Sunshine

di telefilmADDICTED
(/viewuser.php?uid=70530)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Nuovi Arrivi (parte 1) ***
Capitolo 3: *** Nuovi Arrivi (parte 2) ***
Capitolo 4: *** Poteri ***
Capitolo 5: *** Storie di famiglia ***
Capitolo 6: *** Reazione ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione
I miei incubi da umana erano spariti. Tutto in questo momento mi faceva pensare il contrario. Pensavo di essere finita dentro un incubo, di gran lunga peggiore. Erano ancora loro, coloro che avevano popolato molti miei incubi, quando ancora ero una fragile umana: i Volturi. Si muovevano tutti in perfetta sincronia. Le sagome nere si avvicinarono danzando, sembrava stessero fluttuando. Questa volta sarà davvero la nostra fine, pensai. Mi strinsi Renesmee al petto e presi per mano Edward. Restammo immobili come delle statue. Guardai i loro visi. Vidi che alcuni non mi erano per niente familiari. Questo voleva dire solo una cosa : il corpo di guardia era aumentato. Subito estesi il mio scudo per proteggere tutta la mia famiglia, ma questi si ritirò all’improvviso. La nostra ultima speranza era combattere. Mi rannicchiai in avanti e con un ruggito mostrai che ero pronta a tutto pur di salvarci.


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nuovi Arrivi (parte 1) ***



Avviso: alcuni di voi questa storia l'hanno già letta. Vi consiglio di leggerla di nuovo, questa versione è migliorata. Vi lascio alla lettura!

NUOVI ARRIVI

Adorare Forks: un concetto che fino a un paio d’anni fa mi sembrava impossibile da esprimere. Le cause di questa improvvisa adorazione sono altre: il mio angelo, Edward, e la creatura più bella al mondo, mia figlia Renesmee. Il primo anno a Dartmouth era passato con ottimi voti. Ormai il mio autocontrollo era tale, che mi era facile stare tra gli umani. Insieme ad Edward avevamo deciso che un po’ di cultura non sarebbe stata male. Contro la mia stessa volontà, Edward mi aveva fatto iscrivere alla facoltà di legge. Avevo superato ogni esame con il massimo di voti. Come migliore studentessa ero stata scelta come assistente del professore. Proposta che avevo rifiutato: non volevo stare sempre in sua compagnia, mi guardava stranamente durante le lezioni. Un vantaggio che mi aveva dato la mia immortalità: un fisico tale da far morire di invidia qualsiasi altra donna. Edward si era iscritto alla facoltà di biochimica. Anche lui era il miglior studente del primo anno da 70 anni a oggi. Se non hai altro da fare durante il giorno, lo studio ti aiuta. Non che passassi tutte le giornate a studiare, avevo altri piani per Edward. Piani che compredessero qualcosa con meno vestiti.

"Hai presente il ragazzo che settanta anni fa era considerato il migliore alunno dell‘università?" mi disse una sera mentre andavamo a lezione "sì, anche lui si chiamava Edward, se non sbaglio. Aspetta un secondo: non mi dire che eri tu?" 
Edward tossì e scoppiò in una fragorosa risata .
"Diciamo che anche questo era un gioco di famiglia" disse scomparendo in uno dei corridoi bui dell’università.

Finito l'anno scolastico, ritornammo tutti e due a casa. La nostra casa. La nostra famiglia. Parole che ormai riuscivo a dire molto facilmente. Eravamo nel giardino dietro casa Cullen. Tutta la mia famiglia: Carlisle, Esme, Rose, Emmett, Alice e Jasper. Emmett stava sfidando Jasper a braccio di ferro e purtroppo per Jasper, stava vincendo. Avrebbe festeggiato per giorni questa sua vittoria. Esme stava facendo un progetto per costruire la casa che tra 5 anni avrebbe accolto Renesmee e Jacob. L'idea mi ripugnava ancora molto. Carlisle leggeva un enorme libro in latino. Io tenevo la mia piccola sulle ginocchia mentre giocava a scacchi con Alice. Le loro partite erano estenuanti: duravano anche ore intere, perché Alice non riusciva a vedere nel futuro di Renesmee e quindi non poteva prevederne le mosse. Renesmee in un anno era cresciuta parecchio: le si poteva dare benissimo otto anni. Edward era accanto a me e rideva. Sapeva che nostra figlia era in netto vantaggio. 
"Mamma, che facciamo ora?" disse Renesmee guardandomi con i suoi occhioni "ho battuto zia Alice quattro volte e non ho più voglia di giocare a scacchi." 

