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Ciao
a tutti! Come state? Eccomi qui con un nuovo lavoretto, diciamo che è un
esperimento per me, perché per la prima volta ho deciso di scrivere una storia
sui The GazettE, a questo punto voi direte che non è una novità! Questo è vero,
ma questa volta è una etero!! *__* ebbene si! Mi voglio cimentare in questa
impresa che non mi sta costando poche fatiche, ogni giorno mi vengono idee su
delle yaoi ma al momento voglio vedere se sono in
grado di scriverne una così! XD
Spero
che questa storia sia di vostro gradimento ^-^
Chiedo
venia per l’altra mia creatura che ancora non ho finito, mi manca l’ultimo
capitolo ma sembra che per il momento l’ispirazione mi abbia abbandonata per
quanto riguarda quella storia ç__ç perdonatemi!! *lo
dice anche se crede che non gliene frega niente a nessuno -.-*
Ok!
Siamo quasi pronti, ma prima di lasciarvi alla lettura vi lascio i soliti
chiarimenti.
Questa
storia è tutto succo della mia mente, niente di tutto ciò descritto appartiene
a fatti realmente accaduti e come al solito purtroppo i personaggi trattati non
mi appartengono (quelli realmente esistenti, gli altri inventati da me si u.u)!!
Per
chi non conosce bene i The Gazette, di seguito scriverò i loro veri nomi, perché
come al solito mi piace chiamarli con i loro nomi
Ruki:
Takanori Matsumoto
Reita:
Ryo Suzuki
Kai:
Yutaka Uke
Uruha:
Kouyou Takashima
Aoi:
Yuu Shiroyama
Li
amo troppo questi ragazzi!
Leggenda:
i pezzi scritti in maiuscolo e contenuti tra << >> sono gli sms, invece quelli scritti
in corsivo e contenuti tra le “ ” sono i discorsi.
Bene!
Credo di aver detto tutto! Buona lettura ^-^
In
realtà so bene che sono una ragazza fortunata, non mi manca nulla …
Ho
una bella casa, una famiglia splendida che mi appoggia su tutto quello che
faccio, un lavoro che amo e che mi permette di stare con i miei migliori amici
…..
Allora
perché?
Perché
ogni giorno mi sento un gran vuoto nel petto? Come se al posto del mio cuore ci
fosse un grosso buco?
La
motivazione la so benissimo ma cerco di non pensarci anche se i miei tentativi
risultano sempre vani, alla fine vince sempre LUI che riempie i miei pensieri,
poi è difficile non pensare ad una persona che sei costretta a vedere tutti i
giorni per lavoro, non che mi dispiaccia, infondo non potrei mai vivere senza
di lui ….
La
cameriera del bar dove sono seduta mi porta il mio bel cappuccino caldo distraendomi
dai miei pensieri, la ringrazio con un cenno della testa, ogni volta che ho dei
minuti liberi riesco sempre a pensare a lui, tutto questo è stressante, prima
riuscivo a tenere a bada i miei pensieri ….. ora non più …..
La
vibrazione del cellulare che tengo in tasca richiama la mia attenzione, lo
prendo alla svelta e guardo il display, un messaggio, Kouyou
<<
CIAO TESORO NOI STIAMO TUTTI A CASA DI RYO PER CENA
TU VIENI? >>
Rimango
a guardare il mio cellulare per alcuni secondi poi mi decido a rispondere
<<
CIAO KOUCHAN, MOLTO VOLENTIERI SONO DA VOI PER LE 19.30 >>
Ero
praticamente una bambina quando ho incontrato per la prima volta Kouyou,mi ero trasferita da poco con la mia famiglia
e fu necessario un cambio di scuola,l’idea di dover entrare in quella classe dove non conoscevo nessuno mi
faceva venire la nausea ma purtroppo non potevo cambiare le cose. Appena entrai
il professore mi presentò agli alunni, che vergogna, ancora ricordo che mi
sentivo bollire le guance per quanto ero arrossita, poi mi sedetti all’unico
posto libero, vicino ad un ragazzo veramente troppo carino.
Facemmo
subito amicizia, era tanto gentile e si era offerto di aiutarmi ad ambientarmi,
con lui arrivò inevitabilmente Ryo, grande amico di Kouyou, passavamo le
giornate ed i pomeriggi insieme, è stato tutto molto bello.
Mi
alzo dopo aver finito di bere, devo assolutamente andare a casa altrimenti non
riuscirò mai ad arrivare a casa di Ryo per l’ora stabilita.
Una
volta arrivata a casa mi preparo in tutta fretta, faccio una doccia velocissima
mi infilo dei jeans chiari stivali neri e una maglietta altrettanto nera e
attillata, niente fronzoli tanto restiamo a casa , o almeno, spero. Passo di
nuovo per il bagno, il trucco è d’obbligo, passo sui fronzoli ma non sul
trucco,in fin dei conti ci sarà anche
lui questa sera e non mi va di farmi vedere al naturale, un leggero strato di
fondotinta un po’ di matita nera a contornare i miei occhi e un lucida labbra
chiaro e sono a posto. Infilo il mio cappotto adorato, prendo al volo la borsa
abbandonata sul divano ed esco, fa molto freddo in questi giorni, mi maledico
mentalmente per non aver preso la sciarpa, finalmente raggiungo la mia auto e
mi ci fiondo praticamente dentro, immediatamente accendo l’aria condizionata
per riscaldare l’ambiente, ho le mani gelate e se non le riscaldo non riuscirei
a guidare come si deve, mi sembra di sentire già la voce di Ryo che mi sgrida
perché sono sempre con la testa per aria e non penso a quello che faccio;lui è molto particolare, sembra scemo e
burbero, almeno questa è l’impressione che dà, quella che vuole che gli altri
credano, ma dopo dodici anni di amicizia, so bene che dietro a quella facciata
si nasconde un ragazzo timido, gentile e apprensivo, gli voglio un bene
dell’anima, loro due, Kouyou e Ryo sono i due fratelli che non ho mai avuto. Accendo
anche la radio e l’abitacolo viene avvolto dalla sua voce, lo adoro, lui è così
piccolo ma con una voce che mi fa tremare l’anima, quando sentimmo per la prima
volta la sua voce rimanemmo tutti a bocca aperta, Takanori ha ricevuto proprio
un dono incommensurabile, lui si lamenta sempre per la sua “ altezza “ ed ogni
volta gli dico che dovrebbe pensare alla sua bellissima voce che dà emozioni
fortissime a milioni di persone.
Kso!
Di nuovo a pensare a lui, lo sapevo ….
Finalmente
l’aria si è riscaldata e con esse anche le mie mani, casa di Ryo non è molto
distante quindi in quindici minuti sono già sotto casa sua, parcheggio e spengo
il motore, istintivamente guardo l’orologio, le 19.00, bene sono anche in
anticipo, li aiuterò a preparare la cena; certo che se Yutaka è già arrivato
non avranno di certo bisogno di me, anche se sono una brava cuoca lui è
spettacolare in cucina, non ho mai mangiato così bene qualcosa preparata da un
uomo.
Suono
il campanello del citofono
“ chi è ? “
la voce di Yuu mi urla al citofono facendomi sobbalzare, ma che ha da stillare?
“ Sono io, Eriko “dico a mia volta strillando, è contagioso
questo ragazzo
Sento
aprire il portone, salgo le scale, non mi piace prendere l’ascensore ho sempre
paura di rimanerci chiusa dentro, due piani a piedi, la porta l’hanno lasciata
accostata la apro ed entro
“ Ciao ragazzi! “
dico con voce squillante, ma l’ingresso è vuoto, tolgo le scarpe e mi dirigo
verso quei suoni molesti che provengono dalla cucina ..
Appena
varco la porta, mi trovo davanti una scena apocalittica, pentole, pentolini, ed
una cosa informe e fumante
“ Ragazzi, avete bruciato la cena ?
“
dico tra le risate, mi ritrovo tre paia di occhi che mi guardano male, vorrei
smettere di ridere ma sono troppo comici, riescono a bruciare tutto quando
cucinano
“ Non sei divertente! “
Kouyou mette su il broncio “ volevamo
fare una torta per mangiarla dopo cena ma ci siamo scordati che era in forno “
poveri cuccioli
“ Dai non fa nulla è ancora presto,
ora ne prepariamo un’altra vedrete che sarà pronta per il dopo cena “mi accingo subito a
prendere le cose necessarie per prepararla
“ Grazie Eriko! “
Ryo mi stampa un bacio sulla guancia e gli sorrido raggiante
“ Anche io voglio la torta “
faccio spallucce e insieme a loro prepariamo l’impasto.
Dopo
una mezz’oretta la torta è in forno che cuoce e noi apparecchiamo la tavola,
per la cena ci pensa Yutaka, la porta lui da casa sua, questa sera si mangia
proprio bene.
Sentiamo
suonare il campanello, saranno sicuramente loro, Ryo risponde e ci informa che
sono arrivati tutti i rimanenti, poi mi lancia un’occhiata strana che non
riesco a decifrare bene, vorrei chiedergli spiegazioni ma è già sparito in
cucina “ Buona serata!!! “ un coro di
voci allegre ci raggiungono, da dove mi trovo vedo bene la porta d’ingresso, li
guardo uno ad uno mentre entrano e si tolgono le scarpe per poi riversarsi in
salone, vado a salutarli felice, mi piacciono da morire queste serate che
passiamo tutti insieme, mi rendono felice e ringrazio tutti i giorni i Kami
gami per questo dono ricevuto; sono venute anche le ragazze di Kouyou e Yutaka,
menomale almeno non sono l’unica ragazza e poi sono veramente simpaticissime.
Poi succede tutto in un attimo, mi giro verso la porta e lo vedo entrare, è
bellissimo come sempre, lui a differenza di me è al naturale niente trucco,
trovo che il suo viso sia ancora più bello non truccato, vestito normalmente,
un paio di jeans neri, una camicia bianca e stivaletti, stupendo, mi dirigo
verso di lui per salutarlo ma lui si gira verso la porta ancora aperta
“ Dai amore non fare la timida “ dice
con un tono di voce così dolce da far venire il mal di denti, poi la vedo
entrare, una ragazza a dir poco bellissima, lo prende per mano ed entra anche
lei in casa richiudendosi la porta alle spalle.
Lui
fidanzato? E da quando? Lo avevo già visto in compagnia di questa ragazza ma
aveva detto che era una sua cara amica, amica e non fidanzata!!!
Torno
immediatamente sui miei passi, il gelo si è impadronito di me, ormai non credo
che nelle mie vene scorri più una sola goccia di sangue, si è trasformato in
ghiaccio altrimenti non si spiega perché io stia tremando così
“ Eriko! Tesoro! Ti presento Nayoko
la mia ragazza, ti ricordi di lei? “ Taka pronuncia queste
parole rivolte a me coprendo la distanza che ci separa; lo sento dietro di me,
ti prego Eriko non piangere ora, cerco di convincere me stessa, mi giro verso
di loro e il mio sguardo cade subito verso le loro mani che sono ancora
intrecciate, sfodero il sorriso più falso che io abbia mai fatto in vita mia,
cercando di farlo sembrare vero.
“ Ciao Taka! Si mi ricordo di lei “
voglio morire, “ Ciao Nayoko, piacere di conoscerti
“
“ Ciao Eriko, piacere mio “
il suo sorriso và da una parta all’altra del viso, deve essere veramente
felice, ci credo come non potrebbe esserlo con un uomo così al suo fianco che
la chiama amore e la guarda come fosse l’unica donna sulla faccia della terra?
Ed io ora che faccio? Mi giro verso gli altri ragazzi, perché mi stanno
guardando tutti con quell’espressione?
“ Vado in cucina a controllare la
torta “ mi rivolgo a tutti e a nessuno mentre do le spalle a
tutti per andare in cucina; aggiungo cercando di non far tremare la voce “ prima che si bruci di nuovo … “
Quando
entro in cucina, luogo della mia presunta salvezza, mi trovo altri due occhi
che mi guardano con la stessa espressione degli altri, che palle, Ryo mi stava
certamente aspettando perché è poggiato con il sedere al ripiano della cucina e
braccia incrociate all’altezza del petto, ora capisco perché prima mi ha
guardata così, ed io che pensavo che nessuno sapesse della mia cotta per Taka,
che poi chiamarla cotta è un eufemismo, io lo amo alla follia, questa è la
semplice verità; abbasso lo sguardo e mi metto a guardare le sue scarpe
“ Come va? “
mi chiede come se fosse scoppiata una bomba atomica in salone e tutti i nostri
amici fossero morti
“ Tutto ok Ryo, cosa dovrebbe andare
male? “ mi chiedo a cosa serva mentire con lui, sento dei
passi dietro di me, inconfondibili, Kouyou è venuto a sincerarsi che stia bene,
posso scappare? Non sanno che in questi momenti è meglio lasciarmi in
pace,altrimenti finisco per piangere?
“ Stai scherzando vero? Non crederai
veramente che noi non ci siamo accorti che ti sei innamorata di lui?! “
dice un po’ stizzito il chitarrista alle mie spalle, nonché mio migliore amico “ solo quel baka non se ne è accorto! “
“ Kou smettila, io …. Già lo sapevo
… “
sapevo cosa? Che lui amava un’altra? No questo proprio non lo sapevo, ma in
compenso sapevo che lui non si sarebbe mai innamorato di me, sono troppo
scialba per lui, una ragazza giapponese normalissima, non brutta ma nemmeno
bellissima
“ Sapevi cosa? Che stava con lei?
Scusa ma non credo proprio visto che lo abbiamo saputo ieri anche noi! “
Kouyou alza un po’ la voce è nervoso, credo che abbia paura di come reagirò,
questo significa che devo cercare di comportarmi bene e non fargli pesare la
cosa
“ Non sapevo che stava con lei, ma
sapevo che non mi avrebbe mai amata ….. per questo non ho mai preteso nulla da
lui “ bugiarda, non ti sei mai dichiarata a lui perché
avevi una paura fottuta che ti respingesse, meglio una vita da pecora che uno
da leone, questo mi guardo bene dal dirlo, devo convincerli entrambi che io
stai bene, cosa non facile perché mi guardano ancora entrambi con la stessa
espressione di poco fa, cosa devo fare per togliermeli di dosso?
“ e poi … è solo una cotta per il
cantante dei The Gazette e credo mi passerà a breve …. “
cerco di rincarare la dose, forse sono più convincente così
“ Fine del terzo grado, di là ci
stanno aspettando per cenare, continuerete dopo magari è! “
la mia salvezza arriva da Yutaka, ragazzo speciale che riesce sempre ad
intervenire nei momenti più adatti, lo ringrazio silenziosamente, mi ha
salvata! I due lasciano la cucina con uno sbuffo, quando il leader usa quel
tono autoritario, pur sempre con il suo solito sorriso fossettoso, significa
che non si accettano repliche.
Dopo
aver controllato veramente la torta e averla tirata fuori dal forno per farla
freddare, mi dirigo verso il patibolo, sento un gran baccano venire dalla sala
da pranzo, quei ragazzi riescono a fare casino come pochi, mi siedo nell’unico
posto libero, non so chi devo ringraziare per avermi lasciato il posto tra le
due ragazze dei miei amici, Taka e lei sono abbastanza lontani da me e anche il
bassista con il chitarrista, almeno non riceverò nessuna domanda durante la
cena.
Come
previsto, Yutaka ha preparato un ottima cena ed io non ho ricevuto nessuna
domanda, solo qualche occhiata di sfuggita ma ho retto bene la cosa, certo, ho
fatto di tutto per non guardare il mio Taka ma alla fine sono sopravvissuta e
sono anche riuscita a farmi qualche risata di cuore, quei cinque sono una forza
sovraumana nel farmi ridere, riuscirebbero a farmelo fare anche nelle più
peggiore delle situazioni.
Aiuto
gli altri a sparecchiare e quando abbiamo finito tutti si mettono comodi sul
divano e sulle poltrone, essendo tanti alcuni si accontentano del grande
tappeto, anche io mi accomoderò lì ..
“ Vado in cucina a tagliare la torta
e a fare un po’ di tè “ li avverto
“ Vengo con te e ti do una mano, non
vorrai mica fare tutto da sola! “ kso! Proprio lui si
doveva proporre?
“ Ma non serve ci metterò poco “
cerco di dissuaderlo dal venire con me
“ E allora ci metteremo di meno in
due “ sorride beffardo, non posso più replicare, però
potrei sempre legarlo al divano ma al momento non mi sembra una buona idea,
troppi testimoni; mentre mi rigiro verso la cucinavedo Nayoko che mi guarda, quello sguardo
potrebbe uccidermi, appena siamo lontani dagli occhi degli altri mi sento
afferrare per un braccio e Taka mi volta verso di lui
“ Allora non mi dici nulla? Ti piace
Nayoko? “ e lo vieni a chiedere proprio a me? Grazie della
coltellata in pieno petto Taka
“ Certo … è … èmolto bella degna di te direi! “
quanta fatica sto facendo oggi, voglio tornarmene a casa
“ Davvero? Sono contento, spero che
andrete d’accordo “ d’accordo? Veramente vorrei ignorarvi al
momento, entrambi, invece ti sorrido accennando un assenso, cerco di sbrigarmi,
mentre io preparo il tè Taka taglia a fette la torta e le dispone sui piatti
“ Non capisco, siamo o no a casa di
Ryo? “ mi chiede spezzando il bel silenzio che si era
creato, mi volto verso di lui incuriosita, dove vuole andare a parare?
“ Si “
dico aspettando che continui
“ Allora perché dobbiamo fare tutto
noi? Non poteva farlo lui? O almeno dare una mano? “
mentre parla non stacca gli occhi dalla torta che sta tagliando, al contrario
di me che non riesco a staccargli gli occhi di dosso, mi piacciono le sue
labbra, sono così sensuali, poi il suo volto concentrato mi cattura sempre, non
ricevendo risposta mi guarda ed io scatto girandomi verso la teiera
“ Cosa c’è? “
mi chiede avvicinandosi, ti prego non lo fare, stai il più lontano possibile da
me, dalla bocca mi esce una risatina nervosa, mi allontano da lui con la scusa
di prendere lo zucchero, finalmente qualcosa di decente da dire mi viene in mente
“ Forse perché qualcuno, di cui io
non farò il nome è scattato subito in piedi proponendosi? “ lo
prendo un po’ in giro, lui mi guarda e poi scoppia a ridere, in un secondo mi
accodo anche io
“ Si hai ragione, io ho finito, il
tè è pronto? “ mi chiede dando tutta la sua attenzione
alla torta
“ Si è pronto, andiamo di là “
forse non è così difficile sopportare la sua presenza, o forse, sono talmente
innamorata di lui che farei qualsiasi cosa pur di averlo vicino.
@@@@@@
Fine
del primo capitolo, non mi è venuto molto lungo; cercherò di rimediare con i
prossimi!!
Ringrazio
in anticipo chi leggerà e chi lascerà una recensione.
E’
passata una settimana dalla cena a casa di Ryo, spesso mi ritrovo a piangere da
sola in casa; non voglio far pesare a nessuno questa situazione che si è venuta
a creare. Io amo Takanori, io non sono riuscita a tenere a bada i miei
sentimenti, anche se mi ero ripromessa di non innamorarmi mai di uno dei
ragazzi; sono tutti amici e non volevo che una cosa simile accadesse, quindi
sono io che devo uscirne, da sola, con le mie forze.
Oggi
dopo una settimana di riposo si torna a lavoro, i ragazzi hanno molto da fare e
io con loro; mi sarebbe piaciuto aspettare ancora un po’, non per il lavoro, ma
non ho molta voglia di vedere Taka, fino ad ora sono riuscita a scappargli, ho
inventato mille scuse per non vederlo e questo ha fatto si che ricevessi un
rimprovero da Ryo. Non gli va giù questo mio comportamento, lui preferirebbe
che io ne parlassi con Taka, che gli dicessi quello che provo per lui. La fa
facile il mio caro bassista, alzo gli occhi per guardarmi allo specchio, passo
il dito vicino l’occhio sinistro dove una piccola imperfezione della matita
scende, facendola scomparire, metto un po’ di lucidalabbra e sono pronta per la
giornata, o meglio lunghissima giornata di lavoro che mi attende. Mi piace
moltissimo il mio lavoro, fare l’assistente a quei cinque scalmanati non è
semplice, ma vengo sempre ripagata con l’affetto che loro mi donano. Spesso
svolgo dei lavori al posto del leader, sono sempre contenta di aiutarlo, ha
sempre tantissime cose da fare e se posso aiutarlo in qualche modo mi fa
piacere.
Appena
finisco di prepararmi, prendo la borsa e il cappotto, mi precipito per le
scale, sono in ritardo, ho perso troppo tempo cavolo!
Scendo
e corro, non appena giro l’angolo per raggiungere l’auto parcheggiata travolgo
in pieno una persona, ritrovandomi con il sedere a terra
“ Aiha che
male “ dico senza guardare la persona di fronte a me
“ ti sei fatta male? “
mi chiede una voce famigliare, troppo famigliare, alzo gli occhi e vedo chi ho
travolto
“ Ryo “
dico meravigliata, lui si china su di me e mi porge entrambe le mani per
aiutarmi ad alzarmi, subito le stringo e mi lascio aiutare
“ Niente che non passi tra cinque
minuti “ dico sorridendo “
scusami ti ho fatto male? “ mi guarda con aria ironica per poi alzare un
sopracciglio
“ tu che fai male a me? Ma ti sei
vista? “ mi risponde ridendo, in effetti ha ragione sono
troppo piccola per infliggergli dolore
“ guarda che te l’ho chiesto solo
per cortesia e poi sappi che ci sono tanti modi per fare del male ad una
persona, se vuoi posso usare qualche tattica “
dico mettendo su un finto broncio, ci piace sempre battibeccare per poi fare la
pace davanti un enorme gelato, che in genere mi offre sempre lui; mi continua a
guardare divertito
“ vedremo se ci riuscirai “
“ ma che ci fai tu qui? “
gli chiedo
“ sono venuto a prenderti “
dice alzando le spalle, che dolce che è
“ come mai? Non ci potevamo vedere
direttamente a lavoro? mi dispiace che sei arrivato fino a qui “
sono contenta del suo gesto, anche se in questi giorni l’ho sentito per
telefono non l’ho per niente visto e mi è mancato.
“ be, non
mi è costato molta fatica venire qui, mi ci ha portato la mia bambina “
dicendo questo indica la sua bellissima moto parcheggiata per poi riprendere “ e così eviterò anche un ulteriore tuo
rifiuto alla cena di questa sera “ mi punta un dito in fronte e me la
spinge leggermente, diamine non sapevo che avevano programmato una cena per
questa sera; chiudo leggermente gli occhi sospirando, è proprio un cospiratore
questo ragazzo
“ non rifiuterò l’invito, mi sei
mancato, tutti voi mi siete mancati “ mi avvicino di più a
lui poggiando le mani ai suoi fianchi abbassando leggermente la testa in modo
da poggiarla sul suo petto, mi arriva un odore di pelle, data dal suo
giacchetto, e profumo alle narici, socchiudo gli occhi adoro questo miscuglio
di odori. Lui porta entrambe le braccia ad abbracciarmi e mi stringe forte a
se, gli sono mancata anche io, ricambio l’abbraccio e lo stringo a mia volta.
Dopo
qualche attimo che rimaniamo così, abbracciati ci stacchiamo, lo guardo negli
occhi
“ ti voglio bene Ryo “
sussurro, lui mi sorride
“ anche io ti voglio bene “
e mi bacia la punta del naso, l’ha sempre fatto da quando ci siamo conosciuti,
ogni volta che piangevo, ogni volta che ero triste ogni volta che ero allegra o
esuberante; lui è sempre stato lì con me donandomi questi bacini sulla punta
del naso, il suo modo di dirmi che sono importante per lui. Ora ho le lacrime
agli occhi, gli voglio bene e mi emoziono è più forte di me.
Facendo
finta di nulla sbatto più volte gli occhi in modo da farli tornare normali, lo
guardo in viso, è proprio bellissimo!
“ andiamo? Altrimenti faremo tardi e
il leader si arrabbierà con me … “ gli dico sorridendo,
lui contraccambia il mio sorriso
“ si andiamo, tanto con la mia moto,
ci metteremo molto poco ad arrivare “
Lo
guardo con gli occhi sbarrati, non ho paura delle moto, e tantomeno della guida
di Ryo o Kouyou, ma li sgrido sempre quando fanno battute sulla corsa, non
voglio che corrano perché è pericoloso
“ ma che cavolo dici? Se devi
correre vacci da solo io non vengo “ metto su un finto
broncio, incrocio entrambe le braccia al petto e mi volto dalla parte opposta
alla moto, lo sento ridere, mi piace troppo la sua risata, è così calda,
famigliare, mi fa sempre sentire a casa, un leggero sorriso piega le mie labbra
ma lui non può vederlo perché gli do le spalle, mi afferra per un gomito e mi
costringe con delicatezza a voltarmi
“ dai sciocca! Non corro, andremo
come lumache, ora sali dai… “
si rivolge a me con un tono quasi apatico ma con il sorriso ancora li sul suo
bel viso
Gli
sorrido a mia volta e scoppiamo entrambi in una grossa risata
“ sei proprio scema! Come se non
sapessi che fai sempre queste scenette solo per non farci correre “
mi guarda di traverso mentre ancora ride
“ devo pur usare delle tattiche con
voi due, non voglio vedervi sfracellati sull’asfalto! “
“ ma noi non ci sfracelliamo, stai
pur tranquilla “
Mi
limito a scuotere leggermente la testa mentre ci avviciniamo alla sua bambina.
