Il Mondo è cambiato

di Usaji
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incubi e ricordi ***
Capitolo 2: *** Chiarimenti a Diagon Alley ***
Capitolo 3: *** Ritorno a Hogwarts ***
Capitolo 4: *** La nuova insegnante ***
Capitolo 5: *** Una lezione particolare ***
Capitolo 6: *** Che cosa nascondi? ***



Capitolo 1
*** Incubi e ricordi ***


Il Mondo e’ cambiato

Il Mondo e’ cambiato

 

Incubi e ricordi

 

Privet Drive numero 4 era immersa nella totale oscurità in quella fresca notte di fine Agosto. La luna era alta nel cielo e i pochi lampioni nella via illuminavano quello scenario di completo silenzio.Le luci nelle case erano spente, le tende tirate e di tanto in tanto si sentiva qualche grillo.

Harry Potter dormiva sogni agitati nel suo letto, mormorando qualcosa di incomprensibile.

SI rigirava nelle lenzuola e il suo viso era imperlato di sudore freddo.

Si svegliò di colpo alzandosi di scatto a sedere sul letto. La cicatrice gli faceva molto male e il respiro era affannoso.

Aveva fatto l’ennesimo incubo, che si verificava ormai di continuo: lunghi e interminabili corridoi bui, porte chiuse, il corpo senza vita di Sirius…Al pensiero del suo padrino morto si sentì un nodo formarsi in gola.

Aveva perso anche lui, le speranze di allontanarsi finalmente dai Dursley erano svaniti in una notte e il pensiero di vivere ancora con loro lo faceva star male.

Prese dal comodino accanto i suoi occhiali, li inforcò e scese dal letto diretto alla finestra. L’aprì e respirò a fondo l’aria fresca e un leggero venticello gli scompigliavano i capelli sempre arruffati.

Era stufo di quegli incubi e spesso desiderava non essere mai nato. Si riteneva un ragazzo sfortunato, aveva perso le persone a cui teneva di più: i genitori e il suo padrino.

Desiderava andare per l’ultima settimana delle vacanze alla Tana ma Silente gli aveva consigliato di restare dai suoi zii, anche se la signora Weasley gli aveva promesso che presto lo avrebbero portato via da quel posto.

Chiuse per un attimo gli occhi, con la speranza che i cattivi pensieri e i brutti ricordi svanissero per un attimo.

Pensò per un attimo a Ron e Hermione. I suoi migliori amici, che l’avevano sempre capito e gli erano rimasti sempre vicini, anche quando metà mondo magico era contro di lui.

Sorrise e il desiderio di rivederli si fece sempre più forte.

Si girò verso la sua sveglia Babbana e vide che erano le 5:30. Si accorse di non avere più sonno, così si vestì, prese una rivista sul Quidditch e prese a sfogliarla distrattamente.

Si perse di nuovo nei suo brutti ricordi e non si accorse che le ore passavano e che suo zio Vernon urlava il suo nome da almeno un quarto d’ora.

La porta della sua camera si spalancò con violenza e il faccione grasso e violaceo di suo zio fece capolino nella stanza “Ragazzo, ti decidi o no a scendere? O preferisci non fare colazione?” chiese senza troppe gentilezze fissandolo con il suo solito sguardo disgustato.

Harry lo guardò con occhi tristi e questo fece sobbalzare suo zio “Scusa, ora vengo!” disse posando la rivista nel suo baule ai piedi del letto e infilandosi le scarpe da tennis.

Suo zio rimase perplesso per la risposta ma non ebbe da ribattere e uscì dalla camera.

Harry cercò di pettinarsi i suoi indomabili capelli e scese le scale a malavoglia.

Sua zia stava servendo al suo Diddy delle focaccine di mele che il grassoccio ragazzo divorava velocemente.

Suo zio era seduto a capotavola e ascoltava interessato il telegiornale “Dove andremo a finire!” disse bevendo avidamente il suo caffè.

“Se i prezzi continuano a salire dovremo fare un mutuo per fare la spesa!” disse ascoltando la giornalista che informava sull’aumento dei prezzi nel settore degli alimenti.

“Hai ragione, Vernon” disse Petunia porgendo a Harry un piatto di focaccine alle mele e una tazza di tè.

Harry ebbe l’impressione che sua zia gli avesse sorriso ma pensò di averlo solo immaginato.

Vernon Dursley si girò verso il nipote “Allora, quest’anno non vai dai tuoi strambi amici?” chiese marcando le parole “strambi amici”.

“Non penso proprio! Silente…volevo dire..” si corresse velocemente Harry, vedendo suo zio sussultare e diventare color limone marcio “il Preside mi ha detto che è meglio che rimanga da voi!”disse bevendo un sorso di tè.

Gli occhi di suo zio divennero due fessure “Così i guai verranno a cercati qui, vero ragazzo? Metterai in pericolo tutti noi! Io sapevo che dovevamo portarti in un orfanotrofio quella notte!” urlò sbattendo in pugno grasso sul tavolo.

Petunia sobbalzo e Duddley sembrò interessato alla sfuriata di suo padre. Lui adorava vederlo mentre urlava contro Harry.

“Vernon, ne abbiamo già parlato e la questione è chiusa!” intervene determinata Petunia fissando seria il marito.

Lui non ebbe da obiettare e Harry guardò con una certa gratitudine sua zia. Gli sembrò cambiata da un po’ di tempo.

Non era più arcigna con lui ma quasi più gentile e comprensiva.

Dopo colazione si rifugiò nella sua stanza per finire gli ultimi compiti: un tema di Pozioni sugli usi dell’Artemisia, un ripasso degli incantesimi Evanescenti per la McGranitt e un ripasso generale di tutte le altre materie.

Intinse la piuma nell’inchiostro, aprì il libro di Pozioni e iniziò a scribacchiare qualcosa sull’Artemisia.

Si fermò qualche minuto dopo sentendo picchiettare con insistenza alla finestra.

Un piccolo gufetto dall’aria vivace se ne stava li davanti aspettando che gli aprissero.

“LEO!” urlò quasi vedendo il piccolo animale.

Si precipitò alla finestra e l’aprì e Leo volò dentro agitandosi, tanto che Harry dovette rincorrerlo e afferrarlo per una delle sue piccole zampe.

Lo accarezzò, prese la pergamena che teneva legata alla zampa e lo portò nella gabbia di Edwige per farlo bere e riposare.

Srotolò velocemente la pergamena e iniziò a leggere. Era di Ron.

 

Ciao Harry, come stai? I Dursley ti trattano bene?

Qui alla Tana va tutto bene e settimana scorsa è arrivata Hermione. Ci dispiace davvero moltissimo che tu non possa essere qui con noi!

Ho chiesto a papà se potevi venire almeno l’ultima settimana ma mi ha detto che per vie precauzionali è meglio che rimani dai tuoi zii!

Pensa a una cosa positiva: il prossimo lunedì saremo a Hogwarts! Potrai tornare a giocare a Quidditch, così mi darai una mano!

Sei già stato a Diagon Alley? Io e Hermione andremo sabato, se puoi raggiungici così ci vediamo per tutto il giorno altrimenti ci vediamo sul treno.

A presto,

Ron

 

Harry rilesse più volte la lettera e provò un po’ di invidia per Hermione. Lei era alla Tana, era con Ron e il resto dei Weasley a divertirsi mentre lui stava imprigionato a casa per vie precauzionali!

La cosa lo innervosiva parecchio.

Decide di rispondere più tardi a Ron e riprese a fare il suo tema per Piton.

 

Ciao a tutti/e sono Usaji! Sono una new entry e spero che il mio racconto vi piaccia! Nel frattempo commentate in tanti e ditemi cosa ne pensate e datemi anche dei consigli, sono sempre ben accetti!

Un bacione e a prestissimo con il secondo capitolo! ^_^

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Chiarimenti a Diagon Alley ***


Chiarimenti a Diagon Alley

 

Durante la settimana, Harry cercò di usare le lezioni di Occlumanzia, dategli da Piton l’anno precedente, per chiudere la mente ai brutti sogni e sembrò riuscirci per metà. A volte sognava lui e Ron litigare per delle Cioccorane, altre volte sognava il suo padrino morto.

Gli veniva difficile dimenticare Sirius e ancora non si era convinto che lui fosse morto veramente. Credeva che prima o poi avrebbe ricevuto sue notizie o se lo sarebbe visto arrivare a Privet Drive per portarlo con sé.

Spesso però pensava al fatto che lui era morto davvero, come Silente e Lupin gli aveva ripetuto più volte, e che la colpa fosse solo sua.

L’ultima persona, oltre a Remus, legata ai suoi genitori.

Cercò di distogliere i cattivi pensieri e prese un pezzo di pergamena stropicciato dal suo baule.

Molto velocemente scribacchiò la risposta a Ron e legò la lettera alla zampetta di Leo, rimasto nella gabbia di Edwige fino a quel venerdì.

Prese il gufetto su due dita, gli diede una carezza e lo portò fino alla finestra aperta per poi lasciarlo volare fuori.

L’indomani sarebbe dovuto andare a Diagon Alley per comprare il necessario per Hogwarts e aveva scritto a Ron di farsi trovare con Hermione davanti al ”Paiolo Magico” di mattino.

Respirò profondamente e scese per dire agli zii che il giorno seguente sarebbe andato via.

Mentre si avvicinava alla cucina sentiva il rumore di stoviglie e cassetti che si aprivano e chiudevano. Zia Petunia stava di sicuro preparando la cena.

“La cena non è ancora pronta, ragazzo!” sbottò subito zio Vernon vedendo il nipote entrare “tornatene di sopra! Ti chiameremo quando sarà pronto!” continuò posando il giornale sul tavolo.

“Sono venuto qui per dirvi che domani me ne vado!” disse fingendo di non aver sentito suo zio e sedendogli accanto.

“Dove credi di andare, ragazzo? Questa non è una stazione dove uno và e viene, CHIARO!” sbraitò l’uomo diventando rosso in volto.

“Vado a comprare il materiale per la scuola e resto a dormire in una locanda in modo che il giorno dopo non dobbiate accompagnarmi a King’s Cross! Non eravate così ansiosi di non avermi tra i piedi per un intero anno?” disse in tono piatto guardando suo zio negli occhi. Suo zio sembrò pensare a questa ottima possibilità di non avere per un anno suo nipote tra i piedi.

“Va bene, ragazzo! Ma sia chiaro! Domani mattina presto fuori di qui!” disse sbattendo il pugno grassoccio sul tavolo, facendo saltare le posate.

“Non me lo farò ripetere due volte!” disse con un gran sorriso e tornandosene in camera.

Prese il baule e iniziò a buttarci dentro, libri, oggetti vari, vestiti, pergamene, piume e boccettine di inchiostro.

A cena i Dursley non degnarono Harry di uno sguardo. Fingevano di essere molto interessanti alla telenovela che stavano trasmettendo in televisione, soprattutto zia Petunia. Era incantata e guardava avidamente e con un grande attenzione ogni singola scena.

Harry finì la sua cena, mise piatto, bicchiere e posate nel lavello e tornò nella sua camera per gli ultimi preparativi.

La mattina dopo sarebbe partito con il Nottetempo e Stan, il bigliettaio, lo avrebbe sommerso di domande sulla sua ultima vicenda con Voldemort e lui non aveva voglia né di raccontare né di ricordare.

La Gazzetta del Profeta e Il Cavillo avevano già detto tutto il necessario sull’accaduto.

