Back To The Future

di xMoonyx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invenzione di Silente ***
Capitolo 2: *** LUI è l’assassino ***
Capitolo 3: *** Sconosciuto ***
Capitolo 4: *** 1977 ***
Capitolo 5: *** Due Potter ***
Capitolo 6: *** Amicizia ***
Capitolo 7: *** Lezioni da Malandrino ***
Capitolo 8: *** Un nuovo rivale ***



Capitolo 1
*** L'invenzione di Silente ***


Back to the future 1
 1
L'invenzione di Silente

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Harry era nella sala grande, in compagnia di Ron ed Hermione, come era solito, del resto. Stava imburrando tranquillamente una fetta di pane, quando Ron prese a parlare « Allora, Harry, oggi ricordati che dobbiamo essere alle sei nel campo di Quidditch, per l’allenamento...»
Harry sorrise, ironico « Lo so, Ron, sono io il capitano...»
Ron annuì, saggiamente « Anche io lo so, Harry, era tanto per ricordartelo...sai, sei sempre sovrappensiero, così...»
« Così hai pensato che Harry si fosse dimenticato del Quidditch, unica sua ragione di vita, vero? Oh, Harry, lascialo perdere... è scemo...» Hermione sospirò.
« Scemo? Scemo chi?» urlò Ron diventando rosso.
« Tu, Ronald! O conosci qualcun altro che si chiama Ron Weasley?»
Ron la guardò con rabbia « Stupida secchia...»
« COSA?» Hermione si alzò, il viso più rosso di un pomodoro « Cosa diavolo hai detto?»
Ron la guardò sarcastico « Ciò che ho detto... si vede che nessuno ti sopporta, sei un’insopportabile so-tutto-io... e guarda, ho fatto pure la rima...»
« RON!» Harry lo guardò scandalizzato. I due litigavano, ma non c’era da stupirsi tanto, lo facevano sempre.
« Stai zitto!» disse il rosso distrattamente, e puntò un dito contro Hermione « Tu stai sempre a dirmi quello che devo fare, sempre che ti comporti da vittima... e io cosa devo dire allora?»
Hermione si abbassò e avvicinò il viso a quello del rosso « Che non sai nulla! Tu....non puoi capire, e non mi stupisco tanto, non capisci nemmeno le cose più elementari... sei uno stupido, Ron, un superficiale, sciocco, bambino infantile!...» Harry vide gli occhi della ragazza inumidirsi, poi una lacrima scendere dalla sua guancia.
« Ragazzi!» disse ad un certo punto Harry, per spezzare il ghiaccio « Calmatevi...»
Questa volta anche la riccia si voltò verso di lui, ed entrambi gli intimarono di tacere.
« Harry ha ragione...» osservò Hermione sistemandosi i capelli « Ma tu no, Ron... ci si vede...» si voltò sui tacchi e si allontanò impettita.
Ron stava per alzarsi a seguirla, quando un affannato Colin Canon si fermò dietro la sedia del moro.
« Harry...» ansimò.
Il diretto interessato voltò il viso con calma, per squadrare il nuovo arrivato « Colin...tutto bene?»
« Mai stato meglio...» ansimò il ragazzo, sforzandosi di sorridere « Passiamo alle cose serie però...Silente ti aspetta nel suo ufficio...» così detto il ragazzino abbassò la testa e si allontanò con calma.
« Ho sentito bene?» intervenne il rosso « Silente vuole parlare con te?»
Harry lo fissò, comprensivo « Beh, non è la prima volta che lo fa... tu aspettami qui...ah, e se vedi Hermione... o meglio, se riesci a parlarle... dille dove sono, intesi?»
« Ma perché...?»
« E’ la mia migliore amica e voglio che lo sappia... non penso che sia  una cosa tanto difficile, Ron....»
Il rosso lo fulminò con lo sguardo « No, a meno che tu pensi, come una certa persona di mia conoscenza, che io sia uno stupido, superficiale, sciocco, bambino infantile...»
Harry alzò gli occhi al cielo e si avviò a grandi falcate verso l’uscita della sala grande.
Era contento, in un certo senso, di allontanarsi da Ron. Era certo il suo migliore amico, ma a volte si rendeva davvero insopportabile, soprattutto quando si trattava di Hermione.
Senza rendersene conto, troppo preso dalle sue riflessioni, si accorse di trovarsi in quella specie di ascensore a forma di grifone, diretto nello studio del preside.
Bussò alla porta, e dopo aver avuto la risposta del preside, varcò la soglia con circospezione.
« Harry! Eccoti, pensavo che il povero Colin avesse avuto un colpo di asma prima di compiere la sua missione...» disse il preside con un sorriso, incrociando le dita.
« Buonasera, signore...»
« Accomodati, Harry...» con un cenno del capo e senza abbandonare mai il suo sorriso smagliante indicò la sedia di fronte alla sua scrivania.
« Grazie...» Harry si sedette e fissò Silente nei suoi grandi occhi azzurri.
« Sicuramente ti starai chiedendo il motivo di tale visita... ebbene, Harry, ti volevo presentare un mio oggetto... o meglio, una mia invenzione...» Sotto lo sguardo attento e sorpreso del ragazzo, Silente si voltò e afferrò da uno scaffale una lunga scopa.
« Questa...» disse mostrandola all’avido ragazzo « E’ la mia nuova invenzione, come penso... spero... tu abbia immaginato...»
« Una... scopa, signore?» osservò Harry, sicuro che quella scopa fosse normalissima.
« Non una semplice scopa, Harry...» un sorriso fiero comparve nel viso del preside che gli fece l’occhiolino « Le apparenze possono ingannare a volte...»
« Non sa quanto ha ragione...» osservò Harry convinto, pensando ai suoi due amici, che nonostante litigare per loro fosse un’abitudine, si volevano bene.
Posò lo sguardo sul legno scuro della scopa... sopra vi era inciso in oro un nome, “Timebolt”.
Chissà che significa... e cosa fa...
Silente lo osservò sempre con quel sorriso ampio sul viso e posò lo sguardo sulla scopa « Immagino ti stia chiedendo quali prodigi è in grado di fare questa... scopa. Innanzitutto, Harry, voglio che tu sappia che questa non è una scopa normale... no, non mi interrompere, ti spiego...» si affrettò ad aggiungere notando la bocca semi aperta del ragazzo che la richiuse di scatto, imbarazzato « Stavo dicendo...questa scopa è magica, come d’altronde tutte le cose che ti circondando, ma un diverso tipo di magia...» sospirò e poggiò le mani sulla liscia superficie della scopa, accarezzandola « E’ in grado di... viaggiare nel tempo»
No, non poteva essere.
Non era possibile.
No, no, no.
Aveva sentito male... oh sì, aveva proprio sentito male, che cosa assurda.
« Cosa?!?!»
« Ti sorprende? Strano...» il preside lo osservò in diagonale, con quel suo solito atteggiamento ironico. « Con la GiraTempo non hai fatto molta resistenza...»
Il bambino sopravvissuto annuì con un’espressione indecifrabile, battendo le palpebre e guardando qualcosa di indistinto tra i ciuffi cespugliosi della lunga barba argentata di Silente.
« Harry?»
La voce del preside gli giunse come una sveglia alle due di notte. Si riscosse dallo shock e lo fissò battendo le palpebre « Mi... mi scusi...»
« Harry...» ripeté il vecchio preside « Qualcuno ha utilizzato su di te un incantesimo di confusione?»
Harry lo fissò sorpreso « No, ma... ma come? Io no... Non capisco... come si..?»
« Come sia possibile?» lo riprese Silente, con un ampio sorriso « Oh, Harry, niente è impossibile... il meccanismo è semplice... quando supera una certa velocità viaggia nel tempo...»
Harry lo osservò ancora confuso « Qual è il limite di velocità? Insomma... in una scopa è difficile precisarlo...»
Silente annuì, serio « Certo... ottima osservazione, Harry. Oh sì... credo di averlo prefissato, emh...» parve frugarsi nella mente alla ricerca dell’informazione, che dopo circa un minuto buono trovò « Oh sì, ci sono... cent’ottanta all’ora...»
Perfetto. Ci voleva solo questa.
« Emh.. magnifico!» Harry si sforzò di sorridere all’indirizzo del preside. Chissà come sarà uscita falsa la mia voce... Silente se ne sarà accorto?
Il vecchio preside, tuttavia, insisteva ad osservarlo dalla sedia dietro la scrivania, rilassato, sorridente, con le dita incrociate e l’espressione da angelo.
Harry abbassò lo sguardo e tossicchiò per spezzare quel silenzio imbarazzato.
« Pensò che questa informazione potesse esserti utile... non saprei, per ogni evenienza, non si sa mai...»
Harry annuì « Bene»
« Già... puoi andare, Harry. Con te credo di aver finito...»
« Bene» ripeté Harry, alzandosi meccanicamente.
« Oh, un ultima cosa...»
Harry si voltò verso il viso sorridente del preside, con la mano appoggiata alla maniglia.
« Sì, signore?»
Il preside rispose mettendosi un dito affusolato sulle labbra.
Harry capì al volo l’allusione « Oh sìsì...» lo rassicurò « Senz’altro signore...»
Silente gli strizzò l’occhio, con fare complice « Nemmeno al signor Weasley e alla signorina Granger...»
« Certo, signore» insisté Harry, uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.
Wow... davvero una giornata strana....
Si diresse verso la sala grande, incontrando per strada Ginny che sorrideva radiosa.
« Harry!»
« Eih, Ginny!» prima che potesse mettere insieme la frase “come va?” la ragazza gli aveva gettato le braccia al collo e lo aveva baciato a fior di labbra.
« A cosa è dato tutto questo entusiasmo?»
Ginny sorrise, radiosa « Non lo so... è a giornata. Ho come uno strano presentimento, quindi mi andava di stare un po’ con te... sempre che a te non dispiaccia...» mise il broncio.
« Stai scherzando?» la riprese Harry tenendola per i fianchi e abbracciandola dolcemente « Certo che non mi dispiace!»
Ginny sorrise di nuovo e con un dolce bacio sulla guancia corse via.
« Mah...?»
« Alle sei, Harry...in cortile...»
Alle sei... gli venne in mente Silente. Dovevano distruggere un Horcrux...
« Mi dispiace... ma oggi non posso. Né prima né dopo né tantomeno alle sei... mi dispiace davvero... facciamo domani?»
La ragazza sospirò infastidita e annuì. Poi sorrise di nuovo.
« Va bene, Potter...» il cognome era il modo dolce di chiamarlo “amore” « Prima il dovere, giusto?»
Harry sospirò. Già, lavorare per Silente cominciava a diventare seccante... e stancante. Ma ne valeva la pena, per la sua stessa sopravvivenza...


TO BE CONTINUED...


 Next->"LUI è l’assassino"
« Non sei un assassino...» ripeté Silente, a braccia aperte, come se volesse abbracciarlo.
Draco si fece coraggio e con uno sforzo immenso puntò la bacchetta contro il vecchio preside.
« Io posso aiutarti...»


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Capitolo 2
*** LUI è l’assassino ***


