Rinascita

di Amber
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scomparsa. Risveglio. ***
Capitolo 2: *** Ricerche. Tutti a fare shopping!! ***
Capitolo 3: *** Nello stesso momento... ***



Capitolo 1
*** La scomparsa. Risveglio. ***


Ci sono momenti nella vita

Ciao! Eccoci qua al primo capitolo di questa nuova storia! È la prima che scrivo sui Teen Titans quindi abbiate pietà di me ;( . Scusate se è un pochino corto ma spero che gli altri si allunghino un po’. La storia è ambientata dopo la ‘morte’ di Terra quindi… BUONA VISIONE!!!!!!! ^_^

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CAPITOLO 1

La Scomparsa.

Risveglio.

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Ci sono momenti nella vita

Che bisogna scegliere

Male

Bene

Credevano che avesse scelto il male

Si erano sbagliati

Lei ne era uscita

Ma a che prezzo?

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Quante volte in quegli ultimi due anni erano andati a trovarla? Quante volte con il cuore pesante l’avevano guardata ripensando a quel terribile giorno? Quante volte avevano pensato “Ce la faremo a liberarti, ce la faremo!” Quante? Ma quante volte avevano dovuto rimangiarsi le parole?

Tante.

Troppe.

Ci avevano provato, avevano cercato un rimedio per liberarla, una soluzione. Un fallimento ecco cos’era stato. Un fallimento dietro l’altro. Anche quel giorno andavano là, dentro al vulcano com’era tradizione fare una volta a settimana. Ognuno di loro con un mazzo di fiori in mano, ognuno di loro con il volto scuro e triste più del solito e per una ragione ben precisa: l’anniversario. L’anniversario di quel giorno maledetto che aveva ucciso la loro amica, la loro amica Terra. La settimana era trascorsa velocemente e come durante i due anni trascorsi i Teen Titan pensarono che da quando Slado era morto i mostri non si erano più fatti vedere.

Un buon segno?

No.

Ne erano tutti sicuri. Varcarono l’ingresso e sospirando si avvicinarono con il volto rivolto verso il basso. Eccola lì la targhetta che avevano fatto loro personalmente

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Terra

Una Teen Titan

Una vera amica

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Un fascio di luce lo illuminava e i presenti alzarono lo sguardo.

Robin fece cadere le braccia lungo i fianchi. Da quando Terra era ‘morta’ aveva pensato molte volte al fatto che se quel giorno, prima della battaglia finale, fosse stato più comprensivo e avesse aiutato Terra invece di aggredirla non sarebbero arrivati al punto di vedere la loro amica ridotta in quello stato. Si era incolpato di tutto e lo faceva tutt’ora anche se gli altri continuavano a ripetergli che non era colpa sua.

Cyborg fece cadere il mazzo di fiori a terra. Non sapeva cosa pensare. Quel fatto imprevisto lo aveva colto di sorpresa, ma si rese conto che aveva colto tutti e forse non era lui quello che soffriva di più, di questo ne era assolutamente certo.

Corvina, quella che nasconde sempre i propri sentimenti, si ritrovò stupita che quasi non volle credere ai propri occhi. Non aveva mai avuto un buon rapporto con Terra, anzi! Si erano odiate dalla prima volta che si erano viste ma da quando la ragazza aveva salvato tutti loro, la città e i suoi abitanti, nel suo cuore si era aperto ad una nuova emozione: il rispetto. L’unica persona che forse Corvina rispettava era se stessa ma anche di quello ora iniziava a dubitare.

Stella si inginocchiò a terra tremando mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime. Lei, la più sensibile, aveva impiegato mesi a smettere di piangere per la sua amica Terra e ora sentiva che era arrivato il momento di tornare a piangere, dopo ben due anni.

