La pantera di apollo41 (/viewuser.php?uid=17160)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Sexy Bitch ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Di Notte ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Guarda caso ***
Capitolo 4: *** Capitolo extra - Alice ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 - Sexy Bitch ***
Scrivo
per il puro piacere di farlo e di tutto questo non mi appartiene nulla.
Mi appartiene solo la stupida idea di perdere del tempo prezioso a
scrive cavolate a manetta. Se però gradirete le mie cavolate
potrò rivalutare il fatto che il tempo sia stato sprecato. xD
Buona
lettura.
~ Sexy
Bitch
~
Sexy
Bitch ~
Akon feat. David Guetta
In
un enorme appartamento nel South
Kensington,
uno dei quartieri più lussuosi di Londra, una ragazza dai
capelli
corvini, dalla carnagione pallida e dai profondi occhi neri si stava
mettendo del mascara sulle lunghe ciglia finte.
Ormai
ci aveva fatto l'abitudine a quel suo stile di vita così
distante da
quello a cui era stata abituata fin da quand'era piccola.
Solo
cinque anni prima, infatti, non avrebbe mai pensato di vivere come
una Babbana.
Lei,
che era sempre stata una Serpeverde Purosangue.
Lei,
che aveva quasi preso il Marchio Nero.
Lei,
che per anni era stata la promessa sposa dell'ultimo erede dei Malfoy
e dei Black.
Ora
,lei,
non era più niente.
Non
per il mondo magico almeno...
Ma
per i Babbani... Oh...
per loro lei era una diva.
Una
diva di un nightclub, certo, ma pur sempre una diva. E a lei
essere al centro dell'attenzione era sempre piaciuto.
Yes
I Can See Her
Cause every girl here wanna be her
Ohh
she's a diva
They feel the same and I wanna lead me
Quella
sera, come al solito, si sarebbe esibita al locale e poi, se avesse
avuto fortuna, avrebbe rimorchiato qualche riccone che le avrebbe
pagato una cena in un costoso ristorante. Era ovvio cosa volessero
nel dopocena gli uomini, ma lei
non vendeva il suo corpo.
Se
il suo accompagnatore era carino, qualche volta accettava le avance,
altrimenti non si era mai fatta alcun problema a dare due di picche.
Spesso
gli uomini avevano cercato di stuprarla ma lei
si sapeva difendere benissimo. Al contrario di quanto tutti
credevano, lei
non era affatto indifesa.
Era
una pantera in tutti i sensi.
*****
Harry
James Potter, completo bianco elegante da uomo e camicia nera con tre
bottoni slacciati, camminava per le vie affollate di Londra. Accanto
a lui un eccitatissimo Seamus Finnigan ciarlava inutilmente di un
locale Babbano che aveva scoperto per caso una sera.
Per
l'intera giornata non aveva fatto altro che implorarlo di seguirlo
perchè voleva che vedesse una cosa con i suoi occhi. In
realtà
aveva implorato anche Ron, ma appena aveva detto che era un nightclub
il locale in questione, Hermione era magicamente apparsa dal nulla
con uno sguardo assassino che fece dire al rosso un deciso no alla
proposta.
Così,
ormai sfinito dalle suppliche dell'Irlandese, aveva accettato di
uscire con lui quella sera.
“L'altra
notte, quando ci sono stato, lo spettacolo era già finito da
un
pezzo, ma c'erano un paio di ragazzi che mi hanno raccontato delle
cose su di lei. Hanno detto che oltre a ballare in modo dannatamente
eccitante, dopo il lavoro
esce sempre con qualcuno...” stava ripetendo per quella che
ormai
era la milionesima volta mentre si sistemava meglio la maglia che
indossava sotto il giubbotto in pelle aperto.
“...e
che poi se sei carino ci sta pure...Lo so Seamus, l'hai ripetuto un
casino di volte. Mi stai facendo passare la voglia di venire a vedere
questa maledetta troia...” borbottò facendo
infuriare l'amico.
They
say she low down
it's
just a roomer and I don't believe me
They say she needs to slow
down
The baddest thing around town
“Ehy,
non chiamarla così! Lei è la Diva! Non puoi
capire! Quella non è
solo una puttanella da quattro soldi! Non è neppure come le
altre
ragazze se è per questo. Sarebbe da stupidi paragonarla a
un'altra
donna. Corrisponderebbe al mangiare cavoli a merenda.” disse
con
enfasi tale che molti degli sconosciuti che incontravano per la
strada cercarono di girargli al largo.
Harry
si diede una manata in faccia.
Fortuna
che aveva indossato le lenti a contatto e lasciato gli occhiali a
casa o probabilmente li avrebbe rotti.
“Sam,
non l'hai neppure mai vista, come fai a dire queste
cavolate?!”
sbottò sempre più nervoso. Non riusciva davvero a
spiegarsi tutta
quella reverenza che l'irlandese millantava nei confronti di una
squallida ballerina di nightclub.
“Senti
Harry, fidati. L'ho vista di sfuggita mentre tornava nei camerini per
cambiarsi. Ero mezzo ubriaco, certo, ma ti assicuro che quella
è
diversa.”
She
ain't nothing a girl you've ever seen before
and
nothing you can compare to a neighborhood whore
Il
moro lo guardò perplesso con un sopracciglio che aveva
raggiunto
l'attaccatura dei capelli e sulle labbra un'espressione a
metà tra
l'arrabbiato e il seccato.
Stava
quasi per decidere di andarsene quando, girando l'angolo, vide
finalmente l'entrata del locale, e cambiò idea.
*****
Le
luci al neon del Baddest
illuminavano tutto il vicolo buio e semi vuoto.
Alle
nove di sera di certo nessuno sarebbe entrato nel locale. Dopotutto
la parte divertente arrivava solo dopo le undici quando finalmente
iniziavano le esibizioni delle ragazze più sexy che si erano
mai
viste in tutti i locali più malfamati di Londra.
Nonostante
ciò ogni sera Pansy arrivava presto, per poter evitare la
fila di
gente che stava all'entrata sperando di poter essere nella cerchia
ristretta di persone che avrebbero assistito allo spettacolo di
quella notte.
E
poi, anche se per il suo numero era pagata profumatamente, non erano
certo rare le volte in cui si era messa al bancone del barista come
aiutante. Infondo Ted, il barman, aveva sempre apprezzato la sua
compagnia. Inoltre, se c'era lei a servire da bere, i ragazzi
tornavano al bancone anche quando non avevano affatto sete e ogni
volta consigliava loro ciò che di più costoso
poteva offrire il
bar.
Anche
quella sera arrivò puntuale come un orologio svizzero,
parcheggiando
la sua Porsche Carrera GT (*1)
verde metallizzata nel parcheggio a pagamento che stava a un
centinaio di metri dal locale.
Un
paio di ragazzini che non sembravano avere più di undici o
dodici
anni la osservarono scendere dalla macchina. Lei sorrise loro.
“Un
bel gioiellino, vero?” disse avvicinandosi mentre il piccolo
gruppo
la guardava ammirato.
“Quanto
ti è costata?” domandò quello che
sembrava essere il più grande.
Pansy
ghignò osservando la cosa a cui teneva di più
dopo se stessa.
“Tanti
sacrifici e umiliazioni.” sussurrò pragmatica
prima di andarsene
sotto gli sguardi perplessi dei ragazzini.
Entrò
come sempre dall'entrata principale del locale e Ted, già al
bancone
a servire quei pochi clienti che erano lì a bere come
spugne, la
salutò.
La
mora si sedette a uno degli sgabelli che fronteggiavano il bancone
appoggiandoci poi i gomiti sopra e abbandonando la testa sulle mani.
“Allora?
Com'è andata ieri sera? Abbiamo fatto molti
incassi?” chiese
mentre il barman le preparava il suo drink preferito.
“Meno
del solito purtroppo, dolcezza. Sono settimane che non vieni ad
aiutarmi qui al bancone. Se oggi venissi recupereremmo senza
problemi.” propose appoggiandosi con il bacino al tavolo su
cui
preparava gli ingredienti per i suoi famosi cocktail alla frutta.
“Sarà
per domani Ted. Questa sera non sono dell'umore adatto...”
borbottò
mentre beveva a piccoli sorsi. “Meglio se vado a prepararmi
ora. Ci
sarà sicuramente Cosette in camerino che si lamenta che
vuole essere
lei la preferita del Capo e per colpa sua ci metterò
sicuramente un
sacco di tempo per essere perfetta.” aggiunse prima di
alzarsi.
Il
barista ridacchiò salutandola e tornò a servire
gli uomini che
stavano al bancone.
Ognuno
di loro, nonostante fosse stordito dall'alcool, si voltò a
guardare
la pantera camminare a passo felpato verso la sua tana.
*****
Harry
osservò ancora una volta la lunghissima fila di persone che
stava di
fronte al locale aspettando che il buttafuori li lasciasse passare e
si chiese come avrebbero fatto loro, persone comuni come tutti gli
altri almeno lì, nel mondo babbano, ad entrare.
“Non
ti preoccupare” esclamò Sam tirando fuori dalla
tasca dei
pantaloni due foglietti. “L'altra volta ho conosciuto il
proprietario e mi ha dato due pass
esclusivi. Di solito li concede solo alle celebrità, ma ha
fatto una
piccola eccezione.” aggiunse ghignando furbescamente.
“Sam,
non dirmi che lo hai confuso per poter entrare!?” quasi
urlò il
moro.
“Era
per una buona causa” borbottò con voce infantile
l'altro
incassando la testa nelle spalle.
Di
nuovo Harry si batté una mano sulla faccia sospirando
profondamente.
Cosa
spingeva Seamus, un onesto ex Grifondoro, diventato Auror quasi a
pieni voti, con un curriculum pienamente rispettabile, a infrangere
una delle leggi su cui il mondo magico si fondava?! Infondo si
trattava solo di una stupidissima puttana!
“Quel
che è fatto è fatto... Andiamo dai.”
disse infine trascinando con
sé l'irlandese rinunciando a capire la sua mente contorta.
Quando
finalmente varcarono la soglia, i due ragazzi furono investiti dal
rumore forte che proveniva dalle casse dell'enorme impianto stereo
del locale.
Alla tenue luce che aleggiava in quello spazio che da
fuori sembra decisamente più piccolo, Harry si
osservò intorno.
Alla sua sinistra stava il bancone del bar, dove un paio di ragazzi
stavano flirtando con quelle che sembravano essere spogliarelliste in
attesa di esibirsi. Davanti a lui invece c'erano dei tavolini in
metallo, la maggior parte già occupati e, infondo alla sala,
dei
divanetti dove c'era già qualcuno che pomiciava senza badare
a
coloro che li osservava (interessato, schifato o geloso). A sinistra,
nell'enorme pista da ballo punteggiata qua e là da cubi su
cui delle
ballerine ballavano in succinti abitini di pelle, si scatenava la
maggior parte della folla che popolava il locale. Nell'angolo c'era
la postazione rialzata del DJ che mixava un pezzo dietro l'altro
senza prendersi un attimo di pausa, quasi dalla musica dipendesse la
sua sopravvivenza.
“Vieni” gli urlò Sam nell'orecchio
trascinandolo per il braccio verso la pista. In realtà Harry
scoprì
che lo stava portando vicino alla postazione del DJ e man mano che si
avvicinavano poté scorgere un piccolo palco tra la pista e
il
soppalco che ospitava il mixer. Ai lati della pista c'erano un paio
di lunghi e comodi divanetti separati da coloro che ballavano da
delle corde. Dopo aver mostrato i pass ai due uomini che
controllavano la zona, lui e Seamus si sedettero comodamente sotto
gli sguardi di alcune ragazze che dalla pista li avevano notati e li
fissavano come fossero qualcosa di particolarmente succulento e raro.
