Lawrence Trueman: Ace Attorney di Pikachu4Ever (/viewuser.php?uid=31904)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Turnabout Photography (introduzione) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Turnabout Photography (udienza 1, preludio) ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Turnabout Photography (udienza 1, fase 1, parte 1) ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Turnabout Photography (udienza 1, fase 1, parte 2) ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Turnabout Photography (udienza 1, interludio) ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Turnabout Photography (udienza 1, fase 2, parte 1) ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Turnabout Photography (udienza 1, fase 2, parte 2) ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Turnabout Photography (epilogo) ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Turnabout Reboot (introduzione) ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Turnabout Reboot (investigazione 1, preludio) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 1) ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 2) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 3) ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 4) ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 5) ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 6) ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 7) ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 8) ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Turnabout Reboot (udienza 1, preludio) ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 1) ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 2) ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 3) ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22: Turnabout Reboot (udienza 1, interludio) ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 2) ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 1) ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 2) ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 3) ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 4) ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 5) ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 6) ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30: Turnabout Reboot (udienza 2, preludio) ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 1) ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 2) ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 3) ***
Capitolo 35: *** Capitolo 34: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 4) ***
Capitolo 36: *** Capitolo 35: Turnabout Reboot (epilogo) ***
Capitolo 37: *** Capitolo 36: Highspeed Turnabout (introduzione) ***
Capitolo 38: *** Capitolo 37: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 1) ***
Capitolo 39: *** Capitolo 38: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 2) ***
Capitolo 40: *** Capitolo 39: Highspeed Turnabout (udienza 1, preludio/parte 1) ***
Capitolo 41: *** Capitolo 40: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 2) ***
Capitolo 42: *** Capitolo 41: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 3) ***
Capitolo 43: *** Capitolo 42: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 1) ***
Capitolo 44: *** Capitolo 43: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 2) ***
Capitolo 45: *** Capitolo 44: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 3) ***
Capitolo 46: *** Capitolo 45: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 4) ***
Capitolo 1 *** Prologo: Turnabout Photography (introduzione) ***
LTAA1
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Prologo
La verità è una menzogna.
... Non ve l'aspettavate, vero? Detto da un avvocato che ha risolto un sacco di casi complicati...
Ma è una cosa da accettare.
Non tutti i processi finiscono come quelli di Wright, Justice e Lonnie. Non sempre è la giustizia a trionfare.
Io ne ho vissute di tutti i colori... ho incontrato molte persone interessanti.
Buone, cattive, neutrali. La differenza non esiste.
Io pensavo di essere una persona buona... un paladino della giustizia.
Ma alla fine, sono sceso in una spirale di autodistruzione... che mi ha
portato a tradire la fiducia di tutte le persone a cui tenevo.
Ero un avvocato. Un "Ace Attorney".
O almeno, è quello che sarei sempre voluto essere...
Ormai, ho chiuso con la legge da molto tempo... e me lo sono meritato.
Probabilmente, vorrete sapere cosa mi sia successo...
E' una storia di legge, giustizia, corruzione e redenzione. Un viaggio
in un mondo falso... in cui ben pochi avvocati sono riusciti a
dimostrare la verità.
E' iniziato tutto sin dal mio primo processo...
Anni prima.
Monte Peak
Cima della montagna
14 Giugno
Ore 12.30
"Aaaaah... questo scatto... finalmente, il sogno della mia vita si è realizzato!"
"Bene, perchè sarà anche l'ultimo."
"E-eh... chi?"
"Sono io. Mi riconosci?"
"T... tu?"
*BANG!*
"Si... io. Un'istantanea dal tuo passato... venuta a farti pagare per i tuoi crimini."
Caso 1: *** Turnabout Photography ***
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 1: Turnabout Photography (udienza 1, preludio) ***
LTAA2
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 1: Turnabout Photography (udienza 1, preludio)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°2
15 Giugno
Ore 09.45
... Okay, calma e sangue freddo. Calma e sangue freddo.
Andrà tutto bene.
... COL CAVOLO!
ALTRO CHE ANDRA' TUTTO BENE!
E' il mio primo processo... e mi ritrovo già con in mano un caso
impossibile! Tutte le prove, anzi, UNA SOLA prova dimostra in modo
ineluttabile che il mio cliente è il colpevole!
Aaaah... perchè non ho lasciato al mio capo il caso? Semmai
potessi tornare indietro nel tempo, eviterei di commettere questo
errore...
... Il mio nome è Lawrence Trueman.
Ho ventitrè anni, e sono un avvocato difensore... in teoria, almeno.
Ho i capelli castani ricci, pettinati in un modo che ricorda delle
onde, ho gli occhi azzurri, vesto con giacca e pantaloni grigio scuro e
cravatta nera, e porto il distintivo sul risvolto destro della giacca.
Questo è il mio primo processo... anche se preferirei essere altrove. Magari a prendere un bel gelato con Jean...
... Law, ma che vai a pensare? Concentrati un pò! Il destino del tuo cliente dipende da te, dai!
"Ah-HHHEM!" tossì qualcuno dietro di me.
... riconoscerei questo colpo di tosse tra mille.
"Ah... capo! Finalmente siete arrivato!" dissi, girandomi, per trovarmi
davanti un uomo abbastanza grassoccio, con i capelli neri ed i baffi
dello stesso colore, gli occhiali, un completo marroncino, una cravatta
gialla ed una stilografica nel taschino.
"Uhmm... va tutto bene, Lawrence? Ti vedo piuttosto teso..." mi chiese, sinceramente preoccupato.
"Beh... è così, signor Grossberg. Sapete... il caso
sembra quasi impossibile... non sono molto sicuro di farcela."
sentenziai, grattandomi la nuca.
Lui è il mio capo, Marvin Grossberg.
Nonostante abbia ormai 71 anni, è ancora uno dei migliori avvocati in circolazione.
Sinceramente, mi sarebbe piaciuto di più scegliere un mentore
diverso... ma Phoenix Wright ha perso il distintivo cinque anni fa, e
non lavora più in ambito legale, mentre Kristoph Gavin ha lo
studio sempre pieno di allievi... sopratutto quel tale, Wolf Lonnie.
Sembrava quasi che ci vivesse! Anche se, se non sbaglio, adesso ha uno
studio legale tutto suo... dopo che è successa quella cosa.
... Ma non divaghiamo. Dopotutto, il signor Grossberg non è affatto un cattivo mentore, anzi.
Dal suo studio sono usciti avvocati leggendari, come Diego Armando e
Mia Fey... e quest'ultima è stata anche il mentore di Phoenix
Wright!
Passa molto tempo a ricordare i suoi vecchi tempi... e a parlare di
limonate ed emorroidi. Tuttavia, è una brava persona, ed ha
risolto un gran numero di casi!
Decisamente, era uno dei migliori mentori che potessi avere.
"Oh oh oh... questo è il tuo grande debutto, in fondo, no?" chiese Grossberg, gioviale come sempre.
"Già... anche se, sinceramente, mi sto pentendo di avere
accettato questo incarico. Il mio cliente è sicuramente il
colpevole." sentenziai, demoralizzato.
"Non devi partire così. Il tuo compito è dimostrare il contrario, in fondo." mi fece notare.
In effetti è vero... non devo essere pessimista.
Salverò il mio cliente! Come farebbe Wright!
... Sperando che vada tutto bene...
"Capito... approposito, dov'è il mio cliente? Non l'ho ancora
visto..." mi chiesi, cercandolo con lo sguardo per la Sala Imputati.
"Sono qui..." sentenziò una voce. Mi girai in quella direzione, ritrovandomi di fronte una persona.
Aveva i capelli castani increspati pettinati in modo molto disordinato con varie punte in più lati, gli occhi verdi,
una giacca pesante blu addosso, un paio di pantaloni dello stesso
colore ed una fotocamera legata al collo.
Il mio primo cliente. Nonchè il colp--IL PRESUNTO colpevole del caso.
Non è colpevole non è colpevole non è colpevole! ... Forse.
... dovrei seriamente andare da uno psicologo. Mi chiedo se anche gli altri avvocati abbiano questi problemi...
"Lei è il signor... Raff Odon?" domandai, cercando di ricordare
il nome del mio cliente. Devo ricordarmi di studiare meglio i dettagli
dei casi...
"Ralph Otom. Fotografo. Ed amico della vittima..." sentenziò, sospirando.
Poveretto, deve essere stato triste per lui ucc--AAAAAAAAAAAAAAARGH!
NON E' COLPEVOLE LAWRENCE, NON E' COLPEVOLEEEEEEEEEEEEEEEEE!
"Tutto bene, Lawrence? Perchè stai cercando di strapparti i capelli?" sentenziò Grossberg, preoccupato.
"Uh? Ah! No, niente, stavo pensando di cambiare pettinatura... eh eh eh..." sentenziai, ridacchiando nervosamente.
... Non cambierò mai pettinatura. Mai! Neppure se fosse una questione di vita o di morte!
Ad ogni modo, dovrei smetterla di andare in breakdown senza motivo. Non fuori dal tribunale, almeno.
"Ad ogni modo... signor Otom. Lei è stato accusato dell'omicidio
della vittima, Flash Snap. E a quanto ho capito, voi due eravate andati
da soli per una escursione, giusto?" domandai, cercando di ottenere
qualche informazione utile per il caso.
"Si... avevamo programmato questa uscita da molto tempo. Ed eravamo
soli. Oltretutto, c'è quella prova che mi ritrae come
colpevole..." disse Otom.
... Già, quella prova. Anche un bambino capirebbe che il colpevole è lui, a partire da quello.
... speriamo che il procuratore sia un neonato. Così potrei avere qualche possibilità di scagionare Otom.
"Già... comunque, perchè vi hanno arrestato? Non c'erano altre persone, intorno al luogo del delitto?" chiesi poi.
Ralph riflettè un pò, per poi dire "No, nessuna. A parte
un testimone che dice di avermi visto uccidere Flash..." mi rispose,
con un'altro sospiro.
... di bene in meglio. Decisamente, questo caso non sembra facile... speriamo bene.
Se solo ci fosse Jean... lei potrebbe darmi una mano.
Ma ha detto di essere impegnata... e dubito che arrivi in tempo per l'udienza.
"... signor Otom. Il caso è molto difficile, e ci sono ampie
possibilità che lei venga condannato. Ma le prometto...
farò di tutto per farla scagionare. Parola di avvocato
difensore." dissi, cercando di dimostrarmi sicuro.
Il mio cliente sorrise, sentendo queste parole. Bene, si vede che sono stato convincente.
Sinceramente, non sono sicurissimo di farcela... ma devo provarci. Un
avvocato non può arrendersi di fronte a nulla. Un avvocato deve
affrontare tutte le prove che gli si parano davanti... e superarle, per
far prevalere la giustizia.
Queste sono le cose più importanti che mi ha insegnato il signor Grossberg... e non ho intenzione di deluderlo.
... Speriamo bene.
L'usciere iniziò ad avvisarci che l'udienza stava per
iniziare... ed io, il signor Otom ed il mio capo ci avviammo verso la
sala udienze.
La mia prima udienza stava per cominciare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 2: Turnabout Photography (udienza 1, fase 1, parte 1) ***
LTAA3
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 2: Turnabout Photography (udienza 1, fase 1, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°3
15 Giugno
Ore 10.00
La sala udienze... aaaaah...
Ci sono entrato parecchie volte, assistendo il signor Grossberg durante
i suoi casi... ma questa è la prima volta che ci entro con il
mio distintivo.
... E SARA' ANCHE LA MIA PRIMA SCONFITTA! PERCHE' RALPH OTOM E' SICURAMENTE...
... No, non è colpevole. E' innocente. INNOCENTE!
... Speriamo.
Il Giudice, un uomo abbastanza anziano (avvocati di mia conoscenza
pensano addirittura che non abbia età e sia nato già
così...), pelato e con una lunga e ben curata barba grigia,
sbattè il suo martelletto, reclamando l'attenzione su di lui.
"La corte si riunisce il processo dell'omicidio di Flash Snap. Accusa e difesa sono pronte?" sentenziò.
Io dissi, subito dopo, "La difesa è pronta, Vostro Onore.".
O almeno, ci prova.
"L'accusa è pronta, Vostro Onore." sentenziò un uomo
piuttosto anziano, con una giacca gialla, occhiali spessi, con una
vistosa pelata... che a quanto sembrava, cercava di compensare
facendosi crescere i capelli ai lati della testa...
... Qualcuno gli avrà detto che è ridicolo, spero.
"Ehm... signor Grossberg, chi è quel procuratore?" domandai
voltandomi verso il mio capo, al mio fianco al banco della difesa.
"E' Winston Payne. Una volta era conosciuto come l'"Ammazza-Dilettanti"." disse, calmo come sempre.
"Eh!? Ammazza-Dilettanti!? Mi trovo davanti una leggenda al mio primo processo!?" domandai, in preda all'ansia. Come sempre.
"Non preoccuparti, Lawrence... ERA chiamato l'Ammazza-Dilettanti. Dopo
il secondo processo della mia cara Mia undici anni fa, non ha ricevuto
altro che sconfitte." sentenziò il mio capo.
... Ah. Meno male. Dovrei proprio ringraziare la signorina Fey... se non fosse morte.
... Mia Fey. Uno dei migliori avvocati del paese... uccisa sette anni fa da Redd White.
Quest'ultimo era il direttore
dell'azienda Bluecorp, ed aveva tenuto per molto tempo al guinzaglio
molte persone grazie ad un giro di minacce... tra cui anche il
signor Grossberg.
Il mio capo aveva dato informazioni riguardanti Misty Fey alla polizia,
che la chiamò per effettuare un'evocazione al fine di scoprire
il colpevole di quello che poi divenne il caso DL-6.
Tuttavia, l'uomo indicato dalla vittima del caso, evocata da Misty Fey... era innocente.
Questo gettò tutti nella sfiducia verso le sensitive, ed avrebbe
portato la gente anche a non fidarsi più dello Studio Legale
Grossberg, se si fosse scoperto che il mio capo era dietro il consiglio
di chiamare Misty Fey.
Redd White tentò di approfittarne... e per diversi anni, ebbe Grossberg ai suoi ordini.
Tuttavia, dopo che Phoenix Wright ha messo in luce la verità nel
suo secondo caso... Redd White è stato scoperto ed arrestato.
Però, la povera Mia Fey ci ha rimesso la vita... anche se ogni
tanto, a quanto ho letto dai fascicoli dei casi di Phoenix Wright, sua
sorella minore Maya Fey ogni tanto poteva evocarla dall'aldilà,
in modo da aiutare Wright nei momenti di difficoltà dei suoi
casi.
Mi sarebbe piaciuto conoscerla. Il Signor Grossberg ne parla sempre in
modo piuttosto fiero... chissà, semmai incontrerò una
sensitiva, le chiederò di invocarla. Magari potrebbe essermi
utile in qualche caso...
Il Giudice, comunque, si girò verso di me, dall'alto del suo seggio.
"Uhm... e lei chi è? Ah, no, aspetta! Ho capito! Sei... sei... MIO NIPOTE! Ho indovinato?" domandò, osservandomi.
"... Ehm..." feci basito.
"No, mi dispiace, Vostro Onore, io sono l'avvocato in carica di questo
processo, Lawrence Trueman..." mi presentai, ancora sconvolto. SPERO
che stesse scherzando...
"Ah..." fece l'aniziano, un pò deluso "Quindi, lei è l'ennesimo clone di Phoenix Wright, giusto?"
Magari fossi un clone di Phoenix Wright. Mi farebbe comoda la sua fortuna.
"Non preoccupatevi, Vostro Onore. Vi libererò di questa
seccatura al più presto." sentenziò Payne, al banco
dell'accusa, ondeggiando i suoi capelli.
... Dovrei essere sconfitto anche da un eterno perdente? EH NO! Ti
dimostrerò che il mio cliente è colp--INNOCENTE, ad ogni
costo!
"Allora, procuratore Payne, la sua dichiarazione d'apertura." disse il Giudice, rivolgendosi all'anziano procuratore.
"Bene... allora, ieri la vittima, Flash Snap, e l'imputato, Ralph Otom,
entrambi fotografi per una nota rivista, sono andati a fare una
scampagnata sul Monte Peak. Arrivati qui, la vittima è andata ad
effettuare alcune foto su un versante della montagna... ma qui,
l'imputato lo ha ucciso a sangue freddo. Oltretutto, l'imputato
è sicuramente il colpevole, al cento per cento."
sentenziò Winston, sbattendosi la mano sulla pelata.
"Uhm... e perchè sarebbe il colpevole?" domandò il barbuto, fissandolo con gli occhi sgranati.
Purtroppo, Vostro Onore, io so fin troppo bene il motivo...
"La macchina fotografica della vittima... ha scattato una foto
dell'imputato... che accoltella la vittima!" sentenziò,
mostrandola a tutti.
... Eccola, la famigerata Prova Regina.
Una foto, in bianco e nero, come il 99% di quelle che pervengono in
questo tribunale (ma come mai le fanno ancora? Siamo nel 2024!), con un
orario che indicava 12.30 sopra, in cui si vedeva Ralph Otom... tenere
in mano un coltello, infilato nel corpo di Flash Snap.
... Se qualcuno sa come aiutarmi, alzi la mano.
Mostrata questa foto, il pubblico iniziò a parlottare, ed il
Giudice sbattè il suo martelletto, urlando "Ordine! ORDINE!"
Una volta che si furono calmate le acque, il barbuto disse "Questa...
questa prova conferma in pieno la tesi dell'accusa! Potrei già
emettere il mio verdetto, adesso!"
Eh no! Almeno fatemi tentare di perdere, prima di inabissarmi!
"Obiezione!" urlai, puntando il dito verso il Giudice, come Mia Fey e Phoenix Wright erano soliti fare.
"Vostro Onore... in teoria... ehm... non potete pronunciare il verdetto!" dissi, con molta poca convinzione.
Dovrei esercitarmi di più, a casa....
"Quello che il mio allievo voleva dire, Vostro Onore, è che voi
non potete pronunciare un verdetto senza prima aver ascoltato tutti i
testimoni." disse il Signor Grossberg. Grazie mille, capo.
"Uff... per una volta che potevo finire il processo in fretta. Ora
tanto, si scoprirà che il colpevole è uno dei
testimoni... come sempre." sentenziò il Giudice, annoiato.
Poveretto. Con il suo lavoro, ormai gli manca solo da vedere un
processo con gli alieni ed avrà visto proprio di tutto, in
questa sala udienze...
"Vabbè, non fa nulla. Allora, procuratore Payne, chi ha
intenzione di convocare a testimoniare?" domandò, osservando
l'altro pelato al banco dell'accusa.
"Chiamo il detective a capo delle indagini... che ci illustrerà
come la mia tesi è SICURAMENTE quella esatta." disse Payne,
ondeggiando nuovamente i suoi capelli.
... Secondo me, lo dice ogni volta.
Al banco degli imputati giunse un detective piuttosto corpulento, con
dei capelli neri, occhi dello stesso colore, un foglietto ed una matita
sopra l'orecchio sinistro, un puzzolente mpermeabile verde addosso ed
un cerotto sulla guancia sinistra.
"Testimone, dichiari nome e professione." disse il Giudice.
"Io sono il detective incaricato delle indagini... ed il mio nome è Dick Cumshoe!" sentenziò.
...
"..."
"..."
"..."
Io, il signor Grossberg, il Giudice, il procuratore Payne e tutto il pubblico eravamo rimasti ammutoliti, sentendo il suo nome.
... Si vede che faceva film porno, prima di entrare in polizia.
"... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!" urlò il detective, non appena capì cos'aveva detto.
"Mi sono sbagliato! Scusate! Il mio nome è Dick Gumshoe! Non Cumshoe! GUMSHOE!" fece subito dopo.
"Ah... capisco. Però, attento la prossima volta, detective... in
quest'aula di tribunale potrebbe esserci gente impressionabile!"
sentenziò il Giudice, ancora sconvolto.
... Siamo certi non sia lui, l'impressionabile?
"Ad ogni modo... detective, è stato chiamato per testimoniare a proposito dell'omicidio di Flash Snap." disse Payne.
"Capisco... allora, sono pronto! Posso iniziare quando volete!" sentenziò Gumshoe, serio ma con un sorriso sul volto.
"Bene, Lawrence. Ti ricordi come funziona un contro-interrogatorio, giusto?" mi domandò il mio capo.
"S... si... più o meno..." dissi, poco convinto.
"Devi semplicemente analizzare la deposizione del testimone, trovando
le contraddizioni all'interno di essa. Una volta trovata, devi mostrare
una prova dal tuo Registro Processuale che contraddice la
testimonianza. Durante un'investigazione, ricordati di prendere sempre
ogni cosa utile, anche quella che sembra più insignificante o
inutile. In tribunale, tutte le prove sono 'armi' in mano a noi
avvocati. Nel caso in cui tu non trovassi informazioni al primo colpo,
puoi comunque incalzare un testimone, ottenendo maggiori dettagli." mi
spiegò rapidamente.
"Tutto chiaro, Lawrence?"
"Si. D'accordo. Sono pronto." dissi, annuendo, mentre Gumshoe testimoniava.
Deposizione del testimone
-- LE INDAGINI --
- La vittima, Flash Snap, è stata assassinata ieri sul monte Peak.
- Era andato insieme all'imputato, Ralph Otom, a fare Birdwatching.
- Tuttavia, è successa la tragedia.
- Come la foto dimostra, alle 12.30 la vittima è stata uccisa da Otom con una pugnalata.
"Uhm... non dice nulla di nuovo, questa testimonianza." sentenziò il Giudice, ragionando.
"Perchè la tesi dell'accusa corrisponde alla verità,
infatti. E' impossibile che ci siano contraddizioni." disse Payne, con
un ghigno di soddisfazione.
... Chissà cosa succederebbe se vincesse. Magari il mondo esploderebbe.
"Ad ogni modo... cos'è questo... Biduovoccin?" domandò il Giudice, sorpreso.
"Birdwatching, Vostro Onore. E' un passatempo che consiste
nell'osservare gli uccelli nel loro habitat naturale." spiegò
rapidamente Payne.
"Ah... Capisco. Ad ogni modo, signor Trueman, è il momento del
contro-interrogatorio." disse poi il barbuto, rivolgendosi a me.
Bene, Lawrence. Mostra a tutti quello di cui sei capace!
... Anche se a dire il vero... non vedo molte contraddizioni in questa testimonianza...
Contro-Interrogatorio
-- LE INDAGINI --
- La vittima, Flash Snap, è stata assassinata ieri sul monte Peak.
- Era andato insieme all'imputato, Ralph Otom, a fare Birdwatching.
- Tuttavia, è successa la tragedia.
- Come la foto dimostra, alle 12.30 la vittima è stata uccisa da Otom con una pugnalata.
"Un attimo! Come fa ad essere sicuro che stessero facendo Birdwatching?" domandai.
"Beh... è semplice: la vittima era sul monte Peak, con una
macchina fotografica... era sicuramente interessato a fotografare
uccelli." sentenziò Gumshoe.
"Siamo sicuri? Magari potrebb--" cercai di dire, prima di essere interrotto.
"Obiezione!
Qualunque cosa stessero facendo, è irrilevante ai fini del caso:
ciò che importa è l'omicidio, tutto il resto è
inutile." sentenziò il procuratore.
"Ugh..." feci, prima di poggiare le mani sul banco della difesa
"Però... siamo certi che abbia fotografato uccelli? L'accusa ha
delle prove per dimostrarlo?"
"Come ho detto prima, è irrilevante ai fini del caso. Non
abbiamo nemmeno analizzato il resto del rullino. L'unica foto
importante... è questa." sentenziò Payne.
"Tuttavia, se la difesa è tanto interessata, le consegno il rullino." disse il pelato, lanciandomi il rullino in faccia.
"Ahi!" feci, per poi prendere da terra il rullino ed osservarlo.
Uhm... quindi, non si sa quali siano le altre foto contenute al suo
interno. Ho l'impressione che più avanti mi tornerà
utile... meglio conservarlo nel Registro Processuale.
"Signor Trueman, prosegua con il contro-interrogatorio." disse poi il Giudice.
- La vittima, Flash Snap, è stata assassinata ieri sul monte Peak.
- Era andato insieme all'imputato, Ralph Otom, a fare Birdwatching.
- Tuttavia, è successa la tragedia.
- Come la foto dimostra, alle 12.30 la vittima è stata uccisa da Otom con una pugnalata.
Ehi, questo dettaglio è del tutto sbagliato! Devo approfittarne!
"Obiezione!" feci, deciso per una volta.
"Detective Gumshoe... è proprio sicuro che Flash Snap sia stato ucciso alle 12.30 con una pugnalata?" domandai.
"Certo, amico! Ci scommetto il mio impermeabile!" disse, sempre con il suo sorriso sornione.
"Allora si vede che non ha nemmeno partecipato alle indagini." dissi, semplicemente.
"EH!? E perchè!?" domandò, sorpreso.
"Semplice: la vostra affermazione contraddice ben due prove del mio Registro Processuale!" dissi.
"Obiezione! E quali sarebbero, queste prove?" domandò Payne.
"La prima è il Referto dell'Autopsia. Stabilisce chiaramente che
l'assassino ha sparato alla vittima alle 12.30, e successivamente l'ha
pugnalata alle 12.33! La seconda è l'orario in cui la foto che incrimina
l'imputato è stata scattata: mostra chiaramente che la pugnalata è avvenuta alle 12.33!
Come spiega questa contraddizione, detective?" domandai, fiero di me.
Questa obiezione mi è venuta bene!
"Gh..." fece Gumshoe.
"Obiezione!" disse però Payne, rapidamente.
"Mi dispiace, signor Trueman, ma la sua obiezione non porta praticamente a nessuna conclusione." sentenziò.
*********************************************************************************
Ringrazio moltissimo The Shadow, near7 e Eight_Alex per le recensioni.
Approposito di quest'ultimo: scusa se ho usato Payne, in questo caso...
ma il primo caso con Payne era una tradizione dalla quale non potevo
esimermi XD!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 3: Turnabout Photography (udienza 1, fase 1, parte 2) ***
LTAA4
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 3: Turnabout Photography (udienza 1, fase 1, parte 2)
"Eh!?" feci io: cosa voleva dire?! Era un obiezione perfetta!
"Prima di tutto, signor Trueman... qual'è il problema? Solo che
l'orario non corrisponde: non vedo il problema. L'unica cosa importante
ai fini del caso è la morte della vittima. Probabilmente,
l'orologio interno della macchina fotografica della vittima segnava tre
minuti di anticipo... ed il detective è stato confuso da
questo." sentenziò Payne, sempre sbattendosi la mano sulla
pelata.
"Obiezione! H-ha delle prove per dimostrarlo... procuratore?" chiesi, timoroso.
"No. Ma non ce n'è bisogno... come anche di continuare il suo
Contro-interrogatorio." disse il procuratore, ondeggiando i capelli
nuovamente.
"C... COME!?" urlai.
"La tesi dell'accusa non ha nemmeno l'ombra di una contraddizione...
è solida come una roccia. Non occorre prolungare
ulteriormente il processo." spiegò il vecchietto.
"Uhm... l'accusa ha perfettamente ragione." sentenziò il Giudice, serio.
COME COME COME!?
Il barbuto sbattè il suo martelletto, dicendo "Basta
così. Il caso è estremamente chiaro. Non c'è alcun
rischio di aver male interpretato i fatti."
EH!?
NO... NON VORRA'...!?
"Non vedo ulteriori motivi per continuare l'udienza." continuò.
NOOOOOO! VUOLE GIA' CHIUDERE L'UDIENZA!?
NON E' POSSIBILE!
"Obiezione!
Vostro Onore... voi... non potete emettere il verdetto!" cercai di
dire, anche se la preoccupazione non mi permetteva di ragionare al
meglio.
"E perchè, signor Trueman?" domandò il Giudice.
"P... perchè... ehm... SE LO FARETE, IL MONDO ESPLODERA'!" sentenziai.
... non so da dove mi sia uscita, questa.
"... OH NO! SUL SERIO!?" chiese il Giudice, sconvolto, mentre nel pubblico si scatenava il finimondo.
... non ci credo. Ci sono cascati?
"Obiezione! Il commento della difesa è solo un'inutile mossa per guadagnare tempo!" sentenziò Payne.
Wah, ma non doveva essere scarso!?
"... Signor Trueman, è vero?" domandò il Giudice.
"..." feci, sudando freddo e spalmandomi la mano sinistra sulla faccia.
"... E' fortunato che oggi, per qualche misterioso motivo, non mi va di
assegnarle una penalità. Ma tanto, sono certo che lei non
verrà mai penalizzato per il resto della sua carriera: con gli
avvocati cloni di Wright funziona sempre così." disse.
... Dovrei dare un'occhiata a questi 'cloni di Wright'. Sembra che abbiano particolari privilegi in tribunale.
Uhm... Che abbiano anche dei superpoteri? Come vedere i tic nervosi della gente o la loro aura...
... LAW, MA TI PARE IL MOMENTO DI PENSARE QUESTE SCEMENZE!?
"Ad ogni modo, dichiaro l'imputato..." cominciò a dire il Giudice.
... bene. Ho perso. Nel processo più rapido della storia.
Solo un miracolo potrebbe salvarmi, adesso...
...
"Obiezione!"
Eh!? Chi come cosa quando perchè!?
Mi voltai e vidi che ad obiettare... era stato il capo, il Signor Grossberg!
"C-Capo!?" feci, stupito.
"Vostro Onore, non potete ancora pronunciare il vostro verdetto. Ci
sono ancora alcuni punti da chiarire in questo caso." sentenziò
il capo, con un'aria seria.
"Uh? Quali cose?" domandò il Giudice.
... c'è da chiedersi se lui sia attento durante i processi o faccia solo finta...
"Prima di tutto, c'è la questione dell'arma del delitto: nel
referto dell'autopsia, vengono indicate come armi del delitto una
pistola ed un coltello: tuttavia, nessuna di queste prove è
attualmente presente agli atti. Com'è possibile questo?
Oltretutto, com'è possibile che sia stata scattata una foto
dell'imputato che accoltella la vittima... senza che nessuno fosse
presente sulla scena del delitto?" domandò.
"Obiezione!
Le affermazioni della difesa sono prive di senso. Vicino al luogo del
delitto c'è un dirupo che si affaccia su un lago...
probabilmente, una volta compiuto l'omicidio, l'imputato si è
sbarazzato delle armi del delitto gettandole dal dirupo. Per quanto
riguarda la macchina fotografica... questa possiede una funzione di
autoscatto, della durata di tre minuti prima dello scatto." rispose Payne, rapidamente.
"Obiezione!
Procuratore Payne, ha prove per dimostrare la sua tesi? Il un'aula di
tribunale, le prove sono tutto." sentenziò Grossberg.
"Non ho prove... ma ho un testimone che afferma di aver visto tutto. Un
testimone decisivo." disse Payne, battendo ancora una volta il palmo
della mano sulla pelata.
"Non pensate a me. Io sono qui solo per bellezza." fece il Detective Gumshoe, un pò intristito.
"Bene. Allora, perchè non lo convoca? Per evitare il più
possibile verdetti sbagliati, il Giudice ha bisogno di ascoltare tutte
le testimonianze sul caso." disse il capo.
"Molto bene. Tanto, il testimone non farà altro che fornire
ulteriori prove della validità della teoria dell'accusa."
sentenziò il procuratore, ondeggiando nuovamente i suoi capelli.
"Uff... grazie, capo. Mi avete salvato." dissi, riconoscente.
Quando torneremo allo studio, gli farò personalmente un'intera tinozza di limonata!
"Nessun problema, Lawrence. Però... tieni a mente ciò che
il procuratore ha detto, potrebbe tornarti molto utile. Ogni volta che
ottieni
informazioni del genere, devi aggiornare le prove nel Registro
Processuale, per avere così più possibilità di
scovare contraddizioni nelle deposizioni dei testimoni." disse il capo,
rivolgendosi verso di me.
Annuì, ed aggiornai il Registro Processuale inserendo le
informazioni che avevo appena ricevuto sulla macchina fotografica di
Snap. "Autoscatto di tre minuti".
"Bene. Allora, signor Payne, convochi il suo testimone." disse il Giudice, battendo il martelletto.
"L'accusa chiama a deporre il testimone." sentenziò Payne,
mentre un uomo prendeva il suo posto al banco dei testimoni e Gumshoe
andava via, leggermente intristito.
Era un uomo mingherlino, con dei radi capelli neri sulla testa, un
giubbotto pesante abbottonata color rosso addosso, un paio di pantaloni
dello stesso colore ed un paio di occhiali, con gli occhi color
nocciola. Aveva l'aria di essere un pò teso.
"Testimone, dichiari nome e professione." disse il pelato, composto.
"Paul Harold... sono una guida turistica del Monte Peak." sentenziò, con voce tremolante, il testimone.
"Lei era presente sul luogo, al momento del delitto, giusto?" domandò nuovamente Payne.
"Si... ho visto tutto." disse Harold, ancora teso.
Mi chiedo perchè lo sia. Non è mica lui sotto processo!
Otom è tutto tranquillo, lì al banco dei testimoni...
"Allora, testimoni riguardo a ciò che ha visto." sentenziò il Giudice.
"D'accordo." sentenziò il testimone, facendo un sospiro.
Speriamo bene...
Deposizione del
testimone
-- COSA HO VISTO --
- Io ero presente sul posto, quando è avvenuto il delitto.
- Ho visto l'imputato e la vittima discutere animatamente di qualcosa, mentre quest'ultima interrompeva il Birdwatching..
- Dopo di ciò, l'imputato ha preso una pistola ed ha sparato alla vittima.
- Ha poi gettato la pistola nel dirupo, e dopo aver detto qualcos'altro, ha accoltellato la vittima.
"Vede, Vostro Onore? Tutto perfettamente come l'accusa sostiene. Potete
anche emettere il verdetto." sentenziò Payne, soddisfatto. Ci
credo, probabilmente questa sarà la sua prima vittoria dopo
anni...
"Non così in fretta, procuratore. L'avvocato ha comunque il
diritto di sostenere un Contro-interrogatorio. Non è
così, Vostro Onore?" disse il capo.
"Il signor Grossberg ha ragione. Signor Trueman, può iniziare il
suo Contro-interrogatorio." disse il Giudice, rivolgendosi a me.
Deglutiì. Forza, Law, puoi farcela...
Contro-Interrogatorio
-- COSA HO VISTO --
- Io ero presente sul posto, quando è avvenuto il delitto.
- Ho visto l'imputato e la vittima discutere animatamente di qualcosa, mentre quest'ultima interrompeva il Birdwatching.
- Dopo di ciò, l'imputato ha preso una pistola ed ha sparato alla vittima.
- Ha poi gettato la pistola nel dirupo, e dopo aver detto qualcos'altro, ha accoltellato la vittima.
"Un attimo! Avrei due domande da farle su questo punto, testimone." dissi, cercando di essere il più calmo possibile.
"Prima di tutto... ha citato la pistola... ma non ha detto niente a
proposito del coltello. Cosa ne ha fatto l'imput--L'ASSASSINO, dopo
aver accoltellato la vittima?" domandai.
"Oh... beh, semplice: ha gettato anche quella nel dirupo. Scusate se mi sono scordato di riferirlo." disse Paul.
Diamine, pensavo di trovare un appiglio su questo punto...
"Ad ogni modo... ho anche un'altra domanda per voi. Complessivamente... in quanto tempo credete sia avvenuto il tutto?" chiesi.
"Uhm... direi in circa sei minuti. Sono assolutamente sicuro." sentenziò il testimone.
Ehi... ma certo! PERFETTO!
"Vostro Onore, chiedo che il dettaglio appena detto dal testimone venga aggiunto alla sua deposizione!" dissi.
"D'accordo. Testimone, prosegua con la sua deposizione." sentenziò il Giudice.
- Io ero presente sul posto, quando è avvenuto il delitto.
- Ho visto l'imputato e la vittima discutere animatamente di qualcosa, mentre quest'ultima interrompeva il Birdwatching.
- Dopo di ciò, l'imputato ha preso una pistola ed ha sparato alla vittima.
- Ha poi gettato la pistola nel dirupo, e dopo aver detto qualcos'altro, ha accoltellato la vittima.
- Il tutto è avvenuto in sei minuti al massimo.
"Obiezione!" feci, puntando il dito contro di lui.
"Mi dispiace, signor Harold... ma la sua testimonianza ha più buchi di un groviera." dissi.
"EH?!" fece il testimone, preoccupato.
"Prima di tutto... dice che il tutto è avvenuto in sei minuti...
ma abbiamo prove concrete che il delitto è avvenuto in TRE
MINUTI! E la prova... è la macchina fotografica della vittima!"
dissi, mostrandola a tutti.
"Questa macchina, come il procuratore ha detto precedentemente,
possiede una funzione di autoscatto che si attiva dopo tre minuti... se
supponiamo che il delitto, come detto dal testimone, sia avvenuto in
sei minuti... allora, la foto non rappresenterebbe il momento in cui,
teoricamente, Otom pugnalerebbe la vittima, ma qualcos'altro!" dissi.
"Obiezione! La difesa sta molestando il testimone! Si è semplicemente confuso!" disse Payne, iniziando a sudare.
"Obiezione!
Non cercate di cavaverla sempre così, procuratore! Il testimone
ha detto di essere assolutamente sicuro dell'orario!" sentenziai.
"Obiezione!
Ma la foto incastra palesemente l'imputato! Tutto questo processo non
ha senso! E' sicuramente lui il colpevole!" ribattè il
procuratore.
"Obiezione! Finora,
l'imputato è stato accusato solo in base a quella foto! Ma...
siamo proprio sicuri che stesse ACCOLTELLANDO la vittima?" dissi.
"EH!?" fece Payne, allontanandosi come se fosse stato spaventato da qualcosa.
Il pubblico iniziò a chiaccherare, ed il Giudice battè il martelletto.
"Ordine! ORDINE! Signor Trueman, cosa intende dire!? Mi sono perso a
'La difesa sta molestando il testimone!'..." domandò il Giudice,
con gli occhi sgranati.
...
"In pratica, Vostro Onore... dalla foto, non possiamo avere la certezza
che l'imputato stesse accoltellando il testimone. E sel'avesse trovato
così, con il coltello nel petto... ed avesse tentato di
estrarlo?" spiegai.
"Obiezione!
Q-Questo è semplicemente impossibile! L'orario della foto
dimostra che è stata scattata alle 12.30! La difesa sta
vaneggiando!" cercò di dire il pelato procuratore.
"Obiezione!
Procuratore... lei stesso, nella precedente testimonianza del detective
Gumshoe, ha ammesso l'ipotesi che la macchina fotografica portasse tre
minuti di anticipo. E se non fossero tre minuti... ma SEI MINUTI?"
dissi, per poi prendere un foglio con la mano sinistra ed iniziando a
leggerlo, con l'indice della mano destra sotto il mento.
"In questo modo la testimonianza del testimone quadrerebbe... la
vittima, dopo aver sparato a Snap con una pistola, ha aspettato tre
minuti ed ha finito la vittima con una coltellata. Dopodichè,
prevedendo che in tre minuti sarebbe arrivato Otom, ha messo indietro
di sei minuti l'orologio interno della fotocamera, ha azionato
l'autoscatto e si è allontanato dal luogo del delitto: una volta
arrivato, Otom ha cercato di togliere dal corpo di Snap il coltello...
ma è stato fotografato dall'autoscatto, inducendoci a pensare
che fosse lui il vero assassino!" dissi.
"Obiezione! H-Ha delle prove per dimostrare la sua tesi!?" domandò Payne, con le spalle al muro.
"Obiezione! E lei ha prove per dimostrare che la mia tesi non è possibile?" dissi, di rimando.
"Uh... m-ma, solo l'imputato era presente sul luogo del delitto!
Nessun'altro avrebbe potuto uccidere la vittima!" cercò di dire
il pelato.
"Non è assolutamente vero... c'era un'altra persona sul luogo
del delitto..." sentenziai, per poi puntare il dito contro il testimone.
"E questa persona è... PAUL HAROLD!"
"EH!? M-mi sta accusando di essere l'assassino?!" fece Harold, sconvolto.
"Si! La difesa accusa formalmente il signor Paul Harold dell'omicidio di Flash Snap!" dissi.
Wow... sta filando tutto liscio! Non ci credo!
"P... però non ha un movente! Il signor Harold non aveva nulla
contro la vittima!" sentenziò il pelato procuratore.
"Perchè, voi ne avete fornito uno quando avete accusato Ralph
Otom? Ed oltretutto... come faceva il testimone a sapere che la vittima
stava facendo Birdwatching!?" dissi, spavaldo.
"Ugh..." fece Payne, sudando freddo.
"Uhm... la teoria dell'avvocato Trueman è abbastanza stabile..
ma tuttavia, manca di un particolare essenziale: il movente. Sospendo
il processo per venti minuti, per permettere alla difesa e all'accusa
di riflettere sulle proprie teorie... dopodichè, l'udienza
ricomincerà. Ci sono obiezioni?" disse il Giudice.
"Nessuna." dissi io.
"... D'accordo..." mugolò Payne.
"Bene... allora, l'udienza è sospesa per dieci minuti!" disse il Giudice, sbattendo il martelletto.
*********************************************************************************
Ringrazio Near7 e The Shadow per le recensioni allo scorso capitolo XD Spero che questo vi sia piaciuto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 4: Turnabout Photography (udienza 1, interludio) ***
LTAA5
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 4: Turnabout Photography (udienza 1, interludio)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati
n°2
15 Giugno
Ore 10.38
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaah... finalmente fuori.
Non riesco a credere di essere sopravvissuto alla prima parte dell'udienza. Essere avvocati è molto faticoso...
"Complimenti, Lawrence. Stai andando benissimo." sentenziò il signor Grossberg, accanto a me.
Io sorrisi, mettendomi una mano sulla nuca, leggermente imbarazzato,
dicendo " Beh... grazie, capo: però, senza di voi, a quest'ora
avrei già perso..."
"Beh... sei ancora giovane, e ti lasci trasportare dalle emozioni.
'Aaah... gli anni della gioventù, come il profumo del limone
appena spremuto'." disse il mio capo, con il suo solito sorriso bonario.
... Prima o poi, dovrà spiegarmi questa sua ossessione per i limoni.
Uhm... limoni... lemon... !
... Law, CONCENTRATI. Non pensare a possibili messaggi subliminali...
"Feeeermi così!" sentenziò una voce: prima che io o
Grossberg potessimo muoverci, venimmo colpiti da un flash di una
macchina fotografica.
Ci girammo... e vidimo Ralph Otom, con la macchina fotografica in mano, ed un sorriso soddisfatto sul volto.
"Gotcha! Che scatto! Un tranquillo momento tra mentore e allievo, dopo
una titanica battaglia contro le forze del male! Che capolavoro!"
sentenziò compiaciuto l'imputato.
... uno scontro con Payne in tribunale è una 'titanica battaglia contro le forze del male'? Mi giunge nuova.
Come se gli scontri tra bene e male avvenissero in tribunale... magari,
contro misteriosi procuratori cavalieri in procinto di creare mondi
oscuri...
... Dio, ma che diamine vado a pensare?! Devo SERIAMENTE andare da uno psicologo, dopo questo caso...
"Ehm... signor Otom? La vedo molto diverso, rispetto a prima..." dissi. Prima era tutto mogio...
"Ooooh, beh, prima ero piuttosto preoccupato per il verdetto... anche
perchè questo è il suo primo processo. Tuttavia, quello
sguardo, quelle pose...! Sembra di vedere in azione il leggendario
avvocato Phoenix Wright! Sono decisamente sicuro che, adesso,
andrà tutto bene!" sentenziò Otom, sorridendo.
... Anche lui, come il Giudice, pensa che sia un 'clone di Wright'?
Magari è vero. E sono stato creato usando una misteriosa fonte
di energia nascosta in una città surreale che verrà in
futuro bombardata...
... se ci fosse qualcuno che scrivesse i miei pensieri, direi che mi
sta usando per fare citazioni a caso a qualche altra storia.
Ma sarà un impressione.
"Grazie della fiducia... ad ogni modo, signor Otom, devo fare quattro chiacchere con lei." sentenziai, fissandolo negli occhi.
"Uhm? Si, ditemi pure." sentenziò il fotografo, serio.
"Allora... secondo la mia linea di difesa, lei ha agito
così: dopo aver sentito lo sparo, è corso
dall'accampamento suo e della vittima al luogo del delitto, dove lei ha
trovato il cadavere. Subito dopo, lei si è avvicinato al
cadavere, ha estratto il coltello dalla ferita di Snap non accorgendosi
di venire fotografato nel frattempo, ed immediatamente dopo è
stato arresto da una squadra di polizia, chiamata da Harold subito dopo
che, teoricamente, ha 'assistito al delitto'. Ora, sia sincero.
Ciò che ho detto corrisponde al vero?" domandai, ricostruendo la
mia logica.
"Si. Glielo posso assicurare. E' successo tutto come ha detto." sentenziò Otom, annuendo.
Uhm... mi sembra sincero.
Ma... e se stesse mentendo? Se stesse semplicemente fingendo di essere sincero?
... Nello Studio Legale Grossberg, ed in tutti quelli generatisi da esso, vige una regola fissa: 'Credi sempre nel tuo cliente'.
Tuttavia... Otom mi sembra troppo sospetto. Troppe prove tendono a lui.
Siamo sicuri che sia Harold il colpevole? Che non sia Otom davvero?
E se fosse vero, cosa dovrei fare? Patteggiare con l'accusa per una
riduzione della pena... o fargli ottenere un immeritato verdetto di
colpevolezza?
... Meglio non pensarci. Il processo andrà come deve andare... sono certo che alla fine la giustizia trionferà.
"Bene... allora, come mai ha cercato di rimuovere dalla ferita della
vittima il coltello? Depone male per lei, in caso venisse giudicato
colpevole l'inquinamento della scena del crimine potrebbe costituire
un'aggravante della pena." domandai, ridestandomi dai miei pensieri.
Ralph si grattò la nuca, imbarazzato.
"Beh... vede, io... speravo fosse ancora vivo, e per questo motivo ho
cercato di estrarre il coltello dal suo corpo... credevo che fosse
ancora vivo e non sapevo dello sparo... non volevo che morisse." disse,
con un pò di tristezza nella voce.
"Se davvero pensavate di non farlo morire, anche se comunque non
cel'avreste fatta dato che alle 12.36 Snap era ormai deceduto, allora
non avreste dovuto farlo." sentenziai.
"Uh? Perchè?" domandò l'imputato.
"Semplice: quando si conficca un coltello in una ferita, il sangue non
sgorga immediatamente. Il coltello svolge una funzione simile ad un
tappo: finchè rimane nella ferita, da essa non esce sangue. Ma
appena viene tolto... l'emoglobina fuoriesce dallo squarcio." spiegai.
... brr... odio fare queste descrizioni.
"... Capito. Ho sbagliato, quindi..." disse Otom, dispiaciuto.
"Non si preoccupi, signor Otom: lei ha cercato di fare quello che
riteneva giusto... anche se ormai non c'era più nulla da fare."
dissi.
Certo. Quello che riteneva giusto... ma lo aveva cacciato nei guai.
Non aveva pensato alle conseguenze delle sue azioni?
"... Non ho potuto fare niente per salvare Flash, ma posso fare qualcosa per aiutarla, signor Trueman." disse Ralph.
"Uh?" feci io, sorpreso.
"Vede... ci sono alcune informazioni di cui la polizia non è a
conoscenza, riguardo al caso." sentenziò l'imputato.
COSA!?
"Del tipo...?" cercai di dire. Com'era possibile che ci fossero delle informazioni di cui la polizia non era al corrente?
"Sono informazioni minori... ma potrebbero essere molto importanti, per lei." disse Otom.
"Uhm... continui." dissi, interessato.
"Prima di tutto... posso confermare che Flash era venuto sul Monte Peak
per fare Birdwatching, ed ha voluto che lo accompagnassi in questa
escursione. Il suo obiettivo era di fotografare una specie rara di
aquila, presente solo in quelle zone: ha sempre detto che questo era il
sogno della sua vita. Tuttavia... per distrazione, io e lui avevamo
portato un solo rullino libero, e con pochissimi scatti disponibili. Ha
dovuto fare molta attenzione nel fotografarlo... e, il giorno prima
dell'omicidio, ci era finalmente riuscito: però, diceva che la
foto non lo soddisfava, e dato che aveva ancora tre scatti a
disposizione, voleva tentare di fotografarlo nuovamente il giorno
successivo. Però, sappiamo come è andata a finire..."
spiegò l'imputato.
Quando si dice 'Chi si accontenta gode'.
Se Snap non avesse voluto fare un'altra foto, sarebbe ancora vivo, adesso.
"Uhm... sono informazioni molto interessanti. Ma c'è un
problema: ci sono prove concrete a sostegno delle sue affermazioni? In
tribunale, le parole dell'imputato sono quelle che valgono di meno,
agli occhi dell'accusa e del Giudice." dissi.
Purtroppo, è questo il perno del nostro sistema legale: le prove sono tutto. O le hai, o perdi.
"Si, ho una prova." sentenziò l'imputato.
"Uh?" feci, sorpreso.
"La polizia non l'ha considerato attinente al caso, e per questo l'ho
potuto tenere... si tratta del diario di Flash." mi disse, mostrandomi
un piccolo diario dalla copertina beige un pò consunta.
"C'è annotato tutto quello che ho detto. Potete anche fare un
test calligrafico, se volete: non l'ho scritto io. E' tutta opera di
Flash." spiecificò poi.
Uhm? Perchè l'ha specificato?
Ad ogni modo, sarebbe una prova molto utile...
Presi il diario e lo misi all'interno del Registro Processuale, per poi
dirgli "Grazie mille, signor Otom. Farò buon uso di questa
prova."
Detto ciò, mi girai verso il mio capo rimasto in silenzio per
tutto il tempo, dicendogli "Capo, ho un incarico da affidarle."
"Uhm? Cosa, Lawrence?" mi domandò.
"Dovete andare a far sviluppare questo rullino e a farvi dire quali
sono le foto presenti: non mi servono le stampe, basta semplicemente un
documento che certifichi quali foto vi siano all'interno." dissi,
affidandogli il rullino che Payne mi aveva consegnato.
"Sicuro di volerlo fare? Penso che non avremo abbastanza tempo, dato
che l'udienza sta per ricominciare..." sentenziò Grossberg.
"Non importa: cercherò di cavarmela da solo. Voi cercate
soltanto di fare più in fretta possibile: sono sicuro che,
dentro quel rullino... ci sia la soluzione del caso." sentenziai.
Il mio capo mi osservò, per poi annuire, dicendo "D'accordo. Buona fortuna, Lawrence."
Detto ciò, si avviò verso l'uscita del tribunale. Speriamo bene...
"Io torno nella sala udienze, adesso. Il banco degli imputati ha una
visione perfetta , e voglio cercare di fotografare il corpo del
Giudice!" sentenziò Otom, tornando di corsa dentro alla sala
udienze.
... A quanto ne so, nessuno è mai riuscito a vedere il corpo del
Giudice per intero. Pare che solo durante il Caso KG-8 il miracolo sia
avvenuto.
Chissà se Otom ce la farà...
Ad ogni modo, mi sedetti sul divano, riflettendo sul caso,
approfittando di quei pochi minuti di calma, prima di tornare allo
scontro.
Tuttavia, prima che potessi iniziare a pensare ai dettagli principali, una voce mi interruppe.
"Lei... è l'avvocato che si sta occupando del caso di Ralph
Otom, giusto?" disse. Io alzai lo sguardo, trovandomi davanti un
ragazzo.
Era sui diciannove anni, con i capelli neri spettinati, gli occhi
azzurri, ed aveva indosso una felpa rossa con un cappuccio ed una tasca
centrale. Aveva in mano un cellulare con cui giocherellava.
"Uhm... si. E tu sei...?" domandai.
"Molto piacere, il mio nome è Frank Lytalk, diciannove anni,
studente universitario." si presentò, mentre scriveva sul
cellulare 'Frank Lytalk' su un SMS per poi mostrarmelo.
"Sto seguendo il processo... e volevo farle i miei complimenti per
l'andamento. Ve la state cavando molto bene, per essere un novizio."
sentenziò, sorridendo.
"Grazie dei complimenti. Ad ogni modo, piacere di conoscerti, Frank. Il
mio nome è Lawrence Trueman." dissi, stringendogli la mano.
"Bene... mi dispiace lasciarla così, ma ora è tempo che
torni nel pubblico: farò il tifo per lei, signor Trueman."
sentenziò, tornando dentro alla sala udienze, sempre maneggiando
il cellulare.
... E' solo una mia impressione o sono tutti piuttosto di fretta oggi?
Aaaah... comunque, ora posso riflettere un'altro pò sul caso...
Mi spaparanzai di nuovo sul divano, ma venni interrotto un'altra volta.
"Signor Trueman." disse un'altra voce.
E adesso chi è?
Alzai lo sguardo, trovandomi davanti un'altra persona.
Era un uomo di corporatura media, sui sessant'anni, con addosso un
completo blu scuro con cravatta nera, i capelli castani pettinati con
cura, con alcuni ciuffi che gli ricadevano ai lati del volto, le mani
in tasca ed una espressione calma in volto.
Sembrava un magnate della finanza, o qualcosa di simile.
"Si?" feci io.
"Sto seguendo il vostro processo, e volevo avvisarvi che la pausa sta
per finire. Dovete rientrare il prima possibile all'interno della sala
udienze." disse l'uomo.
"Uh...? Ma sono le 10.47! Il Giudice aveva detto che la pausa sarebbe durata venti minuti..." sentenziai.
"Non avete sentito le sue ultime parole, allora: all'ultimo momento, ha
cambiato idea ed ha deciso di far durare la pausa dieci minuti. Vi
consiglio di fare più attenzione a cosa dicono le persone, in
tribunale: le armi più potenti in Tribunale sono le parole dei
testimoni e le prove. Basta saperle rigirare, per poter affermare le
proprie ragioni." disse.
"Uhm... grazie del consiglio. E' per caso un avvocato o un procuratore?" domandai.
"Non proprio... però, con tutte le volte che sono venuto qui in
tribunale, ormai ho esperienza pari a quella dei migliori avvocati e
procuratori." disse, con un leggero ghigno sul volto.
"Ad ogni modo, si sbrighi. Buona fortuna, signor Trueman."
sentenziò, ed esattamente come Frank, si allontanò
rientrando nella sala udienze.
Anch'io, preoccupato di fare tardi, presi il Registro Processuale e mi precipitai dentro, per la seconda fase dell'udienza.
Non sapevo quanto, in futuro, Frank Lytalk e quell'altro uomo misterioso avrebbero influito sulla mia vita...
*********************************************************************************
Ringrazio molto near7, The Shadow, Eight_Alex e Synkro per le recensioni. Spero che anche questo capitolo sia piaciuto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 5: Turnabout Photography (udienza 1, fase 2, parte 1) ***
LTAA6
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 5: Turnabout Photography (udienza 1, fase 2, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°3
15
Giugno
Ore 10.48
... Ora sono molto, molto più nervoso di prima.
E' come se dovessi prendere il testimone di un avvocato molto
più in gamba di me, con poteri sovrannaturali e che in due anni
di carriera ha vissuto dodici casi tutti collegati da un piano ideato
da un suo antenato o da un tipo che l'ha tradito...
... fantastico. Ora persino i miei pensieri strampalati sono confusi.
Cosa posso volere di più dalla vita? Un verdetto di
colpevolezza, magari.
Il signor Grossberg ha bisogno di tempo per far sviluppare quel
rullino... ed ora, dovrò cercare di guadagnarne il più
possibile.
"Bene... la corte si riunisce per continuare il processo per l'omicidio di Flash Snap." disse il Giudice.
"Il processo si era interrotto con un punto in sospeso piuttosto
delicato: il signor Trueman ha infatti indicato il signor Harold come
assassino. L'accusa ha qualche commento al riguardo?" domandò
poi, voltandosi verso Payne.
"L'accusa rimane sempre della sua opinione... il colpevole è
Ralph Otom, ed il signor Trueman ha accusato Paul Harold solo
perchè non aveva altre vie di fuga, per salvare il suo cliente."
sentenziò il procuratore, battendosi la pelata come al solito.
... che pensi sia un bongo?
"Obiezione! La difesa ha prove solidissime per indicare la colpevolezza del signor Harold, invece." dissi.
"Uhm... capisco. Allora, potrei già emettere il mio verdetto." sentenziò il Giudice.
... eh? Ho vinto?
Non credevo sarebbe stato così facile.
"Obiezione! F-Fermo, Vostro Onore! Non potete ancora emettere il vostro verdetto!" disse Payne, preoccupato.
"Perchè, procuratore?" domandò il Giudice.
"Semplice... la difesa sta accusando il testimone soltanto
perchè sapeva che la vittima stava facendo Birdwatching:
tuttavia, lui può tranquillamente spiegarci come mai lo sapeva.
Giusto?" chiese, osservando Harold.
"S... si, ovviamente." disse, poco convinto.
Wow, è il raduno degli insicuri, oggi!
"Uff... per una volta che speravo di poter chiudere il processo in
fretta... non credo ci riuscirò mai." sentenziò il
barbuto, triste.
"E va bene... testimone, ci dica come mai sapeva che la vittima stava facendo Birdwatching." disse, osservando Paul.
Deposizione del testimone
-- SNAP FACEVA BIRDWATCHING --
- La vittima era sul dirupo, intenta a fare fotografie.
- La macchina fotografica era puntata verso il cielo, quindi ho pensato che stesse facendo Birdwatching.
- L'ho visto fare molti scatti, quindi penso che abbia fotografato molti uccelli.
"Uhm... capisco. Una deposizione chiara e coincisa." sentenziò il Giudice.
... DIAMINE!
Come posso fare, adesso!? Questa deposizione è difficile da scalfire!
Potrei provare a mostrare subito il diario di Flash, ma poi in base a quello potrebbe elaborare una contro-offensiva!
Potrei tentare con il rullino, ma finchè il signor Grossberg non torna, non posso in alcun modo...
... non posso fare altro che tentare di guadagnare tempo...
Contro-Interrogatorio
-- SNAP FACEVA BIRDWATCHING --
- La vittima era sul dirupo, intenta a fare fotografie.
- La macchina fotografica era puntata verso il cielo, quindi ho pensato che stesse facendo Birdwatching.
- L'ho visto fare molti scatti, quindi penso che abbia fotografato molti uccelli.
"Un attimo! Come fa a dire questo?" domandai.
"Beh... con una macchina fotografica davanti ad un dirupo, cos'altro si potrebbe fare?" disse Harold.
"Ehm... f... forse... forse voleva sbarazzarsene! Si, si era stufato di
quella macchina fotografica e ha deciso di gettarla giù dal
Monte Peak!" sentenziai.
... si nota che mi sto arrampicando sugli specchi, giusto?
"..."
"..."
"..."
"..."
... ehi, perchè il Giudice, Harold, Payne ed il pubblico mi stanno osservando sconvolti?
"... signor Trueman, siete fortunato se non le assegno una penalità." disse il Giudice, osservandomi arrabbiato.
Uh-oh, temo di non essermi guadagnato il favore del Giudice...
... ho uno strano deja-vù...
"Ad ogni modo, la teoria della difesa non ha il minimo significato.
Testimone, continui la sua deposizione." sentenziò Payne.
Mi sono sempre chiesto come mai, dopo aver chiesto una testimonianza,
se un avvocato domanda più dettagli le persone in tribunale
sembrano dimenticarsi di averla già sentita...
Boh, misteri del tribunale.
- La vittima era sul dirupo, intenta a fare fotografie.
- La macchina fotografica era puntata verso il cielo, quindi ho pensato che stesse facendo Birdwatching.
- L'ho visto fare molti scatti, quindi penso che abbia fotografato molti uccelli.
"Un attimo! Non
le sembra un pò poco per credere che una persona stia facendo
Birdwatching? Avrebbe potuto anche stare fotografando un punto
più alto del Monte Peak..." suggeriì, per confondere le
acque.
"Ehm... beh..." fece Paul, preoccupato.
"Obiezione!
Questo non è possibile. Il luogo del delitto è il punto
più elevato non solo del Monte Peak, ma anche di tutti i monti
circostanti! Era praticamente impossibile che stesse cercando di
fotografare qualcos'altro, oltre agli uccelli!" disse Payne.
"Ehm... e se... e se Flash Snap stesse fotografando... degli UFO?!" azzardai.
Mamma mia... sto facendo talmente schifo da far rivoltare nella tomba tutti gli avvocati passati, presenti e futuri...
"..."
"..."
"..."
"..."
... sbaglio o sono più sconvolti di prima?
"... per curiosità, signor Trueman... durante la pausa, ha fatto
una nuotata in una vasca piena di birra? Perchè sembrate
completamente ubriaco..." disse il Giudice, con gli occhi sgranati.
No. Ma se non trovo un modo per uscire da questa situazione, farò una bella nuotatina nel Mare della Disperazione...
"Le teorie della difesa stanno diventando sempre più assurde. Gli alieni non esistono!" sentenziò Payne.
Vorrei tanto che esistessero, così potrebbero rapire il Giudice
e far finire subito questo processo... anche se questo distruggerebbe
l'ordine naturale delle cose. Che di recente mi pare piuttosto
fragile...
"Allora, signor Harold, ha qualcos'altro da dire?" domandò il procuratore.
"Ovvio! Volevo anche dire che..." disse, per poi ripetere l'ultimo frammento della sua testimonianza.
- La vittima era sul dirupo, intenta a fare fotografie.
- La macchina fotografica era puntata verso il cielo, quindi ho pensato che stesse facendo Birdwatching.
- L'ho visto fare molti scatti, quindi penso che abbia fotografato molti uccelli.
Uhm... potrei mostrare il diario e farla finita così, ma
poi non avrei più prove decisive da mostrare in caso faccia
un'altra testimonianza.
Meglio limitarsi ad incalzarlo anche qui.
"Un attimo! La
sua affermazione è piuttosto interessante. Come fa a sapere che
ha fotografato molti uccelli, soltanto a giudicare dagli scatti?"
domandai.
Stavolta non era per prendere tempo, però: era davvero un punto che non ho compreso per bene.
"Ehm... perchè ho visto il suo rull... AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!" urlò Harold.
COME COME COME?!
"Obiezione! Completi la sua frase, testimone!" dissi, sbattendo un pugno sul bancone.
"Ehm... perchè ho visto il suo Rulliolo! E'... E' un tipo di
uccello che vive solo da quelle parti! Si! Ecco perchè ho
pensato avesse fotografato molti uccelli!" provò a ribattere
Harold.
"Non esistono uccelli con quel nome! Dica la verità... lei sa
che Snap ha fotografato molti uccelli... perchè ha visto il suo
RULLINO! Vero!?" dissi, puntando il dito contro il testimone.
"Ghhh..." fece Paul, sudando copiosamente.
"E c'è un solo momento in cui lei avrebbe potuto vedere il
rullino... DOPO L'OMICIDIO, DI CUI LEI E' IL RESPONSABILE!" urlai,
sicuro.
"N... No..." sibilò il testimone, spaventato.
Stava andando tutto benissimo, quando...
"Obiezione! La difesa sta vaneggiando! Non ha prove per dimostrare la sua tesi!" disse Payne, sudante.
"Obiezione! Ed invece no! Io ho..." sentenziai, per poi fermarmi di colpo.
... Diamine, aveva ragione. Non ho prove per dimostrare che abbia visto il rullino!
Il diario di Flash è completamente inutile, qui... e non ho altre prove da mostrare!
"Allora, signor Trueman? Può mostrare delle prove o dobbiamo
aspettare il solito deus ex machina che spunterà all'ultimo
momento per modificare il mio verdetto?" domandò il Giudice.
... Se questa fosse una storia, il Giudice manderebbe a quel paese ogni tentativo di suspence...
"... No, mi dispiace, non ho nessuna prova." disse, sospirando.
"Bene, allora. Ormai, signor Trueman, avete contro-interrogato il
signor Harold su ognuna delle sue affermazioni. Direi che il
contro-interrogatorio possa considerarsi concluso." disse il barbuto
vecchietto.
C-COME?!
"Obiezione! Non può farlo! Ci sono ancora molte cose da controllare!" gridai, tentando di fermarlo.
"Mi dispiace, signor Trueman, ma lei non ha prove decisive. E dovrebbe sapere che, secondo il nostro sistema legale, le prove sono tutto. Senza prove, non
potete affermare nulla." sentenziò l'anziano.
Diamine! Com'è possibile!? Perchè solo perchè mi manca una prova non riesco ad affermare le mie ragioni?
Non è assolutamente giusto... quanto vorrei poter avere sempre in mano la prova che mi serve...
"Quindi, se non ci sono obiezioni... sono pronto ad emettere il mio
verdetto. Signor Otom, si avvicini al banco degli imputati." disse.
Prima, però, un flash avvolse la sala, e sul volto di Ralph si delineò un sorriso soddisfatto.
"Gotcha! Ho appena catturato in questa foto la pura essenza del suo volto
austero, con la sua possente e gloriosa barba, pronto a condannarmi! E'
una soddisfazione incredibile!" sentenziò Otom.
Quanto vorrei avere almeno metà del suo entusiasmo.
"Ehm... signor Otom? Come mai così allegro? Sto per dichiararla colpevole..." disse il Giudice.
"Vero. Ma se devo affrontare un evento negativo, meglio che lo faccia
con il sorriso sulle labbra! Così, non farà più
tanta paura!" spiegò il fotografo.
Strano, però: non mi sembrava così pimpante prima... che ci sia qualcosa dietro?
"Ad ogni modo, nonostante io la ringrazi per i complimenti sulla mia
gloriosa barba... Ralph Otom, per quanto concerne l'omicidio di
Flash Snap... io la dichiaro..." sentenziò, alzando il
martelletto.
... Ho perso.
Sono un pessimo avvocato. Non ho fatto altro che condannare il mio cliente...
Non sono all'altezza di Phoenix Wright...
... Jean, Otom, mi dispiace di avervi deluso...
Alla fine, soltanto un miracolo mi avrebbe permesso di vincere...
... E, a quanto sembra, i miracoli esistono, poichè...
"Obiezione! Mi spiace, Vostro Onore, ma questo Contro-Interrogatorio è ancora aperto."
*********************************************************************************
Capitolo corto, ma spero sia uscito bene.
Ringrazio moltissimo near7 e The Shadow per le recensioni!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 6: Turnabout Photography (udienza 1, fase 2, parte 2) ***
LTAA7
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 6: Turnabout Photography (udienza 1, fase 2, parte 2)
Il Signor Grossberg era appena entrato nella sala udienze, un pò sudato ed affannato, ed adesso si era fermato sul banco degli imputati, osservando il Giudice.
... Chissà perchè, quando qualcuno entra in questo
tribunale, si ferma sempre su quel banco. E mi chiedo dove siano gli
imputati ed altre persone, nel frattempo...
"Oggi è la seconda volta che mi interrompete prima del
verdetto... mi sembra di essere ai bei vecchi tempi dell'avvocato
Wright... allora, signor Grossberg, come mai non dovrei sospendere il
contro-interrogatorio del signor Harold?" domandò il Giudice.
"Ho con me una prova che potrebbe ribaltare le sorti del processo... ma
soltanto se messa in relazione con l'attuale contro-interrogatorio."
spiegò il mio capo.
Uh... quindi il rullino è davvero importante per il caso?
Grazie mille, capo. Dopo che torneremo allo studio, vi farò DUE tinozze di limonata!
"Obiezione!
Q-questa cosa è tutto fuorchè legale! La prova non
è sicuramente stata accertata dalla polizia!" tentò di
difendersi Payne.
Beh, perlomeno non si può dire che non sia tenace.
"Mi dispiace dirlo, signor Payne, ma la prova in questione è
già stata accertata dalla polizia. Quello che porto con me
è soltanto un'analisi del contenuto della prova stessa." disse
Grossberg.
Il Giudice chiuse gli occhi, riflettendo, per poi dire "Il signor
Grossberg ha ragione. Se la prova è stata già accertata
dalla polizia in precedenza, non c'è motivo per cui non sia
più valida, ora che è stata analizzata."
Uhm... il suo ragionamento non mi convince molto. Siamo sicuri che il
Giudice non stia dicendo una scemenza...? Ormai mi aspetto di tutto, da
lui...
Beh, fa nulla. In fondo, sta andando tutto a mio vantaggio...
"Potete consegnare la prova all'avvocato difensore." sentenziò il barbuto, battendo il martelletto.
Il capo allora abbandonò il banco degli imputati, tornando al suo posto in quello della difesa.
"Tieni, Lawrence." mi disse, consegnandomi il rullino sviluppato.
"Uhm... ho una domanda, signor Grossberg. Per caso, nel rullino c'erano
foto di uccelli? E' un informazione importante per la mia attuale linea
di difesa..." chiesi, speranzoso.
"Beh... posso garantirti che non c'è alcuna foto con degli
uccelli all'interno. Se vuoi, posso darti le foto e puoi controllare di
persona." sentenziò il capo.
Perfetto!
"Nah, penso che la vostra conferma sia sufficiente. Grazie mille, capo." dissi, per poi rivolgermi al Giudice.
"Vostro Onore, sono pronto a riprendere il mio contro-interrogatorio." sentenziai. Il barbuto annuì.
"Molto bene. Signor Harold, per favore, riprenda la sua testimonianza." disse poi, osservando il testimone.
"D... D'accordo..." disse Paul, teso, ripetendo la sua testimonianza.
... A noi due, Paul Harold.
- La vittima era sul dirupo, intenta a fare fotografie.
- La macchina
fotografica era puntata verso il cielo, quindi ho pensato che stesse facendo
Birdwatching.
- L'ho visto fare molti
scatti, quindi penso che abbia fotografato molti uccelli.
"Obiezione!
Mi dispiace, signor Harold... ma questa sua affermazione contraddice le
prove agli atti." dissi, cercando di sembrare il più determinato
possibile.
"Obiezione!
E' già stato chiarito in precedenza che le prove in nostro
possesso non possono contraddire le sue affermazioni!" provò a
contestare Payne.
"Obiezione! Procuratore, le devo ricordare che abbiamo una nuova prova... o meglio, una vecchia prova analizzata, adesso?" affermai.
"Ugh!" fece il procuratore, allontanandosi come se fosse stato colpito.
"Ad ogni modo, Harold... all'interno di questo rullino... non c'è nessuna foto di uccelli!" dissi.
"C-come?!" fece la guida turistica, sorpresa.
"Non le sembra strano? Dopotutto, ha detto che ha fatto tanti scatti..." feci notare.
"Obiezione! La vittima poteva avere semplicemente mancato gli uccelli, durante gli scatti!" disse Payne.
"Obiezione!
Le devo ricordare che la vittima era un fotografo di professione?
Dubito che potesse farsi scappare per 'molti scatti' qualunque
uccello!" dissi, puntando il dito contro il procuratore.
"Allora, signor Harold... vuole spiegarci questa contraddizione?" sentenziai poi, fissando il testimone.
"Ehm... ecco... io..." dissi, balbettando.
Uhm... mi sembra stia cedendo. Ormai, tutti gli indizi portano a lui...
Dai, Paul Harold... ammetti la verità.
"Ah, ma certo! Posso spiegare come mai non c'erano foto di uccelli nel
rullino che possedete!" disse Paul, sbattendo un pugno sul palmo della
sua mano.
... eh?
Ma no!
"Vostro Onore, temo che l'avvocato difensore abbia preso un granchio.
Vorrei spiegare alla corte il motivo dietro a tutto ciò..."
sentenziò Paul.
"Faccia pure." disse il Giudice, annuendo.
... ed ora che cosa si inventerà?
Deposizione del
testimone
-- IL RULLINO --
- Beh... è semplice: la vittima aveva un'altro rullino!
- Mi scuso se non l'ho detto in precedenza.
- Ad ogni modo, penso che così si spieghi tutto, no?
"Uhm... si, in effetti la sua spiegazione mi sembra parecchio logica." disse il Giudice.
... non ci credo! Ha DAVVERO fatto una spiegazione così?
Credevo che gli assassini tenessero meglio a mente i dettagli dei loro omicidi...
"Penso che questo basti per concludere la faccenda relativa al rullino.
L'accusa chiede che tutto ciò che si è detto in proposito
venga cancellato dal verbale del processo." suggerì Payne,
sbattendo una mano sulla sua pelata-bongo.
Non credere di averla vinta!
"Obiezione!
Vostro Onore, le ricordo che la difesa ha diritto a sostenere un
contro-interrogatorio. E vorrei eseguirne uno sull'ultima affermazione
del testimone." sentenziai.
"Uhm... avete ragione, signor Trueman. In fondo, in quest'aula di
tribunale ormai se non si contro-interroga qualcuno o qualcosa non si
va avanti con il processo... una volta hanno addirittura
contro-interrogato un pappagallo..." fu il commento del Giudice.
Ed anche degli spiriti, ricordiamocelo...
"Ottimo lavoro, Lawrence. Sembri proprio un avvocato professionista." commentò Grossberg.
Lo spero, almeno.
"Bene, avvocato. Può iniziare il suo contro-interrogatorio." disse il barbuto.
Bene, Paul Harold... questo processo è durato fin troppo.
Preparati ad essere sconfitto dalla Legge e dalla Verità!
... nota: non fare mai più giochi di parole sul mio nome...
Contro-interrogatorio
-- IL RULLINO --
- Beh... è semplice: la vittima aveva un'altro rullino!
- Mi scuso se non l'ho detto in precedenza.
- Ad ogni modo, penso che così si spieghi tutto, no?
"Obiezione! Signor Harold, la smetta di far perdere tempo alla corte." dissi.
Uhm... forse ora sto sembrando troppo presuntuoso...
... naaaah.
"Cosa intende dire, avvocato...?" disse Harold, sorpreso.
"Semplice... la vittima aveva portato con sè solo un rullino. Ed
ho con me una prova che lo dimostra." sentenziai, mostrando un diario.
"Oh, avete un diario, avvocato? Ricordo che da giovane, sbirciavo
sempre nel diario di mia sorella..." commentò il Giudice.
... il Giudice è stato giovane? E... aveva una sorella?!
Oddio... ora so da dove provengono le donne barbute, al circo...
"Questo diario non è mio, Vostro Onore. Apparteneva alla vittima... era il diario di Flash Snap." spiegai.
"Ed in questo diario..." dissi, aprendolo ed iniziandolo a leggere.
"C'è scritto chiaramente che sia la vittima che l'imputato
avevano portato con loro soltanto un rullino... con pochi scatti
disponibili, oltretutto!" sentenziai poi.
"C... cosa...!?" fece Paul Harold, sgranando gli occhi.
"Obiezione! La difesa sta molestando il testimone!" disse Payne.
"Obiezione!
La smetta di dire così, procuratore. Penso abbia capito anche
lei che ciò che ho appena detto contraddice inequivocabilmente
le affermazioni del testimone!" sentenziai.
"Obiezione!
La direzione che sta prendendo questo processo è completamente
assurda! Cosa c'entrano le foto di uccelli con il nostro caso?"
domandò il pelato.
"Semplice: sempre nel diario della vittima, è chiaramente
scritto che il giorno prima AVEVA FOTOGRAFATO UN UCCELLO!" spiegai.
"Come spiega allora che nel rullino in nostro processo non ci sia la
minima traccia di foto di uccelli?! Un rullino non è come un
album di fotografie, non si possono togliere delle immagini come se
nulla fosse!" dissi poi.
Un brusio iniziò a levarsi dal pubblico, ed il Giudice sbattè il suo martelletto.
"Ordine! Ordine! Signor Trueman, ha qualche idea riguardo a dove sia finita la foto?" domandò il barbuto.
"Beh... io non lo so... ma credo di conoscere qualcuno che lo sa!" dissi, con fare determinato.
Che bella sensazione... sto tenendo in pugno la sala udienze!
"Allora, signor Trueman, chi è questa persona?" domandò il Giudice.
"Semplice, questa persona è..." iniziai a dire, per poi mostrare la foto di Paul Harold.
... tra parentesi, quando l'ho ottenuta? Misteri del Registro Processuale...
"Paul Harold, Vostro Onore. Lui sa perfettamente dov'è il
rullino... e questo perchè è lui ad averlo preso!" dissi,
indicando nuovamente il testimone.
Nel frattempo, Paul Harold mi stava osservando, tremante e sudante come non mai.
"Lo ammetta, signor Harold... lei ha preso il rullino e lo ha sostituito, vero?" domandai, con tono calmo.
"Obiezione! La difesa sta vaneggiando! La teoria esposta dall'avvocato non ha senso!" fece il procuratore, alle strette.
"Obiezione! Forse per lei, procuratore, ma per me è tutto estremamente chiaro." affermai, con un sorriso soddisfatto.
"Vostro Onore, mi lasci rielaborare la teoria della difesa, in base a
ciò che è emerso finora." dissi, per poi iniziare a
spiegare.
"Paul Harold ha seguito Ralph Otom e Flash Snap sul Monte Peak, ed ha
raggiunto la vittima ieri, mentre scattava delle foto da sola. Alle
12.30 ha sparato a Snap, poi ha buttato la pistola ed ha atteso tre
minuti, dopodichè lo ha colpito con una coltellata. Subito dopo,
sapendo di Otom, ha fatto in modo che lui venisse accusato
dell'omicidio, ed ha agito nel modo seguente: per precauzione, in caso
nel rullino non ci fossero state più foto, l'ha sostituito con
un altro rullino, quello attualmente in nostro possesso. Ha poi settato
sei minuti indietro l'orario ed ha attivato la funzione di autoscatto
per tre minuti dopo. Subito dopo, si è dileguato a distanza di
sicurezza, mentre Ralph Otom arrivava. L'imputato allora, cercando di
salvare la vittima, ha pensato di estrarre il coltello dalla ferita di
Snap... venendo purtroppo inquadrato nell'atto, fornendoci la prova che
ci ha confuso le idee all'inizio di questo processo. Dopodichè,
Otom è stato arrestato con l'accusa di omicidio... ed il resto
lo sapete." spiegai.
"Allora, signor Harold... sono andate così le cose? Ormai, non
può fare altro che ammettere la verità... non ha
più appigli che la possano salvare." sentenziai.
"..." fece Paul... per mettersi le mani sulla faccia.
"N... no... NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!" urlò.
Uhm... tutto questo mi ricorda un quadro... com'era che si chiamava? Ah si, "l'Urlo".
"Obiezione! Ma... manca ancora il movente! Qual'è il movente di Paul Harold?" disse Payne.
"La smetta, procuratore." disse Harold.
"Uh...?" fece il pelato, sorpreso.
"Ormai non ha più senso mentire... si, sono stato io ad uccidere
Flash Snap. La dinamica dei fatti illustrata dall'avvocato coincide
perfettamente con la realtà. Vi serve un movente? Bene... voi
sapete che lavoro faceva Flash Snap?" domandò il testimone.
"Beh... era un fotografo..." dissi io.
"Esatto. Ma che genere di fotografo? Ve lo dico io. Una delle razze
più infime e subdole... gente che vive delle disgrazie degli
altri... Flash Snap era un paparazzo." spiegò l'assassino.
"Uhm...? Ma... i paparazzi non prendono di mira solo le celebrità?" domandò il Giudice, sorpreso.
"Certamente. Vedete... io non sono sempre stato una guida turistica...
in passato, ero un attore. Piuttosto promettente, a quanto mi dicevano.
Ero solo all'inizio della mia carriera... quando Snap mi ha rovinato la
vita." iniziò a dire Paul, con molta rabbia nella voce.
"Io ero sposato al tempo... ma, una sera, uscii con una mia vecchia
amica, con cui non mi vedevo da parecchio tempo... tuttavia, Snap era
in agguato, ci fotografò e vendette le foto ad una rivista di
gossip. Si diceva che io tradivo mia moglie, che c'erano altre amanti
ed un sacco di altre scemenze. Tuttavia... la gente tende a credere
più alle scemenze che alla verità. Dopo quella sera, la
mia vita venne rovinata per sempre: mia moglie chiese il divorzio,
nessuno mi volle per i propri film, e la mia amica... assediata tutti i
giorni dai giornalisti, non ce la fece più a resistere... e si
suicidò." continuò a dire, poi, mentre una lacrima
iniziava a rigargli il volto.
"Mi sono ritirato sul monte Peak, facendo la guida turistica... quando
due giorni fa, mentre passeggiavo, non ho visto Ralph Otom e Flash Snap
mentre salivano la montagna. Rivederlo mi fece tornare in mente
ciò che era avvenuto per colpa sua... e mi venne voglia di
ucciderlo. Allora, prendendo ispirazione dal caso al centro dell'ultimo
film di cui sarei dovuto essere protagonista, ho elaborato il piano per
uccidere l'uomo che mi aveva rovinato la vita. Il giorno dopo, mi sono
diretto sulla cima del monte Peak... ed il resto lo sapete." concluse,
asciugandosi le lacrime.
... mi dispiace per lui.
Purtroppo, ha ragione. In fondo... una bugia ha spesso più seguito della verità, in questo mondo.
Anche i tribunali, che dovrebbero portare sempre alla luce la verità... non sempre adempiono a questo compito.
Spesso qualche caso si conclude con verdetto sbagliato, o anche senza verdetto, come nell'ultimo caso di Phoenix Wright.
A molti procuratori, ma anche a molti avvocati difensori, importa solo
di vincere, senza nessun interesse nel cercare la verità.
E purtroppo, sono gli innocenti a farne le spese.
Paul Harold ha vissuto una storia simile, alla fine...
"Bene... questa è la verità. Potete arrestarmi. Non
opporrò resistenza. Sapevo tanto che l'indennità da lui
promessa non sarebbe servita..." disse Harold, mestamente.
Uh...? Lui chi?
La mia domanda, però, non ebbe risposta, in quanto due agenti
vennero e arrestarono Paul, che come aveva detto, non oppose la minima
resistenza.
*
Qualche minuto dopo, il Giudice aprì gli occhi, ridestandosi dai suoi pensieri.
"E così, questo processo è giunto alla fine." disse il
barbuto, per poi chiedere "Dov'è il signor Harold, procuratore
Payne?"
"In sala d'attesa... in manette, come al solito..." disse mestamente il procuratore.
Poverino... mi fa pena. Peccato che il bilanciamento dell'universo richieda che perda ogni volta...
"Bene. Signor Otom, si avvicini al banco degli imputati." disse.
Ralph Otom fece allora come gli era stato detto.
"Lei ha agito male cercando di estrarre quel coltello dal corpo di
Snap, finendo per diventare il principale sospettato... tuttavia, alla
luce dei fatti rivelati dall'avvocato Trueman... il vero colpevole
è venuto a galla. Motivo per cui la dichiaro..." iniziò
il Giudice.
"Non Colpevole." disse poi.
A seguire le sue parole, vari fischi ed applausi si levarono dal pubblico, e vari coriandoli caddero dal soffitto.
... ma non dovrebbe essere un tribunale, questo?
"Detto ciò, l'udienza è tolta." concluse l'anziano, sbattendo il suo martelletto.
*********************************************************************************
E così, finisce il caso 1 della fanfiction.
Il prossimo capitolo farà da epilogo al caso, ed introdurrà anche un personaggio molto importante.
Ringrazio come sempre near7 e The Shadow per le recensioni.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 7: Turnabout Photography (epilogo) ***
LTAA8
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 7: Turnabout Photography (epilogo)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°2
15
Giugno
Ore 11.21
"Non riesco a crederci... sono davvero riuscito a risolvere il caso?" mi domandai, incredulo.
E dire che prima ero qui a lamentarmi dicendo che il caso era irrisolvibile...
"I miei complimenti, Lawrence. E' stata un'udienza da manuale: sono
dovuto intervenire pochissimo, e sei riuscito senza eccessivi problemi
a scoprire la verità su questo complesso caso." disse
Grossberg, sorridendo.
"Adesso non esagerate, capo! Ho rischiato per due volte di far ricevere
una condanna ingiusta ad Otom... senza di voi, avrei perso."
sentenziai, in tutta sincerità.
"Anche questo è vero... ma devi considerare che il grosso del
lavoro lo hai fatto tu, io ho fatto solo alcuni piccolo interventi. E
comunque, per essere il tuo primo caso te la sei cavata egregiamente."
mi disse il capo.
"Basta, capo... mi state mettendo in imbarazzo..." affermai, grattandomi la nuca.
Subito dopo, però, io ed il signor Grossberg venimmo colpiti da un flash.
... inutile dire chi era, vero?
"Gotcha! Ho appena eternato una rappresentazione di un allievo che ha
superato il maestro, ottenendo una vittoria spettacolare in tribunale e
salvando la pelle al sottoscritto!" fece Otom, soddisfatto.
"Ad ogni modo... grazie mille, signor Trueman. Se non fosse stato per
lei, adesso sarei già dietro le sbarre!" disse poi, felice.
"Non c'è bisogno che mi ringrazi, signor Otom. Ho fatto solo il mio lavoro." replicai.
E nemmeno tanto bene, se devo essere sincero...
"Le spedirò il pagamento il prima possibile!" sentenziò poi Ralph.
"Nessun problema, davvero. Prenda tutto il tempo che le serve." dissi.
"Grazie mille per la comprensione! Ora scusatemi, ma... ho un grosso
impegno di lavoro e devo essere puntuale. Ci vediamo!" fece Otom,
correndo fuori dal tribunale.
... cioè, aveva impegni di lavoro il giorno del suo processo? Era parecchio fiducioso, allora...
"Scusami, Lawrence, ma ora devo andare anch'io. Ero venuto qui anche
perchè dovevo sostenere un processo... che inizierà tra
circa quaranta minuti. Devo ripassare un pò il Registro
Processuale e rivedere sulla mia linea di difesa... se ti va, puoi
venire ad assistervi." propose Grossberg.
Io scossi la testa deciso, per poi dire "Mi dispiace, capo, ma per oggi
questo processo basta e avanza. L'unica cosa che voglio fare è
tornare a casa e farmi una bella dormita..."
Il signor Grossberg rise.
"Ah ah ah! Ti capisco. Non preoccuparti, allora, va pure a casa. Hai
fatto un ottimo lavoro e meriti di riposarti. Ci vediamo domani allo
studio legale, allora." fece il mio capo, allontanandosi e dirigendosi
verso un'altra Sala Imputati.
... aaaaaaah... finalmente solo.
Cosa potrei fare, adesso?
Uhm... quasi quasi, prima di andare a casa, mi farò un bel riposino sul divano della Sala Imputati...
O forse non dovrei, considerato che non appena ci si si siede sopra vengono a chiamarti tutti i tizi che passano...
A questo proposito, chi diamine erano quei due? Frank Lytalk e quell'uomo...
Non capisco perchè mi abbiano dato a parlare. Io non sono mai
andato a parlare di persona con l'avvocato che si occupava di un caso,
quando ero solo un ragazzino appassionato di processi...
Che ci sia qualcosa sotto?
... Naaah, sarà solo la mia solita paranoia.
"Un processo risolto in grande stile, signor Trueman." disse qualcuno alle mie spalle.
Uh...? Chi sarà, adesso?
Mi girai, trovandomi davanti un uomo.
Era sulla cinquantina d'anni, con addosso una camicia azzurra, una
cravatta viola, i capelli brizzolati e gli occhi azzurri, che mi stava
fissando con uno sguardo inquietante.
"Tuttavia, devo dire che ho alcune riserve sul suo modus operandi." sentenziò l'uomo.
"Uhm...? Cosa intendete dire? E sopratutto, chi è lei?" domandai.
"Il mio nome non ha importanza. Se volete, potete chiamarmi... Gerald Ford. Gerry per gli amici." rispose.
"E lei è mio amico. Perchè io sono amico di tutti gli
avvocati e di tutti i procuratori." aggiunse successivamente, con un
leggero sorriso di superiorità.
... Gerald Ford? Non so perchè, ma sono certo che sia un omonimo di qualcosa...
Però, non ho capito la sua ultima frase.
"In che senso lei è amico... di avvocati e procuratori?" domandai.
"Vede, signor Trueman... non sempre in tribunale la difesa e l'accusa
riescono a vincere senza nessun aiuto. A volte i testimoni mancano. A
volte le prove scarseggiano. Ed allora... chiedono aiuto a gente come
me. Ma credo che lei lo sappia bene... è un Trueman, dopotutto."
disse Ford.
In che senso 'è un Trueman'? Non ho capito...
... Aspetta un attimo.
"Lei... da aiuto ad avvocati e procuratori quando mancano di dettagli
decisivi per risolvere il caso? Quindi, lei è..." provai a dire.
"Esattamente. Un modificatore della verità. Un distorsore della
giustizia. Certa gente nel mio ambito si definisce così. Ma,
volgarmente, la gente ci definisce... falsari." rispose l'uomo.
Un... falsario!?
"Sta scherzando, vero?" domandai, leggermente intimorito. Perchè un falsario dovrebbe parlarmi?
"Vede... ho seguito il suo processo, oggi. Ho notato come avete dovuto
arrampicarvi sugli specchi dopo la pausa, in attesa della prova che le
doveva portare il panzone limonaro... è una bruttissima
sensaziione, vero? Ma io la capisco. Mi dica, però... non le
piacerebbe poter disporre di tutte le prove che le servono al momento
giusto? O preferisce aspettare inutili salvatori all'ultimo minuto,
rischiando che i vostri clienti vengano condannati?" mi domandò
Gerry.
"Io sono un avvocato. Io devo servire la giustizia. Non posso usare prove false." dissi.
Però... devo ammettere che l'offerta è allettante...
nella seconda fase del processo, effettivamente la mancanza di prove
è stato un grosso ostacolo per la salvezza di Otom...
... Che diamine stai pensando, Lawrence?! Non puoi accettare questa offerta!
"Lei è un avvocato da appena un processo, signor Trueman. E'
ovvio che non sappiate come gira il mondo... ricordatevi solo una cosa:
la giustizia è cieca. E questo significa che ogni tanto gli
innocenti ne fanno le spese." replicò l'uomo, dopodichè
mi prese il braccio e vi posò un biglietto.
"Questo è un numero con cui potete contattarmi. Io
attenderò la vostra decisione..." disse, mentre si dirigeva
verso l'uscita della Sala Imputati.
"Arrivederci, Lawrence Trueman." fece poi, uscendo dalla sala.
Io rimasi fermo, completamente immerso nei miei pensieri, osservando il biglietto da visita di Gerry Ford.
E così si concluse il mio primo caso. Con una scelta. Una scelta
che avrebbe condizionato il mio futuro in maniera irreparabile.
Avrei dovuto stracciare quel biglietto, o dire a qualcuno del mio incontro, o ancora portare il numero alla polizia.
Non feci nulla di tutto questo.
Me lo misi in tasca, dopodichè mi diressi verso l'uscita del tribunale.
... questo, fu uno dei più grandi errori della mia vita.
*
... Lawrence Trueman. Quell'avvocato sel'è cavata fin troppo bene.
Credevo che non cel'avrebbe fatta ad incastrare Paul Harold... ed invece, c'è riuscito.
No no no. Questo non va bene. Non va assolutamente bene.
Avevo promesso ad Harold che l'avrebbe passata liscia. Non ho mantenuto la parola.
Inaccettabile. Io devo SEMPRE mantenere la parola.
Bene bene bene. Lawrence Trueman.
Sai che hai un nome ironico? Il tuo nome è composto da Law, Legge, e True, Vero.
Sembra quasi che fosse stato deciso dalla tua nascita che tu dovevi fare l'avvocato...
Bene, allora.
Modificherò la Legge. Occulterò il Vero.
Ti manovrerò, Lawrence Trueman. Sarai il mio burattino.
Ed alla fine, anche tu non sarai altro che un fantoccio nelle mie mani.
Ed il bello sarà che non te ne accorgerai nemmeno.
Così, non potrai più interferire nei miei piani.
Goditi la tua libertà, perchè tra poco non la possiederai più.
Hai iniziato una guerra con me, vincendo questo processo.
E non ho intenzione di fartela vincere.
Caso 1
Turnabout Photography
FINE
*********************************************************************************
E così, finisce il primo caso di Lawrence Trueman: Ace Attorney.
Questo capitolo è dedicato a The Shadow, che mi ha aiutato molto per alcuni dettagli e suggerimenti!
Ringrazio poi lui e near7 per le gentili recensioni.
Dal prossimo capitolo, inizierà finalmente il caso 2 della
fanfiction, nel quale appariranno dei nuovi personaggi insieme a vari
personaggi del primo Ace Attorney...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 8: Turnabout Reboot (introduzione) ***
LTAA9
LAWRENCE TRUEMAN: ACE
ATTORNEY
Capitolo 8: Turnabout Reboot (introduzione)
Quelli che vi ho appena raccontato sono gli eventi che sono avvenuti durante il mio primo caso come avvocato difensore.
Potrebbe sembrare marginale, visto nell'ottica di tutto ciò che è successo successivamente.
In effetti, la prima parte della mia carriera può essere
considerata la più... normale, nella quale non è successo
nulla di troppo eclatante.
Tuttavia... nonostante non me ne fossi accorto, il mio futuro stava venendo plasmato sin dai miei primi casi.
Frank Lytalk, l'uomo misterioso, Gerry Ford.
Erano solo tre delle tante persone che mi avrebbero aiutato a cadere in fondo al baratro.
Due di loro sono stati fondamentalmente marginali, a dire il vero... ma
gli effetti delle loro azioni si videro solo a lungo andare. E furono
le più devastanti.
Al contrario, le azioni di uno di loro si palesarono solo verso la fine
della mia carriera, il periodo a tutti gli effetti più 'pieno'
del mio passato di avvocato, dove scoprì molti dettagli
inquietanti sul mio passato.
Persino questo primo caso, nonostante sembrasse piuttosto normale,
avrebbe in seguito rivelato di nascondere vari, inquietanti segreti.
E' tempo che vi inizi a raccontare del mio secondo caso.
Probabilmente, dopo l'incontro con il falsario, molti di voi si saranno
chiesti come mai avessi avuto una relazione così... fredda,
all'arrivo di Ford.
La verità... è che ero pietrificato. Non sapevo cosa fare.
Lo ero per l'eccitazione di aver trovato una riserva infinita di prove
per i miei casi... oppure, come pensavo al tempo, per i dubbi che avevo riguardo all'uso
delle prove false?
Arrivato a questo punto, ormai non saprei più dirlo.
Tuttavia, come avrete notato, io sono un tipo fortemente ansioso...
è solo subito dopo, che ho iniziato a riflettere sull'incontro
che ho avuto dopo la risoluzione del caso.
Precisamente... nel corso del mio secondo caso, iniziato una settimana dopo il precedente.
In sè, è probabilmente il caso meno importante della mia carriera.
Tuttavia... le riflessioni che ho fatto e le persone che ho incontrato
sarebbero stati molto importanti per farmi diventare ciò che
sono diventato, sia a breve sia a lungo termine.
Questo caso, oltretutto, è uno dei motivi per cui precedentemente credevo di essere un "Ace Attorney".
Perchè? Lo scoprirete presto...
Anni prima.
???
???
21 Giugno
Ore 18.15
"Tu, brutta...!"
"AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!"
"Fermatevi, entrambe!"
"TI UCCIDERO'! TI UCCIDERO'!"
*ZACK!* *BLUB*
"Steve!"
"No... Steve... STEVE!!!"
Caso 2: *** Turnabout Reboot ***
*********************************************************************************
Ringrazio Shadow e near7 per le recensioni.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 9: Turnabout Reboot (investigazione 1, preludio) ***
LTAA10
LAWRENCE TRUEMAN: ACE
ATTORNEY
Capitolo 9: Turnabout
Reboot (investigazione 1, preludio)
Studio Legale Grossberg
21 Giugno
Ore 16.35
"Yawnnnn..." feci io, coprendomi la bocca con la mano.
Ero spaparanzato sulla scrivania del signor Grossberg, demoralizzato e privo di ogni energia.
"Uhm? C'è qualche problema, Lawrence?" mi domandò il mio
capo, mentre prendeva dal frigorifero una bottiglia piena di limonata
fatta a mano.
"Nah... nessun problema, capo. Sono solo annoiato." mentìi, affondando la testa nelle mie braccia.
Invece di problemi ce n'erano eccome...
Stavo ancora pensando all'incontro che ho avuto con Gerry Ford, una settimana prima.
Quell'incontro di breve durata era stato per tutto quel tempo il mio chiodo fisso.
Come mai quel falsario si è avvicinato a me? A quanto ne so, in genere sono gli avvocati a rivolgersi ai falsari...
Mi rigirai il biglietto da visita di Ford tra le mani, continuando a chiedermi perchè non me ne fossi ancora sbarazzato.
In fondo, è un falsario... ed utilizzare prove false in tribunale è il crimine più grave in assoluto.
Per i procuratori, generalmente la cosa si risolve in una semplice penalità.
Per gli avvocati difensori, invece, la pena è molto più dura...
La perdita del distintivo.
Questi pensieri mi fecero tornare alla mente gli eventi dell'Aprile di cinque anni prima...
Il caso dell'omicidio di Magnifi Gramarye... l'ultimo caso di Phoenix Wright.
Non ho mai saputo nei dettagli lo svolgimento del caso... ma tutti ne conoscono le conseguenze.
Dopo quel caso... Wright venne privato del suo distintivo, con l'accusa di falsificazione delle prove.
Non sono mai riuscito a crederci.
Che Wright avesse davvero falsificato le prove? Si era trovato davanti
un caso talmente difficile che non aveva avuto altra scelta, per
salvare il suo cliente?
Ormai, nessuno può dirlo. E mai nessuno lo dirà.
La verità su quel caso rimarrà celata... per sempre.
Tuttavia... io come dovrei agire?
So che è completamente immorale e sbagliato usare prove false... ma devo anche contare che le prove possono scarseggiare.
Vedesi il mio primo processo. Ho avuto un sacco di problemi a
scagionare Otom proprio perchè le prove che mi servivano non
c'erano.
Non so cosa fare...
... Aaaaaaaaah! Meglio non pensarci... in fondo, a chi servono le prove
false? Io servirò la giustizia fino alla fine, ed in modo
'pulito'.
Anche se...
... No, Law, smettila. Non devi pensarci più. Vediamo un pò cosa fa in televisione...
Presi il telecomando ed accesi la TV, trovandomi di fronte un servizio speciale di un telegiornale.
"Oggi è un giorno storico per
tutti i fan del famoso show del 'Samurai d'Acciaio'! Oggi, infatti,
inizieranno le riprese del reboot della serie, intitolato
'L'Invincibile Samurai d'Acciaio'! Al contrario di tutte le precedenti
serie, questa sarà un nuovo inizio per il franchise, ed un modo
per far avvicinare nuovi fan ad una serie che ha ormai ben sette anni
di vita. Al contrario di quanto si credeva, oltretutto, pare che Will
Powers non riprenderà il suo ruolo come Samurai d'Acciaio, ed al
suo posto verrà chiamato ad interpretare il ruolo di
protagonista il noto attore Steve Arwen. Per celebrare la rinascita
della serie, oltretutto, i Global Studios hanno deciso di permettere ai
fan della serie, previo l'acquisto di un biglietto, di assistere alle
riprese della prima puntata del telefilm!"
Rimasi a sentire la notizia, leggermente interessato.
Il Samurai d'Acciaio... mi piaceva quello show, quando avevo quindici anni.
Peccato che la serie fosse stata interrotta... a causa della morte di
Jack Hammer, l'attore che interpretava il Giudice Oscuro, l'antagonista
principale della storia.
Subito dopo, è entrato in produzione il 'seguito' della serie,
ovvero la 'Principessa Rosa'... che, chissà per quale motivo, mi
ha sempre ricordato qualcuno come aspetto...
Da lì sono iniziate serie, miniserie, sottoserie, sopraserie,
destroserie e chi più ne ha più ne metta, ed ho perso
interesse nella serie.
Uhm... se questa serie sarà un nuovo inizio, quasi quasi potrei
anche vederla... sperando che non inizino anche qui con le serie,
miniserie, sottoserie, sopraserie, destroserie e chi più ne ha
più ne metta...
Mentre io continuavo a sentire il servizio al telegiornale, nel frattempo, qualcuno suonava alla porta.
"Vado io." disse il signor Grossberg, posando la bottiglia di limonata ed andando ad aprire alla porta.
"Salve, capo! Law è qui?" domandò una voce abbastanza giovanile.
"Oh, benvenuta cara! Si, Lawrence è qui. E' alla sua scrivania al momento." rispose Grossberg.
Incuriosito, spensi la televisione e mi alzai, dirigendomi verso
l'ingresso dello studio legale: una volta arrivato qui, mi trovai
davanti una mia vecchia conoscenza.
Era una ragazza di vent'anni, dai capelli lisci lunghi fino alle spalle
color sabbia, con gli occhi verdi, un paio di occhiali relativamente
grossi, una lente di ingrandimento in mano e vestita con abiti simili a
quelli di Sherlock Holmes.
"Ehilà, Law! Come va?" mi domandò la ragazza, sorridendo.
Anch'io sorrisi di rimando, per poi dirle, leggermente imbarazzato "Ciao, Jean... tutto a posto, tu?"
Lei è Jean Watson, la mia migliore amica.
Ci siamo conosciuti all'università... e ci siamo promessi di diventare entrambi avvocati.
Al momento, io sono diventato un avvocato a tutti gli effetti... mentre
Jean deve ancora attendere che le consegnino il suo distintivo.
Ha la fissa delle indagini, ed è una grande appassionata di romanzi gialli, sopratutto quelli di Arthur Conan Doyle.
Il suo detective preferito in assoluto è Sherlock Holmes, che lei idolatra in modo quasi maniacale.
E' una delle persone più importanti della mia vita... e certe volte non sono sicuro che lei sia 'solo' un'amica.
"Benissimo!" fece Jean, per poi dire "Ho saputo della tua
strepitosa vittoria in tribunale, una settimana fa. Ti era capitato per
le mani un caso difficile, eh...?"
"Già. In più punti, ho pensato che per Otom fosse ormai la fine..." ammisi, grattandomi la nuca imbarazzato.
"Beh, ma alla fine il Giudice lo ha dichiarato innocente, no? Questo è l'importante!" disse la ragazza.
"Ad ogni modo... come mai sei qui, Jean? Non mi avevi detto che saresti venuta..." domandai.
"Brillante ed esatta osservazione, Law! Infatti, questa visita l'ho
programmata perchè... ho una sorpresa per te." spiegò la
ventenne.
"Uh...? Una sorpresa?" chiesi, leggermente sorpreso.
"Consideralo un regalo per la conclusione del tuo primo caso..." disse, per poi iniziare a frugarsi nelle tasche.
"Mi avevi detto una volta che eri un grande fan del Samurai d'Acciaio, vero?" mi chiese, mentre continuava a cercare qualcosa.
Si, ero un fan dello show, prima che iniziassero le serie, miniserie, sottoserie, sopraserie... insomma, ci siamo capiti, credo.
"Si... perchè?" domandai di rimando a Jean.
"Beh... perchè io sono da poco riuscita a procurarmi questi!"
fece la ragazza, prima di sventolarmi praticamente davanti alla faccia
due biglietti, accompagnandoli da un bell'"Ecco!"
... Beh, almeno inizia a fare confidenza con le 'espressioni da avvocato'...
Osservai con più attenzione i biglietti, per poi capire cosa fossero.
"Uh...? Ma... sono i biglietti per osservare la registrazione della
puntata della nuova serie del Samurai d'Acciaio! Come hai fatto a
procurarteli?" domandai, confuso.
"Oh... ho un amico che lavora ai Global Studios e mi ha regalato due biglietti." spiegò la ragazza.
"Davvero?" chiesi: Jean non mi aveva mai detto di avere amici del genere...
"Assolutamente no, Law! Li ho semplicemente comprati qualche tempo fa,
ma li ho conservati fino ad oggi per farti una sorpresa!" disse subito
dopo.
... eh?
"Scusa... perchè prima mi hai detto tutt'altra cosa, allora?" domandai, ancora più confuso di prima.
"Volevo verificare se riuscivi a scovare la verità dalla mia
deposizione! A quanto pare, tuttavia, non ci sei riuscito." fu la
spiegazione di Jean.
"Scusa, come pretendevi che scoprissi la verità? Non sapevo
nemmeno che la tua fosse una deposizione! E tantomeno avevo prove per
dimostrarlo!" mi lamentai, leggermente scocciato.
"Potevi incalzarmi ed ottenere maggiori informazioni! Così,
probabilmente, sarei caduta in contraddizione, e tu avresti potuto
dimostrare che stavo mentendo! Ne hai ancora di strada da fare per
diventare un avvocato di successo, Law..." commentò Watson.
... Grazie mille, Jean. Sei un toccasana per la mia autostima.
"Ad ogni modo... scusa, ma non credo che possa venire con te ai Global
Studios. Sai, devo rimanere qui allo studio, in caso qualche cliente
arrivi e cercasse un avvocato..." dissi, leggermente scocciato.
"E perchè mai, Lawrence? Posso occuparmene io." disse il signor
Grossberg, che nel frattempo stava bevendo un sorso da un bicchiere
contenente la sua ormai famosa limonata.
Ah, ma allora c'è ancora! Credevo che il capo fosse diventato un
pezzo dell'arredamento, visto che non diceva più nulla...
"Uh? Ne siete sicuro, signor Grossberg?" domandai.
"Sicurissimo: ti concedo il pomeriggio libero. In caso arrivi qualche
cliente, me ne occuperò io: non ho altri casi sottomano, al
momento. Tu pensa solo a divertirti insieme a Jean." sentenziò
il mio capo, sorridendomi.
Io sorrisi di rimando, per poi dire "Grazie mille, capo!"
Subito dopo, mi diressi verso Jean, per chiederle "A che ora inizia la ripresa della puntata?"
"Uhm... più o meno tra due ore. Se prendiamo un taxi adesso,
dovremmo riuscire ad arrivare in largo anticipo agli studi
televisivi." disse la mia amica, controllando l'ora sul suo orologio da
polso.
"Bene, allora. Global Studios, stiamo arrivando!" feci, avviandomi
allegro verso la porta, mentre sentivo Jean ridacchiarmi alle spalle.
Non potevo immaginare che, di lì a poco, sarebbe iniziato il mio secondo caso come avvocato difensore...
*********************************************************************************
Come sempre, ringrazio The Shadow e near7 per le recensioni. Spero che questo cap vi sia piaciuto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 10: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 1) ***
LTAA11
LAWRENCE TRUEMAN: ACE
ATTORNEY
Capitolo 10: Turnabout
Reboot (investigazione 1, parte 1)
Global Studios
Ingresso
21 Giugno
18.10
Diamine Diamine Diamine Diamine Diamineeeeeeeh!
Dovevamo arrivare in tempo qui ai Global Studios... e invece NO! Doveva succedere QUALCOSA in mezzo alla strada!
"Aaaaaaaaah! Che cavolo! Qualcuno mi spiega da dov'è uscito quel
tipo dai capelli biondi innatuali inseguito da un intero zoo!? Per
colpa sua, il traffico è rimasto bloccato per tre quarti d'ora!"
feci, furente.
"Su, calmati, Law... non è ancora così tardi: se ci
sbrighiamo, dovremmo arrivare comunque in tempo per assistere alla
presentazione." disse Jean, con molta calma.
"Uhm...? Tu dici, Jean?" domandai, calmandomi leggermente.
"Si... camminando in modo spedito, dovremmo riuscire comunque ad
arrivare in tempo." spiegò la mia amica, controllando il suo
orologio da polso.
"Uhm... ne sei sicura?" chiesi subito dopo.
"Al 90%!" rispose lei, sorridendo.
Sorrisi anch'io di rimando, e le dissi "E va bene, allora. Mettiamoci in marcia!"
A proposito... nella fretta, non ho manco fatto caso all'ambiente... e dire che ho sempre voluto farci una visitina.
Sembra una specie di parco giochi. Dove ci troviamo noi, la reception e
il cancello dividono l'ingresso da quello che sembra una specie di
violotto che prosegue per un sentiero affiancato da diversi alberi...
sembra quasi l'ideale per occultarci qualcosa di sospetto.
"Ehiii! Sbaglio o proprio tu, poco fa, ti lamentavi per il ritardo? Che stai facendo? Stai ammirando la natura?"
"... Dannazione! E' vero, scusami! Sbrighiamoci, allora!"
E detto ciò entrambi, attraversando frettolosamente il primo sentiero, ci dirigemmo verso lo Studio 1, dove si
sarebbero svolte le riprese della puntata del Samurai d'Acciaio.
Global Studios
Ingresso Studio 1
21 Giugno
18.12
... Bene, siamo arrivati ad un bivio, adesso, ma perlomeno ho la certezza di essere quasi a destinazione.
Difatti, una specie di arco (con tanto di telecamera a riprendere chi arriva), divide il viotollo dalla nostra meta.
E, a proposito, finalmente vedo la famosa mascotte del luogo, Mr. Monkey...
Uhm... ora che ci penso, i Global Studios sono stati il luogo dove
è avvenuto il delitto di Jack Hammer, l'attore che nella prima
serie del Samurai d'Acciaio interpretava il 'Giudice Oscuro'... ovvero,
la vittima del terzo caso di Phoenix Wright.
E un anno dopo, l'attore che interpretava il 'Samurai di Nichel', Matt
Engarde, è stato accusato e condannato per l'omicidio di Juan
Corrida, effettuato sotto suo pagamento dall'assassino Shelly de Killer.
E due anni dopo, mi sembra fosse successo qualcosa in un'ambasciata... ma non ricordo bene.
... ed io sono un avvocato difensore che sta andando a vedere una registrazione di una puntata del Samurai d'Acciaio.
... chissà perchè, ho un brutto presentimento...
"Uhm... Law?" fece Jean, fissandomi ed interrompendo i miei pensieri.
"Uh...? Che c'è, Jean?" chiesi, curioso.
"Beh... mi chiedevo... per curiosità, chi era il pubblico
ministero, al tuo primo processo?" mi domandò la mia amica.
"Uhm...? Beh... era un procuratore chiamato Winston Payne... perchè me lo chiedi?" risposi, curioso.
"Ecco... mentre arrivavamo qui in taxi... ho visto la BlueStone per la strada." spiegò la giovane Watson.
La BlueStone... ovvero, la prima università frequentata da me e
Jean. In seguito, avevamo deciso però di cambiare
facoltà, essendo la BlueStone poco seria, dato che faceva
promuovere tutti... e l'atmosfera sembrava quella di un liceo. La
pubblicità ci aveva tratti in inganno...
"Uhm... si, mi ricordo. La nostra prima università, giusto?" chiesi.
"Esattamente. Ho ripensato a quella ragazza che avevo incontrato l'ultimo giorno in quella scuola, Lilith Light..." disse Jean.
"Lilith Light...?" feci, non ricordandomi di una ragazza con questo nome.
"Te ne avevo parlato, no? Era una ragazza abbastanza chiusa... e mi
aveva detto che le interessava la legge quanto me, anche se frequentava
la facoltà di Psicologia." continuò la mia amica.
... qualcuno a cui la legge interessa quanto Jean!? Ma è impossibile!
"Visto il suo carattere, ho sempre pensato che sarebbe diventata un
procuratore... mi chiedo poi che fine abbia fatto, dopo che me ne sono
andata." completò.
"Beh... hai detto che studiava Psicologia, no? Magari è diventata una psicologa..." suggerì io.
"Anche questa è una possibilità." ammise Jean, per poi dire "Chissà se la incontreremo mai di nuovo..."
"Chi lo sa. Ad ogni modo... meglio allungare il passo, o non arriveremo
in tempo alla registrazione." dissi, accelerando un pò il passo.
"D'accordo!" fece la mia amica, seguendomi a ruota.
Global Studios
Esterno Studio 1
21 Giugno
18.16
E così, è questo lo Studio 1...
A vederlo dall'esterno, sembra un enorme cubo giallo chiaro, con un
portone di medie dimensioni dalle pareti azzurre al centro e qualche
finestra attorno.
Mi chiedo come sia all'interno... anche perchè è stata la
'presunta' scena del crimine del terzo caso di Phoenix Wright, e mi
piacerebbe osservarlo un pò da vicino.
Ad ogni modo... meglio avviarsi, oppure ci perderemo la registrazione...
Iniziai ad avvicinarmi alla costruzione, ma prima che potessi fare pochi passi, Jean mi bloccò, prendendomi la mano.
"Uh...?" feci, sorpreso.
"Law... non ti sembra ci sia qualcosa che non va...?" domandò la mia amica, sospettosa.
"Eh...? In che senso qualcosa che non va?" chiesi di rimando, non notando nulla di strano.
"Beh... dovrebbe iniziare tra pochi minuti lo spettacolo, no? Allora...
perchè non c'è nessuno, qui?" riflettè Jean.
...
Jean aveva ragione: non c'era letteralmente NESSUNO, qui... non doveva
essere un superevento con tantissimi biglietti venduti o roba simile...?
"In effetti è strano..." commentai.
Tuttavia, non eravamo soli come pensavamo...
"Oh, c'è qualcuno! Bien, bien!" disse una voce.
"Uh...? Chi ha parlato?" domandai, guardandomi intorno.
"Io! Uh uh uh!" fece un'altra volta la voce... e finalmente, il suo proprietario apparve davanti a me e Jean.
"C... COSA?!" urlai, spaventato.
Davanti a noi c'era... MA COSA?!
"Saaaalve a tutti!" fece... MISTER MONKEY!
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!!!!" urlai, in preda al panico.
"ODDIO! ODDIO! ODDIOOOOOOOOHHHH!!!! UNA SCIMMIA PARLANTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!" gridai subito dopo, in completo shock.
Jean, nel frattempo, mi stava osservando confusa, sbattendo gli occhi.
"Ehm... Law...?" provò a dire la mia amica.
"UNA SCIMMIA PARLANTE!!! MORIREMO TUTTIIIIIIIIIIIIII!!!" continuai ad urlare.
"Law...?" fece ancora Jean, basita.
"SI SALVI CHI PUOOOOOOOOOOOOO'!!!!" feci subito dopo.
"Law... è un attore." mi fece notare infine la mia assistente.
"E' LA FINE DEL MON... eh...?" fu la mia reazione, interrompendo il mio ultrasclero.
"Law, quante possibilità ci sono che qui arrivi una statua vivente di Mr. Monkey...?" mi domandò la ragazza.
"Ehm... poche?" azzardai.
"Praticamente meno dello 0%. Law, ricordati sempre che, quando elimini
l'impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile...
deve essere la verità." disse poi.
... Eccola, è partita in Sherlock Holmes-mode. Sarà tipo la trecentesima volta che mi cita questa battuta...
... e che io sappia, non è neanche l'unica... mi sembra di aver già sentito qualcun altro usare questa frase...
"La signorina ha ragione, signor Onda Marina... io non sono una statua
parlante..." disse 'Mr. Monkey', per poi togliersi la testa e...
mostrare il volto di un uomo sulla trentina d'anni, con i capelli
biondi pettinati elegantemente e gli occhi marroni.
"Albert Vising, per servirvi!" disse, per poi fare un inchino... o
almeno, tentare di farlo, visto che si bloccò a metà
strada... e fu costretto a tornare in posizione eretta.
... Onda Marina...? Sarà per i miei ricci...?
"Fatemi indovinare, siete qui per lo show del Samurai d'Acciaio, vero?" domandò Vising, con un grosso sorriso.
Io feci per rispondere, ma prima che io e Jean potessimo dire qualunque
cosa, Albert riprese a parlare, dicendo "Ma certo che siete qui per lo
show del Samurai d'Acciaio! Per quale altro motivo dovreste essere
qui?!"
Immediatamente, iniziò a frugare con la sua mano libera
all'interno di una borsa che teneva a tracolla, ed iniziò a
lanciare per aria vari volantini.
"Perchè state lanciando in aria tutti quei volantini...?" domandò Jean, curiosa.
"Eeeeh... scusatemi, deformazione professionale. Sono stato assunto per
fare pubblicità ai Global Studios... ed il mio compito è
praticamente quello di lanciare volantini in giro." si
giustificò il trentenne.
"Capisco..." dissi, prendendo da terra uno dei tanti volantini lanciati da Vising.
Era un volantino con sopra un'immagine del Samurai d'Acciaio su sfondo
rosso, con una scritta sul fondo che recitava 'La vera leggenda...
inizia ora.'.
... Ho sempre odiato le pubblicità pompose come questa...
Però, quasi quasi me lo tengo come ricordo, questo volantino...
Subito dopo, piegai il volantino e lo misi nel Registro Processuale.
... tra parentesi, perchè me lo sono portato dietro...? Non ho ancora accettato un caso...
"Scusate, signor Vising... posso chiederle una cosa?" domandò Jean, osservando il pubblicitario.
"Dica pure, signorina! Volete volantini, per caso?" fece Albert, iniziando a lanciare altri volantini per aria.
"Ehm... no, volevamo sapere... qui dovrebbe avvenire la registrazione
della prima puntata della nuova serie del Samurai d'Acciaio, giusto?
Allora... come mai qui non c'è nessuno?" chiese la mia
assistente.
Albert aspettò un pò per rispondere, per poi sospirare e
dire "Eeeeh... ha colto nel segno, signorina. Questa nuova serie non ha
attirato l'attenzione di nessuno... e la critica ed i fan si sono
scagliati parecchio contro varie scelte, come ad esempio il cambiare
l'attore che interpretava il Samurai d'Acciaio con Steve Arwen, invece
di ridare il suo ruolo a Will Powers... però, io lo so
perchè non è venuto nessuno!"
"Uhm...? Ovvero?" chiesi, curioso.
"E' semplice... è colpa mia! Non ho distribuito abbastanza
volantini!" fece Albert, mostrando poi un'espressione intristita e
lanciando in aria altri volantini.
"Ehm... no, signor Vising... posso garantirle che non è
sicuramente colpa sua... i volantini avrebbero raggiunto ben poca parte
del target di riferimento in ogni caso..." commentò Jean.
"Ah, davvero?" domandò Vising.
"Esattamente." disse la giovane Watson in risposta.
"Oh, bien! Grazie per la sua delucidazione, signorina! Ecco, tenete un
volantino!" fece il trentenne, iniziando nuovamente a lanciare
volantini per aria.
... Ma quanti volantini ha, questo tipo...?
"Per curiosità... siamo gli unici ad essere venuti qui per la
registrazione, quindi, o ci sono altre persone?" domandò la
ragazza dai capelli color sabbia.
"Oh, ci sono altre persone, qui: a quanto ne so, sono andate tutte in
giro per gli Studios, in attesa dell'inizio della registrazione, ma la
maggioranza delle persone è andata verso lo Studio 3."
spiegò Vising.
"Studio 3? Non erano solo due gli Studi?" domandai, confuso.
"Oh, è stato costruito solo recentemente... se volete andare
lì, dovete andare precisament..." disse, per poi provare ad
indicare una direzione...
... per poi fare una faccia scioccata.
"Cosa sta succedendo, signor Vising...?" chiese Jean, leggermente preoccupata.
"P... per mille volantini! L... lo Studio 3... Sta andando a fuoco!" fece Albert, spaventato.
COSA?!
*********************************************************************************
Mi scuso per il grandissimo ritardo nella pubblicazione di questo capitolo... ma ho avuto vari problemi di cui occuparmi.
Ringrazio parecchio The Shadow per il commento e per tutti gli aiuti
che mi hai dato per questo capitolo, sopratutto per la scelta del nome
di Albert Vising.
Allo stesso modo, però, ringrazio near7 per il commento, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
Il personaggio di Lilith Light appartiene a The Shadow, e l'evento descritto da Jean è presente nella fic "Lilith Light: Parallel Ways" da lui scritta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo 11: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 2) ***
LTAA12
LAWRENCE TRUEMAN: ACE
ATTORNEY
Capitolo 11: Turnabout
Reboot (investigazione 1, parte 2)
A seguito delle parole di Vising, io e Jean ci girammo, osservando la direzione puntata dal pubblicitario...
E vedendo, con estremo stupore, un edificio in lontananza, completamente avvolto dalle fiamme.
Sgranai gli occhi, osservando l'incredibile avvenimento.
"Ma cos...!?" feci, prima che Jean mi dicesse qualcosa.
"Law, dobbiamo andare lì immediatamente!" affermò la mia
assistente, con un tono che tradiva una certa, ma comprensibilissima,
preoccupazione.
Non era difficile capirne il motivo: c'erano altri fan del Samurai d'Acciaio lì vicino!
E se l'incendio era scoppiato da poco...!
Preoccupato, dissi "Andiamo!", per poi correre in direzione dello Studio 3.
Jean mi seguì a ruota, lasciando indietro Albert, ormai dimenticato.
Per tutta la corsa, il mio unico pensiero fu rivolto ai vari presenti,
sperando che nessuno fosse stato bloccato all'interno dell'edificio in
fiamme...
Global Studios
Esterno Studio 3
21 Giugno
18.28
Diamine... da vicino la situazione sembra anche peggiore!
Le lingue di fuoco circondavano completamente il fabbricato, ed una
gigantesca nuvola di fumo si stava andando a creare al di sopra di esso.
Molte persone, probabilmente dipendenti dei Global Studios ed alcuni
dei fan del Samurai d'Acciaio citati da Vising, stavano scappando via,
lontani da quello Studio inghiottito dal fuoco.
"Ma cosa diamine...!?" fu il mio primo commento, osservando l'edificio
in fiamme: come poteva essere successa una cosa del genere!?
Tuttavia, Jean mi fermò, guardandosi attorno, per poi indicare un punto vicino al fabbricato.
"Law, guarda! C'è qualcuno, lì!" disse poi la mia assistente.
"Uhm!?" subito, mi voltai verso il punto da lei indicato, vedendo con
grande preoccupazione che una persona stava osservando l'edificio,
immobile.
"Ehi, voi! Allontanatevi subito da lì! E' pericoloso!" gridai,
preoccupato che quella persona potesse diventare vittima dell'incendio.
"N... Non posso! Non posso!" disse l'individuo, un uomo sulla quarantina, osservando con terrore la costruzione.
"Eh!? Perchè?" domandai, confuso: non mi sembrava ci fosse qualcosa a bloccargli la strada...
"Mio figlio... MIO FIGLIO E' LI' DENTRO!" urlò subito dopo l'uomo, in preda al panico.
COSA?!
A sentire queste parole, io sgranai gli occhi.
S... Suo figlio è lì dentro?!
Diamine... diamine... diamine!
Osservai subito l'edificio, ancora in fiamme.
Il figlio di quell'uomo era lì dentro... in mezzo alle fiamme...
...
Strinsi i pugni, e prima che me ne potessi accorgere... mi ritrovai a correre verso l'entrata dello Studio 3.
Ignorai Jean che, fortemente sorpresa dal mio gesto, mi chiamò
da dietro, come anche il fatto che probabilmente stavo andando incontro
alla mia morte...
Global Studios
Interno Studio 3
21 Giugno
18.31
Mi resi conto di ciò che stava succedendo solo quando fui dentro all'edificio, guardandomi intorno.
Faceva molto caldo, lì dentro: tutto attorno a me, vi erano
fiamme... e, davanti a me, quattro persone svenute... tra i quali anche
un ragazzino.
Vicino c'era anche quello che sembrava un costume di scena andato a
fuoco... diamine, rischiano di venire bruciati, così...
... Un attimo. Una di loro...
Noto qualcosa di strano in una delle persone, ma prima che possa muovermi...
*Cling...* *Cling...*
... Cos'era questo rumore...!?
Preoccupato, alzo lo sguardo...
Vedendo con sommo orrore che un riflettore sta per staccarsi dal soffitto...
... E CADERE SOPRA DI ME!
Immediatamente, cerco di gettarmi di scatto verso un altro punto dello Studio, ma...
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!"
N... non ho fatto in tempo... cavolo! Mi è rimasta la gamba incastrata sotto il riflettore!
Uhnnnn... provo a muoverla, ma niente... e le fiamme attorno a me e agli altri quattro aumentano sempre di più...
"Ghhh..."
N... no... non può finire così...
Mi faccio forza il più possibile, cercando di far uscire la gamba da sotto il riflettore...
"Hnnnnnnggggg..."
Dopo qualche secondo e molta forza, riesco a liberarmi...
Diamine... fa malissimo... ma non ho tempo per pensarci.
Le fiamme continuano ad aumentare... e quelle persone potrebbero fare una brutta fine...
Cerco di ignorare il dolore e dirigermi verso di loro, evitando le
fiamme e facendo attenzione alle cose che stanno cadendo dal soffitto...
E, una volta arrivato a poca distanza da loro, scopro l'amara verità...
"Ma... che diamine...!?" feci, sgranando gli occhi.
Una delle quattro persone... è MORTA!
E non per l'incendio... ha un riflettore sopra di sè, ed una grossa macchia di sangue appena sotto di lui...
C'è stato un omicidio, qui!?
... Non è il momento di pensarci, ora! Devo fare in fretta!
Rapidamente, mi metto il ragazzo in spalla, per poi iniziare a trascinare le altre due persone, diretto verso l'uscita.
Probabilmente non è la soluzione migliore per portarli fuori... ma non ho altra scelta...
Mi muovo il più veloce che posso, nonostante il peso di tutte le persone che sto portando in salvo...
Inizio a boccheggiare e la mia vista inizia ad annebbiarsi...
No, no, no... non posso... devo uscire...
P... Perchè mi sono cacciato in questa situazione...?
Inizio a sudare... non riesco più a vedere chiaramente... sento
solo il calore delle lingue di fuoco attorno a me ed il rumore di vari
attrezzi di scena che cadono al suolo...
D... Devo farcela... non posso morire qui...
Avverto aria fresca... sento che siamo vicini all'uscita...
Però, quando mancava pochissimo all'uscita...
*Cling...*
Un rumore, qualcosa che cade. Un forte dolore alla testa.
E poi, il buio.
*********************************************************************************
Ringrazio di cuore The Shadow per tutta l'assistenza datami per questo capitolo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo 12: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 3) ***
LTAA13
LAWRENCE TRUEMAN: ACE
ATTORNEY
Capitolo 12: Turnabout
Reboot (investigazione 1, parte 3)
Clinica Hotti
21
Giugno
Ore 21.35
...
...
...
...
...
...
"Hnnn..." mugulai, aprendo lentamente gli occhi.
Mi trovavo all'interno di una stanza d'ospedale, sopra ad un lettino.
Le pareti sono di colore giallognolo, e sopra di me c'è una
lampada, probabilmente per permettere di leggere durante la notte ai
pazienti.
Alla mia sinistra c'era un separè rosa, con a fianco un comodino con sopra un televisore.
Una volta che mi resi conto di dove mi trovavo, sbattei gli occhi un paio di volte, confuso.
Sono... vivo...?
L'ultima cosa che mi ricordo è che ero nel fabbricato in fiamme... mentre cercavo di salvare quelle tre persone...
...! Le persone!
Mi guardai immediatamente attorno, cercando qualcuno dei tre uomini
presenti dentro allo Studio 3... ma non c'era nessuno nella stanza,
oltre a me.
O almeno così credevo...
"Uh uh... certo che quella spilletta giallognola porta sfortuna a
chiunque la indossi, eh? Uh uh uh... faresti meglio a metterla in
tasca... così ti risparmieresti i problemi degli altri due
venuti qui con le amichette con i capelli lunghi e scuri... uh uh
uh..." fece improvvisamente una voce viscida e sottile, accompagnata da
un alito tremendo.
Girai il capo seguendo l'odore pestilenziale, e...
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!" urlai, spaventato.
Accanto a me, c'era un tizio calvo, con solo una zazzera di capelli
rosa shocking sul capo, un volto di forma cilindrica e una bocca priva
della maggior parte dei denti (di cui, la metà rimanenti, di un
giallo acceso).
L'uomo (o l'alieno?) portava un camice da dottore sbottonato... e mi stava osservando in maniera estremamente inquietante...
... Oddio... cosa vuole da me...?
"C-Che cosa vuole da me?! SONO TROPPO GIOVANE PER MORIRE!" urlai,
mentre mi alzavo le coperte sopra la testa in modo da non vederlo.
"Via, via... uh uh... sei ancora perfettamente in forze... uh uh uh...
lo stai dimostrando tu stesso..." rispose il tale, grattandosi
energicamente sotto il braccio (una frazione di secondo prima), e poi
sulla testa (quella dopo).
"Dov'è il dottore?!" domandai, in preda al panico.
"E' qui... è proprio qui davanti a te... uh uh uh... direttore
Hotti in persona... uh uh uh... per servirti... credo... uh uh..."
mi... 'confidò' il tale, avvicinandosi una mano vicino alla
bocca per spifferarmi la frase e gettando occhiate alla sua sinistra
per non so quale ragione.
"Eh!? Lei è il direttore!?" domandai, sconvolto.
Che... che razza di ospedale avrebbe come direttore una persona così!?
... Oddio oddio oddio oddio... qualcuno mi venga a salvare...
"Uh uh uh... sì, esatto... e, beh... per quanto riguarda le
persone incidentate assieme a te... uh uh..." mormorò in maniera
ambigua, riprendo a grattarsi.
A sentire quelle parole, io alzai lo sguardo da sotto le coperte, sgranando gli occhi.
Le persone!
"Come stanno!?" chiesi, preoccupato per la loro sorte più che mai.
"Uh uh uh... bene... credo... uh uh... siete stati tutti fortunati...
spettasse a me simile sorte quando mi appresto a compiere i miei
svaghi... uh uh..." mi confidò nuovamente il tale. Pare che ogni
sua posizione sia schematizzata e ripetuta... come quelle di tutti gli
altri che incontro.
"Oh... meno male." dissi, tirando un sospiro di sollievo.
Immediatamente, cercai di alzarmi dal posto... ma appena mi misi in posizione supina, sentìi una forte fitta alla testa.
"Ah!" feci, prima di toccarmi la testa, notando una fasciatura tutt'attorno ad essa.
"Uh uh uh... è il danno che hai riportato da tale incidente...
te l'ho medicato personalmente... uh uh uh... ringrazia il fatto che
sei protagonista della storia che stai vivendo... credo... uh uh..." mi
fiatò addosso il tale, continuando a fissarmi e a lacerarsi la
pelle a causa del prurito.
Eh...!? E'... è stato lui a medicarmi!?
... Ommamma...
E poi, cosa diamine intendeva con 'sei protagonista della storia che stai vivendo'...?
"Ehm... signor Hotti... Vorrei chiederle se posso andarmene, ora..." dissi, timidamente.
L'unica cosa che volevo era andare il più lontano possibile da quella clinica, in quel momento...
"Uh uh uh... non si dice grazie? Sai, non è che lo pretendo,
però... uh uh uh... mi farebbe piacere ricevere almeno un...
'omaggio'... uh uh uh uh..." il tale, stavolta, allungò il volto
verso di me, sgranò gli occhi e iniziò a smuovere le dita
della mano in maniera disgustosa. La posa, tra l'altro nuova per me, mi
fece non poca paura...
"Ti dirò... attualmente, conservo con cura la foto della donna
con i boccoli rossi... uh uh uh... e ho anche sgraffignato quella della
seconda ragazzina con i capelli scuri... uh uh... però... si
sono ridotte un pò male... uh uh... e, mi chiedevo, se oltre a
quella che hai tu ora dietro ne avessi altre... uh uh uh... vedi, gli
occhi così... beh, così diretti di quella persona mi
deconcentrano, credo... uh uh uh... anche se non complesso non è
male." analizzò il presunto dottore, riassumendo la sua posa
confidenziale.
"... Eh?" feci, non avendo capito le frasi del 'direttore'.
"Credo che voglia una mia foto, Law!" disse una voce molto familiare, poco lontana da 'Hotti'.
Mi voltai verso di lei e, una volta visto chi aveva parlato, dissi con grande sorpresa "Jean!?"
"In carne, ossa ed intuito, Law!" mi disse Jean in risposta, con un leggero sorriso sul volto.
Subito dopo, ella si girò verso 'Hotti', dicendogli "Oh,
direttore... vi vogliono in portineria: vi è arrivato un pacco
da un certo 'Finokkietto_xdxd'..."
"... Uh uh uh... molto bene... lo aspettavo da tanto..." disse il 'direttore', andando verso la
porta, per poi girarsi verso di me e, di nuovo avvicinandosi una mano
alla bocca e guardando verso la sua destra, dirmi "E tu, per la
prossima volta che verrai qui, prepara una foto... di buona
qualità, diciamo... uh uh uh...", prima di uscire dalla stanza.
... non so perchè, ma l'ultima frase mi ha messo paura. E tanta...
Tuttavia, misi rapidamente da parte quell'uomo e le sue strambe richieste, girandomi verso Jean.
"Jean... tutto a posto?" domandai, osservando la mia amica.
"Tutto ok, Law, non preoccuparti! Tu invece?" mi chiese lei, con un tono lievemente preoccupato.
"Oh... beh, dato che sono ancora vivo dopo aver fatto quella cosa,
direi che sto bene, grazie..." dissi semplicemente, per poi
massaggiarmi la testa fasciata.
"Non capisco come ti sia venuto in mente di fare quella cosa, Law! Sei
stato eroico, certo... ma hai corso un grossissimo rischio! Lo sai
questo, vero?" mi chiese Jean, guardandomi negli occhi.
Io li abbassai, udendo quelle parole, per poi dirle "Si... mi dispiace, Jean..."
"Non preoccuparti di questo. L'importante è che tu stia bene." mi disse in risposta la mia amica, sorridendo.
"Grazie..." dissi in risposta, per poi domandare "Comunque...
cos'è successo? L'ultima cosa che mi ricordo è qualcosa
che mi colpiva in testa..."
"Oh, quello è stato uno dei riflettori dello Studio 3: sei stato
davvero fortunato, quel colpo avrebbe potuto ucciderti!" mi
informò Jean, con un tono leggermente severo, per poi continuare
a dire "Comunque... i soccorsi sono arrivati pochi minuti dopo che sei
entrato nel fabbricato in fiamme: una volta lì, hanno domato
l'incendio e hanno portato fuori te e le tre persone svenute,
fortunatamente. Anche se..."
"Anche se...?" domandai, temendo di sapere quali fossero le prossime parole di Jean...
"Beh... pare che prima dell'incendio... ci sia stato un omicidio, all'interno dello studio." disse subito dopo la mia amica.
... Infatti. Come pensavo.
"Ugh... sì, avevo visto anch'io il cadavere, quando sono entrato... si
sa per caso di chi si tratta?" domandai, voglioso di avere più
informazioni su ciò che era avvenuto.
"Non ci sono ancora moltissime informazioni, al momento: si sa però che il nome della
vittima è Steve Arwen... l'attore che doveva interpretare il
Samurai d'Acciaio nella nuova serie." mi informò la mia
assistente.
... eh?! Il protagonista è morto?!
... LO SAPEVO! Quella serie è maledetta! Chiunque ci lavori è destinato a morire!
"Capisco... poveretto, mi dispiace parecchio per lui." dissi,
ripensando al momento in cui avevo ritrovato il cadavere nello Studio
3...
Di sicuro qualcuno, probabilmente l'assassino, deve aver appiccato
l'incendio per eliminare tutte le prove... ma qualcosa non deve essere
andato per il verso giusto, viste le condizioni in cui ho trovato le
persone all'interno dello Studio 3...
"Ad ogni modo... c'è qualche indiziato per
l'omicidio?" domandai subito dopo.
"Ah, sì, ecco! Questo mi premeva dirtelo
quanto prima possibile! Sappi, Law, che c'è già un sospettato... un
quattordicenne, tra l'altro." mi rispose con piglio serio, particolarmente
quando fece menzione al presunto colpevole di turno.
"Eh!?" feci, ricordandomi del ragazzo che si
trovava dentro al fabbricato...
Com'era possibile che avessero accusato un
ragazzino di quattordici anni di omicidio?!
E'... è semplicemente assurdo!
E' vero, a quattordici anni in questo paese
una persona è penalmente perseguibile, ma mi pare assurdo che, tra tutti i
presenti, abbiano accusato proprio il ragazzino!
"E secondo quale logica avrebbero accusato
lui?! Perchè non hanno accusato me, ad esempio!? Anch'io ero nello Studio 3!"
domandai, piuttoso nervoso per ciò che la mia amica mi aveva appena detto e non
badando a cosa stavo dicendo.
"Così stan le cose..." fece lei, con tono
più tranquillo, sospirando e scuotendo il capo. "Comunque, ti dirò che, in
realtà, a un certo punto è saltato fuori il tuo nome, ma... 'qualcuno' ha
prontamente fatto scartare l'ipotesi a causa del fatto che ci sono due testimoni
oculari che affermano che tu ti sia diretto verso lo Studio 3 proprio durante
l'incendio... la squadra di indagini ha concordato che, in effetti, così
l'omicidio sarebbe stato assurdamente rocambolesco."
"Uh...? 'Qualcuno' chi...?" chiesi, curioso,
ed anche sollevato dal fatto di non essere incluso nella 'lista nera'.
"Credo si riferisca a me, Law." disse
qualcuno, appena affacciatosi all'ingresso.
Immediatamente, riconoscendo la voce, mi
girai di scatto verso la porta, vedendo il nuovo arrivato.
Sgranai gli occhi, una volta realizzato chi
era la persona di fronte a me.
"T... Travis!?" feci, sorpreso.
Non credevo che l'avrei reincontrato tanto
in fretta...
*********************************************************************************
Ringrazio The Shadow per la mano datami per questo capitolo, per i
dialoghi con Hotti e Jean, ed anche per vari pareri e correzioni.
Il personaggio di 'Finokkietto_xdxd' non appartiene a me, ma a The Shadow.
Ringrazio anche near7 per la recensione al capitolo scorso.
Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo 13: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 4) ***
LTAA14
LAWRENCE TRUEMAN: ACE
ATTORNEY
Capitolo 13: Turnabout
Reboot (investigazione 1, parte 4)
Non riuscivo a credere ai miei occhi. Davvero avevo finalmente reincontrato Travis...?
Non credevo sarebbe successo così presto...
Mi soffermai un attimo ad osservarlo: aveva i capelli neri lunghi fino
alle spalle, gli occhi azzurri, e vestiva con una giacca e dei
pantaloni di colore giallo... anche se in modo molto trasandato: non
aveva infatti la cravatta, teneva la camicia fuori dai pantaloni e la
giacca aperta.
Oltretutto, in mano aveva una racchetta da tennis, ed in quel momento stava facendo qualche 'palleggio' con una pallina.
"Come va la vita, Law? Sono secoli che non ci vediamo!" mi
domandò Travis, osservandomi mentre continuava ad esercitarsi
con la palla.
Io continua a fissarlo, ancora non sicuro che la persona davanti a me fosse davvero lui.
"Travis...? Sei... sei davvero tu?" chiesi, non rispondendo alla domanda del mio amico.
"Ovviamente! Travis Harley, in tutto il suo splendore e vigore
tennistico! Chi altri?" mi chiese ironicamente, senza abbandonare il
suo palleggio neanche per un istante.
"Non ci credo... credevo avrei dovuto passare un sacco di tempo prima
di poterti incontrare di nuovo!" dissi sorridendo, parecchio felice per
ciò che stava succedendo.
Lui è Travis Harley, uno dei miei più cari amici, che conosco sin da quando andavo alle elementari.
Anche lui lavora nell'ambito forense... ma non come avvocato difensore,
bensì come procuratore, ed ha iniziato la sua carriera prima
prima di me.
E' un grande appassionato di tennis... al punto da parlare spesso utilizzando metafore correlate a tale sport.
Ammetto che, oltre la voglia di proteggere gli innocenti, uno dei
motivi che mi hanno spinto a diventare avvocato era proprio la voglia
di reincontrare Travis.
E' sempre stato un tipo un pò esibizionista e scapestrato... ma
sempre gentile e disponibile. E' una delle persone che rispetto di
più al mondo, e se gli facessi qualche torto, non riuscirei mai
più a perdonarmelo.
