Non voglio essere te!

di Genio95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E' tutta colpa tua ***
Capitolo 2: *** Dovevi passare proprio di lì? ***



Capitolo 1
*** E' tutta colpa tua ***


Al Villaggio della Foglia è un tranquillo pomeriggio di metà luglio. Il sole si avvia verso le cime frastagliate del Monte degli Hokage, evidenziandone le cime aguzze. Le folte chiome verde brillante degli alberi ondeggiano leggermente, sospinte da una leggera brezza calda. Per strada non c’è nessuno, neanche i bambini che di solito scorrazzano nel parco. Sono tutti in casa.

È tranquillo per modo di dire, all’improvviso si sente un boato, accompagnato da un’esplosione e da una nuvola di fumo. Le fiamme divampano nel parco di Konoha, lambiscono gli alberi che fino a pochi istanti prima ondeggiavano pigramente, riducendoli a un scheletro incenerito.

All’orizzonte si intravedono due corpi, probabile causa del trambusto. Saltano e cercano di scansare le fiamme, il fumo e i detriti dei muri andati in frantumi. È come se danzassero, si spostano a destra e a sinistra come fossero in simbiosi, ondeggiano evitando le lingue di fiamme. Ecco che si avvicinano e poi si allontanano di nuovo. Ad una nuova fiammata uno dei due si butta a terra per evitare l’impatto, interrompendo la danza. Quest’ultimo rotola e con un balzo è di nuovo in piedi. Si getta sull’avversario, un po’ incerto, ma divertito da quello scontro.

In un ultimo riverbero, prima di tramontare dietro le montagne, il sole illumina i volti dei due combattenti. Uno è furioso, l’altro divertito ma allo stesso tempo dispiaciuto. Come se fossero padre e figlio, uno furioso con l’altro e questo con lo sguardo basso e la risatina sotto i baffi, dispiaciuto e allo stesso tempo orgoglioso della marachella compiuta.

I due si sono fermati un attimo, scrutandosi e immaginando la prossima mossa dell’avversario. Poi riprendono, il ritmo più frenetico di prima e la danza sempre più veloce, sinuosa ed elegante, si lascia dietro una scia di distruzione inconsapevole. Si, perché i due combattenti, presi dalla foga dello scontro, non si sono resi conto di essere arrivati fin dentro il centro abitato di Konoha e di starlo distruggendo.

Il sole è tramontato e il cielo da arancione sta diventando sempre più scuro. Ora è quasi blu. I due si sono fermati di nuovo, si fronteggiano, qualche metro di nuda terra arida tra di loro. Uno di grugna i denti, ringhiando quasi e nel buio si scorge un scintillio rosso. Poi un rumore di spada sfoderata, in seguito un breve sequenza di colpi metallici ed infine Naruto, con la katana in pugno, lo sguardo lampeggiante, i muscoli del viso contratti in un ghigno spaventoso, sovrasta un divertito e spaurito Sasuke.

Quest’ultimo cerca di liberarsi, come se quello scontro non fosse stato altro che un gioco di bambini che giocano alla lotta. Naruto a quel tentativo digrigna di più i denti e ringhia contro l’avversario, intimandolo a rimanere al suo posto, prostrato e sconfitto sotto i suoi piedi.

- E’ tutta colpa tua!- sbraita con un urlo disumano, la cui onda sonora si propaga per le lande che hanno distrutto.

- Non è vero, anche tu ci hai messo la tua parte. Se solo tu non fossi … - cerca di giustificarsi Sasuke, lottando contro la katana e la presa ferrea che l’avversario ha su di lui, ma invano. A un nuovo suono poco rassicurante di Naruto, Sasuke si zittisce, e rimane immobile di fronte alla superiorità dell’avversario.

- E  va bene forse è stata colpa mia- ammette Sasuke

- Ora cominciamo a ragionare- la voce di Naruto risuona roca e grezza nella notte.

