Five steps for the Curse

di sushiprecotto_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prompt #06 – Bene – “Definitley Not”. ***
Capitolo 2: *** Prompt #07 – Male – “I'm scared”. ***



Capitolo 1
*** Prompt #06 – Bene – “Definitley Not”. ***


Titolo: “Definitley Not”.
Prompt: #06 – Bene.
Personaggi/Pair: Johnny Gill, Cache Dop, Johnny/Cache.
Disclaimer: I personaggi e la storia (ahimé) non mi appartengono, ma sono solo e soltanto di proprietà di Katsura Hoshino. La fiction non è stata scritta a scopo di lucro, bensì per piacere personale nell’amare alla follia questi due pg.
Avvertenze: Raccolta, Flashfic, Missing Moments.
Genere: Introspettivo, Comico.
Rating: Verde.
Conteggio parole: 479 (senza il titolo).
Introduzione: Cache Dop non sapeva come definire concretamente quell’essere che ora stava seduto di fianco a lei.
Note Autrice: 1. Missing Moments di una qualunque giornata di lavoro. <3 Ispirata alla striscia comica del numero 18 del manga.
2. Scritta per il One Hundred Prompt Project. 3. Cache!POV - sì, mi piace immaginare Cache con le sue pare mentali. XD



 

“Definitley Not”.
Cache Dop non sapeva come definire concretamente quell’essere che ora stava seduto di fianco a lei. Johnny era entrato nella sua vita in modo completamente improvviso, senza che lei fosse riuscita a tentare alcunché per tenerlo lontano.
Non che non fosse un bravissimo ragazzo, ed una compagnia in un certo senso piacevole, ma il fatto di non aver avuto scelta in tutto quello – e di non riuscire a fare una scelta vera e propria, quella di mandarlo via, evitarlo o robe simili – le dava non poco fastidio.
Com’era possibile? Com’è possibile, fratello?
Che poi, andava bene il fatto che Johnny fosse, in passato, molto legato a suo fratello maggiore, andava bene che quei due fossero rimasti migliori amici fino alla morte di quest’ultimo, andava bene che, essendo sua sorella, lei avesse delle qualità fisiche piuttosto somiglianti a quelle di Tapp, ma da qui ad avere la scusa per stare tutto il giorno appiccicato a lei ne passava. Per quale motivo Johnny lo faceva? Semplicemente perché lei gli ricordava Tapp? O perché era una nuova recluta e lui si sentiva in dovere di aiutarla ad ambientarsi, poiché vecchio amico di suo fratello? Ad ogni modo le pareva inutile.
Cache si appoggiò meglio alla panca, lasciando che la sua testa si trovasse conforto sulla sua mano destra. Era incredibile che, nonostante riuscisse a comprendere con facilità tutti gli ingredienti contenuti in un esperimento, in quella occasione quello per cui si scervellava di capire era un elemento del tutto umano. E che elemento umano, poi.
D’improvviso sentì qualcosa di caldo caderle sulla sua spalla.
« Ma che…? » tentò di blaterare, mentre guardava nella direzione in cui quella cosa si era appoggiata. Johnny era collassato di nuovo.
“Dannazione” pensò, guardandolo. “Ma non ne potevi fare a meno?”
Il fatto era che a questo punto – grazie a tutte le volte in cui lei lo portava in infermeria et similia, grazie a quanto quell’idiota le stesse perennemente attaccato – persino gli altri membri della scientifica avevano cominciato a sparlare ed a immaginare progetti su di loro. E lo facevano con gusto, anche.
Cache sospirò rumorosamente. “Bene, ora quel cretino può anche starsene lì. Io non lo porto in infermeria, proprio no.” pensò, schioccandogli un occhiata.
“Proprio no.” Lo osservò di nuovo, squadrandolo. Quello dormiva serenamente, la bocca semiaperta ed i grossi occhiali leggermente abbassati sul naso.
“Definitivamente no!” Il suo sguardo si posò su di lui, una terza e poi una quarta volta.
Cache si alzò, mettendo Johnny sulle sue spalle. Sospirò ancora. Il guaio di quelle cose era che vinceva sempre lui.
“Alla fin fine non è che io sia tanto diversa da quel bontempone di mio fratello” pensò, avviandosi verso la porta, l’aria sconfitta e lo sguardo truce. Ma che sentire quel coso dormire placido e sorriderle sulla schiena la facesse sentire bene, questo certo non l’avrebbe mai e poi mai ammesso.
Proprio no.

