Insert Coin: Vuoi iniziare il gioco?

di Botan
(/viewuser.php?uid=1608)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My dream ***
Capitolo 2: *** Dalla Russia con "amore"! ***
Capitolo 3: *** A simple dream? ***
Capitolo 4: *** Blonde capture ***
Capitolo 5: *** START!! ***
Capitolo 6: *** Digital World ***
Capitolo 7: *** Digital essence ***
Capitolo 8: *** together to fight ***
Capitolo 9: *** Ophanimon no Shiro ***
Capitolo 10: *** Abyss of the lost souls ***
Capitolo 11: *** Seconda prova ***
Capitolo 12: *** Cenere ***
Capitolo 13: *** Fuga dal tempio ***
Capitolo 14: *** Petali di rosa ***
Capitolo 15: *** Rivelazioni ***
Capitolo 16: *** Ricordi del passato ***
Capitolo 17: *** Chiarimenti ***
Capitolo 18: *** I cancelli ***
Capitolo 19: *** L'ultima prova ***
Capitolo 20: *** Fratelli a confronto ***
Capitolo 21: *** Una difficile ragazza ***
Capitolo 22: *** In viaggio per salvare Digiworld ***
Capitolo 23: *** Verso le torri ***
Capitolo 24: *** Se i vostri cuori lo vorranno ***



Capitolo 1
*** My dream ***


Dammi la mano… Fidati

 

                                 Insert Coin:
Vuoi iniziare il gioco?

                                       

 

 

                     

                                      Capitolo 1

________________________________________________

 

 

 

 

- Dammi la mano…  

 

- Cosa vuoi da me…? Perché vuoi aiutarmi…?

 

- Preferisci cadere nel vuoto…?

 

- ……No…

 

- Allora afferrala … e fidati di me…

 

- Ma…tu chi sei…?

 

 

DRIIIIIIIIIIIIIIIIN

 

Ore sette del mattino. Una piccola sveglia grigio metallizzato cominciò a suonare.

Kouji si destò di scatto, spalancò gli occhi fissando il piccolo orologio situato sul lato destro del suo comodino. Respirava affannosamente, come avesse corso. Il sudore gli ricopriva gran parte della fronte, stese il braccio sinistro, prendendo un fazzoletto posto ai piedi del suo letto. Si asciugò il viso tamponando quelle piccole goccioline.

Non era la prima che quel sogno lo accompagnasse durante la notte, da una settimana oramai, le stesse immagini gli apparivano quasi ogni sera. Lui, nel vuoto, aggrappato solo a una roccia, sotto di esso un abisso oscuro senza vita. Una strana figura, annerita, gli porgeva la mano, una voce, apparentemente di ragazza, lo esortava ad aggrapparsi alle sue dita.

A chi apparteneva quel suono? Cos’era il vuoto immenso sotto i suoi piedi? A questi quesiti non trovò risposta. Ogni qualvolta formulasse la domanda, quella visione onirica veniva spezzata di scatto lasciandolo ad affrontare un quasi forzato risveglio.

Il sole era già alto nel cielo, i primi raggi filtravano dalle fessure della tenda, trafiggendo l’oscurità nella camera.    

I lunghi capelli neri, sciolti, gli ricadevano sulle spalle. Alcuni ciuffi gli attraversavano il viso accostandosi alle labbra. Fece scivolare la mano tra di essi, portandoli indietro.

Scese dal letto, si sfilò la maglietta un po’ inumidita gettandola a terra, e si diresse in bagno.

Cosa mai potesse volere da lui quell’esile figura? Perché voleva aiutarlo? Queste le domande che gli attorniavano la testa, mentre aprendo il rubinetto, si apprestò ad entrare in doccia. Lo scroscio dell’acqua lavò via qualsiasi segno dell’inquieta nottata. Ma dentro di esso, continuava a persistere il dubbio.

 

 

       Ore 8:00

Quartiere di Shibuya

     

 

- Mamma! Takuya non mi fa giocare!!- esclamò un ragazzino aggrottando la bocca.

 

- Takuya ma quando la smetterai di fare il bambino? E’ ora di crescere…hai sedici anni! Avanti corri a prepararti altrimenti farai tardi a scuola – disse la signora Yuriko Kanbara, rimproverando il figlio maggiore.

 

Takuya da parte sua si limitò solamente a sbuffare, lasciando il posto al fratello minore, che in un’ attimo si appropriò del joypad di un colore rosso acceso.

 

- Sei un piagnucolone!- brontolò Takuya al ragazzino- Ricorri sempre all’aiuto della mamma…e poi se non hai la febbre perché te ne stai a casa?! Non è giusto! Mi appello alla corte marziale!- esclamò lui incrociando le braccia.

 

- Fai poco lo spiritoso…sai benissimo che Shinya è ancora influenzato- dichiarò la madre dei due controllando il termometro al figlio minore.

 

- Si certo come no…- parlottò il ragazzo a voce bassa e con occhi socchiusi.- E sentiamo… quanto hai di febbre scimmiotta?- chiese poi in tono scherzoso scompigliando i capelli castani del ragazzino.

 

- Trentasette e due linee!- asserì lui cacciando la lingua al fratello.

 

- Indisponente! Portami rispetto dopotutto sono sempre il maggiore!- dichiarò Takuya con aria di superiorità- E poi questa non è febbre!

 

- Senti chi parla…allora anche tu devi portare rispetto alla tua amichetta bionda!- disse Shinya con tono derisorio e affannandosi con i tasti del controller.  

 

- Che c’entra Izumi con questo discorso?!- gridò lui alquanto seccato - Non vedo il motivo di tirarla in ballo…-proseguì rivolgendo lo sguardo altrove.

 

- Mamma mamma Takuya e Izumi hanno litigato!- asserì il ragazzino alla donna sogghignando furbescamente.

 

Takuya sbalzò di scatto tappandogli la bocca con una mano.

 

- Taci mostriciattolo!- gli ordinò cercando di ammutolirlo.

Da parte sua, Shinya, spalancò le labbra affondando i suoi denti nella morbida pelle.

 

- AAAH!!! CHE MALE!!!- urlò lui scuotendo velocemente la mano destra- Potevi staccarmi un dito, te ne rendi conto?!  Sei proprio una scimmia!

 

Il ragazzino, non curante della urla isteriche di suo fratello continuò imperterrito riprendendo l’argomento.

 

- Takuya le ha detto di mettersi a dieta e lei gli ha dato uno schiaffo!- disse poi mettendo il gioco in pausa.

 

- Ma che stai dicendo?! Non è affatto vero!!- ribatté Takuya avanzando minacciosamente verso suo fratello.

 

- E’ invece sì! Me lo ha detto Junpei!- Shinya fece altrettanto. Scattò in piedi portandosi le mani sui fianchi.

 

- ACC!- strepitò lui digrignando i denti-  Maledetto JP!! Non appena lo vedo mi sentirà…e come se mi sentirà!! E poi non sono affari che ti riguardano! Pensa a giocare piuttosto…!- il viso di Takuya si accese di rosso, voltò le spalle al fratello per non farsi scorgere.

 

- Ah ah! A Takuya piace Izumi ma Izumi non piace Takuya!- dichiarò Shinya con voce canzonatoria.

Takuya da parte sua non poté trattenersi, adesso basta pensò prontamente, e così…i due iniziarono a litigare.

 

- A me non piace Izumi!- asserì convinto.

 

- Allora perché sei diventato tutto rosso eh?! Spiega!- ribadì il ragazzino guardandolo in volto.

 

- Aaah non è vero!- ribatté lui portandosi istantaneamente le mani in faccia.

 

- E invece si! Sei più rosso di questo joypad! Ah Ah!- controbatté Shinya afferrando l’oggetto in questione.

 

- Bugiardo! Alla tua età non dovresti mentire! Ma che ti insegnano a scuola?!

 

- A dire sempre la verità!- fece lui con accento convinto, poi proseguì- E infatti… tu e la ragazzina bionda avete litigato!

 

- Si chiama Izumi! Mettitelo ben in testa! Sono cinque anni che la conosci e non hai ancora imparato il suo nome?!- brontolò Takuya sradicando il controller rosso amaranto dalle mani del fratello.

 

- Come pensavo…- sospirò il ragazzino incrociando le braccia e annuendo più volte con il capo.

 

- Come pensavi cosa?! – chiese Takuya un po’ seccato.

 

- Ma…niente di speciale…solamente che… ti piace! Altrimenti perché ti affanneresti così tanto per un semplice nome?- dichiarò lui riprendendosi l’aggeggio colorato di rosso.

 

- ARGH!- il ragazzo sobbalzò di nuovo, si sentì le guance avvampare quasi coperte dalle fiamme, un po’ per l’imbarazzo un po’ per la rabbia data l’insistente cocciutaggine del fratellino minore- Ti ho gia detto che a me non piace Izumi!!

  

- Anche tuo padre affermò la stessa cosa ai tempi della scuola- fece la signora Yuriko intervenendo nella lite.

 

-  AAAH Mamma da quanto tempo sei li?!- Takuya trabalzò voltandosi di scatto verso la madre.

 

- Giusto il tempo per dividervi… ma quando la smetterete entrambi? Oramai siete cresciuti, il periodo dei bisticci tra fratelli dovrebbe cessare non vi pare?

 

- E’ stato Shinya ad iniziare! Io stavolta non c’entro, prenditela con lui – le disse il ragazzo additando il fratellino che da parte sua cercò naturalmente di difendersi.

 

- Non è colpa mia se Takuya ha detto a Izumi di essersi ingrassata!

 

- Ehi scimmia aspetta un attimo! Le ho solo detto di mettersi a dieta non che fosse ingrassata! Mettiamo i puntini sugli “i”!

 

- Capirai la differenza…e con lo schiaffo come la mettiamo? Eh? Ehehehe - replicò Shinya ridacchiando.

 

- Quello…quello è un dettaglio! Non è colpa mia se sono il suo bersaglio preferito…!

 

La signora Kanbara ascoltava quasi divertita i loro ragionamenti, le ritornarono alla mente alcuni episodi capitateli molti anni prima che i due nascessero.

 

- Anche tuo padre commise lo stesso errore…! Successe ai tempi della scuola, ricordo benissimo quel giorno, e credo anche lui…eh eh!- portandosi una mano alla bocca, concluse sorridendo.

 

- Davvero? E tu gli hai tirato uno schiaffo?- domandò Takuya incuriosito quanto sbalordito.

 

- Certo! Partì immediatamente! Le donne vanno rispettate!- asserì lei convinta- Tu dovresti fare altrettanto con Izumi, è una brava ragazza ma spesso non usi molta gentilezza nei suoi riguardi…- concluse la signora Yuriko aggiustando la maglietta del ragazzo, un po’ stropicciata.

 

- Adesso le dai anche ragione? Roba da matti…- Takuya si batté una mano in volto sospirando. Poi con voce bassa si avvicinò all’orecchio della madre- E cos’ha fatto papà per farsi…si insomma… perdonare?- chiese con le guance  leggermente arrossate.        

 

- Beh…il giorno dopo per scusarsi mi regalò un mazzo di fiori…un po’ appassito ma pur sempre un mazzo di fiori! Sono convinta che anche lei ti perdonerà se farai un simile gesto!

 

- Cooosa?!! Nemmeno per idea!! La mia era solo semplice curiosità… non ho nessunissima intenzione di regalare qualcosa a quella strega! Chi mi assicura che poi non me la tirerà in faccia…?- Takuya sembrava alquanto imbarazzato, benché fosse ormai cresciuto, di discorsi relativi alle tematiche sulle ragazze preferiva farne a meno, anche perché, orgoglioso, li reputava concetti “inutili”e dispersivi per un “duro” come lui! Mormorando tra sé e sé, si diresse in camera sua, agguantò la cartella caricandola in spalla, e uscì.- Io vado! Ci vediamo quando torno! Ciao scimmia!

 

Il ragazzino prontamente si voltò verso di lui.

 

- Salutami…ehm…com’è che si chiama…? Insomma, la ragazza bionda!

 

- IZUMI!! Si chiama IZUMI!  - gli urlò il fratello sbattendo la porta con fare deciso e… pesante.

 

- …tutto suo padre…!- concluse la signora Kanbara, osservandolo correre dalla finestra della cucina. Poi sospirando, prese a se un grazioso portafoto intagliato in legno adagiato sul mobiletto lì accanto, e lo strinse amorevolmente. L’immagine ritraeva i suoi piccoli grandi ometti, come amava definirli lei.

Benché Takuya avesse sedici anni, e per Shinya la soglia dei tredici era oramai vicina, in cuor suo rimanevano e sarebbero sempre rimasti i suoi piccoli grandi  tesori.  

 

________________________________________________

 

 

 

 

 

Si conclude il primo capitolo della mia prima fanfic a capitoli! (Scusate il gioco di parole ^^”)

Effettivamente, rileggendolo, alcune cose (praticamente tutte) risultano ancora avvolte da una fitta nebbia…(un po’ come il sogno di Kouji) e lo sarà così per i primi tre/quattro capitoli…spero non vi annoierete di aspettare così tanto…ma sto da poco concludendo il quinto paragrafo, quindi li vedrete pubblicati in maniera diciamo piuttosto “rapida” (imprevisti permettendo).

Come già detto poco fa, prima fic a capitoli, spero piaccia e risulti gradevole da leggere.

Ringrazio tutte le persone che presteranno un po’ di attenzione in questo mio lavoro al quale sto dedicando molto del mio poco tempo…!

Infinitamente grazie!

                                                                                                    

                                                                                                          Botan   

 

 

 

   

 

 

 

   

    

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dalla Russia con "amore"! ***


Takuya correva ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta aveva fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi

                                                             Capitolo 2

________________________________________________

 

 

 

 

Takuya correva ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta aveva fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi. Fortuna che l’edifico scolastico si trovasse a poco più di quindici minuti da casa sua, e avendo una buona resistenza nella corsa, avrebbe impiegato anche meno.

L’orologio dell’enorme struttura segnava le otto e un quarto, folle di ragazzi aspettavano davanti al cancello prima di entrare, altri, invece, si erano già affrettati a prendere posto nei loro banchi. Alcuni docenti passeggiavano lungo i corridoi attendendo il suono del campanello che dava inizio alle lezioni.

Una macchina nero corvino, fermò per pochi attimi davanti l’enorme edificio, giusto il tempo di permettere la discesa del suo passeggero. Poi, ripartì subito dopo lasciando dietro di se una lunga fumata grigia.

 

- Izumi-chan!!- gridò dall’altro lato della strada la persona scesa dall’auto. La ragazza dai capelli biondi sobbalzò.

 

- Ah Junpei! Ben arrivato!- rispose Izumi, voltatasi verso di lui con un sorriso.

 

Da parte sua, l’enorme ragazzo dall’alta statura, arrossì rincretinito nei confronti dell’amica, poi scosse fortemente il capo e attraversò il piccolo tratto di via che li separava.

Un grosso camion gli tagliò il percorso, lui prontamente si arrestò a pochi centimetri da esso, aspettando che passasse.

Takuya correva frettolosamente lungo il tragitto della scuola, il passaggio del lungo tir gli avrebbe tolto altro tempo pensava esaminando l’enorme macchina, così adocchiando un piccolo spazio, decise di aggirarlo dirigendosi verso il lato anteriore. Junpei fece altrettanto, infilandosi però sul lato posteriore. Entrambi sbucarono dalle due estremità del massiccio mezzo di trasporto, indirizzandosi immediatamente sul marciapiedi. Junpei guardava Izumi sventolandole la mano , mentre Takuya sollevò la testa rivolgendo lo sguardo al grande orologio posto nella parte centrale dell’edificio scolastico. Entrambi proseguirono a passo spedito, nella stessa traiettoria.

 

- Aah fermi!! Fermi!!- gli urlò Izumi agitando le braccia. Junpei, credendolo un saluto, fece altrettanto.

Takuya girò il capo nella direzione della ragazza, ma troppo tardi per accorgersi anche dell’amico.

Junpei travolse completamente il giovane ragazzo, crollandogli addosso.

Izumi sospirò scuotendo la testa, poi corse ad aiutarli.

 

- Mi stai schiacciando! Alzati Junpei!- lo esortò Takuya con voce strozzata.

Izumi protese una mano verso il compagno più grande aiutandolo a drizzarsi, mentre Takuya, tolto il grosso peso, riprese fiato.

 

- Tutto ok Junpei?- chiese la ragazza preoccupata.

 

- Benissimo! Grazie! Non ho nemmeno un graffio…- rispose l’aitante giovine guardandosi in dosso.

Ricadendo su Takuya, Junpei non avvertì nulla, ad eccezione dell’amico che rimase sdraiato sul ruvido asfalto. Infatti se non fosse stato per lui che gli attutì il colpo, il robusto ragazzo non avrebbe risposto positivamente alla domanda fattagli dall’amica.   

 

- Dare una mano a rialzarmi è chiedere troppo, vero?! Ma tu guarda…-  Takuya sbottò sollevandosi da terra. Scosse  i pantaloni per togliersi un po’ di terriccio, e riprese la cartella caricandola sulle spalle.

 

- La prossima volta fa più attenzione! Avresti potuto investire Izumi!- rimproverò Junpei all’amico.

La ragazza da parte sua, non commentò. Takuya le rivolse un rapido sguardo, poi ritorno con gli occhi sul compagno.

 

-  Guarda che la colpa è anche tua! Mi sei piombato addosso all’improvviso, un altro po’ è mi schiacciavi!

 

- Esagerato… avanti non farla lunga, sono dimagrito se non l’hai notato…

 

- Dimagrito?? A me sembra il contrario…- asserì Takuya convinto squadrandolo dall’alto in basso-  Oltre a crescere in altezza ti sei anche allargato di…pancia…!

 

- Vorresti dire che sono ingrassato?!- pronunciò Junpei dall’aria furente.

 

- Lascia perdere Junpei, Takuya è da un po’ di tempo che vede tutte le persone in una maniera “diversa”…diciamo più gonfia…- sbottò Izumi con occhi rivolti altrove.

 

- Non dirmi che sei ancora offesa per quello che ho detto ieri? Pensavo fosse un capitolo chiuso…- anche Takuya rivolse lo sguardo in altro luogo, infilandosi le mani in tasca.

 

- Capitolo chiuso? Ah d’accordo come vuoi tu, è inutile dialogare con un ottuso…tanto avrà sempre ragione lui…

 

- Non iniziamo a offendere! – il ragazzo si girò nuovamente verso la compagna- Io non ho detto di aver ragione! E poi ieri sei scappata di corsa dopo avermi tirato lo schiaffo…gradirei sapere il motivo…mi sono rimasti ancora i segni delle tue dita…- mugugnò toccandosi la guancia.

 

- Ben ti stà così impari, le donne vanno rispettate!

 

Le parole di Izumi ricordarono quelle della madre dettegli prima di uscire. Rimase un po’ attonito, poi girando il capo aggrottò la fronte sbuffando.

 

- Izumi-chan lascialo perdere, lui non sa come trattare le donne, è ora di entrare vieni.- Junpei porse una mano alla ragazza che non l’afferrò, e voltando il capo, oltrepassò il cancello con aria collerica. La seguì senza esitare ma qualcosa lo bloccò.

 

- Junpei… Aspetta un attimo…- Takuya fermò prontamente l’amico tirandogli uno orecchio, Junpei si voltò di scatto con una smorfia di dolore che gli attraversava il viso.

 

- AHI! Mi fai male! Molla!- gli ordinò lui strattonandolo via. Poi si tocco il lobo arrossito- Che dolore…a momenti mi staccavi l’orecchio…ma sei impazzito?

 

- Ti stà bene! Oltre mio fratello, a chi altri hai detto della lite che ho avuto con Izumi?! Avanti parla! O ti staccò anche l’altro!- lo esortò Takuya minacciandolo. Junpei prontamente arrestò coprendosi i lati della faccia con entrambe le braccia.

 

- Non ci provare nemmeno! E poi l’ho riferito solo a Shinya…d'altronde non credevo che volessi nasconderlo…

 

- Ah ti ringrazio per aver pensato al posto mio…tu lo conosci mio fratello, sai che non riesce a tener chiusa la bocca…stamattina per vendicarsi di averlo chiamato scimmia, lo ha detto sfacciatamente a mia madre con quel tono di voce stridente e squillante…se non hanno sentito tutti i condomini è perché la maggior parte di loro sono anziani con problemi di udito…- Takuya sospirò sbuffando, mentre la fronte aggrottò di riflesso.

 

- Che vuoi che interessi alle persone che abitano nel tuo palazzo se hai litigato con Izumi dicendole di mettersi a dieta!! Ma dai!- fece Junpei strillando ad alta voce.

Un gruppetto di ragazze passò di lì ascoltando la conversazione, praticamente impossibile da non udire.

Guardarono Takuya con occhiata agghiacciante, fulminandolo con lo sguardo.

 

- Ecco…lo sapevo…adesso sì che l’opera è completa…- il ragazzo portò una mano alla fronte scuotendo la testa. Con la coda dell’occhio vide il gruppo di collegiali parlottare tra loro mentre lo fissavano indignate, saettò gli occhi altrove trascinando Junpei- Vieni, andiamo…oggi non è giornata…- asserì  poi emanando un lungo respiro.

 

- Fortuna che le madri sono sempre comprensive con i propri figli. La tua ha fatto altrettanto vero?- chiese Junpei adocchiando in lontananza Izumi salire le scale.

 

Anche Takuya la intravide per merito dei capelli biondi, ma proseguì a camminare distogliendosi.

- Ti do un consiglio, se mai dovesse capitarti una cosa simile, non dirlo a una donna soprattutto se questa è tua madre…puoi  stare tranquillo che non darà mai ragione a un uomo…- il giovane storse la bocca incamminandosi con passo deciso quanto indignato verso il grande portone di legno.

 

- Ha dato ragione a Izumi!?! Ah ah incredibile! Ragazzo mio non hai fortuna con le donne…se vuoi ti do lezioni private di galanteria…il grande Junpei sa come trattarle! – propose lui dandogli una forte pacca sulla schiena che fece irrigidire l’amico.   

 

Takuya lo fissò perplesso quanto dolorante per il forte scossone ricevuto.

- …No grazie…non prendo lezioni da te…mi ritroverei peggio di prima…-concluse lui massaggiandosi la schiena.

 

- E’ la tua risposta definitiva? L’accendiamo?

 

Takuya sbatté la cartella dritta nello stomaco del compagno.

Junpei si tenne la pancia, dolorante.

 

- Stavo scherzando…perché mi hai colpito?? Ho appena mangiato tre cornetti e due toast ripieni di sottaceti e funghi…così mi si bloccheranno sullo stomaco…

 

Il giovane guerriero del fuoco rimase allibito.  

- Mi meraviglio che non sia successo prima…ma dove la metti tutta questa roba?! Sei una macina trita tutto…

 

Giunti a metà corridoio, i due si salutarono per avviarsi nelle proprie classi . L’aula di Junpei, essendo due anni più grande, si trovava al pian terreno, Takuya, invece, salì fino al terzo, cioè l’ultimo.

 

 

 Harajuku

Ore 13:00

 

 

- Kouji che hai? Tutto bene?- chiese una voce poggiandogli una mano sulla spalla.

Il ragazzo si voltò immediatamente quasi sussultando.

 

- Ah Kouichi…sei tu…no sto bene tutto apposto- lo rassicurò lui.

Ma il suo sguardo mentiva, e questo il fratello l’ho capì all’istante.

 

- Puoi ingannare con la voce ma non con gli occhi…lo sapevi che sono lo specchio dell’anima?- fece il moretto sedendosi accanto a lui.

 

- No…- Kouji non aggiunse altro, Kouichi aveva ragione pensò fissando il sacchetto del pranzo ancora intatto.        

      

Frequentavano entrambi un istituto privato al centro di Harajuku. Ogni mattina si davano appuntamento davanti alla stazione per raggiungerlo insieme. Le loro classi erano sullo stesso piano, e all’ora di pranzo si incontravano al di fuori per mangiare.

 

- Non hai fame?- domandò Kouichi notando l’ involucro del pranzo ancora sigillato.

 

Lui annuì con un solo cenno del capo.

 

Koichi sospirò.

-  Hai fatto ancora quel sogno vero?

 

Lo sguardo del ragazzo col codino diventò più cupo, poi si voltò verso il fratello annuendo nuovamente.

 

- E’ già la settima volta che succede o sbaglio?

 

Kouji scosse il capo appoggiando il braccio alla spalliera della panchina.

 

- No, non sbagli. Con la giornata di oggi è una settimana esatta… per quanto mi sforzi non riesco a dargli un senso logico- Kouji chinò la testa all’indietro volgendo lo sguardo al cielo.

 

- E se non lo avesse? Voglio dire, se non avesse una logica “naturale”? Sai a cosa mi riferisco… – disse Kouichi guardando il fratello.

Kouji ritornò all’istante sul suo gemello.

  

- Dici che potrebbe trattarsi    il suono del campanello per il fine pranzo lo interruppe bloccandogli le parole in gola. Portando le mani in tasca, si alzò. Kouchi lo seguì subito dopo.- Ne riparliamo stasera a casa di nostro padre.

 

- D’accordo, allora avvisiamo anche gli altri?- chiese poi il fratello.

 

Kouji negò con il capo.

 

- Preferisco non creare polveroni inutili…dopotutto non abbiamo prove concrete.

 

- Come vuoi. Allora

 

- KOUJIIIII!!!

 

Una voce femminile dal tono squillante interruppe Kouichi.

 

Il ragazzo dai capelli lunghi sussultò voltandosi in direzione del suono ma, prima che potesse farlo, delle braccia gli si strinsero in vita cingendolo.

 

- Mi-Miyama?!- esclamò lui sgranando gli occhi nel vedere la ragazza.

 

- Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Kumiko?! I cognomi sono troppo formali! E io e te non siamo di certo estranei!- fece la ragazza stringendolo ancora di più.

 

- La-lasciami!- sbottò Kouji con voce strozzata- Non respiro!

 

- Sei sempre il solito scontroso! Ma è questo che mi piace di te!!- la giovane invece di ridurre, aumentò più forte la pressione, lasciando il ragazzo senza fiato.

 

Kouji ansimava fissando disperato Kouichi che prontamente intervenì.

 

- Ehm…Kumiko non mi saluti nemmeno?- chiese sperando di distrarla.

 

- Ah, si scusa ciao Kouichi! Come vanno le cose? Mi hanno detto che il professor Nakajima sarà affidato alla tua classe per sostituire l’insegnate ammalato di scienze…ti avverto che non sarà facile stargli dietro…è un tipo molto severo e perfettino!- La ragazza allentò un po’ la presa, e Kouji da parte sua ne approfittò per svincolarsi dalla stretta. – Aaah Kouji aspetta! Che cattivo che sei…!!- dichiarò col broncio.

 

- Si può sapere che ci fai qui?- chiese lui in tono alquanto seccato.

 

- Semplice, sono venuta a prenderti per ritornare in classe assieme!

 

- Non se ne parla nemmeno!- espresse prontamente sistemandosi la giacca un po’ smossa dall’abbraccio di prima.

 

- Niente storie! Su andiamo altrimenti la professoressa Ootori si incavola!

 

- Per Kouji il tempo di reagire non ci fu, Kumiko lo preso a braccetto trascinandolo con se.

 

- Ciao Kouichi buona lezione! – fece la ragazza sventolando la mano.

 

Kouji si voltò in direzione del fratello sperando ancora una volta che l’aiutasse ma…

 

- Grazie anche a voi! Divertitevi! – esclamò Kouchi sorridendo. Guardandoli rientrare in aula, anche lui si approntò a farlo- “Almeno si svagherà un po’…”- pensò lui riflettendo al discorso fattogli poco prima dal fratello. 

 

 

DRIIIIIIIIIN

 

 

Il suonò della campanella proclamò la fine delle lezioni. I ragazzi si accalcarono in massa davanti ai cancelli. Molti di loro aprirono gli armadietti per depositare o prendere oggetti personali.

Izumi si diresse verso il suo, aprendolo. Con stupore vi trovò all’interno un grazioso fiore di anemone bianco.

 

- Ma…e tu come ci sei finito qui dentro?- disse la ragazza prendendolo delicatamente in mano.

Izumi si guardò in torno, era evidente che qualcuno lo avesse infilato di proposito nella piccola fessura in alto. Raccolse un libro dallo stipetto, dopodichè lo richiuse indirizzandosi verso l’uscita.

 

- Takuya te ne vai già? Non aspetti che venga anche Izumi?- chiese Junpei all’amico.

 

- No…è meglio di no…e poi non vedo perchè dovrei

 

-  Per esempio perché lo facciamo tutti i giorni…o almeno quasi tutti…- rispose il ragazzo restando impalato davanti al portone principale.

 

- Beh,  adesso non mi và, preferisco ritornarmene da solo piuttosto che intossicarmi il tragitto…- si caricò la cartella in spalla  dirigendosi verso la grande cancellata, ma proprio in quel momento, dal grande portone spuntò la ragazza dai capelli biondi.

 

- Izumi-chan!!- esclamò Junpei agitando le braccia- Sono qui!

 

Takuya si voltò di scatto.

 

- Ah eccoti! Com’è andata la lezione? Tutto ok?- domandò la ragazza sorridendo.

 

- Ah si…si benissimo!- Junpei arrossato in volto come suo solito assentiva più volte con il capo.

 

- Ma tu guarda…quando la smetterà…- mormorò Takuya rimasto impalato ad osservare la scena.

 

Izumi si voltò verso di lui rivolgendogli lo sguardo, poi aggrottò le sopracciglia.

 

- Acc! C’è l’ha ancora con me!? Aah le donne non le capirò mai…- sospirando riprese a camminare ma la sua attenzione venne attratta da un ragazzo di alta statura che gli passò di fianco strusciandogli la spalla.

 

- Ehi ma che maniere!- disse prontamente Takuya.

 

- O scusa, sei talmente basso che non ti ho visto…- replicò il giovane con tono freddo e distaccato.

 

- Cosa?! Cosa hai detto?!- reagì immediatamente, ma il ragazzo andò via senza voltarsi neanche. Lo seguì con lo sguardo vedendolo indirizzarsi verso Izumi.

 

Junpei le stava accanto, si era offerto di portarle la cartella ma lei delcinò l’offerta ringraziandolo gentilmente. Nella mano sinistra portava quel piccolo anemone bianco candido che spiccava proprio per il suo colore così luminoso.

 

- Ehi bionda!- esclamò quel ragazzo rivolgendosi alla ragazza- Sei Orimoto del terzo anno giusto?

 

- Si…sono io… volevi qualcosa?- chiese lei con tono calmo ma un po’ seccato. Se c’era una cosa che Izumi detestasse, era quella di venirle affibbiato l’appellativo “bionda”.

 

- Stasera ti andrebbe di uscire con me?-  propose lui senza preamboli.

 

Izumi arrossì di colpo rimanendo un po’ confusa.

Si schiarì la voce con un colpetto di tosse.   

 

- Mi dispiace ma… ho un impegno e poi non ti conosco nemmeno…

 

- Beh, rimediamo subito, mi chiamo Ivan Ussuri, sono nato in Russia ma studio qui in Giappone. Molto lieto di fare la tua conoscenza! - concluse il ragazzo facendole un inchino.

 

Takuya e Junpei guardarono stizziti la scena,  ma che faccia tosta quella specie di bellimbusto senza cervello pensarono entrambi diventando rossi dalla rabbia.

 

- Allora, adesso che mi conosci, accetti di uscire con me?

 

- …No, devo darti una seconda risposta negativa ma proprio non posso mi dispiace.

 

- Che hai da fare di più importante? Puoi sempre rimandare…- propose lui con aria saccente quanto invadente.

 

- Mi dispiace ma non posso…- ribadì la ragazza cominciando a sentirsi in disagio.

 

- Avanti bionda non ho tempo da perdere! – con tono spavaldo si avvicinò a lei. La ragazza avvertì un brivido di freddo attorniare le gambe, da parte sua cercò di mantenere la calma ma non fu facile.

 

- Ho detto di no e poi ho un nome!- esclamò con voce più forte.

 

Intervenì all’istante Junpei, oramai furioso, che si accostò al giovane russo.

 

- Non hai sentito che ha da fare? Sei forse sordo oppure posso definirti un semplice ottuso?! Gira dall’argo!

 

- Non ho chiesto il tuo giudizio razza di montagna in divisa…togliti di mezzo!

 

- Ma chi ti credi di essere?! Razza di spaccone prepotente vattene subito altrimenti

 

- Bastà  così Junpei!- lo fermò Izumi- Andiamo via!- la ragazza s’incammino verso l’uscita aggirando l’insistente scocciatore, ma in quel momento una mano le si posò sul braccio strattonandola indietro. Nel dimenarsi il piccolo anemone le scivolò tra le dita, adagiandosi al suolo. Il russo lo calpestò quasi volontariamente comprimendolo sotto la scarpa.

 

- Domandare è lecito, rispondere è cortesia. I tuoi non ti hanno insegnato l’educazione bionda?

 

- Si chiama IZUMI!!

Una voce tuonò all’improvviso, senza accorgersene il giovane russo si ritrovò un pugno sul viso, finendo a terra.

 

- TAKUYA!- urlò lei all’amico.- Ferma non c’è ne bisogno! Lascialo stare non vale la pena sporcarsi le mani con lui- la ragazza lo prese per mano trascinandolo via, ma lui cercò di staccarsi.

 

- Lasciami Izumi! Ti prometto che non lo uccido!

 

- Guarda non ci metterei la mano sul fuoco… ha già avuto quello che si merita, ma ora basta, andiamo via!

Takuya si fermò per un attimo a guardarlo con disprezzo, poi voltandogli le spalle seguì l’amica.

     

- Ahahahahh!

 

Un risolino beffardo risuonò alle spalle dei tre.

Si voltarono di colpo.

 

- Che hai da ridere? Ne vuoi un altro?- propose Takuya allo straniero che scherniva di gusto.

Izumi lo strattonò ancora una volta, ma prima che lei potesse trascinarlo via, il giovane russo contraccambiò il favore colpendolo al volto.

 

- Era dovere ricambiare il gentile omaggio da parte tua, ti pare?! Non potevo comportarmi come uno zotico…!

 

- Maledetto!! – Takuya cercò di colpirlo ma venne subitamente fermato da Junpei che lo trattenne con una presa.- Lasciami andare! Gli faccio vedere io a quella specie di grattacielo chi è più forte tra noi due! In questo modo gli passera la voglia di fare lo spaccone!

 

- Certo, così dovrò portarti in spalla fino a casa…abbiamo già troppi problemi con i ragazzi dell’istituto affianco, ci mancava solo il Niwayori per completare la collezione…- ribadì Junpei sospirando.

 

- …Siete così ridicoli…ma dopotutto mi fate pena…!- il ragazzo raccolse la cartella, cadutagli a terra, allontanandosi sotto gli sguardi dei due. Passò di fianco a Izumi sussurrandole a voce bassa - Sono sicuro che ci rivedremo molto presto…amica del vento!- le sue ultime parole crearono un leggero palpito in più nel cuore della ragazza, fece un passo indietro, quegli occhi color ghiaccio la fissavano incutendo un certo timore.  

 

Poi si allontanò dal gruppetto e girando l’angolo, sparì.

 

 

-  Izumi che ti ha detto quell’ imbecille? Se ti ha offesa non appena l’ incontro lo sistemo io!- asserì Junpei battendosi una mano in petto.

Lei sorrise forzatamente, poi si avvicinò a Takuya.

 

- Ti fa male?- chiese al ragazzo guardando la ferita.

 

- Non mi faccio mettere K.O. da uno come lui! Ho incassato pugni più forti dai cavalieri reali!- dichiarò lui asciugandosi un po’ di sangue dal labbro inferiore.

 

L’anemone bianco giaceva al suolo, oramai senza vita. Izumi si accovacciò a terra guardandolo.

Takuya voltò lo sguardo verso di lei notando il piccolo fiore rovinato.

 

- Mi dispiace…non ho potuto proteggerti- disse la giovane al piccolo anemone.

 

- Ti preoccupi per un fiorellino? Ma dai, dove l’ho raccolto ne era pieno…se vuoi ti ci posso portare.

Lei si voltò di scatto verso il ragazzo con occhi pieni di stupore. Takuya scosse velocemente il capo arrossendo.

Che aveva detto??? Izumi rimase allibita. Possibile?!

 

- AAAH io no,  volevo dire…ecco - cercò di correggersi ma purtroppo era troppo tardi per rimangiarsi la frase.

 

- Ma allora…lo hai messo tu nel mio armadietto?!- chiese prontamente la ragazza.

 

- Ecco...senti…adesso non farla tanto lunga…si trattava solo di un fiore…e poi a me non è costato nulla…- grattandosi la guancia indirizzò lo sguardo altrove. Fece ticchettare la punta della scarpa al suolo nervosamente.

 

Izumi lo guardò un attimo senza parlare, poi chiuse gli occhi sorridendo.

 

- Grazie Takuya!- esclamò la ragazza dai lunghi capelli biondi che svolazzavano nel vento. 

 

Lui arrossì nuovamente, per poi risponderle in tono formale.

 

- Di niente…figurati…

 

Junpei, completamente dimenticato dai due,  non afferrò minimamente il discorso.

Socchiudendo le palpebre si portò le mani sui fianchi.

- Ma si può sapere che avete? Fate capire anche me!- lo stomaco del ragazzo iniziò a brontolare, Izumi e Takuya vennero interrotti dal roboante suono. Si scambiarono una rapida occhiata, per poi concludere ridendo.- Smettetela! Non ci trovo nulla di strano…per andare di fretta non ho fatto la solita colazione che faccio ogni mattina…è normale che adesso comincio ad avere appetito! Ricordate che mangiare fa bene allo spirito! Forza, andiamo a casa, il mio stomaco non aspetta…!

Junpei afferrò gli amici sotto braccio, e i tre si incamminarono verso la grande cancellata.

Il vento, placato, lasciava spazio a un clima piuttosto mite e tranquillo.

Tutto limpido.

Tutto luminoso.

Troppo luminoso.

 

 

 

Regna oscuro padrone delle tenebre…regna sul tuo nuovo mondo che presto ti apparterrà. L’oscurità contrasterà la luce, il giorno sarà strappato dal tuo immenso potere, lasciando spazio alla notte.

L’ombra corroderà gli  animi di chi vorranno opporsi alla tua supremazia, finendo nel nero abisso senza uscita.

Chi guarda nel buio profondo, sarà divorato dalle tue fauci.

Chi contrasta la potente forza, sarà dilaniato alle tue mani.

Il tempo della vendetta è oramai giunto, lungamente hai atteso, e ora ti sei  risvegliato.

 

E’ venuto il momento di continuare la partita.

 

 

 

Queste le parole di una figura oscura sospesa in un cielo cupo, un posto avvolto dalle tenebre dove la luce è solo un insieme di lettere senza significato.

La stessa presenza che alberga nei sogni di Kouji?

Forse.

 

 

 ________________________________________________

 

  

  

   

 

 

 

     

 

         

 

 

 

 

 

    

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A simple dream? ***


- Sono a casa

                                    Capitolo 3

________________________________________________

 

 

 

 

- Sono a casa!- esclamò Takuya rientrando dalla porta d’ingresso. Si tolse le scarpe sfilandole senza slacciarle e si diresse in cucina. Posò la cartella sul tavolo e aprì il congelatore, infilò una mano al suo interno ed estrasse un piccolo cubetto di ghiaccio adagiandolo sulla parte inferiore del labbro.- Ahi…che male…maledetto russo cresciuto troppo in fretta! Se lo incontro domani gli farò pentire di avermi picchiato…

 

- Chi ti ha picchiato? Izumi?

 

- AAAH Shinya!! Mi hai fatto prendere un colpo!- urlò Takuya vedendo il fratello- E comunque non si origliano le conversazioni degli altri…- sbottò nascondendo il cubetto di ghiaccio dietro la schiena.

 

- Non hai risposto alla mia domanda…Izumi ti ha tirato un altro schiaffo?- fece il fratello con voce insistente.

 

- Niente affatto! Ma non sono affari che ti riguardano! Piuttosto, dov’è la mamma?

 

- E’ uscita a fare la spesa, tornerà tra un po’, nel frattempo mi ha detto di badare alla casa…perché volevi dirle qualcosa?- domandò il ragazzino guardandolo con aria sospetta.

 

- Ah no…niente…niente…beh, vado in camera mia, non fare danni scimmia!

 

- Antipatico!- disse lui cacciando la lingua.

 

Takuya salì le scale entrando nella porta sulla destra del piano.

Si tolse l’uniforme scolastica mettendosi degli abiti più comodi e gettò dalla finestra ciò che rimaneva del cubetto di ghiaccio, poi si sdraiò sul letto.

 

- La mamma aveva ragione…se vuoi riconciliarti con una ragazza, regalale dei fiori! Chi l’avrebbe mai dettoaaah le donne sono un universo parallelo rispetto al nostro. – sospirando, ripensò a quanto successo nel pomeriggio di quella  giornata così movimentata, portò le mani dietro la testa sollevando le gambe- Se faccio un po’ di esercizio forse diventerò più alto…- dichiarò convinto alzando e abbassando gli arti inferiori. 

 

“sei talmente basso che non ti ho visto”

 

- Argh!- digrignando i denti, gli ritornarono alla mente le parole del ragazzo dalla statura elevata. Aumentò la velocità delle flessioni fino a far traballare il letto- Gli faccio vedere io chi è il più alto!

In statura era cresciuto molto rispetto a cinque anni fa, sfiorava quasi il metro e settantacinque, ma paragonato all’uno e ottantacinque del russo, era piuttosto basso.  

Cinque minuti dopo le flessioni, crollò sfinito.- E’ piuttosto faticoso…ma non posso mollare…- riprese a sollevare le gambe ma non ci riuscì- beh…forse è meglio fare una pausa…andrò a bere qualcosa- balzò dal letto scattando in piedi. Si apprestò ad uscire dalla stanza ma qualcosa catturò la sua attenzione. Rivolse lo sguardo alla finestra, e intravide sul davanzale interno un cubetto di ghiaccio perfettamente integro.

 

- Che strano…eppure ero sicuro di averlo gettato via…- lo riprese tra le mani, lanciandolo fuori- Questa volta è andato di sicuro! – poi si diresse correndo al piano di sotto.

 

Sul quartiere di Shibuya erano da poco le sette. Il sole oramai tramontato, non rischiarava più in alto nel cielo. Le luci della città si erano accese. Le vetrine degli enormi negozi coloravano le strade di mille luci. Il quartiere della musica, come molti lo chiamavano, perché pieno di botteghe stracolme di dischi, era gremito di persone che passeggiavano tra le vie affollate.

 

DLIN DLON

 

A casa Minamoto il campanello della porta emise uno squillo.

 

Una donna dai capelli corti e con occhiali sul viso andò ad aprire.

 

- Ah Kouichi sei tu! Vieni entra pure!- fece lei facendolo accomodare.

 

-  La ringrazio signora Satomi - disse il ragazzo introducendosi in casa.

 

- Vado ad avvisare subito Kouji che sei arrivato. Tu intanto siediti pure! Dopotutto questa è anche casa tua!- la moglie del signor Kousei Minamoto, padre dei due, era molto gentile nei confronti dei ragazzi, benché non fosse la loro madre, cercava di esserlo trattandoli come suoi figli.

 

Kouichi si sedette sul divano di pelle grigia posto al centro della stanza. Quasi sprofondando in esso, appoggio la schiena alla lucida spalliera.

Pochi istanti dopo, arrivò Kouji scendendo le scale.

 

- Puntuale come sempre fratello!- fece lui alzando la mano in segno di saluto.

 

- E’ uno dei miei pregi…devo ammetterlo!- rispose il ragazzo sorridendo.

 

- Per quello che hai fatto oggi dovrei non rivolgerti più la parola…

 

- Ah ti riferisci a quanto successo con Kumiko?

 

Kouji annuì con il capo senza sorridere.

 

- Ah proposito, com’è andata? Non ti ha più mollato eh?- chiese Kouichi in tono burlesco.

La conoscevano da quasi quattro anni, il periodo in cui entrarono nell’istituto privato Hurusai.

La ragazza si innamorò perdutamente del moretto dalla lunga chioma, come spesso lo chiamava, fin dal primo giorno quando lo conobbe in classe. Da allora non lo lasciava un attimo da solo, mettendolo spesso in imbarazzo nell’intera scuola.

 

- Non mi và affatto di parlarne…- sbottò prontamente Kouji contraendo la fronte e voltando lo sguardo altrove.

 

- Mmm…ciò significa che non ti ha più lasciato andare giusto?- dedusse il fratello portandosi le mani sui fianchi.

 

- Tsk…quella ragazza è troppo appiccicosa per i miei gusti…- Kouji non aveva per niente l’aria di chi fosse divertito…dopotutto non era piacevole fare il bambolotto preferito della compagna di classe! 

I due poi, guardandosi in volto, scoppiarono in una rumorosa quanto allegra risata. 

Dopodichè, il volto di Kouji divenne improvvisamente serio. Fissò il fratello con forte intensità, e lui capì all’istante.

 

- Vieni, andiamo in camera mia.- propose poi con voce diretta.

 

Kouichi lo seguì, salirono la rampa di scale attraversando un lungo corridoio,  poi entrarono nella porta infondo ad esso. Lui si sedette sul letto, a differenza di Kouji che rimase in piede con le spalle poggiate alla parete.

 

Entrambi rimasero ammutoliti per pochi istanti, successivamente il silenzio venne rotto dal ragazzo con la bandana che rivolse lo sguardo al fratello seduto sul letto.

 

- Sei davvero convinto di ciò? - disse senza tante prefazioni.

 

Kouichi annuì con il capo, afferrando al volo le sue parole.

-  Il fatto che  ti capiti tutti le sere con una tale insistenza, mi induce a pensare ciò che in realtà preferirei non fosse…

 

Kouji chiuse gli occhi incrociando le braccia. Aggrottò la fronte con aria riflessiva quanto inquietata.

- Pensi ci possa essere un filo logico con…Digiworld…?

 

Digiworld. Il mondo digitale che cinque anni fa finì sotto la tirannia di Lucemon rischiando di scomparire del tutto.

Sei ragazzi furono scelti per contrastare il potente angelo ribellatosi alle regole che controllavano quel mondo.

Takuya, Izumi, Junpei, Tomoki, Kouji  Kouichi.

Questi i nomi dei digiprescelti che diventarono sei di quei dieci impavidi combattenti chiamati “leggendari guerrieri”.

Hi, Kaze, Kaminari, Kouri, Hikari, Yami.

Fuoco, Vento, Tuono, Ghiaccio, Luce, Oscurità.

Ognuno di loro governava l’elemento dal quale attingeva maggior potere, e una volta eliminato l’angelo ribelle, Digiworld ritornò bella come un tempo. I settori acquisiti riapparvero al loro posto materializzando le intere terre di quel mondo popolato da creature incredibili. I Digimon.

Bokomon e Neemon, gli strani ma simpatici mostri digitali che accompagnarono i prescelti nel loro viaggio, spiegarono ai ragazzi che la connessione del Digiworld al mondo reale non aveva stabilità continua, pertanto, se volevano far ritorno a casa, dovevano attraversare il varco dimensionale in quel preciso istante.

I leggendari guerrieri salutarono i loro compagni d’avventura, ringraziandoli, i piccoli Digimon corsero ad abbracciarli. Le lacrime furono scontate. Si voltarono volgendo l’ultimo sguardo alla loro, ormai, seconda casa.       

 I ragazzi fecero ritorno nel proprio mondo portandosi dentro di se i ricordi indelebili di quella splendida avventura.

Da quel momento in cui tutto ebbe fine, dell’oramai nostalgica Digiworld non si seppe più nulla.

Fu difficile riadattarsi alla vita normale, i combattimenti fremevano ancora nell’animo di ognuno di loro, ma con gli anni tutto ritornò alla regolarità.

Possibile mai che a distanza di tanto tempo, quel mondo popolato da esseri mirabolanti avesse ancora bisogno di loro?

 

Kouichi assentì nuovamente con il capo.

Non si sa come ma Kouji lo percepì, riaprendo gli occhi.

 

- Se Digiworld centrasse con tutto ciò, allora come spieghi il mio sogno?

 

- E’ solo un’ipotesi, magari mi sbaglio ma hai raccontato di trovarti aggrappato a una roccia in un settore digitale giusto? L’abisso oscuro sotto di te forse significa che Digiworld è ricaduto nel totalitarismo serrato di un altro tiranno…mentre la figura avvolta da un manto oscuro …appartiene a un Digimon, oppure un’entità benevola che vuole aiutarti…

 

Kouji ascoltò in silenzio, poi scosse il capo guardando il fratello.

- Non lo so…tutto ciò non mi convince…il tuo ragionamento potrebbe sussistere ma…se fosse una trappola? Se non si trattasse del mondo digitale ad essere in pericolo ma del nostro? Che succederebbe Kouichi? Noi non possediamo più il potere della digievoluzione…in quel caso non potremmo fare nulla per difenderlo.

 

I fratelli Minamoto restarono in silenzio, ognuno dei due non seppe cosa dire, sebbene il ragionamento di Kouichi non facesse una piega, anche quello fattogli da suo fratello poteva trovare fondamento pensò il guerriero dell’oscurità accavallando le gambe.    

 

TOC TOC

 

Qualcuno bussò alla porta interrompendo quell’attimo di riflessione da parte di entrambi.

 

- Avanti!- escalmò Kouji osservando la maniglia abbassarsi.

 

- Scusate se vi disturbo, ma ho pensato di portarvi qualcosa da bere!- la signora Minamoto adagiò sulla scrivania un vassoietto in metallo con due bicchieri colmi di succo d’arancia.- Se avete bisogno d’altro chiamatemi pure!- concluse con un sorriso.

 

- Grazie Satomi.- disse Kouji rivolto alla donna. Oramai aveva instaurato un ottimo rapporto con la moglie del padre, diventando ottimi amici.

 

- La ringrazio signora sarà sicuramente ottima!- affermò Kouichi alzatosi dal letto per prendere il bicchiere.

La donna arrossì leggermente spingendo in su gli occhiali scivolati sulla punta del naso.    

 

- Di niente! Beh, vi lascio ai vostri discorsi, a dopo!

 

La guardarono uscire mentre il silenzio riscese nella camera.

Kouji andò a prendersi il succo d’arancia, lo scosse un pochino poi lo bevve.

Kouichi invece, lo teneva tra le mani, con lo sguardo perso nel liquido arancione.

 

- Kouji…riguardo prima…potremmo sbagliare entrambi, a volte i sogni accadono senza una logica, e non vuol dire che nel tuo debba essercene una.

 

Il ragazzo adagiò il bicchiere nel vassoio, il volto ancora pensieroso fissava il recipiente vuoto. In effetti Kouchi poteva aver ragione, non era detto che il suo sogno potesse presagire qualcosa ma…dentro di sé persisteva il dubbio. Era troppo reale, troppo strano troppo…tetro.

 

- Dai non pensiamoci più!- fece Kouichi poggiandogli una mano sulla spalla- Se si tratta veramente di Digiworld…beh, aspettiamo che accada qualcosa per saperlo!

Kouji annuì.

L’orologio in camera segnava le otto, il moretto dai capelli corti bevve in un lampo la spremuta d’arancia mentre rivolse lo sguardo ad esso.

 

- E’ tardi, devo andare altrimenti la mamma sarà in pensiero- disse posando il bicchiere svuotato accanto all’altro.

 

- Vieni, ti accompagno a metà strada- propose Kouji prendendo la giacchetta.

 

-  Ma no non preoccuparti, non ce ne bisogno, ci vediamo domani mattina alla stazione di Shibuya.- aprì la porta salutandolo con la mano, e in fretta scese le scale dirigendosi verso l’uscita- Arrivederci signora Satomi!

 

- Te ne vai già Kouichi? Speravo restassi a cena da noi stasera…- fece la donna dall’aria rattristata.

 

- La prossima volta accetterò senz’altro l’invito ma ora devo proprio scappare! Grazie e arrivederci!

Kouichi strinse il pomello della porta tirandolo a se, dopodichè uscì fuori.

 

Il fratello da parte sua rimase immobile, voleva accompagnarlo ma il ragazzo non gli diede aggio di farlo. Con la mano si portò la giacca sulla spalla e scese di sotto.

 

- Esci anche tu Kouji?- domandò la signora Minamoto vedendo il ragazzo aprire il portone d’ingresso. 

  

- Si, ho dimenticato di comprare una cosa questa mattina, tornerò per ora di cena.- concluse lui chiudendo la porta alle sue spalle.

In realtà non aveva niente da acquistare, voleva solo fare due passi per schiarirsi le idee.

Con la mano in tasca, e l’altra sulla spalla che stringeva la giacca, s’incamminò per le strade di Shibuya.

 

Un’anziana donna dal capo coperto da uno scialle, lo vide assorto nei pensieri. L’anziana signora, seduta sulla panchina,

 fece cenno di avvicinarsi. Kouji la intravide, ma  d’altro canto reputandola la solita indovina intenzionata a predire il futuro per guadagnare qualcosa, decise di continuare imperterrito per la sua strada.

 

 

- Le tenebre avvolgeranno la luce, saprai contrastarle?

 

 

La frase della donna lo bloccò di scatto. Fece un mezzo giro fermandosi a guardarla con occhi stupiti.

Lei sorrise appena, invitandolo nuovamente ad accostarsi.

 

 

________________________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Blonde capture ***


Capitolo 4

                                                                Capitolo 4

_________________________________________________

 

 

 

 

- Ottima scelta ragazzo mio…- disse l’anziana vedendolo giungere. Una volta vicini, lei proseguì-  Comprendere gli altri è intelligenza, comprendere se stessi è saggezza… e tu lo sei.  

 

- Lascia perdere queste cose, piuttosto, cosa volevano dire le parole di prima?! - fece lui senza tante presentazioni.

 

Lei scrutò il ragazzo attentamente con i suoi occhi di un grigio intenso, poi tirò fuori dalla tasca un piccolo fazzolettino di pizzo ricamato, e lo annodò all’estremità.

 

- Non si scioglie un nodo tirando con forza. Una situazione difficile richiede dolcezza.- disse con tono calmo disfacendo l’annodatura pazientemente.

 

Kouji sbottò voltando le spalle.

- Perdo solo tempo con te, ti saluto - si apprestò ad allontanarsi, ma venne ancora una volta bloccato dalle parole della vecchia indovina.

 

- Nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a galla. Per vincere le paure, devi avere il coraggio di scrutare le profondità di te stesso.

 

Lui si voltò di scatto quasi sbigottito.

 

- Tu sai qualcosa che a me sfugge non è così?- chiese increspando le palpebre- Allora ti chiedo…si insomma…ti chiedo “gentilmente” di dirmelo- fece il ragazzo faticando un po’. Non era sua chiara abitudine trattare le persone con una certa… cordialità! 

 

- Le risposte che cerchi non sono in grado di fornirtele io, dovrai provvedere tu a farlo.- rispose lei pacatamente. 

 

- Mi dispiace deluderti ,ma ho già provato con pessimi risultati. La risposta non esiste, o perlomeno non posso trovarla…

 

- “Non puoi”…e diverso da “non vuoi”, ti sembra?- l’anziana donna si riavviò lo scialle scuro sulle spalle, dando un leggero colpetto di tosse.

 

Un brivido attraversò la schiena del ragazzo.

 

Gli occhi grigi della signora continuarono a guardarlo, dopodichè sorrise.    

- Se qualcosa affatica il nostro passo, la via d’uscita c’è sempre. Nulla è eterno, è questione di tempo.- concluse abbassando le palpebre.

 

- Che intendi dire? Qual è la via d’uscita di cui parli?!Kouji cercò di esprimersi ma improvvisamente, un bimbo, calciando il pallone lo indirizzò involontariamente dritto verso la sua schiena. Voltandosi di colpo avvistò la palla, chinò il corpo in avanti afferrandola. Poi con un calcio la ritirò al piccolo che agitò la mano per ringraziarlo.

Dopodichè, fece un mezzo giro volgendosi indietro in direzione della vecchia indovina, ma con enorme stupore notò la panchina completamente vuota.

Fece saettare lo sguardo lungo il parco, ma della donna nessuna traccia. O meglio…una la trovò.

Adagiato sulla panca di ferro colorato, spiccava il fazzolettino bianco, di pizzo, usato poco prima dall’anziana.

 Lo raccolse guardandolo pochi istanti, poi lo infilò in tasca.

 

 

Se qualcosa affatica il nostro passo, la via d’uscita c’è sempre. Nulla è eterno, è questione di tempo”

 

Quella frase rintronò nella mente di Kouji, disteso sul letto.

Per quanto si sforzasse, non riuscì a chiudere occhio.

E’ questione di tempo…di tempo…di tempo…

La stessa parola fecero eco per poi dissolversi con lo scrollo del capo.

Si rigirò tra le mani il pezzo di stoffa quadrata, torcendolo con le dita. Poi, lo appoggiò sul comodino spegnendo la luce dell’abat-jour e chiuse le palpebre.

 

 

 

- Dammi la mano…

 

- Non vedo perché dovrei…

 

- Per non finire nel vuoto…

 

- Altrimenti che succederebbe…?

 

- Saresti inghiottito dalle tenebre…

 

- Finché la luce sarà con me, non avrò paura.

 

- Finché l’oscurità sarà con te, non potrai sottrarti al suo volere. La tua anima sarà schiacciata in una morsa, la tua mente persa nell’abisso senza vita.

 

- Ma tu chi sei?!  CHE ACCIDENTI VUOI DA ME!!!???

 

 

DRIIIIIIIIIIIIIIIN

 

 

La sveglia grigia metallizzata risuonò fortemente nella camera.

Kouji sbalzò di colpo flettendo il torace in avanti.

Ansimava affannosamente stringendo le lenzuola con forza.

Ancora una volta quel sogno…ancora una volta nessuna risposta ma…qualcosa di diverso, nelle parole della figura annerita, apparve dissonante.

 

 

- Finché l’oscurità sarà con te, non potrai sottrarti al suo volere. La tua anima sarà schiacciata in una morsa, la tua mente persa nell’abisso senza vita.

 

- Ha detto così?- chiese Kouichi ascoltando attentamente le parole appena dette dal fratello.

 

Lui annuì.

 

- Allora è probabile che l’oscurità c’entri qualcosa…

 

Kouji annuì nuovamente. Alzandosi dal muretto di cemento posto nel giardino scolastico si voltò in direzione del fratello.

- E’ giunto il momento di avvertire gli altri.- disse in tono deciso.

I due si scambiarono un’occhiata d’intesa, poi Kouichi approvò con il capo.

 

- L’oscurità ti spaventa così tanto?- chiese il fratello.

 

Kouji non rispose.

 

La pausa pranzo volse al termine, ed entrambi rientrarono in classe.

 

 

 

- Takuya mi dai una mano?- disse la signora Kanbara chiamando il figlio.

Erano le cinque del pomeriggio, e il ragazzo sollevandosi dal divano si diresse in cucina.

 

- Cosa c’è mamma?- chiese entrando.

 

- Ho finito il latte potresti scendere a comprarne una bottiglia? – chiese la donna scuotendo il bottiglione vuoto.

 

- D’accordo…ma che stai facendo?- si avvicinò dando una sbirciatina. Il tavolo da cucina appariva invaso da recipienti di varie misure. Un contenitore grande di vetro era pieno di panna montata, un altro racchiudeva scagliette di cioccolato bianco. Takuya infilò una mano assaggiandone una, ma la madre prontamente, con la cucchiaia di legno, gli tirò una bacchettata sulle dita.- Ahi! Che dolore! Volevo solo provare!

 

- Lo farai domani! Adesso non si tocca niente!

 

- Ma si può sapere che stai preparando? La cucina sembra un campo di battaglia…-asserì lui guardandosi attorno.

 

- Hai già dimenticato che domani è il compleanno di Shinya? Visto che si trova dal suo amico, ne approfitto per preparare la torta, ma ho finito il latte e senza non posso fare la crema…coraggio và prima che torni!- la madre lo esortò ad uscire, mentre infornava una grossa teglia di biscotti.

 

Lui sbuffando, infilò le scarpe poste sul lato sinistro dell’entrata, e andò via.

Una volta fatto “l’importante” acquisto, si diresse verso casa ma, qualcosa lo fece sobbalzare.

 

- Di-Digimon?! – disse con occhi spalancati lasciando cadere la bottiglia del latte in terra. Poi scosse fortemente la testa e si chinò a raccoglierla- Ma che dico…ho le traveggole…mi sarò sbagliato…come fa un Digi

 

- Ebbene abiti qui Takuya Kanbara!? Se non sbaglio questo è il tuo nome…ho indovinato?

 

Takuya si girò di scatto trovandosi faccia a faccia con la persona che meno avrebbe desiderato di incontrare.

 

- Il ragazzo grattacielo?!- balbettò lui con voce tremante- Che che ci fai qui?!

 

- Mi chiamo Ivan…ma l’atra volta non ci siamo presentati a dovere…

 

- E nemmeno ci tengo a farlo…! Ma non hai risposto alla mia domanda…che ci fai qui e come sai il mio nome? Che sei un indovino?

 

Beh…può darsi… comunque mi trovavo da queste parti e …ho intravisto la tua faccia da lontano…è inutile non notarla…!

 

- Il pugno dell’altra volta non ti è bastato? Se ne vuoi un altro non fare complimenti, oggi mi sento generoso amico mio! Posso considerarti tale no?!- ribadì Takuya in tono derisorio.  

 

- Spiacente nanetto, ma per te non c’è posto nel mio mondo. Sono troppo superiore per la tua portata e…statura! Al contrario invece della tua amichetta bionda…per lei faccio un’eccezione…anche se non capisco come mai una ragazza come lei stia insieme a un branco di deficienti…!

 

Takuya avanzò fulmineamente verso il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, sferrò un pugno, ma lui prontamente lo parò.

 

- Sei lento…- gli dichiarò il ragazzo russo. Accostò la bocca accanto l’orecchio comprimendo le dita del giovane guerriero - Ascoltami bene piccoletto, se tenterai di mettermi i bastoni tra le ruote, beh… come prima cosa non vedrai più la tua biondina e poi…e poi lo scoprirai a breve…ma per quello, oramai è solo questione di tempo.

 

Takuya sbarrò gli occhi, mentre la gelida mano del ragazzo mollò la presa, lasciandogli il braccio.

 

- Ci vediamo tappo!- voltando le spalle, andò via.

 

Prima che potesse accorgersene, le mani di Takuya si strinsero a pugno. Un brivido freddo percorse la sua schiena.

Cosa volesse dire il russo? Non seppe dare risposta, e dando uno sguardo all’orologio da polso, corse verso casa.

 

 

DRIIIIIIIIIIN

 

 

- Casa Kanbara chi parla? Ah Kouji ciao! Takuya? In questo momento non è in casa, ma dovrebbe rientrare a momenti…a no aspetta sta rincasando proprio adesso! Te lo passo!- la signora Yuriko distaccò di poco la cornetta all’orecchio chiamando il figlio- Takuya a telefono! E’ Kouji!

 

Il ragazzo consegnò la bottiglia alla madre, afferrando l’apparecchio.

 

- Pronto Kouji? Sono Takuya!- disse lui con voce affannata dovuta alla corsa. 

 

- Hai partecipato a una maratona per caso? - rispose Kouji dall’altro capo sentendo il fiatone dell’amico.

 

- Beh, più o meno…ma piuttosto volevi dirmi qualcosa? Sono tre giorni che non ci sentiamo. 

 

- Lo so ma ci sono stati…un po’ di problemi…- disse Kouji con voce seria.

 

- Che intendi dire per “problemi”?

 

- Lo saprai molto presto. Ho chiamato anche gli altri, ci vediamo alle sette a casa di Junpei d’accordo?

 

Takuya rimase un attimo interdetto, poi annuì.

 

- Contaci! Vado a prepararmi e arrivo subito!  

 

Riagganciò prontamente la cornetta filando in camera.

Tolse i gli abiti aprendo l’armadio. Si infilò dei vestiti nuovi dopodichè riscese le scale a gran velocità.  

 

Sua madre intanto, andò in cucina, svitò il tappo del boccione di latte cercando di versare il contenuto in un recipiente, ma invano. Infatti il liquido appariva più denso del solito, quasi fosse congelato.

 

- Lo avranno messo in cella per errore…- disse scuotendo la bottiglia- Takuya esci di già?- domandò poi scorgendo il figlio allacciarsi le scarpe.

 

- Vado a casa di Junpei, ci saranno anche Kouji e gli altri. Tornerò presto a dopo.- sbatté la porta scendendo le scale.

Si affrettò a correre in direzione del centro di Shibuya, dove abitava l’amico.

Durante il tragitto non poté fare a meno di pensare alle parole di quello strano ragazzo.

Scosse il capo, voltando l’angolo.

L’enorme palazzo, situato nei pressi del centro commerciale, spiccava tra tutti per il suo colore azzurro oceano e le serrande verdi.

In casa Shibayama squillò la porta.

Junpei si diresse ad aprirla.

 

- Kouji Kouichi! Prego entrate!- esclamò il ragazzo facendoli accomodare.

 

- Sei sicuro che non disturbiamo? E’ la prima volta che organizziamo una riunione di gruppo a casa tua. – chiese Kouichi guardandosi attorno un po’ intimorito.

 

- Ma figurati! E poi i miei sono sempre fuori per lavoro, quindi entra pure!- Junpei gli tirò una pacca sulla spalla facendolo quasi cascare.

 

- A quanto pare siamo i primi…- fece Kouji notando l’assenza degli altri.

Ma proprio in quel momento la porta suonò nuovamente.

 

- Ecco che arrivano gli altri!- Junpei andò ad aprire ritrovandosi il giovane Tomoki a un metro di distanza.  

 

- Ciao Junpei-san! Che bello rivederti!- disse il ragazzino sorridendo.

 

- Ehilà Tomoki-chan!  Ma si può sapere che fine hai fatto? E’ un bel po’ che non ti si vede!- fece accomodare anche lui richiudendo la porta…o meglio…richiudendo la porta, ma in faccia a Takuya che correndo per la rampa di scale cercò di entrare anticipando l’amico ma.....

 

- Aucc!- mugolò lui portando le mani sul volto dolorante.

Poco dopo il campanello strimpellò insistentemente.

 

- Arrivo arrivo! Uff…- sbuffò Junpei accingendosi ad aprire.- Ah Takuya! E’ modo di suonare questo?? Non sono sordo…ma che hai fatto alla faccia?- interpellò l’amico notando il viso arrossato.

 

- Lasciamo stare è meglio…!- sbottò lui entrando in casa.

 

- Takuya-oniichan!- esclamò Tomoki in tono squillante.

 

- In ritardo come sempre eh?- annotò Kouichi  che poi aggiunse- Piacere di rivederti!

 

- Tomoki! Kouichi! Ben ritrovati!- li salutò con una pacca sulla spalla, poi si guardò attorno- Ci siamo tutti?

 

- No, manca Izumi.- disse inserendosi una quarta voce.

 

- Kouji! Give me five!- esclamò Takuya vedendo l’amico sbucare da una porta.

 

I due batterono il cinque salutandosi fraternamente.

 

- Da quando in qua conosci l’inglese?- gli domandò il ragazzo perplesso.        

 

- Da quando prendo lezioni private da Izumi…è peggio del mio insegnante…brrr - rabbrividì lui, burlescamente.- Se non sbaglio hai detto che manca solo lei? E’ strano…generalmente è puntuale…

 

- Avrà avuto un contrattempo, sai le donne come sono fatte…!

Tomoki aveva ragione pensò Takuya, mentre tutti nel frattempo si avviarono nella camera di Junpei.

  

- Intanto che aspettiamo che ne diresti di cominciare?- propose Tomoki al ragazzo col codino.

 

Kouji cercò approvazione nello sguardo del fratello, che annuì.  

 

- Ok…mettetevi comodi…

 

Junpei si sedette sulla sedia accanto alla scrivania, Kouichi si accomodò sul letto, Takuya e Tomoki si sedettero sul parquet della stanza, mentre Kouji si adagiò sul davanzale della finestra.

 

- Per fare una riunione di gruppo così all’improvviso deve essere grave…non e che…ti sei fidanzato?! Questo sì che sarebbe grave ihih!- Junpei sghignazzò portandosi la mano davanti la bocca, ma gli altri non lo seguirono. Oltre a non aver perso la cotta per Izumi, nemmeno il senso dell’umorismo piuttosto spiccato lo aveva abbandonato dai tempi di Digiworld.

Kouji lo guardò senza scomporsi poi incominciò.

 

- Prima di azzardare una simile ipotesi, io e Kouichi abbiamo parlato a lungo di questo…ecco perché non mi hai più sentito Takuya…- disse rivolgendogli lo sguardo.

 

- Si tratta di una cosa seria non è vero?- Takuya fece altrettanto, fissando il ragazzo.

 

Kouji annuì. Poi riprese.

 

- Non voglio allarmare né tanto meno sollevare inutili polveroni ma… a questo punto è meglio che sappiate

 

CRAAASHHH!!!!!

 

Improvvisamente qualcosa di molto pesante fiondò nella camera rompendo la vetrata della finestra.

Kouji la evitò prontamente scattando nella zona laterale.

  

- COSA E’ STATO?!!- urlò Takuya balzando in piedi.

 

- E ora chi lo sente mio padre?!- Junpei rimase a bocca aperta guardando l’enorme buco al centro della lastra.

 

- Fate attenzioni ragazzi potresti tagliarvi!- Kouichi fece notare che gran parte del pavimento era cosparso di piccoli frammenti  vetrati , i cinque cercarono di non muoversi rimanendo disorientati. Tomoki cercò di restare fermo ma perse l’equilibrio,   Takuya lo afferrò immediatamente per un braccio evitando che cadesse.

 

- Aaah Grazie Takuya!- sospirò il ragazzino spalancando gli occhi e osservando i vetri a poca distanza dal suo naso. Poi il ragazzo lo tirò su.      

Sul pavimento rivestito di legno spiccava un oggetto di metallo a più punte. Il primo a notarlo fu Kouichi che lo segnalò agli altri.

 

- Guardate! Una stelletta ninja!- disse il giovane indicandola con il dito.

 

Tutti voltarono il capo istantaneamente, Kouji, reclinatosi in avanti cercò di estrarla dal pavimento, e ci riuscì.

A una delle tre punte vi era infilato un foglio di carta piegato a più parti.

Il ragazzo staccandolo cominciò ad aprirlo, e dall’interno, alcuni ciuffi biondi discesero posandosi al suolo. 

 

- Cosa sono quelli?!- esclamò Junpei osservandoli cadere.

 

Takuya li squadrò con attenzione, uno strano presentimento gli sfiorò la mente poi spostò rapidamente gli occhi sul foglio di carta.

 

- Kouji che c'è scritto? Leggi!- lo esortò lui.

 

Il ragazzo fece saettare lo sguardo sul foglio, lesse quelle poche righe con attenzione, poi abbassando la lettera, guardò i compagni con occhi aperti. 

 

- Che dice?!- chiese prontamente Takuya.

Il ragazzo lo fissò ammutolito. Poi con tono di voce estremamente basso, ma percettibile, gli rispose:

 

- ...Izumi…è stata rapita!

 

- Co-cosa?!?- Takuya sobbalzò di colpo. Gli altri lo seguirono all’istante. Staccò la lettera dalle mani dell'amico e cominciò a leggere.

Rimase atterrito.

Le dita strinsero il pezzo di carta quasi rompendolo, poi si inclinò a terra raccogliendo alcune ciocche di capelli. Erano di un biondino molto simile a quello della ragazza, e lui oramai conosceva benissimo quel colore.

   

- E se fossero delle semplici fibre sintetiche?- fece Kouji raccogliendone alcuni anche lui.

 

- No...sono i suoi!- asserì Takuya più che convinto. I capelli erano troppo morbidi per essere finti, erano proprio quelli di Izumi!

 

- Ma chi è stato? Chi può averlo fatto?- Junpei era confuso, dimenticò completamente la vetrata rotta, adesso la cosa più importante era la sua amica.

 

- Non abbiamo nessun indizio? Non so, qualche particolare che ci è sfuggito...- Tomoki incominciò a guardarsi in giro nella speranza di trovare qualcosa di utile. Tutti gli altri fecero lo stesso. Kouichi scostò i vetri con la scarpa in un angolino della stanza per evitare tagli, Takuya si affacciò alla finestra, ma oramai era già troppo tardi per vedere il colpevole.  

Kouji osservò la stella di metallo, sul lato di una punta appariva una piccola incisione in rilievo. Avvicinò l'oggetto agli occhi, sgranandoli all’istante.

 

- Lu-Lucemon?!

 

 

_________________________________________________

 

 

 

 

 

Nota: Per alcune frasi pronunciate dall’anziana indovina, ho utilizzato piccole perle di saggezza contenute nei “Tao” e in alcuni celebri concetti scritti da grandi persone.

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** START!! ***


Il silenzio calò improvvisamente nella stanza

                                                                   Capitolo 5

________________________________________________

 

 

 

 

Il silenzio calò improvvisamente nella stanza.

I ragazzi si voltarono di colpo verso il compagno.

 

- Cos’hai detto…?!- chiese prontamente Takuya nella speranza di aver capito male.

 

Kouji inghiottì a fatica, alzando il capo verso i quattro disse con tono tremante:

- Qui c’è inciso lo stemma di Lucemon…

 

Il silenzio generale calò nuovamente nella camera, Kouichi rivolse lo sguardo al fratello e capì dai suoi occhi che non fosse un abbaglio.

Takuya cercò di esprimersi ma le parole rimasero in gola. Kouji protese un braccio in avanti porgendogli la stella, lui l’afferrò comprimendola tra il pollice e l’indice.

Lo sguardo allibito nel notare la figura lo fece gelare. Una goccia di sudore freddo gli attraversò il volto, finendo giù per il collo. Junpei e Tomoki si accostarono a lui confermando, apprendendo che non fosse uno scherzo.

 

- Lo abbiamo tutti visto morire…è impossibile che sia sopravvissuto!- Takuya non riusciva a crederci, cinque anni fa sconfissero l’angelo ribelle unificando i loro poteri.

Susanoomon, il leggendario guerriero creato dall’unione dei dieci Digispirit, ingaggiò una tremenda lotta contro Lucemon, e alla fine come ogni storia che si rispetti, il bene ebbe la meglio, e l’angelo indemoniato fu distrutto.

 

- Non può essere sopravvissuto al nostro ultimo attacco! E’ inammissibile solo pensarci!

 

- Junpei ha ragione, e poi sono passati cinque anni…perché avrebbe atteso tutto questo tempo per farsi vivo? Non capisco…- Tomoki aggrottò la fronte portandosi una mano sul mento.

 

- E soprattutto…perché ha rapito Izumi…? Non è solo con lei che deve prendersela! Siamo tutti sulla stessa barca, avrebbe dovuto farlo con l’intero gruppo! Maledetto!- gli occhi di Takuya si accesero di rabbia, se avessero fatto la strada insieme forse Izumi sarebbe rimasta ancora con loro pensò sbattendo un pugno contro il muro. La libreria accanto tremò per il colpo.

 

- Calma Takuya. Se ti arrabbi non servirà a nulla.- rispose Kouji in tono piatto.

Lui si voltò verso il compagno agguantandolo per la maglia.

 

- Come dannazione fai a rimanere impassibile? Rispondi!! Una nostra amica è stata portata chissà dove e tu ti rilassi?!

 

- Sono nervoso quanto te, credimi, ma non è con questo che libererò Izumi! Lo hai detto tu prima, siamo nella stessa barca!- Kouji fissò il ragazzo negli occhi, entrambi sapevano benissimo che in quel momento l’ultima cosa da fare fosse quella di litigare tra loro.

Takuya allentò la presa lasciandolo andare.

 

- Hai ragione…scusami…ma…

 

- Non preoccuparti, so cosa provi e ti capisco- disse Kouji poggiandogli una mano sulla spalla.

 

- Che facciamo? Non abbiamo indizi a parte questo foglio e la ste

 

Takuya non fece in tempo a finire la frase che la stella metallica a tre punte cominciò a ondeggiare sul pavimento. Gli occhi dei cinque si indirizzarono su di essa e in pochi istanti l’oggetto appuntito spiccò il volo avviandosi in direzione della finestra. Junpei cercò di afferrarla ma Kouji lo bloccò prontamente.

 

- Fermo! Vediamo dove và…

 

L’arma acuminata schizzò al di fuori del vetro, indirizzandosi verso il centro commerciale.

- Presto ragazzi! Se la seguiamo ci porterà di sicuro al suo proprietario!- esclamò Kouji filando fuori dalla camera.- Junpei tu resta qui, potrebbe arrivare un altro messaggio- concluse il ragazzo avviandosi per le scale.

Takuya, Tomoki e Kouichi lo seguirono a ruota divorando i gradini a tre alla volta. Giunti fuori dal palazzo, i quattro iniziarono l’inseguimento.

La piccola stella si muoveva nell'aria a velocità sostenuta, attraversò la strada infilandosi in una traversa, i ragazzi fecero altrettanto ma una macchina sopraggiunse a gran rapidità frenando di scatto. Kouji e Takuya non potendo arrestare, saltarono sul cofano atterrando dall’altro lato. L’automobilista furioso suonò insistentemente il clacson sporgendo la testa fuori dal finestrino urlando:

 

- Razza di scapestrati!!     

 

- Ci scusi la prego ma andiamo di fretta!- gli gridò Takuya continuando a correre.

 

Kouichi e Tomoki si fermarono per attendere il passaggio della vettura, dopodichè ripartirono cercando di mantenere il passo a quello dei loro compagni.

Giunti al centro commerciale, l’oggetto di ferro vi entrò indirizzandosi agli scaffali.

 

- E adesso in quale reparto sarà?- disse Takuya guardandosi intorno. 

 

- Dividiamoci, tu a destra , io sinistra!- accennò Kouji col dito. Il ragazzo annuì imboccando la corsia indicatagli dal compagno.

 

- Eccola! Non mi scappi! – Takuya arrivò in fondo al grande magazzino, non curante delle persone che affollavano il posto rivolgendogli  lo sguardo. Ebbe un attimo di smarrimento perdendola di vista- Dov’è andata?! 

 

- Takuya l’uscita d’emergenza!- gridò Kouji sopraggiungendo.

Entrambi piombarono al di fuori riavvistando l’oggetto.

 

- Girerà a destra!

 

- Come fai a saperlo Kouji?- chiese Takuya ansimando.

 

- Fidati!

E infatti, il pezzo di metallo imboccò la stradina sul lato destro.

 

- Come lo sapevi?!- gli domandò sbalordito quanto curioso.

 

- Beh, ho tirato a indovinare…!

 

- Eeeh?!? Sei più pazzo di me!- dichiarò il ragazzo convinto.

 

All'istante, i due arrestarono trovandosi in un vicolo cieco.

 

- Maledizione e adesso?! Questa è una strada chiusa!- Takuya si guardò intorno, ma davanti a esso, una parete fatta di mattoni rossi si estendeva per cinque metri d’altezza.

 

- Esci fuori! Lo so che sei lì dentro! E’ inutile nascondersi.- Kouji indirizzò un calcio verso un cassonetto pieno di rifiuti che traballò all’istante. Delle cartacce balzarono in aria quasi lanciate da qualcuno, e dal grosso contenitore, uno strano essere fece la sua comparsa. 

 

- Di-Digimon!?- balbettò Takuya non appena lo vide. Poi, si soffermò un istante allargando le palpebre. – Ma io…ti ho già visto! Eri vicino casa mia! Credevo di essermi sbagliato e invece…!

 

- Hai una buona memoria ragazzo…!- disse la creatura infilandosi la stelletta sul cinturone di cuoio che gli attorniava la vita.

 

- Chi sei?! Parla!- lo esortò Kouji con tono forte.

 

- Ninzokumon per servirvi!- esclamò il Digimon facendo un inchino.

 

- Fai poco lo spiritoso e dicci perché sei nel nostro mondo! Come ci sei arrivato?! - gli chiese Kouji senza tante prefazioni.

 

- Beh, il mio padrone mi ha affidato un compito piuttosto facile da svolgere… e per quanto riguarda la domanda del come sono arrivato qui, ebbene, devo annunciarvi che sul vostro amato pianeta si sta formando un piccolo varco dimensionale che presto si allargherà ulteriormente permettendo ai Digimon più potenti di attraversalo e…insediare questo mondo! Oramai il conto alla rovescia è cominciato, mancano solo pochi dettagli…e la terra non vi apparterrà più eh eh…- il mostro digitale sorrise beffardamente mentre i due lo guardarono impietriti.

 

Takuya scattò in avanti bloccandolo al muro. Voleva sferrargli un pugno ma poi ritirò la mano.

 

- Sei stato tu a rapire Izumi?! Parla!- ordinò lui stringendogli una parte del suo nero costume.

 

- Izu Imi Izo… ma che razza di nome è?! Ti riferisci alla ragazza bionda? Guarda che io ho solo eseguito gli ordini del mio padrone…non posso farci nulla per lei…e poi toglimi le mani di dosso…mi stropicci il vestito…

 

- Me ne frego del tuo abito! Dimmi dove l’hai portata o preferisci che ti dia una sistematina alle ossa!?

 

- Takuya basta!- gli ordinò Kouji intervenendo tra i due.- Cerca di ricordare quello che ti ho detto prima…- si scambiarono un rapido sguardo, poi Takuya mollò la presa.

 

- Oooh finalmente! Così va meglio…dunque vuoi sapere dov’è la ragazza? Allora venite a farci una visitina nel nostro mondo ammesso che ci riusciate s’intende…! Però vi avverto, la merce venduta non si cambia! - fece il Digimon con voce impertinente.

 

- Che cosa vuoi dire?! Che hai fatto ha Izumi!?- Takuya alzò il tono della voce urlando.  

 

- Aaah ci risiamo con questa Izomu Imizu Izimu…insomma, la biondina! Sei petulante…ma non preoccuparti per lei, verrà trattata nel migliore dei modi…

 

- Da chi sei manovrato?!- chiese Kouji imperterrito- C’entra Lucemon in tutto questo?! Rispondi!!

 

- Chi sia il mio padrone non vi è dato sapere, ma temo proprio che tra non molto qualcuno vi avviserà… nei piani alti di Digiworld gli angeli si saranno già prodigati per informarvi…i soliti scocciatori… Ooops! Devo scappare! Vi avverto, non provate a metterci i bastoni tra le ruote…questa volta il male avrà la meglio e voi non potrete ostacolarci!- nel muro, un piccolo passaggio si aprì, e la creatura vi corse incontro.

 

- Fermo!!- Takuya cercò di raggiungerlo ma il Digimon, scappando verso la parete senza uscita, si infilò nella fessura che si richiuse all’istante facendo sbattere il giovane ragazzo contro il muro di mattoni.  

 

- Takuya! Tutto bene?!- domandò Kouji correndogli incontro.

 

- Poteva andare meglio…- rispose lui massaggiandosi il naso. 

Nel frattempo, Kouichi e Tomoki arrivarono a passo spedito verso i due.

 

- Eccoci ragazzi! Scusate ma non siamo riusciti a starvi dietro…

 

- Kouichi ha ragione…correvate come dei pazzi…- disse Tomoki piegandosi sulle ginocchia e respirando con affanno.- Ma…ci siamo persi qualcosa?- domandò poi con aria perplessa.

 

- Venite, vi spiegheremo tutto con calma.- disse Kouji incamminandosi al di fuori della stradina chiusa.

 

I quattro si diressero verso casa Shibayama, una volta giunti, Takuya raccontò loro di Ninzokumon e del mondo digitale, mentre Kouji diede notizia dell’approssimarsi di un passaggio tra i due mondi. 

I Ragazzi rimasero atterriti, Digiworld aveva ancora bisogno di loro?

A questa domanda nessuno diede risposta.

 

- Dobbiamo ritornare a Digiworld!- disse Junpei spezzando il silenzio.

Gli altri lo guardarono.

Erano trascorsi cinque anni dall’ultimo viaggio in quel posto e una volta rientrati nel loro mondo, non si presentò più una nuova occasione per farvi ritorno.

Fu il mondo digitale a chiedere l’aiuto dei ragazzi, provvedendo ad accompagnarli a bordo di Trailmon dotati di posti a sedere, e dopo la sua liberazione, non furono più capaci di stabilirvi un contatto.

Come sarebbero ritornati? 

Rifletterono a lungo, e improvvisamente Takuya ebbe un’idea ripensando alla scena della strada senza uscita.

 

- Aspettate un attimo… il passaggio! – esclamò lui a gran voce- Si potrebbe utilizzare quello nel quale Ninzokumon si è infilato! Da lì arriveremo dritti nel mondo digitale! E’ sicuro!!

 

Effettivamente aveva ragione, ma Kouji gli bloccò l’idea sul nascere.

 

- Impossibile! E’ un’ipotesi da scartare a priori…

 

- Perché?! Cosa c’è che non va? E’ l’unico modo che abbiamo!- rispose Takuya fissando l’amico.

 

- Il Digimon ha parlato di angeli…è probabile che si riferisse a Seraphimon Ophanimon e Cherubimon…se il mondo digitale è nuovamente in pericolo, potremo avere una chiamata improvvisa. Per il momento l’unica cosa che possiamo fare è aspettare.

 

- Aspettare cosa?! Che diavolo dovrei aspettare Kouji? Per il momento si è parlato solo di ipotesi, non c’è nulla di concreto! Continui a dire di aspettare! Continui  a dire di attendere! Io non ci stò! – Takuya scattò in piedi con fare impetuoso.  

 

Kouji da parte sua rimase impassibile, continuando a mostrarsi calmo.

- Se rifletti bene capirai…

 

- Cosa dovrei capire? Più tempo perdiamo a riflettere e più tempo passerà per liberare Izumi! Se dovesse trattarsi davvero di Lucemon come supponi, chissà cosa le farà quel pazzo! Tu fa come ti pare ma io vado!

Takuya voltò di spalle indirizzandosi verso la porta ma venne prontamente fermato da Kouji che lo trattenne per un braccio sferrandogli un pugno. Il ragazzo si strinse la guancia dolorante, mentre gli altri tre guardarono sbigottiti.

 

- Sentite non credo sia

 

- Fermo Junpei, lascia che si chiariscano, è meglio che lo facciano adesso prima di avere ripensamenti.- proferì Kouichi bloccando l’amico che rivolgendogli uno sguardo annuì con il capo.

 

Takuya rimase sconcertato, senza dire una parola, al contrario di Kouji che cominciò a parlare con voce calma.

 

- Pensaci bene…non ti sembra tutto strano? Rapiscono Izumi con una lettera di accompagnamento che ci avverte del sequestro… se volevano farle del male non avrebbero usato tanta premura nell’ informarci…l’avrebbero rapita senza tante cerimonie e soprattutto senza avvertirci…e poi il passaggio usato da quel Digimon è troppo piccolo e soprattutto troppo rischioso per noi…metti caso che una volta attraversato ci trovassimo nel covo di Lucemon, senza il potere della digievoluzione saremmo annientati in un soffio, passeremmo a miglior vita senza rendercene nemmeno conto! Non ho intenzione di mettere a repentaglio la vita degli altri solo perché hai fretta di liberare Izumi…l’impellenza non è mai un ottimo concetto, non precorriamo gli eventi ma lasciamo che siano loro a precorrere noi. Questo lo capisci?

 

Kouji aveva proprio ragione pensò Takuya tenendosi la guancia. Nonostante portavano un solo anno di differenza, il giovane ragazzo taciturno e riflessivo, appariva molto più saggio dei suoi effettivi diciassette anni.

Takuya abbassò il capo, sentendosi a disagio, mise da parte l’orgoglio e riuscì a parlare.

 

- Anche questa volta…hai ragione tu…ero accecato dalla rabbia e non ho riflettuto a dovere…ho pensato solo a me stesso…- disse con tono lievemente basso, si rischiarò un po’ la voce con un leggero colpetto di tosse e riprese – ragazzi… vi chiedo scusa…

 

Kouji fece un passo in avanti, batté una mano sulla schiena dell’amico, seguito a ruota dagli altri che lo accerchiarono sorridendo.

 

- Resteremo uniti fino all’ultimo aiutandoci a vicenda perché siamo un gruppo, quindi cerca di non dimenticarlo!  - affermò il ragazzo dai capelli lunghi in tono spiritoso.

 

- Non sei solo Takuya! - assentì il giovane Tomoki pieno di entusiasmo.

 

- Se il destino vorrà, libereremo ancora una volta Digiworld! E poi darò una bella lezione a chi si è permesso di rapire la mia Izumi-chan!! Parola di guerriero del tuono!! - Junpei si batté una mano sul petto mentre gli altri lo guardavano piuttosto divertiti- Che avete da ridere?! Ho detto qualcosa di buffo??

 

- Niente Junpei eh eh! Niente…eheheh!- Kouichi e Tomoki sogghignavano di gusto tenendosi entrambe le mani davanti alla bocca.

Anche Kouji e Takuya non poterono farne a meno. Poi, il ragazzo del fuoco si rivolse a loro abbracciandoli forte.  

 

- Grazie ragazzi!!- esclamò a gran voce quasi stritolandoli.

Kouji si staccò di colpo, sistemandosi gli abiti un po’ smossi, questo genere di cose non era di certo gradito da parte di un duro come lui!

 

- Non esagerare adesso…lo sai che non sopporto le smancerie… comunque, per quanto successo poco fa, perdonami,  ma è stato necessario…

 

- Tutto apposto Kouji! Anzi, devo ringraziarti, il tuo pugno mi ha completamente svegliato…! Oltre a lasciarmi il segno…- dichiarò Takuya dando un rapido sguardo allo specchietto appeso nella camera di Junpei. Si strofinò la guancia ancora arrossata, concludendo con una leggera smorfia giocosa sul viso.

I due ridacchiarono rivolgendosi un’ occhiata fraterna, mentre in casa Shibayama il citofono suonò.

 

- Deve essere mia madre!- esclamò Tomoki prendendo la giacchetta- Ha detto che passava a prendermi lei con l’auto perché doveva fare delle compere al centro commerciale…ragazzi io devo andare, ci terremo in contatto tramite telefono, mi raccomando informatemi se succede qualcosa!- salutò i suoi compagni scappando via di corsa. La madre lo attendeva poco distante accanto alla macchina, il ragazzino la salutò infilandosi all’interno, dopodichè partì.

 

- Ragazzi dobbiamo coprire la scomparsa di Izumi…se i genitori non la vedono ritornare si allarmeranno di sicuro…- dichiarò Kouji dando un rapido sguardo all’orologio- E’ ora di andare, Junpei pensaci tu ad avvisare la sua famiglia.

Il ragazzo si diresse in direzione della porta poggiando una mano sul pomello.

 

- Ehi aspetta un attimo! E che dico??- lo inseguì subito Junpei agitandosi.

 

- Boh…inventati qualcosa che sia plausibile…- Kouji voltò il capo verso gli altri- Ascoltate bene, se il mondo digitale ha davvero bisogno di noi, non tarderà a farsi sentire, perciò fino ad allora cercate di mantenere gli occhi aperti, e soprattutto tenetevi pronti a qualsiasi cosa succeda.

 

- Contaci!- confermò Takuya mentre gli altri annuirono.

I tre, salutando Junpei, fecero ritorno alle proprie case.

Kouichi lasciò Kouji pochi istanti prima, la sua abitazione si trovava nel lato interno del quartiere, Takuya e il ragazzo dai capelli lunghi fecero un breve tratto insieme, dopodichè si separarono.

 

Sui volti di entrambi si scorgeva un leggero stato di apprensione nonché di nervosismo. E così anche gli altri compagni. Sebbene cercassero di nasconderlo, la tensione era più che percettibile nei loro animi, l’ombra oscura di Lucemon sembrava impaurirli, com’era possibile che fosse ancora vivo? E inoltre, questa volta sarebbero riusciti a contrastarlo nuovamente? Gli angeli celesti protettori di Digiworld avrebbero chiesto un'altra volta il loro aiuto?

Queste le domande che aleggiavano nelle loro menti, mentre i cinque facevano ritorno alle loro case.

 

- Dove vai ragazzo?

Una voce improvvisa bloccò Takuya che sobbalzando si girò di colpo verso di essa.

Impietrito rimase immobile.

D’innanzi a lui, la potente e massiccia figura dell’angelo ribelle si innalzava ad ali spiegate.

 

- Lu-Lucemon?!- esclamò Takuya con la bocca prosciugata. Cercò di inghiottire ma non ci riuscì. Si trovava davanti la creatura più malvagia e disumana della storia di Digiworld. Sgranò gli occhi sperando si trattasse di un abbaglio…un grosso abbaglio…ma invece, purtroppo per lui, non fu cosi.

Senza che il ragazzo potesse fuggire, l’imponente creatura gli arrivò addosso alitandogli sul collo. Takuya rimase immobile, privo di volontà, quasi puntellato da una forza nascosta che gli stringeva gli arti, e prima ancora che potesse parlare, l’essere dallo sguardo di ghiaccio conficcò i suoi affilati artigli nell’ addome di chi un tempo fu padrone del fuoco.

 

- AAAAAH!!!!!!!!! – Takuya urlò a squarciagola sobbalzando dal letto. Il pesante respiro gli comprimeva lo stomaco, portò una mano su di esso sollevando la maglia del pigiama. Era un sogno, pensò lui guardando l’addome illeso. Un terribile incubo.

Peccato che il rapimento di Izumi e la scoperta del passaggio tra i due mondi non lo fossero.

Si portò una mano sul viso riavviandosi i capelli. La fronte completamente umida, la stanza in totale silenzio. Erano da poco le tre, ma diede un rapido sguardo alla sveglietta elettronica sul comodino, con stupore notò che la scritta numerica rosso fuoco lampeggiava a intermittenza discontinua. Dando uno sguardo all’orologio situato sul display del videoregistratore, notò che anch’esso risultava fuori uso. Un improvviso mancamento di corrente elettrica forse aveva azzerato i due sistemi elettronici rifletté lui alzandosi dal letto. Cercò di accendere la luce della lampada posta sul comò, ma senza risultati.

Così si diresse verso quella generale della camera, premette l’interruttore ma il contatto non avvenne.

Possibile che entrambe le lampadine si fossero fulminate? Si affacciò alla finestra della stanza e l’intero quartiere risultava privo di corrente elettrica. La luce nelle strade completamente spenta, buio totale pervadeva l’intero vicinato.

Si affrettò a scendere le scale, provò a premere gli interruttori della cucina, del soggiorno e del ripostiglio, ma senza esito.

La sua attenzione venne attratta dalla spia luminosa del televisore, accesa. Anche il videoregistratore e la sveglia posti nella sua camera lo erano. Ritornò in cucina, spinse il bottoncino dell’altra TV e anch’essa si accese. Com’era possibile? Benché mancasse la corrente, gli strumenti digitali all’interno dell’abitazione funzionavano perfettamente. Perché? Si chiese mentre uno strano presentimento gli attraversò il cervello.

 

- E se fosse

Non finì la frase che uno strano suono proveniente dall’ apparecchio televisivo posto sul mobile del soggiorno lo interruppe.

Girò il capo verso di esso e andò a controllare.

Il monitor risultava in funzione, le immagini apparivano tutte disturbate da grandi onde grigie.

 

- Ma che…ero sicuro che fosse spenta…- senza rifletterci su, premette il pulsante in basso a sinistra per chiuderla, ma dopo pochi secondi l’elettrodomestico quadrato si ravviò. Takuya lo spense nuovamente ma subito dopo ritornò acceso. Ci provò per alcuni minuti, alla settima volta ebbe finalmente la meglio…o meglio…credeva di averla avuta! Una luce iridescente illuminò il riquadro annerito, sul display colorato di una luce giallo intensa apparve una scritta un po’ celata dalle interferenze. Takuya restò a guardare finché le lettere non apparvero più nitide…tre semplici righe che fecero impallidire il giovane all’istante. Il cuore tamburellò in petto, come impazzito, un brivido gelido gli percorse la schiena, mentre la dicitura imperversava sullo schermo riportando a chiare lettere la frase:

 

                                                             

                                                    Insert Coin:

           Geemu o Hajimetaika?

         **                                            

________________________________________________

   

 

 

** Insert Coin: Vuoi iniziare il gioco?

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Digital World ***


- Cosa…

                                                              Capitolo 6

________________________________________________

 

 

 

- … … … Ma che…cosa…..

Takuya non riuscì a parlare.