Per
un po' i due rimasero entrambi ad osservare la pista gremita di gente
poi, con la scusa della sete, l'Irlandese si era alzato e Harry non
lo vide tornare fino a mezz'ora dopo, mentre due ragazze poco
più
che diciottenni stavano appiccicate come sanguisughe alle sue
braccia.
Il
moro lo guardò interrogativo ma Sam rispose solo che era
meglio se
si trovava compagnia anche lui perchè c'era ancora molto da
aspettare.
Sbuffò
liberandosi della giacca iniziando a sentire decisamente caldo in
quel luogo per i suoi gusti anche troppo affollato. Per quella che fu
la milionesima volta si chiese cosa diavolo ci facesse lui
lì.
Lui,
un ex Grifondoro che odiava le ingiustizie.
Lui,
il Salvatore del Mondo Magico.
Lui,
che per le donne, o almeno per le donne che non vendevano sè
stesse,
provava un rispetto enorme.
Già,
le donne... Per lui,
erano un mistero... Un grande mistero.
Scocciato
dal fatto che l'amico stesse amoreggiando bellamente proprio accanto
a lui con le due ragazze seminude che aveva accalappiato, Harry si
alzò e se ne andò al bancone del bar.
“Che ti do?” gli
chiese subito il barista.
“Quello
che ti pare.” sbottò scocciato.
*****
Il
proprietario del Baddest
aveva sempre pensato che una ragazza bella, sexy e intelligente come
Pansy dovesse essere per forza molto ordinata. Credeva infatti che la
perfezione esteriore portasse alla ricerca della perfezione intorno a
sé.
Quando
però, alla fine della primissima esibizione della mora, era
entrato
nel suo camerino per complimentarsi del grande successo riscosso,
aveva scoperto di sbagliarsi. Infatti, in quelle poche ore in cui
Pansy aveva occupato la stanza per prepararsi, era riuscita a creare
un disordine assoluto.
Gli
abiti, che erano stati fino a poco prima ordinatamente appesi,
infatti, si trovavano abbandonati in giro per la stanza. Le varie
scarpe e stivali erano qua e là e non dubitava che alcune
calzature
fossero finite addirittura sotto al piccolo divanetto che stava
vicino alla porta.
Ora, dopo quasi un anno in cui la ex-serpeverde
lavorava per lui, entrava in quella stanza senza stupirsi di trovare
la sua diva intenta a cercare sotto agli abiti gettati a terra, la
compagna della scarpa che già aveva indossato.
“Tesoro,
sbrigati o Cosette è capace di uscire al tuo
posto.” le disse
sedendosi sul divanetto dopo aver gettato a terra ciò che
lei ci
aveva malamente buttato sopra.
“Non
riesco a trovare quel cazzo di stivale!” imprecò
continuando a
lanciare vestiti e scarpe ovunque.
“Vai
scalza.” scherzò lui.
Pansy
si fermò un attimo e si voltò verso l'uomo
guardandolo con sguardo
ironico e acido allo stesso tempo.
Uno
di quegli sguardi che appartenevano a un passato distante.
“Certo,
vuoi anche che mi metto le scarpette da ballerina di danza classica e
faccio una variazione della Bella addormentata?”
“Se
la fai in versione sexy magari gradiscono pure.” si
azzardò a
rispondere lui con in faccia un'espressione da schiaffi.
La
mora, infatti, lo mandò bellamente a quel paese e
continuò la sua
ricerca disperata.
*****
Il
fatto che la pista si stesse riempendo più di quanto
già non fosse
stata fino a quel momento, fece capire a Harry che stava finalmente
per vedere la famosa puttanella di cui Sam non aveva fatto altro che
parlare fino a che non erano entrati nel locale. Il bello
però era
che, quando il moro circa un'ora prima era tornato ai divanetti
vicino alla postazione del DJ, non aveva più trovato
l'irlandese e
di lui non si vedeva ancora traccia.
Maledisse
mentalmente l'ex compagno di Casa e si alzò per andarsene
visto che
a lui non importava nulla di vedere quella spogliarellista, quando il
volume della musica diminuì leggermente e lo speaker
iniziò a
ciarlare più o meno come aveva fatto delle ore prima Seamus
su
quella fantomatica ragazza che sembrava essere, a detta di tutti,
assolutamente irresistibile.
I'm
trying to find the words to describe this girl
without
being disrespectful
“Ragazzi!
Rifatevi gli occhi anche stasera sulla nostra magnifica pantera nera:
PANSY!!!” un boato accolse le ultime parole della
presentazione
mentre la folla in pista si apriva come se Mosè in persona
stesse
dividendo le acquee e Harry pensò che infondo, in tutto il
Regno
Unito, di certo non esisteva sola una ragazza che si chiamava Pansy.
Eppure, quando finalmente la vide ballare a pochi passi da lui con
movenze sensuali al ritmo di una musica veloce e ritmata, fu
costretto ad ammettere che era proprio Pansy Parkinson la moretta che
gli stava facendo seccare la bocca con la sua danza erotica ma
tutt'altro che volgare.
*****
Quando
Pansy ballando aveva notato chi era seduto ai divanetti a pochi passi
dalla piattaforma su cui si esibiva, per poco non era inciampata sui
suoi stessi piedi.
A
quanto pareva il passato era finalmente arrivato a bussare alla sua
porta.
Continuò
a ballare sulle note di un remix dell'ultimo successo di Madonna(*2)
fingendo di non aver notato nulla di strano o diverso dal solito, ma
sentiva fissi su di sé gli occhi verde speranza del
Salvatore del
Mondo Magico.
Si
chiese perchè, di tante persone che aveva conosciuto ad
Hogwarts,
proprio lui
doveva essere lì, quella sera, a guardarla mentre rinunciava
alla
sua dignità pur di sopravvivere in un mondo a cui lei non
apparteneva e a cui mai avrebbe voluto appartenere.
Ma
Pansy non era più come in passato. Se prima si era sempre
fatta
dominare dagli altri, ora era lei la dominatrice.
Decideva
lei, una fiera pantera, della sua vita e del suo destino.
Quindi
lo avrebbe affrontato di petto, come faceva ormai con ogni problema.
Quando
il pezzo sarebbe finito, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe
stata trascinarlo con sé in un posto tranquillo dove poter
parlare.
Perchè
tanto sapeva che Potter non l'avrebbe certo ignorata.
Sicuramente
avrebbe pensato che lei aveva bisogno di aiuto e, da buon ex
Grifondoro, si sarebbe precipitato a soccorrerla, nonostante in
passato tra loro non fosse certo corso buon sangue.
Bhè,
gli avrebbe dimostrato che lei non aveva bisogno proprio di nulla...
Sopratutto non aveva bisogno della compassione che in quel momento,
mentre lo fissava negli occhi color speranza in cui si leggeva anche
una certa ammirazione,
aveva letto nel suo sguardo.
*****
In
vita sua Harry non avrebbe mai immaginato di pensare cose del genere
proprio su Pansy Parkinson. Ma quella notte, mentre la moretta dai
corti capelli neri portati leggermente più lunghi sul
davanti, si
scatenava in pista avvolta in un vestito che lasciava ben poco
all'immaginazione, si trovò a cercare di trattenere il suo
cervello
dal vagare su pensieri che avrebbero fatto di certo diventare il suo
viso più rosso dei capelli di Ron.
The
way that booty movin I just can't take no more
Have to stop what
I'm doing so I can pull up her clothes
I'm trying to find the
words to describe this girl
without
being disrespectful
(Damn
Girl)
Damn You's a sexy bitch, a sexy bitch
Damn you's a
sexy bitch, damn girl
Damn You's a sexy bitch, a sexy bitch
Damn
you's a sexy bitch, damn girl
Quando
la musica terminò e la mora smise di muoversi ci fu un
enorme boato
a riempire il silenzio che era durato per qualche brevissimo istante.
Per
un certo tempo era rimasto immobile esattamente com'era, fissando
Pansy con una leggerla punta di compassione.
Di
certo la sua vita non doveva essere facile. Probabilmente era anche
costretta a vendere il suo corpo. Gli tornarono in mente le parole di
Sam e le probabilità che facesse una cosa così
orribile aumentarono
a dismisura.
Era
così concentrato sui suoi pensieri che non si accorse che
Pansy
stava andando da lui finché lei non gli fu a una spanna dal
naso.
Si
era risvegliato dalla catalessi in cui era caduto ritrovandosi
però
subito a perdersi in un mare nero e profondo che per qualche istante
gli aveva ricordato i fieri occhi luccicanti malizia di Sirius.
“Guarda
chi si vede in un locale malfamato come questo. Pensavo fossi un tipo
tutto casa e chiesa Potter.” sibilò con malizia e
ironia senza
spostarsi da dov'era.
Harry deglutì e fece un passo indietro.
Non
si era neppure accorto di essersi alzato in piedi. Quando
era successo?
Lei
ridacchiò e lui finalmente si decise a parlare.
“Senti
da che pulpito arriva la predica. Non eri tu quella che diceva che i
Babbani sono spazzatura? E invece guarda dove ti trovo...”le
parole
morirono nella bocca di Harry quando vide l'espressione della ex
Serpeverde.
Era
minacciosa ma negli occhi leggeva una qual certa malinconia.
“Cosa
ne sai tu, eh? Per te la vita è stata facile dopo la morte
di
Voldemort, vero? Tu non ti sei trovato per strada senza genitori,
senza casa, senza nessuno su cui contare, solo te stessa! E senza
bacchetta! Privata della mia natura! Certo, ma tu che puoi saperne,
eh?!” sibilò furiosa.
In
un istante il moro si pentì delle sue parole. In
realtà lui non
avrebbe voluto dire quelle cose sin dall'inizio, ma per un attimo si
era sentito... stordito...
Lei
se ne stava andando così la seguì e fermandola
giusto poco prima
che entrasse nella zona privata a cui si poteva accedere solo se
espressamente invitati.
“Scusa...
non volevo davvero dire quelle sciocchezze. Ero solo... Sorpreso.
Insomma, non mi aspettavo certamente di vederti qui stasera.”
disse
sincero.
Pansy
lesse nei suoi occhi e vi vide solo dei purissimi smeraldi che
rilucevano alle luci stroboscopiche del locale.
“Vieni.”
mormorò prendendolo per il polso e trascinandolo con
sé fino al suo
camerino. Lo fece entrare e si chiuse la porta alle spalle sperando
che le altre ragazze non l'avessero notata.
Si
chiese perchè aveva quel comportamento. Infondo non le era
mai
importato il giudizio delle altre. Anche perchè avevano ben
poco da
criticarla. Loro vendevano spesso il loro corpo.
Lei
non lo aveva mai fatto.
“Wow...”
ridacchiò Harry osservando il caos che regnava sovrano in
quella
piccola sala. “Peggio della mia stanza ad Hogwarts”
Pansy
sbuffò e iniziò a raccattare gli abiti che aveva
gettato poco prima
in ogni dove appoggiandoli in malo modo tutti in un angolo del
camerino.
“Dettagli.
Immagino che tu voglia farmi qualche domanda, no? Ti leggo la
curiosità in faccia. Neanche avessi un'insegna al neon in
fronte...”
scherzò lei facendogli segno di accomodarsi sul divanetto
mentre si
appoggiava con i fianchi alla postazione trucco.
Lui
si grattò la testa un po' a disagio. Era una situazione
decisamente
strana quella.
“Ehm...
vediamo... Perchè lavori qui? Insomma, non sei stupida,
avresti
potuto trovare un lavoro migliore” chiese cercando un modo
per non
offenderla.