Bibi ormai era allo stremo delle forze. Perdere Terra era stato un trauma ma almeno poteva sempre contare sul fatto che quando era triste poteva andare lì, in quel vulcano, e parlare ore con lei facendo finta che fosse lì, ad ascoltarlo come era sempre successo, scherzando e prendendosi in giro a vicenda. Poteva sperare di riuscire a liberarla ma ora… come poteva fare?

Il fascio di luce illuminava esattamente quel punto… Il punto in cui la targhetta era posta ai piedi della statua, quella statua che ora non c’era più.

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Altro luogo, altra città. Una ragazza dai lunghi capelli biondi si svegliò rivelando due splendidi occhi azzurri. Si guardò intorno ma si accorse che la testa le doleva terribilmente

-Ehilà, buon giorno signorina!- una anziana vecchietta ottantacinquenne le si mise davanti. Aveva i capelli bianchi legati dietro da una crocchia, una maglietta a mezze maniche giallo limone, dei pinocchietto verde mela che facevano intravedere le vene larghe un dito con una cintura fucsia, delle scarpette bianche con un tacco vertiginoso e per concludere due occhialetti da sole rotondi molto sgargianti. La ragazza pensò di stare ancora dormendo visto la visione da circo che aveva davanti –Dormito bene?- domandò la signora girandosi

-Ehm… immagino di si…- rispose. Si mise a sedere guardandosi intorno. La stanza era piccola. Il letto, un mobiletto per tenere i vestiti, un comodino e una specchiera. La stanza era spoglia e vuota di un bel colore rosa confetto –Ahi!- si prese la testa tra le mani –La mia testa… che male…- la donna arrivò con un bicchiere d’acqua in mano e una pastiglia nell’altra. La ragazza notò le lunghe unghie della donna smaltate ognuna di colore diverso –Cos’è?- domandò guardando la pastiglia

-Per il mal di testa, ingoia e bevi- ordinò mettendole in mano la pastiglia e il bicchiere. La ragazza ubbidì

-Che schifo!- esclamò non appena finì di bere –Questa medicina è un suicidio! È orribile!-

-Oh quante storie!- la nonnetta prese il bicchiere e si girò –Voi giovani d’oggi non sapete proprio cosa significa la parola sacrificio!- la ragazza alzò un sopracciglio grattandosi la testa

-Ehm… già, credo anche io-

-A proposito, cosa ci facevi in mezzo alla strada? Quando ti ho raccolto questa mattina eri… decisamente sdraiata per strada!- domandò sedendosi su una sedia lì vicino

-Per strada? Boh-

-Dove abiti?- la ragazza si grattò la testa

-Boh-

-Chi sono i tuoi genitori?-

-Boh- l’anziana sospirò

-Immagino che tu abbia battuto la testa, e anche molto forte!-

-Boh-

-Ok, Ok… per ora vivrai qua, questa sarà la tua stanza. Quando sarai guarita e potrai alzarti in piedi si vedrà- si alzò –Ti porto il pranzo-

-Ok, ma non ti occupo la stanza?- la donna la guardò

-La mia è qui di fianco, sono sola io in casa e nessuno mi viene a trovare quindi non ti preoccupare se vuoi girare in mutande!- le strizzò l’occhio e la ragazza arrossì

-Ah, va… va bene…-

-Oh, come siete ingenui voi ragazzini!- sorrise spavalda. La ragazza sorrise, anche se era molto strana quella vecchietta le piaceva, le piaceva un sacco! -Come ti chiami?- chiese subito dopo. La ragazza scosse la testa

-Non lo ricordo…-

-Beh, io sono Jasmine e visto che non ti posso chiamare ‘Ehi tu’ d’ora in avanti sarai Angela, Ok?-

