Chiarimenti a Diagon Alley
Durante la settimana, Harry cercò di usare le lezioni di
Occlumanzia, dategli da Piton l’anno precedente, per chiudere la mente ai
brutti sogni e sembrò riuscirci per metà. A volte sognava lui e Ron litigare
per delle Cioccorane, altre volte sognava il suo padrino morto.
Gli veniva difficile dimenticare Sirius e ancora non si
era convinto che lui fosse morto veramente. Credeva che prima o poi avrebbe
ricevuto sue notizie o se lo sarebbe visto arrivare a Privet Drive per portarlo
con sé.
Spesso però pensava al fatto che lui era morto davvero,
come Silente e Lupin gli aveva ripetuto più volte, e che la colpa fosse solo
sua.
L’ultima persona, oltre a Remus, legata ai suoi genitori.
Cercò di distogliere i cattivi pensieri e prese un pezzo
di pergamena stropicciato dal suo baule.
Molto velocemente scribacchiò la risposta a Ron e legò la
lettera alla zampetta di Leo, rimasto nella gabbia di Edwige fino a quel
venerdì.
Prese il gufetto su due dita, gli diede una carezza e lo
portò fino alla finestra aperta per poi lasciarlo volare fuori.
L’indomani sarebbe dovuto andare a Diagon Alley per
comprare il necessario per Hogwarts e aveva scritto a Ron di farsi trovare con
Hermione davanti al ”Paiolo Magico” di mattino.
Respirò profondamente e scese per dire agli zii che il
giorno seguente sarebbe andato via.
Mentre si avvicinava alla cucina sentiva il rumore di
stoviglie e cassetti che si aprivano e chiudevano. Zia Petunia stava di sicuro
preparando la cena.
“La cena non è ancora pronta, ragazzo!” sbottò subito zio
Vernon vedendo il nipote entrare “tornatene di sopra! Ti chiameremo quando sarà
pronto!” continuò posando il giornale sul tavolo.
“Sono venuto qui per dirvi che domani me ne vado!” disse
fingendo di non aver sentito suo zio e sedendogli accanto.
“Dove credi di andare, ragazzo? Questa non è una stazione
dove uno và e viene, CHIARO!” sbraitò l’uomo diventando rosso in volto.
“Vado a comprare il materiale per la scuola e resto a
dormire in una locanda in modo che il giorno dopo non dobbiate accompagnarmi a
King’s Cross! Non eravate così ansiosi di non avermi tra i piedi per un intero
anno?” disse in tono piatto guardando suo zio negli occhi. Suo zio sembrò
pensare a questa ottima possibilità di non avere per un anno suo nipote tra i
piedi.
“Va bene, ragazzo! Ma sia chiaro! Domani mattina presto fuori
di qui!” disse sbattendo il pugno grassoccio sul tavolo, facendo saltare le
posate.
“Non me lo farò ripetere due volte!” disse con un gran
sorriso e tornandosene in camera.
Prese il baule e iniziò a buttarci dentro, libri, oggetti
vari, vestiti, pergamene, piume e boccettine di inchiostro.
A cena i Dursley non degnarono Harry di uno sguardo.
Fingevano di essere molto interessanti alla telenovela che stavano trasmettendo
in televisione, soprattutto zia Petunia. Era incantata e guardava avidamente e
con un grande attenzione ogni singola scena.
Harry finì la sua cena, mise piatto, bicchiere e posate
nel lavello e tornò nella sua camera per gli ultimi preparativi.
La mattina dopo sarebbe partito con il Nottetempo e Stan,
il bigliettaio, lo avrebbe sommerso di domande sulla sua ultima vicenda con
Voldemort e lui non aveva voglia né di raccontare né di ricordare.
La Gazzetta del Profeta e Il Cavillo avevano
già detto tutto il necessario sull’accaduto.
Si buttò sul letto ancora vestito, tolse gli occhiali e si
mise con le braccia dietro la nuca a guardare il soffitto. Poco dopo si
addormentò.
Si svegliò che era ormai l’alba, si lavò, vestì e cercò di
domare quei capelli senza alcun risultato soddisfacente.
