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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Nuovi Arrivi (parte 1) ***
Capitolo 3: *** Nuovi Arrivi (parte 2) ***
Capitolo 4: *** Poteri ***
Capitolo 5: *** Storie di famiglia ***
Capitolo 6: *** Reazione ***
Capitolo 1 *** Prefazione ***
Prefazione
I
miei incubi da umana erano spariti. Tutto in questo momento mi faceva
pensare il contrario. Pensavo di essere finita dentro un
incubo, di gran lunga peggiore. Erano ancora loro, coloro che avevano
popolato molti miei incubi, quando ancora ero una fragile umana: i
Volturi. Si muovevano tutti in perfetta sincronia. Le sagome nere si
avvicinarono danzando, sembrava stessero fluttuando. Questa volta
sarà davvero la nostra fine, pensai. Mi strinsi Renesmee al
petto e presi per mano Edward. Restammo immobili come delle statue.
Guardai i loro visi. Vidi che alcuni non mi erano per niente familiari.
Questo voleva dire solo una cosa : il corpo di guardia era aumentato.
Subito estesi il mio scudo per proteggere tutta la mia famiglia, ma
questi si ritirò all’improvviso. La nostra ultima
speranza era combattere. Mi rannicchiai in avanti e con un ruggito
mostrai che ero pronta a tutto pur di salvarci.
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Capitolo 2 *** Nuovi Arrivi (parte 1) ***
Avviso:
alcuni di voi questa storia l'hanno già letta. Vi consiglio
di leggerla di nuovo, questa versione è migliorata. Vi
lascio alla lettura!
NUOVI
ARRIVI
Adorare
Forks: un concetto che fino a un paio d’anni fa mi sembrava
impossibile da esprimere. Le cause di questa improvvisa adorazione sono
altre:
il mio angelo, Edward, e la creatura più bella al mondo, mia
figlia Renesmee.
Il primo anno a Dartmouth era passato con ottimi voti. Ormai il mio
autocontrollo era tale, che mi era facile stare tra gli umani. Insieme
ad
Edward avevamo deciso che un po’ di cultura non sarebbe stata
male. Contro la
mia stessa volontà, Edward mi aveva fatto iscrivere alla
facoltà di legge.
Avevo superato ogni esame con il massimo di voti. Come migliore
studentessa ero
stata scelta come assistente del professore. Proposta che avevo
rifiutato: non
volevo stare sempre in sua compagnia, mi guardava stranamente durante
le lezioni.
Un vantaggio che mi aveva dato la mia immortalità: un fisico
tale da far morire
di invidia qualsiasi altra donna. Edward si era iscritto alla
facoltà di
biochimica. Anche lui era il miglior studente del primo anno da 70 anni
a oggi.
Se non hai altro da fare durante il giorno, lo studio ti aiuta. Non che
passassi tutte le giornate a studiare, avevo altri piani per Edward.
Piani che compredessero qualcosa con meno vestiti.
"Hai
presente il ragazzo che settanta anni fa era considerato
il migliore alunno dell‘università?" mi
disse una sera mentre andavamo a
lezione "sì, anche lui si
chiamava Edward, se non sbaglio. Aspetta un secondo: non mi dire che
eri
tu?"
Edward tossì e scoppiò in una
fragorosa risata .
"Diciamo che
anche questo era un gioco di famiglia" disse
scomparendo
in uno dei
corridoi bui dell’università.
Finito
l'anno scolastico, ritornammo tutti e due a casa. La nostra
casa. La nostra famiglia. Parole che ormai riuscivo a dire molto
facilmente.
Eravamo nel giardino dietro casa Cullen. Tutta la mia famiglia:
Carlisle, Esme,
Rose, Emmett, Alice e Jasper. Emmett stava sfidando Jasper a braccio di
ferro e
purtroppo per Jasper, stava vincendo. Avrebbe festeggiato per giorni
questa sua
vittoria. Esme stava facendo un progetto per costruire la casa che tra
5 anni
avrebbe accolto Renesmee e Jacob. L'idea mi ripugnava ancora molto.
Carlisle leggeva un enorme libro in
latino.
Io tenevo la mia piccola sulle ginocchia mentre giocava a scacchi con
Alice. Le
loro partite erano estenuanti: duravano anche ore intere,
perché Alice non
riusciva a vedere nel futuro di Renesmee e quindi non poteva prevederne
le
mosse. Renesmee in un anno era cresciuta parecchio: le si poteva dare
benissimo
otto anni. Edward era accanto a me e rideva. Sapeva
che nostra figlia era
in netto vantaggio.
"Mamma, che facciamo
ora?" disse Renesmee
guardandomi con i suoi occhioni "ho battuto zia Alice
quattro volte e
non ho più voglia di giocare a scacchi."
Alice
aveva vinto ben poche
volte contro di lei a scacchi, mia figlia era un genio in quella
disciplina."Che ne dici di andare a
letto?"
In
risposta mi mise
la mano sulla guancia. Nella sua mente vedevo lei che
faceva
braccio di ferro con Emmett.
"Ok.
Vai pure, ma stai
attenta" dissi. Lei scese con un balzo dalle mie ginocchia e cammino
verso lo zio .
"Zione
Emmett, facciamo braccio di
ferro?" chiese
con la sua voce squillante. Jasper le fece segno di salire e lei con un
balzo
si sedette sulle sue ginocchia. Mise la manina in quella dello zio e
diede il
via allo 'scontro' come lo chiamava Emmett.
Naturalmente lui la faceva vincere sempre, anche se a volte
però era lei a barare: se stava per
essere sconfitta
faceva vedere all’altro i ricordi che aveva su
Rose. Emmett si
distraeva e lei vinceva facilmente.
"Niente
trucchi
mentali,d‘accordo?", Renesmee annuì e con un
sorrisetto disse "E
tu non farmi vincere. Voglio
una sfida seria." e iniziò a stringere
più forte. Quel braccio di ferro
era estenuante, nessuno dei due era in grado di vincere, la loro forza
era
pressoché equivalente, come la mia del resto. Non ero
più una vampira neonata e
la mia incredibile forza era scemata gradualmente. Anche io non
riuscivo più a
vincere a braccio di ferro contro Emmett. Annoiata, mi girai verso
Edward. Era
molto concentrato. Non fissava Renesmee, ma un punto lontano nella
foresta, a
circa dieci km da noi.