Mi porge un caso che prontamente mi infilo e allaccio, oramai sono diventata
brava; le prime volte erano sempre loro che dovevano allacciarmelo, non
riuscivo mai a prendere il buco della chiusura. Lui sale in sella e appena è
pronto mi fa un cenno e mi posiziono dietro di lui, mi allaccio alla sua vita e
lui fa partire il motore, la bimba sotto di noi risponde con un rombo. Mi piace
andare in moto, il vento che si infrange sul mio corpo mi fa sentire libera,
come se niente e nessuno mi possa fermare.
Dopo
dieci minuti siamo arrivati a destinazione, Ryo parcheggia la moto e smontiamo,
gli do il casco che lui appende, insieme al suo, al manubrio, tanto nessuno li
toccherà.
“ per fortuna che mi fai sempre la paternale,
poi quando siamo in moto, ti piace la velocità e non mi dici nulla “
“ questo solo perché so che quando
ci sono io dietro, tu fai più attenzione! “ gli spingo un
dito sul petto
“ ma davvero?! Non fai prima a dire
che sei una centaura mancata? “
“ io centaura? Ma fammi il piacere
Ryo! “
“ forse in effetti, non arriveresti
a poggiare i piedi a terra “ mi dice tutto serio, io
gli do uno schiaffo sul braccio arrabbiata
“ non prendermi in giro scimmietta
dispettosa “
“ e tu non chiamarmi scimmietta ok?!
“
“ e perché non dovrei? È proprio
quello che sei! “ gli faccio la linguaccia per poi
scoppiare a ridere insieme a lui
“ ma la volete piantare, di sopra ci
stanno aspettando “ una voce divertita si intromette,
entrambi ci giriamo e vediamo che Kouyou ci sta raggiungendo
“ ciao! Kou-chan “
lo saluto mentre gli corro incontro, per poi stringerlo in un abbraccio
“ ciao tesoro, ti sta facendo
diventare matta vero? “
“ non proprio, diciamo che mi prende
più in giro che altro “ faccio la voce da bambina
“ cattivo Ryo, non trattare male la
nostra piccolina qui “
“ ok! Ok! Ora andiamo però,
altrimenti saranno guai “ dice alzando le mani in segno di
resa, io e Kou ci guardiamo soddisfatti.
Appena
arrivati al piano desiderato entriamo nella stanza dove gli altri ci stanno
aspettando. Lo vedo subito, seduto sulla poltrona che sorseggia piano una tazza
di tè bollente, parla sommessamente con Yuu, mentre il leader è alle prese con
Sakai, il loro manager.
Mi
fermo sulla porta, i ragazzi non fanno caso a me e raggiungono subito gli
altri.
E’
sempre così dannatamente bello, non deve fare nulla per attirare l’attenzione,
o almeno, non deve fare niente per attirare la mia di attenzione, basta
che lui è nei paraggi che il mio cuore accompagnato dal mio povero cervello
vadano in tilt. Vedo quella tazza leggermente poggiata al labbro inferiore,
mentre ci soffia dentro per freddare di un poco la bevanda evidentemente troppo
calda da bere subito, ed io sono gelosa di quella tazza; ma posso essere gelosa
di un oggetto? Sono proprio messa male!
Ed
ora perché ha alzato gli occhi su di me e mi guarda in quel modo? No, aspetta,
anche Yuu mi guarda, che c’è? Cosa mi sono persa?
“ Ehi! Tu! Ci sei tra noi? “
Ryo sventola una mano verso di me mentre mi si avvicina
Dannato!
Poi dice che non è una scimmia dispettosa! Mi ha fatto fare la figura della
stupida, lo guardo con sguardo assassino, aspetto che si avvicini di più a me
“ dannato! Ma che ti salta in mente
è? Mi hai fatto fare la figura dell’idiota! “ gli soffio
addosso per non farmi sentire dagli altri
“ io? Guarda che sei tu quella che è
rimasta imbambolata sulla porta a guardarlo! “
Ha
ragione, dovevo costringere il mio cervello a collaborare e a farmi fare almeno
qualche passo, in modo da andare nell’altra stanza, ed invece no! Certo, se non
faccio delle brutte figuracce non sono contenta.
Mi
prende sotto braccio e ci avviciniamo agli altri
“ ciao a tutti! “
saluto senza guardare nessuno in particolare ma sento i suoi occhi addosso,
cavolo se bruciano. Mi risponde un coro di voci, compresa quella del leader che
accompagna il saluto con il suo solito sorriso dolce e rassicurante.
“ dai siediti qui con noi! “
Kou si rivolge a me battendo una mano sul divano dove è seduto, divano che è
davanti alla poltrona dove c’è Taka, cavolo!
“ veramente ho un po’ da fare, devo
preparare delle cose “ dico grattandomi distrattamente la
testa
“ non dirmi che non hai tempo
nemmeno di bere un tè con noi “ o dei dell’olimpo
quanto mi è mancata la sua voce, boccata d’aria fresca. Lo guardo e … sorrido,
cosa dovrei fare di fronte a quell’espressione che non lascia repliche, lo
adoro quando fa così. Quando vuole riesce ad imporsi anche su Youtaka,
figuriamoci se riesco a tenergli testa io.
“ no, certo che posso “
“ bene allora accomodati “
mi dice alzandosi, mentre io mi siedo di fianco a Kouyou lui va al tavolo dove
c’è il termos con dentro il tè e ne versa una tazza, per poi tornare da me
porgendomela.
“ grazie Taka-chan, ma potevo
prenderla io “
“ volevo dartela io “
mi risponde con dolcezza sorridendomi, rispondo a quel sorriso fantastico.
Rimaniamo lì a chiacchierare del più e del meno per un altro quarto d’ora, poi
il dovere ci chiama.
Questa
sarà una lunga giornata, hanno un intervista con il giornale Arena 37, deve
uscire uno special su di loro, poi la session fotografica sempre per la stessa rivista ed infine
un intervista radiofonica. Io non parteciperò all’intervista, lì non hanno
bisogno di me, quindi me ne ritornerò a casa prima.
E’
tutto il giorno che stiamo lavorando e sia loro che noi dello staff siamo molto
stanchi, stanno finendo le ultime foto di gruppo e poi siamo liberi di andare a
riposare; solo noi dello staff perché loro devono ancora andare alla radio.
Il
fotografo ci avverte che il lavoro è finito, parte il solito applauso e vedo i
ragazzi correre subito negli spogliatoi per cambiarsi così da indossare gli
abiti usuali. I vestiti di scena sono molto belli ma anche un po’ scomodi; io
ho già preparato tutto, quindi devo solo aspettare che finiscano di cambiarsi
così poi posso dare una mano a sistemare i vestiti di scena e finalmente me ne
andrò a casa. Dopo dieci minuti li vedo uscire, tutti sorridenti, Taka è
saltato sulla schiena di Kou e si fa portare da lui affermando di essere troppo
stanco per camminare, dal canto suo il chitarrista fa uno sbuffo ma subito dopo
sistema il ragazzo per non farsi sfuggire la presa, li guardo divertita, a
volte sono proprio dei bambini.
“ ciao Eriko! Noi andiamo alla
radio, ci vediamo dopo a casa di Taka “ mi dice Kouyou
indicando il ragazzo ancorato alle sue spalle
Cosa?
casa di taka? Cavolo! Ma non posso rifiutare ho già promesso a Ryo che ci sarei
stata, butto un occhiata al bassista che già mi guarda di traverso sospettando
quello che mi frulla per la testa.
Alzo
una mano in segno di saluto “ Ok! Ragazzi
a dopo allora, fate i bravi “ non potevo fare altrimenti, vedo Ryo
sorridere compiaciuto e Taka mi saluta con la mano.
“ ragazzi! “
li fermo prima che escano dalla stanza, tutti si girano verso di me “ a che ora? “
“ giusto! A che ora staremo a casa?
“
Ryo si rivolge a Youtaka che sa sempre tutto
“ non so
bene quanto durerà veramente quindi… non so .. “
“ non fa nulla leader “ Taka
lo interrompe scendendo dalla schiena del biondo chitarrista, si avvicina lentamente
a me portando una mano in tasca, ne tira fuori un mazzo di chiavi che mi porge
“ tu intanto vai a casa mia, noi
dovremo essere a casa per le 22.00 ma almeno se facciamo un po’ di ritardo tu
starai al caldo e non per strada ad aspettare “
mi dice dandomi le chiavi in mano
” s.. sono le chiavi di casa tua? “
dico sbalordita
“ si certo! Non vorrai mica stare ad
aspettare per strada vero? “
“ no, questo no ma .. “
Sorride
“ dai non è grave no? Già ci sei stata a casa
mia, non rubi mica e poi così potresti dare da mangiare a Koron che sarà
sicuramente affamato e magari puoi apparecchiare “
“ ok allora, ci vediamo dopo “
“ perfetto! Non preparare da
mangiare prenderemo qualcosa di pronto mentre torniamo, non voglio che fai
tutto tu “
“ ma non è un problema per me!
Davvero! “
“ ho detto di no! Ok? “
“ ok “
dico sorridendo, di nuovo qual tono che non accetta repliche.
Li
vedo uscire e chiudersi la porta alle spalle, io rimango in quella stessa
posizione, non riesco a muovermi e non riesco a distogliere lo sguardo dalle
mie mani che tengono strette quel mazzo di chiavi con il portachiavi di
acciaio.
@@@@@
Ta dan!!!! *si chiede se si scriva così*
finito un altro capitolo.
Chiedo umilmente scusa, non è lunghissimo
-.- sappiate perdonarmi, spero di rifarmi!
Kim grazie di cuore, spero che ti sia
piaciuto anche questo XD
Grazie anche ha chi ha messo la storia tra
i preferiti *siinchina*
E il solito grazie a chi legge soltanto
senza recensire!!! Vi voglio bene <3
Quando
finalmente sono riuscita a riprendere il possesso del mio corpo e della mia
mente mi sono sbrigata a finire di sistemare le cose rimaste in sospeso e
finalmente posso andare a casa.
Appena
esco dallo stabile l’aria fredda mi colpisce in peno viso, ormai è sera tardi e
il cielo è diventato scuro, purtroppo le stelle non si vedono, troppe luci ci
sono in questa città; non riuscirei a vederle nemmeno se andassi sulla terrazza
di un grattacelo. Peccato, mi è sempre piaciuto guardarle, sono così brillanti
e vivaci, mi ricordano Takanori, si lui è come una stella che brilla nel cielo,
tutti le guardano ma nessuno arriva a loro per catturarle; rimangono lì a farsi
ammirare nella loro bellezza libere di vagare nel cielo, come a farsi beffa
degli uomini che tanto le bramano. Peccato però che il cuore di Takanori sia
stato preso, purtroppo non da me, come quello che io vorrei tanto.
Mi
stringo nel cappotto e mi incammino verso casa, ho tanto tempo a disposizione
prima che i ragazzi tornino a casa, quindi mi posso permettere di fare una
passeggiata fino a casa. Le strade sono ancora affollate di gente, uomini che
tornano a casa dopo una lunga giornata di lavoro, ragazzi che invece escono per
andarsi a divertire; questa città non dorme mai.
Arrivo
a casa e la prima cosa che faccio è farmi una bella doccia calda, la giornata è
stata molto stancante e questa doccia mi ci serviva proprio. Esco dalla doccia
appena ho finito di sciacquarmi, indosso il mio accappatoio nero e mi friziono
un pochino i capelli in modo che non goccino più. Passo una mano sullo specchio
che si è appannato per via dell’acqua forse eccessivamente calda; non riesco a
farmi la doccia se l’acqua non è bollente, solo così riesco a rilassarmi. Mi
pettino e poi asciugo i miei capelli corvini con il phon per poi passarci la
piastra. Loro sono già lisci normalmente, ma adoro farli diventare ancora più
lisci.
Mi
dirigo in camera da letto e automaticamente accendo lo stereo e faccio partire
il cd che è sempre dentro il mio fedele lettore; la stanza viene riempita dalle
note suonate da quei cinque scalmanati. Da quando è uscito DIM SCENE lo sento
in continuazione, sono sempre stati bravissimi ma con questo lavoro hanno
superato loro stessi. Mi decido a vestirmi e quindi a muovermi, invece di
rimanere imbambolata davanti lo stereo; mentre cerco i vestiti adatti alla
serata mi vien da pensare come sarà mai sentirsi sussurrare dolci parole da
Takanori, come sarà sentire le sue mani scivolare lentamente sulla pelle e come
potrebbe essere affogare in quelle iridi nocciola scuro quali sono i suoi occhi
quando li lascia al naturale senza usare le lenti ottiche. Scuoto energicamente
la testa, non devo più pensare a queste cose altrimenti finirò con il farmi
ancora più male, devo fare di tutto per dimenticarlo, per smettere di amarlo,
solo a pensarlo mi viene da ridere, so bene che non riuscirò mai a
dimenticarlo. Come potrei dimenticare la persona che tanto amo, la persona che
vorrei al mio fianco nel lungo cammino della mia vita, praticamente
impossibile.
Mi
infilo le calze color carne, la minigonna di jeans e una maglietta nera
attillata abbastanza scollata; prendo i miei fedeli anfibi e li poggio vicino
la porta di uscita. Ora mi dedico al trucco, un lieve strato di fondotinta e un
po’ di cipria, la matita nera a contornare i miei occhi ed infine un pochino di
lucidalabbra leggermente rosa. Perfetto è ora di andare a casa di Taka, Koron
poverino avrà tanta fame. Quel cagnolino è adorabile, non si fa toccare da
tutti specialmente se si trova in braccio al papà, ma con me è sempre andato
d’amore e d’accordo, forse sarà perché mi piacciono tanto gli animali o forse
perché ha sentito che amo il suo papino, chi lo sa.
Dopo
essermi infilata il cappotto e le scarpe prendo la mia borsa e scendo di corsa
le scale. Monto in macchina, per fortuna non c’è molto traffico ed in poco
tempo arrivo a destinazione; armeggio un po’ con le chiavi, prima sono rimasta
talmente sbalordita che mi è passato di mente di chiedere a Takanori quali
fossero le chiavi giuste per aprire il portone e la porta del suo appartamento.
Ma che ci farà mai con tutte queste chiavi?
Dopo
non so nemmeno io quanto tempo, riesco a far scattare la serratura, sento Koron
abbaiare
“ sono io tesoro “
gli dico anche se ancora non lo vedo
L’appartamento
è immerso nel buio, con una mano cerco l’interruttore, appena lo trovo lo premo
facendo accendere la luce; il piccoletto è li che mi guarda. La casa di Taka è
bellissima, molto elegante e ben tenuta, quando vuole sa tenerla anche in
ordine. L’ambiente è tutto un’intersecarsi di bianco e nero; le pareti e il
pavimento sono di un candido bianco, come la neve, mentre gli arredamenti
rigorosamente neri. Il tavolo, le sedie, il divano, le poltrone ad anche il tappeto
sono di questo colore. Questi due colori descrivono l’animo del mio amato,
bianco come il suo lato puro e gentile, spensierato che sa donare sorrisi
meravigliosi, lato che non permette a tutti di vedere; poi, c’è il nero, nero
come il mutismo nel quale si chiude, nero come il dolore che ha dovuto subire,
nero come l’inquietudine che tutt’ora riesce ad impadronirsi del suo animo.
Prendo
in braccio Koron e vado in cucina
“ è ora della pappa piccolino “
lui in tutta risposta mi lecca il viso
“ prego tesoro, non c’è di che “
sorrido, posandolo a terra
Prendo
il necessario per preparargli da mangiare e lo metto sul fuoco, mentre aspetto
che si cuocia mi siedo su una sedia.
Conosco
bene Taka, otto anni sono tanti, lavorando insieme ed essendo amica di Kou e
Ryo ne abbiamo passato di tempo insieme; per questo posso dire di sapere bene
che lui è felice, direi felicissimo di tutto quello che gli sta capitando, è al
settimo celo per la piega che ha preso la loro carriera, i The Gazette sono la
sua vita, si è impegnato con tutto se stesso, così come gli altri per ottenere
tutto ciò. La band è diventata famosissima in tutta l’Asia e anche oltre, la
loro fama è in continua ascesa, ma, a volte, diventa cupo, un ombra cala sul
suo bel viso; questo perché ha paura, paura di perdere tutto quello per cui lui
vive, ora non potrebbe più vivere senza il gruppo, senza coloro che hanno
saputo sostituire il vuoto che aveva riempiendolo d’amore, diventando così la
sua famiglia. Vorrei tanto dirgli di non pensarci, di non preoccuparsi perché
in nessun modo lui potrà perdere il gruppo, ma ogni volta le parole mi muoiono
in gola, non ho mai trovato il coraggio necessario per dirgli queste cose.
In
fin dei conti io chi sono per lui? Chi sono per dirgli che quello che ha dovuto
subire, il dolore che gli è stato inferto in passato non lo dovrà più rivivere?
So per certo che è così, potrei metterci la mano sul fuoco perché nessuna delle
persone che gli sono vicine ora lo abbandonerà mai, compresi i fans. Però io non sono nessuno per lui, quindi lascio ai
ragazzi il compito di leccargli le ferite.
Tolgo
il cibo di Koron dal fuoco e lo metto nella sua piccola ciotola mentre lui mi
guarda tutto interessato e scodinzolante vicino alle mie gambe
“ devi aspettare un pochino, è
troppo calda “
Cerco
di raffreddarla soffiandoci sopra, quando ha raggiunto una temperatura
accettabile la porgo al piccolino che subito si mette all’opera. Mentre lui
mangia io mi accingo a preparare la tavola; stendo la tovaglia per poi
posizionarci tutto l’occorrente per la cena. Una volta imbandita la tavola
guardo l’orologio, le 21:15, sbuffo, ci vorrà ancora un bel po’ prima che
arrivino i ragazzi; mi lascio cadere stancamente sul divano appoggiando la
testa allo schienale.
Non
ho voglia di guardare la tv, mi alzo e vado verso il bagno, apro la porta e
faccio scattare l’interruttore, non ho necessità di usare il bagno, la mia, è
solo voglia di far parte del suo mondo. C’è la piastra per i capelli ancora
attaccata alla presa, per fortuna è una di quei modelli con l’interruttore,
l’accappatoio buttato sopra il bordo della vasca e l’astuccio dei trucchi
aperto adagiato sopra il lavandino. Questo è il suo mondo, la sua vita, la sua
quotidianità di cui io vorrei tanto far parte; spengo la luce e richiudo la
porta con un sospiro che non riesco a trattenere, non tocco nulla Taka è una
persona molto riservata e non so se potrebbe arrabbiarsi sapendo che ho toccato
le sue cose, anche se solo per sistemarle. Come prima apro un'altra porta ed
accendo la luce, questa volta però è la sua camera da letto; questa è
abbastanza ordinata rispetto al bagno, tranne il letto sfatto dove sono
poggiati un sotto di una tuta e un t-shirt il resto è in ordine.
Entro
piano nella camera, quasi in punta di piedi, il mio cuore accelera lo sento pulsare
fortissimo. Mi siedo sul letto e prendo la maglia di Taka portandomela
all’altezza del viso per poi premerla sul mio viso in modo da sentirne l’odore;
chiudo gli occhi sentendo quell’odore di pelle del mio Taka misto al
bagnoschiuma, qualcosa da mandare in estasi qualsiasi persona. Mi lascio andare
e la mia schiena ben presto raggiunge il materasso, la maglia sempre premuta
sul mio viso. Lentamente il mio cuore torna a battere regolarmente, sento i
miei occhi chiudersi e i miei sensi abbandonarmi.
Il
suono del citofono mi riporta alla realtà, strappandomi dalle braccia di morfeo, getto di colpo la maglia che era ancora sul mio
volto e guardo l’ora, 21:45, cavolo ma quanto ho dormito?
Esco
in tutta fretta da quella stanza spengendo la luce e chiudendomi la porta alle
spalle. Un altro colpo di citofono mi giunge alle mie orecchie, mi affretto a
rispondere alzando subito il ricevitore facendo azionare la telecamera del
video citofono; così mi accorgo che si tratta di Nayoko. Gli apro senza
proferire parola e riappendo, che rottura! Speravo che almeno per questa sera
lei non ci fosse per via dell’ora tarda, accendo la tv così posso far finta che
mi stavo intrattenendo guardandola. Un leggero bussare mi avverte che devo
aprire e così faccio.
Il
volto sorridente della ragazza si incupisce appena mi vede, quello che era un
sorriso smagliante diventa un ghigno, decido di ignorare la sua reazione
“ buona sera Nayoko “
gli dico mentre mi faccio da parte per farla entrare “ i ragazzi stanno per arrivare “ aggiungo non appena lei varca la
soglia ed io chiudo la porta
“ sei sola? “
non si gira nemmeno per degnarmi di uno sguardo, ma chi si crede di essere? Si
limita a guardarsi intorno spaesata come se questa casa non la conoscesse già
“ si.. Taka e gli altri dovevano
andare in radio… ma dovrebbero quasi aver fatto “
un emozione strana non mi fa parlare come dovrei, mi sento quasi in colpa, ma
in colpa per cosa? io non ho fatto assolutamente niente! Forse è la mia
coscienza che sa bene che sono innamorata del suo ragazzo? Ma io lo conosco da
più tempo e …. E cosa? Taka è una persona e non un oggetto da comprare, non
funziona così, non è che chi primo arriva se lo prende….
Già….
La
vedo voltarsi verso di me con un espressione sconcertata
“ e… come hai
fatto ad entrare? “ mi chiede affilando lo sguardo
Non
mi piace per nulla la piega che sta prendendo il discorso
“ mi ha dato le chiavi Takanori “
silenzio “ sai.. per preparare la tavola
e dare da mangiare a Koron “ mi sbrigo ad aggiungere
“ Koron? “
“ … “
possibile che non sa chi sia? Indico la palla di pelo che dorme beatamente
nella sua cuccia che gli ha regalato lo zio Yutaka
“ aah … “
annuisce
Non
ci posso credere, veramente non si ricorda come si chiama? Lui è una parte di
Takanori, il suo bambino lo chiama! E lei che è la sua ragazza non sa chi sia?!
Forse mi legge nel pensiero o forse è solo perché non sono stata brava a
nascondere dietro una maschera i pensieri che mi affollano la mente, fatto sta
che si avvicina a Koron e gli dona una carezza
“ sono stanchissima sai “
Bugiarda!
Sei solo una bugiarda! Ma invece di dirlo, sorrido “ immagino “ tutto qui quello che so fare?
Sono
tesa e stare qui da sola con lei non mi piace ma non ho alternative, mi siedo
sul divano e faccio finta di guardare la tv.
“ così è tanto tempo che li conosci…. “ mi giro verso di lei
“ si, sono cresciuta con Kouyou e
Ryo “ dico
“ Taka mi ha parlato tanto di te,
credo che ti voglia bene “ anche se usa un tono gentile
capisco dallo sguardo che non gli va a genio questa cosa
“ immagino di si è tanto tempo che
ci conosciamo e per di più lavoriamo anche insieme quindi … “
lascio cadere il discorso con un sorriso
“ deve essere dura per te “
“ cosa? non capisco…
“
“ dico che deve essere dura per te
essergli amica, lavorarci insieme e vederli poi fidanzati con altre donne “ unsorriso amaro mi nasce spontaneo
“ perché non parli chiaro Nayoko?
Dimmi quello che mi devi dire facciamo prima “
ora non nascondo il fastidio che provo dietro un tono falsamente gentile
“ perfetto! Credo che sia difficile
per te essere innamorata di Takanori e vederlo con me “
che odio!
“ non credo siano problemi tuoi
questi “
“ io invece la penso diversamente
sai? Taka è il MIO ragazzo e questo è meglio che te lo tieni bene in mente,
vedi di tenere le tue mani a posto “
“ hai forse paura che te lo porti
via? “
Scoppia
in una fragorosa risata “ assolutamente
no! Lo conosci da parecchi anni e se non state insieme vuol dire che a lui non
piaci “
È
come ricevere una coltellata in pieno petto, quello che ha detto è la verità ma
fa male sentirselo dire, specialmente dalla donna che tiene in mano il cuore
della persona che amo, abbasso lo sguardo “
allora non c’era bisogno nemmeno di prendere il discorso no? “
“ non è il mio ragazzo il problema,
ma bensì tu “
La
guardo con aria interrogativa, ma che cavolo vuole da me?
“ come ho già detto vedi di tenere
le mani a posto, parlaci, lavoraci ma non osare toccarlo chiaro?! “
“ io faccio quello che voglio! Forse
questo tu non lo hai capito, preferiresti che uscissi dalla sua vita vero?! “gli
punto un dito contro, mi sta facendo veramente arrabbiare
“ ammetto che sarebbe una bellissima
idea! “
“ non ci sperare “il suono del citofono mi
interrompe, lei mi guarda con sufficienza mentre va ad aprire, io esco fuori in
terrazzo ho bisogno di aria fresca.
Sento
la porta aprirsi e le voci allegre dei ragazzi, riescono sempre ad essere
pimpanti quando stanno insieme anche dopo una giornata di duro lavoro; non
entro rimango qui con il vento freddo che mi pizzica le guance e le luci della
città a farmi compagnia.
Sento
la rabbia montarsi dentro il mio piccolo corpo, Kouyou dice che sono un piccolo
vulcano, sembro innocua ma quando mi arrabbio posso diventare pericolosa; ha
ragione infatti cerco in tutti i modi di calmarmi ma ora sono furiosa.
Le
parole che ha usato per ferirmi ancora bruciano ed io che sono stata anche
attenta a non creargli problemi, cercando di vedere Taka il meno possibile, mi
chiedo chi me lo faccia fare.