Improvvisamente quella scritta iniziò a lampeggiare simultaneamente con i battiti del suo cuore.

Si portò una mano in petto mentre una goccia di sudore attraversò il viso del giovane ragazzo.

Senza corrente elettrica, il televisore non poteva funzionare…l’unica ipotesi plausibile restò una sola………

il mondo digitale aveva ancora bisogno di lui.

 

BIP BIP      BIP BIP      BIP BIP    

 

Il cellulare di Takuya suonò spezzando quell’attimo.

Senza staccare lo sguardo dallo schermo, indietreggiò estendendo una mano al mobiletto.

Allungando le dita, agguantò il telefono portandolo all’orecchio.

 

- P-pronto..?- fece con un filo di voce tremante.

 

 

- Il tempo dell’attesa è finito. L’oscurità avvolgerà i due mondi, saprai contrastarla?

Adesso tocca a te cambiare il destino.

Takuya Kanbara è tempo di riprendere la partita.

 

 

Il ragazzo gelò all’istante.

Deglutì a fatica cercando di parlare.

- Chi-chi sei?! Di che parli?!! – esortò Takuya nella speranza di chiarirsi le idee, ma, dall’altro capo non ebbe alcuna risposta- Come faccio a riprendere la partita?! Rispondi!!- urlò affannandosi, ma la linea cadde all’istante lasciandolo disorientato.  

Il cuore, oramai impazzito, pulsava senza sosta proprio come la scritta in tivù.

Rimase incollato all’apparecchio per alcuni secondi, improvvisamente il cellulare diventò completamente incandescente, quasi irradiato da un calore derivante dal dispositivo interno.

Si sentì avvampare la parte destra del volto, e lo lasciò cadere di riflesso sull’enorme tappeto che copriva gran parte del pavimento.

 

- Ma che accidenti succede?!- portò una mano sulla guancia arrossata e completamente bollente.

Chinò il corpo in avanti adagiando le ginocchia al suolo, protese le dita verso l’oggetto grigio metallizzato, cercò di prenderlo ma venne bloccato all’istante. 

Una forte luce proveniente dal riquadro televisivo attirò la sua attenzione, il fascio completamente oscuro, marcava il pannello che a poco a poco cominciò a spegnersi. La scritta nel riquadro si sgretolò come un mucchio di dati digitali, e al suo posto, ne comparve un’altra.

Takuya allargò gli occhi facendo oscillare le pupille, anch’esse, come le sue mani, tremanti.

Il messaggio risultò chiaro e deciso:

 

                                       

                                                         

                To be continued:

 

                                           Dirigiti al centro commerciale di Shibuya.

                             Imbocca la stradina chiusa sulla destra.

                            Si aprirà un passaggio nel muro di mattoni.

                                              Oltrepassalo e…                     

                                           continuerai la partita.

 

 

 

 

 

 

Takuya correva affannosamente per le vie cupe di Shibuya.

Dopo aver letto il messaggio, uscì di casa frettolosamente, il tempo di sfilarsi gli indumenti da letto, indossare abiti adatti, e si ritrovò fuori in pochi minuti.

Il quartiere era ancora avvolto dall’oscurità, da ben quindici minuti pervadeva il buio totale. Le luci delle strade completamente spente, nessuna persona si scorgeva nelle vicinanze, soltanto due gattini neri sdraiati su un muretto. Nessuna luce illuminava le case, solamente la luna che accompagnava in giovane ragazzo nella sua strada.

Il centro commerciale comparve in lontananza non appena Takuya voltò l’angolo.

L’imponente struttura, completamente spenta, appariva tranquilla rispetto al viavai della gente che lo affollava nelle ore diurne.

Il ragazzo aumentò il passo, correndo più velocemente. Una volta raggiunto lo stabile, imboccò la stradina di destra, ritrovandosi il muro di mattoni a chiudergli il passaggio.

 

- Lo stesso posto dove trovammo Ninzokumon…allora conduce davvero a Digiworld!- Takuya osservò attentamente la parete, avvicinandosi. Il muro iniziò a brillare di una luce azzurrina, pian piano i mattoni scomparvero dissolvendosi, e un’enorme varco inondato di luce, apparve d’innanzi a lui. Il giovane sgranò gli occhi fissando l’enorme sfavillio di colori. Fece un passo in avanti strusciando la scarpa al suolo, poi arrestò a pochi centimetri. Il cellulare, deposto nella tasca dei suoi pantaloni, cominciò a vibrare insistentemente. Takuya lo tirò fuori, notando il display tinto di rosso.  

 

 

Takuya Kanbara, la tua storia inizia da qui”

 

 

- Ma chi ha parlato? Sei tu Ophanimon?!- Takuya girò il capo più volte, quella strana voce probabilmente proveniva dal cellulare, pensò. L’oggetto in questione fu avvolto da una spirale di luci, man mano che il ragazzo si avvicinava al passaggio, il bagliore che cingeva l’apparecchio, aumentava sempre più quasi volesse indicargli la strada. La fessura cominciò a rimpicciolirsi mantenendo però la stessa intensità di potere- O adesso o mai più!- affermò Takuya scattando in direzione del foro dimensionale. Non appena vi fu dentro, scomparve in pochi istanti risucchiato dal fascio accecante che svanì al suo accesso.

L’apertura spalancatasi dall’altro lato, fece atterrare il ragazzo sul pavimento rugoso e impolverato di quella che apparentemente, potesse sembrare una locanda.

 

- Haihai…che botta…non posso dire che sia stato un atterraggio perfetto…- si massaggiò il fondoschiena, dolorante, alzandosi da terra.

 

BIP BIP  BIP  BIP BIP

 

- Ma che…- nella mano destra, il cellulare grigio metallico, si disgregò improvvisamente. Al suo posto, spiccò con i forti colori del rosso e del nero, il leggendario D-Scan, l’oggetto capace di attivare il potere della digievoluzione – Ma questo è… il mio…  Di-Digivice!?! Incredibile!! Non riesco a crederci!!-   Takuya spalancò gli occhi sbalordito e festoso  ma la sua felicità fu immediatamente interrotta dalle voci squillanti di due strani individui.

 

- Ehi Gotsumon hic! Dammi un’altra birra!

 

- Spiacente Nanimon, ne hai bevuto abbastanza, adesso basta.

 

- COSA?! Stupido hic ammasso di sassi, non osare hic contraddirmi chiaro?! Ho detto che voglio  hic un’altra birra!!- urlò il possente Digimon sbattendo un pugno sul bancone. Il potente colpo fece traballare una piramide di bicchieri poco distante, Gotsumon prontamente li tenne stretti prima che cadessero. 

 

- C’è mancato poco!! Ma sei impazzito?!- gli strillò la piccola creatura lasciando i gotti-  Non mi assumo nessuna responsabilità se commetti avventatezze…sei praticamente sbronzo, a momenti non ti reggi nemmeno in piedi…!

 

- Hai la testa più dura della roccia! Tu adesso mi dai un altro bicchiere di hic…di…di quella roba gialla con la schiuma…accidenti hic non ricordo più come si chiama hic…- barbugliò lo strano essere singhiozzando- Perdindirindina come sono confuso…hic…-  si portò una mano alla fronte, strofinandola, mentre con l’altra finì di scolarsi il tredicesimo bicchiere di birra.    

                                                                                                                                                                                  

- Sentimi bene, non ho tempo da perdere con te, ci sono altri clienti che aspettano e non mi di fare inutili questioni, se vuoi un consiglio, torna quando la sbornia ti sarà passata…

 

Nanimon, oramai infuriato, ribatté un pesante colpo più forte del precedente, il tavolo di legno sussultò interamente arrivando perfino a sollevarsi pochi centimetri da terra, e questa volta, la piramide di boccali pregiati, crollò fracassandosi al suolo sotto lo sguardo impietrito del giovane Gotsumon.

Gli occhioni gialli del piccolo mostriciattolo digitale si spalancarono fissando il mucchio di vetri sparsi sul pavimento.

 

- Che…che hai fatto?!! Questo era il servizio regalatomi da mio nonno…non ci credo…non è possibile…! Ubriacone che non sei altro!! Questa me la paghi!! E questi me LI paghi!!

 

I due ingaggiarono una tremenda lite a suon di sberle e bacchettate, sotto gli occhi stizziti di Takuya che rimase a bocca aperta.

                 

- Aah fantastico… torno a Digiworld dopo cinque anni e mi ritrovo in un covo di pazzi anziché quello di Lucemon… come inizio non c’è male…- disse il ragazzo sospirando- Ehm…scusate…gentilmente potreste dirmi dove ci troviamo con esattezza? Cioè…intendo dire, in che settore di Digiworld sono atterrato…?- chiese lui avvicinandosi con cautela.

I due, senza fermarsi, continuarono a rimbeccarsi tra loro, escludendo il giovane guerriero, che si grattò la fronte raggrinzandola.- Grazie della risposta…siete stati parecchio esaurienti…!- fece in tono sarcastico. Poi, si incamminò fuori abbandonando la taverna. Non appena scostò le tendine del fabbricato, i suoi occhi si illuminarono all’istante trovandosi di fronte la sua cara vecchia terra.

 

- Digiworld…dopo tanto ci rivediamo ancora una volta eh?- fece lui sorridendo appena. Non era cambiato assolutamente nulla dal giorno in cui fece ritorno nel suo mondo, tutto era rimasto identico dal momento della partenza.

Una grande distesa verde accerchiava quel posto, alberi pieni di fiori si scorgevano in lontananza insieme a piccole case colorate. Il cielo era limpidissimo, tinto d’azzurro con qualche nuvola a sfumarne il colore.

Takuya rimase un po’ interdetto portandosi le mani sui fianchi.  

- Mi aspettavo di trovare un mondo completamente diverso, in cinque anni ne cambiano di cose...ma invece… - guardandosi intorno girò il capo da ambedue i lati, alcuni Digimon giocavano a palla, altri invece si davano da fare per trasportare della legna – Qualunque sia l’aspetto, questo mondo mantiene sempre la sua bellezza! Meglio darsi da fare… come prima cosa, devo chiedere informazioni…quei due matti là dentro non sono stati di gran utilità…- adocchiò un Digimon a poca distanza semicoperto da un grosso giornale, e decise di domandare a lui avvicinandosi.

 

- Ehm…mi scusi…mi dispiace interrompere la sua lettura ma sa dirmi che settore è questo?

 

- Ci troviamo a Midorioka village! Il villaggio della collina verde! Benvenuto anche a te giovane straniero!- esclamò il Digimon abbassando la rivista. Non appena si trovarono faccia a faccia, tra lui e il ragazzo ci fu un attimo di silenzio.   

 

- Ta-Takuya?!?

 

- Bokomon?!?

 

I due rimasero a bocca aperta, dopodichè la piccola creatura si buttò al collo del giovane ed entrambi finirono a terra.

 

- Takuya sei proprio tu!?! Non posso crederci, come sei cresciuto! E’ passato tanto tempo da quando andasti via, mi sei mancato tantooo sigh sob!- Bokomon cominciò piangere avvinghiandosi alla gola del giovane che cercò di staccarlo.

 

- So-soffoco…a-aiuto! Staccati!- il Digimon mollò la presa e Takuya riprese a respirare massaggiandosi la gola- Lo so che sei felice di rivedermi, e anch’io lo sono, ma strozzarmi mi sembra un tantino esagerato non credi? Comunque, che ci fai tu qui?

 

- Io ci vivo! Tu piuttosto che ci fai a Digiworld!?! Credevo che non ci saremmo mai più incontrati, come sei giunto fin qui??- fece la creatura con occhi lucidi.

 

- Bella domanda…vorrei saperlo anch’io, molte cose sono un mistero anche per me…in ogni modo ti spiegherò tutto più tardi, ma prima dimmi, hai visto Kouji e gli altri da queste parti?

 

- Veramente sei il solo essere umano che intravedo dopo tanto tempo…ma allora ci siete tutti? Tutti i leggendari guerrieri sono qui?!- il volto di Bokomon si illuminò di colpo intrecciando le manine in segno di ammirazione tanto quanto di stupore.

 

- Beh…più o meno si…ma non ho le prove che abbiano ricevuto anche loro il messaggio…speriamo solo che non siano in pericolo…

 

- Di che messaggio parli? Ma si può sapere come sei venuto fin qui? Credevo non ci fosse un passaggio tra il Digiworld e il mondo reale…o perlomeno, non così grande da permettere il transito di un essere umano… 

 

- Lo credevo anch’io e invece… ci sono tante cose che devi saperi, ma possiamo andare in luogo più appartato? Ci sono troppi Digimon in giro e se dovessero ascoltare ciò che ho darti, non vorrei che si venisse a creare il panico tra loro…

 

-  Viene con me, andiamo a casa mia…là saremo al sicuro! - propose Bokomon indicandola con il dito.

Takuya spostò lo sguardo su essa, la piccola casetta, alta poco più di un metro, aveva un colore giallo pallido, la porta, sufficiente a stento per il passaggio del Digimon, era tinta di verde, ai lati, due piccole finestre dalla forma tonda.

- Ehm… forse è meglio di no…!- fece l’umano grattandosi la guancia- Darò un’occhiata nella zona, forse saranno arrivati prima di me e probabilmente mi staranno aspettando da qui intorno.

 

- Allora ti accompagno! Conosco questo posto meglio della mia pancierina!- esclamò la creatura battendosi una mano sulla morbida fascia rosa che gli avvolgeva la vita.- Dai andiamo!

 

Tutta Midorioka village era piena di piante cariche di  frutti dalle mille forme e colori, il verde spiccava ovunque, anche nelle abitazioni e negli arredamenti degli alloggi, dopotutto se si chiamava “villaggio della collina verde” c’era un significato! 

 

Girarono a lungo percorrendo più volte quelle zone, ma di Kouji e gli altri, nessuna traccia.

 

- Mi dispiace Takuya, qui non ci sono…è possibile che siano atterrati in un altro settore…Digiworld n’è piena.

 

- Beh, speriamo che non sia così, altrimenti sarà un’impresa ritrovarli… senti ma, è da un po’ che non ti ho chiesto di Neemon…dove si trova adesso? Non vi sarete mica separati ?- chiese Takuya continuando a camminare.

 

- Separati?? Anche se volessi è impossibile, da solo non sopravviverebbe un minuto…ha bisogno di una guida che gli stia accanto altrimenti sarebbe capace di cacciarsi in qualsiasi guaio…pensa che una volta lo trovai incastrato nella finestra della sua casa…ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a finire lì in mezzo…- Bokomon si portò una mano al mento, perplesso- Comunque credo che in questo momento sarà senz’altro sotto un albero a sonnecchiare…non fa altro dalla mattina alla sera…!- concluse il piccolo sbuffando.

 

- E’ tipico di Neemon!- disse Takuya abbozzando una risata, poi improvvisamente, il suo volto diventò del tutto serio.

 

- Che hai Takuya ? C’è qualcosa che non ?- domandò il mostriciattolo afferrandogli la maglia.

 

Lui annuì con il capo.

 

- Quando hai chiesto se tutti eravamo a Digiworld, io ho risposto di si… sebbene non fosse vero…

 

Bokomon chiuse gli occhi incrociando le braccia.

- Quando ti ho rivisto, ero già consapevole che fosse successo qualcosa…se sei venuto qui è per un motivo preciso…dico bene?- Bokomon guardò il volto del ragazzo, la sua espressione tesa quanto preoccupata, la conosceva molto bene, in fondo era rimasto al fianco dei prescelti per parecchio tempo.- Senti, sediamoci là, così mi racconterai tutto con calma.

 

Takuya assentì nuovamente, entrambi si diresse nel posto indicato dal piccolo Digimon, e si sedettero su un tronco di legno.

Non appena il giovane ebbe conclusa la spiegazione, ci fu un attimo di silenzio. Poi Bokomon, deglutendo a fatica, cercò di parlare.

 

- Come prevedevo… Ero preparato a una simile cosa…prima o poi so che sarebbe successo, benché tutti fossero tranquilli,  continuavo a conservare dentro di me le immagini dell’ultima battaglia…ma oramai a distanza di cinque anni, pensavo non sarebbe più successo…

 

Takuya rimase un attimo interdetto, dopodichè articolò parole in maniera alquanto sbigottita.

- Ma, come facevi a sapere che Lucemon sarebbe ritornato? Tutti lo abbiamo visto scomparire disgregandosi… sarebbe folle pensare che sia sopravvissuto a tale potenza…

 

- Eppure è cosi… Takuya… tu non conosci tutto ciò che è successo migliaia di anni fa, prima della vostra venuta in questo mondo… devi sapere che i dieci leggendari guerrieri, costituivano per noi l’unica speranza di riportare la pace a Digiworld. Lucemon era dotato di una forza sovrumana, capace di distruggere questo pianeta unendo l’energia della luce a quella dell’oscurità… i miei antenati si affidarono a dieci impavidi cavalieri, che facendo confluire la loro essenza digitale in un unico potere, sconfissero quel terribile tiranno. Purtroppo però…per i dieci paladini portatori di pace, la stessa sorte riversata al potente angelo, sopraggiunse anche per loro, infatti Lucemon, prima di essere rilegato nel nucleo centrale di questo pianeta, li colpì violentemente facendo appello alla forza distruttiva del Dead or Alive, l’arcano potere in grado di unificare le energie negative con quelle positive e sentenziare la vita o la morte dell’essere intrappolato all’interno del globo nefasto. Il resto…beh…lo sai già…voi ragazzi vi siete impegnati per sconfiggere Lucemon e liberare Digiworld, ma all’epoca nemmeno i leggendari guerrieri riuscirono a farlo, per questo motivo lo rinchiusero al centro della nostra terra… mi dispiace dirti una simile cosa…ma il libro regalatomi dal mio bisnonno, descrive precisamente le gesta eroiche di quell’epica battaglia tra bene e male, e…proprio nelle ultime pagine, incollate tra loro, viene riportato a caratteri antichi, un’antica profezia che vuole Lucemon, in grado di reincarnarsi nell’animo di chi è dotato di un forte potere oscuro… e quindi risorgere.       

 

Takuya riamse atterrito, con la fronte invasa dal sudore tentò di parlare ma venne bloccato da un grosso rumore.

 

- Che è stato?!- esclamò il ragazzo balzando in piedi.

I due si voltarono indietro dirigendosi a controllare.

Man mano che avanzavano, il rumore aumentava sempre più, Bokomon proseguiva quasi avvinghiato alla gamba di Takuya, che camminava a passo lento. Arrivati all’angolo che conduceva al villaggio, lo strano suono si bloccò, così come i due.

 

- Proviene da qui dietro!- esclamò Takuya indicando il luogo con un dito, poi scattò in avanti con un guizzo, voltando l’angolo a gran velocità e..........

 

 

 

“““ !!!SDENG!!! ”””

 

 

- Ma che cavolo…?! Mamma che botto!!- Takuya finì a terra sbattendo violentemente il fondoschiena al suolo. Alzò il capo di riflesso trovandosi di fronte il grosso “ostacolo”.- Ju-Junpei?!?!? – esclamò spalancando le palpebre.

 

 

- Takuya!?!- annunciò il giovine facendo altrettanto.

 

- La tua è una fissa quella di travolgere le persone?! Ahh lasciamo stare…si può sapere da dove spunti? Ho setacciato l’intera area senza alcun risultato…ma dove stavi??

 

- Al villaggio… E’ un pezzo che ti cerchiamo.- fece una voce giungere dalle grandi spalle di Junpei.

 

- Kouji?! Ci sei anche tu?!- chiese Takuya sorpreso nel vedere il compagno.

 

- Per la precisione ci siamo tutti…avanti tirati su- allungò una mano verso di lui, aiutandolo a sollevarsi, dopodichè la infilò in tasca.

 

- Che intendi dire con “ci siamo tutti”? Ti ricordo che manca

 

- Manco io?- disse una voce di ragazza sopraggiungere dal dorso di Kouji.

 

Takuya stropicciò gli occhi esterrefatto, dopodichè allargò le palpebre vedendo lo svolazzare di capelli biondi proprio di fronte a lui.

 

- I-Izumi?!?!?!!!!!

 

 

 

________________________________________________

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

  

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

                                                                                                         

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

                                                   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Digital essence ***


- Presente

                                                               Capitolo 7

________________________________________________

 

 

 

 

- Presente!- esclamò la ragazza con enfasi- Ma Takuya stai bene? Sembra che hai visto un fantasma…- disse drizzando il sopracciglio destro.

 

- Kouji…se non ti dispiace, pretenderei una spiegazione…- dichiarò Takuya fissando l’amico con aria confusa e decisamente seccata.

 

Sospirando, il guerriero della luce cominciò a parlare.

- …Vedi Takuya…non appena siamo giunti a Digiworld

 

- Bokomon!? Ci sei anche tu!- Izumi corse ad abbracciarlo, e il piccolo Digimon fece altrettanto scoppiando in un fragoroso pianto.

 

Kouji cercò di riprendere il discorso ma in quel preciso istante sopraggiunsero Tomoki e Kouichi che lo interruppero nuovamente.

 

- Scusate il ritardo ma Neemon è rimasto incastrato nel ramo di un albero…- disse Kouchi passandosi una mano dietro la testa.

 

- Takuya-oniichan sei tu?!!! Abbiamo girato l’intero villaggio per trovarti! - Tomoki si diresse verso il compagno, trascinando per mano il piccolo Digimon dall’aria sonnacchiosa.

 

- Tomoki Kouichi! Magnifico ci siamo tutti!- esclamò il giovane battendo il cinque con il ragazzino dagli occhi verdi- Ehi Neemon da quanto tempo che non ci vediamo!- esclamò dopo, chinandosi per salutarlo.

 

- Ooh tu sei il guerriero del…del tuono!- pronunciò il Digimon grattandosi le orecchie.

 

- Ehm veramente…no- rispose lui con un mezzo sorrisino.

 

- Della luce..?- ripeté Neemon portandosi entrambe le zampe sulla testa.

 

- Ehm…ancora no…

 

- Del vento…?

 

- Decisamente no…!

 

- Che vorresti dire con “decisamente”?- irruppe Izumi con sguardo intimidatorio verso il ragazzo.

 

- Ah niente niente! Assolutamente niente! Era un modo di dire…eh eh…comunque la risposta esatta è fuoco…

 

- Oooh si mi ricordi di te…Tu sei il guerriero del fuoco…e ti chiami…ti chiami…qual è il tuo nome?!

 

- E’ proprio vero…non è cambiato per niente!- Takuya scosse il capo sospirando, poi indirizzò lo sguardo verso Izumi, poco distante da lui. La ragazza si accorse di essere osservata, si voltò verso il compagno accennandogli un piccolo sorriso, dopodichè, diresse gli occhi  verso Kouji, che a sua volta la guardò.

 

Intanto Junpei, attratto da un grosso albero carico di frutti, si era allontanato dal resto del gruppo.

Il suo stomaco cominciava a brontolare, e così, dopo averlo raggiunto, ne raccolse uno, assaggiandolo.  

 

- Accidenti che buono! Ma che roba è? Sembra frutta caramellata! - ne staccò un altro mandandolo giù in una sola boccata, e subito dopo, seguì un altro ancora.

 

I ragazzi discutevano tra loro senza accorgersi della sua assenza, Takuya, ancora un po’ scosso, cercò delucidazioni verso il resto del gruppo, che non seppe soddisfare la su richiesta.

 

- Cosa vuol dire che nemmeno voi lo sapete?

 

- Esattamente quello che abbiamo detto. Non appena siamo arrivati a Digiworld, Izumi era già qui, e poi si può sapere perché non hai aspettato il nostro arrivo prima di buttarti nel varco?- domandò Kouji bruscamente, appoggiò le spalle a un grande albero e incrociò le braccia seguito poi dalle gambe. Dal tono di voce, non era stato molto felice della scelta fatta dall’amico, pensò Takuya rabbrividendo un attimo. 

 

- Avrei voluto, ma il passaggio non me ne ha dato il tempo…si è richiuso subito non appena sono entrato.- disse tentando di spiegare.

 

- Al nostro arrivo era perfettamente aperto… eppure siamo arrivati dopo di te… che strano…

 

- Non troppo Kouji- irruppe tra i due Kouichi - E’ possibile che la fessura si sia richiusa dopo il transito di Takuya per poi aprirsi permettendo a noi di varcarla.

 

- Forse…ma la cosa non avrebbe coerenza… a che scopo richiudere il passaggio per poi aprirlo pochi istanti dopo? Probabile che qualcuno volesse Takuya come primo a entrare nel Digiworld… altrimenti come si spiega che i nostri messaggi siano arrivati dopo il suo? Anche se… non capisco a che scopo…- Kouji socchiuse gli occhi un po’ perplesso, cercò di non pensarci, si trattava solo di un piccolo dettaglio, ma una volta entrati in quel mondo, anche una minuscola piccolezza poteva fare la differenza.  

 

- Sentite lasciamo stare il varco digitale e i messaggi, stò aspettando ancora una spiegazione!- Takuya picchiettò più volte il piede al suolo, portando le mani sui fianchi- Izumi è stata rapita ma poi la ritrovo qui a Digiworld, insieme a voi e soprattutto libera! Per poco non mi prendeva un colpo non appena l’ho vista!

La ragazza rise graziosamente, dopodichè fece un passo in avanti avvicinandosi all’amico.     

 

- Calma calma, adesso spiego tutto anche a te, dunque... subito dopo la telefonata di Kouji, sono corsa fuori casa dirigendomi da voi, ricordo di aver attraversato la strada, poi ho sentito qualcuno che chiamava il mio nome, mi sono fermata a guardare ma non c’era nessuno. Ho proseguito a camminare imboccando una stradina sul lato sinistro ed è stato lì che ho sentito nuovamente quella voce, mi sono voltata di scatto e l’unica cosa che ricordo di aver visto è stata una forte luce… e poi, beh,  Neemon mi ha svegliata e…      

 

- Hai appreso di essere a Digiworld…giusto? Pazzesco, ma allora la storia del rapimento era tutta una balla…?- Takuya storse le labbra in una smorfia di rabbia.

La ragazza annuì con il capo mentre Neemon, rimase appisolato sotto l’albero.

Poi, sempre Takuya, notò che una parte dei lunghi capelli di Izumi, appariva più corta, quasi tagliata grossolanamente da qualcosa di affilato e poco preciso. Allungò una mano verso la ciocca, prendendola.

 

- Takuya ma che fai?- lo interpellò lei spostando lo sguardo sulla mano del ragazzo che sfregava i ciuffi.

 

- Sei stata tu a tagliarti questo pezzo di capelli? – domandò lui continuando a strofinarli tra le dita.    

 

- Certo che no, non sono così folle da strapparli in quel modo…e se scopro chi è stato a fare una simile cosa…non la passerà liscia!- Izumi raggrinzì la fronte incurvando le sopracciglia, in cinque anni non aveva mai accorciato la lunghezza della sua chioma allungatasi di parecchi centimetri, tranne poche volte in cui lei stessa provveda a farlo dando solo delle piccole spuntatine.     

 

Takuya indirizzò gli occhi a Kouji, lasciando la ciocca. I due si guardarono un istante, poi, Kouji, discostò la schiena dal dorso dell’albero, e si avvicinò alla ragazza afferrandole alcuni ciuffi.

 

- E’ opera di una pietra affilata all’occorrenza per fungere da forbice… probabilmente non avevano niente che potesse tagliare in quel momento…e soprattutto, da come sia stata recisa, avevano anche una gran fretta di sbrigarsi.

 

- Tutto ciò per inscenare il falso rapimento? - chiese Tomoki al guerriero della luce.

Kouji annuì con il capo. Poi riprese:

- Vi avevo detto che poteva trattarsi di una trappola, era già tutto strano fin dal principio, molte cose non ritornavano… hanno portato Izumi a Digiworld, dopodichè, si sono occupati di creare la scena del finto rapimento avvisandoci tramite lettera. Sapevano che noi avremmo fatto il possibile per liberare un nostro compagno. 

 

- Quindi in questo modo hanno ingannato anche Ophanimon Seraphimon e Cherubimon… ecco perché siamo stati contattati  la sera stessa tramite messaggio…- disse il piccolo ragazzino.

 

- Tutto può essere…ma nulla è sicuro…siamo certi che siano stati i Digimon angelici a permetterci di ritornare qui? Non abbiamo le prove…e poi quella voce…io sono sicuro di

 

- AAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!- un fortissimo grido spezzò le parole di Kouji. I ragazzi sobbalzarono di scatto, voltando il capo.

 

- Junpei ma perché urli a quel modo?! – fece Tomoki scorgendo l’amico venire verso di loro a gran velocità.

 

- VIA VIA!! CORRETE!!!- gridò il ragazzo agitando forsennatamente le braccia.

 

- Ma che gli prende non capisco si può sapere

 

Prima che Izumi potesse finire la frase, una grossa creatura dall’aria decisamente irritata, apparve alle spalle del giovane.

 

- Correte ragazzi!!- annunciò Kouji cominciando a muoversi velocemente.   

Tomoki afferrò Neemon per un braccio trascinandolo via, Bokomon Takuya Izumi e Kouchi cominciarono a correre, mentre Junpei si trovava a pochi passi da loro.

 

- Perché non Digievolvi Junpei?! Ricorda che abbiamo riavuto il Digivice!- gli urlò Tomoki senza voltarsi indietro.

 

- Credi che non ci abbia provato? Il fatto è che non funziona!!- rispose a sua volta il ragazzo strillando.

 

- Già! Il Digivice! Me ne ero completamente dimenticato! - Takuya tirò prontamente il suo dispositivo dalla tasca, portandosi la mano sinistra sulla parte anteriore per la scansione, urlò la fatidica frase che gli avrebbe permesso di effettuare la trasformazione ma…lo schermo del D-Scan risultò completamente spento- Ma… perché non si attiva? Sono certo di non averlo fatto cadere!

 

Kouji, da parte sua, agguantò il proprio, tentando la stessa cosa, e l’operazione ebbe esito negativo.

Ci provarono a ruota anche il resto del gruppo, ottenendo lo stesso risultato.

- Non può essere un caso, tutti i D-Scan sono fuori uso! – fece il ragazzo dai capelli lunghi.

 

- Cosa?! Quando sono atterrato a Digiworld la spia luminosa era accesa e lo schermo sembrava fosse attivo, lo ricordo benissimo! Forse ci sarà un’interferenza come capita ai telefoni cellulare…una questione di campo!- disse Takuya procedendo velocemente.  

 

- Qualunque sia la causa, dobbiamo trovare una piccola soluzione per quel grosso problema che sta alle nostre spalle…- propose Kouichi  indicando il “grosso problema” con il dito.

 

- Io so perché i vostri Digivice non funzionano… manca l’essenza digitale racchiusa al loro interno, senza di essa non potranno mai attivarsi permettendovi la digievoluzione- disse Bokomon attaccatosi alla maglietta di Takuya.

 

- L’essenza digitale? Cos’è?- chiese Kouichi dando un rapido sguardo alla creatura.

 

- Prima pensiamo a rimanere vivi, e dopo ci occuperemo del resto…- Kouji girò il capo da ambedue le direzioni, scorse una piccola fessura, sufficiente appena per consentire il passaggio dei ragazzi, voltò la testa indietro accennando a Junpei la direzione da prendere, il giovane annuì all’istante adocchiando anch’esso il passaggio- Ragazzi sulla nostra destra c’è una piccola strettoia, se riusciamo a raggiungerla il Digimon non potrà introdursi là dentro! Presto sbrighiamoci!

 

I cinque, seguiti da Junpei, si spostarono imboccando il percorso indicato dal compagno.

I primi ad entrare furono Tomoki con Neemon, seguiti da Kouichi e Izumi, mentre  Takuya e Kouji aspettarono Junpei, sfinito, che li raggiunse ansimando.

 

- Coraggio entra!- incitò Kouji facendogli un cenno con la mano.

Il ragazzo tentò di infilarsi nella piccola fessura, ma ne rimase incastrato.

      

- Aiuto!! Sono bloccato!!- urlò il giovine con le lacrime agli occhi.

Takuya cercò di spingerlo al di là del buco, ma non ci riuscì.

 

- JP a dieta! Quando ti deciderai una buona volta? Accidenti!

 

- Takuya mi sembra il momento meno adatto per discutere, ora il problema più grande si trova alle nostra spalle!- la possente creatura procedeva a gran velocità puntando dritto su di loro.  Kouji impuntò i piedi a terra facendo leva sulla gambe- Avanti! Al mio tre, Junpei trattieni  la pancia e noi due spingiamo insieme!

 

- D’accordo!- dissero in coro i ragazzi.

 

- Uno… Due… TRE!!!

 

Al via di Kouji, Junpei contenne l’addome, incurvandolo all’indentro, Takuya raddrizzò le gambe facendo pressione su esse, con le braccia tese in avanti, i due ragazzi  pressarono all’unisono il compagno intrappolato, scagliandolo nel lato interno. Dopodichè, con un balzo, si infilarono nella squarcio appena in tempo da far sbattere violentemente il massiccio Digimon sulla parete rocciosa.   

            

- Fiùùùùù! Per un pelo!- esclamò Takuya disteso a terra respirando con affanno. Si passò una mano sulla fronte strofinandola con il polso.

 

Junpei, sbattuto violentemente a terra, si massaggiò il didietro, dolorante.

- Oioioih che male! Potevate usare un po’ più di delicatezza…- disse sbuffando.

 

- L’importante è che tutto sia andato bene non credi?- fece Izumi avvicinandosi all’amico.- Dai, tirati su!- la ragazza protese un braccio in avanti, Junpei afferrò la sua mano, alzandosi.

 

- Tu sì che sei delicata Izumi-chan!

 

- Ma tu guarda…noi gli salviamo la vita, e lui fa il cascamorto con le ragazze…- Takuya lo guardò infastidito, dopodichè aggiunse con tono forte- Si può sapere perché quel Digimon ti inseguiva?

- Ah…ecco vedete…c’era un grande albero pieno di frutti, avevo fame e ne ho preso uno…ma dopo un po’ mi sono accorto di averli mangiati tutti e…il proprietario non è stato tanto felice di questo…eh eh!- il giovane guerriero del tuono rise forzatamente per attenuare la situazione, ma risolse ben poco…    

 

- Cosa?! Incredibile!! Torni a Digiworld dopo cinque anni e appena ci metti piede combini casini?!

 

- Ero a Digiworld già da un paio d’ore…quindi non ho combinato subito casini!- ribadì Junpei puntualizzando a Takuya.

 

- Beh, è un dettaglio!- esclamò il padrone del fuoco con fare sbrigativo.

 

- Un dettaglio di due ore??! – urlò il grande ragazzo estendendo due dita della mano a formarne il numero.

 

- Ecco ci risiamo! Aaah quei due non andranno mai d’accordo…- il giovane Tomoki sospirò con aria affranta, mentre i due si diedero le spalle a vicenda.

 

- Invece di rimbeccarvi  occupiamoci di cose più importanti!- Bokomon si portò al centro della piccola cavità - Adesso che ci siete tutti, devo consegnarvi una cosa che vi appartiene di diritto, venite con me Digiprescelti!

 

- Ma sbaglio o dovevi parlarci dell’essenza digitale racchiuse nei D-Scan?- chiese Kouchi al piccolo Digimon.

 

- Seguitemi e capirete! Coraggio coraggio non perdiamo tempo in chiacchiere!

 

- Ehm…Bokomon…come la mettiamo con quel grosso energumeno là fuori? Mi riferisco al mostro digitale… temo non sarà molto contento di vederci…

 

- Tomoki ha ragione, finché non si allontana, siamo confinati qua dentro!- fece Junpei con aria affranta. Poi, spostò gli occhi in direzione di Izumi, e arrossì leggermente sulle guance parlottando a voce bassa- Beh…tutto sommato sarà una piacevole permanenza…!   

 

- Niente paura! Non c’è bisogno di uscire! State a guardare!- il mostriciattolo si spostò accanto alla parete rocciosa, poggiò la zampa su una sporgenza sconnessa del muro, premendola. Poco distante, un tremolio leggero smosse alcuni sassi, e un piccolo portone si aprì sollevando un mucchio di polvere. I ragazzi sventolarono velocemente le mani cercando di scostare quella coltre di sabbia, e una volta dileguatasi, la bassa entrata si svelò ai loro occhi.

 

- E questa cos’è?- fece Takuya colto alla sprovvista.

 

- L’entrata per accedere alla sala delle dieci luci!

 

- La sala delle dieci luci? Cosa sono?- interrogò Kouichi a Bokomon.

 

- Capirete non appena saremo arrivati. Forza seguitemi tutti!- il piccolo Digimon spinse il pesante portone di legno, che si apri lentamente rivelando una lunga rampa di scale scendere nel sottosuolo.

 

I sei lo seguirono senza fiatare, passarono uno alla volta data la piccolezza dell’ingresso. Dopo Bokomon, seguì Takuya, Kouichi, Tomoki, Kouji e per ultimi rimasero Junpei e Izumi che sorreggeva tra le braccia il piccolo Neemon.

 

- Prima le ragazze! Prego!- affermò lui allungando un braccio verso il varco.

 

- Grazie Junpei!- Izumi avanzò infilandosi nella piccola porticina, mentre il guerriero del tuono entrò per ultimo.

 

- Maledizione…! Questo posto non è della mia misura…! – abbassandosi, l’aitante giovine raggiunse il resto del gruppo.

La lunga scalinata di pietra, poco illuminata, aveva gradini ristretti e logorati forse dal tempo. I ragazzi accalcatisi l’uno all’altro, avanzarono lentamente per evitare di cadere, ma la scarsa visibilità e le pessime condizioni della gradinata fecero scivolare Junpei, che precipitò a terra schiantandosi sulla schiena di Izumi, a pochi centimetri da lui. A sua volta, la giovane, non potendo arrestare, crollò sul dorso di Kouji, e da lì a poco la reazione a catena fu irreparabilmente inevitabile.

Tomoki, Kouichi, Takuya e Bokomon, sbatterono a terra, e i sei guerrieri più le due piccole creature, giunsero alla fine della grande scalinata, accatastati l’uno sull’altro.

I due a risentire maggiormente del peso, furono Takuya e Bokomon, sepolti dai compagni, Kouichi  portava sulla schiena il giovane Tomoki che a sua volta sosteneva Kouji. Izumi, invece, adagiata sul guerriero della luce, che divenne rosso all’istante, proprio come Junpei, finito sulla compagna dai capelli biondi. L’unico a salvarsi, fu Neemon, catapultato sul pavimento e distante dalla piramide umana e…digitale!    

 

- Ju-Junpei! Pesi!- parlottò appena la povera Izumi, schiacciata dal suo peso.

Il grosso ragazzo si alzò di scatto, con il volto in fiamme agitò le braccia dissennatamente.

 

- Scu-sa Kouji…!- disse poi Izumi sollevandosi dalle spalle del ragazzo.

 

- Fi-figurati…!- rispose prontamente lui avvampando. Dopodichè si alzò di botto irrigidendosi. 

Junpei aiutò Tomoki a rialzarsi, seguito da Kouichi, e per ultimi gli sventurati Bokomon e Takuya, costretti a sopportare più peso degli altri.

 

- Ti aiuto io! – Izumi allungò un braccio in avanti, Takuya afferrò la sua mano, tirandosi su. Kouichi invece sollevò Bokomon, schiacciato al suolo. I due ripreso fiato respirando a pieni polmoni.

 

- Ma non c’era un altro modo per raggiungere la stanza luminosa o come cavolo si chiama?! Quando si dice di chi è sepolto vivo… - fece Takuya sbuffando.

 

- Si chiama “sala delle dieci luci”! E poi, questa è la via più sicura, a meno che tu non volessi affrontare quel grosso Digimon là fuori, s’intende… - replicò la piccola creatura incrociando le braccia.

 

- E va bene…ok…come non detto…tanto in entrambi i casi mi sarei fatto male lo stesso…- Takuya rivolse un’occhiata sinistra nei confronti di Junpei, e il giovane voltò immediatamente il capo da un’altra parte. Sapeva di aver provocato lui il disastro e…sapeva che lo sapesse anche Takuya!- Ehm…Bokomon siamo arrivati nella stanza fatta di luce?

   

- Si chiama la sale delle…aah lasciamo stare…questo è solo il vestibolo, aldilà di quell’enorme porta si trova il salone. Venite con me senza combinare danni!- fece il Digimon incamminandosi. Non appena si trovarono l’imponente portone innalzarsi d’innanzi a loro, Bokomon arrestò di scatto.

 

- Che ti prende, perché ti sei fermato? C’è  forse qualche problema? – gli chiese Kouichi osservandolo.

 

- No nulla, tra un po’ si aprirà l’ingresso e…- prima che potesse concludere la frase, il cigolio delle massicce ante di legno, risuonò nell’atrio, l’enorme portone si schiuse poco a poco, e i ragazzi entrarono.

Una grande sala, decisamente più carica di luce, si prostrò allo sguardo dei sei giovani guerrieri che rimasero disorientati.

 

- Eccoci giunti nella sala delle dieci luci!- annunciò Bokomon voltandosi verso i ragazzi.

 

- Caspita è enorme!- esclamò Izumi guardandosi attorno.

 

- Sarà anche spaziosa ma è comunque buia… non dovrebbe chiamarsi sala della luce proprio per questo?- Takuya aggrottò la fronte pensieroso, poi diede qualche passettino in avanti cercando di esplorare il grande spiazzale, ma Bokomon lo trattenne agguantandogli i pantaloni.

 

- Fermo qua! Non c’è tempo per fare escursioni, se vi ho portato qui è per consegnarvi ciò che vi spetta di diritto!- il Digimon estrasse dalla sua pancierina, una chiave dall’effige di diamanti, e si portò al centro del salone segnato da un cerchio. Una serratura dai bordi dorati, sporgeva in quel punto della pavimentazione, il Digimon introdusse la preziosa chiave al suo interno, facendole compiere tre giri. Il tracciato dipinto al suolo, venne irradiato da una forte luce che circondò quello spazio, il tondo coperchio, si mosse alzandosi di pochi centimetri e Bokomon lo sollevò con entrambe le mani. Poi, dall’incavo interno, tirò fuori un piccolo scrigno con rifiniture arcaiche. Era piuttosto antico, dato lo spesso strato di polvere che ricopriva il rivestimento dorato.

Il coperchio del bauletto si dischiuse, dalla stretta fessura, una forte luce spiccò fuori all’improvviso, dopodichè, quando la scatola metallica fu aperta del tutto, dieci piccole sfere, dai colori sfavillanti, si scorsero adagiate sulla morbida stoffa di velluto interna.  

I ragazzi rimasero ammutoliti, guardando i molteplici bagliori iridescenti scaturire da quelle piccole perle di luce.

 

Kouichi le squadrò con occhio attento, ma il chiarore che emanavano, fu troppo forte per trattenere lo sguardo su esse.

- Questa è l’essenza digitale di cui parlavi?- domandò poi a Bokomon.

Il piccolo mostriciattolo rispose annuendo, dopodichè fece cenno ai ragazzi di farsi avanti.

 

- Se i vostri Digivice non funzionano è perché mancano queste sfere di luce.- disse socchiudendo lo scrigno.- Dovete sapere che racchiusi in queste capsule, risiedono gli spiriti dei dieci leggendari guerrieri!

Alle parole di Bokomon, sui visi dei giovani umani, lo stupore imperversava a chiare lettere, poi la piccola creatura continuò:

 

Quando tornaste nel vostro mondo, i valorosi combattenti si dissolsero fino a diventare particelle digitali, subito dopo, i loro dati furono conservati e tenuti al sicuro in queste sfere, continuando a vegliare su Digiworld. Ma adesso che il destino richiede ancora una volta il vostro intervento, i dieci guerrieri ritorneranno ad affiancarvi nelle battaglie. E’ tempo che la leggenda riviva nuovamente nei vostri spiriti!

 

- Questo vuol dire che…saremo in grado di digievolvere proprio come un tempo?- domandò il giovane Tomoki con occhi carichi di gioia.

Bokomon assentì semplicemente con il capo, dopodichè aggiunse:

 

- Prendete i vostri D-Scan e porgeteli d’innanzi allo scrigno, non appena spalancherò il coperchio, l’essenza digitale contenuta nelle sfere, si immetterà al loro interno!

 

Takuya, Kouji, Izumi, Kouichi, Junpei e Tomoki, tirarono fuori dalle tasche, i mistici oggetti dalla forma semi-ovale. Con decisione, protesero le braccia in avanti portandoli a poca distanza dal bauletto, e Bokomon sollevò il coperchio.

Sei di quelle perle colorate, si rialzarono rimanendo sospese a mezz’aria, la sfera rossa si spostò entrando nel Digivice di Takuya, il globo azzurro, in quello di Kouji, seguite poi dallo scintillio della perla verde, gialla, rosa e nera, cioè rispettivamente, Tomoki, Junpei, Izumi e per finire Kouichi.

All’unisono, lo schermo dei D-Scan si accese di colpo, la spia luminosa in basso cominciò a lampeggiare, fino a fermarsi con luce fissa. Sui display, si manifestarono i volti sorridenti delle leggende digitali, e un forte bagliore avvolse le mani dei ragazzi.        

 

- Perfetto! Anche il vostro Digicodice si è stabilizzato! - esclamò Bokomon richiudendo lo scrigno.

 

- Adesso si che siete pronti per iniziare il gioco!

Si sentì una voce riecheggiare in quell’enorme sala.

 

- Chi ha parlato?!- Kouji si voltò prontamente, saettando gli occhi in più direzioni, ma non vide nessuno. Gli altri si voltarono in agitazione, tenendo pronti i loro Digivice.

Dal portone principale, apparve la minuta figura di Neemon, rimasto ad attendere fuori.

 

- Sei stato tu ?- domandò Takuya vedendolo giungere. La piccola creatura scosse il capo, dicendo di no, dopodichè, con voce acuta e chiara, aprì la bocca accennando un leggero ghigno:

 

- Ben fatto Bokomon! Ottimo lavoro!- concluse il Digimon mutando forma.

 

- Ninzokumon?!?- dichiararono in coro Kouji e Takuya sgranando gli occhi.  

  

 

 

________________________________________________                                  

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** together to fight ***


- Ci rivediamo eh

                                                         Capitolo 8

________________________________________________

 

 

 

 

- Ci rivediamo eh?! Benvenuti a Digiworld!- esclamò la creatura avanzando.

 

- Ma che…si può sapere che succede?!- Takuya rimase spiazzato, possibile che il pacato Neemon fosse quella specie di ninja astuto e veloce?

 

- Allora è lui il Digimon che avete incontrato nel nostro mondo?- fecero Junpei e Tomoki, mentre Izumi e Kouchi rimasero interdetti.

Kouji e Takuya annuirono all’istante, rimanendo sorpresi.

 

- Confusi? Eh eh vi capisco… se volete vi spiego io oppure, preferisci farlo tu, Bokomon?- la malvagia creatura gli indirizzò un’occhiata, il piccolo tesserino bianco tremò, fissando i ragazzi.

 

- Bokomon si può sapere che succede? Parla!- gli esortò il combattente della luce con tono forte.  

 

- Calma Kouji, è spaventato e in questo modo lo sarà ancora di più! – replicò Izumi nella speranza di placarlo.

 

- Mi… mi di-spiace io… io non volevo farlo, mi hanno costretto, hanno rapito Neemon, sono stato obbligato altrimenti lo avrebbero eliminato!

 

- Chi ti ha costretto? Chi è stato a rapire Neemon?!- continuò il giovane con forte esclamazione.

 

- Sono stato io!

 

Lo stesso di pochi istanti fa, risuonò più forte di prima, facendo voltare di guizzo i sei giovani.

Una creatura digitale, sospesa in aria con ali spianate, si innalzava dritta d’innanzi a loro.

Il corpo interamente bianco, inciso sul petto, una figura dai lineamenti stilizzati somigliante a un pipistrello, gli occhi di un forte color porpora, proprio come il disegno, spiccavano in netto contrasto con i chiari colori della pelle.

 

- Ohh Icedevimon ben arrivato!- disse Ninzokumon voltatosi nella sua direzione.

 

- Finalmente ho il piacere di conoscervi tutti insieme! Mi sarei aspettato qualcosina in più, e invece, mi dispiace dirlo ma siete proprio una gran delusione…!- disse la bianca creatura fissando i giovani con occhi profondi.    

 

- Tu da dove sbuchi e soprattutto chi ti dà il diritto di offendere?! Guardati allo specchio razza di sgorbio lavato con la candeggina!- la battuta di Takuya fece ghignare leggermente Junpei e Tomoki, mentre il resto del gruppo, rimase impassibile.

 

- Tsk! Senti chi parla, se c’è uno sgorbio tra noi due, quello sei TU! Sarei capace di schiacciarti come un moscerino, ma devo stare attento, potrei calpestarti involontariamente… e invece voglio farti soffrire nel più lento dei modi!

 

Takuya si strinse nelle spalle.

 

- Adesso ti faccio vedere io chi ha più potere tra noi due!- il giovane guerriero del fuoco afferrò il Digivice ma venne prontamente bloccato da Izumi che gli fermò la mano.

 

- Ti sta solo provocando! Cerca di non perdere il controllo, è quello che vuole lui! – asserì la ragazza.

 

- Ma sta prendendosi gioco di noi! Ha bisogno di qualcuno che gli impari le buone maniere e che gli insegni la parola “rispetto”!- controbatté il ragazzo facendo un passo avanti.

 

- E’ sparito!

 

- Cosa?- disse Kouichi voltatosi in direzione di Tomoki.

 

- Icedevimon non c’è più!- ribatté il ragazzino fissando lo spazio vuoto d’innanzi a lui.

 

- Vi sbagliate, sono qui!- lo spaventoso Digimon, apparve alle spalle di Izumi, sotto gli occhi stizziti dei suoi compagni.- Sei molto perspicace biondina! Comunque, guardandoti meglio, devo proprio correggermi, siete tutti una delusione tranne tu!- dichiarò la gelida creatura sfiorando i lunghi capelli biondi, con la sua mano artigliata.

 

- Non toccarla!- Takuya si parò davanti a lei, distaccando quelle lunghe dita affusolate.

 

- Ehi calma…non te la rovino mica! Stupido insetto ti taglierò la testa se oserai un’altra volta darmi ordini! Sei avvisato moscerino…cerca di ricordartelo altrimenti          

 

 

- Basta Icedevimon! E’ ora di smetterla.

 

 

Una voce nuova, rintronò nell’enorme sala. Tutti si voltarono tranne Ninzokumon che borbottò tra se e se:

 

- E’ arrivata l’antipatica… Icedevimon mai farla arrabbiare ricorda…eheheh!- concluse sogghignando.      

 

- Ladydevimon! Sei in ritardo…- puntualizzò il Digimon bianco verso l’oscura figura.

 

- Non direi…sei tu ad esserlo… mi trovavo già qui prima che arrivassero tutti…- la sagome annerita apparve spuntando dall’ombra.

Foggia grigio scuro, lunghi capelli bianchi e occhi di un colore rosso brillante.

Ladydevimon, creatura delle tenebre. 

 

Kouji sussultò non appena la vide. Poi Takuya, trabalzò di colpo: 

 

- Tu… Sei stata tu a chiamarci a Digiworld non è vero?! Ricordo benissimo la tua voce!

 

- Hai un buon udito ragazzino, non c’è che dire!- esclamò il Digimon dalla lunga chioma argentea- Ebbene si, sono stata io! Sia ad inviarvi il messaggio, sia a telefonarvi.

Kouji rimase in silenzio, ascoltando a fondo quel timbro vocale. Effettivamente erano gli stessi, ma qualcos’altro inquietava il suo animo.

Cosa?

Forse il grande potere oscuro emanato dalla figura?

Forse.

Ma, c’era dell’altro.

 

- Perché ci hai fatti venire qua?- chiese Junpei determinato.

Lei, planando a terra, si avvicinò al gruppetto.

 

- Mi aspettavo questa domanda… siete piuttosto prevedibili… beh, se lo dico adesso non c’è divertimento… pare anche a te?   

 

Il guerriero del tuono non capì il senso di quelle parole, così, furente, sbraitò contro di essa.

-  Non fare l’enigmatica!!

 

- Viviamo in un mondo fatto di enigmi, se ti adegui, avrai buone possibilità di farcela altrimenti… cerca di sforzarti… perché io non do risposte. -  concluse la demone, con freddezza.

 

- Tu non dai risposte, ma io SI!- scattò Takuya coraggiosamente - Se vuoi conquistare Digiworld, abbandona l’idea finché  possibile, altrimenti preparati al combattimento!! - ribatté stringendo il Digivice.

 

La lady nera emise un sibilo spaventoso, come una forte e fredda smorfia di riso.

Un ghigno celato da qualcosa, qualcosa di oscuro e nascosto.

Una verità.

Eclissata.

- Presto le tenebre avvolgeranno la luce e VOI non sarete in grado di contrastarle!- rispose la creatura puntando il dito contro i sei.

 

Kouji sobbalzò nuovamente.

 

 Le tenebre avvolgeranno la luce, saprai contrastarle?”

 

La frase dell’anziana indovina incontrata alcuni giorni fa nel parco, gli ritornò alla mente.

Questa volta, però, le parole dette da Ladydevimon, non furono un semplice quesito, bensì una risposta.

Una fredda e buia risposta.

 

- La luce non verrà mai offuscata dall’oscurità!- confermò il ragazzo dai lunghi capelli, facendo un passo in avanti.

Il Digimon dallo sguardo tinto di rosso, si voltò nella sua direzione, fissandolo. Dopodichè, avanzò lentamente portandosi a pochi metri da lui.

 

- Tu…devi essere il guerriero della luce…non è così?- chiese squadrandolo accuratamente.

 

- E tu come fai a saperlo?!- rispose lui a voce calma.

 

-…..… non avevo dubbi…da come difendi la tua amata “luce”, non potevi governare altro… In ogni modo, sappi che io non vado molto d’accordo con questo tipo di creature… soprattutto se sono esseri umani intenzionati ad intralciarmi…allora il mio fastidio aumenta ancora di più…- Ladydevimon fece un altro passettino in avanti, sussurrando all’orecchio del ragazzo- Stai tremando…contieniti.

Inavvertitamente, le mani di Kouji avevano iniziato a vibrare, il forte potere oscuro emanato dal mostro, veniva percepito doppiamente se la creatura in questione appartenesse all’elemento celestiale. 

 

- Razza di strega dai capelli bianchi! Lascia stare il nostro amico! Non sei nessuno per dettar legge!

 

Il nero essere si voltò in direzione di Takuya, discostandosi dal giovane.

 

- E’ inutili opporvi all’immenso potere del male! La luce sarà inghiottita dall’oscurità, e presto il vostro mondo cadrà sotto il dominio del padrone assoluto di tutte le tenebre! Lui è tornato e questa volta la partita si concluderà con la vittoria del male! - Indietreggiando, Ladydevimon prese il volo, innalzandosi pochi centimetri dal suolo.

I sei guerrieri irrigidirono le spalle all’unisono.

Le parole proferite dal demone femmina, echeggiarono nelle loro teste.

Inghiottirono lentamente con sudore freddo che attraversava i loro visi.

 

- Non potete conquistare il nostro mondo!- affermò Tomoki con occhi lucidi.

 

- E sarai tu ad impedirlo? …Non farmi ridere… anche unendo i vostri poteri non potrete mai impedire che il destino si compia! Se volete salva la vita, allora unitevi a noi, e farete parte della schiera di creature che affiancherà il padrone nella conquista del mondo intero!

Quelle parole, suscitarono confusione e turbamento nell’animo puro dei sei guerrieri.

Come potevano schierarsi dalla parte del male?

Era inammissibile anche solo pensarlo!

Sentendosi ferito nello spirito limpido e leale, Takuya scattò in avanti, non riuscendo a reprimere la rabbia, urlò a squarciagola:

 

- SCORDATELO! La nostra terra non finirà mai sotto il comando di un pazzo! La proteggerò a costo della mia stessa vita se dovesse servire a qualcosa! Mettitelo ben in testa maledetta strega!   

 

- Calma ragazzino! Non siamo sordi… ricorda di non contraddire mai le donne…sappiamo come sono fatte…eh eh!- fece Ninzokumon, ridacchiando allegramente.

 

-  Perché vorresti dire che lei lo è? Ma l’hai vista bene? Quella sottospecie di vampiro dalla pelle pallida e spenta!

 

- Junpei…penso sia meglio non aggiungere altro…- propose Izumi a bassa voce.

 

Intanto, Bokomon, corse in direzione del glaciale Icedevimon, rimasto a godersi la scena.

 

- Quando mi ridarete Neemon? Ho fatto ciò che mi avete chiesto, ora tocca a voi mantenere la promessa!

 

- Uff…sei seccante moscerino… ci tieni così tanto a riavere quella specie di imbranato dormiglione? Voi minuscoli esserini non dovreste provare affezione verso gli altri…ma oramai siete stati contagiati dagli umani… Tieni, riprenditelo pure, adesso non ci serve più!- Icedevimon estrasse un sacco dalla sua schiena, gettandolo in direzione di Bokomon, che lo afferrò al volo.

Due lunghe orecchie fuoriuscirono da esso, e da lì a breve, Neemon venne fuori.

 

- AAAH NEEMON!!! Sei tu!!! Quanto mi sei mancatolo buaaaaa! Sei sano e salvo adesso!- il Digimon dalla pancierina rosa scoppiò a piangere stritolando il compagno.

 

- Così mi strozzi…! Ma perché stai piangendo? …Ho dormito così tanto?

 

- Stupidmon! Non ricordi? Sei stato rapito?- fece Bokomon staccandosi da lui.

 

- … Veramente…? Ohh…!- rispose Neemon portando un dito alla bocca, cercò di pensare ma, di scatto, l’elastico dei suoi  pantaloni si allungò per poi schioccare sulla pancia. - Aaahiii…!- mugugnò il Digimon coniglietto, saltellando di qua e là.

 

- Stupidmon!- disse Bokomon autore del misfatto.    

 

- Patetici…!- Icedevimon sbottò guardando la scena disgustato, poi, volando in direzione dei ragazzi, atterrò poco distante.

Fissò Izumi con i suoi occhi porpora, e la ragazza rabbrividì.

 

- Penso che ci siamo divertiti abbastanza… vogliamo andare?- propose Ninzokumon balzando su un pilastro di pietra.

 

- Ma come, io speravo di potermi battere con il famigerato padrone del fuoco…! Che fregatura… non posso nemmeno giocare con la ragazzina?- il bianco Digimon avanzò nuovamente verso la giovane, ma Takuya, ancora una volta le si parò davanti.

 

- Sparisci o ti sciolgo come un ghiacciolo! – asserì il guerriero delle fiamme con sguardo carico di sdegno.

 

- Basta! E’ ora di rientrare! Vieni via Icedevimon, il padrone non ammette ritardi.

 

- Ladydevimon sei sempre la solita noiosa!- il freddo Digimon si voltò verso Takuya con fare seccato- Per questa volta ti salvi, ma la prossima non avrai così tanta fortuna ahahahahh!- concluse con un riso diabolico.

  

- Stupido ghiacciolo con le ali! La prossima volta ti aspetterò a braccia aperte!- rispose prontamente Takuya estendendo gli arti superiori.

Il mostro dalla pelle bianca sorrise malvagiamente, gli aguzzi canini spuntavano minacciosi dall’interno della bocca tinta di viola.    

 

- Non affannatevi a cercare un modo per ritornare nel vostro mondo, sprechereste tempo, e soprattutto non provate a contrastarci, a meno che non vogliate morire… ma per quello… non dovrete attendere molto…- la strega dai capelli color argento si levò in volo, seguita da Icedevimon e Ninzokumon, ma, prima di scomparire avvolta in un fuoco nero, la chiara voce di Kouji, la trattenne.

 

- Prima di andare rispondi a una domanda… chi è il vostro padrone? Si tratta di Lucemon?

 

La demone sorrise appena, socchiudendo gli occhi.

 

- Prova a capirlo da solo…anche se… non sarà facile… a presto Digiprescelti!- dopodichè, i tre scomparvero del tutto.

 

Takuya crollò al suolo con le ginocchia al pavimento.

 

- Perché? Perché deve ripetersi la storia di cinque anni fa?!

 

- Quei tre vogliono prendersi gioco di noi! Ecco come mai ci hanno chiamati! Prima il rapimento di Izumi per farci confondere, poi tutte quelle pagliacciate e inutili discorsi sulla conquista del mondo… hanno studiato alla scuola d’arte drammatica?!

 

- Junpei… non sottovalutarli… vogliono confonderci nuovamente, bisogna stare attenti… e soprattutto scoprire cosa cercano da noi…- fece Kouichi massaggiandosi il mento.       

 

- Ragazzi…- Bokomon si fece avanti- Mi dispiace…non volevo mentirvi, ma sono stato costretto, perdonatemi vi supplico!

 

- Lo abbiamo già fatto Bokomon, non è stata colpa tua, hai agito per salvare un amico, al tuo posto ciascuno di noi avrebbe fatto lo stesso.- disse Izumi con voce dolce e tranquilla. Il Digimon le si buttò tra le gambe, piangendo. Lei lo strinse accarezzandogli la nuca.

 

- Quel che è fatto è fatto!- la voce di Takuya, tuonò improvvisamente- Come ha detto Ladydevimon, indietro non possiamo tornare, vogliono eliminarci perché ci siamo antipatici? Bene, ma da cacciatori, potrebbero anche divenire prede… e finché restiamo in ballo, beh…balliamo!- disse il ragazzo del fuoco, sollevandosi da terra.

Gli altri lo guardarono con stupore, poi, voltatosi nella loro direzione, aggiunse:   

 

- Aspirano a conquistare il nostro mondo? Bene… si facciamo pure avanti… ci provino pure… però, dovranno farsi i conti, perché io non sono d’accordo! No no!- disse scuotendo il capo e l’indice- Facciamogli vedere che non hanno a che fare con dei lattanti! Siete tutti con me?!- con tono carico di grinta, portò un braccio in avanti estendendo la mano.

I compagni indugiarono alcuni istanti, quella voce piena di vitalità, però, diede loro coraggio.

 

- Sono con te!- esclamò Izumi mettendo la mano su quella dell’amico.

 

- Se va bene per Izumi, allora va bene anche per me! Quei pagliacci dovranno ricredersi!- disse Junpei battendosi un pugno in petto, e anche il giovine si aggregò poggiando l’ampio palmo sulle due mani. Lo seguirono a ruota Tomoki e Kouichi che accennarono un si con il movimento deciso del capo.

 

Mancava solo una persona.

Kouji.

Rimase fermo, quasi incollato al selciato.

 

- Che hai?- domandò il fratello al ragazzo.

 

- Non mi convince… tutto ciò non mi convince… cercano qualcosa da noi…altrimenti perché tanto affanno nell’invitarci?  - fece il giovane guerriero della luce. Il capo rivolto al suolo, gli occhi fissi sull’antico pavimento, cercò di sforzarsi per capire, ma non fu facile.

 

- Non credo proprio, secondo me vogliono solo intimorirci, in quei pochi minuti si sono esclusivamente limitati a prendersi gioco di noi… quel maledetto Icedevimon…grrr…se ci penso mi viene un nervoso…! - Takuya digrignò i denti in una smorfia di rabbia.

 

- Eppure… lei… non capisco…- farfugliò Kouji tra sé- Bokomon saresti in grado di darci informazioni su quei tre?

 

- Mi dispiace… brancolo nel buio quanto te… sono comparsi da poco qui a Digiworld… so solo che hanno rapito Neemon ricattandomi, volevano che io vi facessi riacquistare i poteri… e poi hanno parlato…si, aspetta un attimo!- Bokomon schioccò le dita alzando la fronte-  Una volta hanno parlato di una rinascita… un imminente risveglio!

 

- Hai detto “risveglio”?- Kouji guardò Kouichi, entrambi si rivolsero uno sguardo d’intesa, poi il ragazzo continuò- Possibile che…stesse parlando realmente di Lucemon? Se fosse così, allora quello stemma sulla stella di Ninzokumon e i discorsi degli altri due…fanno presupporre che sia lui il loro mandante!? 

 

- Tutto può essere…non vorrei dire cose infondate ma… prima di incontrare voi cinque, io e Takuya abbiamo parlato a lungo di questo e…sono sempre dell’idea che potrebbe trattarsi proprio di lui, l’angelo ribelle.- confermò Bokomon rabbrividendo.

Gli altri lo seguirono all’istante, un lungo brivido gelido attraversò la schiena dei sei leggendari guerrieri, poi, Takuya, con grande forza d’animo esclamò:

 

- Kouji, manca solo la tua mano, allora sei dei nostri?

 

Il giovane dai capelli lunghi lo guardò un attimo interdetto, il guerriero del fuoco era dotato di una grande fiamma stracolma di entusiasmo e decisione, pensò lui sorridendo, poi, si avvicinò ai suoi compagni, poggiando la mano sulle altre cinque.

Il combattente della luce annuì con il capo, e il coraggioso Takuya sorrise alla sua scelta, continuando:

 

- Se dobbiamo affrontare Lucemon…beh… la cosa un po’ mi spaventa ma, fin quando resteremo uniti, nessuno potrà sconfiggerci perché il nostro potere proviene soprattutto dalla forte amicizia che ci unisce!

 

- E bravo Takuya! Ogni tanto dici qualcosa di sensato!- esclamò Junpei schernendo.

 

- Junpei! Sei sempre il solito!- lo rimproverò Izumi - Takuya ha ragione ma…in effetti… tutto sommato… pure tu!- la ragazza cominciò a ridacchiare, seguita dal coro dei suoi compagni, al contrario, il giovane combattente delle fiamme arrossì leggermente per poi lasciarsi andare, contagiato dal sorriso dell’allegro gruppetto.

 

                                                               

                                                              **********                  

 

- Ridete, ridete pure, finché avrete motivo per farlo.

Disse Ladydevimon nascosta nell’ombra.

I suoi occhi, rossi come il sangue, si fermarono sul giovane Kouji, guerriero della luce. 

Dopodichè, scomparve fasciata dal fosco manto dell’oscurità.          

 

 

 

________________________________________________

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

      

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ophanimon no Shiro ***


Mentre su Digiworld calavano le prime tenebre…

                                   Capitolo 9

________________________________________________

 

 

 

 

Mentre su Digiworld calavano le prime tenebre…

 

 

- JUNPEI!! Restituiscimi la mela di carne!! E’ mia!! L’ho raccolta io rischiando l’osso del collo!!

 

- Dai Tomoki hai tredici anni non sei più un bambinetto piagnucolone! E poi  ne hai già mangiate tre!- asserì Junpei girando su se stesso per impedirgli di portare via il frutto.

 

- E tu invece te ne sei trangugiate nove!! Se ne mangerai un'altra ti verrà mal di pancia! Dammela dammela!- lo esortò il ragazzino cercando di strappargli la mela dalle mani.

 

- Junpei se c’è un bambino tra voi due quello sei proprio tu! Tomoki è più piccolo di te e ha bisogno di alimentarsi bene, e poi l’ha raccolta lui, se hai ancora fame ritorna indietro e a coglierne altre- disse Izumi intromettendosi nella lite.

 

- Si però…ecco…adesso è buio…non è prudente avventurarsi nella foresta…potrei incontrare quel Digimon che vuole farmi le scarpe per la piccola questione di oggi…

 

- Ok… ho capito, tieni, se vuoi puoi mangiare la mia, sono sazia e poi la sera non ho l’abitudine di rimpinzarmi fino allo scoppio.- La ragazza consegnò nelle mani del compagno il tondo frutto, mentre Tomoki incalzò afferrando il suo.

 

- Oh grazie Izumi-chan!- esclamò Junpei con occhi lucenti- Tu sì che sei gentile e altruista!- dopodichè la divorò in un sol morso.

 

- Ma dico, con tante persone proprio in lui dovevamo imbatterci?!- Takuya, rimasto a guardare la scena, sbuffò mentre si apprestava a consumare la sua cena.

 

- Neemon sei sicuro che possiamo restare qui stanotte? Siamo in sei e non vorremmo disturbare.

 

- No Kouichi figurati! La mia casa è abbastanza grande da contenervi tutti! E poi mi fate compagnia!- disse la piccola creaturina dai pantaloncini rossi.

 

TOC TOC

 

 

- Apro io!- dichiarò Izumi tirando a se il pomello della porticina in legno.- Ah Bokomon! Hai bisogno di qualcosa?

 

- Sono passato per vedere com’è la situazione…- il Digimon fece cenno alla Digiprescelta di abbassarsi, dopodichè portò il capo accanto al suo orecchio bisbigliando- Neemon è un pericolo ambulante, sarebbe in grado di cacciarsi nei guai anche stando seduto su una sedia…mi raccomando fate attenzione!- raccomandò lui ridendo.

Izumi lo seguì con un bel sorriso, dopodichè spalancò tutta la porta facendo entrare il piccolo amico. 

 

- Hey Bokomon!- esclamò Takuya non appena lo vide. 

 

- Salve ragazzi! Mangiate pure tranquillamente non vorrei che vi strozzaste!

 

- Nessun problema, abbiamo già finito, o perlomeno quasi tutti…- Takuya indirizzò un’occhiataccia verso Junpei, occupato a divorare delle bacche ricoperte di zucchero.- Comunque…- sospirò, poi riprese- Sei davvero sicuro di volerci accompagnare al castello di Ophanimon?      

 

- Ma certo! Sicurissimo! Non vi ho mai lasciati soli e non intendo farlo nemmeno adesso, è compito mio accompagnare i leggendari guerrieri nel loro viaggio!- asserì Bokomon battendosi un colpo sulla pancia.

 

- Allora l’appuntamento è davanti alla locanda del villaggio alle otto in punto!- dichiarò Takuya al piccolo Digimon.

 

- D’accordo! Non mi sembra vero che potremo restare ancora una volta al fianco dei mistici leggendari guerrieri!

 

- Potremo restare? Sbaglio o hai detto così?- domandò Tomoki perplesso.

 

- Si, io e Neemon naturalmente!- dichiarò Bokomon fissando il Digimon appisolatosi sulla sedia.

 

- Ti ricordo che questo non è un gioco. Le regole sono più dure rispetto a cinque anni fa.- La voce di Kouji tuonò improvvisamente spezzando l’allegria del momento.     

 

- Dai Kouji non fare il difficile, sono al sicuro con noi e poi cinque anni fa andò tutto bene!

 

- Questa volta è diverso Takuya, non sappiamo a cosa andiamo incontro, e soprattutto non conosciamo bene chi sia il nostro nemico – Kouji si adagiò su una panca di legno, con aria pensierosa.

 

Takuya scattò in piedi avanzando verso l’amico.

 

- Nemmeno allora conoscevamo bene il nostro avversario, ci siamo ritrovati in un mondo completamente diverso, eravamo spaesati ma restando uniti fino alla fine tutto si è risolto per il meglio, e se loro due hanno deciso di seguirci, non sarò io a impedirgli di farlo!

 

Kouji ascoltò attentamente per poi rispondere con tono basso.

 

- Se sono convinti e sanno ciò che fanno allora non posso obbligarli. Mi auguro che non ci rallentino- concluse parlottando.

 

- E’ il suo modo per dire che potete venire!- affermò Kouichi ai piccoli amici digitali- Infondo è preoccupato per voi, ecco perché preferirebbe lasciarvi lontano da questa faccenda.

 

- Kouji è sempre stato così dico bene?!- Junpei gli solleticò il fianco sinistro, ma il moretto dai capelli lunghi si alzò di balzo uscendo all’aperto.

 

- Ma che ho fatto?! Perché è andato fuori?!- disse il guerriero del tuono sentendosi a disagio.

 

- Non farci caso, lui è fatto così, siamo tutti un po’ scossi da quello che è successo, e Kouji ha bisogno di starsene un po’ da solo- Kouichi si avvicinò alla finestrina scorgendo il fratello con le spalle rivolte alla piccola abitazione.

Con il capo all’insù fissava lo scuro cielo di Digiworld illuminato dalle sue tre lune.

 

La leggera brezza notturna gli ondeggiava i capelli, raccolti in un sottile codino. L’alto collo rigido e dritto della giacchetta nera, slacciata, dondolava anch’esso trasportato dall’aria. La mano nella tasca dei jeans piuttosto stretti che gli evidenziavano le sottili gambe assai lunghe, le scarpe da ginnastica, bianche, in tinta con la maglietta smanicata al di sotto della giubba, portavano chiusura laterale tramite zip colorata di blu. Agganciato al polso destro, un bracciale con maglia a catena, grigio metallizzato, lo stesso che portava anche suo fratello Kouichi. E in quella mano, stringeva tra le dita il suo D-Scan dai toni freddi.

L’osservò a lungo. I suoi occhi scuri erano fissi su quell’oggetto.

Un forte senso di inquietudine gli opprimeva lo stomaco.

Che motivo aveva di provare tale sensazione?

Adesso il Digivice era perfettamente funzionante, poteva ricorrere, nel momento di pericolo, al Digispirit racchiuso al suo interno, eppure… tutto ciò non gli dava sicurezza.

Non gli dava quella sicurezza che a fatica cercò di trovare distogliendo l’attenzione.

Ma i dubbi e le perplessità, non cessarono. 

Perché si trovava a Digiworld?

Per quale motivo era stato richiamato?

Preso da mille domande, si dimenticò completamente del sogno, che puntualmente, ogni notte lo perseguitava.

                        

Rimase così per un bel po’, chiuso in quel mutismo che spesso suo padre e gli altri amici gli rimproveravano.

In cinque anni non era cambiato, suo fratello continuava a ripetergli che forse per lui era giunto il momento di trovarsi una ragazza,  magari di uscire con qualche compagna di classe, di sicuro non Kumiko però! Troppo frizzante per i suoi gusti, ripeteva spesso al gemello.

Eletto il ragazzo più bello dell’istituto privato Fujishima da quasi un centinaio di studentesse, il giovane Minamoto poteva vantare due fan club, e una folta schiera di siti internet creati da alcune liceali, incallite per il proprio idolo.

Il fratello era piuttosto entusiasta della sua popolarità, più di quanto non lo fosse il diretto interessato…!

Infatti, il più delle volte, era costretto ad uscire da scuole attraverso la finestra del bagno, che dava sul cortile esterno;

se c’era una cosa che non riusciva a sopportare, erano i gridolini isterici delle studentesse che accalcavano l’uscita nella speranza di chiedergli un’appunto.

Iscritto nella squadra maschile di pallavolo come ottimo schiacciatore, la sua vera passione rimaneva quella per le chitarre elettriche.

Insieme ad altri tre compagni, aveva formato un gruppo interamente composto da questi energici strumenti musicali.     

Ad ogni loro esibizione, assistevano immancabili, Kouichi con gli altri membri d’avventura, che gridavano a squarciagola il nome dell’amico. Ancora più forte, però, rimanevano i coretti delle innumerevoli ragazze che urlavano non appena il moretto dai capelli lunghi appariva sul piccolo palchetto.

Quando stava giù di morale, afferrava la sua chitarra elettrica strimpellando ritmiche note che troneggiavano nell’intera abitazione. Il più delle volte, suo padre, il signor Kousei, tornato stanco dal lavoro, si riposava sul  divanetto di pelle posto nel salone, ma a causa del roboante stridio, era costretto a rifugiarsi nel garage della villetta, dove si sdraiava sul vecchio sofà comprato tempo addietro e sostituito dal nuovo.         

 

Questa volta però, nemmeno il suo fedele strumento, sarebbe riuscito a quietare quelle strane sensazioni.

  

Restò fuori fino a che, compiendo un mezzo giro, ritornò indietro entrando nella piccola casa.

Junpei e Tomoki dormivano distesi su un tappeto, Izumi adagiata su un piccolo lettino, Takuya rannicchiato su di una poltroncina poco distante, mentre Kouichi riposava sul pavimento accanto alla finestra.

Si sdraiò a pochi metri dal fratello, girandosi su un lato.

Socchiuse gli occhi cercando di dormire, ma non ci riuscì.

 

- Non puoi dormire?- fece Kouichi accortosi di lui.

 

- A quanto pare nemmeno tu, dico bene?- rispose Kouji prontamente.

 

- Beh… forse sarà il cambiamento d’aria, oppure il fatto di trovarsi su un duro pavimento…

 

- Diciamo più la seconda- asserì il guerriero della luce voltatosi verso il fratello.

 

- C’è qualcosa che ti preoccupa, giusto? Ti conosco bene oramai…

 

Kouji rimase ammutolito, senza rispondere.

I suoi occhi non mentivano.

Dopotutto erano lo specchio dell’anima.

 

- Ho indovinato… – fece Kouichi sospirando. Poi, si avvicinò di qualche centimetro in direzione del ragazzo- Senti Kouji, se continui così, non riuscirai a pensare ad altro, in questo modo ti renderai nervoso e soprattutto, non potrai concentrarti sul vero problema che dovremo affrontare.

 

- Tu lo conosci? Sai quale sia? Bene… dimmelo, almeno riuscirò a dormire…- disse il gemello dai lunghi capelli, con ironia.

 

- Mmh…allora prova con una tisana perché non sono in grado di rispondere…

 

- Siete tutti allegri e gioiosi… invece di pensare a cose serie… quei tre Digimon non mi piacciono per niente… loro sono a conoscenza di qualcosa che a noi sfugge…e questo non mi aggrada molto…- socchiuse lo sguardo per poi riprendere- E’ mai possibile che siamo a Digiworld da un giorno e non sappiamo il perché? Secondo te sembra normale tutto ciò? Io proprio non capisco… mi chiedo cos’è che mi trattenga ancora qui…forse il fatto di non potermene tornare a casa?- disse con auto-ironia.  

Kouichi ascoltò silenziosamente quelle parole, poi con una smorfia scherzosa sul viso si lasciò scappare un leggero risolino.

 

- Guarda che non ci trovo nulla di divertente…- dichiarò prontamente Kouji alquanto infastidito.

 

- No scusa, è che proprio non sono riuscito a trattenermi! Pensavo che il carattere delle persone purtroppo non si può cambiare…chi nasce tondo non può morire quadro…è proprio vero questo detto!

 

- Che intendi dire adesso? Spiegati meglio gradirei una delucidazione alquanto soddisfacente.- Kouji sbottò aggrottando le sopracciglia, possibile che anche Kouichi la pensasse allo stesso modo dei suoi compagni?

 

- Agli ordini capitano! Intendevo dire che il carattere di una persona non si cambia a proprio piacimento, puoi mutare nell’aspetto, nella forma, ma l’indole rimane sempre la stessa a meno che non sia tu a decidere di modificarla, ma per farlo, ci vuole tanta, tanta pazienza. Ascoltami Kouji- il viso del combattente dell’oscurità diventò improvvisamente serio- io sono inquieto quanto te, ma agitarsi non porta buoni risultati…sbaglio o lo hai detto pochi giorni fa a Takuya? So a cosa potremmo andare incontro, ma per il momento, almeno fino a che la situazione non sarà più chiara, preferisco pensare ad altro, altrimenti rimarrò bloccato su un ragionamento assurdo senza capo né coda, capisci cosa intendo dire?

 

Kouji ebbe un attimo di smarrimento, come poteva un ragazzo calmo e risoluto come lui, comportarsi all’opposto? Era inconcepibile anche solo pensarci!

A causa di questa storia incongruente, stava completamente perdendo quel suo modo di affrontare le cose con incredibile fermezza. Si rese conto di ciò, fissando suo fratello.  

 

- Sai che ti dico? Che non mi serve la tisana…hai ragione tu…-disse con cadenza di voce bassa. Poi si girò dall’altro lato, addormentandosi.

   

Kouichi sorrise appena, si voltò con l’addome rivolto al pavimento, e prese sonno.  

 

 

Le tre lune del cielo di Digiworld cominciarono a calare, lasciando spazio alla luce solare che annunciò il nuovo giorno.

 

 

 

                                                 ***************

 

- Junpei!!! Sbrigati ad uscire dal bagno! Mi scappa!!!- urlò Tomoki battendo pugni sulla porta chiusa del bagno.

 

- Un attimo! Ho finito!- la soglia si aprì, e il guerriero del tuono uscì fuori lasciando spazio al compagno- Vai pure!- sbottò lui- Aaah…mai un momento di privacy…

 

Takuya e gli altri si trovavano già fuori, i quattro ragazzi più il piccolo Neemon aspettavano i due davanti allo spiazzale ricoperto di verde.

 

- Muovetevi ritardatari!- esclamò Takuya con un cenno della mano, vedendoli giungere.

 

- Arriviamo! E’ stata colpa di Junpei che non si decideva ad uscire dal bagno…

 

- E tu allora, ti è finito il Digivice nel water e hai perso mezz’ora per recuperarlo!- replicò l’aitante giovine spingendo il ragazzino.

 

- Io la vedo male…e voi?- chiese Takuya rivolgendosi agli amici che assentirono con cenno deciso.

 

I sette s’incamminarono verso la taverna posta al centro del villaggio.

Bokomon li attendeva a poca distanza dall’entrata, e non appena li adocchiò in lontananza, alzò le braccine agitandole in segno di saluto.

 

- Siete in ritardo ragazzi…vi stò aspettando da mezz’ora. Tutto ok?- chiese la creatura digitale non appena si furono avvicinati.

 

- Colpa di Junpei che ha trascorso mezza mattina chiuso in bagno!

 

- Ricominci Tomoki?! Se vuoi saperlo ho avuto problemi con la lampo dei pantaloni…mi si è incastrata nel tessuto e non voleva chiudersi…- Junpei sbuffò guardandosi i larghi calzoni color caffé.

 

- Hai mai pensato seriamente che un po’ di dieta potrebbe risolverti alcuni problemi?- gli propose il Digiprescelto dagli occhi verdi- Con tutto quello che ti sei mangiato ieri, mi meraviglio che i vestiti ti entrino ancora…

 

- Ehm ragazzi prima che la tranquilla lite possa assumere una piega diversa, è meglio sbrigarci che dite?- suggerì Izumi guardando gli altri. Dopodichè, afferrò uno zaino contenente il necessario per il viaggio, caricandolo sulle spalle.

 

- Dai qua, lo porto io.- Kouji strappò la pesante borsa dalla schiena della compagna, e la collocò sulla sua- Coraggio andiamo, abbiamo già perso abbastanza tempo.

 

Bokomon, dopo essersi infilato l’antico libro regalatogli da suo nonno, nella panciera, afferrò Neemon rimasto impalato, e lo trascinò con se.

 

La tappa da raggiungere era solo una.

Il castello di Ophanimon.

 

Antica dimora situata in un prato immenso e pieno di fiori.

 

Tempo addietro, i sei leggendari guerrieri visitarono l’imponente palazzo alla ricerca del suo Digicodice, ma i cavalieri reali, comandati da Lucemon, riuscirono a strappare il prezioso numero di dati ed assorbire quella zona prima di loro.

Tuttavia, dopo la sconfitta dell’angelo ribelle, i settori assimilati dalla creatura malvagia, ritornarono al loro posto, così come la dimora dell’angelica Ophanimon.

L’idea di ritornare in quel territorio, fu dettata da Kouji, che una volta ritornato al villaggio dopo l’incontro con le tre creature del male, propose l’iniziativa.

Il resto del gruppo approvò in pieno, ritenendo lei, l’unica al quale rivolgersi per chiedere spiegazioni.

Tutto sommato, chi meglio dell’arcana figura digitale che li chiamò a Digiworld per la prima volta, poteva aiutarli nel capire l’enigma che gli si presentava davanti?

Per i sei ragazzi Ophanimon rappresentava una guida, pronta ad aiutarli in qualsiasi situazione, così, si incamminarono per raggiungere il suo palazzo.

 

 

- Bene…tutto procede come copione…vedrai che non ti deluderò padrone!

Ninzokumon, nascosto nei folti rami di un albero, osservò il gruppetto di umani, con un salto, poi, sparì a velocità fulminea dileguandosi nella foresta.

 

 

La strada da percorrere per giungere a destinazione non era molta.

Midorioka village, situata su una collina, distava pochi chilometri dalla residenza fatata, ubicata in una grande vallata ai piedi della verde altura.                 

Bokomon, davanti al gruppo, guidava i ragazzi portandoli fuori dal sobborgo.

Si fermò di scatto voltandosi verso di loro.

 

- Bene Digiprescelti! Da qui in poi, procederemo a bordo del trenino elettrico che collega la vallata alla città!

 

- Trenino elettrico?- Junpei fissò la piccola creatura, si portò una mano al mento- Mah…il nome mi sa di giocattolo…

 

- Vengono chiamati così perché sono più piccoli se paragonati ai Trailmon. Non preoccuparti, sono abbastanza grandi da contenervi tutti!- Bokomon si incamminò presso un piccolo botteghino. Una volta acquistati otto biglietti, li distribuì uno per ciascuno ai suoi compagni.- Il tuo lo tengo io Neemon…non vorrei che lo perdessi…- fece infilandosi i due talloncini nella pancierina.

Il trenino elettrico, arrivò subito dopo.

Un’unica carrozza in metallo colorato d’azzurro, completamente aperta, la tettoia di stoffa verde con i lati ondeggianti che ricoprivano il mezzo, serviva a riparare i passeggeri in caso di pioggia.    

 

- Com’è carino! – esclamò Izumi osservandolo.

Una ventina di posti a sedere, la metà dei quali occupati da alcuni mostri digitali.

I Digiprescelti salirono uno per volta dato lo spazio abbastanza ridotto dell’entrata.

 

- Prima le donne!- enunciò Takuya porgendo un braccio verso l’ imbocco.

 

- Grazie!- rispose la ragazza con un sorriso.

Prese posto nell’ultima parte della carrozza, seguita dal ragazzo del fuoco.

 

- Ti dispiace se mi siedo anch’io qui?- chiese lui gentilmente.

 

- No anzi, prego accomodati!- Izumi si spostò dando aggio all’amico di sedersi.

 

- Ti ringrazio! In mezzo a quella matassa di Digimon dalla folta pelliccia, scoppierei di caldo…! –  il padrone del fuoco sventolò la mano facendo scivolare verso il basso la cerniera della sua felpa rossa, fino ad aprirla del tutto.

 

 - Al centro c’è troppa confusione, qui dietro invece tira questo fresco venticello!- la Digiprescelta del vento chiuse gli occhi mentre una leggera brezza avvolse quei due posti a sedere.

La gonnellina pieghettata dell’uniforme scolastica, ondeggiava graziosamente, come stesse danzando.

Le divise femminili dell’istituto superiore Daijimoto, rendevano particolarmente carine la maggior parte delle ragazze.

Soprattutto quelle con notevole altezza. E la giovane Izumi, rientrava in quella categoria.

La gonna, interamente plissettata, le arrivava al di sopra delle ginocchia, la giacchetta, della stessa tinta, blu tenue, evidenziava la sagoma longilinea della giovane; dai lati delle maniche e del colletto, fuoriuscivano i lembi della camicetta, bianca, portata al di sotto. Un nastrino rosa pallido, annodato al bavero, spiccava in netto contrasto per la sua chiarezza.

Le calzature, di un blu più intenso rispetto alla tenuta, avevano punta arrotondata e appena tre centimetri di tacco, per dare un’aria più elegante al completo. La chiusura, tramite due sottili fibbiette incrociate sulla pianta del piede, allacciavano la scarpa saldamente.

A coprire una parte delle lunghe gambe, soffici calzerotti di una tinta più sbiadita, che le avvolgevano i polpacci, fermandosi al di sotto delle ginocchia.       

Tra le centinaia di studentesse, Izumi, era una delle più corteggiate.

La pelle bianca come quella di una bambola, i capelli chiari che le sfioravano l’intera schiena, le fattezze tipicamente straniere, rendevano la ragazza una delle più ammirate in tutto l’istituto.     

 

Il viso di Takuya si colorò leggermente di un rosso pallido, mentre il cuore diede un contraccolpo nel petto. Con la coda dell’occhio, le rivolse lo sguardo squadrandola dall’alto verso il basso.

L’aria continuava a muoverle il vestito, i capelli, anch’essi trasportati da quel magico soffio, legati indietro da alcuni ciuffi tirati su ambedue i lati del capo. Il nastrino rosa che li teneva uniti, richiamava lo stesso colore di quello annodato al bavero. 

Era carina, ma senza esagerare, pensò lui puntualizzando.

“E’ carina ma senza esagerare!”- si ripeté nella mente.- “E’ carina! Punto e basta!”- ribatté contraendo la fronte.

  

Scosse fortemente la testa, battendosi una mano sul torace. Mise un braccio alla spalliera della panca di ferro, e voltò lo sguardo altrove.  

 

Perché quei colpi improvvisi gli martellavano incessantemente all’interno del corpo?

Come mai le sue guance si infiammavano ogni qualvolta la bella ragazza estendeva le sue labbra in un dolce sorriso?       

Izumi era solo un’amica.

Solo un’amica?

Per lei, forse, ma… per lui? Considerava davvero la ragazza bionda come una semplice compagna d’avventura?

Allora perché, da due anni a questa parte, si era accorto di volerle bene in modo diverso?   

Perché ogni qualvolta un ragazzo le si avvicinava chiedendo un appuntamento, le sue mani cominciavano a sudare, e il cuore traballare, provando tanta angoscia? Ma non appena la giovane rispondeva gentilmente di no con il capo, quei brutti attimi si dissipavano, alleggerendogli l’anima come un incidente schivato, un pericolo scampato.

La risposta poteva sembrare confusa, strana, offuscata, ma… seppure la sua cocciutaggine unita a una forte dose di orgoglio gli impedisse di ammetterlo, in cuor suo lui sapeva.

La ragazza dagli splendidi occhi verdi, aveva fatto colpo proprio su di lui?

In poche ma concise parole, a lui piaceva Izumi?

Probabile che fosse così, ma lei, sì, lei aveva già qualcuno al quale voler bene?

Takuya scosse il capo ancora una volta, che razza di ragionamenti gli passavano per quella sua testa matta?!

Perché, così all’improvviso, si sentiva accaldato e soprattutto a disagio stando seduto a lato della giovane col quale litigava perennemente almeno una volta a settimana?   

 

Si destò di colpo, richiamato da un forte rumore che spezzò quella difficile sensazione.

 

- Aspetta un attimo!- la voce del Digimon dal quale Bokomon aveva comprato i tagliandi, risuonò imponente. Il robusto mostro uscì dal chiosco avanzando verso il treno- Quel ragazzo grande e grosso occupa due posti, in conseguenza di ciò dovete pagarmi doppio biglietto!

 

- Chi sarebbe grande grosso?! Ti sei visto allo specchio?! Io sono la metà di quello che sei tu!- Junpei, furente, lanciò un’occhiata verso la grande creatura, alzandosi dal sedile.

 

- Non mi interessa, ho detto doppio biglietto altrimenti sei pregato di scendere!

 

- Ma è ingiusto! Ci sono tanti Digimon molto più grandi di lui che affollano il trenino, e a quanto sembra, loro non hanno pagato doppiamente!- dichiarò Izumi scorgendo le singole ricevute nelle mani delle creature.     

 

- Loro possono salire, lui invece si deve astenere alle regole che dico io!- replicò il Digimon increspando le folte sopracciglia. 

 

- Mojyamon è meglio che ti spieghi con chi hai a che fare… Se non l’hai capito ti faccio notare che questi umani sono sei dei dieci leggendari guerrieri!- Alle parole di Bokomon, tutti i Digimon presenti nel trenino elettrico si voltarono indietro sgranando gli occhi.

Perfino Mojyamon, proprietario del piccolo mezzo, spalancò la bocca per lo stupore.

 

- Che-che avete da fissarci in quel modo?!- domandò Tomoki con voce tremante.

 

- Forse era meglio non dire che eravamo i leggendari guerrieri…- fece Kouichi bisbigliando al fratello.

 

Alcuni mostri parlottarono tra loro, altri analizzarono gli umani con un certo timore.

Mojyamon si fece avanti con gambe tremolanti.

Alzò le mani di scatto.

I ragazzi sobbalzarono, Takuya afferrò il suo D-Scan pronto ad entrare in azione in caso di bisogno.

Il grosso mostro peloso, si chinò a terra in segno di adorazione.

 

- Che cosa… ?!- il guerriero del fuoco tirò su il sopracciglio sinistro, confuso.

 

- Mi prostro ai vostri piedi potenti guerrieri! Perdonate la mia insolenza, non credevo che foste i mistici combattenti leggendari!

 

- Troppo comodo! Prima insulti e dopo ti basta sapere chi siamo per pentirtene!?- Junpei chiuse gli occhi girando il capo verso destra in segno di disprezzo.

 

- Si avete pienamente ragione, vi faccio le mie più profonde scuse! Ho sbagliato ma non uccidetemi vi supplico!

 

- Non abbiamo mai fatto del male a nessuno, a meno che non meritasse una simile cosa. Alzati da terra non c’è bisogno di questa pagliacciata inutile- rispose Kouji seccato.

 

- Oh grazie grazie! Per scusarmi, vi  porterò personalmente a destinazione!- il Digimon si alzò schizzando verso il trenino elettrico, con impeto sbrigativo, fece scendere le altre creature digitali che affollavano la macchina.

 

- Ehi ma che razza di modi! Io ho pagato il biglietto!- gridò uno di loro sventolando il pezzo di carta.

 

- Anch’io!- ribatté un altro sbattendo i piedi a terra.

 

- Sarete rimborsati branco di taccagni! Tornate un’altra volta adesso ho cose più importanti da fare! Quando mi ricapita un’altra occasione così?!- disse con occhi brillanti.

 

- Mi scusi signorina…lei è la guerriera del vento giusto?

Un piccolo Digicucciolo, staccatosi dal gruppo, si affiancò alla carrozza, tirando la gonnellina di Izumi con il becco.   

 

- E tu chi sei piccolino?- chiese la ragazza carezzando il capo della piccola creaturina dal piumaggio rosa.

 

- Sono una Digicucciola e mi chiamo Poromon signorina! La mia mamma mi ha raccontato dei guerrieri che cinque anni fa salvarono il mio mondo, ho visto anche delle foto e sognavo tanto di poterla incontrare!- la piccola saltò sulle ginocchia di Izumi strofinandole il becco sulla pancia in segno di affetto.   

          

- Mi fai il solletico! Ah ah sei proprio graziosa lo sai!?

 

- Lo dice davvero?- i grandi occhi azzurri come il cielo, s’illuminarono, il piumaggio così soffice, solleticava le gambe della ragazza che strinse a se la piccola creatura.

 

- E questo chi è? Com’è morbido!- esclamò Takuya toccandolo con un dito.

 

- Me lo fa un autografo?- domandò Poromon con voce speranzosa. Tirò fuori dalle piume foglio e penna, porgendoli alla giovane.

 

- Caspita! In sedici anni della mia vita è la prima volta che mi viene fatta una simile richiesta… beh, quand’è così,  sarò felice di accontentarti piccola Poromon!- sorrise la ragazza. Una volta terminato di scrivere, avvolse il pezzo di carta attorno alla biro, riconsegnandola alla sua proprietaria.  

 

- A quanto pare è una tua ammiratrice eh Izumi?!- fece Takuya ridendo.

 

- E’ normale! – rispose la piccola Poromon- Qui a Digiworld siete i nostri idoli! Anche se non ero ancora nata, desideravo tanto conoscere i leggendari guerrieri che lottarono per la pace del mio mondo! Lei deve essere il padrone del fuoco!- disse rivolgendo lo sguardo al ragazzo.

 

- Si, indovinato! Accidenti certo che sei molto preparata!- rispose Takuya solleticandole la pancia.

 

- Poromon! Poromon piccola mia! Eccoti ti ho trovato! Mi hai fatto stare in pensiero, ti avevo detto di non allontanarti!- un Digimon dal viso alquanto preoccupato, corse nella loro direzione.

 

- Mamma mamma! Guarda ti presento i guerrieri del fuoco e del vento!- annunciò la piccola saltando nelle sue braccia.

 

- Oh sommi guerrieri! Perdonatela vi prego, è un po’ irrequieta, scusate se vi ha dato fastidio!

 

- Non si preoccupi non ha dato nessun disturbo, sua figlia è molto graziosa e anche ben educata!

 

- La mia amica ha perfettamente ragione, non la sgridi, infondo voleva solo un autografo!- ribadì Takuya.

 

Intanto, Mojyamon, continuava a discutere con alcuni dei Digimon rimasti, che sentendosi truffati, starnazzavano a gran voce.

 

- Perfetto… se continua così, arriveremo domani…- sbottò Kouji accavallando le gambe.

