Chi disprezza compra

di Ire94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il compleanno ***
Capitolo 2: *** Il grande giorno ***
Capitolo 3: *** Piacere Tom ***
Capitolo 4: *** Bimbo a chi? ***
Capitolo 5: *** A presto amica mia ***
Capitolo 6: *** Era destino ***
Capitolo 7: *** Cin Cin! ***
Capitolo 8: *** Io ci sono ***



Capitolo 1
*** Il compleanno ***




Chi disprezza compra



~ Il compleanno ~


-No, Mà, assolutamente, non se ne parla!- urlai contro mia madre, su tutte le furie.
-Dai Jess, ti prego, lo sai quanto ci tiene, le faresti un bellissimo regalo di compleanno; per favore- mi rispose mia madre senza scomporsi troppo.
-Ma dai, però, lo sai che proprio non li sopporto, insomma non so se ce la farei a sopportare, addirittura un concerto intero-. Dissi calmandomi un po’, e mi sedei.
-Ci devo pensare.- aggiunsi e me ne andai in camera mia.

Tra una settimana e mezzo circa, sarebbe stato il compleanno di mia sorella Sofy, che avrebbe compiuto 15 anni, fan sfegatata dei TOKIO HOTEL, e mia madre sapendo che erano appena usciti i biglietti per i loro concerti in Italia, aveva avuto la splendida idea, di comprarle un bel biglietto come regalo, e io avrei dovuto accompagnarla, dato che non si fidava né a mandarla sola né con le sue amiche. Il punto era che io i Tokio Hotel, proprio non li sopportavo, non mi erano mai piaciuti e poi mia sorella mi aveva riempito la testa con le loro canzoni che me li aveva fatti odiare. Insomma alla fine sono quattro ragazzi che cantano delle canzonette da tre soldi solo per scoparsi qualche ragazzina. Però allo stesso tempo mi sarebbe piaciuto fare un regalo del genere a mia sorella, sapevo quanto ci teneva e sicuramente avrebbe fatto i salti di
gioia.

-Mà scusa ma non ce la puoi portare tu?- dissi a mia madre tornando in cucina, e versandomi un po’ di frullato alla fragola in un bicchiere.
-Mi ci vedi a me, in mezzo a una bolgia di ragazzine che urlano come pazze? E poi quel giorno ho una causa molto importante in tribunale e non posso assolutamente mancare.- mi rispose, cucinando la cena.
-Ok, ok, va bene ce la accompagno io, m ti occupi di tutto tu, biglietti, treno ecc… io non ne voglio sapere niente, farò solo da accompagnatrice.- dissi, ancora non molto convinta.
-Aaaaaaa, grazie Jess, sapevo che alla fine lo avresti fatto!- mi urlò mi madre tutta contenta, abbracciandomi.
-Ok, ma niente smancerie, io esco, ci si vede dopo- le dissi, e me ne uscii di casa, maledicendola per quello che avrei dovuto affrontare.

Una settimana volò come niente e arrivò il compleanno di Sofy.
-Allora, allora? Che mi avete regalato?- disse mia sorella tutta eccitata.
Così tirai fuori una busta e gliela sventolai davanti alla faccia, lei la prese la volo, la fissò per qualche istante, cercando di capire che cosa c’era all’interno, poi la aprì molto lentamente, prese i biglietti in mano, li guardò e poi lesse
–Tokio Hotel, Padova, Palasport, Ventisei aprile duemiladieci- rimase per due secondi come stordita, poi scoppiò in un pianto di felicità, mi venne incontro e mi strinse in un abbraccio fortissimo.
–Tanti Auguri sorellina- le sussurrai e le scoccai un bacio sulla guancia.




Ragazze questo è il primo capitolo, della mia prima FFC,  scusate se è un po’ noioso e corto ma mi serviva per introdurre poi tutto il resto della storia. Ditemi se vi piace, sennò lascio perdere.
 Un bacio a tutte.

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Capitolo 2
*** Il grande giorno ***


Il grande giorno ~

Quei quattro mesi volarono come niente e il concerto arrivò in un batter d’occhio.

-Jess ma ci credi? O mio dio! Domani finalmente li vedrò, per la prima volta dal vero- disse ancora incredula Sofy.
-E che bello, non vedo l’ora- le risposi, prendendola in giro.
–Comunque muoviti che tra meno di un’ora abbiamo il treno- aggiunsi senza un minimo di entusiasmo.

Dopo un viaggio di circa quattro ore arrivammo davanti al palazzetto, a Padova, erano le sei e mezzo di sera ed era completamente deserto, ancora non era arrivato nessuno. Sofy scoppiò in un pianto di felicità, del quale sinceramente non ne capii proprio il motivo, e mi abbracciò.

-E adesso che c’è?- le domandai un po’ scocciata.
-Ma come che c’è? Jess non vedi? Non c’è assolutamente nessuno qui. Sai cosa significa questo? PRIMA FILA!- urlò a squarciagola.

Ripresasi, ci avvicinammo all’entrata e ci appostammo proprio lì davanti, saremmo state sicuramente le prime ad entrare, su questo non c’era nessun dubbio. Passammo tutta la notte de più e del meno, e poi ci addormentammo nei nostri caldi sacchi a pelo. Quando ci svegliammo erano circa le sette di mattina e già erano arrivate altre persone che si erano sistemate dietro di noi. Trascorremmo tutto il pomeriggio a parlare con delle ragazze dietro di noi, dato che il tempo non voleva proprio passare, erano arrivate davvero tantissime presone. Poi finalmente per le sei e tre quarti aprirono i cancelli e allora lì…

-Corri Jess corriiiiii….- mi urlava mia sorella dirigendosi verso il palco.

E corsi, corsi davvero tanto, e per la sua felicità alla fine ce la facemmo, prima fila davanti alla passerella. Aspettammo lì, schiacciate alle transenne per altre due ore e un quarto circa, e alle nove spaccate le luci si spensero, tutti urlavano come dei pazzi e la magia iniziò. La vedevo, Sofy era completamente impazzita, cantava con tutto il fiato che aveva in gola, e non capiva più niente, come il resto delle ragazze che era dentro quel palazzetto d’altronde. Ad un tratto, spostai lo sguardo e notai due grandi occhi nocciola che mi puntavano, mi stava fissando, il tizio che suonava la chitarra, mi stava guardando. –Oh che cazzo ma tra tutta la gente che c’è qui dentro proprio a me doveva scegliere stò maniaco?- pensai dentro di me. Infatti l’unica cosa che sapevo di quel ragazzo, da quello che mi aveva raccontato mia sorella, era che un donnaiolo, uno di quelli da una notte e via, uno di quelli che non crede nell’amore vero. Diamine erano più di due minuti che mi stava fissando di continuo e sinceramente mi sentivo un po’ in imbarazzo, dato che non sapevo neanche una parola della canzone che stavano suonando, poi finalmente distolse lo sguardo. Dopo un po’ più di un’ora il cantante annunciò la canzone finale –FOREVER NOW-  e li, scoppiarono le lacrime, vedevo gente piangere dappertutto. Poi i coriandolo e i saluti finali della band.
Il palazzetto si svuotò, e tutti se ne andavano, chi felice di aver visto i suoi idoli, chi triste,  perché sapeva che sarebbe passato chissà quanto tempo prima che li avrebbero rivisti.
E così, uscita tutta la gente, anche io e la mia “cara” sorellina ce ne andammo.

-Ho notato come ti guardava Tom è…- mi disse con un sorrisetto sulle labbra, che solo lei sapeva fare.
-E bhè, maniaco lui, bella io, era inevitabile, no??- le risposi con tono sarcastico, e scoppiammo entrambe a ridere.
Stavamo camminando sul ciglio della strada, quando ad un tratto, un grande autobus si fermò vicino a noi e ne uscì un uomo sulla trentina.
-Serve un passaggio?- ci domandò.

