storie di un amore di ada90thebest (/viewuser.php?uid=75552)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la mia principessa ***
Capitolo 2: *** tutto crolla ***
Capitolo 3: *** ti voglio bene Nessie ***
Capitolo 4: *** Rose Rose Rose ***
Capitolo 5: *** fino a quando ci sarai ***
Capitolo 6: *** non ho lottato ***
Capitolo 1 *** la mia principessa ***
1
zz
La
mia principessa
“Si signore appena
finisco con il giardino mi occuperò di aggiustare il letto di vostra moglie”,
abbassando la testa mi concedo dal mio signore e mi dirigo verso l’ennesimo
cespuglio di rose. È tutta la mattina che sono indaffarato a sistemare questo
assurdo roseto, i miei signori non lo visitano mai e tanto meno se ne prendono
cura, è stato uno stupido vezzo che la padroncina, Tanya, ha voluto togliersi
da quando l’ha visto nella tenuta estiva
della cugina e posso giurarci che l’ha visto solo 5 minuti di sfuggita ,
commentandolo con un sorrisetto furbo che la diceva lunga, viziata.
Per me fin da subito
questo roseto ha significato lavoro in più, tempo prezioso sprecato per poter
far altro. La potatura di queste piante richiede attenzione , il taglio del gambo
deve essere leggermente obliquo per permettere alla pianta di germogliare in
primavera. Le sue foglie sono preziose , come lo stesso fiore, sono parte
integrante della pianta e ne contribuiscono alla loro bellezza. Il mio lavoro,per
questo, deve essere curato nei minimi dettagli, anche se a controllare non
verrà mai nessuno.
Finisco di annaffiare e
corro verso le camere dei signori, prima però mi do una ripulita sbattendo
ripetutamente le mani sui pantaloni per far andare via almeno un po’ di terra,
non sia mai che distrugga il lavoro della mia dolce metà.
Ogni volta che salgo in
questa parte della casa, ne rimango stupito: le colonne come le scale sono di
un pregiato marmo bianco con rifiniture di un altrettanto prezioso marmo verde
acqua. Sulle colonne spesso ci sono delle rifiniture color oro che rendono il
tutto ancora più spettacolare .
Busso due volte prima
di entrare nella camera padronale e non ricevendo nessuna risposta entro
all’interno, non mi è stato mai concesso di entrarvi, non ho mai dovuto
riparare niente all’interno di essa , ma ho sempre sentito parlare della sua
spettacolarità e adesso che sono dentro , posso ben dire che tutti racconti
sono più che veri.
Al centro esatto della
camera c’è un soppalco dove è posizionato il letto a baldacchino, dovrei
dirigermi immediatamente verso di esso, per svolgere il mio lavoro ma mi
intrattengo a osservarmi in giro. Le finestre sono circondate da un marmo più
scuro di quello che si trova nel corridoio , ma se è possibile è anche più
bello, qui non c’è l’oro ad abbellire ma dei fantastici disegni molto simili
alla carte da parati che ricopre l’intera camera. Sono affascinato da tutta
questa bellezza ed eleganza, se penso alla mia camera mi riesco ad invidiarli
anche un po’.
Mi affaccio nella camera
da bagno, mi blocco prima ancora che il piede sinistro raggiunga quello destro.
Quello che ho davanti è in assoluto il bagno più grande e bello che abbia mai
visto. La vasca in marmo bianco è ornata da disegni in oro e ogni accessorio
della rubinetteria risplende di un giallo mai visto hai miei occhi. Mi immagino quella vasca piena di acqua e
sapone e all’interno , all’interno mia moglie che si gode un po’ di meritata
pace.
Una finestra che sbatte
mi riporta alla realtà e al mio dovere. Il signore ha parlato di un anta rotta
che non gli permette di fare sonni tranquilli, lo farei dormire sul mio letto. Mi
sdraio completamente sotto il letto per cercare quale assurdo danno potrà mai
essere causa di tale disturbo, la fievole luce della candela non mi aiuta
affatto, ma alla fine lo trovo.
Nella tersa anta del
letto c’è un piccola crepatura che fa curvare tutta il resto. Ringraziando il
mio buon senso , non dovrò scendere a prendere la cassetta degli attrezzi visto
che l’ho portata con me. Però prima devo togliermi un vezzo, così mi sdraio sul
letto. Mi giro, mi rigiro, mi metto seduto,mi sdraio di nuovo. E quello che immaginavo accade, non sento
assolutamente niente, quella piccola crepa non crea nessun fastidio, nemmeno si
sente.
Mi rificco sotto il
letto e in poco tempo aggiusto l’anta. Cerco di pulire alla bene in meglio e
scendo di nuovo in cortile.
“buon giorno ,
signorina Tanya”, dico appena davanti a me si para la ragazzina più viziata
della storia. “buongiorno Edward” , non mi guarda nemmeno negli occhi e con la
sua aria strafottente risale nelle sue stanze.
La mattinata è quasi
giunta al termine, ma per me c’è ancora tanto lavoro da fare, ora mi aspettano
gli animali. Danno molta più soddisfazione loro che i miei signori. I miei
signori non sono maleducati, ma non si accontentano mai e spesso vogliono il
meglio da chi già lo sta dando. Spesso mi sono trovato ad avere a che fare con
le loro fissazioni maniacali da vecchi signori ricchi, ma ogni volta, come è
giusto che sia, ho dovuto abbassare il capo e accontentarli, hanno loro il
coltello dalla parte del manico e io non sono nessuno per contraddirli.
Mentre raggiungo le
scuderie i suoi occhi incrociano i miei, mi regala uno splendido sorriso e si
rimette a lavoro. Arrivato alle
scuderie, Jacob lo stalliere mi accoglie come se fossi appena entrato in una
taverna per bere. In una mano infatti ,ha una fiaschetta di vino rosso e
nell’altra un mozzo di pane.
“caro Edward, dovreste
accettare ogni tanto i miei omaggi. Mi servo del miglior vino della contea e il
pane me lo faccio portare caldo ogni mattina dalla sguattera della signora Rosalie.
Non sapete cosa vi perdete”.
Il suo alito mi da la
conferma che ha assaporato a lungo il suo vino. “mio Jacob, io assaporo ogni
mattina il pane che la mia stessa moglie prepara con le sue mani e per il vino,
sapete già quanto mi rincresce negare quella bontà anche questa volta”.
Mi dirigo verso il
rastrello e comincio a pulire la prima stalla, “allora , sapete cosa vi dico?
Berrò alla vostra salute un altro sorso di questa meraviglia”, mi dice Jacob
appoggiato alla colonna della stalla. È sempre stato così, in tutti questi anni
di servizio mai una volta non l’ho visto bere , ma il suo lavoro è sempre stato
efficiente e il padrone non l’ha mai cacciato dalla tenuta.
Finisco in fretta il
mio lavoro dai cavalli e mi dirigo verso il roseto, c’è un motivo se tengo a
cuore quelle rose. Prendo la più bella,la più grande, la più profumata e mi
dirigo in cucina per mangiare ma soprattutto per vedere la mia bella. Entrato
in cucina la trovo lì, bella come non mai a preparare il pranzo. Non si è
ancora accorta della mia presenza e mi fermo ad osservarla.
I suoi lunghi capelli
marroni sono tenuti in uno chignon che le risalta il collo, ha indosso uno
grembiule bianco e blu, blu il colore che più adoro, ha ripiegato la camicia
fino al gomito, deve sentire caldo e deve essere anche stanca dal modo in cui
si asciuga il sudore dalla fronte.
“hai intenzione di
rimanere li a lungo?”, mi ha scoperto. Si gira verso di me e i suoi occhi mi
destabilizzano ogni volta.
“sei così bella”, le
dico mentre piano mi avvicino a lei donandole la rosa.
“questi complimenti
prima o poi mi faranno perdere la testa” il suo viso si colore di rosso mentre
la afferro per i fianchi. “è l’unica cosa che posso darti”.
Anche se non avremmo
mai un letto morbido dove dormire, non avremmo mai una vasca da bagno dove rilassarci
e amarci, perché no; non avremmo mai un roseto dove fare lunghe passeggiate ,ma ci
sarà sempre il mio amore. La stringo forte tra le mie braccia.
“signorina, le posso
chiedere di ballare con me?” con un
timido sorriso mi risponde di si. La mia Bella, sempre timida come la prima
volta che siamo incontrati.
Le prendo delicatamente
una mano tra la mia e cominciamo a ballare. Potremmo vivere anche dentro una
stanza con uno stupido letto, potremmo vivere senza del raffinato marmo a
contornarci e non saremo mai ricoperti d’oro ma quel poco che abbiamo , le
nostre fedi, sono il simbolo del nostro amore, e niente vale più di quello.