 

- Mojyamon noi dovremmo partire! Perciò vedi di sbrigarti…!- sollecitò Junpei anche lui seccato.

        

- Sissignore! Agli ordini!! Presto sgombrate sgombrate!- il mostro dal bianco pelo allontanò i ribelli, saltando al posto di guida del suo trenino elettrico.- Si parte!- gridò lui accendendo il motore.

 

Poromon balzò di scatto nelle braccia di Takuya, avvicinandosi al suo orecchio.

 

- Se fossi in te non me la farei proprio scappare! Sareste una splendida coppia!- sussurrò la creaturina. In seguito, volò nuovamente tra le braccia della mamma, facendo l’occhiolino al giovane Digiprescelto.  

 

Il viso di Takuya si accese di rosso, Izumi si sporse dal veicolo agitando la mano per salutare la tenera amica.

 

Il motore partì, le ruote del trenino cominciarono a girare.

E il viaggio cominciò.

 

 

Junpei e Tomoki seduti nei primi posti, Bokomon e Neemon dietro di loro, mentre Kouichi e Kouji  a poca distanza.    

 

- Che ti ha detto?- chiese Izumi incuriosita.

 

- Ah no…niente di importante…mi ha riferito che lei farà il tifo per noi…- rispose grattandosi la guancia- Chi dice che i piccoli sono ingenui, sbaglia di grosso…- parlottò lui a bassa voce.

 

- Hai detto qualcosa Takuya?

 

- Ah-eh no Izumi! Niente niente!

 

- Izumi-chan!! Tutto apposto là dietro?!- Junpei si voltò indietro osservando i due con aria triste. Lei annuì con un gesto della mano, sorridendo. - Non è giusto, volevo sedermi lì!! Me tapino!!- disse con le lacrime agli occhi.

 

- Perché io non ti basto JP-chan?!?- con voce canzonatoria Tomoki sbatté ripetutamente le palpebre, contraendo le labbra preparandole al bacio.

 

- Aaah stammi lontano!! Non ho questo tipo di tendenze!!  

 

- Ma che fanno quei due?!- Kouichi li guardò alquanto sorpreso, poi, abbozzò un piccolo riso.

 

- Bokomon quanto dista il castello di Ophanimon da Midorioka village?- Kouji richiamò l’attenzione del mostriciattolo digitale, seduto davanti a lui.

 

- Mmh…dunque…circa quaranta minuti se andiamo con la strada normale. Ma dato che prenderemo una scorciatoia, allora direi una decina…!

 

- Una scorciatoia con la “s” maiuscola…- affermò il ragazzo della luce, sorpreso.

 

- Giudicalo con i tuoi occhi! Guarda!- Bokomon indicò con il dito un grande burrone, giungere in lontananza.

 

- Co-sa?! Non avrà mica intenzione di scendere lì con questo giocattolo?!

 

- Tranquillo Kouji, è stata già collaudata una volta questa strada, le rotaie in quel punto sono ad alto livello magnetico per consentire al treno di scendere anche verticalmente! Allacciate le cinture Digiprescelti!- urlò il Digimon abbottonandosi la fibbia in vita.

I due gemelli avvolsero la cinta attorniando l’addome.

 

- Ma… perché dobbiamo allacciare le cinture?- chiese Izumi guardando gli altri. Impegnata ad ammirare il panorama, non prestò attenzione a ciò che i suoi compagni facevano nei posti anteriori, così poi, rimase un attimo interdetta.

 

Takuya da parte sua, era troppo occupato a non arrossire, per concedere attenzione alle chiacchiere di Bokomon, e quindi, sollevò le spalle in segno di confusione.       

 

- Non so…probabilmente la strada è un tantino sconnessa…facciamo come ha detto…- il ragazzo dai capelli castani si agganciò la fibbia, seguito dalla compagna che fece altrettanto.

 

- Come si abbottona?- Neemon, non riuscendo a chiudere il moschettone, rimase attorcigliato nella stringa di tessuto nero.

 

- Stupidmon! Che hai combinato? Aah…si può essere così pasticcioni?!- Bokomon slegò l’amico, sigillandolo saldamente al sedile.- Non muoverti!- gli ordinò ad alta voce.

 

- Junpei trattieni ancora un pochino la pancia! Dai ci sono quasi…- Tomoki tirò la striscia estendendola al massimo della sua lunghezza, con un grande sforzo riuscì ad unificare entrambi i lembi, chiudendoli.

 

- Aucc!- Junpei emise un sibilo strozzato, e con le lacrime agli occhi riuscì a malapena a deglutire-  Mi sento scoppiare…!

 

- Dai resisti, e cerca di non muoverti troppo, non vorrei che si sganciasse di nuovo…dopo tanta fatica che ho fatto…- fece Tomoki strofinandosi la fronte.

 

- Tenetevi forte leggendari guerrieri! Tra pochi secondi si balla!- urlò Mojyamon accelerando.

 

- Si balla? Non sapevo ci fossero discoteche a Digiworld… dove si tro…

 

Prima che Takuya potesse concludere la frase, la visione dell’enorme precipizio gli strozzò le parole in gola.

 

- AAAH!!! Fermo!! Fermooo!!- schiamazzò cercando di richiamare la sua attenzione.

 

- Finiremo di sotto!!- gridò Izumi tenendosi stretta alla sbarra di ferro.

 

- Voglio scendereee!!! Sono troppo giovane per morireee!!- gli strilli di Junpei riecheggiarono nell’enorme vallata, mentre la carrozza si apprestava ad imboccare la ripida discesa.

 

- E’ tutto apposto! Calmatevi! Questo è il percorso più rapido per raggiungere il bassopiano- affermò Mojyamon prendendo l'avvio.

 

Il trenino si lanciò a gran velocità nella gola, lo stridio delle rotaie risuonò fortemente facendo eco.

Tomoki e Junpei si abbracciarono fortemente, spolmonandosi a gran voce; Neemon si attacco alla pancierina di Bokomon, con occhi divenuti ipertiroidei. Kouji strinse le dita alla spalliera del sedile cercando di non cascare sul davanti.

Kouichi Takuya e Izumi rimasero avvinghiati ai pilastri di ferro che sorreggevano la cappotta.

 

Il mezzo schizzò a gran velocità, e in cinque minuti arrivò a destinazione atterrando orizzontalmente con una brusca frenata.

La cintura di Junpei si slacciò di scatto, e il ragazzo sbatté sulla folta pelliccia del grosso Digimon.

Neemon finì riverso sul povero Bokomon, che soffocò per il colpo, mentre Izumi sbatté violentemente sulla spalliera del sedile anteriore.

 

- Sono ancora vivo?! Sono ancora vivo!!- esclamò Junpei stritolando Mojyamon per la felicità.

 

- Izumi tutto ok?- disse prontamente Takuya aiutando l’amica ad alzarsi.

 

- Poteva andare meglio…ahi…- si massaggiò la spalla un po’ intorpidita, afferrando la mano di Takuya.

 

- Mi auguro di non doverla fare più questa strada, per poco non ci rimettevo le penne!- sbottò Tomoki con una mano in petto. Il cuore gli tamburellava a ritmo incessante.

 

- Scusate per la fermata un po’ brusca…ma… l’impianto frenante ha bisogno di una controllatina…eheh- disse Mojyamon strofinando la mano dietro la testa.

 

- Coosa?! Intendi dire che non funziona?!- schiamazzò Bokomon afferrandogli un ciuffo di pelo.

 

Il grosso mostro annuì sfoderando un sorriso a trentadue denti.

 

Ci fai affrontare una discesa così ripida con i freni in avaria?!- urlò di nuovo Bokomon incurvando la fronte- Se fosse successo qualcosa ai leggendari guerrieri?! Ci hai pensato?!

 

- Non era mia intenzione, chiedo scusa, infinitamente scusa, ma  dopotutto vi ho portati a destinazione sani e salvi! Guardate!- il massiccio Digimon indicò con il dito una grande struttura dalle forme sinuose e stilizzate.

 

- Eccolo! – esclamò Bokomon agitando il braccio in avanti.             

I sei si voltarono nella direzione segnalata, spalancando gli occhi.

 

Il castello di Ophanimon.  

Si elevava dal suolo per circa trenta metri di altezza. 

 

Sottili torri dai tetti appuntiti, si innalzavano alte nel cielo. Un luccichio di tinte pastello colorava le coperture del palazzo, facendolo brillare riflettuto dai raggi solari.

 

- Wow! Che spettacolo di colori!- affermò Izumi con il riflesso dei fiori negli occhi.

 

- Dall’ultima volta è diventato ancora più bello questo posto!- fece Tomoki avanzando lentamente.

 

- Coraggio non perdiamo tempo in chiacchiere, andiamo!- Kouji s’incamminò per primo, seguito dagli altri che prima salutarono Mojyamon ringraziandolo per la disponibilità offertagli, dopodichè rincorsero l’amico.

 

Tagliarono per il prato, immenso e verde.

Il profumo dei fiori attorniava quella vasta zona, i morbidi petali, lisci come la seta, svolazzavano sorretti dal dolce venticello che riempiva quel luogo.

 

- Kouji tutto ok? Ti vedo pensieroso- disse Takuya affiancandosi all’amico.

 

Il giovane non rispose.

 

- Ok, scusa, dovevo immaginare che non volevi parlare, ti capisco, tranquillo.- lo rassicurò Takuya camminando.

 

- Forse devo smetterla di preoccuparmi…proprio come ha detto Kouchi…ma non ci riesco, fin da quando sono arrivato a Digiworld, ho avuto da subito uno strano senso di oppressione…- rispose Kouji marciando con le mani in tasca.

 

Takuya si accostò a lui, poggiandogli una mano sul dorso.

- Quando la situazione non risulta chiara, è normale che l’agitazione prenda il sopravvento, vedrai che non appena parleremo con Ophanimon, il peso che ti opprime si farà senz’altro più leggero! Dai sorridi!- con fare gioioso, gli solleticò la pancia fino a farlo ridere. Kouji si portò le braccia all’addome cercando di proteggersi.

 

- Ok ok basta basta eh eh! Smettila eheh!- ribatté il ragazzo ridendo a gran voce con gambe tremanti.

 

- Funziona sempre!- affermò il padrone del fuoco lasciando la “preda”.

 

- Ehi ma che gli prende a quei due? – interpellò Junpei al giovane Tomoki che per tutta risposta  incrociò le braccia.

 

- Boh… Non chiederlo a me…

 

- Arsa Arsa! Digiworld in questo periodo è molto più caldo rispetto al nostro mondo- proferì Izumi sbottonando la giacca. La sfilò dalle spalle adagiandola su un braccio.

 

L’attenzione dei ragazzi venne meno, catturata dalla compagna, tutti si distrassero guardandola.

 

La bianca camicetta, di tessuto fresco, le assottigliava la vita, evidenziandole i tratti del corpo.

Il colletto, dondolava mosso dalla leggera brezza che sollevava di poco la gonnellina.

Takuya, involontariamente e quasi per riflesso, s’infiammo di botto.

 

- Izumi-chan se vuoi porto io la tua giacca!- propose Junpei affiancandosi a lei.

 

La schiena del guerriero di fuoco diventò più rigida, mentre fissava i due con nervosismo.

Sbuffò torturando i laccetti posti all’estremità superiore della felpa.

Voltò il capo concentrandosi sul tragitto, ma una mano lo fece sobbalzare.

 

- A quanto pare anche tu sei pensieroso… non è forse così?

 

- Aah Kouji!!! Che spavento…!! Ho il cuore a mille!!- fece Takuya con la mano in petto.    

 

- Non hai risposto alla mia domanda, ho indovinato?- insisté l’amico.

 

Takuya non replicò.

 

- Ho fatto centro eh?- Kouji batté un colpo sulla spalla del compagno, che mugugnò per la botta.  

 

- Adesso capisco perché ti hanno preso come schiacciatore nella squadra di pallavolo Fujishima…- Takuya si massaggiò il braccio indolenzito, cercando di smuoverlo- E comunque, non hai fatto centro, sono solo un po’ stanco…tutto qui- concluse indirizzando ancora una volta, involontariamente, gli occhi su Izumi.

Kouji seguì il suo sguardo, abbozzando un mezzo sorriso.

 

- Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.

 

- Eeh?! Da quando in qua sei diventato filosofo?! – domandò Takuya ritornando con gli occhi sul ragazzo.   

 

-  Pascal Blaise. E’ lui l’autore di questo pensiero - rispose il moretto dai capelli lunghi.

 

- E chi è? Mai sentito nominare…- si portò l’indice sulla fronte, cercando di ricordare, ma l’unica cosa che riuscì a ricavare fu il nome di una marca di cibo per cani.

 

- Se tu studiassi a scuola, magari… Blaise Pascal, filosofo, matematico e scienziato francese. All’età di sedici anni scrisse il Saggio sulle sezioni coniche, in cui formulò uno dei fondamentali teoremi di geometria proiettiva noto come il "teorema di Pascal"; a diciotto anni costruì la prima macchina calcolatrice e nel 1648 dimostrò sperimentalmente che

 

 

- OK OK!! Non c’è bisogno di continuare…!!! Adesso sì ricordo tutto ah ah che stupido che sono eh eh eeh!! – annunciò il padrone del fuoco fermando al volo e mentendo spudoratamente. Ma d'altronde, i teoremi e le formule di geometria non erano il suo punto forte, soprattutto sulle pagelle. Alcune volte, costretto dalla madre, era obbligato a prendere lezioni da Junpei, considerato il numero uno dell’istituto, capace di calcolare mentalmente qualsiasi cosa, senza contare l’inglese che studiava con Izumi… ma lì, paragonato al primo caso, non era poi tanto maluccio…! Escludendo ovviamente, le innumerevoli tiratine d’orecchio da parte della ragazza, ogni qualvolta non prestava attenzione.   

Di sicuro non voleva prendere ripetizioni anche da Kouji, pensò rabbrividendo, sarebbe stato troppo!

 

Sospirò, cercando di riflettere, e un quesito gli sfiorò la mente.

- Senti Kouji, secondo te Blues Pampers, per aver detto una simile frase, aveva problemi con qualche ragazza?

 

- Guarda che non è una marca di pannolini per bambini… comunque questo non lo so, il nostro professore di geometria è un tipo riservato che non ama spettegolare su una persona vissuta nel 1600…- fece Kouji scherzando.

 

I due si guardarono reciprocamente, scoppiando a ridere in pochi istanti.

 

- Comunque, se hai bisogno di una mano, sappi che sono qua. A volte chi ascolta conosce davvero, molto più di chi parla.

 

- Acc! Ci risiamo?! Sono già abbastanza fuso… Basta che non mi parli di geometria e teoremi, e puoi dire tutto ciò che vuoi!- concluse sbottando, poi riprese - Comunque… grazie Kouji!

 

Il Digiprescelto della luce alzò le spalle senza batter ciglio, dopodichè, estrasse dalla tasca un pezzo quadrato di stoffa, avvoltolandolo in testa.

 

- Ma questa qui la conosco! L’hai conservata?! Pazzesco!- esclamò Takuya sorpreso nel vedere la bandana dalle striature marroni che cinque anni fa accompagnò il moretto col codino nel suo viaggio a Digiworld.

 

- Kouji Minamoto è tornato!- esclamò Tomoki nel vedere l’amico con la sua vecchia e cara bandana.

 

Izumi, avvicinandosi a lui, gli sistemò il pezzo di tessuto, raddrizzandolo.

- Adesso sì che va meglio!- asserì la ragazza sorridendo.

 

- Wow che coppia!- dichiarò Kouichi guardando i due.

- Sembrate marito e moglie! – asserì Tomoki divertito.

 

Il giovane Minamoto arrossì di colpo in viso, cercando di contenersi.

La dolce Orimoto abbassò lo sguardo, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Il cuore di Takuya ebbe un sussulto.

Perché? S’interrogò nella mente. Preferì non rispondere.

Dopotutto lei era libera di fare qualsiasi cosa.

Non era di certo la sua ragazza!

Continuò a camminare mordicchiando nervosamente il laccetto destro che ciondolava dall’estremità maggiore della felpa.

Junpei, offertosi di portare la borsa per fare bella figura su Izumi, non si era accorto di nulla.

Il guerriero della luce e la combattente del vento si staccarono automaticamente, proseguendo il tragitto l’uno a poca distanza dall’altra.  Gli occhi fissi al pavimento, con le guance ancora accaldate. Cercarono di non incrociare gli sguardi, ma, senza volerlo, i due quasi inconsciamente, sovrapposero gli occhi.

Fu un attimo.

Pochi istanti e le gote ripresero ad avvampare.    

 

Takuya, lasciato il cordoncino, si gingillava furiosamente con la chiusura lampo della giacchetta.

Prima su, poi giù. Su giù, su giù, fino a quando non rimase impigliata nel tessuto. Diede un colpetto, strattonandola, e riprese a muoversi.

Su e giù… Su e giù… nervosamente fino a che, Bokomon, lo scosse dall'inerzia con la sua voce squillante. 

          

- Eccoci arrivati!- pronunciò arrestandosi.

 

I ragazzi fecero altrettanto, trovandosi d’innanzi all’enorme portone di legno.

 

Finalmente avrebbero trovato risposta alle loro domande, pensarono speranzosi. Ma nello stesso tempo, un po’ intimoriti.

 

- Bene… e adesso… bussiamo! Kouji, avvicinandosi all’anello di ferro fissato al portone, protese un braccio in avanti sfiorando con le dita il pesante cerchio di metallo.

Si fermò un attimo rivolgendo lo sguardo ai suoi compagni, e prima che potesse ghermirlo nella sua mano, l’imponente porta antica, si spalancò permettendo ai ragazzi di accedere al grande palazzo. 

                

- A quanto pare siamo attesi. - pronunciò il moretto osservando la grande sala aldilà della soglia.

 Ebbe un sussulto, cercando di non badare ai battiti velocissimi del suo cuore, si apprestò a muovere il primo passo. 

 

- Vi stavo aspettando ragazzi. Benvenuti!

 

Una voce familiare risuonò nell’aria, i sei girarono freneticamente il capo, dopodichè si fecero avanti, entrando.

 

Il portone si richiuse alle loro spalle, e, dall’alto, nel piano rialzato circondato da un’infinità di libri, apparve con armatura scintillante e lunga chioma bionda, una delle tre creature angeliche custodi dei cieli di Digiworld : Ophanimon.

    

 

  

________________________________________________

 

 

 

     

  

Messaggi da parte dell’autrice:  E’ la prima volta che lascio una lunga nota a fine paragrafo… forse perché ho realmente qualcosa da dirvi? Se avete voglia leggetela pure, altrimenti non fa nulla, potete anche saltarla, non ci sono problemi!  ^___^

 

Questo qui è il nono capitolo.

Scrivendo non mi sono accorta della sua lunghezza, chiedo scusa se possa risultare noioso da leggere, però è da un po’ di tempo che mi escono così… volevo dividerlo in due, ma non sono riuscita a trovare un punto adatto per farlo… anche se a dirla tutta, questa è solo una futile scusa…  il problema vero è che non ho avuto coraggio di staccarli… mi dava una strana impressione, non saprei descriverla, forse perché inizialmente è stato concepito così…

Comunque, volevo dire giusto un paio di cose.

Francesca Akira, nella sua recensione, mi ha ricordato una cosa piuttosto importante.

L’ Icedevimon che avete letto (stavo sul punto di scrivere “che avete visto”, ma ho ritrattato… effettivamente non è tanto normale O__o””) nell’ottavo capitolo, non è lo stesso apparso nell’episodio 36, ma bensì, un altro della sua specie (direi più cattivo e perfido se paragonato al suo simile), l’equivalente discorso vale anche per la mia piccina, Ladydevimon !   :)   ( in questo caso mi riferisco alle prime due serie)

Dovete sapere che stravedo per questo Digimon… proprio come Fairymon Kyuubimon e Lillymon !

Da tempo volevo creare una fanfiction che offrisse maggiormente importanza a questo personaggio,  infatti nella mia storia cercherò di farle assumerle un ruolo diverso da quello affidatole nella serie, piuttosto fondamentale soprattutto nei confronti di Kouji… ma non posso rivelarvi altro, altrimenti finireste col capire molte cose.

Poi, arrivando al perno della nota, ci tenevo a ringraziare tutte le persone che stanno leggendo questa fic.

Lo so, sembra banale come frase, vero? Ma, se pur sforzando i mie pochi residui cerebrali, le uniche cose che mi vengono fuori, sono frasi simili a questa, solo con sinonimi diversi…  

Inizialmente credevo non piacesse a nessuno, però le vostre recensioni mi hanno praticamente colpita, forse perché sono un tipo di ragazza che tende a sottovalutarsi troppo (troppo spesso), e soprattutto (me lo ripeto sempre) vuole  e pretende oltremisura, più di quello che in realtà sia capace di fare.

Per me è un vero onore conoscere persone come voi, belle e cristalline.

Ciò mi fa sperare che il mondo non è andato completamente perso.

 

Minna honto ni arigatou!!                                                                                                                                                                        

                                                                                         

 

                                                                                                                                               

                                                                                                                                                

                                                                                                                                                    Botan

    

        

 

 

   

  

 

   

 

       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

      

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Abyss of the lost souls ***


- E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti… siete cresciuti

                                            Capitolo 10

________________________________________________

 

 

 

 

- Ho atteso il vostro ritorno… E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti… siete diventati tutti dei giganti!- pronunciò l’angelo scendendo al piano inferiore.

 

- Già…!- disse Takuya in leggero imbarazzo- In cinque anni le cose cambiamo, ma questo posto è rimasto sempre lo stesso!- asserì poi, guardandosi attorno.

 

Gli enormi scaffali stracolmi di libri, rendevano quel magico posto ancora più antico di quanto non lo fosse già.

Le pareti erano completamente riempite dalle più svariate forme di tomi, anche sul lungo pavimento, ve ne erano alcuni adagiati uno sull’atro come delle piccole torri.

 

- Perdonate l’enorme confusione, la mia dimora e così grande, non so come abbia fatto per tanti e tanti anni ad accudirla interamente da sola! Ma, non siete venuti qua per parlare di questo, vero?

 

I ragazzi annuirono. A Ophanimon era impossibile mentire, lei sapeva tutto, ogni cosa, per questo avevano deciso di recarsi da al suo castello.

Si fece avanti Takuya, parlando.

- Tu sai perché siamo qui, vero?

 

La figura celestiale fece cenno ai ragazzi di seguirla entrando nella stanza accanto.

I sei si mossero a passo svelto, tutti trepidanti, tutti in attesa di risposte, tutti con animi quasi rassicurati, tutti tranne lui. Kouji.

 

Un grande salone, più vasto del precedente, appariva agli sguardi estasiati dei giovani guerrieri.

La stanza, irradiata dalla luce solare proveniente dai due finestroni sulla parete in alto, illuminava lo stupendo lampadario rivestito da lunghi cristalli.

 

- Wow! Sembra il castello di Cenerentola!- affermò Izumi ammirando il luccichio di raggi riflettere sulla pavimentazione lucidissima.

 

- Accomodatevi pure!- esclamò Ophanimon indicando l’enorme divano posto al centro della stanza.

Si adagiarono sprofondando sul morbido tessuto di velluto blu, poggiando le spalle sul soffice schienale.

Junpei spinse più in là il giovane Tomoki, per sedersi accanto a Izumi, ma la ragazza si collocò al centro dei piccoli Bokomon e Neemon, rendendo vana la manovra dell’amico.

Tutti presero posto un po’ timidamente, osservandosi in giro, tutti, tranne lui. Kouji.

Ancora una volta.

Restò immobile, a metà strada tra il centro della stanza e la solida porta intagliata.

Kouichi gli rivolse un’occhiata facendo segno di raggiungerli, ma lui, continuò a rimanere nello stesso punto.

 

- Hey Kouji che fai lì impalato?? Dai vieni qui, questo divano è morbidissimo! – gli disse Junpei abbracciando il soffice tessuto.

 

- Cerca di contenerti non stai a casa tua!- lo rimproverò Izumi socchiudendo gli occhi.

 

- Tutto apposto?- gli chiese Takuya con una punta di perplessità.

Ma il ragazzo dai lunghi capelli non rispose.

 

- Perché non vai a sederti con i tuoi compagni? C’è posto per tutti sul mio divano.- asserì Ophanimon indicando il centro della sala.

Kouji si voltò verso di lei.

- Tuo?- fece con tono ironico.

 

- Si, mio. Come questo castello e tutto ciò che lo circonda - rispose la creatura celestiale.

 

Sulle labbra del taciturno guerriero comparì lievemente un piccolo sorriso.

 

- Ti senti bene? Forse il viaggio ti ha affaticato, se vuoi puoi riposare in una delle tante stanze presenti nel palazzo. Non fare complimenti!- dichiarò l’arcana figura con voce materna.

 

- La pagliacciata è finita!- esclamò Kouji incrociando le braccia con lo sguardo fisso sul dolce Digimon.

 

Kouichi si alzò di scatto dal divano.

- Che succede Kouji, c’è qualche problema?- disse notando lo strano comportamento del fratello.

 

- Il vostro amico è molto stanco, ha bisogno di dormire. Dammi retta, un buon sonno mette le cose a posto, non vergognarti se questo è quello che ti frena, infondo questa è una casa aperta a tutti!- la voce di Ophanimon diventò più acuta, tra lei e il giovane Minamoto ci fu un attimo di silenzio, spezzato dal secondo dei due.

 

- Come attore non sei male, però devi un po’ migliorare nell’interpretazione, e soprattutto studiarti perfettamente il copione in modo da conoscerlo alla perfezione, dico bene, Ninzokumon?

Le parole del combattente della luce risuonarono fortemente nell’enorme salone, facendo trasalire i suoi compagni e la stessa Ophanimon…che… digrignò i denti con evidente rabbia nei confronti del ragazzo  dalla bandana a strisce.

 

- Speravo lo scoprissi più tardi… ma invece… ti ho sottovalutato troppo, Ladydevimon mi aveva detto di non farlo…- una folata di fumo nero, improvvisa, accerchiò salendo rapidamente il corpo della celeste creatura.

 

- Che… si può sapere che succede?!- esclamò Takuya balzando in piedi.

 

La coltre nebbia oscura rivestì completamente quella luminosa figura, per poi dileguarsi poco dopo rivelando agli occhi increduli dei Digiprescelti, la flessuosa conformazione del ninja digitale: Ninzokumon.

 

- Co-cosa?!- gorgogliò il guerriero del fuoco ad occhi sgranati.    

 

- Ma Ophanimon… allora…- Izumi non riuscì ad aggiungere altro, rimasta sorpresa allo stesso modo degli altri che deglutirono con gran fatica.

Al contrario di Kouji, che regalò un piccolo risolino all’infimo mostro.

 

- Ci si rincontra ragazzi!- esclamò il ninja alzando il lungo braccio per salutarli.

 

- Tu allora lei non era tu… si può sapere che succede?! Non capisco più niente!- Junpei, confuso, balbettò confusamente stropicciandosi gli occhi.  

 

- Siete così ingenui… se non fosse stato per il vostro amichetto a quest’ora potevo divertirmi un altro po’ e invece…- Ninzokumon diresse i suoi occhi di un giallo intenso in direzione di Kouji- Come diavolo hai fatto a scoprirmi?! Ero praticamente identico, la mia tecnica migliore consiste nel trasformarmi in una copia perfetta della creatura che mi sta di fronte… non avevi possibilità di accorgertene...                                                                                                                                                                                                               

 

- Non hai considerato un dettaglio… potevi anche assomigliarle ma… solo d’aspetto, e nient’altro.  La vera Ophanimon non è mai vissuta da sola in questo palazzo… prima dell’arrivo dei cavalieri reali, questo castello era sorvegliato giorno e notte dalle sue fedeli guardie, Angemon e Nefertimon, e proprio a quest’ultima,  fu affidato il Digicodice di questo posto. Ma tu invece…quando hai detto di vivere da solo in questo grande palazzo, allora ho capito. La figura che mi trovavo di fronte non poteva essere la vera Ophanimon. Lei ha sempre considerato i suoi fedeli guardiani, come fossero ritagli preziosi della sua vita.  La prossima volta ripassa la parte, altrimenti rischierai di fare un ennesimo buco nell’acqua, proprio come adesso.- concluse Kouji sarcasticamente.    

 

Ninzokumon, ferito nell’orgoglio scattò di impulso.

- Insignificante umano! Come osi criticare la mia arte?!- la creatura si avvinghiò rapidamente al giovane guerriero, afferrandogli la maglia- Chiedimi scusa altrimenti non avrai più la possibilità di parlare!- estrasse dal duro cinturone l’affilata stelletta, puntandola alla gola del prescelto.

I cinque ragazzi scattarono prontamente in suo aiuto ma, dalle pareti della sala, una raffica di Bakemon, li accerchiò prontamente, bloccando i loro movimenti con le loro lunghe e artigliate mani.

 

- La-lasciatemi subito! Ma-maledetti!- frusciò Takuya soffocato dalla presa.

 

- Toglietemi le vostre manacce di dosso!- strepitò Junpei dimenandosi.

Lo seguirono a ruota anche gli altri, ma senza esito.

 

- Se solo riuscissi a prendere il Digivice, maledizione!!- Takuya cercò in tutti i modi di estrarre il prezioso oggetto dalla tasca dei suoi pantaloni, ma il Bakemon che lo teneva imprigionato, socchiuse maggiormente la presa.- AAAH!!!- gridò il ragazzo sentendosi comprimere l’addome.

 

- Lasciateci!!- vociò Izumi facendo fatica a respirare.

 

- Sei uno sporco vigliacco! Ti fai forte sulle debolezze altrui, ma vali metà di quello che sei!- disse Kouji con la fredda lama premuta sul collo.

 

- Eh no, così proprio non ci siamo, se continui potrei accidentalmente perdere il controllo della mia mano, e ti ritroveresti con un grosso foro proprio qui!- Ninzokumon fece picchiettare l’affilata punta sulla gola del ragazzo, fino a provocargli un piccolo graffietto- Oops! Scusa, mi è scivolata!     

 

- Kouji!!!- gridò Kouichi vedendo il fratello. 

 

- Lasciali andare, è con me che devi prendertela!- il guerriero della luce diede un rapido sguardo ai suoi compagni, perfino i piccoli Bokomon e Neemon erano prigionieri di quei grandi artigli.

 

- Implorami di farlo, e forse potremo riparlarne… altrimenti i miei fedeli servitori potrebbero spezzare quelle fragili schiene in un solo colpo…

 

- Che stai facendo Ninzokumon?!- una voce tuonò all’improvviso. Dall’alto della sala, il bianco corpo di Icedevimon fece capolino planando lentamente verso il basso- Ti avevo detto di non esagerare… ti sei immedesimato un po’ troppo nella parte… se lo viene a sapere Ladydevimon…sai che non sarà contenta…!     

 

- Per un piccolo graffietto e qualche stritolatina alle ossa?!?  Non le dirai nulla, vero?!- fece il ninja dagli occhi gialli con una punta di brivido lungo la schiena.

 

- Oggi mi sento buono, perciò chiuderò un occhio… dai, è ora.- la gelida creatura si avvicinò ai cinque. Protese un braccio in avanti aprendo sul pavimento una grande voragine oscura.- Loro due non servono, gettateli via- ordinò ai Bakemon che scaraventarono sul grande divano i piccoli Bokomon e Neemon. Dopodichè, si avvicinò alla giovane Izumi sfiorandole i capelli- Adesso ti farò conoscere la mia dimora, sei contenta?!

 

- Non toccarla insulso gelato senza sapore! – sbraitò Junpei, il guerriero del tuono, con impeto.

 

- Insulta pure quanto ti pare, visto che non sai fare altro. - Icedevimon rivolse lo sguardo verso Takuya, che contraccambiò con occhi carichi di sprezzo e urlando a gran voce:

 

- Dov’hai nascosto Ophanimon?! Parla!- strinse forte le mani a pugno per reprimere la stizza, ma servì a ben poco.

 

Icedevimon si distaccò dalla ragazza, indietreggiando.

- La vedrai …tranquillo…la vedrai!- concluse sorridendo beffardamente.

Il grande passaggio, sotto i piedi degli umani, cominciò a rimpicciolirsi. I Digimon fantasmi, iniziarono a calarsi nel vuoto sottostante, trascinando con se i cinque guerrieri.

 

- Che-che fate?! Dove ci state portando?!- esclamò Tomoki fissando l’immenso buco nero.

 

L’aria, proveniente dall’ apertura, avvolse le gambe della giovane Izumi che rabbrividì al gelido contatto.     

- E’…fredda…!- dichiarò man mano che veniva avvolta dall’oscurità.

 

Con un calcio, Kouji scagliò via la stelletta di metallo, approfittando in un momento di distrazione da parte del perfido Ninzokumon.

Agguantò il suo D-Scan nel tentativo di usarlo ma una raffica ghiacciata gli immobilizzò le gambe facendolo sbattere sul pavimento. Il Digivice rotolò in terra ad alcuni metri di distanza finendo sotto il piede del bianco Digimon glaciale.

 

- Mi credi stupido? Al contrario di Ninzokumon, ho seguito il consiglio di Ladydevimon, mai perderti di vista!

 

- Dove li stai portando?! – gridò il guerriero della luce, con gli arti inferiori ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio.

 

Icedevimon sorrise, pressando il Digivice al suolo.

- Ti lancio una sfida… se hai fegato, vieni al palazzo delle sette torri nel continente oscuro, i tuoi amici saranno lì, se riuscirai nell’impresa, avranno salva la vita e potrai riprenderteli, nel caso contrario, ti verranno recapitati pezzo per pezzo... libretto d’assemblaggio escluso, ovviamente! Qualora dovessi accettare, farò in modo che il varco dimensionale rimanga aperto per pochi minuti, giusto il tempo di farti riflettere… ah, dimenticavo, per salvare la vita ha questi insignificanti umani, hai 24 ore di tempo a partire da… adesso!- Icedevimon, lanciò nelle mani di Kouji un piccolo orologio da polso indicante il tempo rimasto segnalato sul display elettronico.- Buon divertimento!- aggiunse togliendo la scarpa dal D-Scan blu e nero. Dopodichè, scomparì nel nulla.     

 

- Ci vediamo moretto! Spero te la caverai nel mondo delle tenebre dove la luce non è assai gradita eheehh!- Ninzokumon, con un ghigno sulle labbra, spiccò un salto nel buco nero, scomparendo all’istante.

I Bakemon, sotto ordine di Icedevimon, calarono i ragazzi nel profondo abisso.

Urla di terrore, riecheggiarono nel grande ambiente, Tomoki e Izumi, furono i primi a scomparire, seguiti da Junpei, Takuya e Kouichi, che quest’ultimo, prima di venir inghiottito, enunciò al fratello gridando:

 

- Non lasciarti mai sopraffare dall’oscurità! Ricorda che la luce è racchiusa all’interno della tua anima! Falla uscire!

 

- KOUICHI!!- Kouji cercò di frantumare lo strato ghiacciato che ricopriva le sue gambe, con un forte strattone riuscì a liberarsi correndo nella sua direzione, ma oramai, troppo tardi… il gemello scomparì avvolto dalle tenebre.   

     

Il guerriero della luce, con le mani poggiate al pavimento, batté violentemente un pugno sulla dura superficie.

 

Bokomon corse da lui, con aria affranta e imbestialita.

 

- Tutto bene Kouji?! Tirati su dai!- gli fece cercando di aiutarlo.

 

Il giovane scattò in piedi, trattenendo la rabbia. Compiendo un mezzo giro, andò a prendere il Digivice, riverso a terra.

 

Neemon raggiunse il suo amico digitale, affiancandosi a lui.

 

- E adesso che facciamo?? Dobbiamo scendere là sotto?? Io ho paura!!- fece poggiandosi le mani sugli occhi.

 

Bokomon non rispose.

Ma, al contrario, ci pensò lui a farlo, il combattente della luce.

 

- Voi restate qui. Andrò io. Aspettatemi fin quando non tornerò e non muovetevi.- stringendo il D-Scan in una mano, s’incamminò verso il passaggio.

 

- Aspetta un attimo! Come sarebbe a dire “restate qui”?? Non se ne parla nemmeno, ti perderesti di sicuro in quel posto! Io invece posso guidarti!- asserì Bokomon trascinando lo spaventato Neemon con se.

 

- E’ fuori discussione. Mi sareste d’intralcio, e poi è troppo rischioso. Il tempo stringe, è ora di andare.- il giovane dai capelli lunghi diede uno sguardo all’orologio lanciatogli da Icedevimon, erano già trascorsi quindici minuti, e ogni secondo, anche se insignificante, poteva essere vitale.

 

Bokomon s’impuntò aggrappandosi ai lunghi jeans del Digiprescelto.

 

- Ho servito fedelmente i dieci leggendari guerrieri cinque anni fa, e adesso non sarò da meno! Quel luogo è pieno di insidie e pericoli, tempo addietro, tu hai avuto modo di constatare solo una piccola parte di ciò che in realtà si cela in quel buio permanente. Portami con te, prometto che io e Neemon non ti saremo d’impaccio, non posso abbandonare il guerriero della luce, ne và del mio onore!!

 

Il taciturno Minamoto ascoltò silenziosamente le parole del mostriciattolo digitale, notando un’immensa volontà in quei piccoli occhi carichi di voglia.

Annuì con il capo.

- Sbrighiamoci allora.- pronunciò in modo deciso.

 

- Grazie!- rispose Bokomon pieno di commozione.

 

Il varco, lentamente iniziò a chiudersi, i tre, si avvicinarono ad esso, con il capo rivolto in basso e le pupille quasi ipnotizzate sul quel tetro colore.

 

Il Digiprescelto si allacciò l’orologio al polso, buttandosi per primo nel gelido nero.

I due Digimon si presero per mano, entrambi tremando, si lanciarono nella fosca profondità.  

 

 

“Benvenuto all’inferno, angelo della luce!”

 

 

Disse una voce non appena il giovane Kouji, toccò cadendo dall’alto, il terriccio arido di quel settore.

 

- Chi ha parlato?!- enunciò lui facendo saettare lo sguardo in più direzioni.

Non ci fu risposta.

 

- Che c’è Kouji che ti prende?- gli chiese Bokomon atterrato sul povero Neemon.

 

 - Avete sentito anche voi? Ho udito una voce pochi istanti fa.- si alzò dal suolo girando il capo di continuo.

 

- Mmm… mi dispiace ma non ho avvertito nulla… cerca di mantenere la calma, ricorda che nel continente oscuro qualsiasi rumore è amplificato dall’alto stato di tensione, senza contare le creature malvagie che pullulano questo posto con i loro schiamazzi e versi strani…

 

- Forse… hai ragione… - affermò il ragazzo calmandosi- Qual è la direzione da prendere?- chiese poi a Bokomon.

 

Il Digimon estrasse dalla sua pancierina l’antico libro, girando le pagine a gran velocità.

- Eccolo! L’ho trovato! “Il continente oscuro”!- lesse a gran voce il grosso titolo stampato sulla pagina in alto.- E questa è la mappa! Dunque… il palazzo delle sette torri si trova…si trova…mmh… qui!  Perciò, dobbiamo andare a… nord!- affermò puntando il dito in avanti.

 

Automaticamente, Kouji s’incammino per la strada indicata. A passo svelto, i due mostri digitali, riuscivano a stento a stragli dietro.

La rabbia, unita a un forte senso di oppressione e mancamento,  che preferì tenersi dentro, gli resero il passo più duro e puntellato.      

 

L’enorme palazzo, distava circa dieci ore di cammino rispetto al punto in cui si trovavano.

Proseguì lungo il tragitto con occhi e orecchie assai tese, e soprattutto, Digivice stretto tra le dite.

Dopo cinque lunghissime ore, Neemon cadde a terra sfinito.

 

- Come sono stanco! Non mi sento più le gambe!

 

- Kouji fermiamoci a riposare Neemon non c’è l’ha fa più!- propose Bokomon sorreggendo il compagno.

 

- Non possiamo perdere tempo, lo porterò io.- con un rapido gesto, si caricò il Digimon sonnacchioso sulle spalle, proseguendo il tragitto.

 

Continuarono il viaggio, fino a quando la vista del taciturno Minamoto, non si annebbiò di colpo. Prima di cadere, portò Neemon a terra facendolo scendere, dopodichè perse i sensi riverso sullo sterile terreno.

 

 

 

 

 

Dammi la mano

 

Ancora tu? Perché mi perseguiti?!

 

Non vuoi che lo faccia?

 

No.

 

Preferisci perderti nel vuoto?

 

Quale vuoto? Di che parli?

 

Volta il capo e china lo sguardo sotto i tuoi piedi. Ora lo vedi?

 

Si, ma non capisco, che significato ha tutto ciò…tutto è nero, come il tuo viso…  fatti vedere in volto!! CHI  SEI?!!    

 

 

 

 

 

- KOUJI KOUJI!!!!! Sveglia che ti succede?!! Non farmi preoccupare!!!- urlò Bokomon tirando la giacchetta del ragazzo.

 

Il guerriero della luce spalancò le palpebre trovandosi di fronte il muso della bianca creatura.

 

- Sia ringraziato il cielo!! Stai bene!!- si gettò al collo del Digiprescelto, abbracciandolo.

 

- Che è successo? Non…capisco- confuso, si guardò attorno, lui e gli altri due mostriciattoli si trovavano al di sotto di un grande albero, una leggera pioggerella cominciò delicatamente a calare dal cupo cielo,bagnando quel secco terreno.

 

- Otto ore fa sei improvvisamente svenuto, ci hai fatti preoccupare non sapevo che fare, ti abbiamo trascinato qui sotto, dormivi profondamente, poi hai cominciato ad urlare nel sonno… mi sono preoccupato, e così ti ho svegliato. Era solo un incubo dai, adesso è tutto passato!- disse Bokomon con tono apprensivo.     

       

- Il sogno… ora ricordo…- Kouji cercò di riflettere, erano diversi giorni che non gli appariva più quella strana figura.

 

Perché quelle parole? Di quale vuoto stesse parlando? E soprattutto, chi si nascondeva sotto l’oscuro essere?

Come sempre, le risposte ai mille quesiti non trovarono sbocco.

 

Si destò di scatto dai suoi pensieri, volgendo lo sguardo all’orologio.

Mancavano poco meno di nove ore allo scadere del tempo.

La strada da percorrere era piuttosto lunga, così, facendo forza sulle gambe, si alzò in piedi.

 

- Sbrighiamoci prima che venga a piovere più forte.

 

- D’accordo! Allora per di qua!- assentì Bokomon facendo strada.

 

 

                                 

                                       **********

 

 

- Mi scappa!! Mi scappa mi scappa mi scappaaa!!!- si sgolò Tomoki con le gambe unite.

 

- Piantala di fare baccano! Altrimenti ti do in pasto ai coccodrilli!- affermò un Digimon a guardia della grande cella dove si trovavano rinchiusi i cinque ragazzi.

 

La stanza piuttosto piccola, al centro una gabbia anch’essa di ridotte dimensioni, i cinque si trovavano in un ambiente spoglio e molto antico, privo di finestre, solo un grande lampadario di ferro pregiato, illuminava l’ambiente con le sue otto luci.

 

- UFFA!!!- Tomoki calciò fortemente le sbarre della prigione, rimbalzando all’indietro per il forte urto.

 

- Cerca di resistere un altro pochino, tra non molto tutto sarà finito- Izumi stese un braccio in avanti aiutando il compagno ad alzarsi.

 

Takuya, seduto all’angolo della cella, osservò la scena in silenzio.

Gli si avvicinò Kouichi, sedendosi accanto a lui.

 

- Mio fratello sarà già qui… conoscendolo… vedrai che andrà tutto bene, dobbiamo solo pazientare.

 

- Sai cos’è che mi provoca maggior nervosismo?! Il fatto di starmene qui, senza far niente!! Se solo avessi il mio Digivice… si sono presi anche lo zaino con i viveri… ci hanno sbattuti qua dentro da un sacco di tempo senza darci spiegazioni… come se fossimo inesistenti… - a braccia incrociate, Takuya sbuffò impazientemente.

 

- Io ho fame!!- lo stomaco di Junpei cominciò a brontolare, cercò di comprimere l’addome nella speranza di placarlo ma il suono aumentò senza cessare.

 

- Eccovi il vostro pasto!- Un secondo Digimon guardiano, si avvicinò alle sbarre. Staccò una grande chiave dal suo cinturone, aprendo di poco la cella. Adagiò al suolo quattro vassoietti di legname, con strana poltiglia contenuta nei piatti. L’odore nauseabondo di quel miscuglio verdastro entrò nei polmoni dei giovani, che raggrinzirono la fronte per il disgusto.

 

- Hey testa a punta, siamo cinque mentre qui ci sono quattro porzioni… la matematica non deve piacerti…- sostenne Junpei beffardamente.

 

Il mostro non reagì alla sua provocazione, con fare deciso, entrò in cella afferrò Izumi per un braccio, portandola via.

 

- Sarete in quattro. Lei viene con me, il padrone ha ordinato di portarla da lui, perciò cinque razioni sarebbero state inutili.

 

- Cosa?!!- Aspetta un’attimo razza di scatoletta col pennacchio! Tu non porti via proprio nessuno!- Takuya, schizzando in piedi, avanzò verso la ragazza, ma la lancia di un terzo Digimon, gli bloccò il passo.  

     

- Cosa credi di fare? Stai calmo insetto!- fece il mostro costringendolo ad indietreggiare con la lama appuntita.

 

- Te lo ripeto, tu non porti via proprio nessuno!!- la voce di Takuya diventò più alta, cercò di destreggiarsi svincolandosi dalla lunga asta, ma il possente cavaliere, lo buttò a terra con una spallata.   

 

- Takuya!!- gridò Izumi cercando di andargli incontro. Ma non riuscì a farlo, data la forte presa che bloccava il suo braccio. 

 

- Ordini di Icedevimon, vuoi forse che usi metodi più convincenti?!- disse l’essere con l’armatura, avvicinandosi a lui.

 

- Maledetto bastardo ti fai forte solo perché sai che senza Digivice non posso fartela pagare! Ma sappi che per tirarti un pugno non mi serve la Digievoluzione! – il guerriero del fuoco, rialzandosi da terra, si avventò sul mostro sferrandogli un colpo sulla pancia, però, senza scalfirlo.

 

- AH AH!! E questo sarebbe un pugno? Piuttosto scarso… sei deboluccio… - con un rapido movimento del braccio, il Digimon guardiano sbatté  pesantemente una forte percossa sull’addome del ragazzo, che picchiò la schiena contro le robuste sbarre di ferro.- Questo è un vero pugno!- il possente mostro si avvicinò a lui, afferrandolo per la felpa- Ringrazia che non posso ucciderti altrimenti a quest’ora saresti già all’altro mondo.               

 

- Vieni, il padrone non aspetta.- disse l’altro strattonando Izumi.

 

- Lascialo andare! Così gli fai male! Verrò senza fare storie, lo giuro!- supplicò la combattente del vento guardando il viso sofferente del ragazzo.   

 

Metalridermon lasciò cadere il giovane guerriero, che finì sul pavimento dalle grandi e logorate mattonelle. Dopodichè, i due, guardiani uscirono dalla cella portando con sé la ragazza. 

 

- I-I-zu-mi…- farfugliò Takuya tenendosi lo stomaco.

Junpei e Tomoki lo aiutarono a rialzarsi.

 

- Prepotenti!! Se oserete torcerle un solo capello vi trasformerò in scatolette per cani!!- sbraitò Junpei alle due creature.

 

- Resisti onii-chan, tra un po’ ti passa! Dai!- dichiarò Tomoki con occhi rattristati. Anche la voglia di andare al bagno, gli era passata nel vedere il suo amico sofferente.

 

- Queste sono creature che non conoscono pietà…

Le parole di Kouichi risuonarono cariche di sdegno, le mani del padrone del fuoco si chiusero a pugno.

Si sentì inutile, incapace di non poterli fermare.

Guardò Izumi allontanarsi, fino a che la porta di legno non si chiuse alle sue spalle con un forte rumore.     

Ebbe un sussultò.

Dopodichè, a pieni polmoni, sfogò la sua rabbia gridando.

 

- MALEDETTI!!! MALEDETTIII!!!

Urlò finché i polmoni non si svuotarono del tutto.

 

I tre compagni rimasero in silenzio, restando con gli sguardi fissi sulle strisce metalliche della gabbia.

 

- Dove sei Kouji…- sussurrò Kouichi impensierito per il fratello.    

 

 

 

          

                                                                          **********

 

 

Al di fuori del palazzo, un forte temporale era scoppiato all’improvviso.

Il terreno pieno di fanghiglia, e il cielo, ancora più cupo.

Il guerriero della luce, toltosi la giacca data a Bokomon e Neemon per farli riparare, continuò la marcia a passo spedito.

La smanicata maglia di un bianco acceso, si inzuppò d’acqua, così come i jeans e i lunghi capelli neri.        

 

Il castello era oramai vicino, le lunghe torri, offuscate dall’acqua, potevano vedersi grazie alla notevole struttura.

Bokomon si arrestò di colpo, alzando gli occhi al cielo.

 

- Siamo arrivati! E’ questo!- dichiarò fissando l’imponente palazzo.

Kouji fece altrettanto, rimanendone sorpreso.

Voltò gli occhi all’orologio, mancavano diverso tempo allo scadere del tempo.

Si sentì risollevato, ma non troppo, cosa avrebbe trovato all’interno della struttura?

C’era solo un modo per scoprirlo.

 

- Entriamo. – enunciò il giovane avanzando.

 

- Strano… non capisco perché ma sulla mappa questo punto è indicato con un grosso cerchio rosso… che potrà significare?- Bokomon storse la bocca grattandosi il capo.

 

- Forse è uno scarabocchio!- fece Neemon guardando il foglio.

 

- Stupidmon! Non mi sognerei mai di pasticciare questo preziosissimo libro! – infilò l’antico tomo nella panciera volgendo lo sguardo al giovane Minamoto.- AAAH aspetta non lasciarci indietro!!! 

 

Il guerriero della luce si fermò a pochi metri. I due Digimon sbatterono sulle sue gambe finendo a terra.

 

- Che succede?! Perché ti sei fermato?!- chiese Bokomon un po’ stordito dal colpo.

 

- Lo so che sei lì. E’ inutile che continui a nasconderti.- disse Kouji con voce chiara.

 

Uno schiocco di mani risuonò nell’aria.

- Complimenti, pensavo te ne accorgessi più tardi… e invece…

 

Capelli argentei svolazzavano nel vento, dal fitto buio delle ombre, emerse a passo lento la principessa delle tenebre.

Ladydevimon.

 

Bokomon e Neemon sobbalzarono di colpo, stringendosi alle gambe del Digiprescelto.

 

- Da quanto tempo ci stavi seguendo?- chiese il ragazzo fissandola.

 

- Dall’esatto momento in cui sei arrivato in questa dimensione. Vi ho seguito per tutto il tempo, dall’inizio fino alla fine… Vogliamo entrare?- propose avvicinandosi all’enorme portone.

Il giovane annuì, seguendo l’oscura figura.

L’ingresso si spalancò, rivelando al di là un lungo ponte di legno.

 

- Per di qua, prego. – dichiarò la demone porgendo un braccio in avanti.- Occhio a non cadere di sotto, perireste ancor prima di rendervene conto.

 

- Interessante come inizio…!- rispose Kouji avvicinandosi allo strapiombo, e  incuriosito dallo scenario inferiore gettò lo sguardo su esso.

Strabuzzò gli occhi bloccandosi di scatto.

Lo spettacolo che gli apparve fu terrificante.

Un immense distesa nera. Nient’altro.

Il vuoto al di sotto del ponte, dominava incontrastato, il nero assoluto si estendeva per decine di chilometri, un vuoto senza fine. Forse infinito!

 

- Che c’è hai visto un fantasma?!- Ladydevimon notò gli occhi del giovane fissi nel tetro scorcio.- Ti consiglio di non fissarlo a lungo, a meno che tu non voglia cadere di sotto.

 

- Co-Cos’è questo?!- chiese con voce spezzata.

 

- Abisso delle anime perdute.- disse la lady nera.

 

Bokomon, al suono di quelle parole stramazzò al suolo.

 

- Che ti prende??- domandò Neemon scuotendo la creaturina.

 

- L’abi l’abi l’abisso delle a-ani ani-me pe-perdute?! E-esiste da-da-davvero?!?- la voce del piccolo Digimon trabalzò incessantemente. Batté fortemente la bocca, con grande terrore.

 

- Co-Cos’è…?- interrogò il Digiprescelto, a voce instabile ma con notevole interesse. 

 

Bokomon non riuscì a parlare, tentò di articolare un insieme di lettere, ma rimase immobile.

 

 

- Il posto più oscuro e pericoloso di Digiworld, dove le tenebre sono l’unica cosa esistente.- disse Ladydevimon avvicinandosi al baratro.- Chi vi cade al suo interno, non sarà in grado di risalirne. La sua anima vagherà per il resto della vita, senza possibilità di uscita. Anticamente questo luogo venne rilegato dalle sette torri che circondando il palazzo. Questi alti pinnacoli, altro non sono che delle semplici barriere che chiudono l’accesso a chiunque tenti di entrare. Solo i Digimon dotati di immenso potere oscuro posso oltrepassare il campo di forza, ecco perché sono venuta a prenderti… con tutta la luce che hai in corpo, avresti rischiato di farti veramente molto male se tentavi di accedere da solo. 

 

Kouji ascoltò attentamente, si sentì gelare, un po’ per il freddo dei suoi abiti bagnati, un po’ per quello che dominava sotto i suoi piedi.

Una strana sensazione pervase il suo corpo, tanto potere oscuro racchiuso in quel punto, tanta distruzione, lo fece rabbrividire. Tentò di non guardare nel profondo buio. Ma un richiamo irrefrenabile lo attirò a sé .

Fece pochi passi in avanti, quasi ipnotizzato, ma una presa lo bloccò di colpo.

 

- Fermo!- proferì il nero demone- Sei una creatura della luce, è normale che ti senti attratto dal suo forte potere. La prossima volta non ti salverò ancora… ti do un consiglio, non avvicinarti mai oltre la soglia, e, nel caso in cui l’abisso ti chiamasse nuovamente a sé, copriti gli occhi indietreggiando. Adesso andiamo, non è prudente rimanere qui, nemmeno per me.

Le parole di Ladydevimon lo fecero svegliare.

Scosse il capo, allontanandosi dallo strapiombo.

 

Il posto più oscuro di Digiworld, il luogo più pericoloso, che perfino le tetre creature ne avevano timore.

Possibile che si trovasse proprio sotto di lui? Possibile che a proteggerli fosse solo una sottile striscia di legno?    

Kouji riavviò i capelli, completamente bagnati, rilegandoli in una coda.

Goccioline d’acqua si congiunsero a piccole stille di freddo sudore, che scesero giù, scomparendo al di sotto del mento. 

 

I quattro proseguirono il tragitto arrivando al secondo portone.

Un’altra entrata assai grande, con grosse statue ,raffiguranti inquieti pipistrelli dai denti aguzzi, vi erano su entrambi i lati.

Il portone, di un marrone spento, portava riporti in metallo attorno agli angoli. Sull’anta destra, nel centro, vi era una placchetta di ferro annerito con antiche incisioni.

 

Ladydevimon arrestò.

 

- Perché ti sei fermata?- chiese il prescelto a cuore palpitante.   

 

L’oscura lady si voltò verso di lui.

Rise appena, fissando i suoi occhi profondi. Dopodichè, prese il volo sollevandosi pochi centimetri dal suolo.  

 

- Complimenti, hai vinto la sfida lanciata da Icedevimon!- dichiarò lei con il freddo vento scompigliarle la lunga chioma argentea - Adesso però… prova a vincere la mia!

      

           

       

________________________________________________

  

 

 

 

 

Messaggi da parte dell’autrice:

Chiedo infinitamente, illimitatamente, smisuratamente scusa!!!   ;___;

Quanto tempo è passato dall’ultimo aggiornamento? Un mese? Non lo so, ho perso il conto!! @___@

Mi dispiace tanto, ma questa volta gli studi non c’entrano proprio nulla… (fosse solo quello il problema…)

Ci sono momenti nella vita di ognuno che per necessità impellente, bisogna staccare la spina… il proprio organismo difficilmente riesce a reggere un tour de force… nel mio caso, accentuato da una serie di temi piuttosto frequenti e difficili da trattare. Ci sarebbe da scriverne un romanzo…ho passato un periodaccio che di certo non mi azzarderei a definire “tutto rosa e fiori”! Sarei folle!

Pensate che avevo perso anche la voglia di scrivere! Sarei doppiamente folle!

Però, non mi sono arresa mai a nulla, e non potevo mollare proprio adesso. Così, armandomi di tastiera, e musica dei miei amati Glay (un gruppo musicale jap) che mi stanno tenendo per mano, ho ripreso a digitare qualche giorno fa. Non so perché, ma scrivere mi da una bella sensazione, come quando disegno (lo faccio da ormai quattro anni, e non mi sono in nessuna occasione annoiata), io la descrivo “come fare a botte con qualcuno”… avete mai provato? No? Nemmeno io…ma avrei una gran gran voglia di picchiare una certa personcina…(il protagonista del mio problema…per la verità sono due, ma l’altro è innocente). La vendetta va servita su un piatto d’argento, è vero!  In parte ho già attuato la prima fase…potrei anche fermarmi qui, ma dipenderà tutto dalle situazioni future. Prima di cominciare a scrivere veramente un romanzo, stoppo all’istante, non mi pare giusto affliggervi con i miei problemi, sarei una perfetta egoista. Voi siete qui per divertirvi e passare un po’ di tempo leggendo storie che vi danno il buonumore, regalandovi un sorriso, e qualche volta un po’ di rabbia per qualche comportamento o frase del vostro eroe preferito, ma fa parte del copione, l’importante è non farci il puntino.

Passo subito alle risposte per alcune vostre recensioni (come sempre tutte graditissime e magnifiche):

 

Per Kaho_chan : Un’altra fic su Taichi e Sora? Ma sei proprio convinta? Ti è piaciuta per davvero? Mmh…non lo so, ne sarei più che felice, è la prima volta che mi viene fatta una simile richiesta, ma ho paura di deluderti…se poi non ti piace? Non tutte le mie ciambelle riescono con il buco…inoltre Cordless-Miaoooo! non era poi il picco massimo… ;___;  Comunque, tranquilla, la mia fanfic è una TakuyaXIzumi!! ^_____^

 

Per Sora Ishida : Stessa risposta per Kaho! Tranquillissima! Questa qui è una TakuyaXIzumi! Me lo chiedono davvero in tanti, ma tranquilla!! Non lasciarti ingannare da qualche gesto, o reazione che possa far credere il contrario, poi più avanti capirai. Comunque, davvero non ti piace Kouji? Per carità, ognuno è liberissimo di pensare ciò che vuole, però ti dico, è stato il primo personaggio della Frontier che ho odiato! E’ successo vedendo su una rivista jap le prime immagini della serie…Poi però, guardandola, ho cambiato punto di vista! Anche con Izumi è successo lo stesso! Tralasciando il doppiatore… (Maura è bravissima, ma forse un po’ inadatta per quel personaggio…) ti assicuro che la versione originale del nostro Kouji, è un’altra cosa. La voce di Hiroshi si adatta a quel carattere da lupo solitario, un po’ introverso e scontroso (come piacciono a me) regalandogli qualcosina in più! In ogni modo, ti ringrazio per esserti interessata alla mia storia! Spero continuerai a leggerla!   

 

Per Francesca Akira89 :  Shiro”, in lingua giapponese significa “castello”. Letteralmente il titolo del capitolo vuol dire “il castello di Ophanimon”. Potrà capitare altre volte, di trovare parole strane o titoli apparentemente incomprensibili, no problem! Scriverò la traduzione a fine capitolo! Comunque… la mia fanfiction è una Taku… ti rimando alle due risposte di sopra  ^^”””

Devo proprio confessarti una cosa, non ho modo di leggere la tua fic! ;___;  ;_____;  ;______;  Avevo promesso anche a Justice Gundam di leggere la sua… ma il periodo in cui navigo non è dei migliori…a stento riesco a scrivere… Lo dico con tutta sincerità, credimi, anche perché non è mia intenzione prendere in giro nessuno con false promesse (mai fare agli altri ciò che non vorresti facessero a te…e a me è capitato…) Ho visto un’incredibile aumento di Fic sui Digimon, mi piacerebbe un giorno leggerle, speriamo solo di non cadere nel mio solito mutismo…(non sembra ma io e Kouji caratterialmente siamo quasi simili…hai presente Ruki? Fai un incrocio tra i due e otterrai l’equivalente del mio carattere - pessimo…) Non ti prometto nulla, ma almeno una controllatine sicuramente gli sarà data! Tu fai tanto per me che mi sembra doverosissimo! ^__________^

 

Infine…(in ordine di apparizione)

Un caro saluto a : Super Gaia, LightAngel, ariel87, Justice Gundam e tutti coloro che daranno uno sguardo a ciò che scrivo!

Niko Niko

                                                                                                                                                         Botan

    

 

 

  

          

 

 

  

 

     

 

 

 

 

       

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Seconda prova ***


- Cosa

                                                                Capitolo 11

________________________________________________

 

 

 

 

- Cosa?! Non erano questi i patti!! Icedevimon non mi ha parlato di una seconda prova!!- urlò Kouji con sprezzo.

 

- Ah no? Perdonalo, il mio socio oltre al corpo, ha anche il cervello ricoperto di ghiaccio… Comunque rimediamo subito… Aldilà  della porta che vedi d’innanzi a te, si trova una lunga scalinata che mostrerà una porta non appena sarai arrivato in cima. La stanza conterrà una gabbia con i tuoi compagni. Però, la chiave del portone è nascosta in questa zona, solo io so dov’è, e per saperlo, dovrai affrontarmi, sconfiggendomi! In caso contrario… i tuoi amici resteranno qui per sempre!- disse Ladydevimon con voce fredda.

 

- Cosa mi assicura che manterrai la tua promessa? Sei pur sempre un mio nemico…- enunciò Kouji titubante.   

 

- Hai un solo modo per scoprirlo, affrontami e lo saprai. Infondo non hai nulla da perdere, se rinunci non vedrai comunque i tuoi cari compagni.- lo sguardo della lady nera diventò più acuto, il ragazzo socchiuse gli occhi, con esclamazione decisa, emise una sola ma chiara parola:

 

- Sbrighiamoci. 

 

Un turbine di vento circondò il Digiprescelto, un’aria nera e gelida.

Kouji sobbalzò portandosi le braccia al volto.

Ladydevimon poggiò le punte dei piedi al suolo.

- Mostrami la tua Digievoluzione ! Fammi vedere il guerriero della luce cos’è capace di fare! Digievolvi!!- lo esortò lei, interrompendo quel mulinello nero.

 

- Se questo è quello che vuoi, ti accontento subito! Bokomon! Neemon! Mettetevi al riparo!- ordinò il giovane ai suoi amici digitali.

I piccoli esserini si allontanarono a passo spedito, nascondendosi dietro una grande statua.

 

- Fagli vedere chi sei!! Vai Kouji!!- fece Bokomon dimenandosi.

 

 

Il Digiprescelto annuì con il capo, dopodichè, infilò la mano in tasca, agguantando il Digivice.

 

 

- SPIRIT EVOLUTION!!!!!!! - urlò lui con la parte superiore del potente oggetto, strusciargli sulla mano sinistra avvolta dal Digicodice. Il forte cerchio di luce, scintillò completamente, tramutandosi in una lunga spirale che circondò interamente il corpo del giovane Minamoto. All’interno di essa, sprazzi folgoranti, scaturirono dall’esile figura. E, una volta dissoltasi, al suo posto comparì con armatura lucente e occhi rosso intensi, il leggendario guerriero della luce.

 

 

- WOLFMON!!!!!!!!! – annunciò lui atterrando al suolo con imponente forza.

Il forte vento gli ondeggiava il lungo drappo di stoffa striata attorno al collo, i corti capelli biondi si muovevano con esso, scompigliandosi.

 

Ladydevimon rimase immobile, scrutandolo.

Bokomon e Neemon applaudirono il ritorno del potente Digimon, con occhi estasiati.

 

Dopo ben cinque anni, il taciturno ragazzo, ritornò nuovamente ad essere un tutt’uno con il padrone della luce.

Si sentiva strano, un po’ spaesato, ma in pochi secondi riprese sintonia con il suo Digispirit.

 

- Finalmente ho il piacere di conoscerti sotto altro aspetto… Ho sentito molte storie sul tuo conto… guerriero solitario che non ama la compagnia. Hai lottato contro molti avversari, ma ora mi chiedo, sei davvero tanto forte come dicono?- gli chiese la nera demone incrociando le braccia.

 

Wolfmon intensificò lo sguardo balzando in avanti.

 

- Avrai modo di scoprirlo adesso!! LICHT SIEGER!!!- urlò lui estraendo una spada luminosa dal retro della sua schiena.

Con un salto in alto, si piombò sull’oscuro essere, trafiggendolo. E’ fatta, pensò lui in quel breve attimo,  ma, il Digimon malvagio, sotto sguardo stupito del leggendario guerriero, si dissolse all’istante, scomparendo.- Dove…!?

 

- Mancata! Sono qui!- esclamò Ladydevimon, alle sue spalle.- DARKNESS WAVE!!!- rintronò il Digimon spalancando le braccia.

 

- Cosa…!?!- Wolfmon non ebbe tempo per rendersi conto che, una raffica infuoca di piccoli pipistrelli, gli si avventò contro, scaraventandolo a terra.

 

- AAAH!!!!!- strepitò il guerriero per via del fuoco nero che gli ricopriva gran parte del corpo.

 

Quei piccoli esserini  lo bloccarono a terra, rendendolo incapace di muoversi.

Dopodichè, si dissolsero in pochi istanti, lasciando sul suo corpo gravi ferite.   

 

- Che delusione… Tutto qui quello che sai fare? Speravo in un bel combattimento lungo e divertente…- borbottò la creatura dell’oscurità con evidente noia -  Le cose che si dicono sul tuo conto sono tutte fandonie… il padrone della luce altro non è che uno squallido e desolante Digimon… spiacente per te ma…dovrò infliggerti il colpo finale… è un peccato per i tuoi compagni, ma non preoccuparti, presto ti raggiungeranno anche loro! - Avvicinandosi a lui, la tetra figura si apprestò ad infliggere l’ultimo attacco, ma improvvisamente, Wolfmon, sollevò il braccio sinistro verso di lei.

 

- LICHT KOUGEL!!!- dal piccolo cannone situato su quel polso, una sfera di luce somigliante a un proiettile, partì a velocità dinamica, colpendo in pieno Ladydevimon che presa alla sprovvista, volò dritta verso il ponte di legno.

 

- SIII!!!! Bravo Wolfmon!!!- dissero ad alta voce Bokomon e Neemon, uscendo dal retro della statua.

 

Il padrone della luce si alzò in piedi facendo forza sulla sua spada. Poi, corse in direzione della lady aggrappata alle corde del ponte con il corpo sospeso nel baratro.

Afferrandole un braccio, la tirò su, cercando di non guardare nel profondo abisso. In seguito, ripose la sua spada sul retro del cinturone che gli accerchiava la vita.

 

- Perché lo hai fatto? Ho perso e meritavo di morire.- disse il Digimon massaggiandosi il braccio, ovvero la parte colpita dal proiettile di luce.

 

- Se ti avessi lasciata cadere, chi mi avrebbe rivelato dove si trova la chiave?- rispose Wolfmon con freddezza.- Ho vinto. Adesso mantieni la promessa.- la esortò lui.           

    

Ladydevimon sorrise appena, successivamente, protese il lungo braccio, indicando la statua sulla destra dell’entrata.

       

- Premigli il capo, si sbloccherà un meccanismo che farà aprire la porta. Non esiste la chiave, era tutta una falsa.

 

- Ma sentitela!! Costringe Kouji a combattere per qualcosa di inesistente! Antipatica!- Bokomon sbuffò aggrottando la fronte.

 

- Perché hai mentito?- chiese Wolfmon guardano la nera figura.

 

- Volevo vedere il guerriero della luce… e provare la sua forza… adesso so… ciò che si racconta sul tuo conto è reale…  -rispose lei con il capo chino al pavimento, poi sorridendo, sparì nel nulla.

 

Una spirale di luce avvolse il lupo solitario, il Digicodice scomparì rapidamente, riportando Kouji al suo aspetto.

Corse subito in direzione della scultura, poggiò la mano sul freddo capo, abbassandolo.

Il pesante portone scricchiolò sinistramente, dischiudendosi.

La lunga scalinata, come asserito da Ladydevimon, si mostrò agli occhi del giovane, che a passo deciso, varcò la soglia, entrando.

     

                                                                

                                                            **********

 

 

- Toglietemi le mani di dosso!! Posso camminare da sola, non c’è bisogno che mi tiriate!- brontolò Izumi dimenandosi nel cupo andito.

 

I due Metalridermon si fermarono davanti a una grossa entrata. Altre due guardie, aprirono il portone facendoli accedere al suo interno.

 

- Eccoci padrone! Perdona l’attesa ma, abbiamo avuto un contrattempo con uno degli umani. - annunciò uno di loro avanzando su un lungo tappeto rosso.

Un getto bianco lo colpì in pieno, annientandolo sotto gli occhi impietriti della giovane ragazza.

 

- Non ammetto ritardi. Penso di essermi spiegato bene, no?- la voce acuta di Icedevimon rintronò nella stanza, spuntando dal retro di una tenda.

 

Izumi sussultò non appena vide il gelido essere. Il cuore le iniziò a battere, cercò di trattenere il fiato nella speranza di fermarlo, ma non ci riuscì.

Il cavaliere sopravvissuto la trascinò in avanti, portandola al centro della sala.

 

- Ha ragione mio signore, ma la prego non mi uccida, la colpa è stata tutta del giovane umano padrone del fuoco!- dichiarò la creatura chinandosi verso il suolo.

 

- Takuya Kanbara… sempre lui…- borbottò Icedevimon fissando il drappo rosso.- Alzati! Non ti ucciderò. Ma tienilo per lezione, così la prossima volta sarai preparato.

 

- La ringrazio per la sua clemenza mio potente padrone. La ringrazio.- il guardiano di metallo si sollevò da terra, con schiena ritta.- Attendo ordini mio signore!- esclamò con profonda devozione.  

 

- Riferisci alle guardie di tenersi pronti, tra meno di mezz’ora dovremo spostarci nella sala del tempio. Sai quello che devi fare. Adesso và e non sbagliare!

 

- Ricevuto!- affermò Metalridermon a voce chiara. In seguito, voltò di spalle uscendo dal salone.   

 

Izumi si massaggiò il braccio, dolorante per la forte stretta. Rimase in silenzio, con occhi carichi di timore.

Il malvagio Digimon si avvicinò a lei lentamente.

Il cuore della Digiprescelta trabalzò a ritmo frenetico.

Quei passi sembravano rimbombarle in testa, come il rumore di un grande orologio a pendolo.

 

- Hai paura, ragazza?- fece Icedevimon studiandola con lo sguardo.

Lei non rispose.

 

- Non ti mangio mica!- replicò l’essere sempre più vicino.

 

Izumi indietreggiò.

 

- Dove vuoi andare? Non ti farò nulla.- affermò lui procedendo a passo stabile.

 

La giovane guerriera aumentò la marcia camminando ad andatura ritmata fin quando…

 

- Che cosa…!?- si voltò indietro. Una parete fredda gli bloccò il passo, costringendola ad arrestare.

 

Un vento gelido le soffiò sul collo.

Izumi si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con la spietata creatura.  

 

- Che-che vuoi da me…?- bisbigliò con voce tremante.

 

- Sai perché ti ho fatta venire qui?

 

- N-no…- rispose la giovane, tremando.

 

- Sei un po’ ingenua ragazza mia… ma tutto sommato è una cosa che mi piace, proprio come te, biondina!- la grande mano di Icedevimon, sfiorò i suoi lunghi capelli, che scivolarono tra le acuminate dita.

 

- N-non toccarmi!- dichiarò dando un colpetto a quella bianca e agghiacciata mano- Perché ci hai portati qui? Cosa vuoi da noi?! Dove hai rinchiuso Ophanimon?!

 

- Scccccccccc- sibilò il Digimon adagiandole una mano sulla bocca- Quante domande… vuoi sapere troppo…

 

Il freddo palmo gli gelò le labbra, cercò di muoversi ma la paura le bloccò i movimenti.

Quegli occhi color porpora la fissavano con insistenza, le guance, come la bocca, si agghiacciarono lentamente, diventando sempre più bianche.

Si strinse nelle spalle.

Raggelò.

Anche il corpo sembrò raffreddarsi tanto che il suo respiro diminuì fino a fermarsi.

 

- Hai freddo? – le chiese il mostro digitale spingendola contro il muro.

 

La Digiprescelta del vento portò con estrema fatica le mani sul braccio di Icedevimon, tentò di spostarlo, ma la forza le venne meno.

Stava congelando.

Si sentiva pesante, intorpidita, accerchiata.

 

- Sembri un topolino in trappola! – lo spietato essere staccò la presa, e la ragazza finì a terra, riversa al pavimento.

 

                                   

                                                

                                                            **********

 

Kouji correva lungo l’ampio scalone.

Bokomon e Neemon aspettavano al di sotto, per esplicito ordine del ragazzo.

 

Intravide la porta a poco più di venti gradini.

Buttò un rapido sguardo all’orologio.

Mancava poco ormai.

Gli scalini ebbero fine, e il massiccio portone di ferro, apparve completamente visibile.

Di metallo pregiato, finemente lavorato, tentò di spingerlo ma era troppo pesante.

Quindi, afferrò il suo D-Scan per Digievolvere, ma in quel preciso istante l’entrata si aprì.

Rimase interdetto, quasi perplesso, poi…

 

- “Ragazzi, sto arrivando!”- enunciò mentalmente, accedendo alla stanza. 

 

              

 

 _______________________________________________

 

 

 

 

Messaggi da parte dell’autrice:

 

Minna-san konnichiwa!

Questo è l’undicesimo capitolo di Insert Coin, decisamente corto rispetto agli altri, ma “unificarlo” al dodicesimo avrebbe creato un po’ di problemi dato che quest’ultimo conterà circa 18 pagine! (il più grande che ho scritto finora)

Ho tardato parecchio nell’aggiornamento perché nell’aggiungere il precedente paragrafo, ho notato che alcuni di voi, come giustamente accade in questi periodi, si trovavano in vacanza, perciò ne ho approfittato nel frattempo di staccare un po’ con la scrittura e dedicarmi al disegno ^^ (altra mia grandissima passione) Era dal mese di aprile che non mettevo matita sul foglio… (oltraggio Botan, oltraggio!!) me tapina me misera ;___; Naturalmente però, ho portato avanti di un bel po’  anche la mia fanfic!

Come novità in questo capitolo non ne troverete molte, a parte il ritorno della famigerata Spirit Evolution, ma nel successivo…ci sarà la “rivelazione”… chiamiamola svolta totale ma non troppo…altro non posso aggiungere, il tempo di darvi la possibilità per leggere questo, e sarà presto in rete!

Allora, passo a rispondere alle vostre numerose-bellissime recensioni:

 

Per Kaho_chan :  ;___; sono sul punto di piangere ;___; grazie infinite per tutte quelle belle parole Kaho-chan!! Sei una persona fantastica e non lo dico per farti piacere o trucchetti simili, ma sul serio, lo penso veramente! Una che scrive così ha un gran rispetto per gli altri! Non ti prometto nulla, ma se tutto andrà bene con Insert Coin, allora passerò a scrivere una seconda fic sulla mitica coppia Taiora! Ho già il titolo e soprattutto la trama! ^___--

   

 

Per Francesca Akira89 : La risposta alle tue domande arriverà mooolto presto…questione di capitoli e saprai cosa si nasconde dietro tanto mistero! ^x^

 

 

Per LightAngel :  Non sei affatto pazza, te lo dice una che lo è davvero e quelli reali li riconosce al primo approccio, o quasi…! Tranquilla per Izumi, qualsiasi cosa le accadrà, ci sarà Takuya pronto a battersi per proteggerla! Riguardo il ragazzo russo…rispunterà tra non molto, ma a dire il vero, lui è già entrato in scena da parecchio… Oddio, non voglio confonderti con le mie strane e solite parole annebbiate… ^_^, comunque, aspetta un pochino e scoprirai!

 

 

Per Sora Ishida :   Grazie per il parere, e grazie anche per la recensione! ^^ Condivido sempre tutto…!

 

 

Con questo è tutto.

Spero abbiate trascorso buone vacanze, belle e divertenti, come me a casa dei nonni paterni…un’odissea cinematografica pazzesca… ma questa è un’altra storia…!

 

Niko Niko

                                                                                                                  Botan

 

 

 

 

 

 

 

  

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Cenere ***


Kouji arrestò di colpo

                                                             Capitolo 12

________________________________________________

 

 

 

 

Kouji arrestò di colpo.

Corrugò le palpebre, sgranandole.

La stanza era vuota.

Saettò lo sguardo in più direzioni.

Quattro pareti, un pavimento, un grande lampadario. Solo questo.

Nemmeno un indizio, nemmeno una traccia, e soprattutto nemmeno un po’ di luce.

 

- Ti aspettavo.

 

 Pronunciò una voce, tuonando alle sue spalle. Si girò di guizzo.

 

Un possente Digimon dalla corazza metallica sostava d’innanzi a lui.

La massiccia creatura,  una delle tante guardie del palazzo, era fissa sulla soglia della porta.

Dalla mano destra, una lunga lancia spiccava in alto, terminando con una punta acuminata.

Dalla mano sinistra, penzolavano a testa in giù, i piccoli Bokomon e Neemon, tenuti stretti per le gambe.  

 

- Ciò che cerchi non è più qui.-scandì l’essere con tono acuto e soffocato- Ho l’ordine di portarti dal mio padrone, sei pregato di seguirmi. – Metalridermon voltò di spalle, uscendo al di fuori.

 

Senza parlare, Kouji lo seguì immediatamente.

Scesero la lunga scalinata, arrivando all’aperto.

Il cavaliere lasciò cadere le due creature sul duro terreno non appena furono fuori.

 

- Che delicatezza!- mugugnò Bokomon, alzandosi. In seguito, afferrò i pantaloni di Neemon, tirandolo su.

 

Il guardiano di metallo si portò sul lato sinistro dell’entrata, poggiò una mano sul capo della statua raffigurante il pipistrello e, il suolo accanto ad essa cominciò a tremare, aprendosi.

Una larga cavità spiccò di netto, mostrando al suo interno una lunga serie di scalini.

 

- Per di qua. – proferì il Digimon scendendo al di sotto.

 

Ancora una volta, il guerriero della luce rimase in assoluto silenzio.

Discese nella buca facendo attenzione ai logori gradini.

 

Per alcuni minuti, solo il rumore dei passi, scandì i trepidanti momenti d’attesa che dominavano in quell’attimo.

Poi…

 

- Questo passaggio collega il punto sovrastante al “Tempio della Settima Torre”… quella rampa di scale là in fondo conduce in superficie - disse Metalridermon indicando il punto con l’asta affilata.

 

Kouji rivolse lo sguardo alla scura concavità , con il cuore in gola.

Cercò di controllarsi, ma una piccola goccia di sudore gli solcò la guancia, finendo giù per il mento.

Portò l’indice destro su essa, schiacciandola con il polpastrello.

Quel tunnel cupo gli tranciava il respiro, il forte potere oscuro proveniente dall’uscita, gli rendeva il passo pressato e ossessivo, fino a bloccargli il respiro.

Essendo creatura della luce, fu l’unico a percepire quell’opprimente forza negativa che ripercuoteva sul suo animo  amplificandogli i sensi.     

 

L’essere di metallo salì lungo la gradinata, i tre la seguirono poco distanti, tenendo le mani appoggiate alle rugose pareti di umida pietra.

L’arto superiore del Digimon impugnò un pomello di ferro arrugginito e lo tirò a sé.

Un sottile fascio di luce illuminò la galleria e sbatté sui muri.

Le pupille di Kouji si contrassero a causa del brusco passaggio tra la sfavillante luce e la cupezza di quel condotto.

Portandosi un braccio agli occhi, si coprì metà volto, fin quando la porta non si aprì del tutto lasciando passare un caldo venticello.

 

Il giovane Minamoto abbassò rapidamente la mano, percependo un forte odore di incenso.

 

Metalridermon lo spinse al di fuori, buttando al seguito i due amici digitali, Bokomon e Neemon.

 

Uno scoccante applauso di mani imperversò nell’area, rumoreggiando in sala all’arrivo del ragazzo che alzò lo sguardo, sussultando.

Un grande ambiente, pieno di ornamenti vari e due statue dalle dimensioni smisurate, figuravano d’innanzi a lui.

Centinaia di candele, poggiate sul prezioso pavimento fatto di marmo, accerchiavano il centro della sala. Altre, invece, posate su lunghi doppieri dorati, si trovavano ai lati della porta che conduceva alla galleria.

 

Deglutì a fatica, guardando una ventina di Metalridermon sostare a spalle ritte, muniti di aste dalle finiture cromate. 

Una voce improvvisa lo destò da quel luccichio argenteo.   

 

- Bene… a quanto vedo hai superato le prove… non c’è che dire, sei bravino!- tuonò Icedevimon affiancato da una pila di guardie.

Poco distante da lui, seduta sua una colonna di marmo, Ladydevimon osservava in silenzio, con gambe accavallate.

 

- Ho fatto ciò che mi hai detto! Adesso tocca a te mantenere la promessa!- gli urlò Kouji indirizzando una breve occhiata al demone femmina. Successivamente, si slacciò l’orologio dal polso, lanciandolo in direzione del mostro bianco.

 

- Ottima mira!- esclamò Icedevimon afferrandolo al volo. Guardò i pochissimi secondi ancora rimasti, retrocedere sul display, finché il contatore non scese a zero.- Tempo scaduto!- disse frantumando l’oggetto.- Sei stato bravo, e per questo ti accontenterò.- Con uno schiocco di dita, la pila di Metalridermon si aprì in due, dal retro dei loro dorsi un grande portone color porpora  e con fregi dorati, si spalancò ai suoi occhi.

 

Altri quattro Metalridermon entrarono nella grande sala portando sulle robuste spalle un grosso oggetto quadrato, coperto da un panno.

Lo posarono quasi al centro del tempio, fuori dal cerchio di candele rosse.

 

- A te l’onore, Ladydevimon!- dichiarò Icedevimon invitandola a togliere il drappo di velluto violastro.

 

Da parte sua, come segno di indifferenza, la lady nera voltò il capo in un’altra direzione.

 

- Le donne… sempre stanche!- Ninzokumon, sbucato all’improvviso dalla schiena dei quattro Digimon cavalieri, con un salto atterrò sul misterioso cubo. – Vorrà dire che l’onore sarà tutto mio! Et voilà!!- esclamò il ninja afferrando un pezzo di tessuto e sfilandolo via.

Il manto quadrato volteggiò in aria, adagiandosi al suo suolo sotto gli occhi sbarrati del moretto dai capelli lunghi.

Vide una gabbia.

Dentro di essa, dopo tanta fatica, rivide i suoi compagni.

 

- K-KOUJI!?!?!?- strabuzzò Takuya con le mani strette sulle sbarre di ferro.

Tutti gli altri si accalcarono su di lui, urlando a gran voce il nome del ragazzo.

 

- Sei arrivato!!! – esclamò Tomoki con occhi lucidi.

 

- Sei in ritardo!!!- puntualizzò Junpei con tono seccato. Tomoki gli tirò una gomitata, e ben presto la sua espressione cambiò in una smorfia di dolore.

 

Kouichi si limitò a guardare, i gemelli Minamoto si rivolsero uno sguardo fraterno, regalandosi un sorriso.

 

- Ragazzi!!- strepitarono Bokomon e Neemon agitandosi a gran voce.

 

Il padrone della luce mosse un passo in avanti, ma prontamente, la lancia di un Metalridermon gli tagliò la strada.

 

- Quanta fretta ragazzo… ho detto che hai superato le prove, ma non ho precisato se puoi ritirare il premio… o perlomeno se puoi farlo adesso…- fece Icedevimon avanzando verso la gabbia.

 

- Che vuoi dire!? Spiegati meglio!!- lo esortò Kouji con un forte senso di impazienza.

 

- Ad Icedevimon piace fare il misterioso… ti sta dicendo che le analisi non sono ancora terminate! – tra i due intervenne Ninzokumon, sedendosi su un pilastro di pietra poco distante da Ladydevimon.

 

- Sei uno sporco bugiardo! Non avevi parlato di tutto questo!!  Avanti, cosa vuoi che faccia ancora per te?! Che devo fare?!- urlò ancora Kouji carico di energia.

 

- No… ti sbagli… non tu…- la gelida creatura scosse il capo al giovane guerriero della luce, poi, protese un dito in avanti, in direzione della gabbia, fissando Takuya.

I suoi occhi coloro porpora si sovrapposero a quelli del guerriero del fuoco che agguantò le sbarre di ferro con impeto furente.

 

- Dov’è Izumi?!! Che le hai fatto?!!- urlò lui con sguardo rabbioso.

 

Fu allora che Kouji notò l’assenza della ragazza.

 

- Vuoi rivederla? Non temere, arriverà tra poco. Liberatelo!- ordinò il bianco Digimon voltando di spalle.

 

Una guardia indirizzò verso la gabbia, aprendo il cancello.

Afferrò per un braccio il padrone del fuoco, buttandolo fuori, dopodichè, ancor prima che Junpei potesse avvicinarsi all’uscita, sbatté la grata, richiudendola.

 

Kouji, approfittando del trambusto, afferrò il suo D-Scan pronto a Digievolvere ma, un pipistrello dai denti aguzzi, veloce come un lampo, gli sfilò dalle mani il prezioso oggetto, portandolo in quelle della sua padrona. Ladydevimon.

Il ragazzo e la demone nera si rivolsero uno sguardo, dopodichè, Kouji fu richiamato “gentilmente” dalla lancia del Metalridermon, a prestare attenzione.

 

- Cosa vuoi da me?!- gridò Takuya cercando di avanzare, ma due cavalieri lo bloccarono.

 

Nemmeno il tempo di scrollarsi dalle possenti prese che, uno strano suono, somigliante allo stridio acuto emesso dalle nottole, si udì nel tempio, estendendosi sull’altissimo soffitto.

Dal cerchio fatto di lumi, si levò un intenso fumo biancastro, che si dissipò in pochi attimi velando la sagoma di qualcuno.

 

Takuya raggrinzò le palpebre, aguzzando la vista.

Una volta evaporata la grigia foschia, tutto apparve chiaro.         

 

- IZUMIIIII!!!!!- gridò a pieni polmoni il ragazzo del fuoco.

La giovane amica, risiedeva a terra, priva di sensi, con i capelli sparsi sul lucido pavimento.

Takuya cercò di scuotersi dalle strette, ma non ci riuscì.

Sotto ordine di Icedevimon, i due Metalridermon mollarono la presa, permettendogli di andare.

Corse verso il centro del salone, scavalcando con un balzo il recinto di ceri.

Buttò le ginocchia a terra, chinando il capo verso la compagna.

 

- Izumi!!! Svegliati!!! Che ti è successo?!!- esortò Takuya cercando di farla rinvenire- Che le hai fatto maledetto!?! – si sgolò poi con sprezzo nei confronti di Icedevimon, che da parte sua limitò semplicemente a sorridergli.- Ti ho detto che le hai fatto?!! Rispondimi  malede…det-to… - il suono della sua voce s’interruppe. Una forte presa al collo, gli impedì di continuare. Alzò gli occhi, e riflesse la causa. Impallidì. Lo seguirono a ruota gli altri ragazzi, rimanendo anche loro interdetti.

Izumi, con occhi aperti e braccia tese, stringeva fortemente la gola del suo compagna di squadra. Con i polpastrelli ben piantati in quella carnagione lievemente abbronzata che a poco si colorava di viola per la mancanza di flusso, e le pupille spente, si accanì su quel collo .   

Kouji cercò di intervenire, ma la lancia affilata del Digimon corazzato, si appoggiò sulla sua schiena, arrivandolo a pungere lievemente.

 

- Che sta succedendo?! Perché fa così?!- pronunciò Tomoki, confuso. Nessuno seppe rispondere.

 

- Izumi-chaaaaaaan!!!!!- strepitò Junpei cercando di attirare la sua attenzione. Ma i suoi gridi furono vani.

La ragazza apparve priva di volontà, con guance pallide, fredde come il ghiaccio.

 

Takuya portò le mani sulle sue braccia, cercando di tirarle giù.

 

- I-zu-mi…- sussurrò appena con respiro strozzato.

Il collo diventò più acceso, di un rosso violaceo.

I polmoni protestavano aria a gran voce, ma quelle dita non accennavano a schiudersi.

Gli occhi lentamente gli si abbassarono, privi di forza.

La vista si annebbiò.

Stava soffocando.

 

Uno schiocco di dita da parte di Icedevimon interruppe la presa.

Izumi lasciò il collo del ragazzo, che cadde sul pavimento, ansimando.

 

Finalmente riprese a respirare.

I polmoni si riempirono d’aria, e poco alla volta, la vista riacquistò nitidezza.

 

Massaggiandosi il collo, sollevò il capo ritrovandosi ai piedi della sua giovane amica.

 

- Ch-e… che le… ha-i fatto…?- si rivolse poi dopo ad Icedevimon, con voce ancora arrochita.

 

- Nulla di particolare…il gelo delle mie labbra riesce a raffreddare qualsiasi cuore, anche il più caldo e puro!- replicò lui.

 

- L’hai baciata?!!- esclamò Takuya, tremante- Hai osato toccarla con le tue sporche mani?!? BASTARDO!!!- urlò lasciandosi andare in uno scoppio di rabbia improvvisa.

 

- E’ così che mi definisci? Un bastardo? Questa è la sola cattiveria che ti viene in mente? - chiese l’essere in tono beffardo- Mi piacciono le bamboline bionde e adesso ne ho una tutta per me! O forse…la volevi tu? È per questo che sei così furente verso di me? Vuoi forse uccidermi solo perché l’ho conquistata prima di te?! - continuò poi piegandosi in un riso diabolico così gracchiante da fargli scostare lo sguardo dal giovane guerriero che a sua volta, serrò fortemente le palpebre sollevandosi da terra e corse a perdifiato nella sua direzione.

 

- BASTARDO!!- urlò tuonando con una voce astiosa mentre accecato dall’ira, si scagliò sul riprovevole Digimon con furente disprezzo, e lo atterrò con un’unico pugno.

 

Tutti trasalirono.  

 

Ninzokumon spalancò la bocca, al contrario di Ladydevimon, che apparve impassibile alla scena.

 

- Fagliela pagare onii-chan!!!- incitò Tomoki agitando le braccia.

 

- Spaccagli la faccia!!!- si aggregò Junpei, schiamazzando.

 

- Non fare lo stupido Takuya!! Non puoi farcela!!- disse Kouji richiamando l’attenzione dell’amico.

Senza però l’esito di farlo smettere.

 

- Riporta Izumi come prima, capito?!- ordinò sfacciatamente Takuya. Strinse la mano pronto a tirare un nuovo pugno ma, Icedevimon lo fermò all’istante con un’agghiacciante stretta.

 

- Cosa credi di fare, moscerino? Non puoi competere con me, sono a un livello superiore…!- il glaciale essere lo scagliò a terra muovendo velocemente il lungo arto rinsecchito.

 

Takuya cercò di alzarsi, però il sottile braccio nemico si allungò verso di lui, e lo recinse al suolo.

 

- Potrei strapparti il cuore da petto per la tua insolenza, tu che dici?- chiese il Digimon aumentando la presa.

 

- Smettila con questa pagliacciata, e arriva al dunque… mi sto stufando.- la voce di Ladydevimon risuonò coprendo quella del alleato.

 

- Sei pregata di non intrometterti, ho il permesso del padrone! E poi adesso tocca a me divertirmi, tu lo hai fatto già prima!  – le rispose a tono, fulminandola con lo sguardo.

 

- Fa come vuoi, basta che non tiri per le lunghe…- replicò la nera figura, senza proseguire.

  

Le alte dita di Icedevimon agguantarono la felpa del prescelto, tirandolo nella sua direzione.

 

- Hai sentito? Devo sbrigarmi! – gli bisbigliò nell’orecchio.

 

- E tu, hai sentito ciò che ho detto? Riporta Izumi come prima, non sei nessuno per impadronirti della vita altrui!- lo sguardo di Takuya divento più forte. I suoi occhi, di un castano intenso, esternavano ripudio e disprezzo, rendendo fissa l’immagine del demone riflessa come uno specchio nell’iride lucente.   

 

- Lo vuoi davvero?- gli chiese a tono basso. Il ragazzo annuì con decisione. - Bene… allora, eccoti il tuo prossimo avversario!- Annunciò con un sorriso ritto come il suo braccio che presto sollevò in avanti.

Takuya voltò di spalle seguendo la linea dell’ossuto arto.  

 

- Cosa…?!?- pronunciò con confusione mentre i suoi occhi s’incontrarono con la sagoma di Izumi.

   

- Non capisci? Ricordi la prova? Dopo quelle di Kouji è giunta finalmente anche la tua…bella come lei e soprattutto difficile, perché tu sei forte e sarai in grado di superare ogni ostacolo, non è vero Takuya Kanbara? – fece Icedevimon osservando il profilo del giovane, teso e tremante.

 

- No…lei no…!-esclamò Takuya.

 

- SEI PAZZO!!!- sbraitò immediatamente Junpei.

 

- Ti si è freddato il cervello?!- ribadì Tomoki picchiettando l’indice sulla fronte. 

 

- Che c’è, volevi forse qualcosa di meglio? Non sottovalutarla…Izumi è molto forte…sotto quel suo aspetto gentile e dolce, si nasconde un’aura tenace e combattiva. Una fatina niente male e soprattutto addestrata per eliminarti!! Vero, piccola biondina? Ah già, dimenticavo che non puoi parlare perché ti ho privato della parola…un vero peccato non sentirti più cantare…-Icedevimon sparì all’improvviso apparendo magicamente alle spalle della ragazza. Le accarezzò la gola lentamente, scostandole i capelli. Avvicinò il capo verso quella carnagione pallida con l’intento di schioccarle il collo con un bacio, ma venne presto fermato.    

 

- Ho detto di non toccarla!! Lei non ti appartiene!!- tuonò Takuya serrando i pugni.

 

- Se vuoi riavere la tua cara amichetta, dovrai batterti con lei, dopodichè eliminerò l’incantesimo che l’ha resa mia schiava! Non m’importa se vinci o perdi, voglio solo un combattimento, tutto qui. Allora, accetti?

 

Il Digiprescelto del fuoco scosse la testa.

- Io non…non combatterò! Non con lei!

 

- Dunque… è questo ciò che vuoi veramente? Peccato… Beh, in questo caso…vorrà dire che la mia collezione di bambole si fregerà di un pezzo unico e raro! Fagli ciao ciao, Izumi, perché non vi vedrete più!- Icedevimon ghermì tra le sue braccia la ragazza, ghignando silenziosamente.   

 

- NO!!! ASPETTA! Io…- la voce del Digiprescelto calò di colpo, con occhi tremanti fissò la compagna, non poteva lasciarla nelle mani di un pazzo, pensò con il cuore colmo di rabbia-  Lei non è la tua bambola!! Non è un giocattolo o un oggetto che puoi usare a tuo piacimento!

 

- Uff-sbuffò seccante Icedevimon- Devo ripeterti il regolamento? Le mie condizioni le conosci… se accetti, bene… altrimenti, è inutile che continui a strillare, non otterrai nulla da me. Prendere o lasciare.

 

- Tic-Tac Tic-Tac Tic-Tac il tempo passa! Puoi decidere di combattere contro di lei con la consapevolezza che uno dei due morirà, oppure lasciarla schiava del mio socio che amplierà la sua collezione! Se fossi in te veramente non saprei decidermi! Brrr che situazione!- esclamò Ninzokumon strofinando le mani sulle braccia.   

 

- Se questo è l’unico mezzo…-replicò Takuya traendo un sospiro- Allora preferisco combattere contro di lei e farmi uccidere, purché sia libera da questo tuo folle incantesimo!

 

- TAKUYA!!!-esclamarono in coro Junpei e Tomoki restando sconcertati.

 

- Non fare l’eroe!- rispose Kouji sperando di fermare l’amico nella sua decisione.

