La Pantera Nera di nerDyWolf (/viewuser.php?uid=67360)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo ***
Capitolo 2: *** 2° capitolo ***
Capitolo 3: *** 3° capitolo ***
Capitolo 4: *** 4° capitolo ***
Capitolo 5: *** 5° capitolo ***
Capitolo 6: *** 6° capitolo ***
Capitolo 7: *** 7° capitolo ***
Capitolo 8: *** 8° capitolo ***
Capitolo 9: *** 9° capitolo ***
Capitolo 10: *** 10° capitolo ***
Capitolo 11: *** 11° capitolo ***
Capitolo 12: *** 12° capitolo ***
Capitolo 13: *** 13° capitolo ***
Capitolo 14: *** 14° capitolo ***
Capitolo 15: *** 15° capitolo ***
Capitolo 16: *** 16° capitolo ***
Capitolo 17: *** 17° capitolo ***
Capitolo 18: *** 18° capitolo ***
Capitolo 1 *** 1° capitolo ***
Draco
Lucius Malfoy era uscito nel giardino della scuola per una
passeggiata, non solo per sgranchirsi le gambe, ma soprattutto per
pensare. Pensare a lei.
Dopo
sei anni passati a prenderla in giro ed a umiliarla, Draco si era
reso conto che quella stessa ragazza iniziava a piacergli.
Gli
piacevano i suoi capelli, il suo profumo, il suo atteggiamento da
so-tutto-io.
Come
aveva fatto a non accorgersi di lei in tutti questi anni?
Proprio
così: Draco Lucius Malfoy, il sex-simbol di Hogwarts, si era
innamorato.
E
non di una ragazza qualunque, era innamorato perso di Hermione
Granger, quella ragazza che lui stesso aveva definito “la
Secchiona
Mezzosangue so-tutto-io”.
Lei,
ovviamente, non lo sapeva anche perché per il grande Malfoy
sarebbe stato troppo umiliante e imbarazzante dichiararsi e inoltre
temeva che la bella grifoncina lo avrebbe certamente deriso e
schiaffeggiato di fronte a tutta la scuola.
O
forse aveva sospettato qualcosa dopo quello che era successo in
biblioteca? No, impossibile. In fondo quell'insulso bacio non
significava niente.
Nonostante
tutto lui la voleva e avrebbe fatto qualsiasi cosa per conquistarla.
Il
biondo però ignorava il fatto che anche colei a cui erano
indirizzati i suoi pensieri ricambiasse.
*****
In
un'altra parte del castello, chiusa nella sua stanza, Hermione
pensava ad una certa persona.
Eh
sì. Anche Hermione era innamorata di Draco.
Spesso
pensava a lui e non più come alla viscida e schifosa serpe
che
dimostrava di essere e che alla prima occasione la offendeva e
maltrattava. Pensava a lui come ad un normalissimo ragazzo, dolce,
affettuoso e comprensivo che lei avrebbe tanto voluto accanto a
sè.
Aveva
anche notato che Malfoy non la prendeva più in giro da un
pezzo e questo la rendeva in un certo senso felice.
Inoltre
ogni tanto lo sorprendeva a fissarla con quel suo sguardo argenteo
penetrante che mette i brividi ricordandosi dell'episodio avvenuto in
biblioteca qualche giorno prima.
FLASHBACK
Hermione
era in biblioteca per finire la relazione di erbologia che avrebbe
dovuto consegnare la settimana successiva (era risaputo infatti che
lei svolgeva in compiti con ampio anticipo), quando sentì un
rumore.
Alzò
lo sguardo verso uno scaffale e vi trovò Draco Malfoy che la
fissava e..no non è possibile..stava..stava sorridendo.
La
riccia si sentì avvampare le guance e cercando di
autocontrollarsi disse:"Che hai da guardare Malfoy?"
Il
ragazzo tramutò il sorriso nel suo solito ghigno
strafottente
e rispose: "Che c'è? E' vietato guardare la gente
adesso?"
"Non
mi stavi guardando, mi stavi FISSANDO. La cosa è diversa
sai?
Ma non credo tu possa capire"
"Lo
capisco eccome Granger, ma non sembravi dispiaciuta mentre ti
guardavo in quel modo"
"Dispiaciuta
io? Direi piuttosto schifata" ma in realtà non lo pensava
affatto.
Il
ragazzo biondo si avvicinò velocemente e le
sussurrò
all'orecchio: "Pensala come vuoi. Ciao.. HERMIONE" e dopo
averle dato un bacio all'angolo della bocca uscì lasciandola
confusa, felice ed incredula allo stesso tempo.
FINE
FLASHBACK
Fatto
sta che in un modo o nell'altro gli avrebbe fatto capire ciò
che provava per lui sperando vivamente che l'attraente biondo dagli
occhi di ghiaccio ricambiasse senza troppi problemi. Aveva spesso
pensato anche che tutto ciò si era trattato solamente di uno
stupido scherzo, solo per testare la reazione della bella grifoncina.
*****
Come
già detto, il nostro Draco era in giardino per una
passeggiata.
Era
uscito dalla Sala Comune di Serpeverde all'incirca verso le otto e
non era più rientrato, saltando così la cena.
Poco
male, s'era abbuffato con Tiger e Goyle nel pomeriggio per cui non
aveva poi molta fame.
S'era
ormai fatto buio ed erano all'incirca le nove.
Il
ragazzo biondo stava ancora passeggiando tutto assorto nei suoi
pensieri e non si rese conto di essersi addentrato nella Foresta
Proibita.
C'era
la luna piena quella sera e ciò significava che molto
probabilmente ci sarebbero stati un paio di Lupi Mannari.
Silente
aveva messo in guardia gli studenti di non uscire mai nelle notti di
luna piena per evitare di imbattersi in una di queste creature che
avevano il permesso di girovagare nella Foresta della scuola.
All'improvviso
il Serpeverde sembrò ridestarsi dal suo stato di trance
rendendosi conto all'istante di dove si trovava.
"Merda!
Stavolta mi sono perso davvero." Si accorse della luna piena e
disse: "Speriamo di non incontrare uno di quegli esseri pelosi e
maleodoranti che Silente lascia vagare qui dentro." Draco
iniziò
a guardarsi attorno in cerca del castello, ma non vide niente.
"Accidenti
a te Mezzosangue! Guarda in che situazione del cavolo mi sono
cacciato pensando a te."
Poi
un rumore di rami secchi che si spezzano e un ringhio.
"Cazzo!
Adesso sì che sono veramente nella merda" pensò
tra sè l'erede di casa Malfoy mentre si girava, trovandosi
di
fronte un enorme Lupo Mannaro con i denti ben in vista.
"Non
sembri per niente amichevole sai?" pensò nuovamente Draco
osservandolo.
*angolo dell'autrice*
bene.. questo
è il primo capitolo e spero sinceramente che vi sia
piaciuto.. se volete anche lasciare un commentino mi fa solo che
piacere riceverlo.. ^^
ah Tanny,
un ringraziamento te lo devo.. mi hai spinta a credere di
più nelle mie capacità e a ripostare questa
vecchia ff che avevo cancellato e mai concluso.. grazie di cuore..
bacione..
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Capitolo 2 *** 2° capitolo ***
Dopo
la cena nella Sala grande Hermione si diresse all’esterno per
prendere un po’ d’aria e per fare due passi.
“Chissà
cosa starà facendo adesso. Non è nemmeno sceso
per
cena” pensò fra sé.
Poi
come se si fosse risvegliata pensò: “Ma a cosa
diavolo
penso? Cazzo Hermione, ma ragioni? E’ Malfoy e tu ti chiedi
cosa
stia facendo ora e ti preoccupi che non è sceso a mangiare
per
cena?” Probabilmente stava poco bene, altrimenti non si
sarebbe
messa a pensare a lui.
Tutto
questo era strano però. Ogni volta che lo vedeva le tornava
in
mente il bacio in biblioteca che lui le aveva dato e il cuore
iniziava a batterle talmente forte che sembrava volesse uscirle dalla
cassa toracica.
Aveva
paura ad ammetterlo, ma forse si era davvero innamorata.
Ma
lui era pur sempre Draco Lucius Malfoy, il purosangue Serpeverde che
disprezzava i mezzosangue come lei.
Forse
con il tempo tutto si sarebbe messo apposto e lei sarebbe tornata ad
odiarlo come poco tempo prima. Forse.
Iniziò
a camminare verso il giardino cercando di non pensare ad altro che
rilassarsi. Si stava bene quella sera e il vento fresco le spettinava
un po’ i lunghi boccoli castani.
Fu
un attimo. Un ululato e l’urlo di qualcuno. Forse un ragazzo.
Hermione
fece un salto per lo spavento. Notò che c’era la
luna piena
e mai nessuno, nemmeno quei due idioti di Tiger e Goyle, avrebbe
osato addentrarsi nella Foresta Proibita in quelle circostanze.
Di
nuovo l’ululato seguito da dei ringhi. E poi ancora la voce
di quel
ragazzo che urlava qualche incantesimo di difesa per allontanare la
creatura che probabilmente lo aveva attaccato.
Il
cuore di Hermione perse un battito.
“Non
è possibile! Non può essere lui,
eppure… riconoscerei
la sua voce fra mille”
Senza
pensarci due volte la riccia iniziò a correre verso la
Foresta
Proibita.
Stando
ben attenta a non farsi notare si avvicinò cautamente alle
due
figure che lottavano per vedere meglio chi fossero.
Si
distinguevano chiaramente un grosso Lupo Mannaro dal folto pelo
grigio, alto all’incirca due metri e un ragazzo che cercava
di
difendersi dagli attacchi della creatura.
La
poca luce lunare che li illuminava permise, alla ragazza nascosta
nella penombra, di vedere i capelli biondi del ragazzo che le dava le
spalle, troppo occupato a non farsi staccare la testa da quel mostro
per preoccuparsi delle presenza di qualcuno alle sue spalle.
Non
c’erano più dubbi oramai. Quello era Draco Malfoy.
Aveva
i vestiti della divisa sporchi di terra e lacerati.
Una
gamba scoperta lasciava in mostra un taglio profondo da cui
fuoriusciva parecchio sangue. I capelli erano tutti spettinati e sul
viso aveva un paio di graffi.
Era
molto stanco e pareva che da un momento all’altro sarebbe
crollato
a terra.
Chi
l’avrebbe mai detto che Hermione un giorno avrebbe visto
Malfoy
così malconcio?
Al
contrario il Lupo Mannaro sembrava ancora fresco e pieno di energie e
continuava ad attaccare Draco che si scansava all’ultimo
secondo o
cercava di respingerlo con un incantesimo.
Ma
l’enorme lupo con una zampata riuscì a disarmare
Draco, la
cui bacchetta fu spedita tra i cespugli.
Il
Serpeverde venne poi spintonato contro un albero dove, privo di
forze, ci si accasciò contro restando a guardare il nemico
che
si avvicinava a lui ringhiando.
Nascosta
poco più in là c’era Hermione.
Paura,
mista a rabbia e coraggio presero il sopravvento sulla grifoncina.
Doveva assolutamente fare qualcosa, ma cosa?
La
bacchetta era nella sua stanza e se si fosse allontanata per
prenderla sarebbe stato troppo tardi.
Improvvisamente
sentì crescere in lei una strana forza. Una forza che non
aveva mai avvertito prima.
Si
sentì aumentare di peso e i sensi dell’olfatto e
dell’udito
divenire più sensibili. Ora al buio vedeva perfettamente
come
se i suoi occhi fossero da sempre stati creati per vedere
nell’oscurità.
Le
braccia e le gambe si tramutarono in possenti zampe dotate di
affilati artigli. Dovette mettersi a quattro zampe per non perdere
l’equilibrio. Le spuntarono i baffi e la coda e al posto
della sua
pelle liscia e leggermente abbronzata comparve un morbidissimo manto
nero come la notte.
Da
quello che poteva capire si era appena trasformata in un animale. Uno
stupendo felino nero. Una pantera agile e snella, ma abbastanza
grande e forte per abbattere un Lupo Mannaro.
Hermione
era un Animagus. Come era possibile? E’ vero che lei lo aveva
desiderato tante di quelle volte da perdere il conto, ma non pensava
potesse accadere. Non così almeno. Aveva letto un sacco di
libri sull’argomento, ma non si era mai esercitata.
Eppure
era successo. Le si era focalizzata davanti l’immagine
dell’animale
e poi si era trasformata.
Il
suo pensiero tornò a Draco ancora in balia di
quell’essere
mostruoso che lo voleva uccidere.
Hermione
scattò verso il lupo pronta a saltargli addosso che colto
alla
sprovvista non riuscì a scansarsi.
Caddero
entrambi a terra con Hermione che sovrastava il Lupo Mannaro.
Iniziò
a morderlo sul collo e a graffiarlo ovunque. Non voleva ucciderlo,
anche se trasformato era pur sempre un essere umano. Lo morse
un’ultima volta poi iniziò a ruggire mostrando le
zanne
bianche . Il Lupo Mannaro fuggì, capendo di non poter
competere con quella pantera sbucata da chissà dove.
Draco
era rimasto seduto contro l’albero a guardare la pantera che
aveva
combattuto contro il suo assalitore salvandolo da una brutta fine e
non si era minimamente preoccupato di andarsene.
Il
nero felino si girò verso Draco fissandolo negli occhi color
del ghiaccio. Il ragazzo non sembrava per niente intimorito
dall’animale.
“Quegli
occhi dorati mi ricordano tanto qualcuno” disse sottovoce.
“Sono
identici a quelli della Mezzosangue!” Aggiunse poi pensando
di non
essere né sentito ne capito. Ma si sbagliava.
Essendo
trasformata Hermione aveva un udito molto più sviluppato del
normale, riuscendo così a percepire ogni singolo sussurro
del
ragazzo.
Sorrise
tra sé e iniziò ad avvicinarsi a Draco che
iniziava a
perdere i sensi a causa delle ferite e del sangue perso.
L’ultima
cosa che vide prima di svenire fu che a fatica si caricava sul dorso
della pantera.
*angolo
dell'autrice*
eccovi il secondo capitolo nella speranza che vi piaccia ovviamente ^^
vedremo come se la caverà il nostro principe..
ringrazio coloro che hanno recensito lo scorso capitolo.. sono contenta
che nonostante tutto qualcuno segua ancora questa vecchia ff..
La
gIuLy PaZza:
eccoti accontentata.. ^^ grazie mille e mi raccomando dimmi che ne
pensi..
Neera
Sharim: non pensavo che avrei trovato ancora qualcuno che
si mettesse a riseguire questa ff.. mi spiace essere sparita dalla
circolazione cancellando anche questa piccola mia creazione, ma si sa
che tutti hanno i cosiddetti "momenti di crisi".. però
adesso sono tornata e ho intenzione di finire quello che ho lasciato
incompiuto.. grazie mille anche a te ^^ un bacio
ps. non suggerire il seguito XD
Tanny:
non devi assolutamente sentirti in colpa, la ff non l'ho interrotta per
motivi personali e riprenderla in mano mi può fare solo che
bene per rivedere piccoli errori e cercare di migliorarla.. mi stai
dando un grande aiuto invece ^^ grazie mille.. baci
|
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Capitolo 3 *** 3° capitolo ***
Infermeria…
Draco
aprì lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco
l’immagine per capire dove si trovava. Sentì un
forte odore
di disinfettante. Era sicuramente sdraiato su uno dei lettini
dell’infermeria, non c’erano dubbi.
La
testa gli doleva ancora e i graffi sul viso gli bruciavano un
po’.
Ma
questi non erano niente in confronto al dolore che gli causava la
ferita alla gamba. Per fargli così male il taglio doveva
essere bello profondo.
Ad
un tratto entrò Madama Chips per controllare le condizioni
del
ragazzo e si risollevò nel vederlo sveglio.
“ Buongiorno
Signor Malfoy? Come si sente oggi?”
“ Buongiorno”
rispose svogliatamente il ragazzo.
“ Mi
sento abbastanza bene e ho fame” disse cercando di non essere
troppo scortese per evitare che la Chips non gli portasse nulla da
mettere sotto i denti.
“ Mi
sembra ovvio che lei abbia fame. Sono le tre del pomeriggio e stando
a ciò che mi ha detto il Signor Zabini, quando è
venuto
a trovarla stamattina, lei non è nemmeno sceso per cena ieri
sera. Molto imprudente da parte sua.” Rispose con un pizzico
di
rimprovero l’infermiera.
Draco
sbuffò un “è vero”, cercando
di contenersi il più
possibile.
La
Chips sparì per un po’ tornando con un vassoio con
qualcosa
da mangiare per il suo paziente, l’unico in quel momento.
Quel
poco che aveva raccimolato per il Serpeverde consisteva in una
minestrina con un po’ di pane.
Draco
si accontentò visto la fame che aveva e si può
dire che
divorò il “pranzo”.
Poi
chiese alla Chips: “Come sono finito qui? E chi mi ci ha
portato?”
L’infermiera
rispose acida: “Speravo me lo dicesse lei,
signorino”.
Malfoy
cominciò ad alterarsi: “Evidentemente se glielo
chiedo,
Madame, è perché non lo so, diamine!”
Poi
si calmò riprendendo il controllo.
“ In
ogni caso Signor Malfoy, l’ho trovata davanti alla porta
dell’infermeria svenuto e a terra. Se non
c’è arrivato da
solo qui, è probabile che vi abbia accompagnato
qualcuno”.
Il
ragazzo riprese. “Lei non ha visto nessuno in
corridoio?”
“ Nessuno.
Ma ricordo di essere stata svegliata da degli insistenti graffi sulla
porta. In ogni caso lei non doveva essere ancora in giro alle 23 e 30
passate! Sa benissimo che il coprifuoco è alle 22 e 30! Si
dia
una regolata e che non accada di nuovo o mi vedrò costretta
a
riferirlo al preside!” disse la Chips ritornando nel suo
studio.
Sbuffando
e facendo cenno di aver capito, Draco si sdraiò nuovamente
sul
lettino, con la speranza di essere dimesso antro sera.
Un
flash improvvisò lo illuminò.
Il
Lupo Mannaro.. l’attacco.. la pantera che lo salvava.. poi
più
niente..
Sì!
Probabilmente era stato l’animale a condurlo lì.
Però
c’era ancora un tassello mancante del puzzle.
Come
faceva a sapere dov’era l’infermeria?
Di
sicuro non era una pantera come le altre. Aveva qualcosa di speciale.