Alice aveva vinto ben poche volte contro di lei a scacchi, mia figlia era un genio in quella disciplina."Che ne dici di andare a letto?"
In risposta mi mise la mano sulla guancia. Nella sua mente vedevo lei che faceva braccio di ferro con Emmett.
"Ok. Vai pure, ma stai attenta" dissi. Lei scese con un balzo dalle mie ginocchia e cammino verso lo zio . 
"Zione Emmett, facciamo braccio di ferro?" chiese con la sua voce squillante. Jasper le fece segno di salire e lei con un balzo si sedette sulle sue ginocchia. Mise la manina in quella dello zio e diede il via allo 'scontro' come lo chiamava Emmett. Naturalmente lui la faceva vincere sempre, anche se a volte però era lei a barare: se stava per essere sconfitta faceva vedere all’altro i ricordi che aveva su Rose. Emmett si distraeva e lei vinceva facilmente. 
"Niente trucchi mentali,d‘accordo?", Renesmee annuì e con un sorrisetto disse "E tu non farmi vincere. Voglio una sfida seria." e iniziò a stringere più forte. Quel braccio di ferro era estenuante, nessuno dei due era in grado di vincere, la loro forza era pressoché equivalente, come la mia del resto. Non ero più una vampira neonata e la mia incredibile forza era scemata gradualmente. Anche io non riuscivo più a vincere a braccio di ferro contro Emmett. Annoiata, mi girai verso Edward. Era molto concentrato. Non fissava Renesmee, ma un punto lontano nella foresta, a circa dieci km da noi. 
"Renesmee vai da tua madre" ordinò Edward. La piccola scese dalle ginocchia di Jasper e in un sessantaquattresimo di secondo fu tra le mie braccia. In meno di un secondo tutti erano intorno a me: Edward alla mia destra, Carlisle alla mia sinistra. Davanti c’erano Emmett e Jasper chinati in avanti, in posizione d’attacco e dietro Esme, Rosalie e Alice."Edward non riesco a vedere niente!" disse preoccupata Alice. A quelle parole Edward mi strinse la mano ancora più forte e io feci lo stesso. Dopo pochi secondi le mie narici furono invase da un odore molto simile a quello di Renesmee. Nelle mie orecchie risuonavano i battiti di sei cuori che si avvicinavano, i movimenti sembravano quelli di un uccello. Battevano molto velocemente, forse per lo sforzo. Dopo due secondi che mi sembrarono infiniti, me li trovai davanti. Erano sei: tre maschi e tre femmine. Allungai lo scudo da me verso Alice. Fu facile, ormai riuscivo a modificare il mio scudo anche in battaglia, a patto che non mi deconcentrassi tanto. Quei sei si misero in fila, un accanto all’altro. Al centro c’era quello che forse era il capo, era un ragazzo alto e slanciato, aveva folti capelli neri che gli incorniciavano il viso. Era diafano, quasi trasparente. Indossava i resti di uno smoking. Il farfallino era andato perduto chissà dove, e le maniche della camicia bianca erano sgualcite. Alla sua destra c’erano una donna che portava lunghi capelli biondi e una bambina.
La donna indossava i resti di un vestito da sera perlaceo. Anche la bambina indossava lo stesso vestito, anche se non ridotto a brandelli; le spalle erano coperte da una piccola giacca di pelliccia. Mi sorrise. Accanto a lei c’era un altro ragazzo, anche lui aveva i capelli neri, ma questi erano lunghi e legati in una coda. Anche lui indossava una camicia bianca, che lasciava intravedere il fascio di muscoli possenti. Accanto al ragazzo dai capelli neri scompigliati c'era un altro: era più basso degli altri e aveva un caschetto di capelli grigiastri, non sembrava per niente cattivo, aveva una faccia da bravo ragazzo. A differenza degli altri due maschi, era vestito diversamente: jeans semi distrutti e una felpa più grande di lui che sembrava assorbirlo. Chiudeva la schiera una altra donna che aveva una crocchia molto complicata. Questa donna continuava a fremere a guardare di sottecchi il moro più grande. Si scmbiarono un'occhiata per un secondo e lei si pietrificò, guardandomi negli occhi. Mi colpì subito che se anche così diversi mi sembrava avessero tratti simili, ad esempio la forma del naso oppure il contorno degli occhi. Gli occhi erano molto simili ai nostri, erano di un marrone chiaro, quasi oro. Tutti e sei li avevano dello stesso colore. Il ragazzo al centro prese la parola "Salve!" disse con voce squillante "Vedo che avete uno scudo tra di voi. Io sono Alexander e questa e la mia famiglia: Josh, Marianne, Sarah, Daniel e  Margot." indicò dalla sua sinistra verso destra. "Come fai a sapere dello scudo?" ringhiò Edward furioso. Dopo pochi secondi lo vidi cadere a terra, si teneva la testa con la mani. La rabbia mi invase "Smettila! Che hai fatto a mio marito?" ringhiai. Lui sorrise e disse  "Io mi sono semplicemente difeso" e si rimise al suo posto in quella schiera. Nel frattempo Edward si era ripreso ,"Cosa diavolo mi  hai fatto?" gli chiese. "Ti risponderò solo se toglierai lo scudo. Posso benissimo farlo anche io..." 
Edward annuì e si girò verso di me "Bella, tesoro, potresti...?"  Lo guardai sconcertata. Come poteva voler essere privo di scudo mentale? Si avvicinò lentamente al mio viso e mi baciò. Nello stesso momento in cui le mie labbra presero fuoco per quel bacio, lo scudo si afflosciò, come un palloncino bucato, e tornò a coprire solo me stessa. Il ragazzo si rilassò e Edward, sorridente, gli si avvicinò. Carlisle lo fissò preoccupato e disse "Edward ma che fai?" 
"Carlisle non devi preoccuparti loro sono come Renesmee. Ora mi dici cosa mi hai fatto prima?"
A quella risposta restai immobile: ce ne erano altri come Renesmee così vicino a noi? 
Quindi lei non era così speciale come tutti pensavamo?

TelefilmADDICTED

Angolo dell'autore

Salve! Molti di voi avranno letto già questa storia e saranno arrivati alla conclusione che non ci si capiva niente! Bene avevate ragione: c'erano errori e mancavano frasi. Eccovi la nuova versione! Cancellerò la storia vecchia e la riscreverò daccapo. Per chi ha già letto la vecchia versione: sostanzialmente la trama non cambia molto ma ci saranno maggiori descrizioni e maggiore analisi dei personaggi. Voglio fare le cose per bene, almeno una volta. Chi non ha mai letto questa storia, è pregato di farlo perché è bellissima. Ok, forse ho un po' esagerato, ma a me piace e voglio farla piacere anche a voi. Mi dispiace dirvi che, se avete lasciato delle recensioni, queste verranno cancellate. Quindi dovrete scriverle di nuovo (così io ne avrò di più! Sono un genio del male! Ok la smetto, scusate!) e sarò costretto a rispondere. Vi annuncio sin da ora che l'aggiornamento sarà settimanale, quindi ogni giovedì. Spero che chi abbia già letto questa storia non mi uccida perché voglio riscreverla, ma come ripeto sempre, voglio farvela piacere.
E per farvela piacere, deve essere scritta bene. Una malsana idea nata in uno degli ultimi capitoli: Il sondaggio del Vampiro. Io ho in mente i miei personaggi, sono ben definiti in ogni particolare fisico e caratteriale. Ma se mai la mia sconosciuta ff diventasse un film chi ci vedreste a fare questi sei bellissimi semivampiri? Lasciatelo in una recensione e alla fine della storia pubblicherò le foto del mio fittizio "cast" vampiresco. Nelle recensioni potrete anche lasciare un vostro commentino, per dirmi se la storia vi piace o meno. Vi avverto che anche se non recensite, io continuerò a scrivere e a pubblicare, fino alla morte (ok, non così tanto ma...).
CiaO!!





Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nuovi Arrivi (parte 2) ***


Nuovi arrivi (parte seconda)

Edward era ancora nella stessa posizione, immobile come una statua. Il ragazzo con un ghigno rispose alla domanda che gli aveva posto "Come faccio a spiegartelo facilmente? Vediamo...bhè diciamo che ho urlato nella tua testa"

Edward lo osservò impassibile "mi ha fatto davvero male." disse tranquillo.
Emmett infastidito urlò "Volete renderci partecipi della vostra discussione?"
Edward lo guardò negli occhi "Loro" e indicò tutta la schiera "sono come Renesmee, generati da un vampiro nel corpo di una donna umana. A quanto pare lui ha un potere speciale come me e Bella, un potere mentale. Prima che mi accasciassi al suolo ho provato a leggere nella sua mente, ma lui se ne è accorto e diciamo che mi 'urlato' in testa. E' stato più doloroso dell'attacco di Jane."
Emmett rimase a bocca aperta e il ragazzo, Alexander, cominciò a parlare "è vero, Emmett, e oltre a stordirlo per breve tempo, ho scandagliato la sua mente e ho, possiamo dire, copiato tutti i suoi ricordi. Tutto chiaro Carlisle, Bella, Emmett, Rosalie, Esme, Alice, Jasper e Nessie? >> e ci indicò uno per uno. Vidi Esme rimanere a bocca aperta.
"Comunque non siamo qui per farvi del male, non siamo malvagi" continuò "stavamo vagando per queste terre in cerca di qualche animale per sfamarci e abbiamo sentito odore di vampiro, volevamo conoscere altri simili a noi."
"Non è solo questo vero?" chiese Edward con un sorriso.
"In realtà sapevamo già chi abita in questo posto>> disse e ci indicò < Renesmee si liberò dalla mia presa e mi mise una mano sulla guancia. Mi stava facendo vedere lei che si avvicinava a quei mezzi vampiri con me per mano.
"Renesmee non mi sembra il caso, comunque sì, siamo riusciti a farci ascoltare" conclusi io.
"Bella, falla andare se vuole" mi disse Edward "non sono pericolosi. Sono “vegetariani” come noi."  
"Non sono pericolosi? Ma se quello ti ha steso senza toccarti?" la mia voce uscì quasi come un ringhio.
Il ragazzo m’interruppe "chiedo scusa per quello che ho fatto al tuo Edward ma, non mi piace quando qualcuno cerca di leggermi nella mente" disse facendo un inchino.
"E‘ vero" disse tra una risata e l'altra la ragazza bionda, Sarah.  Alexander si girò e le fece una linguaccia "simpatica."
Renesmee insisteva nel conoscere quei nuovi arrivati. Continuava a mandarmi nel cervello la solita immagine: lei che mi teneva per mano e mi portava dagli altri mezzi vampiri.Mi stava anche spingendo verso di loro. Alla fine cedetti "Va bene, ora ti ci porto" dissi mentre camminavamo insieme verso la schiera di vampiri. Lei si staccò da me molto velocemente e si piantò davanti ad Alexander. Gli tirò la camicia e lui si abbassò.
"Ciao. Io sono Renesmee. Posso farti vedere la mia storia?" chiese. Il ragazzo acconsentì e lei gli toccò una guancia.
Dopo qualche minuto Alexander parlò "forte!"
Si rivolse ad Edward "posso prenderla in braccio? Vorrei far veder la sua storia alla mia famiglia".
Edward annuì e lei con un balzo gli montò in braccio. Alexander convocò la sua famiglia e Renesmee li toccò uno alla volta. Tutti ebbero la stessa reazione di Alexander.
In pochi minuti Renesmee aveva conquistato anche quelli che, fino a pochi minuti prima, erano dei nostri potenziali nemici.


Angolo dell'autore:
Salve a tutti! Innanzitutto auguro un BUON NATALE a tutti quelli che stanno leggendo. Purtroppo non c'è stata nessuna recnsione quindi non dovrò ringraziare nessuno. Ringrazio chi ha messo la storia tra le 'Seguite' e tra le 'preferite'. So che questo capitolo è un po' cortino ma mi rifarò col prossimo. Ancora Buone feste dal vostro festivo e natalizio TelefilmADDICTED.
CiaO!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Poteri ***


