L & G

di MangakA_BakA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 ***
Capitolo 18: *** Some Memories ***
Capitolo 19: *** Chapter 18 ***
Capitolo 20: *** chapter 19 ***
Capitolo 21: *** Chapter 20 ***
Capitolo 22: *** Chapter 21 ***
Capitolo 23: *** Chapter 22 ***
Capitolo 24: *** chapter 23 (extra) ***
Capitolo 25: *** Chapter 24 ***
Capitolo 26: *** Chapter 25 ***



Capitolo 1
*** chapter 1 ***


 

Piccola premessa: la cosa è ambientata a Milano, i protagonisti sono alquanto sboccati e l’inizio è abbastanza HOT ma poi si danno un contegno…anche se sinceramente preferirei che non lo facessero….XD   ………..sono una depravata si…u.ù

 

 

<< Ma porca di quella puttana, non ne posso più! >> esclamo, appoggiando la schiena al muro e portandomi una mano al viso.

Davvero, non sopporto più questa situazione, non posso neanche giocare a basket con Giovanni senza che questo mi provochi strambe ed indesiderate reazioni in zona basso ventre per un motivo o per l’altro –s’intenda il vedermelo sudato e fottutamente sexy che mi marca stretto mettendomi le mano ovunque. Lo scatto della porta dello spogliatoio mi fa voltare, spalancando gli occhi.

<< Oh amico, che hai? >> mi chiede Giò, chiudendosi la porta alle spalle e avvicinandosi a me.

<< Malditesta… >> rispondo soltanto.

È il mio migliore amico, lo è da sempre, so che posso fidarmi di lui e che non avrebbe niente da ridire se io fossi gay, solo che non sono sicuro che varrebbe lo stesso se venisse a sapere che m’ammazzo di seghe pensando a lui. Sono davvero un pervertito.

Mi guarda accigliato.

<< Senti Luca, ti comporti in modo stra- >>

<<affanculo, non mi comporto in modo strano, sono solo scazzato, mh… >> lo interrompo bruscamente. Brutto coglione, è solo colpa tua se mi comporto in modo strano.

Tua, e di tutti i fottuti feromoni che trasudi.

Scuote piano la testa. << Non oggi, nelle ultime settimane… >>

Non riesco più a sostenere il suo sguardo, mi volto e vado in bagno. Ovviamente lui mi segue. Ma che cazzo! Dico, lasciarmi un attimo solo con i miei complessi? No, eh? Bevo un sorso d’acqua dal lavandino, anche se ha un certo vomitevole retrogusto di ferro, o calcare, comunque fa schifo.

<< Giò, hai mai baciato un ragazzo? >> sparo, così, all’improvviso.

Non so cosa mi sia preso, ma suppongo sia tardi per ritirare tutto.

<< che… er, cioè, no… perché?? >> mi guarda sconcertato. E in effetti lo sono pure io, sconcertato.

Perché? Boh. Non ne ho idea. Ma suppongo che dovrò inventare una motivazione che abbia un qualche senso, prima che inizi a farsi idee strane.

<< Mi chiedevo che differenza ci sia con il baciare una ragazza. >> Già. E ci ho pure provato, ad inventarmi qualcosa con un senso, ma la mia lingua è molto più veloce del mio cervello, e, per quanto in certe situazioni la cosa mi possa tornare comoda, la maggior parte delle volte mi crea solo casini. Giò mi guarda con un sorrisetto. I suoi occhi sono azzurri, chiarissimi, ghiacciati, e già di solito sono alquanto inquietanti, in questo momento stanno sfiorando livelli mai raggiunti prima da un essere umano –vivo.

<< ci eravamo promessi che avremmo fatto ogni nuova esperienza insieme, vero? >>

Me lo ricordo, avevamo 9 anni. Ma mi sembra strano che lui se lo ricordi, e il fatto che lo tiri fuori in questa occasione mi da una brutta sensazione.

<< Ehm… si…? >> rispondo, incerto, mentre lui mi si avvicina pericolosamente.

Il mio migliore amico è pazzo. Accosta il suo viso al mio e fa un ghigno divertito.

<< Se poi ti fa schifo non venire a lamentarti da me… >> soffia sulle mie labbra, prima di coprirle interamente con le sue. Sento la sua lingua farsi spazio nella mia bocca, e finalmente realizzo che mi sta baciando. E tra l’altro posso constatare che non c’è una gran differenza dal baciare una ragazza. Anzi, lo trovo molto meglio, ma quello potrebbe anche dipendere dal fatto che si tratta di Giovanni. Mi infila una mano tra i capelli e mi attira ancora di più a sé, obbligandomi a ricambiare questo cavolo di bacio. Ovviamente non me lo faccio ripetere.

Sento il suono della campanella, e le voci dei nostri compagni di classe che rientrano nello spogliatoio. Mi ritrovo ad indietreggiare fin dentro uno dei bagni, senza interrompere il contatto tra le nostre labbra, mentre Giò chiude a chiave la porta dietro di sé, con una mano.

Dopo qualche secondo ci stacchiamo, leggermente ansimanti e soddisfatti. Mi guarda con un ghigno, le guancie arrossate. È fottutamente bello.

<< Allora? >> mi chiede, appoggiando la schiena alla porta chiusa.

Immagino di non potergli rispondere è stato il bacio più dannatamente eccitante e meraviglioso della mia vita… << allora… allora dovresti proprio cominciare a farti la barba amico, è un consiglio… >> Cazzata. Non ha un filo di barba, ma è la prima cavolata che mi è venuta in mente. Chiedo scusa. Faccio per uscire dal bagno, ma lui mi ferma.

<< Nessuna ragazza s’è mai lamentata… >> certo, perché non ce l’hai la barba! Inarco un sopracciglio. << Oh, e da quando io sarei una ragazza? >> Incrocio le braccia al petto. << A me non sei sembrato ‘sto gran baciatore… >> di più. Molto, di più.

Fa un altro ghigno inquietante. << Penso che la prenderò come una sfida…tanto ora c’è supplenza >> mi si avvicina e poggia la bocca al mio orecchio. << abbiamo un’ora intera per divertirci… >>  sussurra. E all’improvviso il mio migliore amico non è più il mio migliore amico, ma si è trasformato in una sorta di pornostar e mi sta facendo impazzire.

<< Non credevo ti divertissi tanto a giocare a fare la troia… >> gli rispondo con una punta di divertimento ed eccitazione –che farei meglio a nascondere- nella voce.

Fa scivolare una gamba tra le mie, e mi appoggia una mano sulla nuca, mentre l’altra va a sfiorarmi piano un fianco. Rabbrividisco, sentendo il suo alito caldo sull’orecchio.

<< Dimmi Luca, quando la notte sei nel tuo letto, da solo, al buio, e inizi a toccarti, dimmi… a cosa pensi? >> mi sussurra ancora, e sento la bocca dello stomaco chiudersi completamente.

Non avevo mai sentito la sua voce così fottutamente orgasmica.

<< Non… smettila di giocare Giò… >> e, dicendolo, posso solo sperare che non si accorga di quanto la mia voce è arrochita dall’eccitazione, per quanto improbabile.

<< Chi ti dice che sto giocando? >> sento la mano che stava sul mio fianco spostarsi, e andare a premersi sul cavallo dei miei pantaloni, che iniziano a diventare stretti.

Gli blocco le mani, afferrandole per i polsi.

<< Oh, che cazzo fai? >> sbotto, allontanandolo leggermente da me.

Fa un sorriso amaro.

<< Niente Luca, niente… >>

 Si libera della mia presa e si volta, apre la porta e se ne va, senza aggiungere una parola.

Esco dal bagno e ficco la testa sotto il getto di acqua fredda nel lavandino, aspettando che i miei pantaloni tornino della misura giusta.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


                         

 

CHAPTER 2

 

Dopo una decina di minuti sono di nuove presentabile, così posso cambiarmi e tornare in classe.

Raggiungo il corridoio davanti alla mia classe e trovo Giovanni seduto su un calorifero con aria a metà tra lo scazzato e l’annoiato.

Lo guardo sconcertato.

<< Ci fa supplenza la Serriotti… >> borbotta, sottolineando il nome della nostra professoressa di greco a mo’ di spiegazione.

Busso la porta ed entro in classe, guadagnandomi un’occhiataccia dalla prof.

<< Oh, il signor Mazzini ci degna della sua presenza…sa che ore sono? >> mi chiede, con un sorriso malvagio. E l’unico pensiero che mi passa per la testa è: ma che cazzo vuole questa??

<< Non ne ho la più vaga idea proff… >> sbuffo, alzando gli occhi al cielo, tanto so già che ora me lo dirà lei.

<< Sono le 12.30 Mazzini, il che significa che la lezione è cominciata da 25 minuti… >>

<< Mi scusi per il ritardo… >> probabilmente devo avere l’aria più scazzata e meno pentita del mondo mentre lo dico, perché la Serriotti mi guarda male, molto male.

<< Vada fuori, tenga compagnia al suo amico… >> dice, una volta convinta di avermi sufficientemente demolito con lo sguardo, facendo un cenno verso l’uscita con la mano.

Esco dalla classe con un sorrisetto sarcastico e mi sbatto la porta alle spalle.

<< Ha buttato fuori anche te, eh? >>

Mi volto verso Giò, ancora appoggiato al calorifero, ed inarco un sopracciglio.

<< Intuitivo… >>

Lui apre bocca per replicare, ma viene interrotto da una voce alla mia destra che mi chiama.

<< We Luke! Mai una volta che ti trovi in classe quando c’è la Serriotti, eh? >>

Chiara mi si avvicina sorridente, ancheggiando.

Come al solito indossa una canotta con una scollatura vertiginosa, che lascia ben poco spazio all’immaginazione. E come al solito il mio sguardo cade sulla curva dei suoi seni messi in mostra.

Già che c’è potrebbe metterci un’insegna illuminata sopra… tanto alla fine tutti gli sguardi finiscono comunque lì…

<< Sai che in realtà quella donna mia ama… solo che cerca di nasconderlo ostentando un’avversione palesemente finta nei miei confronti! >> le rispondo, con un ghigno stampato in faccia.

<< Oh, immagino che dovrei essere gelosa… >> mormora maliziosa sulle mie labbra, prima di ficcarmi –letteralmente- la lingua in bocca. Mi spinge piano all’indietro, fino a farmi toccare con la schiena contro il muro. È la mia ragazza. Dalla bellezza di 6 giorni e mezzo. Sinceramente non so quanto durerà, tenendo conto che io non sono innamorato di lei –e non lo sarò mai- e lei non lo è di me –per quel che ne so-, ma dopotutto con lei mi diverto… ci sto bene.

Le passo le mani sui fianchi e la allontano leggermente, mentre con la coda dell’occhio vedo Giovanni fissare interessato un punto imprecisato tra il calorifero e il muro.

<< Allora ci vediamo stasera? I miei non ci sono… >> le sussurro, con un sorrisetto leggero.

Lei ammicca e si allontana di qualche passo.

<< Penso che dovrò consultare la mia agenda… ma le farò sapere al più presto… >> sorride, prima di sparire di nuovo dietro la porta della sua classe.

Mi volto verso Giò, che mi guarda con le sopracciglia inarcate e un sorrisetto sarcastico sulle labbra.

<< I tuoi non ci sono eh? Allora stasera finalmente consumerete… >>

Annuisco. Non mi va affatto di parlare con Giovanni di chi mi scopo, sinceramente… cioè, se non si tratta di lui, ovviamente.

<< Oh, piuttosto, oggi pomeriggio allora si gioca con Schizzo e gli altri? >>

Sorride e mi tira un pugno sulla spalla.

<< Sicuro amico… vedi come li stracciamo! >> Salta giù dal calorifero e inizia a tirare monetine fuori dalla tasca dei pantaloni, avvicinandosi alla macchinetta del caffè.

Prende una cioccolata ultra zuccherata, come al solito. Ci soffia sopra per raffreddarla un po’, poi ne beve un piccolo sorso. Mi lancia un’occhiata da sopra il bicchierino.

<< Ne vuoi un po’? >> offre, con un’espressione sconcertata.

Suppongo sia un modo carino per dirmi di smetterla di fissare le sue labbra… Storco il naso.

<< Per carità… in quella roba ci metti così tanto zucchero che mi stupisco che non ti sia ancora venuto il diabete… >>

Fa una risatina, scuotendo la testa, e torna ad appoggiarsi al calorifero.

<< Allora, racconta, com’è sta cosa con Chiara? >>  mi chiede, passandosi una mano tra i capelli castani e scompigliandoli alla ‘sono appena sceso dal letto’. Alzo gli occhi al cielo.

<< Massì, che ti frega… stiamo uscendo da qualche giorno, ma è solo per divertirci…lei non mi interessa davvero  >> non ti preoccupare, amo solo te…

Fa un ghigno. << Sei proprio un idiota… guarda che se si piglia male quella ti rovina l’ultimo anno e mezzo di liceo…ti conviene trattarla bene… >>

<< Don’t worry… sai che io le donne le tratto con i guanti… >>

Mi guarda scettico. O meglio, mi punta addosso quei fanali azzurri con espressione scettica.

Continuo a pensare che sia colpa di quegli occhi se mi sono innamorato di lui…

Maledetti!! io vi odio!

<< Già… i guanti… ovvio. >>

Apro la bocca per replicare, ma mi tocca interrompermi al suono della campanella.

Entriamo in classe e afferriamo velocemente i nostri zaini, prima di uscire di nuovo, stando bene attenti a non salutare la prof.

 

 

 

 

Ecco il nuovo capitolo gente! Quanto sono stata veloce! Wooh! XD

Dunque voglio ringraziare tutti coloro i quali hanno messo questa stupida storia tra i preferiti o tra le seguite e poi:

Mizushipping: ciao! Non hanno continuato perché è il primo capitolo, perché sono a scuola e perché, diamine, un po’ di decenza! XD e poi Luca ha la ragazza…o.ò giàà… sono contenta che ti sia piaciuta.

 

Love90: ecco qui il secondo capitolo! Spero che continui a piacerti, anche se Luca è un idiota..XD

 

emerald_01: eccolo qui il seguito! Accontentata…^^

 

SpArKLiNg Kairi: ahahahah ammoreee! Ma che ci fai qui?? Ahahahah da quanto tempo non salivi?? Ahahah visto chi c’è? Luca e Giòò!! Ci mancavano eh?? Li amiamo! Ahahaha a domani…XD <3 lov ya

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


 

CHAPTER 3

 

 

Giò mi passa la palla, lasciandomi l’onore dell’ultimo tiro.

Tre passi, rimbalzo, tiro.

Fillo salta, provando ad afferrare la palla, perché se facciamo questo canestro abbiamo vinto, ma la manca per un pelo. Chiudo gli occhi, non ho il coraggio di guardare.

Dopo un paio di secondi sento Schizzo urlare. Un urlo decisamente insensato: non capisco se sia un no, un si, un evvai, un porca puttana… apro gli occhi, giusto in tempo per vedere Giovanni che mi si lancia addosso a mo’ di tonno, sorridendo.

Finisco per terra sul cemento, con le braccia di Giò al collo.

Credo di poter dire senza esagerare minimamente di essermi appena rotto l’osso sacro.

<< Ma porca di quella troia!! Cazzo Giò, m’hai rotto il culo! >> urlo, portandomi una mano sul sedere. Lui mi lascia e si siede davanti a me, ridendo.

<< Abbiam vinto, cazzo, gioisci! >>

Lo guardo accigliato.

<< Seh, lasciami riprendere, poi gioisco… tu invece vedi di darti un po’ di contegno, che di ‘sto passo farai fuori qualcuno –vd il sottoscritto- un giorno… >>

Lui continua a ridere e si alza, porgendomi una mano per aiutarmi.

La afferro e mi tiro su, spolverandomi i pantaloni. Attraverso il campetto e raggiungo Schizzo e Fillo. << We Schizzo! Che, vuoi la rivincita? >>

Lui mi guarda con un ghigno inquietante.

<<Affanculo Mazzi! Ho di meglio da fare… sono un uomo impegnato io… >>

<< Seh, m’ immagino… >> commento scettico, tirandogli una pacca su una spalla.

<< We Schizzo, piglia! >> Fillo gli lancia la palla, e lui la prende al volo.

<< Vabbeh, ci si vede eh… >>

<< Aspe’ oh! Non pensare di poter fuggire così! >>

Mi volto verso Fillo e lo guardo interrogativo. Lui mi si avvicina con un sorriso.

<< M’han detto che ora esci con la Beltrami… >>

Cristo, ma come fanno le voci a diffondersi così?? Cazzo, siamo a Milano! È una città grande! Com’è possibile che tutti sappiano i fatti di tutti in così poco tempo??

<< Si, stiamo uscendo insieme…ma è solo da qualche giorno… >>

Lui ammicca. E dovrebbe evitare di farlo. Davvero, dovrebbe. Suonerà anche ridicolo detto da me, ma sembra così gay quando lo fa… non che mi interessi del suo orientamento sessuale, comunque… cioè, non che sia un brutto ragazzo, per carità., ma non è il mio tipo… dovendo scegliere allora mi piace di più Schizzo: a parte il fatto che è semipelato e sembra un naziskin, è bello, ha il lineamenti regolari e… si, lo so, è un commento davvero da checca, ma ha un gran bel culo… quasi quanto quello di Giò. Okay, ora basta però, così sembro un pervertito culocentrico, quando non è così. Affatto.

<< Te la sei già portata a letto? >> mi chiede Schizzo, interrompendo il mio gaio monologo interiore riguardo il suo fondoschiena. Che poi, perché tutti pensano ciò? Sembro così tanto un maniaco? O lei un troia?

<< No, ma stasera viene a casa mia e non ci sono i miei… >> faccio un sorrisetto malizioso e mi volto di nuovo verso Giò. Bene, così tempo due giorni e tutta Milano saprà che stasera io e Chiara eravamo a casa da soli…e comincerà la gara a chi si inventa la storia più assurda riguardo quello che abbiamo fatto.

<< Oh Giò… andiamo che hai lasciato tutta la tua roba a casa mia… >> passo un braccio attorno al collo del mio migliore amico e lo trascino via.

In pochi minuti raggiungiamo casa, e posso finalmente buttarmi sotto la doccia, lasciando Giò in camera mia. I miei genitori come al solito sono ancora al lavoro e mia sorella…non lo so, sarà in colonne, passa i suoi pomeriggi là…

Chiudo gli occhi e sciolgo i muscoli sotto il getto d’acqua calda, rilassandomi completamente.

Fare la doccia dopo aver giocato a basket è uno dei piaceri della vita…

Spalanco gli occhi e impallidisco al rumore della porta del bagno che si apre. Mi volto e vedo Giò avvicinarsi alla vasca con addosso solo i boxer. Con le rane.

<< Che cazzo stai facendo?? >> gli chiedo, sbalordito, cercando di far rientrare gli occhi nelle orbite.

<< Avevi detto che avrei potuto fare la doccia qui… >> risponde, con una scrollata di spalle.

Eh, beh, ovvio, no? Spalanco anche la bocca.

<< E non potevi aspettare? No? >>

Fa una smorfia.

<< Devo uscire tra un quarto d’ora, non sei l’unico ad avere un appuntamento, qui… e poi che ti frega? Facciamo la doccia insieme da quando siamo nati…prometto che non ti molesterò… >> esclama, con aria leggermente esasperata.

Il problema è che io non sono sicuro di poter dire lo stesso.

E comunque, il suo discorso non vale affatto. Io quando avevo 3 anni non ero in preda ad una crisi ormonale giunta in ritardo e non ero innamorato di lui! Ci credo che potevo farci la doccia insieme!

Lo prendo per un braccio e lo tiro sotto il getto d’acqua con uno strattone, rane comprese.

<< E allora lavati idiota! Che puzzi! >>

Gli rovescio metà flacone di shampoo in testa ed inizio ad impastarglisi, perché qui non si tratta di massaggiare, o strofinare, ma proprio di impastare- i capelli. La schiuma gli finisce ovunque: negli occhi, in bocca, nel naso…probabilmente poterebbe denunciarmi per tentato accecamento. Comunque anche volendo non potrebbe, perché inizia a sputacchiare e urlare imprecazioni al mio indirizzo, cosa che fortunatamente non lo rende particolarmente sexy ai miei occhi.

Forse riuscirò ad uscire vivo da questa doccia.

Dopo un po’ smette di starnazzare e agitarsi, e per la propria incolumità mi appoggia una mano sul collo ed una sulla vita, cercando di rimanere in piedi. Evidentemente solo uno dei due uscirà vivo ed intero da questa doccia. E non sono più tanto sicuro che quello sarò io.

Quando riprende stabilità mi lascia e ficca la testa sotto il getto d’acqua, liberandosi di tutta la schiuma. Sento il respiro bloccar misi in gola alla vista di Giò in mutande completamente fradicio nella mia doccia.

<< Deficiente… >> mormora, piantando gli occhi nei miei.

Senza quasi rendermene conto gli appoggio una mano sul collo, e la lascio scivolare in su.

La infilo tra i suoi capelli bagnati, e li accarezzo appena.

Lo sento rabbrividire. Sono brividi di freddo, vero?

Si sporge leggermente verso di me.

Sarebbe davvero facile riempire la distanza tra le nostre labbra adesso, ma voglio veramente rischiare di mandare a puttane la nostra amicizia in questo modo?

Afferro la manopola della doccia e la giro tutta sul freddo.

Il getto gelato lo investe completamente, e Giò lancia un urlo.

<< Okay, sei pulito, puoi andare. >> lo spingo via, fuori dalla doccia, beccandomi parecchi insulti.

<< Vaffanculo! La prossima volta ti ci affogo in quella doccia di merda! >>

<< Non ci sarà una prossima volta! Fuori dal mio bagno! >>

Mi lancia qualche altra imprecazione ed esce, sbattendo la porta e sgocciolando ovunque.

Tiro un sospiro a metà tra il sollevato e il deluso.

 

 

Eccomi qui gente!! Sono passati un sacco di giorni, ma spero non vi siate dimenticati di questi idioti! E oggi è il compleanno del mio papi! Ahahah si, lo so che non ve ne frega un cazzo, ma vabbeh…XD comunque vorrei chiedere scusa per questo capitolo un po’ assurdo e decisamente insensato e abbastanza inutile, ma questo è ciò che passa al convento eh…u.ù

Poooi ringrazio tutte quelle folli persone che hanno messo questa storia tra i preferiti o tra le seguite! Io vi amo! Continuate così! Yay! XD

 

Love90: ehilà! Sisi, io in realtà penso che più o meno tutti i miei protagonisti siano degli idioti, anche se devo ammettere che Luca ultimamente sta dando del suo meglio… se tieni poi conto che inizialmente volevo anche farlo relativamente virile… mi sa che non ci sono proprio portata…u.ù e comunque si, anche Giò mi sta abbastanza sulle palle e a volte vorrei tipo entrare nella storia e tirargli un paio di schiaffi…XD aahahah

 

The illlusionist: ciao! Grazie mille, sono contenta che ti piaccia! Per il momento i capitoli sono dieci, ma non è finita, e poi il numero cambia un po’ tra la versione iniziale e quella che poi posto… per esempio i primi due capitoli nella versione iniziale erano uno solo…insomma, non ne ho idea, ma credo proprio che saranno un bel po’…-.-

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


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CHAPTER 4

 

Lo scatto della porta d’ingresso mi avvisa del ritorno della mia dolce metà, la mia piccola e adorabile sorellina.

<< We nerdina merdina! >> le urlo dalla mia camera.

Dopo qualche secondo spalanca la porta e mi si avvicina. Apre bocca per dire qualcosa, ma la richiude subito e mi guarda, inarcando le sopracciglia.

<< Che c’è? >>

<< Nulla, nulla… esci con Giò stasera? >>mi chiede, guardandomi dal basso in alto con un ghigno malizioso. Ma che cazz..?!

<< Non esco con Giò!! Esco con una tipa della scuola, Chiara.. >>

Lei alza gli occhi al cielo e sbuffa, tirandosi gli occhialoni da nerd sopra la testa, infilandoli tra i capelli cotonati.

<< Cristo Luca! Quando ti deciderai a dichiarare i tuoi sentimenti a quel fottuto ragazzo?? >>

<< ma…! E cosa ne sai tu dei miei sentimenti?? >> e, sul serio, perché sembra sempre che questa sottospecie di scene queen sfigata che mi ritrovo per sorella sappia sempre tutto di me? Voglio dire, o è telepatica oppure.. << eddai, si capisce lontano un miglio che sei cotto di lui! Sono solo una mera scrutatrice dell’ovvio! >>  eh, appunto.

<< beh, ad ogni modo, cambiati, è un consiglio… >> aggiunge dopo qualche secondo, lanciandomi un’occhiata molto poco convinta.

Mi volto e guardo anch’io la mia immagine riflessa nello specchio: indosso un paio di jeans normalissimi e una felpa della Volcom.

<< Qual è il problema? >>

<< Che non stai andando a una dannata partita di calcio, cazzo! >> esclama, poi apre il mio armadio e inizia a frugare tra i miei vestiti.

Non mi prendo neanche la briga di ribattere, perché quando questo esserino si mette in testa qualcosa diventa inutile qualsiasi replica.

<< , metti questi >> mi lancia sul letto un paio di pantaloni –e detto tra noi non ci trovo tutta ‘sta differenza con quelli che ho già addosso, ma vabbeh- e una camicia a righine azzurre –che non sapevo neanche di possedere. Me li infilo e mi guardo nuovamente allo specchio. Sto bene. E mi pare anche ovvio, insomma, con cosa non sto bene io?  Ok, ok, scherzo…

Mia sorella mi guarda per un momento dubbiosa, poi si gira di nuovo verso l’armadio.

<< Questa! >> mi porge una cintura, sorridendo. Me la infilo e mi passo una mano tra i capelli.

<< Che dici, sono sexy eh? >>

<< Beh, sicuramente meglio di prima… >> commenta lei, sedendosi sul mio letto.

Spalanco gli occhi e la guardo con orrore. Perché che si stravacchi in camera mia alle 7 e mezza di sera può significare soltanto una cosa. << Sorellina.. tesoro, amore mio…tu questa sera esci, vero?

 Insomma, è sabato sera, devi uscire… >>

Mi guarda con aria annoiata. << Te la vuoi portare a casa? >>

<< Già… >> la guardo speranzoso.

Lei sbuffa, scuotendo la testa. << Okay okay, ho capito, andrò allo Zoe* a farmi qualche metallaro capellone! >>

Spalanco gli occhi.

<< Non c’è bisogno che tu ti faccia nessun emo, né brutal –o come cazzo si dice- né nessun metallaro con più capelli che neuroni!! >>

Lei fa un ghigno. << Ma dove sta il divertimento se no? >>

Storco il naso. La mia sorellina è cresciuta. Ed è diventata una psicopatica. Con i collant stracciati e i capelli cotonati. Certo, è bella, ma quello è inutile dirlo… voglio dire, è mia sorella!

<< Vabbèh, se mi cacci di casa allora devo andare a vestirmi, direi… >> sospira, poi si alza sorridendo e va in camera sua.

Dopo qualche minuto sento il campanello di casa suonare. Corro ad aprire. Mi si presenta davanti Chiara con un vestitino blu che ovviamente non lascia nulla all’immaginazione. Spalanco gli occhi.

