And suddenly.. nothing happened.

di Winona Lighteyes
(/viewuser.php?uid=85527)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E il 31 Luglio iniziò male.. ***
Capitolo 2: *** Waiting ***
Capitolo 3: *** That Septemper 1st ***
Capitolo 4: *** The Sorting Hat ***
Capitolo 5: *** Saluti e Comunicazioni di Servizio.. ***
Capitolo 6: *** Che lo spettacolo cominci.. ***
Capitolo 7: *** E il sipario si chiude con il te'... ***
Capitolo 8: *** La gruccia dell'armadio e le pergamene... ***
Capitolo 9: *** Il Boccino d'oro e la Freccia D'Acqua ***
Capitolo 10: *** La luna, il lupo, la lupa e il lupo ***
Capitolo 11: *** Who assumes makes an a*s out of you and me ***
Capitolo 12: *** Enter the Vinx.. ***
Capitolo 13: *** Avviso + Omake (Update, chapter 4 online) ***



Capitolo 1
*** E il 31 Luglio iniziò male.. ***


And Suddenly... nothing Happened 1AVi avevo promesso che l'avrei riscritto... e l'ho fatto. Molti di voi saranno un po' perplessi, ma mi sento di dire che questa è una versione migliore. Il capitolo due e tre sono pronti, e saranno postati entro martedì così che per dicembre saremo pronti a procedere.
Grazie a tutti coloro che mi supportano e per favore fatemi sapere cosa ne pensate =D


And Suddenly.. nothing Happened (but it happened suddenly!)


E il 31 Luglio iniziò male..

     

        La mattina del 31 luglio si preannunciava inconsuetamente assolata nella regione di Drenthe.

Era stata un’estate piuttosto umida e piovosa in Netherland, non particolarmente fuori dal normale ma abbastanza perché le piccole cittadine che erano situate sotto la Grande Diga potessero osservare un po’ preoccupati i canali, insolitamente rigonfi d’acqua piovana. Infatti, era noto che le grandi piogge sarebbero arrivate a settembre e l’idea di dover rinforzare gli argini era diventato un comune luogo di conversazione.  Anziani e giovani potevano essere visti fissare la Diga di tanto in tanto, senza motivo apparente, quasi a voler confermare fosse ancora lì.

Pertanto, quell’improvviso caldo intermezzo era il benvenuto per interrompere la serie di precipitazioni incessanti che sembrava aver colpito senza pietà i centri abitati olandesi.

L’unico paesino che non si curava assolutamente di quello che per la popolazione Babbana poteva considerarsi un grosso problema, era il minuscolo paesino di Flattenburg.

In realtà, c’era ben poco che gli abitanti di Flattenburg trovassero problematico, anzi; c’era ben poco che gli abitanti di Flattenburg trovassero interessante. Per quanto riguardasse il fuori, perlomeno.

I paesani erano felici così, ignoranti dei problemi altrui e immersi nei loro; perché certamente gli estranei non avrebbero capito i loro problemi, e loro per primi non capivano quelli degli estranei.

         C’era infatti, intorno a Flattenburg, un qualcosa di diverso. Non troppo, ma abbastanza diverso da poter considerare il paese completamente alieno a Drenthe, e a tutti i canoni della normalità.

Forse era dovuto all’assoluta mancanza di turisti, mancanza dovuta al fatto che quasi nessuno sapesse che il paese esisteva.

Se una qualunque persona infatti, sulla strada che congiunge Groningen al Parco Nazionale di De Alde Feanen, avesse sporto il naso dal finestrino della vettura, avrebbe sicuramente visto una distesa di campi incontaminata, una vista incantevole, ma decisamente nulla di lontanamente somigliante a un villaggio.

Flattenburg, però, c’era.

Dall’Acquitrino, che da anni costituiva il Parco Nazionale, all’imbocco della statale per Groningen, si diramavano varie stradine ciottolate, lastricate di pietrisco grigio e sassi di fiume, sulle quali facevano capolino botteghe dai colori vivaci e dalla mercanzia curiosa.

Apotecari e farmacie si accavallavano a negozi di abiti a dir poco stravaganti, cedendo il passo a deliziose sale da the coperte di trine e pizzi all’uncinetto, o a negozi di accessori che promettevano, sulle vetrine luccicanti, calderoni autorimescolanti, gufi di ogni forma e dimensione e, per la gioia degli increduli esseri umani, manici di scopa.

         Al centro della piazza, dove la fontana monumento della cittadina zampillava allegramente, si affacciavano l’Ufficio Postale, il Raccordo ICW per la Regolarizzazione dei Mezzi di Trasporto e la Libreria, l’unica del paese.

Proseguendo per le strade, man mano che si giungeva verso l’esterno del ‘centro’, si potevano notare abitazioni stravaganti sormontate da decine di comignoli, ma nessuna poteva battere in stravaganza la dimora Dursley, che si trovava proprio al margine della città, all’ingresso dell’Acquitrino.

A prima vista, magari da molto lontano, sembrava un fungo cresciuto a dismisura, ma più ci si avvicinava, più sembrava essere un tremendo aborto architettonico. Il tetto era tozzo e rotondo, enorme, e i muri decisamente troppo stretti per un tetto simile. Era come se qualcuno avesse fatto alla casa uno scherzo di pessimo gusto, e attaccato sulle travi un gigantesco sombrero. La porta era meravigliosamente anonima rispetto alle finestre, che erano disposte a caso su tutte le pareti. Da una di esse un albero dagli enormi frutti rossi galleggianti sbucava impudente, sorreggendo parte del tetto con i suoi rami e sormontandolo con altri.

Nel giardino verdeggiante, tra i cespugli di piante talmente curiose che persino i vicini di casa ogni tanto osservavano con gli occhi sgranati, uno spaventapasseri vestito in divisa troneggiava immobile, perfettamente inutile nel suo abito grigio polvere da maggiordomo.

         La cosa assolutamente affascinante di quella casa era, comunque, che niente sarebbe mai apparso troppo equivoco in quel contesto; come se fosse perfettamente normale assistere, solo e soltanto in quel posto, all'apparizione di Agrippa in persona, o a una banda di Gnomi aderenti a un sindacato.

Infatti, quella mattina di quel 31 luglio 1997, quando il sole per la prima volta da giorni sfidò la fitta coltre di nubi pesanti che aveva attanagliato il paese da settimane, nessuno si stupì dello stropicciarsi dell’albero, del rifiorire delle piante alla velocità di un Gytrash in corsa e della voce stridula della Signora Dursley che riecheggiava tra le mura della casa.

         Harry Potter si svegliò con un sospiro, strappato a forza dal Regno di Morfeo dal famigliare suono della zia, che tra un verso di disapprovazione a un ‘cip cip’ d’incoraggiamento, chiamava dal pian terreno.

Si stirò pigramente, tirò le coperte, e sfregandosi la faccia a palmi aperti si guardò allo specchio. Era uno straccio; nonostante avesse dormito quasi nove ore filate si notavano ancora le borse agli occhi dovute alla mancanza di sonno protratta nel tempo. Il volto era pallido, ma stava riacquistando colore.

Il giorno prima, di ritorno dall’Accademia dopo 16 ore ininterrotte di treno, aveva avuto un aspetto decisamente peggiore.

         Un nuovo richiamo della zia lo riscosse dai suoi pensieri, e lo fece affrettare al bagno per darsi una ripulita.

Si accorse a malapena del cugino che lo sorpassava in corridoio per andare in cucina, e con lo stesso sguardo vacuo lo raggiunse venti minuti dopo.

Dudley Dursley stava parlando fittamente col padre, Vernon, mentre zia Petunia stava sbattendo in padella una quantità ridicola di uova.

Allo stesso tempo il bacon sfrigolava allegramente nella padella accanto, mentre la donna agitava la bacchetta assieme al cucchiaio di legno, facendo rimbalzare il cibo direttamente nel piatto dei famigliari.  Fuori dalla finestra, lo spaventapasseri stava cercando di stendere dei panni particolarmente riottosi su un filo sottile, appeso e fissato senza pietà da un ramo dell’albero al davanzale della finestra, sotto lo sguardo ironico di un paio di corvi che, approfittando della distrazione dell’uomo di paglia, avevano rubato un paio di frutti.

         - Buongiorno – fece Harry assonnato, prendendo un piatto, una sedia e mettendosi accanto a Dudley, che lo salutò con un colpo sul braccio prima di tornare a parlare col padre dell’argomento del giorno, la Preselettiva di Quidditch della sera scorsa, Transilvania VS Perù.

- Buongiorno, Harry – rispose zia Petunia, scodellando uova e pancetta nel suo piatto. – Spero tu abbia avuto il tempo di riprenderti, sembravi un cadavere ieri, ma immagino sia normale… quella scuola è così lontano – sospirò lei, scrutandolo in viso soffermandosi leggermente preoccupata sui cerchi neri intorno agli occhi del ragazzo

 – Zia, è la migliore scuola nei paraggi, e poi sono solo quaranta ore di treno; anzi, questa volta solo sedici, abbiamo saltato le fermate a Grossberg e abbiamo preso la Linea Diretta, invece di scendere in Baviera prima di risalire. – Interruppe lui, ingoiando un boccone di uova e mandandolo giù rapidamente.

- Lo so, lo so, non pensare che lo dica tanto per dire. E lungi da me impedirti di salutare i tuoi amici, ovviamente! Ma il viaggio è sempre stancante, e voi dormite solo sei ore al giorno in quel posto. Due settimane di vacanza non sono assolutamente sufficienti! – ritorse lei, contrariata, scodellando sul tavolo delle aringhe fatte sul momento e dei toast. – Meno male che questa è l’ultima volta. Dormirò più tranquilla sapendoti più vicino a casa, senza contare che ti vedrò a Natale, a Capodanno, per le feste… -

- Comunque, ragazzo – si intromise zio Vernon, dopo aver preso un sorso di caffè dalla sua tazza, - Buon Compleanno. Diciassette anni sono un traguardo importante! – e mosse in una smorfia, l’equivalente di un sorriso, i suoi baffi cespugliosi.

- E’ vero – concordava la zia, mentre si sedeva a tavola a sua volta e si serviva di the – L’unico peccato è che oggi lo passeremo all’ICW. Mi spiace, sul serio – ripeté per l’ennesima volta ai due ragazzi – Se ci fosse  un modo per ritardare la partenza sapete che lo faremmo, ma dobbiamo assolutamente raggiungere il professor Scamander entro la fine del mese. E’ un vero peccato che sia proprio oggi – .

- Lo so zia Petunia, è solo che non avrei voluto lasciare proprio all’ultimo anno, stavo per dare i miei NEWT. -

- Puoi darli da privatista – propose Dudley – Tanto l’Accademia non conferisce i NEWT comunque, potresti studiare a casa mentre viaggiamo e poi presentarti a giugno all’ICW inglese -

         Il mormorio d’assenso di Harry fu smorzato da un secco ‘Assolutamente no!’ dei due genitori.

- Non se ne parla ragazzi, Harry andrà a scuola quest’anno. E’ il suo ultimo anno e come tale va frequentato. – il tono del patriarca era irremovibile.

Harry alzò un sopracciglio, confuso – Scusa zio, ma  è già scomodo da qui, frequentare l’Accademia da oltremare mi sembra un po’ eccessivo –

E poi, qualcosa nello sguardo degli zii gli fece capire. – Ah, frequenterò un’altra scuola, quindi 

La zia sorrise conciliante – Non è così male come sembra dopo tutto, tutta la nostra famiglia è andata a Hogwarts prima del Grande Viaggio! – Era palesemente contenta che il nipote frequentasse gli stessi luoghi dei genitori – Non è a più di sei ore di treno da Londra, unica fermata tra l’altro. E prima che tu dica qualcosa ti assicuro che molti professori sono completamente up-to-date. Magari non proprio agli standard della vecchia scuola, ma alcuni insegnano da una vita e con la loro assistenza sono certa che passerai i tuoi esami con colori brillanti e anche più. – lo rassicurò.

- Il professor Silente è un amico di famiglia, - rincarò la dose Vernon – una persona di cui puoi fidarti, e poi ho sentito dire che persino la tua insegnante, Miss Marìa, si sta trasferendo là. 

Questo era interessante. Non che Harry l’avrebbe vista di persona, visto che la donna era una rinomata insegnante di Divinazione che lui per ovvi motivi non frequentava, ma il fatto che Miss Maria per prima si fosse trasferita dal suo lavoro strapagato in un paese tendenzialmente bigotto era un avvenimento insolito. Probabilmente sotto c’erano venti motivi diversi, ma in fondo non era poi un dettaglio così essenziale.

         Il ragazzo quindi annuì, non sarebbe valsa la pena comunque cercare di ribattere. Non era personale, era lavoro, e sapeva che potendo i suoi zii avrebbero rifiutato.

- Guarda il lato positivo – lo incoraggiò Zia Petunia con un sorriso – Almeno hai già le valigie pronte.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Waiting ***


And Suddenly nothing happened 2aAggiungo qui il secondo capitolo riscritto. Sul serio chi lo legge mi faccia un fischio, le vostre opinioni sono importanti per me =)

- Finito! – esclamò Zia Petunia qualche tempo dopo, non appena l’unico baule fu chiuso con un sonoro click.

Quel suono riecheggiò sulle pareti vuote della stanza da letto dei padroni di casa: le quattro mura che avevano ospitato la famiglia Dursley e Harry Potter per gli scorsi sette anni erano ora completamente vuote.

I vari dipinti di buffe creature che fino a poco tempo prima avevano drappeggiato il soggiorno erano scomparsi, lasciando spazio alle loro sagome chiare sul muro verdastro.

Tutti i mobili erano stati riposti con cura in una scatola da imballaggi, che a sua volta era stata incastrata meticolosamente nella borsa da viaggio della matrona, e oscillava a tracolla della donna sfidando ogni legge di Gravità conosciuta.

La famiglia si strinse nell’ingresso per un ultimo sguardo a quella che fino a qualche tempo prima era casa.

Se possibile, disabitata sembrava ancora più spettrale, sebbene non fosse ancora stata lasciata. I ricordi di una vita si accavallarono l’uno sull’altro, e mentre la signora Dursley sospirava guardando la finestra da cui si sarebbe dovuta intravedere la cucina, il marito fissava con insistenza quella corrispondente al suo studio.

Fu però con un gesto deciso che la famiglia Dursley girò i tacchi e si diresse, baule alla mano, verso la piazza di Flattenburg, pronta ad affrontare un’intensa giornata al Centro di Regolazione dell’International Confederations of Wizards.  

***

- NON E’ ASSOLUTAMENTE CONCEPIBILE! – Ruggì Vernon Dursley all’ennesimo suono metallico d’Attesa.

Erano rimasti accampati nel formale Salotto dell’ICW da più di tre ore. Nel locale vi erano una serie infinita di poltrone e poltroncine di legno tipiche dei luoghi adibiti all’attesa, affiancati a tavolini bassi e rigidi, sopra i quali erano stati posti vasi di piante ornamentali poco impegnative e varie riviste. 

Su uno di quelli il giornale del giorno, l’Het oog van Fox, recitava a grandi caratteri i risultati del Quidditch del giorno prima, sotto i quali l’immagine delle due squadre che si stringevano la mano spiccava tra l’inchiostro infittito.

 

Era ormai mezzogiorno, e l’unica risposta che avevano ottenuto, attraverso lo Speaker posto sulla parete dell’ufficio, era stata una fredda risposta registrata e circostanziale, che pregava gentilmente di ‘Attendere’.

- C’era da aspettarselo – sospirò Petunia, seduta su uno dei sedili di quella sala dai colori neutri – Flattenburg è un paesino piuttosto piccolo; è ovvio che la precedenza per il viaggio vada a città più grandi. Non possiamo pretendere che il Ministero della Magia e Stregoneria faccia eccezioni per noi

Questo non parve placare il marito, che prese a camminare avanti e indietro lanciando occhiate di rimprovero alla superficie riflettente.

Al ritmo sfiancante dell’orologio posato alla parete della Sala, arrivarono lentamente le due del pomeriggio,.

Harry, che nelle ore di attesa si era appisolato ed era sceso dolcemente sulla nuvoletta celeste dei suoi sogni,  si ritrovò a riscuotersi dal suo stato di dormiveglia quando una gomitata si fece strada verso le sue costole. Perplesso, sbatté due volte le palpebre, realizzando che non indossava gli occhiali. Li rimise sulla punta del naso giusto in tempo per accorgersi che era stato il cugino, e che stava per ripetere il gesto.

- Dudley che cos..? – ma Dudley non lo stava guardando. Stava ridacchiando e fissando di sottecchi la porta a vetri dell’ICW, dove una ragazza bionda stava sventolando la manina e facendo segno di seguirla fuori.

Harry la fissò sbigottito per qualche secondo.

- Vai – gli disse quindi la zia dal suo posto a sedere. – Sospetto che qui ci tratterranno ancora un bel po’, e ti prego non farla venire qui dentro. Merlino sa se quello che mi manca per completare la giornata è un’altra conversazione sul Quidditch… - Scosse la testa storcendo il naso.

Per quanto zia Petunia amasse il suo mondo, lo sport non era mai stato nelle sue grazie. Non ne capiva il fascino e poi, a dirla tutta, il Quidditch tra tutti era uno sport pericoloso, decisamente poco signorile.

Harry non se lo fece ripetere due volte: in fondo non era quello il suo compleanno ideale, speso ad aspettare la Passaporta Internazionale in un salotto standard dell’ICW.

- Happy Birthday! Guess Who? – disse la ragazza, sfoderando un sorriso e una smorfia sul terribile accento con cui suonavano le parole.

- Ciao, Vee. Non pensavo di vederti, in realtà. Avevo idea che saresti rimasta a casa con la famiglia – disse Harry, sorpreso

- Infatti ho lasciato a casa Vinx – spiegò l’amica gesticolando con la mano – Non potevo certo farti partire senza darti il mio regalo di compleanno di persona. Non avrei mai mandato un Gufo Postale fino in Gran Bretagna, quindi se speravi di riceverlo tra qualche settimana… fat chance.

Aveva tra le mani un pacchetto incartato velocemente, da cui sporgeva un lembo di stoffa rossa. Harry lo prese e dopo una leggera soppesata si fece un’idea piuttosto chiara del contenuto.