Rimanemmo immobili, Sofy era come incredula, stupita e io sinceramente non ne riuscivo a capire il perché…

-E’ il loro tourbus- mi sussurrò a un orecchio, e rimase in silenzio.
-Allora? Lo volete questo passaggio, si o no?- reclamò il tipo dell’autobus.
-Si, si, grazie molto volentieri, è davvero gentile- gli rispose mia sorella.

Io rimasi stupita, ma che diavolo stava dicendo?  Ce ne dovevamo tornare in albergo, e invece chissà quel tizio dove ci avrebbe portato. L’uomo ci fece salire, e arrivate sopra ci trovammo davanti i quattro ragazzi della Band.

Silenzio.

Di nuovo! No, non ci posso credere, il tipo con gli occhi nocciola, del quale già mi ero dimenticata il nome, mi stava fissando nuovamente; ma che cavolo voleva da me?
Poi l’autobus, ripartì, e il vocalist della band ci venne incontro.
 -Siete arrivate, finalmente, vi stavamo aspettando- ci disse con un sorriso sul volto.
Ci stavano aspettando? Ma che diceva? Neanche ci conoscevamo.
-Piacere- disse mia sorella –Io sono Sofy- aggiunse con le lacrime agli occhi, e li salutò con un bacio sulla guancia.

Poi tutti mi fissarono.

Silenzio.

Che era successo?

Imbarazzo totale, non sapevo assolutamente che dire.

-Lei invece è mia sorella Jess- mi salvò Sofy.
-Ah si, bhè piacere Jess-  dissi io, per niente convinta.

Ci sedemmo tutti quanti su del divanetti, e iniziarono a parlare di come fosse andato il concerto.
Poi chiesi per il bagno, e mi fu indicato, dal biondino, credo il batterista.
Mi ci rifugiai di corsa, e mi chiusi dentro –Oh mio dio non è possibile, proprio a me doveva capitare una cosa del genere?- pensai disperata, e mi sistemai un po’, capelli, trucco, e feci in miei bisogni. Poi uscii, chiusi la porta, mi voltai e mi trovai davanti il tipo dagli occhi nocciola.

-Oh, scusa, ti ho fatto aspettare? Devi andare in bagno?- dissi, imbarazzatissima.
-Oh, no no, tranquilla, non devo. Volevo sapere se ti andava, un sigaretta- mi domandò, mostrandomi un pacchetto di Malboro.
-Oddio,  potresti salvarmi la vita, sisi, assolutamente, è da ieri mattina, che non fumo e ne ho un estremo bisogno!-  gli risposi, ancora incredula, guardando il pacchetto di sigarette.
-Però andiamo nell’altra stanza, che sennò di la, poi Gustav rompe le palle- mi disse, sorridendomi.

E ci dirigemmo in un’altra stanza.

Bhè, ecco a voi il secondo capitolo, spero vi piaccia anche questo, mi farebbe piacere qualche commento, per sapere cosa ne pensate.
Ringrazio:
-Principessa Kaulitz: sono contenta che ti sia piaciuto, ecco a te, il secondo capitolo. 

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Capitolo 3
*** Piacere Tom ***


Piacere Tom ~

Entrammo in una specie di salotto dove c’erano due divanetti uno di fronte all’altro con in mezzo un tavolinetto e una televisione al plasma attaccata alla parete.
Ci sedemmo vicini in uno dei due divanetti, mi porse una sigaretta e me la accese e fece altrettanto con se.

Silenzio.

-Ma tu non sei troppo piccola per fumare?- mi chiese non sapendo che cosa dire.
-Ragazzo ho ben diciotto anni e mezzo- gli risposi fiera di me –Ha comunque ti sarei grata se non ne parlassi con Sofy, sai lei non lo sa- ammisi.
-Ooh, non mi dire che hai quasi diciannove anni e ancora fai le cose di nascosto come le ragazzine?- mi chiese con tono sarcastico.
-Direi di si, sotto un certo punto di vista, sai poi dopo mi rompe le palle, per non parlare di mia madre, che ne farebbe una tragedia greca- gli dissi.

Restammo più di un’ora a parlare di tutto e niente, alla fine non’era neanche così stupido come credevo, anzi, se si impegnava sapeva anche essere simpatico e dire cose intelligenti . . . poi ad un tratto non so perché, mi fregai . . .

-Sai una cosa? Io non so neanche come ti chiami- dissi un po’ in imbarazzo.
-Cosa? Ahahahahahahahahah . . . .- scoppiò, giustamente, in una risata infinita, tanto che si piegava in due.
-Ma allora che ci facevi al concerto?- aggiunse ancora ridendo.
-Ho accompagnato mio sorella, sinceramente io non conosco neanche una parola di una vostra canzone.- ammisi abbassando la testa.
 Scoppiò nuovamente a ridere, come un’idiota.
-Comunque Tom, piacere- si presentò, e mi porse la mano.
-Jess, piacere- dissi io, e la mia mando andò ad afferrare la sua.

Continuammo a parlare e parlare, mi raccontò un po’ di lui e della band e io feci altrettanto. Non so perché ma con lui, nonostante lo conoscessi da pochissimo, mi veniva spontaneo parlargli di me, e percepivo che era la stessa cosa anche per lui.
Ci fumammo un pacchetto di sigarette in due

Poi silenzio.

Ancora silenzio.

Lentamente si avvicinò a me, molto delicatamente appoggiò una mano sul mio viso che era a un millimetro di distanza dal suo . . .

-Ahahahahahahahahah  . . . – scoppiai a ridere, questa volta io. –Non conoscerò il tuo nome Kaulitz, ma la tua fama da casanova si e ti avviso che io non sono come tutte le ragazzine che ti cadono hai piedi, quindi non ci provare- gli dissi sorridendo.

Mi allontanai da lui, che rimase in quella posizione per almeno altri dieci secondi.

-Che stronza!- mi disse, sorridendomi.
-Ahahahaha, bhè abbiamo finito le sigarette e non ho la minima idea di dove ci stiate portando, quindi direi che è il caso di tornare di là- gli risposi, e senza aspettare che replicasse uscii dalla stanza e tornai dagli altri che ancora stavano parlando, di non so che cosa.

-Oi, finalmente sei tornata, dove eri finita?- mi chiese curiosa Sofy.
-Io e Tom ci siamo fermati a parlare di la- dissi in tutta tranquillità e mi sedei vicino a lei.
-Ah, i ragazzi ci hanno invitato a cenare con loro in hotel e poi rimanere a dormire la con loro- mi informò tutta euforica Sofy.
-Emm, ti ricordo che noi abbiamo tutta la nostra roba, nel nostro hotel- dissi cercando di trovare una via di fuga.
-Ha detto Bill, che li andrà a prendere qualcuno mentre noi ceneremo- mi rispose con un sorriso immenso.
Guardai il cantante che fece un segno di acconsenso con la testa.
-Ah, allora si va bene- dissi solo per farla contenta, d’altronde era il suo regalo di compleanno.
-FANTASTICO!- urlò Bill, piano di entusiasmo.

In quel momento rientrò Tom, che fino ad adesso era rimasto nell’altro stanza, e Bill lo informò che saremmo rimaste ancora per un po’ con loro.
Continuammo a parlare tutti insieme e dopo dieci minuti finalmente arrivammo in hotel.
Ci fiondammo tutti quanti nella sala da pranzo, dato che i ragazzi erano affamatissimi, e restammo lì a mangiare fino a mezzanotte passata, poi ci riportarono i nostri bagagli, ci salutammo e ognuno se ne andò nelle proprie camere.