Si buttò sul letto ancora vestito, tolse gli occhiali e si mise con le braccia dietro la nuca a guardare il soffitto. Poco dopo si addormentò.

Si svegliò che era ormai l’alba, si lavò, vestì e cercò di domare quei capelli senza alcun risultato soddisfacente.

Scese piano le scale e andò in cucina. Prese dal frigo una brocca di succo d’arancia e se ne versò un po’ in un bicchiere. Bevve velocemente e uscì di casa. Era finalmente libero.

L’aria fresca era un gran sollievo. Superò il vialetto e si guardò intorno, per accertarsi che nessuno stesse guardando. La via era completamente libera.

Sfilò la bacchetta dai pantaloni, tese il braccio destro e un sonoro ‘ Bang’ echeggiò nell’aria.

Un bus a tre piani di un viola intenso e con la scritta “Nottetempo” in lettere oro era apparso dal nulla e si era fermato davanti a Harry.

La porta si era aperta lasciando scendere un giovane ragazzo tutto brufoli con le orecchie a sventola.

Il ragazzo balzò sul marciapiede e disse “Benvenuto sul Nottetem…Ehi, HARRY! Ern c’è Harry” urlò il ragazzo entusiasta di vederlo e voltandosi verso un uomo con due enormi occhiali spessi.

Harry imbarazzato disse “Ehm…Ciao Stan, salve Ern!” e salì sul bus.

Stan prese il suo baule e lo trascinò in fondo, dove davanti al finestrino vi era la unica sedia libera accanto ad una strega vestita di verde marcio con un enorme porro sul naso.

“Dove ti portiamo, Harry?” chiese strofinandosi le mani “A Diagon Alley” rispose.

“Perfetto! Molti passeggeri devono fermarsi lì ed è proprio la prossima fermata!” disse tutto felice prendendo i soldi che Harry gli tendeva.

Un altro sonoro ‘Bang’ annunciò la partenza del bus.

Il Nottetempo viaggiava tranquillo e senza mai urtare auto o cestini. Al suo passaggio quelli si ritiravano indietro per permettere sl bus di passare.

Un altro ‘Bang’ e il bus si fermò. Harry puntò i piedi a terra per non cadere.

“Diagon Alley” annunciò Stan passando tra i passeggeri e salendo le scale che portavano ai piani superiori del bus.

Harry trascinò il suo baule fino fuori e salutò Stan che si era precipitato dalla scale per vederlo.

Il Nottetempo si era fermato proprio davanti al “Paiolo Magico”. Harry guardò il bus sparire ed entrò nella locanda.

Molte persone vedendolo entrare lo fissarono intensamente e mormoravano tra loro. Tom, l’oste, gli si avvicinò e con un inchino, che imbarazzò Harry, disse “Benvenuto Harry Potter! In cosa posso esserle utile?” e lo fissò con grande rispetto.

Harry era un po’ infastidito da questa cosa “Vorrei una camera e qualcosa da mangiare!” chiese gentilmente sedendosi ad un tavolo libero.

“Subito signore!” e l’oste batte due volte le mani. Due elfi domestici presero il baule di Harry e lo portarono di sopra. Se Hermione avesse visto quella scena avrebbe di sicuro scatenato un putiferio.

Tom tornò quasi subito da Harry con un vassoi. Gli servì delle tartine, tè e succo di zucca, biscotti e dolci vari e con un sorriso sdentato disse “Buon appetito!” e tornò al bancone.

Harry mangiò in silenzio lanciando di tanto in tanto occhiate furtive alla gente nella locanda. Molti lo fissavano e mormoravano, altri lo indicavano.

Cercò di finire in fretta la colazione per salire nella sua camera.

Un elfo domestico, che gli ricordava Dobby, lo accompagno fino alla stanza 23.

La camera dava l’aria di essere la più grande e la più “lussuosa”.

Aveva un enorme bagno con una grande vasca esagonale. Sui bordi della vasca c’erano tantissimi rubinetti scintillanti e da ognuno di quelli usciva un sapone diverso. Gli ricordava molto i bagni dei Prefetti a Hogwarts.

Alle finestre erano appese tende di pizzo bianche, sul lavandino di granito c’erano saponette con lo stessa di Hogwarts e due asciugamani azzurri.

La camera era altrettanto grande: il letto a baldacchino era molto morbido e comodo e sul comodino c’erano varie riviste di Magia, Gossip e sul Quidditch.

Harry prese un jeans e un t-shirt dal baule, andò in bagno e pensò a quale rubinetto aprire per primo.

Girò un rubinetto con incastonato una grande gemma blu mare: ne usci una schiuma rosa molto profumata.

Dal secondo rubinetto con una grande gemma smeraldo uscì acqua calda mista a bolle viola dal profumo speziato.

La vasca era ormai piena e Harry si immerse in quel bagno rilassante.

Ci rimase almeno per un mezz’ora abbondante, finché l’acqua non iniziò ad essere tiepida.

Si vestì in fretta e asciugò leggermente i capelli con la punta della bacchetta, dalla quale usciva dell’aria calda.

Uscì di corsa dal “Paiolo Magico” ei si fermò sul marciapiede davanti alla locanda, in attesa di Ron e Hermione.

Una decina di minuti dopo si sentì chiamare alle spalle “Harry! Ehi Harry!” e vide due ragazzi con un gran sorriso stampato in faccia corrergli incontro.

Anche Harry sorrise gioviale e la ragazzina gli saltò al collo abbracciandolo stretto “Come stai? Passato bene le vacanze?” chiese Hermione visibilmente cresciuta ed abbronzata dopo avergli stampato un bacio sulla guancia.

“Sto bene, anche se avrei potuto passar meglio le vacanze!” disse arrossendo leggermente. Hermione era davvero diventata bella.

“Ci dispiace davvero tanto, Harry!” si scusò Ron sempre più alto e dinoccolato e con una decina di lentiggini i più.

“Oh, non importa! Ora siamo insieme e domani torneremo ad Hogwarts!” disse sorridendo Harry.

“Hai già comprato i libri?” chiese Hermione sistemandosi una lunga ciocca di capelli.

“No, stavo aspettando voi. Andiamo al Ghirigoro?” chiese Harry iniziando a camminare. Gli altri annuirono e lo seguirono.

Sui muri di tutta Diagon Alley vi erano appesi enormi manifesti raffiguranti Sirius.

Tutti dicevano la stessa cosa “Incolpato ingiustamente e dopo aver scontato 12 anni non suoi ad Azkaban, Sirius Black muore tragicamente ucciso dalla cugina Bellatrix Lestrange”.

Erano mesi che La Gazzetta del Profeta e Il Cavillo pubblicavano articoli su Sirius e sulla sua morte.

Harry si fermò ad osservarne uno e la rabbia esplose dentro di se. Strappò con violenza il manifesto, lo stracciò e calpestò più volte con i piedi, facendo girare parecchi passanti.

Hermione voleva fermarlo ma Ron la trattenne per un braccio. Il suo sfogo era normale, aveva perso il suo padrino.

Harry si fermò di colpo e respirò profondamente. Si girò verso i suoi amici e accennò un sorriso amareggiato “Scusate!”. Ron si avvicinò e gli batté una mano sulla spalla “Non preoccuparti, amico! Va tutto bene!” gli disse mentre anche Hermione li raggiungeva con gli occhi lucidi, che a malapena trattenevano le lacrime.

Hermione pensò al fatto che Harry era parecchio cambiato. Qualche anno prima avrebbe urlato come un pazzo, ora si era limitato a strappare e calpestare un manifesto, con la stessa violenza con cui avrebbe voluto uccidere l’assassina del suo amato padrino.

Harry riprese a camminare in mezzo ai suoi amici diretti al Ghirigoro.

Entrarono nel negozio e presero le copie dei libri di cui avevano bisogno per uscire cinque minuti dopo con una borsa piena ciascuno.

Si recarono di nuovo al “Paiolo Magico” per posare gli acquisti e videro che dentro c’erano i signori Weasley con Ginny.

“Ciao Harry, caro!” si precipitò subito la signora Weasley abbracciando calorosamente Harry

“Ciao Harry, come va ragazzo?” chiese gentilmente il signor Weasley posando La Gazzetta del Profeta che stava leggendo.

“Non c’è male. Posso farle una domanda?” arrivò subito al sodo Harry senza troppi giri di parole.

“Dimmi pure!” si fece serio i signor Weasley mentre anche la moglie prendeva posto accanto a lui.

“Perché Silente mi ha proibito di venire a passare le ultime settimane da voi?” chiese con una nota di rabbia nella voce.

“Harry, Silente l’ha fatto per precauzione!” disse il signor Weasley ma Harry lo fermò “Precauzione? Ha paura che combini altri guai?” chiese un po’ scocciato

“Certo che no! Lui vuole che tu stia al sicuro e la casa dei tuoi zii sembra la più adatta!” intervenne Molly Wealsey con voce dolce.

“Certo, è ancora sicura dopo che due Dissennatori hanno attaccato me e mio cugino l’estate scorsa!” rispose stizzito Harry.

“I Dissennatori sono tornati sotto il controllo del Ministero. Dopo che Caramell si è convinto del ritorni di Tu-Sai-Chi, ha fatto di tutto perché i Dissennatori tornassero dalla nostra parte. Per poco non perdeva il posto come Ministro!” spiegò con calma il signor Weasley.

“Silente l’ha fatto per te! Ha messo di pattuglia, dove vivi con i tuoi zii, una decina di ottimi Auror! Nessuno ti avrebbe potuto attaccare con loro di guardia!” continuò l’uomo sistemandosi gli occhiali sul naso.

“Abbiamo cercato di convincere Silente a lasciarti venire da noi, caro, ma per lui eri più al sicuro con i tuoi zii!” disse la signora Weasley sorridendo.

“Quindi, non era perché avevate paura di un possibile attacco se fossi stato da voi?” chiese timidamente Harry arrossendo per la domanda assurda.

“Ma cosa ti salta in testa? Certo che no, caro! Noi ti volevamo con noi! Sappiamo come ti trattano quei Babbani, di sicuro ti avranno tenuto a stecchetto, infatti sei più magro!” disse la donna osservando meglio Harry  “Ma stasera farai una bella cena sostanziosa!” riprese sorridendo felice.

La cena della sera infatti fu molto bella: piatti di ogni tipo di portata volteggiavano sopra le loro teste ogni cinque minuti.

“Avete già fatto il baule?” chiese la signora Weasley squadrando i ragazzi.

“Devo solo mettere i vestiti e sarà completo!” disse Ron con un sorriso.

“Vedi di non scordarti niente!” disse il signor Weasley bevendo la sua acquaviola.

“Chissà chi insegnerà Difesa Contro le Arti Oscure quest’anno!” disse da sopra il suo budino Hermione

“Già! Io spero torni Lupin!” disse Ginny con aria speranzosa “E’ stato il migliore di tutti!” continuò la rossa annuendo con la testa.

“Hai proprio ragione, Ginny! Ma non credo che lo riassumeranno, i genitori degli altri ragazzi avranno di sicuro terrore ad avere con insegnante dei loro figli un Lupo Mannaro!” disse Hermione sbuffando.

“Comunque sia spero che questo sia in gamba, e non un posseduto, un vanitosi scemo e una vecchia sadica!” disse Ron attaccando la sua crostata di mirtilli.

Harry rise e per poco non si strozzò con il suo dolce alle fragole.