 


Next: Se c’era qualcosa che Cache odiava, era la sensazione che si prova a stare in mezzo ad una battaglia. (prompt #07 – Male)


Disclaimer: I personaggi e la storia (ahimé) non mi appartengono, ma sono solo e soltanto di proprietà di Katsura Hoshino. La fiction non è stata scritta a scopo di lucro, bensì per piacere personale nell’amare alla follia questi due pg.
***
Diciamocelo, ho sempre desiderato scrivere qualcosa di simile – una raccolta JohnnyCache approfittando del OHPP, il cui bannerino trovate qui sotto.
Adoro questa coppia. Sono meravigliosi (per quanto personaggi strani e dimenticati da Dio, ovviamente XD). E poi danno parecchi spunti alla sottoscritta, è innegabile. Per quanto riguarda Cache… sì, sto lievemente tentando la strategia “l’autore non ha dato un determinato passato o completo carattere ad un pg ed indi inventiamo”. Lievemente, però, eh. E tuttavia vi sono cose che ha avuto la briga di creare Hoshino stesso. Per esempio, il fatto che Cache sia la sorella minore di Tapp, il suo carattere fintamente scontroso (o così l’ho intesa, perché dai, è adorabile <3), il fatto che, come faceva Tapp, anche Cache è l’addetta al “porta in infermeria il Johnny distrutto”, oppure la semplice routine per la quale gli “zii” della Scientifica fanno il tifo per l’unione di Johnny e Cache stessi. (XD)
Ad ogni modo, ridendo e scherzando ho deciso di fare una sfida a me stessa e di sfruttare qualche prompt del One Hundred Prompt. All’inizio aspettavo di finire l’One-shot Johnny/Cache che stavo (e sto) preparando, per poi legare questa raccolta alla fiction stessa, poi mi sono rassegnata ed ho deciso di postare comunque. Cambiando il titolo della storia – inizialmente doveva essere qualcosa come “Opposti – nella sua inevitabilità, la maledizione dei Dop continua”, sempre a riferimento del primo progetto. Come potete vedere la parola “maledizione” l’ho comunque tenuta. XD
Bon; spero che la raccolta possa essere di vostro gradimento! Alla prossima. (;
The One Hundred Prompt Project

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Capitolo 2
*** Prompt #07 – Male – “I'm scared”. ***


Titolo: “I’m scared”.
Prompt: #07 – Male.
Personaggi/Pair: Johnny Gill, Cache Dop, Johnny/Cache.
Avvertenze: Raccolta, One-shot, What If…?.
Genere: Introspettivo, Drammatico, Malinconico, Fluff andante *eh*.
Rating: Verde.
Conteggio parole: 643 senza il titolo (contate via Word).
Introduzione: Se c’era qualcosa che Cache odiava, era la sensazione che si prova a stare in mezzo ad una battaglia.
Note Autrice: 1. Ambientata in un ipotetico secondo attacco al quartier generale (che in teoria è già avvenuto anche se “mezzo” al quartier generale e “totale” in una delle sedi, ma non voglio fare Spoiler).
2. La promessa fatta tra Cache e suo fratello è ovviamente inventata, così come il fatto che la ragazza abbia terrore delle battaglie – ma, cavolo, mi sorprenderei del contrario.
3. Scritta per il One Hundred Prompt Project.


