

       - E chi sarebbe questo Bunzo-san? Un altro spasimante?

       - Oh, no! Non essere ridicolo, si tratta del nostro maggiordomo! Sicuramente mia madre lo avrà mandato a fare qualche commissione importantissima per questo non si è fatto ancora vivo.

       - Avete anche un maggiordomo?

       - Se è per questo anche una cuoca, due cameriere, un giardiniere ed un autista per mio padre. - Era questo che non sopportava della sua famiglia. Lo sfarzo eccessivo, alle volte le pareva persino volgare.

       - Ah però! Fidanzandomi con te ho fatto il colpo della mia vita! E chi se lo immaginava!

       - Guarda, non lo avrei mai detto che anche tu fossi così materialista… - In fin dei conti, uno dei motivi per cui non riusciva a legarsi a qualcuno era proprio quello. La paura che la gente conoscendo l’importanza della sua famiglia si avvicinasse a lei solo per interesse personale.

       - Dai che sto scherzando… secondo te potrei sopportare il tuo caratteraccio solo per una questione di soldi?

       - Io non ho un caratteraccio!

       - Assolutamente Usako…

       - Non ci casco…

   Un passo rapido li costrinse ad interrompere lo scambio di battute. Di fronte le scale stava una ragazza, forse coetanea di Mamoru, con la divisa da cameriera.

       - Tsukino-san non sapevo del vostro arrivo. Bentornata!

       - Ari-chan, sei proprio tu! Che bello rivederti! - Con l’allegria che la caratterizzava, si era letteralmente fiondata a salutare la mora. - Rilassati, i miei genitori non ci sono!

       - Sono felice di vederti anch’io Usa-chan! Stai benissimo!

       - Grazie, anche tu stai molto bene. Ed Aki-chan? Ormai sarà un ometto, quanti anni ha? Tre, o quattro? - L’interrogatorio era partito. Come accadeva sempre, dai saluti era passata alla sfilza di domande, e tutto nel giro di un nano secondo.

       - Saranno quattro anni a luglio, ormai è proprio un ometto…

       - Promettimi che domenica lo porterai così potrò vederlo, tipregotipregotiprego…

       - Farò il possibile, te lo prometto!

       - Ci conto! Quasi dimenticavo! Permettimi di presentarti Mamoru Chiba… ehm… il mio fidanzato… - Sulla parola fidanzato la sua voce aveva assunto una tonalità più bassa come se dire ad alta voce il ruolo di Mamoru potesse rendere reale il tutto. Aveva deciso che nessun'altro doveva sapere della finta relazione tra lei ed il ragazzo, meno gente era a conoscenza di quella piccola farsa, più era sicura di riuscire nel suo scopo.

       - Piacere di conoscerla Chiba-sama. Per qualsiasi cosa può chiedere a me. Sa, conosco Usagi da quando era poco più che una bambina e la considero un po’ come una sorella più piccola, quindi non si preoccupi, sarà un piacere aiutarla, in qualsiasi cosa!

       - Non preoccuparti per lui Arisa, se Mamoru avrà bisogno di qualcosa potrà chiedere direttamente a me… immagino che voi siate oberati di lavoro. A che punto siete? - Non aveva certo intenzione di pesare sul personale della villa, anche perché poteva immaginare a quale stress li stesse sottoponendo sua madre.

       - A buon punto direi… abbiamo iniziato due settimane fa. Ormai si tratta solo di sistemare la disposizione dei tavoli e le decorazioni, ma per domani sera dovrebbe essere tutto pronto… e poi quest’anno la signora ha deciso che saranno due chef francesi a preparare la cena, quindi Nori è molto più libera ed anche lei quando può ci dà una mano!

       - A proposito di mia madre, quanto è nervosa?

       - Puoi immaginarlo, no?

       - Posso, posso… Arisa, tu vai, ci penso io a Mamoru… non vorrei che mia madre se la prendesse con te se qualcosa non dovesse andare bene… - E sua madre, molto facilmente, se la prendeva con il prossimo se qualcosa non era impeccabile.

       - E le valigie? Anche questo è il mio lavoro, sai?

       - Lo so, ma faccio io! Un’ultima curiosità… e Bunzo-san?

       - Sta controllando con un operaio la piscina… se vuoi vado a chiamarlo…

       - Non occorre… ero solo per sapere, sai non l’ho visto! Comunque, adesso vai, non voglio togliere altro tempo al tuo lavoro… ci vediamo dopo in cucina. Ancora devo salutare Risa-chan e Nori-san!

       - Come vuoi… allora io vado… Chiba-sama, per qualsiasi cosa…

       - Chiederò ad Usagi, mi sembra di aver capito che siete molto impegnata!

       - Non sarà un problema, davvero…

       - Vai Arisa, non preoccuparti di niente e nessuno! E poi cosa credi, saranno anni che non metto piede in questa casa ma ancora ricordo la disposizione delle stanze! Forza, vai, su...

       - Va bene… allora io vado…

   E dopo un inchino formale era andata via.

       - Il mistero attorno ai tuoi genitori si infittisce…

       - Se fossi al tuo posto, non avrei tutta questa curiosità…

       - Se fossi al mio posto, staresti morendo di curiosità ed avresti seguito mia madre pur di stare a parlare con lei!

       - Certamente! Midori-san è una donna stupenda, mi chiedo come abbia fatto ad avere un figlio come te!

       - Che vuoi che ti dica! Si vede che ho ereditato i geni della cattiveria per parte paterna!

       - Ma io non dico affatto che sei cattivo, un po’ acido, questo sì! - Spesso dimenticava del piccolo particolare riguardo Mamoru: la paura di essere paragonato al padre. Lui non glielo aveva detto apertamente, ma era chiaro che temesse un paragone con il genitore, sicuramente non era necessaria una specializzazione in psichiatria infantile per capirlo. - Adesso dammi la valigia e poi ti accompagno in camera.

       - Guarda che è troppo pesante, non riuscirai mai a portarla, soprattutto se devi salire delle scale!

   Maschi! Erano perennemente intenti a lamentarsi del contenuto delle valigie delle donne. O troppo piene, o troppo grandi, o troppo colorate. Ogni scusa era buona per criticare.

       - In valigia ho solo lo stretto ed indispensabile per restare due giorni fuori. Ed adesso dammi questa valigia e non essere esagerato! - E nel prenderla per poco non finiva con il sedere a terra, convinta di sollevare un peso relativamente pesante. Che Mamoru, stranamente, avesse ragione?

       - Lascia stare, la porto io!

   Oddio ma perché doveva essere così arrogantemente gentile?

       - Ti ringrazio, ma posso farcela benissimo, ed adesso seguimi!

   Con la valigia, stramaledettamente pesante, iniziarono a salire le scale di marmo bianco che li avrebbero condotti al piano di sopra dove si trovavano le camere da letto. Doveva ammetterlo, salire con quel macigno in mano le stava togliendo cinque anni di vita, ma avrebbe sofferto in silenzio, non avrebbe mai dato soddisfazione a Mamoru. Giunti in cima tirò un sospiro di sollievo, erano vicini alla meta. Dei due corridoi che avevano davanti, aveva imboccato quello alla sua destra trascinandosi dietro il trolley, giunta alla quarta porta si fermò aprendola e facendosi da parte per permettere a Mamoru di entrare.

       - Questa è la tua stanza, spero che sia di tuo gradimento.

       - La stanza è di mio gradimento, solo che…

   Perché Mamoru si era fermato a guardarla in quel modo così… mamoruresco? Aveva forse le guance rosse? Si vedeva che era sfinita per quella maledetta scalinata?

       - Qualcosa non va? - No, era sicura di non essere rossa in viso e non aveva neanche il fiatone, dopotutto le pulsazione le sembravano regolari. E poi era impossibile che qualcosa non andasse nella stanza. Senza dubbi, quella era la stanza più bella della casa, la sua preferita, tanto che per un po’ di tempo aveva pensato di cambiarla con la sua solo che poi, per pigrizia, aveva deciso di rimanere dove si trovava… se alla sua pigrizia si aggiungeva anche ciò che era accaduto proprio lì dentro con Isei… bhè esistevano diverse ragioni per non volere quella stanza come la propria!

       - Nulla, stavo pensando.

   La voce di Mamoru la strappò ai ricordi ed all’imbarazzo  che ancora provava quando ricordava il modo in cui era scoppiata a piangere tra le braccia di quel ragazzo che non amava, ma a cui aveva donato qualcosa di speciale, importante.

       - Sia lodato il Cielo, anche tu sei capace di pensare! - Cercare di scherzare era abbastanza difficile visto i pensieri che le vorticavano in testa.

       - Ah-ah-ah. Davvero divertente Usagi, degno di una ragazzina della tua età!

       - Mi scusi uomo maturo e vissuto, non era mia intenzione annoiarla. Ma mi dica, nobile samurai, a cosa è dovuto tutto questo suo pensare? Come ha avuto modo di sentire poco fa, è compito mio prendermi cura di lei. - Era davvero ridicolo parlare in quel modo così pomposo ma era più forte di lei non riuscire a prendersi gioco di lui, e poi questo le impediva di pensare, o ricordare.

       - Mi chiedevo, o mia dolce geisha, se potrò chiedere a voi per i miei bisogni… diciamo più intimi…

       - Nobile samurai, il sonno la fa sragionare… dorma che è meglio! - Era il solito stupido che metteva tutto sul piano dello scherzo, e del sesso. Doveva piantarla e capire che a tutto c’era un limite, per questo era decisa ad andare e lasciarlo lì, come un allocco, ma quando stava per uscire, la mano di lui si era chiusa attorno al suo polso.

       - Andate via così presto?

       - Avete bisogno di riposo, la stanchezza vi fa straparlare e potreste pentirvi di ciò che direte…

       - Vi preoccupate per me?

       - Sì, nobile Chiba… adesso è meglio che vada… - Quel gioco stava diventando pericoloso, la presa sul suo polso adesso era diventata una lenta carezza che creava un formicolio che si irradiava a tutto il braccio.

       - Fatemi compagnia, almeno fino a quando non mi sarò addormentato…

       - Non sono vostra madre… - Ecco, si era arrivati a quel punto di rottura, quello che raggiungevano ogni volta.

       - Non voglio una madre…

       - Ok, meglio fermarsi qui. Sei così stanco da iniziare a dire solo stupidaggini. Adesso io vado e tu fai un riposino, va bene?

       - Come vai via? Eravamo quasi arrivati alla parte divertente della sceneggiata!

       - Mamoru, non mi sto divertendo…

       - Il tuo problema è che non sai divertiti!

       - Ed il tuo è che stai sempre con la testa concentrata sempre su di un unico punto! - Sessosessosessosesso… era questo il pensiero fisso di Mamoru?

       - Sto solo cercando di creare un po’ di intimità!

       - E per essere intimi dobbiamo finire a letto insieme? - Perché doveva essere sempre così maledettamente snervante comunicare con Mamoru Chiba? E poi lei non avrebbe fatto nulla in quel letto, dove era finita per colpa proprio dello stesso ragazzo che adesso la teneva per mano! Ma adesso perché si fermava ad ipotizzare di finire a letto con lui? Stava impazzendo, doveva andarsene e lasciarlo, immediatamente!

       - Pensaci, se i tuoi genitori ci vedessero troppo freddi, non credi che si insospettirebbero?

       - Mamoru, mi sembra di averti già spiegato quale dovrà essere il nostro comportamento.

       - Non rientra nelle mie corde essere così freddo con le mie donne…

       - Allora vedi, per stavolta, di farlo rientrare! Ed adesso se non ti dispiace, rivorrei il mio polso indietro. - Anche perché quelle carezze la stavano mandando in confusione.

       - Si può sapere cosa ti ho fatto?

       - Nulla, perché? - Cavolo, ma perché non la lasciava andare!?

       - Mi maltratti! Con il sottoscritto sei sempre aggressiva ed umorale…

       - Non è vero!

       - Si che è vero!

       - Scusami tanto, non ti credevo così sensibile! - Era una situazione surreale. Mamoru sembrava una donna in preda ad una crisi isterica.

       - Io sono molto sensibile!

       - Bhè, allora ti chiedo ancora una volta scusa, d’ora in poi cercherò di essere meno brusca. Adesso posso andare?

       - No!

       - Cosa c’è ancora? - Perché non la lasciava scappare in santa pace?

       - Come devo comportarmi con tua nonna?

       - Civilmente ed educatamente? - Adesso perché tirava in ballo sua nonna?

       - Sto parlando seriamente. Mi hai dato informazioni riguardo tuo padre e tua madre, ma su tua nonna non so nulla… quella donna mi inquieta ad essere sincero…

       - A mia nonna stai molto simpatico quindi rilassati. - Forse Mamoru si era accorto di come sua nonna avesse una certa simpatia nei suoi confronti… simpatia che non si spiegava da dove potesse essere nata visto che era la prima volta che si incontravano.

       - Peccato che non possa dire lo stesso della nipote!

       - Non è vero… io credo che tu le stia simpatico! - Quando tieni la bocca chiusa, questo era un altro di quei pensieri che non aveva concluso.

       - Allora è lei ad avere un modo strano per manifestare la propria simpatia!

       - Non ti è mai passato per la testa che forse sei tu a porti nella maniera sbagliata? - No, così tanto per dire, magari erano i suoi atteggiamenti a risultare antipatici?

       - E perché mai?

       - Magari l’essere arrogante e presuntuoso non è il modo migliore per risultare simpatico…

       - Io non sono arrogante e presuntuoso.

       - …e poi c’è quel comportamento da bello ed impossibile. Sai, ti svelerò un segreto, non piace a tutte!

       - Non è colpa mia se effettivamente sono bello ed impossibile…

       - Ed arrogante e presuntuoso. - Oltre che odioso…

       - Non è vero! Non puoi certo negare il fatto che io sia un bel ragazzo!

       - Oh, ma tu sei molto più che bello… - Ed ammetterlo era difficile, quindi era meglio buttarla sullo scherzo.

       - Sfotti, sfotti, ma tu hai il classico comportamento della ragazza innamorata…

       - E quale sarebbe il classico comportamento della ragazza innamorata?

       - Il tuo: aggredire il lui in questione per paura che non si accorga di te…

       - E questa idiozia da dove salta fuori? - Nella sua breve convivenza con Minako, era sicura di aver sentito tutte le più assurde stupidaggini esistenti al mondo, ma ciò che aveva detto Mamoru le batteva tutte! Lei, innamorata di lui?

       - Perle di saggezza, cara.

       - Bene, e dopo aver dispensato le tue perle di saggezza, posso riavere indietro il mio polso ed andarmene? - Effettivamente Mamoru, ancora non le aveva lasciato il polso anche se aveva smesso con le carezze, ma la sensazione di formicolio adesso si stava pian piano diffondendo al resto del suo corpo. Era preoccupante?

       - Non mi hai risposto. Perché mi aggredisci ogni volta che apro bocca.

       - Non lo faccio di proposito, ma il tuo atteggiamento alle volte mi manda in bestia… sei così sicuro di te… borioso… saccente. Non lo so è che… - La verità era che ogni volta che apriva bocca il primo impulso era quella di tappagliela, con un pugno dritto tra i denti.

       - Per te è un difetto essere sicuri di se stessi?

       - No, non dico questo solo che… tu esageri. Prendi adesso, stai parlando come se fossi sicuro del fatto che io sia innamorata di te… - Cosa impossibile visto che era tutto passato, da secoli teneva a sottolineare.

       - Non è colpa mia se sei così donna!

       - Adesso credo di essermi persa io. Cosa vuol dire che sono così donna? Se non te ne fossi mai accorto io sono una donna! Mi credevi forse un uomo, razza di deficiente che non sei altro?

       - Non è questo… so perfettamente che sei una donna, una gran bella donna aggiungerei…

       - È unitile adularmi, ormai il danno è stato fatto! Spiegati. Subito. - Anche perché la sua pazienza era ai minimi storici.

       - Come ho avuto modo di dirti diverse volte, tu mi mandi in confusione. Mi lanci segnali contrastanti… prima sembra quasi che tu stia flirtando, l’attimo dopo diventi la regina delle Amazzoni, rigida e frigida!

       - Chiba… cerca di moderare i termini! - Anche perché il suo pugno adesso era pericolosamente chiuso.

       - Ok, magari frigida no… ma rigida lo diventi!

       - Sto cercando di non perdere la pazienza e diventare violenta, oltre che rigida e frigida…

       - Ti ho chiesto scusa, non essere irascibile!

       - Se ti dicessero che sei impotente come risponderesti? - Dannazione si era fregata con le sue stesse mani! Il sorrisino da sfottò sulle labbra di Mamoru non era per nulla rassicurante, certamente stava preparando qualche risposta ad effetto.

       - Potrei dimostrarti che ti stai sbagliando sul mio conto!

   Ecco! Lo sapeva che avrebbe risposto in questa maniera, ci avrebbe scommesso lo stipendio di dieci anni!

       - Sei parecchio prevedibile, la tua risposta non mi ha per nulla sorpresa…

       - Mi stai dicendo che devo passare ai fatti e mettere da parte le parole?

       - No, ti sto dicendo che per me sei un libro aperto e che ormai riesco ad anticipare tutte le tue mosse… e se stai pensando a ciò che ho in mente… provaci e ti ritroverai ad avere una nuova identità sessuale, sono stata chiara? - Lo leggeva nei suoi occhi, per un attimo le era parso di vederlo pronto a baciarla ed in quel caso… sarebbe finito in ospedale, direttamente in rianimazione.

       - Non hai idea di cosa ti stai perdendo…

       - Non hai idea di quanto io ne sia felice…

       - Rimpiangerai queste tue parole, ne sono certo.

       - Avresti rimpianto il gesto… ti avrei ucciso con le mie stesse mani.

       - Come ho avuto modo di dirti un paio di sere fa, ci sono ragazze che darebbero un braccio per essere così vicine a me…

       - E tu non saresti arrogante e presuntuoso? - Oltre che dannatamente… doveva censurare i suoi pensieri! Dove era finita la lucidità mentale?

       - Per questa volta ti restituisco il polso, ma solo per questa volta! Però sono sempre più sicuro che dovremmo provarci.

       - Provare cosa? - Oddio ma perché cambiava atteggiamento così rapidamente? Ancora aveva il cuore che batteva a mille e lui adesso si allontanava così… c’era rimasta male? No, non poteva essere vero!

       - Ad essere una coppia vera… sarebbe divertente, non credi?

       - Buonanotte Mamoru… - No, Mamoru non aveva detto nulla e le sue orecchie non aveva sentito niente… ed il suo cuore non aveva ballato la disco-dance quando aveva ascoltato quelle parole, quella proposta. Adesso ne era certa: Mamoru non era abituato a straparlare solo da brillo, straparlare era scritto nel suo DNA.

       - Ogni volta finisce così, con te che mi mandi a quel paese…

       - Non ti sto mandando a quel paese… per stavolta ti mando nel mondo dei sogni… - Ma che qualcuno la fermasse, non poteva avere quel comportamento civettuolo con Mamoru, assolutamente. Ma cosa le era saltato in testa? Che fine avevano fatto i suoi neuroni? Erano entrati tutti in sciopero? Contemporaneamente?

       - Lo sai che lo stai facendo di nuovo?

       - Cosa? - Lo sapeva dannazione, e se ne era accorto pure Mamoru. Ci mancava solo che iniziasse a sbattere le ciglia come una bambina impaurita ed avrebbe toccato il fondo!

       - Stai flirtando con il sottoscritto, a te piace provocarmi…

       - Non posso negarlo, è piacevole vederti credere di avermi in pugno per poi riportarti sulla terra… dà soddisfazioni ridimensionare il tuo ego. - Forza Usagi, sì, questa risposta era giustissima. Sicura, determinata, tranquilla. In una parola: perfetta!

       - Stai attenta, questo gioco potrebbe ritorcerti contro…

       - Lo stesso potrebbe accadere a te: potresti scoprirti innamorato di me… - Come minimo dopo questa risposta aveva conquistato più di mille punti… Usagi mille, Mamoru zero.

       - Perché, tu sei già innamorata di me?

   Cazzo, no! In un colpo solo era diventata volgare ed aveva perso il vantaggio accumulato. Adesso la situazione si era ribaltata a favore di Mamoru che conduceva il gioco per duemila a zero… perché non capiva mai quando doveva andarsene? E dire che sua nonna glielo ripeteva sempre: la migliore risposta è quella che non si dà… anche se poi c’era il risvolto della medaglia: chi tace acconsente… e no, lei non era più innamorata di Mamoru! Assolutamente, ne era certa… o forse era meglio dire che lo sperava?

       - Non mi importa ciò che pensi… io so come stanno le cose tra di noi. - Doveva cercare di conservare la propria dignità, almeno quella. Era l’ultima possibilità per poter camminare ancora a testa alta e per potersi specchiare senza sentirsi una perfetta idiota. Dannata ciocca, perché non voleva stare al suo posto?

       - Tu sai che tra di noi c’è qualcosa, vero? Esiste un’attrazione reciproca, non puoi negarla… la stai sentendo anche in questo preciso momento…

       - È meglio che vada… - Anche perché la conversazione era diventata insostenibile, almeno per lei… e le mani di Mamoru sui suoi fianchi non le permettevano di rimanere lucida… anche se… non voleva andarsene… ed anche se… la carezza che le aveva fatto, casualmente, mentre le rimetteva a posto la ciocca incriminata, le aveva mozzato il fiato.

       - Stai scappando.

       - Non mi piace la piega che sta prendendo la conversazione. - Sì dannazione, stava scappando e con questo? La fuga alle volte non era segno di vigliaccheria ma di intelligenza. Non sempre si poteva vincere ed imparare a perdere era un segno importante di maturità… e lei quello scontro lo stava perdendo, su tutta la linea.

       - Hai paura.

       - Buonanotte Mamoru. - Ed era uscita richiudendo la porta dietro di sé… e lasciando la valigia in camera di lui… aveva lasciato quella camera con le lacrime agli occhi ed il cuore a pezzi.

 

***** ***** *****

XIX giorno

Ore 17:45

- 11 giorni all’alba

 

 

       - Mamoru Chiba, sei un perfetto coglione! - Non c’era altro modo per definirsi.

   Rimasto da solo nella stanza, era stato quello il primo pensiero formulato davanti la porta chiusa, anzi, chiusagli in faccia. Con quel gesto, Usagi lo aveva chiuso fuori anche dal resto. Il primo istinto era stato quello di rincorrerla e chiederle umilmente scusa, anzi no, direttamente perdono, ma il suo istinto gli diceva che in quel momento Usagi doveva rimanere sola a sbollire… anche perché ricordava cosa voleva dire avere a che fare con una la sua parte arrabbiata… dopo Nagano si era ripromesso di non farla infuriare mai più, ma i suoi erano tentativi inutili visto che riusciva a farla irritare solo guardandola…

   Dopo tutto ciò che era accaduto nel giro di un paio di minuti, si era reso conto che sarebbe stato impossibile convivere civilmente per i prossimi due giorni. Aveva mandato tutto all’aria. Aveva tirato troppo la proverbiale corda, spezzandola.

   Usagi non era come le altre ragazze… lei aveva un cervello ed un orgoglio che insieme creavano un mix esplosivo che gli piaceva, dannazione se gli piaceva! Quel cocktail lo mandava in tilt, ma allo stesso tempo gli incendiava il sangue nelle vene.

   Definirsi innamorato era eccessivo. Non la conosceva davvero, non del tutto almeno… la cotta che aveva avuto in passato era qualcosa di infantile, adolescenziale, questo lo sapeva benissimo. A quei tempi gli piaceva una ragazza con un bel sorriso, un bel corpo - perché Usagi già da allora aveva le curve giuste al posto giusto - e tanta allegria, ma a quale ragazzo non sarebbe piaciuto avere accanto una ragazza simile?

   Usagi era bella, di quella bellezza non eccessiva ma naturale… era una bellezza non da cartellone pubblicitario, ma non perché non ne fosse all’altezza, no. Lei non era da cartellone pubblicitario perché era bella, naturalmente bella, senza bisogno di photoshop… era bella così… 

   Stop! Da più di cinque minuti ripeteva come una mezzacalzetta che Usagi era bella, doveva riacquistare il suo contegno, immediatamente.

   Usagi oltre ad essere ciò che era - non avrebbe utilizzato mai più quell’aggettivo qualificativo riferito alla persona di lei - aveva anche un cervello che funzionava a pieno regime e questo andava un po’ a cozzare con tutto ciò che lui sapeva riguardo le donne.

   Ok, non era un maschilista misogino, no, assolutamente. Solo che non era mai stato fortunato con l’altro sesso… o forse aveva ragione Usagi: si presentava in modo sbagliato…

   La sua storia più lunga in assoluto? Meno di un anno, con una ragazza conosciuta per caso una sera in un fast food quando si trovava  a Boston… dopo poco meno di due settimane erano finiti a letto insieme e quella storia iniziata per gioco era durata per dieci mesi. Ma con Alyssa non c’era mai stato un vero coinvolgimento, tanto che si erano lasciati vicendevolmente conservando, comunque, un buon rapporto; tuttora erano in contatto con qualche e-mail ogni due, tre mesi. Con lei ricordava di stare bene, rideva, scherzava, faceva sesso - sanissimo sesso - ma non parlavano mai dei rispettivi progetti per il futuro o delle proprie ambizioni: in definitiva, non c’era dialogo. Forse perché entrambi sapevano che la loro era una storia a termine? Erano grandi abbastanza per essere coscienti dell’impossibilità di continuare quella relazione con diverse migliaia di chilometri a separarli… e per questo che, probabilmente, alla fine avevano deciso di troncare la loro storia… adesso Alyssa stava con un altro, Nodin se non ricordava male, e presto si sarebbero sposati.

   E lui? Bhè lui da quando era rientrato in Giappone non aveva avuto una felicissima vita sentimentale, anzi, al contrario. Il massimo che si era concesso era stata una relazione di un mese con Raku, conosciuta in palestra, una storia che non avrebbe dimenticato facilmente. Raku era carina, dolce, appiccicosa… terribilmente appiccicosa. In quel mese di relazione più di una volta se l’era ritrovata nella sua stanza, in ospedale. La prima volta poteva essere una sorpresa carina, la seconda volta un diversivo piacevole, la terza diventava alquanto fastidioso, soprattutto dopo un intervento chirurgico durato più di sei ore… e tutto questo nell’arco della stessa settimana, non mese, ma settimana, in otto giorni se l’era ritrovata tre volte di fila, seminuda, nella sua stanza. E se si rapportava il tutto a trenta giorni… in un mese aveva subito i suoi appostamenti per quasi una ventina di volte, un assedio. Quella era una vera ninfomane… Per lasciarla era stato costretto a chiedere l’aiuto di Rei visto che lei non aveva nessuna intenzione di mollarlo, e dire che era stato chiaro dicendogli che aveva capito che la loro relazione non poteva avere futuro visto l’invadenza eccessiva di lei, risultato: Raku gli aveva risposto che era solo spaventato della grandezza del sentimento che stava nascendo tra loro. Ma le svitate, ninfomani, le trovava solo lui? A quel punto era stato inevitabile chiedere alla cugina di fingersi sua moglie e Rei aveva accettato più che volentieri visto che amava le scene madri come quella che ne era venuta fuori. Alla fine della farsa grottesca, con tanto di Rei urlante in casa, Raku era scappata in lacrime, naturalmente dopo avergli dato un ceffone che gli aveva lasciato un segno violaceo sulla guancia offesa, e la mogliettina tradita… rideva a crepapelle e lo rimproverava per la sua mancanza di buon senso nello scegliersi una fidanzata degna di tale titolo. Senza contare il costo del suo silenzio… sua cugina aveva un vero fiuto per gli affari, doveva riconoscerglielo! Era riuscita a farsi comprare una borsa Louis Vuitton alla modica cifra di quasi settantaduemila yen… ne avrebbe spesi pure il doppio pur di seppellire quella storia nel silenzio più assoluto. Se qualcosa fosse giunto alle orecchie di Kunzite, o peggio di Nephrite, avrebbe fatto meglio a cambiare direttamente continente.

   E comunque, la faceva facile Rei, lei aveva Jadeite… sant’uomo… solo lui poteva sopportare gli sbalzi di umore di lei…

   Usagi probabilmente aveva ragione: era lui a porsi nel modo sbagliato con le donne. Attirava solo le psicopatiche ninfomani… si comportava davvero da arrogante, presuntuoso bello ed impossibile? No. Lui era naturale, quello era il suo modo di fare. Vedeva una ragazza che gli piaceva, la puntava, aspettava un segnale da parte di lei e poi andava all’attacco. Una battutina, un complimento, una frase lasciata in sospeso e poi il resto veniva da sé.

   Una battutina… Sfotti, sfotti, ma tu hai il classico comportamento della ragazza innamorata…

   Un complimento… so perfettamente che sei una donna, una gran bella donna aggiungerei…

   Una frase lasciata in sospeso… Non hai idea di cosa ti stai perdendo.

   Era sdraiato sul letto con le mani a coprirgli il viso, davvero ci stava spudoratamente provando con lei? Non poteva essere vero, no. Quel gioco stava diventando pericoloso.

       “…sono sempre più sicuro che dovremmo provarci...”

   Ma dove gli era finito il cervello? In mezzo alle gambe? Ma davvero le aveva proposto di avere una storia? Davvero era arrivato a quel punto? In vita sua, mai a nessuna aveva fatto una proposta simile, generalmente le storie iniziavano senza nessuna dichiarazione… si finiva a letto insieme e si continuava a vedersi senza definire il proprio rapporto, anche con Alyssa era andata così… mentre adesso con Usagi, adesso lui le aveva proposto di iniziare una relazione. Ma che cosa diavolo gli era saltato in testa?

   La sua unica fortuna? Usagi aveva cervello e non aveva preso con serietà le sue parole… doveva darsi una regolata e piantarla con quell’atteggiamento altrimenti sarebbe finita male, per entrambi. Usagi non era come le altre, non perché lei fosse intoccabile… Usagi non meritava di essere trattata alla stregua delle altre perché era lei, ne più ne meno. Anche perché non temeva tanto la reazione di Shingo o di Kunzite, ciò che lo terrorizzava di più era la reazione di Rei e di tutte altre… ciò che lo terrorizzava di più era ferire Usagi… con questi pensieri non si era accorto di essere finito in una stato di dormiveglia che presto lo avrebbe condotto direttamente tra le braccia di Morfeo.

 

   Attrazione… passione… confusione… avrebbero resistito ancora a lungo al richiamo dell’istinto?

 

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L’angolo dell’autrice

 

  Buongiorno o buonasera, dipende dal momento in cui leggerete!

   So di avervi fatto penare parecchio per questo capitolo ma vi prego di perdonarmi. Ho avuto un esame giusto venerdì e prima di riprendermi ho impiegato due giorni, dopo di che ho letto ciò che avevo scritto trovandolo piatto (e tuttora trovo il capitolo parecchio lento) e così ho deciso di riscrivere ed aggiungere dialoghi…

   Tra l’altro la curiosità che ho suscitato verso i genitori di Usagi mi preoccupa un po’… credo di aver creato troppa attesa riguardo questi due personaggi, spero di non deludervi. Per quel che riguarda il personaggio di Yamahoka Tesshu è un samurai realmente esistito, sto cercando in tutti i modi di rendere il più realistico possibile questa fic, anche se l’idea di far vivere i genitori di Usagi in una villa stile occidente non mi sembra poi così probabile, ma tempo fa avevo letto che in Giappone era di moda, se non ricordo male subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, costruire per i ricchi ville che richiamavano quelle dell’Europa, da sempre considerata la culla della cultura classica.

   Altra piccola noticina, non potete crederci ma sono rimasta un’ora intera ferma su un dubbio amletico: come si scrive qual è? Dopo aver perso del tempo importantissimo, mi sono accorta della correzione automatica di Word, questo per farvi capire il mio livello di stress!

   Altra cosa bizzarra… per scrivere le note di inizio capitolo ho impiegato più di due pagine di Word (grandezza del carattere 13), mi sa di non possedere la capacità di sintesi…

   Ho dato anche una visione di insieme di quella che è stata la vita sentimentale di Mamoru, tanto per renderlo più reale e non farlo sembrare troppo misogino…

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- SAILORM: ciao Patty! Grazie per la recensione e mi spiace averti fatto aspettare più di un mese per questo capitolo. Non metterò più date di riferimento così non vi darò l’illusione di un aggiornamento in tempi brevi. È finito il tempo in cui potevo organizzarmi la giornata, adesso mi divido tra casa ed ospedale ed il tempo per scrivere si è ridotto drasticamente! Ma prometto che non farò più passare un mese intero, almeno ci proverò! Per quel che riguarda i litigi-dichiarazioni tra i due piccioni non so come, ma si scrivono da soli. Ad esempio, la parte centrale del capitolo, quella più dialogata, è nata dalla seconda revisione del capitolo ed è stata scritta in dieci minuti… che dire, ‘sti due hanno preso in mano la situazione e si stanno scrivendo da soli le battute! Spero, quindi, di non averti deluso con questo nuovo capitolo, adesso vado, alla prossima!

 

- PINGUI79: ciao Kià, sono felice che lo scorso capitolone ti sia piaciuto, e da quello che ho avuto modo di leggere nella recensione che mi hai già lasciato vedo che hai apprezzato molto anche questo… per quel che riguarda la parte dedicata alla madre di Usagi che va incontro ai due… è stato un colpo di genio. Avevo intenzione di far vivere il tutto a rallentatore e non sapevo come fare a farlo capire a chi legge e così alla fine mi è venuta questa idea… riprendere dall’ultima frase ed aggiungere ogni volta qualcosa di diverso. È un espediente narrativo (se così si può chiamare) nuovo per la sottoscritta, spero solo di averlo utilizzato nel modo giusto e nel momento giusto! Per quel che riguarda i genitori di Usagi, come detto, temo di aver creato un clima di attesa un po’ troppo… non saprei… diciamo che è eccessivo, spero solo di non deludervi. Comunque, nel prossimo capitolo saprete meglio di Kenji ed Ikuko Tsukino, e naturalmente di nonna Sakura e Shingo! Adesso vado dalle altre, grazie per la bellissima recensione. Alla prossima!

 

- MOREA: Ciao anche a te Giulia! Prima di tutto scusa se ancora non sono riuscita a commentare quel popò di donna che è la De Torres, ma mi rifarò, parola d’onore e croce sul cuore! Il personaggio di Shingo è nato così per pura casualità, a dire il vero non ero poi così sicura di renderlo omosessuale, non volevo ledere la sensibilità di nessuno, non per l’omosessualità in sé, ma per paura di non riuscire a trattare bene, e senza pregiudizi, questa realtà… alla fine mi sono detta che era stupido da parte mia avere tutte queste remore perché, così facendo, ero la prima ad avere pregiudizi… cioè, alla fine un omosessuale (sia uomo sia donna) è una persona normale con gusti sessuali diversi, quindi era facile scrivere di Shingo, non dovevo fare nulla di trascendentale. Per quel che riguarda la lunga recensione ad un capitolo passato… sappi che ce ne saranno presto, almeno spero, altre ancora quindi cara non ti libererai così facilmente della sottoscritta! Adoro Barby e Candy ormai sono i miei personaggi preferiti… soprattutto Candy… e grazie anche per le belle parole rivolte alla mia umile persona, anche se non so se effettivamente le merito tutte, ma dai, io me li tengo stretti i complimenti! Adesso vado, alla prossima!

 

- BRESCY: Ciao! Sono felice anch’io per aver ripreso in mano non solo la storia ma anche le redini della mia vita. Mi sono lasciata andare un po’ troppo, ho perso del tempo prezioso ed adesso devo correre per cercare di non restare ancora più indietro, recuperare il tempo perduto credo che sia un’utopia, il tempo passa e non torna indietro, l’unica cosa da fare è cercare di non perdere altro terreno! Sono felice che lo scorso capitolo sia stato di tuo gradimento, spero che lo stesso valga anche per questo. Effettivamente il perché Usagi si comporta così con Mamoru era abbastanza chiaro, era stato detto già nel capitolo XIII, subito dopo il litigio con le amiche… però adesso sappiamo un po’ di più su Mamoru e quindi possiamo mettere insieme i pezzi… le litigate tra i due sono passionali perché ho deciso di rendere loro passionali… io non ho letto il manga (ma vorrei rifarmi, infatti il 4 novembre dovrebbe ripartire la pubblicazione in Italia) ed ho visto solo l’anime e ti dirò, anche lì mi sembrano troppo piatti, sarà che all’epoca avevo 12 anni ed oggi ne ho più del doppio… ma non vedo la scintilla ed io ho deciso di ricrearla nelle mie fic, spero solo di esserci riuscita. Per quel che riguarda i signori Tsukino… sono terrorizzata, mi sa che ho creato troppa aspettativa, vedremo! Adesso ti lascio, grazie per i commenti, alla prossima!

 

- QUEENSERENITY83: ciao Ida, sì sono tornata, a pieno regime - quasi - e più determinata di prima! Non devi scusarti di nulla, anzi, mi scuso io per non essermi informata sul come proseguiva il tuo recupero, a dire il vero non sapevo neanche che fossi in infortunio, spero nulla di grave! Per quel che riguarda lo scorso capitolo… che dire di Usagi… diciamo che soffre di sbalzi di umore anch’io a volte fatico ad identificarla come una persona vera però è lei che sta scrivendo la storia io faccio solo da scribacchina, e lo stesso si può dire di Mamoru. I due personaggi hanno preso il pieno controllo della situazione e sono loro a suggerirmi idee su idee… per Mamoru… diciamo che qui si capisce che si è arreso su tutta la linea visto che si autodefinisce una mezzacalzetta per come si è fermato a decantare la bellezza di Usagi… però diciamo che il suo personaggio non credo che sia così facile alla resa, ci saranno momenti in cui drizzerà le spalle e farà valere l’uomo che è in lui… quindi non ti affezionare troppo a questo personaggio semi-addomesticato… è un po’ come la Volpe del Piccolo Principe, sembra addomesticato ma in realtà è ancora uno spirito libero! Per quel che riguarda Shingo e le manie da segugio ho ancora un qualche dubbio sul come impostare la cosa, scoprirai di più quando avrò anch’io le idee chiare. Per quel che riguarda l’aggiornamento ultramega ritardato chiedo scusa anche a te, e per la festa credo che il XVII capitolo non la tratterà, sarà spostato tutto al XIVIII... lì si ballerà… per i signori Tsukino, bhè per loro spero di non aver creato troppa attesa. Adesso ti saluto, alla prossima!

 

- MARYUSA: ciao Mary! Sono felice che il capitolo scorso sia stato di tuo gradimento, mi auguro che lo stesso valga anche per questo! Per quel che riguarda la scena comica Shingo-Usagi-Mamoru diciamo che Usagi non è che l’abbia trovata così comica, al contrario! Per quel che riguarda Usagi e Mamoru… bhè si sono talmente avvicinati da essersi scottati e ritirati, almeno Usagi, di gran corsa, vedremo cosa accadrà nel prossimo capitolo che fortunatamente è ben scritto nella mia mente quindi non dovrebbe essere impossibile come è stato questo capitolozzo! Ikuko ancora non sei riuscita ad inquadrarla perché ha fatto una comparsata, ma nel prossimo capitolo, il XVII ci sarà spazio anche per lei, per nonna Sakura, anche lei ha fatto una comparsata, e per papà Kenji… però, cavolo, ho attirato parecchia curiosità sui signori Tsukino, e se vi dovessi deludere? Bhè io non ho inventato nulla di trascendentale, ha detto tutto Usagi e Shingo, ed in parte anche la storia di Sakura può farvi capire cosa ci sia di così strano nei genitori di Usagi… quindi non aspettarti chissà cosa, sono persone normalissime, o quasi. Shingo sì ha 10 anni più di Usagi, e 5 in meno di Mamoru. Per quel che riguarda il paragone che ho fatto con la famiglia originale… diciamo che mi sono soffermata sul gioco degli opposti, spero di esserci riuscita! Adesso ti saluto e do spazio alle altre recensioni, alla prossima!