"Renesmee
vai da tua
madre" ordinò Edward.
La piccola scese dalle ginocchia di Jasper e in un sessantaquattresimo
di
secondo fu tra le mie braccia. In meno di un secondo tutti erano
intorno a me:
Edward
alla mia destra, Carlisle alla mia sinistra. Davanti c’erano
Emmett e Jasper
chinati in avanti, in posizione d’attacco e dietro Esme,
Rosalie e
Alice."Edward non riesco a vedere
niente!" disse preoccupata
Alice. A quelle parole Edward mi strinse la mano ancora più
forte e io feci lo
stesso. Dopo pochi secondi le mie narici furono invase da un odore
molto simile
a quello di Renesmee. Nelle mie orecchie risuonavano i battiti di sei
cuori che si
avvicinavano,
i movimenti sembravano quelli di un uccello. Battevano molto
velocemente, forse
per lo sforzo. Dopo due secondi che mi sembrarono infiniti, me li
trovai
davanti. Erano sei: tre maschi e tre femmine. Allungai lo scudo da me
verso
Alice. Fu facile, ormai riuscivo a modificare il mio scudo anche in
battaglia,
a patto che non mi deconcentrassi tanto. Quei sei si misero in
fila,
un
accanto all’altro. Al centro c’era quello che forse
era il capo, era un ragazzo
alto e slanciato, aveva folti capelli neri che gli incorniciavano il
viso. Era diafano, quasi trasparente. Indossava i resti di uno smoking.
Il farfallino era andato perduto chissà dove, e le maniche
della camicia bianca erano sgualcite. Alla
sua destra c’erano una donna che portava lunghi capelli
biondi
e una bambina.
La
donna indossava i resti di un vestito da sera perlaceo. Anche la
bambina indossava lo stesso vestito, anche se non ridotto a brandelli;
le spalle erano coperte da una piccola giacca di pelliccia.
Mi
sorrise. Accanto a lei c’era un altro ragazzo, anche lui
aveva i capelli neri,
ma questi erano lunghi e legati in una coda. Anche lui indossava una
camicia bianca, che lasciava intravedere il fascio di muscoli
possenti. Accanto al ragazzo dai capelli neri scompigliati
c'era un altro:
era più basso degli altri e aveva un caschetto di capelli
grigiastri, non
sembrava per niente cattivo, aveva una faccia da bravo ragazzo. A
differenza degli altri due maschi, era vestito diversamente: jeans semi
distrutti e una felpa più grande di lui che sembrava
assorbirlo. Chiudeva la
schiera una altra donna che aveva una crocchia molto complicata. Questa
donna continuava a fremere a guardare di sottecchi il moro
più grande. Si scmbiarono un'occhiata per un secondo e lei
si pietrificò, guardandomi negli occhi. Mi colpì
subito che se anche così diversi mi sembrava avessero tratti
simili, ad esempio la forma del naso oppure il
contorno
degli occhi. Gli occhi erano molto simili ai nostri, erano di un
marrone chiaro, quasi oro. Tutti e sei li avevano dello stesso colore.
Il
ragazzo al centro prese la parola "Salve!" disse con voce
squillante "Vedo che avete uno scudo tra di voi. Io
sono Alexander e
questa e la mia famiglia: Josh, Marianne,
Sarah, Daniel e
Margot." indicò
dalla sua sinistra verso destra. "Come fai a sapere
dello
scudo?" ringhiò Edward furioso. Dopo pochi secondi lo
vidi cadere a terra, si
teneva la testa con la mani. La rabbia mi invase "Smettila! Che hai fatto a mio
marito?" ringhiai. Lui sorrise e
disse "Io mi sono semplicemente difeso" e si rimise al suo
posto in
quella schiera.
Nel frattempo Edward si era ripreso ,"Cosa diavolo mi hai
fatto?" gli chiese. "Ti risponderò
solo se toglierai lo scudo. Posso benissimo farlo anche io..."
Edward
annuì e si girò
verso di me "Bella, tesoro, potresti...?" Lo guardai
sconcertata. Come poteva voler essere privo di scudo mentale? Si
avvicinò lentamente al mio viso e mi baciò. Nello
stesso momento in cui le mie labbra presero fuoco per quel bacio, lo
scudo si afflosciò, come un palloncino bucato, e
tornò a coprire solo me stessa. Il ragazzo si
rilassò e Edward, sorridente, gli si
avvicinò. Carlisle lo fissò
preoccupato e disse "Edward ma che fai?"
"Carlisle
non
devi preoccuparti loro sono come Renesmee. Ora mi dici cosa mi hai
fatto
prima?"
A
quella risposta restai immobile: ce ne erano
altri come
Renesmee così vicino a noi?
Quindi
lei non era
così speciale come tutti
pensavamo?
TelefilmADDICTED
Angolo dell'autore
Salve!
Molti di voi avranno letto già questa storia e saranno
arrivati alla conclusione che non ci si capiva niente! Bene avevate
ragione: c'erano errori e mancavano frasi. Eccovi la nuova versione!
Cancellerò la storia vecchia e la riscreverò
daccapo. Per chi ha già letto la vecchia versione:
sostanzialmente la trama non cambia molto ma ci saranno maggiori
descrizioni e maggiore analisi dei personaggi. Voglio fare le cose per
bene, almeno una volta. Chi non ha mai letto questa storia,
è pregato di farlo perché è
bellissima. Ok, forse ho un po' esagerato, ma a me piace e voglio farla
piacere anche a voi. Mi dispiace dirvi che, se avete lasciato delle
recensioni, queste verranno cancellate. Quindi dovrete scriverle di
nuovo (così io ne avrò di più! Sono un
genio del male! Ok la smetto, scusate!) e sarò costretto a
rispondere. Vi annuncio sin da ora che l'aggiornamento sarà
settimanale, quindi ogni giovedì. Spero che chi abbia
già letto questa storia non mi uccida perché
voglio riscreverla, ma come ripeto sempre, voglio farvela piacere.
E per farvela piacere, deve essere scritta bene. Una malsana idea nata
in uno degli ultimi capitoli: Il sondaggio del
Vampiro. Io ho in mente i
miei personaggi, sono ben definiti in ogni particolare fisico e
caratteriale. Ma se mai la mia sconosciuta ff diventasse un film chi ci
vedreste a fare questi sei bellissimi semivampiri? Lasciatelo in una
recensione e alla fine della storia pubblicherò le foto del
mio fittizio "cast" vampiresco. Nelle recensioni potrete anche lasciare
un vostro commentino, per dirmi se la storia vi piace o meno. Vi
avverto che anche se non recensite, io continuerò a scrivere
e a pubblicare, fino alla morte (ok, non così tanto ma...).