“Potter,
il M.A.G.O. Non è un diploma. Per i Babbani è
carta straccia.
Questo è l'unico lavoro che ho trovato e poi guadagno
davvero bene.
Ho un'auto costosissima, una casa nel quartiere più lussuoso
di
Londra, faccio shopping quasi tutti i giorni agli Harrods.
Per me va bene anche così. Infondo ho avuto quanto di meglio
potessi
avere in un mondo insulso come quello dei Babbani, quindi non mi
lamento.” spiegò sincera.
“Beh...
l'importante è che tu sia felice di quello che
hai.” borbottò con
un'alzata di spalle lui.
Una
lieve ombra passò negli occhi neri e profondi della
ballerina.
“Preferirei
mille volte poter tornare nel mondo dei maghi ma lì i
Mangiamorte o
quelli che ci hanno avuto a che fare non sono ben visti. Non troverei
lavoro neppure come Elfo domestico.”
Harry
chinò il viso sentendosi in colpa.
Quella
era una delle leggi che il Ministro aveva emanato e che lui non
apprezzava affatto. Alla fine che colpa ne avevano loro, i figli dei
Mangiamorte, se le loro famiglie erano cattive, corrotte? Non avevano
fatto nulla per fermarli, è vero, ma che potevano contro i
loro
genitori? Contro gli altri Mangiamorte? Contro Voldemort in
persona?
Ricordò per qualche istante la situazione di Draco
Malfoy. Lui fortunatamente era stato accettato nel mondo magico, ma
solo perchè Harry in persona aveva espresso quanto la
famiglia
Malfoy avesse fatto per determinare la vittoria del bene sul male.
Era
difficile ammettere di aver sbagliato, ma lui non era mai stato un
gran bugiardo e quella era la verità.
“Già.
C'è molta ipocrisia a questo mondo. Purtroppo l'ipocrisia va
a
braccetto con la paura e nel mondo magico temono tutti che da un
giorno all'altro si presenti un altro pazzo come Voldemort. Forse
dovremmo imparare a perdonare.” fece una pausa in cui la
guardo
negli occhi. “Io non ho nulla da perdonarti. Non hai fatto
nulla di
male. Forse mi hai un po' preso in giro a scuola, ma eravamo
ragazzini.”
Pansy sorrise. Un sorriso sincero che in pochi
avevano visto distendersi sulle sue labbra.
“Pensavo
fossi solo uno stupido megalomane. Mi sbagliavo. Sei intelligente. E
pure carino.”
Il
moro arrossì appena ridacchiando a disagio.
Cadde
tra loro il silenzio poi Harry notò l'orario che indicava
l'orologio
di Fabian Prewett che stava sempre fedelissimo al suo polso.
“Cazzo...
E ora come torno a casa?!” imprecò a voce alta.
L'ex
Serpe lo guardò con un sopracciglio alzato.
“Sei
un Mago. Smaterializzati, no?”
Harry
fece un'espressione buffa, a metà tra l'arrabbiato e
l'imbarazzato.
“Sono
venuto in auto con un amico. Ho lasciato a casa la bacchetta. Non
pensavo mi servisse tra i Babbani. E Sam, maledetto, è
sparito.”
disse per poi continuare borbottando tra sé e sè
“Ci scommetto la
mia di auto che quello è andato via con quelle due troiette
di
prima... Oh, ma lunedì in ufficio lo uccido...Anzi, lo
faccio
mandare in Germania dal capo! Lui odia le missioni all'aperto! La
Foresta Nera gli piacerà da morire.”
Pansy
ascoltò divertita il monologo del moro che, quando la
sentì
scoppiare a ridere, si voltò a guardarla in imbarazzo.
“Certo
che sei proprio pazzo tu Potter.” sussurrò tra le
risate.
L'Auror
si mordicchiò il labbro inferiore un po' a disagio.
Pansy
era davvero bella quando rideva, si ritrovò a pensare.
Poi
le rotelle nel suo cervello, gli fecero tornare in mente che la mora
aveva detto qualcosa a proposito del quartiere più lussuoso
di
Londra e degli Harrods, così ebbe un'idea.
“Ehy,
abiti nel Kensington?”
le chiese infatti.
Lei
smise di ridere e annuì.
“Potresti
darmi un passaggio allora. Io sto nella Portobello Road(*3).
Hai detto che hai un'auto, no?”
Pansy
ghignò furbescamente.
Certo che ce l'aveva un'auto! E che auto!!!
*1
Sono
consapevole che sia un po' difficile pensare che Pansy guidi il
modello più costo che la casa automobilistica Porsche abbia
messo in
vendita fino ad ora. Anche perchè ne esistono pochi modelli
al mondo
quindi... Ho usato questo modello solo perchè mi attirava
più di
altri tipi di auto particolarmente costose.
*2
La
canzone in questione è Revolver. Il testo mi sembrava
abbastanza
azzeccato. Per un po' ero stata indecisa tra questa canzone o Rude
Boy di Rihanna. Sono adatte entrambe ma alla fine la sorte ha fatto
vincere Madonna. Propongo entrambe le soluzioni comunque. Scegliete
pure voi tra le due.
*3
Mi
piaceva particolarmente l'idea che Harry vivesse nella Portobello
Road. Io a Londra non ci sono mai stata ma uno dei primi posti che
vorrei visitare oltre a Notthing Hill è proprio la
Portobello Road.
E King's Cross ovviamente. *@* xD
NOTE
DELL'AUTRICE
A
quanto pare in questo
periodo mi passano per la testa idee una più strana
dell'altra.
Forse è colpa dello stress dovuto alla scuola. Sta di fatto
che
sta uscendo questa piccola fic composta probabilmente solo da 2 o 3
capitoli. Sempre se non mi vengo idee geniali. Io ne dubbito -.-''''
Già di per sè questa è una cavolata
colossale.
Meglio non ingrandirla troppo.
Inizialmente doveva essere una one shot ma poi si è evoluta
in
una fic a capitoli. Pochi, ma pur sempre a capitoli. Sto lavorando al
secondo ma non so quanto tempo ci metterò per finirlo. A
questo
capitolo infatti ci sto lavorando da... Ehm... :-> Credo siano 3
mesi ormai... Lo posto solo perchè voglio finire
questa
maledetta ficcy e so che se non c'è qualcuno che mi fa
pressioni
ci potrei impiegare un anno per porre la parola fine a questa schifezza.
Non mi aspetto molte recensioni, ma se avete perso tempo a leggere fino
a qui vuol dire che avete anche il tempo per premere quella parolina
magica che fa felice noi autori e lasciare un piccolo commento... anche
un semplice "è una porcheria" mi farebbe felice.
Uhm... Che altro devo dire?
Niente. Bene.
Baci, Lizzy
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 - Di Notte ***
~
Di Notte ~
Di
Notte ~
Pierdavide Carone (*1)
“Quella
è la tua macchina?!” chiese stupito Harry vedendo
l'unica auto
ancora posteggiata nel parcheggio verso il quale si stavano
dirigendo.
Pansy,
avvolta nel suo giubbettino di pelle, abbinato a un paio di jeans
slavati a vita bassa e degli stivaletti con un accenno di tacco,
ridacchiò della sua espressione.
“Ma
quanti soldi guadagni scusa?! Una Porsche! Cioè, io guido
una
semplice Mini e tu hai quel gioiellino!?!” esclamò
prima di
correre letteralmente a vedere da vicino l'auto della mora.
Lei
lo osservò sorridendo. Sembrava quasi un bambino che
guardava con
invidia un amichetto che aveva una scopa migliore della sua.
Con
il suo solito passo lento e felpato lo raggiunse.
“Non
la fissare troppo o la fai arrossire. La mia Bimba è
timida.”
scherzò carezzando il cofano della macchina.
“Altro
che timida! Questo bolide decisamente ti rispecchia... Ha tutte le
curve al punto giusto.” esclamò senza pensare a
ciò che usciva
dalle sue labbra visto quanto era intento a osservare gli interni
dell'auto.
Accortosi,
qualche istante dopo, di ciò che gli era sfuggito,
arrossì appena,
ma fece bellamente finta di nulla. In cuor suo, però,
meditava su
ciò che aveva detto. Sapeva per certo che Pansy fosse una
persona
combattiva. E poi aveva quel lato trasgressivo, da diva, da
pantera... E l'animo Serpeverde... Come quella fantastica Porsche.
Scrollò
la testa cercando di non continuare su quei ragionamenti
imbarazzanti.
Doveva
essere colpa dell'orario... Forse era stanco. Infondo la notte di
lì
a poche ore avrebbe lasciato posto al mattino.
Di notte le
emozioni sembrano più dense, di notte
Di
notte nascono le melodie più intense, di notte
“Avanti,
sali. Dobbiamo andare dall'altro lato della
città.” disse Pansy
mentre apriva l'auto e saliva al posto di guida.
“Devo
fidarmi della tua guida? Sai, non vorrei mai ritrovarmi schiantato
addosso al guard-rail...”sussurrò
salendo anche lui con una reverenza enorme per quell'auto da favola e
un po' di timore verso la guidatrice.
La
ex Serpeverde gli lanciò un'occhiataccia.
“Attento
a quel che dici, Sfregiato. Potrei sempre decidere che non ho
più
voglia di darti quel passaggio che mi hai chiesto. E poi sono una
brava attrice. Ci metterei un attimo a farti arrestare per molestie
sessuali.” sibilò con cattiveria.
Odiava
che gli uomini credessero che non fosse in grado di guidare la sua
Bimba.
“O-ok
ok, scherzavo.” ridacchiò allacciandosi le cinture.
La
mora mise in moto e, come faceva sempre, per prima cosa
sistemò la
radio su una stazione che mandasse qualcosa di decente.
Harry
la osservava affascinato. Era strano vedere una Purasangue gestire
così bene qualcosa di Babbano.
“Da
quanto tempo vivi tra i Babbani?” le chiese dopo un po'.
“Che
domanda stupida Potter...” borbottò lei abbassando
il finestrino
per godersi l'aria fresca. “Lo sai che sono cinque anni. Dopo
il
processo ai miei, mi sono quasi subito trasferita tra i Babbani.
All'inizio stavo in una specie di palazzo in cui il Ministero della
Magia aveva messo i ragazzi e le ragazze come me, che potevano
essere integrati con i Babbani con un po' di pazienza, come
ci
definivano loro. Poi, dopo un paio di mesi, siamo diventati un costo
inutile a detta del Ministro così ci hanno lasciati in mezzo
a una
strada.” raccontò fissando con attenzione il
leggero traffico
notturno davanti a sè.
Sembrava
non le importasse poi molto di quello che stava narrando, ma Harry
vide nel suo sguardo una certa rabbia nei confronti dei Maghi.
Ancora
una volta il moro provò una punta di compassione nei suoi
confronti
e percepì un leggero senso di colpa.
Infondo
era un Mago anche lui, anzi, una personalità rilevante tra i
Maghi.
Se c'era qualcuno, escluso il Ministro della Magia, che poteva fare
qualcosa, quello era lui.
E
fa male quando dici che stai male e non sto con te
E
fa male col dolore che t’assale e non sto con te
E
fa male quando non sono all’altezza di star con te
Mi
fa male quando nonostante tutto, tu scegli me
“E
dopo?” chiese fingendo di non essere interessato.
Pansy
sospirò.
“Mi
vergogno un po' a dirlo, ma ho dovuto accontentarmi di fare lavori
davvero umili, a mio parere ben più umilianti di quello di
cubista.”
Il
moro la osservò mentre arrossiva appena.
Pensò a cosa ci potesse
essere di più degradante del suo attuale lavoro, ma l'unica
cosa che
a suo parere lo era, era la prostituzione.
“Cioè?”
chiese quindi sentendosi sempre più in colpa.