“ti amo, mia
principessa” , “ti amo Edward” e al diavolo tutto la bellezza del mondo, la
ricchezza , io sto bene così.
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salve
gente! sono tornata (per chi mi leggeva). che dirre? questa idea
era in testa già da un pò, poi le immagini che trovavo mi
piacevano sempre di più cosi ho detto perchè no.
riproviamoci . spero che la prima vi sia piaciuta , se volete potete
passare nel mio blog http://giadina90z.blogspot.com/ per vedere l'immagine con cui darò vita al prossimo racconto!
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Capitolo 2 *** tutto crolla ***
tutto crolla
Tutto crolla
“Renesmee apri
immediatamente questa dannata porta!”
Chiusi la porta e
chiave e mi buttati sul letto “no!”.
Oltre la porta sentivo ancora mio padre borbottare qualcosa di
incomprensibile, poi alla sua voce si aggiunse quella della mamma e finalmente
ci fu silenzio. Il mio non è un capriccio come mi ha appena detto mio padre ,io
amo Jacob.
La scelta di accompagnare zia Alice a questa
stupidissima festa tra colleghi non è stata completamente mia,anzi, sono stata
porta con la forza qui per fargli compagnia. Odio questa gente, non so come
faccia mia zia a stargli intorno , hanno tutti la puzza sotto il naso. Ho
dovuto anche indossare un odioso abito firmato per adeguarmi almeno un po’ a
loro. Si perché mia zia,alice Cullen, è una stilista “quasi” famosa e il party
a cui sto partecipando è per la sfilata di Armani. Mia zia mi ha lasciata da sola a bere uno
schifassimo drink che non potrei nemmeno bere alla mia età. Mi dirigo verso
l’esterno, dove c’è una bellissima piscina illuminata solo da candele, mi siedo
su una sdraio quando un merito idiota mi rovescia addosso un bloody mary . un
bloody mary sul mio vestito bianco, sul mio vestito bianco firmato. Guardo
l’essere spregevole che ha combinato ciò e il suo sguardo è di puro terrore.
“scusa mi dispiace,non volevo”. Dovrei arrabbiarmi, insultarlo e farmi ripagare
la lavanderia, ma non lo faccio e scoppio in una fragorosa risata. Non me ne importa niente del vestito, il
ragazzo si unisce alla mia risata. “non scusarti, non fa niente, neanche mi
piaceva questo vestito”, mi siedo sulla sdraio e lui fa lo stesso.
“mi dispiace! Perché ti stava davvero bene!” mi ha
fatto un complimento, sono sicura di stare arrossendo. ”grazie” , con un
fazzoletto uscito da non so dove mi pulisco ma intanto lo osservo. Avrà si è no
26 , 30 anni al massimo;ha i capelli castani mezza misura, se si dice e i suoi
occhi, i suoi sono i più belli che abbia mai visto, sono verdi smeraldo.
Finisco di pulire e faccio per alzarmi. “comunque piacere Jacob,jacob Black”,
gli stringo la mano che aveva allungato “piacere .Renesmee,Renesmee Cullen”
Stringo il cuscino come
se fosse lui al mio petto. non voglio andare a quella stupida festa di
Nahuel che ci proverà spudoratamente con
me. I miei genitori vogliono che esco,
che mi diverta ma che soprattutto frequenti gente della mia età. Come se fossi
una stupida bambina, mi hanno sempre trattata da adulta, mi hanno fatto
prendere le mie decisioni e ora se ne escono che vogliono controllare la mia
vita.
Sono di nuovo a questa festa odiosa, ma questa volta
sono venuta di mia spontanea volontà. Tramite msn sono rimasta d’accordo con
Jacob che ci saremo visti qui. È quasi un mese che lo sento via chat ed è così
che l’ho imparato a conoscere. Sta facendo una stage presso una casa di alta
moda e si occupa di pubbliche relazioni,è di New York ed ha 27 anni. Quando
l’ho saputo sono rimasta,come è rimasto lui appena ha saputo che ho 17 anni. In
casa nessuno sa niente, preferisco tenere per me questo cose , anche se zia
Alice qualcosa deve aver capito perché sono sicura che andrebbe a raccontare
tutto a mia madre. Mentre bevo una coca cola mi sento chiamare. È lui. È
bellissimo, più di quanto mi ricordassi, indossa dei pantaloni scuri e una
camicia bianca, potrei sbavare davanti a lui. “ciao,Nessie” anche lui ora mi
chiama così. “ciao,Jack”, rimaniamo a guardarci fino a quando non mi fa segno
di seguirlo sulla terrazza.
“Nessie, tesoro sono la
mamma. Aprimi per favore”, sbuffo per l’ennesima volta. “mamma vattene”, sento
il rumore della maniglia che forza ad aprire. “Nessie, andiamo sono sola”, e
questo dovrebbe farmi cambiare idea? “è uguale mamma,voglio stare sola!” , mi
avvicino alla porta per sentire se è ancora lì. “Nessie,per favore”. È testarda
come un mulo, infilo la chiave nella serratura e apro.
“mamma veloce” e mi
siedo sul letto. Lei mi segue e mi poggia una mano sul ginocchio.
“Nessie, mi dispiace
contraddirti, lo sai che ti vengo sempre incontro e cerco di prendere sempre le
tue difese. Ma tuo padre ha ragione, devi uscire, devi svagarti e conoscere
gente nuova.” Ci risiamo.
“Nessie dai basta dare il cibo alle papere vieni e
sederti!” oggi siamo venuti al parco, dentro la settimana c’è poca gente e lui
ne è stato subito felice, gli piace avere la sua libertà. Lo raggiungo sull’asciugamano
e mi siedo accanto a lui. “eccomi qui e adesso?”, mi prende la mano e la unisce
alla sua. Sono felice con lui, sto bene, anche se non parliamo molto i nostri
silenzi non sono imbarazzanti tutt’altro, in questi momenti ci scrutiamo come
se stessimo facendo un discorso. “Nessie, hai portato i panini?” , ecco cosa mi
ero scardata. “no” , “lo sapevo piccola peste”, mi su butta addosso e comincia
a farmi il solletico , “questa sarà la tua punizione!” mi dice mentre ridiamo. Quando
si ritrova completamente sopra di me, appoggia la fronte sulla mia, sento il
suo respiro sul mio volto “jacob” , sussurro, è un attimo lui è già sulle miei labbra
che si muovono delicate. Il mio primo bacio.
“mamma io sto bene così. Davvero!”, la vedo
sospirare e guardare in giro per la stanza. Non entra spesso qui dentro ma
quando entra attiva il radar per captare qualsiasi cosa non sia nel posto
giusto o sia sbagliata. Si sofferma
sulla bacheca dove sono appese delle foto, il suo sguardo è fermo su una foto
in particolare, quella di Jacob. In quella foto è immortalato mentre stavamo
parlando via webcam, era in ufficio , è sempre in ufficio mentre parliamo e
infatti dietro si vedono dei manichini.
“hai solo quella di
foto?” e la indica avvicinandosi. “si” sussurro alzandomi e scoppiando a
piangere tra le sue braccia.
Sono 20 minuti che aspetto davanti a questo stupido
ristorante. Jacob mi ha mandato un sms dove mi chiedeva di vederci, io non
sapevo nemmeno che era in città. Ogni volta che viene qui a Forks mi avvisa e
ci vediamo, adoro passare il tempo con lui. Ma se devo dire che relazione c’è
tra noi due non saprei come definirla. Ci siamo baciati, si , ma non abbiamo
mai parlato di questo, però ogni volta che parlo di qualche compagno di scuola
, si innervosisce e diventa geloso. Oggi spero che parleremo, anche perché la
situazione a casa non è più tollerabile, sanno che esco con qualcuno ma non
sanno niente di lui. Mentre bevo un altro sorso d’acqua lo vedo correre
all’ingresso del ristorante. Quando mi vide sul suo volto comparve uno
splendido sorriso. “Nessie!” , ci salutammo e mi strinse forte a se. Ordiniamo
e ci accomodiamo al tavolo. “mi sei mancato”, mi prende la mano tra le sue ,
“anche te Nessie, non sai quanto”. Mentre mangiamo mi racconta del suo lavoro e
di molte altre cose. Mentre prendiamo il dolce in una sala accanto cerco di
prenderlo per mano ma non me lo lascia fare,non gli do troppo peso magari non l’ha
notata. Ci sediamo su un divanetto che rimane appartato rispetto agli altri e
prendiamo due porzioni di tiramisù. “Nessie, dovremmo parlare”, “certo Jack
dimmi tutto”, mi posiziono meglio sul divano in modo che lui sia davanti a me.”