<< Cosa cavolo ci fai tu qui?? >> Inarca le sopracciglia. << ehm, no, volevo dire, insomma, sei un po’ in anticipo… no? >> Lei mi sorride un po’ imbarazzata e mi sorpassa, entrando in casa.

<< Scusa, è vero…ma mia sorella mi ha voluto accompagnare in motorino a tutti i costi e ho fatto più in fretta di quel che credevo… >> spiega, con aria leggermente dispiaciuta.

Sento dei passi provenire dal corridoio, e dopo qualche secondo fa la sua apparizione in salotto mia sorella. Spalanco gli occhi. Di nuovo. Indossa un vestitino nero che sarebbe meglio definire maglietta, visto quanto è corto, con una sottospecie di gonnellina di tulle e… delle calze a rete e…. << Non vorrai mica uscire conciata così stasera?? >>

Inarca le sopracciglia. << È esattamente ciò che intendo fare. >>

<< Non ci pensare neanche!! >>

<< E tu chi saresti, mio padre?! >>

<< No sono tuo fratello, ed è una carica più che sufficiente ad impedirti di andare in giro a farti stuprare da qualche emo esaltato del cazzo! >>

Lei mi guarda indignata, spalancando la bocca. << Che cos..! brutto idiota! Io uscivo solo per farti avere la casa libera! Mi hai fatto passare la voglia, rimango a casa! Prendetevi una stanza!! >> esclama, lanciandomi dietro una scarpa, poi si volta e torna in camera sua, pestando i piedi.

Stupida bimba minchia in crisi adolescenziale… scuoto piano la testa, poi mi giro verso Chiara.

<< Scusa, mi dispiace, mia sorella è una cretina… >> mi scuso, leggermente imbarazzato per la scenata. Lei però mi sorride dolcemente.

<< Lasciala stare dai… forse non è giornata… >>

Entriamo in ascensore, ed iniziamo a baciarci. Mi spinge delicatamente contro il muro e schiaccia i pulsanti di tutti i piani, per darci tempo. La volto e metto lei con la schiena contro il muro. Le tengo i polsi stretti con le mani e le do un bacio. Mi stacco leggermente e mi sposto sul suo collo, e il suo profumo dolce mi invade le narici. Sento una sua gamba infilarsi tra le mie, la strofina lascivamente ed inarca la schiena, facendo aderire il suo corpo al mio, mi mordicchia un orecchio.

Dunque, la situazione è questa: c’è una bella ragazza bionda e sexy che mi si struscia addosso, e sembra  che tutto il suo corpo stia gridando “prendimi qui ora e subito!” e dovrei essere moderatamente eccitato, e invece non lo sono proprio per un cazzo! Porca miseria, non posso essere così frocio! Cavolo, fino all’altro ieri io con le ragazze ci andavo! Lancio un mugolio frustrato, e per la prima volta in vita mia mi ritrovo a sperare che una ragazza non voglia scopare con me.

 

 

 

*per chi non lo sapesse lo Zoe è un locale per, come ha sottolineato Luca, emo, brutal e metallari con più capelli che neuroni, che si trova a Baggio..

 

 

Chiedo umilmente perdono per averci messo tutto questo tempo ad aggiornare, ma tra una cosa e l’altra sono stata a Londra, devo studiare come un animale e il mio prof di italiano è sadico! E non ho molto tempo per scrivere…spero mi capiate…ç_ç

 

Comuuunque ringrazio tutti quegli angeli che hanno messo questa cavolata tra le preferite o tra le seguite o da ricordare! Siete meravigliose!

 

 The illlusionist: ehhy! Sono tanto tanto contenta che ti piaccia questa storia, e si, questi due sono idioti ogni capitolo di più, ma vabbeh…scusa se ci ho messo tanto ad aggiornare…ç_ç al prossimo chap

 

 Love90: ehilà! Ecco cosa succederà adesso…-.- delusa? Pure io…u.u il papi ringrazia! XD

 rose07: oh! Mi rendi felice! XD davvero, sono contenta che ti sia piaciuta! Ceto, luca e gio’ sono adorabili, ma a volte li vorrei uccidere perché sono troppo stupidi, tu no? XD

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


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CHAPTER 5

 

 

<< Loliiiiiii… Loli! Dai, è tutto il giorno che mi ignoriii! Non essere arrabbiata con me! >>

Dunque, vedete quel gran bel ragazzo che striscia ai piedi di quella cosetta emo in modo moderatamente patetico implorandola di perdonarlo? Ecco, quello sono io.

<< Ti ho fatto la tua torta preferita! Quella con le fragole! >> si, lo so, sono ridicolo. Ma che ci posso fare?! Lei è la mia sorellina ed io la amo totalmente ed incondizionatamente, non posso sopportare che non mi rivolga la parola per un giorno intero! E comunque sono un grande cuoco!

Lei si gira e mi guarda con gli occhioni spalancati.

<< Davvero? >>

<< Si, c’ho anche messo il cioccolato, come piace a te! >>

La guardo speranzoso. Insomma, sono le 9 di sera e da sta mattina tutto quello che mi ha detto è stato un “fottiti” e il “davvero” di poco fa.

<< Okay, sei perdonato… ma sappi che è solo merito della torta! >> dice alla fine, sorridendomi.

La abbraccio, facendole scrocchiare tutte le ossa, ma lei non si lamenta: c’è abituata.

<< Grande sorellina! Sei meravigliosa! >>

<< Seh seh, basta con le smancerie e tira fuori la torta. >>

<< Subito! >> esclamo, poi mi volto e faccio per andare in cucina, quando sento lo squillo del telefono. << Rispondi tu! >> le urlo, primo di entrare nella stanza.

Apro il frigorifero e tiro fuori la torta, mentre sento mia sorella pigolare al telefono.

Rimango qualche secondo ad ammirare quella meraviglia di torta… è una piccola cheescake alla fragola completamente ricoperta di crema di cioccolato e modestamente mi è venuta BENISSIMO.

Vorrei farla assaggiare anche a Giò, uno di questi giorni… sono sicuro che si innamorerebbe follemente di me se venisse a sapere di queste mie incredibili doti culinarie! Sospiro e scuoto la testa, rendendomi conto dei pensieri indecenti che sto facendo, poi torno in salotto, e posso notare che mia sorella ha messo giù il telefono.

<< Chi era? >> le chiedo, appoggiando la torta sul tavolo.

<< Giovanni.. >>

Spalanco gli occhi.

<< Come? >>

Lei alza gli occhi al cielo, incomprensibilmente seccata.

<< Giò! Viene a dormire da noi perché è tipo..boh, scappato di casa… va bene, no? Mamma e papà di sicuro non si lamentano, lo adorano… >>

La guardo qualche secondo con occhi e bocca spalancati. Io non ci posso credere. Questa ragazza è STUPIDA! Deve avere per forza dei problemi! Afferro il coltello per tagliare la torta e lo stringo leggermente tra le mani.

<< E, secondo te, dove dovrebbe dormire, di grazia?? >>

<< Beh, ovvio che dormirà con te, hai un letto enorme!! >> mi risponde, come se fosse ovvio.

<< Cristo, il mio letto non è enorme! È un letto a una fottuta piazza e mezzo e io sono un metro e ottantacinque di ragazzo! Cazz…non ci stiamo! >>

<< Ah, Dio! Cos’è, dovevo dirgli di ritornarsene a casa solo perché hai paura che se dormite insieme non riuscirai a tenere le mani a posto?? >> esclama esasperata, levandomi di mano il coltello. E so che ha ragione, ma cosa ci posso fare??

<< Chi ha mai detto che ho pau.. >> 

Inarca un sopracciglio.

<< Lascia stare.. mangiamoci ‘sta torta… >> concludo accigliato, sedendomi a tavola.

La vedo sorridere tra sé, mentre taglia la torta.

<< Che hai da sorridere? >>

Lei alza lo sguardo su di me, e il sorriso si allarga a dismisura, diventando ancora più malvagio.

<< Niente, pensavo… che domani mattina mi divertirò molto, a vedere le vostre facce… >>

Fa una risatina perfida.

<< Corri. >>

<< Eh? >> Mi guarda perplessa.

<< Ti conviene iniziare a correre, se vuoi arrivarci intera, a domani mattina…>>

Mi guarda per un secondo, indecisa se essere preoccupata o no, poi segue il mio consiglio, e inizia a correre in direzione della cucina. Io la inseguo, rischiando di ammazzarmi contro lo spigolo in un tavolo. Lo aggiriamo uno dopo l’altro e ci fiondiamo in bagno, dove, finalmente, riesco a metterla con le spalle al muro, tra il water e il bidet.*

<< Dì le tue preghiere sorella, perché la tua corsa finisce qui… >> le dico, con aria molto minacciosa, stringendo gli occhi.

Lei in tutta risposta alza una mano a chiedere udienza.

<< Posso dire una cosa? >> pigola, facendosi piccola piccola.

<< Che sia breve… >>

Il suo viso si deforma che neanche la bambina dell’esorcista, e mi guarda con aria estremamente malvagia.

<< Hanno appena citofonato…>>

 

 

 

*si, ho sempre avuto un terribile dubbio riguardo come questa parola si scrivesse, e se qualcuno mi illuminasse ne sarei molto felice…XD

 

Dunque infine è giunto questo maledetto quinto capitolo…e vi ho fatto aspettare millenni per un capitolo del cazzo! Gioia e gaudio! XD ahahah a parte quello vi ringrazio! Tutti voi che leggete o commentate o mettete tra i preferiti, le seguite o da ricordare…(si, mi sento un po’ ripetitiva a dirlo ad ogni capitolo…ma vabbeh, dettagli….)

 

 

 rose07: ahahahah sisi ci serviva la sorellina per fargli dare un po’ una mossa a ‘sti due eh! Il problema è che Luca è ancora più idiota di quello che credi, per quanto ciò possa sembrare impossibile…u.ù comunque si, Giò ci prova spudoratamente e Luca nemmeno se ne accorge…a volte mi chiedo se non abbia qualche serio problema pure lui….X°°D

 

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


CHAPTER 6

CHAPTER 6

 

 

La serata è stata un disastro.

Mia sorella ha avuto la brillante idea di bere del Whisky (whisky! no, dico, che problema hai??) insieme alla torta e Giò si è ubriacato. Si, perché quell’idiota regge l’alcool come una ragazzina di 12 anni, ma non se ne è ancora reso conto, quindi continua a bere come un cammello. Comunque fatto sta che non era una semplice ubriacatura, no! Era la peggiore ubriacatura che io abbia mai visto! Davvero pessima! Prima si è messo a ballare come un idiota –ho già detto che è un idiota? Beh, è un idiota- in mezzo alla cucina, poi si è convinto di essere Biancaneve e che i miei genitori fossero Brontolo e Pisolo. Mi sembra inutile dire che a quel punto ho iniziato a chiedermi se mia sorella non avesse messo qualche sostanza allucinogena dentro al suo bicchiere, ma, quando l’ho minacciata di spezzarle quel collo da gallina che si ritrova se non mi avesse detto la verità, lei ha negato con tutte le sue forze, quindi mi sono arreso all’evidenza: Giò è così idiota di natura.

Quindi, cercando di non deprimermi più del dovuto, l’ho messo a dormire e gli ho rimboccato le coperte come ogni brava mammina farebbe, poi mi sono steso accanto a lui e ho provato a dormire.

Ho provato. Giuro che ho provato, ma non ci sono riuscito, e quindi sono tre quarti d’ora che sto qui steso a fissare il soffitto con gli occhi che iniziano a bruciarmi mentre quell’idiota del mio caro amico Giò dorme come un bambino al mio fianco.

All’improvviso si alza di scatto, facendomi sussultare.

<< Cazzo, devo andare al cesso… >> mormora, grattandosi la testa e scavalcandomi per scendere dal letto..

Beh, d’altra parte è anche comprensibile che abbia bisogno di rimettere, visto quanto ha bevuto.

Lo guardo arrancare nel buio alla ricerca della porta, e, quando la trova, esce dalla stanza, incespicando sulla soglia. Chiudo gli occhi e mi volto a pancia in su, occupando tutto il letto con le gambe e le braccia spalancate.

Sono stanco. Stanco di sognarmi tutte le notti il mio migliore amico. Stanco di dovermi sempre trattenere in tutto quello che faccio quando sono con lui. Stanco di non farmi più una scopata decente manco a pagarla… ripenso a ieri sera con Chiara. Non mi è piaciuto. Voglio dire, non mi è piaciuto il sesso! Cioè, stiamo scherzando? A che livelli sono arrivato?

Sento il materasso abbassarsi e una pressione all’altezza dei fianchi mi distrae dai miei pensieri, facendomi spalancare gli occhi.

Giò è messo a cavalcioni su di me, e mi fissa con il viso a 10 cm di distanza dal mio.

<< Che cos.. che c’è? >> mi ritrovo a balbettare, agitato.

Lui fa un sorrisetto malizioso, e sento le sue mani spostarsi piano su per la mia pancia, accarezzandomi lentamente e alzando appena la maglietta.

Deglutisco.

<< Hai sonno Luca? >> mi soffia in un orecchio, e la sua voce è calda e sexy, resa strascicata dall’alcool. Mi provoca un brivido lungo tutta la schiena.

Mi passa la bocca lungo il collo, lentamente, in un movimento fottutamente sensuale.

<< Ho… molto sonno… davvero, muoio dal sonno… >> rispondo a bassa voce, mentre il mio cervellino nel panico più completo è intento a cercare un modo per far tornare il sangue a fluire in parti del mio corpo che non siano la testa e il cazzo. Perdonate il francesismo, ma cercate di capire la mia situazione…

<< Ne sei proprio sicuro…? >> sussurra ancora, le labbra contro la mia pelle sensibile e accaldata.

Mi accarezza lievemente il petto, poi mi ferma il polso con una mano.

Sento un leggero pizzicore alla base del collo, e mi accorgo che mi sta mordicchiando.

Mi succhia quel pezzettino di pelle, come se volesse lasciarci il suo marchio in eterno.

Porca puttana, questo idiota mi sta facendo un succhiotto!!

Cristo, io non la capirò mai questa sua tendenza a diventare una strana sottospecie di troia, quando si ubriaca. È sempre così: mettigli una bottiglia di whisky in mano e lui si scoperebbe qualsiasi cosa rimanga ferma abbastanza.

Comunque io non ho alcuna intenzione di passare la notte in bianco a cercare di inventare una scusa plausibile alla presenza di un succhiotto sul mio collo da rifilare a tutto il mondo, quindi gli appoggio una mano sul petto e controvoglia lo allontano da me.

<< Sono sicuro…sicurissimo… >> rispondo alla fine, ansimando leggermente, con il cuore in gola.

Okay, in realtà non sono sicuro. Non sono sicuro per niente. Ma sono un ragazzo di sani principi, io! “seh, un ragazzo di sani principi con un fottuto tendone da circo al posto delle mutande…per una volta li potresti anche mandare a fanculo i principi morali eh...suggerisce una perfida vocina nel mio cervello. La ignoro, autoconvincendomi che è la voce del demonio e che finirò dritto all’inferno se le do ascolto.

Sento Giò bloccarsi sopra di me.

<< Mh. Okay. >> dice, dopo un attimo di silenzio.

Rotola giù dai miei fianchi e si rinfila sotto le coperte, dandomi la schiena.

<<notte Luca >>

Mi puntello su un gomito e guardo la sua schiena con espressione sconvolta, con la bocca spalancata, e l’unica cosa che mi viene in mente è che Giò è proprio un idiota!

<< Buonanotte Giò… >>

 

 

 

Udite udite, evento più unico che raro ho già aggiornato!! Sono brava eh? Eh? Okay, scherzo…comunque siete rimasta un po’ deluse da questo capitolo? Anch’io anch’io… perché dopotutto i miei personaggi godono di vita propria, e io non ho la più benché minima influenza sulle loro azioni… e soffro quanto voi a leggere quello che scrivo…XD

 

Comunque, come al solito ringrazio tutte quelle anime pie che hanno aggiunto questa sonora cavolata tra preferite/seguite/da ricordare.

 

 Melinda Pressywig: ehyy! Grazie mille per la recensione, sono davvero contenta che ti piaccia la mia storia e come scrivo! Oggi ero di umore buono e ho aggiornato subito, quindi ti conviene sperare che non mi passi..XD se no ci rivediamo tra un paio di mesi…ahahah al prossimo capitolo! Baci

 

 

 xxx macky96 xxx: ecco qui il seguito, spero che continui a piacerti, nonostante tutto…baci

 

 

 The illlusionist: eh, mi dispiace deluderti, ma no, non esternano e non comprendono un tubo…XD Giovanni ci prova indecentemente come al solito e come al solito Luca non capisce un cazzo…poverini…-.-

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


CHAPTER 7

CHAPTER 7

 

 

Apro gli occhi lentamente, mentre con una mano tasto il comodino alla ricerca della sveglia maledetta che sta cercando di uccidermi.

Dopo qualche secondo la trovo e finalmente riesco a spengerla.

Richiudo gli occhi per un istante, poi mi rialzo, mettendomi a sedere sul letto e scrollandomi di dosso un braccio di Giovanni. Non riesco a credere di dovermi già alzare.

Voglio dire, mi sono addormentato appena un’ora fa… la sola idea di dover andare a scuola adesso mi fa venire voglia di ributtarmi dentro al letto e non uscirne più per il resto dei miei giorni.

Faccio uno sbadiglio di proporzioni cosmiche, poi mi volto verso Giò.

Mi fermo un momento a guardarlo dormire: non è molto…composto…ma rimane comunque bellissimo. Anche se sbava un po’.

Gli passo una mano sulla guancia e traccio la linea dello zigomo, il naso, la sua bocca…sento le sue labbra dischiudersi sotto le mie dita, quindi le ritraggo subito.

<< Giò…Giovanni… Giò, cazzo, sono già le 7 e un quarto, alza quel culo! >> lo chiamo, scuotendogli un po’ una spalla.

Lui mugola qualcosa di insensato, con la testa ancora nel mondo dei sogni.

<< mmh…non con la panna… >> mormora.

Cazzo, dovrei davvero riprenderlo… voglio dire, parla pure nel sonno, oltre che sbavare e scalciare!

Storce un po’ il naso, e il tutto è parecchio buffo.

<< Dai Luca… >>

Spalanco gli occhi. Sta sognando me?? Sta sognando me! E cosa diamine ci sto facendo con la panna nel suo sogno, di grazia??

Rimango un paio di minuti ad osservarlo in attesa che dica qualcos’altro, ma se voglio arrivare in orario a scuola è il cosa che lo trascini giù da questo letto entro 20 secondi e lo faccia vestire a calci in culo. Scendo dal letto e afferro le coperte, quindi con uno strattone gliele tiro via e le butto a terra, facendolo raggomitolare su sé stesso con un urletto.

Urletto non molto virile, aggiungerei.

<< Avanti femminuccia giù da sto letto che si va a scuola! >> Giò si mette a sedere sul letto e mi guarda male.

<< Cazzo Luca…mi scoppia la testa, puoi evitare di urlare come una fottuta sirena da nebbia? >> borbotta, trascinandosi faticosamente giù dal letto.

<< Seh seh…lo vuoi un caffè? >> gli chiedo, notando che ha davvero un’aria distrutta.

<< Si, grazie… >>

Vado in cucina e preparo il caffè, poi mi fiondo in bagno, dove trovo mia sorella che mi guarda sospettosa. << Che vuoi? >>

<< Niente…volevo solo sapere come è andata stanotte… >> mi si avvicina e mi guarda, stringendo gli occhi. Sorride malziosamente. << Hai due belle occhiaie…il dolce Giovanni non ti ha lasciato dormire stanotte? >>

Alzo gli occhi al cielo e la sposto di peso da davanti.

<< Primo, Giovanni è tutto tranne che dolce, e comunque non è colpa sua se non ho dormito… >> cioè, più o meno. Non volontariamente almeno.

Osservo il mio viso allo specchio con una smorfia: in effetti ho due occhiaie che nemmeno Gerard Way nel video del funerale della tipa… (N.B. se so chi è Gerard Way è solo grazie alla mia dolce sorellina eh, mi pare scontato…)

<< Sarà Sarà… ma tu non me la conti giusta, sappilo… >> canticchia mia sorella.

<< E levati… >> la spingo di lato e torno in camera mia. Giò è già pronto, vestito di tutto punto.

Con i miei vestiti, vorrei specificare. E –‘fanculo- gli stanno davvero bene.

<< Prego eh…non farti problemi, usa pure i miei vestiti come se fossero tuoi! >> gli dico sarcastico, aprendo l’armadio.

Lui si appoggia all’anta ancora chiusa e mi guarda con aria pensierosa.

<< Ti ho fatto qualcosa di sconveniente stanotte, vero? >>

Lo guardo per un secondo con le sopracciglia inarcate. Credevo non ricordasse nulla.

<< Beh, dipende dai punti di vista, ma in linea generale direi di sì… >>

Lui mi fissa ancora per qualche secondo in silenzio.

<< Mh, immaginavo… >> dice alla fine, poi si volta e se ne va.

<< Si, ti perdono per aver attentato alla mia verginità! >> gli urlo dietro, scuotendo la testa.

No, non sono vergine, ovviamente…era solo per dire.

Vedo la testa di mia madre spuntare da dietro la porta e guardarmi sconcertata.

<< Chi è che ha attentato alla tua verginità tesoro? >>

<< Nessuno mamma…lascia stare. >>

Faccio segno a mia madre di uscire, poi mi infilo qualche vestito a caso. Afferro al volo la giacca ed esco di casa, trascinandomi dietro Giò.

<< Andiamo in moto, per colpa tua siamo in ritardo… >> gli dico, passandogli un casco e infilandomi il mio.

<< Ma non possiamo andare in 2, tu hai ancora 17 anni! >>

Inarco un sopracciglio. << E da quando è un problema? >>

Scuoto la testa, poi salgo sulla mia adorata moto e tolgo il cavalletto, riscaldando il motore. Esco dal box e mi fermo, aspettando che salga anche lui dietro di me. Sento la moto abbassarsi sotto il suo peso. Il mio stomaco fa una specie di capriola quando le sue braccia mi cingono la vita.

<< Cazzo fai? >> sputo, un po’ acido.

<< Luca, è una moto da cross, questa, hai presente? Dove diavolo dovrei tenermi secondo te? >>

Si, lo so che ha ragione… però capite anche il mio punto di vista, insomma! Non è facile per me sentire il suo corpo così…così attaccato al mio!

Scuoto leggermente la testa, poi metto in moto e parto.

 

 

Rieccomi gente! Questo è un altro capitolino parecchio inutile dove non succede un accidente…mi sa che per leggere qualche evento interessante dovrete aspettare ancora un po’…mi spiace eh…

 

Comunque, come al solito ringrazio tutte quelle anime pie che hanno aggiunto questa sonora cavolata tra preferite/seguite/da ricordare.

 The illlusionist: sisi infatti, il vero problema di questa storia è che Luca non capisce una mazza di nulla…fosse per Giò sarebbero già andati a sposarsi in Canada e avrebbero adottato bambini nigeriani…ma come al solito Luca fa casini inutili eh…u.ù

 

 Melinda Pressywig: ahahah grazie mille! Sono contenta che continui a piacerti, nonostante i capitoli inutili e tutte le cagate che pensano i protagonisti…XD

 

rose07: sii se vuoi picchiare Luca ti do  una mano, lo tengo fermo! Tanto, anche se se la tira tanto in realtà è solo una checca isterica…quanto può essere difficile picchiarlo? Siamo seri, dai… e comunque credo che Giò ci darebbe volentieri una mano…u.u

 

xxx macky96 xxx: eh sì, ho proprio creato dei personaggi che non capiscono un corno…non avranno preso dalla scrittrice? Probabile…ahahahah comunque Giò ubriaco è una zoccola, ma Luca, mi chiedo io, non ha notato che lo è anche da SOBRIO?? Sarà un problema in futuro…XD

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


CHAPTER 8

CHAPTER 8

 

 

<< Signor Mazzini! Perché non racconta anche a noi quello che sta dicendo al suo degno compagno di banco? Sono certa che sarà molto più interessante della mia lezione… >>

Mi volto a guardare la prof, inarcando un sopracciglio.

<< Oh, guardi, su quello non c’è dubbio… >> le rispondo seccato.

Vedo il suo viso cambiare colore svariate volte, passando dal rosso al giallo in maniera parecchio inquietante per un paio di volte.

<< Mazzini sub… >>

<< In presidenza… >> concludo per lei. << …sisi, lo so… >>

Mi alzo e raggiungo l’uscita in pochi passi. Vado in bagno e mi lascio cadere seduto a terra, chiudendomi la porta alle spalle. Sospiro e mi passo una mano tra i capelli. Di ‘sto passo sarò cannato di sicuro. Dopo qualche minuto sento lo scatto della porta alla mia destra e dei passi che entrano nel bagno. Giovanni si siede davanti a me.

<< Che fai qui? >>

<< Mi sono rifiutato di essere interrogato e ha cacciato fuori anche me… >> spiega, con un sorrisetto e un’alzata di spalle. << Oggi è più isterica del solito…mi sa che il marito non fa il suo dovere sotto le lenzuola eh… >>

ho voglia di baciarlo! Scuoto la testa, che razza di pensieri mi metto a fare?? Sto male…

Alza lo sguardo, sorridendo appena.

<< Non mi hai raccontato com’è andata poi l’altra sera con Chiara… >>

Scrollo le spalle infastidito. Non mi va che lui si informi della mia vita sessuale, sinceramente.

<< L’abbiamo fatto nel bagno di un locale…è stato carino, ci sa fare… >> e, insomma, non è proprio una bugia… voglio dire, lei era davvero brava…il problema sono io, non le suo doti.

Giò mi sorride con aria leggermente malvagia.

<< E dimmi… chi bacia meglio tra me e lei? >>

Spalanco gli occhi alla sua domanda e mi avvicino a lui, appoggiandogli una mano sulla fronte.

<< Giò, hai la febbre? Stai delirando? O sono i residui dell’alcool di ieri sera a parlare? >>

Scuote piano la testa e sorride.

<< Non sono ubriaco e non ho la febbre… mi sembra una domanda più che lecita! >>

Torno a sedermi contro il muro, guardandolo perplesso: è da un po’ che non riesco più a capire cosa gli passi per la testa, e non mi piace. Per niente.

<< Ovvio che bacia meglio lei! Amico, quella ragazza trasuda sesso da tutti i pori della pelle! >> rispondo alla fine. Sono sempre stato bravo a mentire, e non so se sia un pregio o un difetto, ma vorrei davvero non doverlo più fare… Giò mi guarda un po’ triste.

<< non ce la fai proprio, eh, Luca…? >>

Non capisco a cosa si riferisce, tanto per cambiare… vorrei solo che mi dicesse le cose come stanno, perché io a capirlo da solo non ci riesco proprio. Mi passo una mano tra i capelli e sospiro.

<< Senti Giò, ultimamente non ti capisco più, non… >> il suono della campanella copre la mia voce e le mie parole, facendole diventare perfettamente inutili. Giò si alza con un sorriso.

<< Lascia stare Luca, non è nulla… >> dice, prima di uscire dal bagno e andarsene.