-Angela… mi piace!-

-E Angela sia!- l’anziana aprì la porta

-Ehm… Jasmine?-

-Si?-

-Grazie- la donna sorpresa sorrise

-Non dirmi così! Non ho l’età per commuovermi!- Angela sorrise

-Non ti preoccupi di cosa diranno i vicini?- chiese

-Oh, quei vecchi decrepiti sdentati e con la vista a 0,25 con degli occhiali che mi sembrano dei mattoni…- Angela sogghignò -…non mi preoccuperei se fossi in te. In questo quartiere ci vuole una ragazza giovane come te e poi sarà divertente prenderli per i fondelli…- sorrise –Su, ora vado a prendere il pranzo, mangiamo insieme ti va?- Angela annuì –Bene! E dopo andiamo in giro per il centro che oggi ci sono i Saldi! Mi serve appunto una nuova maglia… semmai rosa con i cuoricini…- borbottò mentre chiudeva la porta dietro di se

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Capitolo 2
*** Ricerche. Tutti a fare shopping!! ***


Eccoci arrivati al secondo capitolo ^^

Eccoci arrivati al secondo capitolo ^^!! Spero che il primo sia stato di vostro gradimento e che anche questo vi piaccia. Preparatevi a vedere la nostra Jasmine in… ma non voglio togliervi la sorpresa! In questo cap succederanno delle cosucce interessanti e devo dire che mi sono molto divertita a farlo (soprattutto la parte con Jasmine e Angela!)! Buona lettura!! ^_^

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CAPITOLO 2

Ricerche.

Tutti A Fare Shopping!!

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-Cosa facciamo? Che cosa facciamo?- domandò Stella strattonando il braccio di Robin piangendo

-Non lo so, non lo so!- esclamò. Si passò una mano trai capelli

-Calmiamoci- disse Corvina –Piangere e disperarci non serve a niente- guardò la città dall’alto della Torre Titans

-La fai facile tu! A te non importa niente delle sorti di Terra, non ti è mai importato!- tuonò Bibi

-Ma come ti permetti?-

-Stop- Robin si mise in mezzo e li guardò –Corvina ha perfettamente ragione. Dobbiamo pensare e in questo momento, più che mai, stare uniti- Stella annuì

-Robin ha ragione. Smettetela di litigare Ok?- Corvina e Bibi si guardarono in cagnesco ma poi annuirono

-Ottimo, ora che possiamo fare?- chiese Cyborg. Robin si guardò un attimo intorno

-Potremmo iniziare con delle ricerche, che ne dite?- propose guardandoli

-Oh, certo. Mi immagino già il titolo sui giornali in prima pagina: ‘Amica Terra-in-pietra smarrita. Gli amici non sanno più cosa fare così chiedono appello ai mostri (Se ce l’hanno loro) di restituirla’. Oltre a prenderci per pazzi…- Bibi si bloccò e guardò le facce degli amici –E ora che ho detto?- chiese con le sopracciglia alzate

-Beh, non è una cattiva idea…- disse Stella

-Si certo, e semmai chiamiamo pure ‘Chi l’ha visto?’! Ma siamo impazziti!? La mia era una semplice battuta!- esclamò Bibi sbuffando

-Ok, io chiudo gli auricolari…- borbottò Cyborg –Possibile che tu non sappia mai essere serio? Non stiamo giocando!-

-Io infatti non sto giocando! Sto proponendo delle soluzioni!- esclamò Bibi

-Comunque, qualche cosa dobbiamo fare. Per quanto ci riguarda a rapire Terra potrebbe essere stato chiunque- disse Robin. Il gruppo si mise in meditazione

-Ho un’idea- tutti guardarono Corvina –L’idea della ricerca non è male e potremmo iniziare da lì. Io e Stella potremmo sorvolare il cielo. Cyborg e Bibi potrebbero prendere la macchina e chiedere un po’ in giro senza dire i dettagli. Lo faremo fuori da questa città- disse

-Perché?-

-Perché qua ci penserà Robin- lo guardò –Sbaglio o hai qualche amico dentro la polizia? I vigili?- Corvina lo guardò con un sopracciglio alzato