“Forza, tutti a letto, cari! Domani dovremo alzarci tutti molto presto! Su, a letto!” disse la signora Weasley dando un bacio sulla fronte ai quattro ragazzi.

“Buona notte ragazzi!” dissero Ginny e Hermione davanti alla porta della loro stanza.

“Notte ragazze!” risposero i due entrando nella loro.

Ron entrò nella sua stanza e Harry nella sua.

Il ragazzo si mise in pigiama e si buttò nel letto, pensando a chi sarebbe stato il nuovo insegnante di Difesa.

In cuor suo sperò che fosse in gamba e non un sadico come quella dello scorso anno.

Si tolse gli occhiali e cercò di prendere sonno.

 

 

Eccomi con il secondo capitolo! Grazie a chi ha commentato!! Commentate ancora in tanti, vi ringrazio ancora!A presto!!! ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Ritorno a Hogwarts ***


Ritorno a Hogwarts

 

Il mattino dopo la signora Weasley salì nelle camere dei ragazzi per svegliarli.

Harry sentì un gran via vai di gente nei corridoi e decise di alzarsi per andare a fare colazione.

Quella notte aveva dormito bene, niente incubi né sogni stupidi.

La signora Weasley bussò due volte alla porta della sua stanza ed entrò con alcune divise appena stirate “Buongiorno, Harry caro! Ieri sono passata nella tua stanza per controllare che avessi le divise ben messe. Ho visto che erano sgualcite così le ho stirate e ora sono perfette!” disse con un gran sorriso mettendogliele sopra il baule.

“Grazie signora Weasley, è stata molto gentile” disse pettinandosi con una mano i capelli “Ma figurati, caro! L’ho fatto molto volentieri! Adesso sbrigati a scendere che tra poco servono la colazione.” Disse uscendo dalla porta e urlando dietro a Leo che svolazzava libero per il corridoio. Harry rise.

Entrò in bagno per una veloce rinfrescata e scese di corsa le scale seguito a ruota da Hermione “Ciao Harry!” disse sorridendo gioviale

“Ciao! Sei di ottimo umore vedo!” disse Harry sorridendo anche lui

“Si torna ad Hogwarts! C’è Silente, Hagrid è stato riammesso, la Cooman ha riavuto la sua cattedra e si spera che abbiamo scelto qualcuno di competente per Difesa!” disse la ragazza aprendo la porta che conduceva alla grande sala del Paiolo Magico.

Era pieno di maghi e streghe presi in fitte conversazioni sulle ultime novità del Ministero della Magia.

Harry e Hermione si sedettero al tavolo occupato da Ron.

“Buongiorno ragazzi!” esultò il rosso passando tè e biscotti ai suoi amici

“Giorno Ron! Sai per caso come andremo a King’s Cross?” chiese Hermione addentando un biscotto

“A piedi…scherzo! Useremo la Polvere Volante” disse vedendo i suoi amici parecchio sconvolti dall’idea di dover trascinare i bauli pesanti fino alla stazione.

“E dove lo troviamo un camino a King’s Cross?” chiese Harry scettico

“Il Ministero ne ha fatto costruire uno in uno sgabuzzino in disuso!” spiegò Ron bevendo il suo succo di zucca

“Però…il Ministero si sta dando da fare,vedo” disse Hermione sorridendo soddisfatta

“Buongiorno ragazzi!” disse il signor Weasley prendendo posto accanto a Ron

“Pronti per tornare a Hogwarts?” chiese sorridendo a tutti e servendosi del caffè

“Prontissimi!” esularono loro contenti

“A proposito…che materie avete scelto per quest’anno?” chiese Hermione fissandoli

“Io ho lasciato solo Divinazione” disse Harry prendendo una crostatina

“Pure io!” disse Ron

“Quindi i vostri Gufi sono andati bene?” chiese ancora la ragazza seria

“Abbastanza bene. Ho preso “Eccezionale” in Difesa Contro le Arti Oscure, Pozioni, non so come Piton abbia potuto darmi un voto così alto, e Cura delle Creature Magiche. Nelle restanti materie ho preso “Oltre Ogni Previsione” tranne in Storia della Magia dove ho preso “Scadente” riassunse brevemente Harry sospirando

“Anche io ho preso “Eccezionale” in Pozioni e Incantesimi. In Pozioni non me l’aspettavo proprio! In Storia della Magia ho preso “Desolante” e nel resto delle materie “Oltre Ogni Previsione”. Tu Hermione hai preso tutti “Eccezionale”?” chiese Ron con una punta di sarcasmo nella voce

“Bè…si..ma anche voi non siete andati male!” disse timidamente la ragazza

“Si, non mi lamento anche se dovrò sopportare ancora Piton per due anni!”  sbuffò Harry facendo una smorfia di disgusto.

“Se vuoi diventare un Auror devi sapere preparare anche le Pozioni!” lo rimproverò Hermione

“Lo so benissimo, grazie!” ribatté Harry

“Cari, se avete finito possiamo andare alla stazione” disse la signora Weasley aiutando Ginny a portare il suo baule.

I ragazzi si alzarono e presero anche loro i bauli, le gabbie con i loro animali e raggiunsero i signori Weasley davanti ad un camino vicino alle scale.

“Bene! Ormai sapete come funziona la polvere volante! Dovete scandire bene le parole o vi trovate chissà dove, forza Harry prima tu!” disse il signor Weasley spingendo Harry e il suo baule nel camino.

Lui prese una manciata di polvere scintillante da un vasetto vicino e urlò “King’s Cross!” è buttò la polvere nel camino che provocò una fiammata verde intensa.

Harry sparì e si ritrovò poco dopo a pancia all’aria dentro uno stanzino buio e vuoto.

Sentiva passi sopra la sua testa e treni passare.

Si alzò appena in tempo per vedere arrivare Ron.

In cinque minuti tutti furono nello sgabuzzino e, facendo attenzione che nessuno vedesse, vi uscirono.

Strada facendo si pulirono gli abiti dalla fuliggine e si fermarono davanti alla barriera tra il Binario 9 e 10.

Accertatisi che nessun occhio indiscreto li stesse guardando si lanciarono a due a due dentro la barriera finendo in un altro binario, il Binario 9 ¾ .

Lo scarlatto treno per Hogwarts attendeva i suoi passeggeri sbuffando fumo.

Molti maghi e streghe salutavano i figli dalla banchina mentre altri salivano con i loro bauli.

La signora Weasley fece le solite raccomandazioni e salutò stampando un bacio sulla guancia a tutti i ragazzi.

“Mi raccomando, state attenti e studiate, ok?” chiese maternamente la donna salutando i ragazzi ormai saliti sul treno

“Certo, non andremo a cercarci i guai se è questo che intendi come “state attenti” disse esasperato Ron

“Per qualsiasi cosa mandate un gufo!” continuò la donna

“Va bene!” disse Ron alzando gli occhi al cielo.

Il treno iniziò a muoversi e salutarono velocemente i signori Weasley prima di cercare uno scompartimento libero.

Ne trovarono uno a metà treno occupato solo da Neville Paciock

“Ciao ragazzi!” disse contento il paffuto ragazzo togliendo Oscar dal sedile accanto a lui

“Ciao Neville! Passata una bella estate?” chiese Ron sedendogli accanto

“Si, mia nonna è rimasta sorpresa del mio miglioramento e mi ha regalato una nuova bacchetta” disse sfilandola dal pantalone “9 pollici, legno di Salice e polvere di denti di Drago” disse tutto contento mostrando la sua bacchetta.

“E’ un’ottima bacchetta, Neville! Complimenti!” gli sorride Hermione e Harry vendendola sentì una morsa allo stomaco.

“Ciao Harry!” disse una voce a lui familiare.

Alzò gli occhi e vide davanti alla porta dello scompartimento Cho Chang. Sentì una lieve morsa allo stomaco ma la cosa non lo scompose più di tanto, anzi, lo rendeva indifferente.

“Ciao, come stai”? le chiese gentilmente accennando un piccolo sorriso

“Bene, sono andata in vacanza in America! E’ enorme, bellissima ma molto trafficata! New York specialmente! Come hai passato le vacanze tu?” chiese timidamente la bella cinesina

“Sono stato dai miei zii, quindi niente di speciale!” rispose lui alzando le spalle

“Mi spiace! Ora vado, ci vediamo Harry!” disse Cho sorridendo.

“Ma voi non dovreste pattugliare i corridoi?” chiese Harry fissando Ron e Hermione seduti

“Accidenti! Me ne stavo dimenticando! Ron alzati…avanti siamo Prefetti!” disse scrollando il ragazzo e uscendo di corsa dallo scompartimento.

Harry scoppiò in una risata divertita mentre Neville era sconvolto.

Passò metà del viaggio a pensare a cosa lo attendeva tornando a Hogwarts.

L’unica cosa che non voleva proprio erano le domande. Le domande sulla sua ultima avventura con Voldemort. Odiava dover ricordare quella brutta vicenda. Per evitarle prese dal suo baule alcune riviste sul Quidditch e finse di leggere.

Ron e Hermione tornarono che era ormai buio e mancava poco all’arrivo.

Poco dopo la porta dello scompartimento si aprì e Draco Malfoy fece la sua prima apparizione dell’anno

“Guarda un po’ chi abbiamo qui: SuperPotter! Il nuovo supereroe!” disse puntando i suo glaciali occhi su Harry

“Cosa vuoi, Malfoy?” chiese senza guardarlo Harry

“Da te un bel niente, mi piace solo starti addosso, come le pulci stanno sui cani!” sibilò il biondo tirandosi indietro i capelli con grazia.

L’allusione di Malfoy sui cani non piacque molto a Harry.

“Perché non giri al largo, eh…Malfoy?” chiese Ron mettendosi davanti al biondo

“Weasley, i tuoi non hanno ancora racimolato soldi per poterti comprare una nuova divisa? Ti mettono ancora quelle smesse dei tuoi fratelli!” disse fissando la divisa sbiadita di Ron

“Quest’anno non la passi Malfoy! Smettila o giuro che le prendi!” disse a denti stretti Ron avvicinandosi ancora un po’ a Draco, che invece rideva divertito.

“Ci vediamo, perdente!” disse sbattendo la porta e allontanandosi.

“Una..una sola parola sulla mia famiglia e Malfoy finisce male!” disse Ron massaggiandosi le nocche e sedendosi nervoso accanto a Neville.

“Non devi dar retta a Malfoy! Lo fa solo per provocarti” gli disse Hermione con la sua solita calma snervante.

Harry non parlò più e Ron sembrò calmarsi.

Arrivarono che ormai era buio e una fitta pioggia iniziava a scendere.

Appena scesi dal treno si assicurarono che Hagrid fosse come al solito in attesa degli alunni del primo anno.

Lui c’era! Con l’enorme mano richiamava i piccoli e con l’altra teneva in mano una lanterna.

“Primo anno da questa parte! Si fa l’attraversata del lago!” disse mostrando ai bimbi le piccole barchette in riva al lago.

Hagrid non ebbe il tempo di parlare con loro ma li salutò con un cenno della testa.

Harry, Ron e Hermione raggiunsero le carrozze trainate dai Thestral che lui vedeva perfettamente. Le enormi ali di cuoio chiuse e la folta coda che si muoveva.

Salirono su una libera e subito partirono per il castello.

Ci misero cinque minuti ad arrivare, strada permettendo.

Scesero e cercarono un riparo di corsa salendo le scale del castello.

