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Ore sette del mattino. Una piccola sveglia grigio
metallizzato cominciò a suonare.
Kouji si destò
di scatto, spalancò gli occhi fissando il piccolo orologio situato sul
lato destro del suo comodino. Respirava affannosamente, come avesse
corso. Il sudore gli ricopriva gran parte della fronte, stese il braccio
sinistro, prendendo un fazzoletto posto ai piedi del
suo letto. Si asciugò il viso tamponando quelle piccole goccioline.
Non era la prima che quel sogno lo accompagnasse durante la
notte, da una settimana oramai, le stesse immagini gli apparivano
quasi ogni sera. Lui, nel vuoto, aggrappato solo a
una roccia, sotto di esso un abisso oscuro senza vita. Una strana figura,
annerita, gli porgeva la mano, una voce, apparentemente di
ragazza, lo esortava ad aggrapparsi alle sue dita.
A chi apparteneva quel suono? Cos’era il vuoto immenso sotto
i suoi piedi? A questi quesiti non trovò risposta. Ogni qualvolta formulasse la
domanda, quella visione onirica veniva spezzata di
scatto lasciandolo ad affrontare un quasi forzato risveglio.
Il sole era già alto nel cielo, i primi
raggi filtravano dalle fessure della tenda, trafiggendo l’oscurità nella
camera.
I lunghi capelli neri, sciolti, gli ricadevano sulle spalle.
Alcuni ciuffi gli attraversavano il viso accostandosi alle labbra. Fece
scivolare la mano tra di essi, portandoli indietro.
Scese dal letto, si sfilò la maglietta un po’ inumidita
gettandola a terra, e si diresse in bagno.
Cosa mai potesse volere da lui quell’esile figura? Perché voleva
aiutarlo? Queste le domande che gli attorniavano la testa, mentre aprendo il
rubinetto, si apprestò ad entrare in doccia. Lo scroscio dell’acqua lavò via
qualsiasi segno dell’inquieta nottata. Ma dentro di esso,
continuava a persistere il dubbio.
Ore 8:00
Quartiere di Shibuya
- Mamma! Takuya non mi fa giocare!!- esclamò un ragazzino aggrottando la bocca.
- Takuya ma quando la smetterai di
fare il bambino? E’ ora di crescere…hai sedici anni!
Avanti corri a prepararti altrimenti farai tardi a
scuola – disse la signora YurikoKanbara,
rimproverando il figlio maggiore.
Takuya da parte sua si limitò
solamente a sbuffare, lasciando il posto al fratello minore, che in un’ attimo si appropriò del joypad
di un colore rosso acceso.
- Sei un piagnucolone!- brontolò Takuya
al ragazzino- Ricorri sempre all’aiuto della mamma…e poi se non hai la febbre
perché te ne stai a casa?! Non è giusto! Mi appello alla corte marziale!- esclamò lui incrociando le
braccia.
- Fai poco lo spiritoso…sai
benissimo che Shinya è ancora influenzato- dichiarò
la madre dei due controllando il termometro al figlio minore.
- Si certo come no…- parlottò il
ragazzo a voce bassa e con occhi socchiusi.- E sentiamo… quanto hai di febbre
scimmiotta?- chiese poi in tono scherzoso scompigliando i capelli castani del
ragazzino.
- Trentasette e due linee!- asserì lui cacciando la lingua
al fratello.
- Indisponente! Portami rispetto dopotutto sono sempre il
maggiore!- dichiaròTakuya
con aria di superiorità- E poi questa non è febbre!
- Senti chi parla…allora anche tu devi portare rispetto alla
tua amichetta bionda!- disse Shinya con tono
derisorio e affannandosi con i tasti del controller.
- Che c’entra Izumi con questo
discorso?!- gridò lui alquanto seccato - Non vedo il
motivo di tirarla in ballo…-proseguì rivolgendo lo sguardo altrove.
- Mamma mammaTakuya e Izumi hanno
litigato!- asserì il ragazzino alla donna sogghignando furbescamente.
Takuya sbalzò di scatto
tappandogli la bocca con una mano.
- Taci mostriciattolo!- gli ordinò cercando di ammutolirlo.
Da parte sua, Shinya, spalancò le
labbra affondando i suoi denti nella morbida pelle.
- AAAH!!! CHE MALE!!!- urlò lui
scuotendo velocemente la mano destra- Potevi staccarmi un dito, te ne rendi
conto?! Sei proprio una scimmia!
Il ragazzino, non curante della urla
isteriche di suo fratello continuò imperterrito riprendendo l’argomento.
- Takuya le ha detto
di mettersi a dieta e lei gli ha dato uno schiaffo!- disse poi mettendo il
gioco in pausa.
- Ma che stai dicendo?!Non è affatto vero!!- ribatté Takuya
avanzando minacciosamente verso suo fratello.
- E’ invece sì! Me lo ha detto Junpei!- Shinya fece
altrettanto. Scattò in piedi portandosi le mani sui fianchi.
- ACC!- strepitò lui digrignando i denti-Maledetto JP!! Non appena lo vedo mi
sentirà…e come se mi sentirà!! E
poi non sono affari che ti riguardano! Pensa a giocare
piuttosto…!- il viso di Takuya si accese di
rosso, voltò le spalle al fratello per non farsi scorgere.
- Ah ah! A Takuya piace Izumi maIzumi non piace Takuya!- dichiarò
Shinya con voce canzonatoria.
Takuya da parte sua non poté
trattenersi, adesso basta pensò prontamente, e così…i due iniziarono a
litigare.
- A me non piace Izumi!- asserì
convinto.
- Allora perché sei diventato tutto rosso eh?! Spiega!- ribadì il ragazzino
guardandolo in volto.
- Aaah non è vero!- ribatté lui
portandosi istantaneamente le mani in faccia.
- E invece si! Sei più rosso di questo joypad! Ah Ah!- controbatté Shinya
afferrando l’oggetto in questione.
- Bugiardo! Alla tua età non dovresti mentire! Ma che ti insegnano a scuola?!
- A dire sempre la verità!- fece
lui con accento convinto, poi proseguì- E infatti… tu e la ragazzina bionda
avete litigato!
- Si chiama Izumi! Mettitelo ben
in testa! Sono cinque anni che la conosci e non hai ancora imparato il suo nome?!- brontolò Takuya sradicando il
controller rosso amaranto dalle mani del fratello.
- Come pensavo…- sospirò il ragazzino incrociando le braccia
e annuendo più volte con il capo.
- Come pensavi cosa?! – chiese Takuya un po’ seccato.
- Ma…niente di speciale…solamente
che… ti piace! Altrimenti perché ti affanneresti così
tanto per un semplice nome?- dichiarò lui riprendendosi l’aggeggio colorato di
rosso.
- ARGH!- il ragazzo sobbalzò di nuovo, si sentì le guance
avvampare quasi coperte dalle fiamme, un po’ per l’imbarazzo un po’ per la
rabbia data l’insistente cocciutaggine del fratellino minore- Ti ho gia detto
che a me non piace Izumi!!
- Anche tuo padre affermò la stessa
cosa ai tempi della scuola- fece la signora Yuriko intervenendo
nella lite.
-AAAH
Mamma da quanto tempo sei li?!- Takuya trabalzò voltandosi
di scatto verso la madre.
- Giusto il tempo per dividervi… ma quando la smetterete
entrambi? Oramai siete cresciuti, il periodo dei bisticci tra
fratelli dovrebbe cessare non vi pare?
- E’ stato Shinya ad iniziare! Io
stavolta non c’entro, prenditela con lui – le disse il
ragazzo additando il fratellino che da parte sua cercò naturalmente di
difendersi.
- Non è colpa mia se Takuya ha
detto aIzumi di essersi
ingrassata!
- Ehi scimmia aspetta un attimo! Le ho solo detto di
mettersi a dieta non che fosse ingrassata! Mettiamo i
puntini sugli “i”!
- Capirai la differenza…e con lo schiaffo come la mettiamo?
Eh? Ehehehe - replicò Shinya
ridacchiando.
- Quello…quello è un dettaglio! Non è colpa mia se sono il
suo bersaglio preferito…!
La signora Kanbara ascoltava quasi
divertita i loro ragionamenti, le ritornarono alla mente alcuni episodi capitateli molti anni prima che i due nascessero.
- Anche tuo padre commise lo stesso
errore…! Successe ai tempi della scuola, ricordo benissimo quel giorno, e credo
anche lui…eh eh!- portandosi
una mano alla bocca, concluse sorridendo.
- Davvero? E tu gli hai tirato uno
schiaffo?- domandò Takuya incuriosito quanto
sbalordito.
- Certo! Partì immediatamente! Le donne vanno rispettate!-
asserì lei convinta- Tu dovresti fare altrettanto con Izumi,
è una brava ragazza ma spesso non usi molta gentilezza
nei suoi riguardi…- concluse la signora Yuriko
aggiustando la maglietta del ragazzo, un po’ stropicciata.
- Adesso le dai anche ragione? Roba
da matti…- Takuya si batté una mano in volto
sospirando. Poi con voce bassa si avvicinò all’orecchio della madre- E cos’ha
fatto papà per farsi…si insomma… perdonare?- chiese
con le guanceleggermente arrossate.
- Beh…il giorno dopo per scusarsi mi regalò un mazzo di
fiori…un po’ appassito ma pur sempre un mazzo di fiori! Sono convinta che anche
lei ti perdonerà se farai un simile gesto!
- Cooosa?!! Nemmeno per idea!! La mia era solo semplice curiosità… non honessunissima intenzione di
regalare qualcosa a quella strega! Chi mi assicura che
poi non me la tirerà in faccia…?- Takuya sembrava
alquanto imbarazzato, benché fosse ormai cresciuto, di discorsi relativi alle
tematiche sulle ragazze preferiva farne a meno, anche perché, orgoglioso, li
reputava concetti “inutili”e dispersivi per un “duro” come lui! Mormorando tra
sé e sé, si diresse in camera sua, agguantò la cartella caricandola in spalla,
e uscì.- Io vado! Ci vediamo quando
torno! Ciao scimmia!
Il ragazzino prontamente si voltò verso di lui.
- Salutami…ehm…com’è che si chiama…? Insomma, la ragazza
bionda!
- IZUMI!! Si chiama IZUMI!- gli urlò il fratello sbattendo la porta con fare deciso e… pesante.
- …tutto suo padre…!- concluse la
signora Kanbara, osservandolo correre dalla finestra
della cucina. Poi sospirando, prese a se un grazioso portafoto
intagliato in legno adagiato sul mobiletto lì accanto, e lo strinse
amorevolmente. L’immagine ritraeva i suoi piccoli grandi ometti, come amava
definirli lei.
Benché Takuya avesse sedici anni,
e per Shinya la soglia dei tredici era oramai vicina,
in cuor suo rimanevano e sarebbero sempre rimasti i suoi piccoli granditesori.
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Si conclude
il primo capitolo della mia prima fanfic a capitoli! (Scusate il gioco di parole ^^”)
Effettivamente, rileggendolo,
alcune cose (praticamente tutte) risultano ancora
avvolte da una fitta nebbia…(un po’ come il sogno di Kouji)
e lo sarà così per i primi tre/quattro capitoli…spero non vi annoierete di
aspettare così tanto…ma sto da poco concludendo il quinto paragrafo, quindi li
vedrete pubblicati in maniera diciamo piuttosto “rapida” (imprevisti
permettendo).
Come già detto poco fa, prima
fic a capitoli, spero piaccia
e risulti gradevole da leggere.
Ringrazio tutte le persone
che presteranno un po’ di attenzione in questo mio
lavoro al quale sto dedicando molto del mio poco tempo…!
Takuya correva ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta aveva
fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi
Capitolo 2
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Takuyacorreva
ansimando per le vie di Shibuya, ancora una volta
aveva fatto tardi pensò mentalmente continuando a muoversi. Fortuna che
l’edifico scolastico si trovasse a poco più di
quindici minuti da casa sua, e avendo una buona resistenza nella corsa, avrebbe
impiegato anche meno.
L’orologio dell’enorme struttura segnava le otto e un quarto,
folle di ragazzi aspettavano davanti al cancello prima
di entrare, altri, invece, si erano già affrettati a prendere posto nei loro
banchi. Alcuni docenti passeggiavano lungo i corridoi attendendo il suono del
campanello che dava inizio alle lezioni.
Una macchina nero corvino, fermò per pochi attimi davanti
l’enorme edificio, giusto il tempo di permettere la discesa del suo passeggero.
Poi, ripartì subito dopo lasciando dietro di se una lunga fumata grigia.
- Izumi-chan!!-
gridò dall’altro lato della strada la persona scesa dall’auto. La ragazza dai
capelli biondi sobbalzò.
- Ah Junpei! Ben arrivato!- rispose
Izumi, voltatasi verso di lui con un sorriso.
Da parte sua, l’enorme ragazzo dall’alta statura, arrossì
rincretinito nei confronti dell’amica, poi scosse fortemente il capo e
attraversò il piccolo tratto di via che li separava.
Un grosso camion gli tagliò il percorso, lui prontamente si
arrestò a pochi centimetri da esso, aspettando che
passasse.
Takuyacorreva
frettolosamente lungo il tragitto della scuola, il passaggio del lungo tir gli
avrebbe tolto altro tempo pensava esaminando l’enorme macchina, così
adocchiando un piccolo spazio, decise di aggirarlo dirigendosi verso il lato
anteriore. Junpei fece altrettanto, infilandosi però
sul lato posteriore. Entrambi sbucarono dalle due
estremità del massiccio mezzo di trasporto, indirizzandosi immediatamente sul
marciapiedi. Junpei guardava Izumi
sventolandole la mano , mentre Takuya
sollevò la testa rivolgendo lo sguardo al grande orologio posto nella parte
centrale dell’edificio scolastico. Entrambi proseguirono
a passo spedito, nella stessa traiettoria.
- Aah fermi!! Fermi!!- gli urlò Izumi agitando le
braccia. Junpei, credendolo un saluto, fece
altrettanto.
Takuya girò il capo nella
direzione della ragazza, ma troppo tardi per
accorgersi anche dell’amico.
Junpei travolse completamente il
giovane ragazzo, crollandogli addosso.
Izumi sospirò scuotendo la testa,
poi corse ad aiutarli.
- Mi stai schiacciando! Alzati Junpei!-
lo esortòTakuya con voce
strozzata.
Izumi protese una mano verso il
compagno più grande aiutandolo a drizzarsi, mentre Takuya,
tolto il grosso peso, riprese fiato.
- Tutto okJunpei?-
chiese la ragazza preoccupata.
- Benissimo! Grazie! Non ho nemmeno un graffio…- rispose
l’aitante giovine guardandosi in dosso.
Ricadendo su Takuya,
Junpei non avvertì nulla, ad eccezione dell’amico che
rimase sdraiato sul ruvido asfalto. Infatti se
non fosse stato per lui che gli attutì il colpo, il robusto ragazzo non avrebbe
risposto positivamente alla domanda fattagli dall’amica.
- Dare una mano a rialzarmi è chiedere troppo, vero?! Ma tu guarda…-Takuya sbottò
sollevandosi da terra. Scossei pantaloni per togliersi un po’ di
terriccio, e riprese la cartella caricandola sulle spalle.
- La prossima volta fa più attenzione! Avresti
potuto investire Izumi!- rimproveròJunpei all’amico.
La ragazza da parte sua, non commentò. Takuya
le rivolse un rapido sguardo, poi ritorno con gli occhi sul compagno.
-Guarda
che la colpa è anche tua! Mi sei piombato addosso
all’improvviso, un altro po’ è mi schiacciavi!
- Esagerato… avanti non farla lunga, sono dimagrito se non
l’hai notato…
- Dimagrito?? A me sembra il contrario…- asserì Takuya convinto squadrandolo dall’alto in basso-Oltre a crescere in
altezza ti sei anche allargato di…pancia…!
- Vorresti dire che sono
ingrassato?!- pronunciò Junpei dall’aria furente.
- Lascia perdereJunpei, Takuya è da un po’ di
tempo che vede tutte le persone in una maniera “diversa”…diciamo più gonfia…- sbottò
Izumi con occhi rivolti altrove.
- Non dirmi che sei ancora offesa
per quello che ho detto ieri? Pensavo fosse un capitolo chiuso…- anche Takuyarivolse lo sguardo in altro
luogo, infilandosi le mani in tasca.
- Capitolo chiuso? Ah d’accordo come vuoi tu, è inutile
dialogare con un ottuso…tanto avrà sempre ragione lui…
- Non iniziamo a offendere! – il
ragazzo si girò nuovamente verso la compagna- Io non ho
detto di aver ragione! E poi ieri sei scappata di
corsa dopo avermi tirato lo schiaffo…gradirei sapere il motivo…mi sono rimasti
ancora i segni delle tue dita…- mugugnò toccandosi la guancia.
- Ben ti stà così impari, le donne
vanno rispettate!
Le parole di Izumi
ricordarono quelle della madre dettegli prima di uscire. Rimase
un po’ attonito, poi girando il capo aggrottò la fronte sbuffando.
- Izumi-chanlascialo
perdere, lui non sa come trattare le donne, è ora di entrare vieni.- Junpei porse una mano alla ragazza che non l’afferrò, e
voltando il capo, oltrepassò il cancello con aria collerica. La seguì senza esitare ma qualcosa lo bloccò.
- Junpei… Aspetta un attimo…- Takuya fermò prontamente l’amico tirandogli uno orecchio, Junpei si voltò di
scatto con una smorfia di dolore che gli attraversava il viso.
- AHI! Mi fai male! Molla!- gli ordinò lui strattonandolo
via. Poi si tocco il lobo arrossito- Che dolore…a momenti mi staccavi l’orecchio…ma sei impazzito?
- Ti stà bene! Oltre mio fratello,
a chi altri hai detto della lite che ho avuto con Izumi?! Avanti parla! O ti staccò
anche l’altro!- lo esortò Takuya minacciandolo. Junpei prontamente arrestò coprendosi i lati della faccia
con entrambe le braccia.
- Non ci provare nemmeno! E poi
l’ho riferito solo a Shinya…d'altronde non credevo
che volessi nasconderlo…
- Ah ti ringrazio per aver pensato al posto mio…tu lo
conosci mio fratello, sai che non riesce a tener
chiusa la bocca…stamattina per vendicarsi di averlo chiamato scimmia, lo ha
detto sfacciatamente a mia madre con quel tono di voce stridente e squillante…se
non hanno sentito tutti i condomini è perché la maggior parte di loro sono anziani
con problemi di udito…- Takuya sospirò sbuffando,
mentre la fronte aggrottò di riflesso.
- Che vuoi che interessi alle persone che abitano nel tuo
palazzo se hai litigato con Izumi dicendole di
mettersi a dieta!!Ma dai!-
fece Junpei strillando ad alta voce.
Un gruppetto di ragazze passò di lì ascoltando la
conversazione, praticamente impossibile da non udire.
Guardarono Takuya con occhiata
agghiacciante, fulminandolo con lo sguardo.
- Ecco…lo sapevo…adesso sì che l’opera è
completa…- il ragazzo portò una mano alla fronte scuotendo la testa. Con la
coda dell’occhio vide il gruppo di collegiali parlottare tra loro
mentre lo fissavano indignate, saettò gli occhi altrove trascinando Junpei- Vieni, andiamo…oggi non è giornata…- asserìpoi emanando un lungo respiro.
- Fortuna che le madri sono sempre
comprensive con i propri figli. La tua ha fatto altrettanto vero?-
chiese Junpei adocchiando in lontananza Izumi salire le scale.
AncheTakuya
la intravide per merito dei capelli biondi, ma proseguì a camminare
distogliendosi.
- Ti do un consiglio, se mai dovesse capitarti una cosa
simile, non dirlo a una donna soprattutto se questa è
tua madre…puoistare tranquillo che non
darà mai ragione a un uomo…- il giovane storse la bocca incamminandosi con
passo deciso quanto indignato verso il grande portone di legno.
- Ha dato ragione aIzumi!?! Ah ah incredibile!
Ragazzo mio non hai fortuna con le donne…se vuoi ti do
lezioni private di galanteria…il grande Junpei sa
come trattarle! – propose lui dandogli una forte pacca sulla schiena che fece irrigidire
l’amico.
Takuya lo fissò perplesso quanto
dolorante per il forte scossone ricevuto.
- …No grazie…non prendo lezioni da te…mi
ritroverei peggio di prima…-concluse lui massaggiandosi la schiena.
- E’ la tua risposta definitiva? L’accendiamo?
Takuya sbatté la cartella dritta
nello stomaco del compagno.
Junpei si tenne la pancia,
dolorante.
- Stavo scherzando…perché mi hai colpito??
Ho appena mangiato tre cornetti e due toast ripieni di sottaceti e funghi…così
mi si bloccheranno sullo stomaco…
Il giovane guerriero del fuoco rimase allibito.
- Mi meraviglio che non sia successo prima…ma
dove la metti tutta questa roba?! Sei una macina trita tutto…
Giunti a metà corridoio, i due si salutarono per avviarsi nelle
proprie classi . L’aula di Junpei,
essendo due anni più grande, si trovava al pian
terreno, Takuya, invece, salì fino al terzo, cioè
l’ultimo.
Harajuku
Ore 13:00
- Kouji che hai? Tutto bene?-
chiese una voce poggiandogli una mano sulla spalla.
Il ragazzo si voltò immediatamente quasi sussultando.
- Ah Kouichi…sei tu…no sto bene tutto apposto- lo rassicurò lui.
Ma il suo sguardo mentiva, e questo il fratello l’ho capì all’istante.
- Puoi ingannare con la voce ma non
con gli occhi…lo sapevi che sono lo specchio dell’anima?- fece il moretto
sedendosi accanto a lui.
- No…- Kouji non aggiunse altro, Kouichi aveva ragione pensò fissando il sacchetto del
pranzo ancora intatto.
Frequentavano entrambi un istituto privato al centro di Harajuku. Ogni mattina si davano
appuntamento davanti alla stazione per raggiungerlo insieme. Le loro classi
erano sullo stesso piano, e all’ora di pranzo si
incontravano al di fuori per mangiare.
- Non hai fame?- domandò Kouichi
notando l’ involucro del pranzo ancora sigillato.
Lui annuì con un solo cenno del capo.
Koichi sospirò.
-Hai
fatto ancora quel sogno vero?
Lo sguardo del ragazzo col codino diventò
più cupo, poi si voltò verso il fratello annuendo nuovamente.
- E’ già la settima volta che succede o sbaglio?
Kouji scosse il capo appoggiando
il braccio alla spalliera della panchina.
- No, non sbagli. Con la giornata di oggi
è una settimana esatta… per quanto mi sforzi non riesco a dargli un senso
logico- Kouji chinò la testa all’indietro volgendo lo
sguardo al cielo.
- E se non lo avesse? Voglio dire,
se non avesse una logica “naturale”? Sai a cosa mi riferisco… – disse Kouichi
guardando il fratello.
Kouji ritornò all’istante sul suo
gemello.
- Dici che potrebbe trattarsi –il
suono del campanello per il fine pranzo lo interruppe bloccandogli le parole in
gola. Portando le mani in tasca, si alzò. Kouchi lo
seguì subito dopo.- Ne riparliamo stasera a casa di nostro padre.
- D’accordo, allora avvisiamo anche gli altri?- chiese poi
il fratello.
Kouji negò con il capo.
- Preferisco non creare polveroni
inutili…dopotutto non abbiamo prove concrete.
- Come vuoi. Allora
- KOUJIIIII!!!
Una voce femminile dal tono squillante interruppe Kouichi.
Il ragazzo dai capelli lunghi sussultò voltandosi in
direzione del suono ma, prima che potesse farlo, delle braccia gli si strinsero
in vita cingendolo.
- Mi-Miyama?!-
esclamò lui sgranando gli occhi nel vedere la ragazza.
- Quante volte ti ho detto che devi
chiamarmi Kumiko?! I cognomi sono troppo formali! E
io e te non siamo di certo estranei!- fece la ragazza
stringendolo ancora di più.
- La-lasciami!- sbottò Kouji con voce strozzata- Non respiro!
- Sei sempre il solito scontroso! Ma è questo che mi piace
di te!!- la giovane invece di ridurre, aumentò più
forte la pressione, lasciando il ragazzo senza fiato.
Kouji ansimava fissando disperato Kouichi che prontamente intervenì.
- Ehm…Kumiko non mi saluti
nemmeno?- chiese sperando di distrarla.
- Ah, si scusa ciao Kouichi! Come
vanno le cose? Mi hanno detto che il professor Nakajima sarà affidato alla tua classe per sostituire
l’insegnate ammalato di scienze…ti avverto che non sarà facile stargli dietro…è
un tipo molto severo e perfettino!- La ragazza allentò un po’ la presa, e Kouji da parte sua ne approfittò per svincolarsi dalla
stretta. – AaahKouji
aspetta! Che cattivo che sei…!!- dichiarò col broncio.
- Si può sapere che ci fai qui?- chiese lui in tono alquanto
seccato.
- Semplice, sono venuta a prenderti per ritornare in classe
assieme!
- Non se ne parla nemmeno!- espresse prontamente
sistemandosi la giacca un po’ smossa dall’abbraccio di prima.
- Niente storie! Su andiamo altrimenti la professoressa Ootorisi incavola!
- Per Kouji il tempo di reagire
non ci fu, Kumikolo preso a
braccetto trascinandolo con se.
- Ciao Kouichi buona lezione! –
fece la ragazza sventolando la mano.
Kouji si voltò in direzione del
fratello sperando ancora una volta che l’aiutasse ma…
- Grazie anche a voi! Divertitevi! – esclamò Kouchi sorridendo. Guardandoli rientrare in aula, anche lui
si approntò a farlo- “Almeno si svagherà un po’…”- pensò lui riflettendo al
discorso fattogli poco prima dal fratello.
DRIIIIIIIIIN
Il suonò della campanella proclamò
la fine delle lezioni. I ragazzi si accalcarono in massa davanti ai cancelli.
Molti di loro aprirono gli armadietti per depositare o prendere oggetti
personali.
Izumi si diresse verso il suo,
aprendolo. Con stupore vi trovò all’interno un grazioso fiore di anemone bianco.
- Ma…e tu come ci sei finito qui
dentro?- disse la ragazza prendendolo delicatamente in mano.
Izumi si guardò in torno, era
evidente che qualcuno lo avesse infilato di proposito nella piccola fessura in
alto. Raccolse un libro dallo stipetto, dopodichè lo richiuse indirizzandosi verso l’uscita.
- Takuya te ne vai già? Non
aspetti che venga anche Izumi?- chiese Junpei all’amico.
- No…è meglio di no…e poi non vedo perchè dovrei…
-Per
esempio perché lo facciamo tutti i giorni…o almeno quasi tutti…- rispose il
ragazzo restando impalato davanti al portone principale.
- Beh,adesso non mi và, preferisco ritornarmene da solo piuttosto che
intossicarmi il tragitto…- si caricò la cartella in spalladirigendosi verso la grande cancellata, ma
proprio in quel momento, dal grande portone spuntò la ragazza dai capelli
biondi.
- Izumi-chan!!-
esclamò Junpei agitando le braccia- Sono qui!
Takuya si voltò di scatto.
- Ah eccoti! Com’è andata la lezione? Tutto ok?- domandò la ragazza sorridendo.
- Ah si…si benissimo!- Junpei arrossato in volto come suo solito assentiva più
volte con il capo.
- Ma tu guarda…quando la smetterà…-
mormorò Takuya rimasto impalato ad osservare la scena.
Izumi si voltò
verso di lui rivolgendogli lo sguardo, poi aggrottò le sopracciglia.
- Acc! C’è l’ha ancora con me!? Aah le donne non le capirò mai…-
sospirando riprese a camminare ma la sua attenzione venne attratta da un
ragazzo di alta statura che gli passò di fianco strusciandogli la spalla.
- Ehi ma che maniere!- disse prontamente Takuya.
- O scusa, sei talmente basso che
non ti ho visto…- replicò il giovane con tono freddo e distaccato.
- Cosa?! Cosa hai
detto?!- reagì immediatamente, ma il ragazzo andò via senza voltarsi
neanche. Lo seguì con lo sguardo vedendolo indirizzarsi verso Izumi.
Junpei le stava accanto, si era
offerto di portarle la cartella ma lei delcinò l’offerta ringraziandolo gentilmente. Nella mano
sinistra portava quel piccolo anemone bianco candido che spiccava proprio per
il suo colore così luminoso.
- Ehi bionda!- esclamò quel ragazzo rivolgendosi alla
ragazza- Sei Orimoto del terzo anno giusto?
- Si…sono io… volevi qualcosa?- chiese
lei con tono calmo ma un po’ seccato. Se c’era una cosa che Izumi
detestasse, era quella di venirle affibbiato
l’appellativo “bionda”.
- Stasera ti andrebbe di uscire con me?-propose lui senza preamboli.
Izumi arrossì di colpo rimanendo
un po’ confusa.
Si schiarì la voce con un colpetto di tosse.
- Mi dispiace ma… ho un impegno e
poi non ti conosco nemmeno…
- Beh, rimediamo subito, mi chiamo Ivan Ussuri,
sono nato in Russia ma studio qui in Giappone. Molto
lieto di fare la tua conoscenza! - concluse il ragazzo
facendole un inchino.
Takuya e Junpei
guardarono stizziti la scena,ma che faccia tosta quella specie di bellimbusto senza cervello
pensarono entrambi diventando rossi dalla rabbia.
- Allora, adesso che mi conosci, accetti di uscire con me?
- …No, devo darti una seconda risposta negativa
ma proprio non posso mi dispiace.
- Che hai da fare di più importante?
Puoi sempre rimandare…- propose lui con aria saccente quanto invadente.
- Mi dispiace ma non posso…- ribadì
la ragazza cominciando a sentirsi in disagio.
- Avanti bionda non ho tempo da perdere! – con tono spavaldo
si avvicinò a lei. La ragazza avvertì un brivido di freddo attorniare le gambe,
da parte sua cercò di mantenere la calma ma non fu
facile.
- Ho detto di no e poi ho un nome!- esclamò con voce più
forte.
Intervenì all’istante Junpei, oramai furioso, che si accostò al giovane russo.
- Non hai sentito che ha da fare? Sei forse sordo oppure
posso definirti un semplice ottuso?! Gira dall’argo!
- Non ho chiesto il tuo giudizio razza di montagna in divisa…togliti di mezzo!
- Ma chi ti credi di essere?! Razza
di spaccone prepotente vattene subito altrimenti
- Bastàcosì Junpei!-
lo fermò Izumi- Andiamo via!- la ragazza s’incammino
verso l’uscita aggirando l’insistente scocciatore, ma in quel momento una mano
le si posò sul braccio strattonandola indietro. Nel dimenarsi il piccolo
anemone le scivolò tra le dita, adagiandosi al suolo. Il russo lo calpestò
quasi volontariamente comprimendolo sotto la scarpa.
- Domandare è lecito, rispondere è
cortesia. I tuoi non ti hanno insegnato l’educazione bionda?
- Si chiama IZUMI!!
Una voce tuonò all’improvviso, senza
accorgersene il giovane russo si ritrovò un pugno sul viso, finendo a
terra.
- TAKUYA!- urlò lei all’amico.- Ferma non c’è ne bisogno! Lascialo stare non vale la pena sporcarsi le
mani con lui- la ragazza lo prese per mano
trascinandolo via, ma lui cercò di staccarsi.
- Lasciami Izumi! Ti prometto che
non lo uccido!
- Guarda non ci metterei la mano
sul fuoco… ha già avuto quello che si merita, ma ora basta, andiamo via!
Takuya si fermò
per un attimo a guardarlo con disprezzo, poi voltandogli le spalle seguì
l’amica.
- Ahahahahh!
Un risolino beffardo risuonò alle spalle dei tre.
Si voltarono di colpo.
- Che hai da ridere? Ne vuoi un
altro?- proposeTakuya allo
straniero che scherniva di gusto.
Izumi lo strattonò ancora una
volta, ma prima che lei potesse trascinarlo via, il giovane russo contraccambiò
il favore colpendolo al volto.
- Era dovere ricambiare il gentile omaggio da parte tua, ti
pare?! Non potevo comportarmi come uno zotico…!
- Maledetto!! – Takuya cercò di colpirlo ma venne subitamente fermato da Junpei
che lo trattenne con una presa.- Lasciami andare! Gli faccio vedere io a quella
specie di grattacielo chi è più forte tra noi due! In questo modo gli passera la voglia di fare lo spaccone!
- Certo, così dovrò portarti in spalla fino a casa…abbiamo
già troppi problemi con i ragazzi dell’istituto affianco, ci mancava solo il Niwayori per completare la collezione…- ribadìJunpei sospirando.
- …Siete così ridicoli…ma dopotutto
mi fate pena…!- il ragazzo raccolse la cartella, cadutagli a terra, allontanandosi
sotto gli sguardi dei due. Passò di fianco aIzumi sussurrandole a voce bassa - Sono sicuro che ci
rivedremo molto presto…amica del vento!- le sue ultime parole crearono un
leggero palpito in più nel cuore della ragazza, fece un passo indietro, quegli
occhi color ghiaccio la fissavano incutendo un certo timore.
Poi si allontanò dal gruppetto e girando l’angolo, sparì.
-Izumi che ti ha detto quell’
imbecille? Se ti ha offesa non appena l’ incontro lo
sistemo io!- asserì Junpei battendosi una mano in
petto.
Lei sorrise forzatamente, poi si avvicinò a Takuya.
- Ti fa male?- chiese al ragazzo guardando la ferita.
- Non mi faccio mettere K.O. da uno
come lui! Ho incassato pugni più forti dai cavalieri reali!-
dichiarò lui asciugandosi un po’ di sangue dal labbro inferiore.
L’anemone bianco giaceva al suolo, oramai senza vita. Izumi si accovacciò a terra guardandolo.
Takuya voltò lo sguardo verso di
lei notando il piccolo fiore rovinato.
- Mi dispiace…non ho potuto
proteggerti- disse la giovane al piccolo anemone.
- Ti preoccupi per un fiorellino? Ma dai, dove l’ho raccolto
ne era pieno…se vuoi ti ci posso portare.
Lei si voltò di scatto verso il ragazzo con occhi pieni di
stupore. Takuya scosse velocemente il capo
arrossendo.
Che aveva detto???Izumi rimase allibita. Possibile?!
- AAAH io no,volevo dire…ecco - cercò di correggersi
ma purtroppo era troppo tardi per rimangiarsi la frase.
- Ma allora…lo hai messo tu nel mio armadietto?!- chiese prontamente la ragazza.
- Ecco...senti…adesso non farla tanto lunga…si trattava solo di un fiore…e poi a me non è costato nulla…-
grattandosi la guancia indirizzò lo sguardo altrove. Fece ticchettare la punta
della scarpa al suolo nervosamente.
Izumi lo guardò un attimo senza
parlare, poi chiuse gli occhi sorridendo.
- Grazie Takuya!- esclamò la
ragazza dai lunghi capelli biondi che svolazzavano nel vento.
Lui arrossì nuovamente, per poi risponderle in tono formale.
- Di niente…figurati…
Junpei, completamente dimenticato
dai due,non
afferrò minimamente il discorso.
Socchiudendo le palpebre si portò le mani sui fianchi.
- Ma si può sapere che avete? Fate
capire anche me!- lo stomaco del ragazzo iniziò a brontolare, Izumi e Takuyavennero
interrotti dal roboante suono. Si scambiarono una rapida occhiata, per poi concludere ridendo.- Smettetela! Non ci trovo nulla di
strano…per andare di fretta non ho fatto la solita colazione che faccio ogni mattina…è normale che adesso comincio ad avere
appetito! Ricordate che mangiare fa bene allo spirito! Forza, andiamo a casa,
il mio stomaco non aspetta…!
Junpei afferrò gli amici sotto
braccio, e i tre si incamminarono verso la grande
cancellata.
Il vento, placato, lasciava spazio a
un clima piuttosto mite e tranquillo.
Tutto limpido.
Tutto luminoso.
Troppo luminoso.
Regna oscuro padrone
delle tenebre…regna sul tuo nuovo mondo che presto ti
apparterrà. L’oscurità contrasterà la luce, il giorno sarà strappato dal tuo
immenso potere, lasciando spazio alla notte.
L’ombra corroderà glianimi di chi vorranno
opporsi alla tua supremazia, finendo nel nero abisso senza uscita.
Chi guarda nel buio
profondo, sarà divorato dalle tue fauci.
Chi contrasta la
potente forza, sarà dilaniato alle tue mani.
Il tempo della
vendetta è oramai giunto, lungamente hai atteso, e ora ti seirisvegliato.
E’ venuto il momento
di continuare la partita.
Queste le parole di una figura oscura sospesa in un cielo cupo,
un posto avvolto dalle tenebre dove la luce è solo un
insieme di lettere senza significato.
La stessa presenza che alberga nei sogni di Kouji?
- Sono a casa!- esclamò Takuya
rientrando dalla porta d’ingresso. Si tolse le scarpe sfilandole senza
slacciarle e si diresse in cucina. Posò la cartella sul tavolo e aprì il
congelatore, infilò una mano al suo interno ed estrasse un piccolo cubetto di
ghiaccio adagiandolo sulla parte inferiore del labbro.- Ahi…che male…maledetto
russo cresciuto troppo in fretta! Se lo incontro
domani gli farò pentire di avermi picchiato…
- Chi ti ha picchiato? Izumi?
- AAAH Shinya!!
Mi hai fatto prendere un colpo!- urlò Takuya vedendo
il fratello- E comunque non si origliano le
conversazioni degli altri…- sbottò nascondendo il cubetto di ghiaccio dietro la
schiena.
- Non hai risposto alla mia domanda…Izumi ti ha tirato un altro schiaffo?- fece il
fratello con voce insistente.
- Niente affatto! Ma non sono
affari che ti riguardano! Piuttosto, dov’è la mamma?
- E’ uscita a fare la spesa, tornerà tra un po’, nel
frattempo mi ha detto di badare alla casa…perché volevi dirle qualcosa?-
domandò il ragazzino guardandolo con aria sospetta.
- Ah no…niente…niente…beh, vado in camera mia, non fare danni scimmia!
- Antipatico!- disse lui cacciando la lingua.
Takuya salì le scale entrando
nella porta sulla destra del piano.
Si tolse l’uniforme scolastica mettendosi degli abiti più
comodi e gettò dalla finestra ciò che rimaneva del cubetto di ghiaccio, poi si
sdraiò sul letto.
- La mamma aveva ragione…se vuoi riconciliarti con una ragazza,
regalale dei fiori! Chi l’avrebbe
mai detto…aaah le donne sono un universo
parallelo rispetto al nostro. – sospirando, ripensò a quanto successo nel
pomeriggio di quellagiornata
così movimentata, portò le mani dietro la testa sollevando le gambe- Se faccio
un po’ di esercizio forse diventerò più alto…- dichiarò convinto alzando e
abbassando gli arti inferiori.
“sei talmente basso che non ti ho visto”
- Argh!- digrignando i denti, gli
ritornarono alla mente le parole del ragazzo dalla statura elevata. Aumentò la
velocità delle flessioni fino a far traballare il letto- Gli faccio
vedere io chi è il più alto!
In statura era cresciuto molto rispetto a cinque anni fa,
sfiorava quasi il metro e settantacinque, ma
paragonato all’uno e ottantacinque del russo, era piuttosto basso.
Cinque minuti dopo le flessioni, crollò sfinito.- E’
piuttosto faticoso…ma non posso mollare…- riprese a
sollevare le gambe ma non ci riuscì- beh…forse è meglio fare una pausa…andrò a
bere qualcosa- balzò dal letto scattando in piedi. Si apprestò ad uscire dalla stanza ma qualcosa catturò la sua attenzione. Rivolse lo
sguardo alla finestra, e intravide sul davanzale interno un cubetto di ghiaccio
perfettamente integro.
- Che strano…eppure ero sicuro di
averlo gettato via…- lo riprese tra le mani, lanciandolo fuori- Questa volta è
andato di sicuro! – poi si diresse correndo al piano di sotto.
Sul quartiere di Shibuya erano da
poco le sette. Il sole oramai tramontato, non rischiarava più in alto nel
cielo. Le luci della città si erano accese. Le vetrine degli enormi negozi
coloravano le strade di mille luci. Il quartiere della musica, come molti lo
chiamavano, perché pieno di botteghe stracolme di dischi, era gremito di
persone che passeggiavano tra le vie affollate.
DLIN DLON
A casa Minamoto il campanello
della porta emise uno squillo.
Una donna dai capelli corti e con occhiali sul viso andò ad
aprire.
- Ah Kouichi sei tu! Vieni entra
pure!- fece lei facendolo accomodare.
-La
ringrazio signora Satomi - disse il ragazzo
introducendosi in casa.
- Vado ad avvisare subito Kouji
che sei arrivato. Tu intanto siediti pure! Dopotutto questa è anche casa tua!-
la moglie del signor KouseiMinamoto,
padre dei due, era molto gentile nei confronti dei ragazzi, benché non fosse la
loro madre, cercava di esserlo trattandoli come suoi figli.
Kouichi si sedette sul divano di
pelle grigia posto al centro della stanza. Quasi sprofondando in esso, appoggio la schiena alla lucida spalliera.
Pochi istanti dopo, arrivò Kouji
scendendo le scale.
- Puntuale come sempre fratello!- fece lui alzando la mano
in segno di saluto.
- E’ uno dei miei pregi…devo
ammetterlo!- rispose il ragazzo sorridendo.
- Per quello che hai fatto oggi dovrei
non rivolgerti più la parola…
- Ah ti riferisci a quanto successo con Kumiko?
Kouji annuì con il capo senza
sorridere.
- Ah proposito, com’è andata? Non ti ha più mollato eh?-
chiese Kouichi in tono burlesco.
La conoscevano da quasi quattro anni, il periodo in cui entrarono nell’istituto privato Hurusai.
La ragazza si innamorò perdutamente
del moretto dalla lunga chioma, come spesso lo chiamava, fin dal primo giorno
quando lo conobbe in classe. Da allora non lo lasciava un attimo da solo, mettendolo
spesso in imbarazzo nell’intera scuola.
- Non mi và affatto di parlarne…-
sbottò prontamente Kouji contraendo la fronte e
voltando lo sguardo altrove.
- Mmm…ciò significa che non ti ha
più lasciato andare giusto?- dedusse il fratello portandosi le mani sui
fianchi.
- Tsk…quella ragazza è troppo
appiccicosa per i miei gusti…- Kouji non aveva per
niente l’aria di chi fosse divertito…dopotutto non era
piacevole fare il bambolotto preferito della compagna di classe!
I due poi, guardandosi in volto, scoppiarono in una rumorosa
quanto allegra risata.
Dopodichè, il volto di Kouji
divenne improvvisamente serio. Fissò il fratello con forte intensità, e lui
capì all’istante.
- Vieni, andiamo in camera mia.-
propose poi con voce diretta.
Kouichi lo seguì, salirono la
rampa di scale attraversando un lungo corridoio,poi entrarono nella porta infondo ad
esso. Lui si sedette sul letto, a differenza di Kouji
che rimase in piede con le spalle poggiate alla parete.
Entrambi rimasero ammutoliti per
pochi istanti, successivamente il silenzio venne rotto dal ragazzo con la
bandana che rivolse lo sguardo al fratello seduto sul letto.
- Sei davvero convinto di ciò? - disse senza tante
prefazioni.
Kouichi annuì con il capo,
afferrando al volo le sue parole.
-Il
fatto cheti capiti tutti le sere con
una tale insistenza, mi induce a pensare ciò che in realtà preferirei non
fosse…
Kouji chiuse gli occhi incrociando
le braccia. Aggrottò la fronte con aria riflessiva quanto inquietata.
- Pensi ci possa essere un filo logico con…Digiworld…?
Digiworld. Il mondo digitale che cinque
anni fa finì sotto la tirannia di Lucemon rischiando
di scomparire del tutto.
Sei ragazzi furono scelti per contrastare il potente angelo
ribellatosi alle regole che controllavano quel mondo.
Takuya, Izumi,
Junpei, Tomoki, KoujiKouichi.
Questi i nomi dei digiprescelti
che diventarono sei di quei dieci impavidi combattenti chiamati “leggendari
guerrieri”.
Hi, Kaze, Kaminari,
Kouri, Hikari, Yami.
Fuoco, Vento, Tuono, Ghiaccio, Luce, Oscurità.
Ognuno di loro governava l’elemento dal quale attingeva maggior
potere, e una volta eliminato l’angelo ribelle, Digiworld ritornò bella come un tempo. I settori acquisiti riapparvero
al loro posto materializzando le intere terre di quel mondo popolato da
creature incredibili. I Digimon.
Bokomon e Neemon,
gli strani ma simpatici mostri digitali che accompagnarono i prescelti nel loro
viaggio, spiegarono ai ragazzi che la connessione del Digiworld
al mondo reale non aveva stabilità continua, pertanto, se volevano far ritorno a casa, dovevano attraversare il varco dimensionale
in quel preciso istante.
I leggendari guerrieri salutarono i loro
compagni d’avventura, ringraziandoli, i piccoli Digimon
corsero ad abbracciarli. Le lacrime furono scontate. Si voltarono
volgendo l’ultimo sguardo alla loro, ormai, seconda casa.
I ragazzi fecero
ritorno nel proprio mondo portandosi dentro di se i ricordi indelebili di
quella splendida avventura.
Da quel momento in cui tutto ebbe fine, dell’oramai
nostalgica Digiworld non si seppe più nulla.
Fu difficile riadattarsi alla vita normale, i combattimenti
fremevano ancora nell’animo di ognuno di loro, ma con gli anni tutto ritornò
alla regolarità.
Possibile mai che a distanza di tanto tempo, quel mondo
popolato da esseri mirabolanti avesse ancora bisogno
di loro?
Kouichi assentì nuovamente con il
capo.
Non si sa come ma Kouji lo
percepì, riaprendo gli occhi.
- Se Digiworld centrasse con tutto ciò, allora come spieghi il mio sogno?
- E’ solo un’ipotesi, magari mi sbaglio ma
hai raccontato di trovarti aggrappato a una roccia in un settore digitale
giusto? L’abisso oscuro sotto di te forse significa che Digiworld
è ricaduto nel totalitarismo serrato di un altro tiranno…mentre
la figura avvolta da un manto oscuro …appartiene a un Digimon,
oppure un’entità benevola che vuole aiutarti…
Koujiascoltò in
silenzio, poi scosse il capo guardando il fratello.
- Non lo so…tutto ciò non mi convince…il tuo ragionamento potrebbe sussistere ma…se fosse una trappola? Se non si trattasse del mondo digitale ad essere in pericolo
ma del nostro? Che succederebbe Kouichi?
Noi non possediamo più il potere della digievoluzione…in
quel caso non potremmo fare nulla per difenderlo.
I fratelli Minamoto restarono in
silenzio, ognuno dei due non seppe cosa dire, sebbene il ragionamento di Kouichi non facesse una piega, anche quello fattogli da suo fratello poteva trovare fondamento pensò il
guerriero dell’oscurità accavallando le gambe.
TOC TOC
Qualcuno bussò alla porta interrompendo quell’attimo
di riflessione da parte di entrambi.
- Avanti!- escalmòKouji osservando la maniglia abbassarsi.
- Scusate se vi disturbo, ma ho pensato di portarvi qualcosa
da bere!- la signora Minamoto adagiò sulla scrivania
un vassoietto in metallo con due bicchieri colmi di
succo d’arancia.- Se avete bisogno d’altro chiamatemi pure!- concluse con un
sorriso.
- Grazie Satomi.- disse Kouji rivolto alla donna. Oramai aveva instaurato un ottimo
rapporto con la moglie del padre, diventando ottimi amici.
- La ringrazio signora sarà
sicuramente ottima!- affermò Kouichi alzatosi dal
letto per prendere il bicchiere.
La donna arrossì leggermente spingendo in
su gli occhiali scivolati sulla punta del naso.
- Di niente! Beh, vi lascio ai vostri discorsi, a dopo!
La guardarono uscire mentre il silenzio riscese nella camera.
Koujiandò a
prendersi il succo d’arancia, lo scosse un pochino poi lo bevve.
Kouichi invece, lo teneva tra le
mani, con lo sguardo perso nel liquido arancione.
- Kouji…riguardo prima…potremmo
sbagliare entrambi, a volte i sogni accadono senza una logica, e non vuol dire che nel tuo debba essercene una.
Il ragazzo adagiò il bicchiere nel
vassoio, il volto ancora pensieroso fissava il recipiente vuoto. In effettiKouchi poteva aver
ragione, non era detto che il suo sogno potesse presagire qualcosa ma…dentro di
sé persisteva il dubbio. Era troppo reale, troppo strano troppo…tetro.
- Dai non pensiamoci più!- fece Kouichi
poggiandogli una mano sulla spalla- Se si tratta veramente di Digiworld…beh, aspettiamo che accada qualcosa per saperlo!
Kouji annuì.
L’orologio in camera segnava le otto, il moretto dai capelli
corti bevve in un lampo la spremuta d’arancia mentre
rivolse lo sguardo ad esso.
- E’ tardi, devo andare altrimenti
la mamma sarà in pensiero- disse posando il bicchiere svuotato accanto all’altro.
- Vieni, ti accompagno a metà
strada- propose Kouji prendendo la giacchetta.
-Ma
no non preoccuparti, non ce ne bisogno, ci vediamo domani mattina alla stazione
di Shibuya.- aprì la porta salutandolo con la mano, e
in fretta scese le scale dirigendosi verso l’uscita- Arrivederci signora Satomi!
- Te ne vai già Kouichi? Speravo
restassi a cena da noi stasera…- fece la donna dall’aria rattristata.
- La prossima volta accetterò senz’altro l’invito ma ora devo proprio scappare! Grazie e arrivederci!
Kouichi strinse il pomello della
porta tirandolo a se, dopodichè uscì fuori.
Il fratello da parte sua rimase immobile, voleva accompagnarlo ma il ragazzo non gli diede aggio di farlo.
Con la mano si portò la giacca sulla spalla e scese di sotto.
- Esci anche tu Kouji?- domandò la
signora Minamoto vedendo il ragazzo aprire il portone
d’ingresso.
- Si, ho dimenticato di comprare una cosa questa mattina,
tornerò per ora di cena.- concluse lui chiudendo la porta alle sue spalle.
In realtà non aveva niente da acquistare,
voleva solo fare due passi per schiarirsi le idee.
Con la mano in tasca, e l’altra sulla spalla che stringeva
la giacca, s’incamminò per le strade di Shibuya.
Un’anziana donna dal capo coperto da uno scialle, lo vide
assorto nei pensieri. L’anziana signora, seduta sulla panchina,
fece
cenno di avvicinarsi. Kouji la intravide, mad’altro canto
reputandola la solita indovina intenzionata a predire il futuro per guadagnare
qualcosa, decise di continuare imperterrito per la sua strada.
- Le tenebre avvolgeranno la luce, saprai contrastarle?
La frase della donna lo bloccò di scatto. Fece un mezzo giro
fermandosi a guardarla con occhi stupiti.
Lei sorrise appena, invitandolo nuovamente ad accostarsi.
- Ottima scelta ragazzo mio…-
disse l’anziana vedendolo giungere. Una volta vicini,
lei proseguì-Comprendere gli altri è
intelligenza, comprendere se stessi è saggezza… e tu lo sei.
- Lascia perdere queste cose,
piuttosto, cosa volevano dire le parole di prima?! - fece lui senza tante
presentazioni.
Lei scrutò il ragazzo attentamente con i suoi occhi di un
grigio intenso, poi tirò fuori dalla tasca un piccolo
fazzolettino di pizzo ricamato, e lo annodò all’estremità.
- Non si scioglie un nodo tirando con forza. Una
situazione difficile richiede dolcezza.- disse con tono calmo disfacendo l’annodatura pazientemente.
Kouji sbottò voltando le spalle.
- Perdo solo tempo con te, ti saluto - si apprestò ad
allontanarsi, ma venne ancora una volta bloccato dalle
parole della vecchia indovina.
- Nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta a
galla. Per vincere le paure, devi avere il coraggio di scrutare le profondità
di te stesso.
Lui si voltò di scatto quasi sbigottito.
- Tu sai qualcosa che a me sfugge non è così?- chiese
increspando le palpebre- Allora ti chiedo…si
insomma…ti chiedo “gentilmente” di dirmelo- fece il ragazzo faticando un po’.
Non era sua chiara abitudine trattare le persone con una certa…
cordialità!
- Le risposte che cerchi non sono in grado di fornirtele
io, dovrai provvedere tu a farlo.- rispose lei pacatamente.
- Mi dispiace deluderti ,ma ho
già provato con pessimi risultati. La risposta non esiste, o perlomeno non
posso trovarla…
- “Non puoi”…e diverso da “non vuoi”, ti sembra?-
l’anziana donna si riavviò lo scialle scuro sulle spalle, dando un leggero
colpetto di tosse.
Un brivido attraversò la schiena del ragazzo.
Gli occhi grigi della signora continuarono a guardarlo,
dopodichè sorrise.
- Se qualcosa affatica il nostro
passo, la via d’uscita c’è sempre. Nulla è eterno, è
questione di tempo.- concluse abbassando le palpebre.
- Che intendi dire? Qual è la via
d’uscita di cui parli?! – Kouji
cercò di esprimersi ma improvvisamente, un bimbo, calciando
il pallone lo indirizzò involontariamente dritto verso la sua schiena.
Voltandosi di colpo avvistò la palla, chinò il corpo
in avanti afferrandola. Poi con un calcio la ritirò al piccolo che agitò la
mano per ringraziarlo.
Dopodichè, fece un mezzo giro volgendosi indietro in
direzione della vecchia indovina, ma con enorme stupore notò la panchina
completamente vuota.
Fece saettare lo sguardo lungo il parco, ma della donna
nessuna traccia. O meglio…una
la trovò.
Adagiato sulla panca di ferro colorato, spiccava il
fazzolettino bianco, di pizzo, usato poco prima dall’anziana.
Lo raccolse guardandolo pochi istanti, poi lo infilò in tasca.
“Se qualcosa affatica il
nostro passo, la via d’uscita c’è sempre. Nulla è eterno, è
questione di tempo”
Quella frase rintronò nella mente di Kouji,
disteso sul letto.
Per quanto si sforzasse, non
riuscì a chiudere occhio.
E’ questione di
tempo…di tempo…di tempo…
La stessa parola fecero eco per
poi dissolversi con lo scrollo del capo.
Si rigirò tra le mani il pezzo di stoffa quadrata,
torcendolo con le dita. Poi, lo appoggiò sul comodino spegnendo la luce
dell’abat-jour e chiuse le palpebre.
- Dammi la mano…
- Non vedo perché dovrei…
- Per non finire nel vuoto…
- Altrimenti che succederebbe…?
- Saresti inghiottito dalle tenebre…
- Finché la luce sarà con me,
non avrò paura.
- Finché l’oscurità sarà con
te, non potrai sottrarti al suo volere. La tua anima sarà schiacciata in una
morsa, la tua mente persa nell’abisso senza vita.
- Ma tu chi sei?!CHE ACCIDENTI VUOI DA ME!!!???
DRIIIIIIIIIIIIIIIN
La sveglia grigia metallizzata risuonò fortemente nella
camera.
Kouji sbalzò di colpo flettendo
il torace in avanti.
Ansimava affannosamente stringendo le lenzuola con forza.
Ancora una volta quel sogno…ancora una volta
nessuna risposta ma…qualcosa di diverso, nelle parole della figura annerita,
apparve dissonante.
- Finché l’oscurità sarà con te, non
potrai sottrarti al suo volere. La tua anima sarà schiacciata in una morsa, la
tua mente persa nell’abisso senza vita.
- Ha detto così?- chiese Kouichi
ascoltando attentamente le parole appena dette dal fratello.
Lui annuì.
- Allora è probabile che l’oscurità c’entri qualcosa…
Kouji annuì nuovamente.
Alzandosi dal muretto di cemento posto nel giardino scolastico si voltò in
direzione del fratello.
- E’ giunto il momento di avvertire gli altri.- disse in
tono deciso.
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa, poi Kouichiapprovò con il capo.
- L’oscurità ti spaventa così tanto?-
chiese il fratello.
Kouji non rispose.
La pausa pranzo volse al termine, ed entrambi rientrarono in classe.
- Takuya mi dai una mano?- disse
la signora Kanbara chiamando il figlio.
Erano le cinque del pomeriggio, e il ragazzo sollevandosi
dal divano si diresse in cucina.
- Cosa c’è mamma?- chiese
entrando.
- Ho finito il latte potresti
scendere a comprarne una bottiglia? – chiese la donna
scuotendo il bottiglione vuoto.