Lei
si mordicchiò il labbro.
“Ho
dovuto fare la domestica.” sussurrò.
Dopo
qualche istante Harry scoppiò a ridere.
“Non
c'è nulla di divertente!!! Forse tu pensi che non sia
umiliante
quanto quello che faccio ora, ma per me che sono sempre stata
abituata a essere servita, servire era la cosa più
disgustosa che
potesse capitarmi! Ma che potevo fare?! Almeno così avevo un
tetto
sulla testa e qualcosa da mangiare!”
L'Auror
continuava a ridere e, dopo qualche minuto, sorrise leggermente anche
lei.
E
rideremo ancora, come sempre come ora
“Scusa.
Non ridevo di te Pansy. Ridevo di quello che ho pensato io.”
borbottò asciugandosi le lacrime.
La
mora, sentendosi chiamare per nome da lui, sentì un brivido
a fior
di pelle.
Era
una bella sensazione. Le era sconosciuta, e un po' la spaventava. Ma
era piacevole.
“Ah.
Cioè?” chiese curiosa.
“Ehm...
Una stupidaggine. Lascia perdere” disse lui imbarazzato.
“Continua
a raccontare. Sono curioso.”
Pansy
lo osservò, cercando di capire se la stesse prendendo in
giro o
meno, ma poi ripensò al suo nome pronunciato dalle labbra
carnose
del moro, così decise che lui era sicuramente sincero. O
ubriaco, le
suggerì la vocina Serpeverde nella sua mente.
“Ho
fatto la serva per quella famiglia per quasi due anni. Mettevo da
parte quei pochi soldi che mi davano come stipendio e quando sono
riuscita a trovare un lavoro migliore sono andata a vivere con una
vecchia conoscenza.” continuò sorridendo
leggermente al ricordare
quel periodo.
“Una
vecchia conoscenza?” domandò Harry.
“La
conosci anche tu. Veniva ad Hogwarts anche lei. Mi è stata
vicina
anche quando eravamo a scuola e durante il periodo dei processi.
Credo che sia l'unica vera amica che ho guadagnato dai sette anni
passati a scuola.”
“Non
mi dire che è la Greengrass!?” esclamò
perplesso l'ex Grifondoro.
Ricordava
che lei e la bionda erano inseparabili a scuola. Se ne andavano
sempre in giro a braccetto, spettegolando su tutto e tutti.
Però non
poteva credere che la Regina di Ghiaccio, quello il suo soprannome ai
tempi della scuola, potesse essere un'amica nel vero e proprio senso
della parola.
“Si
è lei. Ma non è come tutti credevate che
fosse.” ridacchiò
Pansy. “A scuola si comportava così
perchè c'erano... delle spie
che la controllavano, diciamo così. Daphne era la figlia
maggiore e
suo padre era un po' ossessionato dal fatto che una buona dama si
dovesse comportare sempre come se nulla la toccasse, come se non
avesse sentimenti. Così spesso sembrava che non le
importasse di
niente e nessuno. Ma in realtà lei è una ragazza
simpatica,
affettuosa e comprensiva. Anche timida a volte. Se non fosse stato
per lei probabilmente sarei ancora una squallida cameriera da Fast
food.” si interruppe per osservare meglio la
reazione del
moro.
Lui
se ne stava ad occhi spalancati osservandola incredulo.
La
ballerina sorrise della sua espressione.
“Non
fare quella faccia Potter. Daphne per fortuna aveva una camera
blindata intestata a lei e il Ministero le permise di tenersi quello
che essa conteneva. Cambiò tutto l'oro che aveva in sterline
e ci
comprò una casa. Non se la sentiva di lavorare con i Babbani
quindi
all'inizio era convinta che sarebbe riuscita a vivere della rendita
che le stanze in più che aveva in casa le avrebbero dato.
Peccato
che ogni volta ha beccato l'affittuario sbagliato.” disse con
un'espressione non più sorridente.
“Cosa
intendi?”
“Il
primo, un uomo senegalese sui quaranta, è vissuto con lei
per cinque
mesi e non le ha pagato l'affitto neppure una volta così si
è
arresa a cercarsi un lavoro. Fin cui nulla di male. Poi, quando
finalmente è riuscita a sfrattare quel cretino, ha sperato
di
trovare qualcuno di più corretto ma le è andata
peggio di prima.
Lei pensava fosse un tipo apposto. Era solo uno studente
universitario, aveva la nostra età, e Daphne credeva che
visto che
lavorava le avrebbe pagato quel che le spettava. Invece dopo due
settimane quello è sparito dopo averle svaligiato
casa.” sbottò
furiosa. “Il colpo di grazia è arrivato col terzo
affittuario.
Quello peggiore dei tre. Daphne ha vissuto un anno di inferno ma non
aveva il coraggio di denunciarlo.”
“Denunciarlo?
Che vuoi dire?” chiese stavolta davvero preoccupato.
Gli
occhi della mora erano pieni di rabbia e dolore.
Si
vedeva che per lei Daphne era come una sorella.
“La
picchiava e la stuprava. E lei non faceva nulla. Un giorno, quando
ancora non abitavo con lei, si è presentata nella casa in
cui facevo
la domestica alle tre del mattino. Ci eravamo incontrate poco tempo
prima al Fast food dove
faceva la
cameriera, ma non mi aveva detto nulla di quello che le faceva
quello. Quando l'ho vista coperta di lividi ovunque e in lacrime ho
desiderato ardentemente poter avere la mia bacchetta per torturare a
morte quel pezzo di merda.”
Harry
rimase in silenzio ad osservare la lacrima che silenziosa solcava il
viso della ragazza che continuava a guidare nonostante avesse la
vista un po' offuscata.
Di
notte il tuo dolore già mi sta uccidendo, di notte
[…]
E
fa male quando dici che stai male e non sto con te
E
fa male col dolore che t’assale e non sto con te
E
fa male quando non sono all’altezza di star con te
Mi
fa male quando nonostante tutto, tu scegli me
Con
una forte stizza si asciugò le lacrime e continuò.
“Quella
notte me ne sono andata da quella casa con le poche cose che avevo.
La prima cosa che facemmo fu denunciare quello stronzo alla polizia.
Poi vendemmo la casa. Daphne non ce la faceva proprio a stare in quel
posto. Ci trovammo un piccolo appartamento un po' più
spostato verso
la periferia, in un posto tranquillo, dove lei potesse riprendersi da
quell'esperienza terribile. I primi mesi furono i più duri.
Poi
finalmente le cose iniziarono a girare per il verso giusto quando
un'altra vecchia conoscenza è sbucata fuori dal
nulla.” disse
tornando a sorridere serena.
Lo
osservò per un attimo, poi continuò.
“Stavolta
non puoi indovinare chi è perchè neppure io e
Daphne pensavamo che
lui sarebbe entrato nella vita della mia migliore amica diventando la
sua ancora di salvezza. In realtà forse dovresti saperlo
visto che a
scuola lo conoscevi meglio tu che noi.” borbottò
sorridendo
all'espressione pensierosa di Harry.
“L'abbiamo
incontrato quando siamo andate in vacanza in Scozia, sotto le feste
di Natale. Lui era nel nostro stesso albergo ma mentre io e Daphne
volevano solo sciare un po' e goderci qualche vizio che ci
concedevamo quando eravamo ancora ricche, lui era lì per
lavoro.
Cercava erbe rare...” buttò lì
ghignando mentre osservava la
faccia del moro.
Le
fu impossibile trattenersi dal ridere.
“Dovresti
vedere la tua espressione Harry” riuscì a dire tra
le risate.
“Stai
scherzando vero? Dai, non può essere Neville. Io non ce lo
vedo lui
che parla con te e Daphne.” disse perplesso. (*2)
“Ti
devi ricredere invece” sussurrò quando smise di
ridere “Stavamo
facendo colazione e lui si è avvicinato perchè
gli sembrava di
conoscerci. A noi è preso un infarto quando abbiamo capito
che era
Paciock. Sembrava un'altra persona. Apparte per il suo essere
impacciato e timido, ovviamente. Però fisicamente era
totalmente
cambiato. Abbiamo fatto colazione insieme chiacchierando come stiamo
facendo noi ora. Di argomenti meno personali però. In
effetti, mi
chiedo perchè ti sto raccontando la mia vita.”
chiese un po' a sé,
un po' a lui.
Harry
sorrise.
“Forse
hai solo bisogno di parlare con qualcuno e io sono l'unica persona
con cui puoi farlo in questo momento.”
Pansy
non rispose. Rimasero in silenzio per qualche istante.
Lei
lentamente si fermò.
“Siamo arrivati. Portobello Road.” disse
osservando fuori dal finestrino.
“Non
ho voglia di tornare a casa.” borbottò lui dopo
qualche istante.
La
mora si voltò a guardarlo sorpresa.
“Voglio
sentire il resto della storia. Te l'ho detto. Sono molto
curioso.”
Lei
sorrise facendo segno di diniego con la testa.
“E
se invece mi offrissi da bere? Tutto questo parlare mi ha fatto
venire sete.” propose lei ghignando.
Di
notte il mondo è giusto perchè sta dormendo, di
notte
*****
“Bella
casa.” aveva commentato Pansy varcando la soglia della
villetta in
cui viveva Harry.
“Mi
sa che comunque è più modesta di casa tua...
Siediti pure. Ti porto
una Burrobirra. Sono sicuro che non ne bevi una da una vita.”
disse
quando arrivarono in salotto per poi sparire in cucina.
L'ex
Serpeverde però non si sedette. Osservò invece le
foto appoggiate
sopra alla mensola del camino che stava di fronte a due divani in
pelle bianchi.
C'erano
alcune foto dei tempi di Hogwarts in cui c'era il Trio Miracoli, poi
alcune foto di quando Harry giocava a Quidditch, una foto di quelli
che sembravano i genitori di Harry, una in cui c'era un gruppo di
persone, che decretò essere l'Ordine della Fenice, e infine,
inaspettata, una foto di un ragazzo che le ricordò
tremendamente
Piton e quella che sembrava la madre di Harry da giovane.
“Che
guardi?” chiese lui avvicinandosi a lei porgendole la
bottiglia.
“Oh.”“Ma questo... è
Piton?” sussurrò guardandolo.
Lui
annuì.
“Mia
madre lo conosceva quando era giovane. Questa foto l'ho trovata in
uno scatolone di roba che mia zia teneva nascosta alla sua famiglia.
Sai, il fatto che lei fosse Babbana e mia madre Strega l'aveva spinta
ad odiare mia madre, ma quando lei stava per andarsene di casa ha
ammesso la verità e si sono riconciliate. Finché
non è morta si
sono anche mandate lettere di nascosto da mio zio. Quando io sono
stato affidato loro lei ha dovuto fingere che non le importasse nulla
di me. Poi quando finalmente la guerra con Voldemort è
finita sono
tornato da loro. Per quanto mi avessero trattato male erano stati la
mia famiglia per 16 anni della mia vita. In quell'occasione mia zia
mi ha dato le cose di mamma e ho capito che infondo mi considerava
parte della famiglia almeno lei.” (*3)
Pansy
aveva continuato a fissare Harry che osservava con affetto la ragazza
che nella foto rideva felice dell'espressione buffa di Piton dovuta a
chissà quale motivo a loro ignoto.
“Questa
foto è stata scattata al loro primo anno di scuola.
C'è una nota
scritta da mia madre dietro. Ci tengo particolarmente.”
“Credevo
tu e Piton vi odiaste.” sussurrò timidamente lei
dopo un po'.
Stavolta
l'espressione di Harry era triste e malinconica.
