Back To The Future di xMoonyx (/viewuser.php?uid=48684)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invenzione di Silente ***
Capitolo 2: *** LUI è l’assassino ***
Capitolo 3: *** Sconosciuto ***
Capitolo 4: *** 1977 ***
Capitolo 5: *** Due Potter ***
Capitolo 6: *** Amicizia ***
Capitolo 7: *** Lezioni da Malandrino ***
Capitolo 8: *** Un nuovo rivale ***
Capitolo 1 *** L'invenzione di Silente ***
Back to the future 1
1
L'invenzione di Silente
Harry
era nella sala grande, in compagnia di Ron ed Hermione, come era
solito, del resto. Stava imburrando tranquillamente una fetta di pane,
quando Ron prese a parlare « Allora, Harry, oggi ricordati
che
dobbiamo essere alle sei nel campo di Quidditch, per
l’allenamento...»
Harry sorrise, ironico « Lo so, Ron, sono io il
capitano...»
Ron annuì, saggiamente « Anche io lo so, Harry,
era tanto
per ricordartelo...sai, sei sempre sovrappensiero,
così...»
« Così hai pensato che Harry si fosse dimenticato
del
Quidditch, unica sua ragione di vita, vero? Oh, Harry, lascialo
perdere... è scemo...» Hermione sospirò.
« Scemo? Scemo chi?» urlò Ron diventando
rosso.
« Tu, Ronald! O conosci qualcun altro che si chiama Ron
Weasley?»
Ron la guardò con rabbia « Stupida
secchia...»
« COSA?» Hermione si alzò, il viso
più rosso di un pomodoro « Cosa diavolo hai
detto?»
Ron la guardò sarcastico « Ciò che ho
detto... si
vede che nessuno ti sopporta, sei un’insopportabile
so-tutto-io... e guarda, ho fatto pure la rima...»
« RON!» Harry lo guardò scandalizzato. I
due
litigavano, ma non c’era da stupirsi tanto, lo facevano
sempre.
« Stai zitto!» disse il rosso distrattamente, e
puntò un dito contro Hermione « Tu stai sempre a
dirmi
quello che devo fare, sempre che ti comporti da vittima... e io cosa
devo dire allora?»
Hermione si abbassò e avvicinò il viso a quello
del rosso
« Che non sai nulla! Tu....non puoi capire, e non mi stupisco
tanto, non capisci nemmeno le cose più elementari... sei uno
stupido, Ron, un superficiale, sciocco, bambino
infantile!...»
Harry vide gli occhi della ragazza inumidirsi, poi una lacrima scendere
dalla sua guancia.
« Ragazzi!» disse ad un certo punto Harry, per
spezzare il ghiaccio « Calmatevi...»
Questa volta anche la riccia si voltò verso di lui, ed
entrambi gli intimarono di tacere.
« Harry ha ragione...» osservò Hermione
sistemandosi
i capelli « Ma tu no, Ron... ci si vede...» si
voltò
sui tacchi e si allontanò impettita.
Ron stava per alzarsi a seguirla, quando un affannato Colin Canon si
fermò dietro la sedia del moro.
« Harry...» ansimò.
Il diretto interessato voltò il viso con calma, per
squadrare il nuovo arrivato « Colin...tutto bene?»
« Mai stato meglio...» ansimò il
ragazzo,
sforzandosi di sorridere « Passiamo alle cose serie
però...Silente ti aspetta nel suo ufficio...»
così
detto il ragazzino abbassò la testa e si
allontanò con
calma.
« Ho sentito bene?» intervenne il rosso «
Silente vuole parlare con te?»
Harry lo fissò, comprensivo « Beh, non
è la prima
volta che lo fa... tu aspettami qui...ah, e se vedi Hermione... o
meglio, se riesci a parlarle... dille dove sono, intesi?»
« Ma perché...?»
« E’ la mia migliore amica e voglio che lo
sappia... non
penso che sia una cosa tanto difficile, Ron....»
Il rosso lo fulminò con lo sguardo « No, a meno
che tu
pensi, come una certa persona di mia conoscenza, che io sia uno
stupido, superficiale, sciocco, bambino infantile...»
Harry alzò gli occhi al cielo e si avviò a grandi
falcate verso l’uscita della sala grande.
Era contento, in un certo senso, di allontanarsi da Ron. Era certo il
suo migliore amico, ma a volte si rendeva davvero insopportabile,
soprattutto quando si trattava di Hermione.
Senza rendersene conto, troppo preso dalle sue riflessioni, si accorse
di trovarsi in quella specie di ascensore a forma di grifone, diretto
nello studio del preside.
Bussò alla porta, e dopo aver avuto la risposta del preside,
varcò la soglia con circospezione.
« Harry! Eccoti, pensavo che il povero Colin avesse avuto un
colpo di asma prima di compiere la sua missione...» disse il
preside con un sorriso, incrociando le dita.
« Buonasera, signore...»
« Accomodati, Harry...» con un cenno del capo e
senza
abbandonare mai il suo sorriso smagliante indicò la sedia di
fronte alla sua scrivania.
« Grazie...» Harry si sedette e fissò
Silente nei suoi grandi occhi azzurri.
« Sicuramente ti starai chiedendo il motivo di tale visita...
ebbene, Harry, ti volevo presentare un mio oggetto... o meglio, una mia
invenzione...» Sotto lo sguardo attento e sorpreso del
ragazzo,
Silente si voltò e afferrò da uno scaffale una
lunga
scopa.
« Questa...» disse mostrandola all’avido
ragazzo
« E’ la mia nuova invenzione, come penso...
spero... tu
abbia immaginato...»
« Una... scopa, signore?» osservò Harry,
sicuro che quella scopa fosse normalissima.
« Non una semplice scopa, Harry...» un sorriso
fiero
comparve nel viso del preside che gli fece l’occhiolino
«
Le apparenze possono ingannare a volte...»
« Non sa quanto ha ragione...» osservò
Harry
convinto, pensando ai suoi due amici, che nonostante litigare per loro
fosse un’abitudine, si volevano bene.
Posò lo sguardo sul legno scuro della scopa... sopra vi era
inciso in oro un nome, “Timebolt”.
Chissà che significa... e cosa fa...
Silente lo osservò sempre con quel sorriso ampio sul viso e
posò lo sguardo sulla scopa « Immagino ti stia
chiedendo
quali prodigi è in grado di fare questa... scopa.
Innanzitutto,
Harry, voglio che tu sappia che questa non è una scopa
normale... no, non mi interrompere, ti spiego...» si
affrettò ad aggiungere notando la bocca semi aperta del
ragazzo
che la richiuse di scatto, imbarazzato « Stavo
dicendo...questa
scopa è magica, come d’altronde tutte le cose che
ti
circondando, ma un diverso tipo di magia...»
sospirò e
poggiò le mani sulla liscia superficie della scopa,
accarezzandola « E’ in grado di... viaggiare nel
tempo»
No, non poteva essere.
Non era possibile.
No, no, no.
Aveva sentito male... oh sì, aveva proprio sentito male, che
cosa assurda.
« Cosa?!?!»
« Ti sorprende? Strano...» il preside lo
osservò in
diagonale, con quel suo solito atteggiamento ironico. « Con
la
GiraTempo non hai fatto molta resistenza...»
Il bambino sopravvissuto annuì con un’espressione
indecifrabile, battendo le palpebre e guardando qualcosa di indistinto
tra i ciuffi cespugliosi della lunga barba argentata di Silente.
« Harry?»
La voce del preside gli giunse come una sveglia alle due di notte. Si
riscosse dallo shock e lo fissò battendo le palpebre
«
Mi... mi scusi...»
« Harry...» ripeté il vecchio preside
«
Qualcuno ha utilizzato su di te un incantesimo di confusione?»
Harry lo fissò sorpreso « No, ma... ma come? Io
no... Non capisco... come si..?»
« Come sia possibile?» lo riprese Silente, con un
ampio
sorriso « Oh, Harry, niente è impossibile... il
meccanismo
è semplice... quando supera una certa velocità
viaggia
nel tempo...»
Harry lo osservò ancora confuso « Qual
è il limite
di velocità? Insomma... in una scopa è difficile
precisarlo...»
Silente annuì, serio « Certo... ottima
osservazione,
Harry. Oh sì... credo di averlo prefissato,
emh...» parve
frugarsi nella mente alla ricerca dell’informazione, che dopo
circa un minuto buono trovò « Oh sì, ci
sono...
cent’ottanta all’ora...»
Perfetto. Ci voleva solo questa.
« Emh.. magnifico!» Harry si sforzò di
sorridere
all’indirizzo del preside. Chissà come
sarà uscita
falsa la mia voce... Silente se ne sarà accorto?
Il vecchio preside, tuttavia, insisteva ad osservarlo dalla sedia
dietro la scrivania, rilassato, sorridente, con le dita incrociate e
l’espressione da angelo.
Harry abbassò lo sguardo e tossicchiò per
spezzare quel silenzio imbarazzato.
« Pensò che questa informazione potesse esserti
utile... non saprei, per ogni evenienza, non si sa mai...»
Harry annuì « Bene»
« Già... puoi andare, Harry. Con te credo di aver
finito...»
« Bene» ripeté Harry, alzandosi
meccanicamente.
« Oh, un ultima cosa...»
Harry si voltò verso il viso sorridente del preside, con la
mano appoggiata alla maniglia.
« Sì, signore?»
Il preside rispose mettendosi un dito affusolato sulle labbra.
Harry capì al volo l’allusione « Oh
sìsì...» lo rassicurò
«
Senz’altro signore...»
Silente gli strizzò l’occhio, con fare complice
«
Nemmeno al signor Weasley e alla signorina Granger...»
« Certo, signore» insisté Harry, uscendo
e richiudendosi la porta alle spalle.
Wow... davvero una giornata strana....
Si diresse verso la sala grande, incontrando per strada Ginny che
sorrideva radiosa.
« Harry!»
« Eih, Ginny!» prima che potesse mettere insieme la
frase
“come va?” la ragazza gli aveva gettato le braccia
al collo
e lo aveva baciato a fior di labbra.
« A cosa è dato tutto questo entusiasmo?»
Ginny sorrise, radiosa « Non lo so... è a
giornata. Ho
come uno strano presentimento, quindi mi andava di stare un
po’
con te... sempre che a te non dispiaccia...» mise il broncio.
« Stai scherzando?» la riprese Harry tenendola per
i
fianchi e abbracciandola dolcemente « Certo che non mi
dispiace!»
Ginny sorrise di nuovo e con un dolce bacio sulla guancia corse via.
« Mah...?»
« Alle sei, Harry...in cortile...»
Alle sei... gli venne in mente Silente. Dovevano distruggere un
Horcrux...
« Mi dispiace... ma oggi non posso. Né prima
né
dopo né tantomeno alle sei... mi dispiace davvero...
facciamo
domani?»
La ragazza sospirò infastidita e annuì. Poi
sorrise di nuovo.
« Va bene, Potter...» il cognome era il modo dolce
di
chiamarlo “amore” « Prima il dovere,
giusto?»
Harry sospirò. Già, lavorare per Silente
cominciava a
diventare seccante... e stancante. Ma ne valeva la pena, per la sua
stessa sopravvivenza...
TO BE CONTINUED...
Next->"LUI è
l’assassino"
« Non sei un assassino...» ripeté
Silente, a braccia aperte, come se volesse abbracciarlo.
Draco si fece coraggio e con uno sforzo immenso puntò la
bacchetta contro il vecchio preside.
« Io posso aiutarti...»
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Capitolo 2 *** LUI è l’assassino ***
back to the future 2
2
LUI
e' l'assassino
Harry era
lì, immobile, con la bacchetta in mano, ma senza poterla
muovere.
Non poteva
crederci... Non poteva essere successo davvero...
Fino a qualche
ora prima
era in compagnia della sua ragazza e dei suoi migliori amici, e adesso,
fissava Silente e Draco sbigottito... Era successo tutto
così in
fretta, che sembrava un sogno. Lui e Silente erano riusciti a prendere
e distruggere l’Horcrux e non appena erano tornati, dopo
essere
stati traditi, avevano scoperto il Marchio Nero sopra la torre di
Astronomia. Terrorizzati, pensando che qualcuno potesse essere morto,
si erano affannati a tornare a scuola, e qui, invece di Voldemort,
avevano trovato i Mangiamorte, e, cosa che Harry pensava ma che,
nonostante tutto, gli risultava incredibile, Draco era tra loro!
Se solo avesse
potuto
muoversi lo avrebbe stupidamente scambiato per un sogno, bastava
battere le palpebre per farlo svanire. Eppure non poteva battere le
palpebre, al dire il vero non poteva muovere nessun muscolo. Solo gli
occhi, ma non la bocca che ora formava una grossa O.
Era in quella
posizione da quando osservava Silente da sotto il mantello
dell’invisibilità,
La cosa
più assurda
poi, era che quell’incantesimo glielo aveva lanciato proprio
Silente... forse per metterlo in salvo, ma così si stava
letteralmente suicidando.
Harry
continuò a fissare la scena cercando di divincolarsi, ma
senza successo.
Il battito
aumentò, nel petto... beh, almeno il cuore e i polmoni non
erano bloccati! Buon segno...
E anche le
orecchie gli funzionavano ancora.
«
Draco, tu non sei un assassino...»
Harry volse
gli occhi verso
Silente, preoccupato. Ma come poteva essere così ingenuo,
quel
vecchio preside? L’aveva sempre venerato come un dio, per la
sua
bontà, però adesso era troppo.
Aveva notato
quel
comportamento ingenuo del preside quando gli aveva parlato di Piton, ma
il Preside continuava a difenderlo: che ingiustizia! E adesso, Silente
si stava letteralmente uccidendo con le sue stesse mani.
Draco, quel
ragazzo pallido
e biondo con la faccia da angelo non si sarebbe fatto certo tanti
scrupoli per ucciderlo! Non ci avrebbe pensato due volte e poi si
sarebbe messo a ridere, come minimo. Non era un bravo ragazzo, su
questo erano d’accordo, no?
Vide, con una
sorpresa mista a perplessità, Draco ansimare e
indietreggiare impercettibilmente.
«
Non sei un assassino...» ripeté Silente, a braccia
aperte, come se volesse abbracciarlo.
Draco si fece
coraggio e con uno sforzo immenso puntò la bacchetta contro
il vecchio preside.
« Io
posso aiutarti...»
Harry voleva
muoversi, per
salvare il suo preside. Perché Silente aveva
l’abitudine
di risolvere i problemi con i discorsi e non con la forza?
Beh, a volte
aveva ragione, ma...
I pensieri di
Harry furono interrotti dalla voce rotta di Draco, che lo sorprese
molto.
«
Nessuno può aiutarmi!»
Era sottile e
tremula, come se lui si stesse trattenendo dal piangere.
Harry lo
osservò con
una strana espressione, guardandolo da una nuova luce... forse non era
poi tanto cattivo, e soprattutto... forse c’era ancora una
possibilità per Silente.
E quando
questa seconda opinione cominciava a diventare reale, la situazione
cambiò.
Harry
sentì dei passi nelle scale e vide giungere Piton, il
mantello frusciante e la bacchetta tesa davanti a sé.
«
Che succede qui?»
Silente lo
osservò con espressione implorante, e con lo stesso tono di
voce sussurrò.
«
Severus...»
A quel
sussurro il cuore di
Harry mancò di un battito... Silente non aveva mai parlato
con
quel tono così terrorizzato... forse si era reso conto di
chi
era veramente Severus Piton. Poi con un groppo alla gola si accorse che
non c’era tempo per avere rancore nei confronti del vecchio
preside che forse non avrebbe più rivisto...
No, no, Harry, pensa positivo, forse Piton non è come
credi...
Certo,
difendiamo pure Piton!
Eppure Draco si è rivelato diverso...
Draco
e Piton non sono la stessa persona...
Harry
interruppe il suo
flusso di pensieri per stare più attento alla scena... o per
cercare di muoversi nel caso il Preside decidesse di far svanire
l’incantesimo.
Piton
puntò i suoi freddi occhi su Silente e lo
incenerì con lo sguardo.
Se
gli
sguardi potessero uccidere... Silente sarebbe già morto e
sepolto... e anche io dato quante volte Piton mi fissa così.
Forse
però, aveva ancora un barlume di speranza...
«
Severus, ti prego...»
Ancora quella
voce, quell’espressione implorante... non poteva sopportarlo!
Notò
brillare gli
occhi di Piton, che evidentemente bruciava ed era accecato
dall’odio e aveva puntato la bacchetta su Silente con
precisione
e decisione.
«
Avada Kedavra!»
NO!
Il cuore di
Harry
mancò moltissimi battiti per poi accelerare di colpo.
Cominciò a vederci offuscato e impallidì ancora
di
più.
Silente aveva
ragione... non era Draco l’assassino, no... Piton, LUI era
l’assassino.
Gli venne da
svenire dal
forte shock, e quindi decise di non pensare più a quella
scena,
ma all’odio, alla rabbia e alla frustrazione che provava in
quel
momento.