"Eh! Pensavo lo stesso, sai? Ho sentito della tua recente
vittoria in tribunale... come al solito, il vecchio Payne si è
dimostrato un procuratore di leggendaria (scarsa) fama... ma, da quanto
ho avuto modo di sentire, sei riuscito a mettere a segno dei dritti
straordinari per un principiante..." disse il mio amico, sorridendo di
rimando.
In risposta all'affermazione, mi grattai la nuca imbarazzato, dicendo
"Oh, dai, non credo di essere stato poi tutto questo granchè...
penso che qualunque avvocato sarebbe riuscito a farcela..."
"Infatti è così. Anche se la difesa fosse stata
rappresentata da uno sturalavandini Payne avrebbe perso... non ci vuole
molto, dopotutto: basta entrare nell'aula e per il povero vecchietto
è già gioco, partita e incontro..." mi rispose Travis,
senza perdere il sorriso e seguendo con lo sguardo la pallina che
rimbalzava sulla sua racchetta.
"Uh...?" fu la mia reazione, per poi abbassare lo sguardo, deluso,
dicendo "Allora è vero, sono solo una nullità senza un
minimo di capacità come avvocato, è stata solo fortuna
che sia riuscito a battere Payne...", ranocchiand... ehm, rannichiandomi (ho visto troppo quell'Anime con le rane aliene, di recente...) in un angolino,
mentre un alone di depressione mi ricopriva ed una nuvoletta di pioggia
spuntava sopra la mia testa...
"Oooh, uffa! Dovevi proprio deprimermelo, Travis? Ora ci vorranno ore
per farlo tornare allegro!" si lamentò Jean, subito dopo.
"Non preoccuparti, so già come farlo uscire da quello stato."
disse semplicemente Travis, senza scomporsi minimamente nonostante la
mia reazione esagerata.
"Ah si? E come?" domandò Jean, probabilmente incuriosita
riguardo a questo modo che lei non conosceva, avida di sapere come al
solito.
"Elementare, mia cara Watson..." fu la replica del procuratore, mentre sul suo volto si delineava un leggero ghigno.
Subito dopo, Travis lanciò una pallina in aria... per poi
lanciarla verso di me... o meglio... in mezzo alle mie gambe.
"AAAAAAAAAAAHIIIIIIIIII!!!!" urlai subito dopo, tenendomi il punto
colpito, decisamente dolorante. Diamine, quel colpo era potente!
"... credevo che avresti dovuto renderlo allegro..." fu la reazione di
Jean, decisamente basita da ciò che era avvenuto... ma
cominciando a prendere appunti. Brr... perchè lo sta facendo...?
"Mai detto. Ho detto che l'avrebbe fatto USCIRE da quello stato, non
che l'avrei fatto tornare allegro..." replicò Travis, tornando a
palleggiare, con un'altra pallina spuntata da chissà dove.
... non devo più deprimermi con Travis nelle vicinanze...
"Ouch... che male... però, in ogni caso, devo ringraziarti,
Travis." dissi subito dopo, cercando di non pensare al dolore.
"Per la pallinata...?" mi chiese il procuratore, osservandomi con uno sguardo decisamente confuso.
"Ma no, non per quella! Mi riferivo all'avermi difeso dalle accuse, mentre ero incosciente!" spiegai, semplicemente.
"Oh, quello! Figurati, Law, è stato un piacere: sapevo che non
potevi esserci tu dietro la morte di Arwen! Sei sempre stato un tipo
molto mite e tranquillo, era difficile persino trovarti lontano dal tuo
banco a scuola e vederti fare qualcosa che non fosse studiare! Non vedo
per quale motivo tu avresti voluto o potuto architettare l'omicidio di
qualcuno... a meno che tu non sia in realtà un genio del male
travestito da Law sapendo che io avrei condotto le indagini per sviare
i sospetti..." disse Travis, fissandomi estremamente insospettito.
... Ehm... non posso di certo dire che non stia prendendo in considerazione ogni ipotesi...
"Er... non preoccuparti, Travis, sono proprio io. Più che
altro... volevo parlarti proprio delle indagini. Con tutto il
rispetto... ma come hai potuto pensare di accusare un ragazzo
dell'omicidio di Arwen? Mi pare assolutamente insensato, e scusa se lo
dico..." dissi, subito dopo, fissando il mio amico con uno sguardo
contrariato.
Mi dispiaceva parlargli così, ma dovevo proprio dirglielo... non approvavo per nulla la sua decisione.
"Le prove ritrovate sulla scena del crimine portano tutte a lui. Io le
ho solo interpretate... e non c'è ragione per cui io abbandoni
la mia ipotesi. Perderei la chance per vincere il set, se lo facessi."
sentenziò semplicemente Travis, in risposta, continuando a
palleggiare con tutta la calma del mondo.
"Ma è solo un ragazzino! Come puoi essere certo che sia il
colpevole!?" feci, a dir poco sconvolto dal fatto che il mio amico
avesse accettato un'ipotesi come quella senza problemi.
"Come ti ho già detto, non l'ho deciso io, ma la scena del
crimine. Se non è stato lui, allora non sappiamo chi possa
essere." rispose il procuratore, e notai una leggera punta di
nervosismo e sarcasmo nella sua voce, anche se non troppo marcata.
"Ne... ne sei proprio sicuro, Travis? Non c'è nessun altro
possibile colpevole...?" domandai, leggermente timoroso, essendomi
accorto del tono precedentemente usato da Travis.
"..." il mio amico, in risposta, mi lanciò un'occhiataccia,
dicendo "Law, senti, io ho sudato sette camice per riuscire a
scagionarti dalle accuse che volevano farti, e tu mi ringrazi
così? Se non fosse per me ti saresti risvegliato dritto al
centro di detenzione, lo sai questo?"
"S... si... ma..." dissi, intimidito dallo sguardo di Travis.
"Bene, allora. Smettila di dirmi come fare il mio lavoro, allora. Se
dico che quel ragazzino è colpevole perchè le prove
dicono così, è così, punto e basta. E non dire una
parola di più su questa questione, mi hai già seccato
abbastanza." sentenziò subito dopo il mio amico, con tono
seccato e senza staccare il suo sguardo da me.
"Uh... ma... io..." balbettai, non aspettandomi una reazione simile, e sentendomi tremendamente in colpa.
Complimenti, Lawrence, hai spazientito Travis subito dopo averlo reincontrato... ottimo lavoro, davvero...
"... basta così." disse semplicemente il mio amico, tentando di
calmarsi, per poi dire "Immagino tu voglia incontrare l'imputato
adesso, vero?"
"B... beh, sì..." risposi, ancora non ripresomi da ciò
che mi aveva appena detto un attimo prima, e preoccupato che la mia
risposta potesse innervosirlo ancora di più.
"Ne ero certo." sentenziò Harley, per poi mostrare un leggero sorrisetto, dicendo "Sei molto prevedibile, sai?"
"Uh..." feci, grattandomi la nuca: mi sentivo un pò imbarazzato
per essere stato definito prevedibile, ma al contempo il fatto che
avesse sorriso mi aveva rassicurato molto.
Travis è stato un grande amico, e non vorrei perderlo per nulla
al mondo. Ci sono rimasto molto male quando ci siamo dovuti separare, e
la possibilità di reincontrarlo in tribunale è stato uno
dei motivi che mi hanno motivato di più, durante il mio periodo
universitario, a studiare giorno e notte ininterrottamente, esame
dopo esame, fino al momento in cui ho iniziato il mio apprendistato
presso il signor Grossberg.
E, mentre osservavo il mio mentore all'opera, mi sono sempre immaginato
io al posto suo, obiettando contro il procuratore di turno, che io
immaginavo sempre con il volto di Travis.
Ed ora che l'ho reincontrato, sono più che pronto ad accettare
un caso pur di trovarmelo di fronte in aula, non importa quanto
difficile o impossibile.
Nel mentre, il mio amico aveva aperto la porta, permettendo a due persone di entrare.
Una era un ragazzino di quattordici anni, con i capelli neri sparati in
tremila direzioni diverse (se programma di diventare avvocato, ha una
carriera assicurata, con quella pettinatura), parte dei quali raccolti
in un codino, con un giubbotto nero addosso, una maglia con sopra un
carattere giapponese che non riuscivo a decifrare, una macchina
fotografica al collo, quello che sembrava un rotolo antico attaccato
alla cintura, un paio di jeans e delle scarpe nere.
L'altro invece era un uomo, di trentasette anni, piuttosto mingherlino,
vestito con una camicia azzurra ed una giacca blu scuro addosso, con
una cravatta rossa al collo, dei pantaloni blu scuro, una calcolatrice
in mano, i capelli a spazzola castani e gli occhi verdi, ed in quel
momento stava tenendo bloccato in ragazzo con un paio di manette.
Oltretutto, ma forse era una mia impressione, mi sembrava avere lo
sguardo distante, come se stesse pensando ad altro, continuando a
premere i tasti del suo calcolatore. La cosa che più mi
colpì però era il fatto che stesse cercando di evitare di
incrociare lo sguardo con il ragazzo, il che mi sembrò piuttosto
strano: il suo lavoro non era di tenere d'occhio sempre e comunque i
sospettati?
"Vi presento il detective incaricato delle indagini, Paul Hayes. Il
ragazzino invece è il sospettato del caso, Cody Hackins." disse
Travis, presentando le due persone appena entrate.
... Cody Hackins? Hm... questo nome l'ho già sentito da qualche parte... ma non mi ricordo dove.
"Uh... salve..." dissi, relativamente imbarazzato, tendendo la mano verso Cody, cercando di essere cordiale.
"... ma sei scemo, per caso? Non vedi che mister-Perquisizione-Perfetta
mi ha ammanettato per benino? Mi pare sia leggermente inopportuno
stringermi la mano, eh!" fece subito dopo il ragazzo, voltando lo
sguardo ed incrociando le braccia per quanto poteva, con un'espressione
imbronciata.
... ouch. Partiamo male...
"Il ragazzino qui presente è stato trovato a poca distanza dal
corpo del deceduto Steve Arwen, il quale aveva un riflettore sul suo
corpo, probabilmente fatto cadere da lui. Oltretutto, sul costume di
scena indossato dalla vittima, fortunatamente salvatosi dalle fiamme,
sono state ritrovate le sue impronte digitali." spiegò
semplicemente il detective Hayes, senza staccare gli occhi dalla sua
calcolatrice.
Chissà cosa ci starà facendo di tanto interessante...
"Uhm, quindi secondo la versione della procura, questo ragazzo avrebbe
spinto Arwen sotto al riflettore per poi farglielo cadere addosso? Non
per dire, ma mi pare un pò debole, come accusa..."
domandò Jean, riflettendo su ciò che il poliziotto aveva
appena detto.
"Infatti non è così semplice, Watson. C'è un
altro, piccolo dettaglio di cui dovete tenere in conto... ma come
procuratore, non sono tenuto a dirvelo. Dopotutto siete persone
estranee al caso." rispose Travis, semplicemente, riprendendo a
palleggiare con la racchetta.
"In altre parole, bellezza, chiudi quel forno." disse semplicemente Cody, acido.
"Ehi!" fece lei, infastidita dalle maniere rudi del sospettato.
"Tutto questo mi ricorda una situazione di un episodio della prima
serie del Samurai d'Acciaio... il Samurai d'Acciaio veniva incastrato
dal Giudice Oscuro, accusandolo di aver ucciso l'imperatore di Neo Olde
Tokyo durante un incendio..." dissi io osservando la situazione,
pensando ad alta voce.
A quelle parole, il volto del ragazzo si illuminò, girandosi
verso di me, e chiedendomi, senza nascondere un certo entusiasmo "Tu
vedevi la prima serie del Samurai d'Acciaio!?"
"Uh... si, la vedevo... come mai me lo chiedi...?" chiesi, osservando leggermente confuso il sospettato.
"Non ci credo! Finalmente un adulto che lo conosce!" disse Cody,
visibilmente eccitato "Qual'è il tuo episodio preferito!?"
"Oh... ehm... direi tutti, in realtà... è una serie che
mi ha molto appassionato, al tempo... prima che spuntassero la
Principessa Rosa, il Samurai di Nichel, il Samurai di Latta, il Samurai
di Alluminio, il Samurai di Ferro, il Samurai di Carbonio, il Samurai
di Polistirolo, il Samurai di Cartapesta e tutti gli altri..." risposi
semplicemente, prendendo leggermente più confidenza: ammetto che
mi piaceva parlare della serie con qualcuno interessato, contando che
ho sempre trovato pochi a cui parlarne apertamente.
"Hai perfettamente ragione! La Principessa Rosa era ok come serie, ma
da quando hanno iniziato a fare tutta la stirpe di samurai di tremila
materiali diversi, il franchise è scaduto parecchio... ero
particolarmente interessato a questo reboot della serie proprio
perchè speravo che desse un nuovo approccio alla serie,
liberandolo dal suo status commercialissimo che ha ottenuto..." mi
spiegò Cody, mostrando chiaramente come si sentisse dispiaciuto
per il trattamento riservato a quella che era, a quanto ho dedotto, una
delle sue serie preferite.
"Già... ti capisco: io ho abbandonato la serie proprio per questo motivo..." sentenziai, capendo come si sentisse.
"Non c'è nessun problema: tanto, le altre serie erano solo
pallide copie dell'originale... non ti sei perso molto!" mi disse il
ragazzo, mostrandomi un sorrisetto.
"Beh, questo mi rassicura..." dissi, abbozzando un sorriso a mia volta, grattandomi nuovamente la nuca.
Tuttavia, interruppi la discussione sul nascere, sebbene mi sarebbe
interessato continuarla, per parlare di questioni più urgenti.
"Comunque... Cody, mi puoi dire cosa è successo? Come mai ti
trovavi sulla scena del delitto?" domandai, voglioso di saperne di
più.
"..." in risposta, il sorrisetto sul volto del ragazzino sparì,
mentre abbassava la testa, sibilando "Preferirei non parlarne."
"Uh..." feci, leggermente sorpreso: credevo che non aspettasse altro
che dire qualcosa per uscire da questa situazione, o almeno tentare di
discolparsi, ma invece... nulla.
Eppure non mi sembra un tipo molto remissivo... perchè dice questo?
Ad ogni modo, non posso permettere che Travis lo faccia condannare. Assolutamente no.
Quindi, c'è solo una cosa che posso fare.
"Cody, dimmi una cosa, hai già un avvocato per il processo di domani?" domandai, osservando il ragazzino.
"Uhm? No, non ancora. Anche perchè io di legge non me ne intendo
per nulla. Sono finito in tribunale a sette anni, ma non so come
funzionano le scelte degli avvocati e simili." spiegò il
ragazzo, sbuffando leggermente.
... in tribunale a sette anni!? Che diamine avrà combinato?
... ho paura che mi pentirò di ciò che sto per dire...
"Beh... se ne cerchi uno... io sono disponibile." dissi subito dopo, sorridendo e cercando di rassicurarlo.
"Eh!? Sei un avvocato?" mi chiese Cody, incredulo.
"Si... ho affrontato solo un caso finora, ma sono riuscito a vincerlo
senza eccessivi problemi. Non preoccuparti, però: ti prometto
che otterrai un verdetto di non colpevolezza!" affermai subito dopo,
sorridendo.
"..." il ragazzino si mise nuovamente a braccia conserte, prima di dire "E va bene. Almeno ora ho un avvocato."
Già, perlomeno ora ha una speranza di cavarsela: a quanto ne so,
gli avvocati d'ufficio non sono esattamente il massimo...
Non sono poi così sicuro di riuscire a mantenere la promessa, però... e questo mi spaventa non poco.
Devo cercare di stare calmo, però: il fallimento non sarà un'opzione, purtroppo.
DEVO vincere. Non posso permettermi di perdere.
Dovrò sconfiggere Travis in tribunale. Probabilmente sarà
difficile... ma non devo farmi intimorire per nessuna ragione al mondo,
oppure tutto andrà a rotoli.
"Quindi hai deciso di difenderlo, eh? Sarà davvero interessante,
Law..." sentenziò Travis, osservandomi con sguardo serio.
"Sto pensando la stessa cosa, Travis. E non aspettarti che ci vada
leggero solo perchè sei mio amico!" dissi, mostrando un sorriso
determinato: chissà, forse, vedendola nell'ottica di una
semplice sfida tra amici, potrebbe essere più
semplice affrontare il processo.
"Aspettati lo stesso comportamento da parte mia, allora." mi disse allora il mio amico, di rimando.
"Bene, allora. Meglio che mi sbrighi a trovare qualche prova,
allora..." sentenziai, dirigendomi verso la porta, deciso a mettermi al
lavoro.
Tuttavia, prima che mi potessi avvicinare all'ingresso della stanza,
Jean mi afferrò per la giacca, dicendomi "Ehm... Law, a dire il
vero c'è una cosa che non ti ho ancora detto..."
"Uhm? Che cosa, Jean?" le chiesi, incuriosito da quello strano gesto, ed anche un pò imbarazzato.
"Ecco... i dottori preferirebbero tenerti sotto osservazione fino a
domattina, per essere sicuri che la ferita alla testa non porti ad una
emoraggia cerebrale... quel riflettore era parecchio pesante,
dopotutto." disse la mia amica, guardandomi con serietà.
"Eh...? Quindi, mi stai dicendo che non posso uscire di qui fino a
domani...?" chiesi io, stupito da questa notizia: quella ferita
è stata davvero così brutta? Eppure non sentivo
più troppo dolore alla testa...
"Esattamente. Quindi mi dispiace, ma non puoi assolutamente andare ad indagare." sentenziò Jean, sospirando.
... oh, diamine! Questa non ci voleva proprio!
"No... ed ora come farò a prendere le prove? Non posso
presentarmi al processo senza!" dissi, preoccupatissimo: non poteva
andare così! In questo modo, Cody sarebbe stato condannato al
primo contro-interrogatorio!
"Non preoccuparti, Law: ho già una soluzione in mente." disse poi la mia amica, sorridendo.
"... uh? E quale sarebbe?" domandai, più che curioso di sentirla.
"Ci penserò io a raccogliere le prove per te, Law!" affermò lei, con un'espressione decisa sul volto.
"Da... davvero? Lo faresti... per me?" chiesi, arrossendo nuovamente:
era davvero disposta a farmi un favore così grande...?
"Certamente, Law! E non fare complimenti, lo faccio con piacere!" mi disse in risposta, sorridendo nuovamente.
"... g... grazie mille, allora..." feci io in risposta, grattandomi la nuca, ancora più imbarazzato di prima.
Non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza per ciò che stai per fare, Jean...
Travis, nel mentre, stava continuando a palleggiare con la sua
racchetta, osservandoci, per poi sorridere, interrompendo il palleggio.
"Il fatto che Watson debba indagare da sola non mi sembra equo, se devo
dirlo... quindi, credo che una mano potrebbe farvi molto comodo." disse
il mio amico, prima di girarsi verso Hayes, dicendo "Paul, che ne dici
di darle una mano? Puoi accompagnare Cody al centro di detenzione per
la strada, e poi aiutare Watson nelle indagini. Credo sia fattibile,
no?"
"Si, si. Si può fare." disse semplicemente il detective, ancora preso nei suoi calcoli, e non facendo caso a nient'altro.
"Uff, spero almeno che le prigioni siano comode." sbuffò Cody, subito dopo.
"Grazie mille, Travis: sono sicuro che l'aiuto di un detective potrebbe esserci molto utile!" dissi io, sorridendo.
Tuttavia, Jean non mi sembrava troppo contenta di questa decisione... chissà come mai.
Fu però una cosa momentanea, in quando un attimo dopo aveva
già alzato un pugno al cielo, con un'espressione determinata sul
volto, dicendo "Bene, allora è deciso! Tutti ai Global Studios!
Prove rivelatrici, stiamo arrivando!", prima di uscire dalla stanza
insieme a Cody e ad Hayes.
*********************************************************************************
Mi scuso per il ritardo madornale con cui pubblico questo capitolo...
Ringrazio come al solito The Shadow per tutto l'aiuto datomi e per la
recensione dello scorso capitolo, ed a lui va l'idea del Samurai di
Carbonio.
Rigrazio anche near7 per la gentile recensione.
Al prossimo capitolo!
Nota: il personaggio di Paul Hayes è parzialmente simile, per le comparazioni matematiche ed il parlare della materia (di cui avrete modo di vedere nei prossimi capitoli) al personaggio di Simon Matth, imputato del caso extra-1 di Wolf Lonnie: Ace Attorney. Mi scuso immensamente per la cosa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo 14: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 5) ***
LTAA15
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 14: Turnabout Reboot (investigazione 1, fase 5)
Global Studios
Ingresso
21
Giugno
21.54
... ed eccoci di nuovo qui, ai Global Studios.
Non mi aspettavo di certo che la giornata avrebbe preso questa piega...
ma direi che è stato meglio così, alla fine.
Mi dispiace per Law, ma sono troppo eccitata. Finalmente potrò
fare una VERA indagine! E ciò che troverò verrà
usato in tribunale! Wow, non vedo l'ora!
Uno dei miei sogni è finalmente diventato realtà...
chissà, magari anche l'altro si avvererà, un giorno.
... ma ora non distraiamoci. Concentrazione, Jean, concentrazione!
"Allora, signor Hayes, dove potremmo iniziare le nostre indagini?"
domandai immediatamente, voltandomi verso il detective vicino a me.
"... dove preferisce, signorina. Io non sono qui per pilotare le vostre
investigazioni, sono qui solo per assistervi." disse lui in risposta,
senza staccare gli occhi dalla sua calcolatrice.
... 'Sono qui solo per assistervi.'. Tzè.
Lo so bene perchè sei qui, Paul Hayes, non credere.
Law è troppo naive per comprenderlo, ma io non sono lui, sfortunatamente per te e per Travis.
So benissimo perchè ti ha chiesto di indagare insieme a me...
soltanto per venire a conoscenza delle prove che Law userà al
processo di domani, in modo da preparare una controffensiva adeguata.
Una mossa parecchio astuta e subdola... complimenti, procuratore Harley.
Ma non funzionerà con me, mi dispiace.
Forse avrebbe avuto effetto su un investigatore da quattro soldi... ma
di certo non con Jean Elizabeth Watson, figlia della grande detective
Samantha Watson!
Meglio assecondare Hayes per il momento, però: non deve capire
che io ho già scoperto il suo ruolo nel piano di Travis.
Bene, allora, smettiamola di perdere tempo e cominciamo ad indagare. Pronto a fallire, caro detective?
"D'accordo, signor Hayes. Penso che sia il caso di andare direttamente
sulla scena del delitto, per iniziare: la maggior parte degli indizi, a
rigor di logica, dovrebbe trovarsi lì, no?" domandai, ovviamente
retoricamente: sapevo di avere ragione.
"A rigor di logica, si. Tuttavia, dovete tenere in considerazione la
variabile x nell'equazione, già risolta all'interno del sistema
in nostro possesso... ovvero, le indagini da me precedentemente svolte.
Abbiamo già ritrovato tutto il ritrovabile prima di arrivare in
ospedale... quindi, essendo il valore dell'incognita 0, ed essendo le
indagini x = y, ciò significa che indagare sulla scena del
delitto sarà impossibile trovare qualcosa che possa esservi
utile, allo stato attuale delle cose." disse lui in risposta, senza
neanche degnarmi di uno sguardo e pensando soltanto alla sua dannata
calcolatrice.
"Parecchio analitico, noto." commentai, con una punta di sarcasmo nella
voce: con un comportamento così, direi che è anche
più introverso di Law... dubito abbia molti amici.
"Esattamente, signorina: sono parecchio analitico. Amo molto fare
calcoli e statistiche... aiutano a rilassarmi e a farmi ragionare
correttamente. Dovreste provare anche voi, ve lo consiglio." disse lui
di rimando, con un leggero sorriso, senza abbandonare neanche per un
istante il calcolo che stava facendo.
... che tipo strano. Ma chi non lo è, nell'ambito legale di
questo paese? C'è persino un procuratore spadaccino, dopotutto...
"Se lo dite voi..." sentenziai, iniziando a dirigermi verso ciò
che restava dello Studio 3, non vedendo l'ora di iniziare le indagini.
Presa dell'euforia, non mi accorsi di una persona che stava uscendo
dagli Studios in quel momento... andando a sbattere contro di lei.
"Auch!" feci, cascando a terra.
"Umpf. Perchè non guardi un pò dove vai, ragazzina?"
disse la persona contro cui ero andata a sbattere, con un tono
parecchio rude.
Immediatamente, non appena mi rialzai, osservai la persona che aveva
appena parlato, ancora leggermente barcollante per l'urto: era una
ragazza di ventitrè anni, con dei capelli scuri lunghi fino al
collo, con molti ciuffi sulla fronte, tra cui uno più lungo che
le divideva gli occhi, occhi neri che le davano un'aria molto
agressiva, accentuata dal naso a punta arcigno che troneggiava al
centro del suo volto.
A completare il quadretto contribuiva il suo vestiario: una giacca di
pelle viola con una scollatura più che abbondante e con della
pelliccia sulla parte frontale.
Non so perchè, ma questa ragazza mi dava l'impressione di essere
una poco di buono... e non credo proprio che sia un'impressione
sbagliata.
"Che modi! Ho sbagliato, ma potrebbe anche essere più cortese,
non crede, signora...?" domandai, piuttosto seccata dalla reazione
sgarbata di prima.
"Isla Manemy. E che io sappia, è maleducazione anche chiedere il
nome di qualcun'altro prima di presentarsi, sa?" mi rispose lei, di
rimando.
... touchè.
Tra parentesi... che razza di nome è? Islam Enemy? Che ha contro il povero Islam?
"Jean Watson, apprendista avvocato. Piacere di conoscerla, signora
Manemy." dissi io, cercando di essere quanto più fredda
possibile nella risposta.
"Signorina, se non le dispiace, ed il piacere è tutto vostro. Io
me ne starei andando, adesso." fece lei, scostandomi rudemente ed
andando avanti per la sua strada.
Che modi... non ho mai visto una ragazza così scortese...
...! Aspetta! Vuoi vedere che ha così tanta fretta di andarsene
perchè è in qualche modo implicata nel caso!?
Non posso permetterle di andarsene così!
"Non così in fretta, signorina Manemy! Ho delle domande da
farle, prima!" dissi, prendendole subito il braccio per evitare che
andasse via.
Probabilmente innervosita dal contatto fisico, Manemy si liberò
con facilità dalla presa, girandosi verso di me ed osservandomi
con un'espressione arrabbiata, sbraitando "Si può sapere che
vuoi, ragazzina? Non ho tempo da perdere con te! E ti consiglio di
starmi alla larga, sono già di pessimo umore oggi."
"Beh, le consiglio di rispondere alle mie domande, o il suo umore
peggiorerà ancora di più, visto che potrebbe finire in
manette come sospettata dell'omicidio di Steve Arwen..." replicai io,
con tono fermo e cercando di sembrare minacciosa.
Forse così riuscirò a farmi ascoltare...
In risposta alle mie parole, l'altra ragazza sembrò rimanere
interdetta per qualche secondo, prima di sbuffare e dire, con un tono
leggermente più calmo ma sempre infastidito, "E va bene, fammi
pure le tue sicuramente banali domande, basta che poi tu mi lasci in
pace..."
Perfetto! 1 a 0 per Jean! Holmes sarebbe fiero di me...
"Lo farò, non si preoccupi. Allora... mi potrebbe dire prima di
tutto cosa ci fa qui? Non mi da l'aria di essere una dipendente, a
vedere dal modo in cui veste..." domandai subito dopo, dando di nuovo
uno sguardo agli abiti di Manemy: più la guardavo, e più
mi dava l'idea di essere uno di quei tipacci che non vorresti mai
incontrare in giro... una parte di me stava iniziando a pensare che
fosse stata una cattiva idea iniziare a farle domande... ma l'altra mi
diceva di continuare così, avida di sapere e di scoprire di
più.
"Infatti non sono una dipendente. Sono venuta per osservare la
registrazione della prima puntata del reboot del Samurai d'Acciaio...
prima che iniziasse tutto il macello, perlomeno." disse lei, con un
tono che mi continuò a sembrare seccato, ma più contenuto
rispetto alle sue repliche precedenti.
Subito dopo, iniziò a frugare all'interno della sua tasca,
estraendovi subito dopo un biglietto un pò spiegazzato, che
riconobbi subito come uno dei biglietti necessari per entrare ai Global
Studios e vedere la registrazione.
"Ecco qui il mio biglietto, in caso tu non mi creda." sentenziò
la castana subito dopo, come se sapesse che gliel'avrei chiesto. Poco
male: ho risparmiato tempo, così.
"Uhm... come mai una persona della vostra età dovrebbe essere
interessata al Samurai d'Acciaio, però? Con tutto il rispetto,
ma mi sembra abbastanza... cresciuta, per questo genere di cose."
chiesi subito dopo, senza staccare gli occhi da Manemy.
"Mi piaceva la prima serie, in particolare gli episodi violenti: solo
quella, però, tutte le altre mi sono sempre sembrate troppo
banali, e non mi sono nemmeno disturbata a guardarle. In più
andavo spesso al parco a tema insieme a due miei amici, Lucious Lowiss
e Aden Raw: Lucious trovava la serie discreta, mentre Aden ne era
entusiasta, pur non essendo un fanatico fissato. Avevo deciso di
assistere alla registrazione per ricordare un pò i vecchi tempi,
in pratica." mi disse, con un tono dapprima leggermente irritato
(probabilmente a causa del mio commento precedente), e successivamente
con una punta di nostalgia (probabilmente per via del ricordo dei suoi
amici).
Uhm... la risposta è stata immediata, relativamente lunga ed
articolata. Oltretutto ha descritto per bene anche due suoi amici nel
farlo... le possibilità sono due: o sta dicendo la
verità, oppure è tremendamente brava a mentire.
E propendo più per la seconda.
"Capisco... quindi, lei era presente agli Studios al momento
dell'incendio?" domandai subito dopo, focalizzando la mia attenzione su
qualcosa di più relativo al caso.
"Esattamente: sono arrivata qui alle 17 in punto, volendo evitare di
fare un'inutile fila, ma non appena quel banale tipo travestito da
scimmia che lanciava volantini in giro mi ha detto che non c'erano poi
tanti fan interessati ho preferito fare un giro per gli Studios, decisa
a non sprecare questa opportunità sebbene non fossi molto
interessata ed anzi mi sembrasse tutto parecchio banale: non sono una
tipa alla quale piace fare sprechi. Sono stata in giro fino a quando
non sono stata informata dell'incendio." spiegò subito dopo,
rispondendomi senza un attimo di esitazione o preoccupazione nella voce.
"E cosa avete fatto, dopo l'incendio? Siete andata via?" chiesi subito
dopo, vogliosa di vedere come avrebbe risposto a questa domanda.
"Assolutamente no: il biglietto era valido solo per un ingresso, e non
volevo di certo sprecarlo! Oltretutto, pensavo che mi avrebbero dato un
biglietto sostitutivo, dopo aver deciso una data a cui rinviare la
registrazione: una volta è successo un evento simile, con
l'assenza di una controfigura e dell'attore protagonista, e i
visitatori sono stati rimborsati con un altro biglietto... c'è
da dire poi che non volevo essere implicata in nessun modo con
l'incendio o qualunque altra cosa potesse esservi collegata, quindi mi
sono tenuta bene alla larga dallo Studio 3. Non so assolutamente nulla
di più: non sono un testimone dell'incendio, e non ho visto
nulla di strano con i miei occhi." disse in risposta Manemy.
... non si può dire che non sappia rispondere.
"Quindi, avreste passato tutto il tempo qui, ai Global Studios, senza
mai nemmeno avvicinarvi al luogo dell'incendio? Avete qualche prova per
dimostrarlo?" chiesi subito dopo, non del tutto convinta dalla sua
replica.
"Prove no, ma ho dei testimoni che possono garantire che non mi sono
mai avvicinata allo Studio 3 e, anzi, sono sempre rimasta vicino
all'entrata. Si tratta dell'anziana a capo della vigilanza, e due
ragazzini, di nome Frank Lytalk e Dave Horace. Il primo era lì
perchè, stando alle sue parole, 'non poteva mancare', mentre il
secondo mi è stato appioppato dalla madre, Remy Horace, prima
che se ne andasse via dicendo di avere un servizio da fare: io
avrei ribattuto, ma quella donna era già lontana dopo avermi
consegnato suo figlio. Non l'ho più vista, finchè un
agente non mi ha informato che era stata ricoverata in ospedale:
apparentemente, era all'interno dello Studio 3 durante l'incendio,
finchè non è stata salvata da una persona che si è
gettata nel fabbricato... tuttavia, Dave è ancora dentro agli
Studios insieme a Frank, se vi interessa." spiegò nei minimi
dettagli la ventitreenne di fronte a me.
.. questa signora ha lasciato il figlio da solo con una sconosciuta per fare un servizio? Che madre irresponsabile!
E subito dopo, è stata salvata da Law nel fabbricato in fiamme...
Anche un bambino capirebbe che c'è qualcosa sotto.
"Uhm... capisco. Suppongo di essermi sbagliata, allora: lei non c'entra
nulla con il crimine, signorina Manemy. Mi scuso per averle fatto
perdere tempo con le mie domande." mi scusai, cercando di essere quanto
più educata possibile.
"Oh, l'hai capito, allora." fece la ragazza, con un tono a metà
tra il seccato ed il sollevato, prima di girarsi ed uscire dagli
Studios, dicendo "Buona serata, signorina Watson."
"Grazie. Buona serata anche a lei!" dissi, cercando ancora di essere gentile, ma trovandolo parecchio difficile.
E' stata parecchio cooperativa e mi ha dato informazioni utili, lo
ammetto, e devo ringraziarla per questo... ma non penso sia il genere
di persona con cui riuscirei mai ad avere un buon rapporto.
E nemmeno Law, immagino: lo conosco benissimo, e sono certo che una
persona così irascibile ed intrattabile non gli sarebbe di alcun
aiuto: lui ha bisogno di stabilità nella sua vita... ed una
persona così non potrebbe di certo dargliela.
... ma perchè sto riflettendo su come lei si rapporterebbe a
Law? Non lo conosce nemmeno, dopotutto! Certe volte non capisco nemmeno
io dove vado a parare con i miei pensieri...
Ad ogni modo, Manemy ha detto che dentro ci dovrebbe essere quel Dave
Horace... penso che posso fargli qualche domanda sulla madre. E' chiaro
che è collegata al caso in qualche modo... è impossibile
non capirlo.
Quindi, chiamai subito Hayes, rimasto indietro a fare conti sulla sua
calcolatrice come al solito, e mi diressi con lui verso l'entrata dei
Global Studios.
Era giunto il momento di indagare sul serio!
*********************************************************************************
Isla Manemy, o meglio, Riza Bravesoul, non appartiene a me, ma a The
Shadow, di cui invito a leggere la storia 'Case: WL-0'. A lui
appartengono anche Lucious, Aden ed il procuratore spadaccino citati.
Ringrazio The Shadow anche per l'aiuto datomi e per la
recensione, per cui ringrazio anche near7, sebbene l'abbia fatta in
privato.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo 15: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 6) ***
LTAA16
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo
15: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 6)
Global Studios
Ingresso
21 Giugno
22.09
Dopo l'incontro con Isla Manemy, io ed Hayes ci dirigemmo verso
la reception, dove speravo di ottenere informazioni su questa
misteriosa 'Remy Horace' dal figlio.
Certo, non mi aspettavo che gli Studios rimanessero aperti fino ad un
orario così avanzato... ma penso che sia una cosa dovuta
all'incendio ed alle indagini. E comunque, non posso di certo
lamentarmi: perlomeno, così, domani Law non rischierà di
fare la figuraccia a cui sarebbe stato destinato.
Aaaah, piccolo Law, cosa faresti senza la tua cara Jean ad aiutarti?
Non per dire nulla, Law è parecchio capace... ma è anche
parecchio, tremendamente insicuro, al punto da sfiorare la paranoia.
Azzarderei quasi che soffra di qualche disturbo psicologico o robe del
genere... ha bisogno sempre di persone che badino a lui e gli diano
sicurezza, quasi fosse un bambino.
E' parecchio infantile, lo so... ma purtroppo, Law E' una persona molto infantile.
Se non gli riesci a venire incontro, se lo ostacoli nella
socializzazione... è impossibile instaurarci un legame duraturo.
Ma se riesci anche solo una volta ad aprirgli la strada e a farlo
diventare tuo amico, ti sarà sempre leale... non importa quello
che tu gli farai.
E' una cosa che mi piace di lui... ed al contempo, mi inquieta, visto
che permette a tutti di sfruttarlo come più preferiscono.
E' per questo motivo che passo molto tempo con lui: è uno dei miei più cari amici, e DEVO proteggerlo.
In tutta sincerità, a me di questo reboot o come si chiama
importava ed importa meno di nulla. Non mi è mai piaciuta questa
serie di samurai del cavolo, e l'unico motivo per cui ho comprato
quei biglietti è che sapevo che a Law sarebbe piaciuto vedere la
cosa.
E lui meritava di fare questa cosa insieme ad un suo amico (o amica,
nel caso specifico). Dopo tutte le ingiustizie che ha subito negli
anni... dopo quello che è successo a suo padre, Christopher
Trueman... merita che qualcuno lo tratti bene.
E quel Travis Harley non mi pare stia partendo con le migliori
intenzioni... certo, è stato gentile a difendere Law, prima...ma
ho anche visto come si è comportato in ospedale.
Può fare il santarellino fin quanto vuole con Law, visto che ai
suoi occhi è un caro amico... ma a me non mi imbroglia. Ho visto
come lo ha trattato con sufficienza, prima, dopo che il nostro amico
comune gli ha fatto delle domande perfettamente sensate e per niente
offensive.
E lui non solo gli ha rinfacciato di averlo scagionato dalle accuse, ma
lo ha anche intimato di non dirgli 'come fare il suo lavoro', cosa che
mi è parsa parecchio seccante.
Non so cosa sia successo al tuo amico, Law. Forse era solo stressato, o
forse c'è dietro qualche altro motivo, ma sono sicura che non
sia lo stesso amico che hai conosciuto.
Ed è compito mio proteggerti da questa minaccia.
Non è un caso se ho deciso di diventare la tua assistente, e non
è solo perchè così posso in qualche modo
partecipare alle udienze nonostante quel mio piccolo... 'problema' di
cui siamo entrambi ben consapevoli.
Penso che tu prima o poi ti ritroverai in mano casi troppo
complicati... talmente complicati che tu non riuscirai a risolverli da
solo, perchè tu sei un agnellino che cerca di portare giustizia
in un mondo di lupi, sciacalli e avvoltoi.
Hai bisogno di qualcuno che ti dia forza, che ti risollevi quando cadi, qualcuno che ti aiuti nei momenti difficili.
Qualcuno come me.
E finchè ci sarò io, andrà tutto bene. Non dovrai
mai preoccuparti di nulla, perchè io rimedierò per quanto
posso a ciò che tu non puoi o non vuoi fare.
Come un angelo custode, per così dire. L'angelo di cui tu hai
bisogno e che meriti davvero per le tue buone qualità.
Ad ogni modo, non è il momento di pensare a queste cose, meglio che mi concentri.
E' ora di trovarti un bel mazzetto di prove da sbattere in faccia a mister tennista e mister due più due, adesso!
Svuotata la mente dai pensieri in eccesso, quindi, mi avvicinai alla reception, dove notai due giovani parlottare tra loro.
Frank Lytalk e Dave Horace, pensai tra me e me.
Mi girai verso Hayes, chiedendogli "Allora, quei due sono le persone menzionate dalla signorina Manemy, giusto?"
Paul alzò lo sguardo dalla sua calcolatrice, osservando
rapidamente i due ragazzi, per poi rispondermi dicendo "Sì, sono
loro, ricordo di averli intravisti durante l'indagine. Potete
interrogarli tranquillamente, se volete: io rimarrò qui fino a
quando non avrete finito, ad aspettare."
E ad origliare per vedere se qualcuno di loro si lascerà sfuggire informazioni che il tuo capo non ha, vero?
Mh... purtroppo, non ho modo di impedirgli di origliare la conversazione. Ma non sarà questo a fermarmi, stanne certo!
Detto ciò, mi avvicinai ai due, riuscendo ora ad osservarli
meglio, anche grazie alla luce proveniente dal centro della sicurezza,
a pochissima distanza da loro.
Uno dei due era un ragazzino sui diciannove anni, con dei capelli neri
arruffati e spettinati, gli occhi azzurri, vestito con una felpa rossa
dotata di cappuccio e con una tasca al centro, che stava in quel
momento facendo il 'giocoliere' con il cellulare che aveva in
mano, un modello a prima vista non molto costoso, motivo per cui il
giovane non sembrava badare al rischio che il suo telefono potesse
rompersi durante il suo numero.
L'altro, invece, sembrava avere quindici anni a giudicare dall'aspetto,
ed aveva addosso un piccolo gilet verde scuro sopra una maglietta a
maniche corte dello stesso colore, un paio jeans e delle scarpe nere,
con i capelli biondi e gli occhi verdi, coperti però da un paio
di occhiali talmente spessi da sembrare fondi di bottiglia.
A vedere il loro aspetto ed il comportamento del primo, azzarderei che
i due sono, nell'ordine, Frank e Dave. E non penso di aver sbagliato,
anche considerato che le età e ciò che mi ha detto Manemy
riconducono solo e soltanto ad una possibilità, ovvero questa.
Mi avvicinai quindi ai due, cercando di mostrarmi cordiale, in modo da
permettere ai ragazzi di sentirsi a loro agio e permettermi di ottenere
il maggior numero di informazioni possibile.
"Oh, salve! Voi dovete essere Frank Lytalk e Dave Horace, vero?" domandai, con un sorriso a trentadue denti.
"Uhm?" a sentire la mia voce, il ragazzo con la felpa interruppe il suo
spettacolino, afferrando con precisione il cellulare in quel momento in
aria, per poi girarsi verso di me, osservandomi con uno sguardo che
interpretai come di leggero nervosismo misto a seccatura.
Traduzione: sa qualcosa, ed il fatto che io lo abbia chiamato lo
inquieta leggermente. Non ho frequentato Psicologia alla BlueStone o
alla successiva università, ma penso di avere le conoscenze
adeguate per decifrare le emozioni e gli stati d'animo delle persone
con cui parlo. E, al contrario di un certo Wright, a me non servono
oggettini magici, per farlo!
"Siamo noi, infatti: io sono Frank, ed il ragazzo è David, o
Dave che dir si voglia. C'è qualcosa che desidera, signora?"
domandò il moro, osservandomi con uno sguardo inquisitore, come
a voler cercare di capire le mie intenzioni ed allo stesso tempo di
sembrare minaccioso, invitandomi così a retrocedere e a non
fargli domande. Bel tentativo, ma non funzionerà.
"Sì, ci sarebbe qualcosa che vi vorrei chiedere: nulla di che,
giusto qualche domanda. SignorINA Jean Watson, comunque." dissi in
risposta, leggermente seccata dall'essere stata definita 'signora': ho
poco più di vent'anni, non sono così vecchia!
"Chieda pure, allora." affermò Frank, con un sospiro seccato:
probabilmente, la mia richiesta lo ha scocciato (come chiaramente
identificabile, vedendo la sua reazione precedente), oppure avrebbe
voluto evitare una cosa simile, ed ha deciso di cooperare solo per non
creare sospetti nei suoi confronti. Bravo ragazzo.
"Lavoro come assistente per l'avvocato Lawrence Trueman, dello Studio
Legale Grossberg. Al momento non può svolgere le indagini
personalmente, per cui me ne sto occupando io per conto suo." spiegai
rapidamente, cercando di essere quanto più coincisa possibile.
Con mia somma scocciatura, notai che Frank aveva preso in mano il suo
cellulare e ci stava digitando sopra qualcosa, senza darmi troppo
credito.
"Oh... Trueman. Lo conosco: ero presente al suo primo processo. Paul
Harold, giusto?" domandò distrattamente, senza staccare lo
sguardo dal suo apparecchio.
... questo tipo mi sta già sui nervi. Ma perlomeno conosce
già Law... significa che non avrà eccessivi sospetti nei
confronti della mia posizione.
"Esattamente. Abbiamo deciso di occuparci del caso relativo
all'omicidio di Steve Arwen, e mi hanno riferito che tu ti trovavi sul
posto al momento del delitto." dissi semplicemente, vogliosa di
arrivare al più presto alle domande e togliermi questo ragazzino
di torno.
"Chieda pure, allora." disse il ragazzo, per poi girarsi verso Dave,
che era rimasto educatamente in silenzio sin da quando sono arrivata.
"Dave, se vuoi puoi andare un pò dalla nonnina: qui mi sa che mi
servirà un pò di tempo..." disse educatamente: in
risposta, il ragazzino annuì, andando verso lo sportello della
sorveglianza.
'Nonnina'? Deve starsi riferendo all'anziana di cui mi ha parlato
Manemy... e, tra parentesi, prima di passare al sodo, meglio accertarsi
di qualcosa!
"Bene. Prima di tutto, mi è stato detto che quel ragazzo, Dave,
è stato tenuto da una donna di ventitrè anni di nome Isla
Manemy fino a poco tempo fa. E' così?" domandai rapidamente,
volendo togliermi questo sassolino dalla scarpa.
Frank annuì, per poi rispondermi dicendo "Sì, è
così: poichè voleva andare via, io ho accettato di
rimanere con lui, aspettando che un familiare possa venirlo a prendere,
visto che sua madre è in ospedale..."
"Uhm... capisco. Grazie mille." dissi io, cancellando mentalmente Manemy dalla lista dei sospettati.
"Ora però dovrei farti alcune domande. Tu perchè ti
trovavi qui? E dov'eri, al momento dell'incendio?" chiesi subito dopo.
"Beh, io sono venuto per assistere alla registrazione del reboot del
Samurai d'Acciaio, ed ho il biglietto per dimostrarlo." affermò
Lytalk, mostrandomi il biglietto come Isla aveva fatto in precedenza,
aggiungendo subito dopo "Ero di fronte allo Studio 3 al momento
dell'incendio, e l'ho osservato bruciare: non sapevo cosa fare... ero
semplicemente paralizzato dalla paura. Per questo sono rimasto
lì, fino a quando non sono arrivati i pompieri: in quel momento,
sono scappato, rimanendo però qui agli Studios."
Uhm... semplice. Troppo, troppo semplice, ma non per questo
svalutabile: se avesse voluto che io non sospettassi di lui,
probabilmente avrebbe detto di non trovarsi di fronte allo Studio 3,
proprio come Manemy... devo chiedergli di più, ma prima,
è tempo di interrogarlo su un altro dettaglio!
"Come mai sei rimasto negli Studios? Una persona normale,
probabilmente, sarebbe fuggita via senza fermarsi per la paura...
perchè tu no?" domandai subito dopo: una persona impaurita
scappa per allontanarsi da ciò che causa tale paura... e, stando
alla versione dei fatti che ho sentito in precedenza, è
intuibile che l'incendio fosse chiaramente visibile anche qui...
potrebbe anche essersi rassicurato a vederlo in lontananza, ma è
meglio non lasciare nulla al caso.
"E' semplice: immaginavo che qualcuno sarebbe stato accusato per
l'incendio... e non volevo essere ritenuto colpevole: non ho fatto
niente, dopotutto." rispose semplicemente Frank, riprendendo a
smanettare col cellulare.
... Ma non ha senso! Se davvero fosse stato spaventato, non si sarebbe
curato di possibili ripercussioni a livello legale, non avrebbe alcun
senso! Non so a che gioco stai giocando, Lytalk, ma i tuoi ragionamenti
fanno acqua da tutte le parti...
"Oh, so benissimo cosa sta pensando, signorina Watson: perchè
avrebbe dovuto fare una cosa così illogica e senza senso? Beh,
vi avviso subito: quando siete di fronte a me, abbandonate la logica
che si applica comunemente ad una indagine." sentenziò allora il
ragazzo, come se mi avesse letto nel pensiero.
"Come sarebbe a dire...?" domandai subito dopo, osservandolo con sospetto.
"In un caso giudiziario, in genere, vi sono tre categorie di persone: i
colpevoli, gli ingiustamente accusati, ed i testimoni. Questi ultimi
vengono suddivisi in ulteriori categorie: quelli onesti ma che non
hanno capito alcuni dettagli del caso, quelli precisi che vogliono
difendere qualcuno per loro importante, altri che vogliono solo
mettersi in mostra, e così via... è tutto così
prevedibile da far venire la noia. Io non appartengo a nessuna di
queste categorie... e ne vado piuttosto fiero." affermò Frank,
lanciando il cellulare in aria ed afferrandolo subito dopo, con un
leggero sorrisetto.
"... e cosa saresti, allora?" fu la mia domanda successiva, continuando ad osservare quello strano ragazzo.
"Chissà. Potrei essere un aiutante o un nemico, o magari solo un
tipo annoiato che vuole divertirsi un pò alle spese di
qualcuno... ma non ha importanza dirvelo. Non posso dirvi altro su di
me: rovinerebbe tutto, e non posso assolutamente permettere che
ciò avvenga... spero che riusciate ad indagare per bene, prima
che i Global Studios chiudano... vi consiglio di fare domande
soprattutto alla signora della sorveglianza ed a Dave, e di fare una
capatina sul luogo del delitto: fate così, e probabilmente
Trueman avrà vita facile al processo di domani."
sentenziò allora il ragazzo, causandomi ulteriore confusione
riguardo a chi fosse e cosa volesse.
"... Non ci ho capito nulla, ma terrò comunque a mente il tuo
consiglio." dissi quindi, tagliando corto con tutte le cose senza senso
che Lytalk aveva appena detto.
"Oh, non preoccupatevi, signorina Watson: è perfettamente
normale che non riusciate a comprendermi..." affermò quindi il
ragazzo, chiudendo gli occhi ed allontanandosi da me, avvicinandosi a
Dave e dandomi le spalle, per poi dire "Vi consiglio di non dare per
scontato questo caso, però. C'è una storia molto, molto
triste dietro..."
"... d'accordo, allora. Buona serata, signor Lytalk." dissi quindi con
tono freddo, girandomi a mia volta e dirigendomi verso ciò che
rimaneva dello Studio 3.
"Altrettanto, signorina Watson." fece l'altro in risposta, in tono
altrettanto freddo, mentre si avvicinava nuovamente al ragazzino che
stava tenendo d'occhio.
Avrei potuto prima fare domande al ragazzino ed all'anziana della
sicurezza per risparmiare tempo, a pensarci bene... ma sinceramente,
quel tipo col cellulare mi ha a dir poco seccata, e preferisco lasciar
passare via il nervoso prima di tornare nelle sue vicinanze.
L'unica cosa peggiore di un testimone che non parla è un
testimone che parla a vanvera, come dice sempre mia madre... e Lytalk
(purtroppo per me e Law) è sicuramente il campione mondiale di
chiacchere inutili...
Una volta che io e l'onnipresente (ma silenzioso) Hayes fummo
abbastanza lontani dallo strano ragazzo, mi lasciai scappare uno
sbuffo, lamentandomi dicendo "Quel tipo deve essere uscito da un
manicomio... non c'è altro modo di spiegare tutto
quello che ha detto prima..."
"..." in risposta, Hayes si girò verso di me, aggiustandosi la
cravatta, per poi dire "Forse il suo ragionamento non è del
tutto errato, signorina..."
"Hm...?" incuriosita, mi girai a mia volta verso il poliziotto, per poi chiedergli "Cosa intendi dire?"
"Beh... non ricordo bene dove è successo, ma mi sembra di averlo
già visto quel ragazzo... non ricordo bene dove, però.
Non che mi interessino i ragazzi, eh! Ho... ho solo avuto
quest'impressione, tutto qui..." mi rispose, evitando di guardarmi
negli occhi, come se avesse paura di qualcosa.
... oh, bene, ora ci si mette anche Hayes, come se Lytalk non mi avesse già confusa abbastanza...
... scommetto che mia madre riderebbe di me, in questa situazione.
Se lei fosse qui, avrebbe già capito il motivo dietro al
comportamento strano di Lytalk, e probabilmente avrebbe già
scoperto tutto ciò che serviva a Law per il processo di domani...
Ed invece, io finora cosa ho ottenuto? Due chiaccherate con persone che
con il caso, apparentemente, non c'entrano nulla... ed un nome: Remy
Horace.
E non so ancora che faccia abbia, questa signora... anche se molto
probabilmente domani si farà vedere in tribunale, considerato
che si trovava nello Studio 3 al momento dell'incendio.
E non scordiamoci che ci sarà anche Lytalk... con il suo
comportamento assurdo ed i suoi misteri. Chi è veramente? E cosa
intendeva dire, prima, dicendo che dietro a questo caso c'è una
storia molto triste?
Che sia il colpevole? Altamente improbabile, se lo fosse non si sarebbe lasciato sfuggire dei dettagli tanto importanti...
... ma potrebbe comunque essere coinvolto nel crimine in modo attivo.
C'è solo un modo per scoprirlo, ed è indagare a fondo,
meglio di chiunque altro.
Dopotutto è quello che i Watson fanno meglio, vero mamma?
*********************************************************************************
Prima di tutto, auguro a tutti un Buon Natale ed un felice anno nuovo!
Questo capitolo è stato LETTERALMENTE un parto: ci son voluti
otto mesi per farlo uscire! E mi dispiace molto per averci messo tanto,
sul serio :/... spero che non dovrò metterci così tanto
per i prossimi capitoli... ed ammetto anche che non mi piace per niente
come ho concluso il capitolo, e spero di fare meglio con il prossimo.
In ogni caso, ringrazio The Shadow per l'aiuto costante che mi ha dato
nella stesura, e per le recensioni che lascia sempre con
puntualità, ed anche near7, che mi ha commentato il capitolo
personalmente. Ad ogni modo, spero che questo capitolo sia stato di
vostro gradimento, e vi do appuntamento al prossimo capitolo (che spero
esca prima del 2013)!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo 16: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 7) ***
LTAA17
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo
16: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 7)
Global Studios
Interno Studio 3
21 Giugno
22.17
... Mi spaventa pensare che questo è stato il posto in cui Law ha rischiato la vita...
Buona parte degli sfondi e dei costumi sono anneriti e inceneriti, e
molti degli attrezzi di scena, le cineprese ed i riflettori sono caduti
per terra, mentre poco sopra me e Hayes, un riflettore ondeggia in
maniera preoccupante...
... Meglio andare un pò più avanti, non voglio rischiare di finire anch'io all'ospedale...
Guardandomi intorno, vedo che a poca distanza da me la sagoma che
rappresenta la posizione in cui è stato trovato il corpo della
vittima, con un riflettore a poca distanza, estremamente vicino...
uhm...
... non vedo molte cose che possano costituire una prova,
però... anche se dovevo aspettarmelo: è la scena del
crimine, dopotutto, e di sicuro il posto in cui la polizia ha
controllato per prima...
... e, tra parentesi, mi sorprende ancora come la polizia ritenga che
qualche ora di indagini sia abbastanza per poter imbastire un processo
il giorno successivo. Non mi stupisce che poi gli avvocati debbano
cercarsele da soli, le prove...
Ad ogni modo, penso di poter fare qualche domanda su cosa hanno trovato
all'interno del luogo a mister due più due, anche perchè
da quando siamo arrivati non è che abbia fatto poi tanto per
aiutarmi, e visto che Travis me lo ha concesso fintanto che non ce ne
andremo...
"Allora... cos'avete trovato, durante le indagini preliminari?"
domandai, voltandomi verso il detective ed aggiustandomi gli occhiali.
"Beh... nulla di troppo al di fuori dell'ordinario: anzi, sarebbe
meglio dire che non abbiamo trovato quasi nulla. Questo anche per via
dell'incendio, che ha probabilmente distrutto varie prove che ci
sarebbero potute essere utili... al momento, le uniche cose degne di
nota che possediamo sono il costume indossato da Arwen al momento della
morte, anche se a causa dell'incendio, le impronte digitali sono state cancellate, insieme ad alcuni oggetti di proprietà di
Hackins ed una borsa bruciata, che secondo le informazioni attuali,
ipotizzerei essere proprietà della signora Horace."
spiegò allora Hayes, mentre interrompeva i suoi calcoli e
rifletteva sulle ricerche che aveva fatto poche ore prima.
"Uhm... e cosa c'era, nella borsa?" domandai subito dopo, riflettendo
sulla cosa: di sicuro, non c'era nulla che permetteva di identificare
il proprietario, se ha necessitato le informazioni che ho ottenuto per
stabilire che apparteneva a lei...
"Nulla di particolare, giusto una serie di effetti personali, incluso
un profumo ed una limetta per le unghie. Abbiamo sospettato che
potessero appartenere anche all'altra persona, essendo anche lei una
donna... ma visto che vi era una foto del ragazzo che avevamo visto
prima, probabilmente Remy Horace è il probabile proprietario..."
sentenziò Hayes, mostrandomi una foto della borsa e delle cose
che vi erano dentro.
"Capisco... vi dispiace se prendo in prestito questa foto?" domandai:
per il momento, è meglio prendere qualunque cosa possa essermi
utile... mi dispiace per il fatto che Travis verrà di sicuro a
sapere che ho preso questa prova, ma non posso farci nulla, per il
momento.
"Non c'è problema: la prova è già al sicuro
negli archivi della polizia. La foto non è necessaria per
noi." disse allora il poliziotto, continuando ad armeggiare con la
calcolatrice, mentre io mettevo la foto nel Registro Processuale.
Uhm... finora abbiamo un Volantino Pubblicitario e la foto della
borsa... non è ancora abbastanza per permettere a Law di
cavarsela in tribunale. C'è bisogno di qualcosa di più
decisivo...
"... Travis prima aveva detto che è stata a scena del crimine a
decidere che Cody Hackins fosse colpevole. Cos'è che vi rende
tanto sicuri che sia così?" domandai, vogliosa di ricevere una
risposta: probabilmente non la riceverò, ma posso comunque
tentare di estrapolare o dedurre quale sia la prova incriminante in
questo modo...
"In teoria questa sarebbe un'informazione confidenziale, ma visto che
il procuratore Harley ha detto di volerla aiutare, posso darvi le
nostra versione dei fatti... Hackins è colpevole involontario
dell'omicidio, probabilmente ha avuto una discussione parecchio animata
con Arwen, lo ha spinto per terra, e nel cadere Arwen ha
accidentalmente colpito un riflettore già parzialmente spezzato
e con una punta affilata, causando la sua morte." sentenziò
allora Hayes, posando per un attimo la sua calcolatrice e guardandomi
dritta negli occhi, per la prima volta da quando eravamo entrati dentro
allo studio bruciato.
Uhm... suona plausibile come spiegazione, dopotutto. Mi sembra strano
inizi a darmi tutta questa attenzione... per quale motivo ha smesso di
guardare la calcolatrice? A quanto ho visto, pare essere il centro della sua attenzione il 90% del tempo...
"Purtroppo, questo è un caso estremamente semplice... non tutti
i criminali di questo paese realizzano casi impossibili per incriminare
altra gente, penso che lei sia più che al corrente di questo,
signorina Watson. A mio parere, lei ed il suo amico dovreste cercare di
lavorare sull'alleggerire la pena di Hackins invece di perdere tempo
alla ricerca di un colpevole diverso..." aggiunse il poliziotto subito
dopo, chiudendo gli occhi e sospirando, per poi ricominciare ad
armeggiare con il calcolatore.
... eh no, bello, aspetta un attimo! Non credere che mi faccia abbindolare tanto facilmente!
"Mi dispiace, ma come avvocati, io e Law faremo del nostro meglio per
scagionare Hackins da tutte le accuse. Non importa cosa gli altri
possano pensare o ritenere meglio fare." dissi di rimando, con
un'espressione seria e determinata: potete provare a fare tutto quello
che volete, voi e Travis, ma di sicuro non ho intenzione di darvela
vinta! Troverò delle prove da usare contro di voi, e Law ed io
smonteremo la vostra teoria pezzo per pezzo, in tribunale...
In risposta, Hayes, con mia sorpresa, sorrise soddisfatto, per poi
dirmi con tono allegro "Ah, quello sguardo... era da molto che non lo
vedevo. Era dai tempi di quell'avvocato straordinario che non vedevo
più un'espressione così determinata..."
... Uh? Avvocato straordinario?
"Intendete Phoenix Wright?" domandai, osservando incuriosita il
poliziotto ed immaginandomelo al lavoro con l'avvocato dai capelli a
porcospino... e sinceramente, non vedendocelo proprio.
"Phoenix Wright...? Ma ovvio che no! Non l'ho nemmeno mai incontrato,
quello lì!" sentenziò seccato Hayes, reazione che da lui
non mi sarei aspettata neanche lontanamente, per poi aprire le braccia
e muoverle energeticamente, come se volesse cercare di scaricare la sua
rabbia a gesti, dicendo "Mi riferisco a Ethan Parfrey! Certo, è
da qualche anno che lavora all'estero, e Wright lo ha superato
parecchio in popolarità prima che perdesse il distintivo... ma
credetemi, Parfrey è un avvocato dall'abilità pari, se non superiore, a Wright: è partito come un novellino molti anni fa, perdendo spesso le sue prime cause, ma col tempo ha assorbito esperienza da tutti gli avvocati ed i procuratori che ha incontrato, fino a raggiungere un grado di esperienza che ben pochi sono capaci di rivaleggiare al giorno d'oggi. Certo, non considerando ciò che è accaduto in QUEL
caso...", abbassando lo sguardo con aria abbattuta una volta finito di
parlare.
Parfrey... Parfrey... mi pare di averlo già sentito nominare,
anche se non so dove... hm... strano che non lo conosca, però:
di norma so sempre tutto su cose del genere... forse potrei chiedere a
Law domani al riguardo...
... ma soprattutto, perchè Hayes è così abbattuto riguardo 'quel' caso?
Beh, in ogni caso, non è una mia priorità adesso. Non ho
ancora trovato nulla di risolutivo, dopotutto, anche se perlomeno so la
linea su cui agirà Harley domani...
Ed oltretutto, visto l'orario, dubito fortemente i Global Studios rimarranno aperti a lungo...
... c'è solo una cosa da fare, quindi.
"Hm... capisco... ad ogni modo, signor Hayes, che ne dite se ci avviamo
all'uscita? Credo di aver trovato abbastanza cose per oggi. Vorrei
soltanto fare qualche domanda alla guardia al cancello, prima di
andare." suggerìi: a questo punto, è la cosa migliore che
posso fare, e sperare di trovare qualcosa che sia sfuggita alla polizia
per la strada...
"D'accordo, allora. Andrò avanti io." disse allora il
poliziotto, riprendendo la sua calcolatrice ed il suo precedente modo
di fare, in meno di un istante, prima di girarsi ed iniziare ad
avviarsi verso la porta dello Studio.
... o è bipolare, o ha avuto una storia piuttosto complicata con
Parfrey... o tutte e due. Hm... devo dire che ora sono curiosa,
però: una volta risolto questo caso, devo provare a documentarmi
un pò meglio al riguardo... e quando mi metto in testa qualcosa,
ho intenzione di andarci fino in fondo!
Iniziai a seguire subito dopo il poliziotto con la calcolatrice in mano, riflettendo e tenendo lo sguardo verso terra...
... per poi notare qualcosa di piccolo e grigio poco distante da me, seminascosto da uno dei riflettori caduti.
Incuriosita, mi avvicinai al riflettore, spostandolo quel tanto che
bastava per estrarre l'oggetto misterioso, per poi osservarlo con
attenzione: era un piccolo rettangolo di plastica di colore grigio,
coperto di cenere (molto probabilmente per via dell'incendio e del
punto in cui era rimasto per tutto questo tempo).
Lo spolverai leggermente con la mano, e finalmente compresi di cosa si
trattava: una scheda della patente, con una foto del suo proprietario:
una donna sulla trentina avanzata, dai capelli rosso chiaro e gli occhi
marroni, con un rossetto di colore rosso fuoco ed un piccolo neo sul
lato destro della faccia, poco sotto l'occhio.
Poco distante, il suo nome: Hayden Carson.
"Hm... Hayden Carson...?" ripetei tra me e me, ricordandomi un nome
simile... ma dove? Forse in qualche show televisivo? Mi sembra di aver
visto già questa faccia, mentre facevo zapping tra un canale e
l'altro...
... diamine, Jean, mi deludi! Dov'è finita la tua brillantezza?
Non dovresti avere tutti questi problemi a ricordarti le cose! Aaaah,
spero che sia solo una cosa temporanea, non mi perdonerei mai di
'ammosciarmi' in questo modo...
"Signorina Watson? E' tutto a posto, lì?" domandò Hayes,
voltandosi leggermente verso di me, notando che non lo avevo ancora
seguito.
"Uh? Oh, sì! Vengo subito!" dissi immediatamente, dando
un'ulteriore pulita alla licenza, prima di metterla nel Registro
Processuale e seguire il poliziotto verso l'entrata degli Studios.
Non so perchè, ma ho il sospetto che questa prova sarà molto importante, al processo...
Clinica Hotti
21
Giugno
Ore
22.17
[Lawrence]
... Non riesco proprio a dormire, per quanto ci provi.
Forse sarebbe meglio che mi riposassi, visto che domani ho un processo e
devo essere in grado di affrontarlo... ma non ce la faccio,
semplicemente.
Mi sento tremendamente stupido e approfittatore... sono io che dovrei
fare l'investigazione, non Jean. Mi spiace che debba lavorare duramente
mentre io non faccio nulla...
Non posso nemmeno riflettere molto su una linea difensiva, considerato che ho ben pochi elementi sul caso...
... E' peggio del mio primo caso. So solo che l'omicidio è
avvenuto durante un incendio, ma non ho sospettati... probabilmente, il
colpevole deve essere una delle persone che ho salvato lì
dentro, ma non so nemmeno come si chiamano... devo solo sperare che
domani mattina abbia un colpo do genio nel vedere le prove, anche se
sono sicuro che Jean farà del suo meglio: è sempre stata
bravissima per queste cose...
Ho molta paura di deludere Travis, però: non vedevo l'ora di
poterlo affrontare in tribunale, ma per come si sono messe le cose, di
sicuro mi schiaccerà come se niente fosse...
... spero proprio di riuscire a farcela, però... non devo
dimenticarmi che questa non è una battaglia, è un
processo per stabilire chi sia colpevole e chi sia innocente... e sono
SICURO che Travis lo sappia e mi darà una mano... o almeno lo
spero...
... Aaah... pensa positivo, Law, pensa positivo... se continui ad
abbatterti in questo modo, allora non riuscirai davvero a fare nulla di
buono... e poi, hai già superato il tuo primo processo, anche se
sembrava praticamente impossibile difendere Otom...
Devo essere più sicuro delle mie possibilità...
dopotutto, la prima volta è andata bene, perchè la
seconda dovrebbe essere diversa?
Più cerco di convincermi di questo, e più ottengo l'effetto opposto... sono davvero un caso disperato...
Stavo per chiudere gli occhi, quando sentìi qualcuno bussare alla porta.
Appena me ne accorsi, mi misi supino ed osservai con sguardo confuso
l'ingresso, non aspettandomi che qualcuno venisse qui: erano le dieci
di sera, dopotutto, e l'orario delle visite era finito da un pezzo...
che fosse uno dei dottori o un'infermiera?
"Avanti..." dissi, aspettandomi quindi di vedere un membro dello staff dell'ospedale...
... e fu per quello che, non appena vidi l'uomo dai capelli brizzolati
di fronte a me, che non mi aspettavo certamente di reincontrare in un
luogo ed in un momento simile.
"Buonasera, signor Trueman..." sentenziò Gerald Ford
sogghignando, mentre mi osservava con sguardo di superiorità...
Global Studios
Ingresso
21 Giugno
22.39
[Frank]
Ah... che sonno.
Forse non avrei dovuto rimanere sveglio fino a tardi, ieri sera... ma
il mio lavoro me lo imponeva. Forse starei meglio se mi ritirassi e
spendessi la mia vita come ogni persona normale...
... ma sarebbe una noia incredibile, e poi io non voglio essere normale, perchè non lo sono mai stato.
Sono un prodigio. Sono migliore della norma. Sono meglio di tutti gli altri.
Ma anche se le altre persone mi sono inferiori, non posso negare che mi
interessino. Mi piace osservare le reazioni di chi mi sta di fronte,
decodificarle, scomporle in pensieri individuali.
Le persone sono un puzzle già completato, ed è molto
divertente cercare di identificare i vari pezzi nella loro
singolarità.
Ma le persone non sono solo questo. I puzzle possono essere risolti in
un solo senso... ma basta spingere un pò in certi versi una
persona, traumatizzarla, plagiarla, e puff, il puzzle ha un'altra
soluzione.
Dai una pistola ad una persona estremamente disperata e senza speranza,
e quella si suiciderà. Fai lo stesso con una persona furiosa e
tracotante, e diventerà un omicida.
Non mi piace manipolare la gente, però. E' noioso e richiede un sacco di tempo.
Manipolare le situazioni, invece... oh, sì. Permette di avere un
certo controllo della situazione, ma allo stesso tempo, mantiene quel
pizzico di imprevedibilità che rende la vita interessante e
degna di essere vissuta.
Non mi piace fare discorsi del genere, però. Ti fanno sembrare
il cattivo della storia, ed io non sono di certo tale figura.
E' Derek Ness che muove i pezzi sulla scacchiera, non Frank Lytalk.
Frank Lytalk è solo la pedina casuale, la carta matta, il Jolly.
E nessuno sa che è dietro a questa partita... sono davvero
curioso di vedere se Lawrence o quella ragazza riusciranno a scoprirlo,
prima di ricevere lo scacco matto.
Cosa dovrei fare? Da che parte dovrei stare?
Boh, non ho ancora deciso. Penso che otterrò una risposta al mio cruccio dopo una sana dormita...
Mentre mi dirigevo verso l'uscita degli Studios, però, qualcuno
da un angolo lì vicino attirò la mia attenzione.
"Signol Lytalk?" disse qualcuno, dalla voce apparentemente un maschio
sulla quarantina, con un forte accento cinese: non appena mi voltai,
tuttavia, vidi che il mio interlocutore era nascosto nell'ombra,
impedendomi di vederlo chiaramente.
"Uhm... sì, sono io. E voi chi siete?" domandai, un pò
confuso. Chi sarà mai? Forse qualcuno interessato ai miei
servizi?
"Il mio nome non ha impoltanza. C'è qualcosa che può fale
pel me, pelò, signole." sentenziò il cinese, iniziando a
camminare verso la luce, permettendomi di notare che stava indossando
una divisa da allenamento bianca strappata all'altezza delle maniche.
"E cosa sarebbe?" chiesi subito dopo, un pò seccato: non mi va
per niente di prendere appunti per l'ennesimo cliente. Dovrei iniziare
a stabilire degli orari di lavoro...
"Oh, è molto semplice... MOLILE!" urlò l'uomo, uscendo
completamente dall'ombra... e, prima che potessi vederlo in faccia, mi
strinse le mani al collo, iniziando a strangolarmi.
C... CHE COSA...!?
NON RIESCO A RESPIRARE... AIUTO... AIUTATEMI!!!
*********************************************************************************
Ringrazio The Shadow per la recensione che mi ha fatto in via personale l'ultima volta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo 17: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 8) ***
LTAA18
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo
17: Turnabout Reboot (investigazione 1, parte 8)
Clinica Hotti
21
Giugno
Ore
22.19
[Lawrence]
Sbattei gli occhi un paio di volte, come a volermi accertare che la
persona che stavo vedendo di fronte a me fosse davvero chi credevo che
fosse.
Non potevo sbagliarmi: stessi abiti, stessi occhi, stesso ghigno da
padrone del mondo... era lui, Gerald Ford, il falsario che si era
avvicinato a me alla fine del mio primo processo, appena una settimana
fa.
Ma cosa ci fa qui? E, soprattutto, come ha fatto ad entrare? L'orario delle visite è finito da un pezzo...
Mentre cercavo di comprendere come fosse possibile che quell'uomo si
trovasse di fronte a me in quel momento, però, il falsario mi si
avvicinò, a passo lento e senza perdere quell'espressione dal
suo volto neanche per un secondo... per poi piegarsi in due dal dolore,
appoggiando le mani a terra e facendo un'espressione simile ad un
rigurgito, come se dovesse sputare a forza qualcosa di estraneo dal suo
corpo.
Uh...?
"E'... è tutto a posto?" domandai con timore, preoccupato a
vederlo in quello stato, tutto il timore che stavo avendo fino a quel
momento svanito in un istante: al momento, la mia priorità era
diventata assicurarmi che il signore di fronte a me stesse bene.
"Gh... ghhhh..." rimase per qualche secondo fermo in quella posizione,
cosa che mi lasciò piuttosto nervoso nei suoi confronti, per poi
iniziare a rialzarsi, tenendosi il petto con espressione sofferente e
respirando pesantemente, riempiendo nuovamente i suoi polmoni.
"Scusa... è un mio piccolo problema." mi disse Ford, calmandosi
dopo qualche secondo ed osservandomi con sguardo serio, dicendomi "Ho
una malattia cardiaca. Non vorrei spiegarti i dettagli, ma ti basti
sapere che i medici mi danno al massimo dieci mesi di vita, ed ogni
giorno è sempre peggio..."
"Oh... mi spiace molto." disse allora, abbassando lo sguardo:
nonostante il fatto che in entrambe le volte in cui ci siamo incontrati
non avesse fatto altro che innervosirmi, mi sentivo comunque male al
pensiero che gli rimanesse così poco. E' sempre stato una mia
caratteristica (Jean e Travis la chiamerebbero difetto, credo),
preoccuparmi per chiunque, non importa chi essi fossero.
"E di cosa? Non sei di certo tu che me l'hai passato..."
sentenziò in risposta il falsario, con un mezzo sorriso, per poi
sedersi sullo sgabello vicino al mio letto, dicendomi "Non mi aspettavo
per niente di vedere uno dei miei futuri clienti qui, però..."
Rabbrividìi leggermente al sentirmi definire suo 'futuro
cliente', pensando in un istante alle conseguenze che tale scelta
avrebbe potuto avere sulla mia carriera, per poi rispondergli cercando
di fare finta di niente (non che questo aiutasse in alcun modo con il
mio attuale stato d'animo) "Già... che sorpresa, eh eh... ma
ditemi... voi cosa ci fate qui? Qualcosa relativa al problema di cui mi
avete accennato prima, suppongo..."
Gerald annuì, dicendo "Proprio così, risposta
corretta. Ero venuto per un semplice accertamento e mi hanno
richiesto di rimanere in clinica fino a domani per evitare eventuali
ricadute... tuttavia, non mi andava di rimanere fermo nel letto, ed ho
deciso di farmi un giretto per i corridoi... quando ho sentito te
parlare con la tua amichetta ed il procuratore Harley. Stai per
lavorare al tuo secondo caso, eh?"
"G-Già..." confermai la risposta, chiedendomi se ciò che
mi avesse appena detto fosse vero o se fosse soltanto una scusa per non
dirmi che mi aveva seguito apposta...
"Beh, questo è magnifico: spero proprio che il caso vada per il
meglio. Ora capisco perchè non mi hai ancora fatto nemmeno una
telefonata: volevi rilassarti un pò prima di accettare qualche
nuovo incarico, e zio Gerry non ti era utile..." affermò quindi
Ford, con un tono parzialmente canzonatorio, mentre io mi limitavo a
fare un sorriso forzato, sentendomi sempre più preoccupato dalla
presenza dell'uomo, anche e soprattutto per via dell'argomento al
centro della nostra attuale discussione.
"Ehm... vero... e, a questo proposito... c'è qualcosa che vorrei
dirle, signor Ford..." dissi, grattandomi la nuca e cercando di trovare
le parole giuste per ciò che stavo per affermare.
"Spara, allora: sono più che curioso di sentirti." mi disse
allora, incrociando le dita delle mani a formare un triangolo, mentre
mi osservava con gli occhi poco al di sopra di esso.
... brrr... credo che se mi trovassi mai in tribunale una persona del genere, non riuscirei a combinare nulla di buono...
"Beh... vede, la ringrazio molto dell'offerta che mi ha fatto una
settimana fa... ma non penso la accetterò. Certo, non posso
negare di averci fatto un pensierino, e me ne pento parecchio... ma non
sono assolutamente tipo da usare prove false in tribunale, ed è
assolutamente impossibile che mi riduca al punto in cui userò un
qualcosa di illegale per ottenere giustizia." sentenziai, osservando
con sguardo serio il falsario di fronte a me, come a volergli
dimostrare che non mi stava intimorendo minimamente, quando in
realtà era l'esatto opposto...
"... comprendo benissimo, e devo ammetterlo, mi aspettavo che avresti
detto qualcosa del genere. Spencer Trueman mi aveva detto che eri un
tipo corretto e leale, dopotutto." disse allora, sospirando e chiudendo
gli occhi per un solo secondo, prima di riaprirli.
... Spencer Trueman? Ma... è il nome di mio zio... come fa Ford a conoscerlo...?
"Davvero una brava persona, tuo zio. Uno dei miei più cari
amici, probabilmente... insieme a Christopher, ovviamente." disse
allora Gerald, sorridendo mentre ripensava al suo passato... ed io
sgranavo gli occhi, inorridito: mio padre conosceva un falsario!?
Per... per quale motivo?
Non riuscivo assolutamente a comprenderlo... e mi rifiutavo
categoricamente di pensare che la risposta più ovvia fosse
quella vera...
Notando la mia insicurezza, Ford sciolse il trangolo ed incrociò
le braccia, alzandosi dalla sedia ed iniziando a camminare per la
stanza, dicendomi, mentre continuava ad andare avanti ed indietro
"Com'era che lo chiamavano...? Ah sì, 'Il Diamante della
Giustizia', perchè era imbattibile nelle udienze ed era capace
di sconfiggere chiunque, proprio come il suo maestro... peccato che
ciò non fosse assolutamente vero: processi ne ha persi eccome,
è solo che ciò che ha avuto più risalto agli occhi
del pubblico sono state le sue vittorie, non le sue sconfitte. Non
esistono persone del genere, invincibili: basta osservare i von Karma,
con la loro ricerca della perfezione fallita miseramente... ormai,
più passano gli anni, più i nuovi avvocati e procuratori
trattano i processi come una sfida a punti, un gioco tra di loro,
scordandosi che il loro lavoro sarebbe quello di proteggere le persone
e di salvarli... record di vittorie un cavolo. La giustizia è
morta quanto Phoenix Wright ha perso il distintivo, credimi... anzi,
probabilmente anche lui, sotto sotto, lo trattava come un gioco tra
sè ed i suoi avversari, basta vedere come si atteggiava ed era
sicuro di sè, durante il suo ultimo processo..."
Subito dopo, egli finì il suo movimento, affermando rivolto a me
"Ma è proprio per il modo in cui si è ridotto il nostro
sistema legale che esistiamo noi falsari... come ti dissi al nostro
primo incontro, io sono amico di avvocati e procuratori, perchè
ciò che creo non è malefico di per sè. Io eseguo
soltanto la mia opera, ma poi l'uso che ne fanno i miei clienti spetta
solo allora. Una prova falsa può costuire un'arma per vincere
una causa a tutti i costi per una persona ossessionata dalla
vittoria... ma per una persona che crede veramente in ciò che
fa, le prove false possono essere solo una chiave per facilitare il
proprio lavoro. Sei proprio sicuro di voler ignorare qualcuno voglioso
di offrirti la soluzione a tutti i tuoi problemi?"
"..." io abbassai lo sguardo, leggermente tentato dalla sua offerta.
Non aveva tutti i torti... delle prove false, forse, avrebbero potuto
aiutarmi a salvare Cody... non penso che Jean possa trovare molto,
visto com'era ridotta la scena del crimine...
... Ma non posso accettarlo! Non posso fare assolutamente una cosa del
genere! Ne andrebbe del mio buon nome... no... del nome di tutta la mia
famiglia!
Cosa penserebbero poi il signor Grossberg, Jean, e Travis? Sono sicuro
che nessuno di loro vorrebbe che facessi qualcosa di così
infamante...
... Ma basterebbe che non lo sapessero perchè io possa usarle senza problemi, no...?
... Mio dio, Law, perchè stai anche CONSIDERANDO di fare
qualcosa del genere!? Sei un avvocato, non un criminale! Non puoi
abbassarti a questo punto!
Diamine... cosa... cosa devo fare, adesso? Non sono più sicuro di nulla, a questo punto...
...
"... No." dissi allora, osservando il signor Ford.
"Non ho intenzione di accettare la sua offerta, signor Ford. Comprendo
che lei vuole cercare di aiutarmi... ma questo non sarebbe un aiuto. E'
come usare dei codici in un videogioco: è sbagliato e
annullerebbe completamente lo scopo per cui voglio fare l'avvocato. Mi
dispiace, ma se voglio vincere, voglio farlo con il mio cervello, non
con sporchi mezzucci." gli risposi subito dopo con sguardo determinato
e serio, nonostante il fatto che, dentro di me, fossi tutto meno che
sicuro su ciò che stavo dicendo, riflettendo ancora se fosse il
caso di accettare o meno l'offerta, anche se l'avevo appena rifiutata.
"... Immaginavo mi avresti dato una risposta del genere. Vabbè,
pazienza: non sono io quello che ci va a perdere." sentenziò il
falsario, alzandosi e dirigendosi alla porta dell'ospedale, per poi
voltarsi nuovamente verso di me, affermando "Ti avviso, comunque: sono
sicuro che, tra un pò di tempo, sarai più disposto a
giocare carte false pur di salvare un innocente. E quando sarai
arrivato a quel punto, sarò più che felice di realizzare
qualcosa per aiutarti. Tutto ciò che devi fare... è
chiamarmi.", per poi uscire dalla stanza, lasciandomi solo con i miei
pensieri.
...
Non immaginavo di certo che questa giornata sarebbe finita in questo
modo. Prima l'omicidio, poi l'incontro con Travis, ed ora anche il
falsario che cerca di spingermi a sfruttare i suoi servigi...
E domani inizia anche il mio secondo caso... ottimo, davvero ottimo...
... forse è meglio se mi metto a dormire, non mi farà
bene continuare a restare alzato e a riflettere su queste cose...
E pensato questo, chiusi gli occhi e mi stesi sul letto dell'ospedale,
godendomi un pò di meritato riposo prima della mia prossima
battaglia in tribunale.
... A quell'epoca, ero un ragazzo idealista ed ingenuo, che non voleva
nient'altro che aiutare il prossimo e salvarli da verdetti ingiusti.
Credevo nel bianco e nel nero, nel bene e nel male, ed il grigio non era quasi accettabile, nel mio schema di pensiero.
Ma sbagliavo. Sbagliavo completamente.
Il bianco ed il nero sono solo punti di vista. Il grigio è
l'unico colore, nella tavolozza della moralità: tutti hanno
delle proprie motivazioni, e spesso, l'unico modo per realizzarle
è tramite azioni scorrette.
E così, man mano che passavo il mio tempo nell'ambito della
legalità, il nero con cui venivo a contatto si mescolava
lentamente ed inesorabilmente con il mio bianco... fino a diventare
grigio, cambiandomi in modo irreversibile.
Che fine ha fatto il ragazzo idealista ed ingenuo, allora? E' vivo? E' morto?
Non saprei dirlo. Non so dire se quest'esperienza come avvocato mi
abbia cambiato in meglio o in peggio, ma una cosa posso dirla: non ho
mai, e sottolineo MAI, smesso di credere nella giustizia, anche nei
momenti più bui e più duri, anche quando tutto sembrava
dire il contrario.
L'unica differenza, è che all'inizio della mia carriera non
potevo ancora sapere quale distorto senso di 'giustizia' avessero altre
persone, sia all'interno che all'esterno del sistema legale...
Global Studios
Ingresso
21 Giugno
22.33
[Jean]
Uhm... che strano, non stanno ancora facendo i preparativi per la
chiusura. Probabilmente a questo punto se ne andranno tutti verso le
23... e noto che, poco più avanti, quello strambo Lytalk sta per
uscire dal cancello... non che mi interessi molto al momento, ma vorrei
tanto capire il suo ruolo all'interno di questa vicenda... e
soprattutto, cosa intendeva quando diceva che dietro a questo caso
c'è una 'storia molto triste'...
... Ad ogni modo, io e Hayes ci eravamo avvicinati allo sportello,
notando che Dave non era più lì (probabilmente qualche
parente doveva esserlo venuto a prendere nel mentre. Forse il padre o
uno zio?), ed al posto di guardia sedeva una donna, piuttosto avanti
con l'età (non avrei saputo dire quanto avanti, ma mi dava
decisamente l'impressione di dover essere già ben oltre
l'età pensionabile...), dai capelli grigiastri-neri e la pelle
raggrinzita, con tre fermagli di forma sferica sul lato sinistro dei
capelli... e vestita per qualche strano motivo da astronauta, con tanto
di pseudo-pistola laser e casco spaziale formato boccia per pesci a
poca distanza.
Gh... com'è possibile che facciano lavorare vecchiette qui? Ai
Global Studios dovevano di sicuro star cercando di risparmiare sullo
stipendio, quando l'hanno assunta...
... e non commentiamo nemmeno sulla sua scelta di divisa. Mi sa che i
Global stavano cercando di risparmiare anche su quella ed hanno
riciclato qualche vecchia tuta di vecchie serie televisive...
Ad ogni modo, Jean, concentrati: è l'ultimo testimone per oggi, dopotutto.
Detto questo, mi avvicinai allo sportello, pronta ad iniziare la conversazione con lei.
"Salve...lei è la guardia di sicurezza, vero?" domandai,
volendomi accertare, anche se a vedere la sua divisa ed il fatto che
fosse seduta a quel posto era già una conferma che lo fosse.
"Oh, Stevie... che ti hanno fatto... com'è possibile che abbiano
preso di mira proprio te!? Te l'avevo detto che non avresti dovuto
accettare quel ruolo..." disse, con tono melodrammatico, abbracciando
una foto del defunto Steve Arwen, senza notare nemmeno per un secondo
la mia presenza.
"Ehm... signora...?" provai ad attirare la sua attenzione, per poi
sbattere leggermente un pugno sul bancone, per attirare la sua
attenzione.
... e fu una pessima idea.
Infatti, subito dopo, la nonnina si voltò verso di me con
sguardo furente, sbraitandomi in faccia "CHE COSA VUOI, SAPUTELLA!? NON
VEDI CHE SONO IMPEGNATA!?", per poi tornare a riprendermi
Ehi ehi, calmati! Qui qualcuno ha bevuto troppo caffè, mi sa...
L'urlo è stato così forte che ha fatto persino volare via
la calcolatrice di mano ad Hayes, ed ora il nostro matematico eroe si
stava dedicando alla ricerca del suo fido strumento ricreativo, vittima
di uno dei tanti cespugli nelle vicinanze.
E mentre il mio accompagnatore si dedicava a tale epica impresa, io,
nonstante fossi un pò seccata dalla reazione della nonnina, le
feci il sorriso migliore che mi poteva venire in un'occasione del
genere (anche se non lo avrei chiamato 'sorriso', più 'smorfia
che dura fin troppo') domandai "Lei è la guardia di sicurezza,
vero? Signora...?"
"Wendy Oldbag! E fammi indovinare, vorresti farmi delle domande sulla
morte di Stevie, eh!? Proprio questo ci mancava, un'altro saputello che
viene qui e fa delle domande attengiandosi a poliziotto! Aaaah, la
gioventù di oggi, non sanno più che fare e si gettano
subito a fare gli sciacalli sulle sventure altrui!" mi sbraitò
in faccia, come se la mia sola presenza lì fosse un fatto
sacrilego.
... Aspetta, Wendy Oldbag? Questo nome non mi è nuovo...
... MA CERTO! E' stata testimone in due casi dell'avvocato Wright! La vecchietta malvagia isterica!
Beh, almeno ora so con chi ho a che fare... anche se questo significa
che, probabilmente, il risultato delle mie domande sarà
informazioni: zero, chiacchere inutili: incalcolabili...
"Ehm... signora Oldbag, capisco che probabilmente la sto annoiando..."
provai a dire, ma prima ancora di finire la frase, la malvagia nonnina
mi interruppe, guardandomi con sguardo omicida e dicendomi "Oh, ottimo!
Se sai che mi stai annoiando, per quale motivo continui a parlare!?
Aaah, mi ricordi una vecchia amica che avevo alle elementari, sai? Non
faceva altro che parlare parlare parlare parlare, e non la smetteva
mai! Non capiva proprio di essere inopportuna, eh no! Ma io non ero
così, sai? Devi sapere che..."
Oh, noooo! Ecco che inizia! Avrei dovuto aspettarmelo, ma non credevo che mi avrebbe interrotto a metà frase!
Beh, vorrà dire che spegnerò il cervello finchè
non finirà di parlare, così eviterò che esploda...
...
Oh, bene, pare che abbia funzionato. L'unica cosa che ho capito
è che c'entravano armadilli, mazze da hockey, e dieci barattoli
di pelati...
"Ehm... sì, è una storia molto affascinante, ma... beh,
come ha già immainato, vorrei farle alcune domande riguardo la
morte di Steve Arwen..." dissi subito dopo, sperando di avere PERLOMENO
mezza informazione al riguardo...
Tuttavia, tutto ciò che ebbi come risposta fu "Oh, lo sapevo!
Tutti qui pensano alla cara vecchia Wendy solo e soltanto quando muore
qualcuno! Figurati che quando sono venuta qui, tutti si sono tenuti a
distanza, invece di dirmi 'Oh, ciao Wendy, che piacere rivederti a
lavorare qui'... ma comunque, io so bene chi ha compiuto il delitto ed
a quale scopo... ma non ho intenzione di dirlo in giro a saputelli come
te!"
"Eh? E perchè, di grazia?" domandai, leggermente confusa: se
davvero crede di sapere chi ha compiuto il delitto e perchè, non
vorrebbe dirlo a tutte le persone che gli capitino davanti? E' una
stereotipica vecchia signora brontolona, dopotutto...
"Quel tennista tanto carino mi ha detto che sarebbe uscito con me se
avessi mantenuto il segreto fino a quando non mi avrebbe chiamata a
testimoniare in tribunale! Non potevo rifiutare un'offerta del genere,
non sarà Edgey, ma è comunque una buona scelta!"
affermò la Oldbag con tono sdolcinato, con un'espressione che in
teoria sarebbe dovuta essere da innamorata, ma che sembrava più
che altro un mostro di un film horror...
... aspetta, tennista...? Non intenderà mica Travis?
... Travis ha promesso di uscire con lei in cambio di mantenere le sue
informazioni riservate...? Non lo facevo TANTO disperato di poter
vincere...
... Blergh, non riesco nemmeno ad immaginarmelo senza l'istinto di vomutare.
Ad ogni modo, se la Oldbag non ha intenzione di parlare, penso sia il
caso di chiudere i battenti, qui... non ho tempo da perdere, dopotutto,
e qui si è già fatto abbastanza tardi.
"Capisco... ci vediamo in tribunale domani, allora." dissi alla
signora, la quale si limitò ad annuirmi con sguardo distratto,
mentre io mi allontanavo dalla reception, accompagnata da Hayes (il
quale, nel mentre, aveva trionfato sul cespuglio ed era riuscito a
recuperare il suo prezioso calcolatore.
Davvero fantastico, non ho cavato nulla nemmeno dalla nonnina... mi
spiace, mamma, come detective sono davvero una schiappa, comparata a
te...
Vabbè... almeno, non è andata completamente a vuoto, come
giornata... anche se ho avuto l'impressione di poter fare di
più...
... beh, basta che Law resista per la prossima giornata in tribunale, e
poi potrò tornare qui per indagare meglio. Non credo che sia
tanto scarso da non riuscire a superarlo, e comunque ci sarò io
a dargli una mano.
Pensando queste cose, io ed Hayes eravamo quasi arrivati al cancello...
prima di bloccarci e sgranare gli occhi, osservando la scena di fronte
a noi.
Frank Lytalk stava venendo strangolato da una persona molto più
alta e robusta di lui, vestita con una divisa bianca da allenamento.
Non riuscivo a vedere bene la sua faccia, a causa di alcune luci che
andavano a riflettersi su di essa, ma vista la situazione, non me ne
stavo curando affatto.
"Ma cosa...!?" urlai, sorpresa da quella scena, mentre Hayes digrignava
i denti, preoccupato: immediatamente, estraette la pistola, puntandola
contro l'uomo.
"FERMO LI'!" urlò immediatamente il poliziotto, dando tutto
fiato ai polmoni con un tono di voce che non lo credevo capace di fare,
anche se notai che gli stavano tremando le mani, come se non volesse
fare fuoco o la situazione lo stesse spaventando più del dovuto:
visto cosa stava succedendo, però, tale reazione era del tutto
comprensibile.
Immediatamente, ma con molta più calma di quanta ne avrebbe
dovuta avere, l'uomo muscoloso si voltò leggermente verso di
noi, permettendoci di vederne il volto: aveva gli occhi a mandorla,
segno che probabilmente era cinese o giapponese, ed aveva dei capelli
neri sulla metà sinistra e bianchi sulla metà destra, con
due puntini all'altezza delle sopracciglia dei colori invertiti
rispetto ai capelli sullo stesso lato: bianco a sinistra e nero a
destra. Tuttavia, non sembrava per niente preoccupato dall'avere una
pistola puntata contro, ed anzi, la sua espressione rendeva chiaro che
non vedeva Hayes per niente come una minaccia.
"... Ah... c'ela un tempo in cui i ploiettili elano qualcosa di cui
dovevo pleoccupalmi... ma quei tempi sono finiti. Ho già uno dei
tle poteli, glazie al clan Fey..." disse il cinese, probabilmente
più tra sè e sè che diretto a Paul, mentre
allentava leggermente la presa sul collo di Frank (notavo che stava
iniziando a respirare con più regolarità, anche se la
presa dello straniero rimaneva comunque salda...)
"V... Vattene via! Altrimenti, l'agente Hayes ti arresterà!"
urlai allora, insicura su cosa dire: non mi era mai capitato di
trovarmi in una situazione del genere, e per tale motivo, non ero
sicura per niente se avessi detto una cosa giusta.
Sono un'apprendista avvocato, non un poliziotto, dopotutto!
Al sentire la mia voce, tuttavia, il cinese spostò il suo
sguardo leggermente su di me, con un'espressione leggermente sorpresa,
per poi sorridere, dicendo "La figlia di Samantha... non avlei mai
pensato di potelti incontlale in un luogo del genele..."
Uh...? Conosce mia madre...?
"C... Chi sei, tu...? E perchè stai strangolando quel ragazzo!?"
domandai, confusa e piuttosto spaventata per l'attuale situazione di
Frank, mentre il cinese chiudeva gli occhi, affranti.
"... Mi lattlista vedele che non ti licoldi di me... ma immaginavo che
Samantha avlebbe cercato di nascondelti la velità..." disse
allora, per poi voltarsi leggermente verso Frank, dicendo "Questo
individuo è pelicoloso pel i miei piani... ma immagino che
già il fatto che mi abbiate visto significhi che debba lascial
peldele... non è un ploblema, pelò... il glande
plogetto del mio gluppo laggiungelà il suo apice entlo i
plossimi due anni, che lui viva, o no..."
Una volta detto questo, egli lasciò la pesca, facendo cadere
Frank a terra, il quale si mise a gattoni subito dopo, mentre
recuperava tutta l'aria che non aveva potuto ricevere per via dello
stlangolamento...
"Mi dispiace che tu abbia dovuto vedelmi fale questo... spelo che
ciò che hai visto non ti falà pensale male di me..."
disse, con aria piuttosto affranta, che non fece altro che confondermi
ancora di più.
Perchè vede come così importante il mio giudizio su di lui? Non lo conosco nemmeno!
C'erano un sacco di domande che gli avrei voluto fare, almeno per poter
riuscire a capire cosa stava succedendo in quel momento, ma purtroppo,
non potei farne nessuna, visto che il cinese iniziò ad
allontanarsi subito dopo, uscendo dal cancello principale come se nulla
fosse.
"Non hai sentito quello che ti ho detto prima!? Ho detto FERMATI!"
disse Hayes, ligio al dovere, per poi cercare di sparargli alle gambe,
per fermarlo ed impedirgli di scappare.
E fu allora che successe qualcosa che non mi aspettavo di poter vedere.
Di fronte a lui, infatti, proprio nel punto in cui il cinese stava per
venire colpito, apparverò dal nulla alcune catene, che formarono
rapidamente una X sulle gambe dell'uomo, e nel punto di intersezione,
si formò un lucchetto di grosse dimensioni di colore rosso. Un
lucchetto di cui avevo sentito spesso parlare, nei verbali dei processi
dell'avvocato Phoenix Wright...
"Un... un lucchetto psichico!?" dissi tra me e me, mentre vedevo la
pallottola infrangersi sul lucchetto, che scomparve immediatamente
dopo, senza che il cinese venisse anche solo scalfito dal colpo.
Io ed Hayes osservammo la cosa con occhi sgranati, incapaci di
processare quello che era appena successo. Una cosa del genere non
poteva avvenire realmente! Nessuno è capace di fare qualcosa di
simile!
"Lucchetti Psichici... folmati dai segleti nel cuole delle pelsone...
nolmalmente non possono manifestalsi nel mondo fisico, ma, glazie alle
tecniche del Tempio Hazakula, sono liuscito a fallo. Ola non lesta che
tlovale la Pelcezione e l'Aula, ed il plogetto potlà avele
inizio..." disse tra sè e sè, per niente preoccupato o
anche solo smosso da ciò che era appena successo, per poi
voltarsi verso di me, dicendo "Spelo che tu potlai essele fiela di me,
Jean Watson... e che anche tua madle possa peldonalmi quel che le ho
fatto..."
E così, quell'uomo si allontanò, portando con sè
quell'aria di occulto e di mistero che aveva creato, senza dare una
spiegazione o una risposta per ciò che era appena successo.
Io e Hayes rimanemmo lì, di sasso, mentre cercavamo di comprendere cosa fosse successo.
Era impossibile descrivere a parole come mi stavo sentendo. Sono sempre
stata scettica riguardo il paranormale, pur accettando certe cose di
cui avevo letto in passato su argomenti simili (come il Magatama di
Wright, appunto), pensando che ci fosse sempre una spiegazione
razionale per tutto, per quanto complicata o arzigogolata essa potesse
essere.
Tuttavia... non ve ne era alcuna per ciò che avevo appena visto.
Non poteva essere giustificato in alcun modo. E questo non faceva altro
che rendermi nervosa in proposito.
Ma quell'evento soprannaturale non era nulla, rispetto al fatto che lui
conoscesse me e mia madre, e mi parlasse come se fosse un amico di
famiglia.
Chi poteva essere? E perchè mia madre non mi aveva mai parlato di tale persona...?
Con tutto ciò che era successo in quel momento, io ed Hayes
ci stavamo quasi scordando del fatto che Frank era a poca distanza
da noi, quasi ripresosi del tutto dal tentato strangolamento.
Il primo a ricordarsi di lui fu Hayes, che si gettò
immediatamente verso di lui, dicendogli "Ehi, è tutto a posto?
Stai bene?"
"Hnnn..." Frank, in risposta, alzò lievemente la testa,
massaggiandosi il collo nel frattempo (su cui erano rimasti dei leggeri
segni a causa della forte presa dell'uomo), per poi dire "S...
Sì, è tutto a posto, credo..."
Subito dopo, la mia attenzione si calamitò sul diciannovenne a
poca distanza da me, anche se nella mia mente continuavo a pianificare
ipotesi su ipotesi riguanrdo al misterioso cinese che avevo appena
visto, dicendogli "Frank, giusto? Perchè quel cinese ti aveva
attaccato? Gli hai detto o fatto qualcosa di male?"
"Non che io sappia... anzi, non l'ho mai visto prima..." mi disse, per poi rialzarsi e spolverarsi i vestiti.
Una volta fatto questo, egli si voltò alternativamente verso
Hayes e me e chiuse gli occhi, sentenziando "Beh... direi che devo
ringraziarvi: se non fosse stato per voi, adesso sarei morto e
sepolto..."
"Uh...? Oh, sì, giusto. Sono contenta che tu sia vivo..." dissi
allora, cascando dalle nuvole: personalmente, in quel momento lui era
l'ultimo dei miei pensieri, dominati ancora da quell'enigmatico
individuo, anche e soprattutto perchè di lui in quel momento si
stava già occupando Hayes.
"Suppongo che dovrei ripagarvi... per questo, ho deciso di avvisarvi."
affermò quindi Frank, verso il quale mi girai, più
seccata che incuriosita, sperando che fosse una cosa rapida.
"Di cosa?" domandai rapidamente, trattenendo a stento un sospiro seccato.
"Beh... il tuo amico, Trueman, è in una bruttissima situazione.
Probabilmente, nè tu nè lui ve ne accorgerete molto
presto, ma con il suo primo caso ha attirato l'attenzione di persone
che non sono per niente contente di vedersi mettere i bastoni tra le
ruote. Vi consiglio di essere cauti riguardo ciò che farete in
futuro ed ai casi che accetterete dopo di questo: se Trueman
manterrà un basso profilo, probabilmente queste persone lo
lasceranno perdere... ma se continuerà ad accettare tutti i casi
di fronte a cui si troverà, le cose non gli andranno per niente
bene." spiegò Frank, per poi voltarsi verso l'uscita, dicendo
"Ad ogni modo, la scelta sta a voi. Ma ve lo dico: se volete un lieto
fine, state percorrendo la strada più sbagliata che ci possa
essere...", per poi dileguarsi, camminando lentamente fuori dagli
Studios, sotto lo sguardo mio e del detective.
In quel momento, allora, l'uomo si voltò verso di me, con sguardo piuttosto perplesso ed interrompendo i suoi calcoli.
"... Voi avete capito cosa è successo? Io mi sono perso al
cinese antiproiettile..." domandò Hayes, grattandosi la nuca,
probabilmente più confuso di quanto io fossi in quel momento.
"... sinceramente, ho perso il filo anch'io..." commentai in risposta, più sincera che mai.
Dopo questi eventi, entrambi ci dirigemmo verso l'uscita, abbandonando
i Global Studios per quel giorno, mentre io rimuginavo sull'avviso che
Lytalk mi aveva dato prima di andare.
... Personalmente, non mi pare nulla di interessante. Anzi,
sinceramente non credo che nè io nè Law ci guadagneremmo
nulla a seguire quel consiglio...
Non penso che valga nemmeno la pena avvisare Law in proposito. Per ora
non resta che concentrarsi sul caso in corso... anche se sarà
difficile, visto e considerato che al momento non riesco a pensare ad
altro che a quel cinese...
... Così finì il primo giorno d'indagine del secondo caso
del mio amico Law, anche se io feci buona parte del lavoro.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se, quel giorno, fosse stato lui stesso
ad effettuare l'indagine, visto e considerato che molte delle persone
che mi ero trovata davanti avrebbero, in seguito, avuto un grosso
impatto sulla sua vita.
Isla Manemy. Frank Lytalk. Persino quel cinese, anche se parzialmente la sua storia riguarda anche me...
Penso che fu da quel giorno che i rapporti tra me e lui iniziarono a modificarsi, lentamente ed inesorabilmente.
Forse è stata colpa mia, forse sua. Molto probabilmente di entrambi.
La verità, è che nonostante quello che pensavo al tempo,
io non ho avuto molto a che fare con questa storia. E' stata la vicenda
di Law, e sebbene sia io che Travis vi abbiamo giocato un ruolo non
indifferente, alla fine è stato lui che ha affrontato
direttamente i 'cattivi' di turno...
Personalmente, a rivedermi adesso, mi considero una stupida incredibile
per quel consiglio di Frank che mi sono lasciata sfuggire, troppo presa
da quell'evento soprannaturale.
... ero troppo sicura di me, troppo certa di avere ragione, quando in
realtà ignoravo molte più cose di quanto credessi, su mia
madre... e su me stessa.
I primi tre anni da avvocato di Law sono stati, complessivamente, un
percorso lungo ed intricato, in cui tutti noi abbiamo dovuto affrontare
e scoprire di più su noi stessi per proseguire.
Alla fine, però, direi che ne è valsa la pena, in quanto ci ha permesso di diventare le persone che siamo oggi.
E devo dire che, nonostante le sue ambiguità ed il disprezzo che
avevo nei confronti di Travis... dopo averlo conosciuto meglio nel
corso degli anni, ho scoperto che non è affatto una cattiva
persona.
Ma questo non fa di lui un santarellino, no, per niente al mondo, come avrete modo di vedere più avanti.
Personalmente, penso che questi primi due casi siano stati la parte
più importante della carriera di Law, in quanto è qui che
si sono iniziati a spargere i semi di eventi germinati solo e soltanto
molto tempo dopo...
E' stata come una gigantesca partita a scacchi, ognuno stava facendo la
sua mossa, lentamente e con pazienza, usando noi come pedine.
All'inizio la cosa fu molto difficile da notare, ma col tempo, tutto
divenne progressivamente più chiaro...
... fino a quando non avvenne lo scacco matto, il giorno in cui tutto
trovò la sua fine, l'ultimo giorno da avvocato di Lawrence
Trueman.
Continua...
*********************************************************************************
E così, dopo moltissimo tempo, ho finalmente finito la prima
parte dell'investigazione del caso 2! Dal prossimo capitolo,
inizierà finalmente l'udienza, ed il caso inizierà a
diventare un pò più chiaro.
Mi dispiace se la comparsa della Oldbag non è stata il massimo
nè divertente, ma ho cercato di fare del mio meglio per tenerla
IC, e penso di aver ottenuto un risultato decente.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, in ogni caso, e ringrazio
The Shadow per la sua solita recensione : )! Vi do appuntamento al
prossimo capitolo, con il preludio dell'udienza!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo 18: Turnabout Reboot (udienza 1, preludio) ***
LTAA19
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo
18: Turnabout Reboot (udienza 1, preludio)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°2
22 Giugno
Ore 09.45
Ahia... la testa...
Sarò anche riuscito a cavarmela senza fasciatura, ma la botta si fa ancora sentire, qui...
Sono fortunato che alla fine non si sia rivelato nulla di grave, anche se ammetto di essere tutto meno che calmo in ogni caso...
Jean mi ha già dato tutte le prove e le informazioni che aveva
trovato, ma devo ancora riguardarle per bene, e non ho moltissimo tempo
per farlo... e sopratutto, la mia amica mi sembrava un pochino
distratta, anche se non capisco perchè. Che sia successo
qualcosa, ieri...?
Beh... mi spiace per lei, ma purtroppo dovrà aspettare: al
momento, la mia priorità è lavorare al caso di Cody...
meglio non perdere tempo e riepilogare un pò le prove in mio
possesso.
Allora... nel Registro Processuale ho: un Volantino Pubblicitario, una
Foto di una borsa ed una Carta d'Identità di una certa Hayden
Carson, oltre ai soliti profili delle persone coinvolte nel caso.
Uhm... mi servirebbero il Referto dell'Autopsia e la Foto della scena
del delitto... ma immagino quelli non potrò riceverli che ad
udienza iniziata...
Non so perchè, ma vorrei verificare personalmente che l'ipotesi
che Hayes aveva proposto a Jean sia vera... forse sono solo io che
sono paranoico, ma questa è una di quelle volte in cui
c'è bisogno di prove per sostenere le proprie affermazioni, e mi
pare strano che Hayes non avesse dato alcun referto dell'autopsia alla
mia amica...
Sospirai, per poi adocchiare il divano, a poca distanza da me.
Probabilmente, non mi farebbe male riposarmi un pò, visto che ho venti minuti prima dell'inizio dell'udienza...
Pensato questo, mi diressi verso il divano rosso, sedendomi su di esso
e sospirando, mentre cercavo di rilassarmi e calmarmi un pò
prima dell'inizio dell'udienza...
"Ah-HHHEM!"
... scordandomi completamente che quel divano sembrava possedere una
funzione attira-gente, visto che subito dopo sentìi un fin
troppo familiare colpo di tosse a poca distanza da me...
Alzando lo sguardo, infatti, mi ritrovai di fronte il familiare sorriso
bonario del mio mentore e datore di lavoro, Marvin Grossberg, che stava
sorseggiando un bicchiere di limonata.
"Uh? Signor Grossberg?" domandai, sorpreso di trovarmelo di fronte:
pensavo sarebbe rimasto allo studio oggi, anche se non potevo negare
che mi facesse molto piacere rivederlo.
"Lawrence, come ti senti? Jean mi aveva avvisato di ciò che ti
era successo, ma purtroppo ieri non sono potuto venire a farti visita
alla Clinica..." si scusò il signor Grossberg abbassando lo
sguardo, parecchio abbattuto dalla cosa.
Io gli sorrisi di rimando, cercando di risollevarlo un pò, per
poi dirgli "Oh, non fa niente, signor Grossberg: capisco perfettamente.
E poi, come vede, sto benissimo! Non c'è bisogno di
preoccuparsi!", sperando che questo gli bastasse per sentirsi un
pò meglio.
Le mie parole, fortunatamente, ebbero l'effetto sperato, ed il signor
Grossberg recuperò subito la sua solita espressione, dicendomi
"Eh eh eh... ne sono molto contento, Lawrence. A quanto mi ha detto
Jean, comunque, stai per iniziare l'udienza per il tuo secondo caso,
giusto? Se vuoi, posso darti una mano con il caso. A quanto ho sentito,
non hai molte prove o informazioni, quindi pensavo ti avrebbe fatto
piacere ricevere un aiuto..."
... vi prego, signor Grossberg, vi voglio bene, ma non fatemi pensare al fatto che ho poche cose per le mani...
Mi fa tornare in mente ciò che mi aveva detto Ford ieri,
riguardo il bene che si potrebbe guadagnare dall'usare le prove
false... e sto cercando di togliermelo dalla testa, quel maledetto
episodio.
L'unico motivo per cui l'ho sentito è stato per un attimo di
debolezza... ma non posso... NON POSSO ASSOLUTAMENTE... ridurmi ad
usare prove false!
... ma... oh, diamine, no, Law, NO! NON E' UNA BUONA IDEA, CAPITO!?
... ma... ma forse potrei... insomma... chiedere un parere al signor
Grossberg? In fondo, è un avvocato piuttosto esperto, deve avere
avuto esperienze simili...
... prima meglio rispondere alla sua offerta, però, prima che si preoccupi...
"Uhm... no, non si preoccupi, signor Grossberg, stavolta voglio provare
a cavarmela senza il vostro aiuto: e poi, ho già Jean qui con
me. Oltretutto... il procuratore è una persona molto importante
per me, e vorrei che l'udienza sia quanto più alla pari
possibile per entrambe le parti..." dissi, con tono per niente
convinto: le motivazioni che avevo appena detto erano vere, ma al
momento, mi premeva piuttosto fare quella domanda, e per questo motivo,
subito dopo, chiesi "... Le dispiacerebbe se le facessi una domanda,
però, signor Grossberg?"
"Uh? Sì, certo, non c'è problema. Di cosa si tratta?" mi
chiese quindi di rimando il mio datore di lavoro, con tono incuriosito
ma, soprattutto, preoccupato.
... mi sembra un pò mio padre, alle volte...
"Beh... solo per pura e semplice curiosità, vi è mai
capitato, a voi o a qualche altro avvocato del vostro studio legale...
di avere a che fare con delle prove false? Non intendo se le avete
usate, puntualizziamo, intendo solo..." provai a chiedere,
interrompendomi però a metà frase: stavo provando molto
imbarazzo anche solo a domandare una cosa del genere, e speravo davvero
che non deducesse nulla a partire dalla mia questione...
Immediatamente, Grossberg si scurì in volto, apparentemente
punto nel vivo da una domanda del genere, per poi rimanere silente per
qualche secondo, guardandomi con un'espressione molto timorosa.
Lì per lì, mi spaventai parecchio, non avendo mai visto
il mio datore di lavoro fare un'espressione del genere, domandandogli
immediatamente "Signor Grossberg...? E'... è tutto a posto?"
"... Lawrence, perchè mi fai una domanda del genere?"
domandò di rimando il mio baffuto datore di lavoro, sistemandosi
gli occhialetti con fare agitato.
... Perchè sta reagendo in questo modo...? Mi sta facendo parecchia paura...
"E'... E' una semplice curiosità, tutto qui... volevo sapere se
aveste mai avuto a che fare con avvocati o situazioni in cui prove
false erano implicate in qualche modo..." mentìi: visto lo stato
in cui si trovava in quel momento, non penso che gli avrebbe fatto
piacere sapere che stavo avendo contatti con un falsario...
"... Lawrence, sai, alle volte, mi chiedo se non ci sia una
maledizione, sul mio studio legale." disse allora lui, cogliendomi di
sorpresa: perchè mi stava dicendo una cosa del genere, adesso?
"Tutti gli avvocati che hanno lavorato o appreso da me non hanno avuto
una carriera lunga, e le loro vite si sono ridotte in macerie... vedi
quello che è successo a Mia Fey, Diego Armando, e probabilmente
anche Phoenix Wright, visto che ha appreso da Mia... tutti loro hanno
fatto una brutta fine per via di casi su cui stavano lavorando, e la
povera Mia è anche morta per questo..." mi disse allora,
sospirando, preso dal senso di colpa: probabilmente non riusciva a
perdonarsi ancora, nonostante fossero passati sette anni, che la sua
allieva fosse morta così giovane.
"Non voglio che succeda lo stesso anche a te. Tu sei un bravo ragazzo,
ed hai una carriera molto promettente davanti a te... qualunque sia il
motivo per cui tu me l'abbia chiesto, non provare mai ad usare prove
false. Sono un insulto alla nostra professione, e non portano altro che
male: sia a chi le usa, sia a chi viene accusato per causa di esse...tu
non ne hai bisogno, e se ti servirà qualunque aiuto, te lo
potrò dare io. Te lo dico per esperienza: ti voglio bene come un
figlio, Lawrence, e non voglio che anche la tua carriera venga
stroncata sul nascere..." sentenziò quindi subito dopo,
sospirando ancora una volta, per poi guardarmi dritto negli occhi,
dicendomi "Mi prometti che non farai mai qualcosa del genere? Te lo
chiedo con tutto il cuore..."
... Signor Grossberg...
"... m... ma certo, signor Grossberg! Può starne certo, non
farò mai una cosa del genere!" gli promisi, mostrandogli una
smorfia vagamente simile ad un sorriso, per cercare di non rivelare la
mia menzogna.
Grossberg rimase ad osservarmi per qualche secondo, per poi voltarsi
verso la porta dell'aula udienze che portava sugli spalti, dicendomi
"... Sarò nel pubblico, se ti servirà una mano,
farò del mio meglio per intervenire in tuo aiuto: ti auguro
buona fortuna, e spero che tu possa dimostrare ciò che vali, in
questo processo.", dirigendosi lì senza voltarsi verso di me
neanche per un istante: non saprei dire se perchè si vergognava
di me per la domanda che gli avevo appena fatto, o perchè si
stava vergognando di sè stesso per ciò che era successo a
tutti i suoi allievi...
... mi spiace moltissimo, signor Grossberg... mi sento una schifezza, adesso...
Non volevo mentirgli, ma ammetto che usare quelle prove false...
continua ad attirarmi, come possibilità. Nonostante ciò
che mi ha appena detto il mio datore di lavoro, le parole di Ford
proprio non ne volevano sapere di abbandonare la mia testa: più
cercavo di dimenticarmele, e più esse continuavano a tornarmi
nella mente, con più forza e preponderanza di prima.
... forse dovrei cercare semplicemente di occuparmi del caso, per
adesso. Forse così per un pò Ford e le sue offerte non mi
torneranno in mente tanto rapidamente...
... tuttavia, non mi aspettavo per niente che il signor Grossberg
avrebbe reagito così, in un modo in cui non lo avevo mai visto
prima. Che ci fosse altro, oltre al motivo che mi aveva detto, riguardo
lui e le prove false?
Prima che potessi farmi ulteriori domande, però, vicino a me
arrivarono due altre persone: Jean, solare come al solito (anche se
ogni tanto abbassava lo sguardo, pensosa) e Cody, il quale sembrava
molto più abbattuto di quanto fosse ieri sera.
"Ehi, svegliati, pigrone! Tra qualche minuto inizia il processo, sai!"
disse la mia assistente con tono squillante, dandomi una sonora pacca
sulla spalla.
"OUCH!" urlai, massaggiandomi il punto colpito, mentre mi voltavo verso
Cody, piuttosto sopreso di vederlo in quello stato: cos'era successo al
quattordicenne che ieri sera sembrava più scocciato che altro
all'idea di essere sotto processo?
"Cody, è tutto a posto?" domandai subito, con tono preoccupato,
mentre il quattordicenne sospirava, tenendo lo sguardo basso. Oggi deve
essere il giorno dei musoni o qualcosa del genere...
"Signor Trueman... vorrei ringraziarla per aver accettato di occuparsi
del mio caso..." mi rispose, mostrandomi un mezzo sorriso, anche se
potevo notare chiaramente che non era per niente calmo...
"E...? Cos'altro vorresti dirmi? Non sembri volermi dire solo
questo..." domandai, incrociando le braccia e cercando di sembrare
quanto più calmo possibile, anche per rassicurarlo, nonostante
fossi in quel momento preoccupato quanto, se non più, di lui.
"Beh... in effetti, sì... c'è qualcosa di cui vorrei
parlarle..." disse quindi il quattordicenne, imbarazzato, incrociando
le mani e battendo le dita sulla mano opposta, organizzando mentalmente
cosa dirmi.
"Parla pure, ti ascolto: non farti alcun problema." sentenziai,
sforzandomi di sorridere e di sembrare poco preoccupato... anche se, in
quel momento, mi stavo chiedendo se fosse l'approccio giusto: e se
facendo così stessi dendo l'impressione sbagliata a Cody? Che
non me ne importasse nulla di lui...?
"V... Volevo chiedervi se foste ancora in tempo per ritirare la vostra
richiesta di essere il mio avvocato difensore. Non vorrei azzardare
ipotesi... ma credo ci possano essere forti possibilità che io
possa veramente essere il colpevole..." mi disse, per poi sospirare
abbattuto.
... C-C-COOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA!?!?!?!?
"Come sarebbe a dire che potresti essere il colpevole!? N... Non ha
senso! Non puoi aver commesso un omicidio!" dissi, incredulo: DOVEVA
starsi sbagliando, DOVEVA!
Se fosse stato davvero il colpevole, non avrei proprio più
saputo cosa fare, visto che al momento quella era la mia unica e sola
certezza nel mare di sè e forse che si stava dimostrando essere
il mio secondo caso...
"Non ne sono sicuro nemmeno io... la mia mente è un pò
annebbiata, riguardo ciò che è successo nello Studio 3...
ma una cosa mi ricordo: ho urlato qualcosa ad Arwen... e subito dopo,
l'ho spinto via. L'incendio è iniziato poco dopo... e questo
è tutto quello che riesco a mettere insieme di ciò che
è avvenuto. I dottori della Clinica Hotti mi hanno detto che
è a causa di perdita di ossigeno al cervello, visto che mi sono
ritrovato al centro di un incendio per svariati minuti... sono stato
molto fortunato, visto che avrei potuto avere dei danni cerebrali
permanenti in una situazione del genere..." spiegò Cody,
rabbrividendo, probabilmente sia per via di ciò che aveva
rischiato, sia di ciò che mi aveva appena detto...
... Non so proprio più cosa dire, adesso. Una cosa del genere
è decisamente ciò di cui NON avevamo bisogno...
... Come se la situazione non fosse ancora abbastanza complicata... che
diamine... perchè... perchè ho accettato questo caso in
primo luogo!?
... Calmati, Law, calmati! Non otterrai niente se ti arrabbi con te stesso, devi stare calmo, in questo momento!
"..." annuì allora di fronte a Cody, per poi osservarlo con
sguardo serio, dicendo "Ti ringrazio molto per avermi avvertito della
cosa... ma credimi, sono completamente sicuro che tu sia innocente.
Lascia fare a me: ti prometto che uscirai da qui assolto da tutte le
accuse, ed il vero colpevole verrà condannato come merita. Devi
solo essere forte fino a quanto tutto questo non sarà finito...
puoi garantirmi questo, Cody?"
Complimenti, Law, premio oscar per la recitazione. Potrei quasi crederci anch'io a quello che ho appena detto...
Il quattordicenne si voltò verso di me, osservandomi con sguardo
preoccupato... per poi sorridere leggermente, non del tutto convinto,
ma decisamente più rilassato di quanto fosse prima, per poi
annuire energicamente, dicendomi "D'accordo, signor Trueman. Mi
fiderò di lei."
Gli sorrisi (il mio primo sorriso sincero, quel giorno), per poi
arruffargli un pò i capelli in testa, dicendogli "Benissimo,
allora. Il processo dovrebbe iniziare tra cinque minuti: tu entra nella
Sala Udienze, io e Jean ti raggiungeremo tra poco."
"Va bene!" sentenziò il giovane, per poi dirigersi verso la sala
udienze, entrandovi dentro e chiudendo la porta dietro di sè,
mentre io lo seguivo con lo sguardo.
... Beh, almeno sono riuscito a fare una cosa per bene, oggi.
Sospirai tra me e me, sentendomi in colpa per come stavo mentendo per
mantenere la situazione calma, per poi voltarmi verso Jean, dicendole
"Jean... come pensi che dovrei organizzarmi? Ammetto che al momento ho
poche idee su come difendere Cody dalle accuse..."
La mia amica, tuttavia, stava tenendo lo sguardo basso, osservando un taccuino nelle sue mani, persa nei suoi pensieri.
Mi sorprese un pò vederla in questo stato, e le domandai
immediatamente, con una punta di preoccupazione, "Jean? E' tutto a
posto?"
"Uh?" Immediatamente, la mia assistente si voltò verso di me,
aggiustandosi gli occhiali ed osservandomi stranita, per poi dirmi "Oh,
sì, è tutto a posto! Scusami, stavo riflettendo un attimo
su alcune cose... dicevi?"
Un pò confuso dal suo atteggiamento, e forse anche leggermente
deluso dal fatto che stesse pensando ad altro in un momento del genere,
ripetei ciò che avevo detto precedentemente, dicendole "Beh, mi
chiedevo se avessi qualche consiglio per come impostare la difesa,
durante il processo..."
"Hm... beh... sinceramente, non ti saprei dire: purtroppo, non ho molte
idee su come mettere insieme i vari tasselli del puzzle. Credo che la
cosa migliore da fare sia aspettare che Travis ci fornisca maggiori
dettagli... molti grandi avvocati si sono affidati all'improvvisazione
in situazioni del genere, sai." mi disse semplicemente Jean, tornando
ad occuparsi del suo taccuino, che, a quanto sembrava, in quel momento
era molto più interessante del caso di Cody.
Uhm... che stia elaborando una strategia segreta per aiutarmi? Sarebbe
nel suo stile, dopotutto... e poi, è una mia amica, di sicuro in
una situazione di difficoltà non mi lascerà da solo...
giusto...?
Le dissi quindi "Va bene, allora... che ne dici, entriamo adesso?
L'udienza inizierà a momenti, e non penso abbiamo altro da fare,
qui..."
La mia amica, ancora con lo sguardo fisso sul taccuino, annuì
distrattamente, ed insieme ci dirigemmo verso le porte della Sala
Udienze, pronti per il mio secondo caso.
... o almeno, Cody e Jean lo erano, ma dentro di me, mi sentivo tutto meno che sicuro.
Tutto era contro di me: le prove scarseggiavano, i testimoni anche, e persino l'imputato dubitava della sua stessa innocenza...
Sarebbe stato un caso difficile per chiunque, ma per un novizio, quello era il peggiore degli incubi.
E dire che quello fu solo l'inizio... ma dopotutto, questo non è
come un videogioco: nella vita reale, le situazioni non si adattano
alla tua bravura, ed il mondo dell'avvocatura non fa eccezione.
Ma questo caso... questo caso apparentemente 'tranquillo', è
stato un vero e proprio incubo, al tempo, e per motivi più che
validi.
Non c'è da stupirsi che, dopo la fine di questo processo, la mia
visione della professione che avevo scelto non fu più la stesa.
Peccato che mi accorsi di ciò soltanto dopo che avvenne l'irreparabile...
*********************************************************************************
E così, il preudienza è finalmente completato. Mi
dispiace se l'ultima parte sembra un pò affrettata, ammetto che
non penso sia uno dei miei pezzi migliori, ma credo che sia almeno
accettabile, visto e considerato che questo è un capitolo di
passaggio.
Nel prossimo capitolo, finalmente la trama ricomincerà a
muoversi, ed inizieremo a vedere nuovi dettagli sul caso... e
finalmente, Law potrà dimostrare le sue doti in tribunale,
contro Travis!
Detto questo, ringrazio The Shadow per la magnifica recensione al
capitolo precedente, e do appuntamento a tutti al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Capitolo 19: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 1) ***
LTAA20
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 19: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°3
22 Giugno
Ore 10.00
Aaah... la Sala Udienze...
E' passata solo una settimana dal mio primo processo, ma è come
se fossero passati anni dall'ultima volta che sono stato qui...
... Travis è di fronte a me. Sembra parecchio sicuro di
sè, per come sta palleggiando con la racchetta senza alcun segno
di preoccupazione...
... Non devi farti prendere dal panico, Law. Non devi farti prendere dal panico. NON DEVI FARTI PRENDERE DAL PANICO!
"Ehm... Law, perchè stai sudando così tanto...?" mi
chiese allora Jean, voltandosi verso di me con sguardo leggermente
preoccupato.
... Ecco. Va sempre a finire così: più cerco di stare calmo, e meno ci riesco...
Sperando di non sciogliermi, allora, mi asciugai la fronte ed alzai lo
sguardo, mentre il Giudice (il solo ed unico) sbattè il suo
martelletto, significando l'inizio dell'udienza.
"La corte si riunisce oggi per l'omicidio di Steve Arwen. Accusa e
difesa sono pronte?" domandò quindi l'anziano, per poi voltarsi
verso di me e Travis.
"..." rimasi fermo imbambolato per qualche istante, troppo teso e
preoccupato ad osservare Travis per fare qualunque cosa, prima che una
bella gomitata di Jean mi riportasse nel mondo dei vivi.
"Ouch! La difesa è pronta, Vostro Onore!" dissi quindi goffamente, rimettendomi
"L'accusa è pronta, Vostro Onore, per il primo set di questo
meraviglioso incontro!" disse Travis, sferzando l'aria con la
racchetta, prima di puntarla verso di me, con sguardo deciso ed
intimidendomi leggermente.
"... un incontro? Non mi risulta di aver MAI autorizzato un incontro
nel mio tribunale! Questo luogo non verrà insudiciato da stupide
manifestazioni sportive di infimo livello!" si lamentò il
Giudice, osservando con sguardo furente il mio amico.
... wow. Non credevo ci tenesse tanto all'aula... non è che in
realtà è un'estensione del suo corpo? Non mi risulta di
averlo mai visto dalle spalle in giù, dopotutto... nemmeno
quando usava il martelletto!
"Era una metafora, signor Giudice..." precisò subito dopo
Travis, ma in risposta, il Giudice non cambiò minimamente
espressione, ed anzi, sembrò anche più contrariato.
"Non mi interessa se si giocava una partita di metafora,
attività di così bassa lega sono bandite dal mio
tribunale! Lo dichiaro solennemente, da adesso in avanti!"
sentenziò subito dopo, sbattendo il suo martelletto con furia,
sancendo nella pietra l'impossibilità di effettuare
attività ludiche nel suo tribunale.
... devo ricordarmi di non contrariare mai il Giudice, o potrebbe sentenziare qualcosa di tremendo come divina punizione...
"Ad ogni modo, procuratore, esponga il caso alla corte." disse il
barbuto, tornando serio tutt'a un tratto e parlando con Travis come se
nulla fosse successo.
Il mio amico, allora, si schiarì la voce ed iniziando a parlare, iniziando ad esporre i primi particolari del caso.
"La vittima è la star dello spettacolo Steve Arwen, il quale
avrebbe dovuto interpretare l'eroe di una nuova serie televisiva,
l'"Invincibile Samurai d'Acciaio". Il delitto tuttavia, è ancora
pieno di interrogativi, in quanto ci sono vari dettagli per la polizia
sta continuando ad indagare in questo stesso momento." affermò
Travis, con aria seria e professionale, mentre tagliava l'aria con la
racchetta.
"Uhm? Quali sarebbero questi dettagli?" domandò il Giudice,
osservando il procuratore, il quale non perse tempo a rispondere.
"Beh... prima di tutto, non abbiamo ancora un'orario certo per il
decesso. Il cadavere è stato scoperto durante un incendio nello
Studio 3 dei Global Studios, la scena del crimine, alle 18:30 circa...
e colui che lo ha visto per primo è stato l'avvocato della
difesa qui presente." affermò allora in risposta, puntandomi con
la racchetta.
Per via del gesto improvviso, mi spaventai un pochino, e cercai di
nascondermi sotto al banco della difesa, ma prima che potessi rimanerci
per più di dieci secondi, Jean mi tirò fuori per il collo
della giacca.
"Uhm...? L'avvocato è il primo ad aver trovato il cadavere...?"
domandò il Giudice con aria confusa, per poi voltarsi verso di
me, con aria estremamente seccata.
"Lo sapevo! Sin dal suo primo caso, avevo notato quel qualcosa in
lei... sapevo che prima o poi sarebbe esploso in una furia cieca ed
avrebbe fatto vittime! Era solo questione di tempo!" affermò
subito dopo, osservandomi con uno sguardo pieno di disprezzo.
... Ehi, aspetta, ma perchè!? Non ho fatto nulla, lo giuro!
"Vostro Onore, aspetti, deve sapere che..." provai a difendermi, ma
prima che potessi dire qualunque cosa, Travis venne in mio soccorso.
"Obiezione!"
urlò lui, per poi prendere una pallina ed iniziare a palleggiare
con la racchetta, senza mai farla cadere, mentre spiegava "Abbiamo
già verificato la completa estraneità dell'avvocato
Trueman da questo caso, non conoscendo nessuna delle persone ad esso
collegato. Per pura formalità, l'assistente dell'avvocato al
banco della difesa, Jean Watson, è stata insieme a lui da molto
prima del suo arrivo ai Global Studios, rendendo difficile credere che
egli possa aver avuto il tempo di uccidere qualcuno. Ed anche se
ammettessimo che la signorina Watson sia una complice dell'omicidio,
entrambi sono stati visti da un dipendente dei Global Studios, tale
Albert Vising, estremamente lontani dallo Studio 3: le indagini che la
procura e la polizia hanno svolto puntano verso l'idea che il colpevole
dell'omicidio sia anche dietro l'incendio avvenuto sulla scena del
crimine, e tenendo conto di questo, è evidente che qualunque
accusa nei confronti dell'avvocato difensore non può che essere
infondata."
Osservai con ammirazione il mio amico mentre parlava, notando come
avesse cercato di essere quanto più comprensivo possibile,
lasciando ben pochi dubbi ai presenti, come un perfetto pubblico
ministero.
... E' anni luce più avanti di me, e non lo dico solo
perchè è riuscito ad iniziare la sua carriera con qualche
anno di anticipo...
Il Giudice, nel frattempo, aveva ascoltato con estrema attenzione le
parole di Travis, per poi chiudere gli occhi ed osservarlo con
serietà, dicendo "Hm... comprendo. Mi dispiace di essere saltato
alle conclusioni...", per poi voltarsi nuovamente verso di me e
squadrarmi con aria severa e sospettosa, dicendomi "Ma non credete che
sia finita, signor Trueman! Un giorno compierete un crimine, e sono
sicuro che il mio martelletto vi condannerà com'è giusto
che sia!"
... adesso ho paura del Giudice... non è che ora mi
condannerà per aver urlato in aula appena provo ad obiettare...?
"Ad ogni modo, procuratore, continui la sua esposizione." disse allora l'anziano, annuendo e ridando la parola a Travis.
"Con piacere." affermò il mio amico, finendo di palleggiare, per
poi riprendere a parlare dicendo "Il caso è piuttosto semplice,
e nonostante la scarsità di prove è già possibile
pervenire ad una ricostruzione abbastanza accurata del delitto.
Sappiamo che vi erano quattro persone all'interno dello Studio 3, due
delle quali non possono al momento essere interpellate perchè
ancora in prognosi riservata in ospedale, e le altre erano l'imputato e
la vittima. Al momento, l'accusa ritiene che Hackins fosse l'unico ad
avere un movente: vista la sua giovane età, probabilmente si
è visto 'tradito' nel vedere un nuovo attore prendere il posto
di Will Powers nel reboot della sua serie favorita, ed ha avuto
un'animata discussione con esso: dalle parole, poi, si è passati
alle mani... e, senza volerlo, il riflettore è caduto su Arwen,
uccidendolo sul colpo, mentre altri oggetti hanno causato l'incendio
come effetto collaterale."
... Proprio come Hayes aveva detto a Jean, Travis aveva intenzione di
spiegare il caso come un incidente... e la sua spiegazione non fa una
piega...
... diamine, come posso ribattere a qualcosa come questo...? E' terribilmente plausibile e credibile...
"Non farti prendere dal panico, Law. La sua spiegazione sembra
perfetta, ma ha più buchi di un groviera." mi disse allora Jean,
senza però guardarmi negli occhi: era come se la sua mente fosse
altrove, nonostante il suo suggerimento...
Non ci badai troppo, tuttavia, e mi limitai a deglutire, dando uno
sguardo a Cody, il quale sembrava piuttosto nervoso dallo sviluppo del
processo.
... Non posso permettermi di perdere. Sono sicuro che non possa essere stato lui... e devo dimostrarlo.
"Hmmm... capisco. E' piuttosto logica come spiegazione." affermò
il Giudice, chiudendo gli occhi, per poi osservare con aria seria
l'aula, aggiungendo "Beh... ritengo che sia abbastanza semplice
qualificare il tutto come un semplice incidente... penso che il caso
possa anche chiudersi qui, anche perchè dovevo accompagnare mia
moglie a fare shopping, e quest'udienza mi sta facendo fare tardi!"
... COSA!? Ma non è possibile! Perchè il Giudice lo sta
facendo di nuovo!? Dovrebbe voler andare fino in fondo, non chiudere
tutto il prima possibile!
Ti prego, Travis, dammi una mano...
"Concordo con lei, Vostro Onore. Potete andare con il verdetto, se
volete." affermò invece il procuratore, limitandosi a
palleggiare in maniera disinteressata.
... C... Come...?
Non è possibile... Travis ha davvero detto al Giudice di andare avanti...?
Credevo che anche a lui interessasse trovare il colpevole della
vicenda... è davvero soddisfatto così? Crede sul serio
fino in fondo che Cody sia colpevole...?
Perchè... perchè l'ha detto!?
"Molto bene, allora." sentenziò allora il Giudice, annuendo, per
poi sbattere il suo martelletto, dicendo "Dichiaro l'Imputato Cody
Hackins..."
... NO!
NON PUO' FINIRE COSI'!
"Obiezione!"
urlai a pieni polmoni, continuando a sudare e sbattendo le mani sul
banco della difesa, per poi dire, con nervosismo e preoccupazione "Non
potete andare avanti, Vostro Onore! Un caso non può essere
chiuso fino a quando tutti i testimoni non verranno ascoltati!"
"..." Travis, in risposta, si limitò a stringere l'impugnatura
della racchetta per qualche secondo, per poi osservarmi con espressione
seccata e chiedermi "E chi vorreste ascoltare, avvocato Trueman? Che io
sappia, ci sono solo due persone che è possibile chiamare...
ovvero, il detective Paul Hayes e l'imputato Cody Hackins. E dubito che
possano fornirci informazioni nuove sul caso, viste le circostanze..."
Deglutìi e mi asciugai la fronte in risposta, fermandomi per
qualche secondo per decelarare il battito cardiaco e calmarmi, per poi
dire, cercando di nascondere come meglio possibile la mia tensione
"Beh... procuratore, vorrei comunque sentire cosa entrambi abbiano da
dire. E' un diritto della difesa quello di richiedere tutte le
testimonianze necessarie.".
Presi un gran respiro subito dopo, mantenendo lo sguardo fisso sul mio
amico. Egli ricambio l'occhiata, prima di chiudere gli occhi e
sogghignare lievemente, affermando "Accordato. Voglio vedere dove vuoi
arrivare, Trueman.", voltandosi poi verso il Giudice e dicendogli,
mentre ricominciava a palleggiare con la racchetta, "Vostro Onore,
avete sentito: se non avete nulla in contrario, preferirei dare la
chance all'avvocato di effettuare i contro-interrogatori da lui
richiesti."
"Beh... presumo che dobbiamo continuare con il processo, in tal caso.
So già che mia moglie mi ucciderà..." affermò il
Giudice con aria affranta, permettendo all'udienza di continuare.
... Ancora non ci credo che per poco il caso sarebbe stato chiuso prima
ancora di iniziare. Certe volte mi chiedo se al Giudice interessi
davvero la giustizia...
... Non riesco per niente a comprendere il comportamento di Travis. Il
mio amico non agirebbe mai così senza una buona ragione...
perchè allora non ha fatto niente? Cosa ti è successo,
Travis...?
Mi voltai subito dopo verso Jean, la quale aveva lo sguardo perso nel
vuoto, come se stesse pensando a tutt'altra cosa che al processo...
... Perchè non mi sta aiutando? Non posso farcela da solo, ed ho
bisogno della sua mano... aveva detto che mi avrebbe dato una mano se
necessario, eppure...
"Jean...?" provai a dire, mentre tenevo lo sguardo fisso su di lei,
dandole un leggero colpetto alla spalla per attirare la sua attenzione.
"Uh... Oh, scusami, Law, stavo solo riflettendo sul caso..." disse
quindi con aria distratta Jean, prima di tornare a viaggiare nella sua
fantasia, senza dirmi altro.
... Sì, deve stare per forza stare pensando a qualcosa per
aiutarmi. Non mi lascerebbe mai in una situazione del genere da solo...
vero?
Deglutiì, cercando di calmarmi e di respirare profondamente,
prima di aggiustarmi la cravatta ed osservare Paul Hayes arrivare al
banco degli imputati, con la sua calcolatrice in mano e continuando ad
utilizzarla con aria disinteressata.
"Testimone, dichiari nome e professione." affermò quindi il
Giudice, attirando quindi l'attenzione del poliziotto, il quale
posò la calcolatrice e si presentò, con aria annoiata.
"Paul Hayes, detective incaricato delle indagini." furono le sue
parole, mentre l'anziano annuiva in risposta, con un'espressione seria
sul volto.
"Detective, è stato chiamato per testimoniare sull'omicidio di
Steve Arwen." spiegò quindi il barbuto, ricevendo in risposta un
cenno affermativo da parte del membro delle forze dell'ordine.
"Con piacere." furono le parole del detective, prima di iniziare la propria deposizione.
... D'accordo, Law. Fa attenzione e cerca di fare del tuo meglio, adesso...
Deposizione del testimone
-- E' SICURAMENTE COLPEVOLE --
- Il procuratore ha già spiegato buona parte della dinamica, ma sono pronto a ripeterlo.
- Non abbiamo avuto molto modo di scoprire moltissimo, viste le condizioni della scena del crimine.
- Una cosa è certa, però: Cody Hackins... è sicuramente colpevole.
- Nessuno dei testimoni potrebbe smentire la cosa, e penso sia molto chiaro perchè.
...
"Uhm... molto coincisa e vaga, questa deposizione. Siete sicuro di
averci detto tutto, detective...?" domandò quindi il Giudice,
chiudendo gli occhi e riaprendoli subito dopo.
"Purtroppo questo caso è estremamente particolare. Non è
possibile discernere molto..." si giustificò allora il
detective, riprendendo la sua calcolatrice e rimettendosi a fare
calcoli.
... sento che sa molto di più di quanto abbia detto... e sbaglio, o è stato molto insicuro verso la fine?
Non vedo molti dettagli su cui lavorare... ma penso che, affrontando
ogni punto con calma e provando ad incalzarlo, potrei riuscire ad
ottenere qualche prezioso dettaglio...