CiaO!!
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Capitolo 3 *** Nuovi Arrivi (parte 2) ***
Nuovi arrivi (parte
seconda)
Edward era ancora nella stessa posizione, immobile come una statua. Il
ragazzo con un ghigno rispose alla domanda che gli aveva posto "Come
faccio a spiegartelo facilmente? Vediamo...bhè diciamo che
ho urlato nella tua testa"
Edward
lo osservò impassibile "mi ha fatto davvero male."
disse tranquillo.
Emmett infastidito urlò "Volete renderci partecipi della
vostra discussione?"
Edward lo guardò negli occhi "Loro" e indicò
tutta la schiera "sono come Renesmee, generati da un vampiro nel corpo
di una donna umana. A quanto pare lui ha un potere speciale come me e
Bella, un potere mentale. Prima che mi accasciassi al suolo ho provato
a leggere nella sua mente, ma lui se ne è accorto e diciamo
che mi 'urlato' in testa. E' stato più doloroso dell'attacco
di Jane."
Emmett rimase a bocca aperta e il ragazzo, Alexander,
cominciò a parlare "è vero, Emmett, e oltre a
stordirlo per breve tempo, ho scandagliato la sua mente e ho, possiamo
dire, copiato tutti i suoi ricordi. Tutto chiaro Carlisle, Bella,
Emmett, Rosalie, Esme, Alice, Jasper e Nessie? >> e ci
indicò uno per uno. Vidi Esme rimanere a bocca aperta.
"Comunque non siamo qui per farvi del male, non siamo malvagi"
continuò "stavamo vagando per queste terre in cerca di
qualche animale per sfamarci e abbiamo sentito odore di vampiro,
volevamo conoscere altri simili a noi."
"Non è solo questo vero?" chiese Edward con un sorriso.
"In realtà sapevamo già chi abita in questo
posto>> disse e ci indicò <
Renesmee si liberò dalla mia presa e mi mise una mano sulla
guancia. Mi stava facendo vedere lei che si avvicinava a quei mezzi
vampiri con me per mano.
"Renesmee non mi sembra il caso, comunque sì, siamo riusciti
a farci ascoltare" conclusi io.
"Bella, falla andare se vuole" mi disse Edward "non sono pericolosi.
Sono “vegetariani” come noi."
"Non sono pericolosi? Ma se quello ti ha steso senza toccarti?" la mia
voce uscì quasi come un ringhio.
Il ragazzo m’interruppe "chiedo scusa per quello che ho fatto
al tuo Edward ma, non mi piace quando qualcuno cerca di leggermi nella
mente" disse facendo un inchino.
"E‘ vero" disse tra una risata e l'altra la ragazza bionda,
Sarah. Alexander si girò e le fece una
linguaccia "simpatica."
Renesmee insisteva nel conoscere quei nuovi arrivati. Continuava a
mandarmi nel cervello la solita immagine: lei che mi teneva per mano e
mi portava dagli altri mezzi vampiri.Mi stava anche spingendo verso di
loro. Alla fine cedetti "Va bene, ora ti ci porto" dissi mentre
camminavamo insieme verso la schiera di vampiri. Lei si
staccò da me molto velocemente e si piantò
davanti ad Alexander. Gli tirò la camicia e lui si
abbassò.
"Ciao. Io sono Renesmee. Posso farti vedere la mia storia?" chiese. Il
ragazzo acconsentì e lei gli toccò una guancia.
Dopo qualche minuto Alexander parlò "forte!"
Si rivolse ad Edward "posso prenderla in braccio? Vorrei far veder la
sua storia alla mia famiglia".
Edward annuì e lei con un balzo gli montò in
braccio. Alexander convocò la sua famiglia e Renesmee li
toccò uno alla volta. Tutti ebbero la stessa reazione di
Alexander.
In pochi minuti Renesmee aveva conquistato anche quelli che, fino a
pochi minuti prima, erano dei nostri potenziali nemici.
Angolo
dell'autore:
Salve a tutti! Innanzitutto auguro un BUON NATALE
a tutti quelli che stanno leggendo. Purtroppo non c'è stata
nessuna recnsione quindi non dovrò ringraziare nessuno.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le 'Seguite' e tra le 'preferite'.
So che questo capitolo è un po' cortino ma mi
rifarò col prossimo. Ancora Buone feste dal vostro festivo e
natalizio
TelefilmADDICTED.
CiaO!!!!!
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Capitolo 4 *** Poteri ***
Poteri
Finita
la presentazione di Renesmee, Alexander e la sua famiglia si
avvicinarono di più alla casa. Nessuno di loro
aprì bocca finché la bionda, Sarah, non fece una
domanda ad Edward.
"Anche
voi possedete poteri speciali come noi? Ho sentito che tra di voi
c‘è uno scudo, è vero?"
Alexander
m’indicò, "Lei è l‘unica che
non riesco a sentire".
"Quindi
il suo scudo è mentale, ti sta bloccando?"chiese Sarah con
uno strano sorriso e Alexander annuì. Poi si rivolse a me
"è snervante non poter leggere i suoi pensieri, anche se
posso provare a …" non riuscì a finire il
discorso che la mezzavampira bionda gli ringhiò contro. "Non
ci provare nemmeno! Lo sai che succederebbe..."
Edward
fissò Alexander. "Riesci pure a leggere nelle menti
altrui?". Il mezzo vampiro rispose tranquillamente e mi sorrise.
"So
fare anche altre cose oltre a leggere i pensieri e urlare nelle menti.
Se vuoi ti faccio vedere.." Edward annuì. Posò lo
sguardo su Emmett e lui cadde a terra come schiacciato da un enorme
peso. Si rialzò dopo pochi secondi. Sembrava lo stesso ma
qualcosa nel suo sguardo non mi convinceva: era vuoto e vacuo.
"Esibizionista"
disse Sarah all’altro mezzo vampiro.