back to the future 2
 2
LUI e' l'assassino
 

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Harry era lì, immobile, con la bacchetta in mano, ma senza poterla muovere.
Non poteva crederci... Non poteva essere successo davvero...
Fino a qualche ora prima era in compagnia della sua ragazza e dei suoi migliori amici, e adesso, fissava Silente e Draco sbigottito... Era successo tutto così in fretta, che sembrava un sogno. Lui e Silente erano riusciti a prendere e distruggere l’Horcrux e non appena erano tornati, dopo essere stati traditi, avevano scoperto il Marchio Nero sopra la torre di Astronomia. Terrorizzati, pensando che qualcuno potesse essere morto, si erano affannati a tornare a scuola, e qui, invece di Voldemort, avevano trovato i Mangiamorte, e, cosa che Harry pensava ma che, nonostante tutto, gli risultava incredibile, Draco era tra loro!
Se solo avesse potuto muoversi lo avrebbe stupidamente scambiato per un sogno, bastava battere le palpebre per farlo svanire. Eppure non poteva battere le palpebre, al dire il vero non poteva muovere nessun muscolo. Solo gli occhi, ma non la bocca che ora formava una grossa O.
Era in quella posizione da quando osservava Silente da sotto il mantello dell’invisibilità,
La cosa più assurda poi, era che quell’incantesimo glielo aveva lanciato proprio Silente... forse per metterlo in salvo, ma così si stava letteralmente suicidando.
Harry continuò a fissare la scena cercando di divincolarsi, ma senza successo.
Il battito aumentò, nel petto... beh, almeno il cuore e i polmoni non erano bloccati! Buon segno...
E anche le orecchie gli funzionavano ancora.
« Draco, tu non sei un assassino...»
Harry volse gli occhi verso Silente, preoccupato. Ma come poteva essere così ingenuo, quel vecchio preside? L’aveva sempre venerato come un dio, per la sua bontà, però adesso era troppo.
Aveva notato quel comportamento ingenuo del preside quando gli aveva parlato di Piton, ma il Preside continuava a difenderlo: che ingiustizia! E adesso, Silente si stava letteralmente uccidendo con le sue stesse mani.
Draco, quel ragazzo pallido e biondo con la faccia da angelo non si sarebbe fatto certo tanti scrupoli per ucciderlo! Non ci avrebbe pensato due volte e poi si sarebbe messo a ridere, come minimo. Non era un bravo ragazzo, su questo erano d’accordo, no?
Vide, con una sorpresa mista a perplessità, Draco ansimare e indietreggiare impercettibilmente.
« Non sei un assassino...» ripeté Silente, a braccia aperte, come se volesse abbracciarlo.
Draco si fece coraggio e con uno sforzo immenso puntò la bacchetta contro il vecchio preside.
« Io posso aiutarti...»
Harry voleva muoversi, per salvare il suo preside. Perché Silente aveva l’abitudine di risolvere i problemi con i discorsi e non con la forza?
Beh, a volte aveva ragione, ma...
I pensieri di Harry furono interrotti dalla voce rotta di Draco, che lo sorprese molto.
« Nessuno può aiutarmi!»
Era sottile e tremula, come se lui si stesse trattenendo dal piangere.
Harry lo osservò con una strana espressione, guardandolo da una nuova luce... forse non era poi tanto cattivo, e soprattutto... forse c’era ancora una possibilità per Silente.
E quando questa seconda opinione cominciava a diventare reale, la situazione cambiò.
Harry sentì dei passi nelle scale e vide giungere Piton, il mantello frusciante e la bacchetta tesa davanti a sé.
« Che succede qui?»
Silente lo osservò con espressione implorante, e con lo stesso tono di voce sussurrò.
« Severus...»
A quel sussurro il cuore di Harry mancò di un battito... Silente non aveva mai parlato con quel tono così terrorizzato... forse si era reso conto di chi era veramente Severus Piton. Poi con un groppo alla gola si accorse che non c’era tempo per avere rancore nei confronti del vecchio preside che forse non avrebbe più rivisto...
  No, no, Harry, pensa positivo, forse Piton non è come credi...
Certo, difendiamo pure Piton!
  Eppure Draco si è rivelato diverso...
Draco e Piton non sono la stessa persona...
Harry interruppe il suo flusso di pensieri per stare più attento alla scena... o per cercare di muoversi nel caso il Preside decidesse di far svanire l’incantesimo.
Piton puntò i suoi freddi occhi su Silente e lo incenerì con lo sguardo.
Se gli sguardi potessero uccidere... Silente sarebbe già morto e sepolto... e anche io dato quante volte Piton mi fissa così.
Forse però, aveva ancora un barlume di speranza...
« Severus, ti prego...»
Ancora quella voce, quell’espressione implorante... non poteva sopportarlo!
Notò brillare gli occhi di Piton, che evidentemente bruciava ed era accecato dall’odio e aveva puntato la bacchetta su Silente con precisione e decisione.
« Avada Kedavra!»
NO!
Il cuore di Harry mancò moltissimi battiti per poi accelerare di colpo. Cominciò a vederci offuscato e impallidì ancora di più.
Silente aveva ragione... non era Draco l’assassino, no... Piton, LUI era l’assassino.
Gli venne da svenire dal forte shock, e quindi decise di non pensare più a quella scena, ma all’odio, alla rabbia e alla frustrazione che provava in quel momento.
Cercò di risvegliarsi e scosse la testa...
Solo in quel momento si accorse di potersi muovere, e dapprima ne fu sollevato, ma poi gli venne un sospetto. Un sospetto orribile, non voleva pensarci.
Alzò lo sguardo: Draco era ancora là, immobile, terrorizzato. Piton osservava Silente cadere dalla torre di astronomia con una strana espressione, forse di pura follia omicida.
Harry voleva urlare come un forsennato, buttarsi su Piton e ucciderlo a forza di pugni. Ma non poteva buttare al vento la vita che Silente gli aveva salvato sacrificandosi.
Così corse, cercando di non fare rumore, verso il bordo della torre, si affacciò e... vide Silente a terra, immobile.
NO, NO, NO! AAAAAAARRRRRRGGGGGHHH
Harry si voltò con un odio disumano e vide l’orlo del mantello di Piton scomparire nelle scale.
Si lanciò in una folle corsa nel tentativo di prenderlo... ormai gli importava solo quello, prenderlo, ucciderlo...
Non riuscì nemmeno lui a rendersi conto di quanto correva, ma pure che perse il mantello dell’invisibilità, nella corsa.
Attraversò la scuola nella quale si svolgeva una vera e propria guerra, con la bacchetta puntata contro Piton, che però era ancora troppo lontano...
Come poteva raggiungerlo?
Finì contro qualcuno, che scostò brutalmente.
« HARRY!» strillò Hermione, appoggiandosi a Ron: ecco chi era quel qualcuno...
Non si curò di loro, perché era accecato dall’odio e voleva solo vendicarsi.
Piton aveva rallentato il passo per dare l’ordine a qualche altro mangiamorte, contro il quale stava combattendo Hagrid, che aveva cominciato ad urlare.
Harry volse lo sguardo verso la capanna del mezzo-gigante che era... in fiamme.
Il suo cuore accelerò il battito e Harry la corsa.
« FERMATI, CODARDO!»
Al diavolo l’educazione!
Piton si voltò verso di lui e mostrò i denti « Potter...»
« Almeno abbi il coraggio di restare...»
Piton gli lanciò uno sguardo di fuoco « Vattene Potter!»
« NO!» Harry si fermò e puntò la bacchetta contro Piton « Non faccio come te! Stupefic
Piton bloccò l’incantesimo di Harry che rimbalzò. Il ragazzo lo evitò e puntò con foga la bacchetta contro Piton.
« Stupeficium!»
Piton evitò l’incantesimo e lo guardò con rabbia « Vattene Potter! Non ho intenzione di combattere con te!»
«  E perché?» Harry era accecato dall’odio, in quel momento non gli importava un fico secco se stava minacciando un Mangiamorte molto pericoloso, che per di più, provava un odio innato per lui « Non ne hai il coraggio?»
« Basta così!» ruggì Piton puntando la bacchetta contro il petto di Harry « IO.. NON SONO... UN CODARDO!»
Stava ansimando, respirava appena, come se dicesse quelle parole con tanta enfasi che gli toglieva il respiro.
Harry lo scostò con rabbia e gli puntò la bacchetta sotto il mento « Certo che lo sei...stupefic-»
« STUPEFICIUM!»
Harry percepì una contrazione e poi venne sbalzato a qualche metro di distanza, atterrando pesantemente a terra.
« Io non sono un codardo...» ripeté Piton, col fiatone «E ringrazia i tuoi occhi, Potter, se oggi sei ancora vivo...»
Harry ringhiò dal dolore ma si rialzò subito... tardi, però, per raggiungere Piton che aveva ripreso a correre.
Come poteva raggiungerlo velocemente?
Gli venne in mente la sua scopa, ma subito dopo un’altra... la scopa del tempo di Silente... era la più veloce che avesse mai conosciuto, bastava non farla arrivare al massimo della velocità, e sarebbe andato tutto liscio... Com’è che si chiamava? In mente gli venne l’immagine della scopa con un nome scritto in oro.
« Accio Timebolt!»
Si sentì un fruscio nell’aria, e due secondi dopo Harry si accorse di avere in mano la bellissima scopa di Silente. Era scura, lunga e lucida, e il nome in oro luccicava alla luce del fuoco della casa di Hagrid.
Con un salto si issò su di essa, e puntò lo sguardo davanti a sé.
« Preparati, professore...» sussurrò con odio, mentre la scopa partiva sfrecciando come un missile.
Gli era sempre piaciuta la sensazione del vento sul viso e sui capelli, ma da quella scopa era diecimila volte meglio che dalla sua Firebolt.
Harry portò la mano alla tasca dei pantaloni e ne estrasse in fretta la bacchetta, urlando un incantesimo dopo l’altro, mancando però sempre il suo bersaglio mobile. Doveva prenderlo... si appiattì sulla scopa accelerando sempre di più e andò più in alto con la scopa per prendere meglio la mira.
Qualcosa colpì il mantello di Piton che andò in fiamme. L’uomo si voltò con circospezione e osservò se ci fosse qualcuno dietro di lui, senza vedere nessuno.
« Eih, quassù!»
Piton alzò lo sguardo sorpreso e impallidì, come se non fosse bianco abbastanza, vedendo Harry sulla scopa che gli lanciava un incantesimo.
« Pietrificus Totalis!»
Piton ebbe il tempo di accorgersi di quello che stava succedendo, quando si ritrovò a terra, immobile.
Harry lo aveva in pugno, bastava colpirlo una volta sola...
Però voleva prendere bene la mira, quindi si abbassò, sempre più veloce... troppo veloce.
Si accorse troppo tardi del suo errore, troppo tardi perché la scopa era diventata incandescente e sempre più luminosa...
OH NO!
Harry cercò di frenare ma ormai era troppo tardi... la scopa non si fermava, non poteva fermarsi.
NON ADESSO.
« AAAARRRRRGGGGHHHH»
Piton lo osservò scandalizzato, cercando di muoversi... e ci riuscì perché l’incantesimo terminava se la persona che l’aveva lanciato non c’era...ed Harry era sparito, proprio in quel momento.
Si rialzò in piedi e osservò il cielo dal quale appariva come una scia di fuoco, dove prima era passata quella strana scopa di Harry... che era di Silente. Ricordò quando Silente gli aveva spiegato i prodigi di quella scopa, e un presentimento gli giunse nella mente.
Ancora più scandalizzato fece disegnare alla sua bocca una O perfetta, scosse la testa incredulo, mettendosi le mani sui capelli e lasciandosi cadere in ginocchio sull’erba.


TO BE CONTINUED...

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Si alzò a sedere.

Dov’era Piton? Dov’era Hagrid con la sua capanna in fiamme? Insomma... dove diamine erano tutti?




 

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Capitolo 3
*** Sconosciuto ***


back to the future 3
Allora, innanzitutto credo siano d'obbligo le scuse, per non aver pubblicato dopo più di un mese: la verità è che sono stata molto occupata a scrivere altre due fanfiction, se non anche altre tre storie originali, e avevo completamente dimenticato di pubblicare questa, che non scrivo da un anno, e si è fermata al nono capitolo, ma tranquilli, riuscirò a finirla. Vorrei anche ringraziare tutti coloro che hanno commentato i due scorsi capitoli, Arigatou Gozaimas ! :D

@elys: Allora, beh penso che se hai letto i libri di HP saprai com'è veramente Severus, però beh...diciamo che in questa storia si capisce meglio alla fine! XD
@Pecky: Grazie! :D Spero che andando avanti ti piaccia ancora di più, specialmente dopo questo capitolo ;)
@Alohomora: Anche qui, interrotti sul più bello! Ma d'altronde in quasi tutti i libri è così, serve per aumentare la suspance! (sempre che ce ne sia o.ò.... n.d.a.che.si.sottovaluta)

E un grazie va anche x chi ha letto e commentato il primo capitolo, vi rispondo qui:

@mki90: La penso esattamente come te! Michael J. Fox è uno dei miei attori preferiti, e già da quando ero piccola Ritorno al futuro è sempre stato il mio film preferito, in assoluto! :D E dal momento che adoro anche HP, ho mischiato le due storie (pensa che avevo in mente di scrivere una ff in cui HP si mescolava con Il signore degli anelli ò___ò)! XD
@edocast92: Spero che non ti abbia deluso e che continui a seguire la storia!
@Your guardian Angel: Che finisca bene?! Beeeeh... dal momento che non ho ancora scritto la fine, e che la mia mente diabolica ultimamente non fa che produrre finali drammatici, non saprei...speriamo bene! XD

E adesso, vi lascio al capitolo! 


 3

Sconosciuto

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Si stupì di essere ancora incollato alla scopa, dopo tutto quello che era successo. Era ancora calda, non certo incandescente come prima... Harry si guardò intorno confuso, vedendo le immagini che svanivano, compresa la faccia scandalizzata di Piton.
Aveva forse paura di morire incendiato, quel codardo?
Harry ruggì dalla rabbia e poi tutto divenne nero.
Di colpo, però, fu accecato da una miriade di colori, e dovette chiudere gli occhi per la troppa luce. Non sapeva cosa stava succedendo, non poteva capirlo... non era mai salito su quella maledetta scopa!
Si vide strattonato e colpito da venti gelidi e da altri molto caldi, ma nonostante ciò non lasciò la presa sulla scopa, nemmeno quando fu investito e sballottato da un vento fortissimo e la sua scopa aveva fatto un giro su se stessa, lasciandolo per un secondo a testa in giu. In quell’occasione lanciò un urlo.
Poi tutto intorno a lui parve calmarsi e così, confuso, aprì gli occhi... ma questo lo sorprese ancora di più, perché si trovava nella stessa identica posizione di prima.
Non ebbe il tempo di rendersene conto che si schiantò al suolo, molto rovinosamente. La caduta lo fece urlare, ma non gli impedì di sentire il rumore del legno in frantumi.
Rantolò e si girò su un fianco, strizzando gli occhi e battendo i denti per il dolore alla gamba, che si strinse al petto.
« Oh cavolo!» imprecò, allungando una mano per afferrare un’estremità della scopa, che tirò a sé. Si era spezzata in due.
« Fantastico!» sussurrò isterico, dando un pugno al terreno. Il risultato fu che si fece male al polso.
Si alzò a sedere.
Dov’era Piton? Dov’era Hagrid con la sua capanna in fiamme? Insomma... dove diamine erano tutti?
« Cos’hai? Hai paura? E’ uno scherzo, per caso?» bestemmiò, dalla rabbia. Si riferiva a Piton, eppure non lo vedeva.
Dove si trovava?
Si lasciò ricadere con un sospiro a terra, sull’erba umida, e osservò il cielo sistemandosi gli occhiali.
Il cielo era limpido, scuro, e trapunto di stelle, che brillavano come non mai. Era davvero una bella visione, senza nuvole e senza...
Dove cavolo è il Marchio Nero?
In effetti, di quel teschio col serpente non c’era traccia: qualche altro scherzo del destino?
Osservò la scopa al suo fianco e socchiuse le palpebre meditabondo.
Una scopa del tempo...
« Ma certo!» esclamò incredulo, con la pelle d’oca « Sono andato nel futuro! Evidentemente hanno già sconfitto Voldemort, oppure...»
 « STUPEFICIUM!»
« E’ stato lui a sconfiggere lo-ARGH!» Harry venne sbalzato e ricadde a faccia in giù nel fango.
Cercò di rialzarsi ma qualcuno gli puntò la bacchetta contro la schiena.
« Chi è lei? Come è entrato qui?»
Quella voce... era inconfondibile!
« Professoressa McGrannit?» Harry si voltò di colpo, confortato, nonostante la bacchetta.
La McGrannit ebbe un sussulto e indietreggiò impercettibilmente.
« Come ha detto, prego?»
« Professoressa! E’ successa una cosa incredibile, Piton è scappato, dobbiamo raggiungerlo e...»
La McGrannit lo fissò sgranando gli occhi ma senza abbassare o allontanare la bacchetta.
« Ma cosa sta dicendo! Chi è lei? Come osa parlare della mia scuola e dei mie alunni?»
Alunni?! Ma cosa?!
Oh, sì, evidentemente dopo la battaglia coi Mangiamorte uno di loro le aveva lanciato un incantesimo di confusione.
« Mi ascolti...» ripeté Harry « Silente è... è...» morto. Non riusciva a dirlo, era troppo incredibile.
« Vuole parlare col preside?» il tono della professoressa era severo.
« Ma come? Lui non era...»
« Ma lei chi diavolo è?»
La voce gli si ruppe in gola.
« Co-cosa?»
Harry la fissò allibito, con la bocca semi aperta e il viso contratto.
Perché non lo riconosceva?
« Professoressa...?» osservò, titubante.
« Chi è?» ripeté la McGrannit.
Harry scosse la testa come per assicurarsi di aver sentito bene e fece una smorfia, smarrito.
« Io... Harry...»
« Harry come?»
Non poteva credere alle sue orecchie!
« Potter... Harry Potter, professoressa, ma lei...?»
La professoressa ebbe un sussulto non appena sentì il suo cognome. « Potter, ha detto?» Si avvicinò al viso di Harry e lo osservò critica.
Harry sospirò di sollievo, l’aveva riconosciuto, finalmente!
« Ma... non è possibile... signor Potter, lei era...» scosse la testa incredula e quasi ammirata.
Harry la osservò pieno di sollievo « Sì, esatto, stavo inseguendo Piton che aveva lanciato l’anatema che uccide contro Silente....»
« Che sta dicendo?» La McGrannit urlò al suo indirizzo « Signor Potter, come osa! Non solo è fuggito ma ha avuto anche il coraggio di prendersi gioco di me... E’ nuovo il trucco del nome? E quello degli occhi? Ha le lenti a contatto? E quello della voce? Che voce ha, signor Potter?»
Harry la osservò, senza capire « Ma cosa...? Professoressa, io...»
« James Potter! Come ha osato fuggire dalla mia presidenza! Come ha fatto? Lei... lei merita un anno intero di punizione con stretta sorveglianza!»Il tono della McGrannit era rude, duro, e non ammetteva repliche, ma qualcos’altro attirò l’attenzione di Harry: la professoressa lo aveva chiamato... James?!
Da quando mi chiamano col secondo nome?!
« No!» disse Harry, stupito e confuso « Mi scusi, professoressa... ma dov’è Piton?»
La professoressa gli puntò la bacchetta alla schiena e lo spinse in avanti « IN VICEPRESIDENZA, SUBITO!»
« Professoressa!» cominciò Harry, sorpreso « Ma Piton ha ucciso Silente, santo cielo!»
Ecco, era scoppiato... non era proprio riuscito a controllarsi. La professoressa strinse le labbra con fare omicida « POTTER! La smetta di dire idiozie e di nominare uno degli allievi più importanti del nostro istituto!»
EH?
« Allievi?» ripeté Harry, sicuro di non aver sentito bene.
« Potter... lei mi farà venire un attacco nervoso... andiamo in vicepresidenza, devo darle una punizione esemplare...»
Harry non commentò, non gli importava un gran che della punizione, aveva ben altro a cui pensare, mentre la Professoressa lo spingeva verso il castello.
« Oh! Il professor Silente non sarà certo contento del suo comportamento, proprio lui che la difende sempre!»
Harry approvò mentalmente, ma ad un certo punto il suo cuore mancò di un battito: Ma allora...
« Silente è vivo?» chiese a bruciapelo, ansioso.
La professoressa sbuffò scocciata da quel comportamento e alzò gli occhi al cielo « Potter, lei non capisce proprio quando deve smetterla, eh?»
Aprì le ante della grande porta e avanzò nella luce del cielo trapunto di stelle.
Harry lo osservò perplesso... la guerra con Voldemort era finita forse da poco e il castello era così pulito e lucido? Semplicemente assurdo...Chissà quanti gratta e netta...
Il pensiero della battaglia coi Mangiamorte gli fece venire un groppo alla gola... Ron, Hermione... Ginny! Chissà se stavano bene!
Harry si morse il labbro e sospirò.
« Voglio vedere Silente!» disse ad un tratto, consapevole di quello che stava per fare.
« Prego?» La McGrannit si era fermata e lo osservava perplessa, anche se Harry non poteva vederla perché le dava le spalle.
« La prego... posso vedere Silente? E’ importante... molto importante...»
La prof stava per ribattere così Harry sospirò e continuò « La prego...» sussurrò con calma « Dopo farò tutto quello che vuole... mi permetta solo di vederlo...»
La professoressa McGrannit lo osservò sempre da dietro e abbassò la bacchetta.
Che bella sensazione avere la schiena libera!
« Potter, riesci sempre a scampartela... ma mi sembra un po’ troppo serio oggi...»
Harry rimase accigliato, preferendo comunque non guardarla.
Non era sempre stato serio? Bah...
« Mi segua...» La professoressa lo superò mettendosi alla luce. Che strano, forse per festeggiare la vittoria contro Voldemort e i Mangiamorte si era ritoccata i capelli, perché erano particolarmente scuri e curati.
Finalmente giunsero davanti all’ascensore a forma di grifone, dopo di che la professoressa disse la parola d’ordine, mentre Harry si guardava intorno a disagio, senza incrociare lo sguardo con la professoressa che si limitava ad osservare i vestiti di Harry, critica.
« Come ha fatto a sporcarsi la divisa in quel modo?»
Harry si osservò la divisa, confuso « L’inseguimento e poi...» spiegò per la millesima volta.
« Ancora con questa storia... con lei faccio i conti più tardi: Può andare, Potter... ma ricorda: Dopo deve tornare sotto!»
« Sì, professoressa!» disse Harry abbassando lo sguardo, imbarazzato.
« Professor Silente, ha visite! Il signor Potter!» esclamò lei con voce autoritaria.
La professoressa si allontanò ed Harry entrò nell’ascensore. Poi giunse davanti la porta della presidenza, trattenne il respiro e bussò.
« Avanti, entra pure...»
La voce di Silente gli giunse come un canto bellissimo. Era vivo, cavolo, era vivo!
Harry sorrise e aprì la porta di scatto « Professor Silente!» esclamò con gli occhi lucidi, che si prese la briga di pulirsi con la manica della maglietta.
« Come mai tutto questo entusiasmo, James?»
No... no, ancora! Ma che prende a tutti? Va di moda usare i secondi nomi, per caso?
Harry trattenne il respiro confuso e alzò il viso fissando Silente negli occhi.
Il professore lo accolse con un sorriso che però stroncò a metà e si alzò di scatto.
« Professore? Succede qualcosa?»
« Come mi hai chiamato?»
Harry trasalì notando il tono freddo di Silente « Come?»
« Come mi hai chiamato? Perché hai detto “ professore”?»
Harry lo osservò sorpreso, poi sorrise, pensando che fosse una battuta « Professor Silente, ma cosa è successo, di preciso, dopo che sono volato con la scopa?»
Silente lo fissò severo, senza distogliere lo sguardo da lui.
Oh no! Ha saputo della scopa! Devo spiegargli le mie ragioni! Ecco perché era così furioso... cavolo!
« Dovevo riuscire a raggiungere Piton!» si giustificò con un tono di voce implorante « E la sua scopa era la più veloce, mi dispiace, avrei dovuto chiederle il permesso...»
« Ma di cosa parli?»
Le parole gli morirono in bocca. Ma allora era un vizio! Erano tutti così tardi, là dentro? I Mangiamorte dovevano aver fatto tutto a puntino...
« La... la sua scopa. La scopa del tempo... la...» Harry fece una pausa, senza staccare gli occhi dagli occhiali a mezza luna del preside « La timebolt...»
Silente ebbe un sussulto e si lasciò cadere terrorizzato sulla sedia.
« Professore!» gemette Harry, preoccupato « Si sente bene? Vuole che chiami qualcuno? Riesce ad alzarsi?»
« Oh...» disse Silente con voce affaticata, come se stesse per piangere « Oh... no, no!»
« Professore!» Harry lo fissava preoccupato. Silente aveva quello stesso tono terrorizzato e implorante che aveva quando aveva bevuto il veleno del calice per recuperare l’horcrux. Harry aiuto il preside ad alzarsi, continuando ad osservarlo ansioso.
« Cosa ho fatto!» Silente si picchiettò la mano sulla fronte e si appoggiò su Harry « Che disastro...»
« Professore, non capisco...» Basta! Qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo!
Silente alzò i suoi occhi azzurri su di lui e gli afferrò il viso tra le mani affusolate « Come ti chiami? Come ti chiami, dimmi come ti chiami, figliolo?»
Harry lo osservò scandalizzato. Ma come poteva essere che nessuno lo riconosceva? Si girò verso i ritratti, confuso, ma loro gli lanciarono uno sguardo altrettanto insicuro. Ma cosa aveva che non andava?
Che stava succedendo?
« Harry Potter.. sono Harry Potter, signore...»
« Harry Potter...» ripeté Silente, sempre con quel tono implorante « E dimmi, Harry Potter, da dove vieni?»
Harry lo fissò sconvolto « Da dove...? Da... Hogwarts...»
Qualcuno si prende la briga di spiegarmi tutto???
« No, questo lo so...» disse Silente mesto, e in un primo momento Harry ne fu sollevato, ma questo sollievo svanì non appena il preside continuò « Intendo... in che anno ti trovavi prima di montare la scopa?»
Harry trasalì e un presentimento si fece strada nella sua testa.
« ...1996...» disse come se stesse cercando di non capire una cosa che era ovvia.
Il preside gemette e si accasciò sulle ginocchia.
« Professore! Professore, non capisco! Che vuol dire? Che significa?»
Il professore, alzò il viso, tremante, e puntò i suoi occhi azzurri su Harry « Harry... siamo nel 1977