... Devo giocarmi tutto qui. Se non riesco a trovare un motivo per
passare a Cody, dubito che Travis permetterà di fare eseguire
anche il secondo controinterrogatorio...
... Calma e sangue freddo, Law. Ce la puoi fare se ti impegni... forse.
"Immagino. Allora, signor Trueman, proceda con il contro-interrogatorio." disse quindi il Giudice, permettendomi di iniziare.
Contro-Interrogatorio
-- E' SICURAMENTE COLPEVOLE --
- Il procuratore ha già spiegato buona parte della dinamica, ma sono pronto a ripeterlo.
- Non abbiamo avuto molto modo di scoprire moltissimo, viste le condizioni della scena del crimine.
- Una cosa è certa, però: Cody Hackins... è sicuramente colpevole.
- Nessuno dei testimoni potrebbe smentire la cosa, e penso sia molto chiaro perchè.
"Un attimo!
Il motivo di questo interrogatorio è appunto quello di ottenere
una descrizione dettagliata dell'accaduto! Non potete evitare di dirlo
con una motivazione simile!" provai a dire, cercando di suonare sicuro
di me.
"Obiezione! Se
il detective non ha detto nulla, il motivo non potrebbe forse essere
che io ho già detto tutto ciò che c'era da sapere?"
affermò quindi Travis, sbattendo la racchetta sul banco
dell'accusa e trafiggendomi con lo sguardo.
"B-Beh... dovrei perlomeno avere della documentazione da parte della
procura, come la foto della scena del crimine o il referto
dell'autopsia... non posso continuare il caso senza avere cose
essenziali come queste!" provai quindi a dire, piuttosto insicuro ma
cercando di non darlo a vedere: se non ricevo almeno quelli, non posso
fare molto...
"... Hm, giusto, hai ragione. Il Referto dell'Autopsia non è
ancora pronto, ma appena lo sarà farò in modo che venga
pubblicamente letto dall'usciere... anche se sono sicuro che il caso
verrà chiuso senza necessità di tale prova. Posso
però consegnare una foto della scena del crimine, anche se
dubito fortemente che tu possa farci qualcosa di concreto."
affermò quindi con tono pieno di sè il mio amico,
facendomi successivamente consegnare la foto dall'usciere, che aggiunsi
prontamente al Registro Processuale.
... Non sono riuscito ad ottenere qualcosa per contraddire la
deposizione, ma almeno sono riuscito ad avere una foto. E' comunque un
passo avanti.
Bene, allora... continuiamo. Devo cercare di guadagnare abbastanza tempo da poter ottenere l'autopsia...
- Il procuratore ha già spiegato buona parte della dinamica, ma sono pronto a ripeterlo.
- Non abbiamo avuto molto modo di scoprire moltissimo, viste le condizioni della scena del crimine.
- Una cosa è certa, però: Cody Hackins... è sicuramente colpevole.
- Nessuno dei testimoni potrebbe smentire la cosa, e penso sia molto chiaro perchè.
"Un attimo!
Non avete scoperto molto? Non dovremmo aspettare che continuino le
indagini allora, prima di poter trarre qualunque conclusione?" domandai
subito dopo, puntando il dito contro il detective.
Prima che lui potesse rispondere, però, Travis mi bloccò nuovamente, puntandomi la racchetta contro e dicendo "Obiezione!
Il sistema legale di questo paese richiede che le indagini inizino il
prima possibile. Staresti cercando di dire che il nostro sistema legale
è sbagliato? Per un avvocato notizio, sono delle accuse molto
gravi..."
"N-non ho mai detto questo! E' solo che, in queste condizioni, non
possiamo assolutamente lavorare! Come dovremmo fare adesso?" domandai
quindi, iniziando a sudare freddo mentre cercavo di pensare a come
rispondere alle successive repliche di Travis.
"Magari niente. Io avevo già detto che sarebbe stato una perdita
di tempo, e le vostre risposte, avvocato Trueman, non fanno che
confermarlo." disse quindi il pubblico ministero, facendo apparire una
pallina dal nulla ed iniziando a palleggiare con essa, come se la cosa
non lo interessasse più.
"Hm... il Procuratore Harley ha ragione. Mi pare piuttosto insicuro su
dove andare a parare, avvocato. Volete davvero continuare con il
contro-interrogatorio?" mi domandò quindi il Giudice, in un raro
sprazzo di serietà.
Io annuì, nonostante fossi completamente incerto sul da farsi,
per poi richiedere "Sì, Vostro Onore. Lasciatemi almeno
completare con la deposizione del detective."
Il Giudice chiuse gli occhi con aria pensosa, per poi riaprirli ed affermare "D'accordo, avvocato. Prosegua."
Io sospirai, parecchio sollevato dall'essere ancora in gioco, per poi
osservare Travis, il quale stava continuando a palleggiare con aria
molto più rilassata.
... Entrambe le volte in cui ho provato ad ottenere più
informazioni da Hayes, il mio amico mi ha bloccato prima ancora che
parlassi... e mi ha rigirato contro tutto quello che ho detto, senza
smentire nè confermare.
Ed Hayes sta continuando ad usare la sua calcolatrice indisturbato e
senza preoccupazioni... è come se sapesse che non avrà
modo di rispondere alle domande che gli dovrei porre. Che ci sia un
qualche accordo tra lui e Travis?
Non riesco proprio a capire... perchè Travis è
così intenzionato a condannare Cody? E' come se vincere fosse
l'unica cosa che gli interessi. Il mio amico non avrebbe mai agito in
modo così ostinato contro un ragazzino...
... Una volta finito questo processo, dovrò seriamente parlare
con lui. Non posso credere che questo sia lo stesso Travis Harley che
conosco sin da quando andavo alle elementari...
Ora però, non ho motivo di deconcentrarmi. Devo ragionare con
calma, e cercare di capire qualcosa di più del caso, piuttosto
che cercare di prendere tempo...
... Prima di tutto, immagino che mi resti una sola chance, prima che il
Giudice decida di chiudere il Contro-interrogatorio... il problema ora,
è su quali punti incalzare Hayes.
Entrambi sono parecchio sospetti... ma penso che Travis abbia una risposta pronta per entrambe.
Non so oltretutto se sia il caso di mostrare delle prove... sono le
uniche armi che possiedo di mio, e bruciarle adesso potrebbe costarmi
caro.
... Cosa dovrei fare...?
Mentre continuavo a scervellarmi su come continuare, però, Jean
si rivolse verso di me, come se avesse appena avuto un'illuminazione,
dicendomi "Vai per l'ultimo punto!"
"Uh...?" feci io, sorpreso dall'improvviso intervento della mia amica. Allora STAVA seguendo il processo...
"Dubito che, anche se Travis ti permettesse di parlare, ricaveresti
molto dall'affermazione che Cody sia il colpevole, anche perchè
hai già sentito la versione dell'accusa. La cosa migliore
è cercare di capire cosa ci sia di tanto inespugnabile: per
quanto solida possa sembrare la testimonianza, se magari lo si riesce a
costringere a scavare un pò e spiegare di più, Travis
inizierà a vacillare e a lasciare un punto da poter mettere in
discussione." suggerì quindi la mia assistente, con aria
soddisfatta per ciò che aveva appena architettato.
Hm... in effetti, fila molto come ragionamento... potrebbe anche funzionare...!
"Uhm... d'accordo, Jean. Farò come dici!" dissi quindi, ora
più fiducioso di farcela, mentre Jean annuiva semplicemente
verso di me, apprezzando la mia volontà di ritentare.
Bene bene... andiamo, allora!
- Il procuratore ha già spiegato buona parte della dinamica, ma sono pronto a ripeterlo.
- Non abbiamo avuto molto modo di scoprire moltissimo, viste le condizioni della scena del crimine.
- Una cosa è certa, però: Cody Hackins... è sicuramente colpevole.
- Nessuno dei testimoni potrebbe smentire la cosa, e penso sia molto chiaro perchè.
"Un attimo! Come
sarebbe a dire, detective? Per quale motivo nessuno dei testimoni
potrebbe smentire la cosa? Come anche il Giudice ha notato in
precedenza, la sua testimonianza è piuttosto vaga e difficile da
decifrare. Se vuole che sia 'chiaro il perchè', allora ce lo
dica esplicitamente!" disse quindi, con determinazione e puntando
nuovamente il dito contro Hayes.
Al sentire quelle parole il detective sussultò, perdendo la
presa sulla calcolatrice ed osservandomi con aria piuttosto
sconcertata, mentre Travis sgranava gli occhi. Che finalmente avessi
colto nel segno...?
"B... Beh... vede..." provò ad azzardare Paul Hayes,
evidentemente colto alla sprovvista dalla mia domanda ed incapace di
rispondere.
Ma prima che potessi godermi questa piccola vittoria, il pubblico
ministero si intromise nuovamente, puntando la racchetta contro di me
visibilmente nervoso, dicendo "Obiezione!" con forza, prima di prendere un grosso respiro ed apparentemente calmarsi.
"... Il motivo per cui i testimoni non possono smentirlo è che,
semplicemente, non hanno modo di parlarne adesso: come vi ho già
detto prima, al momento sono alla clinica Hotti in prognosi riservata,
il che significa che non è noto quando verranno rilasciati. E'
estremamente probabile che entrambi possano rimanervi per più di
tre giorni... il che, ovviamente, andrebbe oltre la durata consentita
per il processo. Oltretutto, abbiamo già avuto modo di vedere
come l'imputato abbia dei vuoti di memoria a causa della perdità
di sensi durante l'incendio... chi ci garantisce che lo stesso non sia
successo anche per gli altri testimoni? Per quanto consideri piuttosto
utile la possibilità di interrogare i testimoni ed avere un'idea
più chiara del caso, mi pare piuttosto stupido ed inutile
attendere per delle informazioni che non potrebbero esserci fornite.
Direi che sarebbe più sensato finire tutto qui, visto che tutto
ciò che abbiamo punta verso Cody Hackins, piuttosto che
aspettare per prove incerte." spiegò quindi con tono serio e
sicuro, come se volesse dare quanta più autorità
possibile alle sue parole.
... No... no...!
"Per tanto, penso che qualunque cosa dica l'avvocato sia perfettamente
inutile, arrivati a questo punto. Non vi è alcun modo per la
difesa di poter continuare il processo... quindi, richiederei di
terminare qui il Contro-interrogatorio, e lasciare il resto a voi,
vostro Onore." affermò quindi Travis, riprendendo a palleggiare
mentre sul suo volto si delineava un leggero sorriso, avendo
nuovamente preservato la sua versione dei fatti.
... Non riesco assolutamente a crederci... nemmeno stavolta sono riuscito a farcela...
Ormai è finita...
Fu tutto quello che pensai, mentre osservavo l'anziano alla sua posizione riflettere sulle parole del procuratore.
"Uhm... comprendo ciò che avete detto, procuratore. Penso in
effetti che sia il caso di sospendere il Contro-interrogatorio e
proclamare il verdetto. Forse posso ancora fare in tempo per andare a
fare shopping con mia moglie..." affermò quindi il Giudice,
sbattendo il suo martelletto.
"Non è possibile...!" commentò Jean con aria nervosa,
cercando di capire cosa fare, ma incapace di dire nulla di fronte a
quella situazione.
... Sì che è possibile. Sta succedendo ora, dopotutto.
... Sono un fallito. Non sono riuscito a fare assolutamente nulla
contro di Travis, nonostante il fatto che fosse il mio compito
difendere Cody.
Potrei obiettare ora... ma a che servirebbe? Probabilmente il mio amico
ha già pronta una contromossa da usare contro di me.
E' solo una perdita di tempo, prolungherei soltanto l'inevitabile in questo modo.
Lo so, è patetico pensare qualcosa del genere... ma cos'altro potrei fare, a questo punto?
Mi dispiace solo per Cody, in tutto questo. Non meritava di fare questa fine a causa della mia inesperienza...
Sospirai ed abbassai lo sguardo, aspettando solo che il Giudice
pronunciasse le fatidiche frasi, ignorando del tutto ciò che
stava succedendo attorno a me.
"Dichiaro l'imputato, Cody Hackins..." provò a dire quindi il
barbuto, ma prima che potesse emettere il suo verdetto, le porte della
sala udienze si spalancarono, e qualcuno urlò "Obiezione!"
Immediatamente io, Jean, Travis ed il Giudice ci voltammo tutti verso
la porta, osservando con aria confusa colui che era appena arrivato.
Chi diamine...?
"Questo caso sta prendendo una bruttissima piega... quindi, penso sia il caso che lo reindirizzi sulla retta via."
*********************************************************************************
Ringrazio moltissimo The Shadow per la sua solita puntualissima
recensione, e spero che anche questo capitolo possa piacere quanto i
precedenti (anche se ho molte riserve su questo capitolo, penso che
esso sia quantomeno passabile). Detto questo, do a tutti appuntamento
al prossimo capitolo! A risentirci!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Capitolo 20: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 2) ***
LTAA21
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 20: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 2)
"Questo caso sta prendendo una bruttissima piega... quindi, penso sia il caso che lo reindirizzi sulla retta via."
A parlare fu una persona che avevo già avuto modo di incontrare,
ma che sicuramente non avrei mai pensato di rivedere in questo modo.
Era Frank Lytalk, il ragazzo presentatosi a me durante la mia scorsa udienza.
Jean pareva sorpresa quanto me, sbattendo gli occhi un paio di volte
con un'espressione che sembrava voler dire 'che ci fa quel tipo
lì?'. Che l'abbia incontrato anche lei...?
Sotto lo sguardo dell'intera sala udienze, il ragazzo raggiunse il
banco dei testimoni, giocherellando con il suo cellulare come se nulla
fosse.
"... E voi chi sareste?" domandò il Giudice, lasciato di stucco dall'improvviso arrivo del ragazzo.
"Frank Lytalk, vostro Onore. Studente universitario, appassionato di
processi... e l'uomo migliore per svelare il mistero dietro questo
difficile caso." affermò quindi lui, tenendo lo sguardo fisso
sul cellulare mentre continuava a lanciarlo da una mano all'altra senza
mai farlo cadere.
... Che cosa intende dire? Sa per caso chi è il colpevole...?
"Ho già visto quel ragazzo ieri ai Global Studios. Mi dava
l'impressione di sapere qualcosa... ed a quanto pare, avevo ragione."
affermò quindi Jean, assistendo alla scena con rinnovato
interesse.
"Oh, ho capito! Siete un supereroe, come quell'altro ragazzo con i
capelli castani, gli occhi blu e gli occhiali! Com'era che si
chiamava...? Lucian Lightbliss o qualcosa del genere..." provò a
dire il Giudice, cercando di rimembrare qualcosa.
"Beh... potreste considerarmi in tale modo. In ogni caso, non ho
intenzione di rubare il momento all'avvocato Trueman... ho solo notato
che lo scontro è terribilmente sbilanciato, e penso sarebbe
molto più divertente se le parti avessero eguali
possibilità di vittoria, non credete?" affermò quindi il
ragazzo, con aria decisamente calma e sicura di sè.
Notai con la coda dell'occhio che Travis stava ricominciando a sudare,
stringendo con forza la racchetta da tennis prima di puntarla contro
Frank con foga, urlandogli contro "Obiezione! Questo individuo sta intralciando con i procedimenti giudiziari! Richiedo che..."
Prima che potesse finire la sua accusa, però, Frank estese una
mano verso di lui, osservandolo con un mezzo sorriso mentre diceva "Eh
no, signor Harley. Non sto intralciando un bel niente... anzi, a dire
il vero, è LEI che sta intralciando i procedimenti giudiziari,
qui."
"Come sarebbe a dire!?" sbraitò quindi il pubblico ministero,
sbattendo con forza la racchetta contro il banco dell'accusa, per poi
aggiungere "Io sono il procuratore! Sto solamente eseguendo il mio
compito!"
"Errato. Lei non sta eseguendo un bel niente: sta nascondendo delle
informazioni piuttosto importanti pur di mantenere viva la vostra
patetica teoria secondo la quale Cody Hackins sarebbe il colpevole,
senza cercare di andare a fondo e cercando di coprire tutto con la
scusa che non si sono potute ottenere altre prove... ne ho visti di
pessimi procuratori, signor Harley, ma lei li batte tutti."
affermò quindi con tono apparentemente calmo, ma nel quale era
chiaramente distinguibili un forte disprezzo.
"...!" Travis non disse nulla in risposta a quelle insinuazioni,
limitandosi ad osservare con sguardo pieno di rabbia il ragazzo,
stringendo con ancora più forza la racchetta mentre gli si
arrossavano le mani.
... Quindi, Travis e Paul stavano davvero trattenendo delle informazioni... ma come faceva a saperlo?
Qual'è il tuo ruolo in questo caso, Frank...?
"Ad ogni modo, signor eroe, cosa avete intenzione di fare adesso?"
provò a domandare il Giudice, osservando con aria stupefatta
Lytalk, come se si aspettasse di sentire di chissà quale
prodigiosa missione.
"Oh, nulla di speciale. Pianifico solo di portare l'ordine e la pace in
quest'aula di tribunale." affermò quindi Frank, lanciando in
aria il suo cellulare con la mano destra ed afferrandolo con precisione
e tempismo, senza perdere il suo mezzo sorriso.
"Ma questo è anche il mio ruolo! Potrei essere il vostro
compagno d'avventure! Da adesso in avanti, chiamatemi 'Il Martelletto',
colui che porta l'ordine con il suo giudizio divino!" sentenziò
quindi il barbuto, sbattendo il suo fidato strumento come se volesse
rendere ufficiale l'inizio della sua nuova carriera.
Uhm, in effetti mi ricorda un pò Thor il Dio nordico... forse
avrebbe una buona carriera come supereroe. Anche se, sbaglio oppure
adesso il Giudice è molto più pimpante di prima...? Si
vede che il colpo di scena ha catturato il suo interesse...
"D'accordo, Vostro Onore, saremo colleghi nella nostra crociata per la
verità." disse allora il ragazzo, accettando la stramba offerta
del Giudice, per poi voltarsi verso di me e rivolgermi la parola.
"Non mi tratterrò molto, comunque. Ho solo intenzione di
bilanciare le possibilità prima di tornare un semplice
osservatore. Voglio però prima vedere se sarà capace di
capire da solo gli elementi mancanti o ignorati, avvocato Trueman."
affermò quindi Lytalk, incrociando le braccia.
"..." Jean si voltò a sua volta verso di me, osservandomi con
aria seria prima di chiedermi "Law... pensi che sia una buona idea
starlo a sentire? Non so perchè, ma non mi fido molto di quel
tipo..."
"Beh, non penso farebbe male ottenere informazioni da lui... è
l'unica fonte da cui possiamo attingere, adesso." affermai, per poi
voltarmi verso Frank, ma non prima di dare un'occhiata a Travis, un
pò preoccupato per lo stato in cui il mio amico potesse essere:
era ancora visibilmente seccato, ma sembrava un pò più
calmo di prima, il che mi rassicurò un pò.
La mia attenzione andò quindi al ragazzo, il quale iniziò
a parlare, ricapitolando tutto dicendo "Allora... stando all'accusa,
tutto il caso sarebbe in realtà una discussione finita in
tragedia tra l'imputato Cody Hackins e la vittima Steve Arwen... mentre
stavano parlando di un qualche argomento (di cui l'accusa, tra l'altro,
non ci ha fornito alcun dettaglio), si dovrebbe essere passati alle
mani ed un riflettore sarebbe caduto sulla vittima per errore, causando
l'incendio subito dopo... ma ci sono degli errori logici piuttosto
palesi se ci si sofferma per qualche secondo ad analizzare il caso.
Probabilmente, il procuratore Harley voleva chiudere presto il caso per
evitare che la sua arronzatissima teoria venisse smascherata per quel
che è: un ammasso di idee il cui solo concepimento è un
insulto a quest'aula."
Travis sbattè un altra volta la racchetta sul banco della
difesa, evidentemente seccato e voglioso di replicare ai commenti
pungenti di Lytalk, ma preferendo rimanere in silenzio, probabilmente
anche per non fare brutte figure di fronte al pubblico.
... Mi dispiace davvero per lui. Non capisco il perchè del suo
comportamento, ma mi dispiace parecchio di vederlo trattato
così...
Prima che potessi provare a parlare con lui, però, Frank
puntò il dito contro di me, chiedendomi "Avvocato Trueman,
iniziamo dalle basi. Prima di tutto, sa dirmi quante persone vi erano
all'interno dell'edificio?"
"Beh... erano, contando la vittima, quattro..." provai a dire, per poi realizzare cosa ciò volesse dire.
"Ma in questo modo ciò che l'accusa ha suggerito perde di
significato! Se davvero Steve Arwen e Cody Hackins fossero passati alle
mani, i testimoni non sarebbero stati lì impalati! Avrebbero
cercato di dividerli e fermarli prima che il peggio iniziasse!"
affermai prontamente, finalmente riuscendo a fare due più due.
Frank annuì con soddisfazione al sentire la mia risposta, per
poi rispondere "Esattamente, avvocato. Probabilmente la discussione non
è stata così accesa, visto che altrimenti le persone
sarebbero intervenute ed avrebbero cercato di evitare la tragedia... il
che ovviamente, ci porta a chiederci se davvero Hackins ed Arwen
abbiano avuto una discussione così tremenda come la procura sta
cercando di farci credere..."
Arrivati a quel punto, tuttavia, forse perchè la sua teoria
stava venendo attaccata con dei solidi argomenti, Travis puntò
nuovamente la racchetta contro Frank, urlandogli "Obiezione!
Come possiamo sapere dalla loro presenza che la discussione non sia
avvenuta? Forse i testimoni sono giunti lì DOPO l'inizio
dell'incendio!"
Prendendo coraggio e deglutendo, io puntai il dito contro Travis a mia volta, ribattendo le sue parole dicendogli "Obiezione! Procuratore, se davvero vuole difendere la sua tesi, perchè non mostra qualche prova a sostegno delle sue affermazioni?"
Il mio amico sgranò gli occhi, probabilmente non aspettandosi
che io gli rispondessi in difesa delle mie affermazioni, limitandosi ad
abbassare la racchetta e con essa lo sguardo, senza dire nient'altro.
Una volta che il pubblico ministero indietreggiò, Frank riprese
nuovamente la parola, ricominciando anche a giocherellare con il
cellulare mentre diceva "Questo è solo il primo punto sbagliato,
ce ne sono ancora un paio prima che sia chiaro come questa teoria valga
meno di un soldo bucato. Prima di tutto, vorrei farle qualche domanda,
avvocato Trueman."
"Uh...? Che tipo di domanda?" chiesi quindi io, curioso riguardo a cosa volesse chiedermi.
"Prima di tutto, andando per gradi. Per quale motivo qualcuno sarebbe
dovuto essere nello Studio 3? Cosa c'era di tanto interessante quel
giorno? Me lo spieghi." affermò quindi Lytalk, spostando la sua
concentrazione sul suo telefonino.
... perchè mi fa questa domanda? Se ieri era davvero presente, allora avrebbe sapere dell'evento di ieri...
... Beh, vediamo dove vuole andare a parare...
"Quel giorno..." iniziai a dire, prima di mostrare a tutti il volantino, prendendolo dal Registro Processuale.
"Ci sarebbe dovuta essere la registrazione della prima puntata del
reboot della serie 'Il Samurai d'Acciaio', motivo per il quale i
Global Studios erano stati aperti a tutti gli interessati che avessero
comprato dei biglietti antetempo. Tuttavia, stando allo staff, le
vendite non avevano dato i frutti sperati, e solo una decina di persone
si era presentata al momento del delitto. Per questo motivo, gli
Studios erano principalmente vuoti quel giorno." spiegai quindi con
calma e professionalità. Frank annuì con un grosso
sorriso al sentire le mie parole, come se stessi dicendo esattamente
ciò che voleva sentire.
"Proprio così. Ora, però, chi erano questi testimoni?
L'accusa finora non ce li ha descritti in alcun modo... cosa sappiamo
di loro? Chi sono? Dove lavorano?" domandò quindi il ragazzo,
smettendo di giocherellare con il telefonino ed espandendo le braccia
ai lati, riprendendo immediatamente il suo discorso dicendo "Per quel
che sappiamo, potrebbero essere dei lavoratori come potrebbero non
esserlo... ed in questo modo, tra di loro potrebbe anche trovarsi il
vero assassino."
"Obiezione!"
provò nuovamente a dire Travis in risposta, anche se sembrava
essere notevolmente meno determinato di prima nel suo obiettare,
dicendo quindi "Il... 'testimone' sta soltando facendo congetture! Non
ha alcuna prova per confermare che Cody Hackins non sia il colpevole!"
"Ed infatti io non ho assolutamente detto di possederne. Il mio
obiettivo è solo di rendere la situazione equa, non di certo di
risolvere il caso per voi: ho detto che tra di loro POTREBBE anche
trovarsi il vero assassino, ma non ho mai rimosso Cody Hackins dalla
lista dei sospettati nemmeno per un secondo. Quello sarà un
compito dell'avvocato Trueman." ribattè quindi Frank, per poi
voltarsi nuovamente verso il suo cellulare, dicendo "Ad ogni modo,
prima di concentrarci sui testimoni, è il caso di considerare
l'ultimo motivo per cui la teoria non può reggere... o meglio,
gli ultimi due motivi. Avete a disposizione una foto della scena del
crimine, giusto?"
"Beh... sì, abbiamo una foto, ma la scena del crimine è
completamente bruciata..." provai quindi a dire, mentre lo studente
scrollava la testa, guardandomi con serietà.
"Non pensi al fatto che sia bruciata, avvocato Trueman. Osservi la foto
e capisca cosa non vada nella realtà, rapportato alla fantasiosa
descrizione dei fatti del procuratore Harley..." fu tutto ciò
che mi disse in risposta.
Sentito questo, osservai con calma ed attenzione la foto nelle mie
mani, cercando di capire cosa ci fosse esattamente di sbagliato da
tenere in conto.
La scena del crimine non era molto diversa da com'era quando vi ero
entrato: vari attrezzi di scena e riflettori semibruciati a causa
dell'incendio, il corpo della vittima per terra, e sopra di esso, un
rifletto...
... Non ci credo. Non ci posso credere.
Come ho potuto non accorgermene subito!?
Mostrai immediatamente la foto ai presenti, indicando il riflettore,
prima di dire "Se la teoria della procura fosse vera... questo
riflettore è in una posizione completamente sbagliata! Se
davvero Steve Arwen e l'imputato fossero passati alle mani ed avessero
accidentamente fatto cadere il riflettore, ipoteticamente mandandolo a
sbattere contro di esso, questo sarebbe caduto al lato opposto, non
sulla vittima!"
Frank annuì un paio di volte con aria soddisfatta, dicendomi
subito dopo "Ottimo lavoro davvero, avvocato Trueman. Quella è
la contraddizione più ovvia... ma c'è un problema ancora
più grosso che invalida del tutto il ragionamento della procura,
e riguarda la causa del decesso."
... Uh... aspetta... forse ho capito di cosa si tratta...!
"State parlando del fatto che il riflettore non potrebbe aver ucciso
Steve Arwen sul colpo?" azzardai, sperando di aver capito a cosa si
riferisse Lytalk.
"Tombola." mi disse quindi Frank, lanciando il cellulare nell'altra
mano e puntandomi con il dito, cosa che mi imbarazzò un
pò visto che lo sguardo di tutti i presenti si focalizzò
immediatamente su di me, per poi continuare la spiegazione.
"Un riflettore di quelle dimensioni potrebbe, tecnicamente, essere in
grado di uccidere una persona se andasse a colpire la vittima alla
testa... ma come potete ben vedere, la vittima è stata colpita
alla schiena, e per quanto questo possa causare gravi danni e magari
anche un'emorragia interna, non sarebbe di certo abbastanza per
uccidere una persona sul colpo. Sono piuttosto sicuro che la vera arma
del delitto sia un'altra... ne sa qualcosa, procuratore Harley?"
domandò quindi il diciannovenne, voltandosi verso Travis, il
quale abbassò la testa senza dire nulla.
Prima che potesse anche provare a dire qualcosa, però, l'usciere
entrò all'interno della sala udienze, tenendo in mano una busta
chiusa prima di annunciare "E' appena arriva l'autopsia dal distretto
di polizia!"
Frank sorrise al sentire la cosa, continuando ad osservare il
procuratore mentre affermava "Oh, che coincidenza. Ditemi, procuratore
Harley, potrebbe essere così gentile da leggere a tutti il
contenuto dell'autopsia? Non penso abbia obiezioni al riguardo..."
"..." il mio amico non disse nulla in proposito, facendo cenno
all'usciere di passargli l'autopsia, aprendola ed iniziando a leggerne
il contenuto, anche se ovviamente era assolutamente contrario al farlo.
"... la vittima, Steve Arwen, dell'età di trentacinque anni,
è deceduta alle ore 18:15. Causa del decesso: ferita al cuore
tramite un oggetto affilato." lesse quindi il mio amico, sospirando
abbattuto prima di chiudere l'autopsia.
... Aspetta, cosa!? Ma questo va contro tutto quello che abbiamo detto finora...
"Ha detto... un oggetto affilato? Non capisco... ieri ho investigato
sulla scena del crimine, ma non ho trovato nulla del genere
lì..." affermò quindi Jean, piuttosto confusa anche lei
da questa rivelazione, mentre Frank, per niente sorpreso dalla cosa, si
limitava ad incrociare le braccia nuovamente ed annuire.
"Già, ecco svelato il vero motivo della morte di Steve Arwen.
Sono sicuro che il procuratore ed il detective incaricato delle
indagini avevano già trovato tale oggetto affilato,
probabilmente legato al riflettore... il che, ovviamente, lascerebbe
intendere che questo omicidio non sia stato accidentale come sembrava,
bensì premeditato." affermò quindi Lytalk, lanciando in
aria il suo telefono ed afferrandolo subito dopo da dietro la sua
schiena, con l'altra mano.
... Quindi, l'omicidio era stato programmato già da prima.
Tuttavia, ci sono ancora moltissime domande da rispondere, come il
perchè sia stato fatto, quando sia stato organizzato, ed
ovviamente chi ne sia l'artefice.
Anche se, perlomeno, questo è un passo avanti rispetto alla situazione in cui mi trovavo prima...
... senza Frank, dubito che ce l'avrei fatta a superare questo intoppo.
Sono tanto scarso come avvocato? Sono davvero così incapace da
non riuscire a contrastare una teoria come questa senza l'aiuto di
qualcun altro...?
... C'è qualcos'altro che mi preoccupa, però. Come fa
Frank a sapere tutte queste cose? Sembra che sia a conoscenza di tutti
i dettagli del caso... inclusi quelli che non possono essere stati
rivelati al di fuori della procura...
"Non capisco, però... che fine ha fatto questo oggetto affilato?
La procura non ne ha assolutamente parlato, prima..." affermò
quindi il Giudice, sbattendo gli occhi con aria confusa ed
interrompendo i miei pensieri.
"Oh, Vostro Onore, io sono del parere che il procuratore Harley in
realtà sapesse benissimo dell'oggetto affilato... ed abbia
cercato di nasconderlo ai presenti. Probabilmente aveva capito che
quell'oggetto sarebbe stato incompatibile con un'ipotesi di omicidio
involontario, e non riusciva ad ipotizzare un motivo credibile per cui
un ragazzo di quattordici anni potesse fare un omicidio premeditato...
quindi, ha imbastito la farsa a cui abbiamo assistito in precedenza,
cercando di completare tutto prima che arrivasse l'autopsia..."
affermò quindi lo studente, prima di puntare il cellulare contro
Travis, dicendogli "Cos'ha da dire in proposito, procuratore?"
"..." il pubblico ministero non disse nulla, limitandosi a mantenere lo
sguardo abbassato e stringendo ancora la racchetta, la quale stava ora
iniziando a mostrare visibili segni di usura.
... Non riesco a crederci. Travis, per favore, dimmi che non l'hai fatto. Ti prego...
"... Procuratore Harley, queste accuse sono piuttosto gravi. Cos'ha da
dire al riguardo?" domandò allora il Giudice con aria severa,
accortosi della gravità della situazione e comportandosi di
conseguenza.
"... E' tutto vero. Avevo rinvenuto un corpo affilato sulla scena del
delitto... questo corpo affilato, nello specifico." ammise il mio
amico, prima di estrarre dalla sua tasca un coltello affilato e con
tracce di sangue sulla lama, avvolto in un fazzoletto per evitare di
lasciarvi impronte digitali.
... Perchè l'hai fatto, Travis? Eri davvero così
disperato dal voler vincere che hai voluto occultare una prova
così importante?
Il mio amico non l'avrebbe mai fatto. Tutto quello che il pubblico
ministero ha fatto dall'inizio dell'udienza... sono cose che Travis
Harley non avrebbe mai fatto in alcun caso.
Cosa può averlo spinto a fare questo? E sopratutto... quante altre volte ha agito in questo modo?
"Può essere consegnato agli atti. Mi scuso per questa stupida
azione... non so proprio cosa mi sia preso." provò quindi a
scusarsi il pubblico ministero, consegnando la prova all'usciere e
permettendomi di aggiungerlo al mio Registro Processuale, insieme
all'Autopsia precedentemente letta.
"... Sono disposto a perdonarla, ma non pensiate di cavarvela
facilmente. Le verrà assegnata una penalità per
ciò che avete appena fatto." affermò con aria severa ma
comprensiva il Giudice, chiudendo gli occhi mentre Travis manteneva uno
sguardo basso, probabilmente realizzando cosa aveva appena fatto.
"... Me ne rendo conto, Vostro Onore. Sono pronto ad accettarne le
conseguenze." affermò quindi il mio amico, mentre l'anziano
riapriva gli occhi, prendendo nuovamente la parola.
"Molto bene, allora. Il processo può continuare." affermò
il barbuto, sbattendo il suo martelletto e facendo riprendere il
processo.
"Ad ogni modo, ora che la teoria dell'accusa è stata
completamente distrutta, direi che sia possibile riprendere in mano il
processo come se non fosse ancora iniziato, no?" suggerì quindi
lo studente, osservando con un sorriso il Giudice, il quale aveva
assistito agli eventi sorpreso e meravigliato.
"E' incredibile! Insieme all'avvocato, avete distrutto una tesi in
pochissimi minuti! Da adesso in avanti, vi nomino demolitori ufficiali
di teorie del tribunale!" affermò quindi il barbuto, sbattendo
il suo fido martelletto.
Ma non voleva fare una carriera da supereroe insieme a Frank...?
"Troppo gentile, vostro Onore, troppo gentile." affermò quindi
il ragazzo, chiudendo gli occhi e sorridendo per l'ennesima volta,
prima di iniziare a digitare un numero sul suo telefonino.
"Ad ogni modo, come avevo detto prima, vi sono due testimoni da dover
ascoltare per capire cosa ci facessero lì e cosa sia sucesso
allo Studio 3..." iniziò a dire Lytalk, venendo però
interrotto a quel punto da Travis, il quale tuttavia non obiettò
stavolta, probabilmente troppo stanco per ciò che aveva sentito
per farlo.
"Avevo già detto all'inizio dell'udienza che entrambi i
testimoni sono al momento in prognosi riservata... e per tale motivo,
non possono testimoniare adesso..." tentò di dire, prima che
Lytalk lo interrompesse nuovamente, agitando un dito verso di lui.
"Eh no, non provateci, procuratore. Certo, non possono venire qui... ma
ciò non significa che non possono testimoniare in alcun modo."
affermò quindi il diciannovenne, mostrando il cellulare a tutti
i presenti una volta finito di digitare il numero.
"Basterà semplicemente chiamare i testimoni per poterli fare
testimoniare indirettamente. Ci sono dei precedenti per questa pratica,
per cui penso che non ci sarà alcun problema nell'effettuarla...
cosa dite al riguardo, vostro Onore?" domandò immediatamente
dopo il ragazzo, osservando il barbuto con trepidanza.
"Uhm... beh, non vedo perchè non si possa fare. Anche se
personalmente non ci capisco molto di questa nuova tecnologia...
preferisco affidarmi al mio fido telegrafo, per le comunicazioni!"
disse quindi il Giudice, con sguardo serio per tutta la frase.
... Ha un telegrafo? E con chi ci parlerà...?
"Molto bene, allora." affermò Frank, premendo il tasto invio e preparandosi ad effettuare la chiamata al testimone...
... D'accordo, Law, ora hai qualche speranza di farcela per questo caso... e non devi assolutamente sprecarla.
Penserai dopo a Travis ed al ruolo di Lytalk in tutto questo... per
ora, devi concentrarti solo su una cosa: salvare Cody Hackins.
Ed è quello che farò, costi quel che costi.
*********************************************************************************
Ringrazio moltissimo The Shadow per la sua recensione, e spero che
questo capitolo sia uscito anch'esso bene. Detto questo, vi do
appuntamento al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Capitolo 21: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 3) ***
LTAA22
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 21: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 1, parte 3)
Io, Jean, Travis ed il Giudice, insieme al resto del pubblico,
stavamo osservando trepidanti Frank mentre posava il suo cellulare sul
suo orecchio destro, attendendo che la chiamata iniziasse.
"Buongiorno, sono Frank... Frank Lytalk. Sì... esatto. Molto
lieto di sapere che è d'accordo, signora." affermò quindi
il ragazzo, chiudendo gli occhi e sorridendo per l'ennesima volta,
mentre abbassava il suo telefono ed osservava nuovamente me e Travis,
alternativamente.
"Il testimone è d'accordo per effettuare la sua deposizione.
Lascerò il cellulare in vivavoce, e per il momento
rimarrò in disparte." affermò lo studente, lasciando il
suo telefono sul banco degli imputati come detto, per poi osservarmi
con il suo volto sorridente e dirmi "Buona fortuna, avvocato Trueman.",
ignorando del tutto il procuratore ed allontanandosi da lì,
andandosi a porre vicino a Cody e godersi lo spettacolo.
... I suoi modi di fare, per quanto cordiali, stanno iniziando a
sembrarmi piuttosto inquietanti... ma forse è meglio non
pensarci, per il momento: devo sfruttare al meglio questa deposizione...
Il telefono rimase muto per qualche secondo, prima che una voce
femminile, piuttosto distorta e con qualche rumore di statico tra una
parola e l'altra ma comunque abbastanza comprensibile, domandasse
"Pronto...?"
"Vedo che è in curva, testimone. Ne sono felice." affermò il Giudice, annuendo dopo aver sentito la testimone.
... In curva? Forse voleva dire 'in linea'...
"Testimone, dichiari nome e professione." furono le parole successive
del barbuto, osservando il cellulare. Notai però che Travis, in
quel momento, pareva tutto meno che interessato al caso in discussione,
tenendo lo sguardo basso e facendo oscillare la racchetta con ben poco
interesse.
Perchè si comporta così? Le parole di Frank lo hanno
ferito a tal punto? O forse c'è qualcos'altro dietro...?
"... Remy Horace. Lavoro part-time come babysitter." disse quindi la
donna, mentre vicino a me Jean sussultava, anche se non ci feci molto
caso, troppo impegnato a sentire cosa aveva da dire.
"Signora Horace, lei era una delle persone presenti nell'edificio,
quando si è compiuto l'omicidio?" domandò quindi con tono
neutro Travis, sospirando tra sè e sè e mantenendo uno
sguardo basso.
"... Sì. Ero lì." affermò la signora, dopo qualche
secondo che non seppi se interpretare come esitazione o problemi di
linea, prima che il mio amico facesse un altro profondo respiro,
chiedendo subito dopo "Ci descriva in dettaglio ciò che è
successo, allora."
"... D'accordo, sarà fatto." fu tutto ciò che disse la donna, prima di iniziare la sua deposizione.
Deposizione del testimone
-- L'OMICIDIO --
- Beh... è una storia un pò lunga, ma cercherò di restringere tutto solo al necessario.
- Ero venuta insieme a mio figlio, Dave Horace, per assistere alla registrazione della puntata del Samurai d'Acciaio.
- Era molto eccitato, ma per via della carenza di visitatori, abbiamo deciso di visitare un pò i Global Studios.
- La visita sembrava averlo tirato su di morale... tuttavia, mentre
eravamo nelle vicinanze dell'entrata, mi accorsi di aver perso il mio
portafoglio.
- Non volendo che me lo rubassero, ho lasciato Dave all'entrata e mi sono precipitata verso lo Studio 3.
- I miei ricordi sono un pò fumosi da questo punto in poi, ma
ricordo che c'erano tre persone: Cody, Steve... ed un'altra persona.
- Steve e Cody stavano parlando animatamente, e non sembravano essere arrabbiati l'uno con l'altro.
- A questo punto, mi ricordo solo di aver visto la donna fare cadere il
riflettore su Steve... per poi colpirmi, facendomi perdere i sensi.
... Una testimonianza piuttosto coincisa, non c'è che dire.
Anche se mi sembra abbia cercato di essere troppo veloce su alcuni
punti.
"Uhm... quindi, non sarebbe stato l'imputato a commettere l'omicidio,
ma l'altra donna sul luogo del delitto? Questo sì che è
un colpo di scena! Di norma i testimoni non fanno altro che accusare
l'imputato di turno!" notò quindi il Giudice, con aria parecchio
sorpresa.
Effettivamente è un pò strano. Probabilmente Travis non
aveva pensato di contattarla o di escluderla dai possibili testimoni,
considerato che pensava di chiudere il processo subito...
"Così ho visto." affermò quindi la donna, con un tono che
(forse anche per via della linea disturbata) mi pareva tutto meno che
convinto.
Non è eccessivamente complicata, ma è stata comunque
parecchio utile per dare un contesto agli eventi. Devo fare tesoro dei
vari dettagli... e soprattutto, scovare la contraddizione.
Anche se non ha accusato Cody, e ciò mi è utile, mi
sembra che il suo racconto abbia comunque qualche falla... e se voglio
avere il quadro completo della situazione, devo comprendere di cosa si
tratti.
Jean in quel momento prese la parola, voltandosi verso di me e
dicendomi "La prima parte della deposizione coincide con ciò che
ho scoperto ieri, ed avevo incontrato una ragazza alla quale la
signore... ma dal punto in cui menziona lo Studio 3, la sua
testimonianza mi pare piuttosto debole. Penso di sapere cosa devi fare
adesso..."
Io annuì in risposta, affermando "Sì... penso anch'io di aver capito. Spero che tutto vada liscio come l'olio..."
Anche se, vista la mia attuale situazione, rischierei di scivolarci e schiantarmi a terra, sull'olio...
Subito dopo, il Giudice mi osservò, annuendo a sua volta prima
di dire "Proceda con il Contro-Interrogatorio, signor Trueman.",
passandomi le redini del processo.
Contro-Interrogatorio
-- L'OMICIDIO --
- Beh... è una storia un pò lunga, ma cercherò di restringere tutto solo al necessario.
- Ero venuta insieme a mio figlio, Dave Horace, per assistere alla registrazione della puntata del Samurai d'Acciaio.
- Era molto eccitato, ma per via della carenza di visitatori, abbiamo deciso di visitare un pò i Global Studios.
-
La visita sembrava averlo tirato su di morale... tuttavia, mentre
eravamo nelle vicinanze dell'entrata, mi accorsi di aver perso il mio
portafoglio.
- Non volendo che me lo rubassero, ho lasciato Dave all'entrata e mi sono precipitata verso lo Studio 3.
-
I miei ricordi sono un pò fumosi da questo punto in poi, ma ricordo che
c'erano tre persone: Cody, Steve... ed un'altra persona.
- Steve e Cody stavano parlando animatamente, e non sembravano essere arrabbiati l'uno con l'altro.
-
A questo punto, mi ricordo solo di aver visto la donna fare cadere il
riflettore su Steve... per poi colpirmi, facendomi perdere i sensi.
"Un attimo! Signora
Horace, non posso fare a meno di notare che ha chiamato l'imputato e la
vittima per nome... può spiegarci il perchè?" domandai
quindi, parecchio interessato al chiarire quel punto prima di procedere
oltre.
"..." la signora Horace rimase silenziosa per qualche secondo, prima di
dire "Beh... perchè conosco... o meglio, conoscevo, nel caso
della vittima, entrambi."
... Conosceva Steve Arwen e Cody!?
Al sentire quelle parole, un grosso vocìo iniziò a
spargersi per l'aula, mentre la notizia veniva discussa dai vari
spettatori, costringendo il Giudice a sbattere il suo martelletto per
richiamare l'ordine.
"Silenzio! Silenzio! Signora Horace, conosceva davvero la vittima?
Nascondere un elemento del genere alla Corte è una cosa
parecchio sospetta..." fece notare il barbuto, osservando il cellulare
con aria sospetta, mentre dall'altro capo del telefono, la testimone
rimaneva in silenzio, probabilmente pensando a cosa dire in risposta
all'affermazione dell'anziano.
Devo dire però che in questo processo si stanno nascondendo
parecchie cose... per quel che ho visto, il caso in sè non
è completamente difficile, ma Travis prima e la signora Horace
adesso non stanno rendendo le cose facili tralasciando di dare
informazioni importanti...
Con il signor Grossberg ho avuto modo di osservare parecchi processi,
ed anche se in molti di essi avvenivano situazioni simili, alla fine la
verità è sempre stata svelata.
... Mi chiedo se io sia capace di farcela, però. Per quel che ho
fatto finora, non credo di essere tanto bravo come avvocato... e non so
se è solo per l'esperienza che devo acquisire o perchè
sinceramente non me la cavo come difensore.
Sapevo fin da quando ho deciso di studiare legge all'università
che sarebbe stato un cammino duro... ma ho comunque voluto perseverare.
Affrontare un processo in prima persona, però, è tutt'altra cosa che assistervi come spettatore o testimone.
Per quanto non mi piaccia ammetterlo, il nostro sistema legale è
fin troppo sbilanciato verso l'accusa: loro non devono fare altro che
analizzare la situazione a mandare la persona già sospettata in
prigione, mentre gli avvocati difensori devono fare il grosso del
lavoro...
Se non ci fossimo noi, il processo finirebbe in meno di un minuto, senza alcuna analisi del delitto.
E' per questo motivo che ho scelto questa strada... ed è per
questo motivo che non voglio arrendermi, per quanto difficile possa
essere.
... Hai pensato anche tu cose del genere durante i tuoi processi, papà?
"..." mentre io riflettevo, sentì Horace prendere un profondo
respiro dall'altro lato del telefono, per poi affermare "Cody è
un caro amico di mio figlio... mentre Steve... è il mio
ex-marito."
... Eh!?
Il vocìo riprese nuovamente, ed il Giudice non perse tempo a
richiamare l'ordine con il suo fido martelletto, affermando subito dopo
"Questo sì che è un colpo di scena! Quindi eravate vicina
sia all'imputato che alla vittima..."
"Esattamente. Spero possa capire che questa sia una situazione
piuttosto difficile per me... ma ho comunque intenzione di aiutare a
svelare la verità, per loro... e per me stessa." affermò
quindi la donna via cellulare, con tono serio che però
trasmetteva una certa malinconia, anche se forse era solo per via della
distorsione.
Hm... allora, adesso sappiamo che la vittima era il suo ex-marito e
l'imputato è un amico di suo figlio... con queste connessioni, e
con il fatto che era presente sul luogo del delitto, è difficile
credere che lei non sia implicata in esso in qualche modo.
Ho notato poi che, nell'elencare le persone che ha visto, ha fatto il nome di Steve Arwen, Cody, ma non dell'altro testimone.
Potrebbe semplicemente non conoscerla... ma allora, ci sarebbe un grosso problema nella sua testimonianza...
... Hm, sì. Credo di sapere cosa fare adesso. Forse come
Obiezione è un pò forzata... ma penso possa funzionare.
C'è solo una cosa da chiedere.
"Vostro Onore, vorrei che la testimone aggiungesse quest'informazione
alla sua deposizione." richiesi, mentre il barbuto annuiva in risposta.
"D'accordo. Signora Horace, modifichi la sua testimonianza."
affermò quindi egli, mentre io mi preparavo al ritorno al
Contro-Interrogatorio.
- Beh... è una storia un pò lunga, ma cercherò di restringere tutto solo al necessario.
- Ero venuta insieme a mio figlio, Dave Horace, per assistere alla registrazione della puntata del Samurai d'Acciaio.
- Era molto eccitato, ma per via della carenza di visitatori, abbiamo deciso di visitare un pò i Global Studios.
-
La visita sembrava averlo tirato su di morale... tuttavia, mentre
eravamo nelle vicinanze dell'entrata, mi accorsi di aver perso il mio
portafoglio.
- Non volendo che me lo rubassero, ho lasciato Dave all'entrata e mi sono precipitata verso lo Studio 3.
-
I miei ricordi sono un pò fumosi da questo punto in poi, ma ricordo che
c'erano tre persone: Cody, Steve... ed un'altra persona.
- Cody è un caro amico di mio figlio, mentre Steve, la vittima, era mio marito.
- Steve e Cody stavano parlando animatamente, e non sembravano essere arrabbiati l'uno con l'altro.
-
A questo punto, mi ricordo solo di aver visto la donna fare cadere il
riflettore su Steve... per poi colpirmi, facendomi perdere i sensi.
"Obiezione!" urlai quindi, prima di battere le mani sul banco della difesa, chiudendo gli occhi.
"... Signora Horace, mi duole informarla che ci sono varie incongruenze
nella vostra testimonianza." affermai, aprendo gli occhi ed osservando
il cellulare, mentre dal telefono sentìi la testimone sussultare
dalla sorpresa.
"Prima di tutto, vorrei mostrare questa." dissi subito dopo, estraendo
la licenza di guida e mostrandola al Giudice ed a Travis (il quale,
eccetto per una leggera sorpresa, non reagì molto alla prova di
cui non sapeva nulla), per poi domandare "Testimone, avete mai sentito
di una certa 'Hayden Carson'?"
"Ha... Hayden Carson!? N-non ho mai sentito questo nome in vita mia..."
disse quindi la signora Horace, il qui tono era diventato di colpo
piuttosto insicuro.
Io feci cenno negativo con la testa, per poi dire, prendendo un respiro ed iniziando ad illustrare tutto con calma.
"Sta mentendo, signora Horace, lo si capisce dal tono con cui mi ha
appena risposto. Nella sua testimonianza, le azioni della persone che
ha detto 'di non conoscere' (che presumo sia la signora Carson) suonano
piuttosto strane e sospette... prima di tutto, alla fine della sua
deposizione ha affermato che la signora Carson ha prima ucciso Steve
Arwen e poi l'avrebbe colpita... ma mi pare un atteggiamento piuttosto
controproducente: se qualcuno volesse commettere un omicidio,
cercherebbe prima di tutto di non farsi vedere, e tra i due testimoni,
presumibilmente avrebbe colpito per primo Cody, essendo lui un
quattordicenne e quindi molto più facile da mettere fuori gioco
rispetto ad una donna adulta. Altra cosa che stona parecchio con la sua
deposizione è il modus operandi dell'omicida: siamo riusciti a
ricostruire in tribunale precedentemente che non è stato il
riflettore a causare il decesso, bensì un pugnale attaccato al
proiettore stesso, il che implica che l'omicidio non solo era
premeditato, ma anche che l'obiettivo dell'assassino non era
semplicemente l'uccisione di Arwen, ma anche l'addossare la colpa su
qualcun altro, presumibilmente Cody. Ma non è finita qui, in
quanto è qui che la patente che vi ho mostrato entra in gioco:
è stata ritrovata in un angolo verso l'entrata dello Studio 3,
ed era probabilmente contenuta all'interno della borsa della signora
Carson. Presupponendo, come la vostra testimonianza suggerisce, che
Carson sia l'assassina, e che sempre secondo ciò che avete detto
ella avrebbe ucciso così facilmente Arwen prima di togliere di
mezzo i testimoni, è altamente improbabile che abbia perso la
patente per caso: vista la sua posizione, direi che è andata
persa durante una colluttazione: ed ovviamente, visto che come ho
accennato prima Cody è comunque un ragazzo, dubito che egli
possa causare troppi problemi ad un adulto. Ma oltretutto, ed è
il problema più grosso della vostra testimonianza: nel corso
dell'omicidio, vi è stato un incendio... e mi sembra parecchio
strano che non vi sia alcuna menzione di ciò nel vostro
racconto!" spiegai, con calma e sangue freddo, per poi puntare il dito
contro il cellulare, mentre vicino a me Jean alzava una mano al cielo,
con espressione contenta.
"Ottimo lavoro, Law! E' così che si fa!" si complimentò
la mia assistente, facendomi scappare un sorriso, prima che lanciassi
uno sguardo a Travis, piuttosto sorpreso che mi avesse lasciato parlare
liberamente senza interrompermi nemmeno una volta, notando che aveva
alzato lo sguardo e mi aveva rivolto un sorriso spento, nonostante il
fatto che sembrasse tutto meno che felice, in quel momento.
"Le devo fare i miei complimenti, avvocato Trueman! Una obiezione
davvero eccellente! Vi darei un premio per l'Obiezione dell'anno, se ce
ne fosse uno!" affermò quindi il Giudice, con il suo solito
sguardo sconvolto, prima di tornare serio e chiedere "Cosa volete
suggerire con il vostro ragionamento, però?"
"La difesa suggerisce che, prima o dopo l'incendio, la signora Horace e
la signora Carson abbiano avuto una colluttazione per motivi ignoti...
ed in qualche modo, ciò sia connesso all'omicidio. Ha qualcosa
da dire in proposito, signora Horace?" spiegai quindi in risposta alla
sua richiesta, con un leggero sorriso, mentre la testimone rimaneva in
silenzio.
Con mia grande sorpresa, però, la signora Horace non oppose
alcuna resistenza agli argomenti, limitandosi a singhiozzare dall'altro
lato del cellulare, dicendo solo un "Mi dispiace tanto...", prima di
staccare la chiamata.
...! Diamine!
"Hm... si vede che la signora Horace non ha più intenzione di
parlare. Purtroppo a fare la testimonianza via telefono c'è la
possibilità che l'altra parte fugga dalla discussione in questo
modo." affermò in risposta Frank, alzandosi e riprendendo il suo
cellulare al banco dei testimoni, per poi voltarsi con un volto
sorridente verso di me, complimentandosi dicendo "Davvero ottimo
lavoro, signor Trueman. Ha davvero un ottimo potenziale come
avvocato... è sicuramente una persona da tenere d'occhio."
... Non so perchè, ma quelle parole e quell'espressione,
più che farmi sentire fiero del mio lavoro, mi fecero gelare il
sangue.
C'era qualcosa di completamente 'sbagliato' in ciò che aveva detto... ma non riuscivo a capire di cosa si trattasse.
"Allora, a quanto ho capito, è la signora Horace la colpevole?"
domandò quindi il Giudice: io ero pronto a rispondergli, visto
che le prove e le informazioni ottenute finora puntavano tutte verso di
lei, prima che una familiare voce urlasse "Obiezione!", facendo voltare l'anziano, me, Jean ed il resto del pubblico verso il banco dell'accusa.
Ad avere obiettato, infatti, era Travis, il quale sembrava essersi
leggermente ripreso rispetto a prima, sebbene non fosse calmo com'era
verso l'inizio del processo, puntando la sua racchetta verso di me.
"Avvocato Trueman... prima che parli, non deve essere così
affrettato. Anche se ciò che abbiamo appena sentito della
signora Horace è altamente sospetto, ed ha fatto davvero
un'ottima obiezione partendo da un'unica prova... non è ancora
abbastanza per scagionare dalle accuse Cody, in quanto se davvero Remy
Horace ed Hayden Carson hanno avuto una colluttazione, questo lascia
comunque Steve Arwen e Cody Hackins da soli: per quanto ne sappiamo,
l'omicidio può essere avvenuto in quell'esatto momento, e visto
che la signora Carson non ha dato notizia di voler testimoniare e la
signora Horace ha staccato la chiamata, non abbiamo testimoni che
possano confermare o smentire ciò. Come può precedere
adesso il processo?" mi chiese quindi il mio amico, sembrando parecchio
risoluto e calmo nella sua replica.
... Diamine, ha ragione. Non avevo pensato a questo... ed oltretutto, non abbiamo altri testimoni con cui procedere...
... Cosa possiamo fare, adesso?
La risposta a questo interrogativo, fortunatamente, arrivò subito, quando una giovane voce urlò "Ehm... Obiezione!", mentre il suo proprietario si spostava al banco dei testimoni.
Con molta sorpresa, notai che la persona che aveva appena parlato era
Cody, il quale non sembrava più giù come prima del
processo, ed anzi aveva un'espressione piuttosto seria in volto, mentre
osservava il Giudice.
"Uhm...? Perchè avete obiettato, imputato? Il vostro posto era
troppo scomodo?" domandò quindi l'anziano, mentre in risposta il
ragazzo si metteva una mano nei capelli, toccandoseli per un attimo
prima di dire "Quella è un'altra questione! Ero venuto per
suggerirvi un modo per continuare il processo, visto che ci tengo a
salvarmi la pelle!"
... Uh? Ha davvero in mente qualche idea per andare avanti?
Io, Jean, Travis ed il Giudice continuammo ad osservare il
quattordicenne, mentre lui prendeva un grande respiro e diceva "Come ha
detto la signora Horace, io sono amico di suo figlio Dave... e,
volendo, potrei provare a chiedere se sarebbe d'accordo a deporre: lui
e sua madre vivono da soli e lui non esce spesso di casa, forse potrebbe avere sentito delle
informazioni che potrebbero tornare utili per le indagini..."
... Ma certo! Forse non sarà molto utile... ma almeno così potremo mantenere il processo vivo...
"Hm... forse non dovrei chiederlo visto ciò che è
successo prima, ma lei cosa ne pensa, procuratore?" domandò
quindi il Giudice, voltandosi verso Travis.
Il mio amico sospirò, probabilmente sentendosi un pò a
disagio dalle parole del barbuto, per poi affermare "Nessuna obiezione
al riguardo, vostro Onore. L'accusa accetta il suggerimento
dell'imputato."
... O ciò che è successo prima lo ha colpito in modo
davvero pesante, oppure nemmeno lui sa come continuare il processo. Non
vedo per quale altro motivo avrebbe mai accettato un suggerimento da
parte dell'imputato che deve fare condannare, dopotutto...
"Molto bene, allora." fu il commento successivo dell'anziano, per poi
domandare al ragazzo "Imputato, quanto credete vi servirà per
contattare il vostro amico?"
"Beh, probabilmente sarà a casa adesso... penso che possa venire
qui in una ventina di minuti, se lo chiamo adesso. Tuttavia... ho una
cosa di cui avvertirvi prima." disse Cody, continuando ad osservare il
più vecchio con serietà.
"Quale sarebbe, imputato?" chiese quindi il barbuto, un pò sorpreso ma mantenendo la sua espressione seria.
"Vedete, Dave è autistico." iniziò a spiegare il ragazzo, prima di essere interrotto dal Giudice.
"Oh, sa già guidare? Parecchio ammirevole che un quattordicenne
si sia già applicato per ottenere la patente..." iniziò a
fantasticare, fraintendendo alla grande il significato della parola,
prima che un seccato Cody riprendesse la parola.
"No, non autista! Autistico! E' parecchio timido e non è molto
capace di interagire con le persone... ma è una bravissimo
ragazzo. Per questo motivo, se lo farete sentire male... non la
passerete liscia!" affermò quindi il giovane Hackins, osservando
con aria omicida il Giudice e facendo materializzare dal nulla una
katana nelle sue mani.
... ma si rende conto della posizione in cui si trova...!? Spero che il
Giudice non decida di prenderlo in odio, per questa uscita... e tra
parentesi, come ha fatto a far apparire quella katana? Non mi sembra ne
avesse una con sè quando è entrato... anche se non
è certamente il primo caso di comparse di oggetti strani in
tribunale.
"Ehm... d'accordo, faremo sì che il signor Horace si senta
quanto più a suo agio possibile! Ma per favore, non fate nulla
alla mia gloriosa barba!" accettò quindi l'anziano, iniziando a
sudare freddo al pensiero di cosa il quattordicenne potesse fargli con
quella spada giapponese.
Non ci credo. E' davvero intimorito da lui...?
"Sarà meglio." affermò quindi il quattordicenne, posando
da qualche parte la sua arma e voltandosi verso Frank, prendendogli in
prestito il cellulare mentre faceva il numero di Dave.
... Forse dovrei procurarmi anch'io una katana del genere, mi sarebbe
una grossa mano per i processi... o alla peggio, potrebbe essere un
buon fermacarte...
"B-beh... ad ogni modo, fintanto che il testimone non avrà modo
di venire, sospendo l'udienza per venti minuti!" stabilì quindi
il Giudice, sbattendo il suo fidato martelletto e ponendo fine alla
prima parte di quella difficile udienza.
*********************************************************************************
Come sempre, ringrazio moltissimo The Shadow per il commento lasciatomi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Capitolo 22: Turnabout Reboot (udienza 1, interludio) ***
LTAA23
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 22: Turnabout Reboot (udienza 1, interludio)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati
n°2
22 Giugno
Ore 10.50
... Non credevo che ce l'avrei fatta ad arrivare fino a questo
punto. Se Frank non fosse arrivato in tempo, probabilmente Travis
avrebbe ottenuto un verdetto di colpevolezza per Cody...
Sospirai, prima di sedermi sul divano della sala udienze e affondarvi
dentro, voglioso di godermi qualche prezioso minuto di riposo prima che
il processo ricominciasse.
"Mi hai davvero sorpresa, Law: la tua obiezione al ragionamento della
signora Horace è stato impeccabile, specie considerando che sei
partito da una sola prova!" si complimentò nuovamente Jean,
sedendosi vicino a me ed osservandomi sorridente.
Io sorrisi di rimando, grattandomi la nuca con aria imbarazzata e
rispondendole "Grazie, Jean... anche se dovrei essere io a ringraziare
te: se non avessi investigato ai Global Studios ieri sera, non avrei
avuto modo di rispondere ai ragionamenti di Travis ed alla
contraddizione in alcun modo..."
Lei abbassò lo sguardo, senza rispondermi per qualche secondo
(cosa che mi preoccupò un pò, conoscendo la sua usuale
personalità) per poi dire "Beh... a dire il vero, non credo di
aver fatto molto. Ed oltretutto, volevo scusarmi se prima in udienza
non sono stata per niente utile... stavo pensando ad una cosa che
è successa ieri sera."
"Uh? Di che cosa si tratta?" domandai quindi, avvicinandomi un
pò alla mia amica ed osservandola negli occhi con sguardo serio.
Ella rispose con un un'espressione altrettanto seria, dicendomi "Beh,
forse non è il caso che te lo dica adesso: non penso abbia nulla
a che fare con il caso in sè, e non vorrei distrarti con cose
inutili fino alla fine dell'udienza."
... Conosco Jean da quando ho iniziato l'università, e so per
certo che generalmente, una volta che vede qualcosa che la interessa,
è completamente incapace di contenere l'eccitazione di dirlo a
qualcuno, arrivando al punto di immaginarsi i futuri dialoghi prima che
accadano.
Ametto che le sue parole mi avevano intristito un pò, non
pensando che stesse prestando poca attenzione per via del suo
fantasticare, ma scossi la testa e decisi di non pensarci, non volendo
essere egoista ed offenderla, prima di dirle "Non è un problema,
davvero.", anche se ciò non era del tutto vero: ammetto che ora
ero un pò curioso di sapere di cosa si trattasse... ma
sorprattutto, ero preoccupato che fosse qualcosa di grave.
Ella fece quindi un sorriso a trentadue denti, alzandosi dal divano ed
osservandomi con le mani sui fianchi, affermando "D'accordo, allora!
Non perdiamo tempo e sfruttiamo la pausa in modo produttivo!"
A vederla di nuovo allegra mi scappò un sorriso, prima di
annuire e risponderle "Già, sarebbe la cosa migliore: al momento
il caso non è ancora ben definito, ma abbiamo una serie di
elementi su cui possiamo lavorare. Sappiamo che al momento del delitto,
nello Studio 3 vi erano quattro persone: Steve Arwen, Cody Hackins,
Remy Horace ed Hayden Carson. Sappiamo che vi è stato un
omicidio ed un incendio, ma finora non abbiamo avuto modo di stabilire
in quale ordine sono avvenuti gli eventi. Per via della presenza della
patente di Hayden Carson, possiamo ipotizzare che vi sia stata una
colluttazione di qualche tipo tra essa ed un'altra persona (per il
momento, pare essere Remy Horace) e, durante o dopo di essa, qualcuno
ha fatto cadere il riflettore su Steve Arwen, uccidendolo. Riguardo al
riflettore in sè, sappiamo he vi era legato un coltello, che ci
fa presumere che chi abbia commesso il delitto non pensasse di
ritrovarsi all'interno dello Studio... queste finora sono le
informazioni che possediamo."
La mia assistente annuì, con sguardo serio "Sì, è
proprio così. Personalmente, direi che questo caso non è
tanto complicato per la carenza di prove in sè, ma perchè
non sappiamo niente delle persone che vi sono coinvolte: da come si sta
configurando il momento del delitto, pare che sia più importante
conoscere la relazione tra tutti i presenti che cercare prove per
l'omicidio in sè."
"Concordo con te, Jean: penso che ormai quasi tutte le prove relative
all'omicidio siano state trovate. Credo che per difendere Cody,
dobbiamo puntare allo scoprire di più sulle signore Horace e
Carson: vorrei provare a chiedere informazioni a Cody, ma al momento
è ancora in sala udienze per contattare Dave... spero che lui
possa darci informazioni riguardo sua madre, considerato cheil modo in
cui ha chiuso la telefonata prima è stato molto sospetto..."
dissi quindi in risposta, continuando a ragionare su tutti i dettagli
che avessimo in quel momento.
"Pensi che sia stata lei ad uccidere Steve Arwen?" mi chiese quindi la
mia amica dai capelli color sabbia, mentre io scuotevo la testa in un
cenno negativo.
"Non abbiamo ancora le prove per arrivare a questa conclusione, ma
è una possibilità da non tralasciare. Visto che le ho
personalmente viste sul luogo del delitto, penso che Horace e Carson
siano le più sospette al momento, ma non tralascerei l'ipotesi
che il colpevole possa effettivamente essere esterno: visto il modo in
cui il delitto si è concluso, sarebbe l'ipotesi più
semplice, ma non mi convince del tutto..." risposi, prima di
massaggiarmi la tempia con aria stressata, aggiungendo "Ugh... ci sono
ancora troppi punti bui del caso da considerare, mi sta venendo il mal
di testa a furia di rifletterci..."
"Non strafare, Lawrence: stai già facendo un ottimo lavoro
nonostante questo sia solo il tuo secondo caso." disse quindi una voce
familiare, ed io e Jean ci voltammo verso di essa, trovando il signor
Grossberg di uscita dalla sala udienze.
"Oh, capo! Avete visto il nostro Law in azione, quindi?" domandò
in risposta Jean, salutando con la mano il mio mentore, mentre questo
annuiva con la sua solita espressione bonaria sul volto.
"Certo che sì. Devo dire che mi sono preoccupato un pò
all'inizio, ma dopo hai fatto una rimonta impeccabile... al livello di
Diego e Mia." affermò quindi l'anziano, osservandomi con
orgoglio, anche se notai chiaramente come il suo tono di voce si fosse
intristito verso la fine della frase.
In risposta, io sorrisi di rimando, dicendo al mio capo "La ringrazio
davvero, signor Grossberg: anche se personalmente non credo di essere
stato tutto questo chissà che come abilità...", cosa che
realmente pensavo.
"Sei troppo modesto, Lawrence: personalmente, se continuerai a
migliorare, penso che potresti persino diventare meglio di Chistopher
come avvocato." affermò in risposta il signor Grossberg,
probabilmente con l'intento di farmi sentire meglio... anche se
ciò non fece altro che farmi abbassare la testa, senza
rispondere al mio superiore.
Christopher Trueman... mio padre. Una delle persone a cui tenevo di più della mia famiglia...
Era un avvocato parecchio di successo una decina di anni fa, chiamato
'Il Diamante della Giustizia' per la sua apparente invincibilità
nei processi (anche se si trattava principlmente di esagerazione da
parte dei mezzi di informazione, ha sempre e comunque perso qualche
processo) e l'ho sempre ammirato da piccolo.
Aveva studiato presso l'avvocato Ethan Parfrey ed aveva conosciuto mia
madre Lauren nel corso di un'indagine, a seguito della quale si era
autoproclamata assistente di mio padre nonostante sapesse poco o nulla
riguardo la legge, dimostrandosi tuttavia piuttosto utile per via del
suo sangue freddo ed istinto.
Sono cresciuto vedendo i vecchi processi di mio padre e sentendomeli
raccontare da mia madre, facendomi interessare sempre di più
alla legge e facendomi seguire processi di altri avvocati: ma non
importava se si trattasse di Phoenix Wright o altre note figure
legali... nessuno, ai miei occhi, poteva eguagliare mio padre.
Ovviamente, essendo l'avvocatura una professione piuttosto impegnativa
ed essendo lui molto noto e popolare, non aveva molto tempo per me e
mia madre, ma ogni volta che poteva prendersi una pausa, faceva
sì di passare tutto il suo tempo con noi, portandoci a fare
picnic o viaggi fuori città.
Ero orgoglioso di essere suo figlio e volevo fare di tutto per essere come lui... fino a quel giorno di sette anni fa.
Il 7 Maggio 2017, dopo un lungo e complicato processo, mio padre
è dovuto uscire fuori di casa con urgenza, salutando in fretta e
furia me e mia madre e rassicurandoci che sarebbe tornato presto.
Quella fu l'ultima volta che lo vidi.
Quella sera stessa venne a farci visita il signor Parfrey (una delle
poche volte in cui l'ho incontrato di persona, anche se non ho mai
parlato molto con lui), informandoci che mio padre aveva perso la vita
in un incidente d'auto.
Mia madre cercò di farsi forza ed andare avanti a seguito di
quella notizia, ma quello fu un durissimo colpo per me: mi chiusi in me
stesso, incapace di accettare che mio padre se fosse davvero morto...
Iniziai a perdere interesse per la scuola e per le amicizie, i miei
voti si abbassarono e tutti i miei compagni di classe iniziarono ad
evitarmi... tutti eccetto Travis, l'unico che ancora volesse passare
del tempo con me e che capiva cosa stessi passando: è grazie a
lui se non mi sono chiuso completamente, e dopo qualche settimana,
iniziai lentamente a sentirmi meglio ed a tornare come prima, anche se
con i miei compagni di classe il danno era ormai fatto, e per tutti ero
diventato 'il depresso' ed 'il frignone', rimanendo solo con Travis
come amico con cui passare il tempo e per questo motivo legandomi
parecchio a lui.
Mi ha intristito parecchio dovermi separare da lui una volta finito il
liceo... ma fortunatamente alla BlueStone ebbi modo di conoscere Jean,
con la quale sono riuscito a fare amicizia con estrema facilità
e con la quale ho avuto sempre buonissimi rapporti da allora in avanti.
Alla fine, anche per onorare la memoria di mio padre ho deciso di
studiare per diventare avvocato difensore... e, una volta completati i
miei studi universitari, io e Jean abbiamo scelto il signor Grossberg
come nostro mentore, cosa che l'anziano ha accettato di buon grado
nonostante una certa sorpresa.
Ed ora sono qui, a risolvere casi come mio padre... e sperando che lui, se potesse vedermi, sarebbe fiero di me.
Mentre io mi perdevo nei miei pensieri, però, Jean ed il signor
Grossberg avevano iniziato ad osservarmi con sguardo preoccupato, con
la mia amica che iniziò a scrollarmi leggermente la spalla,
chiedendo "Law...? E' tutto a posto?"
"Uh? Sì, scusate se vi ho fatto preoccupare... stavo solo
riflettendo un pò, è tutto a posto." dissi quindi in
risposta, annuendo con imbarazzo mentre tornavo al mondo reale.
"Se lo dici tu... comunque, c'è qualcosa che volevo chiederti,
Lawrence." affermò quindi l'anziano avvocato, guardandomi con
sguardo serio.
Io deglutìi, preoccupato che volesse chiedermi qualcosa sul mio
interesse per la prove false di prima, per poi chiedergli con aria tesa
"D-Di cosa si tratta, signor Grossberg?"
"Ho notato che verso l'inizio del processo hai esitato parecchio per
controbattere al procuratore... e dubito che fosse solo per carenza di
prove." disse quindi il mio mentore, mentre io in risposta abbassai lo
sguardo ancora una volta.
"..." da un lato ero felice che non mi avesse chiesto perchè
volevo informazioni sulle prove false, ma dall'altro non sapevo cosa
rispondergli... anche perchè non mi andava molto di discutere di
quella questione.
"Lawrence... cosa ti stava bloccando, prima? Ti va di parlarne?" mi
domandò con preoccupazione il signor Grossberg, facendomi
sospirare. Non volevo farlo stare in pensiero...
Mi fermai per qualche secondo, per poi iniziare a dire, timidamente e
grattandomi la nuca "... Beh... è una questione un pò
complicata, ma per dirlo in poche parole, il modo in cui Travis mi ha
attaccato durante l'udienza... non sono riuscito a comprenderlo.
Eravamo amici, ma da quando l'ho reincontrato ieri, si sta comportando
in maniera molto strana..."
"Effettivamente l'ho notato anch'io, non sembra per niente più
considerarti un amico." affermò Jean, annuendo con la testa
mentre continuava a seguire la situazione.
"Non capisco, però: non mi sembra di avergli fatto nulla di
male... perchè dovrebbe avercela con me?" ammisi, mentre tentavo
ancora di ricordare se fosse successo qualcosa di male, ma non
riuscendo a ritrovare nulla nella mia memoria che potesse giustificare
il comportamento di Travis.
"Direi che sarebbe meglio chiederlo direttamente a lui." suggerì
quindi il mio datore di lavoro, girandosi e facendo un cenno con la
testa, aggiungendo "Travis è proprio lì, ed hai ancora
cinque minuti prima che si debba ritornare in sala udienze: credo che
sia abbastanza per farci una piccola discussione."
A me mi venne un colpo a voltarmi e notare la presenza di Travis,
voltandomi verso il signor Grossberg e Jean e chiedendo loro con timore
"Eh? Ma... adesso? Insomma, tra poco dobbiamo rientrare e..."
"Oh, andiamo, Law: non essere un fifone! Fatti coraggio e vai a parlare
con lui!" mi spronò Jean, spingendomi un pò avanti per
farmi coraggio (e quasi facendomi cadere).
"Ow! D'accordo, d'accordo, vado..." replicai io, grattandomi la schiena ed avvicinandomi a Travis.
Non del tutto convinto che parlare con il mio amico fosse una buona
idea, mi feci vicino al procuratore, in quel momento impegnato a
muovere la sua racchetta debolmente con il braccio, perso nei suoi
pensieri.
"Travis..." dissi timidamente, mentre mi avvicinavo un pò di
più al mio amico, il quale si voltò distrattamente verso
di me osservandomi confuso e con sguardo fiacco.
"Che cosa c'è?" mi chiese quindi, con un tono un pò
seccato e girando gli occhi, osservando poi la sua racchetta e
tagliando l'aria con essa, mentre io abbassavo lo sguardo, sentendomi
ancora più imbarazzato di prima di parlare con lui.
Dopo qualche secondo mi feci coraggio, facendo un grande respiro prima di domandare "... Come ti senti adesso, Travis?"
"... fisicamente bene, mentalmente è un altro discorso." mi
rispose, continuando a concentrarsi sulla sua racchetta da tennis.
Nonostante l'aria piuttosto pesante presente attorno a quella
discussione, decisi di farmi coraggio ed iniziare a dire quello che
pensavo, iniziando con "Mi dispiace davvero per come sta andando il
processo, ma io credo nell'innocenza di Cody e-"
Prima che potessi finire di parlare, però, Travis spostò
di colpo la racchetta e la puntò verso di me, dicendomi
semplicemente, con sguardo serio "... Zitto. Non dire una parola di
più. Non rendere la cosa più difficile di quanto
già sia. E' meglio per tutti così.", con un tono che
notai essere parecchio triste.
"Travis... che cosa ti è successo...?" domandai quindi, ora
più che mai preoccupato per il mio amico, cercando di rimanere
calmo e non farmi prendere dal panico.
Il procuratore abbassò la racchetta, voltandosi verso il basso
senza guardarmi negli occhi e dicendomi, con un tono piuttosto
malinconico "... Non voglio parlarne, Law. Non sono arrabbiato con te e
non voglio esserlo, quindi... per favore, finiamo di parlare qui."
Non riesco proprio a capire. Perchè sta parlando così? Cosa non vuole dirmi?
"Ma perchè? Che cosa ti è successo? Il Travis che conosco
non si sarebbe mai comportato così! Tutto ciò che volevo
era uno scontro leale, io e te alla ricerca della verità in
completa onestà! Perchè stavi cercando di avere un
verdetto di colpevolezza con dei mezzi simili?" domandai quindi, con
tono preoccupato e nervoso, voglioso di avere risposte in modo da
poterlo aiutare.
"..." il procuratore rimase in silenzio per qualche momento, prima di
sospirare e dirmi, con tono vagamente meno triste, "Law... sul serio.
Apprezzo parecchio ciò che stai dicendo... ma tu non puoi
aiutarmi, nessuno può. E' una cosa strettamente personale... e
sono il primo a non volerla."
"Travis..." fu tutto ciò che dissi, pensando che fosse meglio
non insistere oltre dopo quelle parole: nel mentre, Travis aveva appena
preso un cellulare dalla sua tasca, controllando l'orario su di esso
prima di posarlo via.
"... E' finita la pausa. Ci rivedremo dentro... e ti auguro buona
fortuna, Law." fu tutto ciò che mi disse, per poi avviarsi a
passo svelto verso la sala udienze.
Rimasi ad osservarlo per qualche secondo, senza dire nulla, prima di
abbassare lo sguardo e dirigermi dentro anch'io, con Jean che mi
seguiva a ruota verso la porta principale ed il signor Grossberg che
tornava sugli spalti.
... Non ho mai, mai visto Travis ridotto in quel modo.
Qualunque cosa gli sia successa in passato, deve averlo segnato moltissimo... e devo riuscire a capire di cosa si tratti.
Tu mi hai aiutato moltissimo, Travis... ed ora è il mio turno di ricambiare il favore.
*********************************************************************************
Con questo capitolo si è esplorato un pò il passato di
Law, e penso che il risultato sia uscito piuttosto bene: ringrazio
moltissimo Renna per aver controllato e commentato il pezzo prima della
pubblicazione. E come sempre, ringrazio moltissimo The Shadow per il
commento lasciatomi.
Prima di chiudere, però, vorrei linkare la canzone "E for
Exctinction" dei Thousand Foot Krutch, che trovo particolarmente adatta
per Law e per vari aspetti della storia in generale:
http://www.youtube.com/watch?v=h9GEPqBssVk mi farebbe piacere se ne
teneste conto mentre continuate a leggere la storia. Detto questo, do
appuntamento a tutti al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Capitolo 23: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 2) ***
LTAA24
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 23: Turnabout Reboot (udienza 1, fase 2)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°3
22 Giugno
Ore 11.10
Una volta entrati, io, Jean e Travis tornammo ai nostri
rispettivi posti, e mentre mi posizionavo al banco della difesa,
lanciai uno sguardo al mio amico, per vedere come stesse.
Continuava a mantenere lo sguardo basso ed osservare la sua racchetta,
come se il risultato dell'udienza non gli interessasse per niente e
stesse solo seguendo il corso.
... Sono davvero preoccupato per lui. Ma per quanto voglia aiutarlo,
non è il momento di distrarmi: devo concentrarmi nello scovare
il colpevole e scagionare Cody, potrò dedicarmi al mio amico una
volta concluso il caso.
"La corte si riunisce per continuare il processo per l'omicidio di
Steve Arwen." proclamò quindi il Giudice, per poi domandare
"Imputato, siete riuscito a contattare Dave Horace?"
Cody, ancora al banco dei testimoni, annuì con aria seria, prima
di dire "Sì, Dave è proprio fuori dalla sala udienze.
Come vi ho detto però, è un ragazzo che parla piuttosto
difficilmente con persone che non conosce, quindi abbiate un pò
di pazienza con lui. Altrimenti...!", facendo per sfoderare nuovamente
la sua katana dal nulla, prima che il Giudice lo interrompesse.
"Ah! No, no! Non si preoccupi, imputato! Non faremo nulla al suo
amico!" affermò quindi con aria estremamente preoccupata il
barbuto, non volendo vedere la sua barba nuovamente minacciata, mentre
Cody si limitava a incrociare le braccia, senza perdere il suo sguardo
serio.
"Sarà meglio..." fu tutto ciò che disse il
quattordicenne, prima di allontanarsi e tornare al banco degli imputati.
... Con il potere di richiamare spade dal nulla, per quale motivo non ha ancora minacciato i secondini di liberarlo...?
Mentre mi ponevo questo interrogativo inutile, la porta della Sala
Udienze si aprì, e Dave Horace entrò accompagnato da un
usciere, il quale lo lasciò al banco dei testimoni, prima di
tornare all'entrata.
Era un ragazzo sui quindici anni con i capelli biondi e gli occhi
verdi, coperti da degli occhiali rotondi dalle lenti spessissime, e
stava indossando una maglia a maniche corte di colore verde scuro con
sopra un gilet dello stesso colore, insieme ad un paio di jeans e delle
scarpe nere. Una volta raggiunto il banco dei testimoni, il ragazzo
prese un foglio e lo posò di fronte a sè, prendendo un
colore nero ed iniziando a scarabocchiarci sopra.
"Testimone, dichiari nome e professione." chiese quindi il barbuto, chiudendo gli occhi ed annuendo.
Dave non sembrò sentire le parole dell'anziano, però,
continuando a fare il suo disegno come se nulla fosse, perso nei suoi
pensieri.
"... Testimone?" provò a chiamare il Giudice, ma ancora una volta le sue parole non vennero udite.
Cercando di far muovere il processo, mi voltai verso di lui e domandai,
con tono calmo e serio, "Dave? Ci sei?", provando a vedere se chiamarlo
per nome potesse farlo tornare tra noi.
Il mio richiamo ebbe l'effetto sperato, con il quindicenne che alzava
lo sguardo e si sistemava la montatura degli occhiali ai lati delle
lenti con entrambe le mani, posando il suo colore sul banco prima di
chiedere "Sì...?", con aria disinteressata.
"Uhm... Testimone, può dirci il suo nome e cosa fa?" chiese
quindi il barbuto, mentre in risposta Dave riprendeva il colore e
continuava con il suo disegno, rispondendo mentre lavorava alla sua
opera.
"David Arwen, ma ora che i miei genitori non sono più insieme
mia mamma mi ha detto di chiamarmi Dave Horace. Studio e disegno."
rispose quindi lui, mentre prendeva una gomma dalla tasca e cancellando
una parte del disegno.
Probabilmente sua madre deve aver ottenuto il suo affidamento, a vedere
dal cognome. Questo conferma anche parte della deposizione della
signora Horace...
Travis, nel frattempo, aveva alzato il suo sguardo e posato la
racchetta sul banco degli imputati, incrociando le braccia mentre
chiedeva "David, il tuo amico Cody ci ha detto che passi molto tempo
insieme a tua madre. E' vero?"
Egli annuì, mentre continuava a disegnare, spiegando "Sì,
io e mamma passiamo molto tempo insieme. Non è come
papà...", per poi mostrare sia a me che a Travis il disegno a
cui stava lavorando: mostrava chiaramente una donna disegnata alla
/bell'e meglio e senza troppi dettagli) con un volto triste nel lato
sinistro , vicino ad un bambino con la stessa espressione (che
presumetti essere Dave, per via degli occhiali che gli aveva disegnato)
e, al lato destro, un uomo con uno sguardo triste anche lui, che
guardava nella direzione opposta alle altre due figure.
Fui sorpreso al vedere quel disegno, anche se, ricordando ciò
che aveva detto la signora Horace, riuscì a capire cosa
rappresentava: probabilmente, l'assenza del padre (e probabilmente le
discussioni sull'affidamento) dopo il divorzio deve averlo intristito
parecchio. Sono stato in una situazione simile, e posso capire come ci
si senta...
"Law, presto! Prendi quel disegno, sono sicuro che ci tornerà
utile più avanti!" affermò quindi Jean, osservandomi con
sguardo serio.
Io annuì, capendo le sue intenzioni, per poi affermare rivolto
al Giudice "Vorrei che il disegno appena mostrato dal testimone venga
consegnato agli atti come prova."
"Oh, non credevo che foste un estimatore d'arte, signor Trueman! Prima
o poi dovrò farvi vedere i miei disegni! Sono dei veri
capolavori!" affermò quindi l'anziano, mentre io, in risposta,
mi mettevo una mano sulla faccia, sospirando.
"Non lo chiedo per quello... ritengo che sia utile alla risoluzione del
caso, semplicemente." spiegai, mentre l'anziano mi guardava con sguardo
confuso, prima di capire ed annuire.
"Ooooh, ora capisco, beh, non vedo alcun problema nell'aggiungerle agli
atti. Però non creda che non le mostri i miei disegni, dopo!"
affermò il Giudice con aria gioviale, approvando la mia
richiesta e facendomi inserire una copia del disegno nel Registro
Processuale.
... Non so perchè, ma ho un leggero timore nel vedere questi 'capolavori'...
Il disegno originale venne riconsegnato a David, il quale lo prese
e ricominciò a disegnarvi sopra, dopo aver cancellato le tre
figure dal pezzo di carta.
Travis, nel frattempo, aveva abbassato nuovamente lo sguardo,
probabilmente un pò ferito del fatto che il Giudice non avesse
nemmeno chiesto il suo parere sull'aggiunta della prova, rialzandolo
però subito dopo, chiedendo al testimone "Dave, se è
possibile, potresti parlarci un pò della situazione dietro il
tuo disegno? E'... molto importante."
"..." Dave si fermò per un attimo nel suo disegnare, dicendo
semplicemente "D'accordo.", per poi riprendere il secondo successivo a
far scorrere il colore sulla carta.
Penso che, qualunque cosa abbia da dirci, non sia qualcosa di cui gli piaccia parlare, a vedere dalla sua reazione...
Deposizione del Testimone
-- LA MIA MAMMA E IL MIO PAPA' --
- Mamma e papà sono le persone nel disegno insieme a me, hanno divorziato qualche anno fa.
- Papà non amava più mamma, e quindi ha deciso di andare via con un'attrice che aveva conosciuto.
- Mamma si è sentita molto tradita, ed è per questo che
ha deciso di prendersi cura di me e non farmi mancare niente.
- Io vorrei capire perchè se non ha voluto rimanere con mia mamma... è stato per colpa mia...?
- Non voglio che succeda niente a mio papà, però, spero che lui e mamma si rimettano insieme...
- Spero che non sia il motivo per cui mamma ha chiamato quell'Associazione...
Finito di testimoniare, Dave iniziò a tratteggiare delle linee
sul foglio, cercando di disegnare qualcosa di diverso stavolta.
... probabilmente non sa ancora che suo padre è morto proprio ieri. Mi dispiace moltissimo per lui...
"Hm... direi che è una testimonianza che inizia a dare qualche
nuova informazione sulla signora Horace. C'è davvero da
chiedersi in che modo sia coinvolta in questo caso..." affermò
quindi il barbuto, per poi voltarsi verso di me e dire "Signor Trueman,
proceda con il Contro-Interrogatorio."
Io annuì, per poi osservare David, il quale si voltò per
un attimo verso di me prima di continuare a scarabocchiare il foglio.
... Sinceramente, non vedo alcuna contraddizione in ciò che ha
detto, ma essendo una spiegazione era naturale che non ce ne fossero...
credo che basti incalzarlo un pò sulle parti giuste per ottenere
più elementi su cui lavorare... e credo di sapere quali siano.
Contro-Interrogatorio
-- LA MIA MAMMA E IL MIO PAPA' --
- Mamma e papà sono le persone nel disegno insieme a me, hanno divorziato qualche anno fa.
- Papà non amava più mamma, e quindi ha deciso di andare via con un'attrice che aveva conosciuto.
- Mamma si è sentita molto tradita, ed è per questo che
ha deciso di prendersi cura di me e non farmi mancare niente.
- Io vorrei capire perchè se non ha voluto rimanere con mia mamma... è stata colpa mia...?
- Non voglio che succeda niente a mio papà, però, spero che lui e mamma si rimettano insieme...
- Spero che non sia il motivo per cui mamma ha chiamato quell'Associazione...
"Un attimo!
Un'attrice che aveva conosciuto? Ti ricordi per caso il nome, Dave?"
domandai con aria, interrompendo nuovamente l'attività creativa
del quindicenne, il quale rimase fermo per qualche secondo, come se non
mi avesse sentito.
"Dave...?"chiesi quindi nuovamente, senza ricevere una risposta nemmeno
stavolta, con il testimone immobile come se fosse una statua.
Iniziai a guardare il banco degli imputati con sguardo preoccupato,
temendo di vedere Cody pronto a farmi a fettine con la sua katana, ma
fortunatamente David decise di parlare in quel momento, dicendo
semplicemente "Hayden Carson."
Quelle due semplici parole bastarono a scatenare un forte vocìo
all'interno del tribunale, che venne calmato solo con una forte serie
di martellate da parte del Giudice, il quale affermò "Ordine!
Ordine! Testimone, potete assicurarci che il suo nome sia davvero
quello!?"
Dave, visibilmente a disagio per l'attenzione che tutti i presenti gli
stavano rivolgendo, ci mise una ventina di secondi prima di rispondere,
limitandosi ad annuire prima di abbassare lo sguardo e tornare alla sua
opera.
"Hm... direi che questo conferma l'ipotesi della difesa riguardo al
fatto che Remy Horace e Hayden Carson si conoscessero da prima. Ed ora
sappiamo anche la situazione..." affermò il Giudice, mentre io
abbassavo lo sguardo, riflettendo su ciò che sapevo finora.
E' buono il fatto che le accuse su Cody siano virtualmente inesistenti
arrivati a questo punto, ma finchè non riesco a capire chi sia
il vero colpevole, è lui che rischia di essere condannato.
Eliminando Cody dalla scena del crimine, abbiamo come uniche sospettate
Remy Horace e Hayden Carson. A vedere le parole di David, la signora
Carson era l'attuale fidanzata di Steve Arwen... ma questo, purtroppo,
non ci permette di capire per quale motivo lei avrebbe voluto
ucciderlo: purtroppo la Carson è ancora un'incognita a questo
punto, anche se almeno sto ricevendo un sacco di informazioni riguardo
la signora Remy Horace...
Mentre io rimuginavo, Dave si voltò prima verso di me e poi
verso Travis, chiedendo ad entrambi "... Mia mamma ha fatto qualcosa di
brutto, vero?"
Feci per rispondere, ma prima che potesse dire qualunque cosa, il mio
amico mi anticipò, mostrando un lievissimo sorriso al
quindicenne e riprendendo a palleggiare con una pallina da tennis sulla
sua fida racchetta, dicendogli "Non preoccuparti, tua madre non ha
fatto niente. Stiamo cercando di verificarlo adesso, tu stai solo
tranquillo e tutto si risolverà per il meglio."
Dave sorrise per un breve istante a sua volta, prima di piegare il
foglio a metà e tracciarvi una linea precisa attraverso la
piegatura.
Rimasi sorpreso dal sentirlo parlare in quel modo, e sorrisi
lievemente, capendo che, alla fine, il Travis che conoscevo era ancora
lì... qualunque cosa gli fosse successa, non era riuscita a
cambiare tutto il mio amico.
Il momento non durò oltre, però, in quanto il procuratore
tornò immediatamente alla sua precedente espressione, perdendosi
nei suoi pensieri: io sospirai, avendo cantato vittoria troppo presto.
Subito dopo, il Giudice annuì come suo solito, per poi dirmi "Signor Trueman, continui con il Contro-Interrogatorio."
"D'accordo, Vostro Onore." dissi io, osservando con attenzione Dave e riflettendo su cosa fare.
So esattamente su quale altro punto premere, adesso...
- Mamma e papà sono le persone nel disegno insieme a me, hanno divorziato qualche anno fa.
- Papà non amava più mamma, e quindi ha deciso di andare via con un'attrice che aveva conosciuto.
- Mamma si è sentita molto tradita, ed è per questo che
ha deciso di prendersi cura di me e non farmi mancare niente.
- Io vorrei capire perchè se non ha voluto rimanere con mia mamma... è stata colpa mia...?
- Non voglio che succeda niente a mio papà, però, spero che lui e mamma si rimettano insieme...
- Spero che non sia il motivo per cui mamma ha chiamato quell'Associazione...
"Un attimo! Di
quale Associazione stai parlando, Dave?" domandai, puntando il dito
contro di lui e facendolo sussultare, motivo per cui ritraetti il dito
con aria imbarazzata.
"..." David non rispose immediatamente, bloccandosi ancora come un
robot prima di frugare nelle sue tasche, alla ricerca di qualcosa.
Dopo qualche secondo, il ragazzo estraette una scheda di colore
arancione, con una R rossa a caratteri cubitali e varie scritte a
carattere più piccolo, che dalla distanza non riuscì a
riconoscere.
"Questo è il loro biglietto. C'è scritto: 'Revenge
Association, solo per servirvi'. Sotto ci sono un numero di cellulare
ed un indirizzo e-mail..."
Io osservai il biglietto perplesso al sentire il nome del gruppo,
mentre il Giudice sgranò gli occhi dalla sorpresa, come se
quell'organizzazione fosse loro familiare.
"La Revenge Association...?" domandò il barbuto, con aria
piuttosto seria (cosa che mi fece preoccupare, conoscendo il suo solito
atteggiamento), mentre Travis si limitava ad annuire, anche lui
osservando il biglietto con leggero interesse.
"Sì, è la Revenge Association. Quest'anno è
l'ottavo caso confermato in cui sono coinvolti..." disse quindi il mio
amico, prendendo una palla ed iniziando a palleggiare come suo solito
sulla racchetta.
"E probabilmente ci sono stati molti altri delitti in cui hanno messo
mano e non ce ne siamo accorti." fu la replica dell'anziano, il quale
osservò poi Travis, dicendogli "Procuratore, come intende
procedere? Se la Revenge Association è coinvolta, Remy Horace
è probabilmente più che confermata essere il colpevole
del caso..."
"L'accusa rimane della sua opinione: continuiamo a ritenere Cody
Hackins colpevole. L'accusa ha fatto davvero un ottimo lavoro di
ricostruzione, devo dirlo, ed ha completamente ribaltato la nostra
visione del delitto... tuttavia, è fin troppo facile incolpare
la signora Horace in base ad una semplice prova. Non abbiamo nemmeno
idea di come sia entrata in possesso di quel biglietto: generalmente,
è la Revenge Association stessa a contattare i clienti...
quindi, la situazione è effettivamente piuttosto anormale, e
dev'essere trattata con delicatezza ed attenzione." affermò
Travis, continuando a palleggiare mentre rifletteva su quale strada
intraprendere per il resto del processo.
"... Eh? Di cosa state parlando, esattamente?" domandai, seguendo
più o meno il filo del discorso ma senza capire il perchè
questa 'Revenge Association' fosse importante...
"Sono informazioni riservatissime e segrete, non possono essere
divulgate nel corso di un udienza come questa, La... signor Trueman."
disse allora il mio amico, correggendosi subito prima di chiamarmi per
nome, aggiungendo un secondo dopo "Per convenienza e permetterti di
capire di cosa stiamo parlando, diciamo che sono un gruppo che...
'aiuta' gli autori di delitti come questo. Non posso dire altro."
... Un gruppo che aiuta nei delitti. Ametto che è la prima volta
che ne sento parlare... ma di quali tipi di aiuto si tratta? Da come lo
descrivono non credo siano degli assassini come Shelly de Killer...
Nel frattempo, iniziò a sentirsi chiaramente un certo vocio nel
pubblico, a seguito della rivelazione del mio amico, del quale
riuscì ad identificare solo alcune frasi.
"Un gruppo che aiuta a compiere omicidi? Che oscenità!"
"E' per questo che paghiamo la polizia di questo paese?"
"Oh oh, ora so come ammazzare quell'idiota! Devo procurarmi il numero..."
"Mamma... ho paura..."
Queste ed altre frasi vennero immediatamente interrotte da una serie di
martellate del Giudice, leggermente più forti della norma,
mentre egli urlava "Ordine! ORDINE! Procuratore Harley, il processo non
può continuare in queste condizioni. Qual'è il suo
pensiero al riguardo?"
"..." Travis smise immediatamente di palleggiare, voltandosi verso il
barbuto con sguardo serio e dicendogli, con tono calmo e razionale
"Concordo con lei, vostro Onore. Il caso si è rivelato parecchio
più complesso di quanto sembrasse a prima vista... e direi che
con la Revenge Association coinvolta, ci sia bisogno di indagare a
fondo su tutti e tre i possibili colpevoli finora: solo riuscendo a
comprendere quali siano i legami tra loro stessi e la vittima avremo
modo di ricostruire esattamente il caso. Se possibile, vorrei chiudere
qui questo giorno di processo per permettere alla difesa e all'accusa
di ottenere nuove prove per domani. So che è un pò presto
rispetto alla norma, ma lei stesso ha detto che il processo non
può continuare in questo modo..."
"D'accordo, allora. Mi aspetto un comportamento pulito da voi quando ci
riuniremo domani, procuratore, è un avvertimento."
affermò quindi il Giudice, facendo nuovamente abbassare la testa
al mio amico, senza che dicesse nulla contro l'anziano, il quale
aggiunse, rivolto a Dave "Testimone, vorrei che il biglietto che ci
avete consegnato venga inserito agli atti giudiziari, dopodichè
potrete andare. Ci è stato di grosso aiuto per procedere con il
caso."
"... Io non volevo mettere mamma nei guai..." fu tutto ciò che
disse il quindicenne, consegnando la scheda e permettendomi di
aggiungerla al Registro Processuale, per poi allontanarsi con sguardo
triste dalla sala udienze.
... Mi dispiace moltissimo per lui. Spero con tutto il cuore che sia madre non sia davvero colpevole...
"L'udienza è tolta. La corte si aggiorna!" fu tutto ciò
che disse l'anziano, mettendo ufficialmente la parola fine a
quell'intensa prima fase del processo.
... A quel tempo, non sapevo ancora che cosa fosse la Revenge
Association, una delle prima associazioni che ho affrontato durante il
mio periodo da avvocato, e probabilmente la più importante, a
lungo andare.
Nonostante io non sapessi chi o cosa fossero, però, loro
sapevano bene chi ero io, avendomi seguito fin dal primo processo.
Effettivamente, comparato ai nemici che ho avuto modo di affrontare in
seguito, la RA era stata sia il nemico meno legato a me
personalmente... sia quello che ha avuto più influsso sul mio
avvenire.
Mi chiedo che tipo di avvocato sarei diventato senza di loro. Senza Gerald Ford. Senza Derek Ness.
Una cosa certa è che avrei vissuto una vita molto più
tranquilla e con molto meno stress... o forse molto di più,
chissà.
Alla fine, però, mi chiedo se tutti i miei errori abbiano avuto
più ripercussioni positive che negative. Per me sono state
sicuramente quasi tutte negative... ma che dire degli altri?
Dopotutto, è grazie alla mia carriera che sono riuscito a fare
luce su vari misteri relativi a me, alla mia famiglia, a Jean, a
Travis, ed anche al signor Parfrey.
Travis e Jean sono migliorati parecchio come persone, e sono davvero
felice, in qualche modo, di avere avuto un ruolo in ciò.
In quanto a me... beh, avrete modo di vederlo tra un pò, non
vorrei rovinare la sorpresa ed anticiparvi ciò che dovete ancora
vedere.
Tuttavia, l'interrogativo rimane: sono stato utile a qualcuno, quindi?
O è solo un mio modo per giustificare ciò che ho fatto?
A voi l'ardua sentenza, traete le vostre conclusioni. Non penso di essere più qualificato a rispondere.
Continua...
*********************************************************************************
E con questo, finisce la prima udienza del caso 2: mi scuso se alcuni
pezzi non sembravano particolarmente ispirati, ma ho cercato di rendere
il tutto quanto meglio possibile.
Mi scuso inoltre se la situazione di Dave e Remy ricorda molto Rabbid e
Leona Peacedream del caso 3 di 'Wolf Lonnie Ace Attorney: Fighting for
Truth', e posso confermare che ogni somiglianza è del tutto
involontaria.
Ringrazio come al solito The Shadow per la gentile recensione, e spero
che questo capitolo sia stato bello da leggere! Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Capitolo 24: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 1) ***
LTAA25
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 24: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°2
22 Giugno
Ore 11.30
... Whew, la prima parte dell'udienza è andata. E' stato
più facile di quanto credessi, quasi anticlimatico, ad essere
sinceri.
Anche se, visto come è iniziato, credo di non avere alcun
diritto di lamentarmi... soprattutto perchè sono ancora
preoccupato per Travis.
Mentre uscivo, l'ho visto andare a passo rapido e con lo sguardo basso
verso il basso fuori dal tribunale, insieme ad Hayes che maneggiava con
la calcolatrice: avevo pensato di avvicinarmi e provare a parlargli, ma
visto come sta, preferivo lasciarlo da solo e parlargli più
tardi, anche se sinceramente avrei voluto sapere subito cosa ci fosse
che non andasse. Mi sento un pessimo amico...
Oltretutto, non ho avuto modo di vedere Frank da nessuna parte sin da
quando è iniziata la seconda parte dell'udienza: probabilmente
deve essersene già andato una volta fatta la chiamata, anche se
sinceramente avrei voluto ringraziarlo per la mano che mi ha dato...
senza di lui, probabilmente il processo sarebbe già finito con
Cody colpevole.
Prima che potessi perdermi nei miei pensieri, però, mi trovai il
volto sorridente di Jean a poca distanza dal mio, mentre lei diceva "Ce
l'abbiamo fatta, Law! Il primo giorno di processo è andato!"
"Ehm... già." dissi quindi io, con aria distratta, cosa di cui
lei si accorse immediatamente, chiedendomi "E' tutto a posto? Hai una
faccia..."
"Sì, non preoccuparti: è tutto okay... ho solo un
pò di fame, tutto qui." mentì parzialmente, con il mio
stomaco che decise di farsi sentire proprio in quel momento. Grazie
mille per stare al gioco, organismo.
"Fammi indovinare: eri tanto teso e non volevi perdere tempo stamattina
che hai deciso di non fare colazione, vero? Mi sembrava ti fossi voluto
svegliare un pò troppo presto..." domandò quindi la mia
assistente, ragionando un pò sulle mie abitudini prima di trarre
le sue conclusioni.
Io sorrisi in risposta, prima di dire con tono lievemente scherzoso
"Colpevole, vostro Onore.", facendo scappare una risata da parte della
mia amica.
"Pfff... beh, se non sbaglio tua madre non lavora oggi, no? Magari
possiamo andare a casa tua e mangiare lì, intanto che ragioniamo
su come continuare il caso..." suggerì la mia amica, mentre
prendeva una lente d'ingrandimento dalla sua tasca ed iniziava a
pulirla con un fazzoletto, aspettando che io rispondessi.
"Eh? Di già? Io volevo andare un attimo allo Studio Legale del
signor Grossberg e ragionare su tutto ciò che sappiamo..."
provai ad oppormi, venendo quindi accolto dallo sguardo alterato della
mia assistente.
"Oh, andiamo! Ti conosco benissimo, se ti concentri troppo su qualcosa
va a finire che passerai tutto il giorno a digiuno, e domani sarai
così debole che crollerai sul banco della difesa appena ripreso
il processo! Devi mangiare e crescere sano e forte, Law!" mi
sbraitò quindi in faccia, facendomi la ramanzina.
... Beh, non è che abbia tutti i torti, però... da quando
sono diventato avvocato, è come se passassi sempre meno tempo
con il signor Grossberg... e mi spiace un pò per la cosa.
... Cercherò di rimediare più avanti alla cosa, allora.
E' stato lui che mi ha insegnato le basi dell'avvocatura, e non vorrei
sembrargli ingrato ora che sono avviato alla professione...
"E va bene, e va bene... aspettami alla fermata dell'autobus, allora:
io vado un attimo ad avvisare il signor Grossberg che vado a casa e
tornerò allo studio più tardi." dissi quindi alla mia
amica, la quale in risposta annuì, contenta di aver 'vinto' la
discussione.
"D'accordo, allora: ci vediamo fuori, e non metterci troppo!"
affermò in risposta Jean, dirigendosi verso l'uscita del
tribunale e sorridendo.
Io sospirai una volta solo, per poi iniziare a guardarmi intorno, alla
ricerca del mio mentore, senza che riuscissi a vederlo da nessuna parte.
Dopo qualche secondo, però, la mia ricerca venne interrotta sul
nascere da un applauso ed una voce che mi disse "Davvero complimenti:
hai avuto modo di resistere e procedere con il caso piuttosto bene,
visto come si è svolto... anche se penso che, con il mio aiuto,
avreste avuto meno difficoltà con il caso in corso."
Riconoscendo la voce, mi girai istintivamente verso il parlante, riconoscendolo subito: era Gerald Ford, il falsario.
"Signor Ford..." dissi quindi io, con tono preoccupato, per poi domandare "Cosa ci fate qui? Non eravate in ospedale ieri...?"
"Nah, sono uscito stamattina: come ti ho detto, era solo un semplice
accertamento. Che c'è, ti preoccupi dello zio Gerry? Non ti
facevo così caro... anche se c'era da aspettarselo, dal figlio
di Christopher." mi rassicurò quindi il falsario, incrociando le
braccia e mostrando un lieve sorridetto, mentre io facevo caso alle sue
parole: come ieri, aveva di nuovo menzionato mio padre...
Anche se personalmente sentivo fosse una brutta idea chiederlo, mi feci
coraggio e deglutìi, prima di domandare "Signor Ford, se posso
chiederlo, che relazione aveva con mio padre e mio zio...?"
"..." in risposta, Gerald rimase in silenzio per qualche secondo,
limitandosi a dire "Non è un'informazione che posso divulgare,
magari prova a chiedere a Spencer, appena ne avrai la
possibilità: non penso sia qualcosa che debba essere io a dirti."
... Purtroppo, mettendo le cose insieme, è difficile pensare che
mio padre e mio zio possano avere conosciuto Gerald Ford se non per...
"Oh, so cosa stai pensando, ma credimi: non è una questione
così semplice." disse quindi l'adulto quasi leggendomi nel
pensiero, per poi aggiungere, con il suo solito ghigno, "Ad ogni
modo... vedo che hai avuto modo di sentir parlare dell'RA, eh? Non
credevo sarebbe saltata fuori tanto presto."
Lievemente distratto dai miei pensieri, ci misi qualche secondo a fare
caso alle parole del falsario, chiedendogli "La RA? Intendete la
Revenge Association? Ne sapete qualcosa, signor Ford?"
"Sulla RA? Oh, so molto più di quanto tu creda... ma purtroppo,
molte sono informazioni confidenziali e riservate, e nemmeno io sono a
conoscenza di tutto. Ritengo che se parlassi adesso non farei altro che
confonderti le idee e farti avere un'idea completamente sbagliata
dell'associazione: credo sia meglio che tu scopra tutto gradualmente e
comprendendo man mano il perchè di ogni singolo dettaglio...
solo così potrai avere una visione completa dell'associazione,
del suo scopo, e soprattutto del suo modus operandi." affermò
quindi Gerald, fornendomi soltanto altri interrogativi anzichè
risposte.
"... Capisco. Beh, grazie lo stesso..." ringraziai quindi subito dopo,
un pò deluso per via della risposta che avevo avuto, prima che
il signor Ford si schiarisse la voce, continuando ad osservarmi con
attenzione.
"Ad ogni modo, ho seguito il tuo processo, come immagino tu abbia
capito... e continuo a pensare che un pò di prove false ti
farebbero comodo, soprattutto per un caso complesso come questo.
Sei davvero sicuro di voler procedere così, e rischiare di
perdere la causa?" mi domandò quindi con aria seria il falsario,
mentre io sospiravo, aspettandomi un qualche discorso del genere da
parte dell'uomo di fronte a me.
"Ve l'ho già detto ieri e ve lo ripeto, signor Ford: non ho
intenzione di utilizzare prove false, non solo perchè le trovo
immorali e del tutto contrarie all'obiettivo della mia professione, ma
anche perchè penso che il caso arrivati a questo punto non
dipenderà molto dalle prove." affermai in risposta, anch'io con
aria seria, mentre sul volto del falsario iniziava a delinearsi un
lieve sorriso, come se ciò che lo avevo appena detto lo
divertisse.
"Immaginavo che avresti risposto così, ma valeva la pena
tentare: lo sto facendo solo per te, dopotutto... anche se mi dispiace
che tu sia così testardo dal non voler vedere le prove false per
quel che sono: semplici strumenti, nè buoni nè cattivi.
Le prove false e la moralità di chi le usa non sono per niente
collegate, e vederla in questo modo è solo un eccesso di
buonismo." mi disse quindi Gerald, per poi voltarsi e salutarmi con la
mano di spalle, dicendomi "Ti auguro buona fortuna per l'indagine e per
il processo di domani.", prima di sparire dalla mia vista.
... Rimasi fermo per qualche secondo una volta che il falsario ebbe
modo di andarsene, riflettendo sulle parole che mi aveva appena detto.
Sinceramente, mi chiedo se abbia davvero fatto la cosa giusta
rifiutando ancora una volta la sua offerta di prove false... per quale
motivo non ho ancora provato ad usarne una?
... Law, idiota, non ne hai ancora usata una perchè usarle
segnerebbe la fine della tua carriera! Ed anche se riusciresti ad
usarle, non potresti mantenere il segreto per sempre! E poi, cosa
penserebbero tua madre, il signor Grossberg, Jean, Travis... e
soprattutto, tuo padre?
Non posso assolutamente permettermi di macchiarmi di qualcosa di tanto
grave, non importa quanto difficili diventeranno i miei casi e quanto
alta sarà la posta in gioco: l'avvocato Lawrence Trueman
sarà sempre onesto, fino alla fine.
Prima che la mia riflessione potesse continuare, però, un
familiare "Ah-HHHEM!" attirò la mia attenzione, e voltandomi mi
trovai di fronte il mio mentore, con aria piuttosto sofferente.
"Oh, signor Grossberg! Dove eravate finito? E' da un bel pò che
vi cerco..." domandai quindi al mio capo, piuttosto sollevato di averlo
appena trovato.
Egli in risposta si limitò a dirmi, tenendo lo sguardo basso,
"Beh, le mie emorroidi hanno deciso di scoppiare proprio ora, ma visto
che non volevo perdermi il tuo processo ho cercato di trattenermi, ma
dopo..."
Io lo fermai, con sguardo scioccato, dicendogli "E-ehm... non si
preoccupi di spiegarmi tutto nei dettagli, signor Grossberg, davvero:
ho capito tutto...", volendomi risparmiare l'immagine mentale delle
famigerate emorroidi del mio capo, seconde solo ai limoni come suo
principale argomento di discussione.
Senza perdere tempo, spiegai quindi al mio capo che sarei andato a
mangiare a casa mia con Jean, e sarei tornato allo studio solo una
volta finito con le indagini: il mio capo fu d'accordo con la cosa,
chiedendomi però di portargli un pò della lasagna di mia
madre (il piatto migliore che mia madre sa cucinare. L'unico, infatti.)
e augurandomi buona fortuna per il resto della giornata.
Una volta salutato il mio mentore, uscìi dal tribunale e mi
diressi verso la fermata dell'autobus, venendo sgridato da Jean per il
mio ritardo e trascinato di peso dentro al bus in partenza, trovando a
stento dei posti liberi e pronti a scendere dopo qualche fermata.
Nel corso del viaggio la mia mente fu tormentata dal pensiero delle
prove false e su cosa fosse la RA, insieme ai miei precedenti problemi
riguardo il caso e Travis, ma cercai di rilassarmi e di pensare solo a
cosa avrei mangiato di lì a poco, prima di riprendere con le
indagini per scagionare Cody.
Quartiere Uptown
Fuori dal Tribunale
22 Giugno
Ore 11:50
[Gerald]
Osservai con un leggero sorriso l'autobus che partiva, con Lawrence e la Watson dentro.
Sinceramente, mi secca doverlo trattare così, ma devo mantenere
una certa aria di mistero per fare effetto su di lui: e poi, lui
nemmeno si ricorda di me...
Certo, non mi sarei mai immaginato di dovermi 'occupare' di lui in
questo modo, ma questi sono i casi della vita: ci colgono alla
sprovvista e non c'è modo di sapere cosa ci aspetti dietro
l'angolo, ed il modo migliore per risolvere il problema è di
seguire il flusso degli eventi passivamente, senza fare azioni di per
sè e limitandosi a reagire a ciò che ci accade intorno.
Il risultato, però, non sarebbe una vita noiosa? Forse.
Una vita sicura? Decisamente. E poi, nessuno ha mai detto che
comportarsi solo in modo passivo non possa portare a vivere situazioni
interessanti ed eccitanti... e nelle mie condizioni, è il
massimo che posso permettermi.
I medici ieri mi hanno detto che mi rimane solo un anno di vita,
stando alle analisi. La stessa cosa che mi hanno detto sette anni fa,
gli ho risposto, quando per la prima volta hanno iniziato a
manifestarsi i miei problemi, e se questa malattia vuole portarmi
all'Inferno, dovrà impegnarsi parecchio.
Se devo andarmene via da questo mondo, voglio farlo con stile... e so
già perfettamente come. Ma prima, voglio completare il mio
lavoro per la RA...
Non per questioni di fedeltà all'organizzazione o altro, ma solo
perchè non mi piace lasciare le cose senza conclusione, e voglio
che la vita dell'uomo Gerald Ford sia completa, al giorno della sua
morte.
"Ti vedo pensoso, Gerry. C'è qualcosa che non va?" mi
domandò quindi una voce stridula che purtroppo conoscevo fin
troppo bene, accompagnata da un rumore di tasti premuti su un
telefonino.
Sospirai per un secondo, prima di dire, senza voltarmi "Sei tu. Credevo
che avessi deciso di scappare via come il codardo che sei."
"Oh, che parole dure, Gerry. E' così che tratti i tuoi amici?"
affermò quindi il diciannovenne, lanciando il suo cellulare da
una mano all'altra come suo solito, abitudine che ho sempre trovato
piuttosto snervante.
"Io non sono tuo amico, fattene una ragione. Per quale motivo sei
intervenuto durante il processo? Hai praticamente messo a rischio la
Revenge Association con la tua bravata..." gli feci allora notare,
anche se, conoscendolo, dubito che gliene sarebbe importato qualcosa.
"Tsk, non penso che qualcuno se ne lamenterà. Non è la
prima volta che succede, e non ha mai causato alcun problema
all'attività della RA, che io sappia... è un gruppo
piccolo, ma che sa il fatto suo." fu la sua replica, con un leggero
sorrisetto alla fine della frase, prima che si rimettesse a premere
tasti sul cellulare, per non so quale motivo.
"Non penso che tu sia nella posizione di parlarne, sai." gli feci
notare con aria annoiata, aggiungendo subito dopo, con lieve
curiosità "Ad ogni modo, che cosa staresti pianificando di fare
adesso?"
"Oh, lo scoprirai. Non preoccuparti, non ho intenzione di danneggiare
l'associazione: andrebbe anche contro i miei interessi, dopotutto." fu
il commento successivo del ragazzo, prima che lui mettesse il suo
telefono in faccia ed iniziasse ad allontanarsi da me, a passo lento.
"Ti piace davvero fare il misterioso, eh?" gli chiesi mentre si allontanava, senza che lui si voltasse verso di me.
"Forse. Comunque, devo andare: ho un bel panino con tonno e pomodori
che mi aspetta a casa, e non ho intenzione di farlo aspettare. Ci si
vede, Gerry." mi disse in risposta continuando a camminare, alzando il
braccio destro in segno di saluto.
"Buona giornata." mi limitai a dire, mentre il diciannovenne spariva dalla mia vista.
... Quel ragazzo mi fa esasperare alle volte, per come parla e fa il misterioso. Ma beh... come ho detto prima, c'est la vie.
Quartiere Springside Hills
Casa di Law
22 Giugno
Ore 12.25
[Lawrence]
Dopo mezz'ora di autobus, io e Jean arrivammo finalmente alla prima
fermata di Springside Hills, il mio quartiere, fortunatamente molto
vicina a casa mia.
Ci incamminammo per cinque minuti scarsi prima di arrivare di fronte al
luogo in cui camminavo: una modesta casa a due piani, con un tetto di
tegole rosse e dei muri in legno bianchi, con un giardino recintato
accessibile dall'interno della casa contenente un grosso tavolo di
legno (dove spesso io, mia madre e vari ospiti mangiavamo quando non
c'era bel tempo) ed una altalena piuttosto vecchia e malmessa: era una
cosa a cui tengo, visto che mio padre mi ci faceva sempre giocare
quando poteva... ed anche adesso, nè io nè mia madre
abbiamo troppa voglia di toglierla, anche se ormai non possiamo
più utilizzarla.
Immediatamente mi diressi verso la porta, suonando il campanello... e
subito dopo, sentì un'esplosione provenire dalla cucina, alla
quale mi preoccupai lievemente, bussando con più insistenza in
attesa di una risposta.
"Un attimo! Un attimo! UN ATTIMOOOOOOOOOOOO!!!!!" urlò una voce
molto familiare dall'altro lato della porta, prima che una donna sulla
cinquantina aprisse la porta: aveva in quel momento addosso un
grembiule bianco da cucina al di sopra di quello che sembrava essere un
abito da ufficio di colore nero, con gli occhi verdi ed i capelli
rossicci raccolti in una pseudo-coda di cavallo che, invece di essere
posta dietro la testa, le ricadeva sulla spalla sinistra.
Minacciandomi con un mestolo, la nuova arrivata iniziò a dire
"Se volete vendermi altri coltelli da cucina, sappiate che l'ultimo
è stato spaccato dal prosciutto! Non ho intenzione di farmi
gabbare di nuo..."
"Mamma! Calmati, sono io!" affermai in risposta, un pò
spaventato dal fare del mio genitore e dal pericoloso mestolo che stava
tenendo puntato contro di me.
Lei è mia madre, Lauren
Trueman, da nubile Lauren Sawyer. Ha 49 anni, e devo dire che se li
porta parecchio bene, anche se si ritiene di continuo vecchia e
rachitica per nessun motivo: lavora buona parte della giornata in una
società informatica ed è raro che io riesca ad
incontrarla prima di sera, ma mi fa molto piacere quando posso stare
insieme a lei. Da giovane è stata l'assistente di mio padre a
seguito di un caso del signor Parfrey in cui lei è stata una
testimone fondamentale. Ha oltretutto un interesse nella cucina... con
il problema però che l'unico piatto che lei sappia fare è
la lasagna. E' per questo motivo che ho iniziato a mangiare da asporto
o dal capo, quando ne ho l'occasione... anche perchè ho paura
che mia madre ogni tanto mi tratti come cavia per i suoi esperimenti
culinari...
Mia madre si fermò immediatamente una volta che ebbe modo
di riconoscermi, abbracciandomi con forza e dirmi "Oh, Law! Scusa, ero
impegnata a cucinare e non aveva capito che fossi tu! Come stai,
tesoro? E non è un pò presto? Credevo che avessi un
processo, oggi..."
"Beh..." provai a dire mentre venivo soffocato (ed imbarazzato)
dall'abbraccio di cui ero vittima, ma prima che potessi completare la
mia frase, la mia amica mi battè sul tempo, prendendo la parola
prima che finissi.
"Buongiorno, signora Lawren! La vedo piuttosto indaffarata!"
salutò quindi Jean, mentre mia madre si voltava verso di lei,
con aria allegra.
"Oh, ciao Jeannie! E' un piacere vederti, tesoro! Anche se ti ho detto
tremila volte che il mio nome è LaUren, non LaWren... e
sinceramente, se anche fosse Lawren, lo cambierei seduta stante
all'anagrafe: suona troppo artificiale, senza offesa." Affermò
quindi mia madre, continuando a tenermi stretto ed osservando la mia
assistente con aria contenta ma lievemente seccata, a causa del nome
'sbagliato'.
"Ma Lawren è più unico di Lauren, sarebbe un modo per
essere originali! E poi così lei sarebbe la signora Law, madre
di Law!" fece notare Jean, non volendo arrendersi e ritirare il suo
soprannome.
"Pfff... se lo dici tu... anche se secondo me così sembrerebbe
che non ci sia fantasia nella casa, sinceramente." disse quindi il mio
genitore, trattenendo a stento una risata mentre pensava alla cosa.
"Sarebbe originale, invece! Anche perchè ormai non c'è
molta originalità in giro di questi tempi..." ribattè la
mia assistente, cercando altri argomenti per supportare la sua 'tesi'.
"E' tutta una questione di punti di vista, Jeannie. Sinceramente Lawren
è un nome che non darei mai a nessuno, nemmeno sotto tortura."
fu il commento successivo della discussione, mentre Jean preparava la
sua contromossa.
Prima che la discussione potesse continuare, però, la interruppi
ricordando a tutti della mia esistenza, mugulando "Mhhhh... mamma...
non respiro...!"
"Uh? Ah! Scusa Law!" fece quindi mia madre, lasciandomi andare via e permettendomi di respirare nuovamente.
"Aaaahhh... credevo che sarei morto lì..." affermai, contento di
essere salvo mentre continuavo a respirare con forza, riempiendo d'aria
i miei polmoni.
"Beh, l'importante è che tu non te la sia fatta addosso di
nuovo! Già non riesco a capire come tu possa aver bagnato il
letto due settimane fa..." mi disse quindi mia madre con un sorriso
bonario, facendomi arrossire per l'imbarazzo non appena menzionò
il... piccolo incidente che avevo avuto un pò di tempo prima.
"MAMMA! N-non l'ho fatto apposta! Tutti i bagni erano rotti, e quindi
io non sapevo dove farla e..." provai a giustificarmi, senza sapere
cosa dire al riguardo, ma venendo interrotto subito dopo.
"AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!! Law, davvero te la sei fatta sotto!? Non
riesco a crederci! AHAHAHAHAHAHAH!!! Hai ventitrè anni e fai
ancora queste cose!?" iniziò a ridere a crepapelle la mia amica,
non facendo altro che aumentare il mio imbarazzo.
"Eh già! E' la stessa cosa che ho pensato io! Anche se so che il
mio piccolo Law rimarrà il mio bambinone, non credevo che
sarebbe finito per bagnare le coperte anche da adulto!" disse quindi
con aria allegra mia madre, apparentemente ignara del fatto che ci
fosse anche io con lei ad ascoltare ciò che diceva.
"..." io abbassai lo sguardo senza dire nulla, con la mia
dignità fatta completamente a pezzi e più rosso di un
pomodoro.
"Beeeeh, ad ogni modo: che ne dite di entrare a mangiare, già
che ci siamo? In questo modo possiamo anche parlare più
tranquillamente..." suggerì mia madre: io e Jean annuimmo in
risposta, prima che mia madre ci facesse entrare ed accomodare al
tavolo in giardino.
Dopo qualche minuto, mia madre tornò con le pietanze: al centro
del tavolo mise una grossa lasagna dalla quale potevamo prendere pezzi
in qualunque momento da soli e metterli subito sul piatto... e questo
fu tutto ciò che riconobbi: il resto del cibo era troppo
carbonizzato o peggio per poterlo riconoscere, e sinceramente, non mi
andava di correre il rischio e scoprire cosa fosse...
Anche se forse non dovrei essere così duro con mia madre sulla
cucina: nemmeno io sono troppo bravo... anche se io, almeno, non
carbonizzo ZUPPE...
Mentre continuavamo a mangiare, spiegai tutto quel che era successo a
mia madre, prima di tutto dicendole del fatto che il signor Grossberg
voleva un pò di lasagna (che mia madre preparò
immediatamente e mise in frego), e subito dopo parlandole del caso, di
Travis, e soprattutto dei due possibili colpevoli: Remy Horace ed
Hayden Carson.
"Hm... pare una situazione bella complicata, non c'è che dire.
Ma se loro due sono sospette, non dovrebbero arrestare loro?
Perchè il tuo cliente è ancora sotto accusa?"
domandò quindi mia madre mentre mangiava (non so come) i resti
fossilizzati di quelli che (penso) fossero spinaci, confusa da come si
svolgesse un processo: certe volte mi chiedo che razza di aiuto potesse
dare a mio padre in tribunale, visto che le sue conoscenze legali
sono... piuttosto limitate.
"Non funziona così, mamma: in tutti i casi, fintanto che non si
hanno prove inconfutabili che il colpevole è un altro,
l'imputato è ritenuto colpevole del crimine. Fino a quando non
riusciremo a scoprire chi sia il vero assassino, Cody rimarrà
comunque considerato colpevole." spiegai, prima di sospirare:
sinceramente, lo trovavo un sistema piuttosto ingiusto, ma cosa potevo
fare io? Non potevo di certo modificare il sistema legale di punto in
bianco... è una cosa che richiederebbe anni di preparazione e
motivi validissimi per essere effettuata, e dubito il nostro sistema
legale avrà qualche modifica radicale in tempi brevi...
"Che scatole... sinceramente, quel barbuto potrebbe avere un minimo di
clemenza, alle volte! Non capisco proprio perchè debba sempre
fare il severo, soprattutto visto quanto fa il simpaticone il resto del
tempo!" si lamentò mia madre, perdendo di vista il vero motivo
della 'severita' del barbuto...
"Ehm... perchè è il suo lavoro, magari...?" provai a
chiederle retoricamente con aria basita mentre posavo un pezzo di
lasagna sul mio piatto, non capendo come mia madre non riuscisse ad
arrivarci.
"Aaaah, dettagli! Sinceramente, non capisco proprio come tu e tuo padre
facciate ad occuparvi di quell'ambito. Comunque, sinceramente non mi
aspettavo che TravTrav diventasse così freddo... è
piuttosto strano. Era un ragazzo così caro e gentile da
piccolo..." cambiò quindi argomento mia madre, riflettendo sul
motivo del comportamento del mio amico: molto spesso avevo invitato
Travis a casa mia da piccolo, e col tempo mia madre ha finito quasi per
considerarlo come un secondo figlio, al punto da chiedermi spesso che
cosa stesse facendo durante il periodo in cui ho perso contatti con
Travis a causa delle nostre scelte di università e come mai non
lo contattassi, anche se principalmente è stato perchè
avevo deciso di concentrarmi sui miei studi e, oltretutto, Travis non
mi aveva detto a che università aveva deciso di andare.
"Già... purtroppo così pare finito. Io non lo conosco, ma
per come me ne parlava Law mi aspettavo una persona completamente
diversa..." affermò quindi Jean, trangugiando un grossissimo
pezzo di lasagna ed osservando mia madre con fare serio.
"Beh, sinceramente sono sicura che avrà un motivo per
comportarsi così: e a sentire come si è comportato
durante la seconda parte dell'udienza, penso che consideri ancora Law
un'amico, nonostante il comportamento che ha avuto nella prima parte."
fu il commento fiducioso del mio genitore, sorridendo e finendo di
mangiare la sua verdura carbonizzata.
Sinceramente, solo guardarla mangiare quelle cose è abbastanza
da farmi passare l'appetito... e mi dispiace parecchio dirlo.
"Se lo dici tu, mamma..." affermai, decidendo di concentrarmi solo sul
mio piatto e domandare, mentre tagliavo la lasagna, "Tra parentesi, per
caso hai mai sentito parlare di questa Revenge Association? Da quando
ne ho sentito parlare, è un pensiero che mi sta assillando un
pò..." iniziando a mangiarne un pezzo subito dopo aver posto il
quesito.
"Hm... sinceramente non l'ho mai sentita, ma penso che con una ricerca
rapida possa trovare qualche informazione: se dopo ne troverò
qualcuna, ve lo farò sapere." mi disse quindi mia madre,
sorridendo: se c'è una cosa in cui mia madre è brava,
è nell'usare il computer, e da piccolo mi ha aiutato parecchio a
fare varie ricerche scolastiche in pochissimo tempo.
"Grazie mille, signora Lawren." ringraziò quindi Jean, mentre
continuava a mangiare ad un ritmo assurdo sempre più lasagna,
per poi sorriderle grata anche lei.
"LaUren... comunque, hai detto che le possibili colpevoli si chiamano
Remy Horace ed Hayden Carson, giusto?" mi chiese quindi mia madre,
osservandomi con sguardo interrogativo, mentre io ingoiavo il mio
boccone recente.
"Sì... li hai già sentiti da qualche parte?" domandai in
risposta, prima di passare al successivo pezzo di pasta da mangiare.
"Mi pare di sì, anche se non ricordo bene dove. Quando
cercherò per la RA proverò a vedere anche per loro e ti
dirò cosa troverò." mi disse quindi mia madre, mentre io
le sorridevo per la sua disponibilità, una volta tolto di mezzo
anche il successivo pezzo di cibo.
"Grazie davvero mamma, è una grossissima mano... anche se mi
dispiace farti perdere tempo con problemi di cui dovrei occuparmi
io..." la ringraziai, per poi abbassare lo sguardo, sentendomi in colpa
per obbligarla ad occuparsi di un problema solo mio.
"Ma và, Law! Lo faccio con estremo piacere, ed oggi ho anche il
giorno libero: se posso darti una mano, non mi crei alcun disturbo." mi
rassicurò mia madre: in risposta, io mi limitai a sospirare,
continuando a tenere lo sguardo basso.
"Se lo dici tu..." fu tutto ciò che dissi in risposta, prima di
prendere un altro frammento di lasagna ed iniziare a mangiarlo
silenziosamente.
"Ad ogni modo, se posso darvi un consiglio, direi che dovreste provare
a parlare un pò con l'imputato: a quanto ho capito non avete
ancora avuto molto modo di parlare con lui, e forse potrebbe essersi
ricordato qualcosa del caso durante il corso della giornata. Penso poi
che esaminare nuovamente la scena del crimine non possa far male: molto
spesso le prove spuntano dal nulla quando vai a dare una seconda
occhiata, quasi come se qualcuno le avesse sistemate mentre non si
guardava..." provò a suggerirmi quindi l'adulta tenendo conto
della sua 'esperienza' come assistente per contro di mio padre.
"Ehm... va bene, allora. Suppongo che non ci sarà alcun problema
se andiamo a fare visita a Cody al centro di detenzione come prima
cosa." affermai in risposta, anche se sinceramente ritenevo ciò
che aveva appena detto piuttosto improbabile: dopotutto, chi si
prenderebbe mai la briga di fare una cosa così stupida? Non
penso nemmeno ci si guadagnerebbe qualcosa...
"Sono d'accordo! Al centro di detenzione, allora, ma prima...
all'attaccoooo!!" disse felicemente Jean, avventandosi contro il resto
della lasagna: io sorrisi, prima di fare lo stesso (anche se ad un
ritmo decisamente meno veloce rispetto alla mia amica), fino a quando
non la consummammo completamente sotto lo sguardo contento di mia madre
(anche se probabilmente le farebbe piacere di più se mangiassimo
anche il resto del cibo... ma con tutta la buona volontà, non
voglio rischiare di mangiare cibo potenzialmente radioattivo...).
Una volta finita, io e Jean ci lavammo mani (e nel mio caso, i denti) e
ci avviammo verso il centro di detenzione, salutando mia madre e
preparandoci a riprendere la nostra indagine.
Spero solo che il caso non ci riservi troppe sorprese, da questo punto in avanti...
*********************************************************************************
Avrei voluto introdurre o menzionare due personaggi in questo capitolo,
ma per via del corso della discussione mi sembrava di troppo
aggiungerli: durante il corso dei prossimi capitoli farò
sì di menzionarli in qualche modo. Come al solito, ringrazio The
Shadow per la recensione, e do appuntamento a tutti al prossimo
capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Capitolo 25: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 2) ***
LTAA26
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 25: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 2)
Centro di detenzione
Sala visite n°2
22 Giugno
Ore 14.20
... Mi è già capitato più volte di venire
al Centro di detenzione con il signor Grossberg, ma ammetto che
è sempre piuttosto inquietante visitarlo, nonostante l'aspetto
piuttosto anonimo è spartano: al momento, io e Jean ci trovavamo
nella sala visite, un luogo semplice dalle pareti color grigio
(probabilmente per come sono vestito, se mi appoggiassi alle pareti e
non fiatassi nessuno noterebbe che sono qui...), con un paio di
poltroncine per sedersi ed un vetro antiproiettile che separava la sala
per i visitatori da quella per i prigionieri, una stanza altrettanto
spoglia con solo una sedia, una finestra sbarrata al lato destro in
alto della stanza ed una telecamera vicino ad esso,
presumibilmente per assicurarsi che non venissero dette cose strane.
Anche se immagino che quando è il legale a visitare i detenuti
la telecamera non sia accesa, per via del rapporto di riservatezza tra
avvocato e cliente...
Jean ed io ci avvicinammo alla porta, chiedendo al Secondino (una
persona dai lineamenti davvero pronunciati e perfettamente immobile...
se non lo avessi sentito parlare, avrei probabilmente sospettato fosse
una statua o parte dell'arredamento) se fosse possibile parlare con
Cody Hackins: egli annuì, e dopo qualche minuto trovammo di
fronte a noi Cody, con uno sguardo un pò seccato e le braccia
conserte di fronte a sè.
"Ah, eccovi qua. Mi chiedevo se mi avrebbero lasciato tutto il giorno
qui da solo dopo l'udienza... la prigione è una noia mortale."
commentò il mio cliente, sospirando mentre mi osservava.
... devo dire che, adesso, lo vedo molto più seccato che
preoccupato com'era prima... anche se probabilmente è meglio
così: ormai riuscire a scagionarlo è una semplice
formalità, ed il fatto che non senta più il peso della
cosa è un segno positivo. Tuttavia, ci sono ancora un pò
di cose che gli devo chiedere... e spero che la sua memoria gli sia
tornata, adesso.
"Buongiorno, Cody. Come stai adesso?" domandai quindi, sedendomi
insieme a Jean di fronte al quattordicenne, il quale si voltò di
lato sempre con sguardo seccato, chiudendo gli occhi.
"Beh, sono ancora in prigione ed il caso è ancora in corso, ma a
parte questo, non posso dire di stare davvero male. Spero solo che
questa storia finisca il prima possibile." ammise quindi, suonandomi
sinceramente più desideroso di tornare a casa che effettivamente
arrabbiato con me, cosa che sinceramente mi faceva piacere: se anche il
mio cliente ce l'avesse con me, non penso che riuscirei a lavorare
bene...
"So cosa intendi, ma non preoccuparti: per come sta andando il caso,
sei praticamente già confermato innocente. Al riguardo, volevo
ringraziarti per aver suggerito di chiamare Dave: la sua testimonianza
ci è stata utilissima per capire vari dettagli importanti, senza
di te staremo ancora brancolando nel buio..." affermai, sorridendo al
quattordicenne, mentre vicino a me Jean mi guardò di traverso,
in risposta alle mie parole.
"Oh, andiamo, Law! Non essere così modesto, anche tu hai fatto
la tua parte!" mi disse con tono di rimprovero la mia amica,
probabilmente non vedendo di buon occhio la mia modestia, facendomi
arrossire dall'imbarazzo ed abbassare lo sguardo, mentre mi grattavo la
nuca.
"La sua amica ha ragione, signor Trueman. Io non ho fatto niente di
che: è lei che ha dovuto sgobbare per mandare avanti il caso, e
la ringrazio per questo." commentò il giovane Hackins con un
lieve sorriso che scomparve meno di un secondo dopo, per poi mettere la
mano destra sul fianco e tenendo la sinistra parallela al corpo,
chiedendomi "Ad ogni modo, non penso che lei sia venuto qui solo per
chiedermi come stavo, vero?"
"Beh... effettivamente, sì, ci sarebbe qualcos'altro che vorrei
chiederti..." ammisi con imbarazzo, prima di prendere un respiro
profondo e domandare "Dimmi... per caso, sei riuscito a ricordare
meglio cos'è successo in quello Studio? Qualunque cosa
può essere utile, se puoi dircelo."
"Hmm..." Cody si mise a riflettere, abbassando lo sguardo e mettendosi
un dito sotto al mento, per poi dire "La mia memoria è ancora un
pò annebbiata, ma posso cercare di aiutare per quanto possibile.
Cosa vorreste sapere, nello specifico?"
Io annuì con aria grata, dicendogli in risposta "Grazie davvero.
Comunque, tanto per iniziare, mi servirebbe sapere il motivo per cui
hai deciso di andare allo Studio 3: è confermato che tu ti
trovassi lì perchè ti ho salvato, ed un uomo, presumo tuo
padre, sapeva che tu fossi entrato. Questo mi fa presumere che tu
avessi già pianificato di incontrare Arwen, e che il tuo vederlo
nello studio non è stato solo coincidenziale. Per quale motivo
l'hai fatto? Non preoccuparti di ciò che dirai, tutto ciò
che verrà detto è protetto dal segreto professionale, e
lo divulgherò in tribunale solo e soltanto se potrà
essere utile a scagionarti... anche se, possibilmente, mi servirebbe
anche delle prove per garantire le tue parole: altrimenti, non solo le
mie parole verrebbero considerate inutili, ma probabilmente riceverei
anche conseguenze per aver violato il nostro rapporto di segretezza..."
Cody ascoltò con attenzione tutto ciò che avevo da dire,
rimanendo in silenzio per qualche secondo mentre manteneva ancora lo
sguardo basso.
"... Cody?" chiese Jean, un pò preoccupata dall'atteggiamento
del mio cliente, ed ammetto che anch'io iniziai a sudare leggermente,
temendo il peggio da quel gesto...
"Cody... non volevi davvero uccidere Arwen... vero?" domandai quindi,
asciugandomi il sudore ed osservando il mio cliente con aria nervosa,
non volendo credere che ciò potesse essere vero.
Inizialmente temei che avrebbe risposto in maniera affermativa,
confermando le mie paure... ma subito dopo, Cody si limitò a
fissarmi con sguardo arrabbiato, katana in mano e sbraitando "Ma siete
scemi!? Vi pare davvero che un ragazzo di quattordici anni pianifichi
un omicidio perchè un attore è stato rimpiazzato in uno
show televisivo!? Sarò anche giovane, ma non sono stupido!"
"Ah!" feci, venendomi un colpo ed alzando le mani inconsciamente dalla
paura, prima di ricordarmi che tra me ed il ragazzo vi era un vetro
anti-proiettile, ed abbassai subito dopo le mani con imbarazzo.
"Ehm... mi spiace davvero di aver chiesto quella cosa, ma visto che non
avevi parlato avevo iniziato a pensare al peggio..." mi scusai, mentre
il ragazzo rinfoderava la katana e sbuffava in risposta.
"Ero solo imbarazzato, tutto qui! Il motivo per cui sono andato a
parlare con Arwen non era per ucciderlo, ma... per chiedergli un
autografo." ammise quindi Hackins, mentre io e Jean lo osservavamo per
un secondo, perplessi.
"Un autografo...?" domandammo quindi insieme io e Jean, piuttosto
sorpresi dalla cosa, non avendo pensato nemmeno per un secondo ad una
soluzione così semplice.
"Beh... sì. Da quando ho compiuto otto anni ho cercato di
ottenere quante più firme possibili dai vari attori che hanno
interpretato i samurai: Will Powers, Matt Engarde, Erwin Loose, e
così via, anche per le serie e gli attori che consideravo
scadenti... mi mancava solo lui per completare la collezione, ed ho
deciso di approfittare della registrazione dal vivo per chiederglielo:
la vecchiaccia alla reception mi ha informato di dove si trovava mentre
continuava con il suo blaterare e quindi mi sono diretto lì,
dove gli ho chiesto l'autografo e, anche se un pò sorpreso, me
lo ha dato." affermò Cody, per poi tirare fuori dal nulla un
blocchetto per gli autografi, su ogni pagina del quale vi erano firme
di vari attori della serie del Samurai nel corso degli anni (anche se
sinceramente riuscì a riconoscerne solo alcune, mentre altre mi
suonavano familiari senza essere sicuro su chi fosse il personaggio
interpretato... ma visto ciò che mi ha detto e notando alcune
firme, decisi di credere sulla parola il mio cliente, anche
perchè dubito avesse motivo di mentire su una cosa del genere).