Draco
si decise che appena uscito da li l’avrebbe cercata e solo
allora
tutto gli sarebbe stato chiaro. Anche perché una pantera a
spasso per Hogwarts non passa certo inosservata.
Sala
Comune di Grifondoro…
Ron
ed Harry si avvicinarono ad Hermione seduta su una delle tante
poltrone, intenta a studiare su un grosso e polveroso tomo di
pozioni.
“ Ehi!
Ciao Herm, come va?” disse un allegro Ron.
“ Oh..ciao
Ron...Ciao Harry.. tutto bene e voi?” rispose
svogliata la
riccia tornando a leggere sull’immenso libro appoggiato sulle
sue
gambe.
“ C’è
qualcosa che non va ‘Mione? Non hai una bella cera.. e poi
è
tutto il giorno che sei strana e sembra tu non abbia dormito”
disse
un Harry un po’ preoccupato.
La
ragazza rispose “In effetti Harry ho dormito poco stanotte ed
ora
sono un po’ stanca. Grazie dell’interessamento
ragazzi. Credo che
andrò a riposarmi un po’.”
“ E
come mai avresti dormito poco?” intervenne Ron.
“ È
semplice Ronald. Ho studiato per le interrogazioni di oggi, al
contrario di qualcun altro.” Mentì la grifoncina
fissando i
due amici.
Chiuse
il tomo e iniziò ad avviarsi verso le scale dei dormitori
femminili, sperando che almeno in camera sua avrebbe trovato un
po’
più di pace.
“ Ok,
come vuoi tu. Ci vediamo a cena allora” disse Ron
“ A
dopo.” Salutò Hermione.
“ Ciao”
sussurrò Harry poco convinto.
Dormitori
femminili…
Arrivata
in camera sua, Hermione si buttò letteralmente sul letto,
tornando a pensare a ciò che era successo la notte
precedente
nella Foresta Proibita.
Si
era trasformata in una pantera, scoprendo così di essere un
Animagus, si era lanciata contro un Lupo Mannaro facendolo fuggire
(cosa che non pensava avrebbe mai fatto visto lo spiacevole episodio
con il Professor Lupin al terzo anno) e aveva portato Draco Malfoy in
infermeria dopo averlo salvato. Chissà come stava ora e se
si
ricordava dell’accaduto.
Poi
come in un flashback le ritornarono in mente le parole sussurrate
sottovoce da Draco: Quegli occhi dorati sono identici a
quelli
della Mezzosangue.
E
sorrise fra sé, perché allora ciò
significava
che forse non la disprezzava poi così tanto come voleva far
credere.
Magari
un pochino di bene, anche se insignificante, gliene voleva.
E
con questi pensieri la grifondoro si addormentò fino
all’ora
di cena quando Ginny la venne a svegliare.
“ Allora
dormigliona, ti sei ripresa e hai recuperato tutte le ore di sonno
perse a causa del tuo “sfrenato studio”?”
chiese sorridente
Ginny.
Odiava
mentire alla sua migliore amica, era una cosa che proprio non
riusciva a tollerare.
“ Beh,
Gin.. non sono a causa del mio “sfrenato
studio”come lo chiami
tu.. ecco.. io.. non so come dirtelo Ginny!”
farfugliò la
riccia.
“ Coraggio
Herm, sai che puoi dirmi tutto.. di qualunque cosa si tratti.”
“ Ok.
Ma non so se mi crederai e soprattutto se la cosa ti
piacerà.”
“ Tu
provaci comunque. Sono abituata alle cose strane, visto le cavolate
che hanno fatto Fred e George. Non sarà poi tanto
peggio.”
La tranquillizzò la rossa tutta sorridente.
Prendendo
un bel respiro la mora le raccontò tutto, del fatto di
essersi
innamorata di Malfoy (oramai s’era arresa.. era impensabile
resistergli), della scoperta di essere un Animagus e di come aveva
salvato il ragazzo dal Lupo Mannaro la sera precedente.
Dire
che Ginny era sbalordita era ancora poco. La rossa era rimasta a
bocca aperta, sembrava avesse perso l’uso della parola.
Hermione
iniziò a preoccuparsi seriamente riguardo le condizioni
mentali dell’amica, quando dopo 5 minuti non aveva ancora
dato
segni di vita.
Eh
sì.. aveva ancora la bocca aperta e gli occhi sbarrati che
la
fissavano come se gli fossero spuntate le antenne e avesse scoperto
che Hermione era un alieno. (ahahahah.. scusate la mia
stupidità,
ma a immaginarmi questa scena mi viene troppo da ridere.. scusate
ancora, ma il mio cervello dà i numeri.. ^^ ndA).
Poi
si riprese: “Ok. È assolutamente impensabile una
cosa del
genere, Herm. Ma io ti credo sulla parola e sono dalla tua parte
anche per la storia che ti piace Malfoy. Non tenterò nemmeno
di farti cambiare idea perché so benissimo che è
impossibile.”
E
sorridendosi si abbracciarono. Bene, Ginny l’aveva presa
meglio di
quanto la riccia pensasse.
Ora
che poteva dividere questa cosa con qualcuno si sentiva molto meglio.
Così
entrambe si avviarono verso la Sala Grande dove la cena era
già
iniziata da una buona mezz’oretta.
*angolo
dell'autrice*
eccoci arrivati al terzo capitolo.. rivisto come i precedenti e con
piccole modifiche apportate ^^ spero sia di vostro gradimento..
come al solito ringrazio coloro che hanno lasciato un commento:
Tanny:
oh, ma grazie! ^^ sono contenta che ti piaccia la situazione che ho
creato tra Herm/pantera e Draco.. non è semplice
immedesimarsi nelle situazioni, ma sono comunque contenta dei risultati
visto che a te piacciono.. un bacione
La
gIuLy PaZzA: per quello sono convinta adesso che, a
distanza di mesi, lo rileggo con calma e lo sistemo.. contenta che ti
piaccia.. lascia un parere anche su questo ^^ baci
Becks:
grazie.. ^^ l'idea di Hermione Animagus è una cosa che mi ha
sempre attirato se devo essere sincera.. all'inizio pensavo fosse
meglio farla trasforamare in una leonessa, ma era troppo scontato forse
XD così ho optato per una pantera nera, un animale che
semplicemente adoro ^^ spero continuerai a leggere.. una bacio
ringrazio anche coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite:
1 - Becks
2 - cinderella
3 - DamaArwen88
4 - Eileen__
5 - excel
sana
6 - La
gIuLy PaZzA
7 - lunachan62
8 - PrincessVanilla
e chi invece l'ha messa tra le preferite:
1 - BabyFairy
2 - bribry85
3 - cla81
4 - Debora93
5 - giuly94
6 - Herm15
7 - kiamilachan
8 - poppi
9 - ryry
10 - virgi_lycanthrope
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Capitolo 4 *** 4° capitolo ***
Sala
Grande… cena…
Arrivate
dentro la sala, Hermione e Ginny si sedettero come di consueto vicino
ad Harry e Ron che chiacchieravano con Neville.
Intanto
dall’infermeria un ragazzo veniva dimesso con suo grande
sollievo.
Draco
Malfoy era guarito completamente e si stava dirigendo nella Sala
Grande per mangiare qualcosa a detta sua “di
commestibile”, visto
che la Chips non aveva fatto altro che dargli minestrine e pane nelle
ultime ore, dicendogli ogni qualvolta lui brontolava, che non poteva
dargli nient’altro e che comunque quello era il pasto
migliore per
rimettersi in forze.
“Mangia
meglio mio padre ad Azkaban” aveva pensato, ma poi si era
accontentato a causa della fame e non aveva più fiatato.
Appena
varcata la grande porta della sala, la sua attenzione fu attirata da
una ragazza riccia seduta al tavolo dei Grifondoro, che appena lo
aveva visto s’era come rilassata e aveva pure sorriso nella
sua
direzione.
“Come?
La Granger che mi sorride? Ma che diavolo le prende? E che diavolo
prende a me?!” pensò il biondo accorgendosi che il
suo cuore
aveva raddoppiato, se non triplicato i battiti cardiaci.
Quando
la ragazza si accorse di essere stata colta in flagrante riprese a
parlare con Ron, Harry, Ginny e Neville, ma sentiva sempre i suoi
glaciali occhi puntati su di lei.
Draco
si avviò verso il tavolo di Serpeverde sempre guardando di
sottecchi la ragazza e dandosi mentalmente del cretino per la sua
reazione, quando venne riscosso da una felicissima Pansy Parkinson
che gli saltò letteralmente al collo facendolo quasi cadere,
perché impreparato da quel gesto improvviso di quella pazza.
“Dracuccio,
amore come ti senti?”
“Levati
di dosso Pansy. Vuoi rimandarmi in infermeria per caso!? Non credo ci
riuscirai, perché se dovesse essere questo il tuo intento
sappi che ti spedirò io per prima là
dentro!” disse
un adirato Draco contro una Pansy ancora sbalordita dal comportamento
così brusco del Principe delle Serpi. E se la
scrollò
seccatamene appunto di dosso.
“Sai
cosa ti dico Draco? Fra me e te è finita! Non voglio avere
più
niente a che fare con te!” urlò Pansy acida.
“Veramente
fra noi non mi pare ci sia mai stato qualcosa, se non puro
divertimento. Comunque sono contento che finalmente ti levi dai
piedi, iniziavo a non sopportarti più.” Rispose
pacatamente
Draco.
“Vaffanculo,
stronzo che non sei altro!” ribatté lei
andandosene.
“È
un complimento detto da te!” le urlò prima che
sparisse
oltre il portone della Sala Grande.
Blaise
ebbe la brillante idea di intervenire: “Ehi Draco! Vedo che
sei
tornato il solito, amico.”
“Falla
finita Blaise, sai che odio essere chiamato amico. E
poi è
logico che sia il solito, cosa ti aspettavi? Che ricambiassi Pansy
per caso? Che mi mettessi a baciarla con passione davanti a tutta la
scuola? Ma dico, Blaise, cosa ti sei fumato stavolta?” disse
ironico il Serpeverde con un ghigno made-in-Malfoy stampato sulla
bocca.
Poi
prese posto e iniziò finalmente a mangiare.
Mentre
scambiava qualche parola con Blaise, Nott e la Greengrass spiava la
Mezzosangue.
A
volte i loro sguardi si incrociavano per un attimo.
Draco
notò che il comportamento della Granger era troppo strano.
Insomma,
ok che era un ragazzo attraente e maledettamente sexy, ma lo guardava
in continuazione e appena lui la beccava, lei si voltava
immediatamente e tornava a parlare con lo Sfregiato, la Carota, la
Piattola e quell’idiota di Paciock.
Che
sapesse qualcosa di quello che gli era accaduto?
Che
magari ne fosse coinvolta in qualche modo? Naa.. impossibile.
Poi
il bel Serpeverde si ritrovò a pensare che la Granger era
davvero diventata bella.
“Di
nuovo questi pensieri, accidenti a me!” pensò tra
sé
il biondo.
“Però
devo veramente ammettere che la Mezzosangue ha messo su delle curve
niente male. E non solo! Oltre alle curve, mi riferisco anche ai
capelli, non più crespi e spettinati, ma con dei boccoli
lunghi e ben definiti. E quegli occhi dorati poi.. mi mette quasi
soggezione quando mi fissa..
Ok,
ok.. adesso basta Draco.. stai esagerando.. ricordati che è
pur sempre la Granger, la Mezzosangue, la Zannuta e so-tutto io
Grifondoro, amica di San Potty e Lenticchia.. smettila di pensare a
lei come una qualsiasi ragazza Purosangue, sai bene che tra te e lei
con potrà mai esserci niente se non odio reciproco.. mi sa
tanto che l’odio per quella è andato a farsi
fo**ere..
ribadisco.. la Granger è bella. Mi correggo,
stupenda”.
Ancora
però non riusciva a capacitarsi di quei ridicoli pensieri
che
si stava facendo sulla sua nemesi di sempre. Già,
perchè
prima di Potter veniva sempre la Granger.
Chissà
cosa pensava lei di lui?
Non
sapeva che presto o tardi l’avrebbe scoperto.
La
cena dei due andò avanti così per tutta la sua
durata,
occhiate di nascosto e pensieri da censurare assolutamente, fino a
quando entrambi, con i propri compagni di Casa si ritirarono nelle
rispettive Sale Comuni o, per i più stanchi come Neville,
nei
dormitori, per concludere il resto della serata.
Il
giorno seguente, nel dormitorio femminile di Grifondoro, una ragazza
riccia del settimo anno, s’era svegliata, come di consueto,
alle
7.15, prima di tutti gli altri studenti di Hogwarts.
Aveva
fatto la doccia tranquillamente senza che quella pazza di Lavanda
Brown la disturbasse ogni due per tre dicendo di dover entrare in
bagno a prendere le sue cose, quando il suo unico e (ma sì
diciamolo.. ndA) diabolico scopo era quello di far uscire
all’istante
Hermione dalla doccia.
Il
più delle volte la ragazza si ricordava di chiudere la porta
del bagno a chiave per non essere interrotta; tanto Lavanda col
cervello che si ritrovava non sarebbe mai arrivata alla conclusione
che un semplicissimo Alohomora le avrebbe permesso
di
entrare lì dentro e sbattere fuori la povera Herm.
Questo
succedeva appunto, perché questa benedetta porta non veniva
chiusa a chiave. Ma accidenti a Lavanda! Ma perché mai
doveva
alzarsi così presto anche lei a volte invece di starsene
beatamente a letto a poltrire fino all’ultimo minuto, come
faceva
sempre? O meglio, come facevano sempre la maggior parte degli
studenti lì dentro?
Be’…
fatto sta che questa mattina non si era svegliata per la gioia di
Hermione che si era pure ricordata di chiudere a chiave la porta del
bagno.
Dopo
una doccia rilassante di 20 minuti esatti, la ragazza si
vestì
e pettinò per uscire dalla Torre di Grifondoro alle 7.45
spaccate.
Aveva
voglia di fare un giro vicino al Lago Nero e così si
avviò
pensando di essere l’unica sveglia a quell’ora in
tutta Hogwarts
e che quindi poteva godersi tutta la tranquillità che quel
luogo, dove spesso si recava per studiare o per leggere, le offriva.
Magari…
un certo biondino di nostra conoscenza aveva avuto la stessa idea e,
dopo essersi svegliato presto, si stava dirigendo al medesimo posto.
Persi
nei propri pensieri non si accorsero nemmeno di essersi seduti uno
accanto all’altra sotto lo stesso albero vicino al lago.
Dopo
pochi minuti, si girarono istintivamente l’uno verso
l’altra
dicendo in sincrono:
“Oh
no! Che ci fai tu qui?!”
*angolo dell'autrice*
e siccome sono un po'
sadica vi lascio in sospeso cosa succede fino al prossimo capitolo XD
nulla di importante
in questo, solo normale routine e un Draco piuttosto confuso riguardo
una certa Grifondoro..
ringrazio quelli che
aggiungono la storia tra le seguite e chi la mette nei preferiti..
ringrazio in
particolare coloro che hanno recensito ^^
oggi sono un po' di
fretta quindi grazie mille a:
lunachan62
La
gIuLy PaZzA
Fr4nCy
LoW
a presto
e grazie mille a tutti quanti davvero.. bacissimi!
|
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Capitolo 5 *** 5° capitolo ***
“Oh
no! Che ci fai tu qui?!”
Poi
il ragazzo intervenne subito: “facciamo così per
stavolta,
Mezzosangue. Io non do fastidio a te e tu non ne dai a me,
così
risparmio ad entrambi, e soprattutto a me, di andare a cercarsi un
altro posto in cui stare tranquilli prima delle lezioni.”
Hermione
inizialmente sembrò stupita dallo strano comportamento del
Serpeverde. Era stato gentile e anche se l’aveva chiamata
ancora
Mezzosangue, non aveva usato il solito tono di disprezzo.
“Ci
sto Malfoy” rispose lei tornando a fissare il lago e sperando
con
tutta sé stessa che Malfoy non avesse notato il suo strano
comportamento negli ultimi tempi.
In
particolar modo quello di ieri sera in Sala Grande. Ma ahimè
al nostro bel Principe non era sfuggito niente. Ma non dava tanto
peso al comportamento strano della ragazza perché aveva
ancora
per la testa la pantera nera che lo aveva salvato.
“Tentare
di chiedere alla Granger se sa qualcosa di quella pantera non mi
nuoce di certo” pensò tra sé.
“Ma sì dai.
Proviamoci. ”
“Allora,
Mezzosangue. Notato niente di insolito negli ultimi tempi?”
fece il
biondo con indifferenza sempre fissando il lago.
“Perché
me lo chiedi Malferret? E di grazia, cosa avrei dovuto
notare?”
rispose la riccia con un pizzico di acidità e fingendo di
non
capire a cosa il ragazzo si riferisse quando invece aveva centrato in
pieno.
Cavolo,
adesso sì che era nei guai. Malfoy non aveva dimenticato la
pantera.
“Scusami
tanto se ti faccio una domanda. Beh, comunque mi riferivo a creature
a spasso per Hogwarts.”
Ok,
era seriamente nei guai. Dalla punta dei piedi fino alla radice di
ogni suo singolo capello.
Doveva
assolutamente troncare la discussione, ma senza destare sospetti.
“Calmati
Herm. Respira a fondo. Tranquillizzati e rispondigli come tu sola sai
fare.” Pensò la mora.
“Sinceramente
Malfoy, le uniche creature che vedo –a spasso- per Hogwarts,
come
dici tu, sono quelli che alleva Hagrid e i pochissimi centauri,
satiri e fate che abbiamo nella Foresta Proibita. Escludendo a priori
i nostri animali da compagnia, i rapaci alla gufiera e quei poveri
elfi domestici nelle cucine della scuola.”
“Grazie
per avermi illuminato, Granger.” Disse con insolita
gentilezza
Draco.
“Prego”
rispose semplicemente Hermione che guardò istintivamente
l’orologio.
Le
8.15.
Si
alzò e si avviò verso il castello, diretta verso
la
Sala Grande.
“Ehi!
Dove pensi di andare Mezzosangue? Dov’è finita la
buona
educazione? Non si saluta?” disse Draco stupendosi egli
stesso di
quelle parole, mentre si alzava e la seguiva.
“Vado
a fare colazione con Harry e Ron se proprio ti interessa. E poi, da
quando io e te ci salutiamo? Di solito non riusciamo nemmeno a
sostenere una conversazione civile come quella di ora senza
insultarci a vicenda.” Rispose la bella Grifondoro voltandosi
verso
di lui.