- D’accordo…ma che stai facendo?- si avvicinò dando una
sbirciatina. Il tavolo da cucina appariva invaso da recipienti di varie misure.
Un contenitore grande di vetro era pieno di panna montata, un
altro racchiudevascagliette di cioccolato
bianco. Takuyainfilò una mano
assaggiandone una, ma la madre prontamente, con la cucchiaia di legno, gli tirò
una bacchettata sulle dita.- Ahi! Che dolore! Volevo
solo provare!
- Lo farai domani! Adesso non si
tocca niente!
- Ma si può sapere che stai
preparando? La cucina sembra un campo di battaglia…-asserì
lui guardandosi attorno.
- Hai già dimenticato che domani è il compleanno di Shinya? Visto che si trova dal suo amico, ne approfitto per preparare la torta, ma ho finito il latte
e senza non posso fare la crema…coraggio và prima che torni!- la madre lo
esortò ad uscire, mentre infornava una grossa teglia di biscotti.
Lui sbuffando, infilò le scarpe poste sul lato sinistro
dell’entrata, e andò via.
Una volta fatto “l’importante”
acquisto, si diresse verso casa ma, qualcosa lo fece sobbalzare.
- Di-Digimon?! – disse con occhi
spalancati lasciando cadere la bottiglia del latte in terra. Poi scosse
fortemente la testa e si chinò a raccoglierla- Ma che dico…ho
le traveggole…mi sarò sbagliato…come fa un Digi
- Ebbene abiti qui TakuyaKanbara!?Se
non sbaglio questo è il tuo nome…ho indovinato?
Takuya si girò di scatto
trovandosi faccia a faccia con la persona che meno
avrebbe desiderato di incontrare.
- Il ragazzo grattacielo?!-
balbettò lui con voce tremante- Che che ci fai qui?!
- Mi chiamo Ivan…ma l’atra volta
non ci siamo presentati a dovere…
- E nemmeno ci tengo a farlo…! Ma non hai risposto alla mia domanda…che ci fai qui e come
sai il mio nome? Che sei un indovino?
Beh…può darsi… comunque mi
trovavo da queste parti e …ho intravisto la tua faccia da lontano…è inutile non
notarla…!
- Il pugno dell’altra volta non ti è bastato? Se ne vuoi un altro non fare complimenti, oggi mi sento generoso
amico mio! Posso considerarti tale no?!- ribadì Takuya in tono derisorio.
- Spiacente nanetto, ma per te
non c’è posto nel mio mondo. Sono troppo superiore per la tua portata
e…statura! Al contrario invece della tua amichetta bionda…per lei faccio un’eccezione…anche se non capisco come mai una ragazza come lei
stia insieme a un branco di deficienti…!
Takuya avanzò fulmineamente
verso il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, sferrò un pugno, ma lui prontamente
lo parò.
- Sei lento…- gli dichiarò il ragazzo russo. Accostò la
bocca accanto l’orecchio comprimendo le dita del
giovane guerriero - Ascoltami bene piccoletto, se tenterai di mettermi i
bastoni tra le ruote, beh… come prima cosa non vedrai più la tua biondina e
poi…e poi lo scoprirai a breve…ma per quello, oramai è solo questione di tempo.
Takuya sbarrò gli occhi, mentre
la gelida mano del ragazzo mollò la presa, lasciandogli il braccio.
- Ci vediamo tappo!- voltando le spalle, andò via.
Prima che potesse accorgersene,
le mani di Takuya si strinsero a pugno. Un brivido
freddo percorse la sua schiena.
Cosa volesse dire il russo? Non
seppe dare risposta, e dando uno sguardo all’orologio
da polso, corse verso casa.
DRIIIIIIIIIIN
- Casa Kanbara chi parla? Ah Kouji ciao! Takuya? In questo
momento non è in casa, ma dovrebbe rientrare a momenti…a no
aspetta sta rincasando proprio adesso! Te lo passo!-
la signora Yuriko distaccò di poco la cornetta
all’orecchio chiamando il figlio- Takuya a telefono!
E’ Kouji!
Il ragazzo consegnò la bottiglia alla madre, afferrando
l’apparecchio.
- Pronto Kouji? Sono Takuya!- disse lui con voce
affannata dovuta alla corsa.
- Hai partecipato a una maratona
per caso? - rispose Kouji dall’altro capo sentendo il
fiatone dell’amico.
- Beh, più o meno…ma piuttosto
volevi dirmi qualcosa? Sono tre giorni che non ci sentiamo.
- Lo so ma ci sono stati…un po’
di problemi…- disse Kouji con voce seria.
- Che intendi dire per
“problemi”?
- Lo saprai molto presto. Ho chiamato anche gli altri, ci
vediamo alle sette a casa di Junpei d’accordo?
Takuyarimase
un attimo interdetto, poi annuì.
- Contaci! Vado a prepararmi e arrivo subito!
Riagganciò prontamente la cornetta filando in camera.
Tolse i gli abiti aprendo
l’armadio. Si infilò dei vestiti nuovi dopodichè
riscese le scale a gran velocità.
Sua madre intanto, andò in cucina, svitò il tappo del
boccione di latte cercando di versare il contenuto in
un recipiente, ma invano. Infatti il liquido appariva
più denso del solito, quasi fosse congelato.
- Lo avranno messo in cella per errore…- disse scuotendo
la bottiglia- Takuya esci di
già?- domandò poi scorgendo il figlio allacciarsi le scarpe.
- Vado a casa di Junpei,
ci saranno anche Kouji e gli altri. Tornerò
presto a dopo.- sbatté la porta scendendo le scale.
Si affrettò a correre in direzione del centro di Shibuya, dove abitava l’amico.
Durante il tragitto non poté fare a meno di pensare alle
parole di quello strano ragazzo.
Scosse il capo, voltando
l’angolo.
L’enorme palazzo, situato nei pressi del centro
commerciale, spiccava tra tutti per il suo colore azzurro oceano e le serrande
verdi.
In casa Shibayama squillò la
porta.
Junpei si diresse ad aprirla.
- KoujiKouichi!
Prego entrate!- esclamò il ragazzo facendoli
accomodare.
- Sei sicuro che non disturbiamo? E’ la prima volta che
organizziamo una riunione di gruppo a casa tua. – chiese Kouichi
guardandosi attorno un po’ intimorito.
- Ma figurati! E
poi i miei sono sempre fuori per lavoro, quindi entra pure!- Junpei gli tirò una pacca sulla spalla facendolo quasi
cascare.
- A quanto pare siamo i primi…-
fece Kouji notando l’assenza degli altri.
Ma proprio in quel momento la
porta suonò nuovamente.
- Ecco che arrivano gli altri!- Junpei
andò ad aprire ritrovandosi il giovane Tomokia un metro di distanza.
- Ciao Junpei-san! Che bello rivederti!- disse il ragazzino sorridendo.
- Ehilà Tomoki-chan!Ma si può sapere che fine hai
fatto? E’ un bel po’ che non ti si vede!- fece accomodare anche lui richiudendo
la porta…o meglio…richiudendo la porta, ma in faccia a Takuya
che correndo per la rampa di scale cercò di entrare anticipando l’amico ma.....
- Aucc!- mugolò lui portando le
mani sul volto dolorante.
Poco dopo il campanello strimpellò insistentemente.
- Arrivo arrivo! Uff…- sbuffò Junpei accingendosi
ad aprire.- Ah Takuya! E’ modo di suonare questo?? Non sono sordo…ma che hai fatto alla faccia?- interpellò l’amico notando il viso arrossato.
- Lasciamo stare è meglio…!- sbottò
lui entrando in casa.
- Takuya-oniichan!- esclamò Tomoki in tono squillante.
- In ritardo come sempre eh?- annotò Kouichiche poi aggiunse-
Piacere di rivederti!
- Tomoki! Kouichi!
Ben ritrovati!- li salutò con una pacca sulla spalla, poi si
guardò attorno- Ci siamo tutti?
- No, manca Izumi.- disse
inserendosi una quarta voce.
- Kouji! Givemefive!- esclamò Takuya vedendo l’amico sbucare da una porta.
I due batterono il cinque salutandosi fraternamente.
- Da quando in qua conosci l’inglese?- gli domandò il
ragazzo perplesso.
- Da quando prendo lezioni private da Izumi…è
peggio del mio insegnante…brrr - rabbrividì lui, burlescamente.- Se non sbaglio hai
detto che manca solo lei? E’ strano…generalmente è
puntuale…
- Avrà avuto un contrattempo, sai le donne come sono
fatte…!
Tomoki aveva ragione pensò Takuya, mentre tutti nel frattempo si avviarono nella
camera di Junpei.
- Intanto che aspettiamo che ne diresti
di cominciare?- propose Tomoki al ragazzo col codino.
Kouji cercò approvazione nello
sguardo del fratello, che annuì.
- Ok…mettetevi comodi…
Junpei si sedette sulla sedia
accanto alla scrivania, Kouichi si accomodò sul
letto, Takuya e Tomoki si
sedettero sul parquet della stanza, mentre Kouji si
adagiò sul davanzale della finestra.
- Per fare una riunione di gruppo così all’improvviso deve
essere grave…non e che…ti sei fidanzato?! Questo sì
che sarebbe grave ihih!- Junpei sghignazzò portandosi la mano davanti la bocca, ma
gli altri non lo seguirono. Oltre a non aver perso la cotta per Izumi, nemmeno il senso dell’umorismo piuttosto spiccato lo
aveva abbandonato dai tempi di Digiworld.
Kouji lo guardò
senza scomporsi poi incominciò.
- Prima di azzardare una simile ipotesi, io e Kouichiabbiamo parlato a lungo di
questo…ecco perché non mi hai più sentito Takuya…-
disse rivolgendogli lo sguardo.
- Si tratta di una cosa seria non è
vero?- Takuya fece altrettanto, fissando il ragazzo.
Kouji annuì. Poi riprese.
- Non voglio allarmare né tanto meno
sollevare inutili polveroni ma… a questo punto è meglio che sappiate
CRAAASHHH!!!!!
Improvvisamente qualcosa di molto
pesante fiondò nella camera rompendo la vetrata della
finestra.
Kouji la evitò prontamente
scattando nella zona laterale.
- COSA E’ STATO?!!- urlò Takuya balzando in piedi.
- E ora chi lo sente mio padre?!-
Junpei rimase a bocca aperta guardando l’enorme buco
al centro della lastra.
- Fate attenzioni ragazzi potresti
tagliarvi!- Kouichi fece notare che gran parte del
pavimento era cosparso di piccoli frammentivetrati , i cinque cercarono di non muoversi rimanendo disorientati. Tomoki cercò di restare fermo ma
perse l’equilibrio, Takuya lo afferrò immediatamente
per un braccio evitando che cadesse.
- Aaah Grazie Takuya!- sospirò il ragazzino spalancando gli occhi e
osservando i vetri a poca distanza dal suo naso. Poi il ragazzo lo tirò
su.
Sul pavimento rivestito di legno spiccava un oggetto di
metallo a più punte. Il primo a notarlo fu Kouichi
che lo segnalò agli altri.
- Guardate! Una stelletta ninja!-
disse il giovane indicandola con il dito.
Tutti voltarono il capo istantaneamente, Kouji, reclinatosi in avanti cercò di estrarla dal pavimento,
e ci riuscì.
A una delle tre punte vi era
infilato un foglio di carta piegato a più parti.
Il ragazzo staccandolo cominciò ad aprirlo, e dall’interno, alcuni ciuffi biondi discesero posandosi al
suolo.
- Cosa sono quelli?!- esclamò Junpei osservandoli cadere.
Takuya li squadrò
con attenzione, uno strano presentimento gli sfiorò la mente poi spostò
rapidamente gli occhi sul foglio di carta.
- Kouji che c'è scritto? Leggi!-
lo esortò lui.
Il ragazzo fece saettare lo sguardo sul
foglio, lesse quelle poche righe con attenzione, poi abbassando la lettera, guardò
i compagni con occhi aperti.
- Che dice?!- chiese prontamente Takuya.
Il ragazzo lo fissò ammutolito. Poi con tono di voce estremamente basso, ma percettibile, gli rispose:
- ...Izumi…è stata rapita!
- Co-cosa?!?-
Takuya sobbalzò di colpo. Gli altri lo seguirono
all’istante. Staccò la lettera dalle mani dell'amico e cominciò a leggere.
Rimase atterrito.
Le dita strinsero il pezzo di carta quasi rompendolo, poi si inclinò a terra raccogliendo alcune ciocche di capelli.
Erano di un biondino molto simile a quello della ragazza, e lui oramai
conosceva benissimo quel colore.
- E se fossero delle semplici
fibre sintetiche?- fece Kouji raccogliendone alcuni
anche lui.
- No...sono i suoi!- asserì Takuya
più che convinto. I capelli erano troppo morbidi per essere
finti, erano proprio quelli di Izumi!
- Ma chi è stato? Chi può averlo fatto?- Junpei era
confuso, dimenticò completamente la vetrata rotta, adesso la cosa più
importante era la sua amica.
- Non abbiamo nessun indizio? Non so, qualche particolare
che ci è sfuggito...- Tomoki
incominciò a guardarsi in giro nella speranza di trovare qualcosa di utile.
Tutti gli altri fecero lo stesso. Kouichi scostò i
vetri con la scarpa in un angolino della stanza per
evitare tagli, Takuya si affacciò alla finestra, ma
oramai era già troppo tardi per vedere il colpevole.
Koujiosservò
la stella di metallo, sul lato di una punta appariva una piccola
incisione in rilievo. Avvicinò l'oggetto agli occhi, sgranandoli all’istante.
- Lu-Lucemon?!
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Nota: Per alcune frasi pronunciate dall’anziana indovina,
ho utilizzato piccole perle di saggezza contenute nei “Tao” e in alcuni celebri
concetti scritti da grandi persone.
I ragazzi si voltarono di colpo verso il compagno.
- Cos’hai detto…?!- chiese prontamente Takuya nella speranza
di aver capito male.
Kouji inghiottì a fatica, alzando il capo verso i quattro
disse con tono tremante:
- Qui c’è inciso lo stemma di Lucemon…
Il silenzio generale calò nuovamente nella camera, Kouichi
rivolse lo sguardo al fratello e capì dai suoi occhi che non fosse un abbaglio.
Takuya cercò di esprimersi ma le parole rimasero in gola.
Kouji protese un braccio in avanti porgendogli la stella, lui l’afferrò
comprimendola tra il pollice e l’indice.
Lo sguardo allibito nel notare la figura lo fece gelare. Una
goccia di sudore freddo gli attraversò il volto, finendo giù per il collo.
Junpei e Tomoki si accostarono a lui confermando, apprendendo che non fosse uno
scherzo.
- Lo abbiamo tutti visto morire…è impossibile che sia
sopravvissuto!- Takuya non riusciva a crederci, cinque anni fa sconfissero
l’angelo ribelle unificando i loro poteri.
Susanoomon, il leggendario guerriero creato dall’unione dei
dieci Digispirit, ingaggiò una tremenda lotta contro Lucemon, e alla fine come
ogni storia che si rispetti, il bene ebbe la meglio, e l’angelo indemoniato fu
distrutto.
- Non può essere sopravvissuto al nostro ultimo attacco! E’
inammissibile solo pensarci!
- Junpei ha ragione, e poi sono passati cinque anni…perché
avrebbe atteso tutto questo tempo per farsi vivo? Non capisco…- Tomoki aggrottò
la fronte portandosi una mano sul mento.
- E soprattutto…perché ha rapito Izumi…? Non è solo con lei
che deve prendersela! Siamo tutti sulla stessa barca, avrebbe dovuto farlo con
l’intero gruppo! Maledetto!- gli occhi di Takuya si accesero di rabbia, se
avessero fatto la strada insieme forse Izumi sarebbe rimasta ancora con loro
pensò sbattendo un pugno contro il muro. La libreria accanto tremò per il
colpo.
- Calma Takuya. Se ti arrabbi non servirà a nulla.- rispose
Kouji in tono piatto.
Lui si voltò verso il compagno agguantandolo per la maglia.
- Come dannazione fai a rimanere impassibile? Rispondi!! Una
nostra amica è stata portata chissà dove e tu ti rilassi?!
- Sono nervoso quanto te, credimi, ma non è con questo che
libererò Izumi! Lo hai detto tu prima, siamo nella stessa barca!- Kouji fissò
il ragazzo negli occhi, entrambi sapevano benissimo che in quel momento
l’ultima cosa da fare fosse quella di litigare tra loro.
Takuya allentò la presa lasciandolo andare.
- Hai ragione…scusami…ma…
- Non preoccuparti, so cosa provi e ti capisco- disse Kouji
poggiandogli una mano sulla spalla.
- Che facciamo? Non abbiamo indizi a parte questo foglio e
la ste
Takuya non fece in tempo a finire la frase che la stella
metallica a tre punte cominciò a ondeggiare sul pavimento. Gli occhi dei cinque
si indirizzarono su di essa e in pochi istanti l’oggetto appuntito spiccò il
volo avviandosi in direzione della finestra. Junpei cercò di afferrarla ma
Kouji lo bloccò prontamente.
- Fermo! Vediamo dove và…
L’arma acuminata schizzò al di fuori del vetro,
indirizzandosi verso il centro commerciale.
- Presto ragazzi! Se la seguiamo ci porterà di sicuro al suo
proprietario!- esclamò Kouji filando fuori dalla camera.- Junpei tu resta qui,
potrebbe arrivare un altro messaggio- concluse il ragazzo avviandosi per le
scale.
Takuya, Tomoki e Kouichi lo seguirono a ruota divorando i
gradini a tre alla volta. Giunti fuori dal palazzo, i quattro iniziarono l’inseguimento.
La piccola stella si muoveva nell'aria a velocità sostenuta,
attraversò la strada infilandosi in una traversa, i ragazzi fecero altrettanto
ma una macchina sopraggiunse a gran rapidità frenando di scatto. Kouji e Takuya
non potendo arrestare, saltarono sul cofano atterrando dall’altro lato.
L’automobilista furioso suonò insistentemente il clacson sporgendo la testa
fuori dal finestrino urlando:
- Razza di scapestrati!!
- Ci scusi la prego ma andiamo di fretta!- gli gridò Takuya
continuando a correre.
Kouichi e Tomoki si fermarono per attendere il passaggio
della vettura, dopodichè ripartirono cercando di mantenere il passo a quello
dei loro compagni.
Giunti al centro commerciale, l’oggetto di ferro vi entrò
indirizzandosi agli scaffali.
- E adesso in quale reparto sarà?- disse Takuya guardandosi
intorno.
- Dividiamoci, tu a destra , io sinistra!- accennò Kouji col
dito. Il ragazzo annuì imboccando la corsia indicatagli dal compagno.
- Eccola! Non mi scappi! – Takuya arrivò in fondo al grande
magazzino, non curante delle persone che affollavano il posto
rivolgendoglilo sguardo. Ebbe un attimo
di smarrimento perdendola di vista- Dov’è andata?!
Entrambi piombarono al di fuori riavvistando l’oggetto.
- Girerà a destra!
- Come fai a saperlo Kouji?- chiese Takuya ansimando.
- Fidati!
E infatti, il pezzo di metallo imboccò la stradina sul lato
destro.
- Come lo sapevi?!- gli domandò sbalordito quanto curioso.
- Beh, ho tirato a indovinare…!
- Eeeh?!? Sei più pazzo di me!- dichiarò il ragazzo
convinto.
All'istante, i due arrestarono trovandosi in un vicolo
cieco.
- Maledizione e adesso?! Questa è una strada chiusa!- Takuya
si guardò intorno, ma davanti a esso, una parete fatta di mattoni rossi si
estendeva per cinque metri d’altezza.
- Esci fuori! Lo so che sei lì dentro! E’ inutile
nascondersi.- Kouji indirizzò un calcio verso un cassonetto pieno di rifiuti
che traballò all’istante. Delle cartacce balzarono in aria quasi lanciate da
qualcuno, e dal grosso contenitore, uno strano essere fece la sua
comparsa.
- Di-Digimon!?- balbettò Takuya non appena lo vide. Poi, si
soffermò un istante allargando le palpebre. – Ma io…ti ho già visto! Eri vicino
casa mia! Credevo di essermi sbagliato e invece…!
- Hai una buona memoria ragazzo…!- disse la creatura
infilandosi la stelletta sul cinturone di cuoio che gli attorniava la vita.
- Chi sei?! Parla!- lo esortò Kouji con tono forte.
- Ninzokumon per servirvi!- esclamò il Digimon facendo un
inchino.
- Fai poco lo spiritoso e dicci perché sei nel nostro mondo!
Come ci sei arrivato?! - gli chiese Kouji senza tante prefazioni.
- Beh, il mio padrone mi ha affidato un compito piuttosto
facile da svolgere… e per quanto riguarda la domanda del come sono arrivato
qui, ebbene, devo annunciarvi che sul vostro amato pianeta si sta formando un
piccolo varco dimensionale che presto si allargherà ulteriormente permettendo
ai Digimon più potenti di attraversalo e…insediare questo mondo! Oramai il
conto alla rovescia è cominciato, mancano solo pochi dettagli…e la terra non vi
apparterrà più eh eh…- il mostro digitale sorrise beffardamente mentre i due lo
guardarono impietriti.
Takuya scattò in avanti bloccandolo al muro. Voleva
sferrargli un pugno ma poi ritirò la mano.
- Sei stato tu a rapire Izumi?! Parla!- ordinò lui
stringendogli una parte del suo nero costume.
- Izu Imi Izo… ma che razza di nome è?! Ti riferisci alla
ragazza bionda? Guarda che io ho solo eseguito gli ordini del mio padrone…non
posso farci nulla per lei…e poi toglimi le mani di dosso…mi stropicci il
vestito…
- Me ne frego del tuo abito! Dimmi dove l’hai portata o
preferisci che ti dia una sistematina alle ossa!?
- Takuya basta!- gli ordinò Kouji intervenendo tra i due.-
Cerca di ricordare quello che ti ho detto prima…- si scambiarono un rapido
sguardo, poi Takuya mollò la presa.
- Oooh finalmente! Così va meglio…dunque vuoi sapere dov’è
la ragazza? Allora venite a farci una visitina nel nostro mondo ammesso che ci riusciate
s’intende…! Però vi avverto, la merce venduta non si cambia! - fece il Digimon
con voce impertinente.
- Che cosa vuoi dire?! Che hai fatto ha Izumi!?- Takuya alzò
il tono della voce urlando.
- Aaah ci risiamo con questa Izomu Imizu Izimu…insomma, la
biondina! Sei petulante…ma non preoccuparti per lei, verrà trattata nel
migliore dei modi…
- Da chi sei manovrato?!- chiese Kouji imperterrito- C’entra
Lucemon in tutto questo?! Rispondi!!
- Chi sia il mio padrone non vi è dato sapere, ma temo proprio
che tra non molto qualcuno vi avviserà… nei piani alti di Digiworld gli angeli
si saranno già prodigati per informarvi…i soliti scocciatori… Ooops! Devo
scappare! Vi avverto, non provate a metterci i bastoni tra le ruote…questa
volta il male avrà la meglio e voi non potrete ostacolarci!- nel muro, un
piccolo passaggio si aprì, e la creatura vi corse incontro.
- Fermo!!- Takuya cercò di raggiungerlo ma il Digimon,
scappando verso la parete senza uscita, si infilò nella fessura che si richiuse
all’istante facendo sbattere il giovane ragazzo contro il muro di mattoni.
- Takuya! Tutto bene?!- domandò Kouji correndogli incontro.
- Poteva andare meglio…- rispose lui massaggiandosi il naso.
Nel frattempo, Kouichi e Tomoki arrivarono a passo spedito
verso i due.
- Eccoci ragazzi! Scusate ma non siamo riusciti a starvi
dietro…
- Kouichi ha ragione…correvate come dei pazzi…- disse Tomoki
piegandosi sulle ginocchia e respirando con affanno.- Ma…ci siamo persi
qualcosa?- domandò poi con aria perplessa.
- Venite, vi spiegheremo tutto con calma.- disse Kouji
incamminandosi al di fuori della stradina chiusa.
I quattro si diressero verso casa Shibayama, una volta
giunti, Takuya raccontò loro di Ninzokumon e del mondo digitale, mentre Kouji
diede notizia dell’approssimarsi di un passaggio tra i due mondi.
I Ragazzi rimasero atterriti, Digiworld aveva ancora bisogno
di loro?
A questa domanda nessuno diede risposta.
- Dobbiamo ritornare a Digiworld!- disse Junpei spezzando il
silenzio.
Gli altri lo guardarono.
Erano trascorsi cinque anni dall’ultimo viaggio in quel
posto e una volta rientrati nel loro mondo, non si presentò più una nuova
occasione per farvi ritorno.
Fu il mondo digitale a chiedere l’aiuto dei ragazzi,
provvedendo ad accompagnarli a bordo di Trailmon dotati di posti a sedere, e dopo
la sua liberazione, non furono più capaci di stabilirvi un contatto.
Come sarebbero ritornati?
Rifletterono a lungo, e improvvisamente Takuya ebbe un’idea
ripensando alla scena della strada senza uscita.
- Aspettate un attimo… il passaggio! – esclamò lui a gran
voce- Si potrebbe utilizzare quello nel quale Ninzokumon si è infilato! Da lì
arriveremo dritti nel mondo digitale! E’ sicuro!!
Effettivamente aveva ragione, ma Kouji gli bloccò l’idea sul
nascere.
- Impossibile! E’ un’ipotesi da scartare a priori…
- Perché?! Cosa c’è che non va? E’ l’unico modo che
abbiamo!- rispose Takuya fissando l’amico.
- Il Digimon ha parlato di angeli…è probabile che si
riferisse a Seraphimon Ophanimon e Cherubimon…se il mondo digitale è nuovamente
in pericolo, potremo avere una chiamata improvvisa. Per il momento l’unica cosa
che possiamo fare è aspettare.
- Aspettare cosa?! Che diavolo dovrei aspettare Kouji? Per
il momento si è parlato solo di ipotesi, non c’è nulla di concreto! Continui a
dire di aspettare! Continuia dire di
attendere! Io non ci stò! – Takuya scattò in piedi con fare impetuoso.
Kouji da parte sua rimase impassibile, continuando a
mostrarsi calmo.
- Se rifletti bene capirai…
- Cosa dovrei capire? Più tempo perdiamo a riflettere e più
tempo passerà per liberare Izumi! Se dovesse trattarsi davvero di Lucemon come
supponi, chissà cosa le farà quel pazzo! Tu fa come ti pare ma io vado!
Takuya voltò di spalle indirizzandosi verso la porta ma
venne prontamente fermato da Kouji che lo trattenne per un braccio sferrandogli
un pugno. Il ragazzo si strinse la guancia dolorante, mentre gli altri tre
guardarono sbigottiti.
- Sentite non credo sia
- Fermo Junpei, lascia che si chiariscano, è meglio che lo
facciano adesso prima di avere ripensamenti.- proferì Kouichi bloccando l’amico
che rivolgendogli uno sguardo annuì con il capo.
Takuya rimase sconcertato, senza dire una parola, al
contrario di Kouji che cominciò a parlare con voce calma.
- Pensaci bene…non ti sembra tutto strano? Rapiscono Izumi
con una lettera di accompagnamento che ci avverte del sequestro… se volevano
farle del male non avrebbero usato tanta premura nell’ informarci…l’avrebbero
rapita senza tante cerimonie e soprattutto senza avvertirci…e poi il passaggio
usato da quel Digimon è troppo piccolo e soprattutto troppo rischioso per
noi…metti caso che una volta attraversato ci trovassimo nel covo di Lucemon,
senza il potere della digievoluzione saremmo annientati in un soffio,
passeremmo a miglior vita senza rendercene nemmeno conto! Non ho intenzione di
mettere a repentaglio la vita degli altri solo perché hai fretta di liberare
Izumi…l’impellenza non è mai un ottimo concetto, non precorriamo gli eventi ma
lasciamo che siano loro a precorrere noi. Questo lo capisci?
Kouji aveva proprio ragione pensò Takuya tenendosi la
guancia. Nonostante portavano un solo anno di differenza, il giovane ragazzo
taciturno e riflessivo, appariva molto più saggio dei suoi effettivi
diciassette anni.
Takuya abbassò il capo, sentendosi a disagio, mise da parte
l’orgoglio e riuscì a parlare.
- Anche questa volta…hai ragione tu…ero accecato dalla
rabbia e non ho riflettuto a dovere…ho pensato solo a me stesso…- disse con
tono lievemente basso, si rischiarò un po’ la voce con un leggero colpetto di
tosse e riprese – ragazzi… vi chiedo scusa…
Kouji fece un passo in avanti, batté una mano sulla schiena
dell’amico, seguito a ruota dagli altri che lo accerchiarono sorridendo.
- Resteremo uniti fino all’ultimo aiutandoci a vicenda
perché siamo un gruppo, quindi cerca di non dimenticarlo!- affermò il ragazzo dai capelli lunghi in
tono spiritoso.
- Non sei solo Takuya! - assentì il giovane Tomoki pieno di
entusiasmo.
- Se il destino vorrà, libereremo ancora una volta Digiworld!
E poi darò una bella lezione a chi si è permesso di rapire la mia Izumi-chan!!
Parola di guerriero del tuono!! - Junpei si batté una mano sul petto mentre gli
altri lo guardavano piuttosto divertiti- Che avete da ridere?! Ho detto
qualcosa di buffo??
- Niente Junpei eh eh! Niente…eheheh!- Kouichi e Tomoki
sogghignavano di gusto tenendosi entrambe le mani davanti alla bocca.
Anche Kouji e Takuya non poterono farne a meno. Poi, il
ragazzo del fuoco si rivolse a loro abbracciandoli forte.
- Grazie ragazzi!!- esclamò a gran voce quasi stritolandoli.
Kouji si staccò di colpo, sistemandosi gli abiti un po’
smossi, questo genere di cose non era di certo gradito da parte di un duro come
lui!
- Non esagerare adesso…lo sai che non sopporto le smancerie…
comunque, per quanto successo poco fa, perdonami,ma è stato necessario…
- Tutto apposto Kouji! Anzi, devo ringraziarti, il tuo pugno
mi ha completamente svegliato…! Oltre a lasciarmi il segno…- dichiarò Takuya dando
un rapido sguardo allo specchietto appeso nella camera di Junpei. Si strofinò
la guancia ancora arrossata, concludendo con una leggera smorfia giocosa sul
viso.
I due ridacchiarono rivolgendosi un’ occhiata fraterna,
mentre in casa Shibayama il citofono suonò.
- Deve essere mia madre!- esclamò Tomoki prendendo la
giacchetta- Ha detto che passava a prendermi lei con l’auto perché doveva fare
delle compere al centro commerciale…ragazzi io devo andare, ci terremo in
contatto tramite telefono, mi raccomando informatemi se succede qualcosa!- salutò
i suoi compagni scappando via di corsa. La madre lo attendeva poco distante
accanto alla macchina, il ragazzino la salutò infilandosi all’interno,
dopodichè partì.
- Ragazzi dobbiamo coprire la scomparsa di Izumi…se i
genitori non la vedono ritornare si allarmeranno di sicuro…- dichiarò Kouji
dando un rapido sguardo all’orologio- E’ ora di andare, Junpei pensaci tu ad
avvisare la sua famiglia.
Il ragazzo si diresse in direzione della porta poggiando una
mano sul pomello.
- Ehi aspetta un attimo! E che dico??- lo inseguì subito
Junpei agitandosi.
- Boh…inventati qualcosa che sia plausibile…- Kouji voltò il
capo verso gli altri- Ascoltate bene, se il mondo digitale ha davvero bisogno
di noi, non tarderà a farsi sentire, perciò fino ad allora cercate di mantenere
gli occhi aperti, e soprattutto tenetevi pronti a qualsiasi cosa succeda.
- Contaci!- confermò Takuya mentre gli altri annuirono.
I tre, salutando Junpei, fecero ritorno alle proprie case.
Kouichi lasciò Kouji pochi istanti prima, la sua abitazione
si trovava nel lato interno del quartiere, Takuya e il ragazzo dai capelli
lunghi fecero un breve tratto insieme, dopodichè si separarono.
Sui volti di entrambi si scorgeva un leggero stato di
apprensione nonché di nervosismo. E così anche gli altri compagni. Sebbene
cercassero di nasconderlo, la tensione era più che percettibile nei loro animi,
l’ombra oscura di Lucemon sembrava impaurirli, com’era possibile che fosse
ancora vivo? E inoltre, questa volta sarebbero riusciti a contrastarlo
nuovamente? Gli angeli celesti protettori di Digiworld avrebbero chiesto
un'altra volta il loro aiuto?
Queste le domande che aleggiavano nelle loro menti, mentre i
cinque facevano ritorno alle loro case.
- Dove vai ragazzo?
Una voce improvvisa bloccò Takuya che sobbalzando si girò di
colpo verso di essa.
Impietrito rimase immobile.
D’innanzi a lui, la potente e massiccia figura dell’angelo
ribelle si innalzava ad ali spiegate.
- Lu-Lucemon?!- esclamò Takuya con la bocca prosciugata.
Cercò di inghiottire ma non ci riuscì. Si trovava davanti la creatura più
malvagia e disumana della storia di Digiworld. Sgranò gli occhi sperando si
trattasse di un abbaglio…un grosso abbaglio…ma invece, purtroppo per lui, non
fu cosi.
Senza che il ragazzo potesse fuggire, l’imponente creatura
gli arrivò addosso alitandogli sul collo. Takuya rimase immobile, privo di
volontà, quasi puntellato da una forza nascosta che gli stringeva gli arti, e
prima ancora che potesse parlare, l’essere dallo sguardo di ghiaccio conficcò i
suoi affilati artigli nell’ addome di chi un tempo fu padrone del fuoco.
- AAAAAH!!!!!!!!! – Takuya urlò a squarciagola sobbalzando
dal letto. Il pesante respiro gli comprimeva lo stomaco, portò una mano su di
esso sollevando la maglia del pigiama. Era un sogno, pensò lui guardando
l’addome illeso. Un terribile incubo.
Peccato che il rapimento di Izumi e la scoperta del
passaggio tra i due mondi non lo fossero.
Si portò una mano sul viso riavviandosi i capelli. La fronte
completamente umida, la stanza in totale silenzio. Erano da poco le tre, ma
diede un rapido sguardo alla sveglietta elettronica sul comodino, con stupore
notò che la scritta numerica rosso fuoco lampeggiava a intermittenza discontinua.
Dando uno sguardo all’orologio situato sul display del videoregistratore, notò
che anch’esso risultava fuori uso. Un improvviso mancamento di corrente
elettrica forse aveva azzerato i due sistemi elettronici rifletté lui alzandosi
dal letto. Cercò di accendere la luce della lampada posta sul comò, ma senza
risultati.
Così si diresse verso quella generale della camera, premette
l’interruttore ma il contatto non avvenne.
Possibile che entrambe le lampadine si fossero fulminate? Si
affacciò alla finestra della stanza e l’intero quartiere risultava privo di
corrente elettrica. La luce nelle strade completamente spenta, buio totale
pervadeva l’intero vicinato.
Si affrettò a scendere le scale, provò a premere gli
interruttori della cucina, del soggiorno e del ripostiglio, ma senza esito.
La sua attenzione venne attratta dalla spia luminosa del
televisore, accesa. Anche il videoregistratore e la sveglia posti nella sua
camera lo erano. Ritornò in cucina, spinse il bottoncino dell’altra TV e
anch’essa si accese. Com’era possibile? Benché mancasse la corrente, gli
strumenti digitali all’interno dell’abitazione funzionavano perfettamente.
Perché? Si chiese mentre uno strano presentimento gli attraversò il cervello.
- E se fosse
Non finì la frase che uno strano suono proveniente dall’
apparecchio televisivo posto sul mobile del soggiorno lo interruppe.
Girò il capo verso di esso e andò a controllare.
Il monitor risultava in funzione, le immagini apparivano
tutte disturbate da grandi onde grigie.
- Ma che…ero sicuro che fosse spenta…- senza rifletterci su,
premette il pulsante in basso a sinistra per chiuderla, ma dopo pochi secondi
l’elettrodomestico quadrato si ravviò. Takuya lo spense nuovamente ma subito
dopo ritornò acceso. Ci provò per alcuni minuti, alla settima volta ebbe
finalmente la meglio…o meglio…credeva di averla avuta! Una luce iridescente
illuminò il riquadro annerito, sul display colorato di una luce giallo intensa
apparve una scritta un po’ celata dalle interferenze. Takuya restò a guardare
finché le lettere non apparvero più nitide…tre semplici righe che fecero impallidire
il giovane all’istante. Il cuore tamburellò in petto, come impazzito, un
brivido gelido gli percorse la schiena, mentre la dicitura imperversava sullo
schermo riportando a chiare lettere la frase:
Improvvisamente quella scritta iniziò a lampeggiare
simultaneamente con i battiti del suo cuore.
Si portò una mano in petto mentre
una goccia di sudore attraversò il viso del giovane ragazzo.
Senza corrente elettrica, il televisore non poteva funzionare…l’unica ipotesi plausibile restò una
sola………
il mondo digitale aveva ancora bisogno
di lui.
BIP BIPBIPBIPBIPBIP
Il cellulare di Takuya suonò
spezzando quell’attimo.
Senza staccare lo sguardo dallo schermo, indietreggiò estendendo
una mano al mobiletto.
Allungando le dita, agguantò il telefono portandolo all’orecchio.
- P-pronto..?-
fece con un filo di voce tremante.
- Il
tempo dell’attesa è finito. L’oscurità avvolgerà i due mondi,
saprai contrastarla?
Adesso
tocca a te cambiare il destino.
TakuyaKanbara è tempo di riprendere la
partita.
Il ragazzo gelò all’istante.
Deglutì a fatica cercando di parlare.
- Chi-chi sei?!
Di che parli?!! – esortò Takuya
nella speranza di chiarirsi le idee, ma, dall’altro capo non ebbe alcuna
risposta- Come faccio a riprendere la partita?!
Rispondi!!- urlò affannandosi, ma la linea cadde
all’istante lasciandolo disorientato.
Il cuore, oramai impazzito, pulsava senza sosta proprio come
la scritta in tivù.
Rimase incollato all’apparecchio per
alcuni secondi, improvvisamente il cellulare diventò completamente incandescente,
quasi irradiato da un calore derivante dal dispositivo interno.
Si sentì avvampare la parte destra del volto, e lo lasciò
cadere di riflesso sull’enorme tappeto che copriva gran parte del pavimento.
- Ma che accidenti succede?!- portò
una mano sulla guancia arrossata e completamente bollente.
Chinò il corpo in avanti adagiando le ginocchia al suolo,
protese le dita verso l’oggetto grigio metallizzato, cercò di prenderlo ma venne bloccato all’istante.
Una forte luce proveniente dal
riquadro televisivo attirò la sua attenzione, il fascio completamente oscuro,
marcava il pannello che a poco a poco cominciò a spegnersi. La scritta nel
riquadro si sgretolò come un mucchio di dati digitali, e al
suo posto, ne comparve un’altra.
Takuya allargò gli occhi facendo oscillare
le pupille, anch’esse, come le sue mani, tremanti.
Il messaggio risultò chiaro e
deciso:
Tobecontinued:
Dirigiti al centro commerciale
di Shibuya.
Imbocca la stradina chiusa sulla destra.
Si aprirà un
passaggio nel muro di mattoni.
Oltrepassalo
e…
continuerai la partita.
Takuya correva affannosamente per
le vie cupe di Shibuya.
Dopo aver letto il messaggio, uscì di
casa frettolosamente, il tempo di sfilarsi gli indumenti da letto, indossare
abiti adatti, e si ritrovò fuori in pochi minuti.
Il quartiere era ancora avvolto
dall’oscurità, da ben quindici minuti pervadeva il buio totale. Le luci
delle strade completamente spente, nessuna persona si scorgeva nelle vicinanze,
soltanto due gattini neri sdraiati su un muretto. Nessuna luce illuminava le
case, solamente la luna che accompagnava in giovane ragazzo nella sua strada.
Il centro commerciale comparve in lontananza non appena Takuya voltò l’angolo.
L’imponente struttura, completamente spenta, appariva
tranquilla rispetto al viavai della gente che lo affollava nelle ore diurne.
Il ragazzo aumentò il passo, correndo più velocemente. Una volta raggiunto lo stabile, imboccò la stradina di
destra, ritrovandosi il muro di mattoni a chiudergli il passaggio.
- Lo stesso posto dove trovammo Ninzokumon…allora
conduce davvero a Digiworld!- Takuya
osservò attentamente la parete, avvicinandosi. Il muro iniziò a brillare di una
luce azzurrina, pian piano i mattoni scomparvero dissolvendosi, e un’enorme varco inondato di luce, apparve d’innanzi a lui.
Il giovane sgranò gli occhi fissando l’enorme sfavillio di colori. Fece un passo in avanti strusciando la scarpa al suolo, poi arrestò
a pochi centimetri. Il cellulare, deposto nella tasca dei suoi pantaloni,
cominciò a vibrare insistentemente. Takuya lo tirò
fuori, notando il display tinto di rosso.
“ TakuyaKanbara, la tua storia
inizia da qui”
- Ma chi ha parlato? Sei tu Ophanimon?!- Takuya
girò il capo più volte, quella strana voce probabilmente proveniva dal
cellulare, pensò. L’oggetto in questione fu avvolto da una spirale di luci, man
mano che il ragazzo si avvicinava al passaggio, il bagliore che cingeva
l’apparecchio, aumentava sempre più quasi volesse
indicargli la strada. La fessura cominciò a rimpicciolirsi mantenendo però la
stessa intensità di potere- O adesso o mai più!- affermò Takuya
scattando in direzione del foro dimensionale. Non
appena vi fu dentro, scomparve in pochi istanti risucchiato
dal fascio accecante che svanì al suo accesso.
L’apertura spalancatasi dall’altro lato, fece atterrare il
ragazzo sul pavimento rugoso e impolverato di quella che apparentemente,
potesse sembrare una locanda.
- Haihai…che botta…non posso dire che sia stato un atterraggio perfetto…- si massaggiò il
fondoschiena, dolorante, alzandosi da terra.
BIP BIPBIPBIPBIP
- Ma che…- nella mano destra, il
cellulare grigio metallico, si disgregò improvvisamente. Al suo posto, spiccò
con i forti colori del rosso e del nero, il leggendario D-Scan,
l’oggetto capace di attivare il potere della digievoluzione
– Ma questo è… il mio…Di-Digivice!?! Incredibile!! Non riesco
a crederci!!- Takuya spalancò gli
occhi sbalordito e festoso ma la sua
felicità fu immediatamente interrotta dalle voci squillanti di due strani
individui.
- Ehi Gotsumonhic!
Dammi un’altra birra!
- Spiacente Nanimon, ne hai bevuto
abbastanza, adesso basta.
- COSA?! Stupido hicammasso di sassi, non osare hic contraddirmi chiaro?! Ho detto
che voglio hic
un’altra birra!!- urlò il possente Digimon sbattendo
un pugno sul bancone. Il potente colpo fece traballare una piramide di
bicchieri poco distante, Gotsumon prontamente li
tenne stretti prima che cadessero.
- C’è mancato poco!! Ma sei
impazzito?!- gli strillò la piccola creatura lasciando
i gotti-Non mi assumo nessuna
responsabilità se commetti avventatezze…sei praticamente sbronzo, a momenti non
ti reggi nemmeno in piedi…!
- Hai la testa più dura della roccia! Tu adesso mi dai un
altro bicchiere di hic…di…di quella roba gialla con
la schiuma…accidenti hic non ricordo più come si
chiama hic…- barbugliò lo strano essere
singhiozzando- Perdindirindina come sono confuso…hic…-si portò una mano
alla fronte, strofinandola, mentre con l’altra finì di scolarsi il tredicesimo
bicchiere di birra.
- Sentimi bene, non ho tempo da perdere con te, ci sono
altri clienti che aspettano e non mi và di fare
inutili questioni, se vuoi un consiglio, torna quando la sbornia ti sarà
passata…
Nanimon, oramai infuriato, ribatté
un pesante colpo più forte del precedente, il tavolo di legno sussultò interamente
arrivando perfino a sollevarsi pochi centimetri da terra, e questa volta, la
piramide di boccali pregiati, crollò fracassandosi al suolo sotto lo sguardo
impietrito del giovane Gotsumon.
Gli occhioni gialli del piccolo
mostriciattolo digitale si spalancarono fissando il mucchio di vetri sparsi sul
pavimento.
- Che…che hai fatto?!! Questo era il servizio regalatomi da mio nonno…non ci credo…non è
possibile…! Ubriacone che non sei altro!! Questa me la
paghi!! E questi me LI paghi!!
I due ingaggiarono una tremenda lite a suon di sberle e bacchettate, sotto gli occhi stizziti di Takuya che rimase a bocca aperta.
- Aah fantastico… torno a Digiworld
dopo cinque anni e mi ritrovo in un covo di pazzi
anziché quello di Lucemon… come inizio non c’è male…-
disse il ragazzo sospirando- Ehm…scusate…gentilmente potreste dirmi dove ci
troviamo con esattezza? Cioè…intendo dire, in che
settore di Digiworld sono atterrato…?- chiese lui
avvicinandosi con cautela.
I due, senza fermarsi, continuarono a rimbeccarsi tra loro,
escludendo il giovane guerriero, che si grattò la fronte raggrinzandola.- Grazie
della risposta…siete stati parecchio esaurienti…!- fece in tono sarcastico. Poi,
si incamminò fuori abbandonando la taverna. Non appena
scostò le tendine del fabbricato, i suoi occhi si illuminarono
all’istante trovandosi di fronte la sua cara vecchia terra.
- Digiworld…dopo tanto ci
rivediamo ancora una volta eh?- fece lui sorridendo appena. Non era cambiato
assolutamente nulla dal giorno in cui fece ritorno nel
suo mondo, tutto era rimasto identico dal momento della partenza.
Una grande distesa verde
accerchiava quel posto, alberi pieni di fiori si scorgevano in lontananza
insieme a piccole case colorate. Il cielo era limpidissimo, tinto d’azzurro con
qualche nuvola a sfumarne il colore.
Takuya rimase un po’ interdetto
portandosi le mani sui fianchi.
- Mi aspettavo di trovare un mondo completamente diverso, in
cinque anni ne cambiano di cose...ma invece… -
guardandosi intorno girò il capo da ambedue i lati, alcuni Digimon
giocavano a palla, altri invece si davano da fare per trasportare della legna –
Qualunque sia l’aspetto, questo mondo mantiene sempre la sua bellezza! Meglio
darsi da fare… come prima cosa, devo chiedere informazioni…quei due matti là dentro
non sono stati di gran utilità…- adocchiò un Digimon a poca distanza semicoperto da un grosso giornale,
e decise di domandare a lui avvicinandosi.
- Ehm…mi scusi…mi dispiace interrompere la sua lettura ma sa dirmi che settore è questo?
- Ci troviamo a Midoriokavillage! Il villaggio della collina verde! Benvenuto anche
a te giovane straniero!- esclamò il Digimon
abbassando la rivista. Non appena si trovarono faccia a
faccia, tra lui e il ragazzo ci fu un attimo di silenzio.
- Ta-Takuya?!?
- Bokomon?!?
I due rimasero a bocca aperta, dopodichè la piccola creatura
si buttò al collo del giovane ed entrambi finirono a
terra.
- Takuya sei proprio tu!?! Non posso crederci, come sei cresciuto! E’ passato tanto
tempo da quando andasti via, mi sei mancato tantooosighsob!-
Bokomon cominciò piangere avvinghiandosi alla gola
del giovane che cercò di staccarlo.
- So-soffoco…a-aiuto! Staccati!-
il Digimon mollò la presa e Takuya
riprese a respirare massaggiandosi la gola- Lo so che
sei felice di rivedermi, e anch’io lo sono, ma strozzarmi mi sembra un tantino
esagerato non credi? Comunque, che ci fai tu qui?
- Io ci vivo! Tu piuttosto che ci fai a Digiworld!?! Credevo che non ci saremmo mai più incontrati, come sei
giunto fin qui??- fece la creatura con occhi lucidi.
- Bella domanda…vorrei saperlo anch’io, molte cose sono un
mistero anche per me…in ogni modo ti spiegherò tutto più tardi, ma prima dimmi,
hai visto Kouji e gli altri
da queste parti?
- Veramente sei il solo essere umano che intravedo
dopo tanto tempo…ma allora ci siete tutti? Tutti i leggendari guerrieri sono
qui?!- il volto di Bokomon
si illuminò di colpo intrecciando le manine in segno di ammirazione tanto
quanto di stupore.
- Beh…più o meno si…ma non ho le
prove che abbiano ricevuto anche loro il messaggio…speriamo solo che non siano
in pericolo…
- Di che messaggio parli? Ma si può
sapere come sei venuto fin qui? Credevo non ci fosse un passaggio tra il Digiworld e il mondo reale…o perlomeno, non così grande da
permettere il transito di un essere umano…
- Lo credevo anch’io e invece… ci sono tante cose che devi saperi, ma possiamo andare in luogo più appartato? Ci
sono troppi Digimon in giro e se dovessero
ascoltare ciò che ho darti, non vorrei che si venisse a creare il panico tra loro…
-Viene
con me, andiamo a casa mia…là saremo al sicuro! - propose Bokomon
indicandola con il dito.
Takuya spostò lo sguardo su essa, la piccola casetta, alta poco più di un metro, aveva
un colore giallo pallido, la porta, sufficiente a stento per il passaggio del Digimon, era tinta di verde, ai lati, due piccole finestre
dalla forma tonda.
- Ehm… forse è meglio di no…!- fece l’umano grattandosi la
guancia- Darò un’occhiata nella zona, forse saranno
arrivati prima di me e probabilmente mi staranno aspettando da qui intorno.
- Allora ti accompagno! Conosco questo
posto meglio della mia pancierina!- esclamò la
creatura battendosi una mano sulla morbida fascia rosa che gli avvolgeva la
vita.- Dai andiamo!
Tutta Midoriokavillage era piena di piante cariche difrutti dalle mille forme e colori, il
verde spiccava ovunque, anche nelle abitazioni e negli arredamenti degli
alloggi, dopotutto se si chiamava “villaggio della collina verde” c’era un
significato!
Girarono a lungo percorrendo più volte quelle zone, ma di Kouji e gli altri, nessuna traccia.
- Mi dispiace Takuya, qui non ci
sono…è possibile che siano atterrati in un altro settore…Digiworld
n’è piena.
- Beh, speriamo che non sia così, altrimenti sarà un’impresa
ritrovarli… senti ma, è da un po’ che non ti ho
chiesto di Neemon…dove si trova adesso? Non vi sarete
mica separati ?- chiese Takuya continuando a
camminare.
- Separati?? Anche se volessi è impossibile, da solo non sopravviverebbe un minuto…ha bisogno di una guida che gli stia accanto altrimenti sarebbe capace di cacciarsi in
qualsiasi guaio…pensa che una volta lo trovai incastrato nella finestra della
sua casa…ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a finire lì in mezzo…- Bokomon si portò una mano al mento, perplesso- Comunque
credo che in questo momento sarà senz’altro sotto un albero a sonnecchiare…non
fa altro dalla mattina alla sera…!- concluse il piccolo sbuffando.
- E’ tipico di Neemon!- disse Takuya abbozzando una risata, poi improvvisamente, il suo
volto diventò del tutto serio.
- Che hai Takuya
? C’è qualcosa che non và?- domandò il
mostriciattolo afferrandogli la maglia.
Lui annuì con il capo.
- Quando hai chiesto se tutti eravamo
a Digiworld, io ho risposto di si… sebbene non fosse
vero…
Bokomon chiuse gli occhi incrociando
le braccia.
- Quando ti ho rivisto, ero già consapevole che fosse
successo qualcosa…se sei venuto qui è per un motivo
preciso…dico bene?- Bokomon guardò il volto del
ragazzo, la sua espressione tesa quanto preoccupata, la conosceva molto bene,
in fondo era rimasto al fianco dei prescelti per parecchio tempo.- Senti,
sediamoci là, così mi racconterai tutto con calma.
Takuya assentì nuovamente,
entrambi si diresse nel posto indicato dal piccolo Digimon, e si sedettero su un tronco di legno.
Non appena il giovane ebbe conclusa
la spiegazione, ci fu un attimo di silenzio. Poi Bokomon,
deglutendo a fatica, cercò di parlare.
- Come prevedevo… Ero preparato a
una simile cosa…prima o poi so che sarebbe successo, benché tutti fossero
tranquilli, continuavo a conservare
dentro di me le immagini dell’ultima battaglia…ma oramai a distanza di cinque
anni, pensavo non sarebbe più successo…
Takuyarimase un
attimo interdetto, dopodichè articolò parole in maniera alquanto
sbigottita.
- Ma, come facevi a sapere che Lucemon sarebbe ritornato? Tutti lo abbiamo
visto scomparire disgregandosi… sarebbe folle pensare che sia sopravvissuto a
tale potenza…
- Eppure è cosi… Takuya… tu non
conosci tutto ciò che è successo migliaia di anni fa,
prima della vostra venuta in questo mondo… devi sapere che i dieci leggendari
guerrieri, costituivano per noi l’unica speranza di riportare la pace a Digiworld. Lucemon era dotato di
una forza sovrumana, capace di distruggere questo pianeta unendo l’energia
della luce a quella dell’oscurità… i miei antenati si affidarono a dieci
impavidi cavalieri, che facendo confluire la loro essenza digitale in un unico
potere, sconfissero quel terribile tiranno. Purtroppo però…per i dieci paladini
portatori di pace, la stessa sorte riversata al potente angelo, sopraggiunse anche per loro, infatti Lucemon,
prima di essere rilegato nel nucleo centrale di questo pianeta, li colpì
violentemente facendo appello alla forza distruttiva del Dead or Alive, l’arcano potere in grado di unificare le energie
negative con quelle positive e sentenziare la vita o la morte dell’essere
intrappolato all’interno del globo nefasto. Il resto…beh…lo sai già…voi ragazzi
vi siete impegnati per sconfiggere Lucemon e liberare
Digiworld, ma all’epoca nemmeno i leggendari
guerrieri riuscirono a farlo, per questo motivo lo rinchiusero al centro della
nostra terra… mi dispiace dirti una simile cosa…ma il
libro regalatomi dal mio bisnonno, descrive precisamente le gesta eroiche di quell’epica battaglia tra bene e male, e…proprio nelle ultime
pagine, incollate tra loro, viene riportato a caratteri antichi, un’antica
profezia che vuole Lucemon, in grado di reincarnarsi nell’animo
di chi è dotato di un forte potere oscuro… e quindi risorgere.
Takuyariamse
atterrito, con la fronte invasa dal sudore tentò di parlare
ma venne bloccato da un grosso rumore.
- Che è stato?!- esclamò il ragazzo
balzando in piedi.
I due si voltarono indietro dirigendosi a controllare.
Man mano che avanzavano, il rumore aumentava sempre più, Bokomon proseguiva quasi avvinghiato alla gamba di Takuya, che camminava a passo lento. Arrivati all’angolo
che conduceva al villaggio, lo strano suono si bloccò, così come i due.
- Proviene da qui dietro!- esclamò Takuya
indicando il luogo con un dito, poi scattò in avanti con un guizzo, voltando
l’angolo a gran velocità e..........
“““ !!!SDENG!!! ”””
- Ma che cavolo…?! Mamma che botto!!- Takuya finì a terra sbattendo
violentemente il fondoschiena al suolo. Alzò il capo di riflesso trovandosi di
fronte il grosso “ostacolo”.- Ju-Junpei?!?!? – esclamò spalancando le palpebre.
- Takuya!?!-
annunciò il giovine facendo altrettanto.
- La tua è una fissa quella di travolgere le persone?!Ahhlasciamo
stare…si può sapere da dove spunti? Ho setacciato l’intera area senza alcun
risultato…ma dove stavi??
- Al villaggio… E’ un pezzo che ti cerchiamo.- fece una voce
giungere dalle grandi spalle di Junpei.
- Kouji?! Ci sei anche tu?!- chiese Takuya sorpreso nel
vedere il compagno.
- Per la precisione ci siamo tutti…avanti tirati su- allungò una mano verso di lui, aiutandolo a sollevarsi,
dopodichè la infilò in tasca.
- Che intendi dire con “ci siamo
tutti”? Ti ricordo che manca
- Manco io?- disse una voce di ragazza sopraggiungere dal
dorso di Kouji.
Takuya stropicciò gli occhi esterrefatto, dopodichè allargò le palpebre
vedendo lo svolazzare di capelli biondi proprio di fronte a lui.
