Disastrous Day: diario di una Sibilla

di Il_Coso
(/viewuser.php?uid=64488)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un'introduzione, un divino mal di gola e un Uomo Nero ***
Capitolo 2: *** Dei barbari barbarici e tanti saluti ***



Capitolo 1
*** Un'introduzione, un divino mal di gola e un Uomo Nero ***


Disastrous Day: diario di una Sibilla

Disastrous Day: diario di una Sibilla

 

Un’introduzione, un divino mal di gola e un Uomo Nero

 

Salve a tutti.

Mi dispiace interrompere la vostra serata, giornata, nottata, insomma, qualunque momento della giornata sia, con questa mia pagina di diario… un diario che scrivo solo per oggi, per sfogarmi da questa giornata davvero orribile… altro che orribile! Veramente disastrosa. Certo, qui nell’antica Grecia i giorni sono sempre duri, ma oggi è stato proprio tremendo. Stamattina, innanzitutto… ma aspettate un attimo. Voi non sapete nulla di me! Tutto questo vi sembrerà il prodotto di una mente malata. Lasciate che vi spieghi.

Il mio nome è Melankraira (anche se tutti, fortunatamente, mi chiamano “la Sibilla”), sono la sacerdotessa del dio Apollo, che poi è il mio principale; il mio lavoro consiste nel vedere il futuro per i poveri bifolchi contadini che vengono a portare delle offerte per avere, appunto, delle previsioni. I colloqui funzionano pressappoco così: dopo che la folla si è radunata ordinatamente in fila fuori dalla porta del Tempio, io spalanco teatralmente la porta, fulminando la folla con uno sguardo da “sacerdotessa superiore ed illuminata” (così almeno lo definiva la maestra Taraxandra). Poi faccio segno al primo della fila di avanzare con la sua offerta, e lo accolgo nell’anticamera del Tempio; lui, o lei, o loro, insomma chiunque ci sia davanti a me, espone la sua domanda e mi porge l’offerta, CHE È RIGOROSAMENTE UN CIBO; dopo averla benignamente accettata, la porto nel cuore del Tempio e, per dirla in modo semplice, anzi semplicissimo, me la sbafo.

Certo, a volte mi faccio aiutare (altrimenti dove finisce la linea???) anche da qualche corvo o lupo, animali sacrissimi ad Apollo… ma torniamo a noi.

Vi starete chiedendo: perché mai deve essere proprio lei a mangiare le offerte? Beh, non potete mica pensare che il divino Apollo tocchi con le sue sante labbra una cosa così profana come il cibo umano! Che eretici pensieri vi vengono!

E poi, non penserete che io mi metta a cucinar

Comunque, non appena il cibo viene consumato, Apollo sorride magnanimamente e si sporge su di me (che nel frattempo avrò preso posto ad una scrivania completa di penna, inchiostro e fogliettini) e mi sussurra all’orecchio la Risposta, che io copierò diligentemente sui foglietti, una parola per pezzo di carta.

A volte è piacevole, come per risposte del tipo:

 

SI

 

Oppure:

 

E – SE - POI – TE – NE – PENTI? – NON – RISCHIARE

 

O anche:

 

TRANQUILLO - ANDRAI – IN – GUERRA – MA – TORNERAI 

 

Ma quando invece comincia a dare risposte del genere:

 

TRANQUILLO - ANDRAI – IN – GUERRA – MA – DOPO – UNA – FERITA – AL – POLPACCIO – UNA – AL – PIEDE – DUE – SLOGATURE – ALLA – CLAVICOLA – E – AL – POLSO - UN - USTIONE – ALLA – SCHIENA – E - UN –PO’ – DI – PELLE – SECCA - TORNERAI

 

O, peggio ancora, come:

 

COSÌ – NON – PUÒ – ESSERE – MA – SE – VICEVERSA -  COSÌ – FOSSE – ALLORA – POTREBBE – ESSERE – PERCHÈ – ESSENDOLO - LO – SAREBBE – E – COMUNQUE – DOVREBBE - ESSERLO - TUTTAVIA – DOPOTUTTO – COSÌ – NON - È – E – PERCIÒ – COSÌ - NON – SI –

 

… non lo sopporto proprio. Però questo è il mio lavoro, e devo eroicamente resistere. Ma veniamo al problema per cui ho cominciato a scrivere…

 

Da dove posso cominciare, per farvi capire bene il mio problema?

Ah, ci sono: inizierò dall’inizio, proseguirò fino alla fine, e poi mi fermerò. Mi pare ottimo, quindi iniziamo!