Oh, no. Non ti azzardare ad aprirlo ora! – gli disse lei precipitosamente  Lo aprirai stasera, quando sarai dall’altra parte del continente –

Harry sorrise e senza fare domande mise in tasca il pacchetto.

- Allora, - fece Harry – Vinx si sta già preparando a un anno senza concorrenza?

Vee ridacchiò – No, non penso. Magari quest’anno Craig avrà una visione e diventerà imbattibile; non è possibile, non ci credo neanche io -  aggiunse allo sguardo ironico del compagno – Ma la speranza è sempre l’ultima a morire. E poi un po’ di sana competizione non farebbe male a quella serpe di mia sorella.

Harry rise del tono acido che aveva assunto la ragazza verso le ultime parole, che risultavano assolutamente ridicole se pronunciate con quell’orribile suono duro che tamburellava a ogni consonante. Nonostante Vee volesse molto bene alla gemella, era molto competitiva e non sopportava di essere semplicemente ‘brava’ in qualcosa in cui Vinx risultava ‘meravigliosa’. Ovviamente, il sentimento era ben ricambiato e molto spesso i compagni d’Accademia si erano trovati a pacificare le due ragazze.

Il fatto che gli standard Accademici fossero alti e rigidi non aiutava la questione. Harry per un attimo si chiese cosa sarebbe successo a separarne i piani di studio. Magari l’una lontana dalla rivalità dell’altra.

- … Harry mi stai ascoltando? – disse Vee perplessa.

- Oh, scusa Vee, ero sovrappensiero. – si scusò lui.

La ragazza sospirò, indulgente – dicevo, che sono rimasta sorpresa dall’annuncio dell’altro giorno. Insomma, Maria che se ne va? La nostra Maria? Qualcosa decisamente non va. A insegnare Divinazione poi!

Ma lo sai cosa ho sentito? Che in quella scuola la precedente Insegnante di Divinazione sia stata trovata morta! – scosse la testa

- La cosa fa venire i brividi. –

- Magari è proprio per questo che è stata assunta? – rifletté Harry. -  In fondo Maria è piuttosto difficile da .. uhm.. abbattere

Vee rise del doppio senso implicito – In effetti…-

La conversazione da lì sfociò nel più e nel meno. Intanto nella piazza assolata la Fontana zampillava serena, i bambini di pietra che giocavano osservati da genitori orgogliosi sullo sfondo* , mentre lentamente il primo pomeriggio sfociava nella sera.

***

Alle cinque del pomeriggio la famiglia Dursley era ancora seduta là, in quel salottino dai toni neutri, a fissare quell’ormai terribilmente famigliare specchio che insisteva nel suo mutismo.

Fu con sollievo che videro finalmente un mago dall’aspetto consumato, piccolo e rotondeggiante, trotterellare dall’altra parte del vetro e procedere verso di loro.

Aveva una tunica blu vivace contornata di quelli che sembravano orribili tulipani rossi, il cui riverbero faceva quasi male agli occhi. L’uomo si asciugò il viso pallido con un fazzoletto giallo, prese un registro e senza proferire parola si apprestò a registrare le generalità dei viaggiatori.

Senza porgere alcuna scusa, cercare di accampare un discorso o qualsiasi altra cosa, l’ometto li accompagnò di fretta nella saletta interna e con i soliti modi poco cortesi cominciò a scribacchiare.

La sola presenza di una persona tanto maleducata fece stringere le labbra a zia Petunia in una linea molto, molto sottile, mentre zio Vernon lo fissava con nuove sfumature di disgusto che fino ad allora avevano graziato soltanto lo specchio della hall.

Qualche minuto dopo, per fortuna prima che la tempra del signor Dursley potesse essere messa alla prova, il nucleo famigliare atterrò traballante nella grande Sala Circolare dell’Ufficio Metropolvere del Ministero della Magia inglese, dove una signorina dai modi garbati, nonostante fossero affettati e palesemente imparati a memoria, prese le loro generalità e indicò loro il camino più vicino.

 

Fu una famiglia molto stanca, provata e sporca di fuliggine che arrivò al numero 10 di Greenpool Road, Peaslake, Surrey.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** That Septemper 1st ***


And Suddenly nothing happened 3ATerzo capitolo online. Ci sto mettendo più del previsto lo so, ma la mia beta sembra essere scappata... (chi vuole rimpiazzarla mi faccia segnali di fumo XD) No scherzi a parte, eccovi il terzo capitolo, sperando di poter proseguire più speditamente.
Commenti sempre graditi <3

Con un fischio prolungato, che nonostante il suono acuto non era possibile distinguere dai tuoni e dal rumore della pioggia battente, l’Espresso dalla locomotiva rosso brillante sussultò in avanti e lasciò la banchina del binario nove e tre quarti.

 

La mattina del Primo Settembre, che era stata inaugurata da un cielo plumbeo e minacciava di peggiorare ulteriormente, aveva superato ogni aspettativa. La cupola di nubi si era addensata come previsto sulla Gran Bretagna, e senza dar torto ai diligenti meteorologi che da giorni prevedevano abbondanti precipitazioni, si stava sfogando in un magnifico acquazzone. 

In quella particolare situazione, era stata una gran scomodità non avere il proprio camino allacciato alla Floo Network. Purtroppo quel genere di burocrazia richiedeva tempo, specialmente se non si poteva abbinare ai vari moduli in pergamena nomi importanti o modeste somme di denaro. Abbonarsi alla Posta era un discorso, ma allacciare un dispositivo palesemente magico come la Floo in un ambiente suburbano molto Babbano era una procedura molto più delicata.

Per questo motivo, il primo settembre, Harry Potter era salito sull’autobus viola a tre piani che lo aspettava alla fine di Greenpool Road, sotto gli occhi ignari e ciechi dei Babbani. Aveva pagato diciotto falci per quelle trentasei miglia di viaggio, e si era seduto su quei tremendi sgabelli infernali, che traballavano pericolosamente senza freni.

Si era poi recato direttamente al treno, caricando il baule nel vagone deposito e tenendo con sé lo zaino, ove era piegata una divisa scolastica.

 

***

Il treno sfrecciava sicuro tra la campagna. La città di Londra era sparita da tempo all’orizzonte e le case sparute diventavano sempre più rade. Un nuovo manto più selvaggio ricopriva i boschi circostanti. In breve i campi arati e curati dalle macchine agricole fecero posto alle foreste di latifoglie. Le montagne coperte di eriche e brugo non erano che macchie indistinte, sotto la pesante coltre di pioggia. Tutto sommato, il tempo orribile e quel tripudio di rossi e ori della vegetazione facevano un tremendo clash da film dell’orrore, accentuato dai lampi e dal cupo rimbombo dei tuoni che faceva sobbalzare i passeggeri e le gabbie, con tutto ciò che c’era all’interno.

Nei corridoi gente chiassosa e rumorosa si ammassava e arrabattava da una parte all’altra, cercando gli amici, i conoscenti, la propria rana fuggiasca o semplicemente cercando un posto libero per sedersi. A quanto pareva, i posti non sembravano mai essere sufficienti.

Nonostante ciò lo scompartimento in cui Harry Potter stava seduto, era vuoto. I posti di fronte erano palesemente liberi, mentre quelli accanto al ragazzo erano stati occupati da giornali vecchi, dai quali erano stati ritagliati articoli e trafiletti. Recensioni scritte in olandese erano state smembrate per fare spazio agli articoli di cronaca nera, che erano stati impilati in un angolo vicino alla borsa. Il ritaglio in cima recava l’immagine di una donna avvolta in scialli e merletti, con due occhiali che rendevano gli occhi enormi e dilatati, che sorrideva svanita alla camera, le pupille un po’ vitree, mentre faceva ‘ciao’ con la manina. Sotto la foto, in caratteri neri, c’erano la data di nascita  e di morte, seguiti da un titolo in neretto maiuscolo e densi commenti.

 

E’ scandalo in Inghilterra per l’omicidio avvenuto qualche settimana fa.  Sybil Trelawney, docente di Divinazione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts…

… la donna trovata in condizioni disperate nella sua casa a Cheeswick…

…nessuna idea su chi possa essere l’omicida… E’ riconducibile al serial killer che negli ultimi mesi ha ucciso uomini donne e bambini?...

…Il ministero brancola nel buio… cosa fanno gli Auror mentre i cittadini tremano?...

…il Ministro della Magia nonostante tutto non era disponibile per alcun commento o dichiarazione ufficiale.

 

Harry sospirò, guardando l’orologio. Erano partiti solo da un’oretta e mezzo. Normalmente questo avrebbe dovuto significare altri due tremendi giorni di viaggio sigillati in uno scompartimento a due con una persona con la quale spesso e volentieri non si voleva parlare, ma visto che Hogwarts non era che a sei mere ore di viaggio, si sentiva più fortunato.

Il treno sferragliò in protesta e per un istante le luci si spensero, per poi riaccendersi subito dopo. Fu questione di un attimo, ma in quell’attimo la porta dello scompartimento si era aperta e richiusa con un suono secco.

Harry sbatté le palpebre perplesso per qualche secondo; davanti a lui una ragazza era per terra accanto ai sedili di fronte a lui, probabilmente si era ribaltata durante l’ultima ribellione delle carrozze alla locomotiva, e non accortasi della sua presenza si era messa a posto e seduta, chiudendo subito gli occhi mentre si massaggiava la tempia con una mano.

La prima cosa che saltava all’occhio era il fatto che fosse molto bella. Lunghi capelli rossi ricadevano sulle spalle, incorniciando il viso a cuore. Solo in seguito si notava il fisico trascurato. Gli occhi avevano cerchi viola e profondi, la pelle era pallida e il viso smunto. Sembrava nel complesso terribilmente fragile e stanca, come una persona che non dormiva da mesi. I vestiti sciupati non miglioravano la situazione. Era come se si fosse lasciata andare a un certo punto della sua vita, o fosse convalescente da una pesante e sfiancante malattia.  

La ragazza non dava segni di voler aprire gli occhi, anzi; aveva lasciato ricadere la testa di lato, facendola appoggiare sul vetro umido di condensa del finestrino, e aveva tutta l’aria di volersi appisolare. Da un lato Harry non poteva biasimarla, sembrava che avesse davvero bisogno di un paio d’ore di sonno, ma dall’altro una sottile punta d’egoismo gli diceva che lo scompartimento era occupato, e che la giovane avrebbe almeno potuto chiedere permesso

- Ahem – fece quindi, fingendo un leggero colpo di tosse.

La ragazza si irrigidì per un secondo, poi aprì gli occhi color caramello e li posò sulla fonte del rumore. Il colorito pallido del viso s’infiammò in un istante di rosa acceso

- Oh dear –  arrossì lei – Mi spiace, pensavo che lo scompartimento fosse vuoto. Non me ne sono proprio accorta! –

- Nessun problema – rispose Harry.

- Sul serio ero sicura che fosse vuoto. -  ribadì lei.

         - Sul serio – la scimmiottò – non è un problema, non è che ci sia la fila per entrare qua dentro – scherzò lui, per alleggerire.

Funzionò, lei sorrise e si rilassò sul posto.

         - Grazie. Ginny Weasley – e gli porse la mano

         - Harry Potter – fece lui, stringendogliela

 

 

La ragazza lo fisso attentamente, poi scuotendo la testa disse – No, decisamente non ti ho mai visto in questi sei anni –

- In effetti escludo che tu possa avermi incrociato per strada – fece lui con una scrollata di spalle – Mi sono trasferito in Gran Bretagna da poco, io e la mia famiglia abitavamo nelle Netherlands fino a qualche tempo fa -.

 

Ginny per un attimo rimase perplessa, poi notò la divisa neutra, tipica degli studenti non ancora Smistati, che lui indossava. In fondo la persona di fronte a lei sembrava decisamente troppo adulta per essere un nuovo studente, e quel particolare completo segnalava ‘Transfer student’ da ogni parte. Non era effettivamente la prima volta che uno studente si trasferiva per gli ultimi anni d’istruzione, e visto che il Sorting si svolgeva in Sala Grande davanti a un grande pubblico era soltanto logico che cravatta, stemma e tunica non avessero ancora i bordi dei colori caratteristici della sua Casa.

Strano che non l’avesse notato prima.

- Wow, quindi hai vissuto in Olanda…

- Netherlands – corresse lui automaticamente

- Uh – Ginny sbatté le palpebre – Netherlands. Quindi hai frequentato una Scuola da quelle parti, immagino. Non sono un’esperta ma mi pare che nelle zone ci siano Beauxbatons e Durmstrang…? –

- Ho frequentato Durmstrang per qualche tempo, poi sono stato trasferito per cause di forza maggiore alla Latvia’s Accademy for Young Magical Trainees – rispose.

 

Ginevra lo fissò confusa. Era piuttosto sicura che non esistesse una Scuola del genere, altrimenti ne avrebbe sentito parlare almeno una volta. Subito pensò che il ragazzo la volesse prendere in giro, ma non c’era traccia d’ironia nei suoi occhi verdi. ‘Be’, non sarebbe tanto strano se fosse stato Homeschooled e finga di aver frequentato un’Accademia per non dare l’idea sbagliata’ si disse tra sé. Era noto che alcuni Purosangue venissero educati in casa da Tutori Privati, e forse questo nuovo arrivato non voleva alienarsi da subito potenziali amicizie ammettendo che i parenti non ritenevano soddisfacente l’educazione pubblica. Vero, Hogwarts aveva tra gli insegnanti migliori del Regno Unito, ma era in voga tra le Antiche e Nobili Famiglie il pensiero che i Nati Babbani che frequentavano abbassassero gli standard. Cosa non vera ovviamente.

 

Si ridestò dai suoi pensieri; magari aveva solo capito male il nome, in fondo questo ragazzo aveva un accento tedesco piuttosto marcato nonostante la parlata fosse fluente. Decise comunque di lasciar correre, non aveva intenzione di fare gaffe nel caso avesse capito bene la pronuncia.

 

- Certo, capisco. Hai già un’idea della Casa in cui vorresti finire? – chiese.

- Sinceramente no, ma in fondo non si sa finché non si arriva sul posto, giusto? – rispose lui.

         - Giusto. La mia famiglia è stata tutta nel Grifondoro, quindi immagina la sorpresa quando sono finita a Corvonero. Questo non vuol dire che io sia una secchiona! – Aveva aggiunto precipitosamente – Mio fratello pensava che sarei finita a Serpeverde… Per un po’ di tempo ne sono stata convinta anch’io…-

 

         Harry sollevò le sopracciglia – Scusa, ma cosa ci sarebbe di male nel finire a Serpeverde?

 

         Ginny arrossì – Be’, niente… E’ solo che molti maghi Oscuri della storia erano Serpeverde, e alla Casa è rimasto un po’ impresso il pregiudizio. Da piccola pensavo che fosse il male incarnato, la cosa peggiore che potesse capitarmi –

         - Ah. Pregiudizio rampaging nella scuola? – chiese Harry.

         - Molto. E tutto si riflette nella vita reale. Puoi star certo che se una persona finisce a Serpeverde, tutta la sua vita ne risentirà, dal mondo del lavoro alla morte. –

         - Sembra si parli di una malattia contagiosa –

         - Yes, potremmo dire così – sorrise lei.

         - Scommetto che i Serpeverde ne sono entusiasti – suppose Harry

         - Da morireconfermò ironica.

 

In quell’istante un chiacchiericcio sommesso sorse da poco lontano, e una ragazza con la divisa bordata di blu, evidentemente appartenente a Corvonero, fissò dritto nel loro compartimento sorridendo svanita, aprì la porta e senza chiedere il permesso entrò seguita da un’altra ragazza.

La prima aveva i capelli biondo sporco e gli occhi grigi, sporgenti, ed aveva un’aria talmente trasognata che avrebbe fatto concorrenza ad una veggente oppiomane, nonostante sembrasse piuttosto lucida. Non c’era niente di normale in lei, dalla borsa a penzoloni sulla spalla agli orecchini fatti con ravanelli. Portava in mano occhiali multicolore e una copia del Cavillo.

         La seconda aveva capelli chiarissimi, quasi bianchi, e occhi verdi. Aveva un aspetto compito e professionale dietro gli occhiali squadrati, e sembrava molto più interessata a Ginevra di quanto lo fosse l’altra, che dopo qualche secondo aveva già perso qualsiasi interesse per la compagna e scrutava assorta i giornali impilati sulla poltroncina.

         Le si sedette accanto e le chiese domande preoccupate a ripetizione, con il rischio di sembrare una madre o una fidanzata iperprotettiva, e non si rilassò finché Ginny non le assicurò più volte di stare bene. Questo confermò le teorie sulla malattia stancante che il ragazzo aveva fatto qualche momento prima, ma visto che non erano assolutamente affari suoi Harry non fece alcun commento a riguardo.

        

         Sorrise invece all’altra ragazza, salutandola.

         - Hello, Luna –

         - Hello a te, Harry Potter – rispose lei con la sua aura di perpetuo stordimento – I tuoi zii sono citati ancora a pagina sei – disse senza fermarsi – Mio padre dice che non vede l’ora di rivederli per Natale, a proposito – disse poi serissima, come se il commitment fosse un messaggio importantissimo o un invito formale.

Harry sorrise ampiamente, come se gli improvvisi mood swing di Luna fossero una cosa del tutto normale, - Riferirò il messaggio

Questo sembrò appagare l’amica, che si tuffò soddisfatta nella rivista.

 

         - Ahem – fece Ginny, che non aveva perso lo scambio di battute – Vi conoscete?

         - Ya – rispose Luna da sotto il giornaletto – I suoi lavorano per Scamander e papà li ha intervistati un sacco di volte. Dice sempre che le menti geniali di chi ha scoperto i Ricciocorni sono a rischio a causa dei Gorgosprizzi, pertanto ci tiene a tenerli sempre sotto controllo -  aggiunse.

         - Sì certo, Luna, come dimenticare il problema dei Gorgo… er? – rispose seriamente l’altra ragazza – Gorgoschizzi?

         - Sprizzi – la corresse Harry, mentre Luna alzava gli occhi sull’amica

         - Visto Chantal? Hanno preso anche te… vuoi indossare per un po’ i miei Spettrocoli? -  

         - Nooo – si riprese subito la ragazza, impallidendo – Sto bene così Luna, sul serio. – Luna non se la prese a male, e indossati i buffi occhiali multicolore si immerse nella lettura.