 

- STELLA93MER: Ciao Stella, ti chiamo così in attesa di scoprire qual è il tuo vero nome! Sono felice anch’io di essere tornata, all’85% ma ci sono, presto sarò di nuovo operativa al massimo, l’ho promesso a voi ed a tante altre persone! Per quel che riguarda i miei capitoli… io non sono mai contenta di ciò che scrivo, mi sembra sempre tutto molto banale e scialbo, ma non perché voglio dei complimenti da parte di voi che leggete e commentate ma semplicemente perché sono ipercritica nei miei confronti, e questo aspetto della mia vita è collegato anche allo studio, alla fine di ogni esame non sono mai soddisfatta di me (tranne all’ultimo esame che è stato perfetto, e non l’ho detto io ma il prof!)… ma torniamo alla fanfic. Sono felice che, almeno tu, abbia notato dei miglioramenti nel mio stile, anch’io mi accorgo che volta per volta faccio un piccolo passettino avanti ma ti ripeto, non è mai abbastanza! Per quel che riguarda i personaggi principali, Usagi e Mamoru, si stanno scoprendo e si stanno facendo conoscere da voi è vero, ma anche dalla controparte… almeno così siete tutti contenti, o no? Per vedere Usagi e Mamoru andare d’amore e d’accordo ci sarà un po’ da aspettare, però dai, nel capitolo XVII avrai un assaggino di quello che potrebbero essere… i “nuovi” genitori di Usagi non sono nulla di che, sono normalissimi, o quasi. Ho detto già tutto, se mettete a posto i diversi indizi capirete perché per Usagi e Shingo sono così particolari (ma a questo punto credo che siano particolari per tutti!)… il soggiorno conterà di 4 al massimo 5 capitoli (in pratica dal dovrebbe essere dal XVIesimo capitolo al XXesimo, massimo appunto XXIesimo)… e poi si torna alla vita di tutti i giorni… adesso ti saluto e ti do appuntamento alla prossima!

 

- SHO RYU KEN: ciao Irene! Bhè che vuoi che ti dica, sono contentissima di non aver perso una lettrice, ogni volta è un dispiacere, mi chiedo in cosa possa aver sbagliato per chi ha deciso di non seguire più la storia di Usagi e Mamoru… per quel che riguarda il tuo cambio di nick, io credo che il bisogno di rinnovamento sia insito in ogni uomo, non è bello fossilizzarsi su qualcosa, è giusto cambiare per crescere, o no? Comunque, torniamo a questa fanfic che sta diventando stile Centovetrine, o peggio, Beautiful! Per quel che riguarda il tuo dilemma riguardo il commentare o meno i capitoli passati, per me sei liberissima di farlo anche perché ogni parola da voi scritta è un motivo di gioia ma soprattutto di arricchimento personale. Dietro ogni affermazione trovo soddisfazione (inutile negarlo), stimolo per andare avanti, a volte pure ispirazione… e nella maggior parte dei casi intuisco quando far capitare il colpo di scena per riaccendere l’attenzione che, naturalmente, può anche scemare! Quindi, se vuoi recensisci tutto quello che vuoi, sia positivamente che negativamente, non c’è nessun problema! Per quel che riguarda i personaggi credo che interessino tanto perché sto cercando di rendere un mix tra quella che è la cultura occidentale e quella orientale, ti spiego subito: i personaggi sono Giapponesi, si comportano come tali, ma hanno anche tanto di noi Occidentali e per questo sono così vicini. I luoghi invece… bhè per quelli faccio un lavoraccio di ricerca per non lasciare nulla al caso, mi documento e cerco di descrivere luoghi davvero esistenti… come cercherò di fare per la villa di Nikko… speriamo di riuscirci, quindi sì, posso dirti che non lascio nulla al caso… spero solo di riuscire al meglio. Adesso ti saluto, ti ringrazio per questa recensione e ti do appuntamento alla prossima!

 

- ANTALYA: ciao ad un’altra Irene, e benvenuta, o quasi! Ti chiedo umilmente perdono per questi tempi di aggiornamento così lunghi, e per tale motivo mi cospargo il capo di cenere e striscio umilmente fino ai tuoi piedi! Il perché di questi ritardi l’ho spiegato, ho avuto dei gravi problemi personali che mi hanno allontanato dalla scrittura e solo adesso sto venendo fuori dal periodo no… sempre a causa di questo buco nero in cui ero/sono precipitata lo studio è stato messo da parte e devo necessariamente recuperare ed ecco perché hai dovuto attendere tanto per questo XVIesimo capitolo, quindi perdonami! Ma passiamo alla storia almeno così mi farò perdonare, spero! Sei la prima in assoluta che mi dice che se qualcosa scritto da me fosse un libro lo avrebbe comprato e letto, mi commuovo… grazie un bilione di biliardi di volte! Continuerò e ti farò divertire, almeno spero… guarda se tu ti reputi pazza, io credo di essere matta quindi ci comprendiamo benissimo, adesso ti saluto e ti do appuntamento alla prossima!

 

- ROMANTICGIRL: Ciao Rox, mia psicologa personale! Figurati, recensire è la minore delle cose, l’importante è che la storia non ti deluda man mano che va avanti! Per quel che riguarda Usagi… bhè, la ragazza è un po’ ottusa, ha bisogno di tempo e poi diciamo che il comportamento da don Giovanni di Mamoru non è che la rassicuri tanto, se consideri tutto quello che la poveretta ha dovuto subire a causa sua nel corso della sua adolescenza! Ok! sapevo di trovare il tuo appoggio quando ho scritto questo pezzo perché, francamente, per quanto io possa voler bene a mio padre e mio fratello, per quanto io possa amare il mio Giovanni, ti assicuro che i maschi non capiscono mai un tubo! Mai! Sono sempre così concentrati sull’essere pratici che lasciano poco spazio all’istinto ed ai sentimenti, diciamo che sono troppo incravattati, ma che siano un po’ più sciolti cavolo, carpe diem, no? Per quel che riguarda Shingo&Family… diciamo che ho giocato sugli opposti ed è venuto fuori ciò che hai letto… la parte del per favore è nata senza essere preventivata, lo ripeto questi personaggi si scrivono da soli le battute e le scene, io sono solo una miserrima scribacchina! Per quel che riguarda il mistero di Shingo e Mamoru, si scoprirà, al momento giusto però! La storia va avanti, studio e tirocini permettendo! La parte centrale è scritta nella mia testa, manca solo la parte finale, ma vedremo come farla proseguire… magari ne viene fuori qualcosa tipo Il Diario di Usagi Tsukino, parodia del più famoso Il Diario di Bridget Jones ahahah! Studiare, studiare, studiare, ma possibile che la nostra esistenza non è fatta da altro, cribbio! Ma a parte questo dai, vedrai che presto ci realizzeremo e saremo felice e questo noioso trantran magari lo rimpiangeremo, chissà! Per quel che riguarda Sakura, qualcosina si è capita già da adesso, diciamo che avrà molto di Luna (E quel “Benedetta ragazza” è molto esaustivo… e poi sarà molto ma molto nonna con saggi consigli e l’occhio lungo!)… Mamoru anche se ha 30 anni deve ancora crescere e magari Usagi lo aiuterà in questo… e lei potrebbe fare lo stesso, chissà! Come ho detto nella recensione precedente io sono matta e le conversazioni immaginarie sono il mio pane quotidiano, se poi ti dicessi che immagino nella mia mente le conversazioni tra Usagi e Mamoru, cosa mi risponderesti? Che sono da ricovero, giusto!? Non preoccuparti se non riesci a recensire, ti capisco benissimo, adesso ti saluto e ti do appuntamento alla prossima! (P.S. Scusa l’ignoranza, ma chi è tizy?)

 

- ELLEPHEDRE: ho le traveggole, perché non è possibile che la Divina Capa (che abbiamo scoperto essere figlia segreta di Silvio) si scusi con me per il ritardo nel recensire, con me, capite? Io che ho impiegato 4 mesi per recensire tre capitoli, no, è impossibile! Per quel che riguarda la fic, torno ad essere pseudoseria, non ti assicuro nulla però! Sono supermega onoratissima di sapere che la mia fic ti diverta tanto, per me è importante strappare un sorriso a chi legge, per questo ho deciso per un tema tanto leggero… per quel che riguarda i dialoghi, sì, sono il punto di forza di questa fanfic. Era un mio sogno scrivere un qualcosa che fosse incentrato sul dialogo solamente ma senza rendere il tutto simile ad un copione teatrale, spero solo di riuscire in questa mia epica impresa, io ci sto mettendo tutti i mezzi. Non mi limito solo sui dialoghi, per carità, do spazio ai luoghi ed ai sentimenti, ma i personaggi preferisco farli interagire con le parole, farli avvicinare e scoprire e poi farli ritirare con la coda tra le gambe! Sono sadica, lo so! Allora per quel che riguarda la frase da te citata ti dico subito che è nata sentendo la pubblicità di una carta di credito ( posso dire che è la Master Card o rischio di fare pubblicità occulta, ops! Ormai l’ho detto!)… non chiedermi che relazione possa esserci tra questa pubblicità e ciò che ho scritto, perché tanto io non saprei risponderti. So solo che l’ho sentita e poi è saltato fuori questo pensiero di Mamoru… si vede che deve essere scattata qualche sinapsi del tipo genialoide, non so che pensare! Il risultato che volevo ottenere con quella frase era proprio quello intuito da te: una (inconscia) realizzazione comica e naturale di quel che prova lui. Per quel che riguarda Shingo ed Usagi ed il ricordo di Mamoru, ma secondo te non potevo non mettere Minako nel mezzo? In fondo se ‘sti due si sposano (al momento mi sembra proprio impossibile!) è merito di Minako, il minimo che possano fare è sceglierla come testimone di nozze e farle battezzare il primo figlio! Per quel che riguarda i coniugi Tsukino loro sono particolari perché sono diversi da come li immaginate voi, e da come sono Usagi e Shingo. Credo che in realtà non ci sia nessun mistero attorno alla loro figura, semplicemente perché è stato detto già tutto dai due figli ed in parte anche da Sakura, quindi niente di spettacolare, spero solo di non deludervi… per quel che riguarda Shingo è un normale fratello che si preoccupa della sua sorellina, alla fine è questa la linea che ho deciso di adottare! Per quel che riguarda Shingo mi ha detto che tra Nakanishi ed Alex preferirebbe Alex ma io l’ho già informato che a riguardo è impossibile perché Golden Boy potrebbe essere un padre di famiglia… solo adesso ho notato che la mia fic potrebbe non finire con il sopraggiungere dell’alba… mentre il tuo capolavoro sancisce l’inizio di una nuova alba/era! Non so perché ho fatto questa analogia, non chiedere troppo ai miei neuroni che al momento sono in ferie… ah, comunque la mossa ci sarà a breve, tra… 4 al massimo 5 capitoli, come ho detto… Nikko fu galeotta per Usagi… doppiamente galeotta! Per quel che riguarda il mio Mamoru non credo che faccia sentire desiderata Usagi perché è lei che vuole ciò, però cavolo! Capa, visto che non sono ancora ai tuoi livelli ti dispiacerebbe farmi leggere dei momenti in cui Mamoru si esprime al meglio, almeno così riesco a trarre ispirazione! Adesso ti saluto e ti do appuntamento alla prossima!

 

- M00NLIGHT: ciao Ale, grazie per aver recensito! Io non mi reputo geniale perché sono Mamoru ed Usagi a decidere quando e cosa dire! Per quel che riguarda il tuo capitolo preferito… anche l’XIesimo è il mio preferito e subito dopo c’è questo XVIesimo… dove i due sono di nuovo a stretto contatto! Per quel che riguarda la tensione sessuale, credo che sarà presente anche nei prossimi capitoli, perché Mamoru forse ha deciso che è stanco di giocare e vuole passare all’azione, o forse no? Comunque, abbi fede, presto si daranno una mossa! Adesso ti saluto, grazie ancora per i complimenti, alla prossima!

 

- LAGADEMA: bentornata cara! Sono felice che la mia storia ti stia divertendo, definirla commedia mi sembra un po’ eccessivo perché, in realtà, non ambisco a tanto! È una storiella per voi lettrici che amate questa storia, nulla di spettacolare, la scrivo perché mentre lo faccio rido sia perché quel che scrivo (evviva le ripetizioni!) è divertente anche per me, ma soprattutto perché immagino le vostre espressioni… per quel che riguarda il contattarmi privatamente sei liberissima di farlo, non mi infastidisce affatto, al contrario non può che farmi felice perché si vede che qualcosina di buono l’ho seminato! Per quel che riguarda Sailor Moon, certo che lo rivedo! Ormai la mia povera mamma ha perso le speranze, ha capito di avere una figlia che non è per nulla normale, ma Sailor Moon è Sailor Moon e non si tocca. Adesso ti saluto, passo all’ultima recensione, grazie per le tue parole, alla prossima!

 

- AINECHAN: ciao Aine! Grazie per i complimenti, spero che i tuoi problemi con il pc si siano risolti ma se non riesci a leggere o commentare non è assolutamente un problema! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, adesso ti saluto e ti do appuntamento alla prossima!

 

 

   Per adesso è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la cronologia dei fatti. Spero che vi sia utile per raccapezzarvi.

 

- Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per Mamoru.

 

- Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese.

 

Grazie alle 42 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Ainechan;

2. Angelica82;

3. bells7791;

4. brescy;

5. bunny65;

6. Catan

7. chichilina;

8. dancemylife;

9. ertila;,

10. Failenn;

11. favola08;

12. Florence;

13. Gaia;

14. GioRock;

15. giovywanda;

16. girovaghi;

17. giulyangel;

18. hoshi90;

19. lagadema;

20. LAS;

21. lutrien;

22. m00nlight ;

23. marta86;

24. Martina van der woodsen;

25. maryusa;

26. miki90;

27. Morea_91;

28. pinfrose;

29. polgara ;

30. pulcinaele87;

31. Pulcinomi;

32. QueenSerenity83;

33. roby1150;

34. roby2285;

35. Rox;

36. stella93mer;

37. sweet_ebe;

38. Tappetta4;

39. Thaila;

40. vanny 3;

41. verdi88;

42. VivianaRossa;

 

Soprattutto a brescy, Failenn, giulyangel, hoshi90, marta86, Morea_91, pinfrose, Rox, vanny 9 le ultime arrivate. (mi spiace aver perso mosis)

 

Grazie alle 80 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. AironeSolitario;

2. Allen_Anne_Black;

3. Angelica82;

4. angle;

5. Antalya;

6. aquizziana;

7. artemis5;

8. ashar;

9. bells7791;

10. birillo;

11. bren;

12. bunny1987;

13. carmy_88;

14. Chichilina;

15. Cipychan87;

16. cupidina 4ever;

17. DeepDereck;

18. elie84;

19. Ellephedre;

20. elo1401;

21. Enza85;

22. Failenn;

23. Fairfax;

24. fantasy75;

25. Fantasy_Mary88;

26. fasana;

27. favola08;

28. Frogvale91;

29. Gaia;

30. Gigettina;

31. hoshi90;

32. hypatia_of_alexandria;

33. igniflia;

34. ilary;

35. kikka8882;

36. kiss88;

37. laplop;

38. LAS;

39. Lisanechan;

40. LittleSimo;

41. lyn81;

42. micina82;

43. Miky 483;

44. Minerva89;

45.  Moons Tear;

46. Morea;

47. Morea_91;

48. Mudvayne;

49. muryhana;

50. Neptune87;

51. panuela;

52. Pera 11;

53. pirilla88;

54. Pluto90;

55. Poisonivy;

56. Potter92;

57. pulcinaele87;

58. Ro90;

59. romanticgirl;

60. sailorm;

61. shalya;

62. Shia;

63. Sho Ryu Ken;

64. simo87;

65. sortilegio;

66. Stefania881;

67. Strega_Mogana;

68. SweetCherry;

69. Tappetta4;

70. Toru85;

71. Truelove;

72. Unique;

73. usachan;

74. vale_129;

75. VaMpIrA89 ;

76. verdi88;

77. VioletPrincess;

78.  _Maddy_;

79. _Sofia_;

80.  _sakura_;

 

   Un grazie particolare a AironeSolitario, bren, bunny1987, carmy_88 (sarai una mia omonima?), Failenn, hypatia_of_alexandria, Gigettina, Morea_91, Mudvayne, pirilla88 (Vale ma sei proprio tu? *_*), VioletPrincess le ultime ad essersi aggiunte a questa avventura.

 

Mi spiace aver perso baby_bunny, Baghera8690 e _lisa_.

 

Grazie alle 4 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:

 

1.      Alebluerose91;

2.      chiara84;

3.      Morea_91;

4.      pulcinaele87;

 

 

P.S. Una piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno distanti! Grazie!

 

P.S.2. Dopo aver scritto le note lunghe due pagine, per rispondere alle vostre recensioni ho utilizzato altre dieci pagine… se considerate che il capitolo consta solo di 11 pagine Word (grandezza del carattere 13) ho occupato più spazio per le note e recensione che per altro, ma voi, cari lettori vi meritate questo ed altro! Adesso chiudo davvero! Alla prossima!

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII ***


Nuova pagina 1

Note:

 

- san: utilizzato per indicare il rispetto nei confronti di qualcuno, come un collega di lavoro un proprio superiore oppure uno sconosciuto a cui ci si rivolge in maniera educata, ma può essere utilizzato anche con persone con le quali non si ha un rapporto amichevole per pura formalità (andando ad assumere una sfumatura di distacco fra le due persone). Nella stragrande maggioranza dei casi è analogo al nostro "signore/a", ma vi sono anche contesti in cui una tale traduzione non corrisponderebbe affatto o sarebbe inappropriata (per esempio, a scuola non è raro che gli alunni si riferiscano ad un compagno dotato con -san, mentre da noi non avviene nulla di simile) (Fonte Wikipedia);

 

- kun: uno dei suffissi più diffusi, utilizzato tra ragazzi e amici per indicare una certa forma di rispetto, o da un adulto verso una persona molto più giovane come segno di confidenza. Può essere rivolto da un ragazzo anche alle ragazze ma questo caso è più raro. È utilizzato anche in ambito lavorativo. (Fonte Wikipedia)

 

- chan: utilizzato come vezzeggiativo, propriamente verso i bambini con i quali nel linguaggio occidentale corrisponderebbe all'appellativo "piccolo/a" o ad un diminutivo (es. Carletta, Luigino). Può però (ed è diffusissimo in tal senso) essere utilizzato anche fra persone adolescenti o adulte e in questi casi indica forte amicizia e confidenza, come per esempio fra amiche di scuola, ma può indicare anche affettuosità e un certo grado di intimità, come fra coppie o fra parenti più grandi verso parenti più piccoli (es. la madre al figlio). Generalmente si utilizza più spesso e con connotazioni meno strette fra ragazze, mentre fra ragazzo e ragazza non parenti è più probabile che indichi che vi sia un rapporto particolare fra i due (es. fidanzati o amici d'infanzia). Fra amici maschi è più raro e ha prevalentemente sfumature scherzose o ironiche o deriva da una lunga amicizia. Utilizzare -chan con persone adulte che si conosce appena può essere visto come scortesia. Viene utilizzato anche per gli animali domestici; (Fonte Wikipedia);

- obaasan: nonna, in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)

 

- oneechan: sorellina, in ambito familiare. (Fonte Wikipedia)

 

- dorama: sono i drama giapponesi. La maggior parte dei canali giapponesi producono dorama di ogni genere. I dorama possono essere adattamenti di manga e anime, come i live action di Great Teacher Onizuka, oppure storie originali, come Atashinchi no danshi. I dorama possono essere di durata variabile, sia in formato di serie televisiva, film o special. Normalmente in Giappone danno una puntata alla settimana, una seria dura per circa 3 mesi. Se comincia una volta la serie, l'orario rimane fisso. (Fonte Wikipedia)

 

- hetakuso: imbranato, impedito.

 

- bento: è una sorta di vassoio contenitore con coperchio di varie forme e materiali contenente un pasto, in singola porzione, impacchettato in casa o comprato fuori, comune nella cucina giapponese. (Fonte Wikipedia)

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XVII

 

IXI giorno

Ore 19:20

- 11 giorni all’alba

 

       - Usagi, credo che sia meglio andare a svegliare il tuo fidanzato, papà sarà qui tra poco.

   Dopo la discussione avuta con Mamoru, non era andata neanche in camera vista la vicinanza di questa con quella del suo presunto ragazzo.

   Nei momenti che seguivano ad una discussione, con chiunque non solo con Mamoru, aveva bisogno di stare il più lontano possibile dalla fonte di stress se voleva tornare ad essere padrona della situazione. Per questa ragione aveva deciso di scendere nuovamente nel salone e passare il resto del pomeriggio con il fratello e la nonna; era stato difficile stare con loro e fare finta di nulla, anzi era certa di non esserci riuscita, ma la cosa che apprezzava maggiormente di Shingo e sua nonna era la naturalezza con cui decifravano i suoi atteggiamenti: la conoscevano talmente bene da sapere che in quel momento l’unica cosa di cui necessitava era rimanere sola e sbollire la rabbia, contro Mamoru sì, ma soprattutto contro se stessa, ecco perché non l’avevano chiamata in causa più di tanto nel corso delle loro conversazioni.

       - Shingo, per favore, potresti andare tu? - Non aveva proprio voglia di vedere Mamoru-sonofigoemenevanto-Chiba. Non aveva idea di come comportarsi e come poter giustificare la sua fuga; anche perché quella di poco prima, inutile negarlo, era stata una fuga vera e propria. Certo, poteva farla passare per una ritirata strategica, ma in tal caso significava dargliela vinta e la cosa non la entusiasmava per nulla. E poi, altro motivo di nervosismo era l’arrivo imminente di suo padre.

   Già, l’idea di incontrare Kenji Tsukino non la entusiasmava per nulla, anzi, la rendeva ancora più nervosa e scontrosa e sapeva che, se fosse salita a chiamare Mamoru, sarebbe finita male, malissimo…

       - Non credi che sia meglio salire e sistemare le cose prima del ritorno di papà?

   Perché Shingo doveva essere sempre così razionale? Non poteva, una volta tanto, farla contenta ed andare a svegliare Mamoru come gli aveva chiesto? E poi cavolo, che la lasciasse riflettere in pace!

       - Non c’è nulla di sistemare…  

       - Quindi vi siete già lasciati?

       - Ma di cosa stai parlando?

   Ok, era chiaro come il giorno che lei e Mamoru avevano discusso, ma suo fratello non poteva farsi i fattacci suoi? Fino a poco tempo prima lo aveva considerato un fratello modello ma adesso… prima si metteva a fare comunella con Mamoru, dopo non la lasciava mugugnare in pace. Ma che fine aveva fatto il suo adorato fratello?

       - Del fatto che tu, ed il tuo fidanzato, avete discusso. Sei stata taciturna per tutto il pomeriggio ed io e nonna siamo stati costretti più di una volta a riportarti sulla Terra per evitare di farti affogare nei tuoi stessi pensieri!

       - Tesoro, Shingo ha ragione. Cosa è successo con Mamoru?

   Ma perché si stavano impicciando tutti a quella maniera? Prima Shingo, che rischiava di morire se si fosse riferito ancora una volta a Mamoru come suo fidanzato, poi ci si metteva anche sua nonna con il suo voler sapere cosa fosse successo. Ok, era arrabbiata, no, di più, era imbestialita ma questo non poteva certo autorizzare la sua famiglia a parlarle come se… come si parla ad una bambina delle elementari che ha litigato con un compagno di scuola, no. E non era solo colpa di Mamoru, c’era anche quel piccolo particolare che corrispondeva al nome di Kenji Tsukino, perché sembrava che tutti se ne fossero dimenticati?

       - Nulla di che nonna, stai tranquilla! Si tratta dei nostri soliti battibecchi, ormai ci ho fatto l’abitudine! E poi non è solo Mamoru, è che tra un po’ arriva papà ed io sono nervosa… tutto qui. - Anche se in quel momento era più nervosa per la lite con Mamoru che per l’arrivo di suo padre.

   In ogni caso non avrebbe mai detto il perché del loro litigio, era qualcosa di imbarazzante e privato… e poi era vero, si era trattato di uno dei soliti battibecchi a sfondo sessuale… le bastava poco e si sarebbe ripresa come se nulla fosse. Di solito, dopo i primi attimi di smarrimento si ritrovava a metabolizzare il tutto abbastanza rapidamente, a dire il vero troppo rapidamente per i suoi standard. Anche se poi… bhè poi rimaneva quel retrogusto amaro della sconfitta che la pervadeva per delle ore, a volte anche per intere giornate.

   Non sapeva spiegarsi neanche lei come fosse possibile, ma era come se si sentisse in parte responsabile delle liti con l’Imbecille, anche quando lei non aveva nessuna colpa; il più delle volte, era lui quello ad iniziare e lei si limitava a difendersi, nulla di più. Ah, ma che andassero tutti al diavolo!

       - Sali e chiaritevi prima che papà scopra il vostro scherzetto!

       - Che scopra tutto, ormai non mi interessa più nulla! - Ed era vero. Era entrata in quella sorta di apatia post-scontro che le lasciava addosso un senso di vuoto all’altezza del cuore e non riusciva proprio a spiegarsi il perché di quelle sensazioni che, in quel momento, la rendevano priva di forze. In fondo non era la prima volta che litigavano…

 

       - Per questa volta ti restituisco il polso, ma solo per questa volta! Però sono sempre più sicuro che dovremmo provarci.

       - Provare cosa?

       - Ad essere una coppia vera… sarebbe divertente, non credi?

 

   Era stato quello scambio di battute ad averla ferita maggiormente. Non erano state le parole in sé a farle male, no. Era stato il tono beffardo con cui erano state pronunciate, come se per loro due avere una relazione fosse solo uno scherzo. Come se al massimo potessero permettersi un rapporto poco impegnativo basato solo sul sesso.

   Come se lei fosse solo una bambolina buona solo a farlo distrarre... come se lei fosse uguale a tutte le altre.

   Era certa del fatto che le sue fossero solo fisime mentali, solo suoi voli pindarici.

   Era certa che Mamoru avesse fatto solo una battuta infelice da lei male interpretata.

   Era certa che lui non intendesse nulla di ciò che lei aveva letto tra le righe, ma l’amaro in bocca restava: Mamoru la considerava alla pari di un passatempo, né più né meno.

       - … neanche di passare tutto il fine settimana con Umino?

   Le parole di Shingo, ancora una volta, la riportarono al presente.

   Ormai era una certezza la presenza di Umino già a partire da quella stessa sera. Era sempre stato così sin da quando suo padre aveva espresso la volontà di vederla sposata a quel ragazzo occhialuto che conosceva da che aveva memoria. Naturalmene, la famiglia Gurio non si era opposta a quella eventualità visto che quell’unione poteva rappresentare un’ulteriore cementificazione dei rapporti tra i due studi legali più importanti di Tokyo, e magari da quel matrimonio poteva nascere anche un nuovo studio associato, possibilità che faceva comodo ad entrambi i patriarchi della famiglia. La cosa assurda era che in quella situazione, la felicità dei loro figli non aveva voce in capitolo. Tra l’altro Umino, da subito, sembrava aver apprezzato l’idea di un loro matrimonio, mentre per lei… per lei la sola idea la faceva stare male, ma doveva ammettere che in quel momento avrebbe barattato Umino con Mamoru tanto si sentiva avvilita.

       - Shingo! Che modi sono! Non prenderti gioco di chi non c’è. Non è colpa di Umino-san se tuo padre ha deciso che Usagi debba sposarlo!

   Sua nonna sapeva sempre come toccare i tasti giusti. Prima ricordandole dell’arrivo del suo amatissimo genitore e poi accennando alla piacevolissima condizione a cui l’aveva confinata il suddetto padre: un contratto prematrimoniale pronto per essere firmato da Kenji stesso, e dal padre di Umino, se entro il compimento del suo ventottesimo anno di età non avesse trovato marito. Splendido davvero! Ma poi perché tutta quell’insistenza con lei e non con Shingo? Dopotutto suo fratello aveva trentacinque anni e l’età per il matrimonio l’aveva superata da un pezzo. Sospettava che suo padre sapesse dell’orientamento sessuale del figlio e per questo aveva spostato tutte le sue aspettative su di lei. Se fosse stato davvero così, difficilmente avrebbe evitato il suo matrimonio con Umino… ed effettivamente, a ben pensarci, non è che si risolvesse poi molto con quel finto fidanzamento, ma era pur sempre un passo avanti. Almeno per quel fine settimana suo padre non le avrebbe fatto pressioni di alcun tipo e si sarebbe limitato ad osservarla, studiarla e poi attaccarla quando avrebbe ritenuto il momento adatto per ferirla.

   Ma perché era nata in una famiglia così maledettamente tradizionalista?

       - Ok, mi avete convinta! Vado a svegliarlo!

   E poi Mamoru le chiedeva perché temeva tanto l’incontro con suo padre! Era logico che lo temesse. Rischiava da un momento all’altro che Kenji la obbligasse a sposare Umino senza tener fede alla parola data. Ma cosa poteva saperne lui che era libero di fare ciò che più gli piaceva. Se Mamoru si fosse ritrovato ad essere figlio di Kenji Tsukino cosa avrebbe fatto?

       - Mi ricordate tanto me e tuo nonno, anche noi all’inizio non potevamo sopportarci!

   Per la prima volta in vita sua, Usagi, si ritrovò a dover dare ragione alla madre: sua nonna ormai iniziava a dare numeri. Adesso Sakura Tsukino paragonava la sua vita a quella della nipote, davvero assurdo!

       - Non è vero che io e Mamoru non ci sopportiamo; semplicemente non abbiamo molto in comune e questo ci porta a litigare… e comunque tra me e lui non c’è nulla di quello che c’era tra te e nonno, ok?

   Era meglio mettere le cose in chiaro o sua nonna si sarebbe illusa costruendo castelli, o per meglio dire grattacieli, in aria.

       - Usa-chan, ricorda che chi disprezza compra, e compra a caro prezzo!

       - Obaasan, io non disprezzo Mamoru, dico solo che noi non riusciamo ad andare d’accordo, ma per il resto lo reputo un ragazzo normalissimo!

       - Come vuoi bambina, ma sappi che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…

   Sua nonna adorava i proverbi, di questo ne era sempre stata a conoscenza, ma adesso stava esagerando. Perché non era chiara una volta per tutte?

       - E questo cosa c’entra?

       - Oneechan, davvero non ci arrivi?

   Che Shingo e la nonna avessero parlato di qualcosa che la riguardava mentre lei era con la testa in un’altra dimensione?

       - Bhè, tu non vuoi ascoltare la voce del tuo cuore…

   Ed in quel momento non voleva ascoltare neanche la voce della sua amatissima nonna ecco perché troncò la conversazione ancor prima che questa giungesse al clou.

       - Ed è molto meglio così perché credimi, se l’avessi ascoltata, già da un pezzo saresti costretta a venirmi a trovare in un carcere di massima sicurezza se ti venisse voglia di vedermi!

       - Sai che anch’io avevo progettato di uccidere tuo nonno?

       - Nonna, mi hai convita del tutto… vado a svegliare Mamoru! - Era meglio interrompere lì quell’assurda discussione… anche perché oltre a Mamoru avrebbe dovuto uccidere pure Shingo che si stava sbellicando dalle risate.

 

   Mentre saliva le scale si decise a pensare ad un problema per volta: era meglio chiarire subito con Mamoru e poi pensare a suo padre.

   Adesso il problema era come affrontare Mamoru, non voleva riprendere il discorso né tanto meno voleva che lui comprendesse parte del suo turbamento, ma non poteva fare finta di nulla, giusto? Non poteva nascondere la testa sotto la sabbia come facevano gli struzzi… non rientrava nel suo carattere. Lei era una che affrontava i problemi di petto ed avrebbe fatto così anche questa volta. Avrebbe detto a Mamoru di piantarla con quelle battute a sfondo sessuale perché lei non era come le altre e non sarebbe mai caduta nella sua rete.

   O almeno lo sperava.

   Senza neanche rendersene conto si era ritrovata davanti alla porta della camera di lui ed aveva bussato.

   Una volta, due, tre… possibile che avesse il sonno così pesante da non sentirla?

       - Pure sordo! - Non solo era un imbecille borioso, ma era anche un imbecille borioso con il sonno pesante!

   Lentamente aveva aperto la porta mettendo la testa dentro la stanza per vedere se effettivamente stesse dormendo, ma il letto era vuoto e dentro non c’era anima viva, a quel punto entrare era inevitabile. Il cigolio della porta alla sua sinistra la costrinse a girare la testa e quello che vide fu… sconvolgente.

   Mamoru, con solo un asciugamano in vita ed un altro telo più piccolo con cui si frizionava i capelli, era appena uscito dal bagno che aveva in comune con la sua camera da letto. Perfetto, se si fosse trovata in uno dei manga che era solita leggere da bambina, bhè a dire il vero ogni tanto le capitava ancora di leggerli, comunque, se si fosse trovata in uno di quei manga, la sua mandibola avrebbe toccato terra. Per sua fortuna, era nella realtà e la prima reazione del suo corpo fu quella di azzerare la salivazione, subito dopo le sue guance si tinsero di un rosso pomodoro che ben si abbinava al biondo dei suoi capelli.

   Mamoru, solo dopo aver tolto l’asciugamano dal capo, si era accorto della sua presenza.

       - U… Usagi…

   Oh. Anche lui sembrava imbarazzato. Era una fortuna, no?

       - Ehm sì… - Doveva necessariamente ritrovare il controllo del suo corpo. Per quel giorno aveva già dato abbastanza in fatto di figuracce, era necessario uscire con un minimo di dignità da quella situazione.

       - Aspetta un attimo…

   Per fortuna era stato lui a toglierla dall’imbarazzo e dopo quelle parole, era sparito dentro il bagno con dei pantaloni che solo in quel momento aveva notato sistemati sul letto…

       - Ed i boxer? - Ok! Era ufficiale: il suo cervello era andato! Era riuscita a superare un attimo di imbarazzo per crearne un altro nel giro di quanto? Due millesimi di secondi? Ma come le era saltato in mente di fare una domanda simile? Era impazzita?

   Respirare, inspirare. Respirare ed inspirare.

   Doveva tornare subito padrona di se stessa, in fondo non era nulla di che. Aveva visto Mamoru Chiba mezzo nudo, cose da tutti i giorni! 

   Dopo alcuni minuti, in cui stoicamente era riuscita a ripristinare la salivazione ed a far sparire il rossore, era seriamente preoccupata. Era impossibile che ci volesse così tanto per mettere un paio di pantaloni, Mamoru ancora non si faceva vivo ed iniziava a chiedersi che fine potesse aver fatto, che fosse scivolato dentro il bagno?  Si mise a sedere sul bordo del letto con gli occhi fissi sulla porta; se non fosse uscito entro i prossimi due minuti sarebbe entrata in bagno. Fortunatamente questa evenienza fu presto messa da parte, Mamoru era finalmente riemerso dal suo rifugio improvvisato, con indosso solo i pantaloni.

   Peccato.

       - Tutto bene? - Era stata la prima cosa che le era passata per la testa.

       - Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare nella camera di un uomo?

   Ah bene! Adesso l’aggrediva…

       - A dire il vero mi hanno insegnato a bussare sempre e comunque, anche quando si entra nella camera di una donna. E comunque, io ho bussato, sei tu a non aver sentito niente! - Se voleva buttarla sullo scontro verbale non era il caso. Anche se aveva bisogno di scaricare l’adrenalina che si era accumulata nel corso di quel pomeriggio, pomeriggio dannatamente sbagliato teneva a sottolineare, non voleva perdere tempo in un’altra lite.

       - E non ti hanno detto che si deve aspettare il permesso prima di entrare?

   Cosa diceva sempre sua nonna? La parola è d’argento, il silenzio è d’oro. Perfetto, non avrebbe parlato e non gli avrebbe dato motivo di attaccarla.

 

   Negli ultimi cinque minuti era riuscita a rimanere seduta sul bordo del letto guardandolo in faccia senza aprir bocca. Sapeva che si sarebbe infuriato ancora di più ma cavoli suoi, così imparava ad essere acido!

   Solo quando Mamoru aveva indossato una camicia tirata fuori dalla sua valigia, almeno così i suoi pensieri poco casti erano stati messi a tacere, aveva deciso che era arrivato il momento di parlare, anche perché lui sembrava intenzionato ad ignorarla da lì all’eternità.

       - Ero salita per svegliarti. A momenti mio padre sarà qui e volevo avvertirti. - Ok, era riuscita a non far capire se era turbata, arrabbiata o altro. Era un passo avanti, no?

       - Allora la farsa sta per iniziare…

   Perché le era sembrato che avesse utilizzato un tono di attesa?

       - Se sei pronto, direi di sì…

       - E la tua valigia? Se vuoi te la porto in camera.

   La sua valigia? Facendo mente locale aveva ricordato di averla letteralmente abbandonata in quella stanza dopo la divergenza di opinione di quasi due ore prima, indi per cui doveva essere ancora lì.

       - Hai ragione! Lascia stare, dopo ci penso io.

       - Insisto.

   Così dicendo l’aveva presa, come se si trattasse di un peso piuma e non di una valigia dal peso di almeno quindici chili, ed era uscito lasciando la porta della stanza aperta.

       - Se non sbaglio camera tua è questa qui accanto, giusto?

   Dal corridoio era arrivata la sua voce e questo ebbe il potere di farla alzare dal letto su cui era seduta.

   Cosa diavolo  stava facendo?

       - Mamoru ti ho detto che non occorreva, potevo pensarci io! Sai, non sono una povera invalida!

   Quando era ormai nel corridoio, Mamoru aveva aperto la porta della sua camera ed era entrato per uscirne subito dopo, a mani vuote.

       - Missione compiuta, possiamo andare.

   Sorridendo le aveva fatto cenno di scendere.

       - Tutto bene? - No, perché era parecchio strano il suo comportamento. Forse anche lui, come suo padre, aspettava il momento giusto per attaccare? Impossibile, Mamoru affondava senza fare caso al tempo, al luogo o al modo.

       - Sì. Sono pronto… se vuoi possiamo scendere.

       - Sicuro sicuro di sentirti bene? Mi sembri strano. - Forse era ancora arrabbiato per come era entrata nella sua stanza?

       - No, sto bene, grazie. Allora andiamo?

   C’era puzza di bruciato. Mamoru stava tramando qualcosa, ne era certa.

       - Non devi dirmi niente? Magari vorresti rimproverarmi qualcosa?

       - No, assolutamente. Dovrei rimproverarti qualcosa?

   Ok. Doveva preoccuparsi.

       - Fermati! Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Mamoru Chiba? - Era praticamente impossibile che quello che aveva davanti fosse il vero Mamoru.

       - Sei sicura di non essere tu a stare male?

       - Non dire sciocchezze! Mi spiegheresti che ti è preso? - Perché era inutile, anche se la guardava con lo sguardo innocente come quello di un bambino, lei era sicura che stesse nascondendo qualcosa!

       - A me nulla, sei tu quella che è strana!

       - Io non sono strana!

       - Allora mi spiegheresti il perché siamo ancora qui?

       - Sei stranamente gentile e remissivo.

       - Come scusa?

       - Ripeto: sei stranamente gentile…

       - Ho capito, ma ti rendi conto che mi sta accusando di essere gentile?!

       - So benissimo di cosa ti sto accusando, ma ti ricordo che non è normale che tu sia gentile con me senza un secondo fine!

       - Non capisco perché tu abbia sempre da ridire sul mio comportamento?

       - Mamoru, andiamo… dimmi una volta in cui sei stato gentile con la sottoscritta solo per il piacere di esserlo!

       - Usagi, non ti sembra di renderti ridicola da sola? Vuoi che sia un perfetto cafone?

   Lei non voleva certo questo, ma non si spiegava il perché fosse così… umano? Gentile? Educato?

       - Certo che no, solo che… non sembri nemmeno tu!

       - Sto cercando di essere gentile perché poco fa sono stato uno stupido, ok? Sto cercando di farmi perdonare. Va bene adesso?

   Oh. Carino da parte sua.

   Adesso capiva il perché di tutto quel pudore e gentilezza… era un gesto gentile, cortese. Però no. No che non andava bene. Lei non sapeva come comportarsi con un Mamoru gentile… aveva sempre avuto a che fare con la parte spigolosa di lui, quella strafottente e sempre pronta a buttare tutto sullo scherzo, mentre questo nuovo Mamoru… era nuovo. Sconosciuto.

   Piacevole

       - Ok! Resettiamo tutto e facciamo finta che non sia successo niente… adesso non ho il tempo per andare dietro ai tuoi sbalzi di umore, ma sappi che… ne riparleremo. Riparleremo anche di questo. - Più che altro adesso era lei ad avere gli sbalzi di umore, ma non poteva soffermarsi su questo, non con l’arrivo imminente di suo padre.

       - A quanto pare ne abbiamo di cose di cui parlare noi due…

   Ed era vero. Dovevano parlare di molte cose, due su tutte. Il rapporto di Mamoru con il padre ed il loro rapporto. Già, dovevano parlare anche di quel loro che non esisteva ma che faceva di tutto per nascere. No. Basta! Doveva piantarla di pensare a lei e Mamoru come un noi… loro erano due entità separate, e basta.

       - Non ora però. Affrontiamo un problema per volta, questo è il momento di affrontare il mio tormento personale…

       - Non ero io il tuo tormento personale?

   Ed eccolo tornare il Mamoru con cui aveva maggiormente a che fare, quello che conosceva meglio.