“In
realtà lui mi odiava e mi amava allo stesso tempo. Vedeva
nei miei
occhi quelli di mia madre, ma per il resto ero uguale a mio padre. E
lui le aveva portato via la donna che amava quindi... Era abbastanza
normale che provasse del rancore. Però per anni mi ha
protetto e ha
sacrificato la sua vita per me e per mia madre. Quindi, nonostante
abbia sbagliato tante volte con me, mi ci sono affezionato, anche se
troppo tardi.” (*4)
Rimasero
in silenzio per un po', poi Harry poggiò la foto,
sospirò e la
invitò a sedersi.
“Stai
sviando, comunque. Parlavamo di te prima. Non mi hai ancora finito di
raccontare quello che è successo in Scozia.” ruppe
lui il silenzio
tornando sereno.
Pansy
si tolse il giubbotto e si sedette anche lei.
“Già...
Dopo quella mattina Daphne ha insistito perchè Neville
facesse
colazione con noi tutte le mattine, poi lo invitò anche a
pranzo e
infine una sera anche a cena. Io mi ero accorta che tra loro stava
succedendo qualcosa così una sera le ho fatto credere di non
sentirmi bene, così li ho lasciati soli. E ho fatto bene.
Quando
siamo tornate dalla vacanza in Scozia lui è venuto a
trovarci ogni
volta che il lavoro glielo permetteva e Daphne lo ha convinto anche a
comprarsi un cellulare così potevano sempre tenersi in
contatto.
Alla fine si sono innamorati.”
“Wow...
Non me l'aspettavo. Cioè, loro sono così
diversi...” borbottò
l'ex Grifone.
La
mora ridacchiò.
“Meno
di quel che pensi invece. Prima che si confessassero quello che
provavano ci è voluto quasi un anno. Poi alla fine si sono
svegliati
un po' e io li ho pure convinti a vivere insieme. In quel modo
però
mi sono praticamente buttata fuori di casa da sola. Non mi andava di
fare il terzo incomodo, così ho iniziato a cercare un posto
dove
vivere da sola. Però il mio stipendio non bastava neppure
per un
monolocale in affitto quindi Daphne mi ha aiutata a trovarmi un altro
lavoro.”
“Capisco.
Quindi è stata lei a trovarti il posto come cubista al
Baddest?”
chiese.
“In
un certo senso... Diciamo che è stato grazie a lei. Dopo
averci
messo un anno per capire che erano innamorati i due piccioncini hanno
affrettato un po' le cose. Stavano insieme da tre mesi quando una
mattina Daphne è entrata in cucina urlando come una pazza e
mi ha
detto che si volevano sposare. Così per festeggiare il
sabato sera
l'ho portata al locale. Volevo fare un'ultima uscita con lei prima
che iniziasse a pensare al matrimonio e diventasse una ragazza con la
testa a posto e la fede al dito.” rise ripensando a quella
serata.
“Ne abbiamo combinate di tutti i colori quella notte. Vedendo
quel
palco vuoto vicino al DJ abbiamo ben pensato di scatenarci
lì come
ragazzine ubriache con tutti che ci guardavano. E il proprietario,
invece di mandarci via, ci ha offerto di lavorare per lui. Daphne gli
ha detto di no e anche io all'inizio lo avevo fatto. Poi
però lei
era tornata lì di nascosto un pomeriggio per parlare col
proprietario. Sapeva che avevo bisogno di soldi per andarmene e con
quel lavoro avrei guadagnato bene, ma voleva mettere in chiaro il
fatto che io non avrei fatto la prostituta. Così, quando
quella sera
sono tornata a casa dal mio schifoso lavoro di cameriera del
McDonald, l'ho trovata che
mi faceva i
bagagli e diceva che dovevo andare a lavoro al Baddest quel
sabato.”
terminò lei bevendo un sorso dalla bottiglia che teneva in
mano.
Le
era mancato il sapore dolce della Burrobirra. La birra Babbana non le
era mai piaciuta.
“Ha
un bel caratterino la Greengrass... Neville si è trovato una
tipa
tosta. Chi se lo immaginava... lui e Daphne che si stanno per
sposare... Ehy, a proposito, quando si sposano?”
“Non l'hanno
ancora deciso. Sono mesi che organizzano ma ogni volta che decidono
una data succede qualche imprevisto col lavoro di Daphne. Da quando
lavoro al Baddest lei fa l'hostess. Un po' la invidio.”
borbottò
giocherellando con un ciuffo di capelli.
“Perchè
dovresti? Ormai fai una vita decente anche tu, no?” chiese
Harry.
La
mora chinò il viso.
“Sì,
però fa un lavoro di cui può andare davvero
orgogliosa, che non le
fa guadagnare spesso l'epiteto di puttana...”
sussurrò con
tristezza.
“Ed
ha un uomo che la ama...” aggiunse dopo un po' bevendo quello
che
era rimasto nella bottiglia.
Di
notte esce la forza di non dirmi che hai bisogno di me
Harry
provò il forte impulso di abbracciarla, consolarla... Farla
sentire
amata. Almeno per una volta. Almeno per quella notte.
Stanotte
ti amerò come se non potessi farlo mai più
“E
tu Harry? Che hai combinato in questi cinque anni?” gli
chiese
interrompendo i suoi pensieri.
Lui
sospirò sorridendo.
“Niente
di particolare. Sono diventato Auror, ho comprato questa casa, passo
i week end con Ted, il mio figlioccio... Vivo finalmente una vita
tranquilla.”
Pansy
sorrise. “Tranquilla e monotona...”
commentò lei.
“Sì,
preferisco godermi un po' di tranquillità. Ho avuto una vita
agitata
per un bel po' di anni quindi mi godo la pace finché me
n'è
concessa.” ridacchiò lui.
“E...”iniziò
incerta “Tu e la Weasley? So che stavate insieme ad
Hogwarts...”
Stavolta
fu Harry ad assumere una espressione triste.
“Forse
per noi non era destino. Ci siamo rimessi insieme alla fine della
Guerra ma... Il tempo passato distante da lei aveva mutato quello che
provavo in un semplice amore fraterno quindi l'ho lasciata... Lei se
l'è presa. Credeva che avessi un'altra... Non ci parliamo
più da
quando abbiamo rotto.” ammise.
“Ah...
scusa, non volevo toccare un argomento che... ecco... insomma, non
pensavo che... lascia perdere” borbottò a disagio.
Harry
pensò che era davvero carina quando si preoccupava e
vedendola a
capo chino mentre giocherellava nervosamente con la bottiglia vuota,
gli fece di nuovo venir voglia di abbracciarla.
Stavolta
però prese coraggio e, sperando che lei non lo respingesse,
le tolse
la bottiglia di mano poggiandola a terra insieme alla sua.
Poi
le si avvicinò, le prese il volto e la guardò
negli occhi per
qualche istante.
Era
bella... Bella da togliere il fiato.
Gli
angeli vivono in cielo, ma tu resta qua con me
E
poi non ce la fece più. Era tutta la sera infondo che lo
voleva e
quando finalmente le loro labbra si incontrarono in un bacio
delicato, sentì il cuore balzargli in gola come non gli
succedeva da
un sacco di tempo.
Anche
Pansy sentì il suo cuore risvegliarsi. Nessuno l'aveva mai
baciata
con così tanta dolcezza e non pensava che mai qualcuno lo
avrebbe
fatto.
Eppure
stava accadendo davvero. Harry la stava baciando come Neville faceva
con Daphne... come un uomo bacia la donna che ama... come un marito
bacia sua moglie.
Di
notte un bacio vola verso l’infinito, di notte
Di
notte scopri la dolcezza di un marito, di notte
Fu
un bacio dolce e breve ma a Pansy era parso durasse una vita.
Poi
lui si era distanziato e si era alzato in piedi a disagio.
“Scusa...
non dovevo” prese le bottiglie vuote e andò in
cucina, cercando di
nasconderle il rossore sulle guance.
Lei
si passò le dita sulle labbra...
Già
le mancavano quelle di Harry.
Di
notte il verbo amare è un tempo al passato, di notte
*1
il
testo della canzone non è nell'ordine corretto. La canzone
è
stupenda e mi è dispiaciuto tantissimo fare questa cosa del
cambiare
l'ordine, ma sono stata costretta perchè il testo esprime
perfettamente ciò che voglio trasmettere solo che i versi
sono
disposti nel modo errato. Potete trovare il testo originale in
internet. Chiedo venia all'autore per cui provo una stima infinita.
*2
a
me piace molto la coppia Daphne/Neville e penso che dopo quello che
è
successo a lei, lui sia la persona giusta per dimenticare il passato
e cominciare una vita nuova. Senza contare il fatto che io adoro
accoppiare i Serpeverde e i Grifondoro quindi... xD
*3,4
ho
sempre pensato che infondo Petunia volesse bene a sua sorella e mi
è
dispiaciuto che non si fossero mai riconciliate. A me piace pensare
che invece fosse successo e che Petunia in realtà volesse
almeno un
po' di bene a Harry. Anche Piton, dopo la sua morte, secondo me,
diventa una persona importante per lui. Io credo che alla fine si
trovi a volere almeno un po' di bene a Severus.
Spazio
dell'autrice
Che
dire. Pensavo di metterci più tempo per scriverlo, invece ho
approfittato delle vacanze di Pasqua e ci sono riuscita in appena tre
giorni di lavoro. So di avervi lasciati a metà proprio sul
più
bello ma per stavolta vi dovete accontentare. Nel prossimo capitolo,
che dovrebbe essere l'ultimo, ci sarà anche una scena un po'
più...
come dire... va beh, avete capito.
Rispetto all'altro capitolo
questo è meno lungo ma anche più ricco di
informazioni. Forse è
anche un po' più noioso ma era necessario introdurre tutto
questo ai
fini della trama. Ehm... che dire... niente, come sempre.
Passo
alle risposte ai commenti:
-erigre:
grazie per avermi fatto pressione, è servito molto xD Sono
felice
che l'idea ti sia piaciuta. Spero questa seconda parte non ti abbia
delusa
-Auron_san:
lo so che l'inizio è simile, anche questa parte infondo lo
è solo
che è più articolata, ci sono più
dettagli. Insomma, c'è più
trama. Sarà che forse sto maturando come scrittrice... Bah,
questo
dovreste dirmelo voi in realtà xD Grazie mille comunque per
il
commento. E anche per i complimenti che mi hai fatto sia per questa
storia che per la one-shot.
Ok,
ringrazio infine chi ha letto, aggiunto la fic ai preferiti o alle
seguite o a quelle da ricordare, e in particolare ringrazio coloro
che sono arrivati a leggere fino a qui. Ne avete di coraggio!!!
xD
Baci, Lizzy.
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 - Guarda caso ***
~
Guarda Caso ~
Guardo
caso
~
Pierdavide
Carone
Appoggiato
col le mani al bordo del piano cucina, Harry fissava, senza vedere
realmente, fuori dalla finestra.
Nella
sua mente si affollavano domande e rimproveri a sé stesso.
Si
chiedeva cosa gli fosse preso, perchè l'avesse baciata, se
lei
avesse frainteso... Frainteso? Frainteso cosa? Lui l'aveva baciata
perchè lei era dannatamente bella, perchè ne
aveva sentito
l'impellente bisogno, perchè il suo cuore glielo aveva
urlato per
tutta la serata...
Ma
che gli prendeva? Il suo cuore?
Si
erano appena rivisti... era stato con lei solo poche ore. Che si
stesse...?
Dammi
una penna che lo sai già che servirà,
Dammi la forza che quella
mia non basterà,
Mi manca il tempo di dedicarti i sogni
miei
Perchè son sveglio e anche se dormi tu ci sei.
Non
volle neppure finire il pensiero. Tanto era come se lo avesse fatto
comunque.