         Ginny si schiarì la gola con un deciso hem hem, - Allora, Harry, lei è Chantal Malkin. Chantal, lui è Harry Potter, si è appena trasferito qui e… - Notò che Harry aveva alzato un sopracciglio – Sì… Giusto, scusa, non è carino da parte mia parlare al posto tuo – sorrise mesta a mo’ di scuse.

         - Molto piacere – disse lui stringendo la mano di Chantal

         - Likewise – sorrise lei.

 

Qualche ora dopo, sotto la pioggia battente, il treno arrivò al capolinea, con un fuggi-fuggi di studenti che cercavano disperatamente di ripararsi.

Le ragazze si diressero di corsa alle Carrozze, Ginny che salutava debolmente con la mano mentre si allontanava; Harry seguì gli studenti del primo anno come da regolamento.

 

 Notò con sorpresa di non essere l’unico più grande, ce n’erano altri più alti della media statura di un undicenne, che sembravano seccati di non potersi riparare almeno quanto lui, in mezzo alla massa di bambini nervosi. Erano saliti con crescente irritazione su barchette pericolanti, e stavano percorrendo il Lago che circondava il castello con una lentezza esasperante, mentre l’acqua minacciava di affogarli da due fronti.

 

- Welcome to the Good Ship Misery – commentò sarcastica una voce dietro di lui. Era stata una ragazza a parlare, probabilmente poco più piccola di lui. Aveva uno sguardo castano molto ironico, ma era troppo buio per distinguere la concreta sfumatura dei capelli, troppo bagnati sotto il diluvio. Era vestita anche lei in divisa neutra.

 

- Don Bluth? – chiese lui, sorpreso. Non era una citazione nota a tutti.

 

- Ya – rispose lei – Battuta caustica in situazione bagnata, magari mi asciugo. ‘liz’ Richardson, the Misery’s all yours – continuò poi, concludendo la citazione con una smorfia mentre gli stringeva la mano.

- Sperando solo di non fare la fine dei protagonisti – borbottò Harry.

Ma in lontananza si intravedeva già il Castello.

 

Bagnati, seccati e preoccupati, la fila incessante di studenti percorse i corridoi seguendo un Gazza sconvolto, al solo pensiero di dover sistemare tutto.

 

Gli studenti del primo anno fissarono attoniti gli studenti più grandi, che con la bacchetta avevano aspirato l’acqua dai vestiti e dai capelli.

 

- Bene – una strega vestita di verde con un cappello a punta li accolse – Benvenuti a Hogwarts!

 

- Joy

        

 

 


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** The Sorting Hat ***


ASNH 4Quarto capitolo riveduto e corretto. Duh, ci siamo quasi ci siamo quasi! Pazientate, io vi amo <3


AND SUDDENLY, NOTHING HAPPENED... BUT IT HAPPENED SUDDENLY.



La Sala Grande era sfarzosa, magnifica.

Una cosa che non si poteva negare del castello era la sua imponenza. Essendo abituato ad un ambiente molto più sobrio e ristretto, poiché l’Accademia non aveva più di un mezzo centinaio di studenti in tutto, l’esuberanza del posto colpì Harry come centinaia di fari accesi. Sfilava meravigliato davanti a tutti quegli studenti: sembravano duecento, anzi, almeno trecento.

        

         La professoressa McGranitt aveva avuto tempo di parlare brevemente agli studenti, e di informarli sull’andamento e la tenuta ad Hogwarts. Era più che altro common sense, ma Harry sentì nel momento stesso in cui i suoi occhi si erano posati sul cipiglio offeso della sua nuova conoscenza che ce ne sarebbe stato largamente bisogno. Dal canto suo Liz non sembrava essersene minimamente curata, e continuava a voltare la testa in ogni direzione, stringendo le labbra quando scorgeva una persona dall’aspetto particolarmente arrogante o ridacchiando quando qualcuno si rovesciava addosso qualcosa.

 

         Harry non poteva che roteare gli occhi davanti al suo comportamento poco raffinato, ma se non altro lei si stava divertendo.

 

         - Quando chiamerò il vostro nome – aveva cominciato la VicepresideVerrete avanti, indosserete il Cappello Parlante, e sarete smistati.

Alphard, Sarah – chiamò e una ragazzina bionda coperta di lentiggini su tutto il volto si fece avanti. Il Cappello non aspettò che dieci secondi prima di gridare, dallo strappo alla base - CORVONERO – facendo esultare uno dei quattro tavoli.

- Augustine, Jason - - SERPEVERDE! –

 

E in questo modo la fila di ragazzi più o meno grandi veniva sfoltita pian piano. Alcune volte il Cappello gridava più forte, altre ci metteva più tempo, qualche volta non sembrava nemmeno sicuro della scelta fatta.

 

- Doe, Jane – chiamò la donna. Liz sghignazzò forte dal suo posto.

- Deve essere uno scherzo – soffocò un attacco di risate – Jane Doe? Seriamente, i genitori non dovevano amarla granchè… -

Una ragazzina piccola dai capelli rosso fiamma, in fila accanto a un bimbetto che poteva essere la sua fotocopia, si sedette sotto al Cappello.

- Se quel ragazzino si chiama John non credo che riuscirò a trattenermi – disse la ragazza sottovoce, cercando ancora di controllarsi.

Ironicamente, non appena Jane fu smistata a Grifondoro, - Doe, John – fu chiamato per lo Smistamento.

 

         - Potter, Harry -  disse la McGranitt dopo quelle che sembravano ore.  Il Cappello sembrò avere pietà dell’impazienza di Harry, perché dopo qualche secondo urlò forte GRIFONDORO, e Harry fu lasciato libero di andare.

 

Prese posto al tavolo all’estrema sinistra, nella serie di posti vuoti al centro della tavolata. Con le spalle al muro, poteva intravedere serenamente tutta la sala. Al tavolo dei Corvonero intravide Luna e Ginny salutarlo, e gli dispiacque di essere in una Casa differente dalle persone che aveva appena conosciuto; Luna e le altre sarebbero state un valido appiglio nei primi giorni, il posto era talmente diverso.

 

- Richardson, Elizabeth – disse forte la voce della McGranitt.

Ecco uno Smistamento a cui voleva assistere. La ragazza sembrava decisamente abbastanza arrogante per finire a Serpeverde, si disse Harry. Decisamente non la vedeva a Tassorosso, forse a Corvonero considerate le sue citazioni…

- TASSOROSSO – gridò invece il Cappello, facendo spalancare gli occhi al ragazzo. That pensò Harry, mentre osservava la sfacciataggine fatta persona sedersi al tavolo dei ‘piccoli tassi gentili’, i didn’t see it coming. Non se l’era aspettato. Ma, effettivamente, lui non la conosceva poi così bene. In fondo si erano incontrati solo qualche ora prima, e sotto un acquazzone da Guinness, magari era soltanto seccata per questo motivo.

Eppure qualcosa in quello sguardo ironico gli diceva che l’acredine non era dovuta alla situazione.

        

         - Spero che si sbrighino con questi ultimi pivelli – brontolò una voce dietro di lui – Sto morendo di fame! –

Un ragazzo dai capelli rossi, coperto di efelidi, alto e dinoccolato si lamentava con gli amici. Ad esaminarlo bene, c’erano somiglianze con Ginny Weasley. Probabilmente un parente, dedusse Harry tra sé.

 

         Dopo un periodo che sembrava un eternità, reso certamente meno piacevole dalle insistenti e sempre meno soffocate invocazioni del nuovo vicino di tavolo nonché compagno di casa, lo Smistamento si trasse alle V, alle W e infine alle Y. ‘Yaxley, Cassiopeia’ era rimasta qualche minuto sotto al Cappello, prima che questo gridasse CORVONERO, e quando finalmente Yerners, Gerald, un ragazzino corpulento dalla pelle olivastra prese posto al tavolo dei Grifondoro tra gli applausi della sua nuova Casa, la McGranitt senza proferire parola prese sgabello e Cappello e uscì dalla Sala.

 

- Era ora! – esclamò a gran voce il ragazzo di prima, incurante degli sguardi esasperati dei compagni, la cui reazione variava da un rassegnato roteare gli occhi di alcuni a un involontario spasmo della mano di altri, come a voler colpire qualcosa, qualsiasi cosa, ma trattenersi a metà strada.  Per favore, Ron!- sibilò una ragazza qualche posto più in là, - Finirai in punizione prima ancora del discorso di Silente, e lo sai che Piton non vede l’ora di togliere qualche punto, specialmente se ci manda in negativo. – Il suo parlare era così basso che Harry fece fatica a coglierne le parole, ma tagliente abbastanza da ricordargli Vee. Scosse energicamente la testa. Il solo pensiero di Vee in quella scuola lo faceva rabbrividire, e, per tutta risposta, i capelli sulla nuca si raddrizzarono per la pelle d’oca.

 

Harry aveva iniziato a mangiare serenamente e silenziosamente la sua cena, quando il ragazzo dai capelli rossi della stessa sfumatura di Ginny gli si avvicinò con fare cospiratorio.

 Ciao – cominciò il ragazzo –Io sono Ron, Ron Weasley, Settimo anno del Grifondoro. Se avessi bisogno di qualsiasi cosa sentiti libero di rivolgerti a me, sono un esperto della scuola. Inoltre sono Capitano della Squadra di Quidditch. Giochi a Quidditch? Noi siamo i migliori. Abbiamo i provini tra un paio di settimane, puoi sempre fare un tentativo - e qui sfoggiò uno sguardo quasi arrogante –Siamo molto selettivi noi del Grifondoro - .  E detto questo si sedette e affondò la testa nel cibo. Harry si limitò ad alzare le sopracciglia, sorpreso dall’improvviso slancio e dalla velocità in cui ‘Ron’ sembrava ingoiare il cibo, e tornò silenziosamente a mangiare. Aveva comunque registrato che il cognome di Ron era Weasley, lo stesso di Ginny. Decisamente parenti confermò tra sé Harry, prima di rivolgersi al ragazzo.

         - Weasley, hai detto? - chiese quindi –Allora forse ho conosciuto tua sorella, Ginevra, sul treno?- Ronald per poco non si strangolò col cibo –Ahem. – diede un falsissimo quanto forzato colpo di tosse -  Sì, è mia sorella - e lo sguardo si oscurò, come se il solo pensiero di essere parenti lo irritasse – Ma noi non parliamo molto, anzi, non parliamo mai, - all’improvviso si schiarì rumorosamente la gola, le sue orecchie si arrossarono e lui interruppe qualsiasi contatto visivo. – E non vedo come questi siano affari tuoi – fu l’unica risposta sputacchiata tra i denti, e detto questo si rituffò nel cibo, ignorando qualsiasi altro tentativo di fare conversazione.

             La cena proseguì senza altri eventi particolari. Ron ignorava Harry, e a lui non importava granché. Dal tavolo dei Corvonero si intravedeva la testa bionda di Luna Lovegood che si scuoteva di qua e di là, mentre al tavolo dei  Tassorosso ‘liz’ Richardson aveva già fatto conoscenze, e ridacchiava con un ragazzo dai capelli biondi.

         Dopo che tutti erano sazi, e quindi meno lucidi di quando erano entrati, nonostante avessero affrontato la pioggia battente, il Preside si alzò e cominciò il suo discorso.

         -Ed eccoci di nuovo qui ragazzi, per un altro anno ad Hogwarts. Ora, vi ricordo che l’accesso  alla Foresta Proibita è vietato a tutti gli Studenti non autorizzati. In seguito alla morte del povero Aragog, le Acromantule sono terribilmente inospitali e Hagrid ha confermato che l’entrarvi sarebbe assai pericoloso. Il coprifuoco per gli studenti del Primo, Secondo e Terzo anno sono le nove, Quarto e Quinto anno le nove e trenta, Sesto e Settimo per le dieci.  Il Signor Gazza vi raccomanda di non usare incantesimi nei Corridoio, di non correre negli stessi, di evitare l’uso di alcuni oggetti poco funzionali, tra qui le sostanze Tiri Vispi Weasley: la lista completa la trovate nel suo Ufficio, o potete richiederne una copia direttamente al nostro Custode- Sonori sbuffi si alzarono da alcuni tavoli, ed Harry fu convinto che nessuno sarebbe mai andato a prendere quella lista. Silente però non parve scoraggiato dalla scarsa partecipazione, e sorridendo da dietro gli occhiali a mezza luna riprese gioviale –Inoltre, vorrei presentare ai nuovi studenti il corpo insegnanti, e ai vecchi studenti i nuovi membri appena entrati. Come voi sapete, la nostra insegnante di Divinazione, Sybil Trelawney, è passata alla prossima grande avventura. La ricorderemo sempre con affetto, una talentuosa donna. Siamo stati comunque fortunati ad trovare qualcuno che, nonostante il poco preavviso, abbia accettato il posto in maniera provvisoria.   e con un ampio gesto indicò al tavolo i vari professori.

         Il tavolo si snodava e ospitava quattordici sedie, tredici professori e il Preside.

-… Vorrei quindi presentarvi la nuova insegnante di Divinazione – Aveva continuato il Preside – Miss Maria.  E qui una giovane donna sui trent’anni si alzò dalla sedia, e fissò tutti gli studenti.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Saluti e Comunicazioni di Servizio.. ***


And suddenly .. nothing happened 5Buhu, profondo dolore.. solo due recensioncine ç_ç
Ok, stavolta speriamo di più..
Però *o* ho avuto 3 preferiti in più, +2 ricordate e +4 seguite, e vi ringrazio tantissimo! <333
Vi avevo promesso un aggiornamento, ed eccomi qui. In realtà programmavo di postarlo il 5, ma poi mi sono detta che sarebbe stato troppo crudele farvi aspettare così tanto, e ho deciso di postare in anticipo un capitolo di lunghezza decente, così che abbiate qualcosa da sgranocchiare in questi 7 giorni di pazienza.
ika90 - Awie, la dipendenza fa male credimi, ma sono lieta tu sia dipendente da questo e non da altre cose più nocive lol
CriCri97 - Eccoti accontentata <3

Il capitolo è lungo yeeeeeeee XD Oggi dovrei in Teoria finire di aggiungere personaggi per un po' (grazie al cielo XD). Oggi avremo gli annunci dello Staff, dalla cattedra di Difesa alla cattedra di Divinazione, e inoltre incontreremo per la prima volta Ron e Draco Malfoy. Vorrei che le fan di Draco leggessero l'avviso. SE SIETE FAN ACCANITE DI DRACO MALFOY SAPPIATE CHE NELLA STORIA INIZIALE NON FA "BELLA FIGURA", =) Anche se vi posso assicurare che il principe delle Serpi tornerà normale presto XD

And Suddenly .. Nothing Happened (But it happened Suddenly)

Saluti e Comunicazioni di Servizio..

        

         La sala grande era addobbata a festa, i quattro colori dei fondatori che pendevano dal soffitto, mentre quattro grandi tavoli si allungavano paralleli, fino al tavolo degli insegnanti.

         Harry era sorpreso da quando la sala gli apparisse piccola: le dimensioni non erano poi troppo diverse da quelle dell’Accademia, ma evidentemente 28 studenti erano una cosa diversa da 280.. il rumore inoltre era quasi assordante.

         Seduto al tavolo dei Grifondoro, con una nuova divisa, il ragazzo osservava perso tutta la gente che lo circondava. Aveva intravisto Ginny e le sue amiche al tavolo accanto, tra i Corvonero, e Luna aveva agitato la manina verso di lui sorridendo vacua, mentre Chantal aveva sorriso ed era tornata al cibo.

         Seguendo alla lettera le regole di Zia Petunia, Harry aveva iniziato a mangiare serenamente e silenziosamente la sua cena, quando un ragazzo dai capelli rossi della stessa sfumatura di Ginny gli si avvicinò. Indossava una divisa bordata di rosso che, come la professoressa gli aveva detto precedentemente, apparteneva ai Prefetti. –Ciao – cominciò il ragazzo –Io sono Ron, Ron Weasley, Prefetto del Grifondoro.. se avessi mai bisogno per qualsiasi cosa, sentiti libero di rivolgerti a noi Prefetti. Inoltre, sono Capitano della Squadra di Quidditch e quest’anno ci manca un Cercatore, quindi puoi sempre pensare di fare un tentativo, ma ti avverto- e qui sfoggiò uno sguardo quasi arrogante –Siamo molto selettivi noi del Grifondoro - .  E detto questo si sedette e affondò la testa nel cibo.

         Harry si limitò ad alzare le sopracciglia incredulo, e tornò silenziosamente a mangiare. Non appena finito, decise che magari intavolare una conversazione male non gli avrebbe fatto, nonostante il ragazzo sembrasse più un gallo da pollaio che un essere umano.

         - Weasley, hai detto? - chiese quindi –Allora forse ho conosciuto tua sorella, Ginevra, sul treno?- Ronald per poco non si strangolò col cibo –Ahem. Sì, è mia sorella, ma noi.. ecco- e le sue orecchie si arrossarono –Noi non parliamo molto, anzi, non parliamo mai- e detto questo si rituffò nel cibo, ignorando qualsiasi altro tentativo di fare conversazione.

         Il modo in cui aveva detto quelle parole incuriosì Harry, in quanto la ragazza aveva dato una versione diversa dei fatti, e sembrava dalle frasi scambiate che lei e il fratello andassero piuttosto d’accordo… magari era un altro fratello, o magari aveva semplicemente sbagliato lui.

         La cena proseguì senza altri eventi particolari, se non che tutte le ragazze dal quarto anno in su si erano presentate ad Harry, tutte sperando fosse single ovviamente, provocando non poca irritazione a Ron, che fissava irritato il nuovo compagno che in meno di due ore era più quotato di quanto lui fosse riuscito a ottenere in sette anni di duro lavoro.

         Dopo che tutti erano sazi, e quindi meno lucidi di quando erano entrati, nonostante avessero affrontato la pioggia battente, il Preside si alzò e cominciò il suo discorso.