Scese piano le scale e andò in cucina. Prese dal frigo una
brocca di succo d’arancia e se ne versò un po’ in un bicchiere. Bevve
velocemente e uscì di casa. Era finalmente libero.
L’aria fresca era un gran sollievo. Superò il vialetto e
si guardò intorno, per accertarsi che nessuno stesse guardando. La via era completamente
libera.
Sfilò la bacchetta dai pantaloni, tese il braccio destro e
un sonoro ‘ Bang’ echeggiò nell’aria.
Un bus a tre piani di un viola intenso e con la scritta
“Nottetempo” in lettere oro era apparso dal nulla e si era fermato davanti a
Harry.
La porta si era aperta lasciando scendere un giovane
ragazzo tutto brufoli con le orecchie a sventola.
Il ragazzo balzò sul marciapiede e disse “Benvenuto sul
Nottetem…Ehi, HARRY! Ern c’è Harry” urlò il ragazzo entusiasta di vederlo e
voltandosi verso un uomo con due enormi occhiali spessi.
Harry imbarazzato disse “Ehm…Ciao Stan, salve Ern!” e salì
sul bus.
Stan prese il suo baule e lo trascinò in fondo, dove
davanti al finestrino vi era la unica sedia libera accanto ad una strega
vestita di verde marcio con un enorme porro sul naso.
“Dove ti portiamo, Harry?” chiese strofinandosi le mani “A
Diagon Alley” rispose.
“Perfetto! Molti passeggeri devono fermarsi lì ed è
proprio la prossima fermata!” disse tutto felice prendendo i soldi che Harry
gli tendeva.
Un altro sonoro ‘Bang’ annunciò la partenza del bus.
Il Nottetempo viaggiava tranquillo e senza mai urtare auto
o cestini. Al suo passaggio quelli si ritiravano indietro per permettere sl bus di passare.
Un altro ‘Bang’ e il bus si fermò. Harry puntò i piedi a terra
per non cadere.
“Diagon Alley” annunciò Stan passando tra i passeggeri e
salendo le scale che portavano ai piani superiori del bus.
Harry trascinò il suo baule fino fuori e salutò Stan che
si era precipitato dalla scale per vederlo.
Il Nottetempo si era fermato proprio davanti al “Paiolo
Magico”. Harry guardò il bus sparire ed entrò nella locanda.
Molte persone vedendolo entrare lo fissarono intensamente
e mormoravano tra loro. Tom, l’oste, gli si avvicinò e con un inchino, che
imbarazzò Harry, disse “Benvenuto Harry Potter! In cosa posso esserle utile?” e
lo fissò con grande rispetto.
Harry era un po’ infastidito da questa cosa “Vorrei una
camera e qualcosa da mangiare!” chiese gentilmente sedendosi ad un tavolo
libero.
“Subito signore!” e l’oste batte due volte le mani. Due
elfi domestici presero il baule di Harry e lo portarono di sopra. Se Hermione
avesse visto quella scena avrebbe di sicuro scatenato un putiferio.
Tom tornò quasi subito da Harry con un vassoi. Gli servì
delle tartine, tè e succo di zucca, biscotti e dolci vari e con un sorriso
sdentato disse “Buon appetito!” e tornò al bancone.
Harry mangiò in silenzio lanciando di tanto in tanto
occhiate furtive alla gente nella locanda. Molti lo fissavano e mormoravano,
altri lo indicavano.
Cercò di finire in fretta la colazione per salire nella
sua camera.
Un elfo domestico, che gli ricordava Dobby, lo accompagno
fino alla stanza 23.
La camera dava l’aria di essere la più grande e la più
“lussuosa”.
Aveva un enorme bagno con una grande vasca esagonale. Sui
bordi della vasca c’erano tantissimi rubinetti scintillanti e da ognuno di
quelli usciva un sapone diverso. Gli ricordava molto i bagni dei Prefetti a
Hogwarts.
Alle finestre erano appese tende di pizzo bianche, sul
lavandino di granito c’erano saponette con lo stessa di Hogwarts e due
asciugamani azzurri.
La camera era altrettanto grande: il letto a baldacchino
era molto morbido e comodo e sul comodino c’erano varie riviste di Magia,
Gossip e sul Quidditch.