Oggi, la prima cosa che è andata storta è stata questa: al turno iniziale di predizioni, quello che si svolge in orario da colazioni (il più affollato, perché come offerta mi acconten Apollo si accontenta di un po’ di caffè, latte e frutta), Apollo aveva mal di gola.

Magari voi direte: “Embè????

Beh, è una cosa terribile, questa. Spaventosa. Apocalittica! Si, perché se lui ha il mal di gola… venite voi a capire quello che mi bisbiglia all’orecchio per i credenti?

Così probabilmente avrò sbagliato tutti i vaticini, le predizioni, i numeri del Lotto, le profezie… scommetto quello che volete che domani una folla di bifolchi contadini verrà inferocita a chiedere i danni. Per fortuna su questa attività gli dei non hanno voluto attivare la promozione “Soddisfatti o Rimborsati”! Anche perché, certo, verrà inventata solo tra qualche millennio.

E poi io non mi metterei mai ai fornelli per ripagar

Terribile, terribile. Ma mai quanto quello che è successo a pranzo!

Si, perché (sebbene nel frattempo il mal di gola sia passato, grazie alla divina ambrosia, nettare degli dei) mi sono rifiutata di… consumare una delle offerte.

Lo so, lo so, mi devo vergognare… se ci fosse stata la maestra Taraxandra, probabilmente mi avrebbe messo in ginocchio sui ceci dietro l’altare con un bel due sul registro… ma nessuno avrebbe potuto fare diversamente: vorrei vedere voi al mio posto! In breve: stavo tranquillamente accompagnando all’uscio una gentilissima signora che mi aveva appena deliziato con un ottimo arrosto di piccioni e colombelle con contorno di patate e foglie di insalata (dopo avermi chiesto se le conveniva appendere in salotto delle tendine viola con fiori rosa, piuttosto che gialle con coniglietti rossi, tenendo conto che il suo salotto ha le pareti azzurre), quando dal fondo della fila di fedeli ho visto giungere un uomo… Oscuro. I suoi occhi erano Oscuri, i suoi capelli erano Oscuri, persino il suo corpo era Oscuro. Lui era Oscuro.

Veniva dritto dritto da Cartagine.

Fatto sta che questo tizio Oscuro (che d’ora in poi, per brevità, chiamerò semplicemente “l’Uomo Nero”) ha superato tutta la fila, seguito da due servitori che reggevano un vassoio d’argento finissimo, si ferma davanti a me squadrandomi dall’alto in basso (pur avendo io dei tacchi di 15 centimetri) e fa cenno ai servi di fermarsi. Poi esclama:

-Sybilla, deorum serva!-

Pessimo inizio. Io odio il latino, e i romani in genere: sono dei cervellotici che preferiscono inventare assurdi complementi e subordinate piuttosto che fare una buona opera d’arte o passare una bella serata in compagnia degli amici…

Senza contare che non so spiccicare una parola in questa assurda li

-... Huc post longissimo itinere ab Roma veni, ut responsum meis dubiis ab te Apollineque habeam. Res haec est: mea...-

A questo punto, poiché l’Uomo Nero aveva raggiunto un tono che lasciava presagire un discorso lungo e noioso di cui non avrei capito un solo cavolo di costrutto, lo interruppi alzando una mano con imperiosità.

-Uomo Nero, mi dispiace dire che questo è un tempio in cui la meravigliosità della lingua Greca regna sovrana. Berossiana, la nostra sorella multilingue, è qui a fare da interprete solo il lunedì e il venerdì, tra le due e le due e un quarto del pomeriggio… quindi la preghiamo di ripassare in seguito. Ora si levi gentilmente dalle scatole, perché qui c’è gente che lavora! Il prossimo!-

Il prossimo (un ragazzo proprio niente male, tra l’altro) ha fatto per venire avanti, quando l’Uomo Nero lo ha rigettato indietro, e ha preso a favellare in un buon greco… anche se con qualche errore.

-Sono io il prossimus. Ora è il meus turno.-

E ha fatto cenno ai servi di avanzare con il vassoio coperto. All’inizio mi è venuta voglia di tirargli un colpo in testa con la sua stessa spada (ovviamente con il fodero: le mani di noi vestali sono troppo pure per macchiarsi di sangue), ma poi mi sono ricordata di uno dei tanti rimproveri della mia odiata carissima mamma:

-Melankraira, Melankraira. Testa calda, eh? Quante volte ti avrò detto di non perdere mai le staffe? Innanzitutto non sta bene, e poi come speri di diventare una sacerdotessa di Apollo con questo carattere???-

E invece ce l’ho fatta, in barba a quell’uccellaccio del malaugurio; perché nessuno può dirmi cosa, fare, mai. Specialmente, non mia madre!