         -Ed eccoci di nuovo qui ragazzi, per un altro anno ad Hogwarts. Ora, vi ricordo che l’accesso  alla Foresta Proibita è vietato a tutti gli Studenti non autorizzati. Il Signor Gazza vi raccomanda di non usare alcuni oggetti, che sono stati ritenuti pericolosi: la lista completa la trovate nel suo Ufficio, o potete richiederne una copia direttamente al nostro Custode- Sonori sbuffi si alzarono da alcuni tavoli, ed Harry fu convinto che nessuno sarebbe andato a prendere quella lista.. mai. Silente però non parve scoraggiato dalla scarsa partecipazione, e sorridendo da dietro gli occhiali a mezza luna riprese gioviale –Inoltre, vorrei presentare ai nuovi studenti il corpo insegnanti, e ai vecchi studenti i nuovi membri appena entrati. Allora – e con un ampio gesto indicò al tavolo i vari professori.

         Il tavolo si snodava e ospitava quattordici sedie, tredici professori e il Preside.

-… Vorrei quindi presentarvi la nuova insegnante di Divinazione – Aveva continuato il Preside –La Signorina Maria.E qui una ragazza sui vent’anni si alzò dalla sedia, e fissò tutti gli studenti.

         Harry rabbrividì, fissando l’insegnante che lo aveva istruito per anni, e lei lo perforò con i suoi occhi blu, prima di sorridere a tutti e di risedersi. Tutta la scuola era rimasta piacevolmente colpita, nonostante due o tre ragazze Grifondoro piangessero isteriche per la mancanza della precedente insegnante, la professoressa Cooman. Molti avevano sospeso il giudizio; certo, la nuova insegnante era molto carina, ma era anche molto giovane e di sicuro non sarebbe stata all’altezza del compito. Altri erano curiosi di sapere se avesse la Vista, altri ragazzi, Harry udì, volevano già chiederle di uscire. Gli altri professori la guardavano con apprensione, come fossero preoccupati, con una sola eccezione: il professor Lupin, di Difesa contro le Arti Oscure, la guardava in cagnesco, con una sfumatura di disgusto che, a quanto un ragazzino del terzo anno aveva appena detto, non era solita del professore.

         La folla si disperse lentamente, tutti concentrati sull’andare a concedersi un meritato risposo, mentre Harry, che non era abituato a dormire otto ore ma circa quattro ogni notte, decise di fare un giretto, considerato che ne mancavano almeno due ore al coprifuoco.

         Stava vagando senza meta per il quinto piano quando –Ouch-  si ritrovò ribaltato per terra, volato letteralmente addosso ad una ragazza, che si scoprì essere la povera Ginny. –Whops- fu l’unico commento che fece, prima di aiutarla ad alzarsi.

         Fu allora che Harry notò un graffio sul braccio della rossa, che lei si affrettò a nascondere, e che lui finse di ignorare. Parlarono del più e del meno fino all’ingresso alla sala comune dei Corvonero, che la ragazza attraversò di filato, approfittando che Luna ne stava uscendo in quel momento.

-Ciao Harry Potter – sorrise lei – Cosa fai in giro? Cerchi dei Plimpi? Anche io…- e detto questo gli prese il braccio e lo trascinò verso i sotterranei, dove era assolutamente certa si potesse trovare qualche Plimpo.

Avevano cercato, senza successo, per circa un’ora, quando si imbatterono in una banda di Serpeverde (il colore verde che spiccava dalle divise ne era un chiaro segnale), che aggredivano un ragazzo chino su una pila di libri. –Hey voi!- li fermò Harry, facendo scappare i più piccoli, spaventati. I più grandi si voltarono, gonfiarono i muscoli e in poco tempo stavano già attorno ai due, mentre il moro con nonchalance aveva già estratto la bacchetta. Pochi minuti dopo gli assalitori erano appesi al soffitto con Levicorpus, lasciando il corridoio sgombro.

L’assalito era un ragazzo biondo dai capelli un po’ unti e gli occhi grigi, nascosti dietro un paio di occhiali spessi quanto un fondo di bottiglia. La divisa sembrava fatta su misura, ma sformata, troppo grande, o forse il ragazzo era talmente amorfo da non riuscire a stare dritto. Sembrava bassissimo, o forse gobbo, per avere diciassette anni, e il suo comportamento introverso non aiutava la cosa.

-Tutto a posto Draco Malfoy?- chiese Luna, come se l’avesse visto per la prima volta. Lui annuì e girando i tacchi se ne andò, lasciando Harry perplesso.

-Draco Malfoy?- chiese incredulo a Luna. Non poteva credere che quello fosse il figlio di Lucius, per quanto non gli piacesse il tipo doveva ammettere che il padre del ragazzo fosse almeno carismatico, mentre Draco… be’ sembrava più un mollusco per essere un purosangue degno della fama di suo padre. Lei annuì trasognata –E’ sempre stato un po’ un cruccio per il padre, sai, un figlio che si comporta da nerd, ma non ci si può fare molto.. temo che i Nargilli abbiano rapito il suo charme- e annuì molto convinta. Harry annuì assorto, sicuro che non era stato un Nargillo a rendere un esponente delle più importanti famiglie, praticamente “il principe di Serpeverde”, un secchione, o almeno un incompetente. Decise che avrebbe chiesto a Ron prima o poi, se gli avesse mai rivolto la parola.

Si diresse verso la sala Comune, già sicuro di passare una serata in silenzio, in un angolo, magari con un buon libro: di sicuro aveva sottovalutato il numero di Grifoni presenti nella sala.

Sembrava che tutti dovessero fare chiasso, che tutte le ragazze dovessero chiederli che cosa stesse facendo e che tutti i ragazzi volessero chiedergli se sapeva cosa fosse il Quidditch. E lui, con molta pazienza, rispondeva sempre che sì, sapeva cosa fosse il Quidditch e che no, non gli serviva aiuto per nessuna cosa, poiché era piuttosto sicuro di riuscire a cavarsela con le lezioni, insistendo sul fatto che in quegli anni non era vissuto in un eremo ma ad una scuola, nonostante non potesse farne il nome in alcun modo (i membri dell’Accademia erano votati al segreto, ed ufficialmente erano educati a casa dalle madriparenti).

Si arrese al fatto che no, non sarebbe mai riuscito a leggere quella sera, e si unì alla fitta conversazione sul Quidditch, che si concluse con un torneo di Scacchi dei Maghi.

Nonostante Harry non fosse una cima a quel gioco, riuscì a terminare in Stale mate (stallo) una partita, ricevendo però una sonora batosta da Ron, che dopo aver confermato quello che riteneva essere il “suo territorio” si dimostrò molto più amichevole con il ragazzo.


Ayeh, spero che il capitolo sia più piacevole del precedente, e spero vi tenga impegnati almeno 3-4 giorni... spero di riuscire ad aggiornare presto, ma il entro 6 luglio aggiorno sicuro!
Byes and Bisez, Wì <3



Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Che lo spettacolo cominci.. ***


And Suddenly.. Nothing happened 6Stanotte ho fatto un sogno. Avevo ricevuto tantissime recensioni ed ero ultra felice **. Stamattina quindi mi sono alzata tutta carica dicendomi che sì avevo ricevuto senz'altro la quarta recensione e che quindi avrei certamente potuto postare il capitolo nuovo.. ho acceso il computer.. e le recensioni erano ancora tre ç_ç
In compenso ho accumulato tantissimi fave in più che non mi aspettavo *O* perciò mi appresto a postarvi il nuovo capitolo woot! E stavolta speriamo in almeno quattro recensioni <3
LAZIONELCUORE: Eggià, Ginny è a Corvonero. Nell'idea originale l'avevo messa a Serpeverde, ma allora non avrebbe davvero avuto amici.. e in un sogno che aveva molto dell'incubo la stessa Ginny mi ha minacciato di non farle questo o mi avrebbe pestato a sangue, allora decidendo che non potevo torturarmi..torturarLA così l'ho messa a Corvonero, con un po' di amiche. Grazie per i complimenti. Essì, Draco nerd ha fatto soffrire anche me, ma presto tornerà "normale", perciò signore cominciate a prendere l'insulina da adesso! =)
ika90: Lo so =S E scusa per il ritardo, ma proprio speravo nella recensione numero 4 prima di postare DX Vabbe', ora ti posto un capitolo lungo, così facciamo pace <3
CriCri97: Già, Ron Caposcuola... io non ce lo vedo, ma ehi, questa è la mia FF quindi scrivo io LOL. Diciamo che il povero Ronnie Ronnie si è trovato il suo "pollaio" decisamente minato perché, diciamocelo, Harry è più figo, viene da fuori, è più bravo a Quidditch eccetera, ma questo lo scopriremo a breve *O*

Nuovo anno nuovo giorno <3 Nuove lezioni, iscrizioni, incidenti, pozioni, esplosioni, insegnanti, litigi, morsi di gatto e Nargilli volanti.. è questo uno spoiler del capitolo? Assolutamente no XD In una scuola ci sono lezioni, ma non prevedo esplosioni per oggi... si prevede sole e vento, la stagione adatta per il Quidditch. Nella serata potrebbe diluviare, ma chi sopravviverà avrà tempo perfetto per andare a pesca. XD

And Suddenly … Nothing Happened (But it happened suddenly)

 

Che lo spettacolo cominci.. sipario...

Le lezioni cominciavano alle ore 8 precise, gli studenti dovevano recarsi nella sala Grande per la colazione dalle 7 in avanti, per ricevere gli orari ed avere tempo di abbuffarsi e di recarsi nelle varie ali della Scuola.

La scuola si svegliava alle 7, Harry si era svegliato alle 4.

Non era colpa sua, all’Accademia non si dormiva mai più di quattro ore, generalmente dalle 2 di notte alle 6, includendo nelle quattro ore il tempo per una doccia.

Le lezioni ricominciavano alle 7, nel campo da Quidditch, e continuavano non-stop fino alle 2, con la lezione di Orientamento.

Avendo avuto un sacco di tempo a disposizione Harry aveva scritto a tutti gli amici e parenti, sottolineando nelle lettere che la presenza di Maria lo inquietava: aveva la pessima sensazione che si fosse auto spedita dall’Olanda giusto per perseguitarlo.. Vee l’aveva detto che l’avrebbe ucciso.

Aveva poi tirato fuori la scopa dal baule, stando attento a non danneggiare niente della sua attrezzatura, ed era filato in silenzio verso il campo.

L’aria frizzante gli scompigliava i capelli mentre filava come un razzo intorno agli anelli, senza curarsi di niente che non fosse il cielo.

Aveva volato per secondi, o forse ore.. ma dal buio che c’era il sole era già sorto.. ed era ormai bello alto.. saranno state indicativamente le sei circa.

Dall’altezza a cui si trovava poteva vedere a stento i cespugli, mentre lo stadio era diventato quella famigliare macchia verde-grigia, disturbata soltanto da una macchietta color carota, che si rivelò appartenere al Caposcuola Weasley, che lo fissava indeciso tra l’invidioso, l’incredulo, lo sgomento, il disgustato e l’ammirato.

 Nel tempo in cui Harry raggiunse il ragazzo, il rosso aveva assunto coloriti strani e smorfie tali da acuire il suo dissidio interiore, che terminò con la topica e molto significativa frase –Co Co.. Cos’era quello?!- (Wow Ronald, epico! N.d.A.)

Harry scrollò le spalle e con un breve –Fai tardi a colazione- se la svignò dritto verso la Sala Grande, felice di potersela sbrigare con così poco, viste le facoltà intellettive del rosso.

Purtroppo il Caposcuola non lo mollò per tutta la colazione, finché Harry esasperato non giurò che si sarebbe presentato ai provini come Cercatore.

Non appena il moro spergiurò che avrebbe partecipato, l’altro sembrò molto più amichevole, come se avesse appena deciso in maniera Platonica che avere il nuovo arrivato sotto i suoi ordini affermasse il suo “potere” all’interno della casa… perché il capo era lui.

Fu allora che Harry cominciò a chiedere a Ronald di Malfoy, non ricavandone però niente di utile: a quanto pareva il poveretto era sempre stato amorfo, e Lucius Malfoy, tra l’altro, era l’acerrimo nemico del Signor Weasley, pertanto lui e il figlio non si erano mai frequentati –Quella gente non capisce niente- e con questo Ron concluse il discorso.

Alle 7 e trenta precise la professoressa McGrannit distribuì gli orari delle lezioni, ed Harry gemette: il lunedì mattina era terrificante:

Lunedì:

8.00 Divinazione

10.00 Pozioni

12.00 Pranzo

Non che Harry non fosse pronto in entrambe le materie, ma Maria era tendenzialmente crudele quando si trattava della sua materia e chi la snobbava, e il ragazzo era piuttosto sicuro che molti ragazzi, che avevano scelto Divinazione giusto per riempire un curriculum di materie facili, avrebbero presto imparato cosa significasse la parola Maria.

Inoltre, a quanto Zia Petunia gli aveva detto, il professore di Pozioni, il professor Piton, era un vecchio arcinemico di suo padre, mentre aveva amato profondamente Lily, sua madre. Purtroppo Harry sospettava che l’odio per il Padre avrebbe avuto la meglio.

Il pomeriggio del lunedì però sembrava promettere meglio:

 

15.00 Difesa contro le Arti Oscure

16.30 Trasfigurazione

Per la prima volta nella mattinata Harry poté respirare: Difesa e Trasfigurazione non presentavano un problema, il ragazzo era sicuro che il pomeriggio sarebbe stato facile.

Ronald invece rideva all’idea di due ore con quella nuova insegnante che sembrava uscita da un film. La nuova professoressa era troppo giovane, troppo piccolina, troppo carina per essere seria. Sembrava che tutta la scuola fosse convinta che Maria era soltanto una Barbie, assunta per la sua bella presenza.

Non sapevano quanto si sbagliavano.

In silenzio i Grifoni del settimo anno si recarono in cima alla Torre Ovest, sede della classe di Divinazione; in testa al gruppetto stavano le ragazzine isteriche, decise a portarsi via dal sacrario almeno un brandello di tenda appartenente alla vecchia insegnante.

Purtroppo l’aula non ne aveva.

Gli chiffon e i broccati pesanti erano spariti, come l’odore di sherry e il caminetto acceso. La stanza era luminosa e ariosa, le finestre tutte spalancate e il soffitto assente, incantato come la Sala Grande, e mostrava un luminoso cielo azzurro.

Le tende erano di seta celeste, e svolazzavano pigre intorno ai davanzali. Vasi di fiori dai colori luminescenti e aloni variopinti foggiavano fuori e dentro la classe, pervasa da un buon odore di vento e di fresco.

La classe era stupita, chi si aspettava lo stesso ambiente, chi si aspettava una stanza da the in stile Barbie-e-Ken, chi avrebbe ardentemente desiderato una fila di banchi.

Tonk

Con un tonfo sordo una ragazza dai capelli color topoalmieledalcoloreindefinito  cadde a terra svenuta dallo shock, mentre le altre due ragazze si aggrappavano l’una all’altra piangendo disperate.

Con un fruscio quasi impercettibile Maria entrò in classe, alle 8.00 spaccate.

Indossava un abito blu di tessuto leggero, che svolazzava silenzioso. La divisione tra i suoi capelli, blu come l’abito, non si distingueva quasi, e gli occhi blu (identici a capelli e vestito) spiccavano come zaffiri nel suo viso perfetto.

I ragazzi trattennero il fiato, Harry tremò e le ragazze guardarono Maria con disgusto.

 Prima che chiunque potesse muoversi, Maria parlò

-Buongiorno- e sorrise, abbracciando tutti con lo sguardo –Mi chiamo Maria, e sono la nuova insegnante di Divinazione. Ora, visto che avete frequentato la materia per tre anni non vi farò il solito sermone del perché-la-divinazione-è-importante, ma mi auguro di poter cominciare- l’ultima frase sembrava quasi una domanda –Se avete domande- e si sedette –Prego, adesso o mai più- e fissò seria gli studenti.

La prima mano a scattare fu quella di un ragazzo dai capelli color sabbia, che sorrideva impudente. Maria lo fissò con le sopracciglia corrugate, come se il ragazzo avesse già fatta la domanda, ed Harry non fece in tempo a fare Facepalm che il giovane aveva già chiesto –I suoi capelli sono naturali?- e un altro –Uscirebbe con me professoressa?- provocando una serie di risate senza fine.

Maria sorrise, e con la sua vocina dolce –Signor Finnegan, sigor Thomas, stasera vi unirete al Signor Gazza in castigo, e per l’impudenza mostrata saranno detratti 10 punti a testa al Grifondoro – aveva detto tutto ciò come se avesse parlato del tempo, con un tono trasognato e leggero.

La classe piombò nel silenzio più totale, questo dalla Barbie non se l’aspettavano, invece Harry sospirò di sollievo: poteva andargli molto peggio.

Le lezioni seguitarono nel rispetto dell’ordine civile, Maria si mostrò un’insegnante molto competente e attenta, oltre ad essere super disponibile ed evidentemente dotata per la Vista, a tal punto che persino le ragazzine gnaulanti in quelle due ore erano diventate sue accanitissime sostenitrici, e lo sguardo carico di rancore del corpo studentesco femminile era diventato pura ammirazione.

Persino i ragazzi avevano visto crollare il mito della Barbie, poiché Maria, nonostante fosse praticamente uscita da un quadro, aveva un incredibile polso fermo e la bacchetta che teneva con un legaccio fissata alla caviglia dimostrava che probabilmente nessuno sarebbe sopravvissuto ad un duello con lei.

La classe uscì dalla classe esagitata: una lezione così dettagliata e competente non era mai stata percorsa, e gli studenti non vedevano già l’ora che fosse giovedì sera. Harry non la pensava così, Maria lo perforava con lo sguardo da tutte le parti: non che il moro non fosse bravo a scuola, ma la donna dai capelli blu aveva sempre avuto una predilezione per le torture (che spesso implicavano il lancio di un libro sulla testa del moro), soprattutto dirette ai Cercatori.

Si diresse sospirando verso l’aula di Pozioni, a cui sarebbe sopravvissuto.. forse.

