Chi disprezza compra di Ire94 (/viewuser.php?uid=96863)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il compleanno ***
Capitolo 2: *** Il grande giorno ***
Capitolo 3: *** Piacere Tom ***
Capitolo 4: *** Bimbo a chi? ***
Capitolo 5: *** A presto amica mia ***
Capitolo 6: *** Era destino ***
Capitolo 7: *** Cin Cin! ***
Capitolo 8: *** Io ci sono ***
Capitolo 1 *** Il compleanno ***
Chi disprezza compra
~ Il compleanno ~
-No,
Mà, assolutamente, non se ne parla!- urlai contro mia madre,
su tutte le furie.
-Dai Jess, ti prego, lo sai quanto ci tiene, le faresti un bellissimo
regalo di compleanno; per favore- mi rispose mia madre senza scomporsi
troppo.
-Ma dai, però, lo sai che proprio non li sopporto, insomma
non so se ce la farei a sopportare, addirittura un concerto intero-.
Dissi calmandomi un po’, e mi sedei.
-Ci devo pensare.- aggiunsi e me ne andai in camera mia.
Tra una settimana e mezzo circa, sarebbe stato il compleanno di mia
sorella Sofy, che avrebbe compiuto 15 anni, fan sfegatata dei TOKIO
HOTEL, e mia madre sapendo che erano appena usciti i biglietti per i
loro concerti in Italia, aveva avuto la splendida idea, di comprarle un
bel biglietto come regalo, e io avrei dovuto accompagnarla, dato che
non si fidava né a mandarla sola né con le sue
amiche. Il punto era che io i Tokio Hotel, proprio non li sopportavo,
non mi erano mai piaciuti e poi mia sorella mi aveva riempito la testa
con le loro canzoni che me li aveva fatti odiare. Insomma alla fine
sono quattro ragazzi che cantano delle canzonette da tre soldi solo per
scoparsi qualche ragazzina. Però allo stesso tempo mi
sarebbe piaciuto fare un regalo del genere a mia sorella, sapevo quanto
ci teneva e sicuramente avrebbe fatto i salti di
gioia.
-Mà scusa ma non ce la puoi portare tu?- dissi a mia madre
tornando in cucina, e versandomi un po’ di frullato alla
fragola in un bicchiere.
-Mi ci vedi a me, in mezzo a una bolgia di ragazzine che urlano come
pazze? E poi quel giorno ho una causa molto importante in tribunale e
non posso assolutamente mancare.- mi rispose, cucinando la cena.
-Ok, ok, va bene ce la accompagno io, m ti occupi di tutto tu,
biglietti, treno ecc… io non ne voglio sapere niente,
farò solo da accompagnatrice.- dissi, ancora non molto
convinta.
-Aaaaaaa, grazie Jess, sapevo che alla fine lo avresti fatto!- mi
urlò mi madre tutta contenta, abbracciandomi.
-Ok, ma niente smancerie, io esco, ci si vede dopo- le dissi, e me ne
uscii di casa, maledicendola per quello che avrei dovuto affrontare.
Una settimana volò come niente e arrivò il
compleanno di Sofy.
-Allora, allora? Che mi avete regalato?- disse mia sorella tutta
eccitata.
Così tirai fuori una busta e gliela sventolai davanti alla
faccia, lei la prese la volo, la fissò per qualche istante,
cercando di capire che cosa c’era all’interno, poi
la aprì molto lentamente, prese i biglietti in mano, li
guardò e poi lesse
–Tokio Hotel, Padova, Palasport, Ventisei aprile
duemiladieci- rimase per due secondi come stordita, poi
scoppiò in un pianto di felicità, mi venne
incontro e mi strinse in un abbraccio fortissimo.
–Tanti Auguri sorellina- le sussurrai e le scoccai un bacio
sulla guancia.
Ragazze questo è il primo capitolo, della mia prima
FFC, scusate se è un po’ noioso e corto
ma mi serviva per introdurre poi tutto il resto della storia. Ditemi se
vi piace, sennò lascio perdere.
Un bacio a tutte.
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Capitolo 2 *** Il grande giorno ***
Il grande giorno ~
Quei quattro mesi volarono come niente e il concerto arrivò
in un batter d’occhio.
-Jess ma ci credi? O mio dio! Domani finalmente li vedrò,
per la prima volta dal vero- disse ancora incredula Sofy.
-E che bello, non vedo l’ora- le risposi, prendendola in
giro.
–Comunque muoviti che tra meno di un’ora abbiamo il
treno- aggiunsi senza un minimo di entusiasmo.
Dopo un viaggio di circa quattro ore arrivammo davanti al palazzetto, a
Padova, erano le sei e mezzo di sera ed era completamente deserto,
ancora non era arrivato nessuno. Sofy scoppiò in un pianto
di felicità, del quale sinceramente non ne capii proprio il
motivo, e mi abbracciò.
-E adesso che c’è?- le domandai un po’
scocciata.
-Ma come che c’è? Jess non vedi? Non
c’è assolutamente nessuno qui. Sai cosa significa
questo? PRIMA FILA!- urlò a squarciagola.
Ripresasi, ci avvicinammo all’entrata e ci appostammo proprio
lì davanti, saremmo state sicuramente le prime ad entrare,
su questo non c’era nessun dubbio. Passammo tutta la notte de
più e del meno, e poi ci addormentammo nei nostri caldi
sacchi a pelo. Quando ci svegliammo erano circa le sette di mattina e
già erano arrivate altre persone che si erano sistemate
dietro di noi. Trascorremmo tutto il pomeriggio a parlare con delle
ragazze dietro di noi, dato che il tempo non voleva proprio passare,
erano arrivate davvero tantissime presone. Poi finalmente per le sei e
tre quarti aprirono i cancelli e allora lì…
-Corri Jess corriiiiii….- mi urlava mia sorella dirigendosi
verso il palco.
E corsi, corsi davvero tanto, e per la sua felicità alla
fine ce la facemmo, prima fila davanti alla passerella. Aspettammo
lì, schiacciate alle transenne per altre due ore e un quarto
circa, e alle nove spaccate le luci si spensero, tutti urlavano come
dei pazzi e la magia iniziò. La vedevo, Sofy era
completamente impazzita, cantava con tutto il fiato che aveva in gola,
e non capiva più niente, come il resto delle ragazze che era
dentro quel palazzetto d’altronde. Ad un tratto, spostai lo
sguardo e notai due grandi occhi nocciola che mi puntavano, mi stava
fissando, il tizio che suonava la chitarra, mi stava guardando.
–Oh che cazzo ma tra tutta la gente che
c’è qui dentro proprio a me doveva scegliere
stò maniaco?- pensai dentro di me. Infatti l’unica
cosa che sapevo di quel ragazzo, da quello che mi aveva raccontato mia
sorella, era che un donnaiolo, uno di quelli da una notte e via, uno di
quelli che non crede nell’amore vero. Diamine erano
più di due minuti che mi stava fissando di continuo e
sinceramente mi sentivo un po’ in imbarazzo, dato che non
sapevo neanche una parola della canzone che stavano suonando, poi
finalmente distolse lo sguardo. Dopo un po’ più di
un’ora il cantante annunciò la canzone finale
–FOREVER NOW- e li, scoppiarono le lacrime, vedevo
gente piangere dappertutto. Poi i coriandolo e i saluti finali della
band.
Il palazzetto si svuotò, e tutti se ne andavano, chi felice
di aver visto i suoi idoli, chi triste, perché
sapeva che sarebbe passato chissà quanto tempo prima che li
avrebbero rivisti.
E così, uscita tutta la gente, anche io e la mia
“cara” sorellina ce ne andammo.
-Ho notato come ti guardava Tom è…- mi disse con
un sorrisetto sulle labbra, che solo lei sapeva fare.
-E bhè, maniaco lui, bella io, era inevitabile, no??- le
risposi con tono sarcastico, e scoppiammo entrambe a ridere.