-Ah già…- sogghignò

-Fermi tutti! non credete che sia un po’… rischioso? Esporci così…- disse Bibi

-È l’unico piano che ora abbiamo Bibi… non possiamo fare altrimenti- disse Stella guardandolo. Bibi annuì

-Già, forse avete ragione…- tutti si guardarono

-Direi di iniziare subito. Ci vediamo questa sera e se qualcuno scopre qualche cosa…- Robin fece vedere i ricevitori –Capito?- tutti annuirono –E… in guardia!- Bibi guardò Cyborg tutto felice

-Sei contento? Sarai il primo a sentire le mie nuove barzellette. Ne ho appunto una decina, sai in questo periodo non avevo molto da fare…- disse trascinando via Cyborg mentre lui si preparava psicologicamente a chiudere i suoi preziosissimi auricolari

-Povero Cyborg…- disse Stella –Andiamo Corvina?- la ragazza annuì e le due si alzarono in volo pronte a sfrecciare nel cielo

-Ehi Corvina?- la ragazza guardò Robin –Sarà dura vero?- Corvina sospirò

-Te lo saprò dire quando torneremo alla base- lui annuì

-Buona fortuna-

-Anche a te- rispose Stella seguendo Corvina che era partita

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-Ehi nonnina?- Angela la guardò

-Ti prego di non chiamarmi ‘nonnina’, mi fa sembrare così vecchia!- esclamò guardandosi allo specchio facendo una piroetta –Mah… non mi convince… tu che ne pensi?- la guardò e Angela fissò il vestito bordò con le spalline sottilissime che lasciavano scoperte le braccia, la gonna lunga fino hai polpacci con uno spacco che arrivava fino alla coscia. La scollatura poi faceva vedere il decolté ed era decisamente attillato! Da ragazza, diciottenne! Non era certo adatto per una ottantacinquenne!! Angela deglutì mentre la commessa dietro di loro era di uno strano colore violaceo…

-Penso che non sia esattamente il tuo genere- scosse la testa. Jasmine sbuffò

-Vedi? Lo sapevo! Lo sapevo!- entrò nel camerino e ne uscì qualche minuto dopo con un paio di jeans neri. Erano a vita bassa con allegata una cintura del medesimo colore. Il top nero faceva di esso un bellissimo completo –Non ha vero altri colori? Stesso completo altri colori? Sa, il nero non mi si addice…-

-C… certo…- la donna si eclissò in un’altra stanza

-Ehm… nonnina senti un po’…- Jasmine la fulminò –Scusa scusa, volevo dire Jasmine ecco… credi sul serio che questo vestito mi stia bene? Non credo di avere mai indossato roba di questo genere- disse. Jasmine si mise le mani sui fianchi guardandola seccata

-Ma dove diavolo vivevi prima? Sulla Luna?- chiese –Quello è ‘in’ per quest’estate Angela! È oltre la moda, è fantastico! Certo che ti sta bene! E poi, scusa tanto, ma è mio quindi è chiaro che è bello!- la mise davanti allo specchio e Angela si guardò. Indossava una minigonna di jeans con una cintura sottilissima che pendeva nel fianco destro, il top azzurro con un angioletto con la freccia incoccata nell’arco. Ai piedi aveva dei sandali di jeans con un piccolo tacco. Immaginò quel completino su Jasmine e cercò di mantenere il colore del viso normale. Stava per scoppiare a ridere…

-Sarà, ma io mi sento a disagio…- arrivò la commessa ancora violacea in volto che allungò all’anziana i jeans e i top di qualche colore diverso (blu chiaro e scuro, rame…). Dopo averli guardati un po’ li rimise in mano alla commessa liquidandola con un gesto secco della mano

-Oh su! Voi giovani avete sempre qualche cosa da ridire…- borbottò prendendo un completino –Mh, niente male…- mormorò Jasmine andando nel camerino –E poi, volevi andartene in giro con l’armatura che ti ho trovato addosso?