La
porta finestra si apre alle mie spalle e sento dei passi dietro di me, non mi
volto
“ hei… non
entri? “ Kou usa un tono gentile e poggia la mano sulla mia
spalla, non rispondo e continuo a fissare il cielo di cui non riesco a vedere
le stelle. Si affaccia anche lui in silenzio, mi fa compagnia rispettando il
mio silenzio, deve aver intuito che qualcosa non va
“ sei arrabbiata vero? “
in genere odio quando mi fanno questa domanda, finisco sempre con l’arrabbiarmi
di più ma con lui non riesco anche perché capisco che lo sto mettendo in una
situazione sgradevole, mi volto a guardarlo cercando di trasmettergli serenità
“ abbastanza.. “
credo di non essere riuscita nel mio intento, lo vedo irrigidirsi
“ che ti ha detto? “
sorrido amaramente, questo ragazzo capisce tutto al volo
“ solo la verità “
Taka non mi ama e mai mi amerà, un dolore intenso si impossessa del mio petto,
credo che mi si sia rotto il cuore
“ posso sapere questa verità? “
si volta tutto verso di me e lo vedo mandare un occhiata all’interno della
casa, non mi volto per guardare dentro ma torno a fissare il cielo
“ Taka non mi amerà mai “
strano come quel sorriso amaro rimanga imperterrito sulle mie labbra.
In
questo momento vorrei tanto vedere le stelle, come quando ero bambina e andavo
nel prato vicino casa con Kou, ci stendevamo sull’erba e osservavamo il cielo,
di giorno cercavamo delle figure tra le nuvole, facendo a gara a chi ne
trovasse di più mentre di sera venivamo rapiti da tutti quei puntini
luminosi,passavamo ore a guardarle.
Kou
si avvicina a me ma io prontamente lo fermo con una mano posandola sul suo
petto
“ no…Kou….no “ in questo momento sono
volubile e se mi abbracciasse scoppierei in lacrime
“ ma… “
“ no…
ormai mi dovresti conoscere “
“ si ti conosco…ma quello che hai detto non è vero… “ piccolo il mio Kou,
direbbe che il cielo è verde per farmi star bene
“non dirmi queste cose Kou, non ce
né bisogno “ mi volto verso di lui, così facendo ho
la visuale di quello che succede dentro casa.
Rimango
bloccata, Taka è dentro con gli altri che parlano ma sia lui che Ryo fissano
noi due. Il mio amore ha il volto serio e contratto, Ryo è arrabbiato ma in
questo momento non bado al mio caro amico, quello che attira la mia attenzione
è Taka, sento gli occhi bruciare ma dannazione non voglio di certo scoppiare in
lacrime. Mi volto verso Kou, anche lui guardava dentro casa, ha un’espressione
triste e preoccupata
“ togliti subito quell’espressione
dalla faccia Kou “ gli intimo
“ cosa?... perché?.. “
povero, lui non c’entra nulla, non sono arrabbiata con lui ma se non cambia
espressione qualcuno si accorgerà di qualcosa
“ perché ci stanno guardando! Sembra
che ti sia morto il gatto “
“ non mi è morto il gatto! Sei tu
che stai male il che è peggio! “ ok si è arrabbiato, mi
punta anche un dito contro, in fretta mi volto verso la città, voglio scappare!
Sento
la finestra aprirsi nuovamente e prego con tutte le mie forze che sia Ryo
“ che succede? “
la voce calda di Taka è apprensiva, rimango immobile nella mia posizione
“ nulla “
dico con tono gentile e soffice
“ davvero? “
non è per niente convinto della mia risposta
“ certamente “
continuo con lo stesso tono, devo calmarmi e affrontare questa cena con
tranquillità
“ Kou che succede? “
Mi
volto di scatto ponendomi tra lui e Kouyou
“ lui non centra niente! “
ho paura di quello che potrebbe dire il mio amico, pur di farci parlare
potrebbe dirgli tutto ed io non voglio
Taka
si ritrae di un poco guardandomi con aria interrogativa, forse non ho fatto la
mossa giusta ma l’ho fatto spontaneamente
“ ma che ti prende ? “
ti prego amore non guardarmi in questo modo, le sopracciglia gli si aggrottano
e mi guarda come se fossi matta, non ce la faccio più
Punto
lo sguardo a terra ma con la coda dell’occhio vedo Nayoko avvicinarsi, questo
non lo posso sopportare; ora abbiamo attirato l’attenzione di tutti mi sento
come un fenomeno da baraccone.
Appena
la ragazza del mio amato esce nel terrazzo io entro di corsa in casa, gli occhi
bruciano troppo e ora mi è salito anche un nodo in gola, sto per scoppiare in
lacrime, devo assolutamente uscire da questa casa. Koron mi corre incontro ma
questa volta non lo accarezzo come di consueto, passo velocemente vicino
Yutaka, nessuno muove un passo o proferisce parola, stanno li a guardare i miei
movimenti.
Prendo
al volo la borsa e il cappotto
“ ERIKO! “
mi sento chiamare da Takanori ma lo ignoro platealmente, le prime lacrime mi
rigano il viso, apro la porta di casa. Dei passi veloci mi raggiungono e la mano
di Ryo mi blocca per un polso, cavolo no!
“ ti.. prego…Ryo…lasciami… “
ho la voce rotta e fioca
“ aspettami “
senza lasciare la presa fa qualche passo e mi costringe a seguirlo, prende il
suo cappotto
“ Ryo… ma che… “ ora Taka non strilla
“ voi mangiate ci vediamo domani ok?
“
il tono di Ryo è calmo e tranquillo. Sposta la sua mano dal mio polso alla mia
mano, la stringe forte ma il contatto mi fa piacere.
Insieme
scendiamo al piano terra per poi uscire dall’edificio, ne io ne lui parliamo,
montiamo in macchina ed io non resisto oltre. Quelle che erano state poche
lacrime diventano una cascata, non riesco a vedere nulla per via delle lacrime
che copiose mi inondano gli occhi, i singhiozzi fanno presto ad impadronirsi di
me, il mio corpo scosso da un tremore che non avevo mai provato.
Due
braccia forti mi prendono e mi stringono, dovrei stare bene tra quelle braccia,
invece continuo a sprofondare nel dolore, sento il petto aprirsi sempre di più
“ sscch…
piccola ci sono io qui con te “
“ R..R..Ryo..o.. ”
non riesco a parlare e nemmeno a ringraziarlo
“ mi dispiace … “
continua a stringermi ed accarezzarmi
“ c..come…farò…. ora? “
“ non lo so piccola, ma in quelche modo faremo “ rimaniamo così
fino a che il mio pianto non si affievolisce per poi sparire del tutto.
Mi
ritraggo dall’abbraccio e lui mi lascia andare, lo guardo e vedo che ha gli
occhi rossi
“ mi dispiace “
sussurro
“ stupida, di che ti devi
dispiacere? “
“ non voglio farti piangere “
“ è un moscerino nell’occhio e non
sto piangendo “ il suo volto assume un espressione
sostenuta, sempre il solito. Rido e lui lo fa insieme a me.
“ passato? “ mi
chiede
“ per il momento si “
annuisco “ sono stanca, andiamo a casa? “
non gli dico di tornare su da Taka perché so che non ci andrebbe mai lasciandomi
sola
“ andiamo a casa, Keiji ci aspetta “
sorrido di nuovo, quel pappagallino è un amore e con quella cresta somiglia
tanto al padre.
In
silenzio arriviamo a casa, Ryo non ha acceso nemmeno la radio, non so quante volte
l’ho ringraziato mentalmente per questo ho un gran mal di testa e la musica non
avrebbe giovato.
Saliamo
in casa, ci togliamole scarpe e i
soprabiti, Ryo va subito a salutare Keiji mentre io mi siedo sul divano. Quando
lui ha finito di amoreggiare con il suo amato pappagallino si gira verso di me
“ andiamo a dormire…
“
“ si “
annuisco e stancamente mi alzo per andare insieme a lui nella camera da letto.
Lui mi precede accendendo la luce e apre le ante dell’armadio, ne estrae dei
pantaloni di una tuta e una maglietta
“ tieni, per dormire “
Li
prendo sorridendogli “ grazie Ryo chan “
vado in bagno e mi cambio, prima di uscire mi sciacquo il viso, sento la pelle
tirare credo per le lacrime. Quando esco dal bagno Ryo si è già steso nel
letto, fuma tranquillamente una sigaretta, posa i suoi occhi su di me e si
porta la sigaretta alle labbra, il posacenere sul comodino accanto al letto
contiene varie cicche, mi poggio allo stipite della porta
“ non c’è modo di farti smettere di
fumare vero? “
“ no… rinunciaci
in partenza “ alzo le spalle
“ ok “
sorrido mentre mi avvicino al letto e mi infilo sotto le coperte. Mi accoccolo
stretta a lui poggiando la testa sul suo petto, lui passa un braccio intorno le
mie spalle e mi stringe ancora di più.
Spenge
la sigaretta nel posacenere e si sistema meglio nel letto senza lasciare la
presa, spenge la luce data dalla piccola abatjour e lo sento sospirare, ora
siamo avvolti dal buio
“ buona notte piccolina “
“ buona notte Ryo “
Così
stretta in quell’abbraccio mi sento protetta e coccolata, la brutta serata
diventa un ricordo annebbiato mentre sento il mio corpo addormentarsi
“ grazie Ryo “
mormoro mentre cedo al sonno.
@@@@@@
Fineeeee!!!!!
Questa Nayoko mi sta sulle scatole è_é mi chiedo cosa aspetti Taka a lasciarla XD
E Ryo lo adoro! *siriprende*
Cucciola_Suzuki: sorellina tu sei sempre la solita -.- non
si fanno queste cose!! XD
Ryo è dolcissimo come credo che sia in
realtà ^-^
L’ipnosi ti è andata male, ho impiegato un ternità ad aggiornare *chiedeperdono*
Lentamente
apro gli occhi portandomi le mani al viso, stropicciandomeli. Sento emergere un
leggero mal di testa, questa notte ho dormito ma ho sognato tantissime cose
strane e non sono riuscita a riposare bene, era naturale che oggi avrei avuto un
emicrania.
Le
tende della stanza sono tirate per bene quindi non riesco a vedere quanta luce
ci sia, mi giro verso Ryo ma rimango sorpresa nel vedere quella parte di letto
vuota; guardo subito l’orario e mi accorgo che sono le 10:00, mi decido ad
alzarmi.
Vado
in bagno ma prima di aprire la porta ci appoggio su un orecchio per sentire se
è occupato da Ryo, il silenzio che rivela mi fa capire che non è nemmeno li.
Entro e mi preparo, non ci metto molto, purtroppo devo indossare gli abiti che
avevo ieri, appena posso devo andare a casa a cambiarmi, prima di uscire mi
guardo allo specchio, tutto sommato non sto poi così male.
A
grandi passi mi dirigo in salone, certa di trovarci Ryo intento a dormire sul
divano, quel ragazzo è tremendo, la mattina quando si sveglia potrebbe
riaddormentarsi ovunque, infatti in genere si butta sul divano o sulla poltrona
e si fa altri venti minuti di sonno. Rimango sull’uscio del salone, guardo
ovunque ma lui non c’è, strano, Keiji mi saluta con un versetto e inclina la
testolina
“ Ohayo
Keiji, dormito bene? “ gli dico sorridendo avvicinandomi a
lui
Infilo
un dito tra le fessure della gabbia e il dolce pappagallino mi pizzichetta con il becco “ dov’è il tuo padroncino? “ gli chiedo
“ sono di qua “
quello che ho sentito deve essere un grugnito degno dell’uomo di Neanderthal
Mi
dirigo in cucina e appena varco la soglia scorgo il mio Ryo intento a preparare
la colazione, un sorriso si allarga sul mio viso
“ buongiorno Ryo, ti aiuto “
“ buongiorno tesoro, grazie “
Mi
accingo a mettermi ai fornelli e mi accorgo che nel posacenere c’è una
sigaretta già accesa
“ fumi di già? “
chiedo senza guardarlo, lo sento sbuffare odia quando faccio così e io lo
faccio apposta
“ perché non si può? Mi sembra di
essere stato chiaro ieri sera “ dice con tono
rassegnato
Sorrido
appena ma sto attenta a non farmi vedere, non voglio che capisca che lo sto
prendendo in giro
“ ma ti sei appena svegliato Ryo! “
continuo
“ si è vero… ma sono le dieci di
mattina quindi non è presto “ si sta esasperando
“ e chi lo ha deciso che non è
presto? Non hai nemmeno mangiato o preso un caffè ancora… “
non demordo
poggio
le cose che avevo in mano e lo guardo, lo vedo voltare la testa lentamente
verso di me con sguardo indagatore
“ stai facendo sul serio? “
mi chiede
Cerco
di rimanere il più possibile seria “
certo! Che credi che ti prenda in giro… non mi piace che fumi e lo sai bene “
incrocio le braccia al petto
A
sua volta poggia le cose che teneva in mano e si volta verso di me poggiando le
mani sui fianchi, affila lo sguardo facendo diventare gli occhi due fessure
nere.
Questo
sguardo servirebbe ad incutere timore e ci riuscirebbe bene se non ci fossi io
di fronte a lui, non che io sia chi sa chi ma lo conosco bene e a me non fa per
niente paura, non mi farebbe mai del male.
Al
contrario, quando fa questa faccia, con qualcuno che non siano i suoi migliori
amici mi mette una paura tremenda, solo una volta ho assistito ad un Ryo
veramente arrabbiato con qualcuno e quel qualcuno finì all’ospedale.
Mi
ricordo che prima di scoppiare definitivamente aveva proprio questa espressione
in volto, forse anche un pochino più cupa, io mi trovavo inginocchiata a terra
vicino a Kouyou, era stato picchiato da un ragazzo a scuola.
Io
e Ryo arrivammo proprio mentre lo stava riempiendo di calci sullo stomaco, mi
si gelò il sangue nelle vene. Corsi il più velocemente possibile verso Kou
strillando, Ryo di fianco a me, entrambi ci inginocchiammo vicino a lui per
vedere come stava, di certo non stava bene, gli presi una mano e con l’altra
gli tenevo la testa. Mentre io ero lì che parlavo a Kouyou lui si alzò andando
verso quel ragazzo, lo chiamai strillando, non volevo che si picchiassecon qualcuno ma lui mi gelò con quello
sguardo in viso e capii che non avrei potuto fare nulla per fermarlo. Cominciò
a picchiarlo così forte che in pochi minuti il ragazzo era steso a terra privo
di sensi.
Sono
contenta di non aver assistito più ad una cosa del genere.
Mi
desto dai miei pensieri, mi porto entrambe le mani sui fianchi imitandolo per
assumere pio lo stesso, o quasi, suo sguardo
“ allora che vuoi fare? “
soffio
“ ti uccido!! “
strilla scattando verso di me
Questo
ragazzo non è normale, voglio dire non è umano, perché una persona non può
essere così veloce e scattante. Sembra un felino, tipo un ghepardo che scatta
per catturare la sua preda giornaliera, per fortuna dal mio canto ho vari anni
di allenamento, quindi posso essere considerata quasi una gazzella. Comincio a
correre a mia volta ridendo, di certo non voglio finire nelle sue mani, mi
farebbe soffocare con il solletico. Mentre corro per casa mi giro sempre
indietro per vedere a che punto sia, è sempre alle mie calcagna ma qualcosa mi
dice che non ci sta mettendo tutto l’impegno possibile, c’è qualcosa che non
va, infatti appena mi giro vedo che non mi ha lasciato molte vie di fuga tranne
la camera da letto, cavolo se entro lì è finita ma per il momento non posso
fare altrimenti.
Entro
nella stanza sempre correndo e mi appoggio contro la grande finestra che è
ancora coperta dalle spesse tende, ho il fiatone, guarda un po’ che mi tocca
fare di mattina appena sveglia. Ryo entra nella stanza a passo lento, mi da i
nervi quando crede di aver vinto ma devo ammettere che ho pochissime probabilità
di scappare da questa stanza. Ha quel ghigno stampato in faccia da vero
bastardo, ci credo che le donne non gli resistonoanche io se non gli volessi bene come un
fratello forse cadrei ai suoi piedi. Lo vedo chiudersi la porta alle spalle e
con un gesto veloce chiude la serratura con la chiave per poi riporla nella
tasca dei jeans che ha indosso, ok se prima avevo poche possibilità di uscire
di qui ora sono ridotte a zero, sono morta!
La
stanza è avvolta nell’ombra, l’unica fonte di luce è la sveglia poggiata sul
comò, con un gesto secco apro le tende quel tanto che basta a far entrare un
po’ di luce, devo assolutamente guardarlo bene, altrimenti mi sfuggirebbero le
sue mosse. Inaspettatamente si poggia con la schiena alla porta chiusa
guardandomi con entrambi i sopraccigli alzati
“ perché non ti arrendi? “
mi dice con aria sufficiente
Spalanco
gli occhi “ giammai! Io non mi arrendo! “
dico decisa “ devi prendermi se ci riesci
“ aggiungo, credo che queste siano le ultime parole che riuscirò a
pronunciare, lui si rimette bene in piedi e lentamente si avvicina dalla mia
parte, aiuto!
Quando
è quasi arrivato a me faccio un balzo, cercando di superare il letto ma Ryo
riesce a prendermi per una caviglia e inesorabilmente cado a pancia in giù su
di esso, prontamente mi rigiro ma lui non molla, cerco di divincolarmi ma ogni
mia mossa è inutile
“ ok! Ok! Mi arrendo “
dico tra le risate miee sue
La
sua risata è calda e serena, la mia più isterica ora. Ora lui mi sovrasta
completamente, mi siede cavalcioni sopra il bacino, con una mano mi tiene
entrambi i polsi e con l’altra, che è poggiata sullo sterno, mi tiene giù
“ e no… ora è tardi, la possibilità
te l’ho data prima “
“ ti prego “
“ non fare quella faccina con me, lo
sai bene che non ci casco “
Così
dicendo comincia a farmi il solletico, odio il solletico perché ogni volta
rischio di soffocare nel vero senso della parola. Per fortuna Ryo sa bene
quando fermarsi per farmi riprendere fiato, mentre mi solletica e mi vede
contorcermi sotto di lui, per quanto mi possa muovere, ride anche lui.
“ basta, ahaha
ti, ahahah prego, ahahah “
non ce la faccio più, sto morendo
Lui
si ferma e rimane a guardarmi, mentre io cerco di riprendermi e mi asciugo le
lacrime. Rimaniamo per alcuni minuti così, lui sempre sopra di me, mentre io
torno ad un colorito normale e ad una respirazione decente lui mi fissa, vedo
il suo sguardo mutare varie volte e a poco a poco il suo sorriso svanisce,
questo non mi piace, chiudo gli occhi e sospiro.
“ cosa c’è? “
gli chiedo con ancora gli occhi chiusi, lo sento sospirare
“ … nulla “
Quel
nulla detto con quel tono, mi fa capire che c’è un mondo dietro a quello
sguardo ma che non me ne vuole parlare. Ritento di nuovo, non mi arrendo
facilmente
“ Ryo, guardami e parlami “
cerco di tenere il tono più dolce che posso
Lentamente
riapro gli occhi e li punto su di lui, ha un intensità notevole e mi costringe
ad abbassare lo sguardo. Per un secondo mi sono sentita nuda di fronte a lui.
Lo
sento muoversi sopra di me e senza che me ne renda quasi conto, lui scende dal
letto e infilando la chiave nella serratura della porta la apre, lo seguo con
lo sguardo senza riuscire a dire una parola, però voglio sapere cosa gli ha
fatto cambiare umore. Fino a due secondi fa stavamo ridendo ed ora invece è distaccato
e se non sbaglio sofferente. Sparisce dalla mia vista, rimango alcuni secondi
distesa su quel letto, vorrei tornare indietro di pochi minuti, quando il mio
mondo era fatto delle risate mie e di Ryo, mentre ora tanti pensieri affollano
la mia mente.
Non
sono stupida e che a volte ho il bisogno di nascondermi dietro a bugie che mi
racconto da sola, credo di sapere cosa gli ha fatto cambiare umore, o meglio,
chi gli ha fatto cambiare umore, io…
Mi
alzo e appena esco dalla stanza lo vedo seduto sul divano con lo sguardo perso
fuori dalla finestra, piano mi siedo al suo fianco, lui non cambia la sua
posizione ma capisco che mi ha sentita, mi guarda per poco con la coda
dell’occhio per poi perdersi di nuovo nel panorama che ci dona la vista della
finestra.
“ … Ryo.. cosa c’è? “
“… lo sai benissimo no? “
Ha
ragione, lo so ma non riesco a dirlo, non riesco nemmeno a pensarlo. Sospiro
“ dovrei? “
continuo
“ per quanto tu non lo voglia
ammettere nemmeno a te stessa, lo sai bene che sono preoccupato per te! “
Ecco!
Lo ha detto, in fondo che mi aspettavo? Lui è sempre diretto con i suoi amici,
dice sempre che anche se una persona gira intorno al nocciolo del problema, il
problema non cambia, è sempre lo stesso e rimane sempre lì. Tanto vale dirlo
direttamente senza perdere tempo, il concetto non fa una piega.
Abbasso
lo sguardo a terra ritraendomi un pochino da lui, stiamo per fare un discorso
che non ho voglia di fare ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro.
“ mi dispiace “
sussurro, questa è la verità, non vorrei mai e poi mai che lui si preoccupi per
me
“ quanto sei scema? Non devi dirmi
che ti dispiace… “ si volta verso
di me, io non cambio la mia posizione rimanendo con lo sguardo fisso a terra
“ cosa devo dire? “
Lo
sento sospirare “ anche Kouyou è
preoccupato, stai soffrendo e noi ti vogliamo bene “
Sento
gli occhi pizzicare, non voglio piangere quindi cerco di ricacciare le lacrime
da dove sono venute “ non so cosa devo
fare “
Si
alza di scatto mettendomi paura, per fortuna non se ne accorge, si avvicina
alla finestra e guarda fuori cominciando a parlare. Non so se stia parlando a
me o con se stesso
“ mi sento impotente, non so come
comportarmi, ho le mani legate “
Non
capisco il senso delle sue parole, cosa intende dire?
“ Ryo, ma cos.. “
Si
gira verso di me e cattura subito il mio sguardo “ se fosse stato un altro uomo lo avrei picchiato a sangue! “
Spalanco
gli occhi a questa sua affermazione “
ma.. ma.. Ryo.. lui è Taka.. “
“ lo so bene che credi.. per questo
cammina sulle sue gambe, lo conosco bene e so perfettamente che quello che sta
facendo, non lo fa con cattiveria nei tuoi confronti.. “
Abbasso
di nuovo lo sguardo a terra “ non voglio
più sentirti dire una cosa del gene chiaro! “ non ho usato un tono propriamente
gentile con lui e di questo sono dispiaciuta, ma non posso fare altrimenti, non
posso ignorare il fatto che mi ha appena detto che picchierebbe Taka per me.
“ che ti prende ora? “
mi chiede, anche lui ha cambiato tono
Alzo
lo sguardo verso di lui e lo fisso nel suo, questa volta non demordo
“ non voglio che tu mi venga a dire
che vorresti picchiare Takanori per me chiaro! “
Affila
lo sguardo e si avvicina a me
“ voi siete amici e se qualcuno deve
allontanarsi, quella sono io! “ continuo
Ora
è a due passi da me
“ io ho detto che se lui fosse un
ragazzo normale lo avrei già picchiato! E non che voglio picchiare Taka! Non
mettermi parole in bocca che non ho detto cazzo! “
mi punta un dito contro mentre alza di qualche tono la sua voce
Sussulto
leggermente “ allora che vorresti fare?
Costringerlo ad amarmi? Questo non succederà mai! “
“ e secondo te perché non succederà
mai? È? Dimmelo! “
Lo
guardo stranita “ perché ama un'altra
donna? “ sottolineo l’evidente
Fa
una risata amara che mi ferisce “ …
questo perché tu ti sei sempre nascosta! Non hai mai fatto un passo per
prenderti ciò che volevi.. “
“ Taka non è un oggetto ma una
persona! Che significa prendermi ciò che volevo? “
“ non fare questi discorsi con me
sai! A me non mi freghi, puoi pure impappinare qualcun altro ma non me! Che
volevi che Taka ti piovesse dal cielo? Potevi impegnarti se lo ami veramente!
Invece lo hai lasciato andare per paura di un suo rifiuto! “
Le
lacrime che prima ero riuscita a scacciare ora mi inondano gli occhi,
l’immagine di Ryo mi appare sfocata. Keiji fa qualche fischio attirato dalle
nostre quasi grida, le parole che ha usato sono molto dure e hanno colpito nel
segno. Fanno molto male perché sono la verità, come a suo solito, non ha usato
mezzi termini ed è andato dritto al centro. Poco importa se mi ha spezzato
ancora di più il cuore.
Battendo
gli occhi le lacrime che avevo tenuto scendono copiose sul viso fino al mento,
per poi cadere libere. Prendo la borsa e il soprabito, voglio andare a casa.
“ ci vediamo Ryo “ dico
prima di sparire oltre la soglia chiudendomi la porta alle spalle.
Non
verrà a prendermi, non cercherà di fermarmi, mi lascerà il tempo per
riprendermi e per riflettere sulle sue parole.
Mi
riverso in strada, come al solito è sempre piena di persone che vanno e vengono
ma oggi non vedo nessuno, è come se ci stia solo io e nessun altro, le persone
mi sfiorano mi passano davanti ma in realtà non le vedo mentre le lacrime
continuano a scendere, non riesco a fermarle.