A
quell’affermazione ad Alexander spuntò uno strano
sorriso. Vidi Emmett prendere la rincorsa e saltare verso Sarah. Lei si
girò con una semi piroetta verso di lui ed Emmett
volò via verso la foresta dietro casa Cullen. Gli altri
mezzi vampiri rimasti più lontani si misero a ridere. Tutta
la nostra famiglia rimase immobile: questi esseri erano davvero molto
potenti. Riuscivano a mettera a tappeto Emmet senza il minimo sforzo.
Sembrava che stessero giocando.
"Che
hai fatto al mio Emmett?" ringhiò Rosalie. Edward si
girò con un sorriso stampato in faccia, sembrava un bambino
a cui hanno mostrato un giocattolo nuovo. "Quando e se Emmett
tornerà te lo racconta. Ha preso il controllo della sua
mente e Sarah ha usato uno scudo per difendersi." rispose tranquillo.
Dopo pochi secondi Emmett tornò dalla foresta. Dopo essersi
pulito i vestiti si piantò davanti ad Alexander e
gli ringhiò "Che mi hai fatto?"
Si
avvicinava pericolosamente. Sembrava un orso che stava per attaccare
una piccola lepre. Vidi Edward fare un segno a Jasper. Per niente
intimorito Alexander rispose.
"Ho
preso il controllo della tua mente. Eri come una marionetta nelle mie
mani e ti ho fatto attaccare mia sorella. Lei ha attivato un suo scudo
e ti ha spedito nel mezzo della foresta."
Emmett
rilasciò la posizione di attacco e lentamente
tornò accanto a Rosalie. Due occhiate furiose colpirono
Edward e Jasper. Entrambi sorrisero. Una cosa non tornava:
perché aveva detto un suo scudo e non lo scudo? Feci la
domanda ad alta voce, ad Alexander. Lui rispose, "Bella domanda, prova
a chiederlo a mia sorella."
Lei
si girò verso di me e iniziò a spiegare "Bella io
non sono come te che hai uno scudo fisso. Io lo posso solo evocare, per
questo posso attivare scudi diversi sia fisici che mentali.
Posso fare in modo che mi attacchi voli via lontano oppure che venga
deviato o addirittura bloccato, ma se per caso io vengo messa ko tutti
gli scudi scompaiono. Ah, una cosa che mi piace fare è
questa" disse, mentre puntava un dito contro uno degli alberi intorno a
noi. "Esibizionista" le disse Alexander, lei rispose con una
linguaccia. All’improvviso l’albero esplose in
miliardi di pezzi.
"Ho
creato uno scudo talmente piccolo da entrare nella corteccia
dell’albero e l’ho allargato finché la
corteccia non ha retto ed è esplosa … "
spiegò.
Da
lontano una vocina la interruppe "Alex possiamo vedere cosa sappiamo
fare anche noi?"
La
bambina poco più grande di Renesmee gli si era affiancata.
Puntò lo sguardo su Alice ed Esme. All’improvviso
iniziarono a fluttuare a poca distanza dal suolo.
"Marianne
usa la telecinesi, è molto potente. Fai veder loro un
po’ di trucchetti." spiegò Sarah. Marianne
sorrise. Punto una mano contro un albero e quello fu subito sradicato.
Ad una velocità impressionante me lo trovai davanti. Dopo
pochi secondi l’albero non c’era più:
era stato ridotto in frammenti. Notai che Edward e Carlisle non ne
erano intimoriti, anzi ne erano affascinati. Io non ero della stessa
idea: questi mezzi vampiri avrebbero potuto distruggerci molto
facilmente. Gli altri tre rimasti in disparte -Margot, Josh, Daniel- si
piazzarono in mezzo alla radura nei pressi del fiume. Il ragazzo dai
capelli grigiastri, Daniel, si concentrò e vidi che le sue
mani erano avvolte da fiamme rossastre. Rimasi a bocca aperta.
Alexander mi vide e trattenendo le risate mi spiegò.
"Daniel
può controllare la temperatura di un oggetto, tanto da
dargli fuoco o da congelarlo. In questo momento ha incendiato
l‘aria, per questo ci sono quelle fiamme" poi si rivolse a
lui.
"Quando
finirete la vostra pagliacciata, fai quell‘altra cosa
…"
Daniel
sorrise a annuì. Vidi che anche Margot si stava
concentrando. Dalle sue mani spuntarono delle saette bluastre. Sarah
vedendo che tutti, a parte Carlisle e Edward, erano a bocca aperta si
affrettò a spiegare.
"Margot
crea corrente, non sappiamo bene come. Quella che crea è una
scarica molto diversa dall’elettricità umana,
può stendere un vampiro, ma non ucciderlo."
"Molto
simile a Kate "disse Esme. Sarah
la guardò incuriosita. Alexander le spiegò
"Questa Kate crea una corrente a fior di pelle che stende il nemico per
pochi secondi. È un potere puramente mentale, infatti Bella
è l‘unica che è riuscita a resisterle
col suo scudo ."
"Non
perdetevi quello che sa fare Josh, lui sì, che fa vero
spettacolo" disse Sarah con un sorriso. La mia mente cercò
di immaginarsi un potere “che facesse vero
spettacolo”; di sicuro era più potente di quelli
del corpo di guardia dei Volturi. Provai ad immaginarmi poteri simili a
quelli di Jane, Alec e Demetri. Di certo sarebbe stato più
potente di loro. Mi concentrai per capire meglio quale altro potere
potesse dimostrarci questo nuovo mezzo vampiro. Edward sorrideva: di
sicuro qualcuno aveva pensato a quel potere e lui lo aveva scoperto in
anteprima assoluta. A volte mi dava fastidio questo suo potere. In
contemporanea Margot e Daniel lanciarono fuoco e saette, letteralmente,
contro il loro fratello. Josh mise una mano avanti. Appena le fiamme e
le saette lo toccarono, sparirono. Non riuscivo a capire, forse faceva
sparire le cose che lo minacciavano? Come potere non sarebbe stato un
granché.
"No,
Carlisle" rispose Alexander a una domanda che aveva solo pensato "non
le ha fatte sparire. Ora osserva e capirai tutto."
Sorrisi,
qualcun altro era arrivato alla mia stessa conclusione. Ringraziai il
mio scudo che mi rendeva illeggible. Osservai la scena attentamente.
Dalle mani del vampiro con la coda, Josh, fuoriuscirono due enormi
sfere, erano rosse come il fuoco e avevano intorno delle saette
bluastre che sembrava stessero danzando.