"Uhm... capisco. Ti dispiacerebbe prestarcelo per un pò?
Potrebbe esserci molto utile." domandai quindi in risposta, mentre
lui annuiva, apparentemente non troppo annoiato dal darci qualcosa di
così prezioso per lui.
"Certo, fate solo in modo di ridarmelo tutto intero a caso finito." fu
la sua unica condizione, osservandomi con aria seria. In risposta, io
annuì.
"D'accordo." affermai in risposta, e subito dopo Cody passò al
Secondino il libretto degli autografi (controllandolo prima
accuratamente per controllare che fosse tutto in regola), per poi
passarlo a me prima di tornare nella sua usuale posizione,
completamente immobile. Un giorno dovrò chiedergli come riesce a
farlo...
Misi il libretto all'interno del Registro Processuale, prima di tornare
a concentrarmi sul mio cliente, dicendogli ora "Grazie davvero. Ad ogni
modo... mi servirebbe che rispondessi ancora ad un altro paio di
domande. La prima è se, perlomeno, ricordi se l'incendio
è avvenuto PRIMA o DOPO il delitto, è un dettaglio molto
importante per riuscire a mettere insieme i pezzi. Non preoccuparti se
non hai prove per dimostrare la sequenza degli eventi, mi basta sapere
da te cosa è avvenuto prima."
Al mio nuovo interrogativo, Cody si rimise in posizione pensosa,
cercando di concentrarsi su ciò che ricordava del momento
dell'omicidio, riuscendo a darmi una risposta solo dopo svariati
secondi di riflessione, mentre io e la mia assistente attendevamo
impazienti la risposta a questa domanda.
"Non ricordo alla perfezione, ma sono sicuro che Arwen fosse ancora
vivo quando è iniziato l'incendio, perchè ricordo
chiaramente la madre di Dave che entrava ed urlava verso di noi, con
l'altra signora che apparve subito dopo... non ricordo esattamente cosa
stessero dicendo, ma so per certo che lo studio non è bruciato
se non dopo che tutti e quattro fossimo presenti lì."
affermò quindi il cliente, con molta serietà.
Uhm... quindi, quasi sicuramente l'incendio è iniziato prima
dell'omicidio vero e proprio. Non è moltissimo con cui andare,
ma almeno con le informazioni datemi da Cody e sapendo che è
iniziato solo dopo che la vittima, Cody, e suppongo Hayden Carson e
Remy Horace sono entrati tutti nello Studio 3 e altri elementi posso
riuscire a ricostruire un pò la scena del crimine... anche se
è ancora troppo poco per risalire all'intera dinamica.
"Grazie davvero per la mano, ti stai dimostrando utilissimo per
risolvere il caso." affermai, annuendo mentre Jean faceva la stesso, e
prima che potessi chiedere l'ultima domanda, Jean mi battè sul
tempo, domandando al posto mio "Ci servirebbe giusto un'ultima
informazione, Cody: qual'è il tuo rapporto con la signora Horace
e cosa sai su di lei? Visto che conosci Dave e tutto, il fatto che
anche lei sia coinvolta in questo caso è effettivamente un
pò strana..."
Fui leggermente annoiato dal fatto che la mia assistente mi avesse
'rubato' la domanda, ma non mi lamentai, anche perchè sarebbe
stato stupido ed infantile, e comunque era esattamente la stessa cosa
che avrei chiesto.
Cody, in risposta, incrociò nuovamente le braccia, affermando
con aria seria "Beh, Dave ed io andiamo alla stessa scuola: abbiamo
iniziato a fare conoscenza durante un progetto scolastico in cui siamo
stati assegnati in coppia (io non volevo nessuno come compagno, mentre
Dave nessuno lo voleva per via del suo autismo), notando che, a casa
mia, aveva prestato moltissima attenzione alla mia collezione di gadget
del Samurai d'Acciaio e scoprendo che ne era un fan anche lui. Una cosa
tira l'altra, ed io e lui siamo diventati amici piuttosto stretti, ed
è anche per questo che sono preoccupato per lui... visto come si
sta organizzando il caso, non vorrei che succedesse qualcosa di brutto
che possa ferirlo, anche perchè durante il processo l'ho
già visto parecchio giù di morale."
... Capisco benissimo cosa intenda, ed anch'io ho paura che questo caso
non finisca bene per Dave. Specie se davvero la signora Horace ha
contattato la Revenge Association...
"Non preoccuparti, farò tutto il possibile perchè
ciò non accada." mi assicurai quindi con il mio cliente, mentre
lui si limitava a squadrarmi dall'alto al basso, senza perdere il suo
sguardo serio.
"Sarà meglio. Ad ogni modo... non so moltissimo sulla signora
Horace, so solo che è divorziata e non ho mai visto nè
sentito parlare di suo marito. Sinceramente non le ho nemmeno mai
parlato molto, anche se sembrava molto felice che Dave ed io avessimo
stretto amicizia... è anche per questo che mi ha stupito quando
l'altro ieri la madre di Dave mi ha regalato due biglietti (uno per me
ed uno per un accompagnatore) per la registrazione dal vivo della
puntata del reboot del Samurai d'Acciaio. Sinceramente all'inizio non
ero sicuro se andarci o meno, ma sapete come si dice, a caval donato
non si guarda in bocca... anche se probabilmente gli avrei dovuto fare
una visita dentistica, a vedere come sono finito." completò
quindi il ragazzo, piuttosto seccato alla fine della frase.
Uhm... quindi, è stata la signora Horace a suggerire che lui venisse ai Global Studios ieri. Molto sospetta, come cosa...
Una volta avuta la risposta che volevo, iniziai ad alzarmi dalla sedia
insieme a Jean, per poi dire al mio cliente "Beh, direi che può
andare così, ho abbastanza prove da poter fare qualche teoria
sullo svolgimento dei fatti. Ti ringrazio davvero, Cody, e vorrei tanto
ripagare la tua gentilezza..."
Cody mi osservò per qualche istante in risposta, tenendo ancora
le braccia conserte prima di dire, sempre serio "Beh... effettivamente
ci sarebbe qualcosa che mi piacerebbe faceste per me, in cambio."
Leggermente sorpreso dalla cosa, anche perchè la intendevo in
modo figurato, domandai quindi "Di cosa si tratta...?", non sapendo
assolutamente cosa aspettarmi da lui.
"..." con aria lievemente imbarazzata, Hackins tirò fuori un
album di figurine piuttosto vecchio e piegato, che riconobbi
immediatamente: era il primo album del Samurai d'Acciaio. Anch'io al
tempo lo feci... mia madre non mi ha mai fatto scordare come ho
sprecato una montagna di soldi solo e soltanto per ottenere una carta
estremamente rara per completare la mia collezione.
"Anche tu sei un fan del Samurai d'Acciaio, no? Non è che per
caso avresti ancora qualche doppione? Me ne mancano solo tre per poter
completare tutto l'album." mi disse quindi, mettendo l'album di fronte
a sè e mostrandoci la pagina con le figurine mancanti.
Io osservai l'album basito, limitandomi a rispondere dicendogli "Ehm...
beh, mi sembra di avere ancora qualche doppione a casa in un
cassetto... domani prima del processo ti farò sapere,
d'accordo?", grattandomi ancora la nuca con aria imbarazzata.
Cody mi lanciò un sorrisetto soddisfatto, per poi dirmi "Ci
conto!", ed in risposta io e Jean lo salutammo, uscendo dal Centro di
detenzione.
Una volta usciti, io e Jean iniziammo a riflettere su come continuare con il processo, prima di dirigerci da qualunque parte.
"Hm... a mio parere, dovremmo andare a parlare con Hayden Carson e Remy
Horace: dovrebbero essere ancora alla Clinica Hotti, e non possiamo
continuare a brancolare nel buio in questo modo." riflettei, e Jean
annuì, rispondendomi "Lo penso anch'io, e poi la Clinica Hotti
non è troppo lontana da qui: dovremmo riuscire a raggiungerla in
poco tempo."
Detto questo, entrambi prendemmo un altro autobus e ci dirigemmo verso
la clinica in cui ero stato ricoverato fino a quella mattina.
Clinica Hotti
22 Giugno
Ore 15.10
... Mi fa uno strano effetto tornare qui dentro così
presto. All'esterno ed all'interno pare una normalissima clinica
perfettamente anonima come aspetto e arredamento (mi pare che ce ne sia
un'altra chiamata Hickfield a poca distanza da qui... e l'unica
differenza è che le pareti della Hickfield sono un pò
più giallognole), anche se temo ancora di essere assalito da
quello strano essere dai capelli rosa...
Una volta entrati, chiedemmo alla reception di poter visitare Hayden
Carson e Remy Horace spacciandoci per amici di famiglia (non mi piace
per niente mentire, ma l'idea è stata di Jean, anche
perchè non credo ci avrebbero permesso di visitarle se avessero
saputo che eravamo degli avvocati che dovevano interrogarli...
Dopo un pò di lamenti, decisero finalmente di darci il numero
delle camere di entrambe le donne, ed io e la mia amica ci sedemmo ad
un tavolo vicino mentre osservavamo i due numeri, riflettendo su chi
andare ca visitare prima.
"Sinceramente penso che sia meglio fare visita prima alla signora
Horace, tu che dici?" domandai allora io, con la mia attenzione
completamente focalizzata sui numeri, non notando che la mia assistente
aveva appena scosso la testa, con fare negativo.
"Law, non penso sia il caso che tu vada a visitare la signora Horace."
affermò verso di me, ed in risposta io la osservai confuso, non
capendo il motivo di tale affermazione.
"Eh? Perchè dici questo?" fu la mia successiva domanda, mentre Jean sospirava e si preparava a rispondermi.
"Non te lo ricordi? Le hai parlato al telefono e, appena hai trovato la
sua contraddizione, ha staccato la linea: è chiarissimo che, se
sapesse che tu sei l'avvocato che ha parlato con lei, ti caccerebbe
subito dalla stanza. Ed anche se fingessi di essere qualcun altro, ha
comunque sentito la tua voce..." mi fece ricordare, puntualizzando per
quale motivo io non potessi visitare la madre di Dave.
... Dannazione, è vero! Se andassi lì a parlare, non riuscirei a combinare nulla di utile...
"Diamine... non ci avevo pensato. Come possiamo fare, allora?"
domandai, senza idee su come andare a contattare la signora Horace,
stringendo i pugni.
"Beh, un modo ci sarebbe, a dire il vero." affermò quindi Jean
sorridendomi ed alzando il dito indice vicino al suo volto, con aria
compiaciuta.
"Quale?" domandai, curioso di sapere cosa volesse dirmi la mia assistente.
"Durante il corso della chiamata, io non ho detto nemmeno una parola:
la signora Horace non sa chi io sia nè conosce la mia voce, in
questo modo non solo non può sapere che io sia la tua
assistente, ma in questo modo tu puoi contemporaneamente andare a
parlare con la signora Carson, risparmiando tempo utile per le
indagini. Che ne diresti?" mi spiegò quindi la mia amica,
dandomi una soluzione semplice ma efficace al problema.
"E' un'ottima idea, Jean! Grazie davvero!" dissi quindi, parecchio grato che la mia amica avesse trovato la soluzione.
"Di nulla, Law! Allora, andiamo?" mi domandò quindi la mia
assistente, ed io annuì con aria decisa in risposta, prima che
salissimo le scale per arrivare al piano superiore della clinica.
Una volta saliti, io e la mia amica ci dividemmo, io andando verso la
stanza di Hayden Carson e Jean andando verso quella di Remy Horace,
ognuno con alcune prove in mano (avevamo deciso di dividercele in caso
potessero essere utili, anche se io ho deciso di tenere il biglietto
della Revenge Association, avevo l'impressione che sarebbe servito
più a me che a Jean, stranamente...).
Ammetto che sono curioso di conoscere questa signora Carson... ed anche
capire, una volta e per tutte, quale sia il suo ruolo in questo
complicatissimo caso.
*********************************************************************************
Questo capitolo, così come i prossimi, andrà a
concentrarsi principalmente sulla risoluzione del caso, anche se
cercherò di rendere il tutto quanto più interessante
possibile per il lettore, e ci sarà comunque qualche altra
informazione fuori dal caso nel corso dell'udienza. Come al solito
ringrazio The Shadow per la puntuale recensione, e do appuntamento a
tutti per il prossimo capitolo (che, nella migliore delle ipotesi,
potrebbe essere pubblicato domani stesso)!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Capitolo 26: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 3) ***
LTAA27
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 26: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 3)
[Jean]
Una volta arrivata di fronte alla porta della signora Horace, bussai
leggermente, chiedendo "E' permesso?" con tono calmo, cercando di
apparire quanto più naturale possibile.
Dall'interno della stanza mi arrivò uno squillante "Avanti!",
segno che probabilmente la signora Horace si sentisse meglio di quanto
credessi. Questo, o i sedativi hanno iniziato a darle alla testa. O
entrambe le cose.
Una volta entrata, diedi una rapida occhiata alla stanza: come c'era da
aspettarsi, era perfettamente identica a quella in cui Law era
ricoverato, ad eccezione di una serie di effetti personali della
signora Horace sparsi in giro per la stanza... e, ovviamente, Remy
Horace stessa sul lettino.
Era una donna sulla quarantina d'anni, lievemente più giovane di
mia madre e della signora Lawren, con dei capelli biondo sporco
raccolti in una coda di cavallo, con sulla testa una piccola banda di
colore azzurro che le copriva parte della fronte e la radice dei
capelli, degli occhiali (probabilmente da lettura) legati al collo
e ricadenti sul petto, e vestita con una semplice maglietta gialla con
sopra un gilet arancione, ed un paio di jeans appena visibili sotto le
coperte in cui si trovava.
... Francamente me l'aspettavo un pò diversa ed un pò
più 'in carne', non so, dal nome mi aspettavo una sorta di
docente cicciona... ma non è qualcosa di cui posso lamentarmi.
Ad ogni modo, meglio concentrarsi sul lavoro: non posso deludere Law
adesso, ed ho praticamente solo una chance per poter ottenere quante
più informazioni possibili da lei.
"Uh... lei non è l'infermiera. Chi è?" mi domandò
quindi la donna, osservandomi con sguardo serio e sospettoso. Io presi
per un attimo il respiro, preparandomi mentalmente cosa dire prima di
prendere la parola.
"Salve, molto piacere di conoscerla. Il mio nome è Jean Watson,
e sono stata mandata dal procuratore Travis Harley per farle alcune
domande." affermai, cercando di sembrare il più convincente
possibile: non posso dirle di essere un avvocato difensore,
probabilmente sospetterebbe di me e non mi permetterebbe di chiederle
troppe informazioni. Fingermi collega di Travis è il modo
migliore che ho per farmi vedere come una persona familiare con
l'ambiente legale senza entrare nel dettaglio, ed immagino che, se il
procuratore ha già parlato con lei prima che io arrivassi,
questo possa darle familiarità e darle fiducia in me, e se non
l'ha fatto, meglio ancora.
"Ah, quel giovanotto con la racchetta da tennis? Credevo mi avesse
chiesto tutto quel che voleva sapere... c'è altro che si era
scordato di chiedermi?" mi domandò quindi la signora Horace,
probabilmente piuttosto confusa dalle mie parole, mentre mi osservava
inclinando la testa di lato.
Mi aspettavo che Travis fosse già venuto a parlare con lei...
anche se avrei preferito che non fosse venuto, avrei avuto modo di
chiederle di più. Non è un problema, comunque: so
esattamente come procedere in modo da destare meno sospetti possibili.
"Beh... ci sarebbero solo delle prove che si era scordato di mostrarle
per cui vorrebbe qualche informazione, tutto qui. Nulla di troppo
complicato." affermai con un sorriso, cercando di mostrarmi cordiale
mentre frugavo all'interno del Registro Processuale: alla fine, avevo
preso solo tre prove da Law, ma sono prove che penso mi saranno molto,
molto utili se riesco ad utilizzarle bene.
"Uh... d'accordo, fate pure, se posso dare una mano farò il
possibile per essere d'aiuto." rispose Remy, osservandomi con sguardo
curioso, anche se penso che almeno parte di lei non fosse del tutto
convinta delle mie parole. Poco male, l'importante è che abbia
deciso di parlare con me.
... uhm, prima, però, ho notato una cosa che potrebbe essermi
utile... meglio approfittarne prima di iniziare l'interrogatorio.
"Ah, tra parentesi, avete una bellissima collana lì sul
comodino. Chi ve l'ha regalata?" domandai con curiosità,
adocchiando la collana di pietre preziose con un ciondolo attaccato
dall'aspetto particolarmente costoso sul tavolo. Sembrava qualcosa
decisamente fuori dalla sua portata visto che dice di lavorare come
babysitter ed il suo aspetto generale, quindi non penso proprio che lo
abbia ottenuto con i suoi soldi...
"Uh? Oh, questo... beh, è un vecchio regalo del mio ex-marito, e
ci tengo moltissimo." mi disse quindi la donna, prendendo la collana ed
aprendo il ciondolo davanti a me, mostrandomi una foto di lei e la
vittima, abbracciati e felici.
... Questa prova è sicuramente importante, mostra che almeno in
passato i rapporti tra Steve Arwen e Remy Horace erano buoni... e
questo va in netto contrasto con una delle prove che ho preso.
Probabilmente deve essere successo qualcosa tra quella foto e
ciò che ho io... e devo capire cosa.
Senza farmi vedere scattai una foto alla collana (fortunatamente
silenziosa, e Remy non parve accorgersi delle mie azioni) e la posi nel
Registro Processuale, dal quale il momento successivo estraetti il
disegno che Dave aveva fatto durante l'udienza, e la donna
sussultò non appena la vide, probabilmente riconoscendo lo stile
di disegno di suo figlio.
"Durante il processo abbiamo avuto modo di parlare anche con vostro
figlio, e tra le altre cose ci ha mostrato questo disegno. Può
spiegarmi cosa rappresenta? E' qualcosa che non riesco a capire..."
mentìi: a dire il vero ho una chiara idea di cosa possa voler
intendere, ma voglio che sia lei a dirmelo e confermarmelo, spararle
ipotesi in faccia rischia solo e soltanto di renderla restia a parlare.
"... M-mio figlio come sta? E' tutto a posto? Non è triste,
vero?" mi domandò immediatamente, ignorando completamente le mie
parole ed osservandomi con sguardo cupo e preoccupato, avida di
risposte.
Un pò seccata io sbuffai, dicendole "Non si preoccupi, vostro
figlio è ok, è solo un pò preoccupato che tutto
quel che è successo è colpa sua, ma per il resto non mi
sembra particolarmente preoccupato dagli eventi... probabilmente
perchè non sa ancora nemmeno che suo padre è morto."
"... Capisco. Grazie per avermelo detto: ero molto in pensiero per mio
figlio..." affermò quindi Remy, per poi prendere nuovamente la
parola, affermando rivolta a me "Mi scuso comunque: per quanto riguarda
la vostra domanda... credo che quel disegno rappresenti le
preoccupazioni di mio figlio circa il divorzio e la battaglia per
l'affidamento, e per quanto io e Steve cercassimo di essere civili
l'uno con l'altra, non siamo riusciti ad esserlo sempre, e penso che
Dave abbia colto parecchio quei momenti... non è la prima volta
che fa un disegno del genere.", con tono colpevole e lo sguardo basso.
Hm... molto interesante, e questo conferma che il disegno è una
rappresentazione dei sentimenti di suo figlio. 1 a 0 per Jean! Anche se
ho ancora due prove da sfoderare... ma prima, devo cercare di arrivarci
organicamente e di non sembrare affrettata, non farei altro che
insospettirla facendo altrimenti.
"Mi dispiace molto per la cosa. Come mai è successo tutto
questo, però? Dave aveva accennato che è tutto iniziato
quando vostro marito sen'è andato via con Hayden Carson... "
chiesi, in parte per curiosità personale ed in parte per vedere
come avrebbe reagito al sentire il nome della Carson...
E, come mi aspettavo, notai che Remy strinse leggermente i pugni per
qualche secondo, probabilmente per il nervosismo, prima di dirmi con
tono tagliente "E' qualcosa di privato, signorina Watson. Non avrebbe
altro da chiedermi?", chiaramente vogliosa di passare oltre. Nessun
problema, anche solo confermare che non ne voglia parlare ci permette
di capire che non associa buoni ricordi o pensieri ad Hayden Carson...
potrebbe non stare dicendo molto come parole, ma i suoi atteggiamenti
parlano forte e chiaro.
"Sì, mi scusi... ci sarebbero un altro paio di informazioni che
vorrei chiederle." dissi quindi abbassando lo sguardo, riconcentrandomi
sul Registro Processuale e mostrando il Voltantino Pubblicitario che
Law aveva preso da Vising: non è esattamente ciò che mi
interessa, ma è la prova più vicina che posso mostrarle
per la mia prossima domanda.
"L'imputato Cody Hackins ci ha detto che è stata lei a comprare
un paio di biglietti per lui e suo padre per andare ad osservare la
registrazione, è vero?" domandai semplicemente: in realtà
volevo solo confermare che ciò che Cody aveva detto fosse vero,
ed ovviamente non pensai nemmeno per un secondo di avvisare la signora
Horace del sospetto che sarebbe calato su di lei in caso di risposta
affermativa. Volevo solo sentire ciò che aveva da dire.
"Beh... sì. Perchè, c'è qualcosa di male?" mi
chiese quindi lei, per poi dirmi con aria un pò annoiata "... So
bene cosa sta pensando, signorina Watson, e posso assicurarle che il
mio era un semplice gesto amichevole: il fatto che il mio ex-marito sia
morto non ha alcuna rilevanza con il fatto che abbia dato due biglietti
agli Hackins."
... E' partita alla sua difesa prima che le dicessi qualunque altra
cosa. Questo è MOLTO sospetto: in genere, le persone che si
premuniscono di avvisare che non hanno fatto nulla di male tendono ad
essere quelle che sono realmente colpevoli, o quantomeno coinvolte nel
caso...
Soddisfatta da come stava andando l'interrogatorio, decisi di frugare
all'interno del Registro Processuale per prendere l'ultima prova su cui
mi interessava avere informazioni, mentre dicevo "Mi scusi, non avevo
intenzione di essere scortese, sto solo svolgendo il mio lavoro. Ad
ogni modo non si preoccupi, mi serve solo il suo commento su un'ultima
prova e poi avremo finito..."
Lei mi guardò con scetticisimo in risposta, prima di attendere
che io mostrassi la prova con aria impaziente: probabilmente sta
iniziando ad avere qualche sospetto sul fatto che io lavori per
Travis... ma poco male: fintanto che non me lo dirà,
probabilmente non mentirà. Spero solo di riuscire a non farmi
beccare, anche se non penso di aver fatto nulla di troppo fuori
dall'ordinario... o io sono paranoica, o lei è molto più
intelligente di quanto sembri. O entrambe le cose.
Mentre io continuavo a rimuginare, estraetti dal Registro Processuale
la prova finale: la foto della borsa che, stando ad Hayes, apparteneva
a Remy Horace.
"Vorrei solo sapere se questa borsa appartiene a lei: è stata
ritrovata sul luogo del delitto e supponiamo sia sua per via di una
foto di Dave all'interno. Può confermarcelo?" domadai quindi,
aspettando con trepidanza la risposta da parte della donna.
Ella rimase in silenzio per qualche secondo, osservando la borsa
all'interno della foto, per poi affermare con un sospiro "Sì,
è mia, posso garantirlo. Anche se ammetto che non la usavo da un
bel pò... da quando ho divorziato, esattamente."
...? Mi pare una cosa piuttosto strana da dire relativamente ad una
borsa. C'è qualcosa di collegato? O forse mi sta dando un
indizio tra le righe? Non riesco a capire... in ogni caso, credo che
questa sia una frase da ricordare: non si sa mai cosa possa essere
utile, in un processo come questo...
"D'accordo, allora. Con questo direi di aver finito: grazie mille per
tutte le informazioni, signora Horace." ringraziai, prima di reinserire
la prova nel Registro Processuale ed avviarmi verso la porta, dicendo
"Il procuratore Harley sarà contento di sapere queste
informazioni, la ringrazio già adesso a nome suo."
Prima che potessi aprire la porta, però, con mia grande sorpresa
la donna mi disse "Aspetti.", facendomi gelare il sangue per un attimo
mentre mi voltavo verso di lei.
"Sì...?" domandai, preoccupata che avesse notato qualcosa di
strano o, peggio, avesse capito che io non ero un assistente del
procuratore.
"... Vorrei che lasciasse un messaggio all'avvocato con cui ho
testimoniato. Ditegli che mi dispiace di avergli staccato il telefono
in faccia e che ho avuto le mie ragioni per farlo... ditegli solo
questo." mi disse quindi, osservandomi con un tono molto più
triste di quanto fosse stata fino a questo punto.
Seppur confusa dal suo immediato cambio di umore, io mi limitai ad
annuirle, dicendole "Uh... d'accordo, buona giornata, signora Horace.",
prima di chiudere la porta ed uscire dalla stanza, tirando un sospiro
di sollievo ora che l'interrogatorio era ufficialmente chiuso.
Dopo essermi riposata per cinque secondi mi avviai nuovamente verso
l'entrata, dove mi ero ripromessa di reincontrare Law, mentre
riflettevo sulle parole che mi aveva detto: perchè voleva
scusarsi con Law? Il suo comportamento mi pare parecchio incostante ed
ha moltissimi sbalzi d'umore... probabilmente è successo
qualcosa che la sta portando a comportarsi così. Questo, o i
sedativi le hanno VERAMENTE dato alla testa. O entrambe le cose.
[Lawrence]
Mi ci volle un pò per raggiungere la stanza della Carson, m
fortunatamente riuscì a trovarla senza eccessivi problemi: prima
che potessi avvicinarmi, però, notai che qualcuno stava uscendo
dalla stanza in quel momento e, preso dal panico, mi nascosi dietro un
angolo alla mia destra, osservando con cautela ciò che stava
succedendo.
"Allora ci vediamo, tesoro!" disse quindi un uomo, estremamente magro e
vestito con uno smoking completo di papillon (molto elegante, dovevo
ammetterlo... ma anche molto fuori luogo visto il poste dove ci
trovavamo. Beh, anche se effettivamente anch'io sono venuto a vedere
una registrazione di uno show televisivo in giacca e cravatta,
quindi... non penso di essere nella posizione di parlare.), con dei
capelli castani portati con eleganza ed un paio di occhiali sul volto,
mentre salutava con la mano la persona all'interno della stanza
(ipotizzai fosse la Carson, a meno che non le avessero cambiato stanza
per qualche motivo), prima di dirigersi verso le scale, chiudendo la
porta dietro di sè e (fortunatamente) prendendo il corridoio
vicino a sè invece di proseguire verso di me.
Io tirai un sospiro di sollievo, mentre riflettevo su ciò che
avevo appena sentito. "Tesoro"? Che io sapessi, la signora Carson stava
con Steve Arwen... e dubito fortemente che tra ieri ed oggi abbia
già trovato un altro fidanzato. Questa faccenda è molto,
molto sospetta...
Mentre riflettevo su quello strano episodio, prima di andare a mia
volta verso la porta e, dopo qualche secondo di esitazione bussai alla
porta, ricevendo un secco "Che c'è? Mi pare che siate già
passati a cambiare le lenzuola..."
Che caloroso invito...
Sospirando nuovamente, io dissi semplicemente "Non sono parte dello
staff, signora Carson. Sono l'avvocato Lawrence Trueman, incaricato di
difendere l'imputato Cody Hackins dall'accusa di omicidio di Steve
Arwen. Vorrei farle giusto un paio di domande, se possibile.", cercando
di ispirarle fiducia dicendole la verità.
Ci fu qualche momento di silenzio, durante i quali io mi preoccupai che
la signora Carson non volesse in alcun modo discutere del caso, ma con
mia grande sorpresa la donna rispose con un semplice "Entri pure.", al
quale io, nonostante fossi un pò stupito, risposi entrando ed
osservando la stanza per un attimo.
Come immaginavo non c'era un granchè di differente da una
normale stanza di questa clinica, c'era giusto una serie di effetti
personali sparsi in giro e, distesa sul letto e facendosi aria con un
ventaglio di carta, Hayden Carson, che finalmente avevo modo di vedere
di persona.
Come nella patente, era una donna sulla trentina avanzata ma ancora
piuttosto giovanile nell'aspetto (non so se fosse naturale o un
risultato di un uso eccessivo di trucco, però), dai capelli
moderatamente lunghi rosso chiaro ed un rossetto di colore rosso fuoco
sulle labbra, ed un neo sul lato destro della faccia, poco sotto
l'occhio. Ma una cosa che notai fu che la signora Carson aveva posto la
metà sinistra dei suoi capelli di fronte al suo volto, come a
volerlo mascherare e rendendo visibile solo il suo occhio sinistro (di
colore castano, come nella patente), anche se non ne capivo il motivo.
Oltre a quello era vestita semplicemente con un comodo ma elegante
abito bianco senza troppi fronzoli, che trovai stonare un pò,
non so perchè, con la sua faccia.
"Allora, che cosa volete da me? E si sbrighi, una diva del mio calibro
non può perdere tempo con dei pezzenti come voi..." disse quindi
la donna, chiudendo di colpo il ventaglio ed osservandomi con aria
seccata, come se non volesse altro che vedermi fuori dalla stanza il
prima possibile.
... Non sono un tipo che si lascia ingannare dalle prime impressioni,
ma questa donna mi pare troppo piena di sè stessa e seccante. Mi
chiedo se sia sempre così o sia solo per la situazione in cui si
trova adesso...
Ad ogni modo, è meglio che mi concentri su ciò che
è importante, adesso. Il modo migliore per ottenere informazioni
è quello di mostrare delle prove o chiedere informazioni
basilari, anche se purtroppo non credo che sarà disponibile a
dialogare a lungo, e non ho molte prove che possano essere utilizzate
per trarre informazioni... eccetto una. Spero che vada bene...
"Ehm... mi spiace disturbarla, ma volevo solo parlare con lei al
riguardo di-" provai a dire, prima che la signora Hayden Carson mi
interrompesse, mettendomi una mano davanti alla faccia
"Oh, ho capito! Volete un autografo, è così? Ovviamente!
Nessuno può resistere al fascino di Hayden Carson, attrice di
fama mondiale!" disse quindi la donna, mostrando un sorriso di
superiorità prima di tirare fuori un bloc notes ed iniziare a
scrivere su di esso presumibilmente l'autografo che voleva darmi.
... Io non sapevo nemmeno che fosse un'attrice. Credo che sopravvaluti parecchio la sua fama...
"... Ehm, no, non voglio un autografo, vorrei solamente porle qualche
domanda riguardo il delitto in cui è rimasta coinvolta..." dissi
quindi io, ed in risposta la Carson si bloccò di colpo, come se
fosse un automa.
"... Ah." fu tutto quello che disse, con aria piuttosto annoiata, prima
di strappare il foglio su cui stava scrivendo, per poi aggiungere, con
aria annoiata "Credevo che quel moccioso pezzente fosse stato
già condannato per la cosa..."
"... la prego di contenere il linguaggio, sta parlando male del mio
cliente." affermai in risposta, osservandola con sguardo serio: di
norma sono una persona estremamente paziente, ma questa donna sembrava
determinata a portarmi ai miei limiti...
"Non è colpa mia se lei decide di prendere in mano casi
così, eh: poteva anche girare i tacchi ed andarsene." mi disse
quindi, mentre io chiudevo gli occhi e sospiravo nervosamente, non
capendo il perchè di tanto astio verso di me.
"... Non sono qui per discutere del modo in cui accetto i miei casi,
vorrei solo sapere di più sul rapporto tra voi, il vostro
deceduto fidanzato, e Dave." domandai quindi, cercando di suonare
quanto più educato e professionale possibile, nonostante il modo
in cui mi stava trattando.
"Ed io vorrei sapere che diamine gliene importa a lei. Non ho
intenzione di parlare, conosco i miei diritti e non siamo in
tribunale." mi ribattè in faccia senza dire alcunchè,
mentre io mi limitavo a strongere i pugni.
"Ma probabilmente ci sarà domani, e vorrei già avere una
base di informazioni su cui lavorare." affermai in tutta onestà,
sicuro che Travis l'avrebbe chiamata il giorno successivo come
testimone, se non l'aveva già fatto.
"Ah, sì. Conosco voi avvocati difensori: avete un cliente che,
per qualche assurdo motivo, è sempre innocente non importa come,
e quindi prendete il primo idiota che capita ed accusate lui di tutto,
così il vostro tipo vive felice e contento mentre il povero
disgraziato marcisce in galera. Non ho intenzione di fare questa fine,
nè di aiutarvi." mi spiegò, facendomi il sommario di quel
che pensava fosse il modus operandi della mia professione... e mi
doleva pensare che certi avvocati ragionavano sul serio in questi
termini pur di salvare i propri clienti.
"... Mi dispiace dirlo ma i suoi sono solo preconcetti, io miro solo a
cercare di capire chi sia il vero colpevole, e soprattutto comprendere
la dinamica con cui l'omicidio è avvenuto." ammisi in risposta,
come al solito rispondendo solo con la verità: speravo che in
questo modo sarebbe stata più aperta a parlare con me, ma
nemmeno questa volta le mie parole ebbero effetto, visto che la Carson
si limitò ad incrociare le braccia e guardare alla sua sinistra,
nascondendo completamente la parte della faccia coperta dai suoi
capelli.
"Nobili propositi, ma sono certa che alla fine è solo un modo
elegante per dire che volete sbattere il primo tizio sospetto che
trovate in galera. Non ho la minima intenzione di dirvi nulla, se
è questo quello che mirate a fare." fu quindi la sua replica,
rendendomi chiaro che non mi avrebbe aiutato per nulla.
"... Signora Carson, si rende conto che non parlando non fa altro che
rendersi altro che sospetta?" le feci notare, sperando che almeno in
questo modo decidesse di dire qualcosa, ma l'unica risposta fu un
ghigno delineatosi sul volto dell'attrice dai capelli castani.
"Sospetta sì, ma di sicuro non avrete nulla contro di me.
Sarò anche uno schianto, ma non sono stupida." aggiunse subito
dopo, anche più piena di sè di quanto fosse prima.
... Beh, se non ha intenzione di dirmi nulla normalmente, non mi resta
altro che ricorrere a QUELLA prova. Spero almeno che abbia qualche
effetto su di lei...
"Beh... d'accordo, allora: c'è solo una cosa che vorrei
chiederle, se le cose stanno così." affermai quindi, estraendo
dal Registro Processuale il biglietto della RA e mostrandolo
all'attrice, la quale sgranò gli occhi al solo vederlo, prima di
chiedere "Sa qualcosa di questo biglietto, signora Carson?"
Non ricevetti una risposta alla mia domanda, però, in quanto la
signora Carson, osservandomi con sguardo oltremodo adirato, prese un
pò di eyeliner che aveva sul comodino e me lo lanciò
contro, con io che evitai il colpo solo abbassandomi in tempo, mentre
il contenuto della bottiglia spezzata andava a tinteggiare il muro
dietro di me.
"Ehi! Bastava dire sì o no!" dissi quindi, evitando un rossetto
lanciatomi subito dopo, mentre la donna continuava a dare fondo a tutti
i suoi prodotti di bellezza (prima sul comodino e poi da una borsetta
sullo stesso) come munizioni contro di me, senza darmi nemmeno un
minuto di tregua tra un colpo e l'altro.
"Se ne vada, subito! O chiamo la polizia! Brutto moccioso
impertinente... FUORI!" mi urlò quindi lei, preparandosi ad
estrarre qualcosa di grosso dalla sua borsetta, che provò a
lanciare contro di me subito dopo.
"Aaaaaaahhhh!!!" mentre l'attrice continuava a lanciarmi dietro tutta
l'attrezzatura di un intero centro benessere dietro, io mi affrettai ad
uscire dalla porta, mentre sentivo qualcosa andare a sbattere e
frantumarsi contro di essa, e tirai un grosso sospiro di sollievo
all'essere sfuggito alla furia truccatrice della Carson.
Diamine... avrei dovuto programmare la mia linea d'azione PRIMA di
entrare, in questo modo non sono riuscito ad ottenere alcuna
informazione dalla signora Carson, se non che è intrattabile...
e che perlomeno conosce la Revenge Association, a vedere come ha
reagito lanciandomi di tutto e di più.
Ma come fa a conoscerla? Dubito che, se davvero Remy Horace l'ha
chiamata, sarebbe stata così stupida da lasciare in giro
qualcosa di così importante... ma allora come ha fatto?
Mentre mi interrogavo su questo enigma, mi avviai verso l'entrata della
clinica, sperando che almeno Jean avesse avuto più fortuna di me
con la signora Horace...
*********************************************************************************
Mi dispiace se in alcuni punti questo capitolo possa sembrare un
pò affrettato, ma mi premeva completarlo il prima possibile, e
sinceramente mi stava piacendo come stava uscendo il capitolo. Lascio a
voi l'arduja sentenza comunque, e ringrazio come sempre The Shadow per
la recensione. Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Capitolo 27: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 4) ***
LTAA28
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 27: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 4)
Io e Jean, una volta riuniti di fronte all'entrata della Clinica
Hotti, ci raccontammo di ciò che avevamo attenuto dai rispettivi
interrogatori, sospirando una volta capito che entrambi (e soprattutto
io) non eravamo riusciti a cavare un ragno dal buco.
"Ammetto che speravo saremmo riusciti ad ottenere più
informazioni... non siamo riusciti a guadagnare molto più di
quanto non sapessimo, però." affermai, sospirando con aria
abbattuta mentre Jean mi osservava con severità.
"Non dire così, Law! Siamo comunque riusciti a confermare alcune
delle informazioni che già avevamo, e sappiamo che anche Hayden
Carson ha avuto dei contatti con la RA e, probabilmente, tradiva Arwen
con un amante! Magari potrà sembrarti poco, ma ti assicuro che
queste informazioni ci saranno utili!" provò a risollevarmi la
mia amica, ed io in risposta sospirai, non del tutto convinto dalle
parole della mia amica ma nemmeno voglioso di passare tutto il giorno a
disperarmi per degli interrogatori poco fruttuosi.
"E va bene... ad ogni modo, cosa dovremmo fare ora? L'idea migliore
sarebbe di andare ai Global Studios, però abbiamo molte poche
informazioni su cui basare la nostra richiesta... finiremmo per
chiedere a tutti i membri dello staff presenti se conoscono Hayden
Carson e Remy Horace, e non credo riusciremmo ad avere nulla di utile
proseguendo in quel modo..." feci notare io, mentre Jean iniziava a
riflettere, senza dire nulla ma probabilmente anche lei a corto di idee.
Mentre io e la mia assistente ci spremevamo le meningi, però,
all'improvviso si sentì una donna cantare in giapponese con
luuuunghi sospiri ed urla... e Jean, insieme a tutti i passanti nel
raggio di dieci metri, si voltarono verso di me, osservando la mia
tasca, dal quale l'ambiguo suono stava provenendo.
... Con tutto il caso incentrato sul Samurai d'Acciaio mi era venuta
nostalgia della serie ed avevo messo come suoneria la sigla originale
della versione giapponese... ma a quanto pare, non avevo considerato
bene l'idea...
Posi fine all'umiliazione prendendo il cellulare accettando la chiamata
e, ancora rosso per l'imbarazzo, lo posi sul mio orecchio e chiesi
"Pronto...?" con un filo di voce.
"Oh, Law! Eccoti qui! Speravo mi rispondessi!" mi rispose una voce
squillante che riconobbi immediatamente, domandando con aria confusa
"Mamma...? Che è successo?"
"Beh, mi avevi chiesto di trovare informazioni per te, no? Sto ancora
lavorando per quanto riguarda la Revenge Association, ma ho trovato
qualche informazione che potrà esserti utile per le indagini,
riguardo Hayden Carson e Remy Horace..." affermò quindi mia
madre, con tono piuttosto serio mentre la sentivo continuare a battere
le dita sulla tastiera, probabilmente continuando la sua ricerca mentre
parlavamo.
"Di cosa si tratta?" domandai, ansioso e curioso, soprattutto
perchè io e Jean avevamo assolutamente bisogno di informazioni
per poter procedere con il nostro caso.
"Beh... prima di tutto, sapevi che la signora Horace non è stata
solo una baby-sitter... ma anche un'attrice?" mi chiese quindi mia
madre, ed io sgranai gli occhi, sorpreso.
"Cosa!?" domandai confuso, mentre stringevo la presa sul cellulare,
attendendo che mia madre mi delucidasse mentre Jean teneva lo sguardo
fisso su di me, in attesa di capire cosa stessi sentendo.
"Mi hai sentito: Remy Horace è un'attrice, abbastanza brava pure
a quanto vedo, ma per un motivo o per un altro non ha mai goduto di
altissima popolarità e si è ritirata dalle scene un
pò di tempo dopo essere diventata madre. Ma la cosa interessante
è che uno dei suoi primi ruoli, quando aveva una ventina di anni
scarsi, è stato un ruolo come personaggio monoepisodio in una
serie chiamata 'Lo Shinobi della Luna Azzurra'... ne hai mai sentito
parlare?" fu la domanda di mia madre, ed io annuì, pur sapendo
che mia madre non poteva vedermi.
"Sì, è una vecchia serie dei Global Studios che è
considerata una sorta di prequel spirituale del Samurai d'Acciaio... ma
cosa c'entra tutto questo con il caso?" domandai quindi subito dopo,
non capendo immediatamente la connessione.
"Beh... ho trovato vario materiale, ed il ruolo interpretato dalla
signora Horace era come un'innamorata che veniva aiutata a
ricongiugersi con il suo amato dallo shinobi titolare... ed indovina
chi interpretava l'altro personaggio?" mi chiede mia madre,
probabilmente sapendo che avrei già immaginato la risposta nel
mentre.
"Steve Arwen...?" azzardai, ricendo un 'mh-hmm' di approvazione da parte del mio genitore.
"Bingo. Si tratta del ruolo con il quale si sono conosciuti. Ho letto
un intervista di Arwen parecchio interessante in questo senso, fattagli
appena un mese fa... conferma che ha conosciuto la sua ex-moglie
durante le riprese de Lo Shinobi della Luna Azzurra, e che sin da quel
momento il suo sogno è sempre stato di interpretare un eroe
senza macchia e senza paura sin da quando ha avuto quel ruolo... e beh,
ce l'aveva quasi fatta, prima di morire. Se devo essere sincera mi
dispiace un pò per la fine che ha fatto..." iniziò a
spiegarmi mia madre, mentre io ascoltavo con interesse le sue parole.
... Non riesco ad immaginare come sia morire proprio ad un passo dal
realizzare i propri sogni. Spero solo che abbia avuto modo di essere
soddisfatto prima di venire ucciso...
"Che altro hai trovato comunque, mamma? Come si inserisce la Carson
all'interno di tutto questo?" domandai, cercando di muovere il discorso
e di non rimanere fermi sopra quel punto, con mia madre che riprese a
parlare subito dopo, mentre immagino ricontrollava altre informazioni.
"Beh, penso di aver capito anche come Arwen ha conosciuto la signora
Carson... apparentemente, stando all'intervista, Steve era un grande
fan del metodo di Stanislavski, che richiede di entrare nel personaggio
il più possibile per fare una performance accurata e
realistica... e guardacaso, ha conosciuto Hayden Carson durante il suo
lavoro come protagonista di una soap intitolata 'La Settimana del
Cuore', una storia ultraclichè e barbosa anche solo da leggere
come sommario, ma apparentemente ha avuto ascolti altissimi che gli
hanno permesso di sopravvivere per un paio di anni prima che
scomparisse... lui interpretava il ricco dottore protagonista, e lei
interpretava la donna di cui lui si innamorava... e credo che il suo
metodo ed il ruolo che ha interpretato sono andati in conflitto tra
loro ed abbia per davvero iniziato ad innamorarsi di Carson."
"... Cosa? E' davvero possibile che succeda una cosa del genere?"
domandai, confuso: avevo sentito parlare del metodo di Stanislavski, ma
non pensavo che potesse avere effetti COSI' grossi sugli attori che
aderivano ad esso...
"Tutto è possibile: le mie sono solo supposizioni. Sta di fatto
che ha conosciuto entrambe le donne su un set... ed in entrambi i casi,
si trattava di serie del Global Studios: sono sicura che se andrai
lì e chiederai informazioni su queste serie, magari riuscirai a
capire di più riguardo la relazione tra Arwen e le due donne. Ti
invierò al cellulare l'intervista se la vuoi leggere, e te ne
darò una copia fisica appena tornerai a casa: fino a quel
momento, fa finta di averlo nel Registro Processuale come ogni cosa
troppo assurda da poterci entrare, okay?" mi informò quindi il
mio genitore, e se me la fossi trovata davanti, probabilmente l'avrei
osservata basita a seguito del commento che aveva appena fatto.
"Uhhhh... d'accordo, allora. Grazie mille davvero, mamma, sei stata
utilissima!" la ringraziai sorridendo, soprattutto perchè ora
avevo una pista da seguire per quanto riguardava il resto dell'indagine.
"Di niente, Law! E' stato un piacere aiutarti! Ci sentiamo dopo!"
furono le ultime cose che mi disse mia madre, prima che staccasse la
chiamata.
Una volta completata la discussione, spiegai a Jean tutto ciò
che mia madre mi aveva appena detto (evitando accuratamente di
rispondere al suo "Come mai avevi quella suoneria oltremodo
sconcia...?"), sommarizzando tutto in due minuti.
"... E questo è tutto. L'autobus dovrebbe partire tra poco: se
ci sbrighiamo, possiamo arrivare in mezz'oretta lì!" dissi
quindi rivolgendomi a Jean, la quale però aveva uno sguardo
piuttosto serio, cosa che mi lasciò confuso per qualche secondo,
prima di chiedere "Uh...? Jean, è tutto a posto?"
"Sì, Law... è solo che mi sono ricordata che devo fare
una cosa. Ti dispiace se vai prima tu ai Global Studios? Ti
raggiungerò il prima possibile, te lo prometto, ma è una
cosa molto importante... e sono sicuro che andrà anche a tuo
vantaggio." mi disse quindi, sorridendomi ma notando che era un
pò giù di morale, immagino per il fatto di dovermi
lasciare ad investigazione appena iniziata... ed ammetto che la cosa
dispiace anche a me.
"... Beh... se è davvero così importante va pure, non
preoccuparti. Chiamami non appena sei arrivata, d'accordo?" le dissi,
non volendole far pesare la cosa e cercando di sorriderle.
La mia mossa fortunatamente ebbe effetto, in quanto Jean annuì
felicemente dicendo "D'accordo!", per poi accompagnarmi fino alla
fermata dell'autobus, dove presi il mezzo pubblico diretto ai Global
Studios salutando Jean (la quale rimase ad attendere l'arrivo del suo
autobus), mentre sospiravo seduto al mio posto. L'idea di indagare da
solo non mi allettava moltissimo, ed ero quasi sicuro che avrei
sofferto di solitudine durante la mia visita in solitaria agli studi
televisivi... anche se, fortunatamente, mi sbagliai a pensare
ciò.
Quartiere Springside Hills
Casa di Law
22 Giugno
Ore 16:12
[Lauren]
... Allora, vediamo... 'RA01'...?
Sul computer comparve, in risposta alla password che avevo appena
impostato, una scritta a caratteri cubitali che leggeva "PASSWORD NON
CORRETTA. REINSERIRE PASSWORD.".
"E che diamine! E' la decima password che inserisco!" sbuffai, mentre
continuavo ad osservare la pagina web in cui ero arrivata con aria
seccata.
Dopo essermi fatta strada tra orde di spam, siti che pretendevano di
dirmi come fare milioni in poche ore, e foreste di malware e virus, ero
finalmente riuscita a trovare il sito principale della Revenge
Association (o perlomeno un falso molto convincente), ma l'unico modo
che si ha per accedere il sito è inserire una password. Immagino
che ogni 'utente' possieda un proprio account con cui accedervi e
stabilire come effettuare gli omicidi di cui serve... ed ovviamente,
visto che io non sono stata 'invitata' nel club, non ho una password da
usare.
Hmph... scommetto che degli hackers professionisti riderebbero di me se sapessero su cosa stavo sbattendo...
Ad ogni modo, mi alzai per un attimo dal computer prima di continuare
nel mio vano tentativo di indovinare una password, decidendo che
sarebbe stato meglio aspettare che un certo 'qualcuno' che conoscevo
bene arrivasse qui per darmi una mano, come mi aveva promesso...
Dirigendomi verso la cucina, presi un paio di tazzine di caffè e
preparai la macchinetta, ricordami di aggiungere acqua prima di
iniziare (non credo mi scorderò mai quella volta in cui per la
fretta me l'ero scordata... avevo riempito la cucina di fumo, la parte
metallica era diventata incandescente e le parti di qualunque altro
materiale si erano carbonizzate all'istante...) mentre ricontrollavo
l'orario sull'orologio a muro nella cucina, accertandomi che lei stesse
per arrivare come mi aveva detto...
Ed infatti, spaccando il secondo, sentì il campanello suonare
nel momento esatto in cui l'orologio mostrò 16:35 sul display,
ed io mi diressi immediatamente verso la porta, lasciando la
macchinetta sola soletta in funzione.
Non chiesi nemmeno chi era, fidandomi della puntualità, e mi
limitai ad aprire la porta prima di salutare la mia vecchia amica,
dicendole "Buongiorno, Samantha! Puntuale come sempre, vedo!"
Procura
Corridoio
22 Giugno
Ore 16:35
[Jean]
Sospirai per un attimo, sentendomi ancora in colpa per via del modo in
cui avevo lasciato Law da solo, mentre continuavo ad andare avanti per
il corridoio, cercando l'ufficio del procuratore che mi interessava
Non mi piace mentire, specialmente a Law... ma questa storia dell'RA
non ha fatto altro che causarmi preoccupazione sin dal momento in cui
è stata menzionata, e se c'è una cosa che non mi piace,
è non sapere nulla su qualcosa.
Non che non mi fidi della signora Lawren, tutt'altro, ma io sono una
persona che pensa che se si vuole qualcosa fatta bene, bisogna farla da
sè, ed è questo il motivo per cui sono venuta qui in
procura.
Dopo essere passata per l'ufficio del Procuratore Capo (ed ammetto di
essermi emozionata un pochino ad incontrare il famoso Miles Edgeworth,
nonostante sinceramente ritenga che le sue abilità ed imprese
siano parecchio esagerate rispetto alla realtà... e soprattutto,
ci sono quelle voci che dicono che se ne andasse in giro con una ladra
qualche anno fa...) ed aver chiesto dove si trovasse l'ufficio che
cercavo, avevo iniziato a contare le porte dal lato sinistro del
corridoio, in attesa di trovare la settima, alla quale arrivai qualche
secondo dopo.
Fermandomi di fronte ad essa, mi schiarìi la voce, bussando
leggermente prima di chiedere, con fermezza e serietà,
"Procuratore Travis Harley? Sono Jean Watson, l'assistente di Law. Ci
sono un paio di domande che vorrei porle adesso, se non le dispiace..."
Global Studios
Ingresso
22 Giugno
Ore 16:30
Scesi dall'autobus con un certo mal di testa ed un pò di
solitudine, prima di avviarmi verso i Global Studios, la cui entrata
distava una decina di minuti a piedi dalla fermata.
Nonostante mi piaccia prendere l'autobus, sarò franco: mi fa
venire il mal di testa andare avanti ed indietro... e per fortuna ho
l'abbonamento, altrimenti spenderei centinaia di soldi solo per un
giorno di lavoro...
Oltretutto, mi è capitato di essere seduto vicino ad un militare
che continuava a lamentarsi dell'autobus ogni secondo e di quanto lo
odiasse... anche dopo che è sceso qualche fermata prima di me,
me lo sentivo ancora nelle orecchie.
... Vabbeh, non è il caso di perdere tempo, ho del lavoro da
fare... sinceramente, con tutte queste informazioni, credo che una
rapida occhiata alla scena del crimine e qualche informazione chiesta
ad altri membri dello staff riguardo Horace e Carson sarà
abbastanza per poter avere abbastanza elementi da lavorare sul caso.
Per il resto, però, penso che avrò bisogno di vedere
tutto in tribunale... è lì che alla fine le teorie
vengono confermate e decise, dopotutto.
... Certo, non mi dispiacerebbe se Jean o qualcun'altro fosse con me, però...
Mentre io mi perdevo nei miei ragionamenti, però, non mi ero
accorto di essere arrivato di fronte ai Global Studios... e di essere
andato a sbattere contro un'altra persona, mandando io e lei per terra.
"Ouch!" feci io, rialzandomi lentamente mentre mi grattavo la schiena e
mantenevo lo sguardo basso, dicendo debolmente "S-Scusatemi, non vi
avevo visto..."
Mi aspettavo che chiunque fosse la persona con cui ero andato a
sbattere mi avrebbe risposto o arrabbiandosi o dicendomi che non fa
niente... per questo fui molto sorpreso quando sentì in risposta
una voce femminile dirmi "Ahahahah, mi piace l'autoscontro! Dobbiamo
rifarlo, qualche volta!"
La mia reazione fu un semplice e confuso "Eh...?", prima di alzare lo
sguardo ed osservare la vittima dell''autoscontro': era una donna sui
cinquantanni anni (le avrei dato al massimo qualche anno in più
di mia madre), con i capelli corti biondo chiaro a caschetto e gli
occhi grigi, vestita con una maglia di lana verde ed una gonna lunga
beige, e notai che sul braccio destro portava sette bracciali
d'argento, cosa che mi parve piuttosto curiosa. Mi pareva oltretutto
leggermente in carne, ma non proprio grassissima... anche se forse
è una cosa un pò poco educata da dire.
Immediatamente io mi rialzai ed aiutai la donna a sollevarsi da terra, dicendole "Spero non si sia fatta male, signora..."
"Oh, quanto sei premuroso! Non preoccuparti comunque, sono dura come un
blocco di marmo!" mi rassicurò la donna sbattendosi una mano sul
corpo con aria fiera, anche se il modo in cui l'aveva detto mi
lasciò sbigottito per un secondo, e scrollai la testa per un
istante prima di riprendere la parola.
"Ehm... capisco. Il mio nome è Lawrence Trueman, comunque, sono
un avvocato che sta investigando un omicidio avvenuto ieri qui ai
Global Studios..."dissi, presentandomi con educazione e offendo la mia
mano, ricevendo in risposta una sonora risata da parte della mia
interlocutrice.
"Ahahahah, che combinazione! Anch'io sono un avvocato, Denise Neseira!
Molto piacere di conoscerti!" mi disse quindi, agitando le braccia
all'improvviso e facendo un grosso rumore con i suoi bracciali, gesto
che mi stupì per quanto fu rapido, ma la cosa che mi
stupì di più fu sicuramente ciò che mi disse.
"Uh... davvero?" fu la mia risposta, prima che la osservassi
nuovamente: dall'aspetto e dal comportamento, non avrei mai detto che
fossimo colleghi... è proprio vero che non bisogna giudicare un
libro dalla copertina...
Imbarazzato, mi grattai la nuca e dissi in risposta "Beh... molto
piacere di conoscerla, signora Neseira. Mi scuso ancora di esservi
andato a sbattere contro... ho per le mani un caso piuttosto complicato
e la mia assistente è dovuta andare a fare un servizio
personale, quindi ho la testa tra le nuvole...", chiarificando il
motivo per cui ero andato a sbattere contro di lei.
"Ahahahah, non fa mai male avere la testa tra le nuvole, basta solo
stare attenti agli aerei che passano! Però, se hai tanti
problemi con il tuo caso, avrei una proposta da farti, Lawrence!"
affermò la signora Neseira, senza perdere il suo atteggiamento
bonario e sbattendo le braccia in posizioni casuali come prima, mentre
io la osservavo, confuso dalle sue strane espressioni e dalla
'proposta' a cui aveva accennato.
"Eh...? Che proposta vorrebbe farmi comunque, signora Neseira?" domandai in risposta, curioso di sapere cosa volesse propormi.
"Visto che dovevo andare anch'io ai Global Studios... che ne diresti se
ti aiutassi nelle indagini? Non sono proprio un genio, ma penso di
poterti essere utile!" si offrì quindi la donna, sorridendomi
mentre io inclinavo la testa.
"Uh...?" feci, confuso per un attimo dalla sua offerta, prima di
iniziare a rifletterci. In effetti mi sento un pò solo ad
indagare senza Jean... e poi, quattro occhi sono sempre meglio di due...
"... Ammetto che non mi dispiacerebbe... mi sentirei in colpa a
prenderle del tempo senza ripagare, però. C'è qualcosa
che posso fare in cambio?" ammisi, non volendo approfittare della
gentilezza della mia più anziana collega.
"Ahahahah, aspettavo che tu me lo chiedessi! Sai, vorrei prendere un
regalo per mia figlia, una ragazza della tua età... e pensavo di
prenderle qualcosa in quel simpatico negozietto di souvenir in questi
studi televisivi! Qualcosa del Samurai d'Acciuga!" mi disse quindi,
lasciandomi piuttosto basito in risposta.
"Ehm... il Samurai d'Acciaio, volete dire?" la corressi io, non avendo
mai sentito del 'Samurai d'Acciuga' prima. Anche se per quanto sono
rimasto lontano dal franchise, potrebbe anche essere esistito in
passato...
"Esatto, proprio quello! Visto che sei un giovanotto, credo che cose
del genere ti interessino! Ti andrebbe di darmi una mano a scegliere
qualcosa per mia figlia, dopo che ti ho aiutato?" mi domandò
quindi la signora Neseira, aspettando con impazienza la mia risposta,
mentre io mi grattavo nuovamente la nuca.
"Beh... sinceramente non avrei alcun problema a darle una mano
così, dopo. Ma è sicura che le vada bene..?" mi assicurai
io, un pò insicuro che aiutarla solo a trovare un regalo
bastasse a ripagarla.
"Ovvio! E poi, avrò modo di farmi un giro gratis per uno studio
televisivo! Mi sentirò come i cantanti alla notte degli Oscar,
ahahahah!" affermò quindi con estrema allegria la donna, alzando
il braccio destro con fare celebrativo e facendo tintinnare ancora i
bracciali su di esso.
... I cantanti? Ma... l'Oscar non lo prendono gli attori...?
"So cosa stai pensando, ma anche i cantanti li vincono, Lawrence!" mi
menzionò quindi la signora Neseira, puntualizzandomi tale
informazione.
... Eh!? C-come ha fatto a leggermi nel pensiero!? Avrà poteri psichici strani...?
Con questo interrogativo, decisi di evitare commenti fuori luogo,
limitandomi a dire "D-D'accordo... se vuole però, possiamo
andare anche adesso, anche perchè immagino non voglia perdere
troppo tempo..."
"Ahahahah, non farti così tanti problemi! Pensa solo a fare del
tuo meglio, e non essere così rigido!" mi incoraggiò la
signora Neseira, prima di dirigersi con aria allegra verso l'interno
dei Global Studios, con io che la seguivo a ruota.
Sinceramente, con un inizio così, non ho idea di quali saranno i
risultati di questa collaborazione... ma dato che è stata
così gentile da offrirsi di aiutarmi, non ci perderei niente a
vedere come andrà, no...?
*********************************************************************************
Il personaggio di Denise Neseira non appartiene a me, ma a Renna ed
alla sua fanfiction 'Eyes, Lies & Trusting Times', non pubblicata
su questo sito. Ringrazio l'autrice per aver supervisionato le parti
con il suo personaggio e per avermi dato il permesso di usarlo.
Mi scuso poi se i frammenti di Lauren e Jean non durano esattamente
moltissimo, ma vi posso assicurare che espanderò i loro ruoli
nei prossimi capitoli, in quanto entrambe le scene sono molto
importanti per il prosieguo della storia.
Detto questo ringrazio anche The Shadow per il solito commento, e spero
davvero che questo capitolo, nonostante sia di passaggio, sia stato
all'altezza dei precedenti. Detto questo, do appuntamento a tutti alla
prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Capitolo 28: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 5) ***
LTAA29
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 28: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 5)
Procura
Ufficio di Travis Harley
22 Giugno
Ore 16:37
[Jean]
Ricevendo un semplice "E' aperto." come risposta, io decisi di entrare,
osservando con una punta di curiosità l'ufficio personale del
pubblico ministero 'amico' di Law.
Non era molto diverso dall'ufficio del signor Miles Edgeworth, anche se
mi pareva molto più spoglio: non vi erano molti oggetti
particolari se non qualche foto e contenitori di palline da tennis in
giro, cosa per cui ritenni che non passasse effettivamente molto tempo
all'interno della procura, anche se notai qualche scatola ancora
chiusa, per le quali intuì che forse semplicemente non aveva
finito di sistemare il suo ufficio per mancanza di voglia o tempo.
Travis stesso era spaparanzato sulla sua poltrona, tenendo le gambe
sulla scrivania e tenendo lo sguardo fisso sulla sua racchetta, mentre
continuava a far palleggiare una delle sue infinite palline.
"Signorina Watson... devo ammettere che non mi aspettavo una sua
visita. A cosa devo l'onore?" mi chiese, senza nemmeno guardarmi negli
occhi ma con serietà, mentre io sospiravo seccata, non
sopportando il suo atteggiamento.
"Piantala, Harley. Non sono venuta qui per perdere tempo con i tuoi
falsi sorrisi: sinceramente non mi piaci e non ho intenzione di fare
l'amicona con te... ma se sono qui, è perchè tu sei
l'unico che può rispondere alle mie domande." dissi tagliando
corto, non volendo perdere più tempo del necessario.
In risposta alla mia domanda, però, Harley acchiappò la
palla per aria e la incastrò all'interno del cuore della
racchetta, prima di guardarmi e chiedermi, tenendo gli occhi fissi su
di me "... Ti ha mandato Law, per caso?"
Fui un pò sorpresa da quella domanda a bruciapelo, ma risposi
subito dopo con un cenno negativo del capo, affermando "No, non l'ha
fatto, non sa nemmeno che sono qui."
"... Meno male." fu la replica di Travis, abbassando la racchetta e sospirando con aria sollevata.
A vederlo fare così, io inarcai un sopracciglio confusa,
domandandogli con tutta la calma che avevo (ed era molta, molta poca in
quel momento) "Si può sapere che hai? Law ha sempre parlato bene
di te, perchè tu ti stai comportando così? E'
preoccupatissimo per te, sin da quando è iniziato il processo."
"Non pensavo che la vostra domanda fosse così personale." disse
quindi Travis, stringendo con forza la racchetta dopo aver ripreso la
pallina e ricominciando a palleggiare ancora una volta, e notai
chiaramente come la mia domanda lo avesse reso più nervoso. Per
quale motivo sta reagendo così? E' molto, molto strano...
"Non è questa la mia domanda, infatti. E' semplicemente un'altra
cosa che non riesco a comprendere di te: conosci Law sin da quando era
alle elementari... ed ora che lo ritrovi, invece di trattarlo bene, ti
comporti come un Manfred von Karma di seconda classe, imbastendo un
processo farsa e sperando che nessuno si accorga di quante cose tu
abbia tralasciato. Perchè dovresti fare questo ad un tuo amico
d'infanzia?" fu la mia seconda domanda: sinceramente non mi interessava
quello che mi avrebbe risposto... ma come ho già detto, non mi
piace per niente non sapere qualcosa, ed il comportamento del
procuratore non faceva altro che stuzzicare la mia curiosità.
Travis continuò il suo palleggio infinito, mentre abbassava lo
sguardo perso nei suoi pensieri, prima di dirmi, con tono però
tutto meno che sereno, "... Non vedo perchè dovrei dirti il
motivo del mio comportamento: non l'ho detto a Law, perchè
dovrei dirlo ad una persona che nemmeno conosco?"
"Proprio perchè non mi conosci dovresti sentirti libero di
parlare: è riprovato che si tendono a dire più cose ad
una persona che avrai modo di conoscere poco che ad una che ormai ti
conosce da anni. E se ti preoccupa che io vada a spifferare tutto a
Law, non preoccuparti: tutto quello che ci diremo rimarrà in
questa stanza." lo spronai, ormai in preda alla curiosità: so
che dovrei chiedergli informazioni sulla RA... ma per come stavano
andando le cose, penso che ciò possa aspettare. E poi Law
nemmeno sa cosa sto facendo...
"..." al sentire le mie parole Travis tornò nuovamente (e
finalmente!) ad osservarmi, chiedendomi "Sei davvero sicura di volerlo
sapere?"
"Certo." fu la mia pronta risposta annuendo, prima di chiedergli con
serietà "... Sei stato manipolato nel completare il processo in
quel modo, per caso? Magari dalla Revenge Association..."
"..." l'amico di Law strinse la sua racchetta con forza al sentire la
mia domanda, per poi rispondermi con tono nervoso "Non farti strani
film in testa. Ammetto che, sì, la Revenge Association ha
tentato di manipolare il risultato del processo... ma non è solo
per quello che mi sono comportato in quel modo."
Uh...? Strano. Che altro motivo potrebbe avere per comportarsi così, se non è stato costretto?
"... E quale sarebbe, allora?" fu la mia domanda successiva, cercando di spingerlo a parlarmi.
"... E' una cosa molto privata e personale, non sono proprio sicuro di
volertene parlare... mi spiace." fu la sua replica, afferrando la
pallina a mezz'aria ed iniziando a fendere l'aria con la sua racchetta.
Io lo guardai male in risposta, prima di riprendere la parola. Non credere di riuscire a scapparmi adesso che volevi parlare!
"Nessuno ti costringe a farlo, è solo una mera curiosità,
e sinceramente, sarò onesta, nonostante non abbia per niente una
buona opinione di te, ritengo di essere abbastanza matura da tenermi
tutto per me. Fai come preferisci: non sono venuta qui per questo."
dissi, sperando che questo gli bastasse per decidere finalmente ad
aprirsi... ed al vedere ciò che fece subito dopo, penso che le
mie parole ebbero effetto stavolta.
"... Beh, penso che non mi farà male togliermi un peso, ora che
posso... non ne ho mai parlato a nessuno, dopotutto." ammise Travis,
posando per un attimo pallina e racchetta e mettendo le mani sulla
scrivania, prima di prendere un grosso respiro ed iniziare a raccontarmi del motivo del suo comportamento.
"... Vedi, io non sono mai stato bravo in nulla. Sono stato sempre uno
di quei ragazzi che non si interessano molto del futuro, che copiano i
compiti dagli alunni più bravi e che sinceramente amano perdere
tempo con videogiochi ed hobby vari. E' sempre stato Law quello bravo
negli studi... ed ammetto che inizialmente ero diventato suo amico solo
per approfittarmene e copiargli i compiti." mi iniziò a
spiegare, notando come il suo tono fosse piuttosto imbarazzato,
nonostante continuasse a guardarmi negli occhi con serietà,
senza riprendere la racchetta.
Beh, effettivamente Law all'università l'ho visto passare
più tempo sui libri che in altro modo... ma quindi, il motivo
per cui hanno stretto l'amicizia solo perchè Travis si scocciava
di fare l'assegno? Bel modo di conoscere qualcuno...
"... So cosa stai pensando, ma non è come credi: non ho
sfruttato Law solo per dei miseri compiti che non volevo fare: ammetto
che l'intento era quello... ma con il passare del tempo, ho iniziato a
considerarlo come un vero amico: anche perchè, dopo quello che
gli è successo, non si meritava un parassita addosso." ammise,
abbassando lo sguardo ancora una volta mentre rifletteva
(presumibilmente) sul suo comportamento.
... Sinceramente, a partire da qui, non ci sto capendo un fico secco... penso sia meglio chiedere, a questo punto.
"E allora perchè? Perchè fare tutta quella farsa al
processo?" domandai con fermezza, volendo una risposta seria a questa
domanda, sperando che non cercasse di nuovo di evitare di rispondermi.
"... Ci stavo arrivando, abbi pazienza." mi disse allora Travis mentre
mi rivolgeva uno sguardo seccato, prima di prendere due secondi per
calmarsi, schiarirsi la voce, e continuare affermando "Per una serie di
motivi che
non mi va di rivelare, sin da quando ero ragazzo ho voluto diventare
procuratore... e per questo motivo ho deciso di concentrarmi sui miei
studi, riuscendo a diventare un procuratore tre anni fa, mentre Law
continuava con i suoi studi da avvocato difensore..."
"... E cosa è successo dopo? Per come stai parlando, sembra che
tutto sia collegato ai tuoi primi casi..." notai, sperando di aver
fatto centro con la mia deduzione, mentre Harley annuiva, confermando i
miei sospetti.
"Ottima intuizione, signorina Watson. Questo, ad essere sinceri,
è solo il mio quarto caso... ma ho voluto prendermi una pausa
prima di riprendere ad esercitare. Una lunga pausa. Il mio primo
processo... è stato un macello. La difesa stessa era convinta
che il suo cliente fosse colpevole... ed avevamo stipulato un accordo
per far sì che egli andasse in prigione. E la cosa assurda
è che... è riuscito a scamparla. Pur avendo persino il
suo difensore contro, è riuscito ad ottenere un verdetto di non
colpevolezza." ammise quindi, con voce piena di tristezza nonostante
stesse cercando di mantenere un contegno, limitandosi a sospirare una
volta finito di parlare.
"Cosa...? Come ha fatto!?" domandai, estremamente sorpresa: non avevo
mai sentito parlare di un caso simile, in cui persino la difesa voleva
sin dall'inizio l'imputato colpevole (non contando il processo di Matt
Engarde, in cui Phoenix Wright era stato costretto a difendere un
imputato palesemente colpevole)... ma la cosa che mi sorprendeva di
più era COME l'imputato, da solo, fosse riuscito a salvarsi la
pelle e garantirsi un verdetto di Non Colpevolezza...
"E' stato mostruoso, credimi... e non potei nemmeno riprendermi da quel
caso, che venni coinvolto nell'indagine su un furto informatico. Non so
se lo conosci..." continuò quindi Travis, mentre io annuivo in
risposta, ricordando di aver sentito parlare di qualcosa del genere
qualche anno fa.
"Mi pare di averne sentito parlare. Cos'è successo,
esattamente?" domandai per sicurezza, volendo sapere il più
possibile su tale caso.
In risposta, il procuratore incrociò le braccia e chiuse gli
occhi, prima di iniziare a raccontare nuovamente "Si è trattato
di un caso molto strano, nella quale molti conti
bancari erano stati violati e varie persone (inizialmente ricchi, poi
persone comuni, ma senza abbandonare i 'primi bersagli') si erano
ritrovate private dei loro soldi. I detective erano in quel momento
impegnati con un caso molto scottante, quello ormai noto al pubblico
come AAT-5... e questo è stato riflesso nel modo in cui il caso
era stato affrontato."
Il caso AAT-5... il caso in cui il pubblico ministero Thomas Lonnie
aveva sterminato la sua intera famiglia... eccetto per suo figlio, Wolf
Lonnie. E' solo da qualche settimana che i dettagli di quel caso sono
noti al pubblico... ma posso immaginare come mai ci fosse tanto
fermento in proposito.
"Come fu affrontato?" fu la mia successiva domanda, cercando di
rimanere concentrata su ciò che era davvero importante in quel
momento.
"Il team investigativo era composto da soli due detective, Raye Doom e
Bean Barden, e da un gran numero di procuratori: Henry Edgeworth, Ivan
Fridman, Aurore Rayonner, Vilks Fiercenger, Alexander Byrgas... ed io.
L'indagine era stata parecchio dura e complicata da affrontare, e dopo
aver trovato un militare di nome Aden Raw, che in qualche modo
doveva essere stato coinvolto nel caso, abbiamo deciso di imbastire il
processo: Fiercenger è stato scelto come rappresentante
dell'accusa, cosa di cui sinceramente fui felice: per via del risultato
del mio primo processo e per com'era andata l'investigazione,
probabilmente non sarei riuscito a fare nulla. Tuttavia..." riprese a
dire il pubblico ministero, fermandosi però prima di completare
la frase... anche se potei facilmente immaginare come dovesse finire.
"... Il processo è andato male anche quella volta, vero?"
azzardai in risposta, ricevendo come prima un cenno affermativo da
parte di Travis.
"Sì. Fiercenger fece un disastro totale, la difesa stava avendo
la meglio... e come ultima carta vincente, il mio collega decise di
chiamare Doom a testimoniare. Egli aveva partecipato all'indagine solo
per la fama che gli avrebbe dato risolvere il caso (nonostante fosse
già considerato il detective numero uno del commissariato)...
e con lui, riuscimmo finalmente a mettere alle corde la difesa...
ma proprio in quel momento, il 'protettore dei difensori' irruppe sulla
scena e rovinò tutto." mi disse quindi Harley, stringendo i
pugni, probabilmente provando ancora del rancore per quell'episodio.
"Il 'protettore dei difensori'? Aspetta, mi pare di averlo sentito
nominare... Lucious Lowiss, giusto?" dissi quindi io, avendo già
avuto modo di sentire nominare tale individuo. Ammetto che un pò
lo ammiro... anche se posso immaginare che vedere qualcuno spuntare dal
nulla e risolvere il caso per te possa essere come minimo frustrante,
se non peggio.
"... lui. In molto meno tempo di noi, riuscì a proporre una tesi
che non solo ribaltò completamente il caso, ma che provò
anche incofutabilmente che Aden era non colpevole, vanificando in un
secondo tutto il lavoro che noi... che IO... avevo messo nel caso.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri..." affermò quindi l'amico di Law, prima di iniziare a ricordare...
...
...
[Travis]
No... no... NO!
Non è possibile... non è ASSOLUTAMENTE possibile...
"Tutto il mio lavoro... tutto ciò che abbiamo fatto... è
stato spazzato via..." dissi tra me e me, incapace di comprendere come
Lowiss, ragazzo spuntato dal nulla e che aveva stravolto completamente
il caso, mentre sbattevo un pugno sul muro del tribunale, non curandomi
di farmi male e voglioso solo di spaccare qualcosa.
Chi diamine era? Perchè sapeva così tanto? Chi ci
garantiva che LUI non fosse il colpevole!? E' tutto troppo, TROPPO
assurdo per essere vero!
Mentre io continuavo a prendere a pugni il muro del tribunale, uno dei
miei colleghi, Alexander Byrgas, mi si avvicinò: era un ragazzo
alto e magro, con i capelli neri che gli arrivavano fino alla schiena
(molto più lunghi dei miei), con gli occhi dello stesso colore e
la carnagione abbronzata. Aveva addosso un lungo impermeabile nero di
pelle aperto sul davanti, con sotto una maglietta nera con un teschio
rosso ricamato, un paio di pantaloni neri, degli anfibi. e due enormi
bracciali borchiati ed un paio di guanti, anch'essi borchiati.
"Non c'è bisogno di essere così duro con te stesso,
Travis: a tutti può capitare di perdere un processo." mi disse,
tentando di risollevarmi, ma io mi limitai ad abbassare lo sguardo
senza dire altro.
Sì... a tutti. Soprattutto a me...
Prima che potessi dire altro in risposta alle sue parole, però,
intravidi con la coda dell'occhio qualcuno uscire dalla sala udienze,
che riconobbi essere uno dei detective che avevano collaborato con noi,
Raye Doom.
Aveva un volto temprato ed affinato, che incuteva timore al solo
guardarlo, con un'enorme e vistosa cicatrice che gli percorreva
l'occhio destro in verticale, fino ad appena sopra la guancia, i
capelli erano neri e lisci sulla sommità ma con vari ciuffi
diretti a sinistra, perfettamente ordinati ed orientati, ed indossava
un abbigliamento in pelle nera, con una cintura borchiata di pelle
marrone e, attaccata all'indice della mano destra con un filo, una
monetina che amava lanciare in aria, anche se in quel momento non
sembrava assolutamente in vena di fare ciò.
Stava tenendo lo sguardo fisso di fronte a sè, uno sguardo pieno
di rabbia per l'umiliazione che aveva subito, qualcosa che potevo
comprendere... ma che non riuscivo ad accettare.
Senza pensarci, strinsi i pugni e mi avvicinai a lui, attirando la sua
attenzione chiedendogli, senza troppa convinzione "Signor Doom...?"
"Che cosa vuoi?" mi chiese quindi, voltandosi parzialmente verso di me
e lanciandomi un'occhiata piena di rabbia, volendo rendere chiaro che
in quel momento non aveva alcuna intenzione di parlare.
Tuttavia io, come un idiota, decisi di parlargli lo stesso,
domandandogli "... Perchè non avete fatto di meglio? Non
potevate, non so... constrastare meglio quello che ha detto Lowiss...?"
Compresi subito dopo che sarebbe stato meglio se non avessi detto
nulla, visto che Raye Doom si voltò completamente verso di me,
chiedendomi di rimando "Non sono stato solo io ad indagare.
Perchè non pensi che magari non sono stato io, ma TU a fare un
pessimo lavoro? Magari se tu ed i tuoi colleghi vi foste impegnati, il
processo non sarebbe finito così. Non andare ad affibbiare la
colpa ad altri solo per non darla a te stesso.", mantenendo un tono
apparentemente calmo che, però, trasudava odio ad ogni parola.
Io rimasi in silenzio in risposta, limitandomi ad abbassare lo sguardo,
sentendomi anche peggio di prima. Contento della sua piccola
'vittoria', Doom se ne andò, sentendosi almeno un pò
meglio nonostante la sconfitta da parte di Lowiss gli stesse ancora
bruciando.
Io non dissi nulla, e probabilmente avrei anche iniziato a piangere se
non fossi stato in tribunale, mentre Byrgas si limitava a mettermi una
mano sulla spalla, una volta che il detective se ne fu andato.
... Sono solo un completo fallimento...
...
...
"Perdere anche questo processo, nonostante non fossi il procuratore che
se n'era effettivamente occupato, fu un duro colpo per me: ancora una
volta, avevo fallito... fallito nonostante il nostro sistema legale sia
PALESEMENTE a favore dell'accusa... persino un idiota totale come Payne
ha avuto le sue vittorie, per quanto rare siano state! Se lui poteva,
perchè non io...? A causa di questo, e visto che in quelle
condizioni non sarei mai riuscito a raggiungere il mio scopo, decisi di
prendermi una pausa di riflessione e di dedicarmi un pò
all'altra mia passione, il tennis... anche se principalmente facevo
gare amichevoli con altre persone: non mi andava di partecipare a dei
tornei e perdere di nuovo, sarebbe stato un colpo troppo duro per me
capire che anche il mio sport preferito fosse qualcosa in cui non fossi
per niente capace." commentò quindi subito dopo, confessandomi
ciò che pensava di sè stesso, prima di riprendere a
parlare.
"Sono tornato in attività solo di recente, con un caso che
ho intrapreso un mese fa per richiesta di Miles Edgeworth in persona...
non potevo assolutamente rifiutare, e pensavo che finalmente sarebbe
stata la mia occasione per riscattarmi e dimostrare a tutti di che
pasta ero fatto. Il caso sembrava semplice, e l'imputato sembrava
essere un ragazzino che aveva inconsapevolmente causato un macello...
eh, ad essere sinceri, per vari aspetti è molto simile al
caso attuale, anche se quello fu molto, molto peggiore..." mi
spiegò quindi, abbassando lo sguardo e corrugando la fronte.
"Che tipo di caso era?" pressai, mantenendolo sull'argomento.
Lui sospirò ancora una volta, per poi dire "Vorrei
risparmiarti i dettagli più ripugnanti, se possibile: non ti
nego che ho avuto qualche incubo a seguito di quel caso, anche per via
di un evento assurdo ed inspiegabile avvenuto per un breve momento
verso la fine... Posso solo dirti che il caso ha riguardato un
aggressione al centro statistiche Sacrocuore, diretto dall'ex-giudice
Nina Wolf sotto l'alias di Veronika Mausmalm, e la vittima è
stata l'ex-procuratore Hector Muscleman."
"...!" sgranai gli occhi per un attimo al sentire il nome della
vittima, ma mi contenei e cercai di non darlo a vedere.
Fortunatamente Travis non ci fece caso, cosa di cui fu grata, mentre
ripensavo al cognome dell'individuo da lui menzionato.
Muscleman... non può essere... quindi, quel caso era...?
"L'avvocato difensore è stato Wolf Lonnie, una new entry del
mondo legale il cui padre è ormai ben noto per via del caso
AAT-5 di cui abbiamo già parlato. Il caso è stato
risolto quasi interamente... ed ammetto che stavo iniziando anche ad
apprezzarlo come persona e come rivale, fino a quando non feci l'errore
di volere andare a fondo e cercare di non lasciare buchi." riprese
quindi a parlare, stringendo i pugni sopra la scrivania.
... Credo di aver capito dove vuole arrivare... ma no... non
è possibile...
"... l'amica ed assistente dell'avvocato, Ayane Taubey, era presente
con lui il giorno dell'aggressione. Il caso era concettualmente
risolto, avevamo un colpevole ed un complice... ma mancava un dettaglio
fondamentale. Doveva esserci una terza persona. Vedi, le persone del
Sacrocuore erano costrette a rimanere nell'edificio senza
possibilità di uscire, ed erano sorvegliati ventiquattr'ore
su ventiquattro dalle telecamere di sicurezza... e per come si era
svolto l'omicidio, era necessario che dei dati fossero stati portati
dall'esterno. E le uniche persone esterne presenti quel giorno erano la
scolaresca di cui l'imputato, Jak Bernard, faceva parte, la loro
professoressa Amelie Person, l'avvocato difensore Kristoph Gavin, il
suddetto Wolf Lonnie... e, appunto, Ayane Taubey." mi
spiegò, non facendo altro che confermare ciò che
temevo.
"A quel punto... l'unica cosa che posso dire è che
l'avvocato ha dato di matto. Ha... ha fatto di tutto pur di dire che
lei era innocente, non mi ha permesso di andare a fondo con la
questione... ed alla fine, ha dirottato completamente il caso con delle
prove che aveva per non so quale motivo nascosto alla corte. Prove che
rivelavano la vera identità di Muscleman, e che hanno spinto
il Giudice incaricato del caso a chiudere immediatamente il processo."
rivelò quindi lui, corrugando la fronte nuovamente mentre
aggiungeva "Sarò sincero, non mi è piaciuto per
niente che Lonnie abbia deciso di fare una mossa
così egoista, ma non nego che mi abbia fatto davvero paura
in quel momento... sembrava una bestia famelica, ed avevo paura che
potesse uccidermi in qualunque momento... ma non me la sento di
giudicare la sua condotta. Non dopo che anch'io mi sono comportato in
modo scorretto in tribunale, almeno."
"... credevi che Ayane Taubey fosse la seconda complice?" domandai io,
pur capendo già l'antifona. Forse perchè volevo
che si rivelasse sbagliata. Ed invece no.
"Esatto. Al momento in cui suggerìi l'idea non avevo basi
solide, ma successive affermazioni dell'avvocato mi convinsero di aver
imboccato la pista giusta. Ayane Taubey aveva un movente per cui
avrebbe potuto aiutare nell'assalire Muscleman... non ho idea di COME
abbia fatto, ma sono certo che sia stata lei ad aiutare
nell'aggressione: ma come ben sai, venti giorni fa Taubey è
morta per mano di Thomas Lonnie... il che significa che non
sarà mai più possibile svelare la
verità su quel caso, per quante prove si possano trovare su
di lei. La soluzione completa del caso è morta insieme a
lei, e nessuno potrà più svelarla." mi rispose
quindi Harley, con tono rassegnato.
... Io potrei, invece.
E questo perchè... sono stata io ed altre due persone ad
aiutarla ad architettare il suo piano.
A dire il vero io non ho fatto molto... qualche tempo fa ero in chat
con Ayane Taubey, con la quale mi ero messa in contatto per richiedere
alcune commissioni (il vestito che attualmente indosso ed una lente
d'ingrandimento di peluche, nello specifico), quando mi accorsi che
pareva essere preoccupata da qualcosa, insieme ad altre due persone.
Inizialmente non ci disse nulla, ma dopo qualche giorno decise di
rivelarci tutto, spiegandoci di Muscleman, il quale aveva iniziato a
mandarle dei messaggi che lasciavano chiaramente intendere che volesse
violentarla e picchiarla... ed ancora peggio, voleva che si travestisse
come sua madre, per la quale quel pazzo maniaco provava un'attrazione
disgustosa. Ci disse anche di come la figlia della
direttrice le avesse spiegato dell'unico modo per fermare Muscleman,
creando un programma che creasse una sequenza di pose personalizzate...
non ho compreso di cosa si trattasse, anche perchè non
sapevo nemmeno ci fosse stato un processo fino a pochi minuti fa.
La cosa mi lasciò di stucco, e per un pò non
seppi cosa dire. Era un evento a dir poco fuori dal mondo, ed Ayane era
chiaramente e comprensibilmente disperata, senza alcuna idea su come
agire e cosa fare per salvarsi.
Io suggerì di sfruttare il programma delle pose del
Sacrocuore come suggeritole dalla figlia della direttrice, pensando che
l'unico modo per salvarla sarebbe stato causare un incidente: anche se
più che un suggerimento era una constatazione dei fatti. Non
credevo che alla fine lei avrebbe davvero fatto nulla di grave,
nonostante uno degli altri due colleghi avesse esplicitamente detto che
avrebbe preparato il programma per lei...
Tuttavia, nelle nostre ultime conversazioni e quando andai a ritirare
la mia lente di peluche non sembrava essere particolarmente turbata,
motivo per cui ritenei che Muscleman aveva smesso di tenerle il fiato
sul collo e non indagai oltre, sia per rispettare la sua privacy sia
perchè non era esattamente una mia amica in ogni caso.
Se alla fine Muscleman è stato davvero aggredito alla fine,
e Ayane era presente... credo che Harley abbia avuto un intuizione
corretta a sospettare di lei.
... Però, sarò sincera, Harley e le sue azioni
iniziano davvero a darmi su i nervi. Non sa assolutamente nulla di
ciò che le è successo e di quanto Muscleman
l'abbia oppressa, se gli ha storto un braccio o qualcosa di simile
penso che quel folle se lo sia solo meritato: non c'è da
stupirsi se Wolf Lonnie abbia deciso di difenderla e di svelare a tutti
ciò che quel porco era. E' stato un idiota a non pensare in
anticipo che forse non era il caso di indicarla come complice.
Più parlo con lui, più mi sembra un moccioso
incapace che non sa assolutamente accettare l'idea di perdere alcuni
casi: mi dava fastidio già da prima che venissi a parlargli,
ma ora...
Io strinsi lievemente i pugni, cercando di rimanere calma: lui invece
si limitò a sospirare nuovamente, prima di riprendere la
parola, cambiando argomento (per mia fortuna, visto che non mi andava
per nulla di soffermarmi su di esso, anche se la mia rabbia verso di
lui stava iniziando a farsi difficile da contenere...).
"E poi... questo caso. Decisi di prenderlo in mano non appena ne venni
a conoscenza, sperando che si trattasse di qualcosa di semplice e di
facile da risolvere... e fui molto sorpreso nello scoprire che Law era
coinvolto. Ammetto che non pensavo l'avrei incrociato durante i suoi
primi casi... ma non te lo negherò: il motivo per cui sono stato
così gentile e disponibile con Law, era anche per fargli
abbassare la guardia. Volevo assolutamente vincere questo caso... e
pensavo che, se avessi messo pressione su Law ed avessi riaffermato la
mia tesi di continuo, forse ce l'avrei fatta. Dopotutto, Law è
sempre stato facile da intimori-"
*SCHIAFF!*
Egli non ebbe modo di completare la sua frase... visto che io, in preda
alla rabbia, gli diedi un forte schiaffo sulla guancia, non riuscendo a
sopportare per nulla ciò che stava blaterando.
"... Perchè diamine...!?" disse quindi Travis, osservandomi con
sguardo confuso e massaggiandosi la guancia arrossata, mentre io
cercavo di contenere la mia rabbia... senza riuscirci.
"Me lo devi anche chiedere!? Sei impazzito, per caso? TI RENDI CONTO DI
CIO' CHE STAI DICENDO!?" gli urlai in faccia, non curandomi del fatto
che probabilmente anche i procuratori degli uffici vicini mi stessero
sentendo: che sentissero pure, non me ne importava assolutamente nulla.
"Sì che me ne rendo conto. Non credere che non mi vergogni di
questo: ho capito che tipo di persona sono sin da quando Frank Lytalk
ha smontato la mia teoria..." mi disse debolmente e mantenendo lo
sguardo basso, tentando di fare la vittima della situazione, mentre io
stringevo i pugni, non accettando per niente quello che aveva appena
detto come una scusa.
"Puoi rendertene conto quanto vuoi, ma questo non ti renderà di
certo una persona migliore: come hai potuto anche solo pensare di
sfruttare le debolezze di un tuo vecchio amico SOLO PER UNA DANNATA
VITTORIA IN TRIBUNALE!?" sbraitai nuovamente, sbattendo le mie mani
sulla scrivania del tennista ed osservandolo dritto negli occhi, cosa
che lo intimorì non poco e lo fece indietreggiare, mentre vedevo
vari rivoli di sudore scorrergli sul volto, probabilmente spaventato
dal modo in cui lo stavo 'aggredendo'.
"... Se potessi tornare indietro nel tempo, farei di tutto per
cancellare quell'errore. E se proprio vuoi saperlo, non mi importa
più per niente di come andrà questo caso, ho anche detto
ad Hayes che per me poteva anche prendersi il giorno libero: tanto, non
importa cosa faccia, rimarrò un idiota ed un perdente che non
è capace di fare alcunchè nonostante un palese
favoritismo..." ammise facendo la vittima ed abbassando gli occhi,
fingendosi pentito. Se crede davvero che gli occhi da cucciolo lo
salveranno, allora è anche peggio di quanto pensassi...
"..." io mi calmai un pò, osservando con sguardo di sufficenza
il mio interlocutore e togliendo le braccia dalla scrivania, prima di
comunicargli "Sai, mi sto pentendo di averti dato quello schiaffo. Sei
talmente patetico da non meritarti nemmeno quello. Law ha avuto
un'altissima considerazione di te, voleva solo affrontarti in tribunale
con ognuno al massimo... ed invece, si è ritrovato di fronte un
codardo come te. Puoi anche tenerti le tue informazioni sulla RA
per quel che mi riguarda: non ho intenzione di rimanere qui con te un
minuto di più... e ritieniti fortunato che Law non saprà
quanto viscido tu sia."
Detto questo, mi voltai verso l'entrata della stanza, decisa ad uscire
senza nemmeno guardare quel rifiuto umano dietro di me, venendo
però fermata prima che potessi aprire la porta.
"... Aspetta. Puoi concedermi qualche minuto?" mi chiese il
procuratore, con voce debole e tono triste, facendomi quindi voltare ed
osservarlo con aria alterata.
"Non hai sentito quello che ti ho detto? Non mi interessa parlare con
te." gli ripetei, mentre Travis chiudeva gli occhi, rimanendo in
silenzio per qualche secondo prima di dirmi, con un pò
più di calma, "Ti chiedo solo un minuto. Visto che ti sei prega
la briga di venire
qui e mi hai ascoltato... sarebbe fin troppo scortese lasciarti andare
a mani vuote. Se sono notizie sull'RA che vuoi... le avrai."
"... E sia, allora. Ma non pensare che abbia deciso di perdonarti o
altro." dissi, lasciando la maniglia ed avvicinandomi a lui. Se davvero
vuole parlarmi della RA, tanto vale ascoltarlo...
"D'accordo..." mi disse quindi in risposta, prima di prendere la parola ed iniziare a darmi delle delucidazioni...
Quartiere Springside Hills
Casa di Law
22 Giugno
Ore 16:35
[Lauren]
Fuori la porta si trovava una donna con qualche anno più di me
(cinquantatré, precisamente), dai capelli color biondo chiaro
corti e pomposi (simili a quelli di Jessica Fletcher, la Signora in
Giallo) e gli occhi verdi, vestita con un lungo spolverino grigio con
sotto una giacca nera (abbottonata alla perfezione, come suo solito) ed
un paio di pantaloni grigio chiaro. Notai che le tasche dello
spolverino strabordavano di cose (riuscì ad identificare a
malapena qualche provetta, un righello ed una lente di ingrandimento)
anche se non ci badai troppo, essendomi abituata a vederla trasportare
un sacco di roba dietro.
"Buongiorno, Lauren. Purtroppo non penso di avere moltissimo tempo...
ma sono disponibile per darti quella mano di cui chiedesti. Ma prima...
attenta al caffè." mi rispose subito dopo, mentre si frugava
nelle tasche e cercava di 'sbirciare' dietro di me, osservando la
cucina (chiaramente visibile dall'entrata).
Al sentire le sue ultime parole io sgranai gli occhi, dicendo
semplicemente "Uh...?"... prima di accorgermi che avevo lasciato la
macchina in funzione per venti minuti, e che il caffè stava
strabordando in massa dalla macchinetta...
"Oh, diamine, giustoooooooo!!!" fu tutto ciò che dissi, andando
a chiuderlo tempestivamente, mentre dietro di me sentivo Samantha
sospirare e seguirmi, ormai abituata ai miei... piccoli incidenti.
Dopo aver contenuto la perdita di caffè ed essere (non so
nemmeno io come) riuscita a mettere la poltiglia nerastra liquida in
due tazzine, io e la madre di Jean ci sedemmo al tavolo, mentre io
fissavo imbarazzata il 'risultato' della mia distrazione.
"... beh... almeno un pò di caffè è rimasto..."
provai a dire, tentando di guardare al lato positivo della situazione.
Se mai ce ne fosse stato uno.
"1% di caffè. Il resto è solo acqua... o qualcosa che
credo sia acqua." analizzò ad occhio Samantha, che per come lo
stava osservando immaginai essere combattuta su se tentare di berlo o
conservarlo come esperimento scientifico...
"Antipatica. Provalo, almeno: si deve tentare tutto nella vita!" le
dissi subito dopo, cercando di spronarla a provarlo... anche per
assicurarmi che non fosse letale.
"Io te l'ho detto e te lo ripeto: se sei brava solo a fare la lasagna,
perchè non ti specializzi in quella? Nemmeno il caffè
riesci a fare..." mi disse allora la madre di Jean, continuando ad
osservare la strana roba nerastra.
"Non riesci proprio a capire, Samantha: per me è una battaglia,
io contro i miei elettrodomestici! E prima o poi, io riuscirò a
trionfare!" fu la mia risposta, sorridendo ed incrociando le braccia
con aria fiera, mentre la mia vecchia amica mi osservava come se fossi
pazza, sbattendo gli occhi un paio di volte prima di fare le spallucce.
"... Oooooook, come preferisci... ma poi non venire da me quando ti
dovranno ricoverare per intossicazione alimentare..." mi avvisò,
prima di allontanare un pò il 'caffè' da lei, senza
nemmeno guardarlo.
"... Se si potesse insegnare la noia, tu saresti la migliore
professoressa del mondo..." fu la mia successiva frase, mentre guardavo
di traverso la mia amica detective ed allontanavo a mia volta il
'caffè' da me. Mi spiace trattare così qualcosa che ho
fatto io... ma è meglio non rischiare.
"Eheh, lo prenderò come un complimento. Giusto per sapere,
però, Jean è passata qui per caso? E' da tutto il giorno
che non la vedo..." mi chiese quindi con interesse, probabilmente un
pò preoccupata per sua figlia nonostante fosse ormai un'adulta.
"Sì, è stata qui: sta lavorando insieme a Law ad un caso,
in questo momento... ed anch'io sto dando una mano." la rassicurai io
con un sorriso, mentre lei sospirava al sentirselo dire, per poi
sorridere a sua volta.
"Dovevo immaginarlo. Quella ragazza non sta proprio mai ferma..."
commentò l'investigatrice, con una piccola punta di orgoglio
nella voce.
"Beh, non che tu fossi meglio da giovane, mia cara detective Samantha
Watson..." le feci notare in risposta con un sorrisetto, mentre
Samantha mi guardava male di rimando.
"Sai bene che ho lasciato la polizia da anni: ora sono un'investigatore
privato." mi puntualizzò per la trentesima volta da quando aveva
abbandonato il suo precedente lavoro, prima di sospirare ed aggiungere,
sorridendo anche lei prima di aggiungere "Comunque, devo dire che i
nostri figli stanno davvero bene insieme. Chissà se..."
"Eeeeeeh, no: non credo diventeremo consuocere: sinceramente, penso che
Law veda Jean solo come amica, e non altro." replicai io,
preventivandomi di demolirle i sogni prima che andasse a pensare ai
nomi per i figli, o peggio, i nipoti.
"Eh, tutto suo padre allora: se non gliel'avessi fatto notare io,
probabilmente starebbe ancora a considerarti la sua 'migliore
amica'..." ribattè Samantha, osservandomi con sguardo fiero di
sè. Giuro che sarà la centesima volta che me lo rinfaccia
da quando mi sono sposata...
"E' proprio vero, Law ha preso quasi tutto da lui... persino la
distrazione quando è troppo focalizzato su qualcosa: doveva
portare un piatto di lasagna al suo capo e se l'è scordato qui,
così ho chiamato Colette per portarlo." dissi io, sorridendo
leggermente mentre pensavo alla dimenticanza di Law.
"... Hai DAVVERO intenzione di mettere Colette Trueman e Marvin
Grossberg nella stessa stanza? Le cose non finiranno bene..." mi fece
notare la mia vecchia amica, mentre io mi grattavo la nuca imbarazzata,
un piccolo tic che mio figlio aveva preso da me.
"Beh... in effetti... ma magari la lasagna riuscirà a placare la
situazione!" provai a dire per salvarmi la faccia, alzando un dito
verso il cielo mentre Samantha mi osservava confusa, e potei giurare di
aver sentito dei grilli in quello stesso momento...
"... Non lo farà, vero?" domandai in risposta senza cambiare
posa, mentre la mia amica si limitava ad annuire, mentre prendeva una
serie di provette dalla tasca e le ricontrollava, per poi rimetterle a
posto.
"Probabile." fu la sua semplice replica, conscia che era meglio non dicesse altro.
"... Meglio concentrarci sul motivo per cui ti ho chiamata, mi sa."
dissi, abbassando il braccio imbarazzata e cercando di ricompormi.
"Mi sa di sì, mi sa. Allora, dimmi tutto: mi hai accennato che
ti servono informazioni per cercare qualcosa, giusto?" mi chiese allora
la mia amica interessata, incrociando le braccia e guardandomi con
curiosità.
"Sì. Beh... hai mai sentito parlare della Revenge Association?"
le domandai quindi, sperando che già sapesse qualcosa... ma la
sua reazione fu qualcosa che non mi sarei aspettata mai da lei.
"..." non ricevetti alcuna replica alla mia domanda, in quanto Samantha
mi stava osservando con gli occhi sgranati, senza dire una parola.
"Samantha...?" domandai preoccupata, alzandomi ed avvicinandomi a
lei... ma prima che potessi domandarle cosa ci fosse che non andasse,
ella si alzò di scatto dal suo posto, facendo attenzione che
nulla le cadesse dalle tasche mentre lo faceva.
"Scusami... non mi va di parlarne." mi disse in risposta, voltandosi ed
avviandosi verso la porta mentre mi comunicava, frettolosamente e con
un tono che non mi sembrò per niente onesto "Ora devo scappare,
ho un impegno molto importante... scusami se non sono stata d'aiuto."
E detto questo, la mia amica uscì dalla porta, lasciandomi sola
nella cucina, confusa e con più interrogativi di prima.
In tanti anni in cui l'ho conosciuta, non aveva mai, mai fatto una cosa del genere. Per quale motivo ha reagito così...?
*********************************************************************************
Purtroppo il frammento di Travis e Jean si è preso così
tanto spazio che ho dovuto postporre Law e Denise al prossimo capitolo,
che concluderà la fase investigativa. Mi scuso parecchio per il
problema.
Ringrazio molto Renna per la mano datami in vari punti del capitolo, e
Rowelence per il permesso datomi di usare Alexander Byrgas, il
procuratore della sua storia 'Justin Shield: Ace Attorney'.
Gli altri procuratori sono di proprietà dei seguenti autori (solo citati non avendo avuto il permesso di utilizzarli):
Vilks Fiercenger (c) Darklance
Ivan Fridman (c) Synkro
Aurore Rayonner (c) Unamuno
Henry Edgeworth (c) Lust
Raye Doom invece appartiene a The Shadow ed alla sua storia 'Wolf
Lonnie Ace Attorney: Fighting for Truth', parte della serie 'Case: WL-0
- World of Lies'. Thomas Lonnie, Ayane Taubey e Wolf Lonnie, insieme al caso AAT-5
menzionato, provengono dalla stessa storia. Veronika Mausmalm/Nina Wolf, la citata figlia ed Hector Muscleman appartengono anch'essi a lui. Amelie Person e Jak Bernard sono invece proprietà di Renna e della sua storia 'Eyes, Lies & Trusting Times', non disponibile su questo sito.
Detto questo, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, e do a tutti appuntamento al prossimo!
EDIT: Aggiunta una sostanziale menzione alla storia 'TuMour' di The Shadow, storia scritta da lui in cui Travis è stato il procuratore incaricato delle indagini: lo ringrazio enormemente per avermi aiutato ad espandere il personaggio di Travis e per aver giustificato molti suoi comportamenti durante questo caso stesso. Se siete interessati alla lettura del caso, basta contattare me o The Shadow privatamente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 30 *** Capitolo 29: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 6) ***
LTAA30
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 29: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 6)
Global Studios
Ingresso
22 Giugno
Ore 16:51
[Lawrence]
... Sigh...
E' già una ventina di minuti che vago per gli studi insieme alla
signora Neseira, ma ancora non sono riuscito a trovare nulla.
Immaginavo che questo secondo giro di indagini non avrebbe portato a
molto, ma ammetto che speravo di poter trovare almeno una prova...
anche perchè per qualche motivo la polizia non si trova qui,
adesso. Mi chiedo che cosa stia facendo Travis, adesso... ed anche
Jean...
"Ahahahah, dai, su con la vita! Non c'è bisogno di fare un muso
così lungo, o rischi di perderlo per strada!" cercò di
confortarmi l'adulta, ed ammetto che al sentire il suo ennesimo modo di
dire 'reinterpretato' mi scappò un sorriso, che però non
durò molto prima che io tornassi serio.
"Eh... grazie, signora Neseira. Apprezzo i suoi tentativi di
confortarmi, ma non è esattamente quello che mi serve..." le
dissi quindi in risposta, sperando di non suonare troppo scortese nel
dirlo.
"Oh, ma io so cosa ti serve! Sai, stavo giusto cercando un ragazzo che
mia figlia potesse frequentare, visto che è sempre giù di
morale e vorrei aiutarla a de-deprimersi, e tu mi sembri essere
l'ideale per lei! Magari potreste de-deprimervi a vicenda!"
affermò con aria risoluta Denise Neseira, mentre io la osservavo
sconvolto ed arrossendo vistosamente dopo ciò che aveva detto.
... EH!?
"C-cosa? Signora Neseira... ecco... vede..." provai a dire, balbettando
ed imbarazzato, senza sapere come ribattere alla 'proposta di
matrimonio' appena offertami... ma fortunatamente, prima che la signora
Denise piotesse riprendere l'argomento...
"Oh, signor Onda Mariiiiiiiiiinaaaaaaaah!" sentìi da dietro di
me, riconoscendo la voce (e l'epiteto con cui si era rivolto a me) e
ringraziandone il proprietario mentalmente per avermi salvato da quella
situazione.
In risposta, mi voltai di spalle, trovandomi davanti, come immaginavo,
il signor Vising, ancora nel suo costume da Mr. Monkey e gettando
voltantini ovunque e senza motivo.
"Uh, Signor Vising...? E' successo qualcosa?" domandai quindi in
risposta, mentre il distributore di volantini si bloccava sul posto,
fermando anche la sua tempesta cartacea contemporaneamente.
"Oh, niente! Stavo distribuendo volantini per il prossimo show dei
Global Studios, quando questo ragazzo mi ha consegnato delle lettere da
darle!" mi spiegò, per poi estrarre una serie di buste bianche
aperte, su una delle quali vi era scritto 'Per Remy', e sull'altra 'Per
Arwin'.
"Un ragazzo...? Giocherellava con un cellulare in mano, per caso?"
domandai, immaginando che Frank volesse darmi l'ennesimo aiuto... anche
se speravo sinceramente che non si trattasse di lui: non mi piace
pensare male degli altri, ma il suo atteggiamento si sta rivelando
oltremodo sospetto...
"No, non lui! Era un ragazzo con degli occhialoni spessissimi e l'aria
distratta! Mi pare si chiamasse... Dave qualcosa! Gli avevo dato anche
un volantino, sono sicuro ci fosse anche ieri!" mi disse quindi in
risposta, riflettendo sul nome mentre frugava nella sua borsa,
probabilmente alla ricerca di altri volantini. Mi chiedo quanti ne
abbia lì dentro...
Uh...? Ma allora... è Dave Horace? Per quale motivo mi avrebbe
fatto consegnare quelle lettere...?" mi chiesi, mentre osservavo le due
lettere. So chi sia Remy... ma chi diamine è 'Arwin'? Immagino
che possa essere il nome di quella persona che ho visto... ma non ho
alcun modo per dimostrarlo. Forse avrei dovuto prendere una foto di
quel momento...
"Ahahahah, non farti così tanti problemi! A caval donato non si
guarda in bocca, a meno che non debba fare la visita dentistica!"
affermò quindi la signora Neseira rispondendo al mio
interrogativo, tirando fuori l'ennesima sua reinterpretazione di un
qualche modo di dire.
... Questa donna guadagnerebbe molto a scrivere libri di barzellette. E non sto scherzando.
"Beh... grazie mille, signor Vising, sono sicuro che queste lettere ci
saranno molto utili al processo... e se lo vede, ringrazi parecchio
Dave da parte mia." dissi quindi, sorridendo al pubblicitario e grato
di aver ricevuto qualche altra prova utile per il processo.
"Non si preoccupi, sarà fatto! Però... vorrei chiederle
un piccolo favore, se è possibile..." mi chiese quindi,
osservandomi con serietà e con una serie di volantini in mano.
"Uh...? Di cosa si tratta?" domandai, confuso ed un pò curioso
di sapere cosa volesse da me, mentre Vising si schiariva la voce, con
aria imbarazzata.
"Beh... vede, mi hanno dato un migliaio di volantini da distribuire
entro sera... e nonostante sia il miglior volantinatore sulla
piazza, non credo di riuscire a farcela... non è che potreste
prenderne duecento o trecento e distribuirli da qualche parte? Ve ne
sarei molto grato! Potrei anche raccomandarvi per il club dei
distributori di volantini!" mi chiese quindi, osservandomi con aria
triste, e chiaramente bisognoso di aiuto per il suo compito.
... Errr... perchè deve chiederlo proprio a me? L'unica volta in
cui ho dovuto distribuire dei volantini è stato per la scuola
quando avevo dieci anni... e Travis aveva scarabocchiato su tutti i
fogli per scherzo e mi sono beccato una bella punizione... e non vorrei
ripetere l'esperienza.
"Ehm... sarei felice di aiutarla, ma adesso avrei una cosa da fare...
magari un'altra volta, d'accordo?" provai a dire, tentando di tenermi
fuori dalla questione, ed in risposta Vising sgranò gli occhi,
perdendo la presa sui suoi volantini e riafferrandoli rapidamente,
chiaramente non aspettandosi una risposta simile da me.
"... Aw... e va bene... il povero Albert Vising dovrà continuare
il suo lavoro solo e triste..." disse con tono abbattuto e sconfitto
Vising, mentre i fogli che teneva in mano si ammosciavano mentre lui
stesso abbassava la testa (e non ho idea di come abbia fatto),
guardandomi con occhi speranzosi... e ammetto che a vederlo così
non mi andava di deluderlo...
Avrei accettato di aiutarlo a quel punto, ma fortunatamente la mia
collega si mise in mezzo, osservando il volantinaro e suggerendogli "Se
i volantini sono duecento, allora chieda a duecento persone di
distribuirne uno a testa e forse andrà meglio, ahahahahah!!!"
"Uh... In effetti non suona male come idea... crede davvero che
funzionerebbe?" domandò quindi Albert, in qualche modo trovano
buona l'idea della donna, ed attendendo la risposta con trepidazione.
"Non c'è modo di scoprirlo se non lo si prova! In bocca al lupo
ed attento ai succhi gastrici, ahahahah!" lo incoraggiò quindi
la signora Neseira, e sinceramente non riuscivo a capire se fosse seria
o stesse scherzando.
"D'accordo allora, farò del mio meglio! Tremate, cittadini,
Albert Vising sta arrivando a reclutarviiiiiihhhh!!!" disse quindi
Albert, mentre volava via alla velocità della luce per mettere
in atto il piano pensato dalla mia collega.
... Non pensavo che l'avrebbe fatto sul serio. Il mondo mi stupisce ogni giorno di più...
Mi voltai quindi verso l'adulta, dicendole mentre mi grattavo la nuca
imbarazzato "... la ringrazio davvero, signora Neseira. Non so
cos'avrei fatto se lei non fosse stata qui..."
"Ahahahah, non preoccuparti! Ad ogni modo, che ne diresti di provare a
dare un'occhiata alla scena del crimine? Magari alla prima indagine ti
sarà sfuggito qualcosa!" suggerì quindi la mia assistente
temporanea, senza però diventare più seria di quanto
fosse prima.
Anche se ha ragione riguardo al fatto che forse sarà sfuggito
qualcosa... soprattutto perchè ero alla Clinica Hotti in quel
momento e Jean ed Hayes hanno indagato al posto mio... anche se
effettivamente non sarebbe una cattiva idea andare a vedere la scena
del crimione di persona...
Decisi quindi di annuire, dicendo "D'accordo, signora Neseira,
andiamo!", prima di dirigermi insieme alla mia collega verso lo Studio
3, sperando di riuscire a trovare qualcosa che potesse aiutarmi a
comprendere chi fosse il vero colpevole di questo caso.
[???]
"Non ritieni di stare aiutando troppo quell'avvocato? Penso che come
azione rischi di essere controproducente a lungo andare... non che mi
interessi, ma volevo avvertirti."
"Nah. Alla fine sta facendo esattamente ciò che voglio. E poi,
devo dire di essere interessato a lui... ma è ancora acerbo,
deve maturare ancora parecchio prima di esserci utile... e penso che
dargli qualche spinta nella giusta direzione sia il modo migliore per
accelerare il processo."
"... Davvero sicuro di voler continuare così? La RA è cambiata parecchio dai tempi di Heidi..."
"... non citare quella bastarda. Sono io il capo della RA adesso, e non
mi interessa come andassero le cose prima di me: per quanto mi
interessa, 'Heidi' può marcire all'inferno."
"Molto rude, vedo... anche se, visti i tuoi trascorsi con lei, posso immaginare bene i motivi del tuo astio..."
"... Vaffanculo."
"E' tutto quello che sai dirmi? Credevo che mi avresti risposto con qualcuna delle tue battutine pronte..."
"... Ti ucciderei se non fossi così dannatamente utile e se non
mi servissi. Ora va via, non mi va di passare più tempo del
necessario con te, specie se hai intenzione di farmi tornare in mente
brutte esperienze."
"Eh eh... d'accordo, signor Derek Ness."
"... Non chiamarmi così. Non devi usare quel nome fuori dal nostro quartier generale."
"Come preferisci... ci vediamo, allora."
"Va a quel paese, e non tornare più."
Procura
Ufficio di Travis Harley
22 Giugno
Ore 16:57
[Jean]
"Allora? Cos'hai da dirmi sulla Revenge Association?" domandai con
impazienza, sperando che il mio interlocutore decidesse di farla breve
così da potermene andare il prima possibile.
"Beh... prima di tutto, vorrei specificare che fino a questo momento ci
ho avuto un solo contatto diretto: per il resto quel che so è
solo per via di investigazioni effettuate da Hayes e dalla procura." mi
puntualizzò quindi Travis, prendendo l'ennesimo sospiro dopo
aver detto l'ennesima scusa per farsi sembrare innocente, per poi
iniziare a darmi delle informazioni che davvero mi interessavano.
"Non siamo sicuri di quando la Revenge Association sia stata fondata,
ma la prima menzione dell'esistenza di tale associazione è stata
ottenuta durante le indagini di quello che è tuttora
classificato come Caso EL-2. Tutte le informazioni sono strettamente
riservate e non ho mai avuto modo di prenderne visione. Abbiamo
però abbastanza informazioni riguardo il loro generale modus
operandi." iniziò a dirmi, mentre io riflettevo sulle sue parole.
Il Caso EL-2... Un altro di quegli strani casi siglati, come il DL-6,
l'SL-9, l'AAT-5 ed il GG-7... Questa è una garanzia che,
qualunque cosa sia successa, deve essere stato qualcosa di grosso ed
importante. Finite le indagini devo cercare di avere più
informazioni al riguardo...
Mentre io riflettevo su tale dettaglio, decisi di prendere la parole,
dicendo all''amico' di Law "Questo lo hai già detto durante
l'udienza: generalmente danno un recapito o un biglietto come quello
che Dave ha mostrato e poi, se contattati, aiutano ad organizzare un
omicidio per il 'cliente', giusto?"
"Corretto. Ti vedo parecchio più calma adesso, però, se
posso dire..." affermò quindi Travis, con un lievissimo sorriso
sul volto, mentre io lo guardavo male in risposta, non apprezzando
ciò che aveva appena detto.
"Non farti illusioni: è solo che quando ragiono preferisco
essere concentrata sulla materia. Non credere neanche per un secondo
che io ti abbia perdonato." replicai, ferma e seria, facendo scomparire
quella falsissima espressione dal volto del procuratore, che
tornò immediatamente a fare la vittima, abbassando lo sguardo.
Se vuole fare tanta scena, perchè non si mette anche a piangere?
Magari avrebbe più effetto così...
"... Giusto, scusa. Ad ogni modo, quel che ti sto per dire è
estremamente riservato e non dovrà DAVVERO uscire da questa
stanza... posso fidarmi di te per questo?" mi domandò,
osservandomi con tutta la serietà che poteva avere, mentre io
sospiravo seccata, non capendo perchè si ostinasse ad
interrompere la discussione in questo modo per domandarmi cose inutili.
"Al massimo lo dirò a Law, ma per il resto puoi stare tranquillo
che nessuno lo saprà: è la cugina di Law che lavora ad un
giornale scandalistico, non io." dissi quindi in risposta, tanto per
togliere di mezzo la domanda una volta e per tutte.
"Ah, giusto, Colette... avevo letto qualche suo articolo ogni tanto.
Tra parentesi, come sta? E' da un bel pò che non la vedo..." mi
chiese quindi il procuratore, guardandomi con un misto di
curiosità e nostalgia.
"Oh, beh, sta piuttosto bene, di recente ha vinto la gara di
pattinaggio della contea per l'ennesima volta e... ehi, non deragliare
l'argomento!" dissi io, per un momento cadendo nel suo trucco e
dimenticandomi dell'argomento della discussione, prima di ricordarmi
del motivo per cui ero qui. Bel tentativo Harley, ma non funziona
così qui.
"Ehm... mi spiace, ero solo curioso." mi disse quindi, iniziando a
giocherellare con le dita nervosamente mentre copriva la sua sporca
tattica, prima di schiarirsi la voce e riprendere a dire cose utili
invece di chiacchere, partendo con "Comunque, una cosa peculiare della
Revenge Association è che i vari membri non solo contattano i
clienti personalmente, ma lo fanno mantenendosi anonimi e, soprattutto,
non richiedono un compenso a meno che il cliente non lo voglia dare.
Questo almeno da quel che abbiamo scoperto da alcune persone contattate
dal gruppo."
... Uh? Questo è molto strano... e sinceramente non lo avrei mai immaginato.
"Non richiedono un compenso? Mi pare difficile crederlo. Perchè
dovrebbero organizzare omicidi per altri gratis? E soprattutto, non
corrono il rischio che qualcuno li faccia scoprire?" domandai quindi a
raffica, volendo questi buchi tappati il prima possibile con
informazioni veritiere.
"Immagino che la RA monitori la situazione di determinate persone per
un certo periodo di tempo, per poi avvicinarle quando sono al picco
della rabia o della disperazione... momenti in cui non rifiuterebbero
un'offerta simile, e probabilmente ricompenserebbero adeguatamente
qualcuno che li aiutasse ad eliminare una persona che vogliono morta. E
non sottovalutare l'animo umano: per quanto una persona possa apparire
buona all'apparenza, non è detto che effettivamente lo sia e non
covi rabbia e rancore dentro di sè..." mi disse con aria seria,
come se avesse avuto esperienze personali in merito... ah, sì,
che sbadata. Le ha avute. Lui verso Law.
"Tu dovresti conoscerlo meglio di chiunque altro, in effetti." gli
rinfacciai, non volendo che pensasse gli stessi parlando cordialmente e
fosse tutto a posto.
Travis in risposta mentenne il suo sguardo da morto verso il suolo,
dicendo debolmente "... Già.", prima di rialzare lo sguardo e
riacquistare la sua dignità, spiegando "Comunque, anche se
volessero denunciarli, la Revenge Association ha vari modi per rendersi
inattaccabile: come ti ho già detto, sono loro ad avvicinarsi ai
loro clienti, ed ogni biglietto contiene un recapito ed un'e-mail che
funzionano solo una volta prima di essere disattivate. Oltretutto vi
sono un centinaio di siti falsi sulla RA, virtualmente indistinguibile
da quello ufficiale, ed anche cercando di hackerarli non è
possibile risalire al creatore della pagina."
"Non contattano solo i loro clienti, però: hai accennato al
fatto che la RA ti ha fatto pressione per questo caso, giusto?"
puntualizzai, osservando con sguardo inquisitore la persona di fronte a
me, la quale annuì con sguardo mesto.
"Mi stupisce che la chiami ancora 'pressione', dopo aver sentito
ciò che ti ho detto..." disse quindi con tono (di sicuro
falsamente) triste il procuratore tennista, mentre io incrociavo le
braccia e sospiravo nuovamente, non potendone più delle sue
interruzioni.
"Preferisco non pensarci, e gradirei parecchio se anche tu andassi
avanti e non perdessi tempo ogni cinque secondi." dissi esplicitamente
e con tono seccato, rendendo chiaro che non avrei apprezzato altre
interruzioni inutili.
Harley mise le mani di fronte a sè, dicendo semplicemente con
tono difensivo "Ok, ok...", prima di riprendere il discorso affermando
"Comunque... sì, la RA mi ha contattato: ho ricevuto un
biglietto anonimo scritto al computer, che mi intimava di condannare
l'imputato... e per i motivi che ti ho detto, ho deciso di cogliere la
palla al balzo e approfittarne per poter finalmente vincere. Tuttavia,
c'è dell'altro."
"Uhm?" feci io, interessata a sapere di questo 'altro'. Ammetto che
finora Travis si sta rivelando parecchio utile... e spero che continui
ad esserlo.
"Quando sono tornato qui nel mio ufficio, ho trovato un altro biglietto
anonimo... e questo diceva soltanto 'Segua il corso del caso, se vuole.
Ne beneficieremo comunque.'. Non so sinceramente se sia per la mia
incompetenza nel caso o per altro... anche se sono quasi sicuro che sia
per colpa mia." affermò quindi, tornando nuovamente in 'emo
mode' alla fine della sua frase.
E che pizza, oh! Basta, eh, non ho intenzione di bloccarmi ogni santa
volta che si sente giù di morale. Per che mi ha preso, un
distributore di abbracci?
"Molto strano... non capisco poi cosa intendano con 'segua il corso del
caso', oltretutto. Cosa potrebbe voler dire?" chiesi mantenendo la
calma e fregandomene altamente della sua crisi depressiva.
"Ritengo sia perchè possono prevederne il risultato, avendo
creato la scena del crimine in sè... o magari qualcosa ha
cambiato i loro piani, appunto. Io te l'ho detto comunque, non ho
intenzione di vincere più per questo processo. Tanto, Law
avrebbe vinto anche se mi fossi impegnato..." mi confessò il
procuratore, sospirando nuovamente e con gli occhi lucidi, mentre io
stringevo i pugni, non potendone più di sentirlo lamentarsi in
questo modo.
"Piantala di fare la vittima: se davvero vuoi dare un senso alle tue
parole, allora prova a dare a Law la sfida che avrebbe voluto, tu
contro di lui entrambi al vostro massimo. Non ti perdonerei di certo
per questo e sinceramente non penso lo farò mai, ma almeno
così dimostreresti di non essere TANTO viscido..." gli
consigliai, senza essere realmente interessata a ciò che stavo
dicendo, volendo solo che andasse al sodo.
"... Dici sul serio?" mi domandò quindi, asciugandosi gli occhi
prima di piangere ed osservandomi impaziente, volendo probabilmente una
conferma.
"Vedi tu: puoi fare come vuoi per quel che mi riguarda, tanto non mi
tocca la cosa." dissi quindi io, dicendogli cosa pensavo in tutta
sincerità.
"... Grazie, grazie davvero..." mi ringraziò, sorridendomi
ancora una volta. E basta... perchè non la smette di essere
così ripetitivo e non si da una mossa a parlare?
"Sì, sì. Allora, hai altro da dirmi o abbiamo finito?"
domandai, anche se arrivati a questo punto pensavo che fossimo giunti
alla conclusione del discorso.
"Non so molto altro, mi spiace. Spero perlomeno di aver aiutato a
risolvere qualche tuo dilemma così..." mi disse quindi, e notai
che (finalmente!) aveva smesso di stare giù di morale ogni
secondo, e sembrava anzi parecchio serio nel parlare, molto più
di quanto fosse prima.
... Che diamine gli avrò detto per farlo sentire così?
Gli ho solo detto qualche frase di circostanza trita e ritrita... beh,
meglio per me, non dovrò continuare a sentirlo lagnare.
Detto questo, osservai a mia volta con serietà il procuratore,
iniziando poi a ragionare a mia volta, dicendogli"Qualcuno. Quindi, se
ho capito bene, la RA è stata notata per la prima volta tramite
il Caso EL-2, non può essere contattata se non lo vuole
l'associazione stessa, fa pressione sui procuratori incaricati delle
indagini (anche se immagino che questo possa essere un punto debole:
dopotutto, significherebbe confermare che la RA E' coinvolta nel caso,
anche se sarebbe sicuramente difficile dimostrarlo effettivamente o
incolpare qualunque membro per complicità nel delitto. Direi che
ciò venga fatto solo e solamente quando c'è il rischio
che il prosieguo del caso non arrivi alla conclusione sperata, o che
almeno alcuni procuratori facciano segretamente parte della Revenge
Association.) ed ogni sistema di contatto è monouso ed
inaccessibile. E' tutto corretto?"
"Direi di sì... ed ottimo ragionamento, signorina Watson, ha
davvero una mente fine..." si congratulò quindi Travis,
sorridendomi e facendomi arrossire dall'imbarazzo. Non mi aspettavo di
certo un complimento da parte di un tipo come lui...
"Ehm... non cerchi di adularmi, procuratore. L'ho detto solo per fare
mente locale." dissi quindi io, scuotendo la testa e cercando di farmi
passare quel rossore dal volto, mentre Travis prendeva la sua pallina
ed iniziava a lanciarla in aria con la mano, senza però ancora
usare la racchetta, sorridendo... un sorriso che notai essere sincero,
per quanto cercassi di convincermi del contrario. O è un
grandissimo attore, oppure davvero si è sentito meglio. Non che
mi interessi molto...
"Giusto... comunque sì, direi che è tutto quello che so.
Spero che vi possa essere utile in qualche modo, se non al processo
attuale, almeno in futuro." mi disse allora il procuratore Harley,
mentre io anuivo, senza mostrare nessuna emozione in particolare, anche
perchè non volevo che si facesse più strane idee di
quante se ne fosse già fatte.
"Se incapperemo nuovamente nella Revenge Association, penso che queste
informazioni potranno esserci immensamente utili." dissi quindi io,
prima di alzarmi e voltarmi verso la porta, come stavo facendo prima
che il pubblico ministero mi dicesse che voleva darmi informazioni
sulla RA.
"Beh... io devo andare, adesso. Beh... grazie per le informazioni,
allora. E buona giornata." dissi quindi io, mentre mettevo la mano
sulla maniglia e mi preparavo ad uscire dalla porta, augurandogli buona
giornata più per educazione che per altro.
"Buona giornata... e grazie mille per tutto..." mi disse quindi con
tono cordiale il procuratore, mentre io aprivo la porta ed uscivo,
chiedendomi tra me e me "E di cosa?", prima di abbandonare la Procura e
dirigermi verso i Global Studios per ricongiungermi con Law.
Global Studios
Interno Studio 3
22 Giugno
Ore 17:14
... Come immaginavo, la scena del crimine è estremamente difficile da analizzare a causa dell'incendio.
L'interno dello Studio 3 è esattamente come Jean l'aveva
descritto e la foto lo ritraeva: completamente bruciato, con vari
attrezzi di scena distrutti o crollati al suolo (e notai di fronte a me
lo stesso riflettore che mi era caduto in testa ieri... a ripensarci mi
sento la ferita dolorante...), con una sagoma per terra che ritraeva la
posizione nella quale Steve Arwen era stato trovato e con il riflettore
posto sopra di essa.
Ammetto che stare qui, soprattutto essendoci stato l'ultima volta
quando l'incendio era ancora in corso, mi fa venire un pò i
brividi... ma non devo pensarci. Spero solo di poter trovare qualcosa
che possa essermi utile adesso...
"Ahahahah, è tutto bruciacchiato qui! Probabilmente si saranno
scordati il forno acceso!" sentenziò la signora Denise,
osservandosi attorno con curiosità.
"Ehm... sì, forse, signora Neseira... comunque, che ne direste
se ci dividessimo? Io cerco nel lato destro dello Studio, lei in quello
sinistro. E' d'accordo?"
"D'accordo! Cercherò nel lato sinistro di questo sinistro
studio, ahahahah!" affermò quindi la mia collega più
anziana, correndo ad analizzare ogni piccolo anfratto dell'area a lei
assegnata.
Io iniziai a fare lo stesso nel mio lato, assicurandomi di controllare
ogni oggetto ed angolo almeno due volte per essere sicuro di non
tralasciare nulla.
Dopo una ventina di minuti di ricerche, però, nè io
nè la signora Neseira avevamo ancora trovato nulla che non fosse
irriconoscibile o scollegato al caso, ed a parte un messaggio di Jean
che mi confermava che aveva finito con il suo servizio e che sarebbe
arrivata da me entro una mezz'oretta, non era successo nulla di
effettivamente importante.
Sospirai, affranto ed in segno di resa, per poi voltarmi verso la mia
'partner' investigativa, dicendole "Grazie davvero, signora Neseira, ma
non penso proprio che trovere..."
Prima che potessi finire la mia frase, però, mi trovai di fronte
l'adulta che mi sventolava qualcosa in faccia, dicendomi con la sua
solita giovialità "Ta-daaah! Ho trovato una prova meglio di quel
Pierrot che piace tanto a Reesy, ahahahah!"
... Pierrot? Forse vorrà dire 'Poirot', il detective belga di
Agatha Christie... ed immagino che 'Reesy' sia la sua famosa figlia...
Prima di continuare la mia riflessione su tutto ciò che la
signora Denise mi stava comunicando di sè stessa e sua figlia,
diedi un'occhiata alla prova che l'altro avvocato mi stava mostrando:
era una semplice bottiglia d'acqua, parzialmente bruciata e liquefatta
sul lato sinistro e verso il collo, ma fortunatamente notai che almeno
la parte in cui normalmente verrebbe afferrata era sostanzialmente
integra, e la signora Neseira aveva avuto l'accortezza di prendere la
prova con un fazzoletto, il modo da non contaminarla con le sue
impronte.
Nonostante potessi comprenderne l'ultilità, mi chiesi comunque
"... Una bottiglia d'acqua? Non credevo ce ne sarebbero state... non in
questo stato, perlomeno."
"Ahahahah, magari qualcuno aveva sete e l'ha lasciata qui! Anch'io
terrei un pò d'acqua con me, se finissi dentro un incendio!" mi
disse quindi la signora Neseira, mentre mi 'consegnava' la prova ed io
la osservavo nelle mie mani, ripensando a ciò che mi aveva
appena detto.
... Io non penso che farei una cosa così. Anche se dopo tutti i
suoi commenti, da questa donna mi aspetterei di tutto e di più...
"Penso che forse possa essere utile, come una forchetta al ristorante!
In un mio caso di tentato avvelenamento una volta erano rimaste le
impronte su una bottiglia di questo tipo, proprio nella parte intatta!
Ed è stato scoperto che erano quelle del colpevole... peccato
che mi ero scordata di portare la bottiglia alla prima udienza,
ahahahah!" mi disse quindi, rimembrando del suo passato caso... mentre
io sgranavo gli occhi al sentire le sue parole.
... Come diamine ha fatto a scordarsi di portare una prova!? Credevo
che i Registri Processuali fossero affidabilissimi per mantenere le
prove... o magari si è semplicemente scordata di metterla
all'interno. In ogni caso, mi sembra davvero strano... spero solo che
poi sia riuscita a risolvere quel caso.
Hm... comunque, ora che ci penso, mi sembra di aver visto dei distributori di bevande mentre arrivavamo qui...
...! Vuoi vedere che...
... Se ho ragione, potrei riuscire a fare un grosso passo avanti nelle
indagini... anche perchè il punto in cui pare averlo trovato la
signora Neseira è quello che presenta i segni più gravi
dell'incendio...
"Direi che questa prova può bastare per il momento, grazie
davvero per la mano, signora Neseira." la ringraziai con un sorriso,
prima di affermare rivolto a lei "Se vuole, possiamo andare a cercare
quel regalo per sua figlia adesso, anche se dovrei prima chiedere una
cosa all'entrata..."
"Ahahahah, va bene allora! Sono sicura che a Reesy piacerà
ricevere qualcosa da parte di un ragazzo gentile ed educato come te!"
mi replicò, sbattendo le braccia e facendo per l'ennesima volta
tintinnare i bracciali, mentre io arrossivo oltremodo alle sue parole.
"N-non è un regalo! La sto solo aiutando a cercarne uno!"
ribattei, aggiustandomi il colletto per distrarmi un pò dai
pensieri che la mia collega mi stava mettendo in testa.
"Ahahahah, come dici tu! Ora andiamo, più veloci della
bolletta!" disse quindi lei, prima di avviarsi a passo lento verso
l'uscita, con me che la seguivo a ruota.
... Forse intendeva dire più veloci della luce... anche se sinceramente non si direbbe, per come ci stiamo muovendo...
Global Studios
Negozio di Souvenir
22 Giugno
Ore 18:12
Dopo essere passati al cancello all'entrata (dovevo chiedere se
fosse possibile avere una foto dalla telecamera di sicurezza per
controllare una cosa... ed è stata molto più dura di
quanto credessi: mi sono dovuto sorbire dieci minuti di discussione
della guardia di sicurezza, Wendy Oldbag (che ricordavo aver visto
già in qualche processo di Phoenix Wright), per poi vedermi
negato il permesso di ottenere la foto: per fortuna, sono riuscito a
convincerla dandole una fotocopia dell'autografo di Steve Arwen, presa
dal blocchetto che mi aveva dato Cody, riuscendo ad avere la mia
agognata prova) io e la signora Neseira entrammo nel negozietto di
souvenir verso l'uscita dei Global Studios, un piccolo negozietto
strapieno di gadget, portachiavi, peluche, francobolli ed altre simili
ammenità, tutte dedicate alla meta-serie del Samurai.
Notai poi che vi erano anche molti oggetti relativi al reboot della
serie... anche se immagino non sarebbero rimasti in vendita per molto,
considerato ciò che era successo alla star della storia...
Immediatamente, iniziai ad ispezionare tutti gli scaffali, venendo
colto da un'incredibile nostalgia al vedere i gadget delle prime serie,
con varie action figures del Samurai d'Acciaio in battaglia contro il
Giudice Oscuro che riproducevano vari episodi della serie televisiva
(episodio 17, 34, 51 ed il film non-seriale, precisamente!).
Avrei continuato allegramente il mio viaggio lungo il viale dei
ricordi, se la signora Neseira non mi avesse chiamato, dicendomi
"Ahahahah! Questo pupazzetto è buffissimo! Sono sicura che
farebbe piacere anche a Reesy averne uno! Tu cosa ne pensi?", facendomi
voltare... ed osservare inorridito ciò che aveva preso in mano.
Era una sorta di versione bebè del Samurai d'Acciaio, con la
pelle grigia e metallica e due sfere bianche senza pupille al posto
degli occhi, con dei ciuffi di capelli neri sulla fronte, ai lati, ed
quello pseudocodino giapponese a sfera che non ho mai capito come si
chiamasse (dovrei fare una ricerca in proposito, prima o poi...), con
un ciuccio giallo in bocca e vestito con un body giallo a striscie
rosse ed un bavaglino azzurro al collo.
Lo conoscevo bene... era l''Infante di Ferro', o come si
chiamava... il figlio della Principessa Rosa e del primo Samurai
d'Acciaio. L'ho sempre trovato parecchio inquietante e troppo
realistico per il suo aspetto... ed anche per via del concetto
dietro la sua creazione avevo definitivamente deciso di darci un taglio
con la serie del Samurai.
Se fosse stato per me, non l'avrei mai consigliato a nessuno... ma se
questa 'Reesy' assomiglia anche solo vagamente a sua madre ed ha
bisogno di 'de-deprimersi', penso che forse come regalo potrebbe anche
andare... o almeno spero.
"Beh... perchè no...? Penso che si possa fare un tentativo..."
suggerì io, prima che la signora Denise iniziasse a sbattere le
braccia in direzioni casuali come al solito, perdendo anche la presa
sul bambolotto (che fortunatamente riuscì a prendermi prima che
si rompesse o, peggio, rompesse qualcos'altro, tuffandomi per terra ed
afferrandolo poco prima che sbattesse a terra... e notando con mio
grosso dolore che l'Infante era EFFETTIVAMENTE di ferro.).
"Ahahahah, che galante che sei! Con questo regalo inizio a sentirmi
già una nonna!" commentò quindi con la sua solita
giovialità, mentre io mi alzavo da terra, consegnando il
pupazzetto del neonato e sfregando le mie povere mani indolenzite,
cercando di non pensare al dolore che stavo provando in quel momento.
... mamma mia, sto iniziando a temere che faccia sul serio con il
volermi far sposare sua figlia... spero proprio di starmi sbagliando...
Dopo questo piccolo episodio, la signora Denise pagò il
bambolotto... anche se le servì un piccolo (... grosso, a dire
il vero) contributo economico da parte mia, svuotandomi le tasche se
non per l'abbonamento dell'autobus.
Fatto questo, ci avviammo all'uscita e la salutai lì, per poi
venire aggredito da una furiosa Jean in attesa, apparentemente
arrabbiata per qualcosa successole prima e per avermi dovuto attendere
tanto prima che io uscissi.dai Global Studios.
Dopo che si fu calmata e potemmo avere una normale conversazione, la
informai delle prove che avevo trovato e delle mie teorie, mentre lei
mi diceva di aver trovato succose informazioni che mi avrebbe detto a
fine caso, a meno che non si sarebbero rivelate pertinenti durante il
caso stesso, insieme a quello che era successo ieri... anche se
sinceramente stavo iniziando ad essere stanco di queste cose che mi
stava tenendo nascoste, anche se immagino non voglia distrarmi troppo
dal caso in corso... mi farebbe più piacere se non ci fossero
segreti anche temporanei tra noi due, però.
Dopo aver finito di parlare, io e Jean prendemmo un'altra volta
l'autobus per la nostra destinazione finale del giorno: lo Studio
Legale del mio capo, il signor Grossberg.
Studio Legale Grossberg
22 Giugno
Ore 19:05
Arrivammo allo Studio quando ormai si stava facendo buio,
entrando dalla porta dello studio sapendo che il mio mentore sarebbe
ancora stato dentro (anche per via delle luci accese), e venendo
accolti da una familiare e tonante voce urlare "Ecco qua, tieniti la
tua lasagna e riscandala al microonde! Già solo vederti mi sta
facendo venire voglia di usarti come sacco da boxe!"
"Ehm... grazie mille..." sentìi quindi il mio capo dire, con tono imbarazzato ed un pò impaurito.
... Riconoscerei questa voce tra mille. Anche se questo significa guai per il povero signor Grossberg...
"Oh, ciao Colette!" disse quindi Jean, facendosi avanti e salutando
colei che stava urlando al mio capo: era una ragazza di media statura,
più o meno sul metro e cinquanta, ed estremamente magra. I
capelli erano color nero pece e corti, tagliati in modo parecchio
unico: essi infatti ricoprivano parte del lato destro del volto mentre
creavano una spaccatura sulla parte sinistra, mentre sulla nuca i
capelli le terminavano con due vistosi ciuffi all'insù, e tra
essi e l'orecchio vi era un fiocco color bianco candido. Era vestita
con un completo bianco terminante con una gonna piuttosto 'gonfia',
somigliando così ad un tutù da ballo, ed Il tutto era
contornato da bordi e straiture scure, che la facevano sembrare un
pò una zebra. Infine, aveva delle calze e degli stivali di
colore nero scuro, che andavano a contrastare con il suo abito bianco:
dava chiaramente l'idea che lei fosse una persona che amava esprimere
sè stessa e le proprie idee, uno 'spirito libero', per
così dire.
Lei è Colette Trueman, mia
cugina di 22 anni. E' la figlia del fratello di mio padre (Spencer
Trueman), e lavora come giornalista presso il giornale scandalistico
'Hall of Shame', occupandosi di qualunque argomento possa fare notizia
ed essere apprezzato dai lettori. E' anche molto brava con vari
programmi informatici, soprattutto computer grafica e preparazione di
layout per siti Internet (motivo per cui ogni tanto la incontro a casa
mia a discutere con mia madre), ed apprezza molto la musica e la danza
classica (anche facendo corsi per i bambini nel tempo libero) ed il
pattinaggio su ghiaccio per cui è discretamente famosa nella
contea. Talvolta di notte non riesce a dormire e si prodiga in una
attività praticamente illegale che non capirò mai, la
Street Art, di cui ne siamo a conoscenza in pochi nella famiglia...
spero davvero non verrà mai beccata da nessun
poliziotto. E' estremamente lunatica ed è difficile
parlarle se la si coglie di cattivo umore, oltre ad odiare la
monotonia, la sedentarietà (cosa che, come si è appena
visto, non la fa stare in buoni rapporti con il mio capo) ed in
generale eccessive astrattizzazioni. Nonostante questo, le voglio bene
come parente ed è molto cordiale in generale... anche se
raramente si dimostra altruista.
"... Jean? Che sei venuta a fare qui dal vecchio bacucco?"
domandò quindi Colette confusa, inarcando un sopracciglio mentre
manteneva le braccia incrociate, segno che era probabilmente ancora un
pò nervosa per via della 'visita' allo studio del mio capo.
"Ehm... ci sono anch'io, Colette..." dissi allora io, facendomi avanti
un pò imbarazzato: anche per via del suo atteggiamento lunatico,
sono sempre stato un pò insicuro di parlare con lei... anche
perchè è difficile capire quando è di buon umore e
quando no.
Aspettandosi di trovare anche me vista la presenza di Jean, la
ventiduenne mi sorrise con un ghigno, per poi dirmi "Oh, eccoti qui,
Law. A dire il vero, speravo di trovarti qui, quando tua madre mi ha
chiesto di portare la lasagna al signor Grassoberg."
"Uh...? Per quale motivo?" chiesi al sentire le parole di mia cugina, sorpreso che stesse cercando me.