Ayeah, speriamo di arrivare a quattro stavolta LOL. Riuscirà Harry a sopravvivere a Pozioni? Perché Ginny non è citata nel capitolo? e soprattutto.. perché non c'è ancora stato il diluvio? ... non lo so o_O

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** E il sipario si chiude con il te'... ***


asnh 7Uuuuh quattro recensioni in una notte *O*, inoltre 4 persone hanno aggiunto la Fiction tra le seguite, 2 preferiti e 1 rocordati... wow, questa Fiction sta avendo successo. °°
Visto che siamo arrivati a quattro, oggi aggiornamento speciale, sperando di arrivare a... non so... facciamo 5 stavolta? =)
LAZIONELCUORE: Aw grazie <3
CriCri97: Dankiu <3
erikappa: Grazie =) Ginny all'inizio doveva andare a Serpeverde, ma dopo un sogno colorito in cui mi minacciava di morte ho deciso di metterla a Corvonero =P
ika90: woot woot <3 Numero quattro *suona il campanaccio della lotteria* hai vinto un biscotto =) Oh sì, l'Accademia era durissima, perchè allenava solo i migliori. Da mille che facevano il test solo 28 erano ammessi ogni anno, e l'ammissione al primo anno non garantiva l'ammissione agli altri in automatica. Draco cambierà, ve l'assicuro, e sì, la missione di Harry sarà "trasformiamo Malfoy", perciò sarà una cosa da ridere XD Se ti dico perché Maria ha seguito Harry svelo la storia °^° Scusa ma a questo non posso rispondere (LOL).

Visto che siete stati bravissimi vedrò di postare un bel capitolo e non un filler (che devo annunciare purtroppo arriverà presto perchè qui sembrano mancare le transizioni xD)
Pensavo di fare Piton un figlio dei fiori eroinomane, ma poi sono tornata sui miei passi (haha), mentre invece la McGrannit avrà un'ottima impressione del nostro eroe XD
Oggi inoltre mi sono decisa a dare un nome al bufalo biondo LOL. Godetevi il capitolo XD 


And Suddenly … Nothing happened (but it happened suddenly)

E il sipario si chiude con il te'...   


        La classe si diresse imprecando verso la lezione di Pozioni.

        Era appena stato comunicato che il Corridoio del quinto piano (scorciatoia per i sotterranei non indifferente per la quale si accedeva all’aula senza bisogno di uscire dal Castello) era stato devastato da Pix, e per questo chiuso a tutti gli studenti, e per questo tutti coloro che dovessero raggiungere l’Ingresso Ovest avrebbe dovuto recarsi nel punto richiesto dal Ponte di Pietra, completamente scoperto. Non sarebbe stato un problema, se non fosse stato che negli ultimi quaranta secondi sembrasse che il cielo azzurro fosse stato preso a pedate da nuvoloni scuri, e che fosse giunto il Diluvio Universale Parte seconda.

        Grandine e scudisciate d’acqua precipitavano con la stessa violenza di una pioggia di proiettili, anche se nessun membro della comunità Magica sapeva cosa fossero…

Giunsero ai Sotterranei morti affogati, zuppi fino al midollo e con i capelli attaccati alla pelle tanto erano fradici. Alcune ragazze truccate cercavano disperatamente di correggere quello che fino a qualche minuto prima era stato un make-up degno di una bambola di porcellana giapponese (che ai ragazzi sembrava una caricatura ma alle ragazze piaceva), mentre altre con incantesimi in cecoslovacco arcaico aspiravano dalla loro permanente ormai distrutta qualsiasi residuo d’acqua e ghiaccio secco.

        Ronald Weasley era piuttosto contento della pioggia, e si scuoteva con fare ferino i capelli, vantandosi con gli altri ragazzi di essere un vero uomo, mostrando fiero i pettorali che si intravedevano sotto la camicia bianca dell’uniforme.

        Harry Potter dal canto suo si limitò ad asciugare i libri e la tunica, al resto avrebbe pensato dopo, non aveva bisogno di arrivare in ritardo a causa di un po’ d’acqua.

        L’aula di Pozioni era gelida. Le finestre erano oscurate e l’aria stantia, e il clima umido dava alla stanza un’aria ancora più sfitta. Il fuoco sotto ogni calderone era spento, e non bolliva nulla in nessuno di essi. Sembrava infatti che l’aula di Pozioni fosse deserta.

        I ragazzi rimpiansero amaramente il non aver tentato di asciugarsi prima per gonfiare i muscoli, il giorno dopo si prospettava una bruttissima polmonite per ciascuno di loro, mentre le ragazze cercavano a turni di fingere un attacco di freddo improvviso, giusto per farsi notare. Quando fu palese che tutti i ragazzi, a parte alcuni che nemmeno le guardavano, avessero troppo freddo per cedere il loro mantello, con uno sbuffo seccato tornarono a compattarsi in branco, cercando di scaldarsi.

        Passarono diversi minuti, ma del Professor Piton nessuna traccia. Gli studenti stavano diventando euforici, Piton che saltava una lezione? Potevano davvero sperare tanto? A giudicare dallo stato di trascuratezza dell’aula sembrava di sì.

        La conferma giunse quando una ragazzina con le trecce, di tredici anni o appena più, giunse timida alla porta, annunciando che il Professore non si sarebbe presentato, poiché non si sentiva bene.

        Grida di giubilo proruppero dai Grifondoro, che non si aspettavano una tale fortuna al primo giorno.

        La gioia diminuì parecchio al pensiero del ponte di Pietra.

        Dopo pranzo gli studenti si trascinarono a Trasfigurazione. Avevano avuto il tempo di asciugarsi e sistemarsi, e magari anche di rifocillarsi.   

        La classe di Trasfigurazione era ampia e aveva importanti finestre, situate però troppo in alto perché un qualsiasi studente potesse distrarsi guardandovi fuori, anche se non abbastanza da impedire la visuale sul Diluvio, che dall’atto secondo sembrava giunto allo Spannung.

        La professoressa McGrannit entrò in classe senza molti complimenti, con un’andatura severa che scostava terribilmente dal balletto grazioso di Maria.

Senza troppi complimenti agitò la bacchetta e porcellini d’india furono sbattuti in gabbia dalla lezione prima, i banchi furono puliti e sulla lavagna scritti complicati a proposito della Trasfigurazione da un animale all’altro fino a giungere alla trasfigurazione umana apparvero dal nulla.

La classe fissò terrorizzata quello che li aspettava, di certo trasformare un Cane in un gatto era una cosa che non avevano mai fatto, e non volevano certo provare adesso!

-Dunque- cominciò la professoressa –Oggi non cominceremo con questa roba, voglio fare un ripasso della materia precedente, e controllare chi si sia esercitato durante le vacanze- La mano di Harry subito scattò in risposta, ma la professoressa tagliò corto –Sì,Potter, lo so, spero solo che tu riesca a metterti in pari con gli altri presto, anche se non so quanto tu possa essere in grado di recuperare considerato che non danno mai compiti estivi in quel posto…-

Harry sollevò le sopracciglia, quanto poco sapessero i professori della loro preparazione era allarmante, il solo fatto che l’Accademia desse solo 2 settimane di vacanze estive doveva far capire che ovviamente non potevano dare compiti.

La classe lo guardava stranita, le ragazze erano già tutte contente all’idea che forse avrebbero potuto offrirgli ripetizioni, i ragazzi (e soprattutto Ronald) ridevano sotto i baffi, se il ragazzo si fosse dimostrato incompetente a Trasfigurazione, potevano sempre vantarsi di essere migliori di lui.

La prof distribuì le teiere, da trasformare in Testuggini. Molti ragazzi, reduci da tale esame al terzo anno e quindi terrorizzati dalle tartarughe sbuffa-vapore o con la corazza a foglioline, pregarono di riuscire bene stavolta, mentre con un occhio tenevano sotto tiro il nuovo arrivato.

Un’ora dopo, circa a lezione ultimata, varie tartarughe stavano sedute sui banchi (può una tartaruga stare seduta?! Nda), mentre l’insegnante passava tra i banchi alternando sorrisi a sguardi severi.

Quando arrivò al banco di Potter, che sedeva da solo, fissò incredula la teiera ancora intatta, senza alcun segno di essere cambiata, mentre il moro la fissava concentrato.

-Troppo difficile, Potter?- Chiese scettica –Eppure è roba da terzo anno… sono davvero de- Non riuscì a finire la frase, perché il ragazzo la precedette –Veramente professoressa, stavo cercando di farlo con il pensiero, perché così- e batté la bacchetta sulla teiera, che si mise all’istante a muoversi poiché divenuta testuggine –mi era già riuscito…- e detto questo ritrasformò la testuggine e riprese a fissarla.

L’insegnante, pallida, non disse nulla, si allontanò dal suo banco e con un “10 punti a Grifondoro” dichiarò conclusa la lezione.

Se prima i ragazzi erano convinti che il moro sarebbe stato una preda “facile”, appena arrivato, educato Diosolosadove, si erano sbagliati: il ragazzo sembrava più avanti a tutti loro, e la cosa li irritava.

Dopo la lezione di Trasfigurazione e quella di Difesa, la classe esausta si diresse verso la Sala Comune, per rinfrescarsi e sistemarsi prima della cena.

Ronald, però, considerati gli avvenimenti del giorno (la lezione di Difesa era andata fin troppo bene per il moro, che aveva sbalordito la classe ancora una volta), rimase di pessimo umore tutta la serata, e soltanto la sua LavLav (la ragazzina gnaulante dai capelli color topoalmieledalcoloreindefinito) riuscì a rimettere in sesto il suo “orgoglio ferito”.

Al tavolo dei Corvonero Harry scorse Ginny e le sue amiche, che però erano troppo concentrate sulle loro chiacchiere per notarlo, pertanto il moro si concentrò sul pasto.

***

Nei giorni seguenti Harry si sorprese di quanto il fatto che lui fosse più avanti negli studi gli impedisse di farsi dei compagni. Tutti nella classe lo fissavano come se fosse un alieno irraggiungibile… tranne le femmine, che sembravano morirgli dietro ancora più di prima.

Aveva anche notato quanto fosse difficile incrociare Ginny nei corridoi, ne’ quando doveva andare a  lezione ne’ nelle ore libere, e quando la intravedeva nei corridoi era sempre seguita a stretto raggio dall’energumeno che aveva affatturato sul treno, che aveva poi scoperto chiamarsi Dalton, Corvonero del Sesto anno, anche se aveva l’età di uno del settimo.

In compenso aveva stretto una buona amicizia con Luna, con cui passava moltissimo tempo a cercare bizzarre creature, e avevano preso con successo qualche Nargillo, inviandone qualcuno agli zii, che erano stati a dir poco euforici a riguardo.

Aveva scoperto da lei molte cose riguardanti ogni persona che viveva nel Castello, come per esempio perché Malfoy si comportasse a quel modo e aveva inoltre scoperto che la famiglia Weasley era divisa profondamente da quando Ginny faceva il secondo anno, e la fazione “Ronald” non parlava più con la fazione “Ginny” da anni, provocando nei genitori (che pure si erano schierati dalla parte del ragazzo) un immenso dolore. Il motivo del litigio però lo teneva segreto;

 -Non faccio apposta, Harry, - disse Luna quella volta –Ma non spetta a me parlartene-.

Harry aveva capito ovviamente, ma non poteva fare a meno di incuriosirsi su quella storia.

Eeeh, ora gli annunci di servizio... domani parto DX torno il 3, ma non temete, vedrò di scrivere qualcosa nel mentre =P



Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** La gruccia dell'armadio e le pergamene... ***


And suddenly.. nothing happened 8OHMYGOODGRIEF! Un mese di ritardo? Ugh, ragazzi (e ragazze), potevate mandarmela una minaccina di morte no? Anche perché il capitolo era praticamente pronto DX Le recensioncine sono diminuite (sigh!), in compenso abbiamo acquistato dei seguiti.Comunque:
Buon rientro a scuola ragassuoli =D Almeno per chi ci va, sennò niente (lol)
Eccovi un nuovo capitolo, sperando vi piaccia. (Riusciranno i nostri eroi a raggiungere 5 recensioni?)

And Suddenly … Nothing happened (but it happened suddenly)

La gruccia dell’armadio e le pergamene..

Harry si svegliò presto anche quella mattina. Dopo essersi lavato e sistemato, concluse che una passeggiata non gli avrebbe fatto male, in fondo erano solo le… quattro e mezzo del mattino.

         Percorse in silenzio le scale e giunse ai cortili, ma quando arrivo allo scalone del Cortile di Pietra dovette fermarsi.

         Chantal se ne stava seduta in un angolo, mentre dava da mangiare a quelli che sembravano, e probabilmente erano, piccioni.

         Tossicchiò appena per farsi notare, e si sedette quando lei gli fece un po’ di posto.

         -Um.. tu.. vieni spesso qui?- cominciò lui

         -Qualche volta, quando devo pensare-  rispose lei, senza curarsi troppo di guardarlo

         -Okay- si limitò a fare lui, cercando di capire perché pensare alle 4 del mattino -Posso farti una domanda a bruciapelo?- Non seppe trattenersi

         -Spara- disse lei, voltandosi per la prima volta verso di lui

         -Ecco.. tu esattamente cosa sei?- La ragazza lo guardò interrogativa –Intendo, che ruoli hai nella storia? In queste settimane non hai parlato, ti sei fatta le unghie (e mi chiedo ancora come faccia ad averle così lunghe nonostante passi il 46% del tempo a limarle), e nonostante tutto giri con Luna e Ginny e loro ti dichiarano la loro migliore amica. Non è una critica… non riesco a capire quale sia il tuo ruolo. Ginny è il capo, un po’ sciupato ma il capo. Luna è … Luna. Fuori come un balcone ma geniale. E tu?- E alzò un sopracciglio.

        -Umm- Lei ci pensò un po’, con gli occhi verso il cielo e un’espressione molto concentrata –Credo di essere la gruccia nell’armadio.- Disse infine.

         -Uh?- fu l’unica risposta che Harry riuscì a formulare.

         -Massì! – disse lei ridacchiando un poco –Nell’armadio si ha un’infinità di grucce. Non ti serve un appendiabiti se non hai abiti da appendere- Continuò il suo paragone –Come non ti servo io se non hai bisogno di aiuto. Io sono quella che se ne sta nell’angolo a nutrire i piccioni finché qualcuno non ha davvero bisogno di me, credo.- concluse assorta.

         Harry rimase a riflettere sulla cosa per un po’, poi infine chiese –Ma cosa succede se una gruccia ha bisogno d’aiuto? Non credo che queste abbiano armadi a cui domandare un appendiabiti… -

         Chantal ci rimuginò su un poco, poi decise che –Gli umani mettono spesso rinforzi o fasciature agli appendiabiti rotti – Poco importava che non fosse esattamente quello il punto della questione.

Restarono così, in silenzio per qualche minuto, quando un improvviso rannuvolarsi del cielo li costrinse a rientrare.

        

***

         La colazione era sempre silenziosa al tavolo Rosso-Oro, almeno per gli studenti mattinieri. Teste brune, bionde e more che sonnecchiavano nella loro tazza di caffelatte o succo di zucca, mentre altri meno discreti non si degnavano nemmeno di alzarla, la testa, e russavano sottovoce sul tavolo.

         Il solo pensiero di due ore filate di Storia Della Magia di prima mattina provocava attacchi di improvvisa catalessi nella maggioranza delle persone, ma due ore di storia della magia alle due ultime ore del venerdì mattina, quando non vedi l’ora di correre beato nei prati pregustandoti il sabato sportivo, sono il massacro.

         -E Orick il Barbaro nacque nel…- La lezione proseguiva nella sua interminabile eternità.

         Il silenzio era quasi affettabile. La classe intera, a parte qualche coraggioso, dormiva beata con la testa sul banco, libro aperto, cercando di convincersi che certo, non c’era bisogno di prestare attenzione, perché sicuramente avrebbero imparato qualcosa per osmosi.

         Accanto ad un assopito Dean Thomas Harry Potter stava attento ad ogni parola, interessato alla vicenda tra Orick il Barbaro e un Orco malvagio chiamato Urg il Castigatore (o qualcosa di simile!).

         Ogni volta che il fantasma, il professor Binns, osservava il ragazzo rabbrividiva inconsciamente e riprendeva la lezione con tono sempre più perentorio e noioso, come a sfidarlo ad addormentarsi.

Ma il moro non cedette, ed uscì dalla classe perfettamente lucido e riposato.

         -Hey Potter… Potter? POTTER – Il moro fu costretto a voltarsi al tono insistente del Rosso che lo chiamava a squarciagola.

         Tutto il corridoio si era fermato ad osservare la scena. Il capitano del Grifondoro sembrava minaccioso, si preannunciava una rissa? Un mormorio eccitato si sparse tra i ragazzi, mentre le ragazze si coprivano già gli occhi, nonostante i due ragazzi stessero a 10 metri e un gruppo di primini di distanza.

         Ronald Weasley, in rigorosa tuta da Quidditch (quando si era cambiato?!) lo raggiunse col fiatone.

-Potter. Tryouts. Domattina. Alle 8. Ti voglio vedere sudare per entrare in squadra. – E detto questo gli sbatté sul petto una pergamena che recitava a grandi lettere DOMANDA DI ISCRIZIONE ALLA SQUADRA…

Harry lo fissò un po’ stranito, non ricordava di aver mai fatto richiesta, ma con un’alzata di spalle rispose –Ci sarò, ma dovrai spiegarmi le regole del torneo scolastico – sarebbe stato troppo complicato spiegare a Ron il fatto che loro giocassero con 2 boccini, tempo limitato, 6 anelli e con regole troppo diverse dalle loro. Senza contare che il campetto di Hogwarts era tre volte più piccolo del loro campo.  

Quella frase fu un fulmine a ciel sereno per Ronald -ossessionato -del -quidditch- Weasley. –Non hai mai.. mai giocato …? –  Nel mentre però era diventato di uno sgradevole blu cobalto, e il moro dovette interromperlo rassicurandolo che sì, aveva giocato a Quidditch molte volte, ma il Quidditch giocato in Olanda era diverso dal Quidditch inglese, per questo la Squadra dei Dutch Wanderers non aveva mai preso parte ai campionati mondiali.

L’effetto fu istantaneo: il rosso riprese colore e cominciò a ridere gioviale, dando dei cretini agli olandesi perché non capivano cosa fosse il vero Quidditch.

La cosa innervosì Harry, che girò i tacchi velocemente e se ne andò prima di urlare in faccia al compagno di scuola quanto si sentisse più olandese che inglese e quanto fosse lui a non capire niente.