TO BE CONTINUED



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« ALBUUUUS!»
Lanciò uno sguardo complice ad Harry e sorrise « Sì?»
« Albuuuus, vieni subito! E' un emergenza! POTTER SI E' SDOPPIATO



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Capitolo 4
*** 1977 ***


back to the future 4
Mi scuso con tutti voi per l'esagerato ritardo, però in questo mese ho avuto molte cose da fare -o meglio, da scrivere XD- come una fanfiction che pubblicherò forse oggi stesso. Spero che comunque continuiate a leggere questa, specialmente ora che il nostro caro Enrico Vasaio sta per incontrare i Malandrini *-* (non so se si nota che sono i miei personaggi preferiti!) E adesso passiamo ai ringraziamenti:

@Pecky: secondo te Silente è venuto abbastanza IC? No perché il mio più grande timore è rappresentare personaggi OOC in storie serie -in quelle comiche al contrario, più sono "opposti" agli originali, meglio è!- Arigatou! :)
@Your guardian Angel: Hey!! Chissà come mai non mi sono stupita... -scommetto che tra un po' troverò fuori di casa cartelli con su scritto "Sirius the best" XD Sappi che il mio preferito rimane il lupacchiotto, ma il cagnolone non scherza mica! *-*
@KyleXY: mi fa davvero molto piacere che ti stia piacendo, spero che non mi vorrai uccidere dal momento che ho fatto aspettare tanto per un aggiornamento...Gomenazai! >_< Dimmi che ne pensi di questo capitolo! =D


 4
1977



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H
arry rimase ad osservarlo scandalizzato, poi si allontanò da lui e respirò profondamente, appoggiandosi al muro.
« Che cosa?» disse, incredulo « CHE COSA!?!»
« Ti prego Harry, non urlare... non è colpa mia, davvero!» Anche Silente era distrutto.
No, no, no... era un sogno, sì, solo uno stupidissimo sogno.
« Harry... quella scopa del tempo funziona davvero, non è uno scherzo.. se ti siedi ti posso spiegare tutto...»
Harry sbuffò sconfortato e si lasciò cadere pesantemente sulla sedia.
« Ascolta... In realtà ho in mente di costruire questa scopa da molti anni, ma evidentemente dovrò aspettare ancora qualche anno per vederla consistente e non fumo come nella mia mente...»
Silente abbassò gli occhi « Tuttavia so cosa comporta il suo utilizzo... e a meno che non abbia cambiato idea nel giro di vent’anni, direi proprio che sei finito qui perché l’ultimo viaggio del me stesso del futuro deve essere stato verso il 1977... cioè adesso...»
« Mah...Faccia qualcosa!» urlò Harry, scaldandosi e alzandosi in piedi « Faccia qualcosa! Solo lei può!»
Silente sospirò « Cosa dovrei fare io? Il me stesso del futuro ha commesso un grande sbaglio...l’unico modo per tornare indietro è utilizzare la scopa e...»
Harry inclinò le sopracciglia verso l’esterno « Ma si è distrutta...» disse con voce funerea.
« Lo so... Harry, lo so» Silente si mise una mano sulla fronte « Bontà divina! Credo proprio che dovrai rimanere qui fino a quando non riesco a riparare quell’accidente di scopa infernale...»
Harry batté le palpebre e lo fissò scandalizzato « EH? Ma non posso!»
« Forse... in ogni caso devi, non hai altra scelta... fino a quando non riparerò quella scopa rimarrai qui...»
Harry scosse la testa incredulo « No, ma come?»
« Harry...» il vecchio preside alzò il viso, scosso « Mi hai chiesto di fare qualcosa, e io ti sto dicendo che cercherò di fare qualcosa... però vienimi incontro!»
Harry rimase con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati. Poi sospirò e si asciugò gli occhi stanchi « Va bene...» soffiò stancamente e osservò il preside con una strana espressione.
Era vivo! Diavolo, era vivo! Perlomeno, qualcosa di positivo...
Poi un urlo squarciò la quiete e fece scattare Harry in piedi, la bacchetta stretta in mano, e fissò il preside scandalizzato.
Silente non si scompose ma si limitò ad alzare gli occhi al soffitto « Ahhhh, Minerva!» si alzò leggero e si avvicinò ad Harry.
« ALBUUUUS!»
Lanciò uno sguardo complice ad Harry e sorrise « Sì?»
« ALBUUUUS! VIENI SUBITOOOO! EMERGENZAAA! POTTER SI E’ SDOPPIATO!»
Harry trasalì guardando il vecchio preside in cerca di spiegazioni.
Silente rise di gusto e si arrotolò la barba argentea nel lungo dito « Vengo, Minerva, vengo... il secondo Potter verrà qui con me...» fece l’occhiolino ad Harry ed aprì la porta. Poi con un cenno del capo indicò la porta ad Harry, che istintivamente si ritrasse e fece un segno di diniego. Silente accennò un secondo sorriso e lo accompagnò con una mano sulla sua spalla, fino alla vicepresidenza. Stava per bussare quando qualcuno da dentro aprì la porta con foga.
Harry non riusciva a vedere nient’altro se non il viso contratto della sua professoressa.
« ALBUS! FINALMENTE!» la McGrannit intravide Harry da dietro la spalla del preside e gli puntò la bacchetta.
« ECCO!»
« Minerva...» tentò il preside, pacato.
« QUELL’IMBROGLIONE...»
« Minerva?»
« QUEL....QUEL POTTER!»
« Emh... Minerva?»
« LO DOVREMO PUNIRE...»
« Minerva!»
« OH Sì SE LO PUNIREM-»
« MINERVA!»
La McGrannit chiuse di scatto la bocca « Mi scusi...»
Silente annuì chiudendo gli occhi e li riaprì abbassando la bacchetta della professoressa, provocando le risate di qualcuno dietro di lei.
« Minerva... questo non è un clone o un duplicato di Potter... né un ologramma... o nessuno che ha bevuto la pozione Polisucco...»
« Ma...» ribadì la professoressa osservando confusa Harry « Ma è preciso a Potter!»
Harry trattenne il respiro spaventato e confuso. A chi diavolo si stava riferendo? Lo conoscevano, forse?
« Ma no, Minerva cara, cosa dici? Lui è... Harry Dawson...»
La professoressa rimase a bocca aperta e si girò verso tre ragazzi dietro di lei, seduti, che stavano ancora ridendo.
« Harry entrerà nella nostra scuola...»
« Ma non può!» ribatté la prof, serafica.
« Sì invece... fino a prova contraria io sono il preside di questa scuola e ho il diritto di decidere delle vite dei miei allievi... o no?»
La McGrannit rimase spiazzata da quella domanda e non riuscì a rispondere.
« Bene... domani lo smisteremo... »
Detto questo Silente si inchinò e si allontanò.
Harry, istintivamente, lo seguì, ma fu trattenuto dalla mano della professoressa che gli aveva artigliato il braccio.
« Cosa fai?»
Harry la osservò perplesso.
« Seguo... il professor Silente?» fece, ovvio.
La professoressa scosse la testa « No... tu resti qui. Devo insegnarti un po’ di regole su questa scuola... come per esempio che non si può andare fuori di notte...»
Harry arrossì, ricordandosi il modo ridicolo in cui si erano incrociati... o meglio, scontrati.
« Emh... io le conosco, professoressa...è solo che, venendo con la scopa... sono finito lì e...»
« Oh, Dawson non discutere! Fila dentro!»
Di nuovo si sentì spingere dentro la stanza e così incrociò gli sguardi curiosi dei tre ragazzi seduti di fronte alla cattedra della professoressa.
Il suo cuore mancò di diversi battiti.
Oh Mio Dio! Diavolo, non loro! Non ci avevo pensato!
« Potter, Black, Lupin, tornate nel vostro dormitorio! SUBITO!»
« Ma...» ribadì Sirius, ovvio « Lei doveva fissarci la nostra punizione...»
« OH, LASCIATE PERDERE! TORNATE NEL VOSTRO DORMITORIO!»
Sul bel viso di Sirius si fece strada un sorriso... a dir poco perfetto. Il ragazzo si alzò, mostrando un corpo slanciato e, ancora una volta... perfetto. Cavolo, il suo padrino era davvero uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. I capelli lunghi fino alle spalle, lisci e neri gli incorniciavano il viso dall’aria misteriosa, nel quale brillavano due occhi grigi molto espressivi. Aveva la pelle pallida, come al solito, ma non c’era traccia sul suo viso perfetto di occhiaie o ombre scure... sembrava davvero un vampiro.
Nulla da togliere agli altri due...
Lupin, il suo professore di difesa contro le arti oscure del terzo anno, faceva concorrenza ad un angelo.
Il viso dolce incorniciato da capelli morbidi e castano chiaro, dei quali alcuni ciuffetti ricadevano deliziosamente sulla fronte. Non aveva cicatrici, come ricordava Harry, e nemmeno i suoi soliti baffetti. Gli occhi dorati esprimevano gioia pura e brillavano di allegria. Anche lui era alto e magro, come James...
James...
Harry provò un misto di strane sensazioni insieme... quello era suo padre...
Papà...
Senza accorgersene i suoi occhi si inumidirono e una lacrima scese prepotentemente sulla sua guancia, ma lui la cancellò con un veloce gesto della mano.
James sorrideva sorpreso nella sua direzione, increspando le labbra, e socchiuse gli occhi scuri. Harry notò le sue sopracciglia, uguali alle proprie, che si sollevavano con cipiglio.
Quello era suo padre...suo padre... quello che non aveva mai conosciuto.
Non sapeva per quanto tempo rimase a fissarlo e nemmeno per quanto tempo James ricambiò l’occhiata altrettanto confuso.
Solo quando sentì le urla della McGrannit si riscosse e distolse lo sguardo.
« Allora? Siete sordi per caso?» urlò la McGrannit, molto nervosa « Andate, su!»
Sirius annuì con cipiglio, James sorrideva ancora, mentre Remus lanciava occhiate omicide ai due « Andiamo...» sussurrò nella loro direzione, spingendoli fuori dalla porta.
Quando passò davanti ad Harry lo squadrò perplesso, Sirius invece accennò un sorriso e gli strizzò l’occhio, ed Harry leggendo il suo labiale tradusse “Grande”.
James, per ultimo, gli lanciò un’occhiata ricca di curiosità e inclinò le labbra di lato, in un sorriso sghembo « Ci si vede...» sussurrò.
Harry rimase fulminato da quella visione e rimase chissà per quanto tempo a fissare a bocca aperta la porta dalla quale erano appena usciti.
« Dawson...» chiamò la prof.
Harry rimase perplesso a fissare la porta.
« DAWSON!»
« Eh? Ah... emh... mi scusi...» doveva abituarsi a quel cognome che il preside gli aveva affibbiato.
Si sedette prontamente sulla sedia, ancora perso nei suoi sogni, ma per il resto dell’ora non fece altro che ascoltare le numerose regole che la McGrannit gli stava elencando.
In realtà non stava proprio ascoltando... trovava molto più semplice e facile contare le numerose pieghe e le increspature del vestito della prof.
Poi piano piano le sue palpebre si fecero pesanti e cominciò ad aver fatica a contare le pieghe.
« Poi, non si deve mai....emh, Dawson?»
Harry si riebbe dal torpore e la osservò con espressione da ubriaco « Eh?»
La professoressa sospirò e scosse la testa scocciata « Vai a dormire, va...penso che per oggi potresti andare nella camera degli elfi domestici...ti accompagno...»
« Emh, non c’è bisogno!» la interruppe Harry, fiero di rendersi utile « So dove si trova, grazie lo stesso...» si alzò e uscì dalla stanza della vicepreside sbadigliando sonoramente.
Quella giornata era stata lunga... troppo lunga, a dirla tutta, sembrava non volesse finire mai...
Solo ora si rese conto della stanchezza che ammontava su di lui... a breve le sue gambe avrebbero ceduto...si diresse come un insonne alle cucine, dove trovò un elfo sorridente « Ciao, io mi chiamo Kitty, sono un’elfa domestica, cosa posso fare per te?»
Harry la osservò con un moto di tenerezza « Emh... la professoressa McGrannit mi ha...»
« Stanza?» lo precedette Kitty sorridendo radiosa.
« Emh...» Harry rimase spiazzato dalla perspicacia dell’elfa domestica « Sì... una stanza...» ogni parola gli usciva pesante, come se buttava fuori aria con forza e tutta assieme...era davvero troppo stanco.
Si lasciò accompagnare senza forze fino ad un letto mezzo storto sistemato alla meglio sopra un cassettone della frutta.
Harry sbadigliò di nuovo, si tolse le scarpe e si lasciò cadere pesantemente sul giaciglio, che cigolò minacciando di spezzarsi sotto il suo peso.
Non appena chiuse le palpebre si lasciò sorprendere dal sonno e dormì come un ghiro.
Passò una notte senza sogni, perché evidentemente era talmente stanco perfino per farli.