Appena
chiudo la porta del mio appartamento mi accascio a terra scoppiando a piangere
singhiozzando, mi sono trattenuta fino a qui ma ora devo sfogarmi. Ho bisogno
di liberarmi da tutto questo dolore che sento nel petto, è come se stia
prendendo fuoco dall’interno, tra poco tutto quello che sta bruciando dentro me
diverrà polvere e nient’altro.
Mi
sveglio di soprassalto sentendo un rumore fastidioso, mi ci vogliono almeno un
paio di secondi per schiarirmi le idee. Quando finalmente questa mattina ho
smesso di piangere mi sono buttata sul divano e devo essermi appisolata; sento
di nuovo quel suono fastidioso ma questa volta riesco a dargli anche una forma,
quello che sta suonando è il campanello di casa. Mi alzo assonnata e lentamente
mi dirigo verso la porta di entrata
“ eccomi, arrivo “
dico sperando che anche se ho usato un tono molto basso la persona fuori la
porta mi abbia sentito.
Credo
che abbia funzionato perché chiunque ci sia li fuori ha smesso di pigiare il
dito sul campanello, devo ringraziarlo come si deve per questo. Forse sarà Ryo
che viene a sincerarsi che stia bene o Kouyou, ma lui verrebbe a vedere se non
abbia tentato il suicidio, è sempre un po’ esagerato e pessimista il ragazzo.
Porto la mano sulla maniglia e la faccio scattare, ma quello che mi trovo di
fronte non è quello che mi aspettavo.
“ C-ciao
Taka “ rimango quasi senza fiato ad averlo di fronte
“ ciao “
mi risponde facendo un gesto quasi impercettibile con la testa
“ entra, accomodati pure “
mi scanso per permettergli di entrare
Una
volta varcata la soglia, si guarda intorno anche se sa bene com’è casa mia, una
volta arrivato al divano si lascia cadere stancamente su di esso
“ qual buon vento ti ha portato qui?
“
dico sorridendo cercando di scherzare, ha dei jeans strappati sul ginocchio
destro e sulla coscia sinistra, dove si intravede la pelle, sopra porta una
maglietta di maglina bianca che gli cade a pennello e dei stivaletti ai piedi,
come al solito ha gli occhiali da sole indosso, sono così grandi che gli
coprono metà volto, mi dispiace sempre quando li porta adoro i suoi occhi al
naturale, senza trucco sono stupendi ma so bene che lui non vuole farsi vedere
dagli altri così, con un gesto della mano li indico e lui finalmente li toglie
poggiandoli sul tavolino, rivelandomi uno sguardo quasi preoccupato ma
sicuramente serio
“ c-che
c’è? È successo qualcosa? “ il panico mi assale, forse è successo qualcosa
ai ragazzi
Lo
guardo con aria implorante “ parla Taka!
Dimmi cosa è successo… “ man mano che parlo la
voce si fa più lieve e quasi strozzata dall’ansia
“ mi ha chiamato Ryo.. “
rimango gelata al suono di queste parole, che gli ha detto?
Abbasso
lo sguardo e mi metto a sedere su una sedia
“ per favore vieni qui “
mi dice battendo una mano sul divano
Alzo
lo sguardo su di lui e mi costringo a fare quello che mi ha chiesto, lentamente
vado verso di lui e mi siedo nel posto accanto al suo senza guardarlo però,
volutamente lascio un po’ di spazio tra me e lui
“ che ti ha detto? “
gli chiedo senza cambiare la mia posizione, lo sento sospirare
“ solo che avete litigato e che
forse eri giù di morale, non mi ha voluto dire la motivazione però “
Grazie
al cielo, quello scellerato ha avuto il buon senso di non spifferare tutto, ma
che gli è saltato in mente? Quando Taka se ne sarà andato mi sentirà!
“ capisco “
dico annuendo, lui mi prende entrambe le mani e il mio cuore manca un battito
“ guardami per favore “
sembra un gesto semplice da fare, e lo sarebbe anche se la persona di fronte a
me non fosse l’uomo che amo
Stringe
di più la presa sulle mie mani “ guardami
“ il tono è leggermente più duro e suona quasi come un ordine, questa volta
ubbidisco.
Voltandomi
verso di lui trovo ad accogliermi a braccia aperte i suoi occhi dove annego
immediatamente
“ ha ragione Ryo.. “
dice quasi in un sussurro, come se parlasse a se stesso più che a me
“ c-cosa? di che ha ragione? “
“ che sei cambiata “ dice
in tono più fermo
“ ha detto questo? “
“ si, stavamo parlando di te l’altro
giorno e mi ha chiesto se ti vedevo cambiata, ci ho dovuto riflettere un
pochino su, ma ho capito che ha ragione… non me ne
ero reso conto solo perché ultimamente sono stato preso da mille cose, scusa..
“
Quindi
hanno parlato di me, senza che io me ne accorgessi e senza che io gliel’abbia
chiesto, mi chiedo che cosa gli passi per la testa. Non so cosa rispondere, ma
il suono del mio cellulare mi salva in calcio d’angolo
“ è un messaggio “
dico alzandomi per prendere il telefono poggiato sul mobile della sala
Prendo
il cellulare in mano e vedo il mittente < Ryo > ingoio a vuoto premendo “ ok “ per vederne il testo
<<
VEDI DI DIRGLI TUTTO, ALTRIMENTI LO FARO’ IO STESSO
QUESTA SERA >>
Sempre
di poche parole e dritto al bersaglio il mio caro amico, decido di non
rispondergli ora, perché scriverei qualcosa di cui potrei pentirmi, sono troppo
arrabbiata ora!
Di
sfuggita vedo l’orario sul display, le 16:30 sgrano gli occhi
“ che c’è? “
mi chiede Taka
“ sono le 16:30!? “
Annuisce
in risposta “ hai dormito vero? “
Annuisco
a mia volta “ non credevo però che avessi
dormito così tanto… “ dico sconcertata
“ forse avevi bisogno di riposarti,
litigare con Ryo non è una cosa semplice da affrontare “
dice con un sorriso sghembo sulle labbra
“ già.. “
sospiro
“ allora…
me ne vuoi parlare? “ mi chiede
Sorrido
forzatamente, non riuscirò mai a dirgli che lo amo “ lo sai com’è fatto Ryo, si arrabbia facilmente ma non sono due anni
che ci combatto, quindi lo so gestire “ faccio un gesto plateale con
entrambe le braccia
“ ok! Allora parlami di ieri sera..
“
Rimango
immobile, senza sapere come gestire questa situazione, maledetto Ryo!
“ … oppure parliamo del fatto che
Ryo abbia chiamato me invece che Kouyou, sarebbe stato più logico no? “ continua,
vedendo la mia non reazione “ oppure del
fatto che scappi da me.. “ mi irrigidisco
“ ma che dici? “
dico scuotendo la testa
“ me ne sono accorto sai, ci ho
pensato su e sono giunto alla conclusione che forse ti abbia fatto qualcosa che
non volevo, scusa… “
“ non chiedermi scusa perché tu non
hai fatto niente! “ dico forse con troppa enfasi perché lo
vedo sorpreso
“ allora che ti succede? Se Ryo ha
chiamato me è perché voleva che parlassi da solo con te, ormai lo conosco bene
anche io sai?! “
Non
riesco a muovere un passo, rimango ferma di fianco al mobile incapace anche di
parlare, lo vedo alzarsi per venirmi incontro.
Quando
mi raggiunge prende di nuovo le mie meni nelle sue, la sensazione che provo è
bellissima, le osservo bene e vedere le mie piccole mani avvolte dalle sue mi
dona la voglia di non lasciarlo andare.
Chiudo
gli occhi per scacciare l’immagine che si presenta vivida ai miei occhi, io e
lui insieme felici che ci giuriamo amore eterno; sciocca ecco cosa sono, solo
una sciocca!
Sento
la mano destra di Taka lasciare la mia mano e poco dopo poggiarsi sotto il mio
mento per farmi alzare il viso, sento gli occhi e il naso pizzicare ma non mi
sembra proprio il caso di scoppiare in lacrime di fronte a lui
“ parlami, dimmi cosa ti succede,
cosa ti fa stare male e… “
si interrompe per un attimo ma poi prosegue con la voce più live “ e se dici che non è per colpa mia allora
non ci sono problemi no? “
Apro
lentamente gli occhi per guardarlo in viso, chi sa se lui sia consapevole di
quanto sia bello in realtà, so perfettamente che è consapevole che piace a
moltissime ragazze quando è sul palco ma io mi chiedo se sappia anche che lui è
bello anche così al naturale.
Apro
leggermente la bocca, convinta di riuscire a dire qualcosa ma l’operazione ha
scarso successo e la richiudo senza aver pronunciato una sillaba.
Lascia
cadere la mano che teneva ancora sotto il mi viso lungo un fianco “ allora avevo ragione io, ho fatto
qualcosa.. “
“ Taka “
lo interrompo, non voglio che pensi una cosa del genere “ … tu non hai fatto niente, te lo giuro, sono io che…
“ che? Come intendi finire questa frase? Guardo il cellulare, cerco di
concentrarmi, non sono sicura che Ryo possa dire tutto a Takanori ma non sono
sicura al cento per cento nemmeno del contrario.
“ che.. “
mi imbocca lui, sperando in una conclusione con l’ammissione di qualcosa
“ pensavo che mi sarebbe passata con
il tempo… “ mi volto dandogli le spalle, se lo
guardo in viso non riuscirò mai a pronunciare queste parole che hanno un gusto
amaro nella mia bocca.
Rimane
immobile senza proferire parola, forse avendo paura di una mia retromarcia,
vuole sapere cosa ho, bene sarà accontentato, così poi mi potranno lasciare in
pace
“ dicono che il tempo guarisce tutto
“ sorrido
amara “ .. forse sarà anche così, ma per
il momento non posso fare a meno di stare male “ non lo vedo ma percepisco
un suo stupore alle mie parole
“ in verità non avevo capito quanto
ti amassi fino a che non sei venuto a casa di Ryo con Nayoko, presentandola
come tua ragazza.. “ questo lo dico tutto d’un fiato per non
cedere al terrore, ma in fin dei conti anche se lui scappasse via urlando non
cambierebbe la situazione. In qualunque caso mi allontanerei comunque da lui,
ho deciso di andarmene per un po’ per riflettere sulla mia vita e per
dimenticarlo. Me ne andrò nella mia città natia, Asahikawa nell’isola di
Hokkaido, starò da mia zia che sarà felice di vedermi, spero che in questo modo
riesca a prendere di nuovo in mano le redini della mia vita.
Mi
volto verso di lui richiamando all’appello tutte le mie forze, mi sforzo di
sorridere “ ma non preoccuparti” dico
“ mi passerà! “ faccio un gesto secco
con la testa, sperando in cuor mio di averlo convinto.
Per
un po’ rimane immobile, ora le parti sembrano invertite, ora è lui che non riesce
a parlare.
“ non fare quella faccia! Sono io
che mi dovrei vergognare no? “
“ mi.. mi dispiace.. “
dice
“ e di che? Tu non hai fatto nulla!
“
“ ma io non so che dire, non avevo
capto i tuoi sentimenti “
“ non devi dire nulla “
sorrido “ sai cosa devi fare? “
Taka
si limita a scuotere la testa in segno di diniego
“ sii felice! Sempre Taka! Così sarò
felice anche io “
Annuisce
con la testa ma di parlare neanche a pensarci
“ il gatto ti ha mangiato la lingua?
“
Sorride
ora, mi chiedo come farò senza vedere questo splendore
“ no.. “
risponde infine
“ menomale altrimenti come facciamo
con le canzoni? “ rido, non ti farò mai vedere quanto io
stia morendo dentro di me, non te lo meriti amore mio!
Lui
ride insieme a me, poi ridiviene di nuovo serio “ cosa facciamo ora? “
Sospiro
pensando bene a cosa dire “ nulla “
do un’alzata di spalle “ continuiamo come
sempre ad essere amici, ti chiedo solamente una cosa.. “
“ cosa? “
mi chiede
“ non buttarmi fuori dalla tua vita
“
“ certo che no! Ti voglio bene! “
in un secondo copre il poco spazio che ci separa abbracciandomi forte, chiudo
gli occhi contraccambiando l’abbraccio.
Inspiro
forte e il suo profumo invade le mie narici arrivando dritto al cervello,
voglio imprimerlo bene nella mia testa non voglio dimenticare il suo odore. Le
lacrime cercano di uscire, il dolore è forte, oltre a Takanori dovrò lasciare
anche Ryo, Kouyou, Yuu e Yutaka, mi mancheranno tutti ma ora ho bisogno di
staccare la spina.
Lo
lascio andare e lui lo fa con me, ci guardiamo un attimo poi lui si decide a
parlare
“ forse è meglio che vada ora… “
“ ok Taka “
dico annuendo, in fin dei conti è andata meglio di quanto pensassi.
Si
avvia alla porta con me dietro, gliela apro e lui fa per uscire, appena fuori
l’uscio si gira di nuovo verso di me
“ ciao Eriko, mi raccomando.. “
“ starò bene non preoccuparti! “
lo interrompo sorridendo, lui annuisce con la testa
Mi
saluta con un gesto della mano e si avvia verso l’ascensore che è già al nostro
piano. Prima che possa entrarci lo fermo
“ Taka! “
si volta verso di me “ sei il primo a cui
lo dico, per un po’ me ne torno in Hokkaido.. “
Spalanca
gli occhi incredulo “ è per me? “ si
affretta a chiedere
Scuoto
decisa la testa “ no, è solo che è tanto
tempo che non torno a casa e credo che sia ora di farlo! “ come al solito
decido di mettere prima i suoi sentimenti che i miei
“ sicura? “
mi chiede di uovo
“ sicurissima! Solo un'altra cosa..
non dirlo a nessuno, voglio dirglielo io… “
“ certo.. “
abbassa lo sguardo a terra ed entra nell’ascensore, forse questa è l’ultima
volta che lo vedo. Mentre l’ascensore scende le lacrime escono copiose dai miei
occhi.
Non
so se sia riuscita a convincerlo, se non ci starà male per questa mia decisione
ma al momento ho fatto tutto quello che potevo per salvaguardare i suoi
sentimenti, ora devo dedicarmi solo a me stessa.
Alzo
la cornetta del telefono di casa dopo aver chiuso la porta, compongo il numero
di mia zia guardando l’agenda telefonica
“ pronto “
la voce squillante di mia zia giunge allegra alle mie orecchie
“ ciao zia sono Eriko! Verreiun po’ da voi se è possibile “
“ certo che puoi tesoro “
Quasi
speravo in un rifiuto, ma forse è proprio la cosa che mi serve per stare bene.
@@@@@
Eccomi
qui con un nuovo capitolo, vi chiedo perdono ma non sono riuscita più ad
aggiornare. Purtroppo ho avuto troppe cose da fare tra il lavoro e cose
personali >_> non ho quasi il tempo di respirare.
Sono quattro
giorni che ho mal di gola e non vuole abbandonarmi, mi chiedo quando arriverà
finalmente questa benedetta estate è.é
Passiamo ai
ringraziamenti:
amyreita: grazie mille, mi fa
piacere che questa storia ti piaccia XD ti prometto che la porterò a termine,
non sono il tipo di persona che lascia i lavori a metà ^-^ quindi magari ci
metterò molto ad aggiornare ma non la lascerò incompiuta XD
Cucciola_suzuki: tu sei tutta matta XD non puoi
farti Ryo ovunque ok?! O forse si! XDD ok a parte questo grazie sorellina mi
fai sempre ridere con i tuoi commenti baka! ^-^ mi dispiace di averti fatto
aspettare tanto per l’aggiornamento ma tu sai bene i vari perché di questo ritardo… bye <3
Nami_03: ciao e ben trovata! *è molto contenta*stò saltellando dalla gioia, mi fa sempre piacere sapere
che ci sono nuove entrate XD mi spiace he hai pianto
ma sono contenta che sia riuscita a farti provare un emozione così forte ^-^ come
già ho detto sopra continuerò ad aggiornare, sperando di farcela in tempi più
brevi, un megabacio bye!! <3
Mi
lascio cadere stancamente sulla poltrona, è da questa mattina che sono
indaffarata. Dopo che la sveglia ha suonato alle 7:00 non ho avuto un attimo di
tregua.
Ieri,
dopo che Takanori se ne andato lasciandomi sola in casa, ho mandato due
messaggi, uno a Ryo e l’altro a Kouyou che subito mi ha risposto dicendomi che
voleva venire. È rimasto quasi scioccato nel sentirmi dire che avevo detto
tutto a Taka, poi con voce speranzosa mi ha chiesto come aveva reagito e quando
gli ho spiegato quello che era successo la sua risposta è stato solo un verso
amareggiato, a farla breve ho dovuto consolarlo.
Mentre
Ryo mi ha chiamata dopo un po’ chiedendomi come stavo, non credo che abbia
abboccato al mio “ sto bene “ ma se lo è fatto bastare. In fin dei conti è
stato proprio lui a volere tutto questo, non che lo colpevolizzi di qualcosa,
era una cosa da fare prima o poi, come un dente che fa male, possiamo ignorarlo
ma a breve il dolore sarà così intenso che sarà necessario andare dal dentista.
L’unico
rumore a tenermi compagnia è il ticchettare dell’orologio che inesorabile mi
informa del passare del tempo, lo guardo senza muovere un muscolo, le 17:00 mi
informa, è quasi ora che vada alla PS Company.
Oggi
per prima cosa ho dovuto avvertire la PS che mi prendevo un periodo di
aspettativa, per fortuna ho saltato parecchie volte le ferie almeno mi sono
ritrovata con un mese buono di giorni liberi. Non so se tornerò a lavorare li,
devo riflettere bene su quello che voglio, perché tornare a lavorare con loro
implicherebbe vedere Takanori quasi tutti i santi giorni, ma al contrario, non
tornarci significherebbe non vedere mai più tutti loro, sinceramente non me la sento.
E
come se la mia anima andasse in due parti differenti, la sento combattere
dentro di me, straziandomi. Una mi tira verso Taka e i miei amici, l’altra
invece vuole scappare via lontano.
Poi
mi sono dovuta occupare del volo, ho prenotato il primo aereo che mi portasse a
casa, il volo è per domani sera alle 19:00 e ancora non l’ho detto a nessuno.
Ho provato a chiamare Kouyou per dirglielo ma non ci sono riuscita, ho paura
che mi convinca a rimanere, sa essere molto persuasivo quando vuole, magari nemmeno
lo farebbe, in realtà non so come reagirebbe, sa che sto molto male ultimamente
quindi probabilmente, anche se a malincuore mi lascerebbe andare. Forse
chiamerò Ryo dopo e lo dirò a lui, la solita codarda.
Mi
alzo dalla poltrona e vado in camera da letto per cambiarmi, devo andare agli
uffici della PS per incontrarmi con il capo, dobbiamo metterci bene d’accordo
per le mie, chiamiamole ferie.
Mi
tolgo la tuta che ho indosso e mi infilo al volo dei jeans neri e una t-shirt
bianca abbastanza aderente con un teschio enorme disegnato sul petto. Rimango
imbambolata a guardarla, me l’ha regalata Taka per il mio scorso compleanno,
lui va matto per queste cose, infatti anche Koron ha il suo corredino pieno di
teschi. È stata una bellissima giornata quella, abbiamo riso e giocato tutti
insieme, liberi e spensierati, ricordo bene l’emozione che ho provato scartando
il suo regalo; mi infilo anche delle convers nere,
lego i capelli in una coda di cavallo e sono pronta per uscire.
Per
fortuna non c’era molto traffico, quindi ho impiegato poco tempo ad arrivare,
entro nel grande edificio e prendo subito l’ascensore che mi porta al piano
desiderato, appena le porte si aprono mi riverso sul lungo corridoio pieno di
porte. Mi liscio la maglietta mentre raggiungo l’ufficio del capo, busso e
attendo che qualcuno mi risponda
“ prego entri pure “ la
voce del sig. Kobayashi mi arriva fioca
Faccio
ruotare il pomello nero ed entro nel grande ufficio, è molto elegante ma non
pacchiano. I muri sono bianchi e una grande vetrata che da sulla città alle
spalle della scrivania, da qui si ha una panoramica meravigliosa. A terra c’è
un grande tappeto dove sopra ci sono posizionati la scrivania, la poltrona del
signor Kobayashi e altre due poltrone, un grande
mobile sul lato sinistro della stanza è pieno di cartelle e documenti. Dei
quadri raffiguranti il nostro Giappone sono appesi ai muri e una grande pianta
all’angolo destro, credo che sia un Ficus Benjamin.
La
mia attenzione viene subito catturata dalla persona che si trova in una delle
due poltrone per gli ospiti, prima di chiudere la porta chiudo gli occhi, mi
sembrava tutto troppo semplice.
“ buona sera “
dico inclinando un poco la testa in saluto
“ buona sera signorina Eriko si
sieda “ il mio capo indica la poltrona di fianco a quella
già occupata
“ buona sera Eriko “
la voce calda, gentile e molto famigliare di Yutaka arriva lieve alle mie
orecchie
Gli
sorrido e lui ricambia, facendo affiorare le fossette che tanto mi piacciono,
nel frattempo mi siedo
“ come vede c’è qui il Sig. Uke in quanto leader della band deve essere presente “
il sig. Kobayashi prende subito la parola
“ certo “
dico con la gola secca
“ allora, lei sarà assente per un
periodo di tempo… “ riprende, sfogliando dei fogli per
cercare quello relativo alla mia posizione “
eccolo qui.. dicevo, per un periodo di 30 giorni giusto? “
Annuisco
e con la coda dell’occhio vedo gli occhi di Yutaka sgranarsi leggermente, non
se lo aspettava quindi
“ bene, noi abbiamo già provveduto a
cercare qualcuno che la sostituisca “
“ grazie “
rispondo, Yutaka fino ad ora non ha proferito parola, limitandosi ad osservarci
Il
capo passa dei fogli a Yutaka che prontamente li prende per poi guardarli, è
molto serio come di consueto quando lavora
“ questa persona sarebbe la
sostituta giusto? “ chiede dopo averli sfogliati tutti
“ si esattamente, è una persona
molto preparata, ha lavorato con gli Alice Nine, non
ci saranno problemi “
Yutaka
annuisce soltanto “ poi di questo potremo
parlare anche dopo “ aggiunge
“ si certamente “
Mi
limito a guardare il loro botta e risposta, poi il Sig. Kobayashi
si rivolge di nuovo a me “ bene signorina
Okuno, sembra che sia tutto sistemato, buon viaggio “
“ grazie “
dico di nuovo, alzandomi dalla poltrona, non c’è voluto poi così tanto.
Naturalmente
a loro non ho detto il vero motivo della mia partenza, ho dovuto mentire per
forza di cose, ho detto loro solo che la mia nonna materna si è ammalata
gravemente e devo raggiungere la mia famiglia. Se lo dirò a mia nonna di certo
mi manderà a quel paese, vista la sua buona salute.
Yutaka
si alza a sua volta salutando il capo e mi raggiunge alla porta, insieme
usciamo dall’ufficio in silenzio. Insieme raggiungiamo l’ascensore e quando le
porte si aprono ci riversiamo dentro, purtroppo è vuoto, non ci sono persone
dentro.
“ cos’è questa storia che te ne vai?
“
sapevo che non essendoci persone all’interno, Yutaka ne avrebbe approfittato
per parlare
Sospiro
“ ho bisogno di staccare un po’ la spina
“ dico guardandolo negli occhi che sanno essere tanto gentili
“ capisco… è per Taka? “
Sorrido
“ non lo sapeva nessuno è? “
“ è difficile non accorgersene “
“ già.. “
“ è per lui? “
insiste
“ anche… “
Mi
guarda sospettoso
“ ok mi arrendo, si è
per lui “ ammetto
Lo
sento sospirare “ immaginavo… e credi che
sia una buona cosa per te andare? “
Non
rispondo subito, cercando di pensare bene alla domanda che m ha rivolto e a
quale sia la risposta giusta da dare “
credo di si… insomma “ il suono dell’ascensore che ha raggiunto il primo
piano mi blocca. Prontamente le due porte scorrono aprendosi e almeno una
decina di persone sono in attesa di salire, io e lui usciamo in silenzio
permettendo così a quelle persone di prendere l’ascensore per salire ai loro
piani.
Appena
usciti il debole sole pomeridiano ci colpisce entrambi, guardo l’orologio che
ho al polso, sono le 18:30. Yutaka mi guarda sorridendo, gli sorrido di rimando
“ ti va di bere
qualcosa? “ mi chiede
“ certo che mi va “
sorrido di nuovo
“ bene allora andiamo “
“ si “
Insieme
ci incamminiamo senza prendere le nostre auto, camminiamo per un po’ fino a che
non entriamo in un piccolo locale molto carino e confortante.
Una
cameriera ci guida facendoci accomodare ad un tavolo e prende le nostre
ordinazioni, poi ci congeda dicendo che tornerà tra poco con le nostre bevande.
Non ero mai stata qui, è molto carino e caratteristico, le pareti sono di un
colore pesca chiaro con disegnati sopra dei ciliegi in fiore, i tavolini con le
sedie sono bianchi con intarsi color pesca chiaro come le pareti, il tutto fa
del locale un posto caldo e accogliente.
