Tempesta di BuryIt (/viewuser.php?uid=26413)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Iris ***
Capitolo 3: *** Un tuffo nel passato ***
Capitolo 4: *** Nuovo incontro ***
Capitolo 5: *** Therinsford ***
Capitolo 6: *** Nuove domande ***
Capitolo 7: *** Decisione scomoda ***
Capitolo 8: *** Agguato ***
Capitolo 9: *** In trappola ***
Capitolo 10: *** Prigioniera ***
Capitolo 11: *** Visite ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Disclaimer: quasi
tutti i personaggi appartengono a Paolini. Blah, blah, blah. Lo sapete.
Autore:
Giuggiolina (cambierò nick prima o poi)
Rating:
Verde.
Genere:
Generale.
Note dell'autore:
Storia iniziata un casino di tempo fa. Ripresa in mano da molto poco
._. E non si sa nemmeno per quanto.
Tempesta~
Fantastico.
Veramente favoloso, non c’è che dire. Solo io mi
posso cacciare in queste
situazioni.
Rigirandomi
la spada fra le mani, squadravo i lupi che lentamente mi stavano
accerchiando,
ringhiandomi cupamente contro; il pelo fulvo e ingarbugliato ritto sul
dorso.
Io, che
ero riuscita a scappare alle guardie scelte del re, a migliaia di
agguati, a
innumerevoli trappole e prigionie, mi ero fatta mettere nel sacco da un
branco
di cani bavosi. Fantastico.
Continuando
a tenere d’occhio quelle schifose palle di pelo, mi guardavo
intorno valutando
le vie di fuga. Ero nel bel mezzo della foresta che costeggiava la
Grande
Dorsale, perciò soltanto alberi e spuntoni rocciosi.
Maledizione!
I lupi
continuavano a ringhiarmi contro, pronti ad attaccare, probabilmente
vedendomi
come una buona preda, sola e dal corpo in apparenza fragile e minuto,
celato
sotto un logoro mantello nero da viaggio. Ma si sa come si dice; le
apparenze
ingannano.
All’improvviso uno
di qui sacchi di pulci
mi salta addosso,
prendendomi alle spalle e puntando alla mia gola. Io rapida lo sgozzai
con la
mia spada ma subito mi trovai ad affrontare tutto il branco che,
approfittando
della mia distrazione, mi attaccava da tutte le direzioni.
Io mi
muovevo agile menando fendenti e tagliando gole da tutte le parti ma
per quanti
ne uccidessi erano sempre in troppi.
Le
braccia mi si facevano più pesanti e reggevo a fatica la mia
spada. Minuscole
goccioline di sudore mi imperlavano la fronte.
Mentre
il panico iniziava a stringermi il cuore in una morsa riuscii a
intravedere un
facile appiglio sulla corteccia di un grande albero.
Abbattendo
un ultimo lupo che mi si parava davanti, spiccai un balzo e provai ad
arrampicarmi sul tronco contorto che speravo fosse la mia salvezza. Con
un
ultimo sforzo riuscii a issarmi su un ramo basso, ma abbastanza in alto
per
poter mantenere gli animali a distanza.
Sotto di
me, i lupi, abbaiavano, ringhiavano e ululavano, infuriati
perché si erano
fatti sfuggire la preda.
Anch’io
pensavo di essere al sicuro e in silenzio cercavo un modo di scappare
da quella
situazione; insomma, non potevo rimanere appollaiata
sull’albero per sempre
come un pappagallo!
Un
improvviso scricchiolio sotto di me mi fece sobbalzare.
No ti
prego, non può essere!
Il ramo
su cui mi ero seduta, gemette ancora. Abbassai lo sguardo: marcio. Il
legno era
marcio! Ma possibile che capitassero tutte a me?!
Con un
ultimo lamento il ramo si spezzò e io caddi sul terreno
freddo, battendo la
testa. I polmoni mi si svuotarono e il respiro mi mancava. Sentii gli
ululati
dei lupi intorno a me. Ormai non avevo più forze per alzarmi
e difendermi
perciò chiusi i miei occhi nocciola e aspettai
l’impatto con le zanne affilate
degli animali ma ciò non accadde.
Come se
provenissero da lontano, sentivo gli uggiolii e i guaiti di dolore dei
lupi. Ma
cosa stava succedendo?
Sentii
il calore due mani
sulla mia schiena che mi issavano da terra poi solo il nulla.
*************************
Note:
Che ve ne pare?? O è meglio che mi dia all'ippica?
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Capitolo 2 *** Iris ***
Mi
svegliai che ero sdraiata su un pagliericcio improvvisato,
all’ombra di un
grande acero. Poco lontano da me, un fuocherello scoppiettava allegro e
un
giovane baio brucava mestamente l’erba. La testa mi faceva un
male terribile e
sentivo il sangue pulsarmi fastidiosamente nelle tempie. Avevo soltanto
pochi e
radi ricordi di cosa mi era successo. Provai ad alzarmi per mettermi
seduta ma
con un gemito ricaddi a terra. Ero assolutamente priva di equilibrio.
Ma
possibile che capitassero tutte a me? Pensai truce.
Sentii
dei fruscii provenire dai cespugli alle mie spalle. Mi voltai di
scatto. Grande
errore. La testa prese a girarmi terribilmente e caddi nuovamente lunga
distesa.
Con la
mano cercai la spada al mio fianco e solo allora mi accorsi che non
c’era più.
Controllai
anche lo stivaletto ma anche il pugnale era sparito. Accidenti!
Se
fosse
stato qualche animale feroce, mi avrebbe trovato impreparata e
indifesa, con
una grossa emicrania ed enormi problemi di equilibrio.
In
quel
momento i fruscii si fecero più vicini ed io iniziavo ad
avere veramente paura.
Continuai
a guardare impaurita in direzione dei rumori, sempre più
vicini, quando,
improvvisamente dalla fitta boscaglia emerse una figura: una ragazza.
Era
smilza, sottile e a occhio e croce poteva avere qualche anno meno di
me. Aveva
lunghi capelli rossi che le ricadevano elegantemente sulle spalle
disegnandole
una morbida onda sulla schiena; niente a che vedere con i miei capelli
sempre
liscissimi e disordinati.
Il
viso
era di una forma squisita, leggermente affilata e il naso era piccolo e
perfetto.
Era
vestita in modo spartano, con un semplice completo di caccia marrone,
sgualcito
e strappato in più punti ma che nulla toglieva alla bellezza
ammaliante della
fanciulla.
A un
fianco le pendeva un pugnale dall’impugnatura elaborata e, a
tracolla, portava
un arco di legno di cedro.
Ma la
cosa più sorprendente del suo aspetto erano gli occhi: di un
chiarore
incredibile. Di ghiaccio.
Mi
guardò e corrucciò le piccole labbra carnose in
un sorriso, assumendo un’espressione
divertita.
Solo
in
quel momento mi accorsi della faccia che dovevo aver dipinta in viso.
Avevo la
bocca spalancata e gli occhi colmi di sorpresa.
Mi
diedi
mentalmente dell’idiota.
Mi
ricomposi in fretta, cercando di nascondere il mio imbarazzo
nell’essere stata
sorpresa con quella espressione.
Alzai
gli occhi, sperando di riuscire a dissimulare la troppa
curiosità che trapelava
dal mio sguardo. La paura era sparita, quella ragazza non sembrava
pericolosa,
ma io ero ancora debole e la ferita alla testa pulsava. In fondo non
sapevo
ancora se potevo fidarmi di quella ragazza.
-Ah,
vedo che finalmente ti sei svegliata! Pensavo fossi entrata in coma
profondo!- mi disse continuando a sorridere.
Rimasi
zitta e continuai a guardarla con sospetto.
Senza
scomporsi davanti al mio silenzio si voltò e si
avvicinò al baio legato
all’esile tronco di un giovane abete. Rovistò per
qualche secondo nella
bisaccia che pendeva a fianco dell’animale e ne estrasse un
fagotto di tela
marrone. Lo srotolò e rivelò una piccola
pagnotta. Me la porse.
-Mangia,
devi essere affamata.-
In
quel
momento mi accorsi di quanta fame avessi. Il mio stomaco brontolava, ma
ancora
non sapevo chi fosse quella giovane. Amica o nemica?
La
fame
ebbe la meglio sulla mia diffidenza; afferrai il pane e lo addentai con
voracità. In pochi minuti l’ebbi già
finito.
Senza
staccarmi gli occhi di dosso, la ragazza andò a sedersi su
una grossa radice
che sporgeva dal terreno e rimase a osservarmi mentre mangiavo.
-Come
ti chiami?- mi chiese.
Silenzio.
-Cos’hai?
Hai perso la lingua?- esclamò ironica, senza
perdere il sorriso.
-Dimmi
tu chi
sei!" dissi quasi ringhiandole
addosso.
-Ma
allora la lingua ce l’hai!- scherzò.
Peccato
che non fossi in vena di scherzi.