TO BE CONTINUED



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« Mamma... ho fatto un sogno bruttissimo...» sussurrò, preoccupato « Ero tornato indietro nel tempo...»
La ragazza scosse la testa e sorrise dolcemente « Mamma?! Ah, interessante. Comunque tranquillo, perché sei nel solito vecchio 1977...»





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Capitolo 5
*** Due Potter ***


back to the future 5
Mi dispiace di non aver aggiornato prima, ma ho avuto molto da fare e non sono andata quasi per niente in questo sito.
E poi volevo rispettare la regolarità, per due volte ho aggiornato il "17" così ho pensato di fare lo stesso.
Niente di male, no? XD
Ringrazio tutti quelli che leggono e in special modo chi commenta, mi fate venir voglia di continuare!

@dodo: Perché non essendo ancora stato smistato, non poteva dormire nei dormitori, né tantomeno nelle stanze degli insegnanti. E poi c'è anche da dire che non è mai capitato che un ragazzo giunga all'improvviso per iniziare il settimo anno. Al prossimo aggiornamento! :)
@Niki_Black: Io adoro Ritorno al Futuro, è da sempre stato il mio film preferito, e non solo per il personaggio Marty, e l'attore che lo interpreta, che amo totalmente, ma anche per la storia, soprattutto la teoria dei viaggi spazio-temporali mi coinvolge! *__* Vorrei poter costruire io, come Doc, una bella macchina del tempo! >__>
@Your guardian Angel: Sirius ha un gran bel successo con le ragazze, lo sai, si? XD In ogni caso prenditelo pure, io mi sono già affittata Remus! :)
@KyleXY: Mi spiace se ti ho fatto aspettare tanto, sul serio, ma volevo rispettare la regolarità. Spero che nonostante tutto tu continui a leggere e possibilmente dirmi cosa ne pensi. Divertente anche questo? Io amo i Malandrini! (:
@elys: Beh, come dire...dettagli. XD Per Remus, non ricordandomi la descrizione del libro, mi sono ispirata al film, e nel film ha gli occhi verdi. Per quanto riguarda Sirius hai ragione, infatti quando dovevo descriverlo, ero indecisa se mettere grigi o neri (nel film ce li ha grigi) ma non so, ricordavo che nel libro ce li avesse neri! XD

E adesso vi lascio al capitolo, che spero possa piacervi come gli altri! :)

 5
Due Potter


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Quando sentì un lenzuolo bagnato poggiarsi sulla sua fronte e sgocciolare acqua sui suoi occhi, Harry li aprì mettendo a fuoco la stanza.
Vide un viso sfocato, contornato da una scia di fuoco. Batté le palpebre e inforcò gli occhiali orripilato e vide una ragazza molto carina sorridere al suo indirizzo –evidentemente alla sua espressione da pesce lesso-  dai lunghi capelli rossi e ondulati e due occhi verdi uguali ai suoi... Chissà come mai non se ne stupì, forse perché era ancora intorpidito dal sonno.
« Mamma... ho fatto un sogno bruttissimo...» sussurrò, preoccupato « Ero tornato indietro nel tempo...»
La ragazza scosse la testa e sorrise dolcemente « Mamma?! Ah, interessante. Comunque tranquillo, perché sei nel solito vecchio 1977...»
Harry trasalì e si alzò a sedere battendo furiosamente le palpebre. La ragazza si alzò di scatto dal suo letto e lo osservò con una mano sulla bocca.
La pezza bagnata che Harry aveva sulla fronte gli cadde sul naso inzuppandogli gli occhiali e poi ricadde sulle sue ginocchia.
Si pulì gli occhiali con la maglietta e quando li inforcò lesse il nome che c’era sul fazzoletto.
Lily Evans.
« NO!» urlò Harry lasciandosi precipitare indietro sul letto. Lily si spaventò e gli si accovacciò accanto « Harry... ti senti bene?»
 « NO!» rispose lui, mettendosi le mani sulla faccia e tirandosi i capelli « No, no, no! Perché a me? Perché tutte a me?»
« Non lo so... ti vado a prendere un bicchiere d’acqua...» Lily sembrava imbarazzata, infatti il suo viso era quasi più rosso dei capelli.
Harry si tolse le mani dalla faccia e dai capelli e osservò Lily con una strana espressione.
E come il giorno prima quando aveva visto James, ebbe una serie di reazione differenti e gli occhi li si riempirono di lacrime.
« Mamma...» sussurrò con un sorriso dolcissimo.
Lily si voltò di colpo, con la mano ancora sulla maniglia « Cosa hai detto?» sussurrò perplessa con quella sua voce acuta.
Harry batté le palpebre per ricacciare dentro le lacrime e si alzò di nuovo a sedere.
« Sto bene... davvero» si affrettò ad aggiungere notando il sopracciglio che Lily aveva sollevato con cipiglio.
« Se lo dici tu...» sua madre tornò indietro e lo fissò con una strana luce negli occhi, poi si accucciò e lo aiutò ad allacciarsi le scarpe.
« So farlo, grazie...» tentò Harry, ma così piano che lei non lo sentì. Non aveva mai visto sua madre... anzi, non la ricordava. E adesso era lì, accanto a lui... voleva approfittarne di quei pochi giorni in cui l’avrebbe vista...
Lei alzò lo sguardo e lo guardò sorridente « La McGrannit mi ha chiesto di venire a svegliarti... dice che sei un tipo strano, e non ha tutti i torti... non avevo mai visto un ragazzo con un paio di Jeans firmati col proprio nome...»
Harry la fissò senza capire e la ragazza scoppiò a ridere « Ci nascondi qualcosa, eh, Levis?»
Harry si accodò alla risata e scosse la testa « No, davvero... preferisco Harry...»
Lily si morse il labbro « Come vuoi, Levis!»
Un attimo dopo Harry si vide lanciare in faccia un cuscino e subito lo afferrò per lanciarlo contro Lily.
« Aspetta che ti prendo!»
Lily scoppiò in una risata allegra e cominciò a correre attorno ai tavoli, inseguita da Harry.
« Tanto non mi prendi!» cantilenò facendogli una linguaccia.
Harry sorrise beffardo e la fissò divertito « Questo lo pensi tu!»
« AAAARGHHHH» Lily, colpita dal cuscino di Harry, divenne rossa e si lanciò con rabbia sul ragazzo cominciandolo a colpire senza sosta. In poco tempo il ragazzo si ritrovò ricoperto dalla testa ai piedi da piume.
Proprio quando Harry stava per lanciare un secondo cuscino, ecco che la porta si aprì mostrando un ansioso James Potter accompagnato al seguito da Sirius, che si sporgeva per vedere meglio.
« Harry la McGrannit ha detto che de-» il cuscino gli finì dritto in faccia e il ragazzo ricadde tra le braccia di Sirius, che lo rimise in piedi immediatamente.
Lily si coprì la bocca con le mani e poi scoppiò in una risata cristallina osservando il viso pieno di piume di James, mentre Harry impallidiva visibilmente.
« Scu-scusa... mi dispiace, io non...»
« Harry?!» Sirius lo guardò e scosse la testa « Non ti complessare, non è successo niente... sapessi cosa fa James...»
« EMH EMH!»
Sirius sorrise angelico al suo indirizzo « Jame, sai che quelle piume ti donano?»
James ruggì ironico e lo spinse « Cosa hai detto?!»
Sirius cominciò a correre terrorizzato, urlando « ATTENZIONE, C’E’ UN ASSASSINO NELLA SCUOLA»
James alzò gli occhi al cielo e si soffiò una piuma dall’occhio « Il solito Sirius...» disse rivolto ad Harry. Poi si voltò verso Lily, come se l’avesse vista solo in quel momento, e la sua espressione divertita cambiò. La squadrò attento con gli occhi socchiusi ed Harry notò la vena del collo di Lily che si gonfiava visibilmente, mentre lei incrociava le braccia e guardava James con rabbia.
James si soffermò a guardare una piuma sui capelli di Lily e poi posò lo sguardo su Harry spalancando gli occhi.
Harry notò con la coda dell’occhio Lily muoversi nervosa e afferrargli il braccio. A quel contatto impallidì.
« Andiamo...» sussurrò Lily con rabbia, guardando torva James, che superò sempre tenendo Harry per il braccio.
« Emh... Evans, non vorrai farti vedere conciata così?!» la voce di James arrivò alle orecchie di Harry in una maniera strana, quel tono divertente e ironico aveva lasciato spazio ad una voce roca e antipatica.
« Non sono affari tuoi, Potter...»
Harry si voltò incredulo verso sua madre, ma con un moto di sollievo si ricordò che lì nessuno lo conosceva come “Harry Potter”.
« A quanto pare sì... Remus è prefetto se non il mio migliore amico, quindi...»
Lily sospirò infastidita e prese la bacchetta puntandosela contro « Gratta e Netta»
Poi la puntò su Harry che indietreggiò involontariamente, ma riuscì comunque a notare la rabbia che Lily trasudava da tutti i pori.
« Così va meglio?» ringhiò lei, arrossendo, una volta che aveva liberato se stessa ed Harry dalle piume.
James fece una smorfia e si allontanò camminando lentamente, come se si stesse atteggiando da bullo.
« Pallone gonfiato!» ringhiò Lily tra i denti, ed Harry provò un moto di fastidio... quello era pur sempre suo padre.
« Dai...a me sembra simpatico..» disse fingendosi distratto.
Lily lo fulminò con un’occhiata  « Hai la febbre, per caso?»
« No» cantilenò Harry, sicuro « Ti dico che è molto simpatico....»
« Ma se nemmeno lo conosci!» ribatté Lily, ovvia.
Harry sorrise, sarcastico « Questo non è esattamente vero...»
E’ mio padre, se non lo conosco io...
Lily di colpo scoppiò a ridere senza allegria « Ah, certo! L’hai conosciuto ieri, quando era in punizione! Sai che novità...» aggiunse sarcastica « Praticamente lì ci vive, come Black...»
« Sirius...» la corresse Harry, offeso.
« Ok, come ti pare... e poi sta portando alla mala strada perfino Lupin, che è un bravo ragazzo...»
« Remus...» la corresse automaticamente Harry, poi si riscosse sentendo le parole di Lily « Anche Sirius e James sono bravi ragazzi... davvero» cavolo, io li conosco! O almeno... Sirius e Remus li conosco abbastanza bene.
Lily lo fissò scandalizzata « Senti, pensala come cavolo vuoi!» sbottò ad un tratto « Io quei due non li sopporto... ripeto, l’unico che forse si salva è Lupin...»
« Remus...»
« Oh, insomma! Lui... e poi anche quel povero ragazzino, Peter, è così dolce, poveretto, lo trattano così male a volte...»
Peter... MINUS! Harry ringhiò senza accorgersene.
Quel bastard-... poco di buono non meritava assolutamente di essere chiamato col nome! Non meritava proprio di essere chiamato... aveva ucciso lei, James, Sirius, Remus e moltissime altre persone, consegnandole a Voldemort...che rabbia!
« NON... NOMINARLO!» Harry decise di contenersi, anche perché dalla faccia impaurita di Lily doveva aver proprio un’espressione vampiresca. Riprese il respiro, che divenne regolare e la guardò con rabbia « Tu non ti immagini nemmeno chi è... anzi, cos’è quella sottospecie di uomo, se possiamo chiamarlo così... provocherà solo...» disgrazie... cavolo, sto dicendo troppo! « oh lascia perdere!» Harry si voltò e si allontanò ancora rosso e.... tremante.
Ma che cavolo mi prende? Autocontrollo, Harry, come ti ha insegnato Piton... PITON! In quel momento si accorse di nuovo di mostrare i denti e tremare dalla rabbia.
E come se qualcuno gli stesse leggendo nel pensiero, si scontrò con un ragazzo alto, pallido, dai lunghi capelli neri con un ciuffo davanti agli occhi, che sembrava emo.
« Guarda dove metti i piedi...» lo ammonì, con voce strascicata.
Harry alzò lo sguardo e lo squadrò perplesso... quel viso... dov’è che l’aveva già visto? Era proprio LUI?
« Severus!» urlò una voce cinguettante, e una Lily altrettanto entusiasta si  lanciò letteralmente al collo di Piton... un Piton ragazzo tale a quale a quello quarantenne, senza però le rughe. Harry, con amarezza, dovette ammettere che quell’ala misteriosa e dark lo rendeva... affascinante.
Si disgustò dei suoi pensieri e pensò di spostare lo sguardo da quella scena.
Proprio quando si stava avvicinando a Silente che, sorridente, gli faceva cenno di avvicinarsi, Harry percepì un rumore improvviso di sedia spostata e si voltò verso il tavolo di Grifondoro, dove James, con il viso contatto, le labbra strette, gli occhi ridotti a due fessure guardava con rabbia in direzione di Lily e Severus. Si era alzato di botto e aveva poggiato le mani sul tavolo, sotto lo sguardo perplesso di Sirius, di Remus e di...PETER. Un moto di rabbia ammontò di nuovo su Harry che decise di avvicinarsi.
« Jame?» chiese affettuosamente Remus, guardando perplesso prima James e poi Sirius che si mordeva le labbra e scuotendo la testa faceva spallucce.
« Non ho fame...» disse James, sempre guardando Lily con gli occhi socchiusi, poi si separò dalla sedia e si allontanò a grandi falcate.
La rabbia ammontò per la millesima volta su Harry... suo padre era geloso...e chissà perché anche lui si sentiva così, nei confronti di Lily che parlava animatamente con Piton, anche se quest’ultimo si guardava intorno a disagio.
Ancora LUI? Ma allora è un incubo!
Guardando Piton Harry aveva perso di vista James, e quando si voltò verso il tavolo, non vide altro che gli altri tre Malandrini alzarsi e incamminarsi velocemente verso l’uscita della sala grande.
Harry pensò di seguirli, ma una voce gli giunse alle orecchie come uno squillo di tromba.
« Harry! Signor Dawson!»
Harry si riscosse e si voltò, notando un Silente a dir poco confuso.
Arrossì abbassando lo sguardo e si avvicinò a grandi falcate verso il tavolo dei professori, con l’amaro in bocca.
« Mi scusi, non l’avevo sentito, mi dispiace, io no-...»
« Tranquillo, Harry, non ci fa niente... evidentemente hai una sorta di empatia con Potter...»
Harry di colpo impallidì, con aria di chi ha commesso un reato ed è stato scoperto « Emh...io... come?»
« Empatia...» ripeté Silente « E in effetti... vi somigliate, sai...»
Harry arrossì.... Silente non doveva scoprire che era il figlio di James!
« Esteriormente, intendo...» osservò Silente, squadrando Harry « Stesse sopracciglia, e forma degli occhi... il colore, però... non è come quello di James...»
« ALBUS!» Silente si voltò scocciato verso la McGrannit, alla quale, tuttavia, regalò un ampio sorriso.
« Mi dica...»
« Il signor Dawson dovrebbe essere smistato... e direi di fare in fretta, a breve inizieranno le lezioni...»
Silente annuì, ovvio « Certo, senza dubbio... grazie, professoressa» poi si voltò verso Harry, con un sorriso che andava da orecchio a orecchio « Sei pronto, per lo smistamento?»
Harry guardò la sala e i suoi occhi si fermarono al tavolo di Grifondoro, dove c’erano quattro posti vuoti.
Sospirò tristemente.
« So che ti sembrerà stupido, perché sei già stato smistato una volta... ma dobbiamo farlo, a meno che tu non voglia far conoscere il tuo segreto all’intera scuola...»
Harry si voltò verso di lui, inclinando lentamente la testa e osservandolo scandalizzato « No!» si lasciò sfuggire, con troppa convinzione « Cioè, io non...»
« Certo, Harry» Silente sorrise « E poi il cappello non ti conosce ancora, quindi...»
Harry ricambiò il sorriso, anche se non provava tanta allegria... in un certo senso tutti i suoi amici gli mancavano, per non parlare di Ginny... eppure Silente era.... Harry chiuse gli occhi con rabbia, e tristezza, per evitare a quegli incubi di tornare a galla.
Lanciò un’ultima occhiata triste alla sala.
Papà, Sirius, Remus...quando vorrei che vedeste questa scena...
« Sono pronto...» annunciò con voce spenta, funerea
.