“ è un locale a gestione
famigliare, quella ragazza di prima è la figlia del proprietario, poi ci sono
anche la moglie, un figlio maschio e un'altra figlia più piccola “
Yutaka usa un tono molto basso per non disturbare le altre persone sedute agli
altri tavoli
“ capisco.. vieni spesso
qui? “ gli chiedo usando il suo stesso tono
“ veramente si, o
almeno, appena posso, mi ci trovo molto bene qui “
“ è molto bello si “
rispondo guardandomi attorno
“ torniamo a noi? “
mi chiede
Annuisco
“ ma ora non ricordo dove eravamo
arrivati “ dico portandomi una mano a coprirmi la bocca sorridente
Lui
scuote con fare esasperato la testa alzando gli occhi al cielo
“ finito il teatrino? “
gli chiedo sempre ridendo e donandogli una pacca allegra sull’avambraccio
Yutaka
scoppia in una fragorosa risata, facendo girare tutte le persone presenti verso
di noi. Immediatamente si porta una mano alla bocca schiacciandola e poi chiede
scusa ai clienti.
Ci
guardiamo negli occhi cercando con tutte le nostre forze di trattenerci dal
ridere sguaiatamente. Man mano che i secondi passano entrambi riusciamo a
calmarci
“ mi mancherà tutto
questo… “ dico con un filo di voce
Yutaka
sospira per l’ennesima volta “ ne sei
consapevole allora.. “
“ certo… che credi? Non
è stata una decisione presa con leggerezza…. “
“ non pensavo a questo..
so che sei una ragazza con la testa sulle spalle “ si
ferma ma percepisco che non ha ancora finito, quindi rimango in silenzio
aspettando che continui “ .. però mi
chiedevo se avessi pensato a tutti i risvolti di questa situazione “
Annuisco
“ ho avuto molto tempo per pensarci ieri
notte, sai non ho dormito molto dopo che Taka se ne andato ieri sera… “
“ è stato da te? “
“ si, è venuto ieri per
parlarmi dopo che Ryo lo ha chiamato “
Yutaka
fa una faccia starna che non so decifrare “
e di cosa? “ chiede soltanto
“ voleva sapere perché
sono cambiata, perché Ryo aveva chiamato lui e non Kou-chan e cosa era successo
la sera prima a casa sua… “ elenco il tutto
“ e tu cosa gli hai
detto? “
Ora
mi sembra quasi un interrogatorio, sorrido “
non ho avuto molta scelta Yuta-chan “
Aggrotta
le sopracciglia “ in che senso, non hai
avuto molta scelta? “
“ sai Ryo com’è fatto
no? Mi ha mandato un sms dicendomi che se non gli dicevo tutto i,o lo avrebbe
fatto lui.. “
“ quindi? “ mi
chiede cercando di fare l’indifferente con scarso successo
“ quindi, ho detto a
Taka che lo amo… “ socchiudo gli occhi e porto entrambe le
mani al viso in un gesto quasi di disperazione, per poi donare di nuovo tutta
la mia attenzione all’amico che mi è seduto di fronte
La
cameriera di prima ci porta le nostre bibite e con un inchino si dilegua di
nuovo lasciandoci soli, entrambi guardiamo i nostri rispettivi bicchieri, sono
di forma lunga e decorati da dei ciliegi colpiti da un forte vento che fa
volare i petali rosa, mai visto in vita mia bicchieri più belli.
Bevo
un sorso del liquido contenuto nel bicchiere, anche il sapore è notevole
Yutaka
mi imita e sorseggia anche lui la bibita “
buono? “ mi chiede
“ si, moltissimo “
sorrido
“ come ha reagito Taka a
questa tua affermazione? “ sono io o era rassegnazione la sua?
“ come vuoi che sia
andata? Sto per partire no? “ dico sorridendo
“ già… ho immaginato che
non sia andata come speravamo “ si blocca appena
pronuncia queste parole
“ speravamo? “
chiedo incuriosita
“ scusa.. “
abbassa lo sguardo sul bicchiere
“ non devi chiedermi
scusa Yutaka, spiegami solo quel speravamo “ sorrido ancora,
non sono arrabbiata se è questo di cui ha paura
“ bè.. sai.. tutti noi
avevamo capito i tuoi sentimenti e speravamo che vi metteste insieme “
Annuisco
“ grazie! Ma il destino evidentemente non
era d’accordo.. “ faccio spallucce
Non
posso cambiare il corso degli eventi, e non posso cambiare nemmeno i sentimenti
che Taka prova per me, quindi da oggi in poi devo accettare quello che mi
riserva il destino e cercare di mutare i miei sentimenti verso l’uomo che amo.
“ comunque, per il
dovere della cronaca Taka mi ha detto che gli dispiace e che mi vuole bene “
“ capisco… “
“ Yutaka era quasi
normale no? Si è fidanzato con Nayoko perché la ama… “ dico poggiando una mano sulla
sua
Alza
per un secondo entrambe le sopracciglia “
davvero? “
Ora
non capisco realmente dove voglia arrivare “
cosa? “
Yutaka
scuote energicamente la testa “ niente,
lascia stare… “
Lo
guardo incuriosita ma non cerco di estrapolargli niente, tanto non me lo
direbbe mai
“ chi lo sa della tua
partenza? “ mi chiede dopo un po’
“ oltre a te? “
gli chiedo spiritosamente
“ certo Eriko oltre a me
chi lo sa? “ sorride
Prendo
un po’ di tempo “ Takanori “ in fine
mi decido
Sbarra
un pochino gli occhi “ lui lo sa? “
il sorriso che prima aveva ora è scomparso
“ si “
“ e non ha detto niente?
“
mi chiede sempre più… sconvolto?
“ no, vedi… gli ho chiesto
io di non dire nulla a voi perché volevo dirvelo io, non sapevo che la PS ti
avrebbe chiamato “
“ non intendevo dire
quello, intendevo non ti ha detto nulla? “
“ mi ha chiesto se lo
facevo per lui… “ dico abbassando lo sguardo al tavolino,
comincio a giocherellare con il dito sul tavolo disegnando una luna che vedo
soltanto io
“ e tu? “
“ gli ho detto di no.. “
Sento
Yutaka sospirare pesantemente, non posso vederlo perché ho ancora lo sguardo
puntato sul tavolino ma lo sento borbottare un “siete due baka… “ che cosa intende dire?
Alzo
lo sguardo su di lui “ checosa avrei dovuto fare? Non basta che mi sia
umiliata a dirgli che lo amo mentre lui ama un'altra donna? “
Scuote
leggermente la testa “ lascia stare…
quando lo dirai agli altri? “ mi chiede per cambiare discorso e io lo
assecondo
“ oggi, dopo lo dirò a
Yuu, Ryo e Kouyou, non posso rimandare l’aereo è per domani alle 19:00 “
Rimane
sorpreso a questa mia affermazione, forse si pensava che avessimo più tempo
“ capisco… “
rimaniamo in silenzio mentre finiamo di bere “ andiamo? “ mi chiede poi una volta che anche io ho finito la mia
bibita
Yutaka
paga per entrambi, le mie proteste sono risultate vane. Camminiamo in silenzio
raggiungendo il parcheggio della PS dove sono parcheggiate le nostre auto
“ ci siamo “
mi dice mettendosi le mani nelle tasche dei Jeans
“ già…be.. allora… “ Yutaka mi ferma con un
gesto della mano, poi mi attira a se abbracciandomi forte
Senza
lasciarmi andare mi sussurra “ non ci
salutiamo ora, perché domani ti accompagno all’aeroporto e promettimi che non
sarà un addio ma soltanto un arrivederci “
Lo
stringo forte a me, senza riuscire a rispondere, mi scosta leggermente da lui
per guardarmi in viso e vede le lacrime che dispettose hanno solcato i miei
occhi
“ promettimelo “
ripete prendendomi per le spalle
“ te lo prometto Yutaka,
ti prometto che ci rivedremo “ in questo momento non
so se stia dicendo la verità o meno, i miei sentimenti sono troppo confusi. Di
una cosa sono certa, quello che mi ha chiesto di promettere Yutaka sono i miei
stessi desideri, spero con tutte me stessa che un giorno possa tornare da loro
ed essere felice come in passato.
Una
vita senza di loro, non sarebbe una vita felice.
Dopo
aver salutato Yutaka, mi sono diretta subito qui. Il problema è che non trovo
il coraggio di scendere dall’auto, percorrere il poco spazio che mi divide dal
citofono e pigiare il bottone corrispondente all’appartamento di Kouyou. Come
se non bastasse c’è anche la moto di Ryo parcheggiata, due piccioni con una
fava.
Non
so come dirglielo, non so che parole usare, sento il cuore battermi veloce nel
petto e la bocca dello stomaco si è chiusa appena ho preso la decisione di
dirigermi qui. Ora che devo parlargli, guardandolo negli occhi non so più se la
decisione che ho preso sia quella giusta.
Un
bussare al finestrino della mia auto, mi desta dai miei pensieri facendomi
trasalire, porto una mano al petto perlo spavento. Il volto dolce e sorridente di Kouyou mi osserva da fuori,
mi saluta con la mano sinistra mentre nella destra tiene una busta della spesa,
scendo dalla macchina e lo abbraccio, vorrei che il tempo si fermasse qui.
“ ciao tesoro “
mi sussurra passandomi la mano libera sui capelli
“ ciao “
dico sul suo collo, il profumo fresco della colonia che usa si mischia
all’odore della sua pelle, ora mi sento a casa
“ saliamo? “
mi chiede sorridendo, non lo posso vedere ma lo percepisco
“ si “
dico sciogliendo la presa in cui lo avevo avvolto
Saliamo
fino al suo appartamento “ ma Ryo? “
gli chiedo ricordandomi della moto nel parcheggio
“ è a casa “
alza gli occhi al cielo “ hai visto la
moto? “
Annuisco
“ ti sembra che sua
maestà Ryo Suzuki possa muovere il suo santo sedere per compre da mangiare? “
dice platealmente
Scoppio
a ridere “ o no! Non sia mai! “ dico
ridendo
“ appunto! “ dice
lui salottiero
Entriamo
nell’appartamento togliendoci le scarpe e i soprabiti
“ Ryo guarda chi c’è? “
grida Kou mentre andiamo verso il salone
“ non c’è bisogno che
gridi ci sento sai? “ gli risponde Ryo già esasperato
Il
biondo bassista è impegnato in una gara con le auto, difficile non capire che i
videogiochi sono la sua passione. A parte il basso, la band e le donne
“ Ciao Ryo “
dico passandogli dietro e raggiungendo Kouyou in cucina
“ Ciao Eriko! “
“ ma quanta energia è? “
dico sottovoce dando una gomitata amichevole a Kou che è intento a sistemare la
spesa
Lui
sorride di gusto “ ha un debole per te “
“ si come no “
rido anche io
“ allora vuole
farsiperdonare per qualcosa “
dice sornione
“state parlando male di
me? “ Ryo è appoggiato allo stipite della porta, con le
mani in tasca e lo sguardo indagatore.
Quanto
è silenzioso questo ragazzo!
“ noi? Ma assolutamente
no! “ dico prontamente sempre ridendo, ma questa volta con
voce alta
“ sempre il solito!
Pensa sempre che c’è l’abbiamo con lui “ ride di gusto il
chitarrista di fianco a me
“ si come no “
dice Ryo cercando di rimanere serio ma con scarso successo
“ hai smesso di giocare
per me? “ gli chiedo guardandolo di sottecchi
“ no! Ho messo la pausa
per te.. “ dice alzando il sopracciglio destro
“ è già qualcosa, mi
accontenterò “ dico saltandogli al collo per
abbracciarlo
La
risata di Kouyou mi arriva cristallina “
credevo che ti avrebbe strozzato “
Anche
Ryo ride ed io insieme a loro
“ mi ama troppo per
strozzarmi “ dice Ryo serio
Kou
scoppia di nuovo a ridere ed io gli dono una pacca sulla spalla staccandomi da
lui
“ bè? Che c’è? Lo sanno
tutti che è così “
Tutti
e tre ridiamo e Kouyou è costretto a piegarsi per quanto ride
“ dai ragazzi prepariamo
la cena! “ dico allegra
“ si signora! “
Ryo è sempre il solito, non cambierà mai. Dopo questa affermazione io e Kou lo
vediamo sparire oltre la soglia e poco dopo sentiamo la tv mandare il suono del
videogioco “ chiamatemi quando è pronto!
“ urla dal divano
“ non speravamo in
qualcosa di diverso vero? “ mi chiede retorico Kou
“ certo che no.. “
la mia rassegnata risposta
Insieme
prepariamo la cena e quando è pronta sistemiamo la tavola.
“ sua maestà la cena è
servita “ Kouyou avverte Ryo
“ arrivo “
il grugnito in risposta
“ stai perdendo? “
gli chiede Kou
In
tutta risposta il bassista spegne tv e Playstation senza salvare la partita
“ si “
dice Kou ridendo
“ c’è poco da ridere
sai? “
“ scusa “
Kou alza gli occhi al cielo
Ci
sediamo in tavola cominciando a mangiare, le chiacchiere sono allegre e nessuno
dei tre solleva l’argomento Takanori. Credo che tutti vogliamo goderci la cena
senza bocconi amari, li vedo ridere e scherzare, a volte si tirano anche il
cibo ed io sono costretta ad alzarmi per fermarli. Sono tremendi, quando sono
con loro devo comportarmi come una mammina premurosa che separa i due figli che
non fanno altro che bisticciare e combinare guai.
“ che mangiata “
esordisce Kou dopo aver ingurgitato l’ultimo boccone
“ davvero tutto buono! “
annuisce Ryo
“ si davvero “
concordo io
Ci
alziamo da tavola per sparecchiare
“ è un miraggio? “
chiede Kou rivolto a me
“ cosa? “
chiedo io già divertita, sapendo bene dove vuole andare a parare
“ sbaglio o Ryo sta
sparecchiando? “
Mi
giro teatralmente verso il nostro povero bassista per spalancare gli occhi e
portarmi una mano davanti alla bocca che si spalanca sbigottita “ è vero!! “ dico guardando di nuovo
Kouyou.
Entrambi
scoppiamo a ridere, mentre Ryo ci manda molto “ gentilmente “ a quel paese
sorpassandoci per posare nel lavandino i bicchieri che ha in mano.
Appena
finisco di pulire la cucina metto sul fuoco l’acqua per il tè, i miei due amici
sono in salone che mi aspettano, li sento parlare tra di loro mentre giocano
alla Play. Mi affaccio per guardarli, entrambi seduti sul divano con gli occhi
fissi alla tv e delle espressioni strane e concentrate in volto, si muovono
come se fossero realmente dentro le vetture riprodotte dalla consolle.
Il
fischio della teiera mi avverte che l’acqua è arrivata ad ebollizione, mi
accingo quindi a spengere il fuoco e metto in infusione il tè, attendo almeno
sette minuti in modo che l’acqua si insaporisca bene, mentre aspetto cerco di
pensare alle parole da usare per dirgli che domani sera partirò per l’Hokkaido,
sospiro.
Verso
il liquido ormai pronto, nelle tre tazze che avevo precedentemente posto sul
davanzale della cucina, prendo un vassoio dove li poggio e raggiungo i ragazzi
in salone.
Poggio
il vassoio sul tavolino e sia Kouyou che Ryo mi guardano, gli sorrido mentre
gli porgo le tazze fumanti
“ dobbiamo parlare “
così comincio il mio discorso sedendomi sulla poltrona
Li
vedo annuire entrambi e, con un gesto veloce Ryo spenge sia la tv che la
consolle, come prima di cenare
“ ho una cosa importante
da dirvi, questa cosa la sanno già sia Takanori che Yutaka… “
mi prendo una pausa ma loro non accennano a parlare, i loro occhi rimangono
fissi su di me “ a Takanori l’ho detta
ieri sera prima che se ne andasse “ entrambi annuiscono senza fiatare “ mentre Yutaka lo ha saputo per forza di
cose… “ faccio un'altra pausa
“ non ti preoccupare
dicci quello che devi dirci “ la voce tranquilla di
Kouyou riesce a calmare di un poco il mio animo agitato
“ domani sera partirò
per l’Hokkaido, torno a casa per un po’ “ lo dico tutto
d’un fiato perché ho paura di fermarmi e non riuscire più a parlare
Entrambi
rimangono di ghiaccio, non se lo aspettavano
“ per quanto? “ mi
chiede Ryo
“ un mese “
Kouyou
spalanca gli occhi “ così tanto? “ mi
chiede con un filo di voce
“ vedrai che passeranno
velocemente questi giorni “
“ ma.. è per Takanori
che vai? “
Ryo
rimane in silenzio spostando lo sguardo da me a Kou. A Taka ho mentito perché
non volevo che soffrisse ma con loro posso essere sincera
“ si Kou è per Taka,
ieri dopo che gli ho detto che lo amo la situazione non è cambiata, voglio
cambiare aria per un po’… capiscimi… “
Kouyou
sospira alzandosi lentamente dal divano, avvicinandosi a me prende la tazza fumante
dalle mie mani e la poggia sul tavolino, poi con un gesto secco mi prende da un
polso e mi costringe ad alzarmi per stringermi forte tra le sue braccia.
Ricambio l’abbraccio, stringendolo il più forte possibile come a volergli
entrare dentro
“ ti capisco…
e non cercherò di fermarti, voglio che tu stia meglio…
fai cosa devi fare, ma… ti prego sentiamoci “
mi sussurra nell’orecchio con il suo vocione
Mi
scosto leggermente da lui per guardarlo negli occhi “ non c’era bisogno nemmeno di chiederlo “
“ lo immaginavo ma è
meglio parlare chiaro no? “ sorride leggermente ed
io mi sento già meglio
Ci
sciogliamo dall’abbraccio che ci teneva legati ed entrambi guardiamo Ryo, lui è
ancora seduto sul divano e guarda fisso a terra. Guarda un po
se quello che farà più storie è proprio colui che credevo non ne facesse quasi
per niente.
“ Ryo.. “ un
sussurro il mio
“ se sapevo questa tua reazione… non avrei insistito a farti parlare con lui… “ dice senza spostare di un millimetro
la sua posizione, sembra una statua
“ no Ryo, quello che hai
detto è totalmente sbagliato “ affermo decisa
Lui
soffia dal naso in una risata sarcastica, mi chino di fronte a lui e lo
costringo a guardarmi. Rimango pietrificata nel vedere quegli occhi, i suoi
occhi, lucidi
“ Ryo ti prego non fare
così, tu mi hai dato la spinta a fare la cosa giusta….
Dovevo parlare con lui, non potevo continuare a fare finta di non amarlo… “
Si
limita ad annuire “ credevo che sarebbe
andata diversamente con lui “ confessa “
credevo che… “ si ferma infine lasciando la frase
a metà
“ non importa Ryo, le
cose sono andate come il destino ha voluto, ora tocca a me voltare pagina e
ricominciare “
“ e vuoi voltarla
andandotene via? “ mi chiede freddamente
“ Ryo dai… “ interviene Kouyou, ma lo fermo con
un gesto della mano
“ voglio spiegarvi “ mi
rivolgo ad entrambi “ voi siete le due
persone più importanti della mia vita, siete due fratelli per me “ non
posso fare a meno di commuovermi questa volta.
Loro
sono realmente parte integrante della mia famiglia, da quando li conosco
abbiamo vissuto insieme, ora oltre al dispiacere che sento per doverli lasciare
è subentrato anche un altro sentimento, la paura. Ho paura di dover vivere
senza di loro, non so più come si faccia, vederli ogni giorno è divenuto un
gesto normale, pensare di dover vivere, anche se solo per un mese lontano da
loro mi rende nervosa e impaurita.
Kou
mi mette una mano sulla spalla e silenziosamente mi invita a sedere sulla
poltrona di fronte al divano, ubbidisco mentre lui si posiziona di nuovo di
fianco a Ryo.
“ non pensate che me ne
vada a cuor leggero.. “
“ non l’ho mai pensato “
dice
fermamente Kou scuotendo la testa
“ nemmeno io “ si
aggiunge Ryo
Sorrido
“ menomale, mi mancate di già, però ho
bisogno di passare del tempo lontana da Taka, capite? Lui ha scelto, ora posso
dirlo con sicurezza che non sono io la donna che vuole al suo fianco.. “
Entrambi
i miei amici a queste parole abbassano lo sguardo a terra, per poi rialzarlo
poco dopo
“ l’ho messo davanti
alla verità e lui non ha reagito se non dicendomi che gli dispiaceva…
devo allontanarmi per un po “ concludo
Entrambi
annuiscono, le nostre tazze di tè ormai sono vuote, guardo l’orologio che porto
al polso, sono le 23:00
“ ora devo tornare a
casa “ dico “ buona
notte “ aggiungo sorridendo ad entrambi
Kouyou guarda l’ora a
sua volta “hai ragione è tardi,buona notte tesoro “
“ buona notte “ Ryo
aggiunge alzandosi insieme a Kouyou per accompagnarmi alla porta
Mi
infilo il soprabito e le scarpe, Kou mi apre la porta e io la varco ma prima di
andare mi volto verso di loro per salutarli con un gesto della mano.
Prima
che possa scendere le scale la voce di Kouyou mi blocca “ ci vediamo domani a che ora devi stare in
aeroporto? “
“ almeno un ora prima,
ma.. “
Kou
mi ferma prima che possa terminare “
niente ma, noi ti accompagneremo, non mi frega niente se piangerai, non andrai
in aeroporto da sola! “
Mi
arrendo in partenza, questa è una di quelle volte che non si accettano
repliche, alzo le mani “ ok, mi arrendo ci
vediamo alle 17:00 a casa mia? “ gli chiedo
“ allora passo prima qui
da te Kou, ti prendo e poi andiamo da Eriko “ si
intromette Ryo
“ mi sembra un bel piano
“ dice
sorridendo Kouyou
Sorrido
“ allora buona notte e ci vediamo domani “
questa volta scendo veramente fino in strada, sembra che ci saranno tutti
domani, chi sa se verrà anche Taka.
A
Yuu lo diranno loro, proprio ora ha mandato un messaggio a Ryo dicendogli che
stava arrivando, come se fossero le 19:00 e non le 23:00, quel ragazzo è
tremendo sembra che non dorma mai.
Appena
arrivo a casa, vado in bagno e dopo aver fatto la doccia accendo lo stereo,
metto su un loro cd a volume troppo basso per le mie orecchie che chiedono di
più, ma vista l’ora non posso di certo, farei rivoltare l’intero condominio.
Comincio
a preparare le valige, non voglio arrivare a domani senza averle preparate non
si sa mai.
Le
note di bathroom si fanno largo nella mia piccola
stanza, la voce di Takanori così disperata e angosciata mi spacca l’anima,
questa canzone mi regala sempre mille e più emozioni, questi ragazzi hanno un
gran talento, non importa quante volte si senta una loro canzone, essa riuscirà
sempre e comunque a far provare le emozioni come se fosse la prima.
Quando
finisco di fare le valige mi accorgo che ne ho riempite ben quattro, per fortuna
che non volevo portare troppa roba, ma credo che per star fuori un mese non
potevo fare altrimenti. Guardo la piccola sveglia sul comodino e mi accorgo che
è l’una passata, ecco perche avevo sonno.
Mi
stendo sul letto, i capelli si sono asciugati da se mentre facevo le valige,
sono molto stanca e domani sarà una giornata pesante. Mi stendo supina e fisso
il soffitto, in realtà ai miei occhi appare solo una macchia scura, ma in
realtà riesco a vedere ben oltre. L’immagine di Takanori mi appare vivida, come
se lo avessi proprio qui davanti a me. Un senso di speranza si fa largo nel mio
petto, anche se mi dico che sono una stupida a fare certi pensieri non ne posso
fare a meno; il cervello a volte lavora per proprio conto, dandoci l’illusione
di poter sperare in qualcosa.
Mi
ritrovo a pensare che forse potrei mancargli, magari dopo qualche giorno in mia
assenza lui si accorga che sono importante per lui. Scuoto la testa cercando di
togliere queste malsane idee dalla mia mente, non ho proprio bisogno di false
speranze. Senza che me ne accorga però mi tornano in mente le parole di Yutaka
che mi ha rivolto questo pomeriggio, chi sa a cosa si riferiva e il perché di
quelle espressioni.
Mi
giro su di un fianco in posizione fetale, rimango a pensare a Takanori essendo
incapace di togliere la sua immagine dai miei occhi, invidio tantissimo Nayoko, lei si può prendere cura di lui, averlo al suo fianco
sempre, può abbracciarlo, baciarlo e farci l’amore ogni volta che ne sente il
bisogno, io invece posso solo sognarlo, mi chiedo se lei sappia quanto sia
fortunata ad avere un uomo come lui al suo fianco. Anche se lo prendo in giro dicendogli
che è musone, acido e permaloso, anche se spesso bisticciamo perché vediamo
certe cose in un modo diverso, io lo amo, sia per queste motivazioni sia perché
è un uomo gentile, premuroso, affidabile e sincero, nonché estremamente dolce
quando e con chi vuole.
Sento
il sonno arrivare prepotente costringendomi a chiudere gli occhi, l’ultima
volta che riesco ad aprire gli occhi per guardare la sveglia, essa segna le 2:07.
E quando avrai davanti agli occhi,
altri due occhi da guardare…
il mio silenzio lo sentirai gridare.
@@@
Ciao!