-Mi
chiamo Iris.- disse fissandomi. -non ti
preoccupare, sono anch’io
nemica di Galbatorix-
Rimasi
letteralmente a bocca aperta. Riprendendomi subito dopo e assumere una
faccia
sospettosa.
-Come
fai a sapere che non sto dalla parte di Galbatorix?-
Sogghignò
davanti alla mia espressione.
-So
anche che sei un’alleata dei Varden.-
Quasi
mi
cadde la mascella.
-Come...
cosa?!-
Il
sogghigno si fece ancora più ampio.
-Il
tuo anello- disse semplicemente, indicandolo.
Abbassai
lo sguardo seguendo la direzione indicatami da Iris.
Certo,
l’anello. Il mio maestro – mio padre – ne
aveva uno simile. Fra i Varden era
una specie di codice di riconoscimento, utilizzato, di solito, dalle
spie. È
noto soltanto a loro e hai ribelli più fidati. Io, ormai, lo
portavo solo per
abitudine.
Comunque,
se non altro, adesso sapevo che quella ragazza era,come me, nemica di
Galbatorix. Potevo fidarmi di lei.
-Sei
una brava osservatrice.- le dissi e mi sciolsi in un
timido sorriso.
-Allora?
Ora mi dirai qual è il tuo nome?-
tornò all’attacco.
Valutai
per un secondo. Pochissime persone conoscono il mio vero nome, spesso
usavo
nomi falsi. Optai per la sincerità. Non so perché
ma quella ragazza mi ispirava
fiducia.
-Asyah-
Una
strana luce si accese negli occhi di Iris, ma svanì in un
lampo, tanto che
pensai di essermelo immaginato.
Ritornò
il sorriso.
-Molto
piacere Asyah. Hai ancora fame?-
Come
in
risposta, il mio stomaco brontolò rumorosamente.
Iris
proruppe in una risata cristallina e io abbassai gli occhi, imbarazzata
e rossa
fino alla radice dei capelli. -Pare proprio
che il
tuo stomaco abbia risposto da sé!-
*********************
Grazie a tutti per i commenti!
XMarty23: grazie tesoraaa!!! mi fanno sempre piacere i tuoi commenti!
Sai era un po' di tempo sul fatto di postare anche qui questa ff prima
di di farlo. Mi fa piacere che questa ficcy ti piaccia ancora!
X sesshy94: Grazie mille anche a te!! mi ha fastto piacere il tou
commento e come vedi ho fatto abbastanza presto!
Un enorme grazie anche a chi ha messo questa storia fra i preferiti!
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Capitolo 3 *** Un tuffo nel passato ***
La
foresta era avvolta nell’oscurità della notte e
tutto sembrava farsi più
sinistro.
Quella
notte avevo il primo turno di guardia. Dopo tante ferite e giramenti di
testa
di testa ero finalmente riuscita a mettermi in piedi, anche se la testa
continuava a farmi un gran male e pulsava dolorosamente da sotto la
fasciatura.
Rannicchiata
accanto il falò appena acceso, ascoltavo, con la testa
appoggiata sulle mie
braccia, i rumori della foresta.
L’anello
al mio dito scintillava alla pallida luce della luna che faceva
capolino dalle
alte fronde degli alberi. Il turchese riluceva azzurrino nella notte.
La
conversazione di quel pomeriggio con Iris, mi aveva fatto ripensare al
passato
e aveva riaperto ferite che da troppo tempo mi impegnavo a celare e
che, forse,
mai si erano richiuse.
Nella
mia mente comparve nitida un’immagine. Quegli occhi.
Così scuri e profondi,
come la notte. Da anni mi tormentavano ogni qualvolta osavo anche solo
chiudere
gli occhi e ogni notte avevo incubi spaventosi. Rivedevo quella scena
di tanti
anni prima.
Basta.
Dovevo scacciare i cattivi pensieri.
Mi
concentrai sulla foresta, immobile e silenziosa.
Era
mezzanotte e il mio turno di guardia era terminato, ma io non avevo
sonno.
Guardai
Iris, addormentata ai piedi della stessa radice su cui si era seduta
quel
pomeriggio. Meglio lasciarla dormire, ieri sera sembrava davvero stanca.
Quella
ragazza era ancora un mistero per me. Certo, adesso sapevo da che parte
stava e
questo semplificava un po’ le cose, ma potevo fidarmi
veramente?
Decisi
di rimandare la questione almeno fino alla mattina successiva.
##################
Iniziava
ad albeggiare.
Ad Est
il cielo si faceva lentamente più chiaro e le nuvole si
tingevano di varie
sfumature di rosa e azzurro. La foresta sembrava risvegliarsi e ogni
cosa
riprendere vita.
Era
uno spettacolo che non mi stancavo mai di vedere. Mi
era sempre piaciuto guardare il sorgere del sole, era
un’abitudine che avevo
sempre avuto, anche da bambina.
-Buongiorno!-
Mi
voltai. Iris si era svegliata e si stava stiracchiando, gli occhi
cisposi di
sonno.
-Non
credo mi abituerò mai a dormire per terra- aggiunse con una
smorfia.
Mettendosi
a sedere sul suo giaciglio improvvisato, assunse
un’espressione a metà fra la
sorpresa e la perplessità.
-Perché
non mi hai svegliata per il mio turno di guardia?- mi chiese sospettosa.
Io le
sorrisi.
-Sembravi
così stanca ieri sera che ho pensato che era un vero peccato
svegliarti. E poi
non avevo sonno. Ieri ho dormito anche troppo!-
-Ti
ringrazio Asyah. Avevi ragione, ieri ero esausta. Sai, non è
stata per niente
una passeggiata salvarti.-
- Bene, e
adesso colazione!- aggiunse.
Si alzò
con una grazia che io non avrei mai potuto possedere e in due salti
raggiunse
la bisaccia. Era incredibile l’entusiasmo di questa ragazza,
spiazzante. Rimasi
a guardarla finché non tornò porgendomi un pezzo
di pane.
Lo presi
con un sorriso di ringraziamento e lo addentai mentre anche lei
mangiava.
Rimanemmo
in silenzio fino a quando ebbimo finito.
-Dove
andrai ora?- mi chiese Iris a un certo punto, alzando lo sguardo.
- Non lo so-
risposi, sincera.
Io non avevo
mai avuto una meta precisa. Da quando non esercitavo la professione di
spia per
i Varden non mi ero mai fermata per più di due giorni nello
stesso posto, non
di mia
volontà almeno. Praticamente
avevo viaggiato per metà Alagaesia.
-Beh,
visto che neanch’io ho un posto dove andare, non vedo
perché non dovremmo
viaggiare insieme. Poi tu sei ancora debole, potresti trovarti in guai
peggiori
di quelli da cui ti ho salvata-
Le
sorrisi.
-D’accordo.-
Stranamente mi piaceva la sua compagnia. Era da tanto tempo che non mi
sentivo così bene con qualcuno.
Mi
sorrise di rimando.
-Allora
non ci
rimane che aspettare che tu recuperi le forze e poi potremo partire.-
***************************
Voilà un
nuovo pezzo! Com'era? Spero che vi sia piaciuto!
Nel prossimo capitolo ci sarà una grande svolta... starete a
vedere!
X solembum: fede!! sei
approdata pure qui!! *___* ma che billo! grazie
per il commento!! eh si! ho postato qui anche per spronarmi ada andare
avanti! Mi era passata la voja XD tivibi girl!
X Silvietta: we
grazie!! Asyah si legge come il continuente
A-S-I-A... o almeno credo! XD sono messa bene! Non so nemmeno come si
pronuncia il nome di un mio personaggio!
X sesshy94: grazieee!!!
eh si... è un po' ingarbugliato lo
so... ma nn sapevo come scriverlo! XD Cmq sì, il padre di
Asyah era anche il suo maestro. Chi è Iris lo scoprirete nel
prox cap, io nn vojo anticiparvi niente! Mi fa piacere che il suo
personaggio ti sia piaciuto! ;)
X Marty23: wow grazie!!
picchiarti? xk mai dovrei picchiarti? i tuoi
commenti mi fanno sempre spuntare il sorriso! Tvb tesora!
X fuffy340: grazie per
il tuo commento! mi fa piacere ti piaccia questa
piccola storiella senza pretese!
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Capitolo 4 *** Nuovo incontro ***
Rimasi
nell’accampamento di Iris per altri due giorni, il tempo di
ristabilirmi
completamente.
Decidemmo
di fermarci a Therinsford per comprare un cavallo per me. Il mio era
scappato
durante l’attacco dei lupi –stupida bestia- e avevo
bisogno di una nuova
cavalcatura.
-Therinsford
dista un giorno di marcia da qui. Se vogliamo arrivare
prima
di notte dobbiamo sbrigarci-
annunciò Iris.
Ci
incamminammo. Io procedevo a piedi, mentre lei conduceva il cavallo.