Le
guance di Draco si tinsero di un tenue rosa e il suo cuore
accelerò
un po’ il battito.
Stessa
identica cosa per la grifoncina.
“E’
vero… lascia perdere.” E con grandi falcate
superò la
ragazza che era ancora immobile per la sorpresa.
Solamente
quando Draco fu sparito dalla sua visuale si decise ad entrare.
Dopo
un’abbondante colazione, durante la quale i due non osarono
lanciarsi occhiate senza che l’altro sapesse, entrambi si
recarono
alle corrispettive lezioni con i compagni.
Ron,
strano ma vero, quella mattina lesse l’orario delle lezioni e
senza
neanche quel solito tono di voce come per dire “ma chi me lo
fa
fare di andarci?”
“Allora.
Oggi abbiamo: un’ora con la Cooman e una con Rüf.
Poi due ore
di trasfigurazione con la McGranitt e –tadadadaa- due ore di
pozioni con Piton e i serpentelli.”
“Non
farmici pensare adesso, Ron. Non ho voglia nemmeno di fare lezione
con la Cooman ed Hermione ancor meno del sottoscritto.” Disse
Harry.
“Ma
vi rendete conto che quella mi odia? Non la sopporto proprio e prima
finirà quell’ora meglio sarà. Ancora me
lo ricordo
quando mi disse al terzo anno che sarei rimasta zitella. Santo
Godric.” Rispose Hermione sperando invece in cuor suo che le
prime
quattro ore non passassero affatto.
Naturalmente
perché non voleva fare due ore di lezione con Malfoy nella
stessa stanza. Aveva come l’impressione che lui sapesse
tutto: la
sua cotta per lui e che era lei la pantera.
Purtroppo
per lei il suo desiderio non fu esaudito.
Le
ore passavano una più velocemente dell’altra e
arrivò
il turno di pozioni con i Serpeverde.
Due
ore! Come avrebbe fatto a resistere due ore senza che lui notasse i
suoi comportamenti strani (agitazione totale) e non si insospettisse?
*Nota
dell'autrice*
spero
che il capitolo vi sia piaciuto.. lasciate tanti commentini!
È
breve e insignificante lo so, ma preferisco fare poco per volta.. XD
ringrazio
di cuore coloro che hanno recensito:
Tanny:
non ti preoccupare se non riesci a leggere per tempo i
capitoli..
so che mi segui e apprezzo già fin troppo =) baci e mi
raccomando dimmi che ne pensi.
La
gIuLy PaZzA: ah sì, sono proprio sadica
nel lasciare
tutto a metà.. grazie mille anche a te..
_Giuly95_:
oh, ma grazie! ^^ sono proprio contenta che ti
piaccia.. e
fammi sapere anche tu a riguardo.. mi piace vedere cosa pensate,
è
uno stimolo in più anche per me.. baci
grazie
anche a coloro che aggiungono alle seguite o tra le preferite la mia
storia..
Bacioni
a tutti! Cassandra
|
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Capitolo 6 *** 6° capitolo ***
Due
ore! Come avrebbe fatto a resistere due ore senza che lui notasse i
suoi comportamenti strani (agitazione totale) e non si insospettisse?
Due
ore dopo…
Almeno
questo desiderio era stato esaudito!
Era
riuscita a controllare la sua agitazione e le mani non erano ne
sudate ne tremanti.
Era
riuscita pure a controllare i suoi arrossamenti improvvisi che la
sorprendevano anche solo al passaggio dei suoi stupendi occhi
cerulei.
L’unica
cosa che non poteva controllare era il suo cuore.
Eh
bè.. si sa che è un muscolo involontario no?
Fatto sta
che quel suo povero cuoricino perdeva i battiti anche solo al minimo
suono della voce del ragazzo, rischiando a volte di fermarsi
completamente.
Hermione
temeva anche che lui, seduto tre banchi dietro di lei, Harry e Ron,
l’avrebbe di certo sentito tutto quel battere freneticamente
proveniente dal suo cuore.
Invece
no. Tutto era andato per il verso giusto. Stranamente e
fortunatamente al contrario di come aveva pensato la riccia
Grifondoro.
Ad
un certo punto un pensiero si fece vivo nella testa della ragazza:
“Oggi
ci siamo incrociati per i corridoi almeno un paio di volte, se non di
più, e lui, sempre accompagnato da Tiger, Goyle, Nott e
Zabini, si è limitato a prendere in giro solo Harry e Ron. E
la stessa cosa è successa a lezione. Senza contare
stamattina
al Lago Nero. Mi ha chiamata per cognome, ma anche Mezzosangue, solo
che non ha usato il solito tono di disgusto e disprezzo. Era.. come
dire.. più.. gentile. Forse ora è veramente
cambiato,
anche se, è difficile dirlo. E poi orgoglioso come
è,
non lo ammetterà mai, nemmeno sotto tortura. ”
Il
resto della giornata di Hermione passò tra la compagnia dei
suoi amici e lo studio, ovviamente, intervallati da qualche spuntino
qua e là.
Aveva
anche trovato il tempo di andare in biblioteca a leggere qualcosa che
lei riteneva leggero (giusto tre ore per leggere) e poi aveva
passeggiato all’esterno in compagnia di Ginny.
La
rossa, come previsto, l’aveva tempestata di domande e lei
prontamente le aveva risposto.
Inutile
dire quale fosse l’argomento delle loro conversazioni. Malfoy.
Ora
che Ginny lo sapeva non era più un problema parlarne con lei.
Temeva
solo la reazione di Harry e soprattutto quella del povero Ron, che le
moriva dietro dal secondo anno praticamente.
Non
sarebbe mai riuscita a dir loro cosa provava per Draco
senza evitare di ferirli un po’, se non di
ucciderli sul colpo
dando loro la “magnifica” notizia che lei era
innamorata del
Principe delle Serpi nonché loro miglior nemico da sempre.
Draco..
si perché ogni tanto lo chiamava per
nome quando
pensava a lui.
Spesso
succedeva anche quando parlava con Ginny, ma l’amica si
limitava a
strabuzzare gli occhini azzurro cielo ogni qualvolta Hermione lo
chiamava così, per poi pensare subito dopo:
“Cavolacci! Per
far sì che Hermy chiami Malfoy per nome, vuol dire che deve
essere proprio innamorata e non semplicemente cotta!”
Ed
ogni volta che sentiva pronunciare quel nome faceva la solita faccia
e il solito discorso mentale.
Solo
che quel pensiero di Ginny diventava sempre più
un’affermazione decisa.
Prima
o poi avrebbe dovuto sputarlo fuori, rivelandolo alla riccia.
*Nota
dell’autrice*: so che non è niente di speciale e
so anche
che rovinosamente ristretto, ma per il momento non ho altre idee e
sono occupatissima sia con la scuola che con la patente (a brevissimo
l'esame di teoria), così mi sono limitata a descrivere un
po’
la situazione.. vi supplico di non uccidermi per stavolta..
Grazie
mille a tutte coloro che recensiscono e a cui mando un bacione
immenso!
|
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Capitolo 7 *** 7° capitolo ***
A
Serpeverde nei sotterranei..
Un
affascinante quanto stronzo ragazzo biondo stava scompostamente
sdraiato sullo spazioso letto della sua camera e ripensava alla
giornata.
Ormai
erano le sei del pomeriggio inoltrate e il ragazzo non aveva la
minima intenzione di scendere in Sala Comune dove di certo
c’erano
i suoi compagni a divertirsi come matti.
Preferiva
piuttosto starsene da solo.
Ma
perché oggi s’era comportato così
diversamente con
lei? Per di più oggi non l’aveva nemmeno insultata
e
stranamente questo gli dava una sensazione piacevole tutto sommato..
anzi, più che piacevole.
Riflettendoci
bene aveva iniziato a comportarsi diversamente dopo
l’episodio in
biblioteca. (il famoso “bacio” che aveva sconvolto
la vita ad
Herm.. ndA)
“Forse
mi sto innamorando” pensò tra sé.
“Impossibile!
Un Malfoy non può innamorasi. Figuriamoci di una
Mezzosangue,
o della Mezzosangue. Disonorerei il nome di famiglia. ”
iniziò
a pensare il bel biondo.
“Ma
mio padre è ad Azkaban e mia madre non è tipo da
fare
discriminazioni di sangue.
Cazzo,
Draco, ma ci sei o ci fai? È la Granger! Anche se fosse
Purosangue è amica di San Potty e la Carota”
continuò.
“DEVO
PIANTARLA CON QUESTE SEGHE MENTALI!”
Peccato
che l’ultima frase non l’avesse pensata, ma
bensì urlata.
Proprio
in quel momento era entrato Blaise.
“Ehi,
Dra! Ma di che seghe mentali stavi parlando?” disse il bel
moro
dagli occhi blu mare con sguardo eloquente. “Non vuoi rendere
partecipe il tuo miglior amico?”
“Merda!”
pensò Draco per poi rispondere all’amico che lo
guardava con
fare interrogativo.
“Niente
di che, Blaise” cercando di essere il più
indifferente
possibile, ma con scarsissimi risultati.
“È
inutile che fingi con me. Sono il tuo migliore amico e non mi freghi.
Dimmi a cosa stavi pensando, non può non essere una cosa
importante”.
“Blaise,
non me la sento di dirti tutto quello che penso. Non
insistere”
“Come
preferisci. Sappi che se mai volessi parlarne non esitare a farlo con
me. Per te ci sono sempre stato e sempre ci sarò.
Ricordatelo.”
“Grazie,
amico” disse con un lieve, ma sincero
sorriso il biondo.
“Prego,
amico” rispose sorridente il moro che uscì
richiudendosi la
porta della camera di Draco alle spalle per poi tornarsene dagli
altri.
Draco
ritornò tra i suoi pensieri stavolta rivolti alla misteriosa
pantera.
“Ok,
Draco. Per l’ennesima volta rifletti. Di sicuro non
è una
pantera comune. È molto intelligente se dopo aver fatto
fuggire il Lupo Mannaro non ha aggredito me. Mi ha pure portato in
infermeria.
Devo
trovarla. Voglio rivedere quello strano felino e anche se la cosa
sembra stupida detta da me voglio in qualche modo ringraziarlo per il
suo gesto.
Io,
Draco Malfoy, che ringrazia qualcuno. Una pantera poi. Eppure mi
sento legato a lei. La incontrerò di certo se è
ancora
qui ad Hogwarts”
Finito
di pensare a ciò si alzò per fare una doccia e
per
prepararsi a scendere a cena.
A
Grifondoro..
Anche
Hermione si preparava per la cena sempre con il pensiero fisso di
Malfoy. (e che strano eh.. ndA)
Ora
poteva anche fare la doccia in santa pace senza temere un attentato
di Lavanda visto che Ginny era andata personalmente dalla McGranitt
per chiedere una piccola modifica delle camere.
La
direttrice di Grifondoro aveva acconsentito e le coppie delle camere
precedenti, ovvero Brown/Granger e Weasley/Patil, erano state
cambiate con immensa gioia delle quattro ragazze in Brown/Patil e
Granger/Weasley.
Ora
che Calì e Lavanda erano in camera insieme potevano parlare
di
moda per tutto il tempo che volevano senza tirare matte la altre due
ragazze.
Ginny
ed Hermione dal canto loro potevano discutere in santa pace di
qualsiasi cosa, soprattutto se l’argomento delle loro
conversazioni
era Malfoy.
Se
solo una tra la Patil e la Brown avesse scoperto che ad Hermione
piaceva Malfoy, non solo l’avrebbe scoperto tutta Grifondoro,
ma
tutta la scuola, Gazza Mrs Purr compresi.
Ciò
significava che i Serpeverde l’avrebbero presa in giro a vita
visto
che lei doveva odiarlo Malfoy e inoltre il diretto interessato
avrebbe incrementato l’odio verso di lei che negli ultimi
periodi
si era attenuato se non quasi scomparso.
Per
non parlare di Harry e Ron. Meglio lasciar stare. Più ci
pensava e più le si accapponava la pelle per l'orrore.
Oramai
la rossa e la riccia, nonché neocompagne di camera, erano
pronte per scendere a cena e dopo di esse la solita pazza serata in
compagnia nella torre della Sala Comune.
Sala
Grande.. Ora di cena..
La
cena si svolse come di consueto tra le chiacchiere sul Quiddich da
parte dei ragazzi e gli ultimi pettegolezzi da parte delle ragazze.
Al
tavolo dei grifoni Hermione s’era quasi strozzata con il suo
succo
di zucca dopo aver sentito le parole di Ginny sussurrate sottovoce
per non essere sentita dagli altri.
“Ehi,
Herm. Malfoy ti sta fissando da un bel pezzo oramai.. come diavolo
fai a non essertene accorta?”
Subita
la riccia alzò lo sguardo giusto in tempo per beccare Malfoy
distogliere il suo.
“Hai
ragione, Gin. Non so come ho fatto a non accorgermene”
“Già,
nemmeno io lo so dato che quando Malfoy ti fissa si ha la sensazione
di essere trapassati da centinaia di lame” aggiunse Ginny
sempre
sussurrando, al che Hermione venne scossa da un brivido che le
percorse tutta la colonna vertebrale.
Draco
sembrò notarlo.
La
riccia non ne poteva più di questa situazione,
così si
alzò dal tavolo e si diresse verso l’uscita della
Sala
Grande.
Ovviamente
a Draco non sfuggì il benché minimo movimento
della
ragazza, ma quando fece per alzarsi si risedette nuovamente.
Se
usciva da lì subito dopo la Granger sarebbe stato palese per
tutti che la seguiva.
E
poi si sa, un Malfoy non passa di certo inosservato.
E
di conseguenza si sarebbero sparse strane voci sul suo conto, il che
a lui non dispiaceva visto che la Granger era una bella ragazza.
Decisamente
no! Non poteva seguirla comunque.
Intanto
la nostra Hermione aveva raggiunto la Torre di Astronomia, dove
avrebbe potuto rilassarsi un po’ e godersi la bella serata in
tutta
tranquillità.
Il
cielo era stellato e tirava una leggera brezza fresca.
Hermione
si avvicinò alla finestra, per poi sedersi di traverso sul
freddo davanzale di pietra, portando le ginocchia al petto e
appoggiandovi la testa.
Chiuse
gli occhi per un po’ e liberò la mente da tutti i
suoi
pensieri.
Quando
riaprì i suoi occhi dalle iridi dorate, la sua attenzione fu
catturata da una figura che si stava dirigendo verso il Lago Nero..
Chi
poteva mai essere? Soprattutto a quell'ora, quando tutti stavano
ancora finendo di cenare in Sala Grande.
*angolino dell'autrice*
spero solo di non venire uccisa dopo questo
capitolo.. purtroppo serve ancora per definire bene la situazione che
si è creata.. in ogni caso sto già rivedendo il
prossimo e credo che non ci vorrà molto prima di
aggiungerlo..
Cerco
di aggiornare sempre il più rapidamente possibile
cosicché
non risulti troppo noiosa la storia.. grazie ancora a tutti.. un
bacione.. Cass..
|
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Capitolo 8 *** 8° capitolo ***
Quando
riaprì i suoi occhi dalle iridi dorate, la sua attenzione fu
catturata da una figura che si stava dirigendo verso il Lago Nero..
Chi
poteva mai essere?
Poco
prima..
Draco,
dopo cena, si diresse come di consueto verso i dormitori di
Serpeverde, dove avrebbe dovuto trascorrere la serata in compagnia.
Ma
qualcosa in lui scattò: aveva voglia di starsene un po'
tranquillo e con una scusa liquidò Blaise.
“Ehi,
Dra, ma dove vai?” chiese Zabini.
“A
farmi un giro, Blaise. Non ho voglia di sentirvi urlale per la
centesima volta stasera. Voglio starmene un po' tranquillo”
rispose
il biondo.
“ok..
come preferisci, ma se ti stufi della tua tranquillità,
torna
tra noi solitario!” disse Blaise di rimando.
“va
bene”.
Stava
per uscire dalla sua Sala Comune quando improvvisamente qualcosa, o
meglio, qualcuno gli saltò addosso.
“Dracuccio,
amore. Dove credi di andare tutto solo? Se vuoi posso tenerti
compagnia io, che ne dici?”
Chi
volete che sia se non la nostra arpia preferita? Ma certo, proprio
Pansy Parkinson!
Evidentemente
non le andava giù il fatto che Draco l'avesse scaricata
davanti a tutta la scuola umiliandola. Che poi aveva fatto tutto da
sola quell'oca!
“Pansy,
levati di dosso” disse scorbuticamente il ragazzo per poi
aggiungere: “Sbaglio o avevi chiaramente urlato che fra noi
era
finita e che non volevi più avere niente a che fare con il
sottoscritto?”
Pansy
staccandosi deglutì vistosamente. Draco proseguì:
“E
io ti avevo risposto di esserne contento? Te lo sei già
scordata? Hai la memoria corta a quanto pare”
“Ma
amore.. io non dicevo sul serio.. lo sai..” iniziò
lei
cominciando a strusciarsi contro il ragazzo.
“Amore
un emerito cazzo! Io dicevo sul serio!” sbottò lui
spingendola via.
“Ma
non..” cercò di dire lei riavvicinandosi al bel
biondino che
la bloccò subito.
“Levati,
Pansy. E d'ora in poi stammi alla larga o saranno problemi per te.
Sei avvisata, ritieniti solo fortunata per questo.”
La
ragazza si girò per andarsene, ma non prima di averlo
mandato
poco cortesemente in un certo posto.
Draco
ghignò soddisfatto della sua performance e uscì
finalmente dalla Sala Comune.
Poco
dopo era all'esterno e stava camminando verso il Lago Nero con la
speranza che nessuno venisse a “rompergli i
coglioni”, come disse
lui fra sé.
Decise
di sedersi sotto il suo solito albero, lo stesso dove solo qualche
giorno fa si era seduto con la Granger e dove avevano avuto una delle
rarissime, se non inesistenti, conversazioni civili senza insultarsi
a vicenda.
Hermione
era ancora seduta sul davanzale della finestra della Torre di
Astronomia e ancora cercava di capire chi ci fosse nei pressi del
Lago Nero.
Scorse
poi una capigliatura platinata.
“Draco”
sospirò.
Poi
le venne un'idea improvvisa per avvicinarsi al ragazzo senza evitare
di essere scacciata in malo modo.
“Chissà
se ne sono veramente capace, se ne ho pienamente il controllo o se
invece rischio di fargli del male?” pensò fra
sé la
ragazza.