- Ma che dico io non c’entro niente!-

- Avevi fatto progressi, ora sei regredito. Trova una soluzione-

-Ora? Adesso? In questa posizione?-

- Non ora e non adesso, ma immediatamente e se preferisci ragionare a testa in giù sospeso nel vuoto su una gola dove scorre un fiumiciattolo pieno di piranha e coccodrilli posso accontentarti, se vuoi!-

- Questa posizione va benissimo. Allora ricapitoliamo. Stamattina io ero al campo addestramento con Ino che provava la tecnica del capovolgimento spirituale, poi sei arrivato tu e il mondo ha fatto uhhhhhh e poi ahhhhhhhh- dice Sasuke muovendo le braccia prima in verticale poi in orizzontale.

- Meno male che hai un spiegazione più che logica-

- E ora tu sei nel mio corpo e io nel tuo.

 

 

 

 

 

 

Salve sono tornata con un'altra pazzia delle mie. Dopo un lunga assenza sono tornata a rompere le scatole ai poveri lettori con una fanfic che non sta ne in cielo né in terra, ma non ho saputa resistere alla tentazione di metterla sul sito.

Per fare un po’ di chiarezza a causa di un inconveniente con la tecnica del capovolgimento spirituale di Ino i protagonisti si trovano l’uno nel corpo dell’altro, cioè Sasuke è nel corpo di Naruto, e ciò spiega perché è così aggressivo, e Naruto è nel corpo di Sasuke.

Spero che qualcuno abbia abbastanza tempo da perdere per venire a leggere o a recensire questo mio nuovo obbrobrio.

A presto

Genio95

 

 

 

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Capitolo 2
*** Dovevi passare proprio di lì? ***


 

 

 

Quella mattina Naruto passeggiava per le strade del villaggio. Sotto gli occhi aveva due pesanti borse nere, il risultato di una notte passata a giocare ai videogiochi (non è colpa mia, dovevo assolutamente finire il livello ndNaruto). Le palpebre gli si facevano ogni secondo più pesanti e la vista gli si offuscava ad ogni passo. Si sforzava di tenere gli occhi aperti, ma invano e, con la testa ciondoloni e l’andatura strascicata si dirigeva al campo di allenamento.

Il sadico maestro Kakashi, ben consapevole di come il suo allievo aveva strascorso la notte, era piombato nella sua stanza all’alba, intimandolo di alzarsi. Ad un secco grugnito del ragazzo, Kakashi aveva mantenuto la sua promessa:  aveva portato il materasso sul balcone, sempre con Naruto che dormiva, e lo aveva letteralmente scaraventato giù, seguito da una secchiata d’acqua gelida, che aveva investito in pieno il ragazzo.

- E va bene sono sveglio, ne hai ancora per molto?- non fece in tempo a finire di parlare che il secchio lo colpì in testa, facendolo svenire. Al risveglio, oltre ad un abnorme bernoccolo, trovò un biglietto di Kakashi: diceva che lo aspetta al campo di allenamento tra un quarto d’ora.

- Maledetto!- sussurrava tra se e se il ragazzo. Rimpiangeva ancora il tepore delle coperte e la morbidezza del letto. Se solo avesse chiuso la porta la sera prima, ora sarebbe sotto le coperte. “ Ma quel pazzo sarebbe entrato dalla finestra” pensò.

I piedi alzavano una nuvola di polvere ad ogni passo. Una brezza tagliente si insinuava nel colletto della giacca. Cercò la cerniera per chiudersela, ma non la trovo. Si guardò intorno spaesato

- Ma che…?- disse con la voce ancora roca e impastata di sonno. Poi fece scorrere la mano dove avrebbe dovuto trovarsi la cerniera. Non c’era niente. Poi un lampo. Si passò la mano sulla schiena e sentì i familiari dentelli della cerniera.

- Che stupido!- disse sfilandosi la giacca. Nella fretta e insonnolito si era infilato la giacca al contrario. Tirò su la zip. Con lo sguardo fisso nel vuoto continuava ad avanzare, un passo incerto dopo l’altro finché all’orizzonte non vide stagliarsi la sagoma del cancello del campo d’allenamento. Sospirò e facendosi coraggio si avviò verso il maestoso e imponente cancello nero.