Lo seguo in classe e vado a recuperare tutta la mia roba che giace sparsa sul mio banco. Posiziono sul naso i miei adorati Carrera per nascondere le occhiaie, poi mi infilo la giacca e metto lo zaino in spalla. Mi guardo intorno alla ricerca di Giò, ma di lui neanche l’ombra. Così esco dalla classe senza di lui. Il corridoio è già pieno di gente. Due ragazzine alla mia destra mi guardano e ridacchiano tra di loro in modo parecchio irritante. Non ho neanche idea di chi siano…non che mi freghi, comunque.

 

 

Chiara mi sorride e mi stampa un bacio sulle labbra, poi si passa una mano tra i capelli, che sembrano ancora più biondi alla luce del sole. Siamo stesi al parco da circa un’ora e mi sta venendo un sonno assurdo. Mi passa una mano sul petto, disegnando delle figure geometriche sulla mia maglietta con la punta delle dita ben curate. Alza lo sguardo su di me, con aria pensierosa e un po’ combattuta.

<< Che c’è? È successo qualcosa? >> le chiedo, passandole una mano tra i capelli.

Lei mi guarda e si morde il labbro, come una bambina che sta per dire alla mamma di aver preso un brutto voto a scuola.

<< Luca io…mi sono innamorata di te. >> sussurra dopo qualche secondo. << cioè, i-io credo di… ehm, sai, amarti, davvero… >>

 

 

 

 

 

 

Eccomi quiii! Dopo tanta attesa ecco finalmente il nuovo capitolo! Contenti?? *amici immaginari della sottoscritta: SIIIIIII!!*

Giò è sempre più stupido e depresso e Luca è sempre più…STUPIDO e basta! Cioè, solo lui non capisce cosa passi per la testa dell’altro idiota eh…vi pare normale?? *amici immaginari della sottoscritta: NOOOO! NON è NORMALE!*

Ahahahahah

Vabbèh, ringraziamenti! Come al solito ringrazio tutte le persone che apprezzano questa stupida storia e che la mettono nella lista della storie preferite o da ricordare o le seguite, o semplicemente la personalissima lista delle “storie che non mi fanno cagare”! vi amo! *amici immaginari della sottoscritta: non ti pare di esagerare con le dichiarazioni d’amore?* no, e a voi non pare di esagerare, commentando tutto quello che dico??

… non rispondono..ç_ç

 

 xxx macky96 xxx: ahahahahahah si sono tutti delle emerite teste di cazzo e Giò è una zoccola! Figurati se mi offendo, anch’io sono abituata a dare dei ritardati ai miei personaggi…(anche perché come si potrebbe non farlo?? O.o) e Loli è adorabile si, però anche lei è una pervertita un po’ scema, per quanto io la stimi immensamente..XD quanto al sogno di Giò con Luca e la panna..beh, avendo già appurato che, si, Giò è una troia, credo che le tue idee superperverse sarebbero ampiamente soddisfatte, se potessimo leggere cosa ha sognato. (si, non l’ho scritto e non so se lo farò mai…ho paura di quello che ne potrebbe uscire…XD ) invece Loli credo che non lo saprà mai…dubito che Luca gliene vorrà mai parlare, sinceramente…XDD

questo capitolo è un po’ inutile, ma fammi sapere cosa ne pensi, se ti va…

baci

 

 Melinda Pressywig: sono contenta che ti piaccia come scrivo e, soprattutto, le cagate che scrivo…. X°D si, la povera mamma di Luca secondo me si è presa un colpo quella mattina...ahahahahah poverina..XD

 

Akira Haru Potter: grazie mille per i complimenti, Luca, considerato il suo narcisismo esagerato, ne sarebbe mooolto contento! XD eh si, poverino, lo sto un po’ facendo penare…ma la colpa dopotutto è sua che non capisce nulla eh…u.u  dimmi se ti piace anche questo capitolo, anche se pure qui non è successo molto (a parte l’inaspettata dichiarazione di Chiara…o.o)… ma mi sa che nel prossimo capitolo ci sarà un bel colpo di scena, per la nostra (e con nostra, intendo me, i miei amici immaginari e tutte le persone che seguono questa storia) gioia…eheh mi sento malvagia…XD

A presto cara, baci.

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


CHAPTER 9

CHAPTER 9

 

 

<< Loliiiiii!! >> urlo, spalancando la porta ed entrando in casa.

Ho bisogno di parlare con mia sorella. E in fretta anche. Sento dei passi provenire dalla cucina, poi la vedo comparire sulla soglia, con un sorriso sulle labbra e un mestolo in mano. Una scene queen con un mestolo in mano. È esilarante, dovrei farle una foto…

<< Ehy Luke! È quasi pronta la pasta, c’è già.. >>

<< Non me ne frega niente! Io ho dei serissimi problemi di cuore e tu mi parli della pasta?! >> la interrompo, raggiungendola.

<< No, è che di là in cucin… >>

<< Chiara mi ha detto che mi ama! >> esclamo, interrompendola di nuovo e facendole spalancare gli occhi.

<< Che…? >> mormora, e io annuisco alla sua espressione sbalordita.

<< Esattamente. >>

Butto per terra lo zaino e mi tolgo la giacca, poi mi lascio cadere sul divano, con le mani tra i capelli e un’aria vagamente disperata. Loli si siede sul bordo del tavolino davanti a me, ancora con il mestolo in mano.

<< Si ma non è possibile… >> mi lagno. << cazzo, io sono innamorato di Giò, perché nessuno lo capisce?? >>

Loli spalanca di nuovo gli occhi, e stavolta la guardo perplessa. Si può sapere che cazzo ha oggi?

<< Che cos’è quella faccia? Non mi pare esattamente la novità del giorno… >> esclamo esasperato.

Lei in risposta mi guarda con espressione moderatamente colpevole. Espressione colpevole che non mi piace. Ma per niente proprio.

<< No..è che… >> balbetta, guardando un punto imprecisato alle mie spalle.

Bene, ora inizio a preoccuparmi. Sul serio, sono molto preoccupato.

Punta il ditino verso la porta della cucina dietro di me.

<< c’è…c’è…non è colpa mia cazzo! Io ci ho provato a dirtelo, ma tu non mi ascoltavi! >>

Spalanco la bocca per dire qualcosa, ma le parole mi si fermano in gola: mi limito a voltarmi lentamente, senza dire nulla. Posso quasi vedere il mio cuore smettere di battere nell’esatto istante in cui i miei occhi incontrano l’immagine di Giò sulla porta della cucina che mi guarda con gli occhi spalancati e la bocca semiaperta.

Faccio un sorrisetto tirato.

<< Eh…ehilà, Giò… che fai qui? >>

Sento mia sorella sbuffare accanto a me e alzarsi.

<< Vi lascio soli… >>

La guardo andarsene, maledicendo mentalmente il giorno in cui è nata, poi mi volto nuovamente e sussulto: Giò si è seduto accanto a me.

Mi alzo.

Non ho il coraggio di affrontare questa…cosa. L’ho sempre saputo, che quando fosse arrivato questo momento non avrei avuto abbastanza coraggio per affrontarlo. Perché sono un fottuto codardo, e basta.

Inizio a camminare istericamente per il salotto e la sala da pranzo, mentre Giò mi segue con aria decisamente sconcertata.

<< Luca…LUCA! >>

Mi blocco, sentendo la sua voce, ma non mi volto. Ho paura. Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia.

Mi appoggia una mano sulla spalla e mi fa voltare. Io mi limito ad assecondarlo docilmente: tanto non posso più scappare, no? Sento il mio cuore quadruplicare i  battiti quando incontro i suoi occhi dolci e ghiacciati. Non mi ero accorto di quanto fosse vicino, cazzo.

<< Quello che ho sentito prima…è vero? >>

Abbasso lo sguardo e inizio a fissarmi le Airmax, senza sapere bene cosa rispondere.

<< Non…senti, non lo so bene cosa sia, okay? Solo… se non mi vuoi più vedere lo capisco, basta che tu lo dica… >>

Mi passo una mano sugli occhi, pensando a quanto deve essere suonato stupido quello che ho appena detto, ma ormai e fatta, no?

Giò mi guarda con occhi e bocca completamente spalancati.

<< No, dico, sei idiota? >>

Lo guardo sconvolto. Okay, tutto mi aspettavo meno che questo!

<< Che cos..? >>

<< Ascoltami. Tu. Sei. Deficiente. >>

Apro di nuovo la bocca per replicare, ma lui mi zittisce con un gesto della mano.

<< Ma, voglio dire, secondo te per quale ragione l’altro giorno in bagno ti ho baciato? >>

<< Ma… >>

<< E stanotte? >>

Boccheggio un secondo sotto il suo sguardo allibito.

<< Ma eri ubriaco! >> esclamo alla fine, e lui alza gli occhi al cielo.

<< Non ero così ubriaco! Tu sei imbecille! >>

Mi si avvicina ancora di un passo e mi appoggia una mano sulla nuca. Non riesco neanche a realizzare cosa sta succedendo, sento solo le sue labbra morbide scontrarsi con le mie in un bacio dolce e goffo. Dura poco, solo qualche secondo, poi si stacca e si allontana di un paio di passi.

<< Questo cosa… che cazzo significa questo? >> beh, almeno non ho balbettato.  O quasi.

<< No, tu non sei imbecille, peggio…ma c’è qualcosa lì dentro?? >> esclama, indicandomi la testa con un dito.

Spalanco la bocca, indignato. << Oh non c’è bisogno di offendere! >>

Alza gli occhi al cielo.

<< Ma vaffanculo, come ho fatto a innamorarmi di te?? >>

Sgrano gli occhi. Non posso credere di aver capito bene. Nono, devo aver frainteso.

Si lascia cadere su una sedia con aria stanca.

<< Eh…eeeh? >>

<< Mh, molto loquace… beh, visto che a quanto pare cercare di fartelo capire è inutile, te lo dico chiaro e tondo, nella speranza che finalmente il messaggio raggiunga il tuo cervello: IO TI AMO. >>

Sento un sorriso nascere sul mio viso.

Mi avvicino a lui e lo prendo per il colletto della camicia. Gli stampo un bacio sulle labbra, facendogli spalancare gli occhi.

Fa un sorrisetto sghembo, poi dischiude leggermente le labbra, dando finalmente il via ad un bacio degno di tale nome. Dopo qualche minuto mi stacco leggermente da lui e lo guardo preoccupato.

<< No, sono troppo felice, ci deve essere per forza qualcosa che non va… >>

Giò mi guarda inarcando un sopracciglio, poi mi spinge contro il tavolo, senza riuscire a trattenere un sorriso.

<< Paranoico del cazzo… >> sussurra, prima di ricominciare a baciarmi.

 

 

 

 

Ahahahahahah eccolo gentee! So che lo aspettavate! Ed eccolo qui! IL Capitolo! Ed fa abbastanza schifo, ed è ancor più demenziale degli altri! Gioia! XD ahahahahah comunque, non vi preoccupate, solo xk si sono dichiarati amore eterno ciò non significa che le loro sofferenze sono finite eh…u.u

 

Nelle recensioni mi hanno fatto notare che non avevo mai descritto l’aspetto fisico di Luca, e riguardando mi sono accorta che non l’ho fatto neanche nei capitoli successivi, quindi ne ho fatto un disegno… non vado all’artistico e non ho mai studiato disegno o cose simili, quindi non è un granchè, ma spero vi piaccia comunque… (gli occhi sono verdi, i capelli neri e la pelle chiara)

 

http://tweetphoto.com/25249402

 

Ringraziamo come al solito tutta la gente che mi legge e che mi segue e che apprezza questa storia: GRAZIE! VI VOGLIO BENE!

 

DEREKKINA: grazie per i complimenti! Questo è un po’ più lungo credo, spero che ti piaccia comunque!^^

 

Isuzu: ahahah ovviamente Luca non la smetterà mai di essere così stupido…ma almeno ci pensa Giò a fargli notare la sua idiozia e farselo un po’…XD

 

The illlusionist:guarda, non me lo dire, anche a me iniziano a stare un po’ sulle palle…però con un po’ di aiuto da parte di Loli e della Divina Provvidenza alla fine sono riusciti a dichiararsi! XD intanto ancora non si sa cosa ha risposto Luca a Chiara e dove fosse finito Giò dopo l’inutile incontro al bagno…chiedo venia…XD

 

 Little Princess Mars : aahahahah i miei amici immaginari sono delle personcine molto simpatiche ehssì! XD sono contenta che ti piaccia questa storia e quanto alla depravazione e all’azione….beh, pian piano…eheheh *fa una risatina inquietante strofinandosi le mani con aria malvagia…

 

evol: sono contenta che ti piaccia…ma ti prego, TI PREGO, non chiamare Giò Giovannino MAI Più perché mi fa pensare al mio prof di italiano e latino quando farnetica riguardo il suo adorato figlioletto Giovannino…e non è una bella cosa…XD comunque dimmi cosa ne pensi anche di questo capitolo, anche se non si sa che cosa ha risposto Luca…ma vabbeh….XD

 

Akira Haru Potter: ecco qui il nuovo capitolo! Finalmente i due sfigati qui fanno qual cosina…(nda-seh, fanno bruciare la pasta, ecco cosa fanno, altro che…) sono contenta che continui a piacerti…al prossimo capitolo! Baci

 

Melinda Pressywig: sisi, il povero Luca adesso dovrà scegliere mi sa…e la cosa, così a occhio e croce, lo manderà totalmente in crisi..:XD l’attesa…direi che cambia a seconda delle cose che ho da fare e dalla voglia che ho di scrivere, ma in linea di massima direi k aggiorno durante il weekend…penso…a volte, almeno…XD

 

zeldaXroy: ahahah si, come al solito Luca non capisce un accidente, ma finalmente si da una svegliata, e Giò pure, che ha finalmente afferrato il concetto che Luca non capisce un accidente e gli dice le cose come stanno….che dire, era ora! XD ho ascoltato la tua richiesta ed ecco l’aspetto di Luca (più o meno) spero sia di tuo gradimento...^^

 

xxx macky96 xxx :ecco qui il nuovo capitolo, Luca è sempre stupido e Giò glielo fa notare in modo non troppo carino, ma alla fine va tutto bene, no? No. Cioè, per il momento si…PER IL MOMENTO. *eheheh risatina malefica. E con questo riconfermo la tua idea riguardo il mio sadismo e la mia perversione…XD quanto a Chiara…si, sono stati a letto insieme solo una volta, ma si conoscevano già da un bel po’ e poi…come potrebbe non innamorarsi di lui?? Anch’io mi innamorerei di lui se potessi! È così adorabilmente idiota! XD ( non ti preoccupare, non dubito della tua salute mentale…d’altra parte io ho un gruppo di amici immaginari parecchio adulatori e inopportuni e un chitarrista gaio e rotolante nella scatola cranica, che in mancanza di cose da fare si mette a cantare in screamo nel mio cervello…come potrei giudicarti? XD)

 

  rose07: ahahah si, ti capisco, ank’io ho un po’ odiato Luca per la sua stupidità…ma dopotutto io lo perdono sempre, perché gli voglio taaanto bene, anche se può non sembrare…XD ebbene, per il momento sta andando tutto liscio e finalmente i due si sono svegliati, ma i guai…arriveranno. Stai pur certa che arriveranno…XD

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


CHAPTER 10

CHAPTER 10

 

 

Sento qualcosa rimbalzarmi sulla nuca, ma lo ignoro e continuo a fissare Giò, senza aver la minima intenzione di distogliere lo sguardo.

Quella che posso identificare come una pallina di carta mi colpisce su una spalla per poi cadere sul banco. A distanza di un paio di secondi ne arriva un’altra, poi una più grande.

<< Che cazzo c’è?? >> esclamo alla fine, voltandomi con aria omicida.

Dilma mi sorride dal banco dietro al mio con la sua solita espressione vacua per le troppe canne.

Alzo gli occhi al cielo.

<< Che vuoi? >>

<< Niente, allora dopo si mangia tutti insieme? >> mi chiede, con un’alzata di spalle.

Che poi, quante volte lo devo ripetere?? Alla 6° credevo fosse ormai chiaro a tutti! Ma è evidente che gli ultimi neuroni che gli erano rimasti in testa se li deve essere fumati con un cilum.

<< Si, sisi, SI! >> esclamo, esasperato, scuotendo la testa.

Mi volto di nuovo e lancio un’occhiata a Giò, che si limita a ricambiare con uno sguardo molto eloquente. Sento una stretta allo stomaco. In realtà non ho ancora realizzato bene quello che è successo ieri. È come se stessi sognando…l’unico problema è che ho troppa paura che prima o poi mi dovrò svegliare.

Di riflesso allo sguardo di Giò alzo la mano.

La prof interrompe la sua spiegazione e mi guarda interrogativa.

<< Cosa c’è Mazzini? >>

Eh, cosa c’è….”c’è che ho voglia di scopare” potrebbe essere una risposta?

<< Ehm…non mi…non mi sento tanto bene, potrei andare un attimo in bagno? >> balbetto, assumendo l’aria più malaticcia che mi riesce.

<< Ma certo, vai pure… >> mi risponde la prof, guardandomi preoccupata.

Esco dalla classe in fretta e mi infilo in uno dei gabinetti, accendendomi una sigaretta.

La stringo tra le labbra e aspiro il fumo in gesti nervosi.

Non so se Giò mi raggiungerà. Non so neanche se voglio che Giò mi raggiunga.

Dopo qualche minuto sento la porta del bagno aprirsi e dei passi avvicinarsi.

<< Ehy Luke… >> al suono della voce di Giò un sorriso mi si apre sulle labbra e paura e confusione scompaiono.

Mi alzo da terra e gli apro.

<< Vieni… >>

Lui entra e si chiude la porta alle spalle.

<< Che cos’è successo? >> mi chiede, il viso reso più dolce da un sorriso leggero e stupendo.

Distolgo lo sguardo con aria lievemente scazzata.

<< Niente, avevo solo…volevo stare un po’ da solo con te… >> mormoro, appoggiandomi con la schiena alla parete.

Il suo viso viene attraversato da un lampo di malizia, e il suo sorriso dolce diventa ammiccante.

Che non è una buona cosa. Quel sorriso non è una buona cosa.

Non fa altro che incasinarmi la testa e le viscere e farmi sembrare ancora più idiota di quanto io non lo sembri già.

Giò mi si avvicina leggermente.

<< Beh, allora adesso che siamo… >> mi infila una mano tra i capelli. << …soli…cosa ti andrebbe di fare? >> sussurra ad un sospiro dalle mie labbra, poi mi bacia.

Mi lascio trasportare in una marea di sensazioni inquietanti che mi mozzano il respiro per qualche secondo. La sue labbra a contatto con le mie sono qualcosa di…troppo. Troppo per me. E quest’onda di emozioni che mi travolge e mi confonde non fa altro che agitarmi ancora di più e aumentare la mia paura. È qualcosa che non avevo mai provato prima, con nessuna ragazza.

È allo stesso tempo la cosa più bella, eccitante e spaventosa che mi sia mai capitata.

<< Io…cazzo, io ti amo… >> mi lascio scappare in un sussurro, quando ci stacchiamo.

Giò scoppia in una risata leggera.

<< Che c’è? >>

Appoggia le braccia ai lati del mio viso, imprigionandomi contro il muro e smette di ridere, guardandomi serio.

<< Non so, forse ho voglia di pestarti… >> si interrompe e scuote la testa, come se stesse dicendo a se stesso di lasciare perdere, perché è inutile.

Il suo viso ha un’espressione triste, rassegnata. Il mio di viso, invece, ha dipinto in fronte un enorme punto interrogativo. Al momento l’unica cosa che ho capito è che lui sta male, e la colpa è mia.

Mi stacco dal muro e lo bacio, facendo scivolare le mani sui suoi fianchi. Vorrei…vorrei vederlo sorridere, tutto qui. Non pretendo di renderlo felice o chissà che cosa…vorrei solamente vederlo sorridere. Tutto qui.

Dopo qualche secondo si stacca e fa una smorfia leggera.

<< Hai fumato… >> constata.

Scrollo le spalle e lo tiro di nuovo verso di me. Sento la sua bocca spostarsi leggera sul mio collo, e le sue mani accarezzarmi la pelle della schiena sotto la maglietta. Rabbrividisco sotto il suo tocco e so –so per certo- che diventerò pazzo per colpa sua.

Butto la testa all’indietro con un sospiro e mi mordo leggermente il labbro.

Il mio respiro si fa ancora più pesante, sentendo le sue labbra, la sua lingua, i suoi denti iniziare una piacevole tortura alla base del mio collo. Mi sembra tutto così fottutamente strano

Passo una mano tra i suoi capelli chiari, e per un momento mi trovo a desiderare di poter rimanere così per sempre… ma, per essere filosofici, nulla è per sempre, e dopo appena un paio di minuti suona la campanella che segna  il termine delle lezioni e delle nostre effusioni.

Spalanco gli occhi e spingo via Giò, che va a sbattere contro l’altra parete.

<< Cazzo, scusa… cioè, dobbiamo andare e…scusa.. >>

Lui fa un sorrisetto amaro, come se se lo aspettasse.

Apro la porta ed esco dal bagno raggiungendo i lavandini. Mi sciacquo la faccia accaldata e mi specchio. Il mio volto ha  un’aria abbastanza sconvolta e ho le guancie arrossate Heidi style… il mio sguardo scivola fino al collo, dove è ben visibile, in netto contrasto con la mia pelle chiara un segnaccio bordeaux. Impallidisco e spalanco la bocca.

<< MA PORCA DI QUELLA PUTTANA GIO’!! >> urlo, tornando sui miei passi.

Trovo Giò ancora appoggiato al muro che mi guarda con aria impassibile e inarca un sopracciglio.

<< Che hai da urlare tanto? >>

<< Un succhiotto! Un cazzo di fottutissimo succhiotto!! >> esclamo, in checca-isterica-mode-on.

Lui sorride. Capito? Sorride, il bastardo!

<< Beh, quello dell’altra volta non era rimasto… >> mi si avvicina un po’. << è…diciamo, il mio marchio… >> sussurra ad un mio orecchio, poi mi sorpassa ed esce dal bagno, ridendo sguaiatamente della mia espressione basita.

<< Marchio? MARCHIO?? Cosa sono, una mucca?? >>

 

 

 

 

Ahahah e con questo capitolo un po’ strano che si chiude con un Luca delirante e ancora più idiota del solito e un Giò più complessato che mai sono tornata! Gioiamo tutti insieme! Sii! XD che dire…io li adoro! Perché sono veramente stupidi e io ADORO le persone stupide! XD

E tra l’altro ho anche una certa passione per le storie demenziali e insensate…si vede? Insomma, io ce la metto tutte per scrivere cose con un minimo di senso, ma ho l’impressione di non riuscirci molto, eh…? XD

 

E piuttosto, ho fatto un disegno di Chiara…so che la odiate, ma nessuno la vuole vedere? Così, tanto per farsi un’idea del perché quella testa di carciofo di Luca ci si sia messo insieme…XD beh, io vi metto il link, poi fatemi sapere cosa ne pensate eh…u.u

http://tweetphoto.com/27699375  (la scannerizzazione non è venuta molto bene xk il foglio era molto più grande dello scanner, ma vabbeh, non ci fate caso… XD)

 

comunque ora non ho tempo per rispondere a tutte le recensioni, mi dispiace un sacco ma vi ringrazio, perché mi fa sempre molto piacere leggerle, quindi continuate a scrivere, prometto che la prossima volta faccio la brava e rispondo per bene…ma adesso proprio non posso, perché devo andare…ç_ç chiedo venia! ç_ç

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


CHAPTER 11

CHAPTER 11

 

 

Spalanco gli occhi. E la bocca.

<< Che..che cazzo ci fai qui?? >>

Loli saltella fino a me, sorridendo, mi butta le braccia al collo e mi stampa un bacio sulle labbra.

<< Sono venuta a prenderti, tesoro, mi pare ovvio, no? >>

Sento Giò –il Bastardo- scoppiare a ridere dietro di me.

<< Oh, ciao Giò! Cercavo proprio voi due… >>aggiunge poi mia sorella, con un piccolo ghigno.

Dilma mi guarda con aria vagamente sconcertata, per quanto la sua inespressività glielo permetta.

<< E, ehm, lei è…? >>

<< Kimi! Sua sorella! >> esclama..ehm, Loli (?) prima che io possa dire altro.

La guardo, inarcando un sopracciglio, e in risposta lei mi sorride, mentre alle mie spalle Giò continua a ridere istericamente, suscitando in me certi istinti omicidi che dovrei proprio tenere a bada.

Che poi, da quando in qua mia sorella si chiama Kimi??

Scuoto la testa, tanto è inutile stare a discutere con lei.

<< Mh, veramente noi stavamo, sai, andando a mangiare fuori… >>

<< Oh, non c’è problema, vengo con voi, non ho ancora mangiato! >>

Alzo gli occhi al cielo, e faccio per ribattere, ma schizzo mi anticipa.

<< Si, che problema c’è Luca, falla venire… >> dice, e il suo sorrisetto non promette nulla di buono. Se ci prova con mia sorella giuro che lo castro a mani nude, sto coglione…

<< Okay okay, andiamo… >> mi arrendo alla fine, iniziando a camminare verso il bar.

Loli…ehm, cioè, Kimi mi sorride e mi si appolpa ad un braccio.

<< Ci sarà da divertirsi… >> Mi sussurra Giò, sorpassandomi.

Kimi mi guarda per un secondo, poi fa un sorriso della serie io-ho-capito-tutto.

<< Fratellino, come mai hai la sciarpa addosso? Fa così caldo… >>

Giò scoppia a ridere, di nuovo.

<< Beh, ho un po’ di..sai, maldigola.. >> rispondo, fulminandola con lo sguardo.

Lei ridacchia, divertita.

Dio, questo pranzo sarà molto lungo…

Entro nel piccolo bar accanto alla scuola e saluto il barista. È un ragazzo giovane, e siamo qui tutti i giorni, quindi ormai siamo diventati amici.

<< Allora Luke…non penserai mica che ci siamo bevuti la balla del maldigola, spero… >> dice Fra, una volta che ci siamo tutti seduti al tavolo.

Lancio un’occhiataccia a Giò, che si limita ad esibire un ghigno malvagio.

Come ho fatto ad innamorarmi di un tale bastardo?

Prima che faccia in tempo a rispondere Dilma prende la mia bellissima sciarpa dell’interquella del centenario- e me la strappa di dosso con uno strattone.

<<affanculo stronzi… >>

Tutti gli sguardi del tavolo si concentrano sul mio collo.

Anche quello di Giò, che mi sorride compiaciuto e malizioso.

<< Wow… cioè, cazzo, potrei giurare che stamattina non ci fosse quello! >> esclama Dilma, indicando il bel livido sul mio collo.

<< Oggi la tua ragazza non c’era a scuola… >> aggiunge Fillo divertito.

<< E chi è questa specie di sanguisuga? >> mi chiede Schizzo con un ghigno, facendomi alzare gli occhi al cielo. ‘Fanculo davvero..

<< È solo…una che mi sono fatto, okay? Niente di che… >> sbuffo alla fine, prima di addentare il mio panino.

<< Beh, bel colpo amico! >> esclama Dilma, tirandomi una pacca sulla spalla.

Sorrido appena, ingoiando il boccone, e alzo lo sguardo su Giò, che mangia il suo panino con lo sguardo basso, accigliato. Che cosa cazzo ha adesso?? Questo ragazzo è esageratamente lunatico. Insomma, fino ad un minuto fa sorrideva!

Mia sorella mi tira una gomitata.

“Testa di cazzo” sillaba, spalancando gli occhi.