"Josh
è un‘accumulatore. È come una batteria,
assorbe i colpi dei nemici e li ricrea con la stessa energia. Funziona
anche nei corpo a corpo. Fai loro vedere Mary. "
Mentre
Josh lanciava quelle due sfere in aria, Mary puntò la mano
contro un altro albero. Quello partì velocemente nella
direzione di Josh. In meno di un secondo lui si girò e
puntò le mani verso l’albero. Questi cadde al
suolo con suono sordo. Josh sorrise e rilanciò
l’energia nel fiume. Degli enormi geyser spuntarono nel
piccolo fiumiciattolo.
"In
caso di corpo a corpo lui accumula e espelle energia pura. Daniel ora
fai quella cosa che ti avevo chiesto."
In
un secondo ci raggiunsero e si posizionarono accanto a Alexander.
"Potrei
avere dell‘acqua?" chiese Daniel. Esme annuì e
dopo un secondo ritornò con un bicchiere pieno
d’acqua. Daniel si rivolse a Renesmee.
"Questo
è per te. È un trucchetto molto carino." disse
con un sorriso. Non so perché ma quel viso non mi ispirava
intenzioni malvagie: che riuscisse a incantare tutti come Renesmee? Non
potei saperlo, gli ibridi come lei sono creature molto strane e rare.
Si strofinò le mani tre volte e quando riapri il pugno notai
che aveva creato una nuvoletta sopra la testa di mia figlia. Prese il
bicchiere d’acqua e la fece evaporare. Spostò la
nuvola in modo che raccogliesse tutto il vapore acqueo. Quando
diventò nera la spostò di nuovo sulla testa di
mia figlia. Dopo pochi secondi dalla nuvoletta cominciarono a cadere
delle goccioline d’acqua che la colpirono. Questo piccolo
trucchetto la fece ridere. Alla sua sonora risata ci unimmo tutti,
Cullen o no. Un dubbio mi si insinuò nella testa:
perchè ci stavano mostrando i loro poteri? Avevamo appurato
che non erano cattivi, ma qualcosa in loro ancora non mi conviceva.
Angolo
dell'autore:
Salve!
Nessuno come al solito ha commentato sta ff, ma io non mi
perderò d'animo e la pubblicherò tutta. Nessuno
ha considerato il "sondaggio del vampiro",
io propongo il mio:
Alexander-
Adam Brody (in questa foto: http://i34.tinypic.com/14bhuo3.jpg) Spero
che vi piaccia l'idea, comunque se avete delle altre proposte,
scrivetemelo in una microscopica recensione...
Ringrazio chi ha messo la ff tre le seguite e le preferite. Auguro 360
giorni di felicità e gioia per voi che avete letto questa
ff, una sorte di BUON ANNO in ritardo.
CiaO telefilmADDICTED
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Capitolo 5 *** Storie di famiglia ***
Storie
di famiglia
Dopo
aver asciugato Renesmee, facendo evaporare ogni goccia di pioggia dai
capelli, Daniel affiancò di nuovo Alexander sorridendoci.
"Wow"
disse Emmett "voi ragazzi, siete davvero forti!"
Tutti
e sei abbassarono la testa e, non ne sono sicura, arrossirono.
"Poichè
io vi ho raccontato la mia storia, perché non mi raccontate
la vostra?>>chiese Renesmee con un tono molto supplicante
e imprudente.
"D‘accordo
Nessie" rispose Alexander con un sorriso.
Poi
si rivolse a me "Posso chiamarla così Bella? Ho visto nei
pensieri di Edward che non ti piace molto come soprannome."
L’unico
che aveva avuto il coraggio di chiedermelo.
Quel
soprannome dato da Jacob non mi piaceva, ma ormai quasi tutti lo
usavano.
"Veramente
preferisco il nome completo, ma fai pure."
Mi
sorrise e si rivolse, più che a Renesmee, a Carlisle che era
impaziente di sentire la loro storia, più degli altri.
Questa sua mania di fare nuove scoperte su Renesmee mi stava
innervosendo. Dopo lo scontro con i Volturi aveva tartassato di domande
il povero Nahuel. Lo aveva costretto a stare a casa nostra e gli aveva
fatto domande su ogni dettaglio della sua vita.
"Come
spero abbiate capito, noi sei siamo fratellastri. Nostro padre era un
vampiro. Si chiamava Samuele. Almeno così si faceva chiamare
fino a tre mesi fa" accompagnò l'ultima parte della frase
con un sorriso.
"Era
un vampiro molto potente. Aveva una mente fenomenale. Per intenderci
lui riusciva a pensare ad una strategia, ai pro, ai contro ed a fare un
calcolo di vittime e sopravissuti contemporaneamente. Possiamo
paragonare il suo cervello a quello di cinque vampiri, in un corpo
solo. Penso fosse questo il suo potere. Era una sorta di ricercatore.
Prima di arrivare al progetto di avere figli con umani, aveva provato a
trasformare i bambini umani in vampiri. Lui ha dato inizio a quelli che
voi chiamate bambini immortali. Lui li chiamava in un altro modo:
Polong."
Tutti
restammo in silenzio, immobili come statue. Il nostro silenzio fu
interrotto da Renesmee.
"Che
cosa sono i bambini immortali?"
Mi
affrettai a risponderle ma Alexander mi precedette. Nei miei ricordi da
umana, c’era una spiegazione che Carlisle mi aveva fatto
qualche anno prima.
"I
bambini immortali, sono dei bambini umani trasformati in vampiri. Sono
simili a te Nessie, ma loro non crescono e non apprendono niente.
Restano bloccati mentalmente al giorno della trasformazione. Sono dei
bambini bellissimi quanto sono distruttivi. Possono distruggere mezza
Forks solo per soddisfare la sete. Mio padre aveva provato a insegnare
loro qualcosa, ma non funzionò. Fece altri esperimenti di
questo tipo, ma dovette ammettere che quelle trasformazioni non
funzionavano. Per avere compagnia, trasformò tre giovani e
lì fece suoi assistenti, circa duemilacinquecento anni fa.
Voi li conoscete con il nome di Volturi".
Tutti
restammo basiti: suo padre aveva fatto di Aro, Caius e Marcus dei
vampiri? Alexander vedendo che tutti eravamo a bocca aperta riprese il
suo racconto.
"Sì,
lo so,è sconvolgente" disse rispondendo a qualche frase che
qualcuno aveva solo pensato.