-Oh, finalmente un po’ di pace- dissi, parlando da sola, arrivata nella mia stanza.
Mi feci una rilassantissima doccia calda, togliendomi di dosso tutto lo sporco che avevo, mi vestii comodamente, con un paio di pantaloncini da basket e una canottiera nera, poi mi stesi sul letto e accesi la tv.

-Toc Toc!- qualcuno bussò alla porta.
-Oddio mio, chi è adesso che rompe le palle!- dissi a bassa voce, -Chi è?- chiesi poi a tono più alto, in modo che mi potesse sentire.
-Il lupo mangia frutta!- mi fu risposto.
-E che frutto vuoi?- risposi io, stando al gioco, e avvicinandomi alla porta, sorridendo.
-Mmmm . . . FRAGOLA?- disse un po’ incerto, come per dire –va bene?-
-No, mi dispiace hai sbagliato, io odio le fragole!- risposi ridendo.
-Eddai, mi fai rimanere ancora tanto qui di fuori?- mi domandò come offeso.
-Idiota, è aperto!- dissi ancora ridendo.

E la porta si aprì, con lui sul ciglio che mi guardava con un sorrisetto sulle labbra che non prometteva niente di buono.





Ragazze ecco a voi il terzo capitolo, spero vi stia piacendo, mi raccomando continuate a commentare, che voglio sapere cosa ne pensate, e comunque ringrazio anche solo chi legge, e siete molti.
Grazie popolo di EFP <3

Un ringraziamento speciale a:
-Principessa Kaulitz: grazie mille per aver commentato anche questo capitolo, e bhè chi è che non vorrebbe una sigaretta da Tom? ^^
-Saltellina14: sono contenta che ti piaccia, ecco a te il continuo.

Un bacio a tutti ragazzi e ragzze.



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Capitolo 4
*** Bimbo a chi? ***


Bimbo a chi?

 

-Dai idiota muoviti e chiudi quella porta!- gli dissi scherzando.

Entrò e si stese comodamente sul letto.

-Si, si, fai come vuoi, non ti preoccupare!- aggiunsi scherzando.

-Guarda che lo so, che ti fa piacere che sono qui.- mi disse.

-Ahahahaha . . . non hai capito proprio niente bimbo, io me ne stavo per andare a dormire.- lo informai.

-Bimbo a chi? Spero che tu stia scherzando.- mi disse sorridendomi.

-No, non sto scherzando affatto, BIMBO!- lo provocai.

-Tu non mi conosci mia cara Jess- mi minacciò con aria divertita.

In una frazione di secondo si alzò dal letto, corse verso di me, mi caricò sopra le sue spalle, mi rovesciò con violenza sopra il letto e iniziò a riempirmi di cuscinate, quasi che non riuscivo a respirare.

 

-Aaaaaaaaaah, Tom BASTA!! Ti pregooooooo!!- urlai implorandolo.

-Ahahahaha, non ci pensare adesso me la rido io; Bimba!- mi rispose ridendo, continuando a “maltrattarmi” senza tregua.

-Dai Tommmmm!! Basta, ti scongiuro!- gli ripetei di nuovo.

-Prometti che non mi chiamerai più bimbo?- mi domandò.

-Si si ok, te lo prometto.- gli risposi stremata, e finalmente se la smise di picchiarmi con il cuscino che era quasi completamente distrutto.

-Ti odio! Stronzo!- gli dissi stravaccandomi sul letto.

-Si, anche io ti voglio bene Jess- controbattee sorridendo, e si stese vicino a me.

-Spero tu abbia almeno una sigaretta.- gli chiesi, aspettandomi solo un si, come risposta.

 

E senza dirmi niente, mi lanciò un pacchetto di Malboro sulla pancia, ne presi una e la accesi, lo stesso fece lui.

 

-Grazie!- gli dissi con un filo di voce.

-Quando vuoi.- mi ripose, e ci fumammo quella sigaretta in completo silenzio.

-Dai Kaulitz, raccontami qualcosa di te.- gli chiesi d’un tratto.

-Che vuoi sapere?- mi domandò lui, un po’ sorpreso.

-Boo, quello che vuoi tu, d’altronde so solo il tuo nome.- gli risposi.

 

Mi parlò per almeno due o tre ore, sinceramente mi piaceva molto ascoltarlo, insomma alla fine conoscendolo un po’, era un ragazzo come tutti gli altri, solo che a differenza di questi, solo che lui aveva avuto la fortuna di raggiungere il suo più grande sogno, e ancora, a mio parere, anche lui era un po’ incredulo.

Nonostante mi interessasse molto quello che mi stava raccontando, ad un tratto crollai, ero troppo stanca, e mi addormentai, con lui lì che ancora mi stava parlando di se.

Quando mi svegliai erano le dieci di mattina ed ero sola, evidentemente Tom se ne era andato, quando si era accorto che mi ero addormentata.

Mi rigirai nel letto ancora assonnata, poi decisi di alzarmi, andai in bagno, e attaccato allo specchio trovai un foglio:

 

“Buongiorno dormigliona,

vedo che la mia storia ti ha interessato molto ieri sera, dato che ti sei addormentata.

Ma penso che con il tempo, forse riuscirò a perdonarti.

Quando ti svegli vieni in camera mia, è la 384, che poi andiamo a fare colazione insieme.

Un bacio.

Tom.”

 

Però alla fine non era neanche tanto male quel ragazzo, insomma sapeva essere dolce e carino quando voleva.

Mi vestii per bene, mi truccai e andai a bussare alla porta della sua camera.

 

-È aperto!- urlò da dentro.

 

Aprii la porta e lo trovai a torso nudo, solo con dei pantaloncini corti addosso, che stava fumando in balcone; cercai di non dargli più di tanta importanza.

 

-Va che puntualità, sono arrivata giusto in tempo per una sigaretta.- gli dissi andando verso di lui, che mi tirò al volo il solito pacchetto di Malboro, e me ne accesi una.

-Ah Tom, scusa per ieri sera, se mi sono addormentata, ma ero proprio esausta.- ammisi.

-Oh, non ti preoccupare.- mi rispose e mi diede un bacio sulla guancia.

-Che è tutto questo affetto stamattina Kaulitz? Devo preoccuparmi?- gli domandai, un po’ sorpresa.

-No no tranquilla, mi sono solo svegliato con un sacco voglia di affetto.- confessò guardandomi negli occhi.

-E lo sai si che questo affetto non lo riceverai da me, vero?- gli dissi dura.

-Quanto sei stronza. Neanche un semplice abbraccio?- mi domandò con occhi imploranti.

-È il massimo che posso fare per te- gli risposi aprendo le braccia tra le quali si fiondò di corsa e mi diede un altro bacio, questa volta in fronte.

-Allora? Non ero venuta qui per andare a fare colazione?- gli chiesi guardandolo.

-Ok ok, mi vado a preparare,- mi rispose, lasciandomi libera da quell’abbraccio.

 

Entrò nella stanza, si andò a vestire e dopo due minuti era già poronto.

 

-Allora? Andiamo?- mi chiese rivenendomi incontro.

-Si, certo, sto morendo di fame!- gli risposi e uscimmo insieme dalla stanza, avviandoci verso la sala da pranzo, dove trovammo tutti gli altri che stavano già facendo colazione.

-Buongiorno ragazzi!- ci salutò Bill.

-Buongiorno!- esclamammo io e Tom, ci sedemmo nei due posti vuoti che erano rimasti  e iniziammo a mangiare la nostra colazione.