Un nuovo capitolo fresco fresco per voi XD *si sorprende da sola per quanto velocemente ha aggiornato*
Bene,
siamo quasi arrivati agli sgoccioli, o no? So che ora starete pensando “ e che
lo chiede a noi? È lei l’autrice “ avete tutte le ragioni di questo mondo ma al
momento sono un po’ confusa, non so bene come proseguire la storia e come far
reagire al tutto Takanori. Ma non abbiate paura, perché i miei personaggi si
animano di vita propria quando sono di fronte una tastiera e mi guidano vero la
strada giusta ^_^ *ora chiamano la neuro*
A
parte tutto ciò, volevo informarvi di una piccola cosa, tra meno di due
settimane andrò in vacanza *non vede l’ora perché è
proprio stanca* andrò a farmi 2 settimane in
Sardegna, quindi non potrò aggiornare, volevo avvisarvi così non vi aspetterete
un aggiornamento. Ma quando tornerò (il 24 Luglio) tornerò operativa XD
Nel
mentre prima che vada via, vorrei tanto aggiornare “ MyImmortal “ che è da molto che non aggiorno, ma quella
mi sta dando parecchi problemi perché non vuole uscire un capitolo decente è.é
Ora
passo ai ringraziamenti:
amyreita:
lo so tesoro, Taka non ha reagito nel migliore dei modi però ancora non è detta
l’ultima no? Di sicuro la nostra cara Nayoko avrà ciò
che si merita *la odia anche lei*
alla prossima! grazie tesoro!
Cucciola_Suzuki: amore
mio, ma ormai tu dovresti sapere che tutte le scene delle mie varie storie dove
compare Ryo sono dedicate a te! XD mi immagino sempre la tua reazione *_* come
ho già detto sopra, sono un po’ confusa per come continuarla, vedremo
prossimamente cosa accadrà ^-^
Nami_03:
grazie della recensione! In poche parole sei riuscita a descrivere i tre
personaggi XD Taka è proprio baka! Hai ragione *annuisce* speriamo che si
riprenda in calcio d’angolo no?
Un
mega abbraccio a tutti!!!! <3
P.S.
grazie a tutti coloro che leggono in silenzio senza recensire, anche se ogni
tanto me ne scordo di scriverlo è sottinteso! Siete importantissimi anche voi
^-^
Apro gli occhi di soprassalto, un altro
maledetto incubo. È tutta la notte che non riesco a dormire come si deve, in
verità è da quando sono uscito da casa di Eriko che non riesco ad essere
tranquillo.
Mi metto a sedere sul grande letto occupato
solo a metà, Koron mi è praticamente appiccicato, dorme sempre di fianco a me e
inevitabilmente la parte sinistra del letto rimane sempre immacolato, nessuno
dei due si spinge fino a li.
Cerco di essere sempre una persona
composta, una persona che segue la retta via, tranne quando sono Ruki si
intende. Troppe volte mi chiedo se in realtà io sia più Ruki o più Takanori ed
ogni volta, giungo sempre alla stessa conclusione, Ruki è tutto ciò che
Takanori vuole essere.
Sono un ragazzo con un carattere molto
forte, altrimenti non sarei mai riuscito ad avverare il sogno di avere una
band. Ho lasciato tutto, casa, scuola, amici per rincorrere il mio sogno e
grazie a Dio ci sono riuscito. Certo non è solo grazie a me, devo dire grazie
anche a Ryo, Kouyou, Yuu e Yutaka, senza di loro io non sarei nessuno.
Ma, nonostante tutto, nonostante il
successo, nonostante la mia indipendenza, nonostante la mia ribellione certe
cose di me non riesco a cambiarle. Per esempio, non riesco a fare lo scemo come
gli altri, se siamo soli è diverso ma se c’è qualcuno di “ estraneo “ a noi,
non mi lascio andare.
A volte mi odio per questo.
Ora
mi odio per questo.
Accendo una sigaretta, la prima della
giornata, sono le 7:00 se mi vede Yutaka mi uccide. Sta cercando di farmi
smettere di fumare, ne vale la mia voce dice; vorrei accontentarlo ma proprio
non ci riesco. Il sapore della nicotina e il suo effetto sono per me calmanti
quindi necessarie.
Lascio uscire lentamente il fumo dalle
labbra, soffiandolo in alto rimango a vedere le strane forme che esso disegna.
La luce è fioca nella stanza, ieri ho tirato per bene le tende, sperando di
riuscire a dormire tranquillo ma il tentativo è stato inutile.
Lascio il mio letto caldo e mi dirigo in
bagno, lasciando Koron mezzo addormentato, alza appena la testolina per vedere
cosa stia facendo per poi lasciarla cadere di nuovo sul morbido materasso.
Spengo la sigaretta nel posacenere, ne ho
sparsi ovunque in casa, anche in bagno, apro l’acqua della doccia e regolo la
temperatura. Mentre aspetto che essa diventi della temperatura giusta mi
spoglio lasciando gli indumenti a terra, mi guardo nel grande specchio e
rimango così fisso per qualche secondo
“
cosa vuoi dalla vita Taka? “ chiedo al mio riflesso, spero anche in una risposta?
Se qualcuno mi vedesse ora, chiamerebbe la
neuro per farmi rinchiudere in uno di quei posti per i malati di mente. È forse
per questo che cerco sempre di comportarmi bene? Mi interessa veramente tanto
quello che la gente pensa di me?
So per certo che mi interessa quello che i
fan pensano di me e del gruppo, ho la bramosia di sapere se quello che facciamo
li aggrada oppure no. Mi piace sapere se essi siano felici e orgogliosi di noi,
come noi lo siamo di loro; ma in questo momento non riesco a capire se per me
sia importante anche quello che le persone comuni pensano sul mio conto.
Abbasso lo sguardo a terra sorridendo
amaro, faccio pochi passi ed entro nel box doccia. La sensazione dell’acqua che
bagna il mio corpo nudo mi fa sentire leggermente meglio.
Nei periodi di forte stress, quando dalla
mattina appena sveglio, alla sera quando vado a coricarmi ho il cervello in
fumo per il rimuginare e le preoccupazioni, l’unico modo per avere un pochino
di relax è farmi la doccia. Sotto il getto dell’acqua è come se fossi liberato
da tutto ciò che mi opprime, perché ora non funziona? Perché ho ancora il suo
viso davanti ai miei occhi?
“
lasciami in pace, ti prego… “ poggio entrambe le mani al muro di fronte a me, le mattonelle sono
ghiacciate e bagnate.
Abbasso la testa facendomi colpire la nuca
dal getto dell’acqua, sperando che in questo modo essa possa portar via tutte
le cose che affollano la mia testa.
“
Anata no tegami niwayomenaijidake
Atte sonokuchikarakikasetehoshii
Narenaishirowanigatetoikisaehibiku
Sorano irosaeshiretarasukuwareru no ni Umakudekinukokyuumoitsukawasuretai Sounegaerutsuyosa mo hikarabisoude “
Canticchio a bassa voce, il suono che
produco è ovattato dalla piccola stanza in cui mi trovo. Anche questo mio vizio
è un modo per rilassarmi, o meglio era un modo per rilassarmi, a quanto pare
nemmeno questo tentativo è riuscito a quietare il mio animo.
Non so chi io voglia prendere in giro, sto
mentendo solamente a me stesso. Non posso sopportare l’idea che Eriko se ne
vada così, lontano da noi, da ME, senza che io abbia capito.
Chiudo il getto e mi infilo l’accappatoio,
tanto è tutto inutile, potrei rimanere tutto il giorno qui ma la sua immagine
rimarrebbe comunque fissa nei miei pensieri.
Devo tenere la mente occupata, devo cercare
di non pensarci, io amo Nayoko e non posso aiutare Eriko.
Lascio cadere l’accappatoio nero a terra,
fa caldo in bagno e non voglio sudare mentre mi asciugo i capelli con il phon.
Appena finito vado in camera e apro le ante dell’armadio, ne estraggo dei jeans
neri, una t-shirt bianca abbastanza aderente con un disegno nero astratto e i
boxer neri. Indosso tutto sotto lo sguardo attento del mio piccolo amico,
aggancio una catena ai jeans e indosso qualche accessorio, la solita collana e
i soliti orecchini, oggi tutto rigorosamente d’argento.
Mi volto verso Koron che mi guarda ancora
attento
“
hai fame vero? “ lui
inclina la testa e si alza sulle zampette, rido
“
ok, ora papà ti prepara la pappa ok? “ inclina la testa dall’altra parte
“
come sto? “ gli
chiedo facendo una giravolta su me stesso, in tutta risposta Koron scende dal
letto con un balzo, arrivato a me comincia ad abbaiare
“
grazie piccolo “ dico
ridendo prendendolo poi in braccio per portarlo in cucina con me
Mentre Koron mangia la pappa che gli ho
preparato, io faccio colazione, non ho molta fame ma devo mangiare qualcosa altrimenti
il mio stomaco comincerà a darmi noie.
Quando ho finito di mangiare, metto le cose
sporche nella lavastoviglie compresa la ciotolina del
mio piccolo e avvio il lavaggio, tanto ci sono anche le stoviglie di ieri da
lavare.
Mi guardo intorno, la casa brilla credo che
non sia mai stata così pulita, anche se mi volessi cercare qualcosa da fare per
tenere la mente occupata non ci riuscirei. Raggiungo il salone e apro un anta
del mobile, ne estraggo dei fogli e delle matite, adoro disegnare quanto adoro
scrivere, da piccolo il mio sogno era diventare un mangaka,
passavo ore ed ore chino sui fogli a disegnare personaggi da me inventati. Mi
capitava anche di far diventare dei manga delle persone che attiravano la mia
attenzione.
Ricordo ancora quando a quindici anni mi
innamorai di una ragazza, lei era più grande di me di ben tre anni, lei non si
è mai accorta di me ed io non mi sono mai neppure sognato di dichiararmi a lei.
Però un giorno la incontrai per caso nel parco, chiacchierava con delle sue
amiche ed io seduto su una panchina poco lontano da loro disegnai la sua
figura, quel disegno rimase appeso al muro della mia cameretta per molto tempo.
Purtroppo però un difetto ai miei occhi ha fatto si che rinunciassi a questo
mio sogno e mi dedicai completamente alla musica.
Mi siedo e poggio il necessario per
scrivere sul tavolo, vediamo se mi viene un pochino di ispirazione e non si sa
mai che riesca a buttare giù un testo come si deve. Questo mi aiuterà a tenere
la mente occupata e a non pensare ad Eriko.
L’ennesimo foglio di carta raggiunge gli
altri trenta che ho buttato fino ad ora, sbuffo non riuscendo a concludere
nulla. Guardo l’orologio per vedere che ore siano, solo le 11:00, sbuffo di
nuovo.
Mi ritrovo a fare il calcolo delle ore che
mancano a quando partirà Eriko, solo otto ore. Ci andrò?
Prendo la testa tra le mani, cavolo non
dovrebbe essere così difficile salutare un amica che parte per un periodo di
tempo. Mi alzo di scatto dalla sedia facendola cadere a terra, Koron si alza spaventato
lanciando qualche abbaio
“
scchpiccolo è
colpa mia “ gli
dico e lo vedo quietarsi
Alzo la sedia da terra e mi siedo di nuovo “ non è colpa mia se si è innamorata di me,
non posso aiutarla… “ dico alla stanza vuota
Prendo la matita in mano e mi lascio
trasportare da essa. Adoro quando la mia mano comanda sul mio corpo, è come se
lei guidasse tutto il resto e io non devo decidere nulla.
Rimango molto tempo in questo stato di
trance, i tratti sul foglio bianco si fanno sempre più chiari, ma ancora non ho
ben capito cosa essi raffigurino. Mentre disegno, il mucchio di cicche nel
posacenere aumenta, sento lo stress accumulato lentamente scivolare dal mio
corpo, magnifica sensazione direi.
Mi alzo per prendere il carboncino e dare
tratti più decisi al mio disegno. Questa operazione mi farà guadagnare ancora
un oretta buona, sono pignolo in tutto e quando decido di fare qualcosa la devo
assolutamente fare bene.
Appena ho finito di rifinire il disegno con
il carboncino, prendo il foglio e lo alzo portandolo di fronte al mio volto.
Rimango paralizzato a vedere quello che in realtà io abbia raffigurato su quel
pezzo di carta, è come se lo vedessi per la prima volta, come se non fossi
stato proprio io l’autore di quel disegno.
“
non è possibile “ dico
quasi sbalordito, portandomi una mano a coprire la bocca
Il suono del citofono mi fa sussultare e
con me anche Koron che inizia di nuovo ad abbaiare, ma questa volta si dirige
verso la porta
“
scch piccolo, non è niente “
Mi porto anche io vicino la porta d’ingresso
e prontamente alzo il ricevitore
“
chi è? “ chiedo, non
aspettavo visite questa mattina
“
Yutaka “
Yutaka? Che ci farà mai qui?
Schiaccio il bottone che mi permette di
aprire il portone, poi apro anche la porta e rimango appoggiato ad essa mentre
aspetto che il mio amico salga.
“
ciao “ Yutaka mi saluta
da fuori, non mi ero accorto che era già salito
“
ciao “ rispondo, aprendo
di più la porta per farlo entrare “ qual
buon vento ti porta qui? “ chiedo con un sorriso. Mi farà bene passare un
po’ di tempo con lui
“
passavo da queste parti e ti sono venuto a trovare…
disturbo? “
“
ma no! Figurati! Mi fa piacere, accomodati io prendo da bere “
“
Ok, grazie Taka “
“
ma figurati “ dico
mentre vado in cucina per prendere due birre
Quando entro in salone per poco non mi
cadono le due lattine di birra dalle mani. Yutaka è in piedi di fronte al
tavolino ed in mano tiene il mio disegno, prego solo che non abbia riconosciuto
le persone raffigurate su quel pezzo di carta.
“
non.. farai nulla vero? “
Yutaka è una brava persona, si percepisce
subito ciò che gli passa per la testa ed anche il suo stato d’animo. È triste
ed io so bene la motivazione, ma cosa dovrei rispondere a questa domanda?
Potrei fare finta di non aver capito ma non
servirebbe a nulla, sa che ho capito, come ho capito che ha riconosciuto le due
persone sul foglio.
Rimango immobile, non un passo, non un
suono esce dalle mie labbra.
Vorrei gridare, gridare la mia frustrazione
ma il mio autocontrollo me lo impedisce. Aiutami tu Yutaka a capire ciò di cui
ho bisogno, e a darmi il coraggio di prenderlo.
Lo vedo scuotere leggermente la testa e mi decido
a muovermi verso di lui, un passo dopo l’altro non è così poi tanto difficile.
“
vuoi? “ dico porgendogli
la lattina
Lui l’afferra “ grazie Taka chan “
Sorrido in risposta e poggio il mio sguardo
sul foglio che tiene con l’altra mano libera, lui me lo porge ed io lo afferro
e per la seconda volta lo fisso come se l’autore di quel disegno fosse un'altra
persona.
“
è molto bello Taka, sei sempre stato bravo nel disegno…
“
“
grazie Yuta Chan, ci sediamo? “
“
ok “
Abbandono il foglio sul tavolo ed insieme a
Yutaka raggiungo il divano
“
non so cosa devo fare “
l’ho detto veramente?
Yutaka mi guarda sorpreso, credimi amico
sono più sorpreso di te
Lo vedo ponderare le parole prima di
rispondermi “ apri il tuo cuore Taka e… “ fa una pausa e noto che è indeciso sul continuare
oppure no
“
e.. ? “ chiedo per
incitarlo a continuare
Ho bisogno di un consiglio, ho bisogno di
parlarne con qualcuno, perché qualunque cosa io abbia pensato di fare dopo due
minuti mi sembra una grande stronzata. Per la prima volta in vita mia, ho
bisogno di una persona che mi dica se faccio bene.
Distoglie il suo sguardo dal mio e lo
lascia vagare per la stanza, lo vedo soffermarsi su un quadro appeso al muro.
Non è un semplice quadro, quella è una foto di noi cinque che abbiamo scattato
dopo un concerto, tanti anni sono passati da allora ma non lo tolgo di li per
ricordarmi del tempo trascorso insieme a quei ragazzi che sono diventati la mia
famiglia.
Un leggero sorriso piega le sue labbra
facendo emerge le fossette che tanto adoro e che sanno di casa, spontaneamente
sorrido con lui
“
e.. fai quello che esso ti suggerisce, sei un bravo ragazzo Taka, dopo tutti
questi anni passati insieme ho imparato a conoscerti, e una cosa che ho capito
di te è che tieni veramente alle persone che ami e che fai di tutto per
loro.Ma hai una pecca…“ solo ora distoglie lo sguardo da quella foto e lo punta di nuovo nei
miei occhi
Lo guardo interrogativo senza emettere
fiato
“
non sempre capisci a chi tu tieni veramente, almeno non subito e questo anche
per la paura di essere ferito… “
Le sue parole colpiscono il mio cuore,
perché esso sa bene che sono la verità, abbasso lo sguardo a terra
“
so che hai paura di ferire Nayoko, purtroppo però a volte è inevitabile far
soffrire qualcuno “
prende il mio mento con due dita e mi costringe a guardarlo, per poter
continuare a parlare “ credi che Eriko
non stia soffrendo ora? “
Sussulto a quelle parole, non avevo pensato
a questo
“
ora devi solo chiederti chi delle due vuoi al tuo fianco, e quale non sopporti
veder soffrire… “ lascia andare il mio viso con queste parole.
Si alza dal divano e poggia la lattina di
birra sul tavolino, rivolge un ultimo sorriso verso la mia figura
“
ora vado “ mi dice
dolcemente prima di girarsi per raggiungere l’uscita
Lo sento aprire la porta, ma prima che essa
si chiuda riesco a chiamarlo “ YUTAKA “
mi alzo e di corsa lo raggiungo.
Lo trovo con la porta aperta voltato verso di
me che mi attende
“
dimmi Taka chan “
“
sei venuto per questo? “
Sorride “
si, scusami… forse non dovevo intromettermi, ma ieri
ho parlato con Eriko e mi ha detto tutto, ho pensato che avresti avuto bisogno
di questa chiacchierata “
Mentre parlo annuisco leggermente con la
testa “ avevi ragione, grazie Yutaka… ti
voglio bene “
Il suo sorriso si allarga di più, lo
abbraccio
“
anche io ti voglio bene “
sussurra al mio orecchio “ noi siamo
all’aeroporto alle 17:00… pensaci ok? “
“
si, ci penso… “
Lo vedo sparire oltre la soglia e subito
chiudo la porta, torno in salone e prendo di nuovo il foglio poggiato sul
tavolino, rimango fisso a guardarlo. Impossibile non riconoscere le due figure
che ho disegnato, io ritto in piedi, con la vecchia acconciatura di Filth in the Beauty ed Eriko ritta al mio fianco che
teneramente tiene la mia mano.
“
questo è quello che voglio? “
Mi tornano in mente le parole che mi ha
detto ieri
“in verità non
avevo capito quanto ti amassi fino a che non sei venuto a casa di Ryo con
Nayoko, presentandola come tua ragazza.. “
Mi sono sentito morire in quel momento,
perché non ho saputo dire nulla?
“ sii felice! Sempre Taka! Così sarò felice anche io “
Perché sono rimasto immobile come una
pietra?
“ non buttarmi fuori dalla tua vita “
Non lo farei mai, ma ora sto rischiando di perderti…
“ sei il primo a cui lo dico, per un po’ me ne torno in
Hokkaido.. “
Il ghiaccio si è impossessato del mio
corpo, ma ho saputo mentire bene… perché non ti ho
fermata? Perché non ti ho detto che ti amo?
Trasalisco a questa mia rivelazione, amo Eriko e lei
tra poche ore partirà per l’Hokkaido, non posso assolutamente permetterlo.
Guardo l’orario sono già le 15:00, tra due ore sarà in aeroporto per preparasi
a partire, devo sbrigarmi.
Corro verso la porta e infilo di corsa le
scarpe, prendo le chiavi dell’auto e di casa
“
Koron papà torna tra un po’ di ore “ dico al mio piccolo amico prima di chiudere la porta di casa
Scendo le scale, mi sembra di volare e non
di camminare, scendo fino ai garage dov’è parcheggiata la mia auto. In un
batter d’occhio sono già seduto sul sedile e avvio il motore, parto troppo
veloce e sento l’auto sgommare ops.
Devo sbrigare una faccenda importante prima
di poter andare da Eriko, devo dire tutto a Nayoko. Sento un dolore al centro
del petto, non mi piace far soffrire le persone, ma come ha detto Yutaka devo
scegliere quale dolore delle due sia più sopportabile per me.
Ed ora capisco che assolutamente non posso
pensare alle lacrime di Eriko, voglio vederla sempre con il sorriso sulle
labbra, sorriso che spesso ne ha fatto nascere uno anche sulle mie.
Sono costretto ad inchiodare di fronte ad
un semaforo che ha scelto proprio ora di divenire rosso, sbatto una mano sul
volante mentre impreco contro quel malefico aggeggio. Una passante mi manda un
occhiata disprezzante, come se fossi matto, la guardo alzando il sopracciglio e
mi costringo a non chiedergli che diavolo voglia.
Appena il semaforo mi fa la grazia di
mutare in verde riprendo la mia corsa verso casa di Nayoko. Il tragitto lo
impiego in trenta minuti, non farò mai in tempo!
Scendo di corsa dalla macchina e in poco
sono sotto casa della mia ragazza, suono il citofono pregando che ci sia. Prima
non mi è passato nemmeno per l’anticamera del cervello che potrebbe non
esserci.
“
chi è? “ la voce di Nayoko
raggiunge le mie orecchie un po’ metallica
“
Takanori “ rispondo con il
fiatone
Lo scatto del portone mi fa capire che mi
ha aperto, avevo dei dubbi? Ancora non sa nulla è normale che mi apra.
Prendo l’ascensore, mentre sale verso il
terzo piano mi guardo nello specchio e mi aggiusto i vestiti. Lo stomaco è
chiuso in una morsa stritolatrice, ora non entrerebbe nemmeno uno spillo,
nonostante siano le 15:30 passate ed abbia saltato anche il pranzo.
L’abitacolo raggiunge il piano e mi lascia
uscire aprendo le sue porte. Nayoko è fuori la porta che mi aspetta, indossa un
taglier, giacca e gonna neri e la camicia bianca
sotto, deve essere tornata da poco da lavoro.
“
cos’è successo? “ mi
chiede quasi allarmata
Mi fermo a due passi da lei, ha ragione non
è solito da me piombargli a casa in questo modo “ devo parlarti “ la voce mi esce quasi strozzata dall’ansia
La vedo preoccuparsi, mi guida all’interno
del suo appartamento, una volta seduti sul divano mi guarda
“
dimmi “ dice dolcemente
ma la sua espressione la smentisce, è tesa
Mi schiarisco la voce e punto i miei occhi
nei suoi “ ti devo parlare di una cosa
per me molto importante “
Annuisce senza emettere parola, credo che
si stia preoccupando
“
vedi.. io ieri.. ho parlato con Eriko… “
Si irrigidisce non appena menziono il suo
nome, decido di ignorare questa sua reazione e continuo
“
questa sera parte per l’Hokkaido… “
“
a si?! “ si intromette, mi
sembra felice di questa mia dichiarazione. Cosa che mi da letteralmente sui
nervi ma cerco di rimanere calmo
“
non ho finito Nayoko… “
Si incupisce un poco “ scusami, continua “
“
ha l’aereo per le 19:00 ma alle 17:00 sarà già all’aeroporto per il check-in… io non posso permettergli di partire… “
Mi guarda
interrogativa e sempre più preoccupata dal mio discorso
“ cosa stai tentando di dirmi Taka? “ mi chiede con un
filo di voce
“ mi ha detto che mi ama e dopo che partiva…. Io credo che lo faccia per non stare male per me… “
“ non è colpa tua di questa situazione, sei troppo
apprensivo Taka… lasciala andare e vedrai che poi
starà meglio “
“ ma io no… “ tengo il suo
sguardo, anche se quello che vedo non mi piace affatto.
Ora se la
pugnalassi non le uscirebbe nemmeno una goccia di sangue, è gelida di fronte a
me, gli occhi lucidi fissi nei miei, non li batte per non far riversare quelle
gocce salate sul viso.
Mi odio in questo
momento, ma se l’avessi presa in giro non me lo sarei mai perdonato ed in più
saremmo stati in tre a soffrire.
“ c..cosa stai dicendo? “ mi chiede con
voce rotta
“ che la amo… mi dispiace Na “
“ STAI SCHERZANDO?! “ grida alzandosi
di scatto ed interrompendomi una seconda volta, mi limito a guardarla non
sapendo bene quale parole pronunciare
“ non ci posso credere… “ sussurra
portandosi una mano al volto
Mi alzo e la
raggiungo, cerco di posargli le mani sulle spalle ma lei si scansa da me
“ Non toccarmi! “
Rimango
paralizzato con le mani ancora alzate “
non posso farci nulla se la amo… Nayoko mi dispiace… “
“ ti dispiace? Dici che ti dispiace? Allora rimani
con me! “
“ non posso.. non posso farlo per me che amo
un'altra donna, non posso farlo per Eriko che mi ama e sta per partire per
colpa mia e non posso farlo per te… capisci che non
sarebbe giusto? Non ti meriti di stare insieme ad un uomo che ama un'altra
donna..“
tengo un tono
calmo e gentile, in fondo questa situazione non è facile per nessuno.
Si accascia a
terra, le mani sul volto a coprire il pianto ormai divenuto incontrollato. Mi
si strazia il cuore a vederla così, mi inginocchio di fronte a lei e la prendo
tra le mie braccia, stringendola forte
“ mi dispiace “ sussurro
Lei si aggrappa
con forza alla maglia come a non volermi lasciare andare “ rimani con me amore… “
“ non posso Nayoko… non posso… “
“ vattene… “ un sussurro
appena udibile, lascia la presa e mi guarda diritta negli occhi. Ora quegli
occhi che fino a poco fa erano gentili e addolorati sono gelidi “ ti ho detto di andartene! … Vattene!!!! “
Mi alzo senza
parlare, volto le spalle alla donna che credevo di amare, donna a cui ho
spezzato il cuore. Prima di uscire per sempre da quella casa mi volto di novo
verso di lei, i suoi occhi sono puntati sulla mia figura
“ spero che un giorno tu possa perdonarmi “
Comincia piangere
di nuovo in singhiozzi mentre chiudo la porta di casa.