Forse però la maestra Taraxandra

Comunque, per questa volta ho deciso di calmarmi un po’ ed evitare di dare una piccola lezioncina a questo bellimbusto, che, solo ora mi accorgevo, era un centurione romano con dei bicipiti, tricipiti e quadricipiti grandi così.

Così, gli ho fatto segno di avanzare.

-Domanda?- ho chiesto.

Lui mi si è avvicinato con fare cospiratorio, e ha cominciato a bisbigliare pianissimo.

-Mea domanda è questa: se psst psst psst-

-Faccio subito.- ho detto, e sono entrata nel tempio, portandomi dietro il vassoio.

L’ho messo sull’ampio tavolo e ho sollevato il coperchio.

Orrore! C’era un piatto con sopra cinque lepri… che praticamente naufragavano nel garum!!!

Per chi non lo sapesse, il garum è una salsa assolutamente disgustosa a base di interiora di pesce fermentate e pesce salato fatto fermentare anch’esso, che i Romani usano dappertutto… da qui il detto: “essere sempre in mezzo come il garum”.

Comunque, anche se non ho assolutamente nulla contro le lepri romane, né contro quasi nessun altro cibo, ho invece molto contro il garum. Così, tappandomi il naso con una mano, mi sono diretta risolutamente verso la finestra posteriore, e ho gettato tutto fuori.

Poi, segretamente felice, mi sono seduta alla scrivania dei foglietti e ho detto ad Apollo:

-Senti, c’è questo tipo, un centurione immagino, che mi ha chiesto se psst psst psst. Io, personalmente, non ho capito cosa significhi, né in che lingua sia, ma si sa, sono pazzi questi romani! Comunque, cosa scrivo?-

E lui (ecco il fatto terribile!) mi ha detto:

-Non te lo dico!-

Mi sono subito preoccupata:

-Ma… come? E io mo’ che faccio?-

-Fatti tuoi. Dovevi pensarci prima di buttare via tutte quelle lepri in garum.-

-Ma il garum è disgustoso! Non dirmi che ti piace una cosa del genere!-

-Tsk, i gusti sono gusti. E poi qui la divinità sono io!-

-Ma… e io che gli dico? “Scusa, sai, Apollo si è offeso perché la tua offerta mi fa schifo, quindi niente risposta”… non mi sembra una buona idea!-

-Puoi sempre andare a raccogliere quella bontà con un cucchiaino… lo accetto ugualmente…-

-Ma che schifo! No!-

-Fatti tuoi, allora. Apollo ha parlato.-

E mi ha dato, le spalle, offeso.

Come ho detto, nessuno può dirmi cosa fare, tranne la maestra Taraxand Allora mi sono messa lì e ho cominciato a scrivere… e dopo molti tentativi, finalmente sono riuscita a buttare giù questa risposta:

 

LA – DOMANDA – DA – LEI – POSTA - È - RISULTATA – INCOMPRENSIBILE – SECONDO – I - TERMINI – DEL - SERVIZIO. – LA PREGHIAMO – DI - RIPROVARE - TRA – QUALCHE - ANNO – POSSIBILMENTE – SENZA – GARUM.– GRAZIE!

 

Dopodiché sono andata a portare tutti i foglietti, accuratamente disposti in ordine, all’Uomo Nero.

Fortunatamente non doveva essere un tipo molto sveglio, perché se ne è andato aggrottando le sopracciglia e bisbigliando:

-Ma mater aveva detto che il garum piace a tutti… uhm…-

Ho ridacchiato. Così impara a superare la fila.

 

 

 

Salve a tutti!!!, un po’ come ha detto la nostra Sibilla. Ecco la mia nuova fanfic, di due capitoli (il secondo è già scritto, pubblicherò nei prossimi giorni). Premetto… anzi, post-metto che è possibile che abbia fatto qualche errore, come i rapporti temporali / logistici / sociali… senza contare quelli economici, che compariranno nel capitolo n°2; mi dispiace se ce ne sono, ma ho cercato di informarmi il meglio possibile e questo è il prodotto… spero che vi piaccia e che vi diverta almeno un po’! Per farmelo sapere, ovviamente potete lasciare delle recensioni… io le aspetto, eh? Ci ri…leggiamo tra qualche giorno, bye^^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dei barbari barbarici e tanti saluti ***


Dei barbari barbarici e tanti saluti

Dei barbari barbarici e tanti saluti

 

L’ultima cosa veramente terribile è accaduta una mezzora dopo la chiusura dell’orario di ricevimento del pranzo.