Scese
velocemente le scale e in poco tempo raggiunse il portone d'entrata.
Uscì
cercando di fare il meno rumore possibile.
S'apprestò
poi a nascondersi nell'oscurità, se qualcuno l'avesse
beccata
in questa situazione avrebbe pensato che volesse evadere dalla scuola
visto il suo atteggiamento.
Un
brivido le percorse la schiena.
“Cavoli,
non pensavo facesse così freddo”
sussurrò.
Le
campane della torre campanaria del castello scandirono lentamente e
ritmicamente nove rintocchi.
Aveva
un'ora e mezza prima del coprifuoco, ce la poteva fare.
No,
ce la doveva fare.
Si
sedette a gambe incrociate sull’erba appena umida e si
concentrò,
chiudendo gli occhi.
Dopo
cinque minuti che non accadeva nulla, la ragazza si sdraiò
sconsolata e nervosa sull’erba, respirandone il profumo nella
speranza di tranquillizzarsi un poco e di riacquistare un po’
di
fiducia in sé stessa.
“Ma
come caspita ho fatto l’altra volta a trasformarmi? Forse
è
stato l’istinto protettivo nei confronti di Draco che mi ha
permesso la trasformazione. Se così fosse allora non dipende
dalla mia volontà.” Disse Hermione pensierosa e
sfornado
così una delle sue mega-spiegazioni.
Poi
scosse la testa e aggiunse: “No, deve essere per forza un
atto
volontario, devo solo capire come funziona e il gioco è
fatto”.
Scattò
all’istante rimettendosi seduta nella stessa posizione di
prima.
Era più determinata che mai. Doveva assolutamente riuscire a
ritrasformarsi in pantera per poi avvicinarsi a Draco.
Questo
era l’ingegnosa idea che l’aveva folgorata quando
aveva visto il
bel Principe delle Serpi dalla Torre di Astronomia.
Chiuse
nuovamente gli occhi e si concentrò.
Focalizzò
quasi immediatamente l’immagine dello splendido felino.
Sentì
ancora l’energia crescere in lei per poi sprigionarsi, come
se
fosse esplosa e lei ne fosse stata investita.
Quando
si decise a riaprire gli occhi dorati si accorse di essere
acquattata.
Notò
con piacere che braccia e gambe si erano, per la seconda volta,
tramutate in possenti zampe e le era spuntata la coda.
La
prima cosa che constatò, con suo grande sollievo, fu che era
pienamente consapevole delle sue azioni, l’istinto non aveva
prevalso.
La
volta precedente, infatti, non aveva neanche preso in considerazione
questo fattore, visto che si era fiondata direttamente sul licantropo
senza troppi complimenti con il solo e preciso scopo di salvare
Draco.
Voleva
andare immediatamente dal ragazzo, ma prima però decise di
testare ogni sua possibile qualità, a partire dai sensi.
L’olfatto
era molto sviluppato; sentiva perfettamente l’odore di ogni
cosa e
anche, da quella distanza, il profumo inconfondibile di Draco, menta
e limone.
Vedeva
a meraviglia anche nella più totale oscurità e
sentiva
ogni più minimo rumore.
Sarebbe
stato impossibile coglierla di sorpresa.
Hermione
si stupì anche della sua agilità, mentre si
arrampicava
sugli alberi della Foresta Proibita e saltava con disinvoltura ed
eleganza dall’uno all’altro senza nemmeno la paura
di cadere.
Per
non parlare della velocità. Aveva attraversato in poco tempo
la distanza fra castello e foresta.
Avrebbe
anche voluto provare a ruggire, ci teneva molto, ma di sicuro avrebbe
attirato l’attenzione di Hagrid e anche di qualcun altro
probabilmente.
Non
voleva assolutamente essere scambiata per una creatura pericolosa e
di sicuro voleva evitare di farsi rincorrere per tutta Hogwarts dal
guardiacaccia.
Così
si limitò ad un ringhio basso.
Soddisfatta
di tutto ciò, corse rapidamente nei pressi del Lago Nero,
fermandosi, sempre nell’oscurità, dalla parte
opposta a dove
si trovava Draco.
*angolino dell'autrice*
pian piano cominciano a tornarmi le idee.. abbiate un po' di pazienza
con me.. tra scuola e patente il tempo è sempre poco..
spero possa esservi piaciuto anche questo capitolo e mi raccomando
recensite! fa sempre piacere ^^
un grazie speciale va a BeaTheBest
e lunachan62 che
hanno recensito lo scorso capitolo..
grazie mille ad entrambe ragazze..
bacetti a tutti quanti!! alla prossima.. spero sia molto presto..
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Capitolo 9 *** 9° capitolo ***
Soddisfatta
di tutto ciò, corse rapidamente nei pressi del Lago Nero,
fermandosi, sempre nell’oscurità, dalla parte
opposta a dove
si trovava Draco.
Dalla
sua posizione, Hermione poteva vedere benissimo il ragazzo senza il
rischio di essere scoperta.
Ma
che rischi c’erano stavolta di essere giudicata per il suo
strano
comportamento!? Nessuno, visto che, trasformata, era irriconoscibile
se non agli occhi di Ginny che era l’unica a conoscenza del
suo
“piccolo segreto”.
Al
massimo era lei l’unica che poteva riconoscerla anche se non
l’aveva mai vista sotto le sembianze del felino.
“Piccolo
segreto, vero Herm? Direi di dimensioni abnormi, io!” disse
la
solita vocina nella sua testa.
“Lasciamo
perdere i discorsi mentali e passiamo ai fatti o non
concluderò
niente nemmeno entro lo scoppio della prossima Guerra Magica”
concluse la riccia che finalmente si avvicinava a Draco.
Costeggiò
la riva del lago badando bene a restare nell’ombra per non
spaventare il ragazzo.
Draco
stava fissando un punto indefinito davanti a sé, perso in
chi
sa quali pensieri.
La
ragazza, o meglio, la pantera, notò come era diverso il
Draco
che si trovava di fronte rispetto a quello di tutti i giorni.
Sembrava un ragazzo comune, non l’erede di Casa Malfoy. E le
piaceva sempre di più ogni istante che passava.
Hermione
si decise ad uscire allo scoperto.
Iniziò
a muoversi verso la zona illuminata dalla debole luce lunare in
maniera silenziosa con il tipico passo felpato che ogni felino
possiede e che contraddistingueva la bella Grifondoro anche nella sua
forma umana.
Fece
tutto lentamente sempre per evitare di spaventare Draco visto che era
la prima volta che usciva di sera e da solo dopo lo spiacevole
incontro avuto con il licantropo giorni addietro.
Si
fermò poco lontano dal ragazzo e si sedette.
In
un primo momento il biondo Serpeverde parve non accorgersi della
presenza dell’animale, ma sentendosi osservato
alzò
istintivamente gli occhi e incrociò uno sguardo
giallo-dorato.
Un
brivido gli percorse la schiena.
Un
brivido non di freddo, ma di paura.
Già,
aveva scambiato quello sguardo con quello del Lupo Mannaro che lo
aveva assalito, ma subito dopo s’era tranquillizzato
riconoscendo
la sua pantera.
Passò
un tempo indeterminato e i due ancora si fissavano senza accennare
movimenti.
Poi
improvvisamente Draco sorrise. Di nuovo. Ancora a lei.
“Allora
non mi sono sbagliato. Esisti veramente” disse il ragazzo.
L’animale
lo fissò più intensamente come per dimostrargli
che
capiva ciò che diceva e per esortarlo a proseguire. E
così
fece.
“Sai,
non avendoti più vista nei paraggi, pensavo veramente di
essermi immaginato tutto. Stavo impazzendo e non hai idea di
quanto”.
Fece
una pausa.
Hermione
si decise ad avvicinarsi ancora un po’, ma si
fermò ad
almeno cinque metri e guardò il biondo con fare
interrogativo
come per cercare consenso per avvicinarsi ancora.
Consenso
che arrivò a parole, seguito da un altro dei suoi rari, ma
stupendi sorrisi.
“Non
preoccuparti, puoi avvicinarti se vuoi. Io di sicuro non voglio farti
del male e credo che nemmeno tu voglia farne a me, altrimenti lo
avresti già fatto, o mi sbaglio?”
Hermione
si avvicinò fino ad affiancarsi al ragazzo, accucciandosi.
“Noto
con piacere che mi comprendi e che gradisci la mia compagnia, come
me” e altro sorriso.
Altra
stretta allo stomaco per Hermione. E via con le famose
“farfalle
nello stomaco”.
La
riccia era senza parole. Draco sembrava davvero un altro. Aveva
lasciato cadere la sua maschera di ghiaccio e indifferenza e si stava
mostrando per quello che era veramente.
Tutto
ciò aveva dell’incredibile!
Il
ragazzo iniziò poi ad accarezzare delicatamente il morbido
manto dell’esile felino accanto a lui.
Hermione
chiuse gli occhi per il piacere di quelle carezze che partivano dal
collo e la percorrevano fino a metà schiena.
Inconsciamente
iniziò a fare le fusa e fu riscossa dalla risata del
ragazzo.
Solo allora si bloccò, guardandolo poi.
“Ti
piace essere coccolata, vero? Una pantera dentro la quale si nasconde
una gattina, eh?”
Hermione
per non dargliela vinta, si alzò di scatto ed emise un
piccolo
ringhio, mostrando le candide zanne.
Draco
per lo spavento, spalancò gli occhi e disse:
“Ok,
ok. Stavo scherzando dai! Non ti arrabbiare”.
La
pantera si risdraiò al suo fianco e prese a strofinare il
muso
contro il braccio del bel biondino.
Intuendo
cosa volesse, Draco alzò il braccio, permettendo al felino
di
poggiare la testa sulle sue gambe e riprese a coccolarla, sorridendo
quando la sentiva far le fusa più forte.
Si
può dire che ora l’aveva trovata la sua
pantera e in
un certo senso la stava anche già ringraziando con tutte
quelle coccole che certamente lei gradiva.
“Sai,
più volte mi sono chiesto come è possibile che
nessuno
abbia mai notato la tua presenza qui. Potresti rispondermi?”
disse
ad un certo punto Draco prendendola un po’ in giro.
Hermione
smise di fare le fusa per spostare tutta la sua attenzione al
ragazzo, guardandolo come per dire “se potessi ti risponderei
volentieri e ti racconterei tutto”. E state pur certi che
Hermione
l’avrebbe fatto.
“E
non guardarmi così. Ho capito che non mi puoi rispondere,
solo
che mi sento un idiota a parlare con un animale che non può
rispondermi. Senza offesa” disse con un lieve sorriso.
Adesso
basta. Non voleva dargliela vinta.
L’unico
modo che Hermione aveva per rispondergli a tono era a gesti,
così
il nero felino, con un balzo si allontanò dal ragazzo.
“Guardate
questo qui. Ed io che mi sono fatta in quattro per fargli un
po’ di
compagnia e mi dice che si sente un idiota. Adesso gli faccio vedere
io” pensò Hermione, mentre si andava a sdraiare
sotto un
altro albero lì vicino e lo fissava con tono di sfida.
“Eddai,
avevo detto che non era un’offesa. Perché fai
così?
Sei proprio cocciuta, sai?” disse il Principe di Serpeverde.
Hermione
pensò fissandolo “me lo dicono in tanti che sono
cocciuta.
Non è certo una novità”
“Sì,
cocciuta e testarda tanto quanto lei!”
aggiunse Draco per
poi pentirsene mentalmente di quell’uscita.
Hermione
sgranò gli occhi e il ragazzo sembrò capire
ciò
che lei chiedeva.
“Vuoi
sapere chi? Non te lo dico curiosa!” ghignò Malfoy.
Hermione
emise un ringhio di disapprovazione.
Aveva
sperato. Sperato che si stesse riferendo a lei.
“Magari
te lo dico la prossima volta. Voglio vedere se c’è
qualcos’altro che vi accomuna” disse il biondo.
“Pazienza
Draco Malfoy. Aspetterò” pensò la
riccia gioendo
anche del fatto che volesse rivederla.
Si
levò del vento freddo e pungente.
“Fortuna
ho la pelliccia”. Poi Hermione si voltò verso il
Serpeverde.
Era
uscito con addosso solo la divisa, ma senza il mantello.
Un
brivido di freddo percorse visibilmente il bel biondo. Hermione non
ci pensò due volte. Si alzò e in un lampo fu
accanto al
ragazzo.
Con
il muso allontanò delicatamente il ragazzo e si
insinuò
tra lui e il tronco dell’albero dove Draco era appoggiato con
la
schiena fino a poco fa.
Draco
la guardò e lei gli fece cenno con gli occhi dorati di
appoggiarsi a lei.
Draco
la assecondò e si appoggiò all’animale
all’altezza
della sua spalla.
Si
sentì pervadere da una sensazione di sicurezza. Percepiva
anche il calore emanato dal felino e prese ad accarezzale dapprima la
zampa e poi il collo.
Come
previsto Hermione ricominciò a fare le fusa e Draco sorrise:
“Allora non ti sei arrabbiata? E comunque sappi che non era
mia
intenzione”. In risposta sentì la grifoncina fare
più
forte le fusa.
“Quindi
perdonato?” chiese il ragazzo.
“Perdonato”
pensò Hermione strofinando delicatamente il muso contro il
viso di Draco.
“Beh…credo
sia ora di andare. Sai, ho il coprifuoco fra un po’ e se non
rientro rischio di beccarmi una punizione”
“Lo
so bene, Draco” sorrise fra sé la ragazza.
Si
alzarono restando l’uno di fronte all’altra.
“Spero
di rincontrarti” disse solamente il biondino.
Hermione
si era avvicinata a Draco che si era abbassato alla sua altezza, la
accarezzò un’ultima volta sul collo con entrambe
le mani.
Dopodiché
la pantera corse via verso la Foresta Proibita dove Draco la vide
scomparire nell’oscurità, nera come il suo manto,
dalla
quale era emersa.
Una
volta accertatasi che il ragazzo fosse già rientrato,
Hermione
si ritrasformò e si diresse verso la Torre di Grifondoro.
Quella
notte entrambi pensarono a lungo alla serata trascorsa al Lago Nero e
si addormentarono con la speranza di rincrociarsi.
*angolino
dell'autrice*
Direi
che questo è il capitolo migliore in assoluto che fino ad
ora
ho scritto.
Sono
veramente contenta di come è venuto e spero che anche a voi
sia piaciuto.
Aspetto
tanti commentini! /\__/\.. ringrazio come al solito i miei lettori e
quelli che continuano ad aggiungere la storia tra i preferiti..
un
grazie speciale va a lunachan62 che ha recensito lo scorso capitolo.
Spero possa piacerti anche questo.. ^^
alla prossima e un bacio a tutti.. Cassandra17
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Capitolo 10 *** 10° capitolo ***
La
mattina seguente Hermione fu completamente aggredita da Ginny che la
bombardò di una miriade di domande.
Cavoli,
già alle sette e mezza di mattina c’è
gente che
stressa!
“Allora,
Herm? Mi dici dove diavolo eri ieri sera? E perché non ti
sei
più fatta vedere?”
“Ero
alla Torre di Astronomia, Gin, te l’ho già detto.
Avevo
bisogno di stare un po’ da sola”
“Certo.
E io dovrei crederti?”
“Perché
no?” chiese la riccia, per niente sorpresa
dall’atteggiamento
della rossina nei suoi confronti. Faceva benissimo a dubitare.
“Perché
non sai mentire abbastanza bene da fregare la sottoscritta.”
“Ma
Gin, ..” cercò di dire Hermione senza successo.
“Tesoro,
ti ricordo che non sono Harry, ne tantomeno quell’idiota di
mio
fratello Ron. Ci vuole ben altro, credimi. Riprova la prossima volta,
magari sarai più fortunata”
“E
va bene. Tanto con te non ho speranze. Giusto?”
“Giustissimo!
Dai, ora dimmi perché sei uscita così di fretta
dalla
Sala Grande.”
Non
era una domanda, ne una richiesta. Ginny voleva assolutamente
saperlo, quindi suonava più come un ordine. Di conseguenza,
Hermione dovette sputare il rospo.
“Per
via di Malfoy. Mi sentivo in soggezione.”
“Ah!
Ora capisco. Ma non puoi di certo essere stata tutta sera nella Torre
di Astronomia!” insistette la piccola di casa Weasley.
“Infatti
no. Ho visto Draco da solo al Lago Nero. Così sono scesa, mi
sono trasformata e mi sono avvicinata a lui.”
Inutile
descrivere Ginny. Sotto shock! E a bocca spalancata ovviamente, come
è ovvio che Hermione le raccontò tutto nei minimi
dettagli.
Alla
fine Ginny riuscì solamente a dire:
“O-mio-Dio!
Ma tu sei un genio Hermione!” dopodiché le
saltò in
braccio per la gioia.
“Sul
serio, complimentoni per la geniale idea! Solo che prima o poi dovrai
dirglielo. E secondo me è meglio che glielo dica tu
piuttosto
che lo venga a sapere da qualcun altro o peggio, ti scopra! Immagina
il casino. Rischieresti di mandare tutto all’aria.”
“Lo
so, ma non mi sembra il momento ora e poi non saprei proprio come
fare. Ho paura di rovinare tutto quanto.”
“Dai,
ora non pensarci troppo. Quando sarà il momento ti
preoccuperai fino a bruciare tutti i tuoi neuroni.”
“Esagerata!
E comunque spero che tu abbia ragione.” Disse la riccia poco
convinta.
Finito
di prepararsi, le ragazze scesero in Sala Grande per colazione, dopo
la quale le avrebbero attese le lezioni.
Mentre
Ginny ed Hermione discutevano in camera loro, qualcuno nei
sotterranei stava facendo la stessa cosa con il proprio migliore
amico.
Avete
letto benissimo invece, non è un'allucinazione!
Draco
aveva raccontato tutto a Blaise che in quel preciso istante sembrava
la versione maschile e soprattutto Serpeverde, di Ginny quando
Hermione le aveva detto di Malfoy.
Povero
Blaise.
Aveva
dovuto sorbirsi tutte le seghe mentali del compare sia sulla pantera
che, e in particolar modo, sulla Granger.
Sì,
perché Draco gli aveva raccontato dell’infatuazione
per la bella Regina di Grifondoro.
“Cazzo,
Dra! Quella non è un infatuazione, amico mio! Tu sei
innamorato perso!”