TO BE CONTINUED



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Remus si schiarì la voce per richiamare l’attenzione e guardò James « E’ nel nostro dormitorio, è come se fosse nel gruppo, ormai, no?»
James strinse le labbra e osservò Harry con fare critico.
« Non ti ruberà la ragazza, stai tranquillo...» ammiccò Sirius, con fare molto serio « E’ nelle regole dei Malandrini, no?»

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Capitolo 6
*** Amicizia ***


back to the future 6
Allora premettendo che ho slittato la pubblicazione del seguente capitolo di un giorno, non me ne abbiate, ma ieri era decisamente una giornata NO, oltre al fatto che mi è iniziata la scuola.
Volevo avvertirvi di una cosa fondamentale, prima che mi accusiate di non averlo mai detto XD.
Questa fanfiction non l'ho scritta quest'anno ma l'anno scorso e mi ero bloccata al settimo capitolo per, chiamiamola così, una brutta esperienza. In pratica avevo scritto quasi interamente l'ottavo capitolo quando quel maledetto stronzo di Word mi si è spento senza salvare e mi si è cancellato tutto quel capitolo. E sinceramente mi seccava riscriverlo daccapo quando l'avevo praticamente quasi finito e così sono passati i mesi e l'ispirazione si è mandata a farsi benedire. Nemmeno ora saprei come continuarla, ho un piano. Rivedermi Ritorno al Futuro. Sicuramente dopo riuscirò a continuare questa storia, anche perché piace molto anche a me.
Poi se poteste recensire mi fareste un favore, perché dal momento che non sono sicura di continuare questa ff, vorrei sapere se ne vale la pena. Altrimenti la interrompo dopo il prossimo capitolo.
Vi prego, è importante.
Intanto ringrazio i 4 che hanno commentato lo scorso: ditemi se continuarla oppure no.

@Your guardian Angel: Non tratto male Harry, semplicemente ho l'abitudine di farle passare di tutti i colori -in senso negativo- ai personaggi in generale ed al protagonista in particolare. In ogni caso sono un'accanita sostenitrice delle JamesxLily, sebbene non disdegno nemmeno le PitonxLily, dal momento che Piton è uno dei personaggi che preferisco.

@JuliaSnape: Grazie ancora per i complimenti! Harry Potter e Ritorno al futuro sono i miei film preferiti ed insieme ci stanno. Però per quanto riguarda l'aggiornamento non so se continuarla. Fammi sapere, grazie. Alla prossima! =)

@Niki_Black: Ti prometto che nel caso continui questa ff, aggiornerò più velocemente, piuttosto che farvi aspettare un mese. Il motivo è quello che trovi all'inizio della pagina ;)

@nisba: Grazie, è proprio quello l'effetto sperato e mi fa piacere che sia così! *-* Dimmi se continuarla, non lo so proprio!! >__<

Dopo questo vi chiedo ancora una volta di dirmi cosa ne pensate della ff e se è il caso di continuarla.
Sappiate anche che solitamente finisco sempre una storia, specialmente se, come questa, mi piace ancora adesso.
Ma il problema è che non la scrivo da un anno e, soprattutto, ne sto scrivendo un'altra, una SiriusxRemus per la precisione, e sono già all'ottavo capitolo. Spero di finirla per dedicarmi completamente a questa, sempre se la continuo.
Con questo vi saluto e vi aspetto al prossimo capitolo!
Eccovi questo, intanto (Spero che piaccia! ^^):

 6
Amicizia


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H
arry aspettò la sentenza del Preside, senza distogliere gli occhi dalla tavolata rosso-oro alla quale i quattro posti dei Malandrini erano ancora vuoti.
« Allora...» iniziò Silente, aprendo le mani come se volesse accogliere in un abbraccio l’intera sala « Ieri è accidentalmente arrivato nella nostra scuola questo curioso ragazzo che vedete qui...» indicò con un dito Harry che trasalì sentendosi tutti gli sguardi addosso ed arrossì abbassando lo sguardo, anche se si sentì sollevato vedendo due occhi del suo identico colore guardarlo con gioia: sua madre.
« Questo ragazzo, che vedete qui, si chiama Harry Dawson... e nonostante abbia già 16 anni, verrà smistato... dai, Harry, il cappello di aspetta... Minerva, porta il cappello, per piacere...»
Harry respirò profondamente e si avvicinò a grandi falcate alla  sedia. Si sedette lentamente e fece guizzare lo sguardo per tutta la sala, ancora imbarazzato.
Tutti... fissano... me
E quando mai?
Sì, ma... questa volta è diverso...
I pensieri di Harry furono interrotti quando qualcosa gli fu messo in testa: il cappello parlante.
  "Mmm situazione particolare, la tua... interessante..."
Lo so... pensò Harry
  "Quindi, beh, potresti andare..."
Lo so, lo so, potrei andare a Serpeverde, lo so...
  "Quanti “lo so”... e poi mi chiedo, come fai a saperlo? Bah, comunque, potresti finire allo stesso tempo..."
Mmm anche questo lo so, mi metta a Grifondoro, io sono di Grifondoro in fondo...
"Beh, io non... va bene... GRIFONDORO!"
Evidentemente non era il solo a sentire la voce del cappello, perché l’intero tavolo rosso oro si aprì in un boato e in un applauso di gioia.
Harry sorrise suo malgrado, pensando alla sensazione che provava in quel momento...
Gioia, come quando era stato smistato la prima volta.
Scese gli scalini che lo separavano dalla sala Grande e abbassò lo sguardo dall’imbarazzo.
« Inoltre...» riprese Silente, aspettando che Harry si fosse seduto accanto a Lily « Ci terrei a precisare che il signor Dawson alloggerà nella stanza di Potter, Black, Minus e Lupin, che in questo momento non sono presenti...Per il resto: Buona colazione!» batté le mani e magicamente apparvero dei piatti d’oro con pietanze alla vista succulente. Cereali d’ogni tipo, uova, pancetta, wurstel, latte, fette biscottate e porridge.
Harry si versò nel piatto delle fette di pane tostato e le imburrò alla meno peggio. Solo in quel momento si accorse di aver una fame atavica. Addentò il pane con sollievo e fece vagare lo sguardo attraverso la sala. Si soffermò tuttavia su quei quattro posti vuoti e si sentì invadere di nuovo dalla tristezza.
Doveva parlargli... non voleva che suo padre fosse invidioso di lui, che era suo figlio, accidenti! Dovevano chiarire, e subito.
« Harry...»
Il ragazzo si voltò sentendo il suono melodico di quella voce: Lily gli sorrideva dolcemente « Sono felice che tu sia nella mia stessa casa...»
Harry gli rispose con un sorriso che subito si coprì notando che stava ancora masticando. Con quel gesto provocò le risatine allegre di Lily.
 Si versò del latte nella tazza e lo ingollò insieme al pane imburrato, infine si alzò di scatto dalla sedia.
« Che fai?» osservò Lily, critica.
« Devo andare...»
« Mah...»
« A dopo!»
Prese dalla cesta un biscotto e lo addentò mentre si precipitava fuori da quella sala.
Si ritrovò di fronte alla scalinata di pietra.
« Dawson... come mai questa fretta?»
Harry alzò lo sguardo confuso e notò che Nick quasi senza testa lo fissava dall’alto.
Ingoiò il biscotto e si schiarì la gola « Devo... ho dimenticato in camera un... libro»
Argh! Si sarà accorto della mia bugia assurda?
« Certo...» rispose vago Nick prima di fluttuare oltre « E Dawson, mi piacerebbe informarla che le lezioni iniziano tra circa mezz’ora... e per prendere un libro ce ne vuole di meno, sa?» Ridacchiò prima di scomparire al’interno della sala.
Harry si ritrovò ancora una volta solo. Addentò l’ultima parte del biscotto e si precipitò verso la sala Comune dei Grifoni.
Trovò il quadro della signora Grassa e impallidì rendendosi conto di non sapere la parola d’ordine.
« Parola d’ordine?»
Harry quasi si strozzò col biscotto « Non la so!»
La signora Grassa gli lanciò uno sguardo torvo « Quindi non puoi entrare...»
« Ma io sono nuovo!»
« Oh, non sai quanti hanno usato questa scusa, ma ti avverto: con me non funziona!»
Harry la fissò confuso « Ma io sono veramente nuovo! Dawson... Harry Dawson!»
« Non mi importa come ti chiami, figliuolo» gli regalò un sorriso affettuoso « Ma svolgo il mio lavoro, e quindi non posso fare entrare chi non conosce la parola d’ordine...»
Dall’interno si sentivano alcune voci discutere, o meglio, litigare.
Harry sospirò e appoggiò una mano al muro.
« E va bene, a costo di rimanere qui per sempre, io indovinerò la parola d’ordine!»
« Giusto spirito, ragazzo, tu mi piaci!»
Harry alzò lo sguardo e sorrise « Grazie!» rispose, sorpreso.
La signora ridacchiò e poggiò la mano alla guancia.
« Tentare non ha mai fatto male a nessuno...»
« Gorgosprizzo?»
La donna sgranò gli occhi « Cos’è?»
Emh... evidentemente l’unica a sapere cosa sono è Luna... ma perché l’ho detto, poi?
Harry rise isterico scuotendo la testa « Emh... bacchetta?»
« Ritenta»
« Pluffa!»
« Er.... no»
« Quindi... boccino!»
« Negativo»
« Che cavolo!»
« Sbagliato di nuovo!»
Harry la fissò scandalizzato « Era un’imprecazione!» spiegò, ovvio.
La signora arrossì « Oh, emh... in ogni caso era sbagliata» ridacchiò di nuovo, ma Harry si lasciò sprofondare contro il muro.
« Che amarezza...»
« Sbag-»
« ERA UN’IMPRECAZIONE!»
Di colpo le voci all’interno si fermarono.
« Chi c’è?»
« James!» Harry, riconoscendo la voce del padre picchiettò al muro « Potresti farmi entrare? Sono nuovo, non la so la parola d’ordine!»
« Capisco...» Harry stette in silenzio, aspettandosi la parola d’ordine, ma questa non arrivò.
« James?»
« Perché vuoi entrare? Che devi fare qui?»
Harry si rese conto della voce, che risultava fredda « Io... sono stato smistato a Grifondoro!»
« DAVVERO?» questa era di Sirius « Forte!»
« Magnifico...» aggiunse Remus.
Harry si schiarì la voce e lanciò un’occhiata sicura verso la signora Grassa « E Silente mi ha detto che devo stare con voi in camera...»
« Ah... va bene» Harry aspettò con ansia le parole di James « La parola d’ordine è Fenice...»
Harry sorrise e si voltò con un sorriso esperto verso la donna « Hai sentito? Fenice! Posso entrare, adesso, no?»
La signora sbuffò scocciata ma poi sorrise « Su dai, entra...» si fece da parte ed Harry entrò nella sala Comune nella quale trovò James, Sirius, Remus e Peter guardarlo ognuno con un’espressione diversa.
Sirius lo guardava sorridendo raggiante, Remus lo osservava divertito, Peter con uno sguardo da ebete e infine James... gli lanciava uno sguardo perplesso.
« Scusate!» si giustificò Harry, strofinandosi il collo « Non volevo interrompervi...» Sirius gli balzò ad un palmo e gli diede una forte cozzata sulla nuca « Sei un grande, Dawson! Uno di noi, uno di noiii!»
Poi scoppiò in una risata simile ad un latrato, accompagnato da Harry e Remus, che si era avvicinato. La risata collettiva aveva perfino strappato una risata a James, che ora stava seduto sul divano con le braccia incrociate.
« Lascialo respirare... Comunque Harry, complimenti! E’ un privilegio essere un Grifone!» osservò Lupin, con orgoglio, allisciandosi i capelli e sorridendo da vero Malandrino.
« No! Non ci posso credere! Eih, Remus, sicuro di non avere la febbre?»
Remus lanciò uno sguardo complice in direzione di Sirius che lo osservava divertito  « Nulla da togliere alle altre case, naturalmente...» diede una pacca  sul braccio di Harry e sorrise di nuovo.
« Devo dire di non aver mai conosciuto un ragazzo che ci somigliasse tanto, voglio dire... come un Malandrino. Sei stato sensazionale con la McGrannit ieri sera, la tua entrata è stata spettacolare e...»
« Poi sei di Grifondoro...» riprese Sirius con enfasi « in stanza con noi, meglio di così? Anche se te la saresti potuta cavare meglio con la signora grassa... io, Jame e Rem abbiamo inventato un sacco di trucchetti...»
Trascinò Harry di fronte a James, che sedeva ancora sul divano rosso.
« Non è un grande?»
James impallidì e osservò qualcosa fuori dalla finestra « Eh... beh... non lo so, non lo conosco ancora...»
Sirius gli lanciò uno sguardo omicida, e James arrossì sprofondando sempre di più nel divano.
Remus si schiarì la voce per richiamare l’attenzione e guardò James « E’ nel nostro dormitorio, è come se fosse nel gruppo, ormai, no?»
James strinse le labbra e osservò Harry con fare critico.
« Non ti ruberà la ragazza, stai tranquillo...» osservò Sirius, con fare molto serio « E’ nelle regole dei Malandrini, no?»
Harry impallidì: Aveva ragione, James era geloso! Ecco perché lo osservava con rabbia, a differenza del giorno prima.
James sospirò di sollievo ma continuò ad osservare Harry con gli occhi ridotti a due fessure « Punizione...» sussurrò con enfasi « Esclusione dal gruppo... mmm, per ora penso che potremo tenerlo in prova, non si sa mai... ovviamente non potrà conoscere i nostri segreti e non parteciperà alle riunioni e... » si voltò verso Remus con una strana espressione « E a certe nostre fughe notturne....»
Remus impallidì ed abbassò lo sguardo con espressione funerea.
Harry gli lanciò un’occhiata piena di pena e di comprensione... era difficile immaginare Remus da giovane già trasformato in lupo mannaro.
« Certo!» lo rassicurava Sirius, che evidentemente era molto entusiasta di Harry « In prova, sì... ci stai, Harry?»
Harry sorrise raggiante: poteva far parte dei Malandrini!
« Ovvio!»
Remus e Sirius sorrisero, dandogli pacche affettuose e James, suo malgrado, rispose con un mezzo sorriso sghembo.
« Allora, io sono Sirius Orion Black, della nobile, e insomma, casata dei Black...»
« Lo so...» rispose Harry, senza rendersene colpo. Tutti ammutolirono, perfino Harry.
Accidenti! Idiota che non sono altro!
« Cioè... avevo sentito James chiamarti così...» sorrise imbarazzato, e Sirius riprese con meno enfasi di prima « Beh...sediamoci, così posso raccontarti la mia storia...»
...che tanto conosco già...
Si sedettero sul divano e Sirius gli poggiò una mano sulla spalla « Nella mia famiglia sono tutti Serpeverde, compresa mia cugina Bellatrix e mio fratello Regulus... loro mi odiano. Tutti mi odiano, in quella famiglia, perché sono Grifondoro...»
James, Remus e Peter gli lanciarono uno sguardo triste.
« Mi odieranno per sempre, immagino...» sospirò e alzò le spalle, accennando un sorriso « E’ la vita...»
« Per questo si rifugia spesso a casa mia» continuò James, scosso « I miei lo amano come un figlio... Come se fossero loro i suoi genitori...»
Sia James che Sirius abbassarono lo sguardo e Remus si schiarì la voce per richiamare l’attenzione « La mia storia è molto più complessa, perché all’età di tre anni un ...»
« NO!» Harry trasalì e si voltò perplesso verso James, come anche Sirius e Remus.
« Che ho detto?!» esclamò Remus, offeso.
« Ho detto di non raccontare certe cose! Solo quando sarà definitivamente nel gruppo potrà conoscerle...»
 Remus sbuffò e si lasciò sprofondare nel divano « Oh, come vuoi! Intanto Sirius...»
« La storia di Sirius non è  delicata come la tua...»
Remus si morse il labbro e guardò con aria triste la finestra « Come se fosse colpa mia...»
Harry avrebbe voluto rassicurare Remus, ma non poteva farsi scoprire. Non adesso che loro si fidavano di lui! Pensò a quanto dovesse essere pesante la situazione per il giovane Lupin.
« Beh...» continuò James, per cambiare discorso « Tu già mi conosci. Sono James Potter, il Malandrino numero uno...»
« Ma piantala!» lo rincalzò Sirius, ridendo, e strappando un sorriso perfino a Remus.
« Vabbè dai...»
« Io sono Peter Minus...»
Nessuno diede conto alla sottile voce di Peter, che si zittì all’istante.
« Devi capire che noi Malandrini siamo i re degli scherzi... a professori, alunni, a tutti insomma...»
« E in particolare...» continuò Sirius, chiudendo la bocca di James per farlo stare zitto « Ad un ragazzo, che forse tu hai conosciuto... si chiama Severus Piton ma noi lo chiamiamo, e anche tu lo dovrai chiamare, Mocciosus...» scoppiò a ridere mentre Remus tramontava gli occhi al cielo « Lascia perdere Remus, a lui non è mai piaciuto prendere in giro gli altri.... ma ti assicuro che quando ci si mette con gli scherzi...»
Remus scoppiò a ridere « Sirius ha ragione! Nemmeno io sopporto Piton, in fin dei conti...»
Harry sorrise in direzione dei due.
« Abbiamo una mappa... di tutta Hogwarts... la mappa del Malandrino!» Sirius mimò con le mani la grandezza della mappa.
« E dei nomi in codice...» sussurrò Lupin con fare misterioso e affascinante...
« Piacere, Ramoso!» James gli sorrise e gli porse la mano, che Harry strinse ridendo.
« Il mio nome è Felpato, straniero!» Sirius scoppiò a ridere al suo solito modo che solo a guardarlo faceva venire da ridere a tutti.
« Lunastorta al tuo servizio...» Remus si allisciò i capelli e sollevò velocemente un sopracciglio con fare da Playboy.
« E io invece sono Codaliscia...»
Tutti fissarono Peter con fare divertito e siccome Sirius era scoppiato a ridere, si lasciarono trascinare e la loro litigata si risolse con una risata cristallina e generale.