Stavamo camminando sul ciglio della strada, quando ad un tratto, un
grande autobus si fermò vicino a noi e ne uscì un
uomo sulla trentina.
-Serve un passaggio?- ci domandò.
Rimanemmo immobili, Sofy era come incredula, stupita e io sinceramente
non ne riuscivo a capire il perché…
-E’ il loro tourbus- mi sussurrò a un orecchio, e
rimase in silenzio.
-Allora? Lo volete questo passaggio, si o no?- reclamò il
tipo dell’autobus.
-Si, si, grazie molto volentieri, è davvero gentile- gli
rispose mia sorella.
Io rimasi stupita, ma che diavolo stava dicendo? Ce ne
dovevamo tornare in albergo, e invece chissà quel tizio dove
ci avrebbe portato. L’uomo ci fece salire, e arrivate sopra
ci trovammo davanti i quattro ragazzi della Band.
Silenzio.
Di nuovo! No, non ci posso credere, il tipo con gli occhi nocciola, del
quale già mi ero dimenticata il nome, mi stava fissando
nuovamente; ma che cavolo voleva da me?
Poi l’autobus, ripartì, e il vocalist della band
ci venne incontro.
-Siete arrivate, finalmente, vi stavamo aspettando- ci disse
con un sorriso sul volto.
Ci stavano aspettando? Ma che diceva? Neanche ci conoscevamo.
-Piacere- disse mia sorella –Io sono Sofy- aggiunse con le
lacrime agli occhi, e li salutò con un bacio sulla guancia.
Poi tutti mi fissarono.
Silenzio.
Che era successo?
Imbarazzo totale, non sapevo assolutamente che dire.
-Lei invece è mia sorella Jess- mi salvò Sofy.
-Ah si, bhè piacere Jess- dissi io, per niente
convinta.
Ci sedemmo tutti quanti su del divanetti, e iniziarono a parlare di
come fosse andato il concerto.
Poi chiesi per il bagno, e mi fu indicato, dal biondino, credo il
batterista.
Mi ci rifugiai di corsa, e mi chiusi dentro –Oh mio dio non
è possibile, proprio a me doveva capitare una cosa del
genere?- pensai disperata, e mi sistemai un po’, capelli,
trucco, e feci in miei bisogni. Poi uscii, chiusi la porta, mi voltai e
mi trovai davanti il tipo dagli occhi nocciola.
-Oh, scusa, ti ho fatto aspettare? Devi andare in bagno?- dissi,
imbarazzatissima.
-Oh, no no, tranquilla, non devo. Volevo sapere se ti andava, un
sigaretta- mi domandò, mostrandomi un pacchetto di Malboro.
-Oddio, potresti salvarmi la vita, sisi, assolutamente,
è da ieri mattina, che non fumo e ne ho un estremo
bisogno!- gli risposi, ancora incredula, guardando il
pacchetto di sigarette.
-Però andiamo nell’altra stanza, che
sennò di la, poi Gustav rompe le palle- mi disse,
sorridendomi.
E ci dirigemmo in un’altra stanza.
Bhè, ecco a voi il secondo capitolo, spero vi piaccia anche
questo, mi farebbe piacere qualche commento, per sapere cosa ne
pensate.
Ringrazio:
-Principessa Kaulitz: sono contenta che ti sia piaciuto, ecco a te, il
secondo capitolo.
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Capitolo 3 *** Piacere Tom ***
Piacere
Tom ~
Entrammo in una
specie di salotto dove c’erano due divanetti uno di fronte
all’altro con in mezzo un tavolinetto e una televisione al
plasma attaccata alla parete.
Ci sedemmo
vicini in uno dei due divanetti, mi porse una sigaretta e me la accese
e fece altrettanto con se.
Silenzio.
-Ma tu non sei
troppo piccola per fumare?- mi chiese non sapendo che cosa dire.
-Ragazzo ho ben
diciotto anni e mezzo- gli risposi fiera di me –Ha comunque
ti sarei grata se non ne parlassi con Sofy, sai lei non lo sa- ammisi.
-Ooh, non mi
dire che hai quasi diciannove anni e ancora fai le cose di nascosto
come le ragazzine?- mi chiese con tono sarcastico.
-Direi di si,
sotto un certo punto di vista, sai poi dopo mi rompe le palle, per non
parlare di mia madre, che ne farebbe una tragedia greca- gli dissi.
Restammo
più di un’ora a parlare di tutto e niente, alla
fine non’era neanche così stupido come credevo,
anzi, se si impegnava sapeva anche essere simpatico e dire cose
intelligenti . . . poi ad un tratto non so perché, mi fregai
. . .
-Sai una cosa?
Io non so neanche come ti chiami- dissi un po’ in imbarazzo.
-Cosa?
Ahahahahahahahahah . . . .- scoppiò, giustamente, in una
risata infinita, tanto che si piegava in due.
-Ma allora che
ci facevi al concerto?- aggiunse ancora ridendo.
-Ho accompagnato
mio sorella, sinceramente io non conosco neanche una parola di una
vostra canzone.- ammisi abbassando la testa.
Scoppiò
nuovamente a ridere, come un’idiota.
-Comunque Tom,
piacere- si presentò, e mi porse la mano.
-Jess, piacere-
dissi io, e la mia mando andò ad afferrare la sua.
Continuammo a
parlare e parlare, mi raccontò un po’ di lui e
della band e io feci altrettanto. Non so perché ma con lui,
nonostante lo conoscessi da pochissimo, mi veniva spontaneo parlargli
di me, e percepivo che era la stessa cosa anche per lui.
Ci fumammo un
pacchetto di sigarette in due
Poi silenzio.
Ancora silenzio.
Lentamente si
avvicinò a me, molto delicatamente appoggiò una
mano sul mio viso che era a un millimetro di distanza dal suo . . .
-Ahahahahahahahahah
. . . – scoppiai a ridere, questa volta io. –Non
conoscerò il tuo nome Kaulitz, ma la tua fama da casanova si
e ti avviso che io non sono come tutte le ragazzine che ti cadono hai
piedi, quindi non ci provare- gli dissi sorridendo.
Mi allontanai da
lui, che rimase in quella posizione per almeno altri dieci secondi.
-Che stronza!-
mi disse, sorridendomi.
-Ahahahaha,
bhè abbiamo finito le sigarette e non ho la minima idea di
dove ci stiate portando, quindi direi che è il caso di
tornare di là- gli risposi, e senza aspettare che replicasse
uscii dalla stanza e tornai dagli altri che ancora stavano parlando, di
non so che cosa.
-Oi, finalmente
sei tornata, dove eri finita?- mi chiese curiosa Sofy.
-Io e Tom ci
siamo fermati a parlare di la- dissi in tutta tranquillità e
mi sedei vicino a lei.
-Ah, i ragazzi
ci hanno invitato a cenare con loro in hotel e poi rimanere a dormire
la con loro- mi informò tutta euforica Sofy.
-Emm, ti ricordo
che noi abbiamo tutta la nostra roba, nel nostro hotel- dissi cercando
di trovare una via di fuga.
-Ha detto Bill,
che li andrà a prendere qualcuno mentre noi ceneremo- mi
rispose con un sorriso immenso.
Guardai il
cantante che fece un segno di acconsenso con la testa.
-Ah, allora si
va bene- dissi solo per farla contenta, d’altronde era il suo
regalo di compleanno.
-FANTASTICO!-
urlò Bill, piano di entusiasmo.
In quel momento
rientrò Tom, che fino ad adesso era rimasto
nell’altro stanza, e Bill lo informò che saremmo
rimaste ancora per un po’ con loro.
Continuammo a
parlare tutti insieme e dopo dieci minuti finalmente arrivammo in hotel.
Ci fiondammo
tutti quanti nella sala da pranzo, dato che i ragazzi erano
affamatissimi, e restammo lì a mangiare fino a mezzanotte
passata, poi ci riportarono i nostri bagagli, ci salutammo e ognuno se
ne andò nelle proprie camere.