“Ma
non dire stronzate, Blaise. Un Malfoy non può
innamorarsi!”
disse Draco per poi pensare “Almeno così
credevo”
“Sveglia,
Draco Lucius Malfoy! Sei innamorato della tua Mezzosangue, non
c’è
altra spiegazione. Avresti dovuto sentirti come parlavi di lei, non
è
da te. avrei dovuto registrarti e poi farti riascoltare tutto quello
che hai detto.” Aveva detto Blaise.
Al
che il biondo s’era arreso. “Ok. E se anche fosse?
Che faccio?
Mica posso andare a dirglielo.”
“Se
non glielo dici mi spieghi come può capirlo. Da te
oltretutto,
la persona più difficile da capire a questo mondo.”
“Hai
ragione, stavolta. Ci penserò. Grazie per avermi sopportato,
eh” disse Draco.
“Figurati,
Dra. Servo anche a questo” sorrise il moro.
E
scesero anche loro per la colazione in Sala Grande.
Sala
Grande…
Dal
tavolo di Grifondoro, una ragazza riccia del sesto anno, lanciava di
continuo occhiate al tavolo di serpeverde e qualcun altro, biondo e
maledettamente bello e attraente, faceva altrettanto.
Il
tutto sotto lo sguardo vigile e divertito dei corrispettivi due
migliori amici.
“Dra,
piantala o prima o poi quella si accorge. Sai benissimo che non
è
stupida! Non è una di quelle oche che ti girano
attorno”
“Oh,
ma fatti i cazzi tuoi Blaise”
“Come
vuoi amico. Ti ricordo solo che stai giocando col fuoco e..”
“Sì,
lo so. Un giorno o l’altro mi scotterò”
cantilenò
il biondo, mentre Blaise Zabini sghignazzava.
Sul
lato opposto della sala accadeva pressoché la stessa cosa.
“Herm,
ma sei matta. Guarda che Harry e Ron sospettano già qualcosa
e
se continui così non saprò più cosa
raccontar
loro”
“E
io cosa ci posso fare se non riesco a smettere di guardarlo. Dico, ma
l’hai mai guardato bene!?”
“Sì,
‘Mione, so come è Malfoy, ma ti prego: non
incantarti a
guardarlo! Interrompi il contatto visivo ogni tanto e sbatti le
palpebre o ti si seccheranno gli occhi. E bada che se non lo farai da
sola, sarò costretta a bendarti.”
“Uffa!
Dai, andiamo a lezione. Harry, Ron! Forza o faremo tardi! Ci vediamo
Gin”
“Ciao,
Hermione” rispose la rossa mentre si avviava alle sue lezioni.
Il
famoso trio si dirigeva verso i sotterranei, quando il destino volle
che s’imbatterono in Malfoy e Zabini.
“Mannaggia!
Non bastava sorbirseli due ore di prima mattina con Piton. Anche in
corridoio adesso” sbuffò Ron.
“Che
hai pezzente Weasley? Sono io che dovrei lamentarvi della vostra
presenza, non tu della mia. Dovresti pure ritenerti fortunato che
cammini sulla terra che pesto io e respiri la mia aria.”
Disse
Malfoy ghignando e alludendo al rosso e al bambino sopravvissuto.
Nel
sentirsi chiamare –pezzente- per l’ennesima volta,
Ron divenne
dello stesso colore dei suoi capelli e fece per alzare le mani, ma
un’Hermione coi riflessi più che pronti lo
bloccò con
una presa decisa e salda al braccio.
“Ron,
per favore, non farci caso e andiamo.” E rivolse uno sguardo
veloce
al biondo Serpeverde che disse gentilmente “Buongiorno,
Mezzosangue” sempre sghignazzando per non dare troppo
nell’occhio.
La
ragazza fece solo in tempo a sgranare gli occhi che di colpo venne
trascinata in aula da Harry perché stava arrivando Piton.
Il
professore non sembrava molto contento di vedere ancora dei suoi
studenti fuori dalla classe.
Una
volta seduti, Blaise sussurrò al compagno di banco
“Almeno
stamattina ti sei dimostrato gentile. Un passo avanti”
Draco
non disse niente e continuò a scrivere gli ingredienti di
una
pozione segnata alla lavagna, ma sul suo viso fece capolino un
sorriso.
*angolino dell'autrice*
oggi per mancanza di tempo mi limito a postare e a ringraziare
velocemente chi ha recensito e tutti i lettori.. spero di poter
aggiornare in tempi relativamente brevi la storia così non
vi annoiate e non perdiate il filo..
bacissimi! Cassy
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Capitolo 11 *** 11° capitolo ***
Si
era finalmente conclusa anche questa giornata.
Noiosa
come al solito, niente di speciale in fondo.
Harry
e Ron che chiedevano di poter copiare spudoratamente i compiti
assegnati ben una settimana prima e che avrebbero dovuto consegnare
l’indomani, Hermione che sbraitava loro dietro come
un’ossessa e
Ginny che se la rideva per quella scena che aveva visto una miriade
di volte, ma che riusciva sempre a farla sbellicare dalle risate fino
a farle venire un mal di pancia tremendo.
Senza
contare le immancabili frecciatine di Malfoy & Co
più
qualche sguardo di sfuggita lanciati sia da parte del biondo che
della riccia a insaputa dell’altro.
Ginny
e Blaise ovviamente non sapevano più cosa inventarsi per
spiegare ai compagni di Casa lo strano comportamento di Draco e
Hermione, senza contare tutte le gomitate nello stomaco e i calci
negli stinchi sotto il tavolo per interrompere i furtivi contatti
visivi di entrambi quando duravano eccessivamente a lungo.
Insomma,
proprio una giornata normale.
O
almeno, questo era quello che si svolgeva sempre nella medesima
maniera da un mese a questa parte.
Quella
sera però, Draco decise di uscire nuovamente in giardino e
di
dirigersi al Lago Nero. Magari l’avrebbe incontrata di nuovo.
Hermione
aveva intuito la mossa del Principe di Serpeverde e si era
letteralmente precipitata giù al lago, anticipando il
ragazzo.
Infatti
quando Draco arrivò, trovò ad aspettarlo il nero
felino
che tanto desiderava rivedere.
Un
sorriso fece capolino sul suo volto ed Hermione perse un battito.
Il
ragazzo si fermò a pochi metri da lei. Hermione agognava
disperatamente un contatto; anche solo sfiorarlo sarebbe andato
benissimo.
Così
Hermione si alzò da dove si era sdraiata poco prima per
riprendere fiato dalla corsa che aveva fatto, e si avvicino
lentamente al biondo.
Draco
rimase ad aspettare fermo immobile sempre tenendo i suoi cerulei
occhi fissi sull’animale.
Che
volesse fargli del male? Nah, troppo tranquilla per dimostrarsi una
minaccia e poi lui se lo sentiva dentro che lei non gli avrebbe mai
fatto nulla che potesse nuocergli.
Infatti
quando la pantera gli arrivò vicino, prese a strusciarsi
contro le gambe del ragazzo e iniziò a fare le fusa.
In
un primo momento Draco restò piuttosto disorientato dal
gesto
e per poco non cadde in avanti quando Hermione gli passò
dietro le ginocchia spingendolo.
“Ehi,
va benissimo che sei parente del gatto domestico, ma ti ricordo che
tu sei almeno dieci volte più forte, quindi modera
l’intensità
con cui ti strusci, ok?” disse ridendo il ragazzo.
Hermione
si bloccò e alzò il capo quel tanto che bastava
per
vederlo in volto e poi pensò “In effetti ha
ragione, sono
stata poco delicata e per poco non lo buttavo a terra. Herm, sii
più
delicata la prossima volta” si rimproverò
mentalmente.
Poi
un lampadina si accese.
“Col
cavolo che sarò delicata. Adesso mi voglio divertire un
po’
anche io, così si pentirà di tutte le prese in
giro.”
Sghignazzò tra sé prima di ritornare con la testa
sul
pianeta Terra, richiamata dalla voce di Draco che ancora la prendeva
in giro.
“Ehi,
micina. Hai già finito di strusciarti? Strano. Dovresti
essere
onorata del fatto che te lo permetto. Ritieniti più che
fortunata, fossi stata una di quelle tante oche che mi girano attorno
ti avrei già liquidata.” Ed ecco comparire il
solito ghignò
made-in-Malfoy.
Si
può dire che Hermione lo guardò scetticamente.
Draco
al contrario si stava divertendo un mondo e così
continuò.
“dai,
lo so che sono irresistibile, per cui non fare complimenti e continua
pure quello che stavo facendo fino a poco fa” disse con fare
modesto.
Hermione
pensò”Alla faccia della modestia! Adesso ti faccio
vedere
io”
Detto
fatto. Con una scatto rapidissimo la pantera si piazzò di
fronte al ragazzo e con un agilissimo balzò gli
saltò
addosso.
Entrambi
atterrarono sull’erba morbida ed Hermione badò
bene a non
lasciarsi cadere di peso sopra di lui, onde evitare di schiacciarlo,
ma di appoggiarsi quel tanto che bastava ad immobilizzarlo.
Hermione
emise un piccolo ringhio giocoso a simboleggiare la sua vittoria.
Draco,
per la prima volta sottomesso, si limitò ad uno sbuffo di
disapprovazione.
“Accidenti,
ma sei impossibile! E lasciami andare, per favore!” disse
Draco
cercando di sollevare di peso l’animale che lo sovrastava.
“Dai,
ti prego. Fai la brava e spostati.”
Niente
da fare. ‘Mione non ne voleva proprio sapere di togliersi.
“Allora
scendiamo a compromessi. Tu ti sposti e mi fai rialzare e io ti
racconto qualcosa di lei” propose il bel
biondino.
Inutile
dire che Hermione si spostò all’istante, aiutando
anche il
ragazzo a rimettersi in piedi permettendogli di appoggiarsi al suo
morbido dorso.
“Guarda
tu cosa devo fare per convincerti” disse Draco mentre si
abbassava
prendendo il muso dell’animale e accarezzarglielo, mentre per
dispetto le soffiava sul naso.
“Accidenti
a me. È troppo vicino. E che buon profumo. Sa di menta. Se
continua a coccolarmi così impazzisco”
pensò Hermione
cercando di controllarsi il più possibile, ma non riuscendo
a
trattenere le fusa di felicità.
Draco
si rialzò, ergendosi in tutta la sua statura e si diresse
verso l’albero dove l’altra volta li aveva ospitati.
Arrivato
lì vicino si voltò e sorrise a quella che
apparentemente era una pantera, ignorando il fatto che fosse la
persona a cui più spesso andavano i suoi pensieri.
“Allora,
vieni?” disse indicando con la testa l’albero.
Hermione
non se lo fece ripetere due volte e si affiancò al ragazzo.
Intuì
che volesse sedersi e lo anticipò sul tempo accucciandosi
nella stessa posizione dell’ultima volta, contro
l’albero.
Alzò
poi il suo sguardo dorato verso di lui, che capì
all’istante.
Si
chinò e si appoggiò delicatamente
all’animale,
badando di non mettersi proprio sulla spalla dove avrebbe potuto
farle male e dove soprattutto sarebbe stato scomodo lui.
“Grazie.
E comunque un Malfoy mantiene sempre la parola data, non ti
preoccupare. Adesso ti dirò quello che ti ho
promesso”
La
pantera struscio delicatamente il muso contro il viso del ragazzo.
“Sei
un’adulatrice” disse ridendo.
Hermione
sorrise fra sé mettendosi in ascolto.
*angolino
dell'autrice*
stavolta
c'ho impiegato un bel po' di tempo e chiedo perdono. La scuola mi sta
tenendo talmente occupata che a stento trovo il tempo addirittura per
dedicarmi ai miei hobby, quello di continuare questa storia compreso.
Chiedo
perdono e spero che il capitolo vi possa essere piaciuto se
c'è
ancora qualcuno che segue ^^
al
prossimo e spero lo sia molto presto.
Bacissimi.
Cassy.
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Capitolo 12 *** 12° capitolo ***
“Grazie.
E comunque un Malfoy mantiene sempre la parola data, non ti
preoccupare. Adesso ti dirò quello che ti ho
promesso”
La
pantera struscio delicatamente il muso contro il viso del ragazzo.
“Sei
un’adulatrice” disse Draco ridendo.
Hermione
sorrise fra sé mettendosi in ascolto.
“Mmm..
vediamo, da dove comincio?” finse di pensare il ragazzo
sperando di
spazientire la pantera alquanto curiosa che lo fissava.
Lei
di risposta emise un basso ringhio.
“Ok,
ok. È praticamente impossibile fregarti. Altro aspetto che
ti
accomuna con questa ragazza di cui non intendo rivelarti il
nome.”
Hermione
pensò “Cavolo! Era proprio quello che mi
interessava sapere
e tu non me lo dici?! Mi toccherà capirlo da quel poco che
dirai.”
Il
ragazzo proseguì “ti posso dire che è
estremamente
testarda e non si arrende molto facilmente, questo lo so per
esperienza. Intelligente quanto bella. E ti assicuro che è
divina.”
Hermione
si ritrovò a pensare che non poteva essere assolutamente lei
in quanto non era “divina”.
“Non
la conosco molto bene, anzi per niente. È praticamente
inavvicinabile e inoltre non corre un buon rapporto tra noi
due.”
Sull’ultima
frase Hermione parve ridestarsi. La situazione era praticamente la
stessa che c’era fra lei e Malfoy fino a poco tempo fa visto
che
ora le frecciatine velenose erano scomparse quasi del tutto.
Che
stesse veramente parlando di lei. Non ne era sicura, ma certamente
era vero quello che il ragazzo aveva detto fino ad ora: testarda,
difficile da fregare, intelligente.. combaciavano alla perfezione, ma
sul fatto della bellezza proprio non c’eravamo. No nella
maniera
più assoluta.
“Accidenti,
se non fosse che l’ha descritta come una dea, potrei pensare
veramente che Draco parli di me.” La ragazza stava iniziando
a
rattristarsi, quando la voce del bel biondo la riportò al
presente.
“sai,
una descrizione fisica te la posso concedere. So che resterà
fra noi, giusto?”
La
pantera annuì.
“E’
di media statura, ad occhio sarà sul metro e sessantasei,
sette.. magra al punto giusto e ben formata. Direi che non le manca
proprio niente. Carnagione rosata con due labbra carnose che sembrano
morbidissime. Come ho fatto a trattenermi fino ad ora proprio non lo
so”
Hermione
ringhiò per far riprendere la descrizione. Voleva evitare
certi commenti di Draco su una ragazza che purtroppo non era lei.
“Ops,
gelosa eh?” e l’accarezzò teneramente
per poi continuare
“non preoccuparti che voglio bene anche a te,
tranquilla”
Se
Hermione fosse stata umana, sicuramente adesso sarebbe di un bel
color rosso fuoco visto le vampate di calore che sentiva o, ancora
più probabilmente, sarebbe già svenuta.
Draco
aveva detto che le voleva bene! Promemoria: da segnare sul calendario
questa data!
“Dove
ero rimasto? Ah, sì. I capelli sono di un bel castano con
riflessi più chiari. Lunghi fino a metà schiena.
Li
porta quasi sempre sciolti e li lascia ricadere sotto forma di
morbidissimi boccoli. E infine gli occhi. Sono di un caldo coloro
cioccolato con screziature dorate. Di solito io mi becco solo
occhiatacce, ma se solo mi rivolgesse uno di quegli sguardi che
indirizza ai tutti i suoi amici.. solo un sogno, non penso proprio
possa accadere. È impossibile che nessuno le voglia
bene.” e
finito ciò gli uscì una risata tendente
all’isterico.
Hermione
era scioccata. Non s’era più mossa.
“Non
riesco a crederci. La descrizione è troppo simile alla mia,
eppure non posso essere io. Sarebbe troppo bello per essere
vero.”
Era
talmente confusa che l’unica cosa che riuscì a
fare fu
scattare all’istante in piedi, facendo finire il ragazzo
appoggiato
a lei con la schiena distesa sull’erba.
“Ehi,
ma che cavolo ti è preso. Non mi sembra di aver detto niente
di male.” Disse un Draco totalmente preso alla sprovvista da
questa
reazione.
“Respira
profondamente, Herm. Per essere sicura al cento per cento dovresti
saperne il nome, ma visto che non te lo dirà mai, cerca di
scoprire la Casa a cui appartiene, no? Forza e coraggio.”
Uno
dei suoi soliti lampi di genio la colse all’improvviso.
Draco
ancora non aveva capito il motivo del comportamento
dell’animale e
così sbuffò.
“Allora?
Mi spieghi che accidenti t’è preso o
no?” disse
guardandola con fare interrogativo.
Detto
fatto ed Hermione s’era avvicinata al ragazzo ancora disteso
sull’erba e appoggiò la zampa anteriore sul
mantello e nel
punto preciso in cui troneggiava lo stemma della casata di
Serpeverde.
“Che
fai?” disse ancora più confuso di prima il bel
biondino.
Hermione
insisté ancora di più, facendo una lieve
pressione
sempre sullo stemma finché il ragazzo intuì.
“Mi
stai chiedendo la casa a cui lei appartiene, non è
così?”
provò a dire.
La
pantera si bloccò per spostare tutta la sua attenzione sul
volto di Draco.
“Non
è di Serpeverde, se ti interessa.”
“Meno
una. Ora ne restano solo tre. Speriamo bene.”
Pensò felice
Hermione.
“E’
inutile andare per esclusione, quindi lo dico e basta.” Disse
Draco.
Prese
un respiro, molto profondo, come se dalla risposta che dovesse fare
dipendesse addirittura la sua stessa vita.
“Sembrerà
assurdo, lo so. Ma lei appartiene ad una Casa che odia profondamente
la mia. Le nostre Case sono sempre state in conflitto tra loro, ma se
scoprissi che anche lei prova qualcosa per me, forse potremmo essere
l’eccezione che riporterebbe allo stato di equilibrio, di
pace
finalmente”
Hermione
si era praticamente persa nelle parole che il ragazzo stava
pronunciando, mentre, ancora sdraiato, guardava il cielo stellato.
Eh,
sì. Non s’era sbagliata, era cambiato veramente.
Oppure
era sempre stato così, ma costretto a comportarsi
diversamente
a causa di suo padre.
Ma
c’era ancora tempo per rimediare a tutto e soprattutto
c’era
ancora una possibilità per Hermione.
Un’unica
possibilità e se gliela si fosse concessa non
l’avrebbe
sprecata. No. L’avrebbe sfruttata al massimo, traendone tutti
i
profitti e i benefici che essa comportava.