- Presente!- esclamò la ragazza con enfasi-
MaTakuya stai bene? Sembra che hai visto un fantasma…- disse drizzando il sopracciglio
destro.
- Kouji…se non ti dispiace, pretenderei
una spiegazione…- dichiarò Takuya fissando l’amico
con aria confusa e decisamente seccata.
Sospirando, il guerriero della luce cominciò a parlare.
- …Vedi Takuya…non appena siamo
giunti a Digiworld
- Bokomon!? Ci sei anche tu!- Izumi corse ad abbracciarlo, e il piccolo Digimonfece altrettanto
scoppiando in un fragoroso pianto.
Kouji cercò di riprendere il discorso ma in quel preciso istante sopraggiunsero Tomoki e Kouichi che lo
interruppero nuovamente.
- Scusate il ritardo maNeemon è rimasto incastrato nel ramo di un albero…- disse Kouchi passandosi una mano dietro la testa.
- Takuya-oniichan sei tu?!!! Abbiamo girato l’intero villaggio per trovarti! - Tomoki si diresse verso il compagno, trascinando per mano
il piccolo Digimon dall’aria sonnacchiosa.
- TomokiKouichi!
Magnifico ci siamo tutti!- esclamò il giovane battendo
il cinque con il ragazzino dagli occhi verdi- Ehi Neemon
da quanto tempo che non ci vediamo!- esclamò dopo, chinandosi per salutarlo.
- Ooh tu sei il guerriero del…del tuono!- pronunciò il Digimon
grattandosi le orecchie.
- Ehm veramente…no- rispose lui con un mezzo sorrisino.
- Della luce..?- ripeté Neemon portandosi entrambe le zampe sulla testa.
- Ehm…ancora no…
- Del vento…?
- Decisamente no…!
- Che vorresti dire con “decisamente”?-
irruppe Izumi con sguardo intimidatorio verso il
ragazzo.
- Ah niente niente!
Assolutamente niente! Era un modo di dire…eh eh…comunque la risposta esatta è fuoco…
- Ooohsi
mi ricordi di te…Tu sei il guerriero del fuoco…e ti chiami…ti chiami…qual è il
tuo nome?!
- E’ proprio vero…non è cambiato
per niente!- Takuya scosse il capo sospirando, poi
indirizzò lo sguardo verso Izumi, poco distante da
lui. La ragazza si accorse di essere osservata, si voltò verso il compagno accennandogli
un piccolo sorriso, dopodichè, diresse gli occhiverso Kouji,
che a sua volta la guardò.
Intanto Junpei, attratto da un
grosso albero carico di frutti, si era allontanato dal resto del gruppo.
Il suo stomaco cominciava a brontolare, e
così, dopo averlo raggiunto, ne raccolse uno, assaggiandolo.
- Accidenti che buono! Ma che roba
è? Sembra frutta caramellata! - ne staccò un altro mandandolo
giù in una sola boccata, e subito dopo, seguì un altro ancora.
I ragazzi discutevano tra loro senza accorgersi della sua
assenza, Takuya, ancora un po’ scosso, cercò delucidazioni
verso il resto del gruppo, che non seppe soddisfare la su
richiesta.
- Cosa vuol dire che nemmeno voi lo
sapete?
- Esattamente quello che abbiamo detto. Non appena siamo
arrivati a Digiworld, Izumi
era già qui, e poi si può sapere perché non hai aspettato il
nostro arrivo prima di buttarti nel varco?- domandò Kouji
bruscamente, appoggiò le spalle a un grande albero e incrociò le braccia seguito
poi dalle gambe. Dal tono di voce, non era stato molto felice della scelta
fatta dall’amico, pensò Takuya rabbrividendo un
attimo.
- Avrei voluto, ma il passaggio non me ne ha
dato il tempo…si è richiuso subito non appena sono entrato.- disse tentando
di spiegare.
- Al nostro arrivo era perfettamente aperto… eppure siamo
arrivati dopo di te… che strano…
- Non troppo Kouji- irruppe tra i
due Kouichi - E’ possibile che la fessura si sia
richiusa dopo il transito di Takuya per poi aprirsi
permettendo a noi di varcarla.
- Forse…ma la cosa non avrebbe coerenza… a che scopo
richiudere il passaggio per poi aprirlo pochi istanti dopo? Probabile che
qualcuno volesse Takuya come primo a
entrare nel Digiworld… altrimenti come si spiega che
i nostri messaggi siano arrivati dopo il suo? Anche se…
non capisco a che scopo…- Kouji socchiuse gli occhi
un po’ perplesso, cercò di non pensarci, si trattava solo di un piccolo
dettaglio, ma una volta entrati in quel mondo, anche una minuscola piccolezza
poteva fare la differenza.
- Sentite lasciamo stare il varco digitale e i messaggi, stò aspettando ancora una spiegazione!- Takuya
picchiettò più volte il piede al suolo, portando le mani sui fianchi- Izumi è stata rapita ma poi la
ritrovo qui a Digiworld, insieme a voi e soprattutto
libera! Per poco non mi prendeva un colpo non appena l’ho
vista!
La ragazza rise graziosamente, dopodichè
fece un passo in avanti avvicinandosi all’amico.
- Calma calma, adesso spiego tutto
anche a te, dunque... subito dopo la telefonata di Kouji,
sono corsa fuori casa dirigendomi da voi, ricordo di aver attraversato la
strada, poi ho sentito qualcuno che chiamava il mio nome, mi sono fermata a guardare ma non c’era nessuno. Ho proseguito a camminare
imboccando una stradina sul lato sinistro ed è stato lì che ho sentito
nuovamente quella voce, mi sono voltata di scatto e l’unica cosa che ricordo di
aver visto è stata una forte luce… e poi, beh,Neemon mi ha
svegliata e…
- Hai appreso di essere a Digiworld…giusto?
Pazzesco, ma allora la storia del rapimento era tutta una balla…?- Takuya storse le labbra in una smorfia di rabbia.
La ragazza annuì con il capo mentreNeemon, rimase appisolato sotto l’albero.
Poi, sempre Takuya, notò che una
parte dei lunghi capelli di Izumi,
appariva più corta, quasi tagliata grossolanamente da qualcosa di affilato e
poco preciso. Allungò una mano verso la ciocca, prendendola.
- Takuya ma che fai?- lo
interpellò lei spostando lo sguardo sulla mano del ragazzo che sfregava i
ciuffi.
- Sei stata tu a tagliarti questo pezzo di capelli? –
domandò lui continuando a strofinarli tra le dita.
- Certo che no, non sono così folle da strapparli in quel
modo…e se scopro chi è stato a fare una simile cosa…non la passerà liscia!- Izumi raggrinzì la fronte incurvando le sopracciglia, in
cinque anni non aveva mai accorciato la lunghezza della sua chioma allungatasi
di parecchi centimetri, tranne poche volte in cui lei stessa provveda
a farlo dando solo delle piccole spuntatine.
Takuya indirizzò gli occhi a Kouji, lasciando la ciocca. I due si guardarono un istante,
poi, Kouji, discostò la schiena dal dorso
dell’albero, e si avvicinò alla ragazza afferrandole alcuni ciuffi.
- E’ opera di una pietra affilata all’occorrenza per fungere
da forbice… probabilmente non avevano niente che potesse
tagliare in quel momento…e soprattutto, da come sia stata recisa, avevano anche
una gran fretta di sbrigarsi.
- Tutto ciò per inscenare il falso rapimento? - chiese Tomoki al guerriero della luce.
Kouji annuì con il capo. Poi
riprese:
- Vi avevo detto che poteva
trattarsi di una trappola, era già tutto strano fin dal principio, molte cose
non ritornavano… hanno portato Izumi a Digiworld, dopodichè, si sono occupati di creare la scena
del finto rapimento avvisandoci tramite lettera. Sapevano che noi avremmo fatto
il possibile per liberare un nostro compagno.
- Quindi in questo modo hanno ingannato anche OphanimonSeraphimon e Cherubimon… ecco perché siamo stati contattatila sera stessa tramite
messaggio…- disse il piccolo ragazzino.
- Tutto può essere…ma nulla è
sicuro…siamo certi che siano stati i Digimon angelici
a permetterci di ritornare qui? Non abbiamo le prove…e poi quella voce…io sono
sicuro di
- AAAAAAAAAAHHHHHH!!!!!!!!!- un
fortissimo grido spezzò le parole di Kouji. I ragazzi
sobbalzarono di scatto, voltando il capo.
- Junpei ma perché urli a quel
modo?! – fece Tomoki
scorgendo l’amico venire verso di loro a gran
velocità.
- VIA VIA!!
CORRETE!!!- gridò il ragazzo agitando forsennatamente
le braccia.
- Ma che gli prende non capisco si
può sapere
Prima che Izumi potesse finire la
frase, una grossa creatura dall’aria decisamente
irritata, apparve alle spalle del giovane.
- Correte ragazzi!!- annunciò Kouji cominciando a muoversi velocemente.
Tomoki afferrò Neemon
per un braccio trascinandolo via, BokomonTakuyaIzumi e Kouchi cominciarono a correre, mentre Junpei
si trovava a pochi passi da loro.
- Perché non DigievolviJunpei?! Ricorda che abbiamo riavuto il Digivice!- gli
urlò Tomoki senza voltarsi indietro.
- Credi che non ci abbia provato? Il fatto è che non
funziona!!- rispose a sua volta il ragazzo strillando.
- Già! Il Digivice! Me ne ero completamente dimenticato! - Takuya
tirò prontamente il suo dispositivo dalla tasca, portandosi la mano sinistra
sulla parte anteriore per la scansione, urlò la fatidica frase che gli avrebbe
permesso di effettuare la trasformazione ma…lo schermo
del D-Scan risultò completamente spento- Ma… perché
non si attiva? Sono certo di non averlo fatto cadere!
Kouji, da parte sua, agguantò il proprio,
tentando la stessa cosa, e l’operazione ebbe esito negativo.
Ci provarono a ruota anche il resto del gruppo, ottenendo lo
stesso risultato.
- Non può essere un caso, tutti i D-Scan sono fuori uso! – fece il ragazzo dai capelli
lunghi.
- Cosa?! Quando sono
atterrato a Digiworld la spia luminosa era
accesa e lo schermo sembrava fosse attivo, lo ricordo benissimo! Forse ci sarà
un’interferenza come capita ai telefoni cellulare…una questione di campo!- disseTakuya procedendo
velocemente.
- Qualunque sia la causa, dobbiamo
trovare una piccola soluzione per quel grosso problema che sta alle nostre spalle…-
propose Kouichiindicando il “grosso problema” con il dito.
- Io so perché i vostri Digivice
non funzionano… manca l’essenza digitale racchiusa al loro interno, senza di essa non potranno mai attivarsi permettendovi la digievoluzione- disse Bokomon
attaccatosi alla maglietta di Takuya.
- L’essenza digitale? Cos’è?- chiese Kouichi
dando un rapido sguardo alla creatura.
- Prima pensiamo a rimanere vivi, e dopo ci occuperemo del
resto…- Kouji girò il capo da ambedue le direzioni,
scorse una piccola fessura, sufficiente appena per consentire il passaggio dei
ragazzi, voltò la testa indietro accennando a Junpei
la direzione da prendere, il giovane annuì all’istante adocchiando anch’esso il
passaggio- Ragazzi sulla nostra destra c’è una piccola strettoia, se riusciamo
a raggiungerla il Digimon non potrà introdursi là
dentro! Presto sbrighiamoci!
I cinque, seguiti da Junpei, si
spostarono imboccando il percorso indicato dal compagno.
I primi ad entrare furono Tomoki
con Neemon, seguiti da Kouichi
e Izumi, mentreTakuya e Kouji aspettarono Junpei,
sfinito, che li raggiunse ansimando.
- Coraggio entra!- incitò Kouji
facendogli un cenno con la mano.
Il ragazzo tentò di infilarsi nella piccola fessura, ma ne
rimase incastrato.
- Aiuto!! Sono bloccato!!- urlò il
giovine con le lacrime agli occhi.
Takuya cercò di spingerlo al di là del buco, ma non ci riuscì.
- JP a dieta! Quando ti deciderai
una buona volta? Accidenti!
- Takuya mi sembra il momento meno
adatto per discutere, ora il problema più grande si trova alle
nostra spalle!- la possente creatura procedeva a gran velocità puntando
dritto su di loro. Kouji
impuntò i piedi a terra facendo leva sulla gambe-
Avanti! Al mio tre, Junpei trattienila pancia e noi due
spingiamo insieme!
- D’accordo!- dissero in coro i ragazzi.
- Uno… Due… TRE!!!
Al via di Kouji, Junpei contenne l’addome, incurvandolo all’indentro, Takuya raddrizzò le gambe facendo pressione su esse, con le braccia tese in avanti, i due ragazzi pressarono all’unisono il compagno
intrappolato, scagliandolo nel lato interno. Dopodichè, con un balzo, si infilarono nella squarcio appena in tempo da far sbattere
violentemente il massiccio Digimon sulla parete
rocciosa.
- Fiùùùùù! Per un pelo!- esclamò Takuya disteso a terra respirando con affanno. Si passò una
mano sulla fronte strofinandola con il polso.
Junpei, sbattuto violentemente a
terra, si massaggiò il didietro, dolorante.
- Oioioih che male! Potevate usare un po’ più di delicatezza…- disse sbuffando.
- L’importante è che tutto sia andato bene non credi?- fece Izumi avvicinandosi
all’amico.- Dai, tirati su!- la ragazza protese un braccio in avanti, Junpei afferrò la sua mano, alzandosi.
- Tu sì che sei delicata Izumi-chan!
- Ma tu guarda…noi gli salviamo la vita, e lui fa il
cascamorto con le ragazze…- Takuya lo guardò infastidito,
dopodichè aggiunse con tono forte- Si può sapere perché quel Digimonti inseguiva?
- Ah…ecco vedete…c’era un grande albero pieno di frutti,
avevo fame e ne ho preso uno…ma dopo un po’ mi sono
accorto di averli mangiati tutti e…il proprietario non è stato tanto felice di
questo…eh eh!- il giovane guerriero del tuono rise
forzatamente per attenuare la situazione, ma risolse ben poco…
- Cosa?! Incredibile!! Torni a Digiworld dopo cinque anni e appena ci metti piede combini
casini?!
- Ero a Digiworld già da un paio
d’ore…quindi non ho combinato subito casini!- ribadìJunpei puntualizzando a Takuya.
- Beh, è un dettaglio!- esclamò il padrone del fuoco con
fare sbrigativo.
- Un dettaglio di due ore??! – urlò
il grande ragazzo estendendo due dita della mano a
formarne il numero.
- Ecco ci risiamo! Aaah quei due
non andranno mai d’accordo…- il giovane Tomokisospirò con aria affranta, mentre i due si diedero le spalle
a vicenda.
- Invece di rimbeccarvioccupiamoci di cose più importanti!- Bokomon si portò al centro della piccola cavità - Adesso
che ci siete tutti, devo consegnarvi una cosa che vi appartiene di diritto,
venite con me Digiprescelti!
- Ma sbaglio o dovevi parlarci
dell’essenza digitale racchiuse nei D-Scan?- chiese Kouchi al piccolo Digimon.
- Seguitemi e capirete! Coraggio coraggio
non perdiamo tempo in chiacchiere!
- Ehm…Bokomon…come la mettiamo con
quel grosso energumeno là fuori? Mi riferisco al mostro
digitale… temo non sarà molto contento di vederci…
- Tomoki ha ragione, finché non si
allontana, siamo confinati qua dentro!- fece Junpei
con aria affranta. Poi, spostò gli occhi in direzione di Izumi, e arrossì leggermente sulle guance parlottando a
voce bassa- Beh…tutto sommato sarà una piacevole permanenza…!
- Niente paura! Non c’è bisogno di uscire! State a guardare!- il mostriciattolo si spostò accanto alla
parete rocciosa, poggiò la zampa su una sporgenza sconnessa del muro,
premendola. Poco distante, un tremolio leggero smosse alcuni sassi, e un piccolo
portone si aprì sollevando un mucchio di polvere. I ragazzi sventolarono
velocemente le mani cercando di scostare quella coltre di sabbia, e una volta
dileguatasi, la bassa entrata si svelò ai loro occhi.
- E questa cos’è?- fece Takuya colto alla sprovvista.
- L’entrata per accedere alla sala
delle dieci luci!
- La sala delle dieci luci? Cosa sono?-
interrogò Kouichi a Bokomon.
- Capirete non appena saremo arrivati. Forza seguitemi tutti!- il piccolo Digimon
spinse il pesante portone di legno, che si apri lentamente rivelando una lunga
rampa di scale scendere nel sottosuolo.
I sei lo seguirono senza fiatare, passarono uno alla volta data la piccolezza dell’ingresso. Dopo Bokomon, seguì Takuya, Kouichi, Tomoki, Kouji e per ultimi rimasero Junpei
e Izumi che sorreggeva tra le braccia il piccolo Neemon.
- Prima le ragazze! Prego!- affermò lui allungando un
braccio verso il varco.
- Grazie Junpei!- Izumi avanzò infilandosi nella piccola porticina, mentre il
guerriero del tuono entrò per ultimo.
- Maledizione…! Questo posto non è della mia misura…! –
abbassandosi, l’aitante giovine raggiunse il resto del
gruppo.
La lunga scalinata di pietra, poco illuminata, aveva gradini
ristretti e logorati forse dal tempo. I ragazzi accalcatisi l’uno all’altro,
avanzarono lentamente per evitare di cadere, ma la scarsa visibilità e le pessime
condizioni della gradinata fecero scivolare Junpei,
che precipitò a terra schiantandosi sulla schiena di Izumi, a pochi centimetri da lui. A sua volta, la giovane,
non potendo arrestare, crollò sul dorso di Kouji, e
da lì a poco la reazione a catena fu irreparabilmente inevitabile.
Tomoki, Kouichi,
Takuya e Bokomon,
sbatterono a terra, e i sei guerrieri più le due piccole creature, giunsero
alla fine della grande scalinata, accatastati l’uno sull’altro.
I due a risentire maggiormente del peso, furono Takuya e Bokomon, sepolti dai
compagni, Kouichiportava sulla schiena il giovane Tomoki che a sua volta sosteneva Kouji.
Izumi, invece, adagiata sul guerriero della luce, che divenne rosso all’istante, proprio come Junpei, finito sulla compagna dai capelli biondi. L’unico a
salvarsi, fu Neemon, catapultato sul pavimento e
distante dalla piramide umana e…digitale!
- Ju-Junpei! Pesi!- parlottò
appena la povera Izumi, schiacciata dal suo peso.
Il grosso ragazzo si alzò di scatto, con
il volto in fiamme agitò le braccia dissennatamente.
- Scu-sa Kouji…!- disse poi Izumi sollevandosi dalle spalle del ragazzo.
- Fi-figurati…!- rispose
prontamente lui avvampando. Dopodichè si alzò di botto irrigidendosi.
Junpei aiutò Tomoki
a rialzarsi, seguito da Kouichi, e per ultimi gli
sventurati Bokomon e Takuya,
costretti a sopportare più peso degli altri.
- Ti aiuto io! – Izumiallungò un braccio in avanti, Takuya
afferrò la sua mano, tirandosi su. Kouichi
invece sollevò Bokomon, schiacciato al suolo. I due ripreso fiato respirando a pieni polmoni.
- Ma non c’era un altro modo per raggiungere la stanza
luminosa o come cavolo si chiama?! Quando si dice di chi è sepolto vivo… - fece Takuya
sbuffando.
- Si chiama “sala delle dieci luci”! E poi, questa è la via
più sicura, a meno che tu non volessi affrontare quel
grosso Digimon là fuori, s’intende… - replicò la
piccola creatura incrociando le braccia.
- E va bene…ok…come non
detto…tanto in entrambi i casi mi sarei fatto male lo
stesso…- Takuya rivolse un’occhiata sinistra nei
confronti di Junpei, e il giovane voltò
immediatamente il capo da un’altra parte. Sapeva di aver provocato lui il
disastro e…sapeva che lo sapesse anche Takuya!- Ehm…Bokomon siamo
arrivati nella stanza fatta di luce?
- Si chiama la sale delle…aah
lasciamo stare…questo è solo il vestibolo, aldilà di quell’enorme
porta si trova il salone. Venite con me senza combinare
danni!- fece il Digimon incamminandosi. Non
appena si trovarono l’imponente portone innalzarsi d’innanzi a loro, Bokomon arrestò di scatto.
- Che ti prende, perché ti sei
fermato? C’èforse
qualche problema? – gli chiese Kouichi osservandolo.
- No nulla, tra un po’ si aprirà l’ingresso e…- prima che
potesse concludere la frase, il cigolio delle massicce
ante di legno, risuonò nell’atrio, l’enorme portone si schiuse poco a poco, e i
ragazzi entrarono.
Una grande sala, decisamente più
carica di luce, si prostrò allo sguardo dei sei giovani guerrieri che rimasero
disorientati.
- Eccoci giunti nella sala delle
dieci luci!- annunciò Bokomon voltandosi verso i
ragazzi.
- Caspita è enorme!- esclamò Izumi
guardandosi attorno.
- Sarà anche spaziosa ma è comunque
buia… non dovrebbe chiamarsi sala della luce proprio per questo?- Takuya aggrottò la fronte pensieroso, poi diede qualche passettino in avanti cercando di esplorare il grande
spiazzale, ma Bokomon lo trattenne agguantandogli i
pantaloni.
- Fermo qua! Non c’è tempo per fare escursioni, se vi ho
portato qui è per consegnarvi ciò che vi spetta di diritto!- il Digimonestrasse dalla sua pancierina, una chiave dall’effige di diamanti, e si portò
al centro del salone segnato da un cerchio. Una serratura dai bordi dorati,
sporgeva in quel punto della pavimentazione, il Digimon
introdusse la preziosa chiave al suo interno, facendole compiere tre giri. Il
tracciato dipinto al suolo, venne irradiato da una
forte luce che circondò quello spazio, il tondo coperchio, si mosse alzandosi
di pochi centimetri e Bokomon lo sollevò con entrambe
le mani. Poi, dall’incavo interno, tirò fuori un piccolo scrigno con rifiniture
arcaiche. Era piuttosto antico, dato lo spesso strato di polvere che ricopriva
il rivestimento dorato.
Il coperchio del bauletto si dischiuse, dalla stretta
fessura, una forte luce spiccò fuori all’improvviso, dopodichè, quando la scatola
metallica fu aperta del tutto, dieci piccole sfere,
dai colori sfavillanti, si scorsero adagiate sulla morbida stoffa di velluto interna.
I ragazzi rimasero ammutoliti, guardando i molteplici
bagliori iridescenti scaturire da quelle piccole perle di luce.
Kouichi le squadrò con occhio
attento, ma il chiarore che emanavano, fu troppo forte per trattenere lo
sguardo su esse.
- Questa è l’essenza digitale di cui parlavi?- domandò poi a
Bokomon.
Il piccolo mostriciattolo rispose annuendo,
dopodichè fece cenno ai ragazzi di farsi avanti.
- Se i vostri Digivice
non funzionano è perché mancano queste sfere di luce.- disse socchiudendo lo
scrigno.- Dovete sapere che racchiusi in queste capsule, risiedono gli spiriti
dei dieci leggendari guerrieri!
Alle parole di Bokomon, sui visi
dei giovani umani, lo stupore imperversava a chiare lettere,
poi la piccola creatura continuò:
Quando tornaste nel vostro mondo, i
valorosi combattenti si dissolsero fino a diventare particelle digitali, subito
dopo, i loro dati furono conservati e tenuti al sicuro in queste sfere,
continuando a vegliare su Digiworld. Ma adesso che il destino richiede ancora una volta il vostro
intervento, i dieci guerrieri ritorneranno ad affiancarvi nelle battaglie. E’
tempo che la leggenda riviva nuovamente nei vostri
spiriti!
- Questo vuol dire che…saremo in
grado di digievolvere proprio come un tempo?- domandò
il giovane Tomoki con occhi carichi di gioia.
Bokomonassentì
semplicemente con il capo, dopodichè aggiunse:
- Prendete i vostri D-Scan e
porgeteli d’innanzi allo scrigno, non appena spalancherò il coperchio,
l’essenza digitale contenuta nelle sfere, si immetterà
al loro interno!
Takuya, Kouji,
Izumi, Kouichi, Junpei e Tomoki, tirarono fuori dalle tasche, i mistici oggetti dalla forma
semi-ovale. Con decisione, protesero le braccia in avanti portandoli a poca
distanza dal bauletto, e Bokomon sollevò il
coperchio.
Sei di quelle perle colorate, si rialzarono rimanendo
sospese a mezz’aria, la sfera rossa si spostò entrando nel Digivice
di Takuya, il globo azzurro, in quello di Kouji, seguite poi dallo scintillio della perla verde,
gialla, rosa e nera, cioè rispettivamente, Tomoki, Junpei, Izumi e per finire Kouichi.
All’unisono, lo schermo dei D-Scan
si accese di colpo, la spia luminosa in basso cominciò a lampeggiare, fino a
fermarsi con luce fissa. Sui display, si manifestarono
i volti sorridenti delle leggende digitali, e un forte bagliore avvolse le mani
dei ragazzi.
- Perfetto! Anche il vostro Digicodice si è stabilizzato! - esclamò Bokomon
richiudendo lo scrigno.
- Adesso si che siete pronti per iniziare il gioco!
Si sentì una voce riecheggiare in quell’enorme
sala.
- Chi ha parlato?!- Kouji si voltò prontamente, saettando gli occhi in più
direzioni, ma non vide nessuno. Gli altri si voltarono in agitazione, tenendo
pronti i loro Digivice.
Dal portone principale, apparve la minuta
figura di Neemon, rimasto ad attendere fuori.
- Sei stato tu ?- domandò Takuya
vedendolo giungere. La piccola creatura scosse il capo, dicendo
di no, dopodichè, con voce acuta e chiara, aprì la bocca accennando un
leggero ghigno:
- Ben fatto Bokomon! Ottimo
lavoro!- concluse il Digimon
mutando forma.
- Ninzokumon?!?-
dichiararono in coro Kouji e Takuya
sgranando gli occhi.
- Ci rivediamo eh?! Benvenuti a
Digiworld!- esclamò la creatura avanzando.
- Ma che…si può sapere che succede?!-
Takuya rimase spiazzato, possibile che il pacato Neemon fosse quella specie di
ninja astuto e veloce?
- Allora è lui il Digimon che avete incontrato nel nostro
mondo?- fecero Junpei e Tomoki, mentre Izumi e Kouchi rimasero interdetti.
Kouji e Takuya annuirono all’istante, rimanendo sorpresi.
- Confusi? Eh eh vi capisco… se volete vi spiego io oppure,
preferisci farlo tu, Bokomon?- la malvagia creatura gli indirizzò
un’occhiata, il piccolo tesserino bianco tremò, fissando i ragazzi.
- Bokomon si può sapere che succede? Parla!-
gli esortò il combattente della luce con tono forte.
- Calma Kouji, è spaventato e in questo modo lo sarà ancora
di più! – replicò Izumi nella speranza di placarlo.
- Mi… mi di-spiace io… io non volevo
farlo, mi hanno costretto, hanno rapito Neemon, sono stato obbligato altrimenti
lo avrebbero eliminato!
- Chi ti ha costretto? Chi è stato
a rapire Neemon?!- continuò il giovane con forte esclamazione.
-
Sono stato io!
Lo stesso di pochi istanti fa, risuonò più forte di prima,
facendo voltare di guizzo i sei giovani.
Una creatura digitale, sospesa in aria con ali spianate, si innalzava dritta d’innanzi a loro.
Il corpo interamente bianco, inciso sul petto, una figura dai
lineamenti stilizzati somigliante a un pipistrello,
gli occhi di un forte color porpora, proprio come il disegno, spiccavano in
netto contrasto con i chiari colori della pelle.
- Ohh Icedevimon ben arrivato!- disse Ninzokumon voltatosi
nella sua direzione.
- Finalmente ho il piacere di conoscervi tutti
insieme! Mi sarei aspettato qualcosina in più, e invece, mi dispiace dirlo ma siete proprio una gran delusione…!- disse la bianca
creatura fissando i giovani con occhi profondi.
- Tu da dove sbuchi e soprattutto chi ti dà il diritto di
offendere?! Guardati allo specchio razza di sgorbio
lavato con la candeggina!- la battuta di Takuya fece ghignare leggermente
Junpei e Tomoki, mentre il resto del gruppo, rimase impassibile.
- Tsk! Senti chi parla, se c’è uno sgorbio tra noi due, quello sei TU! Sarei capace di schiacciarti come un
moscerino, ma devo stare attento, potrei calpestarti involontariamente… e
invece voglio farti soffrire nel più lento dei modi!
Takuya si strinse nelle spalle.
- Adesso ti faccio vedere io chi ha più potere tra noi due!-
il giovane guerriero del fuoco afferrò il Digivice ma
venne prontamente bloccato da Izumi che gli fermò la mano.
- Ti sta solo provocando! Cerca di non perdere il controllo,
è quello che vuole lui! – asserì la ragazza.
- Ma sta prendendosi gioco di noi!
Ha bisogno di qualcuno che gli impari le buone maniere e che gli insegni la
parola “rispetto”!- controbatté il ragazzo facendo un
passo avanti.
- E’ sparito!
- Cosa?- disse Kouichi voltatosi in
direzione di Tomoki.
- Icedevimon non c’è più!- ribatté il ragazzino fissando lo
spazio vuoto d’innanzi a lui.
- Vi sbagliate, sono qui!- lo spaventoso Digimon, apparve
alle spalle di Izumi, sotto gli occhi stizziti dei
suoi compagni.- Sei molto perspicace biondina! Comunque,
guardandoti meglio, devo proprio correggermi, siete tutti una delusione tranne
tu!- dichiarò la gelida creatura sfiorando i lunghi capelli biondi, con la sua
mano artigliata.
- Non toccarla!- Takuya si parò davanti a lei, distaccando
quelle lunghe dita affusolate.
- Ehi calma…non te la rovino mica!
Stupido insetto ti taglierò la testa se oserai
un’altra volta darmi ordini! Sei avvisato moscerino…cerca di ricordartelo
altrimenti
-
Basta Icedevimon! E’ ora di smetterla.
Una voce nuova, rintronò nell’enorme sala. Tutti si
voltarono tranne Ninzokumon che borbottò tra se e se:
- Ladydevimon! Sei in ritardo…-
puntualizzò il Digimon bianco verso l’oscura figura.
- Non direi…sei tu ad esserlo… mi trovavo
già qui prima che arrivassero tutti…- la sagome annerita apparve spuntando
dall’ombra.
Foggia grigio scuro, lunghi capelli
bianchi e occhi di un colore rosso brillante.
Ladydevimon, creatura delle tenebre.
Kouji sussultò non appena la vide. Poi Takuya, trabalzò di
colpo:
- Tu… Sei stata tu a chiamarci a Digiworld non è vero?! Ricordo benissimo la tua voce!
- Hai un buon udito ragazzino, non c’è
che dire!- esclamò il Digimon dalla lunga chioma argentea- Ebbene si, sono
stata io! Sia ad inviarvi il messaggio, sia a telefonarvi.
Kouji rimase in silenzio, ascoltando a fondo quel timbro
vocale. Effettivamente erano gli stessi, ma qualcos’altro inquietava il suo
animo.
Cosa?
Forse il grande potere oscuro emanato
dalla figura?
Forse.
Ma, c’era dell’altro.
- Perché ci hai fatti venire qua?- chiese
Junpei determinato.
Lei, planando a terra, si avvicinò al gruppetto.
- Mi aspettavo questa domanda… siete
piuttosto prevedibili… beh, se lo dico adesso non c’è divertimento… pare anche
a te?
Il guerriero del tuono non capì il senso di quelle parole,
così, furente, sbraitò contro di essa.
-Non
fare l’enigmatica!!
- Viviamo in un mondo fatto di enigmi,
se ti adegui, avrai buone possibilità di farcela altrimenti… cerca di
sforzarti… perché io non do risposte. -concluse la demone, con freddezza.
- Tu non dai risposte, ma io SI!-
scattò Takuya coraggiosamente - Se vuoi conquistare Digiworld, abbandona l’idea
finchépossibile, altrimenti preparati
al combattimento!! - ribatté stringendo il Digivice.
La lady nera emise un sibilo
spaventoso, come una forte e fredda smorfia di riso.
Un ghigno celato da qualcosa, qualcosa di oscuro
e nascosto.
Una verità.
Eclissata.
- Presto le tenebre avvolgeranno la luce e VOI non sarete in
grado di contrastarle!- rispose la creatura puntando il dito contro i sei.
Kouji sobbalzò nuovamente.
“Le tenebre avvolgeranno la luce, saprai
contrastarle?”
La frase dell’anziana indovina incontrata alcuni giorni fa
nel parco, gli ritornò alla mente.
Questa volta, però, le parole dette da Ladydevimon, non
furono un semplice quesito, bensì una risposta.
Una fredda e buia risposta.
- La luce non verrà mai offuscata
dall’oscurità!- confermò il ragazzo dai lunghi capelli, facendo un passo in
avanti.
Il Digimon dallo sguardo tinto di rosso, si voltò nella sua
direzione, fissandolo. Dopodichè, avanzò lentamente portandosi a pochi metri da
lui.
- Tu…devi essere il guerriero della luce…non
è così?- chiese squadrandolo accuratamente.
- E tu come fai a saperlo?!- rispose
lui a voce calma.
-…..… non avevo dubbi…da come
difendi la tua amata “luce”, non potevi governare altro… In ogni modo, sappi
che io non vado molto d’accordo con questo tipo di creature… soprattutto se
sono esseri umani intenzionati ad intralciarmi…allora il mio fastidio aumenta
ancora di più…- Ladydevimon fece un altro passettino in avanti, sussurrando
all’orecchio del ragazzo- Stai tremando…contieniti.
Inavvertitamente, le mani di Kouji avevano iniziato a
vibrare, il forte potere oscuro emanato dal mostro, veniva
percepito doppiamente se la creatura in questione appartenesse all’elemento
celestiale.
- Razza di strega dai capelli bianchi! Lascia stare il
nostro amico! Non sei nessuno per dettar legge!
Il nero essere si voltò in direzione di Takuya,
discostandosi dal giovane.
- E’ inutili opporvi all’immenso
potere del male! La luce sarà inghiottita dall’oscurità, e presto il vostro
mondo cadrà sotto il dominio del padrone assoluto di tutte le tenebre! Lui è
tornato e questa volta la partita si concluderà con la
vittoria del male! - Indietreggiando, Ladydevimon prese il
volo, innalzandosi pochi centimetri dal suolo.
I sei guerrieri irrigidirono le spalle all’unisono.
Le parole proferite dal demone femmina,
echeggiarono nelle loro teste.
Inghiottirono lentamente con sudore freddo che attraversava
i loro visi.
- Non potete conquistare il nostro mondo!- affermò Tomoki
con occhi lucidi.
- E sarai tu ad impedirlo? …Non
farmi ridere… anche unendo i vostri poteri non potrete mai impedire che il
destino si compia! Se volete salva la vita, allora unitevi a noi, e farete
parte della schiera di creature che affiancherà il
padrone nella conquista del mondo intero!
Quelle parole, suscitarono confusione e turbamento
nell’animo puro dei sei guerrieri.
Come potevano schierarsi dalla
parte del male?
Era inammissibile anche solo pensarlo!
Sentendosi ferito nello spirito limpido e leale, Takuya scattò in avanti, non riuscendo a reprimere la rabbia, urlò
a squarciagola:
- SCORDATELO! La nostra terra non finirà mai sotto il
comando di un pazzo! La proteggerò a costo della mia stessa vita se dovesse servire a qualcosa! Mettitelo ben in testa maledetta
strega!
- Calma ragazzino! Non siamo sordi… ricorda di non
contraddire mai le donne…sappiamo come sono fatte…eh eh!-
fece Ninzokumon, ridacchiando allegramente.
-Perché
vorresti dire che lei lo è? Ma l’hai vista bene?
Quella sottospecie di vampiro dalla pelle pallida e spenta!
- Junpei…penso sia meglio non aggiungere altro…- propose
Izumi a bassa voce.
Intanto, Bokomon, corse in direzione del
glaciale Icedevimon, rimasto a godersi la scena.
- Quando mi ridarete Neemon? Ho
fatto ciò che mi avete chiesto, ora tocca a voi mantenere la promessa!
- Uff…sei seccante moscerino… ci tieni così
tanto a riavere quella specie di imbranato dormiglione? Voi minuscoli
esserini non dovreste provare affezione verso gli altri…ma
oramai siete stati contagiati dagli umani… Tieni, riprenditelo pure, adesso non
ci serve più!- Icedevimon estrasse un sacco dalla sua schiena, gettandolo in
direzione di Bokomon, che lo afferrò al volo.
Due lunghe orecchie fuoriuscirono da esso,
e da lì a breve, Neemon venne fuori.
- AAAH NEEMON!!! Sei tu!!! Quanto
mi sei mancatolo buaaaaa! Sei sano e salvo adesso!- il
Digimon dalla pancierina rosa scoppiò a piangere stritolando il compagno.
- Così mi strozzi…! Ma perché stai
piangendo? …Ho dormito così tanto?
- Stupidmon! Non ricordi? Sei stato
rapito?- fece Bokomon staccandosi da lui.
- … Veramente…? Ohh…!- rispose Neemon portando un dito alla
bocca, cercò di pensare ma, di scatto, l’elastico dei
suoipantaloni si allungò per poi
schioccare sulla pancia. - Aaahiii…!- mugugnò il Digimon coniglietto,
saltellando di qua e là.
- Stupidmon!- disse Bokomon autore del misfatto.
- Patetici…!- Icedevimon sbottò guardando la
scena disgustato, poi, volando in direzione dei ragazzi, atterrò poco
distante.
Fissò Izumi con i suoi occhi porpora, e la ragazza
rabbrividì.
- Penso che ci siamo divertiti
abbastanza… vogliamo andare?- propose Ninzokumon balzando su un pilastro di
pietra.
- Ma come, io speravo di potermi
battere con il famigerato padrone del fuoco…! Che fregatura… non posso nemmeno giocare con la ragazzina?- il bianco Digimon
avanzò nuovamente verso la giovane, ma Takuya, ancora una volta le si parò
davanti.
- Sparisci o ti sciolgo come un ghiacciolo! – asserì il
guerriero delle fiamme con sguardo carico di sdegno.
- Basta! E’ ora di rientrare! Vieni via
Icedevimon, il padrone non ammette ritardi.
- Ladydevimon sei sempre la solita noiosa!- il freddo
Digimon si voltò verso Takuya con fare seccato- Per questa volta ti salvi, ma
la prossima non avrai così tanta fortuna ahahahahh!- concluse con un riso
diabolico.
- Stupido ghiacciolo con le ali! La prossima volta ti aspetterò a braccia aperte!- rispose prontamente Takuya estendendo
gli arti superiori.
Il mostro dalla pelle bianca sorrise malvagiamente, gli
aguzzi canini spuntavano minacciosi dall’interno della bocca tinta di
viola.
- Non affannatevi a cercare un modo per ritornare nel vostro
mondo, sprechereste tempo, e soprattutto non provate a contrastarci, a meno che non vogliate morire… ma per quello… non dovrete
attendere molto…- la strega dai capelli color argento si levò in volo, seguita
da Icedevimon e Ninzokumon, ma, prima di scomparire avvolta in un fuoco nero, la
chiara voce di Kouji, la trattenne.
- Prima di andare rispondi a una
domanda… chi è il vostro padrone? Si tratta di Lucemon?
La demone sorrise appena,
socchiudendo gli occhi.
- Prova a capirlo da solo…anche se… non sarà facile… a
presto Digiprescelti!- dopodichè, i tre scomparvero del tutto.
Takuya crollò al suolo con le ginocchia al pavimento.
- Perché? Perché deve ripetersi la
storia di cinque anni fa?!
- Quei tre vogliono prendersi gioco di noi! Ecco come mai ci
hanno chiamati! Prima il rapimento di
Izumi per farci confondere, poi tutte quelle pagliacciate e inutili discorsi
sulla conquista del mondo… hanno studiato alla scuola d’arte drammatica?!
- Junpei… non sottovalutarli… vogliono confonderci
nuovamente, bisogna stare attenti… e soprattutto scoprire cosa cercano da noi…-
fece Kouichi massaggiandosi il mento.
- Ragazzi…- Bokomon si fece avanti- Mi dispiace…non volevo
mentirvi, ma sono stato costretto, perdonatemi vi supplico!
- Lo abbiamo già fatto Bokomon, non è stata colpa tua, hai agito per salvare un amico, al tuo posto ciascuno di noi
avrebbe fatto lo stesso.- disse Izumi con voce dolce e tranquilla. Il
Digimon le si buttò tra le gambe, piangendo. Lei lo strinse
accarezzandogli la nuca.
- Quel che è fatto è fatto!- la voce di Takuya, tuonò
improvvisamente- Come ha detto Ladydevimon, indietro non possiamo tornare, vogliono
eliminarci perché ci siamo antipatici? Bene, ma da cacciatori, potrebbero anche
divenire prede… e finché restiamo in ballo, beh…balliamo!-
disse il ragazzo del fuoco, sollevandosi da terra.
Gli altri lo guardarono con stupore, poi, voltatosi nella
loro direzione, aggiunse:
- Aspirano a conquistare il nostro mondo? Bene… si facciamo
pure avanti… ci provino pure… però, dovranno farsi i
conti, perché io non sono d’accordo! No no!- disse scuotendo il capo e
l’indice- Facciamogli vedere che non hanno a che fare
con dei lattanti! Siete tutti con me?!- con tono
carico di grinta, portò un braccio in avanti estendendo la mano.
I compagni indugiarono alcuni istanti,
quella voce piena di vitalità, però, diede loro coraggio.
- Sono con te!- esclamò Izumi mettendo la mano su quella dell’amico.
- Se va bene per Izumi, allora va
bene anche per me! Quei pagliacci dovranno ricredersi!- disse Junpei battendosi
un pugno in petto, e anche il giovine si aggregò
poggiando l’ampio palmo sulle due mani. Lo seguirono a ruota Tomoki e Kouichi
che accennarono un si con il movimento deciso del
capo.
Mancava solo una persona.
Kouji.
Rimase fermo, quasi incollato al selciato.
- Che hai?- domandò il fratello al
ragazzo.
- Non mi convince… tutto ciò non mi convince…
cercano qualcosa da noi…altrimenti perché tanto affanno nell’invitarci?- fece il giovane guerriero della luce. Il
capo rivolto al suolo, gli occhi fissi sull’antico pavimento, cercò di
sforzarsi per capire, ma non fu facile.
- Non credo proprio, secondo me
vogliono solo intimorirci, in quei pochi minuti si sono esclusivamente limitati
a prendersi gioco di noi… quel maledetto Icedevimon…grrr…se ci penso mi viene un
nervoso…! - Takuya digrignò i denti in una smorfia di rabbia.
- Eppure… lei… non capisco…- farfugliò Kouji tra sé- Bokomon
saresti in grado di darci informazioni su quei tre?
- Mi dispiace… brancolo nel buio quanto te… sono comparsi da
poco qui a Digiworld… so solo che hanno rapito Neemon ricattandomi, volevano
che io vi facessi riacquistare i poteri… e poi hanno parlato…si,
aspetta un attimo!- Bokomon schioccò le dita alzando la fronte- Una volta hanno parlato di una rinascita… un
imminente risveglio!
- Hai detto “risveglio”?- Kouji guardò Kouichi, entrambi si
rivolsero uno sguardo d’intesa, poi il ragazzo continuò- Possibile che…stesse
parlando realmente di Lucemon? Se fosse così, allora quello stemma sulla stella
di Ninzokumon e i discorsi degli altri due…fanno presupporre che sia lui il
loro mandante!?
- Tutto può essere…non vorrei dire cose infondate ma… prima
di incontrare voi cinque, io e Takuya abbiamo parlato
a lungo di questo e…sono sempre dell’idea che potrebbe trattarsi proprio di
lui, l’angelo ribelle.- confermò Bokomon rabbrividendo.
Gli altri lo seguirono all’istante, un lungo brivido gelido
attraversò la schiena dei sei leggendari guerrieri, poi, Takuya, con grande forza d’animo esclamò:
- Kouji, manca solo la tua mano, allora sei dei nostri?
Il giovane dai capelli lunghi lo guardò un attimo
interdetto, il guerriero del fuoco era dotato di una grande
fiamma stracolma di entusiasmo e decisione, pensò lui sorridendo, poi, si
avvicinò ai suoi compagni, poggiando la mano sulle altre cinque.
Il combattente della luce annuì con il capo, e il coraggioso
Takuya sorrise alla sua scelta, continuando:
- Se dobbiamo affrontare Lucemon…beh… la cosa un po’ mi spaventa ma, fin quando resteremo uniti, nessuno
potrà sconfiggerci perché il nostro potere proviene soprattutto dalla forte
amicizia che ci unisce!
- E bravo Takuya! Ogni tanto dici qualcosa di sensato!- esclamò Junpei schernendo.
- Junpei! Sei sempre il solito!- lo rimproverò Izumi -
Takuya ha ragione ma…in effetti… tutto sommato… pure tu!-
la ragazza cominciò a ridacchiare, seguita dal coro dei suoi compagni, al
contrario, il giovane combattente delle fiamme arrossì leggermente per poi
lasciarsi andare, contagiato dal sorriso dell’allegro gruppetto.
**********
- Ridete, ridete pure, finché avrete motivo per farlo.
Disse Ladydevimon nascosta nell’ombra.
I suoi occhi, rossi come il sangue, si fermarono sul giovane
Kouji, guerriero della luce.
Dopodichè, scomparve fasciata dal fosco manto dell’oscurità.
- JUNPEI!! Restituiscimi la mela di carne!!
E’ mia!! L’ho raccolta io rischiando l’osso del collo!!
- Dai Tomoki hai tredici anni non sei più un bambinetto
piagnucolone! E poine
hai già mangiate tre!- asserì Junpei girando su se stesso per impedirgli di
portare via il frutto.
- E tu invece te ne sei trangugiate nove!!
Se ne mangerai un'altra ti verrà mal di pancia! Dammela dammela!- lo esortò il ragazzino cercando di
strappargli la mela dalle mani.
- Junpei se c’è un bambino tra voi due quello
sei proprio tu! Tomoki è più piccolo di te e ha bisogno di alimentarsi bene, e
poi l’ha raccolta lui, se hai ancora fame ritorna indietro e và
a coglierne altre- disse Izumi intromettendosi nella lite.
- Si però…ecco…adesso è buio…non è
prudente avventurarsi nella foresta…potrei incontrare quel Digimon che vuole
farmi le scarpe per la piccola questione di oggi…
- Ok… ho capito, tieni, se vuoi puoi mangiare la mia, sono
sazia e poi la sera non ho l’abitudine di rimpinzarmi fino allo scoppio.- La
ragazza consegnò nelle mani del compagno il tondo frutto, mentre Tomoki incalzò
afferrando il suo.
- Oh grazie Izumi-chan!- esclamò Junpei con occhi lucenti-
Tu sì che sei gentile e altruista!- dopodichè la divorò in un sol morso.
- Ma dico, con tante persone proprio in lui dovevamo
imbatterci?!- Takuya, rimasto a guardare la scena,
sbuffò mentre si apprestava a consumare la sua cena.
- Neemon sei sicuro che possiamo restare qui stanotte? Siamo
in sei e non vorremmo disturbare.
- No Kouichi figurati! La mia casa è abbastanza grande da
contenervi tutti! E poi mi fate compagnia!- disse la
piccola creaturina dai pantaloncini rossi.
TOC TOC
- Apro io!- dichiarò Izumi tirando a se il pomello della
porticina in legno.- Ah Bokomon! Hai bisogno di
qualcosa?
- Sono passato per vedere com’è la situazione…- il Digimon
fece cenno alla Digiprescelta di abbassarsi, dopodichè portò il capo accanto al
suo orecchio bisbigliando- Neemon è un pericolo ambulante, sarebbe in grado di
cacciarsi nei guai anche stando seduto su una sedia…mi raccomando fate
attenzione!- raccomandò lui ridendo.
Izumi lo seguì con un bel sorriso,
dopodichè spalancò tutta la porta facendo entrare il piccolo amico.
- Hey Bokomon!- esclamò Takuya non appena lo vide.
- Salve ragazzi! Mangiate pure tranquillamente non vorrei che vi strozzaste!
- Nessun problema, abbiamo già finito, o perlomeno quasi
tutti…- Takuya indirizzò un’occhiataccia verso Junpei, occupato a divorare
delle bacche ricoperte di zucchero.- Comunque…-
sospirò, poi riprese- Sei davvero sicuro di volerci accompagnare al castello di
Ophanimon?
- Ma certo! Sicurissimo! Non vi ho
mai lasciati soli e non intendo farlo nemmeno adesso,
è compito mio accompagnare i leggendari guerrieri nel loro viaggio!- asserì
Bokomon battendosi un colpo sulla pancia.
- Allora l’appuntamento è davanti alla locanda del villaggio
alle otto in punto!- dichiarò Takuya al piccolo Digimon.
- D’accordo! Non mi sembra vero che potremo restare ancora
una volta al fianco dei mistici leggendari guerrieri!
- Potremo restare? Sbaglio o hai detto così?- domandò Tomoki perplesso.
- Si, io e Neemon naturalmente!- dichiarò Bokomon fissando
il Digimon appisolatosi sulla sedia.
- Ti ricordo che questo non è un gioco. Le regole sono più dure rispetto a cinque anni fa.- La voce di Kouji tuonò
improvvisamente spezzando l’allegria del momento.
- Dai Kouji non fare il difficile, sono al sicuro con noi e
poi cinque anni fa andò tutto bene!
- Questa volta è diverso Takuya, non sappiamo a cosa andiamo
incontro, e soprattutto non conosciamo bene chi sia il
nostro nemico – Kouji si adagiò su una panca di legno, con aria pensierosa.
Takuya scattò in piedi avanzando verso l’amico.
- Nemmeno allora conoscevamo bene il nostro avversario, ci
siamo ritrovati in un mondo completamente diverso, eravamo spaesati
ma restando uniti fino alla fine tutto si è risolto per il meglio, e se
loro due hanno deciso di seguirci, non sarò io a impedirgli di farlo!
Kouji ascoltò attentamente per poi rispondere con tono
basso.
- Se sono convinti e sanno ciò che
fanno allora non posso obbligarli. Mi auguro che non ci rallentino- concluse
parlottando.
- E’ il suo modo per dire che
potete venire!- affermò Kouichi ai piccoli amici digitali- Infondo è
preoccupato per voi, ecco perché preferirebbe lasciarvi lontano da questa
faccenda.
- Kouji è sempre stato così dico bene?!-
Junpei gli solleticò il fianco sinistro, ma il moretto dai capelli lunghi si
alzò di balzo uscendo all’aperto.
- Ma che ho fatto?! Perché è andato fuori?!- disse il guerriero del tuono sentendosi a
disagio.
- Non farci caso, lui è fatto così,
siamo tutti un po’ scossi da quello che è successo, e Kouji ha bisogno di
starsene un po’ da solo- Kouichi si avvicinò alla finestrina scorgendo il
fratello con le spalle rivolte alla piccola abitazione.
Con il capo all’insù fissava lo scuro cielo di Digiworld
illuminato dalle sue tre lune.
La leggera brezza notturna gli ondeggiava i capelli,
raccolti in un sottile codino. L’alto collo rigido e dritto della giacchetta
nera, slacciata, dondolava anch’esso trasportato dall’aria. La mano nella tasca
dei jeans piuttosto stretti che gli evidenziavano le
sottili gambe assai lunghe, le scarpe da ginnastica, bianche, in tinta con la maglietta
smanicata al di sotto della giubba, portavano chiusura laterale tramite zip
colorata di blu. Agganciato al polso destro, un bracciale con
maglia a catena, grigio metallizzato, lo stesso che portava anche suo fratello
Kouichi. E in quella mano, stringeva tra le dita
il suo D-Scan dai toni freddi.
L’osservò a lungo. I suoi occhi scuri erano fissi su
quell’oggetto.
Un forte senso di inquietudine gli
opprimeva lo stomaco.
Che motivo aveva di provare tale
sensazione?
Adesso il Digivice era perfettamente funzionante, poteva
ricorrere, nel momento di pericolo, al Digispirit racchiuso al suo interno,
eppure… tutto ciò non gli dava sicurezza.
Non gli dava quella sicurezza che a fatica cercò di trovare distogliendo
l’attenzione.
Ma i dubbi e le perplessità, non
cessarono.
Perché si trovava a Digiworld?
Per quale motivo era stato richiamato?
Preso da mille domande, si dimenticò completamente del
sogno, che puntualmente, ogni notte lo perseguitava.
Rimase così per un bel po’, chiuso in quel mutismo che
spesso suo padre e gli altri amici gli rimproveravano.
In cinque anni non era cambiato, suo fratello continuava a
ripetergli che forse per lui era giunto il momento di trovarsi una ragazza,magari di uscire con
qualche compagna di classe, di sicuro non Kumiko però! Troppo frizzante per i
suoi gusti, ripeteva spesso al gemello.
Eletto il ragazzo più bello dell’istituto privato Fujishima da
quasi un centinaio di studentesse, il giovane Minamoto poteva vantare due fan club, e una folta schiera di siti internet creati da
alcune liceali, incallite per il proprio idolo.
Il fratello era piuttosto entusiasta della sua popolarità,
più di quanto non lo fosse il diretto interessato…!
Infatti, il più delle volte, era
costretto ad uscire da scuole attraverso la finestra del bagno, che dava sul
cortile esterno;
se c’era una cosa che non riusciva
a sopportare, erano i gridolini isterici delle studentesse che accalcavano
l’uscita nella speranza di chiedergli un’appunto.
Iscritto nella squadra maschile di pallavolo come ottimo
schiacciatore, la sua vera passione rimaneva quella per le chitarre elettriche.
Insieme ad altri tre compagni,
aveva formato un gruppo interamente composto da questi energici strumenti
musicali.
Ad ogni loro esibizione, assistevano immancabili, Kouichi
con gli altri membri d’avventura, che gridavano a squarciagola il nome
dell’amico. Ancora più forte, però, rimanevano i coretti delle innumerevoli
ragazze che urlavano non appena il moretto dai capelli lunghi appariva sul
piccolo palchetto.
Quando stava giù di morale,
afferrava la sua chitarra elettrica strimpellando ritmiche note che
troneggiavano nell’intera abitazione. Il più delle volte, suo
padre, il signor Kousei, tornato stanco dal lavoro, si riposava suldivanetto di pelle posto nel salone, ma a
causa del roboante stridio, era costretto a rifugiarsi nel garage della
villetta, dove si sdraiava sul vecchio sofà comprato tempo addietro e sostituito
dal nuovo.
Questa volta però, nemmeno il suo fedele strumento, sarebbe
riuscito a quietare quelle strane sensazioni.
Restò fuori fino a che, compiendo un mezzo giro, ritornò
indietro entrando nella piccola casa.
Junpei e Tomoki dormivano distesi su un tappeto, Izumi
adagiata su un piccolo lettino, Takuya rannicchiato su di una poltroncina poco
distante, mentre Kouichi riposava sul pavimento accanto alla finestra.
Si sdraiò a pochi metri dal fratello, girandosi su un lato.
Socchiuse gli occhi cercando di dormire, ma non ci riuscì.
- Non puoi dormire?- fece Kouichi accortosi di lui.
- A quanto pare nemmeno tu, dico
bene?- rispose Kouji prontamente.
- Beh… forse sarà il cambiamento d’aria, oppure il fatto di
trovarsi su un duro pavimento…
- Diciamo più la seconda- asserì il
guerriero della luce voltatosi verso il fratello.
- C’è qualcosa che ti preoccupa, giusto? Ti conosco bene
oramai…
Kouji rimase ammutolito, senza rispondere.
I suoi occhi non mentivano.
Dopotutto erano lo specchio dell’anima.
- Ho indovinato… – fece Kouichi
sospirando. Poi, si avvicinò di qualche centimetro in direzione del ragazzo- Senti Kouji, se continui così, non riuscirai a pensare ad
altro, in questo modo ti renderai nervoso e soprattutto, non potrai concentrarti
sul vero problema che dovremo affrontare.
- Tu lo conosci? Sai quale sia?
Bene… dimmelo, almeno riuscirò a dormire…- disse il
gemello dai lunghi capelli, con ironia.