So che non potremmo stare insieme spesso, che ci saranno lunghi momenti in cui
non ci vedremo. Ma io voglio che tu sia mia”, mi manca il respiro “voglio che
tu faccia affidamento su di me” ho la gola secca “voglio che tu Nessie, diventi
la mia donna” sto morendo “non mi importa dell’età. Io ti amo”. Sto piangendo,
vorrei dire mille cose ma l’unica cosa che faccio è abbracciarlo. Stringerlo
forte a me e baciarlo come mai ho fatto.
“Andrà tutto bene
Nessie, le cose si sistemano sempre. Tuo padre è solo preoccupato come lo siamo
tutti”. Mi lascia da sola nella mia camera e mi stendo sul letto.
Ormai erano 5 mesi che ci frequentavamo, veniva
sempre più spesso a Forks e alcune volte rimaneva per più di due giorni.
Stavamo sempre insieme, anche se mio padre e mia madre non erano affatto felici
di tutto questo. Ogni sera che chiedevo il permesso per uscire, mi dicevano che
era troppo grande o qualche altra leggenda metropolitana. Mia zia Alice si
sentiva responsabile di questa unione e spesso quando inventavo qualche scusa
per fare tardi la sera era la prima a fare la spia a mia madre. Mi sto mettendo
tutti contro, ne sono consapevole ma lo amo infinitamente per potermi privare
di lui. Corro nella sua direzione e mi prende in braccio. “mi sei mancato”,
“anche te, come sempre”. Siamo davanti ad un palazzo è la prima volta che ci
diamo appuntamento qui. “vieni entriamo” lo seguo senza chiedere niente ma
appena siamo dentro l’appartamento capisco. Mi prende tra le braccia “mi sei
mancata così tanto” so cosa vuole, è un uomo e prima o poi il nostro amore
avrebbe preso altre forme. Ma io sono pronta? Sento le sue labbra sul mio collo
e le sue mani sotto la maglietta “Nessie” , sussurra al mio orecchio ,
scatenandomi una serie brividi. Non so come ma in poco tempo mi ritrovo sotto
di lui ad unirci per la prima volta.”ti amo” “ti amo anche io Nessie”.
***
Questo è stato in assoluto il pomeriggio più bello
della mia vita, spero solo che al rientro nessuno si accorga della mia
felicità, farebbero troppe domande. “allora ci sentiamo dopo?” “si,piccola”, ci
scambiamo un dolce bacio a fior di labbra e scendo dalla macchina. All’ingresso
trovo mio padre e mia zia che litigano , prima di farmi vedere ascolto un po’
il loro dibattito.
“alice, se non fosse venuta con te ora non si
sarebbe innamorata di quel idiota” ero io l’argomento della loro discussione.
“Edward non puoi ritenermi responsabile. Nessie ha incontrato Jacob da sola!
Lui avrebbe dovuto dirgli tutto!” dirmi tutto? Cosa sapeva mia zia? Entrai nel
salone e i loro sguardi sono subito su di me.
“zia cosa doveva dirmi Jacob?” , si guarda con papà
e poi lascia la stanza.
“Nessie dovresti sederti ed ascoltarmi”, in salotto
entra anche mia madre e si siede insieme a mio padre sul divano. Mi siedo sulla
poltrona davanti a loro.
“papà voglio sapere tutto!”, mia madre sa, lo vedo
da come mi guarda “Nessie, tu ami davvero Jacob?” “si papà” , non è la prima
volta che me lo chiede. “ma non ti piacerebbe avere un ragazzo” lo fermo so già
dove vuole arrivare “no,papà ti prego non ora!” perché dovevano rovinare questo
giorno così importate per me?
“no, Nessie. Tu non capisci. DEVI , ascoltarmi,
dannazione !!” si è alzato e nervosamente si passa la mano tra i capelli. “tu
andrai alla festa Nahuel, conoscerai nuova gente e farai nuove amicizie. Non voglio
sentire obbiezioni , va bene?” cosa?ma era completamente pazzo? “no, papà..” mi
interruppe “Nessie, non voglio sentirti obbiettare. Chi frequenti non è la
persona per te. Basta!il tuo è solo un capriccio” , “ma..” “niente ma!”. Non
potevo crederci. Corsi verso la mia camera.
Le parole di mia madre
“andrà tutto bene” , mi risuonano nella testa. Cosa deve andare tutto bene?
Prendo la foto di prima , la osservo , la prendo tra le mani e capisco che
l’unica con cui poter parlare è mia zia Alice.
Corro nella sua camera
e entro senza aspettare una risposta. “zia cosa devo sapere?”, mi guarda triste
“Nessie, non volevo che tu lo sapessi. Ma appena ti o visto nel salone, ho
capito che con Jacob le cose si fanno serie almeno per te”, almeno per me?
“cosa stai dicendo Alice?”, mi fa cenno di sedermi accanto a lei e lo faccio.
“Nessie, Jacob è sposato!” , sono scioccata. “ Zia , tra tutte le cose che
avresti potuto dire questa è la più ridicola e … e….” e il dubbio si stava
facendo strada in me. Esco immediatamente dalla stanza e corro nella mia, non è
possibile, non può essere. Ripenso a noi, ai nostri momenti e poi … le chiamate
via webcam sempre dall’ufficio, lui che inaspettatamente era in città, le
diverse volte che non mi prendeva per mano, il volersi appartare e poi
l’appartamento di oggi. Non ho fatto in tempo a vedere tutto, ma viveva
qualcuno lì dentro. Non può essere. Lui mi ama, lui ha fatto l’amore con me. Scrivo un sms “Jacob so che è assurdo, non
voglio crederci,mia zia sta scherzando, perché tu non sei sposato? Vero Jacob?”,
deve essere uno stupido scherzo ,ma se fosse vero … “mi
dispiace Nessie, è stato bello” … tutto crolla.
grazie a chi legge e chi mi ha messo tra i preferiti o seguiti! sono contenta che la mia idea vi sia piaciuta! nel blog http://giadina90z.blogspot.com/ troverete la prossima immagine!
---
recensioni :
@giuly97 : grazie ! mi fa piacere che ti sia piaciuta, spero che anche questa ti abbia soddisfatto!
@piemme : grazie davvero ;)
-
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Farai felice milioni di scrittori.
(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
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Capitolo 3 *** ti voglio bene Nessie ***
ti voglio bene Nessie
" ti voglio bene Nessie"
“corri
Nessie che faremo tardi”
“ma papà non
ho il pranzo”, diamine sapevo che nella fretta non avremmo preso tutto. Mi
girai di corsa e la vidi con il suo zaino che faticava a correre, mi precipitai
da lei e la presi in braccio. “lo compreremo strada facendo il pranzo” , “uffa,
papà! La maestra ha detto di portarlo fatto in casa” . dovevo andare a parlare
con le sue maestre da non so quanto, ma rimandavo sempre. “Nessie per oggi
andrà bene così”, la sentii sbuffare “di accordo” , “d’accordo, piccola si dice
d’accordo”. Mentre corriamo mi accordo di una pizzeria, lascio Nessie a terra e
mi precipito all’interno.
“un pezzo di pizza bianca, grazie” pago velocemente
ed esco. Le giornate ormai cominciano
sempre di fretta, non c’è un giorno che arriviamo puntuali io a lavoro e lei a
scuola. Mai. “Nessie?!” non la vedo , come al solito si sarà andata a ficcare
da qualche parte. “Nessie!” , sento qualcosa che si è aggrappata alla gamba.
“Papà, corriamo o faremo tardi!la lancetta piccola ha superato il super
ritardo”, la prendo di corsa in braccio , “non ti devi allontanare!” , “va bene
papà” , quando dice così è come se mi prendesse in giro, ma glielo lascio fare.
Non ne posso più di correre, Nessie non è eccessivamente pesante ma dopo un po’
mi stanco, per fortuna ci siamo. “ecco, metti questa nello zaino !”, “cosa hai
preso?” “Nessie, non fare storie. Pizza bianca che dovevo prendere?” . non mi
risponde e con il broncio raggiunge la maestra. “buon giorno Edward, ci vediamo
alle 15”, me lo ripete ogni mattina, sa benissimo che mi presenterò alle 16,ho
perso le speranze di arrivare in orario. “certo,certo”. Nessie è ancora lì che
mi guarda, gli faccio la linguaccia e scappo via.
Mi dispiace
ogni volta staccarmi da lei, mi dispiace lasciarla triste, mi dispiace che non
avrà il pranzo fatto in casa, mi dispiace che non riesco a dargli il meglio che
possa avere.