L’urlo di Ron riecheggiò per il corridoio – Tryouts. DOMANI.- Harry sbuffò e in silenzio entrò in biblioteca.

Tryouts. Domani. Eccheccavolo.


Capitolo di passaggio, ma noi li amiamo così vero? =D Prometto un aggiornamento record per domani sera (massimo massimo mercoledì), e voi regalatemi un bel bentornato =P

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Il Boccino d'oro e la Freccia D'Acqua ***


And suddenly nothing happened 9Promesso aggiornamento, aggiornamento concluso (lol). Abbiamo aggiunto alla lista un totale di 3 persone, quindi il numero di seguiti ha raggiunto il 30 WEEE =D
Tryouts tryouts! Non siamo tutti eccitati in proposito? =DDDD
Comunque, lancio una sfida a tutti voi. La storia cita varie incongruenze (ad esempio la "calligrafia di Hermione" nonostante Hermione non ci sia!), se mi aiutaste a riguardare le suddette e me le faceste notare mi fareste un favoroneoneone, così rendiamo la storia più organica =D
tyumas: Eheh, Harry sa come sgonfiare i palloncini.. dimenticandoseli nell'armadio (si sgonfiano DAVVERO da soli xD), e Ron non mi starà mai simpatico, quindi bho, credo dovrò limitarmi a non farmi impietosire. La ragione del litigio è grossa, e posso dirvi che perdonarsi a vicenda dopo l'accaduto sarà *davvero* difficile, e non è nemmeno detto che si perdonino. Non prendetevela con Molly ed Arthur però, loro pensavano di fare il giusto D=.

Ok, vi lascio al capitolo, sperando che almeno stavolta il tempo regga e non ci costringa a vedere un branco di maschietti che si scuote con fare cino-leonino X°DDDDDD

And Suddenly… Nothing Happened (But it happened suddenly)

 

Il Boccino d’oro e la Freccia d'Acqua...

 

La mattinata quel sabato si era preannunciata plumbea, ma in poco tempo le nuvole si erano dissolte grazie a non si sa quale Dio misericordioso, e un vento tiepido seccava ciò che il diluvio della settimana scorsa aveva bagnato.

         Il cielo era terso e limpido, senza foschie e nuvole impiccione, mentre gli uccellini svolazzavano.

         Sembrava un paradiso idilliaco, invece nel Campo da Quidditch Ronald Weasley si era già fatto venire due attacchi, un terribile mal di gola, un attacco di cervicale e una vena gli stava sgradevolmente pulsando sul collo. 

Nelle prime due ore di prova si erano presentati quarantasette candidati, e i primi trentacinque si erano dimostrati dei veri incompetenti.

Alcuni ragazzini del primo anno si erano impudentemente presentati infischiandosene delle regole, altri non sapevano cosa fosse un Boccino, altri ancora non resistevano al primo Bolide.

Uno dei pochi che finora si reggeva in sella, Jack Slendry, aveva poi perso il Boccino nella nebbia, e ora tutta la Squadra lo stava cercando, sperando di trovarlo prima o poi. 

Era ufficiale: tutti gli imbecilli nella Casa si erano riversati in quello che poteva essere l’unica cosa in cui accumulare popolarità, lo sport, fallendo miseramente.

Dopo quarantasei minuti il Boccino fu dato per perso, e un incavolatissimo Ron dovette chiedere alla Signora Hooch, responsabile del campo, una nuova sferetta dorata, tornandosene con un bel cesto di palline da golf.

- Ron – Lo chiamò Amanda Robin, la BattitriceNon possiamo andare avanti così, su quarantasette trentacinque sono deficienti, e l’unico che sembra un minimo competente è tra altri undici candidati – E indicò Harry, che stava seduto in un angolo spostando lo sguardo a destra e a manca nel campo senza motivo preciso.

- Cosa vuoi che faccia, Amanda? Che lo faccia passare avanti? Non ho intenzione di dare a nessuno la ‘pappa pronta’, magari c’è un talento nascosto tra questi undici prima di lui…- Le parole gli morirono in gola quando vide i candidati. Amanda si limitò ad alzare le sopracciglia scettica, poi tornò al suo posto in silenzio.

- Prossimo! – Gridò esasperato il Capitano, pregando che almeno uno di quegli undici si dimostrasse valido.

Certo, aveva visto l’abilità di Potter, ma detestava dare ragione ad Amanda, inoltre non sopportava l’idea che quel tipo lo oscurasse anche nel Quidditch “Dio solo sa quanto mi ucciderà la McGrannit se non prendo il migliore però” Pensò infine. (26)

 Come predetto dalla Battitrice però, il massimo che i poveretti poterono fare fu uccidersi con un Bolide e prendersi una pallina dritta sparata nell’occhio.

Con un grido esasperato Ronald cacciò via anche l’ultimo in concorso, mentre un secondino veniva portato in infermeria con un pesante occhio nero.

- I peggiori Provini mai fatti – Scosse la testa Jake, uno dei Cacciatori, in volo da più di quattro ore e ormai seccato da questa parata di ridicoli clown. Tutti gli altri giocatori concordarono in silenzio, mentre osservavano la vena sul collo del Capitano, che ormai aveva raggiunto il punto critico.

-PROSSIMO!! – Urlò Ronald, senza essersi accorto che l’ultimo rimasto era proprio Potter.

- Potter! – Gridò quando si accorse di chi aveva davanti – In sella, ADESSO. I Cacciatori ti lanceranno delle palline da golf e tu vedi di prenderle. -

Harry imbracciò la scopa e montò in sella, ma invece di fermarsi davanti ai cacciatori prese in silenzio a mulinare intorno al campo, gli occhi che seguivano una traiettoria indefinita.

- Dove CAVOLO VAI POTTER!! – Sbraitava con gli occhi fuori dalle orbite il Rosso da terra.  

Harry roteò gli occhi e agitò qualcosa in mano.

- E’ il boccino! E’ il boccino!! – Strillava Amanda euforica, avendo passato le ultime ore a cercarlo.

-Roteava intorno agli anelli da un po’ – Alzò le spalle il moro, lanciandoglielo.

La Squadra rimase senza parole, mentre la mascella di Ronald era sicuramente andata a tenere compagnia alla mascella di Harry, rimasta in Olanda.

- Va bene Potter… ti faremo sapere – Disse Ron riluttante. – I provini sono finiti, Squadra, a terra -

Con grida di esultanza i giocatori scesero dalle scope, avvicinandosi al nuovo arrivato.

-Sei stato grande, noi non l’avevamo nemmeno visto! – Diceva Amanda ammirata, mentre Jake e gli altri occhieggiavano il suo manico di scopa.

-Ma che modello è Harry? Non ne ho mai viste di simili!! – Esclamava uno, mentre un altro diceva – Saranno modelli Olandesi, ho saputo che alcuni dei modelli orientali vanno come  delle saette!

- E’ una Freccia d’Acqua vero? – Gridava eccitata Eleese, una Cacciatrice - Ho sentito che arrivano a velocità mai viste, frenata automatica e tutti gli optional; le Squadre professionali ammazzerebbero per un set di scope simili, ma gli artigiani che le producono sono quasi introvabili!!- Un mormorio invidioso si levò dagli ascoltatori, che ora volevano tutti almeno toccare il manico di scopa.

- Okay signori, niente Salotto! – sbraitò Ronald – Tornatevene nel dormitorio, sparite da qui mentre io scelgo il candidato più adatto – E con un gesto imperioso fece ordine di andarsene.

Amanda roteò gli occhi “il più adatto.. ma per favore!”, mentre sfollava il campo assieme a tutti gli altri, che non smettevano di fare domande ad Harry.

***

Il giorno dopo una bella pergamena era affissa in Bacheca

SQUADRA DEL GRIFONDORO

Baters – Amanda Robin, Mark Dumas

Chasers – Jake Morales, Cormac McLaggen, Eleese Seas

Keeper – Ronald Weasley (Capitano!!!!!)

Seeker – Harry Potter

 

    La squadra fissò soddisfatta il cartello, mentre Harry lo osservava senza particolare interesse – Sapevo che ce l’avresti fatta!- Asserì Amanda sicura – Anche se non capisco perché abbia messo tanti punti esclamativi dopo la parola capitano – disse ridendo.




Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La luna, il lupo, la lupa e il lupo ***


And suddenly nothing happened 10Mi confesso delusa. Duh, capisco che scrivo piuttosto male, ma nessuna recensioncina piccina piccina?
Vabbe', mi ritengo fortunata di avere così tanta gente che mi segue, e ne approfitto per ringraziarvi tuttituttitutti! *mega hug*
800 visite *coriandolizza il mondo* grazie mille <333
Comunque, mi serve davvero aiuto con le incongruenze, ho cercato e ricercato ma non riesco a trovare un rimpiazzo.
Ok, a parte questo, oggi si prevede Luna Piena =D
Avevo cercato di farlo cortino per permettere a tutti di evitarsi un'aspirina.. FAIL.(digitare su google youfail.org, godetevi la canzone e compatitemi)
Quindi avete tipo un papiro non lungo ma confusionario come al solito!... duh, bare with me. (sopportatemi).

SONDAGGIO
Preferireste da me:
-Capitoli più lunghi
-Capitoli più corti
-Cadenza più regolare
-Capitoli senza spiegazione all'inizio (credits in fondo)
-Capitoli con credits in alto come al solito.

Fatemi sapere =D

And suddenly, nothing happened… But it happened suddenly!

 

La luna, il lupo, la lupa e il lupo (di nuovo)

 

Dopo le selezioni, la vita ad Hogwarts sembrava tornata alla normalità… se normalità poteva essere chiamata la vita ad Hogwarts si intende.

         Le lezioni si susseguivano senza interruzione, e ormai nessuno faceva più caso al nuovo arrivato, che sembrava essere più avanti di tutti in ogni materia. Per i ragazzi la competizione era deprimente, e giustificata dal fatto che ‘non ci sarebbe stato gusto’. Per le ragazze il nuovo era troppo bello per essere vero, e in poco tempo si sparse la voce che il moro fosse in realtà gay.

         L’unica cosa fuori posto nella scuola sembrava essere lo strano comportamento del professore di Difesa Contro le Arti Oscure. In molti anni, gli studenti non l’avevano mai visto così strano. Il professor Lupin era sempre stato mesto e tranquillo, gentile e cooperante con tutti i suoi colleghi e i suoi studenti, ma il suo umore aveva bruschi risvolti quell’anno.

         Gli studenti non capivano perché, ma avevano la sensazione che il cambiamento improvviso avesse a che fare con la nuova insegnante di Divinazione. Si poteva spesso scorgere l’uomo lanciare occhiate velenose, anzi no, cariche d’odio, alla giovane donna, che per educazione fingeva ignoranza.

         Quando nei corridoi si scorgeva un fruscio di seta blu, immediatamente dopo era certo che sarebbe arrivato un infuriato professore, pugni serrati e lampi dagli occhi.

         Nessuno riusciva a spiegarselo, ma era ovvio che lui la odiasse, e dal profondo. Si sparsero voci a proposito di una loro torbida relazione, nella quale (nel giro di una settimana) si vociferava ci fossero stati tre amanti e un divorzio spella ossa che aveva lasciato il poveretto sul lastrico.

         Tali voci erano profondamente scornate da tutto il corpo insegnanti, ma più essi continuavano ad affermare che i due non si erano mai incontrati, più il mulino del pettegolezzo inventava storie più fantasiose e variopinte.

         La voce giunse fino a Maria stessa, che ridendo aveva assicurato che in effetti no, lei e il professor Lupin non si erano mai incontrati, ma avevano avuto un diverbio sul significato della vita la prima sera, e da allora Remus le stava decisamente troppo sul collo. La risposta non fece che incuriosire di più gli studenti, pensosi a proposito del ‘significato della vita’.

***

         Era giunto circa il primo di ottobre, e il professore si sentiva male come al solito. Certo, era noto a tutti gli studenti più grandi il problema di licantropia dell’uomo, ma i ragazzi non potevano fare a meno di preoccuparsi per il migliore insegnante di Difesa mai avuto. I ragazzi del settimo anno ricordavano con orrore il professor Duncan, un uomo orribile paragonabile soltanto al sottosegretario anziano del ministro, che aveva cercato di educarli alla difesa sicura.

    Quel giorno gli studenti si alzarono con la sicurezza che il professore non si sarebbe presentato. Il nuovo arrivato, ovviamente, non aveva idea del perché del rilassamento generale, quindi Ronald fece capire agli altri che non c’era bisogno di avvertirlo, e sghignazzando lo guardarono recarsi al terzo piano, da solo.

         Stavano ancora sghignazzando quando

-Buongiorno cari.- una voce dietro di loro li fece sobbalzare. Maria era esattamente alle loro spalle, sorridente e rilassata come sempre.

- Non avreste DCAO adesso ragazzi?- Trillò lei tranquilla

-Ma, veramente prof, - Disse Ronald a voce di tutti – Il professor Lupin oggi non si sente bene quindi pensavamo c-

-Oh gentile da parte sua caro, - Lo interruppe lei – Ma il professor Silente oggi mi ha chiesto di fare sostituzione al suo posto – I suoi occhi scintillarono per un attimo – Quindi vi aspetto puntuali in classe. Accidenti, sembra cominci tra quaranta secondi… buona fortuna. – E sorridendo se ne andò verso un ritratto la cui parola d’ordine era nota soltanto agli insegnanti e ovviamente a Gazza, bisbigliò la parola d’ordine e vi scivolò dentro.

-Oh crud! - Esclamò un ragazzo del settimo anno, a voce così alta che l’intera Sala Grande si voltò trattenendo il fiato all’imprecazione.        

Un’intera folla di giovani del settimo anno corse a perdifiato per le scale, cercando disperatamente di battere il record dei quaranta secondi, scavalcando tutti gli studenti che passavano accanto a loro.

         Giunsero in classe trafelati, i vestiti scomposti, i capelli spettinati, i maschi evidentemente sudati. Harry Potter era seduto al suo solito posto, mentre Maria aveva già cominciato l’argomento del giorno.

-Ritardo di qualche minuto, credo toglierò un punto a ciascuno, sì. Mi aspetto che d’ora in poi vi presentiate tutti in orario, non importa che lezione, che orario o che professore. Se anche il professore fosse morto vi presenterete in aula come se nulla fosse, vi sarà detto poi cosa fare – Disse quindi Maria, incurante delle proteste degli allievi, mentre settava il proiettore.

         -Morto?!?!? – Chiese Ernie, un Tassorosso seduto in primo banco - Che è successo al nostro professore?! – Tutta la classe era caduta in un silenzio tombale. Maria si voltò e sbatté gli occhi perplessa. – Merlino no! Era solo un esempio ragazzi, settatevi prego. Il vostro professore sta bene… cioè, insomma… bene per quanto uno come lui possa stare bene in questo periodo capitemi… quelli come lui non stanno mai troppo bene… ma… ecco… - e qui il suo discorso crollò nella nebbia, poiché Ronald Weasley si era alzato e con voce tonante aveva sbraitato – Ma come si permette, solo perché il professore è un Licantropo non significa che debba chiamarlo ‘uno come lui’ con tanto disprezzo! E’ cento volte migliore di lei! – E urla di approvazione si alzarono per tutta la classe.

         Maria si seccò per la prima volta nella sua lunga carriera, ed Harry sentì il disperato bisogno di eclissarsi in un buco, desiderio irrealizzabile, così il moro ripiegò sull’appiattirsi sul banco.

-MISTER WEASLEY – Tuonò la donna, gli occhi blu che scintillavano di una furia rabbiosa – Come si permette di alzare la voce con ME. – E avanzò pericolosamente – Giusto perché lo sappia io NON ho alcun pregiudizio. Sono perfettamente consapevole di tutto ciò che comporta la licantropia almeno di CENTO VOLTE rispetto ad ogni studioso, e non tollero commenti sul mio ‘non essere uomo’, e le GARANTISCO che se alza di nuovo la voce con me, può considerarsi morto. – Finì l’ultima frase con un sospiro e una fulminata che avrebbe ucciso Voldemort in un lampo di atroce dolore e sofferenza. 

Il rosso impallidì davanti a tanta forza magica, e si sedette piano piano, sull’orlo del tracollo nervoso solo per aver fissato negli occhi dell’insegnante.

         Fu allora che una giovane di Corvonero, Padma Patil, alzò la mano e, con voce che sfiorava l’incredulità, esclamò – oooh professoressa, lei è un licantropo!!!

         Se il silenzio avesse potuto uccidere, in quel momento i ragazzi nella classe sarebbero tutti morti. – Invero Miss Patil, io sono un licantropo, cambia qualcosa? – Rispose lei alzando un sopracciglio

         -Uh no… suppongo… ma è denunciata? Voglio dire, so che bisogna registrarsi e non ho mai visto il suo nome in lista… - la ragazzina si zittì quando Maria la trapanò con lo sguardo. – Dovrei farmi marchiare come un bovino Miss Patil? – Ribatté lei stizzita – Non sono un animale, ho solo un gene diverso dal vostro. E comunque in Olanda non abbiamo queste stupidaggini come regole, il nostro Vise – E mostrò una carta d’identità scritta in olandese – Mostra il nostro status tranquillamente. Io sono fiera di essere diversa. – E così dicendo si raddrizzò sul posto, e fece capire che non avrebbe risposto ad altre domande.

***

La lezione era proseguita silenziosa e senza intoppi, e sembrò evidente che Maria la sapeva molto lunga anche sulle arti oscure. Purtroppo i giovani erano troppo sconvolti dalla recente rivelazione per notarlo.

         Maria… un licantropo?! Non poteva essere, era anormale. I licantropi si sentivano malissimo prima e dopo la luna piena, dovevano prendere interi calderoni di Antilupo per sentirsi in grado di alzarsi da letto… lei era fresca come una rosa. Decisamente i conti non tornavano.

- Ma secondo voi è vero? – Sussurrò Ernie, facendo attenzione a non farsi sentire da altri mentre uscivano dall’aula

         - Secondo me no. – Disse un ragazzo di Grifondoro, Seamus. – Insomma… abbiamo il professor Lupin da anni e lui si è sempre sentito male… lei sembra abbia appena riposato 100 anni e si sia svegliata con la rosea prospettiva di incontrare il principe azzurro… Cioè… - Molti ragazzi si videro costretti a convenirne, Maria non poteva essere un licantropo.