“Armatura? Io?” pensò Angela confusa

-Non scherziamo! Non andrai mai in giro con me con quella cosa! Se io sono ‘in’, tutti quelli di fianco a me lo devono essere. Che ne dici?- Angela guardò Jasmine che indossava… Angela stupita cercò di non cadere a terra. Il completino erano dei pantaloni rossi a vita bassa con la scritta GIRLS nella gamba destra, la maglia (stessa scritta, stesso colore) poi, aveva una striscia bianca nel fianco che la percorreva tutta, Angela la guardò per qualche minuto –Allora?- chiese spazientita

-Beh, non è che ti sta male, è solo che… beh insomma… quel vestito è… è da diciottenne! E indosso a te è strano…- la donna annuì

-Allora va benissimo!- Angela allargò gli occhi –Sai, le vecchiette di qua sono deprimenti da morire. Sempre a divulgare il passato sempre a… compiangersi addosso indossando… abiti scuri e orribili. Sono sempre vissuta qua e già da piccola avevo deciso di non diventare come loro, come i miei o le mie nonne. No, assolutamente no!- Angela annuì comprensiva. Jasmine sorrise –Allora, dobbiamo mettere a posto il tuo guardaroba! Guardati in giro e poi dimmi cosa ti piace, io vado a rimettermi i vestiti di prima. Muoviti dai!- esclamò guardandola restare ferma come un pesce lesso

-Ma io non vorrei disturbare e…-

-Ma che disturbo e disturbo! Muoviti ragazzina, abbiamo ancora un mucchio di giri da fare prima di tornare a casa e fra tre ora i negozi chiudono!- Jasmine sparì dentro il camerino

“Uff… vestiti… sono tutti bellissimi ma… non so… non credo di averne mai indossati o almeno, vestiti del genere!” Angela infine comprò qualche pantalone e delle magliette. Jasmine invece si accontentò del completo rosso. Girarono negozi su negozi dove fecero scorta di abiti, di scarpe, di accessori e mentre Jasmine si sentiva completante a suo agio, Angela si sentiva completamente perduta in quella città dagli sguardi che tutti le lanciavano: indagatori, curiosi e anche di divertimento…. Alle 19.00 le due erano piene di pacchi e pacchettini e ormai stanche e affaticate decisero di mangiare fuori, in un ristorante: erano troppo lontane da casa!

-Dopo prenderemo un taxi e torneremo indietro, ma ora ho bisogno di mangiare e di sedermi!- Jasmine si sedette pesantemente su una panchina –Sono sfinita…-

-A chi lo dici…- Angela la imitò appoggiando a terra il tutto –Ho fame, sono stanca, voglio dormire e…-

-Frena cara. Riprenditi e non partire a razzo con i tuoi bisogni tipo quelli che hai detto tu o mi verrà l’emicrania…- si prese la testa tra le mani –Che brutta cosa la vecchiaia!- si lamentò

-Su Jasmine!- Angela scattò in piedi –Non lamentarti perché alla fine non serve a nulla! Abbiamo tutto quello che vogliamo: la vita, la felicità, gli amici,non ci manca assolutamente nulla!! - Jasmine la guardò e sorrise

-Hai ragione Angela! Su con la vita! Bene, andiamo a mangiare o credo che mi dovrai trascinare di peso… ehi! Non sono così pesante!- esclamò Jasmine vedendo la faccia contrariata della ragazza

-Beh, non sei un fiore di sicuro. E poi le mie povere braccia oggi hanno già fatto anche troppo… sono delicata sai?-disse la ragazza camminando verso l’unico ristorante presente nella via chiamato ‘La Libellula’

-Oh, guardatela. La principessa sul pisello!- la prese in giro Jasmine

-Oh, guardatela. La nonnina della principessa sul pisello!- la riprese

-Ehi! Ma come osi! Non sono poi così vecchia!-

-Ti comporti da diciottenne…- borbottò Angela

-Proprio per questo non sono vecchia e decrepita!- Angela scosse la testa amareggiata