Cercò
di risvegliarsi e scosse la testa...
Solo in quel
momento si
accorse di potersi muovere, e dapprima ne fu sollevato, ma poi gli
venne un sospetto. Un sospetto orribile, non voleva pensarci.
Alzò
lo sguardo:
Draco era ancora là, immobile, terrorizzato. Piton osservava
Silente cadere dalla torre di astronomia con una strana espressione,
forse di pura follia omicida.
Harry voleva
urlare come un
forsennato, buttarsi su Piton e ucciderlo a forza di pugni. Ma non
poteva buttare al vento la vita che Silente gli aveva salvato
sacrificandosi.
Così
corse, cercando di non fare rumore, verso il bordo della torre, si
affacciò e... vide Silente a terra, immobile.
NO, NO, NO! AAAAAAARRRRRRGGGGGHHH
Harry si
voltò con un odio disumano e vide l’orlo del
mantello di Piton scomparire nelle scale.
Si
lanciò in una folle corsa nel tentativo di prenderlo...
ormai gli importava solo quello, prenderlo, ucciderlo...
Non
riuscì nemmeno
lui a rendersi conto di quanto correva, ma pure che perse il mantello
dell’invisibilità, nella corsa.
Attraversò
la scuola
nella quale si svolgeva una vera e propria guerra, con la bacchetta
puntata contro Piton, che però era ancora troppo lontano...
Come poteva
raggiungerlo?
Finì
contro qualcuno, che scostò brutalmente.
«
HARRY!» strillò Hermione, appoggiandosi a Ron:
ecco chi era quel qualcuno...
Non si
curò di loro, perché era accecato
dall’odio e voleva solo vendicarsi.
Piton aveva
rallentato il
passo per dare l’ordine a qualche altro mangiamorte, contro
il
quale stava combattendo Hagrid, che aveva cominciato ad urlare.
Harry volse lo
sguardo verso la capanna del mezzo-gigante che era... in fiamme.
Il suo cuore
accelerò il battito e Harry la corsa.
«
FERMATI, CODARDO!»
Al
diavolo l’educazione!
Piton si
voltò verso di lui e mostrò i denti «
Potter...»
«
Almeno abbi il coraggio di restare...»
Piton gli
lanciò uno sguardo di fuoco « Vattene
Potter!»
«
NO!» Harry si fermò e puntò la
bacchetta contro Piton « Non faccio come te! Stupefic-»
Piton
bloccò
l’incantesimo di Harry che rimbalzò. Il ragazzo lo
evitò e puntò con foga la bacchetta contro Piton.
«
Stupeficium!»
Piton
evitò
l’incantesimo e lo guardò con rabbia «
Vattene
Potter! Non ho intenzione di combattere con te!»
«
E
perché?» Harry era accecato dall’odio,
in quel
momento non gli importava un fico secco se stava minacciando un
Mangiamorte molto pericoloso, che per di più, provava un
odio
innato per lui « Non ne hai il coraggio?»
«
Basta
così!» ruggì Piton puntando la
bacchetta contro il
petto di Harry « IO.. NON SONO... UN CODARDO!»
Stava
ansimando, respirava appena, come se dicesse quelle parole con tanta
enfasi che gli toglieva il respiro.
Harry lo
scostò con rabbia e gli puntò la bacchetta sotto
il mento « Certo che lo sei...stupefic-»
«
STUPEFICIUM!»
Harry
percepì una contrazione e poi venne sbalzato a qualche metro
di distanza, atterrando pesantemente a terra.
« Io
non sono un
codardo...» ripeté Piton, col fiatone «E
ringrazia i
tuoi occhi, Potter, se oggi sei ancora vivo...»
Harry
ringhiò dal
dolore ma si rialzò subito... tardi, però, per
raggiungere Piton che aveva ripreso a correre.
Come poteva
raggiungerlo velocemente?
Gli venne in
mente la sua
scopa, ma subito dopo un’altra... la scopa del tempo di
Silente... era la più veloce che avesse mai conosciuto,
bastava
non farla arrivare al massimo della velocità, e sarebbe
andato
tutto liscio... Com’è che si chiamava? In mente
gli venne
l’immagine della scopa con un nome scritto in oro.
«
Accio Timebolt!»
Si
sentì un fruscio
nell’aria, e due secondi dopo Harry si accorse di avere in
mano
la bellissima scopa di Silente. Era scura, lunga e lucida, e il nome in
oro luccicava alla luce del fuoco della casa di Hagrid.
Con un salto
si issò su di essa, e puntò lo sguardo davanti a
sé.
«
Preparati, professore...» sussurrò con odio,
mentre la scopa partiva sfrecciando come un missile.
Gli era sempre
piaciuta la
sensazione del vento sul viso e sui capelli, ma da quella scopa era
diecimila volte meglio che dalla sua Firebolt.
Harry
portò la mano
alla tasca dei pantaloni e ne estrasse in fretta la bacchetta, urlando
un incantesimo dopo l’altro, mancando però sempre
il suo
bersaglio mobile. Doveva prenderlo... si appiattì sulla
scopa
accelerando sempre di più e andò più
in alto con
la scopa per prendere meglio la mira.
Qualcosa
colpì il
mantello di Piton che andò in fiamme. L’uomo si
voltò con circospezione e osservò se ci fosse
qualcuno
dietro di lui, senza vedere nessuno.
«
Eih, quassù!»
Piton
alzò lo
sguardo sorpreso e impallidì, come se non fosse bianco
abbastanza, vedendo Harry sulla scopa che gli lanciava un incantesimo.
«
Pietrificus Totalis!»
Piton ebbe il
tempo di accorgersi di quello che stava succedendo, quando si
ritrovò a terra, immobile.
Harry lo aveva
in pugno, bastava colpirlo una volta sola...
Però
voleva prendere bene la mira, quindi si abbassò, sempre
più veloce... troppo
veloce.
Si accorse
troppo tardi del
suo errore, troppo tardi perché la scopa era diventata
incandescente e sempre più luminosa...
OH
NO!
Harry
cercò di frenare ma ormai era troppo tardi... la scopa non
si fermava, non poteva fermarsi.
NON
ADESSO.
«
AAAARRRRRGGGGHHHH»
Piton lo
osservò
scandalizzato, cercando di muoversi... e ci riuscì
perché
l’incantesimo terminava se la persona che l’aveva
lanciato
non c’era...ed Harry era sparito, proprio in quel momento.
Si
rialzò in piedi e
osservò il cielo dal quale appariva come una scia di fuoco,
dove
prima era passata quella strana scopa di Harry... che era di Silente.
Ricordò quando Silente gli aveva spiegato i prodigi di
quella
scopa, e un presentimento gli giunse nella mente.
Ancora
più
scandalizzato fece disegnare alla sua bocca una O perfetta, scosse la
testa incredulo, mettendosi le mani sui capelli e lasciandosi cadere in
ginocchio sull’erba.
TO BE CONTINUED...
Next->"Sconosciuto"
Si alzò a sedere.
Dov’era Piton? Dov’era Hagrid con la sua capanna in
fiamme? Insomma... dove
diamine erano tutti?
|
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Capitolo 3 *** Sconosciuto ***
back to the future 3
Allora, innanzitutto credo
siano d'obbligo le scuse, per non aver
pubblicato dopo più di un mese: la verità
è che
sono stata molto occupata a scrivere altre due fanfiction, se non anche
altre tre storie originali, e avevo completamente dimenticato di
pubblicare questa, che non scrivo da un anno, e si è fermata
al
nono capitolo, ma tranquilli, riuscirò a finirla. Vorrei
anche
ringraziare tutti coloro che hanno commentato i due scorsi capitoli,
Arigatou Gozaimas ! :D
@elys: Allora, beh penso che se hai
letto i libri di HP saprai
com'è veramente Severus, però beh...diciamo che
in questa
storia si capisce meglio alla fine! XD
@Pecky: Grazie! :D Spero che andando
avanti ti piaccia ancora di più, specialmente dopo questo
capitolo ;)
@Alohomora: Anche qui, interrotti sul
più bello! Ma
d'altronde in quasi tutti i libri è così, serve
per
aumentare la suspance! (sempre che ce ne sia o.ò....
n.d.a.che.si.sottovaluta)
E un grazie va anche x chi ha letto e commentato il primo capitolo, vi
rispondo qui:
@mki90: La penso esattamente come
te! Michael J. Fox è uno
dei miei attori preferiti, e già da quando ero piccola
Ritorno
al futuro è sempre stato il mio film preferito, in assoluto!
:D
E dal momento che adoro anche HP, ho mischiato le due storie (pensa che
avevo in mente di scrivere una ff in cui HP si mescolava con Il signore
degli anelli ò___ò)! XD
@edocast92: Spero che non ti abbia
deluso e che continui a seguire la storia!
@Your
guardian Angel:
Che finisca bene?! Beeeeh... dal momento che
non ho ancora scritto la fine, e che la mia mente diabolica ultimamente
non fa che produrre finali drammatici, non saprei...speriamo bene! XD
E adesso, vi lascio al capitolo!
3
Sconosciuto
Si
stupì di essere ancora incollato alla scopa, dopo tutto
quello
che era successo. Era ancora calda, non certo incandescente come
prima... Harry si guardò intorno confuso, vedendo le
immagini
che svanivano, compresa la faccia scandalizzata di Piton.
Aveva forse paura di morire incendiato, quel codardo?
Harry ruggì dalla rabbia e poi tutto divenne nero.
Di colpo, però, fu accecato da una miriade di colori, e
dovette
chiudere gli occhi per la troppa luce. Non sapeva cosa stava
succedendo, non poteva capirlo... non era mai salito su quella
maledetta scopa!
Si vide strattonato e colpito da venti gelidi e da altri molto caldi,
ma nonostante ciò non lasciò la presa sulla
scopa,
nemmeno quando fu investito e sballottato da un vento fortissimo e la
sua scopa aveva fatto un giro su se stessa, lasciandolo per un secondo
a testa in giu. In quell’occasione lanciò un urlo.
Poi tutto intorno a lui parve calmarsi e così, confuso,
aprì gli occhi... ma questo lo sorprese ancora di
più,
perché si trovava nella stessa identica posizione di prima.
Non ebbe il tempo di rendersene conto che si schiantò al
suolo,
molto rovinosamente. La caduta lo fece urlare, ma non gli
impedì
di sentire il rumore del legno in frantumi.
Rantolò e si girò su un fianco, strizzando gli
occhi e
battendo i denti per il dolore alla gamba, che si strinse al petto.
« Oh cavolo!» imprecò, allungando una
mano per
afferrare un’estremità della scopa, che
tirò a
sé. Si era spezzata in due.
« Fantastico!» sussurrò isterico, dando
un pugno al terreno. Il risultato fu che si fece male al polso.
Si alzò a sedere.
Dov’era Piton? Dov’era Hagrid con la sua capanna in
fiamme? Insomma... dove
diamine erano tutti?
« Cos’hai? Hai paura? E’ uno scherzo, per
caso?» bestemmiò, dalla rabbia. Si riferiva a
Piton,
eppure non lo vedeva.
Dove si trovava?
Si lasciò ricadere con un sospiro a terra,
sull’erba umida, e osservò il cielo sistemandosi
gli occhiali.
Il cielo era limpido, scuro, e trapunto di stelle, che brillavano come
non mai. Era davvero una bella visione, senza nuvole e senza...
Dove cavolo è
il Marchio Nero?
In effetti, di quel teschio col serpente non c’era traccia:
qualche altro scherzo del destino?
Osservò la scopa al suo fianco e socchiuse le palpebre
meditabondo.
Una scopa del tempo...
« Ma certo!» esclamò incredulo, con la
pelle
d’oca « Sono andato nel futuro! Evidentemente hanno
già sconfitto Voldemort, oppure...»
«
STUPEFICIUM!»
« E’ stato lui a sconfiggere lo-ARGH!»
Harry venne sbalzato e ricadde a faccia in giù nel fango.
Cercò di rialzarsi ma qualcuno gli puntò la
bacchetta contro la schiena.
« Chi è lei? Come è entrato
qui?»
Quella voce... era inconfondibile!
« Professoressa McGrannit?» Harry si
voltò di colpo, confortato, nonostante la bacchetta.
La McGrannit ebbe un sussulto e indietreggiò
impercettibilmente.
« Come ha detto, prego?»
« Professoressa! E’ successa una cosa incredibile,
Piton è scappato, dobbiamo raggiungerlo e...»
La McGrannit lo fissò sgranando gli occhi ma senza abbassare
o allontanare la bacchetta.
« Ma cosa sta dicendo! Chi è lei? Come osa parlare
della mia scuola e dei mie alunni?»
Alunni?! Ma cosa?!
Oh, sì, evidentemente dopo la battaglia coi Mangiamorte uno
di loro le aveva lanciato un incantesimo di confusione.
« Mi ascolti...» ripeté Harry
« Silente
è... è...» morto. Non riusciva a dirlo,
era troppo
incredibile.
« Vuole parlare col preside?» il tono della
professoressa era severo.
« Ma come? Lui non era...»
« Ma lei chi diavolo è?»
La voce gli si ruppe in gola.
« Co-cosa?»
Harry la fissò allibito, con la bocca semi aperta e il viso
contratto.
Perché non lo riconosceva?
« Professoressa...?» osservò, titubante.
« Chi è?» ripeté la McGrannit.
Harry scosse la testa come per assicurarsi di aver sentito bene e fece
una smorfia, smarrito.
« Io... Harry...»
« Harry come?»
Non poteva credere alle sue orecchie!
« Potter... Harry Potter, professoressa, ma lei...?»
La professoressa ebbe un sussulto non appena sentì il suo
cognome. « Potter, ha detto?» Si
avvicinò al viso di
Harry e lo osservò critica.
Harry sospirò di sollievo, l’aveva riconosciuto,
finalmente!
« Ma... non è possibile... signor Potter, lei
era...» scosse la testa incredula e quasi ammirata.
Harry la osservò pieno di sollievo «
Sì, esatto,
stavo inseguendo Piton che aveva lanciato l’anatema che
uccide
contro Silente....»
« Che sta dicendo?» La McGrannit urlò al
suo
indirizzo « Signor Potter, come osa! Non solo è
fuggito ma
ha avuto anche il coraggio di prendersi gioco di me... E’
nuovo
il trucco del nome? E quello degli occhi? Ha le lenti a contatto? E
quello della voce? Che voce ha, signor Potter?»
Harry la osservò, senza capire « Ma cosa...?
Professoressa, io...»
« James Potter! Come ha osato fuggire dalla mia presidenza!
Come
ha fatto? Lei... lei merita un anno intero di punizione con stretta
sorveglianza!»Il tono della McGrannit era rude, duro, e non
ammetteva repliche, ma qualcos’altro attirò
l’attenzione di Harry: la professoressa lo aveva chiamato...
James?!
Da quando mi chiamano
col secondo nome?!
« No!» disse Harry, stupito e confuso «
Mi scusi, professoressa... ma dov’è
Piton?»
La professoressa gli puntò la bacchetta alla schiena e lo
spinse in avanti « IN VICEPRESIDENZA, SUBITO!»
« Professoressa!» cominciò Harry,
sorpreso « Ma Piton ha ucciso Silente, santo cielo!»
Ecco, era scoppiato... non era proprio riuscito a controllarsi. La
professoressa strinse le labbra con fare omicida « POTTER! La
smetta di dire idiozie e di nominare uno degli allievi più
importanti del nostro istituto!»
EH?
« Allievi?» ripeté Harry, sicuro di non
aver sentito bene.
« Potter... lei mi farà venire un attacco
nervoso...
andiamo in vicepresidenza, devo darle una punizione
esemplare...»
Harry non commentò, non gli importava un gran che della
punizione, aveva ben altro a cui pensare, mentre la Professoressa lo
spingeva verso il castello.
« Oh! Il professor Silente non sarà certo contento
del suo comportamento, proprio lui che la difende sempre!»
Harry approvò mentalmente, ma ad un certo punto il suo cuore
mancò di un battito: Ma allora...
« Silente è vivo?» chiese a bruciapelo,
ansioso.
La professoressa sbuffò scocciata da quel comportamento e
alzò gli occhi al cielo « Potter, lei non capisce
proprio
quando deve smetterla, eh?»
Aprì le ante della grande porta e avanzò nella
luce del cielo trapunto di stelle.
Harry lo osservò perplesso... la guerra con Voldemort era
finita
forse da poco e il castello era così pulito e lucido?
Semplicemente assurdo...Chissà
quanti gratta e netta...
Il pensiero della battaglia coi Mangiamorte gli fece venire un groppo
alla gola... Ron, Hermione... Ginny! Chissà se stavano bene!
Harry si morse il labbro e sospirò.
« Voglio vedere Silente!» disse ad un tratto,
consapevole di quello che stava per fare.
« Prego?» La McGrannit si era fermata e lo
osservava
perplessa, anche se Harry non poteva vederla perché le dava
le
spalle.
« La prego... posso vedere Silente? E’
importante... molto importante...»