Corro di
nuovo verso l’ufficio e in poco sono sulla mia poltrona. Accendo velocemente il
pc e finisco di scrivere il pezzo . sta sera andiamo in stampa e io sono in
super ritardo, l’ho detto che non sono mai in orario. Qui al giornale ormai mi
tengono solo perché i pochi pezzi che faccio sono ottimi e le vendite sono
aumentate da quando mi è stata data la prima pagina. Da quando Bella se ne è
andata Nessie è diventata la mia priorità ma sono riuscito anche a farmi un nome
nel mondo del giornalismo, non mi sono fatto buttare giù dal dolore, ho
guardato ogni mattina mia figlia negli occhi e ho trovato la forza per
continuare.
“hey, Edward
è pronto l’articolo?” , Jasper il mio capo barra amico , alzo lo sguardo dallo
schermo dopo non so quanto ero intento a scrivere, il tempo passa in fretta.
“si,10 minuti e te lo mando!”, 10 minuti? Sono appena all’inizio della parte
fondamentale del articolo. “no, Edward fai di meno! Lo devo leggere, poi lo
dobbiamo correggere , impaginare e mandare in stampa!” si allontana e urla “2 minuti, Edward non di
più”. Dannato Jasper, accorcio
l’articolo e metto i concetti fondamentali all’inizio e l’articolo è
pronto. Cinque minuti non è male per me,
arrivo davanti alla porta del capo e come al solito ci sono i soliti colleghi
impazienti di sapere se il loro pezzo verrà mandato in stampa o meno.
“Alice,
ciao!” mi siedo accanto alla mia unica amica. “Hey, Edward! Non ti ho visto
oggi , arrivato in ritardo?”, “si, sai la principessa si fa attendere”, “si,
dai la colpa alla piccola ora!”. Io e lei ci siamo conosciuti mentre facevamo
il primo colloquio al giornale, avevo portato con me Nessie che piangeva in
continuazione per la mancanza di Bella. Alice l’aveva presa subito in braccio e
l’aveva cullata fino a quando non era entrata nell’ufficio di Jasper , suo
attuale ragazzo. non ha mai voluto sapere niente, non è mai andata oltre con la
sua curiosità , ma mi è stata accanto , soprattutto agli inizi . “si trova bene
a scuola?”, già si trova bene a scuola?, no non si trova bene. I suoi amici
spesso la prendono in giro e le maestre non sapendo in che situazione è le
fanno svolgere compiti che non può neppure provare ad immaginare. Ma fa sempre
un sorriso e va avanti, lo fa per me, lo so che lo fa solo per me.
“Alice se ti
dico che va bene, mentirei!” , il suo sorriso sparisce al suo posto c’è solo
compassione “mi dispiace Edward, ma vedrai che andrà tutto per il meglio,
oramai non piange più no?”, c’è stato un periodo in cui Nessie non faceva altro
che piangere, sentiva davvero molto la mancanza di sua madre e spesso mi sono
sentito impotente davanti alla mia piccola. Di notte non voleva mai stare sola
e spesso la dovevo portare a lavoro con me. Ma le cose stanno migliorando, “si
Alice, questo è vero. Spero che torni tutto apposto”. Bella manca anche a me,
ma per Nessie devo andare avanti. Posso accantonare il dolore per lei, per vederla
sorridere e farla felice, Bella, la mia dolce mogliettina avrebbe voluto così,
ne sono certo.
Guardo
l’orologio sono le 14.30. se Jasper non corregge subito l’articolo sarò in
ritardo di nuovo. “Edward” , Emmett appena uscito dall’ufficio di Jasper mi chiama “devi correggere la parte finale, è
poco scorrevole”, no no no , dannazione , “Emmett ma io …” lo sa perché devo
scappare, “mi dispiace Edward. Appena hai fatto posa l’articolo sulla mia
scrivania!”. Corro nel mio ufficio e correggo alla bene in meglio l’articolo,
effettivamente non andava molto bene, mi precipito da Emmett e corro lungo la
strada, sono le 15.40 , sono troppo in ritardo.
Arrivo
all’asilo e la maestra mi guarda come se
fossi un suo alunno pronto ad essere sgridato. “mi scusi, mi scusi, mi scusi!” ,
dato che ci sono ne approfitto per parlare della situazione, è il momento più
adatto visto che Nessie è in classe a giocare. “signora, le devo parlare!”, mi
avvicino e lei mi guarda con un po’ di timore, deve essere preoccupata visto
che è sola , chissà che pensa di me. “ vede , Nessie ha perso la madre, due
anni fa.”, la sue espressione cambia all’improvviso, l’ho visto tante volte
questo cambiamento, ogni volta che dicevo di essere vedovo, che ero solo a
crescere una bambina, che Nessie non aveva la mamma e odiavo
quell’espressione. “ora capisco”, ecco
la frase che seguiva a quell’espressione.
“la prossima volta , la prego di controllare i suoi alunni e se può non
dia compiti come : rappresenta la tua mamma, la tua famiglia; Nessie non sa mai
che disegnare!” , mi sto alterando e non è giusto, non me la posso prendere con
lei. Mi fa segno di aver capito e vado verso l’aula dove di solito Nessie mi
aspetta, ma non c’è.
“scusi, ma
mia figlia?”, la sua espressione è sorpresa. Mia figlia dove caspita è? Corro
nel cortile e lei è li a giocare con le costruzioni.
“Nessie!”,
si gira di scatto e con la manina mi saluta. Mi avvicino e siedo accanto a lei.
“che stai facendo?”, alza lo sguardo verso di me , “scusa”, “non fa niente, ora
ti ho trovato!”, le accarezzo i capelli e mi alzo. “andiamo a casa?” , lei
rimane seduta , “sei arrabbiata perché sono venuto in ritardo? Ti prometto che
domani verrò puntuale” , la sento singhiozzare, brutto segno . “io voglio i
panini della mamma, voglio la pasta della mamma” si alza e comincia ad urlare
“io farò la brava, papà te lo giuro, ma voglio che la mamma mi prepari il
pranzo”, la prendo in braccio, “la mamma
non mi vuole bene? È per questo che non mi prepara il pranzo? oggi un bambino
ha detto che la mamma non cucina per me perché non mi vuole bene”, la stringo
forte a me “piccola, se la mamma fosse qui, ti preparerebbe tutti i piatti che
vuoi perché ti voleva un bene immenso, piccola mia”. Finalmente smette di
piangere, almeno fuori.
“davvero?”,
le asciugo con la mano le lacrime che ancora sono sul suo viso, “si Nessie non
dubitarne mai e domani il pranzo te lo preparo io!” , “davvero?papino?” , “si,
principessa!”
si stringe
forte a me, “ti voglio bene papà!”, “anche io piccola, e non scordarlo mai”
La prendo
per mano e insieme andiamo a casa.
***
Finalmente a
letto, posso godermi un po’ di relax.
“papone!”,
mi alzo dal letto e la mia vita è lì, con il suo pigiamino giallo e il cuscino
in mano che mi guarda triste. “cosa c’è Nessie?”, mi raggiunge di corsa sul
letto.
“posso
dormire con te?”, fa sempre così. “non puoi dormire nella tua camera?”, si
stropiccia gli occhi e si sistema accanto a me “no, perché lì sogno le cose
brutte”, povera piccola. “mi racconti una favola papà?”, faccio per alzarmi ma lei mi ferma, “no, papà
raccontami la storia di te e la mamma! Era bella vero?”, vorrei piangere, in
lei c’è più forza di quanta cerco di averne io. “no, Nessie era stupenda”,
“come una principessa?” “si, proprio come te!”, si sta per addormentare. “Papà,
ti voglio bene e so che la mamma ci sarà sempre. Grazie”, non mi ringraziare
piccola, non lo merito. Sei tu la mia forza. Le do un bacio sulla fronte “ti
voglio bene Nessie”.
---
questa
one shot è stata ispiriata dal manga : i love you baby.
prossima foto qui : http://giadina90z.blogspot.com/
recensioni :
@piemme
: ti ringrazio per i complimenti. e si Jacob è vero
stronzo.. per la pubblicità ti ringrazio, ma non so se
continuerò visto le poche visite ;) grazie comunque. spero che
questa ti sia piaciuta.
---
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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)
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Capitolo 4 *** Rose Rose Rose ***
rose rose rose
Rose, Rose, Rose
“hey, Rose” sussurrai a mia moglie. “Rose, amore lo
so che mi senti”, gli accarezzai dolcemente i capelli lasciandogli un bacio
sulla fronte. “Piccola, dai , devo andare a lavoro”, quando si impuntava era
difficile smuoverla, si era addormentata su di me e non accennava a muoversi.