-A proposito, la storia della principessa sul pisello credo di averla già sentita ma… insomma! Io non sono certo una principessina che sente un pisello sotto innumerevoli materassi!- esclamò sedendosi ad un tavolo all’aperto. Jasmine scosse la testa

-Era solo per prenderti in giro… ragazzina!- le rispose

-Io non sono una ragazzina! Vecchiaccia!-

-Vecchiaccia… io! Questa è buona!-

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-Ehi Bibi! Cyborg! Robin! Scoperto o visto qualche cosa?- chiese Stella attivando il ricevitore mentre con Corvina si era fermata sul tetto di una casa che dava alla strada principale

-Negativo Stella- disse Cyborg mentre sfrecciava per la strada principale di una città

-Stiamo girando la città da tutto il giorno e cosa scopriamo? Nulla!- esclamò Bibi

-Non possiamo pretendere poi molto…- mormorò Vyborg

-Voi Stella? Come siete messe?- chiese Robin. La ragazza scosse la testa

-Niente, non che mi aspettassi di trovarla…- mormorò Stella -Tu Robin? Cosa hai trovato?

-Sono davanti ai monitor della città da quasi un ora ma…- si sentì un sospiro

-Fantastico!- la voce di Bibi interruppe il silenzio -E ora che accidente facciamo?-

-Sai Bibi, l’idea di chiamare ‘Chi l’ha visto?’ inizia ad essere allettante come proposta…- sbottò Corvina

-Da quando in qua sei diventata così… spiritosa?- chiese Bibi ironico

-Da quando ho scoperto che sei un idiota- rispose acida la ragazza. La città sottostante era enorme e quella situazione cominciava ad alterarla parecchio

-Smettetela di litigare voi due! Non è il momento!- esclamò Robin. Seguì un lungo silenzio interrotto solo dai mormorii di Bibi. Corvina guardò la città. La strada principale era enorme e c’erano molti negozi di diverso genere: abbigliamento, calzature, intimo. Poi c’erano dei bar, delle gelaterie e dei ristoranti, un solo ristorante. Il resto erano piccole pizzerie. Si soffermò sul ristorante che aveva messo (visto che era estate) i tavolini fuori. C’erano delle persone che stavano già mangiando e si soffermò a guardarli. C’erano vecchi, bambini, delle coppie di amici o di fidanzati e un’altra coppia. La ragazza non riusciva a guardarli in viso visto che erano di spalle e all’improvviso la voce di Robin la distrasse dai suoi pensieri

-Cosa?- chiese guardando Stella e il ricevitore

-Stai male Corvina?- le chiese l’amica preoccupata

-Sto bene. Cosa dicevamo?- chiese guardando il ricevitore nella sua mano

-Stavamo proponendo cosa fare- disse Cyborg

-Ebbene?- silenzio –Capisco. Quindi non avete pensato a un piano di riserva eh?- Corvina sospirò guardando il ristorante mentre la voce di Bibi iniziava ad urlare

-Ma come osi!? Non sembra che tu stia facendo molto eh?????- ma Corvina non lo ascoltava anzi! Non si era accorta di nulla!

“Che strano eppure… mi sembra di conoscerla…” Corvina strizzò gli occhi di più “No… non è… possibile…” pensò sconvolta

-Forse è meglio che torniate alla base- disse Robin. Bibi smise subito di urlare contro Corvina e gli rispose con foga

-No, cerchiamo ancora un po’. Non… non possiamo abbandonarla così! Lei… lei è Terra! Ha salvato il mondo… non riuscirei a restare a casa senza fare nulla!-

-Ma Bibi…- cominciò Robin

-Robin, Bibi ha ragione. Torneremo alla base nei tempi prestabiliti- disse Corvina. Uno strano silenzio circondò i Titans. Corvina che da ragione a Bibi? Miracolo!