E
a quella constatazione tornò di nuovo a porsi altre domande
e altri
rimproveri.
Ora
lei avrebbe pensato che magari la voleva solo carnalmente... che era
un semplice desiderio corporeo quello che sentiva... E invece non era
così.
Dammi
una musa da amare dentro al letto mio,
Dammi la rosa che accorcia
le distanze da Dio,
Sarò poeta solo se tu mi bacerai, dolce
cometa...
Si
sbatté le mani in faccia. Ok... si stava innamorando di lei.
Ma
Pansy... Lei... Cosa poteva provare lei per uno come lui?
Tra loro
c'era sempre stato un mondo a dividerli. Un mondo di pregiudizi, un
mondo di altre persone che la pensavano in modo diverso dal suo, un
mondo di persone che avrebbero pensato che la loro relazione era
impossibile e che avevano sempre tenuto distanti le loro anime.
Harry
non aveva mai creduto nelle storie che parlavano di anime gemelle.
Forse per Hermione e Ron era stato così, ma dopo la fine
della sua
relazione con Ginny aveva pensato che forse, lui, non era portato per
avere accanto a sé qualcuno che lo amava. Infondo aveva
perso tutti
quelli che amava di più nella vita.
Si
chiese se sarebbe successo anche quella volta, se avrebbe perso Pansy
ancora prima di poterla amare davvero.
Solo a pensarlo gli si
spezzò il cuore.
...e
ci viviamo a metà
E abbiam paura di cosa, chissà?
O sto
morendo o mi sto innamorando
E, guarda caso, di te...
*****
Quando
Harry se n'era andato si era improvvisamente alzata in piedi anche
lei, quasi a volerlo seguire, poi però si era resa conto di
ciò che
stava facendo e si era fermata. Si sedette di nuovo.
Le
aveva chiesto scusa per quel bacio. Non ne capiva il
perchè... Era
stato il bacio più bello e vero della sua vita. Si era
sentita quasi
come se fosse il primo vero bacio... Questo la spaventava un po' ma
sentiva dentro di sé un'immensa felicità, quel
calore che aveva
tanto cercato nel tempo. Forse, finalmente, aveva trovato anche lei
l'altra metà, quella mancante, della mela.
Ti
chiedo scusa anche se, no, non c'è un perchè,
Tu fa' lo stesso,
come se fosse, come se...
Mi hai già capito, ma come hai fatto
amore mio?
Ma non capisci...
Improvvisamente
ebbe voglia di ridere e piangere insieme. Perchè finalmente
capiva
cosa provava Daphne, perchè finalmente aveva anche lei
qualcuno da
amare... Ma lui avrebbe amato lei? Quel suo comportamento, quel
chiedere perdono... che lui avesse compreso che per lei era
già
diventato così importante e non ricambiasse? Chiedeva scusa
per
quello? Per averle spezzato il cuore quando lo aveva appena salvato
dalle tenebre?
...e
ci viviamo a metà
E abbiam paura di cosa, chissà?
O sto
morendo o mi sto innamorando
E, guarda caso, di te...
Harry
entrò nel salotto e lei si voltò a guardarlo con
le lacrime agli
occhi.
A
vedere quel volto dolce solcato da quelle gemme salate sentì
il
cuore spezzarsi di nuovo.
Le
si era avvicinato e le aveva carezzato il viso, cercando di scacciare
le lacrime.
“Non
piangere. Io... non volevo ferirti, scusa... Quel bacio...”
lei lo
interruppe.
“Ti
prego. Non dire nulla. Mi feriresti solo di più.”
sussurrò tra le
lacrime fissando a terra.
L'Auror
sospirò e se la strinse contro carezzandole la schiena.
Trattene a
sua volta le lacrime dandosi di nuovo dell'imbecille.
La stava
facendo soffrire. Come sempre... come faceva con tutte le persone che
amava...
“Pansy.
Sappi che non voglio approfittarmi di te o del tuo corpo. Non ti
voglio chiedere nulla. Scusa se ti ho fatta sentire...” lui
venne
interrotto ancora una volta.
“Smettila!
Perchè mi chiedi scusa per avermi fatta sentire
amata?!” gemette
lei dandogli un pugno sul petto per distanziarlo da sé.
Non
t'ho capita,
non ci riesco proprio io,
ma ti capisco...
Prese
la sua giacca e cercò di scappare, ma Harry la
afferrò per il
polso. La fece voltare verso di sé e la baciò,
prendendola
completamente di sorpresa.
Era un bacio che sapeva di dolore e
amore, di lacrime e di Burrobirra... Di loro...
Si
distanziarono per riprendere fiato, ma rimasero in silenzio e ancora
senza pronunciare parola l'ex Grifone l'aveva portata nella sua
stanza.
Lentamente,
continuando a baciarsi, si erano spogliati, stendendosi sul letto.
Le
mani di Harry sembravano ovunque. Ogni tocco era carico di dolcezza,
ma non per questo era privo di passione e desiderio.
Le
sue mani, le sue labbra, il suo corpo... Tutto di lui la faceva
impazzire.
Le
sue mani, le sue labbra, il suo corpo... Tutto di lei lo faceva
impazzire.
E
poi, quando erano diventati un'unica cosa... Con una sola profonda
spinta l'aveva portata a toccare il paradiso con le dita... Le era
sembrato di essere a un passo dall'orgasmo.
Si
era aggrappata alle sue spalle forti e lo aveva assecondato
spingendosi verso lui, urlando o sussurrando il suo nome,
lasciandogli i segni dei suoi graffi sulla sua schiena.
Era
impossibile fermarsi.
Harry
avrebbe tanto voluto rallentare, rendere in qualche modo speciale
quel momento... Ma la desiderava così tanto... Desiderava
così
tanto che sentisse anche lei cosa sentiva lui dentro di
sé... E
forse proprio perchè stavano facendo quello che diceva loro
l'istinto quel momento era diventato speciale comunque.
Sentire
il suo nome pronunciato da quelle magnifiche labbra... Dio...
Affondò ancora
torturandole il collo per trattenere i gemiti
rochi che non riusciva a nasconderle ma che parevano farla impazzire.
Che parevano quasi renderla orgogliosa di fargli quell'effetto.
Raggiunsero
l'apice insieme, urlando il nome dell'altro con tutta la voce che
avevano, sperando che anche le stelle, che ormai la luce del giorno
nascondeva alla vista, sentissero il loro amore.
...e
ci viviamo a metà
E abbiam paura di cosa, chissà?
O sto
morendo o mi sto innamorando
E, guarda caso, di te...
*****
Harry
era appoggiato con la testa al seno di Pansy ad occhi chiusi,
godendosi le carezze che lei gli faceva al capo, avvolgendo le dita
con ciocche dei suoi capelli neri.
“Perchè
ti volevi scusare per avermi baciata?” chiese lei fissando
fuori
dalla finestra la luce del nuovo giorno che nasceva.
Anche
lui aprì gli occhi e cercò lo sguardo di lei.
“Pensavo
di averti offesa. Che avresti creduto che ti avevo portata qui solo
per... bhè...” si interruppe e la mora lo
guardò sorridendo.
“Non
saresti certo stato il primo. Ma con te... Per la prima volta in vita
mia non mi sono sentita nè sporca,nè
sbagliata...nè sfruttata. Ho
sentito che non era solo il mio corpo ad interessarti. E anche se non
l'ho mai provato prima, credo di essermi sentita amata.”
mormorò.
L'Auror
sospirò stringendola forte.
“Questo
mi rende l'uomo più felice al mondo... Ma mi fa soffrire
anche...”
fece una pausa. “Ogni persona che ho amato con tutto me
stesso mi
ha sempre lasciato. I miei genitori, Sirius, Lupin, Silente,
Severus... anche Ginny in un certo senso.”
“Hai
perso molte persone a causa della guerra. Ma ora è finita,
grazie a
te e ai tuoi sacrifici. E io non andrò proprio da nessuna
parte.”
cercò di rassicurarlo Pansy mettendosi a sedere e
prendendogli il
viso tra le mani.
Si
guardarono negli occhi e lui finalmente tornò a sorridere.
“Voglio
fare qualcosa per te. E anche per Daphne e Neville.”
sussurrò
alzandosi e vestendosi della sua divisa da Auror.
Pansy
lo guardò stringendosi alle coperte.
“Dove
vai?” chiese preoccupata e sentendosi sola ora che non si
toccavano
più.
“Te
l'ho detto. Voglio fare qualcosa per te.” disse sedendosi di
nuovo
al letto mentre si allacciava il mantello al collo. Le baciò
la
fronte, poi il naso e infine la bocca. “Tu non te ne andare.
Resta
qui. Aspettami. Giuro che quando tornerò sarò
riuscito a sistemare
le cose.”
La
mora continuava a non capire, ma aveva fiducia in lui così
annuì e
lo baciò ancora una volta prima di lasciarlo andare.
*****
Le
ore erano passate.
Durante
tutto quel tempo Pansy aveva fatto come se fosse stata a casa sua.
Aveva rifatto il letto sul quale aveva fatto l'amore con Harry, si
era lavata nella sua doccia, usando quello shampoo che sapeva dei
capelli del suo bell'Auror, aveva cucinato nella cucina dove lui
sembrava combinare disastri con i suoi tentativi impacciati di
cucinare ricette per lui troppo complicate. E poi, quando non c'era
stato più nulla da fare si era sentita persa, sola, ma
comunque al
riparo in una tana sicura.
Erano
le nove e mezza della sera quando finalmente dal camino
sbucò Harry
con un sorriso splendente. Pansy gli volò letteralmente tra
le
braccia, sentendo l'impellente bisogno di toccarlo, di sapere che non
l'aveva lasciata sola di nuovo.
Lui
la strinse forte baciandole i capelli che profumavano del suo
shampoo.
“Mi
sei mancata.” le sussurrò alzandole il volto e
baciandola.
“E
tu invece mi hai fatto stare in ansia per tutta la giornata. Credevo
non saresti tornato. Te ne sei andato senza spiegarmi
nulla...”
Harry
si grattò il capo a disagio ma sorrideva.
“Scusa.
Ora però mi farò perdonare. Ho una buona notizia.
Meglio se ti
siedi però.”
Si
sedettero e lei continuò a stare stretta al suo petto,
ascoltando i
suoi battiti del cuore. Lui le carezzò i capelli. Sembrava
così
indifesa, così diversa dalla sera prima in cui l'aveva vista
come
una pantera mentre ballava al locale.
“Pansy,
oggi ho passato la mia giornata a discutere con il Ministro. Gli ho
detto che ho saputo cosa hanno fatto per quelli come te e Daphne e
che non era affatto giusto che voi foste stati allontanati dal nostro
mondo per il resto della vostra vita.” sussurrò
sentendo la presa
di lei un po' più debole. “Ho cercato di
spiegargli che voi
avevate dei pregiudizi sui Mezzosangue solo a causa degli
insegnamenti della vostra famiglia e che sicuramente vivere per
questi cinque anni con i babbani vi aveva resi più
consapevoli che
in realtà quei pregiudizi erano solo stronzate. Gli ho
proposto
allora di riammettervi nel Mondo Magico. Inizialmente non voleva, ma
ho minacciato di dare le dimissioni. E sapeva che se lo avessi fatto
davvero ogni Mago e/o Strega del Regno Unito sarebbe insorto contro
di lui. Così è stato costretto ad accettare la
mia proposta.”
finì di spiegare.
“Da domani il Ministero invierà degli Auror
a cercare i Maghi e le Streghe che sono state allontanate dal nostro
mondo per reintegrarli. La tua prigionia è finita. Stai
finalmente
per tornare a casa. E per dimostrartelo, sono anche andato a rubare
una cosa al reparto Misteri del Ministero” disse facendole
l'occhiolino e tirando fuori dal mantello una bacchetta.