 

- Se io rinuncio, lei resterà per sempre prigioniera, privata della sua volontà, sarà come un uccellino in gabbia con ali tarpate! Ed io non posso permetterlo! Non permetterò che la sua vita s’interrompa in questo modo, anche se ciò dovesse costarmi la vita, non ha importanza, non potrei vivere sapendola nelle mani di un folle!  

 

- Hai finito di predicare, ragazzo?- lo interruppe Icedevimon- Vogliamo cominciare? Prendi! – con un rapido movimento del braccio, l’essere di ghiaccio scagliò un’oggetto colorato verso Takuya, che lo afferrò.- Ti consiglio di non usarlo per distruggere il tempio, altrimenti la tua amichetta, proprio come una bambola, la potrei anche rompere…!- disse facendo riferimento al D-Scan che aveva appena lanciato.

 

- Questo posto è l’ultima cosa che distruggerei…prima…ci sei tu!- Disse il prescelto puntando il dito verso di lui.

 

- VA’ IZUMI!- ordinò con nervosismo Icedevimon.  

Izumi sguainò in alto il suo D-Scan dai colori pastello. Con la mano avvolta in un cerchio luminoso, il Digicodice le salì rapidamente abbracciandole l’esile corpo.

Nel bozzolo brillante, una miriade di scintille ricoprì la giovane facendole mutare aspetto. Meravigliosamente, una lunga chioma violetta spiccò fuori dal bozzolo, ondeggiando in una danza.

Un paio d’ali, leggere e trasparenti, la seguirono.

Il fascio di luce scomparve sfumando verso il basso, e un nuovo essere apparve al suo ritiro.

 

- FAIRYMON!!!!! – pronunciò la splendida creatura con un leggero vortice di vento che le sollevava la chioma. 

 

Per un attimo il cuore di Takuya trabalzò, come rapito.   

Sapeva bene ciò che rischiava, ma non poteva ferire una delle persone più importanti della sua vita.

 

Gli altri ragazzi ammutolirono per brevi istanti, poi fu Tomoki a intervenire per primo, gridando:  

 

- Takuya non farlo!!

 

- Se questo è ciò che vuole, allora accontentalo! E’ l’unico modo che abbiamo per porre fine a questa ridicola buffonata.-disse Kouichi  incrociando le braccia lentamente mentre osservava i due prossimi combattenti.  

 

Junpei si scosse, indirizzando l’attenzione verso di lui.

- Così finirà male! Se non lo fermiamo rischia davvero di farsi male!- disse rivolto a Kouchi.

 

Il prescelto non diede replica mettendo fine alla discussione ancor prima di farla nascere.

 

Il Digivice di Takuya spiccò in alto sorretto dalla sua mano, rivolse uno sguardo, afflitto, alla padrona del vento e alzò gli occhi al soffitto dicendo a gran voce:

 

-  SPIRIT EVOLUTION!!!!! – la spirale del Digicodice lo accerchiò salendo rapidamente, un intensa luce azzurrina avvolse il suo corpo e in un attimo la figura leggendaria del padrone del fuoco si manifestò al calar del fascio.

Con la Rossa armatura rifinita di emblemi dorati, l’alto cinturone in vita raffigurante il simbolo del fuoco, il drago delle fiamme tuonò il suo nome.

               

- AGNIMON!!!!!  

 

- Fairymon e Agnimon!! – esclamò Bokomon con occhi estasiati ma preoccupati al tempo stesso.

 

- Finalmente, ho il piacere di conoscere la leggenda di fuoco! – dichiarò Icedevimon, squadrandolo per intero.

 

- Poche ciance, e combatti!- echeggiò l’impavido guerriero scagliandosi verso il glaciale nemico.

 

- Non sono io il tuo avversario, ma lei! Buon divertimento!- esclamò Icedevimon, mentre Agnimon fu colpito da un ponderoso calcio lanciato da Fairymon.

 

- Sei uno sporco vigliacco! Affrontami!! – scandì l’ibrido di fuoco, tenendosi l’addome dolorante mentre cercò di raggiungerlo ingaggiano una rapida corsa che invece destinò a finire per mano della fata.

 

- BREZZA PETALO!!!

 

Una raffica di vento lo attraversò in pieno da farlo sbattere contro una robusta colonna situata a poco più di dieci metri.

Grazie alla sua agilità, il guerriero riuscì ad attutire l’impatto, ma finì ugualmente a terra.

 

- Svegliati Izumi!!! Sei sotto l’influsso di Icedevimon, ritorna in te!- disse il padrone del fuoco rialzandosi.

Ciò nonostante, un nuovo attacco da parte della combattente lo rovesciò nuovamente a terra, ferendolo a una spalla.  

 

L’ibrido di vento si levò in volo, aspettando ordini.

 

Agnimon si teneva il braccio, dolorante. Cercò di muoverlo, ma ogni tentativo andava a vuoto. Tuttavia si rialzò.

- Apri gli occhi… tu non sei malvagia… non appartieni al loro mondo…! - replicò massaggiandosi la parte lesa.

 

- Fiato sprecato! Lei non ti sente! E’ sotto il mio totale controllo! Non puoi fare nulla, solo combattere!- vociò Icedevimon esortandolo alla lotta.

 

- Sono convinto che lì da qualche parte tu puoi sentirmi, devi solo trovare la forza di emergere, e tu di forza ne hai da vendere! Non voglio farti del male, e non te ne farò, so che puoi farcela, so che puoi contrastare il potere che ti occupa la mente!

Le parole della leggenda di fuoco crearono un’improvviso scatto di collera nei riguardi del Digimon di ghiaccio che, sguainando i denti, urlò spietatamente.

 

- ATTACCALO!!!

 

L’ordine lanciato varcò la mente di Fairymon, che drizzò le ali, stendendole.

 

- TORNADO GAMBA!!! – enunciò turbinando su se stessa, mentre si scagliò con gran rapidità in direzione dell’ avversario che rimase lì, immobile, mentre i ragazzi gridavano il suo nome.

 

- Agnimon!! Agnimon!!- lo chiamava Kouji.

 

L’impatto fu scontato. I calci della fata lo colpirono ripetutamente, provocando grande frastuono.  

 

- TAKUYA!!!!!!! – gridarono in coro i prescelti. 

 

Le gambe della piccola farfalla, cessarono di volteggiare. Un’ultimo calcio centrò il Digimon in pieno petto, e prima di finire a terra, Agnimon batté violentemente la schiena su una scultura di pietra che si frantumò al forte impatto.         

 

I pezzi di pietrisco saltarono via a toni alti così come le urla dei suoi amici, angosciati perchè incapaci di aiutare il proprio compagno.

L’ibrido di fuoco sembrava svenuto, privo di sensi. La striscia luminosa del suo Digicodice, apparve all’istante, roteando attorno ad esso. Le voci e le urla cessarono dopo due lunghi minuti. Tomoki con lacrime agli occhi fissava il Digimon dalla rossa armatura, il giovane si lasciò sfuggire un singhiozzo strozzato, mentre Junpei piegò il capo in avanti.

 

- Takuya…!-sussurrò Kouji con sguardo vacillante.- No…!- fece scuotendo il capo.

 

- Pensavo resistesse di più…almeno un altro paio di attacchi…puah - frusciò Icedevimon- Che delusione. Avanti, Fairymon, completa il tuo compito, strappagli il suo Digicodice e consegnamelo! 

 

Fairymon annuì. Avanzò a passo lento verso il suo unico obbiettivo.

Il sordo rumore provocato dai suoi passi, scandì i pochi secondi d’attesa.

 

Tomoki scoppiò in un pianto, battendo a pugni sulle sbarre della gabbia.

Junpei gridò a squarciagola tentando di buttare giù a spallate quella prigione di ferro.

 

- Farai del male soltanto a te stesso.- affermò un Metalridermon, beffeggiandolo.

 

- Takuya Kanbara, i perdenti pagano e in questo caso pagherà per te la tua cara amichetta che avrà l’onore di restare al mio fianco, per sempre!- Annunciò il freddo essere, compiaciuto dell’accaduto.

 

- Non credo.- gli sussurrò una voce. Agnimon riaprì gli occhi.

   

- Che!?!- Icedevimon sobbalzò, tremante. Una goccia di sudore varcò la sua pallida pelle. Deglutì osservando la spirale composta dal Digicodice, rientrare nel corpo del suo odiato nemico.

 

- Agnimon Agnimon!!- strepitò Tomoki ricacciando indentro le lacrime.

 

Kouji arcuò le sopracciglia, incredulo, Junpei sorrise con uno scoppio di sole sul volto mentre si massaggiava la spalla un po’ indolenzita per aver cercato di abbattere la gabbia di ferro.

 

 – Maledizione…!- sibilò il glaciale antagonista- Sei testardo! Non vuoi opporti? Allora non mi resta una sola cosa da  fare… UCCIDILO!!!- sentenziò crudelmente, il demone di ghiaccio.

 

Fairymon drizzò ancora una volta le sue grandi ali, muovendosi con un passo dopo l’altro.  

 

- Reagisci!!!- strillò il guerriero della luce indurendo i pugni.- Agnimon reagisci!! 

 

Il guardiano del fuoco rispose scuotendo la testa orizzontalmente. Respirando a fatica, sollevò il capo mentre vide venirsi incontro l’ibrido di vento.

La mascherina che ricopriva gli occhi di Fairymon, era di un metallo lucido che, fievoli sprazzi di luce ne venivano riflessi ad ogni suo passo.

Agnimon osservò quel volto incorniciato da ciuffi violetti, mentre dondolavano lievemente come petali di un fiore. Proprio un piccolo e delicato fiore. Aguzzò la vista, mentre un flashback improvviso gli riaccese la speranza.

Doveva tentare un’ultima volta. Doveva almeno provarci. E lo fece.   

 

- Almeno ricordi… l’anemone bianco…?- chiese alla fata. L’ibrido di vento arrestò senza che nessun ordine gli dicesse di farlo. Chinando il capo, osservò il guerriero. Agnimon ricambiò lo sguardo, mentre le sue labbra ripreso a muoversi - Ho fatto una promessa… devo portarti nel posto in cui l’ho raccolto e… lo farò! – sussurrò ancora. Dopo queste parole, scivolò il silenzio. Tempestivamente però, interrotto. 

 

- FAIRYMON CHE C’E’?!? AVANTI UCCIDILO!!- tuonò Icedevimon.

 

La fata sobbalzò.

 

Rimase immobile.

 

- UCCIDILO!!- continuò con insistenza.

 

Il ripetersi incessante di quella cruda parola, come una nenia, affollò la mente della piccola guerriera che si tappò le orecchie con forte pressione. Si sentì il collo gelare, come se qualcosa di freddo lo stesse sfiorando. Dopodichè fu la volta delle gambe, che vennero meno, cedendo. Il tonfo delle ginocchia, schioccò sordo tra le mura del tempio. Fairymon scosse il capo ripetutamente.

 

- NO!! NO!! BASTA BASTA!!! - emise gridando. Poi, ricadde in silenzio.

Abbassò le braccia lentamente scoprendosi le orecchie, e sollevò la testa alzandosi dal suolo.

Fissò Agnimon e poi… preparò l’ultimo colpo.

 

Dei cerchi d’aria avvolsero le sue mani vorticosamente crescendo sempre più di spessore .

 

- BREZZA PETALO!!- Fairymon proiettò la forte brezza in avanti, il turbine di vento girò velocemente separandosi dalle sue dita. Tomoki serrò gli occhi, tremante, Junpei fissò il suo sguardo sull’ibrido di fuoco, così come Kouji e suo fratello. Agnimon deglutì preparandosi a ricevere la possente onda d‘urto che preferì non evitare per mettere fine a quell’assurdo combattimento. Come potenti getti d’acqua, quei nastri di soffio si lanciarono spediti sul loro obbiettivo ma, quando il destino sembrò oramai scritto, le strisce d’aria taglienti deviarono improvvisamente rivoltandosi contro il perfido demone bianco.

 

- Se tiri troppo la corda, alla fine si spezzerà...- parlò sottovoce Ladydevimon, con una punta di compiacimento mentre fissava il socio travolto dall’attacco.

 

Il burrascoso uragano mandò su un denso polverone non appena Icedevimon si scontrò su una colonna di roccia calcarea che alla collisione, si  sbriciolò.

 

Kouji, approfittando dell’attimo, calciò con foga la lancia del Metalridermon che lo teneva bloccato, e scappò via.

Arrivato alla gabbia dei suoi compagni, prese un grosso frammento di marmo, e lo picchiettò sulle sbarre.

Riuscì ad allentare i perni della porta, mentre Junpei, con una vigorosa spallata, buttò giù la cancellata.

 

- Grande Kouji!!- esclamò il guerriero del tuono, battendo il cinque con il compagno.  

In poche mosse, lui e Tomoki furono all'esterno, saltellando di gioia.

 

- Kouichi! Vieni fuori, sbrigati!- disse il guerriero della luce vedendo suo fratello immobile nel reticolato metallico. Tutto quello che ottenne però, fu solo un leggero sorriso come risposta.

 

- … Che hai?- pronunciò appena il ragazzo con la bandana. 

 

- FAIRYMON!!!- Agnimon urlò, attirando l’attenzione dei compagni. 

 

- Mi…dispiace…- disse con flebile voce la combattente del vento prima di cadere a terra priva di sensi.

La luminosa spirale del Digicodice, come un bozzolo ricoprì il corpo del Digimon, riportando Izumi al suo aspetto.

Agnimon si precipitò verso di lei, e la raccolse tra le sue braccia.

 

- IZUMI!! IZUMI!! – gridò Takuya riprendendo le sue sembianze.

 

La nebbiolina di pietrisco che prima ricopriva una gran parte del grande tempio, si diradò. Per ordine di Ninzokumon, una pila di Metalridermon accerchiarono il gruppo di prescelti, confinandoli fra le pareti della sala.

Takuya, lentamente, tentò di retrocedere prima che la rete di Digimon si chiudesse, ma d’improvviso le sue spalle urtarono una fredda superficie.

 

- Co-cosa…?- articolò appena. Il  tempo di voltarsi.

 

- Lo ammetto, ho perso il controllo della bambolina… sono cose che capitano anche a uno come me!- proferì altisonante la voce di Icedevimon intento a pulirsi la spalla dalla polvere farinosa.

Takuya strinse Izumi più forte, scostandosi dall’essere.

 

Junpei, oramai perso il controllo, accorse in loro aiuto.

 

- Va via spaventapasseri di Babbo Natale!!

 

- Bella questa! Mi è piaciuta! Un po’ meno forse al mio socio…- disse Ninzokumon, ridendo a più riprese. In seguito, invitò Junpei a retrocedere.- Indietro, o diventerai tu uno spauracchio!- concluse ringhiando.

 

- Junpei!!- Tomoki corse incontro al compagno mentre la fila di Metalridermon si chiuse definitivamente.

 

L’aitante Shibayama, digrignò i denti, facendo arretrare il giovane amico.   

 

Intanto Kouji, confuso dall’ atteggiamento del fratello, entrò nella gabbia deciso a portarlo fuori.

 

-Vieni!!- disse afferrandolo per mano. Tentò di strattonarlo senza riuscirci. – Che ti prende Kouichi?! Perché non ti muovi?!! Coraggio!!- incalzò ancora una volta, senza ottenere risultati.- Sei forse ferito?-domandò poi, osservandolo.

 

Con un brusco movimento, il braccio del gemello dai capelli corti, si staccò dalla presa.

 

Un Metalridermon, arrivando di soppiatto, agguantò Kouji per le spalle, allontanandolo.

 

- KOUICHI!!!- vociò il giovane dimenandosi.

 

Il guerriero delle tenebre, stiracchiandosi la manica della maglia, raggrinzita dalla stretta di prima, tossicchiò appena come se le urla del fratello non lo toccassero nemmeno.  

- Hai finito di fare il buffone?- disse poi voltando il capo nei confronti di Icedevimon, che sobbalzò quasi tremante.- In questi ultimi quindici minuti, non mi è piaciuto molto il tuo modo di fare…hai forse dimenticato chi comanda? Vuoi che te lo ricordi io?

 

- N-no! Pe-Perdonatemi! Avete ragione! Imploro clemenza mio signore!- replicò senza indugio, reclinandosi verso il suolo. Il suo corpo iniziò a sussultare senza sosta, mentre dalla mano di Kouchi si levò una piccola sfera oscura.

 

Kouji sussultò. Si scosse.

Takuya restò fisso ad osservare il ragazzo, con confusione.

Tomoki e Junpei si guardarono a vicenda, perplessi da quanto stavano vedendo.  

 

Come mai dalla mano di Kouichi era apparsa quella sfera d’energia? E poi quel “signore”? Un appellativo decisamente strano, detto da una creatura che improvvisamente era diventata come un piccolo agnellino, mansueto e timoroso.      

 

Mille domande riempirono le menti dei quattro prescelti, soprattutto quella di Kouji, che non esitò a chiedere spiegazioni.

 

- Che sta succedendo?! Icedevimon è un altro dei tuoi stupidi trucchi?!- disse sperando in una risposta positiva.

 

Ladydevimon incalzò prima ancora che il suo compagno di squadra potesse replicare.

 

- Ucciderlo non è una buona idea, almeno non in questo momento! – disse rivolgendosi a Kouichi- Tutti noi possiamo commettere degli errori! Ha esagerato, non lo nego, ma sono pronta ad assicurarle che non accadrà più. Accettate le sue scuse, e non ve ne pentirete.   

 

L’umano guardò silenziosamente l’oscura lady e agguantò la sfera d’energia che sparì all’istante nel pugno della sua mano.

- Concesso. – disse con tono calmo e indifferente.- Ma che non si ripeta più.- replicò poi su Icedevimon.

 

- Senz’altro padrone! Sarà così, vedrete!- ribatté prontamente l’essere di ghiaccio.

 

- KOUICHI!!

 

Kouichi si sentì chiamare a gran voce. Girò il capo e vide il volto di suo fratello intriso di confusione, che lo fissava.

Lui sorrise a denti stretti, ricambiando l’attenzione. In seguito, aprì le braccia, spalancandole.

- Che c’è, fratellino? – disse quasi ironicamente.       

Con scattò, divaricò le palpebre.  

Anche nel suo sguardo c’era qualcosa di diverso qualcosa di… inquietante.

Kouji deglutì mentre i battiti del suo cuore cominciarono ad aumentare.

 

- Allora? Sto aspettando…ti ho sentito pronunciare il mio nome…oppure no? Eh? Ho capito, non vuoi parlare…Mmh…- le labbra di Kouichi si mossero appena. Con il capo rivolto all’insù, storse leggermente la bocca, sbuffando. – Avete rotto un bel po’ di roba… mi costerà notevolmente la riparazione delle statue… dovreste risarcirmi il danno, ma siccome sono un gentiluomo, non vi chiederò nessun indennizzo!- concluse sarcasticamente.

 

- Kouichi, tutto ok?- chiese Takuya con un filo di preoccupazione.        

 

- Eh? Dici a me?- rispose voltandosi verso Takuya- Vedi qualche problema? Forse… sei tu ad averne…- man mano che parlava, il suono della sua voce diventava sempre più amaro, aspro e pungente da farlo sembrare irriconoscibile.        

 

- Tutto questo non…non è da te…non ti riconosco più! Lo sento! – affermò il moretto dai capelli lunghi, incapace di giustificare quell’anomalo comportamento. 

 

-EEH EEH EEHHH!!!- il giovane Kimura scoppiò a ridere fortemente spalancando la bocca - Divertente!! Davvero divertente!!- poi, quel fragoroso rumore si affievolì- Se come dici tu, hai il “potere” di percepire i miei stati d’animo, allora, come mai continui ancora a non capire?!    

 

- Capire?! Cos’è che dovrei capire?!- replicò senza indugio il guerriero della luce fissando intensamente suo fratello.

 

Cos’è che non riusciva a capire?

 

- Lo vedi? Ho ragione io a dire che sei un povero ingenuo…

 

- Si può sapere che diavolo ti prende?! Non hai mai trattato Kouji in questo modo! Sei forse nervoso? Beh, hai scelto il momento meno adatto per esserlo…!- asserì Junpei piuttosto irritato.

 

- Impertinente di un umano…! Tu non sai con chi stai parlando!! Chiedi immediatamente scusa prima che ti punisca severamente per la tua dabbenaggine!!- ordinò Icedevimon sguainando i suoi affilati artigli.

 

- COSA?!? Chiedere scusa?? A chi?!! Ma fammi il piacere razza di demone candeggiato!

 

- Junpei calma, lascialo stare, non serve sprecare fiato con uno che ha manie di grandezza… Lascialo cuocere nel suo brodo, magari si scioglie!- scherzò duramente Takuya, fulminando l’essere con lo sguardo.

 

- Misero omuncolo, come ti permetti?! Quando porterò via quella ragazza, non avrai così tanta voglia di scherzare, te lo posso giurare, fosse l’ultima cosa che faccio!- replicò il mostro puntando il dito in direzione di Izumi.  

 

- Tu provaci solamente, e non vedrai più la luce del nuovo giorno!- reagì l’umano con accento forte e sprezzante. Strinse a sé  la Digiprescelta del vento quasi respingendo Icedevimon con il forte castano dei suoi occhi.       

 

- Prova ancora una volta a ripetere ciò che hai detto!! Provaci se hai fegato per farlo!! Sei un…   

 

- Basta così, Icedevimon! Non c’è bisogno di continuare.- la voce di Kouichi interruppe la frase del bianco Digimon che ammutolendo, obbedì all’istante, lanciando in seguito una smorfia nei confronti di Takuya.

 

- Non commettere altri falli… non ti coprirò più questa volta.- sibilò Ladydevimon verso il freddo compagno. 

 

- Basta giocare! E’ arrivato il momento.- con un rapido movimento del braccio, Kouichi avvolse l’intreccio metallico nel quale si trovava, con un denso fuoco oscuro che andò a dissolvere le sbarre di ferro in pochi secondi.

I ragazzi, esterrefatti, osservarono silenziosamente il gelido metallo, liquefarsi avvoltolato dalle nere fiamme.      

 

Allo schioccare delle sue dita, la folta schiera di Metalridermon avanzò simultaneamente verso il gruppetto, circondandoli.

 

Un cavaliere di metallo, consegnò Kouji nelle mani di Ladydevimon che immobilizzò il giovine con un nastro di energia oscura.   

 

- Non temere… tra un po’ sarà tutto finito.- disse la demone, trascinandolo.

 

Kouji imputò i piedi al suolo, ma ben presto dovette arrendersi alla forte striscia che lo privò di una parte d’energia, sufficiente a farlo cedere.

 

- Che… che mi succede…- mugugnò con voce strozzata.

 

- Il potere maligno della fascia ha assorbito una parte della tua forza vitale… tranquillo, ho tolto solo quel poco che serviva a farti venire la voglia di scappare.- rispose la demone portandolo poi via.       

 

- Ko-Kouichi!! KOUICHI!!!- strillò lui voltando il capo in più direzioni. Suo fratello era scomparso. Di lui, nessuna traccia. Cercò di stanare i suoi compagni, ma le larghe schiene dei Metalridermon, coprivano tutto.

 

- Kouji!!! Kouji!!!- gridò Takuya mentre la punta affilata di una lancia, gli si stagliò contro, richiamandolo a calmarsi.

 

- Siete come tanti topolini in trappola! Toh! La stessa frase che ho detto alla biondina poco prima che svenisse… che fortuita coincidenza…!- espresse Icedevimon parlando dall’alto della sala.

 

Takuya sollevò il capo, ancora una volta con lo stesso sguardo carico di rabbia.

     

- Smettila di innervosirci! Sei solo un codardo! Voli via al primo accenno di pericolo! Vieni giù se ne hai il coraggio!- Junpei aggrottò le sopracciglia, agitandosi furentemente, ma Tomoki, cercò di farlo smettere.

 

- Calmati JP! In questo momento non siamo nella situazione più favorevole per litigare… vuoi che ci infilzino come tanti spiedini?!

 

- Non posso digievolvere ma… prendere a pugni si! - Junpei serrò le mani a pugno deciso a picchiare uno di quei grossi Digimon ma, improvvisamente il cerchio compresso di Metalridermon si aprì permettendo loro di vedere.

 

Kouji era disteso al centro del recinto fatto di candele rosse.

Il nastro nero che prima gli circondava il corpo, era svanito.

Nonostante tutto, quel tondo con centinaia di candelotti gli impediva di compiere qualsiasi movimento come fosse un potente sortilegio.

 

Girò lo sguardo verso i suoi compagni, vide i loro visi pieni di rancore.

Voleva andare via da quel posto, e soprattutto, voleva capire.

Cos’era successo a suo fratello?

Le domande gli vennero meno quando una mano calda dalla pelle morbida, gli si poggiò sulla guancia.

Alzò gli occhi, oscillando.

                          

- Povero il mio fratellino… sei confuso? Lo immagino… vuoi che ti spieghi?- Kouichi, accovacciatosi accanto a lui, lo fissava con occhi bui e intensi.

Occhi privi di luce, diversi dal solito.

Occhi quasi… estranei.  

 

- Perché ti comporti così? Non sembri…nemmeno tu…- pronunciò con un filo di voce il moretto dai capelli lunghi.

 

- Davvero? Come dovrei comportarmi secondo te?- fece storcendo le labbra-  Stai prendendo un granchio fratellino caro… guardami bene, mi vedi diverso?!- le mani del giovane Kimura  pressarono il mento del ragazzo, obbligandolo a sollevare il capo verso di lui.

 

I due gemelli rimasero in silenzio, fermandosi con gli occhi.

Ci fu un breve attimo di agitazione.

Kouji trattenne il respiro, percependo un forte potere oscuro, diverso dal solito. Un potere freddo e privo di calore.

Poi sobbalzò, con labbra tremanti.

- Tu… tu non sei mio fratello!!- disse appena, con voce spezzata.  

 

Takuya e gli altri trabalzarono per un’attimo.  

Non poteva trattarsi di un clone, Ninzokumon era da escludere, se ne stava lì su una colonna di pietra con le gambe incrociate, gustandosi la scena come fosse in un cinema.

Forse… un altro Digimon con la stessa capacità di mutare aspetto?

Mille ipotesi, ma nessuna risposta concreta, fin quando Kouichi

 

- Mi deludi Koujimmmno no… non ci siamo…- pronunciò scuotendo il capo- Ti sbagli perchè… sono proprio io, tuo fratello, non dirmi che non mi riconosci più? Che fregatura, ti facevo più acuto, più attento più “lungimirante”, se vogliamo usare parole importanti… eh eh!- sorridendo beffardamente, fece leva sulle sottili gambe, discostandosi da terra.

 

- Padrone, è ora.- asserì Ladydevimon restando fuori dall’anello di candele.

 

- Accipicchia come passa il tempo… beh, mi spiace, sono desolato ma l’ora dei giochi è finita… non temere, non dovresti provare un grande dolore… almeno per me non è stato così…      

 

- Che-che significa… che mi succede…- Kouji cercò di parlare, ma un forte bruciore al petto lo privò del respiro. Come se tutto ciò non bastasse, il caos più totale regnava ancora nei suoi pensieri, rendendogli quegli attimi insostenibili.   

 

Il gemello sorrise di poco, voltando di spalle.

Mosse un passo, ma qualcosa gli ostacolò i movimenti.

 

- Dov’è mio fratello… che… gli hai fatto..?- il prescelto della luce afferrò la gamba del giovane, e la strinse a sé.

 

Con aria alquanto sbalordita, Kouichi restò stizzito ma sorpreso.

 

- Però! – esclamò senza accennò di rabbia-  Devo ammettere che hai energie da vendere… nonostante il cerchio impedisca di muoverti, hai trovato il modo, anche se in minima parte, di ostacolarmi… bravo, mi complimento per il tuo impegno. Peccato solo che non ti servirà a granché… al contrario, mi costringi ad aumentare la potenza della barriera a discapito tuo…

Un semplice schioccò delle dita amplificò le fiammelle che scaturivano dai candelotti rossi. Il fuoco si colorò di nero, e una scarica elettrica, accerchiò quel posto.

 

- AAAAAHHH!!!!!!!!!!!- urlò Kouji incollato al suolo.

 

- KOUJIII!!!!- strillarono i suoi compagni vedendo lo scintillio di schegge elettriche, schioccare sul pavimento.           

 

- Prova a muoverti ora…se riesci! – annunciò Kouichi osservando il ragazzo riverso a terra.

 

La mano che prima gli teneva la gamba, si allentò a poco a poco, sbattendo senza forze sul lucido rivestimento. 

Sembrava svenuto, ma ancora una volta, le sue labbra trovarono la forza di muoversi ancora.

 

- Tu… tu…restituiscimi mio fratello…

 

- Cosa?!!- tuonò il prescelto delle tenebre- Fai il leone anche adesso che sei solo una misera formica?! Sei penoso!- reso furioso da quelle parole, Kouichi alzò la gamba sbattendo violentemente la suola di gomma della sua scarpa da ginnastica, sulla testa del prescelto - Non credere che solo il fatto di essere mio fratello, ti dia il diritto di mancarmi di rispetto! Non mi importa se sei sangue del mio sangue, per me tu rappresenti solo un’involucro contenente quello che per troppo tempo ho atteso e che adesso sarà mio!! - Chinò la schiena, puntando gli occhi in avanti, afferrò Kouji per il bavero.

Delle massicce funi emersero dal nulla, quasi create dall’aria e avvolsero le braccia del giovane Minamoto, sostenendo il suo corpo. 

 

- Che vuoi fargli?!! – vociò all’istante Takuya.    

  

- Taci! Non hai diritto ad intrometterti! – replicò Icedevimon, con aggressività. 

 

- Mmm… rimane un altro po’ di tempo prima che la barriera del tuo corpo s’infranga… allora fratellino… vuoi che risponda ai tuoi quesiti? Vero? Te lo si legge negli occhi… dopotutto…sono lo specchio dell’anima, ricordi?

 

- Tu…come fai a…

 

- Sccc…non parlare…- fece poggiandosi un dito sulla bocca- Ma ascolta.- concluse battendosi lo stesso dito sull’orecchio.    

 

Chiuse gli occhi, inspirando lentamente. - Tutto è cominciato quando voi, cinque anni fa, riportaste la pace su Digiworld… ricordi? Beh, come puoi non farlo… Tornaste a casa, apprendendo che il tempo nel mondo reale si era fermato nel momento in cui voi vi eravate allontanati dalle vostre abitazioni.

Io ero salvo…dopo il trauma dovuto alla caduta, mi ripresi subito grazie al vostro “amore”. Rammento ancora quando mi svegliai nella sala di quell’ospedale, vedendo i vostri volti. Eravate tutti così felici, con le lacrime agli occhi! E così… gli anni passarono… tu avevi instaurato un buon rapporto con mia… cioè, nostra madre, e io viceversa, con papà. Eravamo felici, allegri, ridavamo, scherzavamo stavamo insieme… puah.. che disgusto… tutte cose che non ho mai sopportato… o meglio…che l’altra parte di me stesso non ha mai digerito…ma…- le labbra del giovane Kimura, si fermarono.

 

Kouji restò in silenzio, ascoltando a lungo quelle parole. Che voleva dire con “l’altra parte di me stesso”?           

 

Kouichi continuò.

 

- Un’anno fa… esattamente un’anno fa… una forte sensazione mi svegliò in piena notte.. sentii un suono strano, come una nenia, provenire da sotto il letto… scattai in piedi cercando di accendere la luce, senza esito, però. Allora mi avventai sul pomello della porta, e cominciai a tirare. Invano anche questa volta. Capii che qualcosa non andava, la mamma non poteva avermi chiuso dall’esterno, la chiave della mia camera era solo in mio possesso e per giunta non riuscivo nemmeno a trovarla! La confusione mi assalì presto, ma cercai di mantenere la calma. La camera rimase al buio. Tutti i bambini hanno paura del buio. E tutti i bambini, hanno paura di ciò che può nascondersi al di sotto del proprio letto… che sciocchi… se io non avessi guardato, a quest’ora sarei rimasto ancora l’insignificante ragazzo dai modi gentili ed educati… a quest’ora non avrei mai risvegliato l’altra parte di me stesso, la parte più forte, la parte più potente, la parte più… vera! Quella che mi appartiene, quella che mi permetterà di risvegliare la creatura più potente di questo mondo, e di unirmi a lui, diventando un solo unico essere che conquisterà questo e il vostro misero mondo!! Compresi naturalmente i suoi patetici abitanti!!!!! La sentenza è questa, aprite bene le orecchie Digiprescelti – scandì a voce altisonante divaricando le braccia al cielo-  Lucemon rinascerà in me, e per voi non ci sarà scampo!!!!! Obbedire sarà l’unica salvezza!!!!!!!!! Io sarò Lucemon!!!!!!! Iiiiiahhhhhahahahahahahaahahah!!!!!!!!!- Con una folle risata decretò la fine delle sue parole.

 

Il cuore di Kouji si fermò.

Takuya, Tomoki, Junpei, i piccoli Bokomon e Neemon, restarono pietrificati. Con un’espressione avvolta dallo sgomento.

Lucemon sarebbe ritornato per mano di Kouichi? Il pacato e garbato Kouichi?

“No, assurdo!”

“Non può essere così!” Pensarono all’unisono i ragazzi. “Impossibile!!”

   

- …Non può essere……. Tu non…… - sussurrò il flebile tono gettato dalla voce di Kouji. Scosse la testa più volte, non poteva credere a quanto detto. Sperò di svegliarsi, sperò ancora una volta che si trattasse di un sogno, uno dei suoi tanti incubi che lo accompagnavano la notte ma, fu in quel momento, che suo fratello gettò via quelle piccole speranze, facendolo sprofondare nello sconforto.          

 

- Che c’è, sei sorpreso di sapere che il tuo amato fratellino è assetato di potere ? Ti sembra strano, che io, Kouichi Kimura, possa riemergere dal guscio dell’anonimità, diventando padrone di due mondi? Rispondi!!- disse con fare imperioso, agguantandolo per la maglia.

Minamoto non aprì bocca. Continuò a scuotere il capo serrando fortemente gli occhi.

Non poteva trattarsi della realtà, era tutta finzione, un gioco che doveva terminare con un lieto fine, come spesso accade. Ma questo, sembrava non averne. - Ti sembra strano che uno debole come me, un bel momento diventi il signore supremo dell’intero universo? Ti sembra così strano?! Pensavi me ne sarei stato in disparte, vivendo come l’ombra di te stesso, mentre TU continuavi ad emergere? Tanta popolarità, tanta serenità, adesso non ti serviranno a nulla, perché sono io che detto le regole del gioco!! Adesso sono IO che verrò acclamato e lodato da tutti!! Tu sarai il mio povero e miserabile fratellino, che tutti metteranno da parte, sarai solo un cagnolino… si, diventerai il mio cagnolino personale!! Sarà divertente vedrai!! Sei contento? Eh?! PARLA!- tuonò con sguardo folle- Sei contento?!! Scommetto che muori dalla voglia di uccidermi, vero?!! Rispondi quando ti parlo!!!- esclamò picchiandolo inaspettatamente al volto, con un violento pugno.

 

Dal labbro inferiore di Kouji spuntò una sottile striscia di sangue che finì giù per il collo, arrestando sulla maglietta smanicata.

Con respirò tremante, cercò la forza di fissare suo fratello negli occhi, e trovò coraggio per farlo.   

- Non mi importa ciò che dici…tu sei…mio fratello…

 

- Idiozie!! Che cosa vuoi che mi interessi… si, siamo molto identici, questo è vero, ma nell’animo, c’è una grande differenza. Tu sei debole, io no! Tu sei una nullità, io no! Tu finirai nel dimenticatoio, IO NO!! Puoi provare affetto per me, non te lo nego, dopotutto sotto quella tua espressione da duro, si nasconde una persona dai candidi sentimenti… perché mi guardi con quegli occhi svigoriti? Non puoi odiarmi?- fece il gemello con tremenda ironia osservando quel viso spento e abbattuto-  Ho spezzato il tuo piccolo e tenero cuoricino? Vero? Me ne frego!! Amami, rispettami, piangi pure per me, ma sappi che da questo momento in poi, tuo fratello non esiste più!!!

Le dure parole di Kouichi, riecheggiarono come possenti colpi, largendo allo sguardo di Kouji un velo fitto di dolore.

 

No. Non era un sogno.

Fu allora che il ragazzo serio e taciturno dal carattere scontroso ma al tempo stesso premuroso, lo capì.

Ritornò in se.

Rimase intontito, con il cuore carico di dolore.   

In questi cinque anni, lui e Kouichi erano riusciti a recuperare quei dodici di lontananza, saldando un fortissimo legame.

Nel loro rapporto, piccoli screzi avevano portato i due a non parlarsi per diversi giorni, finché poi non era Kouichi stesso a fare il primo passo per rimettere a posto le cose.  

Ma…ora…

      

 

Il tempo impiega tanto a costruire un rapporto, e un cuore saturo di crudeltà si serve di poco per distruggerlo.

         

 

Questa è la storia di due gemelli separati dalla nascita che si ritrovano grazie all’esperienza più assurda tanto quanto incredibile che possa accadere nella vita di ben pochi individui.

Componendo la famiglia, aiutandosi a vicenda, lavorando spalla a spalla, insegnando ai propri genitori il modo giusto della vita, facendogli capire i propri errori, dando loro un grande insegnamento.

 

Si dice che l’adulto insegni al piccolo la maniera retta di crescere.

In alcuni casi però, l’età diventa solo un semplice gioco anagrafico.  

La mente, è ciò che ha importanza. La grandezza d’animo, non di anni.  

Una mente saggia racchiusa nel corpo da bambino.

Così come una mente ingenua racchiusa nel corpo di un uomo.

 

Fratelli che si allacciano, legami che si saldano, eppure… in quei brevi attimi…  

Tutto si frantuma, divenendo cenere.

 

 

________________________________________________

 

 

                 

 

Messaggi da parte dell’autrice:

 

Dopo una lunga, interminabile assenza, finalmente riesco ad aggiornare!!!!!!!!!!!!!!!!!

Quasi non ci speravo più…!!!!!!!!!!!!!!!

Vi sarete sicuramente chiesti che fine ho fatto…ebbene ecco…c’è stata una piccola cosa che ha rivoluzionato completamente la mia vita. In poche parole, ho iniziato a lavorare !

Tra corso d’inglese che ho cominciato ad Ottobre, e lavoro, posso ampiamente affermare che non ho più nemmeno uno straccio di tempo per seguire le mie passioni!! ;___; 

Il giorno registro i cartoni che mi piacciono, e poi li rivedo di notte (unico momento libero) facendo però fatica ad alzarmi la mattina… un macello!!! La cosa più buffa poi, è che lavorando in un negozio di videogames e anime, ci sto a contatto tutto il giorno ma non posso permettermi distrazioni!! Nemmeno giocare alla play!! Tranne qualche rara occasione che mi concedono i bravissimi titolari che ormai sono diventati la mia seconda famiglia! 

OOOH!!!  Con tutta onestà, mi siete mancati!!

E mi sono mancate anche le mie fanfic! Ritornare a scrivere per me è stata una bella cosa. Poi dopo questa lunghissima assenza,  sono tornata più carica di prima! Tanto da iniziare una nuova storia dedicata al videogame della Capcom, Resident Evil. E poi ho intenzione di fare anche una nuova fanfic sui Digimon, naturalmente! Prima però, devo impegnarmi a finire questa qui, che col tempo per me è diventata assai importante.

Spero tanto che molti di voi ritornino a leggere questa mia fic, accompagnandola fino alla fine, con il vostro incredibile supporto e smisurato affetto! ^___^

Detto tutto ciò, passo a raccontare questo dodicesimo capitolo! 

 

La “rivelazione”, anche se in parte, del contorto groviglio di questa storia, la trovate proprio qui dentro!

Allora…premetto che inizialmente l’idea di Kouichi come “tramite” o “portale” delle forze del male, mi sembrava un tantino scontata…però poi…analizzando alcuni fattori, il personaggio mi ha permesso di creare intrecci e punti piuttosto interessanti per continuare il racconto, senza calcolare ciò che poi avverrà in seguito. In parte ancora un po’ confuso e non del tutto delineato ( quando penso di aver trovato una buona continuazione, ecco che ne spunta un’altra più interessante che la sostituisce…), ma cercherò di dare il massimo per una storia che vorrei diventasse ben costruita ma soprattutto emozionante e coinvolgente. Forse chiedo troppo da me stessa, ma ci proverò ugualmente perché molti di voi mi danno la carica e la spinta per continuare a migliorare! ^___^

Poi, passo finalmente a rispondervi!!!

Lo so, faccio ampiamente schifo…6 mesi di ritardo!! >.< 

Obbrobrio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!  

 

Per Justice Gundam: tantissime grazie per la tua recensione!! Mi ha fatto moltissimo piacere leggerla! Sei sempre così clemente e forse troppo buono nei miei confronti… sinceramente non lo meriterei -_-“ non ho più risposto alla tua mail e in più non ho trovato il modo per leggere la tua fic!!!!! Obbrobrio anche questo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non appena mi organizzo un pochino meglio, mi metto subito a scriverti e spero che mi perdonerai per non averlo fatto prima… in questo periodo mi sembro una trottolina… O_o

Riguardo le Digievoluzioni degli altri, ci saranno, eccome se ci saranno! Ma non saranno le sole…tempo 6/7 capitoli e vedrai! A presto Just! Domo arigatou!

 

Per mel’91: le risposte sul sogno di Kouji le troverai nei prossimi capitoli dove finalmente sarà svelata l’identità di quella oscura figura! Grazie per la recensione e scusa se ti ho fatto aspettare per questo nuovo chap…spero ti piaccia!

 

Per Kaho_chan: Kaho-Kaho-Kaho!!! Perchè mi sei così simpatica?! Oserei definirti grandiosa nelle tue recensioni! Sai come far felice gli altri e lo fai con il cuore e con amore per ciò che ti piace! Questo ti fa onore! Sono doppiamente commossa di averti conosciuta, e questo mi carica di allegria e contentezza! *^_^* 

Eccoti il 12 che sgarbuglia le cose ma le ingarbuglia di nuovo…! Poi poi…per Taki e Izumi…credo proprio che i capitoli dal n°14 in avanti, ti saranno piuttosto graditi! ^___- Cucio la bocca e non dico più nulla ^x^ a buon intenditor…! Un grosso bacione Kaho-chan!

P.S. Acc! Scordavo… Izumi è stata la prima a raggiungere Digiworld perché…odio dirtelo ma…lo conoscerai tra qualche chap!

 

Per Driger: benvenuta anche a te! Sono felice di sapere che un’altra persona si sia unita al formidabile gruppetto di altrettanti ragazzi/e che leggono questa mia storia! Spero di non deluderti e grazie per aver lasciato un commento graditissimo e assai prezioso!

 

Per Francesca Akira89: Allora…ti ho fornito abbastanza risposte con questo chap? Spero di sì…ma temo che tra non molto rispunteranno nuovi quesiti… riguardo Ice, ha voluto Izumi per servirsene in seguito, come hai visto. Ma alla fine…il bene, questa volta, ha trionfato! Chissà se sarà sempre così…! ^^”

 

Ringrazio come sempre tutte le nuove persone che hanno deciso di leggere questa mia fanfiction!

 

Prima di salutarvi, vorrei dire qualcosa riguardo i prossimi aggiornamenti.

Pregherei tutti voi di portare un po’ di pazienza, in questo momento non riesco a prevedere quando mi sarà possibile aggiornare la storia con un nuovo capitolo. Questa è una cosa assai seccante, sia per me che soprattutto per voi.  Una storia letta a rilento rischia di sgranarsi poco alla volta.

Una cosa è certa, non passeranno atri 6 mesi!!

Forse una quindicina di giorni, massimo un mesetto…purtroppo non riesco a fare di meglio, lo vorrei tanto, credetemi! È una cosa che farei con tutto il cuore, ma in questo momento non mi è proprio possibile…Mi dispiace moltissimo, vi chiedo scusa. Davvero, scusate.

A tutti quanti, auguro un Buon 2006!

 

Sempre con un sorriso

  

 

 

                                                                                                              Botan  

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

  

    

 

           

 

 

 

   

 

 

 

         

                                                                               

 

     

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Fuga dal tempio ***


Kouichi guardava il fratello con aria soddisfatta

                                                              Capitolo 13

________________________________________________

 

 

 

 

Kouichi guardava il fratello con aria soddisfatta.

Sembrava felice, allegro nel vedere il dolore impresso su quel viso pallido e smarrito.

Lo fissava senza sosta, compiaciuto.

Il giovane Minamoto non riuscì ad abbassare il capo, era come bloccato, perso.

Quello che aveva di fronte, di li a poco sarebbe diventato il suo più grande nemico.

E questo gli riempiva il cuore di tanta sofferenza.

 

I due gemelli rimasero zitti, comunicando attraverso lo sguardo, ma oramai quello di Kouichi non era più lo stesso.

 

- Non sai più che dire, eh? Il serpente ti ha mangiato la lingua? Oppure stai cercando di concentrarti per trattenere le lacrime? Ho fatto centro?!- pronunciò il prescelto delle tenebre con ironia sprezzante.

 

In parte aveva ragione, pensò Kouji stringendo i denti.

Si, stava sforzandosi di non piangere, tanto non sarebbe servito a nulla.

 

Prese coraggio, tentando di parlare ma, improvvisamente un forte bruciore al centro del petto, lo fece bloccare. 

Un torpore incessante gli martellò il torace, come il suo interno contenesse qualcosa.

 

- Ci siamo!- esclamò il gemello dai capelli corti, con occhi carichi di smania.

 

- Che mi sta succedendo…io non riesco a…- Kouji cercò invano di esprimersi, ma il dolore aumentò. Le grosse corde che gli serravano le braccia, lo strinsero maggiormente, mentre Kouichi si avvicinò a lui portando un braccio in avanti.

 

- Ti fa male, vero? Tranquillo, tra un po’ passerà tutto, ti prometto che farò in un attimo, giusto il tempo di infilarti la mano in petto e afferrare la “Chiave della Luce”!!! Eheh!!

Kimura finì la frase nello stesso momento in cui il suo braccio si aizzò violentemente contro l’addome del fratello.

 

Takuya e gli altri rimasero di stucco nel vedere il lungo arto affondare nel petto del loro compagno.

Kouji digrignò i denti, cercando di controllare il dolore. Tuttavia però, la mano di Kouichi che cercava ardentemente qualcosa, lo fece urlare.  

Tomoki iniziò a singhiozzare mentre Takuya, per rabbia, sferrò un calcio al pavimento.

Inaspettatamente, un bagliore accecante fluì di sprizzo dal petto di Kouji, proprio come aria racchiusa in un palloncino bucato.

 

Ladydevimon e Icedevimon coprirono gli occhi con un braccio, scostando il capo lateralmente per evitare di venir accecati dalla luce. Ninzokumon invece, come niente fosse, s’infilò un paio di occhiali da sole, estratti dalla manica del suo costume, proprio sul naso, in modo da ripararlo dai fasci abbaglianti.

 

- AAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!- gridò Kouji sentendosi lacerare il petto.

La luce aurea racchiusa all’interno del suo corpo, gli strozzò la parola, bruciando come fiamme di un rosso fuoco.

Cercò di muoversi, ma le pesanti funi, gli tarparono il movimento.

 

- Urla pure quanto ti pare, la cosa non mi tocca!! Ciò che voglio è la chiave!! E la otterrò!!  

Kouichi sollevò l’altra mano, immettendo anch’essa nel punto designato.  

 

- AAAAAAAAAAAHHH!!!!!!!!!!- urlò ancora Kouji, con voce salente così quanto il dolore. Strinse ancora una volta i denti, così forte da fargli assodare gli zigomi. Con gli occhi serrati e le mani pressate in un forte pugno, le dite slittarono sulle corde, graffiandone la ruvida superficie.

 

- KOUJIIIIIIII!!!!!!!!!!- lo chiamò Takuya, urlando. 

 

- Lascialo!!!!!! Fermati!!!- si sgolò Tomoki con le lacrime agli occhi.

 

- Dannato!!! Che tu sia dannato!!!- dichiarò Junpei, con esclamazione collerica.

 

Intrappolati dai Metalridermon, i tre Digiprescelti rimasero ad osservare, incapaci di agire.

Takuya scosse forte la testa, ancora una volta si sentì inutile.

Guardò Izumi, rimasta priva di sensi dopo la battaglia avvenuta poco prima.

Anche quando la ragazza fu portata via da quelle grosse guardie, non poté reagire. Rimase accasciato al suolo, guardandola andar via con il cuore carico di rabbia.

E ora… la stessa scena stava ripetendosi con il suo migliore amico.

 

- Kouji non mollare!!! Tieni duro devi farcela!!!- fece il prescelto delle fiamme, stringendo a sé Izumi.

 

Kouichi lanciò uno sguardo al gruppetto di ragazzi e abbozzando un falso sorriso si voltò poi in direzione del fratello.

- Hai tanti amici che ti voglio bene…! Questa è una cosa che non ho mai sopportato! Ti sei sempre distinto da me per questo tuo carattere rigido e solitario, ma nonostante questo, tutti preferivano sempre te, la tua amicizia. Ho sofferto per questo, lo sai? Ma ora è giunto il momento che lo faccia anche tu!!- esclamò Kouichi infierendo di più sull’addome.

 

Kouji emise uno strillo strozzato. Oramai era quasi allo stremo. Voleva mollare, abbandonarsi all’oscurità, cadere in un sonno profondo lasciandosi alle spalle tutte quelle brutte sensazioni, quegli incubi che lo stavano poco alla volta lacerando.

- Tu…tu…Ko-Kouichi

Poche parole riuscì a divulgare.

Il dolore lo stava sopraffando.

Le mani di Kouchi non accennavano a fermarsi.

Kouji sentì un pesante groppo in petto, come se qualcosa di vivo stesse cercando di proteggere un potere molto importante.

 

- Kouichismettila…-pronunciò ancora una volta Kouji.

 

Kimura sbuffò, trovandosi ostacolato da tanta insistenza. 

- Sei sempre stato il solito esibizionista, tra noi due il più forte eri tu, ti sei conquistato l’attenzione e la stima di tutti mettendo me in secondo piano! Io per gli altri sono sempre stato “il fratello di Kouji” e nulla più! Nessuno mi ha mai considerato realmente, tutti volevano solo te, nient’altro che te!! Vuoi fare il duro e invece… getta la maschera e ammetti di essere solo un miserabile DEBOLE!!!- il moro aizzò le braccia in avanti con possente impeto, la luce nel petto di Kouji diventò più intensa, più forte. Il guerriero delle tenebre socchiuse le dita, fulmineamente. Un’espressione di soddisfazione apparve sul suo volto.  

Presa!!- dichiarò con frenesia.

Ritirò le braccia, facendo forza per estrarle dal torace del fratello.

Man mano che le dita furono visibili, una sfera sfavillante dal luccichio intenso, apparve tra le sue dita. Kouji gridò finò a scoppiare, il forte urlò raggiunse in un attimo il soffitto del tempio, che troneggiò.  

All’interno del bozzolo comparì la nitida sagoma di una chiave, formata interamente di cristallo. La superficie, liscia e trasparente, luccicava saettando tra le dita di Kouichi.

 

- E’ lei!- proferì Ladydevimon scostando il braccio dal viso.

 

- E’ una bomba di luce…! Pazzesco!- esclamò Icedevimon , tremante.

 

- Eccola!!! Adesso è mia!!!!! Solo mia!!!!!! Hahahahhhhaaaahahhah!!!!!

 

Kouichi si lanciò in un folle riso, agguantando il preziosissimo oggetto con una tale bramosia, da renderlo avido agli occhi dei suoi compagni.

 

Perfino Bokomon e Neemon furono spaventati da quel suo modo di fare.

 

Strinse la luminosa bolla, pressandola tra le sue dita.

 

- Guarda qua, Kouji Minamoto!- esclamò sbattendo l’oggetto agli occhi del fratello- Questa è la chiave che mi permetterà di risvegliare l’anima di Lucemon e diventare un unico e potente essere che sottometterà l’universo!!! – concluse urlando con meraviglia per ciò che reggeva tra le mani.

 

Kouji spostò di poco lo sguardo sulla bolla sfavillante, restandone attonito.

Una chiave stupenda, dalla forma stilizzata e assai lunga, composta totalmente di chiaro e limpido cristallo assai puro da sembrare acqua. Gli occhi del ragazzo si rifletterono in quell’oggetto, tanto da perdersi nella sua gentile trasparenza. Si sentì come protetto, quasi tranquillo nel fissare quel bastone di luce.   

Il foro al centro del torace si richiuse lentamente, e le pareti del tempio, non più illuminate dalla quella vigorosa lucentezza, ridiventarono buie. 

Kouji strabuzzò gli occhi, riprendendo a respirare.

Il bruciore svanì, così come le corde che lo tenevano legato.

In quell’attimo preciso, però, le lunghe e sottili gambe, prive di energia, lo abbandonarono, così da farlo cadere al suolo.   

Deglutì a fatica, con il fiato pesante. Si portò una mano in petto, agguantandosi la maglia.

Il buco non c’era più, il tessuto della canotta era completamente integro, senza lembi stracciati o residui di stoffa sfilacciata.

“Un’energia così potente, un oggetto così importante…”

 Pensò ascoltando i batti impazziti del suo cuore.

 

Mille ipotesi presero presto il sopravvento, assalendolo.           

Ma prima ancora che tutto ciò potesse essere concretizzato, un dolore alla nuca lo fece scrollare.

 

- Pretendo che mi guardi in faccia! Altrimenti come faccio a raccontarti ciò che trovai sotto il letto se i tuoi occhi impauriti non mi fissano?- disse Kouichi tirandogli la lunga coda nero corvino.

 

Costretto dalla presa, Kouji si arrese dovendo alzare gli occhi in direzione del gemello.

Minamoto provò un forte senso di imbarazzo nel fissarlo. Ebbe un’attimo di esitazione che lo trascinò a slittare lo sguardo verso il basso, ciò nonostante decise di non fuggire, e il blu alabastro dei suoi iridi, ritornò fisso su quel viso gemello.    

 

- Così va meglio! Eh eh sei diventato davvero il mio cagnolino… guarda che occhi!- proferì il guerriero delle tenebre, fissandogli le pupille lucide.- Ok, basta scherzare. Ti racconto tutto dal principio, così le idee ti, e vi saranno più chiare! Sapete perché vi ho fatto venire a Digiworld?- seguitò poi, rivolgendosi anche al resto del gruppo.

 

- Se non la smette di fare il dispotico, con quel suo tono imperioso, butto giù come tanti birilli questa fila di cosi metallici, e gli spacco la faccia!!- asserì Junpei stringendo entrambe le mani a pugno.

 

- Calmati J.P. E’ questione di attimi…- pronunciò appena Takuya, con un sorriso celante qualcosa di minaccioso.   

 

Bokomon guardò la mano del giovane guerriero, stringere bramente il D-Scan.

Se la situazione non si fosse al più presto placata, Takuya, digievolvendo, avrebbe oltrepassato la barriera di Metalridermon, gettando nel caos più totale, l’intero tempio.

   

- Non sapete rispondere?- irruppe Kouichi- Immaginavo… Beh, vorrà dire che lo farò io per voi… aprite bene le orecchie! - implicò il tenebroso giovane.- Quella giorno… Erano le due o forse le tre di notte quando sollevai le lenzuola del mio letto. Un anno fa. Cominciò tutto da lì. Ricordo che il cuore principiò a battere velocemente. Lo ammetto, avevo paura, ma nonostante tutto, mi feci coraggio. Poggiai le ginocchia al pavimento. La nenia assordante cessò di botto. Non avevo una torcia con me e le luci della camera e della lampada, erano entrambe fuori uso. Chinai il capo in basso, sporgendomi in avanti. Benché fosse buio, mi parve di vedere, quasi nitidamente, un volto. Pensai con stupidità “è la mia immaginazione! Meglio andare a dormire!” stavo per rialzarmi ma, dal quel nero profondo, qualcosa afferrò il mio collo. Sentii una fredda stretta premermi la gola fino a levarmi il fiato. Tentai di reagire, mi afferrai con tutte le forze al piedino metallico del comodino, fino a farlo quasi cadere…ero debole e nulla potevo contro una forza maggiore che a breve, mi trascinò sotto, risucchiandomi nel buio. Inutile fare resistenza, quando riaprii gli occhi dopo essere svenuto, capii che oramai il mio destino era segnato. Fu allora che feci il primo incontro con “lui”.- Kouichi si fermò, ghignando appena.

Kouji e i compagni restarono zitti, con orecchie attente, fino a che il padrone dell’oscurità non implicò il fratello a dargli una risposta.

 

- Vediamo se indovini, coraggio…

 

- Lucemon…-pronunciò appena Kouji.

 

- Hai un’intelligenza intuitiva e rapidissima, fratellino mio!- rispose prontamente Kouichi scompigliandogli i capelli.

 

- Smettila di giocare fingendoti quello che non sei!- esclamò il ragazzo per tutta risposta, guardandolo con un volto toccante.

 

- Giocare?! Hai ancora voglia di fare il galletto dopo tutto ciò che ti ho detto?! Toglimi una curiosità… i discorsi che ho fatto prima, li hai ascoltati, vero? Oppure ti trovavi in una dimensiona parallela creata dal tuo debilitato e ristretto cervello? Eh? Oppure ancora, devo credere che lo fai apposta per stuzzicarmi, mh? Ti consiglio di cambiare atteggiamento, perché ricordati, adesso che ho ottenuto ciò che volevo, potresti anche non servirmi più! Non so se rendo bene l’idea…! – Kouichi sogghignò aspramente, sfoggiando un’aria di grande superiorità.

Kouji continuò a fissarlo, finché non trovò la forza per parlare.          

           

- Perché…Perché mi fai tutto questo?! Io ho sempre creduto nel nostro rapporto, ho sempre creduto nella nostra complicità, ho creduto realmente che tu mi volessi bene, Kouichi!!  

Una lacrima, dal bordo della palpebra, gli solcò il volto sbattendo ritta al pavimento.

 

Vedendo questo, Kouichi non perse occasione per lanciarsi freddamente in una nuova risata.

 

- HA HA HA HA HA!!!!! Un duro che piange come una femminuccia!! Finalmente hai rivelato a tutti la vera natura di miserabile e patetico umano!! Kouji Minamoto altro non è che un debole omuncolo, capace solo di fuggire dalla realtà nascondendosi dietro una maschera!!

Kimura rise a dismisura continuando ad infierire su quel fratello che aveva deciso di ripudiare. Continuava a beffeggiarlo, come se entrambi fossero due persone estranee, come due acerrimi nemici pronti ad uccidersi l’un con l’altro nonostante “indossassero” lo stesso sangue.

 

Kouji chiuse gli occhi.

La rabbia, a questo punto impossibile da reprimere, schizzò all’insù vertiginosamente, sorprendendo tutti.

Trovò perfino la forza di sollevarsi da terra, ignorando il dolore della sua chioma stretta da tre la mani del fratello.

Lo guardò dritto negli occhi, stavolta carico di sfida, e con fulminea rapidità, gli assestò un pugno in pieno viso.  

 

Nel Tempio della Settima Torre, il silenzio calò improvviso.

La smorfia derisoria sulle labbra di Kouichi, si cancellò.

Al suo posto, una sottile striscia di sangue gli gocciolò giù terminando lungo il collo, seguita a breve da una fine scia rossastra.

 

Kimura stizzì.

Rimase interdetto, privato in un attimo di tutta quella sicurezza che sentiva dentro di sé pochi istanti prima.

 

Kouji lo fissò ancora, poi sputò al pavimento.

- Mi hai tirato un pugno ferendomi il labbro inferiore e sporcandomi la canotta regalatami dalla moglie di MIO padre. Adesso siamo pari!- disse la voce del ragazzo con la bandana striata, esaminando il colletto della camicia di Kouichi, schizzato di rosso.

 

- Tu……..!!!- mugugnò il gemello malvagio a denti serrati-  Pagherai con la vita questo affronto…! Preparati a….. 

 

 

CRAAAAASSHHHHH!!!!!!!!!!!!    

 

 

La vetrata principale del tempio si fracassò d’improvviso, coprendo il suono acuto prodotto dalla voce di Kouichi.

 

- Co-cos’è stato?!?- urlò lui, muovendo freneticamente il capo.

 

Tutti si voltarono verso l’alto del soffitto.

La cupa luce al di fuori del tempio, entrò netta dal grande foro, ma subito dopo quel raggio nerastro fu avvolto da una spirale di bagliori.

 

 

- SEPHIROT CRYSTAL!!!     

 

Vociò una suono dal tono tenue ma forte.

L’enorme portone del tempio schizzò via alzando un gran polverone.

Le assi di legno e i pezzi di metallo sbatterono al pavimento disintegrandosi per il forte impatto.

Alcuni Metalridermon caddero a terra, spinti dalla sola onda d’urto provocata dall’aria. 

Il fumo grigiastro si diradò in brevi attimi, divorato da una luce intensa che a sua volta rivestì una figura dai tratti imprecisi.

I presenti aguzzarono lo sguardo man mano che il misterioso personaggio prendeva forma.

Una raffica di vento spazzò via quella fosca fuliggine che poi scomparve rivelando a tutti l’identità di quell’essere.

 

- Ophanimon?!?!!!- strabuzzò il perfido Kimura, esterrefatto. I suoi scuri occhi, poi, voltarono in direzione del Digimon ninja. – Ninzokumon!!- strepitò gracchiando- Avevo dato ordini precisi, la cella di cristallo doveva restare in continua sorveglianza, giorno e notte!! Come ha fatto ad evadere?!!- urlò ancora con sguardo collerico.

 

- Mio signore le giuro che ho fatto tutto ciò secondo sua esplicita volontà, non so come sia potuto succedere non riesco ancora a capire…- pronunciò la creatura con voce tremante- Razza di burattini metallici!!- tuonò poi verso alcuni Metalridermon- Che diavolo avete combinato??!! Come vi è scappata?!! Rispondete!!- implicò sempre più furente.

 

- Perdonateci è stato un banale attimo di distrazione!- rispose uno di loro- Dei pipistrelli hanno attaccato un’ala del sotterraneo, non riusciamo a capire come siano arrivati fin lì, ci siamo allontanati per scacciarli, ma al ritorno la gabbia era aperta e…

 

Prima ancora che il cavaliere di metallo poté terminare le sue tremanti parole, una scarica d’ energia nera lo colpì in petto, sgretolando il suo corpo come sabbia.

 

- INETTI !!!!!!!!!!!!- gridò Kouichi stringendo a se la bolla contenete la chiave.- Farai la stessa fine se la prossima volta commetterai un altro errore!!- esclamò nei confronti di Ninzokumon che s’irrigidì. – Mentre tu… oramai ho ottenuto ciò che volevo, e non provare a bloccarmi, perché a questo punto la sorte di tutti è già segnata!!- fece rivolgendosi alla creatura celestiale.

 

Ophanimon avanzò lentamente, sembrava indebolita, ma nonostante tutto continuò la sua marcia.

I Digiprescelti la guardavano con occhi speranzosi, quasi rassicurati dalla sua nivea presenza, calma, però, sapevano che presto quella sensazione sarebbe svanita.   

  

- Lucemon ha preso una parte del tuo cuore, non lasciare che si impadronisca completamente di te! Ricorda chi sei e ricorda ciò che hai fatto in passato per questo mondo, per la salvezza di Digiworld e il bene dei suoi abitanti!- proferì l’angelo, avanzando sempre più verso il centro del tempio.  

 

- Oramai è tardi per tornare indietro!! Kouichi Kimura, il vecchio Kouichi Kimura non tornerà più!! Sono una persona diversa e non cambierò più nemmeno se uno sciocco e penoso messaggero divino come TE, m’ implorasse di farlo!!!

 

- Che cosa speri di ottenere con tutto ciò? Farai soffrire migliaia di persone, non permettere che un’entità maligna prenda possesso di te, lui vuole solo usarti, senza un corpo non può risorgere e ha intenzione di utilizzare il tuo, però, in realtà una volta che diventerete un solo essere, la tua coscienza svanirà del tutto, permettendogli di acquisire il totale controllo sulle tue facoltà! Prima che sia troppo tardi, ti prego abbandona l’idea, fallo almeno per te stesso!

 

- Adesso basta!! Basta con le tue inutili parole!! Non tornerò più ad essere il misero e patetico ragazzo che ero un tempo, la decisione è presa e continuerò per la mia strada! Ucciderò chiunque intenda intralciarmi!! Tu, per la tua insolenza, perirai proprio come quei ragazzi! I tuoi amati ragazzi!! Così sarò certo di non avere possibili problemi in futuro!!Kouichi protese un braccio in avanti, pronto a scagliare una scarica d’energia oscura in direzione degli umani. L’angelo celeste però, riuscì a fermarlo, accecandogli la vista con un fascio di luce.

 

- Loro non hanno nulla a che vedere con me, rimandali a casa e affrontami!- disse Ophanimon sguainando la sua lancia dorata pronta al combattimento. Tuttavia in quell’istante, una ventina di Metalridermon le sopraggiunse contro, assediandola.

 

- Spiacente, sono un tipo testardo, ho già deciso! Andiamo via, presto!! Buon divertimento e salutatemi tanto il creatore quando arriverete d’innanzi a lui! – Kouichi prima di andare rivolse uno sguardo al fratello, e qust’ultimo replicò senza indugiare.

 

- Vigliacco.

 

- C'est la vie!- rispose il guerriero delle tenebre con mezzo sorrisino, poi girandosi voltò di spalle seguito dalla sua squadra, e scattò via abbandonando il tempio.

 

Kouji tentò di inseguirlo, ma due grossi Digimon gli tagliarono la strada.

 

- Ophanimon!!! – strillarono i ragazzi tentando di liberarsi.

 

La creatura si voltò verso di loro, ciò nonostante decine di Metalridermon le impedirono di vedere.

 

- EDEN JABERIN!!! – urlò scagliando quegli ammassi di metallo a terra con un potentissimo colpo.

- Prendete!!!– gridò lanciando i quattro Digivice verso gli umani che agguantarono al volo i piccoli aggeggi.

 

- E adesso… ci divertiamo!!Takuya sollevò Izumi, portandola in un angolo più sicuro, dopo, si girò in direzione della folla di Digimon, sguainando il suo D-Scan- Icedevimon se hai fegato torna indietro e combatti!!- strepitò in opposizione del gelido mostro. Quest’ultimo si fermò udendo a distanza la sua voce.

 

- Fermo! Non c’è tempo per giocare. Dobbiamo andare!- dichiarò Ninzokumon bloccando il compagno che accennava segni di sfida.

 

- Ci rivedremo Takuya Kanbara, e quel giorno per te sarà l’ultimo!- bisbigliò a denti serrati con il suo sguardo purpureo.

 

 

Kouji, inerme senza il suo D-Scan, rimase bloccato, con la schiena schiacciata verso una colonna.

I due grossi cavalieri di metallo, lo costrinsero ad arretrare sfoderando quelle lance tanto lunghe quanto affilate.

 

Voltò lo sguardo in entrambe le direzioni cercando una via di fuga.

La trovò.

Come un fulmine si chinò a terra, scivolando sotto le gambe di uno dei due guerrieri, che non poté bloccarlo.

Libero dalla prigionia, corse verso i compagni, ma… una saetta d’ energia emersa dall’asta di un cavaliere, gli tagliò la strada. Si fermò di scatto, evitando il colpo. Si voltò indietro e vide un secondo raggio venirgli incontro. Questa volta lo avrebbe colpito in pieno, pensò rimanendo spiazzato. Con un groppo in gola, quasi pronto all’impatto, serrò i denti ma, inaspettatamente un folto stormo di pipistrelli si scagliò sul lampo rossastro, dissolvendolo.

Il cuore di Kouji batté all’impazzata, senza sosta. Restò fisso, immobile, con la paura di respirare.

Alzò il capo al lungo soffitto scorgendo una figura nera. Aguzzò la vista, ma la sagoma indefinita svanì all’istante.

Un oggetto precipitò dall’alto, il ragazzo sollevò il braccio, acchiappandolo.

 

- Cosa…?!- mugugnò Kouji vedendo con stupore il suo Digivice.

 

- Kouji!!! Tutto bene?!!- lo interruppe Takuya correndogli incontro.

 

- Si…credo di si…- rispose lui un po’ confuso.

 

- Bene…allora sei pronto a fare un po’ di casino, amico?!- chiese il padrone del fuoco sfoderando il D-Scan.

 

- Certo! Ci puoi giurare!- ribatté Minamoto, seguendolo a ruota.

 

 

- DOUBLE SPIRIT EVOLUTION!!!!! – dissero all’unisono i due ragazzi con la luce azzurrina fuoriuscire dalle loro mani. Gli sprazzi dei bagliori iridescenti si dissolsero dopo alcuni secondi, rivelando due grosse e imponenti figure.  

                                           

 

- ARDHAMON!!!!!

 

 

- BEOWULFMON!!!!!  

 

Enunciarono i due Digimon con tono autorevole. Dopodichè, senza pensarci, si lanciarono in direzione di Ophanimon, affiancandola.

 

- E’ un’onore per me rivedere di nuovo i valorosi guerrieri!- dichiarò l’angelo dall’armatura color acquamarina.

 

- L’onore è solamente nostro!- rispose il drago di fuoco con entusiasmo.

 

- Prepariamoci a fargliela pagare!- ribatté il lupo di luce sguainando una grande spada.

 

- Ragazzi ci siamo anche noi!!!- dissero in coro Junpei e Tomoki sbandierando il loro Digivice.

 

 

- SPIRIT EVOLUTION!!!!!

 

 

- BLITZMON!!!

 

 

- CHAKMON!!! 

           

 

Poche mosse e anche l’orsacchiotto delle nevi e lo scarabeo metallico, si unirono ai tre, fiancheggiandoli.

 

 

- Chakmon tu pensa a proteggere Izumi, ci sono anche Bokomon e Neemon con lei, noi ci occuperemo di questi fantocci di latta! – esclamò Ardhamon facendo un passo in avanti.

 

- Agli ordini! Mettetecela tutta ragazzi! – disse il piccolo orsetto balzando via.

 

- E adesso pensiamo ad uscire da qui liberandoci di questi cosi! – Blitzmon sbatté i pugni al suolo, facendo crollare alcuni Digimon.

 

Beowulfon e Ardhamon si lanciarono sull’ammucchiata di nemici, liberando tutte le loro energie.

 

 

- RIDER’S RAY!!! – esclamò un Metalridermon scagliando un raggio come quello lanciato in precedenza a Kouji.

 

Utilizzando il suo scudo, Ophanimon si parò davanti ai leggendari guerrieri proteggendoli dal fascio.

 

Ardhamon spalancò le ali sbattendole rapidamente, poi spiccò in alto.

 

- BRAHMA SHIL!!! – scandì il suono imperioso della sua voce, spazzando in una folata di fuoco decine di avversari.

 

 

- THOR HAMMER!!! – contribuì Blitzmon, utilizzando il potere elettrico.

 

- Andate via!! Via via!!- ripeté Chakmon parandosi davanti a Izumi e i due piccoli Digimon, per proteggerli da un cavaliere

-  KATCHIKATCHI KOCHIN!!! – soffiando un vento gelido verso l’avversario, l’orso polare gli ricoprì il viso di un sottile strato niveo.

 

- Maledetto nano come ti sei permesso!? Adesso vedrai chi…

 

- ZWEI HANDER!!!

Prima che la lancia del robusto cavaliere potesse colpire Chakmon, una possente spada dalla doppia lama, tranciò di netto il lungo bastone che volò via, conficcandosi al soffitto.

– Prenditela con chi è della tua stessa misura! – esclamò Beowulfmon avanzando verso il soldato di latta.

 

- Fatti sotto!!! AAAH!!!!- strepitò il Metalridermon aizzandosi contro il leggendario guerriero della luce.

 

I due si fronteggiarono faccia a faccia, ma il lupo solitario ebbe la meglio, e scagliò via con i suoi robusti artigli quella seccante creatura.

 

- Grazie Beowulfmon! – espresse riconoscenza Chakmon venendogli incontro.

 

Un enorme buco nella parete, attirò l’attenzione del lupo di luce. Raccolse Izumi da terra caricandola sulle spalle.

 

- Prendi Bokomon e Neemon e seguimi! – ordinò poi, correndo a spada sfoderata.

Tranciò uno alla volta, le schiene di quattro cavalieri che man mano gli venivano contro.

Liberata l’uscita, saettò il capo lateralmente.

 

Blitzmon e Ardhamon, impegnati ancora nella battaglia, proseguivano a combattere, fronteggiandosi con un grosso numero di nemici.

Ophanimon, invece, visibilmente indebolita, continuava a proteggere i due da possibili attacchi.

 

- Ardhamon!!!- gridò il lupo dalla doppia spada, facendo cenno al compagno della grossa crepa sulla parete.

 

- Mentre li blocco con la mia barriera, voi pensate a fuggire! – implicò Ophanimon facendosi avanti.

 

- Cosa?! Ma non…- il drago dal respiro di fuoco si bloccò un’istante. Non avrebbe mai lasciato il Digimon celeste a lottare con un numero di avversari che pareva moltiplicarsi di volta in volta. Poi però, i suoi occhi si soffermarono sulla giovane Izumi. – Appena puoi, corri via da qui, mi raccomando! – disse. Dopodichè, lui e Blitzmon corsero via.

 

Chakmon fu il primo ad avviarsi verso il foro. Con passo spedito portandosi i piccoli Bokomon e Neemon sotto braccio.

 

Lo seguì Blitzmon, non prima di aver colpito un improvviso cavaliere, apparso alle spalle di Ardhamon.

 

- Intervento tempestivo! – esclamò il padrone del fuoco con tono sarcastico, poi si voltò in direzione di Izumi, completamente assopita. – Perché non si sveglia?!- chiese con voce preoccupata.

 

- Prima pensiamo ad uscire, e poi ci occuperemo di questo. – fece Beowulfmon abbracciando la ragazza.

 

Ardhamon deglutì silenziosamente, con un cenno di approvazione i due si diressero rapidamente verso l’uscita.

Il soffitto iniziò a cedere, Beowulfmon evitò con un salto un grosso macigno, poi, come attirato da qualcosa, girò la testa  intravedendo un oggetto metallico ai piedi dell’altare.

 

- Raggiungi gli altri, io verrò tra poco. Tieni! - esclamò consegnando la giovane compagna tra le braccia del drago di fuoco.  

 

- Ma…dove…- pronunciò appena Ardhamon, il tempo di osservarlo andar via. Successivamente strinse a sé Izumi, attraversando il varco.

 

Il lupo dalla doppia spada giunse ai piedi dell’altare.

I detriti che cascavano dall’alto, sollevarono montoncini di polvere.

Sventolò la mano per allentare quel fumo e affilò la vista sporcata dalla polvere. 

Incurvò la schiena.

 

- Kouichi…- sussurrò raccogliendo un braccialetto metallico appartenente al fratello. Lo stesso identico al suo. Lo strinse nel grande palmo della mano, tentando di reprimere il rancore.

 

Intanto Ophanimon, stremata, cadde a terra. I soldati avanzarono verso di lei, puntandole contro le affilate aste.

Avendo esaurito il potere, si trovava in pericolo, ma nonostante tutto, mantenne la calma.

 

- Andiamo via da questo posto! – dichiarò Beowulfmon apparso improvvisamente in suo aiuto.   

 

- Grazie…- pronunciò appena appoggiandosi al possente Digimon.

 

Una grossa parte di soffitto, crollò minacciosamente, i due si apprestarono ad uscire con al seguito gli oramai residui nemici.

 

 

- Io vado dentro! – enunciò Ardhamon preoccupato per l’assenza dei due. Si avvicinò al grosso Blitzmon per affidarle Izumi, ma proprio in quell’istante, il piccolo Chakmon urlò:

 

- Eccoli!! Stanno uscendo!!!

 

- Ophanimon! Beowulfmon! – disse Bokomon saltando di gioia.

 

Il guerriero del tuono corse in loro aiuto, sorreggendo la creatura celeste.

A pochi metri dall’uscita, i Metalridermon avanzarono a gran velocità, creando un gran frastuono con le loro pesanti armature

di  ferro.

 

- LICHT ANGRIFF!!! – Caricando il cannone posto sul braccio sinistro, Beowulfmon sparò ripetutamente una serie di proiettili che fecero crollare la via d’uscita, intrappolando così i cavalieri di metallo all’interno dell’edificio sacro. – Non reggerà molto, forza affrettiamoci!

 

- SI!- proferirono in coro i padroni del fuoco del ghiaccio e del tuono.

 

- Porto io Ophanimon, tranquilli!- disse Blitzmon caricandola sulle sue forti spalle.

 

- Io resterò dietro a coprirvi. Mi raccomando, un volta sul ponte, NON guardate per nessun motivo al di sotto, intesi?! Muoviamoci!- disse Beowulfmon.

 

Tutti annuirono alle parole del lupo blu, anche se leggermente confusi per il suo ultimo avvertimento.

 

Muovendosi in fila indiana, il primo ad attraversare quelle assi di legno, fu il piccolo Chakmon insieme ai due mostriciattoli Bokomon e Neemon, seguito da Ardhamon che continuava a stringere la compagna completamente assopita, mentre Blitzmon sorreggeva la creatura angelica, stremata dalla fatica. 

Infine, come stabilito, Beowulfmon.

 

Il padrone della luce, ricordandosi le chiare e precise parole dettegli dalla lady nera molto tempo prima, cercò di mantenersi il più distante possibile dai bordi del ponte. I suoi compagni, a differenza di lui, non essendo creature della luce, riuscirono a muoversi tranquillamente, senza avvertire quel roboante fragore proveniente dal baratro corvino.

Si portò entrambe le mani al viso, coprendosi le orecchie.

Ma gli servì a poco.

Il richiamo infernale sembrò oltrepassargli la pelle, infiltrandosi nelle sottili membrane del suo cervello.

Le gambe iniziarono a muoversi scoordinatamente, spostandosi verso il lato destro.

Tentò di deviare, ma non fu capace di farlo. Era come se il suo corpo fosse incontrollabile. L’irrefrenabile desiderio di guardare al di sotto fu più forte della sua volontà.

Il resto del gruppo, continuando a correre, non si accorse di nulla.

Questa volta non c’era nessuno che potesse trattenerlo, fu solo e doveva trovare il modo per allontanarsi da li, ma…oramai era già tardi. Prima di rendersene conto, i suoi occhi si trovarono a piena visuale con il vuoto spaventoso.

Quasi ipnotizzato da quello spettacolo, non riuscì ad opporsi.

L’abisso delle anime lo stava chiamando.

La spirale del Digicodice, lo circondò, riportando il lupo solitario alle sembianze originali.

Con occhi socchiusi, quasi assopiti, Kouji poggiò una mano sul corrimano di legno del rigido ponte.

Si sentì mancare. Ebbe un’attimo di malore, ma si riprese.

Poggiò il palmo della mano sull’orecchio sinistro, ascoltando quel richiamo.

 

- Non posso…io…non posso venire da te…- articolò appena, muovendo le sottili labbra un po’ tinte dal sangue di una ferita.

La forza d’animo e la grande volontà, non bastarono, quel potere era più solido di lui.

 

Le gambe cedettero, e il corpo completamente sottomesso, si lasciò cadere, come fosse addormentato.

Con occhi socchiusi e pupille perse, tinte di grigio, finì giù, nell’oscura profondità, trovando però ancora la forza di reagire e aggrappandosi con una mano al pavimento legnoso del ponte.

Le dita sottili e lunghe, scivolarono lentamente, il corpo era troppo pesante, e soprattutto non aveva la lucidità necessaria per reagire. Il vento gelido proveniente dal burrone, gli sfiorò le gambe, se pur coperte dal duro tessuto dei jeans, riuscì del tutto ad avvertire quella fredda folata. Si sentì paralizzato. Una sensazione imparagonabile a qualsiasi altra. Un misto tra paura e allo stesso tempo, pace. Apparentemente poteva risultare strano, ma fu così. E lui non poteva resistere.

Il braccio s’irrigidì. Un formicolio gli intorpidì i muscoli, creandogli fastidio.

Le dita si arresero di getto, lentamente si ritirarono, rigando con le unghie la dura superficie di legno. La mano si staccò del tutto, e il corpo, senza sostegni, finì nel vuoto.

 

- Stupido!

 

Disse una fredda voce. In seguito, una mano acchiappò il suo braccio.

Kouji sollevò lo sguardo, vedendo uno sventolare di capelli argentei.

 

- La-Ladydevimon…-pronunciò a fatica, trovandosi davanti il demone nero che lo sorreggeva.

 

- Dammi la mano…- disse la tetra creatura esortandolo ad allungare l’esile braccio.

 

- Perché vuoi aiutarmi…?- rispose il giovane a voce bassa e tremante.

 

- Preferisci cadere nel vuoto?- ribatté il Digimon.

 

 

 

________________________________________________

 

 

 

  

 

 

 

Messaggi da parte dell’autrice:

Eccomi qui!!

Approfitto dello spacco di tempo che ho dopo cena, e posto un nuovo capitolo!
Volevo farlo prima, ma il sito era momentaneamente sospeso…uuuuu EFP non può assolutamente abbandonarci!!! >_< Mattaku!!!

Oramai mi tocca sempre e solo fare tutto di fretta… :’( me tapina… :’<

Orsù, forza e coraggio e rispondiamo alle vostre bellissime (come sempre) recensioni!

 

Per Kaho_Chan:  ;_____________; TI VOGLIO BENE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E non aggiungo altro!!

Anzi…un’altra cosa… : MI SEI MANCATAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 Per Hotaru’ 91: traaanquilla! Non posso anticipare molto, ma il tuo Kouichi non resterà malvagio per molto tempo! ;)

Per Justice Gundam: ehehe! Il “Lucemon” della mia storia è un tantino diverso…poi nei prossimi chap capirai il perché di questo piccolo spoiler! Grazie come sempre per le tue recensioni! Purtroppo a causa di questo dannato tempo che non c’è mai, ho dovuto dimezzare praticamente tutti i miei hobbies, che pur continuando ad esistere, si devono accontentare di piccoli ritagli o giorni festivi…
L riuscirò a scriverti una mail, o leggere una tua storia?

Per Francesca Akira 89: Traaanquilla anche tu. Kouichi tornerà buono…prima o poi! ^,,^

Per Driger: Arriveranno le scenette tenere che piacciono tanto (e soprattutto) a noi ragazze! Già nel prossimo capitolo ci sarà qualcosa di mooolto ma mooolto inaspettato! Un grosso bacione e grazie ancora per “l’imbocca al lupo”! Sei stata davvero gentile!
 
Osoku narimashita!!! Mou oitama shinakereba!!!
L L L
E’ tardissimo!!! Devo proprio scappare!!!
Mi scuso per le risposte magari un po’ (molto) striminzite, ma il tempo è…tiranno. (bastardo. Questo è il termine giusto.)
Un grosso bacio a tutti voi, e a risentirci con il prossimo capitolo!



 


 

 

 

          

 

 

 

   

      

 

  

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Petali di rosa ***


- Co-Cosa hai detto

                                                              Capitolo 14

________________________________________________

 

 

 

 

- Tu...?! – Kouji zittì all’istante. Sgranò gli occhi.

 

Ladydevimon
Era l’oscuro demone dai lunghi capelli argentei, la presenza tartassante dei suoi sogni?! 

Era quel braccio magro e ossuto che ogni notte, puntualmente, gli appariva per salvarlo da quel baratro sconosciuto?

L’abisso delle anime perdute.

E, proprio quell’abisso, ora si trovava sotto i suoi piedi. Kouji si svegliò di soprassalto da quello stato di dormiveglia profondo che gli impediva di reagire. Agitato, mosse le gambe indolenzite dal freddo. Girò il capo, dando uno sguardo alle oscure profondità di quel lungo precipizio senza vita.

 

- Non guardare!!- gli ordinò la lady con tono furente.

 

- KOUJI!!!- gridò Ardhamon voltando istintivamente la testa indietro.

Chakmon  e Blitzmon lo seguirono.

 

- Coraggio sbrigati!!- esortò ancora Ladydevimon, porgendogli il braccio.

 

Il padrone della luce afferrò l’altra mano, e con pochi sforzi, fu tirato su.

 

I battiti del suo cuore, accelerati all’impazzata, rimbombarono nel suo petto come un grosso tamburo. Riuscì appena ad inghiottire, mentre il sudore calò giù per le guance.

Si portò una mano in petto, respirando a fatica. Volse il capo verso il demone.

 

- Tu…tu…-confabulò guardando la nera creatura.- Perché mi hai salvato? – chiese poi, ancora scosso.

 

- Lo hai fatto anche tu, ricordi? Adesso siamo pari. – rispose lei afferrandolo per un braccio.- Togliamoci di qui. – e lo trascinò dagli altri.

 

- Maledetta strega!! Lascialo immediatamente altrimenti diventerai un cumulo di dati in pochi attimi!- Pronto all’assalto, Blitzmon preparò le sue possente mani avanzando minacciosamente dinnanzi  all’avversa creatura. 

 

- Fermo!- Kouji lo bloccò all’istante- Mi ha salvato la vita!

 

- COOSA?!?!?- echeggiò il guerriero del tuono- Ti ha salvatola vita?! Lei?!- domandò puntandole contro un dito.

 

Il giovane padrone della luce annuì.

 

- Uscite in fretta da qui! – disse la demone dagli occhi rossi, levandosi in volo.

 

- Aspetta! Prima dimmi il significato di quel sogno!!! – rimbombò imminente il timbro della voce di Kouji, nella speranza di ottenere finalmente una risposta.

 

- A tempo debito.- rispose Ladydevimon per poi sottrarsi alla vista del giovane e di tutti gli altri.

 

- Antipatica! Fin dal primo momento non mi è mai piaciuta!

 

- Blitzmon, non c’è tempo per i commenti… Facciamo come ha detto, questo posto sta iniziando a stancarmi! Fuori di qui! – L’onda d’urto causata dallo sbattere impetuoso delle ali di Ardhamon, spazzò il portone di legno, sdradicandolo del tutto.

 

Tra il fumo denso di polvere che poco a poco ricoprì il terriccio, intingendolo di grigio, i guerrieri si avviarono presso l’uscita, muovendosi tutti velocemente.

 

 

  

  

                                                             **********

 

 

- Kouji… tutto ok amico?- spiccò una voce. Era quella di Takuya, due ore dopo la brutta disavventura.

 

Il ragazzo dai capelli corvini, rimase ammutolito.

Era seduto sul quel divano, blu intenso, da circa un’ora. Chiuso in un silenzio ricolmo di quesiti senza risposta, si era adagiato lì, fissando il vuoto.

 

I Digiprescelti si trovavano nel castello di Ophanimon.

La creatura angelica, dopo aver ripreso un po’ di forze, li aveva ricondotti nella sua dimora, facendoli uscire dal buio tetro e soffocante che regnava nel continente oscuro.

 

Junpei e Tomoki erano nella sala cucina del palazzo, alle prese con pentole e fornelli per organizzare qualcosa da mangiare. Bokomon stava aiutando Ophanimon a preparare vari infusi per curare le ferite dei prescelti, mentre Neemon, sorvegliava la giovane Izumi, adagiata sul letto di una delle tante camere del castello.

 

Takuya si avvicinò al compagno, sedendosi accanto a lui.

 

- Sono rimasto impietrito dalle parole di…-il giovane si fermò un’istante, quasi avesse paura di pronunciare quel nome. Poi, togliendosi dall’impaccio, proseguì con voce calante - Kouichi…- Takuya finì le ultime lettere di quel nome con immenso rammarico e soprattutto con tanta tristezza. Fissò Kouji, tacito e avvolto nei suoi pensieri come volesse cancellare per sempre una parte dei suoi ricordi, e poi proseguì- Tutti noi non ci saremmo mai aspettati che proprio lui fosse il nostro nemico. All’inizio faticavo a crederci, ma poi…- il guerriero si fermò per guardare ancora una volta l’amico. – Ascolta Kouji… so quanto stai soffrendo, fa male, ma tu non devi permettere che la rabbia ti accechi, il fatto di aver reagito tirando un pugno a tuo fratello vuol dire che sei riuscito a fargli capire che Kouji Minamoto non è un debole e che ci sarà sempre!- disse sorridendo.

 

- Tu non capisci…- gli rispose con tono basso il guerriero della luce, uscendo dal suo guscio.

 

- Sapevo che avresti detto così! – ribatté Takuya con un’altro sorriso. – Dimentichi che anch’io ho un fratello… quella scimmia  testarda cocciuta e insolente!! Litighiamo spesso, delle volte picchiandoci, poi la mamma chissà perché ma finisce sempre col dare la colpa a me. Nonostante tutto però, Shinya è mio fratello… gli voglio un gran bene e guai se dovessero fargli del male! Correrei subito in suo aiuto. Ma, al contrario, se dovesse capitargli una cosa simile a quella che è successa a Kouichi… mi troverei nella tua stessa situazione. Un fratello è un fratello. Inutile negarlo. È una parte di te, e proprio per questo non vorresti vederlo soffrire. Io la vedo in questo modo, forse perché sono uno ragazzo di testa ristretta come dice Izumi… oppure perché l’educazione di mio padre è stata importante per farmi diventare una persone coscienziosa e responsabile…!

 

Kouji si voltò, perplesso.

- Coscienzioso? Responsabile? – disse guardando l’amico negli occhi con mezzo sopracciglio all’insù. Dopodichè si lasciò scappare un sorriso.

 

- Dai, guarda che sono serio!! Ammetto che qualche volta mi comporto con l’esatto contrario…però…

 

- Solo qualche volta?! Eh sei coraggioso a dirlo!! Eh Eh!- ridacchiò il padrone della luce, questa volta un po’ più forte.

 

- Uff e va beh… mi arrendo, però almeno sono riuscito a farti ridere!

 

Kouji arrossì leggermente tappandosi la bocca con entrambe le mani. Poi cercò come al solito di contenersi.

 

- Sei sempre il solito tipo… vuoi fare la parte del bel tenebroso spezzacuori, vero?! Ma ogni tanto fa bene sorridere, si dice che ti allunghi la vita… se per questo la mia sarà arrivata a mille anni…- disse Takuya poggiandosi un dito sul mento, ironicamente. Poi, riacquistando serietà, guardò il giovane.- Qualsiasi cosa accade, noi ti staremo sempre vicino, non sei il solo a dover affrontare questa ennesima battaglia, cerca di ricordartelo!

 

- Grazie dell’appoggio, lo farò, ma non entusiasmarti…! – replicò il ragazzo con la bandana striata. In qualche modo, le parole del giovane Kanbara lo avevano ricaricato di quell’energia particolare che tanto stava cercando.

Kouichi era suo fratello, sapeva benissimo che alla fine i due si sarebbero rivisti e questa volta, forse, affrontati in un duro duello.

Però poi qualcosa lo fece riprendere.

Fissò il suo compagno con estrema serietà, poi sospirando continuò con una semplice frase.

 

- Hai ragione tu, Takuya.

 

- Cosa?! Mi dai ragione? Ho sentito bene?-rispose l’amico in tono canzonatorio mentre aizzava l’orecchio destro verso di lui . –  Takuya Kanbara ha sempre ragione! Ricordalo!- esclamò tirandogli una forte pacca sulla spalla che lo fece quasi cascare dal divano.

 

- Acc…- brontolò dolente il giovane. - Hai mai pensato di fare pallavolo? Il mio allenatore farebbe carte false per averti…

 

- Grazie del pensiero, ma non fa proprio per me… preferisco il calcio!

 

- Onii-chan! Kouji-san! È pronto, venite!

 

- Arriviamo Tomoki! Dai, andiamo a mangiare. Anche se non ti , devi sforzarti, altrimenti con quali energie pretendi di combattere, eh? Di sicuro non le mie…! Co Ca  Com Com

  

 - Come on! Si dice così. – puntualizzò Kouji, alzandosi dal divano.

 

- Ah si… giusto…eh eh…- Takuya sorrise appena, strofinandosi una mano dietro il capo per imbarazzo.

I due si alzarono avviandosi alla sala cucina.

 

- “Ladydevimon!”- esclamò mentalmente il giovane Minamoto ricordandosi all’improvviso della demone. Per qualche inspiegabile motivo, voltò il capo all’indietro, gettando lo sguardo fra le quattro pareti della vasta sala. Poi però, colto all’entusiasmo di Takuya che lo trascinò con sé, spostò le sue attenzioni sul resto del gruppo.       

 

 

                                                        **********

 

- Si può sapere dove sei stata? – domandò Icedevimon rivolgendosi alla demone nera.

 

Nel buio della grotta, dove Kouichi e i suoi alleati si erano momentaneamente accampati, Ladydevimon apparve misteriosamente dal nulla.

 

- Perché, hai sofferto la mia mancanza? – rispose lei, con un velo di ironia pungente ma fredda a tal punto da provocare fastidio nei confronti del compagno.

 

- Spiritosa… se lo viene a sapere Kouichi sai che non sarà contento, vero? Magari possiamo metterci d’accordo…tu mi procuri quella ragazzina bionda, e io potrei chiudere un’occhio… sai che ho la lingua lunga…!

 

- E’ stato lui stesso a darmi il permesso di allontanarmi… quella lingua faresti meglio a tenertela stretta. Non vorrei che finisse per caso tra le mie dita…- pronunciò facendo muovere le lunghe falangi artigliate.

 

- Maledetta… ti fai forte solo perché tu e Kouichi

 

- Che sta succedendo qui…? – la presenza del giovane Kimura, irruppe tra i due, costringendo Icedevimon ad ammutolire. – Tutto apposto, Ladydevimon? Ti vedo stanca… riposati pure se vuoi… domani mattina partiremo all’alba, si occuperà Ninzokumon dell’occorrente. Icedevimon, tu pensa alla chiave. Ci sono due soldati a guardia, ma non mi fido…hanno già fatto scappare Ophanimon, e non vorrei succedesse qualcosa di spiacevole a quell’oggetto…

 

- Senz’altro! – scandì il bianco Digimon con tono chiaro. Voltando di spalle poi si allontanò.

 

- E’ successo qualcosa…? Ti conosco troppo bene… tutto ok, angioletto?! – fece il padrone delle tenebre poggiandole una mano sul mento.

 

Il demone scostò frettolosamente il capo quasi volesse evitare il contatto di quelle mani morbide e leggermente rosate. Cinse le braccia attorno all’addome vestito dall’abito nero, e sparì nel nulla.

 

- Perché fai così…?- emise il giovane ragazzo, quasi sibilando.

 

 

 

                                                             **********

 

 

Nel castello, la cena era oramai giunta al termine.

Durante il pasto serale, nessuno dei ragazzi si era lasciato scappare qualche commento riguardo l’accaduto successo poche ore prima nel Tempio della Settima Torre.

O meglio, nessuno aveva trovato la forza per affrontare quell’argomento. Almeno non così presto.

 

- Junpei… questa volta devo complimentarmi con te… potresti fare il cuoco! – dichiarò Takuya accarezzandosi la pancia piena.    

 

- Modestamente sono lo chef di casa! – rispose lui sfoderando un formidabile sorriso.

 

- Guarda che non è tutta farina del tuo sacco… dimentichi forse chi ti ha aiutato?- ribatté Tomoki un po’ innervosito.

 

- Beh si… hai cucinato anche tu ma la parte grossa l’ho fatta io!

 

- Ingrato come sempre!- replicò il piccolo guerriero gonfiando le guance.

 

I due litiganti distolsero l’attenzione quando, dalla porta principale, Ophanimon fece il suo ingresso.

 

- Come sta Izumi? – chiese immediatamente Takuya alzandosi dalla sedia.

 

L’angelo sorrise, facendo un cenno positivo con il capo.

 

- Purtroppo l’incantesimo fattole da Icedevimon, rende schiave le persone raggelando i loro ricordi e le trasforma in marionette senz’anima. Mi meraviglio come sia riuscita a riemergere…-disse l’angelo visibilmente sorpreso- Le ho somministrato l’antidoto, ma credo che il vero miracolo l’abbia fatto tu, Takuya. Puoi andarne più che fiero!- concluse sorridendo. Le guance del prescelto arrossirono all’istante, diventando incandescenti, mentre Tomoki scherzò ironicamente, punzecchiandolo su un possibile riscontro amoroso.

Junpei sbuffò, aggrottando il muso in una smorfia d’invidia.