-Oh, finalmente
un po’ di pace- dissi, parlando da sola, arrivata nella mia
stanza.
Mi feci una
rilassantissima doccia calda, togliendomi di dosso tutto lo sporco che
avevo, mi vestii comodamente, con un paio di pantaloncini da basket e
una canottiera nera, poi mi stesi sul letto e accesi la tv.
-Toc Toc!-
qualcuno bussò alla porta.
-Oddio mio, chi
è adesso che rompe le palle!- dissi a bassa voce, -Chi
è?- chiesi poi a tono più alto, in modo che mi
potesse sentire.
-Il lupo mangia
frutta!- mi fu risposto.
-E che frutto
vuoi?- risposi io, stando al gioco, e avvicinandomi alla porta,
sorridendo.
-Mmmm . . .
FRAGOLA?- disse un po’ incerto, come per dire –va
bene?-
-No, mi dispiace
hai sbagliato, io odio le fragole!- risposi ridendo.
-Eddai, mi fai
rimanere ancora tanto qui di fuori?- mi domandò come offeso.
-Idiota,
è aperto!- dissi ancora ridendo.
E la porta si
aprì, con lui sul ciglio che mi guardava con un sorrisetto
sulle labbra che non prometteva niente di buono.
Ragazze ecco a
voi il terzo capitolo, spero vi stia piacendo, mi raccomando continuate
a commentare, che voglio sapere cosa ne pensate, e comunque ringrazio
anche solo chi legge, e siete molti.
Grazie popolo di
EFP <3
Un
ringraziamento speciale a:
-Principessa Kaulitz:
grazie mille per aver commentato anche questo capitolo, e
bhè chi è che non vorrebbe una sigaretta da Tom?
^^
-Saltellina14:
sono contenta che ti piaccia, ecco a te il continuo.
Un bacio a tutti
ragazzi e ragzze.
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Capitolo 4 *** Bimbo a chi? ***
Bimbo a chi?
-Dai
idiota muoviti e chiudi quella porta!- gli dissi
scherzando.
Entrò
e si stese comodamente sul letto.
-Si,
si, fai come vuoi, non ti preoccupare!- aggiunsi
scherzando.
-Guarda
che lo so, che ti fa piacere che sono qui.- mi
disse.
-Ahahahaha
. . . non hai capito proprio niente bimbo, io me
ne stavo per andare a dormire.- lo informai.
-Bimbo
a chi? Spero che tu stia scherzando.- mi disse
sorridendomi.
-No,
non sto scherzando affatto, BIMBO!- lo provocai.
-Tu
non mi conosci mia cara Jess- mi minacciò con aria
divertita.
In
una frazione di secondo si alzò dal letto, corse verso di
me, mi caricò sopra le sue spalle, mi rovesciò
con violenza sopra il letto e
iniziò a riempirmi di cuscinate, quasi che non riuscivo a
respirare.
-Aaaaaaaaaah,
Tom BASTA!! Ti pregooooooo!!- urlai
implorandolo.
-Ahahahaha,
non ci pensare adesso me la rido io; Bimba!- mi
rispose ridendo, continuando a “maltrattarmi” senza
tregua.
-Dai
Tommmmm!! Basta, ti scongiuro!- gli ripetei di nuovo.
-Prometti
che non mi chiamerai più bimbo?- mi domandò.
-Si
si ok, te lo prometto.- gli risposi stremata, e
finalmente se la smise di picchiarmi con il cuscino che era quasi
completamente
distrutto.
-Ti
odio! Stronzo!- gli dissi stravaccandomi sul letto.
-Si,
anche io ti voglio bene Jess- controbattee sorridendo,
e si stese vicino a me.
-Spero
tu abbia almeno una sigaretta.- gli chiesi,
aspettandomi solo un si, come risposta.
E
senza dirmi niente, mi lanciò un pacchetto di Malboro
sulla pancia, ne presi una e la accesi, lo stesso fece lui.
-Grazie!-
gli dissi con un filo di voce.
-Quando
vuoi.- mi ripose, e ci fumammo quella sigaretta in
completo silenzio.
-Dai
Kaulitz, raccontami qualcosa di te.- gli chiesi d’un
tratto.
-Che
vuoi sapere?- mi domandò lui, un po’ sorpreso.
-Boo,
quello che vuoi tu, d’altronde so solo il tuo nome.-
gli risposi.
Mi
parlò per almeno due o tre ore, sinceramente mi piaceva
molto ascoltarlo, insomma alla fine conoscendolo un po’, era
un ragazzo come
tutti gli altri, solo che a differenza di questi, solo che lui aveva
avuto la
fortuna di raggiungere il suo più grande sogno, e ancora, a
mio parere, anche
lui era un po’ incredulo.
Nonostante
mi interessasse molto quello che mi stava
raccontando, ad un tratto crollai, ero troppo stanca, e mi addormentai,
con lui
lì che ancora mi stava parlando di se.
Quando
mi svegliai erano le dieci di mattina ed ero sola,
evidentemente Tom se ne era andato, quando si era accorto che mi ero
addormentata.
Mi
rigirai nel letto ancora assonnata, poi decisi di
alzarmi, andai in bagno, e attaccato allo specchio trovai un foglio:
“Buongiorno
dormigliona,
vedo che la mia storia
ti ha interessato molto ieri sera, dato che ti sei addormentata.
Ma penso che con il
tempo, forse riuscirò a perdonarti.
Quando ti svegli vieni
in camera mia, è la 384, che poi andiamo a fare colazione
insieme.
Un bacio.
Tom.”
Però
alla fine non era neanche tanto male quel ragazzo,
insomma sapeva essere dolce e carino quando voleva.
Mi
vestii per bene, mi truccai e andai a bussare alla porta
della sua camera.
-È
aperto!- urlò da dentro.
Aprii
la porta e lo trovai a torso nudo, solo con dei
pantaloncini corti addosso, che stava fumando in balcone; cercai di non
dargli
più di tanta importanza.
-Va
che puntualità, sono arrivata giusto in tempo per una
sigaretta.- gli dissi andando verso di lui, che mi tirò al
volo il solito
pacchetto di Malboro, e me ne accesi una.
-Ah
Tom, scusa per ieri sera, se mi sono addormentata, ma
ero proprio esausta.- ammisi.
-Oh,
non ti preoccupare.- mi rispose e mi diede un bacio
sulla guancia.
-Che
è tutto questo affetto stamattina Kaulitz? Devo
preoccuparmi?- gli domandai, un po’ sorpresa.
-No
no tranquilla, mi sono solo svegliato con un sacco
voglia di affetto.- confessò guardandomi negli occhi.
-E
lo sai si che questo affetto non lo riceverai da me,
vero?- gli dissi dura.
-Quanto
sei stronza. Neanche un semplice abbraccio?- mi
domandò con occhi imploranti.
-È
il massimo che posso fare per te- gli risposi aprendo le
braccia tra le quali si fiondò di corsa e mi diede un altro
bacio, questa volta
in fronte.
-Allora?
Non ero venuta qui per andare a fare colazione?-
gli chiesi guardandolo.
-Ok
ok, mi vado a preparare,- mi rispose, lasciandomi libera
da quell’abbraccio.
Entrò
nella stanza, si andò a vestire e dopo due minuti era
già poronto.
-Allora?
Andiamo?- mi chiese rivenendomi incontro.
-Si,
certo, sto morendo di fame!- gli risposi e uscimmo
insieme dalla stanza, avviandoci verso la sala da pranzo, dove trovammo
tutti
gli altri che stavano già facendo colazione.
-Buongiorno
ragazzi!- ci salutò Bill.
-Buongiorno!-
esclamammo io e Tom, ci sedemmo nei due posti
vuoti che erano rimasti e
iniziammo a
mangiare la nostra colazione.
-Jess,
noi queste due settimane pensavamo di tornare in
Germania, per poi tornare qui il dodici per il concerto di Roma, e
insomma ci
chiedevamo se vi andava di venire con noi, infondo si tratta solo di
due
settimane.- disse Bill un po’ imbarazzato.