Scendo le scale
con una lentezza che farebbe invidia a una lumaca, ho il cuore e la testa a pezzi,
non volevo che per la mia felicità qualcuno dovesse soffrire. Appena esco
dall’edificio poggio la schiena al portone, sembra che le mie gambe stiano per
cedere, chiudo gli occhi sospirando ho bisogno di una pausa.
“ noi siamo all’aeroporto alle 17:00… pensaci ok? “
Sento la voce di
Yutaka rimbombarmi in testa, guardo l’orologio e mi accorgo che sono le 16:25,
sgrano gli occhi capendo che non ce la farò mai a raggiungere Eriko.
Corro di nuovo
verso l’auto e appena entro l’avvio, sgommando mi immetto nel traffico caotico
di Tokyo. Suono il clacson e impreco contro la marea di macchine che si parano
di fronte alla mia. Se vado avanti così non raggiungerò in tempo l’aeroporto e
lei partirà per l’Hokkaido.
Mi maledico per
non aver mai imparato a guidare le moto, ora mi avrebbe fatto proprio comodo.
Con una mano cerco il cellulare nella tasca di pantaloni, voglio avvertire
Yutaka che sto arrivando e che non faccia passare Eriko per il checkin ma non
lo trovo, per la fretta di uscire l’ho lasciato sul comodino in camera da
letto.
Oggi non me ne va
bene una!
Per raggiungere
la mia destinazione ho perso più di un’ora, spengo il motore appena trovo un
parcheggio libero all’interno del grande aeroporto che è quello di Tokyo.
Inizio di nuovo a
correre, sento i muscoli delle gambe mandarmi sfacciatamente a quel paese ma li
ignoro, ho altro a cui pensare ora.
Non facendo in
tempo a scansarmi e vado a sbattere addosso ad un signore
“ scusi! “ dico senza rinunciare alla mia folle corsa,
oggi sto infrangendo tutte le maledette regole che mi ero dettato per la buona
educazione.
Mi porto di
fronte al monitor dove c’è la lista dei voli, cerco con lo sguardo l’aereo che
porterà Eriko in Hokkaido. Appena lo trovo guardo in che uscita lo hanno
assegnato, la numero 57.
Do un occhiata in
giro per regolarmi da che parte devo andare, sulla sinistra trovo il cartello
che indica le uscite dalla 40 alla 60. Corro in quella direzione sperando in un
miracolo, se è già passata per il checkin non avrò modo di parlargli.
Sento la maglia
appiccicata al mio torace e alle spalleper via del sudore, mi passo una mano sulla fronte e sento anche i
capelli bagnati, non devo essere un bello spettacolo.
Intravedo da
lontano l’imbarco da me tanto bramato, il numero 57 spicca rosso e grande come
a prendersi gioco di me, sembra dirmi non
ce la farai mai.
Aumento, per
quanto mi sia possibile, la velocità ed intravedo le quattro figure dei miei
compagni, tutti guardano al di la della grande porta che divide i passeggeri dei
voli dalle persone che li accompagnano. Li raggiungo e appena mi fermo poggio
le mani sulle ginocchia, chinandomi appena, sono distrutto dalla corsa.
“ Taka! “ un coro giunge alle mie orecchie
“ parlate tutti insieme ora? “
“ che ci fai qui? “ mi chiede Kouyou
Ma come siamo
intelligenti! “ indovina un po’? “
chiedo
“ Eriko è già passata… “ è il leader a
parlare ora, gli altri ci guardano solamente
Non ci posso
credere, ho fatto tutto questo per cosa? per vederla partire comunque senza che
gli abbia detto che la amo da impazzire?
Sorrido amaro,
non mi preoccupo nemmeno di tenere un tono basso, la gente intorno a noi ci
guarda male.
“ ho fatto tutto per niente….
“ sussurro a me
stesso
“ cosa? “ dice Ryo
“ devo vederla… “ dico
“ stai scherzando? “ il commento di
Yuu
“ ti sembra che stia scherzando? “
“ calmati Taka “ si intromette Kouyou
“ calmarmi?! Io non mi calmo! Devo vederla! “
Ora le persone
che ci circondano sono voltate verso di me “
che avete da guardare è? “
“ camati Taka o ti porteranno
via.. “ la voce di Yutaka è dolce e pacata, poggia una sua mano sulla mia spalla
per calmarmi
“ Yutaka ti prego.. devo vederla…
“ la voce mi viene
spazzata da un singhiozzo che non sono stato in grado di reprimere, i ragazzi
mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite. Raramente mi hanno visto in
queste condizioni
“ tu la ami… “ la voce di Ryo è
sbalordita
Guardo negli
occhi il mio bassista, lo vedo stupirsi nel vedere le lacrime che ormai solcano
libere i miei occhi
“ sono un idiota Ryo… “
Il silenzio cade
tra di noi, un silenzio pesante che non riesco a sopportare. Nella vita non mi
piace perdere, ho sempre combattuto duramente e non mi sono mai lasciato
sconfiggere da piccoli o grandi intoppi. Sono sempre riuscito ad andare per la
mia strada, e non intendo perdere proprio ora
Stringo le mie
mani in due pugni, le braccia tese lungo i fianchi, mi volto verso quella porta
che non posso varcare
“ ERIKO! “ grido lasciando spiazzati anche i miei amici
Che la gente mi
prenda per pazzo, che mi arrestino pure ma io farò tutto ciò che posso per vederla.
“ ERIKO! “ grido di nuovo avvicinandomi al passaggio
La ragazza
addetta al controllo parla al microfono, probabilmente starà chiamando la
sicurezza ma non mi importa.
Yutaka si fa
avanti per fermarmi, lo vedo con la coda dell’occhio ma Ryo lo ferma e gli dice
qualcosa che non riesco a capire.
Grazie Ryo.
“ ERIKO! “ non smetterò fino a che non uscirà
“ signore lei non può stare qui, si allontani “
Come sospettavo
un uomo della sicurezza è venuto per sincerarsi che vada via
“ devo vedere una ragazza che è passata al checkin “ dico con tono calmo
ma fermo
“ mi spiace ma dovrà vederla in un altro momento “
“ forse lei non ha capito, io devo vederla ora “ non demordo
“ ERIKO! “ chiamo ancora sperando che mi senta e che non
abbia come al solito le cuffie dell’I-Pod nelle
orecchie
L’energumeno
della sicurezza mi prende per le spalle e mi spinge indietro “ signore, non mi costringa ad usare le
forze! “
“ mi dovrà buttare fuori a calci nel culo per farmi
muovere! “ urlo mentre mi divincolo dalla presa
I miei amici
giungono di corsa in mio aiuto
“ lo lasci, ci pensiamo noi! “ Yutaka usa la sua
ben conosciuta voce ferma per dare ordini
L’uomo della
sicurezza lo degna di uno sguardo assassino “
portatelo fuori di qui“
“ ok “
“ non ho intenzione di uscire! Devo vederla! “
“ ti vuoi far arrestare Taka? “
Sento il mio
corpo sgretolarsi sotto l’effetto delle parole di Yutaka, possibile che debba
finire così?
“ prenderò il primo volo per l’Hokkaido, non posso
lasciarla andare… “
Tutti mi
guardano, nei loro volti vedo le espressioni avvilite, mi dispiace anche per
loro. Abbasso la testa e fisso le mie scarpe, per ora devo rinunciare.
“ Taka? “
Rimango
paralizzato nel sentire quella voce, spero che non sia stato uno scherzo del
mio cervello. Lentamente mi volto verso la padrona di quella splendida voce
“ Eriko… “ sussurro troppo
felice per osare di più
“ ma che mi combini? Ti ho sentito gridare fino a
dentro.. “
Sorrido felice,
questo è un dono del cielo grazie!
“ non potevo lasciarti partire…
“
Inclina
leggermente la testa di lato, in un modo che mi fa letteralmente impazzire “ cioè? “
“ non posso vivere senza di te…
ti amo Eriko… “
Sgrana gli occhi
incredula “ ma.. tu…
“
Copro quel poco
di spazio che ci separava con un passo e la stringo in un abbraccio, poi la
guardo negli occhi “ niente ma.. ne se… ti amo e questo è tutto… “
Sorride felice
posando un dolce bacio sulle mie labbra, il contatto mi fa sentire completo e
felice. Ora ho tutto quello che ho sempre sognato, una famiglia, degli amici
che sono come fratelli, un lavoro che mi permette di fare ciò che amo e una
donna che mi faccia sentire completo e in pace con il mio essere turbolento.
Mi stacco
leggermente da quelle deliziose labbra “
vieni con me, torna a casa… “
Due lacrime
scendono lungo il suo volto, prontamente le asciugo con le dita “ si “ la sua fioca risposta sussurrata sulle
mie labbra.
Insieme a Eriko e
ai miei fratelli usciamo dall’aeroporto
“ poi ci dici bene che hai combinato e che avevi in mente… hai visto quanto era grosso quello? “ Ryo è sempre il
solito e cerca di scherzare
Rido di gusto ora
e Eriko con me, le nostre mani intrecciate ognuna bisognosa del contatto con
l’altra, proprio come nel disegno che ho lasciato a casa. Credo che lo regalerò
a lei
“ voi ridete? Quello lo accartocciava come un
pacchetto di sigarette vuoto… “ Kouyou ci mette
il carico da dodici
Tutti ridiamo, la
gente che passa ci guarda come fossimo pazzi, ma ora non mi importa. Ora non
conta più ciò che gli altri pensino di me, quello a cui tengo è che le persone
che amo siano felici.
“ andiamo a casa “ la voce di Yutaka ci riporta
in ordine e insieme a lui ci avviamo verso le auto.
@@@
Bene finalmente
come avete potuto vedere Ruki ha capito chi ama *pattaRuki* bravo ragazzo!
Poi farò una
statua a quel santo di Yutaka XD
Mi piacciono i
lieti fini, credo che ormai l’abbiate capito, anche se la storia non è finita! Ma
stò già pensando al prossimo capitolo e credo che en
uscirà qualcosa di sdolcinato. Ma non voglio svelarvi ancora nulla ^_^
Credo che debba
dirvi solo una cosina sul capitolo, la canzone che Ruki canta sotto la doccia è
Chizuru, la amo questa canzone e qualche giorno fa ho
visto anche la versione special del PV senza i
spezzoni del film. Posso dire che la amo ancora di più? Tutti quei pezzi della
ragazza legata, quando entra in acqua vestita da sposa sono rimasta così °O°
meraviglia!!!
Che sciocca! Quasi
mi dimenticavo, ho scritto questo capitolo con il POV di Ruki per far capire
bene i suoi sentimenti, altrimenti poteva sembrare un pazzo sclerato
XD
Ditemi se ho
fatto bene oppure no, sapete che ci tengo a quello che pensate *_*
Ora passo ai
ringraziamenti:
Nami_03: grazie
mille! si per l’altro capitolo sono stata molto più veloce, questa volta avete
aspettato tantissimo, mi spiace. Sono contenta che ti sia piaciuto ^_^ le
vacanze le ho passate benissimo rigatou <3
amyreita: spero che tutte le tue domande abbiano avuto
risposta in questo capitolo ^-^ Yutaka aveva capito i loro sentimenti e a modo
sua a dato una mano ai due. Povero Ruki, lui è un pochino tardo a capire le
cose ma l’importante è che alla fine ci sia riuscito *pattaRuki* scusa per il ritardo con cui ho aggiornato bye
<3
Cucciola_Suzuki: avevi capito bene, Yutaka aveva capito ma tesoro
lo sai che lui non si mette in mezzo a queste cose, almeno non così
platealmente U_U lui preferisce far capire le cose al
posto di dirle XD
Spero che la tua
pazienza sia stata ricompensata ^-^
*si nasconde perché ha paura della frusta* XDDD
Un grazie anche a
chi legge senza recensire, rigatou! Siete tutti nel
mio <3
P.S. il prossimo
capitolo concluderà questa storia ^_^
Il
viaggio di ritorno verso casa è stato un susseguirsi di risate, i ragazzi non
facevano altro che prendere in giro taka per come si è comportato
all’aeroporto. Credo che lo abbiano fatto per non cedere alla tensione che
inevitabilmente si è creata, è successo tutto così improvvisamente che ancora
non me ne rendo conto.
Guardo
Takanori alle prese con la serratura della porta del suo appartamento, non
vuole saperne di aprirsi con inevitabile borbottio di Taka
“ maledetta apriti “
Sorrido,
con una scusa banalissima i nostri quattro amici ci hanno lasciati sotto casa
sua, inventandosi un appuntamento che avevano tutti, tranne il vocalist.
Dall’espressione sorniona dipinta sul volto di Yuu ho capito le loro
intenzioni, volevano che restassimo da soli.
Alla
fine Taka riesce ad aprire la porta e mi invita ad entrare, lo seguo
all’interno dell’appartamento e mi riverso nel salone insieme a lui. Subito mi
torna in mente l’ultima volta che sono stata qui, di certo non è un bel ricordo
e lo scaccio subito.
“ mi devo decidere a sostituire
quella serratura “
È
imbarazzato lo sento, lui non è il tipo d’uomo che ci sa fare con le parole,
almeno che non si tratta di scrivere testi; in quel caso è una bomba. Ma come
può scrivere testi così belli e profondi, altrettanto non riesce a farlo per
esprimere a parole i suoi sentimenti. Ormai questa cosa di lui la so, e non ne
faccio un problema, quello che mi doveva dire me lo ha già detto.
“ si credo anche io che sia il caso
“
sorrido mentre gli parlo e lui mi dona un sorriso da spezzare il fiato
Koron
si avvicina al padrone e reclama la sua attenzione
“ che c’è piccolino? “
Taka gli dona delle carezze “ ora papà ha
da fare ok? “
Come
se avesse capito, Koron ritorna nella sua cuccia e si acciambella, pronto per
fare un sonnellino, è proprio un cagnolino intelligente.
Siamo
entrambi impacciati, però mi devo decidere a compiere qualche passo verso di
lui e così faccio fermandomi a pochi centimetri dal suo corpo, i nostri volti
vicinissimi.
“ ti amo Taka “
già mi ero dichiarata a lui, ma l’altra volta è stato doloroso dirlo.
Sapevo
con certezza che non lo avrei mai avuto e fu come dirgli addio, mentre questa
volta sento il cuore scoppiarmi e ardere d’amore, perché in fondo mi ero
sbagliata.
“ anche io ti amo “
Le
sue labbra si posano leggere sulle mie, il contatto mi fa rabbrividire, è da
tanto tempo che desideravo tutto ciò. Lo amo, già ne ero sicura ma ora lo sono
di più, approfondiamo quel bacio e lasciamo che le nostre lingue si rincorrano
sensuali.
Sento
le sue mani stringermi a se, accarezzarmi dolcemente. Quando porto le mie mani
dietro la sua nuca il bacio si fa più intenso, i nostri respiri diventano
affannati, i nostri corpi vogliosi l’uno dell’altro.
Taka
mi prende dal sedere alzandomi, prontamente incrocio le mie gambe intorno alla
sua vita. Lo sento camminare verso la stanza da letto, tutto ciò senza mai
interrompere questo bacio meraviglioso.
Quando
siamo dentro la stanza lui si chiude la porta alle spalle, continua a camminare
fino a che non mi adagia sul morbido materasso. Ci stacchiamo e rimaniamo a
fissarci per alcuni secondi che a me sembrano un’eternità.
Il
suo viso è bellissimo, persino il neo che ha sul mento mi fa impazzire, un
giorno glielo dirò, sicuramente ne rimarrà spiazzato visto che lui lo odia
tanto e lo fa sempre sparire con del pesante trucco. Credo che dovrò dirgli
anche che io praticamente lo adoro la mattina appena alzato, grazie al mio
lavoro ho potuto assistere al risveglio di tutti loro.
Amo
il suo carattere burbero, il suo lato buono (che nasconde molto bene), il
broncio quando qualcosa non va come dice lui, il suo sorriso e l’aria assorta
quando scrive. Non so se conosco tutte le varie sfaccettature del suo
carattere, ne ha così tanti che non mi sorprenderei a scoprirne di nuovi.
“ a che pensi? “
mi chiede in un filo di voce, mi sono talmente persa nei miei pensieri che non
mi sono accorta del tempo che passava.
“ a te…
che ti amo… “ dico alzando la testa
per baciarlo di nuovo, un bacio lieve ma egualmente emozionante
Mi
guardo intorno un po’ imbarazzata, non sono una bambina e so perfettamente che
stiamo per fare l’amore. Se mi mettessi a pensare a quante volte l’ho sognato
mi farei vecchia, ma ora sono qui, con lui sopra di me che si fa leva sulle
braccia per non gravare con il suo peso sul mio corpo. Anche se lo voglio con
tutta me stessa non posso fare a meno di essere agitata, non sono vergine
intendiamoci e nemmeno una santa, è la sua presenza a mettermi in agitazione.
La
stanza da letto di Takanori è molto semplice ed elegante, un alternarsi di bianco,
nero e grigio. La struttura del letto è nera ma le coperte sono bianche, adoro
questo accostamento, a terra c’è un grande tappeto grigio perla che da un tocco
di eleganza. I due comodini ai fianchi del letto sono in coordinato, tutto
rigorosamente nero, mentre il grande armadio è si nero ma l’intera superficie è
formata da specchi. Posso vedere le nostre immagini riflettersi su di esso.
“ anche io ti amo Eriko “
mi bacia il collo e un gemito esce incontrollato dalle mie labbra.
Si
scansa un pochino da me per guardarmi in viso e sorride malizioso
“ non ridere così “
lo riprendo, dandogli un leggero schiaffetto sulla spalla
“ sei tutta rossa “
ora ride di più
Lo
guardo allibita, poi minacciosa alzando entrambi i sopraccigli “ la metti in questo modo? “ chiedo
falsamente alterata
Lui
non smette di ridere “ scusa, ma sei
buffa tutta rossa ed eccitata “
“ ok…
allora se la metti così, non sono io quella che ha il suo amichetto bello
sveglio “
Ora
è il suo turno di mettere su una faccia allibita, sorrido soddisfatta.
“ ma cosa dici Eriko! “
“ solo la verità “
dico divertita
“ sei tutta matta….
E ti amo anche per questo “
Senza
staccare i suoi occhi dai miei, lo vedo cambiare espressione, diventa più serio
e il suo sguardo muta da divertito a passionale. Porta le mani a sbottonare lentamente
i bottoni della camicetta che ho indossato questa mattina. Sento il mio cuore
correre all’impazzata, più apre la mia camicia più il mio cuore accelera la sua
corsa.
Arriva
all’ultimo bottone, fa uscire anch’esso dall’asola e apre i lembi della
camicia, facendomi rimanere in reggiseno di fronte a lui. Takanori sposta lo
sguardo dai miei occhi al mio corpo e poi risale lentamente, il mio petto si
alza e si abbassa a un ritmo troppo veloce.
“ sei bellissima “
Arrossisco
ancora di più, sento le gote andarmi in fiamme, ho bisogno di fare l’amore con
lui. Senza proferire parola, faccio scivolare la sua t-shirt fino a
sfilargliela completamente, poi con un gesto secco la lancio lontano da noi.
Faccio la stessa cosa che ha compiuto lui poco fa, lo osservo, i fianchi
stretti, la vita fine, il piercing sul capezzolo, è meraviglioso.
“ sei bellissimo “
uso le sue stesse parole ed entrambi sorridiamo.
Ci
baciamo di nuovo con passione, ma riusciamo a tenere un ritmo ancora
controllato. Gli slaccio la cintura e piano faccio scendere anche la zip dei
Jeans, una volta riuscita nell’intento faccio scivolare lentamente i pantaloni
e lo libero di quell’indumento lasciandolo solo con i boxer.
Mi
accorgo del sollievo che prova ora essendo più libero, mentre porta entrambe le
mani sotto la mia gonna. Mi accarezza piano le cosce poi mi toglie anche
quell’indumento, lasciandomi solo in intimo.
“siamo quasi pari “
sussurra al mio orecchio leccandolo
Rabbrividisco
“ quasi “ sussurro
Taka
si scosta da me, mi slaccia il reggiseno e lo lancia lontano, mi accarezza il
collo scendendo poi con entrambe le mani sui miei seni. Indugia un po’ di tempo
su di essi, mentre non posso fare a meno di contorcermi sotto i suoi tocchi
esperti. In fine abbandona anche quel giaciglio, senza scostare le sue mani
dalla mia pelle scende lungo la pancia, arrivando all’elastico delle mutandine.
Ci infila due dita dentro alzando lo sguardo e puntando i suoi occhi marroni
nei miei, senza distoglierli fa scivolare via anch’esse, la stessa fine fanno i
suoi boxer.
Entrambi
ci sistemiamo meglio e lui prende posizione tra le mie gambe, ora come non mai
ho la necessità di sentirlo dentro di me.
Facciamo
l’amore molto dolcemente, i nostri gemiti riempiono la stanza, i nostri corpi
sudati si strusciano bisognosi di contatto. Entrambi arriviamo all’apice del
piacere con un gemito strozzato, alcune lacrime scendono indolenti dai miei
occhi, frutto del troppo piacere.
Il
corpo di Taka si adagia sul mio, entrambi siamo stanchi quasi stremati, mi
piace sentire il suo peso su di me, mi fa sentire protetta ed amata. Lentamente
i nostri respiri si fanno più regolari, la stanchezza ci aiuta ad
addormentarci.
L’ultima
cosa che penso prima di scivolare nel sonno, è che sto bene.
Apro
lentamente gli occhi, cercando di capire che ora possa essere. Nessun rumore
giunge alle mie orecchie, ma questo non è un indizio valido, visto i doppi
vetri che ha installato a casa Takanori, con essi non giungerebbe nemmeno il
suono di una bomba. La stanza è avvolta nel buio, ma neppure su questo mi posso
basare, le tende erano ben tirate quindi potrebbe anche essere mezzogiorno.
L’unica cosa che mi rimane da fare e guardare la sveglia, appena i miei occhi
la mettono a fuoco riesco a vedere che sono le 11:00.
Taka
dorme tranquillo accanto a me, sembra un bambino, il respiro lento e la bocca
piegata in un leggero sorriso. Gli scosto una ciocca di capelli, e gli bacio la
fronte prima di scendere silenziosamente dal letto. Mi infilo una sua maglietta
e i suoi pantaloni, in fin dei conti non ho vestiti con me e non ho voglia di
mettermi la gonna con la camicia.
Esco
dalla stanza senza far rumore, non voglio che si svegli, e chiudo la porta.
Saluto
Koron con una carezza e vado in cucina, spero di trovare qualcosa di decente
per preparare la colazione.
Subito
metto il riso a cuocere, nel frattempo preparo tutto il resto della colazione,
per fortuna la cucina era ben fornita.
Dopo
aver finito di cucinare, sistemo il tutto sul tavolino e controllo che sia
tutto ok prima di andaresvegliare il
mio amore.
Quando
entro nella camera da letto noto che qualcosa non va, Taka non è a letto.
Lascio la porta aperta e entro di più, mi spavento sentendo la porta sbattere
alle mie spalle, mi giro e non faccio in tempo a schivare un Takanori che mi si
lancia addosso facendomi cadere sul letto.
“ ma sei impazzito? “
dico ridendo come una scema “ mi ha fatto
spaventare! “
“ scusa amore, ma tu non devi
alzarti senza di me “ mi dice prima di baciarmi con foga
“ ok, ma io ho preparato la colazione… “
“ davvero? “
mi dice scattando in piedi
“ certo che è vero “
Spalanca
gli occhi “ menomale, perché ho una fame!
“
Scoppio
in una fragorosa risata “ allora andiamo
a mangiare “
“ si andiamo “
mi porge la mano e io l’afferro senza indugiare, lo seguirei anche all’inferno.
Insieme
andiamo in cucina e con noi viene anche Koron, capisco la motivazione che lo
spinge ad andare ovunque vada Taka, non si può fare a meno di amarlo.
“ ma è meraviglioso, deve essere
proprio buona “
“ grazie amore mio “
dico felice, sono contenta che abbia apprezzato
Mangiamo
tutto e qualche volta Taka, da dei pezzettini di pesce anche a Koron che
apprezza volentieri.
Finito
di magiare lavo tutto mentre Takanori si prepara per andare a lavorare, oggi
deve vedersi con Yutaka alla PS per definire alcune questioni di grafica.
Mentre
Taka è in bagno io mi vesto con i vestiti che indossavo ieri, mi cambierò una
voltacasa. Lo sento uscire dal bagno,
mi volto e lo vedo appoggiato allo stipite della porta, è bellissimo. Non
indossa nulla di particolare, jeans neri che gli fasciano perfettamente le
cosce e una maglietta a maniche lunghe bianca, nella sua semplicità è
meraviglioso.
Mi
avvicino a lui con passo leggero, poso un dolce bacio sulle sue labbra e lui
subito mi stringe a se.
“ se non ti sbrighi farai tardi “
“ lo so…
ci vediamo dopo? “
“ certo, quando hai finito fammi uno
squillo così ci mettiamo d’accordo ok? “
“ perfetto “
Ci
diamo un piccolo bacio prima di uscire di casa ed andare ognuno per la propria
strada.