<< Giò ti devo par… >> le mie parole vengono interrotte dallo squillo di un cellulare. Del mio cellulare. Giò abbassa di nuovo lo sguardo, tornando a mangiare.

<< Scusa… >> mormoro, prima di rispondere.

Ehy Luca!”

<< Ciao Chia… >>

Schizzo ammicca nella mia direzione.

Lo sguardo freddo di Giò si posa per un secondo su di me. Poi si sposta di nuovo.

“ Che fai oggi pomeriggio?”  mi chiede la voce dall’altra parte del telefono.

<< Ehm… niente di che, credo… >>

“ Allora ti va di uscire?”

<< Con chi? >>

“ Beh, con…me…?”

<< Ah, si, cioè, scusa, ero distratto…va bene comunque! >> esclamo, passandomi una mano sugli occhi con un sospiro.

La sento soffiare una risata leggera dall’altra parte della cornetta e mi immagino il suo sorriso dolce.

“Dai, allora facciamo alle 5 in duomo?”

<< Si, va bene.. >>

“A dopo, ti…amo..”

<< A-anch’io… >> sussurro. È solo un sussurro, ma risuona nella stanza come se l’avessi urlato. Sento silenzio dall’altra parte del telefono, e vedo mia sorella guardarmi spalancando gli occhi. Giò si alza di scatto dalla sedia e se ne va, borbottando qualcosa riguardo il bagno. Chiudo la telefonata e mi risiedo.

Fisso per un secondo il panino: non ho più voglia di mangiarlo.

Come cazzo ho fatto a cacciarmi in un casino del genere? E perché ho detto a Chiara che la amo davanti a Giò??

Deglutisco.

Che cos’è questa sensazione all’altezza dello stomaco?

Infondo noi non stiamo insieme

<< Vado in bagno, ho la nausea. >> dico, alzandomi.

Sinceramente non so quale sia la cosa giusta da fare, ma non voglio più vedere quell’espressione sul suo viso.

<< Non mangi più il panino? Posso mangiarlo io? >>

<< Come ti pare.. >> rispondo a Dilma, allontanandomi dal tavolo.

Entro in bagno e mi chiudo la porta alle spalle. Giò è appoggiato al lavandino e tiene la testa bassa, i capelli bagnati che gli cadono in ciocche disordinate sul viso. Si dev’essere sciacquato la faccia.

Quando mi vede riflesso nello specchio non fa nulla, si limita ad alzare appena lo sguardo. Ora che sono qui non so cosa dire. Le parole mi muoiono in gola e mi sembrano tutte insensate e banali.

 << Giò… >> faccio un respiro profondo, e alla fine tutto quello che mi riesce di fare è mormorare un mi dispiace, distogliendo lo sguardo.

Si volta a guardarmi con un sorriso amaro, e il suo sguardo è fottutamente freddo.

Credo sia la prima volta che litighiamo in questo modo…

<< Ti…dispiace? >> dice, con aria divertita, inarcando le sopracciglia. << Non vedo di cosa dovresti dispiacerti… >>

Si passa una mano tra i capelli. Non l’ho mai sentito parlare con un tono così incazzato e teso.

Mi sorpassa e fa per andarsene, ma non voglio lasciarlo andare via così, quindi lo fermo, prendendolo per un polso.

Non è un polso sottile, o fragile. È un uomo, non una ragazzina, se volesse liberarsi dalla mia presa non gli ci vorrebbe poi tanto…ma non lo fa. Si limita a fissarmi, e basta.

<< Io non la amo… >> mi limito a sussurrare, poi lo tiro verso di me, finché le nostre labbra non si scontrano. È solo un bacio superficiale, leggero, dolce…

Dopo appena un paio di secondi ci stacchiamo. Il suo sguardo ora non è più freddo, è solo orgoglioso. Si scrolla la mia mano di dosso, e io lo lascio fare.

<< Vaffanculo Luca… >>

 

 

 

Ecco un altro capitolo di questa stupida storia! Qui arrivano già i guai e Luca ha combinato un casino che Giò non gli perdonerà tanto presto…XD e credo si intuisca anche cosa avesse risposto a Chiara, l’Idiota…. Ma dopotutto gli vogliamo bene comunque, giusto? Ehm..Giusto…? okay, facciamo che IO gli voglio bene lo stesso…u.ù povero Luca, già lo vedo in un angolino a deprimersi in stile Tamaking facendo disegnini insensati a terra…ç_ç piccolo, non ti preoccupare, io ti amo lo stesso…ç_ç  NdLuca-e chi se ne frega?? Che cazzo vuoi, autrice di merda?? Non fai altro k farmi maltrattare da tutti e poi hai anche il coraggio di dire di amarmi? Ma vai a quel paese! -.-

NdA-*si accovaccia in un angolino stile Tamaking e inizia a dondolarsi con fare depresso

 

 

Melinda Pressywig: grazie mille per tutti i complimenti cara! Sono contenta che ti piaccia il disegno, la storia e quei personaggi idioti che non fanno altro che cagate! E Luca non capisce una mazza neanche qui…-.- cioè, è assurdo che non capisca MAI nulla, io non ho parole…u.ù

 

DremerRock: sisi, nello scorso capitolo erano un sacco dolci  e teneri, ma qui mi sa che sono un po’ insopportabili..XD Luca ricomincia a fare idiozie e Giò ricomincia a fare la checca isterica..XD

 

zeldaXyuki: ahahah guarda a me vengono fuori così idioti i personaggi senza neanche che mi ci metta d’impegno…prendono tutto dalla scrittrice…quindi credo che dopo tutto sia una buona cosa se i personaggi ti vengono un po’ più intelligenti di questi…le cose con Chiara si sono evolute, visto? Ma in effetti forse sarebbe stato meglio se non fosse successo..-.-

 

rose07: sei L&G dipendente? Ma allora hai dei problemi serissimi! XD quanto alle scene hot mi sa che dovrai aspettare parecchio…insomma, così a occhio e croce mi sa che Giò manderà in bianco Luca per un bel po’, dopo questo capitolo…XD

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


CHAPTER 12

Mi lancio sul letto e mi stendo con un sospiro, scalciando via le scarpe, che cadono a terra con un tonfo. Sfioro con la punta delle dita la base del mio collo, dove so che c’è quel dannato segno. Alla fine l’ho coperto con il correttore di mia sorella ed una maglietta con il collo molto, molto stretto. Fortunatamente era quasi all’altezza della clavicola, quindi non è stato molto difficile coprirlo, ma ho paura che Chiara se ne sia accorta lo stesso. Quando ci siamo salutati mi ha guardato con un espressione triste, si è morsa un labbro e ha detto “vorrei non doverti mai lasciare...”

Non so, forse sono solo le mie solite seghe mentali, ma ho davvero la sensazione che lei abbia capito qualcosa, se non tutto, e faccia semplicemente finta di nulla.

Scuoto la testa, cercando di scacciare questi pensieri, che non sono proprio da me, e mi metto in piedi, prendendo il libro di letteratura latina dalla cartella. mi metto alla scrivania ed inizio a fissarlo, nella vana speranza che le nozioni mi entrino nel cervello per osmosi. Nel giro di 20 secondi la mia testa è già volata completamente via, lontana da Cicerone, lontana dalla mia stanza. Chiudo gli occhi e mi ritrovo in un luogo al di fuori dello spazio e del tempo, un luogo distante anni luce dalla mia realtà. L’unica cosa che mi ricorda i miei problemi è una musica che raggiunge le mie orecchie, distante, come ovattata.

 

Dear God

The only thing I ask of you

Is to hold her when I’m not around

When I’m much too far away…

 

Per un momento il sorriso dolce di Chiara mi attraversa la mente, per poi svanire lentamente, con il cambio della canzone.

 

E si la scuola è una giungla

Però non si scorda

Comunque sedici anni è una merda..

Il futuro è una macchia e manco mi importa

Io vado per inerzia..

 

Sorrido. O almeno, credo di starlo facendo, perché effettivamente non sento più la mia faccia. Gli Articolo 31... sono il primo gruppo che ho ascoltato, dopo Cristina D’avena.

E con un Click la canzone cambia di nuovo. Non capisco se sia lo stereo di mia sorella che va a random, o il mio cervello che è andato completamente a farsi fottere per colpa del fumo e dell’alcool.

 

I

I can remember

Standing

By the wall

And the guns

Shot above our heads

And we kissed

As though nothing could fall

And the shame

Was on the other side

Oh, we can beat them

Forever and ever

Then we can be heroes

Just for one day

 

Una canzone che parla di due amanti; e del loro coraggio. Quel coraggio di affrontare anche la morte uno per l’altro. Quel coraggio che a me manca. Forse ho sopravvalutato i miei sentimenti? Forse mi sono convinto di provare qualcosa che in realtà non c’è... Perché se fossi davvero così innamorato di Giovanni, avrei il coraggio di mollare Chiara ed affrontare tutti i pregiudizi della gente, per lui. Avrei il coraggio di affrontare i miei pregiudizi, per lui. E invece non ce la faccio...

Lo squillo del telefono mi fa tornare improvvisamente alla realtà, e mi accorgo di avere la faccia spalmata contro il libro di latino e un rivoletto di bava all’angolo della bocca.

Ma da quando in qua io sbavo mentre dormo?

Me lo asciugo, scuotendo la testa, e mi trascino stancamente fino al telefono.

<< Pronto? >>

<< Luca? >> chiede la voce di mio padre, dall’altro capo del telefono.

<< Si pa’.. >> rispondo con uno sbadiglio.

<< Senti, stasera sono fuori per una cena di lavoro... di alla mamma di non aspettarmi alzata, okay? >>

<< Mmh, sì.. >> mugugno, ma sono troppo assonnato, per poter formulare una frase dotata di un senso compiuto.

In lontananza sento la voce di una donna che lo chiama, e poi diverso rumori che non riesco bene ad identificare. Interrompo la telefonata e metto il cordless al suo posto. Forse era una sua collega, forse era la sua segretaria... ma ne dubito fortemente.

Tiro un lungo sospiro e torno in camera a prendere la mia giacca. Ho bisogno di uscire, di bere, di divertirmi un po’... di non pensare per qualche ora alla mia schifo di vita sentimentale, alla mia schifo di media scolastica, a mio padre che tradisce mia madre senza neanche preoccuparsi che i suoi figli non se ne accorgano.

<< Mamma io esco! Papà ha detto che stasera lavora e di non aspettarlo! >> urlo in direzione del salotto, afferrando le chiavi della mia moto  dal mobile all’ingresso.

<< Luca? Ehy Luca! >> sento esclamare mia mamma. << Dove vai? Hai studiato per il compito di latino? >>

<< Vado a studiare da Gio’! >> mi invento sul momento, poi esco di casa, prendo la moto e mi dirigo verso i Navigli.

 

 

Mio Dio, dopo circa otto mesi ho aggiornato, e la cosa, ve lo assicuro, stupisce più me di voi. Che dire, questo capitolo l’ho scritto quest’estate, ma non mi convinceva molto, perché è un po’ troppo deprimente per i miei gusti, e poi è tipo tutto un enorme viaggione senza senso di Luca e boh. Non lo so, vorrei che mi diceste voi cosa ne pensate, perché io non ho ancora deciso XD

 

Come al solito ringrazio tutte quelle belle donne che leggono, mettono tra i preferiti, seguite o da ricordare, e ovviamente anche quegli angeli che recensiscono, che mi rendono sempre tanto felice. Vi amo donne!

 

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


CHAPTER 13

Butto giù alla goccia quello che è rimasto della mia birra e mi alzo dal tavolo, leggermente instabile sui piedi.

<< Ragazzi! >> esclamo, e la mia voce risuona ad un volume decisamente più alto di quello che credevo di aver utilizzato. << Io vado! Può darsi che io abbia qualcosa da fare! >>

I miei amici, seduti al tavolo, ridono di gusto. Anche se in effetti non so cosa ci sia di tanto divertente. Evidentemente non sono poi tanto sobri neanche loro.

<< Aspetta, idiota! >> mi riprende Davide, alzandosi e prendendomi per un braccio. << Ti accompagno... anche se sei un idiota, non voglio che ti ammazzi, in moto. >> sospira, scuotendo la testa con aria esasperata, poi mi trascina fuori dal locale, senza neanche darmi il tempo di protestare.

Si mette alla guida del mio KTM e mi fa salire dietro. Decido di fidarmi delle sue capacità di biker, visto che le mie, al momento, sono completamente andate a farsi fottere per colpa dell’alcool.

<< Allora, in che via? >>  mi chiede, mettendo in moto.

Gliela dico, e lui subito parte a razzo. Mentre andiamo chiudo gli occhi, ed è come se il mio corpo stesse volando. Credo sia colpa dell’erba. Perché il mio corpo.. non sta volando, giusto? Spalanco di scatto gli occhi. Le luci della città vorticano intorno a me in un casino totale di colori, di flash e forme che mi fanno girare la testa. È assurdo. Tutto così assurdo e senza senso. Sarei potuto morire stanotte. Se Davide non si fosse offerto di accompagnarmi, sarei potuto morire. Mi sarei impastato sicuramente. E poi? Cosa sarebbe successo? Niente. Tutto avrebbe continuato a scorrere. Le luci della città avrebbero continuato a brillare. E Gio’? Sarebbe andato avanti anche lui, ne sono sicuro. Forse per un po’ avrebbe sentito la mia mancanza, ma poi avrebbe smesso di pensarci, con il tempo, e avrebbe continuato a vivere.

Quando la moto si ferma, scendo e mi tolgo il casco. Subito mi accorgo di due cose: la prima è che non sto in piedi, la seconda è che Davide mi ha portato a casa di Gio.

Mi volto a guardarlo sconcertato.

<< Che cazzo ci facciamo qui? >> biascico, indicando il condominio alle mie spalle.

Dave mi guarda confuso, con un sopracciglio inarcato.

<< Sei tu che mi hai detto di portarti qui.. ma stai piangendo? >> mi chiede, con aria piuttosto perplessa.

Sto piangendo? Mi porto una mano al viso. Sto piangendo! Perché sto piangendo?

<< Credo siano gli effetti collaterali del fumo, sommato a pensieri insensati riguardo la mia morte e... le luci della città... >>

<< Ah. >> è l’unica reazione che si merita la mia risposta. << Comunque chi è che abita qui? Forse è meglio se ti porto a casa tua.. >> mi chiede Davide, decidendo di non approfondire il discorso riguardante le luci e la morte ecc ecc.

<< NO! >> mi sento esclamare. Evidentemente il mio cervello non ha più il controllo delle azioni del corpo. << Gio’. Questa è casa di Gio’, io gli devo parlare, io... io lo amo! Credo. Non lo so, ma devo parlarci. >>

Devo essere diventato pazzo. Da quando in qua alcool e fumo hanno un tale effetto distruttivo sui miei neuroni? Ho appena urlato a Davide che amo Giovanni. Il discorso sta davvero degenerando.

Mi accorgo di aver abbassato lo sguardo, quindi lo rialzo, per vedere la reazione del mio amico alle mie ultime parole. Mi sta fissando. Mi sta fissando con le sopracciglia inarcate.

<< Luca sei gay? >>

<< No. Però vorrei scoparmi Giovanni. >> Okay, sono impazzito. Oltre al fatto che ho appena detto ad un mio amico che vorrei scoparmi Giovanni, quella frase non aveva proprio senso.

Dave mi guarda per un lunghissimo momento senza dire nulla, poi scrolla le spalle.

<< Boh, non ho capito bene questa storia, ma sappi che, se dovessi scoprirti gay, per me non sarebbe un problema... >> Ed io in questo momento lo sto adorando. Insomma, siamo amici da qualche anno, ma non l’avevo mai frequentato più di tanto, e... boh, è bello sentirsi dire una cosa del genere da un tuo amico. Sapere che non ha pregiudizi nei tuoi confronti anche dopo che gli hai appena detto che vorresti scoparti il tuo migliore amico.

<< Beh, non dovevi andare a parlare, scopare o non so cosa con Gio’? >> esclama dopo un po’, facendomi notare che, effettivamente, è tipo un quarto d’ora che lo fisso con espressione ebete.

<< Giusto! Grande! Tu... >> lo guardo per un momento. << Tu sei un grande. >> concludo, poi mi volto e mi attacco al citofono di Gio’, pregando che oggi sua madre avesse il turno di notte. Quanto al padre posso stare tranquillo: sarà fuori a bere con gli amici come al solito. Dopo qualche minuto mi risponde la sua voce assonnata.

<< Chi cazzo è?? >>

Sorrido appena.

<< Luca. >>

Sento per un momento il silenzio dall’altra parte del citofono, poi lo scatto della serratura. Barcollo dentro l’ingresso del palazzo e mi ritrovo a ringraziare Dio che casa di Giovanni sia al piano terra, mentre salgo a fatica quei pochi gradini che mi separano dalla sua porta, tenendomi saldamente allo scorrimano. È lui ad aprirmi, con indosso solo i pantaloni di una tuta e una maglietta, i capelli per aria e la faccia gonfia dal sonno.

<< Che cazzo ci fai qui, coglione? Sei ubriaco... >> mi accoglie, spostandosi per farmi entrare.

 

 

 

Aah eccomi qui gente! Penso che da qui riprenderò ad aggiornare abbastanza in fretta, perché mi è miracolosamente tornata l’ispirazione. Il nostro Luca come al solito combina casini, ma grazie a Dio ha degli amici decenti..  XD in realtà sto Dave non ho idea da dove cazzo sia spuntato, però mi sta simpatico, quindi credo proprio che lo farò comparire di nuovo. X°D 

Ciò detto, come al solito ringrazio quelle donzelle angelicate che apprezzano questa storia, o la leggono soltanto. Come sempre: VI AMO ALLA FOLLIA <3

 

 Melinda Pressywig eehy ciao! Che carina, hai commentato subito! Son contenta che ti piaccia il capitolo, perché a me non convinceva molto. Si, se ti devo dire la verità l’avevo un po’ abbandonata, ma poi un bel giorno mi son messa a rileggerla e.. boh, folgorazione, una lampadina si è accesa accanto alla mia testa, non lo so, mi è tornata l’ispirazione XD

 buono dai, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo. J

un bacio

 

Astrid von Hardenberg oh ciao! Una nuova lettrice, che gioia! Grazie per i complimenti, sono tanto contenta che ti sia piaciuto questo delirio XD questo chap fortunatamente è un pochino più divertente. Credo.  XD Ho una pessima inclinazione per la tragedia io XD e soprattutto mi diverto da morire a far soffrire i miei protagonisti u.u comunque adesso la smetto di sparare cavolate e ti saluto.

 Augh! Se ti va fammi sapere cosa pensi di questo capitolo ^^

 

Silv_ ooh sono felice che ti piaccia, nonostante sia piuttosto delirante questa cosa. Spero continui a piacerti anche questo capitolo e i prossimi. Se ti va lasciami una recensione! J

 

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


CHAPTER 14

Mi avvio verso camera sua, piuttosto instabile sui miei piedi.

<< Solo un pochino, ti devo... ti devo, sai, parlare e... ma si è allungato, questo corridoio? O mi sono rimpicciolito io? >>

Sento Gio’ sospirare alle mie spalle, poi mi segue, senza dire nulla. Mi accascio sul suo letto sfatto, contento di non dover più sforzarmi di camminare, mentre lui rimane in piedi, guardandomi  in attesa che dica qualcosa di sensato. Ma mi sa che son troppo ubriaco, per poterlo fare.

<< Allora, cosa vuoi? Ti rendi conto che sono le 2? Non puoi piombarmi in casa conciato inquel modo in piena notte! >> sbotta dopo qualche minuto, con aria stanca ed esasperata.

<< Lo so, non... mi dispiace. >> mormoro.

So che ha ragione, c’è poco da fare, ma avevo voglia di vederlo.

<< Io non sono davvero innamorato di Chiara. >> è tutto ciò che mi riesce di dirgli.

Lui sospira di nuovo e si passa una mano sul volto.

<< L’hai già detto, questo. >>

Lo so, cazzo, lo so! Sei tu che non mi ascolti.

<< Ascolta, lei mi piace, più di quanto mi sarei mai immaginato, è... è dolce e carina, ed è davvero innamorata di me, sto bene con lei. >>

<< Scusa, fammi capire, tu sei venuto qui per cantarmi le lodi della tua ragazza? >>

Scuoto la testa.

<< No, per dirti che nonostante tutto mi piaci comunque molto di più tu. >>

Gio’ mi guarda in silenzio, probabilmente non sa cosa rispondermi.

<< Non so cosa... >> riprendo, con fare terribilmente farneticante. << Non so cosa voglio, cosa provo, non...ho... ho paura, e... e.. posso baciarti? >> come? Occristo. Come cazzo ha fatto ad uscirmi una cosa del genere nel bel mezzo del discorso? Come minimo ora mi sputa in faccia. Io lo farei.

Lo vedo spalancare gli occhi e guardarmi sorpreso.

<< No, scusascusascusascusa scusa, non centra niente... >>

<< Cazzo, Luca, taci una buona volta. >> mi interrompe, avvicinandosi con un mezzo sorriso.

Ho voglia di baciarlo. Ho voglia di baciarlo, di toccarlo, di sentire il suo corpo contro il mio, e di vedere il suo viso deformato  dal piacere solo per me, solo per merito mio. Lo afferro per un polso e lo tiro verso di me per far scontrare le nostre labbra, senza pensarci. Lui perde l’equilibrio e mi cade addosso, facendomi stendere sul letto. Incastro una mano tra i suoi capelli morbidi e arruffati, mordendogli appena il labbro. E ora mi sembra così naturale, baciarlo, giocare con la sua lingua, alzargli la maglietta per poter sfiorare la pelle calda della sua schiena.

Sento la sua gamba infilarsi tra le mie, e il suo respiro leggermente accelerato contro la mia bocca. Non riesco a trattenere un sospiro forte. Troppo forte.

Sorride sulle mie labbra, e strofina la coscia contro il cavallo dei miei pantaloni. Ed io non posso fare a meno di pensare che quel ragazzo sia sadico.

<< Mi farai impazzire... >> ansimo, mentre  le sue labbra si spostano sul mio collo.

<< La speranza è l’ultima a morire.. >> ridacchia contro la mia pelle, che è diventata decisamente troppo sensibile.

E forse è vero. Forse in certi casi è solo la speranza, a tenere in piedi le persone, a farle andare a vanti. Forse anche Gio’ sta sperando. Spera che quello che stiamo per fare sia amore, non sesso, non la scopata di una notte. Amore. Ma cosa significa, poi, questa parola?

 

 

Eccomi qui! Oddio, questo capitolo è un po’ corto, e un po’ sadico, perché si interrompe sul più bello. Il più bello, poi... boh. Chissà che succederà adesso. XD in vero, vi dico, non mi piace poi tanto questo chap, però adoro la loro conversazione, perché Luca da ubriaco è ancora più idiota del solito. XD

Ahahah mi sento anch’io un po’ sadica. Ma tanto voi mi amate lo stesso.

...

Ehm..

Ehy?

Era una battuta, dai... una battuta! Non mi guardate così! ç_ç

 

Comunque, come al solito ringrazio tanto tutti coloro che in qualche modo apprezzano i miei scleri da depravata. I’m sending all my love to you <3

 

 Silv_ ecco qui il seguito! in effetti le cose si stanno facendo un po’ interessanti, eh? Comunque Luca è il solito idiota, e su questo c’è poco da fare. XD ma io gli voglio bene ugualmente. Spero che continui a piacerti J (odio questa faccina, stupido word. )

 

 Melinda Pressywig tesoro tu mi fai sentire amata! XD grazie per i complimenti, e sono tanto contenta che quei due deficienti (scusa, tre, compresa la sottoscritta) ti facciano fare qualche risata! Si, anch’io amo Luca ubriaco, che ondeggia di qua e di là e blatera a vanvera, sparando fuori qualsiasi cosa gli passi per la testa! XD Ecco cosa accade. Ma poi, avevate dubbi? Qualcuno seriamente pensava che sarebbero rimasti a chiacchierare amabilmente? Figuriamoci, è già abbastanza complicato per me tenerli lontani dieci minuti... XD ahah

Dai, la smetto di tediarti con queste stupidate, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

 

Astrid von Hardenberg ahahah si, anche a me danno sempre della scaricatrice di porto. XD ma, insomma, sai, sparare parolacce mi riesce naturale come respirare, c’è poco da fare... (nda- no, ale, non è una bella cosa. XD) oh, se hai voglia aggiungimi su msn, il contatto l’ho scritto nel mio account. Quanto al sadismo nei confronti dei propri personaggi ti capisco... ai miei ne combino sempre di tutti i colori. E tieni conto che questi due li sto anche trattando moooolto bene. Comunque, i deliri sono sempre apprezzati, e mi piace leggere le recensioni lunghe, mi diverto, quindi puoi fare lunghe recensioni deliranti ogni volta che vuoi. Prometto che le leggerò tutte dall’inizio alla fine. XD

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo.

Tanto ammoreH <3

 

 rose07 ooh chi si sente! Son contenta che dopo tanto tempo che non aggiornavo stai ancora a leggere questa cosa! Io mi sarei mandata al diavolo! Si, Luca ubriaco abbiamo deciso all’unanimità che è adorabile. Ma lui è adorabile sempre. E dice sempre un sacco di stronzate, quindi in realtà non so dove stia tutta sta differenza da quando è sobrio. >_>’

Dave... beh, io mi son ricordata da dove l’ho tirato fuori. Ma voi non lo saprete mai. O forse si. XD comunque penso che tra un po’ me lo dimenticherò nuovamente, quindi non cambia nulla. E in ogni caso è adorabile (nda- pure lui? E cambia aggettivo!) e penso che d’ora in poi comparirà ogni tanto. Beh, direi che per ora le cose vanno abbastanza bene a casa di Gio’, no? Sperando che Luca non rovini tutto come al solito. XD

Byebye <3

 

Nightingale sorella. Sei mia sorella. Abitiamo sotto lo stesso tetto ed abbiamo gli stessi geni, lo stesso sangue, gli stessi genitori, lo stesso cognome! Ma soprattutto, abitiamo sotto lo stesso tetto! Non me lo puoi dire a voce? XD

Ti amo. <3

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


CHAPTER 15

 

Apro lentamente gli occhi, ma è praticamente come se non l’avessi proprio fatto: la stanza è ancora completamente immersa nel buio. Mi ci voglio un paio di minuti per fare mente locale e ricordare bene dove sono e cosa è successo ieri sera. E quando finalmente tutto mi torna alla memoria non posso far altro che desiderare di essere seppellito qui, seduta stante. I ricordi tornano tutti insieme, in una grande onda che mi mozza il respiro e mi fa girare la testa. Sento un peso sul mio petto, ma mi rendo conto che non è esclusivamente il senso di colpa, ma più che altro il braccio di Gio’, che è ancora lì appoggiato.

Già, Giovanni. Mi volto e trovo il suo volto a pochi centimetri dal mio, ed è... così fottutamente bello.. bello e addormentato. Mi sento uno schifo. La testa è conciata come se ci fosse passata sopra una trebbiatrice, ho gli occhi gonfi e la nausea e ho scopato con Gio’. I miei pensieri non hanno un filo logico, maquesto non cambia il fatto che io abbia scopato con Gio’. Ho scopato con Gio’! okay, calma Luca, continuare a ripeterselo non cambierà le cose, né ti farà tornare indietro nel tempo.