Dei barbari hanno assalito la città!!!

Già per fatti miei, non sono un’amicona dei barbari. Non abbiamo grandi rapporti da quando ho rifiutato di predire qualcosa ad uno dei loro capi, che, comunque, avrebbe anche potuto evitare di venire, dato che il cartello appeso subito fuori il giardino del Tempio è molto chiaro:

 

La Sibilla,

Lettura del futuro ad alta qualità

Per ispirazione del divino Apollo,

Bello come il sole,

A prezzo bassissimo

(Solo una misera offerta in cibo)

Non si accetta gentaglia

 

E i barbari rientrano decisamente nella categoria “gentaglia”, perciò a suo tempo li ho cacciati via in malo modo.

Ma a parte questo…

Stavo tranquillamente rilassandomi nella poltrona della mia camera, quando ho sentito urla e grida e cicalecci e cicalii provenire da fuori. Mi sono alzata spaventata e sono corsa a sbirciare alla finestra… Noooo!

Il mio giardino, il mio bellissimo giardino, completamente devastato!

Certo, capisco che per essere barbari ci voglia virilità e un minimo di rudezza; capisco anche che prima di una razzia si vogliano risparmiare le forze e perciò si tenda a prendere scorciatoie… ma tra tutti i posti possibili, quei maledetti barbari *°°@# @**@# dovevano passare proprio sul mio meraviglio giardino, per tagliare verso la città??????

Ahhh, che rabbia!

E non è stata questa la parte più triste della vicenda, comunque: leggete.

Dopo un rapido attacco, e dopo un’ancor più rapida ritirata con relativo saccheggio, i barbari sono svaniti all’orizzonte, verso il sole morente.

Naturalmente inseguiti dai miei insulti più pesanti auguri di buon viaggio.

Mentre li guardavo sparire, è giunto Apollo e mi ha bussato sulla spalla.

-Allora? Io ho fame! Perché non ci sono fedeli pronti a rimpinzarmi?-

-Perché quegli immani idioti di barbari del ciuffolo quei simpaticoni di barbari sono venuti a devastare allegramente il mio giardino e questa bellissima città. Perciò saranno tutti impegnati a stimare i danni e a ripararli… non avranno di certo voglia di venire a farsi predire il futuro!-

-Cooooosa? Ho distolto lo sguardo da qui solo per un po’, e siete già riusciti a mandare tutto in malora?-

Ha fatto una pausa per scrutare con la sua vista acuta la città.

-Qui sì che ci vorrebbe un miracolo!- ha commentato poi, rimboccandosi le maniche.

-Cos… vuoi fare un miracolo??? Davvero?-

-Ma certo che no! Commentavo solo la vostra inaffidabilità. E poi ho un po’ caldo, le notti si stanno accorciando…-

Mi sono trattenuta. Divinicidio colposo  non fa bella figura su un futuro curriculum.

-Allora, hai pensato a come sfamarmi? Io ho fame, nel caso non te ne ricordassi!-

Respiro. Un altro. Perfetto, sono calma.

-Dovremmo restare a digiuno, mi sa. Se ci fossero stati i servi, sarebbero potuti andare a comprare qualcosa, ma purtroppo sono in vacanza. Potrei andare io, ma si è mai vista una sacerdotessa dal fruttivendolo? Mi dispiace.-

-…-

-…-

-…-

-…???-

-…-

-… la finiamo???-

-D’accordo.-

-…-

-…-

-… mi sembra di aver detto “basta”…-

-Melankraira!-

-Che vuoi?-

-E se tu andassi a comprare qualcosa da mangiare?-

-Io??? Una sacerdotessa… a fare spese? Tu sei pazzo!-

-Eddaieddaieddai! Guarda che se non lo fai faccio venire un terremoto!-

-No!-

-Due tifoni!-

-No!-

-Un tifone e un’onda anomala!-

-No!-

-L’onda anomala e il terremoto!-

-No!

-Tifoni, terremoti e onde alte trenta metri per un mese!-

-No!-

-Riporto dai morti la maestra Taraxandra!-

-Noooo...!!! Allora, non sei ancora pronto per uscire??? Non abbiamo mica tutta la serata!-

 

E così, contro la mia volontà, siamo usciti. E naturalmente, vuoi che anche qui non ci siano stati dei problemi?