“Ti
prego, ti prego, ti prego…” supplicava tra
sé la ragazza
guardando ansiosamente quella dolce visione stesa davanti a
sé.
“Lei
è.. è.. lei è di
Grifondoro.” Riuscì
finalmente a pronunciare Draco.
“Cazzo!
Oddio! Non ci credo! Oh sì!” esultò
mentalmente
Hermione, mentre il suo cuore iniziava a battere freneticamente come
se le stesse per uscire dal petto.
“E
adesso che cazzo faccio!?” disse un’Hermione
completamente
immersa nel panico più totale.
*angolino
dell'autrice*
Stavolta
ho deciso di troncare sul più bello.. eh lo so, sono un po'
sadica in questo.. così almeno se volete sapere come
continua
dovete x forza aspettare buhahaha (mia risata sadica).. scherzavo
sapete che vi voglio bene.. me ora passiamo ai ringraziamenti per
coloro che hanno recensito lo scorso chappy..
giadinaGe:
ti ringrazio per il commento che hai lasciato.. penso proprio che
Draco dovrà aspettare ancora parecchio prima che scopra chi
si
cela dietro l'identità della pantera.. spero ti sia piaciuto
il capitolo e se ne hai voglia recensisci pure che mi fa solo piacere
leggere cosa pensi.. un bacio
poppi:
ovvio che non perde occasione per vendicarsi, o non sarebbe la nostra
Herm.. praticamente è nel panico più totale dopo
questa
rivelazione.. poverina.. mi raccomando anche tu non esitare a
lasciarmi un commentino su questo capitolo.. un bacio e grazie
mille..
un
saluto e un bacio anche a
coloro che leggono e che pian piano aggiungono la storia tra i
preferiti o le seguite.. ciao ciao.. Cass
|
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Capitolo 13 *** 13° capitolo ***
Ok.
Forse dire che era nel panico più totale era dire ancora
poco.
Povera Herm. Era
stato un colpaccio scoprire che il Principe di Serpeverde era
innamorato, forse per la prima volta in tutta la sua vita, ma era stato
da infarto venire a scoprire che quella stessa ragazza apparteneva a
Grifondoro e per di più assomigliava in maniera pazzesca
proprio ad Hermione.
Fatto sta che la
pantera non s’era ancora mossa dalla sua posizione e
continuava a pensare incessantemente a come comportarsi.
“Calma
Herm, respira a fondo e rifletti con calma. Per tutte le cavallette,
come faccio a stare calma sapendo che il ragazzo che mi piace
è innamorato di una di Grifondoro e per di più
che mi assomiglia! Sento che sto per svenire.”
Il respiro di
Hermione si fece improvvisamente affannato e ciò
catturò l’attenzione del bel ragazzo disteso
sull’erba proprio lì, di fianco a lei.
Draco si mise
seduto e con cipiglio osservò l’animale
chiedendosi cosa mai le fosse preso.
“Ehi,
ma che hai? Sembra che ti manchi il respiro. Non dirmi che anche le
pantere hanno l’asma adesso?”
La riccia
cercò di controllarsi, con il solo risultato di peggiorare
le cose visto che anziché calmarsi continuava a fare
l’esatto opposto.
Il ragazzo
iniziò a preoccuparsi pensando veramente che la pantera
avesse l’asma. Così cercò di
tranquillizzarla accarezzandola dolcemente lungo il dorso.
“Tranquilla,
che se ti agiti è peggio. Adesso passa.” Disse
Draco con un tono talmente dolce di cui lui stesso si stupì.
Hermione si
calmò a poco a poco e prese a maledirsi mentalmente per
quella stupida sceneggiata “Stupida, stupida, stupida. Pensa
se mi scopriva. È andata bene. L’asma, tse.. ah,
Malfoy.. ti facevo più intelligente comunque.”
“Ti
sei tranquillizzata finalmente. Iniziavo ad avere i crampi al braccio a
forza di accarezzarti. Mettici meno tempo la prossima volta,
intesi?” disse il biondo con il suo solito ghigno
made-in-Malfoy.
Hermione si
sentì punta nel vivo e con il muso spinse a terra il ragazzo
che scoppiò a ridere di gusto.
“Bene!
Almeno sono sicuro che sei tornata quella di sempre” disse
rivolgendole un bellissimo sorriso. Uno dei rari che rivolgeva solo a
lei.
Poco dopo dieci
rintocchi dell’orologio del castello segnarono il termine di
quell’incontro.
“E’
ora di andare. Mi raccomando, non cacciarti nei guai e vedi di
mantenere il segreto che ti ho svelato, altrimenti mi gioco la
reputazione di perfetto Serpeverde.” Disse con fare scherzoso.
La bella
Grifondoro sentì una dolorosa fitta al cuore nel sentire
quelle parole.
Allora
significava che non si sarebbe mai dichiarato, che avrebbe continuato a
tenere nascosti i suoi sentimenti verso quella ragazza solo
perché appartenevano a due Case diverse.
La sfortuna
volle poi che quelle Case fossero Grifondoro e Serpeverde, proprio
quelle in conflitto da sempre.
Com’era
possibile che solo quest’ostacolo impedisse a Malfoy di stare
con lei, ammesso che l’altra ricambiasse? Si arrendeva
così? Eppure è noto a tutti che un Malfoy ottiene
sempre quello che vuole, a qualsiasi costo.
Hermione si
limitò ad annuire semplicemente per poi allontanarsi in
direzione della Foresta Proibita di corsa.
Ovviamente Draco
non sospettò nulla, immerso come era a contemplare nei suoi
pensieri l’immagine di Hermione; immagine che lo
accompagnò anche nel mondo dei sogni, lasciandosi cullare da
Morfeo.
Non fu lo stesso
per la ragazza, che invece arrivò in Sala Comune
un’ora e mezza dopo con il volto rigato di lacrime.
Nella sua testa
continuava a rimbombare incessantemente quella frase:
..vedi
di mantenere il segreto che ti ho svelato, altrimenti mi gioco la
reputazione di perfetto Serpeverde.
Salì
lentamente le scale che conducevano al dormitorio femminile.
Ogni gradino era
uno squarcio in più che si apriva nel suo cuore e che temeva
non si sarebbe più rimarginato.
Svoltò
in direzione della stanza che condivideva con Ginny. In questo momento
aveva bisogno di lei, che la confortasse e le dicesse di non
preoccuparsi inutilmente. Erano già le undici e mezza
passate e non voleva svegliarla per farle passare la notte insonne a
causa dei suoi problemi.
Fece dei bei
respironi e aprì la porta cercando di non fare rumore. Si
tolse le scarpe e in punta di piedi si avviò verso il letto.
Prese l’occorrente per la notte e filò in bagno a
cambiarsi. Prima di raggiungere il bagno urtò più
volte la sponda del letto visto che era tutto buio, ma
soffocò le imprecazioni.
Quando fu in
bagno si diede una risciacquata veloce e si cambiò,
indossando il suo pigiama rosso.
Si
fermò a guardarsi allo specchio e pensò tra
sé: “Guarda come sono ridotta. Sono uno straccio e
mi sento uno schifo. E tutto per colpa di Draco Malfoy.
Perché mi fanno così male quelle
parole.” E nuovamente scoppiò in lacrime.
Probabilmente
Gin l’aveva sentita e si era svegliata e di lì a
poco l’avrebbe raggiunta, tirata fuori dal bagno e chiesto
spiegazioni.
Infatti ecco
spuntare dalla porta una testa rosso fiammante con un espressione tra
l’assonnato e il preoccupato.
Vedendo la
migliore amica in quelle condizioni si precipitò velocemente
al suo fianco.
“Herm,
ma che hai? Cos’è successo sei
sconvolta!?” chiese la rossa accarezzando i capelli ricci
della compagna nel tentativo di farla smettere di singhiozzare.
“Niente,
Gin… Ora… passa. Non è…
niente, non… preoc..cuparti.” rispose tra i
singhiozzi convulsi la mora.
“Non
è assolutamente possibile che non sia niente. Per Merlino,
ma ti sei vista?”
“So
benissimo di non avere un bell’aspetto, non ti ci mettere
anche tu ora!” sbottò incavolata la riccia.
Sembrava essersi ripresa. Un attimo dopo si maledisse per aver reagito
così nei confronti di Ginny.
In fondo stava
solo cercando di aiutarla e lei cosa aveva fatto? Le aveva sbraitato
contro come un’ossessa. Bel modo di ringraziarla.
Cercò
di porre rimedio subito. Non voleva litigare assolutamente con la
piccola di casa Weasley. C’èra già
Draco Malfoy a complicarle la vita, e lui bastava e avanzava.
“Oh,
Ginny. Ti prego scusami. Hai ragione tu, sono sconvolta e non ragiono
più. Mi dispiace e che non so più che fare. Mi ha
presa alla sprovvista e io non ho avuto il tempo di prepararmi a una
cosa del genere. Senza contare che dopo poco tempo, con quella frase,
ha mandato in frantumi tutte le mie speranze ed io sono disperata
e…” aveva detto tutto in un fiato Hermione.
Ginny, non
capendoci un cavolo, l’aveva immediatamente bloccata.
“Alt!
Ferma lì. Che diamine stai dicendo? Non capisco di cosa tu
stia parlando? Andiamo di là, che il bagno non mi sembra il
luogo adatto per parlare. Ci mettiamo comode comode e mi racconti cosa
è successo, ok?”
“Va
bene” annuì l’altra Grifondoro.
Si avviarono
verso il letto della riccia che ancora singhiozzava e si sdraiarono una
di fianco all’altra.
Ginny le aveva
circondato le spalle con un braccio e, come avrebbe fatto una madre con
la propria figlia, la tirò a sé cercando di
consolarla e chiedendole nuovamente cosa diavolo le fosse preso per
mettersi a piangere così nel bel mezzo della notte.
Tra gli ultimi
singhiozzi Hermione pronunciò un nome: “Draco..
Malfoy..”
“Lo
sapevo. Brutto stronzo. Che altro ti ha fatto di nuovo. Accidenti e
sì che lo facevo molto più intelligente quel
Serpeverde. Manco s’è reso conto che la sua
adorata pantera in realtà sei tu e..”
ma Ginny fu
interrotta da Hermione: “Gin, ti prego, basta. Lui non lo sa
chi sono ed è logico che si apra in tutto e per tutto, come
era logico che prima o poi avrebbe detto qualcosa che, a sua insaputa,
mi avrebbe ferita, perciò..”
“Perciò
un cavolo! Non lo devi sempre difendere, quella che ci rimetti sei tu,
non lui! Tu, che ti fai distruggere il cuore da uno così! E
ancora tu che vedi dissolvere i tuoi sogni! Questa situazione non
può andare avanti così, bisogna trovare una
soluzione, e presto anche. Ora però mi spieghi cosa
è successo di preciso con Malfoy, eh.”
“Non
molli mai, tu?” disse con un mezzo sorriso la moretta.
“Mai”
rispose di rimando la rossa.
Si trovarono a
parlare dell’accaduto per tutta la notte discutendo e
cercando di trovare soluzioni, fino a quando poche ore prima
dell’alba si addormentarono vicine.
*angolino
dell'autrice*
Che fatica per
finirlo. Spero sia decente almeno e chiedo umilmente scusa per tutti
coloro che hanno aspettato. Purtroppo la scuola non mi da un attimo di
tregua e ho poco tempo per stare al pc e continuare questa ff.. e per
fortuna che doveva essere di 10 capitoli..
Ringrazio chi
continua a leggere e in particolare chi recensisce.
|
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Capitolo 14 *** 14° capitolo ***
Ginny
aveva preceduto Hermione ed era
scesa prima di lei per la colazione, lasciando che la riccia compagna
di camera
si svegliasse quando ne avesse avuto la voglia e si preparasse con
calma per
l’uscita ad Hogsmeade.
Quando
Hermione si decise a scendere
dal letto si diresse in bagno per specchiarsi e controllare il suo
aspetto.
Pensava
peggio, aveva solo un filo di
occhiaie a contornarle gli occhi. Niente di poi così
rilevante, bastava un po’
di trucco e tutto sarebbe sparito.
Decise
di farsi una doccia veloce, così
poteva anche lavarsi i capelli per rimpiazzare quel groviglio di nodi
che aveva
poco prima trovato al suo risveglio.
Uscita
dalla doccia andò a controllare
il tempo fuori: un bel sole limpido. Decise di aprire anche la finestra
per
sentire la temperatura esterna, non doveva fare poi tanto freddo visto
che la
primavera era alle porte.
Infatti
fuori faceva abbastanza caldo
da azzardare una minigonna di jeans con sotto dei panta-collant neri.
Sopra una
maglietta rossa e un copri spalle beige a maniche lunghe allacciato da
un bel
fiocco sul davanti. Ai piedi le immancabili ballerine nere. I capelli
lunghi e
castani le ricadevano ordinatamente lungo le spalle ed erano
perfettamente
arricciati.
Si
diresse in bagno dove sistemò gli
ultimi particolari coprendo per bene quelle appena accennate occhiaie.
Passò
anche un filo di matita nera, giusto per far risaltare i suoi occhi
dorati.
Afferrò
al volo la sua borsa e scese le
scale della Torre di Grifondoro, diretta in Sala Grande per fare
colazione.
“Accidenti,
Ginny si starà
preoccupando. Lei è scesa presto, ma non mi sembra il caso
di farla aspettare
due ore. Si starà chiedendo dove sono finita.”
Disse la bella Grifondoro,
accelerando il passo e saltando i gradini due a due.
Appena
varcata la soglia della grande
sala dei banchetti, la sua attenzione fu catturata da due occhi
tempesta che la
squadravano da capo a piedi.
Si
sentì a disagio nel notare che
quegli occhi appartenevano a Draco Malfoy.
Il
biondo fra l’altro si accorse di
essere stato visto dalla riccia, la quale non si aspettò una
mossa simile da
parte del ragazzo.
Hermione
era ancora ferma sulla porta e
nessuno di Grifondoro sembrava averla notata.
“Ehi,
Blaise. Io esco a farmi una
fumata, vieni con me?” chiese Draco all’amico,
senza staccare gli occhi da
Hermione.
Blaise
seguì lo sguardo dell’amico e
capì all’istante rispondendo: “No,
grazie. Preferisco stare qui e finire di
fare colazione.” E tornò ad addentare il suo
croissant, mentre un sorriso gli
si dipingeva in viso.
Draco
si alzò, e con eleganza si
diresse verso la porta, dove ancora stava immobile Hermione.
Nuovamente
passò i suoi occhi su tutta
quell’esile figura, mostrando anche un lieve sorriso
malizioso.
Le
si fermò proprio di fronte. Si chinò
leggermente in avanti quel tanto che bastava per arrivare a sfiorarle
le
guancia e sussurrarle all’orecchio.
“Buongiorno,
Mezzosangue. Come siamo
belle stamattina, più del solito vedo” e detto
ciò sparì in giardino lasciando
Hermione totalmente confusa.
Se
avesse detto quelle parole con il
solito tono acido e pungente di sicuro sarebbe sembrata
un’offesa, non un
complimento. La voce del ragazzo era sembrata incredibilmente dolce e
vellutata, proprio come quando le si era rivolta la sera precedente.
E
quello era bastato per farle
dimenticare tutta la sofferenza provata per quello che le aveva detto
la sera
prima.
“Roba
da pazzi” pensò la riccia, mentre
era ancora immobile sulla porta, “un semplice complimento
è bastato per farmi
dimenticare le parole di ieri sera. E non solo quelle. Tutta la scenata
del
post-incontro anche. Povera Ginny, mi sento perfino in colpa per averla
tenuta
sveglia tutta la notte”.
Hermione
scosse la testa in segno di
diniego e si riprese dal suo stato di trance momentaneo che
l’aveva colta.
Si
guardò alle spalle. Malfoy non c’era
più ovviamente.
Si
guardò poi in giro per scorgere tre
persone che stavano venendole incontro velocemente.
Ginny
probabilmente si era accorta di
Malfoy che si era avvicinato, perché stava correndo verso
l’amica seguita da
Ron e Harry un po’ preoccupati.
“Herm,
tutto bene?” aveva chiesto la
rossina.
“Hermione,
che voleva Malfoy da te? ti
ha per caso fatto qualcosa?” chiedeva invece il bambino
sopravvissuto.
“’Mione,
giuro che se ti ha fatto
qualcosa io lo incenerisco!” aveva urlato Ron.
“Calma,
ragazzi! Io sto bene e Dra..
ehm, Malfoy non mi ha fatto niente. Solo uno dei suoi soliti complimenti.” Disse la ragazza,
tranquillizzando
Harry e Ron. Ginny invece non l’aveva bevuta, ma non ci
sarebbe stato nessun
problema a raccontarle la verità.
Si
avvicinò alla migliore amica
sussurrandole all’orecchio: “Te lo dico quando
siamo ad Hogsmeade, non voglio
che questi due mi sentano, sai come sono fatti. Harry e iperprotettivo
nei miei
confronti e tuo fratello non ne parliamo.” E con un sorriso
di intesa si
diressero verso il tavolo della loro Casa per finire la colazione, o
nel caso
di Hermione per iniziarla.
Inutile
dire che Ron e Harry erano
partiti diretti alla seconda colazione, strafogandosi di croissant,
panini e
ogni sorta di vivanda trovata sul tavolo.
Ron
s’era quasi strozzato con del succo
di zucca, ingurgitato troppo velocemente.
Harry
allora aveva preso a battere una
mano sulla schiena dell’amico, nella speranza che passasse e
non morisse
accasciandosi sul tavolo.
La
riccia invece aveva roteato gli
occhi all’insù per poi dire: “Caspita,
Ronald, non ti si può proprio lasciare
mangiare da solo che a momenti muori per asfissia”.
Ron
aveva brontolato sul fatto che
l’aveva chiamato con il suo nome completo e l’aveva
guardata male per questo,
poi erano scoppiati tutti e quattro a ridere.
Finita
la colazione Ginny aveva
trascinato Hermione all’esterno del castello e avevano
raggiunto il resto dei
ragazzi che si sarebbero recati ad Hogsmeade.
Harry
e Ron, come loro solito,
arrivarono in ritardo, rischiando di restare al castello.
“Bene
ragazzi. Potete andare e mi
raccomando, ritornate tutti al castello entro le 18. Chi
sarà sorpreso ad
entrare a scuola oltre l’orario prestabilito, sarà
severamente punito, nonché
spedito immediatamente dal professor Silente. Confidando che vi
comporterete in
maniera adeguata, vi auguro una buona giornata” disse in
maniera impeccabile la
professoressa McGranitt.