“Rose” continuai la mia cantilena. “devo andare a
lavoro”, “Rose”, la sentii ridere . Presi a farle il solletico e finalmente
scese dal mio torace. “buongiorno!”, biascicò fintamente assonnata. “Buongiorno
amore” e le nostre labbra si unirono in un tenero bacio.
Mi alzai velocemente dal letto e andai verso il
bagno “fai colazione con me?” , mi chiese raggiungendomi “no Rose , farò tardi”, disse qualcosa a
denti stretti e usci dal bagno. Non sopportavo doverla trascurare o doverla
privare di quei pochi momenti che potevamo trascorrere insieme, ma il lavoro
chiamava e io dovevo correre.
Feci la doccia il più in fretta possibile e indossai
il completo che come sempre la mia Rose aveva scelto per me. Mi affacciai in
cucina e lei era lì con la tua tazza di latte e i biscotti al cioccolato che aveva preparato
il giorno prima, erano buonissimi, ne avevo assaggiato uno ieri sera , subito
dopo aver mangiato la cena che mi aveva lasciato sul tavolo, ero rientrato tardi
anche ieri.
Ne rubai uno dal suo piattino “Rose io vado”, non mi
rispose , anzi ignorandomi del tutto aumentò il volume della televisione. Mi
abbassai per darle un bacio sulla fronte
, la vidi chiudere gli occhi e sospirare. “ci vediamo questa sera” e
uscii di casa,quando faceva così sapevo perfettamente che era arrabbiata. Me lo
aveva ripetuto tante volte che non gli andava giù questa situazione. Mentre
attraversavo la strada per raggiungere la macchina vidi Rose che mi osservava
dalla finestra, i nostri occhi si incontrano per non so quanto tempo , poi
richiuse le tende e io andai in macchina.
-
È appena salito in macchina, il suo sguardo era
triste . mi metto sul divano e piango, non faccio altro da giorni, forse
settimane. Sono sola,lui ha il suo lavoro , non c’è mai a casa e quando c’è
finiamo per litigare. Domenica abbiamo litigato, sono stata dura, forse, ma non
ne potevo più di vederlo sulla scrivania a leggere documenti nel suo unico
giorno libero. Delle volte penso che non mi sopporti più, che non mi ami più e
allora va a lavoro, per non vedermi. Prendo il telefono e gli mando un sms
“Emmett,scusami per prima”, ho sempre paura di perderlo. Sempre. Delle volte
non riesco nemmeno a vederlo la mattina, rientra tardi e va via presto, sento
solo le sue labbra leggere sulla fronte e il vuoto , il vuoto accanto a me. Vorrei
averlo accanto per farlo partecipe delle mie cose, ma oltre ad un sms ogni
tanto non posso fare altro. Aro il suo capo non gli permette di ricevere
telefonate private e pensare che era partito facendo il finto amico con Emmett.
Non mi sono mai fidata , ha qualcosa di strano, non solo per come mi guarda,
non so. Ma se Emmett crede che sia un tipo apposto per me va bene. Emmett, come
vorrei averlo qui al posto di questo cuscino. La prima volta che l’avevo visto
era l’imbucato alla laurea di Jasper, appena i nostri sguardi si incrociarono,
fui immediatamente sua.
Butto un occhio sul telefono. Nessuno risposta.
Emmett. Torno ad affogare il dolore nel cuscino, mio unico conforto.
-
Le strade di New York erano sempre intasate dal
traffico e me lo dovevo subire tutto , infatti il mio ufficio era al centro
della città. Lavoravo presso uno studio di avvocati ed eravamo anche molto
conosciuti per la nostra determinazione nel vincere anche le cause più assurde.
Avevo cominciato solo da due anni a lavorare lì dentro ma ero già considerato
un avvocato su cui fare affidamento, già due anni. Esattamente un mese dopo
essermi sposato. Ricordo ancora che il capo, Aro, appena seppe del mio
matrimonio mi disse “caro Emmett, salutala adesso tua moglie perché non la
rivedrai mai più!”, mai parole furono più veritiere. L’avevo presa sul ridere, in fondo dal giorno
del matrimonio tra Edward e Jasper non sapevo chi aveva fatto più battute sul
mio matrimonio, pensavo che era l’ennesima stupida battuta, ma mi sbagliavo.
Era fottutamente vero. Da due anni a questa parte vedevo Rose la mattina e la
domenica , per il resto telefonate su telefonate. Il desiderio di avere dei
figli, di viaggiare, di comprare una villetta in campagna,risucchiati da questo
lavoro, spazzati via come foglie al vento.
Io e Rose sono 5 anni ormai che stiamo insieme,
ininterrottamente il nostro amore ci ha unito . ci siamo conosciuti
all’università dove Jasper suo fratello si stava laureando. Era bellissima, in
un tubino nero che evidenziava le sue curve e i capelli biondi lasciati lungo
liberi. Una dea. Non conoscevo Jasper ma mi intrufolai nell’aula dove stava
dibattendo la tua tesi , è bastato un attimo , uno sguardo e Rose è stata mia.
Parcheggiai fortunatamente davanti all’ufficio e
all’ingresso il buon vecchio Billy Black era pronto a salutarmi “buon giorno
signor Cullen” mi diede i principali quotidiani , “buon giorno Billy e buon
lavoro” , “anche a lei signore”. Gli avrò detto mille volte di chiamarmi semplicemente
Emmett ma non vuole sentire ragioni, anche davanti al fatto che presto saremo
parenti. La mia dolce nipote, Nessie, preso sposerà suo figlio Jacob. Edward
non è contento, sono troppo giovani ma in fondo sa che non conta l’età quando
ci si ama, lui e Bella si sono sposati ad appena 20 anni e erano molto più
scapestrati di Jacob e Nessie.
Poso la borsa sulla scrivania e accendo il pc. Non
avrei nessuna causa su cui lavorare ma Aro mi ha affidato un caso da
revisionare per un importante cliente, questo mi fa sospettare che anche questa
sera la mia dolce Rose sarà sola .
Mentre leggo per l’ennesima volta il contratto che
la cliente ha firmato erroneamente , bussano alla porta. “buongiorno Aro”, è
sempre vestito elegante e non sbaglia mai l’abbinamento , un 50enne bello e
fatto, come direbbe Alice.
“buongiorno Emmett caro”, si siede sulla poltrona
davanti alla scrivania e prende una penna per giocarci, “allora come andiamo?”,
“non andiamo . purtroppo le clausole sono molto evidenti, se la signora prima
di firmare il contratto , l’avrebbe fatto visionare da qualcuno dei nostri le
cose non sarebbero andate così e la signora, senza ombra di dubbio non
sarebbe stata derubata di 40.000 dollari” , scuote il capo e mi guarda con
rimprovero.
“no, caro Emmett non è certamente questo quello che
volevo sentire. Deve esserci una postilla che permetta alla donna di essere
risarcita”, presi il contratto e lo misi davanti ai suoi occhi. “è impossibile!”,
il mio tono era alterato ma non potevo fare altrimenti , doveva ascoltarmi. “no
Emmett, non sono chiaro. Deve esserci”.
Si era avvicinato pericolosamente a me con fare minaccioso, era la prima
volta che lo vedevo fare così, ma forse sapevo dove voleva arrivare, ma non
potevo rischiare senza ombra di dubbio , modificare “le prove”, ero un avvocato
non un criminale.
Ci sistemammo entrambi sulle poltrone , “domani sera
ci sarà una cena per i nostri clienti. Verrai’”, non era una domanda era un
affermazione. Verrai. Niente possibilità solo doveri. “si”, prima di alzarsi e
uscire disse “porta anche la tua bella mogliettina”. Appena chiuse la porta diedi un calcio assurdo
alla scrivania “dannazione!”.
Presi tra le mani a cartella del caso e ogni mio
dubbio fu immediatamente risolto. L’altro avvocato a cui era stato affidato il
caso era Mike Newton.
Mike era il più bravo e “anziano” avvocato dello
studio, mai una causa persa e tanto rispetto da parte del capo, Aro non poteva
permettere di perdere un eccellente avvocato, quindi ha pensato bene di
affidare il caso e farlo correggere a me , novellino e con "poca esperienza". Il
gioco che stava facendo Aro non mi piaceva per niente. Così incominciai a
cercare tra le varie scartoffie qualcosa che facesse tornare alla signora ,quell’enorme somma di
denaro .
Cominciavo ad avere una certa fame, così chiusi la
cartella , ormai senza speranze e, dannazione erano le dieci passate, non avevo
nemmeno avvertito Rose. Lo schermo del
telefono lampeggiava , avevo lasciato il silenzioso : 23 chiamate di Rose e 10
sms , sempre suoi. Rose.