-Sono d’accordo con loro Robin…- proclamò Cyborg -Non ha senso fermarsi ora…- Stella annuì

-Cyborg e Bibi hanno ragione- disse l’extraterrestre

-Passo e chiudo- disse Corvina senza staccare gli occhi dal ristorante. Con un movimento veloce mise via il ricevitore

-Cyborg e Bibi hanno ragione- disse l’extraterrestre

-Va bene, va bene. Ci vediamo questa sera. A presto ragazzi e state attenti Ok?-

-Tranquillo- rispose Cyborg

-Passo e chiudo- dissero a una voce. Stella si avvicinò a Corvina

-Cosa guardi?- domandò seguendo il suo sguardo –Beh, ti capisco se hai fame…- disse sorridendo

-Non è quello stupida!- esclamò Corvina facendo una smorfia

-Ah! Allora non ti piacciono le libellule! Ne sei allergica?- domandò curiosa fissandola

-Scema! Ma secondo te!- sbottò –Ma, io a volete non ti capisco proprio…- Stella sorrise

-E io non capisco voi umani… così… maledettamente complicati!-

-Guarda la!- Corvina le indicò le persone sedute a mangiare

-E allora? A vedere loro mi viene un languorino…- disse Stella

-Non pensare al cibo e guarda quelle persone- ordinò misteriosa. Stella eseguì l’ordine

-Io non…- Corvina sospirò esasperata indicandole la coppia di spalle. Tutto l’essere di Stella si irrigidì completamente mentre gli occhi le si riempivano di lacrime

-Vai a chiamare Robin, Stella. Subito!- Stella fece un passo indietro e velocemente sparì nel cielo piangendo. Piangendo lacrime di felicità

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Capitolo 3
*** Nello stesso momento... ***


Tattaratà

Tattaratà!! Ecco qua il 3 cap! Premetto che sarà moooolto corto e, il perché, lo scoprirete solo leggendo ^^!! Vi anticipo solo che si accenneranno cose che poi diventeranno… davvero mooolto piccanti! Non ho altro da dire per questo capitoletto ma… leggete e commentate!! ^_^

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CAPITOLO 3

Nello stesso momento…

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Mentre le ricerche dei Teen Titans non andavano a buon fine, per riuscire a salvare Terra dalla sua immobilità, anche quelle dell’esercito di Slado non stavano andando per niente bene. Non potevano credere che il loro capo, la loro possente guida, fosse morta a causa di… di cinque inutili, pezzenti, sudici e schifosi umani, un bionico, un extraterrestre e una stupida mezzo-demone!

Il generale Kaar nella stanza delle udienze osservava fuori dalla finestra, dove il cielo preannunciava un temporale pensando a tutto questo. Un lampo lo illuminò e la sua faccia diventò rabbiosa. No, il suo capo non poteva essere… morto! Era inaccettabile e inaudito. Lui era il suo secondo e questo significava che lui comandava e lui decideva. Se oggi diceva che c’era il sole, anche se pioveva, tutti i mostri di Slado uscivano a maniche corte e se lui decideva di andarlo a cercare per mari e monti, tutti ubbidivano, e se lui decideva che nessuno avrebbe attaccato i… ragazzini, nessuno lo avrebbe fatto perché per ora era lui che comandava e tutti eseguivano i suoi ordini come se fosse stato Slado in persona a impartirli. Ringhiò. Slado, chissà dove il loro signore era andato a finire! I suoi pensieri vennero interrotti da due guardie-mostro che tutte trafelate lo raggiunsero inchinandosi con profondo rispetto

-Ebbene?- sibilò Kaar guardandoli –Spero abbiate buone notizie…- le due guardie si guardarono

-In realtà signore… la squadra che avevo mandato cinque giorni fa per controllare a sud è appena tornata ma… purtroppo non hanno trovato nulla mio signore- polverizzato. Con un movimento secco della mano Kaar lo aveva ucciso. L’altro soldato si irrigidì completamente facendo uno scatto indietro