"Quei
tre lo seguivano come cagnolini fedeli. Finché il suo
assistente migliore, Aro, si mise in testa di autoproclamarsi
discendente di una stirpe reale. Gli altri due approvavano le sue idee.
Naturalmente mio padre non li costrinse a restare con lui e loro se ne
andarono. Da quel momento in poi lui ne perse le tracce e si
concentrò ancora di più sulle sue ricerche.
Cercò di trasformare anche gli animali in delle specie di
vampiri. I suoi esperimenti fallirono tutti, il cuore
dell’animale viene disintegrato dal nostro veleno dopo solo
un giorno. Così si rimise a studiare gli umani. Ne studiava
l’anatomia e l’interazione con i vampiri.
L‘illuminazione gli venne durante una caccia. Una sua preda
non cercò di scappare, anzi volle immolarsi
perché preferiva morire sbranata da quello che considerava
un angelo, piuttosto che avere una vita dolorosa in sua assenza. Mio
padre capì che, forse poteva sfruttare la sua bellezza per
avere figli con gli umani.Era certo che non sarebbero nate creature
simili ai bambini-vampiri. Ed è così che
iniziò questo suo nuovo esperimento. Non era facile per lui.
Molto spesso le incubatrici, come le chiamava lui, diventavano il suo
pasto. Dopo anni e anni riuscì a trovare
l’autocontrollo per metterne incinta una. Naturalmente la
madre morì alla nascita ma il mezzo-vampiro nacque sano e
robusto. Da quanto ne so, continuò
così per molto tempo: creando schiere e schiere di ibridi
come noi. Molti dei miei fratelli diventavano selvaggi, molti morivano
nel parto uccidendo anche le loro stesse madri oppure venivano uccisi
da mio padre per tradimento. Alcuni di loro sviluppavano poteri
straordinari, ma venivano comunque uccisi da quell’essere.
Finché non nacqui io circa trecento anni fa. Mia madre si
chiamava Melinda ed era stata accusata di stregoneria. Lei era una di
quei pochi casi per cui si poteva pensare che la stregoneria fosse
vera. Era una sorta di telepate, anche se in realtà era solo
dotata di un forte senso di deduzione. Mio padre pensò bene
di liberarla di quella accusa. Era diventato un pastore molto influente
nei processi alle streghe. La mise in cinta. Mio padre si era accorto
che lei necessitava di sangue umano per resistere, così
quell'animale uccideva per lei le persone e le faceva bere tutto il
sangue che riusciva a portare. Io riuscii a nascere ma lei non ce la
fece."
Notai
che teneva i pugni chiusi come per sforzarsi di trattenere un impeto di
rabbia molto potente.
"Dopo
la mia nascita, mi prese sotto la sua ala. Aspettò che io mi
sviluppassi completamente per dirmi chi fosse, cosa fosse e,
naturalmente, cosa fossi io. Sviluppai il mio primo potere, urlare
nelle menti altrui. E lui mi considerò ancora di
più. Sapevo di avere ucciso mia madre, con la mia nascita,
ma lui era l'unica cosa che potessi considerare un padre. Mi
unì a lui e a tutte le sue ricerche, che consistevano nel
mettermi alla prova ogni secondo, sia fisicamente sia mentalmente. Il
mio potere crebbe tantissimo, sapevo leggere nelle menti altrui,
prenderne il controllo, dare un comando mentale, tipo il comando
dell'alfa dei licantropi, per intenderci."
Mi
dimenticai che aveva scandagliato i ricordi di Edward. Lì
doveva aver letto dei licantropi.
"Naturalmente
io, stupidamente, mi unii a quella sua missione. Lo aiutai molto: con
me era più facile individuare le donne che avevano delle
abilità speciali. L’odio per me stesso iniziava a
crescere: aiutavo un mostro nei suoi piani di uccidere altre donnne, ma
non potevo farci nulla.Lui era l’unica cosa che avevo. Dopo
dieci anni di fallimenti, incontrai una donna di nome Meredith. Era
bellissima. Sicuramente se fosse vissuta in questo periodo, avrebbe
fatto la modella. Nei suoi ricordi vidi che una volta si era salvata da
morte certa. Questa donna aveva di sicuro qualche cosa di speciale,
oltre a un incredibile fortuna: era stata buttata mezza morta nel
Tamigi, dopo poche ore si era risvegliata sulla riva completamente
sana. Portai a mio padre quella donna, dicendogli del suo miracolo. Lui
la mise incinta e da lei nacque una mezza vampira, che ancora oggi non
sopporto anche se mi sta accanto sempre. Vero Sarah?" chiese
rivolgendosi alla sorella con un sorriso.
Lei
sorrise e disse "Idiota!".
"Comunque,
questo idiota di mio fratello è quello che mi ha cresciuto.
Nostro padre era sempre in giro cercando di recuperare a tutti costi i
nostri fratelli uccisi e mi affidò alle cure amorevoli di
questo.", indicò il fratello, "Io ebbi un educazione ben
diversa dalla sua, ma non altrettanto piacevole. Ogni volta che mi
guardava vedevo in lui pena. Si riteneva e si ritiene
tutt’ora, la causa della morte di mia madre.Non voleva farmi
sentire un mostro, come lui. Provò a darmi del cibo umano,
ma anche se riuscivo a sopravvivere non mi piaceva. Provò
allora col sangue animale. Possiamo dire che sono io la causa della
nostra dieta. Decise
così di tentare anche lui col sangue animale. Le vite che
aveva stroncato per nostro padre e per nutrirsi lo tormentavano notte e
giorno.Poi per caso, scoprì il mio potere. Quel giorno mi
fece arrabbaiare e lo feci volare a tre chilometri di distanza.Ricordi?"
<<
Certo. Una folla mi ha visto atterrare su un marciapiede. Io non avevo
neanche un graffio, ma non si poteva dire lo stesso della strada. Non
sai a quanta gente ho dovuto togliere i ricordi quel giorno. Dopo Sarah
arrivarono molti fratelli e sorelle. Io ero il 'babysitter' e insieme a
lei ne abbiamo cresciuti tanti. Non potevamo farli nutrire con il
sangue animale, perché nostro padre era sempre nelle
vicinanze. Così decidemmo di scappare il più
lontano possibile da lui. Da egoista pensavo che senza i suoi due
esprimenti più riusciti avrebbe smesso di allargare la sua
… il suo esercito."ringhiò.