Poteri

Finita la presentazione di Renesmee, Alexander e la sua famiglia si avvicinarono di più alla casa. Nessuno di loro aprì bocca finché la bionda, Sarah, non fece una domanda ad Edward.
"Anche voi possedete poteri speciali come noi? Ho sentito che tra di voi c‘è uno scudo, è vero?"
Alexander m’indicò, "Lei è l‘unica che non riesco a sentire".
"Quindi il suo scudo è mentale, ti sta bloccando?"chiese Sarah con uno strano sorriso e Alexander annuì. Poi si rivolse a me "è snervante non poter leggere i suoi pensieri, anche se posso provare a …" non riuscì a finire il discorso che la mezzavampira bionda gli ringhiò contro. "Non ci provare nemmeno! Lo sai che succederebbe..."
Edward fissò Alexander. "Riesci pure a leggere nelle menti altrui?". Il mezzo vampiro rispose tranquillamente e mi sorrise.
"So fare anche altre cose oltre a leggere i pensieri e urlare nelle menti. Se vuoi ti faccio vedere.." Edward annuì. Posò lo sguardo su Emmett e lui cadde a terra come schiacciato da un enorme peso. Si rialzò dopo pochi secondi. Sembrava lo stesso ma qualcosa nel suo sguardo non mi convinceva: era vuoto e vacuo.
"Esibizionista" disse Sarah all’altro mezzo vampiro.
A quell’affermazione ad Alexander spuntò uno strano sorriso. Vidi Emmett prendere la rincorsa e saltare verso Sarah. Lei si girò con una semi piroetta verso di lui ed Emmett volò via verso la foresta dietro casa Cullen. Gli altri mezzi vampiri rimasti più lontani si misero a ridere. Tutta la nostra famiglia rimase immobile: questi esseri erano davvero molto potenti. Riuscivano a mettera a tappeto Emmet senza il minimo sforzo. Sembrava che stessero giocando.
"Che hai fatto al mio Emmett?" ringhiò Rosalie. Edward si girò con un sorriso stampato in faccia, sembrava un bambino a cui hanno mostrato un giocattolo nuovo. "Quando e se Emmett tornerà te lo racconta. Ha preso il controllo della sua mente e Sarah ha usato uno scudo per difendersi." rispose tranquillo. Dopo pochi secondi Emmett tornò dalla foresta. Dopo essersi pulito i vestiti si piantò davanti ad Alexander  e gli ringhiò "Che mi hai fatto?"
Si avvicinava pericolosamente. Sembrava un orso che stava per attaccare una piccola lepre. Vidi Edward fare un segno a Jasper. Per niente intimorito Alexander rispose.
"Ho preso il controllo della tua mente. Eri come una marionetta nelle mie mani e ti ho fatto attaccare mia sorella. Lei ha attivato un suo scudo e ti ha spedito nel mezzo della foresta."  
Emmett rilasciò la posizione di attacco e lentamente tornò accanto a Rosalie. Due occhiate furiose colpirono Edward e Jasper. Entrambi sorrisero. Una cosa non tornava: perché aveva detto un suo scudo e non lo scudo? Feci la domanda ad alta voce, ad Alexander. Lui rispose, "Bella domanda, prova a chiederlo a mia sorella."
Lei si girò verso di me e iniziò a spiegare "Bella io non sono come te che hai uno scudo fisso. Io lo posso solo evocare, per questo posso attivare scudi diversi sia fisici che mentali. Posso fare in modo che mi attacchi voli via lontano oppure che venga deviato o addirittura bloccato, ma se per caso io vengo messa ko tutti gli scudi scompaiono. Ah, una cosa che mi piace fare è questa" disse, mentre puntava un dito contro uno degli alberi intorno a noi. "Esibizionista" le disse Alexander, lei rispose con una linguaccia. All’improvviso l’albero esplose in miliardi di pezzi.
"Ho creato uno scudo talmente piccolo da entrare nella corteccia dell’albero e l’ho allargato finché la corteccia non ha retto ed è esplosa … " spiegò.
Da lontano una vocina la interruppe "Alex possiamo vedere cosa sappiamo fare anche noi?"
La bambina poco più grande di Renesmee gli si era affiancata. Puntò lo sguardo su Alice ed Esme. All’improvviso iniziarono a fluttuare a poca distanza dal suolo.
"Marianne usa la telecinesi, è molto potente. Fai veder loro un po’ di trucchetti." spiegò Sarah. Marianne sorrise. Punto una mano contro un albero e quello fu subito sradicato. Ad una velocità impressionante me lo trovai davanti. Dopo pochi secondi l’albero non c’era più: era stato ridotto in frammenti. Notai che Edward e Carlisle non ne erano intimoriti, anzi ne erano affascinati. Io non ero della stessa idea: questi mezzi vampiri avrebbero potuto distruggerci molto facilmente. Gli altri tre rimasti in disparte -Margot, Josh, Daniel- si piazzarono in mezzo alla radura nei pressi del fiume. Il ragazzo dai capelli grigiastri, Daniel, si concentrò e vidi che le sue mani erano avvolte da fiamme rossastre. Rimasi a bocca aperta. Alexander mi vide e trattenendo le risate mi spiegò.
 "Daniel può controllare la temperatura di un oggetto, tanto da dargli fuoco o da congelarlo. In questo momento ha incendiato l‘aria, per questo ci sono quelle fiamme" poi si rivolse a lui.
"Quando finirete la vostra pagliacciata, fai quell‘altra cosa …" 
Daniel sorrise a annuì. Vidi che anche Margot si stava concentrando. Dalle sue mani spuntarono delle saette bluastre. Sarah vedendo che tutti, a parte Carlisle e Edward, erano a bocca aperta si affrettò a spiegare.
"Margot crea corrente, non sappiamo bene come. Quella che crea è una scarica molto diversa dall’elettricità umana, può stendere un vampiro, ma non ucciderlo."
"Molto simile a Kate "disse Esme. Sarah la guardò incuriosita. Alexander le spiegò "Questa Kate crea una corrente a fior di pelle che stende il nemico per pochi secondi. È un potere puramente mentale, infatti Bella è l‘unica che è riuscita a resisterle col suo scudo ."  
"Non perdetevi quello che sa fare Josh, lui sì, che fa vero spettacolo" disse Sarah con un sorriso. La mia mente cercò di immaginarsi un potere “che facesse vero spettacolo”; di sicuro era più potente di quelli del corpo di guardia dei Volturi. Provai ad immaginarmi poteri simili a quelli di Jane, Alec e Demetri. Di certo sarebbe stato più potente di loro. Mi concentrai per capire meglio quale altro potere potesse dimostrarci questo nuovo mezzo vampiro. Edward sorrideva: di sicuro qualcuno aveva pensato a quel potere e lui lo aveva scoperto in anteprima assoluta. A volte mi dava fastidio questo suo potere. In contemporanea Margot e Daniel lanciarono fuoco e saette, letteralmente, contro il loro fratello. Josh mise una mano avanti. Appena le fiamme e le saette lo toccarono, sparirono. Non riuscivo a capire, forse faceva sparire le cose che lo minacciavano? Come potere non sarebbe stato un granché.
"No, Carlisle" rispose Alexander a una domanda che aveva solo pensato "non le ha fatte sparire. Ora osserva e capirai tutto."
Sorrisi, qualcun altro era arrivato alla mia stessa conclusione. Ringraziai il mio scudo che mi rendeva illeggible. Osservai la scena attentamente. Dalle mani del vampiro con la coda, Josh, fuoriuscirono due enormi sfere, erano rosse come il fuoco e avevano intorno delle saette bluastre che sembrava stessero danzando.
"Josh è un‘accumulatore. È come una batteria, assorbe i colpi dei nemici e li ricrea con la stessa energia. Funziona anche nei corpo a corpo. Fai loro vedere Mary. "
Mentre Josh lanciava quelle due sfere in aria, Mary puntò la mano contro un altro albero. Quello partì velocemente nella direzione di Josh. In meno di un secondo lui si girò e puntò le mani verso l’albero. Questi cadde al suolo con suono sordo. Josh sorrise e rilanciò l’energia nel fiume. Degli enormi geyser spuntarono nel piccolo fiumiciattolo.
"In caso di corpo a corpo lui accumula e espelle energia pura. Daniel ora fai quella cosa che ti avevo chiesto."
In un secondo ci raggiunsero e si posizionarono accanto a Alexander.
"Potrei avere dell‘acqua?" chiese Daniel. Esme annuì e dopo un secondo ritornò con un bicchiere pieno d’acqua. Daniel si rivolse a Renesmee.
"Questo è per te. È un trucchetto molto carino." disse con un sorriso. Non so perché ma quel viso non mi ispirava intenzioni malvagie: che riuscisse a incantare tutti come Renesmee? Non potei saperlo, gli ibridi come lei sono creature molto strane e rare. Si strofinò le mani tre volte e quando riapri il pugno notai che aveva creato una nuvoletta sopra la testa di mia figlia. Prese il bicchiere d’acqua e la fece evaporare. Spostò la nuvola in modo che raccogliesse tutto il vapore acqueo. Quando diventò nera la spostò di nuovo sulla testa di mia figlia. Dopo pochi secondi dalla nuvoletta cominciarono a cadere delle goccioline d’acqua che la colpirono. Questo piccolo trucchetto la fece ridere. Alla sua sonora risata ci unimmo tutti, Cullen o no. Un dubbio mi si insinuò nella testa: perchè ci stavano mostrando i loro poteri? Avevamo appurato che non erano cattivi, ma qualcosa in loro ancora non mi conviceva.