La prof stava per ribattere così Harry sospirò e
continuò « La prego...»
sussurrò con calma
« Dopo farò tutto quello che vuole... mi permetta
solo di
vederlo...»
La professoressa McGrannit lo osservò sempre da dietro e
abbassò la bacchetta.
Che bella sensazione
avere la schiena libera!
« Potter, riesci sempre a scampartela... ma mi sembra un
po’ troppo serio oggi...»
Harry rimase accigliato, preferendo comunque non guardarla.
Non era sempre stato
serio? Bah...
« Mi segua...» La professoressa lo
superò mettendosi
alla luce. Che strano, forse per festeggiare la vittoria contro
Voldemort e i Mangiamorte si era ritoccata i capelli, perché
erano particolarmente scuri e curati.
Finalmente giunsero davanti all’ascensore a forma di grifone,
dopo di che la professoressa disse la parola d’ordine, mentre
Harry si guardava intorno a disagio, senza incrociare lo sguardo con la
professoressa che si limitava ad osservare i vestiti di Harry, critica.
« Come ha fatto a sporcarsi la divisa in quel modo?»
Harry si osservò la divisa, confuso «
L’inseguimento e poi...» spiegò per la
millesima volta.
« Ancora con questa storia... con lei faccio i conti
più
tardi: Può andare, Potter... ma ricorda: Dopo deve tornare
sotto!»
« Sì, professoressa!» disse Harry
abbassando lo sguardo, imbarazzato.
« Professor Silente, ha visite! Il signor Potter!»
esclamò lei con voce autoritaria.
La professoressa si allontanò ed Harry entrò
nell’ascensore. Poi giunse davanti la porta della presidenza,
trattenne il respiro e bussò.
« Avanti, entra pure...»
La voce di Silente gli giunse come un canto bellissimo. Era vivo, cavolo, era vivo!
Harry sorrise e aprì la porta di scatto «
Professor
Silente!» esclamò con gli occhi lucidi, che si
prese la
briga di pulirsi con la manica della maglietta.
« Come mai tutto questo entusiasmo, James?»
No... no, ancora! Ma che
prende a tutti? Va di moda usare i secondi nomi, per caso?
Harry trattenne il respiro confuso e alzò il viso fissando
Silente negli occhi.
Il professore lo accolse con un sorriso che però
stroncò a metà e si alzò di scatto.
« Professore? Succede qualcosa?»
« Come mi hai chiamato?»
Harry trasalì notando il tono freddo di Silente «
Come?»
« Come mi hai chiamato? Perché hai detto
“ professore”?»
Harry lo osservò sorpreso, poi sorrise, pensando che fosse
una
battuta « Professor Silente, ma cosa è successo,
di
preciso, dopo che sono volato con la scopa?»
Silente lo fissò severo, senza distogliere lo sguardo da lui.
Oh no! Ha saputo della
scopa! Devo spiegargli le mie ragioni! Ecco perché era
così furioso... cavolo!
« Dovevo riuscire a raggiungere Piton!» si
giustificò con un tono di voce implorante « E la
sua scopa
era la più veloce, mi dispiace, avrei dovuto chiederle il
permesso...»
« Ma di cosa parli?»
Le parole gli morirono in bocca. Ma
allora era un vizio! Erano tutti così tardi, là
dentro? I Mangiamorte dovevano aver fatto tutto a puntino...
« La... la sua scopa. La scopa del tempo... la...»
Harry
fece una pausa, senza staccare gli occhi dagli occhiali a mezza luna
del preside « La timebolt...»
Silente ebbe un sussulto e si lasciò cadere terrorizzato
sulla sedia.
« Professore!» gemette Harry, preoccupato
« Si sente
bene? Vuole che chiami qualcuno? Riesce ad alzarsi?»
« Oh...» disse Silente con voce affaticata, come se
stesse per piangere « Oh... no, no!»
« Professore!» Harry lo fissava preoccupato.
Silente aveva
quello stesso tono terrorizzato e implorante che aveva quando aveva
bevuto il veleno del calice per recuperare l’horcrux. Harry
aiuto
il preside ad alzarsi, continuando ad osservarlo ansioso.
« Cosa ho fatto!» Silente si picchiettò
la mano
sulla fronte e si appoggiò su Harry « Che
disastro...»
« Professore, non capisco...» Basta! Qualcuno mi spieghi cosa
sta succedendo!
Silente alzò i suoi occhi azzurri su di lui e gli
afferrò
il viso tra le mani affusolate « Come ti chiami? Come ti
chiami,
dimmi come ti chiami, figliolo?»
Harry lo osservò scandalizzato. Ma come poteva essere che
nessuno lo riconosceva? Si girò verso i
ritratti, confuso, ma loro gli lanciarono uno sguardo altrettanto
insicuro. Ma cosa aveva
che non andava?
Che stava succedendo?
« Harry Potter.. sono Harry Potter, signore...»
« Harry Potter...» ripeté Silente,
sempre con quel
tono implorante « E dimmi, Harry Potter, da dove
vieni?»
Harry lo fissò sconvolto « Da dove...? Da...
Hogwarts...»
Qualcuno si prende la
briga di spiegarmi tutto???
« No, questo lo so...» disse Silente mesto, e in un
primo
momento Harry ne fu sollevato, ma questo sollievo svanì non
appena il preside continuò « Intendo... in che
anno ti
trovavi prima di montare la scopa?»
Harry trasalì e un presentimento si fece strada nella sua
testa.
« ...1996...» disse come se stesse cercando di non
capire una cosa che era ovvia.
Il preside gemette e si accasciò sulle ginocchia.
« Professore! Professore, non capisco! Che vuol dire? Che
significa?»
Il professore, alzò il viso, tremante, e puntò i
suoi occhi azzurri su Harry « Harry... siamo nel 1977!»
TO
BE CONTINUED
Next-> "1977"
« ALBUUUUS!»
Lanciò uno sguardo complice ad Harry e sorrise «
Sì?»
« Albuuuus, vieni subito! E' un emergenza! POTTER SI E'
SDOPPIATO!»
|
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Capitolo 4 *** 1977 ***
back to the future 4
Mi
scuso con tutti voi per l'esagerato ritardo, però in questo
mese
ho avuto molte cose da fare -o meglio, da scrivere XD- come una
fanfiction che pubblicherò forse oggi stesso. Spero che
comunque
continuiate a leggere questa, specialmente ora che il nostro caro
Enrico Vasaio sta per incontrare i Malandrini *-* (non so se si nota
che sono i miei personaggi preferiti!) E adesso passiamo ai
ringraziamenti:
@Pecky:
secondo te Silente
è venuto abbastanza IC? No perché il mio
più
grande timore è rappresentare personaggi OOC in storie serie
-in
quelle comiche al contrario, più sono "opposti" agli
originali,
meglio è!- Arigatou! :)
@Your guardian Angel: Hey!!
Chissà come mai non mi sono stupita... -scommetto che tra un
po'
troverò fuori di casa cartelli con su scritto "Sirius the
best"
XD Sappi che il mio preferito rimane il lupacchiotto, ma il cagnolone
non scherza mica! *-*
@KyleXY: mi
fa davvero molto
piacere che ti stia piacendo, spero che non mi vorrai uccidere dal
momento che ho fatto aspettare tanto per un aggiornamento...Gomenazai!
>_< Dimmi che ne pensi di questo capitolo! =D
4
1977
Harry
rimase ad osservarlo scandalizzato, poi si allontanò da lui
e respirò profondamente, appoggiandosi al muro.
« Che cosa?» disse, incredulo « CHE
COSA!?!»
« Ti prego Harry, non urlare... non è colpa mia,
davvero!» Anche Silente era distrutto.
No, no, no... era un
sogno, sì, solo uno stupidissimo sogno.
« Harry... quella scopa del tempo funziona davvero, non
è
uno scherzo.. se ti siedi ti posso spiegare tutto...»
Harry sbuffò sconfortato e si lasciò cadere
pesantemente sulla sedia.
« Ascolta... In realtà ho in mente di costruire
questa
scopa da molti anni, ma evidentemente dovrò aspettare ancora
qualche anno per vederla consistente e non fumo come nella mia
mente...»
Silente abbassò gli occhi « Tuttavia so cosa
comporta il
suo utilizzo... e a meno che non abbia cambiato idea nel giro di
vent’anni, direi proprio che sei finito qui perché
l’ultimo viaggio del me stesso del futuro deve essere stato
verso
il 1977... cioè adesso...»
« Mah...Faccia qualcosa!» urlò Harry,
scaldandosi e
alzandosi in piedi « Faccia qualcosa! Solo lei
può!»
Silente sospirò « Cosa dovrei fare io? Il me
stesso del
futuro ha commesso un grande sbaglio...l’unico modo per
tornare
indietro è utilizzare la scopa e...»
Harry inclinò le sopracciglia verso l’esterno
« Ma si è distrutta...» disse con voce
funerea.
« Lo so... Harry, lo so» Silente si mise una mano
sulla
fronte « Bontà divina! Credo proprio che dovrai
rimanere
qui fino a quando non riesco a riparare quell’accidente di
scopa
infernale...»
Harry batté le palpebre e lo fissò scandalizzato
« EH? Ma non posso!»
« Forse... in ogni caso devi, non hai altra scelta... fino a
quando non riparerò quella scopa rimarrai qui...»
Harry scosse la testa incredulo « No, ma come?»
« Harry...» il vecchio preside alzò il
viso, scosso
« Mi hai chiesto di fare qualcosa, e io ti sto dicendo che
cercherò di fare qualcosa... però vienimi
incontro!»
Harry rimase con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati. Poi
sospirò e si asciugò gli occhi stanchi
« Va
bene...» soffiò stancamente e osservò
il preside
con una strana espressione.
Era vivo! Diavolo, era
vivo! Perlomeno, qualcosa di positivo...
Poi un urlo squarciò la quiete e fece scattare Harry in
piedi,
la bacchetta stretta in mano, e fissò il preside
scandalizzato.
Silente non si scompose ma si limitò ad alzare gli occhi al
soffitto « Ahhhh, Minerva!» si alzò
leggero e si
avvicinò ad Harry.
« ALBUUUUS!»
Lanciò uno sguardo complice ad Harry e sorrise «
Sì?»
« ALBUUUUS! VIENI SUBITOOOO! EMERGENZAAA! POTTER SI
E’ SDOPPIATO!»
Harry trasalì guardando il vecchio preside in cerca di
spiegazioni.
Silente rise di gusto e si arrotolò la barba argentea nel
lungo
dito « Vengo, Minerva, vengo... il secondo Potter
verrà
qui con me...» fece l’occhiolino ad Harry ed
aprì la
porta. Poi con un cenno del capo indicò la porta ad Harry,
che
istintivamente si ritrasse e fece un segno di diniego. Silente
accennò un secondo sorriso e lo accompagnò con
una mano
sulla sua spalla, fino alla vicepresidenza. Stava per bussare quando
qualcuno da dentro aprì la porta con foga.
Harry non riusciva a vedere nient’altro se non il viso
contratto della sua professoressa.
« ALBUS! FINALMENTE!» la McGrannit intravide Harry
da dietro la spalla del preside e gli puntò la bacchetta.
« ECCO!»
« Minerva...» tentò il preside, pacato.
« QUELL’IMBROGLIONE...»
« Minerva?»
« QUEL....QUEL POTTER!»
« Emh... Minerva?»
« LO DOVREMO PUNIRE...»
« Minerva!»
« OH Sì SE LO PUNIREM-»
« MINERVA!»
La McGrannit chiuse di scatto la bocca « Mi
scusi...»
Silente annuì chiudendo gli occhi e li riaprì
abbassando
la bacchetta della professoressa, provocando le risate di qualcuno
dietro di lei.
« Minerva... questo non è un clone o un duplicato
di
Potter... né un ologramma... o nessuno che ha bevuto la
pozione
Polisucco...»
« Ma...» ribadì la professoressa
osservando confusa Harry « Ma è preciso a
Potter!»
Harry trattenne il respiro spaventato e confuso. A chi diavolo si stava
riferendo? Lo conoscevano, forse?
« Ma no, Minerva cara, cosa dici? Lui è... Harry
Dawson...»
La professoressa rimase a bocca aperta e si girò verso tre
ragazzi dietro di lei, seduti, che stavano ancora ridendo.
« Harry entrerà nella nostra scuola...»
« Ma non può!» ribatté la
prof, serafica.
« Sì invece... fino a prova contraria io sono il
preside
di questa scuola e ho il diritto di decidere delle vite dei miei
allievi... o no?»
La McGrannit rimase spiazzata da quella domanda e non riuscì
a rispondere.
« Bene... domani lo smisteremo... »
Detto questo Silente si inchinò e si allontanò.
Harry, istintivamente, lo seguì, ma fu trattenuto dalla mano
della professoressa che gli aveva artigliato il braccio.
« Cosa fai?»
Harry la osservò perplesso.
« Seguo... il professor Silente?» fece, ovvio.
La professoressa scosse la testa « No... tu resti qui. Devo
insegnarti un po’ di regole su questa scuola... come per
esempio
che non si può andare fuori di notte...»
Harry arrossì, ricordandosi il modo ridicolo in cui si erano
incrociati... o meglio, scontrati.
« Emh... io le conosco, professoressa...è solo
che, venendo con la scopa... sono finito lì e...»
« Oh, Dawson non discutere! Fila dentro!»
Di nuovo si sentì spingere dentro la stanza e
così
incrociò gli sguardi curiosi dei tre ragazzi seduti di
fronte
alla cattedra della professoressa.
Il suo cuore mancò di diversi battiti.
Oh Mio Dio! Diavolo, non
loro! Non ci avevo pensato!
« Potter, Black, Lupin, tornate nel vostro dormitorio!
SUBITO!»
« Ma...» ribadì Sirius, ovvio
« Lei doveva fissarci la nostra punizione...»
« OH, LASCIATE PERDERE! TORNATE NEL VOSTRO
DORMITORIO!»
Sul bel viso di Sirius si fece strada un sorriso... a dir poco
perfetto. Il ragazzo si alzò, mostrando un corpo slanciato
e,
ancora una volta... perfetto. Cavolo, il suo padrino era davvero uno
dei ragazzi più belli che avesse mai visto. I capelli lunghi
fino alle spalle, lisci e neri gli incorniciavano il viso
dall’aria misteriosa, nel quale brillavano due occhi grigi
molto
espressivi. Aveva la pelle pallida, come al solito, ma non
c’era
traccia sul suo viso perfetto di occhiaie o ombre scure... sembrava
davvero un vampiro.
Nulla da togliere agli altri due...
Lupin, il suo professore di difesa contro le arti oscure del terzo
anno, faceva concorrenza ad un angelo.
Il viso dolce incorniciato da capelli morbidi e castano chiaro, dei quali
alcuni ciuffetti ricadevano deliziosamente sulla fronte. Non aveva
cicatrici, come ricordava Harry, e nemmeno i suoi soliti baffetti. Gli
occhi dorati esprimevano gioia pura e brillavano di allegria. Anche lui
era alto e magro, come James...
James...
Harry provò un misto di strane sensazioni insieme... quello
era suo padre...
Papà...
Senza accorgersene i suoi occhi si inumidirono e una lacrima scese
prepotentemente sulla sua guancia, ma lui la cancellò con un
veloce gesto della mano.
James sorrideva sorpreso nella sua direzione, increspando le labbra, e
socchiuse gli occhi scuri. Harry notò le sue sopracciglia,
uguali alle proprie, che si sollevavano con cipiglio.
Quello era suo padre...suo
padre... quello che non aveva mai conosciuto.
Non sapeva per quanto tempo rimase a fissarlo e nemmeno per quanto
tempo James ricambiò l’occhiata altrettanto
confuso.
Solo quando sentì le urla della McGrannit si riscosse e
distolse lo sguardo.
« Allora? Siete sordi per caso?» urlò la
McGrannit, molto nervosa « Andate, su!»
Sirius annuì con cipiglio, James sorrideva ancora, mentre
Remus
lanciava occhiate omicide ai due « Andiamo...»
sussurrò nella loro direzione, spingendoli fuori dalla porta.
Quando passò davanti ad Harry lo squadrò
perplesso,
Sirius invece accennò un sorriso e gli strizzò
l’occhio, ed Harry leggendo il suo labiale tradusse
“Grande”.
James, per ultimo, gli lanciò un’occhiata ricca di
curiosità e inclinò le labbra di lato, in un
sorriso
sghembo « Ci si vede...» sussurrò.
Harry rimase fulminato da quella visione e rimase chissà per
quanto tempo a fissare a bocca aperta la porta dalla quale erano appena
usciti.
« Dawson...» chiamò la prof.
Harry rimase perplesso a fissare la porta.
« DAWSON!»
« Eh? Ah... emh... mi scusi...» doveva abituarsi a
quel cognome che il preside gli aveva affibbiato.
Si sedette prontamente sulla sedia, ancora perso nei suoi sogni, ma per
il resto dell’ora non fece altro che ascoltare le numerose
regole
che la McGrannit gli stava elencando.