-Jess, noi queste due settimane pensavamo di tornare in Germania, per poi tornare qui il dodici per il concerto di Roma, e insomma ci chiedevamo se vi andava di venire con noi, infondo si tratta solo di due settimane.- disse Bill un po’ imbarazzato.

 

Non sapevo assolutamente che dire.

 

-È che nonostante abbiamo passato insieme poco tempo, ci siamo trovati tutti molto bene insieme a voi due e ci faceva piacere conoscervi ancora meglio.- aggiunse sempre con un tono un po’ imbarazzato.

 

Io e Sofy ci guardammo fisso negli occhi per qualche secondo, poi di scatto mi alzai.

-Ho bisogno di parlare un po’ con mia sorella- dissi, presi Sofy per un braccio e la trascinai nella Hall, lontano dai ragzzi.

 

-Tu ne sapevi qualcosa?- le domandai, riferendomi a quello che ci aveva appena chiesto Bill.

-Assolutamente NO!- mi rispose lei, un po’ stupita.

-Tanto già lo sa che mamma non ti lascia saltare due settimane di scuola, per loro.- le dissi fredda.

-Perché parli solo per me, scusa?- mi domandò, un po’ innervosita.

-Perché ti ricordo che io ho quasi diciannove anni, ho finito il liceo, e posso fare quello che voglio!- le riposi crudele.

-Si, ma tu non li sopporti, almeno che Tom non ti abbia fatto cambiare idea.- mi provocò Sofy.

-Ma anche NO!- dissi alzando un po’ il tono di voce.

-Comunque prova un po’ a chiamarla e senti che ti dice.- aggiunsi cercando di darle qualche speranza, così prese il telefono e digitò il numero della mamma.

 

Pensandoci, però, alla fine, mi ero trovata un sacco bene con Tom, quel poco tempo che avevamo passato insieme. Era simpatico e mi divertivo un sacco a parlare e scherzare con lui, senza contare che mi ero presa un anno sabatico e un bel viaggetto in Germania, non mi avrebbe fatto per niente schifo.

Sofy chiuse la telefonata.

 

-Non se ne fa niente, abbiamo una madre di merda!- disse con gli occhi lucidi.

-Dai Sofy non ti preoccupare, li rivedremo.- la confortai abbracciandola.

-Jess, hai il profumo di Tom addosso!- mi disse sorridendo.

-Ok, torniamo dai ragazzi di la- proferii cercando di evitare il discorso.

-Ahahah, che scemaa!- esclamò, ridendo.

 

E ce ne tornammo nella sala da pranzo.

 

-Finalemente, eccovi, allora?- ci domandò speranzoso Bill.

-Mia madre ha detto che non posso saltare due settimane di scuola.- disse Sofy, ancora con gli occhi lucidi.

Bill se ne accorse, la prese con delicatezza e la fece accomodare sopra le sue gambe, abbracciandola.

-E tu Jess? Tu non hai questo problema della scuola no?- mi domandò sempre Bill, guardandomi negli occhi.

 

Distolsi lo sguardo dal suo, e per la prima volta mi persi in quei profondi occhi nocciola…

 

 

Ragazze ecco a voi, anche il quarto capitolo, spero vi piaccia anche questo, mi raccomando fatemi sapere che ne pensate. E lasciate qualche commento, che mi fanno un sacco piacere.

 

Un grazie speciale a:

-        Principessa Kaulitz: ecco a te il quarto capitolo, sono un sacco contenta che ti piaccia, fammi sapere che ne pensi anche di questo. Un bacio.

-          Jiada95: sono contenta che ti siano piaciuti gli altri capitoli, e si mi piace un sacco interrompere i capitolo sul più bello ahaha XD Un bacio anche a te.

 

E comunque grazie anche solo a chi legge <3

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Capitolo 5
*** A presto amica mia ***


A presto amica mia~

-No, ragazzi mi dispisce ma mi sa che non è il caso, mi devo scrivere all’università e poi penso che mi dovrò trovare un lavoretto- risposi con tono un po’ dispiaciuto, ma non mi sembrava il  caso di restare con loro senza mia sorella.

Bill abbassò lo sguardo, penso di sentì come rifiutato.

-Ragazzi davvero ci dispiace molto- ripetei andandomi a sedere al mio posto.

-Sarà per la prossima volta.- sdrammatizzò Gustav. Finimmo la colazione quasi in completo silenzio.

-Ah Bill noi alle sette abbiamo il treno per ritornare a Roma.- lo avvisai –Voi pensate di rimanere qui fino a quell’ora?- gli domandai.

-Si, non c’è problema, possiamo ripartire quando vogliamo.- mi rispose.

Ce ne restammo ancora un po’ li a parlare, poi tornammo nelle nostre camere, dandoci appuntamento per mezzogiorno nella Hall.

Arrivai nella mia camera, lanciai le chiavi sul comodino e mi stavaccai sul letto sospirando più volte.

D’un tratto la porta si aprì e Tom entrò tranquillamente come fosse camera sua.

-Ti dispiacerebbe bussare?- gli chiesi un po’ innervosita dal suo comportamento.

-Scusa, non mi andava.- mi rispose aprendo la porta finestra del balcone e accendendosi una sigaretta.

-Ma ti stò così tanto antipatico?- mi domandò.

-Si!- risposi io scherzando.

-A bhè sono contento!- disse e fece come per andare via.

-Eddai che scherzo, vieni qui!!- gli urlai e tornò indietro.

-E allora perché non ti va di venire con noi?- mi domandò, un po’ triste.

-Tom te l’ho già detto, davvero mi farebbe molto piacere rimanere con voi, ma non posso.- gli risposi.

-Vabbè come vuoi te, però magari quando veniamo a Roma ci si vede, no?- disse, con degli occhi speranzosi.

-IDEAAAAAA!!- urali d’un tratto come se avessi avuto un’illuminazione –Tom ma tu non ti sei mai chiesto perché siamo venute al concerto di Padova, quando la facevate a Roma?- gli chiesi.

-Mmm . . . no, veramente no, non ci avevo mai pensato, perché?- mi domandò incuriosito.

-Perché i biglietti per Roma erano finiti subito…quindi tu dato che sei Tom Kaulitz, ci troverai due biglietti per quel concerto, o dei pass, insomma fai come vuoi, basta che riusciamo a venire…- gli risposi emozionatissima.

-Ahahahah, ve bene, ve bene- disse ridendo.

Ci sedemmo sul balcone accendendoci un’altra sigaretta, e questa volta gli parlai io un po’ della mia vita, il tempo volò in un batter d’occhio e già era mezzogiorno, Tom tornò in camera sua per camuffarsi e poi ci rincontrammo tutti nella Hall.

-Certo che tu sei sempre in ritardo è…- disse Bill al gemello.

-Non rompere sempre- gli rispose Tom.

Uscimmo dall’Hotel e ce ne andammo a fare un po’ di shopping per la città, era incredibile quante cose Bill fosse capace di comprare; per pranzo mangiammo qualcosa in giro e per le cinque tornammo in albergo.

Tornata in camera mi feci una doccia, misi tutta la mia roba dentro la valigia e andai a bussare alla camera di Tom.

-Entrà!- urlò dall’interno.

Lo trovai come la volta scorsa a torso nudo, solo che questa volta era steso sul letto, presi la rincorsa e mi buttai sopra di lui.

-Aaaaaaaaah!!- urlò –ma sei pazza?- disse ridendo divertito.

-Questo è per quallo che mi hai fatto passare ieri notte- gli dissi sorridendo.

-aio, mi hai fatto malissimo!!- si lamentò.