“Emmett,scusami
per prima!”, “davvero Emmett, perdonami”, “Emmett, non mi rispondi?”,”dove
sei?sono ore che ti cerco”,”ti amo Emmett , ma odio il tuo lavoro”, “scusa non
dovevo dirlo,scusami”, “Emmett non torni?”, “mi manchi”, “ti ho perso?”,
“Emmett torna da me, per favore”
Mi precipitai in macchina e sullo sportello trovai
una busta che diceva : domani stai pure a
casa, devi “visionare” il caso. Mi raccomando Emmett, ne vale TUTTO.
Dannazione, che diavolo dovevo fare? Potevo davvero
rischiare tutto? Se qualcosa sarebbe andata male?
Misi in moto e mi fermai poco dopo in un fioraio,
chiuso. Quello dopo chiuso come quello dopo ancora. Proprio vicino a casa
trovai un supermarket ancora aperto e mi precipitai a trovare la prima cosa che
avrei trovato per farmi perdonare. Corro
verso le piante, sono dannatamente orribili.
Cerco tra lo schifo totale qualcosa che si avvicini
al brutto e vado alle casse. Pago in fretta e risalgo in macchina, accorgendomi
che sono undici. Rose. Rose. Rose.
Di corsa faccio tutte le scale e finalmente sono
davanti alla porta del appartamento. La
prima volta che ho varcato questa porta indossavo un vestito nero e mia moglie
un bellissimo vestito bianco. La prima volta che varcavo questa porta, ero
felice, ero sereno, ero Emmett.
Da quando non sono più io? Appoggio la fronte alla
porta silenziosamente. “rose, rose, rose” sussurro. Dall’appartamento proviene
solo un silenzio tombale.
Apro e in silenzio appoggio giacca, borsa e chiavi
sul divano. Raggiungo la camera
illuminata da una tenue luce e la vedo lì , sdraiata sul letto , ancora
vestita. Prendo quell’accenno di orchidea che ho comprato e l’appoggio accanto
a lei.
Non riesco a vederla in volto e sto morendo nel
placare la mia voglia di lei. Lentamente con la mano, percorro i suoi piedi ,
così piccoli e delicati, per poi raggiungere le sue gambe lisce e sode fasciate
da fuseaux . Salgo fino a raggiungere le spalle e il collo, dove incontro i
capelli , con la mano li sistemo di lato e mi avvicino.
Il suo profumo mi riempie , le do un bacio , un
altro ancora e un altro , la venero con i miei baci e le carezze, fino a quando
non la sento mugugnare . Lentamente si
gira verso di me e quello che vedo mi lascia senza parole .
Occhi rossi e gonfi dalle lacrime, martoriati dai
fazzoletti.
...Rose.
Mi abbraccia senza pensarci un attimo. “sei
tornato”, la stringo forte a me. “pensavo che non saresti più tornato, pensavo
…” ha ripreso a piangere “ io pensavo … Emmett … che non tornavi più”.
La scosto da me e lei è sorpresa dal mio gesto. “ma
come puoi pensare una cosa del genere? Io tornerò sempre da te, anche quando
non mi vorrai più, quando mi odierai per come mi comporto, tornerò sempre.
Perché ti amo”. Con forza la riporto tra le miei braccia non sopporto vederla
triste, non sopporto vederla piangere per delle paure che ho scatenato io con
il mio comportamento da idiota.
La stringo forte a me e la porto a sdraiarsi sopra
di me, come le piace sempre fare. “ti amo Rose”, il mio sguardo cade su quella
squallida orchidea tra le nostre gambe completamente appassita.
Come avrei potuto farmi perdonare con quella cosa?
Come?
Rose prende a baciarmi il collo, cosa che adoro e
dopo poco i nostri corpi sono legati dall’amore.
***
Rose ha preso bene la notizia che oggi staremo a
casa tutti e due, pensavo fosse uno scherzo ma appena l’ho invitata a fare la
doccia con me ha capito che facevo sul serio. Questa sera ci sarà la cena e ho
deciso cosa fare. La mia Rose mi ha consigliato meglio di quanto potesse fare
chiunque altro .
***
All’ingresso del ristorante tutti gli occhi sono
puntati su di noi. Mia moglie è fantastica in un vestito rosso che le accarezza
delicatamente le curve e i tacchi che la slanciano la rendono perfetta,
magnifica. Abbiamo passato il pomeriggio a coccolarci, certo non ho recuperato
molto ma avrò molto tempo a disposizione.
Aro ci viene incontro e non manca di squadrare Rose
che stringo per i fianchi verso di me.
“buona sera” saluta la mia Rose e non manco di
salutare anche io “buona sera Aro”. “buona sera, Emmett” con un finto bacia
mano saluta Rose . “hai risolto con quelle cose?” ,mi chiede guardandomi negli
occhi, “certo”.
Ero un ottimo attore.
Seduti al tavolo , Aro non perdeva occasione per
fare battutine a Rose o toccarla, cosa che odiavo profondamente. I miei
colleghi stavano salendo a turno su un piccolo palco per fare il solito
discorso per abbindolare anche i clienti.
“Emmett tocca a te” disse Aro alzandosi “ci penso io
a Rosalie” e si mise seduto al mio posto. Oltre al lavoro voleva portarmi via
anche Rose?.
Salì sul palco e il sorriso di mia moglie mi diede
ancora più coraggio.
“Buona sera a tutti. Sono Emmett Cullen e lavoro
presso la Volturi da due anni”, guardavo ogni cliente negli occhi “ siamo come
una grande famiglia, si una grande famiglia di imbroglioni!” nella sala tutti
rimasero zitti e Aro si alzò “ vedete, il mio capo oggi mi ha gentilmente
chiesto di modificare delle prove che accertavano la colpa di una nostra cliente e signori non
vi stupirà sapere che non è nemmeno la prima volta. Devo essere rientrato nelle
sue grazie per poter essere entrato nella sua schiera di avvocati lecca culo.
ops! passatemi il termine miei cari! Ma io non voglio essere cancellato dal
albo degli avvocati e andare in galera, voglio fare il mio lavoro onestamente e
non mi interessano i soldi”.
Aro in sala era completamente allibito e qualche cliente in sala , al quale aveva
parato il sedere si alzò indignato e abbandonò la cena. Dovevo finire il discorso “quindi miei cari
signori, lasciate stare quest’uomo se volete giustizia” , scesi dal palco e mi
avvicinai ad Aro “mi volevi portare via il lavoro e non ci sei riuscito .
neanche mia moglie ti porterai via!”.
Presi Rose
per mano e andammo a casa. Per la prima volta dopo tanto varcai quella porta
felice e sereno.
***
Due anni dopo.
“Emmett, dove hai messo il tigrotto di Sophie?”, mio
marito gioca con quel peluche molto di più della piccola. Esco nel cortile e
trovo Emmett con Sophie a giocare con le costruzioni.
“no Sophie, deve essere lunga la colonna!” ruba
tutti i pezzi alla figlia e comincia a costruire la torre sotto gli occhi
allucinati della figlia. “amore non sei nello studio?”, da circa un anno Emmett
ha uno studio privato qui nella nostra nuova casa. L’abbiamo presa apposta così
grande, così passerà molto più tempo con me
e soprattutto con la bambina. Lo
studio dove lavorava prima , non gli permetteva mai di vedermi e sono stata
davvero male, ricordo pomeriggi interi passati a piangere, da sola davanti alla
tv , pensando che lui non sarebbe più tornato. Quando Emmett mi aveva detto di
quello che faceva Aro , ero stata chiara, smascherarlo e licenziarsi. Le
conseguenze del suo discorso , fecero
chiudere la Volturi e Emmett poté prendere alcuni suoi vecchi clienti.
Sono contenta
di come siano andate le cose, avevo appena scoperto di essere incinta e non
sapevo proprio come fare se le cose sarebbero andate avanti in quel modo. Emmett ora, è più sereno è tornato il ragazzo
di cui mi sono innamorata.
“no amore , oggi non lavoro”. Emmett mi abbraccia da
dietro e mi stringe a se, spesso si è rimproverato di avermi trascurato troppo,
di non essersi preso cura di me. Ma adesso non me ne importa niente di quello
che è stato, lo amo e lo amerò sempre.
“sono felice Emmett” , “anche io Rose”.
(vestiti -> http://www.polyvore.com/cgi/set?id=18606821 )
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Salve gente!
che
dire, grazie davvero a chi legge e a chi mi ha aggiunto tra i preferiti
seguiti. come al solito trovate la prossima immagine qui : http://giadina90z.blogspot.com/ , spero che anche questa vi sia piaciuta!.