TO BE CONTINUED



Next-> "Lezioni da malandrino"
« Infine, Peter, tocca a te...» annunciò James lanciando occhiate omicide a Peter, che però non sembrava essersi accorto di nulla, concentrato com’era a mangiarsi le unghie.
« Peter? PETER!»
Il piccolo ragazzetto trasalì e saltò in aria, prima di spalancare gli occhi acquosi e mordersi il labbro.
« Sveglia!» Lo ammonì Sirius, divertito.

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Capitolo 7
*** Lezioni da Malandrino ***


back to the future 7
Volevo ringraziare innanzitutto tutti coloro che hanno sostenuto la "causa" di questa ff. Come vi avevo promesso, mi sono rivista Ritorno al futuro, e il che mi ha ispirato non poco. Finirò sicuramente questa ff, ma dal momento che non ho i capitoli pronti, ma anzi li scrivo proprio sullo stesso programma della pubblicazione, non posso promettervi una scadenza precisa. Probabilmente aggiornerò prima della scadenza mensile, quindi non preoccupatevi.
Poi, aggiungerei che sono davvero felice di aver ripreso a scrivere una ff ferma da un anno. E anche più...  Infatti, non so se si noterà, dall'asterisco in poi parte la "storia nuova" xD
Ringrazio dunque:
@Lilla95: anche io lo adoro, ma il mio preferito resta Remus! Comunque credo che allora non ti piacerà moltissimo questo capitolo, specialmente la prima parte! Non temere, non tutto è perduto!
@Ali96: effettivamente, Peter Minus lo odio per aver ucciso i Malandrini, anche se questo riguarda il Peter adulto. Se è stato accettato nel gruppo dei Malandrini, un motivo ci deve essere stato, no? Quindi sono più indulgente nei suoi confronti, almeno qui xD
@Your guardian Angel: non sai come sono contenta di riprendere, dopo un anno, questa storia!
@Keira Lestrange: accontentata! ^^ Spero che continuerai a seguirmi.
@Niki_Black: Alla fine mi sono decisa! Sperando che la nuova parte sia all'altezza della precedente, se non meglio! Fammi sapere che ne pensi! :)
@Eveine: E' proprio questo il punto, anche io odio quando delle ff, specialmente se mi piacciono molto, interrompono sul più bello. Anche questo mi ha spinto a continuarla, sperando che piaccia! ^^
@JuliaSnape: grazieee! E' stato utile rivedere quella pellicola, senza contare che è il mio film preferito!!! °° Anche se mi sento in colpa per aver rubato qualche battuta, ma ci stava! xD ho tralasciato quella del "Pesante" "Pesante? Ma che avete voi giovani contro la forza di gravità???" proprio per non imitare troppo. Spero di non averti delusa!! >__< Per quanto riguarda il fatto dell'ottavo capitolo...ero in crisi perché non sapevo come evitare il litigio dei malandrini! Ma lo scriverò nel prossimo capitolo! XD
@DennYA: ho letto oggi stesso la tua recensione, e ti ringrazio! E sì, sto proseguendo, finalmente ispirata!! Adoro troppo HP e Ritorno al futuro per poter abbandonare tutto adesso! Sperando che ne sia valsa la pena!!

Infine ci tenevo anche ad aggiungere ed annunciare che alcuni dialoghi sono presi fedelmente dal film, proprio perché mi piacevano e ci stavano perfettamente nella narrazione. In quei casi metterò un asterisco! Grazie ancora a tutti!
 Spero solo che la storia piaccia, per adesso: buona lettura! :)

 7
Lezioni da Malandrino


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« Innanzitutto, Harry...» iniziò James mentre si dirigevano insieme verso l’aula di pozioni « Devi ricordare la regola fondamentale: COSA»
Harry osservò James come aspettandosi qualcosa. Poi guardò Remus e Sirius che invece di spiegare sorridevano radiosi al suo indirizzo. Peter, dal canto suo, si guardava le unghie appuntite e ogni tanto faceva una smorfia quando si passava l’indice sul dito.
« Cosa?» chiese Harry, che non aveva capito ciò che gli aveva detto il padre.
« Ma sì, Harry, cosa» spiegò James come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Harry sbuffò spazientito, credendo che lo stessero solo prendendo in giro « Ma cosa?!»
Remus e Sirius si lanciarono un’occhiata divertita, mentre le sopracciglia di James erano arrivate praticamente all’attaccatura dei capelli, e Peter, indaffarato ad osservarsi con sguardo critico le proprie unghie, alzò lo sguardo e lanciò un’occhiata accigliata in direzione del Prescelto.
Sirius scoppiò nella sua solita risata che coinvolse tutti.
Quando si fu calmato, Remus tossicchiò sul pugno chiuso per attirare l’attenzione « Non cosa, Harry, ma C.O.S.A, i nostri principi... James inizia tu» aggiunse rivolto all’altro ragazzo che annuì cercando di allisciarsi i capelli « Allora, Harry, C vuol dire coraggio...coraggio di fronte ai più forti... davanti ai professori... insomma, non bisogna tirarsi indietro se si deve difendere uno più debole, capito?»
Harry rimase affascinato dalla voce cadenzata e calda di suo padre e si limitò ad annuire « Sì...coraggio, certo»
« Molto bene... Sirius?» James schioccò le dita e Sirius sorrise di nuovo.
« Adesso la O, Harry...» lo osservò e incrociò le braccia « Orgoglio» si limitò a dire « Ovvero, non fare mai qualcosa che potrebbe compromettere la tua reputazione, quella da Malandrino, cioè...»
Harry avvicinò le sopracciglia confuso e osservò il soffitto. Poi si voltò di nuovo verso Sirius « Emh... va bene» disse incerto.
James lo osservò comprensivo e lanciò una veloce occhiata a Remus.
« Harry, sicuro di aver capito?»
« Sì...» rispose alquanto titubante il bambino sopravvissuto.
Sirius ghignò « A me non sembra...»
« Harry» fece Remus, risoluto « Insomma, vuol dire che non devi comportanti da immaturo...» sospirò dopo aver osservato l’espressione del moro « Passiamo al terzo atto: S. Sta per Sicurezza...» alzò il mento con aria fiera e si drizzò come un fuso « Camminare sempre a testa alta, con uno sguardo sicuro... insomma, di uno che sa il fatto suo...» poi aggiunse, osservando la titubanza negli occhi di Harry « Come se avessi scritto sulla fronte: io posso fare qualunque cosa»
Harry ridacchiò, come gli altri ed annuì « Forte!» commentò.
« Infine, Peter, tocca a te...» annunciò James lanciando occhiate omicide a Peter, che però non sembrava essersi accorto di nulla, concentrato com’era a mangiarsi le unghie.
« Peter? PETER!»
Il piccolo ragazzetto trasalì e saltò in aria, prima di spalancare gli occhi acquosi e mordersi il labbro.
« Sveglia!» Lo ammonì Sirius, divertito.
Harry lanciò al traditore occhiate piene di disgusto misto a odio puro.
« S-scusate... dove si-siamo arriva-vati?» disse il topo, mordicchiandosi le unghie dal terrore.
Remus sbuffò scocciato e alzò gli occhi al cielo.
Harry si sentì sollevato da quel gesto, almeno il licantropo la pensava come lui.
« Alla A, imbecille...» rise James.
« A?... Emh, aspetta... la A... astuzia?»
« NO!» James lo guardò scandalizzato, poi aggiunse « Anche se non ci starebbe male...»
« Agilità nemmeno» osservò Sirius, sovrappensiero.
« Comunque era... amicizia» spiegò James, rivolto più a Harry che a Peter « La nostra amicizia è ciò che conta di più...»
« Ovvio!» fece Sirius « Se perdiamo la fiducia in qualcuno, non la potremo mai riacquistare al cento per cento, anche se dovessimo perdonarlo, non so se mi spiego...»
James lo guardò confuso « Beh, forse... io però sono convinto che ognuno debba avere una seconda possibilità. In fin dei conti tutti sbagliano... sbagliare è umano. L’importante è saper rimediare ai propri errori...»
« Non lo metto in dubbio...» aggiunse Lupin « però, James, come dice il detto fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio...»
James strinse le labbra « Dipende dalle situazione...» lo rimbeccò, testardo « Vedi te, per esempio. Pensi che sarebbe stato saggio nascondere il tuo segreto a tutti? Invece, raccontandolo a noi, siamo stati in grado di aiutarti. Perché fare le cose da soli se hai delle spalle su cui puoi appoggiarti quando non ce la fai? Non mi guardate così... io dico solo quello che penso»
Harry guardò suo padre con orgoglio misto a fierezza.
« Va bene, James!» riprese Sirius cercando di calmare l’amico « Se tu puoi dire quello che pensi, posso farlo anch’io...» fece una breve pausa e strinse gli occhi « E io penso che tu ti fidi troppo delle persone...»
« Io cosa? Io cosa farei?» lo attaccò James, incredulo.
« Fidarti troppo!» rispose Sirius, alzando la voce « Ha ragione Remus, non bisogna dare troppa fiducia alle persone!»
James batté le palpebre stupito e aprì diverse volte la bocca come se volesse dire qualcosa ma subito la richiuse.  Dopo aver boccheggiato sempre più rosso rivolse uno sguardo sconcertato a Sirius « Cosa vuoi dire con questo? Mi stai forse chiedendo di non prestarvi fiducia?!»
Diverse persone del corridoio si voltarono stupite verso James, che ormai stava urlando.
« Non ho detto questo!» ribatté Sirius furioso « Non potrei mai chiederti una cosa del genere, lo sai!»
Remus afferrò il braccio dell’amico e lo fece indietreggiare, mentre James avanzava rosso verso di loro.
« Mi stai chiedendo di non fidarmi di voi? Dei miei AMICI?! Buono a sapersi!»
« No, James, Sirius non...» cercò di rimediare il licantropo, scuotendo Sirius che si calmò leggermente.
Harry osservò nel viso del licantropo una traccia di quell’esasperazione che aveva visto diverse volte nel viso del Remus quarantenne.
« No, ho capito cosa voleva dirmi!» riprese James infuriato « Begli amici!» sferzò l’aria e si allontanò con uno svolazzo del suo mantello.
« Jame!» lo richiamò Peter terrorizzato, ma la voce gli uscì quasi come uno squittio. Corse dietro James lasciando un Sirius boccheggiante per la furia e un Remus che cercava di fermarlo.
« Sir, basta!» lo rimbeccò di nuovo, scuotendolo e premendoli il braccio « Smettila! Hai già detto abbastanza!»
Harry osservò il suo padrino, che si divincolava dalla presa di Lupin per raggiungere James. Harry rivide in lui quella furia e quell’espressione da cane rabbioso che aveva quando si trasformava.
Sirius si lasciò andare e si appoggiò alla spalla dell’amico « Mi dispiace Rem, Harry...»
Harry lo osservò a disagio.
« Non devi scusarti con noi, ma con James...» fece Remus, come se stesse spiegando le tabelline ad un bambino.
Sirius sbuffò e si lasciò sprofondare sulle spalle, sconfortato « Mi dispiace è solo che...a volte è così sciocco!»
« Lo so...» annuì Remus sovrappensiero.
Harry osservò la scena, e senza saperne la ragione, delle immagini presero nitidezza nella sua mente. Una bacchetta che lanciava un incantesimo, ed una luce verde che ne scaturiva dalla punta.
 Battè le palpebre per evitare alle lacrime di fuoriuscire.
« Harry...» Sirius lo richiamò alla realtà « Tutto a posto?»
« S-sì... certo, va tutto alla grande. Io vado in aula, il professor Pit- emh, Lumacorno, ci starà aspettando, è meglio se ci sbrighiamo...»
sapeva che era una scusa pessima, ma doveva allontanarsi, così da allontanare  a sua volta certi pensieri.
« No che non va bene, Sirius...» ribatté Remus lasciando il braccio dell’amico « E’ chiaro che Harry sia rimasto deluso da noi...vedi, la quarta regola era Amicizia e cosa abbiamo fatto noi?»
« Litigato...» concluse Sirius, mogio.
« Esatto!» Remus sospirò « Che bell’esempio di amicizia solida, eh, Harry?»
Harry, sentitosi chiamato in causa abbassò lo sguardo e alzò le spalle « No, vabbè...» poi si voltò verso i due « Andiamo?»
Remus e Sirius si lanciarono un’occhiata confusa e poi, annuirono con decisione.
« E poi...» aggiunse Harry, che sentendosi parte del gruppo, era deciso a dire quello che pensava, come Sirius e James « Io credo, anzi, sono sicuro, che dovremo spiegare  James le ragioni per cui abbiamo...avete... detto quelle cose...»
« Harry, credimi, io non volevo...» stava iniziando Sirius, con voce supplichevole.
« No, lo so, Sirius, non è colpa tua...»
Remus strinse le palpebre confuso e poi osservò Harry con tanto d’occhi.
« Non crederai...?»
« No, Lup-... Remus, la colpa non è nemmeno tua... E’... insomma, non è di nessuno. Il litigio è sorto perché ognuno ha frainteso quello che diceva l’altro... non assumetevi la colpa, e poi, come dice James, ognuno può dire quello che pensa... o no?» aggiunse, con aria di sfida.
Remus e Sirius ammutolirono.
« Beh, questo è tutto...» concluse Harry, dirigendosi a grandi passi verso l’aula in cui era entrato più di tre minuti prima James.