In realtà non stava proprio ascoltando... trovava molto
più semplice e facile contare le numerose pieghe e le
increspature del vestito della prof.
Poi piano piano le sue palpebre si fecero pesanti e cominciò
ad aver fatica a contare le pieghe.
« Poi, non si deve mai....emh, Dawson?»
Harry si riebbe dal torpore e la osservò con espressione da
ubriaco « Eh?»
La professoressa sospirò e scosse la testa scocciata
« Vai
a dormire, va...penso che per oggi potresti andare nella camera degli
elfi domestici...ti accompagno...»
« Emh, non c’è bisogno!» la
interruppe Harry,
fiero di rendersi utile « So dove si trova, grazie lo
stesso...» si alzò e uscì dalla stanza
della
vicepreside sbadigliando sonoramente.
Quella giornata era stata lunga... troppo lunga, a dirla tutta,
sembrava non volesse finire mai...
Solo ora si rese conto della stanchezza che ammontava su di lui... a
breve le sue gambe avrebbero ceduto...si diresse come un insonne alle
cucine, dove trovò un elfo sorridente « Ciao, io
mi chiamo
Kitty, sono un’elfa domestica, cosa posso fare per
te?»
Harry la osservò con un moto di tenerezza « Emh...
la professoressa McGrannit mi ha...»
« Stanza?» lo precedette Kitty sorridendo radiosa.
« Emh...» Harry rimase spiazzato dalla perspicacia
dell’elfa domestica « Sì... una
stanza...»
ogni parola gli usciva pesante, come se buttava fuori aria con forza e
tutta assieme...era davvero troppo stanco.
Si lasciò accompagnare senza forze fino ad un letto mezzo
storto sistemato alla meglio sopra un cassettone della frutta.
Harry sbadigliò di nuovo, si tolse le scarpe e si
lasciò
cadere pesantemente sul giaciglio, che cigolò minacciando di
spezzarsi sotto il suo peso.
Non appena chiuse le palpebre si lasciò sorprendere dal
sonno e dormì come un ghiro.
Passò una notte senza sogni, perché evidentemente
era talmente stanco perfino per farli.
TO BE CONTINUED
Next-> "Due Potter"
« Mamma...
ho fatto un sogno
bruttissimo...» sussurrò, preoccupato «
Ero tornato
indietro nel tempo...»
La ragazza scosse la testa e sorrise dolcemente « Mamma?! Ah,
interessante. Comunque tranquillo, perché sei nel solito
vecchio
1977...»
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Capitolo 5 *** Due Potter ***
back to the future 5
Mi dispiace di non aver
aggiornato prima, ma ho avuto molto da fare e non sono andata quasi per
niente in questo sito.
E poi volevo rispettare la regolarità, per due volte ho
aggiornato il "17" così ho pensato di fare lo stesso.
Niente di male, no? XD
Ringrazio tutti quelli che leggono e in special modo chi commenta, mi
fate venir voglia di continuare!
@dodo:
Perché non
essendo ancora stato smistato, non poteva dormire nei dormitori,
né tantomeno nelle stanze degli insegnanti. E poi
c'è
anche da dire che non è mai capitato che un ragazzo giunga
all'improvviso per iniziare il settimo anno. Al prossimo aggiornamento!
:)
@Niki_Black:
Io adoro Ritorno
al Futuro, è da sempre stato il mio film preferito, e non
solo
per il personaggio Marty, e l'attore che lo interpreta, che amo
totalmente, ma anche per la storia, soprattutto la teoria dei viaggi
spazio-temporali mi coinvolge! *__* Vorrei poter costruire io, come
Doc, una bella macchina del tempo! >__>
@Your guardian Angel:
Sirius ha
un gran bel successo con le ragazze, lo sai, si? XD In ogni caso
prenditelo pure, io mi sono già affittata Remus! :)
@KyleXY: Mi
spiace se ti ho
fatto aspettare tanto, sul serio, ma volevo rispettare la
regolarità. Spero che nonostante tutto tu continui a leggere
e
possibilmente dirmi cosa ne pensi. Divertente anche questo? Io amo i
Malandrini! (:
@elys: Beh,
come
dire...dettagli. XD Per Remus, non ricordandomi la descrizione del
libro, mi sono ispirata al film, e nel film ha gli occhi verdi. Per
quanto riguarda Sirius hai ragione, infatti quando dovevo descriverlo,
ero indecisa se mettere grigi o neri (nel film ce li ha grigi) ma non
so, ricordavo che nel libro ce li avesse neri! XD
E adesso vi lascio al capitolo, che spero possa piacervi come gli
altri! :)
5
Due Potter
Quando
sentì un lenzuolo bagnato poggiarsi sulla sua fronte e
sgocciolare acqua sui suoi occhi, Harry li aprì mettendo a
fuoco
la stanza.
Vide un viso sfocato, contornato da una scia di fuoco. Batté
le
palpebre e inforcò gli occhiali orripilato e vide una
ragazza
molto carina sorridere al suo indirizzo –evidentemente alla
sua
espressione da pesce lesso- dai lunghi capelli rossi e
ondulati e
due occhi verdi uguali ai suoi... Chissà come mai non se ne
stupì, forse perché era ancora intorpidito dal
sonno.
« Mamma... ho fatto un sogno bruttissimo...»
sussurrò, preoccupato « Ero tornato indietro nel
tempo...»
La ragazza scosse la testa e sorrise dolcemente « Mamma?! Ah,
interessante. Comunque tranquillo, perché sei nel solito
vecchio
1977...»
Harry trasalì e si alzò a sedere battendo
furiosamente le
palpebre. La ragazza si alzò di scatto dal suo letto e lo
osservò con una mano sulla bocca.
La pezza bagnata che Harry aveva sulla fronte gli cadde sul naso
inzuppandogli gli occhiali e poi ricadde sulle sue ginocchia.
Si pulì gli occhiali con la maglietta e quando li
inforcò lesse il nome che c’era sul fazzoletto.
Lily Evans.
« NO!» urlò Harry lasciandosi
precipitare indietro
sul letto. Lily si spaventò e gli si accovacciò
accanto
« Harry... ti senti bene?»
« NO!» rispose lui, mettendosi le mani
sulla faccia e
tirandosi i capelli « No, no, no! Perché a me?
Perché tutte a me?»
« Non lo so... ti vado a prendere un bicchiere
d’acqua...» Lily sembrava imbarazzata, infatti il
suo viso
era quasi più rosso dei capelli.
Harry si tolse le mani dalla faccia e dai capelli e osservò
Lily con una strana espressione.
E come il giorno prima quando aveva visto James, ebbe una serie di
reazione differenti e gli occhi li si riempirono di lacrime.
« Mamma...» sussurrò con un sorriso
dolcissimo.
Lily si voltò di colpo, con la mano ancora sulla maniglia
« Cosa hai detto?» sussurrò perplessa
con quella sua
voce acuta.
Harry batté le palpebre per ricacciare dentro le lacrime e
si alzò di nuovo a sedere.
« Sto bene... davvero» si affrettò ad
aggiungere
notando il sopracciglio che Lily aveva sollevato con cipiglio.
« Se lo dici tu...» sua madre tornò
indietro e lo
fissò con una strana luce negli occhi, poi si
accucciò e
lo aiutò ad allacciarsi le scarpe.
« So farlo, grazie...» tentò Harry, ma
così
piano che lei non lo sentì. Non aveva mai visto sua madre...
anzi, non la ricordava. E adesso era lì, accanto a lui...
voleva
approfittarne di quei pochi giorni in cui l’avrebbe vista...
Lei alzò lo sguardo e lo guardò sorridente
« La
McGrannit mi ha chiesto di venire a svegliarti... dice che sei un tipo
strano, e non ha tutti i torti... non avevo mai visto un ragazzo con un
paio di Jeans firmati col proprio nome...»
Harry la fissò senza capire e la ragazza scoppiò
a ridere « Ci nascondi qualcosa, eh, Levis?»
Harry si accodò alla risata e scosse la testa «
No, davvero... preferisco Harry...»
Lily si morse il labbro « Come vuoi, Levis!»
Un attimo dopo Harry si vide lanciare in faccia un cuscino e subito lo
afferrò per lanciarlo contro Lily.
« Aspetta che ti prendo!»
Lily scoppiò in una risata allegra e cominciò a
correre attorno ai tavoli, inseguita da Harry.
« Tanto non mi prendi!» cantilenò
facendogli una linguaccia.
Harry sorrise beffardo e la fissò divertito «
Questo lo pensi tu!»
« AAAARGHHHH» Lily, colpita dal cuscino di Harry,
divenne
rossa e si lanciò con rabbia sul ragazzo cominciandolo a
colpire
senza sosta. In poco tempo il ragazzo si ritrovò ricoperto
dalla
testa ai piedi da piume.
Proprio quando Harry stava per lanciare un secondo cuscino, ecco che la
porta si aprì mostrando un ansioso James Potter accompagnato
al
seguito da Sirius, che si sporgeva per vedere meglio.
« Harry la McGrannit ha detto che de-» il cuscino
gli
finì dritto in faccia e il ragazzo ricadde tra le braccia di
Sirius, che lo rimise in piedi immediatamente.
Lily si coprì la bocca con le mani e poi scoppiò
in una
risata cristallina osservando il viso pieno di piume di James, mentre
Harry impallidiva visibilmente.
« Scu-scusa... mi dispiace, io non...»
« Harry?!» Sirius lo guardò e scosse la
testa
« Non ti complessare, non è successo niente...
sapessi
cosa fa James...»
« EMH EMH!»
Sirius sorrise angelico al suo indirizzo « Jame, sai che
quelle piume ti donano?»
James ruggì ironico e lo spinse « Cosa hai
detto?!»
Sirius cominciò a correre terrorizzato, urlando «
ATTENZIONE, C’E’ UN ASSASSINO NELLA
SCUOLA»
James alzò gli occhi al cielo e si soffiò una
piuma
dall’occhio « Il solito Sirius...» disse
rivolto ad
Harry. Poi si voltò verso Lily, come se l’avesse
vista
solo in quel momento, e la sua espressione divertita cambiò.
La
squadrò attento con gli occhi socchiusi ed Harry
notò la
vena del collo di Lily che si gonfiava visibilmente, mentre lei
incrociava le braccia e guardava James con rabbia.
James si soffermò a guardare una piuma sui capelli di Lily e
poi posò lo sguardo su Harry spalancando gli occhi.
Harry notò con la coda dell’occhio Lily muoversi
nervosa e
afferrargli il braccio. A quel contatto impallidì.
« Andiamo...» sussurrò Lily con rabbia,
guardando
torva James, che superò sempre tenendo Harry per il braccio.
« Emh... Evans, non vorrai farti vedere conciata
così?!» la voce di James arrivò alle
orecchie di
Harry in una maniera strana, quel tono divertente e ironico aveva
lasciato spazio ad una voce roca e antipatica.
« Non sono affari tuoi, Potter...»
Harry si voltò incredulo verso sua madre, ma con un moto di
sollievo si ricordò che lì nessuno lo conosceva
come
“Harry Potter”.
« A quanto pare sì... Remus è prefetto
se non il mio migliore amico, quindi...»
Lily sospirò infastidita e prese la bacchetta puntandosela
contro « Gratta e Netta»
Poi la puntò su Harry che indietreggiò
involontariamente,
ma riuscì comunque a notare la rabbia che Lily trasudava da
tutti i pori.
« Così va meglio?» ringhiò
lei, arrossendo,
una volta che aveva liberato se stessa ed Harry dalle piume.
James fece una smorfia e si allontanò camminando lentamente,
come se si stesse atteggiando da bullo.
« Pallone gonfiato!» ringhiò Lily tra i
denti, ed
Harry provò un moto di fastidio... quello era pur sempre suo
padre.
« Dai...a me sembra simpatico..» disse fingendosi
distratto.
Lily lo fulminò con un’occhiata
« Hai la febbre, per caso?»
« No» cantilenò Harry, sicuro
« Ti dico che è molto simpatico....»
« Ma se nemmeno lo conosci!» ribatté
Lily, ovvia.
Harry sorrise, sarcastico « Questo non è
esattamente vero...»
E’ mio padre, se non lo conosco io...
Lily di colpo scoppiò a ridere senza allegria «
Ah, certo!
L’hai conosciuto ieri, quando era in punizione! Sai che
novità...» aggiunse sarcastica «
Praticamente
lì ci vive, come Black...»
« Sirius...» la corresse Harry, offeso.
« Ok, come ti pare... e poi sta portando alla mala strada
perfino Lupin, che è un bravo ragazzo...»
« Remus...» la corresse automaticamente Harry, poi
si
riscosse sentendo le parole di Lily « Anche Sirius e James
sono
bravi ragazzi... davvero» cavolo, io li conosco! O
almeno... Sirius e Remus li conosco abbastanza bene.
Lily lo fissò scandalizzata « Senti, pensala come
cavolo
vuoi!» sbottò ad un tratto « Io quei due
non li
sopporto... ripeto, l’unico che forse si salva è
Lupin...»
« Remus...»
« Oh, insomma!
Lui... e
poi anche quel povero ragazzino, Peter, è così
dolce,
poveretto, lo trattano così male a volte...»
Peter... MINUS!
Harry ringhiò senza accorgersene.
Quel bastard-... poco di buono non meritava assolutamente di essere
chiamato col nome! Non meritava proprio di essere chiamato... aveva
ucciso lei, James, Sirius, Remus e moltissime altre persone,
consegnandole a Voldemort...che
rabbia!
« NON... NOMINARLO!» Harry decise di contenersi,
anche
perché dalla faccia impaurita di Lily doveva aver proprio
un’espressione vampiresca. Riprese il respiro, che divenne
regolare e la guardò con rabbia « Tu non ti
immagini
nemmeno chi è... anzi, cos’è quella
sottospecie di
uomo, se possiamo chiamarlo così... provocherà
solo...» disgrazie... cavolo,
sto dicendo troppo! « oh lascia
perdere!» Harry si voltò e si allontanò
ancora rosso e.... tremante.
Ma che cavolo mi prende?
Autocontrollo, Harry, come ti ha insegnato Piton... PITON!
In quel momento si accorse di nuovo di mostrare i denti e tremare dalla
rabbia.
E come se qualcuno gli stesse leggendo nel pensiero, si
scontrò
con un ragazzo alto, pallido, dai lunghi capelli neri con un ciuffo
davanti agli occhi, che sembrava emo.
« Guarda dove metti i piedi...» lo
ammonì, con voce strascicata.
Harry alzò lo sguardo e lo squadrò perplesso...
quel
viso... dov’è che l’aveva già
visto? Era
proprio LUI?
« Severus!» urlò una voce cinguettante,
e una Lily
altrettanto entusiasta si lanciò letteralmente al
collo di
Piton... un Piton ragazzo tale a quale a quello quarantenne, senza
però le rughe. Harry, con amarezza, dovette ammettere che
quell’ala misteriosa e dark lo rendeva... affascinante.
Si disgustò dei suoi pensieri e pensò di spostare
lo sguardo da quella scena.
Proprio quando si stava avvicinando a Silente che, sorridente, gli
faceva cenno di avvicinarsi, Harry percepì un rumore
improvviso
di sedia spostata e si voltò verso il tavolo di Grifondoro,
dove
James, con il viso contatto, le labbra strette, gli occhi ridotti a due
fessure guardava con rabbia in direzione di Lily e Severus. Si era
alzato di botto e aveva poggiato le mani sul tavolo, sotto lo sguardo
perplesso di Sirius, di Remus e di...PETER. Un moto di rabbia
ammontò di nuovo su Harry che decise di avvicinarsi.
« Jame?» chiese affettuosamente Remus, guardando
perplesso
prima James e poi Sirius che si mordeva le labbra e scuotendo la testa
faceva spallucce.
« Non ho fame...» disse James, sempre guardando
Lily con
gli occhi socchiusi, poi si separò dalla sedia e si
allontanò a grandi falcate.
La rabbia ammontò per la millesima volta su Harry... suo
padre
era geloso...e chissà perché anche lui si sentiva
così, nei confronti di Lily che parlava animatamente con
Piton,
anche se quest’ultimo si guardava intorno a disagio.
Ancora LUI? Ma allora
è un incubo!
Guardando Piton Harry aveva perso di vista James, e quando si
voltò verso il tavolo, non vide altro che gli altri tre
Malandrini alzarsi e incamminarsi velocemente verso l’uscita
della sala grande.
Harry pensò di seguirli, ma una voce gli giunse alle
orecchie come uno squillo di tromba.
« Harry! Signor Dawson!»
Harry si riscosse e si voltò, notando un Silente a dir poco
confuso.
Arrossì abbassando lo sguardo e si avvicinò a
grandi
falcate verso il tavolo dei professori, con l’amaro in bocca.
« Mi scusi, non l’avevo sentito, mi dispiace, io
no-...»
« Tranquillo, Harry, non ci fa niente... evidentemente hai
una sorta di empatia con Potter...»
Harry di colpo impallidì, con aria di chi ha commesso un
reato
ed è stato scoperto « Emh...io... come?»