Prompt #07 – Male – “I’m scared”.
Se c’era qualcosa che Cache odiava, era la sensazione che si prova a stare in mezzo ad una battaglia.
L’aria pesante che si crea, il respiro che si fa sempre più corto, il terrore che ti attanaglia l’intero corpo.
L’ingiustizia che copre il tutto. Perché loro, gli uomini della scientifica, erano semplicemente degli esseri umani, e tentavano semplicemente di aiutare, ma erano anche quelli più sprovveduti e senza armi di fronte agli Akuma o ai Noah. E questi li uccidevano con terribile semplicità e nessuna reale ragione.
Suo fratello le era stato rubato in una situazione terribilmente simile – non una “semplice” battaglia in una remota regione, ma durante l’invasione dell’Ordine Oscuro, il massacro fatto nel quartier generale per ordine del Conte stesso.
Erano passati molti anni da quando lei e suo fratello vivevano in America insieme, nella tranquillità della loro piccola casa a quattro stanze, con la nonna, e tuttavia Cache si ricordava ancora di uno dei discorsi fatti a lui, prima che questo partisse.
“Non farti uccidere, fratello”, o una cosa del genere. E Tapp le aveva sorriso placidamente, come faceva sempre, con la sua solita aria bonaria e serena, e l’aveva rassicurata.
“Certo”.
Ormai erano passati così tanti anni che lei non era nemmeno sicura che si fosse trattato di un ricordo vero, una promessa realmente fatta al fratello molto tempo addietro. Spesso le pareva frutto di un sogno, o di una fantasia.
Ed ora, che si trovava nel bel mezzo di una vera battaglia, di quelle che aveva sempre cercato di evitare – era per questo che era rimasta sempre nell’edificio dell’organizzazione, che fosse il quartier generale o la sede del Sud America e che aveva intimato il fratello a fare lo stesso – non sapeva davvero in cosa sperare.
Tutto troppo pericoloso. Troppo reale.
Dio mio, non voglio fare la fine di mio fratello. Tapp, ti prego, ti prego.
Sono terrorizzata.
Si appoggiò ad una colonna vicina, tentando di riprendere fiato. Presto un’altra figura la raggiunse, appoggiandosi accanto a lei, facendosi scudo con un grosso pezzo di legno che era caduto tra una colonna e l’altra.
« Stai bene? »
Johnny.
Appena questo pronunciò quella domanda, un cadavere cadde fra lei e lui, sul legno. La mano sinistra a penzoloni. A Cache venne voglia di vomitare.
L’altro deglutì a vuoto, guardandola, poi mosse il corpo del morto più in là, in modo che lei non lo vedesse.
« Senti » fece « Se si riuscisse a raggiungere il laboratorio di Komui, forse qualcosa si riuscirebbe a fare. Lì c’è una ricetta per avviare il Komurin Ex 119, un elemento che può trovare un modo per curare quelli che sono stati presi da quel morbo che hai visto mentre Allen e gli altri si occupano della battaglia. Quindi… tu ora resta qua, okay? Devo solo avvertire il Caposezione Reever ed aiutarlo, ed è fatta. Poi torno e qualcosa potremmo combinare. E non rischieremo più – cioè, per lo meno rischieremo molto meno. Intanto io vado. Hai capito? »
Cache annuì, ancora in trance.
Doveva fare qualcosa. Doveva fare qualcosa.
« A-Allora io vado. »
Johnny si alzò, pronto a scattare. Cache lo fermò prendendolo per un piede, prima che lui potesse partire.
« Vedi di non farti uccidere, Johnny » disse, la voce ferma « O ti ammazzo io. Hai capito? »
Johnny sorrise – rise quasi, nell’enfasi del momento.
« Certo! »
Cache l’osservò correre via, finché la sua sagoma non sparì completamente dalla vista.
Questa volta sarebbe stato diverso, lei sarebbe stata lì e lo avrebbe aiutato, protetto in qualche modo. Quella volta era lì ed avrebbe fatto qualcosa, si promise.
Avrebbe dimostrato di poter affrontare la sua paura direttamente, di poter fare qualcosa per aiutare ed infierire sul destino delle persone a cui teneva.
Ma intanto il male che sentiva al petto non accennava a diminuire.



Next: Una lampada. Una lampada elettrica da ospedale piccola, sporca e sbiadita, che probabilmente si trovava in quella stanza da molto persino più tempo che qualcuno potesse mai immaginare.
(prompt #08 – Luce)


Elos: Grazie, grazie mille per la tua recensione. *_* Altro – davvero – non saprei che dire. Inutile riferirti che anch’io ho amato smodatamente l’entrata in scena di Cache. XD Le parole che hai usato per descriverla sono il pezzo per cui più ti ringrazio: “Lei è un miscuglio di atteggiamento scontroso e sostanziale bontà per niente celata.” La penso anch’io così e spero d’essere all’altezza delle aspettative.
Grazie ancora! *_* Sapere che c’è qualcun altro a cui questi due piacciono mi ha resa davvero felice.

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