Non
sapevo assolutamente che dire.
-È
che nonostante abbiamo passato insieme poco tempo, ci
siamo trovati tutti molto bene insieme a voi due e ci faceva piacere
conoscervi
ancora meglio.- aggiunse sempre con un tono un po’
imbarazzato.
Io
e Sofy ci guardammo fisso negli occhi per qualche
secondo, poi di scatto mi alzai.
-Ho
bisogno di parlare un po’ con mia sorella- dissi, presi
Sofy per un braccio e la trascinai nella Hall, lontano dai ragzzi.
-Tu
ne sapevi qualcosa?- le domandai, riferendomi a quello
che ci aveva appena chiesto Bill.
-Assolutamente
NO!- mi rispose lei, un po’ stupita.
-Tanto
già lo sa che mamma non ti lascia saltare due
settimane di scuola, per loro.- le dissi fredda.
-Perché
parli solo per me, scusa?- mi domandò, un po’
innervosita.
-Perché
ti ricordo che io ho quasi diciannove anni, ho
finito il liceo, e posso fare quello che voglio!- le riposi crudele.
-Si,
ma tu non li sopporti, almeno che Tom non ti abbia
fatto cambiare idea.- mi provocò Sofy.
-Ma
anche NO!- dissi alzando un po’ il tono di voce.
-Comunque
prova un po’ a chiamarla e senti che ti dice.-
aggiunsi cercando di darle qualche speranza, così prese il
telefono e digitò il
numero della mamma.
Pensandoci,
però, alla fine, mi ero trovata un sacco bene
con Tom, quel poco tempo che avevamo passato insieme. Era simpatico e
mi
divertivo un sacco a parlare e scherzare con lui, senza contare che mi
ero
presa un anno sabatico e un bel viaggetto in Germania, non mi avrebbe
fatto per
niente schifo.
Sofy
chiuse la telefonata.
-Non
se ne fa niente, abbiamo una madre di merda!- disse con
gli occhi lucidi.
-Dai
Sofy non ti preoccupare, li rivedremo.- la confortai
abbracciandola.
-Jess,
hai il profumo di Tom addosso!- mi disse sorridendo.
-Ok,
torniamo dai ragazzi di la- proferii cercando di
evitare il discorso.
-Ahahah,
che scemaa!- esclamò, ridendo.
E
ce ne tornammo nella sala da pranzo.
-Finalemente,
eccovi, allora?- ci domandò speranzoso Bill.
-Mia
madre ha detto che non posso saltare due settimane di
scuola.- disse Sofy, ancora con gli occhi lucidi.
Bill
se ne accorse, la prese con delicatezza e la fece
accomodare sopra le sue gambe, abbracciandola.
-E
tu Jess? Tu non hai questo problema della scuola no?- mi
domandò sempre Bill, guardandomi negli occhi.
Distolsi
lo sguardo dal suo, e per la prima volta mi persi
in quei profondi occhi nocciola…
Ragazze
ecco a voi, anche il quarto capitolo, spero vi
piaccia anche questo, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate. E
lasciate
qualche commento, che mi fanno un sacco piacere.
Un
grazie speciale a:
- Principessa
Kaulitz: ecco a te il quarto capitolo, sono
un sacco contenta che ti piaccia, fammi sapere che ne pensi anche di
questo. Un
bacio.
- Jiada95:
sono contenta che ti siano piaciuti gli altri
capitoli, e si mi piace un sacco interrompere i capitolo sul
più bello ahaha XD
Un bacio anche a te.
E comunque grazie anche
solo a chi legge <3
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Capitolo 5 *** A presto amica mia ***
A
presto amica mia~
-No,
ragazzi mi dispisce ma mi sa
che non è il caso, mi devo scrivere
all’università e poi penso che mi dovrò
trovare un lavoretto- risposi con tono un po’ dispiaciuto, ma
non mi sembrava
il caso di restare
con loro senza mia
sorella.
Bill
abbassò lo sguardo, penso di
sentì come rifiutato.
-Ragazzi
davvero ci dispiace
molto- ripetei andandomi a sedere al mio posto.
-Sarà
per la prossima volta.-
sdrammatizzò Gustav. Finimmo la colazione quasi in completo
silenzio.
-Ah
Bill noi alle sette abbiamo
il treno per ritornare a Roma.- lo avvisai –Voi pensate di
rimanere qui fino a
quell’ora?- gli domandai.
-Si,
non c’è problema, possiamo
ripartire quando vogliamo.- mi rispose.
Ce
ne restammo ancora un po’ li a
parlare, poi tornammo nelle nostre camere, dandoci appuntamento per
mezzogiorno
nella Hall.
Arrivai
nella mia camera, lanciai
le chiavi sul comodino e mi stavaccai sul letto sospirando
più volte.
D’un
tratto la porta si aprì e
Tom entrò tranquillamente come fosse camera sua.
-Ti
dispiacerebbe bussare?- gli
chiesi un po’ innervosita dal suo comportamento.
-Scusa,
non mi andava.- mi
rispose aprendo la porta finestra del balcone e accendendosi una
sigaretta.
-Ma
ti stò così tanto
antipatico?- mi domandò.
-Si!-
risposi io scherzando.
-A
bhè sono contento!- disse e
fece come per andare via.
-Eddai
che scherzo, vieni qui!!-
gli urlai e tornò indietro.
-E
allora perché non ti va di
venire con noi?- mi domandò, un po’ triste.
-Tom
te l’ho già detto, davvero
mi farebbe molto piacere rimanere con voi, ma non posso.- gli risposi.
-Vabbè
come vuoi te, però magari
quando veniamo a Roma ci si vede, no?- disse, con degli occhi
speranzosi.
-IDEAAAAAA!!-
urali d’un tratto
come se avessi avuto un’illuminazione –Tom ma tu
non ti sei mai chiesto perché
siamo venute al concerto di Padova, quando la facevate a Roma?- gli
chiesi.
-Mmm
. . . no, veramente no, non
ci avevo mai pensato, perché?- mi domandò
incuriosito.
-Perché
i biglietti per Roma
erano finiti subito…quindi tu dato che sei Tom Kaulitz, ci
troverai due biglietti
per quel concerto, o dei pass, insomma fai come vuoi, basta che
riusciamo a
venire…- gli risposi emozionatissima.
-Ahahahah,
ve bene, ve bene-
disse ridendo.
Ci
sedemmo sul balcone
accendendoci un’altra sigaretta, e questa volta gli parlai io
un po’ della mia
vita, il tempo volò in un batter d’occhio e
già era mezzogiorno, Tom tornò in
camera sua per camuffarsi e poi ci rincontrammo tutti nella Hall.
-Certo
che tu sei sempre in
ritardo è…- disse Bill al gemello.
-Non
rompere sempre- gli rispose
Tom.
Uscimmo
dall’Hotel e ce ne
andammo a fare un po’ di shopping per la città,
era incredibile quante cose
Bill fosse capace di comprare; per pranzo mangiammo qualcosa in giro e
per le
cinque tornammo in albergo.
Tornata
in camera mi feci una
doccia, misi tutta la mia roba dentro la valigia e andai a bussare alla
camera
di Tom.
-Entrà!-
urlò dall’interno.
Lo
trovai come la volta scorsa a
torso nudo, solo che questa volta era steso sul letto, presi la
rincorsa e mi
buttai sopra di lui.
-Aaaaaaaaah!!-
urlò –ma sei
pazza?- disse ridendo divertito.
-Questo
è per quallo che mi hai
fatto passare ieri notte- gli dissi sorridendo.
-aio,
mi hai fatto malissimo!!-
si lamentò.
-E’
solo quello che ti meriti,
mio caro Tom- controbattei, non feci neanche in tempo a finire la frase
che me
lo ritrovai addosso, stringendomi i polsi, per non farmi muovere.