Percorremmo un breve tratto di foresta in silenzio poi Iris mi
domandò:
-Come
mai hai deciso di unirti ai Varden?-
Mi
irrigidii impercettibilmente. Rimasi in silenzio per qualche secondo,
indecisa
sul da farsi.
-Non
devi dirmelo per forza. La mia era solo curiosità.-
-No,
no, non fa nulla.- mi interruppi poi iniziai a raccontare. -mio
padre era una spia, come me. Io sono cresciuta con lui, mia madre
è morta di
malattia quando avevo due anni. È stato lui a iniziarmi
nell’arte della spada a
dieci anni, era il mio maestro, la mia guida. Quando poi quattro anni
fa è partito
per una missione dalla quale non è mai tornato, ho deciso di
prendere il suo
posto di spia fra le schiere dei ribelli.- chinai lo sguardo,
continuando a camminare.
Ripresi
a parlare, nel tentativo di ignorare i ricordi che mi assediavano la
mente: -E tu? Come mai ti sei unita ai Varden?-
Lei
rise.
-Ma
io non ho mai detto di fare parte dei Varden!-
Mi
immobilizzai.
Avevo
dato tutto per
scontato. Stavo facendo troppi errori, maledizione!
Davanti
alla mia espressione il suo sorriso si ampliò.
-Calmati.
Non sto nemmeno dalla parte di quel mostro di Galbatorix!-
pronunciò quel
nome con una smorfia di disgusto che alterò per un attimo il
suo viso angelico.
Si
scostò i capelli dal volto e si voltò verso di me
che intanto mi ero fermata.
Sospirò.
L’onnipresente
sorriso era sparito, al suo posto un’espressione triste.
-Sono
una mezz’elfo- iniziò -mia madre, un
mezz’elfo anche lei,
abbandonò il riparo sicuro della Du Weldenvarden per amore
di un giovane umano,
un ribelle. Si stabilirono a Lyrine e lì nacqui io. Quando
però ero ancora una
bambina Galbatorix inviò le sue truppe a radere al suolo il
villaggio. Io
riuscii a salvarmi solo grazie a mia madre. Mi spedì lontano
con un
incantesimo. Di quel posto ormai non rimane che cenere- fece una
pausa,
lo sguardo triste fisso sul terreno. Gli occhi sempre accesi di
entusiasmo erano
spenti, guardavano la terra senza però vederla.
-Trovai
rifugio presso una famiglia di contadini che mi accolse vedendomi
ferita e
ridotta allo stremo delle forze. Rimasi con loro per qualche tempo ma
già
meditavo vendetta contro chi mi aveva tolto i genitori.- mentre parlava
gli occhi le si erano accesi di un furore che mai le avevo visto negli
occhi. -A sedici anni me ne andai e viaggiai per tutta Alagaesia.
Collaborai
per un po’ con i Varden ma poi li abbandonai. Non ero
d’accordo con alcune delle
loro idee di giustizia.- aggiunse.
La
guardai dubbiosa per un momento ancora. Il suo sguardo brillava di
furia ma una
nota di sincerità traspariva dal velo di rabbia che
ricopriva i suoi occhi.
Decisi di crederle, almeno per il momento, ma ero sicura che non fosse
finita
lì, c’era ancora altro che dovevo scoprire.
Le
sorrisi, incerta, come a rassicurarla che le credevo. Anche lei mi
sorrise in
risposta ma era un sorriso strano, stiracchiato. Era evidente che era
ancora
scossa dal suo stesso racconto. Molto probabilmente si sentiva confusa
come lo
ero io in quel momento, investita da un’orda di ricordi.
Riprendemmo
il viaggio senza una parola di più, Therinsford non era
lontana ed entrambe
volevamo dormire su un comodo letto invece che sul duro pavimento.
Procedemmo
spedite lo sguardo fisso sul terriccio sotto i nostri piedi.
All'improvviso
non percepii più la presenza di Iris accanto a me. Mi voltai
e la vidi ferma a
dieci passi di distanza da me. Fissava un punto imprecisato fra i
cespugli che
costeggiavano il sentiero, attenta a qualcosa che io non avevo visto o
udito.
Allo sguardo interrogativo che le indirizzai lei rispose premendosi un
dito
sulle labbra.
Sfoderò
il pugnale che le pendeva alla cintola e si avvicinò
silenziosa e felina come
una gatta a un folto cespuglio di rovi.
In
quel
momento lo udii anch’io. Un lieve fruscio di foglie
calpestate, quasi
impercettibile a orecchio nudo. Mi affrettai a incoccare una freccia
nell’arco
che portavo a tracolla e raggiunsi anch’io il cespuglio,
affiancandomi a Iris.
Con un
cenno di intesa, la ragazza, scostò i cespugli con un rapido
gesto, il pugnale
alzato.
-Non
fatemi del male, vi prego!-
Un
ometto tutto sporco di fango, sangue e felci giaceva raggomitolato su
se stesso
ai nostri piedi. Sul suo volto ricoperto di terra spuntavano due
piccoli e
scintillanti occhi neri. Le spalle scosse da violenti singulti:
singhiozzava.
Io e
Iris ci scambiammo un’occhiata e abbassammo le armi,
tenendole comunque a
portata di mano.
-Chi
sei?- chiesi.
Lui
non
rispose e si rannicchiò ancora di più,
singhiozzando più forte e mormorando
qualche parola sconnessa, dopodiché svenne.
Io
rimasi immobile, lo sguardo fisso su quell’uomo, indecisa sul
da farsi.
-Aiutami-
la voce di Iris mi riscosse.
Mi
avvicinai a lei e l’aiutai a issare quel piccolo uomo da
terra, tenendolo per
le braccia mentre Iris per le gambe.
-Dobbiamo
portarlo da un medico: scotta- dissi mentre lo issavamo a cavallo.
-A
Therinsford ho una conoscenza. Portiamolo lì.-
********************
Eccolo,
l'angolo dei
ringraziamenti!! =)
X
Marty23: glassie teso!!
ma dai ke sai come continua!!XD smak!
X
Silvietta: graziee!!
spero che lo sia anche questo di cap! a kiss
X
sesshy94: eh si... io e
i capitoli lunghi =_=" anyway, gli occhi... l'ho detto che
Asyah ha un passato nn proprio roseo, vedrete... Adesso sai
anche chi è Iris e viso che c'eri andata vicina? ;-) Mi ha
fatto veramente grandissimo piacere la tua recensione esono
contenta che Iris ti sia simpatica! un bacio!
X
solembum: merci mon
trèsore (così già che ci siamo fai
pratica in francese XD)!! la voja mi sta lentamente ritornando... forse
nei prossimi giorni riuscirò ad andare più
avanti. grazie per il sostegno che sempre mi dai caVa!!! kiss!
X
kyraya: glassie!!!!!
*ç* se metterò eragon??!!! Ma certo!! come potrei
escludere il mio eragonuccio (no comment sui nomignoli... poverina nn
può farci nnt, abbiamo già provato a ricoverarla
ma nn c'è verso)!!! Apparirà fra un po'...
cmq per rispondere alla tua domanda: no, nessuno è
la figlia di nessuno per adesso, tranqui XD! grazie 1000 ancora per la
recensione!!! un bacio!!!
Grazie
a chiunque abbia
letto!
|
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Capitolo 5 *** Therinsford ***
Arrivammo
in vista di Therinsford poco dopo il tramonto. Le finestre delle case
erano
illuminate dalla fioca luce delle candele e dei focolai e dai comignoli
si
levavano pennacchi di fumo. Nell’aria aleggiava un odore di
legna bruciata e
dalle taverne proveniva il vociare rumoroso degli uomini che al termine
di una
dura giornata di lavorasi godevano il meritato riposo davanti a uno
schiumante
boccale di birra.
Ci
dirigemmo a capo chino verso la periferia del villaggio, dove Iris
aveva detto
che viveva il suo contatto.
-E’
un mio vecchio amico, mi ha aiutata quando ero ancora sola e assetata
di
vendetta- mi aveva informato.
Camminava
spedita fra le case, lo sguardo che saettava da destra a sinistra. Si
fermò
davanti a una piccola casa di mattoni ingrigiti dal tempo e dal tetto
di
paglia.
Con il
cappuccio calato sul volto per proteggersi da quella pioggerellina
gelata che
aveva appena iniziato a cadere si avvicinò alla porta e
bussò piano.
Dopo
qualche secondo di silenzio dall’interno della casa si
sentì la voce soffocata
di un uomo dire un nervoso: -Chi è?-
Iris
sussurrò qualcosa che non riuscii a udire ma che doveva aver
sentito il
proprietario della casupola perché la porta si
spalancò di colpo. -Iris!-
un uomo alto, grassoccio e con un inizio di calvizie apparve sulla
soglia.
-Ciao
Tamron- rispose lei con un sorriso.