"Volevo ringraziarti per aver salvato quel rompiscatole di Ralph due
settimane fa: avrei dovuto trovare un altro collega se non fosse stato
per te... anche se sinceramente non mi dispiacerebbe." disse quindi in
risposta, facendo una piroetta sul posto e terminando con un inchino,
esibendosi come suo solito in qualche passo di danza mentre parlava.
"... Eh? Ralph Otom, intendi? E' un tuo collega?" domandai,
incuriosito: effettivamente, visto anche quello che aveva detto Paul
Harold durante la sua confessione, non mi stupirebbe se sia Ralph Otom
sia Flash Snap lavorassero alla Hall of Shame...
"Sì, è piuttosto scocciante stargli dietro ma, quando ci
si mette, è abbastanza interessante come persona... Eh eh eh
eh!" commentò quindi la ragazza dai capelli neri, iniziando a
ridacchiare da sola, cosa a cui mi ero abituato nonostante
l'inusualità della cosa, visto che lo faceva ogni volta che
pensasse qualcosa che reputasse divertente.
"Ehm... capisco... Beh, sono felice di essere stato d'aiuto..." dissi
io, grattandomi la nuca imbarazzato, non pensando di meritarmi
chissà quali complimenti per via del mio primo caso.
"Di nulla, penso che ci incontreremo prima o poi in qualche caso, e
chissà se in quella occasione ti aiuterò... o sarò
contro di te!" mi chiese quindi, mettendosi le mani sui fianchi ed
osservandomi con sguardo di sfida, cosa che mi fece preoccupare
parecchio...
... Semmai dovrò affrontare mia cugina in tribunale, è
meglio che parta con l'idea che non mi aiuterà... così
potrò stare tranquillo sul risultato. Anche se sinceramente
penso che mi farebbe paura come avversario...
Avrei risposto alla frase di mia cugina, ma prima che potessi farlo, un
familiare *Ah-HHHHEM* interruppe la conversazione, ed io, Jean e
Colette ci voltammo immediatamente verso colui che aveva tossito, il
signor Grossberg.
"Ah, Grassoberg. Che cosa c'è?" domandò allora la
giornalista, incrociando le braccia ed abbassando lo sguardo, cosa per
via della quale compresi che non era proprio allegra dall'essere stata
richiamata
"Beh... volevo solo dirti ancora grazie per avermi portato la
lasagna... sei stata molto gentile." disse quindi il signor Grossberg,
visibilmente imbarazzato dal parlare con la mia parente.
"Non pensare che lo abbia fatto perchè mi piaci, mi stai
rompendo così tanto le scatole che le ho finite. Meglio che
vada, adesso: già solo vederti mi sta facendo venire sonno." fu
tutto ciò che disse mia cugina con tono annoiato, prima di
dirigersi verso la porta, voltandosi poco prima di aprirla ed
osservandomi negli occhi, dicendo "Ah, e... Law?"
"Sì?" chiesi.
"So che stai lavorando ad un caso attualmente, quindi... Be yourself!
Non perderti nel mondo delle fiabe e rimani concentrato, anche
perché ho intenzione di scrivere un articolo sopra tutto quel
che salterà fuori domani, ma sono sicura che ce la farai." mi
incoraggiò subito dopo, con uno dei suoi ghigni decisi e
mostrandomi un pollice alzato.
"Ehm... grazie mille, Colette..." la ringraziai, arrossendo un
pò per via dell'incoraggiamento, mentre Colette ridacchiava al
vedermi reagire così.
"Di nulla, buona giornata!" mi rispose quindi la mia parente, prima di
uscire piroettando allegramente dallo studio, mentre il mio capo la
osservava, confuso ed un pò intristito.
"Non capisco ancora perchè ce l'abbia così tanto con
me... cosa le ho fatto di male?" mi chiese quindi il proprietario dello
studio legale, ancora incapace di capire il motivo dell'astio della mia
parente.
"Beh, non è colpa sua, signor Grossberg: è che Colette
non apprezza molto la sedentarietà e la noia... e penso che la
veda principalmente come tale." spiegai quindi al mio mentore, un
pò sperando che mia cugina potesse smettere di trattare il mio
datore di lavoro in quel modo.
"Capisco... beh, non penso possa fare molto al riguardo. Meglio
provare a mangiare un pò questa lasagna..." fu l'unico commento
del mio mentore in proposito.
Detto questo, nonostante stesse comunque un pò giù di
morale per come l'aveva trattato Colette, il mio capo prese delle
posate, scartò la lasagna ed iniziò a mangiarla senza
nemmeno metterla in forno a riscaldare... ed io sgranai gli occhi al
vedere com'era conciata.
Pensando al mangiare, il signor Grossberg non se n'era accorto, ma
Colette aveva lasciato un... 'simpatico ricordino' sopra di essa: non
so in che modo, ma aveva applicato uno dei suoi disegni sopra alla
pasta... ed il soggetto era tutto meno che gradevole alla vista.
Si trattava di una grossa immagine del signor Grossberg, nudo e
sproporzionato (la pancia ed il fondoschiena erano esageratamente
più grossi delle altre parti del colpo)... e con le leggendarie
emorroidi del mio capo in bella vista.
Sentì Jean ridacchiare non appena notò il 'regalo' di
Colette, mentre io ebbi l'immediato bisogno di rigettare, correndo nel
bagno dello studio per farlo.
Dopo che Marvin Grossberg ebbe finito di consumare la sua orribilmente
deturpata lasagna ed io ebbi... ehm, finito di rigettare, io, lui e
Jean ci sedemmo alla scrivania, discutendo del caso in corso e delle
prove che avevamo trovato durante l'investigazione.
"Hm... effettivamente, il caso sembra molto più semplice adesso.
Anche se, vedi..." mi iniziò a dire il mio capo, osservandomi
con una certa preoccupazione e serietà, che mi mise non poca
ansia addosso, preoccupato che avessi dimenticato qualcosa di cruciale
o, peggio, il mio ragionamento avesse delle falle che non avevo coperto.
"Che cosa state pensando, capo?" domandai quindi subito dopo, volendo tagliare la testa al toro e capire dove avessi sbagliato.
"Non saprei, ad essere sincero: la soluzione mi pare fin troppo
ovvia... e se questo fosse vero, cos'avrebbe fatto l'altro
testimone in tutto ciò?" ragionò il mio capo, mentre io
ragionavo mettendomi l'indice sotto al mento, cercando di pensare a
cosa avevo per riconnettere la signora Horace al delitto.
"... Effettivamente, non avete tutti i torti, signor Grossberg.
Purtroppo però non so come spiegare la sua presenza... so solo
che i due testimoni hanno avuto una collutazione, ma non saprei
cos'altro abbiano fatto. Purtroppo ho prove in abbondanza per accusare
Hayden Carson, ma nulla riguardo Remy Horace se non il biglietto della
Revenge Association. Qual'è il suo ruolo in tutto questo?" mi
chiesi, sperando che il mio mentore e Jean avessero in mente qualche
idea per inserire Remy nella mia teoria.
"Beh, sinceramente la signora Horace non credo sia colpevole. L'ho
vista piuttosto tranquilla e mi sembrava essere in buoni rapporti con
l'ex-marito... penso che per via del biglietto dell'RA possa essere
stata o incastrata o costretta a fare qualcosa relativo al caso."
riflettè Jean, ricordandosi dell'interrogatorio che aveva
effettuato con la madre di Dave ed esprimendo la sua opinione.
Io annuii in risposta, per poi dire "Concordo, sono le ipotesi
più probabili che mi vengono in mente per lei... anche se
ammetto di essere preoccupato per l'udienza di domani. Non so cosa stia
pianificando Travis per me..."
"Non preoccuparti di Travis, non sarà un problema." mi disse
quindi la mia assistente, con un tono che però notai essere
piuttosto seccato e nervoso, come se non le andasse troppo di parlare
di lui.
"Uh...? Che cosa intendi, Jean?" chiesi quindi io, anche
perchè il modo in cui me lo aveva detto mi aveva lasciato
piuttosto perplesso... che fosse successo qualcosa tra lei e Travis,
prima?
"Travis ormai non ha assolutamente alcun ruolo in questo caso, visto
che l'unica cosa che impedisce a Cody di essere dichiarato Non
Colpevole è che non si è ancora capito chi abbia compiuto
l'omicidio. Ma appunto, è una questione solo tra te, Remy
Horace, e Hayden Carson." si limitò a dirmi la mia collega,
cambiando solo leggermente tono ma senza perdere quella punta di
nervosismo che avevo notato prima.
Forse è meglio che non chieda nulla riguardo, non mi pare
troppissimo in vena di parlare... spero solo che non sia stato qualcosa
di grave.
... però, non posso dire che lei abbia torto. Mi piacerebbe se
arrivati a questo punto si potesse semplicemente confermare la Non
Colpevolezza di Cody... ma come avvocato, è mio dovere arrivare
fino in fondo. Solo così il mio cliente sarà
completamente scagionato da tutte le accuse.
"Jean ha ragione... ed a mio parere non dovresti ragionarci troppo
sopra, Law. Hai abbastanza materiale per fare una buona ipotesi, e
penso che se ci sia qualcos'altro da sapere salterà fuori
durante l'udienza. Meglio che tu vada a dormire presto, così
potrai essere più riposato per il processo..." mi suggerì
il mio capo, preoccupato che stessi facendo troppo... e non aveva tutti
i torti: conoscendomi, rischierei di passare la notte insonne solo per
riflettere su ogni prova che ho.
"Beh... effettivamente, non è un brutto piano. Farò come
avete detto allora, signor Grossberg." dissi quindi io, sorridendo ed
accettando il consiglio del mio capo.
Una volta finita la chiaccherata, io e Jean salutammo il mio mentore,
prendendo un ultimo autobus insieme prima di dividerci una volta
arrivati a Springside Hills, entrambi andando a casa dei rispettivi
genitori.
A casa mia, mia madre mi fornì una copia fisica del poster di La
Settimana del Cuore (anche se penso non mi sarebbe stato utile per le
obiezioni quanto per spiegare meglio al Giudice degli eventi precedenti
al caso) e dell'intervista di Steve Arwen, che misi immediatamente nel
Registro Processuale, prima di andare in camera mia e mettermi sul mio
letto, sospirando ed osservando il soffitto mentre riflettevo su tutti
gli elementi che avevo a disposizione per il caso.
Dopo aver passato qualche minuto a riorganizzare tutto ciò che
avevo, chiusi finalmente gli occhi e mi misi a dormire, volendo essere
in piena forma per il giorno successivo.
... Quella fu la fine di quel giorno. Al ricordarlo adesso, mi pare
paradossale aver trovato un numero così alto di prove
così rapidamente... avrei pensato che Sean le avesse piazzate in
giro, se lui stesso non mi avesse confermato che aveva posizionato solo
la patente di Hayden Carson durante questo caso.
Non mi stupirebbe però se qualcuno mi avesse dato una mano,
però, considerato quanto le indagini fossero state pilotate... e
come si svolse il processo il giorno successivo.
All'inizio di questa narrazione, avevo detto che questo era il caso che
mi aveva fatto credere di essere un Ace Attorney. Ma cosa ho fatto per
meritarmi il titolo?
Nulla, assolutamente nulla. Questo fantomatico 'titolo' non vuol dire
assolutamente nulla. Un avvocato dovrebbe svolgere solo il suo lavoro e
fare del proprio meglio per difendere il suo cliente.
La verità, la giustizia... non dovrebbe essere il nostro
obiettivo. Un avvocato deve solo garantire al suo cliente un legittimo
processo, non importa se egli sia colpevole o non colpevole.
... Ma un Ace Attorney non fa solo questo. Gli Ace Attorney vanno
oltre, cercano la verità in ogni caso ed ad ogni costo, sicuri
che i propri clienti siano non colpevoli... una miopia morale
assurdamente diffusa.
Io cosa sono, adesso? Dopo quello che ho fatto, meriterei davvero un
appellativo tanto prestigioso? Ho sì cercato sempre la
verità e la giustizia... ma siamo sinceri, quanto vicino sono
potuto arrivare a tale risultato con i metodi che impiegavo?
Voglio però che sia chiara una cosa. Non importa quanto io odi
ciò che ho dovuto fare pur di vincere... personalmente, se
servisse per proteggere degli innocenti, lo farei più e
più volte, se non avessi altra scelta.
E' il motivo stesso per cui sono diventato un avvocato difensore,
dopotutto... e per quanto io fossi più che capace di vincere
solo con le mie abilità, la mia insicurezza e le situazioni che
ho affrontato mi hanno costretto una strada molto più difficile,
dolorosa... ed oscura.
Una strada per cui ho bisogno di ringraziare la RA... e soprattutto, Gerald Ford.
Grazie davvero, signor Ford. Penso che avremo modo di incontrarci all'inferno, una volta che morirò anch'io...
Continua...
*********************************************************************************
Questo è probabilmente uno dei miei capitoli più lunghi,
ma con questa è ufficialmente conclusa l'ultima indagine del
caso 2, la prossima ed ultima parte tratterà dell'udienza
finale, dove tutto finalmente troverà risposta.
Denise Neseira è di proprietà di Renna e della sua storia
'Eyes, Lies & Trusting Times', e la ringrazio per avermi dato il
permesso di usare il suo personaggio (anche se alla fine ha fatto un
pò meno di quanto mi aspettassi... ma è stato comunque
molto importante, come avrete modo di vedere.
Ringrazio oltretutto The Shadow sia per la puntuale recensione, sia per
avermi dato una grossa mano nello stabilire l'aspetto e la
personalità di Colette: per chiunque voglia immaginarsela,
è simile a Risetta/Marley di Pokemon Diamante, Perla e Platino (
http://cdn.bulbagarden.net/upload/4/44/Diamond_Pearl_Marley.png ) ma
con l'abito con il bianco ed il nero invertiti.
Detto questo, do a tutti appuntamento al prossimo capitolo! Grazie mille a chiunque leggerà!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 31 *** Capitolo 30: Turnabout Reboot (udienza 2, preludio) ***
LTAA31
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 30: Turnabout Reboot (udienza 2, preludio)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°2
23 Giugno
Ore 09.40
... Devo essere sincero, da quando sono diventato un avvocato, non sono mai entrato qui dentro così tranquillo.
Questo processo è iniziato in modo parecchio difficile... ma
dopo l'investigazione di ieri, mi sento molto più sicuro.
Ero seduto sul divano della Sala Imputati, controllando ancora una
volta tutte le prove all'interno del Registro Processuale: il Volantino
Pubblicitario, la Borsa di Remy, la Patente di Hayden, il Pugnale
insanguinato, la Lettera per Remy e la Lettera per Arwin, la Foto della
Scena del Crimine, l'Immagine della Telecamera, la Collana con foto, il
Disegno di Dave, il Poster di La Settimana del Cuore, l'Intervista di
Steve Arwen, la Bottiglia d'Acqua ed il Biglietto della Revenge
Association.
A questo punto, non credo che mi serviranno molte delle prove
rimaste... ma forse so come sfruttare quelle nuove. L'unico problema
sarebbe se Travis avesse qualche asso nella manica da usare contro di
me...
"Ehiiii, Terra chiama Law! E' tutto ok lì?" mi chiese una voce
conosciuta, sventolandomi la mano di fronte agli occhi ed attirando la
mia attenzione, facendomi alzare lo sguardo ed incrociare quello di una
sorridente Jean.
"Uh... scusa, Jean. Stavo solo riflettendo sulle prove..." mi scusai,
grattandomi la nuca imbarazzato mentre la mia amica scuoteva la testa,
in cenno negativo ed osservandomi con guardo di rimprovero.
"No, tu non ci stavi riflettendo, le stavi fissando cercando di capire
a che servissero. Credimi, hai la faccia di chi non sa che pesci
prendere..." mi disse quindi, con una nota di preoccupazione nella
voce, mentre io sospiravo in risposta alle sue parole.
"... Forse un pochino sì. Ammetto che da quando mi sono
svegliato ho le idee un pò annebbiate, anche perchè ieri
non sono riuscito a dormire bene..." ammisi, mentre riguardavo le mie
prove: riuscivo a ricordare solo a malapena come connettere le varie
prove. Ed oltretutto, sono ancora preoccupato per Travis... sia per
lui, sia per ciò che potrebbe fare al processo di oggi.
"Hai avuto incubi in cui entravi in tribunale in mutande di nuovo?" mi
chiese Jean, sogghignando e facendomi arrossire con la sua domanda.
"E-ehi! E' successo solo una volta!" replicai, imbarazzato dal fatto
che continuasse a ricordarmi di quel mio incubo. Certe volte penso sia
meglio che tenga la bocca chiusa riguardo o ciò che penso o
faccio...
"E' la stessa cosa che mi hai detto la terza volta che è
successo." mi puntualizzò quindi la mia amica con un sorrisetto
di superiorità, mentre io abbassavo lo sguardo, ancora
più imbarazzato di quanto non fossi già.
"..." non dissi assolutamente nulla alla mia amica, mentre lei sbuffava
e mi osservava con aria seccata, probabilmente un pò stanca di
vedermi reagire così per l'ennesima volta. Sinceramente non
piace nemmeno a me comportarmi così... ma purtroppo, ci posso
fare ben poco. Anche se non mi piace per niente...
"Oh, andiamo, non prendertela così! Se hai bisogno di fare
chiarezza, posso aiutarti a fare il punto del caso! Che ne dici, ci
staresti?" mi chiese quindi la mia assistente, diventando seria e
sedendosi vicino a me, mentre io riflettevo sulla sua domanda,
mantenendo la testa alta.
"Beh... non vedo perchè no. Grazie, Jean." la ringraziai,
sorridendole leggermente e facendola sorridere a sua volta, prima che
lei riprendesse a parlare.
"Di nulla, davvero! Allora... prima di tutto, facciamo il punto del
caso in sè. Chi è la vittima e cosa sappiamo finora di
certo?" mi domandò quindi, attendendo la mia risposta nonostante
la facile domanda, ponendomela come semplice 'riscaldamento' mentale.
Io risposi un attimo dopo, spiegandole con calma e riflettendo su ogni
parola "Beh... la vittima è Steve Arwen, star televisiva che
doveva interpretare il Samurai d'Acciaio nel reboot della serie, ai
Global Studios. E' morto all'interno dello Studio 3, nel quale è
accerato fossero presenti Cody Hackins, Remy Horace ed Hayden Carson.
Sappiamo per certo che è avvenuto un incendio all'interno dello
Studio, e che c'è stata una colluttazione per qualche motivo tra
Remy Horace ed Hayden Carson... ah, tra parentesi, Jean, Cody come sta?
Non l'ho ancora visto...", per poi guardarmi intorno alla ricerca del
mio cliente, sembrandomi piuttosto strano che non fosse ancora
lì.
"E' arrivato Dave e sta chiaccherando un pò con lui prima che
l'udienza inizi: non manca moltissimo, dopotutto." mi specificò
la mia amica, dando un'occhiata all'orario sul suo orologio da polso
mentre parlava.
"Ah... quindi c'è anche Dave qui... ammetto che sono un
pò imbarazzato ora..." dissi, abbassando lo sguardo: dovrei
anche ringraziarlo per le lettere che mi ha dato ieri... anche se
sinceramente sono un pò preoccupato per come andrà il
processo.
"Solo perchè sua madre è una dei sospettati? Dai, non
è il caso di farsi problemi, non è nemmeno il nostro
sospettato principale!" mi cercò di tranquillizzare la mia
collega, capendo a metà il motivo della mia preoccupazione.
"Giusto, so che Hayden Carson è la più sospetta delle
due... ma non dobbiamo dimenticare che Remy Horace è ancora
un'incognita nell'intero caso. Sappiamo che era l'ex-moglie di Steve
Arwen, che era al momento fidanzato con la Carson, e che aveva un
Biglietto della Revenge Association... ma già questo significa
che non può essere una disgraziata che è capitata
lì per caso, considerando anche che ha delle connessioni sia con
l'imputato che con l'altro testimone e la vittima..." feci quindi
notare io, mentre continuavo a riflettere su quale ruolo potesse avere
la madre di Dave in tutto questo, senza che mi venisse in mente nulla.
"Non vedo perchè dovrebbe aver ucciso Arwen se è stata
lei... come ti ho detto, mi è parsa parecchio aperta nei
confronti del suo ex-marito ed ha anche mantenuto la collana. Se
davvero avesse voluto ucciderlo, non penso avrebbe tenuto con sè
qualcosa del genere... ed oltretutto, non sarebbe stato più
sensato tentare di uccidere la Carson?" riflettè la mia amica,
anch'essa piuttosto incerta sulla posizione della signora Horace nel
caso.
"Beh, sappiamo che c'è stata una colluttazione... magari
sarà stato un tentativo di uccidere la Carson? Non mi vengono in
mente altre giustificazioni... anche perchè da come me l'hai
descritta non ce la vedo per niente come assassina." aggiunsi io,
cercando di mettere in chiaro quanti più elementi possibili e
sperando in una qualche rivelazione dell'ultimo minuto.
"Non saprei... direi che a questo punto, riusciremo a risolverlo solo
quando capiremo QUANDO è avvenuto quell'incendio..."
affermò quindi Jean, puntando l'attenzione sull'altra grande
incognita del caso, ovvero l'incendio.
"Beh, io ho delle prove per dimostrare chi l'abbia fatto... ma
finchè non ne avrò conferma, preferisco non confermarlo
mentalmente. Rischierei solo di dover riscrivere completamente tutto
ciò che ho pensato in caso si rivelasse sbagliato... ed in una
parte così delicata del processo, è un rischio che non
posso correre." affermai, pensando alla situazione in cui mi trovavo:
se avessi fallito ad indicare un colpevole, Cody sarebbe stato
automaticamente considerato colpevole... per questo, nonostante
l'udienza probabilmente non avrebbe avuto nulla a che vedere con lui,
non potevo assolutamente pensare di prendermela comoda o di rilassarmi
prima del tempo.
"Dai, non essere così pesante, Law: sono sicura che..."
provò a dire la mia amica, prima di essere interrotta da
qualcuno che disse, con tono allegro "Ehilà, Law!"
"Uh...?" feci, voltandomi verso il parlante, e trovandomi di fronte mia
cugina Colette, la quale era appena arrivata di fronte a me con un
elegante balzo per aria.
Certe volte mi chiedo se si chieda mai come la gente la veda quando si
muove a passi di danza... anche se conoscendola, non penso che se ne
curerebbe.
"Oh, ciao Colette. Come mai sei qui?" domandai, un pò sorpreso
dal rivederla, anche se potevo immaginare il motivo per cui si fosse
presentata in tribunale.
"Me lo devi anche chiedere? Sono venuta per assistere al processo,
ovviamente! E' un caso fin troppo allettante per lasciarmelo sfuggire!"
ammise la mia parente con uno dei suoi ghigni, facendo una piroetta sul
posto alla fine della frase, lasciando intendere quanto il caso alla
mano la stesse eccitando in questo momento.
"Tecnicamente non potresti entrare, però... le aule di un
tribunale non sono aperte alla stampa, o sbaglio?" provò a dire
Jean, mentre Colette si limitava a sventolarle un dito di fronte alla
faccia, prima di spiegare "Le telecamere lo sono, ma tutto il resto
no... e la Hall of Shame è un giornale cartaceo: un metodo di
comunicazione che sta iniziando a diventare datato... ma l'espressione
è l'essenza! Mi basterà sedermi tra gli spalti e segnare
tutto quello che succede.", utilizzando un'altra delle sue frasi
tipiche in riferimento all'espressione.
"L-lo sapevo! Mi sono solo confusa un attimo!" ammise Jean, rossa in
faccia, probabilmente non apprezzando molto di essere stata corretta
dalla mia parente, mentre io mi litavo a dire un semplice "Uh...
capito, allora..." in risposta alla spiegazione della giornalista.
"Sono certa che questo articolo mi frutterà davvero molto... Eh
eh eh eh..." disse quindi tra sè e sè la mia parente
mentre ridacchiava da sola, e prima che la conversazione potesse
continuare, un'altra familiare voce ebbe modo di farsi sentire,
affermando soltanto "Oh, salve, signor Trueman."
"..." riconoscendo subito quella voce, mi limitai a guardare il ragazzo
appena arrivato mentre lanciava il suo cellulare da una mano all'altra,
dicendo semplicemente "Frank Lytalk..."
"Non c'è bisogno di essere così freddi, dopotutto vi ho
aiutato ieri..." mi ricordò Lytalk, senza perdere il suo usuale
sorrisetto e concentrando la sua attenzione sul suo telefono.
"Saremmo più tranquilli se tu non ti rendessi sospettoso ogni
volta che ti fai vedere." fece notare Jean, osservando il nuovo
arrivato con sguardo scettico (e, visto l'alone di mistero
che circondava Frank, per niente ingiustificato.)
"Parole dure, ma non me ne curo: fintanto che non avrete prove per
accusarmi di chissà che, ciò che faccio è
perfettamente legale. Non sono l'unica persona in questo paese che
entra all'improvviso nei tribunali per aiutare la gente, dopotutto, e
non penso di aver fatto nulla di strano, finora..." disse quindi il
ragazzo senza perdere d'occhio il telefono, afferrandolo poi con la
mano sinistra a mezz'aria prima di riprendere a lanciarlo da mano a
mano.
"Alt! Fermi un attimo. Chi saresti tu, esattamente?" chiese quindi mia
cugina, probabilmente confusa da ciò che stavamo dicendo in
questo momento.
Frank fu lievemente sorpreso dal vedere la ventiduenne, inarcando il
sopracciglio per un solo attimo prima di riprendere la sua usuale
espressione, domandando "Oh, un volto nuovo. Mi scuso se non mi sono
presentato prima: il mio nome è Frank Lytalk, studente
universitario. Mi interessano i processi ed ogni tanto li seguo... lei
invece chi è?", pur non sembrandomi per niente convinto nella
parte finale della frase. Perchè sta facendo così...?
"Colette Trueman, giornalista. Molto piacere di conoscerti."
affermò Colette, sorridendo e mettendo le mani sui fianchi,
mentre notai che lo studente cercava di evitare di incrociare lo
sguardo con la mia parente.
"Oh, una giornalista... immagino che scriverà di questo caso una
volta conclusosi. Le auguro un buon lavoro, allora." disse quindi in
risposta, tenendo lo sguardo sul suo telefono e quasi facendolo cadere
a terra mentre parlava.
"Grazie per l'interesse, e sono certa sarà un buon lavoro! Ho
idea che sarà lo scandalo dell'anno... Eh eh eh eh!"
commentò quindi in risposta Colette, ridacchiando nuovamente tra
sè e sè mentre (presumo) ipotizzava nuovamente i guadagni
che avrebbe ottenuto dal capitolo.
"Ben lo credo, ben lo credo..." disse semplicemente Frank, continuando
a sembrarmi imbarazzato e come se stesse pensando ad altro. Mi faceva
davvero strano vederlo così, dopo essermi abituato a vederlo
sempre calmo ed in controllo della situazione...
"Per quale motivo sei venuto qui comunque, Lytalk?" chiese quindi Jean,
senza staccare il suo sguardo dal sospetto diciannovenne ed attirando
la sua attenzione.
In risposta, Frank tornò a sfoggiare la sua espressione
rilassata, prima di rispondere "Volevo solo augurare buona fortuna per
il caso all'avvocato Trueman, nient'altro. Ed ora che l'ho fatto, non
ho motivo di rimanere qui... detto questo, vi saluto. Vi auguro una
buona giornata, signor Trueman, signora Watson..."
"SignorINA, prego!" ribattè la mia assistente, non aprezzando troppo di essere definita una 'signora'.
"... e Colette. Ci si rivedrà in giro... magari al vostro
prossimo caso." disse quindi Lytalk, voltandosi ed avviandosi verso gli
spalti, salutandoci di spalle con la mano.
... Che strano. Non pensavo se ne sarebbe andato così
all'improvviso... sarà stato per via di Colette? Anche
perchè ho notato che l'ha chiamata per nome... boh, magari
sarà un suo ammiratore segreto...
"Avete già incontrato altre volte quel tipo?" mi chiese quindi
con aria interrogativa mia cugina, inclinando lievemente la testa ed
osservandomi mentre io la osservavo, confuso da quella domanda.
"Beh, sì, un paio di volte... perchè me lo chiedi?" fu la
mia replica, non capendo il perchè di quella domanda.
"Mi sembra molto interessante da come si è presentato, e da come
parlavo mi da l'impressione di stare lavorando a qualcosa di grosso.
Non so perchè però, ma credo di averlo già
visto..." mi informò quindi la mia parente, mentre
continuava a riflettere, probabilmente cercando di ricordare dove
avesse già avuto modo di incontrare il ragazzo.
"Uh, davvero?" domandai, sorpreso dalla cosa: non mi aspettavo che
Frank conoscesse qualche mio familiare... ma considerato che Gerald
Ford conosce mio padre e mio zio, forse non me ne dovrei stupire
più di tanto...
"Forse. Non conosco nessun Frank Lytalk, ma la sua faccia mi pare
conosciuta... non so se è un impressione o magari l'ho
incontrato in passato, e sinceramente non sono il tipo da immaginare
abbia avuto chissà quale effetto sulla mia vita senza che io me
lo ricordi: I castelli tra le nuvole troppo fumosi rischiano di essere
spazzati via da una folata di vento, dopotutto, e
come idea sarebbe sinceramente assurda." mi fece notare quindi mia
cugina, accompagnando le sue parole con una delle sue usuali piroette,
che terminò con un piccolo balzo all'indietro.
Se davvero Colette conoscesse Frank, però, mi piacerebbe sapere
chi sia e perchè è così interessato a me... Non
che non mi dispiaccia avere una mano ogni tanto, ma come Frank si
comporta è fin troppo sospetto ed inusuale...
"Beh, l'udienza sta per iniziare: è meglio che mi vada a
prendere un bel posto in prima fila, se voglio godermi il processo al
meglio! E mi raccomando Law... Be yourself!" affermò quindi mia
cugina, per poi piroettare verso la sala udienze dall'entrata per il
pubblico.
Io abbassai lo sguardo, pronto a dare un'ultima riguardata alle mie
prove, prima che Jean mi strattonasse e mi iniziasse a trascinare verso
la Sala Udienze, dicendomi "Ci penserai dopo! Non abbiamo tempo!"
"Eh!? Aspetta! Devo darci un'occhiata! Non sono pronto!" provai a
ribattere, preoccupato a morte per il processo mentre riguardavo ogni
prova all'interno del mio Registro Processuale, quasi scordandomi dei
vari significati per la preoccupazione.
"Hai
risposto benissimo alle mie domande, Law! Sei più pronto di
quanto tu creda, e non devi farti problemi!" mi disse quindi la mia
assistente osservandomi con severità mentre continuava a
trascinarmi nella sala udienze, mentre io sospiravo soltanto,
accettando il mio infausto destino.
... Speriamo che abbia ragione... prima dicevo di essere piuttosto
tranquillo... ma ora che devo entrare per davvero, non lo sono affatto.
E poi sarebbe Jean quella con il panico da palcoscenico...
Beh... arrivati a questo punto, penso non ci sia altro da fare che
avere fiducia... anche se non so quanto la fiducia possa effettivamente
aiutarmi qui...
... Aaaaah, Law, smettila! Ce la farai, devi solo essere sicuro di te!
... O almeno questo sarebbe quello che mi direi, se ce la facessi ad
esserlo...
... Meglio smetterla di pensare a come sarà il caso e concentrarmi sull'affrontarlo, o rischio di morire dall'ansia...
[Grossberg]
Mentre Lawrence e Jean entravano nella sala udienze, io tirai un
sospiro di sollievo, prima di andarmi a sedere sul divano dove fino a
poco prima si trovava il mio studente, dando uno sguardo alla porta
della sala udienze.
Avrei voluto dargli qualche incoraggiamento o almeno cercare di farlo
stare più a suo agio... ma avevo visto sua cugina Colette
avvicinarsi, e visto ciò che è successo ieri al mio
studio, preferivo non farmi avanti e rischiare di far sentire Law anche
più stressato per via del battibecco che ne sarebbe derivato.
... Sono un pessimo mentore, e lo riconosco. Non ritengo nemmeno di
essere tanto bravo come avvocato nonostante tutti i miei anni di
esercizio della professione... anni fa, non sono nemmeno stato presente
al primo processo di Mia perchè mi ero ubriacato il giorno
prima, e quando ho provato a rimediare durante il suo secondo caso,
alla fine è stata lei a fare il grosso del lavoro.
... ed alla fine, è stata tutta colpa mia se è morta. E'
diventata avvocato per riuscire a svelare la verità sul Caso
DL-6 e su chi avesse causato la fuga di informazioni che avevano
portato sua madre, Misty Fey, a scomparire nel nulla... non sapendo che
era stata colpa mia.
Ed io cosa ho fatto, quando è stata uccisa? Ho ceduto a Redd
White, mi sono lasciato controllare come una marionetta e non ho fatto
altro che intralciare Phoenix Wright... cosa che non penso mi renda
migliore di gente come Manfred von Karma.
E non è stata solo lei... Diego, Robert... Tutti i miei studenti
sono stati o incarcerati o morti, e dubito che chiunque di loro abbia
imparato chissà che da me. Io ho contribuito solo a lanciarli
verso l'avvocatura... ed il loro tragico destino.
... Quando Lawrence e Jean si sono presentati da me chiedendomi di
essere il loro mentore, ammetto di essere rimasto parecchio sorpreso.
Pensavo che nessuno mi avrebbe mai scelto per un compito simile,
eppure... loro lo avevano fatto.
Lo presi come una seconda chance, e sin dal giorno successivo ho fatto
del mio meglio per insegnare ad entrambi tutto quello che sapevo sulla
nostra professione, facendo attenzione al metterli al ripare da tutto
ciò che possa comportare un rischio per loro, ed ho intenzione
di continuare a seguirli ed aiutarli come meglio posso.
Non sarò il miglior mentore del mondo... ma non voglio
assolutamente che Lawrence e Jean facciano la stessa fine dei miei
altri studenti, e farò tutto ciò che posso perchè
questo non accada.
Non solo per Mia, Diego, Robert, Lawrence, Jean e tutti gli altri miei studenti... ma anche per me stesso.
Mentre continuavo a riflettere, però, mi accorsi che il mio
cellulare stava suonando e, riconoscendo immediatamente il numero,
risposi dicendo "Sono io."
"Marvin, mi senti?" mi venne domandando immediatamente da una familiare
voce femminile, mentre io annuivo in risposta, nonostante non potesse
vedermi dall'altro capo del ricevitore.
"Sì... forte è chiaro. Hai avuto anche tu la notizia del
ritorno della Revenge Association, immagino." ipotizzai, immaginando
che quello fosse uno dei pochi motivi per i quali mi avrebbe mai
chiamato.
"Avevo già sentito di presunta attività dell'RA durante
il corso di quest'anno, ma non avevo avuto alcuna conferma che si
trattasse davvero di loro fino a ieri." mi confermò la mia
vecchia conoscenza, con tono teso e pienamente conscia della
gravità della situazione.
"Pensi che si tratti della stessa associazione che abbiamo portato alla
luce durante il caso EL-2?" le domandai, avendo notato più di un
dettaglio fuori luogo rispetto ai casi precedenti di cui la RA si fosse
occupata.
"Direi di sì... ma non penso che il capo sia lo stesso. Anche
perchè il caso di cui Lawrence si sta occupando non mi pare per
nulla simile a ciò che la vecchia RA avrebbe fatto..." disse
quindi la voce in risposta, condividendo i miei stessi dubbi. Io
annuì nuovamente, trovandomi d'accordo con lei.
"Concordo. Non ho detto nulla a Lawrence perchè non volevo si
preoccupasse, ma ritengo anch'io che la RA attuale sia sotto una
gestione differente. Il problema è cercare di capire chi sia il
capo adesso..." feci quindi notare io, portando la discussione al punto
che entrambi volevamo raggiungere.
"Beh, stando alle indagini, tutte le persone coinvolte nella prima
Revenge Association sono state arrestate... e posso confermarlo
personalmente. E nessuno ha avuto visite negli ultimi sette anni: non
possono aver ricostruito l'associazione in alcun modo." mi
puntualizzò lei, escludendo immediatamente tutti gli ex-membri
dalla lista dei sospettati.
"... C'è qualcuno che può averlo fatto, però."
feci notare, anche se anch'io avevo i miei dubbi sulla 'sua'
identità.
"Dimmi che non stai pensando anche tu a lui..." mi disse allora la mia
interlocutrice, per niente vogliosa di accettare l'unico sospettato
plausibile rimasto.
"... Sì, è proprio a lui che sto pensando." confermai,
sospirando: nemmeno a me piaceva ciò che stavo pensando... ma
era l'unico altro sospettato a cui stavo pensando... e probabilmente
l'unica persona che avrebbe voluto prendere le redini della Revenge
Association.
"... Ammettendo che tu abbia ragione, perchè lo avrebbe fatto?
Dopotutto, Heidi gli ha..." provò a ricordarmi la voce dal
telefono, ma io la interruppi prima che potesse ripetermi cose che
già sapevo.
"Ne so meno di te. Credo che dovremmo provare ad indagare, una volta
che Lawrence avrà concluso il suo caso." fu il mio successivo
suggerimento, pensando fosse meglio non perdere altro tempo vista la
sutazione.
"Che IO indaghi, semmai. Non credo che tu sia nelle condizioni di
occuparti di questo caso, Marvin: hai più di settant'anni,
dopotutto, e per quanto tu possa essere un bravo avvocato, stai
comunque invecchiando. Non penso ti farebbe bene invischiarti in
situazioni pericolose... e non voglio assolutamente che tu faccia una
brutta fine." mi disse quindi la donna con aria preoccupata, dicendomi
ciò che realmente penava riguardo il mio coinvolgimento.
Io sorrisi lievemente tra me e me, prima di risponderle "Ahhh... la
gioventù. Come il profumo del limone appena spremuto. Capisco
bene la tua preoccupazione, ma non è necessario: ho passato fin
troppo tempo a subire eventi del mio passato... se posso avere la
possibilità di chiudere con anche solo uno di essi, non voglio
sprecarla."
Ho passato fin troppo tempo a fuggire... è ora di smetterla e di
affrontare il mio passato, senza sperare che qualcun'altro lo risolva
per me.
"... Sei davvero sicuro?" mi chiese quindi la mia interlocutrice,
piuttosto preoccupata ed esitante nel chiedermi quella domanda,
ricevendo in risposta un altro cenno affermativo della mia testa.
"Certo. Vediamoci al mio studio oggi pomeriggio: non penso sia sicuro
parlare al telefono, rischiamo di essere intercettati." feci quindi io,
guardandomi attorno: temevo già che qualcuno stesse sentendo la
nostra conversazione, anche se probabilmente ero solo paranoico. Ma in
una situazione del genere, è meglio stare attenti e non correre
rischi inutili...
"D'accordo allora. Stai attento però, Marvin." disse quindi la
donna all'altro capo del telefono, probabilmente ancora non del tutto
sicura che coinvolgermi fosse una buona idea. Mi dispiace farla
preoccupare così, ma non ho intenzione di cambiare idea.
"Lo farò. Ad oggi pomeriggio allora, Samantha." dissi, mentre
Samantha sospirava ancora, probabilmente seccata dal fatto che non
avessi deciso di rimanere fuori dall'indagine.
"Buona giornata." mi disse lei, interrompendo la telefonata senza dire altro.
Una volta finito di parlare con lei, io mi alzai dal divano e mi
diressi verso la sala udienze, cercando di mettere da parte le mie
preoccupazioni e pensando al caso che il mio studente avrebbe dovuto
affrontare.
Buona fortuna, Lawrence: sono sicuro che riuscirai a vincere questo caso... ma se avrai bisogno di me, io ci sarò.
Sempre.
*********************************************************************************
Il 'Robert' citato da Grossberg è Robert Hammond, la vittima del Caso DL-6, in caso non fosse chiaro.
Questo capitolo mi ha richiesto più tempo di quanto immaginassi,
ma alla fine sono riuscito a completarlo: dal prossimo inizierà
l'udienza finale, che immagino durerà cinque-sei capitoli come
tutte le fasi d'udienza che ho scritto finora. Ringrazio parecchio The
Shadow per la recensione come sempre, e mi auguro che anche questo
capitolo di passaggio sia stato perlomeno carino da leggere. Detto
questo, vi do appuntamento al prossimo capitolo, come al solito!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 32 *** Capitolo 31: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 1) ***
LTAA32
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 31: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°3
23 Giugno
Ore 10.00
... Il processo sta per iniziare.
Al mio fianco Jean stava dando un'occhiata al Registro Processuale a
sua volta in attesa che il Giudice desse formalmente inizio
all'udienza, mentre di fronte a me Travis stava osservando qualche
documento al banco dell'accusa, anche se non riuscì a
comprendere di cosa si trattasse. Che abbia qualche asso nella manica
per il processo...?
Prima che potessi tentare di immaginare cosa stesse facendo il mio
amico, il Giudice battè il suo martelletto, osservando sia il
banco della difesa che quello dell'accusa con aria un pò
più seria del normale (probabilmente a causa della rivelazione
che aveva chiuso il processo precedente).
"La corte si riunisce per continuare il processo dell'imputato Cody
Hackins." si limitò a dire l'anziano, mentre io mi asciugavo il
sudore sulla fronte, preparandomi mentalmente all'inizio del processo.
"Avevamo chiarito alla fine della precedente udienza che la Revenge
Association è implicata in qualche modo con questo processo.
L'accusa è riuscita a scoprire qualcosa al riguardo?"
domandò quindi, voltandosi verso Travis, il quale rimase in
silenzio per qualche secondo, prima di tirare fuori la sua racchetta ed
iniziare a palleggiare con essa, osservando con serietà il
barbuto.
"Purtroppo l'accusa non è ancora riuscita a trovare nulla,
vostro Onore. Posso però garantirle che riusciremo a trovare
colui che ha richiesto l'omicidio, per quanto riguarda questo caso."
affermò, con aria seria e professionale, mentre il Giudice si
limitava a chiudere gli occhi, riflettendo su ciò che aveva
sentito.
"... Comprendo. Mi aspetto che lei mantenga la parola data, procuratore
Harley: non creda che mi sia dimenticato di ciò che ha fatto
ieri." affermò quindi il Giudice, fissando con serietà il
mio amico, il quale abbassò lo sguardo, visibilmente
vergognandosi ancora per l'occultamento di prove ed il modo in cui
voleva chiudere il caso il prima possibile.
"... Chiedo perdono per ieri, vostro Onore. Posso assicurarle che un
episodio del genere non si ripeterà più." disse quindi il
procuratore, sospirando e continuando a palleggiare con la sua
racchetta.
Notai però che Jean stava guardando un pò storto Travis
dal momento in cui aveva parlato... anche se non capivo ancora il
motivo. Inizio a pensare sia successo qualcosa tra di loro ieri...
... Mi spiace parecchio vedere Travis trattato così,
però. Vorrei poter fare qualcosa per poterlo difendere... ma
dubito di poter fare molto al momento.
... Una volta finito questo processo, devo chiedergli esattamente cosa
sta succedendo... ed avrò delle risposte, stavolta. Ma prima di
allora, devo concentrarmi sul caso alla mano.
"Le concederò la mia fiducia, procuratore, veda di non
tradirla." si raccomandò il Giudice, per poi aggiungere "La
difesa e l'accusa sono pronte, ad ogni modo?"
"La difesa è pronta, vostro Onore." dissi quindi io, annuendo e cercando di mostrarmi calmo, non so nemmeno io come.
"L'accusa è pronta, vostro Onore." affermò allora il mio
amico, cercando di mantenere la sua professionalità e di non
sembrare teso, nonostante potessi chiaramente notare che lo fosse,
specie da come continuava a palleggiare ritmicamente con la racchetta...
"Molto bene, allora. Procuratore Harley, faccia il riepilogo del caso
finora." richiese il barbuto, mentre Travis annuiva in risposta.
"Con piacere." fu tutto ciò che disse, prima di iniziare a spiegare i dettagli finora noti del caso.
"Abbiamo appurato che l'imputato Cody Hackins si trovava all'interno
dello Studio 3, ma i sospetti rivolti verso di lui sono ormai
estremamente tenui. Tuttavia, non abbiamo ancora un'idea chiara di come
si sia svolto l'omicidio: sappiamo per certo solo che è
scoppiato un incendio sulla scena del crimine, e che le altre due donne
coinvolte nel caso, Remy Horace ed Hayden Carson, non solo si
conoscevano tra di loro ma avevano anche una relazione più che
personale con la vittima, essendo rispettivamente la ex-moglie e
l'amante di Steve Arwen. E' anche appurato che ci sia stata una
collutazione, ma finora non ne sappiamo il motivo nè i
risultati, se non che è risultato nella perdita della patente
della signora Hayden Carson, e che la Revenge Association ha aiutato ad allestire la scena del crimine." si
limitò a dire, afferrando la palla da tennis a mezz'aria con la
mano una volta finito il suo riepilogo, mentre mi osservava dritto
negli occhi per un secondo prima di riprendere a concentrarsi sulla sua
palla.
Uhm... sono tutti elementi che sapevamo già. Mi chiedo se abbia
scoperto qualcosa che io e Jean non sappiamo ancora, o se ne sa
più o meno quanto noi...
"Uhm... non capisco, però. Se ormai è praticamente
scontato che Hackins è non colpevole, perchè stiamo
continuando a fare il processo verso di lui...?" si chiese il Giudice,
confuso al riguardo e sgranando gli occhi come era solito fare..
... wow. Non mi aspettavo addirittura lui lo chiedesse... anche se
effettivamente sembra strano anche a me che non ci sia stato un cambio
di imputato fino a questo momento.
Travis, evidentemente un pò seccato dal ricevere una domanda del
genere dal Giudice stesso, si limitò a rispondere "L'accusa,
nonostante riconosca la possibilità che Remy Horace o Hayden
Carson siano dei colpevoli più probabili, preferisce comunque
mantenere una riserva su Cody Hackins: visto che la RA è
coinvolta, non penso sia il caso di escludere alcuna possibilità
a livello di colpevolezza... e vorrei che la difesa ne tenesse conto.",
guardandomi nuovamente per un istante prima di focalizzarsi di nuovo
sul Giudice.
...? In che senso vorrebbe che ne tenessimo conto? Non ho capito cosa
intendesse con questa frase... anche se riesco a seguire il suo
ragionamento. Se Cody fosse davvero colpevole (cosa di cui dubito) e
venisse dichiarato non colpevole, non potrebbe più essere
accusato per lo stesso crimine per via del Ne bis in idem...
effettivamente è la soluzione migliore, considerando che abbiamo
a che fare con una Associazione che pianifica omicidi per conto degli
assassini...
Oltretutto, è solo una mia impressione oppure Travis è un
pò più calmo rispetto a ieri? Non che mi dispiaccia la
cosa (anzi), ma non capisco che cosa gli sia successo. Probabilmente
finito questo caso dovrò andare a chiedere a Jean che cosa abbia
fatto esattamente ieri, sto iniziando ad avere una mezza idea su cosa
possa aver fatto...
"Hm... sì, riesco a seguire il suo ragionamento, procuratore. La
difesa cos'ha da dire al riguardo?" chiese quindi il Giudice,
voltandosi stavolta verso di me.
Io deglutìi, cercando di rimanere calmo prima di iniziare a parlare, non volendo assolutamente fare una figuraccia.
"La difesa continua a ritenere l'imputato Cody Hackins innocente, e
ritengo di avere abbastanza prove da indicare l'effettivo colpevole."
dissi semplicemente io, mentre il volto del Giudice si illuminava al
sentire quelle parole.
"Oohhhh, ottimo! Ottimo! Si può sempre contare su voi avvocati
per ribaltare l'intero caso! Ad essere sincero stavo iniziando ad
annoiarmi per com'era prevedibile tutto fino ad adesso, ma sono certo
che riuscirà a rendere il caso emozionante in questa udienza,
signor Trueman: non mi deluda, mi raccomando!" mi disse quindi
l'anziano, apparendomi estremamente gioioso e lasciandomi di stucco per
via dell'improvviso cambio di umore.
... Decisamente non mi aspettavo mi dicesse così, specie visto
quanto serio e formale fosse fino a due secondi fa... anche se ammetto
che non mi dispiace vederlo tornare scherzoso. Un'atmosfera troppo
seria non mi fa per niente bene, e ne sono conscio... per fortuna
questo tribunale è serio solo metà del tempo, mentre
l'altra metà è puro nonsense.
"Ehm... non lo farò, non si preoccupi." dissi quindi io,
imbarazzato dal fatto che il Giudice stesse riponendo la sua 'fiducia'
in me.
"Allora, procuratore Harley, cosa vuole fare adesso?" chiese quindi il barbuto, tornando (semi)serio e guardando il mio amico.
"L'accusa vorrebbe chiamare a deporre il testimone Hayden Carson per
fare chiarezza su alcuni dettagli del caso." affermò allora
Travis, dichiarando le sue intenzioni.
Come immaginavo, ha deciso di chiamare prima lei... meglio così.
Avrei avuto qualche problema a giostrare le prove se avesse iniziato
con la signora Horace...
Dopo qualche minuto, entrò in tribunale Hayden Carson, vestita
esattamente come l'avevo vista ieri e con la stessa acconciatura, e si
mise al banco dei testimoni, guardandosi attorno con aria di
sufficienza e sventolando il suo ventaglio, particolarmente verso la
parte del volto coperta dai capelli (cosa che mi sembrò
parecchio strana, ad essere sinceri).
"Testimone, dichiari nome e professione." richiese quindi il mio amico
tennista, venendo colto da uno sguardo seccato della Carson, che aveva
chiuso di scatto il ventaglio in risposta.
"Non c'è bisogno che me lo dica tu di farlo, moccioso! Umpf...
non so neanche perchè ho deciso di venire qui. Il colpevole non
era il bamboccio?" domandò quindi lei, evidentemente non
apprezzando di essere stata chiamata in aula. Se l'aula potesse
parlare, penso che ricambierebbe il sentimento.
"... Nome e professione. Non lo ripeterò, signora Carson." disse
quindi il mio amico, stringendo con più forza la sua racchetta
mentre la donna sbuffava seccata per il modo in cui si rivolgeva a lui.
Mi sto chiedendo però se si rende conto di dove si trova adesso
o fa così dappertutto...
"E va bene, e va bene... Hayden Carson, attrice di fama mondiale. E'
contento adesso, procuratore?" affermò con tono seccato la
donna, mentre Travis stringeva in un pugno la mano libera,
probabilmente trattenendosi dal dire alla Carson delle cose poco
appropriate.
"... Aspetti. Quindi lei è QUELLA Hayden Carson? L'attrice che
ha interpretato l'adorabile e timida Felicia Destrovich in La Settimana
del Cuore!?" domandò quindi (con mia grossa sorpresa) il
Giudice, con aria emozionata ed eccitata.
... Non so da cosa essere più sconvolto, dal fatto che il
Giudice vedesse La Settimana del Cuore o dal fatto che la Carson
interpretasse una ragazza 'adorabile e timida'. Ci credo che poi Steve
Arwen si è innamorato per colpa del metodo di Stanislavski, mi
sembrava strano che avesse apprezzato la Carson per la sua usuale
personalità...
"Oh, un mio ammiratore! Quindi qualcuno con del buongusto c'è in
quest'aula di tribunale!" disse quindi l'attrice, mostrando un sorriso
a trentadue denti ed uno sguardo tanto dolce quanto falso.
"Oh, sì! Ho apprezzato davvero la sua performance! Sono rimasto
così triste quando Felicia è stata ricoverata per un
infarto dovuto alla scoperta che sua cugina è in realtà
sua madre colta da amnesia, che in quel momento stava avendo una
relazione con Ivano Robotnik, il suo amato costretto a sposarsi con sua
sorella abbandonata all'altare! Quando hanno detto che una certa Hayden
Carson attrice era coinvolta nel caso, non credevo si trattasse proprio
di LEI!" raccontò quindi il Giudice, che trasudava amore per la
serie da ogni parola che pronunciava.
... Mamma mia, che razza di trama aveva quella storia? E soprattutto,
il cognome 'Robotnik' esiste sul serio? Pensavo fosse stato inventato
per quel cattivo di quel videogioco...
"Oh oh oh! Vedo che sa apprezzare una performance ben eseguita e
diretta, al contrario di quegli idioti degli Oscar! Scommetto che lei
donerebbe i premi in modo più equo e sensato rispetto a
loro!"affermò quindi la signora Carson, non capendo se fosse
sincera o stesse cercando di ingraziarsi il Giudice. O entrambe le cose.
"Uh!? Dite sul serio? Effettivamente... non mi dispiacerebbe fare il
Giudice per un evento di tale calibro! Sarebbe una naturale evoluzione
del mio ruolo in questo tribunale!" affermò quindi il barbuto,
apprezzando la sua nuova 'prospettiva di carriera'.
"Ah ah ah ah! Sì, certamente! Mi raccomando, però: se
parteciperò, voglio un Oscar per tutte le categorie, anche
quelle in cui non posso partecipare!" ridacchiò la signora
Hayden, anche se il tono che stava usando non mi sembrava
eccessivamente scherzoso...
"Sarà fatto, signora Carson!" approvò il
Giudice, battendo il suo fido martelletto ed 'accettando' la sua
richiesta. Spero sinceramente che stia solo scherzando... ma per quel
che ho visto di questo Giudice, è meglio non essere mai sicuri
di nulla... non oso immaginare i processi come vadano con lui e la
signora Neseira nella stessa Sala Udienze...
"... Non so te Law, ma più la Carson parla e più mi viene
voglia di prenderla a pugni. Non ho idea di come tu abbia fatto a
resistere alla tentazione..." disse quindi la mia assistente,
visibilmente irritata dal modo in cui la Carson si stava rivolgendo
prima a Travis e poi al Giudice.
A dire il vero sto iniziando a chiedermelo anche io... anche se
personalmente non penso avrei mai la forza o motivo di picchiare
qualcuno. Anche ad essere generosi, però, la signora Carson si
sta comportando in maniera piuttosto scortese... probabilmente le
lusinghe che ha fatto al Giudice hanno impedito al barbuto di
accorgersene.
"Ehm... mi dispiace interrompere la vostra discussione, vostro Onore,
ma dovrei richiedere al testimone di..." provò a dire il mio
amico procuratore, venendo però zittito a metà frase da
una nervosa Carson, la quale gli lanciò uno sguardo irritato
prima di prendere la parola.
"Silenzio! Non vedi che stiamo parlando!?" fece notare lei, stizzita,
mentre Travis sospirava e riprendeva a palleggiare, cercando di
mantenere la calma e la serietà.
"Sì, lo vedo. E vedo anche che lei non ha ancora fatto
ciò per cui è stata chiamata qui. Le consiglio di parlare
il prima possibile, se non vuole che chiami Remy Horace al suo
posto..." chiese quindi il procuratore, ponendo particolare enfasi
sulle ultime parole.
... Sto iniziando ad avere paura che lui sappia qualcosa che io non so riguardo Remy Horace...
"... E va bene, d'accordo. Che cosa volete sapere?" chiese quindi
l'attrice, calmandosi all'improvviso ed osservando con sguardo seccato
Travis, vogliosa di finirla il prima possibile.
"Vorrei che ci spiegasse che cosa è successo e ci indicasse il
colpevole." richiese quindi il mio amico, mentre la testimone inclinava
la testa, confusa da quella richiesta.
"Solo questo? Speravo in qualcosa di più interessante da dire...
ma vabbè, se non avete domande più interessanti,
risponderò." disse allora lei in risposta, facendo le spallucce.
"Stai attento adesso, Law: ricordati che abbiamo di fronte un'attrice,
e penso che sia piuttosto brava a mascherare le sue vere emozioni.
Oltretutto, il Giudice pare essere un suo fan... ed immagino
sarà difficile convincerlo che possa essere colpevole." disse
quindi Jean, mentre io annuivo in risposta, osservando il testimone.
Sì... me ne rendo conto. Questo primo contro-interrogatorio
rischia di essere molto difficile... se voglio superarlo, dovrò
fare del mio meglio e ricorrere alle prove migliori che ho in mano.
"Inizi la sua deposizione, signora Carson." richiese il Giudice, prima che la Carson iniziasse a parlare.
Deposizione del Testimone
-- E' STATO IL MARMOCCHIO! --
- Bah... non so in che lingua devo dirvelo, ma è stato il marmocchio a commettere l'omicidio.
- Ha chiamato il mio fidanzato, Steve Arwen, ed una volta arrivato non ha fatto altro che spingere il riflettore su di lui!
- Io e quell'oca di Horace non abbiamo niente a che fare con tutto
questo, stavamo solo avendo una... 'amichevole' chiacchierata.
- La colpa è tutta di quel bamboccio fissato con il Samurai, e di nessun altro!
- Se avete qualche prova che dimostra il contrario, andate avanti, voglio proprio vedere che cos'avete!
"Uh... una testimonianza piuttosto graffiante, devo dire... ma eseguita
in modo magistrale! Ha tutti i miei complimenti per l'esecuzione,
signora Carson!" si complimentò il Giudice, mentre io lo
osservavo confuso: la Carson aveva accusato Cody... e lui non ha
battuto ciglio? Dopotutto, lui stesso aveva riconosciuto che è
difficile Cody sia davvero il colpevole...
"Contenta di avervi intrattenuto, vostro Onore! E farò molto,
molto di più!" disse quindi la Carson, incrociando le braccia e
sogghignando con espressione di sfida.
... a me la sua testimonianza mi è parsa più offensiva
che altro, ad essere sinceri. Soprattutto perchè sembrava
volermi sfidare... e come Remy Horace, ha evitato di tirare in ballo
l'incendio. Che davvero non sia importante al caso? Oppure c'è
qualche motivo in particolare per cui sta evitando di menzionarlo?
Oltretutto, ha menzionato una 'discussione', quindi non posso sfruttare
la colluttazione in questo momento in quanto la dissocerebbe
dall'omicidio... non va eccessivamente nei dettagli ed ha degli ovvi
punti deboli, ma ha coperto uno dei modi in cui avrei potuto attaccare
la sua testimonianza.
"Uhm... beh, la testimonianza in sè è piuttosto semplice
da smontare. L'ultima parte della frase ti da un appiglio semplicissimo
per risolvere il contro-interrogatorio!" mi fece notare Jean, ma io non
le risposi immediatamente, concentrandomi invece a riflettere su
ciò che avevo.
Già... non mi sembra esattamente una brillante prima
deposizione, anche per ciò che ho già notato. Penso che
in sè la Carson non sia particolarmente intelligente, e punti
più che altro sullo sfruttare la sua fama (ed il fatto che il
Giudice pare essere un suo fan) ed il 'conoscere i suoi diritti' per
contrastare ogni attacco che gli farò... per fortuna
però, ho delle prove che mi permetteranno di contrastarla. Spero
solo di riuscire ad usarle bene...
"Può iniziare il contro-interrogatorio, signor Trueman.
Però... ho un avvertimento da farle." mi disse allora il
Giudice, per poi osservarmi con serietà.
... Oh, diamine... che cosa ho fatto di male? Non ditemi che sono davvero venuto in tribunale in mutande...
"Di cosa si tratta, vostro Onore...?" domandai io, dando un'occhiata in
basso e rassicurandomi del fatto che tutte le parti del vestito fossero
al loro posto, per fortuna.
"Se direte o chiederete qualcosa di inopportuno o di stupido alla
signora Carson, vi spetterà una penalità doppia rispetto
al solito! Quindi, badate bene a quello che direte!" mi disse quindi il
barbuto, mettendo in chiaro che non avrebbe tollerato mosse inutili.
"... Ehm... d'accordo, vostro Onore..." dissi io in risposta. Come se
il caso e la testimonianza non fossero già difficili di loro...
Contro-Interrogatorio
-- E' STATO IL MARMOCCHIO! --
- Bah... non so in che lingua devo dirvelo, ma è stato il marmocchio a commettere l'omicidio.
- Ha chiamato il mio fidanzato, Steve Arwen, ed una volta arrivato non ha fatto altro che spingere il riflettore su di lui!
-
Io e quell'oca di Horace non abbiamo niente a che fare con tutto
questo, stavamo solo avendo una... 'amichevole' chiacchierata.
- La colpa è tutta di quel bamboccio fissato con il Samurai, e di nessun altro!
- Se avete qualche prova che dimostra il contrario, andate avanti, voglio proprio vedere che cos'avete!
La parte finale è probabilmente l'unica che posso toccare
senza essere accusato di stare 'molestando il testimone', come direbbe
Payne...
... Calma e sangue freddo, Law. Puoi farcela. Devi solo stare calmo. Tre, due, uno...
Presi un grosso respiro e, puntando il dito contro Hayden Carson, urlai "Obiezione! Signora Carson, ho una prova che dimostra che Cody Hackins non può aver fatto le azioni da lei descritte."
"Oh, c'è anche l'avvocato con l'oceano in testa. Non me n'ero
accorta..." disse quindi la Carson, voltandosi lievemente verso di me e
riprendendo a sventolarsi il ventaglio in faccia, senza essere
particolarmente preoccupata dalla mia obiezione.
... Ehi, questa era cattiva. E poi, perchè dice che ho l'"oceano
in testa"? I miei ricci non sono COSI' strani... almeno credo.
"Ehm... dicevo, prima di tutto vorrei chiedere alla signora Carson per
quale motivo crede che l'imputato abbia ucciso Steve Arwen, supponendo
che lei abbia ragione?" domandai quindi io, cercando di farla arrivare
dove volevo prima di mostrare la mia prova.
Con mia grande sorpresa, però, la mia domanda venne ignorata,
con la donna che mi disse con aria seccata "Eh no, caro mio! Non sono
scema! So benissimo che poi sfrutteresti le mie parole contro con la
tua prova del cavolo! Vediamo prima TU cos'hai!"
... Diamine! Se vede prima la mia prova, avrà il tempo di
pensare ad una scusa per invalidarmela... ed ora che ho obiettato, non
posso tirarmi indietro...
... Stupido, stupido Law! Dovevi aspettarti una cosa del genere e cercare di farle modificare la deposizione, prima!
Cosa posso fare adesso...? Se mostro la mia prova, non ho altro modo
per scagionare effettivamente Cody... e questo proverebbe che lui
sarebbe il colpevole...
Che diamine... speravo di poter mettere all'angolo Carson, ma è
lei che ha messo all'angolo me, e con una mossa semplicissima,
oltretutto...
Proprio quando temevo che la mia mossa fosse stata annullata,
però, Travis puntò la sua racchetta contro la Carson e,
con mia grossa sorpresa, egli disse "Obiezione! La
difesa ha tutto il diritto di porle quella domanda, signora Carson. Ora
risponda, a meno che lei non abbia qualcosa da nascondere."
Io sbattei gli occhi confuso, come anche Jean ed il Giudice. Non mi
aspettavo per niente che il mio amico mi avrebbe aiutato in questo
frangente... ma gli ero estremamente grato per avermi tolto da una
situazione problematica.
"... Eh? Ma come? Siamo dalla stessa parte, stupido procuratore!
Dovresti aiutare ME, non lui! Che cosa pensi di stare facendo? Chi ti
ha dato quel distintivo?" iniziò a chiedere a raffica Hayden
Carson, evidentemente non aspettandosi di vedere il pubblico ministero
'contro' di lei. Non potevo dire che non se la fosse cercata,
però...
Il mio amico, in risposta, abbassò lo sguardo e non disse nulla,
ma prima che potessi dire nulla, Jean mi anticipò, osservando la
testimone con rabbia.
"Il procuratore non è tanto stupido da aiutare un'oca antipatica
e piena di sè come te, brutta idiota!" sbraitò lei,
probabilmente non potendone più di come la signora Hayden stava
facendo il bello e il cattivo tempo in tribunale, ed in risposta io
sgranai gli occhi, osservando la mia assistente con preoccupazione.
... Jean, che ti è saltato in mente di dire!? Non che tu abbia torto, ma dire qualcosa del genere...!
Notai che gli sguardi dei presenti iniziarono a focalizzarsi sulla
difesa (e su Jean in particolare, la quale iniziò a farsi
piccola piccola ed a sudare leggermente, non apprezzando di essere al
centro dell'attenzione del pubblico) mentre parlottavano tra loro,
dando inizio al solito vocìo che venne interrotto solo dai colpi
di martelletto del Giudice.
"Ordine! Ordine! Signorina Watson, si rende conto di ciò che ha
appena detto!?" affermò quindi il barbuto, mentre Jean annuiva,
visibilmente imbarazzata e spaventata da tutti gli sguardi che le
stavano venendo rivolti contro, mentre si asciugava la fronte con il
braccio.
Jean...
Hayden sogghignò al vedere la situazione che si era venuta a
creare, per poi dire con tono calmo ma pieno di sè "... Vostro
Onore, penso che la difesa mi abbia chiaramente insultato. Richiedo che
vengano presi provvedimenti immediati in proposito, come l'espulsione
immediata di entrambi i rappresentanti al banco. Il marmocchio
dovrà cavarsela con un avvocato d'ufficio."
Eh no, signora Carson. Non credere che ti permetta di fare una cosa del genere!
"Obiezione!
Chiedo scusa in nome della mia assistente, ma vorrei far notare alla
corte che il comportamento del testimone è piuttosto scortese e
maleducato, e ritengo che anche l'accusa sia d'accordo con me."
affermai quindi io, con aria seria. Riconoscevo che Jean non aveva
avuto proprio un'ottima idea ad insultare l'attrice in tribunale, ma
non potevo permettere che la testimone continuasse con questo suo
comportamento. Di fronte a me, vidi Travis annuirmi, confermandomi che
anche lui la pensava allo stesso modo. E considerando che la sua
testimonianza era a vantaggio dell'accusa...
"... L'avvocato ha ragione, signora Carson. Per quanto apprezzi le sue
doti, devo ammettere che il modo in cui state agendo è
inappropriato per il luogo in cui ci troviamo. Lascerò passare
per stavolta, ma spero che da adesso lei porti rispetto per le parti in
causa e moderi il suo linguaggio." disse quindi il Giudice con
serietà, osservando la testimone e mettendo in chiaro che
(fortunatamente) non avrebbe tollerato altre uscite simili.
"... Uff, e va bene. Non se lo merita nessuno dei due, ma starò
al gioco." affermò quindi Hayden, sospirando seccata prima di
rispondere alla domanda che le avevo posto qualche minuto fa.
"Il marmocchio voleva ovviamente uccidere Arwen perchè aveva
rimpiazzato il precedente attore del Samurai d'Acciaio, Will Powers,
nel ruolo del protagonista. E' anche l'accusa che gli avete rivolto in
tribunale ieri, no?" disse semplicemente, affermando proprio ciò
che speravo dicesse.
"Esattamente... però, quest'accusa è invalida, ed ho una
prova per dimostrarlo!" affermai quindi io sorridendo, contento di
avere finalmente la situazione in pugno.
"Umpf, sapevo che ci sarebbe stata la trappola. Andiamo, renditi bello
e fai il brillante con la tua prova." fu quindi la replica della donna,
che mi sembrava più seccata che preoccupata per ciò che
stavo dicendo.
Io arrossì imbarazzato per il modo in cui aveva 'previsto'
ciò che avrei fatto ora, iniziando a dire timidamente "... Err,
praticamente... questo è un blocco degli autografi di
proprietà dell'imputato.", per poi mostrare il Blocco degli
Autografi datomi da Cody, ed aprendolo all'ultima pagina.
"Come potete vedere, l'ultima firma è proprio quella di Steve
Arwen. Se davvero avesse voluto ucciderlo per rancore, perchè
avrebbe chiesto prima una sua firma!? Già questo dimostra che
aveva del rispetto per Steve Arwen!" dissi io, mentre notai chiaramente
la signora Carson modersi il labbro e stringere nelle sue mani il
ventaglio, probabilmente non aspettandosi che effettivamente riuscissi
a smontare la sua deposizione, nonostante il modo in cui si era rivolta
a me appena prima.
"Gh..." fece lei, capendo di essere in difficoltà.
"Perbacco, è vero! Con questa firma, il movente dell'imputato ha
perso di significato! Ma perchè la signora Carson avrebbe dovuto
mentire alla corte...?" si chiese quindi il Giudice, necessitando di
una spiegazione.
... E' il momento. Ora o mai più.
"E' molto semplice, vostro Onore... perchè la qui presente
signora Hayden Carson è la vera colpevole!" affermai quindi io,
continuando a mantenere un dito puntato verso l'attrice.
*********************************************************************************
Ho qualche piccola riserva su questo capitolo, ma penso che
complessivamente sia venuto su piuttosto bene. Spero solo che questa
udienza si riveli più interessante ed eccitante della prima
parte, e che sia divertente da leggere.
Come sempre, ringrazio The Shadow per la gentile recensione, e spero
che questo capitolo sia stato all'altezza dei precedenti. Ringrazio
chiunque abbia letto, e do a tutti appuntamento al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 33 *** Capitolo 32: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 2) ***
LTAA33
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 32: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 2)
"S-signor Trueman! Per quale motivo sta accusando la signora
Carson?" mi domandò quindi il Giudice, osservandomi confuso ed
esterrefatto.
Prima di continuare, diedi uno sguardo alla mia destra, volendo accertarmi dello stato della mia assistente prima di procedere.
A parte un pò di paura per la situazione in cui si stava
cacciando, fortunatamente Jean non pareva essere stata troppo provata
dall'esperienza, cosa che mi rassicurò, prima che io diedi
un'altra occhiata al resto della sala udienze, volendo vedere le
reazioni degli altri presenti.
La Carson mi sembrava abbastanza tesa pur mantenendo un'espressione
calma, mentre Travis mi stava osservando mentre teneva la racchetta
salda con entrambe le mani, senza dire nulla.
Quel gesto mi preoccupò: che stessi facendo qualche errore? O forse lo stavo mettendo in difficoltà...?
Presi un profondo respiro, cercando di calmarmi e di non finire in
preda al panico in un momento del genere, per poi motivare la mia
accusa, sperando con tutto il cuore di non sbagliare o dire
stupidaggini.
"La difesa ha motivo di credere che Hayden Carson sia la vera
colpevole." dissi io, con calma, mentre la testimone si batteva il
ventaglio sul braccio mentre si passava una mano sulla fronte.
"E allora? Prove, bamboccio. Se non ne hai, puoi anche fare a meno di
accusare gente a destra e a manca!" si lamentò l'attrice, cosa
che mi fece preoccupare lievemente, nonostante fosse un segno che
temesse qualche mia azione.
Sperando di stare facendo la cosa giusta, presi la copia stampata
dell'intervista, iniziando a leggerla con attenzione mentre dicevo
"Stando ad un'intervista risalente a qualche settimana fa, pare che la
vittima fosse un fan del metodo di Stanislavski..."
"Si dice Stanislavskij! Con la J! A scuola non vi insegnano nemmeno
più a leggere?" mi interruppe immediatamente la testimone,
osservandomi con sguardo arrabbiato per via del mio errore.
"..." non dissi nulla in risposta, per poi ricontrollare il documento
nelle mie mani e dire "Qui è scritto Stanislavski, senza la
J...", confuso dalla correzione.
"Allora quell'articolo è sicuramente sbagliato! E se c'è
un errore, è probabile che ve ne siano di altri più gravi
nel contenuto! Quell'intervista non è affidabile!"
proclamò quindi la signora Hayden, ancora contrariata prima di
riprendere a sventolarsi il ventaglio sul volto.
... Ma allora lo fa apposta. La prossima volta cosa dirà, che ho
fatto obiettato con una strana inflessione e quindi tutto ciò
che ho detto è invalido?
"Signora Carson. Si ricordi cosa le è stato detto."
affermò quindi Travis in risposta, con tono calmo ma ormai ben
poco paziente riguardo il comportamento del testimone.
"Umpf... e va bene, continui..." sentenziò l'accusata, sospirando e lasciandomi finalmente continuare a parlare.
"Ehm... dicevo, stando all'intervista, la vittima seguiva il metodo di
Stanislavski... j." iniziai a dire io, aggiungendo la J all'ultimo
momento ricordandomi della correzione della testimone, per poi
riprendere dicendo "Tale metodo richiede di cercare di immedeasimarsi
il più possibile nel personaggio per produrre reazioni quanto
più genuine possibili..."
Prima di continuare, mostrai il Poster di La Settimana del Cuore (non
avevo molto motivo di farlo, ma preferivo essere quanto più
possibile completo nella mia spiegazione), affermando subito dopo "...
e durante le riprese de La Settimana del Cuore, la qui presente
signora Carson interpretava la ragazza di cui il protagonista si
innamorava..."
"Arriva al punto! Il signor Giudice ha già specificato tutto,
perchè non puoi sbrigarti un pò a finire questa stupida
accusa!?" si lamentò Hayden, probabilmente volendo che dicessi
semplicemente perchè, per me, lei dovesse essere colpevole.
... Tutto questo solo perchè volevo fare le cose per bene. Ma
non devo deconcentrarmi, sono sicuro che è a quello che punta...
e poi, ho quasi finito.
"Non è tutto. Ieri, quando ho incontrato la signora Carson alla
Clinica Hotti, ha avuto una strana reazione al vedere il biglietto
della Revenge Association, lanciandomi varie cose addosso
costringendomi ad andarmene."
"Dove vorreste arrivare, signor Trueman?" mi chiese quindi il Giudice,
osservandomi con serietà ed attendendo una spiegazione. Io presi
un altro respiro, piuttosto incerto sulla mia prossima mossa, ma ormai
senza più possibilità di tornare indietro.
"Tenendo in considerazione questi dettagli... direi che è
possibile considerare che Hayden Carson conosca la Revenge Association.
Ovviamente, se ha avuto modo di conoscerla, ciò lascia
presupporre che avesse intenzione di uccidere qualcuno... quindi, mi
chiedo: e se la qui presente signora Carson... avesse avvicinato Steve
Arwen specificamente per fidanzarsi con lui e magari trarre vantaggio
dalla sua morte...?" provai a dire io, pensando attentamente ad ogni
parola che dicevo, e sperando con tutto il cuore di stare facendo la
mossa giusta.
... Sì, lo so, questa spiegazione ha più buchi di un
groviera... ma devo farlo. Non mi piace giocare 'sporco'... ma in
questo caso, devo evitare che la Carson mi metta al muro come ha fatto
in precedenza... e conoscendomi, so che non avrebbe troppi problemi a
farlo.
"Law... sei proprio sicuro di stare facendo la cosa migliore? Non mi
sembri tanto convinto..." mi chiese quindi la mia assistente,
probabilmente non capendo dove io volessi arrivare con quel
ragionamento.
"Lo spero, Jean... nemmeno io ne sono tanto sicuro..." ammisi io, aspettando di vedere il risultato della mia 'arringa'.
La Carson trattenne a stento una risata, per poi affermare con tono di
scherno "Pff... E chiami quella un'accusa? Mi sembra che tu ti stia
attaccando a tutto ciò che hai pur di accusare la prima persona
che capita... chiunque ti abbia fatto passare l'esame dovrebbe essere
licenziato."
... Certo che non la vuole smettere di insultarmi... ma non si
preoccupa di tutta la pubblicità negativa che riceverà a
causa del pubblico? A meno che non stia sfruttando la situazione per
farsi rendere nota a fine processo... La pubblicità negativa
è sempre pubblicità, dopotutto.
"Effettivamente devo dare ragione alla testimone... la spiegazione
della difesa è piuttosto confusionaria e nebulosa, rendendo poco
chiaro dove volesse lanciare la palla." mi disse Travis, con tono un
pò rassegnato: probabilmente avrebbe preferito non dare ragione
alla Carson per una questione personale... anche se immaginavo non si
potesse soprassedere su ciò che avevo appena detto.
"Infatti! Era talmente nebulosa che serviva un faro per comprenderlo!
Signor Trueman, per caso ne ha uno con sè per fare chiarimento?"
provò a dire il Giudice, osservandomi con uno sguardo che non mi
faceva comprendere se fosse serio o meno.
... forse non è stata proprio la migliore delle idee. E... come
pretende ci infili un faro qui dentro!? Anche se effettivamente il
Registro Processuale sembra molto spazioso... quasi infinito, direi...
... Aaaaaah, Law, concentrati! Non è il momento di distrarsi!
"Beh... non servirà un faro, vostro Onore, perchè ho
un'idea migliore al riguardo." venne quindi in mio soccorso
Travis mentre palleggiava con la racchetta, con aria seria.
"Quale sarebbe, procuratore Harley?" domandò allora il barbuto, osservando il procuratore in attesa della risposta.
"Beh... anche se l'arringa dell'avvocato era effettivamente un
pò presentata male, pone un interrogativo al quale vale la pena
rispondere." affermò quindi lui, per poi afferrare la pallina
con la mano ed incrociare le braccia, domandando subito dopo "Signora
Carson?"
"Umpf, che devo fare?" domandò quindi la testimone, chiudendo il
ventaglio e posandolo sul banco, mentre guardava con sguardo annoiato
il mio amico girandosi verso di lui.
"Faccia una testimonianza, e ci spieghi per quale motivo il fatto che
lei conosca la Revenge Association non è da considerarsi
sospetto, perchè è effettivamente piuttosto strano."
richiese allora Travis, puntando la sua racchetta verso l'attrice e
guardandola con sospetto: in risposta, lei si limitò a voltarsi
dall'altro lato, apparentemente stizzita, prima di riprendere la parola.
"... che stupidaggine... ma se è quello che volete, lo
farò. Spero che poi la potremo finire con questa pagliacciata."
fu tutto ciò che disse ella, prima di riprendere a sventolarsi
il ventaglio sulla parte della faccia coperta dai capelli: in risposta,
Travis mi fece un cenno con il capo, annuendo ed osservandomi
speranzoso prima di riconcentrare il suo sguardo sulla Carson.
... Meno male, è riuscito a comprendere cosa volevo... Grazie davvero, Travis: ti devo un grossissimo favore.
"Dipenderà tutto da ciò che direte. Iniziate pure." disse
quindi il procuratore tennista, abbassando la racchetta e guardandomi
nuovamente, dicendomi con lo sguardo di fare del mio meglio, ricevendo
un cenno positivo da me in risposta.
"Con piacere." disse sarcasticamente la Carson, prima di iniziare la sua nuova deposizione.
Io presi un grosso respiro, preparandomi a sentire le parole della
testimone. Il momento che aspettavo era finalmente arrivato...
Deposizione del Testimone
-- SI', LA CONOSCO, MA... --
- Sì, conosco la RA. Come penso la conoscano tutti i presenti in questa sala udienze!
- Avete mostrato la prova, dopotutto. Come pretendete che questa Rave Dance Association sia ancora segreta, a questo punto?
- Se dovete accusare me per un motivo così stupido, tanto vale accusare tutti i presenti!
Immaginavo avrebbe risposto così... ed effettivamente quello che
dice ha un senso. Però so esattamente come smontarlo... o
almeno, lo spero.
"Uhm... a dire il vero, quello mi sembrava più un lamento che
una deposizione..." affermò allora Travis, inarcando un
sopracciglio con aria confusa, probabilmente aspettandosi qualcosa di
più articolato e spiegato meglio...
"Già... e sopratutto, cos'è questa 'Rave Dance
Association'? E' un'associazione di ballerini killer che aiuta la RA
nel commettere i loro delitti?" domandò il Giudice in seguito,
osservando la testimone con gli occhi sgranati, come suo solito ogni
volta che era sorpreso.
... L'immaginazione del Giudice riuscirà sempre a stupirmi, niente da fare...
"Mi sono sbagliata io... come pretendete che mi ricordi un nome
così stupido? Se si chiamano Revenge Association, tanto vale che
abbiano un sito chiamato www.omicidiespresso.it! Seriamente, chi
diamine l'ha chiamata così?" si lamentò allora la Carson,
continuando a sbattere il suo ventaglio sulla parte coperta dai capelli
del volto.
... Beh, non ha proprio tutti i torti: effettivamente Revenge
Association è un nome un pò telegrafato... anche se penso
comunichi piuttosto bene il messaggio su ciò che facciano i suoi
membri.
"Ad ogni modo, credo sia il compito dell'avvocato capire se c'è
qualche contraddizione o meno in ciò che ho detto, no? E' un
problema suo!" disse quindi la testimone, aumentando la velocità con cui
stava agitando il ventaglio.
Notai proprio in quel momento che, ogni qual volta sventolava il
ventaglio, la sua espressione pareva piuttosto tesa, quasi
sofferente... anche se non ne capivo il motivo. Perchè sta
facendo così...?
"... Tecnicamente ha ragione, ma vorrei ricordarle di stare attenta a
ciò che dice: è fortunata se non sono stati ancora presi
provvedimenti verso di lei. In questa sala udienze è stato
tollerato di tutto, ma il suo atteggiamento sta superando ogni limite."
avvisò quindi il mio amico, mal sopportando che la testimone
stesse facendo il bello ed il cattivo tempo in sala udienze.
"Sì sì... ad ogni modo, possiamo andare avanti?"
domandò quindi la donna, chiudendo il ventaglio ed incrociando
le braccia, in attesa del Contro-Interrogatorio.
"Credo sia la cosa migliore. Ma tenga conto di ciò che le
è stato detto, signora Carson." affermò il Giudice
annuendo, per poi aggiungere "Signor Trueman, proceda con il
Contro-Interrogatorio."
"Law, non so cosa tu abbia in mente di fare, ma credo anche tu stia
pensando che abbia testimoniato in quel modo apposta, vero?" mi
domandò allora Jean, osservandomi e parlando a bassa voce,
sicuramente per non attirare l'attenzione più di quanto avesse
fatto prima.
"Sì... penso anch'io che ha fatto così approfittando
dell'atteggiamento che ha dimostrato finora, rendendo poco sospetta una
testimonianza del genere. E non mi stupirebbe se anche l'errore nel
nome l'abbia fatto solo per rinforzare l'idea che non conosca realmente
la Revenge Association... ma ho un modo molto semplice per dimostrarlo.
Sperando vada bene..." dissi io, sospirando: per quanto mi stessi
preparando da parecchio per quel momento, ammetto che non ero ancora
sicurissimo sul da farsi... o se ce la potevo fare.
"Sii fiducioso, dai: se hai un'idea, vai fino in fondo: male che vada
non avrai altro che una penalità prima di ritentare!"
cercò di dirmi la mia assistente, mostrandomi un pollice alzato
ed un leggero sorriso per incoraggiarmi.
"D'accordo... grazie dell'incoraggiamento, Jean." affermai subito dopo,
sorridendo leggermente alla mia assistente prima di voltarmi verso la
testimone, pronto al Contro-Interrogatorio.
E va bene... a noi due ora, Hayden Carson. Speriamo non abbia altri assi nella manica...
Contro-Interrogatorio
-- SI', LA CONOSCO, MA... --
- Sì, conosco la RA. Come penso la conoscano tutti i presenti in questa sala udienze!
- Avete mostrato la prova, dopotutto. Come pretendete che questa Rave Dance Association sia ancora segreta, a questo punto?
- Se dovete accusare me per un motivo così stupido, tanto vale accusare tutti i presenti!
"Obiezione!
Signora Carson, è vero che questa tessera della Revenge
Association è stata mostrata durante il processo di ieri... ma
non aveva alcun modo di saperlo." obiettai quindi io, mostrando la
Tessera della Revenge Association ed osservando con serietà la
testimone, la quale si voltò con calma verso di me, riprendendo
a sventolarsi il ventaglio sul volto ritmicamente.
"Ah sì...? E per quale motivo?" Mi domandò, senza
sembrare particolarmente preoccupata, non sapevo se fosse perchè
mascherasse bene il timore o perchè la mia obiezione le
sembrasse effettivamente irrilevante.
Volendo evitare di farmi complicazioni e preoccuparmi per nulla, presi
un grosso respiro prima di tornare a parlare, affermando "Semplice...
lei era in quel momento in prognosi riservata alla Clinica
Hotti! Le uniche persone che avrebbero potuto sapere del biglietto
erano quelle che erano presenti al processo! E lei non era tra di
esse!", puntando il dito contro di lei, sperando che la mia spiegazione
sortisse l'effetto che volevo.
"..." la Carson rimase in silenzio per qualche secondo, cosa che mi
fece pensare di aver imboccato la strada giusta, prima che lei
replicasse, con espressione confusa ed un pò annoiata "... Beh,
tutto qui?"
"Uh...?" io sgranai gli occhi in risposta, non aspettandomi una
risposta simile, mentre con la coda dell'occhio notavo che Jean mi
stava facendo cenno di no con la testa, facendomi capire chiaramente
che avevo fatto un passo falso.
La signora Hayden incrociò nuovamente le braccia mentre mi
fissava con sguardo serio, spiegandomi senza particolare preoccupazione
"Io non l'avrei potuto sapere perchè ero in Clinica e non potevo
muovermi. E quindi? Le persone AMANO spettegolare. Si da il caso che
una persona
che conosco fosse venuta poco prima di te e mi ha detto com'è
andato il processo, dicendomi anche della Revenge Association. Sono
sicura che l'avete anche incrociata mentre stavate arrivando..."
... Diamine, ha ragione! L'avevo persino visto! Ma non pensavo avrebbe messo in mezzo quella persona...
"C-cosa...!?" feci quindi io, mentre iniziavo a sudare e a
preoccuparmi, asciugandomi subito la fronte e cercando di ricompormi,
prima di puntare nuovamente il dito contro di lei e domandarle "Ha
prove per dimostrare ciò che sta dicendo...?", senza però
suonare particolarmente convinto mentre lo dicevo.
"Questa è la mia domanda, avvocato. è LEI che deve
dimostrare tutto, non io. Ha prove VERE per dire che io NON abbia
potuto sapere della RA prima che arrivaste alla Clinica?" mi chiese
quindi in risposta, facendomi nuovamente sgranare gli occhi in risposta
e sbattere le mani sul banco della difesa.
"Gh..." digragnai i denti, mentre cercavo di riflettere sul da farsi.
Ammetto che speravo di poter risolvere questa contraddizione senza
dover utilizzare quella prova... e se la usassi adesso, probabilmente
la neutralizzerebbe dicendo che è inutile in questo contesto o
cose simili. Cosa posso fare allora...?
Diamine, diamine, diamine... non mi viene in mente assolutamente nulla...
Mentre io mi disperavo alla ricerca di una soluzione, però,
Travis venne nuovamente in mio soccorso, puntando la racchetta e
dicendo "Obiezione! Signora Carson, l'accusa vorrebbe sapere qualcosa di più su questo 'amico'. Può parlarcene?"
Al vedersi porre tale questione, la testimone rimase di stucco per
qualche secondo, per poi dire con un tono calmo ma lievemente
più teso "... E' solo un conoscente, nient'altro."
"Non potrebbe darci il nome? Così potremo chiamarlo a
testimoniare ed a confermarci che è stato lui ad informarla
della Revenge Association... a meno che questo non le causi problemi."
si limitò a dire il mio amico con tono calmo e serio, mentre
notavo che la donna aveva iniziato a sudare, come se far arrivare
quella persona in tribunale fosse qualcosa che non voleva succedesse...
"... E va bene, lo ammetto, conosco la Revenge Association
personalmente. Siete contenti?" ammise allora la Carson, osservando con
sguardo annoiato il procuratore dopo aver fatto un sospiro nervoso.
... Eh!?
Perchè l'ha ammesso subito? Eppure avevo visto che aveva
incontrato qualcuno prima che arrivassi... poteva persino avere
ragione. Ci deve essere per forza qualche motivo per cui non vuole che si parli
con quell'uomo...
"Per niente. Mi perdoni la metafora, ma penso che il suo tentativo di
cambiare le sorti non abbia fatto altro che farci tornare in deuce.
Vorrei che ora lei facesse un'altra testimonianza, specificando per
quale motivo lei era a conoscenza dell'RA... ora sappiamo che la
conoscevate, ma non ha ancora risposto alla domanda più
importante." affermò allora il pubblico ministero, facendo cenno
di no con la testa ed emanando un'aura di severità, che rendeva
chiaro che volesse qualcosa di più concreto dalla testimone,
rispetto alla sua precedente testimonianza.
"Tsk, com'era prevedibile... voi legali siete tutti uguali, ed anche
lei crede che io sia colpevole. E va bene... farò un'altra
testimonianza, se è proprio necessario. Anche se non credevo che
avreste aiutato la difesa..." fu l'unico commento che ebbe da dire la
testimone, riprendendo a sventolare il ventaglio mentre guardava
seccata Travis.
"Non è per aiutare la difesa che sto facendo tutto questo.
Avrete modo di capirlo a breve." fu tutto quello che disse il mio
amico, prima di riprendere a palleggiare con aria assorta.
... In che senso? Che cos'hai in mente, Travis?
... Gh... concentrati, Law, non è il momento di pensare ad
altro. Se tutto va bene, magari QUESTO sarà il
Contro-interrogatorio a cui potrò rispondere come vorrei...
Deposizione del Testimone
-- E QUINDI? --
- Sì, conosco la RA personalmente, lo ammetto...
- Ma era solo per capire cosa stesse facendo quell'oca spennata di Remy Horace!
- Non avevo certo intenzione di uccidere il mio fidanzato...
- E se anche avessi voluto farlo, allora ditemi, dove sono le prove?
"Ammetto che tutti questi Contro-interrogatori di fila mi stanno un
pò confondendo le idee e non sono sicurissimo su cosa dire...
dove state cercando di arrivare, procuratore?" domandò allora il
Giudice, riprendendo la parola dopo vari minuti passati in silenzio.
"Se ho capito bene la situazione non ci vorrà molto prima che
tutto venga spiegato. Chiedo solo che pazientiate fino a quel momento,
Vostro Onore." spiegò Travis, prendendo la pallina da tennis a
mezz'aria ed incrociando le braccia, senza perdere l'aria seria che
aveva mantenuto fino a quel momento.
"... Glielo concedo, procuratore, ma non dimentichi che la sto tenendo
d'occhio." fu il solenne avviso del barbuto, ancora memore
dell'episodio del giorno prima, e probabilmente non ancora del tutto
sicuro se potesse davvero fidarsi del mio amico.
"... sicuro, sicuro, non si preoccupi." affermò allora il
procuratore con aria un pò assente, chiaramente giù di
morale al vedersi nuovamente ricordato il suo gesto, per poi voltarsi
verso la Carson, dicendole con il tono più neutrale che poteva
"Grazie per la nuova deposizione, signora Carson, anche se sinceramente
non è tanto migliore di quella di prima... avvocato, tocca a
voi.", annuendo infine verso di me ancora una volta.
"D'accordo." affermai io, annuendo di rimando al pubblico ministero.
Avrei voluto dirgli di non pensare all'avviso del Giudice, ma penso che
in un momento del genere non sia il caso di distrarsi... mi spiace di
non poter essere molto utile...
"Law... come ti senti adesso?" mi chiese quindi Jean con apprensione, accorgendosi del mio stato d'animo come poco prima.
"Un pò deluso da me stesso... ma bene, non preoccuparti." ammisi
in risposta, sospirando ed abbassando lo sguardo, mentre riflettevo su
come il caso stava procedendo fino a quel momento.
Si nota che sono ancora un novellino... finora, se non fosse stato per
vari interventi esterni, questo caso non sarebbe andato avanti
più di tanto... e Cody sarebbe stato subito dichiarato Colpevole.
Forse non sono davvero tagliato per questo lavoro, alla fine... mi chiedo cosa penserebbe mio padre di me, in questo momento...
"Non abbatterti ora, Law: cerca solo di concentrarti su ciò che
sta dicendo la Carson adesso: la testimonianza è un pò
meno vaga, e sono certa che stavolta ce la farai a spiegare
perchè avrebbe dovuto uccidere Arwen." mi disse quindi la mia
amica con aria seria, sorridendomi alla fine della frase.
... Ha ragione. Non è ancora tutto perduto, ed ho ancora un Contro-Interrogatorio da fare...
Non devo perdermi d'animo. Anche se è estremamente difficile...
devo avere fiducia in me. Sono davvero patetico, lo so...ma so anche
che non posso arrendermi adesso.
"... Grazie davvero, Jean, mi spiace se ti sto facendo preoccupare." dissi quindi io in risposta, con un mezzo sorriso.
"Non preoccuparti per me: pensa solo al caso, per tutto il resto ci
sarà tempo." mi rassicurò la mia assistente, sistemandosi
gli occhiali e sorridendomi, anche se mi sembrava lievemente intristita
da qualcosa...
Avrei provato a chiederle cosa ci fosse che non andasse, se la signora
Hayden non ci avesse interrotti subito dopo dicendo, con il suo solito
tono stizzito, "Scusate se interrompo il bisbiglio, ma ci sarebbe un
Contro-Interrogatorio da fare, qui."
"Ehm... giusto, scusatemi..." mi scusai io, grattandomi la nuca con imbarazzo prima di tornare a concentrarmi su di lei.
Penso che con questa testimonianza, non avrò problemi ad usare
quella prova... anche perchè dubito che ce ne sarà
un'altra, arrivati a questo punto.
Sono già grato a Travis per avermi aiutato fino a questo momento... ma adesso, devo fare del mio meglio.
Non so cos'ha in mente di fare... ma spero di potergli ricambiare il favore risolvendo questa contraddizione.
Non è difficile, dopotutto... sperando che non ci sia qualche altra sorpresa dietro l'angolo.
... Ok, Law. Calma e sangue freddo. Calma e sangue freddo...
Contro-Interrogatorio
-- E QUINDI? --
- Sì, conosco la RA personalmente, lo ammetto...
- Ma era solo per capire cosa stesse facendo quell'oca spennata di Remy Horace!
- Non avevo certo intenzione di uccidere il mio fidanzato...
- E se anche avessi voluto farlo, allora ditemi, dove sono le prove?
"Obiezione!
Possiedo una prova che può dimostrarlo, infatti." proclamai,
mostandomi calmo e sicuro, o almeno provandoci.
"... E quale sarebbe, di grazia?" mi domandò quindi la Carson,
per una volta effettivamente e visibilmente preoccupata, anche se
continuava a cercare di mascherarlo.
Il vederla così mi fece acquisire un pò più di
sicurezza, e per questo motivo tirai fuori la Lettera per Arwen che
avevo ottenuto da Vising, aprendola e riguardandomela per un attimo
prima di continuare a parlare.
"Questa lettera. L'ho ottenuta durante l'investigazione di ieri."
spiegai, per poi schiarirmi la voce e leggerne il contenuto a voce alta.
'Caro Arwin,
Tutto sta procedendo alla perfezione.
Steve è un vero pollo, e non sospetta alcunchè. Sapevo
che quel Metodo che usa come attore mi avrebbe permesso di farlo
innamorare di me con estrema semplicità...
Sto già preparando tutto, ed
ho una mezza idea di come liberarmi di lui. Tra poco potremo tornare
insieme, tu avrai ciò che ti spetta, ed avremo modo di essere
tutti felici e contenti. Ti chiedo solo di pazientare un pò, e
tutto andrà per il meglio, non appena Steve diventerà
cibo per vermi.
Con affetto,
Tua Hayden'
Una volta che ebbi finito di leggere la lettera, le persone del
pubblico scoppiarono in un brusio di voci, tutte incentrate sulla
lettera che avevo appena letto.
Il Giudice sbattè il suo martelletto più volte per
placare i civili, dicendo "Ordine! Ordine!" per poi aggiungere,
osservando la testimone con severità "Signora Carson! Ma
allora... è stata lei! Quella lettera è una prova
schiacciante!"
"Gh... n-non significa nulla! Quella lettera non significa
assolutamente nulla!" provò a difendersi l'attrice, sudante sin
dal momento in cui avevo iniziato a leggere il contenuto della lettera,
osservandomi con rabbia e mettendomi addosso una certa paura, visto che
sembrava essere sul punto di aggredirmi...
Travis scosse la testa, affermando rivolto alla donna "Mi spiace,
testimone, ma il contenuto di una lettera del genere non può
essere ignorato. Come può giustificare quelle parole? Mi sembra
piuttosto chiaro che stavate pianificando di uccidere la vittima...",
suonando però più inquisitorio che effettivamente
convinto della cosa, come se qualcosa non fosse ancora chiaro.
La Carson sgranò gli occhi in risposta, per poi dire, voltandosi
alternativamente verso Travis e verso di me, "... N-non potete
provarlo! Chi ci assicura che quella prova non sia falsa!? Potrebbe
averla scritta lui!"
In risposta io scossi la testa, per poi puntare il mio dito verso di lei, affermando "Obiezione!
Sì, ammetto di non avere alcuna prova con me... ma
basterà un semplice test calligrafico per rendersi conto di chi
l'abbia scritto. Ci vorrà qualche minuto, ma in questo modo
potre..."
Prima che potessi finire la mia frase le porte del tribunale vennero
spalancate, attirando l'attenzione di tutti i presenti, mentre il nuovo
arrivato mi interrompeva dicendo "Non occorrerà. Ci
penserò io a confermare tutto."
"Uh...?" mi voltai anch'io verso il nuovo arrivato... e compresi
immediatamente chi era: con mia grossa sorpresa, era la stessa persona
che avevo visto ieri, sempre con addosso il suo smoking con papillon,
capelli castani dal taglio elengate e gli occhiali sul volto. Non
capivo il motivo della sua presenza, però: per quale motivo era
venuto qui?
"..." la testimone osservò l'uomo dai capelli castani come se
avesse paura di qualcosa, cosa che non fece altro che confondermi le
idee: pensavo fossero in buoni termini...
"E lei chi sarebbe?" fu allora la domanda del Giudice, mentre l'uomo
con gli occhiali prendeva il posto di Hayden Carson al banco dei
testimoni.
"Il mio nome è Arwin Loose... attore. Sono venuto qui per
offrirvi alcune delucidazioni sul caso in questione, se sarete disposti
ad ascoltarmi, si intende." si presentò quindi l'uomo... cosa
che io mi immaginavo, ma che scatenò comunque un altro
vocìo nel pubblico, immediatamente sedato dalle potenti
martellate del barbuto.
"Ordine! Ordine! Sbaglio, o il suo è lo stesso nome del
destinatario della lettera che il signor Trueman ha appena letto...?"
fu la domanda successiva del vecchietto, ricevendo da Arwin un cenno
affermativo.
"Non sbaglia, ma a tutto c'è una spiegazione..." rispose quindi
l'attore, incrociando le mani e formando una sorta di triangolo con
esse, che portò poi all'altezza del volto.
"... Arwin... non...!" provò a dire quindi l'attrice, ricevendo
però un'occhiataccia da parte del nuovo arrivato, che si
limitò a dirle con tono di sufficienza "Lascia che succeda,
Hayden."
"..." al sentirsi dire questo, la donna abbassò lo sguardo,
sembrando sottomessa e temissiva per la prima volta da quando il
processo era iniziato.
... Tutto ciò è strano, molto, molto strano...
"Uhm... beh, lei cosa ne pensa, procuratore Harley?" chiese quindi il
barbuto, osservando nuovamente il mio amico in cerca di consiglio.
"..." Travis riflettè sulla domanda del Giudice, lasciando
passare qualche secondo prima di affermare, riprendendo a palleggiare
con la racchetta, "Direi che sarebbe il caso di sentire cos'ha da dire,
a questo punto. Penso possa essere utile..."
"D'accordo, allora. Signor Loose, inizi con la sua testimonianza."
affermò l'anziano, dando il permesso all'uomo di deporre.
"E va bene, diamo inizio allo show." fu tutto quello che Loose disse, facendo un inchino ed iniziando la sua testimonianza.
Deposizione del Testimone
-- HAYDEN CARSON E' COLPEVOLE --
- Sono il fidanzato di Hayden Carson.
- Ha ucciso Steve Arwen per guadagnare parte dei soldi della sua assicurazione sulla vita.
- Devo aggiungere altro?
*********************************************************************************
Penso sia ovvio che il caso non finirà tanto presto, anche se la soluzione sembra vicina XD
Ringrazio The Shadow per la sua gentilissima e completissima recensione
(oltre alla mano datami in vari punti di questo capitolo), come
ringrazio Aiacos per aver iniziato a leggere la storia, spero che
apprezzi lo sviluppo della trama.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 34 *** Capitolo 33: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 3) ***
LTAA34
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 33: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 3)
... EH!?
La deposizione di Loose lasciò tutti i presenti di stucco,
soprattutto il Giudice, il quale sgranò gli occhi e rimase per
qualche secondo in silenzio, per poi dire "... Aspetti, sta confermando
che la sua fidanzata è effettivamente il colpevole?"
"E' esattamente così, vostro Onore. Ero al corrente di
ciò che la mia amata volesse fare con il suo amante... non lo
approvavo, ma ho comunque taciuto. Ora però, mi è parso
il caso di intervenire e rendere un pò più chiara la
risoluzione del caso... sa com'è, nonostante l'amore, ogni tanto
vengono alcuni sensi di colpa." fu tutto ciò che disse l'attore
dai capelli castani, prima di voltarsi con sguardo neutrale verso la
donna alla sua destra.
La Carson, nel frattempo, stava sudando freddo, continuando a
sventolare il suo ventaglio su entrambe le parti del suo volto in
alternanza, concentrandosi però come prima sulla parte nascosta
dietro i capelli.
... No, non so il perchè di questa sua entrata in scena, ma di sicuro non si tratta di sensi di colpa.
E' fin troppo calmo per essere in una situazione del genere, se
è davvero il fidanzato della Carson come dice di essere... e non
mi piace come si sta comportando. Chi è veramente questo
individuo, e che tipo di relazione hanno loro due...?
"Uhm... comprendo ciò che dite, ma ha comunque permesso che
l'omicidio avvenisse. Dovrà essere interrogato al riguardo di
quanto è stato coinvolto, signor Loose." fece notare il Giudice,
mentre l'uomo si limitava ad annuire, ponendo la mano destra sul fianco
e la mano sinistra sul banco dei testimoni, piegandosi leggermente in
avanti mentre osservava l'anziano.
"Ne convengo, ma sono consapevole della mia innocenza: il mio
contributo all'omicidio si ferma all'omertà." fu il commento del
nuovo arrivato, con un sorrisetto soddisfatto sul volto. Il vecchietto
chiuse quindi gli occhi, per poi riaprirli subito dopo, osservando la
precedente testimone.
"... Signora Carson, devo dire che non mi sarei aspettato tutto questo
da lei. Adulterio ed omicidio per denaro... sono entrambe accuse
estremamente gravi. Come si dichiara in proposito?" domandò
allora il barbuto, suonando piuttosto serio e severo.
Ella si limitò ad abbassare lo sguardo, senza dire assolutamente
nulla, cosa che non fece altro che rinforzare ciò che pensavo.
C'è qualcosa di molto strano in tutto questo... ma cosa, esattamente?
Vorrei obiettare, ma non saprei cosa dire... e poi, sarebbe parecchio
strano se all'improvviso iniziassi a difendere Hayden Carson dopo
averla accusata fino a qualche minuto fa. Rischierei di invalidare del
tutto la mia teoria e di dover ricominciare da capo tutto... ed ammetto
che non saprei come continuare con il mio ragionamento.
E poi, se la Carson non è colpevole, avrei solo una via da
intraprendere... e non posso credere che sia vera. O meglio, forse
è più corretto dire che non VOGLIO credere che sia vera...
Confuso ed incerto, mi voltai verso la mia assistente, domandandole
"Jean, cosa dovrei fare secondo te?", cercando di suonare calmo mentre
mi asciugavo il sudore sulla fronte.
"Mhhh... devo ammettere che non mi aspettavo qualcuno venisse a
testimoniare contro la Carson... non so cosa fare, ad essere sincera."
ammise la mia assistente, incrociando le braccia e ragionando con aria
perplessa.
Io deglutìi, per poi voltarmi verso il Giudice: mentre noi
stavamo perdendo tempo a parlare, infatti, lui aveva sbattuto il
martelletto, preparandosi a riprendere la parola.
"Bene. Con queste informazioni credo che io possa formulare un
verdetto." affermò il barbuto, mentre la Carson chiudeva il suo
ventaglio ed iniziava a stringerlo con forza, al punto che la mano le
stava tremando.
... Ammetto che, al vederla così, sto iniziando a pentirmi di averla accusata.
... Vorrei aiutare la Carson, ma non ho la minima idea di come fare...
e poi, chi ci assicura che non sia stata davvero lei l'assassina?
Finora tutto puntava a lei...
... Forse... dovrei lasciare che venga dichiarata colpevole...? Posso davvero farlo?
Il compito di noi avvocati difensori è quello di garantire ai
nostri clienti un giusto processo, ed eventualmente un verdetto di Non
Colpevolezza. E, se proprio ci riusciamo, raggiungere la verità.
... E' forse sbagliato fare la prima ma non la seconda? Sto facendo un
errore a permettere che la Carson venga dichiarata Colpevole?
Mentre io continuavo a rimuginare su cosa fare, però, il Giudice
iniziò a dire "Dichiaro l'imputato, Cody Hackins...".
... Beh... forse è meglio che stia zitto, adesso... probabilmente era destino che finisse così...
Prima che la frase potesse essere completata, però, qualcuno gridò con forza "Obiezione!", lasciandomi di stucco mentre mi voltavo dalla direzione in cui l'urlo proveniva.
Con mia grossa sorpresa (ed anche di Jean, la Carson, Loose ed il
Giudice, al vedere dalle loro espressioni), l'Obiezione proveniva dal
banco dell'accusa, dove Travis stava osservando con serietà il
Giudice, puntandogli la racchetta contro.
"Procuratore Harley...? Perchè ha obiettato?" chiese quindi
l'anziano, non comprendendo il motivo dietro al gesto di Travis.
"Mi spiace, vostro Onore, ma non possiamo ancora fare un verdetto.
Questo caso è ancora estremamente confuso... e penso convenga
anche lei che la presenza del signor Loose sia oltremodo sospetta a
livello di tempistica e contenuto della deposizione." fece notare
allora il mio amico, rimanendo fermo nella stessa posizione.
"... Credevo di essermi giustificato abbastanza. Non avevo alcun
coinvolgimento nel caso, e penso che le prove agli atti supportino
questo." fu la replica di Loose, non troppo turbato dalle parole del
mio amico.
"Infatti non voglio accusarla di essere l'assassino... ma la sua
testimonianza non può essere accettata." fu la secca replica del
mio amico.
L'uomo con lo smoking inarcò un sopracciglio in risposta, domando solo un "Pardon...?" con tono acido.
"Ha chiaramente fatto pressione sulla Carson, come dimostrato dal suo
strano completo cambio di personalità. Oltretutto, anche
assumendo che lei sia veramente il vero fidanzato di Hayden Carson, mi
pare stare agendo un pò troppo freddamente..." fece notare
quindi il procuratore, abbassando la racchetta mentre faceva notare la
cosa.
"Sono solo supposizioni, procuratore. Solo perchè una persona
non dimostra esplicitamente le proprie emozioni, non significa che
dentro non sia un mare in tempesta... come nel mio caso, appunto. E
probabilmente la mia ragazza ha semplicemente compreso che è
inutile tentare di fare la coraggiosa e la strafottente, a questo
punto..." fu la calma replica dell'uomo, limitandosi a fare le
spallucce ed un sorrisetto.
... Infatti. Avrei potuto farlo notare, ma sapevo come provare che
avessero rilevanza con il caso in questione... e cosa farci, se lo
avessero avuto. Anche se voglio vedere dove vuole arrivare Travis...
finora mi ha aiutato molto, e devo dire che è davvero in forma
oggi, molto più di quanto lo fosse ieri.
"E' vero, le mie sono supposizioni, ma penso che siano piuttosto
ragionevoli. Tuttavia, come pubblico ministero, ci sono un paio di cose
che non posso lasciare in sospeso." affermò Travis, per poi
mostrare il suo dito indice alzato.
"La prima è che questo caso contiene alcune domande ancora
irrisolte, e ritengo che qualunque verdetto che venga fatto prima che
vi venga data risposta non possa essere accettato dalla corte." dopo
aver spiegato ciò, il mio amico alzò anche il medio, per
poi passare al secondo punto.
"La seconda è che vorrei ricordare che la Revenge Association ha
aiutato con l'allestimento della scena del crimine. E' riprovato che la
RA concede un certo grado di immunità legale a chi ne chiede i
servigi... quindi, anche ammettendo che la Carson abbia chiamato
l'Associazione per farsi aiutare nell'omicidio, è estremamente
sospetto che ci siano così tante prove solo e soltanto verso di
lei... non voglio escludere l'ipotesi che qualcuno stia provando ad
incastrare Hayden Carson." completò allora il pubblico
ministero, abbassando la mano.
Sì... è vero. Però allora, questo non vorrebbe
dire che il vero colpevole è...? ... No, non credo possa essere
davvero lei. Oppure sì...?
... Diamine, questo caso mi sta facendo sul serio venire il mal di testa...
"Beh, effettivamente sono dei punti estremamente validi... l'accusa
cosa propone di fare, in proposito?" fu la domanda successiva del
Giudice.
"Vorrei porre alcune semplici domande alla difesa per risolvere due
interrogativi... sono sicuro che in questo modo riusciremo a
raggiungere la soluzione a questo caso, ed a capire chi sia il
colpevole." spiegò con calma il mio 'avversario', mentre il
barbuto pensava alla sua proposta, annuendo dopo qualche secondo.
"Uhm... capisco. Approvo la cosa, allora. Solo..." disse quindi il Giudice, interrompendosi però a metà frase.
"Sì, vostro Onore?" chiese Travis, osservando l'anziano confuso.
"... Si potrebbe cercare di finire il prima possibile? Sapete, mia
moglie mi ha promesso di prepararmi una torta alle fragole se per una
volta fossi riuscito ad arrivare a casa per orario di pranzo... e sa,
c'è anche una telenovela coreana molto carina a quell'orario...
quindi..." affermò con aria imbarazzata il vecchietto, lasciando
praticamente tutti i presenti basiti.
... Ma è per questo che è sempre di fretta? Non
può registrarsela la telenovela? Sempre che i videoregistratori
sono siano un tipo di tecnologia troppo avanzata per lui...
"... Err... e va bene, vedrò cosa posso fare..." fu la replica
imbarazzata di Travis, facendo un sorriso forzato prima di ricomporsi e
voltare lo sguardo verso di me, dicendomi "... Avvocato, ho una
richiesta da farle, però."
"Sì, Trav-Ehm, procuratore?" domandai, correggendomi all'ultimo
minuto: anche se è mio amico, non penso sia il caso di mancargli
di rispetto qui in tribunale...
"Pensa a rispondere alle mie domande seguendo la tua linea di pensiero
e senza curarti di chi stai accusando. Ho una vaga idea di cosa sia
successo, ma mi serve il tuo aiuto per completare il quadro. Posso
contare su di te?" mi domandò quindi il mio amico, tenendo lo
sguardo fisso su di me.
"..." io abbassai per un momento la testa, ripetendo mentalmente la
domanda de mio amico, prima di rialzarla e sorridergli, con tono
determinato.
"Sì, potete contare su di me, procuratore." affermai, annuendogli con serietà e facendolo sorridere in risposta.
"Molto bene..." fu la replica del pubblico ministero, per poi voltarsi
verso l'ultimo arrivato, puntandogli la racchetta contro e dicendogli
"Signor Loose, vorrei che gentilmente lei andasse nella Sala Imputati.
Avviserò il Detective Hayes affinchè vi interroghi
riguardo il caso, a misura precauzionale."
"... E va bene, non ho problemi con la cosa." affermò Loose,
anche se il tono rendeva piuttosto chiaro che era piuttosto contrariato
dalla cosa, mentre usciva dalla Sala Udienze accompagnato da un paio di
uscieri.
"Lei rimanga qui invece, signora Carson: la sua presenza sarà
fondamentale per le prossime domande, ne sono certo." informò
poi Travis, abbassando nuovamente le braccia mentre seguiva con lo
sguardo Hayden Carson che prendeva nuovamente il suo posto al banco dei
testimoni.
"... D'accordo." disse lei, mantenendo il suo temperamento più
mite nonostante Loose se ne fosse andato, cosa che mi sorprese. Pensavo
sarebbe tornata come prima adesso, onestamente...
Una volta che lei tornò al suo posto, Travis si schiarì
la voce, per poi riprendere a parlare affermando "Ora che abbiamo
finito con i preparativi... la mia prima domanda riguarda l'incendio.
Sappiamo che è scoppiato un incendio all'interno dello Studio 3,
pressapoco contemporaneo all'omicidio, ma finora non ne abbiamo ancora
determinata l'origine o chi lo abbia causato. Vista la tempistica, sono
certo che abbia avuto qualcosa a che vedere con il rcrimine di cui ci
stiamo occupando. Sa per caso ricostruire la dinamica dell'accaduto?"
Uhm... è una domanda un pò complessa, ma ho una vaga idea
di come si sia svolto tutto. Devo ringraziare la signora Neseira per la
mano che mi ha dato ieri nell'indagine... e spero di non sbagliarmi
nella ricostruzione.
Vicino a me, Jean mi stava osservando, annuendomi ed incoraggiandomi
con lo sguardo, gesto che apprezzai moltissimo, mentre le rispondevo
annuendole a mia volta.
Quindi, presi la Bottiglia d'Acqua dal Registro Processuale, accompagnando la presentazione con un bell'"Ecco!"
(ammetto che era un pò imbarazzante, ma... è
un'espressione da tribunale e non posso esimermi dall'usarla...), prima
di iniziare a spiegare ciò che avevo capito da essa.
"Questa bottiglia d'acqua è la chiave per poter risolvere questo
interrogativo." annunciai, prima di prendere un respiro profondo e
continuare con "Come vedete, la bottiglia è parzialmente
liquefatta, cosa che lascia intendere chiaramente che sia stata
coinvolta nell'incendio: come potete notare, ci sono tracce opache
sulla superficie, che lasciano intendere che vi fosse dell'acqua che
poi è evaporata, spiegando come mai una parte dell'involucro sia
sopravvissuta alle fiamme. Ho idea che l'incendio si sia scatenato
proprio a causa di questa bottiglia."
"Hm? Perchè, avvocato Trueman? Conteneva per caso benzina o
altri liquidi infiammabili?" chiese quindi il Giudice, osservando la
prova con curiosità.
Io feci cenno di no con la testa, prima di spiegare "Non saprei, vostro
Onore, ma se vi fosse stata benzina penso che la bottiglia non sarebbe
rimasta così integra, oltre al fatto che si tratta di una
bottiglia di vetro, un materiale isolante che è sopravvissuto
alle fiamme meglio di quanto avrebbe fatto una bottiglia di plastica.
Penso come ho già detto che si trattasse di semplice acqua,
anche perchè penso che l'odore di benzina sarebbe stato
difficile da nascondere, se la bottiglia fosse stata portata da chi ha
dato inizio all'incendio o se fosse già presente all'interno
dello Studio 3."
Mostrai quindi la foto della scena del crimine ottenuta il giorno
prima, indicando un punto all'estrema destra della fotografia,
aggiungendo "Come potete vedere, vi sono dei cavi dell'alta tensione
scoperti all'interno dello studio, probabilmente il risultato di un
qualche incidente recente, e vi sono vari costumi di scena e sfondi a
poca distanza. E' altamente probabile che la bottiglia d'acqua abbia
fatto causare contatto tra i cavi, creando una scintilla... che ha
finito per dare inizio all'incendio, in una tragica reazione a catena."
... O almeno, così penso. Era un pò difficile ricostruire
l'accaduto, e questa è l'approssimazione migliore che mi viene
in mente... spero di non aver fatto errori stupidi. E conoscendomi, non
sarebbe troppo strano.
Travis rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo sul mio
ragionamento prima di annuire, dicendomi "Sì... è un
ottimo ragionamento, complimenti, Law. Però c'è ancora
una domanda da rispondere: Chi ha causato l'incendio nello Studio 3?"
Questa domanda non è difficile, per fortuna... e meno male che sono riuscito ad avere quella foto...
... Tra parentesi, Jean mi aveva detto che avrebbe dovuto testimoniare.
Per quale motivo ieri non l'ha chiamata...? ... Beh, non è
importante, anche se sono curioso...
Seguendo ad un altro "Ecco!"
(che mi sembrò, per qualche motivo, anche più
imbarazzante di prima), mostrai l'immagine della telecamera di
sicurezza, pronto a parlare subito dopo aver preso un'altra volta un
respiro.
"Ad avere appiccato il fuoco è stata Hayden Carson. Possiamo
vederla in questa foto mentre compra una bottiglietta d'acqua ad uno
dei distributori presenti nei Global Studios... ed osservando
attentamente, possiamo notare come si tratti della stessa bottiglia."
provai a dire, nonostante fossi incerto su dove volessi arrivare:
Travis mi aveva detto di rispondere senza farmi problemi... ma mi
sembrava strano che stessi tornando ad accusare la Carson...
"..." il procuratore rimase in silenzio, prima di puntarmi all'improvviso la racchetta contro ed urlarmi "Obiezione! Quella
bottiglia poteva essere stata comprata per qualunque motivo, anche solo
per berla. Come puoi garantire che sia stata effettivamente Hayden
Carson ad appiccare l'incendio? E perchè usare qualcosa di
così poco ortodosso come una bottiglia?"
... diamine, ha ragione... non avevo pensato a questa eventualità...!
Però credevo che volessimo collaborare, allora perchè... aspetta solo un attimo...
... Ma certo... ora ho capito dove vuole arrivare Travis! ... O almeno credo. Spero.
"... Perchè... perchè l'incendio non era previsto... ed
è stato completamente accidentale...?" azzardai, non sicurissimo
di questa teoria, anche perchè è la soluzione più
logica tenendo conto di questa domanda...
"Punto di vantaggio per te, Law. Hai compreso la risposta corretta... e
c'è anche un altro motivo che rende plausibile l'idea
dell'incendio accidentale." disse quindi il mio amico, sorridendomi e
poi voltandosi verso la Carson, chiedendole con calma e serietà
"Signora Carson, si sposti i capelli dal volto, per favore."
"..." in risposta, l'attrice si strinse una ciocca, osservando con aria
triste il procuratore prima di affermare rivolta a lui "... Te ne sei
accorto, eh...?", con un tono malinconico.
"Un pò si notava sotto i capelli, e spiega perchè stesse
sventagliando di continuo la parte coperta del volto." spiegò
quindi il pubblico ministero, per poi aggiungere "Non è
obbligata a mostrarla comunque, se non vuole, posso immaginare sia
piuttosto difficile per lei, anche vista la sua professione..."
... Temo di stare capendo, purtroppo...
"Gentile da parte vostra, ma la mia carriera è già
segnata, non c'è molto da fare. Questo sarà soltanto
l'ultima umiliazione." fu la replica dell'attrice, prima che alzasse la
ciocca di capelli che le copriva il volto, mostrando varie bende che la
donna aprì immediatemente... e facendo capire più che
bene perchè non volesse essere vista.
La parte sinistra del suo volto era stata parecchio rovinata da
un'ustione di secondo grado, con varie bolle marroni sulla guancia e
parte della tempia, alcune piuttosto piccole ed altre molto più
grosse, alcune delle quali erano aperte e lasciavano colare del siero
sul volto dell'attrice, approfittando della ritrovata libertà.
Mi fece parecchio senso vedere quella ferita, come anche a Jean (che si
mise una mano davanti alla bocca), il Giudice ed anche i vari membri
del pubblico, che iniziarono a parlottare tra di loro come al solito,
cosa che stava mettendo visibilmente la donna a disagio, prima che il
barbuto decidesse di richiamare l'ordine con il suo fido martelletto.
"Ordine! Ordine! Santi numi... Che cosa si è fatta, signora Carson!?"
"... Mi dispiace davvero, avevo capito che lei aveva ricevuto qualche
lesione al viso a causa dell'incendio, ma non immaginavo fossero a
questo livello." affermò tristemente Travis, evidentemente
sentendosi male anche lui per la testimone nonostante non approvasse la
sua precedente condotta, prima di dire, con un tono lievemente ma
più calmo "... Come la corte può vedere, la testimone ha
ricevuto un'ustione di secondo grado piuttosto grave al volto... e
se l'incendio fosse stato effettivamente volontario,
perchè si sarebbe fatta coinvolgere? E soprattutto, per quale
motivo ha lanciato la bottiglia?"
"... questo è..." provò a dire la signora Hayden prima di
interrompersi, continuando a sembrare molto più mansueta di
quanto fosse prima, mentre continuava a sventagliarsi la parte bruciata
della faccia, senza coprirla nuovamente con i capelli.
"So cosa vuole dire... ma credo di aver compreso quale sia stato il suo
esatto ruolo in tutto ciò." disse quindi il mio amico,
riprendendo a palleggiare e riflettendo.
Travis mi pare aver capito moltissime cose... ma allora, perchè
sta continuando a darmi una mano in questo modo? E' praticamente come
se mi stesse 'offrendo' i suoi pensieri e li stesse attribuendo a me...
... Ma perchè dovrebbe darmi la vittoria in questo modo?
Perchè sta cercando di far valere la sua tesi usandomi come
tramite? E' come se non avesse il minimo di fiducia nelle sue
capacità... eppure, le abilità ce le ha eccome...
I miei pensieri vennero interrotti dal pubblico ministero, il
quale finì di palleggiare ed abbassò le braccia,
chiedendo al Giudice "l'accusa chiede ora il permesso di porre la sua
seconda ed ultima domanda alla difesa. Penso che in questo modo
riusciremo a definire con precisione il ruolo della Carson nel caso."
"Permesso accordato. Anche se ammetto che questo processo si sta
sviluppando in modo molto anomalo... se lo avessi saputo, mi sarei
portato dei popcorn da casa!" affermò allora il Giudice,
apparentemente interessato dallo svolgimento attuale del processo.
... Se non sapessi che ha una reputazione di fare sempre verdetti
corretti, mi starei chiedendo come faccia il Giudice a mantenere il suo
lavoro, con un comportamento del genere...
"Molto bene, allora." fu la replica del mio amico, prima che mi
puntasse nuovamente la racchetta contro e mi dicesse "l'accusa vorrebbe
sapere qualcosa riguardo la borsa di Remy Horace, trovata sul luogo del
delitto. Tale borsa è sopravvissuta solo con lievi segni di
bruciatura, ma la cosa più interessante è stata
ciò che abbiamo trovato al suo interno."
"... Che cosa?" domandai, non capendo come mai l'avesse messa in mezzo:
ricordavo della borsa in quanto Jean me ne aveva parlato, dicendomi
anche che Remy aveva confermato che la borsa fosse sua... ma non
pensavo fosse significativa in alcun modo al resto del caso...
"Semplice: vi erano vari oggetti come pugnali, boccette di veleno, vari
tipi di acido e simili ammenità, insieme ad una foto di Dave
Horace. E' chiaro che Remy Horace volesse pianificare di uccidere
qualcuno... e per quel che sappiamo, la vittima poteva anche essere
stata Steve Arwen." disse con estrema calma, presentando una foto
dell'interno della borsa.
... C-cosa!? Questo non lo sapevo... perchè non l'ha detto finora!?
"Eh...!? Procuratore, perchè avete nascosto una cosa simile alla
corte!?" domandò quindi il Giudice, guardando male Travis, il
quale si limitò a fare cenno di no con la testa, chiudendo gli
occhi per qualche secondo.
"... Non la stavo nascondendo, vostro Onore, aspettavo solo il momento
giusto per poterla mostrare... e quel momento è adesso." ammise
quindi subito dopo, mentre io stringevo i pugni con preoccupazione.
"Gh..." digrignai leggermente i denti, mentre riflettevo sulla cosa:
non era esattamente un punto importantissimo del caso, però...
non volevo assolutamente che la signora Horace venisse implicata nel
processo, soprattutto perchè poi Dave...
"Avvocato, risponda a questa domanda: può dare un motivo per
cui, secondo lei, Remy Horace non sia da accusare? Che questa borsa,
magari, non era effettivamente di sua proprietà?" mi
domandò allora il mio amico, incrociando le braccia ed
attendendo la mia successiva risposta.
... Avevo compreso la risposta pochissimo prima che il pubblico
ministero mi ponesse la domanda, e per questo motivo, quasi
immediatamente, estrassi la patente di Hayden Carson dal Registro
Processuale, accompagnando il gesto per la terza volta con un bell'"Ecco!" (... Ok, ammetto che sta iniziando a piacermi farlo...).
"Uhm...? Quella non è la patente che ha mostrato ieri, signor Trueman?" mi chiese allora il Giudice, perplesso.
"Esattamente. Questa è la chiave per mostrare chi era il vero
proprietario della borsa..." dissi io, per poi chiedere, rivolto al mio
amico "Prima di tutto, la difesa vorrebbe chiedere all'accusa se sono
state trovate altre borse all'interno dello Studio 3."
"... Non è stata trovata alcuna borsa... quella è
l'unic... aspetta...!" fece quindi il procuratore, capendo dove volessi
arrivare, iniziando a stringere l'angolo del banco dell'accusa con la
mano sinistra e stringere la sua racchetta con forza nella destra.
... ma perchè sta reagendo così? Pensavo si aspettasse che dicessi qualcosa del genere...
... Non devi pensarci, Law. Pensa solo a procedere nel tuo
ragionamento. E' questo che ti ha chiesto Travis... ed è quello
che farai.
Detto questo, presi un respiro profondo come mio solito e sbattei le
mie mani sul banco della difesa, dicendo "Avevamo stabilito ieri che
una colluttazione è avvenuta tra Remy Horace ed Hayden Carson,
durante la quale la Carson ha perso la sua patente... ma se Remy Horace
era la proprietaria della borsa come sostiene l'accusa, come
giustificate che la patente sia stata sbattuta lontano da lei!?
Oltretutto, ieri Remy Horace stessa aveva confermato alla difesa che
sono mesi che non usa più quella borsa!"
"Obiezione!
Nessuno ci conferma che Hayden Carson avesse una borsa in primo luogo!"
ribattè Travis, puntando la sua racchetta contro di me.
"Obiezione! La
foto che ho precedentemente mostrato alla corte mostra chiaramente che
Hayden Carson possedeva una borsa il giorno del delitto! E la forma
è chiaramente la stessa!" fu la mia replica, per una volta
sicuro di me, mentre puntavo il mio dito contro di lui, determinato a
far valere la mia teoria.
"Obiezione! Potrebbe
averla posata da qualche parte prima di entrare!" provò a
suggerire il mio amico, anche se notai che nemmeno lui era troppo
sicuro di ciò che stava dicendo.
"Obiezione! E dove sarebbe quindi, adesso?" domandai quindi io, senza abbassare il mio dito, rimanendo fermo e convinto.
"Obiezione! Gh... potrebbe aver tenuto la patente nella tasca!" suggerì poi.
"Obiezione! Se l'avesse tenuta in tasca, allora non sarebbe potuta volare via tanto facilmente!" puntualizzai in risposta.
"Obiezione!
Allora..." provò a dire Travis, ma prima che potesse affermare
la sua successiva obiezione, egli venne interrotto da un fortissimo
urlo.
"AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!! BASTA! BASTAAAA!" fece la Carson,
mettendosi la testa tra le mani ed abbassando lo sguardo, mentre
iniziava a piangere, probabilmente non riuscendo più a resistere
alla pressione che tutte le accuse stavano facendo su di lei.
L'attenzione di tutti i presenti venne calamitata sull'accusata, e per
una volta persino il pubblico rimase in silenzio, mentre l'attrice
lasciava che le lacrime le scorressero sul volto.
"... Signora Carson...?" domandai io, preoccupato da quella reazione,
mentre l'attrice alzava il suo volto, lievemente più calma di
prima.
"... lo ammetto, sono stata io." disse quindi la Carson asciugandosi le lacrime, abbassando la testa ed ammettendo la sua colpa.
... Eh!?
"... vedete... io ormai ho superato i trent'anni. Da piccola ho sempre
amato il mondo dello spettacolo, e speravo un giorno di potervi
prenderne parte. Per questo motivo mi sono esercitata giorno e notte
sin da piccola, avendo la fortuna di avere dei genitori supportivi e
con dei contatti con vari registi, tramite i quali sono riuscita a
diventare un'attrice all'età di dieci anni. Di anno in anno
divenni sempre più parte di quel mondo che trovavo fantastico,
scoprendone presto però i lati turpi ed adattandomi di
conseguenza. Credete che sia facile ottenere un lavoro? No, bisogna
dimostrarsi brutali, sfruttare ogni trucco che si conosce, e
generalmente essere 'sleali' per assicurarsi un ruolo, e mi è
capitato più di una volta di avere dei registi che
chiedessero... favori particolari, per ottenere una determinata parte.
Io non volevo ridurmi così, ma era l'unico modo per poter godere
di quel successo che tanto mi piaceva vivere... questo, però,
fino a quando non ho compiuto trent'anni. Arrivata a quell'età,
le richieste di lavoro per ruoli principali iniziarono a diminuire
sempre di più, finendo principalmente in parti di secondo piano
e venendo soppiantata da altre ragazze, più giovani, più
belle e più richieste di me. E lì ho finalmente capito."
continuò a dire, fermandosi a metà con gli occhi lucidi
per il pianto.
"... Sì, generalmente, le attrici se la cavano male più
avanti con l'età, visto come certi film cercano di attirare un
pubblico maschile." denotò Travis, abbassando lo sguardo a sua
volta e comprendendo dove l'attrice volesse arrivare.
"... Esatto. Non ero richiesta per le mie abilità, nè
perchè ero riuscita a catturare l'essenza del personaggio
nell'audizione: ero solo la bella ragazza di turno da sbattere sul
poster del film. Potete immaginare come mi sia sentita? A capire che
TUTTO ciò che ho fatto era stato merito solo di come apparivo e
non per altro?" chiese quindi retoricamente l'attrice, stringendo con
forza le mani, per poi riprendere a raccontare.
"Ho iniziato a mentire sulla mia età in pubblico e persino a
falsificare i documenti per le audizioni, a mettermi quintali e
quintali di trucco e a fare varie operazioni al volto pur di sembrare
il più giovane possibile, per sperare di vivere ancora il mio
sogno... ma sapevo benissimo che questo sarebbe stato solo un tentativo
di rimandare l'inevitabile: un giorno mi avrebbero relegato solo e
soltanto a ruoli secondari, a diventare soltanto 'qualcun altro' nel
cast... e non era quello che volevo. Volevo sentirmi speciale. Volevo
sentirmi... viva." affermò subito dopo, con un mesto sorriso sul
volto mentre si asciugava altre lacrime che le stavano scorrendo sul
volto.
"Fu in quel periodo che incontrai Arwin, diventando la sua fidanzata:
volevo rimanere con lui, per continuare ad andare a premiazioni e
simili eventi... per poter continuare a frequentare i set, anche se non
come parte di essi ma come semplice osservatrice." "Arwin, però,
nonostante sia discretamente bravo, è ancora un attorino poco
noto, e non guadagna molto nè viene denotato... ed è per
questo che mi venne un folle piano per poter essere al centro
dell'attenzione e guadagnare altri soldi per le mie operazioni, prima
di ritirarmi dalle scene..." ammise, prima di rivelare i dettagli che
aveva nascosto fino a quel momento.
"A ripensarci adesso, sono stata davvero stupida a pensare funzionasse:
sapendo che un attore famoso come Steve Arwen avrebbe preso parte alle
riprese di La Settimana del Cuore, ho pensato di sfruttare a mio
vantaggio il suo uso del metodo di Stanislavskij, sfruttando le mie
doti di attrice per farlo innamorare di me... cosa che fortunatamente
ha funzionato. Pianificavo di ucciderlo una volta che mi avesse
inserita nella sua eredità, per ottenere altri soldi e per poter
godere di un pò di fama come vedova... era un piano sciocco di
una donna disperata, ed alla fine, non sono riuscita ad ottenere nulla
di ciò che volevo." spiegò, limitandosi poi a sospirare
tristemente, prima di scuotere la testa, capendo quanto il suo piano
fosse stato stupido.
"Steve è morto, ma non mi ha inserita nella sua eredità,
non sarò mai considerata la sua vedova con cui empatizzare... e
non sono stata io a commettere l'omicidio. Per via della mia
vanità, per via della mia superbia, non ho solo fallito nel mio
piano, ho anche perso tutto quello che avevo: la mia reputazione, il
mio ragazzo, e persino la mia bellezza." fu il suo ultimo lamento,
prima di sospirare per l'ultima volta.
"... Ammetto la mia colpa. Potete arrestarmi, se volete: pensavo che ce
l'avrei fatta a sfuggire alla giustizia... ma con tutte queste prove,
che senso avrebbe negare?" affermò in conclusione l'attrice,
alzando le mani di fronte a sè, prima di completare mestamente
dicendo "Questo è stato l'ultimo spettacolo di Hayden Carson.
Che cali il sipario...", mentre attendeva che un paio di uscieri la
prendessero e la portassero fuori dall'aula del tribunale.
Nonostante un pò di vocìo di sottofondo da parte del
solito pubblico chiaccherone, nessuno osò dire nulla su
ciò che era successo, mentre io riflettevo sulle sue parole.
... Mi dispiace davvero per lei. Non dico che il suo atteggiamento e le
sue azioni possano essere perdonati... ma alla fine, l'unica cosa che
voleva era vivere il suo sogno... un sogno che non ha fatto altro che
sbiardire con il passare del tempo, fino a diventare poco più di
un'ossessione...
Fu poi il Giudice a rompere il silenzio, domandando con
perplessità "... Quindi, alla fine, è davvero lei la
colpevole? Non l'ho ancora compreso..."
"No, Vostro Onore: nonostante ciò che ha ammesso la Carson,
anche se stava pianificando di eseguire l'omicidio, l'accusa ritiene
che, come ha ammesso, non stata lei ad uccidere Steve Arwen."
affermò Travis, senza usare la sua racchetta e con tono anche
più serio di quanto non fosse stato finora.
... E questo significa che, escludendo Cody dalle possibilità,
l'unica persona lì dentro che può essere colpevole
è...
"Per cercare di ricostruire quest'ultimo tassello mancante del puzzle,
vorrei..." iniziò a dire il pubblico ministero, ma prima che
potesse finire, il mio amico venne nuovamente interrotto, con le porte
della sala udienze che vennero nuovamente spalancate, con una voce dal
tono isterico che affermò con grande acidità "COME AVETE
OSATO SCORDARVI DI ME?!"
... Ma chi...!?
*********************************************************************************
L'idea delle bruciature della Carson è simile ad una cosa che avviene durante Deeper than Void di The Shadow: tale similitudine è del tutto non intenzionale da parte di entrambi gli autori, e nessuno di noi due ritiene la cosa un problema, anche viste le differenze tra le bruciature stesse e la situazione in cui sono state ottenute.
Ringrazio parecchio The Shadow per la recensione e l'aiuto datomi nel
corso del capitolo, oltre ad Aiacos e Rennacì per le loro
recensioni: spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento XD
Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 35 *** Capitolo 34: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 4) ***
LTAA35
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 34: Turnabout Reboot (udienza 2, parte 4)
Al banco dei testimoni, appena entrata con sguardo omicida e la
schiuma alla bocca... vi era la vecchietta della sicurezza dei Global
Studios, Wendy Oldbag, ancora nella sua tenuta da astronauta.
"COME AVETE OSATO SCORDARVI DI ME!? SONO DUE GIORNI CHE ATTENDO DI
ESSERE CHIAMATA A DEPORRE!" sbraitò quindi l'anziana, mentre
Jean ed il Giudice la osservavano confusi, e Travis... stava sudando
vistosamente, stringendo la racchetta con entrambe le mani e
deglutendo, come se la sola vista dell'isterica astronauta l'avesse
mandato nel panico.
... Mi verrebbe da chiedere che diamine sia successo tra di loro, ma se
devo iniziare a farmi domande su tutto, finirà per esplodermi la
testa...
"... Aspetti... ma io la conosco! Lei è..." provò a dire
il Giudice, probabilmente ricordandosi della guardia di sicurezza per
via di alcuni casi a cui Phoenix Wright aveva partecipato.
"S-signora Oldbag... è un piacere vederla..." disse quindi il
mio amico, anche se dall'espressione che aveva mi sembrava tutto meno
che contento di vederla.
"Oh, Travisuccio! Sapevo che non ti saresti scordata di me! So di
essermi arrabbiata, ma anche tu avresti potuto comportarti in modo
più cavalieresco! Non dicevi che sarei stata una testimone
decisiva? E poi, abbiamo ancora un'uscita galante da fare..." fece
quindi l'anziana spaziale, facendo gli occhi dolci ed increspando le
labbra come a volersi preparare a baciare il mio amico, più che
leggittimamente orripilato dalla possibilità.
... Mi voltai verso Jean, domandandole "... Tu ne sapevi qualcosa...?", sperando che potesse illuminarmi in proposito.
"Beh, la vecchietta mi aveva detto che Travis le aveva promesso di
uscire con lei, se lei avesse tenuto per sè qualcosa..."
ricordò quindi la mia assistente, visibilmente perplessa quanto
me dall'apparizione dell'anziana.
... Travis stava sicuramente scherzando... o almeno, lo spero...
Non può essersi
ridotto COSI' in basso... anche se quand'eravamo bambini mi deciva
sempre che apprezzava il fascino maturo delle donne più grandi
di lui, non penso intendesse un distacco d'età del genere...
"... Procuratore Harley! Cos'è questa storia!? E soprattutto,
per quale motivo al mondo vi siete offerto di uscire con lei!?"
domandò quindi il barbuto, apparentemente più preoccupato
dell'ipotetica uscita che di aver nascosto un testimone decisivo, per
qualche ragione.
"Ehm... si da il caso che la qui presente Wendy Oldbag fosse la guardia
di sicurezza in servizio ai Global Studios, il giorno del delitto... ed
ha visto una scena che ho ritenuto importante tenere segreta fino a
quando non l'avrei chiamata. Anche se per via degli sviluppi di ieri,
ammetto di essermi... ehm... 'dimenticato'." ammise il procuratore
tennista, piuttosto a disagio dalle occhiate dolci che stava ricevendo
dalla Oldbag, mettendosi la racchetta di fronte alla faccia come a
voler evitare di guardarla direttamente.
... Sinceramente, non so se se la sia scordata davvero, o se abbia
semplicemente approfittato della confusione generale per evitare di
chiamarla... o entrambe le cose.
"C... Capisco, signor Harley. Quindi... cosa propone di fare, adesso?"
chiese allora il barbuto, osservando con preoccupazione prima la
'testimone' e poi il procuratore.
"Beh... direi che sentirla non potrà farci male... era anche il
punto su cui pensavo di riportare la nostra attenzione, dopotutto." suggerì Travis, mantenendo (a stento) la calma.
... Ma come, non vuole nemmeno provare a preparare il testimone? La lascia fare così?
... Non che lo biasimi, sinceramente...
"Signora Oldbag-" provò a dire il mio amico, venendo però interrotto subito dalla Oldbag.
"Sì, Travisuccio amorino?" domandò quindi ella, facendo gli occhi dolci con espressione sognante al mio amico.
"... vada con la sua deposizione. Ora." disse quindi il procuratore,
puntando la racchetta verso l'anziana e cercando di suonare serio ed
impassibile.
"Ogni tuo desiderio è un ordine, zuccherino!" fu la sdolcinata
replica dell'anziana, continuando a guardare con adulazione il mio
amico, il quale sembrava esserne parecchio inorridito.
... Dio mio, povero Travis... non vorrei essere nei suoi panni, adesso...
Deposizione del Testimone
-- E' STATA QUELL'OCA --
- L'ho vista! Con questi occhi! E' stata quella tale, Remy Horace!
- Non solo mi doveva rubare il mio dolce Steve, l'ha dovuto anche uccidere!
- Certo, non ho visto l'omicidio, ma l'ho vista! Stava parlando con un tipo, e l'ho sentita chiaramente!
- Ha esplicitamente detto 'Revenge Association'! Sono sicura che stesse pianificando tutto con lui!
- Ed è tutto vero, eh! Non ho inventato nulla!
- Tutti si lamentano che la vecchia Wendy non sa mai dire nulla di utile, ma non è così!
- Dovete sapere che quando ero più giovane mi chiamavano la Bocca della Verità!