-Adesso
che intendi fare
ragazzina?- mi domandò con un ghigno.
-Ufff,
ma che palle, non vale tu
sei più forte e più grosso…vinci
sempre tuu- mi lamentai.
-Vabbè
va, per questa volta ti
lascio- mi disse, mi liberò i polsi e si stese vicino a me.
-Grazie
per oggi Tom, davvero mi
sono divertita tantissimo insieme a voi- gli confessai guardandolo.
-Ti
potresti divertire così tutti
i giorni se solo venissi con noi- mi rispose.
-Oh
mio dio Tom, ma quante volte te
lo devo dire che non posso?- gli
domandai un po’ annoiata, -guarda sa che diapice anche a me-
aggiunsi
dispiaciuta.
-Ok
ok basta! Non te lo dico più,
tanto orami ho completamente perso le speranze.- mi disse.
-Tu
pensa a trovarci un modo per
venire a Roma…- gli ricordai.
-Ci
provo, ma non ci saranno
problemi!- mi ripose e mi abbracciò teneramente.
-Ti
voglio bene Jess- mi sussurrò
all’orecchio.
-Anche
io Tom, anche io- lo
tranquillizzai e per la prima volta gli stampai un bacio sulla guancia.
-Addirittura!
Mi devo
preoccupare?- mi domandò divertito riferendosi al bacio.
-No
no, tranquillo, guarda te l’ho
concesso solo perché me ne sto per andare.- gli risposi
sorridendo.
-Infatti
è ora che vado, tra un
po’ arriva il taxi e voglio salutare per bene anche gli
altri.- aggiunsi.
-Ambè
infatti mi sembrava strano,
dai allora che ti accompagno di sotto- mi disse, così
uscimmo dalla sua stanza,
andammo nella mia a prendere la mia valigia e poi nella Hall dove
c’erano gli
altri che stavano parlando.
-Eccoli
làà.- disse Georg
vedendoci arrivare.
-Finalmente!!-
esclamò Sofy, -dai
che rischiamo di perdere il terno- aggiunse,
Silenzio.
-Bhè
ragazzi, grazie di tutto! Davvero
siamo state proprio bene insieme a voi e grazie, grazie davvero!- dissi.
-Grazie
a voi che ci avete fatto
compagnia, anche se per poco, comunque ci riveremo presto!- mi rispose
Bill,
che mi venne incontro, mi abbracciò forte a se e mi diede
due baci sulle guance,
e la stessa cosa fecero Gustav e Georg, anche Sofy li salutò
e andò verso il
taxi.
Io
e Tom eravamo rimasti un po’
indietro ancora a salutarci.
-Tom
devo proprio andare adesso!-
gli dissi.
-Lo
so, brutta stronza!- mi
rispose, guardandolo verso il basso.
-Oh
mio dio, che palle che sei. Ma
insomma non sei tu quella a cui non interessa niente delle ragazze?
Alle fine
io sono una come tutte le altre, no, anzi non abbiamo neanche scopato
quindi
proprio non ti dovrebbe interessare niente di me…- gli dissi
alzando un po’ il
tono di voce; non riuscivo proprio a capirlo.
-E’
per questo jess, sono
riuscito a passare del tempo insieme a una ragazza senza scoparci e
nonostante
questo mi sono trovato benissimo con te e mi sono divertito da morire,
non so
da quanto tempo era che non mi capitava una cosa del
genere…- mi rispose
guardandomi negli occhi.
-Io
pensavo che stava nascendo
una bella amicizia o una roba così, mi veniva
così normale parlarti di me…-
disse, continuando a parlare.
-STOP!
Tom fermati un’attimo! Ascolta
per me è stato uguale, e anche per me stava nascendo una
bellissima amicizia, e
non sai quanto mi sarebbe piaciuto rimanere con te, ma non posso,
però tra due
settimane ci rivediamo, ok?- dissi cercando di tranquillizzarlo, lo
abbracciai
e gli diedi un altro bacio sulla guancia.
-Jess
MUOVITI!- mi urlò mia
sorella da dentro il taxi.
-Eccomi!-
le urlai anche io, in
risposta.
-Devo
assolutamente andare
adesso!.- gli ripetei, -dammi il tuo cellulare un momento.- gli dissi,
velocissima, me lo porse e composi velocissimamente il mio numero di
cellulare
e lo salvai.
-Chiamami
quando vuoi!- gli
dissi, mi abbraccio e baciò un’ultima volta e poi
corsi verso il taxi, che
partì subito verso la stazione.
Faci
in tempo a rilassarmi sul
sedile di pelle nero, che sentii il cellulare vibrare:
-A
presto amica mia!-
Eccovi
il quinto capitolo,
ragazzi i lettori stanno diminuendo, se la storia non vi piace,
ditemelo senza
alcun problema, che lascio perdere. E fatemi sapere che ne pansate ok?
Comunque
grazie come sempre a
tutti quelli che leggono.
Soprattutto
a:
-
Jiada95: scusa
se sono un po’ in ritardo, spero ti piaccia, fammi sapere che
ne pensi. Grazie mille,
un bacio
;)
|
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Capitolo 6 *** Era destino ***
Era
destino~
Arrivammo
in stazione giusto in tempo, per un pelo riuscimmo a prendere il treno.
-Ma
mi dici che è successo con Tom?- mi domandò
incuriosita mia sorella, una volta
sistemateci nei nostri posti.
-Tom,
Tom, Tom- sussurrai, -Ma niente, ci siamo soltanto trovati molto bene
iniseme;
è un ragazzo molto simpatico e dolce se lo si conosce.- le
spiegai.
-WOOW!-
esclamò divertita.
-Si
lo so, ti sembrerà strano, io proprio non lo sopportavo, ma
poi conoscendolo …
stava nascendo una bella amicizia tra di noi.- giunsi pensandolo.
-Non
ci posso proprio credere!- disse con gli occhi che le uscivano dalle
orbite.
-Vabbè,
te ne farai un ragione prima o poi, tu invece con Bill?- le domandai io
questa
volta.
-Oh
Jess, è così dolce e premuroso- disse con gli
occhi a forma di cuoricino, -Io
lo amo più della mia stessa vita, farei di tutto per lui- mi
dichiarò quasi con
le lacrime agli occhi.
-Non
ti passerà mai!- dissi io un po’ disperata,
-comunque devo dire che lui mi
pareva un po’ interessato a te- aggiunsi, alla fine era stato
molto carino con
Sofy e le era stato appiccicato per tutto il tempo.
-Si,
buuuuuuuuuuum, ti pare che uno come Bill si interessa a me?
È impossibile, ti è
parso male.- disse.
Restammo
a parlare dei ragazzi per un bel pezzo, Sofy era completamente
innamorata di
Bill, lo era sempre stata, si vedeva da come ne parlava da come le se
illuminavano
gli occhi quando pronunciavo il suo nome, era davvero cotta…
Poi
ci mettemmo ognuna ad ascoltare la musica,
per la prima volta misi una delle loro canzoni, non erano
neanche così tanto
male, insomma sopportabili, fino a che sprofondai in un profondo sonno,
che da
tanto non provavo. Dopo circa due ore mia sorella mi
svegliò, eravamo quasi
arrivate, infatti dopo dieci minuti scendemmo in stazione, prendemmo un
taxi e
ce ne tornammo a casa.
-Finalmente!-
esclamai aprendo la porta di casa.
-Ragazza,
siete tornate!- urlò mia madre dalla cucina, venendo verso
di noi tutta
euforica.
-Sofyyyyyyyy
alloraa?? Raccontami, com’è andata?- aggiunse,
stringendola in un forte abbraccio.
Si
misero a parlare di quei due giorni e Sofy le raccontò tutto
nei minimi
particolari. Così mi rifugiai in camera mia, rilassandomi
sul mio morbidissimo
letto tondo che tanto mi era mancato, con la radio accesa, e il deejay
annunciò
la prossima canzone: “Ecco a voi, RICORDATI DI NOI di VALERIO
SCANU”. Non mi era mai piaciuto
Scanu come cantante, insomma troppo uguale a tutti gli altri, ma quella
canzone
proprio mi faceva morire tutte le volte che la ascoltavo, era stupenda.