“Credo che
questa sia tua.”
Pansy
sentì le lacrime scenderle dagli occhi senza rendersene
conto.
Strinse ancora di più Harry, continuando a sussurrargli
ringraziamenti, stringendo in una mano la sua adorata bacchetta,
sentendosi di nuovo sé stessa e finalmente amata.
O
sto morendo o mi sto innamorando
E, guarda caso, di te...
~
Fine ~
Spazio
autrice:
Ok, ho messo la
parola fine a questa sciocchezzuola. Devo ammettere che è
stato
gratificante scrivere questa ficcy. Pensavo che sarebbe diventata un
peso in più e invece è stata una grande valvola
di sfogo sopratutto
perchè l'ho scritta solo per me, perchè mi
ronzava in testa da
troppo tempo e volevo finalmente levarmela dalle scatole.
Il finale forse
è un po' forzato e decisamente questo capitolo è
più breve ma
volevo dividere questa parte da quella precedente.
L'unico problema
di questa storia è che mi ha costretta ad ascoltare tutta la
musica
che avevo sul computer per trovare le canzoni giuste ad ogni capitolo
e alla fine, facendo un duro lavoro che mi è costato una
marea di
tempo sopratutto per la ricerca delle traduzioni dei testi in
inglese, mi sono trovata con una lista di song fiction che vorrei
scrivere. Poi, rivedendo questa lista ho pensato a una cosa assurda.
Proporre ai lettori più volenterosi una sorta di sfida. Fare
una
lista di 20 di queste canzoni con accanto scritto il pairing, e
chiedere a voi di scrivere almeno 3 e massimo 5 one shot o drabble
con rating a vostra scelta (anche se il massimo è
indicativo... se
siete ispirati potete scrivere tutto quello che volete ^.^). Ora, io
non obbligo certo nessuno ad accettare questa mia sfida, ma se
qualcuno è interessato può mandarmi una mail (per
chi non lo sa,
basta andare nella mia pagina e cliccare su contatta). Io vi
farò
avere la lista delle 20 canzoni e poi, se vi va, se ne avete tempo e
se le canzoni e i pairing ad esse collegate vi piacciono, potrete
pubblicare le storie che avete scritto, possibilmente mandandomi un
link o magari avvertirmi con una mail, oppure mandarmi direttamente
le storie via mail se volete aiuto o qualche consiglio o
semplicemente vi vergognate a pubblicare ciò che avete
scritto.
Ok, dopo questa
mia proposta indecente, torniamo alla storia.
Che altro dire.
Spero che comunque abbiate gradito il finale nonostante io non ne sia
convinta completamente. Ringrazio chi ha letto, aggiunto e recensito
questa storia.
Bene, rispondo
alle recensioni del capitolo precedente:
-Thumbellina: mi
fa piacere che le mie idee stravaganti ti siano piaciute. Per quanto
riguarda Pansy come matrigna di Ted, vedremo se avrò
l'ispirazione
sufficiente per trasformarla in una one shot collegata a questa fic.
Se mi verrà qualcosa di decente lo pubblicherò di
sicuro.
-sasyherm:
sapere che il modo in cui ho delineato Pansy ti sia piaciuto, mi
gratifica. In questo capitolo credo che sia un po' diversa da come
era prima, ma l'amore cambia le persone e le rende più
fragili e più
forti allo stesso tempo. Spero di essere riuscita a rendere questo.
Sono orgogliosa inoltre di averti fatto cambiare idea sulle
Harry/Pansy con la mia storia. Ce ne sono alcune di scritte bene, ma
sono difficili da trovare perchè è un pairing un
po' strano. Tra
Pansy e Draco in realtà non è successo nulla. Lei
era la sua
promessa sposa, ma, mentre lui è stato subito reintegrato
tra i
Maghi grazie ad Harry, lei è stata cacciata quindi si sono
completamente interrotti i contatti tra loro. Spero questo capitolo
non abbia deluso le tue aspettative.
Ok, dopo le
risposte non credo di avere altro da dire.
Quindi, baci,
con affetto, Lizzy.
|
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Capitolo 4 *** Capitolo extra - Alice ***
Alice
Alice
– Studio 3
Pansy
Parkinson osservava la porta bianca del cottage di fronte a
sé con
ansia.
Lei
ed Harry si frequentavano ormai da sei mesi e in tutto quel tempo era
sempre riuscita a rimandare quel momento, ma ormai non poteva
più
rinviare. Era il momento di affrontare quella situazione.
In un
certo senso si sentiva in colpa. Anzi, si sentiva una codarda.
Come
si poteva aver paura di un bambino di 5 anni?
Ma
infondo lei non era mai stata molto brava con i bambini e non voleva
deludere Harry, fargli vedere quanto pessima sarebbe stata come
madre.
Così,
ora, dover affrontare il piccolo Teddy Lupin, le faceva pensare che
l'Auror di cui era innamorata avrebbe anche potuto lasciarla per
quello che sarebbe potuto succedere di lì a qualche secondo.
Quindi,
forse, era meglio dire che aveva paura di perdere Harry.
La
sua riflessione venne interrotta quando il moro la chiamò.
“Pansy,
tutto bene? Sei pallida...” le sussurrò tenendole
la mano.
“C-certo.
Sono solo un po'... come dire... nervosa. Potrei non piacere a
Teddy.”
Harry
le sorrise.
“Io
ho i miei dubbi. Lui è un bambino solare che ama molto stare
con le
altre persone. Non l'ho mai visto litigare con nessuno.”fece
una
pausa in cui ridacchiò. “E poi oggi
sarà al settimo cielo. Il
nostro regalo ti farà entrare subito nella top 10 delle
persone che
ama di più.” aggiunse facendole l'occhiolino
mentre nascondeva
dietro le spalle la piccola scopa giocattolo che avevano comprato un
paio di giorni prima.
Dall'altra
parte della porta di fronte al quale stavano aspettando si
udì il
rumore di passi veloci e una voce da bambino che urlava di sbrigarsi
a qualcuno.
Finalmente
la porta si aprì.
Di
fronte a lei c'era un bambino che subito le ricordò il
professor
Lupin.
Aveva
gli stessi occhi espressivi e caldi e gli stessi spettinatissimi
capelli castano chiaro.
Ciò che lo differiva dal defunto padre
era però il sorriso felice e giocoso sulla faccia. Lo
attribuì
subito alla madre che, secondo i racconti di Harry, era una persona
solare anche se un po' impacciata e combina guai.
Non
poté fare a meno di sorridere vedendo il piccolo Lupin che
abbracciava le gambe del moro accanto a lei.
“Ehy,
Teddy, ho capito che sei felice di vedermi, ma ora voglio presentarti
una persona speciale.” sussurrò Harry ridendo
mentre passava una
mano nei capelli del bambino che si distanziò un po' per
guardare
verso di lei.
Il
moro si inginocchiò per essere all'altezza del piccolo e poi
continuò.
“Lei
è Pansy.” disse solo mentre ancora inginocchiato
la prendeva per
mano.
Teddy
li guardò per qualche istante.
“Zio
Harry, lei è la tua fidanzata?” chiese perspicace.
La
mora arrossì appena mentre Harry scoppiava a ridere
alzandosi in
piedi.
Lei
e l'Auror non erano ufficialmente fidanzati. Certo, vivevano sotto lo
stesso tetto e ormai era cosa nota nel Mondo Magico che si
frequentassero, ma non erano fidanzati...
Dall'interno
si sentì una voce femminile.
“Teddy,
non è educato tenere gli ospiti sulla porta.”
Quando
Andromeda Black in Tonks era apparsa sulla soglia, per un attimo il
sorriso di Pansy si era gelato sul suo viso. Harry le aveva detto
della somiglianza con Bellatrix, ma vederla di persona le fece
accapponare i capelli.
“Oh...
Finalmente ti sei deciso, Harry.” disse con un sorriso la
donna
vedendo la mora. Poi le porse la mano. “Per me è
un piacere
conoscerti. Harry ha parlato molto di te e ormai è come se
fossi già
parte della famiglia. Pansy, giusto?”
La
mora, un po' disorientata, le strinse la mano e annuì.
“I-il
piacere è tutto mio, signora...”
“Ti
prego, chiamami Andromeda. Non sono ancora così
vecchia.”
Inevitabilmente
Pansy si trovò a sorriderle. Per quanto fisicamente fosse
quasi la
gemella della Lestrange, Andromeda era decisamente una persona
diversa.
Al
contrario della Mangiamorte infatti vedeva una luce calda e un po'
triste negli occhi della donna. Anzi, ora che la guardava bene, le
iridi e i capelli non erano neppure dello stesso colore di quelli
della sorella.
“Bene.”
esclamò allegro Harry. “Teddy, io e Pansy abbiamo
una sorpresa per
te. Sono sicuro che nonna Dromeda non sarà molto felice
ma...
Facciamo così. Io e te facciamo una promessa solenne,
uhm?” chiese
inginocchiandosi di nuovo di fronte al suo figlioccio.
Il
bambino lo guardò felice.
“Che
sorpresa zio Harry? Dai dimmelo! Farò tutto quello che
vuoi!”
urlava saltellando.
Il
moro ridacchiò.
“Devi
promettere che la userai solo se ci siamo io e la nonna, ok? Parola
di Malandrino?” domandò fingendosi serio ma
facendogli
l'occhiolino con un'espressione birichina in viso.
Teddy
mise una mano al cuore, anche se dal lato sbagliato, e alzò
l'altra.
“Parola
di Malandrino, zio Harry!”
Ridendo
ancora, finalmente il moro rivelò al figlioccio la sorpresa.
Un
istante dopo il piccolo stava già abbracciando il padrino.
M'innamoro
quando con le mani tocchi tutto è tutto tuo
Quando
guardi le figure di animale che son li per te
“Avanti
Teddy, giocherai ancora dopo. Ora devi lavarti le mani e venire a
tavola a pranzare.” disse la voce austera di Andromeda.
Il
piccolo però continuava a svolazzare a circa un metro da
terra in
sella alla sua scopa.
La
donna sbuffò mentre Harry e Pansy ridevano vedendola seguire
il
bambino in giro per lo spazioso giardino della villetta in cui
vivevano.
“Harry,
giuro che non ti ho mai odiato tanto come in questo momento.”
Sbottò quando finalmente riuscì a fermare Teddy
che ora sbuffava
scocciato cercando di liberarsi dalla presa ferrea della nonna.
“Dai,
è un bambino. E poi è il mio figlioccio, deve
cominciare a imparare
presto. Non vedo l'ora che sia il capitano della squadra di Quiddich
di Grifondoro.” scherzò prendendo in braccio il
piccolo che subito
gli mise le braccia al collo.
“Zio
Harry, possiamo giocare ancora? Io non ho fame!”
protestò vedendo
che stavano rientrando in casa.
Pansy
sorrise mentre camminava dietro di lui.
Era
sorprendente quanto Harry fosse paterno e protettivo con quel bambino
non suo.
Eppure
si rese conto che infondo il piccolo Lupin era l'ultimo pezzo di
famiglia che era rimasto all'Auror e subito capì che era
davvero
come se Teddy fosse suo figlio e non il suo figlioccio.
“Giocheremo
dopo, ok? Adesso però devi mostrare a Pansy che sei un bravo
ometto.
Non vorrai farle pensare che sei un bambino piccolo, giusto?”
Il
piccolo si voltò a guardarla negli occhi e lei gli sorrise
dolcemente.
“Uhm...
E va bene.” disse voltandosi di nuovo verso il moro.
“Però dopo
voglio salire sulla tua scopa zio Harry!”