Davanti all’entrata trovarono la professoressa McGranitt “Salve ragazzi! Potter vieni con me” disse subito raddrizzandosi gli occhiali rettangolari.

Harry guardò un attimo i suoi amici “Tenetemi il posto” e si incamminò con la professoressa di Trasfigurazioni.

“Scusi, dove stiamo andando?” chiese timidamente guardando l’anziana donna.

“Dal professor Silente. Vuole parlarti prima dell’inizio del banchetto” disse la McGranitt facendogli un sorriso rassicurante.

Quando si trovarono davanti al grande Gargoyle davanti all’ufficio del Preside la McGranitt disse “Ghiacciolo al limone” e la statua si spostò lasciando posto ad una scala a chiocciola mobile.

I due salirono in silenzio e arrivati bussarono alla porta dell’ufficio.

La voce di Silente gli diede il permesso di entrare e la donna aprì la porta “Albus, Potter è qui”

“Benissimo, Grazie Minerva!Harry siediti pure!” disse facendo apparire una comoda poltrona di pelle.

La McGranitt si mise accanto ad una ragazza che Harry vide per la prime volta. Era alta quasi come la professoressa, con lunghi capelli castano scuro che ricadeva lisci oltre le spalle e due splendidi occhi nocciola. A occhio sembrava molto giovane e gli ricordava qualcuno ma Harry non ebbe il coraggio di chiedere chi fosse e guardò Silente.

“Sono felice di vedere che stai bene, Harry! Ti ho convocato qui perché voglio che tu conosca una persona prima di chiunque altro” e fece cenno alla ragazza di avvicinarsi a lui.

“Lei è la tua nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Ti presento Selene Potter” disse con un sorriso il preside.

Harry sgranò gli occhi sentendo che la ragazza portava il suo stesso cognome. La ragazza gli sorrise dolcemente e Harry sentì lo stomaco fare una capriola e il cuore battere fortissimo.

“Sapevo che avresti reagito così! Selene, cara, puoi parlare! Di pure a Harry chi sei” disse il vecchio preside facendo cenno a Selene di parlare.

La ragazza si avvicinò un po’ di più e la luce la illuminò meglio. Portava un lungo vestito bianco con maniche svasate e sugli orli c’erano dei ricami dorati. Era molto graziosa.

“Harry, non mi sembra il caso di usare troppi giri di parole per dirti chi sono. Io sono tua zia, Harry. Tuo padre era mio fratello maggiore!” disse sorridendo tristemente ma fissando Harry con occhi dolci. Harry capì. Selene le ricordava suo padre. Aveva il suo stesso sorriso e i suo stessi occhi ma al contrario si suo padre aveva i capelli di una tonalità più chiara e molto ordinati.

Harry rimase senza parole, il suo cuore batteva ancora molto forte. Deglutì e fissò Silente “Perché nessuno mi ha mai detto niente?” chiese cercando di non far tremare la voce

“Posso risponderti io, se il preside vuole” disse Selene guardando il preside e lui gli fece cenno con la mano che poteva continuare.

“Quando i tuoi genitori furono assassinati Silente mi fece partite per la Germania perché era convinto che Tu-Sai-Chi o Sirius Black volessero uccidere anche me! Per sicurezza mi mandarono via dall’Inghilterra e mi fecero assumere al Ministero della Magia tedesco. Io, però, mi sono sempre tenuta informata sulla tua vita. Ogni giorno mi arrivava “La Gazzetta del Profeta”. Dopo la scomparsa di Tu-Sai-Chi chiesi al professor Silente se potevo tornare e portarti con me ma mi fu negato sempre per questioni di sicurezza. Molti Mangiamorte ancora fedeli al Signore Oscure erano a piede libero e temeva per la mia e la tua sicurezza. Solo ora mi è stato permesso di tornare, per poterti stare accanto. Se questa guerra finirà potrò portarti a vivere con me!” Selene cercò di essere più breve e chiara possibile e fissò il nipote che ancora la guardava

“Ma tu sapevi che Sirius era stato incolpato ingiustamente?” chiese Harry chiudendo poi gli occhi la pensiero del suo padrino

“Certo che lo sapevo, ho cercato anche di convincere quelli del Ministero ma fu tutto inutile!” disse chiudendo anche lei gli occhi.

Harry aprì gli occhi e fissò sua zia. Poco dopo anche lei aprì gli occhi e Harry vide che erano lucidi.

Non capì cosa voleva dire! Silente si schiarì la voce “Harry, tua zia è stata lontana da te a causa mia, ma questa volta non voglio che tu perda un’altra persona cara! Lei è l’unica che ti è rimasta e che so che ti vuole bene!” gli spigò Silente.

“Zia, ti va di parlarmi dei miei genitori?” chiese Harry

“Certo, ma non ora! Il banchetto sta per iniziare! Domani sera alle cinque ti aspetto nel mio ufficio e potrei chiedermi tutto quello che vuoi su Lily e James” disse dolcemente sorridendo e anche a Harry sorrise.

“Puoi andare Potter, noi vi raggiungiamo tra poco!” gli disse la McGranitt accompagnandolo alla porta.

Harry salutò e uscì di corsa dall’ufficio diretto alla Sala Grande. Voleva raccontare tutto a Ron e Hermione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** La nuova insegnante ***


La nuova insegnante

 

Harry percorse il lungo corridoio pensando a tutto quello che aveva scoperto in quei minuti. Aveva una zia per di più era la sorella di suo padre! Tanti anni all’oscuro di tutto e un bel giorno salta fuori dal nulla. Lui era spaesato, era una cosa totalmente nuova. Una zia, una vera zia che forse lo avrebbe trattato come un vero nipote e non come un rifiuto come facevano i Dursley.

In parte la comparsa di Selene riempì quel vuoto nel cuore che Harry aveva dalla fine del quinto anno, da quando aveva perso Sirius.

La morte del suo adorato padrino lo faceva soffrire ancora molto ma, in qualche modo, Selene era riuscita ad alleviare un po’ quella morsa intorno al suo cuore.

Aveva di nuovo qualcuno con cui parlare, confidarsi, chiedere consigli. Non sapeva ancora se poteva fidarsi pienamente di lei ma qualcosa dentro di lui gli diceva che non era lì per niente.

Ora poteva stare a stretto contatto con una parente di suo padre, poteva chiedergli qualunque cosa, cose che neanche a Sirius aveva mai chiesto.

Poteva farsi raccontare ogni particolare del padre e della madre. Ne era felice! Poteva scoprire a chi dei due assomigliava di più, se aveva il carattere del padre o della madre, se aveva ripreso qualche mossa o il modo di fare da uno dei due, tante cose che finora nessuno gli aveva detto esattamente.

Ma ancora una volta Silente gli aveva tenuto nascosto qualcosa! Quante cose ancora non gli aveva detto? Quanto poteva fidarsi del vecchio preside? Troppe cose aveva scoperto quando le vicende erano ormai irrecuperabili: la morte dei suoi genitori, quella di Cedric e quella di Sirius.

Forse quella dei suoi genitori era inevitabile, ma quella di Cedric e Sirius, no!

Se Silente gli avesse parlato, l’avesse messo in guardia forse adesso avrebbe due vite in meno sulla coscienza!

Anche lui non era più un bambino e poteva immaginarselo da solo, ma quando in giro circolano voci sul fatto che è un pazzo visionario che vuole attirare su di sé l’attenzione e che ha la mania degli atti eroici, forse una buona parola poteva dirgliela anche lui!

Lui non era un pazzo visionario con la mania degli eroismi! Spesso quello che vedeva in sogno si tramutava in realtà e, se non fosse stato per lui, nessuno avrebbe saputo del ritorno di Voldemort.

Spesso credeva che Silente si divertisse a tenergli le cose nascoste.

Harry entrò di corsa nella Sala dove i ragazzi stavano chiacchierando tra loro. Vedendolo entrare molti si alzarono e lo salutarono con calore. I fratelli Cannon ne approfittarono per scattargli una miriade di fotografie da conservare e mostrare ai loro numerosi parenti. Era assediato da ragazzi che chiedevano come era riuscito a scampare ancora una volta dalle grinfie dell’Oscuro Signore. Harry non rispose si limitò a dire “Leggete ‘La Gazzetta del Profeta!’”

Scartò parecchi ragazzi che tentavano di fermarlo e prese posto accanto a Hermione e Ron “Che assalto! Non so come fai a resistere, comunque, dove sei andato con la McGranitt?” chiese Ron curiosissimo

Harry fece cenno ai due amici di avvicinarsi un po’ di più in modo che sentissero solo loro e riassunse dell’incontro di Silente, di Selene e alla fine, sia Ron che Hermione, erano sorpresi “E’ tua zia? Harry, cioè, sai che significa questo?” chiese Hermione trattenendo l’entusiasmo “Che potrò lasciare finalmente i Dursley!” disse lui con un sorrisone.

“Esatto! Ti rendi conto? Hai finalmente un parente ancora più stretto dei Dursley! La sorella di tuo padre!! E’ fantastico!” Hermione non si tratteneva più dalla felicità per il suo amico e Ron non riusciva a dire niente.

Hermione e Harry lo guardarono un attimo “Ron, sei tra noi?” chiese Harry fissandolo perplesso “Si, sono davvero felice per te, Harry! Davvero! Questo significa anche che potrai venire più spesso alla Tana!” disse lui. Harry e Ron si dettero un cinque mentre la porta della Sala Grande si spalancava e vi facevano ingresso Silente, la McGranitt e Selene.

Molti alunni fissarono la ragazza e lei sorrise dolcemente fino all’arrivo al tavolo dei professori.

Piton le fece spazio accanto a lui con un po’ di disgusto, Silente prese posto al centro del tavolo e la McGranitt posava al centro della Sala il solito sgabello traballante a tre piedi, nella mano destra teneva il Cappello Parlante e nella sinistra una lunga pergamena srotolata.

La professoressa spiegò agli alunni come funzionava lo smistamento e iniziò a chiamare i ragazzi

“McFly Sasha” e una ragazzina molto alta dai lunghi codini rossi e gli occhi grigi si avvicinò agitata allo sgabello sedendosi. Il consunto capello aprì l’apertura che corrispondeva alla sua bocca e urlò “CORVONERO!”

La ragazzina saltò giù dallo sgabello sorridendo e si avviò velocemente al tavolo della sua Casa, dove tutti le applaudivano e l’accoglievano stringendole la mano.

Lo smistamento durò circa dieci minuti e l’ultimo ragazzino Brian Ross fu assegnato a Grifondoro.

Silente si alzò in piedi per il consueto discorso di inizio anno e quasi nessuno si era accorto che nella Sala era arrivato anche Remus Lupin e aveva preso posto accanto alla professoressa Sprite.

“Benvenuti e bentornati a Hogwarts! Dopo gli ultimi avvenimenti dello scorso anno, ho ritenuto opportuno mettere di guardia fuori e dentro il castello alcuni Auror e membri del Ministero. Questo è per garantire la vostra e la sicurezza dei vostri insegnanti. Per qualunque problema potete rivolgermi a me o al qui presente Remus Lupin” disse il preside facendo segno a Lupin di alzarsi in piedi. L’aspetto dell’uomo era sempre sciupato e trasandato. Il viso era meno magro del solito ma, nonostante la giovane età,aveva qualche ruga, un paio di occhiaie e i capelli erano striati di grigio.