- A me piaceva, ma poi ho scoperto che è il nome di una scultura! E lo dicevano per prendermi in giro!
- Oh, se sapeste come mi sono sentita! Ma non preoccupatevi, gliel'ho fatta pagare cara!
- Ma poi, perchè si dice 'farla pagare cara'? L'unica cosa cara che hanno pagato è stato il prezzo del ricovero!
- Perchè sapete, da giovane facevo un corso di wrestling e...
"Stop! Stop! Credo che basti così, testimone! Può
fermarsi! La smetta di cianciare!" provò quindi ad interromperla
il Giudice.
"..." l'anziana divenne rossa in volto al sentirsi dire questo, per poi
ribattere in faccia al 'coetaneo' "SAPUTELLO! I giovani d'oggi non hanno
proprio rispetto per i loro anziani! Ai miei tempi nessuno si sarebbe
azzardato ad interrompermi nel mezzo di una deposizione!"
... il Giudice sarebbe un GIOVANE per lei!? Quanti anni ha!?
"Ehm... il Giudice ha ragione, signora Oldbag, e la ringrazio
infinitamente per l'utile deposizione. Ora può uscire..."
provò a dire Travis, sbrigativo e con estrema voglia di
togliersi la megera dai piedi.
"Sì, concordo, la ringrazio parecchio, vecchia pazz-err, signora
Oldbag." affermò subito dopo il Giudice, annuendo come al solito.
... Ma come, niente contro-interrogatorio? Ok che non vedevo
contraddizioni evidenti, ma mi fa strano che questa sia la seconda
testimonianza in meno di mezz'ora che abbiamo dovuto solo sentire...
"Eh...!? Come sarebbe a dire, Travisuccio!? Mi devi una cena galante,
adesso! Non credo tu sia un giovanotto che manchi alla parola data!"
replicò allora l'anziana della sicurezza, senza cambiare
espressione.
"... Usciere, accompagni la signora fuori dall'aula." affermò
allora il procuratore con aria impassibile, puntando il piatto della
racchetta verso la testimone.
"... Ghhhh... Come sarebbe a dire!? Mi stai ignorando, per caso!?
Dovevo capirlo subito! Sei un saputello come tutti gli altri! Credevo
fossi affascinante come Edgey, ed invece...!" iniziò allora a
lamentarsi ella, ed io abbassai lo sguardo, temendo di dovermi sorbire
un altro dei suoi infiniti lamenti.
"USCIERE!!!" urlò quindi Travis, sperando che ora l'usciere si sbrigasse a fare il suo dovere.
Ed infatti subito dopo il fido usciere (insieme ad un altro suo collega) venne e
prese la Oldbag, trascinandola via mentre continuava ad urlare e
dimenarsi, e dicendo tra sè e sè "Questa folle starebbe
davvero bene tra i marziani...".
... Non mi piace essere maleducato, ma effettivamente quella vecchietta
mi pare messa un pò male... spero davvero di non averci
più a che fare nei miei prossimi casi.
Una volta che l'anziana spaziale se ne fu andata, Travis tirò un
sospiro di sollievo, posando la racchetta sul banco dell'accusa e
prendendo un respiro profondo, prima di rialzare lo sguardo e
riprendere a parlare.
"... Allora, come stavo dicendo, e come la signora Oldbag ci ha
dimostrato prima, l'accusa ritiene che la vera colpevole dell'omicidio
di Steve Arwen sia l'unica persona di cui non abbiamo ancora parlato a
fondo... ovvero, Remy Horace." rispiegò il mio amico, rigirando la sua racchetta nella mano.
... immaginavo fosse lei, arrivati a questo punto. E probabilmente per
questo stava cercando di affermare che la borsa fosse effettivamente di
Remy... ma anche se logicamente è l'unica colpevole possibile (a
meno che non consideriamo Cody il colpevole, e non è sicuramente
una teoria che voglio perseguire per ovvi motivi), non voglio che venga
implicata... Dave ha già perso il padre, se anche la madre
andasse in prigione, chi si occuperebbe di lui? E soprattutto... come
la prenderebbe?
Mentre io riflettevo in proposito, il pubblico ministero continuò a
parlare, dicendo "Finora sappiamo molto poco di ciò che ha fatto
Remy Horace... finora, sappiamo che Cody Hackins ha parlato con Steve
Arwen per prendere un autografo, mentre Hayden Carson, che aveva
contattato la RA per organizzare l'omicidio, stava attendendo che
ciò avvenisse, ed aveva vario materiale con cui uccidere Steve
in caso di complicazioni... tuttavia, di Remy Horace sappiamo solo che
ha avuto una colluttazione per ragioni ancora da definirsi con la
signora Carson, e che probabilmente hanno portato all'accidentale
incendio dello Studio 3, a causa del lancio della bottiglia. Ma...
perchè era lì? Come sapeva che stava per svolgersi
l'omicidio? E soprattutto... perchè attaccare la Carson?
C'è poi la questione di tutte le prove che hanno puntato alla
colpevolezza di Hayden Carson... e come ho già spiegato,
è parecchio strano che la Revenge Association faccia una gaffe
simile con un loro cliente... a meno che non fosse tutto parte di un
piano molto diverso da quanto abbiamo pensato finora."
Io puntai istintivamente il dito contro di lui mentre continuavo a sentire la sua spiegazione, gridando poi "Obiezione!
Procuratore, abbiamo appurato che Hayden Carson conosceva la Revenge
Association, ma l'unica persona che ci ha detto che Remy Horace li ha
contattati è suo figlio Dave: per quel che ne sappiamo, poteva
essere stata tutta una messa in scena da parte della Carson per incastrare la signora Horace!"
In risposta Travis puntò la sua racchetta verso di me, obiettando con "Obiezione!
Mi dispiace, ma guardando ai fatti, è palese che la vera
colpevole sia la signora Horace: visto che ormai abbiamo appurato il
ruolo di Hayden Carson all'interno del caso, se ammettiamo la sua
ipotesi che non sia stata la Horace, rimangono solo tre
possibilità: che Cody Hackins sia il colpevole, che Steve Arwen
si sia suicidato, o che ci sia un quinto elemento non ancora
considerato. L'imputato è stato ormai scagionato verso l'inizio
del processo, e rimetterlo nell'equazione non solo sarebbe estremamente
scomodo per la difesa, ma andrebbe contro tutto ciò che abbiamo
dimostrato finora. Il suicidio di Steve Arwen è fuori
discussione, considerate le circostanze della morte ed il fatto che il
colpo mortale è stato dato alla schiena, ed il pugnale era
attaccato ad un riflettore: anche considerando per assurdo che
effettivamente volesse suicidarsi e volesse dare la colpa a qualcuno,
la situazione mi pare estremamente improbabile, ed il metodo
dell'omicidio fin troppo elaborato, quando ci sarebbero state dozzine
di sistemi più semplici per farlo morire. Per quanto riguarda la
presenza di un quinto elemento, sinceramente non credo ve ne siano:
anche se probabilmente c'era qualcuno coinvolto con la Revenge
Association ai Global Studios in quel momento, non penso si sarebbero
esposti in questo modo dopo che, presumibilmente, il piano era andato
in fumo, e come già avevo detto ieri, la Revenge Association
allestisce principalmente la scena del crimine, non si occupa di
effettuare l'omicidio in sè. Riassumendo, con tutto ciò
che abbiamo dedotto finora, Remy Horace è il colpevole
più ovvio per il caso alla mano, e se salteranno fuori nuovi
elementi che puntino ad altre persone, sarò il primo a
ricredermi ed a puntare verso di loro."
Io rimasi in silenzio, stringendo i pugni e senza sapere cosa dire,
mentre il mio amico incrociava le braccia, affermando con
serietà "Ora che abbiamo chiarito questo punto, l'accusa
vorrebbe chiamare al banco dei testimoni Remy Horace, per poter far
luce su quanto detto."
"D'accordo, procuratore Harley. Spero solo che si riesca a capire
qualcosa del caso... finora non ho avuto altro che un grosso mal di
testa. E non riesco ancora a credere che la signora Carson abbia
tentato di uccidere la vittima e causato l'incendio..." disse quindi il
Giudice, un pò giù di morale per ciò che era stato
rivelato appena prima.
"E' un caso estremamente confusionario e me ne rendo conto, non
è tanto complesso quanto estremamente difficile mettere tutti i
pezzi insieme." replicò il mio amico, prima di aggiungere "Ad
ogni modo, chiamo Remy Horace al banco dei testimoni.", rimanendo poi
in attesa.
"Beh, dai Law... non siamo messi tanti male. Cody è salvo in
ogni caso: dobbiamo solo vedere cosa succederà adesso, e poi il
caso sarà finito." mi rassicurò quindi Jean, parecchio
più rilassata rispetto a prima.
Io non dissi nulla in risposta, perso nei miei pensieri mentre
attendevo che la testimone arrivasse: sapevo che Travis aveva
ragione... ma non volevo assolutamente che ciò che aveva detto
fosse vero. Non volevo far condannare Remy Horace...
Dopo qualche minuto di attesa la diretta interessata entrò in aula,
esattamente come Jean me l'aveva descritta ieri, per poi mettersi al
banco dei testimoni, tenendo però lo sguardo rivolto verso il
basso, come se qualcosa la stesse preoccupando... o la stesse facendo
vergognare.
... E' davvero lei l'assassina? Perchè l'avrebbe dovuto uccidere Steve Arwen?
"Testimone, dichiari nome e professione." disse con
impassibilità il mio amico, mentre la Horace sospirava,
strofinandosi leggermente gli occhiali da lettura al collo.
"Remy Horace, lavoro part-time come babysitter... Anche se mi sembra di
essermi già presentata prima della deposizione di ieri." fece
notare la quarantenne, suonando più rassegnata che seccata.
"Pura e semplice formalità, signora Horace. Spero che lei sia al
corrente di ciò di cui abbiamo parlato finora..." affermò
il pubblico ministero, rendendo piuttosto chiaro alla testimone i suoi
pensieri.
"... Certo. So bene cosa state pensando di me..." affermò infatti in risposta la donna,
"Allora facciamola finita, signora Horace: lo dico per lei. Come si
dichiara...?" fu la seguente domanda di Travis, puntando la racchetta
verso di lei.
"... Un caso non è finito finchè non si ascoltano tutti i
testimoni, giusto?" fece quindi notare la Horace, alzando la testa e
con un lievissimo (e mesto) sorriso sul volto.
"Non cerchi di cambiare argomento e risponda alla mia domanda." disse allora il mio amico, spazientito.
"..." Remy non rispose, semplicemente abbassando nuovamente la testa.
"... Non vuole dirlo, quindi. Non so quali siano i loro motivi... ma
non posso permettere che il caso venga rimandato oltre." disse quindi
il mio amico, abbassando la racchetta e sospirando a sua volta.
"... Volete che deponga, quindi?" chiese allora la signora Horace, rialzando lo sguardo.
"Esattamente. Vorremo saperne di più per quanto concerne la
colluttazione in cui è stata coinvolta, per quale motivo
è avvenuta e cos'è successo attorno a voi nel frattempo.
In modo quanto più completo possibile." fu la risposta di Travis, ponendo particolare enfasi sul 'completo'.
"... D'accordo, sarà fatto." fu la semplice risposta della testimone.
"Hm... si comporta esattamente come quando sono andata a trovarla alla
Clinica Hotti. Ammetto di aver abbassato un pò troppo la guardia
verso di lei... avrei dovuto aspettarmi che fosse un lupo travestito da
pecora." fu il commento di Jean, mentre fissava Rrmy con sguardo di sufficienza dietro gli occhiali.
... Non saprei. A mio parere non sembra il tipo che ucciderebbe una
persona... fino a qualche minuto fa, pensavo che il vero colpevole
fosse Hayden Carson. E per come la voglia girare, non posso negare che
la signora Horace è effettivamente l'unica colpevole possibile...
... Anche sapendolo, però, non riesco a volerla davvero far
condannare. Non la conosco e tecnicamente non dovrebbe interessarmi...
ma se lo merita sul serio? Sto davvero facendo la cosa giusta...?
Mentre continuavo ad interrogarmi in proposito, Remy iniziò la
sua deposizione, osservando di fronte a sè con serietà.
Deposizione del Testimone
-- LA COLLUTTAZIONE --
- Sì, sono stata coinvolta in una colluttazione con Hayden Carson.
- Ma ho avuto un motivo più che valido per farlo... e penso che voi sappiate perchè.
- Durante la colluttazione, Hayden ha gettato la bottiglia verso i cavi... e sapete a cosa ha portato.
- L'incendio è stato un caos totale... e dopo un pò, sono svenuta a causa del calore.
- E' tutto quel che mi ricordo.
... E' una testimonianza molto sintetica... ed il suo secondo punto non
lo comprendo. E' come se mi stesse invogliando a mostrare qualcosa... e
non come la Carson, con tono di sfida. Sembra davvero rassegnata per qualcosa... ma cosa?
"Le avevo detto in modo quanto più completo possibile, signora
Horace. E' davvero sicura di non voler dire tutto ora?" chiese quindi
Travis, visibilmente seccato dalla breve deposizione.
"... Se lei ha davvero capito, penso che sappia anche perchè sto facendo così." fece notare Remy in risposta.
"... Non ne sono sicuro, ma credo di averlo compreso già
piuttosto bene... e mi dispiace." disse quindi Travis, abbassando lo
sguardo a sua volta ma senza cambiare espressione.
"Non si preoccupi, procuratore. Sta solo facendo il suo lavoro." lo
rassicurò la signora Horace, sorridendo al mio amico come a
rassicurarlo..
... Che cosa c'è dietro? Ho qualche prova... ma non sono capace
di ricostruire un movente per cui lei potrebbe aver voluto uccidere
Steve Arwen. Anche visto e considerato il contenuto di quella
lettera che ho ricevuto...
"... Signor Harley, potrebbe spiegare anche a me che cosa sta
succedendo? L'unica cosa che sta facendo è fare aumentare il mio
mal di testa, con queste frasi criptiche..." fece notare il Giudice, un pò seccato dai recenti sviluppi.
... Meno male che il Giudice non ha la mia vita, altrimenti più che un mal di testa avrebbe un'emicrania perenne...
"Mi spiace per il disagio, vostro Onore, ma posso assicurarle che tutto
diverrà chiaro in poco tempo. So di stare abusando della vostra
pazienza e me ne scuso... ma posso assicurarle che tutto le sarà
chiaro il prima possibile." disse con sincerità Travis, osservando l'anziano.
"... D'accordo, allora. Non penso possa ancora perdonarle il suo
atteggiamento di ieri, ma devo dire che mi piace come si sta
comportando finora in questo processo." fu quindi la replica del
barbuto, ricordando per l'ennesima volta al mio amico del suo
atteggiamento scorretto.
"Meglio che tenga i complimenti da parte finchè non avremo
finito, qui: solo una volta che si sarà raggiunto un verdetto
potremo vedere se me li merito o meno..." disse Travis, un pò
meno intristito dal vedersi rinfacciare ciò che ha fatto ieri,
ma ancora visibilmente ferito.
... So di stare sembrando ripetitivo, ma mi dispiace davvero per
Travis, visto e considerato che a parte il suo comportamento ad inizio
udienza è stato davvero un procuratore esemplare... spero
davvero che si possa rifare, nel corso di questo processo o magari in
uno dei prossimi.
"Law, penso che per questa contraddizione puoi anche non usare una
prova... penso tu debba invece mostrare un Profilo. Dovrebbero
essercene a volontà nel Registro Processuale... e credo tu
sappia a quale io mi stia riferendo." suggerì allora la mia
assistente, anche se notai chiaramente che non sembrava troppo eccitata
all'idea: probabilmente me l'aveva suggerita giusto per assistermi, in
caso non lo avessi pensato già...
"Sì... penso sia una buona idea. Ci proverò, allora..."
dissi io, per poi osservare la signora Horace, che annuì in mia
direzione, come se volesse dirmi di andare avanti.
... O almeno credo...
"Signor Trueman, proceda con il Contro-Interrogatorio." affermò allora il Giudice, passandomi le redini del processo.
Contro-Interrogatorio
-- LA COLLUTTAZIONE --
- Sì, sono stata coinvolta in una colluttazione con Hayden Carson.
- Ma ho avuto un motivo più che valido per farlo... e penso che voi sappiate perchè.
- Durante la colluttazione, Hayden ha gettato la bottiglia verso i cavi... e sapete a cosa ha portato.
- L'incendio è stato un caos totale... e dopo un pò, sono svenuta a causa del calore.
- E' tutto quel che mi ricordo.
... Beh... anche se lo volessi, non posso rimanere fermo su questo
Contro-Interrogatorio all'infinito... devo rispondere, e farlo in un
modo che faccia proseguire il caso, anche se non voglio farlo.
Con riluttanza, puntai quindi il mio dito verso la testimone, urlando "Obiezione!", per poi mostrare il Profilo di Hayden Carson, prima di iniziare a motivare il mio gesto.
"Hayden Carson ha in precedenza detto che il suo obiettivo era quello
di uccidere Steve Arwen... ed ho già avuto modo alla Corte di
mostrare la letterà che la signora Carson aveva scritto ad Arwin
Loose. Assumendo che lei l'abbia letta in anticipo, signora Horace...
potrebbe aver voluto cercare di fermarla dall'uccidere Steve." spiegai poi.
... Sì, lo so, non è esattamente un'Obiezione
'ortodossa', specie per com'è fatto il punto della
disposizione... ma è un pò una tradizione urlarlo (come
l'Ecco), e non mi va di smettera di farlo per qualche piccolo
imbarazzo... e tanto per cambiare, non sono ancora completamente sicuro di
quel che sto facendo...
La donna sorrise leggermente, dicendomi con aria contenta "Davvero
notevole, complimenti, avvocato. E' andata esattamente così: ho
cercato di fermare Hayden ed impedirle di uccidere il mio ex-marito...
tuttavia, non immaginavo che avrebbe lanciato quella bottiglia verso di
me... e che quella stessa bottiglia avrebbe finito per causare
l'incendio. La colluttazione è continuata poco dopo... e dopo
che Hayden disse qualcosa che non doveva, le diedi un forte pugno sul
volto, che le fece perdere l'equilibrio e cadere con parte del volto
tra le fiamme, causando il danno che avete avuto modo di vedere in
precedenza... se avessi saputo cosa sarebbe successo, forse avrei fatto
meglio ad uccidere Remy chiedendo aiuto alla Revenge Association..."
Le parole della signora Horace fecero scatenare l'ennesimo vocìo
nell'aula, con il Giudice che si era premunito per tempo, iniziando a
colpire il suo martelletto con foga per placare il pubblico.
"Ordine! Ordine in aula! Signora Horace, anche lei conosce la Rave
Dance Association!?" domandò quindi il Giudice, sorpreso
più del dovuto.
... ditemi che l'ha detto a posta e non pensa sul serio che la RA si chiami così...
"... Signora Horace, non vuole ammettere di essere la colpevole
dell'omicidio, ma ci ha confermato di conoscere la Revenge Association.
Perchè?" domandò allora Travis, più curioso che seccato dal comportamento di Remy.
"Siamo sinceri, servirebbe a qualcosa nasconderlo? Il caso è
quasi finito, dopotutto... sarebbe solo e soltanto futile cercare di
fare allungare la durata del processo, arrivati a questo punto." fece
notare quindi la testimone, sistemandosi la banda sui capelli.
... Non credevo avrebbe ammesso qualcosa del genere... ma una parte di me continua a credere che sia innocente...
... Stupido, stupido Law. Perchè continuo a ostinarmi a dire che
lei non è colpevole...? Ormai lei stessa sta donando prove che
indicano la sua colpevolezza...
... So bene come sia perdere il proprio padre, e so che il supporto di
mia madre e di Travis mi ha aiutato parecchio, in quel periodo... ma
Dave?
Suo padre è stato ucciso due giorni fa, e non so ancora se lui
lo sappia o meno... ed anche se lui ha un buon amico come Cody, non
credo che mandare in galera sua madre e privarlo anche di lei possa
avere un'influenza positiva su di lui...
... che cosa posso mostrare per cercare di difenderla...?
"... Quindi, ammette che è stata lei a compiere l'omicidio?"
domandò ancora una volta Travis, sperando che stavolta
ammettesse la sua colpa.
"Beh... se proprio dobbiamo metterla in questo modo..." provò a
dire la madre di Dave, ma prima che potesse continuare a parlare, io la
interruppi urlando "Obiezione!", gesto che fece voltare tutti i presenti su di me...
... Brr... ammetto di capire meglio Jean, adesso... avere così
tante persone che ti osservano ti mette effettivamente in soggezione...
"... signor Trueman, perchè ha obiettato? Non mi pare stia
succedendo nulla che possa mettere in pericolo il suo testimone..." mi
disse quindi il Giudice, probabilmente ancora perso riguardo la stramba
piega che stava prendendo il processo.
Mi presi un secondo per respirare e calmarmi interiormente, prima di
puntare il mio dito e dicendo, nonostante un pò di incertezza
"l... la difesa sostiene che Remy Horace non può essere
colpevole!", mentre Travis stringeva la racchetta e mi osservava con
aria seriosa.
Vicino a me, Jean mi stava guardando confusa, domandandomi "Law... che
diamine stai facendo? E' ovvio che la colpevole è lei!
Cos'è questa storia che non lo è, adesso?"
"... Non voglio finisca male per Dave, Jean." fu tutto ciò che le dissi, concentrandomi sul mio amico.
Egli iniziò a palleggiare senza togliermi lo sguardo di
dosso, dicendo solo, con calma e razionalità "... avvocato,
penso che si sia già dimostrato ampiamente che la signora Horace
è l'unica persona rimasta che possa aver ucciso Steve Arwen. Le
uniche altre persone che potremmo accusare, come ho già ampliamente dimostrato prima, sono Cody Hackins, e dubito
lei voglia considerare il suo cliente colpevole, oppure che Steve Arwen
si sia suicidato, ed il modo e la posizione in cui è morto
rendono piuttosto chiaro che lui non può averlo fatto. L'unica
altra possibilità è che vi sia stato qualcuno di esterno
che abbia compiuto l'omicidio... ma come abbiamo già detto, non è nel modus operandi
della Revenge Association. Loro si limitano a precostruire la scena del
crimine e dare istruzioni per lasciare quante meno prove possibili. Se
davvero vuole dimostrare che Remy Horace non può essere
colpevole, mostri una prova al riguardo."
Non lo stava dicendo con tono pieno di sè o di sfida... lo aveva
detto con estrema calma e professionalità. Che abbia qualcosa
per negare le mie prove? Non mi sembrava avesse prove solide per
dimostrare che la borsa non fosse effettivamente di Hayden Carson
prima...
Io annuì, replicando con "Sarà fatto allora, procuratore.
La prova in questione è...", per poi estrarre la foto della
Collana di Remy e presentarla con il classico "Ecco!" (... e mi chiedo se qualcuno non si metta a ridere nel pubblico quando lo faccio), prima di spiegarne il senso.
"Questa Collana è di proprietà della signora Horace, che
sta portando al collo anche in questo esatto momento. All'interno della
collana vi è una foto di Steve Arwen e Remy Horace, e si tratta di
un vecchio regalo fatto prima che lei e Steve Arwen si sposassero... se
davvero Remy Horace avesse ucciso la vittima, dovrebbe avere un
movente, eppure questa foto mostra che, nonostante i due fossero ormai
divorziati, almeno Remy continuava ad avere un'opinione positiva di
lui." spiegai io, cercando di rimanere calmo, anche se ero conscio che le mie parole non sarebbero bastate.
":.. Law, comprendo il senso della tua obiezione, ma sei davvero sicuro
di quello che stai facendo?" mi chiese quindi la mia assistente,
perplessa riguardo al mio ragionamento.
... Vorrei saperlo anch'io, Jean, credimi...
"Obiezione!"replicò
quindi il mio amico, prendendo una pallina e lanciandola solo una volta
molto in alto, per poi dirmi con aria seria
"... Avvocato, so bene cosa sta pensando e dove volete arrivare, ma
posso assicurarle che nemmeno a me piace dove stiamo andando.
Purtroppo, il caso si è svolto così... e così lo
abbiamo scoperto. Ormai non possiamo tornare più indietro con i
nostri ragionamenti... l'unica cosa logica da fare e procedere fino
alla fine, che il risultato ci piaccia o meno. Per rispondere alla sua
affermazione, però... per quanto ne sappiamo, la relazione
poteva effettivamente essere burrascosa, anche riguardo la
possibilità dell'affidamento di Dave essendo lui ancora
minorenne. E' possibile anche che abbia iniziato ad indossare la
collana solo dopo il delitto, proprio per lo scopo di fuorviarci.",
afferrando la pallina poco prima che toccasse terra, una volta finito
di parlare.
Non appena egli completò la sua spiegazione, il procuratore si voltò verso
la testimone, chiedendole con serietà "Cos'ha da dire al
riguardo, signora Horace?"
"Effettivamente c'era una causa in corso tra noi due per l'affidamento
di Dave... ma a parte quello, posso garantire che eravamo in buoni
termini. Anzi... ammetto che un pò speravo che le cose tra noi
potessero tornare come prima... anche se mi rendo benissimo conto che
ciò non era più possibile. Tutta colpa di quello stupido
metodo di Stanislavski..." rispose allora Remy, abbassando lo sguardo e sembrandomi piuttosto triste nel ricordare ciò.
"Uhm... aspetti, signora Horace, non si dovrebbe pronunciare
Stanislavskij, con la J alla fine? Come 'Judge', Giudice?"
domandò allora il Giudice, interrompendo il caso per risolvere
la questione di vitale importanza della lettera non pronunciata.
"Effettivamente si scrive Stanislavskij, ma si legge 'Stanislavski'. E'
un errore facile da commettere quando si parla di nomi russi..."
spiegò semplicemente la Horace, senza voler sembrare saccente o
pedante.
"Uhm... lo terrò a mente. Spero solo di non dover avere a che
fare con dei russi e di fare figuracce per pronunciare i nomi..."
affermò il barbuto, temendo per l'incolumità della sua
lingua a rischio di annodamenti.
... Chissà perchè, il modo in cui l'ha detto mi fa
pensare che in futuro avrà eccome modo di avere a che fare con
dei russi, più volte.
"... Tornando al caso... sto iniziando a capirla meglio, signora
Horace. Però... vuole davvero che finisca così?" fu la
successiva domanda del mio amico, molto più calmo e comprensivo
di quanto sembrasse prima.
"Non lo negherò, sono parecchio combattuta al riguardo... ed
immagino che Dave ormai abbia già capito tutto quel che è
successo: ho visto la lettera che l'avvocato ha usato come prova
prima... e so che soltanto mio figlio avrebbe potuto dargliela. E se ha
davvero capito... non vorrei dargli un cattivo esempio." ammise la
donna con aria seria, senza sembrarmi troppo preoccupata per il
risultato.
"... Che ne dice di fare un'ultima deposizione? E mi raccomando,
stavolta sia davvero quanto più completa possibile."
suggerì allora il pubblico ministero, posando la racchetta sul
banco dell'accusa.
"Ci proverò. La ringrazio per la disponibilità,
però." ringraziò quindi la quarantenne, sorridendo
nuovamente mentre si aggiustava il gilet.
"Vorrei solo che questo caso raggiunga un verdetto equo... se non posso
arrivare a darne uno di Colpevolezza per Cody Hackins, voglio almeno
essere capace di fare qualcosa." affermò Travis, suonandomi
molto malinconico, proprio com'era durante la seconda metà del
processo di ieri...
"Non si preoccupi, sta davvero facendo un ottimo lavoro." lo rassicurò la testimone.
"Detto da lei, è un grosso complimento..." disse Travis in risposta, con un sorriso mesto.
... Ormai non sono nemmeno più sicuro io di cosa fare. E mi sono
rimaste ben poche prove che posso applicare al prossimo
Contro-Interrogatorio... eccetto una.
... Vediamo come andrà, e spero davvero di riuscire a trovare un
modo per scagionare la signora Horace... non voglio assolutamente che
questa finisca per essere una battaglia persa in partenza...
"... Law, seriamente, abbandona questa idea. Non penso che tu possa
dimostrare che non sia colpevole... ed anche se vuoi puntare sul
movente, non credo che lei voglia essere scagionata." provò inutilmente a dissuadermi Jean.
"... Me ne rendo conto, Jean, sul serio. Ma come ha detto Travis, non
possiamo... non posso più tirarmi indietro. A questo punto,
penso che giocheremo tutto su questo Contro-Interrogatorio." fu la mia
replica, concentrandomi nuovamente su Remy Horace, mentre lei iniziava
quella che sarebbe stata, sicuramente, l'ultima deposizione di quel
processo.
Deposizione del Testimone
-- TUTTA LA VERITA' --
- Ero venuta ai Global Studios insieme a mio figlio Dave, a Cody, e suo padre. Sono stata io stessa ad invitarli.
- Una volta visto che i biglietti effettivamente venduti non sono stati poi così tanti, ci siamo un pò divisi.
- Avevo effettivamente contattato la Revenge Association dopo che mi si era avvicinata, ma...
- ... una volta arrivata lì, ho ricevuto una cosa particolare
dall'anziana della sicurezza che mi ha voluto far disdire tutto.
- Ho parlato quindi con il mio contatto ai Global Studios, dicendogli che volevo cancellare l'omicidio.
- Lui, però, mi ha detto che non era più possibile fare
nulla in proposito, e che Hayden aveva richiesto l'omicidio di Steve.
- Preoccupata e volendo fermare tutto, ho lasciato Dave con la prima persona che ho visto, correndo verso lo Studio 3.
- Arrivata lì, ho trovato Cody, Steve ed Hayden all'interno.
- Cody che stava per causare involontariamente la morte di Steve, ed
Hayden stava controllando da lontano che tutto avvenisse secondo i
piani.
- Io ho urlato per avvertirli della cosa, ed a quel punto Hayden si è fatta vedere.
- Poco dopo è avvenuta la colluttazione... ed il resto lo sapete.
... Ha calibrato la sua deposizione alla perfezione.
Ormai ne sono certo... lei VUOLE essere condannata, ed è davvero colpevole.
... Non posso salvarla, nemmeno se lo volessi: anche se per qualche
assurdo motivo riuscissi a dimostrare che non è effettivamente
colpevole, non penso che non venga arrestata per qualche crimine poco
grave.
... So esattamente con cosa replicare, ma non farebbe altro che rafforzare la sua deposizione, non contraddirla.
... Forse è davvero meglio così, forse è davvero
più logico che Remy venga incolpata dell'omicidio e che il caso
finisca qui...
... Ma ciò non significa certo che sia il risultato più giusto. Per niente...
Mi voltai verso Jean, sperando che avesse un qualcosa da suggerirmi per
risolvere questa situazione, ma non appena la guardai e lei mi fece le
spallucce, compresi che nemmeno lei aveva idea di cosa fare.
Era praticamente impossibile scagionarla ora, anche con tutte le prove del mondo.
"... Una deposizione molto strana, devo dirlo. Non capisco se stesse
cercando di difendersi o di autoaccusarsi..." affermò il
Giudice, ancora non comprendendo dove quel caso stesse andando.
"... Penso sia un pò di tutte e due, vostro Onore." fu l'unica
cosa che disse Travis in risposta, prima di voltarsi verso di me e dire
"Sarà la difesa a dimostrarlo, però."
"Verissimo. Alla fine, sono sempre gli avvocati difensori a sconvolgere
completamente il caso!" fece notare il barbuto, ribadendo quello che
ormai era l'ovvio in sala udienze.
... Sì, magari gente come Phoenix Wright, ma non penso di avere quell'abilità, ad essere sincero...
"Vada con il Contro-Interrogatorio, signor Trueman! E mi raccomando, faccia faville!" disse quindi il Giudice con aria gioviale.
Più che faville, penso farò fuochi scoppiati... ma a
questo punto, non penso che debba preoccuparmi di come io VOGLIA finire
il caso...
... A noi due allora, signora Horace.
Contro-Interrogatorio
-- TUTTA LA VERITA' --
- Ero venuta ai Global Studios insieme a mio figlio Dave, a Cody, e suo padre. Sono stata io stessa ad invitarli.
- Una volta visto che i biglietti effettivamente venduti non sono stati poi così tanti, ci siamo un pò divisi.
- Avevo effettivamente contattato la Revenge Association dopo che mi si era avvicinata, ma...
- ... una volta arrivata lì,
ho ricevuto una cosa particolare dall'anziana della sicurezza che mi ha
voluto far disdire tutto.
- Ho parlato quindi con il mio contatto ai Global Studios, dicendogli che volevo cancellare l'omicidio.
- Lui, però, mi ha detto che non era più possibile fare
nulla in proposito, e che Hayden aveva richiesto l'omicidio di Steve.
- Preoccupata e volendo fermare tutto, ho lasciato Dave con la prima persona che ho visto, correndo verso lo Studio 3.
- Arrivata lì, ho trovato Cody, Steve ed Hayden all'interno.
-
Cody che stava per causare involontariamente la morte di Steve, ed
Hayden stava controllando da lontano che tutto avvenisse secondo i
piani.
- Io ho urlato per avvertirli della cosa, ed a quel punto Hayden si è fatta vedere.
- Poco dopo è avvenuta la colluttazione... ed il resto lo sapete.
... So come finirà, ma almeno, penso si possa tentare di mostrare la mia ultima prova.
Dopo aver urlato "Obiezione!"
come al solito, estraetti dal Registro Processuale la Lettera per Remy,
prima di spiegare come quella missiva si riconnettesse all'omicidio.
"... La cosa particolare a cui si riferisce è questa, vero?" domandai, pur conoscendo già la risposta.
Remy annuì, rispondendomi dicendo "Esatto, è proprio quella."
"Cosa c'è scritto in quella lettera, signor Trueman?" mi chiese
allora l'anziano, probabilmente sperando tra sè e sè che
non fosse qualcos'altro di terribilmente criptico.
"Ve la leggo..." dissi io, aprendo la busta ed iniziando a leggerne il contenuto, come avevo fatto in precedenza.
'Remy...
Mi scuso molto per il modo in cui ti recapito questa lettera, ma non ho
il coraggio di guardarti in faccia, dopo quello che ho fatto.
Mi spiace per aver scelto Hayden, durante quel litigio. Ho sbagliato,
non c'è bisogno di colorare questo discorso o di dire che
abbiamo entrambi colpa.
Io ti ho sempre amata, Remy, ci sei sempre stata per me e non riesco a
credere di aver deciso di lasciarti per qualcuno per cui non ero
nemmeno sicuro di provare sentimenti genuini.
So di aver causato solo problemi sin da quando mi sono messo con
Hayden, tra il divorzio, l'affidamento, e soprattutto Dave, che non
è altro che la vittima dei miei atteggiamenti da padre
irresponsabile.
Mi rendo conto che sia un pò tardi... ma mi piacerebbe davvero
se potessimo ricominciare da capo, senza astio o altro, come la
famiglia felice che eravamo.
Ho lasciato proprio oggi Hayden, e so bene di essermi accorto troppo
tardi della sua vera natura: avrei dovuto portarti ascolto e sapere che
era interessata più ai miei soldi che ad altro.
Non vedo l'ora di iniziare la registrazione: so che sei venuta insieme
e Dave, e spero davvero di fare un buon lavoro come Samurai d'Acciaio.
Ti ho sempre detto che è stato il mio sogno di interpretare un
eroe senza macchia e senza paura come lui, vero? Beh... non era solo un
mio capriccio da attore, ma anche perchè volevo un ruolo che
nostro figlio potesse vedere, potendo dire con orgoglio che
l'interprete era suo padre.
Forse è un'idea un pò stupida... ma voglio fare una buona impressione su di lui.
Mi spiace se la lettera è uscita piuttosto lunga, e ti ringrazio
già se ti disturberai anche solo a leggere tutto questo. Spero
di poter ricevere la tua risposta al più presto, ed in ogni
caso, non cel'avrò con te.
Ti voglio bene,
Steve.'
"... E' una lettera da parte della vittima, o sbaglio?" chiese allora il Giudice, perplesso.
"Esatto, vostro Onore. Dopo una lettera del genere... non credo che la
signora Horace potesse ancora portare rancore verso di lui. Non posso
dire di conoscerla, ma sento che... non è il tipo di persona che
non perdoni." provai a dire, sapendo benissimo che ciò che stavo
dicendo non costituiva per nulla una buona motivazione per smontare la
deposizione.
"... E' proprio così. Covavo un enorme rancore verso Steve,
pensavo che mi odiasse e che preferisse davvero Hayden a me... ma
più di tutto, avevo paura che volesse sfruttare il litigio di
cui ha scritto per togliermi l'affidamento di mio figlio e dipingermi
come una pazza... ed è per questo che ho contattato la Revenge
Association affinchè mi aiutassero ad ucciderlo." disse quindi
Remy, con un tono serio e duro, senza piangere o cercare di commuovere
il pubblico.
Al sentire le sue parole, gli spettatori tornarono a vociferare, il
Giudice sgranò gli occhi, ed io, Jean e Travis rimanemmo
completamente impassibili, ormai aspettandoci che dicesse qualcosa del
genere.
"Ordine! ORDINE!" urlò quindi l'anziano, probabilmente
spazientito dal fatto che gli spettatori fossero così attivi
quel giorno, prima di voltarsi verso la signora Horace, dicendo
"Signora Horace! State confessando di essere l'assassina!?"
"... Potremmo dire di sì. Come ho già detto, arrivati a
questo punto, non è più necessario mentire." fu la secca
replica della testimone.
Pur essendo conscio che la mia mossa non sarebbe probabilmente servita a molto, puntai il mio dito come al solito, urlando "Obiezione! I... il motivo per cui la signora Horace ha detto quella frase è perchè..."
Prima che potessi finire, però, venni interrotto da Travis, il quale disse in risposta "Obiezione! ... Law, non insistere. Non c'è nulla che possiamo fare arrivati a questo punto..."
"..." mi zittìi, capendo che non avrei fatto altro che sembrare patetico a continuare.
"Il procuratore ha ragione, avvocato, ma in ogni caso la ringrazio per
aver tentato di discolparmi: è stato parecchio gentile nei
confronti di una sconosciuta come me..." fu la grata replica di Remy,
strofinandosi nuovamente gli occhiali mentre sorrideva mestamente,
proprio come aveva fatto una volta arrivata.
"... Signora Horace..." disse semplicemente Travis, mentre io rimanevo in silenzio, limitandomi ad ascoltare.
Ella continuò quindi a parlare, confessando "Sì... sono stata io ad uccidere Steve. Però... la
questione è stata un pò più complicata di quanto
possa sembrare."
"Si spieghi allora, signora Horace, si prenda tutto il tempo che le
serva: se questo caso deve essere chiuso, preferisco che tutto sia
chiaro e non rimangano punti nebulosi." disse quindi Travis, dando alla colpevole il tempo di spiegarsi.
"D'accordo... spiegherò tutto nei dettagli, allora." affermò, prima di passare all'effettiva spiegazione.
"Ho conosciuto Steve molti anni fa, quando sia io che lui facemmo
un'audizione per una vecchia serie, 'Lo Shinobi della Luna Azzurra',
diretta da Sal Manella. Ironicamente, dovemmo interpretare una coppia
di innamorati... e tutti sul set non facevano altro che dire che noi
sembravamo i membri del cast con la performance migliore, nonostante il
fatto che fossimo praticamente dei personaggi secondari apparsi
sì e no tre volte in tutta la serie." affermò poi, sorridendo tra sè e sè al ricordare l'episodio.
"Durante le riprese, ho apprezzato parecchio di lavorare con Steve, e
dopo la fine della serie, siamo comunque rimasti in contatto,
fidanzandoci (e poi sposandoci) nel giro di pochi mesi ed avendo Dave
l'anno successivo." continuò, probabilmente imbarazzata dal rivelare la cosa.
"... Non le pare di essere andata troppo di fretta, signora Horace?"
fece quindi notare il procuratore, ricevendo in risposta un cenno
affermativo.
"E' vero... ma ero giovane, ed ero stupida. Pensavo di poter
tranquillamente badare a nostro figlio mentre io e mio marito
continuavamo la nostra carriera nel mondo della recitazione... ma ci
accorgemmo subito che non era possibile, e decisi di abbandonare le
scene per dedicarmi a nostro figlio, iniziando anche la mia
attività di babysitter part-time. Ma mentre io avevo deciso di
fermarmi, Steve aveva continuato con la sua carriera, ricoprendo ruoli
sempre più importanti... ammetto che ero un pò gelosa del
suo successo e di tutte le sue fan, ma alla fine era una cosa che
potevo sopportare, e sapevo benissimo che Steve voleva bene a me ed a
Dave... questo, fino a quando non ottenne il ruolo di protagonista in
'La Settimana del Cuore'." riprese a dire Remy, ora con un tono
più neutrale, man mano che si avvicinava con la narrazione al
punto di rottura tra lei e Steve.
"La serie in cui la signora Carson ha fatto innamorare di sè suo
marito sfruttando il suo uso del metodo Stanislav... coso, vero?"
chiese quindi il Giudice in risposta, fermandosi a metà per non
fare figuracce di pronuncia.
"... Esatto." fece la colpevole, abbassando lo sguardo ed oscurandosi
in volto prima di continuare con tono serio e duro "Ammetto che
all'inizio avevo il sentore ci fosse
qualcosa tra di loro, ma pensavo fossi semplicemente paranoica... fino
a quando non sono tornata qualche ora prima a casa, trovando Hayden e
mio marito... che si baciavano appassionatamente sul letto. E sono
sicura che se fossi arrivata un pò più tardi, li avrei
trovati a fare anche altro..."
... Mio dio. Probabilmente il signor Arwen ha effettivamente sbagliato
senza volerlo, ma a mio parere si sarebbe potuto accorgere prima che
forse il suo amore non era effettivamente... 'legittimo'.
"Ovviamente, una volta che ebbi conferma che mio marito mi stesse
effettivamente tradendo, iniziai le pratiche del divorzio, e nonostante
una parte di me continuasse a volergli bene, non riuscivo a passare
sopra al tradimento, dopo tutto quello che ho fatto per lui..." ammise allora la donna, con una punta di delusione nella voce.
"E' più che naturale sentirsi così, signora Horace." la
rassicurò quindi Travis, iniziando a passare il suo dito sul
telaio della racchetta mentre continuava ad ascoltare.
"Forse è normale questo... come magari è normale anche la
situazione orribile in cui abbiamo coinvolto Dave tra il divorzio e la
battaglia per l'affidamento, ma quel che ho fatto successivamente...
non so se si possa davvero considerare normale, per quante
giustificazioni possiate darmi." disse in risposta, rifiutando qualunque sconto le potesse venir fatto.
"... Che cos'è successo, esattamente?" domandai io, nonostante fosse estremamente palese.
"Beh... venni a sapere tramite il distributore di volantini dei Global
Studios che Steve, che ormai vedevo solo per discutere della divisione
dei beni e dell'affidamento, o quando veniva a prendere Dave per
passare del tempo con lui, ne fui un pò disgustata al sentirlo
nominare, ma al contempo felice che avesse realizzato il sogno di cui
mi aveva già parlato varie volte, di voler interpretare un eroe
senza macchia e senza paura almeno una volta. Per questo motivo decisi
di andargli a fare visita per fargli le mie congratulazioni. Una volta
arrivata, però..." riprese a dire lei, fermandosi però a metà frase.
"Però...?" domandò il mio amico, cercando di spingerla a continuare.
"... In soggiorno c'era una lettera non ancora imbustata ed appena
scritta, da parte di Hayden per Arwin. So che non avrei dovuto, ma
volli leggere il contenuto in preda alla curiosità... e
così facendo, compresi esattamente il motivo per cui Hayden era
voluta entrare nella nostra vita: l'unica cosa che voleva era ottenere
i soldi di mio marito dopo averlo ucciso... ovviamente, nonostante
ciò che pensavo del mio ex-marito, non volevo assolutamente che
lui venisse ucciso, e tentai di informarlo." disse ella successivamente.
"... Qui immagino che sia avvenuto il litigio di cui parlava la vittima
nella lettera, giusto?" fu la domanda successiva del pubblico ministero.
"... Sì." ammise, oscurandosi nuovamente per poi spiegare "Hayden mi vide e, capendo che avevo letto la lettera,
tentò di strangolarmi per farmi tenere la bocca cucita."
... Cosa!? La signora Carson... era disposta ad arrivare a QUESTO pur di assicurarsi che il suo piano andasse come previsto...?
"Ovviamente, in una situazione del genere tentai di fare di tutto per
difendermi, anche graffiando l'amante del mio ex e gettandola a terra,
ma proprio in quel momento Steve ci raggiunse." spiegò poi,
riassumendo lo scontro sinteticamente, probabilmente anche per non
concentrarsi troppo nel ricordarlo.
"... Immagino che la Signora Carson abbia sfruttato le posizioni ora
ribaltate tra assalitore e vittima per fargli credere che lei la
volesse uccidere, vero?" suppose quindi il mio amico, ed in risposta la colpevole annuì ancora una volta.
"Esatto, è andata proprio così." confermò Remy,
prima di riprendere nuovamente il suo racconto, abbassando la testa
"... Speravo con
tutto il cuore che mio marito credesse a me, che ragionasse e
comprendesse chi voleva il suo bene e chi in realtà voleva solo
sfruttarlo per il suo tornaconto... ed invece di appoggiare me, ha
deciso di appoggiare Hayden, scacciandomi di casa e dicendomi non solo
di non farmi più rivedere, ma anche di stare attenta,
perchè avrebbe detto della cosa in tribunale..."
Ella rialzò quindi il capo, mostrando un'espressione triste e
piena di preoccupazione, per poi spiegare "Dopo quel che ha detto, sono
stata parecchio spaventata... non per me stessa, ma per Dave."
"Aveva paura che l'assalto avrebbe rischiato di farle perdere la
custodia di Dave, giusto?" ipotizzò Travis, ed anche stavolta la
sua supposizione si rivelò corretta, come dimostrato
dall'ennesimo cenno positivo della donna.
"Esatto... e con Hayden capacissima di fingere e di inventarsi qualche
storia assurda, non pensavo di riuscire in alcun modo a confermare che
era stata lei a colpirmi per prima. Fu proprio in quel periodo, in cui
non sapevo più che fare e temendo di perdere tutto quello che mi
era rimasto... che incontrai lui." spiegò allora la colpevole, prima di fare l'ennesima pausa.
"Lui chi?" chiese quindi il Giudice, interessato al sapere l'identità di questa persona.
"Non mi ha detto il suo nome... ma mi ha detto di essere il capo della
Revenge Association. E' lui che mi ha dato il biglietto, spiegandomi
che con loro avrei potuto costruire un piano perfetto per uccidere mio
marito ed Hayden, in modo da eliminare il problema alla radice e
garantendomi immunità dalla punizione in tribunale." illustrò quindi Remy.
"... E lei ha accettato di farlo." affermò allora con severità Travis, anticipando la madre di Dave.
"... Ero disperata, non sapevo cosa fare ed a chi rivolgermi... e per
questo sì, ho accettato la proposta." ammise, annuendo e,
nonostante la visibile tristezza, relativamente calma, prima di
riprendere la sua spiegazione affermando "Il piano in sè non
era estremamente complesso: un semplice filo di nylon sarebbe stato
attaccato da un'estremità dello Studio 3 fino al riflettore con
attaccato il pugnale, il 'colpevole' l'avrebbe spezzato nel momento
esatto in cui Steve si trovava sotto al riflettore, e l'avrebbe
così ucciso, senza che nemmeno dovessi entrare sulla scena del
crimine: subito dopo, avrebbero fatto perdere i sensi al capro
espiatorio ed avrebbero rimosso il filo di nylon, rendendo il crimine
molto più semplice di quanto sembrasse e garantendo che io non
sarei nemmeno dovuta venire in tribunale."
"... Colui che doveva prendersi tutta la colpa era Cody, vero?" continuò a chiedere il pubblico ministero.
"Sì... l'amico di mio figlio, Cody Hackins: era una persona che
non conoscevo per nulla, se non per il fatto che era un fan del Samurai
d'Acciaio, ed immaginavo che in questo modo non mi sarei sentita per
niente in colpa ad usarlo... e mi sbagliavo, mi sbagliavo
completamente." ammise la signora Horace, sospirando e mostrando nuovamente il suo mesto sorriso.
"Una volta che acquistai i biglietti e li offrì a Cody e suo
padre, venendo poi ai Global Studios con loro, non feci altro che
tenere lo sguardo sul futuro 'colpevole', non facendo altro che
sentirmi peggio al pensiero che volevo usare un ragazzino per uccidere
Steve... ero assalita del dubbio ed incapace di decidere se il piano
che volevo attuare fosse effettivamente una buona idea o meno... e
proprio in quel momento, mi era arrivata la lettera di Steve che avete
sentito poco prima." spiegò allora la bionda, ormai molto vicina all'omicidio in sè come narrazione.
"Quindi, subito dopo, avete richiesto al vostro contatto della RA ai
Global Studios che volevate disdire, solo per scoprire che Hayden aveva
richiesto lo stesso omicidio ed avevano parzialmente riadattato il
piano per lei?" fu la successiva questione del mio amico, riassumendo
le informazioni che già si sapevano. Remy annuì ancora
una volta.
"Esatto... come ho già detto in precedenza, ho lasciato Dave con
una donna di passaggio, per poi dirigermi verso lo Studio 3, trovandovi
all'interno Cody che discuteva con Steve, chiedendogli un autografo...
ed a poca distanza da lì, nascosta dietro alcuni attrezzi di
scena, c'era Hayden che osservava i due sorridendo, aspettando che
l'amico di mio figlio finisse per commettere l'omicidio che lei
voleva." spiegò, dandoci una descrizione che coincideva
perfettamente con tutte le deposizioni ottenute finora.
"In questo momento poi è intervenuta, giusto?" chiese nuovamente Travis, mettendo i fatti in ordine.
Anche stavolta Remy annuì, per poi spiegare "Proprio così. Urlai a Steve e Cody di stare fermi, facendomi
vedere dai presenti ed avvisandoli che Hayden pianificava di usare Cody
per uccidere Steve. Proprio in quel momento, però, lei
uscì dal suo nascondiglio dicendo che ero stata io ad aver
programmato l'omicidio, e che Steve non avrebbe dovuto credermi. Non
aveva torto, ma così facendo sapevo che il mio ex-marito avrebbe
dato ragione a lei... e, non riuscendo a contenere la rabbia, le diedi
un pugno in pieno volto, dando inizio alla colluttazione di cui avete
già parlato più volte. Mentre ci accanivamo l'una contro
l'altra, Hayden perse Borsa e Carta d'Identità, ma non prima che
ella ebbe modo di prendere la sua bottiglia d'acqua per lanciarla verso
di me, mancandomi di poco e quasi prendendo Steve, se Cody non lo
avesse spinto giù in tempo. In questo modo però la
bottiglia ebbe modo di colpire i cavi, causando la scintilla che ha
dato inizio all'incendio. E durante l'incendio...
[Remy]
"Tu, brutta...!" dissi io alla Hayden
furente, mentre lei cercava di buttarmi tra le fiamme: io però
la anticipai, spingendola lontano... a facendola accidentalmente finire
con la parte sinistra del volto nelle fiamme.
"AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!"
urlò quindi lei, mentre la sua carne iniziava a bruciare, prima
che lei si alzasse e corresse verso di me, sotto lo sguardo inorridito
mio, di Steve, e di Cody.
"Fermatevi, entrambe!" provò a
dire Steve, mettendosi in mezzo a noi, cercando di dividerci ed
interrompere quell'insensato scontro.
"TI UCCIDERO'! TI UCCIDERO'!"
sbraitò allora Hayden, fuori di senno dal dolore e dal vedere il
suo piano sfumare, tentando nuovamente di gettarsi verso di me.
Io cercai di evitare di venire colpita, però nel fare ciò
spinsi accidentalmente Steve, il quale si stava mettendo di fronte a
me...
... il filo di nylon era ancora teso, Steve lo ruppe, e prima che chiunque se ne potesse accorgere...
*ZACK!* *BLUB*
"Steve!" urlai, sentendo quel rumore e capendo benissimo cosa fosse.
Non volevo voltarmi. Non volevo vedere. Non volevo accettarlo.
Ma lo feci... e così facendo, vedi il corpo ormai senza vita di
Steve, trafitto dal pugnale attaccato al riflettore, esattamente come
da programma.
"No... Steve... STEVE!!!" urlai, non appena realizzai la dura verità.
[Lawrence]
... Avevo accidentalmente ucciso mio marito, quando lui voleva solo e
soltanto proteggermi. Non ebbi modo di accorgermene che la Carson
riprese ad aggredirmi, probabilmente volendo uccidere anche me per
quello che le avevo fatto alla faccia, con Cody che cercava inutilmente
di fermarci... non ricordo esattamente cos'è successo da qui in
poi, ma il caldo delle fiamme e la carenza dell'ossigeno devono averci
fatto svenire."
"Sì... vi ho trovato parecchio vicini, ed ho fatto del mio
meglio per tirarvi fuori di lì." affermai quindi io,
ricordandomi di come li avevo trovati in precedenza.
"La ringrazio davvero per questo, avvocato." mi ringraziò quindi
con un sorriso sincero Remy, prima di perderlo e riprendere a
raccontare, con serietà e tristezza "... Mi sono poi svegliata
alla Clinica Hotti, venendo visitata quasi subito dal mio contatto
della Revenge Association, che mi spiegò in dettaglio cos'era
successo, di come avessi ucciso per errore Steve, e di come avessero
organizzato tutto affinchè Cody venisse colpevolizzato,
nonostante il fatto che l'omicidio non era andato assolutamente come
pianificato... e per questo motivo, mi ha chiesto se volevo fare uso
perlomeno dell'immunità garantita dalla Revenge Association, per
poter mandare Cody o Hayden in prigione al posto mio... per poter
almeno tenere Dave con me, senza dover andare in prigione."
"Immagino lei abbia deciso di incolpare Hayden, vista la grande
quantità di prove rivolte contro di lei durante il processo di
oggi..." ripetè ancora l'ovvio Travis, ricevendo l'ennesimo
cenno positivo da parte della madre di Dave.
"Proprio così... e le faccio ancora una volta i miei complimenti
per averlo capito, procuratore: non credevo qualcuno ci sarebbe
arrivato senza che li aiutassi..." si complimentò quindi lei,
senza ironia o sarcasmo.
"... Perchè ha fatto tutto questo però, signora Horace?
Perchè, nonostante potesse permettere che Hayden Carson fosse
l'unica colpevole, ha deciso di rivelare di essere la vera colpevole?"
domandò allora Travis, pur avendo ormai capito quasi tutto di
lei.
"... So che dovrò rimanere in prigione per non so quanto tempo,
ma sono stata una pessima madre... e, come vi avevo già detto prima, non voglio dare un cattivo esempio
a mio figlio. Voglio prendermi le mie personalità ed affrontarle
come un'adulta... so che è stupido e probabilmente Dave ne
soffrirà, ma preferisco che lui abbia una madre onesta piuttosto
che una bugiarda assassina..." ammise, cercando di stare calma, ma avendo chiaramente gli occhi lucidi...
"E' stato solo un incidente, lo sa." le fece notare Travis, probabilmente anche per cercare di consolarla un pò.
Lei però affermò in risposta, senza eccessive speranze,
"Sarà un altro processo a stabilirlo, procuratore, ma ancora una
volta, ringrazio sia lei...", per poi voltarsi verso di me,
sorridendomi e continuando "... sia l'avvocato. Grazie mille per la
comprensione... e per avermi dato modo di spiegare tutto."
Detto ciò, gli uscieri accompagnarono la signora Horace fuori
dalla sala udienze, mentre ella cercava di mostrarsi forte, senza
pianti o singhiozzi, fino a quando non fu uscita.
Una volta che se ne andò, il pubblico iniziò nuovamente a
borbottare tra sè e sè, anche se essi vennero fermati dal
solito colpo di martelletto del Giudice (che probabilmente dopo tutti
questi colpi ne necessiterà di uno nuovo...).
Io non dissi nulla. Non esultai. Non fui felice. Avevo vinto il caso...
ma questa vittoria mi era sembrata estremamente vuota, viste le
conseguenze.
"Signor Hackins, si avvicini al banco dei testimoni." affermò il
Giudice, mentre Cody si avviava come gli era stato detto, con aria
pensosa e senza dire una parola.
Io non stavo badando a ciò che l'anziano stava dicendo, troppo
preoccupato a riflettere su cosa sarebbe successo tra Dave e Remy, ora
che il caso era finito e lei era risultata essere la colpevole...
"Ormai era chiaro che lei non era implicato nel crimine commesso, ma
ora che il vero colpevole è venuto alla luce, posso formulare il
mio verdetto. Al riguardo dell'omicidio di Steve Arwen, io la
dichiaro..." iniziò a dire il barbuto.
"Non Colpevole." sentenziò quindi subito dopo, liberando da tutte le accuse il mio cliente.
Come alla fine del mio primo caso, ci furono vari fischi ed applausi da
parte del pubblico accompagnati dai coriandoli, che mi sembrarono anche
più fuori posto che al mio precedente processo, visto come si
era concluso.
"Detto ciò, l'udienza è tolta." furono le ultime parole
dell'anziano, prima di sbattere nuovamente il martelletto e mettere la
parola fine al processo.
*********************************************************************************
Mi dispiace per il capitolo mastodontico, ma volevo cercare di
completare tutto il caso in questo capitolo, ed alla fine è
uscito lungo così.
Ad ogni modo, con questo capitolo si conclude il caso 2: il prossimo
capitolo conterrà l'epilogo, e spero davvero che questo
lunghissimo caso (sia in che out-of-universe, visto che ci ho messo tre
anni a scriverlo...) abbia avuto una conclusione soddisfacente e ben
scritta.
Ringrazio davvero tantissimo The Shadow, Rennacì e Aiacos per le
gentilissime recensioni, e spero di cuore che questo capitolo vi
piacerà come i precedenti. Grazie mille, ed al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 36 *** Capitolo 35: Turnabout Reboot (epilogo) ***
LTAA36
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 35: Turnabout Reboot (epilogo)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°2
23 Giugno
Ore 11.43
... Dovrei essere felice, dovrei esultare. Dovrei essere contento del risultato...
... Ma non lo sono. Non riesco assolutamente ad esserlo.
Ho fatto davvero la cosa giusta? Doveva davvero andare a finire
così...? Era stata colpa mia, che non mi ero impegnato fino in
fondo?
Non so rispondermi. Non so assolutamente cosa dire... e penso che qualunque cosa non andrebbe bene.
Questi, e molti altri, erano i pensieri che mi stavano affollando la
mente mentre, a testa china e con aria tutt'altro che soddisfatta,
uscivo dalla sala udienze insieme a Jean.
"Law, dai, non abbatterti... hai fatto del tuo meglio, ed hai vinto il
processo e hai incastrato il vero colpevole. Perchè stai facendo
così?" mi chiese quindi la mia assistente, preoccupata per me ed
osservandomi con apprensione.
"Me lo devi anche chiedere, Jean!? Non era una questione di vincere!
Non volevo che il caso finisse così! La signora Horace non
meritava assolutamente di finire in galera!" sbottai quindi, sfogandomi
contro di lei e facendola indietreggiare, spaventata.
"Law..." fece lei, preoccupata al vedermi reagire così.
Io mi misi una mano sulla fronte, sospirando profondamente e cercando
di calmarmi, per poi dirle "... Scusa, non sono arrabbiato con te...
sono arrabbiato con me stesso. Non riesco davvero a stare calmo dopo il
risultato di questo processo...", scusandomi per la mia reazione.
Jean scrollò la testa, per poi dirmi, con calma e serietà
"Law... davvero, non ce n'è bisogno. Purtroppo dopo essere
arrivati così a fondo sarebbe successo comunque, ed era
ciò a cui Travis puntava... non è stata assolutamente
colpa tua."
"... Vorrei poterne essere sicuro quanto te, Jean." fu la mia risposta,
massaggiandomi la fronte e per niente convinto che non fosse colpa mia
se le cose erano andate a finire in quel modo.
Proprio in quel momento, una voce familiare disse "... Signor
Trueman.", attirando l'attenzione mia e della mia assistente, ed
alzando lo sguardo vidi Cody Hackins di fronte a me, osservandomi con
sguardo cupo e serio.
"Uh... Cody?" chiesi io, sorpreso dal vederlo così, pur potendo immaginare il motivo per cui era così.
"Avrei una cosa da dirle." fu quello che mi disse il mio cliente in risposta, prima di suonarmi un forte pugno sulla testa.
"OW!" fu la mia reazione, mettendomi immediatamente entrambe le mani
sulla testa, dolorante: perchè diamine mi aveva colpito?!
"Come ti sei permesso di far finire questo processo così!? Ho
detto che chiunque avrebbe fatto soffrire Dave l'avrebbe pagata, ed
intendo mantenere la mia parola!" disse quindi il quattordicenne, con
aria arrabbiata.
"Cody..." mormorai, per poi alzare le braccia e lo sguardo, con aria
affranta e dicendo "Fa pure, mi merito completamente di essere trattato
così."
Cody mi fissò arrabbiato per qualche secondo, per poi incrociare
le braccia e voltando la testa seccato, sbottando "... Nah. Ti vedo
già piuttosto miserabile di tuo, andare oltre sarebbe solo
infierire."
... Non so se esserne offeso o esserne grato. O entrambe le cose.
Il ragazzo sospirò, per poi confessare "Sinceramente non mi
è piaciuto com'è andato a finire questo caso, anche se
sono stato scagionato... oltretutto, Dave era sugli spalti appena sopra
di me durante il processo. Non l'ha dimostrato apertamente, ma mi rendo
conto che scoprire che suo padre è morto e che sua madre l'ha
ucciso non ha avuto un buon effetto su di lui."
"Posso immaginare... ma poi, come mai è venuto qui oggi?" domandò allora Jean, confusa.
... Effettivamente, non aveva ancora compreso che suo padre era stato
ucciso... anche se immagino qualcosa avesse già capito qualcosa
di ciò che stava succedendo, considerato che mi ha consegnato
quelle due lettere...
"Sua zia non voleva tenerlo con sè: è una di quelle
persone a cui importa solo di apparire brava e normale alla gente... ed
ovviamente, occuparsi del nipote autistico è un pò troppo
per lei. A quel che ne so, lei e la madre di Dave non si parlano
nemmeno più se non era strettamente necessario..." spiegò
quindi Cody, con molta più serietà di prima.
... Mi dispiace davvero per Dave. E se è finito così è tutta colpa di questo caso...
"E' l'unica parente che gli è rimasta?" chiesi allora io, sperando ardentemente di no.
"Purtroppo sì... e dubito fortemente che la ospiterà."
confermò purtroppo il fan del Samurai d'Acciaio, per poi
aggiungere "Chiederò a mio padre se Dave possa stare con noi per
un pò: non credo avrà nulla da ridire. Non so quanto
possa rimanere a casa mia, ma penso sia meglio che stare con un parente
che non lo vuole."
"Sì... sarebbe la cosa migliore. Sei davvero un bravo ragazzo, Cody." si complimentò allora Jean, sorridendo.
Cody arrossì per l'imbarazzo, voltandosi nuovamente per non far
vedere la sua faccia, per poi ribattere "... Non farmi i complimenti!
E' una cosa che farebbero tutti!"
Mentre Jean e Cody continuavano a parlare del più e del meno, io
continuavo a mantenere lo sguardo basso, per niente sollevato nè
sentendomi meglio.
Fu proprio in quel momento che notai la signora Horace, ammanettata e scortata da un paio di agenti della polizia.
Volevo avvicinarmi, scusarmi per quello che avevo causato... anche se
alla fine non ne ebbi il coraggio, rimanendo fermo ed abbassando
lievemente lo sguardo.
Remy si accorse di questo, e si voltò verso di me, sorridendo ed
annuendo, come a volermi dire che era giusto così.
Proprio in quel momento, però, una voce che mi aspettavo si
sarebbe fatta sentire disse "Mamma.", facendomi voltare verso chi aveva
parlato, già sapendo di chi si trattava.
Era Dave, messosi di fronte a sua madre ed agli agenti che la stavano scortando, obbligandoli a fermarsi.
Remy sgranò gli occhi per un istante, limitandosi a dire
"Dave...", mentre suo figlio le si avvicinava, tenendo lo sguardo fisso
su di lei.
"... Hai ucciso davvero papà?" chiese, senza particolare emozione nella voce, anche se era chiaramente intristito.
"... Sì. Non volevo, ma l'ho fatto. Se mi odierai, posso
capirlo. So di non essere stata una buona madre... ma posso assicurarti
che non c'entri nulla. Se tutto questo è successo, è solo
e soltanto colpa mia." ammise la madre con occhi lucidi, abbassando lo
sguardo per non incrociare quello del figlio.
Dave si limitò ad abbassare lo sguardo, aggiustandosi gli
occhiali ed evitando a sua volta di guardare la patente, domandale con
tristezza "... Quando tornerai?"
Remy fu sorpresa dal sentire quella domanda, non sapendo cosa dire, per
poi sorridere tristemente e dire "Non lo so... Presto, spero.", senza
essere per nulla sicura di ciò che diceva.
"..." Dave non disse nulla, mantenendo lo sguardo basso.
Remy allora non ce la fece più, abbassandosi ed abbracciando suo
figlio, dicendogli "Tu però sii forte... non abbatterti... ti
prometto che tornerò da te, non ti lascerò solo. Fino ad
allora... fai il bravo, va bene...?", stringendolo con forza e
piangendo sulla sua spalla.
"..." il ragazzo rimase in silenzio, rispondendo all'abbraccio con espressione triste ed anche lui con occhi lucidi.
Nessuno di loro disse più altro, ma ero certo che con
quell'abbraccio loro due si fossero detti più di mille parole.
Subito dopo, Remy interruppe l'abbraccio, venendo scortata fuori dalla
Sala Imputati, mentre Dave rimaneva fermo nello stesso punto, perso nei
suoi pensieri ed iniziando a piangere sommessamente, .
"..." Cody notò lo stato in cui il suo amico si trovava,
voltandosi poi verso di me e dirmi "Signor Trueman, penso sia il caso
che vada da Dave. Appena possibile cercherò di farle avere
il pagamento."
"Non preoccuparti: prenditi pure tutto il tempo che ti serve, non ho
fretta e non voglio mettertene." lo rassicurai, sforzandomi di
sorridere.
"Grazie." disse allora il mio cliente, per poi andare verso il suo amico, lasciando me e Jean da soli.
Passò qualche minuto, con io che rimanevo seduto a riflettere
sull'accaduto, e Jean che attendeva pazientemente vicino a me senza
dire una parola, non so se perchè non sapesse cosa dire o
perchè semplicemente non c'era nulla di cui discutere: tutto
ciò che doveva dire in proposito l'aveva detto. Ero solo che io
che continuavo a farmi il problema.
Stavo bevendo un bicchiere d'acqua che mi aveva portato la mia amica, quando mi ritrovai una mano di fronte agli occhi.
"Ehiiiiii, c'è nessuno in casa?" mi venne chiesto subito dopo, e
voltandomi verso il proprietario della mano mi trovai una sorridente
Colette a poca distanza da me.
"Uh... Colette?" domandai io, un pò sorpresa dal vederla
lì, mentre lei faceva un salto all'indietro ed una piroetta,
mettendo così un pò più di distanza tra di noi.
"Davvero un'ottima risoluzione per il caso, Law! Mi hai dato davvero un
bello scandalo su cui lavorare... eh eh eh eh!" ridacchiò quindi
lei, girando nuovamente su sè stessa e fermandosi di scatto di
fronte a me e Jean, con un grosso ghigno soddisfatto dipinto sul volto.
Io in risposta mantenni la testa abbassata come prima, dicendole con
aria affranta "... Non sono sicuro che sia davvero il caso di farmi i
complimenti per una cosa del genere..."
Mia cugina comprese immediatamente che aria tirava, cambiando
immediatamente atteggiamento: ella incrociò le braccia di fronte
a sè, per poi sbuffare "Hmph. Dovevo aspettarmelo: ti sei
depresso come al solito, vero?"
"Ehm..." feci, senza sapere come risponderle mentre mi grattavo la nuca, con un rivolo di sudore che scorreva sulla mia fronte.
"E' mai possibile che con te debba sempre andare così? Mi stai
rompendo così tanto le scatole che le ho finite..."
criticò quindi lei, sbuffando e facendo stretching con le sue
dita, tenendo i palmi delle mani rivolti verso di me mentre mi guardava
con un'occhiata di rimprovero.
"Colette, non pensi di stare un pò esagerando? Law ha appena
passato una brutta esperienza..." provò a dire a mia difesa la
mia amica, ma la mia parente rispose mandandole un'occhiata irritata,
per poi fare una piroetta su sè stessa ed alzare la gamba
sinistra dietro di lei, tenendosi in equilibrio con la destra.
"Ecco, questo è il problema: sei pieno di amici che ti coccolano
e ti perdonano ogni minima cosa, Law. Non c'è da stupirsi che
poi tu ti abbatta per scemenze simili..." ribattè quindi la mia
parente giornalista, facendo un piccolo salto, una piroetta, e
concludendo con una spaccata, il tutto senza distogliere lo sguardo da
me.
... Non è una scemenza... non lo è affatto...
"Apprezzo che tu sia piuttosto maturo e serio come persona...
però, quando fai così non riesco proprio a soffrirti. Non
hai nemmeno perso il caso, andiamo! Se avessi perso cosa avresti fatto,
ti saresti suicidato?" mi chiese quindi lei, rimettendosi in piedi.
Jean provò a mettersi nuovamente in mezzo, ma fece un passo
indietro ed abbassò lo sguardo, probabilmente rendendosi conto
che Colette non aveva tutti i torti.
"Perchè non cerchi di crescere un pò invece di
piagnucolare sul divano? Non è morto nessuno, alla fine! A parte
la vittima, si intende." concluse poi mia cugina, finendo di parlare ed
attendendo la mia risposta.
... Me ne rendo conto. Sono consapevole che non dovrei darci troppo peso, però... non ce la faccio.
Non ce la faccio assolutamente a lasciarmelo dietro. Dovrei scordarmi tutto ora che il caso è finito? Dovrei davvero andarmene come se NULLA di tutto ciò mi avesse toccato!?
Mentre io riflettevo ancora tra me e me e prima che io potessi
rispondere a Colette, però, il mio cellulare iniziò a
squillare, scusandomi all'istante ed interrompendo prontamente la
suoneria prima che iniziasse a diventare oscena, dicendo "Pronto?"
mentre appoggiavo il telefono all'orecchio.
"Davvero complimenti, Lawrence. Sono orgoglioso di te." si
congratulò quindi una voce conosciuta, mentre io alzavo un
sopracciglio confuso.
"Signor Grossberg? Perchè mi ha chiamato? Credevo foste ancora
qui in tribunale..." domandai io, non comprendendo il motivo per cui il
mio mentore non fosse lì presente... anche se avevo i miei
sospetti.
"Effettivamente lo sono... però, ehm..." ammise il mio capo, per
poi cadere in un silenzio imbarazzato, facendomi comprendere il motivo.
"... Colette, vero?" provai a dire, ricevendo in risposta un imbarazzato "Ehm... sì." da parte del mio datore di lavoro.
Io sorrisi lievemente, per poi cercare di rassicurarlo dicendogli "Non
c'è problema, capo. Non credo che Colette sia davvero tanto..."
Prima che potessi finire la frase, però, la diretta interessata
fece una piroetta, comunicandomi con aria seccata "Se è
Grassoberg, digli che deve lavarsi il prima possibile: sento il suo
odore di limoni marci da qui."
"... irritata." completai quindi io, nonostante non fossi più
per nulla convinto della mia frase, per poi aggiungere
preoccupato "Capo, penso che avete fatto davvero bene a non
passare..."
Sentì il signor Grossberg sospirare, prima di tornare serio e
dirmi "Mi spiace non essere lì di persona... però, ti
assicuro che ho seguito il tuo processo, ed anche se non è
finito come vorresti, devi essere fiero di ciò che hai fatto e
di essere stato capace di salvare il tuo cliente e di trovare il vero
colpevole, insieme al procuratore."
Io abbassai lo sguardo per l'ennesima volta, per poi ammettere "Me lo
stanno dicendo tutti... ma sinceramente, mi è parecchio
difficile crederlo."
"... Sai, Diego diceva sempre una certa cosa riguardo situazioni del
genere." affermò poi il mio mentore, e nonostante non potessi
vederlo, era certo che stesse sorridendo dall'altra parte della
cornetta.
"... Un avvocato può piangere solo quando è tutto
finito." citai io, ricordandomi della frase di Diego Armando e
riflettendo su quelle parole nel momento stesso in cui le stavo
pronunciando, capendo subito perché il signor Grossberg me le
avesse ricordate adesso.
"Esatto. So che è difficile... ma so anche che puoi farcela,
Lawrence. Essere un avvocato non è facile, me ne rendo conto, e
spesso siamo costretti a fare decisioni che non vorremmo prendere. Ma
se non ci fossimo noi, gli imputati rimarrebbero alla mercé del
sistema legale, senza un'opportunità di difendersi... un loro
diritto che noi dobbiamo garantire." affermò quindi il mio
datore di lavoro, con tono saggio e consapevole.
"Capo..." dissi io, mentre le sue parole mi risuonavano in testa.
Dopo qualche secondo, il mio mentore riprese a parlare, dicendomi
"Scusa, ma ora devo andare... ho alcune faccende importanti da sbrigare
adesso. Ti ripeto, però, che hai fatto un ottimo lavoro, e che
non devi abbatterti per questo."
"... Ci proverò, signor Grossberg." risposi io, sorridendo lievemente tra me e me.
"Ci vediamo allo studio allora. Buona giornata." mi salutò quindi l'avvocato più anziano.
"Buona giornata..." replicai, per poi chiudere la conversazione, tenendo subito dopo lo sguardo fisso sul mio telefono.
... Avevano ragione. Jean, Colette, il signor Grossberg... avevano tutti ragione.
Non riuscivo a lasciarmi dietro il risultato di quell'udienza... ma non
dovevo permettere che un processo non andato come volevo mi
influenzasse al punto da ridurmi così.
Sapevo che probabilmente il pensiero non mi avrebbe lasciato
così presto... anzi, probabilmente non me lo sarei scordato mai,
ma non potevo permettermi di far preoccupare gli altri per cose del
genere.
Sarebbe stato difficile... ma ero consapevole che se avessi continuato
così, tutte le persone attorno a me si sarebbero preoccupate...
e non era assolutamente ciò che volevo.
Raggiunta questa epifania, mi rivolsi verso mia cugina per
comunicargliela... notando però che mi aveva dato le spalle, e
si stava avviando verso la porta della Sala Imputati, senza dire nulla.
"Uh... dove stai andando, Colette?" chiesi io, confuso.
"A scrivere il mio articolo: non ho di certo intenzione di perdere
tempo dietro le tue lagne." replicò con tono sarcastico, senza
nemmeno voltarsi.
"Ma io..." provai a dirle subito dopo, venendo però zittito da
mia cugina, la quale mi salutò con "Ci sentiamo, allora:
salutami tua madre, e dille che dovrebbe prendere delle lezioni di
cucina al più presto."
E detto questo, Colette piroettò via, lasciando me e Jean da
soli e confusi dal modo in cui se n'era andata via così, senza
nemmeno attendere la mia risposta.
"... Io giuro che non la capisco, alle volte." commentò quindi
la mia assistente, sistemandosi gli occhiali con aria perplessa.
"... Nemmeno io, ad essere sincero. Volevo parlarle, però..." ammisi subito dopo, un pò dispiaciuto.
"Sai com'è fatta tua cugina: ogni tanto si scoccia di starti
dietro, ma in fondo ti vuole comunque bene." mi rispose allora Jean,
cercando di confortarmi ancora una volta.
Io scossi la testa, comunicandole "Non è questo, Jean. Un
pò ha ragione: mi abbatto fin troppo facilmente... devo fare
assolutamente qualcosa al riguardo. Era quello che le volevo dire..."
"Beh... capisco cosa intendi, però non si può pretendere
di cambiare tutto in una volta: piano piano riuscirai a migliorare, ne
sono sicuro." Mi fece notare lei, ed io annuì in risposta,
conscio del fatto che avesse ragione.
"Comunque... non è il caso di rimanere qui a deprimersi. Che ne
dici di andare un pò a mangiare qualcosa al Maiale Rosso? So che
non è esattamente il tuo genere di locale, ma ho sentito che
fanno buoni panini, lì..." suggerì allora la mia amica,
dopo aver riflettuto per qualche secondo.
"Uhm... va bene..." dissi io: non lo conoscevo benissimo... ma andare a mangiare lì non mi avrebbe di certo fatto male.
Credo.
Detto questo, entrambi ci dirigemmo verso la stessa porta dalla quale
mia cugina era uscita, ma prima che potessi abbandonare la Sala
Imputati, venni chiamato da una voce che riconobbi all'istante.
"... Davvero complimenti, Law. Hai fatto davvero un ottimo lavoro in
questo processo." disse, e voltandomi, mi ritrovai di fronte al mio
amico Travis, con un mesto sorriso sul volto mentre palleggiava con la
sua racchetta.
"Uh...? Travis?" feci io, sorpreso: non pensavo si sarebbe fermato a
parlarmi... soprattutto dopo tutto quello che era successo negli ultimi
due giorni.
"Ti sei meritato del tutto questo verdetto di Non Colpevolezza.
Davvero..." mi disse lui, anche se dal tono della sua voce mi sembrava
chiaro che dicesse quelle parole a malincuore.
Io scossi la testa subito dopo, per poi rispondergli "... No, Travis.
Se questo caso si è risolto così, il merito è
anche tuo, anzi, soprattutto tuo. Se non ci fossi stato tu, io
avrei...", lasciando la frase incompleta.
Travis abbassò la testa in risposta, ammettendo rivolto a me
"... Sì, mi rendo conto di cosa intendi, e fidati, nemmeno a me
è piaciuta molto l'idea di condannare la signora Horace...
però, come ho già detto, se non potevo far finire il
processo con un verdetto di Colpevolezza, volevo almeno che il
risultato fosse equo...", sospirando subito dopo.
"Hai fatto uno splendido lavoro al riguardo. Anche se..." provai a dire
io, interrompendomi nuovamente a metà. Non so se era
perchè non mi andava moltissimo di rimettere in mezzo
l'argomento, o perchè avessi effettivamente paura di parlare con
il mio amico. Forse tutte e due.
"Sì... sì, lo so. Non preoccuparti: farò del mio
meglio per assicurarmi che la signora Horace abbia tutte le attenuanti
possibili: l'omicidio in sè è stato accidentale,
dopotutto." mi rassicurò poi il mio amico, rialzando la testa e
sorridendo lievemente, anche se non sembrava più sincero di
quello che aveva all'inizio della nostra discussione.
"Grazie mille davvero, Travis." lo ringraziai, sorridendo debolmente a mia volta.
"... di nulla, Law." fece poi lui, prima di far calare il silenzio tra noi due.
Nè io nè lui dicemmo più nulla per i successivi
minuti, entrambi troppo insicuri su cosa dire l'altro, e con la
consapevolezza che, nonostante fossimo stati amici per così
tanto tempo, si ormai formata una grossa ed impenetrabile barriera di
incomunicabilità tra di noi.
Il primo a parlare fu il mio amico, voltandosi verso un'altra uscita
della sala e dicendomi "... Beh... allora, io vado. Buona giornata...",
per poi camminare verso la porta.
Io alzai un braccio verso di lui, balbettando "A... Aspetta, Travis!",
facendondolo fermare sul posto e voltare verso di me, rivolgendomi un
confuso "Hm?"
Io mi grattai la nuca, per poi dire imbarazzato "... Io e Jean
stavamo... andando a mangiare al Maiale Rosso. Ti... andrebbe di
venire?", sperando di cuore che accettasse.
"..." il pubblico ministero mantenne lo sguardo basso, probabilmente
riflettendo sulla mia offerta, per poi dirmi con un tono un pò
triste "Grazie, ma... non penso di meritarmelo. Scusami..."
Io abbassai lo sguardo a mia volta, dicendo soltanto "... Travis...", dispiaciuto al vedere il mio invito rifiutato.
Avrei dovuto aspettarmelo però: dopotutto, non potevo di certo
pretendere che il mio amico prendesse e decidesse di venire con noi
all'improvviso, specie dopo questo caso...
Mentre io riflettevo, il mio amico riprese ad andare verso la porta, ma
prima che potesse farlo, sentì Jean dire con fare scocciato "...
Aaaaah, ho capito! Ho capito!", avvicinandosi al pubblico ministero ed
afferrandolo prima che potesse andare via.
"Eh...!?" fu la reazione sorpresa mia e del procuratore, mentre la mia
assistente tirava quest'ultimo per il colletto della giacca, con
sguardo furioso e seccato.
Travis avrebbe voluto ribattere al modo in cui Jean lo aveva
letteralmente rapito, ma prima che potesse vocalizzare la sua opinione,
Jean lo zittì protamente, comunicandogli "Ora andremo al Maiale
Rosso, TUTTI E TRE! E non puoi opporti a questa decisione! Ma guarda se
devo anche mettermi in mezzo per cose così...", con tono a
metà tra l'imperioso e lo scocciato.
"Ouch! Ehi, aspetta! Mi fai male!" fu tutto ciò che il
procuratore riuscì a dire, senza modo di sfuggire alla morsa
della fan di Sherlock Holmes.
"Sta zitto e cammina! Anche tu, Law!" sbraitò Jean mentre
continuava a trascinarsi dietro il mio amico tennista, mentre io
rimaneva ad osservare la scena a dir poco allibito.
Dopo che i miei due amici uscirono dalla Sala Udienze, io feci le
spallucce, ancora un pò stupito per la scena a cui avevo
assistito, per poi seguire la mia assistente ed il mio rivale, fuori
dal tribunale e per la strada di Uptown.
Io, Jean e Travis andammo quindi al famigerato Maiale Rosso, locale che
non era troppo distante dal tribunale: ammetto che mi trovai molto a
disagio nello stare lì, un posto troppo caotico per i miei
gusti, con un rispetto delle norme igieniche probabilmente vicino allo
zero assoluto.
Venimmo serviti da quello che sembrava essere l'unico lavoratore del
locale, un ciccione con occhiali da sole ed una canottiera bianca piena
di Dio sa cosa (che mi fece a dir poco impressione), che diceva di
chiamarsi Pino er Panzone o qualcosa di simile, parlando in romanaccio
stretto pur essendo perfettamente comprensibile da tutti (ed ammetto
che ero tentato di parlare con lui un pò con l'Italiano che
avevo imparato da nonna Assunta... ma dopo aver avuto modo di
scambiarci due chiacchere, abbandonai rapidamente l'idea e non la
considerai più nemmeno lontanamente.), ed ordinammo un Gran
Tuttuno per ciascuno di noi.
Iniziammo a mangiarlo tutti insieme... io ammetto che alla vista mi
stava facendo venire il voltastomaco con tutto quello che c'era dentro,
ma dopo una serie di esortazioni sia dalla mia assistente che dal mio
amico, mi decisi a provarlo... e devo dire che è stato
FANTASTICO! Non ho mai mangiato nulla di più gustoso in tutta la
mia vita!
Non seppi come nè perchè quell'ammasso di porcheria mi
potesse piacere così tanto, ma non ci badai: iniziai ad
azzannarlo voracemente, sotto gli sguardi stupefatti dei miei due amici.
Dopo un pò di dubbi (principalmente da parte di Jean, che mi
aveva spinto a provarlo per primo per 'sicurezza'), anche loro si
unirono all'abbuffata, con Travis che lo mangiava normalmente (pur non
sembrandomi impazzire per il panino, al contrario di me), e la mia
amica che, dopo vari ripensamenti, decise di favorire per 'puro
interesse intellettuale'... per poi iniziare a tossire, con uno dei
pezzi che le era andato di traverso.
Lì per lì mi preoccupai, ma fortunatamente prima che
potessi andare nel panico uno degli avventori del locale (un militare,
lo stesso che odiava gli autobus che avevo conosciuto il giorno prima)
si gettò verso di lei e le fece la manovra di Heimlich,
facendole sputare il pezzo di Gran Tuttuno che la stava facendo
soffocare.
Lo avrei ringraziato per aver salvato la mia amica... se Jean non gli
avesse urlato contro subito dopo, lanciandogli il resto del panino
dietro per averle apparemente messo le mani sul seno approfittando
della manovra (anche se immagino che, se davvero era successo, non era
stato altro che un incidente...).
Io ed il mio amico ridemmo parecchio al riguardo (anche se io me ne
scusai il prima possibile), mentre Jean sbuffava irritata, per niente
contenta di essere stata ridicolizzata da quell'incidente.
Passammo poi il resto del nostro tempo al Maiale Rosso mangiando alcune
altre cose, discutendo tra di noi del più e del meno, e
generalmente divertendoci e comportandoci come semplici amici,
nonostante tutto quello che era successo tra di noi in quei giorni.
Non pensavo di certo che la relazione tra me e Travis si sarebbe
riparata così, in mezza giornata, anche se sinceramente l'avrei
sperato... ma l'aver passato del tempo con lui, l'aver riso e scherzato
insieme al mio amico di un tempo... per ora era tutto quello che potevo
desiderare.
... E così, finì il mio secondo caso. Un processo che,
nonostante fosse apparentemente il mio più 'tranquillo', ha
avuto un grosso effetto su di me.
Da quel caso, compresi che la verità non è sempre bella
da scoprire... e che essere una persona buona non significa che si
è incapaci di fare del male o di infrangere la legge.
Dopo quel che ho fatto, dovrei saperlo meglio di chiunque altro. E'
perfettamente possibile predicare bene e razzolare male... e questa
contraddizione non è sempre causata dalla semplice ipocrisia.
Ancora oggi, nonostante sia passato così tanto tempo, non penso
che questo caso sarebbe dovuto finire così. Anche se le cose
alla fine sono andate per il meglio, nell'immediato questo processo ha
avuto un finale tremendamente agrodolce, di cui riuscivo a cogliere
solo l'asprezza.
E' anche a seguito di questi eventi che è maturato in me un
desiderio di proteggere le persone ancora più forte, per evitare
che casi futuri finissero in modo simile... e per quanto nobile fosse
l'ideale, il passare del tempo e le circostanze mi mutarono in un modo
che non avrei mai previsto, pur essendo tremendamente palese.
Ho avuto modo di discutere questo caso con Wolf successivamente,
trovando similitudine tra il suo caso delle catapulte e questo, in cui
anche lì una famiglia ridotta male a seguito di esperienze
personali figurava al centro del caso.
Al contrario di molte cose nella mia vita, la similitudine in sè
era rimasta tale, una semplice coincidenza non correlata a strane
cospirazioni...
Probabilmente, il fatto che entrambi abbiamo vissuto simili esperienze
è uno dei motivi per cui alla fine siamo diventati amici,
nonostante ciò che gli successe in seguito.
Ma di questo avremo modo di parlarne a breve. Prima di allora,
c'è ancora un altro caso di cui abbiamo bisogno di parlare...
[???]
"... E così, entrambi i nostri clienti sono finiti in galera.
Non è di certo il modo migliore per farsi pubblicità."
"Sta zitto... è andata esattamente come speravo. Questo caso
alla fine è stato più un test che un vero compito della
Revenge Association, alla fine... e ad ogni modo, il risultato del caso
è estremamente utile per i nostri obiettivi."
"Per i TUOI obiettivi, semmai. Dovresti smetterla di sfruttare
l'associazione per i tuoi fini egoistici... non sembri altro che un
bambino viziato, così."
"... Sai bene che io sono il capo della RA. Ciò che io voglio
è ciò che l'Organizzazione vuole. E' sempre stato
così, e sempre lo sarà."
"Heidi si sentirebbe parecchio offesa al sentirlo, sai?"
"Come se me ne importasse qualcosa. Ormai quella tipa è morta e
sepolta. E ad ogni modo... tornando a noi, tutto questo caso mi
è servito principalmente a vedere come se la sarebbe cavata
Lawrence Trueman... ammetto che mi aveva colpito il fatto che avesse
compreso che Paul Harold fosse il colpevole nonostante fosse solo al
suo primo caso, e volevo vedere meglio come si sarebbe comportato.
Temevo che avrei dovuto attendere molto di più, ed invece
è inciampato esattamente nel nostro compito successivo... non
male, non male davvero."
"E' per questo motivo che hai fatto trovare la lettera di Hayden al quattrocchi ritardato, quindi?"
"Sì... il ragazzino aveva già la lettera che Steve Arwen
aveva mandato a Remy, ma pensavo che sarebbe stato interessante vedere
come l'avrebbe usata. Credo di essermi fatto qualche idea su di lui."
"Quale sarebbe, esattamente?"
"Non l'hai visto? E' un semplice bamboccio, con una visione fin troppo
buonista dell'uomo e delle sue azioni. Ha il complesso del buon
samaritano e non vuole fare altro che bene... è un disadattato
come pochi, e se non fosse stato per il procuratore, probabilmente
avrebbe concluso il caso con Hayden colpevole ed avrebbe finito tutto
lì. E' assurdamente prevedibile ed incapace di ragionare
indipendentemente da concetti moralistici... in poche parole, è
un tonto facilmente manipolabile."
"Che intenzioni hai con lui, quindi?"
"Oh, avrai modo di scoprirlo presto..."
Centro di detenzione
Sala visite n°4
23 Giugno
Ore 14.05
[Hayden]
... Non mi aspettavo davvero che qualcuno sarebbe venuto a trovarmi in
prigione. E ancora meno mi aspettavo che sarebbe stato lui, tra tutti.
"... Quindi, alla fine ti hanno lasciato andare?" chiesi, guardando il
mio visitatore: egli si sistemò i suoi occhiali, mentre mi
squadrava dall'altro lato del vetro antiproiettile.
"Mi hanno fatto giusto un paio di domande e poi hanno lasciato andare.
Come ti ho già detto, non ho assolutamente nulla per cui mi si
può accusare." affermò quindi Arwin in risposta,
con calma e posando le mani sul bancone davanti al vetro.
"... Mi sarei dovuta aspettare che non avresti voluto aiutarmi al
processo, ed anzi mi avresti cercato di far condannare. Sei sempre
stato un codardo su queste cose." gli dissi, con tono a metà tra
la superbia e la tristezza, mentre mi strofinavo leggermente la mia
fasciatura sul volto, quasi a voler fare sparire ciò che si
trovava al di sotto, irrittata dalla sua sola presenza.
"Non sono un codardo, sono semplicemente una persona che non vuole
correre rischi. E tu, Hayden, sei un grossissimo rischio."
replicò quindi lui, senza buonismi o giustificazioni, come suo
solito.
"Tsk... se tu avessi avuto più soldi, tutto questo non sarebbe
successo. Nessuno sarebbe morto, io non sarei qui e quell'oca di Remy
avrebbe ancora potuto essere con suo marito e suo figli. Tutti felici e
contenti." dissi, seccata e sarcastica.
"E tu saresti ancora un'attrice disperata che non riesce a capacitarsi
di vedere la sua chance di successo svanire poco a poco. Non penso che
ci sia stato un peggioramento troppo drastico della tua situazione."
fece notare quindi il mio ex-ragazzo, sospirando e guardandomi fissa
negli occhi.
"... Avrei dovuto scegliere qualcun'altro al posto di Steve per attuare
il mio piano. Dopotutto, era già innamorato folle con
quell'impiastro una decina d'anni fa, quando abbiamo partecipato alle
riprese di 'Questa notte è nostra'..." ammisi io, abbassando lo
sguardo con aria abbattuta, e conscia che in ogni caso sarebbe andata
comunque allo stesso modo.
"Ah, giusto. Tu eri una delle attrici minori, no? Non mi stupisce che
quell'idiota di Steve e la sua piccioncina non si ricordassero di
te..." fece quindi lui, mettendosi la mano destra sul fianco e
lasciando il braccio sinistro parallelo al corpo.
"Beh, non ero ancora molto nota al tempo, e quella è una
produzione che tutti abbiamo cercato di dimenticare... anche tu, Newt."
puntualizzai, chiamando il mio interlocutore con il suo vero nome per
la prima volta.
"...!" in risposta, Newt sussultò e perse la sua compostezza per
un secondo, cosa che non potei fare a meno di notare, sorridendo
lievemente al vedere la mia piccola teoria confermata.
"Lo sapevo. Dal momento in cui ti ho conosciuto, avevo il sentore che
ci fossimo già incontrati, 'Arwin'... ma credevo fosse solo un
caso. Che tu ti ricordi di una cosa simile è solo una conferma,
per me." dissi quindi io, permettendomi un lieve ghigno compiaciuto
mentre comunicavo la cosa.
"..." in risposta, 'Arwin' si limitò solo ad alzarsi e dirigersi verso la porta, senza dire nulla.
Seccata dal fatto che volesse mollare tutto come se niente fosse, gli
domandai freddamente "Perchè sei scomparso? E perchè hai
cambiato nome? Non sono stupida, e so a che cosa punta davvero la
Revenge Association... è per quello? Perchè se sì,
allora sei davvero un patetico codardo."
"... Te l'ho già detto: non sono un codardo, sono semplicemente
una persona che non vuole correre rischi. E questo è un rischio
troppo grande per essere corso." fu tutto ciò che Newt mi disse
in risposta, prima di uscire dalla sala visite e lasciarmi sola.
... Tsk, tutte belle parole senza sostanza. Avrò anche fatto i miei errori, ma almeno non ho
lasciato che quel dannato spettacolo andasse a rovinare la mia vita, a
differenza di gente come te e Michelle...
???
???
23 Giugno
Ore 14.30
[???]
*DRIN DRIN*
...
...
...
*CLICK*
"... Marvin Grossberg. Non mi aspettavo davvero di ricevere una
chiamata da te... cosa può portarti a contattare me, Thomas
Lonnie?"
Caso 2
Turnabout Reboot
FINE
*********************************************************************************
Con questo capitolo, il caso 2 è ufficialmente concluso:
ringrazio tantissimo The Shadow, Rennacì ed Aiacos per i
commenti che mi hanno dato, e soprattutto The Shadow e Rennacì
per il grosso aiuto datomi in vari punti di questo caso. Ringrazio
chiunque abbia letto fino a qui, e do a tutti appuntamento al prossimo capitolo, con l'introduzione al terzo caso di questa storia!
I personaggi di Pino er Panzone (alias Pino Panzacchi) e di Thomas
Lonnie appartengono a The Shadow ed alla sua serie 'Case: WL-0 - World
of Lies', a cui appartiene anche il Maiale Rosso.
L'idea dei quartieri è di Rennacì.
ATTENZIONE: Tra questo ed il caso successivo si ambienta la storia
'Senza via di Fuga' di Lawrence Trueman: Beyond the Courtroom. Non
è di vitale importanza per la comprensione della trama, ma
spiega meglio alcuni riferimenti e lo stato di un personaggio. Tra
'Senza via di fuga' ed il caso 3 si ambienta anche 'Turnabout by the
Ocean', una storia di 'The Unsung Trials - Stories by Pikachu4Ever' con
protagonista Wolf Lonnie (l'avvocato protagonista di 'Case: WL-0 -
World of Lies'), che avrà particolare importanza per il caso 4 e
per la seconda serie di Lawrence Trueman: come prima, non è
necessario per la comprensione di questa storia, ma fornisce
approfondimento per i personaggi coinvolti e foreshadowing per sviluppi
futuri.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 37 *** Capitolo 36: Highspeed Turnabout (introduzione) ***
LTAA37
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 36: Highspeed Turnabout (introduzione)
... dopo il mio secondo caso, non ho avuto altri impegni legali per il mese successivo.
Fui coinvolto nel crollo delle Torri Hebert... storia che riguarda
più Travis che me, a dire la verità, visto ciò che
è successo lì, ed allo stesso tempo Wolf Lonnie ha
partecipato ad un processo che ha coinvolto varie persone a me vicine,
sia gente che conoscevo già... sia gente che avrei conosciuto in
futuro, come Wolf stesso.
Non ero riuscito a scordarmi di ciò che era successo durante il
mio secondo caso (ed a tutt'ora continuo a considerarlo uno dei miei
processi dal risultato più tragico, anche se non il più
tragico in assoluto), ma ero riuscito a non renderlo più un
pensiero fisso, decidendo quindi di godermi la mia carriera di
avvocato, con Jean Watson come mia assistente e Travis Harley come mio
procuratore rivale.
Sarebbe stato divertente, sarebbe stato... bello.
Ma non lo è stato per nulla. Questo 'periodo felice'... non
c'è mai stato. La cosa più vicina è stata il caso
precedente a cui ho preso parte.
Questo non sta a dire che non mi sia piaciuto lavorare con Jean e
Travis, tutt'altro, ma non siamo mai stati amici stretti come speravo,
e tra fraintendimenti, rivelazioni ed eventi di varia entità, la
nostra relazione è cambiata in modo irreversibile, modificandosi
dalla mia idea originale di noi tre come una sorta di gruppo pronto a
scovare i criminali.
Non saprei a chi dare la colpa ormai, però. Alla fine tutti noi
abbiamo fatto la nostra parte nel ridurre le cose così, e non me
la sento di puntare il dito contro nessuno.
Forse Gerald Ford... ma mi rendo conto di starlo demonizzando troppo.
Di starlo trattando come se lui e Derek Ness fossero l'origine di tutti
i miei mali.
Non è assolutamente stato così. Se mi sono ridotto in questo stato... l'unica persona da incolpare sono io.
Cosa mi ha spinto oltre il baratro, però? Cosa mi ha portato a ridurmi in questo modo, da bravo ragazzo qual'ero?
E' una domanda complessa, ed il motivo per cui vi sto raccontando tutto
questo: però, dopo aver aperto tante domande, penso sia il caso
di iniziare a dare anche delle risposte.
Dal mio terzo caso in poi la mia carriera da avvocato ha effettivamente
ingranato, e da quel processo, all'apparenza un caso semplice e non
più complesso del mio precedente, sono nate non solo le prime
incrinature nei miei rapporti, ma anche il mio primo marcato
cambiamento, sin dal momento in cui avevo ottenuto il mio distintivo.
Il momento in cui Derek Ness ha iniziato per davvero a fare le sue
mosse su di me, il momento in cui lo scontro tra me e la Revenge
Association aveva iniziato ad essere personale, nonostante sia
probabilmente l'avversario con cui io personalmente ho avuto meno
legame in assoluto.
Probabilmente è anche per questo che è riuscito a
manipolarmi e forgiarmi così bene... non l'ho mai conosciuto
prima di diventare avvocato e non penso di poter dire di capirlo
adesso, ma lui ha probabilmente capito molte più cose su di me
di quante io stesso conosca.
Non mi credete? Lascierò che siate voi a giudicare, allora. Ma
prima di raggiungere l'apice degli avvenimenti, il mio terzo caso
è un tassello fondamentale della storia da cui non si può
assolutamente soprassedere.
Iniziamo a raccontarlo, allora. Raccontiamo del caso in cui il
promettente Lawrence Trueman iniziò a cadere nel lato oscuro
della legge.
Quello in cui non avrebbe mai pensato di trovarsi.
E quello dal quale ha poi cercato futilmente di scappare.
Anni prima.
???
???
4 Agosto
Ore 16.30
*VROOOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMM!!!!!*
"AHAHAHAHAHAHH! STO VINCENDO, STO VINCENDO!"
-90 Km/h.-
"Tsk, quell'idiota è troppo esibizionista... la Polizia ci troverà, a questo punto."
"Lascialo fare, è la sua prima corsa."
-100 Km/h.-
*POOOOOVVVVV!!!!*
"SPOSTATEVI, IDIOTI!!!"
"Non vincerai, Pete! Sarò IO a vincere la corsa!"
"Ah sì? Lo credi davvero?"
"Eh eh eh..."
"Uh...?"
-110 Km/h.-
"AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!"
"EH!? Hai... hai preso in pieno quella signora!"
"Chi se ne frega! Sono sicuro che era solo una puttana!"
"..."
-120 Km/h.-
"Ha persino i rimorsi perchè quella tipa è stata investita? Tanto non è nemmeno morta... per ora."
"Lascialo fare, è la sua ultima corsa."
-130 Km/h.-
"EH!? COSA... COSA STA...!?"
*BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!!!!!*
Caso 3: *** Highspeed Turnabout ***
*********************************************************************************
Ringrazio The Shadow, Rennacì e Aiacos per i commenti come sempre.
Come ho già detto nel capitolo precedente, raccomando la lettura
di 'Senza via di fuga' (Lawrence Trueman: Beyond the Courtroom) e
'Turnabout by the Ocean' (The Unsung Trials - Stories by Pikachu4Ever)
prima di questo caso: non sono necessari per la comprensione della
trama, ma approfondiscono alcuni dettagli e forniscono informazioni che
saranno importanti per il proseguo della storia.
Detto questo, vi do appuntamento al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 38 *** Capitolo 37: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 1) ***
LTAA38
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 37: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°4
6 Agosto
Ore 11:47
"Signor Trueman, cos'ha da dire sulla teoria
dell'accusa?" mi chiese il Giudice, osservandomi con aria seria. Io
deglutìi, con preoccupazione.
... Ci siamo. E' arrivato il momento di sfoderare il mio asso nella manica...
"Coraggio, Law! Ce la puoi fare!" mi incoraggiò Jean, sorridendomi e mostrandomi il pollice alzato per farmi coraggio.
"Forza! Siamo tutti con te! Oh, ma guarda, hanno cambiato lo stile! Ci
sono spazi ora!" fece notaere Otom, anche se non riuscivo a capire
esattamente cosa intendesse... probabilmente glielo chiederò
più tardi.
Mi lasciai scappare un sorrisetto a mia volta, prima di voltarmi verso
il Giudice, mentre controllavo il mio Registro Processuale alla ricerca
della prova che mi serviva. Sapevo esattamente cosa fare, ed in questo
modo, l'imputato sarebbe stato assolto completamen...
... C-cosa...?
"Law...? Che succede?" mi chiese Jean, confusa.
... Non può essere vero. Non può stare succedendo...
Dov'è quella prova? Ero sicuro di averla messa qui! Ne ero certo!
"Uh-oh, quello sguardo è una flag di sconfitta attivata..."
commentò invece Otom, con uno sguardo che sembrava volermi dire
'niente da fare'.
No! Non ha senso! Non ha assolutamente senso! Cosa sta succedendo!? Qualcuno me lo spieghi!
"Beh... direi che la difesa non ha nulla da contestare. In tal caso,
posso formulare il verdetto." proclamò il Giudice, sbattendo il
martelletto.
NO! NO! NO! NON FATELO, VOSTRO ONORE!
"Dichiaro l'imputato..." iniziò a dire, finendo la sua frase subito dopo, con un solenne "... Colpevole." ... senza che io potessi dire o fare nulla.
... Avevo perso. Avevo perso su tutta la linea...
Mi volto in giro, vedendo solo facce deluse ed il pubblico che ride...
che ride di me, dell'incompetente avvocato Lawrence Trueman...
Smettetela...! Non volevo che finisse così! Io non...
"Sei davvero così incapace? Possibile che tu non riesca nemmeno
a tirare una prova al momento giusto? Non ci vuole un genio per farlo!"
mi rimproverò Jean, visibilmente delusa.
"Beh, questo è strano... normalmente il protagonista dovrebbe
avere Plot Armor per quanto riguarda queste sconfitte..."
rimuginò Otom, dicendo come sempre cosa senza senso.
"La sua assistente ha ragione, signor Trueman: è probabilmente
l'avvocato più scadente che io abbia mai visto in tutti i miei
anni di lavoro come Giudice." aggiunse poi il Giudice stesso,
osservandomi con severità.
"Sei proprio patetico, Law..." fu poi l'unico commento di Travis,
mentre mi guardava con sguardo di sufficienza dal banco dell'accusa,
palleggiando con la racchetta.
No... mi dispiace, tutti, davvero, ma non è stata colpa mia! Non è...
"Visto, ragazzo? Questo succede a non accettare le offerte dello zio
Gerry..." disse allora una voce che riconobbi subito, voltandomi verso
di essa.
G... Gerry Ford? Che cosa ci fa lì, al banco dei testimoni? Non fa parte di questo processo...
"Scommetto che con una delle mie prove non avresti avuto alcun problema
qui..." puntualizzò subito dopo, mostrandomi una busta
nelle sue mani... una busta che probabilmente conteneva la stessa prova
che stavo cercando.
... Sì, mi avrebbe fatto comodo... non lo voglio negare... avrei vinto... ce l'avrei fatta...
... NO! NO! NO! NON CE L'AVREI FATTA! PER NULLA!
SMETTILA DI PENSARCI, LAW!
"Law, che stai...?" provò a domandare Jean, ma io non la
ascoltai: senza pensare a niente, corsi via verso la porta, non
facendocela assolutamente più a rimanere lì.
Corsi, corsi, senza vedere o capire dove stavo andando e non so per
quanto tempo... per poi inciampare e perdere conoscenza, immediatamente.
Dopo non so quanto tempo passato privo di conoscenza mi rialzo,
riapro gli occhi e... mi accorgo di non essere più nel
tribunale.
Sono di fronte ad un abisso, profondo e buio, con nulla e nessuno vicino a me.
... Sono spaventato, oltremodo spaventato, voglio allontanarmi, non voglio stare lì...!
Corro, corro via, fino ad arrivare ad un albero. Non so come mai sia
qui, e non mi importa: voglio solo stare lontano da tutto e da tutti,
dall'abisso, da Jean, da Ford, dal Giudice, e sopra ogni altra cosa da
quelle dannate prove false!
Salto da un ramo all'altro con un'agilità che non pensavo di
avere, volendo solo allontanarmi sempre più dal suolo... fino a
quando il ramo che afferro non si spezza, facendomi cadere nel vuoto...
verso l'abisso dalla quale stavo disperatamente tentando di
allontanarmi...
Non so per quanto caddi, ma ad un certo punto, andai a schiantarmi
contro dell'acqua, provando dolore immenso e finendo sempre più
in profondità... fino al fondale.
Sentivo l'aria che veniva a mancarmi... non mi rimaneva molto... me lo sentivo...
L'ultima cosa che vidi... fu un'ancora, sul punto di staccarsi, sul fondale.
Non riuscìi a capire che cosa tutto ciò significasse, che tutto si fece nero... e...
Quartiere Springside Hills
Casa di Law
5 Agosto
Ore 06.00
*DRIN DRIN*
... Yawn...
Mi misi seduto sul letto dopo aver spento la sveglia distrattamente,
rimanendo fermo per qualche secondo mentre cercavo di svegliarmi
completamente, sbadigliando un paio di volte.
... Ancora uno di quegli incubi...
E' passato quasi un mese dal mio ultimo processo, e nonostante tutto
continuo ad avere in testa Ford e le sue offerte di prove false...
... Non posso assolutamente continuare così. Voglio cercare di
tenere quel pensiero quanto più lontano dalla mente possibile:
dopotutto, non ero ancora così disperato da averne bisogno... o
almeno, era quello che volevo credere.
Mi alzai quindi dal letto, dirigendomi in bagno per fare una doccia
rapida: quel giorno toccava a me aprire lo studio, e non avevo intenzione di
deludere il signor Grossberg arrivando tardi.
Dopo una decina di minuti, tornai in camera mia e mi vestìi con
il mio solito completo grigio (devo davvero ringraziare il signor
Dethlone: non si notano nemmeno tutte le strappature che mi ero
procurato alle torri Hebert, hanno fatto davvero un lavoro da
manuale!), pettinandomi accuratamente i capelli nel mio solito stile ad
onda... eccetto per un ciuffetto che non ne voleva sapere di rimanere
giù, per il quale decisi di ricorrere a metodi estremi e
tagliarlo di netto con un paio di forbici.
Forse sono un pò vanitoso, lo ammetto, ma mi piace avere uno
stile peculiare, è una sorta di 'firma' e non voglio che sia
fuori posto... anche perchè altrimenti mia madre sarebbe capace
di farmi tardare al lavoro pur di farmi avere i capelli in ordine.
Una volta finito di prepararmi, diedi un'occhiata all'orologio,
constatando che erano ancora solo le sei e venti: l'autobus mattutino
non sarebbe passato fino alle sette e dieci, quindi avevo tutto il
tempo per fare colazione.
Andai quindi in cucina al piano di sotto, preparando la macchinetta per
il caffè e prendendo due tazze, una per me ed una per mia madre
(la quale stava ancora riposando a letto... beata lei che ha la sede di
lavoro qui a Springside e può permettersi di dormire di
più...), perdendomi nei miei pensieri mentre attendevo che il
caffè fosse pronto.
... E' passata una settimana da quando mi hanno dimesso dal St. Gabriel
Hospital, e fortunatamente non ho riportato danni troppo gravi: mi fa
giusto ancora un pò male la testa, ma a parte questo sono
completamente in forma.
Mentre ero lì, ho anche ricevuto una visita a sorpresa da parte
di Cody Hackins e Dave Horace: erano venuti per via di un
(fortunatamente non grave) caso di intossicazione
alimentare causata dal nuovo snack del Samurai d'Acciaio... avevo
una mezza intenzione di provarlo, ma dopo aver saputo della cosa, ho
preferito evitare.
Abbiamo comunque approfittato del periodo in ospedale per parlare un
pò insieme della nostra serie preferita, e ci siamo scambiati
gli indirizzi e-mail per continuare a tenerci in contatto; ed ho anche
avuto modo di parlare con Dave, il quale fortunatamente sembrava essere
relativamente allegro... il che non era dire molto, visto cosa gli
è successo. O meglio, cosa gli ho fatto succedere.
... Non voglio mentire: il risultato del mio ultimo processo
onestamente non mi va ancora giù. Non mi piace l'idea che Remy
Horace stia scontando la sua pena in galera... anche se aveva
pianificato di uccidere Steve Arwen, alla fine aveva deciso di non
andare oltre, e il successivo omicidio è stato solo e soltanto
una fatalità.
So bene che a livello morale il processo ha raggiunto una soluzione
perfettamente giusta ed equa, ma non riesco a non pensare che Remy non
meritasse di finire così.
... Devo smetterla di tormentarmi così. E' a causa di questi
pensieri che continuo a stare male e a fare incubi. E' stato un brutto
finale, sì, ma non posso permettere che il risultato del mio
secondo processo continui a tormentarmi per il resto della mia carriera.
... Questo è quello che farei se avessi un pò più
di spina dorsale, ma mi rendo perfettamente conto che continuerò
a rimuginarci sopra fino alla fine. Alle volte so essere proprio
patetico...
Il mio corso di pensieri auto-commiseranti venne fortunatamente
interrotto dal rumore del caffè che strabordava dalla
macchinetta... e stava iniziando a formare una bella pozza sul
fornello...
Ohdiamineohdiamineohdiamineohdiamine!
Chiusi immediatamente la fiamma, presi uno straccio e pulìi il
fornello, tirando un sospiro di sollievo per un attimo prima di
osservare il contenitore del caffè, e deglutire preoccupato.
... Ne misi un pò dentro la mia tazza, girai un cucchiaino di zucchero, e lo bevvi.
Mi venne la fortissima tentazione di vomitarlo subito dopo: era
assurdamente acquoso e bruciato, caldo ed insapore... Diego Armando
probabilmente mi ucciderebbe per questo attentato contro il
caffè.
Ogni volta che mi distraggo va a finire così... ed oramai non ho più il tempo per rifarlo.
... Rimasi per un attimo ad osservare il caffè, prima di
sospirare e preparare comunque un'altra tazza: a mia madre serviva
comunque una svegliata, e questo veleno probabilmente sarebbe riuscito
a far resuscitare i morti...
Preparai l'intruglio e lo portai in camera di mia madre, mettendole la
tazza sul comodino, per poi prendere la mia borsa da lavoro e correre
fuori di casa, sia per arrivare in tempo alla fermata dell'autobus, sia
per evitare di sorbirmi una ramanzina da parte di mia madre, una volta
bevuta la venefica bevanda.
Quartiere Springside Hills
Strada Pubblica
5 Agosto
Ore 06.43
Una volta uscito dal giardino di casa ed allontanatomi di un
centinaio di metri dalla mia abitazione, iniziai a camminare
lentamente, certo che sarei riuscito a prendere l'autobus in tempo,
godendomi un pò il familiare paesaggio del quartiere dov'ero
nato e cresciuto.
Il suo nome, Springside Hills, deriva dalla geografia iniziale
dell'area, ovvero una serie di colline vicino ad una piccola sorgente.
A seguito dell'urbanizzazione dell'area, tuttavia, la sorgente è
stata dirottata ed inquinata, e le colline, nonostante ci siano ancora
(come si poteva vedere dalle numerose strade principalmente in salita o
in discesa) erano state considerevolmente appianate.
Nonostante questo, però, il quartiere aveva mantenuto un'area da
periferia: a parte un paio di edifici, cinema, negozi e simili
amenità, buona parte dell'area era occupato da piccole casette
di non più di due piani piuttosto lontane l'una dall'altra, ed
il numero di persone ed auto che si muovevano quotidianamente per
Springside era molto minore comparato a quello di quartieri più
caotici, come Eastwood ed un pò anche Uptown.
In poche parole, era il tipo di quartiere perfetto per una persona come
me, alla quale piace stare in luoghi e situazioni tranquille... o
meglio, lo era, fino a poco tempo fa.
Da qualche giorno infatti avevano iniziato a svolgersi attorno all'area
delle corse (ovviamente non autorizzate) la sera sul tardi, a causa
delle quali nessun abitante del quartiere è riuscito a dormire
tranquillo negli ultimi tempi, oltre a causare alcuni infortuni gravi a
dei pedoni e ad altre persone che si trovavano per strada.
Stando a quel che sapevo, la polizia si era già messa all'opera
per fermare ed arrestare chiunque vi partecipi, ma apparentemente il
percorso effettuato veniva cambiato ogni giorno, e sembrava anche che
vedessero l'essere braccati sulla polizia come una sfida aggiuntiva
alla corsa in sè...
... Non riesco onestamente a capire gente così. Perchè
delle persone dovrebbero volontariamente sottoporsi a qualcosa di
pericoloso ed illegale? Cosa ci guadagnano ad agire in questo modo?
Sospirai tra me e me. Di recente non avevo altro che domande in testa,
ed avevo assolutamente bisogno di distrarmi... chissà, magari
potevo invitare gli altri ad andare insieme all'Abyssal Paradise:
ricordo che a Travis piacesse particolarmente andare lì...
... Parlando di Travis, è da un bel pò che non lo sento.
L'ultima volta è stata in una visita rapida che mi ha fatto in
ospedale, e sono stato contentissimo di vedere che fosse riuscito a
sopravvivere anche lui al crollo. Gli provai a chiedere dove fosse
stato mentre le Torri collassavano su sè stesse, ma non appena
lo feci abbassò lo sguardo e mi disse che non era importante con
tono seccato: ci rimasi un po' male, ma immaginai che fosse
ancora sotto shock a causa di quella tragedia, e non gli chiesi
nient'altro.
Da allora non si è fatto proprio sentire, nè ha risposto
alle mie chiamate... devo ammetterlo, sono piuttosto preoccupato, ma
sono certo che sia solo una cosa passeggera... o almeno, è
quello che spero con tutto me stesso.
Fu in quel momento che la mia attenzione venne attirata da un voce,
proveniente da poco lontano dal marciapiede su cui stavo camminando.
"Per l'ultima volta: ho detto NO, e significa NO!" affermò una voce stizzita, verso destra.
Incuriosito, e dovendo comunque camminare per quella strada, feci un
piccolo scatto e mi avviai lì, raggiungendo subito una parte
della strada piuttosto dissestata, e lì, due persone che stavano
discutendo tra di loro.
"Ma... dai, per favore, che ti costa? Voglio solo darti una mano! Mi
basta anche mezzo panino come paga, davvero!" disse con tono a
metà tra il triste ed il seccato uno dei due, un ragazzino di
dodici anni piuttosto basso di statura (al punto da sembrare averne
nove o meno), con capelli corti castani spettinati e oleosi, occhi
dello stesso colore, e vestito solo con dei pantaloni da meccanico
verdastri con bretelle, senza nemmeno delle scarpe: aveva poi una
cassetta degli attrezzi in mano e varie macchie di vario tipo sulla
pelle e sull'abito.
Sapevo bene di chi si trattava: il suo nome era Wren, ed era un
ragazzino orfano che spesso si faceva vedere a Springside Hills. Non so
se sia perchè sia scappato di casa o perchè nessuno lo ha
voluto, ma ha vissuto per strada per anni, ed ogni volta che passa si
offre di fare lavoretti di ogni tipo per chiunque sia disposto a dargli
qualcosa. Onestamente, mi dispiace parecchio per lui, ed ogni volta che
lo vedo cerco di dargli qualcosa... anche se insiste di continuo che
vuole guadagnarsi ciò che gli viene dato, e non lo accetta quasi
mai.
Il suo interlocutore era un uomo sulla ventina avanzata vestito con una
divisa da costruttore arancione ed un casco giallo, con gli occhi grigi
ed i capelli castani uniti in una serie di dreadlocks, che davano
l'impressione di essere compatti e duri come terreno, e con una pala
tenuta di fronte a sè come se fosse un bastone da passeggio.
Sospirò, prima di rispondere con tono annoiato "Ascoltami bene,
Oliver Twist: so che hai lavorato per il capo, ma non significa che hai
carta bianca per farti assumere da me: questa strada è una
battaglia combattuta con soli due soldati: ME, e LA MIA PALA. Osi
pensare di essere capace di scavare quanto un veterano!? Quali sono le
tue credenziali? Scommetto che non sei nemmeno capace di assemblare un
castello di sabbia!", avvicinando il suo sguardo a quello del
ragazzino, il quale retrocesse lievemente.
"Non è che bisogna essere dei geni per fare un buco, eh, ho
fatto lavori più difficili..." affermò quindi il
più giovane in risposta.
L'altro sembrò particolarmente turbato dall'affermazione del
ragazzo, indietreggiando di scatto con espressione sconvolta, prima di
fissare Wren adirato, prendendolo per una delle bretelle e fissandolo
da vicino prima di dirgli "Come diamine ti sei permesso!? Prova a
ripeterlo, brutto moccioso insolente! Credi sul serio che scavare buche
sia un lavoro da nulla!?", strattonandolo con forza.
"Ahi! lasciami! Mi fai male!" fece il ragazzino castano, cercando di
liberarsi senza successo dalla presa dell'adulto e visibilmente
intimorito.
... Normalmente avrei provato a lasciar correre ed andare via, ma non
potevo assolutamente andarmene dopo aver visto come stava andando la
discussione: feci quindi qualche passo verso di loro, nonostante non
fossi esattamente sicuro di cosa dire per calmare le acque e sperando
che mi venisse in mente qualcosa di valido (anche se ero più che
sicuro che sarei arrivato lì con zero idee, se non di meno...).
Una volta vicino ai due, provai quindi a parlare iniziando con
"Ehm...", ma prima che potessi anche solo iniziare una frase l'uomo con
l'elmetto si fermò, voltandosi verso di me mentre teneva ancora
sollevato il ragazzino.
"Eh? E tu chi saresti?" mi chiese, inarcando un sopracciglio con aria confusa.
"Ehm... un avvocato, Lawrence Trueman. Volevo solo suggerirle di...
lasciare stare quel ragazzino... se le va?" provai a dire, con la
convinzione e la determinazione di un ammasso di gelatina.
Complimenti, Law, per il più patetico tentativo di salvataggio mai visto...
L'altro sembrò piuttosto confuso dalle mie parole, chiedendomi
subito "... Perchè? No, davvero, perchè? Sto cercando di
capire perchè, ma non riesco a cavare un ragno dal buco..."
Fui un pò perplesso anch'io al vederlo rispondere così,
rimanendo senza nulla da dire per un paio di minuti prima di
rispondergli "Beh... c-credo che un uomo come voi non debba arrabbiarsi
con un bambino piccolo, semplicemente... q-quindi, che ne dice di
seppellire l'ascia di guerra e lasciarlo andare?"
Lo sguardo dell'altro parve illuminarsi al sentire le mie parole,
dicendomi allegramente "Oh, sicuro! Sicuro! Ho intenzione di seppellire
l'ascia di guerra, e non solo quella! Ho ancora un'intera strada da
rimettere in sesto, anche se non posso occuparmi di questo tratto!",
per poi far cadere a terra il povero Wren ed allontanarsi con aria
contenta, dicendo "Buona giornata, signore! Buche, il vostro Digby sta
arrivandoooooooo!!!", prima di sparire all'orizzonte alla
velocità della luce.
Io ed il ragazzo (il quale si stava rialzando in quel momento)
rimanemmo confusi da ciò che era appena successo, mentre
osservavamo l'uomo che correva via.
... Non ci credo. Ce l'ho fatta sul serio?
... Non ho assolutamente idea di come abbia fatto, ma non ho di certo intenzione di lamentarmi.
"... Che tipo strano." fu tutto ciò che ebbi da dire, grattandomi la nuca confuso.
"Come metà degli abitanti di questa città. O si vestono
strani o si comportani strani... o tutte e due." affermò Wren
con tono annoiato, mentre si sistemava le bretelle e spazzava via un
pò di polvere dagli abiti.
Ridacchiai lievemente al sentire quel commento, rispindendogli "Eh
eh... effettivamente hai ragione.", prima di tornare serio ed
ammonirlo, dicendogli con tono calmo "Dovresti stare più
attento a non fare arrabbiare persone come quelle, però. Lo dico
per il tuo bene."
Il dodicenne abbassò lo sguardo imbarazzato ed arrossì
lievemente, prima di dirmi a voce bassa "... Grazie, signor
Lawrence.", cercando di non farsi sentire.
"Di nulla, Wren, davvero." dissi io, per poi abbassarmi alla sua
altezza e guardarlo dritto negli occhi, domandandogli "Allora... cosa
mi racconti di nuovo? Era da qualche mesetto che non ti si vedeva... e
cos'hai fatto per fare arrabbiare quell'uomo prima?"
Il ragazzino distolse lo sguardo, rispondendomi imbarazzato "Beh...
sono stato impegnato con un lavoro, tutto qua. Anche se quell'idiota
del mio capo mi ha licenziato ieri sera di punto in bianco... non mi ha
nemmeno detto perchè: l'ha solo fatto. Ho dovuto farmi tutto il
quartiere a piedi per arrivare qui senza dormire per nemmeno un
minuto... sono arrivato verso le cinque di mattina stremato e sono
crollato dentro uno dei fossi per dormire un pò... e dopo
nemmeno un'ora, è passato quel tipo a svegliarmi dicendo che non
potevo rimanere lì. Allora, volendo approfittarne, ho provato a
chiedergli se potevo aiutarlo a sistemare la strada, lui ha detto no, e siamo finiti come ci hai trovati..."
... Posso immaginare, essendo un bambino non può essere assunto
regolarmente come impiegato. Già immagino che chiunque lo abbia
assunto non si occupasse di questioni proprio legali... e per quanto
pensi che quel tipo si sia comportato male con Wren, posso capire perchè non abbia voluto aiutarlo.
... Non so davvero se il suo essere stato licenziato è un male o un bene, viste le circostanze...
"Mi dispiace sentirlo... spero che tu abbia modo di trovare un altro
lavoro al più presto." provai a rispondergli: so bene che non
è il massimo dire solo una cosa del genere, ma non mi veniva in
mente nient'altro.
Wren in risposta fece le spallucce, affermando con tono calmo "Nah, non
c'è alcun un problema: ho intenzione di fargliela pagare non
appena ne avrò l'opportunità. Occhio per dente, occhio
perdente."
"Ehm... scusa, Wren, ma credo si dica 'occhio per occhio, dente per
dente'..." provai a correggerlo, ma il mio interlocutore scosse la
testa, facendo cenno di no.
"No no, intendevo proprio quel che ho detto. Me l'ha insegnato una
ragazza che abita da queste parti: se qualcuno ti fa un torto, fagli
qualcosa con cui sarà solo lui a rimetterci. Visto che il caro
signor Orvitz ha deciso di licenziarmi senza motivo, mi pare solo
giusto che debba pagare!" mi spiegò, con un sorrisetto malizioso
sul volto e mettendosi una mano sul fianco.
"Oh, capisco..." feci io, grattandomi nuovamente la nuca mentre riflettevo su ciò che mi aveva appena detto.
... Onestamente, non mi pare qualcosa da insegnare ad un ragazzino... ma dubito che Wren mi ascolterebbe se glielo dicessi.
Spero che gli passi il desiderio di vendicarsi prima che faccia qualcosa di stupido, almeno.
Prima che potessi aggiungere altro, il dodicenne si mise le mani nelle
tasche e si voltò verso la strada, osservandola da destra a
sinistra con attenzione prima di commentare "Comunque... non lo trovi
strano? L'asfalto, intendo."
"Hm? In che senso?" domandai io, guardando a mia volta l'asfalto: era
effettivamente piuttosto dissestato e con un numero sproporzionato di
buche su ogni lato per uno spazio della lunghezza di almeno due
chilometri... ma a parte questo, non notavo nulla di particolarmente
strano.
"Beh... prima di tutto, ho avuto modo di girare per tutta Springside
Hills questa notte, e questa è l'unica strada in tutto il
quartiere ad essere così disastrata. Oltretutto, negli ultimi
tempi non ha piovuto, quindi non credo che ci possanno essere state
infiltrazioni d'acqua... ed oltretutto, sono passato qui di notte per
lavoro un paio di volte negli ultimi tempi, e questa strada era
perfettamente normale: in poche parole, sembra quasi che qualcuno abbia
sistemato la strada in questo modo apposta..." commentò,
mettendosi la mano libera sotto al mento e grattandoselo lievemente
mentre spiegava.
... Ebbi il forte istinto di sbattermi una mano sulla faccia, per non
essermi accorto di qualcosa di così ovvio, mentre riguardavo la
strada pensando alle parole di Wren, accorgendomi di come avesse
ragione. Fino a ieri, questa strada era perfettamente normale....
"Hmmm... in effetti..." commentai un pò imbarazzato, prendendo
il mio cellulare: quasi
senza pensarci, decisi di fare una foto alla strada, salvandola subito
dopo. Non appena ne avevo modo, volevo provare ad inviarlo alle
autorità competenti... anche perchè, senza offesa, ma
quel tipo di prima non mi sembrava esattamente affidabile come
lavoratore per sistemare da solo l'intera strada.
"Ti vedo parecchio esperto in materia, comunque, i miei complimenti.
Molti ragazzi della tua età normalmente non saprebbero nemmeno "
gli dissi sorridendo: lui arrossì lievemente per un paio di
secondi... per poi abbassare lo sguardo intristito, subito dopo.
"... Quando non hai alcuna casa in cui stare, hai modo di conoscere fin
troppo bene le strade, credimi." commentò quindi in risposta,
con un tono però che suonava più triste che irriato.
Non ci voleva un genio a capire che avevo toccato un tasto dolente... e
volli subito cercare di recuperare, facendo un'altra domanda stupida.
"... Wren, hai mai pensato di... non so... farti adottare?" provai a
suggerire: sapevo bene che i servizi sociali stavano cercando di
rintracciarlo già da un bel pò di tempo, ed ero piuttosto
sorpreso che non fosse ancora stato affidato ad una famiglia che
potesse ospitarlo...
Wren si voltò di scatto verso di me, sgranando gli occhi per un
secondo prima di aguzzare lo sguardo, stringendo i pugni con forza ed
abbassando la testa, cercando di non guardarmi.
"... Signor Lawrence, tu andresti mai da dei perfetti
sconosciuti a chiedere loro di tenerti in casa? Di occuparsi di te?
Senza che tu faccia alcunchè in cambio?" mi chiese poi, con tono alterato ma senza scomporsi.
"B-beh... è una domanda difficile... io..." provai a rispondere, piuttosto incerto su cosa dirgli.
"Io no." rispose allora lui, rendendo palese come la mia domanda lo
avesse fatto sentire, prima di aggiungere "Ed onestamente, mi farebbe
sentire solo male farlo. Non sono un idiota incapace, sai.", stavolta
con un tono più rabbioso.
Fui io ad abbassare la testa, stavolta, capendo di aver fatto perdere la pazienza a Wren.
... Fantastico, Law, hai proprio un tatto ammirevole...
"Non volevo offenderti, Wren..." provai a scusarmi, pur sentendo che sarebbe stato inutile.
"Non sono offeso." fece lui stizzito, nascondendo a malapena di stare
mentendo, per poi affermare "Beh, io devo andare ora. Buona giornata.",
iniziando a camminare per la strada dalla quale ero venuto, con la
cassetta degli attrezzi stretta in mano con forza.
"... Buona giornata." dissi io debolmente, per poi sospirare affranto,
tra me e me, prima di riprendere a camminare nella direzione opposta a
quella di Wren, verso la fermata dell'autobus.
... Niente da fare: per quanto ci provi, sento di non essere per nulla
capace di approcciare gli altri o di aiutarli con i loro problemi...
Sto iniziando onestamente ad avere i miei dubbi sull'aver scelto il
lavoro giusto o meno... e più vado avanti, più le mie
domande si intensificano, invece di trovare risposte.
So che probabilmente mi sto facendo fin troppe domande, considerato che
ho fatto solo due casi, ma non posso farne a meno. Mi chiedo se gente
come Diego Armando, Mia Fey e Phoenix Wright si siano mai fatti domande
del genere... spero di sì, ad essere del tutto onesti.
Avrei continuato a rimuginare sull'argomento, se qualcosa... o meglio,
qualcuno non avesse attirato nuovamente la mia attenzione.
"LAAAAAAAAAAAAAAAW!!!!" tuonò una voce piuttosto familiare... ed anche piuttosto alterata.
Alzando lo sguardo di scatto, mi ritrovai di fronte Jean... con
un'espressione piuttosto rabbiosa sul volto mentre si avvicinava a
passo rapido verso di me.
"Uh? Jean?" feci io, confuso: non mi aspettavo per nulla di trovarla
qui... nè mi aspettavo di vederla così fuori di
sè...
Lei mi osservò senza perdere il suo sguardo irritato,
prendendomi per la collottola della giacca e sbraitando "Che cosa stai
facendo ancora qui!? Seguimi, subito!", prima di iniziare letteralmente
a trascinarmi via a forza, con io che riuscivo a malapena a tenerle il
passo.
Eh...!? Che sta succedendo? Non ci sto capendo assolutamente nulla...
"Ow! Ahi! Aspetta! Perchè? Dove stiamo andando!?" provai a
domandare, ricevendo un'occhiataccia da parte della mia amica, prima
che lei mi rispondesse "Che domande! Al Centro di Detenzione! Dobbiamo
andare ad incontrare l'imputato, subito! Non c'è tempo da
perdere!"
... Aspetta un attimo... Centro di Detenzione? Imputato?
Che cosa significa? Non ho accettato nessun caso negli ultimi tempi...
Che diamine sta succedendo!?
*********************************************************************************
Finalmente, dopo moltissimo tempo, riesco a pubblicare il primo
capitolo del terzo caso di questa fic, sperando di riuscire a
pubblicare i prossimi più rapidamente di quanto abbia fatto
finora.
Mi scuso molto se il capitolo è relativamente corto, ma unendolo
insieme al successivo penso che vi sarebbero state troppe informazioni
gettate sul lettore, ed ho voluto evitare.
Ringrazio moltissimo sia The Shadow sia Renna per l'aiuto datomi nella
stesura di questo capitolo, e per alcune idee che verranno riflesse nei
prossimi.
Ringrazio ulteriormente Renna anche per avermi dato un link al sito http://psicologia.tesionline.it/psicologia/dream-list.jsp , che ho consultato per la parte astratta dell'incubo di Lawrence ad inizio capitolo.
Il personaggio menzionato da Wren, ed il motto da lui usato,
appartengono a The Shadow ed alla sua fic 'Case: WL-0 - World of Lies',
che raccomando come sempre di leggere.
Detto questo, do appuntamento a tutti al prossimo capitolo, e spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 39 *** Capitolo 38: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 2) ***
LTAA39
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 38: Highspeed Turnabout (investigazione 1, parte 2)
Centro di detenzione
Sala visite n°4
5 Agosto
Ore 07.12
Non avevo ancora nemmeno avuto il tempo di realizzare cosa
stesse succedendo che io ed una ancora irritatissima Jean Watson
arrivammo al Centro di Detenzione, aspettando che il famoso imputato
arrivasse per parlare con noi, con l'unica altra compagna
dell'irremovibile e roccioso secondino.
Avrei voluto chiederle cosa era successo... ma avevo paura che mi potesse mordere. Sul serio.
Tuttavia... non credo mi avrebbe fatto una buona impressione parlare
con il mio 'cliente' (se è possibile anche chiamarlo tale, non
so praticamente nulla su di lui... o lei.) senza sapere praticamente
nulla...
Mi voltai per un attimo verso la mia assistente, la quale teneva le
braccia incrociate ed i pugni stretti, senza ancora perdere lo sguardo
omicida che aveva avuto fin da quando mi aveva portato lì di
peso.
Non sapendo cosa fare o cosa dire, sospirai e le diedi un colpetto sulla spalla, chiedendole: "Ehm... Jean, posso..."
"No." replicò lei senza nemmeno voltarsi.
... Non ho nemmeno detto nulla...
"Ma..." provai a ridire, venendo però interrotto nuovamente prima che potessi iniziare a parlare.
"Senti, Law, capirai tutto a tempo debito, va bene? Ora non
disturbarmi, sto pensando." fu la sua replica, ancora nervosa, ma
almeno voltandosi verso di me... anche se non sapevo dire se era stata
una cosa positiva o negativa, vista l'occhiataccia che mi ha lanciato.
Io abbassai la testa, decidendo di stare zitto fino a quando
... Scusa... non volevo di certo offenderti, Jean...
Ammetto però che non l'ho mai vista così nervosa...
perchè ci tiene così tanto a questo caso? L'imputato
è qualcuno che conosco?
... O peggio, la VITTIMA è qualcuno che conosco?
... No, no, calmati, Law, non sai assolutamente nulla... non puoi nemmeno essere sicuro che si tratti di un omicidio...
Scossi la testa, cercando di scacciare via ogni brutto pensiero che
poteva venirmi in mente... ovviamente, il solo provarci era una
battaglia persa in partenza, e rimasi a riflettere su ipotesi peggiori
e peggiori tra me e me, mentre Jean vagava a sua volta per il suo
mondo, più ferma persino del secondino.
Dopo una decina di minuti passati così, finalmente l'imputato
entrò nella stanza, correndo velocissimo verso la sedia e
posizionandosi di fronte a noi, salutando entrambi con un "Heeello
there! Fermata effettuata, iniziamo le riparazioni!"
Alzai lo sguardo di scatto al sentire il 'cliente' parlare, voltandomi
ed avendo modo di vederlo per la prima volta... o meglio, di vederlA.
Si trattava infatti di una donna sulla trentina d'anni, vestita con una
tuta da meccanico blu scura con le lettere MR ricamate in argento sulle
spalle e sul petto e macchiata di olio in più punti, con dei
capelli lisci lunghi fino alle spalle di colore biondo sporco, quasi
grigio, rigidi quasi come se fossero di plastica e perfettamente lisci
fino ad appena sotto il collo, al qual punto i capelli si dividevano in
due code parallele, una a destra ed una a sinistra, perfettamente
simmetriche e compatte come il primo tratto, per poi unirsi alla fine
della coda, con il risultato che i suoi capelli avevano un grosso buco
al centro della pettinatura.
Aveva inoltre un paio di occhialoni da pilota appena sopra i suoi occhi
verdi, ed una serie di ingranaggi che teneva in mano, mettendoli
insieme e facendoli ruotare tra loro mentre parlava.
La vista di questa sconosciuta mi fece tirare un lieve sospiro di
sollievo, pensando che almeno l'imputato non era qualcuno che
conoscevo... ma, per contro, mi faceva preoccupare ancora di più
per quanto riguardava le possibilità di chi potesse essere la
vittima, in qualunque senso si stesse parlando.
"Salve. Lei è Michelle Redhead, giusto?" domandò allora
Jean, prima che io potessi fare o dire nulla, mentre la donna dietro il
vetro antiproiettile annuiva affermativa.
"In carne, ossa e bulloni! Molto piacere di conoscervi... anche se non
ho assolutamente idea di chi voi siate." affermò quindi la
donna, mantenendo il suo sguardo sui suoi ingranaggi, osservandoli
alternativamente mentre cercava di unirli per i denti.
"Ehm... sono un avvocato difensore, Lawrence Trueman... lei invece
è-" mi presentai, provando a fare lo stesso con Jean, prima di
venire bloccato nuovamente.
"Jean Watson." fu la secca replica della mia amica.
... Oggi non è proprio giornata, inutile dirlo.
"Oh, ottimo. Siete venuti per quel che mi è successo, immagino.
Davvero una velocità ammirabile: è successo tutto meno di
qualche ora fa..." affermò quindi Redhead con tutta calma,
facendo roteare uno degli ingranaggi sulla punta del suo dito ed
osservandomi incuriosita.
"Esatto... ora, però, potrebbe solo gentilmente ricordare
esattamente cosa le è-" chiesi... o meglio, ci provai, prima che
venissi interrotto per l'ennesima volta dalla mia assistente.
"Vorremmo prendere le sue difese per questo caso, signora Redhead."
affermò Jean di punto in bianco, includendomi senza nemmeno
chiedermelo.
... Jean, so che sei nervosa, ma ti prego, questa storia dell'interrompermi sta diventando piuttosto irritante...
"Oh, che gentili: effettivamente ne avrei bisogno... tanto di cappello
nel gettarvi subito sui clienti, davvero." fu la replica della
'cliente', con un tono quasi gioviale, ma non sarcastico.
"... Se devo dire la mia, la vedo piuttosto calma, signora Redhead."
notai, aspettandomi qualcuno decisamente meno allegro di lei.
La donna dai capelli biondi smise per un momento di giocare con i suoi
ingranaggi, osservandomi e facendo le spallucce, rispondendomi "A cosa
servirebbe farsi problemi, scusa? Tanto posso lamentarmi quanto voglio,
anche se dicessi di essere innocente, non possono semplicemente aprirmi
le porte del carcere e farmi uscire... vada come vada, accetterò
quel che succederà."
... Normalmente direi che questo è un'atteggiamento piuttosto
maturo per affrontare situazioni difficili come questa... ma non posso
fare a meno di pensare che lo stia dicendo più per rassegnazione
che per altro.
“... signora Redhead, per caso…” provai a dire, prima che, ovviamente, Jean decidesse di parlare per me.
“Voglio che ci dica tutto ciò di cui è a conoscenza.” affermò Jean.
“Subito, subito…” rispose quindi Redhead, prendendo
uno degli ingranaggi e mettendolo sul dito indice della mano destra,
facendolo roteare in equilibrio su di esso prima di riprendere a
parlare.
“Praticamente, sapete già com’è morta la vittima, giusto?” ci chiese.
Beh, quindi è un omicidio. C’era da aspettarselo…
“A dire il vero n…”
“La vittima è morta durante una competizione illegale di
corsa… la sua vettura è esplosa. Proceda.”
… Grazie Jean. Potevi accennarmelo prima, però…
“Ottimo, ottimo! Avete fatto i compiti a casa, vedo!” disse
quindi l’arrestata, fermando l’ingranaggio e posandolo per
un momento.
“Sì, la vittima ha partecipato a una delle corse
clandestine che si svolgono di recente a Springside Hills, e si da il
caso che io sono la meccanica incaricata di controllare che le moto
siano utilizzabili… ovviamente, senza che la polizia lo venga a
sapere. Anche se immagino che la mia carriera sia finita in ogni caso,
visto come stanno le cose…” aggiunse quindi.
”Quindi l’hanno arrestata per questo? Ci sono delle prove o dei testimoni?”