Dopodiché
i ragazzi si diressero alla
volta di Hogsmeade.
*angolino
dell’autrice*
Grazie
a tutti quelli che leggono, come sempre.. mi fa piacere che nonostante
la
sottoscritta vi faccia penare d’attesa continuiate a seguire
la storia..
Un
grazie particolare a
Tanny: non
è successo niente.. la
scuola mi tiene impegnata in vista della maturità e quindi
il tempo per
continuare a scrivere è sempre poco così devo
fare tutto a rate.. ^^ sono
contenta che stai continuando a seguire la storia.. mi fa molto piacere
che sia
di tuo gradimento.. mi raccomando fammi sapere se ti piace..
cercherò di
aggiornare un po’ prima stavolta visto che ho già
cominciato a scrivere il
capitolo che segue.. un bacio..
|
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Capitolo 15 *** 15° capitolo ***
Arrivate
ad Hogsmeade, Ginny aveva
trascinato Hermione per tutti i negozi possibili e immaginabili,
cercando di
distrarla dai suoi pensieri.
Hermione
era persa ancora nel ricordo
di quello accaduto quella stessa mattina, sul portone della Sala Grande.
Draco
che l’aveva vista lì, ferma e
immobile sulla soglia, che lo osservava attentamente per non si sa
quale
motivo, poi lui che con una scusa s’era congedato da Blaise
Zabini e si era
avvicinato a lei con fare sensuale e una volta arrivatole di fronte
s’era chinato
e le aveva sussurrato quelle parole.
Quelle
maledettissime parole che nel
giro di un nano secondo le avevano fatto dimenticare la notte insonne
passata a
causa di quello che era avvenuto al Lago Nero.
Dire
che nella testa di Hermione
regnava indisturbato il caos più totale era dire ancora
poco. Non sapeva più
che accidenti fare.
Era
confusa dal comportamento di quel
ragazzo che sembrava trovarla interessante, ma preferiva non farsi
troppe
illusioni per evitare di soffrire.
Hermione
sapeva che lui era innamorato
di una Grifondoro e sapeva altrettanto bene che non sarebbe mai
riuscita a
strappargli di bocca quell’informazione su chi fosse la
fortunata degna di
tanta attenzione.
“Certamente
non io. Non una
Mezzosangue” pensava, mentre veniva trascinata per un braccio
dalla rossa che
dopo circa mezza giornata s’era stufata di vedere la sua
migliore amica
seguirla da tutte le parti come un automa.
“Adesso
basta, Hermione! Sono veramente
stufa!” sbottò la piccola di casa Weasley.
Hermione
si risvegliò dal suo stato di
trance, come se avesse preso una scossa.
“Cosa
ho fatto!?”
“Non
hai fatto niente, è quello il
punto! Sei sempre su di giri quando veniamo ad Hogsmeade e di solito
sei tu che
trascini me per negozi, non il contrario. Siamo passante davanti a una
decina
di librerie e non le hai degnate di uno sguardo!”
“E
allora?” rispose monotona la riccia.
“Come
sarebbe –allora?- non è da te!
devi smetterla di pensare a quello che è successo
stamattina. Cerca di
divertirti, poi quando saremo di nuovo ad Hogwarts potrai tornare a
tartassarti
il cervello a proposito di un certo platinato, ma non ti
permetterò di
rovinarci l’unica possibilità di fuga che abbiamo
una volta al mese, chiaro?!”
Ginny era diventata come i suoi capelli ed Hermione parve rattristarsi.
Ginny
aveva ragione, basta massacrarsi il cervello per Malfoy, non oggi.
“E
va bene, scusami, hai ragione.”
“Scuse
accettate” disse Gin con un
sorriso colmo di comprensione.
“Possiamo
entrare là?” disse la ragazza
più grande indicando un’enorme libreria e
guardando l’amica con occhi da
cucciolo.
Ginny
esasperata acconsentì.
“Perlomeno
sei tornata normale.” Disse
scoppiando a ridere, contagiando anche Hermione, mentre le due si
avviavano
verso la libreria.
Un
ragazzo biondo intanto, dall’enorme
vetrata di una libreria di Hogsmeade aveva visto avvicinarsi una coppia
di
ragazze.
Sorrise
tra sé vedendo che erano una
rossa e una mora con indosso la divisa della Casa di Godric Grifondoro.
“Guarda
guarda chi c’è.” Pensò e un
sorriso spontaneo gli nacque sulle labbra. E stavolta per davvero.
Decise
di divertirsi un po’, visto che
quei due idioti di Tiger e Goyle avevano preferito ficcarsi in
pasticceria e il
suo migliore amico, Blaise, era andato a caccia di ragazze, come al
solito.
Draco
alla fine era entrato in libreria
per vedere se riusciva a trovare qualcosa di interessante, ma senza
avere molta
fortuna a quanto pare.
Il
suo interesse adesso era quella
ragazza dagli occhi color del cioccolato che stava entrando.
L’algido
principe delle serpi decise di
nascondersi dietro ad un grosso scaffale e di attendere la sua preda.
“Dai,
Gin. Non ci metterò troppo, do
solo un’occhiata nella sezione dei nuovi arrivi”
“ti
do venti minuti di tempo, non un
secondo di più.”
“ok,
capo!” diceva Hermione ridendo
mentre si avviava verso la sezione dei nuovi arrivi.
Istintivamente
Draco si guardò in giro
e scorse poco più in là la targhetta della
sezione citata dalla ragazza e si
spostò dietro quello scaffale.
Intanto
la Grifondoro procedeva, ignara
della presenza del biondo Serpeverde.
Non
appena Hermione ebbe voltato
l’angolo si ritrovò senza volerlo contro il petto
di qualcuno e si sentì
stringere da due forti braccia.
“Ehi,
Herm..Granger! attenta a dove
cammini. Sei fortunata che sono io e non un maniaco
pervertito.” E si intravide
l’ombra di un sorriso misto al solito ghigno di derisione
tipico di un Malfoy.
“Malfoy!”
disse stupita la ragazza. E
non appena si accorse di essere praticamente abbracciata al ragazzo
divenne di
un colorito purpureo.
“Ti
spiacerebbe lasciarmi andare?”
“Cos’è?
Non gradisci la mia compagnia
per caso?”
“No..
cioè volevo dire.. certo che non
la gradisco, Malfuretto.” Ma il ragazzo ancora non accennava
a liberarla.
Il
biondo si abbassò all’altezza
dell’orecchio di Hermione e le sussurrò.
“Così
mi spezzi il cuore. Peccato.” E
la lasciò andare, non prima di averle dato un bacio sul
collo che provocò non
pochi brividi alla colonna vertebrale di Hermione.
Una
volta ripresasi dallo shock Draco
era già sparito e a gran velocità si avvicinava
una chioma fiammeggiante.
“Hermione
Jane Granger! Cosa ti avevo
detto!? Venti benedettissimi minuti! È passata
mezz’ora!”
“Scusami,
hai ragione è che non
riuscivo a trovare nulla di interessante” disse arrossendo e
toccandosi il
punto sul collo dove Malfoy l’aveva baciata.
“Se
se. Perdonata visto che ho notato
Malfoy sbucare proprio da qui e mi sembrava piuttosto allegro. Che
è successo?”
disse una Ginny che la sapeva lunga. Ed Hermione le raccontò
tutto.
“Lo
sapevo!” strillò contenta.
Quel
momento di gioia fu però
interrotto da un boato, forse uno scoppio di qualcosa.
Proveniva
dall’esterno, lungo la via
principale.
Hermione
e Ginny corsero a perdifiato
lungo la strada fino a raggiungere il punto dell’esplosione.
Lo
spettacolo che apparve ai loro occhi
le fece allarmare ulteriormente.
*angolino
dell’autrice*
Ecco
fatto.. ho aggiornato più velocemente che ho potuto e spero
di
riuscire a postare ancora un capitolo prima che comincino gli esami di
maturità.. ringrazio velocemente tutti perché ho
pochissimo tempo oggi.. devo
tornare a studiare alla velocità della luce per le
ultimissime verifiche..
Un
bacio a tutti quanti!! =)
Cassandra
|
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Capitolo 16 *** 16° capitolo ***
Quel
momento di gioia fu però
interrotto da un boato, forse uno scoppio di qualcosa.
Proveniva
dall’esterno, lungo la via
principale.
Hermione
e Ginny corsero a perdifiato
lungo la strada fino a raggiungere il punto dell’esplosione.
Lo
spettacolo che apparve ai loro occhi
le fece allarmare ulteriormente.
La
prima cosa che fecero le due ragazze
fu sguainare le bacchette. Eh sì. Sulla via principale di
Hogsmeade c’erano
infatti un gruppo di Mangiamorte.
Sapevano
per certo che fra loro non
c’era Lucius Malfoy, ancora rinchiuso ad Azkaban, ma che
comunque dovevano
prestare attenzione.
Ci
sarebbe voluto parecchio prima che
la squadra di Auror giungesse in loro aiuto, nel frattempo avrebbero
dovuto
cavarsela da sole.
Arrivarono
anche Harry, Ron, Neville
con Dean. Le ragazze avevano già sistemato un paio di
Mangiamorte, ma erano
ancora in netto svantaggio senza contare che il resto degli studenti se
l’era
data a gambe per la paura.
Malfoy
era sbucato da una via adiacente
la principale e s’era trovato coinvolto nella battaglia.
“Traditore
del tuo sangue e del Signore
Oscuro!” aveva urlato un Mangiamorte, riconoscendolo e subito
Draco aveva
afferrato la bacchetta e l’aveva schiantato.
Si
era accorto anche della Granger e
dei suoi amichetti che stavano combattendo, ma lui non voleva farsi
vedere.
Hermione
era stata schiantata più
volte, ma aveva ancora la forza e il coraggio di rialzarsi e di
continuare a
combattere.
“Harry
attento!” aveva urlato all’amico
che subito si era buttato a terra per evitare una maledizione senza
perdono,
lanciandosi successivamente su un altro nemico.
Ron
se la cavava piuttosto bene, ma non
quanto la sorella che lanciava di quelle Fatture Orcovolante da paura.
Roba che
se ti avessero centrato avresti passato una settimana al San Mungo.
Neville,
da quando aveva preso a far
parte dell’ES al quinto anno era migliorato tantissimo e,
dopo aver disarmato
con maestria i suoi avversari, o li schiantava o li faceva levitare
sopra i
tetti dei negozi, impigliandoli qua e là.
Dean
e Seamus facevano coppia e si
coprivano a vicenda le spalle facendo un ottimo lavoro di squadra.
Draco
dal canto suo era impegnato a
combattere contro i Mangiamorte che lo avevano accusato di tradimento
verso il
Signore Oscuro e allo stesso tempo doveva evitare di farsi vedere dalla
grifoncina. Nessuno doveva sapere che lui, il futuro erede di tutta
Malfoy
Manor, aveva rifiutato di unirsi alla schiera del Sognore Oscuro. Il
motivo?
Non voleva rovinarsi la vita e finire come suo padre ad Azkaban, a
marcire per
il resto dei suoi giorni per colpa di un perfetto idiota mezzo babbano.
“Per
la miseria, dove diamine sono gli
Auror?!” aveva urlato Ron.
“Non
ne ho idea!” Aveva risposto Harry
con il fiatone.
“Forza
ragazzi tenete duro! Sono certa
che arriveranno!” aveva gridato di rimando Hermione.
La
ragazza fu sorpresa alle spalle da
un Mangiamorte che la immobilizzò tenendole un braccio
attorno al collo.
Le
strappò letteralmente di mano la
bacchetta per poi infilarsela nella tasca della pesante tunica nera
tipica dei
servitori di Lord Voldemort.
Hermione
era terrorizzata e pensava
ormai di essere spacciata.
Il
Mangiamorte la stava trascinando in
un cunicolo secondario dove probabilmente l’avrebbe eliminata
senza correre il
rischio di essere visto da Harry Potter e gli altri studenti di
Hogwarts.
La
giovane Grifondoro si ricordò
improvvisamente una delle lezioni di autodifesa che aveva preso alla
sua
vecchia scuola babbana e la mise in pratica. Assestò una
bella gomitata allo
stomaco dell’avversario che si piegò in due dal
dolore imprecando: “Maledetta
Mezzosangue! Questa me la paghi”
Ma
non fece in tempo a pronunciare un
incantesimo che già Hermione gli aveva dato un calcio
facendogli perdere
l’equilibrio. Una volta a terra la ragazza si era avvicinata
e rapidamente tendendo
un braccio urlò
“Accio
bacchetta!”
riprendendosi
l’oggetto prezioso che
poco prima le era stato sottratto con la forza.
Il
Mangiamorte si stava per rialzare
“Questa me la paghi, ragazzina!” ma
un’Hermione più che pronta lo aveva
Schiantato, mettendolo definitivamente fuori gioco e preoccupandosi
anche di
impedirgli qualsiasi tentativo di fuga legandolo ad un palo.
Stava
per ritornare ad aiutare i suoi
amici quando una figura alta e ben proporzionata con dei capelli biondi
aveva
catturato la sua attenzione.
“Draco”
pensò subito.
Non
aveva sbagliato, era proprio lui,
l’erede del casato Malfoy che stava combattendo contro un
Mangiamorte.
Sembrava
avere la meglio sull’uomo che
gli lanciava contro ogni sorta di maledizione e incantesimo e
prontamente
rispondeva “Protego!”
Purtroppo
però fu colpito ad una spalla
da uno Schiantesimo, che lo fece accasciare sulle ginocchia per il
dolore.
La
bacchetta gli cadde di mano e il suo
nemico si avvicinò e la gettò lontana con un
calcio.
Il
Mangiamorte lo schernì “Allora? Non
fai più lo sbruffone, eh? Non sai quanto tuo padre vorrebbe
essere al posto mio
ora, per darti il colpo di grazia, Draco.
Hai
fatto la scelta sbagliata, mio
caro, avresti potuto essere il braccio destro di Lord Voldemort e
invece guarda
come ti sei ridotto.”
Il
Principe di Serpeverde in risposta
gli sputò addosso saliva mista a sangue.
Il
Mangiamorte si irritò per quel gesto
e gli diede uno schiaffo talmente forte da sbatterlo a terra. Draco non
emise
un solo gemito, nonostante la spalla sanguinasse e la guancia gli
bruciasse per
il colpo subito.
Hermione
era ancora nascosta nella
strada laterale e seguiva con le lacrime agli occhi tutta la scena,
cercando di
trattenere a stento i singhiozzi che premevano per uscirle dalla gola
bruciante.
“Draco,
reagisci, ti prego” pensava intensamente
tra sé, ma il ragazzo era ancora disteso a terra, con
sguardo colmo d’odio
verso il suo aggressore.
“Che
hai da guardare, traditore?”
“Che
hai da guardare tu, stupido
tirapiedi di mio padre e di Voldemort” rispose Draco con un
po’ di forza.
“Come
osi pronunciare il suo nome! Non
ne sei degno!” e detto questo si avventò
nuovamente sul ragazzo prendendolo per
il colletto della camicia e sbattendolo malamente contro il muro di un
negozio
lì vicino. Dopodiché il Mangiamorte estrasse la
sua bacchetta e la punto
all’altezza del petto di Draco una volta indietreggiato di
qualche passo.
Il
biondo sembrava non voler più
reagire ed Hermione, sempre dal suo nascondiglio lo osservava pensando
“Che non
abbia più alcun motivo per vivere? Perché non
reagisce?”
“Hai
un ultimo desiderio prima che ti
finisca?” sghignazzò il Mangiamorte.
Draco
lo guardava con astio, sembrava
non aver paura della morte, ma non era così.
Era
terrorizzato all’idea di andarsene
così, senza averle detto di provare qualcosa per lei, senza
prima chiederle
scusa per il male e le sofferenze infinite causatole in tutti questi
anni.
Oramai non avrebbe più potuto farlo.
“Non
rispondi? Bene, significa che di
desideri allora non ne hai. Meglio così, prima ti elimino,
meglio è.” Detto
questo l’uomo indietreggiò ancora un paio di passi
e pronunciò le temibili
parole “Avada Ked..”
*angolino
dell’autrice*
e
qui vi
lascio in sospeso.. spero che il capitolo vi sia piaciuto..oramai alla
fine ne
mancano solamente altri due.. l’idea che la storia possa
finire mi rattrista un
po’, ma non importa, prima o poi deve succedere..
un
grazie in particolare va a:
Sweet
Me: hehe
cara, anche il
nostro Draco deve soffrire e penare un pochino.. una piccola rivincita
per
quello che ha fatto passare alla nostra Herm.. non voglio anticiparti
altro..
lo scoprirai solo leggendo il capitolo 17.. ^^ mi raccomando, fammi
sapere che
ne pensi.. grazie mille per ora.. un bacio!
noemi_moony:
grazie
mille anche a te per i
complimenti.. come già detto anche a Sweet Me preferisco non
anticipare nulla a
riguardo di quello che sta succedendo.. ^^ non voglio rovinarvi la
storia..
sono contenta che ti piaccia e spero anche questo capitolo ti sia stato
di
gradimento.. un bacio!
Tanny:
bè,
anche Malferret ogni tanto può fare
confusione, no? XD ecco, ora hai scoperto cosa è successo
dopo l’esplosione, ma
non è ancora finita.. preferisco lasciare ancora un
po’ di suspance.. XD che
crudeltà.. alla prossima cara.. guarda che ci conto..
bacioni!
Florencia:
speriamo
che il lupo crepi allora! Grazie
mille, prima finisco questi benedetti esami e prima posso sfornare idee
per
nuove storie.. non riesco a pensare a nulla che non sia la scuola
ultimamente..
^^ grazie mille anche per i complimenti.. sono molto contenta che ti
piaccia..
e sarei ancora più felice di vedere una tua recensione anche
nel prossimo
capitolo.. speriamo.. per ora lascio un bacione anche a te..
mi
raccomando fatemi sapere, vedere che commentate e aggiungete pian piano
la
storia tra i preferiti e uno stimolo maggiore a scrivere..
un
bacione a tutti e a presto!
Cassandra
|
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Capitolo 17 *** 17° capitolo ***
Era
terrorizzato all’idea di andarsene
così, senza averle detto di provare qualcosa per lei. Oramai
non avrebbe più
potuto farlo.