-Che
piacere rivederti, ragazza! Non ti sei fatta sentire molto in questi
ultimi 7
anni. Morjan sarà felice di vederti-
-Hai
ragione, scusami, ma per favore possiamo entrare? Avremo un favore da
chiederti- disse indicando me e il cavallo su cui avevamo sistemato
l’uomo coperto alla bell’e meglio con il mio
mantello; mentre io battevo i
denti al freddo della notte.
Portammo
dentro l’uomo dopo averlo scaricato da cavallo e lo
appoggiammo su una brandina
posta in uno studiolo colmo di bendaggi e libri.
-Iris,
vai a chiamare Morjan, dovrebbe essere nel retro.- disse Tamron mentre
trafficava con bende e garze. Iris sparì dietro la porta.
Rimanemmo
soli nella stanza e cadde un pesante silenzio.
Ogni
tanto Tamron mi lanciava un’occhiata sospettosa da sopra i
medicamenti mentre
io cercavo di confondermi il più possibile con la
tappezzeria dello studiolo.
Mi
sentivo a disagio sotto gli sguardi indagatori di quell’uomo.
Per
fortuna Iris tornò pochi minuti più tardi
accompagnata da una donna bassina e
ben in carne, con i capelli scuri striati di bianco raccolti in una
crocchia
sopra la testa.
Con la
coda dell’occhio vidi che Iris mi si era affiancata
silenziosamente.
Morjan
mi scoccò un’occhiata incuriosita poi si
avvicinò a passi veloci alla branda.
Ma
perché quel giorno tutti mi guardavano come se mi fosse
spuntato un terzo
occhio in mezzo alla fronte?
-Cosa
è successo a questo poveraccio?- chiese Morjan a Iris. Lei
si limitò a
stringersi nelle spalle.
La
donna
sbuffò ma non aggiunse altro.
La
guardammo trafficare con erbe secche e medicamenti ancora per qualche
minuto
poi, come accorgendosi della nostra presenza, esclamò
rivolta al marito:
-Beh?
Siete ancora qui? Io ho bisogno di spazio per lavorare!-
Tamron
levò gli occhi al cielo ma non disse nulla e
oltrepassò la porta e così fece
Iris con un mezzo sorriso sulle labbra. Era bello vedere come certe
cose non
erano cambiate.
Accorgendomi
di essere rimasta indietro mi affrettai a seguirli.
Ad
aspettarmi fuori dalla stanza c’erano Iris e Tamron.
-Venite
ragazze, vi faccio vedere la vostra stanza.-
Sospirai
di sollievo. Finalmente un po’ di solitudine dove poter
riordinare le idee.
**********************************
X sesshy94: sono
strafelice che ti sia piaciuto,
nonostante fosse corto! pure questo lo è ma prometto che il
prossimo sarà più lungo! Eragon... eh Eragon...
dovrete aspettare un po' ma arriverà! L'identità
di quell'omuncolo che hanno trovato si scoprirà molto
presto, sempre nel prox, ma penso sia abbastanza facile da intuire =)
Ti ringrazio per i tuoi commenti sempre pieni di entusiasmo che mi
fanno sempre spuntare un sorriso, grazie!!
X marty23: grazie
teso!!! adoro i tuoi commenti e sono felice del
successo che ha suscitato il personaggio di Iris! wow non me lo
aspettavo!!! un bacione!
X solembum: ma ciao
tesoooo!! davvero era questo? XD non mi sembra sto
granchè! comunque è vero: piano piano, con la mia
breve scrittura da lumaca in cancrena, stiamo raggiungendo il vivo
della storia! un bacione e grazie!!! smak!
X bgirl: grazie *__*!
sono contenta di essere riuscita a incuriosire i
lettori nel rendere così misteriose Asyah e Iris, era
proprio quello che speravo!
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Capitolo 6 *** Nuove domande ***
Un
rumore di ceramica infranta mi svegliò di soprassalto.
Quell’incubo, ancora.
Rabbrividii, non so se per il freddo o per la paura.
Con il
respiro ancora affannoso mi girai verso la finestra aperta. Era notte
fonda.
Mi
trovavo nella stanza affidatami dai Tamron e Morjan la sera prima, per
la
notte.
Sospirai
e mi districai da quell’ammasso soffocante di coperte che mi
avvolgevano le
gambe impedendomi di muovermi.
Ancora
quel rumore di cocci che mi aveva svegliata. Cosa stava succedendo?
Mi
alzai
in fretta e presi il pugnale dallo stivale che giaceva ai piedi del
letto, dove
li avevo lasciati la sera prima. Mi avvicinai cauta alla porta. I
rumori
continuavano. La socchiusi e sbirciai fuori ma quello che vidi fu
soltanto il
corridoio buio.
Uscii
silenziosamente.
Il
buio
mi avvolgeva. Davanti a me la porta chiusa della camera di Iris, alla
mia
destra la porta dello studiolo in cui ero stata quella sera. Tesi le
orecchie
cercando di captare ancora quel rumore che mi aveva destato dal mio
sonno
agitato.
Non
udii
nulla, solo il mio respiro lento e regolare. Stavo per tornarmene in
camera
dandomi dell’idiota, quando sentii una specie di mormorio
proveniente dalla
porta in fondo al corridoio.
Mi
voltai immediatamente, avanzando verso la porta socchiusa da cui
filtrava la
pallida luce di una candela accesa. Tenevo il pugnale alzato, pronto a
colpire.
Dopo
pochi passi mi ritrovai davanti alla porta.
Facendo
attenzione la aprii lentamente, i sensi all’erta, i muscoli
tesi allo spasimo.
La
candela, accesa sulla scrivania brillava fioca e lanciava ombre cupe su
tutta
la stanza. Sulla brandina sotto la finestra giaceva l’uomo
che avevamo salvato,
mentre a terra si vedevano chiaramente i cocci della brocca
d’acqua che Morjan
aveva messo a sul tavolino accanto alla branda quella sera.
Gettai
uno sguardo all’uomo che continuava ad agitarsi, preda di un
sonno inquieto e
capii immediatamente cosa era accaduto. Mi affiancai a quel letto
improvvisato.
Molto
probabilmente la febbre doveva essere risalita durante la notte e lui
nel
delirio della febbre aveva fatto cadere la brocca a terra.
Scossi
la testa. Feci per tornarmene in camera
quando mi sentii afferrare per il braccio. Mi voltai di scatto, il
pugnale
pronto a colpire.
-Ti
prego aiutami.- l’uomo doveva avermi sentito e essersi
svegliato.
Maledizione
a me e al mio passo leggero!
Mi
guardava, lo sguardo appannato, come se non mi vedesse veramente.
Sembrava debole, un
velo di sudore gli imperlava la
fronte, ma la presa sul mio braccio era salda e bruciava sulla mia
pelle. Era
bollente.
-Ti
prego... i Varden... mia figlia... mia
figlia... Katrina...-
Continuava
a ripetere queste parole sconnesse. Iniziavo a spaventarmi. La
scintilla del
panico brillava già nei miei occhi.
Poi
chiuse gli occhi e mollò la presa continuando ad agitarsi.
Rimasi
immobile, il cuore che mi batteva a mille.
Non
seppi mai quanto rimasi lì imbambolata ma alla fine mi
riscossi. Stava male.
Dovevo andare ad avvertire Iris e Morjan.
Mi
fiondai in corridoio, rischiando di inciampare.
Quasi
andai a sbattere contro la porta della camera di Iris, di fronte alla
mia, per
la fretta. Bussai freneticamente.
-Iris!
Svegliati!-
Quasi
immediatamente la porta si spalancò, rivelando una Iris
completamente sveglia e
vestita che mi guardava interrogativa.
Prima
che potesse aprire bocca le spiegai: -L’uomo! Sta male, la
febbre gli si
è alzata! Presto devi chiamare Morjan!-
Senza
dire una parola mi passò accanto e con passo veloce scese al
piano di sotto.
Rimasi
sola in mezzo al corridoio.
Dopo
pochissimi minuti vidi spuntare Morjan accompagnata da suo marito e da
Iris.
Senza degnarmi di uno sguardo spari oltre la porta dello studiolo.
Io e
Iris ci scambiammo un’occhiata. Non ci rimaneva che aspettare.
################
Mi
rinchiusi nella mia stanza, immersa nei miei pensieri.
Chi era
quell’uomo? Aveva nominato i Varden... che fosse uno
di loro? E poi aveva
nominato un nome; Katrina... la figlia forse? Sembrava davvero
disperato. Non
riuscivo a venirne a capo.
Dei
colpi sordi alla porta mi sottrarono a questi pensieri.
Aprii la
porta. Era Iris che mi disse: -Sta meglio, adesso si è
calmato. Che è
successo? Come mai ti sei accorta che stava male?-
Sicuramente
aveva anche visto il pugnale ancora nelle mie mani quando ero andata a
chiamarla, ma nel suo tono di voce non c’era accusa, solo
sincera curiosità.