« Empatia...» ripeté Silente «
E in effetti... vi somigliate, sai...»
Harry arrossì.... Silente non doveva scoprire che era il
figlio di James!
« Esteriormente, intendo...» osservò
Silente,
squadrando Harry « Stesse sopracciglia, e forma degli
occhi... il
colore, però... non è come quello di
James...»
« ALBUS!» Silente si voltò scocciato
verso la
McGrannit, alla quale, tuttavia, regalò un ampio sorriso.
« Mi dica...»
« Il signor Dawson dovrebbe essere smistato... e direi di
fare in fretta, a breve inizieranno le lezioni...»
Silente annuì, ovvio « Certo, senza dubbio...
grazie,
professoressa» poi si voltò verso Harry, con un
sorriso
che andava da orecchio a orecchio « Sei pronto, per lo
smistamento?»
Harry guardò la sala e i suoi occhi si fermarono al tavolo
di Grifondoro, dove c’erano quattro posti vuoti.
Sospirò tristemente.
« So che ti sembrerà stupido, perché
sei già
stato smistato una volta... ma dobbiamo farlo, a meno che tu non voglia
far conoscere il tuo segreto all’intera scuola...»
Harry si voltò verso di lui, inclinando lentamente la testa
e
osservandolo scandalizzato « No!» si
lasciò
sfuggire, con troppa convinzione « Cioè, io
non...»
« Certo, Harry» Silente sorrise « E poi
il cappello non ti conosce ancora, quindi...»
Harry ricambiò il sorriso, anche se non provava tanta
allegria... in un certo senso tutti i suoi amici gli mancavano, per non
parlare di Ginny... eppure Silente era.... Harry chiuse gli occhi con
rabbia, e tristezza, per evitare a quegli incubi di tornare a galla.
Lanciò un’ultima occhiata triste alla sala.
Papà, Sirius,
Remus...quando vorrei che vedeste questa scena...
« Sono pronto...» annunciò con voce
spenta, funerea.
TO BE CONTINUED
Next-> "Amicizia"
Remus si schiarì la voce per richiamare
l’attenzione e guardò James «
E’ nel nostro
dormitorio, è come se fosse nel gruppo, ormai, no?»
James strinse le labbra e osservò Harry con fare critico.
« Non ti ruberà la ragazza, stai
tranquillo...»
ammiccò Sirius, con fare molto serio «
E’ nelle
regole dei Malandrini, no?»
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Capitolo 6 *** Amicizia ***
back to the future 6
Allora
premettendo che ho slittato la pubblicazione del seguente capitolo di
un giorno, non me ne abbiate, ma ieri era decisamente una giornata NO,
oltre al fatto che mi è iniziata la scuola.
Volevo avvertirvi di una cosa fondamentale, prima che mi accusiate di
non averlo mai detto XD.
Questa fanfiction non l'ho scritta quest'anno ma l'anno scorso e mi ero
bloccata al settimo capitolo per, chiamiamola così, una
brutta
esperienza. In pratica avevo scritto quasi interamente l'ottavo
capitolo quando quel maledetto stronzo di Word mi si è
spento
senza salvare e mi si è cancellato tutto quel capitolo. E
sinceramente mi seccava riscriverlo daccapo quando l'avevo praticamente
quasi finito e così sono passati i mesi e l'ispirazione si
è mandata a farsi benedire. Nemmeno ora saprei come
continuarla,
ho un piano. Rivedermi Ritorno al Futuro. Sicuramente dopo
riuscirò a continuare questa storia, anche perché
piace
molto anche a me.
Poi se poteste recensire mi fareste un favore, perché dal
momento che non sono
sicura di continuare questa ff, vorrei sapere se ne vale
la pena. Altrimenti
la interrompo dopo il prossimo capitolo.
Vi prego, è importante.
Intanto ringrazio i 4 che hanno commentato lo scorso: ditemi se
continuarla oppure no.
@Your guardian Angel:
Non tratto male Harry, semplicemente ho l'abitudine di farle passare di
tutti i colori -in senso negativo- ai personaggi in generale ed al
protagonista in particolare. In ogni caso sono un'accanita sostenitrice
delle JamesxLily, sebbene non disdegno nemmeno le PitonxLily, dal
momento che Piton è uno dei personaggi che preferisco.
@JuliaSnape:
Grazie ancora per
i complimenti! Harry Potter e Ritorno al futuro sono i miei film
preferiti ed insieme ci stanno. Però per quanto riguarda
l'aggiornamento non so se continuarla. Fammi sapere, grazie. Alla
prossima! =)
@Niki_Black:
Ti prometto che
nel caso continui questa ff, aggiornerò più
velocemente,
piuttosto che farvi aspettare un mese. Il motivo è quello
che
trovi all'inizio della pagina ;)
@nisba:
Grazie, è
proprio quello l'effetto sperato e mi fa piacere che sia
così!
*-* Dimmi se continuarla, non lo so proprio!! >__<
Dopo questo vi chiedo ancora una volta di dirmi cosa ne pensate della
ff e se
è il caso di continuarla.
Sappiate anche che solitamente finisco sempre una storia, specialmente
se, come questa, mi piace ancora adesso.
Ma il problema è che non la scrivo da un anno e,
soprattutto, ne
sto scrivendo un'altra, una SiriusxRemus per la precisione, e sono
già all'ottavo capitolo. Spero di finirla per dedicarmi
completamente a questa, sempre se la continuo.
Con questo vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!
Eccovi questo, intanto (Spero che piaccia! ^^):
6
Amicizia
Harry
aspettò la sentenza del Preside, senza distogliere gli occhi
dalla tavolata rosso-oro alla quale i quattro posti dei Malandrini
erano ancora vuoti.
« Allora...» iniziò Silente, aprendo le
mani come se
volesse accogliere in un abbraccio l’intera sala «
Ieri
è accidentalmente arrivato nella nostra scuola questo
curioso
ragazzo che vedete qui...» indicò con un dito
Harry che
trasalì sentendosi tutti gli sguardi addosso ed
arrossì
abbassando lo sguardo, anche se si sentì sollevato vedendo
due
occhi del suo identico colore guardarlo con gioia: sua madre.
« Questo ragazzo, che vedete qui, si chiama Harry Dawson... e
nonostante abbia già 16 anni, verrà smistato...
dai,
Harry, il cappello di aspetta... Minerva, porta il cappello, per
piacere...»
Harry respirò profondamente e si avvicinò a
grandi
falcate alla sedia. Si sedette lentamente e fece guizzare lo
sguardo per tutta la sala, ancora imbarazzato.
Tutti... fissano... me
E quando mai?
Sì, ma...
questa volta è diverso...
I pensieri di Harry furono interrotti quando qualcosa gli fu messo in
testa: il cappello parlante.
"Mmm situazione particolare, la tua... interessante..."
Lo so...
pensò Harry
"Quindi, beh, potresti andare..."
Lo so, lo so, potrei
andare a Serpeverde, lo so...
"Quanti “lo so”... e poi mi chiedo, come fai a
saperlo? Bah, comunque, potresti finire allo stesso tempo..."
Mmm anche questo lo so,
mi metta a Grifondoro, io sono di Grifondoro in fondo...
"Beh, io non... va bene... GRIFONDORO!"
Evidentemente non era il solo a sentire la voce del cappello,
perché l’intero tavolo rosso oro si
aprì in un
boato e in un applauso di gioia.
Harry sorrise suo malgrado, pensando alla sensazione che provava in
quel momento...
Gioia, come quando era stato smistato la prima volta.
Scese gli scalini che lo separavano dalla sala Grande e
abbassò lo sguardo dall’imbarazzo.
« Inoltre...» riprese Silente, aspettando che Harry
si
fosse seduto accanto a Lily « Ci terrei a precisare che il
signor
Dawson alloggerà nella stanza di Potter, Black, Minus e
Lupin,
che in questo momento non sono presenti...Per il resto: Buona
colazione!» batté le mani e magicamente apparvero
dei
piatti d’oro con pietanze alla vista succulente. Cereali
d’ogni tipo, uova, pancetta, wurstel, latte, fette biscottate
e
porridge.
Harry si versò nel piatto delle fette di pane tostato e le
imburrò alla meno peggio. Solo in quel momento si accorse di
aver una fame atavica. Addentò il pane con sollievo e fece
vagare lo sguardo attraverso la sala. Si soffermò tuttavia
su
quei quattro posti vuoti e si sentì invadere di nuovo dalla
tristezza.
Doveva parlargli... non voleva che suo padre fosse invidioso di lui,
che era suo figlio, accidenti! Dovevano chiarire, e subito.
« Harry...»
Il ragazzo si voltò sentendo il suono melodico di quella
voce:
Lily gli sorrideva dolcemente « Sono felice che tu sia nella
mia
stessa casa...»
Harry gli rispose con un sorriso che subito si coprì notando
che
stava ancora masticando. Con quel gesto provocò le risatine
allegre di Lily.
Si versò del latte nella tazza e lo
ingollò insieme
al pane imburrato, infine si alzò di scatto dalla sedia.
« Che fai?» osservò Lily, critica.
« Devo andare...»
« Mah...»
« A dopo!»
Prese dalla cesta un biscotto e lo addentò mentre si
precipitava fuori da quella sala.
Si ritrovò di fronte alla scalinata di pietra.
« Dawson... come mai questa fretta?»
Harry alzò lo sguardo confuso e notò che Nick
quasi senza testa lo fissava dall’alto.
Ingoiò il biscotto e si schiarì la gola
« Devo... ho dimenticato in camera un... libro»
Argh! Si sarà
accorto della mia bugia assurda?
« Certo...» rispose vago Nick prima di fluttuare
oltre
« E Dawson, mi piacerebbe informarla che le lezioni iniziano
tra
circa mezz’ora... e per prendere un libro ce ne vuole di
meno,
sa?» Ridacchiò prima di scomparire
al’interno della
sala.
Harry si ritrovò ancora una volta solo. Addentò
l’ultima parte del biscotto e si precipitò verso
la sala
Comune dei Grifoni.
Trovò il quadro della signora Grassa e impallidì
rendendosi conto di non sapere la parola d’ordine.
« Parola d’ordine?»
Harry quasi si strozzò col biscotto « Non la
so!»
La signora Grassa gli lanciò uno sguardo torvo «
Quindi non puoi entrare...»
« Ma io sono nuovo!»
« Oh, non sai quanti hanno usato questa scusa, ma ti avverto:
con me non funziona!»
Harry la fissò confuso « Ma io sono veramente
nuovo! Dawson... Harry Dawson!»
« Non mi importa come ti chiami, figliuolo» gli
regalò un sorriso affettuoso « Ma svolgo il mio
lavoro, e
quindi non posso fare entrare chi non conosce la parola
d’ordine...»
Dall’interno si sentivano alcune voci discutere, o meglio,
litigare.
Harry sospirò e appoggiò una mano al muro.
« E va bene, a costo di rimanere qui per sempre, io
indovinerò la parola d’ordine!»
« Giusto spirito, ragazzo, tu mi piaci!»
Harry alzò lo sguardo e sorrise «
Grazie!» rispose, sorpreso.
La signora ridacchiò e poggiò la mano alla
guancia.
« Tentare non ha mai fatto male a nessuno...»
« Gorgosprizzo?»
La donna sgranò gli occhi «
Cos’è?»
Emh... evidentemente
l’unica a sapere cosa sono è Luna... ma
perché l’ho detto, poi?
Harry rise isterico scuotendo la testa « Emh...
bacchetta?»
« Ritenta»
« Pluffa!»
« Er.... no»
« Quindi... boccino!»
« Negativo»
« Che cavolo!»
« Sbagliato di nuovo!»
Harry la fissò scandalizzato « Era
un’imprecazione!» spiegò, ovvio.
La signora arrossì « Oh, emh... in ogni caso era
sbagliata» ridacchiò di nuovo, ma Harry si
lasciò
sprofondare contro il muro.
« Che amarezza...»
« Sbag-»
« ERA UN’IMPRECAZIONE!»
Di colpo le voci all’interno si fermarono.
« Chi c’è?»
« James!» Harry, riconoscendo la voce del padre
picchiettò al muro « Potresti farmi entrare? Sono
nuovo,
non la so la parola d’ordine!»
« Capisco...» Harry stette in silenzio,
aspettandosi la parola d’ordine, ma questa non
arrivò.
« James?»
« Perché vuoi entrare? Che devi fare
qui?»
Harry si rese conto della voce, che risultava fredda « Io...
sono stato smistato a Grifondoro!»
« DAVVERO?» questa era di Sirius «
Forte!»
« Magnifico...» aggiunse Remus.
Harry si schiarì la voce e lanciò
un’occhiata
sicura verso la signora Grassa « E Silente mi ha detto che
devo
stare con voi in camera...»
« Ah... va bene» Harry aspettò con ansia
le parole
di James « La parola d’ordine è
Fenice...»
Harry sorrise e si voltò con un sorriso esperto verso la
donna
« Hai sentito? Fenice! Posso entrare, adesso, no?»
La signora sbuffò scocciata ma poi sorrise « Su
dai,
entra...» si fece da parte ed Harry entrò nella
sala
Comune nella quale trovò James, Sirius, Remus e Peter
guardarlo
ognuno con un’espressione diversa.
Sirius lo guardava sorridendo raggiante, Remus lo osservava divertito,
Peter con uno sguardo da ebete e infine James... gli lanciava uno
sguardo perplesso.
« Scusate!» si giustificò Harry,
strofinandosi il
collo « Non volevo interrompervi...» Sirius gli
balzò ad un palmo e gli diede una forte cozzata sulla nuca
« Sei un grande, Dawson! Uno di noi, uno di noiii!»
Poi scoppiò in una risata simile ad un latrato, accompagnato
da
Harry e Remus, che si era avvicinato. La risata collettiva aveva
perfino strappato una risata a James, che ora stava seduto sul divano
con le braccia incrociate.
« Lascialo respirare... Comunque Harry, complimenti!
E’ un
privilegio essere un Grifone!» osservò Lupin, con
orgoglio, allisciandosi i capelli e sorridendo da vero Malandrino.
« No! Non ci posso credere! Eih, Remus, sicuro di non avere
la febbre?»
Remus lanciò uno sguardo complice in direzione di Sirius che
lo
osservava divertito « Nulla da togliere alle altre
case,
naturalmente...» diede una pacca sul braccio di
Harry e
sorrise di nuovo.
« Devo dire di non aver mai conosciuto un ragazzo che ci
somigliasse tanto, voglio dire... come un Malandrino. Sei stato
sensazionale con la McGrannit ieri sera, la tua entrata è
stata
spettacolare e...»
« Poi sei di Grifondoro...» riprese Sirius con
enfasi
« in stanza con noi, meglio di così? Anche se te
la
saresti potuta cavare meglio con la signora grassa... io, Jame e Rem
abbiamo inventato un sacco di trucchetti...»
Trascinò Harry di fronte a James, che sedeva ancora sul
divano rosso.
« Non è un grande?»
James impallidì e osservò qualcosa fuori dalla
finestra
« Eh... beh... non lo so, non lo conosco ancora...»
Sirius gli lanciò uno sguardo omicida, e James
arrossì sprofondando sempre di più nel divano.
Remus si schiarì la voce per richiamare
l’attenzione e
guardò James « E’ nel nostro dormitorio,
è
come se fosse nel gruppo, ormai, no?»
James strinse le labbra e osservò Harry con fare critico.
« Non ti ruberà la ragazza, stai
tranquillo...»
osservò Sirius, con fare molto serio «
E’ nelle
regole dei Malandrini, no?»
Harry impallidì: Aveva ragione, James era geloso! Ecco
perché lo osservava con rabbia, a differenza del giorno
prima.
James sospirò di sollievo ma continuò ad
osservare Harry
con gli occhi ridotti a due fessure « Punizione...»
sussurrò con enfasi « Esclusione dal gruppo...
mmm, per
ora penso che potremo tenerlo in prova, non si sa mai... ovviamente non
potrà conoscere i nostri segreti e non
parteciperà alle
riunioni e... » si voltò verso Remus con una
strana
espressione « E a certe nostre fughe notturne....»
Remus impallidì ed abbassò lo sguardo con
espressione funerea.
Harry gli lanciò un’occhiata piena di pena e di
comprensione... era difficile immaginare Remus da giovane
già
trasformato in lupo mannaro.
« Certo!» lo rassicurava Sirius, che evidentemente
era
molto entusiasta di Harry « In prova, sì... ci
stai,
Harry?»
Harry sorrise raggiante: poteva far parte dei Malandrini!
« Ovvio!»
Remus e Sirius sorrisero, dandogli pacche affettuose e James, suo
malgrado, rispose con un mezzo sorriso sghembo.
« Allora, io sono Sirius Orion Black, della nobile, e
insomma, casata dei Black...»
« Lo so...» rispose Harry, senza rendersene colpo.
Tutti ammutolirono, perfino Harry.
Accidenti! Idiota che
non sono altro!
« Cioè... avevo sentito James chiamarti
così...» sorrise imbarazzato, e Sirius riprese con
meno
enfasi di prima « Beh...sediamoci, così posso
raccontarti
la mia storia...»