       - Oh, ma tu non sei un tormento… tu sei… peggio dell’emicrania… non sai quando arriva, non sai quanto dura e non sai quando andrà via…

       - Non so se sentirmi lusingato o offeso…

   A dire il vero non lo sapeva neanche lei ma il paragone le era venuto naturale. Mamoru arrivava all’improvviso, senza preavviso e le scombussolava i programmi della giornata; rimaneva con lei fino a che ne aveva voglia e poi, così come era arrivato, andava via. Lasciandola sola.

   Vuota.

       - Però hai un primato che è unico…

       - E sarebbe?

   Ok, non stava flirtando, giusto? Lei non stava facendo la gatta morta, stava solamente dicendo quello che le passava per la testa. In questo non c’era nulla di male, vero?

       - Come riesci tu a non farmi pensare ai miei genitori, non ci riesce nessuno. Grazie… - Ed in fin dei conti quello era un complimento, un signor complimento. Voleva dire che Mamoru era capace di catalizzare tutta l’attenzione sulla sua persona, impedendole di concentrarsi su altro…

       - Si tratta di un pregio o di un difetto?

       - In questo caso è un grandissimo pregio!

       - Se lo dici tu… ma adesso che ne dici di scendere mia dolce fidanzata?

       - Ruffiano! - Era inutile, Mamoru non riusciva ad essere gentile per più di dieci minuti.

 

***** ***** *****

 

 

XIX giorno

Ore 21:23

- 11 giorni all’alba

 

       - Di cosa voleva parlarmi Tsukino-san?

   Finalmente l’incontro con il misterioso padre di Usagi aveva avuto luogo. A dire il vero, era rimasto un po’ deluso nel momento in cui aveva fatto la conoscenza di Tsukino Kenji.

   Si era aspettato un uomo totalmente diverso: più alto, vista la statura del primogenito, ed anche ben piazzato fisicamente invece… invece si era ritrovato davanti un uomo normale, non eccessivamente alto, forse addirittura più basso della media, e corporatura magra; leggermente stempiato e con qualche filo d’argento tra i capelli neri; gli occhiali neri dalla montatura rettangolare coprivano degli occhi piccoli e castani che non avevano nulla di paragonabile a quelli azzurri di Usagi così simili a quelli della nonna paterna, e di questo particolare se ne accorgeva solo adesso che si ritrovava nello studio privato di quello che era il padre della sua presunta fidanzata.

       - Vorrei sapere che intenzioni hai con mia figlia.

   Quella che doveva essere una domanda, gli era suonata più che altro come un ordine. Non c'era nulla da ridire su Tsukino Kenji, andava dritto al sodo.

   Subito dopo le presentazioni ufficiali, gli aveva chiesto di incontrarsi e parlare privatamente nello studio appena conclusasi la cena che sarebbe iniziata da lì a poco, dopodiché non gli aveva più rivolto parola. Usagi era sbiancata non appena aveva sentito quella richiesta e subito era corsa a stringergli la mano, come per cercare una presa sicura per non cadere.

       - Credo che sia prematuro parlare di progetti a lungo termine, in fin dei conti io ed Usagi stiamo insieme solo da un paio di mesi. - Fortunatamente, prima di scendere per cenare, avevano concordato gli ultimi dettagli, quelli più importanti che per qualche assurda ragione avevano trascurato. Dettagli riguardo il come si erano incontrati e la durata della loro relazione; se ripensava al corso della cena ed alle domande che la madre di Usagi gli aveva rivolto, era stato da folli non averci pensato già prima, magari in macchina mentre erano diretti a Nikko.

       - Ragazzo, ti sarei grato se non mi facessi perdere del tempo.  

       - Non capisco dove vuole andare a parare Tsukino-kun. - Perfetto, se il padre di Usagi aveva deciso di trattarlo come un ragazzino lui avrebbe fatto di conseguenza prendendosi quella confidenza che non gli era stata concessa passando da un più rispettoso -san ad un più confidenziale -kun. Non aveva avuto modo di parlare con Usagi ed ipotizzare insieme il tema del loro incontro riservato, ma non era difficile immaginare di cosa si potesse trattare. Durante la cena si era chiesto più e più volte cosa potesse riguardare quell’incontro e l’unica possibile ragione era discutere di lui e di Usagi, ma non immaginava arrivasse subito al punto.

       - Voglio solo sapere se mia figlia è un diversivo o hai delle intenzioni serie. Adesso, mi sembra di essere stato abbastanza chiaro.

   Oh, era stato molto più che chiaro solo che non comprendeva come si potesse parlare in questi termini della propria figlia.

       - Vede, quello che c’è tra me e sua figlia credo che debba interessare solo ed esclusivamente noi due.

       - Dimmi, per caso sai che è già promessa  Gurio Umino?

   No. Non ne sapeva nulla e poteva immaginare perché Usagi avesse deciso di omettere quel piccolo particolare. Adesso capiva anche perché lo stoccafisso era stato invitato a trascorrere due giorni con loro in villa. Quella sera a cena, poi, non capiva perché ma quel tizio gli era sembrato più imbranato di quello che era stato la mattina in cui si erano incontrati per la prima volta al bar. Forse era stato lui a metterlo a disagio non togliendogli quasi mai gli occhi di dosso?

       - Io credo che debba essere Usagi a decidere con chi voler costruire il proprio futuro. - Anche perché era impensabile che lei, con il suo carattere, accettasse quell’imposizione senza batter ciglio.

       - Forse per gli altri è così, ma non per mia figlia. Lei è una Tsukino e deve seguire le tradizioni della nostra famiglia.

   Il modo in cui parlava era assurdo, antico, irritante. Per tutto il tempo della conversazione, ad essere sinceri erano solo cinque minuti scarsi, non aveva mai chiamato Usagi con il suo nome, come se non si parlasse del sangue del suo sangue, e non aveva mai tenuto in considerazioni quelli che potevano essere i sentimenti della sua stessa figlia.

       - Mi permetta di dissentire. Anche la figlia del nostro imperatore ha potuto scegliere chi sposare.

       - A che prezzo? Ha dovuto rinunciare al titolo imperiale.

       - Non credo che sia il caso di Usagi!

       - Ragazzo, vedi di non intrometterti in questioni che non ti riguardano. Stiamo parlando di mia figlia e so io cosa è meglio per lei!

       - Il meglio per Usagi o per le sue finanze? - Ecco, alla fine aveva ceduto ed aveva lasciato il posto a quello che era l’istinto ed aveva detto ciò che pensava davvero mandando a fanculo la diplomazia.

       - Entrambe.

       - Le ricordo che Usagi è una donna intelligente ed indipendente e non accetterà mai un matrimonio combinato!

       - Usagi è mia figlia ed è stata educata ad obbedire al volere dei suoi genitori.

       - Prima di tutto Usagi è sua figlia…

       - Ragazzo, non ci siamo capiti… tu la vuoi o no?

   Come si poteva essere così materialisti? Non riusciva a comprenderlo. Adesso capiva perché Usagi non era stata così felice all’idea di tornare a casa per quel fine settimana, chi lo sarebbe stato con un padre che ti organizzava un matrimonio con un perfetto coglione ed una madre il cui unico pensiero è di portare la figlia con sé dall’estetista perché altrimenti l’avrebbe fatta sfigurare la sera successiva al ricevimento… era assurdo, gli sembrava di essere finito in uno di quei dorama per adolescenti dove tutto era ridotto solo ed esclusivamente all’apparenza.

       - Il punto non è se io voglio Usagi, il punto è se Usagi vuole me! - Era questo il centro della questione. Non si trattava di contrattare il prezzo per una macchina, si trattava del futuro di una persona, della sua vita. Con quell’ultima affermazione aveva lasciato lo studio di Tsukino con un senso di angoscia che non si spiegava.

   E se Usagi fosse stata costretta a sposare quel tale? Lui cosa avrebbe fatto?

       - Come è andata con mio padre?

       - Uno schifo. Secondo te come dovrebbe essere andata? - Quella domanda gli sembra decisamente fuori luogo. Non era sufficiente guardarlo in faccia per capire che era stato uno sfacelo su tutti i fronti?

       - Come hai detto tu, uno schifo.

   Bene, allora perché era lì? Per innervosirlo ancora di più?

       - Volevo solo ringraziarti per ciò che stai facendo. Non è semplice avere a che fare con mio padre.

       - Non dovresti ringraziarmi tu… comunque, per evitare il matrimonio quell’ hetakuso, sono disposto a prendermela io!

       - E sarebbe un sacrificio?

       - Consoci tua sorella, quindi puoi risponderti da solo!

 

***** ***** *****

 

XIX giorno

Ore 22:50

- 10 giorni all’alba

 

   Tocchi lievi, semplici carezze.

   Paura di toccarsi e di scoprirsi.

   Paura di sbagliare, di spingersi oltre.

   Paura di aprire gli occhi e vedere che non era lui.

   Paura, semplicemente paura.

       - Sei bellissima…

   Stava tremando, e non era certo per il freddo. Cosa le era preso? Perché fino a pochi minuti prima era tutto perfetto ed adesso no? Cosa era cambiato nel giro di pochi secondi? Perché erano solo secondi quelli che erano passati da quel bacio alle carezze che adesso le stava regalando. Non era cambiato nulla, eppure adesso non era più così convinta... anche se tirarsi indietro era fuori questione.

   Lente carezze, sempre più audaci ed il cuore che batteva a più non posso, sarebbe morta da lì a pochi minuti, se lo sentiva, e dire che aspettava quel momento da tanto… da tutta una vita.

       - Usagi…

   Gli occhi erano chiusi e non aveva nessuna intenzione di aprirli, se lo avesse fatto era certa che si sarebbe bloccata dalla paura.

       - Usagi, ti prego, apri gli occhi…

   Perché? Per quale motivo… si stava così bene con gli occhi chiusi e poi quelle carezze lungo la schiena erano qualcosa di sublime…

       - Odango per favore…

   Odango? Da quando Isei la chiamava così?

   E tutto fu chiaro…

   Aprì gli occhi improvvisamente e con uno scatto si mise a sedere sul letto. Il dolore arrivò improvviso. Si portò la mano in corrispondenza della tempia sinistra iniziando a massaggiare.

       - Ohi che botta!

       - Ohi che botta? Ma cosa hai al posto della testa? Mi hai distrutto il naso, dannazione!

   Spostò di poco il capo ed i suoi dubbi trovarono conferma. Mamoru si teneva il naso con le mani e la guardava in modo torvo.

   Si era addormentata ed aveva iniziato a sognare la sua prima volta, con Isei, su quello stesso letto.

       - Sono stata io a farti quello?

       - No, cosa dici! Mi piace ricevere testate sul naso dalle persone che dormono senza permesso sul mio letto… non sia mai che riesca a farmi venire un naso più bello!

   Ok, era stata lei a fargli male. Voleva ridere della situazione ma preferì mantenere un minimo di decoro.

       - Non l’ho fatto di proposito, scusa.

       - Ci mancava anche la volontarietà, tu sei capace di malmenarmi anche mentre dormi!

   Perché doveva essere così infantile?

       - Ti ho chiesto scusa, piuttosto fammi vedere cosa ti sei fatto!

   Si era alzata per avvicinarsi ma Mamoru era già entrato dentro il bagno, probabilmente alla ricerca di uno specchio.

       - Assurdo, la prossima volta sei pregata di addormentarti nel tuo letto!

   Era meglio sorvolare sull’isterismo di lui, anche perché stavolta aveva ragione.

       - Mettiti seduto e fammi vedere che ti sei fatto.

       - Se ci permetti il medico sono io!

       - Se ci permetti il medico sono io, e tu sei il paziente! Siediti! - E con una spinta lo aveva messo a sedere sul bordo della vasca da bagno.

       - Cerca almeno di essere un po’ più delicata con il mio povero naso…

       - Sai che mi sembri una di quelle donnicciole che entrano in stato confusionale solo per un’unghia spezzata? - Si era posizionata tra le sue gambe e osservava attentamente la parte lesa; a parte l’arrossamento dovuto al richiamo di sangue nella zona colpita non vedeva altro.

       - Ti assicuro che una botta al naso fa molto più male di un’unghia spezzata!

       - Questo non lo metto in dubbio, ma io qui non vedo nulla, la radice del naso è arrossata e forse è un po’ gonfia.

       - Spostati, fa vedere a me.

   Si era alzato costringendola a fare un passo indietro, imprigionandola tra il suo corpo ed il lavabo per le mani. Mamoru fissava attentamente il suo riflesso nello specchio, concentrandosi sul naso in particolar modo e lei si ritrovò ancora più schiacciata contro il suo torace.

   Quella posizione era imbarazzante, terribilmente imbarazzante. Tossicchiò per attirare l’attenzione di Mamoru.

       - Cosa c’è adesso?

   Era tonto o cosa?

       - Potresti spostarti? Mi stai schiacciando! - Il passo indietro di lui le permise di tornare a respirare, non si era neanche accorta di aver trattenuto il fiato fino a quel momento.

       - Ti senti bene? Sei tutta rossa!

       - Si sto bene, non preoccuparti! Adesso siedi…

   Senza protestare, Mamoru si era messo nuovamente seduto.

       - Alzeresti un po’ la testa, solo un po’. - Toccarlo era fuori discussione, soprattutto dopo il sogno di poco prima.

   La sua prima volta con Isei. Non le capitava di ripensare a quel ragazzo da tanto tempo ed improvvisamente puff! Prima ne parlava con lo stesso Mamoru, naturalmente omettendo la sua reale identità, e poi lo sognava pure. A dire il vero non ricordava di aver sognato proprio Isei, più che altro aveva sognato quella stanza, una se stessa ancora diciassettenne ed un corpo sopra il suo… ma che quel corpo appartenesse ad Isei non era certa visto che il ragazzo sopra di lei era moro mentre Isei era biondo.

       - Mi fai male così…

       - Sei peggio di Ken! - In fin dei conti, con una salvietta bagnata stava solo rinfrescando la parte arrossata.

       - E chi sarebbe questo Ken, un nuovo spasimante? - Effettivamente non è che si sbagliava di molto.

       - Più o meno… giusto un paio di giorni fa mi ha proposto di diventare sua moglie!

       - E perché ci sono io qui?   

       - Oh, aspetto che diventi grande abbastanza per presentarlo a papà… - Era divertente prendersi gioco di Mamoru, dava quel senso di benessere come quando si andava a scuola e si prendeva un bel voto dopo aver studiato davvero tanto.

       - Odango, grande quanto? - E qui veniva la parte divertente.

       - Grande abbastanza per potermi sposare… credo intorno i venticinque anni, no?

       - E quanti anni dovresti aspettare?

       - Venti… - Il momento di smarrimento di Mamoru era durato giusto un attimo, poi aveva sorriso alla sua maniera, ovvero un mezzo ghigno.

       - Bhè, meglio questo Ken che lo stoccafisso no?

       - Chi scusa?

       - Il tuo promesso sposo.

   Bene, suo padre non aveva perso tempo ed aveva messo subito le cose in chiaro. Se sperava di avere un po’ più di libertà con Mamoru accanto si sbagliava di grosso, suo padre stava pressando più di prima.

       - E cos’altro ti ha detto? - Si era girata non tanto per bagnare di nuovo la salviettina, ma per evitare di guardare in faccia Mamoru. Si sentiva a disagio… si vergognava come una ladra.

       - Mi ha chiesto che ho intenzione di fare del nostro rapporto.

       - Assurdo! Mi spiace Mamoru io…

       - Ahio! Fai piano! Se te la vuoi prendere con qualcuno, fallo con tuo padre e non con il mio povero naso!

   Mamoru aveva ragione, tanto era presa dai suoi pensieri che aveva iniziato a passare la salviettina con più forza del dovuto.

       - Scusami, per tutto.

       - Tutto cosa?

       - Tutto, tutto. Per essere qui questa sera. Per mio padre. Per il tuo naso. Per averti coinvolto in questa assurda pagliacciata. Adesso scendo e spiego tutto così potrai andare e passare il fine settimana come più preferisci! - Oddio, ma perché si era lasciata coinvolgere in quella situazione? Tutta colpa di Minako… al suo ritorno l’avrebbe uccisa non aveva dubbi.

       - In fin dei conti non è così male. Ho potuto approfittare di un’ottima cena con tutti i miei piatti preferiti e di questo suppongo debba ringraziare te. Ho una stanza che è una favola. Una finta suocera che mi adora. Una finta nonna che mi ha raccontato la sua vita amorosa trovando parecchie analogie con la nostra finta relazione. Un finto cognato che mi ha dato tutto il suo appoggio per tutto o quasi… ed infine ho una finta fidanzata che ama picchiarmi per poi prendersi cura di me.

   Si era seduta sul bordo della vasca, accanto a lui, guardandosi le mani che stringevano ancora la salvietta con cui poco prima gli aveva tamponato il viso.

       - E del finto suocero che mi dici?

       - Riguardo al mio finto suocero preferisco non esprimermi… credo che esista un’antipatia reciproca.

       - Di cos’altro avete parlato? - Stavolta si era girata per formulare quella domanda che le faceva paura, sapeva comunque che era inutile. Immaginava di cosa avessero potuto parlare.

       - Di te.

   Illuminante. Questo lo sapeva già, con un gesto della testa gli chiese di proseguire.

       - Mi sembra di avertelo detto: mi ha chiesto che intenzione ho con te… ed io ho risposto che era un po’ troppo presto per fare dei progetti…

   C’era dell’altro, lo intuiva. Conosceva suo padre e sapeva che non si sarebbe mai fermato ad una singola domanda.

       - Ed avete parlato fino a poco fa?

       - No, dopo sono andato in giardino a fare un giro. Sai, avevo bisogno di prendere un po’ d’aria… per caso il tuo è un interrogatorio da finta fidanzata gelosa?

   Come al solito iniziava a fare battute deficienti.

       - Non dire sciocchezze! Volevo solo sapere di cosa avevate parlato!

       - Perché non mi hai detto del tuo fidanzamento?

   Perché se ne vergognava. Vivevano nel XXI secolo e suo padre aveva intenzione di costringerla a sposare un ragazzo che conosceva da sempre ma che non amava minimamente e che non avrebbe mai amato… la cosa assurda? Non aveva il coraggio di opporsi al volere del genitore.

       - Me ne vergognavo…

       - Effettivamente il promesso sposo non è un granché!

       - Non è solo questo… io… non potrei mai amare Umino. Ci conosciamo da sempre ma non riesco a considerarlo neanche un amico. Per me è un perfetto sconosciuto. Non voglio essere cattiva ma è goffo, non riesce ad intavolare una conversazione se non per più di due minuti, non ha nulla di quello che cerco in un uomo e poi in sua compagnia mi annoio da morire.

       - Hai dimenticato qualcosa?

       - No.

       - Io credo di sì, coraggio, dillo.

       - Non devo dire un bel niente! - Anche perché non voleva essere più cattiva del dovuto.

       - Saresti un’ipocrita se non dicessi tutta la verità.

       - Sarei ipocrita se dicessi che è importante solo quello!

       - Certo che è importante quello! Tutte le storie nascono anche grazie ad un’attrazione fisica.

       - Ma io non mi limito a guardare solo all’aspetto esteriore. - Anche se, doveva ammetterlo, il ragionamento di Mamoru non faceva una piega.

       - Vorresti dirmi che ti piace fisicamente?

       - No, non mi piace fisicamente! Contento adesso!? - Ma perché doveva metterla sempre con le spalle al muro?

       - Tuo padre mi ha chiesto se ti voglio o no.

   Mamoru aveva la capacità di spiazzarla, sempre. E poi suo padre era davvero amorevole, non c’era che dire!

       - E…

       - Ed io ho fatto la figura del fesso dicendo che dipende da te.

       - Come scusa?

       - Ti basta sapere quello che ho detto!

   Come se gli avesse detto chissà cosa. A volte Mamoru erigeva un muro invalicabile per chiunque… e lei non faceva certo eccezione. Era arrivato il momento di mettere la parola fine a quella assurda giornata. Era stanca e non vedeva l’ora di andare a dormire.

       - Non potevo sperare in un finto fidanzato migliore. Grazie. - Gli sorrise alzandosi e dirigendosi verso la porta che l’avrebbe condotta in camera sua.

       - Vai via senza esserti assicurata dello stato di salute del tuo malato? Sei poco professionale dottoressa Tsukino.

       - Sbaglio o il medico sei tu?

       - Tu hai un tocco più delicato del mio…

       - Il tuo naso è più bello di prima non preoccuparti!

       - Allora buonanotte.

       - Bhè sì, buonanotte… - Non voleva interrompere quella conversazione ma era stanca, il pomeriggio trascorso con sua nonna e Shingo era stato piacevole, anche se era stata poco presente, ma la tensione a causa dell’incontro che da lì a breve si sarebbe svolto con la sua famiglia l’aveva sfinita. Suo padre non aveva fatto brutti scherzi, a parte la richiesta di un incontro privato con Mamoru; incontro che tra l’altro doveva essere finito in parità visto che Mamoru non sembrava particolarmente turbato. Sua madre… sua madre era stata semplicemente se stessa: aveva criticato il suo taglio di capelli e la poca attenzione che prestava nell’abbinare i colori del suo abbigliamento, normale amministrazione insomma. In fin dei conti non si era trattata di una cena disastrosa, non più delle altre. Rimaneva solo una cosa da fare…

       - Niente bacio della buonanotte?

   Ed eccolo tornato il solito Mamoru, quello sempre pronto a fare allusioni.

       - No, nessun bacio… non te lo meriti!

       - Perché, che ho fatto?

       - Non mi hai detto di cosa hai parlato con mio padre…

       - Questa casa ha troppi occhi e troppe orecchie, quando saremo al sicuro te ne parlerò, promesso!

   Era divertente sentir parlare Mamoru con tutta quella circospezione, era come se davvero credesse che qualcuno li stesse spiando e lei, tanto per non lasciarlo deluso, stava al gioco.

       - Allora facciamo così, domattina ci vediamo nel giardino qui dietro, alle sette e trenta in punto e metti qualcosa di comodo, ci aspetta una bella scarpinata!

       - Ed il trattamento intensivo con tua madre?

   Sua madre aveva deciso di dedicarle una mattinata intera per rimetterla in sesto, illusa! Non avrebbe mai sprecato una mattinata chiusa in un centro estetico, non quando si trovava a Nikko e poteva passeggiare tra la campagna come non faceva ormai da anni.

       - Tu non preoccuparti per lei, ci penserà la nonna a tenerla buona!

       - Basta che non se la prenda con me!

       - Scherzi? Dopo il modo in cui l’hai corteggiata tutta la sera? Impossibile! Semmai darà la colpa a me dicendo che ti ho costretto a fare questa assurda fuga e passerò per la cattiva di turno! - Infondo era sempre stato così. Anche quando sua nonna Sakura aveva chiesto al figlio di interrompere gli assurdi corsi di portamento sua madre le aveva dato la colpa di tutto accusando proprio lei, una bambina di poco meno di cinque anni, di aver costretto la suocera ad interferire nel suo modo di educarla.

       - Non mi va di farti litigare con tua madre…

       - Mamoru, forse non ci siamo capiti… con te o senza di te, io questa gita la faccio! - Non aveva certo ideato tutto così su due piedi. Aveva già avvertito Nori-san di preparare un pranzo a sacco, e conoscendo la cuoca, era certa che ciò che avrebbe trovato nel bento sarebbe stato sufficiente a sfamare almeno tre persone.

       - Se insisti a farmi gli occhi da cerbiatta mi vedo costretto ad accettare, non posso certo spezzare il tuo cuore innamorato.

   Idiota.

       - Grazie Mamo-chan e buonanotte.

       - ‘Notte Usako.

   Aveva chiuso la porta del bagno ritrovandosi sola nella sua stanza. Era assurda quella situazione, ma in fin dei conti si stava divertendo più del previsto. Forse Minako poteva essere salvata.

 

  Era forse quella la quieta che precedeva la tempesta?

 

L’angolo dell’autrice

   Buongiorno o buonasera, dipende dal momento in cui leggerete questo capitolo!

   Sono tornata e dovete ammettere che stavolta sono stata molto più rapida, non vi ho fatto aspettare un mese come la volta precedente (sì, infatti ho fatto attendere solo 26 giorni!).

   Il problema è che, in questo momento, all’Università è in atto una sorta di insurrezione ad opera dei professori che si stanno rifiutando di fare esami nelle date concordate e questo, oltre che causare nervosismo crea anche un bel po’ di disagi perché, effettivamente, non so come organizzarmi e quali esami sostenere. So che questa non è una buona giustificazione ma vi prego di perdonarmi, non posso farci nulla, se non ho la mente serena non riesco a scrivere.

   A questo aggiungete che la mia dolce metà è stata via una settimana e senza i nostri litigi quotidiani non sapevo come andare avanti potete capire in che stato di profonda apatia ero precipitata.

   Infine considerate che il capitolo di per sé è stato ostico, tutta colpa di Mamoru, a questo punto potete anche capirmi. La prima parte è nata da sola, scrivendo, la seconda è stata davvero un inferno tanto che è stata riscritta per ben tre volte cambiando di volta in volta contenuto e stile…

   Vorrei fare alcune precisazioni, ad inizio capitolo quando Usagi è ancora con nonna Sakura e Shingo, lei stessa afferma che Mamoru la consideri alla stregua di un passatempo… ci terrei a sottolineare che questo pezzo è stato scritto in tempi non sospetti, cioè il 14 ottobre, il giorno dopo la pubblicazione del capitolo XVI, quando ancora la Divina Capa (per chi non lo sapesse mi riferisco ad Ellephedre) non aveva aggiornato Verso l’alba con la parte relativa a Makoto e Gen. Dico ciò a scanso di equivoci! Altra strana analogia che colgo con Verso l’alba, magari sono solo miei fisime mentali ma è giusto dirlo, riguarda allo scambio di battute tra Mamoru e Kenji nella mia fic, ed un pensiero che Gen formula riguardo alla maniera calorosa con cui Makoto si riferisce ad Alexander. Anche questo pezzo è stato scritto in tempi non sospetti, e la strana analogia è stata già fatta presente alla stessa Ellephedre nella mia recensione al suo ultimo capitolo.

   Chiudo qui la parte relativa alle analogie e passo all’analisi del capitolo.

   Tutti vi aspettavate di vedere e conoscere i genitori di Usagi ma così non è stato. Non ci saranno altre presentazioni ufficiali a voi lettori, no. La storia era nata così e così proseguirà. I signori Tsukino dovevano essere presentati in questa maniera ed avranno lo spazio che ho stabilito all’inizio della fic e questo non perché io non voglio dedicare loro del tempo ma solo perché la loro presenza fisica effettiva non rientra nella trama della storia. Non vorrei sembrarvi supponente o altro con questa dichiarazione ma è necessario mettere le cose in chiaro, almeno per non deludervi.

   Altro tema è quello del matrimonio combinato, in Giappone chiamato omiai kekkon,  pratica comune fino a non molti anni fa e non è scomparsa neppure oggi. Semmai è cambiata motivazione e forma. In origine l'obiettivo era quello di legare famiglie di pari status socio-economico, adesso a ricorrervi sono per esempio manager tanto impegnati nel lavoro da non avere il tempo di conoscere ragazze. Queste informazioni sono tratta dal sito Anime & Manga. Per quel che riguarda Usagi, il matrimonio con Umino è stato stabilito da suo padre per aumentare il prestigio della famiglia Tsukino.

   Quello che dice Mamoru, riferito alla figlia dell’Imperatore è vero. Sayako Kuroda, figlia dell’Imperatore Akihito e dell’imperatrice Michiko, il 5 novembre 2005 sposando il non nobile Yoshiki Kuroda (di cui prese il cognome), perse il titolo imperiale ed abbandonò, di conseguenza, la dinastia imperiale, come richiesto dalla legge. (Fonte Wikipedia)

   Con questa ultima precisazione chiudo il capitolo sperando di avervi fatto sorridere (soprattutto quando Mamoru esce mezzo nudo!) e non avervi deluso. Adesso passo a ringraziare singolarmente quelle 15 fanciulle che hanno trovato il tempo per dedicarmi qualche riga.

 

RINGRAZIAMENTI:

 

- ROMANTICGIRL: Ciao Roxy! Adesso che il mio Lui è a Catania con me va più che bene! Sono felice che nonna Sakura ti piaccia e sì, quel “benedetta ragazza!” è ripreso proprio da Luna ed era giusto dare un po’ di spazio anche alla nostra micia preferita, o no? Lo sguardo mamuresco ha fatto breccia solo nel cuore tuo e di Sho Ryu Ken, le altre hanno sorvolato sul particolare… e per quel loro battibeccare, che vuoi farci non sanno comunicare in altra maniera questi due! Secondo me se gli facciamo “sbattere” le teste si sente l’eco tanto sono vuote! Sono due zucconi e non vogliono capire nulla, ma per fortuna c’è Mamma-Carmen che risolve tutto, coi suoi tempi ma lo farà! Per quel che riguarda il contatto ravvicinato ti posso dire che ci sarà, quando? Segreto… adesso però scappo dalle altre, un grosso bacio ed ancora complimenti per la torta bellissima per gli occhi e buonissima per le papille gustative! Un abbraccio, alla prossima!

 

- PINGUI79: Ciao Kià! Allora, adesso in me si è scatenata la crisi… ma se lo scorso capitolo era così bello, questo come le sembrerà? Rispondo io per te: uno schifo, un po’ come Mamoru ha risposto a Shingo! Quello che sto cercando di fare è di scrivere in parallelo quello che sono i pensieri di Usagi e Mamoru, per farlo, però, mi serve tempo e soprattutto devo capire cosa vogliono i due personaggi. Un errore che commettevo in passato in qualità di autrice era scrivere quello che si aspettavano i lettori, oggi non è più così. Oggi scrivo ciò che vogliono, a volte pretendono, i personaggi che utilizzo. Lo so che sembra assurdo ma si crea una vera e propria interazione tra me e Mamoru (e no, non gli faccio proposte hentai!) e tra me ed Usagi, li lascio parlare e poi scrivo tutto nero su bianco. Per rimarcare il concetto espresso ti porto ad esempio i genitori di Usagi. Se avessi agito come in passato avrei dedicato un capitolo intero alla cena mentre così non è stato. I signori Tsukino sono nati come personaggi di contorno e tali resteranno. La cena è stata presentata solo con brevi battute, immagino che qualcuno sarà deluso da ciò ma non potevo fare diversamente. La storia non richiede di sapere per filo e per segno cosa si dicono i commensali a tavola ed aggiungerlo avrebbe appesantito e rovinato il tutto. Grazie per i complimenti riguardo le battute, credo che lo scambio diretto tra i due sia quello che mi riesce meglio, esalta pure me quando lo scrivo. Adesso ti saluto e spero che a Vicenza le cose siano migliorate, un abbraccio, alla prossima!

 

- MICINA82: Ciao Giovanna! Ma io non voglio ucciderti, lo giuro! Solo che la mia vita purtroppo è imprevedibile e l’assenza di una settimana del mio fidanzato partito per Milano è coincisa con l’assenza di ispirazione (sarà che mancava il mio adone?), strane coincidenze della vita. Se poi consideri che il mio lui si è fatto venire l’influenza giusto al suo rientro a Catania ed io ho fatto da crocerossina (preferita) per un’intera giornata, puoi capire perché i tempi di aggiornamento si sono allungati ulteriormente! Ora però, ‘uaglioncella mia, tutti questi complimenti mi fanno girare la testa! La tua arte nell'affrescare i personaggi e modellarli e pennellare ogni minimo particolare psicologico è stupefacente… Giovannina ma sei sicura di parlare di me? No, perché io non credo davvero di essere così brava, sto attenta a ciò che scrivo e come e quando lo faccio scrivere, ma ancora ne devo fare di strada per essere definita con aggettivi (stupendi) che hai utilizzato tu! Per quel che riguarda la valigia… ahaha… hai visto che senza conoscerti fisicamente ho fatto riferimento alla tua vita? Povero tuo marito, lui voleva fare il macho e conquistarti mettendo in mostra i suoi muscoli e tu lo hai ridimensionato con una sola parola! Bravissima! Poi ti racconto la prima volta che Gio mi ha rivolto la parola, vedi che anch’io non sono stata diversa da te. Per quel che riguarda l’entrare nella testa dei personaggi… credo che ciò avvenga perché sto cercando di descrivere qualcosa di realisticamente possibile ed è facile immedesimarsi in quello che accade loro. Per quel che riguarda il dilatare i tempi della storia non credo che si corra il rischio. Quando si dichiareranno? E secondo te lo vengo a dire a te che poi non segui più e non leggi più? Sono perfida per tua stessa ammissione! Ma sta tranquilla, si dichiarano e per farti felice aggiungerò qualche scena di vita di coppia, almeno così vedrai come sarà stare insieme… e ti assicuro, i battibecchi ci saranno… quelli sono il condimento della vita! Adesso chiudo anch’io, se hai bisogno sai dove trovarmi, adesso scappo alle altre recensioni, un bacio a sentirci presto…

 

- M00NLIGHT: Ciao Ale! Grazie, ma tutti questi complimenti rischiano di farmi montare la testa! Seriamente, io non merito tutto questo gran parlare, sto migliorando questo sì, me ne accorgo anch’io ma non sono arrivata a livelli da… urlo! Ho provato a non farti aspettare un mese, spero di esserci riuscita, mi sono impegnata ma, come ho detto, la parte dedicata a Mamoru è stata davvero ostica, tanto da essere stata riscritta, di sana pianta, per ben tre volte. Spero solo che Kenji non ti abbia deluso! Alla prossima!

 

- SAILORM: Ciao Patrizia! Ma che ripetitiva, come ho avuto modo di dire i complimenti fanno sempre piacere, molto piacere… e poi sono anch’io ripetitiva dicendo che tutto questo clamore per la mia fic mi sembra eccessivo, non è che è tutto ‘sto grandissimo capolavoro! I loro diverbi sono il sale della mia vita, almeno per il momento che mi trovo il fidanzato un po’ fuori fase per la sua tesi e che quindi non può essere disturbato con questo genere di battibecchi tra innamorati! Finalmente si è conosciuto Kenji, mi auguro solo di non averti delusa… adesso ti saluto, alla prossima!

 

- SHO RYU KEN: Ciao Irene! Allora, il fatto che tu possa recensire anche i capitoli precedenti mi riempie di gioia (tanto che ho iniziato a ballare la Samba!), ma non devi sentirti obbligata a farlo, sia chiaro. Non parliamo di statura, ti prego, io come mi ha fatto notare un’utente di EFP (Pingui/Kià, sei forse tu?)  non sono bassa, sono solo diversamente alta e da quando ho scoperto questo particolare, ogni volta che mi fanno notare la mia bassezza li metto a tacere con questa risposta, fidanzato compreso! Per quel che riguarda il miscelare l’orientale e l’occidentale è un lavoro un po’ lungo e difficile che mi porta via un po’ di tempo e per questo gli aggiornamenti sono così lunghi. In poche parole non voglio stravolgere i personaggi (eccetto Mamoru che è così spregiudicato perché ha vissuto per un periodo di tempo negli USA ed ha fatto propri determinati atteggiamenti occidentali che saranno meglio espressi nel prossimo capitolo) ma voglio renderli più sciolti e meno legati a stereotipi, spero di riuscirci davvero. Per quel che riguarda la villa di Nikko nel prossimo capitolo, quello della festa, si dovrebbe capire meglio, ho intenzione di descrivere il tutto per bene, senza però essere prolissa e noiosa. Per quel che riguarda il personaggio di Arisa ha fatto una comparsata e credo che un’altra la farà anche nel prossimo capitolo mentre per lo sguardo mamuresco, non so perché ma solo tu e Romanticgirl lo avete colto! Si vede che le altre erano concentrate su altro (ripetizione noiosa ma necessaria!). Per quel che riguarda Raku mi sono divertita a scrivere di lei perché ho preso spunto da un episodio capitato ad un amico mio, solo che quella era una paziente e non una fidanzata e lui è dovuto andare dal primario del reparto (psichiatria) a denunciare il fatto altrimenti avrebbe rischiato di perdere il posto. Per quel che riguarda Mamoru, lui ci prova a rimediare ma la sua indole è quella di corteggiatore quindi mi sa che ci saranno ancora altri momenti di tensione e liti (vedi prossimo capitolo). Grazie per questa bella recensione, magari se hai tempo potresti recensire anche questo capitolo qui, no? Grazie ancora ed alla prossima!

 

- STELLA93MER: Ciao Lia! Grazie per avermi rassicurato riguardo il capitolo precedente. Effettivamente, ogni volta che scrivo un nuovo capitolo, ho il terrore di deludere le lettrici perché io ho la storia impostata in una determinata maniera e spesso le richieste fatte da chi legge non coincidono con la mia visione della storia e da qui partono tutti i miei trip mentali! Conoscere la situazione sentimentale, passata e presente, di Mamoru era inevitabile a mio avviso perché così si delinea anche il suo personaggio. Altro problema sono i genitori di Usagi. Nel mio immaginario il loro ruolo era quello che ho lasciato anche in questo capitolo, mi sono detta che era inutile aggiungere altro perché la storia non lo richiedeva. I signori Tsukino compariranno nel prossimo capitolo, ed anche in quello successivo per poi fare i bagagli e sparire. Forse resteranno per un po’ Shingo e la nonna ma non ne sono sicura. La storia è stata concepita in tale maniera e non voglio cambiarla. Per quel che riguarda il concetto di autocritica ti posso dire che hai perfettamente ragione però, se sei come che poi ti adagi sugli allori, allora è meglio lesinare gli autocomplimenti ed abbondare con le autocritiche! Adesso ho finito, grazie per il sostegno, alla prossima!

 

- PIRILLA88: Ciao Vale! Che bello, una delle due nane mi viene a trovare, magari cerca di portarti anche l’altra, quella partenopea, sarei curiosa di leggere una delle vostre recensioni congiunte solo per me… sarebbe come vincere un Nobel per la Letteratura (i pomodori me li lancio da sola, non temere!)! Mio Dio, hai letto i miei primi obbrobri, che vergogna! No, a parte gli scherzi, quelle storie meritano una messa a nuovo sia dal punto di vista stilistico sia dal punto di vista ortografico (soprattutto). Sono felice che questa storia ti piaccia, mi rende felice sapere che questo lavoro stia riscotendo davvero tanto successo… fic da leggere? Se vai nella mia pagina autore ci sono tra le mie preferite molte storie su Sailor Moon, dai un’occhiata. Ma visto che leggi Verso l’alba ti consiglio di leggere tutta la produzione di Ellephedre, conosciuta anche come Divina Capa! Adesso chiudo, ti aspetto con la mia aretina, ok? Un bacio, alla prossima!

 

- PERA11: Ciao Sara! Prima di tutto mi spiace per la tua grave perdita; posso immaginare, ma non posso comprendere a pieno, il tuo stato d’animo perché, come hai detto tu stessa, ahimè, anch’io ci sono passata. Mi auguro solo che tu adesso stia trovando la forza per andare avanti e tirarti fuori da questo momento no. Credo, a questo punto, che sia meglio passare a temi meno pesanti e più futili: la mia fanfiction! Grazie per l’apprezzamento riservato alla mia fanfic, non può che rendermi felice, soprattutto per quel che riguarda il carattere dei personaggi. Sto provando, giuro mi sto impegnando tantissimo, a mantenere quelli originali ma contemporaneamente sto cercando di trasformarli e renderli più maturi ed anche più adatti al contesto in cui vivono perché un conto erano gli anni ’90, quando andava in onda Sailor Moon ma anche il periodo storico in cui era collocato temporaneamente l’anime, un conto è ambientare una fanfiction 20 anni dopo… e poi Mamoru viene da un’esperienza all’estero dove ha avuto modo di conoscere usi e costumi di altri paesi ecco perché sembra più spregiudicato di altri personaggi. Per quel che riguarda il concetto di amicizia, vedo che la pensiamo alla stessa maniera. Un amico è tale perché sa passare sopra a tutto, anche alle litigate più feroci, l’importante è non tradire mai la sua fiducia. Allora, ti do un piccolissimo spoiler, il prossimo capitolo dovrebbe avere come tema la perdita della verginità di Usagi e la reazione annessa di Mamoru, ma non dico altro. Il loro punzecchiarsi è tratto dalla mia vita quotidiana ecco perché lo scambio di battute sembra così reale. Adesso chiudo anch’io e spero, studio e pigrizia permettendo, di leggere un’altra tua recensione, alla prossima!