*


« Harry! Da questa parte! »
Il suddetto interessato, diretto verso il corridoio, si girò vedendo una figura fargli segno dietro una colonna.
« Professor Silente! » rispose andandogli incontro quasi di corsa « E' successo qualcosa? Novità sulla scopa? »
« Di quella temo di no » rispose vago « 
Piuttosto, hai una foto di te da piccolo? »
« Sì, la tengo sempre in tasca, perché? »
« Fammela vedere, presto! »
Ancora titubante e confuso dalla reazione, Harry estrasse dalla tasca dei jeans la foto in movimento che ritraeva sé stesso da piccolo in braccio ai suoi genitori, entrambi sorridenti. La porse al vecchio, che la afferrò avvicinandola con fare indagatore al naso aquilino.
Silente non ebbe subito una reazione, prima troppo intento a studiare l'immagine, quando improvvisamente sgrano le palpebre e riconsegnò la foto al legittimo proprietario.
« Come pensavo...»
« Cosa? » chiese Harry, quasi con foga: odiava quando gli venivano nascosti dettagli importanti.
Silente gli rivolse uno sguardo preoccupato « Guarda la tua mano...»
« Che? La mia ma-»
« Quella della foto, Harry! »
« Oh, certo...» Harry abbassò lo sguardo sul proprio doppio dell'immagine, che salutava l'obbiettivo scuotendo la...manica?
« La mia mano! E' sparita!»
« Purtroppo è così. »
« Che cosa significa? » quasi urlò, lanciando uno sguardo allarmato a Silente, che si limitò a sospirare stancamente.
Ma dal momento che l'anziano non sembrava intenzionato a rispondergli Harry si fece coraggio e chiese « Potrei sparire?!»
« Temo sia peggio di questo...» rispose invece il vecchio, riaprendo gli occhi « Potresti non essere mai nato. »
Harry sussultò « Ho sconvolto il corso degli eventi! »

« Non è ancora detto. Devi solo far in modo che i tuoi genitori si mettano insieme, come è già successo in passato. Tuttavia ho un dubbio: Tu ti chiami Potter...»
Harry lo fissò un attimo, sorpreso: che Silente avesse intuito qualcosa? Non che ci volesse tanto, del resto...
« Sì. » rispose inespressivo, in modo da non far trasparire nessuna emozione.
Ma a dispetto delle sue aspettative gli occhi azzurri del vecchio preside brillarono un attimo « Mi chiedevo...i tuoi genitori sono in questa scuola, in questo momento? »
Accidenti!
Sconvolto, Harry si avvicinò ancora di più al preside, per nascondersi meglio dietro la colonna.
« La prego, parli piano, non vorrei che qualcuno sentisse! Comunque, ecco...»
« James Potter è dunque tuo padre? » fu la semplice domanda di un calmo Silente.
Una semplice domanda che fece sbiancare Harry più del dovuto.
Continuò a fissare il preside dietro gli occhiali a mezzaluna, per poi sospirare, esausto « Emh, sì... »
« E tua madre invece? Avrei dei sospetti, ma voglio sentirlo dire da te. »
Harry si girò guardando la Sala Grande che iniziava a riempirsi di gente, alla ricerca di una ben nota chioma rossa « Quella ragazza coi capelli rossi che si sta sedendo giusto ora...» rispose, distogliendo immediatamente lo sguardo.
« Oh tuo padre ha fatto un'ottima scelta! » osservò gioiosamente il preside, meritandosi uno sguardo sorpreso dall'altro, tuttavia dopo poco abbandonò il tono scherzoso ed alzò un sopracciglio, con aria scettica « Mi chiedo come abbiano fatto quei due a finire insieme... »
« Per quale mo-...» stava chiedendo Harry, senza capire, ma si bloccò nel seguire lo sguardo del preside.
Suo padre percorreva la sala Grande con le mani in tasca, un sorriso malandrino sulle labbra e la cravatta scomposta sulla camicia aperta. Si atteggiava da divo, ammiccando in direzione di un'avvenente ragazza bionda che, notandolo, si fermò per voltarsi verso di lui e...dargli uno schiaffo ben assestato sulla guancia destra.
« Tu sei quello stronzo che si è fatto mia cugina e poi l'ha tradita provandoci con me! »
« Oh no, Amy, lo sai che per me esisti soltanto tu! Tua cugina Sarah non mi è mai interessata realmente! » si giustificò quello, con un tono particolarmente lezioso.
« Ah, e così?» urlò una seconda ragazza, apparsa improvvisamente alle spalle del povero James che sbiancò dal terrore.
Si voltò accarezzandosi la nuca « Oh ciao Sarah, come va?»
La mora gli lanciò uno sguardo di fuoco per poi...assestargli uno schiaffo nella guancia sinistra.
Poi le due si voltarono furiose e si allontanarono da un James che si massaggiava le guance indolenzite, ancora voltato a guardare le due ragazze, o forse un'altra coi capelli rossi poco distante, perché inciampò su una sedia e rischiò di cadere rovinosamente a terra.
« Ma non sarai un figlio adottivo?*» fece Silente, sarcastico.
Harry, dal suo canto, prese ad accarezzarsi la nuca dall'imbarazzo, gesto che fece intimamente sorridere Silente, dato che il figlio sembrava aver nel DNA gli stessi gesti del padre.
« Potter!» quasi urlò la professoressa, puntando un dito accusatore a James.
« E' la McGrannit! Ma quindi è sempre stata irascibile!» osservò incredulo Harry, osservando la scena.
« E svegliati ragazzo! Sei un buono a nulla! Vuoi rimanere un buono a nulla per tutta la vita?*»
« No!*»
« Cosa ci ha visto tua madre in quel tipo?* »
« Ma...» fece con una voce stranamente acuta Harry « non lo so, professor Silente!
Gli ha fatto tenerezza perché dopo una bravata si era fatto male e lo aveva accudito...» si bloccò, sentendo su di sé lo sguardo preoccupato del preside « ...ma lei ha accudito me... »
« E' il complesso samaritano! Succede negli ospedali quando le infermiere si innamorano del loro paziente!* Questo è un gran bel problema... » convenne Silente, accarezzandosi la barba. Poi rivolse uno sguardo complice ad Harry e gli poggiò una mano sulla schiena «Datti da fare, ragazzo!*»



« James, hey, James!»
Il ragazzo si volse verso di lui, sorpreso « Harry?»
« Come va? Ti ho cercato dappertutto!»
« Se sei venuto a parlarmi della questione di prima, sappi che...»
« No, sono venuto a presentarti una persona...anche se sono sicuro che già la conosci.»
« Eri con Sirius e Remus vero?» chiese invece l'altro, con un sospiro stanco « Senti mi dispiace per la scenata di prima, non volevo prendermela con voi, ma sono piuttosto nervoso ultimamente, e credo che tu possa immaginare perché...»
Harry gli sorrise, nonostante tutto « A proposito di Lily, è proprio lì dietro, appoggiata alla colonna!»
« Eh?» quasi urlò James improvvisamente ansioso.
Harry sospirò divertito e gli afferrò una spalla, per poi quasi trascinarlo verso la colonna dove Lily, con dei libri tra le braccia, scherzava e rideva con due sue amiche.
Silente continuò ad osservare la scena, avanzando di poco dalla sua postazione dietro la colonna, la bocca semiaperta e gli occhi socchiusi.
« Lily!» esordì Harry.
La ragazza trasalì per poi voltarsi e spalancare gli occhi non  appena riconobbe l'interlocutore.
« Levis!» quasi ansimò aprendosi in un sorriso, indietreggiando tanto di colpo che sbattè contro il muro.
« Volevo presentarti il mio grande amico James Potter, che forse già conoscerai...»
Il ragazzo sorrise ancora per poi farsi da parte e spingere letteralmente in avanti James che si appoggiò alla parete con una mano, e con l'altra si scompigliava i capelli, un sorriso storto sulle labbra.
« Ciao dolcezza...»
La rossa non gli rivolse nemmeno lo sguardo, anzi avanzò verso Harry e gli si avvicinò ancora, allungando una mano « Come va la testa?*»
« Ah, bene...» rispose immediatamente Harry, indietreggiando per evitare la carezza « Bene. »
« Ero talmente preoccupata per te, quando sei scappato via, questa mattina, stai bene?»
« Emh...» stava iniziando Harry, ma Lily non seppe mai la risposta perché suonò la campanella.
La rossa indietreggiò « Adesso devo andare in classe, ci vediamo, Levis! O...Harry!» gli sorrise per poi correre veloce, trascinata dalla mano dalle sue amiche.
Le ragazze, per uscire dalla sala, passarono accanto a Silente, che seguì i loro movimenti con uno sguardo perplesso, sentendo Lily che, con gli occhi che brillavano e la voce sognante, chiedeva alle compagne « Non è un amore? »
Il vecchio preside raggiunse Harry e gli mise una mano sulla spalla, come a volerlo avvertire della sua presenza.
« La situazione è più complicata di quanto pensassi... tua madre prova un'infatuazione amorosa nei tuoi confronti...*»
« Cosa?» urlò Harry, scandalizzato « Vuoi dire che mia madre...vorrebbe farsi... me?*»
« Precisamente* » asserì Silente serio, mentre l'altro deglutiva sconvolto.
« Ma non preoccuparti, ho già scoperto un modo per riparare e far funzionare di nuovo la tua...mia...scopa. »
« Cosa? Ma se prima aveva detto che...»
« Volevo fosse una sorpresa, in ogni caso per discuterne i dettagli conviene che tu venga nel mio studio, questo pomeriggio. Manderò Fanny a chiamarti. »
« Che bisogno c'è di aspettare tanto? Non posso saperlo adesso? »
« Potresti, ma in questo modo perderai James, che credo stia andando a mensa, adesso... »



TO BE CONTINUED



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« Oh dolce Lily Evans, noi due siamo legati, io sono il tuo delfino! »
La rossa spalancò gli occhi e gli rivolse uno sguardo sconvolto « Cosa?! »
« Cioè...io sono il tuo destino! »



 


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Capitolo 8
*** Un nuovo rivale ***


Back to the Future 8
E dopo quasi un anno torno qui con un nuovo capitolo! XD Scusate ma è a quando viene l'ispirazione! Ovviamente ricevere recenzioni non puo' che farmi venir voglia di continuare a scrivere questa storiella! :) Ringrazio chi legge e chi commenta e se i personaggi vi sembrano un po' OOC ditemelo eh! ^^ Anche perché se c'è una cosa che odio sono i personaggi OOC... bene bene aspetto la vostra sentenza! °w°
@Niki_Black: Grande Giove, è vero è stata un'idea... però le userò di più verso la fine, per qualche scena clou! :) Anche perché alcune le avevo appuntate quando ho visto il film e dovrei rivederlo! (cosa che farò comunque durante ques'estate XD) che te ne pare dei Malandrini? °° Fammi sapere presto :3
@Keira Lestrange: mmm diciamo che lo scoprirai in questo capitolo! XD Hai ragione, James del resto è stato tradito da Peter, perché si fidava di lui. Povero Jame :( Comunque detto sinceramente la scena della litigata non l'avevo prevista, è spuntata così! Piuttosto oggi troverai altri due Malandrini a litigare XD
@Your guardian Angel: nooo non mi ricordare quella scena! Quanto odio quel traditore! In fondo ha ucciso tutti i malandrini, perché Sir e Rem non sarebbero morti se Peter non avesse fatto risorgere Voldy! -.-""
@JuliaSnape: Grazieeee °° Spero vivamente che tu non abbia istallato sotto casa mia un complesso di bombe perché è passato parecchio tempo e ho aggiornato solo ora! Intanto mi auguro che ti piaccia molto anche questo capitolo, perché mi ha divertito molto scriverlo! Alla prossima! ^^

Che posso dire di altro? Buona lettura, non mi resta che aspettare il vostro verdetto! :3

 8
Un nuovo rivale

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I
l ragazzo che è sopravvissuto accelerò la corsa, in direzione della sedia libera.
O meglio, libera ancora per poco. Spinse poco garbatamente quello che doveva essere il futuro padre di Neville, per impossessarsi della comoda seggia e voltarsi verso suo padre, appena sedutosi.
Gli rimbombavano ancora in testa le parole di Silente, dopo la loro precedente conversazione.

« Dove si baciarono per la prima volta i tuoi genitori?» gli aveva chiesto Silente passeggiando con le mani dietro la schiena, lo sguardo perso a guardarsi intorno per i corridoi dell’istituto.
Harry aveva arricciato il naso: a dire il vero, non glielo avevano mai raccontato.
Per lo meno, non i suoi genitori.
« Che so? Un bar, un ristorante, una festa a scuola...tipo quella che faremo la prossima settimana...»
« Cosa?» aveva chiesto con foga Harry « Una festa? La prossima settimana? Quale?»
Silente non aveva risposto subito, ma si era limitato a farsi da parte per mostrare un poster appeso al muro, che ottenne la reazione di far illuminare gli occhi di Harry.
« Il ballo “Incanto sotto il lago”! Ma certo, è lì che si baciarono per la prima volta!*»
« Ah, bene, te lo sei ricordato!»
« E’ stato Sirius a dirmelo, qualche tempo fa...» aveva risposto semplicemente il più piccolo, per poi abbassare lo sguardo, improvvisamente sconsolato. Ricordare che non avrebbe più potuto parlargli faceva male.
« Bene allora: devi incollarti a tuo padre e far in modo che inviti tua madre al ballo!*»
« Ma come faccio, non vuole saperne! »
« Vuoi scomparire? »
« Certo che no! »
« Allora fallo, abbiamo una sola settimana di tempo! »