...che tanto conosco
già...
Si sedettero sul divano e Sirius gli poggiò una mano sulla
spalla « Nella mia famiglia sono tutti Serpeverde, compresa
mia
cugina Bellatrix e mio fratello Regulus... loro mi odiano. Tutti mi
odiano, in quella famiglia, perché sono
Grifondoro...»
James, Remus e Peter gli lanciarono uno sguardo triste.
« Mi odieranno per sempre, immagino...»
sospirò e
alzò le spalle, accennando un sorriso «
E’ la
vita...»
« Per questo si rifugia spesso a casa mia»
continuò
James, scosso « I miei lo amano come un figlio... Come se
fossero
loro i suoi genitori...»
Sia James che Sirius abbassarono lo sguardo e Remus si
schiarì
la voce per richiamare l’attenzione « La mia storia
è molto più complessa, perché
all’età
di tre anni un ...»
« NO!» Harry trasalì e si
voltò perplesso verso James, come anche Sirius e Remus.
« Che ho detto?!» esclamò Remus, offeso.
« Ho detto di non raccontare certe cose! Solo quando
sarà
definitivamente nel gruppo potrà conoscerle...»
Remus sbuffò e si lasciò sprofondare
nel divano « Oh, come vuoi! Intanto Sirius...»
« La storia di Sirius non è delicata
come la tua...»
Remus si morse il labbro e guardò con aria triste la
finestra « Come se fosse colpa mia...»
Harry avrebbe voluto rassicurare Remus, ma non poteva farsi scoprire.
Non adesso che loro si fidavano di lui! Pensò a quanto
dovesse
essere pesante la situazione per il giovane Lupin.
« Beh...» continuò James, per cambiare
discorso
« Tu già mi conosci. Sono James Potter, il
Malandrino
numero uno...»
« Ma piantala!» lo rincalzò Sirius,
ridendo, e strappando un sorriso perfino a Remus.
« Vabbè dai...»
« Io sono Peter Minus...»
Nessuno diede conto alla sottile voce di Peter, che si zittì
all’istante.
« Devi capire che noi Malandrini siamo i re degli scherzi...
a professori, alunni, a tutti insomma...»
« E in particolare...» continuò Sirius,
chiudendo la
bocca di James per farlo stare zitto « Ad un ragazzo, che
forse
tu hai conosciuto... si chiama Severus Piton ma noi lo chiamiamo, e
anche tu lo dovrai chiamare, Mocciosus...» scoppiò
a
ridere mentre Remus tramontava gli occhi al cielo « Lascia
perdere Remus, a lui non è mai piaciuto prendere in giro gli
altri.... ma ti assicuro che quando ci si mette con gli
scherzi...»
Remus scoppiò a ridere « Sirius ha ragione!
Nemmeno io sopporto Piton, in fin dei conti...»
Harry sorrise in direzione dei due.
« Abbiamo una mappa... di tutta Hogwarts... la mappa del
Malandrino!» Sirius mimò con le mani la grandezza
della
mappa.
« E dei nomi in codice...» sussurrò
Lupin con fare misterioso e affascinante...
« Piacere, Ramoso!» James gli sorrise e gli porse
la mano, che Harry strinse ridendo.
« Il mio nome è Felpato, straniero!»
Sirius
scoppiò a ridere al suo solito modo che solo a guardarlo
faceva
venire da ridere a tutti.
« Lunastorta al tuo servizio...» Remus si
allisciò i
capelli e sollevò velocemente un sopracciglio con fare da
Playboy.
« E io invece sono Codaliscia...»
Tutti fissarono Peter con fare divertito e siccome Sirius era scoppiato
a ridere, si lasciarono trascinare e la loro litigata si risolse con
una risata cristallina e generale.
TO BE CONTINUED
Next-> "Lezioni da malandrino"
«
Infine, Peter, tocca a te...» annunciò James
lanciando
occhiate omicide a Peter, che però non sembrava essersi
accorto
di nulla, concentrato com’era a mangiarsi le unghie.
« Peter? PETER!»
Il piccolo ragazzetto trasalì e saltò in aria,
prima di spalancare gli occhi acquosi e mordersi il labbro.
« Sveglia!» Lo ammonì Sirius, divertito.
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Capitolo 7 *** Lezioni da Malandrino ***
back to the future 7
Volevo
ringraziare innanzitutto tutti coloro che hanno sostenuto la "causa" di
questa ff. Come vi avevo promesso, mi sono rivista Ritorno al futuro, e
il che mi ha ispirato non poco. Finirò sicuramente questa
ff, ma
dal momento che non ho i capitoli pronti, ma anzi li scrivo proprio
sullo stesso programma della pubblicazione, non posso promettervi una
scadenza precisa. Probabilmente aggiornerò prima della
scadenza
mensile, quindi non preoccupatevi.
Poi, aggiungerei che sono davvero felice di aver ripreso a scrivere una
ff ferma da un anno.
E anche più... Infatti, non so se si
noterà, dall'asterisco in poi parte la "storia nuova" xD
Ringrazio dunque:
@Lilla95:
anche io lo adoro, ma
il mio preferito resta Remus! Comunque credo che allora non ti
piacerà moltissimo questo capitolo, specialmente la prima
parte!
Non temere, non tutto è perduto!
@Ali96:
effettivamente, Peter
Minus lo odio per aver ucciso i Malandrini, anche se questo riguarda il
Peter adulto. Se è stato accettato nel gruppo dei
Malandrini, un
motivo ci deve essere stato, no? Quindi sono più indulgente
nei
suoi confronti, almeno qui xD
@Your guardian Angel:
non sai come sono contenta di riprendere, dopo un anno, questa storia!
@Keira Lestrange:
accontentata! ^^ Spero che continuerai a seguirmi.
@Niki_Black:
Alla fine mi sono
decisa! Sperando che la nuova parte sia all'altezza della precedente,
se non meglio! Fammi sapere che ne pensi! :)
@Eveine: E'
proprio questo il
punto, anche io odio quando delle ff, specialmente se mi piacciono
molto, interrompono sul più bello. Anche questo mi ha spinto
a
continuarla, sperando che piaccia! ^^
@JuliaSnape:
grazieee! E' stato
utile rivedere quella pellicola, senza contare che è il mio
film
preferito!!! °° Anche se mi sento in colpa per aver
rubato
qualche battuta, ma ci stava! xD ho tralasciato quella del "Pesante"
"Pesante? Ma che avete voi giovani contro la forza di
gravità???" proprio per non imitare troppo. Spero di non
averti
delusa!! >__< Per quanto riguarda il fatto dell'ottavo
capitolo...ero in crisi perché non sapevo come evitare il
litigio dei malandrini! Ma lo scriverò nel prossimo
capitolo! XD
@DennYA: ho
letto oggi stesso
la tua recensione, e ti ringrazio! E sì, sto proseguendo,
finalmente ispirata!! Adoro troppo HP e Ritorno al futuro per poter
abbandonare tutto adesso! Sperando che ne sia valsa la pena!!
Infine ci tenevo anche ad aggiungere ed annunciare che alcuni dialoghi
sono presi fedelmente dal film, proprio perché mi piacevano
e ci
stavano perfettamente nella narrazione. In quei casi metterò
un
asterisco! Grazie ancora a tutti!
Spero solo che la storia piaccia, per adesso: buona lettura!
:)
7
Lezioni da Malandrino
« Innanzitutto,
Harry...» iniziò James mentre si dirigevano
insieme verso
l’aula di pozioni « Devi ricordare la regola
fondamentale:
COSA»
Harry osservò James come aspettandosi qualcosa. Poi
guardò Remus e Sirius che invece di spiegare sorridevano
radiosi
al suo indirizzo. Peter, dal canto suo, si guardava le unghie appuntite
e ogni tanto faceva una smorfia quando si passava l’indice
sul
dito.
« Cosa?» chiese Harry, che non aveva capito
ciò che gli aveva detto il padre.
« Ma sì, Harry, cosa» spiegò
James come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Harry sbuffò spazientito, credendo che lo stessero solo
prendendo in giro « Ma cosa?!»
Remus e Sirius si lanciarono un’occhiata divertita, mentre le
sopracciglia di James erano arrivate praticamente
all’attaccatura
dei capelli, e Peter, indaffarato ad osservarsi con sguardo critico le
proprie unghie, alzò lo sguardo e lanciò
un’occhiata accigliata in direzione del Prescelto.
Sirius scoppiò nella sua solita risata che coinvolse tutti.
Quando si fu calmato, Remus tossicchiò sul pugno chiuso per
attirare l’attenzione « Non cosa, Harry, ma
C.O.S.A, i
nostri principi... James inizia tu» aggiunse rivolto
all’altro ragazzo che annuì cercando di
allisciarsi i
capelli « Allora, Harry, C vuol dire coraggio...coraggio di
fronte ai più forti... davanti ai professori... insomma, non
bisogna tirarsi indietro se si deve difendere uno più
debole,
capito?»
Harry rimase affascinato dalla voce cadenzata e calda di suo padre e si
limitò ad annuire « Sì...coraggio,
certo»
« Molto bene... Sirius?» James schioccò
le dita e Sirius sorrise di nuovo.
« Adesso la O, Harry...» lo osservò e
incrociò le braccia « Orgoglio» si
limitò a
dire « Ovvero, non fare mai qualcosa che potrebbe
compromettere
la tua reputazione, quella da Malandrino, cioè...»
Harry avvicinò le sopracciglia confuso e osservò
il
soffitto. Poi si voltò di nuovo verso Sirius «
Emh... va
bene» disse incerto.
James lo osservò comprensivo e lanciò una veloce
occhiata a Remus.
« Harry, sicuro di aver capito?»
« Sì...» rispose alquanto titubante il
bambino sopravvissuto.
Sirius ghignò « A me non sembra...»
« Harry» fece Remus, risoluto « Insomma,
vuol dire
che non devi comportanti da immaturo...» sospirò
dopo aver
osservato l’espressione del moro « Passiamo al
terzo atto:
S. Sta per Sicurezza...» alzò il mento con aria
fiera e si
drizzò come un fuso « Camminare sempre a testa
alta, con
uno sguardo sicuro... insomma, di uno che sa il fatto suo...»
poi
aggiunse, osservando la titubanza negli occhi di Harry « Come
se
avessi scritto sulla fronte: io posso fare qualunque cosa»
Harry ridacchiò, come gli altri ed annuì
« Forte!» commentò.
« Infine, Peter, tocca a te...» annunciò
James
lanciando occhiate omicide a Peter, che però non sembrava
essersi accorto di nulla, concentrato com’era a mangiarsi le
unghie.
« Peter? PETER!»
Il piccolo ragazzetto trasalì e saltò in aria,
prima di spalancare gli occhi acquosi e mordersi il labbro.
« Sveglia!» Lo ammonì Sirius, divertito.
Harry lanciò al traditore occhiate piene di disgusto misto a
odio puro.
« S-scusate... dove si-siamo arriva-vati?» disse il
topo, mordicchiandosi le unghie dal terrore.
Remus sbuffò scocciato e alzò gli occhi al cielo.
Harry si sentì sollevato da quel gesto, almeno il licantropo
la pensava come lui.
« Alla A, imbecille...» rise James.
« A?... Emh, aspetta... la A... astuzia?»
« NO!» James lo guardò scandalizzato,
poi aggiunse « Anche se non ci starebbe male...»
« Agilità nemmeno» osservò
Sirius, sovrappensiero.
« Comunque era... amicizia» spiegò
James, rivolto
più a Harry che a Peter « La nostra amicizia
è
ciò che conta di più...»
« Ovvio!» fece Sirius « Se perdiamo la
fiducia in
qualcuno, non la potremo mai riacquistare al cento per cento, anche se
dovessimo perdonarlo, non so se mi spiego...»
James lo guardò confuso « Beh, forse... io
però
sono convinto che ognuno debba avere una seconda
possibilità. In
fin dei conti tutti sbagliano... sbagliare è umano.
L’importante è saper rimediare ai propri
errori...»
« Non lo metto in dubbio...» aggiunse Lupin
«
però, James, come dice il detto fidarsi è bene ma
non
fidarsi è meglio...»
James strinse le labbra « Dipende dalle
situazione...» lo
rimbeccò, testardo « Vedi te, per esempio. Pensi
che
sarebbe stato saggio nascondere il tuo segreto a tutti? Invece,
raccontandolo a noi, siamo stati in grado di aiutarti.
Perché
fare le cose da soli se hai delle spalle su cui puoi appoggiarti quando
non ce la fai? Non mi guardate così... io dico solo quello
che
penso»
Harry guardò suo padre con orgoglio misto a fierezza.
« Va bene, James!» riprese Sirius cercando di
calmare
l’amico « Se tu puoi dire quello che pensi, posso
farlo
anch’io...» fece una breve pausa e strinse gli
occhi
« E io penso che tu ti fidi troppo delle persone...»
« Io cosa? Io cosa farei?» lo attaccò
James, incredulo.
« Fidarti troppo!» rispose Sirius, alzando la voce
«
Ha ragione Remus, non bisogna dare troppa fiducia alle
persone!»
James batté le palpebre stupito e aprì diverse
volte la
bocca come se volesse dire qualcosa ma subito la richiuse.
Dopo
aver boccheggiato sempre più rosso rivolse uno sguardo
sconcertato a Sirius « Cosa vuoi dire con questo? Mi stai
forse
chiedendo di non prestarvi fiducia?!»
Diverse persone del corridoio si voltarono stupite verso James, che
ormai stava urlando.
« Non ho detto questo!» ribatté Sirius
furioso
« Non potrei mai chiederti una cosa del genere, lo
sai!»
Remus afferrò il braccio dell’amico e lo fece
indietreggiare, mentre James avanzava rosso verso di loro.
« Mi stai chiedendo di non fidarmi di voi? Dei miei AMICI?!
Buono a sapersi!»
« No, James, Sirius non...» cercò di
rimediare il
licantropo, scuotendo Sirius che si calmò leggermente.
Harry osservò nel viso del licantropo una traccia di
quell’esasperazione che aveva visto diverse volte nel viso
del
Remus quarantenne.
« No, ho capito cosa voleva dirmi!» riprese James
infuriato
« Begli amici!» sferzò l’aria
e si
allontanò con uno svolazzo del suo mantello.
« Jame!» lo richiamò Peter terrorizzato,
ma la voce
gli uscì quasi come uno squittio. Corse dietro James
lasciando
un Sirius boccheggiante per la furia e un Remus che cercava di fermarlo.
« Sir, basta!» lo rimbeccò di nuovo,
scuotendolo e
premendoli il braccio « Smettila! Hai già detto
abbastanza!»
Harry osservò il suo padrino, che si divincolava dalla presa
di
Lupin per raggiungere James. Harry rivide in lui quella furia e
quell’espressione da cane rabbioso che aveva quando si
trasformava.
Sirius si lasciò andare e si appoggiò alla spalla
dell’amico « Mi dispiace Rem, Harry...»
Harry lo osservò a disagio.
« Non devi scusarti con noi, ma con James...» fece
Remus, come se stesse spiegando le tabelline ad un bambino.
Sirius sbuffò e si lasciò sprofondare sulle
spalle,
sconfortato « Mi dispiace è solo che...a volte
è
così sciocco!»
« Lo so...» annuì Remus sovrappensiero.
Harry osservò la scena, e senza saperne la ragione, delle
immagini presero nitidezza nella sua mente. Una bacchetta che lanciava
un incantesimo, ed una luce verde che ne scaturiva dalla punta.
Battè le palpebre per evitare alle lacrime di
fuoriuscire.
« Harry...» Sirius lo richiamò alla
realtà « Tutto a posto?»
« S-sì... certo, va tutto alla grande. Io vado in
aula, il
professor Pit- emh, Lumacorno, ci starà aspettando,
è
meglio se ci sbrighiamo...»
sapeva che era una scusa pessima, ma doveva allontanarsi,
così da allontanare a sua volta certi pensieri.
« No che non va bene, Sirius...» ribatté
Remus
lasciando il braccio dell’amico « E’
chiaro che Harry
sia rimasto deluso da noi...vedi, la quarta regola era Amicizia e cosa
abbiamo fatto noi?»
« Litigato...» concluse Sirius, mogio.
« Esatto!» Remus sospirò « Che
bell’esempio di amicizia solida, eh, Harry?»
Harry, sentitosi chiamato in causa abbassò lo sguardo e
alzò le spalle « No,
vabbè...» poi si
voltò verso i due « Andiamo?»
Remus e Sirius si lanciarono un’occhiata confusa e poi,
annuirono con decisione.
« E poi...» aggiunse Harry, che sentendosi parte
del
gruppo, era deciso a dire quello che pensava, come Sirius e James
« Io credo, anzi, sono sicuro, che dovremo spiegare
James
le ragioni per cui abbiamo...avete... detto quelle cose...»
« Harry, credimi, io non volevo...» stava iniziando
Sirius, con voce supplichevole.
« No, lo so, Sirius, non è colpa tua...»