 

- AINECHAN: Ciao Margherita! Ti ringrazio per questi complimenti davvero poco meritati. Lo scorso capitolo è stato molto più semplice di questo, lo ammetto, ma non credo che sia tutto questo capolavoro, è stato piacevole, ma i capolavori sono altri, ed io sono ancora lontana dal riuscire a scriverne, e credimi, la mia non è falsa modestia. Effettivamente i due già in passato hanno provato qualcosa l’uno per l’altra, un qualcosa che oggi sta germogliando nuovamente per questo stretto contatto voluto, preteso, da Mamoru, ma vedremo come andrà a finire! Sakura Tsukino non subire nessuna evoluzione di sorta, rimarrà quella che avete conosciuto, non ho eclatanti rivelazioni per lei altrimenti rischierei di trasformare questa fanfiction da un qualcosa di realistico in un qualcosa tipo Beautiful! Per quel che riguarda i genitori di Usagi, come hai potuto leggere nelle note finali del capitolo, ho deciso di seguire l’idea originale della storia e non trasformare ulteriormente i loro personaggi, non appesantirli, per una volta sono rimasta fedele alla mia idea, spero solo di non avervi deluso. La cena è stata descritta a tratti da Mamoru ed Usagi, ho preferito fare così piuttosto che descrivere passo per passo quello che si erano detti e cosa avevano fatto! Usako e Mamo-chan al momento sono ancora ai nastri di partenza e credo che non abbiano nessuna intenzione di partire, almeno per il momento! Mi auguro che anche questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento… alla prossima!

 

- MARYUSA: Ciao Mary! Come va? Adoro quella Sailor Moon fatta all’uncinetto, mi sembra di avertelo già detto, ma lo ribadisco: sei bravissima! Non preoccuparti se non ricordi di recensire, non sei obbligata a farlo, ma non nego che le recensioni mi dispiacciano, al contrario, ogni volta che ne ricevo una sono al settimo, forse ottavo, cielo! Grazie per i complimenti, ma di sto passo rischio di montarmi la testa, davvero. Posso dirti da subito che nonna Sakura non nasconde nulla, è proprio così, magari può sembrare un po’ svampita ma è solo apparenza. Mamoru, nello scorso capitolo, ha lasciato libero sfogo ai suoi ormoni ed ha rischiato di dormire fuori all’agghiaccio, meno male che Usagi è rimasta da sola a sbollire anche se il suo caro fratello e la sua amatissima nonna hanno cercato di farle saltare i nervi… adesso però chiudo, passo alle altre! Grazie per i complimenti, mi fa davvero piacere sapere che la storia, ed i personaggi, ti piacciano tanto. Alla prossima!

 

- LUCIAEKAITO: Ciao Federica! Innanzitutto benvenuta e grazie per aver lasciato sia il nome che una recensione… passando alle tue domande… bhè… non so quando aggiornerò perché al momento cerco di conciliare studio e scrittura e per il numero di capitoli… non saprei proprio la storia è ben delineata nella mia mente ma al momento la parte finale è un po’ nebulosa e non so come andrà a finire… adesso ti saluto. Alla prossima!

 

- HEARTRACING: Ciao Alice e benvenuta anche a te! Ti ringrazio per i complimenti, fanno sempre piacere (molto piacere!) ma ti assicuro che non sono così brava, c’è gente che è molto più dotata di me… magari posso considerarmi brava perché riesco ad andare incontro ai gusti dei lettori, ma dai, non sono un fenomeno nello scrivere! Finalmente il capitolo nuovo è arrivato, adesso ti saluto! Alla prossima!

 

- MINERVA_89: Benvenuta tra chi commenta questa fanfiction, so che segui la mia fic da tempo e sono felice che tu abbia deciso di lasciare anche una traccia più consistente del tuo passaggio! Grazie di cuore! Le cose si fanno sempre più interessanti, è vero, e per me si fanno più complicate perché non vorrei cadere nel banale ecco perché a volte i tempi di aggiornamento si allungano ulteriormente. Con il tempo, mica tanto, vedrai che si avvicineranno! Grazie per questa recensione, spero di poter leggere ancora tue recensioni! Alla prossima!

 

- STAR86: Ciao e benvenuta! Grazie per i complimenti ma non credo di meritarli, non ho scritto nulla di trascendentale. Per quel che riguarda i battibecchi tra Mamoru ed Usagi sono così frizzanti perché parte di questi sono presi dalla mia vita quotidiana con la mia dolce metà… credo che sia questo il motivo di tanta briosità, si tratta di qualcosa vero e per nulla costruito. Grazie per questi complimenti, davvero. Adesso ti saluto, alla prossima!

 

   Per adesso è tutto. Di sotto c’è un piccolo schemino con la cronologia dei fatti. Spero che vi sia utile per raccapezzarvi.

 

- Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per Mamoru.

 

- Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese.

 

Grazie alle 45 persone che hanno inserito la fic tra le preferite:

 

1. Ainechan;

2. Angelica82;

3. bells7791;

4. brescy;

5. bunny65;

6. Catan

7. chichilina;

8. dancemylife;

9. e1994

10. ertila;,

11. Failenn;

12. favola08;

13. Florence;

14. Gaia;

15. GioRock;

16. girovaghi;

17. hoshi90;

18. lagadema;

19. LAS;

20. luna88;

21. lutrien;

22. m00nlight ;

23. marta86;

24. Martina van der woodsen;

25. maryusa;

26. miki90;

27. Morea_91;

28. pinfrose;

29. polgara ;

30. pulcinaele87;

31. Pulcinomi;

32. QueenSerenity83;

33. roby1150;

34. roby2285;

35. Rox;

36. Sho Ryu Ken;

37. stella93mer;

38. sweet_ebe;

39. Tappetta4;

40. Thaila;

41. vanny 3;

42. verdi88;

43. VivianaRossa;

44. _gIuLiNa_;

45. _sakura_;

 

Soprattutto a e1994, luna88 e Sho Ryu Ken e _gIuLiNa_ le ultime arrivate. (mi spiace aver perso giulyangel, giovywanda)

 

Grazie alle 84 persone che hanno inserito la fic tra le seguite:

 

1. AironeSolitario;

2. Allen_Anne_Black;

3. Angelica82;

4. angle;

5. Antalya;

6. aquizziana;

7. artemis5;

8. ashar;

9. bells7791;

10. birillo;

11. bren;

12. bunny1987;

13. carmy_88;

14. Chichilina;

15. Cipychan87;

16. cupidina 4ever;

17. DeepDereck;

18. elie84;

19. Ellephedre;

20. elo1401;

21. Enza85;

22. Failenn;

23. Fairfax;

24. fantasy75;

25. Fantasy_Mary88;

26. fasana;

27. favola08;

28. Frogvale91;

29. Gaia;

30. Gigettina;

31. giovywanda;

32. hoshi90;

33. hypatia_of_alexandria;

34. igniflia;

35. ilary;

36. kikka8882;

37. kiss88;

38. laplop;

39. LAS;

40. Lisanechan;

41. LittleSimo;

42. luciaekaito;

43. lyn81;

44. micina82;

45. Miky 483;

46. Minerva_89;

47.  Moons Tear;

48. Morea;

49. Morea_91;

50. Mudvayne;

51. muryhana;

52. Neptune87;

53. panuela;

54. Pera 11;

55. pirilla88;

56. Pluto90;

57. Poisonivy;

58. PolvereDiLuna;

59. Potter92;

60. pulcinaele87;

61. Ro90;

62. romanticgirl;

63. sailorm;

64. sasamy;

65. shalya;

66. Shia;

67. simo87;

68. sortilegio;

69. star86;

70. Stefania881;

71. Strega_Mogana;

72. SweetCherry;

73. Tappetta4;

74. Toru85;

75. Truelove;

76. Unique;

77. usachan;

78. vale_129;

79. VaMpIrA89 ;

80. verdi88;

81. VioletPrincess;

82.  _Maddy_;

83. _Sofia_;

84. _gIuLiNa_;

 

 

   Un grazie particolare a giovywanda, PolvereDiLuna, sasamy, star86 e _gIuLiNa_ le ultime arrivate.

 

Grazie alle 8 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate:

 

1.      Alebluerose91;

2.      chiara84;

3.      miss moonlight;

4.      Mia_Sev;

5.      Morea_91;

6.      pulcinaele87;

7.      rosy83;

8.      star86;

 

 

P.S. Una piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno distanti! Grazie!

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Capitolo 19
*** Capitolo XVIII ***


Nuova pagina 1

Note:

 

- Chuzenji-ko: Il lago Chuzenji (Chuzenjiko) è un bellissimo lago con rive boscose, ai piedi del vulcano sacro del Monte Nantai ad Okunikko. Il lago è stato formato dai flussi di lava provenienti dal vulcano, spento ormai diverse migliaia di anni fa. Fa parte del Nikko National Park.

 

- Nikko: letteralmente "luce del sole") è una città che si trova nella regione montuosa della prefettura di Tochigi, in Giappone, circa 140 chilometri a nord di Tokyo. La città è una popolare meta turistica, in quanto contiene numerosi monumenti storici (alcuni molto antichi) che le sono valsi l'inserimento nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Secondo una stima del maggio 2006 la città ospita 93.568 abitanti su di un'area di 1.450 chilometri quadrati, con una densità di 64,53 abitanti per chilometro quadrato I monumenti più importanti della città sono il Tempio di Nikko, dedicato allo shogun Tokugawa Ieyasu di cui è il mausoleo, il tempio dedicato a suo nipote Tokugawa Iemitsu e il tempio di Futarasan, risalente al 767. Nella regione circostante vi sono inoltre numerose sorgenti termali (onsen), mentre nelle montagne a ovest della città si trova il parco nazionale di Nikko, con alcune cascate e percorsi altamente spettacolari. Il 20 marzo 2006 la vecchia città di Nikko si è fusa con la città di Imaichi e le municipalità di Ashio, Fujihara e Kuiyama, dando come risultato la nuova città di Nikko. Il municipio della nuova città si trova nell'edificio che ospitava il vecchio municipio di Imaichi. A Nikko è nato Masaru Ibuka, co-fondatore della Sony. (Fonte Wikipedia)

 

- Mizaru, Kikazaru e Iwazaru: sono le tre scimmie sagge che si tappano con le mani rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca,sono rappresentate in una cornice di legno nel santuario di Toshogu a Nikko. Le parole composte “mizaru”, “kikazaru” e “iwazaru” (i nomi delle tre scimmie) significano rispettivamente “non vedo”, “non sento” e “non parlo”. Le tre scimmie erano le tre guardiane simboliche del mausoleo dello Shogun Tokugawa Ieyasu a Nikko. Erano incaricate di evitare che il chiacchiericcio dei visitatori alla tomba interrompesse il sonno dello Shogun. Tokugawa era un uomo saggio che parlava solo di cose che conosceva oppure preferiva semplicemente guardare lo scorrere del fiume. (Fonte Wikipedia)

 

- Tifoni: in Giappone i tifoni sono numerati e non hanno nessun nome proprio come invece potrebbe accadere negli USA.

 

- Drama: in Giappone vuole dire serie televisiva, un tipo di telefilm che dura circa 11, 12 puntate. Normalmente in Giappone danno una puntata alla settimana, una seria dura per circa 3 mesi. Se comincia una volta la serie, l'orario rimane fisso.

 

- Parco Ichinohashi: esiste davvero e si trova nei pressi del quartiere Azabu-Juuban dove è ambientato l'anime Sailor Moon.

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XVIII

 

XX giorno

Ore 00:54

- 10 giorni all’alba

 

   Chiudere gli occhi e non pensare a nulla.

   Chiudere gli occhi ed immaginare un corpo invece di un altro.

   Chiudere la mente, il cuore, la ragione e lasciarsi trascinare dalle emozioni del momento.

   Aprire gli occhi e tornare alla realtà.

   Aprire gli occhi e specchiarsi in delle pozze scure che non sono quelle desiderate.

   Aprire gli occhi, la mente, il cuore e sentirsi delle stupide perché Saitou Isei non è Lui.

   Si dice che la prima volta sia sempre…

                       

   Aveva chiuso il diario con un gesto secco sdraiandosi sul letto. Non voleva leggere altro. Non era giusto per i protagonisti di quelle pagine, per ciò che c’era scritto… non era giusto per sé.

 

***** ***** *****

 

   XX giorno

Ore 6:34

- 10 giorni all’alba

 

   Quella mattina si era svegliata piena di energie e buoni propositi; bhè a dire il vero aveva un unico obiettivo per quella giornata: non litigare con Mamoru.

   Obbligatoriamente.

   Era scesa in cucina che non erano neanche le sette ed aveva trovato Nori-san  che preparava il bento che avrebbe portato con sé; convincere la cuoca che quello che aveva già cucinato era sufficiente per due persone – volendo, anche per quattro – era stata un’impresa titanica ma alla fine aveva vinto lei.

   Risalita in camera - con il bento stretto al petto come se potesse scapparle via da un momento all’altro - aveva tirato fuori dall’armadio lo zaino che anni prima utilizzava per le sue escursioni e, sempre dall’armadio delle meraviglie, aveva preso anche una coperta sulla quale stendersi per consumare il pranzo.

   Per un attimo si era chiesta se non si stesse facendo prendere troppo dall’entusiasmo: in fondo si trattava di una gita di mezza giornata, con Mamoru tra l’altro; ragionandoci era giunta alla conclusione che no, non stava esagerando nel prestare attenzione anche ai dettagli: era nella sua natura essere perfezionista.

   Certamente

   Aveva sistemato tutto dentro la sacca da viaggio guardandosi attorno, come se stesse dimenticando qualcosa di importante. Era da quando aveva aperto gli occhi che aveva questa fastidiosa sensazione, ma non riusciva a comprendere cosa potesse essere. Aveva controllato per ben tre volte il contenuto del suo zaino ed era certa di non aver dimenticato nulla, era tutto lì dentro: il bento, il termos con il the, i fazzolettini, la coperta, c’era tutto, per fino una felpa in più nel caso avesse sentito freddo. Non aveva dimenticato nulla di nulla. Dandosi della stupida per tutte quelle paranoie, di corsa era uscita dalla stanza, come quando era bambina e non aveva pensieri per la testa.

   Si sentiva elettrizzata all’idea di quella giornata in campagna: era inutile negarlo, era euforica come non le capitava da anni e comunque, tutto quell’entusiasmo, non era certo da attribuire alla presenza di Mamoru Chiba.

   No, affatto.

   La verità era che voleva rilassarsi e fare incetta d’aria pura visto ciò che l’aspettava quella stessa sera: la festa d’anniversario dei suoi, indi per cui, la fiera della falsità.

   Odiava le feste in famiglia… famiglia poi era una parolona visto che i suoi genitori erano figli unici. Non si poteva neanche contare sulla presenza dei nonni materni visto che erano morti e sepolti da più di venti anni; lo stesso valeva per il padre di suo padre, scomparso ancora prima degli altri. No, quella non era per nulla una festa in famiglia.

   Assolutamente.

   Quella sera ci sarebbe stata la crème della crème di tutta Tokyo, o forse del Giappone. Non si sarebbe stupita di trovarsi a discutere con qualche deputato, oppure un ministro, non era la prima volta che le capitava.

   Suo padre era solito circondarsi di uomini di potere e sua madre, da perfetta compagna, pensava ad ingraziarsi le mogli, fidanzate, accompagnatrici di quei loschi individui. Che poi, poveracci, non erano proprio loschi individui, semplicemente lei non riusciva a tollerare gli uomini di potere e per questo li catalogava tutti come, appunto, persone poco raccomandabili. Le davano la nausea visto che, il più delle volte, dimenticavano che prima di essere politici erano uomini e come tali avevano pregi e difetti, nel loro caso, poi, erano più i difetti che i pregi. La logica del potere - o forse era la logica dei Tsukino? - avrebbe voluto che anche lei e Shingo si comportassero alla stessa maniera ma, fortunatamente, Kenji e Ikuko non erano riusciti a trasmettere il gene dell’ipocrisia a nessuno dei due figli che passavano quelle serate con sorrisi di plastica stampati in faccia, sorrisi che il più delle volte provocavano dolori ai muscoli facciali per almeno una settimana.

   Alla luce dei fatti, quella mattina in libertà, era di vitale importanza come l’acqua nel deserto.

   Necessariamente.

   In quella prima parte di giornata, unica nota negativa sarebbe stata l’assenza del fratello e della nonna.

   Il primo perché impegnato con il padre: dovevano discutere dello studio legale di Montreal; come se Kenji non sapesse già tutto, compreso il numero di particelle di polvere presenti all’interno del grattacielo di vetro e cemento dove avevano sede gli uffici presso cui lavorava il primogenito.

   Sua nonna, invece, non si era potuta aggregare perché ormai, vista l’età, non riusciva più a camminare per molto tempo in strade normali, figurarsi per le stradine sterrate come quelle che portavano al lago di Chuzenji-ko, meta di quella gita.

   Solo quando era scesa in giardino, era riuscita ad accorgersi della presenza dei primi operai che sistemavano le decorazioni floreali negli angoli più suggestivi del giardino, altri giravano per casa cambiando la disposizione dei mobili e sistemando le diverse composizioni; dalla cucina si sentiva Nori-san agitarsi ed alzare la voce contro “quegli invasori dalla erre moscia”.

   Quella si prospettava davvero come una giornata infernale, meno male che stava per scappare!

   Dalla tasca della felpa aveva tirato fuori una mela, subito dopo il primo morso Mamoru aveva fatto la comparsa con in viso l’espressione meno adatta ad una gita all’aria aperta. Era evidente come il suo umore non fosse al massimo, anzi, le era apparso più nero del solito ma aveva deciso di non darci peso. Quella mattina aveva intenzione di rilassarsi…

   E basta.

       - Tutto bene? - Era pur sempre un medico e non poteva certo far finta di nulla quando si accorgeva che qualcuno stava male.

       - Sì, grazie.

       - Hai una faccia! Dormito male?

       - Sì, se l’interrogatorio è finito possiamo andare?

   Ed ecco che Mamoru lo scorbutico, o Mamoru lo zotico come preferiva chiamarlo Rei, era tornato a farsi vivo.

   Aveva preferito tacere e far finta di nulla, dopotutto quella mattina doveva essere rilassante, solo ed esclusivamente rilassante. Ecco perché aveva alzato gli occhi al cielo, sbuffato un paio di volte, cercato di contare fino a cento per poi stamparsi un finto sorriso, come quelli che avrebbe elargito agli ospiti della festa di quella sera, e sistemato lo zaino sulle spalle per iniziare ad incamminarsi ignorando totalmente la pseudoconversazione appena avvenuta.

   Usagi fai buon viso a cattivo gioco, ricorda: non vuoi litigare con Mamoru e se lui sta in silenzio ciò sarà possibile. Senza le sue battute infelici, vedrai che sarà più facile godersi la giornata in santa pace.

   E subito dopo quel pensiero si era rimessa in marcia con l’animo un po’ più leggero e sperando nel miglioramento dell’umore di lui nel corso della mattinata.

   Dopo quasi due ore di camminata si era dovuta ricredere: Mamoru probabilmente, per quel giorno, aveva indetto lo sciopero della parola. Per quale ragione non era dato saperlo, ma alla fine meglio così. Avrebbero evitato di litigare, o disquisire animatamente come le aveva detto sua nonna giusto la sera prima.

   Vista la scarsa voglia di conversare da parte del suo compagno di avventura, aveva iniziato a camminare ignorando totalmente il bradipo silente che l’accompagnava in quella scarpinata. Bradipo silente che, da quando erano partiti per quella escursione, aveva parlato solo per rispondere con pochi monosillabi alle sue domande e sempre troncando sul nascere possibili spunti di conversazione.

   Al diavolo Mamoru Chiba, era capace di rovinare ogni cosa anche restando in silenzio! No, non si sarebbe fatta rovinare il suo momento di fuga dalla realtà per colpa di un egoista, musone, insopportabile! Lei quella mattina si sarebbe rilassata e divertita, e tutto alla faccia sua!

   E poi a Nikko - che letteralmente significava “luce del sole”, probabilmente grazie anche  giornate come quella - era impossibile non rilassarsi. Soprattutto in quella mattina in cui il sole tiepido della primavera scaldava la campagna circostante, illuminando e colorando la natura che si risvegliava dal freddo sonno dell’inverno. La città dal 1999, grazie al gran numero di monumenti storici ed ai templi, era stata inserita tra i patrimoni dell’UNESCO e casa sua, casualmente, sorgeva proprio nei pressi del santuario di Toshogu.

   Il perché suo padre, con le sue manie di grandezza, non fosse riuscito a far trasferire Mizaru, Kikazaru e Iwazaru all’interno della loro proprietà, era uno dei quesiti che si poneva da che aveva memoria. Presumibilmente, l’unica ragione era che le tre scimmiette, essendo delle statue, non potevano muoversi a loro piacimento anzi, a piacimento di Kenji stesso.

   Si era persa nella contemplazione della vegetazione circostante e forse, anzi sicuramente, l’assenza di una compagnia con cui parlare le faceva fare quei ragionamenti assurdi. Immersa com’era nelle sue riflessioni circa la possibilità di spostare o meno le famose tre scimmiette, non si era accorta di essere ormai in cima alla collina che annunciava la fine della scarpinata, davanti ai suoi occhi si presentava il Lago di Chuzenji-ko immenso come lo ricordava. Anche se non era maggio, il paesaggio era stupendo con le foglie iniziavano a germogliare e gli alberi non più spogli come nei mesi invernali. Il vulcano Nantai sorgeva maestoso ed abbracciava, con i suoi fianchi larghi, l’intero paesaggio, il lago era nato diverse migliaia di anni prima proprio in seguito ad una sua eruzione ed adesso dormiva placido senza voler dare segno, fortunatamente, di un nuovo risveglio.

   Il sole ormai alto giocava riflettendo i suoi raggi sulle acque placide che erano davanti ai loro occhi, lei osservava meravigliata quei giochi di luci che rendevano quella superficie quasi dorata. Sorrise ancora di più respirando l’aria tiepida della primavera e, sorridendo ancora di più, si girò verso Mamoru.

       - Non trovi anche tu che sia stupendo? - Oh, era davvero magnifico, in quel paradiso niente e nessuno le avrebbe rovinato l’umore, finalmente sereno.    

       - Mh.

   Nessuno eccetto Mamoru che aveva delle occhiaie da fare invidia ad un vampiro.

       - Mamoru, sicuro di stare bene?

       - Posso farti una domanda?

   Non sperava di ricevere una risposta ecco perché si era sorpresa per quella domanda.   Forse era meglio sfruttare quel momento di normalità di Mamoru e cercare di stuzzicarlo per farlo reagire.

       - Hai deciso di degnarmi nuovamente della parola?

Ma, a quella sua pungente battuta, lui si era limitato ad inarcare un sopracciglio sorpreso, o per lo meno lei aveva interpretato così quel gesto così caratteristico di Mamoru; poi, come se nulla fosse il bradipo silente, che miracolosamente aveva deciso di riacquistare l’uso della parola, le aveva posto la domanda con il tono di voce più normale di questo mondo, come se le stesse chiedendo dove era solita andare a fare la spesa.

       - Mi chiedevo solo come è stata la tua prima volta con Saitou Isei.

   Ed il suo mondo crollò portando via con sé tutta la magia data dal lago di Chuzenji-ko.

       - Come… 

       - Ti ho chiesto…

       - Ho capito perfettamente! Tu cosa ne sai di questa storia?! - E si rese conto cosa era successo… ed aveva ricordato cosa aveva dimenticato… e capì che le sue non erano solo paranoie, assolutamente. - Il mio diario…

       - Non è colpa mia se lo hai lasciato in bella mostra sul letto della mia stanza!

       - E questo naturalmente ti ha autorizzato a leggerlo, giusto? - Era infuriata. Si stava mordendo l’interno della guancia per evitare di parlare, di dire troppo… soprattutto, cercava di rimanere lucida per ricordare semmai avesse fatto il suo nome tra quelle pagine maledette.

       - Se si fosse trattato di qualcosa di davvero importante non l’avresti dimenticato, non credi?    

       - Adesso quindi è colpa mia?!

   Lo guardava senza in realtà volerlo fare. Ripensava al suo diario abbandonato sul letto e si dava della stupida per averlo dimenticato in quel modo banale.

   Subito dopo cena, mentre Mamoru era impegnato a discutere con suo padre, si era ricordata di quel diario che giaceva nascosto in qualche parte della sua camera. Lo aveva ricordato così, per caso, mentre cercava qualcosa da leggere in attesa del suo ritorno. Aveva cercato ovunque quel suo vecchio amico silenzioso che racchiudeva tutti i suoi pensieri leciti e non: nella libreria della sua stanza, poi nei cassetti della scrivania, in fondo all’armadio ma niente di niente! Era sparito nel nulla; peccato, voleva tornare in possesso di quel pezzo del suo passato, magari voleva darsi della stupida per ciò che aveva provato, o creduto di provare.

   Solo a diciassette anni si poteva credere di amare qualcuno che non si conosceva, e lei, doveva ammetterlo Mamoru Chiba non sapeva chi fosse, né allora, né adesso. Non ci aveva mai parlato davvero, non sapeva quali fossero i suoi sogni, le sue ambizioni. Non sapeva nulla di lui e negli ultimi otto anni non era poi cambiato chissà cosa.

   Per questo si era rassegnata a leggere un libro di Grisham quando all’improvviso arrivò l’illuminazione e pum! Era scattata a sedere sul letto come se avesse ricevuto una scossa elettrica; finalmente sapeva dove cercare quel quaderno dalla copertina bianca rigida con una falce di luna disegnata sopra. Aveva ricordato di averlo nascosto nella camera accanto perché… perché come una stupida, di getto, aveva scritto tutto quello che sentiva dentro dopo quella sua fatidica prima volta.

   Aveva scritto la paura, l’ansia, il senso di vuoto… aveva scritto mentre Isei era in bagno.

   Aveva scritto come un fiume in piena dei suoi sogni infranti e delle sue aspettative per il futuro… mentre Isei si faceva una doccia.

   Aveva scritto di Mamoru, di ciò che provava per lui, della voglia di rivelargli tutto, della paura di essere rifiutata perché era solo una ragazzina… dopo che Isei le aveva regalato la sua prima volta.

   Aveva scritto anche del senso di colpa nei confronti di Isei stesso perché le sembrava di averlo usato, perché si sentiva meschina per aver dato voce a quella vocina che le sussurrava nella mente che se fosse stata più donna Mamoru, probabilmente, si sarebbe accorto di lei.

   Era stata una stupida, ingenua, sciocca e frivola ragazzina… ed aveva scritto tutto ciò nelle pagine di quel diario; avrebbe scritto molto altro ancora se non avesse sentito il cessare dello scroscio dell’acqua; in fretta e furia aveva infilato il diario nel cassettone del letto.

   Era sicura di quel posto, la servitù non rimaneva mai in casa quando loro erano via e la casa di Nikko non era particolarmente amata dai suoi genitori che la utilizzavano solo per delle feste occasionali. Sarebbe tornata a prenderlo successivamente, con più calma. Ma era risaputo, la vita non andava mai come la si pianificava: due giorni dopo, era venuta a conoscenza della partenza di Mamoru per Boston ed il mondo aveva smesso di girare… ed il diario aveva smesso di esistere. Almeno sino a quella sera di otto anni dopo quando, improvvisamente, aveva ricordato che la causa di tutti i suoi mali era in quella casa ed avrebbe dormito in quello stesso letto in cui lei e Isei avevano fatto sesso.

   Si era fiondata subito in camera di Mamoru ed aveva cercato quel diario disperatamente, era sciocco da parte sua tutta quell’ansia perché era davvero impossibile che Mamoru si passasse il tempo ad aprire i cassettoni del letto, ma lei non voleva rischiare, assolutamente. Appena lo aveva trovato se l’era stretto al petto come se si trattasse di un tesoro, aveva riacquistato fiato e trenta anni di salute e stava per uscire quando però un bigliettino scivolò via da quelle pagine.

 

Mi sarebbe piaciuto essere il tuo Mamoru.

 

   E se prima tutta la sua ansia le era sembrata eccessiva, dopo aver letto quel biglietto si era resa conto di non essere affatto esagerata ma che al contrario era stata parecchio perspicace. Aveva letto e riletto quelle parole ed alla fine aveva messo il biglietto nella tasca dei suoi jeans al sicuro da occhi indiscreti.

   Si era presa alcuni minuti per riordinare le idee, e per riordinare il letto di Mamoru che dopo la sua intrusione era fuori posto. Poi, fregandosene del lavoro fatto per mettere di nuovo tutto in ordine, si era seduta ed aveva iniziato a leggere quelle pagine scritte quando era ancora una ragazzina piena di sogni e speranze… senza capire come, si era sdraiata sul letto ed aveva continuato a leggere dei suoi ricordi, dei suoi dolori, dei suoi perché.

   Si era ritrovata improvvisamente diciassettenne e con il cuore che batteva a mille solo a restare nella stanza di Mamoru.

   Si era ritrovata improvvisamente addormentata in quel letto dove aveva ceduto la sua verginità ad un ragazzo che non amava e che non sarebbe mai riuscita ad amare.

   Adesso, dopo otto anni, si ritrovava ad avere venticinque anni con il cuore che batteva a mille solo perché Mamoru aveva saputo di Isei.

   Adesso si ritrovava a dover spiegare il perché delle sue azioni a qualcuno che era la causa di tutto.

       - Non credi?

       - Come scusa? - Si era lasciata andare ai suoi ragionamenti infinitamente infantili ed aveva perso il filo del discorso.

       - Lasciamo perdere, con  te è tutto inutile! Ma vaffanculo…

       - Tu non dici vaffanculo a me, ci siamo capiti? - Perché ogni secondo che passava la situazione precipitava senza possibilità di salvezza? Perché sentiva il bisogno impellente di sparire e non sentire nulla di nulla? Perché voleva far morire Minako di una morte lenta e dolorosa? Perché la sua vita era un continuo perché?

       - Non era indirizzato a te ma, a ben pensarci, potrebbe anche esserlo!

       - Mamoru piantala! Non sei nessuno per parlarmi in questa maniera! Ci siamo capiti?!

       - Certo che la pianto! Non sia mai che Sua Maestà si senta minacciata da qualcuno che usa il cervello!

   Lo odiava. Lo odiava talmente tanto da… non sapeva neanche lei come esprimere tutta la sua rabbia.

   L’unica fortuna era che quel diario si fermava a quella notte.

   L’unica fortuna era aver ricordato che in quel diario l’unico nome fatto era quello di Isei. Mamoru… bhè Mamoru era indicato come Lui.

       - Stai zitto… io… - Odiava restare a corto di parole. Ci mancava poco che si mettesse le mani tra i capelli e poi sarebbe stata il ritratto dell’irritazione, o della disperazione a seconda dei punti di vista.

       - Ti rendi conto che avevi solo diciassette anni?

       - Mi sembrava di aver già discusso su questo! Il punto è che…

       - NO! Tu avevi diciassette anni e lui ne aveva ventidue. Poteva essere denunciato per pedofilia!

       - Ma finiscila! Ti rendi conto delle assurdità che stai dicendo? Avevo diciassette anni e non sette! Ero sicura di ciò che stavo facendo! - Sì, era talmente sicura d’aver chiamato Isei con un altro nome. - E questi, comunque, non sono affari tuoi! Il punto è che…

       - Il punto è che tu sei stata un’incosciente!

       - Non hai nessun diritto…

       - Se eri così disperata potevi benissimo chiedere a me!

   Improbabile.

   Impossibile.

   Incredibile.

   Quelli erano sinonimi per qualificare quella conversazione che sicuramente non stava avendo luogo. Non nella sua realtà, sicuramente era finita in qualche mondo parallelo.

       - È questo che non sopporto di te e che non sopporterò mai, dannazione!

       - Cosa? Il fatto che io ragioni con una testa, mentre tu non sai neanche cosa significhi ragionare?

       - Ma chi diavolo ti credi di essere per parlarmi in questa maniera!? Cosa ne sai di me? Cosa ti fa credere di potermi dire quello che vuoi?!

   Ed alla fine era esplosa, anche se non del tutto… e non c’era cosa peggiore del trattenersi.

       - Sto solo cercando di non farti commettere i miei stessi errori, scusa tanto se mi preoccupo per te! Ma che ti parlo a fare? È inutile, qualsiasi cosa io dica o faccia è sempre sbagliata giusto?

       - No, non ci provare! Non devi neanche provarci! Non girare la frittata! Sei stato tu a sbagliare! Sei stato tu a leggere il  mio diario! Sei stato tu ad essere un vero stronzo, non darmi colpe che non ho, ci siamo capiti?

   Il dito puntato sul petto di Mamoru premeva talmente tanto da aver creato una specie di voragine al centro del maglione che lui indossava, e lei sperava che quel crepaccio si aprisse ancora di più inghiottendo Mamoru, e magari se stessa. Se avessero continuato di quel passo si sarebbero scannati a vicenda perché, diversamente dal solito, anche Mamoru pareva parecchio arrabbiato, come se a subire il torto fosse stato lui, assurdo.

       - Vuoi che ti chieda scusa perché ho letto il tuo diario? Ok, mi spiace, non dovevo. Ma non dirmi che ho sbagliato nel giudicarti come una stupida incosciente perché non te lo dirò mai!

       - Mi spieghi qual è il tuo problema? Sono stata a letto con un tuo compagno di studi, ed allora? Forse avrei dovuto scegliere te? Magari è questo il tuo problema, il fatto di non essere stato al centro del mio mondo?

   Balla, ballissima. Mamoru era sempre stato il centro del suo mondo. Ma questi erano solo dettagli. Mamoru era stato al centro dei suoi pensieri per troppi anni per questo aveva scelto Isei. Ma il punto non era certo quello, il punto era che adesso si stava andando al di là dell’essere giusto o sbagliato. Adesso si trattava di giudizio, perché si maledizione! Mamoru la stava giudicando per qualcosa che lei aveva fatto e questo non era giusto! No, anche perché se c’era un colpevole quello era Mamoru Chiba. Se lei quasi quindici anni prima non si fosse innamorata di lui, a quest’ora non sarebbe andata a letto con Isei, e di questo ne era ben conscia.

       - Può essere che non ci arrivi da sola?

       - No, non ci arrivo! Illuminami grand’uomo! - Perché adesso era stanca di essere additata come una ragazzina senza cervello, voleva necessariamente capire cosa ci fosse che non andava nella testa dell’emerito Imbecille che aveva davanti. Anche se una parte della sua ragione le suggeriva che, in quella situazione, gli Imbecilli erano due: un uomo ed una donna.

       - Per lui non sei stata niente di niente, se non una tacca in più sulla sua cintura dei trofei! Adesso ti è chiaro il concetto?

       - E chi ti ha detto che per me non sia stato lo stesso? Perché dovevo provare amore per Isei? Per quale assurdo motivo?! Non potevo semplicemente desiderare fare sesso anch’io! Cosa…

       - Basta! Ho capito che volevi scoprire i piaceri del sesso, so perfettamente che non eri innamorata di Isei, so tutto di tutto! Mi chiedo solo perché se eri innamorata non sei andata direttamente dall’altro invece che…

       - Non credo che rivangare il passato possa servire a qualcosa! - Anche perché l’altro era proprio lì, davanti a lei, ed il tono irrisorio usato da Mamoru le aveva fatto male, molto più delle parole pronunciate.

       - Forse può servire a me per capire cosa ti passava per la testa!

       - Mamoru il passato è passato e non si può cambiare! Ti è chiaro il concetto? A me non è chiaro il tuo voler capire!

       - Dimmi semplicemente chi era, Motoki forse? Kunzite? Chi poteva essere così…

       - Basta! Dannazione vuoi capirlo che non voglio parlare di questa storia!

       - Tu stai ancora male per lui, non è così? Tu lo pensi ancora è per questo che non riesci ad innamorarti!

       - Stai dicendo un mucchio di cazzate! Io sarei ancora innamorata di qualcuno che non vedo da anni? - Negare, negare, negare… mentire se fosse stato necessario. Tutto fino alla morte. Mamoru si stava addentrando su un territorio minato e lei non aveva nessuna intenzione di seguirlo; anche perché era assurdo, lei non era più innamorata di lui, anzi non lo era mai stata. Cosa si faceva in quei casi?

   Attaccare per difendersi? No, non era abbastanza lucida per attaccare e piazzare bene i suoi colpi.

   Allora avrebbe potuto darsela a gambe levate! No, non lo avrebbe mai fatto, mai indietreggiare davanti al nemico.

   Unica soluzione era distrarre Mamoru dall’obiettivo principale, ma come? Ed intanto era meglio rispondere se non voleva dargli ragione.

       - Probabilmente è così, ma allora spiegami perché!

       - Non mi va. - Improvvisamente si era sentita svuotata di tutte le energie ed il suo tono di voce si era fatto basso, quasi sofferente. Fissava la punta delle scarpe da ginnastica ma non le vedeva. Non capiva a cosa era dovuto il suo sentirsi svuotata, priva di vita.

       - Io credo…

       - Per te è così difficile accettare un no? Non voglio parlarne con te. Non ne ho parlato mai con nessuno di questa storia. Nessuno sa chi è e dovrei venirlo a dire a te? Perché? -Perché era così interessato al suo passato? - Sai che ti dico? Qui dentro c’è il nostro pranzo! Tienilo con te, io me ne torno a casa!

   Con tutta la forza che aveva, gli aveva lanciato lo zaino che aveva portato con sé fino a quel momento. Sperava di colpirlo e magari fargli male, ma non c’era riuscita, Mamoru aveva evitato il suo lancio con estrema facilità e lei si era infuriata ancora di più: neanche la soddisfazione di procurargli sofferenza fisica! Ormai imbestialita gli aveva dato le spalle dicendo addio alla sua gita al lago. Peggio di così non poteva andare.

 

***** ***** *****

 

XX giorno

Ore 09:45

-10 giorni all’alba

 

   Ed eccolo lì, da solo, a godersi lo spettacolo del lago di Chuzenji-ko: peccato che l’umore non fosse quello più adatto! Al contrario, la quiete in cui era immerso sembrava farsi beffa del suo stato d’animo, in quel momento preda di una vera e propria tempesta, altro che tifone 11 che nel settembre dello scorso anno aveva colpito Tokyo.

       - Il vincitore del primo premio, come miglior coglione dell’anno è… rullo di tamburo… Chiba Mamoru! - Ed iniziò a farsi un applauso da solo; smise quasi subito, sentendosi ancora più idiota per quella scena patetica.

   Prese lo zaino che Usagi gli aveva lanciato, se lo mise in spalla trovandolo particolarmente pesante… o forse era la sua coscienza sporca che iniziava a pesare? Si incamminò verso la strada di ritorno senza perdere di vista la testa bionda che marciava come un carro-armato un centinaio di metri avanti rispetto a lui.

   Non aveva intenzione di raggiungerla, sapeva che Usagi aveva bisogno di sbollire la rabbia, da sola. Fondamentalmente, anche lui doveva far sparire quella specie di irritazione di cui era caduto vittima quando aveva iniziato a leggere quel maledettissimo diario.

   Ripensandoci, non riusciva a capire come fosse finito a leggere quelle pagine piene di… quelle pagine piene di sentimentalismi tipici dell’età adolescenziale.

   La sera prima si era sorpreso quando, rientrando nella sua stanza, aveva trovato Usagi che dormiva placidamente sul suo letto. Quel diario, la fonte di tutti i suoi mali adesso lo sapeva, neanche lo aveva notato concentrato com’era ad osservare lei che… era meglio non ripensare a quello che il suo cervello aveva ideato per risvegliarla, era qualcosa di vietato ai minori di quattordici anni e con Usagi certi pensieri non poteva permetterseli perché lei era off limits, per tutta una serie di motivi che in quel momento non ricordava, ma che la sera prima erano stati bene impressi nella sua mente tanto da riuscire a fermarlo lì, a pochi centimetri dalle labbra di lei. Poi, quando si era accorto che stava iniziando ad agitarsi nel sonno, probabilmente per il freddo, si era avvicinato per svegliarla. La sua intenzione era semplicemente chiamarla ma, dopo due minuti buoni spesi nel vano tentativo di farla uscire dal suo mondo fatato, aveva capito che la sua psicologa preferita aveva il sonno pesante, quindi era passato alle maniere forti iniziando a scuoterla per una spalla.

   Si era avvicinato un po’ di più perché bisbigliava nel sonno e voleva capire cosa stesse farfugliando l’aveva chiamata un po’ più forte con il risultato di farla svegliare di botto colpendo lui al naso con una testata ben precisa.

   Dopo l’interludio in bagno era tornato in camera dove il diario aveva, finalmente, attirato la sua attenzione. Si era seduto sul letto e lo aveva sfogliato, dapprima incuriosito chiedendosi cosa potesse essere, ma dopo, quando aveva capito di cosa si trattava si era fermato, dicendosi che era sbagliato frugare tra i pensieri di Usagi, anche se erano passati anni e probabilmente lei stessa non ricordava più l’esistenza di quella specie di diario.