Angolo dell'autore:
Salve! Nessuno come al solito ha commentato sta ff, ma io non mi perderò d'animo e la pubblicherò tutta. Nessuno ha considerato il "sondaggio del vampiro", io propongo il mio:
Alexander- Adam Brody (in questa foto: http://i34.tinypic.com/14bhuo3.jpg) Spero che vi piaccia l'idea, comunque se avete delle altre proposte, scrivetemelo in una microscopica recensione...
Ringrazio chi ha messo la ff tre le seguite e le preferite. Auguro 360 giorni di felicità e gioia per voi che avete letto questa ff, una sorte di BUON ANNO in  ritardo.
CiaO telefilmADDICTED

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Storie di famiglia ***



Storie di famiglia

Dopo aver asciugato Renesmee, facendo evaporare ogni goccia di pioggia dai capelli, Daniel affiancò di nuovo Alexander sorridendoci.
"Wow" disse Emmett "voi ragazzi, siete davvero forti!"
Tutti e sei abbassarono la testa e, non ne sono sicura, arrossirono.
"Poichè io vi ho raccontato la mia storia, perché non mi raccontate la vostra?>>chiese Renesmee con un tono molto supplicante e imprudente.
"D‘accordo Nessie" rispose Alexander con un sorriso.
Poi si rivolse a me "Posso chiamarla così Bella? Ho visto nei pensieri di Edward che non ti piace molto come soprannome."
 L’unico che aveva avuto il coraggio di chiedermelo.
Quel soprannome dato da Jacob non mi piaceva, ma ormai quasi tutti lo usavano.
"Veramente preferisco il nome completo, ma fai pure."  
Mi sorrise e si rivolse, più che a Renesmee, a Carlisle che era impaziente di sentire la loro storia, più degli altri. Questa sua mania di fare nuove scoperte su Renesmee mi stava innervosendo. Dopo lo scontro con i Volturi aveva tartassato di domande il povero Nahuel. Lo aveva costretto a stare a casa nostra e gli aveva fatto domande su ogni dettaglio della sua vita.
"Come spero abbiate capito, noi sei siamo fratellastri. Nostro padre era un vampiro. Si chiamava Samuele. Almeno così si faceva chiamare fino a tre mesi fa" accompagnò l'ultima parte della frase con un sorriso.
"Era un vampiro molto potente. Aveva una mente fenomenale. Per intenderci lui riusciva a pensare ad una strategia, ai pro, ai contro ed a fare un calcolo di vittime e sopravissuti contemporaneamente. Possiamo paragonare il suo cervello a quello di cinque vampiri, in un corpo solo. Penso fosse questo il suo potere. Era una sorta di ricercatore. Prima di arrivare al progetto di avere figli con umani, aveva provato a trasformare i bambini umani in vampiri. Lui ha dato inizio a quelli che voi chiamate bambini immortali. Lui li chiamava in un altro modo: Polong."
Tutti restammo in silenzio, immobili come statue. Il nostro silenzio fu interrotto da Renesmee.
"Che cosa sono i bambini immortali?"
Mi affrettai a risponderle ma Alexander mi precedette. Nei miei ricordi da umana, c’era una spiegazione che Carlisle mi aveva fatto qualche anno prima.
"I bambini immortali, sono dei bambini umani trasformati in vampiri. Sono simili a te Nessie, ma loro non crescono e non apprendono niente. Restano bloccati mentalmente al giorno della trasformazione. Sono dei bambini bellissimi quanto sono distruttivi. Possono distruggere mezza Forks solo per soddisfare la sete. Mio padre aveva provato a insegnare loro qualcosa, ma non funzionò. Fece altri esperimenti di questo tipo, ma dovette ammettere che quelle trasformazioni non funzionavano. Per avere compagnia, trasformò tre giovani e lì fece suoi assistenti, circa duemilacinquecento anni fa. Voi li conoscete con il nome di Volturi".
Tutti restammo basiti: suo padre aveva fatto di Aro, Caius e Marcus dei vampiri? Alexander vedendo che tutti eravamo a bocca aperta riprese il suo racconto.
"Sì, lo so,è sconvolgente" disse rispondendo a qualche frase che qualcuno aveva solo pensato.
 "Quei tre lo seguivano come cagnolini fedeli. Finché il suo assistente migliore, Aro, si mise in testa di autoproclamarsi discendente di una stirpe reale. Gli altri due approvavano le sue idee. Naturalmente mio padre non li costrinse a restare con lui e loro se ne andarono. Da quel momento in poi lui ne perse le tracce e si concentrò ancora di più sulle sue ricerche. Cercò di trasformare anche gli animali in delle specie di vampiri. I suoi esperimenti fallirono tutti, il cuore dell’animale viene disintegrato dal nostro veleno dopo solo un giorno. Così si rimise a studiare gli umani. Ne studiava l’anatomia e l’interazione con i vampiri. L‘illuminazione gli venne durante una caccia. Una sua preda non cercò di scappare, anzi volle immolarsi perché preferiva morire sbranata da quello che considerava un angelo, piuttosto che avere una vita dolorosa in sua assenza. Mio padre capì che, forse poteva sfruttare la sua bellezza per avere figli con gli umani.Era certo che non sarebbero nate creature simili ai bambini-vampiri. Ed è così che iniziò questo suo nuovo esperimento. Non era facile per lui. Molto spesso le incubatrici, come le chiamava lui, diventavano il suo pasto. Dopo anni e anni riuscì a trovare l’autocontrollo per metterne incinta una. Naturalmente la madre morì alla nascita ma il mezzo-vampiro nacque sano e robusto. Da quanto ne so, continuò così per molto tempo: creando schiere e schiere di ibridi come noi. Molti dei miei fratelli diventavano selvaggi, molti morivano nel parto uccidendo anche le loro stesse madri oppure venivano uccisi da mio padre per tradimento. Alcuni di loro sviluppavano poteri straordinari, ma venivano comunque uccisi da quell’essere. Finché non nacqui io circa trecento anni fa. Mia madre si chiamava Melinda ed era stata accusata di stregoneria. Lei era una di quei pochi casi per cui si poteva pensare che la stregoneria fosse vera. Era una sorta di telepate, anche se in realtà era solo dotata di un forte senso di deduzione. Mio padre pensò bene di liberarla di quella accusa. Era diventato un pastore molto influente nei processi alle streghe. La mise in cinta. Mio padre si era accorto che lei necessitava di sangue umano per resistere, così quell'animale uccideva per lei le persone e le faceva bere tutto il sangue che riusciva a portare. Io riuscii a nascere ma lei non ce la fece."