Remus strinse le palpebre confuso e poi osservò Harry con
tanto d’occhi.
« Non crederai...?»
« No, Lup-... Remus, la colpa non è nemmeno tua...
E’... insomma, non è di nessuno. Il litigio
è sorto
perché ognuno ha frainteso quello che diceva
l’altro...
non assumetevi la colpa, e poi, come dice James, ognuno può
dire
quello che pensa... o no?» aggiunse, con aria di sfida.
Remus e Sirius ammutolirono.
« Beh, questo è tutto...» concluse
Harry,
dirigendosi a grandi passi verso l’aula in cui era entrato
più di tre minuti prima James.
*
« Harry! Da
questa parte! »
Il suddetto interessato, diretto verso il corridoio, si girò
vedendo una figura fargli segno dietro una colonna.
« Professor Silente! » rispose andandogli incontro
quasi di
corsa « E' successo qualcosa? Novità sulla scopa?
»
« Di quella temo di no » rispose vago
« Piuttosto, hai una
foto di te da piccolo? »
« Sì, la tengo sempre in tasca, perché?
»
« Fammela vedere, presto! »
Ancora
titubante e confuso dalla reazione, Harry estrasse dalla tasca dei
jeans la foto in movimento che ritraeva sé stesso da piccolo
in braccio
ai suoi genitori, entrambi sorridenti. La porse al vecchio, che la
afferrò avvicinandola con fare indagatore al naso aquilino.
Silente
non ebbe subito una reazione, prima troppo intento a studiare
l'immagine, quando improvvisamente sgrano le palpebre e
riconsegnò la
foto al legittimo proprietario.
« Come pensavo...»
« Cosa? » chiese Harry, quasi con foga: odiava
quando gli venivano nascosti dettagli importanti.
Silente gli rivolse uno sguardo preoccupato « Guarda la tua
mano...»
« Che? La mia ma-»
« Quella della foto, Harry! »
« Oh, certo...» Harry abbassò lo sguardo
sul proprio
doppio dell'immagine, che salutava l'obbiettivo scuotendo la...manica?
« La mia mano! E' sparita!»
« Purtroppo è così. »
« Che cosa significa? » quasi urlò,
lanciando uno
sguardo allarmato a Silente, che si limitò a sospirare
stancamente.
Ma dal momento che l'anziano non sembrava intenzionato a rispondergli
Harry si fece coraggio e chiese « Potrei sparire?!»
« Temo sia peggio di questo...» rispose invece il
vecchio,
riaprendo gli occhi « Potresti non essere mai nato.
»
Harry sussultò « Ho sconvolto il corso degli
eventi! »
« Non
è ancora detto. Devi solo far in modo che i tuoi genitori si
mettano insieme, come è già successo in passato.
Tuttavia
ho un dubbio: Tu ti chiami Potter...»
Harry lo fissò un attimo, sorpreso: che Silente avesse
intuito qualcosa? Non che ci volesse tanto, del resto...
« Sì. » rispose inespressivo, in modo da
non far trasparire nessuna emozione.
Ma a dispetto delle sue aspettative gli occhi azzurri del vecchio
preside brillarono un attimo « Mi chiedevo...i tuoi genitori
sono
in questa scuola, in questo momento? »
Accidenti!
Sconvolto, Harry si avvicinò ancora di più al
preside, per nascondersi meglio dietro la colonna.
« La prego, parli piano, non vorrei che qualcuno sentisse!
Comunque, ecco...»
« James Potter è dunque tuo padre? » fu
la semplice domanda di un calmo Silente.
Una semplice domanda che fece sbiancare Harry più del dovuto.
Continuò a fissare il preside dietro gli occhiali a
mezzaluna,
per poi sospirare, esausto « Emh, sì... »
« E tua madre invece? Avrei dei sospetti, ma voglio sentirlo
dire da te. »
Harry si girò guardando la Sala Grande che iniziava a
riempirsi
di gente, alla ricerca di una ben nota chioma rossa « Quella
ragazza coi capelli rossi che si sta sedendo giusto ora...»
rispose, distogliendo immediatamente lo sguardo.
« Oh tuo padre ha fatto un'ottima scelta! »
osservò
gioiosamente il preside, meritandosi uno sguardo sorpreso dall'altro,
tuttavia dopo poco abbandonò il tono scherzoso ed
alzò un
sopracciglio, con aria scettica « Mi chiedo come abbiano
fatto
quei due a finire insieme... »
« Per quale mo-...» stava chiedendo Harry, senza
capire, ma si bloccò nel seguire lo sguardo del preside.
Suo padre percorreva la sala Grande con le mani in tasca, un sorriso
malandrino sulle labbra e la cravatta scomposta sulla camicia aperta.
Si atteggiava da divo, ammiccando in direzione di un'avvenente ragazza
bionda che, notandolo, si fermò per voltarsi verso di lui
e...dargli uno schiaffo ben assestato sulla guancia destra.
« Tu sei quello stronzo che si è fatto mia cugina
e poi l'ha tradita provandoci con me! »
« Oh no, Amy, lo sai che per me esisti soltanto tu! Tua
cugina
Sarah non mi è mai interessata realmente! » si
giustificò quello, con un tono particolarmente lezioso.
« Ah, e così?» urlò una
seconda ragazza,
apparsa improvvisamente alle spalle del povero James che
sbiancò
dal terrore.
Si voltò accarezzandosi la nuca « Oh ciao Sarah,
come va?»
La mora gli lanciò uno sguardo di fuoco per
poi...assestargli uno schiaffo nella guancia sinistra.
Poi le due si voltarono furiose e si allontanarono da un James che si
massaggiava le guance indolenzite, ancora voltato a guardare le due
ragazze, o forse un'altra coi capelli rossi poco distante,
perché inciampò su una sedia e rischiò
di cadere
rovinosamente a terra.
« Ma non
sarai un figlio adottivo?*» fece Silente, sarcastico.
Harry, dal
suo canto, prese ad accarezzarsi la nuca dall'imbarazzo, gesto che fece
intimamente sorridere Silente, dato che il figlio sembrava aver nel DNA
gli stessi gesti del padre.
« Potter!» quasi urlò la
professoressa, puntando un dito accusatore a James.
« E' la McGrannit! Ma quindi è sempre stata
irascibile!» osservò incredulo Harry, osservando
la scena.
« E svegliati ragazzo! Sei un buono a nulla! Vuoi rimanere un
buono a nulla per tutta la vita?*»
« No!*»
« Cosa ci ha visto tua madre in quel tipo?* »
« Ma...» fece con una voce stranamente acuta Harry
« non lo so, professor Silente! Gli
ha fatto tenerezza perché dopo una bravata si era fatto male
e
lo aveva accudito...» si bloccò, sentendo su di
sé
lo sguardo preoccupato del preside « ...ma lei ha accudito
me...
»
« E' il complesso samaritano! Succede negli ospedali quando
le
infermiere si innamorano del loro paziente!* Questo è un
gran
bel problema... » convenne Silente, accarezzandosi la barba.
Poi
rivolse uno sguardo complice ad Harry e gli poggiò una mano
sulla schiena «Datti da fare, ragazzo!*»
« James, hey, James!»
Il ragazzo si volse verso di lui, sorpreso « Harry?»
« Come va? Ti ho cercato dappertutto!»
« Se sei venuto a parlarmi della questione di prima, sappi
che...»
« No, sono venuto a presentarti una persona...anche se sono
sicuro che già la conosci.»
« Eri con Sirius e Remus vero?» chiese invece
l'altro, con
un sospiro stanco « Senti mi dispiace per la scenata di
prima,
non volevo prendermela con voi, ma sono piuttosto nervoso ultimamente,
e credo che tu possa immaginare perché...»
Harry gli sorrise, nonostante tutto « A proposito di Lily,
è proprio lì dietro, appoggiata alla
colonna!»
« Eh?» quasi urlò James improvvisamente
ansioso.
Harry sospirò divertito e gli afferrò una spalla,
per poi
quasi trascinarlo verso la colonna dove Lily, con dei libri tra le
braccia, scherzava e rideva con due sue amiche.
Silente continuò ad osservare la scena, avanzando di poco
dalla
sua postazione dietro la colonna, la bocca semiaperta e gli occhi
socchiusi.
« Lily!» esordì Harry.
La ragazza trasalì per poi voltarsi e spalancare gli occhi
non appena riconobbe l'interlocutore.
« Levis!» quasi ansimò aprendosi in un
sorriso,
indietreggiando tanto di colpo che sbattè contro il muro.
« Volevo presentarti il mio grande amico James Potter, che
forse già conoscerai...»
Il ragazzo sorrise ancora per poi farsi da parte e spingere
letteralmente in avanti James che si appoggiò alla parete
con
una mano, e con l'altra si scompigliava i capelli, un sorriso storto
sulle labbra.
« Ciao dolcezza...»
La rossa non gli rivolse nemmeno lo sguardo, anzi avanzò
verso
Harry e gli si avvicinò ancora, allungando una mano
« Come
va la testa?*»
« Ah, bene...» rispose immediatamente Harry,
indietreggiando per evitare la carezza « Bene. »
« Ero talmente preoccupata per te, quando sei scappato via,
questa mattina, stai bene?»
« Emh...» stava iniziando Harry, ma Lily non seppe
mai la risposta perché suonò la campanella.
La rossa indietreggiò « Adesso devo andare in
classe, ci
vediamo, Levis! O...Harry!» gli sorrise per poi correre
veloce,
trascinata dalla mano dalle sue amiche.
Le ragazze, per uscire dalla sala, passarono accanto a Silente, che
seguì i loro movimenti con uno sguardo perplesso, sentendo
Lily
che, con gli occhi che brillavano e la voce sognante, chiedeva alle
compagne « Non è un amore? »
Il vecchio preside raggiunse Harry e gli mise una mano sulla spalla,
come a volerlo avvertire della sua presenza.
« La situazione è più complicata di
quanto
pensassi... tua madre prova un'infatuazione amorosa nei tuoi
confronti...*»
« Cosa?» urlò Harry, scandalizzato
« Vuoi dire che mia madre...vorrebbe farsi... me?*»
« Precisamente* » asserì Silente serio,
mentre l'altro deglutiva sconvolto.
« Ma non
preoccuparti, ho già scoperto un modo per riparare e far
funzionare di nuovo la tua...mia...scopa.
»
« Cosa? Ma se prima aveva detto che...»
«
Volevo fosse una sorpresa, in ogni caso per discuterne i dettagli
conviene che tu venga nel mio studio, questo pomeriggio.
Manderò Fanny
a chiamarti. »
« Che bisogno c'è di aspettare tanto? Non posso
saperlo adesso?
»
« Potresti, ma in questo modo perderai James, che credo stia
andando a mensa, adesso...
»
TO BE CONTINUED
Next-> "Un nuovo Rivale"
« Oh dolce Lily Evans, noi due siamo legati, io
sono il tuo delfino! »
La rossa spalancò gli occhi e gli rivolse uno sguardo
sconvolto « Cosa?! »
« Cioè...io sono il tuo destino! »
|
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Capitolo 8 *** Un nuovo rivale ***
Back to the Future 8
E
dopo quasi un anno torno qui con un nuovo capitolo! XD Scusate ma
è a quando viene l'ispirazione! Ovviamente ricevere
recenzioni
non puo' che farmi venir voglia di continuare a scrivere questa
storiella! :) Ringrazio chi legge e chi commenta e se i personaggi vi
sembrano un po' OOC ditemelo eh! ^^ Anche perché se
c'è
una cosa che odio sono i personaggi OOC... bene bene aspetto la vostra
sentenza! °w°
@Niki_Black:
Grande Giove, è vero è stata un'idea...
però le
userò di più verso la fine, per qualche scena
clou! :)
Anche perché alcune le avevo appuntate quando ho visto il
film e
dovrei rivederlo! (cosa che farò comunque durante
ques'estate
XD) che te ne pare dei Malandrini? °° Fammi sapere
presto :3
@Keira Lestrange:
mmm diciamo che lo scoprirai in questo capitolo! XD Hai ragione, James
del resto è stato tradito da Peter, perché si
fidava di
lui. Povero Jame :( Comunque detto sinceramente la scena della litigata
non l'avevo prevista, è spuntata così! Piuttosto
oggi
troverai altri due Malandrini a litigare XD
@Your guardian Angel:
nooo non mi ricordare quella scena! Quanto odio quel traditore! In
fondo ha ucciso tutti i malandrini, perché Sir e Rem non
sarebbero morti se Peter non avesse fatto risorgere Voldy! -.-""
@JuliaSnape:
Grazieeee °° Spero vivamente che tu non abbia istallato sotto casa
mia un
complesso di bombe perché è passato parecchio
tempo e ho
aggiornato solo ora! Intanto mi auguro che ti piaccia molto anche questo
capitolo, perché mi ha divertito molto scriverlo! Alla prossima! ^^
Che posso dire di altro?
Buona lettura, non mi resta che aspettare il vostro verdetto! :3
8
Un nuovo
rivale
Il
ragazzo che è sopravvissuto accelerò la corsa, in
direzione della sedia libera.
O meglio, libera ancora
per poco.
Spinse poco garbatamente quello che doveva essere il futuro padre di
Neville, per impossessarsi della comoda seggia e voltarsi verso suo
padre, appena sedutosi.
Gli rimbombavano ancora in testa le parole di Silente, dopo la loro
precedente conversazione.
« Dove si
baciarono per la
prima volta i tuoi genitori?» gli aveva chiesto Silente
passeggiando con le mani dietro la schiena, lo sguardo perso a
guardarsi intorno per i corridoi dell’istituto.
Harry aveva arricciato
il naso: a dire il vero, non glielo avevano mai raccontato.
Per lo meno, non i suoi
genitori.
« Che so? Un
bar, un ristorante, una festa a scuola...tipo quella che faremo la
prossima settimana...»
«
Cosa?» aveva chiesto con foga Harry « Una festa? La
prossima settimana? Quale?»
Silente non aveva
risposto subito, ma
si era limitato a farsi da parte per mostrare un poster appeso al muro,
che ottenne la reazione di far illuminare gli occhi di Harry.
« Il ballo
“Incanto sotto il lago”! Ma certo, è
lì che si baciarono per la prima volta!*»
« Ah, bene, te
lo sei ricordato!»
« E’
stato Sirius a
dirmelo, qualche tempo fa...» aveva risposto semplicemente il
più piccolo, per poi abbassare lo sguardo, improvvisamente
sconsolato. Ricordare che non avrebbe più potuto parlargli
faceva male.
« Bene allora:
devi incollarti a tuo padre e far in modo che inviti tua madre al
ballo!*»
« Ma come
faccio, non vuole saperne! »
« Vuoi
scomparire? »
« Certo che
no! »
« Allora
fallo, abbiamo una sola settimana di tempo! »
« James, scusa per pri-...»
« No, scusami tu.» fu il commento, asciutto,
seguito da un
risucchio: suo padre aveva lentamente ripreso a sorseggiare il proprio
succo di frutta, senza guardarlo.
Bene...e ora?
« Emh... »
« Non dire niente. E’ già difficile
chiedere scusa,
non farmelo ripetere di nuovo.» lo bloccò James,
con
un’occhiata infastidita.
« Ah beh, non dirlo a me!» aggiunse una terza voce.
Trasalendo, James ed Harry si voltarono, incontrando un sorridente
Sirius affiancato da un Remus dallo sguardo ben poco amichevole, o
almeno, in direzione di Black.
Infatti, dopo pochi secondi, Sirius ricevette una sua gomitata sul
fianco, e prendendo un lungo respiro, disse di getto e senza
interruzioni:
« In realtà siamo venuti qua per chiederti scusa
per il suo» altra gomitata « nostro
comportamento di prima, non volevamo offenderti e ci tenevamo a
toglie-.»
« Aggiungere,
idiota!» gli soffiò Remus, esasperato
« Sì, ad aggiungere che siamo molto dispiaciuti
per l’accaduto. Chiediamo vena...»
Altra gomitata.
« Venia!
Venia, scusa...» borbottò il moro, con una smorfia
di dolore.
Harry si limitò a battere le palpebre, perplesso, e James ad
alzare un sopracciglio, scettico.
Dopo qualche attimo Sirius esplose in un lamento quasi canino
«
Non guardarmi così Jame, è stata una sua
idea!» ed
indicò con un dito il licantropo, che iniziò a
fremere di
rabbia.
« Razza di idiota! E’ stata una nostra idea, anche
tu hai collaborato!»
« Ma allora perché dovevo dirla io, la frase, e
non tu?»
« Perché tu sei uno stupido orgoglioso! Dovevo
insegnarti a chiedere scusa sì o no?»
« Sinceramente non occorrev- AIh, d’accordo,
d’accordo, chiedo vena!»
« E’ VENIA,
IDIOTA!»
« Venia, vena, pena, quello che vuoi ma –Aih- non
prendermi
a colpi di li-aiha!» si lamentò Sirius con una
mano sulla
testa là dove Remus aveva iniziato a prenderlo a librate.