 

   Oggi è stata una giornata infernale, peggio delle altre. Adesso ne sono convinta: per Lui non esisto, sono solo una stupida ragazzina di sedici anni. Me lo ha fatto capire chiaramente, con il suo modo di fare così… suo. Forse ha ragione Lui, solo una sciocca scriverebbe ancora sulle pagine di un diario, ma non so con chi altri sfogare l’angoscia per questa situazione così assurda...

 

   Aveva interrotto la lettura chiudendo con un gesto secco il diario, chiedendosi come fosse finito sul letto della sua camera; aveva decido di non dare più peso alla cosa e lo aveva lasciato sul ripiano del comodino andandosene in bagno per rinfrescarsi.

   Una volta faccia a faccia con il suo naso si era lasciato andare ad una risata bassa, per evitare di farsi sentire da Usagi che probabilmente riposava già. Alla fine aveva esagerato di proposito, gli piaceva vederla così concentrata su qualcosa, raramente gli era capitato osservarla con quello sguardo attento… raramente le aveva visto quello sguardo rivolto a lui.

   Era lo stesso sguardo che aveva avuto in montagna, quando si era messa di impegno per imparare a sciare, dopo quell’abbraccio precipitoso - in cui per la prima volta, anche attraverso lo spessore di strati e strati di vestiti, aveva percepito la morbidezza delle sue forme - finalmente Usagi, aveva capito che era meglio fidarsi di lui e dei suoi consigli se non voleva passare quella vacanza da sola in baita.

   Era lo stesso sguardo che aveva avuto quando, dopo la festa a sorpresa di Jadeite, si erano ritrovati a casa di lei che si era fermata a sentire il suo racconto circa la sua infanzia, le sue lamentele riguardo al rapporto con Masao, la sua incapacità di legarsi a qualcuno in modo stabile, sorrideva Usagi, ma i suoi occhi erano attenti pronti a cogliere il possibile significato di un suo gesto o delle sue parole, lo ascoltava come non aveva fatto mai nessuno.

   Era lo stesso sguardo che aveva avuto quello stesso pomeriggio, quando era alla guida del Suv; li aveva visti quegli occhi attenti sulla strada, aveva finto di dormire, almeno inizialmente, ogni tanto buttava l’occhio su di lei per vederla sempre attenta, ma con il sorriso sulle labbra. Bella.

   Ed infine, quello era lo stesso sguardo mentre quella sera si occupava del suo naso, chiusi dentro un bagno. Per un attimo, la sua anima da maschio conquistatore si era rifatta viva, si era detto di mettere da parte i buoni propositi e passare all’azione. Quando se l’era vista così vicina aveva creduto di perdere lucidità ed il suo amico si era pericolosamente risvegliato; a dire il vero lo stesso era accaduto quando se l’era ritrovata davanti appena uscito dalla doccia. Era corso in bagno chiudendosi a doppia mandata, non perché temesse che lei gli saltasse addosso - quello lo escludeva a priori visto l’espressione imbarazzata che aveva letto sul suo viso - ma perché temeva il contrario: temeva di prenderla e buttarla su quel letto ed assaporare le sue labbra e… e questo perché si era detto di lasciar perdere i suoi stupidi giochetti con Usagi! 

   Aveva indossato il pigiama - e lui odiava i pigiami, li trovava ingombranti per il loro annodarsi attorno le gambe, preferiva di gran lunga i boxer ed al più una maglietta, ma per quei due giorni si doveva mettere il cuore in pace, non era a casa da solo e non poteva fare come più gli piaceva - ributtandosi sul letto ed infilandosi sotto le coperte. Le braccia dietro la testa e fissava il soffitto, due minuti dopo la sua testa era girata verso il comodino su cui riposava il diario. Si sentiva calamitato da quel quadernetto vecchio e malridotto. Se ne se sentiva attratto come gli orsi con il miele. Lo prese in mano dicendosi che non stava facendo nulla di male, in fondo, se si fosse trattato di qualcosa di davvero importante, Usagi non lo avrebbe dimenticato.

   Aveva sfogliato diverse pagine per poi fermarsi su di una in particolare.

 

   Minako sospetta qualcosa, lo so, lo sento.

   Mi guarda di continuo, mi spia. È assurdo, mi sto nascondendo come una ladra, come se stessi commettendo chissà quale reato! Alla fine sono semplicemente innamorata dell’unico uomo che non mi calcola neanche di striscio. Oh sì uomo, perché Lui è un uomo!

   Oggi guardavo le sue mani e le ho viste grandi, le immagino calde e delicate… lo sono per forza perché lui è grande e grosso e può sembrare anche distante dagli altri ma è solo apparenza, in realtà è la persona più dolce di questo mondo, non può essere altrimenti. Lo capisco dai suoi occhi, dal suo sorriso, dalla fossetta che si forma sul mento quando sorride, sorridesse a me ogni tanto ed invece niente. Mi ignora, come se io non esistessi.

   Non so cosa darei per sentirlo raccontarmi dei suoi sogni, di cosa desidera, di cosa vuole… se è felice oppure no. A volte, quando nessuno dà peso alla mia presenza, mi fermo ad osservarlo ed allora lo vedo, quel velo di tristezza che annebbia il suo sguardo. Ha paura anche lui, lo sento, ma cosa può temere uno come lui?

   Ha tutto, è bello, intelligente…

 

   Aveva interrotto lì la sua lettura chiedendosi chi potesse essere quest’essere così perfetto! Era assurdo, Usagi doveva essere proprio infatuata di uno così… sicuramente si trattava di un tipo con la puzza sotto al naso troppo preso da sé per accorgersi che non era lui il centro del mondo.

   Odiava questo genere di persone così arroganti e presuntuose, si credevano i padroni del mondo solo perché avevano i soldi, un individuo simile come aveva potuto fare breccia nel cuore di Usagi?

   Aveva girato altre pagine e si era fermato a leggere ancora.

 

   Ciao Runa,

   oh sì, ti ho dato un nome, sei la mia unica confidente, è giusto che tu abbia un nome non credi? È lo stesso che la protagonista del manga Sailor Moon aveva dato al suo gatto! Non prendermi per stupida, è carino come nome e poi anche tu hai una falce di Luna sulla tua copertina quindi il nome ti calza a pennello! Comunque, non è per questo che ti scrivo!

   Oggi sono stata al Crown, sai quella sala giochi di cui tutte ne parlano, perfino Ami vuole passarci i suoi pomeriggi, lo fa per vedere Zoicite, ne sono certa. Quei due sono perfetti per stare insieme, due cervelloni! Immagina che conversazioni faranno se finissero a fare coppia fissa, ma che importa, è così bello essere innamorate!

   Ma ti dicevo, oggi finalmente sono stata al Crown e l’ho visto! Non potevo crederci, anche lui è lì, e ti dirò, quando ho capito che serviva ai tavoli… non ci potevo credere! Ti rendi conto, studia e lavora! Dimmi tu se non è un ragazzo d’oro!

   Ad un certo punto però sono dovuta scappare, non sono riuscita a rimanere. Si è avvicinato ad una ragazza e questa ha iniziato a civettare, sapessi che nervoso. Lei era bella e poi aveva dei lunghi capelli castani, lucenti che erano la fine del mondo, ed i miei? Sono ridicola con questi due codini! Forse dovrei cambiare anch’io il mio aspetto per piacergli, non credi?

 

   Era meglio fermarsi lì. Non poteva continuare a leggere tutte quelle assurdità. Davvero Usagi credeva che per piacere a quel broccolo doveva cambiare il proprio aspetto? Era impossibile, come poteva pensare una cosa simile? Lei doveva piacere per ciò che era, per ciò che trasmetteva. Il suo sorriso le illuminava il viso e questo era più di lunghi capelli castani, lucenti.

 

   Runa,

   sono distrutta. Perché? Cosa ho fatto di male? Mi sento vuota, sola. Mi sembra quasi di… non so. Oggi compio diciassette anni e… lui neanche si è fermato a farmi gli auguri. Erano tutti lì a stringermi ed abbracciarmi, a farmi i loro più sinceri auguri mentre lui ha sorriso, mi ha fatto cenno con il capo e poi si è messo da parte, come se io non esistessi.

   Lo odio, oggi poteva comportarsi diversamente. Avevo aspettato questo maledettissimo 30 giugno 2002 per non so quanto tempo. Mi ero detta che, visto che adesso siamo un po’ più in confidenza, forse mi avrebbe dato un bacio, uno stupido bacio sulla guancia ed invece… niente! Mi ha ignorato. Di brutto. Perché è un essere così abietto? Inizio a pensare che Minako non si sbagli poi tanto su di lui: è un essere senza cuore.

   E dire che per un po’ mi ero illusa sai… mi era sembrato che si accorgesse di me. Avevo avuto l’impressione che si fermasse a guardarmi, ad osservarmi. Diverse volte, alzando gli occhi dal libro che leggevo o dal frappè che bevevo, mi era sembrato di vederlo spostare lo sguardo rapidamente, come se temesse di essere stato beccato mentre mi guardava, mi ero costruita castelli in aria, stupida che non sono altro.

 

   Nel giugno del 2002 la sua vita era incasinata. Aveva ricevuto la proposta della borsa di studio a Boston ed era indeciso sul partire o meno. Temeva che ci fosse lo zampino di Masao e quindi, prima di accettare, voleva essere certo. Era proprio in quel periodo che si era accorto di provare qualcosa per Odango, non era più una ragazzina. Era… diversa. Attirava gli sguardi di diversi ragazzi al Crown anche se indossava quella semplice divisa scolastica. In quel periodo aveva messo da parte i codini ed i capelli era solita portarli liberi sulle spalle, come faceva sua cugina Rei, e lui generalmente non era solito notare i cambiamenti delle ragazze, ma con Usagi era stato diverso. Se ne era accorto immediatamente appena era entrata. Con il senno di poi, sapendo il perché del suo cambiamento, non sapeva che pensare.

   Aveva sfogliato altre pagine per poi fermarsi su di una in particolare, c’era un nome che era ripetuto con una certa frequenza, Saitou Isei.

 

   Sai Runa,

   Saitou Isei non sarà come Lui ma è un ragazzo dolce. Oggi mi ha portato al parco, abbiamo passeggiato come quelle coppie che si vedono nei drama. Non era imbarazzata, per nulla, questo credo che sia abbastanza esemplificativo del sentimento che non provo nei suoi riguardi. Ma perché? Perché non posso innamorarmi di uno come Isei? È carino, è pieno di attenzioni nei miei confronti. Io davvero non lo so. L’ho conosciuto al Crown, ormai è l’unico locale che frequento, era con Lui e bhè ci ha presentati… c’erano anche gli altri è chiaro, ma Isei mi ha trattato subito come se fossi davvero una ragazza, una bella ragazza. Ogni volta che ci vediamo mi fa un complimento, anche se indosso quell’orribile divisa scolastica. Dice che mi dona parecchio, mi rende fintamente ingenua… ti rendi conto, secondo lui sono una ragazza con alte capacità seduttive!! Conosco i tipi come Isei, sono tali e quali a Lui, tendono a rimorchiare le ragazze, ma che c’è di male? L’importante è non finire nella tana del lupo, no? Magari riesco a liberarmi dalla mia ossessione per Lui, o no?

 

   Saitou Isei, si ricordava di lui. Avevano studiato insieme per i primi anni di università, poi, quando lui aveva deciso di accettare la borsa di studio per Boston, i loro rapporti si erano interrotti, senza nessuna spiegazione. Si era chiesto come mai Isei, non rispondesse mai alle sue mail o alle sue telefonate, ma poi il lavoro lo aveva assorbito a tal punto da non chiedersi più che fine avesse fatto Isei.

 

  Runa,

   forse ha ragione Minako, se fossi più donna Lui si accorgerebbe di me… e per essere più donna si deve compiere il grande passo, o almeno è così che si dice. In una delle riviste di Mina, ho letto che una ragazza dopo aver fatto sesso diventa più bella, più sensuale… magari è vero? Magari Lui si accorge di me, non credi? Ho un po’ paura, non so se sono pronta. Cioè io lo voglio, ma vorrei che fosse Lui il primo e non uno qualsiasi, ma so che se aspettassi i suoi comodi, bhè rimarrei vergine per il resto dei miei giorni, non si accorgerà mai della mia esistenza.

   E poi mi sto comportando davvero male con Isei, accetto la sua corte, usciamo insieme, parliamo tutte le sere al telefono, ci vediamo quasi tutti i giorni, ogni tanto lui mi bacia, sì mi bacia sulle labbra, ed io non mi sottraggo mai a questo contatto, dopotutto anch’io ho bisogno di sentirmi veramente amata, non posso continuare ad andare dietro ad un amore platonico, non credi? Però, sì lo so, sono meschina con Isei, forse dovrei parlargli.

 

   Non aveva mai immaginato che tra Usagi ed Isei potesse esserci un rapporto così speciale. Non lo aveva mai sospettato. Che razza di idiota era stato!! Cieco per di più. Usagi ed Isei avevano una sorta di tresca e lui non se ne era accorto! Perché? Perché con tutti i ragazzi esistenti, perché proprio Saitou Isei? Usagi, non lo sapeva che Isei era un bastardo approfittatore che si divertiva a cambiare ragazze ogni settimana?

 

   Oggi mi sono resa davvero ridicola.

   L’ho seguito. Uscito dal Crown l’ho seguito per conoscerlo un po’ meglio, almeno così speravo. Fuori faceva un caldo terribile, Lui non ha fatto altro che vagare per la città, come se non sentisse l’afa che toglieva il fiato. Alla fine è entrato al parco Ichinohashi e si è seduto su di una panchina sotto un albero. Era l’occasione perfetta per andare da Lui, per passare casualmente e fermarmi a parlare, soli, finalmente soli, ed invece no. Sono rimasta come una stupida dietro una siepe ad osservarlo, con il sole a picco sulla testa. Aveva gli occhiali in testa e le braccia poggiate sulle ginocchia, sembrava molto concentrato e no, non me la sono sentita di andare a disturbarlo. Chi sono io per piombare così nella sua vita? Che cosa sono io per Lui? Niente! La verità è che io non lo conosco, non davvero. Mi limito a fare delle congetture su cosa possa pensare, su cosa possa desiderare dalla vita… ma non so altro. Mi chiedo se il mio sia un sentimento sano o no… cioè, come posso amare un ragazzo che neanche conosco? Come posso amare un ragazzo con il quale sì e no ho scambiato solo qualche battuta? Eppure non lo so Runa, sono davvero così disperata da amare un ragazzo da quasi cinque anni senza in realtà sapere niente di lui? Sono davvero messa male, non c’è che dire! Eppure non potrò mai dimenticare il giorno in cui l’ho visto per la prima volta, il giorno in cui il mio cuore ha iniziato a rallentare i battiti perché ero sorpresa. Oddio è vero, generalmente quando si vede un ragazzo bello il cuore inizia a battere molto più veloce ma il mio no; il mio ha iniziato a rallentare, quasi si è fermato, ero totalmente rapita da quel sorriso sincero, da quell’aria un po’ misteriosa, credo che sia stato nell’esatto minuti in cui mi ha detto “Ciao!” lì, è iniziata la mia fine.

   Secondo te, tutto questo può essere considerato Amore?

 

   Non sapeva se quello poteva essere considerato Amore, con la A maiuscola come aveva scritto lei, ma sapeva che era un sintomo importante circa l’ossessione che questo tizio era diventato per Usagi. Come si poteva essere attratte da qualcuno che non si conosceva? Aveva continuato a sfogliare le pagine del diario fino a quando non si era fermato su una pagina dove il primo pensiero era seguito da un’infinità di punti esclamativi.

 

   Runa ho deciso!!!!!!!!!!

   Sì. Stasera uscirò con Isei, come se fossimo una coppia. Mi ha invitato a cena fuori ed io ho accettato. Andremo non so dove, è stato misterioso riguardo ciò, dopo, ho deciso, che andremo a Nikko, da me. Sono stanca di aspettare. Non so come, ma gli farò capire cosa voglio, dopotutto non credo che gli dispiacerà, o no? Anche se… ho paura, tanta paura. E se non dovesse andare come spero? Io non lo so…

 

   Non poteva proseguire, non poteva aver letto quello che c’era scritto. Lei non poteva aver deciso di… assurdo, non poteva essere. Non con Isei, no. Cosa le era saltato in testa? Cosa? Perché aveva deciso di andare con Isei, cosa poteva averla spinta ad andare proprio con lui. Perché aveva quel bisogno di perdere la propria verginità?

   Aveva chiuso con un gesto secco il diario e lo aveva buttato in malo modo sul letto, proprio accanto a sé. Aveva scostato la leggera coperta ed era andato in bagno per sciacquarsi il viso. Aveva caldo. Bagnò il viso diverse volte e lo stesso trattamento riservò anche ai capelli immergendo la testa sotto il getto dell’acqua. Poi prese un telo ed iniziò a frizionarsi i capelli. Non voleva pensare. Voleva svuotare la testa e dimenticare ciò che aveva letto. Voleva dimenticare ciò che aveva pensato… voleva dimenticare… e basta. Inspirò profondamente e guardò, un’ultima volta, il suo riflesso scotendo la testa come a dirsi che non poteva essere. Lanciò l’asciugamano nel cesto vicino al lavandino e tornò in camera. Si avvicinò alla portafinestra e tirò la tenda per vedere il cielo trapuntato di stelle. La luna quella sera non si vedeva ma il cielo era comunque spettacolare. Inspirò ancora una volta profondamente, si girò e guardò quel diario come a volerlo incenerire con lo sguardo. Si fece forza e tornò sotto le lenzuola. Fissò ancora la ragione del suo turbamento e poi, alla fine, lo prese in mano. Sfogliò le pagine fino a che non arrivò all’ultima ed iniziò a leggere. La data era sempre uguale a quella della pagina precedente, cambiava solo l’ora. Segnava le 00:54, ironia della sorte, il display del suo cellulare, a distanza di otto anni, rimandava lo stesso orario, sorrise ironicamente poi aveva ripreso a leggere.

 

   Chiudere gli occhi e non pensare a nulla.

   Chiudere gli occhi ed immaginare un corpo invece di un altro.

   Chiudere la mente, il cuore, la ragione e lasciarsi trascinare dalle emozioni del momento.

   Aprire gli occhi e tornare alla realtà.

   Aprire gli occhi e specchiarsi in delle pozze scure che non sono quelle desiderate.

   Aprire gli occhi, la mente, il cuore e sentirsi delle stupide perché Saitou Isei non è Lui.

   Si dice che la prima volta sia sempre…

 

   Aveva chiuso il diario con un gesto secco sdraiandosi sul letto. Non voleva leggere altro. Non era giusto per i protagonisti di quelle pagine, per ciò che c’era scritto… non era giusto per sé.

   Non era giusto per i protagonisti di quelle pagine: Usagi soprattutto. Non poteva leggere ancora i suoi pensieri. Non poteva leggere di lei che si vendeva ad un tizio che neanche aveva un nome. Non poteva aver… non poteva aver fatto sesso con Isei. Non con lui.

   Non era giusto per ciò che c’era scritto: per quei sogni infranti, per quell’amore mai dichiarato. Non era giusto per quella giovane ragazza che aveva vissuto con l’illusione di amare qualcuno che in realtà non conosceva.

   Non era giusto per sé… perché aveva scoperto di aver provato qualcosa di più di una semplice cotta per la ragazza che dormiva a pochi metri da lui. Non era giusto per sé che dopo otto anni sentiva ancora di provare qualcosa per lei… qualcosa che era diventato di più di una semplice cotta.

 

   Non era riuscito a riaddormentarsi, se non alle prime luci dell’alba. Si era alzato intenzionato a mantenere il più totale silenzio riguardo il diario, era meglio ignorare quello che aveva scoperto. Non voleva litigare con Usagi, non ne aveva la forza, si sentiva svuotato… peccato che i suoi buoni propositi si erano disciolti come neve al sole appena l’aveva vista nel giardino della villa. La rabbia era esplosa ed era stato difficile tenere a freno la lingua. Era stato stressante stare due ore accanto a lei e non fiatare, se non perché costretto. Alla fine però, quando aveva visto la sua espressione felice non era riuscito a trattenersi oltre ed aveva attaccato. Ed era stato cattivo. Perché voleva ferirla.

   Adesso sapeva perché l’aveva attaccata a quella maniera. Era arrabbiato, furioso. Stava soffrendo a causa di Usagi, voleva che lei capisse cosa voleva dire avere interesse per qualcuno e non essere ricambiato… perché lui era attratto da Usagi ma lei non sembrava interessata alla possibilità di costruire qualcosa insieme, la sera prima glielo aveva fatto capire benissimo. Era furioso, geloso, sofferente… ed Usagi doveva provare i suoi stessi sentimenti, per un altro che non era lui, e per questo doveva soffrire. Era un comportamento infantile forse, ma a lui non interessava. Non in quel momento. Non adesso che la vedeva filare come un treno a vapore pronta a sradicare anche una foresta pur di allontanarsi da lui… e lui non l’avrebbe lasciata andare. No. Era arrivato il momento di mettersi in gioco, ma stavolta veramente.

 

  Per entrambi era il momento di fare pace con la propria coscienza. Lei doveva cancellare il passato… lui doveva accettarlo.

L’angolo dell’autrice

 

   Anche se con un giorno di ritardo ecco il mio regalo di Natale!

   Buon Natale a tutti!

   Ecco finalmente il capitolo tanto atteso. Mi ha fatto un po’ penare e se non fosse stato per Giovanna/Micina82 vi assicuro che io non sarei riuscita ad andare avanti, quindi dite grazie a lei che mi ha aiutata leggendo in anteprima le scene, le ha commentate e senza volerlo mi ha dato qualche idea! Se poi aggiungete anche le minacce ed i sensi di colpa che ha suscitato nei confronti della sottoscritta… bhè avete capito perché sono riuscita ad aggiornare!

   Alcune precisazioni… il diario letto da Mamoru… non prendete per oro colato quello che c’è scritto e quello che pensa Mamoru, vi ricordo che quando si scrive un diario lo si fa sotto la spinta dei sentimenti provati… e Mamoru ha interpretato quelle righe dal suo punto di vista. Non credo che si debba aggiungere altro, risponderò al resto delle recensioni con la nuova modalità data in dotazione da EFP! Bene, ancora buon Natale se non dovessimo sentirci (come spero visto che teoricamente il 29 parto, teoricamente perché il mio ragazzo ha ben pensato di farsi venire - giusto oggi - la febbre) buon Anno!

 

 

- Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per Mamoru. Usagi vive nella prefettura di Shinagawa.

 

 

- Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese. Mamoru vive nella prefettura di Ginza.

 

Grazie alle 54 persone che hanno inserito la fic tra le preferite: soprattutto ad agnese94, bimbastupenda, cri88, LaurenVandernoot, micia247, serenity82, Un NuOvO MoNdO MiO E Tuo (un nome un po’ complesso a primo impatto!), vera1982 e xsemprenoi (la mia aretina! È arrivata pure lei! *__*)  le ultime arrivate. (mi spiace aver perso giulyangel, giovywanda, micina247)

 

Grazie alle 100 persone che hanno inserito la fic tra le seguite: un grazie particolare ad ambree, bimbastupenda, daffyna, Garth Herzog, giugiu_4eve, Isilya, JaneYumi, kishal, lilie162, pattycenfola, perrypotter, prettyvitto, princesss, Sailor Jupiter, SidRevo, stefyna, sweetPotterina, vera1982 e _ Principessa di cristallo _ le ultime arrivate, mi spiace aver perso giovywanda e _gIuLiNa_ e VaMpiRa89.

 

Grazie alle 7 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate, mi spiace aver perso star86.

 

P.S. Una piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno distanti! Grazie!

 

 

 

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Capitolo 20
*** Capitolo XIX ***


Nuova pagina 1

Note:

 

-  Legge di Murphy: è un insieme di detti popolari nella cultura occidentale, a carattere ironico e caricaturale. Si possono idealmente riassumere nel primo assioma, che è in realtà la "Legge di Murphy" vera e propria, che ha dato il titolo a tutto il pensiero "murphologico":  Se qualcosa può andar male, lo farà. Il fortunato autore e stilatore della summa sulla "murphologia" è Arthur Bloch. Si tratta di un compendio di frasi umoristiche il cui intento è essenzialmente quello di deridere ogni negatività che il quotidiano propone. Il meccanismo è ogni volta lo stesso: immagini e scenette frustranti, nelle quali è facile per molti ritrovarsi, vengono descritte da Bloch con frasi didascaliche, confezionate spesso e volentieri in forma statistico-matematica, così da liberare il vissuto dal contingente, dal personale, e donargli un adito di "validità universale", nei fatti tuttavia inesistente. (Fonte Wikipedia)

 

- Oniichan: Fratellino, impiegato in modo familiare, come una sorta di vezzeggiativo. (Fonte Wikipedia)

 

- Oneechan: Sorellina, impiegato in modo familiare, come una sorta di vezzeggiativo. (Fonte Wikipedia)

 

- Ayakashi Sisters: in Italia conosciute come “Le quattro sorelle persecutrici” e non a caso ho scelto proprio loro… Usagi si sentirà letteralmente perseguitata, ma non dico altro o faccio spoiler. (nda = Nota Dell’Autore) Sono le dirette sottoposte di Rubeus. Sono molto forti, ma i loro poteri sono limitati rispetto a quelli dei nemici che prenderanno il loro posto. Nel manga riescono a rapire Sailor Mercury, Sailor Mars e Sailor Jupiter, venendo però di volta in volta eliminate da Sailor Moon. Soltanto Calaveras non riesce a rapire Sailor Venus. Nessuno della Luna Nera sembra preoccuparsi molto della loro fine. Nell'anime invece il loro ruolo è molto più ampio. Alla fine della serie tutte e quattro vengono purificate dal cristallo d'argento, e finiscono per condurre una vita normale come abitanti della Terra gestendo un negozio di profumi.

Nell'anime il loro compito è, anche, quello di contaminare col Potere Nero del Cristallo Corvino i punti su cui sorgerà la futura Crystal Tokyo, i Crystal Point (in Italia Punte di Cristallo), in modo da impedirne la fondazione. (Fonte Wikipedia)

 

- Gals!: è uno Shōjo manga di Mihona Fujii che è stato pubblicato sulla rivista Ribon dalla casa editrice Shūeisha dal 1999 al 2002. Dal manga è è stata tratta anche una fortunata serie anime omonima (intitolata in Italia Supergals! Tre ragazze alla moda). In Italia il manga è stato pubblicato dalla Dynamic Italia in 10 volumi, fra il 2003 e il 2004. L'opera è nota per essere uno spaccato di vita delle sub-culture urbane che popolano i quartieri di Tokyo, riportandone i modi, i costumi, le ritualità ed il linguaggio: Gals! si trova quindi costantemente a metà fra il fumetto comico (quale è) ed il saggio sociologico (quale risulta essere). Protagonista della storia è Ran Kotobuki, sedicenne autoproclamatasi «la più grande gal del mondo». Ran è del tutto determinata a vivere la propria intera esistenza seguendo i dettami etici ed estetici delle kogal, ed anche per tale ragione ha ottenuto la reputazione della più rispettata gal di Shibuya, dedicando la sua vita al divertimento. Tuttavia, Ran proviene da una famiglia di poliziotti da generazioni, infatti anche i genitori ed il fratello maggiore Yamato sono in polizia, mentre sua sorella minore, già da bambina, sogna di intraprendere la tradizione di famiglia; Ran invece ha altri obiettivi per il proprio futuro, benché abbia ereditato il senso della giustizia della famiglia.
La serie ruota attorno alla vita quotidiana di Ran e delle sue due amiche Miyu ed Aya; tramite questi due personaggi secondari la serie affronta temi piuttosto delicati come i rapporti familiari, i problemi della crescita, le questioni legate all'adolescenza e fenomeni sociali come l'enjo kōsai. (Fonte Wikipedia)

 

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

 

Capitolo XIX

 

XX giorno

Ore 16:34

- 10 giorni all’alba

 

   Se fosse stata di buon umore si sarebbe accorta dello splendido tramonto che stava salutando il giorno giunto ormai al termine.

   Se fosse stata serena avrebbe sentito il cinguettio degli uccellini farle compagnia.

   Se fosse stata felice si sarebbe fermata a respirare l’aria della primavera.

   Ma non era di buon umore, anzi, era decisamente arrabbiata e lo splendido tramonto che si stava per lasciare alle spalle neanche lo vedeva; al contrario, davanti ai suoi occhi non vedeva altro che un cielo plumbeo carico di pioggia.

   Non era nemmeno serena, al contrario, era tormentata e si sentiva in balia delle onde del mare; anzi, il cinguettio degli uccelli non esisteva proprio e sentiva solo il rombo dei tuoni… si sentiva una naufraga, al centro di una bufera, sopra una zattera mezza sgangherata pronta ad affondare da un momento all’altro, senza lasciarle possibilità di salvezza.

   Soprattutto, non era felice e non sentiva altro che un odore fetido di carogna in putrefazione; considerando il fatto che qualcuno, in quell’esatto momento, ai suoi occhi era la copia sputata di una carogna, si spiegava il perché di quel fetore. Solo un essere abietto avrebbe potuto approfittare dei ricordi di una adolescente, prendersi gioco della sofferenza e dei dolori di lei e poi colpirla a tradimento e farla soffrire, di nuovo. Se si aggiungeva che l’adolescente in questione era lei… si capiva il perché di tanto astio.

   Ma cosa ne sapeva Chiba Mamoru di lei?

   Cosa ne sapeva Chiba Mamoru del dolore che, nel corso della sua adolescenza, le aveva causato ogni volta che le loro strade si erano incrociate?

   Cosa poteva capire quel caprone dell’amore non ricambiato di una adolescente?

      

       Se eri così disperata potevi benissimo chiedere a me!

  

   Idiota di un bradipo che purtroppo non era più silente! Ma se era iniziato tutto per colpa sua! Sì dannazione, era stata tutta colpa sua! Se non si fosse infatuata dell’essere più spocchioso esistente sul pianeta Terra probabilmente avrebbe avuto un’adolescenza felice.

   Fe-li-ce.

   Ed invece… invece aveva sofferto come un cane. No! No, ed ancora no! Non si sarebbe rinchiusa in camera sua a piangersi addosso per colpa di un deficiente qualsiasi! Non aveva più diciassette anni e lui non era più il ragazzo dei suoi sogni! Probabilmente non lo sarebbe mai stato se lo avesse conosciuto meglio.

   Però era in camera sua, si stava piangendo addosso ed aveva saltato il pranzo e non voleva saperne di scendere per consumare qualcosa. Era dalla sera prima che non toccava cibo, se si escludeva la mela che aveva mangiato a colazione. Doveva necessariamente riacquistare un minimo di buon senso… e mettere qualcosa sotto i denti prima della meravigliosa festa a cui avrebbe dovuto prendere parte.

   Basta con le paturnie da sciocca adolescente, adesso era una donna e doveva affrontare la vita a testa alta.

   Si era stiracchiata per abbandonare quella sorta di torpore di cui si cade vittima quando si sta troppo tempo a letto, si era alzata intenzionata ad andare a consumare uno spuntino fugace, tanto per non rischiare di svenire nel corso della serata.

   Sperava solo di non incontrare Mamoru, anzi, a dire il vero, sperava proprio che lui se ne fosse andato… ci avrebbe pensato dopo a cosa inventarsi con i suoi.

   Ottimista, forse troppo, era uscita dalla sua stanza per scendere in cucina e supplicare Nori-san di prepararle uno spuntino veloce, nulla di complicato. Passando davanti la camera della carogna, si impose di ignorare quella porta socchiusa. Si stava complimentando con se stessa per la sua grandissima prova di autocontrollo quando la voce di lui la bloccò, mandando in frantumi il buonumore appena ritrovato.

       - Posso parlarti?

   No. Questa era stata la prima risposta che le era saltata in testa, ma era stata subito messa da parte da un’altra idea ancora più geniale: ignoralo. E così fece. Proseguì senza neanche guardarlo. Come se lui non fosse lì con lei. Come se lui non le avesse parlato. Era arrivata alle scale quando il torace di Mamoru si materializzò davanti al suo naso. Gli aveva sbarrato la strada, perfetto.

       - Hai intenzione di ignorarmi per il resto della tua vita?

   . Stavolta era stata questa la prima risposta formulata dalla sua mente ma, ancora una volta, decise di ignorarlo. Girò e fece per tornare nella sua camera, pazienza, avrebbe saltato lo spuntino fugace. A mali estremi estremi rimedi, e purtroppo non poteva fare diversamente. Un passo, due passi, la porta della sua stanza, il torace di Mamoru. Aveva deciso di farla impazzire? Prima l’aveva umiliata, adesso si prendeva gioco di lei…

       - Devo necessariamente parlarti. Se vuoi possiamo fare così tutto il giorno, per me non è un problema.

       - Perché non te ne sei tornato a casa, qui non hai più nulla da fare!

   Ed addio alla tattica dell’ignorare la carogna che puzza. Ma dopo tutto era stato lui a portarla a quella reazione. Era stata dura? Forse, ma non le interessava, la rabbia covata nei suoi confronti non era scemata in quelle ore, per nulla. Ed alla fine era esplosa mandando a quel paese il proposito di ignorarlo. Peccato che lui sembrava essere del tutto integro nonostante l’esplosione. Non ne poteva più della sua presenza asfissiante.

       - Ascolta Usagi…

   Ascolta Usagi? Ma era impazzito? Cosa gli faceva credere che lei sarebbe rimasta lì, ferma e buona ad ascoltarlo? Fin troppe volte gli aveva dato la possibilità di spiegare i suoi atteggiamenti rozzi e da cavernicolo, ma adesso basta! Non gli avrebbe permesso di prendersi gioco ancora di lei!

       - No! Ascoltami tu razza di deficiente, rozza canaglia che non sei altro! Non ho nessuna intenzione di passare un solo minuto in tua compagnia, cerca di starmi alla larga, hai capito?

       - E cosa dirai a tuo padre?

       - Non sono affari tuoi!

       - Dannazione Usagi ho sbagliato, hai ragione! Non avrei dovuto leggere il tuo diario, ma non puoi…

       - Non posso cosa? Ma ti rendi conto delle assurdità che dici? Cosa hai in quella testa cosa?

   Credeva davvero che dandole ragione lei si sarebbe messa il cuore in pace ed avrebbe dimenticato tutto? Credeva davvero che avrebbe dimenticato il modo in cui l’aveva guardata? Come l’aveva giudicata senza sapere la verità dei fatti? Senza sapere se lei era stata felice di quella scelta oppure no? Cosa voleva saperne Chiba Mamoru dell’inferno che le aveva fatto vivere durante la sua adolescenza; cosa ne sapeva lui dei pomeriggi trascorsi in camera a piangere perché lui non l’aveva degnata di un misero sguardo… cosa ne poteva sapere lui dei sogni di una ragazzina infranti davanti ad un muro di indifferenza?

       - Ascoltami, io… andiamo a questa festa, ne riparleremo dopo, ok?

       - No, ascoltami tu! Non esiste nessuna relazione, nes-su-na, quindi non occorre la tua presenza a nessuna feste e le tue spiegazioni puoi benissimo riservarle ad un’altra, sono stata chiara!?

   No, non era stata chiara visto che la carogna l’aveva presa per un braccio costringendola ad entrare in camera sua. Era tutto dannatamente sbagliato e lei si stava piegando, di nuovo, alle richieste di lui. Non poteva permetterlo!

       - Ignorami! Insultami! Picchiami! Ma lasciami parlare!

       - No! Dannazione, non voglio sentire…

   E più cercava di allontanarsi da lui e più indietreggiava. Si sentiva in trappola.

       - Stai zitta!

       - IO NON STO ZITTA!

       - VUOI LASCIARMI SPIEGARE, DANNAZIONE!

       - TI È SALTATO IN TESTA CHE IO NON VOGLIO LE TUE DANNATE SPIEGAZIONI?

   La gola le bruciava a causa delle urla. Si sentiva le guance in fiamme e sapeva di sembrare una donna isterica, ma non le importava. Era cosciente del fatto che se avessero continuato ad urlare così tanto, probabilmente, si sarebbe radunata una gran folla dietro la porta della sua camera ma, a dire il vero, non le interessava minimamente. In quel momento la cosa che più le premeva era che Mamoru uscisse dalla sua stanza e che la lasciasse finalmente libera dalla sua insopportabile presenza.

   Riportò una ciocca dietro l’orecchio e questo gesto fece sorridere Mamoru e quel sorriso la fece imbestialire ancora di più. Doveva mettere fine a quella stupida pagliacciata altrimenti sarebbe finita ricoverata in qualche istituto di igiene mentale.

       - Non mi importa se non vuoi sentirmi, tu adesso ti siedi e mi ascolti ugualmente!

   E con un gesto secco, Mamoru l’aveva costretta a sedere sul letto.

   Prima reazione a quell’imposizione era stato il lancio, verso la figura di Mamoru, di un maglione abbandonato sul letto. Se c’era una cosa che si doveva evitare, necessariamente, era dare ordini ad Usagi Tsukino perché, così facendo, si otteneva solo di scatenare  ancora di più la sua ira.

       - Vattene via, adesso!

   E già, il fatto che lei non urlasse più doveva mettere in allerta Mamoru, ma si sapeva, gli uomini erano definiti tali perché lenti di comprendonio e così la carogna continuava ad imporre le sue scelte.

       - No, fino a che non mi ascolterai!

   Seconda reazione a quella nuova imposizione il diario, stranamente di nuovo in suo possesso, diretto alla fronte di Mamoru. Peccato che lui avesse schivato il colpo.

       - Continua pure ad usarmi come bersaglio, ma di qui non mi muovo!

       - Fermati e lasciati colpire!

   Non era stata una cosa intelligente da dire, ma era quello che pensava realmente. Peccato che Mamoru non volesse essere per nulla collaborativo. Ad ogni lancio, un libro, una lampada, un pupazzo, un portapenne, lui si avvicinava sempre più, fino a che non se lo ritrovò davanti, a bloccarle i polsi senza nessuna difficoltà schiacciandole la schiena sul materasso… con il torace di lui a contatto con il seno di lei.

       - Adesso ti calmi e mi ascolti.

   La prima reazione a quella posizione sconveniente era stata quella di rimanere immobile, imbarazzata, con le gote che si tingevano di rosso per un improvviso aumento dell’afflusso di sangue al viso. Per un attimo, solo uno, guardò le labbra di lui, ma poi il tono derisorio della mattina tornò vivo nelle sue orecchie… lo stesso tono che aveva usato pochi secondi prima. Mamoru le aveva parlato come… come si parla ad una bambina capricciosa che non vuole prendere la medicina e no! No! Lei non era una bambina capricciosa e Mamoru non era la medicina.

       - Toglimi le mani di dosso o inizio ad urlare.

   Mamoru sorrise e lei si infuriò ancora di più. Era logico no, lei lo minacciava e lui se la rideva. Lui si schiacciò ancora un po’ su di lei che riuscì a sentire il fiato caldo solleticarle il collo. Per un solo istante chiuse gli occhi deglutendo per ciò che aveva immaginato… il respiro era corto ed il caldo aumentava. Poi, come se nulla fosse, ritrovando il lume della ragione parlò di nuovo, con voce per nulla decisa, al contrario, sembrava una liceale impaurita, e per questo si maledisse per l’ennesima volta.

       - Te lo ripeto: toglimi le mani di dosso o inizio ad urlare.

       - Ed io troverei un modo per zittirti.

   Ed il guizzo che lesse negli occhi di lui non le piacque per nulla.

       - Lasciami andare.

   Stava attingendo a tutta la sua pazienza, scorta compresa, per rimanere calma e non prenderlo a schiaffi, sempre se fosse riuscita a liberare le mani. Ma forse sarebbe riuscita a non pestarlo a sangue visto che  Mamoru aveva lasciato i suoi polsi e si era alzato dal letto permettendole così di respirare normalmente.

       - Posso parlare?

   Sì, decisamente era stata premiata. Mamoru aveva messo da parte i suoi modi arroganti e le stava parlando con più… delicatezza? Era meglio però non farsi stupide illusioni, la carogna che era in lui era sempre pronta a tornare a galla, da un momento all’altro.

       - Hai esattamente cinque minuti.

       - Facciamo dieci?

   No, si era sbagliata. I modi arroganti, Mamoru non sapeva metterli da parte e la carogna era parte integrante del suo essere. Così come il sorriso da pesce lesso che le stava mostrando in quel momento.

       - I minuti a tua disposizione sono diventati due.

       - Ok… ok. Allora… ho sbagliato a leggere il tuo diario.

       - Questo già lo hai detto.

       - Ok…

       - Hai detto pure questo.