- Mmh…allora prova con una tisana perché non sono in grado
di rispondere…
- Siete tutti allegri e gioiosi… invece di pensare a cose
serie… quei tre Digimon non mi piacciono per niente… loro sono
a conoscenza di qualcosa che a noi sfugge…e questo non mi aggrada molto…-
socchiuse lo sguardo per poi riprendere- E’ mai possibile che siamo a Digiworld
da un giorno e non sappiamo il perché? Secondo te
sembra normale tutto ciò? Io proprio non capisco… mi chiedo cos’è che mi
trattenga ancora qui…forse il fatto di non potermene tornare a casa?- disse con auto-ironia.
Kouichi ascoltò silenziosamente quelle
parole, poi con una smorfia scherzosa sul viso si lasciò scappare un
leggero risolino.
- Guarda che non ci trovo nulla di divertente…- dichiarò
prontamente Kouji alquanto infastidito.
- No scusa, è che proprio non sono riuscito a trattenermi!
Pensavo che il carattere delle persone purtroppo non si può
cambiare…chi nasce tondo non può morire quadro…è proprio vero questo detto!
- Che intendi dire adesso? Spiegati
meglio gradirei una delucidazione alquanto soddisfacente.- Kouji sbottò aggrottando le sopracciglia, possibile che anche
Kouichi la pensasse allo stesso modo dei suoi compagni?
- Agli ordini capitano! Intendevo dire
che il carattere di una persona non si cambia a proprio piacimento, puoi mutare
nell’aspetto, nella forma, ma l’indole rimane sempre la stessa a meno che non
sia tu a decidere di modificarla, ma per farlo, ci vuole tanta, tanta pazienza.
Ascoltami Kouji- il viso del combattente dell’oscurità diventò
improvvisamente serio- io sono inquieto quanto te, ma agitarsi non porta buoni
risultati…sbaglio o lo hai detto pochi giorni fa a Takuya? So a cosa potremmo
andare incontro, ma per il momento, almeno fino a che la situazione non sarà
più chiara, preferisco pensare ad altro, altrimenti rimarrò bloccato su un
ragionamento assurdo senza capo né coda, capisci cosa intendo dire?
Kouji ebbe un attimo di smarrimento, come poteva un ragazzo
calmo e risoluto come lui, comportarsi all’opposto? Era inconcepibile anche
solo pensarci!
A causa di questa storia incongruente, stava completamente
perdendo quel suo modo di affrontare le cose con incredibile fermezza. Si rese
conto di ciò, fissando suo fratello.
- Sai che ti dico? Che non mi serve
la tisana…hai ragione tu…-disse con cadenza di voce bassa. Poi si girò
dall’altro lato, addormentandosi.
Kouichi sorrise appena, si voltò con l’addome rivolto al
pavimento, e prese sonno.
Le tre lune del cielo di Digiworld cominciarono a calare,
lasciando spazio alla luce solare che annunciò il nuovo giorno.
***************
- Junpei!!! Sbrigati ad uscire dal
bagno! Mi scappa!!!- urlò Tomoki battendo pugni sulla
porta chiusa del bagno.
- Un attimo! Ho finito!- la soglia si
aprì, e il guerriero del tuono uscì fuori lasciando spazio al compagno- Vai
pure!- sbottò lui- Aaah…mai un momento di privacy…
Takuya e gli altri si trovavano già fuori, i quattro ragazzi
più il piccolo Neemon aspettavano i due davanti allo spiazzale
ricoperto di verde.
- Muovetevi ritardatari!- esclamò Takuya con un cenno della
mano, vedendoli giungere.
- Arriviamo! E’ stata colpa di Junpei che non si decideva ad
uscire dal bagno…
- E tu allora, ti è finito il Digivice nel water e hai perso
mezz’ora per recuperarlo!- replicò l’aitante giovine
spingendo il ragazzino.
- Io la vedo male…e voi?- chiese Takuya rivolgendosi agli
amici che assentirono con cenno deciso.
I sette s’incamminarono verso la taverna posta al centro del
villaggio.
Bokomon li attendeva a poca distanza dall’entrata, e non
appena li adocchiò in lontananza, alzò le braccine agitandole in segno di
saluto.
- Siete in ritardo ragazzi…vi stò aspettando da mezz’ora.
Tutto ok?- chiese la creatura digitale non appena si furono avvicinati.
- Colpa di Junpei che ha trascorso mezza
mattina chiuso in bagno!
- Ricominci Tomoki?! Se vuoi
saperlo ho avuto problemi con la lampo dei
pantaloni…mi si è incastrata nel tessuto e non voleva chiudersi…- Junpei sbuffò
guardandosi i larghi calzoni color caffé.
- Hai mai pensato seriamente che un po’ di dieta potrebbe risolverti alcuni problemi?- gli propose il
Digiprescelto dagli occhi verdi- Con tutto quello che ti sei mangiato ieri, mi
meraviglio che i vestiti ti entrino ancora…
- Ehm ragazzi prima che la tranquilla lite possa assumere
una piega diversa, è meglio sbrigarci che dite?- suggerì Izumi guardando gli
altri. Dopodichè, afferrò uno zaino contenente il necessario per il viaggio,
caricandolo sulle spalle.
- Dai qua, lo porto io.- Kouji strappò la pesante borsa
dalla schiena della compagna, e la collocò sulla sua- Coraggio andiamo, abbiamo
già perso abbastanza tempo.
Bokomon, dopo essersi infilato l’antico libro regalatogli da
suo nonno, nella panciera, afferrò Neemon rimasto impalato, e lo trascinò con
se.
La tappa da raggiungere era solo
una.
Il castello di Ophanimon.
Antica dimora situata in un prato immenso e pieno di fiori.
Tempo addietro, i sei leggendari guerrieri visitarono
l’imponente palazzo alla ricerca del suo Digicodice, ma i cavalieri reali,
comandati da Lucemon, riuscirono a strappare il prezioso numero di dati ed
assorbire quella zona prima di loro.
Tuttavia, dopo la sconfitta dell’angelo ribelle, i settori
assimilati dalla creatura malvagia, ritornarono al loro posto, così come la
dimora dell’angelica Ophanimon.
L’idea di ritornare in quel territorio, fu dettata da Kouji,
che una volta ritornato al villaggio dopo l’incontro
con le tre creature del male, propose l’iniziativa.
Il resto del gruppo approvò in pieno, ritenendo lei, l’unica
al quale rivolgersi per chiedere spiegazioni.
Tutto sommato, chi meglio
dell’arcana figura digitale che li chiamò a Digiworld per la prima volta,
poteva aiutarli nel capire l’enigma che gli si presentava davanti?
Per i sei ragazzi Ophanimon rappresentava una guida, pronta
ad aiutarli in qualsiasi situazione, così, si incamminarono
per raggiungere il suo palazzo.
-
Bene…tutto procede come copione…vedrai
che non ti deluderò padrone!
Ninzokumon, nascosto nei folti rami di un albero, osservò il
gruppetto di umani, con un salto, poi, sparì a
velocità fulminea dileguandosi nella foresta.
La strada da percorrere per giungere a destinazione non era
molta.
Midorioka village, situata su una collina, distava pochi
chilometri dalla residenza fatata, ubicata in una grande
vallata ai piedi della verde altura.
Bokomon, davanti al gruppo, guidava i ragazzi portandoli fuori dal sobborgo.
Si fermò di scatto voltandosi verso di loro.
- Bene Digiprescelti! Da qui in poi, procederemo a bordo del
trenino elettrico che collega la vallata alla città!
- Trenino elettrico?- Junpei fissò la piccola creatura, si
portò una mano al mento- Mah…il nome mi sa di giocattolo…
- Vengono chiamati così perché sono
più piccoli se paragonati ai Trailmon. Non preoccuparti, sono abbastanza grandi
da contenervi tutti!- Bokomon si incamminò presso un
piccolo botteghino. Una volta acquistati otto biglietti, li distribuì
uno per ciascuno ai suoi compagni.- Il tuo lo tengo io Neemon…non vorrei che lo
perdessi…- fece infilandosi i due talloncini nella pancierina.
Il trenino elettrico, arrivò subito dopo.
Un’unica carrozza in metallo colorato d’azzurro,
completamente aperta, la tettoia di stoffa verde con i lati ondeggianti che
ricoprivano il mezzo, serviva a riparare i passeggeri in caso di pioggia.
- Com’è carino! – esclamò Izumi osservandolo.
Una ventina di posti a sedere, la metà dei
quali occupati da alcuni mostri digitali.
I Digiprescelti salirono uno per volta
dato lo spazio abbastanza ridotto dell’entrata.
- Prima le donne!- enunciò Takuya porgendo un braccio verso l’ imbocco.
- Grazie!- rispose la ragazza con un sorriso.
Prese posto nell’ultima parte della
carrozza, seguita dal ragazzo del fuoco.
- Ti dispiace se mi siedo anch’io qui?- chiese lui
gentilmente.
- No anzi, prego accomodati!- Izumi si spostò dando aggio
all’amico di sedersi.
- Ti ringrazio! In mezzo a quella matassa di Digimon dalla
folta pelliccia, scoppierei di caldo…! –il padrone del fuoco sventolò la mano
facendo scivolare verso il basso la cerniera della sua felpa rossa, fino ad
aprirla del tutto.
- Al centro c’è
troppa confusione, qui dietro invece tira questo fresco venticello!- la Digiprescelta del
vento chiuse gli occhi mentre una leggera brezza
avvolse quei due posti a sedere.
La gonnellina pieghettata dell’uniforme scolastica,
ondeggiava graziosamente, come stesse danzando.
Le divise femminili dell’istituto superiore Daijimoto,
rendevano particolarmente carine la maggior parte delle ragazze.
Soprattutto quelle con notevole altezza. E
la giovane Izumi, rientrava in quella categoria.
La gonna, interamente plissettata, le arrivava al di sopra delle ginocchia, la giacchetta, della stessa
tinta, blu tenue, evidenziava la sagoma longilinea della giovane; dai lati
delle maniche e del colletto, fuoriuscivano i lembi della camicetta, bianca,
portata al di sotto. Un nastrino rosa pallido, annodato al bavero, spiccava in
netto contrasto per la sua chiarezza.
Le calzature, di un blu più intenso rispetto alla tenuta, avevano
punta arrotondata e appena tre centimetri di tacco, per dare un’aria più
elegante al completo. La chiusura, tramite due sottili fibbiette incrociate sulla
pianta del piede, allacciavano la scarpa saldamente.
A coprire una parte delle lunghe gambe, soffici calzerotti
di una tinta più sbiadita, che le avvolgevano i polpacci, fermandosi al di sotto delle ginocchia.
Tra le centinaia di studentesse, Izumi, era una delle più
corteggiate.
La pelle bianca come quella di una bambola, i capelli chiari
che le sfioravano l’intera schiena, le fattezze tipicamente straniere,
rendevano la ragazza una delle più ammirate in tutto l’istituto.
Il viso di Takuya si colorò leggermente di un rosso pallido,
mentre il cuore diede un contraccolpo nel petto. Con la coda dell’occhio, le
rivolse lo sguardo squadrandola dall’alto verso il basso.
L’aria continuava a muoverle il vestito, i capelli,
anch’essi trasportati da quel magico soffio, legati indietro da alcuni ciuffi
tirati su ambedue i lati del capo. Il nastrino rosa che li teneva uniti,
richiamava lo stesso colore di quello annodato al bavero.
Era carina, ma senza esagerare, pensò
lui puntualizzando.
“E’ carina ma senza esagerare!”- si
ripeté nella mente.- “E’ carina! Punto e basta!”- ribatté contraendo la fronte.
Scosse fortemente la testa, battendosi una mano sul torace.
Mise un braccio alla spalliera della panca di ferro, e voltò lo sguardo
altrove.
Perché quei colpi improvvisi gli martellavano
incessantemente all’interno del corpo?
Come mai le sue guance si infiammavano
ogni qualvolta la bella ragazza estendeva le sue labbra in un dolce sorriso?
Izumi era solo un’amica.
Solo un’amica?
Per lei, forse, ma… per lui? Considerava davvero la ragazza
bionda come una semplice compagna d’avventura?
Allora perché, da due anni a questa parte, si era accorto di
volerle bene in modo diverso?
Perché ogni qualvolta un ragazzo le si
avvicinava chiedendo un appuntamento, le sue mani cominciavano a sudare,
e il cuore traballare, provando tanta angoscia? Ma non
appena la giovane rispondeva gentilmente di no con il capo, quei brutti attimi
si dissipavano, alleggerendogli l’anima come un incidente schivato, un pericolo
scampato.
La risposta poteva sembrare confusa, strana, offuscata, ma… seppure
la sua cocciutaggine unita a una forte dose di
orgoglio gli impedisse di ammetterlo, in cuor suo lui sapeva.
La ragazza dagli splendidi occhi verdi, aveva fatto colpo
proprio su di lui?
In poche ma concise parole, a lui piaceva Izumi?
Probabile che fosse così, ma lei,
sì, lei aveva già qualcuno al quale voler bene?
Takuya scosse il capo ancora una volta, che razza di
ragionamenti gli passavano per quella sua testa
matta?!
Perché, così all’improvviso, si
sentiva accaldato e soprattutto a disagio stando seduto a lato della giovane col
quale litigava perennemente almeno una volta a settimana?
Si destò di colpo, richiamato da un forte rumore che spezzò
quella difficile sensazione.
- Aspetta un attimo!- la voce del Digimon dal quale Bokomon
aveva comprato i tagliandi, risuonò imponente. Il robusto mostro uscì dal
chiosco avanzando verso il treno- Quel ragazzo grande e grosso occupa due posti, in conseguenza di ciò dovete pagarmi
doppio biglietto!
- Chi sarebbe grande grosso?! Ti
sei visto allo specchio?! Io sono la metà di quello
che sei tu!- Junpei, furente, lanciò un’occhiata verso la grande
creatura, alzandosi dal sedile.
- Non mi interessa, ho detto doppio
biglietto altrimenti sei pregato di scendere!
- Ma è ingiusto! Ci sono tanti
Digimon molto più grandi di lui che affollano il
trenino, e a quanto sembra, loro non hanno pagato doppiamente!- dichiarò Izumi
scorgendo le singole ricevute nelle mani delle creature.
- Loro possono salire, lui invece si deve astenere alle
regole che dico io!- replicò il Digimon increspando le folte sopracciglia.
- Mojyamon è meglio che ti spieghi con chi hai a che fare…
Se non l’hai capito ti faccio notare che questi umani sono sei dei dieci
leggendari guerrieri!- Alle parole di Bokomon, tutti i Digimon presenti nel
trenino elettrico si voltarono indietro sgranando gli occhi.
Perfino Mojyamon, proprietario del piccolo mezzo, spalancò
la bocca per lo stupore.
- Che-che avete da fissarci in quel modo?!-
domandò Tomoki con voce tremante.
- Forse era meglio non dire che
eravamo i leggendari guerrieri…- fece Kouichi bisbigliando al fratello.
Alcuni mostri parlottarono tra loro, altri
analizzarono gli umani con un certo timore.
Mojyamon si fece avanti con gambe tremolanti.
Alzò le mani di scatto.
I ragazzi sobbalzarono, Takuya afferrò
il suo D-Scan pronto ad entrare in azione in caso di bisogno.
Il grosso mostro peloso, si chinò a terra in segno di adorazione.
- Che cosa… ?!- il guerriero del
fuoco tirò su il sopracciglio sinistro, confuso.
- Mi prostro ai vostri piedi potenti guerrieri! Perdonate la
mia insolenza, non credevo che foste i mistici
combattenti leggendari!
- Troppo comodo! Prima insulti e dopo ti basta sapere chi
siamo per pentirtene!?- Junpei chiuse gli occhi
girando il capo verso destra in segno di disprezzo.
- Si avete pienamente ragione, vi faccio
le mie più profonde scuse! Ho sbagliato ma non
uccidetemi vi supplico!
- Non abbiamo mai fatto del male a nessuno, a meno che non meritasse una simile cosa. Alzati da terra
non c’è bisogno di questa pagliacciata inutile- rispose
Kouji seccato.
- Oh grazie grazie! Per scusarmi,
viporterò
personalmente a destinazione!- il Digimon si alzò schizzando verso il trenino
elettrico, con impeto sbrigativo, fece scendere le altre creature digitali che
affollavano la macchina.
- Ehi ma che razza di modi! Io ho pagato
il biglietto!- gridò uno di loro sventolando il pezzo di carta.
- Anch’io!- ribatté un altro
sbattendo i piedi a terra.
- Sarete rimborsati branco di taccagni! Tornate un’altra
volta adesso ho cose più importanti da fare! Quando mi
ricapita un’altra occasione così?!- disse con occhi
brillanti.
- Mi scusi signorina…lei è la
guerriera del vento giusto?
Un piccolo Digicucciolo, staccatosi dal gruppo, si affiancò
alla carrozza, tirando la gonnellina di Izumi con il
becco.
- E tu chi sei piccolino?- chiese
la ragazza carezzando il capo della piccola creaturina dal piumaggio rosa.
- Sono una Digicucciola e mi chiamo Poromon signorina! La
mia mamma mi ha raccontato dei guerrieri che cinque anni fa salvarono il mio
mondo, ho visto anche delle foto e sognavo tanto di poterla incontrare!- la
piccola saltò sulle ginocchia di Izumi strofinandole
il becco sulla pancia in segno di affetto.
- Mi fai il solletico! Ah ah sei proprio graziosa lo sai!?
- Lo dice davvero?- i grandi occhi azzurri come il cielo,
s’illuminarono, il piumaggio così soffice, solleticava le gambe della ragazza
che strinse a se la piccola creatura.
- E questo chi è? Com’è morbido!- esclamò Takuya toccandolo con un dito.
- Me lo fa un autografo?- domandò Poromon con voce
speranzosa. Tirò fuori dalle piume foglio e penna,
porgendoli alla giovane.
- Caspita! In sedici anni della mia vita è la prima volta
che mi viene fatta una simile richiesta… beh, quand’è
così,sarò felice di accontentarti
piccola Poromon!- sorrise la ragazza. Una volta terminato
di scrivere, avvolse il pezzo di carta attorno alla biro, riconsegnandola alla
sua proprietaria.
- A quanto pare è una tua
ammiratrice eh Izumi?!- fece Takuya ridendo.
- E’ normale! – rispose la piccola
Poromon- Qui a Digiworld siete i nostri idoli! Anche
se non ero ancora nata, desideravo tanto conoscere i leggendari guerrieri che
lottarono per la pace del mio mondo! Lei deve essere il
padrone del fuoco!- disse rivolgendo lo sguardo al ragazzo.
- Si, indovinato! Accidenti certo che sei
molto preparata!- rispose Takuya solleticandole la pancia.
- Poromon! Poromon piccola mia! Eccoti ti ho trovato! Mi hai fatto stare in pensiero, ti avevo detto di non
allontanarti!- un Digimon dal viso alquanto preoccupato, corse nella loro
direzione.
- Mamma mamma! Guarda ti presento i guerrieri del fuoco e
del vento!- annunciò la piccola saltando nelle sue
braccia.
- Oh sommi guerrieri! Perdonatela vi prego,
è un po’ irrequieta, scusate se vi ha dato fastidio!
- Non si preoccupi non ha dato
nessun disturbo, sua figlia è molto graziosa e anche ben educata!
- La mia amica ha perfettamente ragione, non la sgridi,
infondo voleva solo un autografo!- ribadì Takuya.
Intanto, Mojyamon, continuava a discutere
con alcuni dei Digimon rimasti, che sentendosi truffati, starnazzavano a
gran voce.
- Perfetto… se continua così, arriveremo domani…- sbottò
Kouji accavallando le gambe.
- Mojyamon noi dovremmo partire! Perciò
vedi di sbrigarti…!- sollecitò Junpei anche lui seccato.
- Sissignore! Agli ordini!! Presto sgombrate sgombrate!- il mostro dal bianco pelo allontanò i
ribelli, saltando al posto di guida del suo trenino elettrico.- Si parte!-
gridò lui accendendo il motore.
Poromon balzò di scatto nelle braccia di Takuya,
avvicinandosi al suo orecchio.
- Se fossi in te non me la farei
proprio scappare! Sareste una splendida coppia!- sussurrò
la creaturina. In seguito, volò nuovamente tra le braccia della mamma, facendo
l’occhiolino al giovane Digiprescelto.
Il viso di Takuya si accese di rosso,
Izumi si sporse dal veicolo agitando la mano per salutare la tenera
amica.
Il motore partì, le ruote del trenino
cominciarono a girare.
E il viaggio cominciò.
Junpei e Tomoki seduti nei primi posti, Bokomon e Neemon
dietro di loro, mentre Kouichi e Koujia poca distanza.
- Che ti ha detto?- chiese Izumi
incuriosita.
- Ah no…niente di importante…mi ha
riferito che lei farà il tifo per noi…- rispose grattandosi la guancia- Chi
dice che i piccoli sono ingenui, sbaglia di grosso…- parlottò lui a bassa voce.
- Hai detto qualcosa Takuya?
- Ah-eh no Izumi! Niente niente!
- Izumi-chan!! Tutto apposto là dietro?!-
Junpei si voltò indietro osservando i due con aria triste. Lei annuì con un
gesto della mano, sorridendo. - Non è giusto, volevo sedermi lì!!Me tapino!!- disse con le
lacrime agli occhi.
- Perché io non ti basto JP-chan?!?-
con voce canzonatoria Tomoki sbatté ripetutamente le palpebre, contraendo le
labbra preparandole al bacio.
- Aaah stammi lontano!! Non ho
questo tipo di tendenze!!
- Ma che fanno quei due?!- Kouichi
li guardò alquanto sorpreso, poi, abbozzò un piccolo riso.
- Bokomon quanto dista il castello di Ophanimon
da Midorioka village?- Kouji richiamò l’attenzione del mostriciattolo digitale,
seduto davanti a lui.
- Mmh…dunque…circa quaranta minuti se
andiamo con la strada normale. Ma dato che prenderemo
una scorciatoia, allora direi una decina…!
- Una scorciatoia con la “s” maiuscola…- affermò il ragazzo
della luce, sorpreso.
- Giudicalo con i tuoi occhi! Guarda!- Bokomon indicò con il
dito un grande burrone, giungere in lontananza.
- Co-sa?! Non avrà mica intenzione di scendere lì con questo
giocattolo?!
- Tranquillo Kouji, è stata già collaudata una volta questa
strada, le rotaie in quel punto sono ad alto livello
magnetico per consentire al treno di scendere anche verticalmente! Allacciate le cinture Digiprescelti!- urlò il Digimon
abbottonandosi la fibbia in vita.
I due gemelli avvolsero la cinta attorniando l’addome.
- Ma… perché dobbiamo allacciare le
cinture?- chiese Izumi guardando gli altri. Impegnata ad ammirare il panorama,
non prestò attenzione a ciò che i suoi compagni facevano nei posti anteriori,
così poi, rimase un attimo interdetta.
Takuya da parte sua, era troppo occupato a
non arrossire, per concedere attenzione alle chiacchiere di Bokomon, e quindi,
sollevò le spalle in segno di confusione.
- Non so…probabilmente la strada è un
tantino sconnessa…facciamo come ha detto…- il ragazzo dai capelli castani
si agganciò la fibbia, seguito dalla compagna che fece altrettanto.
- Come si abbottona?- Neemon, non riuscendo a chiudere il
moschettone, rimase attorcigliato nella stringa di tessuto nero.
- Stupidmon! Che hai combinato?
Aah…si può essere così pasticcioni?!- Bokomon slegò
l’amico, sigillandolo saldamente al sedile.- Non muoverti!- gli ordinò ad alta
voce.
- Junpei trattieni ancora un pochino la pancia! Dai ci sono
quasi…- Tomoki tirò la striscia estendendola al
massimo della sua lunghezza, con un grande sforzo riuscì ad unificare entrambi
i lembi, chiudendoli.
- Aucc!- Junpei emise un sibilo strozzato, e con le lacrime
agli occhi riuscì a malapena a deglutire-Mi sento scoppiare…!
- Dai resisti, e cerca di non muoverti troppo, non vorrei che si sganciasse di nuovo…dopo tanta fatica che ho
fatto…- fece Tomoki strofinandosi la fronte.
- Tenetevi forte leggendari guerrieri! Tra pochi secondi si balla!- urlò Mojyamon accelerando.
- Si balla? Non sapevo ci fossero discoteche a Digiworld…
dove si tro…
Prima che Takuya potesse concludere
la frase, la visione dell’enorme precipizio gli strozzò le parole in gola.
- AAAH!!! Fermo!! Fermooo!!- schiamazzò cercando di richiamare la sua attenzione.
- Finiremo di sotto!!- gridò Izumi
tenendosi stretta alla sbarra di ferro.
- Voglio scendereee!!! Sono troppo
giovane per morireee!!- gli strilli di Junpei riecheggiarono nell’enorme
vallata, mentre la carrozza si apprestava ad imboccare la ripida discesa.
- E’ tutto apposto! Calmatevi! Questo è il
percorso più rapido per raggiungere il bassopiano- affermò Mojyamon
prendendo l'avvio.
Il trenino si lanciò a gran velocità nella
gola, lo stridio delle rotaie risuonò fortemente facendo eco.
Tomoki e Junpei si abbracciarono fortemente, spolmonandosi a
gran voce; Neemon si attacco alla pancierina di Bokomon, con occhi divenuti
ipertiroidei. Kouji strinse le dita alla spalliera del sedile cercando di non
cascare sul davanti.
Kouichi Takuya e Izumi rimasero avvinghiati ai pilastri di
ferro che sorreggevano la cappotta.
Il mezzo schizzò a gran velocità, e in cinque minuti arrivò
a destinazione atterrando orizzontalmente con una brusca frenata.
La cintura di Junpei si slacciò di scatto, e il ragazzo
sbatté sulla folta pelliccia del grosso Digimon.
Neemon finì riverso sul povero Bokomon, che soffocò per il
colpo, mentre Izumi sbatté violentemente sulla spalliera del sedile anteriore.
- Sono ancora vivo?! Sono ancora
vivo!!- esclamò Junpei stritolando Mojyamon per la
felicità.
- Izumi tutto ok?- disse prontamente Takuya aiutando l’amica
ad alzarsi.
- Poteva andare meglio…ahi…- si massaggiò la spalla un po’
intorpidita, afferrando la mano di Takuya.
- Mi auguro di non doverla fare più
questa strada, per poco non ci rimettevo le penne!- sbottò Tomoki con una mano
in petto. Il cuore gli tamburellava a ritmo incessante.
- Scusate per la fermata un po’ brusca…ma…
l’impianto frenante ha bisogno di una controllatina…eheh- disse Mojyamon
strofinando la mano dietro la testa.
- Coosa?! Intendi dire che non
funziona?!- schiamazzò Bokomon afferrandogli un ciuffo di pelo.
Il grosso mostro annuì sfoderando un sorriso a trentadue
denti.
Ci fai affrontare una discesa così ripida con i freni in
avaria?!- urlò di nuovo Bokomon incurvando la fronte-
Se fosse successo qualcosa ai leggendari guerrieri?! Ci hai pensato?!
- Non era mia intenzione, chiedo scusa, infinitamente scusa,
madopotutto vi
ho portati a destinazione sani e salvi! Guardate!- il massiccio Digimon indicò
con il dito una grande struttura dalle forme sinuose e stilizzate.
- Eccolo! – esclamò Bokomon agitando il braccio in avanti.
I sei si voltarono nella direzione segnalata, spalancando
gli occhi.
Il castello di Ophanimon.
Si elevava dal suolo per circa trenta metri di altezza.
Sottili torri dai tetti appuntiti, si innalzavano
alte nel cielo. Un luccichio di tinte pastello colorava le coperture del
palazzo, facendolo brillare riflettuto dai raggi solari.
- Wow! Che spettacolo di colori!-
affermò Izumi con il riflesso dei fiori negli occhi.
- Dall’ultima volta è diventato ancora più bello questo posto!- fece Tomoki avanzando lentamente.
- Coraggio non perdiamo tempo in
chiacchiere, andiamo!- Kouji s’incamminò per primo, seguito dagli altri
che prima salutarono Mojyamon ringraziandolo per la disponibilità offertagli,
dopodichè rincorsero l’amico.
Tagliarono per il prato, immenso e
verde.
Il profumo dei fiori attorniava quella vasta zona, i morbidi
petali, lisci come la seta, svolazzavano sorretti dal dolce venticello che
riempiva quel luogo.
- Kouji tutto ok? Ti vedo pensieroso-
disse Takuya affiancandosi all’amico.
Il giovane non rispose.
- Ok, scusa, dovevo immaginare che non volevi
parlare, ti capisco, tranquillo.- lo rassicurò Takuya camminando.
- Forse devo smetterla di preoccuparmi…proprio come ha detto
Kouchi…ma non ci riesco, fin da quando sono arrivato a
Digiworld, ho avuto da subito uno strano senso di oppressione…- rispose Kouji marciando
con le mani in tasca.
Takuya si accostò a lui, poggiandogli una mano sul dorso.
- Quando la situazione non risulta
chiara, è normale che l’agitazione prenda il sopravvento, vedrai che non appena
parleremo con Ophanimon, il peso che ti opprime si farà senz’altro più leggero!
Dai sorridi!- con fare gioioso, gli solleticò la
pancia fino a farlo ridere. Kouji si portò le braccia all’addome cercando di
proteggersi.
- Ok ok basta basta eh eh! Smettila eheh!- ribatté il ragazzo ridendo a gran voce con
gambe tremanti.
- Funziona sempre!- affermò il padrone del fuoco lasciando
la “preda”.
- Ehi ma che gli prende a quei due? – interpellò Junpei al
giovane Tomoki che per tutta rispostaincrociò le braccia.
- Boh… Non chiederlo a me…
- Arsa Arsa! Digiworld in questo
periodo è molto più caldo rispetto al nostro mondo- proferì
Izumi sbottonando la giacca. La sfilò dalle spalle adagiandola su un braccio.
L’attenzione dei ragazzi venne
meno, catturata dalla compagna, tutti si distrassero guardandola.
La bianca camicetta, di tessuto fresco, le assottigliava la
vita, evidenziandole i tratti del corpo.
Il colletto, dondolava mosso dalla leggera brezza che
sollevava di poco la gonnellina.
Takuya, involontariamente e quasi per riflesso, s’infiammo
di botto.
- Izumi-chan se vuoi porto io la tua giacca!- propose Junpei
affiancandosi a lei.
La schiena del guerriero di fuoco diventò più rigida, mentre
fissava i due con nervosismo.
Sbuffò torturando i laccetti posti all’estremità superiore
della felpa.
Voltò il capo concentrandosi sul tragitto, ma una mano lo
fece sobbalzare.
- A quanto pare anche tu sei pensieroso… non è forse così?
- Aah Kouji!!! Che spavento…!! Ho
il cuore a mille!!- fece Takuya con la mano in petto.
- Non hai risposto alla mia domanda, ho
indovinato?- insisté l’amico.
Takuya non replicò.
- Ho fatto centro eh?- Kouji batté un colpo sulla spalla del
compagno, che mugugnò per la botta.
- Adesso capisco perché ti hanno preso come schiacciatore nella
squadra di pallavolo Fujishima…- Takuya si massaggiò il braccio indolenzito,
cercando di smuoverlo- E comunque, non hai fatto
centro, sono solo un po’ stanco…tutto qui- concluse indirizzando ancora una
volta, involontariamente, gli occhi su Izumi.
Kouji seguì il suo sguardo, abbozzando un mezzo sorriso.
- Il cuore ha delle ragioni che la ragione
non conosce.
- Eeh?! Da quando in qua sei diventato filosofo?! – domandò Takuya ritornando con gli occhi sul
ragazzo.
-Pascal
Blaise. E’ lui l’autore di questo pensiero - rispose
il moretto dai capelli lunghi.
- E chi è? Mai sentito nominare…-
si portò l’indice sulla fronte, cercando di ricordare, ma l’unica cosa che
riuscì a ricavare fu il nome di una marca di cibo per cani.
- Se tu studiassi a scuola, magari… Blaise
Pascal, filosofo, matematico e scienziato francese. All’età di sedici
anni scrisse il Saggio sulle sezioni coniche, in cui formulò uno dei
fondamentali teoremi di geometria proiettiva noto come
il "teorema di Pascal"; a diciotto anni costruì la prima macchina
calcolatrice e nel 1648 dimostrò sperimentalmente che
- OK OK!! Non c’è bisogno di
continuare…!!! Adesso sì ricordo tutto ah ah che
stupido che sono eh eh eeh!! – annunciò il padrone del fuoco fermando al volo e
mentendo spudoratamente. Ma d'altronde, i teoremi e le
formule di geometria non erano il suo punto forte, soprattutto sulle pagelle.
Alcune volte, costretto dalla madre, era obbligato a prendere lezioni da
Junpei, considerato il numero uno dell’istituto, capace di calcolare
mentalmente qualsiasi cosa, senza contare l’inglese che studiava con Izumi… ma lì, paragonato al primo caso, non era poi tanto
maluccio…! Escludendo ovviamente, le innumerevoli tiratine d’orecchio da parte
della ragazza, ogni qualvolta non prestava attenzione.
Di sicuro non voleva prendere ripetizioni anche da Kouji,
pensò rabbrividendo, sarebbe stato troppo!
Sospirò, cercando di riflettere, e un quesito gli sfiorò la
mente.
- Senti Kouji, secondo te Blues Pampers,
per aver detto una simile frase, aveva problemi con qualche ragazza?
- Guarda che non è una marca di pannolini per bambini… comunque questo non lo so, il nostro professore di geometria
è un tipo riservato che non ama spettegolare su una persona vissuta nel 1600…-
fece Kouji scherzando.
I due si guardarono reciprocamente, scoppiando a ridere in
pochi istanti.
- Comunque, se hai bisogno di una
mano, sappi che sono qua. A volte chi ascolta conosce davvero, molto più di chi
parla.
- Acc! Ci risiamo?! Sono già
abbastanza fuso… Basta che non mi parli di geometria e teoremi, e puoi dire
tutto ciò che vuoi!- concluse sbottando, poi riprese - Comunque…
grazie Kouji!
Il Digiprescelto della luce alzò le spalle
senza batter ciglio, dopodichè, estrasse dalla tasca un pezzo quadrato di
stoffa, avvoltolandolo in testa.
- Ma questa qui la conosco! L’hai
conservata?! Pazzesco!- esclamò Takuya sorpreso nel
vedere la bandana dalle striature marroni che cinque
anni fa accompagnò il moretto col codino nel suo viaggio a Digiworld.
- Kouji Minamoto è tornato!- esclamò Tomoki nel vedere
l’amico con la sua vecchia e cara bandana.
Izumi, avvicinandosi a lui, gli sistemò il pezzo di tessuto,
raddrizzandolo.
- Adesso sì che va meglio!- asserì la
ragazza sorridendo.
- Wow che coppia!- dichiarò Kouichi guardando i due.
- Sembrate marito e moglie! –
asserì Tomoki divertito.
Il giovane Minamoto arrossì di colpo in viso, cercando di
contenersi.
La dolce Orimoto abbassò lo sguardo, portandosi una ciocca
di capelli dietro l’orecchio.
Il cuore di Takuya ebbe un sussulto.
Perché? S’interrogò nella mente. Preferì
non rispondere.
Dopotutto lei era libera di fare qualsiasi cosa.
Non era di certo la sua ragazza!
Continuò a camminare mordicchiando nervosamente il laccetto
destro che ciondolava dall’estremità maggiore della felpa.
Junpei, offertosi di portare la borsa per fare bella figura
su Izumi, non si era accorto di nulla.
Il guerriero della luce e la combattente del vento si
staccarono automaticamente, proseguendo il tragitto l’uno a poca distanza
dall’altra. Gli occhi fissi al
pavimento, con le guance ancora accaldate. Cercarono di non
incrociare gli sguardi, ma, senza volerlo, i due quasi inconsciamente,
sovrapposero gli occhi.
Fu un attimo.
Pochi istanti e le gote ripresero ad avvampare.
Takuya, lasciato il cordoncino, si gingillava furiosamente
con la chiusura lampo della giacchetta.
Prima su, poi giù. Su giù, su giù, fino a
quando non rimase impigliata nel tessuto. Diede un colpetto,
strattonandola, e riprese a muoversi.
Su e giù… Su e giù… nervosamente fino a
che, Bokomon, lo scosse dall'inerzia con la sua voce squillante.
- Eccoci arrivati!- pronunciò arrestandosi.
I ragazzi fecero altrettanto, trovandosi d’innanzi
all’enorme portone di legno.
Finalmente avrebbero trovato risposta alle
loro domande, pensarono speranzosi. Ma nello
stesso tempo, un po’ intimoriti.
- Bene… e adesso… bussiamo! – Kouji, avvicinandosi all’anello di ferro
fissato al portone, protese un braccio in avanti sfiorando con le dita il
pesante cerchio di metallo.
Si fermò un attimo rivolgendo lo sguardo ai suoi compagni, e
prima che potesse ghermirlo nella sua mano, l’imponente porta antica, si
spalancò permettendo ai ragazzi di accedere al grande
palazzo.
- A quanto pare siamo attesi. - pronunciò
il moretto osservando la grande sala aldilà della
soglia.
Ebbe
un sussulto, cercando di non badare ai battiti velocissimi del suo cuore, si
apprestò a muovere il primo passo.
- Vi stavo
aspettando ragazzi. Benvenuti!
Una voce familiare risuonò nell’aria, i sei girarono
freneticamente il capo, dopodichè si fecero avanti, entrando.
Il portone si richiuse alle loro spalle, e, dall’alto, nel
piano rialzato circondato da un’infinità di libri, apparve con armatura
scintillante e lunga chioma bionda, una delle tre creature angeliche custodi
dei cieli di Digiworld : Ophanimon.
________________________________________________
Messaggi da parte dell’autrice:E’ la prima volta che lascio una lunga nota a fine paragrafo…
forse perché ho realmente qualcosa da dirvi? Se avete
voglia leggetela pure, altrimenti non fa nulla, potete anche saltarla, non ci
sono problemi! ^___^
Questo qui è il nono capitolo.
Scrivendo non mi sono accorta della sua
lunghezza, chiedo scusa se possa risultare noioso da
leggere, però è da un po’ di tempo che mi escono così… volevo dividerlo in due,
ma non sono riuscita a trovare un punto adatto per farlo… anche se a dirla
tutta, questa è solo una futile scusa… il problema vero è che non ho avuto coraggio
di staccarli… mi dava una strana impressione, non saprei descriverla, forse
perché inizialmente è stato concepito così…
Comunque, volevo dire giusto un paio di cose.
Francesca Akira, nella sua recensione, mi ha ricordato una cosa piuttosto
importante.
L’ Icedevimon che avete letto (stavo sul punto di scrivere “che avete visto”, ma ho ritrattato… effettivamente non è tanto normale
O__o””) nell’ottavo capitolo, non è lo stesso apparso nell’episodio 36,
ma bensì, un altro della sua specie (direi più cattivo e perfido se paragonato al
suo simile), l’equivalente discorso vale anche per la mia piccina, Ladydevimon ! :)(
in questo caso mi riferisco alle prime due serie)
Dovete sapere che stravedo per questo Digimon…
proprio come FairymonKyuubimon e Lillymon !
Da tempo volevo creare una fanfiction che offrisse
maggiormente importanza a questo personaggio,infatti nella mia storia cercherò di
farle assumerle un ruolo diverso da quello affidatole nella serie, piuttosto
fondamentale soprattutto nei confronti di Kouji… ma non posso rivelarvi altro, altrimenti finireste col capire
molte cose.
Poi, arrivando al perno della nota, ci tenevo
a ringraziare tutte le persone che stanno leggendo
questa fic.
Lo so, sembra banale
come frase, vero? Ma, se pur sforzando i mie pochi residui
cerebrali, le uniche cose che mi vengono fuori, sono frasi simili a
questa, solo con sinonimi diversi…
Inizialmente credevo non piacesse a nessuno,
però le vostre recensioni mi hanno praticamente
colpita, forse perché sono un tipo di ragazza che tende a sottovalutarsi troppo
(troppo spesso), e soprattutto (me lo ripeto sempre) vuole e pretende oltremisura, più di quello che in
realtà sia capace di fare.
Per me è un vero onore conoscere persone come
voi, belle e cristalline.
Ciò mi fa sperare che il mondo non è andato completamente perso.
- E’ passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti… siete
cresciuti
Capitolo 10
________________________________________________
- Ho atteso il vostro ritorno… E’ passato molto tempo
dall’ultima volta che ci siamo visti… siete diventati
tutti dei giganti!- pronunciò l’angelo scendendo al piano inferiore.
- Già…!- disse Takuya in leggero
imbarazzo- In cinque anni le cose cambiamo, ma questo posto è rimasto sempre lo
stesso!- asserì poi, guardandosi attorno.
Gli enormi scaffali stracolmi di libri, rendevano quel
magico posto ancora più antico di quanto non lo fosse già.
Le pareti erano completamente riempite dalle più svariate
forme di tomi, anche sul lungo pavimento, ve ne erano
alcuni adagiati uno sull’atro come delle piccole torri.
- Perdonate l’enorme confusione, la mia dimora e così
grande, non so come abbia fatto per tanti e tanti anni ad accudirla interamente
da sola! Ma, non siete venuti qua per parlare di
questo, vero?
I ragazzi annuirono. AOphanimon era impossibile mentire, lei sapeva tutto, ogni
cosa, per questo avevano deciso di recarsi da al suo castello.
Si fece avanti Takuya, parlando.
- Tu sai perché siamo qui, vero?
La figura celestiale fece cenno ai ragazzi di seguirla
entrando nella stanza accanto.
I sei si mossero a passo svelto, tutti trepidanti, tutti in attesa di risposte, tutti con animi quasi rassicurati,
tutti tranne lui. Kouji.
Un grande salone, più vasto del
precedente, appariva agli sguardi estasiati dei giovani guerrieri.
La stanza, irradiata dalla luce solare proveniente dai due finestroni sulla parete in alto, illuminava lo stupendo
lampadario rivestito da lunghi cristalli.
- Wow! Sembra il castello di Cenerentola!- affermò Izumi ammirando il luccichio di raggi riflettere sulla
pavimentazione lucidissima.
- Accomodatevi pure!- esclamò Ophanimon
indicando l’enorme divano posto al centro della stanza.
Si adagiarono sprofondando sul morbido tessuto di velluto
blu, poggiando le spalle sul soffice schienale.
Junpei spinse più in là il giovane
Tomoki, per sedersi accanto a Izumi, ma la ragazza si
collocò al centro dei piccoli Bokomon e Neemon, rendendo vana la manovra dell’amico.
Tutti presero posto un po’ timidamente,
osservandosi in giro, tutti, tranne lui. Kouji.
Ancora una volta.
Restò immobile, a metà strada tra il centro della stanza e
la solida porta intagliata.
Kouichi gli rivolse
un’occhiata facendo segno di raggiungerli, ma lui, continuò a rimanere
nello stesso punto.
- HeyKouji
che fai lì impalato?? Dai vieni qui,
questo divano è morbidissimo! – gli disse Junpei
abbracciando il soffice tessuto.
- Cerca di contenerti non stai a
casa tua!- lo rimproverò Izumi socchiudendo gli
occhi.
- Tutto apposto?- gli chiese Takuya
con una punta di perplessità.
Ma il ragazzo dai lunghi capelli
non rispose.
- Perché non vai a sederti con i
tuoi compagni? C’è posto per tutti sul mio divano.- asserìOphanimon indicando il centro della sala.
Kouji si voltò verso di lei.
- Tuo?- fece con tono ironico.
- Si, mio. Come questo castello e tutto ciò che lo circonda - rispose la creatura celestiale.
Sulle labbra del taciturno guerriero comparì lievemente un
piccolo sorriso.
- Ti senti bene? Forse il viaggio ti ha affaticato, se vuoi
puoi riposare in una delle tante stanze presenti nel palazzo. Non fare
complimenti!- dichiarò l’arcana figura con voce materna.
- La pagliacciata è finita!- esclamò Kouji
incrociando le braccia con lo sguardo fisso sul dolce Digimon.
Kouichi si alzò di scatto dal
divano.
- Che succede Kouji,
c’è qualche problema?- disse notando lo strano comportamento del fratello.
- Il vostro amico è molto stanco, ha
bisogno di dormire. Dammi retta, un buon sonno mette le cose a posto, non
vergognarti se questo è quello che ti frena, infondo questa è una casa aperta a
tutti!- la voce di Ophanimon
diventò più acuta, tra lei e il giovane Minamoto ci
fu un attimo di silenzio, spezzato dal secondo dei due.
- Come attore non sei male, però
devi un po’ migliorare nell’interpretazione, e soprattutto studiarti
perfettamente il copione in modo da conoscerlo alla perfezione, dico bene, Ninzokumon?
Le parole del combattente della luce risuonarono fortemente
nell’enorme salone, facendo trasalire i suoi compagni e la stessa Ophanimon…che… digrignò i denti con evidente rabbia nei
confronti del ragazzodalla
bandana a strisce.
- Speravo lo scoprissi più tardi… ma
invece… ti ho sottovalutato troppo, Ladydevimon mi
aveva detto di non farlo…- una folata di fumo nero, improvvisa, accerchiò
salendo rapidamente il corpo della celeste creatura.
- Che… si può sapere che succede?!-
esclamò Takuya balzando in piedi.
La coltre nebbia oscura rivestì completamente quella
luminosa figura, per poi dileguarsi poco dopo rivelando agli occhi increduli
dei Digiprescelti, la flessuosa conformazione del ninja digitale: Ninzokumon.
- Co-cosa…?!-
gorgogliò il guerriero del fuoco ad occhi sgranati.
- MaOphanimon…
allora…- Izumi non riuscì ad aggiungere altro,
rimasta sorpresa allo stesso modo degli altri che deglutirono con gran fatica.
Al contrario di Kouji, che regalò
un piccolo risolino all’infimo mostro.
- Ci si rincontra ragazzi!- esclamò il ninja
alzando il lungo braccio per salutarli.
- Tu allora lei non era tu… si può
sapere che succede?! Non capisco più niente!- Junpei, confuso, balbettò confusamente
stropicciandosi gli occhi.
- Siete così ingenui… se non fosse stato
per il vostro amichetto a quest’ora potevo divertirmi
un altro po’ e invece…- Ninzokumon diresse i suoi
occhi di un giallo intenso in direzione di Kouji- Come
diavolo hai fatto a scoprirmi?! Ero praticamente
identico, la mia tecnica migliore consiste nel trasformarmi in una copia
perfetta della creatura che mi sta di fronte… non avevi possibilità di
accorgertene...
- Non hai considerato un dettaglio… potevi
anche assomigliarle ma… solo d’aspetto, e nient’altro.La vera Ophanimon
non è mai vissuta da sola in questo palazzo… prima dell’arrivo dei cavalieri
reali, questo castello era sorvegliato giorno e notte dalle sue fedeli guardie,
Angemon e Nefertimon, e
proprio a quest’ultima,fu affidato il Digicodice
di questo posto. Ma tu invece…quando hai detto di vivere da solo in questo grande palazzo, allora ho capito. La figura che mi trovavo
di fronte non poteva essere la vera Ophanimon. Lei ha
sempre considerato i suoi fedeli guardiani, come fossero
ritagli preziosi della sua vita.La
prossima volta ripassa la parte, altrimenti rischierai di fare un ennesimo buco
nell’acqua, proprio come adesso.- concluse Kouji
sarcasticamente.
Ninzokumon, ferito nell’orgoglio
scattò di impulso.
- Insignificante umano! Come osi criticare la mia arte?!- la creatura si avvinghiò rapidamente al giovane
guerriero, afferrandogli la maglia- Chiedimi scusa altrimenti non avrai più la
possibilità di parlare!- estrasse dal duro cinturone l’affilata stelletta,
puntandola alla gola del prescelto.
I cinque ragazzi scattarono prontamente in suo aiuto ma, dalle pareti della sala, una raffica di Bakemon, li accerchiò prontamente, bloccando i loro
movimenti con le loro lunghe e artigliate mani.
- La-lasciatemi subito! Ma-maledetti!- frusciò Takuya
soffocato dalla presa.
- Toglietemi le vostre manacce di dosso!- strepitò Junpei dimenandosi.
Lo seguirono a ruota anche gli altri, ma senza esito.
- Se solo riuscissi a prendere il Digivice,
maledizione!!- Takuya cercò
in tutti i modi di estrarre il prezioso oggetto dalla tasca dei suoi pantaloni,
ma il Bakemon che lo teneva imprigionato, socchiuse
maggiormente la presa.- AAAH!!!- gridò il ragazzo sentendosi comprimere
l’addome.
- Lasciateci!!- vociò Izumi facendo fatica a respirare.
- Sei uno sporco vigliacco! Ti fai forte sulle debolezze
altrui, ma vali metà di quello che sei!- disse Kouji con la fredda lama premuta sul collo.
- Eh no, così proprio non ci siamo, se continui potrei
accidentalmente perdere il controllo della mia mano, e ti ritroveresti con un
grosso foro proprio qui!- Ninzokumon fece picchiettare
l’affilata punta sulla gola del ragazzo, fino a provocargli un piccolo
graffietto- Oops! Scusa, mi è scivolata!
- Kouji!!!-
gridò Kouichi vedendo il fratello.
- Lasciali andare, è con me che devi prendertela!- il
guerriero della luce diede un rapido sguardo ai suoi compagni, perfino i
piccoli Bokomon e Neemon
erano prigionieri di quei grandi artigli.
- Implorami di farlo, e forse potremo riparlarne… altrimenti
i miei fedeli servitori potrebbero spezzare quelle
fragili schiene in un solo colpo…
- Che stai facendo Ninzokumon?!- una voce tuonò all’improvviso. Dall’alto della sala, il
bianco corpo di Icedevimon
fece capolino planando lentamente verso il basso- Ti avevo detto di non
esagerare… ti sei immedesimato un po’ troppo nella parte… se lo viene a sapere Ladydevimon…sai che non sarà contenta…!
- Per un piccolo graffietto e qualche stritolatina
alle ossa?!?Non le dirai nulla, vero?!- fece il ninja dagli occhi gialli con una punta di brivido lungo la
schiena.
- Oggi mi sento buono, perciò chiuderò un occhio… dai, è
ora.- la gelida creatura si avvicinò ai cinque. Protese un braccio in avanti
aprendo sul pavimento una grande voragine oscura.-
Loro due non servono, gettateli via- ordinò ai Bakemon
che scaraventarono sul grande divano i piccoli Bokomon
e Neemon. Dopodichè, si avvicinò alla giovane Izumi sfiorandole i capelli- Adesso ti farò conoscere la
mia dimora, sei contenta?!
- Non toccarla insulso gelato senza sapore! – sbraitò Junpei, il guerriero del tuono, con impeto.
- Insulta pure quanto ti pare, visto che non sai fare altro.
- Icedevimon rivolse lo sguardo verso Takuya, che contraccambiò con occhi carichi di sprezzo e urlando
a gran voce:
- Dov’hai nascosto Ophanimon?! Parla!- strinse forte le mani a
pugno per reprimere la stizza, ma servì a ben poco.
Icedevimon si distaccò dalla
ragazza, indietreggiando.
- La vedrai …tranquillo…la vedrai!-
concluse sorridendo beffardamente.
Il grande passaggio, sotto i piedi
degli umani, cominciò a rimpicciolirsi. I Digimon
fantasmi, iniziarono a calarsi nel vuoto sottostante, trascinando con se i
cinque guerrieri.
- Che-che fate?!
Dove ci state portando?!- esclamò Tomoki
fissando l’immenso buco nero.
L’aria, proveniente dall’ apertura,
avvolse le gambe della giovane Izumi che rabbrividì
al gelido contatto.
- E’…fredda…!- dichiarò man mano che veniva
avvolta dall’oscurità.
Con un calcio, Kouji scagliò via
la stelletta di metallo, approfittando in un momento di distrazione da parte
del perfido Ninzokumon.
Agguantò il suo D-Scan nel
tentativo di usarlo ma una raffica ghiacciata gli
immobilizzò le gambe facendolo sbattere sul pavimento. Il Digivice
rotolò in terra ad alcuni metri di distanza finendo sotto il piede del bianco Digimon glaciale.
- Mi credi stupido? Al contrario di Ninzokumon,
ho seguito il consiglio di Ladydevimon, mai perderti
di vista!
- Dove li stai portando?! – gridò
il guerriero della luce, con gli arti inferiori ricoperti da uno spesso strato
di ghiaccio.
Icedevimon sorrise, pressando il Digivice al suolo.
- Ti lancio una sfida… se hai fegato, vieni al palazzo delle
sette torri nel continente oscuro, i tuoi amici saranno lì, se riuscirai
nell’impresa, avranno salva la vita e potrai riprenderteli, nel caso contrario,
ti verranno recapitati pezzo per pezzo... libretto d’assemblaggio
escluso, ovviamente! Qualora dovessi accettare, farò
in modo che il varco dimensionale rimanga aperto per pochi minuti, giusto il
tempo di farti riflettere… ah, dimenticavo, per salvare la vita ha questi
insignificanti umani, hai 24 ore di tempo a partire da… adesso!- Icedevimon, lanciò nelle mani di Kouji
un piccolo orologio da polso indicante il tempo rimasto segnalato sul display
elettronico.- Buon divertimento!- aggiunse togliendo la scarpa dal D-Scan blu e nero. Dopodichè, scomparì nel nulla.
- Ci vediamo moretto! Spero te la caverai nel mondo delle
tenebre dove la luce non è assai gradita eheehh!- Ninzokumon, con un ghigno sulle labbra, spiccò
un salto nel buco nero, scomparendo all’istante.
I Bakemon, sotto ordine di Icedevimon, calarono i ragazzi
nel profondo abisso.
Urla di terrore, riecheggiarono nel grande ambiente, Tomoki e Izumi, furono i primi a
scomparire, seguiti da Junpei, Takuya
e Kouichi, che quest’ultimo,
prima di venir inghiottito, enunciò al fratello
gridando:
- Non lasciarti mai sopraffare dall’oscurità! Ricorda che la
luce è racchiusa all’interno della tua anima! Falla uscire!
- KOUICHI!!- Kouji
cercò di frantumare lo strato ghiacciato che ricopriva le sue gambe, con un
forte strattone riuscì a liberarsi correndo nella sua direzione, ma oramai,
troppo tardi… il gemello scomparì avvolto dalle tenebre.
Il guerriero della luce, con le mani poggiate al pavimento,
batté violentemente un pugno sulla dura superficie.
Bokomon corse da lui, con aria
affranta e imbestialita.
- Tutto bene Kouji?! Tirati su dai!- gli fece
cercando di aiutarlo.
Il giovane scattò in piedi, trattenendo la rabbia. Compiendo
un mezzo giro, andò a prendere il Digivice, riverso a
terra.
Neemon raggiunse il suo amico
digitale, affiancandosi a lui.
- E adesso che facciamo?? Dobbiamo
scendere là sotto?? Io ho paura!!-
fece poggiandosi le mani sugli occhi.
Bokomon non rispose.
Ma, al contrario, ci pensò lui a
farlo, il combattente della luce.
- Voi restate qui. Andrò io. Aspettatemi fin quando non
tornerò e non muovetevi.- stringendo il D-Scan in una
mano, s’incamminò verso il passaggio.
- Aspetta un attimo! Come sarebbe a dire “restate qui”?? Non se ne parla nemmeno, ti perderesti
di sicuro in quel posto! Io invece posso guidarti!-
asserì Bokomon trascinando lo spaventato Neemon con se.
- E’ fuori discussione. Mi sareste d’intralcio, e poi è troppo rischioso. Il tempo stringe, è ora di andare.- il
giovane dai capelli lunghi diede uno sguardo
all’orologio lanciatogli da Icedevimon, erano già
trascorsi quindici minuti, e ogni secondo, anche se insignificante, poteva
essere vitale.
Bokomon s’impuntò aggrappandosi ai
lunghi jeans del Digiprescelto.
- Ho servito fedelmente i dieci leggendari guerrieri cinque
anni fa, e adesso non sarò da meno! Quel luogo è pieno di insidie
e pericoli, tempo addietro, tu hai avuto modo di constatare solo una piccola
parte di ciò che in realtà si cela in quel buio permanente. Portami con te,
prometto che io e Neemon non ti saremo
d’impaccio, non posso abbandonare il guerriero della luce, ne và del mio
onore!!
Il taciturno Minamoto ascoltò
silenziosamente le parole del mostriciattolo digitale, notando un’immensa
volontà in quei piccoli occhi carichi di voglia.
Annuì con il capo.
- Sbrighiamoci allora.- pronunciò in modo deciso.
- Grazie!- rispose Bokomon pieno
di commozione.
Il varco, lentamente iniziò a chiudersi, i tre, si
avvicinarono ad esso, con il capo rivolto in basso e
le pupille quasi ipnotizzate sul quel tetro colore.
Il Digiprescelto si allacciò
l’orologio al polso, buttandosi per primo nel gelido nero.