Non
faccio in tempo a chiudere la porta di casa che sento il citofono suonare,
corro a rispondere
“ chi è? “
“ Kouyou “
Sorrido
felice, sarà venuto sicuramente per impicciarsi ma gli voglio troppo bene,
quindi va bene.
Apro
sia il portone che la porta di casa, aspetto che salga
“ ciao tesoro! “
dice allegro prendendomi in braccio e facendomi girare
“ buongiorno “
rido come una bambina
“ hai visto che bello!! Taka ti
ama!! Avete fatto l’amore? “ mi dice posandomi a
terra
“ ma che mi chiedi! “
gli do uno schiaffo sulla spalla, quasi come ho fatto ieri al mio amore, a quel
pensiero divento ancora più rossa se possibile
“ è ovvio che avete fatto l’amore,
si vede dalla tua espressione “
Divento
tutta rossa dalla vergogna “ Kouyou!! “
Lui
se la ride di gusto, sorpassandomi e andando a sedersi sul divano, lo seguo
“ non sei felice? “
mi chiede serio
“ ma stai scherzando? Sono al
settimo cielo! Non potrei mai chiedere di meglio “ rispondo
con tono netto e deciso
“ e noi siamo felici per voi “
So
che quel noi è riferito a loro quattro, ma di più a lui e Ryo, loro più di
qualsiasi persona hanno vissuto il mio dolore. Se pur in silenzio, senza
calcare troppo la mano, mi sono stati accanto, a volte facendo finta di nulla,
a volte consolandomi in silenzio.
“ grazie “
sussurro cercando di trattenere qualche lacrima di emozione
“ non piangere ora “
un sorriso da gatto si stampa in faccia al mio migliore amico
“ sto cercando di resistere “
Kouyou
si alza dalla sua posizione e si avvicina a me, mi tira per un braccio e mi
avvolge in un abbraccio che mi trasmette tutto l’affetto che prova nei miei
confronti. Cerco di stringerlo il più forte possibile, per fare altrettanto con
lui, da quando ci siamo conosciuti siamo rimasti sempre insieme, per quello che
la vita ci ha permesso e ora sento di volergli un bene profondo, come fosse mio
fratello.
Ci
stacchiamo da quell’abbraccio senza dire nulla, non c’è bisogno di parlare,
entrambi abbiamo sentito quello che dovevamo dirci.
“ insomma se non mi racconti nulla,
ho io una cosa da dirti! “
Lo
guardo curiosa “ cosa? “ di certo non
ho intenzione di raccontargli cosa abbiamo fatto ieri io e Taka
“ uffa dai! Almeno qual cosina me la
vuoi dire? “ mette su un broncio da bambino
Alzo
gli occhi verso il cielo, con fare esasperato “ ok, solo perché sei troppo insistente “
Kouyou
comincia a saltellare e sbatte ripetutamente le mani, in questi casi, quando si
comporta in questo modo, non so se abbia ventotto anni o solamente cinque,
sorrido alla vista di quella scena
“ è stato tutto molto romantico e… bellissimo “
Gli
occhi del mio migliore amico brillano di felicità, però non parla credo che
voglia sentire qualcos’altro
“ basta, non ti dirò altro… “
“ ok, me lo faccio bastare “
“ davvero? “ chiedo
sconcertata, credevo che avesse insistito
“ davvero! Poi mi farò raccontare
tutto da Taka “ calca il tono sulla parola tutto
Lo
guardo sbigottita “ non ci provare! Tanto
non ti dirà nulla “
“ lo dici tu…
“
mi dice alzando un sopracciglio
Scoppiamo
entrambi a ridere, quando smettiamo riesco finalmente a parlare
“ allora cosa volevi dirmi? “
“ ah si! Ryo appena vede Taka gli
farà la ramanzina “
“ cosa? “
“ hai capito bene, anche se lui è
suo amico, tu sei la sua << sorellina >> quindi deve comportarsi da
fratello maggiore “
“ ma non ci posso credere! “
“ lo sai com’è fatto Ryo “
da una scrollata di spalle
“ me lo immagino Ryo che gli fa la ramanzina,
mentre Taka lo guarderà storto e poi lo manderà a quel paese “
rido di gusto, peccato che non assisterò mai a questa scena
“ già, peccato che non la vedremo
mai “ aggiunge Kouyou ridendo, come se mi avesse letto nel
pensiero
“ Già, che ne dici se questa sera
mangiamo tutti qui? “ riesco ad aggiungere tra le risate
“ sarebbe una bellissima idea,
dobbiamo festeggiare “
“ perfetto allora tu dillo agli
altri, io vado a fare la spesa ok? “
“ e io ti aspetto qui? “
“ si aspettami qui, lo so che non ti
piace andare a fare la spesa e poi non vorrei che qualche ragazza scalmanata ti
riconoscesse “
Ci pensa un attimo su “ forse hai
ragione, non sono abbastanza mascherato “
“ no direi proprio di no “
sorrido mentre mi avvio verso la porta di casa
Mi
infilo le scarpe e mentre controllo di avere tutto ciò che mi occorre per
uscire, sento Kouyou parlare al telefono, si sta mettendo d’accordo con gli
altri.
Oggi
non è proprio quella che si chiama, una bella giornata di sole; il cielo è terso
coperto da nuvole grigie e pesanti, sembra che debba piovere. Il tipico tempo
che piace tanto al mio amore, rimango a guardare le nuvole sopra la mia testa
per un po’ prima di avviarmi verso la macchina.
Una
volta messa in moto accendo lo stereo, le prime note di Kimi ga Mattieru Kara giungono alle mie
orecchie, canticchiando mi immetto sulla strada. Il viaggio fino al
supermercato non mi ruba molto tempo per fortuna, entro nel negozio e mi dirigo
verso gli scaffali dove so che è esposto il cibo che mi occorre per la cena.
Scelgo
con cure tutti gli ingredienti con cura, cercando di evitare le verdure, Ryo le
odia ed io cerco di accontentare anche lui, impresa non da poco visto che la
nostra cucina tradizionale si basa molto sulle verdure.
Una
volta finito, guardo il carrello cercando di fare mente locale, non vorrei
tornare qui nell’eventualità mi fossi dimenticata qualcosa, sembra che abbia
preso tutto.
Mi
dirigo verso le casse ma vengo trattenuta da una mano che afferra il mio
gomito, mi volto per vedere chi sia e rimango paralizzata nel vedere il volto
di Nayoko gelido come il marmo.
Non
riesco a parlare, mi dispiace per lei non deve essere facile perdere Takanori,
ma se ci amiamo non è colpa di nessuno dei due.
“ ci sei riuscita alla fine! “
“ … “
“ hai il fegato di fregarmi l’uomo
ma non di parlarmi? “
“ mi dispiace “ vengo
interrotta
“ ti dispiace?! “ mi
guarda con odio
“ anche se non ci crederai è così “ cerco
di tenere un tono calmo, anche se lei fa tutt’altro
“ sei solo una puttana! “
“ non posso parlarti se sei in queste
condizioni “ mi volto per andarmene ma vengo
trattenuta di nuovo da Nayoko
“ credi che durerà tra voi? Sei solo
un’illusa! Ti mollerà per la prossima puttana che incontrerà! “
Non
mi lascio scalfire dalle sue parole, so che le pronuncia solo per rabbia, vuole
farmi male perché io ne ho fatto a lei.
“ non credo che andrà a finire in
questo modo, Takanori mi ama “ dico sicura, non c’è
ombra di dubbio nella mia voce. Ho visto la sincerità delle parole che Taka ha
pronunciato ieri, ed anche se mi dispiace sinceramente per lei, sto cominciando
ad arrabbiarmi quindi è meglio che vada.
Il
suo volto si contrae in una smorfia tra dolore e rabbia, quasi mi mette paura
“ ci rivedremo e sappi che quel
giorno Taka tornerà mio! “ ringhia tra i denti prima di
sorpassarmi
Rimango
immobile tra le corsie del supermercato, cercando di elaborare l’ultima frase
da lei pronunciata. Mi volto e vedo la figura di Nayoko allontanarsi con passo deciso,
il dolore l’ha fatta impazzire.
Mi
costringo a muovermi, altrimenti rimarrei qui ferma senza muovere un passo,
ancora sconcertata dalle parole di Nayoko, raggiungo le casse e in poco ho
pagato il conto. Raggiungo l’auto e vi deposito le buste contenenti il cibo e
le bevande, mi sento scossa ma cerco di non pensarci più.
Circa
dopo dieci minuti sono già sotto casa, parcheggio e chiamo Kouyou
“ pronto “
“ Kou chan per favore scendi, così
mi dai una mano con le buste? “
“ certo tesoro scendo subito “
Lo
vedo affacciarsi dalla finestra del mio appartamento, mi fa un gesto con la
mano per salutarmi e io rispondo sorridente, dopo di che lo vedo sparire dentro
casa.
Intanto
che aspetto che scenda apro il bagagliaio dell’auto e poggio le buste a terra,
mi sono fatta prendere la mano e ho comprato una montagna di cose.
“ Eriko “
Mi
sento chiamare da dietro le spalle, la voce la riconosco bene, un brivido
gelato mi percorre il corpo e mi volto verso la persona che mi ha chiamata
“ N..Nayoko “ non
mi ero accorta della sua presenza
“ ci rivediamo presto è? “
“ cosa vuoi? “
la mia voce trema data l’agitazione che non riesco a controllare. L’unica cosa
che mi da un po’ di sollievo è che tra poco Kouyou sarà qui
“ che tu muoia! “
Mi
sembra che il tempo vada a rallentatore, ma in realtà va velocissimo come di
consueto. Non riesco a capire le sue intenzioni, quindi di conseguenza non
riesco a fermare il suo gesto insano.
Un
dolore che non avevo mai provato all’altezza dell’addome mi fa urlare, mi piego
su me stessa portando entrambe le mani sul manico del coltello che Nayoko ha
affondato nella mia pancia, mentre lei si allontana leggermente da me.
Cado
a terra sopraffatta dal dolore “ ai..utami “ allungo una mano in sua direzione
“ ora Taka sarà mio…
“
dice prima di scappare via, afferrando la mia borsa e portandola con se
Rimango
da sola, sento le forze abbandonarmi, mi guardo le mani, sono tutte piene di
sangue e ne vedo tanto anche a terra. Riesco a sentire l’odore acre e quasi
metallico del mio sangue che esce copioso, ora sono sdraiata a terra e non riesco
nemmeno a chiedere aiuto.
“ ERIKO! “
La
voce di Kouyou mi giunge fioca e lontana, gli occhi mi implorano di chiudersi
“ Eriko, o dio che ti hanno fatto?! “
vedo la figura del mio amico inginocchiarsi di fianco a me, prende la mia testa
e le poggia sulle sue gambe
“ Kouyou “
non sono sicura di essere riuscita a parlare
“ sscc piccola
ci penso io ora “ dicecon voce tremante, alcune lacrime
solcano i suoi occhi
Lo
vedo prendere il telefono e chiamare i soccorsi, mentre con l’altra mano tiene
il manico del coltello. Di nuovo gli occhi mi si chiudono ma questa volta non
chiedono il permesso, sono più forti loro; mi sento schiaffeggiare piano il
viso da Kouyou che dice qualcosa, forse sta anche gridando ma ormai sento ben
poco del mondo accanto a me.
Il
dolore si è affievolito, ora è sopportabile, forse sto morendo perché ora non
sento nemmeno più le gambe è come se il mio corpo sia composto solo dal busto.
Penso
a Takanori, incapace di fare altro. Sono contenta che almeno abbia fatto l’amore
con lui una volta, lo amo con tutta me stessa e non vorrei lasciarlo, il
destino è stato crudele con noi.
Alcune
lacrime scendono dai miei occhi chiusi, la sirena dell’ambulanza irrompe nel
silenzio che si era creato. Insieme a lei ora sento anche urla e un pianto
disperato, riconosco che è la voce di Kouyou, forse lui ha sempre gridato anche
quando io non lo sentivo più.
Mi
sento sballottare e alcune voci parlano con il mio amico, gli chiedono cosa sia
successo, ma lui non lo sa perché è arrivato dopo, lui non ha visto Nayoko
accoltellarmi.
“ N…na… “
“ stia calma signora, siamo dottori
ora la cureremo “
Cerco
di aprire gli occhi, però mi è quasi impossibile “ Ko..uy..ou “
Lui
prontamente mi afferra con forza la mano “
sono qui tesoro, non ti lascio “
I
paramedici mi infilano nell’ambulanza e Kouyou sale con noi, non voglio che mi
lasci la mano, è come se qual contatto tra di noi riesca a tenermi in vita. Ho paura
di morire, voglio rimanere qui con loro, sentire di nuovo le loro risate, le
dolci labbra di Taka posarsi sulle mie, la voce lagnosa di Ryo dirmi che non
gli piacciono le verdure.
Finalmente
riesco ad aprire leggermente gli occhi, devo sforzarmi per mettere a fuoco
quello che mi circonda, riconosco l’interno dell’ambulanza, sento, anche se
ovattato, il suono della sirena. Volto lo sguardo su Kouyou che ha il viso
pieno di lacrime e contratto nella sofferenza, cerco di sorridergli ma non so
quale sia il risultato finale. Guardo le nostre mani unite e piene di sangue,
vorrei tanto vedere il volto del mio amore prima di morire.
“ ti…
voglio bene… Kou “ faccio fatica a
parlare
Lui
si china verso di me “ anche io tesoro,
ma stai buona, siamo quasi arrivati “
“ di a Taka che lo amo “
riesco a dire non con poco sforzo
Kouyou
singhiozza “ glielo dirai tu! “
Sorrido
un ultima volta prima che i sensi mi abbandonino. Tutto diventa buio e
silenzioso.
Un
rumore lento e cadenzato mi fa emergere dalle ombre dove ero caduta, mi sento
stanca e scombussolata. Riesco a muovere le dita della mano
“ Eriko… “
un sussurro
Riconoscerei
questa voce in capo al mondo, è il mio Taka. Finalmente riesco ad aprire gli
occhi, sono in una stanza bianca, intorno al mio letto ci sono tante persone. Li
guardo uno ad uno, non riuscendo a capire cosa sia successo, non ricordo nulla,
tutto mi appare come ovattato.
Ci
sono Ryo, Kouyou, Yutaka e Yuu, i miei genitori, Taka è seduto su una sedia di
fianco al mio letto e mi tiene la mano, ha gli occhi gonfi e rossi, sembra che
abbia pianto, più in la scorgo la figura di Sakai il loro manager.
“ cos’è successo? “
Kouyou
scoppia a piangere, singhiozzando come non lo avevo mai sentito. Mi volto verso
di lui e vedo Ryo prenderlo per un braccio e poi stringerlo forte a se “ è tutto passato “ gli sussurra, anche
i suoi occhi sono nelle stesse condizioni di taka.
Ora
che ci faccio caso, tutti hanno un espressione grave in volto e tutti sembrano
aver pianto.
“ amore “
Taka richiama dolcemente la mia attenzione
Mi
volto verso di lui, ora capisco cos’era quel << bip-bip
>> che sentivo, è il macchinario che monitorizza il mio battito cardiaco,
quindi sono in ospedale.
“ amore “
sussurro
“ non ti ricordi cosa ti è accaduto?
“
mi carezza il viso
Cerco
di pensarci, ma l’unica cosa che ricordo è di essere uscita a fare la spesa,
poi tutto diventa nero, scuoto leggermente la testa.
Takanori
sospira “ ti hanno aggredita nel
parcheggio, per rubarti la borsa “ dice con un filo di voce
Rimango
sconcertata per un attimo, poi come se stessi guardando un film, tutto mi
ritorna in mente, una sequenza di immagini tremende che ricompongono gli ultimi
avvenimenti.
Sbarro
gli occhi, si sono stata aggredita, si mi hanno accoltellato per uccidermi, ma
no, non è stato un ladro. È stata Nayoko per riprendersi il suo uomo.
Taka
si accorge del mio stato “ stai
tranquilla ora, è tutto finito… i dottori hanno detto
che non sei più in pericolo di vita “ calde lacrime solcano i suoi occhi.
Mia
madre comincia a piangere stringendosi al petto di mio padre che la stringe a
se, li guardo e mio padre mi regala un sorriso tra le lacrime.
Ora
non so che dire, ne che fare, l’unica cosa che il mio cervello riesce a
realizzare è che Nayoko voleva uccidermi e solo per poco non è riuscita nel suo
intento.
Il
mio cuore accelera la sua corsa, i miei occhi si sbarrano ancora di più, alcune
lacrime sgorgano dai miei occhi. Tutti si fanno più vicini e si stringono
attorno al mio letto, Kouyou mi afferra l’altra mano libera
“ tesoro stai calma ora, devi stare
tranquilla “
“ chiamate il dottore “
la voce di taka è allarmata
Vedo
Yuu sparire oltre la soglia, lasciando la mano di Kouyou, pronto a fare ciò che
Taka ha chiesto.
“ tu.. non l’hai vista….
“
la mia non è una domanda, ma un affermazione rivolta al mio caro amico
Kouyou
mi guarda spaesato, tutti gli altri presenti guardano me e poi lui
“ chi tesoro? Chi non ho visto? “
Guardo
tutti i presenti, poi mi soffermo sul volto del mio amato “ è stata Nayoko “
Takanori
si irrigidisce, mi sembra che si sia trasformato in una statua di marmo, se non
avessi vissuto in prima persona l’accaduto non ci avrei creduto nemmeno io.
Nayoko
mi era sempre parsa una ragazza tranquilla, per quanto il nostro rapporto
conflittuale poteva permettere. Certo, era decisa nelle sue convinzioni ma
questo credo che sia normale, ma mai e poi mai avrei pensato che poteva
commettere un gesto simile.
“ che stai dicendo? “
Ryo ringhia come un animale inferocito
Mi
rivolgo a lui “ mi ha aggredita, voleva
uccidermi per riprendersi Taka “ quando pronuncio il suo nome sposto lo
sguardo e lo punto nel suo.
Gli
occhi di Takanori si spalancano all’inverosimile “ è impazzita “
L’entrata
del dottore ci distrae tutti
“ dovreste uscire, in modo che possa
visitare la paziente “ dice con tono calmo a tutti i
presenti
Tutti
annuiscono se pur ancora scossi dalla mia dichiarazione
“ ti amo “
dico prima di lasciare la mano al mio amore
“ ti amo anche io amore mio “
il sorriso che mi dona mi riempie il cuore di calore.
Mentre
li vedo uscire dalla stanza penso a quello che stanno provando ora, so che
cercano di mantenere la calma per me, ma in realtà i loro animi stanno
ruggendo.
Nonostante
sia passato un mese dall’aggressione di Nayoko, ancora non riesco a vivere
normalmente. Non è che io non voglia o non ce la faccia, ormai la ferita è
guarita ed ho ripreso a pieno le mie forze, ma i miei cari amici, tra cui il
mio ragazzo fanno a gara per aiutarmi a fare tutto. Tra poco non mi stupirei se
mi dicessero che vanno al bagno al posto mio.
Sorrido
ormai rassegnata guardando Ryo che sparecchia al posto mio, credo che con
questo abbia detto tutto, Ryo che sparecchia è un guinness dei primati.
Mi
alzo da tavola, cercando con aria indifferente di non farmi notare
“ che fai amore? “
ecco che il mio amato Taka comincia
“ vado in cucina a dare una mano a
Ryo, non vorrei che mi sfasciasse la cucina “ finalmente siamo
riusciti a fare quella cena che dovevamo fare un mese fa’. Ora oltre a
festeggiare la nostra relazione, festeggiamo anche la mia guarigione
“ ce la può fare “
mi dice dolcemente
“ ok, allora io controllo solamente
ok? “
“ va bene ma stai attenta “
mi dona un bacio a fior di labbra
Gli
sorrido rispondendo al bacio, mentre mi avvio verso la cucina lo sento che
riprende a parlare con Yutaka.
Come
immaginavo Ryo è in difficoltà, cerca di capire come si mette in funzione la
lavastoviglie
“ dannato aggeggio “
borbotta
Sorrido
e mi avvicino a lui “ serve una mano Ryo?
“
Si
volta verso di me “ che ci fai qui? “
“ corro in tuo soccorso contro il
dannato aggeggio “ lo pendo in giro
Mi
guarda male ma poi scoppia a ridere “ non
sono portato per queste cose “ ammette infine
“ Lo so, sono qui apposta “
Sotto
la sua stretta sorveglianza, neanche potessi correre chi sa quale rischio
stando in cucina, metto in funzione la lavastoviglie
“ ecco fatto, ora andiamo di la “
“ si andiamo “
La
tavola è tutta sparecchiata e ora al centro del tavolo c’è il vaso con i fiori,
sono proprio eccellenti questi ragazzi.
Si
sono spostati tutti sul divano e poltrone, la tv è spenta visto che stanno
parlando tra di loro.
“ che ne dite di una sfida all’ultimo
sangue? “ Ryo corre incontro ai suoi amici
Un
coro approva la richiesta del biondo bassista, ti pareva che passava una serata
senza giocare alla PS3?
Mentre
tutti sono indaffarati a montare la consolle, io rimango a guardarli in piedi,
vedo Taka avvicinarmisi
“ andiamo di la? “
mi chiede sussurrandomi nell’orecchio
Annuisco,
lui si volta verso gli amici “ ragazzi
noi andiamo a riposare, voi fate come se non fosse casa vostra “ usa
un tono duro, ma il sorriso che ha sulle labbra lo inganna.
Yuu
ci guarda alzando un sopracciglio “ ora
si chiama riposare? “ tutti scoppiano a ridere e con loro anche noi due.
Facciamo
finta di nulla e andiamo in camera chiudendoci la porta alle spalle. Subito Taka
mi bacia con passione e io non mi faccio ripetere l’invito due volte, mi sento
spingere lievemente da lui e la mia schiena aderisce alla porta; mi prende le
mani nelle sue e le porta all’altezza del mio viso, schiacciando anch’esse su
di essa.
L’eccitazione
cresce in me come in lui, abbiamo passato tanto tempo senza poter fare l’amore
per via della mia ferita, ed ora stiamo riprendendo appieno il tempo perduto.
Takanori
si stacca leggermente da me, poggia la sua fronte contro la mia e mi guarda
dritta negli occhi. Anche se ora è un po’ che stiamo insieme quello sguardo
riesce a mettermi in soggezione comunque, è così appassionato e travolgente.
“ ti devo dire una cosa importante “
mi dice
“ ok “
Mi
lascia andare e si siede sul letto, io lo seguo in silenzio, ha il volto serio,
credo che sia in difficoltà perché si gratta dietro la nuca.
“ dimmi “
dico una volta che mi sono seduta al suo fianco
Lui
punta il suo sguardo nel mio “ aspettami qui
“
Annuisco
e lo guardo mentre si porta di fianco alla piccola sedia posta vicino all’armadio.
Lì c’è il suo cappotto nero, lo vedo frugare in una delle tasche e tirarne una
piccola scatoletta nera, poi con passo lento torna da me ma non si siede,
rimane in piedi e mi fissa.
Ingoio
a vuoto, cercando di non far galoppare troppo in fretta la mia testa. Lui mi
prende la mano con la quale non stringe la piccola scatola, poi lentamente si
inginocchia di fronte a me, non posso credere a quello che sto guardando.
“ ti ho quasi persa amore, ora non
voglio perdere nemmeno un minuto della mia vita con te “
Sento
il mio corpo tremare ma decido di ignorarlo “
ti amo Taka, sei tutta la mia vita “ dico senza sapere bene cosa dire
“ davvero? “
mi chiede
“ certo amore e non c’è bisogno che
te lo dica, dovresti saperlo bene “
Sorride
“ si lo so…Eriko…. Vuoi sposarmi? “ dicendo questo lascia la mia
mano per aiutarsi ad aprire la scatolina
Rimango
senza fiato, non tanto per il bellissimo solitario che mi ha mostrato, ma per
le sue parole. Parole che ha pronunciato con tutto l’amore che prova nei miei
confronti. Senza che io voglia, comincio a piangere di gioia, è un emozione
troppo forte da contenere, lui lo sa e mi sorride dolcemente.
“ si taka, certo che voglio! “
gli salto in braccio e lo faccio cadere a terra con me sopra, per fortuna il
tappeto morbido attutisce la caduta.
Ridiamo
abbracciati, poi lui mi infila l’anello al dito. Lo guardo con amore e lui
ricambia.
Ci
alziamo portandoci sul letto, facciamo l’amore sentendo le risate e le urla dei
ragazzi che nell’altra stanza si stanno ancora sfidando alla PS3.
Non
cambierei nulla della mia vita, nemmeno il dolore e l’aggressione provocata da Nayoko,
la quale è stata arrestata per tentato omicidio, perché tutto questo mi ha
portato dove sono ora, cioè tra le braccia di Takanori.
Stando
qui a farmi accarezzare i capelli da lui, capisco che ne è valsa la pena, ho
tenuto duro e ce l’ho fatta, rifarei tutto da capo perché lui è l’unica ragione
della mia vita.
E
da ora in poi niente e nessuno ci potrà dividere, sorrido mentre penso che tra
poco sarò la Signora Matsumoto.
The End!
Grazie a:
Cucciola_Suzuki tesoro spero che questo cap. ti piaccia
e grazie per il supporto! ^^
amyreita: carissima scusa per il
ritardo, ma non riuscivo a scrivere questo capitolo, spero che come gli altri
sia stato di tuo gradimento ^^ grazie per il tuo supporto *_* piaciuto il colpo
di scena? XD
ringrazio anche chi ha seguito in silenzio questa
mia storia, alla prossima un bacio