 Notai che teneva i pugni chiusi come per sforzarsi di trattenere un impeto di rabbia molto potente.
"Dopo la mia nascita, mi prese sotto la sua ala. Aspettò che io mi sviluppassi completamente per dirmi chi fosse, cosa fosse e, naturalmente, cosa fossi io. Sviluppai il mio primo potere, urlare nelle menti altrui. E lui mi considerò ancora di più. Sapevo di avere ucciso mia madre, con la mia nascita, ma lui era l'unica cosa che potessi considerare un padre. Mi unì a lui e a tutte le sue ricerche, che consistevano nel mettermi alla prova ogni secondo, sia fisicamente sia mentalmente. Il mio potere crebbe tantissimo, sapevo leggere nelle menti altrui, prenderne il controllo, dare un comando mentale, tipo il comando dell'alfa dei licantropi, per intenderci."
Mi dimenticai che aveva scandagliato i ricordi di Edward. Lì doveva aver letto dei licantropi.
"Naturalmente io, stupidamente, mi unii a quella sua missione. Lo aiutai molto: con me era più facile individuare le donne che avevano delle abilità speciali. L’odio per me stesso iniziava a crescere: aiutavo un mostro nei suoi piani di uccidere altre donnne, ma non potevo farci nulla.Lui era l’unica cosa che avevo. Dopo dieci anni di fallimenti, incontrai una donna di nome Meredith. Era bellissima. Sicuramente se fosse vissuta in questo periodo, avrebbe fatto la modella. Nei suoi ricordi vidi che una volta si era salvata da morte certa. Questa donna aveva di sicuro qualche cosa di speciale, oltre a un incredibile fortuna: era stata buttata mezza morta nel Tamigi, dopo poche ore si era risvegliata sulla riva completamente sana. Portai a mio padre quella donna, dicendogli del suo miracolo. Lui la mise incinta e da lei nacque una mezza vampira, che ancora oggi non sopporto anche se mi sta accanto sempre. Vero Sarah?" chiese rivolgendosi alla sorella con un sorriso.
Lei sorrise e disse "Idiota!".
"Comunque, questo idiota di mio fratello è quello che mi ha cresciuto. Nostro padre era sempre in giro cercando di recuperare a tutti costi i nostri fratelli uccisi e mi affidò alle cure amorevoli di questo.", indicò il fratello, "Io ebbi un educazione ben diversa dalla sua, ma non altrettanto piacevole. Ogni volta che mi guardava vedevo in lui pena. Si riteneva e si ritiene tutt’ora, la causa della morte di mia madre.Non voleva farmi sentire un mostro, come lui. Provò a darmi del cibo umano, ma anche se riuscivo a sopravvivere non mi piaceva. Provò allora col sangue animale. Possiamo dire che sono io la causa della nostra dieta. Decise così di tentare anche lui col sangue animale. Le vite che aveva stroncato per nostro padre e per nutrirsi lo tormentavano notte e giorno.Poi per caso, scoprì il mio potere. Quel giorno mi fece arrabbaiare e lo feci volare a tre chilometri di distanza.Ricordi?"
<< Certo. Una folla mi ha visto atterrare su un marciapiede. Io non avevo neanche un graffio, ma non si poteva dire lo stesso della strada. Non sai a quanta gente ho dovuto togliere i ricordi quel giorno. Dopo Sarah arrivarono molti fratelli e sorelle. Io ero il 'babysitter' e insieme a lei ne abbiamo cresciuti tanti. Non potevamo farli nutrire con il sangue animale, perché nostro padre era sempre nelle vicinanze. Così decidemmo di scappare il più lontano possibile da lui. Da egoista pensavo che senza i suoi due esprimenti più riusciti avrebbe smesso di allargare la sua … il suo esercito."ringhiò. 
"Io e Sarah restammo sempre vicini a nostro padre. Lo tenevamo d‘occhio e molto spesso lo ostacolavamo. Continuò comunque con le sue sperimentazioni e le sue ricerche. Io decisi di farla finita una volta per tutte. Lo volevo morto e niente e nessuno mi avrebbe fermato. Nessuno a parte loro." indicò gli altri quattro.
 "Dopo pochi anni si unirono alla nostra famiglia Margot, poi Daniel, successivamente Josh e infine Marianne. Ha tecnicamente quattro anni."
La ragazzina gli fece una linguaccia. Poi riprese il discorso.
"Prima di loro ci sono stati altri fratelli e sorelle, ma io e Sarah non ne tenevamo conto. Pensavamo di fare un favore anche a  loro. Io non volevo avere più niente a che fare con quella cosa che avevo chiamato padre fino a qualche secolo prima. Ero deciso a farlo fuori ma mia sorella mi convinse di non farlo. Mi convinse anche a salvare più fratelli possibile. Così circa quattro anni fa riuscì a scovare la sua tana e riuscì a convincere questi quattro a seguirmi. Anche loro non volevano essere mostri e, a parte Mary che era troppa piccola, avevano capito di poter vivere con il cibo umano. Purtroppo loro non ricordano nulla delle loro madri, perché un nostro fratello ha disintegrato i loro ricordi.Si unirono volentieri alla nostra famiglia e alla nostra dieta. Da quando li abbiamo presi con noi, non abbiamo più visto nostro padre."
"Che storia! Era un po’ triste però."-disse Renesmee- "Mi dispiace per quello che avete passato."
 Alexander le sorrise. La ringraziò.
"So che sembra una cosa stupida da chiedere ora ma, cosa si caccia di buono da queste parti?"
Tutti lo guardarono sorpresi per la sua rinnovata ilarità. Sarah gli si avvicinò e gli tirò uno scappellotto. Non le si poteva dare torto.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Reazione ***