I due Digimon si presero per mano, entrambi tremando, si lanciarono nella
fosca profondità.
“Benvenuto
all’inferno, angelo della luce!”
Disse una voce non appena il giovane Kouji,
toccò cadendo dall’alto, il terriccio arido di quel settore.
- Chi ha parlato?!- enunciò lui
facendo saettare lo sguardo in più direzioni.
Non ci fu risposta.
- Che c’è Kouji
che ti prende?- gli chiese Bokomon atterrato sul
povero Neemon.
- Avete sentito anche
voi? Ho udito una voce pochi istanti fa.- si alzò dal
suolo girando il capo di continuo.
- Mmm… mi dispiace
ma non ho avvertito nulla… cerca di mantenere la calma, ricorda che nel
continente oscuro qualsiasi rumore è amplificato dall’alto stato di tensione,
senza contare le creature malvagie che pullulano questo posto con i loro schiamazzi
e versi strani…
- Forse… hai ragione… - affermò il ragazzo calmandosi- Qual
è la direzione da prendere?- chiese poi a Bokomon.
Il Digimon estrasse dalla sua pancierina l’antico libro, girando le pagine a gran
velocità.
- Eccolo! L’ho trovato! “Il continente oscuro”!- lesse a
gran voce il grosso titolo stampato sulla pagina in alto.- E questa è la mappa!
Dunque… il palazzo delle sette torri si trova…si
trova…mmh… qui! Perciò, dobbiamo andare
a… nord!- affermò puntando il dito in avanti.
Automaticamente, Kouji s’incammino
per la strada indicata. A passo svelto, i due mostri digitali, riuscivano a
stento a stragli dietro.
La rabbia, unita a un forte senso
di oppressione e mancamento, che preferì
tenersi dentro, gli resero il passo più duro e puntellato.
L’enorme palazzo, distava circa dieci ore di cammino
rispetto al punto in cui si trovavano.
Proseguì lungo il tragitto con occhi e orecchie assai tese,
e soprattutto, Digivice stretto tra le dite.
Dopo cinque lunghissime ore, Neemon
cadde a terra sfinito.
- Come sono stanco! Non mi sento
più le gambe!
- Koujifermiamoci
a riposare Neemon non c’è l’ha fa più!-
propose Bokomon sorreggendo il compagno.
- Non possiamo perdere tempo, lo porterò
io.- con un rapido gesto, si caricò il Digimon
sonnacchioso sulle spalle, proseguendo il tragitto.
Continuarono il viaggio, fino a quando
la vista del taciturno Minamoto, non si annebbiò di
colpo. Prima di cadere, portò Neemon a terra facendolo
scendere, dopodichè perse i sensi riverso sullo
sterile terreno.
Dammi la mano
Ancora tu? Perché mi
perseguiti?!
Non vuoi che lo
faccia?
No.
Preferisci perderti
nel vuoto?
Quale vuoto? Di che
parli?
Volta il capo e china
lo sguardo sotto i tuoi piedi. Ora lo vedi?
Si, ma non capisco,
che significato ha tutto ciò…tutto è nero, come il tuo viso…fatti vedere in volto!! CHISEI?!!
- KOUJI KOUJI!!!!!
Sveglia che ti succede?!! Non farmi preoccupare!!!- urlò Bokomon tirando la giacchetta
del ragazzo.
Il guerriero della luce spalancò le palpebre trovandosi di
fronte il muso della bianca creatura.
- Sia ringraziato il cielo!! Stai
bene!!- si gettò al collo del Digiprescelto,
abbracciandolo.
- Che è successo? Non…capisco-
confuso, si guardò attorno, lui e gli altri due mostriciattoli si trovavano al di sotto di un grande albero, una leggera pioggerella cominciò
delicatamente a calare dal cupo cielo,bagnando quel secco terreno.
- Otto ore fa sei improvvisamente svenuto, ci hai fatti
preoccupare non sapevo che fare, ti abbiamo trascinato
qui sotto, dormivi profondamente, poi hai cominciato ad urlare nel sonno… mi
sono preoccupato, e così ti ho svegliato. Era solo un incubo dai,
adesso è tutto passato!- disse Bokomon con tono
apprensivo.
- Il sogno… ora ricordo…- Kouji
cercò di riflettere, erano diversi giorni che non gli appariva più quella
strana figura.
Perché quelle parole? Di quale
vuoto stesse parlando? E soprattutto, chi si
nascondeva sotto l’oscuro essere?
Come sempre, le risposte ai mille quesiti non trovarono
sbocco.
Si destò di scatto dai suoi pensieri, volgendo lo sguardo all’orologio.
Mancavano poco meno di nove ore allo scadere del tempo.
La strada da percorrere era piuttosto
lunga, così, facendo forza sulle gambe, si alzò in piedi.
- Sbrighiamoci prima che venga a piovere più forte.
- D’accordo! Allora per di qua!- assentì Bokomonfacendo strada.
**********
- Mi scappa!! Mi scappa mi scappa
mi scappaaa!!!- si sgolò Tomoki con le gambe unite.
- Piantala di fare baccano!
Altrimenti ti do in pasto ai coccodrilli!- affermò un Digimon
a guardia della grande cella dove si trovavano
rinchiusi i cinque ragazzi.
La stanza piuttosto piccola, al centro una gabbia anch’essa
di ridotte dimensioni, i cinque si trovavano in un ambiente spoglio e molto
antico, privo di finestre, solo un grande lampadario
di ferro pregiato, illuminava l’ambiente con le sue otto luci.
- UFFA!!!- Tomoki
calciò fortemente le sbarre della prigione, rimbalzando all’indietro per il
forte urto.
- Cerca di resistere un altro pochino, tra non molto tutto
sarà finito-Izumi stese un
braccio in avanti aiutando il compagno ad alzarsi.
Takuya, seduto all’angolo della cella,
osservò la scena in silenzio.
Gli si avvicinò Kouichi, sedendosi
accanto a lui.
- Mio fratello sarà già qui… conoscendolo… vedrai che andrà
tutto bene, dobbiamo solo pazientare.
- Sai cos’è che mi provoca maggior nervosismo?! Il fatto di starmene qui, senza far niente!! Se solo avessi il mio Digivice…
si sono presi anche lo zaino con i viveri… ci hanno
sbattuti qua dentro da un sacco di tempo senza darci spiegazioni… come se
fossimo inesistenti… - a braccia incrociate, Takuya
sbuffò impazientemente.
- Io ho fame!!- lo stomaco di Junpei cominciò a brontolare, cercò di comprimere l’addome
nella speranza di placarlo ma il suono aumentò senza cessare.
- Eccovi il vostro pasto!- Un
secondo Digimon guardiano, si avvicinò alle sbarre.
Staccò una grande chiave dal suo cinturone, aprendo di
poco la cella. Adagiò al suolo quattrovassoietti di legname, con strana poltiglia contenuta nei
piatti. L’odore nauseabondo di quel miscuglio verdastro entrò nei polmoni dei
giovani, che raggrinzirono la fronte per il disgusto.
- Hey testa a punta, siamo cinque mentre qui ci sono quattro porzioni… la matematica
non deve piacerti…- sostenne Junpei beffardamente.
Il mostro non reagì alla sua provocazione,
con fare deciso, entrò in cella afferrò Izumi
per un braccio, portandola via.
- Sarete in quattro. Lei viene con me, il padrone ha
ordinato di portarla da lui, perciò cinque razioni sarebbero
state inutili.
- Cosa?!!- Aspetta un’attimo razza di scatoletta col pennacchio! Tu non porti via proprio nessuno!- Takuya, schizzando
in piedi, avanzò verso la ragazza, ma la lancia di un terzo Digimon, gli bloccò il passo.
- Cosa credi di fare? Stai calmo insetto!- fece il mostro costringendolo ad
indietreggiare con la lama appuntita.
- Te lo ripeto, tu non porti via proprio nessuno!!- la voce di Takuya diventò più
alta, cercò di destreggiarsi svincolandosi dalla lunga asta, ma il possente
cavaliere, lo buttò a terra con una spallata.
- Takuya!!-
gridò Izumi cercando di andargli incontro. Ma non riuscì a farlo, data la forte presa che bloccava il
suo braccio.
- Ordini di Icedevimon,
vuoi forse che usi metodi più convincenti?!- disse l’essere con l’armatura,
avvicinandosi a lui.
- Maledetto bastardo ti fai forte
solo perché sai che senza Digivice non posso fartela
pagare! Ma sappi che per tirarti un pugno non mi serve
la Digievoluzione!
– il guerriero del fuoco, rialzandosi da terra, si avventò sul mostro
sferrandogli un colpo sulla pancia, però, senza scalfirlo.
- AH AH!! E
questo sarebbe un pugno? Piuttosto scarso… sei deboluccio… - con un rapido
movimento del braccio, il Digimon guardiano sbattépesantemente una forte
percossa sull’addome del ragazzo, che picchiò la schiena contro le robuste
sbarre di ferro.- Questo è un vero pugno!- il possente mostro si avvicinò a
lui, afferrandolo per la felpa- Ringrazia che non posso ucciderti altrimenti a quest’ora saresti già all’altro mondo.
- Vieni, il padrone non aspetta.-
disse l’altro strattonando Izumi.
- Lascialo andare! Così gli fai male! Verrò
senza fare storie, lo giuro!- supplicò la combattente del vento
guardando il viso sofferente del ragazzo.
Metalridermon lasciò cadere il
giovane guerriero, che finì sul pavimento dalle grandi e logorate mattonelle. Dopodichè,
i due, guardiani uscirono dalla cella portando con sé la ragazza.
- I-I-zu-mi…-
farfugliò Takuya tenendosi lo stomaco.
Junpei e Tomoki
lo aiutarono a rialzarsi.
- Prepotenti!! Se oserete torcerle un solo capello vi trasformerò in scatolette per cani!!- sbraitò Junpei alle due creature.
- Resisti onii-chan,
tra un po’ ti passa! Dai!- dichiaròTomoki con occhi rattristati. Anche
la voglia di andare al bagno, gli era passata nel vedere il suo amico
sofferente.
- Queste sono creature che non conoscono pietà…
Le parole di Kouichirisuonarono cariche di sdegno, le mani del padrone del fuoco si
chiusero a pugno.
Si sentì inutile, incapace di non poterli fermare.
Guardò Izumi allontanarsi, fino a
che la porta di legno non si chiuse alle sue spalle con un forte rumore.
Ebbe un sussultò.
Dopodichè, a pieni polmoni, sfogò la sua rabbia gridando.
- MALEDETTI!!! MALEDETTIII!!!
Urlò finché i polmoni non si svuotarono del tutto.
I tre compagni rimasero in silenzio, restando con gli sguardi
fissi sulle strisce metalliche della gabbia.
- Dove sei Kouji…-
sussurrò Kouichi impensierito per il fratello.
**********
Al di fuori del palazzo, un forte temporale era scoppiato
all’improvviso.
Il terreno pieno di fanghiglia, e il cielo, ancora più cupo.
Il guerriero della luce, toltosi la giacca data a Bokomon e Neemon per farli
riparare, continuò la marcia a passo spedito.
La smanicata maglia di un bianco
acceso, si inzuppò d’acqua, così come i jeans e i
lunghi capelli neri.
Il castello era oramai vicino, le lunghe
torri, offuscate dall’acqua, potevano vedersi grazie alla notevole
struttura.
Bokomon si arrestò di colpo,
alzando gli occhi al cielo.
Voltò gli occhi all’orologio, mancavano
diverso tempo allo scadere del tempo.
Si sentì risollevato, ma non troppo, cosa
avrebbe trovato all’interno della struttura?
C’era solo un modo per scoprirlo.
- Entriamo. – enunciò il giovane avanzando.
- Strano… non capisco perché ma sulla mappa questo punto è
indicato con un grosso cerchio rosso… che potrà significare?- Bokomon storse la bocca grattandosi il capo.
- Forse è uno scarabocchio!- fece Neemon
guardando il foglio.
- Stupidmon! Non mi sognerei mai
di pasticciare questo preziosissimo libro! – infilò l’antico tomo nella
panciera volgendo lo sguardo al giovane Minamoto.-
AAAH aspetta non lasciarci indietro!!!
Il guerriero della luce si fermò a pochi metri. I due Digimon sbatterono sulle sue gambe finendo a terra.
- Che succede?! Perché ti sei
fermato?!- chiese Bokomon un
po’ stordito dal colpo.
- Lo so che sei lì. E’ inutile che continui a nasconderti.- disseKouji con voce chiara.
Uno schiocco di mani risuonò nell’aria.
- Complimenti, pensavo te ne accorgessi
più tardi… e invece…
Capelli argentei svolazzavano nel vento, dal fitto buio
delle ombre, emerse a passo lento la principessa delle tenebre.
Ladydevimon.
Bokomon e Neemon
sobbalzarono di colpo, stringendosi alle gambe del Digiprescelto.
- Da quanto tempo ci stavi seguendo?- chiese il ragazzo
fissandola.
- Dall’esatto momento in cui sei arrivato in questa
dimensione. Vi ho seguito per tutto il tempo, dall’inizio
fino alla fine… Vogliamo entrare?- propose avvicinandosi all’enorme
portone.
Il giovane annuì, seguendo l’oscura figura.
L’ingresso si spalancò, rivelando al di là un lungo ponte di
legno.
- Per di qua, prego. – dichiarò la demone
porgendo un braccio in avanti.- Occhio a non cadere di sotto, perireste ancor
prima di rendervene conto.
- Interessante come inizio…!- rispose Kouji
avvicinandosi allo strapiombo, eincuriosito dallo scenario inferiore
gettò lo sguardo su esso.
Strabuzzò gli occhi bloccandosi di scatto.
Lo spettacolo che gli apparve fu terrificante.
Un immense distesa nera. Nient’altro.
Il vuoto al di sotto del ponte,
dominava incontrastato, il nero assoluto si estendeva per decine di chilometri,
un vuoto senza fine. Forse infinito!
- Che c’è hai visto un fantasma?!- Ladydevimon notò gli occhi del giovane fissi nel tetro
scorcio.- Ti consiglio di non fissarlo a lungo, a meno che tu non voglia cadere
di sotto.
- Co-Cos’è questo?!- chiese con voce spezzata.
- Abisso delle anime perdute.- disse la lady
nera.
Bokomon, al suono di quelle parole
stramazzò al suolo.
- Che ti prende??- domandò Neemon scuotendo la creaturina.
- L’abi l’abi l’abisso delle a-ani ani-me
pe-perdute?! E-esisteda-da-davvero?!?- la voce del
piccolo Digimon trabalzò incessantemente. Batté
fortemente la bocca, con grande terrore.
- Co-Cos’è…?- interrogò il Digiprescelto, a voce instabile ma con notevole
interesse.
Bokomon non riuscì a parlare,
tentò di articolare un insieme di lettere, ma rimase immobile.
- Il posto più oscuro e pericoloso di Digiworld,
dove le tenebre sono l’unica cosa esistente.- disse Ladydevimon
avvicinandosi al baratro.- Chi vi cade al suo interno, non sarà in grado di
risalirne. La sua anima vagherà per il resto della vita, senza possibilità di uscita. Anticamente questo luogo venne
rilegato dalle sette torri che circondando il palazzo. Questi alti pinnacoli,
altro non sono che delle semplici barriere che
chiudono l’accesso a chiunque tenti di entrare. Solo i Digimon
dotati di immenso potere oscuro posso oltrepassare il
campo di forza, ecco perché sono venuta a prenderti… con tutta la luce che hai
in corpo, avresti rischiato di farti veramente molto male se tentavi di
accedere da solo.
Kouji ascoltò attentamente, si
sentì gelare, un po’ per il freddo dei suoi abiti bagnati, un po’ per quello
che dominava sotto i suoi piedi.
Una strana sensazione pervase il suo
corpo, tanto potere oscuro racchiuso in quel punto, tanta distruzione, lo fece
rabbrividire. Tentò di non guardare nel profondo buio. Ma un richiamo
irrefrenabile lo attirò a sé .
Fece pochi passi in avanti, quasi ipnotizzato, ma una presa
lo bloccò di colpo.
- Fermo!- proferì il nero demone- Sei
una creatura della luce, è normale che ti senti attratto dal suo forte potere.
La prossima volta non ti salverò ancora… ti do un
consiglio, non avvicinarti mai oltre la soglia, e, nel caso in cui l’abisso ti
chiamasse nuovamente a sé, copriti gli occhi indietreggiando. Adesso andiamo, non è prudente rimanere qui, nemmeno per me.
Le parole di Ladydevimon lo fecero
svegliare.
Scosse il capo, allontanandosi dallo strapiombo.
Il posto più oscuro di Digiworld,
il luogo più pericoloso, che perfino le tetre creature ne avevano
timore.
Possibile che si trovasse proprio sotto di lui? Possibile
che a proteggerli fosse solo una sottile striscia di legno?
Kouji riavviò i capelli,
completamente bagnati, rilegandoli in una coda.
Goccioline d’acqua si congiunsero a piccole stille di freddo
sudore, che scesero giù, scomparendo al di sotto del
mento.
I quattro proseguirono il tragitto arrivando al secondo
portone.
Un’altra entrata assai grande, con grosse statue ,raffiguranti inquieti pipistrelli dai denti aguzzi, vi
erano su entrambi i lati.
Il portone, di un marrone spento, portava riporti in metallo
attorno agli angoli. Sull’anta destra, nel centro, vi era una placchetta di ferro annerito con antiche incisioni.
Ladydevimon arrestò.
- Perché ti sei fermata?- chiese il prescelto a cuore palpitante.
L’oscura lady si voltò verso di
lui.
Rise appena, fissando i suoi occhi profondi. Dopodichè,
prese il volo sollevandosi pochi centimetri dal suolo.
- Complimenti, hai vinto la sfida lanciata da Icedevimon!- dichiarò lei con il freddo vento scompigliarle
la lunga chioma argentea - Adesso però… prova a vincere la mia!
Quanto tempo è passato dall’ultimo
aggiornamento? Un mese? Non lo so, ho perso il conto!!
@___@
Mi dispiace tanto, ma questa volta gli studi
non c’entrano proprio nulla… (fosse solo quello il problema…)
Ci sono momenti nella vita di ognuno che per
necessità impellente, bisogna staccare la spina… il proprio organismo
difficilmente riesce a reggere un tour de force… nel
mio caso, accentuato da una serie di temi piuttosto frequenti e difficili da
trattare. Ci sarebbe da scriverne un romanzo…ho passato un periodaccio che di
certo non mi azzarderei a definire “tutto rosa e
fiori”! Sarei folle!
Pensate che avevo perso
anche la voglia di scrivere! Sarei doppiamente folle!
Però, non mi sono arresa mai a nulla, e non potevo mollare
proprio adesso. Così, armandomi di tastiera, e musica dei miei amati Glay (un gruppo musicale jap) che
mi stanno tenendo per mano, ho ripreso a digitare
qualche giorno fa. Non so perché, ma scrivere mi da una bella sensazione, come
quando disegno (lo faccio da ormai quattro anni, e non mi sono in nessuna occasione annoiata), io la descrivo “come fare a
botte con qualcuno”… avete mai provato? No? Nemmeno io…ma avrei una gran gran voglia di picchiare una
certa personcina…(il protagonista del mio
problema…per la verità sono due, ma l’altro è innocente). La vendetta va servita su un piatto d’argento, è vero!In parte ho già attuato la prima fase…potrei anche fermarmi qui, ma dipenderà tutto dalle
situazioni future. Prima di cominciare a scrivere veramente un romanzo, stoppo
all’istante, non mi pare giusto affliggervi con i miei
problemi, sarei una perfetta egoista. Voi siete qui per divertirvi e
passare un po’ di tempo leggendo storie che vi danno il buonumore, regalandovi
un sorriso, e qualche volta un po’ di rabbia per qualche comportamento o frase
del vostro eroe preferito, ma fa parte del copione, l’importante è non farci il
puntino.
Passo subito alle risposte per alcune vostre
recensioni (come sempre tutte graditissime e magnifiche):
Per Kaho_chan :Un’altra fic su Taichi e Sora? Ma sei proprio convinta? Ti
è piaciuta per davvero? Mmh…non lo so, ne sarei più
che felice, è la prima volta che mi viene fatta una
simile richiesta, ma ho paura di deluderti…se poi non ti piace? Non tutte le
mie ciambelle riescono con il buco…inoltre Cordless-Miaoooo!
non era poi il picco massimo… ;___; Comunque, tranquilla, la mia fanfic è una TakuyaXIzumi!!
^_____^
Per SoraIshida :Stessa
risposta per Kaho! Tranquillissima! Questa qui è una TakuyaXIzumi! Me lo chiedono davvero in tanti, ma
tranquilla!! Non lasciarti ingannare da qualche gesto,
o reazione che possa far credere il contrario, poi più avanti capirai. Comunque, davvero non ti piace Kouji?
Per carità, ognuno è liberissimo di pensare ciò che vuole, però ti dico, è
stato il primo personaggio della Frontier che ho
odiato! E’ successo vedendo su una rivista jap le
prime immagini della serie…Poi però, guardandola, ho
cambiato punto di vista! Anche con Izumi
è successo lo stesso! Tralasciando il doppiatore… (Maura è bravissima, ma forse
un po’ inadatta per quel personaggio…) ti assicuro che la versione originale
del nostro Kouji, è un’altra cosa. La voce di Hiroshi si adatta a quel carattere da lupo solitario, un
po’ introverso e scontroso (come piacciono a me) regalandogli qualcosina in più! In ogni modo, ti ringrazio per esserti
interessata alla mia storia! Spero continuerai a leggerla!
Per Francesca Akira89 :“Shiro”, in lingua giapponese significa “castello”.
Letteralmente il titolo del capitolo vuol dire “il castello di
Ophanimon”. Potrà capitare altre volte, di
trovare parole strane o titoli apparentemente incomprensibili, no problem! Scriverò la traduzione a fine capitolo! Comunque… la mia fanfiction è una Taku… ti rimando alle due risposte di sopra^^”””
Devo proprio
confessarti una cosa, non ho modo
di leggere la tua fic! ;___;;_____;;______;Avevo promesso anche a JusticeGundam di leggere la sua…
ma il periodo in cui navigo non è dei migliori…a stento riesco a scrivere… Lo
dico con tutta sincerità, credimi, anche perché non è mia intenzione prendere
in giro nessuno con false promesse (mai fare agli altri ciò che non vorresti
facessero a te…e a me è capitato…) Ho visto un’incredibile aumento di Fic sui Digimon, mi piacerebbe un
giorno leggerle, speriamo solo di non cadere nel mio solito mutismo…(non sembra
ma io e Kouji caratterialmente siamo quasi simili…hai
presente Ruki? Fai un incrocio tra i due e otterrai
l’equivalente del mio carattere - pessimo…) Non ti prometto nulla, ma almeno
una controllatine sicuramente gli sarà data! Tu fai
tanto per me che mi sembra doverosissimo! ^__________^
Infine…(in ordine di apparizione)
Un caro saluto a :
Super Gaia, LightAngel, ariel87, JusticeGundam e tutti coloro che daranno uno sguardo a ciò
che scrivo!
- Cosa?! Non erano questi i patti!! Icedevimon non mi ha
parlato di una seconda prova!!- urlò Kouji con sprezzo.
- Ah no? Perdonalo, il mio socio oltre al corpo, ha anche il
cervello ricoperto di ghiaccio… Comunque rimediamo subito… Aldilàdella porta che vedi d’innanzi a te, si trova
una lunga scalinata che mostrerà una porta non appena sarai arrivato in cima.
La stanza conterrà una gabbia con i tuoi compagni. Però, la chiave del portone
è nascosta in questa zona, solo io so dov’è, e per saperlo, dovrai affrontarmi,
sconfiggendomi! In caso contrario… i tuoi amici resteranno qui per sempre!-
disse Ladydevimon con voce fredda.
- Cosa mi assicura che manterrai la tua promessa? Sei pur
sempre un mio nemico…- enunciò Kouji titubante.
- Hai un solo modo per scoprirlo, affrontami e lo saprai.
Infondo non hai nulla da perdere, se rinunci non vedrai comunque i tuoi cari
compagni.- lo sguardo della lady nera diventò più acuto, il ragazzo socchiuse
gli occhi, con esclamazione decisa, emise una sola ma chiara parola:
- Sbrighiamoci.
Un turbine di vento circondò il Digiprescelto, un’aria nera
e gelida.
Kouji sobbalzò portandosi le braccia al volto.
Ladydevimon poggiò le punte dei piedi al suolo.
- Mostrami la tua Digievoluzione ! Fammi vedere il guerriero
della luce cos’è capace di fare! Digievolvi!!- lo esortò lei, interrompendo
quel mulinello nero.
- Se questo è quello che vuoi, ti accontento subito!
Bokomon! Neemon! Mettetevi al riparo!- ordinò il giovane ai suoi amici
digitali.
I piccoli esserini si allontanarono a passo spedito,
nascondendosi dietro una grande statua.
- Fagli vedere chi sei!! Vai Kouji!!- fece Bokomon
dimenandosi.
Il Digiprescelto annuì con il capo, dopodichè, infilò la mano
in tasca, agguantando il Digivice.
- SPIRITEVOLUTION!!!!!!!- urlò lui con la parte
superiore del potente oggetto, strusciargli sulla mano sinistra avvolta dal
Digicodice. Il forte cerchio di luce, scintillò completamente, tramutandosi in
una lunga spirale che circondò interamente il corpo del giovane Minamoto.
All’interno di essa, sprazzi folgoranti, scaturirono dall’esile figura. E, una
volta dissoltasi, al suo posto comparì con armatura lucente e occhi rosso
intensi, il leggendario guerriero della luce.
- WOLFMON!!!!!!!!! – annunciò
lui atterrando al suolo con imponente forza.
Il forte vento gli ondeggiava il lungo drappo di stoffa
striata attorno al collo, i corti capelli biondi si muovevano con esso,
scompigliandosi.
Ladydevimon rimase immobile, scrutandolo.
Bokomon e Neemon applaudirono il ritorno del potente
Digimon, con occhi estasiati.
Dopo ben cinque anni, il taciturno ragazzo, ritornò
nuovamente ad essere un tutt’uno con il padrone della luce.
Si sentiva strano, un po’ spaesato, ma in pochi secondi
riprese sintonia con il suo Digispirit.
- Finalmente ho il piacere di conoscerti sotto altro aspetto…
Ho sentito molte storie sul tuo conto… guerriero solitario che non ama la compagnia.
Hai lottato contro molti avversari, ma ora mi chiedo, sei davvero tanto forte
come dicono?- gli chiese la nera demone incrociando le braccia.
Wolfmon intensificò lo sguardo balzando in avanti.
- Avrai modo di scoprirlo adesso!! LICHT SIEGER!!!-
urlò lui estraendo una spada luminosa dal retro della sua schiena.
Con un salto in alto, si piombò sull’oscuro essere, trafiggendolo.
E’ fatta, pensò lui in quel breve attimo,ma, il Digimon malvagio, sotto sguardo stupito del leggendario
guerriero, si dissolse all’istante, scomparendo.- Dove…!?
- Mancata! Sono qui!- esclamò Ladydevimon, alle sue spalle.-
DARKNESS WAVE!!!- rintronò il Digimon spalancando le
braccia.
- Cosa…!?!- Wolfmon non ebbe tempo per rendersi conto che,
una raffica infuoca di piccoli pipistrelli, gli si avventò contro,
scaraventandolo a terra.
- AAAH!!!!!- strepitò il guerriero per via del fuoco nero
che gli ricopriva gran parte del corpo.
Quei piccoli esserinilo bloccarono a terra, rendendolo incapace di muoversi.
Dopodichè, si dissolsero in pochi istanti, lasciando sul suo
corpo gravi ferite.
- Che delusione… Tutto qui quello che sai fare? Speravo in
un bel combattimento lungo e divertente…- borbottò la creatura dell’oscurità
con evidente noia -Le cose che si
dicono sul tuo conto sono tutte fandonie… il padrone della luce altro non è che
uno squallido e desolante Digimon… spiacente per te ma…dovrò infliggerti il
colpo finale… è un peccato per i tuoi compagni, ma non preoccuparti, presto ti
raggiungeranno anche loro! - Avvicinandosi a lui, la tetra figura si apprestò
ad infliggere l’ultimo attacco, ma improvvisamente, Wolfmon, sollevò il braccio
sinistro verso di lei.
- LICHT KOUGEL!!!-
dal piccolo cannone situato su quel polso, una sfera di luce somigliante a un
proiettile, partì a velocità dinamica, colpendo in pieno Ladydevimon che presa
alla sprovvista, volò dritta verso il ponte di legno.
- SIII!!!! Bravo Wolfmon!!!- dissero ad alta voce Bokomon e
Neemon, uscendo dal retro della statua.
Il padrone della luce si alzò in piedi facendo forza sulla sua
spada. Poi, corse in direzione della lady aggrappata alle corde del ponte con
il corpo sospeso nel baratro.
Afferrandole un braccio, la tirò su, cercando di non
guardare nel profondo abisso. In seguito, ripose la sua spada sul retro del
cinturone che gli accerchiava la vita.
- Perché lo hai fatto? Ho perso e meritavo di morire.- disse
il Digimon massaggiandosi il braccio, ovvero la parte colpita dal proiettile di
luce.
- Se ti avessi lasciata cadere, chi mi avrebbe rivelato dove
si trova la chiave?- rispose Wolfmon con freddezza.- Ho vinto. Adesso mantieni
la promessa.- la esortò lui.
Ladydevimon sorrise appena, successivamente, protese il
lungo braccio, indicando la statua sulla destra dell’entrata.
- Premigli il capo, si sbloccherà un meccanismo che farà
aprire la porta. Non esiste la chiave, era tutta una falsa.
- Ma sentitela!! Costringe Kouji a combattere per qualcosa
di inesistente! Antipatica!- Bokomon sbuffò aggrottando la fronte.
- Perché hai mentito?- chiese Wolfmon guardano la nera
figura.
- Volevo vedere il guerriero della luce… e provare la sua
forza… adesso so… ciò che si racconta sul tuo conto è reale…-rispose lei con il capo chino al pavimento,
poi sorridendo, sparì nel nulla.
Una spirale di luce avvolse il lupo solitario, il Digicodice
scomparì rapidamente, riportando Kouji al suo aspetto.
Corse subito in direzione della scultura, poggiò la mano sul
freddo capo, abbassandolo.
Il pesante portone scricchiolò sinistramente, dischiudendosi.
La lunga scalinata, come asserito da Ladydevimon, si mostrò
agli occhi del giovane, che a passo deciso, varcò la soglia, entrando.
**********
- Toglietemi le mani di dosso!! Posso camminare da sola, non
c’è bisogno che mi tiriate!- brontolò Izumi dimenandosi nel cupo andito.
I due Metalridermon si fermarono davanti a una grossa
entrata. Altre due guardie, aprirono il portone facendoli accedere al suo
interno.
- Eccoci padrone! Perdona l’attesa ma, abbiamo avuto un
contrattempo con uno degli umani. - annunciò uno di loro avanzando su un lungo
tappeto rosso.
Un getto bianco lo colpì in pieno, annientandolo sotto gli
occhi impietriti della giovane ragazza.
- Non ammetto ritardi. Penso di essermi spiegato bene, no?-
la voce acuta di Icedevimon rintronò nella stanza, spuntando dal retro di una
tenda.
Izumi sussultò non appena vide il gelido essere. Il cuore le
iniziò a battere, cercò di trattenere il fiato nella speranza di fermarlo, ma
non ci riuscì.
Il cavaliere sopravvissuto la trascinò in avanti, portandola
al centro della sala.
- Ha ragione mio signore, ma la prego non mi uccida, la
colpa è stata tutta del giovane umano padrone del fuoco!- dichiarò la creatura
chinandosi verso il suolo.
- Takuya Kanbara… sempre lui…- borbottò Icedevimon fissando
il drappo rosso.- Alzati! Non ti ucciderò. Ma tienilo per lezione, così la
prossima volta sarai preparato.
- La ringrazio per la sua clemenza mio potente padrone. La
ringrazio.- il guardiano di metallo si sollevò da terra, con schiena ritta.-
Attendo ordini mio signore!- esclamò con profonda devozione.
- Riferisci alle guardie di tenersi pronti, tra meno di
mezz’ora dovremo spostarci nella sala del tempio. Sai quello che devi fare. Adesso
và e non sbagliare!
- Ricevuto!- affermò Metalridermon a voce chiara. In
seguito, voltò di spalle uscendo dal salone.
Izumi si massaggiò il braccio, dolorante per la forte stretta.
Rimase in silenzio, con occhi carichi di timore.
Il malvagio Digimon si avvicinò a lei lentamente.
Il cuore della Digiprescelta trabalzò a ritmo frenetico.
Quei passi sembravano rimbombarle in testa, come il rumore
di un grande orologio a pendolo.
- Hai paura, ragazza?- fece Icedevimon studiandola con lo
sguardo.
Lei non rispose.
- Non ti mangio mica!- replicò l’essere sempre più vicino.
Izumi indietreggiò.
- Dove vuoi andare? Non ti farò nulla.- affermò lui
procedendo a passo stabile.
La giovane guerriera aumentò la marcia camminando ad
andatura ritmata fin quando…
- Che cosa…!?- si voltò indietro. Una parete fredda gli
bloccò il passo, costringendola ad arrestare.
Un vento gelido le soffiò sul collo.
Izumi si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con la
spietata creatura.
- Che-che vuoi da me…?- bisbigliò con voce tremante.
- Sai perché ti ho fatta venire qui?
- N-no…- rispose la giovane, tremando.
- Sei un po’ ingenua ragazza mia… ma tutto sommato è una
cosa che mi piace, proprio come te, biondina!- la grande mano di Icedevimon,
sfiorò i suoi lunghi capelli, che scivolarono tra le acuminate dita.
- N-non toccarmi!- dichiarò dando un colpetto a quella
bianca e agghiacciata mano- Perché ci hai portati qui? Cosa vuoi da noi?! Dove
hai rinchiuso Ophanimon?!
- Scccccccccc- sibilò il Digimon adagiandole una mano sulla
bocca- Quante domande… vuoi sapere troppo…
Il freddo palmo gli gelò le labbra, cercò di muoversi ma la
paura le bloccò i movimenti.
Quegli occhi color porpora la fissavano con insistenza, le
guance, come la bocca, si agghiacciarono lentamente, diventando sempre più
bianche.
Si strinse nelle spalle.
Raggelò.
Anche il corpo sembrò raffreddarsi tanto che il suo respiro
diminuì fino a fermarsi.
- Hai freddo? – le chiese il mostro digitale spingendola
contro il muro.
La
Digiprescelta del vento portò con estrema fatica le mani sul
braccio di Icedevimon, tentò di spostarlo, ma la forza le venne meno.
Stava congelando.
Si sentiva pesante, intorpidita, accerchiata.
- Sembri un topolino in trappola! – lo spietato essere
staccò la presa, e la ragazza finì a terra, riversa al pavimento.
**********
Kouji correva lungo l’ampio scalone.
Bokomon e Neemon aspettavano al di sotto, per esplicito
ordine del ragazzo.
Intravide la porta a poco più di venti gradini.
Buttò un rapido sguardo all’orologio.
Mancava poco ormai.
Gli scalini ebbero fine, e il massiccio portone di ferro,
apparve completamente visibile.
Di metallo pregiato, finemente lavorato, tentò di spingerlo
ma era troppo pesante.
Quindi, afferrò il suo D-Scan per Digievolvere, ma in quel
preciso istante l’entrata si aprì.
Rimase interdetto, quasi perplesso, poi…
- “Ragazzi, sto
arrivando!”- enunciò mentalmente, accedendo alla stanza.
_______________________________________________
Messaggi da parte
dell’autrice:
Minna-san
konnichiwa!
Questo
è l’undicesimo capitolo di Insert Coin, decisamente corto rispetto agli altri,
ma “unificarlo” al dodicesimo avrebbe creato un po’ di problemi dato che
quest’ultimo conterà circa 18 pagine! (il più grande che ho scritto finora)
Ho
tardato parecchio nell’aggiornamento perché nell’aggiungere il precedente
paragrafo, ho notato che alcuni di voi, come giustamente accade in questi
periodi, si trovavano in vacanza, perciò ne ho approfittato nel frattempo di
staccare un po’ con la scrittura e dedicarmi al disegno ^^ (altra mia
grandissima passione) Era dal mese di aprile che non mettevo matita sul foglio…
(oltraggio Botan, oltraggio!!) me tapina me misera ;___; Naturalmente però, ho
portato avanti di un bel po’anche la
mia fanfic!
Come
novità in questo capitolo non ne troverete molte, a parte il ritorno della
famigerata Spirit Evolution, ma nel successivo…ci sarà la “rivelazione”…
chiamiamola svolta totale ma non troppo…altro non posso aggiungere, il tempo di
darvi la possibilità per leggere questo, e sarà presto in rete!
Allora,
passo a rispondere alle vostre numerose-bellissime recensioni:
Per Kaho_chan :;___; sono sul punto di piangere ;___; grazie infinite per tutte
quelle belle parole Kaho-chan!! Sei una persona fantastica e non lo dico per
farti piacere o trucchetti simili, ma sul serio, lo penso veramente! Una che
scrive così ha un gran rispetto per gli altri! Non ti prometto nulla, ma se
tutto andrà bene con Insert Coin, allora passerò a scrivere una seconda fic
sulla mitica coppia Taiora! Ho già il titolo e soprattutto la trama! ^___--
Per Francesca Akira89 : La risposta alle tue
domande arriverà mooolto presto…questione di capitoli e saprai cosa si nasconde
dietro tanto mistero! ^x^
Per LightAngel : Non sei affatto pazza, te lo dice una che lo è davvero e quelli
reali li riconosce al primo approccio, o quasi…! Tranquilla per Izumi,
qualsiasi cosa le accadrà, ci sarà Takuya pronto a battersi per proteggerla!
Riguardo il ragazzo russo…rispunterà tra non molto, ma a dire il vero, lui è
già entrato in scena da parecchio… Oddio, non voglio confonderti con le mie
strane e solite parole annebbiate… ^_^, comunque, aspetta un pochino e
scoprirai!
Per Sora Ishida :Grazie per il parere, e grazie anche per la recensione! ^^
Condivido sempre tutto…!
Con
questo è tutto.
Spero
abbiate trascorso buone vacanze, belle e divertenti, come me a casa dei nonni
paterni…un’odissea cinematografica pazzesca… ma questa è un’altra storia…!
Quattro pareti, un pavimento, un grande
lampadario. Solo questo.
Nemmeno un indizio, nemmeno una traccia, e
soprattutto nemmeno un po’ di luce.
- Ti aspettavo.
Pronunciò una voce,
tuonando alle sue spalle. Si girò di guizzo.
Un possente Digimon dalla corazza
metallica sostava d’innanzi a lui.
La massiccia creatura,una delle tante guardie del palazzo,
era fissa sulla soglia della porta.
Dalla mano destra, una lunga lancia spiccava in alto,
terminando con una punta acuminata.
Dalla mano sinistra, penzolavano a testa in giù, i piccoli Bokomon e Neemon, tenuti stretti
per le gambe.
- Ciò che cerchi non è più qui.-scandì l’essere con tono acuto e soffocato- Ho l’ordine
di portarti dal mio padrone, sei pregato di seguirmi. – Metalridermon
voltò di spalle, uscendo al di fuori.
Senza parlare, Kouji lo seguì
immediatamente.
Scesero la lunga scalinata, arrivando all’aperto.
Il cavaliere lasciò cadere le due creature sul duro terreno
non appena furono fuori.
- Che delicatezza!- mugugnò Bokomon, alzandosi. In seguito, afferrò i pantaloni di Neemon, tirandolo su.
Il guardiano di metallo si portò sul lato sinistro
dell’entrata, poggiò una mano sul capo della statua raffigurante il pipistrello
e, il suolo accanto ad essa cominciò a tremare,
aprendosi.
Una larga cavità spiccò di netto,
mostrando al suo interno una lunga serie di scalini.
- Per di qua. – proferì il Digimon
scendendo al di sotto.
Ancora una volta, il guerriero della luce rimase in assoluto
silenzio.
Discese nella buca facendo
attenzione ai logori gradini.
Per alcuni minuti, solo il rumore dei passi, scandì i
trepidanti momenti d’attesa che dominavano in quell’attimo.
Poi…
- Questo passaggio collega il punto sovrastante
al “Tempio della Settima Torre”… quella rampa di scale là in fondo conduce
in superficie - disse Metalridermon indicando il
punto con l’asta affilata.
Kouji rivolse lo sguardo alla
scura concavità , con il cuore in gola.
Cercò di controllarsi, ma una piccola goccia di sudore gli
solcò la guancia, finendo giù per il mento.
Portò l’indice destro su essa,
schiacciandola con il polpastrello.
Quel tunnel cupo gli tranciava il respiro,
il forte potere oscuro proveniente dall’uscita, gli rendeva il passo
pressato e ossessivo, fino a bloccargli il respiro.
Essendo creatura della luce, fu l’unico a percepire quell’opprimente forza negativa che ripercuoteva sul suo
animoamplificandogli
i sensi.
L’essere di metallo salì lungo la gradinata, i tre la
seguirono poco distanti, tenendo le mani appoggiate alle rugose pareti di umida pietra.
L’arto superiore del Digimon
impugnò un pomello di ferro arrugginito e lo tirò a sé.
Un sottile fascio di luce illuminò la galleria e sbatté sui
muri.
Le pupille di Kouji si contrassero
a causa del brusco passaggio tra la sfavillante luce e la cupezza di quel
condotto.
Portandosi un braccio agli occhi, si coprì metà volto, fin quando la porta non si aprì del tutto
lasciando passare un caldo venticello.
Il giovane Minamoto abbassò
rapidamente la mano, percependo un forte odore di incenso.
Metalridermon lo spinse al di
fuori, buttando al seguito i due amici digitali, Bokomon
e Neemon.
Uno scoccante applauso di mani imperversò nell’area,
rumoreggiando in sala all’arrivo del ragazzo che alzò lo sguardo, sussultando.
Un grande ambiente, pieno di ornamenti
vari e due statue dalle dimensioni smisurate, figuravano d’innanzi a lui.
Centinaia di candele, poggiate sul prezioso pavimento fatto
di marmo, accerchiavano il centro della sala. Altre, invece, posate su lunghi
doppieri dorati, si trovavano ai lati della porta che conduceva alla galleria.
Deglutì a fatica, guardando una ventina di Metalridermon sostare a spalle ritte, muniti di aste dalle finiture cromate.
Una voce improvvisa lo destò da quel luccichio argenteo.
- Bene… a quanto vedo hai superato le prove… non c’è che
dire, sei bravino!- tuonò Icedevimon
affiancato da una pila di guardie.
Poco distante da lui, seduta sua una colonna di marmo, Ladydevimon osservava in silenzio, con gambe accavallate.
- Ho fatto ciò che mi hai detto! Adesso tocca a te mantenere
la promessa!- gli urlò Kouji indirizzando una breve
occhiata al demone femmina. Successivamente, si
slacciò l’orologio dal polso, lanciandolo in direzione del mostro bianco.
- Ottima mira!- esclamò Icedevimon
afferrandolo al volo. Guardò i pochissimi secondi ancora rimasti, retrocedere
sul display, finché il contatore non scese a zero.- Tempo scaduto!- disse
frantumando l’oggetto.- Sei stato bravo, e per questo ti accontenterò.- Con uno
schiocco di dita, la pila di Metalridermon si aprì in
due, dal retro dei loro dorsi un grande portone color
porporae con fregi dorati, si spalancò
ai suoi occhi.
Altri quattro Metalridermon
entrarono nella grande sala portando sulle robuste
spalle un grosso oggetto quadrato, coperto da un panno.
Lo posarono quasi al centro del tempio, fuori
dal cerchio di candele rosse.
- A te l’onore, Ladydevimon!-
dichiarò Icedevimon invitandola a togliere il drappo
di velluto violastro.
Da parte sua, come segno di indifferenza,
la lady nera voltò il capo in un’altra direzione.
- Le donne… sempre stanche!- Ninzokumon,
sbucato all’improvviso dalla schiena dei quattro Digimon
cavalieri, con un salto atterrò sul misterioso cubo. – Vorrà dire
che l’onore sarà tutto mio! Et voilà!!- esclamò il ninja afferrando un
pezzo di tessuto e sfilandolo via.
Il manto quadrato volteggiò in aria, adagiandosi al suo
suolo sotto gli occhi sbarrati del moretto dai capelli lunghi.
Vide una gabbia.
Dentro di essa, dopo tanta fatica, rivide
i suoi compagni.
- K-KOUJI!?!?!?- strabuzzò Takuya con le mani strette sulle sbarre di ferro.
Tutti gli altri si accalcarono su di lui, urlando a gran
voce il nome del ragazzo.
- Sei arrivato!!! – esclamò Tomoki con occhi lucidi.
- Sei in ritardo!!!- puntualizzò Junpei con tono seccato. Tomoki
gli tirò una gomitata, e ben presto la sua espressione cambiò in una smorfia di
dolore.
Kouichi si limitò
a guardare, i gemelli Minamoto si rivolsero
uno sguardo fraterno, regalandosi un sorriso.
- Ragazzi!!- strepitarono Bokomon e Neemon agitandosi a
gran voce.
Il padrone della luce mosse un passo in
avanti, ma prontamente, la lancia di un Metalridermon
gli tagliò la strada.
- Quanta fretta ragazzo… ho detto
che hai superato le prove, ma non ho precisato se puoi ritirare il premio… o perlomeno
se puoi farlo adesso…- fece Icedevimon avanzando
verso la gabbia.
- Che vuoi dire!? Spiegati meglio!!- lo esortò Kouji con un forte
senso di impazienza.
- Ad Icedevimon piace fare il
misterioso… ti sta dicendo che le analisi non sono
ancora terminate! – tra i due intervenne Ninzokumon,
sedendosi su un pilastro di pietra poco distante da Ladydevimon.
- Sei uno sporco bugiardo! Non avevi parlato di tutto questo!!Avanti, cosa vuoi
che faccia ancora per te?! Che devo
fare?!- urlò ancora Kouji carico di energia.
- No… ti sbagli… non tu…- la gelida
creatura scosse il capo al giovane guerriero della luce, poi, protese un
dito in avanti, in direzione della gabbia, fissando Takuya.
I suoi occhi coloro porpora si sovrapposero a quelli del
guerriero del fuoco che agguantò le sbarre di ferro con impeto furente.
- Dov’è Izumi?!!
Che le hai fatto?!!- urlò lui con sguardo rabbioso.
Fu allora che Kouji notò l’assenza
della ragazza.
- Vuoi rivederla? Non temere, arriverà tra poco. Liberatelo!- ordinò il bianco Digimon
voltando di spalle.
Una guardia indirizzò verso la gabbia, aprendo il cancello.
Afferrò per un braccio il padrone del fuoco, buttandolo
fuori, dopodichè, ancor prima che Junpei potesse
avvicinarsi all’uscita, sbatté la grata, richiudendola.
Kouji, approfittando del trambusto,
afferrò il suo D-Scan pronto a Digievolvere ma, un
pipistrello dai denti aguzzi, veloce come un lampo, gli sfilò dalle mani il
prezioso oggetto, portandolo in quelle della sua padrona. Ladydevimon.
Il ragazzo e la demone nera si
rivolsero uno sguardo, dopodichè, Kouji fu richiamato
“gentilmente” dalla lancia del Metalridermon, a
prestare attenzione.
- Cosa vuoi da me?!- gridò Takuya cercando di avanzare, ma due cavalieri lo
bloccarono.
Nemmeno il tempo di scrollarsi dalle possenti prese che, uno
strano suono, somigliante allo stridio acuto emesso dalle nottole, si udì nel
tempio, estendendosi sull’altissimo soffitto.
Dal cerchio fatto di lumi, si levò un intenso fumo
biancastro, che si dissipò in pochi attimi velando la sagoma di qualcuno.
Takuya raggrinzò le palpebre,
aguzzando la vista.
Una volta evaporata la grigia foschia, tutto apparve
chiaro.
- IZUMIIIII!!!!!- gridò a pieni
polmoni il ragazzo del fuoco.
La giovane amica, risiedeva a
terra, priva di sensi, con i capelli sparsi sul lucido pavimento.
Takuya cercò di scuotersi dalle
strette, ma non ci riuscì.
Sotto ordine di Icedevimon,
i due Metalridermon mollarono la presa,
permettendogli di andare.
Corse verso il centro del salone,
scavalcando con un balzo il recinto di ceri.
Buttò le ginocchia a terra, chinando il capo verso la
compagna.
- Izumi!!!
Svegliati!!! Che ti è successo?!!- esortò Takuya
cercando di farla rinvenire- Che le hai fatto maledetto!?! – si sgolò poi con
sprezzo nei confronti di Icedevimon,
che da parte sua limitò semplicemente a sorridergli.- Ti ho detto che le hai
fatto?!! Rispondimimalede…det-to… - il suono della sua voce s’interruppe. Una forte presa al collo, gli impedì di continuare. Alzò gli
occhi, e riflesse la causa. Impallidì. Lo seguirono a ruota gli altri ragazzi,
rimanendo anche loro interdetti.
Izumi, con occhi aperti e braccia
tese, stringeva fortemente la gola del suo compagna di
squadra. Con i polpastrelli ben piantati in quella carnagione lievemente
abbronzata che a poco si colorava di viola per la mancanza di flusso, e le
pupille spente, si accanì su quel collo .
Koujicercò di
intervenire, ma la lancia affilata del Digimon
corazzato, si appoggiò sulla sua schiena, arrivandolo
a pungere lievemente.
- Che sta succedendo?! Perché fa così?!- pronunciò Tomoki, confuso.
Nessuno seppe rispondere.
- Izumi-chaaaaaaan!!!!!- strepitò Junpei cercando di
attirare la sua attenzione. Ma i suoi gridi furono
vani.
La ragazza apparve priva di volontà, con guance pallide,
fredde come il ghiaccio.
Takuya portò le mani sulle sue
braccia, cercando di tirarle giù.
- I-zu-mi…-
sussurrò appena con respiro strozzato.
Il collo diventò più acceso, di un rosso violaceo.
I polmoni protestavano aria a gran voce,
ma quelle dita non accennavano a schiudersi.
Gli occhi lentamente gli si abbassarono, privi di forza.
La vista si annebbiò.
Stava soffocando.
Uno schiocco di dita da parte di Icedevimon interruppe la presa.
Izumi lasciò il collo del ragazzo,
che cadde sul pavimento, ansimando.
Finalmente riprese a respirare.
I polmoni si riempirono d’aria, e poco
alla volta, la vista riacquistò nitidezza.
Massaggiandosi il collo, sollevò il capo ritrovandosi ai
piedi della sua giovane amica.
- Ch-e… che le… ha-i fatto…?- si rivolse poi
dopo ad Icedevimon, con voce ancora arrochita.
- Nulla di particolare…il gelo delle mie labbra riesce a
raffreddare qualsiasi cuore, anche il più caldo e puro!- replicò lui.
- L’hai baciata?!!- esclamò Takuya, tremante- Hai osato toccarla con le tue sporche
mani?!? BASTARDO!!!- urlò lasciandosi andare in uno
scoppio di rabbia improvvisa.
- E’ così che mi definisci? Un bastardo? Questa è la sola
cattiveria che ti viene in mente? - chiese l’essere in tono beffardo- Mi piacciono le bamboline bionde e adesso ne ho una tutta per
me! O forse…la volevi tu? È per
questo che sei così furente verso di me? Vuoi forse uccidermi solo
perché l’ho conquistata prima di te?! - continuò poi piegandosi
in un riso diabolico così gracchiante da fargli scostare lo sguardo dal giovane
guerriero che a sua volta, serrò fortemente le palpebre sollevandosi da terra e
corse a perdifiato nella sua direzione.
- BASTARDO!!- urlò tuonando con una
voce astiosa mentre accecato dall’ira, si scagliò sul riprovevole Digimon con furente disprezzo, e lo atterrò con un’unico pugno.
Tutti trasalirono.
Ninzokumon spalancò la bocca, al
contrario di Ladydevimon, che apparve impassibile
alla scena.
- Fagliela pagare onii-chan!!!- incitò Tomoki agitando le
braccia.
- Spaccagli la faccia!!!- si
aggregò Junpei, schiamazzando.
- Non fare lo stupido Takuya!! Non puoi farcela!!- disse Kouji richiamando l’attenzione dell’amico.
Senza però l’esito di farlo smettere.
- Riporta Izumi come prima, capito?!- ordinò sfacciatamente Takuya. Strinse
la mano pronto a tirare un nuovo pugno ma, Icedevimon lo fermò all’istante con un’agghiacciante
stretta.
- Cosa credi di fare, moscerino?
Non puoi competere con me, sono a un livello
superiore…!- il glaciale essere lo scagliò a terra muovendo velocemente il
lungo arto rinsecchito.
Takuya cercò di alzarsi, però il
sottile braccio nemico si allungò verso di lui, e lo recinse al suolo.
- Potrei strapparti il cuore da petto per la tua insolenza,
tu che dici?- chiese il Digimon aumentando la presa.
- Smettila con questa pagliacciata, e arriva al dunque… mi
sto stufando.- la voce di Ladydevimon risuonò coprendo
quella del alleato.
- Sei pregata di non intrometterti, ho
il permesso del padrone! E poi adesso tocca a me
divertirmi, tu lo hai fatto già prima! –
le rispose a tono, fulminandola con lo sguardo.
- Fa come vuoi, basta che non tiri per le lunghe…- replicò la
nera figura, senza proseguire.
Le alte dita di Icedevimon
agguantarono la felpa del prescelto, tirandolo nella sua direzione.
- Hai sentito? Devo sbrigarmi! – gli bisbigliò nell’orecchio.
- E tu, hai sentito ciò che ho
detto? Riporta Izumi come prima, non sei nessuno per
impadronirti della vita altrui!- lo sguardo di Takuyadivento più forte. I suoi occhi, di un castano
intenso, esternavano ripudio e disprezzo, rendendo fissa
l’immagine del demone riflessa come uno specchio nell’iride lucente.
- Lo vuoi davvero?- gli chiese a tono basso. Il ragazzo
annuì con decisione. - Bene… allora, eccoti il tuo prossimo avversario!- Annunciò
con un sorriso ritto come il suo braccio che presto sollevò in avanti.
Takuya voltò di spalle seguendo la
linea dell’ossuto arto.
- Cosa…?!?- pronunciò con
confusione mentre i suoi occhi s’incontrarono con la sagoma di Izumi.
- Non capisci? Ricordi la prova? Dopo quelle
di Kouji è giunta finalmente anche la tua…bella come
lei e soprattutto difficile, perché tu sei forte e sarai in grado di superare
ogni ostacolo, non è vero TakuyaKanbara?
– fece Icedevimon osservando il profilo del giovane,
teso e tremante.
- No…lei no…!-esclamò Takuya.
- SEI PAZZO!!!- sbraitò
immediatamente Junpei.
- Ti si è freddato il cervello?!- ribadì
Tomoki picchiettando l’indice sulla fronte.
- Che c’è, volevi forse qualcosa di
meglio? Non sottovalutarla…Izumiè
molto forte…sotto quel suo aspetto gentile e dolce, si nasconde un’aura
tenace e combattiva. Una fatina niente male e soprattutto addestrata per
eliminarti!! Vero, piccola biondina? Ah già,
dimenticavo che non puoi parlare perché ti ho privato
della parola…un vero peccato non sentirti più cantare…-Icedevimon
sparì all’improvviso apparendo magicamente alle spalle della ragazza. Le
accarezzò la gola lentamente, scostandole i capelli. Avvicinò il capo verso
quella carnagione pallida con l’intento di schioccarle il collo con un bacio,
ma venne presto fermato.
- Ho detto di non toccarla!! Lei
non ti appartiene!!- tuonò Takuya
serrando i pugni.
- Se vuoi riavere la tua cara amichetta, dovrai batterti con
lei, dopodichè eliminerò l’incantesimo che l’ha resa
mia schiava! Non m’importa se vinci o perdi, voglio solo un combattimento,
tutto qui. Allora, accetti?
Il Digiprescelto del fuoco scosse
la testa.
- Io non…non combatterò! Non con lei!
- Dunque… è questo ciò che vuoi
veramente? Peccato… Beh, in questo caso…vorrà dire che
la mia collezione di bambole si fregerà di un pezzo unico e raro! Fagli ciao ciao, Izumi,
perché non vi vedrete più!- Icedevimon ghermì tra le
sue braccia la ragazza, ghignando silenziosamente.