Harry prese un jeans e un t-shirt dal baule, andò in bagno
e pensò a quale rubinetto aprire per primo.
Girò un rubinetto con incastonato una grande gemma blu
mare: ne usci una schiuma rosa molto profumata.
Dal secondo rubinetto con una grande gemma smeraldo uscì
acqua calda mista a bolle viola dal profumo speziato.
La vasca era ormai piena e Harry si immerse in quel bagno
rilassante.
Ci rimase almeno per un mezz’ora abbondante, finché
l’acqua non iniziò ad essere tiepida.
Si vestì in fretta e asciugò leggermente i capelli con la
punta della bacchetta, dalla quale usciva dell’aria calda.
Uscì di corsa dal “Paiolo Magico” ei si fermò sul
marciapiede davanti alla locanda, in attesa di Ron e Hermione.
Una decina di minuti dopo si sentì chiamare alle spalle
“Harry! Ehi Harry!” e vide due ragazzi con un gran sorriso stampato in faccia
corrergli incontro.
Anche Harry sorrise gioviale e la ragazzina gli saltò al
collo abbracciandolo stretto “Come stai? Passato bene le vacanze?” chiese
Hermione visibilmente cresciuta ed abbronzata dopo avergli stampato un bacio
sulla guancia.
“Sto bene, anche se avrei potuto passar meglio le
vacanze!” disse arrossendo leggermente. Hermione era davvero diventata bella.
“Ci dispiace davvero tanto, Harry!” si scusò Ron sempre
più alto e dinoccolato e con una decina di lentiggini i più.
“Oh, non importa! Ora siamo insieme e domani torneremo ad
Hogwarts!” disse sorridendo Harry.
“Hai già comprato i libri?” chiese Hermione sistemandosi
una lunga ciocca di capelli.
“No, stavo aspettando voi. Andiamo al Ghirigoro?” chiese
Harry iniziando a camminare. Gli altri annuirono e lo seguirono.
Sui muri di tutta Diagon Alley vi erano appesi enormi
manifesti raffiguranti Sirius.
Tutti dicevano la stessa cosa “Incolpato ingiustamente
e dopo aver scontato 12 anni non suoi ad Azkaban, Sirius Black muore
tragicamente ucciso dalla cugina Bellatrix Lestrange”.
Erano mesi che La Gazzetta del Profeta e Il
Cavillo pubblicavano articoli su Sirius e sulla sua morte.
Harry si fermò ad osservarne uno e la rabbia esplose
dentro di se. Strappò con violenza il manifesto, lo stracciò e calpestò più
volte con i piedi, facendo girare parecchi passanti.
Hermione voleva fermarlo ma Ron la trattenne per un
braccio. Il suo sfogo era normale, aveva perso il suo padrino.
Harry si fermò di colpo e respirò profondamente. Si girò
verso i suoi amici e accennò un sorriso amareggiato “Scusate!”. Ron si avvicinò
e gli batté una mano sulla spalla “Non preoccuparti, amico! Va tutto bene!” gli
disse mentre anche Hermione li raggiungeva con gli occhi lucidi, che a malapena
trattenevano le lacrime.
Hermione pensò al fatto che Harry era parecchio cambiato.
Qualche anno prima avrebbe urlato come un pazzo, ora si era limitato a
strappare e calpestare un manifesto, con la stessa violenza con cui avrebbe
voluto uccidere l’assassina del suo amato padrino.
Harry riprese a camminare in mezzo ai suoi amici diretti
al Ghirigoro.
Entrarono nel negozio e presero le copie dei libri di cui
avevano bisogno per uscire cinque minuti dopo con una borsa piena ciascuno.
Si recarono di nuovo al “Paiolo Magico” per posare gli
acquisti e videro che dentro c’erano i signori Weasley con Ginny.
“Ciao Harry, caro!” si precipitò subito la signora Weasley
abbracciando calorosamente Harry
“Ciao Harry, come va ragazzo?” chiese gentilmente il
signor Weasley posando La Gazzetta del Profeta che stava leggendo.
“Non c’è male. Posso farle una domanda?” arrivò subito al
sodo Harry senza troppi giri di parole.