   Era odiosa? Sì, ma non le importava. Il suo unico scopo era esasperarlo. Infantile come comportamento? Probabile, ma Mamoru era stato più maturo di lei leggendo il suo diario? No, per nulla. Quindi meritava la sua vendetta. Non gli avrebbe reso le cose semplici, per nulla.

       - Mi fai parlare oppure no?

       - Finora non hai detto nulla di nuovo!

       - Secondo te è facile parlare quando il tuo interlocutore ti guarda come se fossi l’essere più schifoso del pianeta?

       - Non è colpa mia se sei l’essere più schifoso del pianeta!

   E si era trattenuta dall’identificarlo come una carogna. Doveva ammettere che stava facendo dei progressi impressionanti. Se quell’incontro si fosse svolto solo un’ora prima, probabilmente, di Mamoru non ne sarebbe rimasto nulla tanto era furiosa.

       - Usagi dannazione ho sbagliato a leggere il tuo diario, ma tu come avresti reagito a leggere quello che… quello che c’era scritto!

       - Non lo so come avrei reagito, ma posso assicurarti che io non avrei mai letto il diario di un’altra persona!

       - Vedi! È inutile parlare con te, pretendi di avere ragione su tutto, non è così?

   Ok, c’era qualcosa che non andava. Pretendeva di avere ragione su tutto? Ma era un’assurdità bella e buona! In quel caso lei aveva ragionissima! Era stato lui ad essere nel torto più marcio che poteva esistere, non poteva pensare davvero di poter risolvere il tutto con un semplice “Mi dispiace, non avrei dovuto.”

   C’era qualcosa che le sfuggiva. Le mancava un passaggio. Era come se davanti ai suoi occhi si trovassero infiniti tasselli di un puzzle ma non sapeva da dove iniziare. Vedeva che tutti si incastravano tra loro alla perfezione, ma non erano la perfezione. Doveva tornare a ragionare a mente lucida ed evitare di farsi prendere dalle emozioni. Era chiaro come il sole che Mamoru stava provando a dirle qualcosa, anche se i modi erano alquanto discutibili. Ma doveva capire dove voleva andare a parare il cervello bacato di quell’idiota.

       - Dimmi perché hai letto il mio diario.

    Se con il dialogo non si arrivava ad un punto, tanto valeva passare all’interrogatorio. E tanto valeva tornare ad essere una donna matura e responsabile e rimettere l’Usagi adolescente nell’andito più remoto della sua mente. Non aveva bisogno di comportarsi con una ragazzina, soprattutto adesso che si trovava di fronte a Mamoru.

       - Sono stato spinto dalla curiosità.

   Poteva essere una risposta accettabile, se non fosse che quello che aveva davanti era Chiba Mamoru e lui non dava mai risposte accettabili, anzi, per correttezza, non dava mai risposte. Cercava di deviare i discorsi su altri lidi, ma non era stupida, e soprattutto aveva ripreso ad essere padrona della situazione, del dialogo.

       - Dimmi perché hai letto il mio diario.

   Non lasciarsi prendere dalla rabbia e trattare Mamoru come faceva con i proprio pazienti. Dopotutto, le prime volte, era riuscita a comunicare con lui… perché nell’ultimo periodo aveva dimenticato di essere una psicologa?

      Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.

       - Per conoscerti.

   Era preparata a tutto, tranne alla verità.

   Nonostante la sorpresa, però, riuscì a rimanere lucida e a non far trapelare nessuna emozione. Era una maschera. Era una psicologa. Era una donna.

       - Stiamo già provando a conoscerci, leggendo il mio diario hai solamente perso la mia fiducia.

       - Io non ho mai avuto la tua fiducia.

   La parte razionale, quella legata al suo lavoro, le suggeriva di non controbattere a ciò che era stato detto, al contrario, il suggerimento era di dare corda a Mamoru e farlo parlare, farlo aprire ulteriormente così da comprendere cosa volesse dire davvero. Ma, la parte istintiva, la vera Usagi, ruggiva quasi a sentire quelle parole: lui la stava accusando di… di aver recitato una parte, quando in realtà lei aveva fatto di tutto per… non lasciarsi travolgere dai ricordi del passato.

       - La fiducia è un sentimento che va conquistato… e comunque, per ottenere la fiducia di qualcuno ci vuole tempo.

   Ed era davvero così. Mamoru non poteva pretendere che in venti giorni lei si fidasse completamente, ciecamente, di lui. Era qualcosa di impensabile, inconcepibile. La fiducia era come una pianta: si piantava il piccolo seme, lo si innaffiava e si attendeva che germogliasse. Mamoru non aveva piantato nessun seme e non si era mai preso briga di volerlo fare.

       - Tu hai mai provato davvero a darmi fiducia?

   E quella domanda le aveva troncato definitivamente le gambe.

   No. Non aveva mai provato. Era difficile da ammettere, ma non aveva mai provato. Dare fiducia era… mettere nelle mani di qualcuno una parte di sé e lei non aveva nessuna intenzione di mettere nelle mani di Mamoru se stessa, neanche una misera parte. Probabilmente era prevenuta, era malfidata, ma a causa di Chiba Mamoru aveva sofferto tantissimo e no, non aveva mai preso in considerazione l’idea di potersi fidare di lui.

       - Perché dici così?

       - Perché è la verità. Con me non sei mai stata Usagi.

       Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.

       Con me non sei mai stata Usagi.

   C’era un abisso tra quello che pensava lei e quello che pensava lui. Ma, in fin dei conti, poteva dargli torto? Non era forse vero? Non aveva ragione Mamoru? Con lui era sempre stata una psicologa. Una ragazzina viziata. Una bambina… ma non era mai stata Usagi. Mai.

       Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.

   No, con Mamoru era semplicemente una bugiarda.

       - Cosa hai scoperto leggendo il mio diario.

       - Che Usagi è una romantica sognatrice… e qualcuno le ha spezzato il cuore.

   Assurdo! No, era assurdo, inverosimile, quasi tragicomico se non si fosse trattata della sua vita. Lui che cercava di capire chi lei fosse… lui che si chiedeva chi potesse averle spezzato il cuore… lui… lui che sembrava in pena per lei.

   Assurdo.

   Impossibile.

   Inconcepibile.

   Inaccettabile.

   Doloroso.

       Perché con Mamoru sei semplicemente Usagi.

   Con Mamoru non sarebbe mai stata semplicemente Usagi perché non voleva soffrire ancora  a causa sua.

       - Sei fuori strada. Assolutamente. Nessuno mi ha spezzato il cuore per il semplice motivo che il diretto interessato non mi ha mai rifiutata.

   Perché specificargli tutto? Perché doveva iniziare proprio da lì ad essere sincera?

      - E perché?

       - Perché non ha mai saputo niente. Mamoru, quello che hai letto riguarda il passato, avevo diciassette anni e la testa piena di sciocche frivolezze.

   Sciocche frivolezze che lo vedevano come protagonista indiscusso dei suoi sogni più intimi, ma questo adesso non lo riguardava.

       - Amare per te è una sciocca frivolezza?

       - Non si può amare una persona che non si conosce, non credi?

   E lei non sapeva nulla di quel Chiba Mamoru e, in fondo in fondo, non sapeva niente neanche di quello presente.

       - È quello che mi sono detto anch’io solo che… perché ti sei arrabbiata tanto?

   Perché si era arrabbiata tanto? Perché non ricordava se c’era scritto il suo nome in quelle pagine e perché…

       - Mi sono sentita violata. Forse per te è una sciocchezza ma è la verità. Come ti sentiresti se qualcuno entrasse nei tuoi pensieri e ci sguazzasse senza nessun ritegno?

       - Io non ho sguazzato senza nessun ritegno tra i tuoi pensieri.

       - Oh certo! Perché non hai riso quando hai letto di come mi sono comportata per uno stupido ragazzo che non vedeva al di là del proprio ego. Non hai riso quando hai letto di come mi struggevo d’amore per lui. Non ti sei divertito ad immaginarmi vittima di pene d’amore. Andiamo Mamoru! Ti ho servito su di un piatto d’argento un modo in più per prenderti gioco della sottoscritta, per sfottermi.

       - Mi sembra di non aver fatto nulla di tutto ciò!

       - Ne sei sicuro? Sbaglio o sei stato tu a dirmi che sono stata una stupida a fidarmi di Isei!

       - E ne sono tuttora convinto! Isei ti ha solo sfruttato. Si è fatto una bella scopata e via!

       - Non parleresti così se sapessi come è finita!

   Dannata lei e la sua lingua. Mai che riuscisse a mettersi un cerotto in bocca! Ma che qualcuno le spari un colpo in testa quando le salta in mente di parlare! Doveva contare fino a dieci prima di parlare!

       - E come è finita? Vi siete giurati amore eterno?

       - Ecco! È questo il tuo problema! Perché devi essere sempre così maledettamente velenoso?!

       - Io non sono velenoso…

       - Ah no? Ed allora dimmi perché devi disprezzare Isei? Sbaglio o è tuo amico?

       - Io ed Isei non ci parliamo da quando sono partito per Boston!

   Questo lo ignorava.

       - Chissà perché!

       - Non esiste un perché! Dall’oggi al domani è sparito dalla mia vita… a questo punto so a chi devo dire grazie!

   Ed a quel punto aveva taciuto perché si sentiva veramente responsabile, anche se non capiva il perché…

 

Mi sarebbe piaciuto essere il tuo Mamoru.

 

   Ecco il perché. Quel bigliettino stava a significare che per Isei non si era trattato di una botta e via… ma questo non poteva dirlo a Mamoru.

       - Mi dispiace ma non capisco in che modo io possa essere responsabile del vostro allontanamento.

   E quelle parole avevano tutto un altro significato.

       - Esisteva una specie di regola. Mai andare con le amiche di Rei. Si sarebbero creati troppi casini.

       - Cioè, fammi capire… esisteva un codice segreto? Ma eravate scemi o cosa? Credevate che fossimo carne da macello?

       - Proprio per evitare che foste carne da macello avevamo stipulato questa regola! Per non azzannarci come animali nel caso in cui uno ci avesse provato con una del gruppo e l’avesse fatta stare male.

       - Davvero misericordioso da parte vostra. Grazie!

       - Senti, è inutile parlarne. Ok?

       - Mi dispiace per Isei, io non credevo…

       - Non hai nulla di cui dispiacerti. Non è stata colpa tua se ci siamo persi di vista e poi, dopotutto, non eravamo amici eravamo solo due conoscenti, sì dei conoscenti.

   Sul non sentirsi in colpa visto il biglietto che aveva in valigia – sì in valigia, stavolta era stata previdente e lo aveva nascosto subito – aveva i suoi dubbi anche se i torni non le tornavano. La questione della regola… la trovava assurda. Ma non voleva parlarne, non in quel momento. Le interessava chiarire altro.

       - Non capisco però… perché hai reagito così male quando hai saputo di Isei…

   Era stata assurda la reazione di Mamoru, non riusciva a spiegarsela, era come se… era come se si fosse sentito offeso in qualche modo, ma lei non aveva fatto nulla di male, o no?

       - Dobbiamo parlarne proprio adesso?

   No, perché adesso, potremmo aspettare la fine dell’anno oppure fare finta di niente. Gli uomini! Erano capaci di perdersi in un bicchier d’acqua.

       - Mamoru, i due minuti sono scaduti da almeno un quarto d’ora! Muoviti a parlare!

   Quel ragazzo era capace di farle perdere il lume della ragione, se continuava così l’avrebbe mandata in terapia, se lo sentiva!

   Un tocco deciso alla porta la innervosì ancora di più. Era come nei film, sul più bello accadeva qualcosa, o la puntata finiva o c’era la pubblicità. Cavolo, ma quella era la vita vera, non ci potevano essere delle interruzioni senza senso, non ci potevano essere interruzioni e basta.

       - Avanti!

   La persona che stava per entrare doveva avere un valido motivo per andarla a disturbare, altrimenti avrebbe pagato cara quella interruzione fuori programma… per lei era già difficile mantenere la calma, diventava impossibile se la interrompevano proprio sul più bello.

       - Disturbo?

       - Sì!

       - No!

   Da quando parlava contemporaneamente a Mamoru? E da quando Mamoru e Shingo erano così amici, visto il sorriso a tuttotondo con cui il primo aveva accolto il secondo?

       - Ho interrotto qualcosa?

       - Sì!

       - No!

   Ancora? Ma era una presa in giro? Mamoru parlava solo per contraddirla? Certo che Shingo disturbava, lo si capiva da come gli aveva risposto quando aveva bussato! E certo che aveva interrotto qualcosa, lo si intuiva da come lo stava fulminando con gli occhi! E dannazione, adesso mi metteva ad urlare anche nella sua mente, non sarebbe uscita viva dalla sua stanza, se lo sentiva.

       - Siete sicuri di sentirvi bene?

       - No, che non sto bene!

       - Stiamo benissimo!

   Basta! La sua pazienza era stata ampiamente esaurita, anzi, aveva terminato le scorte anche per il mese successivo e quello dopo ancora. Era arrivato il momento di prendere in mano la situazione o non ne sarebbero usciti vivi, anzi, non ne sarebbe uscita.

       - Tu taci. - E con un gesto secco, come quello che aveva subito pochi minuti prima, aveva costretto Mamoru a sedere. - Tu dimmi cosa c’è, e fallo in fretta. Ho da fare con lui. - E con il pollice aveva indicato lo stesso Mamoru che la fissava basito.

       - Ti cerca mamma. È urgente.

   Niente va mai così male che non possa andar peggio. Ecco, questo era uno di quei proverbi - che poi non era un vero proverbio - che cadeva a fagiolo. Era una interpretazione diversa - ma adatta alla situazione - della legge di Murphy. Per concludere in bellezza quella magnifica giornata, ci voleva solo sua madre. Ed ancora c’era tutta la serata, cos’altro sarebbe accaduto?

   No. Non poteva essere vero. Quello era solo un brutto sogno, tra pochissimo si sarebbe svegliata e si sarebbe ritrovata nella sua stanza a Tokyo. Doveva essere necessariamente così.

       - Dille che tra dieci minuti sono da lei.

       - Non credo che sia una buona idea. Sta dando di matto. Dice che dopo lo scherzo che le hai fatto stamattina rischia un infarto.

   Un infarto solo perché aveva evitato una giornata, infernale, in sua compagnia in un centro di bellezza? Assurdo.

       - Ho capito. Tu aspettami qui. - E con il solito fare autoritario si era rivolta a Mamoru. - Shingo tu vieni con me.

   Era ormai fuori dalla stanza quando aveva deciso di far capire a Mamoru che non stava scherzando.

       - Ti conviene farti trovare esattamente come ti sto lasciando se non vuoi morire! Sono stata chiara!?

   Non gli aveva dato modo di ribattere. Aveva visto solo il suo pomo d’Adamo alzarsi verso l’alto, poi verso il basso. Questo era stato più che sufficiente, le sue minacce erano servite allo scopo: intimidirlo.

       - Mi sono perso qualche puntata?

       - Oh, anch’io mi sono persa qualche puntata, vero oniichan?

   Era il momento di mettere in chiaro anche con Shingo. Cosa si erano detti lui e Mamoru? Poteva contare ancora su suo fratello oppure anche lui, come sua nonna, era caduto vittima del fascino da camice bianco?

       - Di preciso, a cosa ti riferisci?

       - All’incontro sotto la luna di ieri sera tra te e Chiba Mamoru, ad esempio. Oppure al mega sorriso con cui Mamoru ti ha accolto quando sei entrato… per caso c’è qualcosa che io dovrei sapere?

   Se suo fratello le avesse confessato di un’eventuale omosessualità di Mamoru sarebbe stata certamente colpita da un ictus; non poteva aver perso la sua adolescenza dietro un ragazzo che non la considerava semplicemente perché non gli piacevano le ragazze.

       - Innanzitutto non c’è stato nessun incontro sotto la Luna, io e Mamoru ci siamo incrociati fuori dallo studio di papà… e secondo, non ho mai visto un maschio più etero di lui, te lo posso assicurare. Tu piuttosto, ho percepito una strana elettricità in quella stanza. Ho interrotto qualcosa?

   Aveva interrotto qualcosa? Sì, aveva interrotto il momento di pathos che si era venuto a creare. Era riuscita ad entrare in comunicazione con quella parte di Mamoru che non conosceva o, più correttamente, era stato Mamoru a privarla della maschera ed a farla parlare.

       - Stavamo cercando di chiarire una questione… spinosa. Tutto qui.

   Non poteva certo dire che stava cercando di estorcere, anche con la forza se fosse stato necessario, il perché degli atteggiamenti di Mamoru.

       - Ho capito, non vuoi scucirti più di tanto. Va bene, ma state attenti stasera. Avrete gli occhi di tutti puntati addosso, cercate di essere una bellissima coppia di fidanzati innamorati e pronti al matrimonio. Ci siamo capiti oneechan?

       - Non preoccuparti non gli salterò al collo, né tenterò di evirarlo se è questo che temi! Saremo una coppia di fidanzati modello…

   Almeno spero. La parte finale della risposta, però, la tenne per sé.

       - Però sai, non so quanto dovrete recitare, prima mi sembravate parecchio affidati.

   Parecchio affiatati loro? Non era scoppiata a ridergli in faccia solo per non offenderlo. Erano più affiatati i coniugi Tsukino che loro due, povero Shingo! L’astinenza gli provocava brutti scherzi. Aveva fatto finto di nulla, non le andava di parlare ancora della questione anche perché era un po’ arrabbiata con Shingo che aveva spezzato la tensione emotiva che si era venuta a creare e ne era certa, vista la sua esperienza nel campo, Mamoru non si sarebbe lasciato sopraffare da lei una seconda volta.

       - Certo! Come dici tu! Lasciami andare da mamma che starà diventando matta…

   Era davanti la porta della camera da letto dei suoi genitori e stava per entrare quando Shingo le bloccò la mano, sorridendo imbarazzato.

       - Mi dispiace.

   Due semplici parole per farle capire che la legge di Murphy non sbagliava mai… se qualcosa può andare male, lo farà.

 

***** ***** *****

 

XX giorno

Ore 18:13

- 10 giorni all’alba

 

  Aveva aspettato per un’ora intera il suo ritorno, ma inutilmente. Di lei neanche l’ombra ed alla fine, un po’ sfiduciato ed un po’ rincuorato, era tornato in camera cercando di riposare in vista della festa a cui avrebbe dovuto prendere parte.

   Il sonno tardava ad arrivare… il pensiero fisso di lei non lo lasciava andare.

   Ancora una volta, stavolta con meno strati di vestiti rispetto all’esperienza di Nikko, aveva potuto saggiare la morbidezza dei suoi seni e questo aveva risvegliato i suoi istinti… animali. Si era alzato dal suo corpo cercando di mantenere la calma, facendo finta di nulla, ma aveva notato l’espressione imbarazzata di Usagi. Aveva visto come si era soffermata a fissare le sue labbra e l’aveva vista deglutire… come a scacciare un pensiero poco casto, o forse era lui a farsi tutte quelle illusioni. A parte quel lampo di malizia, non aveva ricevuto altre reazioni da lei, se non l’imbarazzo.

   Tsukino Usagi lo avrebbe portato alla follia, di questo ne era certo.

   Sentiva ancora addosso il profumo della sua pelle: fragola e vaniglia, come se si trattasse di un gelato… ed Usagi era proprio come un gelato… fredda ma dolce. Di una dolcezza che aveva intravisto solo attraverso le pagine di quel diario, di una freddezza che aveva visto rivolta solo verso se stesso; ma perché doveva essere lui lo sfogo di lei? Che poi se si voleva sfogare proprio con lui, bhè!, poteva farlo benissimo ma in un altro modo, molto più piacevole, molto più passionale. Sì, perché era stanco, stanchissimo, dei giochi di lei.

   Quella maledetta ragazza sapeva benissimo che tra loro esisteva una strana alchimia.

   Esisteva una forza misteriosa che li spingeva uno verso l’altra.

   Esisteva una forza magnetica che li portava a scontrarsi ed a creare delle vere e proprie scintille… scintille che accendevano i loro animi.

   Se avesse avuto la possibilità l’avrebbe azzittita a suon di baci… e lei lo aveva capito quel pomeriggio. Lo aveva capito perché non era riuscito a trattenere le reazioni del suo corpo.

   Voleva prenderla per i fianchi e saggiare quelle labbra rosse, gonfie, piene ed invitanti. Voleva saggiarne la consistenza, voleva scoprire se erano dolci come sembravano; ma tanto lo sapeva, lei era uno zuccherino per gli altri, non per lui. Se solo avesse provato a sfiorarla, se solo avesse provato a baciarla, se solo l’avesse baciata… gli avrebbe staccato le labbra con un morso, ma avrebbe rischiato tanto, sì per sentire il calore di lei avrebbe rischiato questo e molto altro ancora.

   Avrebbe rischiato la sua incolumità fisica, sua e del suo amico, per saggiare il sapore della sua pelle… l’odore era afrodisiaco. L’odore della sua pelle, non il profumo. Perché l’odore della pelle di una persona era qualcosa di naturale, incontaminato. Era qualcosa che accompagnava ogni singolo individuo sin dalla nascita, qualcosa capace di renderlo unico… e l’odore della pelle di Usagi era… dolce ma acre allo stesso tempo. Forte, deciso, ma non fastidioso, un misto tra l’esuberanza e la sensualità perché - diavolo! - lui riusciva a dare un aroma a tutto, anche al carattere… ed Usagi era proprio così esuberante e sensuale… soprattutto quando si arrabbiava. In quei momenti, quando la vedeva preda della collera, per lui diventava difficile controllare le proprie azioni. Il suo corpo si incendiava e diventava pregno di desiderio per lei.

   Le labbra di Usagi diventavano invitanti così come la linea del collo, non sottile come le ragazze che aveva avuto in passato, ma neanche così decisa perché lei era unica. Era donna ma ancora ragazzina… era un qualcosa che mandava in orbita i suoi ormoni ed i suoi pensieri più casti.

   Il collo, le labbra, il seno e le gambe? Quelle maledette gambe che nascondeva sempre dentro a quei maledetti pantaloni. Maledetti-benedetti: maledetti perché non gli permettevano di bearsi della vista di quella meraviglia, forti e toniche cosce che si intravedevano sotto il tessuto elasticizzato dei jeans; benedetti perché, almeno così, non era costretto a far ricorso a continuo docce fredde per calmare il bollore che accendeva in lui ogni volta che il suo sguardo, casualmente, si soffermava su quella porzione di lei.

   E vaffanculo a tutto! Aveva necessariamente bisogno di una doccia fredda!

   Maledetta, maledettissima Tsukino Usagi che non lo lasciava riposare in pace!

 

***** ***** *****

 

XX giorno

Ore 19: 03

- 10 giorni all’alba

 

    Aveva trascorso le due ore più terribili della sua vita. Chiusa in camera con sua madre… e tre estetiste, anzi no, look-maker come avevano preteso di essere chiamate. Curatrici di immagine, come se stesse per prendere parte ad un gran galà.

   La cosa più carina che le era stata detta in tutto quel tempo, era che aveva un viso tondo come una luna piena… e si era fatta violenza da sola per cercare di trasformare quelle parole in un complimento.

   Lecchina numero uno si era occupata dei suoi capelli, lavandoli e stressandoli per più di un’ora. Alla fine, come colpo di grazia, le aveva infilzato la testa con un numero imprecisato di forcine ed i suoi capelli erano stati sistemati in un’elaborata acconciatura che metteva in mostra il suo viso pieno… ma se il suo volto era davvero così tondo, non era meglio lasciare i capelli sciolti sulle spalle? I misteri della vita.

   Lecchina numero due si era occupata del suo corpo, delle tortura da applicare ad esso. Odiava la ceretta, era dolorosa e soprattutto danneggiava i capillari superficiali, ma a quella torturatrice legalizzata sembrava non importare nulla. Si era occupata, nell’ordine, delle sue ascelle, delle sue braccia, dell’inguine e pure delle gambe. Era riuscita a non farsi depilare anche il viso, anche perché, onestamente, non è che il suo viso presentasse una qualche traccia di peluria, per fortuna. Alla fine di tutto, però, il suo martirio era stato ripagato con un bagno caldo, troppo breve a dire il vero, seguito da un massaggio rigenerante ed il suo corpo era stato cosparso di olio di mandorle… forse, era pronta per essere fritta?

   A lecchina numero tre era toccato il maquillage di viso, mani e piedi… perché si, anche le unghie di mani e piedi dovevano essere coccolate e vezzeggiate. Assurdità su assurdità ! Quello sarebbe stato il pomeriggio ideale per Minako e Rei, ma non certo il suo! La pinzetta era stata dolorosissima e le sue sopracciglia erano state sfoltite di niente ma, stranamente, agli occhi delle presenti adesso sembravano più arcuate e definite… ma lei continuava a non notare differenze. Il suo viso era stato impiastricciato con strati e strati di cremine che servivano a fissare nell’ordine fondotinta, correttore, cipria, fard ed ombretti. Le sue labbra erano state violentate nel vero senso della parole; un rossetto, dal colore imprecisato, ne aveva rimodellato il contorno donandole l’aria di una vera e propria prostituta.

   Cosa assurda? Sua madre approvava tutto ciò, ma dove era finita? In un film horror?

   Una volta fuggita dalle grinfie delle Ayakashi Sisters, con sua madre quarto membro del trio a questo punto diventato quartetto, si era ritrovata in camera sua ad ammirare l’opera d’arte… e si era sentita una perfetta idiota.

   Non era possibile!

   Quella non era lei. Era assurdo. Ma quelle tre cosa avevano fatto? Era… stupenda. Oh sì. Era meravigliosa. I capelli erano stati raccolti in un’elaborata acconciatura che lasciava cadere qualche ciocca al lato del viso regalandole un aspetto aristocratico, ma elegante. Il suo viso era stato… stravolto. L’azzurro dei suoi occhi sembrava più vivo, più intenso, più luminoso. Gli zigomi sembravano di porcellana, lisci e brillanti, sfumati di rosa e le sue labbra… le sue labbra sembrano due soffici nuvole di zucchero filato!

       - Questa non sono io!

   Doveva scusarmi immediatamente con lecchina uno, due e tre! Avevano fatto un lavoro egregio… e forse doveva trovare loro un nuovo soprannome, più consono alla loro bravura. Magari avrebbe attinto alla fantasia di Miky, come si chiamava il nuovo cartone che guardava tutti i pomeriggi alla tv? Gals!, vero? Quelle erano tre ragazze alla moda che sapevano come rendere lei una principessa.

   Doveva ringraziare anche sua madre. Il vestito che l’aveva costretta ad indossare era magnifico! Il grigio perla risaltava la sua carnagione chiara ed il taglio stile impero le strizzava il seno, regalandole una terza abbondante, anche se in realtà portava una misera seconda. L’abito cadeva morbido lungo i fianchi fermandosi poco più in alto del ginocchio facendola sembrare una ninfa greca.

   Che sua madre avesse gusto non lo aveva mai messo in dubbio, ma adesso! Adesso le doveva fare una statua, era necessario!

   Le scarpe - in tinta con l’abito - erano l’unica nota negativa, non perché fossero brutte. Semplicemente le andavano un po’ strette, questo era l’unico inconveniente dell’indossare qualcosa che non si era mai provato. Alte, molto più alte delle decoltè nere che aveva portato per il tubino nero castigato che personalmente aveva scelto per l’occasione, le slanciavano le gambe scoperte.

   Era meravigliosa, ma questo lo aveva detto, vero?

   Si guardava allo specchio e sorrideva come una stupida, si sentiva una vera principessa. Era una sensazione strana e lontana, le sembrava di essere tornata indietro negli anni… era qualcosa di bello! Era il momento di aggiungere gli ultimi dettagli. Gli orecchini di perle e la collana in oro bianco ed era perfetta, come non lo era mai stata in vita sua.

   La porta della sua stanza si era aperta improvvisamente, senza che lei avesse il tempo di comprendere ciò che stava accadendo.

       - Usagi ti dispiacerebbe aiutarmi con il nodo di questa stupida cravatta? Non mi riesce bene stasera!

       - Magari la prossima volta impara a bussare, che ne dici?

       - Oneechan, da quando devo bussare per entrare in camera tua?

       - Da sempre Shingo! Da sempre!

       - Accidenti, ma sai che adesso che ti guardo bene devo proprio farti i miei complimenti, sei davvero bellissima!

   Sorrise felice iniziando a girare su se stessa per farsi ammirare.

       - Allora che ne dici?

       - Che se non lo stendi stasera, inizierò a provarci io spudoratamente!

       - Scusa, ma chi dovrei stendere?

       - Mamoru, mi sembra ovvio!

       - State parlando di me?

   E nell’esatto momento in cui Shingo si era girato verso la fonte della voce lei era rimasta pietrificata.

   Bello.

   Bellissimo.

   Doveva smetterla di comportarsi come un’adolescente! Ok! Davanti gli occhi si ritrovava un bellissimo esemplare di homo sapiens sapiens, ma questo non era tutto nella vita, no? Nel completo nero che indossava, Mamoru sembrava… non trovava neanche lei le parole per descriverlo. Non avrebbe più utilizzato l’aggettivo qualificativo bello, e neanche il relativo superlativo, era troppo poco per descriverlo in quel momento.

   Mamoru emanava un’aura di fascino, eleganza, mascolinità che superava di gran lunga quella a cui era sempre stata abituata. La camicia bianca, sotto la giacca nera, era il perfetto connubio tra eleganza e sobrietà. Doveva necessariamente prendere una boccata d’aria o sarebbe entrata in iperventilazione da lì ai prossimi trenta secondi.

       - Sì, effettivamente stavamo parlando di te! Ci chiedevamo se fossi pronto… io adesso vado, ci vediamo di sotto…   

       - Shingo… - Suo fratello non poteva lasciarla lì, sola. Non in quel momento. - e la cravatta? - Giusto, la cravatta. Dopotutto lui era lì per quella cravatta.

       - Chiedo alla nonna! Oh, come si è fatto tardi, devo proprio andare…

   Ed era andato via, chiudendosi la porta alle spalle.

       - Sei pronta?

   No. Non era pronta, non era pronta per ritrovarselo così… così e punto.

       - Quasi, devo solo mettere questa stupida collana che ha uno stupido gancio che non ne vuole sapere di stare aperto.

   Forse non era il gancio ad essere stupido, e forse neanche la collana. Forse era colpa delle sue mani che avevano iniziato a sudare nello stesso istante in cui lui aveva fatto ingresso nella sua camera.

       - Lascia fare a me.

   E con delicatezza le aveva tolto dalle mani la collana e l’aveva fatta spostare permettendole di stare davanti allo specchio ed osservare le loro immagini riflesse. E visti così erano davvero belli. Mamoru la sovrastava, ma non la soggiogava. Sembrava quasi che si piegasse sulla sua figura per difenderla dal mondo esterno. Solo per un attimo i loro sguardi si erano incrociati, poi lei aveva abbassato gli occhi, iniziando a giocherellare con l’anello che portava all’anulare destro.

       - Sei molto bella stasera.

   Quelle parole sussurrate al suo orecchio ebbero il potere di farla arrossire. Non alzò il capo, non incrociò il suo sguardo, rimase immobile. Le dita di Mamoru sul suo collo erano leggere e delicate, calde. Per un attimo spero di sentire quel tocco delicato anche sulle spalle ma durò giusto un attimo.

       - Hai un buon profumo.

   Ancora parole sussurrate all’orecchio.

   Ancora il rossore diffuso alle sue guance.

   Ancora la voglia di lasciarsi andare in un suo abbraccio.

   Ancora la forza di restare immobile e non lasciarsi andare.

   Doveva finire tutto, in fretta.

   Il passo avanti che fece le permise di tornare a guardare lucidamente la situazione. Lei e Mamoru soli in camera sua. Con lui che aveva un atteggiamento ambiguo. Doveva andarsene subito.

       - Scendiamo? I primi ospiti saranno arrivati.

   Era riuscita a mantenere un tono di voce fermo e naturale. Le gambe però le tremavano terribilmente. Mamoru le aveva aperto la porta facendola uscire e poi subito si era affiancato porgendole il braccio.

       - Stasera mi farai impazzire.

       - Prego?

       - Gli uomini presenti non ti toglieranno gli occhi di dosso ed io sarò costretto a vigilare su di te da buon fidanzato.

   Quelle parole ebbero il potere di farle perdere l’equilibrio, sarebbe pure finita con il viso spiattellato sul pavimento se Mamoru non l’avesse afferrata per la vita stringendosela addosso.

   Iperafflusso di sangue al viso.

   Tachicardia.

   Tachipnea.

   Vertigini.

   Nell’ordine, queste furono le reazioni del suo corpo.

       - Gra… grazie.

   Salivazione azzerata. Questa le mancava.

       - Ed ecco qui il primo imbecille da mettere al proprio posto!

   Seguendo gli occhi di lui, alla base delle scale aveva incontrato la figura di Umino, elegante anche lui in un completo blu.

   Non sapeva se era stata la vista del suo futuro marito, o il tono di voce di Mamoru, ma riuscì a risvegliarsi da quella specie di demenza adolescenziale in cui era caduta.

       - Fino a prova contraria, Umino è il mio futuro fidanzato.

       - Fino a prova contraria, stasera, sono io il tuo fidanzato.

      Le sue orecchie avevano sentito male, non c’era nessun’altra spiegazione plausibile. Oppure… oppure Chiba Mamoru aveva deciso di prendersi gioco di lei, e questa alternativa le sembrava la più esatta, conoscendo il soggetto.

       - Piantala con questo gioco, mi sembra di aver già chiarito il punto.

       - Tu non mi hai lasciato la possibilità di parlare…

       - Io non ti avrei lasciato la possibilità di parlare? Ma…

       - Non credo che sia questo il momento più adatto per chiarire le nostre divergenze di opinione. Tuo padre ci sta guardando.

   Così dicendo, con il dorso della mano le aveva spostato una ciocca che le ricadeva proprio davanti gli occhi accarezzandole, distrattamente, la guancia.

   Ad occhi esterni, quello poteva essere scambiato per un gesto intimo tra due innamorati.

   Ad occhi esterni, infatti.

   A lei quella era sembrata una provocazione bella e buona. Un modo per prendersi certe libertà senza rischiare la vita.

       - Riprovaci, e ti stacco la mano con un morso.

   Il sorriso di lui non preannunciava nulla di nuovo. La stretta ai suoi fianchi, ed il conseguente avvicinarsi al torace di Mamoru, ne furono la conferma.

       - Sei ancora più bella quando ti arrabbi.

   Ok. Lei non sapeva come rispondere. Non conosceva questo gioco. Non conosceva le regole. Era con le spalle al muro.

 

***** ***** *****

 

XX giorno

Ore 21:30

-         10 giorni all’alba.

 

       - Mi fanno male le guance a furia di sorridere.

       - E tu non sorridere più.

       - Voglio scendere da queste scarpe.

       - Ti stai lamentando da oltre mezz’ora.

   Dopo lo scambio di battute in cima alle scale, Usagi si era limitata a stargli accanto senza mai rivolgergli direttamente la parola, se non in quell’ultima mezz’ora, e tutto quello che era riuscita a dire si riassumeva in un’unica parola: lamentela.

       - Vieni, andiamo a ballare.

   E senza darle il tempo di ribattere, le aveva preso il polso sottile e l’aveva condotta al centro del salone dove avevano iniziato a ballare sulle note di non sapeva bene cosa. Era musica, quindi si poteva danzare. Sembrava un lento… anche se non ne era certo. Però era un modo per farla stare in silenzio ed attaccarsela addosso.

       - Mamoru io… andiamo, mi sento a disagio.

   Non era riuscito a zittirla, ma poteva stringerla ancora un po’, tanto per punirla. Per questo le aveva passato il braccio destro dietro la schiena ed aveva afferrato, sì proprio afferrato non voleva correre il rischio di vederla andar via, con la sinistra la destra di lei e subito dopo aveva iniziato a muoversi… avvicinando ancora di più i loro corpi.

       - Sembri un manico di scopa, ti prego rilassati.

   Ed era vero, era rigida e non sembrava per nulla a proprio agio.

       - Magari se togliessi quella mano dal mio sedere…

       - La mia mano non è sul tuo sedere… sicura di aver dato anatomia?

   Aveva avvicinato ancora di più i loro bacini che adesso, ad ogni movimento, si sfioravano impercettibilmente, mandandolo in una piacevole confusione. La sua mano, intanto, silenziosa ed indisturbata, si era spostata lungo il fianco di lei, ed il pollice l’accarezzava libero ed indisturbato.

   Le guance arrossate di Usagi erano una piacevole visione.

       - A che gioco stai giocando? Fino a ieri ti eri scusato per il tuo comportamento, ed oggi ci risiamo?

       - Ieri sera mi sono scusato con te per il mio essere cafone. Stasera sto provando a comportarmi da perfetto fidanzato. E sorridi un po’ di più, sembri una condannata a morte piuttosto che una fidanzata felice.

   E dicendo questo si era chinato ancora di più verso il suo viso… voleva baciarla. Voleva saggiare le sue labbra rosa, gonfie, ma non l’avrebbe fatto. Non davanti a tutte quelle persone. Non l’avrebbe fatto perché… perché se solo ci avesse provato lei si sarebbe infuriata e l’avrebbe persa per sempre.

   Come se l’avesse mai avuta.

   Per questo non baciò le sue labbra piene; per questo si accontentò di un casto bacio proprio lì, su quella guancia vellutata come una pesca, rosa come un fiore di ciliegio e morbida come i suoi seni.

   La sentì irrigidirsi ancora di più.

   Percepì il respiro di lei mozzarsi.

   Vide le palpebre celare l’azzurro dei suoi occhi.

   Aveva sentito le mani di lei arpionarsi alle sue spalle… e sognò di prenderla e portarla via… e baciarla, baciarla… fino a morire.

   Ma non fu così perché Usagi si liberò della sua presa e scappò letteralmente via. Stava andando via anche lui, per fermarla, per spiegarsi, ma Sakura pensò bene di bloccarlo.

       - Lasciala andare, ha bisogno di prendere aria.

   Quello in realtà gli era sembrato un ordine mascherato da consiglio. Osservò la donna che gli sorrideva e decise di darle retta.

       - Ti va di fare ballare una vecchia signora come me?

   E così si era ritrovato a tenere tra le braccia quella donna incredibilmente audace… per i suoi anni. Sicuramente, in gioventù, Tsukino Sakura doveva essere stata una donna molto spregiudicata.

       - Usagi mi ricorda molto me stessa alla sua età.

   Ecco la conferma alle sue supposizioni.

       - Anch’io, come lei, difficilmente sottostavo al volere di mio padre. Volevo studiare, conoscere il mondo, diventare medico…

       - Ma alla fine ha fatto ciò che era stato scelto per lei.

       - Esatto… e mi sono ripromessa di non far commettere ad Usagi il mio stesso errore… io ho amato mio marito, ma non gli ho mai perdonato il suo volermi controllare su tutto… anche sull’educazione di mio figlio. Vedi Mamoru, mia nipote è una creatura complessa. È cresciuta in un ambiente tradizionalista come ben sai, ma è cresciuta in modo diverso da come sono cresciuta io, da come sono cresciuti i suoi genitori. Usagi, a differenza di suo fratello Shingo, ha sempre mantenuto le distanze da questo mondo. Ha sempre cercato di essere indipendente dai genitori, da Kenji. Non ha mai seguito il volere di suo padre. Ed adesso… adesso si ritrova con le spalle al muro. Divisa tra due universi: quello tradizionalista del Giappone e quello moderno che apre le porte a nuove opportunità. Usagi ancora non ha ben capito qual è il suo posto, o meglio, sa che non vuole stare da questa parte della barricata ma ha paura di perdere la sua famiglia… e mio figlio fa leva su questo suo punto debole. Sa che Usagi, a modo suo, lo ama, lo stima, lo rispetta, e farà gioco su questo per obbligarla a sposare Gurio-san, anche se sa perfettamente che non è adatto a lei.

       - Ed io che ruolo ho in tutto questo?

       - Oh, non essere sciocco! Tu sai benissimo qual è il tuo ruolo! Ed adesso che sei stato messo in guardia, e che sai cosa fare, vai da Usagi. Vedrai che adesso non ti aggredirà.

   Con una risata sottile, lo aveva accompagnato verso la terrazza, laddove era sparita Usagi. Quella donna era davvero incredibile. Riusciva a trasmettere serenità, ma quegli occhi nascondevano anche una profonda forza di volontà. Tsukino Sakura, in gioventù, doveva essere una donna davvero affascinante… selvaggia ed affascinante.

   Come la nipote, che stava discorrendo animatamente al telefono con qualcuno, ma non capiva chi.

-         … sì. Calmati adesso.

   Aveva alzato gli occhi al cielo spostandosi una ciocca da davanti agli occhi. Era nervosa.   

       - Ho capito, ma è inutile che fai così. Rilassati, ok?