“Non proprio, non proprio… a dire il vero, la
‘prova’ della mia colpevolezza è anche saltata in
aria. L’accusa sarebbe che io avrei piantato una bomba che
esplodesse una volta superato un determinato limite di
velocità… e due dei partecipanti alla corsa, che sono
anche miei colleghi, hanno detto che io ho modificato il motore di
quella moto qualche ora prima della suddetta gara.”
Prima che Jean potesse rispondere al mio posto, decisi di prendere la
parola, chiedendo quanto più rapido possibile
“Maleinonl’hafattogiusto?”
“Uh?” fece Redhead, non capendo subito la mia domanda,
prima di fare un semplice: “... Aaaaaaaaah.”, una volta che
la decifrò.
“A dire il vero… l’ho fatto.” affermò
quindi la meccanica, facendo le spallucce “Non depone bene,
vero?”
… Oh, fantastico…
“Anche che l’ha modificato, ciò non indica
necessariamente che lei è colpevole… va bene. Ha altro da
dirci?” chiese quindi Jean.
La vedo leggermente più calma… anche se onestamente, sto
avendo quasi la tentazione di uscire e far fare tutto a lei, se deve
continuare a domandare tutto al posto mio: non ha nemmeno ottenuto il
suo distintivo e già si comporta come se il caso fosse
suo…
“Beh, questa è l’unica ragione per cui mi hanno
arrestata per l’omicidio di Pete Stepford… non
considerando associazione a delinquere, meccanica non autorizzata, bla
bla bla, cose così… tutto perchè il signor Orvitz
non ha deciso di intervenire… capisco sia il capoccia della
compagnia, ma…” provò a dire lei, prima che facessi
caso al nome che aveva menzionato.
… signor Orvitz? Aspetta un attimo, questo nome l’ho già sentito… non è che...
“... Mi scusi, per caso… ha lavorato insieme ad un
ragazzino un pò basso con i capelli castani, signora
Redhead?” domandai quindi io, un pò più calmo di
prima: non ne ero sicuro nè credevo fosse importante, ma volevo
chiederlo.
Gli occhi della donna si illuminarono al sentire la mia domanda, per
poi dirci allegramente: “Oh! Quindi conoscete Wrenchy!”,
sorridendo.
“Sì, lo conosciamo, che c’entra con la questione?” si intromise Jean.
“Fammi parlare un attimo per favore, Jean.” dissi quindi
io, voltandomi per un attimo verso di lei e stringendo i pugni, prima
di tornare a guardare Michelle Redhead.
“Law non ti innervosire e non stringere i pugni, voglio solo
andare dritta alla questione, per piacere!“ mi sbraitò
lei, stizzita dal mio comportamento, penso.
Io la ignorai, preferendo quindi chiedere di più su Wren alla meccanica.
“Ieri sera Wren è stato licenziato dal suo posto di
lavoro, ed aveva accennato a tale signor Orvitz mentre parlavo con
lui… negli ultimi tempi ha lavorato con lei alla manutenzione
delle auto e delle moto per le corse, presumo?” domandai. La
Redhead annuì.
“Esatto, esatto… Wrenchy diceva di aver imparato qualcosa
di meccanica da una sua amica, e visto che ovviamente non possiamo
permetterci molte assunzioni, hanno deciso di prenderlo e pagargli la
metà del compenso pattuito… a lui andava bene, ed abbiamo
lavorato insieme, appunto. Tuttavia, ieri ci è stato chiesto di
installare una cosa per migliorare le prestazioni sul motore di tutte
le moto e le auto, ed io e Wrenchy abbiamo fatto come ci è stato
questo… ma il signor Orvitz ha licenziato il ragazzino subito
dopo, ed io sono finita qui.” spiegò quindi in breve la
donna, con tono serio.
Allora Wren ha davvero qualcosa a che fare con questa questione…
anche se non capisco perchè licenziarlo. Presumo Redhead sia
stata usata come capro espiatorio… ma a quale pro togliere di
mezzo anche lui? Non credo fosse una minaccia di qualche genere,
nè poteva testimoniare in tribunale… penso.
“Ma non avete ricontrollato il coso che avete installato?” provò quindi a chiedere Jean.
“Poche domande, molto lavoro. Questa è la nostra politica.” rispose la ‘cliente’.
“Ok, vabbeh, non importa. Law, la difendi, sì?” fu
la domanda successiva della mia assistente, stavolta rivolta a me.
No, guarda, le ho fatto domande tanto per.
… Mi avrebbe fatto piacere se me lo avessi chiesto prima di venire qui, Jean.
“Se la signora Redhead non ha nulla in contrario, non avrei alcun
problema ad accettare il caso.” dissi quindi io, mentre notavo
che la meccanica aveva ripreso ad armeggiare con i suoi ingranaggi.
“Grazie davvero, è sempre bello vedere dei giovani
così all’opera per il bene degli altri. Se accettate il
mio caso, però, preferisco dire subito che non sono sicura di
come pagarvi… andrebbe bene una manutenzione gratis?”
suggerì quindi lei, osservandomi dal lato cavo degli ingranaggi
come se fossero occhiali.
A dire il vero mi servirebbe la patente, ma non credo che a mia madre
dispiacerebbe una manutenzione gratis… anche perchè
probabilmente starà urlando il mio nome dopo aver bevuto
l’obbrobrio che le ho preparato…
“Non c’è problema, signora Redhead. Approfitteremo
della giornata per racimolare informazioni, e poi…” provai
a dire, prima che Jean mi prendesse per il braccio di scatto.
“Lascia perdere questi salamecchi inutili e MUOVITI, fai
l’avvocato!” mi disse, con un tono ancora più
irritato di prima.
E tu fa l’assistente, allora…
Un pochino seccato per via di come mi stava trattando oggi, le chiesi:
“E perchè? Cosa ho fatto di sbagliato? Il processo
è domani, no?”
“NOOOOOOO è alle dieci di oggi, SVEGLIATI!”
Io sgranai gli occhi, completamente colto di sorpresa.
… COOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA!?!?!?!?
“Esatto, esatto… non so come abbiano fatto a finire tutto
in meno di dieci ore, ma pare si siano fatte tutte le indagini
necessarie… il nostro distretto di polizia è
meravigliosamente efficente, non crede?” domandò quindi la
cliente, senza capire la gravità della situazione.
Perchè diamine il processo si fa oggi!? Non ha assolutamente
senso! Dovrebbero dare un giorno per far fare le indagini e…
“Law, succede, pure al Sacroc--OPS. Niente, andiamo, muoviti.
Basta rimanere lì imbambolato e rimbambito.”
affermò quindi la caporal maggiore, trascinandomi via dalla sala
visite.
Io invece mantenni la faccia da ‘imbambolato e rimbambito’,
osservando frastornato la cliente mentre dicevo, semi-imbarazzato
“Ehm… ci si vede tra poco al processo, signora
Redhead…”
Colsi come risposta qualcosa che penso suonasse come: “Non si
preoccupi, e metta il turbo!”, o qualcosa di
‘meccanico’ del genere, mentre io e la mia assistente (o
meglio, la mia assistente che mi trascinava fuori) ci dirigevamo verso
la fermata degli autobus, diretti al tribunale.
… Ammetto che non ho assolutamente idea di cosa fare adesso. Non
ho nemmeno delle prove da usare per il momento, e solo un sacco di
domande. Che cosa diamine sta succedendo qui…?
Continua...
*********************************************************************************
Investigazione estremamente breve, ma è necessario che sia
così per il proseguo della trama, e spero che questi due
capitoli siano comunque stati di vostro gradimento!
Ringrazio moltissimo The Shadow per la mano datami nel capitolo: tutte
le battute di Jean da "Voglio che ci dica tutto ciò di cui
è a conoscenza." in poi sono state scritte da lui.
Il luogo menzionato da Jean verso la fine del capitolo è il
Sacrocuore, luogo del caso Unsung 'TuMour' di The Shadow, non
disponibile su questo sito e già menzionato e spiegato nel caso
2 di questa storia. Per chiunque sia interessato a leggerlo, contattate
me o The Shadow per riceverne una copia.
Detto questo, ringrazio chiunque leggerà, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 40 *** Capitolo 39: Highspeed Turnabout (udienza 1, preludio/parte 1) ***
LTAA40
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 39: Highspeed Turnabout (udienza 1, preludio/parte 1)
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°7
5 Agosto
Ore 09.46
... Ed eccoci qui nella famosa sala imputati ancora una volta, io e Jean.
Fino ad adesso non si è ancora degnata di spiegarmi nulla, ha
semplicemente continuato a tenere il muso mentre arrivavamo qui, e ad
essere sinceri non ho nemmeno avuto troppa voglia di chiederle
perchè stia così.
La cosa che più mi preoccupa ora è che a malapena so cosa
sia successo, e non ho assolutamente nessuna prova su cui lavorare...
ed un'assistente che non sembra molto intenzionata ad assistere.
Sospirai, affranto. Davvero un bel modo di iniziare la settimana...
Diedi uno sguardo all'orologio, notando di avere ancora più di
un quarto d'ora prima che l'udienza iniziasse. Avrei potuto usare quel
tempo per riordinare le idee, se, appunto, avessi avuto delle idee da riordinare...
... Non posso negarlo, sono piuttosto arrabbiato con Jean per come si
è comportata. Avrà anche le sue ragioni, ma trattarmi
così non è per niente corretto. Probabilmente le avrei
persino urlato contro se non fosse che la rispetto e parecchio come
amica (e che non ho la spina dorsale per farlo, ovviamente).
Se almeno si degnasse di spiegarmi cos'è successo, sarei molto meno nervoso. Ed invece...
"Law, potresti per piacere smetterla di stare con la testa tra le
nuvole? Sii concentrato, su!" fece Jean, osservandomi spazientita e
sbattendo ritmicamente un piede per terra.
... ed invece si comporta così, ovviamente.
"Oh, scusatemi. Non sapevo che potessi anche controllare ciò che
devo pensare adesso." replicai, seccato dal suo comportamento.
"Senti Law, smettila di comportarti come se sapessi tutto e limitati a
fare il tuo lavoro, va bene? C'è una cosa che devi capire, poi
farò tutto io." mi 'spiegò' lei, con una vaghezza
encomiabile.
"Potresti almeno dirmi di cosa si tratta? Sai, magari renderebbe il mio
lavoro più semplice capire cosa dovrei fare invece di sapere che
devo fare 'qualcosa'..." risposi allora con sarcasmo.
"Smettila di atteggiarti da grande avvocato e pensa a fare il tuo
lavoro, basta solo che metti mia madre in mezzo e poi vedrò di
fare il resto io." mi disse allora Jean, con tono 'leggermente'
più calmo.
... Sua madre? Cosa c'entra sua madre in tutto questo? E perchè sono IO che devo fare tutto, qui?
... Mah... prima o poi me lo dovrà dire cos'è successo, che decida lei quando farlo...
Fortunatamente, prima che la discussione potesse inesorabilmente
iniziare a diventare una lite, sentìi il mio cellulare squillare
(avevo cambiato la suoneria in una versione strumentale della sigla che
usavo prima, quindi grazie al cielo Jean non ebbe da ridire su come
suonasse ambigua o non so cosa), ed io prontamente lo presi,
rispondendo immediatamente.
"Pronto?" dissi.
"Lawrence, va tutto bene?" mi rispose una voce familiare.
"Signor Grossberg...? Come mai mi state chiamando?" chiesi io, sorpreso.
"Beh... vedi, sono fuori allo studio legale e sto bussando da dieci
minuti perchè ho scordato le chiavi a casa... va tutto bene
lì dentro? Ti senti male, per caso? Se si tratta di emorroidi,
posso darti qualche consiglio su come trattarle: prima di tutto,
devi..." domandò allora il mio capo con apprensione.
"Ehm... no, non si preoccupi signor Grossberg, non è successo
nulla: è solo che prima di arrivare allo studio ho accettato un
caso, e mi trovo in tribunale adesso..." provai a spiegare, e
sentìi il mio capo tirare un sospiro di sollievo all'altro capo
del telefono.
"Oh, meno male... però, fammi capire bene... Hai accettato un
caso? Poco prima del processo? Non posso dire che tu abbia fatto
esattamente una buona scelta, ma apprezzo che tu sia così
zelante: certi avvocati attendono mesi tra un caso e l'altro..." mi
disse il signor Grossberg, suonando decisamente più rassicurato.
"Beh, diciamo più che altro che mi hanno spronato con forza ad
accettarlo..." affermai io, grattandomi la nuca imbarazzato.
Jean mi lanciò un'occhiataccia... se gli sguardi potessero uccidere, ne avrei per un centinaio di vite adesso...
"In ogni caso, ti auguro buona fortuna: sono più che certo che
tu possa farcela. Hai fatto davvero un lavoro con il processo di Cody
Hackins, dopotutto..." mi incoraggiò quindi il mio superiore,
mentre io abbassavo lo sguardo, riflettendo sul mio scorso processo.
... Già, l'ho decisamente fatto... eccome...
Prima che potessi rispondere, il mio capo riprese a parlare dicendo:
"Però... scusa se te lo chiedo, ma... come facciamo adesso? Casa
mia è piuttosto distante, e non penso di riuscire ad andarci,
prendere la chiavi, tornare ed aprire lo studio in tempo..."
"Ah." feci io, comprendendo il problema.
Insicuro su cosa dire, provai a suggerire qualcosa partendo con: "Beh... se vuole, magari posso mandare Jean lì e..."
Prima che potessi finire di parlare, però, Jean stessa mi strappò il telefono di mano, rispondendo in mia vece.
"Signor Grossberg, qui ne avremo per un pò, quindi vada a farsi
una limonata al bar e non ci chiami più per cortesia."
affermò lei, prima di chiudergli il telefono in faccia con aria
stizzita, senza dare opportunità al capo di risponderle.
... Povero signor Grossberg. Mi auguro che questa udienza finisca in
fretta così che possa andare ad aprire lo studio, sperando di
non trovarmelo sbronzo di limonata alla porta...
"Potevi rispondergli con un pò più di tatto, Jean..." mi
azzardai a dire. Jean in risposta diede uno sguardo al cielo e
sospirò seccata.
"Lascia perdere, Law." sbottò lei, per poi controllare l'orario
sul suo cellulare, afferrandomi poi per il braccio e dicendomi:
"Mancano meno di dieci minuti all'inizio dell'udienza, entriamo, su."
"Eh? Aspetta, volevo andare dalla signora Redhead e chiederle qualche
dettagli in p..." provai a risponderle, venendo per l'ennesima volta
bloccato prima che potessi finire.
"Non hai nulla da chiederle, credimi: il caso è molto più
semplice di quanto tu creda, e comunque l'ho già fatta entrare."
disse lei, con un tono che lasciava pochi dubbi su quanto fosse
scocciata.
Facile dirlo, non sei tu quella che deve lavorarci direttamente... se
almeno sapessi a cosa sta puntando, potrei capire cosa devo fare...
"Ora andiamo, e fai del tuo meglio ora, mi raccomando..." mi disse lei,
in tono pseudo-incoraggiante. Moooolto pseudo. E poco incoraggiante.
Io la seguì fuori dalla Sala imputati e dentro la Sala udienze,
rassegnato e senza protestare, visto che tanto sarebbe stato
completamente inutile...
... Probabilmente più che arrabbiato mi sento giù di
morale a vedermi trattato così. Io e Jean siamo amici da anni
dopotutto, e vederla così indisposta persino a spiegarmi cosa
non vada mi fa davvero sentire male.
Non ho mai avuto molti amici se non delle conoscenze occasionali, ed io
stesso sono sorpreso di essere riuscito a fare delle amicizie
così strette con Travis prima e Jean poi...
Vorrei che non cambiasse nulla tra di noi, che restassimo per sempre
amici... ma mi rendo benissimo conto che non tutto può durare
per sempre.
Cerco di non pensarci più di tanto, ma ho notato che tra di noi
stanno iniziando a spuntare piccole incrinature... cose di lieve
entità, nulla di cui preoccuparsi ad una prima occhiata... ed
ora questa completa mancanza di fiducia, decisamente più gravi.
... Ho il timore che a breve smetteremo di essere amici. Che queste
incrinature si espandano e riducano la nostra amicizia in mille pezzi.
... Non voglio che vada a finire male tra di noi. Non lo voglio
assolutamente. E se devo sopportare cose del genere, sono pronto a
farlo.
Io, Jean e Travis siamo amici e lo rimarremo per quanto più a
lungo possibile. E' così che le cose stanno, ed è
così che voglio che rimangano.
A qualunque costo.
Tribunale Distrettuale
Sala Udienze n°3
5 Agosto
Ore 10.00
La mia terza volta in sala udienze ed ancora non riesco a
rimanere calmo... mi chiedo se continuerà sempre ad essere
così ogni volta, a questo punto.
Il procuratore non è ancora arrivato... mi chiedo di chi si
tratti. Non ho ancora avuto il tempo di informarmi... spero solo non si
tratti di qualcuno di inflessibile contro il crimine come il
procuratore Dethlone, visto e considerato che ora come ora ogni aiuto
è ben accetto...
Il Giudice (lo stesso dei miei due precedenti processi) sbattè
allora il martelletto, prima di dire: "La corte si riunisce per il
processo dell'imputata Michelle Redhead. La difesa e l'accusa sono
pronte?"
"Ehm... la difesa è pronta, Vostro Onore..." provai a dire io, insicuro al massimo.
Pronta a perdere, senza dubbio. A tutto il resto non ne sono sicuro.
"Oh, ma lei è il signor Trueman! Sono sorpreso, mi hanno
chiamato nel cuore della notte per dirmi che stamattina avrei dovuto
presiedere ad un processo ed ero l'unico Giudice libero, ma con
così poco preavviso mi aspettavo un avvocato d'ufficio!"
affermò lui con aria sorpresa.
Perlomeno lui è arzillo come al solito... vederlo così aiuta sempre a rilassarsi, senza dubbio.
"Sono un pò sorpreso anch'io di averlo accettato, a dire il
vero, ma diciamo che ho dovuto per... 'cause di forza maggiore'."
provai a dire, cercando
Jean vicino a me sbuffò seccata per l'ennesima volta, ma
preferìi non farci caso per non creare discussioni inutili.
"Tuttavia... noto che il procuratore non è ancora arrivato."
disse poi l'anziano, spostando lo sguardo sul banco dell'accusa, ancora
vuoto.
... Aspetta un attimo, ora che ci penso, ha chiesto se accusa e difesa
sono pronte senza che ci fosse nessuno al banco dell'accusa? Capisco
che sia un pò in alto come posizione e magari possano sfuggirgli
certe cose, ma...
Proprio in quel momento, come a voler rispondere al Giudice, la porta
della sala udienze si spalancò, ed una figura in giallo con un
fascicolo in mano corse quanto più veloce che potè verso
il banco dell'accusa, inciampando poco prima di arrivarci e rialzandosi
di scatto, spazzandosi la camicia prima di alzare lo sguardo,
permettendomi di riconoscerlo: era il mio amico, Travis.
... Ad essere sinceri avevo il sentore che il procuratore fosse lui, ed
onestamente mi fa piacere che ci sia... magari posso chiedergli di
darmi qualche informazione... o di aiutarmi a tenere in stallo il
processo il più a lungo possibile...
... Che cosa diamine stai pensando, Law!? Non puoi chiedere una cosa
del genere! Sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di Travis!
... Però nelle circostanze attuali mi serve qualche aiuto, e me
ne rendo conto... ma no, non è un motivo per fare qualcosa del
genere.
Posso farcela con le mie forze... DEVO farcela con le mie forze...
"Uff... uff... scusatemi... sono stato sveglio tutta la serata a
studiare il caso, mi ero seduto un attimo sulla poltrona in anticamera
mentre aspettavo ed ho finito per appisolarmi..." affermò il
procuratore, aprendo un attimo il fascicolo e riguardandolo con aria
tesa, prima di chiuderlo ed asciugarsi il sudore sulla fronte.
"Oh, non si preoccupi, procuratore Harley! Capisco benissimo come si
senta: una volta sono rimasto sveglio fino a tardi per vedere la
replica dell'ultima puntata di La Settimana del Cuore, ed il giorno
successivo sono stato talmente stanco che mi sono addormentato in mezzo al processo!" disse quindi il Giudice.
Travis ignorò l'aneddoto del Giudice, schiarendosi la voce e
affermando: "L'accusa è pronta in ogni caso, Vostro Onore. Posso
iniziare con la mia dichiarazione d'apertura, se mi è concesso."
"D'accordo, sentiamo cos'ha da dirci, procuratore." disse quindi l'anziano, in risposta.
Travis aprì il fascicolo per qualche secondo prima di chiuderlo
nuovamente, prendendo un respiro profondo prima di iniziare la sua
dichiarazione.
"L'omicidio è avvenuto verso l'una di notte, sulla strada
principale del quartiere Springside Hills. La vittima, Pete Stepford,
stava partecipando ad una corsa clandestina insieme ad altre dieci
persone, e durante il corso della gara, la sua moto è
esplosa, uccidendolo sul colpo: ciò a causa di una bomba
installata sul motore, probabilmente connessa in modo tale che
esplodesse una volta che Stepford avesse raggiunto il limite di
velocità. I fatti parlano chiaro: Michelle Redhead ha lavorato
al motore del veicolo prima della corsa, ed ha già ammessodi
averlo fatto. Riconosco che il movente non è estremamente
chiaro, ma i fatti sono estremamente contro l'imputata, e penso sia
possibile risalire ad un movente approfittando delle varie
testimonianze che sentiremo." spiegò lui, cercando di apparire
quanto più calmo possibile: Travis mostrò poi il referto
dell'autopsia di Stepford e dei frammenti di metallo, che presumei
essere dei pezzi della bomba.
Senza perdere tempo, piazzai tutto nel Registro Processuale, sperando che le prove potessero essermi utili.
Una volta consegnate, Travis riprese a parlare, affermando: "Ho
già provveduto ad organizzare i testimoni: il detective Hayes al
momento è impegnato con un approfondimento delle indagini sotto
mia richiesta, quindi non sarà il primo testimone. L'accusa
chiama a testimonia..."
Prima che potesse finire di parlare, però, Jean sbattè
entrambe le mani sul banco della difesa, urlando a squarciagola: "Obiezione! Obiezione! Obiezione!"
Uh...?
Mi voltai verso la mia assistente, osservandola confuso e preoccupato.
Era difficile a credersi, ma ora mi sembrava essere anche più
rabbiosa di prima, per non so che motivo.
"Uhm... signora Watson, giusto? Come mai sta obiettando? Non ho
nemmeno già provato a chiudere il verdetto..." chiese quindi il
Giudice, non capendo dove Jean volesse arrivare.
"Prima che il procuratore inizi, avrei una richiesta da fargli."
affermò Jean, stringendo i pugni e tenendo lo sguardo fisso sul
mio amico procuratore.
"... Una richiesta?" fece Travis, inarcando un sopracciglio.
Forse ora finalmente si capirà cosa sta cercando di ottenere, o almeno lo spero...
"Vorrei richiedere che la testimonianza di Colette Trueman venga
effettuata per prima, se possibile." richiese la mia amica, anche se il
tono in cui lo aveva detto era tutto meno che cortese.
... Colette? Che cosa c'entra mia cugina, adesso? Non era qualcosa di
relativo a sua madre? Non mi risulta che Colette la conosca o la
frequenti...
"... Signorina Watson, l'evento a cui fa riferimento è
secondario rispetto al caso alla mano. Non credo che trattarlo possa
portare a qualunque tipo di benefi-" provò a spiegare il mio amico, prima di venire interrotto.
"Obiezione! So
bene che lei ha preparato anche Colette, mi ha detto che avrebbe
partecipato al processo. Quindi, non credo che occuparsene adesso possa
causarle problemi di alcun genere!" ribadì Jean, per niente decisa a mollare l'argomento.
... Mi sta iniziando a fare paura, se devo essere sincero.
Perchè è così ossessionata da questa
testimonianza? Gira e rigira, non riesco ad arrivarci in ogni caso...
"... E va bene, avrà modo di avere Colette il prima possibile.
Ma vorrei che la prima coppia di testimonianze riguardi il caso alla
mano. Le va bene così, signorina Watson?" domandò Travis,
comprensibilmente alterato.
"Va benissimo." disse la mia assistente, incrociando le braccia e
voltandosi verso di me, per poi ordinarmi: "Occupati subito di queste
due testimonianze, mi raccomando. Non perderci tre mesi e non incalzare
su ogni singola cosa, non abbiamo tempo per quello."
"E va bene..." affermai io, sospirando rassegnato. Non vale nemmeno la pena di fare discussioni, ormai.
"Uhm, signorina Watson, è tutto a posto? Mi sembrate piuttosto
nervosa..." commentò il Giudice, guardando confuso la ragazza.
"..." Jean, in risposta, abbassò lo sguardo, mordendosi il
labbro. Dubito che voglia mettersi a litigare anche con lui adesso...
"Mi dispiace, vostro Onore, ho avuto un brutto episodio prima di venire
e non riesco a togliermelo dalla testa..." disse lei, con tono un
pò (ma giusto un pò) più calmo rispetto a prima.
... Qualunque cosa sia stata, non deve essere stata piacevole, se ha avuto questo effetto su di lei.
"Mi dispiace per l'accaduto, in tal caso." affermò il Giudice,
chiudendo gli occhi e poi riaprendoli, aggiungendo: "In ogni caso, devo
chiederle di contenersi: è già la seconda volta che
esplode così in tribunale. Se si ripeterà di nuovo, la
farò immediatamente espellere dall'aula, quindi badi a come si
comporta.", mentre teneva lo sguardo fisso su Jean, la quale era
rimasta immobile, senza replicare.
"... Non si preoccupi, non succederà più." rispose lei, stringendo le mani a pugni e senza dire altro.
"Molto bene." disse quindi il Giudice, contento che Jean fosse cooperativa.
... Dovrei essere dispiaciuto per Jean, dovrei provare a confortarla...
ma non riesco a non pensare che il rimando se lo sia meritato tutto.
Non è il momento di pensarci, però. E poi, lei stessa ha detto che non devo perdere tempo qui, quindi...
"Se posso riprendere... vorrei chiamare il mio primo testimone."
sbottò allora Travis, che nel frattempo aveva preso la racchetta
e la palla da tennis, iniziando a palleggiare.
"Vada pure, procuratore." gli disse il Giudice, annuendo.
"Venga pure, signor Digby." esortò il procuratore, puntando la racchetta verso il banco della difesa.
... Aspetta un attimo, Digby? Dove ho già sentito questo nome oggi?
E' una domanda che avrebbe continuato ad assillarmi, se subito dopo il
testimone in questione non si fosse fatto vivo... e non avessi capito
che era lo stesso lavoratore che avevo incontrato appena poche ore
prima, insieme a Wren.
... Devo dire la verità, mi aspettavo tutto meno che lui qui al processo.
"Testimone, dichiari nome e professione." fece Travis, ed in risposta
il lavoratore alzò la sua pala al cielo con estrema enfasi.
"Ogni suo desiderio è un ordine, signor caposcavatore! Io sono
la trivella che sfonderà i cieli! Sono colui che vi
libererà dall'angustia degli spazi chiusi! Io sono... DIGBY
GROUND!" tuonò quindi lui, e potei giurare che la sua voce
stesse echeggiando per l'aula, nonostante fosse tutto meno che vuota.
... Non lo credevo così a sangue caldo, a vedere come si stava comportando con Wren...
"... Grazie, signor Ground, per la sua creativa introduzione." fu la
replica di Travis, passandosi una mano sulla faccia, prima di fare un
respiro profondo e riprendere a parlare.
"Digby Ground è un lavoratore addetto alle riparazioni del manto
stradale. Ho voluto chiamarlo per darci qualche informazione sulla
strada in cui è avvenuto il delitto, visto che la sua forma
attuale è... peculiare, per dire poco."
"Peculiare in che senso, procuratore?" domandò il Giudice, curioso.
"Penso sia più semplice mostrare la mappa. E' un pò
minimalista, ma ho cercato di farla fare il prima possibile: la croce
sotto la V indica il punto in cui la vittima è esplosa."
commentò il mio amico, per poi mostrare la mappa a tutti i
presenti.
http://it.tinypic.com/view.php?pic=2u8e974&s=8#.U2Zpe_lP6oN
"Ma... questa strada è ridotta malissimo! Ha più buchi di un groviera!" fu il commento dell'anziano.
"Esattamente. Piuttosto strano che una corsa, anche se clandestina, si
svolga su una strada ridotta così male, non credete?" fece
notare quindi il procuratore, mentre io analizzavo con attenzione la
mappa appena ottenuta.
Uhm... Quindi, il luogo del delitto è stata la strada in cui ho
incontrato Ground e Wren oggi. Quest'informazione è molto
utile...
Anche se, sarò sincero, a questo punto credo di averla anche
sentita l'esplosione, ma pensavo si trattasse di fuochi d'artificio per
qualche festa... mi sento uno stupido, ora.
Però... forse è il caso che chieda qualcosa a Travis. Finora non ho detto assolutamente nulla...
"Ehm... procuratore, posso chiedere una cosa?" domandai, timidamente.
"Uh? Di cosa si tratta, avvocato Trueman?" mi chiese lui di rimando.
"Beh... cosa c'entra lo stato della strada con il caso alla mano? Se
non sbaglio, hai detto anche tu che il movente non è chiaro...
non è su quello che dovresti concentrarti prima?" domandai,
sperando davvero di non aver detto una scemenza.
Vidi Travis chiudere gli occhi e sospirare, prima di fissarmi con
serietà e rispondere: "Sì, lo so, ma prima di giungere al
movente, vorrei chiarificare alcuni elementi. Mi spiace se il lavoro
è un pò confuso, ma non ho avuto molto tempo per
organizzarlo. Un paio di testimonianze e tutto sarà chiaro, vi
chiedo solo un pò di pazienza."
... Scusa, Travis, non volevo offenderti...
"Tieni a mente questa mappa comunque, Law. Guarda bene il lato della
strada più in basso, quello con meno buche. E non scordartelo."
mi disse Jean, anche se non tenni molto in conto nè risposi alle
sue parole, visto e considerato che erano relative al suo fantomatico
'interesse' che ancora non avevo capito. Quando ci arriverò, ne
terrò conto, ma adesso non è il momento... devo
concentrarmi.
"E' pronto a testimoniare, signor Ground?" chiese quindi il mio amico. Il testimone scosse la testa energicamente.
"Prontissimo, signor caposcavatore! Digby Ground, pronto ad estrarre le
bugie e riportare alla luce la verità!" affermò lo
scavatore, puntando la pala verso il cielo, prima di iniziare
finalmente con la sua testimonianza.
Deposizione del Testimone
-- BUCHE, BUCHE, BUCHE --
- Allooora... prima di tutto, la strada in questione doveva essere ristrutturata!
- Sono stato mandato per chiudere la strada al traffico e fare gli accertamenti necessari.
- Ho chiuso la strada, lo giuro sulla mia pala! Sono stato lì tutto il tempo per confermarlo!
- Sapete, è estremamente difficile trovare delle buche del genere! Chi le ha fatte è un vero esperto!
- Non so proprio come mai, ma mi ero allontanato un momento e quando sono tornato, bum, tutti a correre per la strada!
- E' stata la vendetta del dio delle buche! Non voleva che il suo operato venisse nascosto al mondo!
- Anche se effettivamente non riesco a cavare un ragno dal buco riguardo a chi possa aver aperto la strada, mi dispiace.
- Forse Ty e Tord saprebbero dirvi di più, boh... perchè non provate a chiederlo anche a loro?
... Beh, decisamente era una descrizione colorita.
Notai che Travis aveva afferrato la pallina a mezz'aria e la stava ora
stringendo con forza... molto probabilmente, non aveva preparato Ground
per fargli dire questo.
"Signor Ground, mi sembra che le avessi detto di cosa dovevamo parlare
prima..." disse quindi il mio amico, cercando di rimanere calmo (oggi
non è proprio giornata per nessuno, a quanto sembra...).
"Oh, giusto, è vero!" fece il lavoratore dai capelli 'rocciosi',
sbattendo la pala sulla sua mano libera, per poi dire con aria triste:
"Mi dispiace, signor caposcavatore! Non riuscivo a cavare un ragno dal
buco con quella spiegazione, e non volevo scavarmi la fossa da solo! Ma
la mia deposizione è stata buona, non è vero?"
"... Lasciamo perdere, è meglio." affermò il pubblico
ministero, sospirando e riprendendo a palleggiare, prima di riprendere
la parola.
"Visto che Ground ha deciso di tralasciare vari dettagli, vorrei
specificare qualche dettaglio prima di passare al
contro-interrogatorio. Prima di tutto, il motivo per cui ho voluto che
Ground testimoniasse era per stabilire, come ha detto, che aveva chiuso
la strada per i lavori, ma dopo essersi allontanato, si è
ritrovato con la strada aperta e la corsa illegale che si svolgeva.
Questo significa solo una cosa."
"Cosa, procuratore Harley? Che il signor Ground ha molte possibilità di essere licenziato?" domandò il Giudice.
"Anche." rispose il tennista.
"Ehi! Non gettatemi fango addosso! Avevo ricevuto una chiamata da Ty e
Tord! Non potevo non rispondere!" si lamentò il testimone.
Ancora questi due nomi? Perchè li mette di continuo in mezzo?
"Il motivo per cui è importante è il fatto che la strada
sia stata aperta nonostante fosse piuttosto pericolosa. Immagino che le
corse, benchè illegali, non siano all'insegna del pericolo, il
che significa solo una cosa: che qualcuno, probabilmente un complice
della Redhead, abbia preparato la strada appositamente per questa
corsa." riprese quindi il mio amico.
"Hmmm... non la seguo del tutto, procuratore, ad essere sincero. Come
mai è così importante la strada?" ammise il Giudice,
chiudendo gli occhi e con aria seria.
"Volevo solo intodurre questa possibilità e dare l'informazione.
Avrete modo di capire tutto a tempo debito, Vostro Onore." lo
rassicurò quindi Travis, con aria calma e seria, mentre io lo
osservavo estremamente confuso.
... Non ha senso. Ciò che ha detto Travis non aggiunge poi
moltissimo ed ha tralasciato un dato fondamentale, ma nonostante questo
mi sembra piuttosto sicuro. Non se ne è semplicemente accorto,
oppure...?
La contraddizione è semplice e palese, anche troppo. Immagino
che sia perchè Travis non l'ha preparato bene, ma la cosa mi
puzza comunque, e molto.
Oltretutto, mettendo già in mezzo un complice, diventa
più difficile trovare un modo per scagionare Redhead, visto che
ora sarà anche una questione di identificare chi l'ha aiutata,
come e perchè... anche se il ragionamento inverso mi può
dare un vantaggio: se riesco a trovare un modo per spostare la maggior
parte dell'accusa verso il complice,
... Detta a parole sembra estremamente facile, ma so benissimo che non
sarò in grado di farcela... forse è meglio che chieda
aiuto a... Jean...
...
Mi voltai verso la mia amica, la quale stava ancora osservando di
fronte a sè, con un'espressione mista di rabbia e... tristezza.
... Perchè non vuoi confidarti con me, Jean? Sai bene che puoi fidarti di me. Eppure...
Presi un respiro profondo, prima di domandarle, con parecchia
incertezza "Jean... so che forse non è il momento, ma... hai
qualche idea su questa deposizione? Ad essere sinceri, non mi sembra
troppo difficile... ma proprio per questo mi preoccupa, è troppo
semplice... non è possibile che sia tutto qui.", sperando non mi
urlasse contro o altre cose spiacevoli.
"... Law, non farti prendere dal panico. Non tutte le persone sono dei
geni del crimine, ed onestamente Ground mi sembra un idiota. Anzi,
proprio perchè è idiota, cerca di spillargli informazioni
incalzandolo: se sa qualcosa di importante, è meglio cercare di
strappargliela qui ora." mi suggerì lei, con calma ma senza
voltarsi verso di me.
Fui sorpreso dal fatto che mi aveva davvero risposto così,
rimanendo in silenzio per qualche secondo prima di risponderle annuendo
e dicendo: "D'accordo... comunque, Jean, se non ti senti troppo bene,
puoi uscire dalla sala udienze e..."
Lei tuttavia scosse la testa, affermando con tono fermo e serio: "No,
Law. Devo essere qui per la testimonianza di Colette. E' molto, molto
importante per me... quindi, per favore, non dirmi di andare via.",
guardandomi dritto negli occhi e rendendo perfettamente chiaro che,
qualunque fosse il motivo, era MOLTO importante.
... Si è comportata male, ma è comunque mia amica. Non
voglio assolutamente farle un torto, e se vuole rimanere qui, sono
sicuro che abbia le sue buone ragioni.
"... D'accordo, Jean." dissi io, per poi fare un respiro profondo, preparandomi mentalmente al contro-interrogatorio.
"Può iniziare il Contro-Interrogatorio, signor Trueman." affermò quindi il Giudice, dandomi finalmente il via.
... Ho idea che il mio ragionamento suonerà stupido, ridicolo e
poco pensato... ma finchè non avrò prove, non posso fare
altro che basarmi sui balzi di logica e sperare di atterrare sulla
soluzione corretta...
Meglio seguire il consiglio di Jean, e sperare che incalzarlo mi dia
altre informazioni utili... magari riuscirò a rendere il mio
ragionamento più convincente.
Contro-Interrogatorio
-- BUCHE, BUCHE, BUCHE --
- Allooora... prima di tutto, la strada in questione doveva essere ristrutturata!
- Sono stato mandato per chiudere la strada al traffico e fare gli accertamenti necessari.
- Ho chiuso la strada, lo giuro sulla mia pala! Sono stato lì tutto il tempo per confermarlo!
- Sapete, è estremamente difficile trovare delle buche del genere! Chi le ha fatte è un vero esperto!
- Non so proprio come mai, ma mi ero allontanato un momento e quando sono tornato, bum, tutti a correre per la strada!
- E' stata la vendetta del dio delle buche! Non voleva che il suo operato venisse nascosto al mondo!
- Anche se effettivamente non riesco a cavare un ragno dal buco riguardo a chi possa aver aperto la strada, mi dispiace.
- Forse Ty e Tord saprebbero dirvi di più, boh... perchè non provate a chiederlo anche a loro?
Vediamo un pò... partiamo da qui...
"Un attimo!
Non vorrei insinuare nulla, signor Ground, ma... come mai ha detto 'chi
le ha fatte'? Prima ha accennato che la strada doveva essere
ristrutturata, non riparata... questo presuppone che il danno non sia
stato causato da qualcuno."" feci notare io: non è esattamente
una contraddizione gravissima ma è comunque qualcosa che non fa
male chiarire... e poi, voglio vedere se mentirà.
"A-ah..." fece Digby, guardandosi a destra e a sinistra con
preoccupazione, per poi accennare, mentre tremava visibilmente "Beh...
m-mi sono sbagliato! E-E' solo che le buche sono così precise
che sembrano essere state fatte da un esperto scavatore! Tutto qui!"
"Effettivamente questa mappa mi ricorda molto un'esposizione sull'arte
moderna con cui sono andato con mia moglie un pò di tempo fa...
non ci ho capito assolutamente nulla, ma dovevano essere dei grandi
capolavori!" commentò il Giudice, fornendo un'ulteriore aneddoto.
"V-vede? Anche il Giudice è d'accordo! Quindi non sono solo io!
Non sto mentendo!" provò quindi ad accennare lui, mentre io
continuavo ad osservarlo, riflettendo su ciò che aveva detto e
sulla sua reazione.
... Ground ha mentito, invece. Wren mi aveva detto che quelle non
possono essere infiltrazioni o lesioni normali del manto stradale... ed
a tal proposito, credo di iniziare a capire perchè non voleva
che Wren lo aiutasse...
... No, no, è TROPPO semplice, Law. Ci deve essere qualcosa che non va, che stai tralasciando... ci deve essere...
"... Comprendo in tal caso. Devo dire comunque che sembra apprezzare parecchio buche e affini..." dissi io, cambiando argomento.
"Apprezzare? Io ADORO le buche! Scavo buche sin da quando avevo dieci
anni! Io ed i miei amici eravamo chiamati le Talpe di Springside Hills!
Un attimo solo, fatemi vedere se riesco a riportarlo alla luce..."
affermò lui, prima di iniziare a rivangare nelle sue tasche,
cercando qualcosa.
... Le Talpe di Springside Hills? Mi ricordo che mia madre mi aveva
detto qualcosa in proposito... erano un gruppo di scansafatiche
combinaguai che si divertivano a fare buche senza un vero motivo un bel
pò di anni fa. Sì, a caldo direi che è decisamente
qualcosa di cui Ground farebbe parte...
Nel frattempo, Ground aveva trovato ciò che cercava, alzandolo
trionfalmente verso l'alto: si trattava di una fotografia piuttosto
vecchia e stropicciata, che mostrò a me, Travis, Jean, il
Giudice, ed immagino anche al resto dei presenti tutti insieme se
avesse potuto: raffigurava quattro ragazzi all'incirca di quattordici
anni che sorridevano allegri, tutti e quattro con delle pale nelle loro
mani: uno dei quattro era decisamente sovrappeso, un altro era il
più magro del gruppo, ed in mezzo ai due si trovava un ragazzo
che faceva il simbolo della vittoria. Un pò distante ed in
disparte c'era invece un'altro ragazzo, che guardava verso la sua
destra.
"Ecco qua! Vedete? Questo al centro sono io insieme al resto delle
Talpe! Vicino a me ci sono Ty e Tord, e questo qui un pò
distante è Tom! Ci siamo un pò separati negli ultimi
tempi, ma siamo ancora grandi amici!" spiegò quindi il signor
Digby, puntando ognuno mentre li presentava.
"Uh..." aguzzai lo sguardo e ridiedi un'occhiata alla fotografia,
appuntandomi il contenuto per il Registro Processuale: non si sa mai,
potrebbe essermi utile... o almeno, lo spero.
Devo dire comunque che sembrano un gruppo piuttosto affiatato a vederli
così... visto quante volte li mette in mezzo, sembra parecchio
legato a questi Ty e Tord. Mi chiedo perchè non menzioni molto
Tom... anche se effettivamente nela foto mi sembra essere il meno
amichevole dei quattro.
... A parte Travis e qualche conoscenza occasionale, da piccolo non ho
mai avuto moltissimi amici. In un certo senso lo invidio un pò
per averne avuti tre...
Nel frattempo, il testimone aveva sollevato nuovamente la pala,
prendendo anche una valigetta ed aprendola, mostrando un martello
pneumatico ed altri attrezzi da scavatore, dall'aria parecchio nuova ed
avanzata.
"Questo invece è il mio gioiellino!" disse quindi con orgoglio,
mostrando tutti gli attrezzi che possedeva, iniziando a descriverli con
parecchio entusiasmo: "Questo martello pneumatico è l'ultimo
modello sul mercato! E' un pò rumoroso, ma è capace di
perforare il cemento come un coltello nel burro! Il resto di questi
strumenti servono altri compiti, ovvero..."
"Testimone, le consiglierei di smetterla di sottoporre oggetti inutili
ed informazioni irrilevanti al caso alla corte." affermò Travis
prima che potesse andare oltre, sospirando seccato.
"... Oh, scusatemi. Credevo di stare dando una mano... mi spiace di
aver fatto un buco nell'acqua..." fece Ground con tristezza,
fermandosi, abbassando la testa e posando tutto per terra,
interrompendo la sua spiegazione.
"Non è un problema per stavolta, signor Ground: ma cerchi di
contenersi da ora fino a quando non avrà finito di testimoniare,
va bene?" domandò il Giudice con aria comprensiva.
"D'accordo!" accettò di buon grado il lavoratore.
Cambia davvero umore di secondo in secondo: passa dall'essere triste
all'allegro da un momento all'altro. Mi piacerebbe davvero capire come
faccia...
... In ogni caso, ho segnato tutto quello che ha detto sulla sua
attrezzatura all'interno del Registro Processuale: credo di poter
sfruttare a mio vantaggio queste prove... forse. Dipende tutto
principalmente da come va la mia obiezione, adesso...
Ma non sono sicuro di volerlo fare, ad essere davvero onesti... Ground
non mi sembra una cattiva persona... e dubito possa essere davvero lui,
ma...
... Anche Remy Horace sembrava completamente innocente, dopotutto. Non
devo fidarmi solo perchè non sembra essere colpevole ad una
prima occhiata.
Non ho altra scelta. Devo obiettare, ora ed adesso: c'è il
rischio che possa sbagliare, ma non devo lasciarmi intimorire da
ciò.
... E' quello che vorrei pensare, ma non ci riesco. Non voglio
assolutamente fare errori o giudizi affrettati, non un'altra volta.
... Mi dispiace davvero, signor Ground, ma devo farlo. Spero davvero di
starmi sbagliando adesso... e allo stesso tempo spero di non farlo.
Perchè devo sempre finire per farmi così tante
complicazioni? Il processo non è nemmeno iniziato, e sono
già tesissimo...
- Allooora... prima di tutto, la strada in questione doveva essere ristrutturata!
- Sono stato mandato per chiudere la strada al traffico e fare gli accertamenti necessari.
- Ho chiuso la strada, lo giuro sulla mia pala! Sono stato lì tutto il tempo per confermarlo!
- Sapete, è estremamente difficile trovare delle buche del genere! Chi le ha fatte è un vero esperto!
- Non so proprio come mai, ma mi ero allontanato un momento per una
chiamata e quando sono tornato, bum, tutti a correre per la strada!
- E' stata la vendetta del dio delle buche! Non voleva che il suo operato venisse nascosto al mondo!
- Anche se effettivamente non riesco a cavare un ragno dal buco riguardo a chi possa aver aperto la strada, mi dispiace.
- Forse Ty e Tord saprebbero dirvi di più, boh... perchè non provate a chiederlo anche a loro?
... E' il momento di iniziare, allora. Spero davvero, con tutto il cuore, di stare facendo la cosa giusta...
Presi quindi il coraggio a due mani, sospirai, e puntai il mio dito
indice contro Digby Ground, iniziando a parlare subito dopo.
"Obiezione!
... Signor Ground, non è possibile che lei non sappia chi
è che ha aperto la strada. A dire il vero, tutto il ragionamento
che ci ha proposto mi sembra piuttosto fallace..."
"Uh...? P-perchè dice così, signor avvocato?" mi chiese
lui, stringendo con forza la sua pala mentre tornava a guardarsi a
destra e a sinistra rapidamente.
"Prima di tutto, se la strada doveva essere ristrutturata, direi che
è parecchio strano che il compito sia stato assegnato ad una
sola persona invece che ad un gruppo di lavoratori. Oltretutto,
nonostante il lavoro sia piuttosto complesso, come si può vedere
dalla mappa, Ground è stato mandato da solo: si potrebbe
giustificare questo con l'orario tardo, se non fosse che Ground stesso
ha detto di essere rimasto lì tutto il tempo: sono piuttosto
sicuro che se lui si è potuto permettere questi orari, allora
anche altri suoi colleghi dovevano essere in servizio ed avrebbero
definitivamente potuto aiutarlo nel suo compito. Mi sembra che Ground
abbia fatto il possibile per evitare che chiunque eccetto lui si
trovasse sulla strada prima e dopo l'esplosione, e per un
professionista quale lui sembra essere, mi pare un atteggiamento
piuttosto strano e sospetto fare così." iniziai quindi a
spiegare io, interrompendomi per un attimo subito dopo.
"Hm... effettivamente ha ragione, avvocato. Sarà anche vero che
chi fa da sè fa per tre, ma il comportamento del signor Ground
non è proprio chiarissimo." commentò il Giudice al
riguardo.
"Gh... ghhhh... b-beh... è che... vedete..." fece Ground
provando ad accampare scuse, rinunciando però prima ancora di
iniziare, abbassando lo sguardo e digrignando i denti.
Sembro starci azzeccando... però, ciò che mi preoccupa
più di tutto è il mio amico al banco dell'accusa, adesso.
Perchè non sta dicendo nulla...? Sta semplicemente
palleggiando ed ascoltando, ma non mi sembra teso... è come se
volesse che dicessi queste cose... che stia sbagliando? Che possa
sfruttare ciò che sto dicendo?
... M-ma no, Travis non farebbe mai una cosa del genere... è
vero che ha nascosto una prova durante lo scorso processo, ma...
Basta, BASTA Law! Non puoi dubitare e pensare male dei tuoi amici! Concentrati e non pensare un altro!
"Law, che ti prende? Devi continuare, su! Non puoi interrompere il tuo
dicorso a metà!" mi riprese Jean, dandomi una piccola scossa.
"Signor Trueman, è tutto a posto?" mi domandò il Giudice con preoccupazione.
Deglutìi cercando di calmarmi, e ripresi a parlare. Ground,
però, non sembrava ancora essersi calmato, e continuava a
tremare e sudare copiosamente in preda allo stress.
... Dovrei esserne contento, ma non riesco ad esserlo. E non so nemmeno
moltissimo su di Ground... perchè mi sento così empatico
nei suoi confronti?
Per quanto vorrei capirlo, per, ormai però sono in ballo e devo ballare fino alla fine, che io lo voglia o meno.
"S-sì, non c'è bisogno di preoccuparsi, stavo solo
riflettendo... c-comunque, il punto a cui volevo arrivare è che,
a mio parere, il motivo per cui Digby Ground non voleva che ci fosse
nessun'altro... è che è stato lui stesso a fare le buche:
è l'unica persona che può averle fatte, al momento."
affermai, proclamando finalmente la mia accusa.
Digby sbiancò e retrocesse, mettendo la pala di fronte a
sè a mò di scudo mentre sibilava, intimorito e
preoccupato, un semplice: "N... No...!"
Travis sorrise, ma cercai di non badarci: avevo già fin troppi
problemi per la testa, ed era meglio occuparsene uno alla volta
anzichè tutti insieme...
"Un ragionamento semplice ma non male, non c'è che dire:
considerato che siamo arrivati senza prove, è un buon inizio."
commentò Jean, sembrandomi almeno un pò soddisfatta, se
non sollevata.
Grazie, Jean, ma non credo di meritarmi complimenti per essermi accorto
di una cosa così semplice, soprattutto con le prove che ho con
me... il testimone mi ha praticamente dato tutto ciò che serviva
per smontarmi...
"N... non è vero...! Non è vero! Non sono stato io!" si
difese immediatamente il signor Digby, senza specificare di cosa non
era responsabile. Io scossi la testa.
"Mi dispiace, signor Ground, ma lei stesso ha detto che non sa chi
può essere stato, aveva i mezzi per poter fare le buche, e la
sua giustificazione per non aver visto chi ha aperto la strada mi
sembra piuttosto debole, visto e considerato che non ha nemmeno puntato
ad altre persone dell'area come possibili colpevoli... per quel che ne
sappiamo, lei era l'unica persona sulla strada in quel momento.
oltretutto, ha accennato di aver risposto ad una telefonata... ci
sarebbero problemi a dirci il contenuto di tale chiamata? Ritengo che
sia un punto piuttosto importante." provai a dire subito dopo, con tono
comprensivo ma fermo. O forse sarebbe meglio dire duro e freddo...
"B-Beh... ecco... io... n-non volevo..." iniziò a dire lo
scavatore, respirando a fatica e sembrandomi ormai tutto meno che
calmo, per quanto sembrava starsi sforzando di sembrarlo.
"... Signor Ground, lo dico per lei... le prove stanno puntando tutte
contro di lei per il momento, penso che le convenga ammettere cosa ha
fatto e..." provai quindi a dirgli, sperando che questo lo convincesse
ad ammettere il suo ruolo nel caso (qualunque esso fosse), ricevendo
però in cambio solo un'espressione mista di paura e rabbia da
parte del testimone.
"IO NON HO FATTO NULLA!" sbraitò quindi il testimone, sbattendo
entrambe le mani sul banco dei testimoni ed urlandomi in faccia:
"D-dice di avere prove, quindi!? E-e mi dia una p-prova, allora!
DIMOSTRI CHE IO AVREI VOLUTO AIUTARE, SU!"
Sto iniziando a sentirmi male... quello che sto facendo è
davvero corretto? Mi sembra più di stargli facendo un torto che
di contro-interrogarlo...
... Però... Una prova... credo di averla... sperando funzioni, ovviamente.
... Preoccupato a morte, ed insicuro se il ragionamento che stavo
facendo fosse giusto o meno, sospirai e dissi: "La prova... è la
foto che ci è stata mostrata poco fa."
Travis ed il Giudice mi guardarono tutti e due senza capire cosa
intendessi fare, mentre Jean si voltava solo lievemente verso di me,
ancora non esattamente in perfetta forma.
"La foto del signor Ground? In che modo sarebbe rilevante, signor Trueman?" domandò il Giudice.
"Cosa staresti cercando di fare, Law?" mi chiese Travis, più curioso che preoccupato.
"B-beh... Finora l'accusa ha presentato l'idea di un complice che
avrebbe aiutato Michelle Redhead sistemando la strada, ma chi
può assicurarci che sia stata lei davvero ad avere installato
l'esplosivo all'interno del motore? Anche se lo ha messo, potrebbe
stare volendo proteggere qualcuno... e magari, i veri colpevoli sono Ty
e Tord, i due amici del signor Digby Ground: dopotutto, non credo che
sia difficile che una persona come Ground decida di aiutare due sue
amici, ed ha stabilito di aver ricevuto una chiamata, dopotutto...
credo fili tutto, o no?" provai a dire, cercando di ridurre al minimo
l'insicurezza.
... Non ho alcuna prova per garantire che quello che io stia dicendo
sia esatto. Sto effettuando balzi di logica assurdamente ridicoli e
privi di senso, senza contare che sto accusando gente senza avere un
solido motivo per sospettare di loro...
Mi rendo conto che ciò che sto dicendo non ha la minima base ed
un avvocato non dovrebbe ricorrere così tanto alla fortuna.
Anche se gente come Phoenix Wright è riuscita ad andare avanti
con bluff e colpi di fortuna quando non riusciva a trovare una
soluzione, io non sono così.
Devo per forza di cose basarmi su delle prove per essere sicuro di
ciò che dico. Prove che nei miei casi sembrano starsi facendo
sempre più inesistenti... mi piace fare l'avvocato in sè,
come ideale e lavoro, ma non mi piace fare dei ragionamenti del genere,
soprattutto se ci sono delle persone a rischio...
Mi aspettavo che le mie parole fossero completamente sbagliate... Con
mia grande sorpresa, però, le mie parole sembrarono avere
effetto su Ground... molto, molto più effetto di quanto credessi
avrebbero fatto.
"I... Io... non... non...!" provò a difendersi inizialmente lo
scavatore, prima di mettersi la testa tra le mani e abbassare lo
sguardo, urlando a squarciagola: "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!!"
Eh...? Perchè ha reagito così adesso? L'ho spinto completamente sotto al punto di rottura...?
Il pubblico iniziò a parlottare tra sè e sè di
ciò che stava succedendo, prima di venire messi a tacere da tre
colpi di martelletto da parte del Giudice.
"Ordine! Ordine! Signor Ground? Che sta succedendo!?" domandò
l'anziano, con aria estremamente preoccupata, mentre Digby continuava
ad urlare, in preda al panico ed allo stress.
"Basta! Basta! BASTA! NON SONO STATO IO! NON SONO STATO IO! NE' TY! NE'
TORD! PER FAVORE AIUTATEMI! SALVATEMI, VI SUPPLICO!" implorò,
suonando sempre più disperato ad ogni frase che pronunciava...
...
Non avrei mai pensato che le mie parole avrebbero avuto tutto questo peso per lui.
... Mi dispiace, signor Ground, mi dispiace davvero...
Dovrei essere un avvocato. Dovrei salvarla, la gente. Non voglio vedere
persone ridotte così... eppure eccomi qui, a fallire ancora una
volta.
Non mi stupirebbe se fossi considerato il peggior avvocato della storia, adesso...
Travis storse il naso al vedere la reazione di Ground, voltandosi verso
il Giudice e dicendogli: "Vostro Onore, suggerirei di fare una pausa di
un quarto d'ora per...", venendo però interrotto prima che
potesse finire di parlare.
"Non ci sarà bisogno." affermò una voce sconosciuta, mentre la porta della sala veniva spalancata completamente.
Uh...? Chi è arrivato, adesso?
Mi voltai insieme a tutti i presenti verso l'entrata della sala
udienze, dalla quale due figure stavano entrando, con assoluta calma e
nonchalance.
"Non preoccuparti, Digby. La cavalleria è appena venuta a salvarti..."
*********************************************************************************
Quarantesimo capitolo di LT (anche se come conteggio è il
trentanovesimo), che finalmente pubblico dopo parecchio tempo. Ho
deciso per una volta di unire insieme il pre-udienza e la prima parte,
per continuare ad avere un pacing rapido ed evitare troppi capitoli di
stallo.
Ringrazio moltissimo The Shadow e Renna per la mano datami con questo
capitolo (e The Shadow in particolare un grandissimo grazie per la
mappa del caso), e vi do appuntamento al prossimo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 41 *** Capitolo 40: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 2) ***
LTAA41
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 40: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 2)
"Non preoccuparti, Digby. La cavalleria è appena venuta a salvarti..."
Ad avere appena parlato era stato un uomo appena entrato in tribunale,
accompagnato da un altro, più corpulento individuo.
Il primo sembrava essere sulla trentina, era magrolino e vestito con una giacca di pelle nera dalle maniche strappate, dai
capelli platinati a pompadour (tenuto su con una tonnellata di gel,
presumo) ed un paio di occhiali da sole sul naso, abbassati abbastanza
da essere appena sotto i suoi occhi marroni, con una sciarpa stretta rossa al collo ed un casco da motociclista sottobraccio.
Il secondo dava l'idea di avere la stessa età ed era più
imponente e massiccio, anche lui con abiti di pelle e nessun capello in
testa, con le mani coperte di bende fino al polso ed una vistosa
cicatrice al collo, e con quello che sembrava essere un piccolo
ciondolo a forma di teschio attorno. Si trovava dietro il più
piccolo, e stava tenendo le braccia conserte mentre squadrava tutta la
sala udienze.
... Chi sono questi due? Non mi danno una buona impressione... anche se credo di aver capito di chi si tratti...
"Uhm? E voi chi sareste?" domandò il Giudice, confuso quanto me dai nuovi arrivati.
"Io sono Ty Utah, ma potete chiamarmi 'Il tondo'." si presentò
il più magro, per poi indicare con il dito il colosso dietro di
lui, aggiungendo "Lui invece è Tord Swagger, ma potete chiamarlo
'Lo smilzo'."
Al banco dei testimoni, Digby Ground sgranò gli occhi per
qualche secondo, prima di mostrare un sorriso a trentadue denti,
dicendo "Ty... Tord... s-siete venuti, quindi..."
"Ovviamente. Non abbiamo intenzione di abbandonare il nostro amico."
affermò Ty, sorridendo di rimando e mostrandogli un pollice
alzato, mentre Digby tirava su col naso, probabilmente sul punto di
piangere dalla felicità.
... Sarò onesto, non so se considerarla toccante o patetica come scena... o forse tutte e due.
Anche se mi fa piacere che Digby non sia più così stressato com'era fino ad appena un minuto fa...
"Oh, quindi voi siete i famosi amici del signor Ground. Però...
aspettate, il signor Utah sarebbe il tondo ed il signor Swagger sarebbe
lo smilzo? Non dovrebbe essere il contrario?" chiese il Giudice,
confuso. In risposta, 'il tondo' fece le spallucce.
"E' una storia lunga, forse dovremo farci una deposizione al riguardo."
rispose, voltandosi poi verso Travis e chiedendogli "Allora, amico, sei
contento?", con tono seccato.
Uh? Che cosa intende?
"Non ho idea di cosa stia parlando, signor Utah." fece Travis, con un sorrisetto che faceva intendere tutto l'opposto.
... che cosa hai fatto, Travis?
"Eh... ho capito, ho capito." disse 'il tondo', per poi voltarsi verso
il Giudice, indicandolo con il dito indice, non troppo diversamente da
come farebbe un avvocato.
"Ehi, vecchietto! Siamo venuti per testimoniare. Ma solo ad una condizione." affermò.
"Un testimone non può porre condizioni per testimoniare come se niente fosse, a dire il vero..." rispose l'anziano.
"Sì, sì, so bene che sono principalmente casi speciali,
ma fidati, vecchietto, questo è un caso che più speciale
non si può." fece Utah.
"Forse è il caso di starlo a sentire, Vostro Onore. Se ho capito
cosa c'è dietro, non è il caso di prendere sottogamba la
situazione..." disse Travis.
"Il tennista ha già capito, molto bene. La condizione è
semplicemente che il pubblico lasci l'aula per tutta la durata
dell'udienza, anche quando noi avremo finito: sapete, ci sono un
pò di cose che la nostra cara vox populi è meglio non
sappia." affermò il 'testimone', sistemandosi gli occhiali.
"Hmmm... onestamente, trovo che la sua richiesta sia un pò
troppo gravosa, signor Utah. Perchè anche dopo?" chiese quindi
il Giudice.
"Vorrei evitare di fare iniziare il gossip e la fuga di informazioni.
Tutto quello che fa parte di questo caso deve rimanere quanto
più segreto possibile, non so se capisce." replicò
l'altro con calma.
Sentìi varie persone nel pubblico iniziare a parlottare tra
loro, principalmente curiosi e persone stanche di vedere processi fatti
a porte chiuse per segretezza... ma preferìi non considerarle,
concentrandomi piuttosto su Utah. Questo desiderio di imporre
segretezza non prometteva nulla di buono...
"Posso concenderle al massimo di testimoniare alle sue condizioni, ma
il resto del processo non potrà sottostare alla sua richiesta.
Non può richiedere un'eccezione tanto vasta, non importa quale
sia il motivo." spiegò il Giudice, mantenendo la sua
autorità, con mia sorpresa: conoscendolo, credevo avrebbe finito
per concedergli tutto... evidentemente mi sbagiavo.
Utah si morse il labbro, per poi sospirare e dire: "Beh, ci ho provato,
ed almeno ho ottenuto qualcosa. Vada per solo la nostra testimonianza
in privato, allora."
"Molto bene." fece il Giudice, battendo il martelletto: subito dopo,
gli uscieri mandarono subito via il pubblico, nonostante le proteste
della maggior parte dei presenti.
Tra le persone che uscirono, mi sembrò anche di cogliere per un
attimo un familiare ragazzo con una maglia rossa osservarmi per un
attimo... ma non ero sicuro se fosse davvero lui, o me lo ero soltanto
immaginato.
E così, in meno di cinque minuti, la sala udienze fu
completamente vuota, eccetto per me, Jean, il Giudice, tre delle
'talpe', Travis, e gli uscieri e le guardie del tribunale.
"Bene, signor Utah, è contento adesso?" domandò Travis,
mettendo la racchetta di fronte a sè ed osservando l'amico di
Ground tramite la rete.
"Datemi solo un secondo." disse lui, prendendo per le spalle lo scavatore ed osservandolo negli occhi.
"Digby, come ti senti adesso? Ce la fai ad uscire?" domandò, con tono preoccupato.
"S... sì... ma adesso voi..." rispose timidamente l'altro.
"Non preoccuparti per noi, non è la prima volta che ci occupiamo
di cose del genere. Ora esci e rilassati sul divano, va bene? Torneremo
da te il prima possibile. Pensa solo a rilassarti, d'accordo?"
cercò di rassicurarlo 'il tondo'.
"... V-va bene. Mi dispiace di essere stato così incapace..." fece lo scavatore, tirando su con il naso.
"Per niente, sei stato grande. Puoi stare tranquillo." la
rassicurò quindi Utah, sorridendogli prima di voltarsi verso gli
uscieri, dicendo loro: "Portatelo fuori, ed assicuratevi che stia bene."
Non se lo fecero ripetere due volte, e scortarono rapidamente lo
scavatore fuori dalla Sala Udienze, lasciando solo i nuovi arrivati al
banco dei testimoni.
... Sarò sincero, non mi aspettavo praticamente per nulla una
piega del genere. E soprattutto, c'è ancora la questione di
tutta questa segretezza sulla testimonianza... in che razza di caso mi
sono cacciato...?
"E va bene. Mi dispiace di aver interrotto il caso ed essere venuto a
fare il bello ed il cattivo tempo, ma credetemi, se dico che era
necessario." affermò poi il testimone, mentre Swagger annuiva,
tenendo le braccia incrociate e rimanendo fermo, come una sorta di
guardia del corpo.
"Mi basterebbe capire il perchè di tutta questa segretezza: ho
già avuto modo di occuparmi di un certo numero di casi del
genere, come il caso AAT-5, e non è mai finita bene."
puntualizzò il Giudice.
"Beh, prima di tutto, vorrei porre una domanda al procuratore."
affermò Utah per poi voltarsi verso Travis, chiedendogli subito
dopo "Hai chiamato apposta Digby a testimoniare sapendo
che saremmo dovuti intervenire, giusto?"
In risposta, Travis sospirò e fece le spallucce, senza sembrare eccessivamente preoccupato.
"Non ha senso mentire." rispose, per poi annuire ed aggiungere
"Sì, è proprio
così. So che è decisamente una mossa scorretta, ma avevo
il sospetto che dietro questo delitto e le corse clandestine ci fosse
qualcosa. Volevo provare a farvi testimoniare direttamente, ma
continuavate a rifiutare di venire dicendo che chiedere allo scavatore
bastava per il processo di oggi... per questo, dopo aver visto quanto
insicuro può essere mentre viene interrogato, ho voluto
rischiare un pò e vedere se farlo spremere un pò
dall'avvocato vi avrebbe fatti uscire allo scoperto... e a quanto pare,
il mio piano ha funzionato."
... Vorrei dire che sono sorpreso, ma... non lo sono.
Non è la prima volta che nasconde dettagli del genere,
dopotutto. E la cosa peggiore è che non posso nemmeno pensare
che non lo avrebbe mai fatto...
... Diamine... perchè sono così negativo oggi...? Forse
sono giù di morale per come si è comportata Jean
finora... o forse no. Vorrei davvero capirlo...
"Una mossa piuttosto meschina, se posso dirlo." puntualizzò il testimone, mentre Swagger annuiva silenziosamente.
"... Sì, me ne rendo conto, e mi dispiace, molto. Probabilmente
c'erano modi molto più convincenti, semplici e soprattutto
legali per costringervi a confessare, ma considerato che l'omicidio
è avvenuto appena qualche ora fa, era il meglio che potevo
fare... Sono pronto ad essere penalizzato o anche sospeso
dall'incarico, se necessario." fu la risposta di Travis, abbassando lo
sguardo e sospirando, affranto.
... O almeno, volevo credere che fosse affranto, e pentito per ciò che aveva fatto. Lo speravo con tutto me stesso...
"Sì, effettivamente sì, ma questo non giustifica le sue
azioni. Spero che ne sia davvero cosciente: si fidi, prima si fa una
singola azione scorretta... poi una seconda, una terza, una quarta, e
prima che lei se ne accorga, sei diventato un criminale incallito o,
nel suo caso, il nuovo Manfred von Karma." rispose quindi 'il tondo',
osservando con aria seria il mio amico.
... Non so quanto posso dargli ragione... ma, non credo che delle
azioni criminali siano da condannare se sono state fatte per buoni
motivi... oppure sì?
... Cosa diamine sto pensando? Ugh...
"Parleremo della condotta del procuratore Harley in un altro momento.
Non diceva di voler testimoniare, signor Utah?" domandò il
Giudice, con aria seria. Travis continuava a tenere lo sguardo basso.
"Sì, ha ragione. Mi scuso per la lunga parentesi, ma sono una
persona a cui non piace lasciare cose in sospeso." affermò
quindi, arruffandosi un pò il pompadour prima di aggiungere
"Allora, signor manipolatore, spari le domande: il qui presente Ty Utah
farà del suo meglio per rispondere a tutto ciò che lei
vorrà!"
"..." Travis rialzò la testa e riprese a palleggiare, mordendosi
il labbro prima di chiedere "Ci parli del perchè delle buche,
qual'è il ruolo di Digby Ground, cos'è successo su quella
strada, e soprattutto, per chi lavorate."
"Ehi, quella che mi state chiedendo non è una testimonianza,
è una confessione!" fece Utah, ridacchiando un pò tra
sè e sè prima di riprendere parola, commentando "Penso
che una sola deposizione su tutti questi argomenti rischi di risultare
confusionaria, se non addirittura dispersiva. Che ne direste se
facessi, invece di una gigantesca deposizione, facessi una serie di
piccole deposizioni una dopo l'altra? Tempo permettendo ovviamente, ma non credo ci saranno problemi."
"Hmmm... non ne vedo il problema, onestamente. Lei cosa ne pensa, procuratore?" rispose quindi il Giudice.
"Nessun problema, l'importante è che parli, per me." affermò quindi Travis, d'accordo anche lui.
Sentìi Jean sbuffare seccata vicino a me... probabilmente,
l'idea di ascoltare tre contro-interrogatori prima di arrivare al punto
che voleva affrontare non la faceva esattamente saltare di gioia...
... Perchè è così difficile semplicemente DIRMI le
cose, invece di dovermi continuamente tenere all'oscuro di tutto? Io
voglio solo aiutarvi... perchè dovete sfruttarmi così,
senza che io sappia per cosa?
Ugh... devo calmarmi, e concentrarmi, soprattutto. Se continuo a rimanere
Feci un respiro profondo e chiusi gli occhi. Avevo il cuore che mi batteva a mille e grondavo di sudore.
Aprì poi subito dopo i miei occhi, osservando deciso Ty, il
quale si era appena sistemato il pompadour, alzando entrambe le mani in
aria con fare teatrale.
"Bene bene... signore e signori, ecco a voi la deposizione, dal vostro
testimone favorito." proclamò, per poi iniziare la sua deposizione.
Deposizione del Testimone
-- RIVELAZIONI DI TY: LE BUCHE, DIGBY, E LA BOMBA --
- Questa si risponde da sola: io, Tord e Digby siamo amici d'infanzia. La foto è una prova inconfutabile.
- Qualcuno voleva fare Stepford fuori, e per questo motivo è stata piazzata una bomba sopra la sua moto.
- Raggiunta una certa velocità, la bomba è esplosa, ed il
caro Pete Stepford è diventato un bel puzzle umano.
- Chi è stato? Domanda fuori dalla mia portata, provate con qualcos'altro.
- In ogni caso, siamo stati io e Tord a richiedere che Digby scavasse
le buche. Lui ha accettato da bravo amico, ed il resto lo sapete.
- E, prima che me lo chiediate: io ho tenuto d'occhio la corsa, ma non vi ho partecipato. Tord sì, però.
- Tuttavia, una domanda rimane: chi credete che abbia messo la bomba sulla moto?
- Se risponderete a questa domanda, questa deposizione potrà considerarsi superata.
...
"... Testimone, questo mi sembra più un indovinello che una
deposizione..." puntualizzò il Giudice. Ty Utah sospirò.
"Ho le mani un pò legate per vari motivi, ma voglio essere
quanto più d'aiuto possibile. So anche che l'avvocato
probabilmente non ha molte prove con cui contraddirmi, quindi, voi
della difesa... provate a suggerire idee ed essere creativi, piuttosto
che restringervi a ciò che sapete. Osate e ragionate, piuttosto
che cercare di risolvere questo caso come se fosse un cruciverba. I
voli pindarici non portano solo a risultati sbagliati, se hanno una
base nella logica." fu la sua semplice, ma coincisa risposta.
"Osare e ragionare possono portare a ottime soluzioni, l'ho visto
personalmente in un mio caso con Wolf Lonnie alla difesa... ma alla
fine, a meno che non si abbiano prove solide per dimostrare ciò
che si dice, è tutto inutile." puntualizzò quindi Travis.
"Questo caso rischia di essere di livello troppo avanzato per dei
giovani come voi, senza qualcuno a guidarvi e suggerirvi una
scorciatoia. Io sono la scorciatoia, e fintanto che sarò qui, vi
consiglio di sfruttarmi al meglio che potete." replicò il
testimone.
... Facile a dirsi. L'immaginazione non è proprio il mio forte, se non so molto a livello di elementi su cui lavorare...
Probabilmente, è il caso di chiedergli quante più
informazioni possibili prima di procedere... anche se non riesco a
capire a cosa punti.
Potrebbe anche essere lui il vero colpevole... perchè starebbe
aiutando la difesa, in tal caso? Non so nemmeno molto sulla vita
privata e le conoscenze della vittima, quindi non ho assolutamente idea
di dove cominciare...
Ugh... questo caso non è iniziato nemmeno mezz'ora fa e già inizia ad essere complicato...
Mentre io rimuginavo sulla situazione, Jean decise di prendere la parola, osservando con sguardo serio il testimone.
"Prima di passare al contro-interrogatorio... sapete qualcosa di
Samantha Watson?" domandò, mentre Utah alzava un sopracciglio,
con aria interrogativa.
"Forse, forse no. Ma non è il caso di discutere di cose del
genere. Perderemmo di vista il quadro generale, e sarebbe terribile." rispose lui, facendo le spallucce.
"..." Jean lasciò subito perdere, ma capìi subito da come stesse graffiando con forza il banco della difesa
... Preferìi non dire nulla al momento, non volendo mettere in
mezzo ulteriori distrazioni in un momento tanto importante.
"Mi dispiace, principessa." fece Utah, per poi mettersi le mani sui fianchi e domandare "Anyway... shall we begin?"
... Ammetto che non sono sicuro su cosa dire. Come ha detto il Giudice,
è più un indovinello che una deposizione, ma almeno in
questo modo posso provare ad ottenere informazioni, e considerato che
so poco o nulla sul caso al momento, è decisamente un
miglioramento.
... Tutto questo mi sta ricordando non poco quello che è
successo nel processo di Cody, con Arwin Loose... ma non è il
momento di pensarci.
Presi un respiro profondo, e mi preparai all'attacco.
"Va bene. Signor Trueman, può iniziare il...
contro-interrogatorio." affermò il Giudice, probabilmente
pensando anche lui che la struttura fosse piuttosto atipica.
Contro-Interrogatorio
-- RIVELAZIONI DI TY: LE BUCHE, DIGBY, E LA BOMBA --
- Questa si risponde da sola: io, Tord e Digby siamo amici d'infanzia. La foto è una prova inconfutabile.
- Qualcuno voleva fare Stepford fuori, e per questo motivo è stata piazzata una bomba sopra la sua moto.
- Raggiunta una certa velocità, la bomba è esplosa, ed il
caro Pete Stepford è diventato un bel puzzle umano.
- Chi è stato? Domanda fuori dalla mia portata, provate con qualcos'altro.
- In ogni caso, siamo stati io e Tord
a richiedere che Digby scavasse le buche. Lui ha accettato da bravo
amico, ed il resto lo sapete.
- E, prima che me lo chiediate: io ho tenuto d'occhio la corsa, ma non vi ho partecipato. Tord sì, però.
- Tuttavia, una domanda rimane: chi credete che abbia messo la bomba sulla moto?
- Se risponderete a questa domanda, questa deposizione potrà considerarsi superata.
Proviamo ad iniziare qui.
"Un attimo!
Perchè Digby Ground avrebbe dovuto aiutarvi con le buche? Essere
amici non mi pare essere una buona giustificazione per diventare
complici di un omicidio..." domandai.
"Ci sono molte spiegazioni che potrei darti per risponderti, ma nessuna
sarebbe inerente alla conclusione a cui voglio arriviate." rispose il
testimone.
"Ma... vi basti sapere che che Digby non è esattamente
'normale'. Per maggiori informazioni, provate a contattare la
psichiatra Cheryl Hortensia dopo questo processo." aggiunse poi,
incrociando le braccia.
Una psichiatra...? Che tipo di problemi ha da richiederne una...? Mi
sembrava effettivamente piuttosto bipolare e strano, ma non credevo a
questi livelli...
"Comunque, nota bene: abbiamo chiesto solo che scavasse le buche. Non
ho detto nulla sull'aiutarci. Quindi... qual'è la conclusione a
cui arrivi?" mi domandò, con aria molto più seria di
prima.
"Sta cercando di dire che non è il colpevole, signor Utah?" si aggiunse quindi Travis, con aria seria.
"Non stavo parlando con lei, procuratore. Ma... beh, credo fosse ovvio, no?" fece il testimone in risposta.
... Non è così ovvio, visto che potrebbe tranquillamente
essere il colpevole e stare semplicemente cercando di confondere le
acque...
... Ma se fosse così, perchè dovrebbe aiutarmi? Non ho
basi per sospettare di lui... ma non ho nemmeno prove che lo rendano
affidabile, allo stesso tempo.
Ugh... per il momento, è meglio non pensarci. Forse è
meglio concentrarmi su qualche altro lato della sua deposizione...
qualcosa di utile deve esserci, alla fine.
Mi voltai un attimo verso Jean... la quale era persa nei suoi pensieri.
Speravo davvero di poterle chiedere qualche consiglio, ma forse
è meglio di no.
"Comunque, Digby ha accettato di sua volontà di scavare le
buche, e noi gliel'abbiamo chiesto: questa è una confessione, la
verità, tutta la verità e nient'altro che la
verità. Quindi, qual'è la prossima domanda, signor onda
marina?" domandò quindi Utah, osservandomi i capelli.
Io me li toccai un pò imbarazzato, prima di riconcentrarmi sulla deposizione.
- Questa si risponde da sola: io, Tord e Digby siamo amici d'infanzia. La foto è una prova inconfutabile.
- Qualcuno voleva fare Stepford fuori, e per questo motivo è stata piazzata una bomba sopra la sua moto.
- Raggiunta una certa velocità, la bomba è esplosa, ed il
caro Pete Stepford è diventato un bel puzzle umano.
- Chi è stato? Domanda fuori dalla mia portata, provate con qualcos'altro.
- In ogni caso, siamo stati io e Tord a richiedere che Digby scavasse
le buche. Lui ha accettato da bravo amico, ed il resto lo sapete.
- E, prima che me lo chiediate: io ho tenuto d'occhio la corsa, ma non vi ho partecipato. Tord sì, però.
- Tuttavia, una domanda rimane: chi credete che abbia messo la bomba sulla moto?
- Se risponderete a questa domanda, questa deposizione potrà considerarsi superata.
"Un attimo! Chi sarebbe questo 'qualcuno'? E qual'è il vostro rapporto con la vittima?" chiesi.
"La prima domanda è qualcosa che non posso dire, mi dispiace, ma
fidatevi se vi dico che ve lo direi subito se potessi. Per quanto
riguarda il rapporto con la vittima... direi che si può dire che
eravamo colleghi." fece quindi il testimone.
Travis prese la parola, sbattendo con forza la racchetta sul banco dell'accusa, prima di dire "Colleghi per cosa, esattamente?"
"Per le corse clandestine, ovviamente. Non credo sia così
difficile da afferrare, anche se effettivamente non lo abbiamo ancora
detto fino a questo momento." rispose Utah.
"Per le corse clandestine... o per i Rivales?" domandò il procuratore.
Se ci fosse stato ancora il pubblico, probabilmente tutti avrebbero iniziato a parlottare, al sentire quel nome.
... I Rivales...? Li conosco... sono una delle famiglie mafiose
più influenti dell'area, insieme ai Cadaverini, Radaverini, ed i
Kitaki... ma non credevo che potessero essere loro a regolare le corse.
Credevo fosse una cosa disorganizzata e fatta alla meno peggio, ma se
un'organizzazione criminale è coinvolta, è ovvio che non
può essere così.
In tutta risposta, Ty Utah scoppiò in una divertita risata,
mentre dietro di lui, Tord Swagger accennava un sorriso, ancora senza
dire nulla.
"Non ti sfugge niente, eh, tennista? Niente male, niente male...
sì, io e Tord aiutiamo con la gestione delle corse
clandestine... ma siamo anche membri della famiglia Rivales, seppur
piuttosto in basso nella gerarchia. Come anche Stepford, ma lui
è un pò più in alto. Noi ci occupavamo di
procurare i mezzi per le corse, mentre Stepford si occupava del
controllo delle operazioni. Era più o meno il controllore per
conto del capo." fu la spiegazione successiva.
"Quindi è per questo che volevate che nessuno ci fosse mentre
testimoniavate? Volevate impedire che si venisse a sapere del
coinvolgimento dei Rivales?" chiese il Giudice.
"Non è solo questo." aggiunse Travis.
"Si da il caso che il precedente capofamiglia dei Rivales, Ricardo
Rivales, sia deceduto durante il crollo delle Torri Hebert. A causa di
ciò, sono sorti molti conflitti di potere tra i suoi fratelli
rimasti, tutti interessati a prendere il controllo dell'organizzazione,
e come conseguenza tutte le attività di cui si occupano sono
state gettate nel caos più completo. Un background molto
favorevole per eliminare un membro della famiglia senza ricevere
ripercussioni, non credete?" domandò.
"So bene dove vuole arrivare. Nope, mi dispiace, non siamo stati noi,
per quanto stia cercando di forzarlo." rispose Utah, passandosi una
mano sul pompadour, prima di riprendere a parlare dicendo: "E' vero,
sarebbe stata una situazione assolutamente perfetta per eliminare un
problema scomodo... ma, credete davvero che solo noi avremmo voluto
l'amico morto? Mi dispiace, ma a noi non frega assolutamente nulla di
diventare dei membri di alto rango. Siamo felici e contenti nel nostro
angolino di bruti esecutori, o come volete chiamarci."
Travis si morse il labbro, per poi chiedere: "Potete dirci quindi chi
può avere avuto tale interesse, in tal caso? Mi pare di aver
capito che lei sa chi è il colpevole, ma non vuole rivelarlo."
"Sono qui solo per indirizzare il processo nella giusta direzione. Sa
com'è, senza di me, questo caso sarebbe praticamente
insolvibile. Ma c'è da aspettarselo, quando ci sono di mezzo
loro..." affermò Ty, iniziando poi a frugare nelle sue tasche.
"Uh? Loro chi?" chiesi io, curioso.
Ty Utah prese un respiro profondo, estrando qualcosa dalla tasca, prima
di domandare: "Avete mai sentito parlare della... Revenge
Association?", mostrando poi a tutti i presenti ciò che aveva
appena preso.
Si trattava di... una scheda. La stessa ed identica scheda che avevo avuto modo di vedere nel corso del mio precedente caso.
La tessera della Revenge Association, ovviamente.
"Ma cos..." fece Travis, allibito.
Io non dissi nulla, ma osservai con aria preoccupata l'oggetto nelle mani del testimone.
Perchè la RA avrebbe dovuto aiutare ad uccidere un membro di
un'associazione mafiosa? A quanto ricordo, scelgono loro i colpevoli da
'aiutare'... quindi, perchè qualcuno così insignificante
nella scala di potere? Mi pare molto, molto strano...
Vicino a me, anche Jean fu sorpresa da ciò che era stato
mostrato pur non dicendo nulla, mentre Utah sogghignava, soddisfatto.
"Le vostre facce dicono tutto quel che devo sapere. Ho trovato questo
biglietto nel nostro 'ufficio', per così dire, e pensavo che
sarebbe stato piuttosto utile per aiutarvi a venire a capo del caso."
spiegò, per poi lanciarlo dritto verso il banco della difesa:
sussultai e mi gettai per terra all'istante, mentre la tessera rimaneva
conficcata sul muro, nel punto esatto in cui poco prima si trovava la
mia testa.
"Tenete, è tutta vostra: mettetela nel Registro Prosciuttale o
come si chiama, sono sicuro che a qualcosa vi servirà,
avvocato." fece Ty, sogghignando.
Io presi qualche respiro profondo, rialzandomi lentamente ed afferrando
la tessera subito dopo, osservandola per qualche secondo prima di
inserirla nel Registro Processuale.
... la storia si ripete, alla fine. Spero davvero che il processo non finirà per avere la stessa fine del precedente...
... No, non l'avrà, sono sicuro che non l'avrà. Non permetterò finisca male. Costi quel che costi.
... Se solo riuscissi a credere alle mie parole, almeno...
"Ad ogni modo... direi che non c'è molto altro da dire, qui.
Credo che si possa tornare alla deposizione, se volete." affermò
quindi il testimone, sistemandosi gli occhiali.
"Uhm... il mistero si infittisce. Non mi aspettavo di vedere la Revenge
Association spuntare nuovamente così presto, e con lo stesso
avvocato e procuratore, anche." commentò il Giudice.
"E' piuttosto strano in effetti, ma penso sia meglio rimanere
concentrati sul caso. Non vorrei che i nostri gentili ospiti
decidessero di andare prima di dirci tutto, considerato che avevano
accennato di avere un tempo limite, o sbaglio?" affermò Travis,
con tono però piuttosto acido e frustrato.
"Non ti sfugge niente: si vede proprio che sei un tennista."
ironizzò Utah, per poi dire: "Anyway, riprendiamo.",
permettendomi di riprendere con il Contro-Interrogatorio.
- Questa si risponde da sola: io, Tord e Digby siamo amici d'infanzia. La foto è una prova inconfutabile.
- Qualcuno voleva fare Stepford fuori, e per questo motivo è stata piazzata una bomba sopra la sua moto.
- Raggiunta una certa velocità, la bomba è esplosa, ed il
caro Pete Stepford è diventato un bel puzzle umano.
- Chi è stato? Domanda fuori dalla mia portata, provate con qualcos'altro.
- In ogni caso, siamo stati io e Tord a richiedere che Digby scavasse
le buche. Lui ha accettato da bravo amico, ed il resto lo sapete.
- E, prima che me lo chiediate: io ho tenuto d'occhio la corsa, ma non vi ho partecipato. Tord sì, però.
- Tuttavia, una domanda rimane: chi credete che abbia messo la bomba sulla moto?
- Se risponderete a questa domanda, questa deposizione potrà considerarsi superata.
Prima che potessi fare nulla, però, con mia grande sorpresa, fu Jean ad incalzare il testimone stavolta.
"Un attimo! E' possibile chiedere a Swagger cos'ha visto, quindi?" chiese lei, mentre Ty sogghinava nuovamente, divertito.
"Non demordi proprio, eh?" commentò, prima di fare le spallucce
ed aggiungere: "Purtroppo, il mio amico non può parlare. Ha
avuto un pò di... complicazioni, alle corde vocali."
"..." come a voler rispondere alle parole del suo amico, Swagger fece
passare il suo dito indice sulla sua cicatrice, rendendo piuttosto
chiaro il motivo per cui non poteva parlare.
... Mi fece un pò impressione, lo ammetto, e non sono sicuro di voler sapere cosa l'abbia causata...
"Potrei tradurre a gesti ciò che vorrebbe dire, ma non farebbe
altro che farci sprecare tempo prezioso. Converrà che è
meglio occuparcene dopo, o affidarsi a qualche altro testimone, non
crede...?" domandò lui, retoricamente.
"Vada come deve andare, allora." affermò la mia assistente con
aria scocciata, prima di incrociare le braccia e tornare in silenzio.
"Brava la nostra principessa. Allora... possiamo tornare alle cose importanti, qui?" domandò lui.
Io osservai solo per un attimo Jean prima di annuire.
Ormai... credo di aver capito qual'è la soluzione... anche se non voglio crederci.
Ma forse... forse posso sfruttare la cosa a mio vantaggio... o almeno spero di essere capace di farlo...
... Non resta che provare, in tal caso. Fatti corraggio, Law, andiamo...
- Questa si risponde da sola: io, Tord e Digby siamo amici d'infanzia. La foto è una prova inconfutabile.
- Qualcuno voleva fare Stepford fuori, e per questo motivo è stata piazzata una bomba sopra la sua moto.
- Raggiunta una certa velocità, la bomba è esplosa, ed il
caro Pete Stepford è diventato un bel puzzle umano.
- Chi è stato? Domanda fuori dalla mia portata, provate con qualcos'altro.
- In ogni caso, siamo stati io e Tord a richiedere che Digby scavasse
le buche. Lui ha accettato da bravo amico, ed il resto lo sapete.
- E, prima che me lo chiediate: io ho tenuto d'occhio la corsa, ma non vi ho partecipato. Tord sì, però.
- Tuttavia, una domanda rimane: chi credete che abbia messo la bomba sulla moto?
- Se risponderete a questa domanda, questa deposizione potrà considerarsi superata.
E va bene... o la va, o la spacca.
Presi un respirò profondo, dopodichè puntai con decisione il dito verso Ty Utah, prima di iniziare a parlare.
"Obiezione! Sì...
credo di aver capito chi abbia davvero messo la bomba sulla moto. Non
ci sono altre possibilità." affermai, mentre il testimone
sogghignava nuovamente.
"Oh, davvero? Allora sentiamo, chi sarebbe stato?" chiese quindi lui.
Io presi un respiro di profondo, prima di mostrare la foto che avevo
appena estratto dal Registro Processuale.
"... Michelle Redhead, come ha già detto il procuratore. Di
tutte le persone note finora, solo lei potrebbe aver potuto installare
la bomba, considerando anche che ha ammesso di aver lavorato sulla moto
di Stepford..." affermai, deglutendo pesantemente una volta finita la
frase.
Travis ed il Giudice sgranarono gli occhi contemporaneamente. Jean
ruotò gli occhi esasperata. E Ty Utah sorrise divertito.
"S-signor Trueman! Sta dicendo che il suo cliente è colpevole
dell'omicidio!?" fece il Giudice, non capendo ciò che avevo
detto.
Non si preoccupi, vostro Onore, nemmeno io capisco come mi sia venuto.
"Non ha sbagliato, a dire il vero, e devo ammetterlo, non credevo che
avrebbe suggerito per primo il suo cliente. Il ragazzino ha gli
attributi, senza dubbio." fece il testimone, sistemandosi gli occhiali.
Forse è meglio dire che non ho idee migliori, ma... meglio concentrarsi.
"Allora, continua, ragazzino, vediamo se riesci ad arrivare alla
soluzione." mi incitò lui, mentre io stringevo i pugni, cercando
di farmi forza prima di riprendere.
"... Tuttavia, solo perchè ha installato la bomba, questo non
significa assolutamente che sia stata lei a commettere l'omicidio. E...
ho un modo per spiegarlo." affermai, estrando e mostrando il biglietto
che avevo appena ricevuto.
"... Vuoi dire che, visto che l'unica colpevole sembra essere lei, ed
è coinvolta la Revenge Association, dovremmo credere che
è innocente?" domandò Travis. Io annuì.
"... Esatto. Abbiamo già visto nel caso dei Global Studios
qualcosa del genere, dopotutto: la maggior parte delle prove puntavano
tutte verso Hayden Carson, ma alla fine la vera colpevole si è
rivelata essere... Remy Horace." affermai, perdendo un pò di
mordente verso le ultime parole.
Cercai però di non pensarci, riprendendo a parlare con:
"Oltretutto, anche tenendo a mente che potrebbe essere stata Redhead a
contattare la RA, perchè avremmo dovuto scoprire così
facilmente che lei era davvero la colpevole? Oltretutto, ci sono ancora
moltissime zone d'ombra su cui lavorare. Chi le ha richiesto di
lavorare sul motore? Chi altri si occupano delle corse clandestine?
Quante altre persone erano sulla strada durante la corsa? E come ha
fatto a convincerlo La situazione mi pare fin troppo sbilanciata
contro l'imputato, se mi è permesso dirlo... ed anche se tutto
sembra puntare su di lei, non si ha ancora un movente per cui avrebbe
potuto uccidere la vittima. Certo, c'è la possibilità che
volesse eliminando approfittando del caos in cui si trovavano i
Rivales, ma non abbiamo alcuna prova che ciò sia valido. Penso
che ci sia qualche motivo per cui Redhead abbia montato la bomba sulla
moto, probabilmente è stata costretta o forse non lo sapeva...
ma come ho detto, non abbiamo modo di sapere nulla, allo stato attuale
delle cose. Dovremmo rimandare il processo a domani ed indagare di
più, visto che allo stato attuale non possiamo combinare
molto..."
... Mi sembra di essere mio padre. Anche lui sfruttava spesso ipotesi
piuttosto che fatti, una cosa un pò atipica ma che a suo modo
funzionava, nonostante alla fine dovesse sempre servirsi delle prove...
... Ma io non sono come lui, per quanto ci provi. Non riesco ad essere
pienamente convinto delle teorie, se non ho qualcosa per sostenerlo...
e onestamente, più che un ragionamento sensato, mi pare
praticamente di aver chiesto di darmi tempo...
... Sono quasi contento che non ci sia il pubblico, visto quanto sono imbarazzato di quello che ho detto...
In risposta, Ty iniziò ad applaudire, con aria soddisfatta, facendomi sentire anche peggio.
"Non male, non male, davvero niente male. Bravo, ottimo ragionamento.
Sei arrivato esattamente dove volevo arrivassi." si complimentò
lui, mentre anche Tord sorrideva.
... beh... grazie, credo...?
"Hm... effettivamente credo anch'io che il caso sia piuttosto nebuloso
al momento. Anche considerando che la Revenge Association è
coinvolta, forse un giorno in più di investigazioni sarebbe
utile..." ipotizzò il Giudice, ponderando la situazione.
... Mi sorprende che non abbia provato subito a condannare Michelle
Redhead, anche se mi fa piacere di essere riuscito a convincerlo...
Tuttavia, Travis prese la parola in quel momento, commentando: "Mi
dispiace rovinare il momento, ma mi piacerebbe far notare che tutto
quello che l'avvocato Trueman ha detto non ha alcuna validità di
prova, per quanto logico sia quel che ha detto. La situazione non
cambia, ed a meno che non vi siano prove o testimonianze perfettamente
valide, non credo che la posizione di Michelle Redhead possa cambiare
così facilmente."
... Sì, è vero. Per quanto lo voglia, nulla garantisce che io possa trovare un modo per scagionare Redhead.
... Sono in momenti come questi che mi piacerebbe che il vero colpevole
semplicemente entrasse dalla porta e dicesse 'sono stato io!'.
Risolverebbe non so quanti problemi... e non ne causerebbe a gente
innocente.
... fu allora che le porte del tribunale si aprirono lievemente, e
subito dopo una voce piuttosto giovane ma familiare urlò "O... Obiezione!", con tono piuttosto agitato.
Io, Jean, Travis, il Giudice, ed i due testimoni ci voltammo tutti
verso la porta, vedendo chi era appena entrato... ed io in particolare
rimasi sorpreso, al vedere chi era appena arrivato.
"Wren...?" domandai sorpreso, senza staccare gli occhi dal dodicenne.
Era grondante di sudore, stava respirando a fatica, e la sua bretella
sinistra stava scivolando sul suo braccio. Sembrava aver fatto
chilometri di corsa... ed aveva un'aria estremamente turbata.
Lui prese un respiro profondo e si sistemò la bretella, per poi riprendere la parola.
"E... e va bene... sono stato io... d'accordo...?" fece il ragazzino,
osservando tutti i presenti con preoccupazione, prima di abbassare lo
sguardo.
Co... Cosa...?
*********************************************************************************
Quarantunesimo capitolo di LT, in cui la prima parte del processo
inizia ad avviarsi verso la sua fine. Penso che il prossimo capitolo
chiuderà la prima parte, con l'inizio della fase investigativa,
dove il bello del caso finalmente inizierà.
Ringrazio per l'aiuto datomi in alcune sezioni del capitolo DZ-Aladan,
Dante Ushiromiya, The Shadow e Renna: il caso AAT-5 menzionato è
un evento
molto importante avvenuto nella serie 'Case: WL-0 - World of Lies' di
The Shadow, alla quale appartiene anche il personaggio di Wolf Lonnie.
Cheryl Hortensia è invece proprietà di Renna, e della sua
storia 'Eyes, Lies & Trusting Times', parte della serie
'Wholeheartedly', non disponibile su questo sito. Il concetto di 'vox populi' come qui espresso da Ty Utah si origina, come concetto e nominativo, dalla storia 'Deeper than Void' di The Shadow.
Ringrazio chiunque leggerà questa storia, e vi do appuntamento come sempre al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 42 *** Capitolo 41: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 3) ***
LTAA42
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 41: Highspeed Turnabout (udienza 1, parte 3)
"E... e va bene... sono stato io... d'accordo...?"
... Deve essere uno scherzo. Non può essere vero.
Wren era ancora all'entrata, ansimando e con sguardo preoccupato,
guardandosi con aria insicura ora che era al centro dell'attenzione.
Sentìi Travis sibilare un seccato "Un ragazzo ancora una volta.
E' il terzo caso di fila...", mentre il Giudice lo osservava confuso.
"... In che senso saresti stato tu, ragazzino?" domandò quindi.
"Ho... ho messo io la bomba. Sono stato io ad... uccidere Pete Stepford." continuò a dire, abbassando lo sguardo.
"Wren... stai scherzando, vero? Perchè avresti dovuto farlo?"
chiesi allora io. Wren alzò lo sguardo, e tirò su con il
naso.
"Perchè... non mi stava simpatico. Quindi l'ho fatto saltare in
aria. Ora arrestatemi e facciamola finita..." disse quindi, affranto.
... Ci dev'essere per forza qualcosa sotto. Non è possibile che
Wren possa essere il colpevole, non ha assolutamente senso...
Avrei provato ad obiettare, ma con mia sorpresa, Ty Utah sbattè
il palmo della mano sul banco dei testimoni, per poi osservare con
sguardo a metà tra il seccato ed il divertito il nuovo arivato.
"Alt. Wrenchy, dovresti ragionare prima di venire a sparare confessioni
fasulle, non credi? Non te l'ha insegnato la mamma che non si dicono le
bugie? Ops, che sbadato... la mamma non ce l'hai." disse lui in
risposta, sarcastico e ghignando.
"Io..." provò a dire Wren, fermandosi però a metà
frase, per poi stringere le mani insieme ed agitare le dita con fare
nervoso.
... Questa poteva risparmiarsela, onestamente.
Anche se lui e Wren sembrano conoscersi piuttosto bene... anche se non
dovrei esserne sorpreso, visto e considerato che lavoravano entrambi
per le corse clandestine, o almeno hanno lavorato per un pò.
Il Giudice, nel frattempo, stava osservando spaesato il testimone ed il ragazzo.
"... Ammetto di aver perso il filo. Il ragazzo è colpevole o non colpevole, quindi?" domandò.
"Obiezione!
Vostro Onore, non è il caso di credere alla 'confessione' che ci
è stata appena raccontata." rispose Travis, stringendo la
racchetta.
"M-ma sono stato io! Che c'è? Solo perchè sono un
moccioso credete che non sia capace di uccidere qualcuno!?"
sbraitò il piccolo, stringendo le mani con forza mentre teneva
lo sguardo fisso sul procuratore.
"Wren, calmati!" provai a dire, senza successo.
"SONO STATO IO! QUANTE VOLTE VE LO DEVO RIPETERE!?" urlò poi
Wren, con gli occhi lucidi e sul punto di piangere, guardando tutti i
presenti nella sala.
"Allora rispondimi: esattamente, perchè ti stava antipatico?
Come ti sei procurato la bomba? Come hai installato una bomba senza
essere scoperto? Per quale motivo hai cercato di incriminare Michelle
Redhead? Come hai contattato la Revenge Association? E già che
ci sei, puoi darci più informazioni su di loro? Nel dettaglio,
per favore. Se sei tanto convinto di essere colpevole, non sarà
un problema dare una risposta a queste domande, non credi?" fece quindi
in risposta Travis, osservando Wren attraverso la racchetta con molta
calma e professionalità.
Wren sbiancò ed abbassò lo sguardo alla domanda,
borbottando "... I-Io... ecco...", senza riuscire a rispondere a
nessuna di quelle domande.
"Non state ad ascoltarlo. Wrenchy sta inquinando il puzzle con dei
pezzi farlocchi. Avrà sicuramente le sue buone ragioni per
essere intervenuto, ma quel che ha detto non è per nulla vero."
affermò quindi Utah, mentre dietro di lui Swagger annuiva.
"Non fare... non fare il finto tonto, Ty! Sai benissimo perchè
l'ho fatto! Michelle non ha fatto nulla! E' stata incastrata! Tanto
vale che un rifiuto inutile come me finisca in carcere, se il colpevole
deve farla franca!" ribattè Wren, corrugando la fronte.
"Wren, tu non sei un..." provai a dire io, venendo però fulminato dallo sguardo del più giovane.
"Zitto! E' facile parlare per te! Tu non sei quello che è
cresciuto per strada! Che non è stato voluto nemmeno dai propri
genitori! Che è stato sfruttato in ogni modo possibile ed
immaginabile! Come posso essere qualunque cosa se non un rifiuto!?
Già continuando a vivere sto solo sprecando spazio! Che senso ha
che stia ancora libero!?" urlò quindi il giovane meccanico,
iniziando a piangere ed a respirare a fatica.
... Wren...
Abbassai lo sguardo senza dire nulla, stringendo i pugni per via della mia impotenza.
... Avessi avuto l'età adatta, non mi sarei fatto problemi ad
adottare Wren, anche solo per toglierlo via da quella situazione. Ero
sicuro che soffrisse lì, ma non credevo al punto da vedersi come
spazzatura...
"E questo dovrebbe essere abbastanza per farti considerare il
colpevole? Non credo proprio... è nobile che tu voglia
proteggere Michelle Redhead, ma se non hai prove per dimostrare di
essere colpevole, allora mi dispiace, ma le tue parole non valgono
nulla..." continuò a dire Travis, incrociando le braccia.
"Il procuratore ha ragione. A meno che tu non possa provare senza ombra
di dubbio di essere davvero il colpevole, la tua confessione non
potrà essere considerata affidabile. Ed in tutta onestà,
non credo proprio che tu lo sia." affermò il Giudice
con serietà.
"Ma... ma io..." provò a dire Wren, abbassando lo sguardo e
singhiozzando tra sè e sè, visibilmente preoccupato.
"Ora, se non hai nulla di importante da aggiungere, ti devo chiedere di
andare via: non abbiamo molto tempo a disposizione, ma dobbiamo
sfruttare tutto il possibile per far luce sul mistero." disse Travis,
con tono autoritario e serio, come non l'avevo mai visto fare. Si stava
comportando nel modo esattamente opposto a come si stesse accanendo su
Cody nel mio precedente caso... mi aspettavo che avrebbe colto la palla
al balzo e diretto tutte le accuse verso Wren, visto che si riteneva
colpevole...
... Anche se decisamente, è meglio così. E' piuttosto
brutto vedere bambini implicati in un omicidio... soprattutto se
imputati.
"N... no! Devo rimanere qui! P-Potreste non voler accettare ciò
che dico, ma devo essere sicuro che Michelle non venga condannata! Lei
non è colpevole!" protestò quindi il giovane, preoccupato
e nervoso.
"Belle parole, ma come Manfred von Karma 2.0 ha detto, o le sai
provare, o devi smammare." disse Ty. Travis sospirò seccato, ma
a parte quello non reagì.
"..." Wren non disse nulla, sospirando ed asciugandosi gli occhi ancora lucidi.
... So che forse non servirà, ma devo provare a fare qualcosa...
"Ehm... Obiezione! Posso suggerire qualcosa, Vostro Onore?" feci io, attirando l'attenzione del barbuto.
"Uhm? Che cosa, signor Trueman?" domandò lui.
"Beh... è possibile che Wren rimanga qui... come mio assistente,
insieme a Jean?" suggerìi io, imbarazzato e passandomi una mano
tra i capelli.
Tutti i presenti mi osservarono straniti, eccetto Ty, che stava sorridendo tra sè e sè.
Jean mi diede un'occhiata strana per un attimo, alzando il sopracciglio, per poi tornare ai suoi pensieri,
Wren si voltò e mi osservò con sguardo sorpreso, non credendo a ciò che aveva appena sentito.
"D... Davvero posso...?" domandò. Io annuì per poi rispondergli.
"Beh, sembri comunque sapere qualcosa di importante, e se le tue parole
non possono essere accettate come testimone, almeno così puoi
essere vicino all'azione. Basta che tu mantenga la calma e non faccia
nulla che possa farti cacciare fuori, va bene?" dissi io. Wren sorrise
lievemente in risposta, asciugandosi nuovamente gli occhi ed
osservandomi contento.
"D-d'accordo, per me!" fece lui, più solare di prima.
"Beh... è un pò inusuale, ma è già capitato
che vi fossero assistenti piuttosto giovani in altri casi, quindi non
vedo perchè non si possa fare. Ha qualche obiezione, procuratore
Travis?" chiese allora l'anziano.
"Assolutamente nessuna." fece Travis, in modo estremamente
professionale, o almeno provando ad esserlo. Mi chiedo se lo stia facendo
anche per rimediare all'entrata che ha fatto prima...
Wren esultò sottovoce, prima di correre verso il banco della
difesa, mettendosi tra me e Jean: arrivava appena appena a sporgere con
la testa dal banco, ma a parte quello, non sembrava avere alcun
problema con esso.
Jean si limitò a lanciargli qualche occhiata, ma a parte questo
non reagì più di tanto... non che me lo aspettassi,
visto come si è comportata finora.
"Spero di riuscire ad essere utile, signor Lawrence... so di essere
solo un moccioso ma, grazie per avermi accettato come assistente."
ringraziò quindi Wren, abbasando lo sguardo ed arrossendo, un
pò imbarazzato.
"Di nulla, non preoccuparti, e non sei così inutile: pensa solo
a stare calmo, e se vuoi intervenire, dimmi subito quello che ti viene
in mente, va bene?" mi raccomandai, cercando anche di tirargli su il
morale. Il dodicenne annuì.
Bene... così dovrebbe stare al sicuro da accuse e può stare tranquillo sullo svolgimento del processo.
Non posso negare però che mi fa un pò tristezza quello
che ha detto su di sè... perchè crede di essere
così inutile?
E' facile credere che stesse giocando la carta della pietà... ma
mi è sembrato paurosamente serio entrambe le volte in cui si
è autodefinito un rifiuto.
... In ogni caso, me ne occuperò dopo. Per adesso è
meglio che mi concentri sul caso alla mano, avrò tutto il tempo
di aiutare Wren una volta finito il processo.
Volendomi concentrare, osservai di nuovo il banco dei testimoni, dove
Ty Utah stava controllando qualcosa sul suo cellulare, per poi posarlo
e fare le spallucce.
"Mi fa piacere che Wrenchy si sia risollevato adesso, ma purtroppo,
pare che per noi sia finita qui." affermò subito dopo.
"A cosa fa riferimento, signor Utah?" domandò il Giudice.
"Abbiamo un appuntamento con il nostro capo a breve, e sarebbe meglio
se io e Tord ci facessimo vedere in tempo: ritardare anche di poco
porterebbe a conclusioni... non carine, diciamo. Spero che capiate a
cosa mi riferisco." fece lui, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.
In risposta, Travis sbattè le mani sul banco dell'accusa, dicendo poi "Obiezione!
Mi dispiace, ma non potete andare via. La vostra associazione ai
Rivales è stata dimostrata, quindi anche se non per questo
omicidio la polizia ha il dovere di arrestarvi!"
"Una logica ferrea, non c'è dubbio." concordò Utah, per
poi aggiungere con serietà "Ma purtroppo non possiamo proprio
rimanere: adesso che avete più informazioni sarete sicuramente
capaci di risolvere il caso da soli. Non è esattamente
complicatissimo, ma sono le persone a renderlo difficile da
decodificare... ma voglio fidarmi di voi. Sono sicuro che ce la farete,
ed avremo modo di rivederci altre volte."
Detto ciò, Ty fece un cenno a Tord, guardandosi a destra e a
sinistra, per poi affermare "In ogni caso... addio!", e scattare a
tutta velocità verso la porta della Sala udienze, insieme al suo
più massiccio compagno.
"Cos... fermateli! Subito!" sbraitò allora Travis sgranando gli
occhi, troppo tardi: Ty e Tord erano già usciti dalla sala, e
dai rumori dei loro passi sembrava anche che fossero già
arrivati al piano inferiore...
"U-uscieri! Andate a prendere i testimoni, subito!" ordinò il Giudice sbattendo il suo martelletto, anche lui sorpreso.
"Pf, non hanno speranza. Ty e Tord sono dei maghi della fuga, provare a
cercarli prima che se ne vadano è una sfida persa in
partenza..." fece Wren, sogghignando e con aria divertita.
"Non credo che sia una cosa positiva adesso, Wren..." risposi io, basito.
Dopo qualche minuto, gli uscieri tornarono nella sala udienze, comunicando al Giudice i risultati delle ricerche.
"... Sembra che i signori Utah e Swagger siano riusciti a compiere la
loro grande fuga. Se non fosse per la situazione, direi che
meriterebbero una medaglia olimpica..." fu il commento dell'anziano,
una volta comunicatogli il fallimento.
"Mi dispiace, vostro Onore: avrei dovuto fare più attenzione e
bloccare le uscite quando si è dovuto far sgombrare il
pubblico..." si scusò Travis, con una mano sulla fronte.
Il Giudice scosse la testa, prima di rispondergli "E' comprensibile
procuratore, non si preoccupi. Tuttavia, credo sia meglio riprendere a
discutere del caso."
Travis annuì, riprendendo a palleggiare con la sua racchetta
"Concordo, Vostro Onore. Visto che al momento la parentesi riguardante
Ground, Utah e Swagger non può proseguire, unita all'insistenza
della signorina Watson, vorrei introdurre l'altro
testimone che ho preparato."
Jean sbuffò lievemente al venire menzionata, mentre io riflettevo al riguardo.
... deve trattarsi sicuramente di Colette. Ora finalmente si riuscirà a
capire cos'ha Jean da stare così preoccupata, spero...
"D'accordo." rispose il Giudice.
Travis allora chiuse gli occhi, prendendo un respiro prima di dire "L'accusa chiama a testimoniare Colette Trueman."
Sentìi Jean sbuffare e dire tra sè e sè "Alla
buon'ora...", ma preferìi non commentare: quel processo era
già abbastanza pieno di distrazioni così com'era
Mia cugina entrò pochi minuti dopo piroettando in sala udienze,
strisciando dalla porta al banco dei testimoni per poi risollevarsi con
grazia una volta raggiunto il suo posto, salutando tutti con un sorriso
furbetto sul volto una volta finita la sua entrata in aula.
"Testimone, dichiari nome e professione." esortò Travis.
"Colette Trueman, giornalista presso la Hall of Shame, pattinatrice sul
ghiaccio, ed istruttrice di danza classica per bambini, per servirvi."
si presentò quindi lei, osservando tutti i presenti.
"Ugh... che ci fa quella cretina lì?" fece Wren, abbassando la testa come per non farsi vedere.
Ouch... che cosa ha combinato Colette con lui?
"Oh, ciao Law! Non mi aspettavo di poterti finalmente vedere all'opera,
finalmente posso tenere fede a ciò che ho detto il mese scorso,
ah ah ah!" ridacchiò lei, per poi alzare un pò lo
sguardo, notando il ragazzino castano vicino a me.
"Oh, ma guarda, c'è anche Wrenny la gallina dalle uova d'oro! Che ci fai qui, piccolino?" fece lei, curiosa.
"Non parlarmi!" replicò il dodicenne, stizzito e arrabbiato.
"Andiamo! Sei ancora arrabbiato perchè quella tua foto
è finita in prima pagina sul numero di qualche mese fa? Non ti
ho nemmeno mostrato in faccia! E poi sono stata io a chiamare miss
motore per venirti a prendere!" disse lei, come se fosse la cosa
più normale del mondo.
Vidi Wren arrossire vistosamente e sgranare gli occhi, per poi
abbassarsi e sedersi per terra, a braccia incrociate e con spalle sul
banco, probabilmente non volendo scendere nei dettagli di qualunque
cosa fosse successa.
... Non ho intenzione di chiedere che cosa gli fosse successo,
perchè presumo sia qualcosa di imbarazzante, se non peggio.
"Oh, ma quindi lei è parente dell'avvocato difensore? A prima vista non si direbbe..." domandò il Giudice.
"Sì, sono sua cugina, e sì, ce lo dicono spesso. Spero
che mio cugino non sia stato troppo remissivo in tribunale finora."
rispose allora Colette, ruotando su sè stessa.
Io non dissi nulla, grattandomi la nuca imbarazzato.
"Beh, non posso dire di conoscerlo benissimo, ma finora..."
provò a dire il Giudice: ma prima che la discussione si
focalizzasse su di me Travis tossì per attirare l'attenzione,
per poi domandare
palleggiando con la sua racchetta "Signorina Trueman, si concentri e
parli del suo incidente adesso. Qualunque altra cosa può
sicuramente aspettare fino a quando non avrà finito."
"Umpf, piuttosto di fretta, eh? E va bene, preparatevi ad una
testimonianza con i controfiocchi!" rispose Colette, mettendosi le mani
sui fianchi e mostrando un sorrisetto divertito.
Vicino a me, sentìi Jean sussultare, notando che stava
stringendo i pugni con trepidazione, aspettando che mia cugina parlasse.
... bene, sentiamo cosa è successo... anche se spero vi si possa
ottenere qualche informazione utile per il caso principale,
personalmente.
Sentiamo cos'hai da dirci, Colette...
Deposizione del Testimone
-- L'ALTRO INCIDENTE --
- Questo processo è per un omicidio, e mi trovavo sulla scena del crimine mentre la corse avveniva, a Springside Hills.
- Stavo facendo una ripresa per un servizio da pubblicare sul nostro sito web, riguardante le corse clandestine.
- Sapevo che se ne sarebbe svolta una lì e stavo pazientemente aspettando vicino alla strada groviera.
- Ho visto con la coda dell'occhio l'esplosione della vittima, ma la
cosa che ha catturato più la mia attenzione non era quella.
- Era il ciglio opposto della strada: lì una delle moto che
stavano partecipando alla corsa si iniziò ad allontanare dal
centro...
- Raggiunto il lato destro della strada, la moto andò ad
investire in pieno una persona, per poi continuare per la sua strada
come se nulla fosse.
- Chi è stata investita? Samantha Watson, che si trovava lì per caso quanto me.
- Questo è quanto. Altre domande?
...
Lawrence... sei un idiota. Un dannato idiota.
Stavamo parlando di corse clandestine e la madre di Jean era
coinvolta... era ovvio che fosse stata coinvolta in un incidente.
Perchè non hai attivato il cervello prima per arrivarci da solo?
... Mi dispiace per essermi arrabbiato con te, Jean, avrei dovuto
capire subito qual'era il problema piuttosto che essere seccato
perchè non me lo volevi dire. Scusami...
"Uhm... signor Lawrence?" fece Wren, osservandomi con aria preoccupata
"Hmm... brutta faccenda. Cos'è successo poi alla signora Watson, testimone?" domandò il Giudice, serio.
"Oh, ho fatto un paio di foto dell'incidente, dopodichè ho
chiamato un'ambulanza e me ne sono andata via per non perdermi la corsa
clandestina. Non pretendevate certo che le rimanessi vicina pr tutto il
tempo, vero?" chiese Colette, facendo una piroetta mentre parlava.
Sentìi qualcuno sbattere un pugno sul banco con forza, attirando l'attenzione dei presenti.
Sapendo già chi fosse, io e Wren ci voltammo entrambi verso Jean, la quale stava osservando furente mia cugina.
"Sì. Sì che lo pretendevamo. Ogni essere umano decente
rimarrebbe con una vittima invece di lasciarla stare così. Come
hai potuto farlo!?" urlò la mia amica, rabbiosa: in risposta,
Colette sbadigliò prima di rispondere.
"Non farmi moralismi ora. Non la vedevo in fin di vita anche se era
dolorante, e l'ambulanza l'ha portata al St. Gabriel Hospital, il
migliore ospedale della città. Non vedo di cosa avrei dovuto preoccuparmi
quando le ho riservato un trattamento di tutto rispetto..."
puntualizzò lei, con estrema calma.
"... Lasciamo perdere. Non ho intenzione di sprecare fiato con te." fece quindi Jean, sempre stringendo i pugni.
"Purtroppo la signora Watson è ancora priva di sensi al momento,
quindi non si è potuto ottenere nulla di valido da lei
sull'omicidio o sul suo incidente... ho l'impressione che possa essere
un testimone piuttosto importante, anche se non si è ancora
avuto modo di confermarlo." Travis spiegò in breve.
"Hmmm... questo caso probabilmente avrebbe beneficiato di un altro
giorno di investigazione. Nonostante l'accusa abbia vari punti a favore
riguardo la colpevolezza della Redhead, ci sono vari dettagli fuori
posto che sarebbe il caso di approfondire meglio." affermò il
Giudice mentre rifletteva sul caso.
"Concordo: purtroppo questo processo è il risultato di appena
qualche ora di indagini, quindi un altro giorno potrebbe aiutarci a
fare luce su alcuni dei suddetti dettagli. Dopo il
contro-interrogatorio, non credo che questo processo potrà
proseguire oltre..." puntualizzò Travis, palleggiando con la
racchetta.
Subito dopo aver detto questo, un pezzo di musica classica (se non
erro, il Trepak) iniziò a risuonare per la sala udienze.
Colette, un pò sorpresa, prese con un rapido movimento il suo
cellulare e lo lanciò in aria, afferrandolo con l'altra mano per
poi accenderlo e porselo sull'orecchio, dando inizio alla chiamata.
"Pronto? ... Ah, sì. Capito. Bene bene... allora, mi farò
trovare lì il prima possibile. A dopo, capo!" fece lei, per poi
chiudere il telefono e dire "Beh, sembra che non abbia tempo per
continuare qui: il capo mi vuole per un servizio, e non c'è
nessun altro che può occuparsene."
"Obiezione!
Signorina Trueman, non può andare via fino a quando il
contro-interrogatorio non sarà finito!" sbraitò con
veemenza Travis, probabilmente non volendo fare il bis dopo la fuga di
Utah e Swagger.
"Non osare andartene, brutta...!" fece Jean, digrignando i denti e sembrando pronta a fare a fette Colette.
"Veramente, nulla mi impedisce di andarmene, e non sono sotto accusa,
quindi... ciao a tutti!" fece lei, danzando letteralmente fuori dalla
sala udienze, sotto gli occhi basiti di tutti i presenti.
... Da quando in qua i testimoni sono capaci di andare e venire come
vogliono senza che nessuno li fermi non appena ci provino? Gli uscieri sono in sciopero oggi,
per caso?
Per qualche secondo, nessuno dei presenti disse nulla, con Jean e
Travis che sembravano entrambi sul punto di distruggere i rispettivi
banchi, Wren che nel mentre si stava grattando la testa, il Giudice che
osservava l'aula con occhi sgranati, ed io mi ero passato una mano
sulla fronte, chiedendomi quanti processi avessero mai visto tre
testimoni di fila scappare entrambi senza essere beccati.
"... Beh... diceva che non c'era altro dopo che la signorina Trueman se
ne fosse andata, giusto?" domandò l'anziano, senza nemmeno
cercare di mandare gli uscieri a riprendere mia cugina.
"Già." fece Travis, seccato.
"... Non posso dire che nè la difesa nè l'accusa abbiano
avuto modo di procedere molto con il processo odierno, e per questo
spero che le indagini abbiano modo di portare a risultati più
concreti per la seduta di domani. La corte si aggiorna!" fece il
Giudice, sbattendo il martelletto e dando fine a quella rapida, strana
prima udienza.
Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°7
5 Agosto
Ore 11.32
...
Sarà passata appena un'ora e mezza, ma quest'udienza è
stata decisamente infruttuosa. L'unica cosa utile è stata poter
fare chiarezza su cosa è successo, ottenere qualche prova utile
per il caso, ed aver capito perchè Jean si sta comportando in
modo così strano, ma a parte questo...
"Tutto qui...? Tutti i processi sono così inutili, signor
Lawrence?" mi chiese Wren, piuttosto confuso da ciò che era
successo (o forse era meglio dire la mancanza di progresso).
"Spero di no..." replicai io, sconfortato. La mia carriera come avvocato non stava andando esattamente come me la immaginavo...
Prima che potessi dire o pensare altro, però, ricevetti un forte
ceffone sulla guancia. Inutile dire chi fosse l'assalitore.
"OW! Jean, che ti è saltato in mente!?" feci io, massaggiandomi
la guancia mentre osservavo la mia assistente, la quale mi stava
osservando con un'espressione cupa e stressata.
"Che mi è saltato in mente!? E' tutta colpa tua! Non sei stato
capace di fare una cosa buona oggi, e ti sei persino lasciato scappare
tua cugina! TUA CUGINA! Chi è l'idiota che ha deciso che tu
potevi fare l'avvocato? Ti rimanderei a rifare la scuola dall'asilo, se
potessi!" fece con rabbia lei, strappandomi anche il distintivo da
avvocato e gettandolo a terra con frustrazione.
... Io non ho parole. Sul serio. Come si aspetta che reagisca adesso?
So che sta esagerando, ma... non voglio ferirla, e capisco che sia
preoccupata per la madre. E poi, ha ragione sul fatto che avrei potuto
fare molto, molto meglio oggi...
Sono davvero così patetico senza prove su cui appoggiarmi? Così... inutile?
"Che c'è, fai scena muta ora? Tsk, dovevo aspettarmelo, sei
talmente patetico che mi fai venire il voltastomaco..." fece Jean,
incrociando le braccia e stringendo i pugni.
Prima che potesse dire o fare altro, però, Wren si mise tra me e
lei, osservando Jean con aria severa prima di dirle "Con tutto il
rispetto, bella, se ti importa così tanto di tua
madre, perchè sei qui e non sei andata a trovarla?"
"Che ne puoi capire tu!? Sei solo un moccioso senza genitori, quindi
stanne fuori!" sbraitò la ragazza: Wren sgranò gli
occhi per un attimo al sentirsi chiamare così, abbassando lo
sguardo e senza dire o fare nient'altro.
... Stavolta non posso davvero scusarti, Jean, mi dispiace. Questo commento potevi risparmiartelo.
Se non fossi così codardo, probabilmente le avrei già
detto di smetterla... ma, fortunatamente per me, c'era qualcun'altro
che aveva il coraggio di farlo.
"Adesso basta, Jean." disse una voce conosciuta, attirando l'attenzione mia e di Jean.
"Travis...?" feci io, un pò sorpreso.
"... Che vuoi tu, tennista da strapazzo?" fu la seccata domanda di Jean.
"Con tutto il rispetto, ma ti stai comportando come una bambina
viziata. Il Giudice avrebbe dovuto sbatterti fuori quando hai
praticamente preteso che Colette deponesse, per quanto mi riguarda."
commentò Travis, osservando con severità la mia
assistente.
"Tsk, facile parlare per te, tu non sei quello che-" provò a
lamentarsi per l'ennesima volta Jean, ma prima che potesse finire
Travis la blocco, mettendole la mano davanti.
"Non sei il centro dell'universo, solo perchè tu hai un problema
e sei stressata non significa che tutti devono automaticamente
comportarsi come vuoi tu. E' un comportamento idiota ed egoista." disse allora lui, scuotendo la testa.
La ragazza si girò di lato e incociò le braccia, per poi
affermare con tono seccato "Non parlare come se mi conoscessi. Voglio
arrivare a fondo per capire chi è il bastardo che ha investito
mia madre, e non ho intenzione di fermarmi davanti a nulla."
"E' un buon proposito, ma questo è un processo per l'omicidio di
Pete Stepford, e non credo che convenga alla difesa concentrarsi troppo
su un obiettivo accessorio del processo, non credi?" domandò
allora il procuratore.
... Non ha tutti i torti, anche se personalmente non avrei mai avuto il
coraggio di dirlo a Jean... grazie davvero per la mano, Travis.
"... Io ho intenzione di fare le cose a modo mio, e gradirei che non mi
insultassi per questo, grazie." fu la velenosa replica della mia
assistente.
Travis sospirò con fare affranto, prima di commentare "Come
preferisci, io quello che avevo da dire l'ho detto. Però, se mi
è permesso... non credo che voi due facciate una buona coppia,
soprattutto oggi."
"Uh?" feci io, confuso.
"Come sarebbe a dire? Cosa intendi?" fece lei, alzando un sopracciglio con aria confusa.
"Non vi vedo affiatati come dovreste essere, e se continuate
così, ho parecchi dubbi che in futuro riuscerete ad essere
efficienti nel vostro lavoro. E arrabbiarsi per i propri errori o
tenere l'altro all'oscuro non è un buon modo per costruire
fiducia tra di voi." spiegò lui, per poi prendere la sua
racchetta ed iniziare a palleggiare, per poi dare le spalle a me e a
Jean.
"Ora scusatemi, devo andare: buona fortuna per il processo, mi dispiace
davvero se non sono riuscito ad organizzarlo per bene, ma spero che
abbiate almeno ottenuto abbastanza informazioni per poter difendere il
vostro cliente... a domani, allora." ci salutò, per poi avviarsi
fuori dalla Sala Imputati, perso nei suoi pensieri.
... E' piuttosto chiaro che si sta incolpando di aver fatto un brutto
lavoro, e mi dispiace che lo pensi... al suo posto, dubito che sarei
riuscito a fare molto di più.
Almeno così è riuscito a passarmi un'infarinatura
generale del caso, visto che non ho avuto modo di investigare per
bene...
... Però non riesco a togliermi dalla quello che ha detto prima
di augurarci buona fortuna. Crede davvero che io e Jean non siamo una
buona accoppiata?
Nel caso scorso avevamo lavorato piuttosto bene insieme... però,
ammetto che Jean non mi è mai stata molto utile come assistente
in tribunale, anche se è comprensibile visto che ha il panico da
palcoscenico...
... Non mi piace molto pensarlo, ma per certi versi ha decisamente
ragione, specie alla luce degli ultimi avvenimenti... anche se mi
chiedo cosa ne pensi Jean, al riguardo: l'ho vista parecchio seccata...
questo vorrà dire che ci tiene a me e non le è piaciuto
cos'ha detto Travis, sicuramente vuol dire che ci tiene a me ed essere
la mia assistente.
... Credo.
"Law, smettila di stare nel mondo delle favole ed andiamo a casa tua:
non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo vedere come fare per
l'investigazione." ordinò Jean, per poi andare anche lei verso
la porta senza nemmeno aspettarmi.
"... D'accordo..." feci io, sospirando prima di voltarmi verso Wren, il
quale stava ancora tenendo lo sguardo abbassato, e stava piangendo
sommessamente.
... Povero ragazzo. Posso capire quanto le parole di Jean lo abbiano urtato... mi dispiace davvero vederlo così.
Vorrei provare a confortarlo, ma ammetto di non sapere come fare... anche se ho un'idea. Spero funzioni.
Accortosi che lo stavo guardando, il dodicenne sussultò e si
asciugò le lacrime in fretta e furia, per poi dire con tono
quanto più calmo possibile "Signor Lawrence, sono sicuro che non
ce l'ha con lei..."
Gli sorrisi in risposta per come stesse provando ad essere forte, per
poi rassicurarlo dicendo "Grazie, Wren... sono sicuro che nemmeno lei
ce l'ha con te, è solo parecchio nervosa."
"Se lo dici tu..." fece lui, abbassando nuovamente lo sguardo.
"Ne sono sicuro, non preoccuparti. Allora, andiamo?" gli dissi io, offrendogli la mano.
"Uh? Andiamo? Aspetta... vuol dire che posso venire con voi?"
domandò il bambino, alzando lo sguardo sorpreso ed osservandomi
con occhi lucidi.
"Certo! Sei anche tu mio assistente, non ricordi?" risposi con tono amichevole.
"... G-Grazie mille, signor Lawrence!" fece lui, sorridendomi e
stringendomi la mano con forza, facendo sorridere di nuovo anche me.
Subito dopo, io e Wren uscimmo dalla sala udienze, pronti a dedicarci all'investigazione.
... Una delle cose di cui non mi pento di quel caso è stato avere modo di conoscere Wren ed interagire meglio con lui.
Un raggio di luce in mezzo all'ombra che a breve avrebbe iniziato ad avvolgere la mia carriera.
Potrei elaborare quanto voglio sull'argomento, ma credo di aver speso
fin troppe parole al riguardo finora. E' meglio che siano i fatti a
parlare, piuttosto che le continue lamentele di un uomo che non ha
fatto altro che commettere un errore dopo l'altro.
Non manca molto, dopotutto, al momento in cui l'idealista avvocato
Lawrence Trueman avrebbe avuto il suo primo assaggio di come potesse
essere duro ottenere giustizia in questo mondo...
Continua...
*********************************************************************************
Con questo capitolo finisce finalmente la prima parte del processo: mi
scuso molto se il capitolo non è esattamente dei migliori e se
sembri affrettato in qualche punto, ma dal prossimo il caso finalmente
entrerà nel vivo, e spero che gli sviluppi futuri vi piaceranno!
Ringrazio parecchio Dante Ushiromiya, Renna e The Shadow per la mano
datami nel corso di questo capitolo, e mi scuso per il tempo che ci
è voluto per scriverlo e pubblicarlo.
Ringrazio inoltre Annaira17 per la gentile recensione, e chiunque altro
abbia letto questa storia! Grazie infinite, ed alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 43 *** Capitolo 42: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 1) ***
LTAA43
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 42: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 1)
Quartiere Springside Hills
Fermata Autobus
5 Agosto
Ore 12:16
Dopo
aver preso il bus per Springside Hills io, Jean e Wren arrivammo
finalmente di nuovo al nostro quartiere di residenza… che era
anche il luogo in cui si trovava la scena del crimine. Non so dire se
ne ero contento o se il pensiero mi disturbava. O tutte e due.
Wren
aveva passato tutto il viaggio incollato al finestrino, ed anche appena
uscito dal bus non aveva fatto altro che guardarsi attorno, nonostante
fosse tornato nel luogo che conosceva meglio di ogni altro in tutta la
città.
“Questo
bus era velocissimo! Guardare la strada da lì è tutta
un’altra cosa!” fece lui con aria contenta, nonostante
fosse una cosa normalissima, almeno per me.
Probabilmente
però non aveva mai avuto modo di fare un giro sull’autobus
prima di adesso, viste le sue condizioni e come vive, al contrario di
me che lo do per scontato…
…
Mi dispiace parecchio non saperne di più su di lui anche se lo
conosco da un bel pò di tempo, mi sento un idiota a non essermi
mai interessato prima a lui, aspettandomi probabilmente che quello
sarebbe stato il problema di qualcun altro…
…
Ma non è il momento di pensarci! E poi, credo che vedermi
così non farebbe altro che far preoccupare Wren, e non voglio
che succeda.
“Law, scusami se non rimango ma devo andare a vedere come sta mia madre.” fece allora Jean.
Io
annuì, per poi dirle “Va bene, non preoccuparti: io e Wren
cercheremo di portare avanti le indagini. Spero che stia meglio
adesso…”
“Lo
spero anche io… mi dispiace, Law… per come ti ho
trattato. Buona giornata…” rispose lei, abbassando lo
sguardo ed allontanandosi subito dopo.
…
Sarò sincero, mi fa piacere che abbia capito che non doveva
comportarsi così, anche se mi dispiace comunque parecchio per
lei… spero davvero che sua madre si rimetta.
Non
è il caso di perdere tempo, però: visto che la scena del
delitto si trova ad appena qualche isolato di distanza, credo sia il
caso di iniziare a fare un pò di indagini preliminari…
anche se probabilmente non troveremo nulla di particolarmente utile.
…
Non sono esattamente determinato, me ne rendo conto. Ma ormai il caso
è mio… e se può aiutare a capire chi abbia
investito la madre di Jean, allora mi fa piacere poter dare una mano.
Mi voltai quindi verso Wren, osservandolo con un pò di preoccupazione.
“Uhm…
Wren, non è un problema per te se camminiamo fino alla strada in
cui è avvenuta l’esplosione, giusto? Hai già
camminato parecchio oggi…” gli chiesi, per sicurezza.
“No,
che problema dovrebbe esserci, signor Lawrence? Sono abituato a
camminare molto, e comunque non sono una scamorza!” mi disse lui
in risposta, mostrandomi uno sguardo sicuro di sè. Io ridacchiai
un pò a vederlo così.
“Oh, mi fa piacere! Tutto il contrario mio!” dissi io, scherzando in risposta.
Notai
che Wren trattenne a stento una risatina, per poi guardare dritto di
fronte a sè, dicendo “Vediamo chi fa prima, allora!
L’ultimo che arriva è un pneumatico moscio!”, prima
di fare uno scatto ed iniziare a correre rapidissimo di fronte a
sè, prima che potessi capire cos’aveva detto.
“...
E-ehi! Aspettami! Non vale!” feci io cercando di prendere il
passo, riuscendo a stargli dietro a malapena…
Quartiere Springside Hills
Scena del crimine
5 Agosto
Ore 12:22
“Ehi,
mi stavo quasi per addormentare, da uno a dieci sei moscio
duecentomila!” fu il trionfante commento del piccolo meccanico,
tenendo le mani sui fianchi mentre io mi avvicinavo, completamente
distrutto, stanco e sudato all’inverosimile.
… Questo non è un bambino, è un fuoristrada…
“Anf…
anf… Te l’avevo detto… che ero io la
scamorza… mi sembra…” replicai, passandomi la mano
sulla fronte.
“Eh
ma qua andiamo proprio male! Comunque… concentrati, signor
Lawrence! Pulisciti il sudore che ora si passa all’azione!”
mi incoraggiò lui: io annuì, per poi guardarmi intorno,
osservando com’era la situazione.
Nulla
era cambiato rispetto a qualche ora fa, se non che la polizia aveva
bloccato la strada con vari coni arancioni, e c’erano una serie
di agenti a controllare tra le varie buche ed il ciglio della strada:
notai che c’era anche il detective Hayes ad armeggiare con la
calcolatrice, mentre dava un’occhiata anche lui dal centro della
strada in ogni direzione.
…
Ora che ci penso, però, perchè stamattina non avevano
ancora bloccato la strada? Okay che Ground aveva detto che avrebbe
dovuto riparare le buche, ma… boh, misteri del nostro
dipartimento di polizia…
Ad ogni modo, non perdiamo tempo! Andiamo a parlare con il detective Ha-
*BEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEP!!!!!!!!!!!!!!!*
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!
I MIEI TIMPANI! I MIEI PREZIOSI TIMPANIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!
Saltai sul posto, mi piegai in due e mi misi le mani sulle orecchie, e credo di aver anche vomitato. Credo.
Chi diamine aveva avuto la bella pensata di fare un assolo di clacson, adesso!?
“Ehi
belli, che ci fate a zonzo da queste parti?” domandò
qualcuno… credo. Non ero certo che possedessi ancora
l’udito.
“Oh,
signor Carr! Come va?” sentii dire Wren, e sturandomi un
pò le orecchie mi voltai dietro di me, vedendo l’assassino
dei miei padiglioni auricolari.
Era
un uomo sulla trentina avanzata, grassoccio e con una camicia da mare
azzurra a maniche corte con un motivo a cerchi bianchi sopra, con degli
occhiali da sole che gli coprivano completamente gli occhi, con dei
capelli riccioluti castani un pò radi in testa: era alla guida
di un taxi giallo, e stava tenendo una mano fuori dal finestrino e
l’altra sul volante.
Al
sedile posteriore scorsi un uomo piuttosto rugoso, con dei capelli neri
con al centro un ciuffo verde marcio, con una cappa nera non troppo
dissimile dalla toga del Giudice, il quale sembrava stare parlottando
tra sè e sè.
“Miserabili
esseri umani, vi crogiolate nella vostra tranquillità e
spensieratezza… ma ben presto, arriverà il giorno della
vostra disfatta, per mano dell’Essere Supremo Tear.”
… chi è, un extra della nuova serie del Samurai d’Acciaio?
“Va?
Va a tutto motore, sto servendo il minaccioso signor Abyss in questo
esatto momento belli, ma due parole con voialtri posso scambiarle
volentieri.” disse lui, sistemandosi gli occhiali, mentre
mangiucchiava una gomma.
…
con un nome del genere, mi sa davvero che è un extra del Samurai
d’Acciaio. Il ciuffo aggiunge una bell’aria da villain,
però: devo fargli i miei complimenti!
Però... non so, magari posso chiedere qualcosa a questo individuo. Anche se non ho alcuna idea di chi sia.
“Ehm… d’accordo. Ma lei chi è?” chiesi quindi io, grattandomi la nuca.
“Chi
sono io? Sono il fantastico mister Carr, rinomato autista e tassista
sempre presente quando la situazione si fa critica. Nella fattispecie,
signor Trueman, potrei dirle due o tre cosette sulle corse
clandestine!” replicò lui, con aria scherzosa e tono
allegro.
“... Un attimo, cos’ha detto!? E come fa a sapere il mio nome?” domandai io.
“Lasci
perdere, signor Lawrence: il signor Carr è un uomo pieno di
misteri. Chiedere non porterà ad altro che a nuove
domande.” mi rispose Wren.
“Dunque,
prendere o lasciare, signor Trueman? Vuole cogliere
l’opportunità che le offre la vita oppure fare il
rinunciatario?” offrì quindi mister Carr, senza cambiare
tono e guardandomi dritto negli occhi.
“... Posso chiedere l’aiuto del pubblico?” chiesi io, imbarazzato.
“Aiuto
negato, signor Lawrence.” disse allora il mio assistente, per poi
rispondere “Dica pure, signor Carr: conoscendo il signor
Lawrence, ci metterebbe mezz’ora a pensare se deve accettare o
meno.”
Ehi, non è vero! … Ci avrei messo solo quindici minuti!
“Che
dire, signor Trueman, che dire… ho osservato la corsa, sa? E ho
visto cose indicibili, cose che la mente umana non può nemmeno
immaginare. Posso citarle ad esempio il signor motociclista che
accerchiava il buon Stepford. Poi sa cos’è successo? Il
motociclista del mistero ha messo sotto la mamma della signorina
Watson. Badabum, un bel botto con i controfiocchi, neanche immagina
signor Trueman! Ma il poveraccio non poteva neanche sterzare!”
spiegò allora lui, facendo particolare attenzione a gesticolare
a ritmo con la narrazione.
… COSA!?
“Aspetti
un attimo! Volete dire che ‘qualcuno’ ha accerchiato
Stepford, poi ha investito la madre di Jean, e poi Stepford è
esploso?” domandai io.
“MISERABILE
ESSERE IN PROCINTO DI MORIRE, mi farai attendere ancora molto o
dovrò scatenare su di te per primo la mia funesta ira!?”
si lamentò quindi il passeggero.
“Sì,
sì, signor Abyss, un momento di pazienza! Scusi signor Trueman,
ma sa com’è, il tassametro scorre, non posso farci niente,
è la legge dei tassisti. Cosa posso dirle d’altro? Ho
accompagnato io la sua graziosa cuginetta all’incontro con la
madre della signorina Watson. E ora sfreccio! Adesso ci sono…
ORA NON PIU’!” disse rapidamente mister Carr, salutandomi
con la manina… e letteralmente teletrasportandosi
dall’altro lato della strada, tanto era andato veloce.
… Oggi qualcuno lassù deve avercela con me, per farmi scappare tutti i testimoni così.
“... Cioè… io…” provai a dire, senza parole.
Wren
mi fissò con fare comprensivo, mettendosi le mani nelle tasche
prima di dirmi “Lo so, signor Lawrence, lo so. Se posso darle un
consiglio, tenga a mente quel che ha detto il signor Carr, ma non si
scordi che c’è una indagine in corso!”
… Giusto. Meglio non perdere di vista ciò per cui siamo qui.
Anche se è un pò imbarazzante che debba avere un ragazzino a ricordarmi cosa fare, ma… vabbeh.
Io
e Wren entrammo quindi nella scena del crimine, andando dritti verso il
detective Hayes, il quale era ancora alle prese con la sua calcolatrice
e a dare qualche occhiata alla scena del crimine alternativamente.
Io mi schiarì la gola, per poi chiedere “Ehm… Detective Hayes?”
“Avvocato
Trueman… l’avevo notata da prima. Cosa
c’è?” mi chiese, senza abbandonare il calcolatore.
“Beh…
volevo chiedere se non era un problema dare un’occhiata alla
scena del crimine… tra parentesi, dov’è il
procuratore, se posso chiedere?” domandai, guardandomi intorno.
“Naturalmente
non è un problema, però non intralciate le indagini della
polizia. In quanto alla seconda domanda, attualmente non si trova qui,
ma… in un’altra… area del quartiere.”
affermò, anche se notai che il suo sguardo vagò
lievemente a metà frase, dando una rapida occhiata alla mia
destra prima di tornare a guardare la sua calcolatrice.