“Io
non mi dimentico, dei sogni irraggiungibili, degli attimi lunghissimi a
superare il vento, io non ti dimentico, perciò non farlo
neanche tuu, ricordati
dovunque sei, ricordami, ricordati di NOI”
Cantai
a squarciagola, e mi passarono davanti quei due giorni insieme a Tom.
Oddio non’era
possibile che mi fossi affezionata così tanto a lui, diamine
eravamo stati
insieme solo due giorni, ci conoscevamo superficialmente non era
scientificamente possibile.
E
proprio in quel momento mi squillò il cellulare
–Tom- mi scappò un sorrisetto
in volto.
-Giarda,
stavo giusto pensando a te!- gli dissi subito, rispondendo alla
chiamata.
-
Allora vedi che già ti manco?- mi rispose lui con una voce
divertita.
-Assolutamente
no Kaulitz! Mi pare che sei tu quello che ha chiamato!- controbattei,
come mi
divertito a fare l’idiota con lui.
-Infatti!
Ti ho chiamato per dirti che per Roma, come previsto, non ci sono
problemi, vi
ho trovato due pass- mi informò ridendo.
-Grandee
Kaulitz! Me li invii per posta ok?- dissi io entusiasta di quella
notizia.
-Ma
come, non ci vediamo prima del concerto?- mi domandò con un
tono che sembrava
essere deluso.
-Dai
Tommmm, ma allora sei proprio perso senza di me! Ahahahah, volevo fare
una
sorpresa a Sofy e portarla subito al concerto, se invece ci vediamo
prima, poi
dopo è scontato che veniamo anche là.-
gli risposi io.
-Madonna
mia, che palle, sempre tutte stè sorprese de merda! Va bene
va bene, allora ci
vediamo dopo, alla fine del concerto.- mi disse con tono triste.
–Comunque il
viaggio è andato bene?- mi chiese.
-No
guarda, ci hanno violentato e picchiato per tutto il tempo.- gli
risposi io
scherzando.
-Ho,
scusa se mi preoccupo un po’ per voi
èè..- mi disse.
-Dai
Tom, che scherzo, mi fa molto piacere che ti preoccupi per noi, chiama
quando
vuoi, capito?- gli dissi io, seria questa volta.
-Sisi,
basta che ti fai sentire anche tu qualche volta.- aggiunse, contento.
-Va
beneee, non ti preoccupare mi farò sentire- gli dissi io.
Silenzio.
-A
che pensi?- gli domandai io.
-Penso
che non mi va per niente di aspettare due settimane prima di rivederti,
non
fraintendere è, ma a che le rompo le palle io, se tu non ci
sei?- mi rispose
scherzando.
-Sei
sempre molto simpatico Kaulitz!- gli dissi io.
-Cara
devo staccare, mi faccio sentire, ok?- mi disse velocemente.
-Va
bene scemo, ci sentiamo allora!- gli dissi un po’ dispiaciuta.
-Ciao
bella, ti voglio bene!- mi salutò.
-Anche
io scemo, ciao ciao!- lo salutai io, e attaccai prima che lo potesse
fare lui.
Mi
andai a fare una doccia veloce, cenai, e me ne andai subito a dormire,
ancora
esausta dal viaggio
e
le poche ore di sonno dei giorni precedenti.
Tre
giorni dopo arrivarono a casa, per posta, i pass per il concerto e
così per l’occasione
decisi di chiamare Tom.
-Tuu
… tuu … tuu … - squillava a vuoto.
-Allora
vedi che ti manco un po’- rispose d’un tratto Tom,
proprio quando stavo per
riattaccare.
-No
mio caro, non mi manchi per niente, tranquillo, ti volevo solo dire che
i pass
sono arrivati sani e salvi.- gli risposi, felicissima di sentire la sua
voce.
-Si,
come no, lo so che in realtà è solo una scusa
perché avevi voglia di sentirmi-
mi disse divertendosi come un matto.
-Come
vuoi tu scemo! Ma come mai c’hai messo due anni per
rispondere?- gli domandai.
-Stavo
provando con i ragazzi- mi rispose.
-Haaaa,
ho capito, vabbè dai allora ti lascio alle tue prove, ci
sentiamo presto Tom-
lo salutai.
-Va
bene cara! Un bacio!- mi disse, e insieme chiudemmo la telefonata.
Era
proprio un tesoro quel ragazzo, gli volevo davvero un bene
dell’anima.
Le
due settimane volarono in un batter d’occhio, per fortuna,
più o meno ogni due
giorni io e Tom ci sentivamo e passavamo anche ore a parlare al
telefono di qualunque
cosa, ci veniva ad entrambi spontaneo parlare l’una
dell’altro…
Ancora
non mi poteva sembrare vero di aver fatto amicizia così
velocemente con una
persona, per di più maschio, insomma io ero sempre stata una
ragazza molto
timida e riservata, però con lui era tutta
un’altra cosa, mi trovavo davvero
troppo bene…era destino chi ci saremmo dovuti
incontrare…
Ecco
a voi il sesto capitolo, scusate lo so non’è il
massimo, ma è solo un capitolo
di passaggio per il prossimo, e per gli errori di grammatica, che non
voglio
nemmeno immaginare quanti ce ne siano ma non ho avuto proprio tempo di
correggerlo.
Comunque,
spero che vi piaccia almeno un po’.
Fatemi
sapere che ne pensate. E lasciate qualche commento.
Grazie
e tutti quelli che leggono e commentano:
- Jiada95:
non ti preoccupare come hai visto si rincontreranno molto presto ^^.
Grazie che
continui a commentare, mi fa davvero un sacco piacere che la storia ti
prende. Fammi
sapere che ne pensi anche di questo. Un bacio ;)
|
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Capitolo 7 *** Cin Cin! ***
~Cin
Cin!!
-Dai
Sofy muovitiii!!- urlai a mia sorella che ancora stava
tranquillamente dormendo nel suo letto.
-Jess
ma sei scema? Sono le quattro del mattino, come ti
viene in mente di svegliarmi? Voglio dormire, lasciami in
pace…- mi rispose in
malo modo, infilando la testa sotto il cuscino.
-Sofyyy,
dai muoviti, c’è una sorpresa per te…-
le dissi,
sapendo che quando si parlava di sorprese Sofi faceva tutto quello che
le se
chiedeva.
-Sorpresa?
Che sorpresa?-
domandò, iniziando subito ad alzarsi dal letto,
ancora tutta
addormentata.
-E’
se te lo dico non è più una sorpresa, tu comunque
muoviti, che ti garantisco che ne vale senza dubbio la pena- le
risposi,
vestendomi velocemente.
Dopo
circa una mezzoretta eravamo pronte e uscimmo di casa,
dirigendoci verso il luogo del concerto, quando arrivammo lì
Sofi capì al volo
dove l’avevo portata e mi strinse in uno dei suoi soliti
abbracci, e si fiondò
alle transenne, dove già c’erano circa una decina
di persone.
-Jesss,
grazie grazie grazie, davvero, sei una sorella
fantasticaa. Ma come hai fatto a trovare i biglietti?- mi
ringraziò, dandomi
alcuni baci sulle guancie, adoravo renderla felice.
-Eee,
sai questi sono i vantaggi ad avere Tom Kaulitz come
amico…- dissi io fiera di me stessa, per essere riuscita a
trovare i biglietti.
Ed entrambe scoppiamo a ridere.
Andò
esattamente come la scorsa volta, passammo l’intero
pomeriggio fuori dal palazzetto, poi la corsa per la prima fila, e per
fortuna,
come a Padova, con qualche spintone a destra e uno a sinistra,
riuscimmo a
guadagnarci la prima fila davanti alla passerella, il posto
più ambito.