Lui sorrise agli alunni e si risedette. Silente si schiarì la voce con un colpo di tosse e riprese a parlare “L’ingresso alla Foresta Proibita è severamente vietato a tutti gli studenti e il signor Gazza, il nostro guardiano, mi ha chiesto di rammentarlo agli studenti più anziani e a quelli a cui piace l’avventura” e si fermò di nuovo facendo scorrere lo sguardo su tutti e quattro i tavoli.

Harry e Ron si guardarono e non poterono trattenere una risata.

“Ora voglio presentarvi la vostra nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. Ai tempi in cui studiava a Hogwarts si è dimostrata una delle migliori studentesse ed è con grande piacere che le ho affidato la cattedra di Difesa. Vi presento la signorina Selene Potter!” Silente prese ad applaudire mente la ragazza si alzava in piedi e salutava con la mano i ragazzi, sorridendo dolcemente.

Molti alunni si girarono verso Harry sentendo che anche Selene portava il suo stesso cognome, ma lui guardava verso il tavolo degli insegnanti.

Gli applausi cessarono e Silente riprese a parlare “Credo di aver detto tutto quindi penso sia il caso di gustarci il fantastico banchetto!” batté le mani e sui tavoli apparvero vassoio e zuppiere cariche di cibo.

Nella Sala si sentiva il tintinnio delle posate e le chiacchiere allegre degli alunni.

Harry lanciava, di tanto in tanto, occhiate verso il tavolo dei professori studiando ogni mossa di sua zia.

Anche lei aveva l’abitudine di passarsi una mano fra i capelli, per tirare indietro i lunghi ciuffi, ma al contrario del fratello i capelli tornavano ordinati sulle spalle e ai lati del viso.

Stava discutendo allegramente con la professoressa McGranitt e Piton le lanciava occhiate furtive.

Harry pensò subito che l’ombroso professore avesse del risentimento anche per Selene.

Harry vide Selene che si piegava indietro con la schiena e guardava verso destra per parlare con qualcuno. Notò subito che anche Lupin era nella stessa posizione della ragazza e, da come ridevano, sembrava una conversazione piacevole.

Sembrava due ragazzini spensierati invece di due insegnanti con grandi responsabilità e questo fece sorridere Harry.

“Perché sorridi?” chiese Ron versandosi del succo i zucca nel calice “Guardo mia zia e mi sento un po’ più tranquillo” rispose lui prendendo un piattino con una fetta di torta di more.

“Quando hai detto che andrai da lei per chiedere dei tuoi genitori?” si intromise Hermione posando il suo cucchiaino “Domani sera alle cinque” rispose lui girandosi verso di lei.

“Finalmente potrai chiedere tutto quello che non sai e magari qualche particolare buffo o qualche caratteristica che hai ripreso da uno dei due” gli disse Hermione sorseggiando il suo succo di pompelmo. Harry si limitò a sorridere, era troppo immerso nei suoi pensieri.

Pensava a tutto quello che poteva chiedere il giorno dopo a sua zia, non voleva dimenticare niente ma erano troppe le cose che voleva sapere.

Poco dopo Silente li invitò a raggiungere le loro camere perché si era fatto molto tardi.

Harry non andò a salutare sua zia ma raggiunse di fretta l’uscita, camminando a passi svelti verso le scale, seguito a fatica dai suoi amici “Che hai da correre tanto?” gli chiese Ron affiancandolo “Sto morendo di sonno e voglio raggiungere in fretta il mio lettuccio!” si limitò a rispondere Harry.

Hermione e Ron si guardarono e il rosso fece spallucce.

 

***

Selene e Remus uscirono insieme dalla Sala e la ragazza cercava con lo sguardo il nipote “Deve essere già uscito” disse camminando lentamente accanto a Lupin “Forse era stanco e voleva andare a riposare. Sai, con tutte le cose che sono successe di recente, il viaggio e il resto forse vorrà un po’ di tranquillità!” le rispose lui sorridendogli.

“Si, ma credo che lui abbia timore o paura di me! Quando gli ho detto chi sono aveva lo sguardo sconvolto e spaesato. Forse non se l’aspettava, quel ragazzo non si aspettava molte cose dalla vita e un po’ lo compatisco!” rispose lei fissando un quadro di una donna con una candela mezza spenta in mano.

“Forse è un po’ frastornato da questa novità, sai, sapere che suo padre ha una sorella dopo sedici anni scombussolerebbe chiunque. Comunque non devi preoccuparti, sono sicuro che Harry è molto felice! Sei la sorella di James e anche io sono molto contento di rivederti” disse lui sorridendo gioviale

“Anch’io! Ascolta ho bisogno di un piccolo consiglio” disse lei fermandosi e guardandolo “Dimmi pure” rispose lui mettendo le mani in tasca.

“Come se la cavano i ragazzi con L’incanto Patronus?” chiese la ragazza

“Harry sa evocarne uno completamente formato e l’anno scorso ha insegnato agli altri ragazzi come fare. Harry è l’unico capace di evocarne uno formato per gli altri avrai un po’ da sudare. Volevi insegnarglielo?” chiese Remus passandosi una mano fra i capelli

“Si, di questi tempi credo sia opportuno che lo sappiano. Ormai non possiamo più fidarci pienamente dei Dissennatori, anche se il Ministero insiste sul fatto che hanno di nuovo il pieno controllo su di loro. Personalmente non ci credo, Tu-Sai-Chi è tornato potente quasi come un tempo e per lui è un gioco corrompere quelle creature. Penso che sia giusto insegnargli come difendersi!” spiegò lei a Remus con fare determinato

“Lo credo anch’io! Se Voldemort è riuscito a portare i Dissennatori dalla sua parte una volta, ci riuscirò anche una seconda. Fai bene ad insegnarglielo, se vuoi una mano chiedi pure!” disse Remus riprendendo a camminare. Selene lo seguì subito “Grazie, lo terrò in considerazione!” rispose lei tirando indietro una ciocca di capelli. Remus sentì qualcosa alla base dello stomaco ma non ci diede molto peso.

“Remus, come fai con il tuo problema mensile?” chiese Selene

“Vado sempre nel Platano, ma Severus mi prepara una settimana prima, la pozione anti-lupo. E’ disgustosa ma la trasformazione è meno dolorosa.” rispose lui sbuffando stufo.

“E’ una pozione molto complicata e non mi stupisco che Severus sappia prepararla, del resto, era il migliore in Pozioni!” disse lei camminando. Lui assentì.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui Selene osservava ogni parte del castello. Lei ci aveva studiato quasi vent’anni prima ma era come tornarci per la prima volta.Salirono una rampa di scale e svoltarono a destra dove c’era un altro lungo corridoio illuminato da lanterne.

Sempre camminando ma senza voltarsi disse “Quanti ricordi ci sono in questo castello!”.

Remus capì subito a cosa si riferiva “Già, le nostre scampagnate fuori dal castello, le tue sgridate e quelle di Lily quando sporcavamo i corridoi. Ti ricordi quando ci rintanavamo in biblioteca a studiare, mentre James e Sirius facevano i dispetti a Severus!” ricordò lui ridendo. Selene fece un sussultò sentendo il penultimo nome e girò di scatto il viso verso la lunga finestra in mezzo al corridoio “Com’è morto?” chiese con un filo di voce tremula. Lui sembrò fare fatica a risponderle. Fece un lungo sospiro “Credo che non si sia accorto!” rispose delicato.

Lei chiuse per un attimo gli occhi “Meno male!” e riprese a camminare spedita. Remus la raggiunse subito “Va tutto bene?” chiese preoccupato cercando il suo sguardo, ma lei camminava tenendo gli occhi bassi.

“Sta tranquillo!” rispose lei voltandosi. Lui notò che aveva gli occhi lucidi. Un’altra morsa allo stomaco lo fece sobbalzare.

“Mi spiace, ti giuro! Sono arrivato troppo tardi, mi spiace!” cercò invano di farla stare un po’ meglio ma quella ragazza aveva una grande forza. Riusciva a reprimere i sentimenti, riusciva a tenersi tutto dentro ma prima o poi sarebbe scoppiata. Anche Harry aveva questa caratteristica caratteriale.

“Ti ho detto che va tutto bene!” disse lei sforzandosi di sorridere.

Erano fermi in mezzo al corridoio. Selene guardava il tappeto mentre Remus fissava un quadro davanti a lui.

Ad un tratto Selene si accorse di essere davanti alla porta della sua stanza e scoppiando in una piccola risata disse “Non ci siamo nemmeno accorti che siamo arrivati davanti alla mia camera!” disse lei ridendo ancora. Remus si girò indietro e vide la porta coloro nocciola. Anche lui rise “Che sbadati! Allora ti lascio andare a riposare. Ci vediamo domani. Buonanotte Selene!” disse sorridendo e avviandosi in fondo al corridoio dove si trovava al sua camera.

Selene lo salutò con la mano ed entrò nella sua stanza.

Era una camera circolare con un letto a baldacchino con i tendaggi rosa pallido. Sul comodino c’era una brocca d’acqua e un bicchiere. Sul letto una camicia da notte di seta bianca. Davanti alla finestra c’era una piccola scrivania con alcuni oggetti magici, penne, pergamene e boccette d’inchiostro. A fianco una biblioteca con numerosi libri sulla difesa contro le arti oscure.

Vicino alla porta del bagno c’era un piccolo tavolo con sopra una spazzola, un profumo, alcuni cosmetici e davanti uno specchio ovale molto grande.

Selene indossò la camicia da notte: era bianca molto lucida, con spalline fini e una scollatura normale.

La ragazza si sedette sulla sedia davanti allo specchio, prese la spazzola e iniziò a pettinare i lunghi capelli scuri. Era persa nei suoi pensieri e guardava distrattamente la sua immagine riflessa allo specchio.

Ad una tratto vide nitidamente, per una frazione di secondo, l’immagine di Sirius dietro si lei che le sorrideva.

La spazzola le cadde di mano, finì per terra con un leggero tonfo e si girò di scatto dietro.

Non vide niente. Si alzò e girò su se stessa nella speranza di vederlo, il respiro irregolare.

Si lasciò cadere sul letto e si mise una mano sulla fronte. Non poteva essere lui, forse lo aveva immaginato. No. Lui era lì e le stava sorridendo. Doveva dirlo a qualcuno. Le venne in mente Remus. Si mise la vestaglia e si diresse a passi veloci verso la porta ma non l’aprì. Era tardi poteva dirglielo domani. E se fosse stata un’allucinazione dovuta alla stanchezza? Avrebbe detto tutto a Remus la mattina dopo. Si tolse la vestaglia e l’appoggiò sulla sedia davanti allo specchio. Si sdraiò sul letto e pensò. Se lui era morto perché l’aveva visto così chiaramente allo specchio? Si mise entrambe le mani sul viso. Forse un buon riposo le avrebbe fatto bene. Spense la candela e chiuse gli occhi.

 

***

Harry e Ron erano a letto già da mezz’ora ma nessuno dei due riusciva a dormire.

“Secondo te è venuta solo per insegnare?” chiese Ron a voce bassissima.

Harry si girò verso di lui “Non lo so! Silente non mi ha detto altro e nemmeno lei! Potrei chiederle domani se è qui solo per insegnare o se anche lei è un membro dell’Ordine.”

Ci fu un attimo di silenzio, harry sentì Ron sbadigliare “ che ne dici se proviamo a dormire?” chiese Harry

“Si, buonanotte!” rispose il rosso girandosi facendo cigolare la rete del letto.