L'Auror
rise ancora.
Io
ti adoro prima di mangiare e urli e non ne vuoi sapere
Quando
senti che ti chiamo e non ne hai voglia li mi fai impazzire
“Più
veloce zio Harry! Più veloce!” urlava ridendo il
piccolo Teddy.
Pansy
osservava sopra di sé, seduta in giardino accanto ad
Andromeda,
l'Auror che sfrecciava veloce sulla sua Firebolt mentre teneva
stretto a sé il piccolo Lupin che sembrava stesse vivendo il
giorno
più bello della sua vita.
Sentiva
una grande sensazione di felicità anche lei e tutto era
dovuto al
continuò ridere e sorridere di Harry.
In
quel momento sembravano due bambini spensierati e non il padrino e il
suo figlioccio che avevano perso gran parte della loro famiglia.
Andromeda
parve averle letto nel pensiero.
“Sai
Pansy, quando sono insieme quei due hanno sempre il sole nel viso.
Sembra quasi che insieme riescano a estraniarsi dal resto, a
liberarsi della consapevolezza di essere quasi soli al
mondo.” fece
una pausa. “Quando qui ci siamo solo io e Teddy spesso mi
viene da
piangere. Vedere lui che sorride mi ricorda tanto la mia povera Dora.
Eppure sapere che è felice, che vive la vita come se fosse
una
favola, mi riempe di...” lei non riuscì a trovare
la parola ma
Pansy, che provava la stessa sensazione che lei descriveva ogni volta
che guardava negli occhi di Harry, completò la frase.
“Speranza.”
La
donna annuì.
“Voglio
solo che viva una vita tranquilla e lo vuole anche Harry. Lui forse
anche più di me. Infondo ci somigliamo, no? Anche se per mia
scelta,
anche io ho perso i miei genitori. L'unica famiglia che mi è
rimasta
è Teddy. Certo, io ormai sono vecchia, ma Harry
può ancora
costruire una nuova famiglia e spero che accetterà anche
Teddy in
essa.”
Pansy distolse lo sguardo dagli occhi lucidi della donna.
Sapeva
quanto fossero orgogliosi i Black e per quanto lei fosse una
rinnegata, sapeva per certo che l'orgoglio non le mancava.
Era
parte di lei.
Una
parte che forse odiava, perchè condivisa con la famiglia che
aveva
odiato, ma lo era comunque.
Sospirò.
“Io
credo che Harry voglia anche lei nella sua famiglia,
Andromeda.”
disse solo guardando verso l'alto di nuovo mentre sia Harry che Teddy
le salutavano sorridendo.
Per
te vivere è come una favola
Come
se il tempo non passasse mai
Uno
due tre gioca con me batti le mani
Fai
ciao sorridi e di amare non devi smettere mai mai mai
“Allora,
cosa dici? Com'è Teddy?” chiese Harry stringendola
tra le braccia
quando Andromeda e il suo figlioccio li lasciarono soli in giardino
un momento.
“Credo
che sia un bambino molto dolce. E molto felice anche grazie a te e a
sua nonna.” sussurrò baciandolo a fior di labbra.
“Lo stai
crescendo come un piccolo Malandrino e credo che Remus ne sarebbe
molto felice.”
L'Auror
sorrise malinconico a quelle parole.
“Vorrei
che fosse qui per vederlo crescere. Spesso Teddy mi chiede di
raccontargli di lui e ogni volta dice che vuole essere come era lui.
Lo invidio un po'. Lui qualcuno che gli parla dei suoi genitori ce
l'ha...” sussurrò tristemente.
Lei
gli carezzò il viso baciandolo di nuovo per poi stringerlo
forte.
“Lo
so Harry che è difficile. Però non puoi
continuare a vivere nel
passato. Quando voi due state insieme diventate due raggi dello
stesso sole. Perchè vi somigliate, in un certo senso, e
avete
bisogno l'uno dell'altra. Ma per essere un bravo padrino devi essere
in pace con te stesso. E tu, anche se ti perdi spesso in queste
riflessioni, lo sei Harry.” disse guardandolo negli occhi.
“Credo
di non essere mai stata tanto sicura di amarti quanto ora.”
aggiunse poggiando la testa al petto di lui.
Il
cuore di Harry batteva forte, si rese conto.
L'Auror
le carezzò i capelli.
“Grazie
Pansy.” le alzò il viso. “Ti amo anche
io.” sussurrò prima di
baciarla.
“Nonna,
zio Harry e zia Pansy si baciano...”ridacchiò
Teddy uscendo
proprio in quell'istante.
M’innamoro
quando stretta in braccio ti ho a un centimetro da me
Con
le dita mi graffi la faccia e ridi consapevole
Harry
e Andromeda erano andati in cucina e lei e Teddy erano rimasti soli
in salotto.
Per
tutta la giornata non erano mai stati soli e quindi ora la paura era
un po' tornata.
La
considerava un po' una prova per quando sarebbe diventata madre.
Infondo se per Harry lui era come un figlio, lo sarebbe stato anche
per lei.
Istintivamente
si mise una mano sul grembo.
“Ehm...
zia Pansy? Posso chiamarti zia Pansy vero?” le chiese il
bambino.
Non
si era neppure accorta che lui si era seduto accanto a lei.
“Ma
certo Teddy. Vuoi chiedermi qualcos'altro?” disse gentile.
Il
piccolo Lupin rimuginò per un attimo.
“Uhm.
Vuoi bene allo zio Harry.” esclamò lui.
“Lo capisco perchè
quando lo guardi sorridi sempre zia Pansy. E anche lo zio vuole bene
a te. Quindi ti voglio bene anche io.” terminò
abbracciandola.
Lei
ricambiò l'abbraccio ridendo.
“Dai,
giochiamo insieme, ti va?”
Per
te vivere è come una favola
Come
se il tempo non passasse mai
Uno
due tre gioca con me batti le mani
Fai
ciao sorridi e di amare non devi smettere mai
Dopo
quella giornata divertente e piena di emozioni, nulla era
più bello
di riposare dopo aver fatto l'amore con la persona di cui si
è
innamorati.
Pansy però si portava da un paio di giorni un peso
sul cuore.
Durante
quella giornata era riuscita a ignorare quel pensiero ma ora...
Cercava
l'occasione giusta per dirlo ad Harry e ora, mentre riposava sul suo
petto con le mani di lui nei suoi capelli, aveva come la sensazione
che il momento propizio fosse finalmente arrivato.
“Harry...”
lo chiamò guardandolo negli occhi.
Lui
mugugnò qualcosa rimanendo con le palpebre serrate. Sembrava
stesse
per mettersi a dormire.
“Apri
gli occhi, amore. Devo dirti una cosa importante.”
A quelle
parole, con uno sbuffo stanco, il moro aprì un occhi.
“Ok,
ma niente giri di parole. Teddy mi ha sfinito e voglio dormire qui
con te che mi coccoli”
Pansy
si mordicchiò le labbra.
Forse
aveva avuto una sensazione sbagliata.
Lui,
vedendola in quello stato, si alzò a sedere prendendole il
volto.
“Ehy,
che c'è? È
successo qualcosa di male?” sussurrò preoccupato.
“Sì...
cioè, no... Forse. Io... Per me è una cosa buona
ma non so come la
prenderai tu.”disse velocemente molto agitata.
“Amore,
non ci ho capito nulla.” sbottò.
Pansy
allora prese tutto il coraggio che non aveva mai avuto e finalmente
parlò.
“Sono
incinta.”
Uno
due tre suona per te una canzone
Fai
ciao e ripeti il tuo nome, Fai ciao e ripeti il tuo nome
Uno
due tre gioca con me, Uno due tre gioca con me
Harry
aspettava fuori dalla sala parto con impazienza.
Erano
due ore che aspettava senza avere nessuna notizia.
Aveva
sentito un paio di volte le urla isteriche di Pansy, oppure le frasi
di incoraggiamento dell'infermiera, ma non riusciva a calmarsi
perchè
era il suo primogenito quello che la sua amata stava dando alla luce,
e lui non poteva fare a meno di essere preoccupato per la salute sia
del pargolo che della sua quasi moglie.
Provò
a concentrarsi sul matrimonio che si sarebbe svolto da lì a
due
mesi, ma neppure quel pensiero gli impedì di continuare a
passeggiare nervosamente su e giù di fronte alla porta.
Poi,
finalmente, un pianto di bambino provenne dall'interno e un paio di
istanti dopo l'infermiera uscì a chiamarlo.
Pansy,
la faccia pallida ad eccezione delle guance che erano bordeaux, la
fronte sudata e un'espressione felice sulle labbra screpolate,
stringeva al petto un piccolo fagottino.
Con
il fiato fermo in gola, il moro si avvicinò alla donna e si
sporse a
guardare il piccolo esserino che ad occhi chiusi riposava sul seno di
Pansy.
“Dai
il benvenuto a Alice Lily Potter, Harry.”
Uno
due tre gioca con me batti le mani
Fai
ciao e ripeti il tuo nome, Fai ciao e ripeti il tuo nome
Spazio
dell'Autrice:
A
quanto pare le idee stupide sono dure a morire. Ebbene sì,
ho
scritto un capitolo extra alla storia “La Pantera”.
In
realtà l'ho scritto perchè Thumbelina mi ha
gentilmente inculcato
in testa il tarlo della curiosità su un possibile incontro
tra Pansy
e Teddy. A proposito, il capitolo è dedicato proprio a lei.
L'ispirazione
però mi è venuta solo quando l'altro giorno sotto
la doccia mi sono
ritrovata a canticchiare questa canzoncina e improvvisamente PUFF!!
La storia era nella mia testa.
Ho
cercato di descrivere al meglio il rapporto che c'era tra Harry e
Teddy ma non so se ci sono riuscita. Mi farebbe molto piacere sapere
un vostro parere al riguardo.
La
storia è molto breve ma spero vi sia piaciuta comunque.
Ne
approfitto per ringraziare coloro che hanno lasciato una recensione
ne “La Pantera”.
-edocast92:
sono felice di sapere che la mia storia ti sia piaciuta. Mi rende
orgogliosa sapere che tu abbia iniziato ad interessarti alle
harry/pansy grazie a me. Non è un seguito questo, ma spero
che
questo capitolo extra ti piaccia comunque. Ti assicuro però
che se
mi dovesse venire in mentre qualcosa lo scriverò. Infondo mi
sono
affezionata a questa cosuccia che ho scritto senza alcuna pretesa.
-Thumbelina:
bhè, ti è piaciuta Pansy matrigna (sai che non mi
piace questo
termine? Forse è meglio madrina... bah)? Spero di
sì. Mi auguro che
la dedica ti abbia fatto piacere perchè se non fosse per te
questo
piccolo sclero non esisterebbe quindi... Va beh, fammi sapere.
-Auron_san:
non importa se non hai commentato il secondo capitolo. Mi fa piacere
comunque sapere che la storia ti è piaciuta.
-erigre:
avrei tanto voluto anche io che vincesse Pierdavide. Io ho
già
comprato il suo cd e... sbav sbav... so tutte le canzoni a memoria e
nelle foto del libretto dei testi lui è un gran bonazzo...
sbav
sbav... Mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta. Mi dispiace che
tu non possa più leggere i capitoli de “La
Spia”. Se mi dici a
quale sei arrivata e mi dai il tuo indirizzo e-mail se vuoi te li
mando.
-sasyherm:
mi fa piacere che ti sia piaciuta la conclusione, anche se a me
ancora non convince. Comunque spero ti piaccia anche questo
capitoletto.
Ancora
grazie a chi mi ha seguita fino a qui e a chi ha seguito anche questo
piccolo extra.
Baci,
Lizzy.
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