Le
raccontai tutto, comprese le parole che avevo udito, mentre lei mi
guardava
impassibile.
Quando
terminai lei assunse un’espressione pensosa, molto
probabilmente pensava le
stesse cose su cui riflettevo io poco prima.
-La
sua situazione per adesso è stabile, Morjan dice che
possiamo stare tranquilli.
Forse quando si sveglierà potrà darci
spiegazioni.-
Anuii in
silenzio e poi la salutai, augurandole la buonanotte.
Mi
sdraiai sul letto consapevole che, comunque, non avrei chiuso occhio
per il
resto della notte.
*******************************
X marty23: grazie
tesora!! i tuoi commenti sn bellissimi! un bacione!
tivibi
X sesshy94: ciaoo! lo
so XD mi dimentico sempre ke nn si leggono le
virgolette! xò questa volta me ne sono ricordata! questo qui
è un bel po' più movimentato e sono proprio
curiosa di leggere il tuo prossimo commento (sempre che nn ti sia
passata la voglia di commentare questo orrore xD) un bacio!
X solembum:
tessora!!!!! a proposito di bazooka, hai fatto male a
ricordarlmelo! adesso ti tormenterò fino alla morte!! (mamma
mia come siamo sadiche oggi...) cmq, grazie x il commento! eh si... le
cose si fanno serie e dal prossimo cap ancora di più!
tivibi, un bacione!
grazie a chiunque abbia
letto e continui a seguire questa storia!
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Capitolo 7 *** Decisione scomoda ***
Ma i
giorni passavano e l’uomo non dava cenni di miglioramento,
anzi peggiorava di
giorno in giorno. Continuava ad avere la febbre alta e a ripetere le
stesse
parole: Katrina e Varden.
Ormai
Morjan non sapeva che pesci pigliare, pensava che il suo malessere
fosse dovuto
più che altro alle numerose ferite che gli martoriavano il
corpo ma adesso, pur
essendo per la maggior parte guarite, continuava a stare sempre peggio.
Ormai
dovevamo organizzare delle ore di veglia notturna per controllare le
sue
condizioni.
Quanto
a
me, stavo diventando ansiosa. Non potevo permettermi di fermarmi
più di qualche
giorno nello stesso posto e ormai era più di una settimana
che alloggiavo da
Tamron e sua moglie. Non era sicuro e tanto meno prudente. Le guardie
reali mi
stavano alle costole, dovevo muovermi. Ma non so perché non
mi decidevo a
partire. Mi trovavo bene da loro.
La
svolta si ebbe il giorno in cui Morjan ci convocò in fretta
nella cucina al
piano terra.
La sua
aria era grave ed era scura in volto.
Insieme
a Iris mi sedetti al tavolo mentre Tamron stava in piedi accanto alla
moglie.
-Penso
sia stato avvelenato.- annunciò -I
sintomi ci sono tutti-
-Ho
riconosciuto il veleno, è una particolarità di
Skilna Brangh. Peggiorerà sempre
di più fino a quando...- Non si curò di
finire la frase. Avevamo capito
tutti.
Quando
finì di parlare sulla cucina scese il silenzio.
Io
rimasi per un istante a guardarla, sorpresa. Era stato avvelenato? E
per di più
con lo Skilna Brangh! Non mi curai più di tanto del fatto
che Morjan conoscesse
quel particolare veleno, avevo altri pensieri per la testa.
Spesso
mi ero chiesta come quell’uomo potesse essersi procurato
tutte quelle ferite
semplicemente vagando per il bosco ma avevo pensato che fosse
semplicemente
caduto o che fosse stato aggredito da una di quelle bestie selvatiche
che
spesso si aggirano sulla Dorsale, quelli che avevano cercato di
aggredire anche
me. Ma il fatto che sia stato avvelenato cancella tutte le mie
precedenti
teorie. Naturalmente qualcuno lo aveva attaccato. E quel
qualcuno... pensai
immediatamente a Galbatorix. Conoscevo soltanto lui in possesso di quel
veleno.
Ma con quale movente?
Mi
guardai intorno. Nessuno si muoveva e ognuno di loro sembrava immerso
nelle
proprie riflessioni con in volto un’espressione grave.
Quando
Tamron si schiarì la voce sobbalzammo tutti.
-Quanto
tempo gli resta?- chiese con aria grave.
-Il
veleno in circolo nel sangue è una dose molto piccola, ed
è un veleno usato quando si vuole uccidere lentamente e con
dolore, ma
noi abbiamo perso
tempo... se continua così potrebbe essere qualche
settimana, ma anche qualche
mese. Non saprei dirlo.-
-C’è
qualcosa che possiamo fare per salvarlo?- era stata Iris a parlare.
-C’è
un antidoto raro quanto il suo veleno. Le uniche persone che conosco
che lo
possiedono sono i Varden oltre naturalmente a Galbatorix-
Non
mi
piaceva la piega che aveva preso la conversazione.
Dopo
queste
parole calò di nuovo il silenzio. Un silenzio carico di
tensione.
Ci
ritirammo poco dopo. Ognuno si andò a rinchiudere nella
proprio stanza a
riflettere. La situazione sembrava disperata e i Varden erano lontani.
Comunque
io non avevo intenzione di mettere anche solo un piede nel Surda.
Neanche
morta.
Chiusi
la porta alle mie spalle e mi sedetti sul letto.
Conoscevo
Iris, ero sicura che lei sarebbe stata disposta ad andare fino al Surda
pur di
salvare la vita ad un uomo. Anche se non lo conosceva. Ma io sarei
stata
disposta?
Sospirai
e mi lasciai cadere all’indietro sul letto.
La
risposta ce l’avevo chiara in testa. Ma se Iris avesse deciso
di andare? Io
avevo un ancora un debito con lei e non intendevo lasciarlo tale. La
mia
testardaggine me lo impediva.
Sentii
bussare alla porta.
-Avanti-
dissi stanca.
Iris
entrò con decisione.
-Ho
deciso di partire per il Surda.-
Bingo.
-Se
c’è anche solo una remota possibilità
per la salvezza di quell’uomo ho deciso
di tentare. Saresti disposta a venire con me?-
Imprecai
mentalmente. Come se non avessi previsto anche questo.
Adesso
toccava a me.
Sospirai
ancora una volta prima di rispondere.
-Verrò
con te-
L’orgoglio
aveva avuto la
meglio. L’avrei seguita.
Mi
stavo ficcando nella
tana del lupo come un agnello imprudente... e mi odiavo per
questo.
**************************************
X bgirl: eh
già avevi indovinato! Uh, anche a te sta
antipatico Sloan, eh? Beh, allora, premettendo che io non anticipo nnt
(certo, come no? ILLUSA!), potrei dire che prossimamente potresti anche
essere felice XD
X BAbyDany94: che bello
nuova lettrice! Mi fa piacere che ti
piace! *_* merci!
X solembum: tesora!! lo
so, lo so che tu proprio non lo mandi
gù questo tizio... ma siccome sai come andrà a
finire direi che sarai accontentata XD cmq merci amo... i tuoi commenti
sn bellisshimi!
X marty23: davvero ti
viene voglia di rileggertela ogni volta? wow, mi
sento realizzata! XD mi fanno molto piacere i tuoi commenti *-* grazie
cicci!
X sesshy94:
tranquillaa! sn felice che tu sia riuscita a leggerla
comunque, alla fine! ^_^ Eh si, è quel traditore di Sloan, e
ormai la storia è entrata nel clou XD sn contenta che tu
continui a seguirmi! ^_^ un bacio!
|
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Capitolo 8 *** Agguato ***
Il fuoco
scoppiettava tranquillo di fronte a me, illuminandomi di tetri bagliori
nel
buio della notte.
L’aria
afosa
della sera ci circondava già da qualche giorno, segno che
ormai dovevamo
esserci addentrate nel Surda. Il silenzio regnava sovrano, rotto ogni
tanto dai
gemiti di dolore di quell’uomo a cui stavamo cercando di
salvare la vita.
Era
quasi un mese che eravamo in viaggio, avevamo cavalcato a briglia
sciolta,
concedendoci soltanto poche ore di sonno e, come potrete bene
immaginare, avevo
il sedere a pezzi, completamente sbriciolato.
Per
cosa
poi? Il vecchio non aveva fatto altro che peggiorare. Era alla fine del
viaggio, anche Iris stava perdendo le speranze, e io non sapevo nemmeno
se ce
le avessi mai avute.
Ero
stanchissima, erano giorni che non chiudevo occhio, un po’
per gli incubi un
po’ per i soldati che ci inseguivano. Le palpebre mi si
stavano facendo
pesanti, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Vidi Iris in un angolo
china
sull’uomo in preda gli spasmi. Buffo, ci stavamo impegnando
per salvargli la
vita e non sapevamo nemmeno il suo nome.
Chiusi
gli occhi per un istante. Grandissimo errore. Nell’istante in
cui le mie
palpebre entrarono a contatto sprofondai nel sonno.