 

 

Dall’altra parte del villaggio un altro ragazzo dormiva placidamente, avvolto dalle braccia di Morfeo. Dalla finestra aperta filtrava un raggio di luce che illuminava i capelli corvini del ragazzo di riflessi blu intenso. Il torace nudo si alzava e abbassava regolarmente seguendo il suo respiro tranquillo. La pelle diafana riluceva, carezzata dolcemente dai raggi del sole. All’improvviso quella serenità fu interrotta dal suono insistente della sveglia. Sasuke, senza aprire gli occhi, mosse lentamente un braccio. Spense la sveglia e con infinita calma si mise seduto sul materasso. Sempre ad occhi chiusi si toccò la testa, maledicendosi. Non avrebbe dovuto esagerare con l’alcol la sera prima. Ora subiva gli effetti della sbornia. Si passò una mano tra i capelli e con l’altra cercò a tentoni la confezione di aspirine. Ne ingurgitò una e subito il mondo sembrò farsi leggermente meno confuso. Aprì gli occhi e si fissò i piedi. Barcollando si alzò e si guardò allo specchio: aveva un aspetto orribile. Gli occhi erano piccoli, le pupille irritate, le palpebre pesanti e bue grandi borse livide sotto gli occhi. Si ispezionò il resto del corpo: la pelle diafana, il fisico scultoreo e perfetto. Il suo sguardo scese suo boxer neri e al rigonfiamento al quale nessuna donna sapeva dire di no. Distolse lo sguardo e si vestì in fretta. Quella mattina aveva allenamento. Velocemente si diresse al campo. In cielo le nuvole presagivano una brutto giornata.

Appena entrato nel campo scorse la figura indistinta di Kakashi e quella ingobbita di Naruto.

Più vicino a lui c’erano Ino e Shikamaru che si stavano esercitando con la tecnica del capovolgimento spirituale. Li salutò con un cenno della mano.

- Hai fatto le ore piccole ieri sera vero?- chiese Ino maliziosa. I suoi lunghi capelli biondi rilucevano alla pallida luce che filtrava oltre la coltre di nubi. In passato era stata una di quelle ragazze che lo adulavano e il loro sogno segreto ( mica tanto segreto lo sapeva tutto il villaggio ndSasuke) era metter su famiglia con lui. Ora era felicemente fidanzata con Shikamaru, e Sasuke sarebbe stato grato all’amico in eterno per avergli risparmiato quella seccatura.

- Magari si è dato da fare con quelle pollastrella!- sogghignò lo stratega dai capelli a ciuffo d’ananas.

Sasuke decisamente infastidito da quella conversazione, grugnì e li lasciò sghignazzare. Nessuno al villaggio approvava il suo stile di vita da scapolo. Nonostante fosse ancora un ragazzino, aveva compiuto quattordici anni da poco più di un mese, tutte le sere era fisso in qualche pub a bere e a darsi alla pazza gioia con le ragazze, spesso molto più grandi di lui. Era il suo modo per dimenticare tutte le amarezze che la vita gli aveva riservato.

 

Dall’altra parte del campo Naruto avvistò Sasuke. Guardò l’orologio e vide che l’amico era in mostruoso ritardo.

- Maestro ma le sembra giusto che lei mi è venuto a svegliare all’alba, tra l’altro neanche in modo tanto cortese, e quel teme di Sasuke può tranquillamente fermarsi a chiacchierare con quei due?- disse il biondo al maestro Kakashi. Ma questo era troppo impegnato a leggere il “paradiso della pomiciata” per prestare ascolto al suo allievo. Così Naruto cominciò a correre  verso Sasuke urlando come un pazzo.

Sasuke si stava dirigendo tranquillamente verso di lui. Le nubi in cielo si contrassero.

Tra i due c’erano poco più di centro metri. Cinquanta. Venti. Dieci. Uno. Ma Naruto correva troppo veloce per fermarsi in tempo e Sasuke era immerso nei suoi pensieri.

Shikamaru rimproverando ad alta voce Ino per aver di nuovo sbagliato l’attacco. Lei riprovò andando nuovamente a vuoto nel preciso istante in cui le teste Naruto e Sasuke si diedero una sonora cozzata. Nello stesso istante in cielo esplose un lampo che squarciò l’orizzonte. Cominciò a piovere e il mondo sembrò fermarsi. Poi un dolore allucinante. Poi divenne tutto bianco e sia Naruto che Sasuke non sentirono più nulla.

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