-E’ solo quello che ti meriti, mio caro Tom- controbattei, non feci neanche in tempo a finire la frase che me lo ritrovai addosso, stringendomi i polsi, per non farmi muovere.

-Adesso che intendi fare ragazzina?- mi domandò con un ghigno.

-Ufff, ma che palle, non vale tu sei più forte e più grosso…vinci sempre tuu- mi lamentai.

-Vabbè va, per questa volta ti lascio- mi disse, mi liberò i polsi e si stese vicino a me.

-Grazie per oggi Tom, davvero mi sono divertita tantissimo insieme a voi- gli confessai guardandolo.

-Ti potresti divertire così tutti i giorni se solo venissi con noi- mi rispose.

-Oh mio dio Tom, ma quante volte te lo devo dire che non posso?-  gli domandai un po’ annoiata, -guarda sa che diapice anche a me- aggiunsi dispiaciuta.

-Ok ok basta! Non te lo dico più, tanto orami ho completamente perso le speranze.- mi disse.

-Tu pensa a trovarci un modo per venire a Roma…- gli ricordai.

-Ci provo, ma non ci saranno problemi!- mi ripose e mi abbracciò teneramente.

-Ti voglio bene Jess- mi sussurrò all’orecchio.

-Anche io Tom, anche io- lo tranquillizzai e per la prima volta gli stampai un bacio sulla guancia.

-Addirittura! Mi devo preoccupare?- mi domandò divertito riferendosi al bacio.

-No no, tranquillo, guarda te l’ho concesso solo perché me ne sto per andare.- gli risposi sorridendo.

-Infatti è ora che vado, tra un po’ arriva il taxi e voglio salutare per bene anche gli altri.- aggiunsi.

-Ambè infatti mi sembrava strano, dai allora che ti accompagno di sotto- mi disse, così uscimmo dalla sua stanza, andammo nella mia a prendere la mia valigia e poi nella Hall dove c’erano gli altri che stavano parlando.

-Eccoli làà.- disse Georg vedendoci arrivare.

-Finalmente!!- esclamò Sofy, -dai che rischiamo di perdere il terno- aggiunse,

 

Silenzio.

 

-Bhè ragazzi, grazie di tutto! Davvero siamo state proprio bene insieme a voi e grazie, grazie davvero!- dissi.

-Grazie a voi che ci avete fatto compagnia, anche se per poco, comunque ci riveremo presto!- mi rispose Bill, che mi venne incontro, mi abbracciò forte a se e mi diede due baci sulle guance, e la stessa cosa fecero Gustav e Georg, anche Sofy li salutò e andò verso il taxi.

Io e Tom eravamo rimasti un po’ indietro ancora a salutarci.

-Tom devo proprio andare adesso!- gli dissi.

-Lo so, brutta stronza!- mi rispose, guardandolo verso il basso.

-Oh mio dio, che palle che sei. Ma insomma non sei tu quella a cui non interessa niente delle ragazze? Alle fine io sono una come tutte le altre, no, anzi non abbiamo neanche scopato quindi proprio non ti dovrebbe interessare niente di me…- gli dissi alzando un po’ il tono di voce; non riuscivo proprio a capirlo.

-E’ per questo jess, sono riuscito a passare del tempo insieme a una ragazza senza scoparci e nonostante questo mi sono trovato benissimo con te e mi sono divertito da morire, non so da quanto tempo era che non mi capitava una cosa del genere…- mi rispose guardandomi negli occhi.

-Io pensavo che stava nascendo una bella amicizia o una roba così, mi veniva così normale parlarti di me…- disse, continuando a parlare.

-STOP! Tom fermati un’attimo! Ascolta per me è stato uguale, e anche per me stava nascendo una bellissima amicizia, e non sai quanto mi sarebbe piaciuto rimanere con te, ma non posso, però tra due settimane ci rivediamo, ok?- dissi cercando di tranquillizzarlo, lo abbracciai e gli diedi un altro bacio sulla guancia.

-Jess MUOVITI!- mi urlò mia sorella da dentro il taxi.

-Eccomi!- le urlai anche io, in risposta.

-Devo assolutamente andare adesso!.- gli ripetei, -dammi il tuo cellulare un momento.- gli dissi, velocissima, me lo porse e composi velocissimamente il mio numero di cellulare e lo salvai.

-Chiamami quando vuoi!- gli dissi, mi abbraccio e baciò un’ultima volta e poi corsi verso il taxi, che partì subito verso la stazione.

Faci in tempo a rilassarmi sul sedile di pelle nero, che sentii il cellulare vibrare:

-A presto amica mia!-

 

 

 

Eccovi il quinto capitolo, ragazzi i lettori stanno diminuendo, se la storia non vi piace, ditemelo senza alcun problema, che lascio perdere. E fatemi sapere che ne pansate ok?

Comunque grazie come sempre a tutti quelli che leggono.

 

Soprattutto a:

-    Jiada95:  scusa se sono un po’ in ritardo, spero ti piaccia, fammi sapere che ne pensi. Grazie mille, un bacio ;)

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Capitolo 6
*** Era destino ***


Era destino~

 

 

Arrivammo in stazione giusto in tempo, per un pelo riuscimmo a prendere il treno.

 

-Ma mi dici che è successo con Tom?- mi domandò incuriosita mia sorella, una volta sistemateci nei nostri posti.

-Tom, Tom, Tom- sussurrai, -Ma niente, ci siamo soltanto trovati molto bene iniseme; è un ragazzo molto simpatico e dolce se lo si conosce.- le spiegai.

-WOOW!- esclamò divertita.

-Si lo so, ti sembrerà strano, io proprio non lo sopportavo, ma poi conoscendolo … stava nascendo una bella amicizia tra di noi.- giunsi pensandolo.

-Non ci posso proprio credere!- disse con gli occhi che le uscivano dalle orbite.

-Vabbè, te ne farai un ragione prima o poi, tu invece con Bill?- le domandai io questa volta.

-Oh Jess, è così dolce e premuroso- disse con gli occhi a forma di cuoricino, -Io lo amo più della mia stessa vita, farei di tutto per lui- mi dichiarò quasi con le lacrime agli occhi.

-Non ti passerà mai!- dissi io un po’ disperata, -comunque devo dire che lui mi pareva un po’ interessato a te- aggiunsi, alla fine era stato molto carino con Sofy e le era stato appiccicato per tutto il tempo.

-Si, buuuuuuuuuuum, ti pare che uno come Bill si interessa a me? È impossibile, ti è parso male.- disse.

 

Restammo a parlare dei ragazzi per un bel pezzo, Sofy era completamente innamorata di Bill, lo era sempre stata, si vedeva da come ne parlava da come le se illuminavano gli occhi quando pronunciavo il suo nome, era davvero cotta…

Poi ci mettemmo ognuna ad ascoltare la musica,  per la prima volta misi una delle loro canzoni, non erano neanche così tanto male, insomma sopportabili, fino a che sprofondai in un profondo sonno, che da tanto non provavo. Dopo circa due ore mia sorella mi svegliò, eravamo quasi arrivate, infatti dopo dieci minuti scendemmo in stazione, prendemmo un taxi e ce ne tornammo a casa.

 

-Finalmente!- esclamai aprendo la porta di casa.

-Ragazza, siete tornate!- urlò mia madre dalla cucina, venendo verso di noi tutta euforica.

-Sofyyyyyyyy alloraa?? Raccontami, com’è andata?-  aggiunse, stringendola in un forte abbraccio.