         - Ma chi ha detto che devi soffrire per forza se sei un lican scusate? – Li interruppe qualcuno. Harry stava seduto su una panca, senza alzare gli occhi dal suo libro.

         Amanda, la beater del Grifondoro, alzò lo sguardo verso di lui – Tu sapevi che era una mannara? – Chiese. Lui alzò le spalle – Certo, a scuola lo sapevamo tutti, i lican sono piuttosto popolari come insegnanti in Olanda… lunga vita, memoria perfetta, mai una malattia… - e cominciò ad elencare sulle dita – Ovviamente, i licantropi devono controllarsi. Niente da dire su Remus badate, si controlla in maniera incredibile visto lo stato delle cose, ma magari bisognerebbe si allenasse un po’ per- Fu interrotto da Ronald, che senza fare una piega lo mandò a raccogliere cavoli, e si tirò dietro tutta la classe.

         Harry alzò le spalle di nuovo, e si rimise a leggere.  

***

Quella notte nessuno del settimo anno chiuse occhio, all’udire ululati di vario genere provenire dalla foresta.

***

La mattina dopo lei era là. Sorseggiava il suo tè mentre parlava con il professor Vitious, mentre il professor Lupin, malaticcio come al solito, la fissava con orrore.

         Era noto, riguardo ai lupi mannari, che l’unico modo per non mutilarsi durante la luna piena era mutilare altre persone, e gli studenti guardarono con terribile consapevolezza, e una certa nausea, il corpo di Maria, che non presentava alcun graffio.

         Come poteva essere?


grazie profondo a chiunque recensisca! Grazie a tutti, Wì <3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Who assumes makes an a*s out of you and me ***


And Suddenly nothing happened 11 Hellows. Grazie molte per il vostro supporto. Abbiamo raggiunto la magica quota di 950 visite!!! *danza felice e tribale* Grazie grazie grazie <3
Grazie anche per le 4 recensioni, che spero diventino 5 in questo capitolo. Ho risposto a tutti, credo, se non l'avessi fatto siete liberi di punzecchiarmi con uno stick.
Awww povera Maria, così incompresa T^T. Comunque, mi pareva di averlo già detto, ma lo ripeto nel caso mi fosse sfuggito: Non è una Remus x Maria!!! *No nononononono* Per quanto io ami tutti i personaggi, Maria è felicemente sposata, e non le interessa Remus; inoltre tra loro non corre buon sangue... almeno per ora ù_u
Mi hanno inoltre chiesto del Quidditch. Tengo a precisare che io Ad-doro il Quidditch, e vedremo spesso degli incontri, non appena abbiamo assestato il problema peloso.
Warning. Questo capitolo contiene parole colorate. Non forti, ma colorate. Per evitare problemi, ho deciso di metterle in olandese. Maria è Olandese, e visto che nessuno in famiglia conosce l'olandese, ho deciso di chiedere dritta a una mia amica che viene da Amsterdam per queste frasi taglienti. Ho visto termini ben più dipinti, quindi spero mi perdoniate la licenza poetica. Se le scritte vi disturbassero davvero tanto tanto tanto tanto da non poter vivere vi chiedo di scusarmi e di farmelo sapere, sono una donna molto adulta molto impegnata e non mi sembravano forti.

Il coding di questo capitolo per la dimensione carattere è esploso, perciò sopportate il carattere piccino.

And Suddenly... Nothing Happened (But it happened suddenly)


Who assumes makes an ass out of you and me.

    I giorni dopo la luna piena esplosero in una moltitudine di pareri contrastanti e proposte di rivolta. Chiunque fosse abbastanza grande da capire capì, e chi non lo era fu debitamente avvertito. La notizia che Maria fosse un licantropo crudele e sanguinario si sparse come fiamme al vento, e l'ufficio dei Direttori delle quattro Case fu immediatamente riempito di studenti che necessitavano di cambiare l'orario delle lezioni. Il corso di Divinazione si svuotò all'improvviso, gli studenti preferivano addirittura il corso avanzato di Storia della Magia allo stare in classe con la creatura maligna anche solo per un'ora.
    I professori potevano essere visti camminare preoccupati, il viso cereo, lungo i corridoi mentre la ragazza camminava nell'opposta direzione. Tutti erano convinti di una cosa: Maria era un mostro.
    -Mi chiedo cosa avesse in testa Albus quando l'ha assunta, quella- stava dicendo una nervosa professoressa Sinistra ad una pallida professoressa Vector  - Quando ci ha detto cosa fosse avevo dato per scontato che fosse tipo Remus, cioè... non come gli altri. - e si coprì la bocca con un fazzoletto, come se l'aria fosse improvvisamente malsana o come dovesse svenire sul posto.
    -Capisco cosa vuoi dire! - Diceva l'altra tutta concitata, -E' così giovane, uno penserebbe che sia stata morsa da piccola, e che capisca cosa vuol dire il dolore - e la prima annuiva solenne.
        La cosa incredibile era come in realtà Maria gestiva la situazione. Non aveva assolutamente smentito ne' confermato le supposizioni che giravano. Era completamente indifferente a tutte le voci, continuava tranquilla a fare lezione a classe vuota, ignorando il fatto che solo quattro o cinque studenti frequentassero il suo corso. 
       Aveva anche preso l'abitudine di frequentare le serre, la foresta e i sotterranei; ma nessuno sapeva, di fatto, cosa facesse.
        I più fervidi sostenitori della campagna di boicottaggio, nonostante Silente in persona avesse preso le difese della donna, erano i Grifondoro del settimo anno. La loro lealtà andava al professor Lupin, e i ragazzi avevano automaticamente catalogato la lupa tra i 'nemici mortali' del loro amato insegnante.
        Alcuni di loro avevano cominciato a pedinare Maria come un'ombra, ma chissà come la bella professoressa riusciva sempre a seminarli, facendoli piombare in vicoli ciechi o nelle grinfie di Gazza. La cosa finì bruscamente quando furono colti in flagrante da nientemeno che il professor Lupin, che li aveva ricacciati malamente al loro dormitorio.
        L'insegnante non prese bene tutto quel trambusto
        - E' una questione tra me e un membro del corpo docenti - Aveva strillato ai ragazzi - Dovete rispetto ad ogni membro della facoltà, e fossi in voi mi vergognerei di aver fatto una cosa simile! - Aveva gli occhi fuori dalle orbite, lui che non perdeva quasi mai la calma, ovviamente, finchè non era in presenza di Maria. I ragazzi si erano vergognati ed erano tornati al dormitorio, in silenzio, promettendosi di riprendere la settimana dopo.
        Fu proprio la settimana dopo, che i Grifondoro meno Harry pedinarono la giovane donna dalla Torre a tutti i suoi percorsi.
        Maria scese leggera dalla torre, senza fare rumore sugli scalini, quasi senza toccare terra, in uno svolazzo di stoffa.
        Non fece però in tempo a raggiungere la sua meta, perchè sulla strada c'era il professor Lupin, con un'espressione rigida e dura in volto, i pugni chiusi e le braccia serrate. Sembrava quasi volesse trattenersi dal picchiarla.
        -Dobbiamo parlare - Esordì, glaciale.
        Gli studenti sobbalzarono a quel tono e si fecero piccoli piccoli dietro una colonna, sperando di poter origliare prima di essere scoperti.
        Maria sospirò - Di cosa vuoi parlare? Hai già fatto tutte le tue 'assunzioni', no?- disse con la sua voce sottile
        -Sai benissimo di cosa parlo, la situazione è insostenibile!-  Remus era livido
        -No, non lo so affatto, e mi piacerebbe la smettessi di sottintendere ci sia una situazione, considerando che non so nemmeno di cosa parli!-
        -Parlo di tutte quelle aggressioni, e del fatto che tu non abbia graffi, mai!-
        -Oh! E quindi, genio, visto che sono l'unico licantropo che conosci nel raggio di chilometri, hai pensato ovviamente che il problema fossi io- Sembrava molto irritata
        -Forse dovremmo andarcene - Sussurrò Lavanda agli altri, terrorizzata al pensiero di essere beccata lì
        -NO!- La zittì Ron tra i denti - Aspettiamo, scommetto che ora lei cede e confessa, Lupin è terribile!- E assunse un'espressione un po' maligna.
        Intanto le voci stavano rapidamente diventando urla
        -... Permettere che accada di nuovo! Sei una pazza sanguinaria!-
        -HOE DURF YE!- Strillò lei nella sua lingua nativa - Come. Ti. Permetti. di dirmi una cosa simile!- la sua compostezza stava rapidamente svanendo
        -Senti, sappiamo tutti e due che sei un licantropo...-
        -Ma guarda?! Io pensavo lo fossi anche tu, mio caro!-
        -Io non vado fuori a mordere carne umana!-
        -E chi ti ha mai detto che sia quello che faccio!
        -E' l'unico modo di evitare i graffi
        -E cosa ti dice che io non abbia cicatrici! Non dirmi che in trentaquattro anni non hai mai imparato a fare trasfigurazione umana! Il Glamour Charm è insegnato al terzo anno all'Accademia! Pensi davvero che una ragazza non spenda tempo a mettersi del Glamour pur di non apparire sciancata?! Lo faccio da una vita, per la mia famiglia, e non mi piace sia considerato un crimine!
        A queste parole la risoluzione dell'uomo vacillò. Maria arcuò le sopracciglia, un sorriso sardonico sul suo viso.
        -Ma certo. Molto Grifondoro da parte tua Lupin. Il 'jumping to conclusions' è tipico di quella casa. Mente ristretta se mi permetti, è qualcosa che hanno nel cervello... - Sembrava si stesse calmando
        -Ciò non cambia lo stato delle cose! Sei l'unica lupa in giro, e stai attirando altri, e loro fanno massacro!
        Maria si gelò sul posto
        -Fammi capire-
Alzò le mani, in segno di stop, l'espressione truce ribollente di rabbia - Ora che non puoi più accusarmi di essere io la carnefice, mi accusi di attirare i carnefici?
        -E' colpa mia se sono una femmina?! - Riprese -  E' colpa mia se voi inglesi non avete mai visto una donna? Sono problemi miei anche questi??! Be' sappi che io sono felicemente sposata, da prima che tu fossi nato. Non dare aria ai denti senza sapere di cosa parli Lupin, Ik. hou. niet van mensen die dingen zomaar aannemen. Al mio paese diciamo una cosa- E puntò il dito in faccia al licantropo, minacciosa - Degene met aannemens, beenadelt ons beiden. Dat kan je maar beter monthouden, voordat je mij beschuldigt. Nogmaals, ik hou er niet van om mijn op te dringen, mar ik doe het wel als dat noding is -
        Il professore rimase senza parole, confuso e scioccato, non solo perchè non aveva capito una sola parola.
        Maria lo lasciò così, svolazzando serena per il corridoio, il bracciale intarsiato blu che scintillava al suo avambraccio.
        I ragazzi scivolarono fuori dal nascondiglio. Era sorprendente il fatto che fossero riusciti a comprimersi e stare fermi abbastanza da non farsi scoprire per così tanto tempo. Le ragazze si reggevano, alcune si lasciarono cadere a terra, mentre i ragazzi erano scossi.
        -Quindi Maria non è cattiva?- Scimmiottò Seamus dal nulla
        -No, sono convinto che gli abbia detto chissà che cosa in quella lingua! Magari ha confessato - Ronald era assolutamente convinto
        -Non lo so Ronnie - asserì Lavanda - Non mi pare il tipo, e poi aveva molta ragione quando ha detto che non era colpa sua se era femmina...
        -Ma allora non ascolti? Scommetto che ha pure confessato! Dobbiamo solo sapere cosa ha detto
        -E come farai? Andrai da lei e le dirai 'scusa ma non ho capito l'ultima frase che hai detto, me la ripeti'? Wow, funzionerà di sicuro-
        -Arrenditi Ron - disse Seamus - Non c'è nessuno qui che capisca quella roba-
        -In realtà c'è - Disse Calì, guadagnandosi gli sguardi di tutti - Che c'è?- Fece lei - Harry lo capisce, vengono dallo stesso posto- e scrollò le spalle, come se fosse una cosa ovvia
        -No! Non chiederò aiuto a Potter... no, no cento volte...NO

        ...Potter ho bisogno del tuo aiuto-
        Harry alzò le sopracciglia, e levò gli occhi dal libro che stava leggendo in Sala Comune. Tutti i ragazzi del settimo anno erano trafelati, parati davanti a lui, tutti dietro al rosso.
        - Ah sì?- Domandò il moro
        -Senti, se noi avessimo una o due frasi nella tua lingua da tradurre, le tradurresti in lingua comprensibile?-
        Harry sapeva delle tendenze 'spionistiche' dei compagni, quindi aggrottò le sopracciglia - E queste dove le avreste sentite?-
        -Non ha importanza!- Fece l'altro secco - Era qualcosa tipo 'u meics an asse aut of iu end m... che c'è!?- chiese seccato alle risate del moro.
        -Allora, non ho idea nè voglio sapere da dove l'abbiate tirata fuori, ma letteralmente vuol dire 'chi salta alle conclusioni tira fuori un sedere da me e te'. Significa che se salti alle conclusioni troppo in fretta e accusi metti nei guai sia te che l'accusato - Spiegò paziente davanti all'espressione stupita dei compagni. - Nient'altro? Sai, avrei da fare..-
        -Sì infatti, c'è altro- Disse Ronald brusco, sperando che nella seconda frase ci fosse la confessione.
        Gli ripeterono la frase meglio che poterono, e Harry sorpreso si rimise a posto gli occhiali - Maria ha detto questo? Allora era seccata. Ha praticamente detto che se chiunque fosse il destinatario del messaggio assuma ancora, lei farà valere le sue ragioni anche con la forza, nonostante non sia nella sua natura. -
         Gli studenti stettero in silenzio. Era Maria davvero innocente?

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Enter the Vinx.. ***


And suddenly nothing happened VinxSono tornata 8D
Ringrazio tutte le email carinissime che mi hanno invitato (e minacciato) a tornare a scrivere, è stato davvero tanto tanto dolce da parte vostra, pertanto inserisco qui un bel capitolo con Spannung che ci piace tanto.
Maria mia Maria, perchè non piaci a nessuno? °^°
Amo Vinx, 10 secondi è uno dei miei personaggi preferiti. Bella e mortale.
ATTENZIONE Riferimenti inglesi presenti nel capitolo!
* Avere rogna - Essere vegetariano. In inglese avere problemi con qualcuno si dice To have beef. Ora, visto che si traduce anche con "avere carne di vitello", mi sembrava più che appropriato dire che Harry è vegetariano, quindi gli fa il baffo il vitello ;D
* Pulire l'orologio - Dare una lezione / Fargliela vedere =)
Ho risposto alle recensioni nel metodo incorporato, quindi le vostre risposte sono lì <3

AND SUDDENLY… NOTHING HAPPENED (But it Happened Suddenly)

 

Enter the Vinx

 

 

       Il mese di settembre andava lentamente scemando in ottobre, e ottobre sfumava ancora più lentamente in ottobre.

       Gli studenti che erano sopravvissuti alle raffiche di vento di settembre non erano preparati alle nebbie del mese successivo, interrotte improvvisamente da scrosci di potenza inaudita.

Si intravedevano spesso dalle finestre banchi di nebbia poco invitante, in cui la leggenda diceva che un pivello del primo anno di Tassorosso si fosse perduto e non ne fosse mai più uscito, trasformarsi all’improvviso in temporali proprio sulle loro teste, che causa la scarsa visibilità erano impossibile prevedere.

       Le voci su Maria impregnavano ancora i muri del Castello, che erano diventati umidi e carichi di spifferi, e non accennavano a quietarsi, nemmeno davanti all’interessata stessa.

       La cosa positiva riguardante ottobre, era che con tutti gli allenamenti di Quidditch inseriti all’imbrunire nessuno aveva troppo tempo per pedinare o sparlare sulla donna.

       Il campo era diventato luogo di risse e discussioni, su chi avesse prenotato, su chi dovesse allenarsi, su chi non avesse il diritto e su chi si sarebbe trovato per primo a mangiare lumache. Allo sguardo incuriosito di Harry sull’argomento era stato risposto che il capitano del Grifondoro era stato condannato a mangiare lumache a causa di una Fattura Mangialumache anni prima, e da allora era diventato il bersaglio di simili frecciatine.

       Nonostante tutte le liti, i ricoveri, le Fatture in lallinese*, la squadra del Grifondoro si allenava 3 volte alla settimana, rigorosamente di sera.  Come diceva Ronald, la partita con i Serpeverde era a soli venti giorni e non potevano e non dovevano perdere, o nessuno avrebbe potuto sopportare Nott per mesi interi.

       Pur non amando il comportamento arrogante del rosso, Harry dovette concordare con lui su questo: se c’era una cosa che non sopportava erano i galletti strafottenti, e in quelle settimane Nott si era reso assolutamente odioso.

       Era un Serpeverde loro coetaneo non troppo alto e bruno, anche se la mancanza di altezza era compensata dai suoi scagnozzi Crabbe e Goyle, delle dimensioni di un armadio a doppia anta ciascuno. Era il classico bulletto con cui non si vuole avere rogne.        Dal primo momento in cui il bruno aveva posato gli occhi sul moro, l’aveva odiato. E non solo nel comportamento, ma in un paio di situazioni aveva persino cercato di metterlo nei guai; non che potesse farlo.

       Peccato che Harry fosse vegetariano. Non aveva alcuna intenzione di chinare la testa, anche a costo di pulirgli l’orologio come si deve, e insegnargli una lezione, cosa che non era restio a fare.

       Un’altra cosa che lo mandava sul muro era il comportamento della Casa verso Draco Malfoy. Sicuramente non era ciò che si aspettava, si immaginava un tipo simile a Nott, e il vederlo così gli faceva decisamente pietà. A quanto aveva sentito, le Serpi viaggiavano unite. Era un fattore di necessità, con tre Case avversarie era consigliabile, almeno all’esterno, stare uniti e compatti; almeno questo era quello che predicava il Maestro di Pozioni. Invece nei riguardi del biondo amorfo, erano gli stessi Serpenti ad allontanarlo e a spadroneggiare su di lui. Era una situazione strana e intollerabile.