Reazione  

<< Perché lo hai fatto? >> disse Alexander con tono lagnoso. Sarah gli si avvicinò all‘orecchio.
<< Ti sembra il momento di pensare alla caccia?! >>
Il suo urlo fu strepitoso, ma il moro non si mosse. Di sicuro queste scenate erano all’ordine del giorno nella loro famiglia.
<< Senti, manesca, io ho sete quindi …>>  
La sorella lo interruppe.
<< Come mi hai chiamato, idiota? >>
Aveva ringhiato anche se  con un sorriso. Ero sempre certa che quelle litigate fossero tutta scena. Mi girai verso gli altri quattro: avevano un' aria piuttosto afflitta. Si vedeva che si stavano vergognando tantissimo per quello che stavano facendo i loro fratelli maggiori. Un altro ringhio mi fece girare verso Sarah, questo era molto diverso dal primo.
<< Ridammi la vista! >> sibilò. Alex sembrava piuttosto divertito da quella reazione.
<< Solo se prometti di non farmi nulla e se mi chiedi scusa per lo scappellotto. >> disse con voce da bambino.  
La ragazza ringhiò un’altra volta. << Se non mi ridai la vista entro tre secondi, mi metto ad attaccare a caso. Primo o poi ti prenderò e ti staccherò la testa a morsi. Uno … due … tre. Bene, preparati bastardo. >>
Mise le mani avanti e uno scudo filò verso di me. Lo vidi si scontrarsi contro il mio e  disintegrarsi. Renesmee rideva per quella sceneggiata. Guardai verso Edward. Anche lui stava ridendo. << Chiedo umilmente scusa a chi ho colpito.>> disse Sarah educatamente.
<< Devi sapere, fratellino caro, che quando ti prenderò rimpiangerai quello che mi hai fatto. >> continuò la bionda con un tono simile a quello di una mamma, quando spiega qualcosa a un bambino molto piccolo.
<< Non ti preoccupare. Hai colpito me. >> dissi.
Lei rispose sospirando << Mi dispiace, Bella. >>
<< Non ti preoccupare. Alexander, per favore potresti ridarle la vista? Non vorrei che distruggesse la casa con un colpo solo. >>dissi sarcastica.
Alex sbuffò. Sarah sbattè le palpebre due volte e ringhiò contro il fratello.
 << Chiedo scusa ai presenti per quello che sto per fare. Nessuno provi a fermarmi. Grazie. Ora Alexander ti conviene correre molto veloce perché se ti prendo, giuro che ti riduco parecchio male. >> ringhiò contro il fratello. Quel ringhio mi fece capire che non stava mentendo; era molto, molto infuriata.
<< Oh, sto morendo di paura. >> la scimmiottò. Un ringhio profondo salì dalla sua gola. Alexander, sorridendo, iniziò a correre verso la foresta. Sarah gli andò dietro gridando.
<< SCAPPA!>>
Partì dietro al fratello.
<< Vi chiediamo scusa. >> dissero gli altri quattro in coro con un inchino.
<< Bella, posso giocare con sua figlia? >> mi chiese Marianne. Non potevo certo negarglielo.
<< Va bene. Ma state nei paraggi. E dammi del tu. >>
Marianne mi sorrise e sparì insieme a Renesmee dentro casa.
<< Scusate, può sembrare un po’ inopportuno ma per caso avete una tv? Oggi ci sono due partite di baseball molto importanti per la Major League. >>
Emmett rise per quella richiesta di Josh e lo fece accomodare in casa. Dopo un secondo sentì Emmett urlare insieme a Josh. La loro squadra preferita stava vincendo.
<< Vi chiediamo scusa per quello che stanno facendo i nostri fratelli >> dissero Danny e Margot in coro. Appena sentii parlare Margot rimasi a bocca aperta. La sua voce era squillante. Sembrava quella di un angelo. Danny sorrise alla sorella.
<< Io entro per controllare Josh, non vorrei che per la troppa foga faccia qualcosa di brutto.>> e anche lui scomparve dentro la casa.
<< Chiedo scusa per questa invasione. Voglio scusarmi anche per la scenata di prima tra Sarah e Alex, ma quei due fanno sempre così: lui scappa, lei la insegue, poi lui le chiede scusa, lei lo perdona e dopo pochi minuti sono di nuovo amiconi, come se non fosse mai successo niente. >> disse sorridendomi.
<< Perché tuo fratello ha detto che Josh per la troppa foga potrebbe causare dei problemi? >> chiese curioso Edward.
Io non stavo seguendo molto la discussione perché ero impegnata a controllare mia figlia che stava giocando con Marianne.  Lei le stava facendo fluttuare alcuni mobili del salotto intorno.
Nello stesso momento Margot parlò.
<< Diciamo che i suoi poteri vengono influenzati molto più facilmente dalle emozioni. Può perdere il controllo per qualsiasi cosa. Oltre a questo, la sua abilità è molto potente e  completamente sconosciuta anche per noi che siamo la sua famiglia. A quanto dice Alex nemmeno nostro padre sapeva di cosa fosse veramente capace. Noi purtroppo lo sappiamo. Una volta Josh è riuscito ad assorbire un nostro fratello. Ha assorbito tutta la sua energia vitale, riducendolo in polvere. Noi pensiamo che possa avere lo stesso effetto sui vampiri, ma non abbiamo mai provato. Alex non         vuole che passiamo quello che lui ha passato con nostro padre, che lo faceva esercitare sempre. A parte questo, Josh è il mezzo vampiro più dolce al mondo e vi posso assicurare che io ne ho conosciuti tanti. >>