« Capisco che si avvicina il periodo, Lunastorta, e che
quindi sei più isterico, ma smettila di...»
Harry e James si guardarono sconvolti, per poi tornare a guardare gli
amici.
« Emh...ragazzi, d’acco-» stava dicendo
James, prima
di essere interrotto da un confuso Peter, apparso lì come
improvvisamente.
« Quale periodo?» chiese ingenuamente, con la
conseguenza
che tutti si zittirono e perfino lo stesso Remus rimase col libro a
mezz’aria, improvvisamente pallido, rivolgendo uno sguardo
spaventato in direzione di Harry.
Anche lui e James impallidirono, mentre Peter continuava a far vagare
lo sguardo dall’uno all’altro, in cerca di una
risposta.
« Il periodo...» cantilenò James,
nervoso, cercando aiuto con lo sguardo.
« Ah, Peter, chiedi la stessa cosa ogni volta!»
rispose
invece Sirius, con un mezzo sorriso malandrino e uno sguardo diabolico
che fece preoccupare non poco il povero licantropo ed Harry stesso.
« Ma sì, quel periodo quando, ogni
vent’otto giorni...il nostro Rem-Rem è...
indisposto!»
Ecco, appunto. Pensò
Harry deglutendo dalla paura che gli incusse lo sguardo del licantropo,
improvvisamente di fuoco.
« Io..sarei...cosa?» chiese con un fare omicida e
preoccupato che fece sbiancare Sirius come un lenzuolo.
« Oh no...» mormorò infatti il cane nero
indietreggiando, seguito da un furente e ringhiante Remus, che
stringeva tra le dita pallide e sottili il libro « Prova a
ripeterlo, razza di idiota!»
« Emh, calmino, eh eh! Si salvi chi può!»
Remus prese a inseguirlo brandendo il libro come arma, sotto lo sguardo
sconvolto di Harry.
Remus Lupin, quel
Remus Lupin, stava inseguendo Sirius per colpirlo con un libro??? Il
mondo si era capovolto.
« Non farci caso, Harry, Remus è...lunatico, ecco.
Solitamente è la persona più calma e posata
dell’Universo, ma accade che ogni mese, ad un certo
punto...diventa nervoso, e irascibile e...è decisamente
meglio
non provocarlo. Sirius è così idiota che ancora
non
l’ha capito...» spiegò James pensieroso.
Harry continuò a guardare Sirius che correva per scansare il
colpo di libro dell’altro, tuttavia il suo sorriso
attirò
la sua attenzione.
« Forse semplicemente si diverte a stuzzicarlo...»
« Tu dici?» fece James, vedendo che finalmente i
due, dopo
che Remus ebbe colpito di striscio Sirius, si voltavano per tornare da
loro « Se fosse così Sirius è proprio
masochista!»
Quando si furono di nuovo tutti seduti, Sirius iniziò a
riempirsi il piatto di fette biscottate, sotto lo sguardo irritato di
Remus.
« Ma hai mente di mangiarle tutte, quelle?»
« No, sto esercitando la telecinesi, Rem.»
James alzò gli occhi al cielo per poi riprendere a mangiare
l’arrosto di rognone che si era messo nel piatto.
« James...credo che dovresti andare da Lily Evans e dirle
qualcosa...» fece Harry, fingendosi disinteressato nel
versarsi
il succo di zucca.
« Eh?» fece James con la bocca ancora piena e lo
sguardo sorpreso « E cosa le dovrei dire?»
Harry alzò le spalle, imbarazzato « Beh, insomma,
quelle cose che si dicono alle ragazze...»
Lo vide scuotere la testa e gli chiese il motivo.
« Non funziona con lei, Harry.» rispose dopo
qualche
attimo, quando ebbe inghiottito « Non sono in grado di
farlo.»
« Non ‘ei ‘n crato?»
scattò Sirius, con la bocca piena.
« Non si parla mentre si mangia, idiota» fu il
commento di
Remus, al quale Sirius rispose deglutendo per poi riportare lo sguardo
su James « Mi pareva che fossi ben abituato a trattare con le
ragazze. In quanto a complimenti, intendo, o tutte le frasi sdolcinate
da far venire la carie che utilizzavi per portartele a le-per farci
amicizia.» si corresse, dopo l’ennesima gomitata
del
biondino.
James sbuffò e affondò con rabbia la forchetta
nel
rognone, iniziando a giocarci « Te l’ho
già detto,
non è la stessa cosa. Lei...lei non è come le
altre» fece poi, con un sorriso mesto ed insieme innamorato
« Non cascherebbe a queste sdolcinatezze, è una
ragazza
forte, ha come un fuoco dentro, e io...io...non so come comportarmi con
lei.»
« Beh, facile, prova a fare quello che non si
aspetta...»
osservò saggiamente Remus, sorseggiando
dell’acqua. Non
fece caso alla battuta di Sirius “Chi beve solo acqua
nasconde un
segreto” alla quale Remus rispose “Intendi come
quello di
ucciderti?”
« Quindi se lei è il fuoco, tu sarai...»
riprese
Remus, lanciando uno sguardo ammiccante in direzione di James, come
aspettandosi che continuasse.
« Io sarò?» domandò invece
quello, confuso.
« Forza, Jimmy, è semplice!» rispose al
suo posto
Sirius « Se lei è il fuoco tu sei
l’estintore,
no?»
Calò di nuovo il silenzio.
« Ma dico io, tu premediti di dire certe idiozie o sei
proprio
idiota?» scattò Remus, ricominciando ad insultarlo
a
raffica.
Harry distolse lo sguardo dai due litiganti per portarlo su James
« D’accordo, puoi sempre provare con frasi tipo...
“I
tuoi capelli sono più rossi del fuoco stesso che brucia il
mio
cuore”, oppure, dille che il destino vi ha uniti, o che tutto
è inevitabil- hey ma che stai facendo?» chiese
poi,
vedendo l’altro iniziare a scrivere qualcosa su un pezzo di
pergamena strappato dal libro che Remus aveva sul tavolo.
Fortunatamente il licantropo era troppo concentrato a battibeccare con
Sirius per accorgersi del misfatto.
« Prendo appunti!*» fu l’ovvia risposta
di James, che riprese il suo lavoro con perizia.
Harry sospirò, esausto « Insomma non intendevo
alla
lettera! Comunque ti conviene sbrigarti, perché Lily ha
quasi
finito di bere il suo succo di zucca!»
Improvvisamente attento James si rizzò sulla schiena, si
mise in
piedi e si diresse sicuro lì dove Lily, comodamente seduta
con
le gambe incrociate, beveva da una cannuccia la propria bibita, ridendo
e scherzando con le amiche.
James avanzò ancora fin quando Lily non si accorse della sua
presenza e trasformò il sorriso in una smorfia. Perfino le
sue
amiche si zittirono e tutte si voltarono verso James che adesso,
nervosamente, si stava scompigliando i capelli.
« Che vuoi, Potter?» domandò Lily con
una punta di fastidio e rassegnazione.
A quel punto il padre di Harry fece un grande respiro e assunse un
sorrisone a trentadue denti.
« Oh dolce Lily Evans, noi due siamo legati, io sono il tuo
delfino! »
La rossa spalancò gli occhi e gli rivolse uno sguardo
sconvolto « Cosa?! »
Poco più avanti Sirius scoppiò a ridere,
soffocato subito
dalle gomitate di Remus che gli intimava il silenzio, Peter chiese
perché ridessero e Harry si batté una mano sulla
fronte.
« Cioè...io sono il tuo destino! » si
corresse James agitando freneticamente le mani di fronte a
sé.
Le amiche di Lily iniziarono a ridacchiare e la ragazza
tramontò gli occhi al cielo.
« Per tua sfortuna non sono un’amante dei
delfini.»
ribatté con un sorriso divertito e James seppe di aver
combinato
un casino.
Anche perché alcuni al tavolo di Serpeverde scoppiarono a
ridere indicandolo e mimando i gesti di un delfino.
Sospirò.
« Va bene, va bene, dimentica quello che ho detto.»
rivolse
un sorriso imbarazzato alle amiche di Lily che smisero di ridere e poi
si diresse afflitto al suo posto, vicino ai suoi amici.
Sirius smise di ridere all’istante, più per
l’aver
visto l’espressione depressa di James che per le gomitate di
Remus, e Harry assunse una posa compassionevole.
James si sedette con uno sbuffo e guardò sconsolato il
proprio
piatto e Remus si schiarì la gola guardando gli altri.
« Jame...» fece dolcemente.
« E’ stato un completo disastro!» si
lamentò
James e Sirius si sporse nel tavolo cercando di confortarlo.
« No, dai, non è vero! Non sei stato poi
così male...»
James gli lanciò un’occhiataccia.
« Beh... ecco... cioè... non proprio da
schifo...»
Occhiataccia correlata a sopracciglio sollevato.
«Va bene, è stato davvero un disastro!»
Questa volta fu Remus a lanciargli uno sguardo di fuoco e Sirius si
schiarì di nuovo la gola.
« E’ stato un disastro PERO’ ci si
può lavorare su!» concluse con un sorriso
soddisfatto.
Remus annuì compiaciuto e James sbuffò
sonoramente.
« No, non vuole proprio saperne!»
« Jame, davvero, secondo me non è stato
inutile!»
« Tu lo dici solo per consolarmi, Rem...»
« No, davvero, Lily ti sta guardando, tanto per dirne
una!»
James saltò su come punto da uno spillo e fissò
Remus con gli occhi che brillavano.
« Davvero?!»
Peter nel frattempo guardava stupidamente in direzione della rossa,
corrugando la fronte e grattandosi la testa.
« Ma veramente, Rem, non mi sembra che Li-... aiha!»
Remus ritrasse il piede e gli scoccò un’occhiata
che poteva significare solo “chiudi quella bocca”.
Inutile dire che Sirius scoppiò silenziosamente a ridere
additando Peter e bisbigliando “Hai visto che
c’è
qualcuno che dice stronzate più di me?” al quale
Remus
rispose che almeno Peter diceva verità, scomode certo, ma
verità, e Sirius si rabbuiò.
Harry, che non aveva parlato fino a quel momento, lanciò uno
sguardo a suo padre e si sentì in colpa.
In un certo senso era stato lui a consigliargli quelle frasi.
« Emh...»
« Non dirlo!» lo rimbeccò
però subito James, lasciandolo a corto di fiato.
« Cioè... non scusarti, è stato un mio
errore, le
frasi che mi hai consigliato erano proprio...» e fece il
gesto
dell’ok.
Harry sospirò di nuovo.
« D’accordo, non volevo scusarmi,
però... offro il
mio aiuto, per quanto possa servire. Magari ma- emh, Lily... non
è un tipo da frasi sdolcinate, no?»
James scosse la testa, attentissimo.
Harry si sentì a disagio: era come se James pendesse dalle
sue
labbra, si fidava di lui e... quasi dipendeva da lui e da quello che
stava per dire.
Finalmente capì cosa doveva provare Hermione quando lui e
Ron le
chiedevano sempre aiuto, o Remus quando aveva a che fare con gli altri
Malandrini.
« James, tu la conosci meglio di me... che tipo è
Lily?»
James aprì la bocca, con gli occhi a cuoricino, poi
però la richiuse, con le sopracciglia corrugate.
« Beh è... un tipo difficile, ecco.»
« Mmm... qualcos’altro? Insomma, andiamo ad
esclusione.»
« Ottimo, Harry!» si complimentò Remus,
per poi
riprendere a spiegare silenziosamente a Peter l’accaduto.
Sirius nel frattempo giocherellava con i filamenti della tovaglia, un
po’ guardando Remus e Peter, un po’ guardando James
e
Harry, come sentendosi escluso.
O indeciso su chi ascoltare.
« Emh... abbiamo capito che non le piacciono le frasi
sdolcinate.» continuò Harry cercando conferma
nello
sguardo di James.
« No, infatti.»
« Quindi di conseguenza non è neanche ragazza da
fiori e cioccolatini.»
« No, decisamente.»
« Però ha anche un ottimo senso
dell’umorismo...
intendo il “non sono amante dei delfini”»
si
affrettò ad aggiungere quando vide James battere
stupidamente le
palpebre.
Suo padre si passò di nuovo la mano sui capelli,
scompigliandoli ancora di più.
« E secondo te dovrei batterla in battute?»
« Non so, è un’idea!» si
giustificò Harry, imbarazzato.
James parve rifletterci.
« Beh non che io sia fornito di tutto questo senso
dell’umorismo...»
« Per definire Piton Mocciosus e per organizzare tutti quegli
scherzi devi averlo senz’altro.» ribatté
Harry
sicuro.
Già dalle discussioni della McGrannit o di Piton riguardo
alle
numerose punizioni di suo padre Harry non aveva fatto che pensare ad un
tipo brillante dalla battuta pronta.
« Sì ma con lei è diverso, io mi blocco
e poi...
è Sirius quello con più senso
dell’umorismo!»
Sirius sorrise compiaciuto e Remus interruppe la sua discussione con
Peter per alzare lo sguardo e rispondere semplicemente.
« Quello di Sirius non è senso
dell’umorismo ma deficienza mentale.»
Black scoppiò a ridere. « Tutta invidia,
spelacchiotto!»
«Taci palla
di pelo!» lo rimbeccò Remus a bassa
voce.
E ripresero a battibeccare, così Harry decise saggiamente di
tornare a guardare suo padre.
« Dai, sicuramente riuscirai a fare colpo su
Lily...»
« Magari nella prossima vita.»
« No, James, tu devi
riuscire a ...» Harry impallidì e si
zittì: non
una parola di più, si intimò.
E si rese conto della paura che lo attanagliava.
Se entro pochi giorni, durante il ballo, James e Lily non si fossero
baciati... lui non sarebbe mai nato.
Non voleva che succedesse, non voleva che per colpa sua James non
dovesse essere felice.
Certo avrebbe volentieri dato tutti i suoi galeoni per passare più
tempo
con suo padre, sua madre, ed il suo padrino, che sapeva non avrebbe
più rivisto una volta tornato indietro.
Se fosse tornato indietro...
« Pensa, cos’è che piace a
Lily?»
« Mmmm...» James si grattò la testa,
perplesso.
« Probabilmente non io.» rispose alla fine.
Sirius scoppiò di nuovo a ridere, rovesciandosi il succo di
zucca addosso.
Harry lo trovò di cattivo gusto ma quell’immagine
gli risvegliò qualcosa nella mente...
Ma certo! Come ho fatto
a non pensarci prima?
« Hey, ho avuto un’idea!»
« Ah sì?! Cosa, cosa, Harry?»
Ecco, di nuovo quello sguardo pieno di aspettativa.
Questa volta però Harry era quasi sicuro di avere azzeccato
i
gusti della ragazza e si gonfiò il petto preparandosi a
confidarlo a suo padre.
« Offrile da bere!»
A James cascò la faccia a terra. « Stai
scherzando?! Se si
rifiuta di parlare con me figurati se vorrà bere qualcosa in
mia
compagnia!»
« Beh magari non devi proprio chiederglielo!» fece
Harry
con un sorriso astuto. « Magari vai là, al tavolo,
aspetti
che sia sola, ti siedi di fronte a lei con due bicchieri di succo di
zucca, uno glielo metti sotto il naso, poi le rivolgi un sorriso
malandrino ed è fatta!»
James lo guardò adesso come se fosse un dio sceso
dall’Olimpo per aiutarlo.
« Ricordati, se ti ci metti con impegno, raggiungi qualsiasi
risultato!» concluse Harry con un sorriso sincero, al quale
James
rispose con calore.
« Ti amo, Harry.»
« Ma spiacente, sono già impegnato. Invece credo
che
qualche rossa di nostra conoscenza non aspetta altro che tu rivolga
questa stessa frase a lei.»
James scosse la testa ridendo.
« Dovrei avvicinarmi a Lily, in modo sensuale e dirle...
“Amo Harry?”.»
Il bambino sopravvissuto desiderò avere accanto un muro, per
sbatterci contro la testa.
« No, non è questo che intendevo...»
Sirius scoppiò a ridere di nuovo, in maniera canina e Remus,
che
aveva appena terminato la sua discussione con Peter, gli
lanciò
un’altra delle sue occhiatacce.
Harry sospirò esausto: la situazione era più
complicata di quanto credesse.
E come se ciò non bastasse, nessuno si accorse di due occhi scuri sopra un naso adunco che li
scrutavano da lontano.
TO BE CONTINUED
Next-> "Sfida
ad Hogsmeade"
Piton si
stava avvicinando pericolosamente ed Harry non poteva permettersi che facesse
un passo di più.
Sapeva che si sarebbe pentito in seguito, specialmente quando in classe
avrebbe incontrato quegli occhi neri.
Ma probabilmente non sarebbe mai più tornato in classe e per
di
più Piton aveva ucciso Silente! Così, con uno
sforzo di
volontà ed un impeto di coraggio allungò il piede
e fece
lo sgambetto al malcapitato Serpeverde.
Aiha... e adesso?
Pensò il bambino-che-è-sopravvissuto sapendo che
sarebbe "sopravvissuto" ancora per poco.
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