“Notte!” gli disse Harry chiudendo gli occhi.

Con gli occhi chiusi pensava alle lezioni che avrebbe avuto il giorno dopo e all’appuntamento con sua zia la sera. Quella sera avrebbe chiarito ogni dubbio sui suoi genitori. Poco dopo fu sopraffatto dal sonno.

 

****

Eccomi di nuovo!!! Grazie a tutti quello che hanno commentato, ma vorrei vedere molti più commenti! Per favore commentare numerosi!!

A presto!! ^_^

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Capitolo 5
*** Una lezione particolare ***


ECCOMI DI NUOVO!! NELL’ULTIMO CAPITOLO NON HO AVUTO NEMMENO UN COMMENTO E LA COSA MI HA OFFESA MOLTO! NON VOGLIO CRITICARE NESSUNO MA è GIUSTO CHE DIATE SPAZIO ANCHE AI NUOVI AUTORI E NON SEMPRE AI SOLITI! CI SONO STORIE CON 200 COMMENTI E ALTRI 1 O ANCHE 0! NON è GIUSTO! VI CHIEDO DI COMMENTARE ANCHE CON FRASI CORTE LE STORIE CHE LEGGETE! VI RINGRAZIO MOLTISSIMO. CIAOOO ^_^

 

Una lezione particolare

 

I primi raggi del sole entrarono attraverso le tende scarlatte della camera di Harry. Il ragazzo aprì faticosamente gli occhi e li strinse forte per via di un raggio che gli colpiva gli occhi.

Li riaprì a fatica e li stropicciò con una mano. Si mise seduto sul letto e si guardò intorno: Ron dormiva a bocca aperta con le braccia che penzolavano dai due lati del suo letto, Dean dormiva tranquillo di lato, Seamus russava leggermente steso a pancia in giù e Neville era mezzo arrotolato nelle lenzuola e mugolava qualcosa di incomprensibile.

Harry guardò il suo orologio e si accorse che erano già le 7:00. Pensò di svegliare i suoi compagni per scendere a fare colazione. Si mise le pantofole nere e si avvicinò al letto di Ron: “Ehi, Ron! Avanti e ora di alzarsi…ehi…non nascondersi sotto le coperte! ALZATI!” disse Harry tirando bruscamente via le coperte da sopra Ron. Il rosso sembrò scocciato e scoccò un occhiataccia a Harry “Buongiorno Ron!” sorrise compiaciuto Harry a Weasley.

Ron non aveva apprezzato il modo in cui Harry l’aveva svegliato e farfugliò un “’Giorno” svogliato.

Ron si diresse di gran carriera al bagno mentre Harry scoppiava in una piccola risata. Nel frattempo anche Neville, Dean e Seamus si erano svegliati, sentendo Harry urlare “Harry, che è successo? Non stai bene?” chiese Dean avvicinandosi a Potter “No, tranquillo Dean! Ho solo svegliato Ron” rispose indicando Ron che usciva dal bagno nervosamente.

“Il buongiorno di vede dal mattino, direi!” ironizzò Seamus passando davanti a Ron, che lo guardò storto.

“Ehm…Ron…sei un po’ nervoso oggi e non credo sia un buon inizio per il nuovo anno” intervenne timidamente Neville infilandosi la toga “Taci! Se qualcuno mi avesse svegliato con più gentilezza forse non sarei di PESSIMO UMORE!”  sentenziò il rosso infilandosi velocemente la divisa e sistemandosi la spilla da Prefetto.

“Avanti, Ron! Pensa se fosse stata Hermione a svegliarti in quella maniera!” cercò di calmarlo Dean ma Ron arrossì come i suoi capelli. Harry, Dean e Neville si guardarono un attimo e poco dopo parvero aver capito.

“Di un po’, ti sei preso una cotta per Miss Prefetto?” chiese Dean con un sorrisetto malizioso “Non ti do tutti i torti visto il sederino che si ritrova” continuò Dean sognante mentre Ron lo fissò indemoniato “Non parlare mai più così di Hermione, chiaro?” sbottò innervosito il rosso avvicinandosi di più al compagno “Ok, ma datti una calmata, Weasley!” disse alzando entrambi i sopracigli e uscendo dalla camera seguito a ruota da Neville e Seamus, uscito pronto dal bagno.

“Ron, stai calmo dai, infondo Dean ha solo fatto un apprezzamento a Herm” disse Harry sistemandosi la divisa e i capelli.

“Non si deve permettere di fare apprezzamenti pensati su Hermione…nessuno lo deve fare” gli disse deciso

“In effetti era pesantino ma ha detto la verità: Hermione si è fatta davvero bella e il suo sederino fa sognare” disse Harry tranquillo. Ron guardò per un attimo negli occhi il suo migliore amico e disse “Ti ci metti pure tu?” “Ma Ron, è un complimento!” disse esasperato Harry.

“Va beh, andiamo a fare colazione! Ho una gran fame!” tagliò corto Potter vedendo che Ron era pronto a ribattere. Uscendo dalla camera videro Hermione che li raggiungeva: entrambi sentirono una morsa allo stomaco. Hermione era parecchio cambiata negli ultimi cinque anni: si era fatta alta quasi come Harry, aveva i capelli molto ondulati lucidissimi e il fisico di una ragazza. Non era più piatta ma aveva le forme nei punti giusti e forme abbastanza prorompenti che la divisa metteva ancora di più in evidenza.

Entrambi stavano facendo lo stesso pensiero sulla loro migliore amica.

Il malumore di Ron sembrò svanire alla vista della ragazza e  un radioso sorriso si formò sulle sue labbra “Buongiorno ragazzi!” salutò sorridendo Hermione sistemandosi la borsa strapiena di libri.

“Buongiorno anche a te, Hermione” dissero in coro i due ragazzi.

Hermione tese a Harry e Ron un foglio con i nuovi orari della settimana: alle prime due ore aveva Difesa Contro le Arti Oscure, un’ora di Pozioni e una di Trasfigurazioni mentre nel pomeriggio avevano solo due ore di Cura delle Creature Magiche.

“Oh no! Abbiamo Piton alla terza ora!” disse sconvolto e disgustato Ron fissando il foglio

“Potevi anche lasciarla! Nessuno ti ha obbligato a frequentarla ancora!” lo sgridò Hermione

“Si, ma anch’io voglio fare l’Auror e Pozioni mi serve!” rispose a tono Ron

“E allora non lamentarti e vedi di studiare! Quest’anno le pozioni saranno molto più complicate” disse Hermione con il suo solito tono da perfettina che mandava su tutte le furie Ron.

“Andiamo a fare colazione” disse Harry vedendo che l’aria si stava facendo pesante.

Entrando nella Sala Grande notarono che molti posti nei tavoli delle Case erano vuoti e che mancavano Selene e la Sprite.

Malfoy si alzò si scatto dal suo posto e con voce abbastanza alta da farsi sentire dall’intera Sala disse “ Ehi, Potter…..non sapevamo che avessi una zia! Ora sarai super protetto dalla tua zietta e verrai sempre coperto da lei quando finirai nei guai, vero? Potter il cocco della zietta…Harry vuoi che ti cambio il pannolino? Harry vuoi che la zia ti imbocchi?” il tavolo di Serpeverde scoppiò a ridere. Harry stava per rispondere quando una voce alle sue spalle risuonò dolce e tranquilla “Signor Malfoy, ha forse qualche problema con me o mio nipote? Per quanto mi riguarda Harry verrà trattato come tutti gli altri alunni, ma se la cosa la infastidisce possiamo trovare un accordo amichevole insieme al Direttore della tua Casa, che ne dici?” la voce era di Selene e Harry la vide sorridere come al solito a Malfoy. Draco guardò malevolmente la ragazza e si rimise a sedere, confabulando qualcosa con i suoi due scagnozzi, Tiger e Goyle.

Selene soddisfatta si girò verso i tre ragazzi “Buongiorno, cari. Pronti per la prima lezione?” chiese sorridendo “Certo, che ci spiegherai?” chiese Harry e Selene gli fece l’occhiolino “Una cosa che tu sai padroneggiare alla perfezione” e si allontanò da loro.

Hermione si voltò verso l’insegnante e notò che portava un lungo vestito lilla con le maniche svasate e con dei piccoli ricami di un viola più scuro.

“Tua zia ha dei vestiti stupendi!” disse continuando a guardarla. Ron si voltò verso di lei perplesso “Da quando ti interessa la moda, Hermione?” chiese “Da sempre solo che non sono una pazza scatenata che si precipita nei negozi il giorno dei saldi” disse incamminandosi verso il tavolo della proprio Casa.

“Io la capisco sempre meno” disse Harry scotendo un po’ la testa e, insieme a Ron, prese posto al tavolo.

 

 

Raggiunsero l’aula di Difesa al terzo piano e presero posto nelle prime file.

Selene non era ancora arrivata e tutti misero fuori i loro libri “Difesa teorica, vol.6”.

Nella classe si udivano le voci dei ragazzi che si chiedevano come sarebbe stata la nuova insegnante.

Poco dopo Selene entrò a passo veloce nell’aula e raggiunse la cattedra dove appoggiò la sua borsa di pelle nera.

“Buongiorno a tutti, ragazzi! Mettete via i libri con me non serviranno e non so perché ve li abbiamo fatti comprare, comunque nelle mie lezioni sono importanti le cose che imparate con la bacchetta e non con i libri” disse Selene sedendosi. I ragazzi curiosi e contenti che la lezione fosse pratica e non teorica fecero sparire velocemente i libri nelle loro borse e fissarono attenti l’insegnante.

Selene si schiarì la voce e riprese  a parlare, ma con tono serio “Visto gli ultimi avvenimenti dello scorso anno, ho ritenuto importante insegnarvi qualche incantesimo un po’ più complesso per difendervi.Ho saputo dal professor Lupin che questo incantesimo qualcuno lo sa già padroneggiare perfettamente, mentre per altri bisognerà lavorare un po’ di più, ma non ha importanza. Voglio che per la fine dell’anno, vi do parecchio tempo, ognuno di voi lo sappia padroneggiare perfettamente. Sto parlando dell’Incanto Patronus. Non dedicheremo tutto l’anno a questo incantesimo, una volta imparata la tecnica vi allenerete da soli, ma spesso vi chiederò di evocarlo per vedere a che punto siete. Ora, bando alle ciance, iniziamo” e si alzò in piedi puntando la bacchetta verso i banchi. Pronunciò una formula e i piccoli tavoli si disposero ordinatamente nei due angoli dell’aula, lasciando un gran spazio nel centro per allenarsi.

“Bene” disse la ragazza avvicinandosi agli alunni “Avete tutti la bacchetta. Chi sa la formula per evocare un patronus?” chiese alla classe e parecchie mani volarono velocemente in alto, comprese quelle di Harry e Ron.

“Signor Weasley, prego” disse gentilmente e deciso Ron rispose “La formula da pronunciare è Expecto Patronum”.

Selene sorrise e disse “Eccellente, 10 punti a Grifondoro” e Ron sorrise soddisfatto mentre si scambiava un cinque con Harry e Hermione.

“Come tutti avete sentito la formula da enunciare è Expecto Patronum” ripeté lei muovendo un po’ il braccio “Ma non basta solo la formula per evocarlo, cosa serve ancora?” chiese alla classe e nuovamente numerose mani volarono in alto “Prego Harry, rispondi tu” disse la ragazza guardandolo.