 

- Si è svegliata?- chiese poi frettolosamente, rivolgendosi ad Ophanimon.

 

- Non ancora. L’antidoto che le ho somministrato conteneva estratto di Momiji, un tipo di acero rosso che si trova nel vostro mondo. Con la sola differenza che la corteccia del Momiji di Digiworld, se bollita per venti minuti, è in grado di portare un rigeneramento mentale e una buona quantità di sonnolenza. Quindi credo proprio che la vedrete domani mattina! Chiederò comunque alla mia guardiana, Nefertimon, di assisterla in caso dovesse risvegliarsi durante la notte.

 

Takuya guizzò scattante allontanandosi dalla tavola.

 

- Starò io con lei! La sorveglierò io stanotte!- disse con voce entusiasta.

 

- Non è giusto, Takuya!- ribatté prontamente Junpei alzandosi di botto dalla sedia tanto da farla cascare- Tu sei stanco hai combattuto, meglio che ti riposi, penserò io a lei!

 

- Ma senti chi parla! Hai combattuto anche tu, e poi per me non è un problema! Ci vado io! – replicò ancora Takuya.  

 

- Insisto! Non fare il testardo! Izumi te lo rinfaccia sempre! Vado io!- Junpei si allontanò frettolosamente, ma lo sgambetto nascosto di Kouji, lo fece inciampare riservandogli una rovinosa caduta.

 

- AUCC!! – bofonchiò l’aitante giovine per la botta subita.- Chi diavolo è stato..?! Accidenti!!- tentò di rialzarsi ma un secondo gambetto, lo fece scivolare a pancia in giù.

Kouji fece cenno a Takuya di andare, e il padrone del fuoco, alzando una mano in segno di ringraziamento, uscì di corsa dalla sala.       

 

- Dai qua, ti aiuto. – il prescelto della luce allungò un braccio, sollevando il compagno in netta difficoltà.

 

- Grazie amico, tu sì che non sei come quello sciagurato di Takuya! Almeno di te posso fidarmi!- affermò Junpei, cercando di rimettersi in sesto.

 

- Eh eh…si…si…- rispose Kouji, abbozzando una smorfia di sorriso. Poi si rivolse nella direzione di Ophanimon, fissandole il volto.

Il Digimon, prima ancora che il ragazzo potesse parlare, anticipò i suoi pensieri, comunicandogli tranquillità.

 

- “Rimanderemo il tutto a domani mattina, quando Izumi starà meglio.”- disse sussurrando nella mente del giovane prescelto.  

 

Kouji annuì. Poi si guardò attorno. Vide Junpei e Tomoki intraprendere uno dei lori discorsi culinari, Bokomon e Neemon sparecchiare la tavola in maniera pasticciona, ma reciproca. Li osservò quasi con invidia. Poi si soffermò sulla stanza.

Mancava una persona in quel gruppo così compatto quanto leale.

Mancava suo fratello.

Per la prima volta notò il posto vuoto accanto a lui dove Kouichi si sarebbe dovuto sedersi. Mancavano le posate, il bicchiere e i piatti dove lui avrebbe mangiato insieme agli altri. Mancava il suo buon cuore, la sua garbatezza, la sua voce.

Kouji ripiegò il capo osservando il vuoto, per l’ennesima volta quel pesante senso di oppressione che gli dominava la mente, ritornò, portando con sé malinconia e solitudine.

Sembrò quasi strano, eppure in quel momento provò un forte senso di isolamento.

Quella solitudine che lui aveva volutamente accolto nella sua vita, Kouji iniziò a detestarla.

 

- Io vado a dormire.- disse con tono flebile e incamminandosi verso l’uscita.

 

Junpei e Tomoki smisero di chiacchierare, osservando il loro compagno andar via con una cupa espressione sul volto.

Una stretta ai loro cuori, gli portò quel pizzico di malinconia che aveva contagiato il prescelto della luce.

Anche Bokomon e Neemon furono avvolti dal rammarico.

 

Ophanimon li guardò a lungo, restando in silenzio.

- “Forse…non siete ancora pronti per conoscere tutta la verità”- pensò con tanta esitazione.

 

Contemporaneamente Takuya, salendo di corsa le scale, si apprestò ad entrare nella camera dove Izumi stava riposando.

Abbassò la maniglia lentamente, facendo attenzione a non provocare rumore per svegliarla.

Uno squarcio si aprì. Ficcò lo sguardo indentro, nella fioca luce.

La ragazza stava riposando beatamente, sdraiata su un lettino dalle bianche lenzuola.

La stanza, non molto grande ma accogliente, era illuminata da una piccola lucina prodotta dall’abat-jour posto sul comodino.

Entrò in punta di piedi, chiudendo la porta pian piano.

Il pavimento liscio e lucido, slittava al contatto con i suoi calzini bianchi, tanto da fargli quasi perdere l’equilibrio.

La parte del letto, era circondata da un grande tappeto, e il ragazzo si portò su esso restando in silenzio.

 

Izumi dormiva serenamente, con quel suo viso bianco schizzato appena di rosa.

Il cuore del giovane palpitò un istante.

I capelli della ragazza erano sparsi sul cuscino, alcuni ciuffi pendevano dal letto come nastri dorati, mentre altri, adagiati sulla sua bocca, trasformavano quell’immagine in un ritratto.

Takuya si avvicinò, rimboccandole amorevolmente le lenzuola un po’ smosse.

Allungò un braccio, scostando quei sottili ciuffi dalle labbra della ragazza, e, senza volerlo, le toccò fuggevolmente la bocca.

Ebbe un contraccolpo. Il cuore cominciò a mutare il suo marciare ritmato, in una corsa convulsa.

Distolse per un’attimo lo sguardo dalla compagna nella speranza di rallentare quel battito. Senza nessun risultato.

Izumi era lì.

Quella candida luce le rifletteva sul viso, illuminandole la pelle.   

Ancora una volta, Takuya si sentì avvampare.   

 

Il palpito, come il forte suono prodotto da decine di chitarre elettriche, riecheggiò nel suo petto. Si portò una mano sul torace, quasi avesse paura che Izumi potesse udire quel ritmo.

 

L’effetto suggestivo dell’abat-jour, creò un gioco di luci, tenui e sottili, delicate come quel volto impossibile da non guardare.

 

Le gambe del giovane si mossero da sole comandate da un’impulso istantaneo.  

Chinò la schiena, portando il busto in avanti. Poggiò le mani sulle lenzuola, sentendo la soffice morbidezza del materasso.

Un pensiero gli sfiorò la mente man mano che si accostava sempre di più a lei.

Deglutì appena.

Stranamente si sentì calmo, quasi deciso.

Il cuore continuò a martellargli, ma lui cercò di non dargli ascolto.

Piegò ancora di più la schiena, in avanti.

Il suo viso era talmente vicino che a Takuya apparve quasi di sentire il respiro delicato e silenzioso di Izumi, infrangersi sulla pelle.

La sensazione fu troppo forte, non poté allontanarsi, oramai era troppo tardi, e le sue labbra si posarono garbatamente su quelle della ragazza.

 

Fu allora che udì il suo cuore scoppiargli in petto. Fu accarezzando quella bocca che capì. Non era soltanto amicizia.

Il piccolo grande guerriero del fuoco, amava alla follia la dolce fata del vento?

Questa volta l’orgoglio fece un passo indietro. E il petto di Takuya si aprì in uno scoppiando di gioia.  

Tutte quelle sensazioni riempirono il suo corpo di un calore così intenso da farlo ardere.

Com’era possibile tutto ciò? Da quando si erano conosciuti, i due ragazzi non perdevano mai occasione per litigare.

Ma infondo, a lui piaceva farlo. Gli piaceva udire la voce di Izumi che, corrugando la fronte, respingeva le sue parole, dibattendosi. Gli piaceva vederla affannarsi per difendere Junpei o suo fratello Shinya che non perdeva occasione di stuzzicarlo davanti a lei. Gli piaceva il suo modo di pensare, i suoi gesti, perfino il suo modo di camminare o frapporsi agli altri! Era così.

In quel bacio, capì veramente ciò che il suo cuore gli aveva urlato da tempo.

Anche il perché di tutte quelle arrabbiature ogni qualvolta un ragazzo entrava quasi di proposito nella sua aula per chiederle di uscire, oppure quando Junpei la prendeva per mano, o ancora quando lei sorrideva così dolcemente da fargli dimenticare addirittura il resto del mondo.

Perfino il suo orgoglio nell’ammettere il contrario, era stato messo da parte.

 

Tutto sembrò come una favola in quel bacio che forse decretò una flebile speranza che però, al porsi di una domanda, venne presto interrotta.

 

Di chi era innamorata Izumi?

 

Takuya non voleva illudersi. D’altronde la vita privata della ragazza non era certo affar suo!         

In quel barlume di coscienza ritornò in se. Le speranze gli cascarono addosso. Tutto sembrò ritornargli contro. Ritirò paurosamente il capo. La bocca si staccò producendo un lieve suono, quasi impercettibile.  

Guardò le labbra della giovane ragazza, poi si toccò le sue.

 

“Stupido!”

Disse mentalmente, con il cuore in gola, mentre si accorse che stava tremando.

 

E se in quel momento lei si fosse svegliata? Takuya cosa avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo? Sicuramente uno schiaffo e poi… poi il giovane preferì non pensarci.

  

La fortuna di quella notte volle che Izumi, assopita del tutto, restò immobile nel suo morbido letto, rapita da chissà quale sogno.

 

Takuya ebbe paura eppure, doveva dichiararsi! Sentiva il bisogno di farlo.

Una cosa impensabile da parte sua fino a pochi istanti fa, però…quel passo, quel forte impulso che lo aveva portato a soffocare di sentimento le sue labbra, dichiarò inarrestabile, quasi a gran voce, il bisogno di liberare le sue emozioni. Difficilmente sarebbe riuscito a reprimere i suoi sensi.

Aveva paura. Era consapevole di ciò. Ma il timore di un possibile rifiuto, lo terrorizzava.

Un tipo forte come lui, un vero leader, coraggioso e tenace in combattimento, non poteva lasciarsi demoralizzare. Però, ai suoi occhi quella si mostrava come una battaglia senza ferite lacere, visibili all’estreno, dure e dolorose da sopportare, ma niente che le giuste cure potessero guarire.

Questa volta, nessuna cura poteva aiutarlo. Tutto estremamente facile per un ragazzo che salvò Digiworld da una creatura malvagia e possente mai quanto la creatura chiamata “amore”. Era come un bambino ai primi giorni di scuola, incapace di leggere o scrivere, timoroso di affrontare una nuova materia.

Temeva il confronto con qualcuno più forte lui e che la dolce ragazza molto probabilmente, amava.

Avrebbe perso di sicuro. Era convinto. Però doveva tentare. Il suo istinto urlava di farlo. Il buio della camera, il respiro della giovane Izumi, e la calda luce dell’abat-jour, lo fecero soffocare proprio mentre stava per avvicinarsi a lei. Ebbe paura.

    

Chinò il capo, fissandosi i calzini. Non sapeva che fare.

Quasi meccanicamente, si portò di nuovo la mano alla bocca, toccandosi le labbra.

Un altro bacio?

No, stavolta no. Non poteva rischiare una seconda volta.

La fortuna non gira sempre nel verso giusto.

 

Con occhi velati, sprofondò sul tappeto accanto al letto, e poggiò le spalle alla parete. Proprio come accadde in un’altra stanza, quella del suo migliore amico. Kouji.

Il giovane Minamoto, chiuso nella sua camera a fissare il vuoto, non poté fare a meno di rivivere quei momenti.

 

 

“Sappi che da questo momento in poi, tuo fratello non esiste più!!!

 

 

 

- Kouichi…perché…? -sussurrò appena, ricordando quella frase all’infinito.

Vide il vuoto nella camera.

Pensò che se suo fratello fosse stato lì con lui, molto probabilmente si sarebbero addormentati in piena mattinata, restando a chiacchierare per tutta la notte.

Peccato che non fu così.

 

Tutto si consumò in pochi attimi nel Tempio della Settima Torre. Tutto troppo in fretta da non lasciare il tempo di comprendere a fondo il perché di tutto ciò.

Davvero sarebbe stato capace di affrontare suo fratello?

Rabbrividì per un attimo all’idea di incrociare ancora una volta il suo sguardo tanto estraneo quanto gelido, diverso, cambiato.

 

Erano le due quando il sonno rapì le menti dei due ragazzi, oramai esauste dai dubbi irrisolti e difficili da affrontare.   

 

 

L’alba arrivò presto nel mondo digitale.

Tutti dormivano profondamente nelle stanze del castello, nei loro letti come fossero a casa propria. L’ambiente era accogliente, da farli sentire al sicuro. Un po’ di pace non sarebbe affatto guastata dopo il caos della sera prima.

 

Takuya, sdraiato a terra, il capo sul bordo del letto, una posizione non del tutto comoda, che il sonno però sembrò cancellare.  

 

- …zzz… hai le labbra come zzz… come dei petali di rosa zzz…- parlottò indistintamente nell’assopimento totale.

Una mano lo fece sbandare. Si destò di scatto.

 

- Takuya! Takuya!

 

Una voce delicata e familiare scosse il giovane.

Takuya riaprì gli occhi, trovandosi un’iride intriso di verde ad illuminargli il viso.

 

- I-I-Izu-mi?!?!!- frusciò confusamente.

 

- Stai bene?! Tutto ok?! – domandò impensierita la ragazza.

 

- S-si… credo di si… è successo qualcosa?!- disse il padrone del fuoco con lo sguardo vacillante.

 

- No tutto apposto…!- disse lei sorridendo- Scusa se ti ho svegliato così bruscamente, parlavi nel sonno e mi sono un po’ spaventata…!

 

- Ah da-davvero…? E co-cosa ho detto? – domandò balbettando.

 

- Mmh…Dicevi di fiori o petali di rosa…almeno questo è quello che ho sentito… però non ho capito bene, la tua  voce era spezzata da un forte russare… ero preoccupata, per questo ti ho svegliato così bruscamente… sei rimasto qui tutta la notte, vero?

 

Il padrone del fuoco annuì diventando rosso.

Il cuore cominciò a battergli nuovamente.

Il solito tran tran.

 

- Accidenti a te! Non dovevi, adesso per colpa mia avrai mal di schiena! Non ero in pericolo di vita e poi avevi bisogno di riposare come si deve! – fece Izumi visibilmente infuriata.

 

Takuya rimase ammutolito. Troppo occupato a rallentare i battiti del suo cuore, per divulgare bene le parole.

 

Calò un’istante di silenzio, destinato presto a finire. 

 

- Sei…arrabbiato con me, vero? – chiese la Digiprescelta, in tono timoroso- Io…io non volevo combattere con te…-disse con un velo di angoscia intriso negli occhi- Non volevo farti male… mi dispiace Takuya… Ti ho fatto soffrire… sono stata una stupida… mi sono lasciata manovrare come una stupida marionetta! Sono davvero una stupida!!

 

- No Izumi! Non dirlo nemmeno per scherzo!!l’ interrupe lui all’istante- Non-non è per questo… è che…che…- Takuya tentò di parlare, imbarazzato e per tirarsi fuori dall’impaccio, mentì spudoratamente usando una banale scusa. - Ahi che male! – esclamò massaggiandosi la schiena.

 

- Ti fa male…?  Izumi sollevò le lenzuola, mettendo i piedi giù dal letto. – Avanti, siedi qui!- ordinò lei facendolo adagiare a pancia in giù.

 

- Ma che vuoi fare…? – domandò il giovane con perplessità. Prima ancora di rendersene conto, la maglietta che indossava, si sollevò, e due calde mani gli si adagiarono dolcemente sulla schiena, facendogli calore.- Hey bionda??!!!  Che fai?!?!?!! Cos’è tutto questo spirito d’iniziativa?! Guarda che siamo ancora minorenni per certi tipi di cose!

 

Izumi divenne rossa, poi sbottò quasi infuriata, picchiandogli il capo.

 

- Ahi! Era proprio necessario? Guarda che stavo solo scherzando!- disse il ragazzo cercando di farla calmare.

 

- Non fiatare! Mia madre m’ insegnò alcuni anni fa un massaggio per alleviare i dolori alla schiena. Non sono brava come lei, ma almeno ti passerà un pochino. E’ il minimo che posso fare per scusarmi di averti ferito. Quindi zitto e taci!- ordinò imperterrita.  

 

Quello fu il primo contatto avvenuto con Izumi, dopo il bacio.

Le mani della ragazza, così delicate e leggere, lo fecero arrossire. Si sentì avvampare per un attimo, poi deglutendo, riprese il controllo cercando di parlare.

 

- Tu…tu non c’entri assolutamente nulla! Cioè volevo dire, riguardo al combattimento, non è stata colpa tua, non devi dirlo nemmeno per scherzo! Alla fine quel verme di Icedevimon me la pagherà! Ti ha trattato come un giocattolo, e questo non lo tollero! L’anima delle persone non toccata o manovrata a proprio piacimento!         

 

- Sembri mio padre! Eh eh!- sorrise la giovane.

 

- Da-davvero?!- balbettò ancora il guerriero del fuoco.

 

- Si! Anche lui sostiene lo stesso, senz’anima un corpo non vive, e così anche il contrario, un’anima senza un corpo non può svilupparvi, continuerà ad esistere, ma in forma astratta, per questo è importante proteggerla. Chi cerca di oscurarla, probabilmente lo fa perché è il primo a non possederne una. Mio padre lo ripete spesso, soprattutto quando litiga con il suo capo… “quello è un individuo senz’anima!” - esclamò Izumi imitando il timbro di voce del suo genitore.

 

Takuya scoppiò a ridere, trascinato un po’ dall’allegria della compagna che lo fece svuotare dai suoi pensieri.

 

- Ti giuro che fa proprio così! Dovresti vederlo poi, quando litiga con mamma… lei è una persona decisamente più calma e riflessiva, difficilmente perde le staffe, solo papà è capace di farla imbestialire!

 

- Eh Eh! Anche i miei litigano spesso, ma al contrario della tua famiglia, entrambi hanno un carattere forte e impulsivo, perciò basta una piccola scintilla per farli scattare…e quando succede, nessuno è in grado di farli smettere… poi però cinque minuti dopo vanno d’amore e d’accordo…magari papà le regala dei fiori per farsi perdonare, e tutto fila liscio!

 

- Le donne vanno rispettate! Ricordatelo! Voi ragazzi troppe volte ci fate soffrire, siete insensibili freddi e soprattutto non capite i nostri stati d’animo!- pronunciò Izumi aumentando involontariamente la pressione delle dita sulla schiena di Takuya che strillò dal dolore.

    

- AAHII!!!!!

 

- Aah scusa Takuya non volevo! Dimmi che non ho peggiorato la situazione ti prego!- domandò la ragazza dai lunghi capelli biondi, con tono apprensivo.

 

- N-no…tranquilla…è passato…!- rispose lui a denti stretti, un po’ sofferente.

 

Un raggio di sole entrò nella stanza e illuminò il cuscino.

 

- Che bel gioco di luci!- esclamò Izumi estasiata nel vedere quella fascia luminosa, irradiare le bianche lenzuola.

 

Proprio come la luce dell’abat-jour.

Fu tutto come ieri notte.

Il silenziò immerse una seconda volta.

A Takuya ritornò il batticuore.

La pelle liscia delle dita di Izumi, a contatto con la sua, gli solleticava di poco la schiena, regalandogli una gradevole sensazione.

Desiderò poter interrompere il tempo, chiuse gli occhi immaginando il volto della ragazza, ma la scena di quel bacio tanto bello quanto rubato, riapparve nel buio della sua mente.

 

Takuya deglutì.

Forse, era giunto il momento?

Quale attimo migliore per dichiarargli i suoi sentimenti?

Prima però, doveva accertarsi di una cosa, così, prese fiato, tremando, ma prima ancora di parlare, la combattente del vento lo anticipò.

 

- A proposito, non ti ho nemmeno domandato degli altri… dove sono?  Quand’ho perso i sensi eravamo in quel tempio e poi non ricordo più niente… sono un po’ confusa…e soprattutto ho un gran mal di testa! Ci troviamo in qualche settore di Digiworld?

 

- Dopo lo scontro, siamo ritornati nel castello di Ophanimon e…-Takuya sospirò- la situazione è più complicata di quanto possa sembrare, credimi… comunque ti racconterò meglio dopo, quando saremo tutti insieme. Junpei farà i salti di gioia non appena ti vedrà, anche Tomoki, era molto preoccupato per te.

 

- E…e Kouji…? Cioè volevo dire… lui…dov’è…come sta? E’ ferito? – domandò la ragazza con le mani leggermente irrigidite.

 

Il cuore di Takuya si fermò immaginariamente.

Eppure a lui sembrò reale.

 

- Ha solo un taglietto sul labbro e come gli altri è un po’ scosso per quanto successo... sai che ha la pelle dura, niente può scalfirlo.- disse con voce bassa e piena di timori.     

 

Izumi sospirò emanando una ventata di gioia.

 

Ancora una volta il cuore di Takuya sobbalzò.

Un nastro di freddo gli attraversò tutta la schiena, un’angoscia terribile lo divorò in pochi istanti. Si sentì raggelare.

Eppure Icedevimon non era lì! Pensò aspramente.  

 

A quel punto doveva dirglielo.

Decise di parlare, formulando la domanda che molto probabilmente avrebbe risolto i suoi quesiti.

Prese fiato, lentamente, mordicchiandosi il labbro inferiore.       

 

- Izumi… a te pi…- un groppo in gola, forse dovuto a ipotetiche lacrime che tratteneva forzatamente, gli bloccò la parola. Schiarì la voce con un colpo deciso, e si caricò d’energia - A te piace Kouji, vero?- pronunciò, quasi senza rendersene conto.  

 

Al suono di quella domanda, le mani della giovane si fermarono di colpo.

Restò interdetta. Senza riuscire a divulgare nessuna sillaba. In silenzio. Un silenzio che Takuya interpretò chiaramente.

Il calore che bruciava nel suo corpo, si spense.

Kouji era il suo migliore amico. E la persona che piaceva a Izumi…era proprio lui?   

 

I soliti casi della vita…

Non fai in tempo a capire i veri sentimenti che provi per una ragazza, e scopri che questa è innamorata del tuo migliore amico.

 

Sembrava un romanzo con tutti gli elementi necessari per la stesura.  

 

Takuya serrò gli occhi, facendo sprofondare la testa nel cuscino.

Nascostamente, agguantò con le dita una parte di lenzuolo, bianco e liscio, e lo strinse fortemente fino a sgualcirlo.

Sperava di reprime la rabbia semplicemente con quel gesto, ma era impossibile, e questo lo sapeva… così…tentò di parlare, trovando la forza per non destare sospetti.          

 

L’idea di piangere gli sfiorò la mente, una reazione normale, fortunatamente per lui, passeggera. Durò pochi secondi.

Doveva reagire per evitare il crollo e così… scoppiò a ridere.

Una risata triste, ma sapientemente camuffata in suono allegro.

 

- Ma… Takuya??? Perché ridi?- domandò lei, colta dall’imbarazzo.

 

- Perché? Beh, perché anche se in questo momento non posso vedere la tua faccia, sono più che sicuro che sarà completamente rossa! Ho azzeccato eh?

 

La biondina si portò entrambe le mani al viso, completamente amaranto.

Incredibile, era vero! Pensò avvampando di più.

 

- L’oracolo Kanbara ha colpito ancora! E’ inutile, ci conosciamo da cinque anni, non hai più segreti per me!  Certe cose le capisco! A me puoi dirlo, e se pensi che lo vada a riferire a lui, beh, toglitelo dalla testa, lo posso giurare su su…su Junpei! – con grande sforzo, Takuya tentò di ironizzare, difficile da crederci, ma ci riuscì.

 

- Si certo, proprio su di lui! – rispose Izumi un po’ divertita.

 

- Beh si fa per dire…come dire… è un modo di dire!! – ironizzò ancora inventando lì per lì un divertente gioco di parole che portò l’amica a ridere così tanto fino a farle riempire le guance di rosso.

 

Takuya sollevò il busto, sistemandosi in posizione seduta.

 

- Se continui ad arrossire Kouji ti scambierà per un piccolo peperone…! Non mi sembra consono, ti pare?- fece guardando la ragazza in volto.  

 

Lei per tutta risposta gli sferrò un piccolo pugno sulla spalla, aggrottando le sopracciglia.

 

- Ehi ehi scherzavo! Non perdi mai occasione di picchiarmi eh? Scommetto che con Kouji non lo faresti mai!

 

- Dai Takuya piantala! Se non ho mai alzato un dito su di lui è solo perché non me ne ha dato mai motivo per farlo…! A differenza di una certa personcina…- Izumi socchiuse le palpebre lanciandogli un’occhiataccia sinistra.

 

- Ok ok, ho capito il messaggio… se proprio non ne vuoi parlare allora vorrà dire che non insisterò più. Di sicuro non voglio ricevere un’altra botta, hai le mani pesanti come quelle di un lottatore di sumo…sono tutto indolenzito…ohi ohi…- si massaggiò la spalla inscenando ancora una volta un finto dolore, ma questa volta, la commedia non andò in porto e si vide subito arrivare un cuscino in pieno viso.- OUUCC!!- mugugnò.

 

- Chi sarebbe il lottatore di sumo?! – strepitò Izumi con tono acuto premendogli contro il guanciale.

 

- Pardon! Vi chiedo umilmente scusa mia padrona! Il vostro umile servo non sbaglierà più, ve lo giuro su su…su Junpei!

 

- Takuya!- ribatté la giovane con dolce ironia e allentando la spinta.

 

- .........ti amo… Izumi! – pigolò il ragazzo.

In quell’attimo, rapito da un forte istinto, lo stesso di quella sera, con le labbra premute al soffice tessuto del cuscino, non fu capace di fermarsi, quelle parole, se pur sussurrate appena e coperte dalla calda lana, risultarono un frastuono incomprensibile, che la giovane non riuscì a comprendere.

 

- Che hai detto, scusa?- chiese togliendogli il cuscino dalla faccia.

 

- Andiamo a preparaci! Scommetto che gli altri saranno già in piedi. Co Ca Cam Cam

 

- Come on! Si dice così caro il mio esperto d’inglese! Il Can Can è un’altra cosa! – puntualizzò la biondina scompigliandogli i capelli.

 

- Acc! …guarda che lo sapevo benissimo…e solo che ho avuto un attimo di offuscamento…capita anche ai migliori!

 

- Peccato che io non ne veda in questa stanza…ehe eh! –  Alzandosi dal letto, Izumi allungò un braccio in direzione del compagno, per aiutarlo a rialzarsi.

 

- Tranquilla. Il tuo segreto con me è al sicuro!- dichiarò lui dandole piena fiducia. 

 

Il cervello umano è sorprendente.

Se un individuo vuole, può.

 

Nonostante la sofferenza, il giovane capì che il dramma di Kouji aveva priorità su tutto. Doveva dimenticare quel suo “banale” sentimento.   

Banale però, cercò di farlo diventare. Forse per evitare che il dolore e la rabbia gli offuscassero il cuore, rendendolo incapace di reagire. Come un manichino. Senz’anima.

Digiworld aveva bisogno anche di lui, doveva tirar fuori il meglio di sé per quella che forse sarebbe diventata la battaglia più grande, non c’era tempo per pensare all’amore, e, cacciando via un’incredibile volontà, accantonò i suoi problemi, seppellendoli in un angolo sperduto del suo cuore, per poi lasciarli lì, addormentati, probabilmente, per sempre.

 

 

      

 ________________________________________________                                                                        

 

 

 

 


Messaggi da parte dell’autrice:

 

Ecco uno dei capitoli più attesi da molti di voi! Il motivo?

Il piccolo riscontro amoroso fra Takuya e Izumi è un valido motivo?

Mi auguro proprio di si! Comunque, sappiate che non è finita!! Il capitolo numero 15 sarà ancora più emozionante! Finalmente verrà svelato uno dei più grandi misteri di Digiworld che riguarda proprio Lucemon! ^___--

 

 

Per Hotaru’91: eh già…proprio Kouichi…ma se è toccato a lui, una ragione ci sarà! E questo come sempre lo scoprirai nel prossimo capitolo! Un bacio e continua a seguirmi se vuoi!

Per Driger: >___< acc! Mi hai sgamata! Ebbene si, a questo punto sono costretta a confermare la tua tesi: Ladydevimon ha liberato Ophanimon!! Il perché di questa pazzia (se si considera che lei fa parte dei cattivi, allora è pura pazzia…) lo scoprirai tra qualche chap! Grazie ancora per i tuoi bellissimi complimenti!

Per Francesca Akira 89:  Esatto!! La risata di Kouichi era volutissima! Volevo che sembrasse proprio pazzo…Lucemon lo è, e non poteva essere altrimenti dato che il povero ragazzo ha perso completamente ogni sua volontà…! Ladydevimon la capirai tra un po’…così come Icedevimon e la sua apparente attrazione per izumi!

 

Per Kaho_chan:  ;_____; Ma dove sei??? Mi manchi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ;_________;

 

Con questo, è tutto!

Come sempre, grazie infinite per le vostre recensioni!

Un grandissimo bacio!

P.S. Dimenticavo una cosa piuttosto importante…

CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >_____<




 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Rivelazioni ***


I due discesero le scale, raggiungendo il resto del gruppo

                                                              Capitolo 15

________________________________________________

 

 

 

 

Takuya uscì dalla camera di Izumi.

 

Inutile mentire, stava a pezzi.

 

Prima quel bacio e poi… l’aver scoperto che il cuore della persona amata stesse palpitando già per qualcuno, fu proprio un duro colpo.

 

Un po’ per rabbia, un po’ per l’amarezza che lo pungeva dentro, tirò un pugno alla parete del corridoio ma subito dopo sventolò velocemente il braccio a causa del dolore.

Le nocche della mano diventarono rosse come la felpa che portava addosso.

Si strofinò la parte lesa tentando un massaggio per calmare il rossore, ma riuscì solo a peggiorare le cose.

 

- “Takuya Kanbara è un fallito…” – sussurrò con occhi appannati. Dopodichè picchiò la testa contro il muro e premendo fortemente la fronte sulla liscia parete, si lasciò sfuggire un sordo singhiozzo.

Proprio in quell’attimo però, l’incontro del tutto inaspettato di una persona a lui cara, lo destò completamente.

 

- Takuya… Tutto ok?- suonò la voce di Kouji, dal fondo del corridoio.

 

Takuya voltò il capo in quella direzione quasi con collera, e stringendo i denti diede campo alla sua rabbia di esplodere francamente:

 

- Proprio tu me lo chiedi?! EH?! – urlò con occhi un po’ umidi.  

 

Kouji si zittì quasi con sgomento.

Ci fu un attimo di silenzio, ma Takuya, resosi conto dello sbaglio, cercò di giustificarsi senza tante premesse.

 

- Scusa… non volevo…- mugugnò appena - è solo che ho dormito poco… Sono successe così tante cose…e tutte così all’improvviso!- disse strofinandosi la mano dietro la nuca.   

 

- Se la cosa ti può consolare, sappi che non sei il solo ad aver passato la notte in bianco… – affermò il moretto dal lungo codino, con una voce un po’ abbattuta. Detto questo, Kouji preferì non aggiungere altro. L’espressione e perfino i movimenti di Takuya, fecero capire al giovane Minamoto che quell’aver “dormito poco” del compagno, era solamente un pretesto per cercare di nascondere qualcosa di ben più grave. E se a Takuya non gli andava di parlare, prima o poi lo avrebbe sicuramente fatto, e di questo Kouji ne era più che convinto, così…con una pacca sulla spalla, ed un piccolo sorriso, i due discesero le scale per ricongiungersi al resto del gruppo.

 

Pochi minuti dopo anche Izumi si unì alla compagnia. Scortata da Nefertimon fino alla cucina dove i ragazzi stavano facendo colazione, la ragazza fece il suo ingresso salutando tutti con un rigoglioso sorriso.

Junpei come al solito le si buttò contro e la stritolò con uno dei suoi energici abbracci.

Takuya osservò sommessamente la scena, sbottando appena appena. Volse il capo all’insù un po’ crucciato ed affogò la sua rabbia addentando furiosamente un panino, che inghiottì in un sol boccone.  

Finito il breve breakfast, ancora Nefertimon condusse i cinque prescelti nel salone principale, invitandoli a prendere posto.

 

Nel frattempo Ophanimon, mentre percorreva il lungo corridoio che l’avrebbe portata nella grande sala, arrestò un attimo.

- “Mi chiedo se sia giusto che voi sappiate.”- sussurrò a voce bassa, sentendo arrivare il vociare dei cinque umani.

 

Takuya, seduto sul grande divano, accavallò la gamba con fare tipicamente maschile.

-“Che situazione!”- pensò osservando Izumi sorridergli e sedersi accanto, ignara di quanto successo nella notte.

  

Dopo vari minuti, Ophanimon finalmente fece il suo ingresso, accompagnata da Bokomon e Neemon, quest’ultimo ancora intontito dal sonno.

 

Erano da poco le otto.

Dal finestrone della sala i primi raggi di sole si accostavano dalle vetrate superiori che circondavano il lungo salone.

Sembrava di trovarsi all’aperto, con quella luce così ampia e chiara che illuminava la gigantesca camerata.

Tutto era tranquillo. Una calma sicuramente surreale ma piacevole.

 

L’angelo dall’armatura acquamarina, fece cenno ai tre rimasti ancora in piedi, di accomodarsi.

Junpei, primo tra tutti, si piombò come un falco sul morbido divano, per accaparrarsi il posto accanto alla bella ragazza.

Tomoki scosse un po’ il capo, sospirò appena collocandosi poco distante.

Fu il turno di Kouji che con il suo inconfondibile modo composto e silenzioso, si accomodò poco distante dai due.

   

- Buongiorno ragazzi!- pronunciò la creatura, con voce pacata.

 

- Buon giorno anche a te, Ophanimon!- risposero tutti. Fatta eccezione per il taciturno Digiprescelto della luce, che aspettava impaziente le dovute spiegazioni. 

 

- Dunque…- Scandì all’improvviso il custode celeste, adagiandosi su una poltrona di fronte agli umani.

 

- Un momento…!-  Izumi irruppe guardandosi attorno un po’ confusa.- Manca Kouichi! Aspettiamo che arrivi anche lui!- disse notando la sua assenza.

Takuya e gli altri sobbalzarono. Ognuno di loro chinò il capo in direzione del pavimento per nascondere l’espressione cupa e malinconica che era apparsa su quelle facce.

La giovane biondina li fissò uno ad uno, sempre più confusa e disorientata dallo strano comportamento di Takuya e dal resto della compagnia.

 

- Lui non verrà.

 

Izumi sobbalzò per un istante voltandosi in direzione di Kouji.

 

- Che vuol dire che non verrà? Gli è forse successo qualcosa? – domandò con la paura che Kouichi fosse rimasto ferito.

 

Takuya si fece coraggio ed avvicinò il capo all’orecchio della biondina:

 

- Ricordi quella situazione complicata che ti ho accennato questa mattina? Ecco… Kouichi…vedi lui è…

 

- Lucemon. - Disse Kouji senza usare inutili giri di parole.

 

Izumi tossicchiò fortemente:

- COSA?!! – pronunciò con una voce strozzata e a dir poco incredula.

 

- Ora ti spiego io. Ascolta…- Takuya si schiarì la voce con un colpo di tosse, e cominciò il racconto.

 

 

 

 

                                                                   **********

 

 

Nel nascondiglio dove Kouichi e suoi alleati avevano trascorso la notte, sorgevano preparativi in vista. Decine di Metalridermon correvano in più direzioni, piuttosto indaffarati.

 

- Ninzokumon, è tutto pronto? – formulò il prescelto delle tenebre al Digimon ninja.

 

- Sì mio signore! Tutto è stato fatto come lei ha ordinato. I soldati sono pronti a partire. La chiave la terrà lei?

 

- No. Ho dato ordini precisi ad Icedevimon e per sicurezza sarà custodita all’interno di un Metalridermon. Tu assicurati che quel guerriero arrivi integro prima di entrare nel nucleo, in caso contrario, ridurrò te in tanti piccoli pezzettini.- aggiunse gelidamente- Quell’oggetto è importantissimo per la rinascita di Lucemon…senza quella chiave, non potrò liberare la sua anima... Sarebbe un vero disastro, non lo pensi anche tu? Perciò impegnati a fare bene il tuo lavoro e ricorda che non ammetto sbagli come l’ultima volta… Ophanimon oramai non mi serviva più, ma se fosse stato il contrario…- Kouichi sorrise sommessamente mentre il piccolo Digimon ninja s’intirizzì-  FORZA! Và a preparare le truppe!- ordinò con sollecitudine.

 

 

 

                                                                 **********     

 

Il viso di Izumi si era spento all’improvviso, e quella luce radiosa che emanava ogni volta che qualcuno la fissava in volto, non c’era più.

 

- Allora…questo significa che dovremo combattere contro di lui? Ancora una volta? -balbettò- Io…non riesco a capire…- continuò stringendo tra le dita un pezzo della gonnellina plissetta che indossava.  

 

Ophanimon si alzò in piedi percorrendo qualche passo in direzione del gran finestrone posto alle spalle del divano dove sedevano i Digiprescelti.

- Colpa dell’essenza digitale.- asserì. 

 

- E’ quella cosa che sta nei nostri D-scan? - domandò Tomoki sbatacchiando il suo oggetto tecnologico.

 

- Esatto. – gli rispose - E’ la chiave che compone un Digimon. Come un perno.

 

- Un perno?- replicò ancora il ragazzino.

 

- Il perno è una sorta di sostegno principale, il fulcro primario che unifica tutto.- gli spiegò Junpei. Poi riprese- Però il perno di un Digicodice… mi sembra una cosa alquanto strana…voglio dire, un Digimon è composto da dati, e i dati sono la parte principale della creatura…o perlomeno ho sempre creduto che lo fossero…

   

- Infatti è così.- confermò Bokomon- Il Digicodice è un perno della nostra struttura digitale, ma non quello primario. Il fulcro del nostro corpo è una piccola sfera dalle dimensioni di una perla e il colore del sole. L’essenza digitale per l’appunto.

 

- Ascoltatemi tutti- Ophanimon fece in modo di attirare l’attenzione dei prescelti su di sé  – Cinque anni fa, quando arrivaste a Digiworld per la prima volta, non appena varcaste il confine di questo mondo, i vostri cellulari assunsero la forma degli attuali D-Scan che in questo momento vi sono stati riconsegnati. In ognuno di loro è racchiusa la chiave per la Digievoluzione, chiamata da noi Digimon “Essenza Digitale”. Bokomon vi avrà sicuramente accennato qualcosa, quando eravate nella Sala delle Dieci Luci. Ed è proprio in quella sala che oramai da secoli sono custoditi gli spiriti dei leggendari guerrieri.

 

- Ooh! Davvero?? Quindi i potenti guerrieri abitano lì?- proruppe all’improvviso Neemon.

 

- Chiudi il becco Stupidmon! Fai silenzio!- gli urlò Bokomon tappandogli il musetto.- Prosegua pure o somma Ophanimon!

 

Il custode angelico annuì- Come sapete, senza quell’essenza nessuno di voi è in grado di Digievolvere. Quando liberaste Digiworld ritornando poi nel vostro mondo, affidai la chiave di diamante capace di aprire lo scrigno, nelle mani di Bokomon, che ne divenne il custode. Ho pregato a lungo per non dover mai più ricorrere a quell’oggetto… ho sperato che i Leggendari Guerrieri riposassero in pace, in un mondo tranquillo…ma…- Ophanimon si girò verso i ragazzi, guardandoli - Digiworld negli ultimi tempi sta attraversando un brutto periodo.

 

Takuya si scosse percependo il tono pacato della celeste divinità, mutare in una melodia più sconfortata.

- Ti riferisci a ciò che sta succedendo?- chiese in cerca di conferme.

 

- In parte.- disse Ophanimon rivolgendo uno sguardo al limpido cielo. - Alcuni settori sono stati completamente abbandonati a causa di strane anomalie presenti in diversi sistemi. Molti Digimon sono stati costretti a trovarsi una nuova casa, altri sono emigrati sulle tre lune che accompagnano questo mondo, e altri ancora purtroppo non sanno dove andare. Io, Seraphimon e Cherubimon abbiamo parlato a lungo di questo, ma le nostre teorie, i nostri presupposti non hanno trovato sbocco. – il Digimon scosse il capo un po’ con amarezza- Così, alcuni mesi fa, loro due sono partiti per verificare di persona cos’è che abbia provocato un simile dissesto. Finora però, le notizie che hanno accumulato sono pari alle informazioni che avevamo prima di partire.

 

- Potrebbe trattarsi di un bug informatico che provoca il malfunzionamento di quei settori.- disse Junpei entrando nel discorso.- Per eliminarlo basterebbe una procedura di debugging, ovvero di ricerca ed eliminazione di tutte le possibili inesattezze. Se avessi un computer a portata di mano, lo farei più che volentieri, così quei Digimon potrebbero ritornare alle proprie case!

 

- Hai un animo nobile Junpei, ma Cherubimon crede che questo squilibro sia legato in qualche modo alla venuta di Lucemon…o qualcosa di attiguo. Devo confessarvi che temo per la salvezza di questo mondo. Se Lucemon risorgerà davvero, questa volta dovremo fronteggiare un doppio problema, e con tutta sincerità, non so proprio se stavolta riusciremo a farcela, e soprattutto, temo per voi.- rivelò il Digimon- Ci sono tante cose che non conoscete, e molte di queste è meglio che vi rimangano nascoste. Perciò, sono giunta a questa conclusione…- Ophanimon si alzò dalla sontuosa poltrona-  Tra pochi minuti partirà un Trailmon dalla stazione di Hanaoka village, che vi porterà al continente del fuoco. Da lì, successivamente ne partirà un altro, che vi ricondurrà nel vostro mondo. Prendetelo immediatamente, fate ritorno alle vostre case, lontano dai pericoli che abbracciano questa terra. Se vi succedesse qualcosa di grave io…

 

- MA CHE RAZZA DI RAGIONAMENTI SONO QUESTI?!!

 

Il suono di una grossa voce, coprì quella di Ophanimon che si fece fioca.

Takuya, scattato in piedi si avvicinò al Digimon, fissandolo con sguardo caparbio.

 

- Hey Takuya…-disse appena Izumi.

 

- Se cominciamo così, un “lieto fine” non ci sarà di sicuro e io questo non lo accetto! Voglio bene a questo mondo, Digiworld è stata la mia seconda casa per tanto tempo, e se fosse nuovamente in pericolo, correrei subito ad aiutarla!- strillò battendosi una mano in petto- I Digimon non meritano di soffrire, loro sono miei amici, così come gli esseri umani, per me non c’è distinzione, una razza è uguale all’altra, nessuna delle due è superiore o inferiore, nessuna!- ribadì il guerriero del fuoco, scrollando il capo fortemente.- I progetti migliori non sempre riescono, ma non per questo bisogna arrendersi, no! Si può ricominciare guardando al futuro, il cammino sarà lungo e irto d’ostacoli, ma il male non potrà mai spezzare la volontà di chi vuole e può fare!! Nemmeno Lucemon oscurerà il mio volere, perché questa è anche casa mia!- rafforzò spalancando le braccia.

 

Ophanimon rimase a lungo in silenzio ascoltando quel piccolo umano pronto a difendere un mondo totalmente diverso dal suo.

Lo fissò con profonda stima e ricambiò quelle parole con un dolce e semplice sorriso.

 

- Dopotutto, sei colui che comanda l’impetuoso spirito del fuoco!- esclamò con percettibile ironia.

 

- A-adesso che centra?!- replicò lui, arrossendo subito in volto- E poi, quali sono questi segreti che noi non dovremmo sapere? Ophanimon, se vogliamo proteggere Digiworld, devi dircelo, devi dirci ciò che…

 

- Aspetta!- lo interruppe Kouji- Dimmi perché l’essenza digitale di Lucemon non è stata distrutta…! Tutti noi lo abbiamo visto morire, è inammissibile anche solo sperare che una minuscola parte si sia potuta salvare…!

 

Ophanimon annuì.

- Vedi, Digiworld è composto da una serie di dati, ogni volta che una creatura digitale viene eliminata, essa si trasforma in particelle, che successivamente assumono la forma di uovo. Quest’ultimo si sviluppa in un periodo di tempo imprecisabile a seconda della specie, in seguito, dopo la schiusa, il Digimon rinasce. Nel caso di Lucemon, il suo uovo digitale è stato anch’esso distrutto in quella cruenta battaglia, e i dati che lo componevano sono stati cancellati. L’unica eccezione però è stata fatta per la sua essenza digitale. Schizzata via un attimo prima che il suo corpo passasse sotto la scansione effettuata da Susanoomon, è finita sulla linea di confine che separa Digiworld dal vostro mondo. In quel momento l’equilibro del pianeta stava spegnendosi, l’intero sistema stava collassando, tutte le barriere di divisione erano ormai cedute, e arrivare sul vostro pianeta non si prospettava un problema per uno dei più potenti esseri di questo mondo.

 

- Ma perché impossessarsi di mio fratello? Cosa centra con ciò?- Kouji domandò nuovamente.

 

- Le funzioni celebrali di un essere vivente, per far sì che l’essenza possa insediarsi ed iniziare la sua crescita, devono essere danneggiate a tal punto da provocare il coma. Il coma può subentrare in conseguenza di lesioni circoscritte di determinate aree cerebrali, e la caduta di Kouichi mentre cercava di raggiungerti, è stata sufficiente a danneggiare il suo stato di coscienza. L’essenza di Lucemon, una volta individuata la posizione di una persona dotata di forte potere oscuro, ha usato le poche energie a sua disposizione per installarsi all’interno del potente organismo. Per quattro anni è rimasta in stand by, facendo il pieno d’energie ma, come già sai, e come già Kouichi ti ha rivelato, un anno fa, lei ha deciso di risvegliarsi prendendo il pieno possesso di quel corpo. Tuo fratello è il padrone delle tenebre, ciò vuol dire che in lui è racchiusa una massiccia quantità di energia oscura, che nessun essere umano possiede. Questo punto, unito allo stato di coma, lo ha trasformato nell’individuo perfetto, in grado di accogliere la sfera nel migliore dei modi. E non mi stupisco affatto, se l’essenza sia rimasta così tanto nel suo organismo.       

Dopo la lunga spiegazione, Kouji chiuse gli occhi. Sfoderò una calma impressionante, e senza scomporsi o imbrunire il viso, ripensò al suo amato fratello, gentile e pronto ad aiutare chiunque pur rimanendo in disparte. Come volevasi dimostrare, la rabbia prese un attimo il sopravvento:

- Mi stai dicendo che lui è diventato la cuccia di quell’essere?!

 

Ophanimon annuì apertamente percependo in Kouji un forte senso di oppressione, e una voglia immensa di riavere al suo fianco Kouchi. Il ragazzo ritornò in sé, e scosse il capo:

- Almeno…possiamo salvarlo? C’è un modo per fargli riprendere conoscenza? – domandò.

 

- A questa domanda, purtroppo non sono in grado di dare nessuna risposta.- sentenziò a malavoglia-  Conosco davvero pochissimo a riguardo. Nonostante Seraphimon e Cherubimon si siano impegnati a fondo per scoprire la verità, non siamo ancora riusciti ad ottenere nulla e…

 

Kouji batté un pugno sullo schienale del divano.

Il resto della compagnia sussultò.

 

- Possibile che non ci sia niente da fare?!!- urlò.

 

- L’unica cosa che posso dirti, è questa: se anche solo una piccola parte della coscienza di Kouichi fosse rimasta ancora attiva, allora ci sarebbe una piccola speranza di farlo reagire, di convincerlo a lottare per scacciare la presenza demoniaca che ha conquistato la sua mente, ma… in caso contrario...- le parole di Ophanimon lasciarono in vita una piccola fiaccola di speranza offuscata però da quel brutto “ma” che riecheggiava nella mente del giovane prescelto. 

   

- Se fosse così, se fosse come dici tu, allora anche la minaccia di Lucemon, sparirebbe?- Minamoto si sentì speranzoso.

 

- Lo spirito di Lucemon è stato imprigionato al centro di Digiworld, e quello come sai non può essere distrutto. Fino a quando rimane lì, non potrà mai risorgere. Per liberarlo, Kouichi ha bisogno di due chiavi chiamate dalla popolazione di Digiworld “Chiavi Gemelle”,  ma sfortunatamente quegli oggetti sono già nelle sue mani.

 

- Ma…Kouichi ha estratto soltanto una chiave dal corpo di Kouji…- disse Takuya poggiandosi una mano sul mento.

 

- Quella che hai visto è appunto una di esse. L’altra si trovava all’interno di Kouichi…ma quest’ultimo temo che l’avrà sicuramente estratta.    

 

Kouji sbuffò.

- Prima scopro che mio fratello è stato sopraffatto da Lucemon, e poi spunta fuori l’esistenza di queste due chiavi… Ci sono molte cose, o passaggi, che non mi tornano… L’essenza digitale di Lucemon, e perfino Lucemon stesso! Ho provato a ragionarci tutta la notte, o tentato di collegare i vari tasselli uno ad uno, ma credo che quello più importante lo abbia tu, Ophanimon! – Minamoto questa volta si alzò in piedi, reclamando l’ultimo pezzo del puzzle che forse avrebbe ricollegato tutto.

 

Il Digimon sospirò lentamente, schiacciato dagli insistenti sguardi di Takuya e di Kouji stesso. Fissò Bokomon quasi a cercare una risposta o consenso, e quest’ultimo a sua volta annuì.

 

- Tu e Takuya apparentemente mostrate un carattere diverso, ma la caparbietà dei vostri animi è la stessa.

 I due giovani si volsero un’ occhiata reciproca, mentre una lieve sensazione d’imbarazzo sfiorò i loro visi. Diressero repentinamente il capo altrove, entrambi consapevoli di quella realtà, ma troppo orgogliosi per ammetterlo.

 

In seguito, Ophanimon fece rivivere una piccola parte della storia di Digiworld in quella che da lì a poco sarebbe diventata una vera e propria rivelazione:

- Chi ha coraggio e determinazione è giusto che sappia. – disse. Arrivata vicino al grande scaffale stracolmo di libri, ne afferrò uno. Il più grande di tutti. L’involucro del tomo, completamente ricoperto d’argento, era opaco, sicuramente logorato dal tanto tempo trascorso in quel ripiano. Un grosso strato di polvere ne ricopriva la superficie fino a celare delle incisioni presenti sul frontale prezioso. – In un tempo molto lontano…- disse strofinando la copertina - le Chiavi Gemelle erano custodite da due fratelli. Darukumon e Raitsumon. Rispettivamente i padroni delle tenebre e della luce. Considerati dai Digimon come la colonna portante del loro pianeta, i due gemelli vivevano in pace e armonia, sorvegliando Digiworld con dedizione e uguaglianza. Si narra però, che in quel periodo il mondo digitale fu continuamente attaccato da potenti virus decisi a cancellarlo in modo definitivo. Man mano che passavano gli anni, la rete cresceva sempre di più e con l’arrivo di Internet, i problemi accrebbero di numero e di potenza. Un nuovo bug impazzito attaccò nuovamente questo mondo, agendo con una rapidità tale da disintegrare due quarti di Digiworld in sole due ore. Raitsumon e Darukumon per far fronte all’imminente pericolo, unirono i loro immensi poteri, fondendosi in un unico essere, il più potente che sia mai esistito. - Ophanimon si avvicinò al divanetto dove i ragazzi, con occhi attenti, ascoltavano le sue parole. Aprì il libro prelevato dallo scaffale, e mostrò il contenuto in direzione dei prescelti. 

 

- Sono i due gemelli? – chiese Takuya fissando l’immagine. Il Digimon celeste assentì, poi, si apprestò a mostrare la pagina successiva girandola con lentezza, e quest’ultima, sfoggiò una vecchia conoscenza dei prescelti.

 

- LUCEMON?!- esclamarono in coro i cinque giovani, vedendo il ritratto del perfido angelo, raffigurato in quel foglio.

 

Kouji s’intirizzì in un breve palpito. 

- Vuoi dire…- balbettò appena.- Vuoi dire che Lucemon è l’unificazione di quei due Digimon?!?- disse incredulo.

 

Partì uno sguardo d’intesa tra lui e Takuya.

 

- Ora capisco tutto! Ecco perché il suo corpo è composto da una doppia energia! Perché in realtà sono due!! - asserì Izumi rabbrividendo appena.

 

- Incredibile! Faccio fatica a crederci! Ho sempre pensato che Lucemon fosse un solo essere e mai mi sarei aspettato una cosa simile!-ribatté Junpei, scuotendo il capo con stupore.

Tomoki si lasciò sfuggire un gemito strozzato, mentre strofinava nervosamente le mani sui suoi jeans.

- Ma i due Digimon non erano buoni? Perché poi si sono rivoltati contro il loro mondo?- domandò perplesso.

 

Ophanimon scrutò negli occhi del giovane Tomoki, un forte terrore. Ebbe un attimo di pentimento per ciò che aveva appena mostrato e tirò a sé il libro, portandolo al petto per celare quella foto. – Dopo il combattimento – proseguì -  i virus furono annientati, e la pace ricomparve su Digiworld. Una pace che nel giro di qualche mese, destinò a finire. Darukumon iniziò a cambiare. Il virus combattuto in precedenza, aveva infettato i suoi dati da renderlo pazzo. La sua voglia di proteggere, si trasformò presto in una brama di conquista che mise in schiavitù la maggior parte della popolazione. Alcuni Digimon si ribellarono tentando di contrastare il suo dominio, ma ben presto perirono in un violento scontro. L’unico che poteva fermare il padrone delle tenebre, era suo fratello. Raitsumon affidò le Chiavi Gemelle nelle mani di Seraphimon, a quel tempo guardiano delle due divinità, e si lanciò in una cruenta battaglia per liberare il gemello. Ricordo che tutti i Digimon, in quel periodo, si rifugiarono nelle loro abitazioni, restando confinati in esse con la paura di uscire. Lo scontro durò dieci giorni, e allo scoccare del decimo, uno dei due ebbe la meglio. Il padrone della luce, rifiutatosi di trafiggere il fratello con la sua spada, cadde vittima di un suo vile tranello che lo portò al cedimento. Darukumon s’impossessò del suo Spirit, e lo fuse con il proprio corpo. Fu così che Lucemon riapparve e…

 

- Comparirono i dieci leggendari guerrieri per sconfiggerlo.- continuò Kouji mettendo fine al racconto.

 

Ophanimon assentì riponendo il grosso libro nell’antico scaffale.

Poi, ritornò in direzione del divano, e si accomodò sulla poltrona di fronte.

 

- Che mi dici allora delle Chiavi Gemelle?- riprese di nuovo Kouji.

 

- Le chiavi servono per aprire il Gate of the Spirit, situato nel nucleo centrale di Digiworld. Lì, lo Spirit di Lucemon vaga perentorio fra le quattro mura di quel posto, condannato per sempre all’oblio. Inoltre, ciò che ancora non vi ho detto, è che all’interno delle Chiavi Gemelle vi è racchiusa l’essenza digitale dei due protettori di Digiworld, Darukumon e Raitsumon.  

 

- Ma se Lucemon è formato da due creature digitali, per risorgere ha bisogno di entrambi! Visto però che le loro essenze sono racchiuse nelle chiavi, e i loro Spirit si trovano prigionieri nel nucleo, allora non credo che potrà raggiungere il suo obbiettivo…

 

Ophanimon scosse la testa – Purtroppo non è così, Takuya.- gli disse- Dopo secoli, Lucemon è diventato uno stato a sé, separandosi dai suoi creatori, è rinato come nuovo Digimon, una sorta di terzo gemello, un’ibrido tra le due potenze. Luce e oscurità sono fratelli, e l’unione dei due elementi provoca il caos. Inoltre, lo Spirit di Darukumon vaga all’interno del Gate of the Spirit, ma quello di Raitsumon no. Sembra essersi dileguato nel nulla, forse nella vaga speranza di ritrovare il suo gemello.  

 

- La situazione è più ingarbugliata di quanto pensavo…-mormorò Takuya incrociando le braccia al petto.- Ma almeno sappiamo il perché della sua strana forma evoluta…Ricordo che nell’ultima battaglia, dopo la scansione, apparvero due Digiuovi

 

- Uno bianco e l’altro nero!- disse Tomoki entrando nel racconto.

 

- Si. - Assentì il guerriero, poi continuò- L’uovo bianco fluttuò in cielo, sbriciolandosi in uno scintillio di piccole luci, mentre il Digiuovo nero, cominciò ad assorbire i milioni di codici del pianeta, assumendo dimensioni smisurate. Si schiuse con una rapidità impressionante la stessa che usò per rompere la barriera e infiltrarsi nel nostro mondo. 

 

- E delle chiavi? Cosa ci dici?- domandò Junpei.

 

- Dopo che voi andaste via da Digiworld, Seraphimon decise di nascondere le Chiavi Gemelle nel corpo di Kouichi, e in quello di Kouji, affinché restassero al sicuro.

 

Kouji fissò il Digimon. – Perché proprio noi due…?- domandò.

 

- La leggenda narra che solo due gemelli dotati dei poteri della luce e dell’oscurità, possono contenere tale magia senza essere distrutti dal loro immenso potere. E fu così che noi tre decidemmo di procedere illudendoci di metterle al sicuro. Con il passar del tempo il potere delle chiavi è aumentato ulteriormente, forse alimentato dal vostro affetto fraterno, ma nonostante tutto, tu e tuo fratello non vi siete accorti di nulla. La sintonia con il tuo spirito, e quello di Kouichi, ha permesso ad entrambi di vivere normalmente come tutti i vostri coetanei. E questo è un grande pregio, Kouji.

 

Sentendosi chiamato in causa, il ragazzo scattò all’istante- Pregio? Questo lo chiami un pregio?! Mio fratello è diventato malvagio a causa di quella chiave! Tu avevi il diritto di renderci partecipe delle tue intenzioni! Se tu lo avessi fatto, probabilmente a quest’ora, io e Kouichi

 

Ophanimon ascoltò ma non rispose. Kouji aveva ragione, e lei seppe riconoscere lo sbaglio.

 

- E’ soltanto colpa mia…- disse.

 

Takuya all’improvviso scattò:

- Non è colpa di nessuno! – esclamò passando dal volto di Ophanimon, a quello dell’amico- Adesso ciò che conta è risolvere al più presto la questione! Certo… sarebbe stato meglio se ci avessi informato all’inizio delle prime anomalie…-dichiarò guardando la creatura di sottecchi- Comunque è inutile piangere sul latte versato, no?

 

- Non ci aspettavamo un simile risvolto, per questo abbiamo scartato dall’inizio l’ipotesi di farvi accorrere.- rispose Bokomon, scusandosi.

 

- All’inizio credevamo ad una semplice anomalia, un problema risolvibile con l’aiuto delle forze celestiali, ma la situazione ci è sfuggita all’improvviso, il nemico ha saputo nascondere bene le sue carte, preparandosi molto tempo prima che noi riuscissimo a capire il vero problema.- rispose Ophanimon con una punta di amarezza.

 

- E Izumi? Perché è stata rapita? Non penso solo per attirarci qui a Digiworld!- replicò Junpei con convinzione.

 

- Quella è stata una cosiddetta vigliaccata nemica! Io purtroppo non ho potuto far altro che obbedire alle condizioni di quei tre demoni!- replicò Bokomon visibilmente afflitto.

 

- Vuoi dire che tu sapevi tutto?!- Takuya lo fissò.

 

- Izumi è stata rapita per costringere Ophanimon ad allontanarsi dal castello e giungere a liberarla. Una volta arrivata nel continente oscuro però, il luogo dello scambio, è stata subito catturata dalle guardie di quei tre Digimon malvagi. E io, sono stato costretto a condurvi in questa rocca, pur sapendo che ad aspettarvi non ci sarebbe stata la vera Ophanimon, ma bensì la sua copia mal riuscita…! Detesto i ricatti!!- affermò il piccolo Digimon, agitandosi furentemente. 

 

- Vigliacchi! Servirsi di una debole fanciulla per raggiungere i propri scopi!!

 

- Chi è “debole”, Junpei?- rispose Izumi sollevando il sopracciglio destro, con un’espressione che non premetteva nulla di buono.

 

- Ooh naturalmente non tu, Izumi-chan! – replicò all’istante il giovane, cercando di sembrare credibile.  

 

- Cos’è successo quando ti hanno catturato?- disse Kouji ignorando i due amici battibeccare.

 

Ophanimom si voltò – Ecco…Ricordo che sono stata rinchiusa in una gabbia… dopodichè ho fatto la prima conoscenza con Icedevimon… Voleva a tutti i costi conoscere la sequenza di inserimento delle due chiavi da immettere nelle serrature del cancello…

 

- Il Gate of the Spirit.- disse Kouji.

 

- Si, quello. C’è una sola possibilità per aprire le porte di quel posto. Se si sbaglia al primo tentativo, il cancello resterà per sempre chiuso. Purtroppo, data la situazione, sono stata costretta a dirgli la verità, altrimenti in caso contrario, avrebbero fatto del male ad Izumi. Sapevo fin dall’inizio che si sarebbe trattato di una trappola, ma se solo avessi rifiutato…

 

- Deve soltanto provarci!!!- tuonò improvvisamente Takuya.- Lo riduco a un omino di neve!!

 

- Già, ben detto!! Se vogliono far del male ad Izumi-chan, dovranno prima togliermi di mezzo!- ribatté Junpei battendosi un pugno sul petto.

 

- Ragazzi, non esagerate!- disse timidamente la combattente del vento, diventando rossa in viso.

 

Ancora una volta, Kouji si escluse dagli altri..

- E Kouichi? Lo hai visto?- disse rivolgendosi all’angelo.

 

Ophanimon scosse il capo.

- La prima volta che ho visto Kouichi, è stata non appena sono entrata nel tempio, quando oramai eravate tutti lì.

 

Kouji chinò il capo. I ciuffetti laterali posti ai margini del suo viso, gli slittarono in avanti, fino a coprire una parte di quei neri e profondi occhi.

- Lui…ha finto anche di volermi bene…? - disse sussurrando con la voce sporcata da un trattenuto pianto.

Anche lo sguardo dei suoi compagni diventò più triste.

Tutti sentivano il bisogno di aiutarlo, in qualche modo, ma nessuno ebbe il coraggio di intervenire.

- Tuo fratello ti ha voluto veramente bene.- rispose Ophanimon, poggiandogli una mano sul capo, con tenerezza.

Kouji sussultò per quel gesto ricco d’affetto e di tanta comprensione. Ma nonostante tutto, non riuscì a risalire da quello stato di mutismo e dolore.

 

- L’essenza di Lucemon si è risvegliata soltanto un’anno fa. Nei primi quattro anni, tuo fratello è stato sempre se stesso, qualsiasi ricordo, qualsiasi emozioni che entrambi avete provato, è stata frutto semplicemente del vostro amore fraterno e quindi, potrai conservare quei ricordi, perché resteranno per sempre puri ed incontaminati. Sinceri.

 

- Lui però…non è stato sincero con me.- replicò sommessamente sentendo più forte il calore di quella carezza.

 

- Forse in quest’ultimo anno. Quando ormai l’essenza malvagia aveva già iniziato la sua attività. È difficile accettare tutto ciò, ma ricordati sempre che non è stato tuo fratello a volere una simile cosa.   

 

- Certo.- asserì Kouji abbozzando quasi un sorriso e tirando indietro la testa- Lo ricorderò se mai dovesse implorarmi pietà prima che lo uccida.

Dopo quelle parole, nella sala scese il gelo.       

Nessuno dei ragazzi ebbe coraggio di parlare, Takuya e Junpei si guardarono reciprocamente, Tomoki abbassò il capo al pavimento, mentre Izumi, facendosi coraggio, posò delicatamente una mano sulla spalla del taciturno guerriero.

 

- Io in quei brutti momenti non c’ero, ma avrei voluto esserci per dare una mano, un aiuto in qualche modo, non importa come ma avrei voluto. Però, penso che tuo fratello in quel momento non avrebbe mai voluto farti soffrire. Lo conosciamo, Kouichi sarà sempre lui, non cambierà mai anche se la sua coscienza venisse manipolata a tal punto da renderlo irriconoscibile, il suo animo gentile e altruista non appassirà mai, perché sono certa che lotterà con tutte le sue forze per impedire una cosa simile. E questo sono pronta a giurartelo! Puoi credermi! – confermò la ragazza con forte certezza.

 

Kouji girò la testa, guardandola negli occhi.

 

- Tu cosa ne puoi sapere? Non hai assistito allo spettacolo. Non eri presente, non hai visto nemmeno una parte di quello che c’è stato. Ti sei persa la commedia, quindi non commentare su cose che non conosci.–  le rispose secco, con agghiacciante freddezza.

 

Izumi restò immobile.

Deglutì quasi a fatica sentendosi spiazzata.

Lentamente ritirò la mano dalla spalla del giovane, e la posò sulle ginocchia, fredde come la neve.

 

- Scusami…non era mia intenzione…forse mi sono espressa male…ma…- pronunciò con una voce traballante.

 

Takuya, vedendo Izumi in difficoltà, non fu capace di trattenersi:

 

- Voleva solo esprimere la sua opinione, ma a quanto pare mi sembra che sia vietato anche questo!

 

- Che lo faccia su altre cose, magari che ha visto o che conosce!- gli rispose Kouji, a tono.

 

- Perché non ti decidi ad accettare il fatto compiuto? Ieri mi hai detto che avresti lottato per liberare tuo fratello e adesso affermi di volerlo uccidere per fare prima? Per evitare future scocciature? Non siamo ad una maratona dove chi arriva primo, vince! Scusa ma a questo punto proprio non riesco a capirti…sei diventato più enigmatico di quello che in realtà sei veramente!-affermò.

 

- Bene… bravo…hai finito di sparare inutilità? – Kouji fissò Takuya. Tra i due ci fu incomprensione diretta, tanto che il padrone delle fiamme scattò verso di lui afferrandolo per il colletto della maglia.

 

- Inutilità? Ciò che dici tu è inutile! Pensi che un nodo si sciolga tirando con forza?! Eh?!

 

- Co…Cos’hai detto?- Kouji strabuzzò.

 

- Che non si scioglie un nodo tirando con forza! Una situazione difficile richiede dolcezza. Sei diventato anche sordo oltre che muto?!!

 

- Takuya, ti prego, lascia stare! Non dovremmo litigare in questo momento...!- esortò Izumi tentando di farlo smettere, mentre lo strattonava per un lembo della maglia.

    

- Lui non può aggredire chiunque solo perché ha un problema! Non…- il ragazzo allentò improvvisamente la presa ed ammutolì.

 

Entrambi i guerrieri si ridussero al silenzio.

 

Le parole di Takuya, fecero ricordare a Kouji l’incontro avvenuto con la vecchia indovina. La stessa frase, ora pronunciata anche dall’amico, gli fece rivivere quell’istante.  

 

Per Takuya invece, furono le sue stesse parole a zittirlo. Ricordò lo scatto d’ira avuto nel corridoio poche ore fa nei confronti del compagno.

Fu un’attimo di nervosismo a farlo reagire affogando la sua stizza nei riguardi di una persona assolutamente priva di colpe.

 

Takuya afferrò il compagno per un braccio, trascinandolo con sé. Kouji lo seguì senza indugiare.

 

- Ragazzi, dove andate?! Vi prego non fate sciocchezze! Takuya! Kouji! Tornate indietro!- Izumi con espressione visibilmente impensierita, cercò di raggiungerli, ripensando però alla reazione di Kouji avuta l’attimo prima nei suoi confronti, si bloccò come impaurita.- Li lasciate andare così? Cosa aspettate, che il gruppo si sgretoli poco alla volta?! – urlò poi incollerita verso gli altri.

 

Junpei, Tomoki e i due piccoli Digimon, abbassarono la testa senza reagire.

 

- Ma come potete starvene lì?! Siete degli insensibili! – dichiarò la ragazza correndo via.

 

- Izumi-chaaaaaan!!! – strillò Junpei rizzando in piedi.

Takuya e Kouji avevano bisogno di discutere, isolati dal resto del gruppo, proprio come accadde una notte di alcuni anni fa, quando Kouji trascinò il compagno in un settore del continente oscuro.

 

Ophanimon osservò la scena avvicinandosi poi al grande finestrone posto alle spalle del divano. Alzò gli occhi sulle lunghe vetrate, e restò lì guardando il limpido colore del cielo, divenire sempre più chiaro.

 

 

                                                                  **********       

 

I due, scesi nei sotterranei del palazzo, si erano appartati in un angolo ancora più buio di quel luogo.

Ad illuminarli, solo la flebile luce di una candela consumata e oramai quasi alla fine.

 

Il guerriero del fuoco lasciò il braccio dell’amico.

Si guardarono entrambi dritti negli occhi, muti come i muri di quel posto silenzioso. Le pareti di mattone antico, fredde e piene di lesioni, proprio come il pavimento un po’ irregolare, si estendevano per diversi metri.

 

Kouji e Takuya si erano fermati a poca distanza dalla porta di accesso della biblioteca sotterranea.

Bastavano pochi passi per avere una luce maggiore, ma Takuya preferì rimanere quasi nell’ombra.

 

- Avanti, dimmi ciò che hai da dire. Non penso che tu mi abbia portato qua sotto solo per fare una passeggiata…- proferì  Kouji infilandosi le mani nelle tasche del jeans e staccandosi dalla presa di Takuya, con uno strattone.

 

- Fai poco lo spiritoso! Non perdi mai il tuo senso cinico nemmeno in queste situazioni? Come diavolo fai a rimanere indifferente a qualsiasi circostanza? Ciò che succederà a tuo fratello non ti tocca minimamente? O forse ha ragione Kouichi quando dice che questa è solo una maschera per nascondere la tua debolezza? Quello stupido di tuo fratello ha proprio ragione!

Kouji scattò - Attento a come parli. Potresti pentirtene! – asserì nettamente innervosito per le forti parole usate dal compagno.         

 

- Ma finiscila una buona volta di fare il duro con questo tuo modo di fare! Sei solo un debole! Pensavo che il discorso fatto nel pomeriggio di ieri ti fosse servito a capire ma, credo che per te non ci sia cura! – ribatté imperterrito il padrone del fuoco- Sei ottuso, sei fragile! Proprio come tuo fratello! Un’idiota che si è lasciato manipolare da Lucemon come fosse un ridicolo mocciosetto, un patetico moccioso senza carattere! Ma si può essere così inetti?

 

Takuya se l’era proprio cercata. Infatti, dopo le sue parole, il pugno di Kouji non tardò molto ad arrivargli in faccia.

 

- Tocca me, ma lascia stare mio fratello!!- replicò con durezza, pressandogli la schiena alla parete.

 

Takuya si strofinò il braccio sotto il naso asciugandosi il canaletto di sangue che stava colando giù.

 

- Picchi forte! Mamma che cazzotto…! – concluse ridendo – Questa è la prova che ci tieni a tuo fratello! Ma allora perché fai del tutto per dimostrare il contrario? Getta la maschera…tanto ti ho scoperto!

 

- Cosa?!- esclamò il ragazzo- Sporco bugiardo! Mentivi! Lo hai fatto apposta per provocarmi non è vero?!

 

Takuya si lanciò in una smorfia di riso schivando appena un altro pugno. Poi proseguì.

- Andiamo Kouji… entrambi lo sappiamo benissimo, tu saresti pronto a proteggerlo anche a costo della tua vita, te lo si legge negli occhi, e quelli non li puoi nascondere, dico bene?- disse.

 

Kouji si fermò a riflettere. Infilò nuovamente le mani in tasca spostando lo sguardo sulla fioca luce di una fiaccola.

- Già… Infondo sono lo specchio dell’anima…-fece a voce rauca.

 

- Ammetto di essermi comportato male, cioè, mi…riferisco a prima…nel corridoio…senza rendermene conto ho agito per istinto, accecato dalla rabbia, come hai fatto tu, e poi io ti vengo a dire che i propri nervosismi non vanno sfogati sugli altri! Che comportamento incoerente! Però, so come ti senti, vorrei aiutarti, ma non me lo permetti…

 

- Se gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima, allora anche nei tuoi si legge qualcosa di diverso, o forse mi sto sbagliando?- domandò il moretto ritornando ancora una volta con lo sguardo sul compagno.   

     

Takuya lo fissò. Poi sorrise appena.  

 

- Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce. Ricordi? Ecco, penso di capire in quale occasione l’autore di questo pensiero creò una simile cosa. Immagina lui che ami alla follia una ragazza, diciamo l’amore della sua vita? Forse è un po’troppo ma se per lui non lo è? E poi pensa se questa ragazza lo consideri solamente il suo migliore amico perchè a sua volta innamorata di un altro… il solito triangolo come accade nei manga o nei film dirai ma, se fosse proprio così? Come ti sembra la mia ricostruzione? Plausibile?  

 

Kouji ascoltò attentamente, limitandosi ad udire. Il suo silenzio non durò molto perché spezzato da un suono quasi derisorio.

 

- Credo di aver capito…- disse sospirando compostamente.

A Takuya bastò poco per comprendere quelle parole.

 

- Cos’è che avresti capito?!- strabuzzò quasi perplesso ma ampiamente preoccupato.

 

Kouji sorrise.

- Tu sei strano già di tuo, ma quanto successo questa mattina…mi ha lasciato perplesso. Sono sorpreso, ma non troppo. Nonostante tutto mi ero già accorto di qualcosa, aspettavo solo il momento adatto per avere le dovute conferme. Ed osservando la tua faccia, direi che avevo ragione. Se ti piace, faglielo capire!- assentì senza usare tante premesse.  

 

- Kouji!!- strabuzzò Takuya oramai diventato completamente rosso.- Hai capito tutto?! Adesso non le dirai che tu sai e che io so di…

 

Minamoto portò una mano sulla bocca del ragazzo per zittirlo:

- Non amo i pettegolezzi.- tagliò netto.

 

Takuya brontolò scuotendo forte la testa per liberarsi la bocca. – Ma è impossibile che lei…

 

- Niente lo è se non ci si prova. E comunque se vuoi consigli, perché non lo chiedi a Junpei?- disse quasi schernendo il compagno.

 

- Chi sarebbe il maledetto adesso, eh?! – Takuya gli saltò addosso, con fare giocherellone, inscenando una finta lotta, i due caddero a terra sbattendo contro il duro pavimento.

Entrambi scoppiarono a ridere gioiosamente ed il viso di Kouji si riaccese.

Tra i due finalmente ritornò l’affiatamento che prima pareva perso.

 

- Stavolta non ti chiederò scusa per il pugno, te lo sei ampiamente meritato.- affermò Kouji- Però, ti chiederò scusa per il mio di comportamento.- disse in pieno imbarazzo.

 

- Ooh!- esclamò Takuya sorpreso- Kouji che chiede scusa! È un sogno? Un miraggio? Ho sentito male? Non è che potresti ripetermelo?- disse in tono derisorio.

 

- Scordatelo.- ribatté lui, nettamente.

 

- Sempre il solito tu!

 

Tra un sorriso e l’altro, una battuta ironica e pungente, il viso di Kouji si rattristò.

- Ho paura che mio fratello rimanga per sempre una creatura orribile.- disse.

 

Takuya gli si avvicinò con fare garbato:

- Non succederà se tu farai del tutto per impedire che accada!- concluse mettendogli amichevolmente una mano sul capo.

Kouji sollevò di poco la testa, fissandolo negli occhi. I due si strinsero in un forte abbraccio, proprio come due fratelli.

 

- Grazie…-bisbigliò appena il lupo solitario.

 

- Sei mio amico, no? Per me è un dovere aiutarti!

 

Arrossendo per quel “grazie” che in altre situazione non avrebbe mai pronunciato, Minamoto sciolse l’abbraccio e si staccò di colpo.   

- Mio fratello non aspetta!- esclamò con le guance arrossate.

      

- Questa volta è definitivo? Non cambierai idea, vero?

 

- Se dovessi farlo ancora una volta, ti chiedo un solo favore… tirami un pugno in faccia più forte che puoi e nel farlo non farti sciocchi scrupoli!- sentenziò.

 

- Se mi autorizzi tu, allora lo farò… spero solo di non dover mai ricorrere ad una cosa simile… ma lo farò! – disse Takuya dandogli una pacca forte sulla spalla.

 

Kouji scosse il braccio, intorpidito per le ripetute botte. Poi sbuffò.

- Vuoi un altro pugno, Takuya? Basta chiederlo.

 

- Recepito! Andiamo!- replicò il ragazzo irrigidendosi.

 

I due risalirono le scale, percorrendo lo stretto passaggio e rientrarono velocemente in sala, pronti a partire.

 

- Takuya onii-chan!!! Kouji-san!! – esclamò Tomoki correndo verso di loro.

 

- Hey Tomoki! Non dirmi che hai sentito la nostra mancanza? Adesso siamo di nuovo insieme, e senza dubbio più forti di prima!! Dai, preparati che tra un po’ si parte!

 

- E dove vorresti andare senza Izumi, eh Takuya? – tuonò improvvisamente Junpei, aizzandosi contro il ragazzo.

 

- Cosa?! Che cavolo ti prende Junpei?! – il guerriero del fuoco saettò gli occhi nella sala notando l’assenza della ragazza.- Dov’è Izumi? – chiese ritornando fisso sull’aitante giovine.

 

- Non lo so! E’ fuggita via dopo il vostro litigio! La conosci, è una ragazza sensibile, temeva che il gruppo si sarebbe sciolto, e questo per colpa vostra!- disse additandoli.

 

- Non è colpa di nessuno, Junpei! Izumi aveva ragione, non abbiamo fatto niente per calmare la situazione, abbiamo sbagliato! E fortuna che tutto è tornato apposto, altrimenti non so come mi sarei sentito!- irruppe Tomoki aggrottando le sopracciglia.

 

Si fece avanti Kouji:

- Takuya! Tu controlla il palazzo, io andrò fuori. Chi la trova per primo, avverte l’altro tramite il Digivice.

 

- D’accordo!  

 

- Vi aiuto anche io!- dichiarò senza esitazione Junpei, un po’ pentito per le ingiuste accuse.

 

- No! Tu aiuta Bokomon a preparare lo zaino. Quando torniamo si parte all’istante. – ribatté Takuya schizzando verso le scale.

Una volta giunto al piano di sopra, corse verso la camera della ragazza ed entrò di botto.

 

- Izumi?!- esclamò cercandola con lo sguardo. Ma lei non era lì.

Senza perdersi d’animo, uscì rapidamente controllando le altre stanze, ma a vuoto. Urlò più volte il nome della Digiprescelta, nella speranza di ottenere risposta ma l’unica cosa che ne ricavò, fu silenzio.

Un brivido gli attraversò la schiena pensando alla folle risata di Icedevimon. E se l’avesse rapita lui?

Takuya gelò nuovamente.

 

Discese le scale facendo tre scalini alla volta e in pochi secondi si trovò nei sotterranei.

Ragionandoci forse avrebbe evitato quel posto, lui e Kouji erano stati lì, di sicuro si sarebbero accorti se fosse entrato qualcuno… però istintivamente, senza riflettere, si ritrovò d’innanzi al grande portone della biblioteca sotterranea.

Lo spinse in avanti e vi s’infilò di corsa.

 

L’enorme cumulo di libri sparso sul pavimento, era rimasto tale, fin dal giorno in cui lui stesso ne aveva provocato la caduta.

Ricordò la rimproverata di Izumi, e il loro affannarsi nel cercare il Digicodice, lavorandolo uniti come una piccola squadra.

 

Lo stanzone era poco illuminato, intorno a lui c’erano solo libri, e nient’altro, così voltò di spalle avviandosi all’uscita ma, in quell’attimo, da uno scaffale seminascosto, il tonfo di un libro lo fece sobbalzare.

In pochi attimi invertì la rotta, e corse come un matto in quel punto. Quel buio impediva a stento di scorgere le sagome dei tanti libri sparsi qua e là, tuttavia un insolito colore dorato rifletté in contrasto all’ambiente circostante. Quel colore si spostò rapidamente, come mosso dal vento, il ragazzo lo intercettò correndogli incontro così forte da anticiparlo, e Izumi finì dritta tra le sue braccia.

 

- Izumi?! – parlottò colto alla sprovvista. Il tempo di vedere gli occhi della ragazza colmati di lacrime.

 

- La-lasciami!- rispose lei, cercando di spingerlo via.

 

Takuya allentò la presa, senza però staccarsi.

 

- Da quanto tempo sei qui…?- chiese con una grossa sensazione di angoscia al centro dello stomaco.

Sfortunatamente non ottenne risposta.   

- Hai…hai sentito tutto, vero?- disse balbettando. La sensazione di angoscia si fece sempre più grande. Il cuore cominciò a dondolargli freneticamente.

Izumi accennò un semplice sì con il capo, e coprendosi il volto con le mani, lasciò che le lacrime le scivolassero via come fossero pioggia.

 

Gocce di un sudore freddo attraversarono la fronte del giovane. La paura che Izumi sapesse dei suoi sentimenti, lo assalì. Non doveva succedere, non adesso! Izumi non doveva sapere, per il suo bene! Pensò come un ossesso a cosa dire, come potersi giustificare… Takuya si mordicchiò il labbro inferiore in preda all’ansia.

Come prima cosa, doveva calmare la sua compagna. Non poteva vederla piangere. E così, lentamente la strinse a sé, abbracciandola.

 

- Izumi… ascolta, se tu… se tu non vuoi non devi darmi una risposta, io ecco, io lo so che tu… tu ami Kouji e…

 

- E adesso lo sa anche lui per colpa tua!- vociò con gli occhi intrisi di lacrime- Sei un bugiardo! Ti ho sentito!- esclamò singhiozzando- Ero lì, nascosta sulla rampa di scale, stavo scendendo per fermarvi e poi…poi…sei un maledetto bugiardo!!- gli urlò senza sosta dandogli un forte spintone.

 

Takuya rimase per un istante intontito.

- Cosa…? Ma…che dici? Guarda che hai frainteso tutto!

 

- Avevi promesso di non dirgli nulla! Me lo avevi giurato! E invece…! Ti ho sentito quando cercavi di fargli capire che io sono innamorata di lui!! Cosa credevi di fare? Volevi divertirti alle mie spalle?! Volevi ridere di me pensando di rovinarmi tutto?!! Sei un bugiardo!! BUGIARDO!!!- la voce di Izumi rintronò nella biblioteca, facendo eco. Pochi istanti e si staccò da Takuya correndo via.

Lui non riuscì a trattenersi.

Le corse dietro.

I suoi sentimenti restavano ancora segreti, ma a che scopo? La persona che amava lo credeva un bugiardo, un traditore, ma lui no! Non avrebbe mai pensato di ingannare la sua fiducia! Doveva dirle che si sbagliava! Già, ma in questo modo, le avrebbe rivelato anche il suo amore… Takuya accantonò tutto mentre Izumi si apprestava ad uscire. La fortuna volle però, che il pesante portone per qualche inspiegabile motivo non si aprì.

La biondina continuò a tirare, ma le assi di ferro restarono inchiodate al pavimento. Provò ancora una volta, aumentando lo sforzo, ma in quel piccolo frangente, qualcosa le bloccò le mani.

 

- Eeh?!- articolò lei voltandosi di scatto. D’un tratto si sentì premere la schiena contro la porta. Takuya era lì con le mani che le tenevano strette le spalle. Alzò lo sguardo e avvertì un brivido freddo come la neve attraversargli il corpo.

Il ragazzo non le diede il tempo di ribattere e, prima ancora che lei potesse fissarlo negli occhi, lui reclinò il capo lateralmente, e la fermò con un bacio.

Fu tutto così improvviso. Inaspettato.

Una girandola di emozioni, sensazioni, tutte amplificate dal buio di quella biblioteca. Lì dove cinque anni fa, si ritrovarono a dover cercare il Digicodice del castello, lì dove una valanga di libri per poco non li seppellì, lì dove Takuya sembrò volerle dire qualcosa, ma poi cadde addormentato dalla stanchezza.   

Nessun rumore. Solo lo schiocco delle labbra, sovrapposte l’una all’altra come pezzi di costruzioni per bambini, come una bottiglia e il suo tappo, come una scatola e il suo coperchio.

Per Izumi fu tutto così improvviso, rimase con occhi aperti, disorientati, mentre quelli di Takuya, serrati, pensando alla morbidezza di quella pelle, come petali di rosa. Per un’attimo cancellò il ricordo di quel primo bacio , se pur bello, ma rubato in quella notte magica. Entrambi erano coscienti, e questo lui lo sapeva. Delicatamente sollevò la bocca, aprì gli occhi trovandosi quelli della ragazza, verde smeraldo, fissarlo intontiti. Da quella confusa e traballante lucentezza smeraldina, capì che il momento di parlare era finalmente giunto. E lo fece all’istante.

 

- Da quando ti ho conosciuta, non ho mai pensato di mentirti! Mai!- asserì con decisione- Sono pronto a giurartelo su me stesso! Questa è la realtà. Questo è quello che ho cercato di dire a Kouji, solamente questo e nulla più. Se pur non esplicitamente, gli ho detto che amavo una ragazza, e non so come, ma lui ha capito, ha capito la ragazza che amo, e quella ragazza sei tu!! – affermò senza tremori. - Ma tu, ami lui… questo lo so…- Takuya continuò chinando il capo in basso per poi rialzarlo di colpo-  Ma a me non importa, dovevo dirtelo, sono tre anni che ti vedo diversa, non più come la mia migliore amica, sei diventata il punto fermo della mia vita…! Avrei voluto dirtelo sicuramente in altre circostanze, questo forse è il momento meno adatto per pensare ai miei sciocchi sentimenti, ma non sono riuscito a tenermelo dentro… Mi sono promesso di accantonarti per sempre, tu ami un altro, io non ho il diritto di rovinarti la vita, non ho il potere di forzarti, e mai lo farò! Sei una ragazza coscienziosa e matura, sai ciò che fai, e di sicuro con Kouji potrai essere raggiante, come solo tu sai fare…!- le pupille di Takuya iniziarono a vacillare, intinte di lucido. Abbozzò un leggero sorriso, e poi riprese- Buffo è questo mio modo di parlarti… ma se tu sei felice con lui, allora lo sono anch’io, Izumi!- concluse. Lentamente, staccò le mani dalle spalle della compagna, e voltando la testa verso sinistra, proseguì- Io ho finito, non ho più niente da aggiungere, adesso però… torniamo dagli altri, vuoi?

Nella paura di un gesto o risposta negativa, Takuya lasciò Izumi, senza darle l’aggio di una possibile replica. Tirò il massiccio portone, aprendolo.

 

La ragazza non aprì bocca, sembrò semiaddormentata, stordita da tutto ciò. Restò ancora immobile, con occhi frastornati e anch’essi bloccati nonostante Takuya si fosse allontanato dalla sua visuale.  

Una realtà, venutagli incontro come un tornado, come un forte vento. Imprevedibile.

Poteva trattarsi di un sogno? Un’illusione? Qualcosa generato dalla sua mente?

Quando Takuya la invitò ad andare, fu allora che ritornò in sé, riacquistando lucidità.  

Uscirono, avviandosi silenziosamente, lentamente salirono i gradini. Uno alla volta. Con il rumore dei passi a fargli compagnia.

Lei con gli occhi al pavimento si lasciò guidare da lui che, con un’indifferenza forzata, fissava la luce dell’uscita.   

Entrambi con il corpo molto vicino alle pareti ma la mente tanto lontana da quel posto.

 

     

 

________________________________________________

 

           

 

 

 

   

 

Premetto che non aggiorno questa fanfiction da un saaacco di tempo… forse un annetto o poco più?

All’inizio è stato a causa del lavoro, poi ho avuto una serie di problemi che mi hanno del tutto demoralizzata, e poi, osservando il calendario mi son detta: “non sarà troppo tardi per aggiornare?”

Alla fine il pensiero di lasciarla lì, incompiuta, mi ha perfino sfiorato la mente!

Ma poi, è stato due giorni fa, mentre controllavo la posta elettronica, che ho trovato un messaggio da parte di una persona che per l’appunto mi incitava a non abbandonare questa storia e a continuare. Che dire? All’improvviso il cuore mi si è riempito di gioia e di voglia di fare, ho riflettuto a lungo, e poi mi son detta: “Botan, se a te questa fic non convince granché solo per il modo in cui è stata scritta, questo non significa che devi deludere le persone che a questa fic ci sono molto affezionate! Oltretutto, sbagliando s’impara! E tu sei ancora in tempo per rimediare e per far sì che la tua fanfiction alla fine piaccia un pochino anche a te!” E quindi… sono subito corsa a rispolverare la cartella di “Insert Coin”, e a prelevare questo quindicesimo capitolo che oramai da tempo se ne stava lì, insieme a quelli nuovi (ne avrò scritti una decina, ma ovviamente non trovavo, o più semplicemente non volevo trovare mai un motivo abbastanza valido per pubblicarli) ed eccomi qui, più decisa che mai a portare a termine questa storia!

Infondo, a me i game over non sono mai piaciuti!

 

Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me, e che mi hanno insegnato a credere di più a me stessa!

 

Botan

 

P.S. Per farmi perdonare pubblico ben 2 chap! Almeno recupero terreno perduto!

 

 

 

 

  

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Ricordi del passato ***


- Takuya

                                                            Capitolo 16

________________________________________________

 

 

 

 

- Takuya! Izumi! – esclamò Tomoki vedendo giungere i due compagni nella sala.

 

Pochi istanti subito dopo, dalla porta principale entrò Kouji, con un evidente fiatone.

 

- A quanto pare, hai avuto più fortuna di me Takuya…- disse parlando affannosamente. - Ho fatto il giro del castello due volte… Se mi avessi avvertito prima, mi sarei risparmiato altra fatica…- parlottò sbuffando mentre si toglieva la bandana per passarsi una mano tra i capelli un po’ inumiditi dal sudore.

 

- Già, è vero!- ribatté Takuya spiaccicandosi una mano sulla fronte- Accidenti nella fretta l’ho completamente dimenticato…! Sai come sono fatto… Perdonami ti prego!- replicò con mani congiunte.

 

Kouji sospirò, poi passò rapidamente lo sguardo su Izumi.

La ragazza gli apparve silenziosa. Decisamente troppo per una come lei.

I suoi occhi fissavano il pavimento, quasi intimoriti di guardarsi attorno.

 

- Izumi…scusa per prima. Il mio comportamento non è stato certo dei migliori, ho agito senza riflettere, perdonami.- disse il Digiprescelto della luce.

 

La biondina annuì, abbozzando un sorriso come cenno di risposta, subito dopo però, reclinò ancora una volta lo sguardo al suolo.

Quanto successo nei sotterranei, le aveva portato scompiglio, investendola di un forte imbarazzo al tempo stesso.

Il suo migliore amico, da tre anni era innamorato di lei.

Impossibile crederci!

Una verità difficile da mandare giù.

E lei stessa, in tutto questo tempo non si era accorta di nulla.

-“Sono una stupida!” Pensò sentendosi sempre di più a disagio.

 

Ma adesso? Cosa sarebbe successo in futuro? La loro amicizia si sarebbe inclinata? Il loro rapporto così bello e cristallino avrebbe smesso di esistere? E Takuya, dopo la dichiarazione come si sarebbe comportato?

Mille domande vacillarono nella sua testa, senza però trovare sbocco.

 

Mentre il guerriero del fuoco? Com’era il suo stato d’animo? Sicuramente non roseo!

Furono attimi duri per lui, aveva sbagliato a rivelarle quello che da troppo tempo teneva racchiuso nel suo cuore?

Quel maledetto istinto che contrassegnava il suo carattere lo aveva tradito, portandolo in quell’aborrita situazione.

Cosa sarebbe successo in futuro? La loro amicizia si sarebbe inclinata? E Izumi, dopo quanto accaduto come si sarebbe comportata?

Mille domande ondeggiarono nella sua testa, senza saperlo, le stesse della compagna.

Entrambi sprofondarono nelle medesime paure, senza riuscire a venirne fuori. 

 

Nessuno dei due trovò il coraggio di parlare, nemmeno una parola che accennasse a quei minuti trascorsi nei sotterranei.

Nulla.

Proseguirono verso il largo dello stanzone, stando attenti affinché i loro occhi non si incrociassero.

Kouji li fissò tacitamente. Quello strano comportamento era la prova tangibile di qualche problema, questa volta non un litigio, nei loro sguardi si leggeva imbarazzo e timidezza, non amarezza e irritazione come tante altre volte.

 

Il loro amico scosse pienamente il capo. La priorità assoluta rimaneva pur sempre Kouichi.

- Il tempo è tiranno!- esclamò a gran voce. – Ophanimon, dicci dove si trova mio fratello, non possiamo perdere tempo!

 

L’angelo fece radunare i ragazzi attorno a sé, stringendo tra le mani un minuscolo scrigno dall’effigie di diamanti, raccolto poco prima da un armadietto chiuso a chiave.

 

- Kouichi e i suoi alleati sono partiti da poco. Una fonte sicura mi ha avvertito pochi istanti fa. Intendono raggiungere il Gate of the Spirit al centro di Digiworld, il punto più mistico del sistema, dove nella profondità di quel terreno vi è imprigionata l’anima di Lucemon. Tra meno di un paio d’ore saranno li, e se lui non verrà fermato, l’angelo del male rinascerà più forte di prima!-  scandì il suono della sua voce imperiosa.

 

- Allora partiamo all’istante! – dichiarò Takuya controllando se lo zaino fosse apposto per il viaggio.

 

- Anche correndo, non arrivereste mai in tempo. Quel settore è molto distante dal mio castello, impieghereste il doppio. – proferì ancora una volta l’angelo celeste.

 

- Ma allora come facciamo? Dobbiamo impedire che Lucemon rinasca! Noi siamo qui per difendere questo mondo! – vociò il guerriero delle fiamme divorato dall’impazienza.

 

Ophanimon sorrise alle sue parole, dopodichè voltò di spalle, avviandosi al di fuori del salone. – Seguitemi Digiprescelti! – disse camminando a passo svelto.

 

Junpei caricò il pesante zaino sulle sue robuste spalle, unendosi agli altri.

I prescelti seguirono la creatura dall’armatura acquamarina, che li condusse nella biblioteca principale del castello.

Rivedere tutti quei cumuli di libri, provocò nei confronti di Takuya e Izumi, un forte stato di difficoltà, che per un’attimo gli fece ricordare quel bacio. Le loro fronti iniziarono a bollire quando Takuya, voltatosi per errore nella direzione della compagna, incrociò i suoi occhi.

L’emozione di Izumi salì rapidamente, s’irrigidì maldestramente, provando una forte percezione di impaccio.  

Sensazione che però, venne presto interrotta da un crocchiante scricchiolio. Ophanimon, toccando un finto libro posto sul primo di una lunga serie di scaffali che circondavano la stanza, azionò un meccanismo che provocò l’apertura perentoria della parete affianco.

Dei cardini arrugginiti e ben nascosti, produssero un flebile rumore gracchiante.

Il rumore cessò dopo che la soglia del passaggio segreto, diventò completamente accessibile.   

I giovani aguzzarono la vista nel buio, rendendosi conto di trovarsi davanti ad una galleria.

Kouji si avviò di qualche passo, protese un braccio in avanti toccando un muro di pietra fredda e bagnata.

La prima cosa che percepì, fu il pungente odore di muffa, che gli raggiunse presto le narici, fino a fargli lacrimare gli occhi per il forte olezzo.

-Bleah!- disse disgustato.

 

- Wow! Che forza! Un passaggio segreto come nei film di fantascienza! – fece Tomoki entusiasta della scoperta.

 

- Non uso questo passaggio da anni, potrebbero esserci delle piccole pozzanghere causate dalla forte umidità, e le luci danneggiate dal bagnato – dichiarò l’angelo restando sulla soglia del varco e consegnando nelle mani di Izumi un piccolo sacchetto di tessuto amaranto - Prendete. Qui dentro troverete un paio di torce e i lasciapassare.

 

- Lasciapassare? – Kouji incurvò la fronte, perplesso.- Cosa c’è qui sotto?- formulò aizzando un dito verso la galleria.