################
Il tocco
leggero di una mano sulla mia spalla mi svegliò, dopo quello
che mi parve un
secondo. Aprii gli occhi lentamente. Uno strano silenzio mi circondava.
Il
panorama non era cambiato, per quel che ne sapevo poteva davvero essere
passato
un secondo da quando avevo chiuso gli occhi. Mi trovavo nella stessa
posizione
nella quale mi ero addormentata. Era accucciata vicino al fuoco, la
testa
appoggiata alle ginocchia.
Alzai il
mio sguardo assonnato verso la figura che mi aveva svegliato.
Iris era
in piedi davanti a me. Mi alzai barcollando, eh sì facevo
proprio fatica a
connettere... ecco cosa succede a chi non dorme abbastanza.
-Cosa succede?-
La
guardai meglio. Avevo la vista appannata dal sonno per questo non avevo
notato
i suoi occhi colmi di lacrime. Capii immediatamente; io
l’avevo già previsto da
un po’.
Mi
voltai di scatto verso la sagoma dell’uomo, immobile.
Compresi immediatamente
il significato di quello strano silenzio che avevo notato quando mi ero
svegliata.
Immaginai
come poteva sentirsi Iris, lei si era impegnata tanto per la salvezza
di quello
sconosciuto. Non
avrei mai capito perché
questa ragazza si impegnasse tanto per gli altri, mettendoli in primo
piano in
confronto a se stessa. In confronto a lei mi sentivo una persona
estremamente
insignificante ed egoista.
Avrei
voluto dirle qualcosa, esserle di conforto, ma le parole non mi
uscivano, mi
morivano in gola prima che potessi aprire bocca. Mi limitai a starle
vicino,
cingendole le spalle con un braccio. Mi dispiaceva per lei, dopotutto
avevo imparato a conoscerla.
###################
Guardai
il mio riflesso tremolante nell’acqua del ruscello. Avevo due
occhiaie sotto
gli occhi che facevano pensare che mi stessi riprendendo da una rissa.
Sospirando infilai le mani nell’acqua gelida e me la spruzzai
sul viso nel
tentativo di svegliarmi.
Assolutamente
inutile. In quel momento sarei riuscita ad addormentarmi in piedi, come
i
cavalli.
All’orizzonte
l’alba faceva capolino con la sua timida luce rosata,
tingendo di azzurro il
cielo.
Era
stata una nottata tremenda. Iris si era ripresa ma ancora dovevamo
seppellire
il corpo. La mia compagna di viaggio aveva insistito perché
gli donassimo una
degna sepoltura. Non ho potuto fare altro che acconsentire.
Sospirai
nuovamente e feci per alzarmi quando alle mie spalle sentii un debole
fruscio,
quasi inudibile, ma che il mio udito allenato aveva colto. Mi bloccai a
metà
del movimento e tesi l’orecchio. Nulla. Ma non ero ancora
convinta.
Allungai
lentamente la mano verso il piccolo pugnale nascosto nel mio stivale
sinistro,
pronta ad utilizzarlo in caso di necessità.
Poi
successero molte cose contemporaneamente. Un dolore. Acuto. Alla
spalla. Il mio
pugnale che si conficcava nel tronco di un albero, lo sferragliare
delle armi
intorno a me e una voce che sovrastava i rumori circostanti:
-FERMI!-
Avevo la
vista appannata non più per il sonno ma per il dolore.
Un
istante prima di
abbandonarmi all’incoscienza e forse, chi lo sa, alla morte,
nel mio campo
visivo entrarono due occhi, azzurri, come il cielo. Poi il buio mi
avvolse.
***********************
X stefy_81: tu sei
artemisia del forum di eragon vero? *__*
ciaooo!! che bello anche tu stai leggendo qui la mia ficcy!
XD sono contenta!! un bacio
X BAbyDany94: davvero
secondo te potrei scrivere un libro? ti ringrazio
ma penso di avere ancora mooolta strada da fare, sono appena alle prime
armi, scrivo delle storielle tanto per, senza nessuna pretesa! XD ma il
tuo commento mi ha fatto davvero molto piacere!
X marty23: grazie teso
per i tuoi bei commenti! ma davvero, non penso
siano così belli, io scrivo solo per divertimento! XD
X sesshy94: wow ti
giuro che sei la prima persona che conosco a cui sta
simpatico sloan! allora mi sa che questo cap non ti abbia fatto molto
piacere... speroc he comunque lo commenterai! un bacio!!
X solembum: nooooo!
figurati non l'avrei mai intuito che sloan ti fosse
antipatico se non me lo avessi detto! cmq voilà!! il pezzo
che ti ha fatto mooolto felice all'epoca! XD grazie per i tuoi commenti
cicci!! tivibi!
grazie a chiunque abbia
letto e abbia messo questa storia fra i
preferiti, mi fa piacere che così tanti lettori si siano
appassionati a questa storia!
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Capitolo 9 *** In trappola ***
Immagini
contrastanti
mi vorticavano in testa. Bianco, nero, chiaro, scuro, luce ombra...
Aprii
gli occhi di scatto. Mi ritrovai a guardare la cupola di pelle di una
tenda,
l’aria calda era satura di fumi carichi
di spezie e aromi che mi fecero girare la testa. Dal soffitto pendevano
molte
erbe messe a essiccare, belladonna, sabina, rododendro, cicuta. Piante
che
conoscevo fin troppo bene, pensai con un brivido.
Mi
sentivo i capelli bagnati di sudore appiccicati alla fronte
febbricitante e le
bambe intrappolate sotto una ruvida coperta di lino.
I
ricordi di quanto successo in riva al piccolo ruscello mi travolsero,
istintivamente portai una mano alla spalla e mi sorpresi di non sentire
il
tessuto di una fasciatura. La mia palle nuda era intatta e liscia,
rosea come
sempre.
Qualcuno
mi aveva curata, e non intendo con il classico panno bollente.
No,
per
favore, anche la mia sfortuna doveva avere un limite.
Mi alzai in fretta,
forse anche troppo in fretta, con un orribile presentimento, ignorando
la sranza che continuava a girare.
Naturalmente
mi avevano tolto tutte le armi.Imprecai
a denti stretti, adesso mi sarebbe toccato cercarle. Lanciai una rapida
occhiata intorno pur sapendo che era inutile, trovai i miei vestiti
piegati su
una sedia ma nessuna traccia della mia spada o del mio pugnale.
Raccolsi
i miei vestiti e raggiunsi a passi rapidi ma calcolati
l’entrata della tenda,
ma mi ritrovai la strada bloccata da una donna dai folti capelli ricci
con un
cestino di funghi in mano.
Alzò
lo
sguardo da uno strano fungo dal cappello verde a macchie arancioni che
stava
esaminando.
-Dove
pensi di andare tu? Fila a letto!- lo disse in modo talmente
autoritario che
l’idea di disubbidirle non mi passò nemmeno per
l’anticamera del cervello.
Mi
infilai a letto mentre la donna appoggiava il cestino su un tavolino
basso e si
avvicinava al calderone che, in angolo, sobbolliva sommessamente. Si
scostò un ricciolo ribelle dalla fronte e con un
mestolo versò una brodaglia scura in
un
bicchiere e me lo porse.
-Bevi-
La
guardai con sospetto scoccando un’occhiata alle erbe velenose
appese al
soffitto.
Lei
sorrise. Immerse nuovamente il mestolo nel calderone e bevve una lunga
sorsata
facendo poi scocchiare le labbra.
-E’
una
pozione ricostituente, nessun veleno.-
Lentamente
portai la tazza alle labbra e bevvi un piccolo sorso. Sentii il liquido
bollente
scorrermi in gola e repressi un attacco di tosse.
Appena
recuperai l’uso delle corde vocali diedi voce ai miei timori.
-Dove
sono?-
-In un
accampamento Varden, nei pressi di Aberon-
Uccidetemi.
Ora.
Sprofondai
la testa nel cuscino soffocando un gemito. Dovevo andarmene di
là.
Voltai
lo sguardo verso la donna intenta a fissarmi con curiosità.
-Quando
potrò andarmene?-
La
donna
sembrò sorpresa dalla mia domanda.
-Temo
che questo non sia possibile, per adesso.-
Cosa?!
-Non
prima di esserti
fatta esaminare la mente, almeno- No! Sentii la troppo familiare
senzazione di panico attanagliarmi le viscere. Dovevo andarmene. Subito!
Accortasi
della mia agitazione la donna mi guardò con sospetto.
-Tu
resta qui, io andrò ad avvertire il Cavaliere che ti sei
svegliata-
Il
Cavaliere?! Mi erano giunte delle voci su di lui e sulle recenti
vittorie dei
Varden sull’Impero. Pare che siano dovute per gran parte a
lui. Rabbrividii. La
situazione stava rapidamente degenerando. Mi sentivo in trappola.
Osservai
la donna uscire dalla tenda e la sentii parlottare sottovoce con
qualcuno
fuori.