<< Sì certo. Alice, puoi darle dei tuoi vestiti? Il bagno è al piano di sopra, ti ci accompagna Alice. So che è strano avere il bagno ma dobbiamo sembrare normali per la gente comune, una casa senza bagno risulterebbe un po' strana, non credi? >> rispose Edward una domanda che lei aveva solo pensato. Alice la prese per mano e insieme si diressero al terzo piano dell’enorme casa Cullen. Esme aveva ampliato la casa per fare posto ai licantropi. Jacob era sempre con noi, e a lei dispiaceva farlo dormire sul tappeto in salotto. Era stato aggiunto un piano e una quantità infinita di stanze perfettamente arredate e complete di letti. Naturalmente nessun licantropo ci aveva passato una notte perché puzzavano troppo per i loro gusti. Per questo quelle stanze erano rimaste inutilizzate fino a pochi mesi fa: Alice le aveva fatte diventare il suo guardaroba. Ogni stanza era stata invasa da una quantità incredibile di abiti, da fare invidia alle migliore boutique. Una stanza era stata destinata a me, io l’avevo riempita di tutti i vestiti che indossavo da umana. Quando me li feci portare da Charlie, insieme alle mie foto e a tutti gli oggetti che avevo nella mia vecchia camera, pensai che James non avesse avuto tutti a torti a darmi la caccia. Il mio odore da umana era davvero forte, mi sarei anche io data la caccia per la sua intensità.
Esme interruppe il mio flusso di pensieri.
<< Finalmente le stanze nuove saranno utili a qualcuno. Spero solo che Alice non ci abbia messo troppo vestiti. Conoscendola è molto più che possibile, è una cosa certa. >>
Risi a quella battuta. Il fatto che la mia cognata-migliore amica sprecasse i vestiti come se fossero fazzoletti, mi dava ancora un po’ fastidio. A causa sua il mio guardaroba veniva aggiornato ogni mese. << Bella che hai? >> mi chiese Edward. Jasper e Carlisle erano accanto a lui.
<< Nulla, Edward. >> -mi guardò torvo- << E' vero. >> mentii.
<< Va bene Bella. Carlisle secondo me di loro ci possiamo fidare. Sembrano molto pacifici. Ho letto le loro menti e non hanno intenzione di farci niente. Potrai fargli domande sulla loro vita. Potremmo scoprire su Renesmee, cose di cui ignoriamo l‘esistenza. Sì, Jasper lo so che sono pericolosi, ma da quanto ho sentito loro vogliono stare per poco, vogliono sapere più cose possibili su di noi. >>.
A quel punto mi allontanai da quel conciliabolo e rientrai in casa. Marianne stava facendo fluttuare tutti i mobili del salotto compreso il divano con sopra Emmett e Josh che cercavano di guardare la partita. Josh era perfettamente a suo agio, ma non si poteva dire lo stesso di Emmett. Era aggrappato al divano in una presa ferrea, a momenti il bracciolo gli sarebbe rimasto in mano. Daniel era per terra accanto a Renesmee e proprio come lei stava ridendo. Appena mi vide bisbigliò a Marianne, pensando che non l'avrei sentita, di metterli giù. Marianne annuì e il divano tornò al suo posto. Emmett sospirò di gioia. Daniel mi si avvicinò trattenendo le risate e mi  sorrise. Uscì dalla porta molto velocemente e lo sentii bisbigliare un “finalmente sono tornati”. Mi avvicinai a mia figlia e le feci segno di salire in braccio. Lei capii la mia richiesta e in un secondo saltò.
<< Perché Emmett stava fluttuando? >> le chiesi. Lei mi mise una mano sulla guancia e mi fece rivedere l’intera scena dall’inizio, soffermandosi molto sull’espressione di Emmett quando il divano aveva iniziato a fluttuare. Lei aveva chiesto a Marianne di far levitare lo zio per divertirsi.
Dre noia ad Emmete era  il gioco preferito di mia figlia. Il concetto di “divertimento” era diverso per i due. A Emmett piacevano la caccia e le partite di baseball. A mia figlia piaceva dargli fastidio in ogni momento libero della giornata: mentre cacciavano gli si avvicinava di soppiatto e gli mandava nel cervello delle immagini su Rose. Molte volte Emmett era finito contro un albero o contro delle rocce. Di certo non si faceva male, ma il fatto di perdere una preda lo faceva innervosire parecchio, questo era proprio quello che la spingeva a continuare. Faceva lo stesso anche durante le partite alla televisione oppure mentre aggiustava una delle macchine nel garage. Naturalmente a me e a Edward mostrava tutto più e più volte. Se poi aveva combinato qualcosa di veramente brutto, si portava dietro Jasper che la assecondava e faceva diminuire tutta la mia ira.
Tutti in famiglia erano sotto il totale controllo di Renesmee.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=385692