“Dimmi pure!” si fece serio i signor Weasley mentre anche
la moglie prendeva posto accanto a lui.
“Perché Silente mi ha proibito di venire a passare le
ultime settimane da voi?” chiese con una nota di rabbia nella voce.
“Harry, Silente l’ha fatto per precauzione!” disse il
signor Weasley ma Harry lo fermò “Precauzione? Ha paura che combini altri
guai?” chiese un po’ scocciato
“Certo che no! Lui vuole che tu stia al sicuro e la casa
dei tuoi zii sembra la più adatta!” intervenne Molly Wealsey con voce dolce.
“Certo, è ancora sicura dopo che due Dissennatori hanno
attaccato me e mio cugino l’estate scorsa!” rispose stizzito Harry.
“I Dissennatori sono tornati sotto il controllo del
Ministero. Dopo che Caramell si è convinto del ritorni di Tu-Sai-Chi, ha fatto
di tutto perché i Dissennatori tornassero dalla nostra parte. Per poco non
perdeva il posto come Ministro!” spiegò con calma il signor Weasley.
“Silente l’ha fatto per te! Ha messo di pattuglia, dove
vivi con i tuoi zii, una decina di ottimi Auror! Nessuno ti avrebbe potuto
attaccare con loro di guardia!” continuò l’uomo sistemandosi gli occhiali sul
naso.
“Abbiamo cercato di convincere Silente a lasciarti venire
da noi, caro, ma per lui eri più al sicuro con i tuoi zii!” disse la signora
Weasley sorridendo.
“Quindi, non era perché avevate paura di un possibile
attacco se fossi stato da voi?” chiese timidamente Harry arrossendo per la
domanda assurda.
“Ma cosa ti salta in testa? Certo che no, caro! Noi ti
volevamo con noi! Sappiamo come ti trattano quei Babbani, di sicuro ti avranno
tenuto a stecchetto, infatti sei più magro!” disse la donna osservando meglio
Harry “Ma stasera farai una bella cena
sostanziosa!” riprese sorridendo felice.
La cena della sera infatti fu molto bella: piatti di ogni
tipo di portata volteggiavano sopra le loro teste ogni cinque minuti.
“Avete già fatto il baule?” chiese la signora Weasley squadrando
i ragazzi.
“Devo solo mettere i vestiti e sarà completo!” disse Ron
con un sorriso.
“Vedi di non scordarti niente!” disse il signor Weasley
bevendo la sua acquaviola.
“Chissà chi insegnerà Difesa Contro le Arti Oscure
quest’anno!” disse da sopra il suo budino Hermione
“Già! Io spero torni Lupin!” disse Ginny con aria
speranzosa “E’ stato il migliore di tutti!” continuò la rossa annuendo con la
testa.
“Hai proprio ragione, Ginny! Ma non credo che lo
riassumeranno, i genitori degli altri ragazzi avranno di sicuro terrore ad
avere con insegnante dei loro figli un Lupo Mannaro!” disse Hermione sbuffando.
“Comunque sia spero che questo sia in gamba, e non un
posseduto, un vanitosi scemo e una vecchia sadica!” disse Ron attaccando la sua
crostata di mirtilli.
Harry rise e per poco non si strozzò con il suo dolce alle
fragole.
“Forza, tutti a letto, cari! Domani dovremo alzarci tutti
molto presto! Su, a letto!” disse la signora Weasley dando un bacio sulla
fronte ai quattro ragazzi.
“Buona notte ragazzi!” dissero Ginny e Hermione davanti
alla porta della loro stanza.
“Notte ragazze!” risposero i due entrando nella loro.
Ron entrò nella sua stanza e Harry nella sua.
Il ragazzo si mise in pigiama e si buttò nel letto,
pensando a chi sarebbe stato il nuovo insegnante di Difesa.
In cuor suo sperò che fosse in gamba e non un sadico come
quella dello scorso anno.
Si tolse gli occhiali e cercò di prendere sonno.
Eccomi con il secondo capitolo! Grazie a chi ha
commentato!! Commentate ancora in tanti, vi ringrazio ancora!A presto!!! ^_^
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