Harry si schiarì un attimo la voce “Bisogna pensare a cose belle, gli amici, la famiglia, una bella vacanza, qualcosa di bello e poi pronunciare la formula” rispose tranquillo. Lui sapeva meglio di altri come evocare un Patronus anche perché era l’unico in grado di farne uno completamente formato.

Selene sorrise largamente “Esatto! Altri 10 punti a Grifondoro”. Harry sorrise e molti suoi compagni gli batterono una mano sulla spalla, mentre i Serpeverde li guardavano con odio.

“Come ha detto il vostro compagno, per evocare un Patronus, occorre prima pensare a delle cose belle e poi enunciare la formula. Proviamo?” chiese sorridendo e molti annuirono eccitati.

“Perfetto. Vi mostro come dovete fare poi, uno alla volta, provate” disse Selene mettendosi davanti ai ragazzi.

Loro la fissarono curiosi. La ragazza tese il braccio destro in avanti e chiuse per un attimo gli occhi. Harry si chiese a cosa stesse pensando: a suo padre? A lui? A sua madre?

Poco dopo Selene aprì gli occhi “Expecto Patronum” enunciò agitando il braccio. Dalla punta della sua bacchetta uscì un’accecante luce argentea che prese le sembianze di un bellissimo Unicorno. Selene si girò verso i ragazzi con un sorriso.

Molte ragazzine esclamarono un “oh” di compiacimento e fissavano a bocca aperta il Patronus della loro insegnante.

Lavanda Brown alzò la mano e Selene le diede il permesso di parlare “Ognuno di noi ha un Patronus diverso?” chiese timidamente e molti altri alunni sembravano porsi la stessa domanda “Certo. Ognuno dei vostri Patronus prenderà una sembianza diversa..per esempio quello di Harry è un Cervo, il mio lo avete visto e quello del professor Lupin un Lupo. Chi di voi vuole provare?” molte mani si alzarono comprese quelle dei Serpeverde. Selene era indecisa così si avvicino ad una ragazzina piccola, bionda con gli occhi blu e dall’aria molto timida “Come ti chiami, cara?” chiese cercando di rassicurarla “Julie Parker” rispose

“Bene, Julie, vogliamo provare?” le chiese con un dolce sorriso prendendole la mano e portandola al centro della stanza.

Harry, Ron e Hermione notarono subito che Selene aveva un modo tutto suo di mettere a proprio agio i ragazzi. Parlava come un mamma, una sorella e aveva sempre un sorriso per tutti.

Julie si rilassò e levò la bacchetta in avanti “Ricorda, chiudi gli occhi e concentra il tuo pensiero su ricordi belli e poi pronunci la formula, ok?” chiese Selene e Julie annuì.

La ragazzina chiuse gli occhi e si concentrò. Notarono che aveva il viso contratto, ce la stava mettendo tutta.

Poco dopo aprì gli occhi “Expecto Patronum” e dalla sua bacchetta uscì uno schizzo di luce argentea che però si dissolse subito.

“Nessun problema, cara. Riprova” la rassicurò Selene vedendola un po’ demoralizzata.

Julie si concentrò di nuovo e poco dopo disse “Expecto Patronum” questa volta dalla sua bacchetta usci una luce argentea più forte e la forma quasi perfetta di un'aquila si materializzò davanti ai loro occhi. L’aquila aveva un’ala più corta dell’altra e il becco più lungo del dovuto.

La ragazza fece un sorriso felice e guardò l’insegnante.

Selene la guardò con un bel sorriso “Brava. Ci sei quasi riuscita al secondo tentativo. Prova tutte le sere per dieci minuti e appena riuscirai ad evocarne uno completo me lo fai sapere, d’accordo?” le chiese e la ragazzina annuì soddisfatta tornando al suo posto.

Uno alla volta i ragazzi provarono ad evocarli e alla fine delle due ore Selene ottenne un risultato impensato: la maggior parte dei ragazzi era riuscito ad evocare un Patronus quasi perfetto.

“Sono davvero soddisfatta ragazzi e come premio assegno 10 Punti a Grifondoro e 10 a Serpeverde. Mi raccomando, provate tutte le sere per dieci minuti, ok? Come compiti voglio che continuiate con il Patronus e alla prossima lezione vediamo a che punto siete” finì di dire mentre la campanella suonava.

I ragazzi annuirono e velocemente uscirono dalla classe per raggiungere l’aula di Pozioni nei Sotterranei.

Harry si avvicinò a Selene “Zia, ricordi che stasera” ma fu interrotto dalla ragazza “Certo, non preoccuparti, alle 5 nel mio ufficio. Ora vai o Piton chi lo sente” disse scoppiando a ridere ma riprendendo il controllo subito dopo. Anche Harry rise un attimo poi corse con Hermione e Ron nei sotterranei dove molti alunni aspettava Piton fuori dall’aula.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Che cosa nascondi? ***


Che cosa nascondi?

 

Harry raggiunse i suoi amici e Dean e Seamus erano parecchio eccitati “Grandissima lezione, Harry! Tua zia è una grande!”  disse tutto soddisfatto Dean saltellando un po’ “Avete visto il mio falco? La prof ha detto che con ancora un po’ di esercizio sarà perfetto!” intervenne Seamus sistemandosi la borsa a tracolla “Anche il mio è quasi perfetto! Peccato che ora abbiamo Pozioni e la mia felicità svanisce alla vista di quel pipistrellaccio!” sbuffò Ron vedendo la lunga figura di Piton avvicinarsi a passi veloci.

Harry guardò verso l’aula “In più siamo ancora insieme ai Serpeverde!” disse scoccando un occhiata fulminea a Malfoy che lo guardava con un ghigno.

“Prima o poi farò svanire quel ghigno a quello stronzetto!” continuò Potter facendo un lungo respiro. Hermione lo guardò scioccata “Non vorrai fare a botte, vero?” gli chiese seria “Certo! Perché no!?” rispose al posto suo Ron. Hermione si accigliò.

“Silenzio ed entrate in classe, altrimenti toglierò punti alla vostra Casa!” Piton li stava sorpassando facendo svolazzare il lungo mantello nero. Come al solito l’ombroso prof era di pessimo umore, ma solo con i Grifondoro. Passando davanti agli alunni della sua Casa, Piton sorrise vago.

Harry, Ron e Hermione presero posto nelle ultime file.

Piton si sedette alla cattedra e con la solita voce untuosa spiegò la lezione “Chi di voi ha avuto la fortuna di poter continuare Pozioni, deve sapere che quest’anno non accetto errori! Le pozioni che prepareremo saranno più complesse ed impegnative e non voglio esplosioni o avvelenamenti, chiaro?” chiese in tono molto alto squadrando attentamente ogni singolo alunno.

Gli alunni annuirono e si armarono di calderone, fiale e mestoli.

“Oggi prepareremo un Antidoto contro il veleno di Basilisco” disse e con un lieve tocco di bacchetta fece apparire gli ingredienti alla lavagna “La pozione sarà pronta tra 30 minuti circa! Ti consiglio, Potter, di leggere attentamente ogni singola riga e parola. Non vorrei che invece di un antidoto mi preparassi un veleno, cosa che credo più probabile visto il tuo scarso impegno!” sibilò fissandolo con il suo solito sguardo disgustato che riservava sempre e solo a lui. Alcuni Serpeverde guardarono Harry ridendo.

Harry sostené lo sguardo senza timore e Piton si avvicinò a passo veloce al suo banco “Sono stato costretto a tenerti, Potter, solo perché hai superato a pieni voti l’esame! Avrei fatto volentieri a meno della tua presenza!” gli disse a voce bassa prima di allontanarsi e risedersi alla sua cattedra.

Se non fosse stato per Hermione, Harry avrebbe risposto a tono a quel crudele professore.

Harry accese il fuoco sotto il suo calderone e prese a leggere con attenzione ogni riga alla lavagna.

“Ti faccio vedere io brutto stronzo” pensò versando mezzo litro d’acqua nel suo calderone. “Sarai costretto a mettermi Eccellente!”.

Versò 2 radici di Artemisia e continuò a girare il composto che si colorò di un verdino molto chiaro.

“Andrà tutto bene, Harry! Piton lo fa solo per provocarti e renderti nervoso. Sa che facendo così tu sbagli e lui ci gode!” lo rassicurò Hermione vedendolo molto agitato.

“Sembra che lo faccio apposta! Quel bastardo mi deve sempre rovinare la giornata!” si sfogò a bassa voce mentre versava nel calderone 4 occhi di gatto.

“E tu incassa e basta! Non rispondere o gli dai la possibilità di punirti e di togliere punti a Grifondoro. Ignorandolo vinci tu!” riprese Hermione mentre mescolava la sua pozione di un lilla intenso “Metti una foglia in più di salvia, Ron” gli suggerì la ragazza notando che la pozione di Weasley era di un lilla spento.

Harry si rilassò e buttò nel calderone l’ultimo ingrediente : 25 gocce di Lacrime di Fenice. Era l’ingrediente più importante e bastava una goccia in più o una in meno per sbagliare.

Fu in quel momento che Piton si alzò dal suo posto e si avvicinò come un vampiro a Harry ”Vedo che stai per aggiungere l’ingrediente chiave, Potter! Molto bene! Avanti, aggiungi le Lacrime!” chiese in tono spicciò il prof osservando Harry con molta attenzione.

Il ragazzo si innervosì ma non guardò per un solo momento Piton in faccia; prese l’ampolla con le Lacrime alla sua destra e il contagocce alla sua sinistra.

Con molta calma iniziò a versare le gocce nel calderone. Ad ogni goccia la pozione emetteva un Blop e qualche schizzo.

“22…23…24…25…FATTO!” si fermò Harry posando gli attrezzi sul banco e mescolando con cautela il composto, diventato di un viola scuro. Piton lo osservò con attenzione e, senza degnare di uno sguardo Harry, tornò alla cattedra.

“La pozione è pronta. Mettetene un po’ in un fiala e portatemela” chiese nervoso.

Hermione aveva osservato sia Harry che Piton per tutto il tempo “La Pozione è giusta! Piton ha perso!” disse ghignando la ragazzina.

“C’è rimasto di merda, Harry!” lo esultò Ron mettendo un po’ della sua pozione di una tonalità di viola

più chiaro in una fiala “Chissà se mi darà una bella S come consolazione!” sospirò deluso Ron avvicinandosi a Piton.

“Ti avevo detto di aggiungere una foglia di salvia in più, ma tu non mi devi aver ascoltato!” lo sgridò Hermione, poggiando con cautela la sua fiala sulla cattedra.

“Voglio una relazione dettagliata sul veleno del Basilisco e sui suoi effetti, per la prossima lezione! Pulite tutto e uscite!” ordinò Piton sistemando le fiale in un mensola dietro la cattedra.

Harry, Ron e Hermione pulirono velocemente e uscirono di fretta dalla classe.

“Sei stato grande, Harry! Piton non si aspettava che tu facessi esattamente la pozione! Ti dovrò dare per forza Eccellente!” gli disse Hermione mettendo a posto la cinghia della sua borsa “Si può sapere quanti libri hai dentro lì?” le chiese Ron aiutandola “Tutti quelli che mi servono, che razza di domande!” rispose stizzita lei.

 

 

Erano ormai le 16:30 e avevano finito la lezione di Cura delle Creature Magiche con Hagrid. L’omone gli aveva mostrato alcune Fenici e le loro caratteristiche.