Sospiro e penso a cosa fare. Cosa potrei fare, d’altra parte? Cosa dovrei fare? Rimanere qui, aspettare che si svegli, coccolarlo come un bravo fidanzatino ed accettare le conseguenze naturali di ciò che ho fatto? fare la cosa giusta, per una volta?

Mi levo di dosso il suo braccio e mi alzo dal letto, recuperando i miei vestiti, con non poca fatica dato che non ci vedo una beneamata minchia e che sono sparsi un po’ ovunque in giro per la stanza. Quando sono completamente vestito lancio uno sguardo al ragazzo steso nel letto. Dorme, i capelli scompigliati gli coprono per metà il viso e il suo petto si alza lentamente, seguendo il ritmo regolare del suo respiro.

sono tornato a casa. Ci vediamo a scuola.” Gli scrivo questo bigliettino, e dopo un attimo di esitazione ci aggiungo uno “scusami”. Glielo lascio sul comodino ed esco da quella casa. Salgo sulla mia moto e me ne vado in fretta. Scappo alla velocità della luce, fuggo da ciò che ho fatto, dal mio migliore amico. Come al solito, le responsabilità non sono qualcosa che riesco ad accettare.

Appena arrivo a casa mi infilo nella doccia, per togliermi di dosso il sudore... e il suo profumo. E subito, mentre sento l’acqua calda scivolarmi sulla pelle, mi tornano in mente le immagini della notte appena passata.

 

Mi passò lentamente la lingua sul collo, mentre con le mani mi alzava la maglietta. Sembrava sicuro di ciò che stava facendo, sembrava che non volesse interrompere il contatto tra le nostre labbra neanche per un secondo. Si staccò un solo istante, giusto il tempo di togliermi quell’inutile indumento e lanciarlo in qualche angolo remoto della stanza. Lo vidi esitare e guardarmi per un momento con uno sguardo strano.

<< Che cosa c’è? >> sussurrai, passandogli una mano sul viso.

<< Niente... pensavo solo che devi essere parecchio ubriaco, per fare quello che stai per fare... >>

Scossi la testa. << Forse è vero, ma ti giuro che non lo dimenticherò, né domani, né mai, e non penserò mai che sia stato un errore. >>

Un ghigno malizioso si dipinse sul suo volto. << Oh, no che non lo dimenticherai, te lo assicuro... ma sono sicuro che domani mattina la prima cosa che penserai sarà che è stato un errore. >> concluse, poi, senza darmi il tempo di replicare, tornò a baciarmi il collo. Forse fu meglio così, non avrei fatto altro che fare promesse infondate che probabilmente non avrei mantenuto. Rabbrividii, sentendo le sue mani calde scivolare sul bordo dei miei jeans. Dovetti mordermi un labbro a sangue, per evitare di dire cose di pessimo gusto come “oddio ti prego Gio’ fa’ qualcosa, qualsiasi cosa, con qualsiasi cosa, mani, bocca, quello che ti pare,  ma fa qualcosa”.

E anche così non fu facile, in particolare quando sentii la sua bocca scendere lentamente lungo il mio petto per arrivare fino al mio basso ventre e... e tornare su con un ghigno. E alla fine io stavo davvero per diventare pazzo.

 

Dio, se è stato un errore! E odio, odio dovergli dare ragione quando predice che mi comporterò da stronzo, ma non riesco a pensare altro, in questo momento. Senza contare, tra l’altro, che a ripensare a stanotte mi è.. si, beh, mi è venuta voglia. E Dio solo sa quanta.

 

Mi slacciò la cintura con un colpo secco, mentre con la lingua mi percorreva piano tutta la pancia, fino ad arrivare in basso. Davvero in basso.

<< Gio’, sei si... sei sicuro di... >> mormorai, mordicchiandomi un labbro.

Lui sorrise. << Non mi pare che tu mi stia obbligando, no? >>

Non riuscii a dire altro.

 

Mi mordo un labbro e mi appoggio ad una parete della doccia. Il vapore bollente mi rende difficile respirare, e mi rendo conto che sono di nuovo eccitato. Ed è quasi doloroso. Vorrei che Gio’ fosse qui con me, e mi sento una merda per questo.

 

Mi sentii mozzare il respiro come mai mi era successo in tutta la vita. Incastrai una mano nel groviglio dei suoi capelli, buttando la testa indietro con una serie di sospiri rotti.

 

Non ce la faccio. Mi accascio a terra, sotto il getto d’acqua calda, e lascio scendere lentamente una mano tra le gambe.

 

<< Gio’, aspe-aspetta un istante, cazz... >> esclamai, allontanandolo per un momento da me.

Lui mi guardò interrogativo, mandandomi in pappa il cervello con quegli occhi ghiacciati e allo stesso tempo brucianti.

<< Vorrei.. posso... posso...? >> non avevo idea di come cazzo chiederglielo, ma Gio’ capì lo stesso cosa volevo dire. Sorrise. Presi il suo viso accaldato tra le mani e lo tirai nuovamente su, per poterlo baciare di nuovo, per potermi gustare ancora quelle labbra perfette. In pochi istanti ribaltai nuovamente le posizioni, e mi ritrovai a cavalcioni su di lui. Lo sentii muovere i fianchi, per aumentare il contatto.

La verità è che ero imbarazzato da morire. Ero eccitato, avevo voglia di farlo con Gio’, da morire, però ero anche imbarazzato. Non l’avevo mai fatto con un uomo. Mai, e, per quanto una vaga idea di come funzionasse ce l’avessi, non potevo fare a meno di vergognarmi terribilmente.

Gio’ mi sorrise con aria piuttosto divertita e mi prese le mani tra le sue, portandole fino al bordo dei suoi pantaloni.

<< Forse un buon inizio potrebbe essere togliere questi... >> mi prese in giro, in un sussurro.

E io ebbi l’impressione che mi avesse appena letto nel pensiero. Sorrisi leggermente, poi lo aiutai a togliersi i pantaloni e a voltarsi.

Gli baciai il collo, la schiena e qualsiasi parte riuscissi a raggiungere. Lo desideravo. Più di ogni cosa al mondo.

Gli entrai dentro lentamente. Avevo paura di fargli male, di renderlo un brutto ricordo, di ferirlo.

Lo sentii irrigidirsi sotto di me, lasciandosi sfuggire un piccolo gemito di dolore.

Mi bloccai immediatamente.

<< Gio’ scusa, ti ho... ti ho fatto male? Forse io... >>

<< Luca.. zitto e continua. >> ansimò, e io non potei far altro che obbedire.

 

Accelero il ritmo della mia mano, per andare a tempo con i ricordi. Chiudo gli occhi. Gemiti leggermente soffocati lasciano le mie labbra uno alla volta, ed è quasi come se Gio’ fosse ancora qui con me, e la mia mano fosse la sua. Non mi ci vuole poi molto, per raggiungere l’orgasmo.

Mi mordo un labbro, trattenendo il respiro ancora una volta.

 

Uscii da lui piano e mi accasciai al suo fianco, esausto, ritirandomi su i boxer. Sospirai piano e chiusi gli occhi. Lo sentivo muoversi al mio fianco.

Dopo qualche secondo si stese accanto a me, e mi resi conto che aveva nuovamente addosso la maglietta e i boxer.

<< Ti amo, Luca... >> lo sentii sospirare alla mia destra. << Per quello che conta, ti amo. >>

Non dissi nulla. Non avrei saputo cosa rispondergli: qualsiasi cosa sarebbe risultata superflua e senza senso.

Rimasi a guardare il soffitto di quella stanza per non so quanto tempo, poi mi addormentai, cullato solamente dal respiro regolare di Gio’ nelle mie orecchie.

 

 

 

 

 

 

Saalve carissime! Ecco un nuovo folle capitolo! Finalmente si scopre cos’hanno combinate quei due... e spero di aver soddisfatto almeno un po’ le vostre aspettative!  Io trovo troppo carino Luca in versione “ommioddio, e ora che cazzo faccio? Cosa devo fare? Ma perché ad educazione sessuale non spiegano anche questo genere di cose??” XDD  poveraccio! XD e intanto come al solito si comporta da coglione. XD vabbeh, lasciamo perdere. Ora ringrazio come sempre le persone meravigliose che leggono questa cosa, o l’hanno messa tra le preferite/ricordate/seguite! Love ya <3

 

 

Astrid von Hardenberg oh tesoro! Mi vuoi bene?! Grazie! Mi si riempie il cuore! *-* ahahah comunque grazie mille anche per i complimenti, e poi hai visto che ho aggiornato abbastanza presto? Non sono stata tanto sadica! XD è anche un pochino più lungo questo capitolo. Sono fiera di me stessa. XD beh, fammi sapere cosa ne pensi, se ti va!

Un bacio

 

Pandy13 oh graazie! Sono tanto contenta che ti piaccia! Insomma, dire che questi due qua sono una droga mi pare un po’ esagerato (anche perché poi si montano la testa, e chi ci riesce più a farli ragionare? -.-) però lo predo per un complimento. Perché lo era, vero? Non droga inteso come sostanza chimica potenzialmente mortale e in ogni caso molto pericolosa che crea una brutta dipendenza, vero? XD come avrai notato le minacce funzionano, se vuoi farmi aggiornare in fretta, quindi ecco il nuovo capitolo. E finalmente si capisce che hanno combinato i due, e Luca come ha reagito. Di merda, naturalmente, perché è un IDIOTA. XD

Byebye al prossimo chap! :)

 

Melinda Pressywig le coincidenze della vita, amica mia! XD in realtà io ero lì che ti osservavo, mentre controllavi le storie seguite, e ti ho letto nel pensiero... muahahahahahaha (NdLuca... -.-‘ ma sei idiota? ) (NdA.. zitto, tu non hai diritto di parola: sei solo un parto della mia mente malata. ) ad ogni modo, dicevo: ti ringrazio infinitamente per i complimenti, anche se non smetterò mai di pensare che siano esagerati.

Love <3

 

beal95 hola! Figurati, sono già contenta se mi recensisci questo! Hai sbavato? Ti ho fatto sbavare? So che può sembrare strana come frase, ma.. che bello, ti ho fatto sbavare! Ahahhaha XD scherzo, comunque si, in questo periodo penso che aggiornerò abbastanza velocemente, ma almeno un paio di giorni di tempo me li dovete lasciare, ho anche una vita da portare avanti, io! XD

oh, e comunque le recensioni deliranti e ad alto contenuto di cazzate sono sempre bene accette qui! Anche perché pure la storia è delirante e ad alto contenuto di cazzate...XD

 

 rose07 ahah dai, vi ho mollate sul più bello, però non ho fatto aspettare molto, suvvia...XD per una volta Luca non ha combinato disastri, ma in compenso dopo ha fatto la cosa peggiore che potesse fare: andarsene senza dire nulla. -.- vabbeh, ma tanto lo sappiamo che è idiota... e poi, povero cucciolo, è tanto confuso e impaurito da tutto quello che sta succedendo...XD

spero ti sia piaciuto anche questo capitolo vagamente hot...X°°D

un bacio!

 

Silv_ ahah si, immagino... dopo questa dichiarazione di Luca su quanto sia carina e adorabile ecc ecc Chiara... anch’io mi sarei preoccupata.. ma poi è andato tutto bene, dai.. XD

Al prossimo chap! :)

 

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Capitolo 16
*** Chapter 16 ***


Finisco di fare la doccia, mi rivesto e corro in camera di mia sorella. In questo momento ho davvero, davvero bisogno di parlare con lei, il problema è che sta ancora dormendo, e svegliarla non sarà facile. Mi accovaccio accanto al suo letto.

<< Loli... Loli, svegliati... ti devo parlare.. >> sussurro, scuotendola per un braccio.

Tutto ciò che ottengo è un mugolio infastidito. Okay, sono le sei del mattino, però uno sforzo lo potrebbe anche fare, per il suo dolce fratellino in crisi ormonale e sentimentale.

<< Loli porca miseria! >> sibilo, a voce leggermente più alta.

<< Non rompere i coglioni. Ho sonno. >> biascica, con la faccia affondata nel cuscino.

Alzo gli occhi al cielo. Non volevo svegliarla in modo tanto brutale, ma mi sa che è l’unico modo per avere la sua attenzione.

<< Loli, cazzo! Ho scopato con Gio’! >>

Vedo il suo corpo irrigidirsi tutto per qualche istante, poi alza la testa di scatto, con gli occhi spalancati.

<< Cosa??? >> sbraita, facendomi scoppiare a ridere.

Non è esattamente il momento più adatto, per ridere, ma è veramente buffa, con i capelli tutti per aria, la faccia gonfia dal sonno e l’aria piuttosto sconvolta.

<< Già, è più o meno la faccia che ho fatto io quando me ne sono reso conto. >>

<< No, fermo lì! >> esclama, mettendosi a sedere. << Comincia dall’inizio: quando, come dove e perché?? >>

Sospiro ed inizio a raccontarle tutto. Man mano che le parole lasciano le mie labbra vedo le espressioni sul suo volto cambiare, e sento, per qualche strana ragione, il peso sul mio petto alleggerirsi lentamente.

Quando finisco sospira e scuote la testa, senza dire nulla.

<< Loli, ti prego... Dì qualcosa! >> la imploro, disperato.

<< Beh, com’è.. stato? >>

<< Eh? >>

Scrolla le spalle. << Sì, insomma, credo sia abbastanza importante, sapere cosa hai provato in quei momenti, se vuoi schiarirti un po’ le idee... >>

Mi mordo un labbro, mentre sforzo il mio cervellino per trovare una risposta.

Com’è stato? Bello, eccitante, meraviglioso, strano... probabilmente non conosco abbastanza aggettivi, per descrivere come mi sono sentito in quei momenti.

<< Mi è piaciuto. >> sussurro, abbassando lo  sguardo. << Mi è piaciuto da morire... >>

Sorride. << Beh, mi sembri sulla buona strada, no? >>

La fa facile lei. Sulla buona strada per cosa? Per il suicidio? Oh, buono a sapersi.

<< Intendo sulla buona strada per l’accettazione della tua gaiezza. Ora posso tornare a dormire? >>aggiunge poi, come se mi avesse letto nel pensiero, rimettendosi sotto le coperte. Chiude gli occhi e rinfila la testa nel cuscino.

Sbuffo e mi alzo, dirigendomi verso la porta. Ho appena messo la mano sulla maniglia, quando sento nuovamente la sua voce.

<< Dovresti parlarne con lui oggi.. >>

Scuoto la testa ed esco dalla stanza, senza aggiungere altro. Parlarne? Del tipo: “Gio’ mi è piaciuto un sacco scopare con te, però continuo a non sapere cosa fare.. oh beh, potremmo diventare scopamici! Cosa ne pensi?”?

 

 

 

 

Gentili donzelle! Perdonatemi se ci ho messo tutto questo tempo per pubblicare solo questo capitolino di merda in cui non succede proprio una beneamata mazza, ma sono stata sotto con i regali, e non avevo tempo di scrivere, né di fare qualsiasi cosa, compreso respirare. XD comunque, che dire, questo è un capitoletto di passaggio, quindi non c’è molto da dire, in effetti.. XD a parte, ovviamente, che Loli è una figa e ha tanta ragione! Vedremo però se Luca ascolterà i suoi saggi consigli... voi che dite?

 

 Astrid von Hardenberg ahahahaha son contenta che ti sia piaciuto questo capitolo! Io rimango sempre molto indecisa, quando scrivo scene hot, non sono mai sicura se siano decenti oppure no. Boh. XD oh, scusa se ho fatto aspettare tanto per questo di capitolo, ma son stata tanto impegnata. Il prossimo lo posterò dopo natale, comunque. Ah e poi dobbiamo vederci eh! Un bacio!

 

Melinda Pressywig ooh grazie, son tanto contenta che ti sia piaciuto! Io sono sempre tanto perplessa da come scrivo le scene hot! XD mi sa che per la parte interessante della storia, però, dovrai aspettare il prossimo chap, perché qui c’è solo luca che spara cagate con sua sorella... XD mi dispiace ç_ç

Byebye

 

Pandy13 crea dipendenza?? Dovrebbe essere illegale. Assolutamente. La gente non dovrebbe poter leggere queste cose. XD eeh, lo so che Luca è un deficiente, ma io gli voglio bene proprio per quello! È adorabilmente idiota! XD

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo, anche se è un capitolino cortino e piuttosto inutile.. il prossimo dovrebbe essere più interessante.. XD

Guudbai

 

Eveline Brings LOVE WILL PREVAIL! Uhm. Non so.. non ne sarei così sicura, sai? Potrei anche farli morire tutti quanti investiti da un tram prima di essersi dichiarati amore eterno... perché no? Grazie! Mi hai dato una buona idea! XD

 

ginevrasux ahah sisi, anch’io mi sarei innamorata follemente di gio’! innanzitutto perché io son due anni che non faccio altro che innamorarmi di uomini gay, o fidanzati, che convivono o cose simili, e poi perché è così taaanto il mio tipo! *-* Luca invece passerei le giornate a dargli del coglione. XD però gli voglio bene <3

 

rose07 oddio, ma voi siete delle depravate! Perché tutte siete rimaste sconvolte all’idea che potessi non scrivere i dettagli? Insomma, vi rendete conto?? XD graaazie per tutti i complimenti! Quanto a luca... beh, è confuso, poveraccio! Non riesce a capire se sia vero amore, quello per Gio’...e poi c’è il piccolo dettaglio che Gio’ è un uomo, e la paura che non lo accetterebbero gli amici, o che... boh. Sto sparando cagate, dico solo che lo capisco. XD

 

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Capitolo 17
*** Chapter 17 ***


CHAPTER 17

<< Ehy Luca hai visto la mia gonna nera e rossa? Sai, quella a balza... >> Loli si ferma davanti a me, interrompendosi. << Luca, cazzo, puoi fare almeno finta di ascoltarmi? >> esclama, dopo un paio di minuti.

Io sposto lo sguardo dal muro a lei, che mi sta fissando con aria moderatamente incazzata, le mani sui fianchi.

<< Hai una cuffia nell’orecchio! >> non è una domanda, ma annuisco lo stesso. << Caspita vederti ascoltare musica mi fa quasi impressione, che ascolti? >> Sale in ginocchio sul mio letto e prende l’auricolare libero.

Quando sente la musica spalanca leggermente gli occhi e storce il naso.

<< I My Chemical Romance?? Intendi diventare emo, Luke? E poi... dai, proprio Famous Last Words.. Sei masochista? >>

Alzo gli occhi al cielo. << La tua gonna è in salotto, sotto il divano. Non mi chiedere come ci sia finita, ma è lì. Mi lasci in pace, ora? >> le rispondo alla fine, dandole una spintarella in direzione della porta.

Lei sbuffa e se ne và, così io posso finalmente tornare a deprimermi in tutta tranquillità. Per quanto non li apprezzi un granché, devo ammettere che quando si è tristi, i My Chemical sono l’ideale. Chiudo gli occhi e mi riinfilo le cuffie nelle orecchie, immergendomi nel vortice di musica, suoni, urla insensate ed isteriche.

‘Cause I see you lying next to me

With words I thought I never speak

Awake and unafraid

Asleep or dead?

Già, dormiva come se fosse morto, al mio fianco. Ma io quelle parole non sono riuscito a dirle. Erano tante le cose che avrei voluto dirgli, ma quali quelle giuste? Le uniche che avrei dovuto dirgli? Ti amo? Non sarebbe stata una bugia, ma neanche la verità. Non so se lo amo, non ne sono sicuro. Vorrei capirlo, ma non so come fare. Devo capirlo da solo? O devo capirlo con lui? Non mi sono mai sentito così in vita mia. Sono attratto da lui, okay, questo l’avevamo capito tutti, ma immaginando di tracciare una sottile linea che divide l’amore dall’attrazione fisica, dall’affetto... dove sto io?

Sento qualcuno sfilarmi una cuffia da un orecchio, di nuovo. Apro gli occhi e vedo mia sorella al mio fianco che mi guarda male.

<< Adesso basta, Luca, mi hai veramente stufata. >>

La guardo stanco. << Beh, che vuoi? >>

<< Sono tre giorni che non metti piede fuori di casa, ovvero da quando l’hai fatto con Gio’. Non sei andato a scuola, non hai parlato con lui come ti avevo saggiamente consigliato di fare, non hai fatto proprio niente di niente, ti sei limitato a passare le ore in casa a deprimerti come uno sfigato. >> dice tutto d’un fiato, mettendosi le mani sui fianchi con aria parecchio incazzosa. << Ora, è sabato sera, muovi il culo e vestiti, perché tra dieci minuti si esce. >>

La guardo disinteressato. << Mh. Beh, divertiti.. >>

<< Oh cazzo, Luca! >> esclama, facendomi sussultare per il tono duro che ha usato. << Se tra dieci minuti non sei pronto, ti trascino fuori per i capelli così come sei. >> detto questo scende dal letto, e con uno sbuffo stizzito se ne va. Io abbasso per un secondo lo sguardo sulla mia tenuta: maglietta di mickey mouse, pantaloni della tuta e calze; poi inizio a considerare seriamente l’idea di Loli che mi trascina fuori casa per i capelli.

<< Cinque minuti e arrivo! >> esclamo alla fine, alzandomi e andando verso l’armadio.

Si, in fondo ha ragione... stare ancora qui a deprimermi ulteriormente persino il sabato sera e davvero stupido. È ora che io esca e prenda una bella boccata d’aria e.. e.. e questa opera di auto convincimento non sta sortendo l’effetto sperato. Con un sospiro mi infilo un paio di jeans, una camicia, le mie air force e mi tiro un po’ su i capelli, poi raggiungo mia sorella all’ingresso.

<< Allora, andiamo con la mia moto? >> le chiedo, cercando di sembrare entusiasta. Non ottengo grandi risultati, comunque. È evidente che sono pessimo nelle opere di auto convincimento.

<< Si, così facciamo più in fretta. >> mia sorella sorride.

Scuoto la testa, prendo le chiavi dal mobile all’ingresso ed esco di casa, seguito a ruota da Loli. Come al solito mi basta salire sulla mia moto per sentirmi bene. Mi impedisce di pensare. Le uniche cose cui devo prestare attenzione sono la strada, i semafori (si, perché, nonostante tutto, sono ancora giocane per morire), le marce.. Le vibrazioni del motore sotto di me mi rilassano. Dura poco, però. In dieci minuti sono già in colonne, e mi tocca posteggiare e scendere dalla mia piccolina.

<< Bene, e ora? >> chiedo a Loli, con un sospiro rassegnato.

Lei mi sorride. << Oh, beh, hanno detto che ci avrebbero aspettato all’angolo con la stradina del Rattazzo... >>

Come? Hanno detto?? Chi? Cosa? Che? Mi volto a guardarla preoccupato.

<< Di chi stai parlando? Chi ci aspetta? >> le chiedo, ma le mie parole cadono nel vuoto.

Quella piccola stronzetta mi risponde con un sorriso sornione ed inizia a camminare in direzione del locale, senza dire nulla. E tutto questo non mi piace per niente, anzi... mi si prospettano guai all’orizzonte. La seguo sconsolato, trascinandomi dietro il casco. Quantomeno se andiamo al Rattazzo riesco a trovare un po’ di fumo... dopo un po’ vedo la piccola infame iniziare a saltellare, agitando un braccio.

<< Eccoli lì, vieni! >> esclama, e si lancia tra la folla che riempie Ticinese il sabato sera.

Io la seguo. Per quello che mi riesce, almeno, visto che lei è alta e grossa un quarto di me, quindi infilarsi tra le persone le riesce molto più facile.

<< Loli, ricordami di ammazzarti, quando torniamo a cas.. >> mi interrompo, quando vedo chi erano le persone che ci stavano aspettando: i miei compagni di classe. Schizzo, Fra, Dilma, gente di cui l’autrice non ricorda il nome, e poi in un angolo, appoggiato ad un muro, con lo sguardo basso e l’aria truce, Gio’. e io mi sto sentendo talmente male, che in questo momento non riuscirei neanche a picchiare mia sorella per avermi trascinato qui. Alza appena lo sguardo ed incrocia il mio per un secondo. È quasi come se il tempo si fermasse, ma questa volta non è piacevole per niente. I suoi occhi sono freddi e spenti. Ha due occhiaie terribili, sembra che non dorma da tre giorni...

Riporto la mia attenzione su Schizzo e gli sorrido.

<< Bella Luke! Finalmente sono riusciti a trascinarti fuori di casa! >> esclama, dandomi una pacca su una spalla e lanciando un’occhiata piuttosto interessata a mia sorella.

E basta però con ‘sta storia! Okay, mettiamola così: puoi guardarla quanto ti pare, ma se ti azzardi a  toccarla ti infilo a testa in giù nel cesso.

<< Sì, beh, l’influenza, sai... >> gli rispondo vagamente scazzato.

In realtà sarebbe più giusto rispondere qualcosa del tipo “la gaiezza mi ha dato la testa e mi ha convinto a rinchiudermi in casa a fare l’emo per tre giorni”. Ovviamente però non lo posso fare.

<< Bando alle ciance, andiamo a bere! Voglio spaccarmi stasera! >> esclama Fra, con fare piuttosto animalesco.

<< È la cosa più intelligente che ti abbia sentito dire negli ultimi 5 anni. >> lo appoggio, trascinandolo verso il locale. Lui mi guarda con aria perplessa, indeciso se prendere la mia affermazione come un complimento o come un insulto.

Ci fermiamo al Banco e partiamo con uno shottino. Il problema è che con questi alcolizzati di minchia nel giro di mezz’ora siamo già al 5° shottino, ed io inizio ad essere già leggermente brillo.

Dopo un po’ Fra mi si avvicina ed inizia a cianciare qualcosa di cui capisco solo le parole fumo, canna, vieni. Comunque sono più che sufficienti a convincermi a seguirlo nel parcheggio, fino dietro ad una macchina, dove troviamo anche Dilma e Gio’.

Fra mi sorride con una sottospecie di ghigno inquietante, poi tira fuori sigarette e filtri.

<< Cazzo, Luke, tu per caso non hai le cartine lunghe? >> mi chiede con una smorfia.

Io scuoto la testa senza dire nulla. L’unica cosa che mi passa per la testa, al momento, è la paura di incontrare lo sguardo di Gio’. dopo quella notte non l’ho più visto, ed ora ho paura.

Quando le canne sono pronte, Fra ne passa una a me e l’altra se la tiene, allontanandosi nuovamente.

<< Ehy stronzo, dove credi di andare? Torna qui! >> esclama Dilma, inseguendolo, e lasciandomi solo con Gio’.

Lui mi lancia appena un’occhiata, poi fa per seguirli, ma io lo fermo. Non può andarsene così, senza neanche darmi la possibilità di dire qualcosa, di.. di spiegare. Lui mi guarda male.

<< Non andare, aspetta.. >> mormoro, sbarrandogli la strada tra una macchina e l’altra.

<< Lasciami stare, tanto non abbiamo nulla da dirci, no? >> risponde, ancora cercando di passare, senza riuscirci.

<< Ti prego, lasciami parlare.. >>

I suoi occhi ghiacciati mi trafiggono come un pugnale.