- NO!!! ASPETTA! Io…- la voce del Digiprescelto calò di colpo, con occhi tremanti fissò la
compagna, non poteva lasciarla nelle mani di un pazzo, pensò con il cuore colmo
di rabbia-Lei
non è la tua bambola!! Non è un giocattolo o un oggetto che puoi usare a tuo
piacimento!
- Uff…-sbuffò
seccante Icedevimon- Devo ripeterti il regolamento?
Le mie condizioni le conosci… se accetti, bene… altrimenti, è inutile che
continui a strillare, non otterrai nulla da me. Prendere o
lasciare.
- Tic-Tac Tic-TacTic-Tac il tempo passa! Puoi decidere di combattere
contro di lei con la consapevolezza che uno dei due morirà, oppure lasciarla
schiava del mio socio che amplierà la sua collezione! Se fossi in te veramente non saprei decidermi! Brrr che situazione!- esclamò Ninzokumon
strofinando le mani sulle braccia.
- Se questo è l’unico mezzo…-replicò
Takuya traendo un sospiro- Allora preferisco
combattere contro di lei e farmi uccidere, purché sia libera da questo tuo
folle incantesimo!
- TAKUYA!!!-esclamarono in coro Junpei e Tomoki restando
sconcertati.
- Non fare l’eroe!- rispose Kouji sperando
di fermare l’amico nella sua decisione.
- Se io rinuncio, lei resterà per
sempre prigioniera, privata della sua volontà, sarà come un uccellino in gabbia
con ali tarpate! Ed io non posso permetterlo! Non
permetterò che la sua vita s’interrompa in questo modo, anche se ciò dovesse
costarmi la vita, non ha importanza, non potrei vivere
sapendola nelle mani di un folle!
- Hai finito di predicare, ragazzo?- lo interruppe Icedevimon- Vogliamo cominciare? Prendi! – con un rapido
movimento del braccio, l’essere di ghiaccio scagliò un’oggetto colorato verso Takuya, che lo afferrò.- Ti consiglio di non usarlo per
distruggere il tempio, altrimenti la tua amichetta, proprio come una bambola,
la potrei anche rompere…!- disse facendo riferimento al D-Scan
che aveva appena lanciato.
- Questo posto è l’ultima cosa che distruggerei…prima…ci sei
tu!- Disse il prescelto puntando il dito verso di lui.
- VA’ IZUMI!- ordinò con nervosismo
Icedevimon.
Izumi sguainò in alto il suo D-Scan dai colori pastello. Con la mano avvolta in un
cerchio luminoso, il Digicodice le salì rapidamente abbracciandole
l’esile corpo.
Nel bozzolo brillante, una miriade di scintille ricoprì la
giovane facendole mutare aspetto. Meravigliosamente, una lunga chioma violetta
spiccò fuori dal bozzolo, ondeggiando in una danza.
Un paio d’ali, leggere e trasparenti, la seguirono.
Il fascio di luce scomparve sfumando verso il basso, e un
nuovo essere apparve al suo ritiro.
- FAIRYMON!!!!!– pronunciò la splendida creatura
con un leggero vortice di vento che le sollevava la chioma.
Per un attimo il cuore di Takuya
trabalzò, come rapito.
Sapeva bene ciò che rischiava, ma non poteva ferire una
delle persone più importanti della sua vita.
Gli altri ragazzi ammutolirono per brevi istanti, poi fu Tomokia intervenire per primo,
gridando:
- Takuya non farlo!!
- Se questo è ciò che vuole, allora
accontentalo! E’ l’unico modo che abbiamo per porre fine a questa ridicola
buffonata.-disseKouichiincrociando le
braccia lentamente mentre osservava i due prossimi combattenti.
Junpei si scosse, indirizzando
l’attenzione verso di lui.
- Così finirà male! Se non lo
fermiamo rischia davvero di farsi male!- disse rivolto a Kouchi.
Il prescelto non diede replica mettendo fine alla
discussione ancor prima di farla nascere.
Il Digivice di Takuya
spiccò in alto sorretto dalla sua mano, rivolse uno sguardo, afflitto, alla
padrona del vento e alzò gli occhi al soffitto dicendo a gran voce:
-SPIRIT EVOLUTION!!!!!– la spirale del Digicodice lo accerchiò salendo rapidamente, un intensa luce azzurrina avvolse il suo corpo e in un
attimo la figura leggendaria del padrone del fuoco si manifestò al calar del
fascio.
Con la Rossa
armatura rifinita di emblemi dorati, l’alto cinturone
in vita raffigurante il simbolo del fuoco, il drago delle fiamme tuonò il suo
nome.
- AGNIMON!!!!!
- Fairymon e Agnimon!! – esclamò Bokomon con occhi
estasiati ma preoccupati al tempo stesso.
- Finalmente, ho il piacere di conoscere la leggenda di
fuoco! – dichiarò Icedevimon, squadrandolo per intero.
- Poche ciance, e combatti!- echeggiò l’impavido guerriero
scagliandosi verso il glaciale nemico.
- Non sono io il tuo avversario, ma lei! Buon divertimento!-
esclamò Icedevimon, mentre Agnimon
fu colpito da un ponderoso calcio lanciato da Fairymon.
- Sei uno sporco vigliacco! Affrontami!! – scandì l’ibrido
di fuoco, tenendosi l’addome dolorante mentre cercò di
raggiungerlo ingaggiano una rapida corsa che invece destinò a finire per mano
della fata.
- BREZZA PETALO!!!
Una raffica di vento lo attraversò in pieno da farlo
sbattere contro una robusta colonna situata a poco più di dieci metri.
Grazie alla sua agilità, il guerriero riuscì ad attutire
l’impatto, ma finì ugualmente a terra.
- Svegliati Izumi!!! Sei sotto l’influsso di Icedevimon,
ritorna in te!- disse il padrone del fuoco rialzandosi.
Ciò nonostante, un nuovo attacco da parte della combattente
lo rovesciò nuovamente a terra, ferendolo a una
spalla.
L’ibrido di vento si levò in volo, aspettando ordini.
Agnimon si teneva il braccio, dolorante.
Cercò di muoverlo, ma ogni tentativo andava a vuoto. Tuttavia si rialzò.
- Apri gli occhi… tu non sei
malvagia… non appartieni al loro mondo…! - replicò massaggiandosi la parte
lesa.
- Fiato sprecato! Lei non ti sente! E’ sotto il mio totale
controllo! Non puoi fare nulla, solo combattere!- vociòIcedevimon esortandolo alla lotta.
- Sono convinto che lì da qualche parte tu puoi sentirmi, devi
solo trovare la forza di emergere, e tu di forza ne
hai da vendere! Non voglio farti del male, e non te ne farò, so che puoi farcela, so che puoi contrastare il potere che ti occupa la
mente!
Le parole della leggenda di fuoco crearono un’improvviso
scatto di collera nei riguardi del Digimon di
ghiaccio che, sguainando i denti, urlò spietatamente.
- ATTACCALO!!!
L’ordine lanciato varcò la mente di Fairymon,
che drizzò le ali, stendendole.
- TORNADO GAMBA!!! – enunciò turbinando su se stessa, mentre si
scagliò con gran rapidità in direzione dell’ avversario che rimase lì,
immobile, mentre i ragazzi gridavano il suo nome.
- Agnimon!! Agnimon!!- lo chiamava Kouji.
L’impatto fu scontato. I calci della fata lo colpirono ripetutamente,
provocando grande frastuono.
- TAKUYA!!!!!!! – gridarono in coro i prescelti.
Le gambe della piccola farfalla, cessarono di volteggiare. Un’ultimo calcio
centrò il Digimon in pieno petto, e prima di finire a
terra, Agnimon batté violentemente la schiena su una
scultura di pietra che si frantumò al forte impatto.
I pezzi di pietrisco saltarono via a toni alti così come le
urla dei suoi amici, angosciati perchè incapaci di aiutare il proprio compagno.
L’ibrido di fuoco sembrava svenuto, privo di sensi. La
striscia luminosa del suo Digicodice, apparve
all’istante, roteando attorno ad esso. Le voci e le
urla cessarono dopo due lunghi minuti. Tomoki con
lacrime agli occhi fissava il Digimon dalla rossa
armatura, il giovane si lasciò sfuggire un singhiozzo
strozzato, mentre Junpei piegò il capo in avanti.
- Takuya…!-sussurrò
Kouji con sguardo vacillante.- No…!- fece
scuotendo il capo.
- Pensavo resistesse di più…almeno un altro paio di attacchi…puah - frusciò Icedevimon- Che delusione. Avanti, Fairymon,
completa il tuo compito, strappagli il suo Digicodice
e consegnamelo!
Fairymon annuì. Avanzò a passo
lento verso il suo unico obbiettivo.
Il sordo rumore provocato dai suoi passi, scandì i pochi
secondi d’attesa.
Tomoki scoppiò in un pianto,
battendo a pugni sulle sbarre della gabbia.
Junpei gridò a squarciagola
tentando di buttare giù a spallate quella prigione di ferro.
- Farai del male soltanto a te stesso.- affermò un Metalridermon, beffeggiandolo.
- TakuyaKanbara,
i perdenti pagano e in questo caso pagherà per te la
tua cara amichetta che avrà l’onore di restare al mio fianco, per sempre!-
Annunciò il freddo essere, compiaciuto dell’accaduto.
- Non credo.- gli sussurrò una voce. Agnimon
riaprì gli occhi.
- Che!?!- Icedevimon
sobbalzò, tremante. Una goccia di sudore varcò la sua pallida pelle. Deglutì
osservando la spirale composta dal Digicodice,
rientrare nel corpo del suo odiato nemico.
- AgnimonAgnimon!!- strepitò Tomoki ricacciando indentro le lacrime.
Kouji arcuò le sopracciglia,
incredulo, Junpei sorrise con uno scoppio di sole sul
volto mentre si massaggiava la spalla un po’
indolenzita per aver cercato di abbattere la gabbia di ferro.
– Maledizione…!-
sibilò il glaciale antagonista- Sei testardo! Non vuoi
opporti? Allora non mi resta una sola cosa dafare… UCCIDILO!!!- sentenziò
crudelmente, il demone di ghiaccio.
Fairymon drizzò ancora una volta
le sue grandi ali, muovendosi con un passo dopo l’altro.
- Reagisci!!!- strillò il guerriero
della luce indurendo i pugni.- Agnimon reagisci!!
Il guardiano del fuoco rispose scuotendo la testa orizzontalmente.
Respirando a fatica, sollevò il capo mentre vide venirsi
incontro l’ibrido di vento.
La mascherina che ricopriva gli occhi di Fairymon,
era di un metallo lucido che, fievoli sprazzi di luce ne venivano
riflessi ad ogni suo passo.
Agnimon osservò quel volto
incorniciato da ciuffi violetti, mentre dondolavano lievemente come petali di
un fiore. Proprio un piccolo e delicato fiore. Aguzzò la vista, mentre un flashback
improvviso gli riaccese la speranza.
Doveva tentare un’ultima volta. Doveva almeno provarci. E lo fece.
- Almeno ricordi… l’anemone bianco…?- chiese alla fata.
L’ibrido di vento arrestò senza che nessun ordine gli dicesse di farlo.
Chinando il capo, osservò il guerriero. Agnimon
ricambiò lo sguardo, mentre le sue labbra ripreso a
muoversi - Ho fatto una promessa… devo portarti nel posto in cui l’ho raccolto
e… lo farò! – sussurrò ancora. Dopo queste parole, scivolò il silenzio.
Tempestivamente però, interrotto.
- FAIRYMON CHE C’E’?!? AVANTI
UCCIDILO!!- tuonò Icedevimon.
La fata sobbalzò.
Rimase immobile.
- UCCIDILO!!- continuò con
insistenza.
Il ripetersi incessante di quella cruda parola, come una
nenia, affollò la mente della piccola guerriera che si tappò le orecchie con
forte pressione. Si sentì il collo gelare, come se qualcosa di freddo lo stesse
sfiorando. Dopodichè fu la volta delle gambe, che vennero meno, cedendo. Il tonfo
delle ginocchia, schioccò sordo tra le mura del tempio. Fairymon
scosse il capo ripetutamente.
Abbassò le braccia lentamente scoprendosi le orecchie, e sollevò
la testa alzandosi dal suolo.
Fissò Agnimon e poi… preparò
l’ultimo colpo.
Dei cerchi d’aria avvolsero le sue mani vorticosamente
crescendo sempre più di spessore .
- BREZZA PETALO!!-Fairymon proiettò
la forte brezza in avanti, il turbine di vento girò velocemente separandosi
dalle sue dita. Tomokiserrò gli
occhi, tremante, Junpei fissò il suo sguardo
sull’ibrido di fuoco, così come Kouji e suo fratello.
Agnimon deglutì preparandosi a ricevere la possente
onda d‘urto che preferì non evitare per mettere fine a quell’assurdo
combattimento. Come potenti getti d’acqua, quei nastri di soffio si lanciarono
spediti sul loro obbiettivo ma, quando il destino sembrò oramai scritto, le strisce
d’aria taglienti deviarono improvvisamente rivoltandosi contro il perfido
demone bianco.
- Se tiri troppo la corda, alla fine si spezzerà...- parlò
sottovoce Ladydevimon, con una punta di compiacimento mentre fissava il socio travolto dall’attacco.
Il burrascoso uragano mandò su un denso polverone non appena
Icedevimon si scontrò su una colonna di roccia
calcarea che alla collisione, sisbriciolò.
Kouji, approfittando dell’attimo,
calciò con foga la lancia del Metalridermon che lo
teneva bloccato, e scappò via.
Arrivato alla gabbia dei suoi compagni, prese un grosso
frammento di marmo, e lo picchiettò sulle sbarre.
Riuscì ad allentare i perni della porta,
mentre Junpei, con una vigorosa spallata, buttò
giù la cancellata.
- Grande Kouji!!-
esclamò il guerriero del tuono, battendo il cinque con il compagno.
In poche mosse, lui e Tomokifurono all'esterno, saltellando di gioia.
- Kouichi! Vieni
fuori, sbrigati!- disse il guerriero della luce vedendo suo fratello immobile
nel reticolato metallico. Tutto quello che ottenne però,
fu solo un leggero sorriso come risposta.
- … Che hai?- pronunciò appena il ragazzo
con la bandana.
- FAIRYMON!!!- Agnimon
urlò, attirando l’attenzione dei compagni.
- Mi…dispiace…- disse con flebile voce la combattente del
vento prima di cadere a terra priva di sensi.
La luminosa spirale del Digicodice,
come un bozzolo ricoprì il corpo del Digimon,
riportando Izumi al suo aspetto.
Agnimon si precipitò verso di lei,
e la raccolse tra le sue braccia.
- IZUMI!! IZUMI!! – gridò Takuya riprendendo
le sue sembianze.
La nebbiolina di pietrisco che prima ricopriva una gran
parte del grande tempio, si diradò. Per ordine di Ninzokumon, una pila di Metalridermonaccerchiarono il gruppo di prescelti, confinandoli fra
le pareti della sala.
Takuya, lentamente, tentò di
retrocedere prima che la rete di Digimon si
chiudesse, ma d’improvviso le sue spalle urtarono una fredda superficie.
- Co-cosa…?- articolò appena. Iltempo di voltarsi.
- Lo ammetto, ho perso il controllo della bambolina… sono
cose che capitano anche a uno come me!- proferì
altisonante la voce di Icedevimon intento a pulirsi
la spalla dalla polvere farinosa.
Takuya strinse Izumi
più forte, scostandosi dall’essere.
Junpei, oramai perso il controllo,
accorse in loro aiuto.
- Va via spaventapasseri di Babbo Natale!!
- Bella questa! Mi è piaciuta! Un po’ meno forse al mio
socio…- disse Ninzokumon, ridendo a più riprese. In
seguito, invitò Junpei a retrocedere.- Indietro, o
diventerai tu uno spauracchio!- concluse ringhiando.
- Junpei!!-
Tomoki corse incontro al compagno mentre la fila di Metalridermon si chiuse definitivamente.
L’aitante Shibayama, digrignò i
denti, facendo arretrare il giovane amico.
Intanto Kouji, confuso dall’ atteggiamento del fratello, entrò nella gabbia deciso
a portarlo fuori.
-Vieni!!- disse afferrandolo per
mano. Tentò di strattonarlo senza riuscirci. – Che ti prende Kouichi?! Perché non ti muovi?!! Coraggio!!- incalzò ancora una
volta, senza ottenere risultati.- Sei forse ferito?-domandò poi, osservandolo.
Con un brusco movimento, il braccio del gemello dai capelli
corti, si staccò dalla presa.
Un Metalridermon, arrivando di
soppiatto, agguantò Kouji per le spalle,
allontanandolo.
- KOUICHI!!!- vociò il giovane
dimenandosi.
Il guerriero delle tenebre, stiracchiandosi la manica della
maglia, raggrinzita dalla stretta di prima, tossicchiò appena come se le urla
del fratello non lo toccassero nemmeno.
- Hai finito di fare il buffone?- disse poi voltando il capo
nei confronti di Icedevimon,
che sobbalzò quasi tremante.- In questi ultimi quindici minuti, non mi è
piaciuto molto il tuo modo di fare…hai forse dimenticato chi comanda? Vuoi che
te lo ricordi io?
- N-no! Pe-Perdonatemi!
Avete ragione! Imploro clemenza mio signore!- replicò senza
indugio, reclinandosi verso il suolo. Il suo corpo iniziò a sussultare senza
sosta, mentre dalla mano di Kouchi si levò una
piccola sfera oscura.
Kouji sussultò. Si scosse.
Takuya restò fisso ad osservare il
ragazzo, con confusione.
Tomoki e Junpei
si guardarono a vicenda, perplessi da quanto stavano
vedendo.
Come mai dalla mano di Kouichi era
apparsa quella sfera d’energia? E poi quel “signore”? Un
appellativo decisamente strano, detto da una creatura
che improvvisamente era diventata come un piccolo agnellino, mansueto e
timoroso.
Mille domande riempirono le menti dei quattro prescelti,
soprattutto quella di Kouji, che non esitò a chiedere
spiegazioni.
- Che sta succedendo?!Icedevimon è un altro dei tuoi stupidi trucchi?!- disse sperando in una risposta positiva.
Ladydevimon incalzò prima ancora che
il suo compagno di squadra potesse replicare.
- Ucciderlo non è una buona idea,
almeno non in questo momento! – disse rivolgendosi a Kouichi- Tutti noi possiamo commettere degli errori!
Ha esagerato, non lo nego, ma sono pronta ad assicurarle che non accadrà più. Accettate
le sue scuse, e non ve ne pentirete.
L’umano guardò silenziosamente l’oscura lady
e agguantò la sfera d’energia che sparì all’istante nel pugno della sua mano.
- Concesso. – disse con tono calmo e indifferente.-
Ma che non si ripeta più.- replicò poi su Icedevimon.
- Senz’altro padrone! Sarà così, vedrete!-
ribatté prontamente l’essere di ghiaccio.
- KOUICHI!!
Kouichi si sentì chiamare a gran
voce. Girò il capo e vide il volto di suo fratello intriso di confusione, che
lo fissava.
Lui sorrise a denti stretti, ricambiando l’attenzione. In
seguito, aprì le braccia, spalancandole.
- Che c’è, fratellino? – disse
quasi ironicamente.
Con scattò, divaricò le palpebre.
Anche nel suo sguardo c’era
qualcosa di diverso qualcosa di… inquietante.
Koujideglutì
mentre i battiti del suo cuore cominciarono ad aumentare.
- Allora? Sto aspettando…ti ho
sentito pronunciare il mio nome…oppure no? Eh? Ho capito, non
vuoi parlare…Mmh…- le labbra di Kouichi si mossero appena. Con il capo rivolto all’insù,
storse leggermente la bocca, sbuffando. – Avete rotto un bel po’ di roba… mi
costerà notevolmente la riparazione delle statue… dovreste
risarcirmi il danno, ma siccome sono un gentiluomo, non vi chiederò nessun
indennizzo!- concluse sarcasticamente.
- Kouichi, tutto ok?- chiese Takuya con un filo di
preoccupazione.
- Eh? Dici a me?- rispose
voltandosi verso Takuya- Vedi qualche problema? Forse…
sei tu ad averne…- man mano che parlava, il suono della sua voce diventava sempre più amaro, aspro e pungente da farlo
sembrare irriconoscibile.
- Tutto questo non…non è da te…non ti
riconosco più! Lo sento! – affermò il moretto dai capelli lunghi,
incapace di giustificare quell’anomalo comportamento.
-EEH EEH EEHHH!!!- il giovane Kimura scoppiò a ridere fortemente spalancando la bocca -
Divertente!! Davvero divertente!!- poi, quel fragoroso
rumore si affievolì- Se come dici tu, hai il “potere” di percepire i miei stati
d’animo, allora, come mai continui ancora a non capire?!
- Capire?! Cos’è che dovrei capire?!-
replicò senza indugio il guerriero della luce fissando intensamente suo
fratello.
Cos’è che non riusciva a capire?
- Lo vedi? Ho ragione io a dire che
sei un povero ingenuo…
- Si può sapere che diavolo ti prende?!
Non hai mai trattato Kouji in questo modo! Sei forse
nervoso? Beh, hai scelto il momento meno adatto per esserlo…!-
asserìJunpei piuttosto irritato.
- Impertinente di un umano…! Tu non sai con chi stai parlando!! Chiedi immediatamente scusa prima che ti punisca severamente per la tua dabbenaggine!!- ordinò Icedevimon sguainando i suoi affilati artigli.
- COSA?!? Chiedere scusa?? A chi?!!Ma
fammi il piacere razza di demone candeggiato!
- Junpei calma, lascialo stare,
non serve sprecare fiato con uno che ha manie di grandezza… Lascialo cuocere
nel suo brodo, magari si scioglie!- scherzò duramente Takuya,
fulminando l’essere con lo sguardo.
- Misero omuncolo, come ti permetti?!
Quando porterò via quella ragazza, non avrai così tanta voglia di scherzare, te
lo posso giurare, fosse l’ultima cosa che faccio!-
replicò il mostro puntando il dito in direzione di Izumi.
- Tu provaci solamente, e non vedrai più la luce del nuovo
giorno!- reagì l’umano con accento forte e sprezzante. Strinse a séla Digiprescelta
del vento quasi respingendo Icedevimon con il forte
castano dei suoi occhi.
- Prova ancora una volta a ripetere ciò che hai detto!! Provaci se hai fegato per farlo!!
Sei un…
- Basta così, Icedevimon! Non c’è
bisogno di continuare.- la voce di Kouichiinterruppe la frase del bianco Digimon
che ammutolendo, obbedì all’istante, lanciando in seguito una smorfia nei
confronti di Takuya.
- Non commettere altri falli… non ti coprirò più questa
volta.- sibilò Ladydevimon verso il freddo compagno.
- Basta giocare! E’ arrivato il momento.- con un rapido
movimento del braccio, Kouichiavvolse
l’intreccio metallico nel quale si trovava, con un denso fuoco oscuro che andò
a dissolvere le sbarre di ferro in pochi secondi.
I ragazzi, esterrefatti, osservarono silenziosamente il
gelido metallo, liquefarsi avvoltolato dalle nere fiamme.
Allo schioccare delle sue dita, la folta schiera di Metalridermon avanzò simultaneamente verso il gruppetto, circondandoli.
Un cavaliere di metallo, consegnò Kouji
nelle mani di Ladydevimon che immobilizzò il giovine con un nastro di energia oscura.
- Non temere… tra un po’ sarà tutto finito.- disse la demone, trascinandolo.
Kouji imputò i piedi al suolo, ma
ben presto dovette arrendersi alla forte striscia che
lo privò di una parte d’energia, sufficiente a farlo cedere.
- Che… che mi succede…- mugugnò con
voce strozzata.
- Il potere maligno della fascia ha assorbito una parte
della tua forza vitale… tranquillo, ho tolto solo quel poco che serviva a farti
venire la voglia di scappare.- rispose la demone
portandolo poi via.
- Ko-Kouichi!! KOUICHI!!!- strillò lui voltando il capo in più direzioni. Suo
fratello era scomparso. Di lui, nessuna traccia. Cercò di stanare
i suoi compagni, ma le larghe schiene dei Metalridermon,
coprivano tutto.
- Kouji!!!Kouji!!!- gridò Takuya
mentre la punta affilata di una lancia, gli si stagliò contro, richiamandolo a
calmarsi.
- Siete come tanti topolini in trappola! Toh! La stessa frase
che ho detto alla biondina poco prima che svenisse… che fortuita coincidenza…!-
espresse Icedevimon parlando dall’alto della sala.
Takuya sollevò il capo, ancora una
volta con lo stesso sguardo carico di rabbia.
- Smettila di innervosirci! Sei solo un codardo! Voli via al
primo accenno di pericolo! Vieni giù se ne hai il coraggio!- Junpeiaggrottò le sopracciglia,
agitandosi furentemente, ma Tomoki, cercò di farlo
smettere.
- Calmati JP! In questo momento non siamo nella situazione
più favorevole per litigare… vuoi che ci infilzino
come tanti spiedini?!
- Non posso digievolvere ma…
prendere a pugni si! - Junpei serrò le mani a pugno
deciso a picchiare uno di quei grossi Digimon ma, improvvisamente il cerchio compresso di Metalridermon si aprì permettendo loro di vedere.
Kouji era disteso al centro del
recinto fatto di candele rosse.
Il nastro nero che prima gli circondava il corpo, era
svanito.
Nonostante tutto, quel tondo con centinaia di candelotti gli
impediva di compiere qualsiasi movimento come fosse un
potente sortilegio.
Girò lo sguardo verso i suoi compagni,
vide i loro visi pieni di rancore.
Voleva andare via da quel posto, e
soprattutto, voleva capire.
Cos’era successo a suo fratello?
Le domande gli vennero meno quando
una mano calda dalla pelle morbida, gli si poggiò sulla guancia.
Alzò gli occhi, oscillando.
- Povero il mio fratellino… sei confuso? Lo immagino… vuoi
che ti spieghi?- Kouichi, accovacciatosi accanto a lui,
lo fissava con occhi bui e intensi.
Occhi privi di luce, diversi dal solito.
Occhi quasi… estranei.
- Perché ti comporti così? Non sembri…nemmeno tu…- pronunciò con un filo di voce il moretto
dai capelli lunghi.
- Davvero? Come dovrei comportarmi secondo te?- fece
storcendo le labbra-Stai
prendendo un granchio fratellino caro… guardami bene, mi vedi diverso?!- le
mani del giovane Kimurapressarono il mento del ragazzo, obbligandolo
a sollevare il capo verso di lui.
I due gemelli rimasero in silenzio, fermandosi con gli occhi.
Ci fu un breve attimo di agitazione.
Kouji trattenne il respiro,
percependo un forte potere oscuro, diverso dal solito. Un potere freddo e privo
di calore.
Poi sobbalzò, con labbra tremanti.
- Tu… tu non sei mio fratello!!-
disse appena, con voce spezzata.
Takuya e gli altri trabalzarono
per un’attimo.
Non poteva trattarsi di un clone, Ninzokumon
era da escludere, se ne stava lì su una colonna di pietra con le gambe
incrociate, gustandosi la scena come fosse in un
cinema.
Forse… un altro Digimon con la
stessa capacità di mutare aspetto?
Mille ipotesi, ma nessuna risposta
concreta, fin quando Kouichi…
- Mi deludi Kouji…mmm…no no…
non ci siamo…- pronunciò scuotendo il capo- Ti sbagli perchè… sono proprio io,
tuo fratello, non dirmi che non mi riconosci più? Che fregatura, ti facevo più
acuto, più attento più “lungimirante”, se vogliamo
usare parole importanti… eh eh!- sorridendo
beffardamente, fece leva sulle sottili gambe, discostandosi da terra.
- Padrone, è ora.- asserì Ladydevimon
restando fuori dall’anello di candele.
- Accipicchia come passa il tempo… beh, mi spiace, sono desolato ma l’ora dei giochi è finita… non temere, non
dovresti provare un grande dolore… almeno per me non è stato così…
- Che-che significa… che mi
succede…- Kouji cercò di parlare, ma un forte
bruciore al petto lo privò del respiro. Come se tutto ciò non bastasse, il caos
più totale regnava ancora nei suoi pensieri, rendendogli quegli attimi
insostenibili.
Il gemello sorrise di poco, voltando di spalle.
Mosse un passo, ma qualcosa gli ostacolò i movimenti.
- Dov’è mio fratello… che… gli hai fatto..?-
il prescelto della luce afferrò la gamba del giovane, e la strinse a sé.
Con aria alquanto sbalordita, Kouichi
restò stizzito ma sorpreso.
- Però! – esclamò senza accennò di rabbia- Devo
ammettere che hai energie da vendere… nonostante il cerchio impedisca di
muoverti, hai trovato il modo, anche se in minima parte, di ostacolarmi… bravo,
mi complimento per il tuo impegno. Peccato solo che non ti servirà a granché…
al contrario, mi costringi ad aumentare la potenza della barriera a discapito
tuo…
Un semplice schioccò delle dita amplificò le fiammelle che
scaturivano dai candelotti rossi. Il fuoco si colorò di nero,
e una scarica elettrica, accerchiò quel posto.
- AAAAAHHH!!!!!!!!!!!- urlò Kouji incollato al suolo.
- KOUJIII!!!!- strillarono i suoi
compagni vedendo lo scintillio di schegge elettriche, schioccare sul
pavimento.
- Prova a muoverti ora…se riesci! – annunciò Kouichi osservando il ragazzo riverso a terra.
La mano che prima gli teneva la gamba, si allentò a poco a
poco, sbattendo senza forze sul lucido rivestimento.
Sembrava svenuto, ma ancora una volta, le sue
labbra trovarono la forza di muoversi ancora.
- Tu… tu…restituiscimi mio fratello…
- Cosa?!!- tuonò il prescelto delle
tenebre- Fai il leone anche adesso che sei solo una misera formica?! Sei
penoso!- reso furioso da quelle parole, Kouichi alzò
la gamba sbattendo violentemente la suola di gomma della sua scarpa da
ginnastica, sulla testa del prescelto - Non credere che solo il fatto di essere
mio fratello, ti dia il diritto di mancarmi di rispetto! Non mi
importa se sei sangue del mio sangue, per me tu rappresenti solo un’involucro contenente quello che per troppo tempo ho
atteso e che adesso sarà mio!! - Chinò la schiena, puntando
gli occhi in avanti, afferròKouji per il
bavero.
Delle massicce funi emersero dal nulla, quasi create dall’aria
e avvolsero le braccia del giovane Minamoto, sostenendo
il suo corpo.
- Che vuoi fargli?!! – vociò all’istante
Takuya.
- Taci! Non hai diritto ad intrometterti! – replicò Icedevimon, con aggressività.
- Mmm… rimane un altro po’ di
tempo prima che la barriera del tuo corpo s’infranga… allora
fratellino… vuoi che risponda ai tuoi quesiti? Vero? Te lo si
legge negli occhi… dopotutto…sono lo specchio dell’anima, ricordi?
- Tu…come fai a…
- Sccc…non parlare…- fece
poggiandosi un dito sulla bocca- Ma ascolta.- concluse
battendosi lo stesso dito sull’orecchio.
Chiuse gli occhi, inspirando lentamente. - Tutto è cominciato quando voi, cinque anni fa, riportaste la pace su
Digiworld… ricordi? Beh, come puoi non farlo… Tornaste a casa, apprendendo che il tempo nel mondo reale si
era fermato nel momento in cui voi vi eravate allontanati dalle vostre
abitazioni.
Io ero salvo…dopo il trauma dovuto alla caduta, mi ripresi
subito grazie al vostro “amore”. Rammento ancora quando
mi svegliai nella sala di quell’ospedale, vedendo i
vostri volti. Eravate tutti così felici, con le lacrime agli occhi! E così… gli
anni passarono… tu avevi instaurato un buon rapporto con mia… cioè, nostra madre, e io viceversa, con papà. Eravamo
felici, allegri, ridavamo, scherzavamo stavamo insieme… puah.. che disgusto… tutte cose che non ho mai sopportato… o
meglio…che l’altra parte di me stesso non ha mai digerito…ma…- le labbra del
giovane Kimura, si fermarono.
Kouji restò in silenzio,
ascoltando a lungo quelle parole. Che voleva dire con
“l’altra parte di me stesso”?
Kouichi continuò.
- Un’anno
fa… esattamente un’anno fa… una forte sensazione mi
svegliò in piena notte.. sentii un suono strano, come una nenia, provenire da
sotto il letto… scattai in piedi cercando di accendere la luce, senza esito,
però. Allora mi avventai sul pomello della porta, e cominciai a tirare. Invano
anche questa volta. Capii che qualcosa non andava, la mamma non poteva avermi
chiuso dall’esterno, la chiave della mia camera era solo
in mio possesso e per giunta non riuscivo nemmeno a trovarla! La confusione mi
assalì presto, ma cercai di mantenere la calma. La camera rimase al buio. Tutti
i bambini hanno paura del buio. E tutti i bambini, hanno paura di ciò che può
nascondersi al di sotto del proprio letto… che sciocchi…
se io non avessi guardato, a quest’ora sarei rimasto
ancora l’insignificante ragazzo dai modi gentili ed educati… a quest’ora non avrei mai risvegliato l’altra parte di me
stesso, la parte più forte, la parte più potente, la parte più… vera! Quella
che mi appartiene, quella che mi permetterà di risvegliare la creatura più
potente di questo mondo, e di unirmi a lui, diventando un solo unico essere che
conquisterà questo e il vostro misero mondo!! Compresi
naturalmente i suoi patetici abitanti!!!!! La sentenza
è questa, aprite bene le orecchie Digiprescelti –
scandì a voce altisonante divaricando le braccia al cielo-Lucemon
rinascerà in me, e per voi non ci sarà scampo!!!!! Obbedire sarà l’unica
salvezza!!!!!!!!! Io sarò Lucemon!!!!!!!
Iiiiiahhhhhahahahahahahaahahah!!!!!!!!!- Con
una folle risata decretò la fine delle sue parole.
Il cuore di Kouji si fermò.
Takuya, Tomoki,
Junpei, i piccoli Bokomon e
Neemon, restarono pietrificati. Con un’espressione
avvolta dallo sgomento.
Lucemon sarebbe ritornato per mano
di Kouichi? Il pacato e
garbato Kouichi?
“No, assurdo!”
“Non può essere così!” Pensarono all’unisono i ragazzi. “Impossibile!!”
- …Non può essere……. Tu non…… - sussurrò
il flebile tono gettato dalla voce di Kouji. Scosse la testa più volte, non poteva credere a quanto
detto. Sperò di svegliarsi, sperò ancora una volta che si trattasse
di un sogno, uno dei suoi tanti incubi che lo accompagnavano la notte ma, fu in
quel momento, che suo fratello gettò via quelle piccole speranze, facendolo
sprofondare nello sconforto.
- Che c’è, sei sorpreso di sapere che il tuo amato
fratellino è assetato di potere ? Ti sembra strano, che io, KouichiKimura, possa riemergere dal guscio dell’anonimità,
diventando padrone di due mondi? Rispondi!!- disse con
fare imperioso, agguantandolo per la maglia.
Minamoto non aprì bocca. Continuò
a scuotere il capo serrando fortemente gli occhi.
Non poteva trattarsi della realtà, era tutta finzione, un
gioco che doveva terminare con un lieto fine, come
spesso accade. Ma questo, sembrava non averne. - Ti
sembra strano che uno debole come me, un bel momento diventi il signore supremo
dell’intero universo? Ti sembra così strano?! Pensavi
me ne sarei stato in disparte, vivendo come l’ombra di
te stesso, mentre TU continuavi ad emergere? Tanta popolarità, tanta serenità,
adesso non ti serviranno a nulla, perché sono io che detto le regole del gioco!! Adesso sono IO che verrò
acclamato e lodato da tutti!! Tu sarai il mio povero e miserabile fratellino,
che tutti metteranno da parte, sarai solo un cagnolino… si, diventerai il mio
cagnolino personale!! Sarà divertente vedrai!!Sei contento? Eh?! PARLA!- tuonò
con sguardo folle- Sei contento?!! Scommetto che muori
dalla voglia di uccidermi, vero?!!Rispondi
quando ti parlo!!!- esclamò picchiandolo inaspettatamente al volto, con
un violento pugno.
Dal labbro inferiore di Kouji
spuntò una sottile striscia di sangue che finì giù per il collo, arrestando
sulla maglietta smanicata.
Con respirò tremante, cercò la
forza di fissare suo fratello negli occhi, e trovò coraggio per farlo.
- Non mi importa ciò che dici…tu
sei…mio fratello…
- Idiozie!! Che cosa vuoi che mi interessi…
si, siamo molto identici, questo è vero, ma nell’animo, c’è una grande
differenza. Tu sei debole, io no! Tu sei una nullità, io no! Tu finirai nel
dimenticatoio, IO NO!! Puoi provare affetto per me,
non te lo nego, dopotutto sotto quella tua espressione da duro, si nasconde una
persona dai candidi sentimenti… perché mi guardi con quegli occhi svigoriti? Non
puoi odiarmi?- fece il gemello con tremenda ironia osservando quel viso spento
e abbattuto-Ho
spezzato il tuo piccolo e tenero cuoricino? Vero? Me ne frego!!
Amami, rispettami, piangi pure per me, ma sappi che da questo momento in poi, tuo
fratello non esiste più!!!
Le dure parole di Kouichi,
riecheggiarono come possenti colpi, largendo allo sguardo di Kouji un velo fitto di dolore.
No. Non era un sogno.
Fu allora che il ragazzo serio e taciturno dal carattere
scontroso ma al tempo stesso premuroso, lo capì.
Ritornò in se.
Rimase intontito, con il cuore carico di dolore.
In questi cinque anni, lui e Kouichierano riusciti a recuperare quei dodici di lontananza,
saldando un fortissimo legame.
Nel loro rapporto, piccoli screzi avevano
portato i due a non parlarsi per diversi giorni, finché poi non era Kouichi stesso a fare il primo passo per rimettere a posto
le cose.
Ma…ora…
Il
tempo impiega tanto a costruire un rapporto, e un cuore
saturo di crudeltà si serve di poco per distruggerlo.
Questa è la storia di
due gemelli separati dalla nascita che si ritrovano grazie all’esperienza più
assurda tanto quanto incredibile che possa accadere nella vita di ben pochi individui.
Componendo la famiglia,
aiutandosi a vicenda, lavorando spalla a spalla,
insegnando ai propri genitori il modo giusto della vita, facendogli capire i
propri errori, dando loro un grande insegnamento.
Si dice
che l’adulto insegni al piccolo la maniera retta di crescere.
In alcuni casi però,
l’età diventa solo un semplice gioco anagrafico.
La mente, è ciò che ha
importanza. La grandezza d’animo, non di anni.
Una mente saggia
racchiusa nel corpo da bambino.
Così come una mente
ingenua racchiusa nel corpo di un uomo.
Fratelli che si
allacciano, legami che si saldano, eppure… in quei brevi attimi…
Tutto si frantuma,
divenendo cenere.
________________________________________________
Messaggi da parte
dell’autrice:
Dopo
una lunga, interminabile assenza, finalmente riesco ad aggiornare!!!!!!!!!!!!!!!!!
Quasi
non ci speravo più…!!!!!!!!!!!!!!!
Vi
sarete sicuramente chiesti che fine ho fatto…ebbene
ecco…c’è stata una piccola cosa che ha rivoluzionato completamente la mia vita.
In poche parole, ho iniziato a lavorare !
Tra
corso d’inglese che ho cominciato ad Ottobre, e lavoro, posso ampiamente
affermare che non ho più nemmeno uno straccio di tempo per seguire le mie
passioni!! ;___;
Il
giorno registro i cartoni che mi piacciono, e poi li rivedo di notte (unico
momento libero) facendo però fatica ad alzarmi la
mattina… un macello!!! La cosa più buffa poi, è che lavorando in un negozio di videogames e anime, ci sto a contatto tutto il giorno ma
non posso permettermi distrazioni!! Nemmeno giocare alla play!!
Tranne qualche rara occasione che mi concedono i
bravissimi titolari che ormai sono diventati la mia seconda famiglia!
OOOH!!!Con tutta onestà,
mi siete mancati!!
E mi sono mancate anche le mie fanfic!
Ritornare a scrivere per me è stata una bella cosa. Poi dopo questa lunghissima
assenza,sono
tornata più carica di prima! Tanto da iniziare una nuova
storia dedicata al videogame della Capcom, ResidentEvil. E poi ho intenzione di fare anche una nuova fanfic sui Digimon, naturalmente!
Prima però, devo impegnarmi a finire questa qui, che col
tempo per me è diventata assai importante.
Spero
tanto che molti di voi ritornino a leggere questa mia fic,
accompagnandola fino alla fine, con il vostro incredibile supporto e smisurato
affetto! ^___^
Detto
tutto ciò, passo a raccontare questo dodicesimo capitolo!
La
“rivelazione”, anche se in parte, del contorto groviglio di questa storia, la
trovate proprio qui dentro!
Allora…premetto
che inizialmente l’idea di Kouichi come “tramite” o
“portale” delle forze del male, mi sembrava un tantino
scontata…però poi…analizzando alcuni fattori, il personaggio mi ha
permesso di creare intrecci e punti piuttosto interessanti per continuare il
racconto, senza calcolare ciò che poi avverrà in seguito. In parte ancora un
po’ confuso e non del tutto delineato ( quando penso di aver trovato una buona
continuazione, ecco che ne spunta un’altra più interessante che
la sostituisce…), ma cercherò di dare il massimo per una storia che vorrei
diventasse ben costruita ma soprattutto emozionante e coinvolgente. Forse
chiedo troppo da me stessa, ma ci proverò ugualmente perché molti di voi mi
danno la carica e la spinta per continuare a
migliorare! ^___^
Poi,
passo finalmente a rispondervi!!!
Lo
so, faccio ampiamente schifo…6 mesi di ritardo!!
>.<
Per JusticeGundam: tantissime grazie per la tua recensione!!
Mi ha fatto moltissimo piacere leggerla! Sei sempre così clemente e forse
troppo buono nei miei confronti… sinceramente non lo meriterei -_-“ non ho più
risposto alla tua mail e in più non ho trovato il modo
per leggere la tua fic!!!!! Obbrobrio anche questo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non
appena mi organizzo un pochino meglio, mi metto subito a scriverti e spero che
mi perdonerai per non averlo fatto prima… in questo periodo mi sembro una
trottolina… O_o
Riguardo
leDigievoluzioni degli
altri, ci saranno, eccome se ci saranno! Ma non
saranno le sole…tempo 6/7 capitoli e vedrai! A presto Just!
Domo arigatou!
Per mel’91:
le risposte
sul sogno di Kouji le troverai
nei prossimi capitoli dove finalmente sarà svelata l’identità di quella oscura
figura! Grazie per la recensione e scusa se ti ho fatto
aspettare per questo nuovo chap…spero ti piaccia!
Per Kaho_chan: Kaho-Kaho-Kaho!!! Perchè
mi sei così simpatica?! Oserei definirti grandiosa
nelle tue recensioni! Sai come far felice gli altri e lo fai
con il cuore e con amore per ciò che ti piace! Questo ti fa onore! Sono
doppiamente commossa di averti conosciuta, e questo mi carica di allegria e contentezza! *^_^*
Eccoti
il n° 12 che sgarbuglia le cose ma
le ingarbuglia di nuovo…! Poi poi…per Taki e Izumi…credo proprio che i
capitoli dal n°14 in avanti, ti saranno piuttosto graditi! ^___- Cucio la bocca
e non dico più nulla ^x^ a buon intenditor…!
Un grosso bacioneKaho-chan!
P.S.
Acc! Scordavo… Izumi è
stata la prima a raggiungereDigiworld
perché…odio dirtelo ma…lo conoscerai tra qualche chap!
Per Driger:
benvenuta
anche a te! Sono felice di sapere che un’altra persona si sia
unita al formidabile gruppetto di altrettanti ragazzi/e che leggono
questa mia storia! Spero di non deluderti e grazie per aver lasciato un
commento graditissimo e assai prezioso!
Per Francesca Akira89: Allora…ti ho fornito
abbastanza risposte con questo chap? Spero di sì…ma
temo che tra non molto rispunteranno nuovi quesiti… riguardo Ice,
ha voluto Izumi per servirsene in seguito, come hai
visto. Ma alla fine…il bene, questa volta, ha
trionfato! Chissà se sarà sempre così…! ^^”
Ringrazio
come sempre tutte le nuove persone che hanno deciso di leggere questa mia fanfiction!
Prima
di salutarvi, vorrei dire qualcosa riguardo i prossimi
aggiornamenti.
Pregherei
tutti voi di portare un po’ di pazienza, in questo momento non riesco a prevedere quando mi sarà possibile aggiornare la storia con
un nuovo capitolo. Questa è una cosa assai seccante, sia per me che soprattutto per voi.Una storia letta a rilento rischia di sgranarsi poco alla volta.
Una
cosa è certa, non passeranno atri 6 mesi!!
Forse
una quindicina di giorni, massimo un mesetto…purtroppo non riesco a fare di
meglio, lo vorrei tanto, credetemi! È una cosa che
farei con tutto il cuore, ma in questo momento non mi è proprio possibile…Mi
dispiace moltissimo, vi chiedo scusa. Davvero, scusate.
Kouichi guardava il fratello con
aria soddisfatta.
Sembrava felice, allegro nel vedere il dolore impresso su
quel viso pallido e smarrito.
Lo fissava senza sosta, compiaciuto.
Il giovane Minamoto non riuscì ad abbassare il capo, era come bloccato, perso.
Quello che aveva di fronte, di li a
poco sarebbe diventato il suo più grande nemico.
E questo gli riempiva il cuore di
tanta sofferenza.
I due gemelli rimasero zitti, comunicando attraverso lo
sguardo, ma oramai quello di Kouichi non era più lo
stesso.
- Non sai più che dire, eh? Il serpente ti ha mangiato la
lingua? Oppure stai cercando di concentrarti per
trattenere le lacrime? Ho fatto centro?!- pronunciò il
prescelto delle tenebre con ironia sprezzante.
In parte aveva ragione, pensòKouji stringendo i denti.
Si, stava sforzandosi di non piangere, tanto non sarebbe
servito a nulla.
Prese coraggio, tentando di parlare ma,
improvvisamente un forte bruciore al centro del petto, lo fece bloccare.
Un torpore incessante gli martellò il torace,
come il suo interno contenesse qualcosa.
- Ci siamo!- esclamò il gemello dai capelli corti, con occhi
carichi di smania.
- Che mi sta succedendo…io non
riesco a…- Kouji cercò invano di esprimersi, ma il
dolore aumentò. Le grosse corde che gli serravano le braccia, lo strinsero
maggiormente, mentre Kouichi si avvicinò a lui
portando un braccio in avanti.
- Ti fa male, vero? Tranquillo, tra un po’ passerà tutto, ti
prometto che farò in un attimo, giusto il tempo di infilarti la mano in petto e
afferrare la “Chiave della Luce”!!!Eheh!!
Kimura finì la frase nello stesso
momento in cui il suo braccio si aizzò violentemente contro l’addome del fratello.
Takuya e gli altri rimasero di
stucco nel vedere il lungo arto affondare nel petto del loro compagno.
Kouji digrignò i denti, cercando
di controllare il dolore. Tuttavia però, la mano di Kouichi
che cercava ardentemente qualcosa, lo fece urlare.
Tomoki iniziò a singhiozzare
mentreTakuya, per rabbia, sferrò un calcio al
pavimento.
Inaspettatamente, un bagliore accecante fluì di sprizzo dal
petto di Kouji, proprio come aria racchiusa in un
palloncino bucato.
Ladydevimon e Icedevimon
coprirono gli occhi con un braccio, scostando il capo lateralmente per evitare
di venir accecati dalla luce. Ninzokumon
invece, come niente fosse, s’infilò un paio di occhiali
da sole, estratti dalla manica del suo costume, proprio sul naso, in modo da
ripararlo dai fasci abbaglianti.
- AAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!- gridò
Kouji sentendosi lacerare il petto.
La luce aurea racchiusa all’interno del suo corpo, gli
strozzò la parola, bruciando come fiamme di un rosso fuoco.
Cercò di muoversi, ma le pesanti funi, gli
tarparono il movimento.
- Urla pure quanto ti pare, la cosa non mi tocca!! Ciò che voglio è la chiave!! E
la otterrò!!
Kouichi sollevò l’altra mano,
immettendo anch’essa nel punto designato.
- AAAAAAAAAAAHHH!!!!!!!!!!- urlò
ancora Kouji, con voce salente così quanto il dolore.
Strinse ancora una volta i denti, così forte da fargli assodare gli zigomi. Con
gli occhi serrati e le mani pressate in un forte pugno, le dite slittarono
sulle corde, graffiandone la ruvida superficie.
- KOUJIIIIIIII!!!!!!!!!!- lo chiamò
Takuya, urlando.
- Lascialo!!!!!! Fermati!!!- si
sgolò Tomoki con le lacrime agli occhi.
- Dannato!!! Che tu sia dannato!!!-
dichiarò Junpei, con esclamazione collerica.
Intrappolati dai Metalridermon, i
tre Digiprescelti rimasero ad osservare, incapaci di
agire.
Takuyascosse
forte la testa, ancora una volta si sentì inutile.
Guardò Izumi, rimasta priva di
sensi dopo la battaglia avvenuta poco prima.
Anche quando la ragazza fu portata
via da quelle grosse guardie, non poté reagire. Rimase accasciato al suolo, guardandola
andar via con il cuore carico di rabbia.
E ora… la stessa scena stava
ripetendosi con il suo migliore amico.
- Kouji non mollare!!! Tieni duro devi farcela!!!- fece il prescelto delle
fiamme, stringendo a sé Izumi.
Kouichi lanciò uno sguardo al
gruppetto di ragazzi e abbozzando un falso sorriso si voltò poi in direzione
del fratello.
- Hai tanti amici che ti voglio bene…! Questa è una cosa che
non ho mai sopportato! Ti sei sempre distinto da me per
questo tuo carattere rigido e solitario, ma nonostante questo, tutti
preferivano sempre te, la tua amicizia. Ho sofferto
per questo, lo sai? Ma ora è giunto il momento che lo faccia
anche tu!!- esclamò Kouichi infierendo di più
sull’addome.
Kouji emise uno strillo strozzato.
Oramai era quasi allo stremo. Voleva mollare, abbandonarsi all’oscurità, cadere
in un sonno profondo lasciandosi alle spalle tutte quelle brutte sensazioni, quegli incubi che lo stavano poco alla volta lacerando.
- Tu…tu…Ko-Kouichi…
Poche parole riuscì a divulgare.
Il dolore lo stava sopraffando.
Le mani di Kouchi non accennavano
a fermarsi.
Kouji sentì un pesante groppo in
petto, come se qualcosa di vivo stesse cercando di proteggere un potere molto
importante.
- Kouichi…smettila…-pronunciò
ancora una volta Kouji.
Kimura sbuffò, trovandosi
ostacolato da tanta insistenza.
- Sei sempre stato il solito esibizionista, tra noi due il
più forte eri tu, ti sei conquistato l’attenzione e la stima di tutti mettendo
me in secondo piano! Io per gli altri sono sempre stato “il fratello di Kouji” e nulla più! Nessuno mi ha mai considerato
realmente, tutti volevano solo te, nient’altro che te!!
Vuoi fare il duro e invece… getta la maschera e ammetti di essere
solo un miserabile DEBOLE!!!- il moro aizzò le braccia in avanti con possente
impeto, la luce nel petto di Kouji diventò più
intensa, più forte. Il guerriero delle tenebre socchiuse le
dita, fulmineamente. Un’espressione di soddisfazione apparve sul suo volto.
Presa!!- dichiarò con frenesia.
Ritirò le braccia, facendo forza per estrarle dal torace del
fratello.
Man mano che le dita furono visibili, una sfera sfavillante
dal luccichio intenso, apparve tra le sue dita. Kouji
gridò finò a scoppiare, il forte urlò raggiunse in un
attimo il soffitto del tempio, che troneggiò.
All’interno del bozzolo comparì la nitida sagoma di una
chiave, formata interamente di cristallo. La superficie, liscia e trasparente,
luccicava saettando tra le dita di Kouichi.
- E’ lei!- proferì Ladydevimon
scostando il braccio dal viso.
- E’ una bomba di luce…! Pazzesco!- esclamò Icedevimon , tremante.
- Eccola!!! Adesso è mia!!!!! Solo
mia!!!!!!Hahahahhhhaaaahahhah!!!!!
Kouichi si lanciò in un folle
riso, agguantando il preziosissimo oggetto con una tale bramosia, da renderlo
avido agli occhi dei suoi compagni.
Perfino Bokomon e Neemon furono spaventati da quel suo modo di fare.
Strinse la luminosa bolla, pressandola tra le sue dita.
- Guarda qua, KoujiMinamoto!- esclamò sbattendo l’oggetto agli occhi del
fratello- Questa è la chiave che mi permetterà di risvegliare l’anima di Lucemon e diventare un unico e potente essere che sottometterà
l’universo!!! – concluse urlando con meraviglia per
ciò che reggeva tra le mani.
Kouji spostò di poco lo sguardo
sulla bolla sfavillante, restandone attonito.
Una chiave stupenda, dalla forma
stilizzata e assai lunga, composta totalmente di chiaro e limpido cristallo
assai puro da sembrare acqua. Gli occhi del ragazzo si rifletterono in quell’oggetto, tanto da perdersi nella sua gentile trasparenza.
Si sentì come protetto, quasi tranquillo nel fissare quel bastone di luce.
Il foro al centro del torace si richiuse lentamente, e le
pareti del tempio, non più illuminate dalla quella
vigorosa lucentezza, ridiventarono buie.
Kouji strabuzzò gli occhi,
riprendendo a respirare.
Il bruciore svanì, così come le corde che lo tenevano
legato.
In quell’attimo preciso, però, le
lunghe e sottili gambe, prive di energia, lo abbandonarono,
così da farlo cadere al suolo.
Deglutì a fatica, con il fiato pesante. Si portò una mano in
petto, agguantandosi la maglia.
Il buco non c’era più, il tessuto della canotta era completamente integro, senza lembi
stracciati o residui di stoffa sfilacciata.
“Un’energia così potente, un oggetto così importante…”
Pensò ascoltando i batti impazziti del suo cuore.
Mille ipotesi presero presto il sopravvento, assalendolo.
Ma prima ancora che tutto ciò
potesse essere concretizzato, un dolore alla nuca lo fece scrollare.
- Pretendo che mi guardi in faccia! Altrimenti come faccio a raccontarti ciò che trovai sotto il letto se i tuoi
occhi impauriti non mi fissano?- disse Kouichi
tirandogli la lunga coda nero corvino.
Costretto dalla presa, Kouji
si arrese dovendo alzare gli occhi in direzione del gemello.
Minamoto provò un forte senso di imbarazzo nel fissarlo. Ebbe un’attimo di esitazione che lo trascinò a slittare lo
sguardo verso il basso, ciò nonostante decise di non fuggire, e il blu
alabastro dei suoi iridi, ritornò fisso su quel viso gemello.
- Così va meglio! Eh eh
sei diventato davvero il mio cagnolino… guarda che occhi!- proferì il
guerriero delle tenebre, fissandogli le pupille lucide.- Ok,
basta scherzare. Ti racconto tutto dal principio, così le idee ti, e vi saranno più chiare! Sapete perché vi ho fatto venire a Digiworld?- seguitò poi,
rivolgendosi anche al resto del gruppo.
- Se non la smette di fare il dispotico, con quel suo tono
imperioso, butto giù come tanti birilli questa fila di cosi metallici, e gli spacco la faccia!!- asserì Junpei
stringendo entrambe le mani a pugno.
- Calmati J.P. E’ questione di attimi…- pronunciò appena Takuya,
con un sorriso celante qualcosa di minaccioso.
Bokomon guardò la mano del giovane
guerriero, stringere bramente il D-Scan.
Se la situazione non si fosse al
più presto placata, Takuya, digievolvendo,
avrebbe oltrepassato la barriera di Metalridermon, gettando
nel caos più totale, l’intero tempio.
- Non sapete rispondere?- irruppe Kouichi-
Immaginavo… Beh, vorrà dire che lo farò io per voi…
aprite bene le orecchie! - implicò il tenebroso giovane.- Quella
giorno… Erano le due o forse le tre di notte quando sollevai le lenzuola
del mio letto. Un anno fa. Cominciò tutto da lì. Ricordo che
il cuore principiò a battere velocemente. Lo ammetto, avevo paura, ma
nonostante tutto, mi feci coraggio. Poggiai le
ginocchia al pavimento. La nenia assordante cessò di botto. Non avevo una
torcia con me e le luci della camera e della lampada, erano entrambe fuori uso.