       Eppure il ragazzo non andava male, era piuttosto dotato per la magia. Harry proprio non si spiegava questo suo comportamento, ma si promise che prima o poi avrebbe conosciuto personalmente il ragazzo e avrebbe giudicato.

      

       Quella mattina gelida, il castello si svegliò con un mormorio molto eccitato. Era in fondo Halloween ed era stato promesso il solito enorme banchetto festante. Circolavano voci su una banda di Goblin, ma nulla era certo.

       Come ogni anno, Harry si era alzato con voglia di festeggiare minore o uguale a zero. Si sentiva inappropriato a celebrare il giorno dell’Incidente, giornata in cui avrebbe soltanto voluto chiudersi in stanza e non uscirne.

Ovviamente sarebbe andato alle lezioni, ma il suo piano perfetto includeva una serata intera di studio in Biblioteca, e al diavolo le feste. Il giorno dopo si sarebbe disputata la prima partita della stagione e non aveva alcuna intenzione di ubriacarsi, appesantirsi, non dormire la notte e via dicendo.

       Era sceso a colazione, aveva mangiato e si era recato a lezione.

La lezione di pozioni c’era eccome. Passarono l’ora al tepore dei calderoni fumanti, i cui vapori facevano girare la testa, mentre i Grifi e le Serpi cercavano disperati di dare consistenza alla soluzione che dovevano preparare.

       La soluzione di Seamus era diventata arancio acceso e collosa, quella di Dean di una preoccupante consistenza, sembravano fiocchi di latte a grumi.

Quella preparata da Ronald e la sua LavLav era trasparente come l’acqua e sprigionava fumo viola.

       Fu con sorpresa che Harry notò che tra tutti, solo lui e Draco Malfoy erano riusciti ad arrivare fin là. Il ragazzo era una sorpresa, e il moro si chiese come mai non se ne fosse accorto prima.

 

 

       Era stata una giornata pesante. Piton li aveva messi davanti al distillato della Pace, la McGranitt aveva cominciato senza pietà con le Trasfigurazioni silenti e Storia della Magia era sempre storia della magia.

Fu una folla silenziosa e stanca che si recò ai dormitori, pronta a ricaricarsi con una bella festa.

       Harry invece si diresse filato in Biblioteca.

Era già stato più volte nella sala, ed era diventata da tempo la sua preferita. Prese un bel compendio sulla Trasfigurazione da Battaglia e si mise a leggere e prendere note.

       - Ciao Harry Potter -  cinguettò una voce sognante dietro di lui

Harry si voltò e il viso stralunato di Luna Lovegood gli si parò davanti – Hello Luna, cosa fai qui? Niente festa?- gliel’aveva chiesto più per educazione che per altro, avendo la ferma intenzione di continuare a leggere.

-Non proprio, sospetto sia pieno di Nargilli laggiù e non vorrei essere contagiata-

Harry annuì e tornò al suo tomo

- Preoccupato per domani?- fece lei, incurante del fatto, più che evidente, che il giovane non avesse alcuna intenzione di conversare

-Decisamente no, annoiato magari: il Quidditch qui è molto diverso dal nostro-

-Capisco.- Disse, e con grande disappunto di Harry, riattaccò di nuovo - Ti manca la tua scuola?-  Continuò così per molti minuti, saltabeccando da un argomento all’altro, fino allo scattare del coprifuoco.

       A Harry piaceva Luna, in un senso fraternistico e decisamente non romantico, ma la lettura era qualcosa che non andava disturbata, era lettura individuale per un motivo non per puro piacere di colui che gli aveva dato un nome. Leggere era sacro. Rise di sé quando realizzò che era una frase molto Corvonero da dire.

       La bionda però non si era accorta di nulla, e continuava a fare domande sempre più personali. Erano appena usciti dalla zona di comfort di Harry e la giovane Corvonero cominciava a fare domande molto imbarazzanti quando grazie a qualche Divinità pelosa Madama Pince entrò nel corridoio e li cacciò via in fretta perché la Biblioteca doveva chiudere.

       Il Grifondoro accampò due scuse con Luna, e se la diede a gambe mentre quella sorrideva e salutava con la manina.

 

       Alle sei del mattino del giorno dopo, Harry Potter era in piedi. La sua Casa aveva fatto festa tutta notte, lui era andato a dormire.

Aveva avuto otto ore di riposo, ed era tranquillo. Mentre sentiva il russare del rosso, mentre sentiva i gorgoglii dello stomaco di Seamus, si rese conto di aver fatto un’ottima scelta ad aver evitato la cena.

 

       Qualche ora dopo, il Castello si svegliò eccitato come se fosse stato percorso da una scarica elettrica. La tensione accumulata tra Weasley e Nott, che era aumentata fino a potersi tagliare col coltello o con un Incantesimo Tagliuzzante, e sembrava essere giunta al punto di rottura pochi giorni prima, era improvvisamente svanita nel vapore, anche se molti sapevano che era la calma prima della Tempesta.

       Alle dieci meno un quarto, l’intera Scuola era confluita nel piccolo stadio di Hogwarts, piccolo per gli standard di Harry ovviamente.

Ronald dilettò tutta la squadra con un illuminante discorso, interrotto però dal commento ovviamente pertinente di McLaggen

-Woah ma chi è quella?- era echeggiato per la tenda.

       La squadra lo ignorò, e al primo fischio si gettò in campo.

Il tempo era stato clemente oggi, non c’era nebbia, e tra la coltre di nubi si intravedeva un pallido sole.

       -Buon giorno everyone – La voce signorile di Chantal Delacour si spanse nell’aria attraverso il megafono – Non importa quanto diluvi, quanto detestiamo l’umido nei capelli, quanti funghi velenosi siano sul campo e quanti Bolidi vaganti prenderemo sugli spalti, Benvenuti alla prima partita di Quidditch della Stagione, Grifondoro contro Serpeverde. – Un forte grido esultante nacque dagli spalti rossi oro e verde argento. – Oggi si affrontano le due Squadre più rivali del campionato, capitani Theodore Nott – Dagli spalti rossi si udì un “buuuu” – e Ronald Weasley – Un coretto di “Weasley is Our King” dalla parte verde argento.

- Le regole del gioco sono semplici – Continuava Chantal formale, come un vero speaker – Dieci punti ogni goal e 150 per il boccino, e il resto direi che lo sappiamo tutti. Ecco che Madama Bumb entra in campo. E l’ingresso dei Bolidi – Due palle nere schizzarono fuori dal baule – Seguiti dal Boccino d’Oro. E ora, Signore e Signori, Let’s play Quidditch!

Un assordante “Aye” si librò da tutto il campo, tanto che chi non aveva avuto la fortuna di trovarsi sui palchi, dovette tapparsi le orecchie.

- La Pluffa è entrata in campo! – Annunciò Chantal – E inizia la partita. –

       Pronti, lancio, via. Non appena la Pluffa si staccò dalle mani dell’arbitro, Harry era schizzato a caccia del Boccino.

Il gioco andava troppo lento per i suoi gusti, fece appena in tempo a notare che Nott aveva intercettato la palla dalle mani di McLaggen, che aveva gli occhi piantonati chissà dove, quando WOSHHH un bolide gli passò davanti.

       Okay, pensò, starne fuori non funziona. Sbuffando si rilanciò nella mischia.

- E Nott passa a Doughlass, Doughlass  a Nott, Nott tira e Segna. 20 a 0 per i Serpeverde – Annunciò Chantal qualche minuto dopo.

La partita cominciava ad accendersi. Prima Amanda colpiva un Bolide verso i Cacciatori avversari, poi lo stesso bolide tornava indietro.

I Battitori stavano dando filo da torcere agli avversari, ma nonostante tutto nessuno segnava. Il gioco era ancora fermo 20 a 10 per i Serpeverde.

- Ed ecco che Nott si avvicina in possesso ai cerchi avversari. Scarta un Bolide lanciato da Robin, tira e PARATA – Trillò all’improvviso – Weasley para il colpo, Grifondoro in possesso e ricominciamo da capo -.

E continuò così per altri quaranta minuti, con la folla che incitava esagitata, come se non avessero mai visto nulla di meglio.

       Harry però si era stancato della partita molto loffia, avvistò il Boccino vicino agli spalti e scese in picchiata per prenderlo. Il Cercatore avversario, un certo Aaron Yaxley, si accorse della manovra troppo tardi e cercò di improvvisare un salvataggio disperato, ma invano.

Qualche minuto dopo il fischio secco di un fischietto mise fine alla partita, tra le esultanze di tre quarti della folla.

- E Grifondoro prende il Boccino, 170 a 20 Signori. Grifondoro vince. E questo conclude la partita di oggi, un saluto dalla vostra Chantal. – E così dicendo la Corvonero scese dalla postazione di megafono.

Tra gli spalti la gente rosso e oro strillava euforica, avevano vinto la partita.

Un paio di mani applaudiva educatamente dalla Tribuna degli insegnanti. Maria aveva assistito alla partita e stava battendo delicatamente le mani, mentre accanto a lei una ragazza bionda stette composta quanto bastasse per fare un fischio a due dita, guadagnandosi uno sguardo di rimprovero.

- Vinx tesoro, - esordì Maria – le signorine per bene non fischiano, fischiare è volgare - . La ragazza dal canto suo soffocò una risatina leggera e aristocratica.

- Piuttosto Signorina, ho sentito che ti fermi qualche giorno per fare l’internato, hai già deciso le materie in cui prenderai il Mastery? – Cambiò politicamente discorso il Professor Vitious che stava seduto poco lontano.

La ragazza piantò gli occhi viola sul piccolo professore e rispose con un bel sorriso – Ancora no, però ho qualche settimana per farmi un’idea, spero di ambientarmi presto – rispose con un tono tutto zuccheroso, tradito soltanto dallo sguardo serio e altero che avrebbe gelato il sangue a un troll.

- Uhm sì certo.. – il Professore ebbe l’improvviso desiderio di cambiare punto focale – Benvenuta a Hogwarts

- Sì, davvero Benvenuta – mormorò lei, lanciando a tutti coloro che la guardavano curiosi dagli spalti un’occhiata gelida e altezzosa che avrebbe fatto invidia a Nyra in persona.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Avviso + Omake (Update, chapter 4 online) ***


Avviso    Coff. Salve a tutti e grazie per il vostro tempo.
Sappiate dall'inizio, che vi amo.
Ora che avete letto le cose importanti, passo subito all'avviso che vi renderà tutti oscenamente tristi (ma anche no). La FanFiction entra in restauro.
    NO, non è uno hiatus, ho intenzione di scrivere e ho già la plot dei prossimi capitoli pronta, ma in tutta coscienza non mi sento di scrivere oltre fino ad aver corretto tutto.

    Ma come, correggere tutto?! Sì, mi spiace dirlo ma i primi capitoli di questa Fiction non sono più di mio gradimento. Dicendo questo, non intendo che ho intenzione di scrivere una nuova storia, ma di ristirare la storia originale da quei capitoli che l'hanno persa. Se rileggete la fanfiction noterete quanto i primi capitoli siano di qualità scadente rispetto agli ultimi. Nonostante questo da una parte mi faccia piacere, e mi lusinghi sapere che sono migliorata, il mio istinto da perfezionista mi impone di sistemare quello che va sistemato (in puro stile Umbridge).

    Pertanto la Fiction sarà risistemata in maniera sistematica, allungata, accorgiata, le verrà fatto il lifting la liposuzione e poi, giusto perchè ho dei soldi che avanzano, le farò anche un trapianto integrale di capelli. Con questo, come ho già detto, non sto dicendo che tornando tra due settimane troverete Dobby che balla nudo su un tavolo o Draco e Hermione che si divertono a giocare a Scarabeo, ma il mio intento è quello di farvi trovare una Fiction omogenea, fluente e discorsiva, chiara nelle parti che devono esserlo e non ripetitiva, un lavoro di cui possa andare fiera per mia soddisfazione personale.

    Io vi amo, amo il vostro supporto e quello che fate per me, amo le email di minaccia che mi mandate quando non aggiorno, amo le critiche positive e quelle costruttive, ma questo passaggio forzato devo farlo, se non per voi (e sappiate che lo faccio per voi, perchè la vostra lettura sia piacevole quanto per me sia stato scriverlo), per me.

Vi ringrazio infinitamente per la comprensione, davvero, e prometto che in pochissimo tempo la Fiction sarà up-to-date, pertanto aspettate un mio avviso presto.

NO NON SMETTETE DI LEGGERE

    Non per tanto, ma perchè ho pensato di distrarvi dal problema con un piccolo OMAKE, che mi riguarda in prima persona. E' un modo per ringraziarvi, e, chissà, anche per farvi fare due risate sulle mie disgrazie.
Come dice Charlie Chaplin, "What a sad business is being funny", e come Thomas Becket "Happy, just isn't funny enough", pertanto non avrebbe senso darvi un OMAKE comico su di me che cammino in un prato felice =).

    Ho, da sempre, avuto seri problemi nello scrivere.
Sono sempre stata una ragazza dal carattere debole e introverso, ho sempre cercato di fare tutti contenti, seguire i miei personaggi dall'inizio alla fine, chiedendomi cosa farebbero e cosa invece non farebbero mai.

    E ovviamente la libertà che gli concedo spesso finisce per tradirmi.
I problemi sorsero, come sempre, quando il mio ennesimo personaggio si ribellò alla mia esile autorità, e, strappando il guinzaglio che di proposito non tenevo stretto, decise che non aveva alcuna intenzione di farmi una scrittrice felice.
Era da una settimana che progettavo la mia fic. Ero molto soddisfatta di come volevo che fosse, ovviamente il punto era realizzarla.

    Il primo problema fu partorire il personaggio. Era un protagonista, quindi l'avevo di proposito disegnato e immaginato forte e deciso, aitante e con quella dose di carattere che a me era sempre mancata. Appena creato già sentivo che questo Gianni si sarebbe ribellato al mio volere, e mi sentivo come un dittatore che crea inconsapevolmente il suo peggior nemico.

    Il secondo dilemma con cui mi ero cimentata quella giornata, una volta partorito e messo nella camera d'incubazione il mio prematuro protagonista, era se volevo che vivesse o meno. Non fraintendete, gli avevo dato la vita per un motivo, ma il lieto fine non è mai scontato, vista la mia indecisione.
Per fortuna con me portavo, come sempre, la mia moneta da venti centesimi. E' grande abbastanza da essere visibile, ma non abbastanza grande per essere rubata, e ovviamente i suoi 5.74g di peso sono molti più di quanti il mio cervello possa vantare, quindi in genere è lei che prende le decisioni al posto mio. Perfetto, lieto fine.
Con un lieto fine previsto in programma, non avrei mai pensato a una tragedia. In un rosa non ero in grado di cimentarmi, e avventura sarebbe diventato molto pericoloso per la mia incolumità. Optai per una semplice, e poco impegnativa, commedia.

    Ed ecco! Il momento magico in cui si osserva il protagonista uscire dal banco surgelati della Conad, scrollarsi di dosso i ghiaccioli e immagino quello che sia un residuo di pancetta surgelata, e puntare sulla storia.

    Scrivere l'incipit del primo capitolo è stato, a mia modesta opinione, il preludio della catastrofe. Il protagonista, o personaggio forte, o Gianni, si è ribellato alla sesta parola e mezzo del prologo, è rotolato da un ponte ed è morto.
Tutto in sei parole.
    A mia difesa, non è colpa mia se quelle sei parole erano "Gianni camminava su un ponte tibetano"
... okay, sembra che la storia di Gianni Vittoria sia finita.
Stop, fine. end.

    Molto soddisfatta del mio lavoro ho chiuso il computer.
Dopo 30 minuti l'avevo riacceso, in preda alla disperazione: avevo detto lieto fine, e in sei parole avevo ucciso il protagonista (insomma, un'impresa non da tutti!).
Col cuore a pezzi ho cancellato il mio sudato e travagliato operato.

    Ho pensato allora di regalare a Frankestein una lady Frankestein. In genere, per acquietare i personaggi turbolenti basta affiancarci personaggi dall'indole debole e inetta che, nel caso fallissero nella nobile impresa di contagiare l'eroe, possano diventare il punching ball della situazione, invece di un debilitante sfogo contro l'autore. Questo ovviamente in un mondo ideale in cui il personaggio forte non sia anche un abile politico, cosa che potrebbe rendere controproducente l'idea anche solo remota di dargli una folla.

    In questo caso ho deciso di rischiare. Ho volutamente inserito il mio pacchetto di lardo surgelato nel freezer, e l'eroe della mia Fic in un mondo difficile e ostile, armandolo di pistola. Un po' crudo, direte voi, ma sono positiva. Ho creato la creatura femminile indifesa, carina e possibilmente più innocua che mi venisse in mente, e li ho messi l'uno accanto all'altra.
Il fatto che lui sia armato di pistola mi ha lasciato un attimino perplessa, non ho avuto finora ottime sensazioni, e non volevo ovviamente che Gianni si liberasse della nuova amichetta prima ancora che la storia iniziasse, ma ho puntato sul suo senso dell'onore e sul suo istinto di protezione. Siccome questo non mi rassicurava granchè, ho anche messo a Gina un paio di occhiali, per andare sul sicuro.

    Il fatto che in poche righe Gianni non fosse finito in carcere, Gina fosse ancora viva e forse vegeta, mi diede false speranze in cui non dovevo crogiuolarmi.
Infatti, al primo momento di distrazione, ecco di come scrivevo della violenza inedita e inaudita con il quale Gianni apriva una scatola di surgelati.
Sofferente davanti a tanta crudeltà verso gli stessi surgelati che l'avevano tenuto al fresco, sotto lo sguardo atterrito di Gina ho preso il mouse, e trascinato codesto figuro nel surgelatore. Non era pronto.

Ho spento il computer pochi minuti dopo, accertandomi che Gina stesse bene, regalandole un cane.
La mattina dopo ho riacceso il computer con rinnovata solerzia, pronta a cimentarmi di nuovo nella stesura di quella storia. Avevo già preso il guinzaglio e stavolta ero carica, non mi sarei fatta dominare da Gianni.
Purtroppo, durante la notte, Gina aveva comprato un altro cane, si era costruita una casa in campagna e viveva felice e contenta.
Con un depresso sospiro, mi sono arresa ancora una volta.
Certe volte scrivere non è proprio destino.


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=493012