<< Te ne sei andato. Tu.. tu te ne sei andato, e non ti sei fatto vedere per tre giorni... >> sibila, puntando un dito contro il petto. << È evidente che non abbiamo nulla da dirci. >>

<< Ti prego, ti prego... >>

Scuote la testa. << Luca, tu non riesci a capire... Non puoi capire come mi sia sentito in questi giorni... >> si morde un labbro, abbassando lo sguardo. << Mi sono incazzato, ho dato la colpa a te, a me stesso, mi sono chiesto che cazzo avessi fatto di male per essere trattato così, per quale cazzo di motivo il mio migliore amico avesse scopato con me, per poi andarsene nella notte e non farsi vedere per tre giorni, come se fossi una troia qualsiasi, io.. >> vedo una lacrima scendere lungo la sua guancia, e mi sento morire. << Io non ti voglio più vedere Luca, ti prego.. >> conclude, e io non ho la forza di fermarlo ancora.

Lo lascio andare, senza aggiungere altro, e mi siedo sul marciapiede. Non mi vuole più vedere. Gio’, il mio migliore amico di sempre, l’unico ragazzo che mi abbia fatto provare certe cose, non mi vuole più vedere. Ha ragione, l’ho fatto soffrire. Ma io non so davvero cosa fare. Non lo so, e come faccio a capirlo da solo? Non sono altro che un coglione, non c’è niente che riesca a fare da solo. Ho bisogno di lui. Ho bisogno che mi prenda per mano e mi aiuti, mi consoli, come ha sempre fatto da quando avevo 5 anni.

Sento le lacrime iniziare a scendere silenziose lungo le mie guancie. Le asciugo con il dorso della mano in un gesto nervoso: io non piango. Non sono un ragazzino, un bambino, non posso piangere.

 

 

Ebbene si, gente, sono resuscitata! Evviva! No, c’è poco da scherzare, mi dovreste uccidere. E non solo per il fatto che sto postando questo capitolo ad un mese di distanza dall’altro, ma soprattutto perché l’ho scritto più o meno tre settimane fa, e non avevo mai voglia e tempo di postarlo... chiedo venia! X°°D

Però dovete concedermelo, vi ho fatto aspettare tanto, ma almeno è un capitolo un po’ più lunghetto del solito, e succede finalmente qualcosa di interessante.. u.u

Il fatto è che la scuola mi tiene tanto impegnata! E anche il mio basso! E anche il libro che sto scrivendo! Falsissimo, in realtà ho perso l’ispirazione anche per quello, e in un mese sono andata avanti tipo di una pagina e mezzo...XD

Comunque basta con le chiacchiere e passiamo alle cose importanti. Ringraziamenti. Beh, si ringrazio sempre tutta la gente che legge/apprezza/schifa questa storia, e quelle persona stupenda che recensiscono, è solo merito vostro, se continuo a scrivere queste cagate! Okay, in realtà non so se sia una cosa per cui dovreste essere onorate o lapidate, ma non importa... >_>

 

ginevrasux ahah si, anch’io mentre scrivevo quell’ultima frase me la ridevo da sola come una cretina, con i miei genitori che mi guardavano perplessi e sconcertati. XD E Loli è adorabile, quindi se ha i tuoi stessi modi di fare sei adorabile anche tu. Mi stai simpatica! XD

se hai voglia fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo <3

 

Melinda Pressywig eh si, la sorellina dice sempre cose un sacco intelligenti e sensate, peccato che Luca sia troppo stupido per ascoltarla e combini sempre casini di dimensioni epiche...-.-  Oh dove sei stata di bello durante le vacanze? (si, mi sto palesemente facendo i cazzi tuoi, ma non importa...XD)

 

Astrid von Hardenberg  Tesoro caro! Sono tanto contenta che ti sia piaciuto quel capitolo, e anche le scene HOT... fammi sapere che ne pensi anche di questo!

Oh, ho anche letto il tuo libro! Cioè, in realtà l’ho finito tipo due settimane fa, comunque mi è piaciuto un sacco! Solo che adesso mi è rimasta la voglia di sapere come continua! Hai già scritto il seguito? Mi piacerebbe leggerlo! (Hai notato che i My Chemical sono riusciti ad infilarsi persino qui?? XD)

 

 c a r e less eehy! Ecco qui il nuovo chap, dove finalmente succeed qualcosa, e ovviamente è tutto merito della sorella, che trascina l’uomo adorabilmente idiota fuori di casa. Perché se fosse per Luca sarebbe ancora sul suo letto a piangersi addosso. Ahahah

 

Lorelei95 ahahah si, tu hai centrato il punto della questione: Luca ha dei problemi serissimi. XD ti chiami Chiara? Piacere, Alessandra. XD Comunque no, dai, Chiara non è così antipatica, io ce l’ho messa tutta per farla risultare almeno un pochino simpatica! ç_ç

 

Shane00 siiii! Ho assolutamente intenzioni di farli morire! Tipo la versione moderna e un po’ disillusa di romeo e Giulietta! Gio’ viene investito da un tram, e quando Luca scopre che è morto si rende finalmente conto di amarlo. Quindi si suicida. Buttandosi sotto lo stesso tram che aveva investito Gio’. E i passeggeri di suddetto tram scendono e ne pigliano a calci il cadavere, perché in quel modo ha bloccato tutta la strada e il traffico mattutino, e i pendolari si coalizzeranno per resuscitarlo e farlo fuori di nuovo con le proprie mani. Cosa ne pensi? Non è male, come finale, no? XD ahahah

Beh, fammi sapere se ti piace anche questo chap, anche se è un po’ emo...XD

xoxo

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Capitolo 18
*** Some Memories ***


Attention plis: questo capitolo non è propriamente parte della storia, sono solo dei piccoli ricordi di Luca quando era piccolo, riferiti alla frase dello scorso capitolo, quando dice che ha bisogno che Gio’ lo aiuti e lo consoli come ha sempre fatto da quando aveva 5 anni.

Oh, Luca e Gio’ sono del ’92, quindi il primo è proprio di quel periodo, e via dicendo, fate voi i calcoli.

(il primo episodio è preso dai miei, di ricordi. Quando ero piccola e andavo a qualche fiera con i miei genitori mi perdevo sempre ed iniziavo a piagnucolare come una scema, in particolare alle fiere del ciclo e motociclo, che erano sempre fottutamente piene di gente... XD )

 

SOME MEMORIES

 

1997

<< Ttupida fiera.. >> piagnucolai, tirando su con il naso. << Ttupida Su-suzuki e tupidi mamma e papà... >> continuai, mentre le lacrime mi inondavano il viso.

<< Dove cieteee? Perché non mi venite a p-plendere? >> mi stropicciai gli occhi, irritandoli ancora di più.

Ero al salone del ciclo e motociclo con i miei genitori e la famiglia di Gio’. O almeno, fino a mezz’ora prima lo ero. In quel momento ero alla fiera del ciclo e motociclo solo e disperato, perché, mentre fissavo adorante una Suzuki GSX R 750 i miei genitori se ne erano andati, lasciandomi lì.

<< Mammaaa! >> continuai a lamentarmi, sotto gli sguardi preoccupati della gente intorno a me.

<< Luca! >>

Alzai lo sguardo e mi guardai intorno. Chi mi aveva chiamato?

<< Luca, sono qui! >> mi voltai, e Gio’ si era materializzato al mio fianco.

<< Ti sei perso, eh? >> mi chiese, con un piccolo sorrisino.

Annuii. << Beh, adeccio pure io mi aono perso, pe cercatti... >> constatò, abbassando lo sguardo e aggrottando la piccola fronte.

Il mio labbro ricominciò a tremare, e i miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime. Gio’ se ne accorse, e mi prese la faccia tra le mani, sorridendo.

<< Non ti pleoccupare! Il mio papà ci tovelà di cicuro! >> esclamò, mostrandomi da vicino il suo migliore sorriso sdentato. Come per magia mi sentii subito meglio, rassicurato. Annuii.

 

 

1999

 

<< Guardate! Luca non riesce ancora a dire la esse! >>esclamò per l’ennesima volta il bambino, suscitando le risate di tutti gli amici.

Arrossii dalla testa ai piedi, abbassando lo sguardo imbarazzato.

<< Non è vero, i-io... >> balbettai, cercando di difendermi, senza alcun successo, per altro.

<< Sei strano! >> urlò una bambina accanto a me.

<< Non tono ttrano! >> sbraitai, sentendo gli occhi riempirsi di stupide, bagnate ed inutili lacrime.

Quando mi sentirono parlare, tutti scoppiarono a ridere di nuovo. Odiavo quei bambini di merda, e odiavo me stesso, perché non riuscivo a pronunciare quella maledetta lettera. Non dissi nient’altro, mi voltai e corsi in bagno, chiudendomici dentro. Dopo qualche secondo sentii qualcuno bussare alla porta.

<< Lacciatemi in pace! >> sbottai, tirando su col naso.

<< Luca? Sono Gio’, ti ho visto passare dal corridoio... >> disse la voce di gio’, dall’altra parte della porta. << Che cosa è successo? Ti prendono in giro? >>

<< Lacciami ttare Gio’... >> mormorai, asciugandomi le lacrime con una manica del maglione, in un gesto nervoso. Non volevo che il mio migliore amico mi dovesse vedere sempre in quello stato. Sapevo che Gio’ mi avrebbe solo aiutato, ma avevo paura che vedendomi così provasse pena per me. Non ero altro che un moccioso di 7 anni, ma non l’avrei sopportato. Seguì un attimo di silenzio, poi dei rumori non meglio identificati provenire dal bagno accanto, ed alla fine vidi la faccia di Gio’ spuntare al di sopra del muro di compensato che separava i due gabinetti. Sussultai, spalancando gli occhi.

<< Che.. che cavolo fai? >> esclamai, guardandolo salire, un piede dopo l’altro, sopra al muro.

Non mi rispose, e si lanciò giù, atterrando in malo modo accanto a me.

<< Non mi facevi entrare... >> si giustificò, con un’alzata di spalle. Io rimasi a guardarlo per qualche secondo con gli occhi e la bocca spalancati, poi scoppiai a ridere.

<< Oh, adesso ridi, eh? Sarebbe a dire che non hai più bisogno di me? >>

Smisi di ridere e sorrisi colpevole. Come avevo potuto pensare che Gio’ potesse provare pena per me?

<< ccusa, mi... mi prendevano in giro, tai.. per la ette.. >> gli spiegai, asciugandomi un’ultima lacrima rimasta all’angolo di un occhio.

Lui sorrise e mi prese la faccia tra le mani, come faceva ogni volta. << La prossima volta.. >> sussurrò. << Ammazzali di botte... >> mi stampò un bacio sulla guancia e mi lasciò.

Io scoppiai di nuovo a ridere.

<< Tu sei pazzo! >> esclamai. << Sei completamente fuori di tes.. >> mi interruppi e spalancai gli occhi, chiudendo la bocca al volo.

Gio’ mi guardò stupito. << Oh dio! >> esclamò.

<< Oh dio! >> gli feci eco.

<< La... la esse! >> urlò, indicandomi. << Hai detto la esse! >>

Io sorrisi leggermente sconvolto.

<< Cavoli, se lo sapevo prima che bastava darti un bacino.. Adesso passerò le mie giornate a darti bacini! >> e detto questo mi balzò addosso a mo’ di koala, incollando la bocca alla mia guancia.

 

 

2004

 

<< Ahi. >> mi morsi un labbro. << Ahia. Cazzo. Male. >>

L’infermiera alzò lo sguardo sul mio viso con aria parecchio scocciata, poi tornò a fasciarmi la caviglia, scuotendo la testa.

<< Ecco perché dico sempre ai professori di non lasciarvi giocare a calcio durante l’intervallo... poi vi fate male, e chi ci va di mezzo? Loro! >>continuò a borbottare in quel modo fino a quando ebbe finito con il mio povero piede, poi uscì dalla stanza, ordinandomi di rimanere fermo e zitto in attesa del suo ritorno. Io sbuffai, piagnucolando leggermente.  Come avevo fatto a farmi una distorsione del genere cedendo in quel modo lo sapeva il Signore. Chiusi gli occhi e mi stesi con un sospiro sul lettino.

<< Razza di scemo, si può sapere cosa diavolo ti sei fatto? >>

Mi tirai a sedere di scatto, sentendo la voce del mio migliore amico.

<< Gio’! >> esclamai, sorridendo. << Sono caduto giocando a calcio, e mi sono preso una distorsione ad una caviglia.. >> spiegai, alzando il piede per mostrargli la fasciatura.

<< Santo cielo, non ti posso lasciare da solo un secondo! >> esclamò lui, con aria parecchio divertita, ridacchiando.

<< Beh, ridi delle mie disgrazie?? >> esclamai, tirandogli un pugno sulla spalla.

Lui mi sorrise. Era un sorriso dolce, di quelli che gli illuminavano tutto il viso e che a me piacevano un sacco.

<< No, non potrei mai ridere delle tue disgrazie.. >> mi rispose, facendomi arrossire.

Okay, non ero una ragazzina, non arrossii per davvero, ma ero assolutamente certo che almeno le punte delle mie orecchie fossero diventate viola.

<< Anche perché, se lo facessi, dovrei passare le giornate a ridere, e diventerei rugoso come una tartaruga prima ancora di compiere i vent’anni. >>

Alzai gli occhi al cielo. << Sempre simpatico, eh? >>

Eppure, per qualche strana ragione, il piede mi faceva molto, molto meno male.

 

 

2006

 

Mi passai una mano sul viso in un gesto nervoso. Mi morsi un labbro, trattenendo le lacrime con qualche difficoltà. Non saprei dire se fossero lacrime di rabbia o di dolore, ma, quali che fossero, non volevo piangere lo stesso. Gio’, seduto sulla scalinata al mio fianco, mi guardavo con aria incazzata.

<< Okay, smettila di stare così per quella lì, non era altro che una troia. >> disse dopo un po’ di silenzio.

Io non potei far altro che stortare il naso. Già, una troia. A me però piaceva così tanto.. era stata la mia prima ragazza, e lei mi aveva mollato per scoparsi un tipo di 2 anni più grande. Che poi era pure brutto, questo. Cazzo, non mi ero mai sentito così tanto preso in giro.

<< Luca, sono serio, smettila di pensarci, capito? Ci sono altre ottocento ragazze che ti muoiono dietro, e almeno il novanta per cento di queste sono meglio di lei. >> continuò Gio’, cercando di tirarmi su di morale. Senza riuscirci più di tanto, comunque.

<< Nel caso, puoi sempre passare all’altra sponda, prometto che se ci proverai con me non scapperò urlando. >> aggiunse, con un ghigno divertito.

Io gli sorrisi, scuotendo la testa. << Nah, per il momento penso che rimarrò ancora su questa, di sponda.. >>

<< Luca, stai... piangendo? >>

Alzai lo sguardo su Gio’. Stavo piangendo? Mi passai una mano sul viso. Stavo piangendo. Quelle fottute lacrime alla fine erano riuscite a scendere, nonostante tutto. E non era giusto, che mi mettessi a piangere per una tale cretina. Non era affatto giusto. Mi morsi un labbro, affondando la faccia nelle mani. Per quanto non fosse giusto, non riuscivo ad impedirmelo. Stavo male. Dio, se faceva male, essere trattato così da una persona che diceva di amarmi.

<< Ehy ehy... >> mormorò Gio’, avvicinandomisi ed appoggiando le mani sulle mie braccia.

<< Gio’, tu.. non mi lascerai, vero? >> sussurrai, alzando lo sguardo su di lui.

Scosse la testa. << No. No Luca, mai... >>

Mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e abbozzai un piccolo sorriso. Lui rispose con un sorriso gigantesco.

<< Sono troppo grande per baciarti come facevamo da piccoli? >> mi chiese, ridacchiando appena.

Mi morsi un labbro. << No. Non saremo mai troppo grandi. >>

Lui mi guardò sorpreso per un secondo, poi sorrise di nuovo e mi stampò un bacio sulla guancia.

 

 

Ragazzuole! Mi scuso grandemente con voi, ma in questo capitolo non potrò sproloquiare come al solito, né rispondere alle recensioni, perché non ho proprio tempo. Mea culpa. Comunque sapete benissimo che le apprezzo da morire! E mi diverto tanto a leggerle, quindi continuate a scriverle, continuate!

Tanto tanto ammoreH!!

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Capitolo 19
*** Chapter 18 ***


Eccoci ritornati alla storia principale! Enjoy it <3

CHAPTER 18

<< Loli, io me ne vado. >> guardo mia sorella staccarsi in fretta da Schizzo e voltarsi verso di me con gli occhi spalancati, tutta rossa in viso. Schizzo mi lancia un’occhiata che non saprei bene dire se sia preoccupata o semplicemente di scuse. Probabilmente è una via di mezzo di entrambe le cose. Si stava facendo mia sorella! Okay, in condizioni normali probabilmente lo picchierei, ma in questo momento non ne ho proprio la voglia, né la forza. Dopotutto potrei anche lasciarli fare: in fondo Schizzo è un bravo ragazzo, e solitamente non allunga le mani più di tanto. Comunque non ho alcuna intenzione di pensarci adesso, ho già abbastanza problemi miei da sistemare, senza che ci aggiunga anche quelli di mia sorella.

<< Come te ne vai? >> esclama lei.

<< Sei appena arrivato.. >> aggiunge Schizzo, guardandomi con la faccia di uno che sta pregando che non lo uccida.

Lancio uno sguardo triste a Loli, che capisce subito quello che è successo. << La puoi portare a casa tu? >> chiedo al mio amico, e appena lui annuisce, mi volto e me ne vado.

Mi fermo davanti alla mia moto e guardo seccato mia sorella, che mi ha inseguito da brava impicciona quale è.

<< Hai parlato con Gio’? >> mi domanda subito, senza mezzi termini. Appunto, impicciona e ficcanaso.

<< Non mi vuole più vedere.. >> mormoro, con aria molto più depressa di quella che vorrei. Lei scuote la testa con aria incazzata, cosa che mi deprime ancora di più. Insomma, almeno da mia sorella non potevo sperare in un po’ di compassione?

<< Luca, sei un coglione. >>

Alzo gli occhi al cielo, già preparandomi a quello che mi dirà. Non è esattamente dolce e sensibile, mia sorella. Certo, quando si parla di questioni sentimentali e simili ha quasi sempre ragione, ma dice le cose con una schiettezza disarmante, ai limiti della cattiveria.

<< Lo so.. >> sussurro.

<< No. >>

Eh?

<< No che non lo sai. >> ripete lei, notando la mia espressione ebete e perplessa. << Credo che se davvero ti rendessi conto di quanto tu sia idiota la smetteresti di comportarti in questo modo.. e forse Gio’ starebbe meglio... >> mi guarda per qualche secondo in silenzio, prima di parlare di nuovo. << Beh, direi che è arrivato il momento di mettere le cose in chiaro, no? Tu sei innamorato di Chiara si o no? >>

La sua domanda mi coglie di sorpresa, e per un momento rimango fermo a fissarla, senza sapere cosa risponderle. In realtà la risposta è semplice, ma forse mi spaventa un po’. << No. No, io... Mi piace, è... Dolce. Ma non la amo. >>

<< E Gio’? ami Gio’? >>

Mi mordo un labbro. Questa è davvero la parte più difficile. << Forse. Io... forse. >>

Scuote la testa. << Beh, vedi di deciderti. E smettila di fare la vittima, o alla fine Gio’ si stancherà davvero di starti dietro. >> fece per andarsene, poi si fermò e si voltò nuovamente verso di me. << E non ti azzardare a rompere i coglioni a Jack, se no ti uccido, sappilo. >> aggiunge, poi riprende a camminare in direzione del Rattazzo.

Ah, Jack sarebbe Schizzo. Il suo vero nome è Giacomo, ma credo siano in pochissimi a saperlo, ormai lo chiamano con quel soprannome anche i professori. In verità neanche mi ricordo quando abbiamo iniziato a chiamarlo in quel modo, né perché, so solo che non era qualcosa di esattamente lusinghiero. D’altra parte, Schizzo... Più che altro, quand’è che quei due sono entrati così in confidenza? Mi sono perso qualche pezzo della vita di mia sorella? Scuoto la testa, allontanando questi pensieri, ripetendomi ancora che al momento devo pensare ai miei di problemi sentimentali. Ne parlerò con lei in un altro momento.

Salto sul mio KTM e metto in moto. Durante tutto il tragitto sono ancora parecchio dubbioso riguardo cosa fare, ma quando arrivo a destinazione ho preso una decisione, e spero che sia quella giusto, una volta tanto. Che quello che provo per lui sia amore o no, Gio’ è sicuramente una delle persone più importanti per me, e voglio vederlo di nuovo felice. Voglio vederlo sorridere come faceva prima di tutto questo casino, e voglio vedere i suoi occhi illuminarsi solo per me, e le sue labbra schiudersi solo per le mie.

<< Luca! Che ci fai qui? >> esclama Chiara, aprendomi la porta. Indossa semplicemente un paio di jeans e una maglietta di almeno due taglie troppo grande, ed è carinissima come sempre. Il suo sorriso dolce per un momento mi fa venire voglia di lasciar perdere tutto, ma poi scarto questa opzione ed entro in casa, salutandola con un sorriso nervoso.

<< Ehy, è successo qualcosa? >>

Scuoto la testa. << Dobbiamo parlare. >>

Il sorriso si affievolisce sulle sue labbra, ma non scompare del tutto. << Vieni, ti preparo un caffè, poi mi dirai tutto quello che vuoi. >>

La seguo in cucina e mi siedo al tavolo, osservandola in silenzio per tutto il tempo che impiega a preparare il caffè. Alla fine mi porge una tazzina e si siede davanti a me. Annuso per un momento il liquido scuro, poi ci soffio sopra per raffreddarlo un po’.

<< Sai, tu mi piaci... mi piaci parecchio. >> comincio, prima che il coraggio accumulato vada a farsi friggere del tutto. << Però, ecco, c’è una persona che... beh, è una persona molto, molto importante per me, io... io forse sono innamorato di questa persona. E adesso ho combinato un casino, per cui non mi vuole più vedere.. >> mi fermo un attimo, mordendomi un labbro. Cazzo, mi sono incartato, e ora non ho idea di come continuare, che parole dovrei usare. << Io devo.. devo rimediare, prima che questa persona mi odi per sempre. >>

Chiara sorride debolmente, prendendo un piccolo sorso di caffè. << Quindi mi stai lasciando, eh? >>

Rimango immobile qualche secondo, leggermente spiazzato dalla semplicità con cui l’ha detto, poi annuisco. << Si. Si, mi.. mi dispiace, tu... mi piacevi davvero, ma lui è troppo importante per me. >> Spalanco gli occhi e mi mordo un labbro, rendendomi conto di aver utilizzato il maschile. Lui. Lui è troppo importante per me. Okay, è la verità, ma forse non era il modo migliore per lasciarla. Forse quando una ragazza viene mollata, l’ultima cosa che vorrebbe sentirsi dire è che il proprio ragazzo è innamorato di un uomo.

<< Senti, Luca, non sei obbligato a rispondermi, ma per caso questa persona... è Giovanni? >>

Eccomi qui gente! Chiedo perdono se ultimamente sto postando con delle tempistiche un po’ cazzute, ma sono veramente tanto tanto impegnata tra scuola e tutto il resto.. T_T chiedo venia!

Comunque, veniamo a noi! Questo capitolo è un po’ un capitolo del cavolo, e non è nemmeno tanto lungo, e non mi convince per niente, ma pazienza.. Luca sta finalmente facendo qualcosa di sensato, ma ci sorge spontaneo un dubbio: non sarà troppo tardi??

Lo scopriremo nella prossima puntata.

No, scherzo. Comunque in vero non so che dire oggi, quindi penso che non mi dilungherò in cazzate, e passerò subito ai ringraziamenti. Okay, i ringraziamenti sono ripetitivi. Insomma, dopo 18 capitoli lo sapete già, no, che amo tutti coloro che leggono/recensiscono/usano-come-cartigenica questa storia? Spero di si, se no avete più problemi di me. <3

‘Azz… devo andare. So che mi odiate perché non rispondo alle recensioni, ma penso che lo farò via messaggio, perché ci tengo a rispondere, e ci tengo anche a postare adesso, solo che non ho tempo per rispondere qui. Adesso. Questa frase mi sembra un po’ senza senso, ma spero abbiate capito ugualmente. XD

Come sempre, VI AMO! <3

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Capitolo 20
*** chapter 19 ***


CHAPTER 19

 

La guardo con gli occhi spalancati, incredulo. Non può averlo detto veramente. Rimango a fissarla così per qualche secondo, poi sospiro.

<< è così evidente…? >> le chiedo, stufo di continuare a negare e mentirle. Almeno questo glielo devo.

Lei sorride. << Luca, sono una ragazza, e sono innamorata di te, te l’ho detto… Certe cose le noto.. >> mi risponde, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<< Pensi che se ne siano accorti anche gli altri? >> mi lascio sfuggire, senza riuscire a trattenermi. Ma non riesco a capire il perché di tutta questa paura.

Lei scrolla le spalle, bevendo un sorso di caffè. << Non lo so, ma forse sospettano qualcosa.. Gio’ è talmente trasparente che se ne accorgerebbe anche un cieco. >> o un coglione come me, aggiungo mentalmente.

Cala il silenzio in casa, interrotto unicamente dai rumori della strada provenienti da fuori. Sono maledettamente confuso. Ho paura. Paura di tutto, perché sono un fottuto codardo, ma vorrei riuscire a cambiare, a mettermi in gioco, una volta tanto, a non scappare.

<< Sai, mi fa male ammetterlo… >> dice Chiara dopo qualche secondo, interrompendo il filo dei miei pensieri. << Ma Giovanni è davvero fottutamente perso per te… Credo che stia soffrendo almeno dieci volte quello che sto soffrendo io... è da tre giorni che è sempre scazzato, non sorride mai, e i prof lo odiano ancora più di prima. Ho paura a chiedertelo, ma… è successo qualcosa per caso? >>

Abbasso lo sguardo, sentendomi maledettamente in colpa nei suoi confronti. << L’abbiamo fatto.. tre giorni fa.. >>

Lei sorride con aria di compatimento. << E tu sei scappato e non ti sei più fatto vedere.. >> conclude per me. Perché questa ragazza è così intuitiva? Certo, mi facilita il compito di raccontarle tutto, ma è quasi inquietante. O ha dei poteri paranormali, oppure mi spia.

Scuote la testa. << Non capisco come abbiamo fatto ad innamorarci di te, io e lui… Sei un tale coglione. >>

Sorrido sconsolato. << Già, me lo chiedo anche io.. >>

<< Dovresti parlargli. >>

<< Lo so. >>

<< E convincerlo a darti un’altra possibilità. >>

<< Lo so. >>

<< Intendo subito, prima che si renda conto che non vale la pena stare male per un idiota codardo come te. >>

<< Lo so! >> esclamo, incassando gli insulti.

Lei ridacchia. << Scusa, insultarti mi fa sentire un po’ meglio. >>

<< Fa’ pure, dopotutto me li merito.. >>

 

 

Buongiorno a tutte coloro che ancora hanno voglia di seguire questo delirio insensato!

Dovreste picchiarmi. Davvero, dovreste farlo. Non aggiorno questa cosa per anni, poi quando finalmente mi decido a farlo, lo faccio con un capitolino del cazzo come questo. Mezza pagina di capitolo. Davvero, fossi in voi mi picchierei. Comunque, Chiara è tanto dolce in questo capitolo, e reagisce fin troppo bene alla faccenda. E insulta Luca, che è sempre cosa buona e giusta.