Chinai il capo in basso, sporgendomi in avanti. Benché
fosse buio, mi parve di vedere, quasi nitidamente, un volto. Pensai
con stupidità “è la mia immaginazione! Meglio andare a dormire!” stavo
per rialzarmi ma, dal quel nero profondo, qualcosa
afferrò il mio collo. Sentii una fredda stretta premermi la gola fino a levarmi
il fiato. Tentai di reagire, mi afferrai con tutte le forze al piedino metallico
del comodino, fino a farlo quasi cadere…ero debole e nulla potevo
contro una forza maggiore che a breve, mi trascinò sotto, risucchiandomi nel
buio. Inutile fare resistenza, quando riaprii gli occhi dopo essere svenuto,
capii che oramai il mio destino era segnato. Fu allora che feci
il primo incontro con “lui”.- Kouichi si
fermò, ghignando appena.
Kouji e i compagni restarono
zitti, con orecchie attente, fino a che il padrone dell’oscurità non implicò il
fratello a dargli una risposta.
- Vediamo se indovini, coraggio…
- Lucemon…-pronunciò appena Kouji.
- Hai un’intelligenza intuitiva e rapidissima,
fratellino mio!- rispose prontamente Kouichi
scompigliandogli i capelli.
- Smettila di giocare fingendoti quello che non sei!-
esclamò il ragazzo per tutta risposta, guardandolo con un volto toccante.
- Giocare?! Hai ancora voglia di fare il galletto dopo tutto ciò che ti ho detto?! Toglimi una curiosità… i
discorsi che ho fatto prima, li hai ascoltati, vero? Oppure ti trovavi in una dimensiona parallela creata dal tuo
debilitato e ristretto cervello? Eh? Oppure ancora,
devo credere che lo fai apposta per stuzzicarmi, mh?
Ti consiglio di cambiare atteggiamento, perché ricordati, adesso che ho
ottenuto ciò che volevo, potresti anche non servirmi
più! Non so se rendo bene l’idea…! – Kouichi
sogghignò aspramente, sfoggiando un’aria di grande
superiorità.
Kouji continuò a fissarlo, finché
non trovò la forza per parlare.
- Perché…Perché mi fai tutto questo?!
Io ho sempre creduto nel nostro rapporto, ho sempre creduto nella nostra
complicità, ho creduto realmente che tu mi volessi bene, Kouichi!!
Una lacrima, dal bordo della palpebra, gli solcò il volto
sbattendo ritta al pavimento.
Vedendo questo, Kouichi non perse
occasione per lanciarsi freddamente in una nuova risata.
- HA
HAHAHAHA!!!!!
Un duro che piange come una femminuccia!! Finalmente
hai rivelato a tutti la vera natura di miserabile e
patetico umano!! KoujiMinamoto
altro non è che un debole omuncolo, capace solo di fuggire dalla realtà
nascondendosi dietro una maschera!!
Kimura rise a dismisura
continuando ad infierire su quel fratello che aveva deciso di ripudiare. Continuava
a beffeggiarlo, come se entrambi fossero due persone
estranee, come due acerrimi nemici pronti ad uccidersi l’un con l’altro
nonostante “indossassero” lo stesso sangue.
Kouji chiuse gli occhi.
La rabbia, a questo punto impossibile da reprimere, schizzò
all’insù vertiginosamente, sorprendendo tutti.
Trovò perfino la forza di sollevarsi da terra, ignorando il
dolore della sua chioma stretta da tre la mani del
fratello.
Lo guardò dritto negli occhi, stavolta
carico di sfida, e con fulminea rapidità, gli assestò un pugno in pieno
viso.
Nel Tempio della Settima Torre, il silenzio calò improvviso.
La smorfia derisoria sulle labbra di Kouichi,
si cancellò.
Al suo posto, una sottile striscia di sangue gli gocciolò
giù terminando lungo il collo, seguita a breve da una fine scia rossastra.
Kimura stizzì.
Rimase interdetto, privato in un attimo di tutta quella
sicurezza che sentiva dentro di sé pochi istanti prima.
Kouji lo fissò
ancora, poi sputò al pavimento.
- Mi hai tirato un pugno ferendomi il labbro inferiore e
sporcandomi la canotta regalatami dalla moglie di MIO
padre. Adesso siamo pari!- disse la voce del ragazzo
con la bandana striata, esaminando il colletto della camicia di Kouichi, schizzato di rosso.
- Tu……..!!!- mugugnò il gemello
malvagio a denti serrati- Pagherai con
la vita questo affronto…! Preparati a…..
CRAAAAASSHHHHH!!!!!!!!!!!!
La vetrata principale del tempio si fracassò d’improvviso,
coprendo il suono acuto prodotto dalla voce di Kouichi.
- Co-cos’è stato?!?-
urlò lui, muovendo freneticamente il capo.
Tutti si voltarono verso l’alto del soffitto.
La cupa luce al di fuori del tempio, entrò netta dal grande foro, ma subito dopo quel raggio nerastro fu avvolto
da una spirale di bagliori.
- SEPHIROT CRYSTAL!!!
Vociò una suono dal tono tenue ma
forte.
L’enorme portone del tempio schizzò via alzando un gran
polverone.
Le assi di legno e i pezzi di metallo sbatterono al
pavimento disintegrandosi per il forte impatto.
Alcuni Metalridermon caddero a
terra, spinti dalla sola onda d’urto provocata dall’aria.
Il fumo grigiastro si diradò in brevi attimi, divorato da
una luce intensa che a sua volta rivestì una figura dai tratti imprecisi.
I presenti aguzzarono lo sguardo man mano che il misterioso
personaggio prendeva forma.
Una raffica di vento spazzò via quella fosca fuliggine che poi
scomparve rivelando a tutti l’identità di quell’essere.
- Ophanimon?!?!!!-
strabuzzò il perfido Kimura, esterrefatto. I suoi
scuri occhi, poi, voltarono in direzione del Digimonninja. – Ninzokumon…!!- strepitò gracchiando- Avevo dato ordini precisi, la
cella di cristallo doveva restare in continua sorveglianza, giorno e notte!!
Come ha fatto ad evadere?!!- urlò ancora con sguardo
collerico.
- Mio signore le giuro che ho fatto tutto ciò secondo sua
esplicita volontà, non so come sia potuto succedere non riesco
ancora a capire…- pronunciò la creatura con voce tremante- Razza di burattini
metallici!!- tuonò poi verso alcuni Metalridermon-
Che diavolo avete combinato??!! Come vi è scappata?!! Rispondete!!- implicò sempre più furente.
- Perdonateci è stato un banale
attimo di distrazione!- rispose uno di loro- Dei pipistrelli hanno attaccato un’ala
del sotterraneo, non riusciamo a capire come siano arrivati fin lì, ci siamo
allontanati per scacciarli, ma al ritorno la gabbia era aperta e…
Prima ancora che il cavaliere di metallo poté terminare le
sue tremanti parole, una scarica d’ energia nera lo
colpì in petto, sgretolando il suo corpo come sabbia.
- INETTI !!!!!!!!!!!!- gridò Kouichi stringendo a se la bolla contenete la chiave.-
Farai la stessa fine se la prossima volta commetterai un altro errore!!-
esclamò nei confronti di Ninzokumon che s’irrigidì. –
Mentre tu… oramai ho ottenuto ciò che volevo, e non
provare a bloccarmi, perché a questo punto la sorte di tutti è già segnata!!-
fece rivolgendosi alla creatura celestiale.
Ophanimon avanzò lentamente,
sembrava indebolita, ma nonostante tutto continuò la sua marcia.
I Digiprescelti la guardavano con
occhi speranzosi, quasi rassicurati dalla sua nivea presenza, calma, però, sapevano che presto quella sensazione sarebbe svanita.
- Lucemon ha preso una parte del
tuo cuore, non lasciare che si impadronisca
completamente di te! Ricorda chi sei e ricorda ciò che
hai fatto in passato per questo mondo, per la salvezza di Digiworld
e il bene dei suoi abitanti!- proferì l’angelo, avanzando sempre più verso il
centro del tempio.
- Oramai è tardi per tornare indietro!!KouichiKimura, il vecchio KouichiKimura non tornerà più!! Sono una persona diversa e non cambierò più nemmeno se
uno sciocco e penoso messaggero divino come TE, m’ implorasse
di farlo!!!
- Che cosa speri di ottenere con tutto ciò?
Farai soffrire migliaia di persone, non permettere che un’entità maligna prenda
possesso di te, lui vuole solo usarti, senza un corpo
non può risorgere e ha intenzione di utilizzare il tuo, però, in realtà una
volta che diventerete un solo essere, la tua coscienza svanirà del tutto,
permettendogli di acquisire il totale controllo sulle tue facoltà! Prima che
sia troppo tardi, ti prego abbandona l’idea, fallo almeno per te stesso!
- Adesso basta!! Basta con le tue
inutili parole!! Non tornerò più ad essere il misero e
patetico ragazzo che ero un tempo, la decisione è
presa e continuerò per la mia strada! Ucciderò chiunque intenda
intralciarmi!! Tu, per la tua insolenza, perirai proprio come quei ragazzi! I
tuoi amati ragazzi!! Così sarò certo di non avere
possibili problemi in futuro!! – Kouichi
protese un braccio in avanti, pronto a scagliare una scarica d’energia oscura
in direzione degli umani. L’angelo celeste però, riuscì a fermarlo,
accecandogli la vista con un fascio di luce.
- Loro non hanno nulla a che vedere con me, rimandali a casa
e affrontami!- disse Ophanimon sguainando la sua
lancia dorata pronta al combattimento. Tuttavia in quell’istante,
una ventina di Metalridermon le sopraggiunse contro, assediandola.
- Spiacente, sono un tipo testardo, ho già deciso! Andiamo
via, presto!! Buon divertimento e salutatemi tanto il
creatore quando arriverete d’innanzi a lui! – Kouichi
prima di andare rivolse uno sguardo al fratello, e qust’ultimo
replicò senza indugiare.
- Vigliacco.
- C'est la vie!- rispose il
guerriero delle tenebre con mezzo sorrisino, poi girandosi voltò di spalle
seguito dalla sua squadra, e scattò via abbandonando il tempio.
Kouji tentò di inseguirlo, ma due
grossi Digimon gli tagliarono la strada.
- Ophanimon!!!
– strillarono i ragazzi tentando di liberarsi.
La creatura si voltò verso di loro, ciò nonostante decine di
Metalridermon le impedirono di vedere.
- EDEN JABERIN!!!– urlò scagliando quegli ammassi di metallo a
terra con un potentissimo colpo.
- Prendete!!!– gridò lanciando i
quattro Digivice verso gli umani che agguantarono al
volo i piccoli aggeggi.
- E adesso… ci divertiamo!! – Takuya sollevò Izumi, portandola
in un angolo più sicuro, dopo, si girò in direzione della folla di Digimon, sguainando il suo D-Scan-Icedevimon se hai fegato torna indietro e combatti!!- strepitò in opposizione del gelido mostro. Quest’ultimo si fermò udendo a distanza la sua voce.
- Fermo! Non c’è tempo per giocare. Dobbiamo andare!- dichiaròNinzokumon bloccando il
compagno che accennava segni di sfida.
- Ci rivedremo TakuyaKanbara, e quel giorno per te sarà l’ultimo!- bisbigliò a
denti serrati con il suo sguardo purpureo.
Kouji, inerme senza il suo D-Scan, rimase bloccato, con la schiena schiacciata verso
una colonna.
I due grossi cavalieri di metallo, lo costrinsero ad
arretrare sfoderando quelle lance tanto lunghe quanto affilate.
Voltò lo sguardo in entrambe le direzioni cercando una via
di fuga.
La trovò.
Come un fulmine si chinò a terra, scivolando sotto le gambe
di uno dei due guerrieri, che non poté bloccarlo.
Libero dalla prigionia, corse verso i compagni, ma… una
saetta d’ energia emersa dall’asta di un cavaliere,
gli tagliò la strada. Si fermò di scatto, evitando il colpo. Si voltò indietro
e vide un secondo raggio venirgli incontro. Questa volta
lo avrebbe colpito in pieno, pensò rimanendo spiazzato.
Con un groppo in gola, quasi pronto all’impatto, serrò i denti
ma, inaspettatamente un folto stormo di pipistrelli si scagliò sul lampo
rossastro, dissolvendolo.
Il cuore di Kouji batté
all’impazzata, senza sosta. Restò fisso, immobile, con la paura di respirare.
Alzò il capo al lungo soffitto scorgendo una figura nera.
Aguzzò la vista, ma la sagoma indefinita svanì all’istante.
Un oggetto precipitò dall’alto, il ragazzo
sollevò il braccio, acchiappandolo.
- Cosa…?!- mugugnò Kouji vedendo con stupore il suo Digivice.
- Kouji!!!
Tutto bene?!!- lo interruppe Takuya correndogli
incontro.
- Si…credo di si…- rispose lui un
po’ confuso.
- Bene…allora sei pronto a fare un po’ di casino, amico?!- chiese il padrone del fuoco sfoderando il D-Scan.
- Certo! Ci puoi giurare!- ribattéMinamoto, seguendolo a ruota.
- DOUBLE
SPIRIT EVOLUTION!!!!!– dissero all’unisono i
due ragazzi con la luce azzurrina fuoriuscire dalle loro mani. Gli sprazzi dei
bagliori iridescenti si dissolsero dopo alcuni secondi, rivelando due grosse e
imponenti figure.
- ARDHAMON!!!!!
- BEOWULFMON!!!!!
Enunciarono i due Digimon con tono
autorevole. Dopodichè, senza pensarci, si lanciarono in direzione di Ophanimon, affiancandola.
- E’ un’onore
per me rivedere di nuovo i valorosi guerrieri!- dichiarò l’angelo dall’armatura
color acquamarina.
- L’onore è solamente nostro!- rispose il drago di fuoco con
entusiasmo.
- Prepariamoci a fargliela pagare!- ribatté il lupo di luce
sguainando una grande spada.
- Ragazzi ci siamo anche noi!!!-
dissero in coro Junpei e Tomoki
sbandierando il loro Digivice.
- SPIRIT
EVOLUTION!!!!!
- BLITZMON!!!
- CHAKMON!!!
Poche mosse e anche l’orsacchiotto delle nevi e lo scarabeo
metallico, si unirono ai tre, fiancheggiandoli.
- Chakmon tu pensa a proteggere Izumi, ci sono anche Bokomon e Neemon con lei, noi ci occuperemo di questi fantocci di
latta! – esclamò Ardhamon facendo un passo in avanti.
- Agli ordini! Mettetecela tutta ragazzi!
– disse il piccolo orsetto balzando via.
- E adesso pensiamo ad uscire da
qui liberandoci di questi cosi! – Blitzmon sbatté i
pugni al suolo, facendo crollare alcuni Digimon.
Beowulfon e Ardhamon
si lanciarono sull’ammucchiata di nemici, liberando tutte le loro energie.
- RIDER’S RAY!!!– esclamò un Metalridermon
scagliando un raggio come quello lanciato in precedenza a Kouji.
Utilizzando il suo scudo, Ophanimon
si parò davanti ai leggendari guerrieri proteggendoli dal fascio.
Ardhamonspalancò
le ali sbattendole rapidamente, poi spiccò in alto.
- BRAHMA SHIL!!!
– scandì il suono imperioso della sua voce, spazzando in una folata di fuoco
decine di avversari.
-THOR HAMMER!!!– contribuì
Blitzmon, utilizzando il potere elettrico.
- Andate via!! Via via!!- ripeté Chakmon
parandosi davanti a Izumi e i due piccoli Digimon, per proteggerli da un cavaliere
-KATCHIKATCHI KOCHIN!!! – soffiando un vento gelido
verso l’avversario, l’orso polare gli ricoprì il viso di un sottile strato
niveo.
- Maledetto nano come ti sei
permesso!? Adesso vedrai chi…
- ZWEI HANDER!!!
Prima che la lancia del robusto cavaliere potesse
colpire Chakmon, una possente spada dalla doppia
lama, tranciò di netto il lungo bastone che volò via, conficcandosi al
soffitto.
– Prenditela con chi è della tua stessa misura! – esclamò Beowulfmon avanzando verso il soldato di latta.
- Fatti sotto!!! AAAH!!!!- strepitò
il Metalridermon aizzandosi contro il leggendario
guerriero della luce.
I due si fronteggiarono faccia a faccia,
ma il lupo solitario ebbe la meglio, e scagliò via con i suoi robusti artigli quella
seccante creatura.
- Grazie Beowulfmon! – espresse
riconoscenza Chakmon venendogli incontro.
Un enorme buco nella parete, attirò l’attenzione del lupo di
luce. Raccolse Izumi da terra caricandola sulle
spalle.
- Prendi Bokomon e Neemon e seguimi! – ordinò poi,
correndo a spada sfoderata.
Tranciò uno alla volta, le schiene
di quattro cavalieri che man mano gli venivano contro.
Liberata l’uscita, saettò il capo lateralmente.
Blitzmon e Ardhamon,
impegnati ancora nella battaglia, proseguivano a combattere, fronteggiandosi
con un grosso numero di nemici.
Ophanimon, invece, visibilmente
indebolita, continuava a proteggere i due da possibili attacchi.
- Ardhamon!!!-
gridò il lupo dalla doppia spada, facendo cenno al compagno della grossa crepa
sulla parete.
- Mentre li blocco con la mia
barriera, voi pensate a fuggire! – implicò Ophanimon
facendosi avanti.
- Cosa?! Ma non…- il drago dal
respiro di fuoco si bloccò un’istante.
Non avrebbe mai lasciato il Digimon celeste a lottare
con un numero di avversari che pareva moltiplicarsi di
volta in volta. Poi però, i suoi occhi si soffermarono sulla giovane Izumi. – Appena puoi, corri via da
qui, mi raccomando! – disse. Dopodichè, lui e Blitzmoncorsero via.
Chakmon fu il primo ad avviarsi verso
il foro. Con passo spedito portandosi i piccoli Bokomon
e Neemon sotto braccio.
Lo seguì Blitzmon, non prima di
aver colpito un improvviso cavaliere, apparso alle spalle di Ardhamon.
- Intervento tempestivo! – esclamò
il padrone del fuoco con tono sarcastico, poi si voltò in direzione di Izumi, completamente assopita.
– Perché non si sveglia?!- chiese con voce
preoccupata.
- Prima pensiamo ad uscire, e poi ci occuperemo di questo. –
fece Beowulfmon abbracciando la ragazza.
Ardhamon deglutì silenziosamente,
con un cenno di approvazione i due si diressero
rapidamente verso l’uscita.
Il soffitto iniziò a cedere, Beowulfmon
evitò con un salto un grosso macigno, poi, come attirato da qualcosa, girò la
testaintravedendo
un oggetto metallico ai piedi dell’altare.
- Raggiungi gli altri, io verrò tra
poco. Tieni! - esclamò consegnando la giovane compagna tra le braccia del drago
di fuoco.
- Ma…dove…- pronunciò appena Ardhamon, il tempo di osservarlo andar via. Successivamente strinse a sé Izumi,
attraversando il varco.
Il lupo dalla doppia spada giunse ai piedi dell’altare.
I detriti che cascavano dall’alto, sollevarono montoncini di polvere.
Sventolò la mano per allentare quel fumo e affilò la vista
sporcata dalla polvere.
Incurvò la schiena.
- Kouichi…- sussurrò raccogliendo
un braccialetto metallico appartenente al fratello. Lo stesso identico al suo.
Lo strinse nel grande palmo della mano, tentando di reprimere
il rancore.
Intanto Ophanimon, stremata, cadde
a terra. I soldati avanzarono verso di lei, puntandole contro le affilate aste.
Avendo esaurito il potere, si trovava in pericolo, ma
nonostante tutto, mantenne la calma.
- Andiamo via da questo posto! – dichiarò Beowulfmon apparso improvvisamente in suo aiuto.
- Grazie…- pronunciò appena appoggiandosi al possente Digimon.
Una grossa parte di soffitto, crollò minacciosamente, i due
si apprestarono ad uscire con al seguito gli oramai
residui nemici.
- Io vado dentro! – enunciò Ardhamon
preoccupato per l’assenza dei due. Si avvicinò al grosso Blitzmon per affidarle Izumi, ma
proprio in quell’istante, il piccolo Chakmon urlò:
- Eccoli!! Stanno uscendo!!!
- Ophanimon! Beowulfmon!
– disse Bokomon saltando di gioia.
Il guerriero del tuono corse in loro aiuto, sorreggendo la
creatura celeste.
A pochi metri dall’uscita, i Metalridermon
avanzarono a gran velocità, creando un gran frastuono con le loro pesanti armature
diferro.
- LICHT ANGRIFF!!!– Caricando il cannone posto sul braccio
sinistro, Beowulfmon sparò ripetutamente una serie di
proiettili che fecero crollare la via d’uscita, intrappolando così i cavalieri
di metallo all’interno dell’edificio sacro. – Non reggerà molto, forza affrettiamoci!
- SI!- proferirono in coro i padroni del fuoco del ghiaccio
e del tuono.
- Porto io Ophanimon, tranquilli!-
disse Blitzmon caricandola sulle sue forti spalle.
- Io resterò dietro a coprirvi. Mi raccomando, un volta sul ponte, NON guardate per nessun motivo al di
sotto, intesi?! Muoviamoci!- disseBeowulfmon.
Tutti annuirono alle parole del lupo blu, anche se
leggermente confusi per il suo ultimo avvertimento.
Muovendosi in fila indiana, il primo ad attraversare quelle
assi di legno, fu il piccolo Chakmon insieme ai due
mostriciattoli Bokomon e Neemon,
seguito da Ardhamon che continuava a stringere la
compagna completamente assopita, mentre Blitzmon
sorreggeva la creatura angelica, stremata dalla fatica.
Infine, come stabilito, Beowulfmon.
Il padrone della luce, ricordandosi le chiare e precise
parole dettegli dalla lady nera molto tempo prima,
cercò di mantenersi il più distante possibile dai bordi del ponte. I suoi
compagni, a differenza di lui, non essendo creature della luce, riuscirono a
muoversi tranquillamente, senza avvertire quel roboante
fragore proveniente dal baratro corvino.
Si portò entrambe le mani al viso, coprendosi le orecchie.
Ma gli servì a poco.
Il richiamo infernale sembrò oltrepassargli la pelle,
infiltrandosi nelle sottili membrane del suo cervello.
Le gambe iniziarono a muoversi scoordinatamente,
spostandosi verso il lato destro.
Tentò di deviare, ma non fu capace di farlo. Era come se il
suo corpo fosse incontrollabile. L’irrefrenabile desiderio di guardare al di
sotto fu più forte della sua volontà.
Il resto del gruppo, continuando a correre, non si accorse
di nulla.
Questa volta non c’era nessuno che potesse trattenerlo, fu
solo e doveva trovare il modo per allontanarsi da li, ma…oramai era già tardi. Prima
di rendersene conto, i suoi occhi si trovarono a piena visuale con il vuoto
spaventoso.
Quasi ipnotizzato da quello spettacolo, non riuscì ad
opporsi.
L’abisso delle anime lo stava chiamando.
La spirale del Digicodice, lo
circondò, riportando il lupo solitario alle sembianze originali.
Con occhi socchiusi, quasi assopiti, Kouji
poggiò una mano sul corrimano di legno del rigido ponte.
Si sentì mancare. Ebbe un’attimo
di malore, ma si riprese.
Poggiò il palmo della mano sull’orecchio sinistro,
ascoltando quel richiamo.
- Non posso…io…non posso venire da
te…- articolò appena, muovendo le sottili labbra un po’ tinte dal sangue di una
ferita.
La forza d’animo e la grande volontà,
non bastarono, quel potere era più solido di lui.
Le gambe cedettero, e il corpo completamente sottomesso, si
lasciò cadere, come fosse addormentato.
Con occhi socchiusi e pupille perse, tinte di grigio, finì giù, nell’oscura profondità, trovando però ancora la
forza di reagire e aggrappandosi con una mano al pavimento legnoso del ponte.
Le dita sottili e lunghe, scivolarono lentamente, il corpo
era troppo pesante, e soprattutto non aveva la lucidità necessaria per reagire.
Il vento gelido proveniente dal burrone, gli sfiorò le gambe, se pur coperte
dal duro tessuto dei jeans, riuscì del tutto ad
avvertire quella fredda folata. Si sentì paralizzato. Una sensazione
imparagonabile a qualsiasi altra. Un misto tra paura e allo stesso tempo, pace.
Apparentemente poteva risultare strano, ma fu così. E lui non poteva resistere.
Il braccio s’irrigidì. Un formicolio gli intorpidì i
muscoli, creandogli fastidio.
Le dita si arresero di getto, lentamente
si ritirarono, rigando con le unghie la dura superficie di legno. La
mano si staccò del tutto, e il corpo, senza sostegni, finì
nel vuoto.
- Stupido!
Disse una fredda voce. In seguito, una mano acchiappò il suo
braccio.
Kouji sollevò lo sguardo, vedendo uno
sventolare di capelli argentei.
- La-Ladydevimon…-pronunciò a fatica,
trovandosi davanti il demone nero che lo sorreggeva.
- Dammi la mano…- disse la tetra creatura esortandolo ad
allungare l’esile braccio.
- Perché vuoi aiutarmi…?- rispose
il giovane a voce bassa e tremante.
- Preferisci cadere
nel vuoto?- ribatté il Digimon.
________________________________________________
Messaggi da parte dell’autrice:
Eccomi qui!!
Approfitto
dello spacco di tempo che ho dopo cena, e posto un
nuovo capitolo!
Volevo farlo prima, ma il sito era momentaneamente sospeso…uuuuu
EFP non può assolutamente abbandonarci!!! >_< Mattaku!!!
Oramai
mi tocca sempre e solo fare tutto di fretta… :’(
me tapina… :’<
Orsù,
forza e coraggio e rispondiamo alle vostre bellissime (come sempre) recensioni!
Per Kaho_Chan:;_____________; TI
VOGLIO BENE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E non aggiungo altro!!
Anzi…un’altra
cosa… :MI SEI
MANCATAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Per Hotaru’ 91:traaanquilla! Non
posso anticipare molto, ma il tuo Kouichi non resterà
malvagio per molto tempo! ;)
Per JusticeGundam:ehehe! Il “Lucemon” della mia storia è un tantino
diverso…poi nei prossimi chap capirai il
perché di questo piccolo spoiler! Grazie come sempre per le tue recensioni!
Purtroppo a causa di questo dannato tempo che non c’è mai, ho dovuto dimezzare praticamente tutti i miei hobbies,
che pur continuando ad esistere, si devono accontentare di piccoli ritagli o
giorni festivi… L riuscirò a scriverti una mail, o leggere una
tua storia?
Per Francesca Akira
89:Traaanquilla anche tu. Kouichi
tornerà buono…prima o poi! ^,,^
Per Driger:
Arriveranno le scenette tenere che piacciono tanto (e soprattutto) a noi
ragazze! Già nel prossimo capitolo ci sarà qualcosa di
mooolto ma mooolto
inaspettato! Un grosso bacione e grazie ancora per
“l’imbocca al lupo”! Sei stata davvero gentile! Osokunarimashita!!!Mouoitamashinakereba!!! LLL
E’ tardissimo!!! Devo proprio scappare!!!
Mi scuso per le risposte magari un po’ (molto) striminzite, ma il tempo
è…tiranno. (bastardo. Questo è il termine giusto.)
Un grosso bacio a tutti voi, e a risentirci con il prossimo capitolo!
- Tu...?! – Kouji zittì
all’istante. Sgranò gli occhi.
Ladydevimon…
Era l’oscuro demone dai lunghi capelli argentei, la presenza tartassante dei
suoi sogni?!
Era quel braccio magro e ossuto che ogni notte, puntualmente,
gli appariva per salvarlo da quel baratro sconosciuto?
L’abisso delle anime perdute.
E, proprio quell’abisso,
ora si trovava sotto i suoi piedi. Kouji si svegliò
di soprassalto da quello stato di dormiveglia profondo che gli impediva di
reagire. Agitato, mosse le gambe indolenzite dal freddo. Girò il capo, dando uno
sguardo alle oscure profondità di quel lungo precipizio senza vita.
- Non guardare!!- gli ordinò la
lady con tono furente.
- KOUJI!!!- gridò Ardhamon voltando istintivamente la testa indietro.
Chakmone Blitzmon
lo seguirono.
- Coraggio sbrigati!!- esortò
ancora Ladydevimon, porgendogli il braccio.
Il padrone della luce afferrò l’altra
mano, e con pochi sforzi, fu tirato su.
I battiti del suo cuore, accelerati all’impazzata,
rimbombarono nel suo petto come un grosso tamburo. Riuscì appena ad inghiottire,
mentre il sudore calò giù per le guance.
Si portò una mano in petto, respirando a fatica. Volse il
capo verso il demone.
- Tu…tu…-confabulò guardando la nera creatura.- Perché mi
hai salvato? – chiese poi, ancora scosso.
- Lo hai fatto anche tu, ricordi? Adesso siamo pari. – rispose lei afferrandolo per un braccio.- Togliamoci di qui.
– e lo trascinò dagli altri.
- Maledetta strega!! Lascialo
immediatamente altrimenti diventerai un cumulo di dati in pochi attimi!- Pronto
all’assalto, Blitzmon preparò le
sue possente mani avanzando minacciosamente dinnanzi all’avversa creatura.
- Fermo!- Kouji lo bloccò all’istante-
Mi ha salvato la vita!
- COOSA?!?!?- echeggiò il guerriero
del tuono- Ti ha salvatola vita?! Lei?!- domandò
puntandole contro un dito.
Il giovane padrone della luce annuì.
- Uscite in fretta da qui! – disse la
demone dagli occhi rossi, levandosi in volo.
- Aspetta! Prima dimmi il significato di quel sogno!!! – rimbombò imminente il timbro della voce di Kouji, nella speranza di ottenere finalmente una risposta.
- A tempo debito.- rispose Ladydevimon
per poi sottrarsi alla vista del giovane e di tutti gli altri.
- Antipatica! Fin dal primo momento non mi è mai piaciuta!
- Blitzmon, non c’è tempo per i
commenti… Facciamo come ha detto, questo posto sta iniziando a stancarmi! Fuori
di qui! – L’onda d’urto causata dallo sbattere impetuoso delle ali di Ardhamon, spazzò il portone di
legno, sdradicandolo del tutto.
Tra il fumo denso di polvere che poco a poco ricoprì il
terriccio, intingendolo di grigio, i guerrieri si avviarono presso l’uscita,
muovendosi tutti velocemente.
**********
- Kouji… tutto ok
amico?- spiccò una voce. Era quella di Takuya, due
ore dopo la brutta disavventura.
Il ragazzo dai capelli corvini, rimase ammutolito.
Era seduto sul quel divano, blu intenso, da circa un’ora.
Chiuso in un silenzio ricolmo di quesiti senza risposta, si era adagiato lì,
fissando il vuoto.
I Digiprescelti si trovavano nel
castello di Ophanimon.
La creatura angelica, dopo aver ripreso un po’ di forze, li
aveva ricondotti nella sua dimora, facendoli uscire dal buio tetro e soffocante
che regnava nel continente oscuro.
Junpei e Tomoki
erano nella sala cucina del palazzo, alle prese con
pentole e fornelli per organizzare qualcosa da mangiare. Bokomonstava aiutando Ophanimon a
preparare vari infusi per curare le ferite dei prescelti, mentre Neemon, sorvegliava la giovane Izumi,
adagiata sul letto di una delle tante camere del castello.
Takuya si avvicinò al compagno,
sedendosi accanto a lui.
- Sono rimasto impietrito dalle parole di…-il giovane si
fermò un’istante, quasi
avesse paura di pronunciare quel nome. Poi, togliendosi dall’impaccio, proseguì con voce calante - Kouichi…- Takuya finì le ultime lettere di quel nome con immenso
rammarico e soprattutto con tanta tristezza. Fissò Kouji,
tacito e avvolto nei suoi pensieri come volesse cancellare per sempre una parte
dei suoi ricordi, e poi proseguì- Tutti noi non ci saremmo
mai aspettati che proprio lui fosse il nostro nemico. All’inizio
faticavo a crederci, ma poi…- il guerriero si fermò per guardare ancora una
volta l’amico. – Ascolta Kouji… so quanto stai
soffrendo, fa male, ma tu non devi permettere che la rabbia ti accechi, il
fatto di aver reagito tirando un pugno a tuo fratello vuol dire
che sei riuscito a fargli capire che KoujiMinamoto non è un debole e che ci sarà sempre!- disse
sorridendo.
- Tu non capisci…- gli rispose con tono basso il guerriero
della luce, uscendo dal suo guscio.
- Sapevo che avresti detto così! – ribatté Takuya con un’altro sorriso. –
Dimentichi che anch’io ho un fratello… quella scimmiatestarda cocciuta e insolente!! Litighiamo
spesso, delle volte picchiandoci, poi la mamma chissà perché ma finisce sempre
col dare la colpa a me. Nonostante tutto però, Shinya
è mio fratello… gli voglio un gran bene e guai se dovessero
fargli del male! Correrei subito in suo aiuto. Ma, al
contrario, se dovesse capitargli una cosa simile a quella che è successa a Kouichi… mi troverei nella tua stessa situazione. Un
fratello è un fratello. Inutile negarlo. È una parte
di te, e proprio per questo non vorresti vederlo
soffrire. Io la vedo in questo modo, forse perché sono uno
ragazzo di testa ristretta come dice Izumi… oppure
perché l’educazione di mio padre è stata importante per farmi diventare una
persone coscienziosa e responsabile…!
Kouji si voltò, perplesso.
- Coscienzioso? Responsabile? – disse guardando l’amico
negli occhi con mezzo sopracciglio all’insù. Dopodichè si lasciò scappare un
sorriso.
- Dai, guarda che sono serio!!
Ammetto che qualche volta mi comporto con l’esatto contrario…però…
- Solo qualche volta?! Eh sei
coraggioso a dirlo!!Eh Eh!- ridacchiò il padrone della luce, questa volta
un po’ più forte.
- Uff e va beh… mi arrendo, però
almeno sono riuscito a farti ridere!
Kouji arrossì leggermente
tappandosi la bocca con entrambe le mani. Poi cercò come al
solito di contenersi.
- Sei sempre il solito tipo… vuoi fare la parte del bel
tenebroso spezzacuori, vero?!
Ma ogni tanto fa bene sorridere, si dice che ti
allunghi la vita… se per questo la mia sarà arrivata a mille anni…- disse Takuya poggiandosi un dito sul mento, ironicamente. Poi,
riacquistando serietà, guardò il giovane.- Qualsiasi cosa accade, noi ti
staremo sempre vicino, non sei il solo a dover affrontare questa
ennesima battaglia, cerca di ricordartelo!
- Grazie dell’appoggio, lo farò, ma non entusiasmarti…! – replicò
il ragazzo con la bandana striata. In qualche modo, le parole del giovane Kanbara lo avevano ricaricato di quell’energia
particolare che tanto stava cercando.
Kouichi era suo fratello, sapeva
benissimo che alla fine i due si sarebbero rivisti e questa volta, forse,
affrontati in un duro duello.
Però poi qualcosa lo fece
riprendere.
Fissò il suo compagno con estrema serietà,
poi sospirando continuò con una semplice frase.
- Hai ragione tu, Takuya.
- Cosa?! Mi dai ragione? Ho sentito
bene?-rispose l’amico in tono canzonatorio mentre
aizzava l’orecchio destro verso di lui . –TakuyaKanbara ha sempre ragione! Ricordalo!- esclamò
tirandogli una forte pacca sulla spalla che lo fece quasi cascare dal divano.
- Acc…- brontolò dolente il
giovane. - Hai mai pensato di fare pallavolo? Il mio allenatore farebbe carte
false per averti…
- Grazie del pensiero, ma non fa proprio per me… preferisco
il calcio!
- Onii-chan! Kouji-san!
È pronto, venite!
- Arriviamo Tomoki! Dai, andiamo a mangiare. Anche se non ti và,
devi sforzarti, altrimenti con quali energie pretendi di combattere, eh? Di
sicuro non le mie…! CoCaComCom…
- Come on! Si dice così. – puntualizzò Kouji,
alzandosi dal divano.
- Ah si… giusto…eh eh…-
Takuya sorrise appena, strofinandosi una mano dietro
il capo per imbarazzo.
I due si alzarono avviandosi alla sala cucina.
- “Ladydevimon!”- esclamò
mentalmente il giovane Minamoto ricordandosi all’improvviso
della demone. Per qualche inspiegabile motivo, voltò
il capo all’indietro, gettando lo sguardo fra le quattro pareti della vasta
sala. Poi però, colto all’entusiasmo di Takuya che lo
trascinò con sé, spostò le sue attenzioni sul resto del gruppo.
**********
- Si può sapere dove sei stata? – domandò Icedevimon rivolgendosi alla demone nera.
Nel buio della grotta, dove Kouichi
e i suoi alleati si erano momentaneamente accampati, Ladydevimon
apparve misteriosamente dal nulla.
- Perché, hai sofferto la mia
mancanza? – rispose lei, con un velo di ironia
pungente ma fredda a tal punto da provocare fastidio nei confronti del compagno.
- Spiritosa… se lo viene a sapere Kouichi
sai che non sarà contento, vero? Magari possiamo
metterci d’accordo…tu mi procuri quella ragazzina bionda, e io potrei chiudere un’occhio… sai che ho la lingua
lunga…!
- E’ stato lui stesso a darmi il
permesso di allontanarmi… quella lingua faresti meglio a tenertela stretta. Non
vorrei che finisse per caso tra le mie dita…- pronunciò
facendo muovere le lunghe falangi artigliate.
- Maledetta… ti fai forte solo perché tu e Kouichi…
- Che sta succedendo qui…? – la
presenza del giovane Kimura, irruppe tra i due,
costringendo Icedevimon ad ammutolire. – Tutto
apposto, Ladydevimon? Ti vedo stanca… riposati pure
se vuoi… domani mattina partiremo all’alba, si occuperà Ninzokumon
dell’occorrente. Icedevimon, tu pensa alla chiave. Ci
sono due soldati a guardia, ma non mi fido…hanno già fatto scappare Ophanimon, e non vorrei succedesse
qualcosa di spiacevole a quell’oggetto…
- Senz’altro! – scandì il bianco Digimon
con tono chiaro. Voltando di spalle poi si allontanò.
- E’ successo qualcosa…? Ti conosco troppo bene… tutto ok, angioletto?! – fece il padrone
delle tenebre poggiandole una mano sul mento.
Il demone scostò frettolosamente il capo quasi volesse evitare il contatto di quelle mani morbide e
leggermente rosate. Cinse le braccia attorno all’addome vestito dall’abito
nero, e sparì nel nulla.
- Perché fai così…?- emise il
giovane ragazzo, quasi sibilando.
**********
Nel castello, la cena era oramai giunta al termine.
Durante il pasto serale, nessuno dei ragazzi si era lasciato
scappare qualche commento riguardo l’accaduto successo
poche ore prima nel Tempio della Settima Torre.
O meglio, nessuno aveva trovato la
forza per affrontare quell’argomento. Almeno non così
presto.
- Junpei… questa volta devo complimentarmi con te… potresti fare il cuoco! –
dichiarò Takuya accarezzandosi la pancia piena.
- Modestamente sono lo chef di
casa! – rispose lui sfoderando un formidabile sorriso.
- Guarda che non è tutta farina del tuo sacco… dimentichi
forse chi ti ha aiutato?- ribatté Tomoki un po’
innervosito.
- Beh si… hai cucinato anche tu ma la parte grossa l’ho
fatta io!
- Ingrato come sempre!- replicò il piccolo guerriero
gonfiando le guance.
I due litiganti distolsero l’attenzione
quando, dalla porta principale, Ophanimon fece
il suo ingresso.
- Come sta Izumi? – chiese
immediatamente Takuya alzandosi dalla sedia.
L’angelo sorrise, facendo un cenno positivo
con il capo.
- Purtroppo l’incantesimo fattole da Icedevimon,
rende schiave le persone raggelando i loro ricordi e le trasforma in marionette
senz’anima. Mi meraviglio come sia riuscita a riemergere…-disse l’angelo
visibilmente sorpreso- Le ho somministrato l’antidoto, ma
credo che il vero miracolo l’abbia fatto tu, Takuya.
Puoi andarne più che fiero!- concluse sorridendo. Le
guance del prescelto arrossirono all’istante, diventando incandescenti, mentre Tomoki scherzò ironicamente, punzecchiandolo su un
possibile riscontro amoroso.
Junpei sbuffò, aggrottando il muso
in una smorfia d’invidia.
- Si è svegliata?- chiese poi frettolosamente, rivolgendosi
ad Ophanimon.
- Non ancora. L’antidoto che le ho
somministrato conteneva estratto di Momiji, un tipo
di acero rosso che si trova nel vostro mondo. Con la sola
differenza che la corteccia del Momiji di Digiworld, se bollita per venti minuti, è in grado di
portare un rigeneramento mentale e una buona quantità
di sonnolenza. Quindi credo proprio che la vedrete
domani mattina! Chiederò comunque alla mia guardiana, Nefertimon, di assisterla in caso dovesse risvegliarsi
durante la notte.
Takuya guizzò scattante
allontanandosi dalla tavola.
- Starò io con lei! La sorveglierò io
stanotte!- disse con voce entusiasta.
- Non è giusto, Takuya!- ribatté
prontamente Junpei alzandosi di botto dalla sedia
tanto da farla cascare- Tu sei stanco hai combattuto, meglio che ti riposi, penserò
io a lei!
- Ma senti chi parla! Hai
combattuto anche tu, e poi per me non è un problema! Ci vado io! – replicò
ancora Takuya.
- Insisto! Non fare il testardo! Izumite lo rinfaccia sempre! Vado io!- Junpei si allontanò frettolosamente, ma lo sgambetto
nascosto di Kouji, lo fece inciampare riservandogli
una rovinosa caduta.
- AUCC!! – bofonchiò l’aitante giovine
per la botta subita.- Chi diavolo è stato..?! Accidenti!!-
tentò di rialzarsi ma un secondo gambetto, lo fece scivolare a pancia in giù.
Kouji fece cenno a Takuya di andare, e il padrone del fuoco, alzando una mano
in segno di ringraziamento, uscì di corsa dalla sala.
- Dai qua, ti aiuto. – il prescelto della luce allungò un
braccio, sollevando il compagno in netta difficoltà.
- Grazie amico, tu sì che non sei come
quello sciagurato di Takuya! Almeno di te
posso fidarmi!- affermò Junpei, cercando di
rimettersi in sesto.
- Eh eh…si…si…-
rispose Kouji, abbozzando una smorfia di sorriso. Poi
si rivolse nella direzione di Ophanimon,
fissandole il volto.
Il Digimon, prima ancora che il
ragazzo potesse parlare, anticipò i suoi pensieri, comunicandogli tranquillità.
- “Rimanderemo il tutto a domani mattina, quando Izumi starà meglio.”- disse sussurrando nella mente del
giovane prescelto.
Kouji annuì. Poi si guardò
attorno. Vide Junpei e Tomoki
intraprendere uno dei lori discorsi culinari, Bokomon e Neemon sparecchiare la
tavola in maniera pasticciona, ma reciproca. Li osservò quasi con invidia. Poi
si soffermò sulla stanza.
Mancava una persona in quel gruppo così compatto quanto leale.
Mancava suo fratello.
Per la prima volta notò il posto vuoto accanto a lui dove Kouichi si sarebbe dovuto sedersi. Mancavano le posate, il
bicchiere e i piatti dove lui avrebbe mangiato insieme
agli altri. Mancava il suo buon cuore, la sua
garbatezza, la sua voce.
Kouji ripiegò il capo osservando
il vuoto, per l’ennesima volta quel pesante senso di oppressione
che gli dominava la mente, ritornò, portando con sé malinconia e solitudine.
Sembrò quasi strano, eppure in quel momento provò un forte
senso di isolamento.
Quella solitudine che lui aveva volutamente accolto nella
sua vita, Kouji iniziò a detestarla.
- Io vado a dormire.- disse con tono flebile e
incamminandosi verso l’uscita.
Junpei e Tomoki
smisero di chiacchierare, osservando il loro compagno andar via con una cupa
espressione sul volto.
Una stretta ai loro cuori, gli portò quel pizzico di
malinconia che aveva contagiato il prescelto della luce.
AncheBokomon
e Neemon furono avvolti dal rammarico.
Ophanimon li guardò a lungo,
restando in silenzio.
- “Forse…non siete ancora pronti per conoscere tutta la
verità”- pensò con tanta esitazione.
Contemporaneamente Takuya, salendo
di corsa le scale, si apprestò ad entrare nella camera dove Izumi
stava riposando.
Abbassò la maniglia lentamente, facendo
attenzione a non provocare rumore per svegliarla.
Uno squarcio si aprì. Ficcò lo sguardo indentro, nella fioca
luce.
La ragazza stava riposando beatamente, sdraiata su un
lettino dalle bianche lenzuola.
La stanza, non molto grande ma accogliente, era illuminata
da una piccola lucina prodotta
dall’abat-jour posto sul comodino.
Entrò in punta di piedi, chiudendo la
porta pian piano.
Il pavimento liscio e lucido, slittava al contatto con i
suoi calzini bianchi, tanto da fargli quasi perdere l’equilibrio.
La parte del letto, era circondata da un grande
tappeto, e il ragazzo si portò su esso restando in silenzio.
Izumi dormiva serenamente, con
quel suo viso bianco schizzato appena di rosa.
Il cuore del giovane palpitò un istante.
I capelli della ragazza erano sparsi sul cuscino, alcuni
ciuffi pendevano dal letto come nastri dorati, mentre altri, adagiati sulla sua
bocca, trasformavano quell’immagine in un ritratto.
Takuya si avvicinò, rimboccandole
amorevolmente le lenzuola un po’ smosse.
Allungò un braccio, scostando quei sottili
ciuffi dalle labbra della ragazza, e, senza volerlo, le toccò
fuggevolmente la bocca.
Ebbe un contraccolpo. Il cuore cominciò a mutare il suo
marciare ritmato, in una corsa convulsa.
Distolse per un’attimo
lo sguardo dalla compagna nella speranza di rallentare quel battito. Senza
nessun risultato.
Izumi era lì.
Quella candida luce le rifletteva sul
viso, illuminandole la pelle.
Ancora una volta, Takuya si sentì
avvampare.
Il palpito, come il forte suono prodotto da decine di
chitarre elettriche, riecheggiò nel suo petto. Si portò una mano sul torace,
quasi avesse paura che Izumi potesse udire quel
ritmo.
L’effetto suggestivo dell’abat-jour,
creò un gioco di luci, tenui e sottili, delicate come quel volto impossibile da
non guardare.
Le gambe del giovane si mossero da sole comandate da un’impulso
istantaneo.
Chinò la schiena, portando il busto in avanti. Poggiò le
mani sulle lenzuola, sentendo la soffice morbidezza del materasso.
Un pensiero gli sfiorò la mente man mano che si accostava
sempre di più a lei.
Deglutì appena.
Stranamente si sentì calmo, quasi deciso.
Il cuore continuò a martellargli, ma lui cercò di non dargli
ascolto.
Piegò ancora di più la schiena, in avanti.
Il suo viso era talmente vicino che a Takuya
apparve quasi di sentire il respiro delicato e silenzioso di Izumi, infrangersi sulla pelle.
La sensazione fu troppo forte, non poté allontanarsi, oramai
era troppo tardi, e le sue labbra si posarono garbatamente su quelle della
ragazza.
Fu allora che udì il suo cuore scoppiargli in petto. Fu
accarezzando quella bocca che capì. Non era soltanto amicizia.
Il piccolo grande guerriero del
fuoco, amava alla follia la dolce fata del vento?
Questa volta l’orgoglio fece un passo indietro. E il petto di Takuya si aprì in
uno scoppiando di gioia.
Tutte quelle sensazioni riempirono il suo corpo di un calore
così intenso da farlo ardere.
Com’era possibile tutto ciò? Da quando si erano conosciuti,
i due ragazzi non perdevano mai occasione per litigare.
Ma infondo, a lui piaceva farlo.
Gli piaceva udire la voce di Izumi
che, corrugando la fronte, respingeva le sue parole, dibattendosi. Gli piaceva
vederla affannarsi per difendere Junpei o suo
fratello Shinya che non perdeva occasione di
stuzzicarlo davanti a lei. Gli piaceva il suo modo di pensare, i suoi gesti, perfino il suo modo di camminare o frapporsi
agli altri! Era così.
In quel bacio, capì veramente ciò che il suo cuore gli aveva
urlato da tempo.
Anche il perché di tutte quelle
arrabbiature ogni qualvolta un ragazzo entrava quasi di proposito nella sua
aula per chiederle di uscire, oppure quando Junpei la
prendeva per mano, o ancora quando lei sorrideva così dolcemente da fargli
dimenticare addirittura il resto del mondo.
Perfino il suo orgoglio nell’ammettere il contrario, era
stato messo da parte.
Tutto sembrò come una favola in quel bacio che forse decretò
una flebile speranza che però, al porsi di una
domanda, venne presto interrotta.
Di chi era innamorata Izumi?
Takuya non voleva illudersi.
D’altronde la vita privata della ragazza non era certo affar
suo!
In quel barlume di coscienza ritornò in se. Le speranze gli
cascarono addosso. Tutto sembrò ritornargli contro. Ritirò paurosamente il
capo. La bocca si staccò producendo un lieve suono, quasi impercettibile.
Guardò le labbra della giovane ragazza,
poi si toccò le sue.
“Stupido!”
Disse mentalmente, con il cuore in gola, mentre si accorse
che stava tremando.
E se in quel momento lei si fosse
svegliata? Takuya cosa avrebbe fatto? Cosa sarebbe successo? Sicuramente uno schiaffo e poi… poi
il giovane preferì non pensarci.
La fortuna di quella notte volle che Izumi,
assopita del tutto, restò immobile nel suo morbido
letto, rapita da chissà quale sogno.
Takuya ebbe paura eppure, doveva
dichiararsi! Sentiva il bisogno di farlo.
Una cosa impensabile da parte sua fino a pochi istanti fa,
però…quel passo, quel forte impulso che lo aveva
portato a soffocare di sentimento le sue labbra, dichiarò inarrestabile, quasi a
gran voce, il bisogno di liberare le sue emozioni. Difficilmente sarebbe
riuscito a reprimere i suoi sensi.
Aveva paura. Era consapevole di ciò. Ma
il timore di un possibile rifiuto, lo terrorizzava.
Un tipo forte come lui, un vero leader,
coraggioso e tenace in combattimento, non poteva lasciarsi demoralizzare. Però, ai suoi occhi quella si mostrava come una battaglia
senza ferite lacere, visibili all’estreno, dure e
dolorose da sopportare, ma niente che le giuste cure potessero guarire.
Questa volta, nessuna cura poteva aiutarlo. Tutto estremamente facile per un ragazzo che salvò Digiworld da una creatura malvagia e possente mai quanto la
creatura chiamata “amore”. Era come un bambino ai primi giorni di scuola,
incapace di leggere o scrivere, timoroso di affrontare una nuova materia.
Temeva il confronto con qualcuno più forte lui e che la dolce ragazza molto probabilmente, amava.
Avrebbe perso di sicuro. Era convinto. Però
doveva tentare. Il suo istinto urlava di farlo. Il buio della camera, il
respiro della giovane Izumi, e la calda luce
dell’abat-jour, lo fecero soffocare proprio mentre
stava per avvicinarsi a lei. Ebbe paura.
Chinò il capo, fissandosi i calzini. Non sapeva che fare.
Quasi meccanicamente, si portò di nuovo la mano alla bocca,
toccandosi le labbra.
Un altro bacio?
No, stavolta no. Non poteva
rischiare una seconda volta.
La fortuna non gira sempre nel verso giusto.
Con occhi velati, sprofondò sul tappeto accanto al letto, e poggiò
le spalle alla parete. Proprio come accadde in un’altra
stanza, quella del suo migliore amico. Kouji.
Il giovane Minamoto, chiuso nella sua
camera a fissare il vuoto, non poté fare a meno di rivivere quei momenti.
“Sappi che da questo
momento in poi, tuo fratello non esiste più!!!”
- Kouichi…perché…? -sussurrò
appena, ricordando quella frase all’infinito.
Vide il vuoto nella camera.
Pensò che se suo fratello fosse stato lì con lui, molto
probabilmente si sarebbero addormentati in piena
mattinata, restando a chiacchierare per tutta la notte.
Peccato che non fu così.
Tutto si consumò in pochi attimi nel Tempio della Settima Torre.
Tutto troppo in fretta da non lasciare il tempo di
comprendere a fondo il perché di tutto ciò.
Davvero sarebbe stato capace di affrontare suo fratello?
Rabbrividì per un attimo all’idea di incrociare ancora una
volta il suo sguardo tanto estraneo quanto gelido, diverso, cambiato.
Erano le due quando il sonno rapì
le menti dei due ragazzi, oramai esauste dai dubbi irrisolti e difficili da
affrontare.
L’alba arrivò presto nel mondo digitale.
Tutti dormivano profondamente nelle stanze del castello, nei
loro letti come fossero a casa propria. L’ambiente era
accogliente, da farli sentire al sicuro. Un po’ di pace non
sarebbe affatto guastata dopo il caos della sera prima.
Takuya, sdraiato a terra, il capo sul bordo del letto, una posizione non
del tutto comoda, che il sonno però sembrò cancellare.
- …zzz… hai le labbra come zzz… come dei petali di rosa zzz…-
parlottò indistintamente nell’assopimento totale.
Una mano lo fece sbandare. Si destò di scatto.
- Takuya! Takuya!
Una voce delicata e familiare scosse il giovane.
Takuya riaprì gli occhi,
trovandosi un’iride intriso di verde ad illuminargli
il viso.
- I-I-Izu-mi…?!?!!-
frusciò confusamente.
- Stai bene?! Tutto ok?! – domandò impensierita la
ragazza.
- S-si… credo di si… è successo qualcosa?!- disse il padrone del fuoco con lo
sguardo vacillante.
- No tutto apposto…!- disse lei sorridendo- Scusa se ti ho
svegliato così bruscamente, parlavi nel sonno e mi sono un po’ spaventata…!
- Ah da-davvero…? Eco-cosa ho detto? – domandò balbettando.
- Mmh…Dicevi di fiori o petali di
rosa…almeno questo è quello che ho sentito… però non
ho capito bene, la tuavoce era spezzata
da un forte russare… ero preoccupata, per questo ti ho svegliato così
bruscamente… sei rimasto qui tutta la notte, vero?
Il padrone del fuoco annuì diventando rosso.
Il cuore cominciò a battergli nuovamente.
Il solito tran tran.
- Accidenti a te! Non dovevi, adesso per colpa mia avrai mal di schiena! Non ero in pericolo di vita e poi avevi
bisogno di riposare come si deve! – fece Izumi visibilmente infuriata.
Takuya rimase ammutolito. Troppo occupato a rallentare i battiti del suo cuore, per divulgare
bene le parole.
Calò un’istante
di silenzio, destinato presto a finire.
- Sei…arrabbiato con me, vero? – chiese la Digiprescelta,
in tono timoroso- Io…io non volevo combattere con te…-disse con un velo di angoscia intriso negli occhi- Non volevo farti male… mi
dispiace Takuya… Ti ho fatto soffrire… sono stata una
stupida… mi sono lasciata manovrare come una stupida marionetta! Sono davvero
una stupida!!
- NoIzumi!
Non dirlo nemmeno per scherzo!! – l’
interrupe lui all’istante- Non-non è per
questo… è che…che…- Takuya tentò di parlare,
imbarazzato e per tirarsi fuori dall’impaccio, mentì spudoratamente usando una
banale scusa. - Ahi che male! – esclamò massaggiandosi la schiena.
- Ti fa male…?– Izumi sollevò le lenzuola, mettendo i piedi giù dal letto.
– Avanti, siedi qui!- ordinò lei facendolo adagiare a
pancia in giù.
- Ma che vuoi fare…? – domandò il
giovane con perplessità. Prima ancora di rendersene conto, la maglietta che
indossava, si sollevò, e due calde mani gli si adagiarono dolcemente sulla
schiena, facendogli calore.- Hey bionda??!!!Che fai?!?!?!! Cos’è tutto questo spirito d’iniziativa?! Guarda che siamo
ancora minorenni per certi tipi di cose!
Izumidivenne
rossa, poi sbottò quasi infuriata, picchiandogli il capo.
- Ahi! Era proprio necessario? Guarda che stavo
solo scherzando!- disse il ragazzo cercando di farla calmare.