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recensioni :
@lovelygiuly : grazie per i commenti ;)
@piemme : ti ringrazio ancora una volta per i complimenti , mi fa piacere sapere che ti piace :)
@OnLu : noo , non volevo farti piangere! spero che questa ti sia piaciuta ;)
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Capitolo 5 *** fino a quando ci sarai ***
fino a quando ci sarai
Fino a
quando ci sarai
La mia vita è cambiata. Un anno fa a quest’ora ero
con Alice a scegliere un vestito per uscire, oppure ero nella mia camera a
leggere un libro, a studiare o ascoltare musica. Un anno fa era diverso. Un
anno fa quello che ho adesso non rientrava nemmeno nelle miei priorità. Per me
c’era la maturità, l’ingresso a medicina e poi il matrimonio, forse. Un anno fa
però, quando ancora non c’era Nessie.
A dire il vero non c’era neanche Edward, o meglio
all’epoca era solo il cugino di Alice che studiava per diventare avvocato e
viveva in casa con loro. Se penso a come è cambiata la mia vita , un anno fa
ero Bella Swan la liceale secchiona, ora sono Bella Swan 19enne , mamma e
coinquilina del 24enne Edward Cullen.
Si la mia vita è cambiata tanto in un anno. In
peggio? No.
È da un mese che conviviamo, la nostra casa è ancora
in fase di arredamento, c’è il necessario ma non completa ; la camera di Nessie
è stata la prima stanza che abbiamo finito di arredare, cioè che i miei hanno
finito di arredare. L’hanno comprata loro questa casa, Charlie ha detto che
avrebbe pagato tutto lui se avrei continuato a studiare, e così è stato. Con lo stipendio di Edward
quasi nullo , perché è in fase di apprendista, non potremmo vivere. Così tra una pappa e l’altra, studio.
Nessie mi riempie le giornate, a volte non sento
nemmeno la mancanza delle miei amiche, mi è sempre piaciuto stare sola ma avere
lei è magnifico. Non rimpiango niente, ho sempre voluto avere una famiglia ma
averla ora a anticipato i tempi e ho saltato alcune tappe. Forse io ed Edward
staremo insieme ma non convivremo, saremmo stati una coppia normale che litiga
per il film da vedere e non per i pannolini da cambiare,ma anche su questo ho
miei dubbi. non tornerei indietro, quando la guardo tutto passa . la tengo in braccio da ormai mezz’ora ma non
riesco a farla addormentare , Edward con il suo piano ci metterebbe un attimo
ma le miei mani su quei tasti creerebbero l’effetto contrario e mi tocca
cullarla per ore.
Io ed Edward ci siamo incontrati tre anni fa, ma non
ci parlavamo , ogni tanto un saluto sulle scale mentre io salivo da Alice e lui
scendeva, niente di più. Una sera però eravamo rimasti soli in casa,forse ero
un po’ brilla a causa delle festa ma abbiamo cominciato a parlare come se
niente fosse. Dopo un mese abbiamo concepito Nessie sotto le stelle della città,
avvolti dalle coperte nella raduna di Forks.
La sera più bella della mia vita.
Quando circa un mese dopo gli ho detto di aspettare
un bambino era schioccato, credevo che non volesse tenerlo, ma insieme abbiamo
capito di poterlo tenere e abbiamo affrontato le nostre famiglie.
Non è stato facile e ancora non lo è. In fondo io ed
Edward eravamo insieme da qualche mese e si può dire che siamo ancora nella
fase di conoscenza. Con l’arrivo della
bambina ci siamo uniti e forzatamente abbiamo spesso glissato sul caratteraccio
l’uno del l’altro.
Non voglio dire che stiamo insieme solo ed
unicamente per Nessie, ci amiamo, ma l’amore vero è venuto dopo per noi. Con Edward sto bene, mi fa sentire protetta e
amata , mi fa divertire , spesso mi fa arrabbiare per il suo lato bambino come
adesso. Alle 20 ha mandato un messaggio
con scritto sarebbe arrivato nel giro di 30 mezz’ora, solo le 22 e ancora non
si è fatto vivo. Le cose sono due o sta giocando a calcio e non mi ha detto
niente, oppure è fermo al bar con qualche suo amico.
Questa è l’ennesima cosa che ci farà litigare questa
sera, almeno oggi volevo rimanere in casa con lui, ma appena varcherà la soglia
di casa sarò la solita isterica. Potrò frenarmi , ma non sarà possibile.
Ha detto che in mezz’ora era qui? Perché ancora non
è arrivato? Mi piacerebbe davvero molto anche a me uscire e vedere le miei
poche amiche fuori da questa casa, ma lui non c’è mai a casa.
L’orologio segna le 23, se rientrava alle 22 ed ero
isterica ora sarò un isterica arrabbiata nera.
Mi sto innervosendo molto e Nessie deve sentirlo perché ancora non si è
addormentata , non ostante mi sia anche seduta sulla sedia a dondolo, regalata da Esme e Carlisle.
La serratura della porta finalmente scatta e molto
silenziosamente si apre e vedo Edward entrare.
Rimango ferma a coccolare Nessie che sembra essersi calmata e non lo
guardo minimamente, fino a quando lui non viene verso di noi e ci saluta, bacio
che evito girando il volto la parte opposta.
Prende Nessie in braccio e si siede sull’altro
lettino.
“che scusa hai questa volta?” chiedo alzandomi e
andando verso la cucina. Lo sento giocare con Nessie, quando invece dovrebbe
stare a dormire, vista l’ora. “Edward deve dormire, porca miseria, c’ero
riuscita!”, mi passo nervosamente una mano sui capelli e lui sbuffa. C’è poco
da sbuffare, “ma volevo solo giocarci un po’ “, “avevi tutto il tempo
prima,mettila a dormire” , mentre finisco di pulire la cucina sento la sua
fantastica melodia risuonare per casa , vorrei andare ad osservarlo ma sono
arrabbiata con lui. È lui che deve farsi perdonare.
Sono una bambina? Forse.
La musica ha finito di riempire il silenzio , ma io
ancora sono in cucina e non mi muovo, sono arrabbiata, è arrivato, non ha detto
niente, neanche un misero scusa, dannazione.
“sono stato a giocare a calciotto, poi sono andato a
bere qualcosa”, è sulla porta della cucina e mi guarda , non ho idea da quanto
sia lì. Non l’ho sentito nemmeno avvicinare.
“vai a quel paese” , mi alzo dalla sedia e faccio
per superarlo ma mi ferma. “Edward sono stanca”.
Non mi va nemmeno di litigare, “ e dai piccola,
scusami”, mi fa il suo solito sorriso sghembo , ma non riesco a sciogliermi. Le
sue mani sono già sui miei fianchi e le sue labbra voraci mi tormentano il
collo , lo allontano bruscamente.
“Edward, che palle. Smettila di fare così”, crede di
risolvere i problemi con qualche carezza, SEMPRE.
“cosa c’è?”, il suo tono è dolce, “potevi avvisarmi,
avrei chiamato Alice o Rose a farmi compagnia. Lo sai che non mi piace stare da
sola la notte con la bambina”. Non era
solo questo.
Si avvicinò a me e posò una mano sulla mia guancia
“è solo questo?ti prometto che ti avviserò sempre”, “lo dici sempre” borbottai
sul suo petto.
“Bella”, “Edward andiamo sembra che qui quella che
deve fare la vita da mamma sia solo io!”, 5 secondi e già mi ero pentita. Lo
sguardo di Edward si indurì all’improvviso lo perderò sono sicura, mi odierà,
sono idiota. lo sto opprimendo con le mie paranoie , con le mie assurdità.
“mi sembra che entrambi, facciamo il nostro meglio
no? Cavolo ho 24 anni potrò uscire con i miei amici o devo stare sempre in
questa cavolo di casa?”.
Sentii gli occhi farsi lucidi, stava alzando la voce
, non l’aveva mai fatto. Ma quello che più mi faceva male erano le sue parole,
pensava solo a lui. In un secondo alzai la mano e gli diedi uno schiaffo,
scappando a piangere in camera.
Se per un attimo ho pensato che ero io quella che
sbagliava, l’attimo dopo ho capito che l’ho costretto ad una vita che non
vuole.
Dopo circa mezz’ora Edward entrò. “non penso quelle
cose, Bella. Davvero”, non risposi e mi voltai dalla parte opposta, si sistemò
accanto a me e con un braccio mi strinse per i fianchi facendomi scontrare con
il suo petto. Poggiò la sua testa sulla mia e parlò di nuovo.
“sono uno stupido. Lo so che tu passi più tempo con
la piccola, so che non esci mai, so che non hai passato il primo orale, ma ti
prego Bella dammi il tempo di abituarmi. Ti amo piccola, vi amo.”