Mancano pochi capitoli alla fine, gente! Non so quanti, non ho un piano preciso, ma pochi! Come andrà a finire? Con un bel lieto fine? Oppure un finale deprimente? Oppure li faccio mettere sotto da un tram e mi sistemo il problema? Si accettano scommesse!

Commentate se avete voglia, mi fa solo piacere! :D

Tanti baci a tutte <3

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Capitolo 21
*** Chapter 20 ***


 

CHAPTER 20                      

 

Citofonare o non citofonare? Questo è il dilemma, alla faccia di Amleto. Ieri ho provato a chiamare Gio’ circa 15 volte: alle prime 6 non ha risposto, le 5 successive le ha rifiutate, ed infine ha spento il cellulare. Questa storia mi sta facendo impazzire, davvero. Mi sto trasformando in una ameba senza palle ogni giorno di più, e non so neanche bene cosa fare per impedirlo. Stanotte sono rimasto sveglio fino alle 6 del mattino a rimuginare su cosa avrei dovuto dire a Giovanni, e adesso sono stanco morto e ho due occhiaie che mi arrivano alle ginocchia. Probabilmente mi sarei risparmiato tutto questo, se fossi stato un po’ meno coglione sin dall’inizio, ma a quanto pare l’idiozia è diventata il mio nuovo stile di vita, e sembra che la cosa sia inevitabile. Prendo un lungo, profondo sospiro, e alla fine mi decido a premere quel dannato pulsante. Sono talmente in ansia che mi trovo quasi a sperare che in casa non ci sia nessuno, ma poi qualcuno risponde al citofono, ed ogni eventuale piano di fuga viene immediatamente accantonato.

Ovviamente non è Il Maledetto, a rispondere, ma sua madre.

<< Ehm… ciao Carla, sono Luca… C’è Giovanni?>>

<< Oh ciao Luca, quanto tempo! Mi dispiace, ma Gio’ è uscito… vuoi salire ad aspettarlo? >>

Mi si mozza il fiato. << No, non ti preoccupare, lo aspetto qui…. >> Dannazione. E chi mi assicura che prima che lui torni il coraggio accumulato non vada gioiosamente a farsi fottere e io fugga a gambe levate verso casa mia? Prego mentalmente che non stia fuori tanto.

Ovviamente passano due ore ed una stradannata alluvione, prima che il principino si degno di portare il suo statuario fondoschiena a casa. Quando arriva, io non sento più il mio, di fondoschiena, che probabilmente ha preso la forma del gradino davanti al portone di casa sua e di attraente non ha più nulla.

Non è un momento romantico. Io sono bagnato fradicio e con un’aria da cane bastonato che la metà basta, e lui, appena mi vede, si ferma in mezzo al marciapiede a due metri di distanza da me, irrigidendosi.

<< Cosa ci fai qui? >>

Abbasso lo sguardo sui miei piedi, iniziando a torturarmi le dita. Non so cosa dire. Le parole si bloccano in gola e non vogliono saperne di uscire. Sembrano tutte così sbagliate. Quali sono quelle giuste?

<< Ti devo… Devo parlarti. >> dico alla fine, mordendomi il labbro.

Lui si limita a fissarmi senza fare nulla. Il suo sguardo è freddo, gelido.  << Mi pareva che avessimo finito le cose da dirci ieri sera, no? >>

<< Ho lasciato Chiara. >> è la mia unica risposta. Mi ero preparato mille discorsi complicati e romantici che l’avrebbero fatto cadere ai miei piedi, ma in questo momento li ho dimenticati tutti. Probabilmente i miei neuroni hanno mollato il colpo e hanno deciso che qui non avevano nulla da fare. Non potrei condannarli. Cerco di tirare fuori le parole, per quanto sia difficile. << Le ho detto… Che non sono innamorato di lei, e che sto facendo soffrire una persona… Una persona troppo importante, per poterla perdere. >>

Un angolo della sua bocca si alza in un sorriso sarcastico. << Ma dai? Pensa, mi sembra proprio di averti già sentito dire qualcosa del genere, un paio di volte… Fortuna che ormai mi sono abituato alle tue cazzate. >>

Mi alzo e lo raggiungo, nonostante il mio sedere sia ormai completamente anestetizzato e le mie gambe continuino a formicolare come non mai. Cammino come un deficiente, visto che non sento più i piedi, ma alla fine riesco ad arrivare ad un passo da lui. Ho bisogno che mi perdoni. Ho bisogno che continui ad amarmi. Ho bisogno che mi baci. Ho bisogno di lui.

<< Gio’, ti prego… Ti prego, cerca di capire… >> il mio tono suona più disperato del voluto, e mi sento terribilmente patetico.

<< Capire cosa?? >> sibila, socchiudendo gli occhi. << Mi sono stancato di cercare di capire che cazzo ti passa per la testa, di cercare di capire quali sono i tuoi stramaledetti sentimenti, quando non lo sai neanche tu.. >>

<< Ho solo.. >> Ha ragione. Ha schifosamente ragione, ma non posso lasciarlo andare adesso. << Ho avuto paura. Sei un ragazzo, e sei il mio migliore amico, non è… facile.. >>

<< E credi che per me invece lo sia? Solo perché ho deciso di affrontare la cosa, invece di continuare a scappare come un imbecille? Sai, non l’ho scoperto alla nascita, di essere finocchio.. >>

Gli appoggio una mano sul collo. Sono fradicio e  lui è incazzato nero, ma non si sposta al contatto.

<< Gio’, se sono qui è perché  non voglio più scappare.. >> Lui mi guarda per un momento, e i suoi occhi mi trapassano da parte a parte. Darei qualsiasi cosa per questi occhi. << Se.. se è per te che devo farlo, lo farò. So di essere una maledetta testa di cazzo, e forse ormai mi odierai, ma… vorrei che mi dessi un’altra possibilità. Io.. ho bisogno di te. Di te e basta. >>

Vedo il gelo nei suoi occhi sciogliersi completamente, e finalmente arriva il momento. Il Momento Romantico che volevo. Mi piego su di lui, e faccio scontrare le nostre labbra in un bacio bagnaticcio e breve. Le sue labbra sono morbide, sanno di Giovanni. È semplicemente perfetto. Quando ci stacchiamo mi guarda negli occhi, con il viso arrossato. <<  Perché devi essere sempre così idiota? >> mi chiede, avvicinandosi ancora di un passo.  << Perché mi hai fatto aspettare così tanto…? >>

Sorrido e gli asciugo le lacrime che hanno iniziato a scendere dai suoi occhi. << Perché sono un idiota… >> sussurro, baciandolo di nuovo.

 

 

 

Buonaseraaaaaaaa! Visto che brava? Visto che brava? 3 giorni! L’ispirazione è tornata signore e signori! Woooh! Gioia e gaudio! Questo capitolo in verità non mi convince tantissimo, però non saprei scriverlo in altro modo, quindi alla fine ho deciso di lasciarlo così. E comunque sono certa che lo apprezzerete anche solo per la sdolcinatezza dei due idioti. Ammettetelo, è solo quello che vi interessa.. ahhahaahah

Tutta questa fluffosità mi sta uccidendo. Ho un po’ di mal di pancia. Davvero. Brutta faccenda.

 

Come sempre ringrazio tutte quelle donne fantastiche che mi hanno recensita e anche chi ha semplicemente letto questa cosa.

In particolare però vorrei ringraziare rose07 perchè è da quando ho pubblicato ‘sta storia che continua a recensirla: non so come fai ad avere ancora voglia di farlo, ma GRAZIE! Ahahahah

 

A presto mie care! A presto!

Un bacio

Ale

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Capitolo 22
*** Chapter 21 ***


CHAPTER 21

 

Spalanco gli occhi di scatto, ma la stanza è completamente buia, quindi non riesco a vedere nulla. Posso solo sentire il calore del corpo di Giovanni steso accanto al mio, il suo respiro lento e regolare contro la mia spalla, le coperte che ci avvolgono in un bozzolo rassicurante che ci esclude dal resto del mondo. Se ve lo state chiedendo, e so che ve lo state chiedendo: no, non abbiamo scopato. Ci siamo semplicemente addormentati insieme dopo avere chiacchierato a lungo, ed è qualcosa che non mi era mai successo, né mi sarei mai aspettato succedesse. Ma d’altra parte avrei dovuto immaginarlo, perché con Gio’ è tutto nuovo e diverso. Lui è diverso. Ed io sto diventando smielato da far schifo. Sposto lentamente il braccio da sotto la testa di Gio’ e mi alzo, aprendo e chiudendo le dita per farlo smettere di formicolare, poi prendo il cellulare. Ci sono 8 chiamate perse di Loli, più un messaggio in cui mi dà della testa di cazzo –grazie, Loli, ho capito- e mi chiede che diavolo di fine ho fatto. Le scrivo velocemente che sono da Gio’ e Va Tutto Bene, poi mi alzo e vado in bagno. Quando torno in camera trovo Gio’ seduto sul letto che si guarda intorno. Nonostante sia buio riesco ugualmente a scorgere la sua espressione preoccupata e i suoi occhi azzurri velati d’ansia. Quando mi vede tira un evidente sorriso di sollievo, e si rilassa nuovamente, sciogliendosi in un sorriso dolce. Mi sento male, a vederlo così, ed il mio cuore cade per qualche secondo all’altezza dell’ombelico. Mi siedo accanto a lui.

 « Avevi paura che me ne fossi andato di nuovo? » non posso trattenermi dal chiederglielo, anche se fa male.

Lui mi guarda per un secondo irrigidendo la mascella. Non c’è bisogno che la dica a voce, perché io capisca la risposta. Gli prendo piano il viso tra le mani e lo avvicino al mio. Vorrei solo che si fidasse di nuovo di me, che mi desse un’altra possibilità.

« Non me ne vado.. » sussurro, prima di baciarlo. È strano ogni volta. Ogni volta è come se fosse la prima, ed ogni volta il mio cuore salta diversi battiti, nel momento in cui le sue labbra morbide sfiorano le mie, nel momento in cui i nostri respiri caldi si fondono a diventare una cosa sola. Non è una di quelle cose a cui ci si abitua con il tempo.

Quando ci stacchiamo di nuovo, sul volto di Giovanni si è dipinto un inquietante ghigno malizioso che non mi piace per niente. Si alza lentamente e raggiunge la porta. La chiude a chiave e si volta verso di me.

« Sai, l’altra volta è stato… molto carino.. » sussurra, con uno sguardo che non promette nulla di buono. « Pensavo che potremmo riprovarci.. da sobri. »

Spalanco gli occhi, sentendomi improvvisamente una verginella imbarazzata. « Vuoi.. Gio’, ci sono i tuoi genitori appena due stanze più in là! » esclamo, con aria scandalizzata.

Lui sorride di nuovo e mi si avvicina. « Stanno dormendo… » mi appoggia una mano calda sul petto e mi spinge verso il basso, fino a farmi stendere sul letto.

« Le pareti sono sottili.. » ma perché continuo a protestare, poi?

Si siede a cavalcioni sul mio bacino, ed io non riesco a trattenere un sussulto ed un sospiro.

Lui preme una mano sulla mia bocca. « Basterà fare in silenzio.. »

E a questo punto io non sono più in grado di dire niente, perché lui si abbassa a baciarmi lentamente il collo, ed i miei neuroni danno forfait nuovamente, spegnendosi completamente e lasciando il controllo della situazione a qualcosa che sta molto più in basso della testa (il cuore, ovviamente, mi riferisco al CUORE).  Sento la scia umida dei suoi baci spostarsi fino alla clavicola, e poi di nuovo su, sulla mascella, mentre le sue mani scivolano veloci sui miei addominali, lasciando tracce bollenti al proprio passaggio. Gli infilo una mano tra i capelli morbidi e sottili e gli tiro il viso verso l’alto, facendo scontrare le nostre labbra. Nel momento in cui ricominciamo a baciarci sento le sue dita raggiungere l’orlo dei miei jeans, fermandosi sul bottone per qualche secondo. Questa sarà la nostra vera prima volta, penso, facendogli alzare le braccia per togliergli la maglietta. Voglio imprimermi nella mente ogni singolo istante di questa notte. Voglio conoscere a memoria ogni singolo neo sulla sua pelle. Mi slaccia finalmente i jeans, e le sue mani dentro i miei boxer rendono tutto il resto un po’ più confuso e difficile da memorizzare, ma sono una delle cose che di sicuro non dimenticherò mai. Un gemito leggero lascia le mie labbra, e subito Gio’ le copre con le sue, sorridendo.

« Devi.. » mi morde un labbro. « ..Fare silenzio. » e riprende a baciarmi.

E tutto quello che accade dopo è qualcosa di assolutamente fuori di testa, magico. Qualcosa di troppo intimo, troppo dolce per poterlo descrivere. È una sensazione di completo appagamento, fisico, mentale e spirituale. Una sensazione che vorrei poter provare ogni singolo giorno della mia vita. Una sensazione che nessun altro potrebbe mai farmi provare.

 

« Alza quel culo dal letto, idiota.. »

Apro gli occhi di nuovo, ma ciò che si para davanti al mio sguardo stavolta non è il buio, è il culo di Giovanni. Non male come risveglio. Un po’ impegnativo, se devo essere sincero. Inizio a sentirmi un po’ svuotato (If you know what i meanNdA. –che tristezza.. ), e la visione di Gio’ in mutande, appena uscito dalla doccia, con i capelli ancora bagnati, è un po’ troppo per me. Sono stanco morto, ma questo ragazzo mi urla involontariamente –o volontariamente, dipende dai momenti- di stuprarlo ogni giorno di più. Mi siedo sul bordo del letto e lo prendo per la vita, trascinandolo giù con me. Lui impreca, rimanendo imprigionato con le mani e la testa nella maglietta che stava cercando di infilarsi.

« Luca che cazzo fai?! Non è il momento.. » fa per liberarsi, ma gli blocco i polsi con una mano, mentre l’altra gliela passo lentamente sul petto, tastando la sua pelle soffice. Sorrido, appoggiandogli le labbra contro il collo. Lo sento rabbrividire.

« Non è il momento? Allora non dovresti farti vedere conciato così.. »

Una goccia d’acqua gli cade dai capelli e gli scivola tra le spalle. Deglutisco. Non penso di potercela fare, davvero. Senza che neanche il mio cervello gli ordini di farlo, la mia mano scivola lungo il suo torace, verso il basso. Quando raggiungo con le dita l’elastico dei boxer, sussultiamo entrambi.

« Luca.. » mormora.

« Giovanni, io sto uscendo, la colazione è già sul tavolo.. » in un attimo siamo per terra. Lui con la pancia contro il pavimento, ed io su di lui, con un ginocchio piantato nella sua schiena. La porta si spalanca, e la testa di Carla fa capolino da dietro lo stipite. Ci guarda perplessa. « Cosa diavolo state facendo ragazzi? »

Le sorrido, nel modo meno falso che mi riesce. « Wrestling! » esclamo. Wrestling? Ma da dove diavolo mi è uscita questa? La donna ci osserva ancora per un secondo. « Alle 7 del mattino? »

« Ginnastica mattutina. » conferma Gio’, con la faccia spiaccicata contro il pavimento.

Carla scuote la testa, sospirando. « Io sto andando. La colazione è sul tavolo della cucina. » ripete.

La salutiamo tutt’e due con gran sorrisoni, e quando lei sparisce dietro la porta, finalmente abbiamo il coraggio di tirarci su.

« Mi hai rotto una vertebra. » commenta Gio’, stirandosi.

« Beh, scusa tanto, sai, non mi pareva il modo più carino di farle sapere la cosa, farmi trovare con le mani nelle tue mutande di prima mattina. » rispondo, senza riuscire a trattenere una risata.

« Okay, ma potevi evitare di stendermi con una mossa di karate.. »

« Scusa.. » ridacchio, e gli lascio un bacio sulla punta del naso.

Credo sia il risveglio più bello della mia vita.

 

 

 

Buongiorno genteeee!

Chiedo perdono per avervi fatto aspettare tanto questo capitolo, ma ultimamente mi è toccato studiare, giacchè non l’ho fatto per tutto il resto dell’anno, e l’idea di essere bocciata nuovamente non mi attraeva più di tanto. Come se non bastasse, improvvisamente da zero che ne avevo, mi sono ritrovata con quattro uomini comparsi da non si capisce dove (??), e gestirli tutti e quattro è impegnativo assai, vi auguro di non trovarvi mai in questa situazione. Sono peggio di delle tredicenni mestruate. E l’unico che mi piace davvero se ne sta a Miami al momento. D: sono triste! Gnah! Okay, scusate lo sfogo, ma ne avevo bisogno, è un periodo un po’ faticoso. : (

Quanto alla storia.. boh, questo capitolo non è molto utile allo sviluppo della faccenda, ma è tanto carino, e pare che Luca finalmente si sia dato una svegliata, ma sarà vero?? Sarà veramente tutto rose e fiori come sembra? Finalmente i nostri due eroi potranno amarsi mandando al diavolo i pregiudizi, i preconcetti, le paure e le paranoie? LO SCOPRIREMO NELLA PROSSIMA PUNTATA! Ahahahahahahahahah

Questa cosa sta diventando peggio di Beautiful. Secondo me tra un po’ scopriremo che in realtà Luca  e Gio’ sono fratelli separati alla nascita… gnah, sarebbe divertente, nuove complicazioni! XD ahahahahahhaha

Problemi, io ne ho tanti.

Orbene, dopo questo simpatico (?) sclero, vi lascio, ringraziando come sempre tutte le fanciulle che mi seguono.. vi amo <3

Vi prego cortesemente di recensire, poiché le recensioni sono l’Ammòreh, e ciò che mi fa venire voglia di scrivere :D

Vi saluto e vi mando taaaanti bacini amorosi <3

Appreeesto! (spero)

Ale

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Capitolo 23
*** Chapter 22 ***


CHAPTER 22

 

La prima cosa che vedo, appena arrivato a scuola, è Fra, che mi corre incontro come un cagnolino felice, sorridendo con aria beota. Mi raggiunge in fretta, quasi saltellando, e mi si butta addosso, abbracciandomi a mo’ di koala, ancora prima che io possa considerare l’idea di salutarlo, mandarlo a quel paese, fuggire o fare qualsiasi altra cosa. Mi si scolla dopo qualche secondo, continuando a sorridere come un deficiente, e sono assolutamente convinto che tutta questa sua ilarità mi dovrebbe preoccupare parecchio.

« Indovina un po’ cosa c’è nella mia tasca in questo momento?? » esclama.

Lo guardo scocciato, mentre Gio’, accanto a me, sembra non aver ancora deciso se essere di buon umore oppure no.

« Un preservativo? Una dose di MD? Il numero di telefono di una ragazza? »  chiedo, ironico, dando per scontato che queste cose siano una più improbabile dell’altra.

Lui storce la bocca, alzando il occhi al cielo. « Simpatico. Davvero, molto simpatico. No.. ci sono 50 euro di White Widow arrivati freschi freschi ieri da Amsterdam» spalanco gli occhi. « …Pensavo di dividerne un po’ con il mio caro amico Luca, ma a quanto pare non è interessato… »

Fa per andarsene, ma lo blocco, prendendolo per un polso. « È interessato! –esclamo, con voce leggermente strozzata- Il tuo caro amico Luca è molto interessato! »

Lui sorride di nuovo, con aria malvagia. « Ne ero certo.. »

« Ma come te la sei procurata? » chiedo, mentre ci dirigiamo tutti e tre verso il parchetto dietro la scuola, cercando un posto un po’ più appartato.

« Me l’ha spedita un mio amico che è andato a farsi qualche giorno là.. » mi risponde, scrollando le spalle. Ci sediamo su una panchina un po’ isolata e lui tira fuori l’erba, staccandone un pezzo e passandomelo. « Tu sgrema, io rollo. » ordina, ed io non posso far altro che eseguire. Questa roba ha un odore buonissimo, ma probabilmente mi rimarrà addosso per tutto il giorno. Una volta tirata su la canna, è Fra ad accenderla, con un sorriso soddisfatto e beato dipinto in volto. Stende le gambe, rilassandosi completamente. Gio’, seduto accanto a me, continua a fissarmi, e non sono affatto sicuro che sia una buona cosa.

Fra chiude gli occhi, con l’aria di uno che ha appena raggiunto il nirvana, ed io ne approfitto per prendere la mano di Gio’, i nascosto. Lui intreccia le dita con le mie. Mi volto a guardarlo, e non riesco a non sorridere come un ebete. Lui risponde con un piccolo sorriso, appena accennato, dolce. Mi convinco ogni giorno di più che sia la cosa migliore che mi potesse capitare. Mi stringe la mano, ed il mio cuore salta un battito. Mi guarda con i suoi occhi ghiacciati, e mi si mozza il respiro.

« Tieni Luke.. » la voce di Fra interrompe i miei pensieri e mi riporta con i piedi per terra. Mi volto verso di lui, prendendo la canna che mi sta porgendo, e faccio un primo tiro. Il fumo scende lungo la mia gola forte ed amaro. Dopo qualche tiro faccio per passarla a Gio’, ma lui rifiuta, quindi la tengo io.

« Oh, facciamo un ping? » propone verso la fine Fra.

Annuisco. Quando la finiamo sono leggermente fatto, ma grazie a Dio non troppo. Ci alziamo dalla panchina, e posso constatare che le mie gambe funzionano alla perfezione, così come anche il mio cervello ed i miei occhi. Forse i miei riflessi hanno qualche problema, ma tutto sommato sto bene.

Gio’ mi guarda per qualche secondo, poi sospira. « Hai gli occhi bordeaux.. » commenta, infilando le mani in tasca.

Scrollo le spalle e sorrido. Non so bene per quale ragione io continui a sorridere come un demente, ma non riesco a farne a meno. Torniamo davanti a scuola e ci uniamo agli altri, che sono arrivati nel frattempo, e a me sembra di galleggiare su una nuvoletta rosa.

« Bastardi, avete fumato senza di noi! » esclama Schizzo, appena ci vede. O meglio, appena vede i miei occhi.

Lo guardo male. « Zitto. Tu ti fai mia sorella, non hai diritto di parola. »

Lui si zittisce con aria da cane bastonato, e gli altri scoppiano a ridere.

« Ragazzi, piuttosto, sabato Magazza? 15 euro open bar.. » esclama dopo un po’ Dilma. Tutti scrolliamo le spalle, annuendo felici alla prospettiva di un sabato sera di ubriachezza molesta. Tutti tranne Gio’, che abbassa lo sguardo e si rabbuia.

 

Fisso la prof di latino con sguardo vacuo, senza sentire quello che sta dicendo. È incredibile come il mio cervello sia in grado di scollegare completamente i cavi che lo collegano alla realtà, quando questa santa donna parla. Le cose mi entrano da un orecchio ed escono dall’altro, ed in mezzo c’è il vuoto cosmico. Un buco nero. Il nulla. Ho la vaga sensazione di diventare ogni giorno più stupido.

Mi volto verso Gio’, che a differenza mia è attento alla lezione, e sta prendendo un sacco di appunti. Rimango così ad osservarlo per un po’. Il bel viso è corrucciato in un’espressione concentrata, i capelli gli cadono un po’ scompigliati sulla faccia e sul collo, e la maglietta blu della Volcom fa risaltare i suoi occhi e gli fascia i bicipiti, facendoli apparire più muscolosi. È maledettamente bello. I ricordi della notte passata tornano ad assillarmi con prepotenza, e mi viene una voglia pazza di baciarlo. È qui, accanto a me, e appoggiare le mie labbra sulle sue richiederebbe uno spostamento minimo, ma non lo posso fare. Non in classe, non davanti a tutti. Lascio cadere con nonchalance una mano sul suo ginocchio, e lui si irrigidisce al contatto. Si volta a guardarmi, fulminandomi con lo sguardo. Un sorriso malizioso si dipinge sul mio viso, e lentamente lascio scivolare la mia mano su per la sua coscia. Gio’ arrossisce, continuando a guardarmi male. Quando le mie dita raggiungono il cavallo  dei suoi pantaloni, diventa completamente bordeaux, e schizza in piedi, mordendosi un labbro. La prof si volta a guardarlo perplessa, così come tutti i nostri compagni di classe. Io, al contrario, continuo a fissarlo divertito e curioso di sapere cosa si inventerà.

« Prof, io… Non sto bene. Sto male. Molto, male. Potrei andare un attimo in infermeria? » esclama, dopo qualche secondo, sembrando una via di mezzo tra un automa, un idiota ed un povero ragazzino shockato. Di sicuro, comunque, non uno che sta male. La prof annuisce, sempre più sconcertata, e Gio’ si volta verso di me.

« Accompagnami. » ordina, per poi prendermi per un polso e trascinarmi velocemente fuori dalla classe. mi porta fino all’infermeria, stringendomi il polso tanto da farmi quasi male, e appena la porta si chiude dietro di noi scoppio a ridere, senza più riuscire a trattenermi. La stanza, grazie al cielo, è vuota, quindi Gio’ non deve far finta di stare male per davvero. Si siede sul lettino ed infila un dito nel passante della mia cintura. Mi tira verso di sé.

« Sei un emerito deficiente. » mi apostrofa, infilandomi una mano tra i capelli. « Sei la persona peggiore di cui mi potessi innamorare. » abbasso il viso verso il suo, spinto dalla sua mano, e lui scuote la testa contrariato. « Però ti amo.. » conclude, in un sussurro, appena prima di premere le labbra contro le mie.

Io sorrido nel bacio, prendendolo per i fianchi e tirandolo verso di me. Mi passa le braccia intorno al collo, stringendomi forte.

Quando ci stacchiamo di nuovo, il suo viso ha perso la sua dolcezza, e mi guarda con un’espressione dura. « Tu sabato vuoi veramente andare ai magazzini? »

Lo guardo interrogativo. « Ehm.. Si..? perché?»

Assume di nuovo quell’espressione un po’ triste, un po’ delusa che ultimamente ho visto fin troppe volte. « Non te lo ricordi proprio, eh? »

No, non me lo ricordo. Cosa diavolo succede sabato? Cerco di scavare nei meandri della mia memoria un po’ labile, ma trovo una tabula rasa. Zero. Nulla. Encefalogramma piatto.

Lo guardo con aria colpevole. « Cosa c’è sabato? »

Lui sospira, abbassando lo sguardo. « Niente. Lascia stare, non c’è niente. »

Alzo gli occhi al cielo. Perché deve fare sempre così? Non può dirmelo e basta? « Gio’, smettila di fare la ragazzina offesa con me e dimmi che cazzo succede sabato, che non mi ricordo! » esclamo, esasperato dal suo comportamento.

Alza nuovamente lo sguardo su di me, e i suoi occhi sono leggermente umidi, le guance arrossate. « È il mio compleanno. » scuote la testa e scende dal lettino, mettendosi in piedi, ed io sento il mio cuore sprofondare all’altezza dell’ombelico. « Comunque non importa, non devi esserci per forza, se vuoi andare ai Magazzini vai pure.. » si volta e fa per andarsene, ma lo fermo, prendendolo per un braccio e tirandolo verso di me. Lo abbraccio da dietro, affondando il viso nei suoi capelli morbidi.