Hm…?
Incuriosito,
mi voltai lievemente a mia volta… notando che, a parte Wren, non
c’era assolutamente nulla di strano in quella direzione.
… Aspetta, aspetta, non vorrà dire che…?
“Ehm…
non è come sembra! Mi sta solo dando una mano con le indagini,
non si preoccupi detective!” rassicurai io, asciugandomi la
fronte con preoccupazione.
Hayes non disse assolutamente nulla, annuendo semplicemente.
Wren
in risposta si era nascosto dietro di me, dicendomi poi “Non
dovremmo iniziare ad indagare ora? Ci hanno dato il permesso,
no?”, con fare frettoloso.
Rimasi
un pò sorpreso dalla sua reazione, ma annuì subito dopo,
per poi iniziare ad indagare insieme al piccolo meccanico.
Nonostante
le nostre migliori intenzioni, e nonostante avessimo controllato ogni
anfratto e buca della strada, purtroppo non riuscimmo a ricavare
alcunché di utile dalla strada, se non per vari piccoli pezzi
della moto di Pete Stepford ed un piccolo taccuino nascosto
nell’erba, con scritto sopra ‘incontrare Colette
stasera’ e poco altro, presumibilmente della madre di
Jean… peccato che non ci fosse scritto molto altro, e che quindi
non fosse utilissima come prova.
Amareggiato,
mi sedetti sulla panchina della fermata dell’autobus, sospirando
per poi dire tra me e me “Umpf… nulla di nulla…
credevo che con tutte le buche scavate da Ground sarebbe stato facile
riuscire a trovare qualcosa…”
“Signor
Lawrence, non si scoraggi. Ricordi che questo posto è stato
settacciato dalla polizia, quindi è soltanto ovvio… ma
direi che è un ottimo risultato l’aver trovato quel
taccuino! Sono quasi sicuro che ci sarà utile… certo,
è vero, il caso non ha ancora toccato la mamma di Jean, ma se le
circostanze del processo di domani si concentrassero su di lei sono
quasi sicuro che quell’appunto le sarà utile!” mi
incoraggiò Wren, guardandomi con aria determinata.
Io
sorrisi in risposta, per poi dirgli in tono scherzoso “Grazie per
l’incoraggiamento. Non è che vorresti diventare il mio
assistente a tempo pieno?”
“Oh…
ma non sto facendo niente di utilissimo, però… signor
Lawrence… ahahahah… m-mi mette in imbarazzo! Ma non mi
dispiacerebbe! Mi sto divertendo e mi trovo bene con lei!” disse
lui, abbassando lo sguardo e sorridendo con aria contenta.
…
Io a dire il vero scherzavo, non credevo che mi avrebbe preso sul
serio… però, non lo nego, mi ci sto trovando parecchio
bene con Wren finora, rispetto a Jean. Forse averlo come assistente in
pianta stabile non sarebbe una cattiva idea, alla fine… specie
se è d’accordo.
“Ah,
a proposito… dalla faccia lei sembra un po’ uno di quei
maniaci collezionisti, signor Lawrence, e… in un cassonetto,
qualche giorno fa, ho trovato una cosa che mi sembrava preziosa,
assieme a una un po’ meno brillante, ma non riesco a capire di
che si tratti, e… volevo fargliela vedere. Se le serve,
può tenerle!” disse allora lui, frugandosi nella tasca
anteriore della salopette e mostrandomi… due carte…
…
Aspetta aspetta aspetta… ma questo è…
Sììììììììììììììììììììììì!
E’ il Comandante Supremo Rospozombie Viroro! La carta più
potente dell’archetipo Rospozombie di Zombie Battle Royale!
Permette di evocare dal mazzo tre Rospomorfi dopo la Draw Phase di ogni
turno! E questo è lo Scudo di Xillia, che annulla la battaglia e
ritorce i danni contro l’avversario! Sono carte rarissime che
costano minimo 159 dollari su eBay e siti simili! Le ho cercate per
anni e non sono mai riuscito a trovarle! Chi è l’idiota
che ha avuto il coraggio di buttarle!?
“Waaah!
Sono carte rarissime! Sei davvero sicuro che posso prenderle, Wren?
Valgono un sacchissimo!” dissi io, anche se una parte di me
sperava davvero che potessi tenerle.
“Certo…
non so come si usano né cosa sia! E volevo ringraziarla per
essere stato gentile con me… quindi volentieri e felice di
averci preso, l’ho letta come un libro aperto, ahahah! A che
servono?” mi chiese, osservandomi curioso.
“Sono
carte di Zombie Battle Royale! Un gioco di carte in cui usi degli
zombie per combattere altri zombie! E’ divertentissimo! Io uso un
mazzo rospozombie, ma non riuscivo mai a vincere perchè non
possedevo la carta centrale per la strategia… ma ora che ce
l’ho, sarò inarrestabile! Ah ah ah ah ah ah!” dissi
io, puntando le carte verso l’alto dopo averle prese di mano al
mio assistente, con tanto di risata malvagia.
Subito
dopo, mi accorsi di quel che stavo facendo e che un paio di agenti mi
stavano fissando confusi, abbassandomi lentamente ed imbarazzato fino a
sedermi di nuovo sulla panchina, tenendo lo sguardo basso e arrossendo
vistosamente.
… Certe volte mi faccio paura da solo.
“Non sa quanto sono contento!” mi disse lui, sorridendo con aria allegra.
Io
sorrisi di nuovo, posando in tasca le carte, per poi sospirare e
tornare serio, dicendo “Comunque… tornando al caso alla
mano, tu eri uno dei meccanici per conto dei dirigenti delle corse
clandestine insieme a Redhead, giusto? Che competenze avevi
lì?”
“Sì…
allora, io ero l’assistente della signorina Redhead, ma…
ehm… so fare pochino, so riparare i motori e fare verifiche di
base… purtroppo non ho idea di come sia esploso il
motore… potrebbero esserci tante ragioni, ma sono discorsi
ancora troppo complicati per me…” mi rispose con tono
deluso, probabilmente per non essersi reso utile… per poi
però fare uno scatto, come se gli fosse venuta qualche idea.
“PERO’
ho avuto un’altra idea. Signor Lawrence… io, molte cose
che conosco sui motori, le ho apprese da una certa ragazza!”
“Uh?
Davvero? Parli di quella ragazza che avevi menzionato
stamattina?” domandai, ricordandomi di quell’accenno.
“Sì…
la signorina R… cioè, Isla Manemy. A dire il vero non la
conosco benissimo… è una ragazza che vive da sola qui a
Springside. Mi ha insegnato molte cose utili per quanto riguarda la
meccanica… ed è molto brava. Non so se la disturberemo,
siccome è un po’ riservata… ma forse potrebbe
aiutarci se glielo chiedessi io.” rispose lui, anche se notai che
era un pò imbarazzato mentre ne parlava.
“Hmm…
c’è qualche problema nel contattarla, però? Non ti
vedo sicurissimo…” chiesi io, un pò preoccupato.
“No,
è che… ecco… ho paura di disturbarla…
è sempre un po’ nervosa quando ci parlo…”
spiegò lui.
“Hmmm…
allora, che ne dici se mi dai le informazioni? Così posso andare
a cercarla io e…” provai a suggerire, venendo però
interrotto a metà frase.
“Pfff…
non c’è bisogno che mi cerchiate. Vi stavo seguendo da un
pezzo, banali perdigiorno che non siete altro. Da soli non caverete
manco un ragno dal buco.” fece una voce roca, molto dura
all’improvviso, alle nostre spalle.
Si
presentò una ragazza su grossomodo la mia età, dai
capelli scuri corti con alcuni ciuffi che le coprivano una piccola
parte del lato sinistro del viso. Aveva occhi aquilini scurissimi e
lineamenti aggressivi.
Indossava
una giacca di pelle viola e pantaloni del medesimo materiale e colore,
più stivali scuri. Aveva un’aria intimidatoria.
“Isla
Manemy… come detto dal ragazzo, ho una certa conoscenza dei
motori e delle moto. Tanto piacere, si fa per dire ovviamente.
Oilà Wren… vedo che stai un po’ meglio rispetto
all’altra volta.” si presentò lei, per poi guardare
il mio assistente.
“R-Ri…
volevo dire, Isla… come stai?” domandò allora il
ragazzino, sistemandosi la bretella sinistra della sua tuta con fare
nervoso ed abbassando lo sguardo.
… Di quale altra volta stanno parlando? Ammetto di essere curioso… ma non è il momento per pensarci.
Mi
avvicinai quindi alla signorina Manemy, estendendo la mia mano prima di
dirle “Molto piacere di conoscerla, signorina: sono Lawrence
Trueman, e… beh, se è possibile, vorremo chiederle
qualcosa riguardo motori e simili per il caso alla mano.”
“Ho
sentito ho sentito Lawman come ti chiami, qualunque sia il tuo nome
banale e assurdo, vi ho sentiti blaterare e a dire il vero volevo
presentarmi personalmente per darvi una mano. Quindi eccomi qua. Tutto
bene Wren, grazie per la preoccupazione, sei carino… meno male
che stai bene… beh, per quanto puoi stare bene.” disse
lei, guardando con lieve apprensione Wren… per poi stritolarmi
la mano con forza.
OW! AHI! AHIA! GAAAAAAHHHHHHH!
“Lawman,
prima di parlare di quello che va fatto… sei consapevole di
quello che ha passato questo ragazzo o no? Perché in questo
momento non ce l’hai davanti agli occhi e mi sembra che tu sia
parecchio spensierato.” affermò lei, con una punta di
disprezzo.
“I-Isla,
non è necessario parlarne, davvero, è acqua
passata…” disse Wren con tono preoccupato, come se non
volesse sentire di cosa voleva parlare.
“In
che senso, esattamente? So che Wren non ha avuto esattamente una vita
facile, ma non credo di sapere a cosa ti riferisca nello
specifico.” dissi allora io, effettivamente un pò curioso
di sapere di più sul mio attuale assistente.
“Quanto
sei banalmente frivolo. Prima di tutto… Wren è una mia
vecchia conoscenza ma non starò a spiegare come e perché.
Te lo stai portando dietro come un cagnolino ma dovresti fare
più attenzione a lui, se te ne prendi cura… non hai la
più pallida idea di cos’abbia vissuto. Secondo te
girovagare per strada e vivere di stenti è il massimo a cui vada
incontro?” mi fece notare, lanciandomi un’occhiata seria.
Notai
che Wren stava iniziando a sudare un pò, per poi guardarsi
intorno e dire “I-Io inizio a guardare un pò la scena del
crimine! V-voi continuate pure a parlare!”, per poi allontanarsi
rapidamente ed il più possibile da noi due.
… non mi piace come l’atmosfera si stia incupendo adesso. Dove vuole arrivare questa ragazza ora…?
“TIENILO
SOTT’OCCHIO IDIOTA. Non fartelo sfuggire di vista…
più o meno ho capito in che rapporti siete ora e cosa state
facendo, ma se vuoi occuparti di lui o farti aiutare da lui…
dovresti prima calarti più nei suoi panni, e soprattutto
ricordarti che è un bambino. Va bene che si è
allontanato, perché quello di cui devo farti presente
è… disumano, a usare un termine banale, ma… tu non
perderlo d’occhio nemmeno un secondo. Giuramelo.” mi disse
lei subito dopo, con tono serio e preoccupato.
Io
mi asciugai la fronte, prima di annuire e affermare con parecchia
insicurezza “... Lo giuro.”, non esattamente sicuro di
essere pronto a sentire cosa lei avesse da dirmi, tenendo sotto
controllo Wren il più possibile contemporaneamente con la coda
dell’occhio.
“Ecco…
allora ti dirò prima cosa so di voi: tu sei l’avvocato
difensore di Redhead e in questo momento ti stai facendo aiutare da
Wren per condurre le tue piccole e banali indagini, e fin qui tutto
bene. Come lo so? Affari miei. Diciamo semplicemente che i motociclisti
sono una rogna per me e già dopo aver visto il processo stavo
pensando di presentarmi. Però così le cose non vanno. Tu
ti prendi a carico un BAMBINO con il quale saltelli e gironzoli
allegramente… cosa bellissima per carità, ma ho come
l’impressione che tu non capisca davvero alcune delle persone con
cui hai a che fare. Per cui spalanca le orecchie e inizia in questo
momento a pensare che gli avvocati hanno a che fare con le peggio
bestie dell’umanità e della società. Non
preoccuparti unicamente per te stesso e non pensare soltanto a leccarti
le ferite con i tuoi compagnucci… se vuoi farti aiutare quel
bambino o prenderti cura di lui devi prima sapere cosa gli è
successo. E questo ti farà capire con che personaggi hanno a che
fare gli avvocati.” aggiunse allora lei.
…
ci sta marciando davvero parecchio su cosa è successo. Non sono
davvero sicuro di essere pronto a sentire cos’abbia da
dire… ma non posso tirarmi indietro, soprattutto per Wren.
“...
Puoi passare dritta al sodo, se vuoi. Non c’è bisogno di
fare tutti questi preamboli.” dissi io, con serietà.
Isla
in risposta abbassò lo sguardo, socchiudendo gli occhi e
mostrandomi un’espressione piuttosto incerta e disgustata, prima
di prendere la parola dopo qualche secondo.
“...
Non so se esistano le parole adatte, non so nemmeno come esprimerlo,
ma… Wren è stato preso di mira, neanche tanto tempo fa,
da… dei mostri disgustosi, disumani e ai limiti della
crudeltà umana che… lo hanno… GLI hanno…
violentato l’anima.”
…
…
…
Abbassai
lo sguardo, con gli occhi sgranati ed iniziando a respirare con
affanno, comprendendo piuttosto bene le ramificazioni di ciò che
avesse detto.
…
Non posso negare di aver pensato che potesse essere successo, ma,
insomma… sentirlo dire è tutta un’altra cosa.
Povero Wren... sono stato un idiota a non pensarci più a
fondo…
“...
quanto tempo fa è successo, esattamente?” domandai,
tenendo ancora più d’occhio Wren di quanto non facessi
prima.
“Qualche
mese fa, un paio mi pare. Detta così… penseresti che lo
hanno “semplicemente” stuprato. Mi vengono i brividi
a… ripensare… a quando… vedi… Wren
è… carino, allegro, appare forte e
indistruttibile… ma la verità è che…
è stato segnato a vita da quello che è accaduto. Anzi,
più esattamente… la donna che… gli ha
fatto… le… cose… aberranti, e… folli
che… che ho visto… solo dopo quanto accaduto…
è come se… abbia voluto segnarlo a vita penetrandogli
nella psiche, violentandolo in modo volontario psicologicamente. Si
è trattato dell’operato di una sola persona, talmente
furba e astuta che non ha lasciato nemmeno una traccia. Ho provato a
cercarle dopo… no, scusami… v-vado con calma. Vorrei che
capissi una cosa… lo stupratore era una donna che… oltre
al “normalissimo” stupro… ha commesso… atti
inimmaginabili, cose talmente folli, perverse e deviate che… che
farebbero paura a un normalissimo violentatore. Una donna malata
mentalmente, a mio parere, molto intelligente.”
“...
N-non si preoccupi, è comprensibile. Che… tipo di cose,
esattamente? In che… in che stato era dopo…
l’atto?” le chiesi, schifandomi per voler chiedere
informazioni in più su qualcosa di così orribile…
ma se lei voleva che capissi tutto, volevo essere davvero certo di
farlo. Specie ora che so cos’hanno fatto a Wren…
“...
La… stupratrice ha… gli ha… iniettato dei…
composti… con delle siringhe, e delle flebo… in
più parti del corpo. Mix… orrendi, e… mi sta
venendo da vomitare… le… le cose più…
i… succhi gastrici di qualcuno… droghe… escrementi
liquefatti… liquame industriale… urina…
spermatozoi… gli ha distrutto un’unghia… gli ha
strappato un pezzo di retina… presumo con un morso… lo
ha… lo ha… io… scusami, non… ce la faccio
ad andare oltre… Wren era… nudo, buttato per strada,
pieno di ferite, gonfiori, sangue… l’ho… preso con
me e ho provato a curarlo… GRAZIE A DIO sono stati sparati dei
composti in minima quantità, quindi a parte un febbrone da
cavallo, vomito e debolezza non ha avuto molto… ma…
cioè… capisci una cosa… quello che gli è
stato fatto… gli è… non se lo scorderà mai
più. E oltretutto secondo me c’è anche altro che
non so… altro di cui lui non vuole parlare… quel bambino
è terrorizzato, è solo come un cane, e… non
è… non è al sicuro, non è per niente al
sicuro. Perché se la stupratrice dovesse ricomparire…
capisci a… cosa…?”
… Voglio vomitare. Che… che schifo…
Non… non avevo assolutamente idea che… mio dio, Wren…
“...
Non c’è bisogno di dirlo… però…
perchè non ci hai pensato tu a fare qualcosa, allora? Scusa se
lo chiedo, ma... “ provai a chiedere, tenendo ancora
sott’occhio Wren. Una volta finito qui, dovevo assolutamente
parlare con lui…
“Perché
non è figlio mio e non ho alcun obbligo nei suoi confronti. Ho
già altro a cui pensare. E comunque mammina non te le ha
insegnate le buone maniere…” rispose Manemy.
“Sì,
mammina me le ha insegnate, ma si vede che a te si è dimenticata
di farlo.” le dissi seccato in risposta.
“Mia
madre è morta molti anni fa.” affermò, con un tono
neutro che però lasciava trasparire tristezza.
…
Abbassai
lo sguardo e sospirai, per poi risponderle “Mi dispiace, non
volevo… è solo che oggi non ho avuto molto tempo per
stare tranquillo e sono un pò sotto pressione, senza parlare di
cosa mi ha appena detto…”
“Hm.
Comunque… il messaggio mi sembra essere chiaro. Ora…
andiamo d’amore e d’accordo e collaboriamo per fermare i
bastardi o…?” mi domandò subito dopo.
“Non
sono molto sicuro che andremo d’amore e d’accordo,
ma… va bene. Mi fa piacere sapere che collaboreremo.” le
risposi.
“D’accordo.
Certo che sei un tipo spensierato, eh… sicuro di voler accettare
l’aiuto della prima che passa?” fu la sua successiva
domanda.
“Si
può dire che mi arrangio con quel che trovo.” risposi
semplicemente in risposta. Anche perchè non stavo
scherzando…
“Ehi,
pare che fanno un torto ad aiutarti… comunque, dovresti dirmi
esattamente che genere di aiuto ti occorre. Su cosa non sei ferrato, in
pratica.” affermò allora lei, con tono più
condiscendevole.
“Ehm… tutto, direi. So a malapena come funziona una moto...” dissi io, grattandomi la nuca imbarazzato.
“Quindi vuoi un corso di guida?” fece Manemy sarcastica.
“Beeeh…
non esattamente… prima di tutto però, tu cosa sai del
caso, nello specifico?” le domandai, sperando che sapesse
qualcosa.
“No,
non sono una testimone, i simpaticissimi centauri si divertono a
imbrattarmi i muri di casa e quindi… occhio per dente, occhio
perdente, sai com’è, mi sono messa in mezzo e mi
vendicherò.” mi rispose, sogghignando e con un tono
maligno.
… Non la trovo molto rassicurante, ad essere sinceri. Però, almeno ora so da chi Wren ha preso quel detto…
“Comprendo…
però, chiedevo anche perchè avevi detto che avevi seguito
me e Wren, quindi pensavo fossi al corrente di qualche dettaglio
dell’indagine.” spiegai quindi io.
“Qualcosa la so… ho seguito il processo.” replicò.
“Oh,
bene! Mi servirebbero principalmente informazioni su come una bomba
collegata alla velocità del veicolo dovrebbe funzionare, qualche
dettaglio sulle moto usate nelle corse clandestine anche se possibile
non guasterebbe… insomma, tutti i dettagli tecnici sui veicoli
usati.” spiegai in breve.
“Ecco,
tanto per iniziare dubito altamente che, per quanto concerne la
detonazione della bomba, il fattore scatenante sia stato la
velocità. La bomba, a mia detta, è esplosa a seguito
della forza dell’accelerazione, vale a dire che, raggiunto un
certo livello, le forze della fisica hanno fatto la loro magia. E poi,
un’altra cosa, non è poi così difficile fabbricare
un esplosivo... mister Harley si sta rimbecillendo inutilmente.”
“Vuoi
dire che in realtà tutta la storia della velocità da
raggiungere non è inerente all’esplosione?
L’importante era solo che accelerasse?”
“Bingo.
In pratica bastava molto banalmente che fosse presente un miscelato
dentro un ordigno che, tramite la forza dell’accellerazione, si
surriscaldasse fino a raggiungere il livello critico, vale a dire
l’esplosione. Il composto può essere preparato con
materiali chimici molto banali e facilmente rinvenibili legalmente, in
pratica qualsiasi idiota in possesso di internet poteva andarsi a
leggere cose fare, sperimentare per vedere se funzionava e preparare un
ordigno, sai che ci voleva. Poi considerando il giro di quella
gentaglia, ancora più facile. Non serviva manco un detonatore,
non abbiamo a che fare con le bombe dell’AAT-5. L’innesco
è stata la temperatura generata dall’accelerazione! Come
lo so? Trattasi del sistema più banale e semplice, per una corsa
clandestina è impensabile che siano ricorsi a qualcosa di
più intricato e meno banale!” spiegò quindi lei in
dettaglio.
Hmmm…
quest’informazione è piuttosto utile. Questo significa che
chiunque può aver creato e piazzato la bomba, non per forza
Redhead… ora bisogna solo provarlo.
Appena
finito con le indagini dovrei passare a parlare con lei al Centro di
Detenzione… ma per il momento non è il caso di pensarci.
Teniamoci concentrati sul caso alla mano.
“Una
spiegazione molto concisa e precisa, grazie davvero signorina
Manemy… però, per le moto cosa mi può dire? Se ha
avuto modo di vederle, intendo…” le chiesi, sperando
potesse aiutarmi anche su quello.
“Quindi
ora sono meritevole del lei perché ti ho fatto il compitino?
Pfff… no, non le ho viste, ma credo siano moto da corsa con
ovvie modifiche illegali al motore, alla carrozzeria e via discorrendo.
Illegali perché vanno contro i limiti di velocità ed
espongono il pilota e i pedoni a rischi, ovviamente. Però non ha
molta importanza, voglio dire, l’accelerazione di cui parliamo
non dev’essere stratosferica, il sufficiente per scaldare un
composto. Diciamo che penso sia un banalissimo dettaglio trascurabile
se ti concentri sulla questione dell’accelerazione, ma…
ripeto, in luce a questo fatto può essere stato
“chiunque”. Molto tra virgolette questo chiunque. Un bravo
avvocato batterebbe chiodo su ciò e lascerebbe perdere il
resto.” continuò a dire, ma il suo sguardo diventò
malinconico e triste verso la fine della frase.
Hmmm… mi chiedo perchè, ma non credo sia qualcosa di cui faccia piacere parlarle…
“Compreso…
dovrei chiedere a Wren cosa sa del suo vecchio posto di lavoro, allora.
E… che lei… tu… ehm… insomma, ti ha mai
detto qualcosa?” domandai, un pò incerto se continuare con
il lei od il tu dopo il suo commento di prima.
“Va
bene il tu. No… il rapporto tra me e quel marmocchio è
meno unicorni e conigli di come lui se lo immagini, tutto quel che ho
fatto è stato insegnargli qualche trucchetto di meccanica in
passato, perché mi faceva pena, ma ho i cavoli miei a cui
pensare. Non so praticamente nulla di quello che fa, anche se dopo la
faccenda della stupratrice, ammetto di essere un pochino più
preoccupata.” spiegò lei in risposta.
Per come la vedo io, però, Wren è molto più legato a lei di quanto lei sia a lui…
E’
piuttosto logico che si leghi facilmente agli altri visto
com’è dovuto crescere, dopotutto… anche se questo
significa che deve sentirsi piuttosto male quando il suo affetto non
è ricambiato allo stesso modo.
…
E’ un miracolo che quel bambino non sia traumatizzato e disperato
per tutto quel che ha passato… ma se nessun’altro ha
intenzione di fare nulla per lui, penso sia il caso che ci pensi
io…
“Tutto
chiaro… in ogni caso, ti ringrazio davvero per le informazioni,
sono sicuro che mi saranno utili. Però… c’è
un’altra cosa che vorrei chiederti, se ti va bene.” dissi.
“Sentiamo.” fece.
“Beh…
volevo sapere se ti andasse di continuare ad indagare insieme a me e
Wren… se ti va, ovviamente.” domandai imbarazzato.
“... Hm… va be’.” rispose.
“Ehm… sarebbe un sì o un no?” chiesi incerto.
“Sarebbe
il sì de “il mondo sta ai tuoi comodi”. Ma siccome
mi servono i motociclisti fuori gioco… mi va bene. Comunque, lo
dico per te: sfogarti per i mali del mondo è giusto… ma
finché hai gente vicino… ricorda sempre quanto queste
persone hanno fatto per te. Mi sembri un tantino ingrato verso i tuoi
conoscenti… e appunto, ho visto il processo, e anche il
comportamento nei miei confronti non mi sembra migliore.”
affermò la ragazza.
“Uhm…? In che senso, esattamente? E giusto per la cronaca, nessuno ti ha costretta ad accettare.” sbottai io.
“Nel
senso che ho visto le occhiate seccate verso quella ragazza, ho capito
a grandi linee il motivo, ma ricorda che poteva benissimo starsene a
casa. Il tuo lavoro è importante per TE STESSO, per farti una
fama e costruirti una carriera, lei non ci ricava niente! Ed
esattamente perché nessuno mi costringe.. dovresti comportarti
un pochino meglio.” mi fece notare Manemy.
…
Non ha tutti i torti. Per Jean la questione è un pò
più complicata di come la veda… anche se ha ragione anche
su quello.
“...
Mi dispiace se sono sembrato ingrato. Sono parecchio nervoso oggi e
forse mi sto concentrando troppo sul lavoro… non volevo
comportarmi male nei tuoi confronti.” mi scusai a testa bassa.
“No
è tutto okay. Siamo due sconosciuti, tu mi spilli le
informazioni e poi chiedi pure aiuto RIMANENDO in termini di
sconosciuti, questo sto dicendo… comunque, per me va
bene.” rispose.
“... Mi fa piacere. E mi scuso ancora per il mio comportamento…” dissi io, tenendo lo sguardo basso.
Manemy
fece le spallucce, dopodichè ci dirigemmo da Wren per continuare
ad investigare la strada, anche se personalmente non credevo che
saremmo riusciti a trovare molto di nuovo…
…
Non posso negare di stare ancora pensando a quel che mi ha detto,
però, sia su Wren sia su di me… mi sono lasciato fin
troppo trasportare dalla rabbia anche solo con i miei pensieri, e
nonostante tutto non posso ritenermi giustificato per il mio
comportamento… non appena reincontrerò Jean, devo
scusarmi per come mi sono comportato con lei, ma per ora, meglio
cercare di concentrarsi sul caso! Sono sicuro che riuscirò a
trovare qualche informazione su chi ha investito la madre di Jean oggi,
ed è il modo migliore che ci sia per scusarmi!
[Isla]
Bah,
è pure simpatico alla fine per quanto è scemo... non si
è nemmeno fatto due domande sul perché voglia sbarazzarmi
dei motociclisti, troppo comodo.
C'entra
anche il fatto che imbrattano i muri della mia casa... non sopporto che
sfregino tutto ciò che mi rimane di Rosanne e dei miei
genitori... ma allo stesso tempo sto Lawman è utilissimo per
fare baccano e seminare zizzania tra i centauri, che è quello
che vogliono i miei collaboratori.
E
poi, mi pare che sia stupido quanto Wolf Lonnie. Così posso
farmi un'idea di cosa preparare per quando verrà il momento
della mia vendetta.
E va be'... per oggi farò un po' da balia a costui. Chissà che un giorno non vorrà pure le prove false...
[Travis]
...
Sospirai,
osservando la mia racchetta e guardando alternativamente il biglietto
che avevo ricevuto poco prima di dirigermi qui a Springside per le
indagini: visto cos’è successo l’ultima volta che ho
ricevuto un messaggio anonimo non ero esattamente curioso di scoprire
chi l’avesse mandata, e speravo soltanto che non si trattasse di
qualcosa di pericoloso, stavolta.
…
Finora il caso è andato abbastanza bene. Certo, il primo
processo non è stato esattamente risolutivo, ma si sono evitati
molti dei problemi dei miei processi precedenti… e soprattutto,
sono riuscito ad impedire che un ragazzino venisse accusato.
Non
voglio assolutamente ripetere i miei errori passati… voglio
cambiare, e diventare un procuratore serio e responsabile.
Anche
se ammetto che non so quanto sia effettivamente voglia di migliorare, e
quanto sia paura di non finire come mio padre…
…
Forse avrei dovuto portare la clessidra di Lumen con me: quando ho
bisogno di pensare e rilassarmi e la racchetta non basta, è
utilissima per aiutarmi a ragionare…
Mi
chiedo cosa mi avrebbe detto se non fosse morta. Se fosse ancora qui
per darmi consiglio nei momenti di difficoltà… so che
forse è patetico, ma penso di aver bisogno di qualcuno che mi
suggerisca cosa fare.
Ho
così tante cose da risolvere e da fare che non so a cosa dare la
priorità… Lawrence, Watson, la mia carriera, mio
padre… ed anche se sapessi da dove iniziare, non avrei la minima
idea di cosa fare.
…
Ma non è il caso di pensarci. Ho un caso alla mano, sta andando
bene, e non ho alcuna intenzione di perdere di vista il mio obiettivo.
In
quel momento, però, i miei pensieri vennero interrotti da una
voce che non mi aspettavo di sentire, la quale disse “Oh, eccola,
signor Harley. Avevo i miei dubbi se sarebbe venuto o meno, ma mi fa
piacere che abbia deciso di presentarsi.”
Eh…?
Alzai lo sguardo, osservando con aria confusa il nuovo arrivato, ma riconoscendolo all’istante, con mia sorpresa.
“Frank… Lytalk?”
*********************************************************************************
Questo
capitolo è stato scritto in collaborazione con The Shadow, che
ringrazio infinitamente per la mano datami nella stesura.
Il
capitolo contiene informazioni su tematiche piuttosto delicate: esiste
una storia di un capitolo per chi volesse un approfondimento
(intitolato ‘Aid’s’), ma per il tema trattato ho
pensato fosse meglio non pubblicare la storia in sè e mantenersi
su una descrizione che lasciasse capire cos’è successo
senza andare nei dettagli più disgustosi per la storia
principale. Non è necessaria la lettura
dell’approfondimento per chi voglia comprendere la storia, ma per
chi fosse interessato, basta contattarmi ed invierò la storia in
questione.
Il
gioco di carte ‘Zombie Battle Royale’ appartiene al caso
Unsung ‘Turnabout Behind the Card’ (non disponibile su
questo sito) scritto da The Shadow e Renna, in cui Lawrence appare come
testimone ed usa le carte che Wren gli dona. I nomi delle carte sono
degli in-joke ad un altro autore di fanfiction e ad un videogioco,
rispettivamente.
Lumen,
Isla Manemy/Riza Bravesoul (già apparsa in un capitolo di
Turnabout Reboot) e Rosanne (sorella deceduta di Riza) sono personaggi
di The Shadow: il caso AAT-5, già menzionato in precedenza,
appartiene anch’esso allo stesso autore.
Gli
eventi relativi a Lumen menzionati da Travis sono avvenuti nella storia
‘Spirito’, come ‘Aid’s’ e
‘Turnabout Behind the Card’ non disponibile su questo sito:
per chiunque sia interessato a leggerla, basta informarmi ed
invierò una copia della storia.
L’identità
della stupratrice di Wren è incidentale per la trama della serie
e purtroppo non verrà mai alla luce, ma a beneficio dei lettori
vi è una spiegazione scritta da The Shadow stesso, pubblicata
qui di seguito:
La stupratrice è Ayane Taubey, un personaggio di proprietà di The Shadow.
In
"World of Hearts" (mondo condiviso da The Shadow, Renna e me) Ayane
è inizialmente l'assistente di Wolf Lonnie, protagonista di
Case: WL-0 World of Lies.
A
questo punto della trama è già morta, e la sua morte
è sembrata la disgrazia di una ragazzina uccisa dal padre di
Wolf per motivi apparentemente egoistici di quest'ultimo.
In
realtà Ayane è morta volontariamente, e con la morte ha
creato una serie di situazioni che costringono le persone che ha
toccato a pensare e a disperarsi per lei, in modo del tutto volontario
da parte di quest'ultima.
Ayane
è una persona complessivamente disturbata, incapace di provare
emozioni e per questo finge una facciata di "reazione normale" agli
eventi che la circondano; per sentirsi viva ha avuto bisogno di
dedicarsi ad attività oscene e disumane quali le parafilie, e
appunto lo stupro di Wren descritto in Aid's.
Il
motivo dello stupro di Wren è il dedicarsi a queste parafilie e
il bisogno psicologico di sentirsi vicina a qualcuno non essendo in
grado di provare affetto od emozioni.
In
LT non è presente fisicamente né tantomeno appare essendo
già morta prima dell’inizio della trama, inoltre nella
serie regolare il significato delle sue azioni viene scoperto solo
più di trent'anni più avanti, ma ha una importanza come
presenza nell'aria soprattutto per quanto riguarda Jean, Travis e Wren.
Detto
questo, ringrazio moltissimo The Shadow per la mano datami e chiunque
abbia letto per l’attenzione, e vi dò appuntamento al
prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 44 *** Capitolo 43: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 2) ***
LTAA44
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 43: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 2)
Quartiere Springside Hills
Scena del crimine
5 Agosto
Ore 13:42
[Lawrence]
…
Io, Wren e Manemy avevamo ripreso la nostra indagine già da
qualche minuto, ma tra l’avere la polizia attorno a noi (ed Hayes
che continuava a lanciarci occhiate. Lo vedo parecchio più
interessato del solito, chissà perché…) e lo stare
analizzando una scena del crimine già analizzata un centinaio di
volte, non eravamo ancora riusciti a trovare nulla di rilevante, se non
quello che avevo già trovato in precedenza.
Notavo
chiaramente che Manemy stava facendo la sua parte piuttosto
svogliatamente… anche se non posso dire di non capirla: tra le
ricerche infruttuose ed il fatto che non sembrava esattamente eccitata
dal lavorare insieme a me, è comprensibile che preferisca non
dare il massimo.
Wren
invece stava cercando per bene nell’erba letteralmente con la
faccia sul terreno, mettendoci tutto sè stesso nella ricerca di
qualunque cosa potesse essere utile, mentre io continuavo a tenerlo
d’occhio con attenzione, nonostante l’area fosse già
piena di poliziotti e fosse quindi ‘al sicuro’.
Io,
invece… mi stavo impegnando, ma non quanto avrei dovuto, anche
perchè stavo avendo la netta impressione di perdere tempo
prezioso continuando a rivangare la scena del crimine nella speranza di
trovare qualcosa, e stavo cercando di fare mente locale su cosa fare
una volta finito.
Avevo
da incontrare la famosa Cheryl Hortencia, fare qualche domanda a
Colette (sperando fosse alla Hall of Shame, altrimenti dovrò
già darla per dispersa), cercare di capire qualcosa di
più sulle corse clandestine, trovare qualche prova utile, e
quando avevo modo e tempo discutere con Wren prima e Jean dopo, e
magari passare in ospedale una volta finito, non necessariamente in
quest’ordine… almeno credo. Spero di non starmi scordando
qualcosa…
…
AH, GIUSTO, parlare anche con Redhead! Diamine, mi scordo sempre che
gli imputati fanno parte del caso quanto gli altri testimoni…
sono ancora un dilettante, senza dubbio...
“Ehi
Lawman… stai qui a scemunirti e a sudare come un maiale, ma
pensavo avessi una linea d’azione, qualcosa da cui
iniziare… invece vai a caso, in questo modo banale e
idiota?” mi chiese Manemy, tutto meno che colpita dal mio modo di
fare.
“Ho
un pò di cose per la testa e questo caso non è
chiarissimo, quindi sto andando un pò alla come viene… ma
ti assicuro, riuscirò a venire a capo di tutto. E’ mio
dovere, dopotutto.” provai a dire, cercando di suonare serio.
Mentre continuavo a sudare a dirotto e mi asciugavo la fronte.
Manemy
in risposta ridacchiò in modo malevolo, per poi dirmi:
‘“La tua priorità ora è capire i fatti, a
questo servono le indagini. Una volta capiti i fatti, dovresti trovare
una falla da sfruttare per difendere l’imputato, una qualunque.
Più è grande la falla, più stai tranquillo.
Piuttosto che ricostruire interamente il caso e rimbecillirti di piani
che non ti portano da nessuna parte, io mi farei rifare un riassunto
dagli sbirri del caso e ci ragionerei con te e Wren. Considera che la
versione dei detective dovrebbe essere pressappoco simile a quella del
procuratore, quindi…”
“Non
dico che sia una cattiva idea, ma non so… chiamami vecchio
stile, ma mi piace indagare su tutti i fatti e cercare di capire quale
sia la verità, anche perchè la teoria dell’accusa
è suscettibile alle prove quanto la mia… che è
esattamente quello che hai detto, sì.” dissi io, capendo a
metà frase che ciò che stessi dicendo fosse inutile,
grattandomi la nuca, aggiungendo “Sembri davvero pratica di
queste cose, però, se posso dire…”
“Un
mio amico è coinvolto in questioni legali da molto tempo e si
sta preparando a dovere per l’avvocatura, semplicemente ammiro il
suo modo di fare e lo trovo il più corretto. Il fatto è
questo: per trovare la cosiddetta “verità” dovresti
sbatterti di indagini che non è detto che ti porteranno sempre
alla soluzione suprema, per esempio sappiamo chi è che ha
violentato Wren? No. E dubito che mai lo sapremo. Tu non sei un
detective, i detective cercano la verità. Tu sei un bamboccio
con a carico una VITA UMANA. Dovresti dare a quello la priorità.
Il tempo è preziosissimo, e siamo d’accordo… ma
allora piuttosto che aspettare la prova perfetta dal cielo, che salti
fuori magicamente come nei videogiochi… devi applicarti sulle
informazioni di base e trovare un modo plausibile per mandare a quel
paese la teoria dell’accusa e costruire una difesa vincente,
Lawman. Lo dico per te… stare qui a guardare le cicale tra le
fratte non ti porterà da nessuna parte. Anche perché se
c’è un meccanismo complicato dietro il caso… che
fai, provi a indovinarlo, se non sei in grado di scoprirlo?”
spiegò lei: in risposta io abbassai lo sguardo, pensoso.
...
Non posso negare che il suo ragionamento sia solido, ma... non mi piace
l'idea di fare un lavoro meno preciso, seppur più sensato da un
punto di vista lavorativo...
...
Mi ricordo che il signor Grossberg mi ha sempre puntualizzato la
correttezza da parte sia dell'accusa che della difesa in un processo
perfetto. Nel nostro sistema legale, il procuratore insiste che
l'imputato è colpevole mentre l'avvocato difensore ne sostiene
l'innocenza. L'accusa deve usare prove e testimonianze per corroborare
le azioni dell'imputato, mentre la difesa deve insistere nel trovare
interpretazioni alternative per le prove o dimostrare che le
testimonianze udite non sono affidabili. Una volta che una delle due
parti in causa non può più eseguire la sua funzione, il
verdetto deve essere emesso.
...
Questo in un sistema legale perfetto, ed il nostro non lo è,
basti vedere tutte le controversie avvenute negli ultimi anni… e
soprattutto, in un sistema legale in cui le prove sono tutto, la loro
assenza o il non ritrovamento può portare ad un risultato
sbagliato in ogni caso.
…
Non so davvero da che parte andare con questo ragionamento, nonostante
i miei principi si basino su di esso non posso certamente negare che
Manemy abbia ragione anche lei… Ugh, la testa...
“Non
hai tutti i torti, ma… possiamo concentrarci nel cercare
qualcosa? Prometto che non ti terremo impegnata per molto. Tra un
pò andrò a chiedere la versione della polizia al
detective, e vedremo cosa fare da lì, va bene?” suggerii,
con aria poco convinta.
“Non
devi farlo per me, devi farlo per la persona che stai difendendo!
Comunque va bene… allora, in via del tutto eccezionale ti mostro
una cosa figa e interessante.” rispose, tirando fuori dalla borsa
quello che sembrava essere una sorta di radio con monitor ed antenna.
“... Di che cosa si tratta?” domandai, curioso.
“Un
banalissimo dispositivo di mia fabbricazione che capta onde
elettromagnetiche nell’aria, in pratica è un rivelatore di
oggetti elettronici! L’ho adattato in modo che ne verifichi anche
l’altezza. Ho pensato che, nel caso avessero usato un dispositivo
esterno o qualche diavoleria simile, possiamo rintracciarlo con
precisione marcandone la posizione. Ora tu mi chiederai: e come
facciamo a capire cosa è utile e cosa no, visto che ci sono
parecchi pallini? Semplice: investighiamo su quelli immobili che si
trovano in posizioni particolari! Se c’è qualche
dispositivo particolare abbandonato lo troveremo con una certa
precisione, con un po’ di banalissima ricerca!”
… credevo che fosse una qualche specie di meccanica, non McGyver…
“Niente
male davvero, i miei complimenti… non è che magari
c’è anche un modo per isolare i pallini immobili?”
chiesi io, affacciandomi verso il captatore e notando che vari pallini
mobili spesso e volentieri oscuravano altri.
“Certo
che si può, ne registro la posizione entro
quest’aria… cioè, area e ci concentriamo su quelli
fermi… ecco fatto. Allora, quelli più in là non ci
interessano, saranno i telefoni o i computer delle persone che abitano
in zona. Noi dobbiamo verificare se ce n’è qualcuno
specialmente nei giardinetti qui vicini, e… bingo! Ce ne
sono… giusti giusti due. Eh… ahahah! Di cui uno è
quel lampione rotto laggiù! Allora… ce n’è
uno proprio qui vicino, a dieci metri da noi… guarda, proprio in
direzione del lato della strada… a occhio non sembrerebbe
esserci nulla. La faccenda mi puzza.” disse Manemy, indicando il
punto in questione. Aveva fatto un’espressione un pò
strana quando ha pronunciato ‘aria’, ma solo per mezzo
secondo, e decisi di non farci attenzione.
Io
mi avvicinai al punto indicato, capendo esattamente quale fosse la cosa
strana: si trattava di… un qualcosa di elettronico, un
cellulare, presumo, incastrato e semi nascosto in mezzo a due
mattonelle rialzate.
“Che culo, Lawman!” fece Manemy, avvicinandosi e vedendo anche lei.
Provai
ad abbassarmi e mettere una mano dentro per recuperarlo… ma
riuscivo a far entrare a malapena tre dita, e l’oggetto era
appena fuori dalla mia portata: avrei dovuto muovere tutta la mano per
prenderlo, e per com’erano grosse non ci sarei mai riuscito.
… Aspetta un attimo…
“Wren, puoi venire? Credo ci sia un lavoro per te qui.” dissi io, voltandomi verso di lui.
“Uh?
Cosa c’è, signor Lawrence?” domandò lui,
alzandosi di scatto e togliendosi del terriccio dalle braccia e dal
petto prima di correre vicino a me, osservando il buco a sua volta.
“Puoi
provare un a prendere quel telefono? Dovresti avere mani abbastanza
piccole da entrarci…” spiegai io. Wren mostrò un
sorrisetto a metà tra il deciso e l’allegro.
“Subito!”
disse, per poi provare a prendere l’oggetto: dopo una decina di
secondi, il ragazzino riuscì ad estrarlo, confermando che si
trattava effettivamente di un telefono.
“Ta-dah! Ecco, signor Lawrence, spero sia qualcosa di utile!” affermò poi, allegramente.
Io
gli sorrisi, mostrandogli un pollice alzato e dicendogli “Ottimo
lavoro, Wren.”, prendendo poi il telefono ed osservandolo con
attenzione.
“Guarda
qua… la batteria è quasi scarica ma è ancora
acceso, e ha lo schermo spaccato. Oh… e la foto come
salvaschermo. Mi sa che hai trovato qualcosa di prezioso,
Lawman…” affermò Isla, dandoci un’occhiata a
sua volta. Notai con la coda dell’occhio che Wren sembrava essere
dispiaciuto dall’essere stato ignorato, al che sospirai.
“Non sono io che l’ho trovato, dovresti saperlo.” puntualizzai.
“Era per dire.” replicò lei.
“Non
c’è problema signor Lawrence, non deve preoccuparsi
così tanto per me. Non mi abbatto mica per cose
così!” fece lui, sforzandosi di sorridere.
Avrei
voluto continuare a parlare o almeno a cercare di consolare Wren, ma
preferendo fare qualcosa di produttivo decisi con un pò di
riluttanza di lasciar correre, concentrandomi sul cellulare che avevo
in mano.
La
foto salvaschermo raffigurava Digby Ground, Ty Utah e Tord Swagger
tutti a fare il simbolo della vittoria, e visto dove si trovava e che
Utah aveva il suo cellulare durante l’udienza, doveva sicuramente
essere del primo.
“Controlla
i numeri in memoria, così capisci subito di chi è. E
magari ne trovi anche qualcuno strano.” suggerii Manemy.
“E’
quello che avevo intenzione di fare, ma prima volevo passare a
controllare i messaggi…” dissi io, aprendo la
casella… nella quale vi erano all’incirca mille messaggi,
più della metà spam e offerte telefoniche, e con in mezzo
qualche messaggio effettivamente utile.
Dando
una rapida occhiata ai messaggi ricevuti, notai un paio che sembravano
interessanti: il primo era un messaggio con il mittente
‘T&T’, Con su scritto: ‘Digby, ci servirebbe un
favore: puoi rendere la strada di Springside un groviera? Fingi di
stare lavorando ad un progetto di ristrutturazione se te lo chiedono.
Ti chiamerò dopo per i dettagli.’, sicuramente da parte di
Utah e Swagger come avevano detto al processo.
Il
secondo invece era un messaggio risalente a qualche mese fa, questo
segnato ‘T3’, con su scritto: ‘Smettila di rompere,
Digby. Ho un lavoro e tu hai causato fin troppi danni al nostro
business quando ho deciso di assumerti. Rompi le scatole a Ty e Tord
quanto vuoi, ma per quel che mi riguarda, tu non esisti.’.
Hmmm…
a vedere dall’iniziale, direi che si tratta del famoso Tom, e
questo è il suo numero. Diamine se ha reagito male,
però… non mi stupisce che Ground menzionasse più
Ty e Tord che Tom prima.
Provai
a cercare i messaggi precedenti, senza successo: se mai Ground li aveva
avuti sul telefono, li aveva sicuramente cancellati.
“Niente di utilissimo. Vedi tra le applicazioni, l’agenda, il calendario, cose così…”
“Proviamo…” dissi, aprendo l’agenda… e rimanendo piuttosto sorpreso.
TUTTI, ed intendo TUTTI i giorni del mese erano strapieni di note, tutte inizianti con ‘Promemoria:’.
“Bel
colpo. Certo che non ti sei fatto nessun problema a farti i fatti suoi,
eh?” commentò con un ghigno Manemy. Io sbuffai, un
pò seccato.
“Sei tu che hai suggerito.” puntualizzai, per poi aprire i messaggi di ieri… e rimanendo parecchio confuso.
‘Promemoria: Ricordarsi di fare colazione.
Promemoria: Ricordarsi di passare a prendere il giornale.
Promemoria: Non mi piace il pesce. Non comprarlo.
Promemoria: Ho ricevuto un messaggio da Ty e Tord! Ringraziarli.
Promemoria: Ricordarsi di finir
Promemoria: Mai lasciare incompleti i promemoria.
Promemoria: Scavare buche stasera!
Promemoria: Ricordarsi di leggere i promemoria se non ricordo.’
… Ma che diamine…?
“Ah,
poveretto. Non li scrive certo perché si diverte. Impicciati,
impicciati! Fa ridere vedere come un tizio banale e frivolo come te,
così ben educato e pieno di buoni sentimenti non esiti a
ricorrere a mezzi estremi… sai che quello che stai facendo
è reato?” chiese allora Manemy.
…
Non sono una persona che tende ad odiare facilmente, ma non posso
nascondere che questa Manemy stia iniziando a diventare un tantino
irritante… o inquietante.
E
non so se è perchè non mi piace ciò che
dice… o perchè in fondo sono un pò d’accordo
con quel che dice. E mi spaventa non esserne sicuro.
“Domani
al processo non dire che hai “guardato il cellulare”, eh,
caro il mio criminale! Violazione di privacy bella e buona!
Allora… sempre convinto di usare mezzi puliti per cercare la
verità? Alla fine hai visto che mezzi puliti non ne hai usati? E
queste informazioni le avresti ottenute comunque?” mi
stuzzicò.
“...
Non credo di aver fatto un’infrazione così grave, ho solo
controllato i dati personali, l’avrebbe fatto chiunque per
rintracciare il proprietario. Sono quasi sicuro che sia legale
utilizzare le informazioni del telefono come prova…
quasi.” dissi io, sudando ancora una volta.
Almeno, era quello che speravo.
“Ahahahah…
se non lo sai tu, avvocato! Ma ora avrai la coscienza sporca. Molto,
molto divertente.” ridacchiò Manemy. Io abbassai la testa
in silenzio.
“R…
Isla, non credi di stare un pò esagerando? Non ha fatto nulla di
così grave, per me…” disse Wren, con tono un
pò intimorito.
“Punti
di vista. Wren… mamma e papà devono un attimo parlare in
privato, ti dispiacerebbe allontanarti due secondi? Tu ovviamente
tienilo d’occhio, Lawman, con il tuo occhio sudato e
stanco!”
Molto divertente, Manemy. Molto divertente.
“Uh…
okay…” fece Wren, tra l‘imbarazzato ed il triste,
per poi allontanarsi un pò come chiestogli.
“Prima
di tutto… se riveli a qualcuno quello che ti dirò
ritieniti morto.” mi disse, con tono serio e piatto, a rendere
chiaro che quella non era una battuta.
“...
Okay…?” dissi io, per metà confuso e per
metà preoccupato da ciò che aveva appena detto.
“Non
mi chiamo Isla Manemy, è un mio alias. Il mio nome è Riza
Bravesoul. Sono una fuorilegge. E ho contatti con la malavita. Il
motivo per cui mi servi è che questi contatti vogliono i
motociclisti fuori dalle palle, oltre che per questioni personali. Tu
non ti sei nemmeno chiesto perché stessi perdendo con te, bene
sto svelando le carte. E allora senti questa: io sono anche una
falsaria. Tra i migliori in circolazione.”
… Che cosa…!?
…
Non nego che mi stessi chiedendo perchè avesse deciso di
aiutarmi, e dovevo aspettarmi che questo caso avrebbe riguardato
parecchio la malavita, però…
…
Mi asciugai la fronte, prendendo un respiro profondo prima di chiederle “E… quindi?”
“Oh,
e quindi, e quindi… e quindi io sono capace di imitare
calligrafie altrui alla perfezione, di mescolare voci imitandone altre,
di costruire un sacco di robe… ma sai com’è, tu
devi cercare prove in giro per Los Angeles e interrogare tutti piano
piano! Quindi domani rischia pure la vita di Redhead in tribunale,
compromettendo così anche la vita dei suoi familiari, sua madre,
suo padre, i suoi parenti prossimi… dai avanti, cerca prove! Su!
Che aspetti? Che mi guardi? Dai! Mettiti a quattro zampe e fiuta le
prove come un cane!” fece lei, mentre io abbassavo lo sguardo di
nuovo, stringendo i pugni.
“...
Con tutto il rispetto, ho già avuto a che fare con gente come
te, e ti risponderò allo stesso modo: non mi interessano cose
del genere, fino a quando avrò ancora la certezza di poter
vincere in modo corretto. Può sembrare una frase fatta, me ne
rendo conto… ma ci credo davvero.” spiegai io, nonostante
il mio tono di voce fosse tutto meno che convinto.
… Non sono per niente capace di rispondere a tono.
“Seh,
chi vuoi convincere? Me e o te stesso? La “gente come me”
non ti ha dimostrato che, per mandare avanti un caso, è
necessario usare mezzi o vie illegali, come ho fatto io. Non negarlo.
Tu pensaci, rimuginaci, spremitici sopra, sudati l’anima e
intanto io ti aspetto. Non è una questione di vincere, Lawman,
è una questione di salvare vite umane. Quando lo capirai, e
quando capirai che non potrai MAI e SEMPRE “vincere”
cercando prove come un bracco… vieni al negozio di tatuaggi di
Uptown. La password è: “vaffanculo Saria Lonnie”.
Ovviamente lo faccio perché ho bisogno di mangiare, non
perché sono cattiva. Decidi tu.” mi disse poi, con tono
gentile, neutrale, e… comprensivo.
…
Non posso negarlo, logicamente so che non ha tutti i torti…
ma… non voglio assolutamente arrendermi e negare ciò che
credo.
…
Spero davvero con tutto me stesso di non dover mai più scendere
così in basso da andarle a chiedere prove false.
… SMETTILA DI PENSARE DI ACCETTARLE, LAW, DIAMINE!
“Sì,
non c’è bisogno che rispondi, nega pure. Continuiamo
l’indagine?” domandò prima che rispondessi nulla, io
annuì.
…
Non voglio negarlo, inizia a mancarmi Jean. Anche con la poca
assistenza che dava, mi sentivo più a mio agio che a lavorare
con Man… Bravesoul.
Però…
può essermi comunque molto utile per questo caso. Ed è
meglio non rifiutare qualcosa che può essere utile…
“...
Per adesso però dovrei fare un salto da mia cugina Colette. Era
qui ieri, e dovrei farle qualche domanda.” dissi io, con tono
piatto.
“Andiamo
dalla cugina. WREN! Abbiamo fatto, scusaci!” fece lei: il
ragazzino si avvicinò subito dopo, con aria interessata ma senza
chiederci nulla.
… Ma guarda come si comporta come se nulla fosse…
… Non pensarci, Law. E’ meglio così. Sta calmo… almeno per Wren.
Sospirai, e subito dopo ci dirigemmo verso la fermata dell’autobus, diretti alla sede della Hall of Shame.
…
Avevo già accennato che questo caso ha rappresentato il momento
in cui la mia discesa nel baratro è iniziata, e sebbene Riza
Bravesoul non abbia rappresentato il momento in sè, è
stata sicuramente la forza scatenante che mi ha portato a compromettere
ciò che credo.
So
che forse ci sto marcando molto, ma non credo riuscirò mai a
spiegare bene quanto difendere la gente fosse importante per me. Volevo
essere un avvocato degno di mio padre, sì, ma per prima cosa
volevo farlo perchè difendere gli altri era la cosa giusta,
sebbene a ventitré anni fossi tutto meno che portato per il
compito.
Forse
se avessi cominciato a lavorare come avvocato più avanti, con
più maturità e più comprensione di come
funzionasse il mondo, le cose non sarebbero andate così. Avrei
avuto una carriera molto più semplice e priva di dramma, e non
mi sarei portato dietro centinaia di scelte sbagliate in nome di una
causa ‘nobile’...
Ma
allora, cosa sarebbe successo a Wren, per dirne una? E avrei avuto modo
di conoscere Wolf, Blade, Saria, Lucious e tutti gli altri?
Uno
dei miei tanti dubbi. Se ne sia valsa la pena di compromettermi e
diventare lentamente un criminale alla pari di quelli che ho provato ad
acciuffare, nonostante le mie ‘buone intenzioni’, sia per i
miei clienti… sia per me.
L’unica
cosa che posso dire, è che se sono diventato una persona
più matura e realista, lo devo tutto a come il mio idealismo sia
stato distrutto completamente da eventi come quello… che non
sarebbe stato l’ultimo, per nulla.
[Travis]
Sì… si trattava proprio di Frank Lytalk.
Sorridendomi
con aria furbetta ed afferrando il suo cellulare a mezz’aria, mi
salutò dicendo “Come vanno le cose? Purtroppo non ho avuto
modo di vedere la fine del processo per ovvi motivi, ma da quel che ho
visto mi sembra stare migliorando di continuo,
procuratore…”
“Taglia corto, Lytalk. Cosa vuoi da me, esattamente?” domandai, sospirando.
Era
connesso alla Revenge Association, e questo caso li coinvolgeva…
era ovvio che questo non era un semplice incontro di piacere.
“Frettoloso,
vedo.” commentò, per poi fare le spallucce e dire
“Io vengo qui al solo scopo di aiutare, e mi tratta così?
Una condotta del genere non la porterà troppo avanti nella
vita… c’è un motivo se la RA aiuta a compiere
crimini, sa?”
“In
che senso vorresti ‘aiutarmi’, precisamente?” fu la
mia domanda, riprendendo a palleggiare per allentare la tensione.
“Esattamente
come ho ‘aiutato’ l’avvocato Trueman nel vostro
scorso processo. E’ nei migliori interessi della Revenge
Association che Michelle Redhead venga dichiarata colpevole
dell’omicidio di Pete Stepford, che è esattamente il
vostro compito come procuratore. Visto che i nostri obiettivi
coincidono, non sarebbe male collaborare, non crede?” mi
spiegò con tono calmo e rilassato, giocherellando con il
telefono.
Mi prende per stupido, per caso?
“Credi
sul serio che voglia accettare un aiuto da parte della RA? Non sono
sceso tanto in basso da dover accettare l’aiuto di
criminali… se davvero vuoi ‘aiutarmi’, perchè
non mi dici perchè la RA fa ciò che fa e come eliminarvi,
allora?” chiesi io. Il ragazzo si mise una mano sulla tempia,
facendo cenno negativo.
“Non
c’è proprio gusto con gente seriosa come te, eh… e
comunque, i miei colleghi potrebbero indispettirsi se mi facessi
scappare qualche informazione di troppo potrei rischiare
parecchio… volevo aiutarla solo e soltanto per motivi
altruistici, e perchè al caro signor Ness sta iniziando ad
interessare parecchio l’avvocato Trueman.” disse il
ragazzo, mettendosi una mano sul fianco prima di riprendere a parlare.
“Alla
RA, chiunque possa esserci utile per portare a termine il nostro
compito è valutato con il massimo rispetto. Che un avvocatucolo
da nulla ed esordiente sia capace di deragliare dei nostri piani, per
quanto semplici e facili da risolvere, non è qualcosa da
sottovalutare. Questo caso è tanto un servizio della Revenge
Association quanto un test per Lawrence Trueman, per vedere se è
capace di risolvere un caso del genere. Sia che vinca o che perda il
caso, il caso ci gioverà in qualche modo. Per questo motivo,
volevo approfittarne per aiutarla, procuratore Harley.”
Ness… dev’essere il cognome del loro capo, molto interessante…
Però,
cavolo… sorvegliare Law perchè ha vinto un caso in cui
erano coinvolti? Forse è un pò estremo, ma non si
può dire che siano incauti…
Cos’è
questa storia del volermi aiutare, però? Continua a dire aiutare
ed aiutare… a che sta puntando, esattamente?
“Oh,
so cosa si sta chiedendo: perchè interessarsi così tanto
per un solo caso? Beh… semplicemente, i casi sono due. Lei
sospettava già che avessimo avuto una mano nel caso
dell’omicidio di Flash Snap, non è vero?”
“E se anche fosse? Come lo potreste sapere voi?” domandai.
“Ma
è semplice: ci siamo informati anche su di lei… e
sappiamo parecchie cose. Ha avuto quattro casi finora, uno più
umiliante dell’altro: nel suo primo caso l’imputato si
è praticamente scagionato da solo, nel secondo ha solo
contribuito alle indagini ma il processo è andato male per via
di un ragazzino che nemmeno era un legale, nel terzo è stato
sconfitto nonostante fosse un caso di alto profilo, ed il quarto
è finito con una sconfitta nonostante avesse provato a
nascondere una delle prove. Da quando ha iniziato il suo lavoro come
procuratore non ha mai vinto nonostante le sue migliori
intenzioni… mi dica, Travis Harley, non sarebbe interessato a
vincere una causa, almeno una volta?” mi chiese in risposta,
sorridendomi.
… Sì.
Sì, sì e dannatamente sì.
Vorrei
riuscire a vincere. Almeno una volta. Sono… stanco di venire
sempre bastonato e sconfitto. So che il mio lavoro non richiede che
vinca ogni volta… ma, è davvero possibile che TUTTI gli
imputati di questo paese siano innocenti? So che è egoista
pensarlo, non lo voglio negare, ma… per quanto stia cercando di
impegnarmi e comportarmi professionalmente, vorrei davvero riuscire a
dimostrarmi un valido pubblico ministero ed ottenere un verdetto di
colpevolezza. Anche solo per dimostrare di non essere un fallimento
come mio padre… e che non finirò come lui.
Prima
che potessi rispondere, Frank sorrise, dicendo “La sua
espressione è parecchio più eloquente di lei,
procuratore. Vorrei continuare la nostra discussione adesso, ma
ahimé sono una persona piuttosto impegnata. Le lascerò un
numero, quindi: se è interessato, basta che chiami e dica di
essere interessato. E non pensi nemmeno di provare a tracciare il
segnale: abbiamo delle precauzioni al riguardo.”, per poi
avvicinarsi e passarmi un biglietto: io esitai un pò… ma
dopo qualche secondo, decisi di afferrarlo. Frank parve contento al
vedere il foglio nelle mie mani.
“Ottimo,
ottimo. Non vedo l’ora di sapere quando vorrà accettare la
nostra collaborazione, procuratore Harley… e non si faccia
problemi: quel biglietto è valido a tempo indeterminato. Fino ad
allora, arrivederci!” salutò con aria allegra il ragazzo,
per poi allontanarsi giocherellando con il cellulare, mentre io
osservavo il foglio consegnatomi.
Non vi era assolutamente nulla, se non un numero battuto a computer sopra.
… Un collegamento diretto con la Revenge Association… hmmm…
Mentre
ragionavo sopra ciò che avevo ottenuto, una voce familiare e
seriosa disse “Ora facciamo i conti, Harley.”
Io alzai lo sguardo di scatto, sorpreso, trovandomi di fronte una Jean Watson tutto meno che contenta.
“...
N-Non è come sembra, davvero…” provai a dire io,
non sapendo quanto avesse visto della scena… e non avendo la
minima idea di cosa dirle.
“Ho
registrato tutto quanto. Se al processo deciderai di giocare sporco,
saranno cavoli tuoi. Lo sapevo che con te bisogna guardarsi alle
spalle. Per fortuna che notandoti con quel tizio mi sono messa a
sentire!” fece lei, con un tono soddisfatto e vittorioso.
…
“Ti
senti così realizzata ad essere superiore agli altri, per caso?
Non ho fatto assolutamente nulla, e non ho nemmeno intenzione di fare
nulla. Cosa ti fa credere che io sia intenzionato a collaborare con un
criminale?” domandai, cercando di stare calmo ma stringendo con
forza sia le mani che il foglietto.
Watson
si limitò a puntare al biglietto, spiegando “Non dirmi che
l’hai preso per indagare sulla RA perché non ci crederei
assolutamente.”
“Problemi
tuoi in tal caso. Quel che faccio con le mie cose è affar mio.
Tu non dovresti pensare a tua madre, se non erro? O è davvero
solo un pretesto per fare come ti pare e piace visto che ‘stai
stressata’ e ‘vai capita’?” chiesi io con
rabbia in risposta.
“...
No, sono affare della difesa perché prove e mezzi introdotti
illegalmente faranno fesso Law ma non me. E, che devo dirti…
‘quel che faccio con le mie cose è affar
mio.’” rispose, rinfacciandomi le mie stesse parole in
faccia.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, per la mia pazienza.
“IO
NON HO FATTO ASSOLUTAMENTE NULLA!” urlai, accartocciando il
foglio nelle mie mani per la rabbia, per poi dire “PERCHE’
CE L’HAI COSI’ TANTO CON ME!? COSA TI CAMBIA LASCIARMI IN
PACE!? VOGLIO SOLO STARE CALMO! PENSARE! CHE CAZZO CI GUADAGNI A
TRATTARMI COSI’, EH!?”
Lei rimase in silenzio al vedermi reagire così, per poi… iniziare a piangere.
“Ce
l’ho con te perché da quando sei arrivato va tutto male
con Law. Ecco perché.” spiegò, singhiozzando mentre
parlava.
“...”
con molta, molta riluttanza cercai di calmarmi, stringendo la racchetta
e prendendo un respiro profondo prima di dire, con severità
“E non è che magari la colpa è tua? Io avrò
fatto le mie brutte cose, ma per la maggior parte, a Law voglio bene
anch’io, e non voglio che soffra… tu però, non mi
sembri per nulla interessata a come stia. Non scherzavo quando dicevo
che non ti vedo come una buona assistente: non parli quasi mai e dai
aiuto anche meno spesso. E’ un modo di comportarsi corretto per
te?”
“...
E ALLORA NON LO AIUTO PIU’! CHI SE NE FOTTE! SE DOVETE TRATTARMI
COSI’ ANDATE A QUEL PAESE!” sbraitò allora lei.
“Facile
comportarsi così. Davvero, davvero facile. Fai pure se lo vuoi:
sono piuttosto sicuro che Law migliorerà con una palla al piede
in meno a cui pensare.” risposi io, avendone piene le tasche di
quell’immatura e stupida ragazza.
“Ah,
e tecnicamente, se hai davvero intenzione di tagliarti fuori dal
processo, posso richiedere che tu mi dia quella registrazione: a parte
che una registrazione di una conversazione privata è già
al limite della legalità, è un’utile prova contro
la Revenge Association, visto che conferma che Frank Lytalk è
affiliato con loro. Non avrai intenzione di ostacolare la legge,
spero.” affermai, calmandomi gradualmente.
“...
Ma quindi non volevi davvero collaborare con la RA…”
realizzò lei con sorpresa, e smettendo di piangere. Io feci un
sospiro seccato.
“Io cosa ho provato a dire?” feci notare, con tono piatto.
“...
Ho capito. Sì, hai ragione, ho giudicato troppo frettolosamente.
Allora non sei soltanto un cretino arrivista… quello che
è successo con Cody ti ha un po’ cambiato…
br… bravo.” provò a dire lei, con tono incerto e
tentennante.
…
Non ci credo. Ha… davvero ammesso di aver sbagliato? Credevo che
fosse troppo cocciuta per farlo. Forse la stavo iniziando a giudicare
un pò troppo male… ammetto che credevo sul serio che la
storia della madre fosse solo un modo per comportarsi come voleva, ma
forse… ci teneva sul serio.
… Stupido, stupido Travis.
“...
Grazie, mi fa piacere che tu lo pensi.” ammisi, abbassando lo
sguardo e fissando la racchetta, per poi dire “Però, sul
serio… dovresti essere meno frettolosa nel giudicare gli altri e
reagire. Un giorno comportarti in questo modo potrebbe portare a
conseguenze gravi… e, so che forse non è qualcosa di cui
dovrei impicciarmi, ma hai già visitato tua madre?”
“N… non ancora. Ci stavo andando adesso.” disse lei, evitando di guardarmi negli occhi.
“Ah.”
feci io. Rimasi in silenzio per un paio di secondi, deglutendo, prima
di prendere il coraggio di dirle “... Non è che… ti
farebbe piacere se ti accompagnassi?”, imbarazzato e mettendo
entrambe le mani sulla racchetta.
“No…
posso fare da sola. Ci si vede, ma… g-grazie per
l’attenzione.” fece quindi lei, per poi voltarsi e correre
via, senza nemmeno aspettare la mia risposta.
Io,
basito, rimasi fermo ad osservarla per un paio di minuti, prima di
sospirare ancora una volta. Almeno avevo provato ad essere
cortese… e mi dispiace di essermi arrabbiato con lei. Ma da un
lato stava davvero esagerando con i suoi modi, e dall’altro mi
piacerebbe se decidesse di migliorarsi.
Se
con ciò che le ho detto sono riuscito anche solo vagamente a
spingerla a riflettere, allora sono contento… anche se, in tutta
onestà, vorrei che qualcuno facesse lo stesso con me, alle
volte…
Scrollai
la testa. Non era il momento di deprimersi: c’era ancora molto da
fare, sia per il caso, sia… per altre cose.
Alzai
il braccio, aprendo il palmo della mano e rimettendo a posto il
foglietto accartocciato, osservando con attenzione il numero su scritto.
… So che ho detto a Jean che non mi interessava chiedere il loro aiuto, ma… hm… forse...
*********************************************************************************
Quarantatreesimo
capitolo di LT, per una volta pubblicato a poca distanza di tempo dal
precedente, anch’esso scritto in collaborazione con The Shadow,
il quale ha usato Isla Manemy/Riza Bravesoul, frammenti di Wren e Jean
alla fine.
L’idea
per lo strumento radio rilevatore è di The Shadow, come anche
buona parte della discussione di Riza, e quest’ultima
risulterà parecchio importante per gli sviluppi futuri.
Riza
Bravesoul, Saria Lonnie, Blade Swordmaster e Lucious Lowiss sono di
proprietà di The Shadow, mentre Cheryl Hortencia è di
proprietà di Renna.
Ringrazio chiunque abbia letto questa storia, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 45 *** Capitolo 44: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 3) ***
LTAA45
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 44: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 3)
Quartiere Eastwood
Sede Hall of Shame
5 Agosto
Ore 15:01
[Lawrence]
Dopo
essere scesi dall'autobus e aver camminato per una decina di minuti io,
Riza e Wren arrivammo di fronte alla sede del giornale dove Colette ed
Otom lavoravano.
Dall'esterno
non era troppo differente da qualunque altro grattacielo della zona:
sarebbe stato indistiguibile, se non per un grosso cartello all'entrata
con il logo del giornale, accompagnato dalla scritta 'Hall of Shame -
Tutto il turpume della società, direttamente per voi'.
...
Onestamente non sono mai stato un grande fan del giornale, e molta
gente lo considera un tabloid che per quanto interessante vada
più in là del necessario... ma ammetto che sanno essere
divertenti, soprattutto gli articoli più ironici che critici.
...
Non sono sicuro che riuscirò ad ottenere informazioni utili da
Colette, però. Soprattutto considerato come si sia comportata
durante il processo. Non ci vuole un genio a capire che nasconde
qualcosa; la vera domanda è, di cosa si tratta? Non è
facile dirlo sapendo solo della testimonianza che ha dato in
tribunale...
E' chiedere troppo che almeno un mio familiare possa non nascondermi cose, vero?
"Allora,
quanto hai intenzione di rimanere lì a leggere il loro slogan?
Non penso che facendo la bella statuina vedrai qualcosa di utile..." mi
rimproverò Riza con tono seccato ma con un sorrisetto arcigno
dipinto sul volto.
"S-scusa,
stavo riflettendo... non parlo molto con mia cugina, ma so che passa
parecchio tempo in redazione, quindi ho buone probabilità di
trovarla qui..." dissi io, grattandomi la nuca.
Sperando
che fosse davvero lì, e non a fare pratica di pattinaggio sul
ghiaccio. O ad insegnare danza classica ai bambini. O a fare graffiti
sopra a qualche palazzo alto. O a fare ricerche sulla street art e cose
simili...
...
Whew, a ripensarci, certo che ne ha di impegni ed interessi, l'esatto
contrario di me. Dove diamine lo trova il tempo di domire, in tutto
questo?
"Penso
che questa banale cosa puoi sbrigartela tu da solo. Non penso ti serva
la babysitter per parlare con tua cugina." disse Riza. Sebbene non mi
piacesse molto il suo tono, annuì.
"Già,
sono d'accordo... e, Wren, penso che forse è meglio che tu stia
qui per ora. Non vorrei che ti cacciassero dalla redazione, sai...
insomma..." provai a dire, bloccandomi però a metà frase
e mordendomi il labbro. Suonava molto più offensivo di quanto
volessi...
In
risposta, il dodicenne mi fece semplicemente un sorriso triste mentre
si sistemava le bretelle, dicendomi "Non si preoccupi, signor Lawrence,
lo capisco... Io e Riza la aspetteremo qui, va bene? Vada lì e
faccia nera sua cugina! Sono sicuro che ce la farà!"
... Sei un idiota, Law. Un grandissimo, gigantesco idiota.
Io
sospirai, forzando un sorriso quanto più allegro possibile
mentre dicevo "Grazie, Wren... ma non preoccuparti, dopo di questo
continueremo la nostra investigazione insieme, d'accordo?"
"D'accordo..." rispose lui, annuendo. Era ancora triste, ma stava cercano di non mostrarlo.
... Mi dispiace, Wren, davvero.
"A
Wren ci penso io, tu pensa a fare le tue domandine. Non abbiamo tutto
il tempo del mondo, quindi vedi di fare in fretta." disse la falsaria,
rendendo chiaro quanta pazienza avesse.
Grazie, molto gentile e rassicurante.
...
Non sono un tipo a cui piace prendere in antipatia la gente, ma
sinceramente non credo che io e lei andremo d'accordo, se continua
così. Specie dopo la 'chiaccherata' che abbiamo fatto prima...
le avrei già detto di andarsene se fossi stato da solo, ma
c'è Wren e non voglio offenderlo o farlo sentire male, visto che
la vede di buon occhio... e comunque, dopo la Hall of Shame non abbiamo
molto altro da controllare. Devo solo resistere un altro pò, poi
non sarò più costretto a vederla.
Mi limitai però a sospirare, e poi risponderle "D'accordo. Ci vediamo a tra poco, allora."
"Buona fortuna, signor Lawrence." fece allora il ragazzino. Riza semplicemente annuì disinteressata.
Io
alzai la mano e salutai entrambi, per poi dirigermi verso l'ingresso,
mettendo da parte tutti i pensieri inutili e conentrandomi solamente
sul caso alla mano.
Sede Hall of Shame
Ingresso
5 Agosto
Ore 15:08
Visto
che mi trovavo nella sede di un giornale scandalistico, mi aspettavo un
ufficio irriverente e stralunato... e non era molto lontano da quello
che mi trovai di fronte.
L'ingresso era abbastanza spazioso, con
varie sedie e divani rosso scarlatto disposti ai lati della sala, con
un paio di vasche per i pesci ai lati, strapiene di pesci pagliaccio...
probabilmente una qualche sorta di velato simbolismo. O al proprietario
semplicemente piacciono quei pesci, chissà.
Tutt'attorno vi erano varie piante esotiche, tra cui riconobbi anche un
paio di piante carnivore, tutte comunque dall'aspetto bizzarro e fuori
dal comune.
Affissi ai muri, poi, vi era tutta una serie di articoli del giornale,
anche di molti anni prima: si spaziava dall'intervista e gli ultimi
gossip su Yanni Yogi e la sua fidanzata, ad un'inchiesta sulla
sicurezza delle nostre banche a seguito di un pesante furto
informatico, ad un reportage sul Giudice Bree Hughes con altri gossip
sulla sua vita privata, un'esclusiva sulla morte di una famiglia ricca
di Springside Hills ed il destino della loro fortuna, un articolo pieno
di teorie sui retroscena del così detto 'Miracolo dell'HAT-1' e
su come fosse stato un possibile sabotaggio da parte di Steven Zaren ai
danni di Yuri Cosmos... insieme ad altri articoli più o meno
credibili.
... Personalmente, ho parecchi dubbi che tutti questi articoli siano
veritieri, ma con un nome come 'Hall of Shame', ho sempre pensato che
questo giornale fosse molto, molto più interessato a fare
notizia che a dare un'accurata presentazione dei fatti.
Evitai tuttavia di soffermarmi oltre sull'ambiente, andando dritto
verso la reception, dicendo "Scusate, vorrei parlare con Colette
Trueman... Sono suo cugino."
"Mi spiace, non sono ammesse visite se non programmate in anticipo. E
non vedo il suo nome sulla lista degli ospiti di oggi." replicò
la donna alla reception, senza nemmeno guardarmi.
"Ehm... sì, lo so che non ho chiesto di venire, però..." provai a ribattere.
"Niente da fare. Se ha dei reclami da fare, li può esporre al nostro capo via e-mail."
"Ho capito, ma vede, è una cosa importante, sto indagando su un omicidio e..."
"Potrebbe anche stare avvenendo l'apocalisse per quanto mi riguarda, le
regole rimangono le stesse: niente programmazione, niente visita. E se
continua a insistere, chiamerò la guardia per farla
rimuovere forzatamente. E' chiaro?"
"... Cristallina."
E così mi allontanai, sospirando e girandomi verso la porta d'ingresso.
Non sono proprio capace di impormi... però, non si può dire che non abbiano una receptionista ligia al dovere.
Forse avrei dovuto chiamare Colette prima... ma visto che il suo
cellulare è quasi sempre occupato, dubito che sarei riuscito a
parlare con lei.
Fui quasi sul punto di uscire, prima di sentire una voce debole e
timida chiedermi "Uhm... scusate, dovete andare alla Hall of Shame, ho
sentito...?"
"Uhm?" feci io, voltandomi: ad aver parlato era stata una ragazza
più o meno della mia età, con un viso dai lineamenti
dolci, con occhi neri e capelli corti viola con due ciuffi che le
ricadevano sul volto, con indosso abiti sformato di color celeste ed
una cintura nera. Dava l'idea di essere una persona piuttosto
delicata... anzi, persino fragile, per certi versi ed in più di
un senso.
"Uh... Sì, è così. Come mai me lo chiedete, signorina...?" domandai un pò confuso, osservandola.
"S-Shannen, Shannen Sachiho... lavoro ad una rivista ambientale, Essenzial... non so se lo conoscete." rispose lei, timidamente.
Uhm... mi sembra che mia madre l'abbia presa un paio di volte, ma
personalmente non l'ho mai letta... non vorrei essere scortese,
però.
Quindi, annuìi e dissi "Oh, sì, certo che la conosco! La
redazione della vostra rivista è qui? Credevo ci fosse solo
quella dell'Hall of Shame..."
"B-beh, entrambe le riviste sono p-pubblicate dalla s-stessa casa
editrice, quindi capita ogni tanto che ci sia uno... uno scambio di
impiegati tra un giornale e l'altro." rispose lei, guardandosi attorno
nervosamente.
Uhm... perchè è così nervosa, adesso? Sembra quasi aver paura di parlare.
Non riuscendo a tenermi la domanda per me, aggrottai le sopracciglia e
domandai "C'è qualcosa che non va, signorina Sachiho? E, il mio
nome è Lawrence Trueman, mi scuso per non essermi presentato
subito."
"O-oh, non si preoccupi, davvero... e, T-Trueman? Sei... parente di
C-Colette, per caso?" chiese allora la signorina Sachiho. Io feci cenno
di sì, un pò sorpreso.
"Uh... Sì, è lei che devo incontrare alla Hall of Shame, infatti. La conosci anche tu?" domandai di rimando.
"P-Più o meno, ho studiato fotografia con il suo f-fotografo
abituale, Ralph Otom... ed ho avuto a che f-fare con lei un paio di
volte." spiegò lei, guardando verso il basso.
"Capisco... beh, non è che possa fare molto, in ogni caso. Mi
hanno impedito di entrare e dubito di poter farcela senza essere
invitato." dissi, sospirando.
"U-uhm... potrei aiutarla se vuole, s-signor Trueman... p-posso farla
salire dicendo che è con me..." suggerì quindi la
fotografa.
Io fui sorpreso dall'offerta, chiedendo quindi "Uh... davvero? Non rischierebbe di causarle problemi, però? Non
vorrei che lei venisse ripresa o licenziata se viene scoperta..."
"Oh... n-non si preoccupi, davvero: n-non ci sarà alcun
problema. Solo... lascia fare a me, va bene?" disse lei, stringendo un
pugno all'altezza del petto, con aria preoccupata ma in ogni caso
decisa.
"Uh... d'accordo. Grazie mille." ringrazia, sorridendole contento.
Sinceramente mi preoccupa un pò che abbia deciso di mettersi in
gioco così per me... sembra quasi che non le importi più
di tanto se perda o meno il suo lavoro. In ogni caso, spero che vada
tutto liscio ora...
Lasciai comunque fare alla signorina Sachiho, la quale disse di dover
salire alla redazione della Hall of Shame insieme a me per
un'intervista privata: nonostante fosse chiaramente nervosa e
balbettante (al punto che fui tentato un paio di volte di dire la
verità per non stressarla o pesarle), la segretaria non ebbe
alcun problema, semplicemente annuendo ed indirizzandoci verso gli
ascensori.
Una volta entrati, Sachiho premette il pulsante per il quinto piano, mentre io abbassavo lo sguardo, ancora imbarazzato.
"Grazie, davvero... avevo proprio bisogno di parlare faccia a faccia
con Colette, adesso. C'è qualcosa che posso fare per lei?"
domandai subito dopo: ad essere sinceri non avevo idea di cosa fare in
quel preciso momento, ma non volevo far morire la conversazione
lì, e volevo dare fare qualcosa per lei fintanto che potevo.
"N-nulla, non si preoccupi. Mi fa... p-piacere averla aiutata." disse
lei, accennando un sorriso. O almeno credo che l'abbia fatto, visto che
smise dopo un secondo.
"Siete molto gentile, ma davvero, sono io che la devo ringraziare." fu la mia replica.
"P-prego, davvero." fece lei, guardando di nuovo in basso.
...
Cadde subito un silenzio imbarazzante tra di noi, senza che nessuno
dicesse nient'altro: ogni tanto sembrava esserci un tentativo di
continuare a parlare da parte sua, ma nè io nè lei
continuammo mentre l'ascensore raggiungeva lentamente il quinto piano
dell'edificio.
... Posso capire come si senta e che tipo di persona sia, ma non penso
proprio di essere la persona migliore per parlare con lei, considerato
come sia io sia lei non sembriamo per niente assertivi... è come
cercare di fare incontrare un paio di lumache. Probabilmente una
persona più attiva e capace sarebbe più brava nel
districarsi in questa situazione... come Travis, magari.
... No, non posso pensare ad altro ora. Devo concentrarmi ed andare a
fondo della questione. Potrò pensare a Travis più tardi.
Una volta raggiunto il piano mi guardai attorno: la redazione era
piuttosto affollata e con un continuo via vai di gente, discussioni su
articoli da scrivere e molte gente alle prese con computer,
organizzazione di documenti ed altri simili compiti. Dava davvero
l'idea di un giornale nella quale tutti cercavano di impegnarsi al
massimo, qualcosa che non mi aspettavo da un giornale scandalistico...
anche se, effettivamente, non sapevo quanto di ciò che stavano
scrivendo fosse veritiero.
"B-beh... i-io vado allora, sono sicura che Colette s-sia qui. B-buon
lavoro, signor L-Lawrence." fece quindi lei, voltandosi verso di me
seppur ancora evitando di guardarmi in faccia.
"Uh... d'accordo. Grazie mille, signorina Sachiho. Spero di
reincontrarla in futuro." dissi io, alzando la mano e salutandola
muovendola leggermente.
"A-altrettanto qui." rispose lei senza ricambiare, prima di venire
inghiottita nella folla di redattori, senza guardarmi in volto.
... Non sembra una cattiva persona, ma mi da l'impressione di aver
bisogno di un pò di assertività. Altrimenti
rischierà di farsi calpestare e sfruttare da chiunque... anche
se probabilmente non sono la persona migliore per dirlo.
Deciso a non sprecare l'occasione che la signorina Sachiho mi aveva
dato, iniziai ad andare in giro per la redazione, vedendo se sarei
riuscito a trovare mia cugina: per la strada, notai vari membri
dello staff del giornale indicarmi, borbattare o guardarmi di traverso,
cosa che mi fece trasalire e preoccupare che mi avessero scoperto come
estraneo e stessero pianificando di buttarmi fuori... provai ad evitare
di osservarli e concentrarmi nel trovare Colette, ma sapere di essere
il centro dell'attenzione non mi faceva di certo sentire a mio agio.
Fortunatamente, non ci vollero che un altro paio di minuti prima che
una voce conosciuta mi domandasse "Law? Come diavolo hai fatto ad
arrivare qui?", trovandomi di fronte mia cugina non appena alzai lo
sguardo.
"Oh, eccoti, Colette! Ti stavo cercando!" dissi io, avvicinandomi a mia cugina mentre lei aggrottava un sopracciglio.
"Per quale motivo?" mi chiese.
"Per il processo dell'omicidio di Pete Stepford, ovviamente. Volevo
farti qualche domanda riguardo la tua deposizione che alla fine non
è stata per nulla esplorata..." provai a dire, notando
però come il volto di mia cugina si fosse incupito, per poi
fissarmi con sguardo tutto meno che accogliente.
"Sono impegnata ora. Va via." mi rispose.
Eh no! Non di nuovo!
"Ho tutto il tempo che vuoi. Posso aspettarti tranquillamente all'ingresso finchè non hai finito." dissi io.
Colette ruotò gli occhi, dopodichè mi prese per la
collottola, affermando "C'è troppa gente qua. Se dobbiamo
proprio parlarne, meglio farlo in privato.", per poi trascinarmi per il
braccio verso quello che sembrava essere uno sgabuzzino, chiudendo poi
la porta a chiave dall'interno ed accendendo la luce, per poi
osservarmi senza cambiare espressione.
... L'ho sempre saputo che era lunatica, ma questo è un pò troppo anche per lei.
"... Colette, si può sapere che hai? Devo solo farti qualche domanda..." dissi io, inarcando un sopracciglio.
"Ed io non voglio risponderle. E' piuttosto semplice, Law, non credi?" replicò, sospirando seccata.
"E perchè non dovresti? Significherebbe che hai qualcosa da
nascondere. Riguarda Samantha Watson, per caso?" inquisìi.
Almeno, spero riguardi Samantha Watson. O il caso, comunque.
"Tutto quello che c'era da dire su me e lei è stato detto, non
vedo perchè tu voglia continuare a chiedermi altro. Non hai un
omicidio da investigare?"
"Certo, e tu ne sei parte. Hai detto di essere stata sul posto per una
ripresa... quindi, perchè non vuoi dirmi cos'hai? Potrebbero
essere prove decisive!"
"Me lo devi anche chiedere? Perchè se te ne parlassi non avrei assolutamente materiale di cui scrivere, idiota."
... Come...?
"... E credi che la tua stupida storia sia più importante di
risolvere un caso? Vuoi che per la tua negligenza un'innocente vada a
finire condannato ingiustamente?"
"Non mi interessa. Perchè dovrebbe importarmi di quel che
succede agli altri? Sono le loro vite, se qualcosa capita, capita...
L'unico motivo per cui mi sono presa la briga di chiamare un'ambulanza
era perchè la vittima era la madre della tua stupida amichetta,
ma se fosse stata qualcun'altro avrei preso e me ne sarei andata."
"... Dimmi che non sei seria, ti prego."
Colette si mise una mano sulla fronte, scuotendo la testa prima di osservarmi con severità.
"Senti, tu sei un'avvocato buono e gentile che crede nella giustizia
eccetera eccetera, ma io faccio giornalismo, Law. La mia professione
richiede di battere la concorrenza, e cercare le storie dopo un
pò non è altro che essere tedioso e alle volte anche
inutile, visto che i tuoi concorrenti possono imbattersi nella stessa
notizia e pubblicarla prima di te... è un'ambiente in cui cane
mangia cane, e devi essere astuto se vuoi ritrovarti sopra tutti gli
altri."
"Quindi preferisci tenerti tutto ciò che sai per te solo per avere una dannata esclusiva...?"
"Certo! Non credere che sia la prima volta che lo faccia, Law. Devo
ancora ringraziare Wren per quella mano che mi ha dato qualche mese fa
per quell'indagine sulla violenza sui minori..."
... Una mano che Wren gli ha dato? E quando sarebbe...
... Un attimo. Wren non era stato molestato da una donna...?
...!?
"... NON DIRMI CHE..."
"Ssssh! Piano! Non vorrai mica che tutti scoprano il mio piccolo
segreto, vero? E comunque... per chi mi hai preso? Non mi interessa
certamente fare cose sporche a bambini di dodici anni... semplicemente
avevo sentito di un locale nell'area in cui avvenivano cose piuttosto
spinte, ma erano solo voci senza nulla di concreto... quindi, appena ho
incrociato Wren, mi è venuta l'idea di suggerirgli di andare
lì dicendo che avrebbe trovato qualche lavoretto semplice da
meccanico... ho atteso un pò, sono passato lì la sera sul
tardi, et voilà, me lo sono ritrovato a dormire per terra nudo e
coperto di robe che non ti dico. Gli ho fatto la foto e poi ho avvisato
miss gentilezza di venirselo a riprendere."
...
"... Non ho parole... Sei un mostro..."
"Tecnicamente non ho fatto niente di illegale, ho solo dato un
suggerimento ad Oliver Twist. E' colpa sua se si è fatto
prendere e sfruttare, io non c'entro."
'Nulla di illegale'. Sì, sicuro. Che fine ha fatto il
giornalismo etico? Probabilmente ha smesso di seguirlo appena ha smesso
di vendere...
... Non riesco ancora a credere a cosa mi sta dicendo. E a come sembri
del tutto incurante delle implicazioni di ciò che ha fatto.
"... Non provi assolutamente alcun rimorso per ciò che hai fatto?"
"Perchè dovrei? Come ti ho detto, è stata una scelta
completamente sua di andare lì. Prima o poi sarei inciampata
comunque in qualche minore nelle sue stesse condizioni: è tutto
merito suo se sono riuscita ad ottenere prove fotografiche per il mio
articolo prima di quanto prospettassi. Ti conosco e so che ora penserai
che io sia crudele ed insensibile, ed onestamente non mi importa molto
di quel che pensi. L'uomo è egoista, pensa solo a sè
stesso, e vuole imporsi sopra agli altri. Non accetta suoi pari. E
qualunque persona può essere usata per raggiungere i propri
obiettivi."
...
"Stop, non dire nulla, tanto so bene cosa stai pensando. 'Non posso
credere che tu, Colette, abbia fatto questo!', 'E' solo un bambino di
dodici anni!' ed altri moralismi facili tipici da parte tua. Non
condivido il tuo punto di vista, e sinceramente trovo anche un
pò ridicolo che io abbia due anni meno di te ma capisca meglio
come il mondo giri... ma, ahimé, i castelli tra le nuvole troppo
fumosi rischiano di essere spazzati via da una folata di vento, Law.
L'unico motivo per cui ho deciso di parlartene a fondo è
perché mi lasciassi in pace e perchè penso che una dose
di dura realtà possa aiutarti a vedere le cose più
chiaramente. Solo perchè sei un avvocato non devi credere che
tutti siano innocenti, dopotutto. Il tuo secondo caso non ti è
bastato per fartelo capire?"
... Lo so fin troppo bene, Colette. Non c'è bisogno di rigirare il coltello nella piaga.
"Ad ogni modo, voglio essere gentile. A dire il vero, sì, la
madre di Jean mi ha chiesto di incontrarla per discutere di una cosa
importante per cui le serviva una mano, e mi aveva suggerito di
incontrarci la sera stessa per discutere di qualcosa. Non mi aveva
spiegato cosa nello specifico, e non ho avuto modo di chiederle di cosa
si trattasse. Ero arrivata lì un pò prima di lei,
iniziando a fare una ripresa sperando di cogliere sul fatto i famosi
corridori clandestini, e poco dopo che Samantha Watson era finalmente
arrivata... bam! Arriva un tipo e la investe con la moto, vola per
aria, casca a terra, io filmo, chiamo l'ospedale, e vado. Non avevo
tempo per farmi coinvolgere ulteriormente, e non volevo vedere il mio
servizio sfumare perchè qualche altro giornalista fosse stato
più rapido di me nello scrivere un articolo." spiegò
allora con semplicità, frugando nella tasca e mostrandomi una
chiavetta USB, mettendomela in mano.
"Qui c'è una copia della ripresa: ho già ultimato
l'articolo e verrà pubblicato tra qualche ora, quindi per quanto
mi riguarda puoi averlo per il processo di domani. Sentiti libero di
ringraziarmi."
...
In risposta, strinsi la chiavetta nella mia mano e le domandai
semplicemente "Non te lo meriteresti, in tutta sincerità, ma...
grazie."
"Continua a fare il musone se vuoi, vedrai che mi ringrazierai in
futuro. Buona fortuna per domani, e ricordati sempre: Be yourself!"
disse Colette, sorridendo ed aprendomi la porta, mentre mi salutava con
la mano allegramente.
... Be yourself un cavolo, Colette. Un cavolo.
Uscii dalla redazione senza nemmeno voltarmi, ed una volta tornato
fuori aggiornai Riza e Wren dicendo loro solo dell'ultima parte del
discorsetto che 'mia cugina' (Dio, mi fa schifo pensare che siamo
imparentati...) mi aveva riferito e mostrando la chiavetta.
In tutta sincerità, avrei voluto spiattellare tutto e cercare un
modo per vendicarmi, soprattutto visto e considerato che la vittima del
suo 'grande piano' era lì... ma per quanto volessi, mi contenei.
Non volevo che Riza riprendesse a darmi frecciatine su come sia un
criminale rabbioso o non so cosa, mentre Wren aveva già sofferto
fin troppo al riguardo... sapere che avrebbe potuto evitarlo
probabilmente lo avrebbe fatto sentire anche peggio di quanto non fosse
già, e non se lo merita per nulla.
Avrei di sicuro ripreso l'argomento con Colette... ma non era il
momento, purtroppo, per quanto provassi rabbia per ciò che aveva
fatto.
Devo fare qualcosa per aiutarlo una volta finito tutto qui... e credo di sapere anche cosa.
Per ora, però, è meglio mettere da parte tutto e andare
al Centro di Detenzione... vorrei parlare un pò con Michelle
Redhead, e magari incontrare la famosa Cheryl Hortencia, se sono
fortunato.
Spero solo di riuscire a fare progressi, stavolta...
*********************************************************************************
Mi scuso per il ritardo madornale con cui questo capitolo arriva, ma
spero davvero che ne sia valsa la pena. Ho rimosso una scena che
sarebbe dovuta essere in questo capitolo per poca ispirazione, ma
tornerà nel prossimo, che spero sarà più
sostazioso. Nel mentre, ringrazio chiunque leggerà e chi ha
commentato, e do a tutti appuntamento al prossimo capitolo!
Cheryl Hortencia appartiene a Renna ed alla sua fanfiction 'Eyes, Lies & Trusting Times', parte della serie Wholeheartedly.
Shannen Sachiho appartiene a The Shadow ed alla sua fanfiction Wolf Lonnie: Ace Attorney - Fighting for Truth, facente parte della serie Case: WL-0 - World of Lies. Entrambe le serie sono parte della macroserie World of Hearts.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 46 *** Capitolo 45: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 4) ***
LTAA46
LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY
Capitolo 45: Highspeed Turnabout (investigazione 2, parte 4)
St. Gabriel Hospital
Stanza 304
5 Agosto
Ore 15:10
[Jean]
... Sto ancora pensando a tutto quel che è successo oggi... sono stanchissima, ma non posso farne a meno.
Odio ammetterlo, ma Travis aveva ragione. Ho lasciato che questa
situazione mi affliggesse fin troppo, non sono stata per niente utile
al processo e non ho fatto altro che lanciare accuse a destra e a
sinistra.
Ma ora non più. Ho intenzione di andare in fondo a questa faccenda, e farlo per bene.
Continuavo ad osservare la porta della stanza in cui mia madre era
ricoverata, insicura se entrare o meno. Mi avevano confermato che
poteva ricevere visite ed era cosciente, ma continuavo ad avere paura
per cosa avrei visto una volta dentro.
Mia madre è sempre stata un modello da imitare, per me. Un
esempio da seguire e da onorare, per quanto seguissimo percorsi
lievemente diversi.
... Non voglio assolutamente che quell'immagine venga infangata, non
voglio vederla debole e costretta su un letto d'ospedale. Mia madre
è una donna forte, indipendente e capace, una dannatissima auto
non può averla ridotta così. Non può e basta.
Dopo quasi cinque minuti passati a tormentarmi, decisi di tagliare la
testa al toro: non mi sarebbe piaciuto per niente, me lo sentivo... ma
gettarmi sul caso non è servito a nulla, e se c'è
qualcuno che può aiutarmi a fare luce sia sull'omicidio di Pete
Stepford sia sull'incidente di mia madre, quella è Samantha
Watson.
"Permesso..."
Dissi, guardandomi intorno: la stanza non era nulla di speciale,
bianca, spoglia ed anonima come ogni locale ospedaliero... e poco
distante da me, distesa su un letto e con le gambe ingessate, c'era mia
madre, la quale smise di osservare il vuoto non appena sentì la
mia voce, sorridendomi.
"Oh, Jean! Che piacere, mi chiedevo quando ti saresti fatta viva."
"Mi dispiace se ci ho messo così tanto mamma, sono stata
impegnata con il caso insieme a Law... non sono ancora riuscita a
scoprire chi ti abbia investito, ma sta sicura, lo troverò."
garantìi, stringendo i pugni.
Con mia grossa sorpresa, mia madre abbassò lo sguardo, aspettando qualche secondo prima di rispondermi.
"Ho fiducia in te, davvero, ma prendi le cose con calma. Cercare di
raggiungere subito la soluzione può portare ad una risoluzione
arronzata e piena di buchi, ricordatelo." mi disse lei, sorridendomi.
... Mamma, giocavo con te al detective da quando avevo cinque anni. So
riconoscere quando un sorriso è forzato, falso... e sta
nascondendo qualcosa.
"Mamma, passiamo al sodo. Cos'è successo ieri sera?
Perchè sei stata investita? Tu sei Samantha Watson, famosa
investigatrice privata. Non può essere una coincidenza che
abbiano investito te."
"... Ero solo troppo vicina al ciglio della strada, niente di
più, niente di meno. Non tutti gli eventi avvengono
perchè pianificati, Jean, e questo è stato sicuramente un
caso."
Sì, sì, credi davvero che me la beva?
Le coincidenze non esistono. Bisogna solo studiare il contesto e capire le cose come stanno.
E' la prima regola di un'investigatore. Non dirmi che ti sei scordata tutto quello che mi hai insegnato.
Ah, ho capito! Questo è tutto un test, vero? Vuoi vedere se sono capace di discernere qualche indizio!
E brava mamma... hmmm... allora...
Non vedo nulla di strano appoggiato su mobili o sedie... quindi è probabilmente qualcosa che si sta tenendo stretto.
Ed infatti, eccolo lì: è appena visibile, ma c'è
un biglietto appena sporgente dalla tasca del suo impermeabile,
sull'appendiabiti vicino al letto. Conoscendo mamma potrebbe volermi
fuorviare considerando che mamma ha la brutta tendenza di intascarsi di
tutto e scordarsi le cose nell'impermeabile... ma come ho detto prima,
le coincidenze non esistono. E non è possibile che casualmente
mia madre lasci qualcosa di importante in un punto in cui io possa
notarlo, se non per invogliarmi a prenderlo.
Se non me l'ha detto direttamente, probabilmente significa che non
può dirmelo. Non devo fare altro che avvicinarmi e prenderlo
senza destare sospetti, allora.
"Va tutto bene, Jean? A cosa stai pensando?" chiese allora mia madre, all'improvviso.
Io sussultai, per poi sorridere e dirle con calma "Uh? Oh! Nulla! Non
preoccuparti!", per poi iniziare ad avvicinarmi a mia madre.
Bene, ora devo giocarmela bene... deve sembrare reale, e non deve accorgersi di cosa sto facendo.
Feci altri due passi, dopodichè premetti il piede per terra,
spostai il mio peso in avanti, e caddi per terra, urlando per la
sorpresa e strappando l'impermeabile 'per sbaglio' dall'appendiabiti,
tutto nel modo più naturale e realistico possibile.
Mia madre sussultò, confermandomi di aver fatto un buon lavoro,
per poi domandarmi "Jean, stai bene!? Ti sei fatta male!?"
"Ouch... non preoccuparti, mamma, sto bene. Sono solo inciampata."
dissi io, prendendo l'impermeabile e preparandomi ad appoggiarlo di
nuovo all'appendiabiti, tenendo la tasca contenente il biglietto
oscurata, afferrandolo con la mano e stringendolo contro il palmo,
sistemandomelo poi nella mia tasca sinistra una volta sistemata via la
giacca, voltandomi quanto basta da non fare concentrare l'attenzione di
mia madre sulla mia tasca.
Perfetto, ho fatto! Ora devo solo finire la conversazione ed uscire, senza destare alcun sospetto. Sarà facile.
"Devi fare più attenzione... ancora qualche passo e avresti potuto fare una brutta fine."
"Mamma, capisco la tua preoccupazione, ma è piuttosto ridicolo
che sia tu a dirmi cose così quando sei tu quella ricoverata."
"... Hai ragione."
"Per il momento pensa a riguardarti, davvero. Ora devo vedere se riesco
ad aiutare Law oltre con il caso, ma volevo assicurarmi che tu stessi
bene prima."
"Grazie, davvero. Però... abbi riguardo e non strafare, mi raccomando. Non fare nulla di pericoloso, va bene?"
"Non preoccuparti, mamma. Passerò a trovarti domani! Fino ad allora, pensa solo a riposarti!"
Detto questo, indietreggiai un pò e poi scattai verso la porta,
salutando rapidamente mia madre e assicurandomi non vedesse che avessi
preso il biglietto.
Sentì che mi salutò con un piuttosto confuso "Ciao...?"
mentre chiudevo la porta, per poi sorridere e stringere con forza il
foglio che avevo appena ottenuto.
Aprendolo, i miei sospetti si rivelarono fondati: Era un semplice
foglio con su scritto a computer 'Fatti trovare questa sera verso l'una
alla fermata dell'autobus di Springside Hills. Sai bene chi sono.', con
una grossa macchia di caffè dalla forma strana all'angolo.
Eh eh... sapevo che era tutto un piano da parte tua, mamma. Sono sicura che questa prova sarà di vitale per il processo!
Proprio in quel momento, mentre continuavo ad osservare la lettera
nelle mie mani, una voce attirò la mia attenzione domandandomi
"Jean? Pensavo stessi indagando con Law..."
"Uh?" feci, alzando lo sguardo e trovandomi faccia a faccia con un confuso Marvin Grossberg.
"Oh, salve capo! Ci siamo separati un attimo, ma stavo appunto per
raggiungerlo. Lei cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere allo studio?"
"Beh, ci sarei, se solo avessi avuto le chiavi... dopo avervi aspettati finora, ho pensato di vedere come stesse Samantha."
... Ah, giusto. L'abbiamo lasciato fuori la porta da prima del processo. E non siamo più passati ad aprirgli. Whoops.
"Mi dispiace, signor Grossberg, siamo stati piuttosto assorbiti dal
caso e ci siamo scordati." dissi. Non era del tutto vero, ma almeno a
me è importato sul serio di risolvere questa questione, anche se
è andata com'è andata.
"Non è un problema, davvero: alla fine non avevo molto lavoro da
sbrigare, e non è venuto nessuno. Samantha è libera
adesso?"
"Sì, lo è."
"Perfetto allora. Giusto, vedi... prima di ritornare da Lawrence,
potresti gentilmente lasciare le chiavi sotto lo zerbino dello studio?"
mi chiese quindi, osservandomi con un tono per metà di richiesta
e per metà di ordine.
"Sicuro, sicuro." dissi io: meno male che Marvin Grossberg era un capo
tranquillo, probabilmente qualcuno come Kristoph Gavin avrebbe iniziato
a rimproverarmi per ore. Sapevo di aver scelto bene.
"Grazie mille. Ci vediamo più tardi, allora." mi salutò
quindi lui, aprendo la porta ed entrando nella stanza di mia madre. Io
rimasi ad osservare la porta per qualche secondo.
... Ero già al corrente che mia madre ed il signor Grossberg si
conoscessero, ma non li ho mai visti discutere molto, e spesso tendono
solo a scambiare qualche saluto e domande circostanziali. Mi chiedo se
non stia indagando anche lui su chi l'abbia investita.
Non ci fu bisogno di dibattere se fosse corretto o meno: appoggiai il
mio orecchio alla porta ed iniziai ad origliare, sperando così
di cogliere qualche informazione extra o di avere più chiarezza
su certe cose.
"... Ti hanno ridotto davvero male, Samantha."
"... I dottori dicono che molto probabilmente perderò l'uso delle gambe. Il capo della RA sarà felice, ora."
Come sarebbe a dire? Il danno è così grave? E cosa c'entra il capo della Revenge Association...?
"Ci sono ancora io, Samantha. Non voglio che Law e Jean finiscano per
pagare per le nostre mancanze. E farò tutto il possibile per
portare la Revenge Association alla luce."
"Ho i miei dubbi che sia possibile, Marvin. Non siamo più quel
che eravamo anni fa, ormai. Siamo solo delle pallide ombre dei noi
stessi passati. E' bastato un invito apparentemente 'da parte di
Colette Trueman' per imbrogliarmi e farmi venire lì... e poi mi
hanno investita mentre cercavo di capire come mai Colette non capisse
cosa ci facevo lì."
"Sei troppo dura con te stessa, Samantha, e non c'era ragione di
pensare che ti avessero preso di mira. Abbiamo tutti i nostri scheletri
nell'armadio, ma non ci devono impedire di fare ciò che è
giusto."
"Non siamo più all'altezza di questi problemi. E' compito della
nuova generazione di occuparsene, e non sono sicura di volere che si
mettano in mezzo."
C-come? Mamma, che cavolo stai dicendo?
"Sei preoccupata per Jean, giusto?"
"Vorrei che non si impicciasse di problemi più grandi di lei.
Non voglio che cresca piena di rimorsi e fobie come me. E' una sua
scelta di seguire le mie orme, ma... vorrei davvero che avesse fatto
una scelta diversa."
...
Non potevo crederci. Non poteva assolutamente essere vero.
Strinsi la lettera forte a me, per poi allontarmi con uno scatto dalla porta, dall'ospedale, dal quartiere.
Non stavo pensando a nulla, la mia mente era completamente vuota... no,
mi rifiutavo di pensare, di elaborare, di ACCETTARE quel che avevo
appena sentito.
Avevo speso tutta la mia vita a cercare di essere come mia madre... era il mio idolo, un esempio, un modello da imitare.
Perché non vuole che io sia come lei? Perché? Perché!?
Pensavo mi supportasse, pensavo le facesse piacere che mi ritrovassi a
risolvere casi come lei... Perchè ha cambiato idea? Dove ho
sbagliato?
Sono davvero così incapace da essere di nessun aiuto...? ...
Q-Quando è stata l'ultima volta che ho dato una mano seria ed
utile a Law...?
... Aaaaaaahhh!!! Perché... perché sta succedendo tutto
questo...? Perché il mondo deve crollarmi addosso così!?
Cosa ho fatto per meritarmi tutto ciò...?
Centro di detenzione
Sala visite n°4
5 Agosto
Ore 17:11
... E come stamattina, rieccoci qui, nel Centro di Detenzione insieme a
Wren ed 'Isla Manemy' o Riza Bravesoul, come vuole farsi chiamare ora.
Eravamo già entrati nella Sala Visite e stavamo ora aspettando
l'arrivo dell'imputata, con Wren che non riusciva a stare fermo dalla
preoccupazione e Riza che sembrava più annoiata che altro.
Io per conto mio stavo valutando cosa chiederle, considerato che si era
già rivelata piuttosto importante e mi aveva dato un ammontare
sostanziale di informazioni... avevo un pò paura che non avrebbe
potuto dirmi nulla di utile per questo, ma non avrebbe fatto male
tentare.
Proprio in quel momento, uno squillante "Oh, Heeello there! Siete
qui per un pitstop rapido e qualche controllo aggiuntivo?" mi
allertò dell'arrivo dell'imputata, sussultando e osservandola.
Wren si arrampicò letteralmente sul banco, osservando dal vetro
antiproiettile e dicendo "Michelle! Va tutto bene? Come ti senti? Ti
hanno trattata bene?"
"Oh, Wrenchy! Che piacere rivederti, ti avevo visto al processo ma non
ho avuto modo di salutarti! Come va? Ti vedo ben mantenuto, qui! E
sì, non preoccuparti, le guardie sono parecchio simpatiche e
gentili, mi sento al top delle prestazioni!" rispose lei, sorridendo e giocherellando ancora con i suoi ingranaggi.
"Mi fa piacere... e va tutto bene, non ho ancora trovato un nuovo
impiego ma per il momento sto aiutando il signor Lawrence. Vedrai,
riusciremo a scagionarti!" disse il ragazzo, mostrando i pugni e
sorridendo deciso. Sorrisi: mi faceva piacere vederlo così
allegro, sapendo quante ne aveva passate.
"Bravi, così si fa! Faccio il tifo per voi e sono sicura che
arriverete in pole position!" disse Michelle, facendo il segno della
vittoria con gli ingranaggi fra le dita. Subito dopo si guardò
intorno e mi osservò, per poi affermare "Oh, avvocato, Noto che
ha cambiato
assistente! Ha fatto bene, la precedente mi sembrava fin troppo
irascibile, se posso dirlo."
Ehi, aspetta! E' vero che Jean non é stata del miglior umore, ma non la rimpiazzerei mai come assistente!
"Ehm... ecco..." feci, grattandomi la nuca imbarazzato.
"Lo sto solo aiutando in via straordinaria. Isla Manemy, piacere." si presentò Riza.
"Oh, lei è la famosa signorina Manemy, allora! Wrenchy parla
sempre molto bene di lei, e devo farle i complimenti! E' grazie a lei
se è un meccanico così esperto a soli dodici anni!"
Riza sembrò sorpresa, per poi mostrare un sorrisetto molto più sincero del solito. "Oh. Lo pensi davvero?"
Michelle annuì. "Assolutamente sì. A dire il vero, tra
noi due è lui quello che ha gli ingranaggi del cervello al posto
giusto."
Wren si grattò i capelli, rosso come un pomodoro e voltandosi
verso Bravesoul e Redhead alternativamente. "O-oh, andiamo, non sono
così bravo... c-cioè, sì lo sono, ma..."
"Ah ah ah! Sei adorabile, Wren!" ridacchiò l'imputata, sorridendo.
"S-se lo dici tu..." rispose, aggiustandosi una bretella e abbassando il volto.
"Mi fa piacere che le mie lezioni possano essere utili, anche se sono cose estremamente banali." affermò poi Riza, secca.
"Non sono affatto banali, credimi. Anzi, se riesco a venire scagionata,
non mi dispiacerebbe ricevere qualche lezione. Devo fare una revisione
delle mie capacità di tanto in tanto!"
In risposta, Riza annuì. Dopodichè, approfittai del
momento morto di conversazione per farmi avanti e riprendere in mano
tutto: non avevamo tempo da sprecare, dopotutto.
"Uhm... se non è un problema, potrei fare qualche domanda adesso?" domandai quindi io.
"Oh, sicuro! Mi scusi per la parentesi, davvero. Cosa vuole chiedermi, avvocato?" mi chiese allora l'imputata.
Io mi schiarìi la voce e ripassai un secondo mentalmente cosa
chiedere. "Beh... sarebbe utile se mi potesse dire quanto più
possibile
sulla vittima e sulle corse clandestine in sè. Mi servirebbero
tutte le informazioni che può darmi."
"Uhm... va bene. Non penso di poterle dire molto, ma farò il
possibile." disse lei, prendendo un respiro profondo e poi iniziando a
rispondere.
"Ho iniziato a lavorare sotto il signor Orvitz quasi dall'inizio delle
corse clandestine, quando il tutto era molto più semplice.
Prendevano mezzi, facevamo corse per chi voleva, e basta. Niente premi,
e soprattutto non mettevamo in pericolo civili ed usavamo quasi
esclusivamente strade poco trafficate o chiuse alla circolazione.
Illegale sì, ma non pericoloso."
"Cosa vi ha fatto cambiare modus operandi?"
"Non so tutti i dettagli, ma è stato un cambio graduale ed
inesorabile. I percorsi iniziavano ad essere strade pubbliche,
iniziavano ad esserci premi in palio e favori da fare, come sabotare
specifici mezzi o migliorare le prestazioni di un altro... Io
all'inizio non chiedevo perchè, mi dicevano di fare qualcosa ed
io eseguivo, niente di più niente di meno. Ma col tempo,
origliando anche in giro, sono riuscita a fare due più due."
"Ti riferisci ai Rivales, giusto?" domandò Wren, sporgendosi sul banco.
"Uh?"
"Esattamente, Wrenchy. La famiglia mafiosa dei Rivales aveva non so
come preso il controllo delle corse, ed avevano due agenti, forse tre,
che controllavano le operazioni. Le cose hanno continuato con questa
'normalità' a lungo... fino all'incidente delle torri Hebert."
... Solo a sentire quel nome mi vengono i brividi. Cosa c'entrano con questo caso?
"Che cos'è successo...?" domandai, asciugandomi la fronte.
"Non conosco le specifiche, ma pare che il capo della famiglia, Ricardo
Rivales, sia stato una delle vittime del crollo delle torri. Questo
ovviamente ha causato dei malumori all'interno della famiglia, la quale
si sta ora divorando dall'interno alla ricerca di un successore. Da
allora il signor Orvitz è praticamente in riunione continua con
varie persone, e pare che il futuro stesso delle corse sia in bilico.
Questo è tutto quello che so, ma sono più che sicura che
qualcun altro possa darvi informazioni più sostanziose." spiegò lei, incrociando gli ingranaggi.
Ricardo Rivales? Ricordavo di aver incontrato un tale Ricardo alla
festa... certo, non mi immaginavo che potesse essere un mafioso
lì.
Però, prima la RA, ora la mafia... questo caso diventa sempre più complicato.
"Uhm... capisco. Tu non ne sapevi nulla, Wren?" domandai, voltandomi verso il dodicenne.
Wren fece cenno di no ed abbassò lo sguardo. "No... mi era concesso solo di entrare nel garage, sapevo dei Rivales
per qualche voce che ci raggiungeva, ma non le specifiche. Oltretutto
cambiavano spesso sede, quindi tendevo a passare il tempo in cui non
lavoravo a memorizzare tutte le altre per poterle trovare. Se avessi
saputo tutto ciò non avrei perso tempo a dirlo, signor Lawrence."
Annuì e gli sorrisi. "Comprendo, grazie comunque. E grazie mille anche a lei per
l'informazione, signorina Redhead. Vorrei chiederle solo un'altra cosa
se possibile, prima di togliere il disturbo."
"Sicurissimo, mi chieda pure! Sono oliata e pronta a partire!"
"Beh... semplicemente, in che rapporti era con Pete Stepford?" chiesi,
sperando di poterci ricavare qualcosa di più concreto.
"Sicuro: sarò sincera, non conoscevo molto bene Stepford, era
solo un tipo che passava ed ogni tanto incontrava il capo, ma non ho
mai avuto modo di conoscerlo personalmente. So solo che all'improvviso
gli è venuta voglia di fare una corsa il giorno stesso della
revisione straordinaria. Mi dispiace se non posso dirle molto altro, ma
è tutto quel che so."
Il giorno stesso, eh? Piuttosto sospetto... non è molto, ma penso che sia qualcosa da tenere a mente.
"Tutto chiaro, e non si preoccupi, davvero. Bene, direi che questo è tutto. La ringrazio per
le informazioni, signorina Redhead, è stata molto utile." dissi io, alzandomi e sorridendole.
"Si figuri, avvocato! Lei faccia solo del suo meglio e si assicuri di
fare il pieno di benzina! Ci si vede domani al processo, allora!" ci salutò lei, con Wren che la salutava con la mano.
"D'accordo. Grazie per la fiducia, e buona giornata!" risposi, per poi abbandonare la sala visite.
Una volta fuori Riza mi si avvicinò, dandomi una gomitata al fianco.
“E bravo l’avvocatino. Ti stai dando da fare, eh?”
Io ruotai gli occhi. “Non c’è bisogno di dirmelo
ogni santa volta che faccio qualcosa di produttivo, lo sai?”
“Siamo un po’ irascibili, vedo! Hai una bella bestiolina in
corpo pronta a sputare fuoco dietro quell’apparenza banale!”
“In tutto ciò, si può sapere perchè mi stai
ancora dietro? Non mi pare di avere avuto bisogno di te già da
qualche ora…” domandai io, stizzito.
“Mi assicuro solo che tu faccia il tuo lavoro e non ti scordi di
tenere d’occhio Wren, qui. Guarda caso, dov’é
adesso?”
Eh?
Preoccupato ed allarmato, iniziai a girarmi a destra e a sinistra,
preoccupato che si fosse allontanato… per poi notare che era
semplicemente dietro di noi, lanciando un’occhiataccia ad
‘Isla Manemy’ mentre lei mi ridacchiava dietro.
Le avrei detto come non fosse il caso di fare scherzi del genere, ma
una voce proveniente dal corridoio attirò l’attenzione mia
e dei miei due ‘assistenti’.
“Sì, grazie davvero, signorina Hortencia. Apprezzo davvero moltissimo quello che fa per il mio amico.”
“Stia tranquillo, il paziente è in buone mani, si fidi.”
Subito dopo, da una delle sale visite uscirono due persone: la prima
era una donna vestita con una canotta smanicata bianca con un pendente
dorato rotondo sopra, pantaloni a zampa d’elefante
grigio-violaceo con scarpe azzurre da ginnastica, con i capelli rasati
a sinistra e lunghi e mossi di colore biondo sul lato destro, con occhi
molto grandi di colore viola, con del phard ed ombretto dello stesso
colore sulle guance e sugli occhi, con occhiali dalla montatura
anch’esso viola ed un berretto viola al contrario sulla testa. Un
look davvero bizzarro, non c’è che dire…
L’altra persona invece, la riconobbi subito… era Ty Utah,
la stessa persona del processo, ora con un paio di occhiali spessi come
un fondo di bottiglia ed una folta barba finta a coprirgli la faccia.
… Che diamine ci fa qui?
Prima che chiunque potesse fargli la domanda, però, fu
‘Ty’ stesso a notarci, alzando la mano e sorridendo
beffardo.
“Oh, salve! Chi non muore si rivede, eh?”
“... Ty Utah, giusto?” azzardai. Lui annuì.
"Beccato. So che questo travestimento non è il massimo, ma
è utile per evitare chi mi può stare ancora cercando..." rispose.
“Cosa ci fai qui?” chiese allora Wren, aguzzando gli occhi.
“Calmo, Wrenchy. Digby è venuto qui dicendo di sapere la
verità sul processo e che doveva parlare, poi io e la signorina
Hortencia qui presente siamo dovuti venire a salvargli il
fondoschiena.” spiegò, indicando la donna vicino a lui.
“Uh… lei è la famosa dottoressa Hortencia, quindi?” chiesi io.
“Già già. Piacere di conoscerla, avvocato Trueman.” disse la donna.
“Conosce già il mio nome…?” chiesi, confuso.
“Certo, le ho già spiegato che avevo fatto il suo nome e
saresti potuto passare da lei per chiederle di Digby. Volendo puoi
farlo anche adesso, se per la dottoressa andrà bene. Per quanto
mi riguarda… io aspetterò fuori. Ho una cosetta o due da
dirti, una volta che avrai finito qui.” disse allora Ty, per poi
voltarsi verso la signorina Hortencia e dirle “Ci vediamo la
prossima volta, allora. Le pagherò anche questo favore, non si
preoccupi.”, per poi allontanarsi mentre la salutava con la mano.
“Arrivederci. Avvocato, prego, possiamo parlare.” affermò quindi Hortencia.
“E’ la tua occasione d’oro, quindi non perdere tempo e mungi la mucca, banale avvocatucolo.”
… Suona un pò sporco detto così, ma…
Mi schiarìi la voce. Non ero sicuro quanto sarebbe potuto essere
per il processo, ma ero curioso di andare a fondo sulla questione di
Digby Ground.
“Allora… vorrei sapere tutto il possibile su Ground. Ha
avuto comportamenti piuttosto anomali all’udienza, ed il signor
Utah ci ha detto di riferire a lei, come avrà già
saputo.”
“Già già. Dunque, sarò molto breve, mi sono
fatta un’idea precisa del paziente. Digby Ground soffre di
agorafobia, per iniziare. Sa di cosa sto parlando, avvocato?”
“Uh… sicuro. E’ la paura degli spazi aperti, il contrario della claustrofobia, giusto?”
“C’è gente che ha paura di stare all’aperto?” chiese Wren, grattandosi la testa.
“Si tratta della fobia di essere soli in uno spazio molto ampio
più o meno affollato. E’ una paura che può condurre
ad attacchi di panico o crisi d’ansia, di gravità
variabile. Per darle un’idea più precisa, l’attacco
d’ansia che può scaturirne, altera il funzionamento
socio-lavorativo del paziente, ovvero il soggetto diventa gradualmente
incapace di gestire la situazione e liberarsi dall’attacco.
Questa difficoltà si accentua in un paziente… che soffre
anche di un grave deficit dell’attenzione, avvocato.”
“... Io ci dormo all’aperto e non ho mai avuto alcun
problema. Perdente.” fece Wren, incrociando le braccia ed
atteggiandosi.
Mi sarei messo a ridere, se non fossi stato concentrato su ciò che la dottoressa mi stava dicendo.
“Un deficit quanto grave, esattamente?”
“Grave al punto che il paziente non ha terminato la scuola,
è chiaro che non deve aver ricevuto nessun aiuto dagli
insegnanti o da uno psicologo, negligenza alquanto inaccettabile. Grave
al punto che gli ho sottoposto dei brevi testi per esaminare il suo
livello di concentrazione e i risultati sono stati preoccupanti. Il
soggetto si concentra ma è quasi incapace di mantenere la
concentrazione costante per un lungo periodo di tempo.
L’intervallo di tempo più lungo in cui è rimasto
focalizzato sul testo senza neanche la più minima distrazione
è stato quattro minuti e mezzo.”
Mentre parlava, stava disegnando nei numeri nell’aria…
presumo fosse un suo modo da psichiatra per far sentire a proprio agio
la gente. O qualcosa del genere.
… Comunque, questo spiega il comportamento anomalo che aveva in
tribunale… e probabilmente l’agorafobia è parte del
motivo per cui gli piacciono così tanto le buche. Poveraccio,
però, non immaginavo che la sua situazione fosse a tal punto
grave...
Hm… ma non è che…?
“... mentre esaminavamo la scena del crimine, abbiamo trovato
questo: è un cellulare contenente un promemoria piuttosto vasto.
Crede appartenga al signor Ground?” chiesi, prendendo dal
Registro Processuale il telefono e consegnandolo per un momento alla
dottoressa.
“Sì, appartiene a lui. Il promemoria è uno
strumento vitale per i pazienti che soffrono del deficit
dell’attenzione, avvocato.” rispose, facendo dei cerchi
nell’aria con l’indice.
“Uhm… capisco. Purtroppo devo tenerlo con me in quanto
potrebbe rivelarsi una prova importante, ma farò sì che
lo abbia di nuovo una volta finito il caso. C’è
qualcos’altro che dovrei sapere sul signor Ground,
però?”
“Credo di averle fatto un quadro completo. Il signor Utah viene a
visitarlo molto frequentemente, nel caso possa interessarle parlare con
lui. Per quanto riguarda il signor Ground, le chiedo di non forzare
troppo nel caso in cui lui non ricordi qualcosa, chiedergli di mettere
nero su bianco quello che cerca di esprimere sembra funzionare alle
volte, poiché è focalizzato solo sul foglio. Se ha
bisogno d’altro, mi contatti in qualsiasi momento.”
Molto gentile, e soprattutto molto utile… devo ringraziare sia lei che il signor Utah.
… Però, pensandoci bene, forse c’è qualcos’altro che vorrei chiedere…
“Devo davvero ringraziarla, dottoressa Hortencia, mi è
stata davvero utilissima e si è rivelata davvero disponibile,
terrò a mente tutto quello che mi ha detto… però,
hm… potrei chiederle qualcosa in privato per un attimo, se
è possibile?”
“Certamente, mi dica pure, avvocato.”
Ci allontanammo un pò sotto lo sguardo confuso di Wren e quello
divertito di Riza, dopodichè le sussurai, assicurandomi che
nessuno dei due potesse capire cosa stavo dicendo “Mi
dica… potrebbe fare una sorta di seduta sul momento? Nulla di
lunghissimo, solo un controllo, per così dire…”
“... A lei, avvocato Trueman?”
“Eh? No no! Non per me… per quel ragazzino con me, Wren.
Vede… ha vissuto per strada per anni, ed ho saputo che
recentemente è stato… assalito da una donna che gli ha
fatto… mi viene la nausea solo a pensarci… insomma,
è chiaro cosa sto dicendo, spero…”
“Hmhm. D’accordo. Non posso trattenermi troppo a lungo ma
posso concederle qualche minuto, se il caso è…
urgente.”
“La ringrazio davvero molto… vorrei fare qualcosa per lui,
ma vorrei prima vedere come stia, a livello mentale… un attimo
solo.” dissi io, per poi voltarmi verso Wren, facendogli cenno di
venire.
Lui mi guardò confuso, ma si avvicinò lo stesso;
Bravesoul invece mi guardò acciggliata, al che le feci cenno di
rimanere ferma lì. Sono sicuro che tanto tra poco mi
tempesterà di domande…
“Sì? Cosa c’è?” mi chiese, guardandomi confuso.
“Beh… vedi, vorrei che parlassi un pochino con la
dottoressa Hortencia, se possibile. So che è un pò
improvviso, ma…” provai a dire: prima che finissi,
però, Wren mi lanciò un’occhiataccia.
“... Perchè vuoi che parli con uno strizzacervelli, ora? Che cos’ho che non va?”
“Ecco… ehm… insomma…” provai a dire,
non riuscendo a trovare un modo per dirglielo senza far sembrare che
avesse problemi.
… Avrei dovuto pensarci un pò meglio, mi sa. Era ovvio che non l’avrebbe presa bene… sono un idiota.
“Ah, avvocato, ha vissuto per strada significa che non ha i
genitori? Non posso fare un’analisi a un bambino senza permesso.
Chi fa le veci dei genitori? Lei e la signora?”
“Beh, a dire il vero… nessuno dei due, credo…” dissi io, incerto e grattandomi la nuca.
“Umpf. Banale ed inutile. Sono io che ne faccio le veci, signora:
do il mio permesso perchè possa fare l’analisi.”
fece Riza, mettendosi in mezzo.
“Eh!? Aspetta, ma…” provai a dire, venendo
però bloccato da Bravesoul, la quale si voltò verso Wren.
“Wren, non ho idea di come gli è saltato in mente
all’avvocatucolo di fare questa cosa… ma penso dovresti
provare. E poi, credo avrai qualcosa di cui vuoi parlare che non puoi
dire a nessun altro, no? Usalo come modo di sfogarti.”
“... D’accordo, allora.” disse lui, evitando di guardarla in faccia.
“Ascolta Wren, non vederla come lo strizzacervelli malvagio,
è solo un banale luogo comune, non so come siano gli psicologi a
tu per tu ma questa è un’occasione per liberarti un
po’ di quello che ti tieni dentro, non puoi continuare a girare
con Lawman con questa vostra finta spensieratezza mentre coltivi
silenziosamente tutto quello che ti passa per la testa e come ti
senti… NON TI FA BENE, capisci?”
... Mi sembra un pò troppo violenta in come lo dice... ma non posso dire che abbia torto, per nulla.
“... Ho capito, davvero. Non c’è bisogno d’insistere.”
Wren abbassò la testa e sospirò, per poi voltarsi verso
la dottoressa, chiedendole “C’è qualche posto dove
possiamo stare da soli, quindi…?”
“Certo, vieni pure, seguimi… avvocato, signora, potete aspettare qui. Ci metterò molto poco.”
“D’accordo…”
Io e Riza rimanemmo fermi, mentre seguivamo con lo sguardo Wren e Cheryl.
… Dovevo proprio ringraziarla, se non fosse stato per lei probabilmente non sarei riuscito a convincere Wren.
… Probabilmente l’ho valutata male, non sarebbe la prima volta che mi capita con chiunque, dopotutto.
Ora, spero solo di aver avuto una buona idea, e che vada tutto bene
lì… la dottoressa Hortencia mi pare una brava persona,
sono sicura che sarà disponibile ed utile per Wren.
[Cheryl]
Condussi il paziente in una saletta e gli indicai la sedia dove
sedersi. Bene. Non intendo dilungarmi troppo. Prima di tutto non
è una visita ufficiale e il bambino non è mio paziente. E
poi, a breve ho una conferenza online a cui non posso mancare. Non ho
tempo da perdere.
“Ok. Di cosa vuoi parlarmi?”
“... Non saprei, davvero… posso dire qualunque cosa, quindi?”
Dipende. Non mi interessano i tuoi litigi con gli amichetti.
Il paziente si sistemò una bretella. Non mi guarda. Noiosi bambini.
Su, sputa il rospo, sembrava esserci qualcosa di interessante da ciò che ha detto l’avvocato.
… A cui vorrei fare una visita, prima o poi. C’era qualcosa di curioso nella sua psiche.
“Sì. C’è qualcosa che ti fa soffrire in questo momento?”
“... Beh… qualche tempo fa sono stato preso da una donna
di notte e… e mi ha fatto… gh… e-e, dopo che ha
fatto, R… Isla mi ha preso con sè per un
pò… ma, non credo che mi volesse tenere con lei…
mi scusi, so che non ha molto senso, ma non è qualcosa che
ricordo con piacere…”
Bambino stuprato e traumatizzato a vita che finge di affrontare il dolore comportandosi normalmente.
Che noia.
Il suo trauma è molto banale e non vedo cosa potrei cavarci di interessante. Proviamo un po’.
“Certo, è ovvio. E ora come stai con quei signori che si stanno occupando di te? Ti sfruttano, per caso?”
“N-no! Assolutamente no! E… diciamo non stiamo proprio
insieme… conosco il signor Lawrence da parecchio, e oggi sto
indagando un po’ con lui perché il caso mi riguarda
personalmente… non è relativo a quella cosa, però,
e l’ho deciso io… per I-Isla invece… mi piace stare
con lei, ma ho paura che non voglia che stia con lei… che sia
solo un peso e una scocciatura…”
Sì, continua a parlare, io faccio finta di appuntarmi le cose.
Più che altro vorrei capire due cose fondamentali. La prima,
è chi è che ha procurato questo trauma al paziente. La
reazione del soggetto non mi interessa, è quella che ho visto
tante volte. Ma l’evento in sé che ha causato questo
trauma sembra avere qualcosa di affascinante. Non so. Lo percepisco
così. Mi faccio un appunto.
La seconda cosa che continua a tornarmi in mente è
quell’avvocato, Trueman. A ciò che avevo pensato si
aggiunge il quasi sfruttamento di minore con autoconvinzione di star
operando nel bene.
Tra l’altro il paziente afferma che si tratti di una sua
decisione… e il fatto stesso che l’abbia affermato
così prontamente mi fa pensare che sia stata una specie di
costrizione da parte di Trueman.
… Sto iniziando a divagare troppo. Non ho elementi. Non ho l’analisi che vorrei. E il tempo scorre.
“Stare con loro ti fa sentire bene? Mi sembra di capire che ti trattino molto bene, è così?”
“Sì, moltissimo. Non mi sono divertito così da
molto tempo, ed il signor Lawrence è molto simpatico…
davvero non voglio che mi metta da parte come fanno tutti… avevo
un amico che non vedo da un po’, sa, e non mi sentivo così
bene dall’ultima volta che ho passato del tempo con lui.”
Che tristezza.
“Se c’è qualcos’altro che vuoi raccontarmi fai
pure, altrimenti torniamo dall’avvocato e dalla signora.”
“Uhm… non saprei, davvero… secondo lei, c’è altro di cui ha bisogno?”
“No, non credo. Questa non è una visita ufficiale e
l’avvocato Trueman non mi ha chiesto nulla in particolare. Allora
torniamo da loro.”
Anche perché non vedo ulteriore motivo di ascoltare i lamenti di un bambino sventurato.
Non trattandosi di una visita ufficiale non posso prescrivere farmaci
che potrebbero alterare le condizioni del paziente… in positivo,
naturalmente. Quindi non ha senso progredire oltre nella diagnosi.
Mi sto trattenendo per non sbadigliare.
“Uh… d’accordo. Grazie per avermi ascoltato…”
In fretta e furia feci per uscire e poi mi ricordai di tenere aperta la porta per il paziente.
Forza, vai via, veloce.
Mi incamminai a passo svelto sperando di non dovermi trattenere ancora a lungo.
[Lawrence]
Con mia grossa sorpresa, Wren e la dottoressa Hortencia tornarono quasi
subito: probabilmente aveva fatto giusto il minimo necessario
considerato che non era una visita ufficiale… non che la
biasimi, anzi.
“Allora, com’è andata?” domandai: Wren non mi
disse nulla e semplicemente si mise tra me e Riza, per cui rimasi a
guardare la dottoressa in attesa di risposte.
“Molto bene. Chiaramente capirà che non ho potuto
effettuare una diagnosi completa ma sostanzialmente il bambino ha
bisogno di vicinanza e di qualcuno che si prenda cura di lui. Si porta
dentro il peso dell’accaduto e mi è stato subito molto
chiaro che non ne ha mai o quasi mai parlato con qualcuno, e questo
è un male. Dovrebbe piano piano affrontare il trauma parlando
con un adulto, non necessariamente uno psicologo. Il paziente ha timore
di essere abbandonato e di vivere in solitudine. E’ un bambino,
dovrebbe ricevere un tipo molto specifico di supporto e di aiuto. E
faccia attenzione, avvocato, potrebbe intervenire un assistente sociale
se vi notasse. Io non farò rapporto ma non è
un’eventualità da escludere.”
“... Non sarebbe il primo. E probabilmente nemmeno
l’ultimo.” affermò Wren, continuando a tenere lo
sguardo basso.
Io strinsi i pugni, dopodichè annuìi, dicendo “La
ringrazio davvero, dottoressa. Non si preoccupi, ho la situazione sotto
controllo e so esattamente cosa fare adesso.”
“Bene. Ora mi scusi, ma devo scappare. Arrivederci.”
E così, rapida com'era arrivata, la dottoressa Hortencia se ne
andò via, lasciando me, Riza e Wren di nuovo da soli.
Ad essere completamente sinceri, non mi ha detto nulla che non sapessi
già, però mi ha convinto di quel che devo fare, quindi
non credo sia stata una perdita di tempo. Devo solo parlarne con mia
madre ora, ma sono sicuro che sarà d'accordo.
Però... ora non c'è tempo da perdere. Meglio sbrigarsi.
Dissi a Wren e Riza di aspettarmi un attimo all'ingresso del Centro di
Detenzione, mentre io mi avviavo fuori per fare una telefonata: volevo
sentire cosa stava facendo Jean e magari chiederle se voleva tornare
qui... ma prima che potessi comporre il numero, qualcuno mi mise una
mano sulla spalla, chiedendomi "Allora, com'è andata la
spiegazione su Digby?"
Io sussultai per la sorpresa, voltandomi poi con calma e posando il
telefono, per poi osservare Ty Utah sorridermi dietro la sua barba
finta.
"E' andata bene, direi... anche se non capisco davvero perché
sia così interessato ad aiutarmi, signor Utah." gli dissi,
sospirando seccato. Tutti questi tizi misteriosi ad ogni caso stavano
iniziando a darmi su i nervi, ed io non sono un tipo a cui piace
arrabbiarsi...
"Beh, ormai hai quasi finito, penso che posso permettermi di darti
qualche ultima dritta. Ma per rispondere alla tua domanda, io non ci
guadagno assolutamente nulla, anzi, ho solo da perderci ad aiutarti."
ammise, sorridendo e estendendo le mani ai lati.
"E allora perchè? Perchè farlo?" domandai.
Utah sospirò e chiuse gli occhi. "Perchè sono un uomo
morto, e se devo morire tanto vale che sia morto per una buona causa."
"C-come...?"
"Oh, ora vuoi sentire la storia della mia vita, eh? Spiacente,
ragazzino: niente storia strappalacrime. Ero un ragazzo che
è finito in mezzo a cattiva gente, è diventato un
criminale, e si è unito alla famiglia Rivales. E' una cosa di
cui non mi pento e che probabilmente rifarei se mi venisse data la
possibilità, ma è il mio inferno personale e Tord e Digby
non meritano di farne parte."
"I-in che senso?" chiesi. Ammetto che quel che diceva mi stava incuriosendo, E preoccupando allo stesso tempo.
Una persona che parla in questi termini non deve starla passando bene,
per nulla... e non importa chi siano, tutti meritano una mano.
Lui fece le spallucce. "Beh... sai, non sarebbe divertente se ti dessi
tutte le informazioni adesso, no? Devo lasciarti scoprire qualcosa, se
no che avvocato saresti?"
Dopodichè si avvicinò, frugando nella sua tasca.
"Però, penso di potermi concede un ultimo aiuto. Immagino tu
abbia parlato con Michelle e lei ti abbia detto dei legami con i
Rivales, giusto?"
"Sì... due dei contatti eravate tu e Tord, giusto?" azzardai.
"Eh, chissà. Però, ho un premio per te ora." rispose, estraendo un bigliettino e mettendomelo in mano.
"Prendi. E' l'indirizzo per l'attuale base operativa delle corse
clandestine. Tendono a spostarla ogni mese per evitare di essere
individuati ed hanno molte sedi periferiche per sviare l'attenzione, ma
questa è la sede che ti interessa. Sono ancora lì, e
cercando dovresti trovare qualche prova decisiva per risolvere questo
caso."
C-come? Questo è l'indirizzo della vera sede?
... Questa non è una cosa importante. E' molto, molto di più...
"Grazie, non ho parole..." dissi io, sorridendo e stringendo con forza il biglietto.
"Non mi merito nessun grazie. Quell'indirizzo è la chiave per
risolvere l'intero caso, quindi tienitelo stretto e tieni gli occhi
aperti, d'accordo?"
"Lo farò." risposi annuendo.
Ty Utah sorrise nuovamente. "Bravo ragazzo. Ora devo andare... se per
domani sarò ancora vivo, mi ritroverai al processo. E
chissà, magari saprai qual'è il mio ruolo in tutto
questo."
E così, se ne andò misterioso com'era arrivato, con le mani in tasca ed un'aria di nonchalance.
Io continuai a riosservare il biglietto, per poi metterlo al sicuro e tornare dentro, rimandando la chiamata a più tardi.
Spiegai quindi a Riza e Wren del mio breve incontro con Utah, decidendo
quindi con entrambi di dirigerci immediatamente sul posto, anche se
Wren non sembrava molto entusiasta a tal proposito.
Devo solo fare del mio meglio, adesso. Sono sicuro che riuscirò
a trovare tutto ciò di cui ho bisogno lì! E' un'occasione
importante, e devo fare in modo di non sprecarla.
... Era quello che pensavo allora, almeno.
Non immaginavo quanto si sarebbe rivelata importante per il mio futuro, quella visita all'ufficio del signor Orvitz...
*********************************************************************************
Ringrazio The Shadow per la recensione al capitolo precedente.
Il personaggio di Cheryl Hortencia appartiene a Renna ed alla sua serie
'Wholeheartedly' e 'World of Hearts', non disponibile su questo sito.
Il personaggio di Riza Bravesoul appartiene a The Shadow ed alla sua
serie 'Case: WL-0 - World of Lies' e 'World of Hearts', parzialmente
disponibile su questo sito.
Ringrazio entrambi per la mano datami per questo capitolo concernente
entrambi i personaggi. Il personaggio di Cheryl è stato usato da
Renna stessa.
Gli eventi riguardanti le Torri Hebert sono nella storia 'Senza via di
Fuga' della storia 'Lawrence Trueman: Beyond the Courtroom'.
L'amico menzionato da Wren è Nicholas Trugh (appartenente a
Renna e facente parte della serie 'Wholeheartedly' e 'World of
Hearts'), dalla storia 'Time of Innocence' non disponibile su questo
sito.
Per maggiori dettagli e per poter leggere le storie qui non pubblicate, potete contattarmi via messaggio.
Detto questo, ringrazio chiunque leggerà, e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=489210
|