“Non
rispondi? Bene, significa che di
desideri allora non ne hai. Meglio così, prima ti elimino,
meglio è.” Detto
questo l’uomo indietreggiò ancora un paio di passi
e pronunciò le temibili
parole “Avada Ked..”
Draco
chiuse gli occhi pensando dentro
di sé “Speriamo almeno che non sia poi
così doloroso”.
Ma
il dolore non arrivò mai.
L’unica
cosa che sentì fu l’urlo
straziante del Mangiamorte.
Draco
aprì gli occhi e mai avrebbe
pesato di vedere una scena simile.
La
sua
pantera stava mordendo il polso del suo aggressore che tentava di
divincolarsi.
Al biondino nacque un sorriso spontaneo e prese a cercare la sua
bacchetta
volata chissà dove.
Hermione
intanto sentiva crescere in
lei quella strana forza che più e più volte
l’aveva portata alla
trasformazione. Sentiva che il suo compito era di proteggere Draco.
Il
Mangiamorte riuscì a prendere la
bacchetta con la mano libera e ad urlare uno Schiantesimo contro il
felino.
Hermione
finì sbalzata a parecchi metri
di distanza, emettendo un ruggito rabbioso. Si rialzò e con
tutta la velocità
di cui era capace, corse nuovamente contro il nemico, schivando
agilmente le
maledizioni che le venivano lanciate.
Draco
intanto aveva ritrovato la sua
bacchetta e stava ritornando indietro quando un altro Mangiamorte lo
immobilizzò prendendolo da dietro per il collo.
“Dove
scappi, Malfoy?”
Ma
il ragazzo s’era agilmente
divincolato e gli aveva lanciato una fattura e aveva poi ripreso la sua
corsa
in aiuto del felino che già una volta gli aveva salvato la
vita.
Hermione
intanto sovrastava il
Mangiamorte che aveva appena sbattuto a terra, ma come prima venne
colpita in
pieno da un altro Schiantesimo.
Il
Mangiamorte si rialzò e puntò la
bacchetta sull’animale urlando “Avada
Kedavra!”.
La
maledizione partì dalla bacchetta
del seguace del Signore Oscuro, ma non si sa come, il colpo venne
deviato da un
incantesimo sconosciuto lanciato da Draco.
L’Avada
Kedavra si limitò ad abbattersi
sul terreno a pochi passi da Hermione e l’esplosione
provocata ferì la zampa
posteriore destra della pantera, che prese a sanguinare.
Draco
sistemò velocemente il
Mangiamorte facendogli perdere i sensi e lasciandolo vicino ad altri
corpi di
suoi compagni, alcuni svenuti come lui, altri probabilmente morti.
Il
biondino si girò poi a verificare le
condizioni della sua amica, ma non
la
vide più lì, distesa sul ventre, bensì
che lentamente si trascinava il più
lontano possibile dal luogo della battaglia.
L’algido
Serpeverde non ci penso due
volte e iniziò a rincorrerla, raggiungendola poco dopo.
“Ehi,
aspetta.” Disse afferrandola
delicatamente per il collo.
“Dove
credi di andare conciata così.”
Riprese, dopo aver notato il profondo taglio sulla zampa.
“Avrei
dovuto essere più preciso e
invece ho deviato la maledizione troppo vicino a te. Guarda cosa ho
combinato”.
Hermione
rimase stupita dalla reazione
del ragazzo. Si sentiva in colpa per non essere stato preciso e a lei
questo
non le importava minimamente. Sapeva solo che le aveva salvato la vita
e il
fatto di essersi ferita non era nulla in confronto.
Sfregò
il muso contro la mano del
ragazzo come per rassicurarlo e Draco sembrò capire il
messaggio: “Ho capito.
Ma la precisione per un Malfoy è importante”.
“Dai,
avviamoci verso il castello.
Magari quello strambo insegnante di Cura delle Creature Magiche
saprà
rimetterti in sesto. O così spero.”
Alt!
La voleva portare a scuola?! Non
poteva permetterglielo, se Hagrid l’avesse visitata sarebbe
stata scoperta
sicuramente e allora sarebbero stati seri guai, visto che non aveva mai
detto a
nessuno dei professori di essere un Animagus.
Doveva
andarsene e subito anche.
“Ce
la fai a camminare fino ad
Hogwarts?” disse un Draco leggermente preoccupato, mentre
l’accarezzava
dolcemente sul morbido collo.
Ad
ogni passo Hermione imprecava
mentalmente per il dolore e si guardava attorno per cercare una via di
fuga.
“Accidenti
che male! Non posso farmi
scoprire così. Chissà cosa penserà
Silente e la McGranitt. Oddio, per non
parlare di Harry e Ron. Devo tornare ad Hogwarts da sola e con le mie
sembianze.
Scusami, Draco.”
Detto,
fatto.
Hermione
scattò in avanti e, anche
zoppicando, corse via velocemente.
“Dove
vai! Torna qui, maledizione!”
urlava Draco tentando di raggiungerla, ma senza risultati. Era
già sparita
dalla sua visuale.
Il
biondino un po’ dispiaciuto iniziò
ad incamminarsi da solo verso il castello.
Hermione
corse fino ai cancelli di
Hogwarts dove riuscì ad intravedere Harry, Ron, Neville,
Dean e Seamus, tutti
un po’ malridotti.
Hermione
riprese le sue sembianze e
andò loro incontro.
“Harry!
Ron! Sono qui!” urlò quasi
senza voce.
“Hermione!”
dissero i due ragazzi
all’unisono correndo verso la loro migliore amica.
“Come
stai?” chiese il bambino
sopravvissuto.
“Abbastanza
intera. Voi? Ginny dove è?”
“Noi
bene. Ginny è in infermeria. È
stata colpita da una fattura e Madama Chips la sta rimettendo in sesto.
S’era
preoccupata perché eri sparita e nella foga di cercarti non
si è accorta
dell’incantesimo che stava venendo contro di lei”
spiegò Harry.
“Oh,
mi dispiace. Ma adesso come sta?”
“Tutto
apposto tranquilla. sono anche
arrivati gli Auror a darci man forte. I professori sanno già
tutto.” Continuò
il moro.
“Tu
dove diamine eri finita,
piuttosto?” chiese Ron.
“Un
Mangiamorte mi ha trascinata in un
vicolo, mi ha tenuta impegnata per un po’. Ma ora sto bene, a
parte la gamba.”
Disse indicandosi la parte lesa.
“Per
la miseria! Sanguina tantissimo!”
urlò Ron.
“Dai,
Sali. Ti porto io.” Si offrì
Harry.
E
la ragazza ubbidì. L’infermeria era
sovraffollata, c’erano studenti anche per i corridoi con
bende, stampelle e
pozioni in mano.
Madama
Chips ricucì il taglio e fasciò
il polpaccio di Hermione e le prescrisse una pozione da prendere per
evitare
che le restasse un’enorme cicatrice sulla sua sottile gamba.
Dopodiché
il trio si ritirò nella
propria Sala Comune.
*angolino
dell’autrice*
ecco
fatto! il prossimo capitolo dovrebbe essere l’ultimo
ç__ç.. eh sì!
Intanto
fatemi sapere cosa ne pensate di questo, mi raccomando!
ho
cercato di aggiornare il più velocemente possibile..
Non
sono
riuscita a fare prima a causa degli esami.. oggi ho fatto
l’orale ed è andato
molto bene, così come gli scritti.. =) finalmente libera!!
Il
solito grazie a tutti i lettori, specialmente a quelli che hanno
commentato:
nanerottola:
deduzione esatta.. sono prevedibile mi sa XD vediamo se azzecchi
anche l’ultimo chap.. ^^ fammi sapere se ho deluso le tue
aspettative eh.. baci
noemi_moony:
anche tu hai visto giusto.. sono contenta che rileggerai la storia
anche una volta conclusasi.. mi fa molto piacere sentirlo dire.. grazie
infinite.. ^^ bacione!
Tanny:
eh
sì, a quanto pare avete indovinato
tutte quante.. mannaggia XD si, sono sadica perché
interrompo sempre tutto sul
più bello..
usagi89:
grazie
mille per i complimenti.. sono
contenta che qualcuno legga ancora la storia.. oramai però
siamo giunti al
termine.. dispiace anche a me finirla.. Dracuccio è sempre
il migliore! baci
Hinata_Chan:
grazie mille.. spero il capitolo ti sia piaciuto.. un bacio
Baci
a
tutti! Cass
|
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Capitolo 18 *** 18° capitolo ***
L’indomani
Hermione scese zoppicando un
po’ le scale della Torre di Grifondoro.
Non
vedeva Ginny dal giorno prima
quando c’era stato l’attacco dei Mangiamorte ad
Hogsmeade.
Ron
ed Harry l’avevano rassicurata più
e più volte dicendo che la rossa stava bene adesso. Non era
riuscita a
perdonarsi di non essere rimasta con lei a combattere una volta
liberatasi del
Mangiamorte che l’aveva trascinata in quel vicolo.
Il
motivo per il quale non era tornata
subito dall’amica? Semplice. Draco Lucius Malfoy.
L’aveva
visto combattere contro uno dei
seguaci di suo padre e quando aveva visto che stava per essere ucciso
era
intervenuta, l’aveva salvato e poi era fuggita via di nuovo
nel nulla.
Come
avrebbe fatto a spiegarlo a Gin?
Arrivò
alla porta dell’infermeria e,
dopo aver ricevuto il permesso da Madama Chips, entrò e si
sedette sulla sponda
del letto della sua migliore amica che, ignara, dormiva profondamente.
Era
pallida, più del solito e i lunghi
capelli di fuoco erano sparsi sul cuscino.
Istintivamente
Hermione le carezzò la
testa, e malgrado l’avesse sfiorata, Ginny si
svegliò.
“Herm,
allora stai bene?!” disse
abbracciandola forte.
“Sì,
Ginny. Tu tutto apposto?”
“Abbastanza.
Ho un po’ di lividi
ovunque, ma passerà.” Disse sorridendo.
Non
pareva arrabbiata con la riccia, ma
Hermione si sentiva lo stesso in colpa.
“Gin,
mi dispiace di averti lasciata da
sola. Scusami.”
“Herm,
ma sei impazzita? Di cosa
diamine parli?”
“Bè,
della battaglia. Dopo aver messo
K.O. quel Mangiamorte sarei dovuta tornare di corsa a darti una mano e
invece..”
“Ma
non dire sciocchezze. Non sono
arrabbiata perché mi hai lasciata sola. Me la sono cavata,
anche se non proprio
come speravo.”
Impossibile.
Ginny non ce l’aveva con
lei. Avrebbe giurato che fosse il contrario, che le si sarebbe fiondata
addosso
insultandola o chissà, lanciandole una fattura Orcovolante
di quelle che solo
lei sa fare.
Hermione
ritornò alla carica: “Ma ne
sei proprio sicura? Hai rischiato grosso! E se ti fosse successo
di… insomma,
hai capito… Ron mi avrebbe staccato la testa! Forse non te
ne rendi conto di
come mi sento in colpa per averti lasciata a combattere da
sola.”
“A
parte il fatto che saremmo dovute
fuggire come tutti gli altri studenti, Herm. E poi non sei la mia
baby-sitter,
lo sai. Come sai benissimo che Ron non ti avrebbe torto un capello, ha
una
cotta per te da sempre. Figuriamoci staccarti la testa. Pfh.”
E
entrambe le ragazze scoppiarono a
ridere.
Hermione
si avviò verso la porta: “Bè,
ora è meglio che vada, ma tornerò a farti visita
oggi pomeriggio, promesso”
“Va
bene, grazie.”
La
riccia Grifondoro non fece in tempo
a uscire dall’infermeria che Ginny la richiamò
ancora per un istante.
“Ah,
Herm! Lo so perché non sei tornata
ad aiutarmi.”
Hermione
la guardò sorpresa e la rossa
continuò.
“Lui
aveva bisogno di te ed è giusto
così, tranquilla” e le indirizzò ancora
una volta uno dei suoi sorrisi più
rassicuranti.
Ad
Hermione pizzicarono gli occhi e una
lacrima fece capolino e le rigò una guancia.
“Grazie
Ginny. Sei la migliore amica
che si possa avere.”
“Oh,
questo lo sapevo già, Herm.” Disse
sorridendo.
Detto
questo Hermione uscì zoppicando e
si diresse ai giardini esterni del castello.
Per
aver contribuito alla cattura di
molti dei Mangiamorte era stata esonerata dalle lezioni, insieme agli
altri
studenti che avevano partecipato all’azione.
Harry
e Ron però erano segregati nella
Torre a finire i compiti che non avevano più svolto.
Nei
giardini esterni intanto Draco
Malfoy stava appoggiato lungo l’albero vicino al Lago Nero.
Pensava
e ripensava alla pantera che
per l’ennesima volta gli aveva salvato la vita.
Appoggiò
la testa all’indietro, contro
il tronco nodoso dell’albero e chiuse gli occhi.
Li
riaprì soltanto pochi minuti dopo,
quando aveva sentito un’altra presenza che camminava
abbastanza rumorosamente
nei paraggi.
Il
suo cuore ebbe un sussulto.
Hermione.
I
suoi passi erano incerti e zoppicava
abbastanza faticosamente.
Aveva
il polpaccio destro fasciato.
“Probabilmente
era ad Hogsmeade anche
lei quando i Mangiamorte hanno attaccato e si è ritrovata a
combattere per
salvarsi e si è ferita.” Si ritrovò a
pensare il Principe verde-argento.
Guardò
meglio la ragazza e nella sua
mente sfrecciò un’immagine.
“La
pantera era stata ferita alla zampa
posteriore destra e guarda caso anche la Granger si era fatta male
nello stesso
punto. Che sia.. no, impossibile!”
Si
alzò di colpo e in poche falcate la
raggiunse da dietro prendendole un braccio e facendola voltare verso di
lui.
“Che
diavolo fai Malfoy?! Sei impazzito
per caso?!” sbottò non appena lo riconobbe.
“Sei
tu non è vero? Avanti dimmelo.” Il
principe era tranquillo e calmo per la prima volta. Era sicuro,
l’aveva trovata
e ora non l’avrebbe più lasciata.
“Di
che cosa diamine stai parlando?”
Hermione aveva un leggero tremito nella voce e sapeva perfettamente a
cosa si
riferiva Draco.
“Non
fingere con me. Non ne hai motivo.
Sei ferita nel suo stesso identico punto.”
Che
veramente avesse capito che fosse
lei la pantera nera che da mesi a quella parte gli aveva più
volte salvato la
vita e che gli aveva anche tenuto compagnia e gli aveva confidato i
suoi più
intimi pensieri? Impossibile.
Hermione
continuò a fingere di non
capire ciò che il biondo Serpeverde le stava dicendo.
“Malfoy
piantala! Mi fai male al
braccio così!” disse a voce più alta la
Grifondoro.
“Avanti!
Diamine lo so che sei tu!
Smettila di raccontare cavolate!” e iniziò a
strattonarla per il braccio.
La
gamba doleva fortemente alla ragazza
visto che per non cadere faceva peso anche sulla malferma per restare
in
equilibrio.
Draco
era come se fosse impazzito tutto
d'un tratto e nei suoi occhi glaciali si notava benissimo l'ira e la
determinazione del ragazzo pur di scoprire la verità.
“Malfoy,
lasciami andare! Che cosa vuoi
da me!? Io non so nulla!”
“Sei
tu! Non ho dubbi! Sei proprio tu!
Sei lei!”
A
quella semplice parola Hermione si
bloccò di colpo, ma Draco sembrò non notarlo
perchè nello stesso istante era
caduto in ginocchio di fronte alla riccia e aveva cominciato a piangere
dicendo: “Se non sai di cosa sto parlando significa che sono
diventato pazzo.
Ma come è possibile allora tutte queste
coincidenze?” Il biondo non riusciva a
spiegarselo.
Ad
Hermione vederlo così le si strinse
il cuore e, inginocchiandosi cautamente a sua volte, gli prese il viso
tra le
mani baciandolo dolcemente.
“Che
diavolo fai adesso, Granger?”
“Quello
che avrei dovuto fare parecchi
mesi fa, Draco.”
Ecco,
lo aveva detto. Era riuscita
finalmente a chiamarlo per nome.
Il
ragazzo era a dir poco sconvolto e
non riusciva a proferire parola. Hermione approfittò della
situazione per
confessare tutto quanto.
“Non
sei pazzo. Hai ragione, su tutto
quanto. Sono io la pantera nera. È inutile mentirti ancora,
come è giusto che
tu sappia che mi sono innamorata di te. Ridicolo alquanto penserai, ma
è così e
non posso farci nulla.”
Riprendendosi
dallo shock momentaneo
Draco prese parola.
“Ma
perchè non me lo hai detto prima?
Sei un'idiota Granger! Perchè anche io mi sono innamorato di
te.”
“Per
paura, per vergogna, perchè non
avrebbe mai funzionato tra di noi. Siamo troppo diversi. E lo stesso
per la
faccenda che sono un Animagus. Temevo lo avresti detto ai professori o
mi
avresti messa in chissà quali casini.”
“Mi
hai salvato la vita due volte, sei
stata la mia unica compagna nei momenti di solitudine, un'amica. Ho
pensato e
desiderato una miriade di volte che la pantera fossi tu. Beh, sogno
realizzato.
Non vedo perchè dovrei rovinare tutto ora,
Hermione.”
E
prendendola dolcemente tra le braccia
la catturò in un bacio che durò minuti, forse
ore, giorni, mesi, anni.
L'inizio
di un'altra storia, ma
preferisco lasciare ai lettori una possibile continuazione della favola
del
principino biondo e della pantera che gli salvò la vita.
E
se ti capita di incontrare sulla tua
strada una pantera che assomiglia così tanto alla persona di
cui ti sei
innamorato, accertati prima che non sia veramente lei.
*angolino
dell’autrice*
finalmente
dopo un anno o forse più sono giunta alla conclusione di
questa benedetta fanfiction che devo dire, ne ha passate veramente
tante prima
del termine. Mi dispiace ancora immensamente per coloro che si
aspettavano una
fine un po' più rapida, colpa solo mia e della mia poca
volontà quando le idee
sono venute meno e degli esami e successivamente dei miei impegni alla
ricerca
di un lavoro. Chiedo quindi umilmente scusa inginocchiandomi per la
lunghissima
attesa.
Spero
che i vecchi lettori possano concluderla e che ci siano nuove
persone che la leggeranno con la stessa voglia con cui io l'ho
scritta.. grazie
di cuore a tutti.. baci..
la
vecchia Hermione17 ora Cassandra17
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