« James, scusa per pri-...»
« No, scusami tu.» fu il commento, asciutto, seguito da un risucchio: suo padre aveva lentamente ripreso a sorseggiare il proprio succo di frutta, senza guardarlo.
Bene...e ora?
« Emh... »
« Non dire niente. E’ già difficile chiedere scusa, non farmelo ripetere di nuovo.» lo bloccò James, con un’occhiata infastidita.
« Ah beh, non dirlo a me!» aggiunse una terza voce.
Trasalendo, James ed Harry si voltarono, incontrando un sorridente Sirius affiancato da un Remus dallo sguardo ben poco amichevole, o almeno, in direzione di Black.
Infatti, dopo pochi secondi, Sirius ricevette una sua gomitata sul fianco, e prendendo un lungo respiro, disse di getto e senza interruzioni:
« In realtà siamo venuti qua per chiederti scusa per il suo» altra gomitata « nostro comportamento di prima, non volevamo offenderti e ci tenevamo a toglie-.»
« Aggiungere, idiota!» gli soffiò Remus, esasperato
« Sì, ad aggiungere che siamo molto dispiaciuti per l’accaduto. Chiediamo vena...»
Altra gomitata.
« Venia! Venia, scusa...» borbottò il moro, con una smorfia di dolore.
Harry si limitò a battere le palpebre, perplesso, e James ad alzare un sopracciglio, scettico.
Dopo qualche attimo Sirius esplose in un lamento quasi canino « Non guardarmi così Jame, è stata una sua idea!» ed indicò con un dito il licantropo, che iniziò a fremere di rabbia.
« Razza di idiota! E’ stata una nostra idea, anche tu hai collaborato!»
« Ma allora perché dovevo dirla io, la frase, e non tu?»
« Perché tu sei uno stupido orgoglioso! Dovevo insegnarti a chiedere scusa sì o no?»
« Sinceramente non occorrev- AIh, d’accordo, d’accordo, chiedo vena!»
« E’ VENIA, IDIOTA!»
« Venia, vena, pena, quello che vuoi ma –Aih- non prendermi a colpi di li-aiha!» si lamentò Sirius con una mano sulla testa là dove Remus aveva iniziato a prenderlo a librate.
« Capisco che si avvicina il periodo, Lunastorta, e che quindi sei più isterico, ma smettila di...»
Harry e James si guardarono sconvolti, per poi tornare a guardare gli amici.
« Emh...ragazzi, d’acco-» stava dicendo James, prima di essere interrotto da un confuso Peter, apparso lì come improvvisamente.
« Quale periodo?» chiese ingenuamente, con la conseguenza che tutti si zittirono e perfino lo stesso Remus rimase col libro a mezz’aria, improvvisamente pallido, rivolgendo uno sguardo spaventato in direzione di Harry.
Anche lui e James impallidirono, mentre Peter continuava a far vagare lo sguardo dall’uno all’altro, in cerca di una risposta.
« Il periodo...» cantilenò James, nervoso, cercando aiuto con lo sguardo.
« Ah, Peter, chiedi la stessa cosa ogni volta!» rispose invece Sirius, con un mezzo sorriso malandrino e uno sguardo diabolico che fece preoccupare non poco il povero licantropo ed Harry stesso.
« Ma sì, quel periodo quando, ogni vent’otto giorni...il nostro Rem-Rem è... indisposto!»
Ecco, appunto. Pensò Harry deglutendo dalla paura che gli incusse lo sguardo del licantropo, improvvisamente di fuoco.
« Io..sarei...cosa?» chiese con un fare omicida e preoccupato che fece sbiancare Sirius come un lenzuolo.
« Oh no...» mormorò infatti il cane nero indietreggiando, seguito da un furente e ringhiante Remus, che stringeva tra le dita pallide e sottili il libro « Prova a ripeterlo, razza di idiota!»
« Emh, calmino, eh eh! Si salvi chi può!»
Remus prese a inseguirlo brandendo il libro come arma, sotto lo sguardo sconvolto di Harry.
Remus Lupin, quel Remus Lupin, stava inseguendo Sirius per colpirlo con un libro??? Il mondo si era capovolto.
« Non farci caso, Harry, Remus è...lunatico, ecco. Solitamente è la persona più calma e posata dell’Universo, ma accade che ogni mese, ad un certo punto...diventa nervoso, e irascibile e...è decisamente meglio non provocarlo. Sirius è così idiota che ancora non l’ha capito...» spiegò James pensieroso.
Harry continuò a guardare Sirius che correva per scansare il colpo di libro dell’altro, tuttavia il suo sorriso attirò la sua attenzione.
« Forse semplicemente si diverte a stuzzicarlo...»
« Tu dici?» fece James, vedendo che finalmente i due, dopo che Remus ebbe colpito di striscio Sirius, si voltavano per tornare da loro « Se fosse così Sirius è proprio masochista!»
Quando si furono di nuovo tutti seduti, Sirius iniziò a riempirsi il piatto di fette biscottate, sotto lo sguardo irritato di Remus.
« Ma hai mente di mangiarle tutte, quelle?»
« No, sto esercitando la telecinesi, Rem.»
James alzò gli occhi al cielo per poi riprendere a mangiare l’arrosto di rognone che si era messo nel piatto.
« James...credo che dovresti andare da Lily Evans e dirle qualcosa...» fece Harry, fingendosi disinteressato nel versarsi il succo di zucca.
« Eh?» fece James con la bocca ancora piena e lo sguardo sorpreso « E cosa le dovrei dire?»
Harry alzò le spalle, imbarazzato « Beh, insomma, quelle cose che si dicono alle ragazze...»
Lo vide scuotere la testa e gli chiese il motivo.
« Non funziona con lei, Harry.» rispose dopo qualche attimo, quando ebbe inghiottito « Non sono in grado di farlo.»
« Non ‘ei ‘n crato?» scattò Sirius, con la bocca piena.
« Non si parla mentre si mangia, idiota» fu il commento di Remus, al quale Sirius rispose deglutendo per poi riportare lo sguardo su James « Mi pareva che fossi ben abituato a trattare con le ragazze. In quanto a complimenti, intendo, o tutte le frasi sdolcinate da far venire la carie che utilizzavi per portartele a le-per farci amicizia.» si corresse, dopo l’ennesima gomitata del biondino.
James sbuffò e affondò con rabbia la forchetta nel rognone, iniziando a giocarci « Te l’ho già detto, non è la stessa cosa. Lei...lei non è come le altre» fece poi, con un sorriso mesto ed insieme innamorato « Non cascherebbe a queste sdolcinatezze, è una ragazza forte, ha come un fuoco dentro, e io...io...non so come comportarmi con lei.»
« Beh, facile, prova a fare quello che non si aspetta...» osservò saggiamente Remus, sorseggiando dell’acqua. Non fece caso alla battuta di Sirius “Chi beve solo acqua nasconde un segreto” alla quale Remus rispose “Intendi come quello di ucciderti?”
« Quindi se lei è il fuoco, tu sarai...» riprese Remus, lanciando uno sguardo ammiccante in direzione di James, come aspettandosi che continuasse.
« Io sarò?» domandò invece quello, confuso.
« Forza, Jimmy, è semplice!» rispose al suo posto Sirius « Se lei è il fuoco tu sei l’estintore, no?»
Calò di nuovo il silenzio.
« Ma dico io, tu premediti di dire certe idiozie o sei proprio idiota?» scattò Remus, ricominciando ad insultarlo a raffica.
Harry distolse lo sguardo dai due litiganti per portarlo su James « D’accordo, puoi sempre provare con frasi tipo... “I tuoi capelli sono più rossi del fuoco stesso che brucia il mio cuore”, oppure, dille che il destino vi ha uniti, o che tutto è inevitabil- hey ma che stai facendo?» chiese poi, vedendo l’altro iniziare a scrivere qualcosa su un pezzo di pergamena strappato dal libro che Remus aveva sul tavolo.
Fortunatamente il licantropo era troppo concentrato a battibeccare con Sirius per accorgersi del misfatto.
« Prendo appunti!*» fu l’ovvia risposta di James, che riprese il suo lavoro con perizia.
Harry sospirò, esausto « Insomma non intendevo alla lettera! Comunque ti conviene sbrigarti, perché Lily ha quasi finito di bere il suo succo di zucca!»
Improvvisamente attento James si rizzò sulla schiena, si mise in piedi e si diresse sicuro lì dove Lily, comodamente seduta con le gambe incrociate, beveva da una cannuccia la propria bibita, ridendo e scherzando con le amiche.
James avanzò ancora fin quando Lily non si accorse della sua presenza e trasformò il sorriso in una smorfia. Perfino le sue amiche si zittirono e tutte si voltarono verso James che adesso, nervosamente, si stava scompigliando i capelli.
« Che vuoi, Potter?» domandò Lily con una punta di fastidio e rassegnazione.
A quel punto il padre di Harry fece un grande respiro e assunse un sorrisone a trentadue denti.
« Oh dolce Lily Evans, noi due siamo legati, io sono il tuo delfino! »
La rossa spalancò gli occhi e gli rivolse uno sguardo sconvolto « Cosa?! »
Poco più avanti Sirius scoppiò a ridere, soffocato subito dalle gomitate di Remus che gli intimava il silenzio, Peter chiese perché ridessero e Harry si batté una mano sulla fronte.
« Cioè...io sono il tuo destino! » si corresse James agitando freneticamente le mani di fronte a sé.
Le amiche di Lily iniziarono a ridacchiare e la ragazza tramontò gli occhi al cielo.
« Per tua sfortuna non sono un’amante dei delfini.» ribatté con un sorriso divertito e James seppe di aver combinato un casino.
Anche perché alcuni al tavolo di Serpeverde scoppiarono a ridere indicandolo e mimando i gesti di un delfino.
Sospirò.
« Va bene, va bene, dimentica quello che ho detto.» rivolse un sorriso imbarazzato alle amiche di Lily che smisero di ridere e poi si diresse afflitto al suo posto, vicino ai suoi amici.
Sirius smise di ridere all’istante, più per l’aver visto l’espressione depressa di James che per le gomitate di Remus, e Harry assunse una posa compassionevole.
James si sedette con uno sbuffo e guardò sconsolato il proprio piatto e Remus si schiarì la gola guardando gli altri.
« Jame...» fece dolcemente.
« E’ stato un completo disastro!» si lamentò James e Sirius si sporse nel tavolo cercando di confortarlo.
« No, dai, non è vero! Non sei stato poi così male...»
James gli lanciò un’occhiataccia.
« Beh... ecco... cioè... non proprio da schifo...»
Occhiataccia correlata a sopracciglio sollevato.
«Va bene, è stato davvero un disastro!»
Questa volta fu Remus a lanciargli uno sguardo di fuoco e Sirius si schiarì di nuovo la gola.
« E’ stato un disastro PERO’ ci si può lavorare su!» concluse con un sorriso soddisfatto.
Remus annuì compiaciuto e James sbuffò sonoramente.
« No, non vuole proprio saperne!»
« Jame, davvero, secondo me non è stato inutile!»
« Tu lo dici solo per consolarmi, Rem...»
« No, davvero, Lily ti sta guardando, tanto per dirne una!»
James saltò su come punto da uno spillo e fissò Remus con gli occhi che brillavano.
« Davvero?!»
Peter nel frattempo guardava stupidamente in direzione della rossa, corrugando la fronte e grattandosi la testa.
« Ma veramente, Rem, non mi sembra che Li-... aiha!»
Remus ritrasse il piede e gli scoccò un’occhiata che poteva significare solo “chiudi quella bocca”.
Inutile dire che Sirius scoppiò silenziosamente a ridere additando Peter e bisbigliando “Hai visto che c’è qualcuno che dice stronzate più di me?” al quale Remus rispose che almeno Peter diceva verità, scomode certo, ma verità, e Sirius si rabbuiò.
Harry, che non aveva parlato fino a quel momento, lanciò uno sguardo a suo padre e si sentì in colpa.
In un certo senso era stato lui a consigliargli quelle frasi.
« Emh...»
« Non dirlo!» lo rimbeccò però subito James, lasciandolo a corto di fiato.
« Cioè... non scusarti, è stato un mio errore, le frasi che mi hai consigliato erano proprio...» e fece il gesto dell’ok.
Harry sospirò di nuovo.
« D’accordo, non volevo scusarmi, però... offro il mio aiuto, per quanto possa servire. Magari ma- emh, Lily... non è un tipo da frasi sdolcinate, no?»
James scosse la testa, attentissimo.
Harry si sentì a disagio: era come se James pendesse dalle sue labbra, si fidava di lui e... quasi dipendeva da lui e da quello che stava per dire.
Finalmente capì cosa doveva provare Hermione quando lui e Ron le chiedevano sempre aiuto, o Remus quando aveva a che fare con gli altri Malandrini.
« James, tu la conosci meglio di me... che tipo è Lily?»
James aprì la bocca, con gli occhi a cuoricino, poi però la richiuse, con le sopracciglia corrugate.
« Beh è... un tipo difficile, ecco.»
« Mmm... qualcos’altro? Insomma, andiamo ad esclusione.»
« Ottimo, Harry!» si complimentò Remus, per poi riprendere a spiegare silenziosamente a Peter l’accaduto.
Sirius nel frattempo giocherellava con i filamenti della tovaglia, un po’ guardando Remus e Peter, un po’ guardando James e Harry, come sentendosi escluso.
O indeciso su chi ascoltare.
« Emh... abbiamo capito che non le piacciono le frasi sdolcinate.» continuò Harry cercando conferma nello sguardo di James.
« No, infatti.»
« Quindi di conseguenza non è neanche ragazza da fiori e cioccolatini.»
« No, decisamente.»
« Però ha anche un ottimo senso dell’umorismo... intendo il “non sono amante dei delfini”» si affrettò ad aggiungere quando vide James battere stupidamente le palpebre.
Suo padre si passò di nuovo la mano sui capelli, scompigliandoli ancora di più.
« E secondo te dovrei batterla in battute?»
« Non so, è un’idea!» si giustificò Harry, imbarazzato.
James parve rifletterci.
« Beh non che io sia fornito di tutto questo senso dell’umorismo...»
« Per definire Piton Mocciosus e per organizzare tutti quegli scherzi devi averlo senz’altro.» ribatté Harry sicuro.
Già dalle discussioni della McGrannit o di Piton riguardo alle numerose punizioni di suo padre Harry non aveva fatto che pensare ad un tipo brillante dalla battuta pronta.
« Sì ma con lei è diverso, io mi blocco e poi... è Sirius quello con più senso dell’umorismo!»
Sirius sorrise compiaciuto e Remus interruppe la sua discussione con Peter per alzare lo sguardo e rispondere semplicemente.
« Quello di Sirius non è senso dell’umorismo ma deficienza mentale.»
Black scoppiò a ridere. « Tutta invidia, spelacchiotto!»
«Taci palla di pelo!» lo rimbeccò Remus a bassa voce.
E ripresero a battibeccare, così Harry decise saggiamente di tornare a guardare suo padre.
« Dai, sicuramente riuscirai a fare colpo su Lily...»
« Magari nella prossima vita.»
« No, James, tu devi riuscire a ...»  Harry impallidì e si zittì: non una parola di più, si intimò.
E si rese conto della paura che lo attanagliava.
Se entro pochi giorni, durante il ballo, James e Lily non si fossero baciati... lui non sarebbe mai nato.
Non voleva che succedesse, non voleva che per colpa sua James non dovesse essere felice.
Certo avrebbe volentieri dato tutti i suoi galeoni per passare più tempo con suo padre, sua madre, ed il suo padrino, che sapeva non avrebbe più rivisto una volta tornato indietro.
Se fosse tornato indietro...
« Pensa, cos’è che piace a Lily?»
« Mmmm...» James si grattò la testa, perplesso.
« Probabilmente non io.» rispose alla fine.
Sirius scoppiò di nuovo a ridere, rovesciandosi il succo di zucca addosso.
Harry lo trovò di cattivo gusto ma quell’immagine gli risvegliò qualcosa nella mente...
Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?
« Hey, ho avuto un’idea!»
« Ah sì?! Cosa, cosa, Harry?»
Ecco, di nuovo quello sguardo pieno di aspettativa.
Questa volta però Harry era quasi sicuro di avere azzeccato i gusti della ragazza e si gonfiò il petto preparandosi a confidarlo a suo padre.
« Offrile da bere!»
A James cascò la faccia a terra. « Stai scherzando?! Se si rifiuta di parlare con me figurati se vorrà bere qualcosa in mia compagnia!»
« Beh magari non devi proprio chiederglielo!» fece Harry con un sorriso astuto. « Magari vai là, al tavolo, aspetti che sia sola, ti siedi di fronte a lei con due bicchieri di succo di zucca, uno glielo metti sotto il naso, poi le rivolgi un sorriso malandrino ed è fatta!»
James lo guardò adesso come se fosse un dio sceso dall’Olimpo per aiutarlo.
« Ricordati, se ti ci metti con impegno, raggiungi qualsiasi risultato!» concluse Harry con un sorriso sincero, al quale James rispose con calore.
« Ti amo, Harry.»
« Ma spiacente, sono già impegnato. Invece credo che qualche rossa di nostra conoscenza non aspetta altro che tu rivolga questa stessa frase a lei.»
James scosse la testa ridendo.
« Dovrei avvicinarmi a Lily, in modo sensuale e dirle... “Amo Harry?”.»
Il bambino sopravvissuto desiderò avere accanto un muro, per sbatterci contro la testa.
« No, non è questo che intendevo...»
Sirius scoppiò a ridere di nuovo, in maniera canina e Remus, che aveva appena terminato la sua discussione con Peter, gli lanciò un’altra delle sue occhiatacce.
Harry sospirò esausto: la situazione era più complicata di quanto credesse.
E come se ciò non bastasse, nessuno si accorse di due occhi scuri sopra un naso adunco che li scrutavano da lontano.


TO BE CONTINUED


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"Sfida ad Hogsmeade"

Piton si stava avvicinando pericolosamente ed Harry non poteva permettersi che facesse un passo di più.
Sapeva che si sarebbe pentito in seguito, specialmente quando in classe avrebbe incontrato quegli occhi neri.
Ma probabilmente non sarebbe mai più tornato in classe e per di più Piton aveva ucciso Silente! Così, con uno sforzo di volontà ed un impeto di coraggio allungò il piede e fece lo sgambetto al malcapitato Serpeverde.
Aiha... e adesso? Pensò il bambino-che-è-sopravvissuto sapendo che sarebbe "sopravvissuto" ancora per poco.


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