Apollo (che ultimamente deve essere regredito a quando aveva un secolo o due di età) ha cominciato a farmi un bello scherzetto: si è divertito a bisbigliarmi nell’orecchio le parole delle persone con cui parlavo prima che le dicessero effettivamente. Risultato? Un gran casino.

Ecco i dialoghi che ho avuto con:

 

IL FRUTTIVENDOLO

-Buonasera, e non sono la sua “bella signora”!-

-Buonasera, mia bella signora!-

-… ma purtroppo, lo è stato.-

-Mi scusi, non desideravo essere scortese…-

-…-

-…-

-Vediamo… cinque mele, tre pesche, quattro pere… quelle arance sono di giornata?-

-… desidera?-

-Bene, ne prendo dieci.-

-Certo, sono freschissime!-

-Mmm… si, dell’uva! Due grappoli grossi.-

-Altro?-

-A lei.-

-Bene. Quattro monete d’oro e dieci d’argento.-

-Buonasera.-

-Buonasera, mia bel… buonasera.-

-Ehm… no è solo una sua impressione! Arrivederci!-

-Ma… fino ad adesso lei ha risposto prima che io le facessi le domande?-

 

IL SALUMIERE

-Buongiorno a lei..-

-Buongiorno.-

-Un prosciutto e circa mezzo chilo di salsiccia-

-Desidera?-

-Okay, allora diciamo… tanto così?-

-Ehm… chilo?

-No, grazie.-

-Ah, così va bene! Altro?-

-Ehm, no è una sua impressione!-

-Allora fanno due monete d’argento… ma non è che per caso stava rispondendo prima che le facessi le domande?-

 

 

IL PANETTIERE

-Salve, vorrei tre pagnotte. Grandi, possibilmente.-

-Salve, come posso esserle utile?-

-No, integrali grazie.-

-Certo… queste?-

-A lei.-

-Perfetto. Una moneta d’argento.-

-No! Accidenti! È una sua impressione!-

-Grazie… un momento: sta rispondendo prima che io le faccia domand…?-

 

IL LOCANDIERE

-Buona donna lo sarà sua madre. Vorrei una bottiglia di buon vino.-

-Salve, buona donna. In cosa posso aiutarla?-

-Ecco qua.-

-Ehm… d’accordo… costa tre monete d’argento…-

-Certo, dica.-

-Ma, senta, posso farle una domanda?-

-AHHH, MA VADA ALL’OLTRETOMBA!-

-Mi sbaglio o lei risponde prima che le si facciano…?-

 

IL FRUTTIVENDOLO, ANCORA

-Altrettanto per me.-

-Salve, lieto di rivederla.-

-Un po’ di patate per favore.-

-…-

-Oh, no, mi faccia la domanda a cui ho risposto. Se no mi viene un gran mal di testa…-

-Ah, eh, d’accordo… cosa le serve?-

-Così va bene. Arrivederci… Ed è una sua impressione! Me lo devo scrivere in fronte che è un’impressione???-

-Arrivederci. Ma, per caso…- *sbattito di ciglia, aria perplessa*

 

Visto che grandissima confusione??? E poi dicono che Apollo è un santo…

Comunque, eccomi qua, alla fine di questa mia prima (e ultima) pagina di diario. Di norma noi Sibille non ci abbassiamo a questi sfoghi così da plebaglia, ma quando è troppo, è troppo!! Persino per una Sibilla.

Grazie per avermi ascoltato e sopportato.

Davvero.

Grazie mille.

Lo apprezzo molto.

Ora firmerò e lascerò questo foglio nella scatola che lo proteggerà per I Secoli A Venire.

Giuro, sto finendo.

Addio.

O meglio, arrivederci.

Si, perché alla fine si finisce tutti nello stesso luogo.

Ma non importa, non siamo fatalisti.

Comunque, arrivederci.

Arrivederci e grazie.

 

La Sibilla

o meglio

Melankraira

 

P.S.: e nel caso ve lo siate chiesti fin dall’inizio… non scherzavo, la verifica di domani (qualunque “domani” sia) andrà male sul serio.

 

 

 

 

Ecco qua il secondo capitlo^^ spero che vi sia piaciuto, come tutta la fanfic! I ringraziamenti sono già stati più o meno fatti, dalla Sibilla… perciò recensite, mi raccomando, bye!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=492044