Erano parecchio stanchi e aveva anche un sacco di compiti: Selene voleva che si allenassero tutte le sere per 10 minuti con i Patronus, Hagrid voleva una ricerca sulle Fenici, Piton una relazione sul veleno del Basilisco e la McGranitt voleva che ripassassero ancora gli Incantesimi Evanescenti, notando che nessuno si ricordava come farli.

Harry guardò l’orologio e gli sembrava che quella mezz’ora non volesse passare.

Alle 17 doveva andare da sua zia: poteva chiedere tutto quello che voleva sui suoi genitori.

Arrivò senza nemmeno accorgersi davanti al quadro della Signora Grassa “Parola d’Ordine” chiese gentile

“Acquamarina” disse Ron e il quadrò si spostò, lasciando lo spazio per entrare nella Sala circolare.

“Harry, ti conviene andare!” gli disse Hermione sedendosi sulla poltrona davanti al camino e posando sulle sue ginocchia il libro di Trasfigurazioni.

“Si, vado. Ma tu devi studiare ora?” le chiese guardandola perplesso

“Certo! Ti rendi conto che non ricordavo come Evanescere quel topo? Una cosa impensabile, non deve succedermi più!” gli disse sconvolta e anche nervosa

“Ma Hermione! Ti basteranno due minuti per riuscirvi di nuovo!” intervenne Ron prendendo posto sul divano

“Servirebbe anche a te ripassare, Ron, visto che non ci riuscivi nemmeno tu!” lo sgridò nascondendo il viso dietro al grande libro.

“Io vado! Ci vediamo dopo!”  Harry salutò con la mano e uscì dalla Sala. Mille domande gli passavano per la mente e non sapeva se sarebbe riuscito a ricordarsele tutte.

Sarebbero state cose belle o brutte? Suo padre adorava la sua sorellina quando erano piccoli o la lasciava in disparte? Come si comportava con sua madre? Troppe domande e non c’era molto tempo per chiedere.

Mancavano solo dieci minuti e decise di correre per raggiungere sua zia un po’ prima del previsto.

Arrivò davanti al suo ufficio affannato. Appoggiò le mani sulle ginocchia e prese fiato lentamente. Poco dopo bussò alla porta e la voce gentile di Selene gli diede il permesso di entrare.

“Harry, ciao caro! Sei in anticipo ma non importa. Siediti prego, preparo il tè” si alzò e prese un teiera da sopra un mensola e con un colpo di bacchetta fece apparire l’acqua bollente al suo interno. Prese due bustine di tè da dentro una scatola di ottone e due tazze di porcellana da dentro una vetrina.

Nel frattempo, Harry, osservò l’ufficio di sua zia: alla finestra c’erano due vasi di viole, sulle mensole sospese per aria varie foto animare raffiguranti lei e suo padre, sulla scrivania una foto di lei e James abbracciati e un piccolo pensatoio. Harry vide che il materiale all’interno luccicava un po’. Chissà che pensieri e ricordi teneva al suo interno Selene.

Harry prese la foto e notò che suo padre e Selene erano molto somiglianti.

Selene aveva i capelli un po’ più chiari di James, ma gli occhi e il sorriso birichino erano gli stessi.

Suo padre doveva essere poco più che un ventenne e Selene doveva avere pochi anni meno.

La ragazza gli porse la tazza, un piattino con alcuni biscotti e si sedette sulla poltrona dietro la scrivania.

“Allora, Harry, com’è andata oggi?” chiese porgendogli la zuccheriera

“Molto bene, grazie. La tua lezione è piaciuta a tutti!” le disse sorridendo prendendo un biscotto.

“Ne sono felice! Ti piace la foto, vedo” gli disse vedendo che il nipote continuava a fissarla interessato

“Bè, si…ci siete tu e mio padre..quanti anni avevate?” gli chiese un po’ imbarazzato

“James ne aveva diciotto e io sedici. Eravamo in Spagna in vacanza a casa di una mia amica” spiegò Selene sorseggiando il suo tè.

La ragazza posò la sua tazza sulla scrivania e guardò Harry “Sei qui per un motivo preciso, Harry. Vuoi sapere tutto sui tuoi genitori, bene! Chiedi tutto quello che vuoi” gli disse sorridendo e prendendo da un cassetto della scrivania due album di foto molto grandi.

Harry li prese e ne aprì uno: c’erano sua madre e suo padre mano nella mano e il luogo doveva essere per forza Hogsmeade.

“Com’era mio padre a scuola? Sia con te che con gli altri” chiese Harry posando un attimo l’album che teneva sulle ginocchia.

“Oh, tuo padre a scuola era un vero terremoto e credo che te l’abbiano detto in molti. Nei miei confronti era molto protettivo e geloso, stessa cosa con tua madre. Non sopportava Severus Piton e Lucius Malfoy” rispose tranquilla ma nominando Malfoy la sua voce tremò un attimo.

Harry sembrò non accorgersi e riprese con le domande “Perché odiava tanto Piton?” gli chiese molto schietto “Perché Piton aveva una cotta per tua madre. All’inizio James prese la cosa come una specie di competizione, vista la sua fama di rubacuori, ma quando si accorse di provare qualcosa di intenso per Lily la prese seriamente. Il resto lo sai, visto che sei nato” gli disse sorridendo.

“E tu com’eri nei suoi confronti?” chiese

“James era il mio punto di riferimento in tutto! Se avevo bisogno di un consiglio o di qualsiasi cosa lui c’era sempre. Tuo padre non era solo un bullo ma anche una persona umile, generosa e disponibile! Sapevo di poter sempre contare su di lui per qualunque cosa. Poi c’era Remus che è ancora il mio migliore amico. Quando James non c’era potevo rivolgermi anche a lui!” rispose tranquilla ma con un po’ di tristezza.

“E Sirius? Cos’era per te lui?” chiese senza pensarci un attimo, non immaginando minimante che quella domanda aveva fatto male a Selene.

La ragazza sentì una lieve stretta al cuore e gli occhi le bruciavano molto.

Puntò la sua bacchetta alla tempia e una piccola strisciolina argentata ne uscì. La portò all’interno del pensatoio.

“Hai altre domande?” fece finta di niente Selene, sperando che Harry chiedesse qualche altra cosa.

Harry la guardò un attimo “Che cosa nascondi, zia?” pensò.

“Da chi ho ripreso il carattere?” cambiò domanda ma sempre con quel dubbio.

“Sicuramente lo spirito d’avventura da James ma hai ripreso anche quel poco di calma e indecisione di Lily. Tua madre era molto riflessiva e ci pensava diecimila volte prima di fare qualsiasi cosa, anche per accettare il primo invito di tuo padre ad uscire.” Rispose ridendo

Harry fissò di nuovo il pensatoio di Selene. Aveva una tale voglia di sapere che nascondeva…

“Davvero era indecisa se uscire con mio padre?” chiese perplesse

“Oh si! Tua madre all’inizio non sopportava la vista di tuo padre. Lo considerava uno stupido montato patito del Quidditch e senza la minima traccia di gentilezza! Non aveva tutti i torti, tuo padre spesso esagerava con gli scherzi! Spesso finiva nell’ufficio di Gazza o da Silente, ma Albus era molto affezionato a lui e lo lasciava sempre andare! Tua madre l’ha cambiato moltissimo. Pensa che stentavo a riconoscerlo! Certo, la vivacità non gliela poteva togliere nessuno, ma si era calmato un po’” raccontò la ragazza sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Facevi parte anche tu dell’Ordine della Fenice?” chiese Harry.

Selene sembrò indecisa se rispondere o no, ma Harry era ormai grande e doveva sapere tutto “Si, anche se non facevo molto. Tuo padre non era per niente d’accordo sul fatto che io e Lily ne facessimo parte. Era molto protettivo con noi, anche troppo a volte!” spiegò Selene

“E che facevate di preciso? Combattevate contro Voldemort?” chiese tranquillo

Selene rimase sorpresa di sentire Harry nominare Voldemort “Si! A quei tempi era davvero molto potente. Era riuscito a crearsi un esercito di Mangiamorte e creature magiche molto potenti. Eravamo sempre all’erta, attaccava sempre di sorpresa. A volte le spie che Silente aveva da Voldemort non facevano in tempo ad avvisarci degli attacchi. Una volta, qualche anno prima della tua nascita, ci fu una tragedia: Diagon Alley e Hogsmeade furono rase al suo nel giro di ventiquattro ore!” raccontò Selene rabbrividendo

“Cosa?” chiese Harry scioccato

“Si! Fu un attacco a sorpresa! Ci furono milioni di morti e centinaia di feriti ed eravamo sotto le feste di Natale. Fu una vera tragedia! Diagon Alley e Hogsmeade furono ricostruite, ma la gente ha ancora paura di metterci piede, soprattutto ora che LUI è tornato!” raccontò Selene in tono molto serio.

“Questo non lo sapevo!” disse incredulo Harry poggiandosi sullo schienale

“La gente cerca di dimenticare ma una tragedia simile non si può cancellare!” disse Selene tristemente

“Sirius cos’era per te?” ritentò ancora Harry sperando in una risposta.

“Harry si è fatto tardi, tra poco si cena. Ti dispiace avviarti da solo? Io devo finire alcune cose” disse avvicinandosi alla porta e aprendola. Harry la fissò un attimo: ancora una volta aveva evitato di rispondere a quella domanda. Perché? Che nascondeva Selene?

Harry salutò la ragazza e raggiunse di corsa la Sala Grande, dove Hermione e Ron gli stavano tenendo il posto.

“Allora, com’è andata?” chiese curiosissimo Ron girandosi verso Harry.

Potter riprese fiato e raccontò tutto “Così Selene non ti ha detto cos’era per lei Sirius? Perché secondo te?” chiese Ron grattandosi il mento con un dito

“Ma è chiaro, no? Era suo amico! Gli farà male parlare di lui sapendo che…che lui è…insomma avete capito, no?” chiese Hermione gesticolando con una mano.

“Si. Forse non avrei dovuto fargli quella domanda! Mi è sembrata parecchio turbata!” disse Harry pensoso

“Forse ha ragione Hermione. Magari sarà lei stessa a dirti cos’era per lei Sirius!” disse Ron poggiando una mano sulla spalla dell’amico.

Calò il silenzio. Poco dopo Ron vide Selene entrare e diede uno scrollane al braccio di Harry che si voltò: la ragazza era tranquilla ma aveva gli occhi spenti e tristi. Sorrideva a malapena e sembrava pensare ad altro.

Prese posto al tavolo dei professori accanto a Piton. A Harry venne in mente il pensatoio di sua zia.

Forse lì dentro avrebbe scoperto cosa turbava sua zia e cosa c’era tra lei e Sirius.

Ma come poteva fare per poter controllare? Se sua zia l’avesse scoperto a spiare nei suoi ricordi, come avrebbe reagito? Ma lui doveva sapere, doveva scoprire! Gli venne un’idea ma decise di non farne parola con nessuno, nemmeno con Ron e Hermione.

Non si accorse nemmeno che la cena era apparsa nei piatti e che nella Sala risuonava il vociare degli alunni e il tintinnio delle posate.

Prese a mangiare pensando a quello che avrebbe dovuto fare da lì a poco tempo.

 

 

ANCHE QUESTO CAPITOLO è FINITO!! GRAZIE A CHI HA COMMENTATO E SPERO DI TROVARE ANCORA MOLTI ALTRI COMMENTI!! CIAOOO ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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