 

Si misero a parlare di quei due giorni e Sofy le raccontò tutto nei minimi particolari. Così mi rifugiai in camera mia, rilassandomi sul mio morbidissimo letto tondo che tanto mi era mancato, con la radio accesa, e il deejay annunciò la prossima canzone: “Ecco a voi, RICORDATI DI NOI  di VALERIO SCANU”. Non mi era mai piaciuto Scanu come cantante, insomma troppo uguale a tutti gli altri, ma quella canzone proprio mi faceva morire tutte le volte che la ascoltavo, era stupenda.

 

“Io non mi dimentico, dei sogni irraggiungibili, degli attimi lunghissimi a superare il vento, io non ti dimentico, perciò non farlo neanche tuu, ricordati dovunque sei, ricordami, ricordati di NOI”

 

Cantai a squarciagola, e mi passarono davanti quei due giorni insieme a Tom. Oddio non’era possibile che mi fossi affezionata così tanto a lui, diamine eravamo stati insieme solo due giorni, ci conoscevamo superficialmente non era scientificamente possibile.

E proprio in quel momento mi squillò il cellulare –Tom- mi scappò un sorrisetto in volto.

 

-Giarda, stavo giusto pensando a te!- gli dissi subito, rispondendo alla chiamata.

- Allora vedi che già ti manco?- mi rispose lui con una voce divertita.

-Assolutamente no Kaulitz! Mi pare che sei tu quello che ha chiamato!- controbattei, come mi divertito a fare l’idiota con lui.

-Infatti! Ti ho chiamato per dirti che per Roma, come previsto, non ci sono problemi, vi ho trovato due pass- mi informò ridendo.

-Grandee Kaulitz! Me li invii per posta ok?- dissi io entusiasta di quella notizia.

-Ma come, non ci vediamo prima del concerto?- mi domandò con un tono che sembrava essere deluso.

-Dai Tommmm, ma allora sei proprio perso senza di me! Ahahahah, volevo fare una sorpresa a Sofy e portarla subito al concerto, se invece ci vediamo prima, poi dopo è scontato che veniamo anche là.-  gli risposi io.

-Madonna mia, che palle, sempre tutte stè sorprese de merda! Va bene va bene, allora ci vediamo dopo, alla fine del concerto.- mi disse con tono triste. –Comunque il viaggio è andato bene?- mi chiese.

-No guarda, ci hanno violentato e picchiato per tutto il tempo.- gli risposi io scherzando.

-Ho, scusa se mi preoccupo un po’ per voi èè..- mi disse.

-Dai Tom, che scherzo, mi fa molto piacere che ti preoccupi per noi, chiama quando vuoi, capito?- gli dissi io, seria questa volta.

-Sisi, basta che ti fai sentire anche tu qualche volta.- aggiunse, contento.

-Va beneee, non ti preoccupare mi farò sentire- gli dissi io.

 

Silenzio.

 

-A che pensi?- gli domandai io.

-Penso che non mi va per niente di aspettare due settimane prima di rivederti, non fraintendere è, ma a che le rompo le palle io, se tu non ci sei?- mi rispose scherzando.

-Sei sempre molto simpatico Kaulitz!- gli dissi io.

-Cara devo staccare, mi faccio sentire, ok?- mi disse velocemente.

-Va bene scemo, ci sentiamo allora!- gli dissi un po’ dispiaciuta.

-Ciao bella, ti voglio bene!- mi salutò.

-Anche io scemo, ciao ciao!- lo salutai io, e attaccai prima che lo potesse fare lui.

 

Mi andai a fare una doccia veloce, cenai, e me ne andai subito a dormire, ancora esausta dal viaggio

e le poche ore di sonno dei giorni precedenti.

Tre giorni dopo arrivarono a casa, per posta, i pass per il concerto e così per l’occasione decisi di chiamare Tom.

 

-Tuu … tuu … tuu … - squillava a vuoto.

-Allora vedi che ti manco un po’- rispose d’un tratto Tom, proprio quando stavo per riattaccare.

-No mio caro, non mi manchi per niente, tranquillo, ti volevo solo dire che i pass sono arrivati sani e salvi.- gli risposi, felicissima di sentire la sua voce.

-Si, come no, lo so che in realtà è solo una scusa perché avevi voglia di sentirmi- mi disse divertendosi come un matto.

-Come vuoi tu scemo! Ma come mai c’hai messo due anni per rispondere?- gli domandai.

-Stavo provando con i ragazzi- mi rispose.

-Haaaa, ho capito, vabbè dai allora ti lascio alle tue prove, ci sentiamo presto Tom- lo salutai.

-Va bene cara! Un bacio!- mi disse, e insieme chiudemmo la telefonata.

 

Era proprio un tesoro quel ragazzo, gli volevo davvero un bene dell’anima.

Le due settimane volarono in un batter d’occhio, per fortuna, più o meno ogni due giorni io e Tom ci sentivamo e passavamo anche ore a parlare al telefono di qualunque cosa, ci veniva ad entrambi spontaneo parlare l’una dell’altro…

Ancora non mi poteva sembrare vero di aver fatto amicizia così velocemente con una persona, per di più maschio, insomma io ero sempre stata una ragazza molto timida e riservata, però con lui era tutta un’altra cosa, mi trovavo davvero troppo bene…era destino chi ci saremmo dovuti incontrare…

 

 

 

Ecco a voi il sesto capitolo, scusate lo so non’è il massimo, ma è solo un capitolo di passaggio per il prossimo, e per gli errori di grammatica, che non voglio nemmeno immaginare quanti ce ne siano ma non ho avuto proprio tempo di correggerlo.

Comunque, spero che vi piaccia almeno un po’.

Fatemi sapere che ne pensate. E lasciate qualche commento.

Grazie e tutti quelli che leggono e commentano:

 

- Jiada95: non ti preoccupare come hai visto si rincontreranno molto presto ^^. Grazie che continui a commentare, mi fa davvero un sacco piacere che la storia ti prende. Fammi sapere che ne pensi anche di questo. Un bacio ;)  

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Capitolo 7
*** Cin Cin! ***


~Cin Cin!!

 

-Dai Sofy muovitiii!!- urlai a mia sorella che ancora stava tranquillamente dormendo nel suo letto.

-Jess ma sei scema? Sono le quattro del mattino, come ti viene in mente di svegliarmi? Voglio dormire, lasciami in pace…- mi rispose in malo modo, infilando la testa sotto il cuscino.

-Sofyyy, dai muoviti, c’è una sorpresa per te…- le dissi, sapendo che quando si parlava di sorprese Sofi faceva tutto quello che le se chiedeva.

-Sorpresa? Che sorpresa?-  domandò, iniziando subito ad alzarsi dal letto, ancora tutta addormentata.

-E’ se te lo dico non è più una sorpresa, tu comunque muoviti, che ti garantisco che ne vale senza dubbio la pena- le risposi, vestendomi velocemente.

 

Dopo circa una mezzoretta eravamo pronte e uscimmo di casa, dirigendoci verso il luogo del concerto, quando arrivammo lì Sofi capì al volo dove l’avevo portata e mi strinse in uno dei suoi soliti abbracci, e si fiondò alle transenne, dove già c’erano circa una decina di persone.

 

-Jesss, grazie grazie grazie, davvero, sei una sorella fantasticaa. Ma come hai fatto a trovare i biglietti?- mi ringraziò, dandomi alcuni baci sulle guancie, adoravo renderla felice.

-Eee, sai questi sono i vantaggi ad avere Tom Kaulitz come amico…- dissi io fiera di me stessa, per essere riuscita a trovare i biglietti. Ed entrambe scoppiamo a ridere.