Intrecciò la mano con la mia “ti prego”.
“non alzerai
più la voce? E chiamerai quando non rientri?” borbottai. “si Bella, te
lo prometto , uscirò di meno te lo prometto” .
Mi rigirai verso il suo viso, “è difficile Edward ma
c’è la possiamo fare” , unimmo le nostra labbra in un bacio che piano piano
divenne passionale e portò ad unirci.
In cuor mio speravo che mantenesse la promessa ma
sapevo che non poteva essere così. Edward faceva sempre così. Una piccola
lacrima sfuggì , “Bella ho fatto qualcosa di sbagliato?” si era accorto della
lacrima e la stava asciugando con le sue labbra, “ abbracciami Edward, voglio
sentirti vicino”, fino a quando sarai accanto a me e non te ne andrai. Ancora per
poco,lo so. Ci abbandonerai prima o poi, ma finchè mi amerai, abbracciami .
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Capitolo 6 *** non ho lottato ***
non ho lottato
Non ho lottato
Non importava come e quando. Ma stare con lei mi
liberava. Era assurdo dirlo, era stupido come stavo sfogando i miei problemi.
Ma ad ogni affondo i problemi sparivano, ad ogni sorriso la mente si liberava,
ad ogni contatto io mi svuotavo. Stare
con lei, per una sera , un pomeriggio o solo 5 minuti, significava per me
liberarmi. Il solo pensiero di vederla, mi rendeva euforico, come un bambino a
cui promettono lo zucchero filato. Sapere che presto sarei stata con lei, mi
faceva staccare la spina , mi faceva stare bene.
Quella sera non so cosa mi sia preso, in casa la
situazione non era delle migliori, come il solito. Tanya non si curava della
casa,potevamo permetterci una, cento,
mille donne delle pulizie, ma a patto che lei avrebbe lavorato e invece non faceva
niente di tutto questo, ciò che faceva era uscire la mattina, prendere la carta
di credito e scrivere “io esco a sta sera” , mi chiedo quando abbia smesso di
essere la Tanya che conoscevo, quando abbia smesso di amarmi. Eppure ho fatto quello che potevo per
renderla felice.
Ormai solo entrare in quella casa mi faceva sentire
un fallito, un inutile padre e marito . Non ero riuscito nel mio lavoro, non
ero riuscito a fare felice la mia famiglia, avevo lavorato talmente tanto per
ottenere ciò , che l’obbiettivo primario,l’amore tra noi, era passato in
secondo piano per i soldi. Tanya era felice, non gli importava se passavo poco
tempo con lei, con nostro figlio e io lavoravo per renderla felice, perché se
prima i suoi occhi si illuminavo con una mia carezza , ora un diamante li fa
splendere ancora di più. Dovevo capirlo prima, dovevo agire prima. Ora è tutto
inutile, si , inutile.
Perché non posso andare da mia moglie e dire
“vendiamo tutto e stiamo soli io e te” non posso, come non posso andare da
James, e dirgli “smettila di rovinarti la vita con quella merda” perché non so
nemmeno se mi considera suo padre. Me la sono cercata, ho visto come era facile
regalare falsa felicità, falso amore con pochi soldi e mi sono accontentato di
questo metodo. In fondo non ero ne l’unico ne il primo, ero uno dei tanti.
Ma la strada più semplice porta sempre a sbagliare e
posso affermare che è così. Non ho
lottato quando Tanya anni fa per la prima volta, ha preferito un centro
commerciale a me, non ho lottato
quando contenta aveva prenotato una vacanza senza di me, non ho lottato quando James è rientrato ubriaco a soli 16 anni.
Sono stato impassibile, per cui si non posso
cambiare le cose ore, giustificherei ogni loro “non ci sei mai stato”.
Quella sera, si, dannazione quella sera , entrare in
quella maledetta casa mi ha fatto raggelare il sangue. Non bastava vedere
vestiti ovunque , stupidi canitopo che sgambettavano nella loro magliettina
rosa. Quella sera ad accogliermi c’era un ragazzo che indossava solo un
costume, in mano una sigaretta e la faccia di chi sta più di là che di qua. Ad
aprirmi c’era un ragazzo, la cui fidanzata, se tale potevo chiamarla, era mezza
nuda e lo abbracciava con una birra in mano. Ad aprirmi quella sera, c’era un
ragazzo , le cui braccia erano segnati da grandi lividi violacei. Quella sera ,
ad aprirmi era stato mio figlio , che con un “bella, Eddy” mi aveva accolto in
casa mia.
***
Quella sera non posai nemmeno, la borsa dell’ufficio
all’ingresso, quella sera , davanti a quell’orrore, non entrai nemmeno in casa
mia, quella sera, corsi in macchina ed andai dalla mia salvezza.
Dalla mia dea, dal mio angelo, dalla mia Bella.
C’eravamo conosciuti, qualche mese prima. Io ero
scappato dall’inferno per prendere una boccata d’aria. Si, prima di conoscere
lei, ero solito fare lunghe passeggiate, prima però. Da quando accidentalmente mi è
caduta addosso, le passeggiate non servono a niente. Niente riesce a calmarmi.
Niente tranne lei.
Quella sera ne avevo bisogno. Quello che avevo
visto, mi metteva paura. Non saprei mai gestire una situazione del genere,
mai e poi mai. Andare da lei, non
avrebbe risolto la situazione, non lo avrebbe fatto definitivamente, ma
momentaneamente si ,ed era quell’ora di pace che stavo cercando accelerando
sempre di più con la macchina.
Chiamarla a quell’ora davanti casa dei suoi, quella
sera è stata la cosa più folle che abbia mai fatto, ma vederla uscire in un
vestito bianco, che le donava particolarmente , mi ha fatto dimenticare di
tutto.
“che ci fai qui?” mi disse imbarazzata e distante,
per non insospettire il padre che si era affacciato dalla finestra. La mia
voglia di lei era talmente tanta che l’avrei ingannata anche in quel momento ,
portandola via con me.
“andiamo Bella, ti porto a fare un giro”, i suoi
occhi brillavano per me e il suo sorriso mi fece capire che era pronta a
seguirmi ovunque.
Non avevo una meta precisa, ma stare per ore in
macchina con lei e sentire il suo profumo mi bastava, mi calmava. Mi liberava.
Quello che mi legava a lei, era un sentimento indefinito,
strano e che non capivo. Potevo fare a meno di lei? No , soprattutto in quei
momenti ma non era amore. Posso dire con
certezza che mi faceva stare bene , la illudevo? No, non ho mai detto ti amo ma
è vero, non gli ho mai detto di essere sposato. La illudevo? Forse.
“dove andiamo?”, la sua dolce voce mi distolse dalla
guida, la osservai e i suoi lineamenti innocenti, mi portarono
all’esasperazione. Volevo tornare
indietro, incontrarla e magari conoscerla meglio , magari si, innamorarmi. Pensare queste cose è da stupidi, soprattutto
se , non è un caso se sono dove sono. E’ colpa mia .
“Edward dai dimmi dove andiamo”, con le mani si era avvinata
al volante e accarezzava la mia mano.
Mi guardai intorno, un parcheggio. Accostai e uscii
dalla macchina.
“Bella”, mi avventai sulle labbra, su quelle piccole
labbra rosse e morbide. Ogni bacio era un pensiero in meno e l’unione dei nostri
corpi era la libertà assoluta.
Quella sera, la mia Bella, disse tre parole che mi
fecero capire di essere arrivato alla fine , di aver toccato il fondo, il mio
treno era arrivato alla sua corsa.
“ti amo Edward” , i suoi occhi brillavano di un
innocenza mai vista,di un amore mai provato.
Quella sera non so cosa mi sia preso, ma tornato a
casa presi tutto e andai via. Quella sera per l’ennesima volta, mi lasciai
sfuggire dalle dita la mia vita e prendendo Bella tra le braccia , quella sera
diedi un svolta alla mia vita.
“scappa con me Bella”
Il sorriso che mi rivolse valeva più di mille parole.
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Salve sono
tornata con una nuova os, spero vi piaccia. ringrazio molto chi ha commentato e
chi mi ha messo tra i preferiti e tutti quei lettori silenziosi che passano da
qui. grazie davvero.
Ho letto che
a qualcuno piace la mia idea della foto, se siete interessati a scrivere
qualcosa , magari perché ispirati da una foto in particolare, ditemelo , cosi
modifico le impostazioni e si aggiunge a queste senza problema ;)
Molte
volevano che da queste os, uscisse fuori una ff, ci sto pensando seriamente, ma
non so quando questo sarà possibile. ora dovrei partire con la campagna
promozionale per i commenti, ma non lo faccio, se volete lasciate un commento.
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