"Io
e Sarah restammo sempre vicini a nostro padre. Lo tenevamo
d‘occhio e molto spesso lo ostacolavamo. Continuò
comunque con le sue sperimentazioni e le sue ricerche. Io decisi di
farla finita una volta per tutte. Lo volevo morto e niente e nessuno mi
avrebbe fermato. Nessuno a parte loro." indicò gli altri
quattro.
"Dopo
pochi anni si unirono alla nostra famiglia Margot, poi Daniel,
successivamente Josh e infine Marianne. Ha tecnicamente quattro anni."
La
ragazzina gli fece una linguaccia. Poi riprese il discorso.
"Prima
di loro ci sono stati altri fratelli e sorelle, ma io e Sarah non ne
tenevamo conto. Pensavamo di fare un favore anche a loro. Io
non volevo avere più niente a che fare con quella cosa che
avevo chiamato padre fino a qualche secolo prima. Ero deciso a farlo
fuori ma mia sorella mi convinse di non farlo. Mi convinse anche a
salvare più fratelli possibile. Così circa
quattro anni fa riuscì a scovare la sua tana e
riuscì a convincere questi quattro a seguirmi. Anche loro
non volevano essere mostri e, a parte Mary che era troppa piccola,
avevano capito di poter vivere con il cibo umano. Purtroppo loro non
ricordano nulla delle loro madri, perché un nostro fratello
ha disintegrato i loro ricordi.Si unirono volentieri alla nostra
famiglia e alla nostra dieta. Da quando li abbiamo presi con noi, non
abbiamo più visto nostro padre."
"Che
storia! Era un po’ triste però."-disse Renesmee-
"Mi dispiace per quello che avete passato."
Alexander
le sorrise. La ringraziò.
"So
che sembra una cosa stupida da chiedere ora ma, cosa si caccia di buono
da queste parti?"
Tutti
lo guardarono sorpresi per la sua rinnovata ilarità. Sarah
gli si avvicinò e gli tirò uno scappellotto. Non
le si poteva dare torto.
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Capitolo 6 *** Reazione ***
Reazione
<<
Perché lo hai fatto? >> disse Alexander con
tono lagnoso. Sarah gli si avvicinò all‘orecchio.
<<
Ti sembra il momento di pensare alla caccia?! >>
Il
suo urlo fu strepitoso, ma il moro non si mosse. Di sicuro queste
scenate erano all’ordine del giorno nella loro famiglia.
<<
Senti, manesca, io ho sete quindi …>>
La
sorella lo interruppe.
<<
Come mi hai chiamato, idiota? >>
Aveva
ringhiato anche se con un sorriso. Ero sempre certa
che quelle litigate fossero tutta scena. Mi girai verso gli
altri quattro: avevano un' aria piuttosto afflitta. Si vedeva che si
stavano vergognando tantissimo per quello che stavano facendo i loro
fratelli maggiori. Un altro ringhio mi fece girare verso Sarah, questo
era molto diverso dal primo.
<<
Ridammi la vista! >> sibilò. Alex sembrava
piuttosto divertito da quella reazione.
<<
Solo se prometti di non farmi nulla e se mi chiedi scusa per lo
scappellotto. >> disse con voce da bambino.
La
ragazza ringhiò un’altra volta. <<
Se non mi ridai la vista entro tre secondi, mi metto ad attaccare a
caso. Primo o poi ti prenderò e ti staccherò la
testa a morsi. Uno … due … tre. Bene, preparati
bastardo. >>
Mise
le mani avanti e uno scudo filò verso di me. Lo vidi si
scontrarsi contro il mio e disintegrarsi. Renesmee rideva per
quella sceneggiata. Guardai verso Edward. Anche lui stava ridendo.
<< Chiedo umilmente scusa a chi ho
colpito.>> disse Sarah educatamente.
<<
Devi sapere, fratellino caro, che quando ti prenderò
rimpiangerai quello che mi hai fatto. >>
continuò la bionda con un tono simile a quello di una mamma,
quando spiega qualcosa a un bambino molto piccolo.
<<
Non ti preoccupare. Hai colpito me. >> dissi.
Lei
rispose sospirando << Mi dispiace, Bella.
>>
<<
Non ti preoccupare. Alexander, per favore potresti ridarle la vista?
Non vorrei che distruggesse la casa con un colpo solo.
>>dissi sarcastica.
Alex
sbuffò. Sarah sbattè le palpebre due volte e
ringhiò contro il fratello.
<<
Chiedo scusa ai presenti per quello che sto per fare. Nessuno provi a
fermarmi. Grazie. Ora Alexander ti conviene correre molto veloce
perché se ti prendo, giuro che ti riduco parecchio male.
>> ringhiò contro il fratello. Quel ringhio mi
fece capire che non stava mentendo; era molto, molto infuriata.
<<
Oh, sto morendo di paura. >> la scimmiottò. Un
ringhio profondo salì dalla sua gola. Alexander, sorridendo,
iniziò a correre verso la foresta. Sarah gli andò
dietro gridando.
<<
SCAPPA!>>
Partì
dietro al fratello.
<<
Vi chiediamo scusa. >> dissero gli altri quattro in coro
con un inchino.
<<
Bella, posso giocare con sua figlia? >> mi chiese
Marianne. Non potevo certo negarglielo.
<<
Va bene. Ma state nei paraggi. E dammi del tu. >>
Marianne
mi sorrise e sparì insieme a Renesmee dentro casa.
<<
Scusate, può sembrare un po’ inopportuno ma per
caso avete una tv? Oggi ci sono due partite di baseball molto
importanti per la Major League. >>
Emmett
rise per quella richiesta di Josh e lo fece accomodare in casa. Dopo un
secondo sentì Emmett urlare insieme a Josh. La loro squadra
preferita stava vincendo.
<<
Vi chiediamo scusa per quello che stanno facendo i nostri fratelli
>> dissero Danny e Margot in coro. Appena sentii parlare
Margot rimasi a bocca aperta. La sua voce era squillante. Sembrava
quella di un angelo. Danny sorrise alla sorella.
<<
Io entro per controllare Josh, non vorrei che per la troppa foga faccia
qualcosa di brutto.>> e anche lui scomparve dentro la
casa.
<<
Chiedo scusa per questa invasione. Voglio scusarmi anche per la scenata
di prima tra Sarah e Alex, ma quei due fanno sempre così:
lui scappa, lei la insegue, poi lui le chiede scusa, lei lo perdona e
dopo pochi minuti sono di nuovo amiconi, come se non fosse mai successo
niente. >> disse sorridendomi.