Sospirai
accasciandomi sul cuscino.
I miei
pensieri corsero a Iris, forse avevano preso anche lei. Probabilmente
si
trovava nella mia stessa situazione.
In
quel
momento non aveva importanza. Dovevo scappare. L’avevo
accompagnata fino a
quando avevo potuto ma adesso in gioco non c’era
più la vita di uno
sconosciuto, c’era la mia.
Senza
perdere tempo raccolsi nuovamente i miei abiti e mi vestii velocemente
gettando
a terra senza tante cerimonie la camicia che mi aveva coperto fino a
quel
momento.
Mi
avvicinai al tavolo da lavoro accanto al calderone e afferrai veloce il
coltellaccio usato per tagliuzzare le erbe.
Se non
potevo avere le mie armi, mi sarei fatta bastare questo, pensai con
amarezza.
Me lo
infilai nello stivale e mi diressi per la seconda volta verso
l’entrata della
tenda. Guardinga misi appena fuori il naso.
Un
improvviso giramento di testa mi mozzò il fiato ma non vi
badai, non mi feci
distrarre. Il paesaggio disseminato di tende sembrava deserto. Uscii
lentamente
della tenda.
Un
soldato armato di tutto punto mi passò a fianco, la mia mano
corse
immediatamente a dove di solito tenevo la spada. Questo stupido gesto
mi tolse
il tempo di nascondermi.
Sicura
che ormai mi avesse visto mi preparai a scappare, sperando che le mie
gambe
ancora intorpidite non mi tradissero proprio nel momento del bisogno,
ma il
soldato sembrava andare troppo di fretta per notarmi.
Mi
lasciai sfuggire un sorrisetto soddisfatto. Sarà
più facile per me uscire da
qui.
Ritornai
alla mia ricerca di una via di fuga. Lontano, lungo una lunga,
interminabile
fila di tende c’era quella che sembrava l’uscita
dell’accampamento. Quasi non
credendo alla mia fortuna, mossi veloce qualche passo in quella
direzione.
Non
andrei da quella parte se fossi in te.
Sobbalzai,
voltandomi di scatto cercando la fonte di quella voce.
A meno che tu non stia cercando
guai, ovviamente. Ma c'è uno squadrone di soldati
che controlla l'uscita dell'accampamento.
Continuai
a voltare la testa, sempre più nervosa.
-Chi
sei?-
Quaggiù.
Abbassai
lo sguardo e vidi un gatto dall’aspetto selvatico intento a
leccarsi una zampa.
Ok,
è
uno scherzo.
Il
gatto
alzò lo sguardo e mi scrutò con i suoi
intelligenti occhi gialli.
No.
No
cosa?
No,
non è
uno scherzo.
Sbarrai
gli occhi, sempre più incredula, mentre la voce di mio padre
mi ritornava alle
orecchie attraverso ricordi dimenticati, in cui io lo ascoltavo
raccontarmi le
vecchie leggende seduta sulle sue ginocchia.
“Ma
non
ti avevo detto di rimanere nella tenda?” disse una voce
seccata alle mie
spalle.
Alzai
gli occhi. La donna ora intenta a guardare il gatto era tornata in
compagnia di
un ragazzo che presumevo dovesse essere il Cavaliere di Draghi. Per un
attimo
incrociai il suo sguardo azzurro.
Adesso ero
davvero in
trappola.
*********************************
X Stefy_81: Steee! sai
che mi viene strano chiamarti così?
XD sono trp abituata con artemisia! XD cmq vedi alla fine ce la sto
facendo a continuare, ce la farò!! *O* contenta che continui
a piacerti!! ^_^
X solembum: caVa, ecco
qui il new cappy, completo di nuovo pezzo!! eheh
lo so, noi di cervelli fusi non dobbiamo proprio parlarne... il fatto
che io riesca a scrivere anche con il mio unico neurone è
già tutto un programma poi! (infatti i risultati si
vedono...) un bacio! tivibi!
X BAbyDany: grazie per
il tuo commento gentilissimo! *__* adesso mi
mento la testa!! nooo dai, scherzo! grazie anche x averla messa in
preferiti!
X Sesshy94: cara
sesshy! penso che adesso tu abbia capito di chi sono i
nostri misteriosi occhi azzurri... e non dico altro che
già mi stava scappando uno spoiler! XD grazie per recensire
sempre!! *__* un bacio!
X Marty23: tesora!! che
dire? i tuoi commenti sono sempre molto belli,
grazie! un bacio!
|
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Capitolo 10 *** Prigioniera ***
Rientrai
nella tenda a testa bassa, sconfitta mi lasciai cadere sul letto.
Quello
stupido gatto mi aveva fatto perdere tempo.
Il
Cavaliere prese una sedia e si sedette davanti a me, la maga fece lo
stesso,
prendendo posto su uno sgabello in un angolo. Con la coda
dell’occhio vidi lo
strano gatto entrare tenendo la coda a scovolino ritta e con un balzo
saltare
sulle ginocchia dell’erborista, solo per riprendere a
scrutarmi.
-Questo
lo prendo io- vidi il Cavaliere chinarsi e sfilarmi il
coltello dallo stivale.
Gli scoccai un’occhiata truce e mi sembrò di
vedere l’ombra di un sorriso
divertito sul suo volto.
Lo
osservai meglio. Delle profonde occhiaie scure gli sottolineavano gli
occhi e
il volto che sembrava segnato da una profonda sofferenza. I capelli
biondo
scuro erano scarmigliati e disordinati. Al fianco gli pendeva una lunga
spada
coperta da un semplice fodero di pelle.
-Mi
scuso per l’aggressione di poco fa, non era nostra intenzione
assalirti, una
freccia è partita incontrollata.-
Lo
guardai negli occhi e per un attimo rividi il lampo azzurro che avevo
visto
prima di perdere conoscenza.
-Dovreste
imparare a controllare i vostri soldati, Cavaliere.-
Calcai sull’ultima
parola.
Il
sorrisetto divertito dipinto sul suo volto si allargo, acuendo la mia
irritazione.
-Fatto
sta che non potrai andartene senza prima averci dato alcune
spiegazioni.-
Spiegazioni? Io
non dovevo un bel
niente né
a lui né (e soprattutto) ai Varden!
Assunsi
un’espressione spavalda, pronta a replicare ma lui
continuò.
-La
tua
amica è con noi, ma la cosa che ci interessa è
l’uomo che è stato trovato in
vostra compagnia, morto. Iris ci ha detto che lo avete trovato sulle
Grande
Dorsale, poco meno di due mesi fa, ma dovremmo esaminare anche la tua
mente,
per accertarci che sia la verità e evitare di introdurre
nell’accampamento
altri traditori, ce ne sono stati fin troppi.- La sua voce si
abbassò e il suo
sguardo si fece cupo. Ma io non vi badai.
Le sue
parole avevano dato voce ai miei più grandi timori. Sentivo
la rabbia pulsarmi
sorda nelle orecchie. Tutta colpa mia e del mio dannato orgoglio.
Dovevo per
forza seguire Iris, se no non mi sarei ritrovata nei guai e io non
sarei stata
contenta! Immobilizzai i muscoli.
Nessuno
sarebbe entrato nella mia mente. Nessuno.
Con la
coda dell’occhio vidi lo strano gatto di prima entrare a
passo lento nella
tenda, la coda a scovolino ritta.
-Non
penso sia possibile- dissi gelida.
-E
perché mai?- rispose beffardo.
Mi
trattenni dal mollargli un pugno sul naso e rovinargli il suo bel
faccino.
Prima
che potessi rispondere a tono però fuori dalla tenda si
udì un gran trambusto.
Volsi lo sguardo incuriosito all’entrata della tenda. Il
gatto acciambellato
sulle ginocchia di Angela soffiò.
-Lasciatemi
passare, dannazione! Ho bisogno di parlargli!- urlava una
voce furiosa.
-Non
è
possibile, il Cavaliere ha detto esplicitamente che non vuole essere
disturbato
mentre interroga la prigioniera.-
Prigioniera.
Scoccai
un’occhiata
infuriata al Cavaliere, ma lui rimase
impassibile.
Lo vidi
alzarsi in fretta.
In
quel
momento fece irruzione nella tenda un uomo. Aveva il viso arrossato e
contratto
dalla furia. In mano impugnava un pesante martello.
-Eragon!
Perché diamine non me lo hai detto subito? Lo sono venuto a
sapere solo poco fa
e solo perché ho sentito Horst parlarne!Diavolo..
lui...- non terminò e strinse più forte
le mani che tenevano in mano il martello.
-Roran,
calmati- cercò di tranquillizzarlo Eragon,
posandogli le mani sulle spalle. -Non te l’ho detto subito
proprio perché
temevo una reazione del genere, ti
saresti solo fatto accecare dalla rabbia. Fratello, te lo avrei detto
non
appena avessi finito con lei- scoccò
un’occhiata nella mia direzione -Viaggiava
con lui.-
Vidi
Roran abbassare lo sguardo sulle mani tremanti che ancora impugnavano
il
martello.