 

Andò esattamente come la scorsa volta, passammo l’intero pomeriggio fuori dal palazzetto, poi la corsa per la prima fila, e per fortuna, come a Padova, con qualche spintone a destra e uno a sinistra, riuscimmo a guadagnarci la prima fila davanti alla passerella, il posto più ambito. Aspettammo altre due ore e passa lì dentro, poi le luci si spensero, l’urlo maniacale della folla si fece sentire, e l’uovo si aprì, un fiammeggiante Bill ne uscì con un sorriso a trentadue denti. Scrutò con attenzione le prima file e quando il suo sguardo cadde su quello di Sofy, rimase per qualche secondo incantato come se avesse visto non so che cosa. C’era qualcosa, si vedeva a miglia di distanza.

Invece Tom non fece altro che mandarmi sguardi, che mi facevano davvero sbudellare dal ridere, per tutto il tempo. Cantai tutte le canzoni, che mi ero imparata a memoria con l’aiuto di mia sorella, a squarciagola, e per la prima volta vedendoli dal vivo mi emozionai, e capii quanto amavano la musica e che era proprio quello che volevano fare nella loro vita.

I ragazzi salutarono la folla lanciando asciugamani, bacchette e acqua, che guarda caso Tom lanciò più volte proprio sopra di me, bagnandomi completamente da testa a piedi.

Le fan uscirono dal palazzetto e così anche noi, che però ci dirigemmo di nascosto verso il backstage, mostrammo i pass a un tipo grande e grosso della security che ci accompagnò nella stanza dove c’erano i ragazzi che erano tranquillamente spaparanzati su dei divanetti.

Alla nostra vista Bill spalancò le sue esili bracci e Sofy si lanciò velocemente tra di esse.

Io invece restai sulla soglia della porta, e fissai incazzatissima Tom, che mi guardò e scoppiò divertito a ridere.

 

-Tesorooo, ma chi è stato quel cattivone che ti ha bagnato tutta?- mi chiese ancora ridendo.

-Un grandissimo testa di cazzo!- gli risposi e lui scoppiò a ridere ancora di più.

-Eddai che hai appena qualche goccia sulla maglia.- si giustificò, alzandosi dal divanetto.

-Qualche goccia, Tom ma mi hai visto? Sono completamente bagnata…- dissi io sorridendogli e lui mi venne incontro abbracciandomi, mi alzò dal pavimento facendomi fare qualche giro in aria e mi lasciò un tenero bacio sulla guancia, che io  ricambia una volta riappoggiatami per terra.

 

Sciolto l’abbraccio andai a salutare tutti gli altri e con quel filo di voce che mi era rimasto mi congratulai con loro per la bellissima performance. Restammo tutti insieme in quella stanzetta per un bel pezzo a parlare del concerto e non solo.

-Brrrrr!!- feci io, d’altronde stavo muorendo di freddo.

-Tom, la stai facendo assiderare poverina…- disse a mio sostegno Bill.

-Eee, mamma mia per qualche gocciolina- rispose il gemello, alzandosi dal divano, andando in un’altra stanza. Dopo qualche minuto ritornò con una delle sue immense felpe e me la porse.

-Tieni va, mettiti questa, che sennò mi muori qui- mi disse, sedendosi vicino a me.

-Grazie Kaulitz!- lo ringraziai io, mi infilai la felpa, e Tom mi abbracciò, cercando di riscaldarmi un po’. Mi feci coccolare come non mai fino a cadere tra le braccia di Morfeo.

 

Quando mi svegliai eravamo già nel pullman che ci stava portando in hotel, ed eravamo solo io e Tom, che si era appena acceso una sigaretta.

-Oddio Tom, scusami, mi sono addormentata- mi scusai io, desolata, per l’accaduto.

-Ehii, figurati, non c’è problema, chissà a che ora ti sarai svegliata questa mattina- mi rispose.

-Si infatti, ma questo non mi autorizza a dormire, dato che non ci vediamo mai- dissi, e gli scroccai un tiro.

-Davvero non c’è problema, abbiamo tutta la notte da passare insieme- mi rassicurò nuovamente e mi strinse di nuovo in uno dei suoi abbracci, lasciandomi un tenero bacio sulla fronte.

-Allora? Che hai combinato in questa due settimane?- gli chiesi io curiosa.

-Bhà niente di che, ci siamo rilassati un po’, siamo andati a trovare genitori e amici, e abbiamo provato un po’- mi rispose lui con poco entusiasmo.

-Oddio, non dire che non hai spezzato il cuore neanche a una ragazzina?- gli domandai io sarcastica.

-Ah ah ah, come sei simpatica! No, comunque no, sono stato bravo!- mi disse sorridendomi e questa volta io gli stampai un bacio in guancia.

-Siamo arrivatiii!!- esclamò Bill uscendo dal piano di sopra –finalmente in Hotel!- aggiunse, entusiasta.

Scendemmo tutti dal tour bus e ce ne andammo a rilassarci un po’ in Hotel.

-Invece tu che hai fatto in queste due settimane?- mi chiese Tom che come sempre mi aveva invaso la camera.

-Ma io … io …. In queste settimane … - bofonchiai qualcosa di incomprensibile.

-Allora? Che hai combinato?- insistette lui.

-Bhè … - ci pensai – io veramente, adesso che ci penso, non ho fatto alto che aspettare questo giorno- dissi, fissando il vuoto.

-Ma allora quando vuoi sai essere anche dolce- mi disse lui scherzando –comunque davvero, non sai quanto mi fa piacere quello che hai detto- aggiunse e mi abbraccio di nuovo a se.

 

Perché alla fine era vero, per quanto potessi aver fatto la dura e non voler ammettere che mi stavo affezionando a lui, in realtà era proprio così. In queste due settimane non avevo fatto altro che pensare hai giorni trascorsi insieme a lui, e a questo giorno, come sarebbe andato e a che cosa sarebbe successo quando lo avrei rivisto.

Era davvero diventato importante per me, anche troppo forse, anzi quella amicizia era diventata davvero indispensabile.

 

-Mi hanno detto che c’è un pub a cinque minuti a piedi da qui, che dici ti va?- mi domandò tutto contento, evidentemente quello che avevo detto lo aveva reso davvero di buon umore.

-Si, va bene, mi va proprio adesso una bella birra!- gli risposi.

 

Uscimmo dalla stanza, andammo ad avvisare gli altri che saremmo andati a fare un giro, e ci dirigemmo verso il pub, che come previsto dal chitarrista raggiungemmo dopo cinque minuti esatti.

 

-Due birre, per favore- ordinò Tom, la barista gliele porse in un batter d’occhio, e questo tornò al tavolo con due pinte piene fino all’orlo.

-Allora? A che brindiamo?- mi chiese, porgendomi il mio bicchiere.

-Non, so, tu che dici?- gli domandai.

-Direi senza dubbio a questa bellissima amicizia che stà nascendo, del quale sono sicuro tra un po’ non riuscirò  a farne a meno- disse, e i nostri bicchieri si andarono a scontrare uno con l’altro.

 

-CIN CIN!- esclamammo insieme. Quello sarebbe sicuramente stato, uno dei tanti brindisi che avremmo fatto quella notte, o meglio quella lunghissima notte.

 

 

 

 

Ragazzi scusate a tutti il ritardo, ma sono stata in vacanza e poi ho avuto un po’ di porblemi, scusatemi davvero, spero che almeno il capitolo vi piaccia, anche se a mio parere non è proprio il massimo, vabbè fatemi sapere che ne pensate. E scusate davvero tanto per gli errori grammaticali.