« Scusa.. » mormoro, stringendolo più forte che posso. « Faccio schifo come fidanzato, e sono ancora peggio come amico.. » il suo petto, sotto le mie braccia, si alza e si abbassa in maniera irregolare. Non riesco a vederlo in faccia, ma ho paura che stia piangendo. Come diavolo ho fatto a dimenticarmi del suo compleanno?  « Scusa.. » ripeto, posando piano le labbra contro il suo collo.  « Scusa, sono un idiota. » gli lascio un altro bacio, un po’ più in basso. « Sabato sera lo passerò con te. » un altro bacio, più su, quasi sulla mascella. Sento il suo cuore battere forte contro la cassa toracica. Lo stringo un po’ più forte, e gli mordicchio la base del collo, facendogli trattenere il respiro. « E ti farò un regalo bellissimo, per farmi perdonare. » aggiungo, con un sorrisetto.

Lo sento finalmente rilassarsi. Mi sfiora le braccia con la punta delle dita. « Stai cercando di comprarti il mio perdono? » mi chiede, finalmente divertito.

« Funziona? » rispondo, infilando il naso tra i suoi capelli inspiegabilmente profumati.

« Mh… sei sulla buona strada.. »

« Si? »

« Si, ma se cerchi ancora di infilarmi le mani nei pantaloni nel bel mezzo di una lezione su Tacito, potrei prendere in considerazione l’idea di mollarti seduta stante. »

 

 

 

 

CE L’HO FATTAAAAAAAA!

Ultimamente sono stata assalita da un attacco di pigrizia allucinante. Non ho veramente voglia di fare niente. Oggi non ho mangiato, perché non avevo voglia di prepararmi niente, non ho fumato, perché non avevo voglia di scendere a comprare le sigarette, MA mi sono obbligata a finire di copiare al pc questo merdosissimo capitolo. Quindi, vi prego di comprendere i miei sforzi ç_ç

Ora, veniamo al capitolo: i due idioti continuano ad essere idioti. Si sono presi una pausa di un paio di capitoli, in cui pareva che finalmente avessero recuperato il senno, ed invece no. XD Luca è sempre il solito stordito –e mo’ pure fattone- e Gio’ è la solita tredicenne mestruata in continua cerca di coccole ed attenzioni.

Ora tesorini, se voleste cortesemente farmi sapere cosa pensate di questi due sclerati, ve ne sarei infinitamente grata, visto che senza recensioni la voglia di scrivere –che è già poca, ultimamente- va beatamente a farsi benedire. =_=

Ora vi lascio, ringraziando tanto tutte coloro che apprezzano questa minchiata <3

Vi amo <3

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Capitolo 24
*** chapter 23 (extra) ***


Mini extra/sorpresina-a-caso 

 

 

POV SCHIZZO

 

Passo le mani sul suo corpo semplicemente perfetto, le alzo leggermente la maglietta e scendo a baciarle il collo. Lei rabbrividisce. Potrei continuare a baciarla ed accarezzarla all’infinito, ma in questo momento la mia testa è da tutt’altra parte. Non riesco a dimenticare quello che ho visto oggi. Quella scena continua ad assillarmi, a ricomparire ad intervalli regolari, come in loop.

« Ehy… cosa c’è? » sussurra Loli, staccandosi leggermente da me e guardandomi preoccupata.

Sospiro e mi allontano da lei, sedendomi meglio sul divano. Stendo le gambe, chiudendo gli occhi e passandomi una mano sul viso. Immagino che dovrei parlargliene. Se c’è una persona a cui posso chiedere questa cosa, quella è lei. Mi volto verso di lei, risprendo gli occhi, e la trovo che mi guarda confusa.

« Cos’è successo? » mi chiede di nuovo, avvicinandosi leggermente.

« Loli, per caso Luca è frocio? » domando alla fine, tutto d’un fiato, senza mezzi termini, senza giri di parole.

Lei spalanca gli occhioni verdi, stupita. « Luca.. Mio fratello? Cos.. cosa? »

Sospiro di nuovo. « Oggi in classe… l’ho visto mettere una mano sulla coscia di Giovanni, fissandolo, per poi trascinarla su, fino a mettergliela sul cazzo. Lui è arrossito come una ragazzina… -spiego, cercando di mettere ordine nei miei pensieri- Ora, su Gio’ qualche sospetto l’avevamo avuto, ma Luca.. Non mi aspettavo una cosa del genere, io… »

Guardo Loli, che è rimasta in silenzio per tutto il mio discorso e mi osserva seria. Rimaniamo zitti entrambi per un paio di minuti, poi finalmente lei dice qualcosa.

« Per te cambierebbe qualcosa se mio fratello fosse gay? »

Rimango immobile per qualche secondo, sorpreso. Non era quello che mi aspettavo. Non so esattamente cosa mi aspettassi, quando gliel’ho detto, ma non avevo pensato mi avrebbe posto una domanda del genere. E perché poi? È una domanda più che legittima. Solo che.. qual è la risposta? Cambierebbe qualcosa nella nostra amicizia? Mi comporterei in modo diverso con lui?

È la prima volta che mi trovo ad affrontare una cosa del genere. Non so come devo comportarmi. Rimango zitto troppo a lungo, ed evidentemente Loli prende il mio silenzio come una risposta, perché scuote la testa, con aria delusa.

« Credevo… credevo che fossi un ragazzo più intelligente. Che ci fosse qualcosa, al di là dei muscoli e dell’aria da duro.. » non finisce la frase, ma si alza e si dirige verso la porta, per andarsene.

La seguo e la fermo, prendendola per un braccio.

« Ascolta, io non lo so.. » incomincio, ma non so come spiegarle i miei pensieri in questo momento. « Luca è mio amico dalla seconda media, ma questa cosa è strana, non.. »

« È proprio questo il punto! » mi interrompe, guardandomi male. « Non è una cosa strana. Mio fratello si è innamorato della persona Giovanni, non dell’uomo Giovanni, e se non riesci a capire la differenza.. –si interrompe- lascia stare. »  conclude, e si scrolla la mia mano di dosso, voltandosi.

« Ho solo… bisogno di tempo. »

Lei mi lancia un’ultima occhiata. « Quando ti sarai schiarito le idee chiamami. » e se ne va, senza aggiungere altro.

Rimango da solo, e torno in salotto, ripensando alle parole di Loli. Si è innamorato della persona Giovanni, non dell’uomo Giovanni. Il significato di questa frase lo sento a pelle, ma ogni volta che cerco di formularlo con un pensiero compiuto non ci riesco, è come se mi sfuggisse, scivolandomi tra le dita come acqua.

Sospiro, stendendomi sul divano.

Riuscirò davvero ad accettare questa cosa?

Riuscirò a vederla davvero come normale?

 

BUONASERA!

Ebbene si, vi ho fatto aspettare un saaaaaacco di tempo per questo capitolo minchiosissimo! Yeah!

Perdonatemi. Ho il corso di recupero di matematica, e se non lo passo a luglio i miei non mi fanno andare a Riccione con i miei amici, quindi ho dovuto studiare.. ;_;

comunque, tornando al capitolo sminchio, che ne pensate? Schizzo ha scoperto tutta la faccenda ed è entrato un po’ in crisi esistenziale, poveraccio… se leggesse il capitolo in cui Luca fa un elogio particolare al suo fondoschiena penso che sverrebbe.

Comunque, pareri riguardo la sua reazione? E quanti pollici alzati per la reazione di Loli? Piccola dolce sorellina… che personaggio adorabile. Stento a credere che sia uscito dalla mia testa..

Beh, ora vi lascio…

AH! ATTENZIONE! Se vi va di seguirmi su TWITTER sono @AleVenge <3

Tantissimo ammmmmmooooore a tutte quante

Un bacio

Ale

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Capitolo 25
*** Chapter 24 ***


CHAPTER 24

 

Sono fatto. Fattissimo, se vogliamo essere precisi. Ho paura che se dovessero aprire la mia scatola cranica adesso al posto del cervello troverebbero una poltiglia informe di colore grigio e dall’odore inconfondibile.

È da più di un’ora che non faccio altro che ridere come un deficiente e mi sono recentemente reso conto di avere anche qualche serio problema nell’articolazione delle parole. La mia lingua ed il mio cervello non collaborano tra loro.

Mi volto a guardare Dilma con espressione ebete e scoppio a ridere nuovamente.

« La… La tua faccia… -sbiascico- la tua faccia è così buffa.. »

Lui mi osserva qualche secondo, stringendo leggermente gli occhi, poi finalmente il suo cervello elabora il senso dei versi da me emessi, catalogandoli come parole da lui conosciute e scoppia in una fragorosa risata.

« Anche la tua.. » risponde, e non so perché al momento questo scambio di affermazioni  mi sembra maledettamente divertente.

Rido fino a farmi venire il mal di pancia. O almeno, immagino che mi farebbe male la pancia, se solo la sentissi. Mi sento felice. È fantastico che io mi sia messo con Giovanni, finalmente. È fantastico che lui mi ami! È fantastico il sesso che facciamo insieme. Facciamo del sesso fantastico. Il migliore che abbia mai fatto.

« Ragazzi, smettetela di far ondeggiare la panchina! » esclama la voce di Fra da un angolino.

Mi volto a guardarlo: è seduto a gambe incrociate, ha gli occhi chiusi e continua a dondolarsi. Mentre la panchina rimane decisamente ferma. È esilarante, e ovviamente scoppio di nuovo a ridere.

« Ragazzi sapete che è buio? » guardo Dilma, nel faticoso tentativo di capire cosa stia dicendo.

« Eh? »

Lui ride. « Il cielo! Il cielo è buio! » E continua a ridere. Ride davvero un sacco.

Ma io non ho più tanta voglia di farlo, nonostante la fattanza, perché c’è qualcosa che non mi torna. Il mio cervello è lento, ma alla fine riesco a fare i giusti procedimenti mentali e mi rendo conto che non dovrei assolutamente essere dove sono, in questo momento. Guardo l’orologio.

« Merda. Merda, è tardissimo. MERDA. »

Mi alzo di scatto, ignorando gli sguardi perplessi dei miei amici e corro via. Avrei dovuto essere da Gio’ circa una stramaledettissima ora fa. È il suo compleanno. È il suo compleanno ed io sono in ritardo di un’ora. Mi ucciderà. E se lo facesse non potrei che dargli ragione.

Raggiungo casa sua in dieci minuti, grazie alla mia meravigliosa moto e a Dio che mi permette di non andare a schiantarmi da qualche parte, nonostante i riflessi incredibilmente rallentati. Al citofono risponde lui, e la sua voce ha un tono orribilmente lugubre.

« Gio’, sono Luca.. »

Silenzio. Non sento la serratura scattare, e per un momento ho paura che voglia lasciarmi fuori, ma dopo poco lo vedo scendere le scale e raggiungermi. Esce dal portone e lascia che gli si chiuda alle spalle. Si ferma davanti a me.

« Buon compleanno.. » esordisco, dopo qualche secondo, con voce impastata e sentendomi un emerito coglione.

« Luca, posso farti una domanda? » annuisco lentamente, stringendo leggermente gli occhi per metterlo a fuoco. « Perché sei qui? »

Spalanco gli occhi, disorientato. Non mi aspettavo questa domanda, e non so bene cosa rispondere, dal momento che io devo essere. Dovrei esserci da un’ora.

Chiude gli occhi per un secondo, e quando li riapre mi immobilizzano completamente. Sono freddi, gelidi. « Perché sei venuto? –ripete- Su… in casa c’è tutta la mia famiglia. Mia madre ha preparato il letto per farti fermare a dormire, e mia nonna ha fatto la torta al cioccolato che ti piace tanto. È da un’ora.. hanno passato l’ultima ora e mezza a chiedermi dove cazzo fossi, mentre tu eri a fumare con quelle due teste di cazzo di Fra e Dilma. » tira un lungo respiro, cercando di calmarsi almeno un pochino. « Mentre venivi qua cosa pensavi che sarebbe successo? Che ti avrei fatto salire in casa, cercando una scusa decente per i tuoi occhi bordeaux e l’odore di erba che ti porti dietro? »

Scossi leggermente la testa, non sapendo bene cosa dire. « N-no, io… »

« Non pensavi, vero? Tu… non pensi mai a queste cose, vero? Alle conseguenze delle tue azioni del cazzo.. sei troppo concentrato su te stesso, per pensarci. »

Boccheggio qualche secondo, faticando a respirare e anche a stare in piedi senza barcollare. Non so cosa dire, non so che scusa cercare, stavolta. « Mi dispiace.. » è l’unica cosa che riesco a mormorare, ancora una volta.

E ancora una volta lui non fa altro che irritarsi ancora di più. Storce la bocca, infastidito. « mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.. Solo quello sai dire? sai cosa dispiace a me invece? Mi dispiace di essermi innamorato di un idiota come te. » conclude, prima di andarsene, scuotendo la testa e lasciandomi da solo.

 

 

C-ciao… non picchiatemi, per favore! ;_;

lo so che aggiorno una volta ogni 15 anni, ma…. Non ho scuse… MI DISPIACE! ;_;

non ho né scuse, né ispirazione! Sono una persona orribile!

E Luca anche! E in questo capitolo Gio’ ci va piuttosto pesante.. povero Luca… u.ù

Però c’ha anche ragione, diciamo la verità, eh.. immagino sia una malattia, non riesco a farli stare insieme felici e contenti per più di un paio di capitoli.. XD mi piace il drama ahahahah poverini… XD

Vabeh, cagate a parte, se recensite mi fate felice, quindi fatelo, che sono triste <3 <3

Per il prossimo capitolo cercherò di farvi aspettare un po’ di meno, giuro **

Un bacio

Ale

 

p.s. non l’ho riletto, dopo averlo scritto, quindi probabilmente farà cagare… usate l’immaginazione e fate finta che sia scritto bene <3

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Capitolo 26
*** Chapter 25 ***


CHAPTER 25

 

Schifo. In questo momento mi sento uno schifo totale per una lunga serie di ragioni -non ultimo il fatto che stanotte non ho praticamente dormito, da tanto ero in paranoia.

Ultimamente ho dovuto chiedere scusa così tante volte che ormai dovrei essere diventato bravissimo nel farlo, ma la verità è che faccio ancora pena anche in questo. Alla fine, dopo aver meditato al riguardo tutta la notte, ho deciso di venire a scuola oggi, ma ora che sono accasciato sul banco in attesa dell’arrivo di Giovanni con la testa che pulsa in maniera irrefrenabile, l’idea non mi sembra più così buona. Probabilmente, viste le condizioni in cui versa attualmente il mio cervello, finirò per dire cose stupide ed inappropriate, e lui non farà altro che incazzarsi ancora di più con me. Mi rigiro tra le mani il suo regalo per l’ennesima volta, e inizio a pensare che questa carta così maledettamente colorata e allegra sembri quasi una presa per il culo. Forse non dovrei neanche darglielo.

Sono quasi sul punto di rimetterlo nello zaino e fuggire dalla classe prima che arrivi la prof, quando sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Alzo lo sguardo, con la vaga speranza di incontrare quello di Gio’, ma ciò che mi trovo davanti non sono gli occhi ghiacciati del mio ragazzo, bensì quelli decisamente meno attraenti di Schizzo.

« We, ciao.. » lo saluto, senza neanche premurarmi di fingermi di buon umore.

Lui mi guarda serio, e se il mio cervello fosse in condizioni normali la cosa mi sembrerebbe parecchio sospetta perché, okay, lui non è mai serio.

« Luca, ti devo parlare.. Puoi venire un attimo con me? »

Lo fisso con espressione stolida, troppo impegnato a domandarmi se debba farmi una dichiarazione d’amore o comunicarmi di aver messo incinta mia sorella, per rispondergli.

« Luca? » mi chiama dopo qualche secondo, un po’ perplesso dalla mia non-reazione.

Scuoto la testa e mi alzo. « Si, scusa.. Ci sono. » mormoro, cercando di riattivare le sinapsi, seppur la cosa richieda non pochi sforzi. Lo seguo in bagno e mi appoggio al muro, realizzando improvvisamente quanto sia maledettamente faticoso stare in piedi.

« Che è successo? Se hai messo incinta Loli ti conviene non dirmelo, perché rischieresti di finire annegato nel water qua dietro seduta stante. » esordisco, cercando di stemperare la tensione che, non so bene per quale ragione, si è venuta a creare tra di noi. Che diavolo dovrà mai dire di tanto importante??

Sorride leggermente, sebbene sia visibilmente teso. « Luca io.. Ho scoperto di te e Giovani. »

Sento ogni traccia di colore svanire dal mio volto in un attimo, ed i miei occhi spalancarsi a dismisura. Sbatto un paio di volte le palpebre, come se stessi cercando di mettere a fuoco lui -o ciò che mi ha appena detto.

Devo aver sentito male. Devo… mi stacco dal muro ed indietreggio di un passo, come se avessi paura di lui.

« Cosa… che hai detto? » mormoro, senza parole.

Lui si avvicina di un passo e cerca di sorridere. « Beh, non siete poi così discreti, sai? » dice, ed io in questo momento vorrei davvero, davvero, morire. « comunque pensavo fosse giusto parlartene, io.. « si gratta leggermente la nuca, imbarazzato. Immagino che neanche per lui sia facile fare questo discorso, e probabilmente dovrei essergli grato per essere venuto a dirmelo, ma al momento sono così spaventato dalle possibili implicazioni di tutto questo, che i miei pensieri si limitano unicamente ad un continuo “oddio oddio oddio oddio oddio”. « ..per me non è un problema questa cosa. » riprende, evidentemente affaticato dallo sforzo di trovare le parole giuste da dire. « Okay, beh, non voglio sembrare un ipocrita e non dirò che questo non cambia niente in assoluto, però.. Sei mio amico e.. In effetti non voglio che cambi nulla, è solo.. Che avrò bisogno di un po’ di tempo per abituarmi alla cosa, ecco. » conclude, e mi guarda, come se stesse aspettando che io dica qualcosa, ma io non ho proprio alcuna intenzione di parlare. Il mio cervello è ancora troppo impegnato ad invocare il nome di Dio invano, per produrre frasi sensate, quindi mi limito a ricambiare il suo sguardo, senza preoccuparmi di celare il terrore che mi ha invaso.

Lui aggrotta le sopracciglia, preoccupato. « Luca, per favore, puoi evitare di fare quella faccia? Sembra che ti abbia preso a calci nei coglioni, mi fai sentire in colpa. » Beh, ma era esattamente ciò che aveva appena fatto! Metaforicamente, almeno. « Non è un problema per me se sei gay.. »

« NON SONO GAY. » lo interrompo, con voce leggermente stridula.

Lui scuote la testa e sospira. Sembra deluso. Non so perché, ma non mi interessa al momento.

« Lascia stare.. In ogni caso non lo dirò a nessuno, quindi non ti preoccupare.. » e se ne va, dandomi una pacca sulla spalla con una di quelle sue enormi manone virili.

Rimango da solo in bagno, e tutto ciò che riesco a fare è appoggiarmi di nuovo al muro, con le gambe che tremano leggermente. Mi sento maledettamente patetico, ma non riesco a farne a meno. È.. Davvero, è come se mi avessero tirato un mattone in faccia.

Non sono mai stato bravo nei rapporti interpersonali ed il confronto con gli altri mi ha sempre spaventato, Giovanni l’ha sempre saputo e mi è sempre stato accanto. Quando sono entrato al liceo però le cose sono cambiate: ho imparato ad indossare una maschera costruita ad arte, sono diventato un “figo” perfetto. Sapete, quel genere di ragazzo che si sente sempre a suo agio con tutti, in tutte le situazioni, che sa sempre come comportarsi, come mostrarsi agli altri. Il tipo che fa sbavare le compagne di classe, il tipo che tutti vorrebbero come amico o come ragazzo.

Ma da quando è iniziata questa storia con Giovanni mi sembra che la mia vita sia stata stravolta, che ogni giorno si formi una nuova crepa in quella maschera meravigliosa. E ho paura che se continuo così finirà per spezzarsi del tutto, per finire in polvere, rivelando quello che ha nascosto per tutto questo tempo, mettendomi a nudo, esponendomi al pubblico ludibrio.

I pezzi di quella maschera, per quanto maltrattati e fragili, sono tutto ciò che mi resta, ed in questo momento farei di tutto, pur di tenerli insieme.

 

« Allora anche gli stupidi piangono? »

 

Alzo lo sguardo lentamente, e finalmente incontro gli occhi che aspettavo di vedere da due giorni, ma non sono così freddi come li immaginavo. Un po’ del ghiaccio di sabato sera si è sciolto, ed ora mi guardano con un’espressione indecifrabile. Le sue parole mi raggiungono, e mi accorgo che ha ragione: due lacrime leggere mi stanno scivolando lentamente lungo le guance. Non rispondo niente, e mi limito ad asciugarle con il dorso della mano.

« È per me questo? » mi chiede Gio’, mostrandomi il pacchetto del suo regalo.

Annuisco lentamente, e lui sorride appena, poi lo apre. I suoi occhi si illuminano leggermente, scoprendone il contenuto. È una camicia di Ralph Lauren azzurro chiarissimo. Appena l’ho vista non ho potuto fare a meno di pensare che gli sarebbe stata da Dio.

« È bellissima Luca.. » mormora, osservandola.

« Ho pensato che.. Si intonasse ai tuoi occhi. » sussurro, abbassando lo sguardo imbarazzato per ciò che ho appena detto. « Però il vero regalo è un altro. » mi affretto ad aggiungere.

Lui mi guarda incuriosito, ed io tiro fuori l’altro pacchetto dalla tasca dei pantaloni. Questo è decisamente più piccolo, rivestito da una carta nera ed argento. Rimango ad osservarlo un secondo, prima di passarglielo.

« Auguri.. » riesco finalmente a dire, mentre lui strappa la carta ed apre la scatolina al suo interno, incuriosito. Ne tira fuori una catenina leggera che termina in una piastrina d’argento incorniciata da decorazioni in stile liberty. La osserva con gli occhi spalancati per un secondo, facendola girare in aria.

« Era quella che volevi, vero..? » gli chiedo, cercando di capire se gli sia piaciuta o meno. Ricordo che mi aveva detto qualcosa riguardo una piastrina di questo genere, vista in una tal gioielleria, ma al momento non sono più così sicuro che fosse proprio questa.

Lui apre la bocca per un secondo, poi la richiude.

« L&G.. » sussurra, leggendo l’incisione che ho fatto fare sul retro. La mette al collo e mi guarda, ancora senza esprimere un’opinione degna di tale nome.

Inizio a temere veramente che non gli sia piaciuta. Forse avevo davvero capito male e non era questa che voleva.. Forse quella che voleva lui era completamente diversa.. O forse trova pacchiana la scritta? Eppure ho chiesto che fosse fatta leggerissima. Forse è semplicemente prematuro come regalo? O magari gli fa proprio schif.. Non riesco neanche a concludere il pensiero -e per fortuna..- che sento le sue labbra premersi sulle mie, e le sue mani sulle spalle che mi spingono indietro, verso uno dei cubicoli. Spalanco gli occhi, leggermente sconvolto da questa reazione inaspettata, e ne deduco che il regalo gli sia piaciuto. O almeno, lo spero, perché se no significherebbe che dentro uno di quei cubicoli mi ci sta spingendo per affogarmi, e non per baciarmi.

Chiude la porta alle sue spalle e mi spinge ancora indietro, fino a costringermi a sedermi sul cesso. Io non ho ancora il coraggio di dire niente. Dopo qualche secondo si stacca dalle mie labbra, e appoggia la fronte alla mia spalla, stringendo forte la camicia che gli ho regalato. La piastrina scintilla debolmente, roteando sospesa tra il suo petto ed il mio.

« Gio‘… » riesco a dire, piano, dopo qualche secondo, ma lui non mi permette di parlare, interrompendomi subito.

« Ti rendi.. » si morde un labbro, chiudendo gli occhi per un momento. « Cazzo, ti rendi conto di come mi hai ridotto? » sussurra, con voce tesa, stringendo la mia spalla e la camicia tanto da farsi sbiancare le nocche. « Non riesco.. Non riesco neanche a rimanere incazzato con te per più di un giorno.. »

Sento una lacrima bagnarmi la maglietta, ma stavolta sono relativamente sicuro che non sia mia. Gli passo una mano tra i capelli, tirandogli indietro la testa, in modo da incontrare i suoi occhi lucidi e bellissimi. Faccio scontrare lentamente le nostre labbra, mescolare i nostri respiri. Gli lascio solo un bacio ed un morso leggero, prima di staccarmi ed appoggiare la fronte contro la sua.

« Io.. Rimarrò completamente nudo di questo passo, lo capisci? Scoperto.. » mormoro, e probabilmente da un punto di vista esterno devo sembrare un malato di mente con manie di persecuzione, per il tono leggermente febbrile che ho usato, ma so che lui -solo lui- riuscirà a capire cosa voglio dire. « Sto cercando.. Sto solo cercando di non perdere anche gli ultimi pezzi che mi rimangono.. »

La sua mano allenta la stretta sulla mia spalla, scivolando piano fino al collo e prendendo ad accarezzarmi dolcemente.

« Perché non puoi lasciarli andare..? Smettila di aggrappartici così ossessivamente, se dovessi… se dovessi rimanere nudo, è troppo arrogante da parte mia sperare di riuscire a coprirti, a tenerti in piedi? »

Non rispondo, ma questa volta è semplicemente perché davvero non c’è niente da dire.

Vorrei riuscire ad essere forte, a fidarmi di lui, e dargli la possibilità di fidarsi di me. Vorrei dargli tutto quello che ho, vorrei dargli tutto me stesso. Vorrei essere in grado di amare come amano nei film, nei libri, in cui entrambi gli estremi di una coppia sarebbero disposti a qualsiasi cosa per l’altro. Ma so che se lo facessi per me sarebbe la fine. Ormai quella maschera è diventata una parte di me. Non credo che riuscirei sopportarne la perdita.

Rimaniamo nella stessa -scomoda- posizione ancora per un po’, poi lui si alza, ripiegando alla bell’e meglio la camicia, senza guardarmi.

Io lo osservo, invece, con un sorriso leggero stampato in faccia. « Quindi sono perdonato? »

Lui scuote la testa, ma la sua espressione è solo divertita. « Diciamo che ti perdonerò se riuscirai a prendere almeno 10/15 nella simulazione di terza prova. »

Spalanco gli occhi. E la bocca. E tutto lo spalancabile.

« LA TERZA PROVA? E quando sarebbe?? » esclamo, improvvisamente sull’attenti.

Gio’ mi guarda scocciato, poi alza gli occhi al cielo. « Oggi Luca.. Alle prossime tre ore. »

Ohporcatroia.

 

 

 

 

Buonsalve gente!

Visto che ho ricevuto un po’ di critiche per la cortezza dello scorso capitolo stavolta ne ho fatto uno LUUUUUUUUUNGO LUNGO.

O almeno, per i miei standard è lungo lungo, ecco.

Quindi.. Che dire? Il drama il drama il dramaaaaaa <3 credo che in questo capitolo finalmente si spieghi un pochino -ino-ino-ino-  la motivazione di alcuni dei comportamenti antipatici di Luca.

Inoltre! Finalmente Schizzo ha parlato a Luca di quella storia! Che carino <3 a me piace tanto come personaggio, credo che sia il mio preferito. Altro che Luca e Gio’, dal prossimo capitolo diventerà Schizzo il protagonista. u.u

E poi boh, ho sonno e non so più cosa sto scrivendo. ;_;

Per favore, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, perché ci tengo davvero tanto.. T.T

Alla prossima,

Un bacio

Ale

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