-Che
fine ha fatto la guardia?- chiese Eragon.
-L’ho
solo tramortita-
-Aspetta
fuori ne parliamo dopo.-
Roran
fece un impercettibile cenno si assenso. Respirava ancora
affannosamente.
Si
volse
e fece per uscire quando si voltò e guardò negli
occhi Eragon.
-Ricordati
della promessa.-
-Non
l’ho mai dimenticata.-
Roran
annuì di nuovo e uscì con passi di marcia dalla
tenda.
Eragon
si voltò verso di me. Ricambiai il suo sguardo con
curiosità.
Poi
distolse lo sguardo e sospirò. In quel momento mi
sembrò incredibilmente
stanco, le occhiaie sotto i suoi occhi mi sembravano più
evidenti che mai.
-Non
ti
costringerò ad aprire la tua mente. Non è mia
prerogativa farlo. Ma fino a che
non desidererai farti
esaminare dovrai
rimanere reclusa in questa tenda. Non ti sarà permesso
uscire. Angela per te è
un problema?- chiese poi rivolgendosi all’erborista.
Lei
fece
cenno di no. -Sarà interessante.- Disse
scrutandomi.
Eragon
annuì e uscì senza una parola o uno sguardo in
mia direzione.
Rimasi
sola con Angela.
-Sarà
interessante ragazza- ripetè la donna guardando me
e poi il gatto.
Rimasi
in silenzio.
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Capitolo 11 *** Visite ***
I
due giorni seguenti passarono in una
monotonia esasperante.
Passavo le mie ore di
veglia a osservare il vapore che si
sollevava in strane volute dal calderone sempre acceso. Angela non
c’era quasi
mai, tornava solo all’ora dei pasti o per aggiungere qualche
ingrediente a quel
dannato calderone, che iniziava ad apparirmi incredibilmente sospetto.
Il gatto
invece sembrava divertirsi molto a fissarmi. Sentivo costantemente i
suoi
pungenti occhi gialli sul viso. Inquietante? Niente affatto.
Ero
relegata in una tenda. Con l’unica compagnia di un
gatto oltremodo antipatico.
La situazione aveva un qualcosa di comico, se avevi un
particolare senso dell’umorismo.
Mi rimaneva solo di fissare il soffitto, oppure fingere di
dormire.
-Non puoi rimanere a letto tutto il giorno. Dovrai
alzarti prima o poi.- mi diceva Angela, impegnata ad intrecciare un
paiolo di vimini.
Costringimi,
pensavo, chiusa nell’ermetico
silenzio su cui mi intestardivo da giorni. Forse avrei dimenticato come
si
parlava.
La sentii sbuffare, rassegnata.
-Posso entrare? Il Cavaliere a detto che posso, a
patto che non mi lasci sfuggire niente.-
Mi girai di scatto, riconoscendo quella voce. Un lembo di
tenda si era scostato lasciando entrare la figura di Iris, sorridente
come
sempre, con un’espressione interrogativa rivolta ad Angela.
Mi sentii subito in
colpa, dal mio risveglio mi ero come dimenticata di lei, presa dalla
mia
situazione e troppo impegnata a macchinare un piano di fuga... o
semplicemente
a fissare il soffitto. Impiegai qualche secondo prima di rendermi conto
che lei
poteva andare dove voleva: io invece no. Da
imbarazzata com’ero sentii un’ondata
di furia calda crescermi in petto. Dopotutto era anche colpa sua se ero
una prigioniera.
Quando si voltò verso di me, non poté fare a meno
di ritrarsi sotto il mio
sguardo arrabbiato. Il sorriso le abbandonò il volto e
abbassò gli occhi,
consapevole del perché della mia rabbia.
-Bene, credo che andrò a raccogliere funghi.-
disse Angela ad un tratto, battendosi le mani sulle ginocchia, prima di
alzarsi
e uscire silenziosamente dalla tenda.
-Ciao.- Si sedette accanto a me sulle
coperte.
La guardai con rimprovero, mentre cincischiava
giocherellando con un buchetto sui lenzuoli. -Come stai?-
-Potrei stare meglio, sai com’è.- risposi
gelida.
-Sarebbe molto più facile, se ti lasciassi leggere
la mente.-
- Anche tu?- con mio disappunto non potei
fare a meno di sentirmi pizzicare da un lieve sentimento di
tradimento. -No.-
-Ma perché?- mi disse, quasi esasperata,
incapace di capire.
-Perché sono fatti miei!- mi trattenni a
stento dall’urlarle in faccia tutto il mio
sdegno. -Non mi conosci, non
potresti capire.-
Adesso anche il suo sguardo si era fatto freddo: le sue
iridi grigie erano diventate come due specchi. Tuttavia non disse
niente. I
suoi occhi caddero sulle mie mani contratte.
-Non indossi più l’anello.-
Le mie dita corsero in un gesto automatico dove avrebbe
dovuto essere il mio anello, come per rigirarmelo intorno al dito in un
gesto
nervoso.
-L’ho tolto. Non apparteneva a me.- Adesso
ero io a poter leggere il senso di tradimento e completo stupore
che traspariva
da tutta la sua espressione.
-Sarà difficile farti uscire da qui.-
commentò Iris fredda, prima di andarsene a grandi passi.
Non
mi importa,
pensavo testarda.
-Non mi fissare.- borbottai in direzione del
gatto. Lui rispose facendo le fusa.
#################
Il Cavaliere tornò a
farmi visita nella tenda.
Doveva
essere un giorno speciale, due visite in un solo
giorno.
Questa
volta mi trovò in piedi a contare i passi dal letto
al tavolo, e ancora e ancora. Dopo che Iris se n’era andata
non riuscivo a
stare ferma.
Solo
quando mi voltai, impassibile, mi accorsi che non era
solo. Mi fermai in mezzo alla stanza, inconsciamente divaricai appena
le gambe
in una posizione che mi dava stabilità, come se fossi pronta
all’azione. Il
Cavaliere sembrò accorgersene mentre si faceva da parte per
rivelare chi vi
fosse alle sue spalle, perché sorrise. Mi apparve
una donna, piccola sebbene
l’aura di importanza che le aleggiava intorno la facesse
sembrare più imponente
di quanto fosse. La sua carnagione era scurissima, molto più
che abbronzata dal
sole, e in un flash mi parve di vedere una figura con una pelle simile
alla sua
vicina a mio padre. Si fece avanti lentamente, squadrandomi con
interesse e
sospetto; dietro di lei c’erano delle figure che avevano
tutta l’aria di essere
una scorta armata e pericolosa. Quelli laggiù erano
Urgali...? Quello spazio
iniziò a sembrarmi incredibilmente piccolo e caldo.
-E’
lei, mia Signora Nasuada- sentii dire
Eragon formalmente. L’istinto mi aveva detto giusto, era
sicuramente un pezzo
grosso. Se non fosse stata una donna, avrei pensato...
-Lo
vedo, Eragon. C’è solo lei qui dentro.-
rispose quella, secca.
Sia
io che Eragon sorridemmo involontariamente sotto i
baffi, anche se credo per motivi diversi.
Nasuada
continuò a osservarmi a lungo prima di rivolgermi
la parola.
-Persisti
ancora nella tua testardaggine, rifiutando
di farti esaminare la mente? Sei prigioniera e ti sarà
impossibile scappare,
abbiamo posizionato guardie tutto intorno alla tenda. Tuttavia, non
possiamo
stare dietro a una ragazzina cocciuta. Siamo sotto attacco e dobbiamo
muoverci. - La mia mente soffiò di
rabbia all’insulto.
-La
ringrazio, Signora- la chiamai,
sebbene dovesse avere più o meno la mia età.
- Ma credo che la mia mente
resterà mia ancora per un po’.-
Lei
sollevò un po’ il mento. -Benissimo, ma in
questo caso, sebbene Iris abbia garantito per te, potremmo fare davvero
poco
per la tua situazione. Non credo tu ti renda
conto di quello che rischi. Siamo
reduci da una dura battaglia, non è un momento in cui
possiamo permetterci
debolezze.-
Si
voltò in un fruscio di abiti e scatti metallici e la
piccola processione di uomini (e Urgali e nani) la seguì
fuori dalla tenda.
Seguii la sua uscita con un piccolo inchino di scherno. Eragon
sparì per ultimo dietro i tendaggi,
lasciandomi di nuovo sola nel mio silenzio.
###################
La mattina dopo fui svegliata da un’esplosione.
**************************
Note:
non
mi dilungherò in scuse per aver abbandonato questa ff. Non
so ancora se la continuerò ma oggi mi andava di scrivere.
Chiedo venia XD
Ringrazio
in anticipo chiunque la segui ancora. Lo apprezzo moltissimo e
sicuramente non me lo merito.
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