Un ringraziamento particolare a:

 

-          Jiada95: Scusa, scusa, scusa, per il ritardo. Comunque eccoti il seguito, spero che ti piaccia, mi raccomando fammi sapere che ne pensi, che tutte le volte i tuoi commenti mi fanno molto piacere. Un bacio ;)

-          BlackStreetV: Una nuova lettrice! Sono contenta che ti piaccia la storia. Ecco il continuo. :D

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Capitolo 8
*** Io ci sono ***


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Io ci sono ~

 

-Un’altra!- ordinò Tom al barista, che in un brevissimo arco di tempo ci portò un’altra birra, una delle tante che avevamo consumato quella sera.

-Non ti vedo molto bene cara.-  mi disse il chitarrista che al mio contrario era più sobrio che mai.

-Ah no, stò bene- dissi io cercando di alzarmi dalla sedia, appoggiai in piede a terra, vidi tutta la stanza girare, feci un passo ma persi immediatamente l’equilibrio e SPADABUM!

Caddi a terra, poi più niente, l’unica cosa che ricordai fu il volto di Tom sopra di me, poi BUIO

TOTALE!

 

Quando mi risvegliai ero distesa in un letto e dall’ambiente circostante capii subito che mi trovavo in un ospedale.

-Oddio mio che cazzo di mal di testa!- mi lamentai con un filo di voce.

-Così impari a bere di meno la prossima volta.- sentii dire da un angolo della stanza.

-Santo dio Tom, mi hai fatto prendere un colpo, non mi ero accorta che fossi qui.- gli risposi sorpresa ma felice di vederlo.

-Stupidina, come potevo lasciarti sola?- mi domandò, sfiorandomi la fronte con le labbra.

-Potresti gentilmente ricordarmi che cosa è successo?-  gli domandai io afferrandogli una mano.

-Hai bevuto qualche bicchiere di troppo, sei caduta, hai battuto la testa e sei svenuta in una pozza di sangue. In poche parole ti sei spaccata la testa, niente di preoccupante però.- mi rispose con aria tranquilla.

-Non ci posso credere- esclamai rattristandomi –sei riuscito a farmi ubriacare!- aggiunsi abbassando la testa.

-Cosa intendi con il “sei riuscito a farmi ubriacare”?-  mi domandò sorpreso.

-Bhè è una storia lunga…- gli risposi, fissando il vuoto.

-Mi pare che nessuno dei due ha fretta- mi rispose, prendendo una sedia e accomodandosi vicino a

me.

 

-…-  presi un lungo respiro, e iniziai.

– Nove mesi fa eravamo ad una festa di una mia amica, l’estate, l’euforia per la fine della scuola e l’alcool, c’era tanta roba da bere Tom che non ti puoi neanche immaginare, i tre quarti della gente era ubriaca e tra questi c’era il mio migliore amico, lo aveva appena lasciato la ragazza, era disperato e non riusciva a smettere di bere, io e altri miei amici gli eravamo stati dietro tutta la sera, ma bastava una minima distrazione che si fiondava subito a bere qualcos’altro, era talmente ubriaco che non riusciva neanche più a parlare…- mi interruppi un attimo e una lacrima mi rigò il volto.

 – In breve finì in coma etilico, chiamammo l’ambulanza, lo portarono subito in ospedale, vista l’urgenza, ma da quanto mi hanno raccontato, neanche ci è arrivato- conclusi, e un’altra lacrima inaspettata mi scese lungo il volto.

-Jess mi dispiace, se lo avessi saputo …-  si scusò asciugandomi una guancia.

-Tranquillo, anzi mi ha fatto bene parlarne- dissi e lo abbracciai.

–Insomma da quella volta non ho più toccato una goccia di alcool, fino a ieri sera almeno, ce lo eravamo promesso con i miei amici NIENTE PIU’ ALCOOL! Invece già ho infranto la promessa. Ti prego Tom, cerca di non indurmi più in tentazione- lo pregai e scoppiai a piangere.

-Ehi ehi, cucciola tranquilla! Te lo prometto.- mi disse stringendomi forte a se.

-Tom tu non sai quanto mi manca, non te lo puoi immaginare che cosa significhi perdere il tuo migliore amico per quella merda di alcool, non c’è giorno che io non pensi a lui, alla nostra amicizia, mi manca più di qualunque altra cosa al mondo, mi manca la sua voce, i suoi abbracci, i suoi consiglia mi manca quell’amicizia che da nove mesi stò cercando di avere con qualcun altro ma che ancora non sono mai riuscita a trovare, perché nessuno è come era lui.- gli confessai singhiozzando. Stava nascendo una bellissima amicizia ma lo doveva sapere, doveva sapere che anche lui, al quale mi stavo affezionando tantissimo, non avrebbe mai preso il suo posto.

-Che cosa vuoi dire con questo Jess?- mi domandò stringendomi ancora a se.

-Che io in questo momento ho bisogno di un amico vero, che mi stia accanto e non mi lasci sola, perché sono a pezzi.- gli risposi in lacrime.

-Fidati Jess, che non ti lascio per nessuna ragione al mondo, te lo prometto- e con le sue enormi maniche mi asciugò le guancie.

-Grazie Tom, davvero!- gli dissi, mi regalò uno dei suoi tenerissimi baci e uscì dalla stanza, tornando poco dopo con un dottore.

-Oh finalmente si è svegliata.- disse quest’ultimo avvicinandosi a me. –Allora, come si sente?- mi domandò.

-Bhè devo dire che sono stata meglio, ho un fortissimo mal di testa.- gli risposi.

-E’ abbastanza normale data la botta che ha preso, comunque abbiamo fatto tutte le analisi ed è tutto apposto, quindi può uscire anche adesso, basta che mi mette una firma qui.- mi disse indicandomi un foglio bianco. Feci uno scarabocchio nel punto da lui indicato e con qualche difficoltà cerai di alzarmi dal letto. Dopo circa mezz’ora eravamo fuori dall’ospedale, che ha mia insaputa era invaso da fan, poi un’auto ci portò in Hotel dove trovammo tutti gli altri che ci stavano aspettando impazienti, così dopo un lungo interrogatorio da parte di questi, in primis mia sorella, mi rifugiai, accompagnata da Tom, in camera mia dato che mi sentivo la testa scoppiare da un momento all’altro.

 

-Che incubo!- esclamai buttandomi sul letto.

-Se vuoi ho una tachipirina, ma stai tranquilla che tra un po’ ti passa, fatti una bella dormita e vedrai che domani sarai fresca come un fiore.- disse, cercando di tranquillizzarmi.

-No Tom non mi riferivo al dolore fisico, quello non’è niente a come mi sento io dentro in questo momento.- gli risposi.

-Jess purtroppo per quello ancora non hanno inventato nessun rimedio e hai ragione io non so che cosa si prova a perdere un amico, però ti posso dire che a te ci tengo tantissimo e che per te ci sono sempre per qualsiasi cosa, per piangere, ridere, qualunque cosa ti voglia fare… IO CI SONO!- mi disse, ed era proprio quello che avrei voluto sentirmi dire da lui.

E dopo una lunga chiacchierata serale cademmo entrambi tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

 

 

Ok, ragazzi lo so questo capitolo fa veramente schifo e vi chiedo perdono, l’ho riscritto tre mila volte e devo dire che anche adesso è illeggibile. Purtroppo non ho avuto neanche un’ispirzione decente, cercherò di rifarmi con il prossimo.

 

Grazie comunque a chi legge e commenta:

-          Jiada95: Fortuna che piacciono a te questi capitolo, anche se so che questo proprio è illeggibile. Comunque per Sofy e Bill ci saranno delle novità nei prossimi capitoli.  Grazie ancora per tutti i commenti, un bacio :D

-          Miiskikastar483: Tranquilla, so cosa significa non avere tempo per recensire. Certo che mi ha fatto piacere il tuo commento, sono davvero contenta che ti piaccia la storia. Un bacio anche a te <3

 

 

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