 

- Anche Digievolvendo non potreste mai arrivare per tempo, imboccate la galleria e alla fine di essa troverete un unico binario ferroviario. Li vi attenderà un Trailmon, mostrategli i pass contenuti nel sacchetto e vi porterà a destinazione. Con un po’ di fortuna dovreste giungere prima dell’arrivo di Kouichi, in caso contrario, Seraphimon e Cherubimon faranno del tutto per ritardare il suo ingresso al nucleo.- rispose il Digimon. Poi aggiunse-  Un’ultima cosa, in questo scrigno sono racchiuse le quattro essenze digitali di Grottomon Arbormon Ranamon e Mercuremon. Vi serviranno per compiere l’Hyper Evolution qualora ne avreste bisogno. – e consegnò il cofanetto nelle mani di Takuya.

 

- Grazie di tutto Ophanimon! Non temere per Digiworld, anche questa volta lo difenderemo come in passato! – scandì il ragazzo stringendo a sé il bauletto.

 

- Ricordate però che il nemico da fronteggiare sarà diverso da quello combattuto cinque anni fa. Se Lucemon rinascerà, la sua potenza distruttiva grazie al nutrimento della chiave oscura racchiusa nel corpo di Kouichi, sarà aumentata del doppio! Perciò è di vitale importanza che voi prestiate la massima attenzione. Comunque, se la situazione dovesse avviarsi ad una piega diversa, giungerà un aiuto inaspettato che vi darà appoggio. Adesso andati, Digiprescelti!

Ophanimon si distaccò dall’uscio permettendo ai cinque giovane e alle due creaturine di accedere all’imbocco.

- Quale aiuto inaspettato? – dissero Takuya e Kouji all’unisono.

Il muro della parete si richiuse producendo lo stesso suono gracchiante, la figura della creatura celeste scomparve poco a poco mentre i ragazzi dovettero accontentarsi di quelle poche risposte.

Avanzarono a passo moderato. Poi Kouji, nuovamente girò il capo di scatto in direzione dell’entrata, quasi volesse richiamare Ophanimon per chiederle qualcosa.

 

La galleria era appena sufficiente da consentire il passaggio in larghezza di due persone, Junpei e Tomoki, i primi a comandare la fila, reggevano le due torce, le luci del condotto infatti erano per la maggior parte fuori uso, ricoperte da un folto strato di muschio verde, così come le pareti.

Fecero incrociare le luci della pila sul pavimento, dove al contatto del raggio, luccicarono piccole pozzanghere.

Takuya, poco distante da loro, portava al suo fianco il piccolo Neemon, che continuava a fissarsi intorno con stupore.

Izumi e Bokomon, dietro, mentre in ultimo, il giovane Minamoto a chiudere la fila.

 

Quest’ultimo avrebbe voluto chiedere ad Ophanimon qualcosa in più sull’Abisso delle Anime Perdute, quel posto così spaventoso e misterioso. Voleva informazioni al riguardo, e in quel momento Bokomon sembrò l’unico a cui domandare.

- Bokomon- pronunciò avvicinandosi al Digimon. Quest’ultimo però sembrò non udire il suo richiamo e continuò la traversata al fianco della giovane.

Kouji scosse il capo sommessamente. Ricordandosi della reazione che al piccolo Digimon creava il sentir nominare quel luogo, quindi scelse di tacere. Era quasi sicuro che alla fine ne avrebbe ancora sentito parlare.

 

L’aria della galleria era decisamente più fredda rispetto alla sala sovrastante.

 

- Brrrrr- fece Izumi strofinandosi le braccia con le mani- Si gela qui sotto!

 

Takuya per un attimo si scosse.

Un impulso immediato lo fece fermare. Senza pensarci due volte, abbassò la lunga zip della felpa, togliendosela di scatto. Rallentò il passo di proposito per poi affiancarsi alla ragazza.

Izumi si vide spuntare un piccolo fagotto rosso proprio sotto il mento. Scostò lo sguardo in direzione laterale.

 

- Ehi…ma…- pronunciò appena, con interdetto.

 

- Le giacchette delle divise femminili sono sempre leggere… la mia felpa di sicuro di terrà più caldo. Io non ne ho bisogno, l’umidità di questo posto fa al caso mio per raffreddarmi un po’, sono troppo accaldato. – dichiarò lui, stando attendo a non rivolgerle lo sguardo.

 

La biondina prese a sé la felpa rossa, poggiandola sulle spalle.

- E’…è vero…è calda…grazie -formulò schiarendosi la gola con un colpo di tosse.

 

- AAAH!!! Junpei!! Non fare il cretino!!- Tomoki urlò di scatto aizzandosi contro il compagno.

Izumi e Takuya si desteranno dall’attimo di imbarazzo, puntando l’attenzione sui due capifila.

 

- Che vi prende a voi due, eh?- domandò Takuya, lasciando Izumi alle sue spalle.

 

- Io niente!! Chiedilo a Junpei che mi ha abbagliato con la sua torcia!! – brontolò il ragazzo stropicciandosi gli occhi.

 

- Eh dai Tomo-kun! Scherzavo! L’aria qui sotto è gia irrespirabile, volevo spezzare questi momenti cercando un po’ di distrarti!- rispose il ragazzone, con un sorriso.

Takuya sospirò.

- Forse questa volta Junpei ha ragione…- pronunciò, spingendo in seguito le spalle dell’aitante giovane.- Piuttosto affrettate il passo, manca ancora molto?- domandò.

 

Tomoki saettò la torcia verso le profondità del tunnel, illuminando uno scorcio.

- Mmh…direi di no…quella deve essere l’uscita.- disse puntando il fascio in avanti.

 

I cinque proseguirono ad andatura ritmata dagli squaaash delle piccole pozzanghere che finivano sotto le loro scarpe.

 

Kouji infilò le mani nelle tasche dei jeans per cercare un po’ di calore.

Più si allontanavano e più la temperatura di quel posto calava giù.

Arrivati alla fine, le pareti sembrarono stringersi e, inevitabilmente, Tomoki e Junpei rimasero per brevi istanti incastrati tra le mura umide. Si staccarono in poco tempo con un piccolo gesto di svincolamento da parte del guerriero del ghiaccio, arrivando così all’uscita.

Quest’ultima, apparve ancora più ristretta da consentire il passaggio uno per volta.

Il primo a venirne fuori fu Junpei, seguito a spintoni da Tomoki che non vedeva l’ora di respirare aria meno stantia.

Venne presto il turno di Takuya e Izumi, i giovani avanzarono all’unisono spostando entrambi le gambe in avanti. Fu un attimo di contatto, e in pochi gesti i loro volti si toccarono appena. I loro occhi s’ incontrarono, incapaci di evitarsi. I cuori sussultarono come saltellando, e i due respiri si incontrarono.     

Takuya girò di lato la testa, per evitare ulteriori contatti. Arretrò.

 

- Passa tu.- disse con lo sguardo rivolto alle pareti.

Izumi assenti con un cenno timido del capo, e varcò l’uscita.

Bokomon e Neemon la seguirono subito dopo, stanchi di quel posto.

- Prego!- disse Takuya, scherzosamente, rivolgendosi all’intirizzito Kouji.

Lui sembrò non gradire, ed annottò leggermente il viso guardandolo di sottecchi.

 

Tutti fuori, Tomoki emanò un lungo respiro, gonfiando la pancia come un palloncino.

Il nuovo ambiente era decisamente più grande, proprio come la quantità d’aria, più pulita e fresca.

Non c’era abbastanza luce, ma i ragazzi spensero lo stesso le due torce mettendole via.

 

- Guardate!- pronunciò il padrone del ghiaccio alzando un dito in avanti.

 

I ragazzi lo seguirono, scoprendo una grossa locomotiva situata a meno di dieci metri da loro.

Le carrozze erano molto lunghe e interamente dorate, con i vetri dei finestrini così limpidi da sembrare puro cristallo. Sulle portiere, stampati a caratteri grandi, vi erano impresse delle ali racchiuse in un sottile cerchio. Le ruote invece, erano di un metallo assai robusto, ben piantate ai binari che si estendevano fino a raggiungere una galleria e scomparire nel buio.

 

Si avviarono verso l’imponente macchina a passo svelto ma una voce dal nulla li bloccò.

 

- Alt! Fermi! Non avvicinatevi! Farsi riconoscere!

 

- Chi…chi ha parlato?- tuonò Takuya guardandosi intorno con trepidazione.

 

- Come sarebbe a dire? Io! Il Trailmon ufficiale dei tre cavalieri angelici! Run Sapphire! - esclamò il treno d’orato, accendendo le luci delle sue carrozze per accompagnare il suo altezzoso nome – Voi piuttosto, chi siete e cosa fate in questo posto? Come siete arrivati qui? E’ buona norma presentarsi…ma i giovani di oggi purtroppo hanno altre abitudini! Aaah…!- sospirò infine con voce rauca.

 

- Ci scusi! Noi siamo i ragazzi che incarnano lo spirito dei leggendari guerrieri e ci…

 

- HA HA HA AH!!! HE HE HEEHHEHEH AH AH!- La fragorosa risata del Trailmon spezzò le parole di Takuya che corrugò la fronte un po’ irritato.

 

- Ah! Abbiamo i pass!-  Izumi aprì il sacchetto color amaranto donatole da Ophanimon, sbirciò al suo interno per cercare le tesserine e le raccolse con la mano. – Ecco! Vede? Ci manda Ophanimon!- dichiarò avvicinando i cinque rettangolini davanti al muso della locomotiva parlante che sgranò di colpo i suoi grandi occhi cerulei.

 

- Oooh!!!- proferì con smisurato sbalordimento- Vogliate scusarmi per aver riso della vostra parola! Non credevo che dei ragazzini potessero essere i mistici cavalieri leggendari!

 

- Già…-parlottò Takuya un po’ spazientito- Beh, visto che ci siamo presentati, abbiamo una certa fretta… Ophanimon ha detto che ci avresti portati in qualsiasi posto ti avremmo chiesto, e siccome si tratta di un’emergenza piuttosto grave, ti dispiacerebbe farci salire? – aggiunse senza tante prefazioni.

 

- Ma certo! In questo caso cambia tutto! Prego accomodatevi!- Run Sapphire spalancò in un soffio la portiera d’accesso alle carrozze, e in un lampo il motore cominciò a rombare.

     

Uno alla volta, i ragazzi salirono sul possente Trailmon, rimanendone impressionati.

L’interno delle carrozze, era una miriade di eleganza e raffinatezza, unita ad un confort delle poltrone, imparagonabile a qualsiasi treno di lusso. Tomoki si lanciò di getto su uno dei tanti sedili, testandone l’estrema morbidezza.

 

- Aaah com’è soffice! E com’è liscio il rivestimento! Sembra la pelle di una pesca! – esclamò strofinando la guancia sulla morbida spalliera fatta di velluto.

 

- Si… niente male… Mi chiedo se in velocità sia altrettanto spettacolare…- disse Kouji un po’ scettico.

 

- E’ ovvio! – Tuonò improvvisa la voce di Run Sapphire da una delle casse posizionate in alto- Metti in dubbio le mie qualità? Ho un motore in grado di raggiungere una velocità di oltre 320 km/h! Non sono mica una locomotiva a vapore! Dimmi la tappa e allora vedrai chi è veramente Run Sapphire! Non per nulla sono il Trailmon dei guardiani celesti!

 

- Il centro di Digiworld. E’ lì che dobbiamo andare. Dobbiamo raggiungere il nucleo, e di massima urgenza!- rispose prontamente Takuya.

 

- D’accordo!!! Allora prendete posto e reggetevi forte! Il giro è lungo, perciò mettevi comodi, lo dico soprattutto per la signorina! Mettiti comoda tesoro! – enunciò il Digimon mostrando una voce altamente affascinante.

 

- Eeh…si…si…- Izumi sorrise forzatamente un po’ arrossata, prendendo posto accanto alla finestra.

 

- Ci mancava solo il treno playboy adesso…- parlottò Takuya mentre con un vigoroso sbadiglio, aprì la porta del vagone successivo – Vado a schiacciare un pisolino…ho dormito poco. – annunciò svogliatamente chiudendo la soglia alle sue spalle.

Izumi lo fissò di nascosto.  

Kouji annuì con il capo augurandogli un buon riposo, mentre Junpei e Tomoki litigavano su dove sistemare il pesante zaino, senza curarsi dei compagni.

 

Il padrone della luce si adagiò di fronte alla ragazza, distendendo le spalle sullo schienale imbottito.

- Però…morbido…!- enfatizzò facendo sprofondare la testa sullo schienale imbottito.

 

- Già… – rispose Izumi alzando gli occhi al soffitto per ammirare lo splendore dei particolari rivestimenti. Lo sguardo le finì sulla porta di fronte. Takuya era lì dentro.

La luce di entusiasmo apparsale negli occhi allo spuntare della splendida carrozza, diminuì di colpo, dissipandosi.

Abbassò il capo, stringendo nel pugno delle sue mani, i lembi della gonna.

 

Il fischio stridente del treno annunciò la partenza, le ruote cominciarono a muoversi lentamente, poi la marcia accelerò, sempre più veloce, fino a ché il pesante mezzo non si lanciò completamente.

 

Il mezzo viaggiava ad una velocità davvero impressionante, nonostante questo, i vagoni restavano perfettamente stabili, senza oscillazioni.

 

- Se ho fatto bene i calcoli, con questo ritmo nel giro di un paio d’ore dovremmo essere lì!- dichiarò Junpei scarabocchiando numeri su un pezzo di carta.

 

- Ne sei proprio convinto? Allora com’è che i miei risultano diversi? Arriveremo tra tre ore!- puntualizzò Tomoki mostrandogli un’altrettanto foglio di carta pieno di numeri.   

    

- E’ una sfida? Bene, allora preparati a perdere, quando saremo lì tra esattamente due ore, vorrò proprio vedere la tua faccia che smorfia farà! Chi perde porta lo zaino, ci stai?- disse Junpei  stendendo una mano.

 

- Ci sto! Tanto non ho nulla da perdere dato che sarai tu ad averne!- batté il ragazzino stringendo la mano al compagno.

 

Kouji limitò a guardare, stizzito. Poi, l’attenzione dei suoi occhi cadde sul volto di Izumi.

Se ne stava in silenzio con lo sguardo perso nei vetri del finestrino. Il palmo della mano poggiato sul basso del mento, con le dita sparse sulla guancia.

 

- C’è qualcosa che ti preoccupa? – le domandò il giovane senza ottenere risposta.

 

Era così assorta nei mille pensieri che le affollavano la testa, da non curarsi di nulla.

Nella mente le apparve l’immagine dei sotterranei. La stanza, i cumuli di libri, tutto le sembrò reale.

Perfino la sensazione della sua schiena pressata a quella porta di legname gelido, le ritornò.

Tutto come se quel bacio fosse successo un attimo fa.

Pensò a breve ai suoi compagni che alla fine si sarebbero resi conto del suo inspiegabile comportamento.

 

Una luce prodotta da una serie di fari esterni e riflessasi sul vetro del finestrino, le distolse l’attenzione da quel vuoto che continuava a fissare, e, specchiandosi in quella lastra, si rese conto di indossare ancora la felpa rossa prestatale da Takuya.

Abbassò gli occhi su di essa, avvicinando le mani al caldo tessuto. Il Trailmon era ben riscaldato, così, sfilandola dalle spalle, la rigirò tra le dita, piegandola accuratamente.

 

Fece per alzarsi dal sedile con la ferma intenzione di riconsegnarla al suo proprietario, ma tuttavia morsicandosi il labbro inferiore, ebbe un attimo di tentennamento.

E se Takuya non avesse gradito la sua presenza? Però infondo perché non doveva farlo? A conti fatti era lui a doversi sentire più in colpa dopo quel bacio. Se c’era una persona adirata, quella doveva essere Izumi! Aveva tutto il diritto di odiarlo per averle rubato il suo primo bacio! Eppure, la ragazza non provò nessuno di questi sentimenti negativi. Solo una profonda paura. Paura derivata dal fatto di perdere il rapporto costruito con quel ragazzo tanto testardo quanto amabile proprio per i suoi modi.

Ma lei, era innamorata di Kouji…o forse no? In effetti non aveva detto granché a riguardo.

Tutte le emozioni, i sentimenti, le certezze, tutto le parve confuso, disfatto, come uno specchio montato al contrario, senza riflettere ciò che veramente le pulsava il cuore.

 

Socchiuse gli occhi, sospirando silenziosamente rilasciò le gambe, accomodandosi di nuovo.

Kouji la fissò ancora una volta.

 

E questa volta però, decise di esprimersi come solo lui era capace di fare.

 

- Ha il sonno pesante quello lì, e poi sono certo che anche se dovesse svegliarsi, non sarà infastidito dalla tua presenza. - esclamò abbozzando un sorriso. Aveva capito che il problema di quello strano atteggiamento della compagna, era legato in qualche modo al giovane guerriero del fuoco. Nonostante tutto, preferì ugualmente non aggiungere altro lasciando a lei la decisione di agire.

 

La biondina alzò il capo, un po’ intimorita ma confortata da quelle parole. Prima che la situazione sarebbe peggiorata, capì di porre un freno all’inevitabile declino. Dopotutto lei e Takuya non riuscivano a stare per un periodo di tempo assai lungo, senza rivolgersi reciprocamente la parola.

 

Annuì con la testa, stringendosi tra le dita la calda maglia. Si alzò sorridendo.

Si, Kouji aveva ragione. Così, arrivò all’entrata della carrozza successiva.

Fissò la maniglia, con interdetto. Poi la spinse in avanti.

Buttò una sbirciatina al suo interno.

L’ambiente era simile all’altro, stesso tipo di arredamento, compresa anche la tappezzeria color zaffiro. Fatta eccezione per i sedili, più grandi da permetterne il riposo stando anche distesi.

Entrò silenziosamente in punta di piedi.

I piccoli tacchi delle scarpe, adagiati lentamente al pavimento, si azzittirono provocando un sordo rumore.

Avanzò con lentezza, gettando il capo in direzioni laterali, per trovare il ragazzo.

Percorse un altro paio di metri, e, in uno degli ultimi posti, scorse dei piccoli ciuffi color caffé spuntare dal bordo di una poltrona.

Il cuore ebbe un palpito.

Si avvicinò ulteriormente, arrivando alla penultima fila di sedili.

Takuya era rannicchiato su uni di essi, il braccio destro pendeva dal seggiolino, fino a poggiarsi al suolo. La mano sinistra, invece, se ne stava sulla pancia, barcollando lievemente per via del respiro che la spingeva su e giù. La bocca semi aperta, e un ciuffo di capelli adagiato sulle labbra, gli regalavano un’aria più tenera, quasi come un bambino in cerca di protezione.

Il palpito di Izumi accelerò follemente provocando un forte ticchettio non appena i suoi occhi incrociarono quell’espressione.

Takuya era molto cambiato dai tempi dell’adolescenza. Il suo viso aveva assunto un’aria più matura, più lineare più…affascinate?

La Digiprescelta si fermò a riflettere.

E se la cotta per Kouji fosse soltanto un espediente? 

 

Questo quesito così improvviso, gli sfiorò la mente fino a rimanerle stampato.

 

Il ragazzo con la bandana le piaceva, ma fino a che punto?

Fino a poco tempo fa, non faceva altro che pensare a lui, al suo carattere al suo modo di comportarsi, e al suo sorriso. Lo stesso di Takuya.

 

Stava mentendo a se stessa.

Questa fu la sola spiegazione.

Chiuse gli occhi istintivamente.

Ritornò indietro con i ricordi. Tre anni per l’esattezza.

 

                                                              

                                                                **********

 

 

- Izumi, hai saputo la novità? Kanako ha chiesto un appuntamento al tuo amico…com’è che si chiama? Kanbara?

 

- Takuya?- disse Izumi a voce sorpresa.

 

- Si esatto! Pensa, ci sono tante ragazze che sbavano per lui nelle classi affianco, e la nostra Kanako è riuscita a strappargli un appuntamento! Chissà che combinerete, eh?!- espresse con una punta di malizia mentre ticchettava il fianco di Kanako stessa, con il gomito.  

 

- Aah Chiaki!! Smettila smettila!- fece la ragazza, tappando la bocca alla compagna repentinamente.

 

Izumi piegò il capo in avanti, tossicchiando appena.

 

- E…- la voce le si spezzò in gola, tossicchiò ancora una volta per scaricare la tensione, poi riprese- E dove andate di bello?- chiese sforzando di sorridere.

 

- Andremo solo a fare una passeggiata nel parco… stavo chiedendo ad una mia amica di andare a vedere la fioritura di ciliegi, non so perché ma Kanbara si è subito offerto di accompagnarmi… è strano, di solito esce solo con i suoi amici, e non ha tante amicizie femminili, a parte te… ho avuto proprio fortuna!

 

Izumi smise per un attimo di respirare, quasi bloccata.

Un nodo al centro dello stomaco chiedeva quasi di gettarsi fuori, poggiò le mani sulla pancia come volesse contenerlo.

 

- Anche tu Orimoto ci vai, vero? Ho visto te e Sakichi ieri mattina che parlavate nel corridoio e… non volendo vi ho sentiti parlare… sai, le mura scolastiche rimbombano…!  Ahhh…- sospirò la giovane amica poggiandosi le mani sulle guance- Come ti invidio! Sakichi Ito è uno dei ragazzi più popolari del Daijimoto! Cosa darei per uscire con lui…!!!

 

- Prima Kanbara e poi Ito…! Aaah ma perché tutti i ragazzi più belli ti stanno dietro?!!- disse l’altra compagna gonfiando le guance.

 

La biondina, con sguardo tremante, non riuscì a reprimere la stizza, il grosso senso di malinconia si tramutò in qualcosa di più profondo, aggrottò la fronte agguantando lo zaino violentemente e con polso oscillante.

- La fioritura di ciliegi, eh?!! STUPIDO!! – rintronò la sua voce visibilmente seccata, mentre voltando di spalle si apprestò ad uscire dalla classe con aria furente, come un tornado.

 

- Izumi…?! Ehi?! Ma che le prende?!- pronunciò Chiaki storcendo di poco le labbra.

 

- Ma non doveva andarci con Kanbara, come gli altri anni?- aggiunse un’altra compagna.- Sei sicura che ci vada con Sakichi? Non è che hai capito male…e che Kumiko in realtà ha detto una balla?? Come sempre d’altronde…

 

- Adesso ho capito tutto!!- scandì una terza ragazza del gruppetto sollevando il dito con aria alquanto saccente - Non è che lei e Kanbara hanno litigato? Se fosse così…allora è possibile che lui abbia invitato Kanako solo per fare un dispetto alla sua amata…che intreccio romantico! Sembra la storia di un manga! - asserì con occhi quasi estasiati, mentre la ragazza scelta da Takuya per la passeggiata al parco, annottò il viso sbuffando fortemente.- Non prendertela Kanako, vedrai che ti andrà bene la prossima volta! Se vuoi ti presento mio cugino…non sarà bello come Kanbara ma è single!

 

Il chiacchiericcio delle tre si accollò al suono degli altri studenti che si preparavano a lasciare l’aula.

 

Izumi avanzò a passo spedito tra i corridoi dell’edificio, scese le scale senza rendersi conto di aver urtato la spalla di qualcuno che, proprio come lei, mostrò un viso piuttosto crucciato.

 

- Fa più attenzione razza di imbeci…- sbraitò quel ragazzo voltando il capo. Ma qualcosa frenò le sue parole- I-Izumi…?!?!?- mugugnò l’ancor intontito Takuya.

 

- Ti auguro una buona “fioritura di ciliegi”!- disse con tono canzonatorio la ragazza, che andò via correndo, senza però prima avergli pestato un piede.

 

- AAAH! – protestò lui stringendosi in un mix di dolore. Poi si riprese- Cosa?! Ah si? Allora te lo auguro anche a te e a quel coso di nome Sakuchi Sakachi o come diavolo si chiama! Tsk!- rumoreggiò digrignando i denti.

 

- Kanbara non ti arrabbiare, la prossima volta andrà meglio! Sono donne, basta una parola dolce, una carezza, un gesto affettuoso e dopo cadranno ai tuoi piedi! È un metodo scientifico e provato da me che onestamente so vivere!- commentò un suo compagno passandosi una mano tra i capelli come fosse un acclamato divo della tv.  

 

- Se quella specie di maschio in gonnella me la chiami donna…allora affidati ad un buon oculista! A domani Kikuchi!! – replicò imbestialito, andando via.         

 

Le nuvole riempirono poco a poco il cielo di Shibuya, condensandosi.

Izumi camminava a passo veloce nonostante il forte vento continuasse a scompigliarle i capelli.

 

- Ci mancava anche la pioggia adesso…! – parlò sommessamente alzando lo sguardo al cielo.

Il suolo cominciò a riempirsi di piccole pozzanghere e il cielo di grandi lampi.

  

Con la divisa interamente zuppa e le braccia incrociate per riscaldarsi dal freddo di quella gelida giornata, continuò la sua marcia fino a che qualcosa di caldo la urtò.

 

Sollevò il capo in alto, un grande ombrello blu notte la riparava dalle numerose goccioline d’acqua, e una forte stretta le riscaldò la schiena.

 

- Potevi anche telefonarmi se volevo un “passaggio”…- dichiarò un moretto dai capelli lunghi.

 

- Ah Kouji, sei tu… non sapevo che avessi un ombrello...e poi non volevo disturbare…la tua ragazza si sarebbe insospettita…

 

Il giovane Minamoto sbuffò voltando lo sguardo altrove, quasi seccato.

- Miyama non è la mia ragazza, mi perseguita fin dalle elementari e per uno strano scherzo del destino continuiamo a capitare nella stessa classe…roba da non credere…- espresse rabbrividendo appena.

 

Anche Izumi rabbrividì, ma a differenza del compagno, si sentì gelare per il freddo.

I suoi vestiti erano bagnati, e la temperatura dell’aria non accennava a risalire.

 

Il taciturno ragazzo, senza parlare le appoggiò un braccio intorno al collo, tirandola a sé.

Izumi sussultò lievemente, sorpresa da quel gesto. Le guance, se prima apparvero pallide e imbiancate dal freddo, ripresero colore, intingendosi di rosso.

Si portò una mano in petto. Il cuore zampillava come un tamburo. Alzò gli occhi guardando segretamente Kouji.

Possedeva lo stesso profilo di Takuya, tanto che con quel suo modo di fare, gli parve quasi di vederlo.

Sorrise, rabbrividendo ancora. Questa volta non per il freddo, ma per qualcosa di ben più diverso.

 

                                                                

 

Fu da lì, che tutto ebbe inizio.

    

 

                                                                **********

 

 

Riaprì gli occhi impulsivamente così come li aveva chiusi.

Con timore, le dita calcarono inconsciamente sulla felpa.

Il tessuto raggrinzì sotto i polpastrelli, formando piccole pieghe.

Voleva bene a Kouji perché Kouji era come Takuya.

Anche se diversi esteriormente, le piccolezze che li univano, il modo di fare, la testardaggine, la continua voglia di mettersi in gioco, tutto ciò li rendeva molto simili, però, il giovane guerriero del fuoco possedeva una marcia in più che nessun altro avrebbe potuto eguagliare. Lui era Takuya. Non Kouji.

Izumi scrollò il capo, con il battito cardiaco giunto al massimo.   

Era entrata solo per riconsegnare la giacchetta, si sentì troppa paura per affrontare un argomento irto di ostacoli e scanalature complesse, perciò, mosse un altro passo in avanti, questa volta frettolosamente, e adagiò il fagotto rosso sul sedile di fianco a lui.

Il rumore dei tacchi stavolta fu più altisonante tanto che le palpebre di Takuya si spalancarono di colpo.

Izumi si bloccò lasciando cadere la felpa al pavimento. Chinò la schiena per raccoglierla così come fece Takuya buttandosi giù dal seggiolino.

  

Le loro mani si toccarono, per fuggevoli istanti.      

Proprio come ambedue non si resero conto di rivolgersi lo sguardo.

Arrossirono fugacemente.

Non fu facile per lei osservare quel luccichio color nocciola con la confusione rumorosa dei suoi sentimenti. Guardare il suo migliore amico negli occhi sapendo quali fossero le sue emozioni, le impedì di trattenere l’attenzione su quel volto.

 

- Volevo riportarti la felpa, scusa se ti ho svegliato, mi dispiace!- disse per tirarsi drasticamente dall’impaccio.

 

- N-no non fa niente, ti ringrazio ma potevi tenerla se hai ancora freddo…- le rispose Takuya con voce un po’ roca.

 

Izumi si alzò di scatto, negando con il capo si riportò in piedi. Takuya la seguì poco dopo.

- Adesso va meglio, sul Trailmon si sta bene, è riscaldato.- pronunciò con occhi puntati al pavimento, mentre il prescelto del fuoco la osservò timidamente dichiarando:

 

- Allora, perché stai tremando?

 

 

 

________________________________________________

 

 

 

 

 

 

   

  

    

               

   

          

 

  

       

  

 

     

 

  

 

          

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Chiarimenti ***


Il cuore della biondina fece un salto

                                                                     Capitolo 17

________________________________________________

 

 

 

Il cuore della biondina saltò di scatto.

Il suo corpo, anche se lievemente, stava tremando. Takuya si accorse di quel movimento sussultorio osservando quelle esili braccia così delicate ma cariche di energia.  

Come poteva, Izumi, tenersi dentro un sentimento tanto difficile da comprendere, e impossibile, almeno per lei, da decifrare? Senza parlare, le sue guance si accesero di rosso.

Non seppe dare una spiegazione a quel tremolio incessante che aumentava incontrollato.

 

- Scusa, io non volevo, come al solito parlo senza riflettere…- disse il padrone delle fiamme per toglierla dall’ imbarazzo.

E così fu.

Il sussulto incessante finì.

La ragazza cadde in mutismo, ancora una volta abbassò il capo, i capelli biondi le slittarono sul viso, incorniciandole le guance.   

Il silenzio sommerse tra i due.

Rimasero soli, in un vagone grande e vuoto. Il treno viaggiava a gran velocità, così come il ritmo dei loro cuori.

Per la prima volta in cinque anni, si trovarono a dover gestire una situazione forse più grande dei loro giovani ed acerbi sedici anni. E soprattutto nel momento più sbagliato e meno adatto, che forse rendeva la pressione ancora più accentuata del suo limite possibile.    

Fu qualcosa di inaspettato a strappare quell’assenza di suono, attirando l’attenzione della ragazza.

Sul braccio destro di Takuya, spiccava a grandi linee un profondo ed evidente taglio, lungo all’incirca una decina di centimetri.

Molto probabilmente si trattava della ferita provocatagli da Fairymon, nello scontro avvenuto al Tempio della Settima Torre.

Le lunghe maniche della felpa, erano servite a nascondere la lesione, ma nel momento in cui il giovane si sfilò l’indumento per cederlo alla compagna, le braccia si scoprirono rivelando così quel grosso rossore che aveva iniziato inspiegabilmente a sanguinare.

 

Senza pensarci due volte, Izumi si avvicinò a lui dimenticando miracolosamente i palpiti del cuore, e con delicatezza cominciò a pulire la ferita con un quadrato di stoffa bianca tirata fuori dalla tasca della giacca.

 

- Ho bisogno d’acqua per pulirla… Dovrebbe esserci una toilette qui da qualche parte…- disse girando il capo nel vagone.

 

- Ma no, non serve che ti preoccupi, guarirà da sola…-asserì il ragazzo del fuoco con un piccolo tremolio alla gola- non so perché abbia ripreso a sanguinare… forse ho picchiato la spalla contro qualcosa… ma sono certo che si chiuderà!- rispose sorridendo per tirarsi dall’impaccio.  

 

- Se non la curi bene, ogni qualvolta ti capiterà di urtare contro più cose, è probabile che il taglio si aprirà nuovamente! Questo non è un semplice graffietto. Vieni con me, l’ho trovato!- Izumi strattonò Takuya gentilmente, invitandolo a seguirla. Stavolta il padrone del fuoco non fece resistenza, e si lasciò guidare dalla compagna.

 

Entrarono al bagno, trovando con molto stupore, un ambiente altrettanto bello quanto curato nei particolari e nelle comodità.

Izumi fece sedere il compagno sul bordo di una vasca, piuttosto grande e dalla superficie splendente.

Aprì un armadietto con una grande croce, rossa, stampata sulla facciata bianca, e cercò qualcosa che potesse esserle d’aiuto.

 

- Un kit del pronto soccorso pieno zeppo di ampolle e rimedi curativi, WOW! – esclamò con stupore- Peccato però che non sono un medico…dunque vediamo…Questo no… questo nemmeno… questo serve per i dolori alle ossa…

 

- Per fortuna non ho ancora l’artrite!- rispose immediatamente Takuya cercando di imitare un finto blocco delle articolazioni.

 

- Temo proprio che per te non ci sia cura! Qui parla di bloccaggi parziali e non totali! – Izumi sorrise giocosamente, leggendo le indicazioni dell’ampolla.

 

- Vorrà dire che la prenderò tutta! Ha effetti collaterali?- domandò, ancora scherzando.

 

- Attenzione: non superare le dosi indicate senza il consiglio del medico. Consultare il medico se il disturbo si presenta ripetutamente o se avete notato un qualsiasi cambiamento recente delle sue caratteristiche. Sono stati riscontrati bruciori e irritazioni. In caso di effetti indesiderati nel foglio illustrativo, è importante comunicarne al medico o al farmacista, tale comparsa, compilando poi una scheda di effetti indesiderati disponibile in farmacia. A tutti i contribuenti verrà assegnato un premio… Un premio?? Ma che roba è?!- pronunciò Izumi, storcendo il naso.

 

- Praticamente è come diventare una cavia…! Assumi qualcosa di imprecisabile, e se muori o ti si presenta un sintomo diverso da questi citati, ti premiano per l’informazione! Che si vince? Un week-end a Parigi per due persone con trasporto di cassa da morto compresa, in caso che il presunto “fortunato” abbia avuto la peggio? O la meglio se si pensa alla vincita…s’intende! Vogliamo provare? Dai mi sento fiducioso, così ti porto a visitare Disneyland o la Torre Eiffel! – esclamò Takuya spalanco la bocca per prepararsi all’assunzione dello strano farmaco.

 

- Preferisco Disneyland! Ma non è questo quello che devi prendere…- espresse la ragazza, riponendo la boccetta al suo posto- Ecco! Questo qui fa al caso tuo! – affermò scuotendo un fiasco con del liquido color lampone.

 

Takuya deglutì con un brivido freddo sulla schiena.

 

- A-aspetta un momento!! Siamo sicuri che questa roba sia buona?! Il colore non mi ispira particolarmente, e poi è tutta impolverata… Leggi il foglietto informativo, non vorrei fosse scaduta o cos’altro…!

      

- Non mi dirai che hai paura che un po’ di liquido possa bruciare?- dichiarò Izumi sollevando le sopraciglia. - Ok… se per farti stare più tranquillo, ti accontento…dunque…- i suoi occhi si mossero a gran velocità divorando quel pezzo di carta in pochi istanti, poi, alzò il capo accennando un mezzo sorriso.

 

Takuya deglutì.

- Che c’è? Perché ridi? È come avevo detto io, vero?

 

- Non proprio… Ecco vedi…non saprei come dirtelo ma, per la tua incolumità devo chiedertelo…ihih -sgignazzò lei portando la mano sulla bocca- Sei… incinto?!- farfugliò giocosamente mentre il padrone del fuoco strabuzzò in una smorfia di incaglio- Perché potrebbe provocare disturbi piuttosto fastidiosi in gravidanza e allattamento… Lo dico per il tuo bene, non vorrei mai che tu e il tuo bambino vi sentiste male! Certo che no! – disse in tono canzonatorio stappando il tappo dell’ampolla. – Coraggio, sei o non sei un uomo? Che vuoi che sia un po’ di dolore?

 

- Il braccio appartiene a me, sono io che devo soffrire! E poi non mi fido di questa roba, e troppo scura e…puzza! Bleah!- borbottò il guerriero tappandosi il naso con le dita.

L’odore proveniente dalla boccetta non era di certo piacevole, ma Izumi senza lasciarsi scoraggiare e, approfittando del momento favorevole, versò un po’ di liquido su un piccolo batuffolino d’ovatta, e lo portò repentinamente sulla ferita.

Takuya voltò lentamente il capo sul braccio, giusto il tempo di capire e si lanciò in un gracchiante urlo di dolore che riecheggiò fra le quattro pareti del bagno.

 

- Un po’ di bruciore?!!! Che vuoi che sia?!?!?! – strillò il ragazzo facendo il verso della compagna.- È fuoco puro sulla pelle!!! Più rovente della lava! – strepitò con il volto avvampato e gli occhi umidi.- Il colore non prometteva nulla di buono!! Lo sapevo, lo sapevo!!!- disse dimenandosi come un matto.

 

Izumi chinò il capo portando le labbra a poca distanza dal lungo taglio. Gonfiò le guance come un palloncino, e rilasciò un gradevole soffio d’aria proprio sulla ferita.

 

- Va meglio così? – domandò.

 

Le guance di Takuya diventarono amaranto, e questa volta non per il bruciore.

Annuì con il capo tenendosi il braccio lievemente rinfrescato.

 

- Ne sono felice! Adesso pensiamo a coprirti la ferita così da evitare le possibili infezioni che potrebbero formarsi.- voltò di spalle allungando un braccio verso l’armadietto di pronto soccorso. Scovò un rotolo di garze, abbastanza grande, nascosto dietro una montagna di scatolini vari. Con molta pazienza sfilò uno ad uno quei pacchetti, creando un varco per estrarlo da quell’ammucchiata.

Takuya osservò in silenzio compiere le operazioni con incredibile docilità. Con il corpo retto dalla punta dei piedi per cercare di afferrare quel rotolo posizionato in alto, la prescelta estese la mano allungando le dita che lo sfiorarono di poco. Accrebbe maggiormente la spinta per afferrarlo, ma un’altra mano prima di lei agguantò con facilità l’oggetto.

 

- Qualche centimetro in più d’altezza ogni tanto fa comodo. Sono pronto alla tortura, dai!- ribadì il ragazzo, porgendole le bende. Lei sorrise.

 

Adagio, Izumi cominciò ad arrotolare la striscia intorno al braccio, facendo attenzione a non stringerla troppo.

Rigirò accuratamente la fasciatura, fino a che il taglio non fu coperto del tutto.

 

- Fatto! Però…si muove un po’…mmh…- si guardò intorno nella speranza di trovare qualche laccetto per impedire alla garza di slacciarsi, ma nulla sembrò esserle d’aiuto. Alzò le sopraciglia come fosse stata attirata da qualcosa. Si toccò i capelli allargando gli occhi. Con una mano sfilò il nastro che teneva legate alcune ciocche, e in pochi secondi il bendaggio fu completo. – Ora sì che non si muoverà! Finito! Che te ne pare? Troppo da femminuccia?- chiese storcendo le labbra mentre si accingeva a chiudere il fiocco rosa pastello.

 

- Beh…forse un pochino…non sembrerò una bambola?- chiese Takuya, un po’ arrossato.

 

- No…sono troppe le differenze! Forse con i vestiti adatti…ti vedo sai?- affermò lei cominciando a sghignazzare leggermente.

 

Il rossore di Takuya salì di colpo, così come il sudore che cominciò a spuntargli dalla fronte.

Scosse il capo freneticamente, agitandosi.

 

- Ehi ehi ehi!! Così rischio di rovinarmi la reputazione! Pensa se lo venisse a sapere Shinya?! Nel giro di una giornata lo saprebbero tutti i miei compagni di scuola…mio fratello è diabolico!- disse con un leggero brivido- Se penso a tutte le volte che io e te abbiamo litigato per colpa sua…fratello traditore!!

 

- Oh beh- fece Izumi, mostrando un cenno di irritazione- in quei casi… è normale…-disse in tono allusorio - se il pomeriggio ti fingevi malato per evitare le mie ripetizioni d’inglese…- finì guardandolo di sottecchi.

 

Takuya strabuzzò, tremante.

- Non è che mi fingevo malato…e poi non mi riferivo a quello… ma quando ti disse che ti avevo spiato mentre ti cambiavi in camera tua…quella volta la combinò grossa…! Però il giorno dopo ricordo che andò a scuola con un occhio nero… ben  gli sta, se l’era meritato!- esclamò il Digiprescelto, con innata fierezza.

 

- E tu con l’impronta della mia mano sulla faccia…!- ribatté prontamente la ragazza, con sorriso.

 

- Beh…come fosse una novità...- Takuya si grattò una guancia ripensando alle innumerevoli schiaffeggiate che riceveva dall’amica, poi alzò le sopracciglia - E ricordi l’episodio del pallone? Ti insegnavo a palleggiare poco distante da casa, ma per sbaglio colpisti il vetro della finestra della mia vicina…si affacciò come una pazza urlando in tutto il quartiere! Era imbestialita!

 

- E ti accollasti tutta la colpa dicendo che a tirare il pallone eri stato tu…quella volta mi meravigliai molto di quel tuo gesto… ancora oggi mi chiedo il perché. Rimanesti in casa come punizione per una settimana, mentre spettava a me quel castigo.

 

- Tuo padre è un po’ meno severo del mio, ma in quel caso ti avrebbe punita duramente forse perché una ragazza come te, giocare  a pallone e rompere un vetro… beh non è proprio quello che ci si può aspettare! E poi ho preferito farmeli io quei pochi giorni di prigionia, se pensavo a te rinchiusa in camera mentre sbocciava in quel periodo la fioritura di ciliegi in quel viale nei pressi del tempio Meiji…ci sarei rimasto male se te la saresti persa!

 

Izumi restò interdetta. Deglutì più volte, tossicchiando.

Aveva la gola secca, pensò in quel momento, però non era il solo disagio.

 

- Lo hai fatto per questo?- chiese timidamente.

 

- Si…ma io non voglio che tu debba sentirti in difficoltà soprattutto per quello che c’è stato nei so-Takuya arrestò di colpo i movimenti delle labbra. Senza volerlo, stava rispolverando l’episodio di quel bacio. E questo non doveva accadere. Tuttavia, per quanto la sua voce si fosse interrotta appena in tempo, Izumi aveva già capito tutto.

 

- La fioritura…- la ragazza tentò di parlare, ma fu subito interrotta.

 

- Tu ami Kouji, quindi capitolo chiuso! Vedi? E’ già un miracolo che siamo riusciti a rivolgerci la parola come facevamo un tempo…non roviniamo tutto, ok?- fece d’un botto- Che ne diresti di mettere a posto tutti questi scatolini? Ti do una mano, ma una sola dato che questa…beh…- Takuya sollevò il braccio fasciato, scuotendolo. Cercò di togliere entrambi da una situazione che secondo lui non si sarebbe conclusa nel migliore dei modi. Con la sua maniera di fare, coinvolgente e divertente, riuscì nell’intento, seppur Izumi, sorridendo, si limitò ad annuire con il capo.

Avrebbe voluto parlargli dei suoi sentimenti, riemersi in superficie, riemersi da quel lago di pioggia di quella giornata così gelida e fredda, di tre anni fa. Di quel sorriso.

Successe ancora. Ripensò a quell’espressione da bambino addormentato che prima le aveva fatto battere il cuore, fino a salirgli in gola. E poi quel bacio…

 

Si morsicò le labbra, così nervosamente da provocarsi un piccolo taglio. Cercò di coprirlo passandosi un dito per asciugare la piccola gocciolina di sangue.

Poi però, quel dito scivolò via, così come le sue lacrime.

 

- Izumi…che…- Takuya si girò di scatto, guardando il volto della compagna bagnato da gocce limpide e cristalline.

 

- Mi dispiace…mi dispiace…!- ripeté la giovane nascondendosi il viso tra le lacrime.

Takuya le si avvicinò,  e, portando le braccia in avanti, la tirò a sé, stringendola forte.

Una brezza nel cuore della giovane, sollevò una ventata di emozioni, che le cinse il corpo, dolcemente. Quello non era l’abbraccio di Kouji.    

 

- Come al solito sono un’idiota! Ho complicato tutto con i miei stupidi sentimenti! – disse con occhi velati mentre stringeva la ragazza carezzandole amorevolmente le spalle.

 

Izumi si staccò di poco, guardandolo fisso negli occhi.

- I tuoi sentimenti, quello che senti realmente, tutto questo…no, non è stupido…!- affermò con convinzione- Io so che tu sei sincero, sono io quella che forse…- la giovane smise di parlare, mentre le lacrime le solcavano il viso, lasciandosi dietro una scia opaca.

 

Takuya s’irrigidì con un lieve accenno di palpitazione. 

Lei riuscì a percepire quel cuore, ticchettare come una sveglia in procinto di suonare. Si fece forza, serrando le palpebre fino a farle corrugare.  

- Kouji per me è…

 

Successe ancora. Takuya la fermò posandole un dito sulle labbra.

 

- I sentimenti non si possono comandare.- disse con un sorriso velato dalla malinconia-  Se tu ami Kouji, saprò ritirarmi, sapendo che con lui sarai felice, allora lo sarò anche io. – ribadì con un velo di nostalgia- Però, ho solo paura che la nostra amicizia si rovini per ciò che ho detto, per quello che sai… ecco perché non avevo il coraggio di guardarti negli occhi. Avevo il timore di trovare qualcosa di cambiato, ma invece mi rendo conto solo ora che ti osservo che il tuo sguardo è sempre lo stesso di quella ragazza che ho conosciuto cinque anni fa.- l’indice di Takuya calò lentamente da quella morbida bocca, mentre le lacrime della ragazza finirono di scendere. 

Izumi si sentì quasi costretta a sorreggere la sua verità, e a non mostrarla, ma il senso di angoscia sembrò aumentare.

 

-…Anch’io avevo la tua stessa paura…ma quello che voglio farti sapere e che sto cercando di dirti è che… - prese fiato, incapace di reprimere le parole, si strinse forte al suo giovane compagno con grande timore, e riprese gridando- Takuya io non amo Kouji!! Non lo amo!!- scosse più volte la testa, riprendendo a singhiozzare, mentre il prescelto del fuoco rimase interdetto al suono di quelle parole che per un attimo non riuscì a comprendere.

Poteva sembrare uno scherzo, un simpatico scherzo del destino se i due si trovavano lì, ambedue legati da un abbraccio, quando poi, pochi istanti prima, i loro occhi si rifiutavano addirittura di fissarsi.

Izumi scosse ancora una volta il capo, avvampando. Si sciolse da quella dolce stretta portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

- Hai detto che volevi darmi una mano a riporre queste cose, giusto? Bene allora…allora tu ci arrivi perché sei più alto e queste vanno lì, sopra a quelle altre…- disse parlando nervosamente. Poi si affiancò a Takuya, quest’ultimo perplesso e confuso, aiutandolo a sistemare il materiale.

La calma sembrò ristabilirsi, un po’ forzatamente, ma un improvviso scossone del Trailmon, fece inciampare la ragazza che cadde rovinosamente contro il compagno.

Entrambi finirono a terra, e lui, abbracciando a sé la giovane, la riparò con il suo corpo, dall’impatto.  

 

Il treno riprese la sua stabilità, scusandosi per il sussulto dagli altoparlanti in alto alle carrozze, ma la sua voce a poco servì per i due che sembrarono non udirla per niente. 

 

- Takuya!?- enunciò la biondina scostandosi dal giovane- Tutto ok?! Che maldestra, scusami, fa vedere il braccio…speriamo che non si sia fatto nulla!- articolò preoccupata intanto che chinò il capo per controllare la fasciatura. Alcuni ciuffi biondi le finirono sul viso, per poi calare giù.   

Takuya si trascinò accanto a lei.

Le scostò una ciocca di capelli dalla bocca proprio come quella fatidica notte. Izumi alzò il capo mostrando i suoi occhi verdi, illuminargli il volto, e lui, preso dall’istinto, le cinse le mani in vita con estrema dolcezza, attirandola a sé. Le braccia slittarono in dentro, finendo sulla schiena, le dita si strinsero al fresco tessuto della camicia, i due si ritrovarono legati dai loro sguardi, seduti su quel duro pavimento, seppur freddo, ma riscaldato dai loro cuori, intrisi dalla troppa emozione. Izumi socchiuse gli occhi, proprio come Takuya che inumidì le labbra accostandosi a quella bocca delicatamente colorata di rosa. Stava per baciarla, quando all’improvviso, un nuovo scossone, stavolta leggero, fece cadere l’ampolla usata per curare la ferita del ragazzo.

Si destarono di colpo, spaventati dal rumore dei vetri rotti che causò la fuoriuscita di quel liquido color lampone. A sua volta, quest’ultimo, schizzò via, finendo spedito sulla giacchetta della prescelta.

 

- No!- esclamò la ragazza vedendo il liquido espandersi su una parte del tessuto.

 

- Presto, toglitela!- ordinò Takuya aiutando a sfilarle la giacca.- Più tempo passa e più la macchia coprirà le fibre, ma se agiamo in fretta, allora si toglierà facilmente.- asserì poi aprendo il rubinetto dorato della vasca situata dietro di lui.

L’acqua sgorgò rapidamente, arrivando a riempire la metà della conca. Takuya lasciò cadere la giacchetta all’interno di essa, poi, voltando di schiena frugò nell’armadietto collocato accanto alla porta, agguantò un barattolo contenente del liquido bianco come il latte, e lo rovesciò in acqua. Izumi osservò il compagno strofinare accuratamente la parte macchiata fino a produrre una leggera e soffice schiuma. Risciacquò con dell’acqua pulita l’intera giubba, che apparve di un blu più intenso.

 

- Mmh…-mugugnò il prescelto del fuoco scrutando accuratamente il pezzo di tessuto macchiato- Direi che a questo punto serve solo una asciugata e poi potrai rimetterla come fosse nuova!- asserì in seguito, mostrando all’amica la parte oramai smacchiata.

Izumi sembrò arrossire. Forse ancora frastornata per quanto successo. Scosse un po’ il capo, evitando di pensarci.

- Però…!- esclamò sorpresa - Non è che in casa quando disubbidisci agli ordini, tua madre ti costringe a fare il bucato, eh?-domandò sarcasticamente, ridendo.

Takuya aggrottò le sopracciglia, arrossendo un pochino, poi afferrò un asciugamani giallo, cercando di tamponare la scia color lampone sparsa sulla pavimentazione.

 

- Lascia, faccio io!- dichiarò Izumi sfilandogli l’asciugamano- Non devi sforzare il braccio- concluse chinando la schiena al suolo.

 

- Niente affatto, è pieno di vetri, potresti tagliarti, dai qua!- ribatté il padrone delle fiamme riprendendo il telo giallo.

 

Izumi sbuffò silenziosamente, incurvando il muso.

- Sei il solito testardo…in cinque anni è un difetto che non riesci proprio a togliere…!

 

- Non sono testardo!! Io mi preoccupo per te!- reagì lui prontamente, rizzandosi in piedi.

 

- Mi preoccupo anche io! Non sono la ragazza cocciuta e capricciosa come mi definisci tu!

 

- Cosa?!! Io non ho mai…ACC!! SHINYA!!!- urlò Takuya facendo stridere i denti in una smorfia di rabbia.- Perché mio fratello non si fa mai gli affari suoi?! Se tornerò vivo da qui, giuro che gliela faccio pagare!! Ti ha detto altro?! Tipo che ho dato un pugno a quel Sakachi Sakuchi o come diavolo si chiama?! – dichiarò tornando con ira a quelle macchie sul pavimento.

 

Izumi deglutì mostrando un’espressione di sorpresa.

- Sakichi Ito…?! Non…non credevo che quel livido sul viso era

 

- Opera mia…-concluse lui, continuando ad accanirsi sulla chiazza lampone.- Tsk…chi si crede di essere quello lì…viene vicino a me, con quell’aria da fotomodello acclamato in tutto il Giappone, e mi dice con una vocina insopportabile “è inutile che provi a competere con me” “l’italiana la porto io al parco”…”tu farai la figura dell’idiota davanti ai suoi occhi, lasciala stare”…- disse imitando pressoché il tono vocale di quel giovane, mentre il viso gli si intingeva di rosso.

 

- Ora capisco tutto…!- esclamò Izumi, con viso sorpreso.- Il giorno dell’appuntamento, Sakichi era alquanto strano…quasi avesse paura di starmi vicino. Poi quel livido sulla faccia m’insospettì parecchio…ma perché non me l’hai detto prima?!- replicò la giovane, decisamente infuriata.

 

Takuya scosse il capo.

- Non credo che sarebbe servito a cambiare la situazione…e poi ti saresti sicuramente adirata con me…proprio come stai facendo adesso…-mugugnò a voce bassa.

 

- Lo credo bene!- replicò la ragazza- Ricordo ancora quel giorno…il giorno della fioritura di ciliegi…! Credevo che saremmo andati assieme, come ogni anno, e invece vengo a sapere che ti eri già dato da fare con un’altra!

 

- Cosa?!- ribatté Takuya, alzandosi immediatamente in piedi- Sei tu quella che ha tradito per prima la nostra tradizione! Se ho invitato un’altra ragazza, è stato solo perché tu avevi già preso appuntamento con quella specie di modello ambulante…! Puoi immaginare come mi sono sentito vedendoti parlare con lui davanti agli armadietti scolastici, mentre tu accettavi il suo invito!

 

- Mi stavi spiando?! Tu mi stavi spiando?!- Izumi alzò il tono di voce, avanzando verso il compagno.

 

- Ma cosa ti salta in mente! Ero lì da quelle parti, ed involontariamente, ho sentito la vostra conversazione… ancora me la ricordo… “Sì, andiamo alla fioritura di ciliegi, ci divertiremo un sacco! Penso sarà più bello degli altri anni, non sto più nella pelle!” Ecco, questo è quanto detto da te a da quella specie di…aaah! Non voglio nemmeno più parlarne!! Probabilmente preferivi di più la compagnia di quell’essere, che passare una banale giornata con me!- dichiarò Takuya con viso crucciato.

 

Izumi scosse fortemente il capo.

- Se proprio vuoi saperlo, io stavo parlando di te, non vedevo l’ora che arrivasse quel giorno, per poterlo passare con te!- replicò tutto d’un fiato.

 

- Cosa?! Ma io vi ho sentiti! Ho sentito…

 

- Hai sentito solo una parte della conversazione e sei subito saltato a conclusioni affrettate!! Sei il solito! Potevi anche chiedermi spiegazioni anziché agire e basta!!

 

- Beh, allora potevi farlo anche tu, chiedendomi la stessa cosa, in quei maledettissimi sotterranei!!- replicò lui, con vigore.

 

- Cosa c’entrano i sotterranei con la fioritura dei ciliegi?!- ribatté ancora la giovane, nonostante avesse compreso l’errore.

 

- Ti sei subito consolata andandoci con lui!- rispose Takuya, passando nuovamente all’argomento di prima.

 

- Per forza! Alla fine, vedendo la situazione, per ripicca decisi di accettare il suo invito! Ma non è come pensi!!

 

- Ah si? E allora spiegami, come sono andate veramente le cose? Sono curioso di sentire la tua versione.-  fece il ragazzo, incrociando le braccia con dispetto.

 

La ragazza sospirò pazientemente:

- Sakichi voleva accompagnarmi al tempio Meiji per vedere la fioritura, ed io rifiutai il suo invito raccontandogli della nostra tradizione! Poi improvvisamente, venni a sapere che tu ti eri già organizzato con un’altra ragazza… per di più, anche mia compagna di classe! Prova ad immaginare il mio stato d’animo in quel momento…!

 

Takuya sbuffò noiosamente.    

- Non ti credo!- disse con aria saccente.

 

Izumi si avviò verso di lui, pestandogli fortemente un piede, di proposito.

 

- Ahi!! Sei impazzita?!?- sbraitò, saltellando con una gamba sola.

 

- Forse così ti svegli un po’ e magari metti in funzione quell’ammasso di poltiglia che hai nella testa!

 

- Quel giorno pioveva e sei tornata a casa con Kouji! Potevi dirmelo che ti serviva un passaggio con il mio ombrello!- dichiarò il prescelto, aprendo un nuovo argomento.

 

- Cos’è questa, la giornata dei rimproveri?!- esclamò Izumi, sempre più innervosita.

 

- Non cambiare discorso!- replicò il giovane, ancora più nervoso.

 

- Figurati se io, dopo quanto successo, venivo a chiedere un favore proprio a te! E poi l’incontro con Kouji fu puramente casuale. Niente più. Lui sicuramente ha più sale in zucca di te!

 

- Non c’è bisogno che tu me lo ripeta! Sono cinque anni che mi dici sempre la stessa cosa! Se ti piace io non posso farci proprio niente!- Takuya si girò di schiena, chinandosi al pavimento per proseguire la pulizia di quell’area intinta di rosso.

 

Izumi aggrottò le sopracciglia, portandosi le mani sui fianchi.

 

- Ti stai comportando come un bambino!- esclamò con tono severo e sguardo risentito- Ma siamo entrambi colpevoli.- disse rasserenando il viso e la voce.

 

- Già…- replicò lui senza progredire oltre. Una volta che ebbe finito di ripulire il pavimento, si alzò in piedi, occupandosi di rimetter ordine nelle mensole con i prodotti curativi. Raccolse da terra le varie scatole sparse su tutta la superficie, e le ripose nei loro ripiani.

Izumi aiutò il giovane, i due rimasero in assoluto silenzio per tutta la durata del tempo. Una volta riordinato l’elegantissimo bagno, Takuya prese la giacca della ragazza, ancora bagnata, e cominciò a frugare nell’armadietto grande, adiacente alla vasca.

 

- Cosa stai cercando?- gli chiese lei.

 

- Un phon.- rispose a stento.

Era evidente che Takuya non avesse la benché minima voglia di parlare. Molto probabilmente, per evitare di affrontate l’argomento “Kouji”.

 

- Posso aiutarti? – chiese lei, ancora una volta.

 

Takuya scosse la testa, continuando imperterrito la sua ricerca.

 

- Vuoi asciugare la giacca?- disse la giovane, insistendo.

 

Ancora una volta, lui scosse il capo annuendo.

 

Dopo un rovistare incessante, Takuya riuscì a trovare l’oggetto.

Collegò lo spinotto nella presa di corrente, ed avviò lo strumento.

L’aria calda emanata dal phon, avvolse il tessuto bagnato dell’indumento, infondendogli calore.

 

- Se sei stanco, posso farlo io!- dichiarò Izumi, offrendosi di reggere l’oggetto.

 

Takuya continuò con fare indifferente, dirigendo gli getti d’aria calda sulle maniche della giacca.

Izumi fece un passo in avanti, provando a sollevare il tono di voce.

 

- Posso farlo io!

 

- Non ti sento!- rispose il giovane.

 

- Non vuoi sentirmi! Questa è la verità! – replicò lei, con fare incalzante.

 

- E’ inutile, tanto non ti sento!- rispose Takuya, continuando a fingere. In realtà, se pur di poco, Takuya udì perfettamente le parole dell’amica, ma ciononostante, andò avanti facendo crederle il contrario.

 

- Perché non vuoi affrontare l’argomento?! Scappi via alla prima occasione!- fece Izumi urlando per farsi sentire. Il fruscio del phon era insopportabile, specialmente per lei, che malgrado tutto, continuò a gridare.- Sei un immaturo, incapace di fronteggiare le proprie responsabilità! Quando crescerai un pochino? Non hai più undici anni!

 

- Scusa cosa hai detto, puoi ripetere?- disse il guerriero del fuoco, con lampante intonazione derisoria.

 

Izumi crucciò il viso in una smorfia di rabbia, e staccò di colpo la spina del phon.

 

- Non serve a nulla fuggire!- gli disse innervosita dal suo atteggiamento.

 

- Io non sto fuggendo! Non ne vedo il motivo! Sei tu che continui a tartassarmi!- rispose riattaccando con sgarbataggine, l’aggeggio alla corrente.

 

Izumi piegò il capo in avanti, i capelli le slittarono ancora una volta sul viso, fino a dondolare giù, nel vuoto.

 

- Se ti irrito così tanto, allora vado via.- La padrona del vento voltò il corpo verso l’uscita, portandosi in direzione della porta. Poggiò la mano sul pomello color argento, ed aprì lentamente la soglia.

Il suono roboante del phon, finì all’istante.

- No, aspetta! – esclamò Takuya, bloccandola con le parole.

 

Izumi restò di spalle, con lo sguardo rivolto al pomello. Takuya si liberò le mani poggiando gli oggetti su una mensola poco distante. Incalzando il passo, raggiunse la porta, e appoggiò una mano sull’asse, per richiuderla.

Izumi sussultò non appena il corpo del giovane prescelto, urtò amorevolmente il suo. Il contatto, alquanto piacevole, riscaldò la sua schiena, appena infreddolita. Fu come nei sotterranei. Stessa identica scena.

Takuya se ne rese conto, e cercò di non ripetere lo stesso errore.

 

- Penso che…questa volta…sei tu ad avere ragione.- dichiarò.

Izumi sussultò ancora una volta, con grande incredulità nei confronti di quelle parole.

Senza ribattere, lasciò che fosse il ragazzo a farlo.

 

- Sto scappando perché ho paura di ascoltare. Ciò che dici mi rende triste, nonostante io faccia del mio meglio per accettare, non riesco a nascondere i miei sentimenti. Forse questa sensazione andrà via, chissà, magari già fra un paio di settimane non ricorderò più nulla…sì, sarà senz’altro così! – disse dandosi una sferzata di coraggio.- Pure all’epoca, decisi di invitare quella tua compagna di classe soltanto per dispetto, ma in realtà, sarei voluto andarci con te, chiederti spiegazioni, però… scappai via anche in quell’occasione, per paura di ascoltare un’amara quanto dura verità. Sono un codardo?- chiese un po’ ironicamente, ma con grande timore.

 

Izumi si girò verso di lui, accogliendolo con un sorriso.

Alzandosi in punta di piedi, socchiuse gli occhi, amorevolmente.

Il cuore di Takuya si agitò. Un paio di ciuffi gli calarono sugli occhi, mascherandogli di poco la vista.      

Izumi si spinse in avanti, reclinò il capo alzandolo all’insù, ed accostò la bocca proprio sulla guancia sinistra del ragazzo, fino a carezzarla con un niveo bacio.

 

  

 

________________________________________________

  

 

 

 

 Per Justice Gundam: Abilità come scrittrice??? o.O  Ma davvero lo pensi “seriamente”??? Nell’EFP ci sono persone che si possono veramente fregiare di questo titolo (se vogliamo classificarlo così), e ti assicuro che io non rientro neanche un pochino in quella fascia! Sei davvero troppo buono con me… ma con tutta onestà non me lo merito proprio! No no!

Comunque, grazie per la stupenda recensione!

 

Per Doremichan: Eheheh! Se solo sapessi quanto ho dovuto sborsare per farmi dire una cosa così tanto bella…! Scherzi a parte, ti riporto qui di seguito le sue parole: “Non buttare via il dono che hai, quello di colpire la gente dritta al cuore con la magia delle tue parole!”

L’ho trovato davvero un pensiero gentile, e non smetterò mai di ringraziare questa persona!

Ad ogni modo, siete anche voi, con le vostre recensioni, a farmi tanto ma tanto felice!

 

Per Kaho_chan: Kaho! Che bello risentirti!!! Mi sei mancata taaanto! Così come i tuoi complimenti…! Non è che ti sei messa d’accordo con Justice Gundam??  .___.

Comunque, eccomi qui con un altro capitolo! E non è passato nemmeno tanto tempo… un mesetto circa! Contenta? ^___^

Un forte abbraccio!!!

 

Per Francesca Akira89: Davvero pensi che Izumi sia OOC?? Accidenti! Allora dovrò prestare molta ma molta più attenzione nei prox chap! Non voglio che la mia piccina si discosti troppo dal suo vero io! è___é

 

 

 

 

 

               

 

       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

   

    

       

 

 

 

 

 

  

  

 

        

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** I cancelli ***


Takuya per un’attimo gelò

                                                               Capitolo 18

________________________________________________

 

 

Takuya per un attimo gelò. Un lungo brivido polare, gli marcò la schiena.

Per lui fu come una doccia fredda.

In realtà avrebbe voluto ricevere un bacio… vero. Uno di quelli che ti fa battere il cuore a mille, che ti annacqua il cervello, che ti distorce lo stomaco.

Un bacio a fior di labbra. Un pegno d’amore. E non un semplice schiocco sulla guancia, e via.

Restò amaramente deluso. Si sentì impacciato e teso allo stesso tempo. Izumi se ne sarebbe subito accorta, di quel suo strano stato d’animo.

 

- Izumi… - incespicò appena, teso e tremante.

 

- Sccc.-fece lei, interrompendolo prima che potesse giustificarsi.- Non perdiamo di vista il nostro obbiettivo.- pronunciò con una serenità dolcissima- Siamo qui per salvare ancora una volta questo mondo.- esclamò guardandolo negli occhi- Finiremmo per rovinare tutto, affrettando i tempi, ed io non voglio.- la Digiprescelta scosse la testa lievemente.- Rimandiamo tutto a quando questo incubo sarà finito. Rimandiamo tutto a quando saremo solo io e te, in quel prato dove hai raccolto quel fiore. Mi hai fatto una promessa, lo ricordi? Aspetterò con ansia che arrivi quel giorno, perché vorrà dire che io e te potremo sentirci finalmente liberi di esternare i propri sentimenti!- Izumi gli  sorrise amabilmente, mentre gli scostava quei ciuffi di capelli dagli occhi.

 

Takuya non poté frenarsi.

L’abbracciò a sé, con una forza tale da farla quasi rimanere senza fiato. La ragazza si sentì per un attimo spiazzata, ma felice.

Ricambiò l’abbraccio poggiando la testa sul torace del giovane compagno, ed entrambi si lasciarono avvolgere da quel dolce momento.   

 

Nel frattempo, nell’altro vagone, si udiva una calma quasi surreale. Tomoki e Junpei stavano sonnecchiando l’uno accanto all’altro. Li faceva compagnia poco distante da loro, il piccolo Neemon, sdraiato pacatamente su di una poltrona.

Gli unici a non dormire, erano Bokomon, e il sempre più taciturno Kouji.

Quest’ultimo, se ne stava seduto sul sedile, con le gambe accavallate e le braccia adagiate sugli appoggi laterali.

- Bokomon- irruppe all’improvviso la sua voce. Il piccolo Digimon, sentendo il suo nome, alzò il capo.

 

- Si?- rispose.

 

Ci fu ancora silenzio. Una breve pausa, questa volta.

- Quando…quando eravamo nel continente oscuro- premise- Ladydevimon ci ha parlato di…

 

 

BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!

 

- …CHE DIAVOLO…?!?- Kouji si tappò repentinamente le orecchie con entrambe le mani.

Un forte fischio causato molto probabilmente dal Trailmon, stordì un po’ tutti.

Junpei e Tomoki si destarono dal sonno, aizzandosi in piedi.

 

- CHE SUCCEDE?!

 

- UN NEMICO?!

Strillarono entrambi, cominciando a guardarsi attorno.

 

Kouji si alzò con fare scattante, mentre gli altri due Digiprescelti gli accorsero incontro.

 

 

GRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIICK!!!!!!!!!!!!!!!  

 

Una brusca frenata sbalzò il povero Neemon, ancora assopito, dritto a terra.

Tomoki si aggrappò alla spalliera di un sedile poco distante da lui, così come Bokomon.

Kouji non ebbe il tempo di voltarsi che fu letteralmente travolto da qualcosa di notevolmente pesante.

 

- Ju-Junpei…! Mi stai schiacciando!!- strepitò con voce asfissiata.

 

- Ragazzi!!- proruppe un coro di due voci.

 

- Takuya onii-chan! Izumi-chan!- esclamò Tomoki non appena vide i due compagni, accedere di corsa al vagone.

 

Nel vedere i due prescelti a terra, Izumi si lasciò sfuggire una lieve smorfia di preoccupazione, al contrario di Takuya che non poté trattenersi da una fragorosa sghignazzata. 

 

- Ah ah! Per una volta non sono io quello a venir travolto dal peso di Junpei!- enfatizzò continuando a ridere e a tenersi la pancia.

 

- Non…non è affatto divertente!- ribatté seccato, l’ancor travolto Kouji. – Junpei!- pronunciò con sollecitudine nei riguardi del compagno, ancora sdraiato su di lui.

 

- Avanti, dai qua!- Takuya si avvicinò al buffo duo, allungando una mano verso il prescelto del tuono.- Non puoi mandarmi K.O. Kouji! Non adesso!- specificò con un velo di ironia.

 

- Spiritoso…- emise la flebile voce dell’interessato, mentre tirò un lungo e profondo respiro.- Credevo di morire…- disse oramai libero dall’oppresso peso.

 

- RUN SAPPHIRE!!!- urlarono in coro i Digiprescelti, con esclamazione piuttosto arrabbiata.    

 

- Avete perfettamente ragione!- rispose all’istante il Trailmon, un po’ tremante- Mi rendo conto di aver esagerato un pochino…

 

- Un pochino? – disse Bokomon mentre aiutava Neemon a rimettersi in piedi.

 

- Si può sapere che è successo? Perché ti sei fermato così all’improvviso?- chiese Takuya guardandosi attorno.

 

- Semplicemente perché siete arrivati!- esclamò il Digimon treno.

 

Izumi e Tomoki accorsero ai finestrini e avvicinarono il capo per sbirciare all’esterno.

 

- Io non vedo nulla…dove sono i nostri nemici?- Tomoki aggrottò le sopracciglia, con la fronte schiacciata sul vetro, cercò di scrutare affondo il territorio circostante.

 

- Ma…non siamo arrivati!- dichiarò Izumi.

Takuya corse anch’esso alla lastra di vetro.

- Ci troviamo ancora in questo passaggio sotterraneo!- esclamò.

 

Run Sapphire tossicchiò appena.

- Eehhhmm… appunto!- disse- Da qui in poi, dovrete spostarvi a piedi, per raggiungere il centro di Digiworld.

 

- COSA?!- tuonarono i Digiprescelti.

 

- Ma così non arriveremo mai in tempo! E poi spiegaci perché diavolo non puoi portarci tu!?- disse Takuya rivolgendosi al trailmon con poca gentilezza.

 

- I patti erano chiari! Dovevi condurci al nucleo di questo mondo! – s’immise anche Kouji.

 

- Non tollero che mi si parli così! Ricordate che io sono sempre il trailmon dei Digimon celesti! Quindi esigo un po’ più di rispetto!- ribatté lui, a tono e un po’ stizzito.   

 

- Va benissimo, sua maestà! Sarebbe così gentile da fornirci una degna spiegazione a tutto ciò?- replicò il guerriero del fuoco, sfoderando una finta gentilezza che non fece breccia nel cuore del Digimon.

 

- E’ inutile che tenti di prendermi in giro…non sono uno stupido!- reagì il treno.

 

Izumi si fece avanti.

- Run Sapphire- proferì- ti prego, abbiamo molta fretta, e se non arriveremo in tempo, per Digiworld si metterà davvero molto  male!- gli occhi della giovane iniziarono a brillare, velati da un accenno di tristezza.

 

- Oh, piccola principessina, non piangere!- disse, mentre Takuya sbuffò innervosito- Purtroppo non dipende da me! Io non posso proseguire oltre quel tunnel. Se lo facessi, sarei immediatamente disintegrato dalla forte pressione proveniente dal centro di Digiworld! Purtroppo noi trailmon non possiamo raggiungere il nucleo di questo mondo! Ci è severamente vietato per il nostro bene!

 

- Ma tu non ci avevi detto che…

 

- Non perdiamo tempo!- Kouji prese in mano le redini della situazione, mettendo a tacere Junpei. I ragazzi si voltarono verso di lui.

 

Takuya assenti all’istante, con un cenno positivo del capo.

 

- Ha ragione! Più restiamo qui a discutere, e più sprecheremo tempo prezioso!- disse ai suoi amici.

            

- Mi dispiace infinitamente, Digiprescelti!- assentì Run Sapphire, visibilmente amareggiato. 

 

- Non preoccuparti, non è colpa tua.- rispose Takuya.- Piuttosto, quanto manca al raggiungimento del nucleo?

 

- Non molto. Proseguite lungo questa strada, entrate nel tunnel e all’uscita, dovreste trovare una lunga scala fatta di cristalli. Salitela e sarete arrivati.- Run Sapphire spalancò le porte per permettere ai ragazzi di intraprendere il loro tragitto al di fuori del treno.

 

Uno alla volta, i cinque guerrieri più i due piccoli Digimon, si accalcarono alle uscite.

Ringraziando il trailmon per la sua disponibilità, i sette si avviarono all’esterno.

- Fate attenzione e siate prudenti!- esclamò il possente treno, prima di far ritorno alla sua stazione.- Arrivederci biondina!- aggiunse strizzando un occhio in direzione di Izumi.

 

Takuya sbuffò nuovamente, scuotendosi la testa.

- Coraggio, in marcia!- dichiarò mettendosi a capo della fila. - Junpeisei sicuro di non volere una mano a portare lo zaino?- domandò in seguito, vedendo il compagno sorreggere il pesante borsone sulle spalle.

 

- No!- rispose stizzito. 

 

Tomoki sghignazzò di sottecchi, piuttosto divertito.

- Un po’ di esercizio gli farà bene! Non è vero Junpei?- disse- Chi perde, paga!- asserì poi accostandosi a lui.

 

- Hai vinto solo perché il treno si è fermato un po’ prima del previsto! Altrimenti avresti portato tu quest’enorme fardello!- ribatté lui aggrottando la fronte.

 

- Sì certo, se la metti così…comunque sono sempre disposto a darti ripetizioni di matematica!

 

- Se non la pianti, giuro che ti faccio arrivare dritto al nucleo di Digiworld, con un calcio!

 

- Hey voi due! Che avete da bisbigliare così tanto?- domandò Bokomon.

 

- Io niente! E’ Junpei che non sopporta il peso dello zaino!- rispose Tomoki, affrettando il passo e lasciandosi il compagno alle spalle.

 

- Grrr…!- ringhiò il povero ragazzo.

 

Mentre il gruppetto avanzava in direzione del tunnel, Izumi rallentò un po’ il passo per affiancarsi a Kouji.

- Grazie!- gli bisbigliò con un sorriso.

Il giovane si girò quasi soprapensiero, un po’ confuso.

- Grazie per avermi spronata!- aggiunse la compagna.

Minamoto finalmente capì, e rispose alle sue parole con un altrettanto sorriso.

Takuya si voltò verso di loro, cogliendoli in flagrante. Si affiancò alla ragazza, che nel frattempo aveva ripreso la sua andatura, con espressione sospettosa.

- Che vi siete detti?- domandò molto dubbioso.

 

- Oh, niente!- diede risposta la Digiprescelta.

 

- Non puoi negare l’evidenza…vi ho visti!- replicò Takuya sufficientemente geloso.

 

- Sei geloso?- disse Izumi con mezzo sopracciglio all’insù.

 

Il ragazzo deglutì maldestramente, arrivando quasi a strozzarsi.

- Chi? Io? Ma sei matta?! Assolutamente no!- rispose secco. Cadde per brevi istanti nell’indifferenza, ma poi ritornò alla carica, nella speranza di ottenere un risultato migliore. – Che vi siete detti?- replicò di nuovo.

 

Izumi sprofondò in silenzio, fingendosi attratta dal luogo circostante.

 

- Acc!- sbottò Takuya.- Quando fai così, non ti sopporto!- affermò.

 

- Quando tu fai così, non ti sopporto!- ribatté lei a tono.- Vorresti litigare?!

 

Il ragazzo scosse violentemente il capo.

- Sei tu quella che vuole farlo! Altrimenti ti saresti preoccupata di darmi una risposta!

 

- Non sono tenuta a darti spiegazioni delle mie azioni! Non sono mica tua moglie!?

 

- Per fortuna! Non ti sopporterei neanche per un minuto!- dichiarò incrociando le braccia al petto e voltando la testa dal lato opposto.

 

Dalle labbra di Izumi, partì un delicato risolino.

 

Takuya sbottò con una punta di risentimento:
- Lo trovi così divertente?!

 

- No, è che dopo tanto tempo, abbiamo ripreso a litigare!- gli rispose continuando a ridacchiare.

 

L’espressione crucciata apparsa sul volto del prescelto, sparì per lasciar posto ad un viso più allegro e gioioso.

- E’ vero!- esclamò ridendo di gusto.

 

Kouji li fissò di sottecchi, abbozzando una smorfia di compiacimento, ma non appena sollevò il capo d’innanzi a lui, le sue gambe si fermarono di botto.

 

- E’ qui!- affermò di colpo.

 

Izumi e Takuya si girarono verso di lui.

- Chi?- disse quest’ultimo guardandosi attorno.

 

- Kouji…che hai?- domandò la ragazza, impensierita.

 

- Kouji…- Bokomon si avvicinò a lui, tirandogli un lembo della maglietta. Il ragazzo si destò improvvisamente.- Tutto bene?

 

- Hai visto qualcuno, per caso?- disse Takuya.

 

Minamoto si guardò attorno.

- Lei…- pronunciò appena, dopodichè scosse la testa- …no, mi sono sbagliato.

 

- Guardate!- La voce di Tomoki attirò l’attenzione di tutti. Il ragazzino puntò un dito in avanti, e lo sguardo dei suoi amici lo seguì.

 

- E’ l’entrata del tunnel…!- annunciò Takuya.

Il gruppo si ricompattò.

 

- Do-dobbiamo entrare lì dentro?!- disse Junpei balbettando.

 

- E’ così buio…- si aggregò Izumi.

 

- Ci sono le torce che abbiamo usato nel condotto sovrastante. Usiamo quelle. - propose Kouji. 

 

Junpei mise a terra il pesante zaino, e cominciò a rovistare all’interno delle due tasche laterali.

 

- Eccole!- n’afferrò una, e la lanciò tra le mani di Takuya che l’accese all’istante.- Questa chi la terrà?- disse facendo oscillare la seconda pila.

 

- Dalla a me.- approvò Kouji parando la mano per acchiapparla al volo.

 

I capifila diventarono due.

Kouji si affiancò a Takuya, entrambi con le torce accese, cominciarono ad avanzare verso l’oscuro scorcio.

- State tutti compatti! Non allontanatevi!- emise Bokomon.- Questo vale anche per te! Stupidmon!- disse afferrando per un lembo dei pantaloni, l’intontito Neemon che se ne stava immobile con la testa ciondolante.

 

- Dove mi porti?- chiese.

 

- Allo Zoo! – gli rispose seccato- Perché mi doveva capitare un compagno così stupido…?!!

 

- Brrr…questo posto mette i brividi!- esclamò Izumi non appena varcò la soglia del cupo passaggio.

 

Junpei scattò in avanti:

- Tranquilla Izumi-chan! Ci penso io a proteggerti! Stammi vicino e niente oserà accostarsi a te!

 

- Hey aspetta! Ed io?! Sono anche io piccolo ed indifeso!- replicò Tomoki piuttosto contrariato.

 

- Sei grande e vaccinato! Arrangiati!- fece il padrone del tuono, senza tanti scrupoli - Andiamo Izumi-chan!

 

- Antipatico!- borbottò il ragazzino, facendogli una boccaccia veramente spaventosa.

 

- E’ davvero spettrale questo posto…completamente avvolto dalle tenebre…- Takuya proiettò la torcia in avanti, facendola oscillare sulle pareti che ricoprivano il tunnel.

 

- Run Sapphire ha detto che alla fine di questo traforo, dovremmo trovare una scala…

 

- Esatto Kouji! Una lunga scala di cristallo…mi chiedo cosa ci attenderà aldilà della gradinata…- Takuya rabbrividì per qualche istante.- Sarà una battaglia difficile.- mormorò con qualche esitazione.

 

Kouji restò in silenzio cercando di trattenere i battiti del suo cuore, troppo accelerati.

Tra pochi minuti, avrebbe rivisto suo fratello.

E l’idea non gli andava per nulla a genio.

Che cosa si sarebbero detti?

Come si sarebbe comportato nei confronti del gemello malvagio?

Ogni sua interpellanza alle mille domande che si era posto dall’esatto momento in cui si era lasciato alle spalle il Tempio della Settima Torre, stava per trovare finalmente sbocco.

E finalmente, quel momento era giunto.

La strada arrivò al termine ma, al posto della scala, c’era un’enorme parete di ghiaccio, fredda e assai spessa.

- E questo?!- Takuya ne illuminò la facciata. La luce della pila rifletté un’incisione dagli strani simboli, proprio al centro del muro.- Bokomon- disse chiamando a sé il piccolo mostro digitale- saresti capace di tradurre questo ammasso di geroglifici?

L’esserino assentì portandosi davanti al cumulo ghiacciato.

Sollevò la testa, in alto, per cercare di leggere la strana dicitura, e ci riuscì.

     

- Mmm…-mugugnò accarezzandosi il mento.

 

- Cosa dice?- domandò Izumi.

 

- “Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima”.

 

- Che significa?- Junpei storse la fronte.- E’ un indovinello? Non abbiamo tempo per queste pagliacciate!

 

- Un bel problema…- disse Neemon accarezzandosi il mento come Bokomon.

 

- Non è detto!- l’indice di Tomoki spiccò all’insù. Il gruppetto concentrò l’attenzione sul piccolo compagno- Il ghiaccio si scioglie a contatto con qualcosa di caldo, giusto? Bene…e chi meglio di Agnimon è in grado di abbattere la parete!?

 

- E bravo il ragazzino!- Takuya carezzò la testa del giovane scompigliandogli i capelli, poi, agguantò il suo Digivice, e in un lampo un’ardente fiammata di fuoco lo avvolse trasformandolo nel padrone del fuoco.- AGNIMON!!!!!

 

- Evvai! Dacci dentro!- lo incitò Junpei saltellando a più non posso.

 

- State indietro!- il guerriero ordinò ai compagni di retrocedere. Si posizionò d’innanzi al grosso ostacolo e diede vita ad un volteggiare incessante di colpi. - BURNING SALAMANDER!!!

Una forte raffica d’incandescenti fiamme, s’infranse sulla grossa parete di ghiaccio. Sembrava fatta, ma invece ci fu un risultato inaspettato. Quello stesso fuoco fu istantaneamente respinto, finendo così dritto sul corpo del possente Digimon.

Takuya riacquistò il suo aspetto. Cadde a terra ferito duramente dal suo stesso colpo.

 

- TAKUYA!- urlò Izumi andandogli incontro. Il giovane tossicchiò con forza, mantenendosi l’addome dolorante.

 

- Che botta…- mormorò appena. La compagna si chinò in suo aiutò, cercando di sollevarlo.- Pazzesco! Questo coso è in grado di respingere gli attacchi!- parlottò con la bocca impastata e molto sorpreso.

 

- E’ come una barriera magica…qualcosa in grado di scacciare qualsiasi intruso che voglia varcarla!- Bokomon si avvicinò alla parete ghiacciata, cercando di trovare qualche ulteriore indizio per risolvere l’enigma.

 

- Come possiamo oltrepassarla? – disse Izumi, dando una mano a Takuya a stare in piedi.

 

- Potrei provarci io con i miei possenti pugni!- dichiarò Junpei, sguainando il suo D-Scan.

 

Takuya lo fermò subito.

 

- E’ inutile! Finiresti per farti male…proprio come me…! – aggiunse massaggiandosi il torace.

 

- Bisogna fare presto! I minuti passano! Dobbiamo muoverci!- Tomoki sbottò impaziente.

Non si potevano permettere un ulteriore ritardo. Dovevano varcare quella barriera, e alla svelta!

 

- MALEDIZIONE!!!  

Kouji urlò inaspettatamente, tirando un calcio alla parete di ghiaccio.

Tutti zittirono all’istante e volsero lo sguardo nella sua direzione.

Con la torcia gettata a terra, e spentasi a causa dell’urto, il giovane dai capelli corvini, si era appoggiato con la fronte sulla fredda facciata. La mano destra, messa anch’essa sul muro, si era chiusa in un serrato pugno.

- Kouichi…- pronunciò con un’impercettibile spinta vocale. La delusione e lo sconforto lo assalirono. Era ad un passo dal fatidico incontro. Gli sarebbe bastato veramente poco, per salvare il fratello e riunirsi finalmente a lui. Eppure, a causa di una lastra gelata, tutto ciò rischiava seriamente di non accadere.

Dal bordo della sua guancia, s’intravidero delle minuscole goccioline brillanti, che scivolarono via fino a precipitare giù, infrangendosi sulla barriera di ghiaccio.

Quest’ultima, non appena le lacrime bagnarono la sua facciata, si accese improvvisamente, fino a colorarsi di una potente luce azzurrina.

Kouji innalzò subito il capo. I suoi occhi si irradiarono di quella stessa luce. Fece per toccare il muro davanti a sé ma quest’ultimo crollò sotto il tocco delle sue dita, sciogliendosi.   

 

I prescelti sgranarono gli occhi davanti a quello scintillio di polvere diamantata, che fluttuava nell’aria fino a poi dissolversi in una folata di vento boreale.  

 

- “Il ghiaccio dell’anima!”- Bokomon attirò l’attenzione del gruppo, facendo muovere gli occhi sulla superficie del suo antico tomo e leggendo a voce alta.

Takuya si fece avanti per gettare una rapida occhiata sul quel libro.

- E’ la parete ghiacciata di prima!- esclamò osservandone una rappresentazione grafica, posta nella pagina in basso a destra.

 

- “Occorre una lacrima pura e piena di speranza, per infrangere il ghiaccio dell’anima, padrone e custode indiscusso del primo dei tre cancelli dello spirito.”- illustrò Bokomon, leggendo uno spartito del libro.

 

Kouji era rimasto ancora immobile, a fissare lo squarcio davanti a sé.

Si fisso le mani, con incredulità, poi, con un dito si toccò la guancia ancora striata dalle lacrime, e ne raccolse una in procinto di cadere giù.

 

- Kouichi…-bisbigliò sommessamente, guardando quel minuscolo stillo limpido.   

 

- Sbaglio o…hai detto tre?!

 

Bokomon fissò la mano di Takuya, avente le ultime due dita della mano, socchiuse, e tenendo le prime tre ampiamente aperte ad indicare il numero appena citato.

Diede una rapida controllatina al suo tomo, e poi confermò:

- Esatto, tre cancelli!

Il giovane quasi strabuzzò.

Izumi scosse il capo.

- Un momento… l’unico cancello che sappiamo, è il Gate of the Spirit, giusto?

 

- E per entrare, bisogna usare le due Chiavi Gemelle che sono nelle mani di Kouichi…!- continuò Junpei aggregandosi al discorso.

Lo fece anche Tomoki:

- Ma allora perché Ophanimon non ci ha messi al corrente dell’esistenza di altri due cancelli?

 

- A quest’ora molto probabilmente saremmo stati già davanti al nemico! Ci saremmo organizzati sicuramente meglio, conoscendo in anticipo il modo di aprire questi dannati cancelli!- intervenì Takuya.- Non capisco il perché di una dimenticanza simile!

 

- Perché non c’è nessun oggetto, capace di aprirli! E’ tutta questione di animo e sentimenti!- disse una vocina alle spalle del gruppo.

Tutti si voltarono indietro.

Davanti a loro, situato a mezz’aria, c’era un piccolo quanto grazioso esserino completamente bianco, con due grandi occhi affusolati, intrisi di un verde smeraldo, luminosi e carichi di vitalità, ma al tempo stesso, sprigionanti una gran dolcezza.

Le orecchie minute, come quelle di un gattino, e completamente sprovvisto di arti, esibiva una simpatica codina a palla, soffice come un batuffolo di cotone.

 

- Com’è dolce!- esclamò subito Izumi, intrecciando le dita in petto.

 

- Mamma!- ribatté la tenera creaturina, volando spedita verso il torace della ragazza.

 

- Mamma?!- Takuya strabuzzò gli occhi, tra l’incredulo e l’irritato. Dopodichè volse un’occhiata poco cordiale alla biondina, che s’irrigidì all’istante. Fatto ciò, si avvicinò verso lo strano Digimon, punzecchiandolo più volte con l’indice.

 

- Non sono un giocattolo! Idiota! – tuonò quest’ultimo, decisamente arrabbiato.

 

- Ha pure il tuo stesso carattere!- sbottò il guerriero del fuoco, riferendosi alle evidenti analogie caratteriali della creatura, con quelle di Izumi.- Ma si può sapere chi diavolo sei?- Takuya incrociò indispettito le braccia al petto. Era più che evidente che quel piccolo essere non gli fosse per nulla simpatico!

 

- Mi chiamo Nyaomon! E sono stata mandata da Ophanimon!- fece la piccola Digimon, facendo le dovute presentazioni.

 

Takuya si portò una mano all’orecchio:

- Come? Ho sentito bene? Hai detto “mandata”?

 

- S-si…-rispose timidamente, fissando il sadico sguardo del prescelto.

 

- Ma guarda…Sei una femmina allora!-dichiarò con grande aria di superiorità- E io che pensavo fossi un ometto…! Sia di modi che di grazia…!- pronunciò beffardamente.

Si udì un tonfo sordo.

 

- Allora! Ophanimon mi ha detto di raggiungervi per farvi da guida e darvi una mano lungo questo percorso! Sono sicura che andrà tutto bene adesso che ci sono io!- proclamò Nyaomon facendo in modo di attirare l’attenzione su di sé, mentre alle sue spalle il flebile lamento di Takuya, atterrato e colpito allo stomaco da una testata del Digimon, faceva da sottofondo alla scena.

 

- Hai visto che mi ha fatto?!- alzandosi di botto e raggiungendo Izumi, il Digiprescelto tornò alla carica deciso a farsi valere.

La giovane amica socchiuse gli occhi stringendosi al petto la piccola creaturina bianca:

- La prossima volta impara a tenere a freno la lingua!- disse voltandosi di spalle e lasciandolo in disprezzo.

Takuya sbottò nuovamente, digrignando i denti con un forte senso di rabbia che gli mordeva lo stomaco.

 

- Hey tu, razza di pallone semina zizzania…!- disse riferendosi al nuovo amico morbidoso- Che volevi dire con “non c’è nessun oggetto in grado di aprire questi cancelli, ma occorrono animo e sentimenti”?! Cerca di essere un po’ più preciso!!

 

Il cucciolo digitale storse il nasino, un po’ scocciato, poi si librò in aria, sfilandosi dalle braccia di Izumi:

- Sono i veri sentimenti gli unici capaci di spalancare questi cancelli!- ripeté con una vocina molto squillante.

Takuya si grattò la fronte, più confuso di prima.    

- Sei piuttosto duro di comprendonio…-asserì l’essere digitale, mentre sospirando, cercò di rendere più chiare le sue parole.  

 

E nel momento in cui il gruppo ascoltava le parole di Nyaomon, Kouji nel frattempo stava per varcare la soglia che lo avrebbe condotto dall’altra parte.

Inaugurò il passo con la gamba destra. Si strofinò le mani un po’ sudaticce, sui jeans, e varcò la soglia. Il Digivice, posto nella tasca dei pantaloni, emise un flebile suono, ma il ragazzo fu troppo attratto dall’ambiente circostante, per sentirlo.    

Si guardò attorno, perplesso. E a quanto pare restò amaramente deluso.   

- Non c’è… nulla…!- sibilò a bassa voce. Al contrario, avrebbe preferito urlare per liberarsi di quel forte senso di angoscia ed oppressione che lo stava a poco a poco, divorando. E lo fece.- NON C’E’ NULLA QUI DENTRO!!!

 

I Digiprescelti sobbalzarono di colpo.

- KOUJI!?- gridarono all’unisono il suo nome, per poi corrergli in aiuto.

 

Non appena tutti ebbero varcato il confine, i quattro giovani arrestarono fermandosi al centro della sala.

Videro un ambiente circolare, non tanto grande. Le pareti senza angoli, lisce e ben levigate. Il pavimento rivestito interamente di enormi piastrelle rossicce, lustre come specchi. Dopo essersi guardati attorno, volsero incuriositi lo sguardo verso l’alto.

Un lunghissimo soffitto, senza fine, li tramortì.

- Ma quanto è alto?!- disse Tomoki mettendosi una mano sulla fronte.

 

- Parliamo di chilometri e non metri!!- asserì Junpei cercando di scorgerne la fine.

 

- Hey…un momento…!- Takuya irruppe avanzando verso Kouji.- Ma la scala? Non doveva esserci una scala?- enunciò spalancando le braccia come a voler marcare il vuoto di quel posto.

 

- Già… dov’è questa famosa scala?- disse Junpei gettando con disperazione il pesante zaino sul pavimento. Si grattò la fronte, con fare preoccupato- Ho l’impressione che qualcuno si sia divertito alle nostre spalle…- affermò alludendo al trailmon che li avevi condotti fin lì.

Takuya scosse il capo.

- No, non può essere!- si voltò immediatamente verso la piccola palla di pelo, che lo fissò con occhi oscillanti- Tu!! Avanti!- esclamò afferrandola per la collottola e facendola dondolare bruscamente- Sei o non sei il “prezioso aiuto” mandato da Ophanimon, eh?! Datti da fare e renditi utile!!

 

- Takuya!- tuonò improvvisamente Izumi, con sguardo collerico- Così la fai male!

 

Nyaomon scoppiò in un improvviso quanto fragoroso pianto.

 

- Io…io non lo so!- disse con la voce smorzata dalle lacrime.

 

- Non fare la vittima con me! Tanto non attacca!- ribatté il guerriero del fuoco continuando a sbatacchiare il Digimon.

 

- Animale!!- Izumi si avvicinò al ragazzo portando via la piccola creaturina, che strinse a sé nella speranza di calmarla con qualche dolce carezza. Il compagno restò interdetto per pochi istanti, ma poi si rifece sotto:

 

- Il tuo piagnucolio funzionerà di certo con Izumi, ma sappi che con me parti male!! Sei stata tu a dire “sono sicura che andrà tutto bene ora che ci sono io”!- disse imitando la voce stridula del Digimon- Vuoi forse rimangiarti la parola?!

 

Nyaomon continuò a piangere ancora più forte, rifugiandosi tra le braccia della giovane che fulminò Takuya all’istante: 

- Ti ha già detto che non lo sa! Perché ti ostini ad attaccarla così ingiustamente?! Sei un insensibile!

 

Il prescelto incrociò le braccia al petto.

- E tu perché ti ostini tanto a difenderla?! Non lo vedi che ha torto?!

 

Tomoki irruppe tra i due ragazzi, e a braccia tese, li fece arretrare di qualche passo.

- Ragazzi…non mi sembra il momento di…li-ti-ga-re…-disse a voce bassa e un po’ timoroso. 

 

- Il mio Digivice…non funziona!- dichiarò Kouji all’improvviso.

Uno ad uno, i Digiprescelti tirarono dalle loro tasche il tecnologico aggeggio.

- Neanche il mio! – asserì Izumi.

 

- La lucina che segnala l’accensione è spenta!

- Lo schermo è completamente nero e inoltre i tasti non rispondono ai comandi!

Dissero Tomoki e Takuya con viso quasi disperato.

 

- Qui il potere dei D-scan non funziona! E’ l’unico posto di Digiworld completamente isolato da ogni sorta di segnale digitale! – Bokomon li rassicurò fornendo loro le dovute spiegazioni, mentre si apprestava a riporre il libro dal quale aveva appena letto la delucidazione, nella sua pancierina rosa.

 

- Vale a dire che finché resteremo qui, non saremo capaci di Digievolvere?- domandò Izumi con l’aria un po’ sorpresa.

 

- Esatto! In questa sala siete dei normali esseri umani, senza nessun potere!

  

Si udì un tonfo. Era Junpei che nel frattempo si era seduto sul grosso bagaglio, oramai stanco del tragitto e frustrato da quella ridicola situazione.

- Non arriveremo mai in tempo…- lo sentirono bofonchiare gli altri, vedendogli un espressione assai triste.

Poi, sollevò di poco la testa, e guardò Kouji.

I compagni lo seguirono.

Si sentirono ancora una volta impotenti. Soprattutto Takuya che lo fissò con attenzione profonda, mentre se ne stava immobile e con lo sguardo perso nel vuoto. Si sentì gli occhi bruciare. Dopodichè, un velo d’acqua li ricoprì.

Aveva giurato di combattere ancora una volta per la liberazione di Digiworld, e lui in quel momento sentiva il dovere di onorare quella sua promessa per il bene di quel mondo tanto amato e per quello del suo migliore amico.  

Strinse forte le mani a pugno e liberò la sua rabbia in un fortissimo grido.

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Si svuotò dell’ultima goccia d’aria che gli era rimasta nei polmoni, e poi si lanciò in un’inconsolabile corsa in direzione della parete davanti a sé, per continuare a svuotarsi della sua collera, prendendo a pugni quelle mura.