-Idiota…- Kaar si massaggiò le tempie, perché era circondato da stupidi incapaci? –Nel fronte ovest invece?- domandò senza nessuna inclinazione nella voce

-Purtroppo mio signore non sono riusciti a trovare nulla- Kaar sospirò indignato

-Cosa, cosa devo fare con voi? Tu me lo sai dire stupido essere?- il mostro deglutì –Forse se vi uccido tutti il mondo avrà un’altra seccatura in meno, non ti pare?- il mostro iniziò a sudare freddo –Cominciamo da te, ad esempio…- Kaar alzò la mano per infliggergli la morte ma si fermò a mezz’aria. Nella sua testa sentiva uno strano ronzio come se ci fosse una interferenza o una comunicazione riuscita male. Si portò le mani alla testa –Vattene- urlò furioso. Il mostro sparì come un razzo incespicando sui propri piedi. Appena fu uscito chiuse la porta alle proprie spalle con un tonfo assordante. Kaar si mise a sedere su una sedia e cercò di regolarizzare il respiro fattosi stranamente irregolare

<…aar…>

“Chi… chi è?”

“Mio… mio signore…?”

“Dove mio signore? Dove?” dopo qualche minuto dove Kaar annuiva continuamente il Demone iniziò ad urlare –SOLDATI! SOLDATI A RAPPORTO!! SOLDATI!- una flotta di guerrieri-mostro apparvero in pochi secondi –Abbiamo una persona da andare a prelevare…- disse con serietà –Fate sellare il mio cavallo, subito!- tutti si mossero avanti e indietro per la stanza in piena confusione –Vi voglio fra due minuti al portone principale- disse poi salì nei suoi appartamenti privati per prepararsi.

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La caverna era umida e spoglia e mentre Kaar avanzava solo con la torcia che illuminava quel poco che bastava. Aveva seguito le istruzioni del suo signore alla lettere e ora si trovava lì a camminare nel più completo delle tenebre

-Kaar- la voce profonda del suo signore lo raggiunse e capendo da dove proveniva si inginocchio profondamente

-Mio signore… sono così felice che lei… che lei sia salvo…-disse in tono solenne

-Mi sono voluti due anni, due anni per rimettermi in forze e ora…- la torcia lo illuminò e per la prima volta in vita sua Kaar lo vide in faccia. Sbiancò paurosamente e… balbettò qualche frase sconnessa –Si Kaar… ora anche tu lo sai… incredibile vero la somiglianza?- gli fece un cenno di alzarsi e il suo secondo ubbidì –Tu, non dirai nulla- Kaar scosse la testa –Bene- tramante il numero due gli allungò la maschera che lui prontamente mise coprendo il capo

-Mio… signore…?-

-Ora che ci siamo riuniti, mi dovrai informare di un sacco di cose e poi… la vendetta sarà lenta e dolce…- un ghigno malefico fece sembrare Slado ancora più crudele e spietato

-E… lei? Cosa le succederà?- chiese Kaar anche se stranamente iniziò a tremare

-Oh, lei avrà una gradita sorpresa e poi…- il gesto eloquente delle mani fece irrigidire Kaar completamente e si meravigliò ancora i più della malvagità del suo signore

-Vuole sul serio fare… una cosa del genere?- balbettò

-Io non parlo mai a vanvera- Kaar si inchinò velocemente

-Mi perdoni mio signore…-

-Andiamo- Slado uscì per primo e appena fu fuori tutti i mostri lo eclamarono. Kaar non uscì subito ma cercò di calmarsi per accumulare ciò che aveva visto e… sentito! Non poteva credere che Slado, il suo signore, la malvagità fatta a persona fosse il… non riusciva neppure a pensarlo. Il suo ultimo pensiero andò a quella giovane banda di…ragazzini. Ora si che erano nei guai, e che pena che gli facevano ora!

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