<<
Perché tuo fratello ha detto che Josh per la troppa foga
potrebbe causare dei problemi? >> chiese curioso Edward.
Io
non stavo seguendo molto la discussione perché ero impegnata
a controllare mia figlia che stava giocando con Marianne. Lei
le stava facendo fluttuare alcuni mobili del salotto intorno.
Nello
stesso momento Margot parlò.
<<
Diciamo che i suoi poteri vengono influenzati molto più
facilmente dalle emozioni. Può perdere il controllo per
qualsiasi cosa. Oltre a questo, la sua abilità è
molto potente e completamente sconosciuta anche per noi che
siamo la sua famiglia. A quanto dice Alex nemmeno nostro padre
sapeva di cosa fosse veramente capace. Noi purtroppo lo sappiamo. Una
volta Josh è riuscito ad assorbire un nostro fratello. Ha
assorbito tutta la sua energia vitale, riducendolo in polvere. Noi
pensiamo che possa avere lo stesso effetto sui vampiri, ma non abbiamo
mai provato. Alex
non
vuole che passiamo quello che lui ha passato con nostro padre, che lo
faceva esercitare sempre. A parte questo, Josh è il mezzo
vampiro più dolce al mondo e vi posso assicurare che io ne
ho conosciuti tanti. >>
<<
Sì certo. Alice, puoi darle dei tuoi vestiti? Il bagno
è al piano di sopra, ti ci accompagna Alice. So che
è strano avere il bagno ma dobbiamo sembrare normali per la
gente comune, una casa senza bagno risulterebbe un po' strana, non
credi? >> rispose Edward una domanda che lei aveva solo
pensato. Alice la prese per mano e insieme si diressero al terzo piano
dell’enorme casa Cullen. Esme aveva ampliato la casa per fare
posto ai licantropi. Jacob era sempre con noi, e a lei dispiaceva farlo
dormire sul tappeto in salotto. Era stato aggiunto un piano e una
quantità infinita di stanze perfettamente arredate e
complete di letti. Naturalmente nessun licantropo ci aveva passato una
notte perché puzzavano troppo per i loro gusti. Per questo
quelle stanze erano rimaste inutilizzate fino a pochi mesi fa: Alice le
aveva fatte diventare il suo guardaroba. Ogni stanza era stata invasa
da una quantità incredibile di abiti, da fare invidia alle
migliore boutique. Una stanza era stata destinata a me, io
l’avevo riempita di tutti i vestiti che indossavo da umana.
Quando me li feci portare da Charlie, insieme alle mie foto e a tutti
gli oggetti che avevo nella mia vecchia camera, pensai che James non
avesse avuto tutti a torti a darmi la caccia. Il mio odore da umana era
davvero forte, mi sarei anche io data la caccia per la sua
intensità.
Esme interruppe
il mio flusso di pensieri.
<<
Finalmente le stanze nuove saranno utili a qualcuno. Spero solo che
Alice non ci abbia messo troppo vestiti. Conoscendola è
molto più che possibile, è una cosa certa.
>>
Risi
a quella battuta. Il fatto che la mia cognata-migliore amica sprecasse
i vestiti come se fossero fazzoletti, mi dava ancora un po’
fastidio. A causa sua il mio guardaroba veniva aggiornato ogni mese.
<< Bella che hai? >> mi chiese Edward.
Jasper e Carlisle erano accanto a lui.
<<
Nulla, Edward. >> -mi guardò torvo-
<< E' vero. >> mentii.
<<
Va bene Bella. Carlisle secondo me di loro ci possiamo fidare. Sembrano
molto pacifici. Ho letto le loro menti e non hanno intenzione di farci
niente. Potrai fargli domande sulla loro vita. Potremmo scoprire su
Renesmee, cose di cui ignoriamo l‘esistenza. Sì,
Jasper lo so che sono pericolosi, ma da quanto ho sentito loro vogliono
stare per poco, vogliono sapere più cose possibili su di
noi. >>.
A
quel punto mi allontanai da quel conciliabolo e rientrai in casa.
Marianne stava facendo fluttuare tutti i mobili del salotto compreso il
divano con sopra Emmett e Josh che cercavano di guardare la partita.
Josh era perfettamente a suo agio, ma non si poteva dire lo stesso di
Emmett. Era aggrappato al divano in una presa ferrea, a momenti il
bracciolo gli sarebbe rimasto in mano. Daniel era per terra accanto a
Renesmee e proprio come lei stava ridendo. Appena mi vide
bisbigliò a Marianne, pensando che non l'avrei sentita, di
metterli giù. Marianne annuì e il divano
tornò al suo posto. Emmett sospirò di gioia.
Daniel mi si avvicinò trattenendo le risate e mi
sorrise. Uscì dalla porta molto velocemente e lo sentii
bisbigliare un “finalmente sono tornati”. Mi
avvicinai a mia figlia e le feci segno di salire in braccio. Lei capii
la mia richiesta e in un secondo saltò.
<<
Perché Emmett stava fluttuando? >> le chiesi.
Lei mi mise una mano sulla guancia e mi fece rivedere
l’intera scena dall’inizio, soffermandosi molto
sull’espressione di Emmett quando il divano aveva iniziato a
fluttuare. Lei aveva chiesto a Marianne di far levitare lo zio per
divertirsi.
Dre
noia ad Emmete era il gioco preferito di mia figlia. Il
concetto di “divertimento” era diverso per i due. A
Emmett piacevano la caccia e le partite di baseball. A mia figlia
piaceva dargli fastidio in ogni momento libero della giornata: mentre
cacciavano gli si avvicinava di soppiatto e gli mandava nel cervello
delle immagini su Rose. Molte volte Emmett era finito contro un albero
o contro delle rocce. Di certo non si faceva male, ma il fatto di
perdere una preda lo faceva innervosire parecchio, questo era proprio
quello che la spingeva a continuare. Faceva lo stesso anche durante le
partite alla televisione oppure mentre aggiustava una delle macchine
nel garage. Naturalmente a me e a Edward mostrava tutto più
e più volte. Se poi aveva combinato qualcosa di veramente
brutto, si portava dietro Jasper che la assecondava e faceva diminuire
tutta la mia ira.
Tutti
in famiglia erano sotto il totale controllo di Renesmee.
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