   L’aveva visto ma gli aveva dato le spalle, come a nascondersi… come a fuggirgli.

       - Parto adesso… no! Minako è inutile che vieni subito! Prima fammi capire cosa è successo!

   Si era girata nuovamente dalla sua parte ed aveva morso il labbro inferiore, come a trattenere una rispostaccia.

       - Passami Kunzite… ho detto passami Kunzite!

   Quest’ultimo ordine era stato praticamente urlato a quella che, da ciò che aveva compreso, doveva essere Minako.

       - Kunzite… sì. Ma si può sapere cosa è successo?

   L’aveva vista ascoltare in silenzio, con la schiena poggiata alla balaustra del terrazzo. Si guardava la punta delle scarpe ed era ad occhi chiusi, come se si sentisse improvvisamente stanca… o almeno, lui aveva percepito così quel suo abbandonarsi alla ringhiera.

       - Ho capito… facciamo così. Io vado a controllare, appena so qualcosa vi chiamo, ok? Passami Minako, prima l’ho trattata male.

   I suoi tratti si erano distesi, ma la tensione era ancora palpabile dal come muoveva gli occhi in cerca di un punto di riferimento. Era rimasto lì accanto a lei, senza intromettersi, cercando di capire cosa potesse essere accaduto. Era rimasto lì sorpreso di come fosse capace, ormai, di interpretare ogni suo semplice gesto.

       - Ascolta Mina-chan! Non c’è bisogno che piangi, ok? Non è successo nulla. A casa non c’era nessuno, ok? Stiamo tutti bene è questo che conta. Respira su… mettiti un po’ a letto… ti chiamo appena so qualcosa, sì stai tranquilla.

   Solo quando la cameriera aveva preso il telefono che Usagi le porgeva, si era accorto anche della sua presenza.

       - È successo qualcosa di grave Usa-chan? 

       - Io… devo andare. Akiko, sai dove posso trovare mia madre?!

   E per un attimo aveva visto negli occhi di lei l’ombra della paura.

       - Usako cosa è successo?

   Non si era neanche reso conto di aver impiegato il nomignolo che avevano programmato di usare come vezzeggiativo… e la stessa Usagi sembrava non aver colto nulla.

       - Niente di grave… almeno spero.

       - Akiko-san, per favore, può andare a chiamare Ikuko-san?

       - Certo!

   La cameriera stava per andare via quando la richiamò indietro.

       - Prima portami un bicchiere d’acqua, Usagi sembra non sentirsi tanto bene.

       - Che cosa è successo?

   La sorreggeva per la vita anche se, probabilmente, non occorreva. E solo dopo che la cameriera era andata via aveva porto la domanda.

       - Una nostra vicina di casa ha chiamato Minako dicendole che… che c’erano i vigili del fuoco nel nostro appartamento. Sembra che ci sia stato un incendio.

       - Ecco l’acqua.

   Akiko era tornata con in mano un bicchiere pieno di acqua.

       - Grazie, Aki-chan… potresti andare a chiamare mia madre come ti ha chiesto Mamoru?

       - Certo, ma tu stai bene adesso, vero?

   Usagi si era limitata ad annuire riprendendo a bere.

       - Ascoltami, tu vai in camera ed inizia a preparare le tue cose, parlo io con tua madre, va bene? Ce la fai a salire da sola o vuoi che ti accompagni?

       - No… parlo io con mia madre… non occorre che tu mi accompagni…

   Quella ragazza era impossibile. Sarebbe riuscita a discutere anche se moribonda.

       - Vuoi lasciarmi nella tana del lupo da solo? Vai in camera tua ed inizia a prepararti. Tra meno di mezz’ora si torna a casa, ok?

   Ed alla fine era riuscito a farla cedere.

 

***** ***** *****

 

XX Giorno

Ore 23:50

- 10 giorni all’alba

 

  Era quasi mezzanotte e Mamoru aveva impiegato solo due ore per tornare a Shinagawa, invece delle tre piene che si impiegavano di solito. Aveva praticamente volato sull’asfalto cercando di fare il prima possibile… ed adesso, che si trovava a pochi isolati da casa sua, aveva un po’ paura.

   Non avevano praticamente più parlato da quando lei era stata spedita in camera sua… ma non si stava male in quel silenzio, era rassicurante. Era come se Mamoru le lasciasse il tempo per riflettere e metabolizzare tutto ciò che stava accadendo.

       - Siamo arrivati.

   Con quelle parole l’aveva strappata dal suo mondo di silenzio e tranquillità.

   Le transenne sbarravano il passaggio già un isolato prima di casa sua. Scese dalla macchina e si strinse nel suo cappotto, anche se era aprile inoltrato continuava a fare freddo, soprattutto alla sera.

   Le frecce del Suv si accesero, segno che l’allarme era stato inserito.

       - Andiamo?

   Aveva annuito impercettibilmente, ma non si era mossa. Aveva paura. Una maledettissima paura di scoprire cosa fosse successo alla sua casa.

       - Dammi la mano.

   Mamoru le porgeva la mano e lei non sapeva cosa fare. Alla fine decise di seguire la ragione ed afferrarla, aveva bisogno del supporto di qualcuno, non c’era nulla di male in ciò.

   Il contatto con la mano calda, e grande, di lui ebbe il potere di farla rabbrividire ancora di più.

       - Andiamo.

   Nonostante la voce le tremasse, Mamoru sembrava non essersi accorto di nulla, avanzava come se nulla fosse. Appena arrivati davanti le transenne, però, un poliziotto li fece fermare chiedendo loro di tornare indietro.

       - Sono Usagi Tsukino. Una vicina mi ha chiamato informandomi di un incendio scoppiato proprio a casa mia.

   L’uomo la squadrò da capo a piedi per poi chiedere, tramite la ricetrasmittente che aveva con sé, conferma ad un collega.

       - Prego, passate pure.

   Senza perdere altro tempo, ed accelerando il passo, erano arrivati proprio davanti la sua abitazione e fu invasa dal terrore.

   Le autobotti dei vigili del fuoco erano due. Le gazzelle della polizia tre. Le luci blu dei lampeggianti della polizia le avevano fatto venire immediatamente il mal di testa. Tutto attorno una folla di curiosi ed un brusio di sottofondo che non riusciva a tollerare. Si sentiva osservata, per certi versi additata. Era come un animale da circo messo in mostra e questo non lo sopportava.

   Era casa sua ad essere andata a fuoco, non c’era nessuno spettacolo a cui assistere, perché non se ne tornavano alle proprie case visto che loro ne avevano ancora una?

   Facendosi largo tra la gente, era riuscita ad arrivare proprio all’ingresso della sua abitazione e senza aspettare oltre stava per entrare quando la voce di uno sconosciuto la bloccò, mentre una mano si strinse attorno al suo polso.

   I suoi occhi risalirono al proprietario della mano e quasi si sorprese di trovarsi Mamoru accanto, aveva completamente dimenticato la sua presenza.

       - Mi scusi, ma dove ha intenzione di andare?

   Un agente della polizia sulla cinquantina, alto e di media corporatura, le stava davanti. Il cappello era tenuto in mano mentre con un fazzoletto si asciugava il sudore che gli imperlava la fronte.

       - Io… io…

   Le parole non ne volevano sapere di uscire, si sentiva la gola arsa mentre l’odore acre del fumo le arrivava alle narici. Solo adesso percepiva il calore provenire da dentro l’abitazione.

       - È Tsukino Usagi, la proprietaria dell’abitazione. Io sono Chiba Mamoru.

   Anche quest’uomo, come il precedente, li aveva squadrati da testa a piedi per poi schiarirsi la voce ed iniziare a parlare.

       - Bhè, mi spiace, ma al momento non potete entrare.

   Sembrava che non gli importasse di nulla, e probabilmente era così. Per quell’uomo si trattava solo di lavoro ma per lei… era la sua casa. Lì aveva i suoi ricordi, i suoi oggetti, aveva il suo mondo.

       - Quella è casa mia!

   E senza aspettare una risposta aveva preso di nuovo a marciare verso casa.

       - Usagi aspetta!

   La presa di Mamoru, stavolta, era stata sulle sue spalle ed era stata così improvvisa, e forse così violenta, da farla sbilanciare indietro, tanto da farle toccare il torace di lui con le spalle.

       - Adesso non è possibile entrare, stanno facendo dei sopralluoghi. Vedrai, appena i vigili del fuoco daranno il loro ok noi entreremo. Adesso però aspettiamo qui. Va bene?

   Mamoru non le aveva lasciato le spalle e le parlava cercando di schiarire le parole.

       - Usagi-san! Finalmente sei arrivata!

       - Kichida-san! Quando è successo?

       - Verso le nove. Ho provato a chiamare te e Minako-san ma non rispondevate. I vigili del fuoco sono arrivati poco dopo ma non so in che condizioni è la casa, mi spiace. Ma noi due ci conosciamo?

   L’ultima domanda era stata posta a Mamoru che era rimasto in silenzio alle sue spalle. Kichida Tara era la pettegola del quartiere. Le sue giornate le trascorreva appostata alla finestra ad osservare la vita degli altri. Minako la odiava. Più di una volta, l’aveva vista spiare lei e Kunzite per poi bisbigliare con Shimizu-san, sua  degna alleata nell’arte del cortile.

       - Ma da dove è partito l’incendio? Almeno questo sa dirmelo?

   Aveva necessariamente bisogno di particolari. Di dettagli che l’aiutassero a farsi un quadro della situazione.

       - Gato-san, noi abbiamo finito!

   Quel “noi abbiamo finito!” ebbe il potere di farla girare immediatamente. Di fronte aveva un vigile del fuoco. Non sapeva se era il capo, non le interessava. Di fronte aveva un uomo che poteva darle informazioni utili circa la sua abitazione.

       - Sono Tsukino Usagi, la proprietaria dell’appartamento. Può dirmi in che condizioni si trova casa mia?

   Il ragazzo – perché quello che aveva davanti non era altri che un ragazzo, forse poco più grande di lei – aveva tolto il sopra della tuta ignifuga e si stava sciacquando il viso per togliere le tracce di cenere e sporco. Finite quelle operazioni, le diede la dovuta attenzione.

       - Direi che il pian terreno è andato… sopra non ho controllato personalmente ma l’incendio non si propagato oltre quello che doveva essere il soggiorno.

       - Gra… grazie.

   Perfetto. Casa sua era andata. Il pian terreno, cucina e soggiorno non esistevano più. Cucina e soggiorno dove lei e Minako trascorrevano la maggior parte del loro tempo insieme. Dove mangiavano, parlavano, ridevano, litigavano… il soggiorno dove con le altre avevano organizzato il loro ultimo pigiama-party per inaugurare la casa nuova… la cucina dove si divertivano ad impiastricciare cibi diversi… non esistevano più.

       - Possiamo entrare?

   Mamoru l’aveva anticipata sul tempo.

       - Se aspettate, vi accompagno io. Il tempo di prendere due mascherine.

   Aveva annuito anche se non aveva capito cosa le era stato detto. Aveva perso casa, sapeva solo questo.

       - Usako, vuoi un po’ d’acqua?

       - No, sto bene… mi sento solo un po’ strana… è come se fossi nuda davanti a tutti.

   Ed era così. Si sentiva nuda al centro di una piazza gremita di gente. Era come in quei sogni… quando si esce di casa e si ritrova ad andare in giro solo con l’intimo indosso… ecco, l’imbarazzo, la sensazione di disagio, era la medesima.

       - Tranquilla, ci sono io.

   C’era Mamoru. Stranamente questo la rassicurava.

       - Eccomi. Tenete, mettetele e seguitemi, per favore non allontanatevi. È messo tutto in sicurezza, ma non voglio correre rischi. È la prima volta che mi trovo a guidare una squadra tutta mia e non voglio certo dei problemi.

   Kondo M., così c’era scritto sulla targhetta ricamata sopra la tuta ignifuga che era tornato ad indossare, aveva dato un casco di protezione ed una mascherina in plastica ciascuno. Aveva infilato prima la maschera, poi quella sorta di elmetto, sistemandosi i capelli sulle spalle. Ma quando li aveva sciolti? Non lo ricordava più.

   Aveva chiuso gli occhi e cercato subito la mano di Mamoru, inconsciamente. Un respiro profondo e poi via. Non sapeva, però, quello che avrebbe trovato.

 

   Il fato, il destino, la sorte… non si sapeva che nome dare a ciò che era accaduto. Non sapevano che nome dare a ciò che li aveva avvicinati più di mille parole.

 

L’angolo dell’autrice

 

   Buongiorno o buonasera, dipende dal momento in cui aprirete la pagina con il mio aggiornamento.

   Prima le note liete. Come avete potuto vedere Mamoru, finalmente, ha iniziato il suo gioco di seduzione nei confronti di Usagi (che ho scoperto leggersi Usaghi, ma per me resterà sempre e comunque Usagi, come la scrivo la leggo!). Quanto resisterà la nostra psicologa (io lo so! Io lo so!)?

   Per quel che riguarda l’incendio… fortunatamente non ho mai provato direttamente una sventura del genere, io no, i miei zii sì. È stato basandomi sui loro racconti e su ciò che ho visto io quella sera, che ho scritto ciò che è accaduto. Una piccola precisazione, quando è scoppiato l’incendio in casa dei miei zii era notte e loro dormivano… non so chi abbia chiamato i vigili del fuoco. Vi dico questo perché… perché non so se effettivamente è plausibile essere avvisati da una vicina in un caso simile.

   Passando alle note meno liete: prima di tutto le recensioni. So che devo rispondere ad almeno un migliaio di recensioni (esagero, saranno solo una trentina, ma sono tante), lo farò pian pianino (almeno questo posso farlo).

   Passiamo alle note pessime: questo sarà l’ultimo aggiornamento sino a metà marzo. Questo mese è particolare, dovrò dare un mattone di dimensione imprecisate e subito dopo ci sarà un altro mattoncino, di dimensione ridotte ma sempre mattone è!

 

   Ancora una volta ringraziate Micina82, alias Giovanna, per questo aggiornamento. Se non fosse stato per lei… se ne sarebbe parlato direttamente a metà marzo. Questa donna ha la capacità di farmi sentire un verme, o una carogna fate voi. Comunque, Giovanna, mettiti l’anima in pace: fino a metà marzo non ci sarà nulla di nuovo. Davvero.

  

- Usagi: nel momento in cui inizia la storia ha 25 anni. Nel corso della sua adolescenza ha una cotta per Mamoru; cotta che dura circa sette anni… questo periodo può essere compreso tra i suoi 12/13 ed i 19/20 anni… perde la verginità a 17 anni con Isei un compagno di corso di Mamoru. All’età di 18 anni entra all’università di Tokyo ma continua a soffrire a causa della sua cotta per Mamoru. Usagi vive nella prefettura di Shinagawa.

 

 

- Mamoru: nel momento in cui inizia la storia ha 30 anni. All’età di 22 anni lascia il Giappone per partire per gli USA, Boston. In quel periodo si scopre attratto da Usagi, lui addirittura afferma di aver avuto una cotta per lei, ma non dice nulla perché deve lasciare il suo paese. Mamoru vive nella prefettura di Ginza.

 

Grazie alle 65 persone che hanno inserito la fic tra le preferite. Soprattutto a katia22, micia247, miss moonlight, perrypotter, selenemoon, SerenityEndimion, ShessomaruJunior, SiOuXsIe, star86, StarFighter, stefyna, sun86m e Tsuki No Hokuri gli ultimi arrivati. (mi spiace aver perso bimbastupenda ed Un NuOvO MoNdO MiO E TuO)

 

Grazie alle 108 persone che hanno inserito la fic tra le seguite. In special modo angel24, cibina, Crystal Radke, Demy84, maby90, Proca_, Sailor crystal, ShessomaruJunior, SiOuXsIe, yuuki_love, zipitina gli ultimi arrivati. (mi spiace aver perso Cipychan87 Isilya, Mudvayne).

Grazie alle 11 persone che hanno inserito la fic tra le ricordate. Ed anche a hoshi90, nicolettaambrosino, ShessomaruJunior e SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate, gli ultimi arrivati.

 

P.S. Una piccolo favore: ragazze vi dispiacerebbe firmare le vostre recensioni con il nome, almeno così quando vi rispondo posso mettere un nome e sentirvi meno distanti! Grazie!

 

 

P.P.S. Ho scritto una piccola one-shot. È una AU che si inserisce un paio di anni dopo la conclusione di “Ad un passo da te”. Si intitola Il trasloco contiene spoiler e chi non volesse saperne nulla può benissimo non leggerla. Adesso vado davvero. Grazie ancora per l’attenzione!

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P.P.P.S (Non esiste, ma voi datemelo per buono!) Volevo ringraziare Maryusa. Se questa fanfiction è stata inserita tra le storie scelte, lo devo ad una sua segnalazione. Ora credo di aver detto tutto. Sì, vi siete liberati di me!

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Capitolo 21
*** Capitolo XX ***


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Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.

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Capitolo XX

 

XXI giorno

Ore 02:30

- 9 giorni all'alba

 

- Ehi...

- Sì... dimmi.

- Siamo arrivati, dovremmo scendere...

- Non occorreva mi portassi qui, potevo andare benissimo in un albergo.

- Certo, adesso però scendi!

Aveva ragione Mamoru, non era il caso che rimanesse in un albergo, non per quella sera almeno.

Quello che aveva trovato, entrando in quello che restava di casa sua, non lo avrebbe dimenticato per il resto della sua esistenza.

Tutto nero e ricoperto di fuliggine e poi c'era il caldo, tantissimo caldo. Un caldo soffocante che ti toglieva anche il respiro. Era stato come entrare dentro un forno. La gola era diventata subito arida, come se si trovasse in un deserto. I vestiti li aveva sentiti aderire addosso come nelle giornate di caldo umido.

Ricordava Kondo-sama, il vigile del fuoco che li guidava, parlare con Mamoru, ma lei non li ascoltava. Lei fissava quella stanza senza riconoscerla. Dove prima c'era il divano, adesso non restava altro che un ammasso informe nero. Le poltrone e tutti gli altri arredi spariti... polverizzati. Rivedeva i momenti passati con Minako ad ipotizzare su come sarebbe finita la puntata del loro drama preferito. Rivedeva se stessa che rileggeva gli appunti presi sui suoi pazienti. Risentiva le risate, le litigate... e poi c'era il nero lasciato dal fuoco.

- Va tutto bene?

- No, per nulla.

Ed era vero, nulla andava bene. Si sentiva una terremotata. Senza una casa. Senza un tetto. Senza vestiti. Solo con quella misera valigia sistemata sul sedile posteriore del Suv di Mamoru.

- Appena saliamo fili dritta in bagno, ti fai una doccia e poi a letto, va bene?

Un bagno caldo era quello che occorreva per togliere dalla pelle l'odore acre del fumo. Lo sentiva nelle narici che pizzicavano, negli occhi che ancora lacrimavano - ma forse quelle erano proprio lacrime salate e non una reazione del suo organismo all'insulto esterno -, quel puzzo di fumo lo sentiva ovunque, anche tra i capelli.

- Posso lavare anche i capelli?

Era stata una domanda sciocca ma necessaria per interrompere il flusso dei ricordi, delle percezioni.

- Tutto quello che vuoi.

Se non ci fosse stato Mamoru... se non ci fosse stato Mamoru sarebbe stata persa. In una parola: sola.

Sola ad affrontare quella catastrofe, con suo fratello bloccato al ricevimento, così come sua nonna.

Sola a vedere la sua casa ridotta in un completo disastro,con sua madre infuriata perché andava via nel bel mezzo dei festeggiamenti.

Sola a contare i danni a cercare di salvare il salvabile con suo padre... con suo padre indifferente come sempre.

E le ragazze via, a vivere la loro vita.

 

***** ***** *****

 

XXI giorno

Ore 02:40

- 9 giorni all'alba

 

- Ti avviso, potresti trovare un po' di disordine, prima di andare non ho avuto il tempo neanche di rifare il letto!

- Scusa, dicevi? Ero soprappensiero.

Non poteva continuare così. Da quando aveva ricevuto la telefonata di Minako, Usagi si era chiusa in una sorta di guscio. Era lì con il corpo ma non con la mente. I suoi occhi erano distanti, distratti. Di sicuro fissi sul ricordo dell'appartamento incendiato.

- Ascolta, una casa incendiata la si può recuperare. L'importante è che nessuno si sia fatto male, non credi?

Cercava di spingerla a reagire, di farla uscire allo scoperto, era chiaro che stava male ma sembrava non voler condividere con nessuno i propri pensieri.

- Già, è come dici tu solo che devo metabolizzare questa cosa e... non è per nulla facile.

Non era facile forse perché lui non era quello più adatto in questa situazione. Doveva fare qualcosa per scuoterla da quello stato di abbandono in cui si era rifugiata.

- Quindi è più grave di quel che temessi!

- Cosa...

- Mi stai dando ragione!

Forse stuzzicandola, comportandosi nella maniera più naturale possibile, forse così ci sarebbe riuscito. Forse.

- Sì, ma non farci l'abitudine: dammi il tempo di riprendermi!

- Allora c'è ancora qualcuno lì dentro!

L'aveva vista alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa, non tutto era perduto. Usagi era ancora lì, nascosta dietro cumuli e cumuli di macerie, ma c'era.

- Pronta? Guarda che sarai la prima donna a dormire nel mio appartamento, prima di oggi non era mai successo!

- Apri quella porta e taci altrimenti chiamo un taxi e me ne vado!

- Eccola la mia ragazza!

- Ehi...

La suoneria del cellulare aveva interrotto quello scambio di battute portando Usagi a frugare tra le tasche della borsa fino a trovare quell'aggeggio infernale che diffondeva La cavalcata delle valchirie quasi alle tre di notte; erano ancora fermi davanti la porta di casa, sul pianerottolo accanto all'appartamento del vicino dal sonno ultra leggero. Perché non si muoveva e rispondeva così da far tornare di nuovo il silenzio?

- Minako! Che succede?!

Erano entrati dentro l'appartamento ancora al buio, e del vicino nessuna traccia. Che l'avessero scampata?

- Ascoltami baka-chan! Calmati! Non piangere! Non piangere ho detto! Va tutto bene, stiamo entrambe bene e la casa... bhé qualcuno mi ha detto che una casa incendiata la si può recuperare!

Lo stupore di sentir ripetute le sue stesse parole sembrò ridare il sorriso ad Usagi.

- Vai a dormire e domattina ne riparliamo... sì, ti aspetto direttamente a casa... Stasera?!... Stasera dormo da Mamoru... No! Mina piantala! Ah! Buonanotte!

Chiusa la chiamata aveva direttamente gettato il cellulare in fondo alla borsa.

- Non le hai detto del cortocircuito?

- Se lo avessi fatto si sarebbe data la colpa di tutto... e si sarebbe ridotta ad una larva peggio di me ed avrei dovuto trascorrere i prossimi mille anni a consolarla... e credimi, in questo momento ho bisogno solo di due cose: una doccia ed una discreta dormita!

L'incendio era partito da un cortocircuito generato, con molta probabilità, dal portafotografie digitale, almeno era questa la conclusione a cui era giunta Usagi dopo la spiegazione del vigile del fuoco. Portafotografie lasciato acceso da Minako che era stata l'ultima ad uscire da casa.

- Ecco il mio regno! Non fare caso alle calze lasciate sul divano...

- E neanche a questi, suppongo...

Così dicendo, Usagi metteva in mostra un paio di boxer neri che aveva recuperato proprio davanti ai suoi piedi. Oltre ai boxer incriminati, faceva mostra di un sorrisetto divertito, forse stava tornando troppo rapidamente.

- Esattamente! Non farmi pentire dell'invito, chiaro!?

- Come siamo permalosi... comunque, grazie. Per tutto. Io...

- Non ripeterlo più, è stato... naturale!?

Erano tornati in una situazione di stallo, quelle in cui si ritrovavano molto frequentemente dall'inizio di quel fine settimana. Un passo avanti, due indietro e poi altri due avanti ed uno indietro... e si ritrovavano ancora lì, come se fossero all'inizio di tutto.

- Vuoi che ti faccia vedere il bagno? Così fai la doccia, che ne dici?

 

***** ***** *****

 

XXI giorno

ore 02:50

- 9 giorni all'alba

 

- Dormi?

- No, non ancora.

- Io... io volevo ringraziarti...

Ritrovarsi Mamoru di fronte non era stato calcolato.

A dire il vero non era stato calcolato neanche dividere il letto con Mamoru ma le alternative erano due: o dormiva lei sul divano o lui. Nessuno dei due, però, voleva privare l'altro di un comodo letto e così avevano deciso di dividerlo quel giaciglio, in fin dei conti si trattava pur sempre di un letto a due piazze ed erano due individui maturi ed intelligenti. Non c'era nulla di imbarazzante nel dividere un letto dove Mamoru, di sicuro, aveva fatto sesso con molte altre ragazze.

No, quel pensiero non era coerente.

- Ancora?! Usagi sarà la millesima volta che mi ringrazi, adesso basta! Tra meno di cinque ore tuo fratello sarà qui ed io vorrei dormire!

- Sì, scusa...

- E piantala pure di scusarti, stai diventando pesante!

- Di solito la gente educata ringrazia sempre quando è aiutata!

- Di solito un 'grazie' è più che sufficiente. Tu è da circa un'ora che non fai altro che ripetere 'Grazie.' 'Scusa.' Vorrei dormire, ok?

- Allora dormi e buonanotte!

E girandosi non aveva calcolato di trovarsi già a bordo letto finendo, così, con la faccia sul pavimento. Il trambusto generato dalla caduta aveva fatto sporgere Mamoru dalla parte del letto che lei aveva occupato sino a pochi secondi prima. Non era ancora riuscita a rialzarsi, ma le risate di Mamoru erano arrivate ancor prima di capire cosa fosse davvero successo. Una volta realizzata la figura pietosa che aveva fatto non le restava che ridere, almeno avrebbe conservato una parvenza di dignità.

Con fatica era riuscita a mettersi a sedere sul letto.

- Fa vedere se occorre un medico...

Ma Mamoru non aveva finito la frase perché, forse, si era accorto delle lacrime che rigavano il suo viso. Lacrime che, dapprima, erano uscite frammiste alla risate ma che adesso avevano preso il sopravvento e non riusciva più a trattenerle. Avevano sfondato gli argini ed era inutile cercare di trattenersi.

- Ehi! Ti fa male da qualche parte? Hai forse il naso rotto, guardami su, fammi vedere se c'è sangue...

- No... no... sto solo metabolizzando.

- Vieni qui...

E senza darle il tempo per replicare si era ritrovata stretta tra le sue braccia, sdraiata su di un letto che profumava di buono.

 

***** ***** *****

XXI giorno

ore 4:30

- 9 giorni all'alba

 

Si era addormentata dopo aver pianto.

Si era addormentata tra le sue braccia, come una bambina.

Si era addormentata da non sapeva più quanto, ma alla fine si era addormentata.

Poteva provare anche lui a fare la stessa identica cosa.

Necessitava anche lui di una sana dormita, eppure non ci riusciva. La guardava dormire. Semplicemente la guardava dormire.

 

***** ***** *****

 

XXI giorno

ore 7:54

- 9 giorni all'alba

 

- Caffé...

- Sì, ne vuoi?

- Caffé... caffé... caffé...

- Ecco, fai attenzione è caldo.

Lo aveva letteralmente ingurgidato, ma ipotizzava fosse raro che qualcuno gli preparasse la colazione. A pensarci bene, era probabile che non fosse mai capitato.

Già lo immaginava dopo aver consumato un po' di sana ginnastica da letto riaccompagnare la donzella di turno nella propria casa. Non era il caso di essere da subito così intimo; no, per Mamoru non era il caso di diventare intimi.

E quello era il secondo pensiero sconclusionato a cui era giunta da quando era in quella casa, non andava per nulla bene.

Non aveva dormito poi molto, ma quelle poche ore erano state sufficienti per farle ricaricare le batterie e farla sentire un po' meno sola e meno terremotata.

Aveva ragione Mamoru quando diceva che una casa bruciata la si poteva recuperare, nulla era andato perso e i ricordi potevano restare... e si poteva lavorare per costruirne altri, magari ancora più importanti.

Aveva ragione lui, ma questo era meglio non farglielo sapere, soprattutto adesso che sembrava tornato padrone delle proprie funzioni mentali.

- Va meglio?

- Direi di sì.

- La mattina sei sempre così di poche parole?

Aveva annuito e si era lasciato andare sul tavolo, con un braccio a sorreggergli la testa.

- E tu? Hai finito di metabolizzare?

- Direi di sì, ho dormito magnificamente. Hai un futuro come cuscino.

- Io non ho chiuso occhio... mi sarò addormentato intorno le cinque.

- Sarà che non sei abituato a dormire con una donna tra le braccia...

- E tu, invece? Sei abituata a dormire tra le braccia di un uomo?

- Era da un po' che non mi capitava.

- Oh, ma sentila la donna vissuta...

- Il tuo continuo alludere alla mia condizione di donna mi fa ipotizzare o che tu sia attratto da me o... che tu sia fortemente maschilista.

- Potrei dire lo stesso di te, anche tu hai alluso diverse volte alla mia condizione di uomo.

- Potresti, ma non lo hai detto.

- L'ho appena insinuato...

- Mi hai scoperta... sono una femminista convinta!

- A dire il vero intendevo altro.

- Ho superato da un pezzo l'età delle cotte solo per un bel viso e un corpo ben messo.

Cioè, non che bel viso ed il corpo ben messo di Mamoru - che quella mattina aveva avuto modo di ammirare, ma su questo preferiva sorvolare! - la lasciassero del tutto indifferente però, sì, aveva superato da un pezzo il batticuore per un sorriso o uno sguardo indirizzatole da un uomo... attraente.

- Quindi ho un bel viso ed un corpo ben messo?

- Non si può negare la verità.

- Ti ringrazio per il complimento.

- Prego.

- E dimmi un po', oggi che sei una donna matura e vissuta, cosa deve fare un uomo per attirare la tua attenzione?

L'aveva percepita perfettamente la nota ironica nella voce di Mamoru ma aveva preferito ignorarla. Dopotutto era pur sempre un ospite.

- Per attrarrmi un uomo deve avere molto di più di quello che vedo. Fammi pensare, un uomo dovrebbe... sapermi sorprendere per sperare di avere una qualche possibilità!

- Io sarei capace di stupirti, altro che sorprenderti!

- I tuoi metodi, Chiba-san, li conosco sin troppo bene ed un bacio non mi stupirebbe per nulla. Come vedi, sei prevedibile.

- Bacio?! Chi ha parlato di un bacio?

La situazione era surreale. Si trovavano, di primo mattino, in cucina e flirtavano come se nulla fosse, come se la casa di lei non fosse andata in parte distrutta; come se lei non si ritrovasse in mezzo ad una strada, o quasi... c'era sempre l'appartamento poco distante da lì che suo padre le aveva comprato quando aveva poco più di quindici anni.

Un leggero tossicchiare le aveva ricordato di non essere da sola.

- Sei tornata sul pianeta Terra?

- Mi ero distratta, dicevi?

- Ti eri distratta osservando le mie labbra?

Come? Che effetto devastante aveva il caffé sulla mente di Mamoru?

- A dire il vero, riflettevo sul come siamo giunti a questo punto della conversazione.

- Che vuoi che ti dica... sono un uomo pieno di sorprese io.

- E dimmi un po'... tu cosa faresti per sorprendermi? Anzi no, per stupirmi?!

Lo aveva visto il cambio di espressione sul viso di lui; era durato giusto una frazione di secondo ma aveva visto il distendersi in alto dell'angolo sinitro delle labbra - carnose -; aveva visto il sopracciglio omolaterale distendersi appena e la fronte poi era tornata ad appianarsi come se... come se si preparasse a scagliare il colpo vincente, quello del K.O.

Tutto era durato giusto il battito di un ciglio, ma lei aveva visto tutti quei cambiamenti, li avevi visti ma non aveva compreso che quel mutamento era l'inizio della fine.

- Quando te la spassavi con Isei avevo una cotta per te.

Il suono del citofono non era stato percepito da nessuno dei due se non al terzo tentativo.

- Sarà tuo fratello, vado ad aprirgli.

E l'aveva lasciata lì, da sola, sola con quella frase che le rimbombava ancora in testa.

Quando te la spassavi con Isei avevo una cotta per te.

Con quel sorriso beffardo sulle labbra che l'aveva fatta sentire come una falena che si avvicina troppo al fuoco, perduta.

Quando te la spassavi con Isei avevo una cotta per te.

Con quel tono di voce incolore, nessuna infrazione nella voce. Se avesse detto 'Oggi splende il sole.' forse avrebbe trasmesso più calore.

Quando te la spassavi con Isei avevo una cotta per te.

Con quella luce negli occhi che le faceva rabbrividire sino alle ossa - ma le ossa potevano rabbrividire? -.

Cosa c'era nel caffè di Mamoru? Qualche nuovo allucinogeno? Una nuova molecola ancora sconosciuta al mercato? No, impossibile. Lei era lucida e padrona del suo corpo ed aveva bevuto lo stesso caffè di lui, oppure... certo! Stava ancora dormendo e quello era solo uno stupido sogno generato dalla sua mente devastata dall'esperienza della sera notte precedente. Si sarebbe data un pizzicotto e si sarebbe accorta di non provare alcun dolore e così avrebbe confermato la teoria del sogno.

Shingo e Mamoru la trovarono così, con le lacrime agli occhi e la mano sinistra arrossata.

- Tutto bene Usagi?

- No, per nulla.

E si era buttata tra le braccia del fratello a piangere disperata, un po' per la casa semidistrutta, un po' perché... perché era colpa di Mamoru che, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a farle male, anche dopo più di dieci anni.

 

***** ***** *****

 

XXI giorno

Ore 21:06

- 9 giorni all'alba

 

Era fermo davanti quella porta da più di un quarto d'ora, non aveva il coraggio di pigiare il campanello. Ma per quale assurdo motivo era lì?

Voleva solo assicurarsi che stesse bene.

Per lei non doveva essere stato facile entrare in casa e preparare le valigie. Inagibile per almeno due mesi, era stato questo il responso dopo il sopralluogo dei vigili del fuoco.

Si era offerto di ospitarla in sua casa, almeno fino a che non avesse trovato un nuovo equilibrio dopo il disastro della sera prima ma Usagi era stata irreprensibile: sarebbe andata ad abitare nella casa in cui era cresciuta insieme a Shingo.

Ed adesso si trovava davanti il cancelletto della villetta a due piani sita nel suo stesso quartiere. A due isolati dal suo condominio nella parte residenziale di Tokyo.

Senza sapere come, aveva dato al suo braccio l'ordine di sollevarsi e citofonare. Per fortuna, il take away era ancora caldo.

Il video-citofono si illuminò per un istante, subito dopo il viso di Usagi riempì il monitor.

- Mamoru!?

Aveva alzato il braccio e mostrato la busta dalla quale usciva, ancora, un buon profumino.

- Servizio a domicilio...

Sperava, almeno così, di sembrare meno idiota.

 

***** ***** *****

 

XXI giorno

Ore 21:10

- 9 giorni all'alba

 

Vederlo lì, nel salone di quella casa non lo aveva mai immaginato, eppure eccolo. In piedi, davanti a lei, con in mano una busta piena di cibo da asporto.

- Mamoru, io... come facevi a sapere che non ho ancora cenato?

- Mi ha chiamato Kunzite e mi ha chiesto di portarti la cena.
- Quella busta sarebbe la mia cena?

- Nostra. Ho pensato che non sarebbe stato carino farti cenare da sola.

Una cena tête-à-tête era proprio quello che ci voleva dopo la confessione di quel mattino. Ancora lo ricordava quel maledetto brivido che aveva provato dopo le sue parole.

Doveva fare qualcosa - qualsiasi cosa! - per liberarsi di lui.

- Non occorre Mamoru, grazie davvero... immagino tu abbia da fare stasera. Avrai preso degli impegni e non voglio, ancora, far saltare i tuoi programmi. Sei stato sin troppo gentile...

- Nessun impegno. Sarò ancora il tuo fidanzato per le prossime tre ore, o poco meno.

Meraviglioso! Non voleva saperne di andarsene.

- Mamoru, davvero! Vai e non preoccuparti per me! Non ho subito nessuna aggressione e posso benissimo restare da sola in casa!

- Mi stai cacciando via?

- No!
In realtà era un 'Sì, diamine!' ma meglio non dirlo.

- Allora perché non posso restare? Dopotutto non mi sono pesati questi due giorni in tua compagnia.

Non poteva essere sempre quella antipatica.

No, non poteva esserlo anche se lui si meritava la sua antipatia e molto altro ancora.

- Dammi qui o saresti capace di dire che ti ho lasciato sulla porta per non so quante ore! Accomodati pure che io metto tutto nei piatti. Ti va bene se ceniamo da questa parte?

La cucina era un posto troppo intimo, o troppo doloroso. Ricordava perfettamente i pomeriggi piegata sul grande tavolo a riempire pagine e pagine di quel diario che celava tutti i suoi segreti.

- Se vuoi ti posso dare una mano...

- Sono io quella in debito. Tu già portato la cena, anche perché dubito che se ti chiedessi di dividere la spesa tu accetteresti... indovinato?

Il sorriso di rimando le aveva confermato le sue supposizioni.

Sashimi, ramen, tempura e daifuku... erano tutti i suoi piatti preferiti. Non poteva essere una coincidenza, no, non poteva. Ma perché mai avrebbe dovuto avere un'attenzione simile nei suoi confronti?

Aveva cenato con un unico pensiero: capire cosa frullava nella testa di Chiba Mamoru. Ne andava della sua sanità mentale.

Era stata una cena tranquilla, i silenzi imbarazzanti erano stati diversi ma entrambi avevano fatto finta di nulla troppo presi nel cercare di essere pronti per quando l'altro avrebbe attaccato.

Alla fine, la prima ad interrompere il silenzio, che si protraeva ormai da diversi minuti, era stata lei.

- Mamoru, a che gioco stiamo giocando?

Il timbro della sua voce era risultato più duro del voluto.

- Non capisco...

- Andiamo! Ti sei prodigato in mille attenzioni. Ti sei offerto di ospitarmi a casa tua! La tua disponibilità come imbianchino e per finire ti sei anche improvvisato fattorino! Ed hai portato una cena con tutti i miei piatti preferiti!

- Continuo a non capire...

- Cosa. Vuoi. Da. Me. Adesso è più comprensibile?

- Esserti utile. Sei rimasta senza una casa e mi sembrava gentile offrirti la mia visto che questa è rimasta chiusa non so per quanti anni! Ci saranno spese di migliaia e migliaia di yen e farti risparmiare era un'altra gentilezza... e la cena, bhé la cena era perché non mi andava di lasciarti completamente da sola dopo oggi!

- Dopo oggi? Scusa perché oggi cosa sarebbe successo?

Se sperava che fosse in piena crisi depressiva per le rivelazioni di quel mattino si sbagliava di grosso!

- Mi chiedo perché tu debba essere sempre così maledettamente controllata! Ho visto la tua faccia quando il funzionario ti ha detto che saresti stata fuori da casa tua per almeno due mesi!

Ah. Lui si riferiva a quello...

- Io... mi spiace... credevo...

- Lascia perdere sono io lo stupido. Inizialmente ero convinto che il tuo essere così indisponente nei miei confronti fosse dovuto a qualche mio atteggiamento e così ho cercato di modificarli ed essere più accomodante. Dopo aver conosciuto tuo padre, ho creduto che fosse lui la causa del tuo tenermi alla larga. Con un padre così, quale ragazza non odierebbe il genere maschile... ma sai! Sono giunto ad una conclusione: il problema sono io! Potrei fare di tutto per esserti simpatico ma sarebbe tutto inutile. Ti sto sulle palle! Perfetto, ci vediamo se capita senno... senno vaffanculo!

Era stata una stupida. Una stupida colossale. E quel vaffanculo se lo meritava tutto.

- Mamoru aspetta, io... mi dispiace.

Ma il suo 'mi dispiace' era stato detto ad una porta che era stata sbattuta in faccia a lei e forse anche ai suoi sentimenti.

 

    Alcune volte tacere e dare ragione il cuore è la cosa migliore si possa fare.

 

L'angolo dell'autrice

Chi non muore si rivede. E' un po' macabra come battuta visto come si sono risolti i miei problemi personali ma purtroppo è la verità.