La rabbia di Takuya però dovette arrendersi d’innanzi a qualcosa di enormemente solido, che arrestò la sua corsa.

 

STONK!!!           

Il rumore di un ostacolo apparentemente astratto, echeggiò fra le pareti della sala.

Ma non fu la sola cosa che i ragazzi ebbero modo di udire.

Il sordo lamento di Takuya, finito a terra con entrambe le mani poste sulla parte bassa del viso, coprì ogni cosa.

 

- Takuya!!- gridarono i compagni, accorrendo in suo aiuto.

 

- Hey amico, tutto ok?- disse Junpei mettendogli una delle sue grandi mani dietro la schiena per sollevarlo dal suolo.

 

- Takuya…! Parlami, ti prego!- gridò la voce di Izumi, tesa e preoccupata.

 

- Ma tu non dovevi occuparti del mostro semina-zizzania?!- esclamò semplicemente lui non appena sentì la voce della prescelta.- Che botta!- aggiunse di seguito continuando a coprirsi la parte bassa del viso.

 

- Invece di blaterare, fammi vedere che cosa ti sei fatto!- Izumi gli scostò le mani dal viso. Non appena le dita si sollevarono, dritto dal naso venne giù un piccolo canaletto di sangue, molto intenso. La ragazza asciugò delicatamente tutto alla svelta, con un fazzoletto di stoffa, dopodichè ordinò a Takuya di alzare gli occhi al soffitto, mantenendo la testa in posizione orizzontale per evitare che altro sangue colasse giù.

Quando il prescelto sollevò lo sguardo al cielo infinito, per poco non si lasciò cadere con la schiena a terra.

Junpei lo sorresse all’istante, evitandogli una rovinosa quanto dura botta.

 

- Che hai?- disse Tomoki.

 

Takuya sibilò appena e puntò un dito all’insù.

I compagni lo seguirono sollevando la testa a piccoli tratti.

 

- EEEH?!!- sbigottirono in coro.

 

Kouji puntò anch’esso il soffitto senza fine. Le sue pupille si contrassero per la troppa luce.

- Ma quella…!?!- parlottò a fatica ma incapace però di proseguire.

 

Un lunghissimo fascio di luce, proveniente dall’alto, si stava dirigendo ad una velocità impressionante, verso il suolo.

Non appena quest’ultimo ne fu colpito, infinite funi di luce si disgiunsero dal raggio, e finirono dritte sulle tonde pareti della sala, schioccando come fruste.

I Digiprescelti si rannicchiarono sul pavimento cercando di ripararsi dalla forte luminosità, e quando questa fu completamente dissolta, nel bel mezzo della stanza, comparì poco alla volta una magnifica scala totalmente composta da pregiati quanto scintillanti cristalli.

 

- E’…è lei!- esclamò l’ancor frastornato Kouji mentre faceva scorrere il suo sguardo sulla chilometrica scala.

 

- E’ bellissima!- disse Izumi con lo sfolgorio cristallino danzarle negli occhi.

 

- Oooooh! – Bokomon e Neemon si strinsero a vicenda ammirando il magico luccichio davanti a loro.

 

- La zucca vuota di Takuya è servita ad illuminare la scala! – fece la piccola Nyaomon volteggiando allegramente attorno all’oggetto in questione.

 

Takuya però non sembrò voglioso di ribattere. Si girò verso Kouji, ed entrambi si scambiarono uno sguardo d’intesa.

Poi, voltandosi in direzione dei compagni, trasmisero loro, in coro, una sola ed unica azione:

- Saliamo!  

 

 

 

________________________________________________ 

 

 

 

 

 

Per tutti: sapete cos’è che da un po’ di tempo a questa mi piacerebbe fare?

Vi vorrei incontrare tutti, fermarci in un parco, sederci da qualche parte e parlare, parlare, parlare…! E’ una cosa che sogno spesso, da un po’ di tempo ormai… Sarebbe un’opportunità unica, irripetibile… Riuscireste ad immaginarvelo?

 

Per Justice Gundam: Innanzitutto grazie per aver recensito anche le due piccole drabble di Kouji e Kouichi! Mi ha fatto tanto piacere leggere la tua recensione! Poi… tranquillo con i miei capitoli! Prenditi il tempo che ti serve per leggerli e recensirli. Io non ho di certo fretta! Ma non dirmi più però che sono una brava scrittrice… Le mie vecchie storie sembrano tutte dei Picasso retrò! (se dai un’occhiata a “Red Head”, una nuova fic che sto scrivendo, ti sembrerà sì un Picasso, ma un tantino meno antiquato!)

 

Per Kaho_chan: Kaho! ;_____; Tu mi hai fatto tanto felice, sai? Ad ogni modo, siccome ogni volta sembra la solita tiritera di frasi del tipo “le tue recensioni sono stupende”  “sei un tesoro”  e via discorrendo, stavolta la musica è cambiata! Ebbene sì! Ti ho dedicato finalmente una fanfic! Si intitola “stay my baby” (tutta scritta in piccolo), ed è una fanfic per me molto ma molto importante. (Anche se non l’ha recensita nessuno… Si contano sulle dita delle mani quelli che hanno visto il film dalla quale è tratta… mumble mumble -___-) Se ti fa paciere, dagli un piccolo sguardo! Tranquilla! Non pretendo che tu la legga…! Sarebbe un vero tormento, me ne rendo conto…!

 

 Per Francesca Akira89: Vedi… quelle scene romantiche tra Kouichi e la mia protetta (Ladydevimon) hanno in realtà una solida spiegazione… Ovviamente non posso dirti nulla, adesso, ma tra qualche chap (1 o al massimo 2) lo scoprirai!

Ah! Grazie anche a te per la recensione alle drabble dei gemellini! Ad ogni modo, le potevi tranquillamente leggere nell’ordine che più ti faceva comodo, perché ognuna è il riflesso dell’altra. Se cominciavi da quella della luce, ti deprimevi meno per poi deprimerti dopo con quella dell’oscurità, e viceversa! L’una completa l’altra! Come i due elementi!

 

 

 

 

AUGURI A TUTTI VOI DI BUON NATALE!!!!!  

 

                                                                                                          Botan

 

 

 

 

 

    

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

     

 

 

 

 

    

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** L'ultima prova ***


Takuya fissò il gruppo con aria decisa

                                                             Capitolo 19
________________________________________________

 

 

 

Takuya fissò il gruppo con aria decisa.

Izumi e gli altri capirono all’istante, e senza esitazione si accalcarono tutti nei pressi della bellissima scala, uno dietro l’altro, fino a formare una breve fila.
- Kouji…- fece il padrone del fuoco porgendo un braccio in avanti per far cenno all’amico di salire per primo.

Il ragazzo squadrò la lunghissima rampa cristallina. Un’acre sensazione gli attanagliò le viscere in modo violento. Il suo cuore ormai era impazzito. Si avviò verso il primo scalino, ma quando la suola delle scarpe ne toccò la superficie, tutta la sala cadde vittima del buio. Le lampade poste sulle pareti, che davano chiarore al luogo, si spensero. Tutte, tranne il bagliore cristallino che fluiva dalla pregevole gradinata.

Nyaomon si lanciò verso il torace di Izumi, tremante come una foglia.

La giovane le carezzò il capo, cercando di darle protezione accogliendola tra le esili braccia.

- Bokomon, è normale questo improvviso calo d’energia?- chiese Takuya con un po’ d’apprensione.
L’esserino si massaggiò il mento, un po’titubante. – Penso che centri con Kouji…- esclamò con sicurezza mentre il ragazzo si sentì chiamato in causa- Mi spiego meglio…La superficie della scala è molto sensibile alle auree di chi gli viene a contatto. E quindi…è molto probabile che l’enorme potere della luce racchiuso in Kouji, sia entrato in conflitto con lo stesso potere di questa scala.

 

- In pratica lo scontro di due forze della stessa intensità, ha mandato in tilt l’intera struttura!- affermò Tomoki. 

 

- Niente mi costringerà a restare qui.- esclamò Kouji con una forte determinazione nel colore intenso dei suoi occhi. Cominciò a salire di altri due gradini. Dopodichè ne seguirono altri, e un altro ancora. Il resto del gruppo gli corse dietro senza obbiettare, e così tutti finalmente si avviarono verso l’alto.

 

Erano trascorsi alcuni minuti dalla lunga arrampicata. Tomoki alzò il naso all’insù, e storse la fronte con aria un po’ scoraggiata.

- Ci vorranno delle ore per arrivare in cima!- bofonchiò sconsolato.

 

- Prega che siano minuti! Non abbiamo tutto questo tempo!- ribatté Junpei salendo ben tre gradini con una sola falcata- Cinquantasette…cinquantotto…cinquantanove…

 

- Ma che fai? Hai intenzione di contarli tutti??- sbuffò il guerriero del ghiaccio con un visibile malcontento.

 

- Sono proprio curioso di sapere quanti sono! Sessantatré…sessantaquattro…sessantacinque…

 

- Bene, allora fallo mentalmente! Così mi rendi nervoso!

 

Junpei storse la bocca guardandolo di sottecchi.

- Come vuoi tu…- pronunciò appena, quasi svogliatamente.

 

Takuya si fermò per qualche istante per sporgersi dal corrimano dello scalone. Aguzzò la vista sforzandosi di individuare il punto d’arrivo, tuttavia non riuscì nell’intento.

- Se continuiamo di questo passo, arriveremo dopodomani…Accidenti!! Mi piacerebbe scambiare quattro chiacchiere con l’architetto! Non sarebbe stato più saggio mettere un ascensore? Ci saremmo risparmiati tempo e fatica! Mi auguro almeno che abbia delle basi solide…cadere da quest’altezza non deve essere una bella esperienza…e poi non ha senso tutto questo spreco di…- il giovane si zittì all’improvviso. Di sorpresa, la superficie sotto di lui iniziò a tremare. Una violenta scossa investì la pregiata scala di cristallo. Il lungo tremolio ben presto si tramutò in qualcosa di assai più forte. Nessuno dei presenti ebbe modo di afferrarsi al lungo corrimano, nessuno tranne Takuya che lo avvinghiò stretto per evitare di precipitare giù. Tomoki si accovacciò al suolo mentre Bokomon e Neemon si addossarono su Junpei, che riuscì a stento a trattenere l’equilibrio.

 

- Che diavolo sta succedendo?!- urlò Kouji cercando di resistere al forte movimento sussultorio.

 

- Aggrappatevi al parapetto! Tenetevi stretti al parapetto!- si sgolò Takuya urlando a più non posso. - Izumi!!!- chiamò a gran voce vedendo la compagna barcollare pericolosamente a pochi centimetri dal corrimano. Senza pensarci due volte, diede uno slanciò alle gambe e si gettò verso di lei cercando disperatamente di afferrarle un braccio. Sembrava quasi avercela fatta ma, questa volta un violento scossone, il più possente, lo scaraventò via così forte da lanciarlo contro Junpei che fortunatamente gli arrestò la caduta facendogli scudo con il proprio corpo.

Si udirono dei lamenti, delle urla di panico, e una richiesta d’aiuto. Quest’ultima, portò Takuya a scuotersi il capo un po’ dolorante, e a rialzarsi frettolosamente in piedi per scagliarsi senza indugio verso la ringhiera.  

Con il fiato ormai corto e i battiti in ascesa, il giovane guerriero del fuoco si sporse impetuoso da quella barriera con la fronte intrisa da gelide gocce di sudore e spolmonandosi a tutta voce:

 

- IZUMIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La ragazza stava precipitando inesorabilmente nel vuoto.

Senza un briciolo di lucidità, Takuya sollevò la gamba destra nell’intento di scavalcare il corrimano e saltare giù.

- FERMO!!!- Kouji lo bloccò al volo. Cercò di strattonarlo per un braccio, ma le urla disperate dell’amico non resero facile quel compito.

 

- LASCIAMI!!!- strepitò dimenandosi a più non posso.

 

- Che diavolo conti di fare?!! Non possiamo Digievolvere, ricordi?!!  – urlò Kouji con rimprovero, mentre aumentava la stretta sulle braccia dell’amico.
 

Tra il panico e le incessanti grida dei due combattenti, spiccò a sorpresa un suono molto più acuto e stridulo.

I ragazzi zittirono per un breve attimo e si sporsero dal parapetto per guardare giù. 

 

- Pipistrelli…?!?- esclamarono i due, in coro.

Una folta schiera di topi alati, si stava dirigendo verso l’alto, in direzione del gruppetto.

Molto presto qualcosa di assai più importante colpì l’attenzione dei guerrieri. Infatti, adagiata sullo sciame nero corvino, si trovava Izumi. Con l’espressione sorpresa ma ancora impaurita, la ragazza alzò gli occhi all’insù verso i suoi compagni.

 

- IZUMI!!!- Takuya si sporse ancora un po’ allungandole una mano. Quando la giovane fu finalmente arrivata a destinazione, lui e Kouji la sollevarono oltre il corrimano facendola rientrare sulla corsia della scala.

Non appena la biondina toccò il suolo con le punte delle sue scarpe nere, il folto sciame di nottole si dileguò velocemente nel nulla, in un tempo paragonato ad un semplice schiocco di dita.     

Ancora tremante e con gli occhi velati da lacrime, Izumi si gettò tra le braccia di Takuya che la strinse forte carezzandole amorevolmente la schiena, in modo da tranquillizzarla.

- Stai bene?- le disse con voce un po’ roca. Forse quasi strozzata da qualche lacrima nascosta.

- S-sì…- pigolò lei, appena, mentre cercava protezione tra quelle braccia accoglienti e sicure.

Nel momento in cui il chiacchiericcio dei ragazzi accerchiava Izumi, Kouji nel si soffermò per qualche attimo a fissare il vuoto sotto i suoi piedi, affacciato alla balaustrata e con la testa appesa nel vuoto.

Accadde in un breve secondo. Nelle profondità più buie dell’atrio, fluttuava con lunghe ali drappeggiate un’oscura sagoma dalle fattezze ben poco visibili. Kouji seguì la figura con lo sguardo nella speranza di intravedere meglio quelle fattezze a lui fin troppo familiari.    

 

- Kouji! Kouji! - Si sentì chiamare all’improvviso.

Le palpebre dei suoi occhi si chiusero di botto per poi riaprirsi subito dopo.

Rialzò la testa e distese la schiena portandola dalla posizione ricurva che aveva assunto attimi prima, ad una più dritta.   
Fece una breve torsione del busto e vide Takuya alla sua destra che lo chiamava a gran voce.

      

- Takuya…?- disse confuso.

 

- E’ mezz’ora che mi sgolo per avere la tua attenzione! – sbottò l’amico con una punta di seccaggine nel tono vocale- Mi rendo conto che fissare il vuoto è sicuramente interessante, però non credi che raggiungere la cima di questa scala lo sia ancora più?

Il guerriero della luce assentì senza fiatare, e, facendosi strada tra i suoi alleati, si apprestò ad accodarsi alla fila in partenza.

 

- C’è qualcosa che ti turba?- domandò Takuya rallentando di proposito il passo per accostarsi al compagno.

 

Kouji scosse il capo.

Ebbe qualche esitazione nel rispondere, ma poi scosse ancora una volta la testa. Questa volta con più decisione.

- No…niente.- disse con occhi puntati al suolo.

 

Takuya lo squadrò in un attimo, e subito dopo tracciò un mezzo sorriso.

- Sei sicuro?- domandò. Poi, facendo spallucce riprese-  Ok…allora quando sarai pronto a dirmi la verità, sarò felice di ascoltarti!

Lo sguardo di Kouji dal pavimento si spostò sulla faccia soddisfatta dell’amico. Si sentì leggermente impacciato, però riuscì rapidamente a riprendersi:

- Invece di blaterare a vuoto, cammina!- ribatté molto poco cordialmente. In seguito, accelerando il passo si portò nuovamente a comando della fila, lasciandosi alle spalle il volto soddisfatto del Digiprescelto, consapevole di aver centrato un qualche bersaglio.

Kouji sospirò sottovoce. Che Takuya lo credesse un pazzo visionario? Si domandò un po’ turbato.

In quel momento però, il guerriero del fuoco si fece vedere sicuramente preso da ben altre situazioni.

 

- TU!!- all’improvviso tuonò una voce. La povera Nyaomon era appena stata chiamata in causa dall’imbestialito ragazzo.

A stento servì il suo sforzo di ripararsi tra le braccia di Izumi. Takuya anticipò le sue mosse afferrandola per quella morbida e pelosa coda.

 

- Ahi! Ahi! Mi fai male!- pigolò l’esserino, con le lacrime agli occhi, ed una tenerissima espressione.

 

- Takuya! – ancora una volta Izumi accorse in aiuto del piccolo Digimon.

 

- Ferma lì, Izumi!- antimò bloccandola con una mano- Questa volta non può non passarla liscia!

La prescelta sbuffò scuotendo il capo con dissenso. – Se la sento gridare perché l’hai picchiata, sarò io a picchiare te!- ribatté dando di schiena ed avviandosi su per le scale.

 

Nyaomon tremò non appena i suoi grandi occhi verdi incrociarono quelli color nocciola e assolutamente poco ospitali del giovane.

 

- Facciamo pace?- pronunciò con un filino di voce e qualche goccia di sudore che le inondava il capo bianco latte.

 

- Non fare la carina con me, perché hai sbagliato persona! Io non sono come Izumi! Piuttosto…perché sei scappata via?! – le urlò tirandola come fosse un elastico.- Sei sparita all’improvviso! Hai pensato alla tua molliccia pellaccia, senza fregartene della povera Izumi che stava precipitando nel vuoto, quando potevi benissimo salvarle la vita!

 

Nyaomon trasalì:

- Io le voglio bene! – ribatté - So volare ma non sono mica capace di sorreggere un essere umano come voi! Non sono un montacarichi!! E nemmeno un antistress!- brontolò mentre veniva modellata come fosse un pezzo di plastilina.

 

Takuya sorrise perfidamente.

- Sei un piccolo Digimon molliccio e debole ma… dotato di poteri! – esclamò continuando a trattarla come una pallina antistress.

 

- Che-che vuoi dire?!- replicò ancora, e un po’ balbettante.

 

- Hai il potere di far lievitare e manipolare oggetti o qualsiasi cosa che possa favorirti la tua immaginazione! E quindi…- Takuya incrociò le braccia al petto- anche noi umani! Te l’ho visto fare poco prima che Izumi cascasse di sotto! Stavi usando i tuoi poteri per slacciare le stringhe delle scarpe di Junpei! Confessa! – la esortò allargandola ancora di più.

 

- Se non mi lasci immediatamente mi metto a strillare! – parlottò a stento il mostro digitale, schiacciato come una frittella dalle mani del ragazzo.

 

- Parla!!- Esortò ancora una volta Takuya, con fare intimidatorio.

 Si udì presto un gridolino, poco dopo seguito da forte schiocco.

 

La fila dei giovani guerrieri avanzava a passo spedito divorando poco alla volta decine e decine di gradini.    

 

- Takuya…cos’hai fatto all’occhio? – chiese dopo un po’ Kouji, notando un brutto livido sul viso del compagno.

 

- Chiedilo ad Izumi…- sbuffò il padrone del fuoco ripensando a pochi attimi prima. Dopodichè, si voltò lanciando uno sguardo poco cordiale nei riguardi della piccola Nyaomon, che a sua volta lo schernì con una bella linguaccia.  

- Roba da matti! – sbottò Takuya poggiandosi una mano sull’occhio ancora dolorante.

 

- Hai detto qualcosa?- chiese Izumi fissandolo con occhi minacciosi e aria indifferente.

 

- Io di quella palla gelatinosa non mi fido!! E poi mi fa le boccacce!!

 

- E allora? Tu l’hai strapazzata come uno straccio!

 

- Ma ti sembra un comportamento corretto?! Ophanimon non le ha insegnato nessuna educazione? Almeno sa che siamo i leggendari guerrieri?!- sbottò ancora. – E poi questo non me lo meritavo, Izumi!- disse additandosi il brutto livido che aveva sulla faccia.

 

Il volto di Izumi sbiancò:

- …Ta-Takuya…?

 

- Cosa?! – le rispose con modi non proprio gentili.

 

La giovane puntò l’indice in avanti, oltre le spalle del ragazzo. I suoi occhi non presagivano nulla di buono.

Lui si girò con fare crucciato e ancora stizzito, ma per chissà quale motivo, sbatté il naso su una grossa e lucente armatura di metallo.

 

- Cosa diavolo…?! - mugugnò dolorante. Fece percorrere lo sguardo sulla lunga figura, e, trovandosi faccia a faccia con un energumeno alto almeno tre volte di Junpei, sbiancò di colpo.- Sa-salve!- fece sfoggiando un piccolo sorrisino forzato. Dopodichè indietreggiò fulmineamente, riparandosi dietro alle esili spalle di Izumi.

 

Kouji scattò in posa di attacco.

- Chi sei?! – disse restando poi sulla difensiva.

 

- Togliti di mezzo! Dobbiamo arrivare alla svelta in cima! – fece Junpei, avanzando coraggiosamente verso di lui.

 

Il grosso essere digitale sguainò la sua lunga lancia fino a bloccare il passaggio:

- Siete già in cima!- vociò con un tono alto e fiero.  

 

- Cosa?! – Kouji si guardò attorno, incerto.

 

Inaspettatamente, il vuoto aldilà della creatura fu squarciato dalla lunga asta che il Digimon teneva saldamente tra le mani. Il rosso mantello che gli ricopriva le spalle, svolazzò qua e là, mosso da una lieve raffica di vento – Questa è l’uscita. – proclamò indicando quel foro d’energia con la sua asta argentata - Il mio nome è Dukemon, guardiano del secondo cancello e fedele servitore dei tre Digimon angelici. – rivelò.

 

- Dukemon!- Bokomon si fece largo tra i ragazzi.- Ophanimon ti ha già…

 

- So già tutto. – proclamò senza indugiare- E’ stata lei a dirmi della missione. Di ciò che presto dovrete affrontare.

 

Takuya si strofinò le mani:

- Bene! Allora saprai anche che abbiamo una certa fretta, no? Quindi… se non ti dispiace… –  si avviò verso l’apertura con fare incalzante, ma ancora una volta, Dukemon sguainando la lancia, gli bloccò il cammino.

 

- Hey!- ribatté il guerriero del fuoco.

 

- Otterrete la facoltà di accedere al secondo cancello soltanto dopo che avrete superato l’ultima prova.- proclamò il regale guardiano.

 

- L’ultima prova?

 

- Ancora?!

 

Dissero in coro Takuya e Kouji.

 

- Ogni cancello si passa affrontando una determinata condizione. Ricordate il “ghiaccio dell’anima”?- disse Nyaomon librandosi in aria.

 

Takuya sbuffò seccato. Poi si rivolse al maestoso Dukemon fissandolo negli occhi gialli e profondi.

- Ok!!- disse a voce carica- Spara pure! Siamo pronti a qualsiasi cosa pur di salvare questo mondo e il nostro caro amico!! Dai dai, coraggio!- disse incitandolo con un gesto delle mani, a farsi avanti.

 

Il regale cavaliere dall’ampio mantello rosso, tirò a sé la lunga lancia.

- Ebbene…- Dukemon protese un braccio aldilà del parapetto, pronto a dichiarare il verdetto- Si faccia avanti colui che pur di attraversare il sentiero, avrà il coraggio di restare al mio fianco per tutta l’eternità!

 

 

 

   ________________________________________________ 

 

 

 

 

Ragazzi scusate!!! Aggiorno in ritardassimo ed in corsissima…!!!

INFINITE SCUSE!!! >___<

Voglio ringraziare Kaho_chan e Justice Gundam per l’affetto e le sempre belle recensioni, ed accogliere e render grazie anche ai nuovi arrivati! Non pensavo MINIMAMENTE che la mia fic, dopo così tanti capitoli e ormai giunta quasi alla fine (altri pochi chap, e finalmente potrò decretarla finita), potesse attirare gente nuova… Una graditissima sorpresa! ^___^

Non dite niente ma devo proprio scappare… -___-

Al prossimo chap!

 

                                                                                                             Botan 

     

 

           

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Fratelli a confronto ***


Takuya si lasciò sfuggire un singhiozzo strozzato che accompagnò con una meccanica e prevedibile domanda:

                                     Capitolo 20
________________________________________________

 

 

 

Takuya si lasciò sfuggire un singhiozzo strozzato che accompagnò con una meccanica e prevedibile domanda:

 

- Potresti ripetere?- disse tra un brivido e l’altro.- Forse sto diventando sordo…!- ribatté ironizzando.

Dando di spalle al massiccio Digimon, si girò verso i suoi compagni, continuando a sogghignare nervosamente.

 

Izumi si fece avanti:

 

- Non ci stai mentendo, vero? Vuoi davvero che uno di noi rimanga per sempre qui con te?- disse rivolta al maestoso Dukemon.

 

Il risolino teso di Takuya s’interruppe, ed il suo volto diventò quasi paonazzo.

- Hey!- esclamò all’improvviso aizzandosi contro l’assurda richiesta dell’essere- Ti sei per caso ammattito?!

 

Bokomon strattonò via il guerriero del fuoco richiamandolo a mantenere il controllo, ma la sua ramanzina servì a ben poco.

L’esserino e il ragazzo dagli occhi nocciola, iniziarono a battibeccare, mentre il tempo, scorreva inesorabilmente.

 

Qualcuno in conclusione si fece avanti.

- Resto io!- esclamò Kouji con voce salda.

 

Il chiacchiericcio dei due litiganti si arrestò di colpo.

- Cosa?!- strepitò Takuya, andandogli furioso incontro.- Non puoi farlo!

 

- Certo che posso.- ribatté il guerriero della luce, oramai convinto.

 

- E invece no!

 

- Perché?- domandò Kouji un po’ stizzito, mentre fissava il fluttuare incessante del mantello di Dukemon.

 

- Kouichi! Ecco perché! – rispose il compagno, intimandolo a guardarlo negli occhi- Guardami bene, Kouji! Tuo fratello ha bisogno di te! Non puoi abbandonarlo proprio adesso, in un momento simile!

 

- Penserete voi a lui. Sono sicuro di lasciarlo in buone mani!

 

- Non è questo il problema! Kouichi chiederà di te, di suo fratello! E come pensi che reagirebbe all’idea di sentirsi dire che non potrà mai più rivederti? Vuoi che lui provi lo stesso dolore che hai sentito tu vedendolo morire durante lo scontro con Lucemon?

 

Kouji si soffermò per qualche attimo, avvertendo il dolore di quel tragico episodio, dargli ancora tormento. Fissò Takuya in viso e, quest’ultimo, intuendo lo stato d’animo dell’amico e l’incredibile voglia di riabbracciare l’amato gemello, si fece avanti:

 

- Resto io qui con te, Dukemon!

 

Izumi raggelò. D’improvviso le sue mani divennero fredde, così come le gambe.

Un senso di calore agli occhi le fece offuscare la vista.

- Takuya!- esclamò cercando di attirare l’attenzione, ma invano. Il ragazzo proseguì la traversata in direzione di Dukemon, senza voltarsi.

 

Kouji lo bloccò repentinamente, trattenendolo a forza di spintoni, mentre si udivano in sottofondo i flebili singhiozzi della guerriera del vento.

Junpei fissò l’espressione addolorata della ragazza, e, dopo aver dato una gentile pacca sul capo di Tomoki, si portò sul lato destro del parapetto.

 

- Se il leader va via, il gruppo perderà la sua bussola! – esclamò con un viso carico di gioia, mentre si portava dalla parte opposta, accanto alla creatura con il mantello rosso.- Spero che io e te andremo d’accordo, carissimo Dukemon! Un’eternità è tanta!- esclamò dandogli una robusta pacca sulla schiena. 

 

- Junpei!- urlarono i ragazzi, presi alla sprovvista.

 

- Aprite bene le orecchie!- intimò il giovane Shibayama- Se fallite la missione, vi strangolo con queste mie possenti mani! Parola di Junpei Shibayama, guerriero del tuono! – disse battendosi una mano sul petto.

 

- Sei grande e grosso, ma stupido! – intervenne all’istante Takuya- Ho detto che ci andrò io! Vieni via da li! Altrimenti te la faccio pagare!

 

Junpei scosse il capo con decisione, accettando oramai il suo destino.

 

- Bene!- Dukemon sollevò l’asta facendola scorrere sulla testa dei restanti guerrieri. Un fascio di luce avvolse dolcemente i loro corpi che cominciarono a fluttuare come piume al vento.

 

- Junpeeeii!!! Non farlo!! Sono pronto a portarti la cartella a scuola ogni giorno! Te lo giuro! – disse Tomoki a squarciagola, contando di far rinsavire l’amico.

 

- Combattete anche per me, ragazzi! – esclamò il guerriero del tuono, regalando loro uno sfavillante sorriso.

Il foro dimensionale alle spalle di Dukemon si proiettò in terra, sotto il fluttuare ondeggiante dei prescelti.

Con un ultimo tocco di lancia, Dukemon indirizzò la ciurma di umani, uniti ai loro tre piccoli Digimon compagni di viaggio, nell’apertura sottostante.

- Buona fortuna!- esclamò in seguito, prima che scomparissero inghiottiti dal suolo.

 

- Junpeeeeei!! Junpeeeeeeeei!!!- strillarono gli umani un’ultima volta, vedendo l’amico scomparire del tutto dai loro occhi addolorati.

 

Ci fu un sordo tonfo, seguito poco dopo da una coltre nuvola di fumo.

I Digiprescelti si trovavano in un vasto campo pieno di sabbia, e in più, senza un membro importante del gruppo.

Tomoki tossicchiò con forza, cercando di sollevarsi da lì. Non appena impuntò i piedi a terra, la sabbia sotto di lui cominciò a ribollire.

 

- Sto…sprofondando?!- disse allarmato, appuntando la situazione con enorme sbigottimento.

Izumi, la più vicina al giovane guerriero, si lanciò presto in suo aiuto.

 

- Afferra la mia mano!- gridò porgendogli l’arto.

Tomoki si spinse in avanti, riuscendo ad acchiapparle le dita, seppur a stento.

- Non ci arrivo! – strillò il ragazzo, ormai in preda al panico.

 

- Coraggio!- la bionda si portò più avanti, arrivando finalmente nel suo intento. Con forza cercò di strappare Tomoki dal mulinello di sabbia ma, quest’ultimo, inevitabilmente, finì per trascinare anche lei. – Nooo! – gridarono in coro, mentre la sabbia accerchiava già grande parte dei loro busti.

Una mano sbucò all’improvviso.

- Izumi! Aggrappati!- Takuya si era lanciato in aiuto dei suoi compagni.

 

La giovane ordinò a Tomoki di aggrapparsi ai suoi fianchi, dopodichè, tenendo stretta la mano di Takuya, diede l’ok a proseguire.

Con lui, Kouji Bokomon e Neemon gli tenevano ancorate la gambe per evitargli di affondare anch’esso nella sabbia.

 

- Tirate!- esclamò Takuya, a voce alta.

Tirarono tutti all’unisono, e, dopo l’ennesimo tentativo, i due malcapitati riemersero finalmente dal suolo.

La sabbia all’improvviso iniziò a prendere solidità, tramutandosi ben presto in una lunga strada lastricata.

 

- Che sta succedendo?!- sbottò Kouji mentre assisteva alla metamorfosi del suolo, con un paio di occhi allibiti.

 

- Bravi! Questo era l’ultimo cancello! Quello dell’unione! Solo chi possiede spirito di squadra, è in grado di superarlo!- cinguettò Nyaomon mostrando una poco gradita vitalità.

 

Takuya le si lanciò contro colto da uno scatto di ira, e l’afferrò con maniere brusche.

Il piccolo Digimon ammutolì all’istante, fissandolo con uno sguardo terrorizzato.

Una lacrima gocciolò via dall’increspatura degli occhi serrati del ragazzo. Poi, reprimendo il dolore, lasciò libero il Digimon di fluttuare via.

 

- STUPIDOOO!!!!!- strillò con lo sguardo rivolto al cielo, rimpiangendo il folle gesto di Junpei.

Izumi gli si avvicinò presto. Dopo avergli ghermito la mano con la sua, i due s’incamminarono verso la battaglia finale, seguiti a ruota dal resto del gruppo. 

 

 

 

Mancava poco oramai. E questo Kouji se lo sentiva scorrere dentro in ogni piccola parte del suo organismo, in ogni poro della pelle, in ogni meandro della sua mente così complessa e misteriosa.

Fece una rapida panoramica intorno a sé, ma non appena i suoi occhi si posarono su quelli spenti e rattristati dei suoi compagni d’avventura, il suo cuore sprofondò anch’esso nella malinconia e nel rimpianto.

Se non fosse stato per Kouchi, sarebbe rimasto lui, al fianco del maestoso Dukemon, anziché il caro e valoroso Junpei.

Davvero un nobile gesto, pensò il giovane ragazzo della luce. Eppure, la sua mente non riusciva ancora a perdonarselo.

Takuya era sempre più muto. Tutti lo erano.

Il guerriero del fuoco all’improvviso rivolse lo sguardo alla volta celeste:

- Ti riporterò indietro, Junpei Shibayama!!! Parola di Takuya Kanbara!- esclamò fermandosi di botto, e attirando l’attenzione dei suoi compagni. – A costo di fare a pugni con quel guardiano presuntuoso! – disse ancora, a voce sempre più alta e decisa.- Sistemiamo una volta per tutte Lucemon!

Izumi e gli altri si fermarono accanto al ragazzo, attorniandolo.

I Digiprescelti sollevarono il braccio destro all’unisono, e tutti in coro gridarono:

- SI!!!

 

 

La strada stava volgendo al termine.

Bokomon aprì il suo tomo illustrato, diede una rapida occhiata alle pagine e in seguito esclamò con certezza:

- E’ quello!

 

Kouji e gli altri si voltarono a guardare davanti a loro.

Vi era un folto strato di nebbia, che sembrava nascondere qualcosa di molto grande.

Izumi aguzzò lo sguardo, riuscendo a malapena a scorgere una cancellata dai toni scuri, resa indecifrabile dall’abbondante foschia.

- Sembra un cancello…o qualcosa di simile. – aggiunse poi, facendo un passo in avanti, come attirata da quel misterioso oggetto.

Kouji la bloccò all’istante per un braccio.

 

- Restiamo tutti uniti!- esclamò in seguito. Dopodichè, i suoi occhi si diressero in direzione di Bokomon. – E’ quello?- domandò ancora, per sicurezza, al piccolo Digimon che, senza pensarci due volte, annuì.

 

Il Gate of the Spirit era lì, semi nascosto da una leggera foschia che ne copriva sapientemente i contorni, ma era lì.

 

Tomoki si guardò attorno, come disorientato.

- Ma dov’è Kouichi?

 

Il cuore di Kouji prese a battere sempre più forte. Si guardò attorno nella speranza di scorgere qualcosa, o qualcuno, ma il luogo attorno a lui era completamente deserto.

- Siamo… arrivati tardi…?- disse con una voce tremolante e piena di paure.

 

Bokomon scosse la testa.

- No, lo escludo. E poi Seraphimon e Cherubimon non si sarebbero mai fatti sconfiggere così presto!

 

- Allora che si fa?- chiese Izumi, portandosi entrambe le mani sui fianchi.

 

- Chiamiamo Ophanimon!- esclamò il giovane Tomoki, estraendo il suo Digivice. – Lei saprà consigliarci!

 

- Non potete!- irruppe la vocina stridula di Nyaomon, che costrinse subito il giovane a riporre il suo D-scan nella tasca dei pantaloni.

 

Takuya fulminò la piccola palla di pelo con un solo sguardo.

- Non possiamo? E perché?- fece insospettito.

 

- Se ci fosse un nemico nei paraggi, rischiereste di essere scoperti! – sentenziò il piccolo Digimon bianco. – Le onde che emana quell’aggeggio, sono abbastanza percepibili dalla maggior parte dei Digimon.

 

Takuya si portò le braccia al petto, mettendosi pensieroso.

Poi all’improvviso, guardandosi attorno esclamò furtivo:

- E se fosse una trappola per farci perdere tempo?

 

Kouji lo guardo dritto negli occhi. Entrambi si scambiarono un’occhiata d’intesa e, in un batter d’occhio, tirarono fuori i loro D-scan.

- SPIRIT EVOLUTION!!!!!! – urlarono in coro, assumendo le forme di Wolfmon e Agnimon, due dei dieci leggendari guerrieri. Ancora una volta i due Digimon si rivolsero uno sguardo, seguito subito dopo da una serie di attacchi devastanti a base di fuoco e luce.

 

- BURNING SALAMANDER!!!

 

- LICHT SIEGER!!!

 

I potenti attacchi si andarono ad infrangere sul pesante masso di nebbia che nascondeva l’imponente cancello spirituale.

L’unione dei due poteri provocò una violenta esplosione che rintronò alta nell’aria circostante. Una coltre nuvola di fumo, infine, si levo in volo.

Izumi e Tomoki tossicchiarono appena, cercando di coprirsi la bocca con un lembo di stoffa dei loro abiti.

Il fumo grigiastro si dissolse, rivelando così l’artefice di quel diabolico piano.

 

- Ninzokumon?! Tu?!- proferì Bokomon, serrando i denti forte forte.- Ti faccio a pezzi!!

 

Neemon strattonò il suo compagno tirandolo a sé.

- Sarà lui a fare a pezzi te! – disse con quell’espressione sonnacchiosa ma preoccupata al tempo stesso.

L’esserino trattenne la stizza e poi si girò a guardare i due leggendari guerrieri.

- Fatelo a pezzi, ragazzi!!!- strepitò incitando i due che, inevitabilmente, si lanciarono all’attacco verso il nemico.

 

- Hey, voi! Neanche il tempo di chiacchierare!- starnazzò Ninzokumon, nella speranza di perdere altro tempo.

 

- Non abbiamo nulla da dirci!

 

- Fatti da parte!

 

Dissero i due guerrieri, lanciandogli contro potenti scariche di colpi.

 

Il Digimon ninja schivò quelle feroci prese per un soffio. Poi, senza perdere altro tempo, si lanciò anch’esso all’attacco.

 

- DIVISION! – esclamò, iniziando a moltiplicarsi incessantemente.

 

- Dieci, cento, mille! Ma quanti sono?! – disse Agnimon, facendo perfino fatica a seguire i movimenti rapidi e veloci di tutte quelle copie che venivano fuori come popcorn scoppiettanti.

 

- Di questo passo non lo sapremo mai! Ci vorrà troppo tempo per trovare quello vero! E noi di tempo non ne abbiamo! – proseguì Wolfmon, attaccando una delle tante copie.

 

Izumi e Tomoki se ne stavano lì, immobili a fissare quell’enorme groviglio di Digimon, tutti identici tra loro, nella speranza di capire quale fosse quello vero.

Tomoki gettò uno sguardo alle lancette del suo orologio. Non potevano permettersi altri ritardi.

La situazione andava risolta alla svelta, e così, con estremo coraggio, estrasse il suo D-scan dalla tasca, e lo proiettò in aria.

 

- SPIRIT EVOLUTION!!!!!! – gridò a tutta forza. Una spirale di luci multicolore lo avvolse in un baleno. La figura minuta del ragazzo oramai aveva lasciato posto ad un imponente essere impellicciato e gigantesco. - BLIZZARMON!!!

 

Agnimon e Wolfmon si girarono in direzione del compagno.

 

- Restio io qui ad occuparmi di lui!- replicò l’orso dalla pelliccia bianca, con un vocione duro e possente.- Voi fermate Lucemon! Andate!

 

I due guerrieri restarono un attimo interdetti, presi così alla sprovvista.

Ormai non c’era più tempo.

 

O adesso o mai più!

 

Agnimon sollevò il pollice all’insù, nei confronti di Blizzarmon, e quest’ultimo sorrise.

- Vedi di tornare tutto intero, mi raccomando! – esclamò cercando di fare un po’ di sarcasmo.

 

Izumi raccolse alla svelta Bokomon e Neemon, e si accodò ai due leggendari guerrieri.

Ninzokumon tentò di fermare il gruppo, ma fu anch’esso fermato da qualcuno molto più grande di lui. Blizzarmon era lì, davanti al suo faccino intirizzito e terrorizzato. Il padrone del ghiaccio si lanciò in un ruggito gracchiante e imponente, colpendo a suon di asce le centinaia di copie che continuavano a ronzargli intorno come mosche.

 

Wolfmon, prima di andare e di lasciarsi alle spalle il suo giovane amico, lanciò ancora una volta un’occhiata ai duellanti. Blizzarmon era riuscito ad annientare più della metà delle copie di Ninzokumon, tanto da provarci perfino gusto!

Il lupo solitario giunse ad Agnimon, per poi dirigersi finalmente alla tanto attesta ed agognata destinazione.

 

 

All’orizzonte apparve qualcosa. Una lunga cancellata scintillante, alta migliaia e migliaia di metri, che si faceva notare grazie al suo luccichio prolungato.

 

- Il Gate of the Spirit! – esclamò Bokomon, entusiasta.

 

Ai lati della strada, man mano che i guerrieri avanzavano in direzione dell’obbiettivo, decine di Metalridermon agonizzanti, aspettavano quasi ansiosi la loro morte.

Seraphimon e Cherubimon dovevano essere sicuramente stanchi, visto l’enorme ammasso di nemici che si trovavano lungo la strada.

 

- I Digimon celesti! – strepitò Neemon, portando un dito in avanti, ad indicare le due somme creature che si stavano battendo magistralmente contro le forze delle tenebre.

 

- Sono allo stremo! – disse Izumi, vedendo le due figure faticare non poco. Infine, estraendo il suo Digivice, mutò anch’essa nella leggendaria guerriera. – SHUTSUMON!!!

 

La longilinea creatura dalle ali piumate e lunghissime, si librò in volo.

- Vado a dargli una mano! – disse sfrecciando nell’aria come un fulmine, per portare soccorso ai Digimon celesti.

 

L’aquila del vento spazzò via un’ondata di Metalridermon, facendo così da scudo ai due Digimon angelici.

- Tutto ok?- disse in seguito, andandogli incontro.

 

- Icedevimon…- pronunciò appena l’ormai esausto Seraphimon, cercando di avvertire la giovane prescelta del pericolo imminente.

Il coniglio dalle grandi orecchie lunghe trovò la forza per scagliare un ultimo attacco. Qust’ultimo però, data la scarsa potenza, non ottenne l’effetto desiderato. Cherubimon si accasciò al suolo, nello stesso momento in cui Shutsumon si girò di scatto, trovandosi una lancia di ghiaccio davanti al petto.

 

- Ci si rivede biondina, eh?- disse Icedevimon con un sarcasmo pungente, mentre reggeva l’asta appuntita davanti a sé.

 

- Sei stato tu a ridurli così?! – replicò il Digimon aquila, sentendosi avvampare dalla rabbia.

 

Il glaciale nemico fece spallucce.

- Chissà. Forse sì, forse no. Poco importa! Non sono così forti come vogliano farci credere!- fece con un’ironia sprezzante.- Tu piuttosto, perché non reagisci? Cos’è, hai paura che la punta di questa lancia ti possa ferire?- disse infine, emettendo un sorriso diabolico ed osannato.

 

Shutsumon sguainò gli artigli, pronta al contrattacco, ma Icedevimon anticipò in un attimo le sue mosse, e le bloccò l’intero braccio congelandolo con un soffio di aria gelida emessa dalle sue fauci.

 

- Vediamo… cosa potrei immobilizzarti ora…? Forse, le tue splendide ali? Senza di quelle saresti fragile ed indifesa. Non serviresti più a nulla! – fece diabolico, preparandosi ad attaccare un'altra volta.

 

Una spirale di fiamme, però, accerchiò il malvagio di ghiaccio, costringendolo così ad indietreggiare.

 

- Agnimon!- disse Shutsumon a voce alta, vedendo giungere in suo soccorso l’amico.

 

- Occupati dei Digimon celesti! A lui ci penso io! – asserì con una voce fiera e decisa.

 

Icedevimon spense la spirale di fiamme con un soffio di aria fredda, poi, senza pensarci neppure un secondo, partì all’attacco.

I due Digimon si scontrarono frontalmente, dando così vita ad un duello mozzafiato.

 

- Ghiaccio e fuoco non vanno d’accordo! – esclamò Icedevimon, lanciando un fendente verso il guerriero delle fiamme.

 

Agnimon scosse il capo, respingendo l’attacco nemico con una schivata laterale.

- Ti sbagli! Sei tu, che non vai d’accordo con me! – asserì contrattaccando con un violento pugno, che andò dritto a segno.

 

- Maledetto!- tuonò la voce altisonante del freddo nemico, sgranando quelle sue pupille violacee e cariche di rabbia.

 

Mentre il duello tra i due avversarsi impazzava come non mai, Wolfmon era finalmente giunto alla sua tanto agognata meta.

Il Gate of the Spirit, dopo tanta fatica, era proprio d’innanzi ai suoi occhi increduli e sbalorditi. Una lunga striscia scintillante, alta chilometri, si estendeva a pochi passi da lui. Il guerriero si guardò attorno, come se stesse cercando qualcuno, e, all’improvviso, quel qualcuno si fece sentire.

 

- E così… sei riuscito a raggiungermi. – proferì una voce, proprio alle spalle del Digimon. Wolfmon si girò di scatto senza pensarci neppure un istante. Sapeva che quella era la voce di suo fratello.

 

- Kouchi!- disse un po’ tremolante, non appena lo riconobbe.

 

- Kouchi…- ripeté a voce bassa il gemello, con un flebile sorriso dipinto sul volto.- Nonostante tutto, tu continui ancora a chiamarmi per nome? Non mi odi?

 

Il Digimon scosse il capo, deciso.

- No, affatto! Se sono qui, è perché ti voglio ancora bene!

 

- Se tu sei qui, è solo per eliminarmi! – ribatté il giovane, con freddezza.

 

Wolfmon avanzò di un passo:

- Ti sbagli! Sono pronto a dimostrartelo! – Una spirale di luci avvolse il corpo del Digimon, inghiottendolo, e Kouji riprese il suo aspetto. – Sono io, tuo fratello! Non voglio combattere con te! – asserì gettando il suo D-scan a terra.

 

Kouichi osservò attentamente la scena, come sorpreso.

- Audace da parte tua, disarmarti d’innanzi ai miei occhi! Lo sai che se solo volessi

 

- Lo so! – lo interruppe Kouji, avendo di già afferrato il senso di quelle taglienti parole. – So che tu mi uccideresti! Ma è l’oscura anima di Lucemon che mi sta parlando, e non mio fratello! Kouichi è rinchiuso lì, da qualche parte, in quel corpo che gli è stato strappato via con la forza! Però ho fiducia in lui, e so che lotterà fino alla fine per scacciarti!- disse infine tutto d’un fiato, mentre gli occhi a poco a poco si riempivano di lucciconi.

 

Kouichi iniziò ad avanzare, in direzione del cancello mistico. Kouji lo anticipò parandosi d’innanzi a lui.

 

- Levati di mezzo! – sentenziò il gemello, con tono furente.

 

Il padrone della luce scosse il capo.

- No!- disse semplicemente, fissando con ardore il fratello.

 

Preso da uno scatto di rabbia, Kouichi si lanciò verso il ragazzo e lo atterrò con un pugno.

Kouji estese un braccio verso la caviglia del giovane, riuscendo così a far cadere anch’egli al suolo.

Il moro dai capelli corti cercò di divincolarsi dalla stretta, ma la mano del ragazzo non era decisa a mollare la presa.

Fu in quel preciso istante, che i due gemelli iniziarono una furente quanto caotica zuffa.

Kouji cadde al suolo più di una volta, così come l’altro che fu atterrato violentemente in più occasioni. I due ruzzolarono a terra, continuando imperterriti a picchiarsi con quanta più forza gli era rimasta. Oramai distrutto e scocciato, Kouichi invocò l’aiuto di una pattuglia di Metalridermon che accorse all’istante in suo aiuto.

Kouji fu accerchiato in un lampo dalla massa enorme di guardie. Il malvagio gemello estrasse alla svelta le due chiavi, e si avvicinò alla serratura ottagonale del cancello.

 

- NON FARLO, KOUICHI!!! – strillò con quanto più fiato i suoi polmoni riuscissero a dargli. Agnimon e gli altri udirono la sua voce. Shutsumon tentò di raggiungerlo, ma delle guardie la trattennero lì, costringendola ad indietreggiare.

Icedevimon afferrò al volo la situazione, e con un richiamo sonoro, fece giungere in aiuto della sua banda una flotta immensa di Metalridermon.

 

- Sono migliaia! – tremò la voce di Bokomon, accerchiato da una delle lance di quei Digimon corazzati.

Lui e Neemon si strinsero forte, mentre Agnimon cercò invano di andargli incontro. Icedevimon lo immobilizzò con una delle sue possenti strette, e per il guerriero del fuoco non ci fu modo di muoversi.

 

- Sei un codardo! Hai approfittato di un momento difficile per attaccarmi!- replicò Agnimon, cercando di fare forza per divincolarsi dalla forte presa.

 

- Sii più attento, la prossima volta! Ammesso che ce ne sia una!- replicò a tono l’essere malvagio, preparandosi a trafiggere il Digimon con la sua lancia di ghiaccio.

Fu in quel momento, che un raggio d’energia elettrica colpì in pieno Icedevimon, facendolo crollare al suolo.

Agnimon alzò lo sguardo. A stento riuscì a trattenere la gioia.

- Blitzmon!? – esclamò con stupore ed incredulità, ma saturo di gioia.

 

- Appena in tempo, eh? – replicò allegramente il Digimon insetto, andandogli incontro.

 

- Ma come hai fatto a

 

- A dopo le spiegazioni, Agnimon! Pensiamo prima a ristabilire un po’ d’ordine!

 

I due guerrieri si lanciarono all’attacco sulla massa incredibile di nemici. Shutsumon finalmente fu liberata dalla cerchia di creature, e poté così unirsi al resto del gruppo.

 

Un violento terremoto fece crollare i Metalridermon che avevano accerchiato i poveri Bokomon e Neemon. L’artefice della geniale mossa, fu il possente Blizzarmon, accorso in aiuto dei suoi piccoli amici digitali, e pronto a difenderli.

 

- Blizzarmon! Kouji ha bisogno d’aiuto!- gridò Shutsumon, facendo cenno all’amico di accorrere in soccorso del giovane.

 

Il padrone del ghiaccio fece per allontanarsi, ma una scarica di velocissimi shuriken gli tagliò la strada.

 

- Non così in fretta, orso polare!

 

- Ninzokumon?! Ancora tu?

 

Il ninja annuì con una smorfia derisoria, poi si lanciò all’attacco.

 

Icedevimon, approfittando della confusione, volò dritto verso il cancello mistico, in direzione di Kouichi.

Quest’ultimo, dopo aver estratto le due chiavi, si voltò indietro in direzione del fratello.

 

- Stai per assistere alla rinascita di Lucemon! Rallegrati caro fratello, e ritieniti fortunato! Non capita a tutti di partecipare ad un simile evento, standosene comodamente impalati in prima fila!

 

Kouji ricambiò lo sguardo. Ma anziché essere duro, i suoi occhi sembravano che emanassero una serenità incontrollabile. Kouichi ne restò quasi abbagliato, come rapito da quell’espressione così insolita e a tratti fastidiosa. Una stretta al cuore gli fece per brevi istanti girare la testa.

 

- Perché mi fissi in quel modo?!- replicò senza indugiare, ed adirato.

 

- Si è felici solo se realizziamo la vita che veramente vogliamo. E se per te questo è essere felici, allora lo sono anche io! Kouji sorrise flebilmente, nel tempo in cui una lacrima gli andò a rigare la guancia sinistra.

 

Kouichi diventò quasi di pietra. La sua mente iniziò a colmarsi dei bei ricordi trascorsi col fratello, inoltre, una voce dentro di lui, cominciò ad urlare, a dibattersi, a farsi valere. Era quella di Kouichi, il vero Kouichi Kimura.

Icedevimon, vedendo la situazione, si fece avanti senza indugiare.

 

- Mio signore! Avanti, si sbrighi! – lo incitò svelto e furbo.

 

Il ragazzo fece un passo indietro, poi un altro, ma nello stesso momento, le gambe gli s’irrigidirono, per poi avanzare di un passo, e un altro ancora.

- Che mi sta succedendo?! I miei movimenti…! Non riesco a controllarli! – disse con lo sguardo sempre più confuso, e le pupille contratte.

 

- KOUICHI!!! KOUICHI!!!!! PUOI FARCELA! TU DEVI FARCELA!!!- gridò Kouji, cercando in tutti i modi di divincolarsi dalle grinfie dei Metalridermon che lo tenevano fermo, e d’incitare il gemello a reagire.

 

La pazienza di Icedevimon volse al termine. La situazione stava precipitando inesorabilmente, e a quel punto, il perfido essere decise di rivelare la sua vera natura.

 

- Levati di mezzo, e dà qua!- strepitò dando uno spintone bello forte al suo padrone, e strappandogli via le due chiavi.

 

- Icedevimon?!- disse il giovane con aria confusa, tenendosi la testa tra le mani.

 

- Sei un inutile essere umano! Ora che ho raggiunto il mio scopo, tu non mi servi più! Le chiavi sono in mio possesso, e a breve libererò lo spirito di Lucemon per impossessarmene! Diverrò io il padrone incontrastato del mondo!

 

- Non credo proprio. – tuonò improvvisamente una voce.

Un banco di pipistrelli attorniò il bianco Digimon, facendogli così sparire via dalle mani le chiavi gemelle.

 

- Tu!? – gemette il Digimon, non appena ebbe d’innanzi la figura della creatura dalla pelle bianca e l’abito scuro. – Ladydevimon!!! – pronunciò in un urlo di rabbia.

 

Kouji si voltò immediatamente verso il cielo.

Il Digimon oscuro era lì, pronto a dar battaglia.

Che fosse stata lei, il famoso aiuto citato da Ophanimon pochi minuti prima di partire?

 

- Vuoi assorbire Lucemon, non è così?- esclamò Icedevimon, ringhiando a più non posso.

 

- Affatto. – emise la creatura, con voce calma e moderata.- Ciò che voglio è che questo mondo non debba più combattere i prepotenti come te!- asserì infine, scendendo giù in picchiata per scagliarsi contro l’essere di ghiaccio.

 

- TRADITRICE!!! – ringhiò lui furente, seguendo poi a ruota i movimenti della sua avversaria.

 

Come due spadaccini provetti, il duello iniziò.

Agnimon e gli altri accorsero finalmente in aiuto di Kouji, che non appena libero, si lanciò in direzione del fratello.

 

- Kouichi!!!- esclamò svelto, quasi con le lacrime agli occhi.

 

- Grazie…!- riuscì quest’ultimo a dire, prima di perdere i sensi tra le braccia del gemello.

 

- Stanno arrivando altri Metalridermon! – disse Shutsumon, librandosi in volo e avvistando una flotta interminabile di nemici.

 

- Ancora?! Ma non finiscono mai? – fece Agnimon, pronto a combattere.

 

Seraphimon lo fermò di getto.

- Dobbiamo andar via da qui! Cherubimon!

 

Il Digimon dalle lunghe orecchie annuì, per poi prepararsi all’azione.

Radunando le poche forze rimastegli, riuscì a creare un varco per fuggire alla svelta da quel posto.

Blizzarmon era ancora alle prese con Ninzokumon che sembrava non voler cedere per primo.

 

- Adesso mi hai proprio stancato! GLACIER TORPEDO!!!

L’attacco di Blizzarmon finalmente andò a segno, congelando momentaneamente i movimenti dell’astuto ninja, fino a renderlo innocuo.

L’orso polare raggiunse i suoi amici, e si accodò a loro pronto a partire.

 

Agnimon prese Kouichi tra le braccia.

- Andiamo via! – disse a voce alta per farsi sentire.

 

Kouji ebbe un attimo di esitazione. Si girò alle sue spalle, in direzione di Ladydevimon che continuava imperterrita a battersi con grinta e velocità.

In quello stesso attimo, Icedevimon con uno scatto fulmineo eluse il suo avversario, per poi lanciare un fendente rabbioso in direzione di Kouji. Quest’ultimo rimase pietrificato. Poco prima dell’impatto, qualcosa gli si parò d’innanzi, facendogli così da scudo.

Kouji strabuzzò gli occhi. Ladydevimon fu sbalzata violentemente via, non prima però di aver colpito anch’essa il suo avversario con un potente raggio di energia oscura.

 

- Kouji! – lo incitò Agnimon, per farlo venir via.

 

- Non possiamo lasciarla qui!- disse il giovane dirigendo lo sguardo sul punto in cui il Digimon oscuro era precipitato.

Iniziò a correre in quella direzione, preso da chissà quali pensieri, e poco dopo, lo seguirono a ruota Blizzarmon e Blitzmon, pronti a dargli una mano.

 

Kouji si avvicinò al polverone che aveva sollevato il corpo di Ladydevimon poco dopo l’impatto.

Non appena quella nube di sabbia si depositò finalmente al suolo, sul volto gli si dipinse una pesante smorfia di incredulità.

Davanti ai suoi occhi, riversa al suolo, vi era la sagoma di una giovane ragazza dai lunghi capelli neri un po’ sparsi sul terreno come rami di un albero, e la pelle bianca come quella di una nuvola.

Indossava un paio di pantaloncini neri di pelle, e una maglietta sui toni del rosa con dei bordini scuri. Ai piedi, un paio di stivali, anch’essi in tinta con i colori degli shorts, le arrivavano al ginocchio coprendole perfettamente gran parte delle gambe, piuttosto lunghe e affusolate.

Kouji si chinò verso l’esile figura, e la raccolse fra le braccia. Sussultò non appena con le dita, le sfiorò la pelle. Quel volto, le era in un certo senso familiare.

I due Digimon arrivarono in un baleno alle sue spalle, fulminei.

 

- E quella da dove spunta?!- balbettò Blitzmon, non appena vide la nuova figura tra le braccia di Kouji.

 

- Non dirmi che in realtà Ladydevimon era una Digievoluzione di questa ragazza?!- disse Blizzarmon, grattandosi la testa pelosa e bianca.

 

- Rimandiamo a dopo le spiegazioni!- pronunciò Kouji in tutta fretta.- Andiamo via di qui!

 

Blitzmon lo trattenne per un attimo.

- Hey! Non vorrai mica portarla con noi? E’ una nostra nemica, o sbaglio?

 

- Mi ha salvato la vita due volte! E poi se la lasciamo qui, Icedevimon non avrà nessun riguardo verso di lei!

 

Il guerriero del tuono raccolse Kouji e la sua ospite tra le sue potenti braccia, anche se un po’ diffidente nei riguardi della nuova arrivata, e si diresse a tutta velocità verso il portale creato da Cherubimon.

 

- E questa chi è?- chiese Agnimon, non appena vide quel viso nuovo tra le braccia dell’amico.

 

- Te lo spiego strada facendo, ok?- replicò il ragazzo alla svelta, accennando con la testa i Metalridermon che stavano avanzando verso di loro.

 

- Buona idea!- ribatté il padrone del fuoco, sorridendo nervosamente.

 

Dopo Cherubimon, il portale si richiuse immediatamente alle sue larghe spalle.

Ninzokumon fece per scattare in avanti e fermarli, ma non ci fu verso. Così, per dispetto, sfogò tutta la sua rabbia su di un povero soldato che ferì crudelmente a morte.

 

 

- E’ il castello di Ophanimon! – esclamò Shutsumon, non appena lei e gli altri varcarono l’uscita del portale.

 

Cherubimon si accasciò al suolo, stremato ma ancora cosciente.

Ophanimon accorse in direzione degli arrivati, prestando loro le prime cure.

 

- Nefertimon! Occupati di Cherubimon!- ordinò poi al suo fedele guardiano.

 

I Digiprescelti ripresero le loro sembianze. Non avevano un bell’aspetto.

Junpei si accomodò a terra, tamponandosi la fronte con un lembo della sua maglia, Bokomon e Neemon andarono in direzione della creatura celeste, che li accolse con una carezza affettuosa.

 

- Somma Ophanimon! – disse Bokomon, quasi con le lacrime agli occhi.

 

Takuya adagiò il corpo di Kouichi a terra, poi, fissando Ophanimon in viso, si lasciò sfuggire un sorriso di trionfo.

 

Nefertimon si occupò dei feriti, che condusse ai piani superiori. Kouji lasciò la sconosciuta alle cure di Ophanimon, e seguì immediatamente il fratello.

Izumi, stanca e assonnata, andò in direzione del divano. Anche Takuya era lì. La ragazza si lasciò cadere sul soffice sofà, e in un batter d’occhio, chiudendo le palpebre, cadde in un sonno profondo.

Takuya arrossì appena, poi subito dopo sorrise.

Tomoki crollò sul tappeto, per poi addormentarsi anch’egli seduta stante.

Ophanimon e Seraphimon osservarono quella dolce scena in silenzio. Sorridendosi a vicenda, in seguito, lasciarono la sala per concedere un meritato riposo ai loro giovani e valorosi prescelti.

 

La notte stava calando su Digiworld, ma una nuova alba sarebbe presto arrivata.

 

 

 

 

________________________________________________ 

 

 

  

 

Nuovo capitolo e… ancora nuovo ritardo…

Vi chiedo come sempre scusa!

Sapete, ultimamente non me la sto passando tanto bene… esami di scuola, cose da fare, e problemi di salute, non mi lasciano il tempo di scrivere e di aggiornare le altre mie fic… E’ un periodo un po’ particolare, spero proprio che finisca. Io lo desidero così ardentemente…!   >___<

Grazie per le recensioni, grazie a chi continua a seguirmi con passione nonostante i ritardi, e grazie anche alle persone che hanno iniziato a leggere la mia storia solo ora, quando ormai i capitoli che la separano dalla parole “fine” stanno diventando sempre più pochi. Infatti, insert coin si protrarrà per un massimo di tre/quattro chap, o forse anche meno… Mi raccomando, vi voglio tutti per il gran finale! O almeno, spero che lo sia…! ^^’

Niko niko,

                                                                                                                   Botan

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Una difficile ragazza ***


Capitolo 21

                                     Capitolo 21
________________________________________________

 

 

 

Erano da poco le sette del mattino.

Takuya e Izumi dormivano profondamente entrambi accoccolati sul divano giù nella grande sala. Tomoki ronfava a grandi linee, sdraiato comodamente sul lungo tappeto che copriva un’ampia parte del pavimento sottostante, e Junpei era poco distante da lui, anch’esso assopito pesantemente in un russare senza fine. La sua pancia faceva da cuscino al piccolo Tomoki che se ne stava tranquillo e rilassato, assopito in un luogo così gigantesco ed accogliente.

Kouji era di sopra, con le ginocchia a terra e il capo chino sul bordo del letto dove Kouichi stava riposando.

Non se l’era sentita di abbandonare il fratello in quella stanza che seppur ampia e protetta, restava pur sempre isolata dalla sua.

Il padrone della luce riaprì poco alla volta gli occhi, svegliato forse dalla pessima posizione in cui si era addormentato, e gettò uno sguardo alla finestra posta di fronte a lui. Le prime luci dell’alba stavano pian piano riemergendo da un folto strato di nuvole, a tratti s’intravedeva perfino il sole, luminoso e portatore di allegria.

Kouji gettò uno sguardo all’amato fratello che dormiva beatamente nel suo caldo lettino.

Partì un sorriso dalle sue labbra. Kouichi stava bene, non correva più nessun pericolo. Questa sensazione lo fece quasi arrossire di gioia, poi, prendendo controllo dei suoi sentimenti, cercò di contenersi.

Dopotutto, era pur sempre il solito Minamoto! Ragazzo freddo e solitario, ma mosso da buoni sentimenti.

Sollevandosi da terra si diresse all’uscita della camera, non prima però di aver rimboccate le coperte al gemello.

L’intero palazzo sembrava non essersi ancora svegliato. Tutti dormivano, compresi i suoi amici.

Nefertimon se ne stava immobile, a guardia di una delle tante porte presenti nel castello.

Sembrava custodisse qualcosa, o semplicemente qualcuno.

 

- Chi c’è qui?- disse Kouji, avvicinandosi ad essa molto silenziosamente.

 

- La ragazza che hai portato tu.- rispose solamente Nefertimon.

 

La mente di Kouji ritornò pochi attimi indietro.

Ladydevimon altri non era che… quella giovane coetanea?

 

- Come sta?- chiese lui, probabilmente un po’ preoccupato.

 

- Ha riportato molte ferite, ma nulla di grave.- rispose il Digimon a capo di Ophanimon.

 

Il giovane guardò Nefertimon, come a volergli quasi domandare qualcosa.

- Questa ragazza…- riuscì appena a dire, mentre una voce lo interruppe inaspettatamente.

 

- Mi chiamo Miya. – echeggiò una presenza alle sue spalle. Kouji si voltò quasi sobbalzando per lo spavento.

La porta della camera sorvegliata da Nefertimon, si era spalancata. Sulla soglia, sostava la figura slanciata di una giovane donna, il quale volto però era celato dalle tenebre della stanza poco illuminata dalla quale ella sbucava. La giovane fece un passo in avanti lasciandosi il buio alle spalle.

Apparve un volto, bianco come il latte, incorniciato da una lunga chioma fluente e nera. Un paio di occhi, azzurri come il ghiaccio, fissavano Kouji. Quest’ultimo provò un’enorme sensazione di disagio, così impellente e dispotica che il respiro sembrò mancargli di colpo.

 

- Cos’è? Non hai più voglia di parlare? Eppure, un attimo fa mi sembravi così desideroso di far sentire la tua voce…- disse lei, fredda e impassibile. – Il tuo tono era così alto che mi hai perfino svegliato.

Kouji scosse il capo.

- Non sapevo che tu fossi qui…- cercò di giustificarsi prontamente, facendo oscillare gli occhi anziché il capo.

 

Miya si richiuse la porta alle spalle.

- Siamo mattinieri? – domandò in seguito, avviandosi verso il grande scalone.

 

- A quanto pare, non sono l’unico ad esserlo.- sentenziò Kouji, con evidente allusione nei riguardi della nuova arrivata.

 

- Mi hai svegliato tu, te l’ho già detto.- replicò lei, avviandosi giù per le scale come se nulla fosse.

 

- La mia voce non era poi così alta.- ribatté secco Kouji, riuscendo a tenerle magistralmente testa.

 

Miya sorrise appena.

- Non sei stupido, eh?- fece avviandosi sempre più spedita, verso il basso, quasi a voler troncare quel breve dialogo.

 

Kouji le corse incontro, raggiungendola in un baleno.

- Tu mi devi delle spiegazioni!- disse bloccandola per un braccio a metà strada tra uno scalino e l’altro, con un pizzico di fiato corto.

L’individua si strattonò via, come irritata da quel gesto forse per lei troppo espansivo.

- Non posso sentirmi toccare! – esclamò con voce altera, proseguendo poi la sua scesa subito dopo.  

 

Il Digiprescelto restò un attimo interdetto, fermo sulla fine della gradinata ad osservare quella figura così aspra e poco socievole andar via e scomparire dietro l’angolo.

 

- Lei è così. Ma non è cattiva.- scandì il tono della voce di Ophanimon.

Il Digimon Celeste fece cenno al ragazzo di seguirla nella sala accanto. Kouji annuì senza esitare.

Ophanimon spalancò la porta, e lo fece accomodare.

Il giovane si guardò attorno un po’ disorientato. Si trovava in una saletta piena di scaffali stracolmi di libri. Una sorta di piccola biblioteca. Al centro di essa, dalle forme tondeggianti, c’era un tavolo di legno molto antico, con il gambo ricoperto d’argento. La superficie era anch’essa affollata di libri, fogli e boccette d’inchiostro.

 

- Questa è la biblioteca più piccola del palazzo. E la più importante.- precisò Ophanimon- Qui vi custodisco i tomi più preziosi ed antichi che possiedo. In questa stanza c’è la storia di Digiworld.

 

Kouji restò in silenzio ad ascoltare le parole del Digimon angelico, poi, come Ophanimon, si accomodò su una della due poltrone poste in quella camerata.

 

- So che volevi chiedermi qualcosa… non è così?- fece la creatura, quasi leggendo nella mente del valoroso guerriero.

 

Il lupo solitario prese fiato. Le mani iniziarono quasi a tremargli dall’emozione, dalla curiosità e dai mille quesiti che lo avevano afflitto da quando Digiworld era riapparso nella sua vita.

 

Scandì bene la voce tossicchiando appena, poi d’un fiato disse:

- Cos’è l’Abisso delle Anime Perdute?

 

- Il posto più oscuro e pericoloso di Digiworld, dove le tenebre sono l’unica cosa che esiste. Ma questo, te lo ha già detto Ladydevimon, vero? – disse Ophanimon, quasi a voler sorridere.

 

Kouji si sentì confuso.

- Come fai a…- fece incespicando.- Chi è quella ragazza?!- disse in seguito, sollevandosi di botto dalla sedia.

 

- Mi chiamo Miya. Te l’ho già detto.

 

Il Digiprescelto si girò di scatto verso l’uscita, sussultando dallo spavento. Miya era lì, con aria alquanto infastidita e seccata, si avvicinò ad uno dei tanti scaffali e ne carezzò uno con un fuggevole tocco delle dita. Kouji sobbalzò ancora.

 

- Ero alle dipendenze di tuo fratello, poi ho incontrato Ophanimon

 

- E si è unita a noi.- concluse il Digimon celeste.

 

- Sei stata tu a liberarla nel continente oscuro?- chiese Kouji, con le idee finalmente un po’ più chiare.

 

La giovane annuì, con lo sguardo rivolto a uno dei tanti tomi presenti su quel ripiano.

 

- Quindi, ti sei alleata con Ophanimon…- emise il giovane, fissando la ragazza con estrema attenzione- Perché? Cos’è che ti ha fatto cambiare idea?

 

La giovane non rispose, fingendosi interessata ad uno di quei libri ne afferrò uno ed iniziò a sfogliarlo svogliatamente.

 

- Lei… non ama parlare di questo. – disse Ophanimon, facendo cenno a Kouji di sedersi. – L’Abisso delle anime perdute è il luogo in cui risiede tutta la paura e il risentimento di Digiworld. In quel punto sono incanalate ogni sorta di energia negativa, di animi corrotti e di potere oscuro. E da lì che nasce l’oscurità di questo mondo.

 

Kouji deglutì rabbrividendo al ricordo di quel posto così lugubre e solitario. Il pensiero di finire là sotto, gli fece accapponare la pelle. E pensare che lui stesso, pochi giorni prima, aveva rischiato di finirci per davvero!

Scosse la testa come per scrollarsi di dosso quel brutto scenario, poi si girò verso la giovane compagna:

- Perché hai tormentato gran parte dei miei sogni?- disse diretto, mentre le mani di Miya si aprirono, e il tomo le cadde improvvisamente a terra.

 

- Prego?- disse stizzita lei, guardandolo come se fosse un po’ matto.

 

- Non mentire! Eri tu, ne ho la certezza! Quelle parole, quella mano, perfino la voce! Cosa cercavi da me?!- fece Kouji, alzando il tono di voce e balzando in piedi ancora una volta.

 

- Forse… aiuto.- disse Ophanimon, guardando i due ragazzi. – Miya ha inconsciamente proiettato la sua immagine nei tuoi sogni, per trasmetterti una richiesta d’aiuto. Si è sintonizzata con il tuo spirito perché tu sei l’opposto del suo potere. Da una parte la luce, e dall’atra l’oscurità. – fece indicando prima l’uno e poi l’altro con un gesto semplice della mano- Solo così avrebbe potuto instaurare una connessione, e trasmetterti quei messaggi.

 

Miya si chinò a terra per raccogliere il libro.

- Inconsciamente… –sibilò appena, come rapita da quella parola- Quindi… è stata la mia coscienza a fare tutto ciò?- chiese con voce garbata, alla Digimon angelica.

Ophanimon assentì.

- Esatto. Ed entrambe, sappiamo il perché.- concluse in seguito, sorridendo amabilmente.

Kouji le fissò entrambe con fare confuso ma indagatore. Dopodichè, scese il silenzio.

 

Fu Miya, infine, a fare la prima mossa, lasciando la sala e i presenti alle sue spalle.

La ragazza percorse gran parte dell’androne principale, poi si fermò nei pressi del corridoio che dava ai sotterranei. Guardò intensamente nel buio davanti a sé, muta come quel posto freddo e mai accarezzato dalla luce del sole. Poi, sentì improvvisamente la presenza di qualcuno alle sue spalle.

 

- Ciao! – disse una voce dall’aspetto cordiale e allegro.

 

Lei si girò, ma senza parlare.

 

- Tutto ok? Lo scontro di ieri deve averti scossa parecchio…- fece la figura davanti ai suoi freddi occhi che per un attimo si girarono altrove. Si trattava di Izumi, svegliatasi da poco e pronta a fare colazione.

 

- Sto bene.- emise la mora, senza aggiungere altro.

 

Izumi fece un amabile sorriso.

- Io sono Izumi! Tu?

 

- Miya.- disse con voce non proprio eclatante.

 

- Piacere! – lo spirito del vento protese un braccio in avanti, con l’intenzione di scambiare una bella stretta di mano con la nuova comparsa, quest’ultima però si mostrò un po’ titubante. Fissò quelle dita, sottili e lunghe, poi si soffermò sul volto della biondina e, il suo sorriso quasi la convinse a farsi avanti.

Fu allora che la voce di Takuya la fermò di scatto, bloccandola.

 

- Hey, Izumi! – esclamò il giovane, avvicinandosi alla compagna.

 

- Oh, Takuya! Ben svegliato! Lei è Miya, ricordi?- disse annunciando perfettamente la ragazza.

 

Takuya si carezzò il mento, poi d’un tratto si riaccese.

- La ragazza di ieri! CioèLadydevimon, giusto?

 

- Lei è la mia forma Digitale. – asserì Miya, squadrando i due con curiosa insistenza.

 

Takuya schioccò le dita.

- Ma certo! Sei anche tu una Digiprescelta! Ma… i leggendari guerrieri sono dieci… quindi…

 

- Io non faccio parte di loro. Il mio è un semplice Digispirit.- disse Miya ancora una volta.

Dalle spalle di Takuya ed Izumi sopraggiunsero altre due figure. Quella di Tomoki, e quella un po’ più corpulenta di Junpei.

 

- Izumi-chaaan!!!- strepitò il ragazzone, andando incontro all’amica.- Andiamo a mangiare?

 

Takuya lo guardò di sottecchi, notevolmente infastidito.

- Pensi sempre a mangiare, tu?

 

- Onii-san, Izumi-chan! Buon giorno!- esclamò Tomoki, con un viso bello rilassato e radioso.- Buon giorno anche a te!- disse poi, nei riguardi di Miya.

 

- Lei è Miya. CioèLadydevimon.- Takuya si gratto la fronte, con fare confuso.- Vale a dire, Ladydevimon è Miya! Miya ha un Digispirit e…

 

Izumi lanciò una gomitata sommessa a Takuya, per farlo così smettere. Il ragazzo si zittì senza batter ciglio, poi, prendendo a braccetto la biondina, si avviò verso la sala delle cucine.

Tomoki si accodò ai due, mentre Junpei, prima di seguire il resto del gruppo, lanciò un’occhiata poco socievole nei riguardi della nuova ragazza.

 

L’orologio segnava le otto, e non appena tutti ebbero finito di fare colazione, si diressero in prossimità delle scale, dove da lì a poco sarebbe sceso Kouichi.

 

Kouji era tra la piccola folla del gruppo, in attesa di vedere il fratello.

Apparve Nefertimon, e subito dopo, alle sue spalle, la sagoma del fratello, ben distesa e riposata.

 

- Kouji…-disse appena il padrone dell’oscurità, con gli occhi pieni di lacrime, non appena intravide il volto del gemello dal lungo codino.

 

Il giovane restò fermo, immobile accanto a Takuya. Fu quest’ultimo, che lo spronò con una bella spinta, a farsi avanti.

Lui si mostrò incerto, quasi avesse paura di fare il primo passo, poi, guardando gli occhi del fratello finalmente limpidi e familiari, fece uno scatto in avanti e si lanciò su per le scale, fino a travolgerlo del tutto con una possente stretta.

 

- Mi dispiace! – riuscì a dire Kouichi, tra un singhiozzo e l’altro, mentre si stringeva a sé l’amato fratello.

 

- Sei di nuovo tu, questo è quello che conta! – replicò Kouji, trattenendo a stento le lacrime.

I due gemelli si avviarono giù, dove Takuya e il resto del gruppo poterono finalmente abbracciare il compagno.

Ophanimon si sentì sollevata. Finalmente, anche lei era felice.

Accanto, Miya rimase in silenzio ad osservare la scena. Lei non amava parlare, bensì osservare con quegli occhi di ghiaccio, profondi e misteriosi, le situazioni che gli si paravano d’innanzi.

Un tipo enigmatico e oscuro, proprio come la sua Ladydevimon.

 

 

Ore 16.

Era un pomeriggio come tanti a Digiworld, calmo e sereno per la maggior parte dei suoi abitanti, ma un po’ più speciale per i Digiprescelti e i loro amici.

Kouichi era finalmente ritornato il bravo ragazzo di sempre, Kouji aveva ritrovato il sorriso, e Junpei il suo appetito.

Il giovane percorreva uno dei lunghi corridoi del castello di Ophanimon stringendo tra le mani un ricco panino imbottito di leccornie varie, mentre la sagoma di una misteriosa presenza lo fece trabalzare.

- Tu?!- gemette appena, con la bocca ricolma di cibo, mentre additava con l’altra mano la figura di Miya, che intanto camminava in senso opposto.

 

La giovane dai capelli corvini si guardò attorno, non poco perplessa. In seguito, con molta noncuranza, proseguì il passo, transitando di fianco a Junpei che divenne rosso dalla rabbia:

- Non puoi ignorarmi in questo modo, maledetta megera! – strepitò agitandosi come un matto, in modo da attirare l’attenzione della misteriosa ragazza.

Miya questa volta si voltò convinta a fissarlo bene in viso.

 

- Se pensi di avere dei problemi con me, allora dillo. Non mi piace essere giudicata senza nemmeno potermi difendere. – sentenziò scaltra, portandosi entrambe le mani sui fianchi.

 

- Quand’è così…- Junpei sospirò e prese aria, incurvando infine la fronte che gli si riempì di minacciose e grosse grinze- Non mi piaci neanche un pochino! – ringhiò poco cordialmente.

 

Miya lo fissò con fare spento, con quei suoi occhi di ghiaccio dall’espressione sempre indifferente e disattivata.

- Se la cosa ti può consolare, nemmeno tu. – sottolineò con estrema tranquillità, senza imbrunirsi neppure un po’.

 

Junpei si sentì ben presto offeso, a come ferito da chissà quale arma tagliente si apprestò senza esitare a controbattere:

- Io faccio parte dei buoni! Tu no, invece! E’ inutile che ti nascondi dietro quel comportamento calmo e disinteressato… Chi mi assicura che tu non sia un’alleata di Icedevimon, e non di Ophanimon come anche lei stessa sostiene?!  

 

- Ma per favore! – esclamò a malavoglia Miya, salutandolo con un cenno della mano, e girandosi per andar via.

 

- Hey! Non mi hai ancora dato una riposta! Dove scappi?! – brontolò il giovanotto, facendo muovere le gambe di scatto per agguantarla.

 

Izumi sopraggiunse inaspettatamente dalle spalle ampie e rassicuranti dell’amico un po’ turbolento.

- Junpei! – lo richiamò subito, facendosi vedere tutt’altro che felice. – Non ci si comporta così con una nuova compagna.

 

- Compagna? – replicò sommessamente Miya, girandosi appena verso i due.

 

- Ma lei… quella è una strega! – si difese da subito il ragazzo, additando la mora con insistenza.

 

- Junpei! – lo richiamò ancora una volta Izumi, con voce più forte, colpendolo sulla schiena.- Come puoi comportarti in un modo così incivile nei riguardi di una persona che mi ha salvato la vita?! – disse rapida e con tono da rimprovero, fissando il ragazzo con occhi caparbi e sopracciglia congiunte.

 

Junpei singhiozzò strozzato dalla sua stessa saliva, squadrando con incredulità la strega dai lunghi capelli scuri.

- Cooosa?! – strepitò a stento, senza levarle per un solo istante gli occhi di dosso.

 

- Ricordi quando sono finita giù dal parapetto di quella lunga scala? Sono stati i suoi pipistrelli a riportarmi su!

 

Junpei storse il naso, così come Miya stessa apparve leggermente meravigliata da quella rivelazione inaspettata.

In effetti, era stata lei a salvare quella bionda sconosciuta, ma mai e poi mai si sarebbe sognata di farglielo sapere! I complimenti, e le lodi di gratitudine, non li aveva mai potuti sopportare.

 

- Ophanimon…- replicò a voce bassa, tra sé, indovinando al volo chi è che avesse rivelato l’informazione misteriosa.

 

- Ma Izumi-chan…!- fece mogio Junpei, facendo una faccia sbalordita, quasi incapace di credere ad una simile notizia.

 

- Se non mi credi, corri da Ophanimon. Lei ti dirà tutto. – replicò secca la bionda, andando poi incontro alla nuova arrivata.

 

Junpei squadrò per l’ennesima volta Miya, con aria diffidente, per poi allontanarsi di gran corsa, forse a cercare spiegazioni dal Digimon celeste.

 

- Scusalo…- disse Izumi, con il viso un po’ imbarazzato, grattandosi la guancia destra con la punta dell’indice.- Ti posso assicurare che è un bravo ragazzo! Vedrai che quando si renderà conto di aver sbagliato, verrà subito a scusarsi!

 

- Non mi interessa.- sentenziò svelta Miya, portando lo sguardo di fianco a sé. – Ci sono abituata. – concluse in seguito, per poi lasciare lì Izumi.

Lei la fissò andar via, con il viso un po’ malinconico, mentre qualcuno con una stretta alla spalla, la fece sobbalzare.

 

- AAAAAH!!! – urlò facendo un saltello, e girandosi di colpo, tutta tremolante. – Takuya?! – strepitò in seguito, a fatica, con la gola strozzata ancora dall’urlo di prima.

 

- Ti spaventi un po’ troppo facilmente… non ti facevo così piagnucolona, Izumi-chan…- fece lui di proposito, per provocare la bionda compagna.

 

- Piagnucolona? Io?- rimandò lei, a stento, sentendosi avvampare dalla rabbia. – Takuya…- continuò in seguito, andandogli minacciosamente incontro- SEI UNO STUPIDO!!!!! – concluse urlando, accanendosi su di lui fino a percuoterlo come se fosse un sacco ricolmo di farina.

 

 

Nel frattempo, Kouji stava percorrendo le scale dei sotterranei per fare una capatina all’interno della grande biblioteca del castello, deciso a fare man bassa di notizie, su alcuni dei preziosi libri di Ophanimon.

La porta dell’enorme stanzone era semi spalancata, come se al suo interno ci fosse qualcuno.

Kouji la sospinse in avanti fino a creare un varco abbastanza sufficiente da permettergli di passare.

Il portone di legno gracchiò appena, per via dei cardini fin troppo arrugginiti che tenevano stretta quell’asse di legno enorme.

Si udì un tonfo, seguito a ruota da un ulteriore frastuono più forte.

Kouji saettò alla svelta lo sguardo nella sala. Una figura apparve d’innanzi allo scuro dei suoi occhi. Una figura che lui aveva imparato a conoscere da non molto, ma che gli suscitava un certo interesse.

Andò dritto spedito verso l’essere riverso a terra, e le protese senza pensarci neanche una volta, la mano:

- Tutto bene? – chiese gentile, sotto il vigile ma meravigliato sguardo di Miya che si rialzò da terra non prima di replicare:

- Sono solo scivolata. Tutto qui. – rispose fredda, raccogliendo poi da terra un piccolo tomo dalla copertina rossa.

 

- Anche tu cerchi risposte, a quanto pare… - espose Kouji, osservandola raccogliere quel libro.

 

- E tu? – rispose la giovane, in tutta fretta, ferendolo quasi con un’occhiata.

 

Kouji annui.

- Più o meno

 

- Più o meno non mi sembra un’esauriente risposta. 

 

- Anche tu non sei per niente esaustiva nelle risposte. O sbaglio?

 

Miya sorrise di poco, come compiaciuta da quel responso. Poi si girò ad osservare la grande fila di libri che riempiva uno degli scaffali di quel luogo, e il suo sguardo divenne improvvisamente triste.

- Lo devo prendere come un complimento? – chiese infine, per fare sarcasmo.

 

- Chi sei tu in realtà? – si sentì improvvisamente dire, non con sorpresa.

 

- Sono ciò che vedi. Una semplice ragazza. – controbatté lei, con tono non proprio eclatante.

 

Kouji la fissò bene, poi d’un tratto scoppiò a ridere.

- Semplice… non direi! – disse tra una risata e l’altra, raccogliendo poi un libro da uno degli scaffali davanti a sé. – Sei…

 

- Strana? – lo anticipò Miya, con la paura che quel ragazzo dal lungo codino avesse intuito qualcosa di lei che doveva a tutti i costi restare segreta.

 

Kouji scosse il capo, e Miya si sentì finalmente risollevata.

- Difficile.

 

- Difficile? – sbottò lei, incurvando le sopracciglia e divenendo improvvisamente acida.

 

- Già. Difficile. – replicò l’altro, gettando uno sguardo alle pagine di quel libro, giusto per farsi vedere impegnato.

 

- Spiegami…!- lo esortò esaustiva, sentendosi inspiegabilmente presa da quel momento e da quell’atmosfera soffusa che le stava intorno.

 

- Carattere e modi di fare… Abbandoni le persone a metà tra un dialogo e l’altro, e non riesci mai a trattenere lo sguardo su colui che ti sta di fronte per più di qualche secondo. – spiegò pressoché esaustivo, pur continuando a fissare quelle pagine con una punta di maleducazione nei modi di fare.

 

Miya gli lanciò un’occhiata tutt’altro che cordiale.

Le sue gambe ripresero a muoversi con l’intenzione di allontanarsi da lì e andar via.

Che tipo di persona può permettersi di fare simili critiche, quando poi è lei stessa a non degnare di uno sguardo il proprio interlocutore?

Kouji lasciò che il tomo gli scivolasse via dalle mani non appena l’esile figura dell’individua gli passo accanto. Fu un attimo. Lui le prese con forza la spalla, per impedirle di andare, e si avvicinò furtivo a quel pallido viso dall’espressione densa di stupore.

Kouji baciò Miya senza darle neppure il tempo di serrare le labbra, fredde ma gradevoli.

La ragazza divenne di pietra. Un blocco gelido, immobile, con lo sguardo sgranato, in quell’atmosfera soffusa che sembrava però gradire.

Il tomo dalla copertina rossa gli cascò involontariamente dalle mani. Non appena toccò il suolo, lei finalmente ritornò in sé. Si strattonò via da quel prepotente ragazzo dai modi così bruschi e freddi, e si chinò alla svelta a terra. Raccolse quel libro tra le dita flessuose che gli si mossero appena, e si risollevò di scatto.

Kouji era proprio d’innanzi all’azzurro ghiacciato delle sue iridi tremolanti che, d’un botto cambiarono traiettoria dopo neppure pochi secondi.

 

- Avevo ragione. – replicò lui, come se nulla fosse successo- Non riesci a trattenere per molto lo sguardo sulla persona che ti sta davanti.

 

Miya ritornò per l’ennesima volta con gli occhi su di lui. Un’occhiata di rabbia fu l’unica risposta che Kouji Minamoto ottenne poco prima che quella misteriosa ragazza si allontanasse con gambe spedite verso l’uscio

Il taciturno giovane volse uno sguardo alla porta di quella sala, lasciata aperta in fretta e furia dalla giovane. Quest’ultima corse via nel lungo andito dei sotterranei, e poi su, oltre le scale che portavano in superficie.

Rapida e svelta, con ampie falcate, andò spedita nella sua camera, non molto distante da quella di Kouichi, sullo stesso pianerottolo di Kouji e Junpei.

La prescelta delle tenebre spalancò di getto la porta per poi richiuderla con rabbia subito dopo.

Poco alla volta si lasciò sprofondare verso il suolo, con movimenti del corpo stanchi e distrutti da chissà quale fatica.

Ma chi era Miya in realtà?

Una semplice ragazza come aveva lei stessa sostenuto, o una persona difficile e fin troppo restia a provare un contatto umano?

Una cosa era certa: strana lo era, e tanto. Ma forse, quel suo comportamento distaccato, serviva in realtà a proteggersi da qualcosa verso il quale anche lei stessa, non vi poteva apporre rimedio?

 

 

________________________________________________ 

 

 

 

 

 

Dopo una lunga serie di contrattempi, ecco il nuovo chap di Insert Coin!

Ormai manca veramente poco alla fine di questa storia… Attualmente sto scrivendo il chap numero 23, ma la serie si concluderà molto probabilmente con il numero 24… Ad ogni modo, nulla è ancora deciso!

Prima di salutarvi, c’è una cosa che devo ancora spiegarvi…

La new entry della mia fic, la “difficile” Miya, nasce dalla mia fervida mente malata nel lontano 2004… Una sera, mentre io e il mio migliore amico stavamo giocando a Digimon Frontier (è una lunga, lunghissima e strana storia…^^,), mi sono accorta che serviva irrimediabilmente un personaggio femminile da poter rifilare a Kouji… (Izumi aveva già Takuya ^^) e così, pensa che ti ripensa, e pensando alla parola giapponese “yami” ovvero “oscurità”, è nata Miya! (infatti, se ci riflette un po’ su, è l’anagramma di yami). Per l’aspetto fisico della ragazza, ho preso spunto da Izumi, solo invertendone i colori. Miya è mora, Izumi bionda. Quest’ultima ha gli occhi verdi, lei invece azzurri, e così via… E’ vista un po’ come la controparte della bella Orimoto! ^^ (ah, ho creato Miya anche prendendo me come modello…carattere compreso. A quei tempi ero un po’ invaghita di Kouji … e quindi… ^^, Poi m’intrigava un casino diventare una Digiprescelta cartacea…!)

Ho fatto anche dei disegni sulla combattente dell’oscurità, solo che per il momento non posso metterli in rete, perché questo personaggio farà parte di un’altra serie, sempre creata da me, di Digimon. La quinta, per l’esattezza! (Digimon Savers per me non ha niente a che vedere con la saga dei mostri digitali… A partire dal chara del personaggi… inguardabile! Sarà pure moderno, ma di “familiare”, rispetto alle altre 4 serie, non ha nulla. Se ci penso, mi viene una malinconia…Oltretutto ho iniziato ad ideare la quinta serie di Digimon, molto tempo prima che arrivasse la notizia ufficiale di Digi Savers.)

Questo è quanto!

Grazie a tutti, come sempre (e sempre sarà così), per le recensioni! ^_____^

Niko niko,

                                                                                                            

                                                                                                                     Botan      

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** In viaggio per salvare Digiworld ***


Erano da poco le sette del mattino

                                    Capitolo 22
________________________________________________

 

 

 

- Kouji… - disse una voce, proveniente dall’ingresso della biblioteca sotterranea.

 

Il giovane si voltò verso l’uscita, sollevando rapido gli occhi scuri in direzione dell’entrata.

Kouichi era lì, e lo fissava pensieroso. Prima un passo, e poi l’altro. Il gemello dai capelli corti raggiunse l’amato fratello senza staccargli lo sguardo di dosso.

 

- Tutto ok? – domandò con un accento di voce abbastanza preoccupato. – Ho visto di sfuggita quella ragazza correre via. Aveva un viso tutt’altro che raggiante. – commentò in seguito.

 

Kouji Minamoto trattenne il fiato, solo per pochi secondi, in seguito, facendo molta attenzione a non rivolgere i suoi occhi al fratello, si convinse a parlare: - Tu hai mai baciato una ragazza?

 

Kouichi contrasse la fronte, come preso da chissà quale pensiero.

- L’hai baciata?! – domandò con enfasi, intuendo al volo ogni cosa.

 

- E mi ha perfino tirato uno schiaffo. – appuntò l’altro, toccandosi appena la guancia ferita e ancora arrossata.

 

- Plausibile! – gli assicurò il moretto dal ciuffo corto, abbozzando un lieve sorriso – Nel sessanta percento dei casi, è così!

 

- Eppure… c’è qualcosa in lei che non mi convince. – gli confidò presto Kouji, continuando a pensare a quella difficile straniera. – E come se lei facesse del tutto per non provare emozioni.

 

Kouichi si carezzò il mento, un po’ titubante.

- Sappiamo molto poco di lei. Forse, è solo carattere. Anche tu un tempo eri così, ricordi?

 

Il padrone della luce sollevò finalmente lo sguardo in direzione dell’altro, per poi sospirare.

 

Kouichi gli andò incontro, e con scioltezza gli batté una mano sulla spalla.

- Ad ogni modo, hai scelto bene! E’ molto carina! – gli confidò tra un riso e l’altro, mentre le gote del fratello si accesero d’un botto. – Accertati prima che non abbia già un ragazzo, però!

 

- Con il carattere che si ritrova, chi mai si avvicinerebbe ad un tipo come lei? – replicò Kouji, dando tutto per scontato.

 

Il guerriero dell’oscurità allungò la bocca in un sottile ghigno.

- Tu, per esempio! – gli canzonò.

 

Kouji aggrottò di colpo la fronte, ma non ebbe il tempo di rispondere.

Nefertimon irruppe nella sala in tutta fretta, allarmata da chissà quale inaspettato avvenimento.

 

- I Digimon celesti vi vogliono subito a rapporto! – dichiarò svelta, con una voce alta ed affannata.

 

Prima di far funzionare le gambe, i due si guardarono dritti in faccia. Dopodichè, senza perdere altro tempo, seguirono Nefertimon nella sua folle corsa.

 

 

Takuya, Izumi e Tomoki, erano già lì, nel salone enorme del castello, in compagnia dei piccoli Bokomon e Neemon, e dei sommi Digimon angelici.

Qualche istante dopo, sopraggiunsero insieme a Junpei anche Kouichi e Kouji, scortati dalla creatura digitale al servizio di Ophanimon. 

 

- Che cosa è successo?! – dissero i due gemelli in coro, con uno sguardo allarmato, nel tentativo di sapere qualcosa.

 

- E’ quello che vogliamo conoscere anche noi. – bofonchiò Takuya, intrecciando le braccia al petto.

 

- Una folta schiera di Metalridermon, capitanata da Icedevimon, si sta dirigendo nel Continente Oscuro! – rivelò Ophanimon, con un tono saturo d’ansia.

 

Takuya strabuzzò gli occhi all’istante: - Per quale diavolo motivo stanno andando proprio lì?!

La risposta alla domanda del giovane paladino del fuoco, arrivò tempestiva dalle labbra di Seraphimon:

 

- Vogliono distruggerlo e liberare l’Abisso delle anime perdute!

 

Gli occhi attenti del ragazzo si sgranarono alla svelta.

- L’Abisso di che?! – sbottò scettico, sapendone davvero poco a riguardo.

 

Da parte sua, Kouji, sapientemente ferrato in materia, non perse alcun tempo:

- E’ forse impazzito?! Non può farlo!

 

-Ti sbagli. – irruppe il grosso coniglio dalle lunghe orecchie, Cherubimon. – L’intero abisso è contenuto in quel continente. E’ come se fosse dell’acqua racchiusa all’interno di una bottiglia di vetro. Se quest’ultima dovesse cadere, andando così in mille pezzi, quella stessa acqua si riverserebbe a terra per bagnare ogni cosa. Quindi…

 

- Bagnerà Digiworld? – si fece avanti Tomoki, anch’egli con una smorfia perplessa.

 

- La coprirà interamente.

 

Il ragazzino del ghiaccio degluttì a stento.

- Questo… è bene, o è male? – chiese poco dopo, nella vaga speranza che ce ne fosse almeno una.

 

Ophanimon scosse il capo, lasciando il resto dei giovani con l’amaro in bocca.

- L’Abisso delle anime perdute è un flusso di energie oscure, capace di inghiottire e coprire ogni piccolo spiraglio di luce, ogni sorta di forma vivente, per poi imprigionarla al suo interno, e farla completamente morire.

 

- Se calano le tenebre, quelle tenebre, su Digiworld non ci sarà scampo: questo mondo, e tutte le creature che ospita, periranno senza taluna via d’uscita e... All’istante. -Le parole di Seraphimon, sommo Digimon dalla forte corazza, risuonarono forti e malinconiche allo stesso tempo, per quei giovani paladini del bene.