Aspettammo altre due ore e passa lì dentro, poi le luci si
spensero, l’urlo
maniacale della folla si fece sentire, e l’uovo si
aprì, un fiammeggiante Bill
ne uscì con un sorriso a trentadue denti. Scrutò
con attenzione le prima file e
quando il suo sguardo cadde su quello di Sofy, rimase per qualche
secondo
incantato come se avesse visto non so che cosa. C’era
qualcosa, si vedeva a
miglia di distanza.
Invece
Tom non fece altro che mandarmi sguardi, che mi
facevano davvero sbudellare dal ridere, per tutto il tempo. Cantai
tutte le
canzoni, che mi ero imparata a memoria con l’aiuto di mia
sorella, a
squarciagola, e per la prima volta vedendoli dal vivo mi emozionai, e
capii
quanto amavano la musica e che era proprio quello che volevano fare
nella loro
vita.
I
ragazzi salutarono la folla lanciando asciugamani,
bacchette e acqua, che guarda caso Tom lanciò più
volte proprio sopra di me,
bagnandomi completamente da testa a piedi.
Le
fan uscirono dal palazzetto e così anche noi, che
però ci
dirigemmo di nascosto verso il backstage, mostrammo i pass a un tipo
grande e
grosso della security che ci accompagnò nella stanza dove
c’erano i ragazzi che
erano tranquillamente spaparanzati su dei divanetti.
Alla
nostra vista Bill spalancò le sue esili bracci e Sofy
si lanciò velocemente tra di esse.
Io
invece restai sulla soglia della porta, e fissai
incazzatissima Tom, che mi guardò e scoppiò
divertito a ridere.
-Tesorooo,
ma chi è stato quel cattivone che ti ha bagnato
tutta?- mi chiese ancora ridendo.
-Un
grandissimo testa di cazzo!- gli risposi e lui scoppiò a
ridere ancora di più.
-Eddai
che hai appena qualche goccia sulla maglia.- si
giustificò, alzandosi dal divanetto.
-Qualche
goccia, Tom ma mi hai visto? Sono completamente
bagnata…- dissi io sorridendogli e lui mi venne incontro
abbracciandomi, mi
alzò dal pavimento facendomi fare qualche giro in aria e mi
lasciò un tenero
bacio sulla guancia, che io ricambia
una
volta riappoggiatami per terra.
Sciolto
l’abbraccio andai a salutare tutti gli altri e con
quel filo di voce che mi era rimasto mi congratulai con loro per la
bellissima
performance. Restammo tutti insieme in quella stanzetta per un bel
pezzo a
parlare del concerto e non solo.
-Brrrrr!!-
feci io, d’altronde stavo muorendo di freddo.
-Tom,
la stai facendo assiderare poverina…- disse a mio
sostegno Bill.
-Eee,
mamma mia per qualche gocciolina- rispose il gemello,
alzandosi dal divano, andando in un’altra stanza. Dopo
qualche minuto ritornò
con una delle sue immense felpe e me la porse.
-Tieni
va, mettiti questa, che sennò mi muori qui- mi disse,
sedendosi vicino a me.
-Grazie
Kaulitz!- lo ringraziai io, mi infilai la felpa, e
Tom mi abbracciò, cercando di riscaldarmi un po’.
Mi feci coccolare come non
mai fino a cadere tra le braccia di Morfeo.
Quando
mi svegliai eravamo già nel pullman che ci stava
portando in hotel, ed eravamo solo io e Tom, che si era appena acceso
una
sigaretta.
-Oddio
Tom, scusami, mi sono addormentata- mi scusai io,
desolata, per l’accaduto.
-Ehii,
figurati, non c’è problema, chissà a
che ora ti sarai
svegliata questa mattina- mi rispose.
-Si
infatti, ma questo non mi autorizza a dormire, dato che
non ci vediamo mai- dissi, e gli scroccai un tiro.
-Davvero
non c’è problema, abbiamo tutta la notte da
passare
insieme- mi rassicurò nuovamente e mi strinse di nuovo in
uno dei suoi
abbracci, lasciandomi un tenero bacio sulla fronte.
-Allora?
Che hai combinato in questa due settimane?- gli
chiesi io curiosa.
-Bhà
niente di che, ci siamo rilassati un po’, siamo andati
a trovare genitori e amici, e abbiamo provato un po’- mi
rispose lui con poco
entusiasmo.
-Oddio,
non dire che non hai spezzato il cuore neanche a una
ragazzina?- gli domandai io sarcastica.
-Ah
ah ah, come sei simpatica! No, comunque no, sono stato
bravo!- mi disse sorridendomi e questa volta io gli stampai un bacio in
guancia.
-Siamo
arrivatiii!!- esclamò Bill uscendo dal piano di sopra
–finalmente in Hotel!- aggiunse, entusiasta.
Scendemmo
tutti dal tour bus e ce ne andammo a rilassarci un
po’ in Hotel.
-Invece
tu che hai fatto in queste due settimane?- mi chiese
Tom che come sempre mi aveva invaso la camera.
-Ma
io … io …. In queste settimane … -
bofonchiai qualcosa
di incomprensibile.
-Allora?
Che hai combinato?- insistette lui.
-Bhè
… - ci pensai – io veramente, adesso che ci penso,
non
ho fatto alto che aspettare questo giorno- dissi, fissando il vuoto.
-Ma
allora quando vuoi sai essere anche dolce- mi disse lui
scherzando –comunque davvero, non sai quanto mi fa piacere
quello che hai detto-
aggiunse e mi abbraccio di nuovo a se.
Perché
alla fine era vero, per quanto potessi aver fatto la
dura e non voler ammettere che mi stavo affezionando a lui, in
realtà era
proprio così. In queste due settimane non avevo fatto altro
che pensare hai
giorni trascorsi insieme a lui, e a questo giorno, come sarebbe andato
e a che
cosa sarebbe successo quando lo avrei rivisto.
Era
davvero diventato importante per me, anche troppo forse,
anzi quella amicizia era diventata davvero indispensabile.
-Mi
hanno detto che c’è un pub a cinque minuti a piedi
da
qui, che dici ti va?- mi domandò tutto contento,
evidentemente quello che avevo
detto lo aveva reso davvero di buon umore.
-Si,
va bene, mi va proprio adesso una bella birra!- gli
risposi.
Uscimmo
dalla stanza, andammo ad avvisare gli altri che
saremmo andati a fare un giro, e ci dirigemmo verso il pub, che come
previsto
dal chitarrista raggiungemmo dopo cinque minuti esatti.
-Due
birre, per favore- ordinò Tom, la barista gliele porse
in un batter d’occhio, e questo tornò al tavolo
con due pinte piene fino
all’orlo.
-Allora?
A che brindiamo?- mi chiese, porgendomi il mio
bicchiere.
-Non,
so, tu che dici?- gli domandai.
-Direi
senza dubbio a questa bellissima amicizia che stà
nascendo, del quale sono sicuro tra un po’ non
riuscirò a
farne a meno- disse, e i nostri bicchieri
si andarono a scontrare uno con l’altro.
-CIN
CIN!- esclamammo insieme. Quello sarebbe sicuramente
stato, uno dei tanti brindisi che avremmo fatto quella notte, o meglio
quella
lunghissima notte.
Ragazzi
scusate a tutti il ritardo, ma sono stata in vacanza
e poi ho avuto un po’ di porblemi, scusatemi davvero, spero
che almeno il
capitolo vi piaccia, anche se a mio parere non è proprio il
massimo, vabbè
fatemi sapere che ne pensate. E scusate davvero tanto per gli errori
grammaticali.
Un
ringraziamento particolare a:
-
Jiada95: Scusa, scusa, scusa, per il ritardo.
Comunque
eccoti il seguito, spero che ti piaccia, mi raccomando fammi sapere che
ne pensi,
che tutte le volte i tuoi commenti mi fanno molto piacere. Un bacio ;)
-
BlackStreetV:
Una nuova lettrice! Sono contenta che ti piaccia la storia. Ecco il
continuo.