Sono trascorsi 20 mesi, o quasi, dall'ultima volta che ho aperto una pagina word ed ho scritto un capitolo di questa fanfiction. Oddio, è stato difficilissimo. Sono meno di 30 kb e mi sembra di aver fatto chissà cosa! Ero indecisa se continuare o meno la storia, o per meglio dire, ero indecisa se concludere il tutto in un capitolo e togliermi il pensiero o meno... alla fine mi sono detta che se avessi seguito la mia mente contorta avrei rovinato la storia di Mamoru ed Usagi e avrei deluso voi che avete aspettato pazientemente e così ecco il capitolo XX. Più povero rispetto gli altri. Consideratelo una sorta di... ripresa. Il prossimo credo che sarà l'ultimo, l'epilogo. Credo, perché potrei anche sbagliarmi.

Per chi notasse qualche somiglianza con la fanfiction di Fallsofarc 'Accidente d'amore' posso assicurarvi che non è così e che l'autrice è stata da me stessa avvisata prima che pubblicassi questo stesso capitolo.

Quanto prima, tra le altre cose, rimuoverò il capitolo che precede questo come è richiesto dal regolamento.

Grazie quindi per aver atteso e so che sono molto al di sotto dei soliti canoni ma... un po' di pietà.

Grazie a tutti anche per i vostri messaggi privati, quanto prima cercherò di rispondere a tutti come meritate. Adesso vado.

Ah! Non so quando arriverà il XXI.

Alla prossima!

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo XXI ***


Nuova pagina 1

Capitolo XXI

 

XXII giorno

ore 12:15

- 8 giorni all'alba

 

Era stata pessima.

Era stata pessima e meschina.

Era stata pessima, meschina e crudele.

Meritava quel vaffanculo, eccome se lo meritava!

E se lui, anche oggi, le avesse sbattuto la porta in faccia lo avrebbe meritato, ancora.

Intanto, fino a quel momento, le uniche porte che si erano aperte - e poi richiuse - erano state quelle dell'ascensore; che poi queste, per i suoi gusti, si fossero aperte troppo presto, visto che ancora non aveva finito di fare a pugni con la propria coscienza, era solo un dettaglio.

Aveva passato la notte in bianco.

La seconda notte in bianco.

La seconda notte di fila, in bianco.

E per questo, ne era certa, le occhiaie dovevano arrivarle sin sotto le ginocchia.

Il mal di testa dilagava e era stata costretta ad assumere un triptano per evitare di dare di matto.

Aveva preso una settimana di ferie, non poteva concedersene di più, per mettere in ordine vestiti, libri e oggetti vari.

Una settimana per rimettere ordine nella sua vita. Splendido!

Ed adesso si trovava davanti le porte spalancate dell'ascensore. Era arrivata al suo piano.

Padiglione quattro. Terzo piano. Stanza quindici.

Come un deja-vu, aveva sentito le urla appena imboccato il corridoio stretto e lungo. Più si avvicinava e più queste aumentavano di intensità riuscendo a distinguere senza difficoltà la voce di Mamoru ma, stavolta, lui non era da solo nella stanza, sentiva in modo chiaro anche una seconda voce. Questo secondo interlocutore, al contrario del ragazzo però, manteneva un tono basso ma deciso, come se non gli importasse nulla della conversazione; o come se non gli importasse nulla dell'opinione di Mamoru stesso. Che fosse più egocentrico di Mamoru?

Davanti quell'anonima porta, con la targa uguale alle altre e con su scritto il nome Chiba Mamoru, si era fermata indecisa se bussare o meno. Fu tolta di impiccio perché questa si era aperta senza preavviso ed ebbe appena il tempo di fare un passo indietro quando si ritrovò davanti un uomo, poco più basso di Mamoru, con i capelli striati di grigio, le spalle larghe e il fisico asciutto. Poteva avere al massino senssantanni, se fossero stati di più se li portava davvero bene. Gli occhi grandi e blu la guardavano come se non si aspettasse di trovarsela lì davanti e lei nel suo tubino nero si sentì una perfetta stupida.

- Prego, stavo andando via.

Un passo di lato e l'uomo le aveva lasciato libero il passaggio.

- Non abbiamo ancora finito!

Mamoru si era affiancato ma non l'aveva degnata di uno sguardo, troppo concentrato ad urlare dietro il suo interlocutore.

- La questione è chiusa, non abbiamo altri punti da chiarire.

Senza neanche voltarsi, aveva risposto così a Mamoru e, senza degnarla di un saluto, si era incamminato nella stessa direzione da cui era arrivata una manciata di minuti prima.

Egocentrico e maleducato.

Mamoru continuava ad ignorarla, come se davvero non avesse realizzato la sua presenza e lei iniziava a sentirsi stupida, più di quello che era.

- Forse è meglio che tu vada. Non ho abbastanza pazienza per reggere una discussione anche con te.

Allora l'aveva vista ma aveva preferito ignorarla!

- Ero qui solo per chiederti scusa per ieri. Sono stata pessima e meschina... e crudele. Tu sei stato gentile mentre io...

- Perfetto, scuse accettate adesso vai.

Se la meritava quella rispostaccia, se la meritava e doveva tacere. Testa alta, sguardo sicuro e spalle dritte. Non doveva fargli capire che c'era rimasta male. Salutò con un 'ciao' sibiltante e anche lei, così come lo sconosciuto di poco prima, tornò sui suoi passi. Mantenendo comunque la sua maschera di indifferenza.

Un passo.

Stupida! Si era recata sino a lì convinta che tutto si potesse rimettere a posto.

Due passi.

Imbecille! Credeva davvero che Mamoru non gliel'avrebbe fatta pagare?

Tre passi.

Una presa delicata, quasi una carezza, e bloccarle il polso.

- Scusami. Non è stata proprio una bella giornata e non è giusto che me la prenda con te.

- Fa niente.

Gambe di gelatina e voce strozzata. Oddio, ricominciava la sindrome dell'adolescente innamorata. Doveva finirla di essere così sciocca. Era una donna, e soprattutto non era più un'adolescente.

- Ho bisogno di parlare.

Poteva chiamare uno dei suoi amici, perché proprio lei? Forse perché... tirava ancora in ballo la scusa della psicoterapia?

- Mamoru, ti ho già spiegato un migliaio di volte che io non sono la tua psicoterapeuta e...

- Ho bisogno di parlare con un'amica, per favore.

No. No. No. Non poteva guardarla in quel modo. No. Perché riuscivano sempre a fregarla?

- Tecnicamente non sarei neanche tua amica.

- Ho bisogno di te.

Oh. Questo era un colpo basso.

- Hai bisogno di me in qualità di cosa?

- Sei un'ottima ascoltatrice e la sola a portata di mano.

- Come scusa?!

- Be' sì! Con i tuoi sorrisi e i tuoi occhioni da cerbiatta metti a proprio agio le persone!

- Prima o poi, la mia parcella ti arriverà direttamente a casa!

- E prima o poi renderò pubblico il contenuto del tuo diario...

- Non lo faresti mai...

- Tu dici...

- Sai che questo è giocare sporco, vero?

- No, semplicemente salvaguardo le mie finanze!

- Mi spieghi perché se fino a cinque minuti fa urlavi come un indemoniato adesso sei qui tutto sorrisi?

- Sei tu a trasmettermi il buon umore!

- Ah! Ecco dove era finito il mio! Sai è da circa due giorni che non riesco a trovarlo! Ti dispiacerebbe restituirmelo?

- Come hai dormito stanotte?

- Non ho chiuso occhio, non lo intuisci dalla mia faccia? - Il repentino cambio di argomento l'aveva sorpresa.

- Mi chiedo perché tu ti sia intestardita ad andare da Shingo e non restavi da me!

Perché dopo ciò che le aveva confessato non sarebbe riuscita a dividere, ancora, un letto con lui. Ma questo era un segreto.

- Perché non volevo abusare troppo della tua ospitalità. Shingo aveva casa vuota ed era il minimo che andassi da lui.

- Non è che per qualche assurdo motivo hai pensato che ci stessi provando con te, vero?

A dire il vero il pensiero non l'aveva neanche sfiorata...

- Avrei dovuto?

- Certo che no!

- Già, che stupida! Io non sono il tuo ideale di donna!

- E quale sarebbe il mio ideale di donna?

Perché gliele serviva su un piatto d'argento?

- Quelle da una botta e via, ovvio!

La faccia di Mamoru le fece scappare un sorriso, o meglio, un ghigno.

- Mia piccola Usako, tu non sai un bel niente di me... in ogni modo, mi ascolterai oppure no?

Ancora! Ancora cambiava argomento e ribaltava la situazione a suo piacere, ah gli uomini! Erano i migliori nella sottile arte dell'arrampicarsi sugli specchi.

- E cosa ti fa pensare che io sia ben disposta nei tuoi riguardi?

- Il fatto che tu sia qui... e poi faccio leva sul tuo carattere da crocerossina!

- Sono troppo buona, è questa la verità.

- Dovrei assaggiarti per dirlo...

No. Non era possibile. Mamoru non stava flirtando, la sua era stata una stupidissima battuta e nulla di più.

- Vuoi parlare qui, in questo squallidissimo corridoio, oppure mi inviti ad entrare?

Un passo di lato, un mezzo inchino. Lo odiava quando era così cerimonioso.

- Allora, di cosa vuoi parlare?

- Sai chi è l'uomo che è uscito da quella porta?

Il diniego era arrivato immediato.

- Masao-kun.
Doveva aver compreso l'espressione confusa sul viso perché subito si era impremurato a precisare.

- Chiba Masao, mio padre. L'uomo che, secondo la tua analisi, è alla base di tutte le mie sciagure.

- Ah!

- Ah!? E' tutto qui quello che hai da dirmi?

Era quasi oltraggiato dalla sua risposta. Era tutto lì quello che aveva da dirgli? No, certo che no, ma cosa si aspettava? Che saltasse dalla sedia? Che la sua mandibola toccasse il pavimento? O che gli prendesse la mano tra le sue iniziando ad accarezzargliela? Lei era una professionista nell'ascoltare gli altri, aveva i suoi tempi, le sue pause e le sue battute al vetriolo.

- Adesso ho capito da chi hai ereditato il tuo egocentrismo!

Battute al vetriolo che con Mamoru si rivelavano sempre una mossa sbagliata perché, anche se per un attimo, aveva visto benissimo le sopracciglia di lui inarcarsi ed i suoi occhi sbarrarsi. Forse era il caso di rimediare.

- Non fare quella faccia! E' normale ereditare tratti caratteriali dei propri genitori: è genetica. Tu prendi me! Ho ereditato la cocciutaggine di mio padre e la mania per l'accostamento dei colori di mia madre. Non sono certo due qualità eppure ci convivo pacificamente.

- Se è per questo hai ereditato anche le gambe di tua madre!

- L'unica cosa decente! Ma tu spiegami cosa ne sai delle gambe di mia madre!?
- Lunga storia...

- Ti prego! Il solo pensiero che tu e mia madre... ho la nausea.

- Mi vuoi tutto per te?!

- No grazie, ma torniamo al punto della questione: cosa voleva tuo padre?

- Manipolarmi, come fa sempre!

Troppo arrendevole, aveva risposto alla sua domanda senza perdere tempo come se non aspettasse altro che poter parlare, confidarsi. Non aveva avuto modo di analizzare oltre il comportamento di Mamoru perché aveva ripreso a parlare.

- Hai presente Boston?!

Aveva presente Boston? Certo che sì, lo ricordava benissimo quel dolore immenso, era stato come se le fossero state strappate le braccia così di netto. Quello era il dolore della separazione, del dover far finta di nulla anche se dentro moriva giorno dopo giorno.

- Vagamente. - E lei era diventata una perfetta attrice dopo quel periodo allucinante, e doloroso.

- Sono partito perché Masao-kun aveva organizzato tutto, senza neanche chiedere un mio parere. Non avrei accettato se non fossi stato certo che l'esperienza sarebbe stata utile per il mio curriculum.

- Ma lo aveva fatto per il tuo bene, per assicurarti un'ottima preparazione.

- Vuoi fare la psicologa o no?

- Tu hai detto che avevi bisogno di me in qualità di amica!

- E tu mi hai risposto che non sei una mia amica!

- Sei esasperante, lo sai vero? Comunque, vuoi o non vuoi il mio parere? Da psicologa, da amica e pure da donna, se ci tieni tanto! Tuo padre fa quel che fa semplicemente perché cerca di assicurarti il meglio per il futuro...

- Quindi fammi capire: tuo padre ti impone il matrimonio con quell'ameba semplicemente perché è il meglio per te?

- Non stiamo parlando di me e comunque non mi hai fatto finire il discorso!

- Perché non ti ribelli?

- Vedo che non occorre un mio parere quindi tolgo il disturbo. Scusa ancora per ieri, è stato un piacere, a mai più rivederci!

- Scappi!

- No, ti salvo la vita perché credimi, mi stai portando all'esasperazione e rischierei di farti davvero male!

Ed era vero, non tollerava quel suo 'volare di fiore in fiore'. Si parlava di lui, del suo rapporto con il padre e basta...

- Ti invito a pranzo così forse a stomaco pieno riesco ad essere meno esasperante.

- Non è il caso, ho molto da fare. Adesso vado...

- Per quanto tu abbia da fare dovrai pur mangiare, o no?

- Non ho fame!

- Ok, sono un cretino che ti fa perdere di continuo la pazienza, ti chiedo immensamente scusa ma ti prego, non farmi pranzare da solo...

Lo meritava quel pranzo da solo, lo merita solo per la libertà che si era preso: come aveva osato poggiare le sue mani grandi, calde, perfettamente modellate tanto da sembrare scolpite dallo stesso Buonarroti, sulle sue di spalle così esili e tremanti?

- Giuro che è l'ultima volta: poi scordati altre seconde opportunità, chiaro!?

- Cristallino!

E mentre rispondeva con un sorriso da schiaffi aveva già tolto il camice e l'accompagnava alla porta.

- E' stato merito del mio fascino, vero?

- Perché mi sto pentendo di aver accettato questo ennesimo pranzo?

La mano di Mamoru nella regione lombare della sua schiena le aveva procurato un piccolo, impercettibile, brivido. Si era scansata facendo finta di nulla mentre percorrevano quella decina di metri che li avrebbe condotti agli ascensori e, strano ma vero, ne avevano trovato uno in attesa.

- Perché non si può mai scherzare con te? Sei in un perenne stato di crisi pre-mestruale?

- Al momento sì, sono in crisi pre-mestruale!

- Secondo me dovresti cercare una volva di sfogo, sei troppo stressata!

- E secondo te, con una casa in fiamme non dovrei essere leggermente stressata?

- Sarà questione di una paio di settimane e tutto tornerà come prima, ti darò una mano io... se ti va.

Sorridergli era stato inevitabile. Quando aveva questi slanci di altruismo Mamoru diventava... dolce.

Le porte dell'ascensore si erano aperte al piano terra dell'edificio.

- Accidenti! Devo salire un attimo, ho dimenticato il cellulare in stanza, aspettami qui e non scappare, ok?!

- Muoviti prima che cambi idea!

- Vado e torno!

Era stato nuovamente inghiottito dall'ascensore e si era ritrovata a sorridere come una sciocca. Doveva darsi una regolata o sarebbe impazzita dietro gli sbalzi di umore di Mamoru... ma anche lei non scherzava con i suoi alti e bassi. Doveva parlare con qualcuno che l'avrebbe ascoltata senza giudicarla e che non avrebbe tratto conclusioni affrettate.

Perfetto, Minako era da evitare.

Il vibrare del suo di cellulare la fece quasi spaventare...

 

***** ***** *****

 

XXII giorno

Ore 12:53

- 8 giorni all'alba

 

La visita di suo padre lo aveva innervosito; ancora di più, lo avevano innervosito le sue pretese.

Prima la proposta di lasciare il suo impiego in ospedale e seguirlo in clinica ed adesso un master negli USA per affinare le sue capacità operatorie. Ma cosa credeva? Che si ritrovasse ad avere ancora a che fare con un ragazzino di vent'anni? Era un uomo dannazione, era un uomo e voleva prendere le sue decisioni per conto proprio!

" ... Tuo padre fa quel che fa semplicemente perché cerca di assicurarti il meglio per il futuro... "

Usagi si sbagliava di grosso, suo padre era solo un manipolatore! Era sempre stato così, sin dalla sua infanzia. Sua madre finché aveva potuto, lo aveva tutelato in qualsiasi modo; scegliendo medicina, però, si era dato la famigerata zappa sui piedi. Si era buttato in pasto al lupo, da solo.

Scegliere una strada così simile a quella del padre, per certi versi identica, era stato forse l'unico errore della sua esistenza ma era un errore del quale non si era mai pentito.

In sala operatoria, con i bisturi in mano, sentiva di essere nel posto giusto. Il trasferimento a Boston era stato importantissimo, era inutile negarlo. Tra le altre cose lo aveva accettato anche di buon grado perché così si sarebbe scrollato di dosso l'aria da raccomandato e perché era stato merito delle sue capacità, anche se Masao aveva dato la giusta spinta affinché fosse stato proprio il figlio a vincere qualla borsa di studio. Era tornato con un bagaglio culturale che difficilmente avrebbe potuto apprendere se fosse rimasto a Tokyo. Era riuscito a sbaragliare la concorrenza con il suo curriculum, ma per i suoi colleghi questo non era abbastanza. A trent'anni si ritrova ad avere l'esperienza di un collega con almeno quindici anni più di lui ma, agli occhi degli altri, restava comunque il figlio raccomandato di Chiba Masao. E questa cosa non gli andava per nulla bene.

Aveva lottato per potersi affermare nel mondo della medicina, per essere solo Chiba Mamoru. Per essere un chirurgo bravo, se non il migliore. Aveva studiato giorno e notte e mentre i suoi coetanei erano fuori a divertirsi, lui restava a casa a studiare, a preparare un esame o approfondire un qualche argomento che lo affascinava. Ancora oggi, ormai specializzato, passava gran parte delle sue serete nel suo appartamento, a studiare, anche quando i suoi amici si convincevano che, in realtà, fosse fuori con qualche ragazza.

Gli piaceva apparire sicuro, determinato, anche strafottente, ma in realtà la sua era solo una maschera. Una maschera dietro la quale nascondersi perché non gli andava che gli altri lo vedessero per ciò che era realmente: un trentenne solo.

Solo.

Stare troppo tempo da solo gli faceva male.

Con il cellulare in tasca, e cercando di tornare sereno aveva raggiunto Usagi che parlava in modo alquanto animato al suo telefonino.

- ...ti raggiungo subito, no. Ti prego!

- Problemi?!

Il modo in cui Usagi era saltata in aria appena avvertita la sua voce gli fece comprendere che, quasi di sicuro, non si era neanche accorta del suo ritorno.

- Un imprevisto di lavoro. Devo andare... il nostro pranzo lo trasformiamo in una cena. Stasera da me, ok? Io vado, ci vediamo alle venti! Scusami ancora, ma è urgente!

 

***** ***** *****

 

XXII giorno

Ore 17:19

- 8 giorni all'alba

 

- Allora?

La bottiglia di plastica contenente acqua, il suo pranzo di quel giorno, era stata maltrattata a sufficienza nel corso di quell'attesa.

- Allora c'è che stavolta non ti basterà un invito a cena! Per fortuna, sono riuscito a convincere il giudice!

Il sospiro di sollievo era seguito immediato, così come l'abbraccio stritolatore per Jadeite.

- Sei... sei... mi mancano le parole!

- Certo, certo. Comunque, dovrebbe uscire a momenti, sta finendo di firmare la documentazione e con lui c'è la direttrice dell'istituto.

- Quale documentazione? Hideyoshi è ancora minorenne!

- Lo so ma vedi... è decaduta l'accusa di offesa a pubblico ufficiale ma non quella per atti vandalici. Dovrà scontare una pena di trenta giorni. Trenta giorni di lavori socialmente utili, mi dispiace.

Trenta giorni di lavori socialmente utili. Era davvero misera cosa se raffrontato alla gravità dell'accaduto.

- Non fa nulla. Merita comunque una punizione!

- Usagi, questo ragazzino ha bisogno di attenzioni, di affetto.

Lo sapeva, lo sapeva benissimo. Hideyoshi era un ragazzino problematico era vero, ma era stato il passato a renderlo tale. L'abbandono da parte della famiglia.

- Affetto Jadeite, non pietà.

 

***** ***** *****

 

XXII giorno

Ore 17:19

- 8 giorni all'alba

 

 

Era fermo in macchina da quasi tre ore. Iniziava a sentire i crampi alle gambe e la gente lo aveva guardato in modo strano, come se fosse un poco di buono. Ma quale delinquente restava fermo di vedetta davanti la stazione di polizia? Solo un imbecille.

Usagi aveva fatto avanti ed indietro per tutto il tempo consumando la suola delle scarpe, ne era sicuro. Si era assentata giusto un paio di minuti per poi tornare dove si trovava adesso e dove stava abbracciando, con troppo affetto, Jadeite.

Erano stati raggiunti da una donna anziana e da un ragazzino che non poteva avere più di quindici, sedici anni al massimo.

Jadeite era andato via ed adesso restavano i tre che si dirigevano dalla parte opposta rispetto l'amico. Non restava che aspettare Usagi passare con la sua macchina e poi seguirla. Moriva dalla curiosità di sapere cosa stava succedendo.

 

***** ***** *****

 

XXII giorno

Ore 19:38

- 8 giorni all'alba

 

- Miki-chan! Che succede, perché piangi!?

Aveva tentato un contatto con Hideyoshi cercando di capire davvero cosa fosse successo in quel parco cittadino, ma il ragazzo non ne aveva voluto sapere di parlare. Si era trincerato dietro al silenzio e lei, non volendo rischiare di incrinare ancora di più i rapporti tra loro, aveva deciso di desistere, almeno per il momento.

Cercando di capire come instaurare un dialogo con Hideyoshi, non aveva badato all'arrivo di Miki che correva a testa china e con le spalle tremanti a causa dei singhiozzi che non riusciva a trattenere, ed alla fine ne era stata investita in pieno. Gli occhi colmi di lacrime e dolore la fecero sentire ancora più frustrata di come era.

- Sei una bugiarda! Sei cattiva!

Ed era scoppiata a piangere ancora più forte. I lacrimoni sgorgavano dai suoi occhi castani e lei non sapeva cosa fosse successo e non aveva idea di come calmarla.

Come sempre, aveva fatto affidamento sul suo istinto e si era abbassata all'altezza della piccola, accarezzandole i capelli bisbigliandole parole di conforto nel tentativo di calmarla ma, al contrario, l'effetto sortito era opposto aumentando ancora di più i singhiozzi della bambina.

Sato-san le aveva trovate sedute sul pavimento di pietra bianca, con Miki che si guardava insistentemente le punte delle scarpe, i singhiozzi placati ma le lacrime che continuavano a scendere irrefrenabili. Non aveva più aperto bocca dopo averla assalita poco prima.

Davanti quella scena la direttrice dell'orfanotrofio non aveva potuto fare altro che chiedere spiegazioni; tra l'altro il mutismo della piccola era qualcosa di inusuale, almeno per il suo modo di essere.

- Non saprei. Adesso io e Miki-chan parliamo un po' e poi le faremo sapere, va bene?

Aveva cercato di far apparire Miki padrona della questione. Come se le scelte dell'adulto dipendessero da quelle della piccola; forse c'era riuscita visto che, con la coda dell'occhio, aveva notato la bambina girarsi in sua direzione per poi tornare subito a fissarsi le scarpe non appena lei aveva smesso di parlare con la direttrice.

Rimaste sole aveva fatto un profondo respiro e poi aveva chiesto alla bamina cosa fosse successo.

Miki non aveva risposto subito ed aveva messo su un broncio che le aveva fatto sciogliere il cuore. In tutto ciò, con suo grande sollievo, le lacrime si erano arrestate.

- Tu sei una bugiarda, e sei pure cattiva!

- Questo già me lo hai detto. Ma sentiamo, quale bugia ti ho detto?

La bambina aveva posato i suoi occhi rossi su di lei e la guardava come a valutare la possibilità di parlare.

- Mi avevi detto che saresti rimasta con me...

- Ed infatti sono qui, con te.

A quelle parole la bambina aveva alzato gli occhi e l'aveva guardata indecisa: crederlo o no?

- Resterai con me?

- Fino a che non troverai una mamma ed un papà che ti vogliano bene come io ne voglio a te!

- E tu... tu non vuoi essere la mia mamma?

Aveva bisbigliato quelle parole come se avesse avuto paura della risposta.

La storia di Miki era simile a quella di molti altri bambini che si trovavano nell'orfanotrofio ma, per qualche strano motivo, Usagi le si era affezionata in modo quasi viscerale. Forse era merito della fervida immaginazione della piccola, o semplicemente si era legata a lei per mera simpatia, non lo sapeva ma era certa che quella bambina occupava un posto speciale nel suo cuore, un posto riservato solo a lei.

Ancora non era stata adottata. Miki aveva tutto ciò che un genitore potesse desiderare. Era dolce, ubbidiente, calma... aveva solo un piccolo difetto, la sua età le impediva di essere una bambina 'adatta'. I suoi cinque anni, in un modo che ancora le era difficile comprendere, la rendevano inadatta al ruolo di figlia. Troppo 'grande' agli occhi di presunti genitori. Troppo indipendente. Troppo per ciò che cercavano loro.

Adesso, tra le altre cose, si ritrovava costretta a sbatterle in faccia un'altra triste verità.

- Non posso essere la tua mamma.

- Perché?

Perché? Perché le voleva un gran bene ma non poteva adottarla, non bastava l'affetto per adottare un bambino: la legge lo impediva. Era una donna sola, senza un compagno... e non era pronta per fare la madre.

La verità era che non si sentiva pronta ad essere madre.

Perché aveva solo venticinque anni e non era pronta ad una vita di rinuncie perché aveva già rinunciato a tanto, a troppo nell'arco della sua vita.

Perché era cresciuta senza i genitori - anche se lei i genitori li aveva! - troppo impegnati per seguire la sua trasformazione da crisalide a farfalla.

Perché non voleva lo stesso per i suoi figli, per loro desiderava l'affetto di un padre e la carezza di una madre. Immaginava serate insieme, giocando, ridendo. Immaginava quell'infanzia che non aveva avuto mai, per loro desiderava il meglio, anche se ancora non erano qui.

Adesso il difficile era spiegarlo a Miki.

Si odiò per quel dolore che stava procurando a quella bambina, ancora di più odiò la propria immaturità.

- Non avresti un papà e tu non vuoi una mamma senza un papà, no?

Quella piccola bugia le era sembrata il suo faro nella notte, la via d'uscita da un intrigato labirinto ed il sorriso di Miki le aveva dato un minimo di fiducia, forse aveva toccato le corde giuste...

- Un papà...

- Sì, un papà. Serve anche un papà per formare una famiglia.

- Io conosco un papà... e lo conosci pure tu!

No, non aveva toccato le corde giuste.

 

***** ***** *****

 

XXII giorno

- 8 all'alba

ore 20:40

 

- Finalmente! Riesci ad essere in ritardo anche quando inviti la gente a casa tua!

L'aveva vista trasalire, la borsa caduta sul pavimento ne era la dimostrazione.

Sapeva di terrorizzarla se avesse parlato senza palesare prima la sua presenza, ma era stato più forte di lui, era da quando aveva saluto Arisa-kun che sognava quel momento: spaventarla.

- Chi diavolo ti ha fatto entrare! Sei un imbecille, per poco non ci restavo secca! Ma dico sei scemo o cosa? Mi hai fatto saltare le coronarie razza di deficiente che non sei altro...

Si era versata un bicchiere d'acqua e lo aveva buttato giù in una sola volta. Lo sbattere, poi, del povero bicchiere sul piano in marmo della cucina gli aveva fatto capire che la sua sfuriata non era ancora finita.

- Tu... - L'indice puntato contro il suo viso era come la canna di un mitra pronto a fare fuoco. - Tu, piccolo uomo senza un briciolo di cervello, che ragiona con le palle invece di usare la testa. Tu, razza di idiota che quando parla lo fa solo per dare aria alla bocca. Tu, sei la mia rovina!

- Non ti sembra di esagerare, era solo uno stupido scherzo!

- Uno stupido scherzo, dici?! Per te si riduce tutto ad uno stupido scherzo, è così?! È così?!?

C'era qualcosa che non andava perché quella non poteva essere la reazione ad uno scherzo, stupido sì, ma pur sempre una innocua presa in giro.

- Usagi, di cosa stai parlando?

Lo sguardo tagliente di lei, gli fece capire che no, quella reazione, non era dovuta al suo innocuo scherzetto.

- Miky Masaki, cinque anni. Abbandonata in ospedale subito dopo la nascita, è ospite della 'Casa del sorriso' da tutta la vita ormai! Ho impiegato due anni, dico due!, per instaurare un rapporto con lei ed ottenere la sua fiducia e poi arrivi tu e butti tutto alle ortiche in meno di cinque minuti! In questi due anni mi sono dedicata anima e corpo a quella bambina. Le sono stata accanto quando stava male perché gli altri bambini veniva adottati e lei scartata perché o troppo calma, o troppo vivace o troppo silenziosa. Ho asciugato le sue lacrime, ho raccolto i suoi singhiozzi, ho medicato le ferite del suo animo... e poi, poi arrivi tu e rovini tutto! Ho perso la fiducia di quella bambina per un tuo stupido capriccio. Adesso dimmi cosa volevi e perché mi hai seguita sino all'orfanotrofio!

D'un tratto, gli era passata la voglia di scherzare, si sentiva uno stupido e non era poi così contento di trovarsi lì con lei. Non valeva la pena restare lì se doveva vederla così abbattuta.

- Io... mi spiace, è meglio che vada...

- No! Dannazione no! Ogni maledettissima volta che abbiamo una discussione uno dei due batte in ritirata, e sai una cosa: odio questo atteggiamento così... idiota! Adesso dimmi una volta per tutte cosa vuoi da me perché io ho esaurito la pazienza!

Cosa voleva?

- Te.

Lo aveva detto, ad alta voce. E dopo quella confessione imprevista e spontanea, quel male che lo stava divorando dall'interno alla fine aveva trovato la via ed era emerso, lasciandolo piacevolmente rilassato.

- Cosa vuoi dire?

Era ovvio cosa volesse dire, cosa c'era di poco chiaro? Guardandola direttamente negli occhi aveva ripetuto quella confessione in modo calmo ma deciso.

- Ho detto che voglio te.

- Me? Io non sono un trofeo di caccia! Io non sono un nome da aggiungere alla lista delle tue conquiste. Io sono una persona!

In qualche assurda maniera, Usagi traeva sempre il lato negativo in ciò che lui le diceva.

- So perfettamente chi sei! È per questo che ti voglio! Perché nonostante il tuo carattere di merda, nonostante i tuoi sbalzi di umore, nonostante i tuoi difetti, nonostante tutto io voglio te perché so che non mi giudichi nonostante il tuo lavoro. Non mi costringeresti a fare qualcosa contro la mia volontà. Perché sai ascoltarmi!

- È questo che vuoi? Una psicanalista?

O forse, preferiva non capire.

- Voglio te, dannazione! Voglio Tsukino Usagi! Voglio la ragazza che quando è stanca gonfia le guance come fosse ancora una bambina. Voglio la ragazza che per non prendermi a pugni litiga di continuo con i suoi capelli. Voglio la donna che quando cammina per strada fa girare tutti gli uomini nel raggio di un chilometro. Voglio la donna che la notte scorsa non mi ha fatto chiudere occhio semplicemente perché riposava tra le mie braccia. Ti basta o vuoi che continui?

Era stato quasi catartico riuscire a dirle tutto quello che gli era passato per la mente in quel mese... in quegli anni. Era come quando una ferita infetta trovava da sola la via per drenarsi. Ok, non era il massimo come esempio, non era poetico o romantico ma rendeva al meglio l'idea. Il peso che gli gravava sul cuore era improvvisamente svanito e lui era tornato a respirare, dopo tanto tempo era tornato a percepire i colori e sentire gli odori.

L'aveva guardata e non aveva potuto fare a meno di intenerirsi di fronte alla sua espressione sorpresa, intimorita per certi versi.

- E ti prego, smettila di morderti il labbro perché, forse non te l'ho detto, ma lo trovo estremamente erotico.

A quel punto lei aveva indietreggiato come scottata, come se la portata di quella rivelazione le giungesse solo in quell'istante. Aveva portato una mano ai capelli ed era quasi certo che si stesse per tirare la solita ciocca dietro l'orecchio, ma a metà del gesto si era bloccata ricordando, forse, ciò che le aveva confessato pochi istanti prima.

 

***** ***** *****

 

XXII giorno

ore 21:00

- 8 giorni all'alba

 

- È uno scherzo? Certo come ho fatto a non capirlo prima! È uno scherzo organizzato da te e Minako! Benissimo, scherzo riuscito ed adesso esci fuori Mina-chan! Non ho tempo da perdere! Coraggio, dove sei?!

Non poteva essere che uno scherzo, uno stupido scherzo. Non c'era altra spiegazione alle parole di Mamoru. Non poteva essere diversamente, Mamoru non poteva davvero pensare quelle cose di lei, non poteva sentirsi attratto da lei.

È ancora attratto, le diceva una vocina interiore, ma lei non voleva neanche ascoltarla, era fuori questione. Lei e Mamoru erano due amici, no: lei e Mamoru erano due semplici conoscenti, e basta.

- Non è uno scherzo.

La voce sicura di lui le aveva tolto il fiato e giusto per un secondo l'aveva costretta a interrompere la ricerca dell'amica.

Non è uno scherzo. Quattro parole che decretavano la fine di un'illusione.

- Ok, è meglio che vada.

Era stato naturale cercare la via di uscita, non riusciva a rimanere lì con lui un secondo di più. Pochi minuti prima aveva bloccato la ritirata di Mamoru, ed adesso era lei quella che scappava perché non voleva affrontarlo. Convinta di poter andare, di poter scappare, non aveva fatto i conti con la presenza - oppressiva! - di Mamoru.

Come quella mattina, la mano calda di lui le aveva avvolto il polso in una morsa stavolta, però, non riusciva a comprendere se fosse piacevole o meno.

Lo aveva guardato in viso e le era sembrato di scorgere un sorrisetto ironico, come da presa in giro.

- Usagi, siamo a casa tua.

- Ah.

Perfetta idiota. È questo che si ripeteva da quando Mamoru le aveva fatto notare che sarebbe stato da imbecilli uscire dalla propria abitazione per fuggire da lui. Avrebbe voluto prenderlo a pugni per quel suo sorriso divertito. Aveva ripreso a parlare cercando di trattenere l'iralità che però rimaneva lamapante nell'espressione dei suoi occhi e nei muscoli contratti del suo viso.

- Non è uno scherzo, perché non provi a credermi?

Provare a crederlo? A che pro?

- Non è neanche una scommessa con uno dei ragazzi, vero?

Al diniego con la testa di Mamoru, non le era restato che chiudere gli occhi sconfitta.

- Come fai a dire di amarmi se neanche mi conosci?

- Non ho detto di amarti, solo che...

A quel punto lei non ci aveva visto più ed era esplosa.

- No! Io non sono una di quelle... ragazze! Non sono il giochino erotico di una notte e via! Ti è chiaro il concetto!

E solo in quell'impeto di rabbia si era liberata dalla stretta di lui.

- Io non ho parlato di giochi erotici... e sì, sono attratto da te, mi piaci, ma non ho parlato di amore.

- Sei bravo con le parole...

- E non solo con quelle.

Il suo sopracciglio si era sollevato ed adesso lo guardava con espressione irritata.

- E dimmi, questa non è forse un'allusione sessuale?

- Non lo nego.

- È assurdo! Tu ti stai prendendo gioco di me! Non puoi...

Ma non era riuscita a finire il discorso perché... lui l'aveva baciata.

Come nei suoi sogni di adolescente spensierata, lui aveva fermato sul nascere le sue proteste baciandola.

Come nei romanzetti rosa da quattro soldi, lui aveva bloccato la sua invettiva baciandola.

Come non doveva fare, stava ricambiando quel bacio che aveva desirato da tanto, troppo tempo.

Era persa in delle stupide riflessioni rischiando di perdersi il bacio che aspettava da tutta una vita.

Quel bacio che aveva desiderato da sempre era arrivato e lei non poteva ancora crederci.

Per un qualche assurdo mistero della fisica, le sue mani erano finite tra i capelli scuri di Mamoru e adesso li accarezzavano in modo delicato come se il tutto - come se lui! - potesse sfuggirle da sotto il naso.

Le labbra di lui, morbide e vellutate, erano leggere come ali di farfalla e ciò nonostante le lasciavano scie infuocate perché, la dove si fermavano, lei bruciava. Il loro sapore poi...

Era ancora intenta a metabolizzare quel bacio - ad assaporarlo! - ed ecco che Mamoru lo interrompeva.

Riaprire gli occhi era stato imbarazzante perché si era ritrovata il suo viso ancora a portata di baci.

- Adesso può essere vero?

- Tu... usi il burrocacao...

Tra tutte le cose che poteva dire dopo quel bacio, aveva detto l'unica che avrebbe distrutto la virilità di qualsiasi uomo. Qualsiasi uomo tranne Mamoru.

- È forse un problema?

- Perché mi hai baciata?

Si sentiva una stupida a porre quell'unica domanda che era riuscita a formulare nella sua mente.

- Perché mi piaci.

Oh.

- E baci tutte quelle che ti piacciono?

- Se posso, sì.

Sbruffone!

- Assurdo!

- Andiamo Usagi, non mi sembra che a te sia dispiaciuto!

No, dannazione! Non le era per niente dispiaciuto.

- E questo che vuol dire?

- Perché devi complicare sempre tutto? Ti prego di non fare la vergine del santuario depredata della sua castità!

- Ma come ti permetti?!

- Ma perché una volta tanto non ammetti quello che ti dice il tuo corpo? Io ti ho baciato e tu hai risposto senza perdere tempo! Tremavi tra le mie braccia e le tue mani erano completamente senza controllo! Vuoi forse negarlo?

- Vedi? Stiamo litigando anche dopo avermi baciato! Dimmi come potrebbe funzionare tra di noi!?

- Per un attimo potresti concentrarti sul bacio che ti ho appena rubato e dirmi cosa hai provato?

Dirgli cosa aveva provato? Mostrare il fianco con il rischio di essere ferita? Ne valeva la pena? No, non poteva rischiare, non ancora.

- Non posso, mi dispiace!

- Perché?

Bella domanda! La verità è che non lo sapeva neanche lei cosa aveva provato. Era ancora in piena metabolizzazione e le gambe le tremavano ed era pure difficile stare in piedi e non sapeva come riusciva ancora respirare.

- È qualcosa di personale, non voglio condividerlo con te... io...

Non aveva finito la frase perché aveva visto l'espressione mortificata negli occhi di Mamoru. Inconsciamente si era morsa il labbro inferiore e lui, a quel suo gesto, aveva risposto chiudendo gli occhi - quasi strizzandoli tra loro - ed inspirando rumorosamente, per poi allontanarsi di un paio di passi.

- Come preferisci... ti do una settimana. Otto giorni e tornerò qui e ti chiederò di dirmi cosa hai provato. Adesso è meglio che vada.

Senza dire altro se ne era andato. Si era diretto alla porta ed era uscito. Senza sbatterla.

Minako, una quantità imprecisata di tempo dopo, l'aveva trovata ancora ferma in mezzo la cucina; aveva posato sul ripiano di marmo la copia di chiavi che aveva avuto quella mattina tramite Shingo, e si era avvicinata ad Usagi in modo sospetto.

- Usa-chan che è successo?

Come risvegliatasi da un sonno millenario, Usagi aveva fissato il viso di Minako e in un soffio aveva risposto.

- Mi ha baciata. Mamoru mi ha baciata.

 

Una settimana. Otto giorni per mettere ordine nel suo cuore e capire quale sarebbe stata la strada da seguire.

 

 

L'angolo dell'autrice

 

Ok! Ditelo che non ci speravate in questo capitolo! Lo so, avevo detto che avrei aggiornato presto ed invece ho fatto passare un altro anno, perdonatemi!

Questo è il penultimo, il prossimo sarà l'epilogo... forse.

Non ho molto da dire. Preciso da subito che la situazione di Miki sarà ripresa nel prossimo capitolo e che anche la questione 'bacio' sarà approfondita più avanti.

Alla fine ho rispolverato la soluzione 'interrompo il litigio con un bacio', scontata e forse superata, ma se mi sforzavo di trovare un'alternativa valida passavano altri dodici mesi e poi, scusatemi, ma mi sembra molto una reazione alla Mamoru! Usagi, in questo ultimo paragrafo vi sembrerà un po' svampita ma cercate di capirla! Si è ritrovata a ricevere una pseudo-dichiarazione da quello che è stato il suo sogno per tutta la adolescenza, abbiate pietà per lei!

Ho cercato di entrare nella mente dei personaggi e di smussare le mie carenze, spero di esserci riuscita, adesso non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo che arriverà nonsoquando e che sarà l'ultimo!

Grazie ancora per la vostra infinita pazienza e...

Alla prossima!

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