 

Takuya gettò rapido uno sguardo sul pendolo appeso ad una delle pareti di quella sala.

- Dov’è adesso Icedevimon? – domandò svelto, rivolto ai tre angeli.

 

- Ha appena oltrepassato il confine del Continente Oscuro. – gli rispose prontamente Cherubimon.   

 

Il giovane si girò in direzione dei suoi compagni. Tutti gli annuirono all’unisono.

Ormai era deciso.

- Contate pure sul nostro aiuto! – asserì convinto, sbattendosi una mano in petto.

 

Le creature celesti si rivolsero un’occhiata. Rapida ma decisa. Non c’era tempo da perdere.

- Allungate verso di me i vostri D-scan. – dichiarò Cherubimon, e fece un passo in avanti.

 

Prima incerti, e poi senza nessuna esitazione, i ragazzi estrassero dalle loro tasche quei piccoli ma magici oggetti, per puntarli in direzione del bianco coniglio.

La grande mano dell’essere si sollevò proprio sopra di essi.

Prima quello di Takuya, dai toni del rosso, poi quello di Izumi, che andava dal lilla pastello al verde acquamarina. Uno ad uno, tutti i D-scanner presero ad illuminarsi. Lo schermo diventò incandescente, tremolante. Poi, da quella falda ampia del magico coniglio digitale, si materializzarono sei piccole sfere colorate. Quelle sfere, fluttuando lentamente verso il basso, si andarono ad incanalare ognuna nel proprio e relativo comparto.

 

- Wow! Che cosa è successo? – si domandò Tomoki, quasi estasiato, e perché no, pervaso da chissà quale nuovo potere.

 

- Adesso siete in grado di effettuare l’evoluzione “Ancient”. Il grado più elevato che un Digimon possa raggiungere. – proferì Seraphimon, svelando in questo modo il mistero.

 

- La forza dei vostri attuali Digi Spirit, non riuscirebbe mai a contrastare l’enorme flotta nemica. Nemmeno con l’aiuto di Susanoomon, potreste ribaltare la situazione. Oltretutto, con il dissestamento del Continente Oscuro, le Sette Torri a guardia dell’abisso hanno iniziato ad innalzare delle potenti barriere protettive, pronte a risucchiare le diverse energie spirituali di ogni creatura digitale che non abbia dentro di sé un energico potere oscuro, per cui i vostri Digi Spirit non riuscirebbero a resistere. – seguitò presto Ophanimon.

 

- Icedevimon e i suoi scagnozzi non sono creature di tipo oscuro, giusto? – domandò Junpei, riflettendo sulle parole del Digimon angelico.

 

- Con tutta l’energia nera che hanno incanalato negli ultimi tempi, non avranno di certo problemi a farsi accettare in quel settore. – decretò ancora una volta la somma Ophanimon, spezzando così la speranza di Junpei.

 

- E’ colpa mia. – proruppe inaspettatamente una voce. Quella del giovane Kimura. – Anche se non ricordo assolutamente nulla di quel triste episodio, senza dubbio li ho alimentati io di quell’energia, vero?

 

I tre angeli digitali non poterono non annuire. Kouichi scivolò in uno stato di ansia, timore, odio. Odio nei riguardi di quella sua debolezza, di quel suo carattere fragile e buono. Se fosse stato solamente un po’ più forte, forse a quest’ora lui e gli altri non sarebbero stati neppure lì, a temere ancora una volta per quel mondo pieno di meravigliose creature.

 

- Tu non hai colpe. – disse Kouji, andandogli vicino per rassicurarlo proprio come un bravo fratello.

 

- E invece sì! Non difendermi! Io… non lo merito. – aggiunse infine, ed il suo sguardo diventò improvvisamente triste.

 

Takuya colse la palla al balzo, senza indugiare.

- E’ colpa mia, è colpa tua… Insomma! Qui la colpa non è proprio di nessuno! Digiworld è Digiworld! E’ una terra come le altre, che può avere i suoi rischi e pericoli proprio come il nostro pianeta! E poi… noi Digiprescelti che cosa ci stiamo a fare, no?! – esclamò infine, facendo un bel sorriso a quarantadue denti. Quello stesso sorriso che, come per incanto, riaffiorò anche sulle labbra del moretto dai capelli corti.

 

- Vedrete che anche questa volta torneremo vincitori! Senza nessun dubbio! – asserì il coraggioso Junpei, per infondere a tutti una sferzata d’energia.

 

Kouji si guardò attorno. Gli occhi caddero sul pendolo appeso alla parete, che inesorabilmente continuava a scandire il tempo.

- Vogliamo andare? – disse agli altri che, senza indugio, annuirono prontamente.

 

- Niente affatto. – tuonò d’un tratto la voce di una ragazza, facendo girare tutti verso l’entrata della sala.

 

- Qualche problema? – rinviò Junpei a denti stretti, accidioso come non mai nei confronti dell’entrata in scena di Miya.

Kouji ebbe un rapido sussulto. Gli occhi, fissi in quella direzione, s’intersecarono con quelli della mora che, fredda come sempre, si avvicinò al gruppo.

 

- Ci vado io. – sentenziò, mostrando un coraggio senza pari.

 

Junpei strabuzzò.

- Cosa?! Ma sei matta?! Vuoi forse lasciarci la pelle?

 

Miya per la prima volta gli sorrise. Un sorrisetto sottile, appena accennato, ma pur sempre un sorriso.

 

- Non puoi andare da sola! – s’intromise Izumi – E’ troppo rischioso!

 

- L’oscurità di Ladydevimon mi torna utile in quest’occasione. E poi, quel posto lo conosco a memoria. – affermò tutta sicura di sé, quasi irremovibile.

 

- Allora ci farai da guida. – sentenziò Kouji, trovando la faccia tosta di rivolgerle la parola.

 

- Non faccio la guida alle persone poco educate. – La replica di Miya fu quasi immediata. Kouji la fissò in modo lesto. La straniera era arrabbiata con lui. Evidente!

Kouichi tossicchiò appena, per poi gettare una gomitata al fratello.

 

- Chiedile scusa. – gli mormorò a voce bassa.

 

- Stai scherzando?!- vociò invece il moro dal ciuffo lungo, attirando così l’interesse di un Takuya alquanto indiscreto.

 

- Mi sono forse perso qualcosa? – disse facendosi avanti, per squadrare meglio sia Kouji che Miya – A giudicare dalle vostre facce tutt’altro che serene, deve essere successo qualcosa di molto importante…

 

Miya non aspettò neanche che Takuya finisse di parlare. Girandosi di schiena, per andar via, si apprestò così a lasciare la sala.

 

- Hey! – sbottò Junpei, per richiamarla seduta stante.

 

- Aspettaci! – si accodò presto Izumi, correndole svelta incontro.

 

Takuya si strinse nelle spalle. Era sì interessato a conoscere il segreto di quei due, ma Digiworld non poteva di certo aspettare!

Junpei e Tomoki si accodarono a lui per raggiungere svelti le due donne del gruppo.

Kouichi diede una rapida pacca sulla spalla del fratello, per intimargli di andare, e quest’ultimo annuì svogliatamente.

 

 

Fuori del castello, il gruppetto finalmente tornò riunito.

Miya si fermò a pochi metri dall’entrata del palazzo, per poi chinarsi brevemente al suolo e toccarlo con una mano. Chiuse gli occhi, forse cinque, sei secondi, e li riaprì immediatamente nel momento in cui sotto quella stessa mano, affiorò un enorme buco nero.

- Questa è l’entrata per il Continente Oscuro? – si fece avanti Takuya, squadrando il pertugio con aria tutt’altro che beata.

 

- Esattamente. – rispose la mora, facendosi poi da parte. – A te l’onore. – fece, protendendo un braccio verso il foro.

 

Il padrone del fuoco le sorrise a denti stretti.

- Gentile da parte tua, ma… il detto forse non recita “prima le signore”?

 

Izumi sbuffò seccata, incamminandosi con aria decisa verso l’entrata.

- Vado io per prima! – esclamò, facendo così valere l’onore delle donne.

 

- Ti seguo a ruota, Izumi-chan! – Junpei mosse un passo in avanti, pronto a tuffarsi nel vuoto, ma lo sgambetto di Takuya lo fece maldestramente inciampare.

Il padrone del fuoco si lanciò nel foro poco dopo la bionda ragazza, mentre Junpei, adirato come non mai lo seguì a ruota.

Kouichi si affacciò all’entrata, titubante. Quel buio gli metteva ansia. Tuttavia, non poteva restare per sempre un fragile ragazzo. Raccogliendo coraggio, si lanciò senza esitare verso il fondo, per poi inabissarsi in quell’oscurità densa e spettrale.  

Bokomon e Neemon si strinsero l’uno all’altro. Era giunto anche il loro turno.

 

- Fareste meglio a restare qui. Siete più al sicuro. – gli disse Miya, certamente infastidita dal doversi portare appresso anche quei due miseri esserini indifesi.

 

Neemon non replicò.

Bokomon scosse il capo per entrambi.

- Niente affatto! Accanto ai Leggendari Guerrieri, in ogni loro scontro, noi siamo sempre stati lì! E non li lasceremo mai da soli! – esclamò fiero di sé, per poi lanciarsi a capofitto nelle tenebre, con un coraggio da leoni.

 

Un tiepido venticello scompigliò appena i lunghi capelli di Miya, che volteggiarono armoniosamente come corvini fili d’erba. Sembravano gli stessi fili d’erba che ricoprivano gran parte della tenuta di Ophanimon. Uno scenario mozzafiato. Pieno di colori, di fiori, di armonia.

Kouji si voltò dall’altro lato, cercando di guardare altrove.

- Tocca a te. – disse infine all’altra, senza degnarla di un’occhiata.

 

- Ti sbagli. Tocca a te. – sentenziò Miya, irremovibile come sempre – Non posso richiudere il portale se non lo attraverso per ultima. – spiegò successivamente. – Sbrigati. Non abbiamo tutto il tempo che fa comodo a te.

 

- Non c’è bisogno che me lo ricordi. Lo so già. – sbottò il ragazzo, guardandola insistentemente in viso.

Ancora una volta, a Miya bastarono solamente cinque secondi per abbassare gli occhi e portarli altrove.

Kouji aveva tutta l’intenzione di ribattere, tuttavia, il momento non è era di sicuro dei migliori.

Con un piccolo saltello, scomparve all’interno del portale, lasciandosi quell’odiosa ragazza alle spalle.

Miya si avvicinò al vuoto oscuro. Impassibile e ferma, con gli occhi persi lì dentro, si lasciò poi cadere nel buco che, subito dopo la sua entrata, si richiuse immediatamente.

 

Una luce e poi un rocambolesco ruzzolone.

Kouji era a terra, approdato nel Continente Oscuro nella stessa maniera dei suoi compagni.

Fece per rialzarsi ma, al seguito, Miya gli finì rovinosamente indosso.

 

Ci fu silenzio. Un silenzio interrotto magistralmente dalle risate di Junpei.

La ragazza dai capelli neri si rialzò di corsa, senza dare l’aggio ad Izumi di tenderle una mano cordiale.

 

- Ce ne avete messo di tempo, per arrivare! – appuntò Takuya, facendosi sfuggire un sorriso malizioso.

 

- Vediamo di recuperarlo, questo tempo. – disse Miya, avviandosi verso una strada scoscesa, alla sua destra.

 

Kouji finalmente si issò all’in piedi, aiutato con gentilezza da Izumi.

 

- Che razza di strega! Non ti ha neppure chiesto scusa…! – bofonchiò Junpei, sempre convinto ad avere in odio quella nuova arrivata. Un’occhiata fulminea della bionda, però, lo fece di colpo azzittire.

 

 

 

                                **********

 

 

Camminavano in fila indiana, il gruppo dei Digiprescelti.

In quel continente oscuro, da lì a poco sarebbe presto scesa la notte.

Infatti, tra un passo e l’altro, la ragazza coi capelli lunghi e corvini si fermò nel bel mezzo del tracciato, e rivolse uno sguardo al cielo.

 

- Che succede? – domandò Tomoki, in quanto, essendo l’ultimo di quella fila, non aveva ben chiara la situazione.

 

- Quella strega si è fermata. – gli bofonchiò Junpei, a voce bassa, facendo attenzione al fine udito della biondina. Izumi senza ombra dubbio lo avrebbe rimproverato.

 

Kouichi si avvicinò alla mora per ottenere delucidazioni. Kouji, al contrario, restò immobile sul selciato ad osservare il fratello.

- Perché ci siamo fermati?

 

Miya staccò lo sguardo dal cielo ormai imbrunito, e prese a fissare il suo interlocutore.

- E’ pericoloso proseguire con questo buio. Sarà meglio accamparci. – dichiarò, per poi avviarsi in una landa ben protetta da uno sciame d’alberi con fronde folte e rigogliose.

 

Il resto del gruppo la seguì senza fiatare, tutti, eccetto Junpei che, storcendo un po’ le labbra, borbottò appena: - Stregaccia!

 

- Mi sembra un posto perfetto, no? – disse Izumi, guardandosi rapidamente in torno con una torsione del busto.

 

Takuya e Kouichi annuirono all’unisono, mentre Tomoki si grattò perplesso il mento.

 

- Non è pericolo dormire nel Continente Oscuro? – chiese preoccupato.

 

- Faremo dei turni. – confermò Miya. – Due di noi si alterneranno per montare di guardia.

 

 

- Beh- irruppe Takuya, mettendosi le mani sui fianchi- tiriamo a sorte per decidere chi saranno i due fortunati a cominciare? 

 

-Io e Izumi! – si propose immediatamente Junpei, avvicinandosi alla biondina e facendole un sorriso. Takuya lo colpì prontamente in testa.

 

- Ma sei matto?! Vuoi che una fragile donna faccia da guardia ad un branco di uomini? Non se ne parla!

Questa volta, fu il Digiprescelto del fuoco a ricevere una solenne percossa sul capo. La responsabile di tale gesto, non poteva che essere Izumi stessa.

 

- Chi sarebbe la fragile donna?!- borbottò, con voce alquanto alterata, agguantando il ragazzo per il colletto della maglia.

 

- Di certo non tu, Izumi! – rettificò all’istante Takuya, visibilmente preoccupato dalle intenzioni della sua giovane amica.

 

- Resto io di guardia. – irruppe ad un tratto la voce di Miya, facendosi avanti. I ragazzi si girarono verso di lei. Junpei si lasciò sfuggire un ghigno, poi non potè fare a meno di replicare.

 

- Ma anche tu sei una fragile donna! – espresse- E poi, io non mi fido di te! Ti appisolerai dopo soli dieci minuti, e ci farai divorare dalle belve che infestano questo luogo!

 

- Junpei! – lo richiamò la Digiprescelta del vento, sfoggiando un’espressione contrariata.

 

- Starò io con lei. – esclamò improvvisamente una terza voce. Era quella di Kouji. Takuya e gli altri si girarono. Miya fu la prima a lanciargli quell’occhiata. Un’occhiata sorpresa, la sua. - Così farò in modo che non si addormenti. – concluse infine, senza degnare di un solo sguardo la mora dagli occhi di ghiaccio.

 

- Non ho bisogno di guardiani. – gli fece sapere lei, con tono accidioso, mentre girando le spalle, si avviò verso il fusto di un massiccio albero secolare, situato a non molti metri da lì.

 

Tomoki si lasciò sfuggire un grosso sbadiglio. Con la mano davanti alla bocca, articolò delle parole che per via di quel fragoroso e pieno respiro si udirono confuse.

 

- Credo che abbia detto di avere sonno. – fece sapere Izumi, ed il prescelto del ghiaccio, con gli occhi semi socchiusi per via della stanchezza, annuì.

 

- Siamo tutti stanchi, in effetti. Sono ore che non facciamo altro che camminare, camminare e…

 

- Camminare! – finì Junpei, accodandosi alle parole di Takuya. – Si a dormire, allora?

 

Izumi indirizzò un’occhiata verso Miya. La ragazza si era seduta sotto le fronde di quell’albero secolare, e con le spalle adagiate al fusto, osservava ammutolita lo scorrere di un fiumiciattolo non tanto rigoglioso che le stava d’innanzi.

La biondina si sentì presto posare una mano sulla spalla. Era di Takuya.

- Mi sembra una ragazza che sappia il fatto suo. Se dice che vuole restare di guardia, lasciamola fare!

 

Izumi annuì, poi subito dopo si diresse insieme agli altri compagni, per stendersi sul terreno un po’ rinsecchito di quel presunto accampamento.

 

Kouichi, prima di andare, diede una pacca sulla spalla del fratello.

- Vedi di non farla arrabbiare, questa volta! – gli disse in tono beffardo, abbozzandogli un sorriso.

 

- Non le rivolgerò nemmeno la parola, stai tranquillo.- sentenziò acido il gemello della luce, andandosi a sedere proprio d’innanzi al bordo di quel fiumiciattolo rinsecchito e… proprio d’innanzi a Miya.

 

 

Erano trascorse già due ore, da quando i ragazzi avevano deciso di accamparsi nel bel mezzo di quel boschetto.

Takuya, Izumi, Junpei, Tomoki e Kouichi, dormivano beatamente sotto quel cielo così cupo e sul terreno ricoperto qua e là da foglie rinsecchite.

 

EKouji e Miya?

Loro due non si erano mossi neppure di un millimetro dalla posizione in cui si erano sistemati due ore prima.

 

Tra i due, sembrava essere sceso il gelo.

Sembrava.

 

- Non ti hanno mai insegnato che voltare le spalle a qualcuno è maleducazione? – disse la ragazza, con un tono di voce stabile, solo un pochino stizzito, e nulla più.

 

Il moro replicò con la stessa cadenza di voce della collega: - E a te, non ti hanno mai insegnato che quando si travolge una persona, bisogna chiedere scusa?

 

- Tu a me hai mai chiesto scusa, forse? – replicò a tono, con parole sibilline ma sottintese.

 

- Riguardo cosa?

 

- Lo sai bene. – sentenziò secca Miya, senza dargli ulteriori chiarimenti.

 

Il ragazzo distese un po’ le gambe su quel selciato. I suoi occhi presero a guardare il cielo cupo di quella notte.

- Se avessi saputo che ti saresti arrabbiata così tanto, non te lo avrei mai dato.

 

- Dare cosa? – ribattè la giovane, questa volta con una voce che sapeva di presa in giro.

 

- Lo sai bene.  

 

Un altro velo di silenzio riavvolse quell’attimo. Fu il guerriero della luce, ad interromperlo con il suono di una voce pressoché spazientita.

- Si può sapere perché ce l’hai con me?- fece volgendole finalmente il viso, e non le spalle come aveva fatto fino a quel momento.

 

Miya si lasciò sfuggire un abbozzo di riso, e ricambiò l’occhiata.

- Non ho mai permesso a nessun estraneo di toccarmi, e né tantomeno di… - “baciarmi”. Questo, è quello che la ragazza avrebbe voluto dire, ma anziché finire la frase, preferì tacere. Oltretutto, il suo pallido viso si era stranamente tinto di rosa. Forse il suo, era imbarazzo? Imbarazzo perché Kouji, anche se inconsciamente, continuava a fissarle gli occhi senza mostrar tregua.

Il giovane si accorse di quella sua movenza, e ritirò immediatamente lo sguardo per portarlo sulla destra.

 

- Sei un tipo difficile.- disse lui, così, tanto per tirarsi dall’impaccio, tanto per dire qualcosa.

 

- Me lo hai già detto una volta. – controbatté la ragazza, volgendo anch’ella lo sguardo altrove.

 

Ad un tratto si udì un rumore proveniente dal fiumiciattolo.

Kouji e Miya si alzarono di scatto dai loro posti, e si affrettarono a raggiungerlo.

Dopo essersi affacciati sul bordo di quel ruscello rinsecchito, entrambi poterono tirare un sospiro di sollievo.

 

- E’ solo un piccolo di Krakramon. – esclamò Miya, guardando il minuscolo esserino dalla pelle verde brillante, saltellare allegramente tra un sasso e l’altro di quel fiume.

 

- Krakramon? E cos’è?

 

- E’ un ibrido tra la rana che c’è nel tuo mondo, e il tipo di rana che c’è qui a Digiworld. – spiegò la giovane.

 

Kouji afferrò il concetto, ma… l’espressione usata poc’anzi dalla ragazza, lo colpì stranamente.

- Guarda che quel mondo è anche tuo. – le disse, pur continuando a mantenere gli occhi su quella specie di ranocchia verde.

 

La replica di Miya arrivò celere:

- Non più. – disse, e il Digiprescelto della luce si voltò di scatto verso il suo viso.

In quello stesso momento, il piccolo Krakramon balzò in aria per infrangersi dritto sui visi dei due giovani ragazzi che, presi così alla sprovvista da quell’improvviso gesto, ruzzolarono all’indietro, lì su quel terreno un po’ avvizzito che c’era alle loro spalle.

Questa volta però, non fu Miya a finire dritta sull’altro. Ma bensì avvenne il contrario.

Kouji travolse la ragazza con maniere non proprio delicate.

Il piccolo di Krakramon sgattaiolò nuovamente nell’acqua, ed andò via nuotando frettolosamente, per poi sparire tra le correnti calme di quel ruscello.

Il Digiprescelto della luce cercò di rialzarsi all’istante, ma la fretta gli fece scivolare il palmo della mano, tutt’altro che stabile, lungo tutto il terreno.

 

- Ahi! – bofonchiò Miya, travolta ancora una volta dal peso dell’altro.

 

Kouji sollevò il capo in direzione della ragazza, per osservarla con apprensione. Poi, quasi senza pensarci, ma abbassando appena gli occhi, disse a stento: - Scusa.

 

- Di niente. – replicò la giovane prescelta, con voce fredda, tuttavia divenendo rossa in viso.

 

Il ragazzo si tirò nuovamente su, stavolta con più calma, e, subito dopo, allungò la mano verso Miya.

Lei lo guardò dritta in viso, quasi a volerlo trafiggere con la forza di un solo sguardo.

 

- Già… dimenticavo che tu detesti avere contatti umani.- dichiarò Kouji, ritirando il braccio, e pulendo dal terriccio le gambe dei suoi pantaloni.

 

- Lo hai detto come se io non fossi neppure umana… - sentenziò la giovane, poi si risollevò. Sembrava avere un’aria piuttosto seccata, tuttavia c’era qualcosa nei suoi occhi che rendevano l’espressione di quel viso così pallido decisamente malinconica. 

 

Kouji si infilò le mani in tasca, poi rivolse lo sguardo verso il cielo: - Nascondi la tua tristezza dietro un comportamento freddo e distaccato. – disse. Miya lo guardò subito. – Un po’ di tempo fa anche io ero come te.

 

- Vorresti farmi credere che adesso sei cambiato? – la mora fece di proposito un sorriso- A guardarti, non si direbbe… - commentò, senz’altro sarcastica.   

 

Kouji si strinse nelle spalle: - Un tipo freddo e glaciale come me ti avrebbe mai chiesto scusa per la storia di quel bacio?

 

- Che vuoi dire? Tu non lo hai fatto.

 

- E invece ti sbagli. – pronunciò Kouji, in seguito si girò a guardarla. – L’ho appena fatto.

 

Miya lasciò cadere i suoi occhi verso il suolo. Si sentì a disagio. – Indirettamente. – bofonchiò dopo.

 

- Beh, è pur sempre valido come modo, no?

 

- Allora dovrei ringraziarti e magari dire “ok, scuse accettate?”

 

Il paladino della luce scosse il capo: - Veramente, è mio fratello che dovresti ringraziare. Se non fosse stato per lui… - rivelò, anche se con molta difficoltà.

 

- Già, tuo fratello…- ripeté Miya, poi il suo sguardo si rese cupo. – Lui ha molto più tatto di te, ed è… - voleva proseguire, ma si frenò.

 

- Gentile? – proseguì il giovane Minamoto, con l’intento di finire la frase iniziata dalla ragazza – Miya…- la chiamò pronunciando il suo nome improvvisamente. Lei non poté fare a meno di sussultare, e poi, dalla bocca di Kouji uscirono parole inaspettate: - Tu lo ami, dico bene?

 

La prescelta delle tenebre restò bloccata. Un lungo brivido ancora più gelido del colore di quei suoi stessi occhi, la immobilizzò. Per la prima volta non riuscì a replicare. Rimase muta, forse sconcertata da quelle parole che, se dovevano farle provare una simile sensazione, evidentemente non potevano che essere vere. Solo dopo un po’, quando il suo cuore stava riprendendo un normale battito, tutto ciò che Miya riuscì a dire, fu soltanto: - Tuo fratello ha riacquistato la memoria?

 

- Non penso che ormai ne sia più in grado. 

 

- E allora come fa a ricordarsi di me? E’ assurdo. – sentenziò, poi sbuffando non aggiunse altro.

 

- L’ho capito da solo. Da quando siamo qui, tu fai del tutto per evitarlo. Non gli hai rivolto lo sguardo neppure una volta. Io non so che cosa sia successo tra voi due, ma…

 

- Quando tuo fratello un anno fa arrivò a Digiworld- lo interruppe Miya- l’essenza digitale di Lucemon non si era ancora del tutto stabilizzata, e quel suo lato gentile ed altruista, anche se minacciato dalle tenebre, era lì, sempre presente. E durante quel breve periodo, tuo fratello mi ha insegnato tanto. Ma quando l’essenza di Lucemon è diventata più forte, il lato gentile ed altruista sparì. E ben presto mi ritrovai con una persona del tutto differente. Tuttavia… - Miya si fermò solo un attimo, ma proseguì poco dopo, nello stesso momento in cui i suoi occhi si posarono in direzione di quelli di Kouji- Anche se lui non si ricorda più di me, io sono ugualmente felice di sapere che tuo fratello sia ritornato ad essere quel ragazzo così gentile che un tempo ho voluto bene. – Lo sguardo della ragazza si era velato impercettibilmente, e la stessa Miya sperò che Kouji non se ne accorgesse. Quest’ultimo, da bravo osservatore, lo aveva intravisto, tuttavia, forse per non appesantire la situazione, aveva preferito tacere. Ci fu una cosa che Kouji però non riuscì proprio a tenersi dentro.

 

- Dovresti dirglielo. – le dichiarò, fissandola dritta negli occhi. – Non posso assicurarti che lui riuscirà a ricordarsi di te, però…

 

Miya lo batté sul tempo: - Lasciamo le cose come stanno. E’ meglio per entrambi, credimi.

 

Kouji si alterò abbastanza.

- Ma perché?! Preferisci soffrire, forse?

 

Miya volse uno sguardo al cielo: - Avevi ragione. – fece, ma l’altro titubò un secondo. -Sono davvero un tipo difficile.

 

- E misterioso. – aggiunse il giovane. – C’è forse qualcos’altro che dovresti dirmi, non è vero?

 

Miya fece spallucce come per dire “chissà!”, ma non accompagnò quel movimento con nessuna parola. Kouji scosse il capo: Tentare di capirla, era un’impresa più che ardua!           

 

 

                            

                                  **********

 

 

Nel Continente Oscuro, anche se il cielo, nero come non mai, non lo lasciava neppure intravedere, era sorto il sole.

I Digiprescelti avevano da poco finito di fare colazione con dei frutti raccolti da Bokomon nei pressi di un albero lì vicino. Izumi si era recata insieme a Miya verso la riva del ruscello, per rinfrescare un po’ i loro visi.

 

- E’ freschissima! – esclamò la biondina, non appena l’acqua le bagnò la faccia. – Ci voleva proprio, vero? – disse in seguito rivolta all’altra, e quest’ultima, con il volto ancora bagnato annuì. Izumi le allungò con un sorriso un fazzolettino di cotone bianco, asciutto e pulito. La mora titubò per qualche istante, la sua mano non sapeva per l’esattezza che cosa fare. Poi, decise di lasciarsi andare, ed afferrò quel quadrato di stoffa.

 

- Grazie. – riuscì incredibilmente a dire, non senza provare imbarazzo.

 

- Prego! – le rispose cordialmente la prescelta del vento, continuando a sorridere con allegria.

In qualche modo la chiacchierata con Kouji, a Miya era servita parecchio. Adesso si sentiva più libera, anche se tuttavia restava la solita asociale di sempre.

Le ragazze raggiunsero il gruppetto dei loro compagni, che nel frattempo sul terreno avevano tracciato qualcosa.

 

- Mmh… sembra un piano di battaglia. – appuntò Izumi, flettendo il busto in avanti per avvicinare meglio il viso. Poi quasi inorridì: - Questa specie di farfalla, sarebbe Fairymon?!

 

- Esatto! Non trovi anche tu che le assomiglia moltissimo? Merito del sottoscritto! – Takuya si batté una mano in petto, orgoglioso della sua opera.

Al contrario, Izumi si portò una mano sulla fronte, e in seguito scosse il capo.

 

Miya si fece presto avanti: - Ti ricordo che le vostre attuali Digievoluzioni vi saranno totalmente inutili. Per non correre rischi, dovrete ricorrere alla trafrormazione Ancient.

 

- Certo, questo lo so, ma siccome non posso prevedere quale forma assumeremo una volta eseguita la nuova trasformazione, ho usato le sagome della Digievoluzione Spirit. Semplice! – appuntò il padrone del fuoco, con una risposta corretta.

 

- Ascoltatemi tutti- irruppe la voce di Kouji, facendo in modo che gli altri gli prestassero attenzione- Le Sette Torri che proteggono l’abisso sono disposte in questo preciso ordine: Nord, Sud, Est ed Ovest. – illustrò, indicando le zone con la punta di un ramoscello- Seguendo i punti cardinali, esattamente ne troviamo 2 a Nord, 2 ad Est, 2 ad Ovest, e solamente una a Sud. Quindi, essendo la parte Sud quella più sguarnita, è evidente che tutti gli attacchi nemici inizieranno proprio da lì. Per la precisione, ognuno di noi dovrà occuparsi di proteggere una torre. Ecco lo schema che dovremo adottare: Junpei e Tomoki si occuperanno delle torri Ovest, Takuya e Izumi andranno verso le Est, Koichi e Miya a Nord, mentre io mi occuperò della torre sud.

 

- Niente affatto! – tuonò Miya seduta stante- La torre sud la proteggo io.

 

- E’ deciso, ormai. Lo schema non si cambia. – sentenziò Kouji, all’apparenza sembrava inamovibile.

 

La Digiprescelta dell’oscurità non ebbe nessun problema a ribattere. – Prova a fermarmi, allora. – disse soltanto, mentre estraendo il suo D-scan si trasformò in un lampo nella lady dai lunghi capelli argentati.

 

Ladydevimon spiccò il volo, Kouji le urlò di tornare indietro, ma Miya non avrebbe mai preso ordini da nessuno, e così, la figura longilinea del Digimon scomparve all’orizzonte, diretta verso la torre sud.

 

- Non sarà troppo pericoloso per lei? Si ritroverà completamente sola… - fece Tomoki, sfoggiando un tono inquieto.

 

Kouji sospirò. L’amico aveva ragione. Perfino Junpei sembrava avere un’aria preoccupata. Tuttavia, Izumi presa la parola: - Diamole fiducia. E’ un tipo davvero in gamba!

 

Takuya si portò entrambe le mani sui fianchi.

- Beh, che ne dite di andare? – propose. Il resto del gruppo annuì. Si divisero così in tre gruppi composti da due persone, ognuno dei quali avrebbe raggiunto la propria postazione. Prima di separarsi, i Digiprescelti si rivolsero a vicenda lo sguardo.

Con quel suo modo di fare, Takuya fu il primo a parlare, dichiarando a gran voce ciò che in realtà pensavano tutti.

- Coraggio Digiprescelti! Proteggiamo ancora una volta Digiworld!

 

E dopo quelle parole, tutti annuirono in coro con un gioviale ed energico: -Sì!    

 

 

 

________________________________________________ 

 

 

 

 

 

Dopo più di un anno d’assenza eccomi qui, pronta a riprendere in mano le redini di una delle mie primissime fanfiction, e ad aggiornare.

FINALMENTE!!!

Non posso per ovvie ragioni cavarmela chiedendo semplicemente scusa, perché il ritardo è davvero mostruoso, e purtroppo non potrò avere di certo perdono da tutti voi…

Ci sono stati una serie di problemi che mi hanno tenuta lontana da Insert Coin, per un periodo di tempo sentivo il bisogno di staccare, di dedicarmi ad altro, l’ho fatto, adesso va sicuramente meglio, almeno per ora, per cui eccomi qua! ^__^

Sappiate che sono tornata, e questa volta per completare definitivene la fanfic! A dire il vero l’ho già finita, devo solo rileggermi gli ultimi due capitoli, tutto qui.

Detto questo, ci tenevo particolarmente a ringraziare una persona: Elinashine, ovvero l’ultimo utente che ha lasciato una recensione alla storia.

Non so se ora starai leggendo queste righe, però volevo semplicemente ringraziarti! Ciò che hai scritto, soprattutto a distanza di tempo, quando ormai non aggiornavo più, mi ha reso una persona felice!

Detto questo, abbraccio il resto delle persone che continua ad aggiungere la storia ai preferiti e tutti colori che da tempo mi lasciano commenti!

 

Sempre con affetto,

Botan

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Verso le torri ***


Dopo circa un’ora di marcia, Junpei e Tomoki erano finalmente giunti ai piedi delle due torri Ovest

                                         Capitolo 23
________________________________________________

 

 

 

Dopo circa un’ora di marcia, Junpei e Tomoki erano finalmente giunti ai piedi delle due torri Ovest.

Junpei le squadrò attentamente, partendo dal basso fino ad arrivare su quella cima che si stagliava lassù nel cielo.

 

- Un gran bel colosso! – commentò, con un’aria estasiata.

 

Tomoki rettificò all’istante: - Un gran bel problema! – disse, dopodichè puntò l’indice in avanti.

Il padrone del tuono si voltò. Ciò che vide lo fece deglutire paurosamente.

 

- Non è possibile! – strepitò, osservando un massiccio plotone di Metalridermon, avanzare minacciosamente verso di loro– Sono già qui! Che sfortuna!

 

- Fortuna, vorrai dire! Siamo arrivati comunque prima di loro. – Tomoki afferrò il suo D-scanner, in seguito fissò l’amico dritto in faccia- Pronto?

 

Junpei annuì secco: - Prontissimo!

 

In quello stesso momento, a Nord, i due gemelli si erano posizionati ognuno a capo della propria torre.

- Tra non molto arriveranno. – affermò Kouji, in direzione del fratello, mentre aspettava con una certa impazienza l’arrivo della flotta nemica.

 

- Sei agitato, eh?

 

- Niente affatto! – replicò il padrone della luce, assumendo l’aria di colui che non aveva paura di nulla.

 

Kouichi sogghignò: - Allora sei agitato per Miya! – dichiarò eclatante. Il gemello gli lanciò un’occhiataccia.

 

- Quella ragazza è troppo complicata per me. – sentenziò secco, e sembrò davvero inamovibile.

 

Kimura sospirò e scosse il capo. – Ho capito tutto. – disse, e Kouji lo fissò con uno sguardo questa volta trepidante. In un certo senso temeva che a suo fratello gli fosse tornata la memoria. Anche se sembrava un’ipotesi praticamente irreale. Poi si tranquillizzò non appena ebbe risposta: - Ti ha respinto, non è così?

Kouji non avrebbe mai voluto passare per il classico tipo a cui una ragazza gli aveva detto “no”.

Tuttavia, non poteva di certo raccontare al gemello la verità. Si girò dalla parte opposta, senza fiatare. Aveva messo il broncio, ma ciò che vide in un secondo momento con i suoi occhi, trasformò quella smorfia crucciata in sgomento.

 

- Kouichi! – esclamò, richiamando l’attenzione del fratello. Dopodichè i due afferrarono contemporaneamente i D-scan, pronti a combattere contro il nemico.

 

Ad Est, le due maestosi torri attendevano con trepidazione i loro difensori.

Takuya ed Izumi erano in lieve ritardo rispetto agli altri. Da quando i due avevano ordinato a Bokomon e Neemon di restare indietro per trovarsi un nascondiglio, Takuya aveva fatto un po’ di confusione con le indicazioni fornitegli dal Digimon con la pancierina rosa, e non ricordava più il tragitto da percorrere.

 

- Sembra che tu abbia smarrito la strada…- commentò Izumi, alzando il sopracciglio destro, con una vocina pericolosamente alterata.  

 

- Sembra! – rettificò lui, alla svelta- Ma non è così!

 

- Sarà- premise la biondina, con due mani poggiate sui fianchi- Ma ho come l’impressione che stiamo girando in tondo… - poi sollevò gli occhi al cielo, nella speranza di intravedere la cima delle due torri, ma la fitta boscaglia glielo impedì. – Avremmo dovuto prendere l’altro sentiero… Quello che non finiva in questa foresta.

 

- Ci sarebbe voluto più tempo per raggiungere le torri. – precisò Takuya.

 

- Ma in questo modo ne stiamo impiegando il doppio! – commentò stizzita Izumi, e con tono seccato aggiunse – Fortuna che avevi detto di avere un ottimo senso dell’orientamento…!

 

Takuya si sentì subito buggerato.

- Ho solo fatto un po’ di confusione! Capita a tutti, no? E poi, durante il tragitto non hai fatto altro che ripetermelo… Mi hai deconcentrato!

 

- Stai forse dicendo che se ci siamo persi la colpa è mia?! – replicò a tono la ragazza, folgorando Takuya con uno sguardo.

 

Quest’ultimo fece altrettanto.

 

- Non ci siamo persi! 

 

- Ah no? Beh, è da mezz’ora che vaghiamo in mezzo a questa boscaglia… Se non ci siamo persi, allora mi spieghi che cosa sta succedendo? – Izumi si piazzò entrambe le mani sui fianchi e lo sfidò in viso con un’occhiata torva. Fu in quello stesso attimo che la ragazza si accorse che Takuya non la stava minimamente fissando. Il giovane sembrava puntare una zona precisa.

 

 -Hey, ma mi stai ascoltando? – borbottò la ragazzina bionda. Poi seguì anch’ella lo sguardo dell’amico senza capirci granché. – Si può sapere cosa stai fissando? Io non vedo niente!

Senza neppure rendersene conto, Izumi scoprì che Takuya stringeva nella mano destra il Digivice. – Che sta succedendo, Takuya? – domandò infine, con lieve tremore.

Qualcosa non andava. E forse il ragazzo lo aveva già da tempo intuito.

 

- Tieniti pronta. – le disse, poi avanzando si portò d’innanzi a lei come per invitarla ad indietreggiare.

Izumi prese il proprio digivice, ma fu in quello stesso attimo che si udì nell’aria un fruscio.

Davanti ai ragazzi si materializzò una figura.

Un esserino piccolo, bianco e simpatico.

Izumi trasalì.

- Nyaomon! – esclamò, ma quando fece per correrle incontro, una mano la trattenne lì. – MaTakuya! – si lamentò svelta la biondina.

 

Per l’esattezza, la piccola Nyaomon era sparita dal giorno in cui i ragazzi avevano affrontato Kouichi, e per di più, senza lasciare taluna traccia.

A Takuya quel piccolo esserino non era mai piaciuto. E c’era un motivo particolare.

- Ti manda Icedevimon, non è vero? – tuonò imperterrito il ragazzo, senza staccarle lo sguardo di dosso. Izumi lo fissò perplessa. - Parla! – insisté ancora, e finalmente il Digimon emise un leggero gemito.

 

- Io… - disse semplicemente, nel momento in cui una mano fredda e gelida la agguantò azzittendola.

 

- Icedevimon…!? – scandirono in coro i due umani non appena videro d’innanzi ai loro occhi colui che fin ora gli aveva arrecato soltanto una marea di guai.

 

- Non ti facevo così intelligente, mio caro ragazzino! – sibilò il glaciale essere. – Ad ogni modo, l’ora dei giochi è finita già da un pezzo, per cui adesso possiamo anche smetterla, non ti pare?

 

- E allora facciamolo! Lascia in pace Digiworld e ritira subito le tue truppe!

 

- Per darla vinta a te? – Icedevimon sogghignò- Non sono queste le mie intenzioni, anzi! E poi, vuoi che smetta proprio adesso? Proprio ora che quella ragazza mi è in pugno?

 

Takuya si girò verso Izumi.

La Digiprescelta aveva un colorito pallido, e tremava. Sembrava quasi avere freddo. Molto freddo.

- Izumi?! – esclamò, con fare allarmato – Cos’hai?!

 

- Mi sento strana… ho… freddo.-  rispose a malapena.

Takuya si voltò ancora di scatto verso il bianco essere.

 

- Cosa le hai fatto?!fece per andargli incontro, ma la creatura lo fermò.

 

- Se ci tieni a quella ragazza, faresti meglio a non avvicinarti! – poi diede una forte stretta alla la piccola Nyaomon imprigionata tra le sue dita, e a quel punto Izumi cadde a terra urlando. Più la stretta sul piccolo esserino aumentava, più la ragazza del vento stava male. Sembrava provare in un certo senso lo stesso dolore di Nyaomon. – La vita di quella ragazza è indissolubilmente legata a quella di questo misero e fragile esserino. – rivelò Icedevimon, sconvolgendo in pieno Takuya. – Nyaomon è stata creata utilizzando un capello di Izumi. E’ parte di lei, e se dovesse accadere qualcosa all’una, innegabilmente succederà qualcosa anche all’altra. Non trovi che sia una trovata geniale?

Izumi si teneva la testa tra e mani. Le sembrava scoppiare. Stava male, era più che evidente. E questo per Takuya non era per niente geniale.

 

- Smettila! – urlò il ragazzo, affinché interrompesse la stretta su Nyaomon.

 

- Supplicami! – ordinò l’altro, e poi ancora spudoratamente pretese – In ginocchio!  

 

Il padrone del fuoco serrò gli occhi in due fessure strette. Avrebbe tanto desiderato spaccargli la faccia, ma le grida dell’amica lo fecero tornare con i piedi per terra.

E così, Takuya si chinò verso il suolo. Poggiando le mani a terra, abbassò il capo implorando al nemico di fermarsi. Quest’ultimo lo fece, e non appena la piccola Nyaomon riprese colore, anche Izumi si sentì meglio.

 

- A quanto pare, ho un nuovo cagnolino! – scherzò il malvagio Digimon, poi scoppiò a ridere. Ma quasi subito, avanzò un’altra pretesa: - Consegnami il tuo Digivice!

 

Takuya alzò di scatto il capo, gli gettò uno sguardo rabbioso. Come poteva fare una simile cosa? Quell’aggeggio per lui significa tanto. Ma di certo c’era una cosa molto più importante di qualsiasi altro Digivice: e questa era Izumi. Per il suo bene, doveva a tutti i costi restare al gioco. Doveva… obbedire.

Così, si alzò da terra con l’intenzione di eseguire l’ordine, ma qualcosa lo trattenne.

La padrona del vento lo teneva stretto per l’avambraccio.

- Non provarci nemmeno! Non te lo permetto, Takuya! – si ribellò, cercando di tenerlo fermo.

 

Senza neppure voltarsi, il giovane dichiarò con voce rauca: - Ha vinto lui, Izumi.

 

La giovane scosse con rabbia il capo.

- Niente affatto! Non sei obbligato a fare ciò che ti dice! Io resisterò, starò bene, ma tu puoi ancora vincere!

 

- Ma se ciò accadesse, perderei te. – le rispose, con una semplicità unica.

Izumi sentì le lacrime salirle agli occhi. Provò un profondo senso di tristezza. Si sentì… inutile.

 

- Takuya… - riuscì a dire soltanto, ma non sapendo come proseguire, azzittì.

In quello stesso momento, all’improvviso, si udirono le urla di Icedevimon.

Nyaomon lo aveva morso alla mano, ed era riuscita così a liberarsi.

Volò dritta tra le braccia di Izumi che la accolse per darle protezione.

Takuya si parò davanti alle due con il D-scanner sguainato. Ma quando fece per pronunciare la fatidica frase che gli avrebbe permesso di digievolvere, tutto restò come prima.

 

- Ma che…?! – scosse il digivice, riprovò ancora una volta ed ottenne lo stesso risultato.

 

- Forse cambia la formula? Ti ricordo che ora possiamo utilizzare solo la Digievoluzione Ancient. – gli spiegò in fretta Izumi.

In un battibaleno il padrone del fuoco riformulò la fatidica frase, questa volta utilizzando la parola “ancient” al posto della “spirit, ma ci fu ancora silenzio.

 

- Razza di sciocco! – tuonò imbestialito più che mai il malvagio IcedevimonPuoi avvalerti della trasformazione solo se una delle sette torri si trova a poca distanza da te! E tu, mio caro, sei fuori portata!

 

A Takuya sembrò per un istante di gelare. Lui ed Izumi si guardarono in volto.

E adesso? Che cosa avrebbero fatto per contrastare la potenza del nemico?

Quest’ultimo non gli diede il tempo di pensare: si lanciò subito all’attacco, senza farsi sfuggire la preziosa occasione.

 

Takuya cercò di indietreggiare, prese Izumi per mano, tremavano entrambi. E fu a quel punto che, durante il trambusto, Nyaomon si liberò dall’abbraccio della ragazza e volò via per pararsi davanti a loro.

Una luce la avvolse, un bagliore illuminò quel luogo buio per pochi istanti, e, al posto di quella piccola palla di pelo bianco, apparve una figura maestosa, dalle fattezze simili a quelle di un grosso felino bianco con le ali.

 

Shinkomon, era questo il nome della digievoluzione di Nyaomon.

 

- E’… è bellissima! – esclamò Izumi, mentre la guardava con occhi incantati.

 

Icedevimon cercò di attaccare i due umani, ma l’enorme felino digitale lo scaraventò all’indietro con un attacco scaturito da uno dei suoi possenti ruggiti.  

 

- Andate via! – gli ordinò. Avrebbe tenuto a bada lei il nemico, coprendo la fuga ai due ragazzi.

 

- Non se ne parla nemmeno! – reagì alla svelta Takuya- Non puoi combattere! Se ti fai male, anche Izumi sentirà il tuo dolore!

 

- Ora non più. Se resto in questo stadio, la simbiosi che c’è tra me e lei si annulla.

 

- Ma non possiamo lasciarti qui! – insisté la biondina. – Lui… è troppo forte per te!

 

- Il mio compito ora è quello di proteggervi. Dovete salvare Digiworld, questa terra ha bisogno di voi!

Icedevimon nel frattempo si era rialzato. Arrabbiato come non mai, volò dritto sulla possente corporatura di Shinkomon, e con violenza affondò quei suoi gelidi artigli sul bianco dorso del felino.

 

- Shinkomon! – urlò Izumi, avrebbe voluto aiutarla, Takuya la trattenne a stento. – Shinkomon, vieni via! – la supplicò, con le lacrime agli occhi.

 

Il felino girò il capo verso di lei, sorrise.

- Grazie di cuore, Izumi. Senza di te non sarei mai nata! – il corpo del Digimon cominciò pian pianino a sgretolarsi. Gli artigli di Icedevimon avevano fatto centro, oramai c’era ben poco da fare.

Questo Takuya lo intuì subito. Così, afferrando Izumi per mano, la portò via, di corsa, per allontanarsi da quel posto.

Grazie al sacrificio di Shinkomon, i due riuscirono a guadagnare tempo, finché, per riprendere fiato furono costretti a fermarsi, ma… le lacrime della ragazza, quelle no, non smisero di cadere copiose.

Takuya la strinse forte, anch’egli aveva lo sguardo lucido.

Tutto ciò che adesso voleva, era una cosa soltanto: sconfiggere Icedevimon e liberare Digiworld.

Poi scostò una ciocca di capelli dal viso di Izumi.

 - Questa terra ha bisogno di noi, giusto? – disse, citando le stesse parole di Shinkomon- E allora non facciamola aspettare e diamo il meglio di noi per salvarla!

 

Izumi lo guardò in viso. E con gli occhi ancora lucidi, annuì con decisione.    

Dopodichè i due si voltarono, e videro le famigerate torri che li stavano aspettando.

Adesso, finalmente, era giunto anche il loro turno.

 

Nello stesso momento, Kouji, Kouichi, Junpei e Tomoki avevano scoperto di avere un problemino alquanto fastidioso.

Proprio come successo a Takuya, anche loro non erano stati in grado di digievolvere.

Così, Junpei e Tomoki avevano contattato mediante i loro D-scanner i due gemelli, per richiedere aiuto. Sfortunatamente non ottennero nulla.

I quattro si trovavano nella medesima condizione. Inoltre Kouichi si era sporto per vedere se Izumi e Takuya fossero giunti a destinazione, ma a guardia delle torri non vide nessuno.

Kouji afferrò il digivice e si decise a contattarli.

 

Fu quello di Takuya a rumoreggiare. Intravide una lucina sotto lo schermo, poi premendo un tasto, proprio come se fosse un atipico walkie talkie rispose.

 

- Era ora…! – brontolò una voce. Quella di Kouji. – Dove siete? – chiese poi, esibendo un tono piuttosto nervoso.

Takuya si guardò intorno. Le torri erano a circa 100 metri da loro.

- Siamo quasi arrivati.- affermò, poi insospettito da quella chiamata improvvisa, si sentì quasi il dovere di chiedere- C’è qualche problema?

 

Dall’altro lato ci fu una lunga pausa.

- Non uno… - antepose il moretto col codino- bensì 1000 problemi. I Metalridermon stanno per invadere il nostro settore e quello ad Ovest, ma nessuno dei nostri digivice funziona.

 

- Anche il vostro?!Takuya sbigottì. Com’era possibile? I suoi compagni si trovavano praticamente sotto le torri, e stando alle parole di Icedevimon, loro non avrebbero dovuto avere problemi nell’effettuare la trasformazione. Tra un pensiero e l’altro, nello stesso momento lo schermo del D-scan si illuminò. Sia Izumi che Takuya lo fissarono con stupore. Kouji e Kouichi fecero la stessa identica cosa, dato che anche i loro avevano presero a luccicare insieme a quelli dei restanti due di Junpei e Tomoki.

Comparve in quel piccolo riquadro la sagoma di Ophanimon.

I sei umani pronunciarono in coro il suo nome.

 

- Dovete riunirvi al più presto – premise, il segnale era debole, sembrava cadere da un momento all’altro- Soltanto così la digievoluzione Ancient vi sarà possibile.

 

- Cosa?! – tuonarono in coro Kouji e Junpei, certamente i più irrequieti. Tomoki si limitò a deglutire non appena intravide la folta schiera di nemici oramai varcare le porte ed accorciare la distanza.

Takuya ed Izumi si guardarono dritti in faccia. Dovevano raggiungere la torre e ricongiungersi al resto del gruppo. E non c’era tempo da perdere. Toccava farlo subito.

 

Kouichi fece notare al fratello che ormai di tempo ne restava davvero poco.

 

- Takuya- disse il padrone della luce, con voce tremante- sbrigati. – fece solo in tempo a dire, dopodichè la comunicazione crollò giù di colpo. 

  

 

  ________________________________________________ 

 

 

 

 

 

Avviso importante! Questo è il penultimo capitolo della fanfiction, quindi nel prossimo, il numero 24, ci sarà FINALMENTE l’epilogo!

A prestissimo!

Botan

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Se i vostri cuori lo vorranno ***


Mancava poco, ormai

                                        Capitolo 24
________________________________________________

 

 

 

Mancava poco, ormai.

Tomoki aveva iniziato a sbattere i piedi in terra, con fare nervoso. Junpei guardava ogni 2 secondi l’orologio da polso, e per quanto riguarda i due fratelli, ognuno dei due si alternava di continuo per guardare l’orizzonte, nella speranza di riuscire ad intravedere gli ultimi due Digiprescelti che mancavano all’appello.

E proprio quest’ultimi, correvano a perdifiato, senza perdere di vista il punto d’arrivo.

Dovevano arrivare a destinazione, ma dovevano farlo nel più breve tempo possibile.

 

- Junpei…- disse Tomoki, l’amico si girò verso di lui- Se mai dovessi morire, ricorda che sei stato un ottimo compagno d’avventura. – fine la frase con un’espressione seria, tanto da farlo sembrare molto più grande della sua età.

 

Il padrone del tuono gli posò due mani sulle spalle: - Vedrai che quello scapestrato di Takuya arriverà in tempo, portando con sé ovviamente la dolce Izumi!

 

Tomoki sospirò, di seguito i suoi occhi caddero sul plotone di Metalridermon d’innanzi a loro. Avevano iniziato a sguainare le armi.

Era solo questione di minuti.

 

Kouji nello stesso momento si era fermato ad osservare il sud.

Il fratello, senza poi tanti complimenti, aveva già intuito il perché di quel gesto.

- Lei può digievolvere, ricordi? Sono sicuro che saprà cavarsela. – gli disse, riferito chiaramente alla giovane Miya.

 

Poi il padrone della luce si sporse verso Ovest. Junpei e Tomoki erano nei guai molto più di loro due. Fece un passo in avanti con l’intento di raggiungerli, ma fu in quell’attimo che Kouichi lo bloccò: - Eccoli! – esclamò a gran voce, mentre osservava Takuya ed Izumi mettersi sotto le torri dell’Est e prendere posizione.

 

- Heeey! – vociò Takuya, sventolando in aria una mano, per farsi sentire.

 

- Era ora! – rispose Kouji, anch’egli parlando ad alta voce.

 

Junpei si portò le mani ai lati della bocca: - Takuyaaa! Che tu sia maledettooo!!! – strepitò furibondo, ma infondo fu felice almeno per una volta di vederlo insieme ad Izumi.

Il Digiprescelto del fuoco portò il pollice all’insù, e quello fu l’ok definitivo che servi all’intero gruppo per far comprendere una cosa soltanto: dare il via alla battaglia.

 

Alzarono in aria i D-scan, e tutti insieme, in un unico coro, dissero a gran voce:

- DIGIEVOLUZIONE ANCIENT!!!   

 

Una cascata di scintille scaturì dai Digivice dei ragazzi. Una miriade di luci colorate dal bagliore inimmaginabile, avvolse uno per uno ognuno di loro.

Bagnati da una spirale digitale di puro splendore, i loro corpi iniziarono mutare e, quando la luce di quella mirabolante trasformazione finì, comparvero loro, gli Ancient.

 

- ANCIENTGREYMON!!!

 

- ANCIENTGARURUMON!!!

 

- ANCIENTIRISMON!!!

 

- ANCIENTMEGATHERIUMON!!!

 

- ANCIENTBEETMON!!!

 

- ANCIENTSPHINXMON!!!

 

Le sei leggendarie creature Ancient, imponenti come non mai, si apprestarono a sguainare le armi.

La battaglia era appena iniziata.

 

AncientGreymon sbaragliò con un colpo solo una fila intera di Metalridermon, con uno dei suoi attacchi: il Gaia Tornado.

 

AncientBeetmon non fu da meno, e per proteggere la propria torre, sbaraglio il nemico con un sussultante Terra Blaster.

 

AncientIrismon aprì le danze con una magnifica e a dir poco sfavillante Rainbow Symphony, mentre il possente AncientMegatheriumon scaraventò sui nemici un Great Snowplow da paura.

 

Attaccarono all’unisono AncientGarurumon ed AncientSphinxmon con, rispettivamente, Sharpness Claymore e Dark Blast.

 

Fu uno spettacolo unico vederli lottare. Ogni loro attacco lo era.

Vortici infuocati, fendenti di luce, fasci arcobaleno, ed ancora terremoti possenti, tempeste di neve e colpi di fasci oscuri… Questo e molto altro ancora furono in grado di mostrare.

 

E per il nemico, naturalmente non ci fu scampo. Caddero a terra uno dopo l’altro, ogni Metalridermon venne sconfitto, e così da oltre 1000 creature, il numerò calò a 100, poi a 10, e l’ultimo di loro finì per essere annientato da AncientGarurumon che, riponendo lo spadone, pose fine al combattimento.

La landa era deserta, ogni nemico era stato annientato, ma qualcosa a Takuya non quadrava.

Si guardò attorno con fare circoscritto, dopodichè gli altri antichi guerrieri lo raggiunsero.

Riacquistarono uno ad uno le proprie sembianze.

 

Tomoki si guardò le mani, incredulo. – La forma Ancient è… è

 

- E’ una forza! – continuò Junpei, con lo sguardo brillante.

 

- Avete visto i miei attacchi? – commentò Izumi, con una voce estasiata, sognante.

 

- Sono uno spettacolo! – affermò Kouchi, trovandosi anch’egli d’accordo.

 

Mentre il chiacchiericcio dei quattro si faceva sempre più incalzante, Kouji notò che in Takuya c’era qualcosa di strano. Se ne stava in silenzio, sembrava quasi attendere l’arrivo di qualcosa.

 

- Che hai?

 

- Non te ne sei accorto?

 

Kouji si guardò intorno. – Non vedo nulla di strano.

 

- Appunto. Non c’è nulla di strano, non c’è… - fece una pausa, poi finì secco- nulla.

 

A quel punto l’amico afferrò il concetto.

- Troppo facile, dico bene?

 

- Già… se ripenso allo scontro con Lucemon, questo qui mi fa un baffo. – Il padrone del fuoco storse il naso – Credo che sia meglio non abbassare la guardia.

 

Kouji si trovò d’accordo.

 

- Hey, ma Miya? – disse ad un tratto Izumi, mentre si guardava attorno con fare confuso. – Perché non è qui?

 

- Non c’è più nessun Digimon nei paraggi. Perché continua a restarsene a sud? – commentò Junpei, come suo solito un po’ acido.

 

Guardarono verso il fondo, verso sud. Videro la torre, ma non la ragazza che, con molta probabilità, si trovava alle spalle del pinnacolo.

 

- Andiamo a controllare. – propose Kouji, e fu il primo ad incamminarsi.   

 

 

Giunti sul posto, si accorsero da subito che qualcosa non andava.

Il luogo era deserto. Della bruna dagli occhi di ghiaccio nemmeno l’ombra.

 

- Ma dov’è?! – esclamò Takuya, preso alla sprovvista.

 

- Miya! Miya! – la chiamò Izumi, mettendosi le mani ai lati della bocca per fare eco.

 

Junpei non poté fare a meno di borbottare.

- Lo sapevo io che non c’era da fidarsi di lei!

 

Poi ad un tratto fu Kouichi a fare la scoperta.

- Guardate! – esclamò, puntando in alto il dito. Gli altri lo seguirono con lo sguardo e… fu sgomento.

 

Si scorsero due puntini in alto nel cielo. Uno nero, l’altro bianco.

Poi, quello nero calò improvvisamente giù, stava precipitando.

Quando fu più vicino alla terra, tutti si resero conto che in realtà quella che stava precipitando verso il suolo era il corpo esamine di Ladydevimon.

 

- Ma che sta succedendo?! – strepitò Tomoki in preda all’agitazione. - Dobbiamo fare qualcosa, oppure si schianterà!

 

Izumi afferrò di corsa il Digivice. – Ci penso io! – affermò in tutta fretta, ed infine urlando la fatidica frase, si trasformò nella maestosa AncientIrismon. La creatura spiccò un salto verso il cielo con uno sprint eccezionale. Dopotutto, era pur sempre la padrona dei cieli, e nessuno poteva volare più in alto e più veloce di lei.

Infatti, afferrò Ladydevimon che, in quello stesso istante riprese le sembianze di Miya, e la riportò a terra sana e salva.

 

Gli altri non ebbero neppure il tempo di avvicinarsi a lei. Una pioggia di ghiaccio li investì in pieno, e dal cielo venne giù qualcuno che Takuya conosceva molto bene.

 

- Tu?! – tuonò il ragazzo, mentre si copriva il capo con le mani.

 

Icedevimon, proprio lui.

Ancora lui.

Quando la pioggia cessò, il glaciale essere non perse tempo: scagliò uno dei suoi fasci congelanti in direzione di Kouichi. Kouji lo intercettò in tempo, e per proteggere il fratello, cercò di fargli scudo col proprio corpo. Ci riuscì, ma…

Accadde ciò che nessuno mai si sarebbe aspettato.

Il ragazzo fu spinto per metri, e finì diritto nell’Abisso delle anime perdute.

 

Takuya e gli altri restarono a bocca aperta.

Kouichi scosse il capo, poi improvvisamente cominciò a correre, sempre di più, sempre più forte in direzione del precipizio. Junpei lo seguì a ruota, e non appena il giovane Kimura fu così abbastanza vicino dall’orlo del baratro, lo prese per il braccio.

 

- Fermo! Sei impazzito?! – disse il padrone del tuono, strattonandolo via da lì.

 

- Lasciami andare! Io devo…- riuscì solamente a dire. La rabbia gli bloccò le parole in gola.

 

In quello stesso attimo, AncientIrismon svanì, ed Izumi riprese le sue sembianze.

Se anche uno di loro mancava all’appello, la Digievoluzione non era possibile.

 

Takuya dapprima rimase ad osservare Kouichi che si dimenava disperato, urlando il nome del fratello a singhiozzi, poi, con la rabbia che gli accecava lo sguardo, diresse i suoi occhi in direzione di Icedevimon.

 

- Io…- disse, le mani gli tremavano, era sul punto di urlare, e lo fece- Io ti distruggerò!!! – dichiarò con quanto più fiato avesse in gola.

 

Dalla parte opposta, il bianco Digimon scoppiò a ridere.

- E come pensi di riuscirci? Ora sei solo un misero umano…! Tutti voi lo siete! – spalancò le braccia, in segno di gloria, ed il suo corpo cominciò ad assorbire potere da ognuna delle Sette Torri.

Da bianco, il corpo di Icedevimon si tinse di nero. E poi, ad un tratto il suo corpo iniziò a mutare.

Un turbinio lo avvolse per intero, i Digiprescelti arretrarono per evitare di essere travolti.

Il vortice si moltiplicò, triplicò, divenne enorme. Il cielo si squarciò in due, la terra tremò violentemente, ma quando essa cessò di farlo, quando il forte vento oscuro e quei fasci neri come la pece svanirono, fece la sua entrata in scena il vero nemico di tutto lo scontro.

Rivestito da una lucente quanto impenetrabile armatura tinta di nero con articolati decori dorati, aveva un lungo mantello dello stesso colore, e tra le mani stringeva una lancia dalla punta acuminata e tagliente.

 

Takuya, Junpei, Izumi, Tomoki e Kouichi lo guardarono dal basso verso l’alto.

Una creatura così, non l’avevano mai vista prima d’ora.

Cosa avrebbero potuto fare un gruppetto di comuni esseri umani, senza effettuare nessun tipo di Digievoluzione?

 

Fu in quell’istante che Takuya, nel ricordare un flash back, si rese conto con chi avevano a che fare.

- Quello… - disse dapprima, e stentava perfino lui a crederci per davvero- quello è Darukumon!

 

Gli altri annichilirono.

Poi uno ad uno ricordarono anche loro di averlo già visto nel castello di Ophanimon, in una delle pagine di un libro che l’angelica creatura aveva loro mostrato.

 

- Questo è un problema. – commentò Tomoki, ma in realtà non sapeva proprio cosa dire. Poi si corresse da solo- Questo è un gran bel problema.

 

Fu in quell’istante che Miya, nel riprendere i sensi si rese conto della situazione.

Pronunciò il nome della creatura per ben due volte: la prima a voce bassa, poi prendendo coscienza di ciò, quel nome finì per urlarlo.

 

- Calmati Miya! – le fece Izumi, per tranquillizzarla. C’era però ben poco da fare. La situazione sembrava essere più nera di una notte senza luna.

 

- E adesso? – disse il padrone del ghiaccio.

 

Takuya deglutì. Per la prima volta non sapeva come rispondere, cosa dire o fare.

Il destino di quei giovani umani sembrava oramai segnato.

Tuttavia, proprio davanti a loro, si materializzarono i tre Digimon angelici, pronti a dare un valido aiuto.

 

- Ophanimon, Cherubimon Seraphimon?! Cosa ci fate qui?! – chiese Izumi, sorpresa nel vederli.

 

- Siamo venuti per riportarvi indietro.

 

- Dobbiamo andarcene da qui.

 

- Useremo il teletrasporto! – dissero i tre. – Coraggio, non abbiamo molto tempo! – affermarono, tuttavia nessuno del gruppo si mostrò propenso ad andare con loro.

 

Fu Takuya a parlare per primo.

- Non possiamo. – fece, poi guardò Kouichi – Noi non possiamo abbandonare un amico. – dichiarò, riferendosi a Kouji, caduto nell’abisso qualche istante prima.

 

Izumi, Tomoki e Junpei si guardarono reciprocamente.

- Nessuno di noi se ne andrà senza di lui. – asserì la ragazza.

 

Ophanimon sembrò assumere un’espressione che aveva il sapore della comprensione.

- Vi capisco – disse dapprima – tuttavia, se si finisce nell’Abisso delle anime perdute non si può più uscire.

 

Kouichi, in preda all’esasperazione non riuscì a trattenersi.

- Non può essere così! Io… troverò il mondo di tirarlo fuori da lì!

 

Izumi gli posò una mano sulla spalla con estrema dolcezza.

- Ricordati che puoi contare su di noi.

 

- Già, vedrai che tutti insieme riusciremo a salvare Kouji! – asserì Takuya. Gli occhi gli brillavano intensamente, riuscì a stento a trattenere il pianto.

 

Distratti, il gruppetto non si accorse che Darukumon aveva completato la sua trasformazione, e stava per puntare dritto su di loro.

In quel preciso istante, Seraphimon fece appena in tempo ad avvisare gli altri del pericolo imminente.

Cherubimon e Ophanimon si unirono al terzo angelo, sollevarono le mani in aria, e facendo appello a tutta la loro forza riuscirono ad innalzare una potente barriera attorno a loro.

Darukumon picchiò quella sorta di cupola energetica con la punta della sua lancia, la terra sotto ai piedi dei Digiprescelti vibrò pesantemente, Seraphimon strinse i denti, Cherubimon aumentò il suo potere per evitare che la barriera cedesse.

 

- Non reggeremo a lungo. I nostri poteri messi insieme non potranno mai contrastare i suoi. – dichiarò Cherubimon, con l’espressione del viso contratta. Si vedeva chiaramente che non avrebbe retto per molto. Anche gli altri due alleati si sentivano quasi cedere da un momento all’altro.

 

- Ma perché…?! Cosa c’entra ora Darukumon? Io non ci capisco più niente! – Izumi in preda all’ansia scosse forte il capo.

 

- Un attimo prima Icedevimon, e poi… - Junepi proprio non se lo sapeva spiegare.  – Questo significa che quella specie di ghiacciolo ambulante era in realtà Darukumon?

 

Cherubimon annuì.

- Purtroppo – premise con una voce afflitta- lo abbiamo scoperto solo ora.

 

- E’ per questo che siamo corsi subito qui. Icedevimon ci ha forviati facendoci credere che in realtà voleva distruggere le Sette Torri per riversare l’abisso in tutta Digiworld, ma… - Seraphimon sospirò amaramente- le sue intenzioni erano ben altre.

 

- Avevamo affidato a Miya entrambe le chiavi gemelle, tuttavia Icedevimon deve averlo capito, e approfittando della confusione, l’ha attaccata per rubargliele.   

 

Dopo la rivelazione di Ophanimon, la ragazza dagli occhi di ghiaccio sbatté un pugno in terra. Con il capo rivolto verso terra, e le palpebre serrate, riuscì a stento a trattenere le lacrime.

- Io… ho fallito. – fece. – E’ colpa mia se ora ci troviamo in questa ridicola situazione.

 

- Non dire così, tu non potevi sapere che Icedevimon ti avrebbe attaccato. Non eri pronta per riceverlo. – cercò di confortarla Tomoki.

Poi Junpei si chinò verso la ragazza. Quest’ultima alzò lo sguardo.

- Adesso dirai che sono una strega, non è così? – disse, quasi con sarcasmo. Ma la risposta del giovane la spiazzò.

 

- Al contrario… Ti sei quasi fatta ammazzare pur di adempiere al tuo dovere. Sono felice di aver conosciuto una persona che tiene quanto noi a questo mondo!– il padrone del tuono gli porse una mano. Miya la squadrò, poi squadrò lui ben in viso, e finalmente si fece aiutare da lui affinché la tirasse su.

 

- Un momento… - Takuya attirò l’attenzione su di sé – Se lo spirit di Darukumon è rinchiuso nel Gate of the Spirit, allora come…- il Digiprescelto non riuscì a completare la frase. Cherubimon fugò ogni suo dubbio.

 

- Icedevimon è riuscito a liberarlo servendosi della tecnica dello scambio digitale. Ha sostituito lo spirit di Ninzokumon con quello di Darukumon, per compiere il passaggio.

 

- E questo è stato possibile per un semplice motivo: dietro tutto ciò, fin dall’inizio c’è sempre stata la mano di Darukumon stesso a condurre il gioco.

 

I Digiprescelti rimasero esterrefatti da quella rivelazione.

- Prima Lucemon, poi Icedevimon, e ora si scopre che in realtà era Darukomn stesso? Non ci posso credere! – asserì Takuya per primo, seguitò a ruota Izumi.

 

- Ma come è possibile tutto ciò? Come ha fatto lo spirit di Darukumon a manovrare il tutto dall’esterno?

 

- Si è servito di un umano.

 

- Un umano?! – vociarono in coro i ragazzi.

 

- Rinchiuso nel Gate, lo spirit di Darukumon è riuscito a sintonizzarsi con una delle tante anime che vivono nel vostro mondo. Proprio come successo a Kouichi, egli ha manovrato quella persona affinché si muovesse come un burattino al posto suo. 

 

Takuya deglutì a fatica. Ebbe quasi paura a formulare la domanda.

- Quindi… questo significa che lì dentro, in realtà si trova un essere umano?  

 

La risposta fu una soltanto: un seccò sì da parte dei guardiani.

 

- No, non ci posso credere… - Tomoki scosse il capo – Uno di noi… un umano, magari ha la nostra stessa età. E’ assurdo!

 

- Ascoltate- disse a malapena Seraphimon, spezzando quell’attimo – dovete mettervi in salvo! Dovete assolutamente abbandonare Digiworld! La cupola della barriera sta cedendo!

 

Si fermarono tutti ad osservare il tetto di quello scudo digitale. C’erano delle grosse fenditure che via via si andavano ampliando.  

 

- Noi non ci muoveremo da qui! – asserì Takuya tutto d’un tratto. E dopo un primo momento, di stallo, anche i suoi compagni annuirono.

 

- Non vi lasceremo da soli! – fece Izumi.

 

- Non abbandoneremo Digiworld! – proseguì Tomoki.

 

- Lo abbiamo promesso! – si accodò Junpei.

 

- Non dobbiamo fallire. – affermò flebile Miya, indebolita dallo scontro con Icedevimon.

 

- Non lascerò mai che mio fratello rimanga qui! – dichiarò Kouichi.

 

Ognuno di loro aveva espresso la sua volontà.

Salvare i Digimon, salvare Digiworld, salvare il loro compagno d’avventura.

Già, Kouji Minamoto, finito nell’abisso oscuro.

Ma dove si trovava lui di preciso?

 

Aprì gli occhi, dopo essere svenuto. Attorno a sé il buio soltanto. 

Cercò di usare le mani per toccare qualcosa, ma fu in quell’attimo che capì di trovarsi completamente sospeso a mezz’aria.

 

Provò ad urlare, ma invano. Nessuno avrebbe mai potuto sentire il suono della sua voce.

Da solo, isolato dal resto del mondo, si rannicchiò ed iniziò a quel punto a pensare ai suoi amici, ai suoi compagni di scuola, alla sua famiglia, suo padre, sua madre, suo fratello.

Attorniato dalle tenebre, pensò che non li avrebbe più rivisti, e anche il suo cuore si sentì quasi imprigionare dal buio.

Ma proprio in quell’attimo, dal nulla si manifestò una piccola sfera di luce davanti al suo viso.

 

Il ragazzo con il codino restò in silenzio a contemplarla. Quel bagliore così vivo e caldo si rifletteva nei suoi occhi e lo scaldava.

E poi, in quel silenzio si levò una voce.

- Kouji Minamoto – disse, e sembrava provenire proprio da quel piccolo puntino scintillante.

 

- Chi sei? – domandò il ragazzo, colto alla sprovvista perché quella cosa conosceva il suo nome.

 

- Un tempo vegliavo Digiworld insieme a mio fratello.

 

Kouji spalancò gli occhi. La fronte del viso si contrasse.

- Raitsumon?!

 

- Anche tu a quanto pare sai il mio nome. – disse serenamente la voce.

 

- Ma… tu… cosa ci fai qui?!

 

- Ho vagato a lungo per ritrovare mio fratello, finché pur di ricongiungermi a lui, sono stato confinato qui in basso dal potere di questo baratro. Ho atteso a lungo il giorno in cui qualcuno sarebbe disceso dall’alto per portarmi via. Una persona dal cuore puro come il tuo. E oggi quel giorno è arrivato.

 

- Non capisco… - fece il ragazzo, e scosse il capo.

 

- Apri le tue mani – gli chiese lo spirit di Raitsumon. Dopodichè si avvicinò all’umano, ed adagiandosi in un palmo, gli chiese poi di stringere forte. – Adesso è giunta l’ora di rimettere ogni cosa a suo posto. Chiudi gli occhi, si parte!  

 

 

La barriera innalzata dai tre Digimon angelici si era infranta.

Adesso sia loro che i ragazzi non avevano più protezione.

Darukumon si preparò a sferrare un nuovo e possente colpo. Pur di proteggere gli umani, Seraphimon, Opahnimon e Cherubimon si schierarono d’innanzi a loro per fare da scudo.

Sarebbero di certo stati annientati se, in quel preciso istante, un aiuto inaspettato non fosse intervenuto.

Un raggio di luce colpì al costato Darukumon. Il gruppetto di Digiprescelti si voltò, e fu subito ovazione.

Kouji era lì, tra le mani stringeva una sfera luminosa. Seraphimon fu il primo a riconoscere lo spirit di Raitsumon. Kouichi non perse tempo: corse incontro al fratello, ed i due, proprio come amici che non si vedono da anni, finirono con l’abbracciarsi.

Dopodichè i gemelli si riunirono al resto della banda.

Approfittando della situazione, mentre Darukumon se ne stava a terra stordito dal colpo infertogli poc’anzi, Raitsumon si levò in volo.

 

- Non abbiamo un minuto da perdere! – esclamò – Dobbiamo intervenire subito!

 

Takuya non aveva dubbi: - Dicci cosa dobbiamo fare per salvare Digiworld!

 

- Siamo nelle tue, sommo Raitsumon! – asserì con estrema devozione Seraphimon.

 

- Prendetevi per mano, e formate un cerchio intorno a me. – ordinò lo spirito del potente Digimon. Uno ad uno, i sette Digiprescelti si strinsero per mano formando così un solido recinto. – Chiudete gli occhi, ed aprite i vostri cuori. Lasciate che la luce entri dentro ognuno di voi. – Raitsumon iniziò a volteggiare intorno agli umani. Prima piano, e poi sempre più veloce. Si creò un turbinio scintillante che spinse i tre Digimon angelici ad indietreggiare. Il vortice accrebbe, duplicò, si triplicò. Proprio come successo poc’anzi ad Icedevimon, nel momento in cui la luce fu più intensa, i ragazzi ne vennero avvolti, ma continuarono a tenere gli occhi chiusi, a mantenere la concentrazione.

Quando il turbinio fu cessato, ecco apparire dal nulla una creatura celestiale, simile in tutto e per tutto a Darukumon, solo con l’armatura di colori diversi, bianca e lucente. Tra le mani anch’egli stringeva una lancia dalla punta affilata.

 

E fu così, che dopo secoli, i due gemelli poterono trovarsi l’uno d’innanzi allo sguardo all’altro.

 

Ripresosi dal colpo incassato in precedenza, la prima cosa che fece Darukumon fu quella di passare rapidamente al contrattacco. Si gettò a capofitto verso il gemello, aveva uno sguardo perso, e questo suo fratello lo notò subito. Parò il colpo, lo respinse, ma dopo quello ne seguì un altro, e poi un altro ancora. Fu un susseguirsi di attacchi e schivate a suon di pugni e colpi di lancia. Durante questa lotta Raitsumon fu scaraventato a terra più volte. La potenza del gemello divenuto malvagio era sconfinata. Il portatore di luce si sentì afferrare per il collo: gemette e si dimenò.

Trovò la forza per parlare: - Darukumon – disse a stento, con la voce strozzata – devi riprendere il controllo di te stesso, o finirai per annientare ciò che per anni abbiamo sempre cercato di proteggere… Tu non puoi volere che Digiworld venga distrutta! – dichiarò con tenacia. Però, Raitsumon sapeva che il gemello non lo avrebbe ascoltato. E conosceva anche il perché. Riuscì miracolosamente a colpirlo nel ventre con un fascio di luce scaturito dalla mano.

Darukumon odiava dannatamente la luce, perciò rimase stordito per un po’, quasi accecato da quel bagliore.

 

- Ascoltatemi Digiprescelti – proferì il gemello della luce, parlando a quei sette ragazzi che risiedevano ora nel suo corpo – Mio fratello agisce in base a ciò che quel virus contratto decenni fa gli ordina di fare. Devo prima di tutto debellarlo, altrimenti non riuscirà mai a tornare in sé. Per farlo, ho bisogno del vostro aiuto!

 

- Noi siamo con te!

 

- Con pure sul nostro aiuto! – fecero in coro Takuya e Kouji.

 

Ma in quel preciso istante, Darukumon si scagliò ancora una volta all’attacco.

Raitsumon fece appena in tempo ad evitare che una delle sette torri venisse rasa al suolo dalla furia del gemello. Fermò la lancia con la sola forza delle mani, e la respinse all’indietro.

Fu una sorta di braccio di ferro: Darukumon da un lato cercava di buttare giù sia l’enorme pinnacolo sia il fastidioso fratello. Raitsumon di fronte a lui faceva appello a tutte le proprie forze per respingerlo. La fatica si faceva sentire, ma lui non poteva mollare.

Poi si rivolse ancora ai ragazzi.

- Sono sufficientemente vicino a Darukumon. E’ giunto il momento, Digiprescelti! Vi trasferirò nel suo corpo, da lì dovrete cercare il virus ed annientarlo. Cercherò di resistere più che posso, ma fate presto! – Raitsumon strinse i denti, e fu in quel preciso momento che facendo ricorso al suo immenso potere, scaraventò i sette ragazzi all’interno di Darukumon.

 

Una volta dentro, il gruppetto si guardò intorno con aria spaesata. Era buio, non si vedeva assolutamente, tuttavia una luce nelle loro mani cominciò a brillare. Scaturiva dai D-scan.

 

- I nostri Digispirit ci stanno invitando a Digievolvere! – dichiarò il padrone del fuoco.

 

Kouji si fece avanti:

- E allora che cosa stiamo aspettando? Coraggio! – sollevarono in alto le mani, e diedero il via alla trasformazione Ancient, eccetto Miya, che si trasformò in Ladydevimon.

 

AncientGarurumon rischiarò l’ambiente con la forza del suo potere illuminante.

In questo modo i Digimon poterono guadarsi intorno ed individuare il vero nemico da sconfiggere: il virus.

AncientGreymon fu il primo ad avvicinarsi, tuttavia AncientBeetmon lo trattenne. – C’è una barriera difensiva potentissima! Se la tocchi per te sarà la fine!

 

AncientSphinxmon elaborò alla svelta un piano: - Io appartengo all’oscurità, ed è questo il mio elemento. Se provassi ad oltrepassare quella barriera e a disattivarla una volta dentro, riuscireste ad entrare.

 

- Ma se ti sbagliassi? E’ troppo rischioso! – disse AncientGarurumon. Non se la sentiva affatto di mandare il fratello a rischiare la vita. – Elaboreremo un altro modo per disattivare lo scudo.

 

- E’ un rischio che dovrò correre. Non c’è tempo per trovare altri sistemi. Devo intervenire adesso, devo farlo subito! – la grossa sfinge nera si levò in volo grazie alle sue ali maestose, e puntò dritta contro la barriera. A nulla servirono le grida di Kouji. AncientSphinxmon trapassò lo scudo ritrovandosi così dall’altro lato. Lo disattivò colpendo una sorta di nucleo digitale fluttuante che teneva in attività la transenna, con un doppio di fasci di luce oscura.  

In questo modo, il resto del gruppo poté finalmente avere via libera. 

Uno di fianco all’altro, senza sprecare altro tempo prezioso, gli Ancient scaraventarono i loro colpi migliori su quella massa informe dal colore verde brillante, ovvero il virus.

Accadde un fattore inaspettato: tutti i colpi rimbalzarono all’indietro creando una sorta di effetto boomerang che ritornò dritto ai sette mittenti.

I Digimon furono investiti in pieno dai loro stessi poteri, e caddero a terra distrutti.

AncientIrismon si sentiva le ali paralizzate, AncientMegatheriumon si ritrovò stordito a scuotere più volte il testone peloso, mentre il resto guaiva come un gruppo di cuccioli appena nati.

 

- Ma che cosa è successo?! – brontolò il padrone della luce, mentre si rialzava, a fatica, dal suolo.

 

- Deve esserci qualcosa che blocca gli attacchi… una sorta di sistema difensivo che si innesta al momento di una particolare situazione. – rifletté il custode del tuono. – Se solo avessi più tempo a disposizione

 

AncientGreymon colpì il suolo con un pugno. – Maledizione! Perché non possiamo salvare questo mondo?! Perché?! – le urla riecheggiarono in tutto quello strano universo oscuro.

A Takuya gli si strinse il cuore. Lui e gli altri volevano salvare Digiworld, anche a costo di rischiare la vita. Lo volevano davvero quei ragazzi.

E fu proprio quel forte desiderio a far scattare il miracolo.

Dal nulla si materializzarono gli spirit dei restanti quattro Ancient:

AncientVolcamon, AncientMermaimon, AncientTroiamon ed AncientWisemon.

 

- Ma cosa…?! – parlottò confusamente il padrone del fuoco. Tutti non riuscivano a credere ai loro occhi.

 

- Per annientare il virus, occorre il potere di tutti i guerrieri Ancient messi insieme. – proferì AncientWisemon. Di seguito, i quattro si avvicinarono al resto del gruppo.

 

- Siete pronti? – chiese AncientTroiamon, il cavallo di Troia del mondo digitale. Tutti annuirono.

 

- Utilizzeremo i nostri attacchi più potenti che concentreremo al centro del nucleo. – spiegò la bellissima sirena AncientMermaimon.

 

L’irruente AncientVolcamon prese la parola.

- Al mio tre. – antepose. Ed iniziò il conteggio. – Uno… due…-fece una pausa, aspettò il momento adatto e poi finalmente pronunciò: - tre!!!

 

 - OMEGA BURST!!!

 

- ABSOLUTE ZERO!!!

 

- RAINBOW SYMPHONY!!!

 

- FREEZING BLIZZARD!!!

 

- CALAMITY THUNDER!!!

 

- NECRO ECLIPSE!!!

 

- SUPERNOVA!!!

 

- GREAT MAELSTROM!!!

 

- SURPRISE CANNON!!!

- LAPLACE’S DEMON!!!

 

- DARKNESS WAVE!!!

 

I dieci Ancient insieme all’aiuto di Ladydevimon, scagliarono i loro attacchi con quanto più potere avessero dentro. I colpi si fusero tra loro creando un turbine di luce e speranza, fin quando…  

 

Darukumon cadde al suolo. Sembrava ora una bambola senz’anima.

I ragazzi a quel punto si ritrovarono fuori. Erano completamenti esausti.

Ophanimon e gli altri due angeli li soccorsero all’stante.

Takuya trovò la forza necessaria per guardare i due gemelli.

Raitsumon, chino ai piedi di Darukumon gli sollevò il capo, chiamò il nome del gemello finché quest’ultimo, debole ma finalmente cosciente aprì gli occhi.

 

- Sei tu… fratello… - disse flebilmente.

 

- Adesso è tutto finito. – sorrise, Raitsumon, afferrò la mano di Darukumon con gentilezza. - Ora possiamo finalmente ricongiungerci. I nostri spirit continueranno a vegliare su questa terra, e stavolta lo faremo insieme, io e te, come un tempo. – la creatura della luce si voltò verso i ragazzi. – Grazie, Digiprescelti. Grazie di tutto! – disse, e poi, lui e il fratello divennero polvere scintillante che, nel cadere al suolo, assunse la forma predestinata: quella delle due chiavi gemelle.

 

Seraphimon le accolse dentro di sé per conservarle come aveva sempre fatto.

Ophanimon e Cherubimon aveva aiutato gli umani a rialzarsi da terra.

Senza dubbio ogni Digiprescelto aveva gli occhi lucidi come quelli di uno specchio d’acqua cristallino.

Finalmente erano riusciti a salvare Digiworld. Lo avevano fatto dopo mille peripezie, dopo tante avventure, battibecchi e riappacificate. Ma lo avevano soprattutto fatto con il cuore. E questo rendeva ognuno di loro un vero eroe.

Ma ad un certo punto, nel luogo dello scontro videro una figura riversa a terra.

Doveva trattarsi senza dubbio di quell’umano soggiogato dal potere di Darukumon.

Corsero in quel punto per soccorrerlo, ma quando Junpei e Takuya lo presero di corpo per girarlo verso l’alto, fu subito sgomento.

- Ma quello è…- fece Izumi, incespicando.

 

- Ivan!? – dissero in coro i rispettivi padroni del fuoco e del tuono.

 

- Non capisco…! – Izumi scosse il capo.

 

Ci pensò Junpei a far quadrare ogni cosa con una delle sue colorite risposte.

- Ecco perché era così odioso e prepotente!

 

La biondina trasalì.

- Quindi… lui era Icedevimon

 

- Si è sempre preso gioco di noi e… di te. – le disse Takuya. – Se penso a quello che ci ha fatto passare… - chiuse la mano a pugno. Per un attimo il pensiero di sferrargli un pugno gli accarezzò la mente. Tuttavia cercò di controllarsi.

 

- Adesso è svenuto. Quando si risveglierà non ricorderà più nulla. – affermò Cherubimon. E subito dopo Takuya aggiunse:

 

- Quindi lo dovremo anche riportare a casa…? Che bella fregatura!

 

Junpei sospirò. – Visto che qui il più grande e grosso sono io, mi sa che toccherà a me il lavoro sporco. – sospirò ancora, poi lo raccolse dal suolo e se lo caricò sulle spalle.

 

A quel punto, era giunto il momento dei saluti. I tre angeli teletrasportarono sia loro che il gruppetto davanti al castello di Ophanimon.

I fiori, in quel prato brillavano ora di una luce nuova. L’intera Digiworld, a partire dalle piante e dal cielo, sembrava sorridere.

Da quello stesso prato sbucarono dopo tanto anche Bokomon e Neemon. I due esserini corsero incontro ai loro amati amici e li abbracciarono tutti, uno per uno. Miya, ovviamente, rifiutò declinando l’offerta.

 

- Ci siete riusciti ragazzi miei! – commentò Bokomon, con le lacrime già agli occhi.

 

- Già… siete stati bravi. – seguitò Neemon, ma come suo solito aggiunse: - sì, ma a fare cosa?

 

Il compagno gli tirò uno scappellotto: - Hanno salvato Digiworld, Stupidmon!

 

Scoppiarono inevitabilmente tutti a ridere.

E poi, giunse l’ora dei saluti.

 

- Noi non sapremo mai come sdebitarci. La stessa Digiworld è in debito con voi. – disse Ophanimon, e mentre lo faceva la voce le tremava. Era emozionata, come lo erano anche i suoi compagni.

 

Poi Takuya e gli altri si guardarono. Fu il primo a parlare, a fare da portabandiera.

- Siamo noi ad essere in debito con Digiworld. Grazie a questa terra, siamo cresciuti dentro, abbiamo imparato ad amare e rispettare ogni creatura, e questo ci rende orgogliosi di averlo fatto grazie a tutti voi! – afferrò le mani di Ophanimon, le strinse forte, cercò di trattenere il pianto, ma una lacrima riuscì a scappargli.

 

I tre Digimon angelici aprirono un passaggio che li avrebbe riportati nel loro mondo.

I Digiprescelti abbracciarono ancora una volta i loro amici, dopodichè si prepararono a varcare la soglia del portale.

 

- Ci rivedremo un giorno? – chiese Takuya.

 

- Se i vostri cuori lo vorranno, allora sì! – rispose Ophanimon.

 

- Portate con voi il ricordo di Digiworld, sempre! – aggiunse Seraphimon.

 

Il coniglio gigante, Cherubimon, disse anche lui la sua: - Noi faremo altrettanto, ricordandoci di voi, del vostro coraggio e della vostra bontà!

 

Bokomon a quel punto scoppiò in lacrime. Neemon cercò di consolarlo come poteva, così il Digimon bianco si soffiò il naso agguantando un lembo dei suoi pantaloncini rossi.

 

Tra un saluto e l’altro, Kouji si accorse di una cosa.

Miya, anziché restare dalla loro parte, sostava al fianco di Ophanimon, e quel gesto in un certo senso sembrava quasi voler dire che sarebbe restata lì a Digiworld.

 

La ragazza si rese conto di essere osservata. Guardò dritto negli occhi Kouji, e quest’ultimo, nel momento di partire, le disse: - Non verrai con noi, vero?

 

Takuya e gli altri si girarono.

- Ma come? Resta qua? – disse con stupore il padrone del fuoco.

 

- La mia casa è a Digiworld. C’è molto da fare adesso, e questo posto ha bisogno del mio aiuto.

 

- Sei sicura? – le domandò Kouji, ma tanto la risposta di Miya lui la sapeva già.

 

- Lo sai che non cambio idea tanto facilmente. – disse semplicemente lei, ed il ragazzo rise a fior di labbra perché, per l’appunto, si aspettava un simile responso.

 

Tutti i ragazzi lanciarono ancora un ultimo sguardo alla loro Digiworld, prima di sparire definitivamente e far ritorno a casa.

 

 

 

                                           **********

 

 

 

La campanella era appena suonata annunciando la fine delle lezioni.

Gli studenti si apprestavano ad uscire dalle loro classi, i corridoi erano gremiti di persone. Un andirivieni generale. Davanti alle porte dell’istituto scolastico, un ragazzo alzò una mano in segno di saluto. Dal capo opposto una figura longilinea femminile rispose a quel cenno e lo raggiunse.

 

- Scusa per il ritardo… ho avuto un contrattempo in classe! – si giustificò lei.

 

- Per un attimo non sono io quello ad arrivare sempre in ritardo! – il giovane sorrise, dopodichè si caricò la cartella sulle spalle. – Allora? Vogliamo andare signorina Izumi?

 

- Cos’è tutta questa gentilezza, eh? – la biondina quasi storse il naso. – Di solito sei molto più scortese, Takuya. - Quest’ultimo quasi si sentì in imbarazzo. Poi inaspettatamente, fu Izumi stessa a salvare la situazione: - Beh, che stiamo aspettando? Andiamo! – sorridendo, si misero in strada.

 

 

 

A metà tragitto, Takuya richiamò Izumi con un “hey” sussurrato. Poi lui indicò qualcosa o, per meglio dire qualcuno.

Ivan camminava insieme a dei ragazzi della sua stessa scuola, ed anche se per poco, tra i due ci fu uno scambio di sguardi che durò forse un secondo. Poi Takuya lo urtò accidentalmente.

 

- Scusami. – disse soltanto, anche se controvoglia, ma con Izumi al fianco non poteva fare altrimenti.  

 

- Sta più attento ragazzino. – sbottò secco il russo, con fare arrogante e presuntuoso. Poi andò via.

 

- Sembra veramente aver perso ogni ricordo. – commentò Izumi, quando lui ormai era lontano. 

 

- Ma ha mantenuto quel suo caratteraccio... – la corresse Takuya, storcendo le labbra un po’ seccato.

 

Finalmente i due erano giunti a destinazione.

 

Una piccola aiuola racchiusa nel parco pubblico della città. Un luogo tutt’altro che affollato, privo di rumori e persone.

 

La biondina si chinò su quel pezzo di terra ricca di anemoni bianchi. Restò a contemplarli estasiata.

Poi ad un tratto senza voltarsi e continuando a mantenere lo sguardo fisso sui fiori, disse semplicemente una parola: - Grazie!

 

Takuya arrossì, si grattò la guancia e cercò di fare l’indifferente. – Non ho fatto proprio un bel niente.

 

- E invece sì. Soprattutto a Digiworld, hai sempre vegliato su di me, e te ne sono grata!

 

- Ma dai…! - replicò il ragazzo, sempre più in imbarazzo. Non sapeva cosa aggiungere, poi, senza riflettere disse una cosa soltanto che lo fece in seguito pentire amaramente: - Le donne si sa, sono deboli, quindi vanno sempre protette.

 

Izumi si alzò di scatto dal suolo. Sperò di aver capito male. – Puoi ripetere, scusa?

 

- Ho detto che voi donne siete deboli, non potete di certo competere con noi! – ecco, fu dopo queste parole, che arrivò il pentimento di Takuya. Proprio quando la giovane lo colpì in viso con il solito ceffone. – Hey! – sbottò, toccandosi subito la guancia. – Ma che ti prende?!

 

- Sei il solito maleducato!

 

- E tu un’isterica manesca!

 

Izumi stava per sferrargli un secondo schiaffo, si preparò, caricò la mano ma poco prima che arrivasse a sfiorare la guancia, Takuya la bloccò afferrandola per il polso.

E fu solo allora che, senza pensarci neppure una volta, la baciò.

 

Per entrambi il tempo sembrò fermarsi. E quel momento durò un’eternità.

 

Izumi sentì il bisogno di gettarsi tra le braccia di Takuya. Lui le posò una mano sopra il capo, poi sorridendo alzò gli occhi al cielo.

 

Solo più tardi, sopraggiunsero due figure.

Una alta e piuttosto corpulenta, l’altra media e snella.

Prima sventolarono una mano in segno di saluto, poi si unirono alla dolce coppietta.

 

- Jupei, Tomoki! – esclamò Izumi, accogliendoli con un sorriso.

 

- E gli altri due? – chiese Takuya poco dopo, perché il gruppo non era completo. Junpei non fece in tempo a rispondere. Arrivarono spediti, correndo come furie perché in tremendo ritardo, i due.

 

- Ce ne avete messo di tempo! – fece Takuya, così per scherzare.

 

- Colpa di Kouichi. – asserì convinto Kouji, mentre riprendeva fiato.

 

Il gemello si sentì chiamato in causa.

- Mia? Guarda che con Kumiko sei uscito tu, non io.

 

- Già, ma solo perché sei stato tu a dirle di portarmi a spasso per la città! – appuntò Kouji con indignazione. 

 

- Beh, ci siamo tutti, no? – premise Takuya, mettendosi le mani sui fianchi. Poi ne portò una in cielo – Siete pronti Digiprescelti? 

 

La risposta del gruppo fu corale: - Sì! – gridarono con entusiasmo.

 

Se i vostri cuori lo vorranno”

E proprio come dichiarato da Ophanimon, loro lo volevano con il cuore.    

 

 

- E allora… - disse Takuya, alzando gli occhi al cielo - Si parte!

 

E tutti in coro dichiararono a gran voce:

- Digiworld, stiamo arrivando!

 

 

 

 

                                                                                                                    Fine

 

 

 

 

 

  ________________________________________________

 

 

 

 

 

Bene ragazzi… siamo proprio giunti all’ora dei saluti…!

Premetto che ho un po’ le lacrime agli occhi… Questa è la prima fanfiction a capitoli che finisco, e a dire il vero quando ho cominciato non mi sarei mai aspettata di ricevere commenti favorevoli e conoscere persone speciali come molti di voi.

Ok, la pianto qui, perché sennò piango per davvero!

I miei ringraziamenti vanno a persone come
Kaho_Chan

Justice Gundam

Elinashine

Francesca Akira 89

Doremichan

Che hanno seguito con passione questa storia, ma ce ne sono tantissime altre. Grazie in particolare anche a tutti quelli che hanno inserito la fic tra i preferiti, e grazie a tutte quelle persone che con una pazienza immensa ed una gentilezza sconfinata, mi hanno fatto capire che per loro questa storia era davvero molto importante, e che dovevo continuarla.

E’ stato grazie a loro se ho deciso una volta per tutte di affrontare la situazione e portare a termine Insert Coin.

Beh, che altro posso dire?

 

Vi saluto affettuosamente, e spero che un giorno torniate a seguire con lo stesso entusiasmo le mie storie su Digimon!

 

Niko niko,

Botan

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=37763