:D
|
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Capitolo 8 *** Io ci sono ***
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Io
ci sono ~
-Un’altra!-
ordinò Tom al barista, che in un brevissimo arco
di tempo ci portò un’altra birra, una delle tante
che avevamo consumato quella
sera.
-Non
ti vedo molto bene cara.- mi
disse il chitarrista che al mio contrario
era più sobrio che mai.
-Ah
no, stò bene- dissi io cercando di alzarmi dalla sedia,
appoggiai in piede a terra, vidi tutta la stanza girare, feci un passo
ma persi
immediatamente l’equilibrio e SPADABUM!
Caddi
a terra, poi più niente, l’unica cosa che ricordai
fu
il volto di Tom sopra di me, poi BUIO
TOTALE!
Quando
mi risvegliai ero distesa in un letto e dall’ambiente
circostante capii subito che mi trovavo in un ospedale.
-Oddio
mio che cazzo di mal di testa!- mi lamentai con un
filo di voce.
-Così
impari a bere di meno la prossima volta.- sentii dire
da un angolo della stanza.
-Santo
dio Tom, mi hai fatto prendere un colpo, non mi ero
accorta che fossi qui.- gli risposi sorpresa ma felice di vederlo.
-Stupidina,
come potevo lasciarti sola?- mi domandò,
sfiorandomi la fronte con le labbra.
-Potresti
gentilmente ricordarmi che cosa è successo?-
gli domandai io afferrandogli una mano.
-Hai
bevuto qualche bicchiere di troppo, sei caduta, hai
battuto la testa e sei svenuta in una pozza di sangue. In poche parole
ti sei
spaccata la testa, niente di preoccupante però.- mi rispose
con aria
tranquilla.
-Non
ci posso credere- esclamai rattristandomi –sei riuscito
a farmi ubriacare!- aggiunsi abbassando la testa.
-Cosa
intendi con il “sei riuscito a farmi ubriacare”?- mi domandò
sorpreso.
-Bhè
è una storia lunga…- gli risposi, fissando il
vuoto.
-Mi
pare che nessuno dei due ha fretta- mi rispose,
prendendo una sedia e accomodandosi vicino a
me.
-…-
presi un lungo
respiro, e iniziai.
–
Nove mesi fa eravamo ad una festa di una mia amica,
l’estate, l’euforia per la fine della scuola e
l’alcool, c’era tanta roba da
bere Tom che non ti puoi neanche immaginare, i tre quarti della gente
era
ubriaca e tra questi c’era il mio migliore amico, lo aveva
appena lasciato la
ragazza, era disperato e non riusciva a smettere di bere, io e altri
miei amici
gli eravamo stati dietro tutta la sera, ma bastava una minima
distrazione che
si fiondava subito a bere qualcos’altro, era talmente ubriaco
che non riusciva
neanche più a parlare…- mi interruppi un attimo e
una lacrima mi rigò il volto.
– In breve
finì in
coma etilico, chiamammo l’ambulanza, lo portarono subito in
ospedale, vista
l’urgenza, ma da quanto mi hanno raccontato, neanche ci
è arrivato- conclusi, e
un’altra lacrima inaspettata mi scese lungo il volto.
-Jess
mi dispiace, se lo avessi saputo …-
si scusò asciugandomi una guancia.
-Tranquillo,
anzi mi ha fatto bene parlarne- dissi e lo
abbracciai.
–Insomma
da quella volta non ho più toccato una goccia di
alcool, fino a ieri sera almeno, ce lo eravamo promesso con i miei
amici NIENTE
PIU’ ALCOOL! Invece già ho infranto la promessa.
Ti prego Tom, cerca di non
indurmi più in tentazione- lo pregai e scoppiai a piangere.
-Ehi
ehi, cucciola tranquilla! Te lo prometto.- mi disse
stringendomi forte a se.
-Tom
tu non sai quanto mi manca, non te lo puoi immaginare
che cosa significhi perdere il tuo migliore amico per quella merda di
alcool,
non c’è giorno che io non pensi a lui, alla nostra
amicizia, mi manca più di
qualunque altra cosa al mondo, mi manca la sua voce, i suoi abbracci, i
suoi
consiglia mi manca quell’amicizia che da nove mesi
stò cercando di avere con
qualcun altro ma che ancora non sono mai riuscita a trovare,
perché nessuno è
come era lui.- gli confessai singhiozzando. Stava nascendo una
bellissima
amicizia ma lo doveva sapere, doveva sapere che anche lui, al quale mi
stavo
affezionando tantissimo, non avrebbe mai preso il suo posto.
-Che
cosa vuoi dire con questo Jess?- mi domandò
stringendomi ancora a se.
-Che
io in questo momento ho bisogno di un amico vero, che
mi stia accanto e non mi lasci sola, perché sono a pezzi.-
gli risposi in
lacrime.
-Fidati
Jess, che non ti lascio per nessuna ragione al
mondo, te lo prometto- e con le sue enormi maniche mi
asciugò le guancie.
-Grazie
Tom, davvero!- gli dissi, mi regalò uno dei suoi
tenerissimi baci e uscì dalla stanza, tornando poco dopo con
un dottore.
-Oh
finalmente si è svegliata.- disse quest’ultimo
avvicinandosi a me. –Allora, come si sente?- mi
domandò.
-Bhè
devo dire che sono stata meglio, ho un fortissimo mal
di testa.- gli risposi.
-E’
abbastanza normale data la botta che ha preso, comunque
abbiamo fatto tutte le analisi ed è tutto apposto, quindi
può uscire anche
adesso, basta che mi mette una firma qui.- mi disse indicandomi un
foglio
bianco. Feci uno scarabocchio nel punto da lui indicato e con qualche
difficoltà cerai di alzarmi dal letto. Dopo circa
mezz’ora eravamo fuori
dall’ospedale, che ha mia insaputa era invaso da fan, poi
un’auto ci portò in
Hotel dove trovammo tutti gli altri che ci stavano aspettando
impazienti, così
dopo un lungo interrogatorio da parte di questi, in primis mia sorella,
mi
rifugiai, accompagnata da Tom, in camera mia dato che mi sentivo la
testa
scoppiare da un momento all’altro.
-Che
incubo!- esclamai buttandomi sul letto.
-Se
vuoi ho una tachipirina, ma stai tranquilla che tra un
po’ ti passa, fatti una bella dormita e vedrai che domani
sarai fresca come un
fiore.- disse, cercando di tranquillizzarmi.
-No
Tom non mi riferivo al dolore fisico, quello non’è
niente a come mi sento io dentro in questo momento.- gli risposi.
-Jess
purtroppo per quello ancora non hanno inventato nessun
rimedio e hai ragione io non so che cosa si prova a perdere un amico,
però ti
posso dire che a te ci tengo tantissimo e che per te ci sono sempre per
qualsiasi cosa, per piangere, ridere, qualunque cosa ti voglia
fare… IO CI
SONO!- mi disse, ed era proprio quello che avrei voluto sentirmi dire
da lui.
E
dopo una lunga chiacchierata serale cademmo entrambi tra
le braccia di Morfeo.
Ok,
ragazzi lo so questo capitolo fa veramente schifo e vi
chiedo perdono, l’ho riscritto tre mila volte e devo dire che
anche adesso è
illeggibile. Purtroppo non ho avuto neanche un’ispirzione
decente, cercherò di
rifarmi con il prossimo.
Grazie
comunque a chi legge e commenta:
-
Jiada95: Fortuna che piacciono a te questi
capitolo,
anche se so che questo proprio è illeggibile. Comunque per
Sofy e Bill ci
saranno delle novità nei prossimi capitoli.
Grazie ancora per tutti i commenti, un bacio :D
-
Miiskikastar483: Tranquilla, so cosa
significa non
avere tempo per recensire. Certo che mi ha fatto piacere il tuo
commento, sono
davvero contenta che ti piaccia la storia. Un bacio anche a te <3
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