- Non fiatare! Mia madre m’ insegnò alcuni anni fa un
massaggio per alleviare i dolori alla schiena. Non sono brava come lei, ma
almeno ti passerà un pochino. E’ il minimo che posso fare per scusarmi di
averti ferito. Quindi zitto e taci!- ordinò
imperterrita.
Quello fu il primo contatto avvenuto con Izumi,
dopo il bacio.
Le mani della ragazza, così delicate e leggere, lo fecero
arrossire. Si sentì avvampare per un attimo, poi deglutendo,
riprese il controllo cercando di parlare.
- Tu…tu non c’entri assolutamente nulla! Cioè
volevo dire, riguardo al combattimento, non è stata colpa tua, non devi dirlo nemmeno
per scherzo! Alla fine quel verme di Icedevimon me la pagherà! Ti ha trattato come un
giocattolo, e questo non lo tollero! L’anima delle
persone non và toccata o manovrata a proprio
piacimento!
- Sembri mio padre! Eh eh!-
sorrise la giovane.
- Da-davvero?!-
balbettò ancora il guerriero del fuoco.
- Si! Anche lui sostiene lo stesso,
senz’anima un corpo non vive, e così anche il contrario, un’anima senza un
corpo non può svilupparvi, continuerà ad esistere, ma in forma astratta, per
questo è importante proteggerla. Chi cerca di oscurarla, probabilmente lo fa
perché è il primo a non possederne una. Mio padre lo ripete spesso, soprattutto quando litiga con il suo capo… “quello è un
individuo senz’anima!” - esclamò Izumi imitando il
timbro di voce del suo genitore.
Takuya scoppiò a ridere,
trascinato un po’ dall’allegria della compagna che lo fece svuotare dai suoi
pensieri.
- Ti giuro che fa proprio così! Dovresti vederlo poi, quando
litiga con mamma… lei è una persona decisamente più
calma e riflessiva, difficilmente perde le staffe, solo papà è capace di farla
imbestialire!
- Eh Eh!
Anche i miei litigano spesso, ma al contrario della tua famiglia, entrambi hanno un carattere forte e impulsivo, perciò basta una
piccola scintilla per farli scattare…e quando succede, nessuno è in grado di
farli smettere… poi però cinque minuti dopo vanno d’amore e d’accordo…magari
papà le regala dei fiori per farsi perdonare, e tutto fila liscio!
- Le donne vanno rispettate! Ricordatelo! Voi ragazzi troppe
volte ci fate soffrire, siete insensibili freddi e soprattutto non capite i
nostri stati d’animo!- pronunciòIzumi
aumentando involontariamente la pressione delle dita sulla schiena di Takuya che strillò dal dolore.
- AAHII!!!!!
- Aah scusa Takuya non volevo! Dimmi che non ho peggiorato
la situazione ti prego!- domandò la ragazza dai lunghi capelli biondi, con tono
apprensivo.
- N-no…tranquilla…è passato…!-
rispose lui a denti stretti, un po’ sofferente.
Un raggio di sole entrò nella stanza e illuminò il cuscino.
- Che bel gioco di luci!- esclamò Izumi estasiata nel vedere quella fascia luminosa,
irradiare le bianche lenzuola.
Proprio come la luce dell’abat-jour.
Fu tutto come ieri notte.
Il silenziò immerse una seconda
volta.
A Takuya ritornò il batticuore.
La pelle liscia delle dita di Izumi, a contatto con la sua, gli solleticava di poco la
schiena, regalandogli una gradevole sensazione.
Desiderò poter interrompere il tempo, chiuse gli occhi
immaginando il volto della ragazza, ma la scena di quel bacio tanto bello
quanto rubato, riapparve nel buio della sua mente.
Takuya deglutì.
Forse, era giunto il momento?
Quale attimo migliore per dichiarargli i suoi sentimenti?
Prima però, doveva accertarsi di una cosa, così, prese fiato, tremando, ma prima ancora di parlare, la
combattente del vento lo anticipò.
- A proposito, non ti ho nemmeno domandato degli altri… dove
sono?Quand’ho perso i sensi eravamo in quel tempio e poi non ricordo più niente… sono un
po’ confusa…e soprattutto ho un gran mal di testa! Ci troviamo in qualche
settore di Digiworld?
- Dopo lo scontro, siamo ritornati nel castello di Ophanimon e…-Takuya
sospirò- la situazione è più complicata di quanto possa sembrare, credimi…
comunque ti racconterò meglio dopo, quando saremo tutti insieme. Junpeifarà i salti di gioia non
appena ti vedrà, anche Tomoki, era molto preoccupato
per te.
- E…e Kouji…?
Cioè volevo dire… lui…dov’è…come sta? E’ ferito? –
domandò la ragazza con le mani leggermente irrigidite.
Il cuore di Takuya si fermò
immaginariamente.
Eppure a lui sembrò reale.
- Ha solo un taglietto sul labbro e come gli altri è un po’ scosso per quanto successo... sai che ha la pelle
dura, niente può scalfirlo.- disse con voce bassa e piena di timori.
Izumi sospirò emanando una ventata
di gioia.
Ancora una volta il cuore di Takuya
sobbalzò.
Un nastro di freddo gli attraversò tutta
la schiena, un’angoscia terribile lo divorò in pochi istanti. Si sentì raggelare.
EppureIcedevimon
non era lì! Pensò aspramente.
A quel punto doveva dirglielo.
Decise di parlare, formulando la domanda che molto
probabilmente avrebbe risolto i suoi quesiti.
Prese fiato, lentamente, mordicchiandosi il labbro
inferiore.
- Izumi… a te pi…- un groppo in
gola, forse dovuto a ipotetiche lacrime che tratteneva
forzatamente, gli bloccò la parola. Schiarì la voce con un colpo deciso, e si
caricò d’energia - A te piace Kouji, vero?- pronunciò,
quasi senza rendersene conto.
Al suono di quella domanda, le mani della giovane si
fermarono di colpo.
Restò interdetta. Senza riuscire a divulgare nessuna
sillaba. In silenzio. Un silenzio che Takuya interpretò
chiaramente.
Il calore che bruciava nel suo corpo, si spense.
Kouji era il suo migliore amico. E
la persona che piaceva aIzumi…era
proprio lui?
I soliti casi della
vita…
Non fai in tempo a
capire i veri sentimenti che provi per una ragazza, e scopri che questa è
innamorata del tuo migliore amico.
Sembrava un romanzo con tutti gli elementi necessari per la
stesura.
Takuya serrò gli occhi, facendo
sprofondare la testa nel cuscino.
Nascostamente, agguantò con le dita una parte di lenzuolo,
bianco e liscio, e lo strinse fortemente fino a sgualcirlo.
Sperava di reprime la rabbia
semplicemente con quel gesto, ma era impossibile, e questo lo sapeva…
così…tentò di parlare, trovando la forza per non destare sospetti.
L’idea di piangere gli sfiorò la mente, una reazione normale,
fortunatamente per lui, passeggera. Durò pochi secondi.
Doveva reagire per evitare il crollo e così… scoppiò a
ridere.
Una risata triste, ma sapientemente camuffata in suono
allegro.
- Ma… Takuya???
Perché ridi?- domandò lei, colta dall’imbarazzo.
- Perché? Beh, perché anche se in
questo momento non posso vedere la tua faccia, sono più che sicuro che sarà
completamente rossa! Ho azzeccato eh?
La biondina si portò entrambe le mani al viso, completamente
amaranto.
Incredibile, era vero! Pensò avvampando di più.
- L’oracolo Kanbara ha colpito
ancora! E’ inutile, ci conosciamo da cinque anni, non hai più segreti per
me!Certe cose le capisco! A me puoi
dirlo, e se pensi che lo vada a riferire a lui, beh, toglitelo dalla testa, lo
posso giurare su su…su Junpei! – con grande sforzo, Takuya
tentò di ironizzare, difficile da crederci, ma ci riuscì.
- Si certo, proprio su di lui! –
rispose Izumi un po’ divertita.
- Beh si fa per dire…come dire… è un modo di dire!! – ironizzò ancora inventando lì per lì un divertente
gioco di parole che portò l’amica a ridere così tanto
fino a farle riempire le guance di rosso.
Takuya sollevò il busto,
sistemandosi in posizione seduta.
- Se continui ad arrossire Kouji ti scambierà per un piccolo peperone…! Non mi sembra consono, ti pare?- fece guardando la ragazza in volto.
Lei per tutta risposta gli sferrò un piccolo pugno sulla
spalla, aggrottando le sopracciglia.
- Ehi ehi
scherzavo! Non perdi mai occasione di picchiarmi eh? Scommetto che con Kouji non lo faresti mai!
- Dai Takuyapiantala!
Se non ho mai alzato un dito su di lui è solo perché
non me ne ha dato mai motivo per farlo…! A differenza di una
certa personcina…- Izumi socchiuse
le palpebre lanciandogli un’occhiataccia sinistra.
- Okok,
ho capito il messaggio… se proprio non ne vuoi parlare allora vorrà dire che non insisterò più. Di sicuro non voglio ricevere
un’altra botta, hai le mani pesanti come quelle di un lottatore di sumo…sono tutto indolenzito…ohi ohi…- si massaggiò la spalla inscenando ancora una
volta un finto dolore, ma questa volta, la commedia non andò in porto e si vide
subito arrivare un cuscino in pieno viso.- OUUCC!!- mugugnò.
- Chi sarebbe il lottatore di sumo?! – strepitò Izumi con tono acuto
premendogli contro il guanciale.
- Pardon! Vi chiedo umilmente scusa mia padrona! Il vostro
umile servo non sbaglierà più, ve lo giuro su su…su Junpei!
- Takuya!- ribatté la giovane con
dolce ironia e allentando la spinta.
- .........ti amo… Izumi! – pigolò il ragazzo.
In quell’attimo, rapito da un
forte istinto, lo stesso di quella sera, con le labbra premute al soffice tessuto
del cuscino, non fu capace di fermarsi, quelle parole, se pur sussurrate appena
e coperte dalla calda lana, risultarono un frastuono
incomprensibile, che la giovane non riuscì a comprendere.
- Che hai detto, scusa?- chiese
togliendogli il cuscino dalla faccia.
- Andiamo a preparaci! Scommetto
che gli altri saranno già in piedi. CoCaCamCam…
- Come on! Si dice così caro il mio
esperto d’inglese! Il Can Can
è un’altra cosa! – puntualizzò la biondina scompigliandogli i capelli.
- Acc! …guarda che lo sapevo benissimo…e solo che ho avuto un attimo di
offuscamento…capita anche ai migliori!
- Peccato che io non ne veda in questa stanza…ehe eh! –Alzandosi dal letto, Izumi allungò un
braccio in direzione del compagno, per aiutarlo a rialzarsi.
- Tranquilla. Il tuo segreto con me è al
sicuro!- dichiarò lui dandole piena fiducia.
Il cervello umano è
sorprendente.
Se un individuo vuole, può.
Nonostante la sofferenza, il
giovane capì che il dramma di Kouji aveva priorità su
tutto. Doveva dimenticare quel suo “banale” sentimento.
Banale però, cercò di farlo diventare. Forse per evitare che
il dolore e la rabbia gli offuscassero il cuore,
rendendolo incapace di reagire. Come un manichino. Senz’anima.
Digiworld aveva bisogno anche di
lui, doveva tirar fuori il meglio di sé per quella che forse sarebbe diventata
la battaglia più grande, non c’era tempo per pensare all’amore, e, cacciando via
un’incredibile volontà, accantonò i suoi problemi, seppellendoli in un angolo
sperduto del suo cuore, per poi lasciarli lì, addormentati, probabilmente, per
sempre.
________________________________________________
Messaggi da parte dell’autrice:
Ecco
uno dei capitoli più attesi da molti di voi! Il motivo?
Il
piccolo riscontro amoroso fra Takuya e Izumi è un valido motivo?
Mi
auguro proprio di si! Comunque,
sappiate che non è finita!! Il capitolo numero 15 sarà
ancora più emozionante! Finalmente verrà svelato uno
dei più grandi misteri di Digiworld che riguarda
proprio Lucemon! ^___--
Per Hotaru’91:
eh
già…proprio Kouichi…ma se è toccato a lui, una
ragione ci sarà! E questo come sempre lo scoprirai nel
prossimo capitolo! Un bacio e continua a seguirmi se vuoi!
Per Driger: >___<
acc! Mi hai sgamata! Ebbene
si, a questo punto sono costretta a confermare la tua tesi: Ladydevimon
ha liberato Ophanimon!! Il
perché di questa pazzia (se si considera che lei fa parte dei cattivi, allora è
pura pazzia…) lo scoprirai tra qualche chap! Grazie ancora
per i tuoi bellissimi complimenti!
Per Francesca Akira
89:Esatto!!
La risata di Kouichi era volutissima! Volevo che
sembrasse proprio pazzo…Lucemon lo è,
e non poteva essere altrimenti dato che il povero ragazzo ha perso
completamente ogni sua volontà…! Ladydevimon la
capirai tra un po’…così come Icedevimon e la sua apparente attrazione per izumi!
Per Kaho_chan:;_____; Ma dove sei??? Mi manchi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
;_________;
Con
questo, è tutto!
Come
sempre, grazie infinite per le vostre recensioni!
Un
grandissimo bacio!
P.S. Dimenticavo una cosa piuttosto importante…
CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL MONDO!!! CAMPIONI DEL
MONDOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! >_____<
I due discesero le scale, raggiungendo il resto del gruppo
Capitolo 15
________________________________________________
Takuya uscì dalla camera di Izumi.
Inutile mentire, stava a pezzi.
Prima quel bacio e poi… l’aver scoperto che il cuore della
persona amata stesse palpitando già per qualcuno, fu proprio un duro colpo.
Un po’ per rabbia, un po’ per l’amarezza che lo pungeva
dentro, tirò un pugno alla parete del corridoio ma subito dopo sventolò
velocemente il braccio a causa del dolore.
Le nocche della mano diventarono rosse come la felpa che
portava addosso.
Si strofinò la parte lesa tentando un massaggio per calmare
il rossore, ma riuscì solo a peggiorare le cose.
- “TakuyaKanbara
è un fallito…” – sussurrò con occhi appannati. Dopodichè picchiò la testa
contro il muro e premendo fortemente la fronte sulla liscia parete, si lasciò
sfuggire un sordo singhiozzo.
Proprio in quell’attimo però,
l’incontro del tutto inaspettato di una persona a lui cara, lo destò
completamente.
- Takuya… Tutto ok?- suonò la voce di Kouji, dal
fondo del corridoio.
Takuya voltò il capo in quella
direzione quasi con collera, e stringendo i denti diede campo alla sua rabbia
di esplodere francamente:
- Proprio tu me lo chiedi?! EH?! – urlò con occhi un po’ umidi.
Kouji si zittì quasi con sgomento.
Ci fu un attimo di silenzio, ma Takuya,
resosi conto dello sbaglio, cercò di giustificarsi senza tante premesse.
- Scusa… non volevo…- mugugnò appena - è solo che ho dormito
poco… Sono successe così tante cose…e tutte così all’improvviso!- disse
strofinandosi la mano dietro la nuca.
- Se la cosa ti può consolare, sappi che non sei il solo ad
aver passato la notte in bianco… – affermò il moretto dal lungo codino, con una
voce un po’ abbattuta. Detto questo, Kouji preferì
non aggiungere altro. L’espressione e perfino i movimenti di Takuya, fecero capire al giovane Minamoto
che quell’aver “dormito poco” del compagno, era
solamente un pretesto per cercare di nascondere qualcosa di ben più grave. E se
a Takuya non gli andava di parlare, prima o poi lo
avrebbe sicuramente fatto, e di questo Kouji ne era
più che convinto, così…con una pacca sulla spalla, ed un piccolo sorriso, i due
discesero le scale per ricongiungersi al resto del gruppo.
Pochi minuti dopo anche Izumi si
unì alla compagnia. Scortata da Nefertimon fino alla
cucina dove i ragazzi stavano facendo colazione, la ragazza fece il suo
ingresso salutando tutti con un rigoglioso sorriso.
Junpei come al solito le si buttò
contro e la stritolò con uno dei suoi energici abbracci.
Takuya osservò sommessamente la
scena, sbottando appena appena. Volse il capo
all’insù un po’ crucciato ed affogò la sua rabbia addentando furiosamente un
panino, che inghiottì in un sol boccone.
Finito il breve breakfast, ancora Nefertimon
condusse i cinque prescelti nel salone principale, invitandoli a prendere posto.
Nel frattempo Ophanimon, mentre
percorreva il lungo corridoio che l’avrebbe portata nella grande sala, arrestò
un attimo.
- “Mi chiedo se sia giusto che voi sappiate.”- sussurrò a
voce bassa, sentendo arrivare il vociare dei cinque umani.
Takuya, seduto sul grande divano,
accavallò la gamba con fare tipicamente maschile.
-“Che situazione!”- pensò osservando Izumi
sorridergli e sedersi accanto, ignara di quanto successo nella notte.
Dopo vari minuti, Ophanimon
finalmente fece il suo ingresso, accompagnata da Bokomon
e Neemon, quest’ultimo
ancora intontito dal sonno.
Erano da poco le otto.
Dal finestrone della sala i primi
raggi di sole si accostavano dalle vetrate superiori che circondavano il lungo
salone.
Sembrava di trovarsi all’aperto, con quella luce così ampia
e chiara che illuminava la gigantesca camerata.
Tutto era tranquillo. Una calma sicuramente surreale ma
piacevole.
L’angelo dall’armatura acquamarina, fece cenno ai tre
rimasti ancora in piedi, di accomodarsi.
Junpei, primo tra tutti, si piombò
come un falco sul morbido divano, per accaparrarsi il posto accanto alla bella
ragazza.
Tomoki scosse un po’ il capo,
sospirò appena collocandosi poco distante.
Fu il turno di Kouji che con il
suo inconfondibile modo composto e silenzioso, si accomodò poco distante dai
due.
- Buongiorno ragazzi!- pronunciò la creatura, con voce
pacata.
- Buon giorno anche a te, Ophanimon!-
risposero tutti. Fatta eccezione per il taciturno Digiprescelto
della luce, che aspettava impaziente le dovute spiegazioni.
- Dunque…- Scandì all’improvviso il custode celeste, adagiandosi
su una poltrona di fronte agli umani.
- Un momento…!- Izumi irruppe guardandosi attorno un po’ confusa.- Manca Kouichi! Aspettiamo che arrivi anche lui!- disse notando la
sua assenza.
Takuya e gli altri sobbalzarono.
Ognuno di loro chinò il capo in direzione del pavimento per nascondere
l’espressione cupa e malinconica che era apparsa su quelle facce.
La giovane biondina li fissò uno ad uno, sempre più confusa
e disorientata dallo strano comportamento di Takuya e
dal resto della compagnia.
- Lui non verrà.
Izumi sobbalzò per un istante
voltandosi in direzione di Kouji.
- Che vuol dire che non verrà? Gli è forse successo
qualcosa? – domandò con la paura che Kouichi fosse
rimasto ferito.
Takuya si fece coraggio ed avvicinò
il capo all’orecchio della biondina:
- Ricordi quella situazione complicata che ti ho accennato
questa mattina? Ecco… Kouichi…vedi lui è…
- Lucemon. - Disse Kouji senza usare inutili giri di parole.
Izumi tossicchiò fortemente:
- COSA?!! – pronunciò con una voce strozzata e a dir poco
incredula.
- Ora ti spiego io. Ascolta…- Takuya
si schiarì la voce con un colpo di tosse, e cominciò il racconto.
**********
Nel nascondiglio dove Kouichi e
suoi alleati avevano trascorso la notte, sorgevano preparativi in vista. Decine
di Metalridermon correvano in più direzioni,
piuttosto indaffarati.
- Ninzokumon, è tutto pronto? –
formulò il prescelto delle tenebre al Digimonninja.
- Sì mio signore! Tutto è stato fatto come lei ha ordinato.
I soldati sono pronti a partire. La chiave la terrà lei?
- No. Ho dato ordini precisi ad Icedevimon
e per sicurezza sarà custodita all’interno di un Metalridermon.
Tu assicurati che quel guerriero arrivi integro prima di entrare nel nucleo, in
caso contrario, ridurrò te in tanti piccoli pezzettini.- aggiunse gelidamente- Quell’oggetto è importantissimo per la rinascita di Lucemon…senza quella chiave, non potrò liberare la sua anima...
Sarebbe un vero disastro, non lo pensi anche tu? Perciò impegnati a fare bene
il tuo lavoro e ricorda che non ammetto sbagli come l’ultima volta… Ophanimon oramai non mi serviva più, ma se fosse stato il
contrario…- Kouichi sorrise sommessamente mentre il
piccolo Digimonninja
s’intirizzì- FORZA! Và a preparare le
truppe!- ordinò con sollecitudine.
**********
Il viso di Izumi si era spento
all’improvviso, e quella luce radiosa che emanava ogni volta che qualcuno la
fissava in volto, non c’era più.
- Allora…questo significa che dovremo combattere contro di
lui? Ancora una volta? -balbettò- Io…non riesco a capire…- continuò stringendo
tra le dita un pezzo della gonnellina plissetta che indossava.
Ophanimon si alzò in piedi percorrendo
qualche passo in direzione del gran finestrone posto alle
spalle del divano dove sedevano i Digiprescelti.
- Colpa dell’essenza digitale.- asserì.
- E’ quella cosa che sta nei nostri D-scan?
- domandò Tomoki sbatacchiando il suo oggetto
tecnologico.
- Esatto. – gli rispose - E’ la chiave che compone un Digimon. Come un perno.
- Un perno?- replicò ancora il ragazzino.
- Il perno è una sorta di sostegno principale, il fulcro
primario che unifica tutto.- gli spiegò Junpei. Poi
riprese- Però il perno di un Digicodice… mi sembra
una cosa alquanto strana…voglio dire, un Digimon è
composto da dati, e i dati sono la parte principale della creatura…o perlomeno
ho sempre creduto che lo fossero…
- Infatti è così.- confermò Bokomon-
Il Digicodice è un perno della nostra struttura
digitale, ma non quello primario. Il fulcro del nostro corpo è una piccola
sfera dalle dimensioni di una perla e il colore del sole. L’essenza digitale
per l’appunto.
- Ascoltatemi tutti- Ophanimon
fece in modo di attirare l’attenzione dei prescelti su di sé – Cinque anni fa, quando arrivaste a Digiworld per la prima volta, non appena varcaste il
confine di questo mondo, i vostri cellulari assunsero la forma degli attuali D-Scan che in questo momento vi sono stati riconsegnati. In
ognuno di loro è racchiusa la chiave per la Digievoluzione,
chiamata da noi Digimon “Essenza Digitale”. Bokomon vi avrà sicuramente accennato qualcosa, quando
eravate nella Sala delle Dieci Luci. Ed è proprio in quella sala che oramai da
secoli sono custoditi gli spiriti dei leggendari guerrieri.
- Ooh! Davvero?? Quindi i potenti
guerrieri abitano lì?- proruppe all’improvviso Neemon.
- Chiudi il becco Stupidmon! Fai
silenzio!- gli urlò Bokomon tappandogli il musetto.-
Prosegua pure o somma Ophanimon!
Il custode angelico annuì- Come sapete, senza quell’essenza nessuno di voi è in grado di Digievolvere. Quando liberaste Digiworld
ritornando poi nel vostro mondo, affidai la chiave di diamante capace di aprire
lo scrigno, nelle mani di Bokomon, che ne divenne il
custode. Ho pregato a lungo per non dover mai più ricorrere a quell’oggetto… ho sperato che i Leggendari Guerrieri
riposassero in pace, in un mondo tranquillo…ma…- Ophanimon
si girò verso i ragazzi, guardandoli - Digiworld negli
ultimi tempi sta attraversando un brutto periodo.
Takuya si scosse percependo il
tono pacato della celeste divinità, mutare in una melodia più sconfortata.
- Ti riferisci a ciò che sta succedendo?- chiese in cerca di
conferme.
- In parte.- disse Ophanimon
rivolgendo uno sguardo al limpido cielo. - Alcuni settori sono stati
completamente abbandonati a causa di strane anomalie presenti in diversi
sistemi. Molti Digimon sono stati costretti a
trovarsi una nuova casa, altri sono emigrati sulle tre lune che accompagnano
questo mondo, e altri ancora purtroppo non sanno dove andare. Io, Seraphimon e Cherubimon abbiamo
parlato a lungo di questo, ma le nostre teorie, i nostri presupposti non hanno
trovato sbocco. – il Digimon scosse il capo un po’
con amarezza- Così, alcuni mesi fa, loro due sono partiti per verificare di
persona cos’è che abbia provocato un simile dissesto. Finora però, le notizie
che hanno accumulato sono pari alle informazioni che avevamo prima di partire.
- Potrebbe trattarsi di un bug
informatico che provoca il malfunzionamento di quei settori.- disse Junpei entrando nel discorso.- Per eliminarlo basterebbe
una procedura di debugging, ovvero di ricerca ed
eliminazione di tutte le possibili inesattezze. Se avessi un computer a portata
di mano, lo farei più che volentieri, così quei Digimon
potrebbero ritornare alle proprie case!
- Hai un animo nobile Junpei, ma Cherubimon crede che questo squilibro sia legato in qualche
modo alla venuta di Lucemon…o qualcosa di attiguo.
Devo confessarvi che temo per la salvezza di questo mondo. Se Lucemon risorgerà davvero, questa volta dovremo
fronteggiare un doppio problema, e con tutta sincerità, non so proprio se
stavolta riusciremo a farcela, e soprattutto, temo per voi.- rivelò il Digimon- Ci sono tante cose che non conoscete, e molte di
queste è meglio che vi rimangano nascoste. Perciò, sono giunta a questa conclusione…-
Ophanimon si alzò dalla sontuosa poltrona-Tra pochi minuti partirà un Trailmon dalla stazione di Hanaokavillage, che vi porterà al continente del fuoco. Da
lì, successivamente ne partirà un altro, che vi ricondurrà nel vostro mondo.
Prendetelo immediatamente, fate ritorno alle vostre case, lontano dai pericoli
che abbracciano questa terra. Se vi succedesse qualcosa di grave io…
- MA CHE RAZZA DI RAGIONAMENTI SONO QUESTI?!!
Il suono di una grossa voce, coprì quella di Ophanimon che si fece fioca.
Takuya, scattato in piedi si
avvicinò al Digimon, fissandolo con sguardo caparbio.
- HeyTakuya…-disse
appena Izumi.
- Se cominciamo così, un “lieto fine” non ci sarà di sicuro
e io questo non lo accetto! Voglio bene a questo mondo, Digiworld
è stata la mia seconda casa per tanto tempo, e se fosse nuovamente in pericolo,
correrei subito ad aiutarla!- strillò battendosi una mano in petto- I Digimon non meritano di soffrire, loro sono miei amici,
così come gli esseri umani, per me non c’è distinzione, una razza è uguale
all’altra, nessuna delle due è superiore o inferiore, nessuna!- ribadì il
guerriero del fuoco, scrollando il capo fortemente.- I progetti migliori non
sempre riescono, ma non per questo bisogna arrendersi, no! Si può ricominciare
guardando al futuro, il cammino sarà lungo e irto d’ostacoli, ma il male non
potrà mai spezzare la volontà di chi vuole e può fare!! Nemmeno Lucemon oscurerà il mio volere, perché questa è anche casa
mia!- rafforzò spalancando le braccia.
Ophanimon rimase a lungo in
silenzio ascoltando quel piccolo umano pronto a difendere un mondo totalmente
diverso dal suo.
Lo fissò con profonda stima e ricambiò quelle parole con un
dolce e semplice sorriso.
- Dopotutto, sei colui che comanda l’impetuoso spirito del
fuoco!- esclamò con percettibile ironia.
- A-adesso che centra?!- replicò lui,
arrossendo subito in volto- E poi, quali sono questi segreti che noi non
dovremmo sapere? Ophanimon, se vogliamo proteggere Digiworld, devi dircelo, devi dirci ciò che…
- Aspetta!- lo interruppe Kouji-
Dimmi perché l’essenza digitale di Lucemon non è
stata distrutta…! Tutti noi lo abbiamo visto morire, è inammissibile anche solo
sperare che una minuscola parte si sia potuta salvare…!
Ophanimon annuì.
- Vedi, Digiworld è composto da una
serie di dati, ogni volta che una creatura digitale viene eliminata, essa si
trasforma in particelle, che successivamente assumono la forma di uovo. Quest’ultimo si sviluppa in un periodo di tempo
imprecisabile a seconda della specie, in seguito, dopo la schiusa, il Digimon rinasce. Nel caso di Lucemon,
il suo uovo digitale è stato anch’esso distrutto in quella cruenta battaglia, e
i dati che lo componevano sono stati cancellati. L’unica eccezione però è stata
fatta per la sua essenza digitale. Schizzata via un attimo prima che il suo corpo
passasse sotto la scansione effettuata da Susanoomon,
è finita sulla linea di confine che separa Digiworld
dal vostro mondo. In quel momento l’equilibro del pianeta stava spegnendosi,
l’intero sistema stava collassando, tutte le barriere
di divisione erano ormai cedute, e arrivare sul vostro pianeta non si prospettava
un problema per uno dei più potenti esseri di questo mondo.
- Ma perché impossessarsi di mio fratello? Cosa centra con
ciò?- Kouji domandò nuovamente.
- Le funzioni celebrali di un essere vivente, per far sì che
l’essenza possa insediarsi ed iniziare la sua crescita, devono essere
danneggiate a tal punto da provocare il coma. Il coma può subentrare in conseguenza
di lesioni circoscritte di determinate aree cerebrali, e la caduta di Kouichi mentre cercava di raggiungerti, è stata sufficiente
a danneggiare il suo stato di coscienza. L’essenza di Lucemon,
una volta individuata la posizione di una persona dotata di forte potere oscuro,
ha usato le poche energie a sua disposizione per installarsi all’interno del
potente organismo. Per quattro anni è rimasta in stand by,
facendo il pieno d’energie ma, come già sai, e come già Kouichi
ti ha rivelato, un anno fa, lei ha deciso di risvegliarsi prendendo il pieno possesso
di quel corpo. Tuo fratello è il padrone delle tenebre, ciò vuol dire che in
lui è racchiusa una massiccia quantità di energia oscura, che nessun essere
umano possiede. Questo punto, unito allo stato di coma, lo ha trasformato
nell’individuo perfetto, in grado di accogliere la sfera nel migliore dei modi.
E non mi stupisco affatto, se l’essenza sia rimasta così tanto nel suo organismo.
Dopo la lunga spiegazione, Kouji
chiuse gli occhi. Sfoderò una calma impressionante, e senza scomporsi o imbrunire
il viso, ripensò al suo amato fratello, gentile e pronto ad aiutare chiunque
pur rimanendo in disparte. Come volevasi dimostrare, la rabbia prese un attimo
il sopravvento:
- Mi stai dicendo che lui è diventato la cuccia di quell’essere?!
Ophanimon annuì apertamente
percependo in Kouji un forte senso di oppressione, e
una voglia immensa di riavere al suo fianco Kouchi.
Il ragazzo ritornò in sé, e scosse il capo:
- Almeno…possiamo salvarlo? C’è un modo per fargli
riprendere conoscenza? – domandò.
- A questa domanda, purtroppo non sono in grado di dare
nessuna risposta.- sentenziò a malavoglia- Conosco davvero pochissimo a riguardo.
Nonostante Seraphimon e Cherubimon
si siano impegnati a fondo per scoprire la verità, non siamo ancora riusciti ad
ottenere nulla e…
Kouji batté un pugno sullo
schienale del divano.
Il resto della compagnia sussultò.
- Possibile che non ci sia niente da fare?!!- urlò.
- L’unica cosa che posso dirti, è questa: se anche solo una
piccola parte della coscienza di Kouichi fosse
rimasta ancora attiva, allora ci sarebbe una piccola speranza di farlo reagire,
di convincerlo a lottare per scacciare la presenza demoniaca che ha conquistato
la sua mente, ma… in caso contrario...- le parole di Ophanimon
lasciarono in vita una piccola fiaccola di speranza offuscata però da quel
brutto “ma” che riecheggiava nella mente del giovane prescelto.
- Se fosse così, se fosse come dici tu, allora anche la
minaccia di Lucemon, sparirebbe?- Minamoto
si sentì speranzoso.
- Lo spirito di Lucemon è stato
imprigionato al centro di Digiworld, e quello come
sai non può essere distrutto. Fino a quando rimane lì, non potrà mai risorgere.
Per liberarlo, Kouichi ha bisogno di due chiavi
chiamate dalla popolazione di Digiworld “Chiavi Gemelle”,
ma sfortunatamente quegli oggetti sono
già nelle sue mani.
- Ma…Kouichi ha estratto soltanto
una chiave dal corpo di Kouji…- disse Takuya poggiandosi una mano sul mento.
- Quella che hai visto è appunto una di esse. L’altra si
trovava all’interno di Kouichi…ma quest’ultimo
temo che l’avrà sicuramente estratta.
Kouji sbuffò.
- Prima scopro che mio fratello è stato sopraffatto da Lucemon, e poi spunta fuori l’esistenza di queste due chiavi…
Ci sono molte cose, o passaggi, che non mi tornano… L’essenza digitale di Lucemon, e perfino Lucemon
stesso! Ho provato a ragionarci tutta la notte, o tentato di collegare i vari
tasselli uno ad uno, ma credo che quello più importante lo abbia tu, Ophanimon! – Minamoto questa
volta si alzò in piedi, reclamando l’ultimo pezzo del puzzle che forse avrebbe
ricollegato tutto.
Il Digimon sospirò lentamente,
schiacciato dagli insistenti sguardi di Takuya e di Kouji stesso. Fissò Bokomon quasi
a cercare una risposta o consenso, e quest’ultimo a
sua volta annuì.
- Tu e Takuya apparentemente
mostrate un carattere diverso, ma la caparbietà dei vostri animi è la stessa.
I due giovani si
volsero un’ occhiata reciproca, mentre una lieve sensazione d’imbarazzo sfiorò
i loro visi. Diressero repentinamente il capo altrove, entrambi consapevoli di
quella realtà, ma troppo orgogliosi per ammetterlo.
In seguito, Ophanimon fece
rivivere una piccola parte della storia di Digiworld in
quella che da lì a poco sarebbe diventata una vera e propria rivelazione:
- Chi ha coraggio
e determinazione è giusto che sappia. – disse. Arrivata vicino al grande
scaffale stracolmo di libri, ne afferrò uno. Il più grande di tutti.
L’involucro del tomo, completamente ricoperto d’argento, era opaco, sicuramente
logorato dal tanto tempo trascorso in quel ripiano. Un grosso strato di polvere
ne ricopriva la superficie fino a celare delle incisioni presenti sul frontale
prezioso. – In un tempo molto lontano…- disse
strofinando la copertina - le Chiavi Gemelle
erano custodite da due fratelli. Darukumon e Raitsumon. Rispettivamente i padroni delle tenebre e della
luce. Considerati dai Digimon come la colonna
portante del loro pianeta, i due gemelli vivevano in pace e armonia,
sorvegliando Digiworld con dedizione e uguaglianza.
Si narra però, che in quel periodo il mondo digitale fu continuamente attaccato
da potenti virus decisi a cancellarlo in modo definitivo. Man mano che
passavano gli anni, la rete cresceva sempre di più e con l’arrivo di Internet,
i problemi accrebbero di numero e di potenza. Un nuovo bug
impazzito attaccò nuovamente questo mondo, agendo con una rapidità tale da
disintegrare due quarti di Digiworld in sole due ore.
Raitsumon e Darukumon per
far fronte all’imminente pericolo, unirono i loro immensi poteri, fondendosi in
un unico essere, il più potente che sia mai esistito. - Ophanimon
si avvicinò al divanetto dove i ragazzi, con occhi attenti, ascoltavano le sue
parole. Aprì il libro prelevato dallo scaffale, e mostrò il contenuto in
direzione dei prescelti.
- Sono i due gemelli? – chiese Takuya
fissando l’immagine. Il Digimon celeste assentì, poi,
si apprestò a mostrare la pagina successiva girandola con lentezza, e quest’ultima, sfoggiò una vecchia conoscenza dei prescelti.
- LUCEMON?!- esclamarono in coro i cinque giovani, vedendo
il ritratto del perfido angelo, raffigurato in quel foglio.
Kouji s’intirizzì in un breve
palpito.
- Vuoi dire…- balbettò appena.- Vuoi dire che Lucemon è l’unificazione di quei due Digimon?!?-
disse incredulo.
Partì uno sguardo d’intesa tra lui e Takuya.
- Ora capisco tutto! Ecco perché il suo corpo è composto da
una doppia energia! Perché in realtà sono due!! - asserì Izumi
rabbrividendo appena.
- Incredibile! Faccio fatica a crederci! Ho sempre pensato
che Lucemon fosse un solo essere e mai mi sarei aspettato
una cosa simile!-ribatté Junpei, scuotendo il capo
con stupore.
Tomoki si lasciò sfuggire un
gemito strozzato, mentre strofinava nervosamente le mani sui suoi jeans.
- Ma i due Digimon non erano
buoni? Perché poi si sono rivoltati contro il loro mondo?- domandò perplesso.
Ophanimon scrutò negli occhi del giovane
Tomoki, un forte terrore. Ebbe un attimo di
pentimento per ciò che aveva appena mostrato e tirò a sé il libro, portandolo
al petto per celare quella foto. – Dopo
il combattimento – proseguì - i virus furono annientati, e la pace
ricomparve su Digiworld. Una pace che nel giro di
qualche mese, destinò a finire. Darukumon iniziò a
cambiare. Il virus combattuto in precedenza, aveva infettato i suoi dati da
renderlo pazzo. La sua voglia di proteggere, si trasformò presto in una brama
di conquista che mise in schiavitù la maggior parte della popolazione. Alcuni Digimon si ribellarono tentando di contrastare il suo
dominio, ma ben presto perirono in un violento scontro. L’unico che poteva
fermare il padrone delle tenebre, era suo fratello. Raitsumon
affidò le Chiavi Gemelle nelle mani di Seraphimon, a
quel tempo guardiano delle due divinità, e si lanciò in una cruenta battaglia
per liberare il gemello. Ricordo che tutti i Digimon,
in quel periodo, si rifugiarono nelle loro abitazioni, restando confinati in
esse con la paura di uscire. Lo scontro durò dieci giorni, e allo scoccare del
decimo, uno dei due ebbe la meglio. Il padrone della luce, rifiutatosi di
trafiggere il fratello con la sua spada, cadde vittima di un suo vile tranello
che lo portò al cedimento. Darukumon s’impossessò del
suo Spirit, e lo fuse con il proprio corpo. Fu così
che Lucemon riapparve e…
- Comparirono i dieci leggendari guerrieri per
sconfiggerlo.- continuò Kouji mettendo fine al
racconto.
Ophanimon assentì riponendo il
grosso libro nell’antico scaffale.
Poi, ritornò in direzione del divano, e si accomodò sulla
poltrona di fronte.
- Che mi dici allora delle Chiavi Gemelle?- riprese di nuovo
Kouji.
- Le chiavi servono per aprire il Gate of the Spirit, situato nel nucleo centrale di Digiworld.
Lì, lo Spirit di Lucemon
vaga perentorio fra le quattro mura di quel posto, condannato per sempre
all’oblio. Inoltre, ciò che ancora non vi ho detto, è che all’interno delle
Chiavi Gemelle vi è racchiusa l’essenza digitale dei due protettori di Digiworld, Darukumon e Raitsumon.
- Ma se Lucemon è formato da due
creature digitali, per risorgere ha bisogno di entrambi! Visto però che le loro
essenze sono racchiuse nelle chiavi, e i loro Spirit
si trovano prigionieri nel nucleo, allora non credo che potrà raggiungere il
suo obbiettivo…
Ophanimon scosse la testa – Purtroppo
non è così, Takuya.- gli disse- Dopo secoli, Lucemon è diventato uno stato a sé, separandosi dai suoi
creatori, è rinato come nuovo Digimon, una sorta di
terzo gemello, un’ibrido tra le due potenze. Luce e
oscurità sono fratelli, e l’unione dei due elementi provoca il caos. Inoltre,
lo Spirit di Darukumon vaga
all’interno del Gate of the Spirit, ma quello di Raitsumonno. Sembra essersi
dileguato nel nulla, forse nella vaga speranza di ritrovare il suo gemello.
- La situazione è più ingarbugliata di quanto pensavo…-mormorò
Takuya incrociando le braccia al petto.- Ma almeno
sappiamo il perché della sua strana forma evoluta…Ricordo che nell’ultima
battaglia, dopo la scansione, apparvero due Digiuovi…
- Uno bianco e l’altro nero!- disse Tomoki
entrando nel racconto.
- Si. - Assentì il guerriero, poi continuò- L’uovo bianco fluttuò
in cielo, sbriciolandosi in uno scintillio di piccole luci, mentre il Digiuovo nero, cominciò ad assorbire i milioni di codici
del pianeta, assumendo dimensioni smisurate. Si schiuse con una rapidità
impressionante la stessa che usò per rompere la barriera e infiltrarsi nel
nostro mondo.
- E delle chiavi? Cosa ci dici?- domandò Junpei.
- Dopo che voi andaste via da Digiworld,
Seraphimon decise di nascondere le Chiavi Gemelle nel
corpo di Kouichi, e in quello di Kouji,
affinché restassero al sicuro.
Kouji fissò il Digimon.
– Perché proprio noi due…?- domandò.
- La leggenda narra che solo due gemelli dotati dei poteri
della luce e dell’oscurità, possono contenere tale magia senza essere distrutti
dal loro immenso potere. E fu così che noi tre decidemmo di procedere illudendoci
di metterle al sicuro. Con il passar del tempo il potere delle chiavi è
aumentato ulteriormente, forse alimentato dal vostro affetto fraterno, ma
nonostante tutto, tu e tuo fratello non vi siete accorti di nulla. La sintonia
con il tuo spirito, e quello di Kouichi, ha permesso
ad entrambi di vivere normalmente come tutti i vostri coetanei. E questo è un
grande pregio, Kouji.
Sentendosi chiamato in causa, il ragazzo scattò all’istante-
Pregio? Questo lo chiami un pregio?! Mio fratello è diventato malvagio a causa
di quella chiave! Tu avevi il diritto di renderci partecipe delle tue
intenzioni! Se tu lo avessi fatto, probabilmente a quest’ora,
io e Kouichi…
Ophanimon ascoltò ma non rispose. Kouji aveva ragione, e lei seppe riconoscere lo sbaglio.
- E’ soltanto colpa mia…- disse.
Takuya all’improvviso scattò:
- Non è colpa di nessuno! – esclamò passando dal volto di Ophanimon, a quello dell’amico- Adesso ciò che conta è
risolvere al più presto la questione! Certo… sarebbe stato meglio se ci avessi
informato all’inizio delle prime anomalie…-dichiarò guardando la creatura di
sottecchi- Comunque è inutile piangere sul latte versato, no?
- Non ci aspettavamo un simile risvolto, per questo abbiamo
scartato dall’inizio l’ipotesi di farvi accorrere.- rispose Bokomon,
scusandosi.
- All’inizio credevamo ad una semplice anomalia, un problema
risolvibile con l’aiuto delle forze celestiali, ma la situazione ci è sfuggita
all’improvviso, il nemico ha saputo nascondere bene le sue carte, preparandosi
molto tempo prima che noi riuscissimo a capire il vero problema.- rispose Ophanimon con una punta di amarezza.
- E Izumi? Perché è stata rapita?
Non penso solo per attirarci qui a Digiworld!-
replicò Junpei con convinzione.
- Quella è stata una cosiddetta vigliaccata nemica! Io purtroppo
non ho potuto far altro che obbedire alle condizioni di quei tre demoni!- replicò
Bokomon visibilmente afflitto.
- Vuoi dire che tu sapevi tutto?!- Takuya
lo fissò.
- Izumi è stata rapita per
costringere Ophanimon ad allontanarsi dal castello e giungere
a liberarla. Una volta arrivata nel continente oscuro però, il luogo dello
scambio, è stata subito catturata dalle guardie di quei tre Digimon
malvagi. E io, sono stato costretto a condurvi in questa rocca, pur sapendo che
ad aspettarvi non ci sarebbe stata la vera Ophanimon,
ma bensì la sua copia mal riuscita…! Detesto i ricatti!!- affermò il piccolo Digimon, agitandosi furentemente.
- Vigliacchi! Servirsi di una debole fanciulla per
raggiungere i propri scopi!!
- Chi è “debole”, Junpei?- rispose
Izumi sollevando il sopracciglio destro, con
un’espressione che non premetteva nulla di buono.
- Ooh naturalmente non tu, Izumi-chan! – replicò all’istante il giovane, cercando di
sembrare credibile.
- Cos’è successo quando ti hanno catturato?- disse Kouji ignorando i due amici battibeccare.
Ophanimom si voltò – Ecco…Ricordo
che sono stata rinchiusa in una gabbia… dopodichè ho fatto la prima conoscenza
con Icedevimon… Voleva a tutti i costi conoscere la
sequenza di inserimento delle due chiavi da immettere nelle serrature del
cancello…
- Il Gate
of the Spirit.- disseKouji.
- Si, quello. C’è una sola possibilità per aprire le porte
di quel posto. Se si sbaglia al primo tentativo, il cancello resterà per sempre
chiuso. Purtroppo, data la situazione, sono stata costretta a dirgli la verità,
altrimenti in caso contrario, avrebbero fatto del male ad Izumi.
Sapevo fin dall’inizio che si sarebbe trattato di una trappola, ma se solo
avessi rifiutato…
- Deve soltanto provarci!!!- tuonò improvvisamente Takuya.- Lo riduco a un omino di neve!!
- Già, ben detto!! Se vogliono far del male ad Izumi-chan, dovranno prima togliermi di mezzo!- ribatté Junpei battendosi un pugno sul petto.
- Ragazzi, non esagerate!- disse timidamente la combattente
del vento, diventando rossa in viso.
Ancora una volta, Kouji si escluse
dagli altri..
- E Kouichi? Lo hai visto?- disse
rivolgendosi all’angelo.
Ophanimon scosse il capo.
- La prima volta che ho visto Kouichi,
è stata non appena sono entrata nel tempio, quando oramai eravate tutti lì.
Kouji chinò il capo. I ciuffetti
laterali posti ai margini del suo viso, gli slittarono in avanti, fino a
coprire una parte di quei neri e profondi occhi.
- Lui…ha finto anche di volermi bene…? - disse sussurrando
con la voce sporcata da un trattenuto pianto.
Anche lo sguardo dei suoi compagni diventò più triste.
Tutti sentivano il bisogno di aiutarlo, in qualche modo, ma
nessuno ebbe il coraggio di intervenire.
- Tuo fratello ti ha voluto veramente bene.- rispose Ophanimon, poggiandogli una mano sul capo, con tenerezza.
Kouji sussultò per quel gesto
ricco d’affetto e di tanta comprensione. Ma nonostante tutto, non riuscì a
risalire da quello stato di mutismo e dolore.
- L’essenza di Lucemon si è risvegliata
soltanto un’anno fa. Nei primi quattro anni, tuo
fratello è stato sempre se stesso, qualsiasi ricordo, qualsiasi emozioni che
entrambi avete provato, è stata frutto semplicemente del vostro amore fraterno
e quindi, potrai conservare quei ricordi, perché resteranno per sempre puri ed
incontaminati. Sinceri.
- Lui però…non è stato sincero con me.- replicò sommessamente
sentendo più forte il calore di quella carezza.
- Forse in quest’ultimo anno.
Quando ormai l’essenza malvagia aveva già iniziato la sua attività. È difficile
accettare tutto ciò, ma ricordati sempre che non è stato tuo fratello a volere
una simile cosa.
- Certo.- asserì Kouji abbozzando
quasi un sorriso e tirando indietro la testa- Lo ricorderò se mai dovesse
implorarmi pietà prima che lo uccida.
Dopo quelle parole, nella sala scese il gelo.
Nessuno dei ragazzi ebbe coraggio di parlare, Takuya e Junpei si guardarono
reciprocamente, Tomoki abbassò il capo al pavimento,
mentre Izumi, facendosi coraggio, posò delicatamente
una mano sulla spalla del taciturno guerriero.
- Io in quei brutti momenti non c’ero, ma avrei voluto esserci
per dare una mano, un aiuto in qualche modo, non importa come ma avrei voluto.
Però, penso che tuo fratello in quel momento non avrebbe mai voluto farti
soffrire. Lo conosciamo, Kouichi sarà sempre lui, non
cambierà mai anche se la sua coscienza venisse manipolata a tal punto da
renderlo irriconoscibile, il suo animo gentile e altruista non appassirà mai,
perché sono certa che lotterà con tutte le sue forze per impedire una cosa
simile. E questo sono pronta a giurartelo! Puoi credermi! – confermò la ragazza
con forte certezza.
Kouji girò la testa, guardandola
negli occhi.
- Tu cosa ne puoi sapere? Non hai assistito allo spettacolo.
Non eri presente, non hai visto nemmeno una parte di quello che c’è stato. Ti
sei persa la commedia, quindi non commentare su cose che non conosci.–le rispose secco,
con agghiacciante freddezza.
Izumi restò immobile.
Deglutì quasi a fatica sentendosi spiazzata.
Lentamente ritirò la mano dalla spalla del giovane, e la
posò sulle ginocchia, fredde come la neve.
- Scusami…non era mia intenzione…forse mi sono espressa
male…ma…- pronunciò con una voce traballante.
Takuya, vedendo Izumi in difficoltà, non fu capace di trattenersi:
- Voleva solo esprimere la sua opinione, ma a quanto pare mi
sembra che sia vietato anche questo!
- Che lo faccia su altre cose, magari che ha visto o che
conosce!- gli rispose Kouji, a tono.
- Perché non ti decidi ad accettare il fatto compiuto? Ieri
mi hai detto che avresti lottato per liberare tuo fratello e adesso affermi di
volerlo uccidere per fare prima? Per evitare future scocciature? Non siamo ad
una maratona dove chi arriva primo, vince! Scusa ma a questo punto proprio non
riesco a capirti…sei diventato più enigmatico di quello che in realtà sei
veramente!-affermò.
- Bene… bravo…hai finito di sparare inutilità? – Kouji fissò Takuya. Tra i due ci
fu incomprensione diretta, tanto che il padrone delle fiamme scattò verso di
lui afferrandolo per il colletto della maglia.
- Inutilità? Ciò che dici tu è inutile! Pensi che un nodo si
sciolga tirando con forza?! Eh?!
- Co…Cos’hai detto?- Kouji strabuzzò.
- Che non si scioglie un nodo tirando con forza! Una
situazione difficile richiede dolcezza. Sei diventato anche sordo oltre che
muto?!!
- Takuya, ti prego, lascia stare!
Non dovremmo litigare in questo momento...!- esortò Izumi
tentando di farlo smettere, mentre lo strattonava per un lembo della maglia.
- Lui non può aggredire chiunque solo perché ha un problema!
Non…- il ragazzo allentò improvvisamente la presa ed ammutolì.
Entrambi i guerrieri si ridussero al silenzio.
Le parole di Takuya, fecero
ricordare a Kouji l’incontro avvenuto con la vecchia
indovina. La stessa frase, ora pronunciata anche dall’amico, gli fece rivivere quell’istante.
Per Takuya invece, furono le sue
stesse parole a zittirlo. Ricordò lo scatto d’ira avuto nel corridoio poche ore
fa nei confronti del compagno.
Fu un’attimo di nervosismo a farlo
reagire affogando la sua stizza nei riguardi di una persona assolutamente priva
di colpe.
Takuya afferrò il compagno per un
braccio, trascinandolo con sé. Kouji lo seguì senza
indugiare.
- Ragazzi, dove andate?! Vi prego non fate sciocchezze! Takuya! Kouji! Tornate indietro!-
Izumi con espressione visibilmente impensierita,
cercò di raggiungerli, ripensando però alla reazione di Kouji
avuta l’attimo prima nei suoi confronti, si bloccò come impaurita.- Li lasciate
andare così? Cosa aspettate, che il gruppo si sgretoli poco alla volta?! – urlò
poi incollerita verso gli altri.
Junpei, Tomoki
e i due piccoli Digimon, abbassarono la testa senza
reagire.
- Ma come potete starvene lì?! Siete degli insensibili! –
dichiarò la ragazza correndo via.
- Izumi-chaaaaaan!!! – strillò Junpei rizzando in piedi.
Takuya e Kouji
avevano bisogno di discutere, isolati dal resto del gruppo, proprio come
accadde una notte di alcuni anni fa, quando Kouji
trascinò il compagno in un settore del continente oscuro.
Ophanimon osservò la scena avvicinandosi
poi al grande finestrone posto alle spalle del
divano. Alzò gli occhi sulle lunghe vetrate, e restò lì guardando il limpido
colore del cielo, divenire sempre più chiaro.
**********
I due, scesi nei sotterranei del palazzo, si erano appartati
in un angolo ancora più buio di quel luogo.
Ad illuminarli, solo la flebile luce di una candela
consumata e oramai quasi alla fine.
Il guerriero del fuoco lasciò il braccio dell’amico.
Si guardarono entrambi dritti negli occhi, muti come i muri
di quel posto silenzioso. Le pareti di mattone antico, fredde e piene di
lesioni, proprio come il pavimento un po’ irregolare, si estendevano per
diversi metri.
Kouji e Takuya
si erano fermati a poca distanza dalla porta di accesso della biblioteca
sotterranea.
Bastavano pochi passi per avere una luce maggiore, ma Takuya preferì rimanere quasi nell’ombra.
- Avanti, dimmi ciò che hai da dire. Non penso che tu mi
abbia portato qua sotto solo per fare una passeggiata…- proferìKouji infilandosi
le mani nelle tasche del jeans e staccandosi dalla presa di Takuya,
con uno strattone.
- Fai poco lo spiritoso! Non perdi mai il tuo senso cinico
nemmeno in queste situazioni? Come diavolo fai a rimanere indifferente a
qualsiasi circostanza? Ciò che succederà a tuo fratello non ti tocca
minimamente? O forse ha ragione Kouichi quando dice
che questa è solo una maschera per nascondere la tua debolezza? Quello stupido
di tuo fratello ha proprio ragione!
Kouji scattò - Attento a come
parli. Potresti pentirtene! – asserì nettamente innervosito per le forti parole
usate dal compagno.
- Ma finiscila una buona volta di fare il duro con questo
tuo modo di fare! Sei solo un debole! Pensavo che il discorso fatto nel pomeriggio
di ieri ti fosse servito a capire ma, credo che per te non ci sia cura! –
ribatté imperterrito il padrone del fuoco- Sei ottuso, sei fragile! Proprio
come tuo fratello! Un’idiota che si è lasciato manipolare da Lucemon come fosse un ridicolo mocciosetto,
un patetico moccioso senza carattere! Ma si può essere così inetti?
Takuya se l’era proprio cercata. Infatti,
dopo le sue parole, il pugno di Kouji non tardò molto
ad arrivargli in faccia.
- Tocca me, ma lascia stare mio fratello!!- replicò con durezza,
pressandogli la schiena alla parete.
Takuya si strofinò il braccio
sotto il naso asciugandosi il canaletto di sangue che
stava colando giù.
- Picchi forte! Mamma che cazzotto…! – concluse ridendo – Questa
è la prova che ci tieni a tuo fratello! Ma allora perché fai del tutto per
dimostrare il contrario? Getta la maschera…tanto ti ho scoperto!
- Cosa?!- esclamò il ragazzo- Sporco bugiardo! Mentivi! Lo
hai fatto apposta per provocarmi non è vero?!
Takuya si lanciò in una smorfia di
riso schivando appena un altro pugno. Poi proseguì.
- Andiamo Kouji… entrambi lo
sappiamo benissimo, tu saresti pronto a proteggerlo anche a costo della tua
vita, te lo si legge negli occhi, e quelli non li puoi nascondere, dico bene?-
disse.
Kouji si fermò a riflettere. Infilò
nuovamente le mani in tasca spostando lo sguardo sulla fioca luce di una
fiaccola.
- Già… Infondo sono lo specchio dell’anima…-fece a voce
rauca.
- Ammetto di essermi comportato male, cioè, mi…riferisco a
prima…nel corridoio…senza rendermene conto ho agito per istinto, accecato dalla
rabbia, come hai fatto tu, e poi io ti vengo a dire che i propri nervosismi non
vanno sfogati sugli altri! Che comportamento incoerente! Però, so come ti
senti, vorrei aiutarti, ma non me lo permetti…
- Se gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima, allora
anche nei tuoi si legge qualcosa di diverso, o forse mi sto sbagliando?-
domandò il moretto ritornando ancora una volta con lo sguardo sul compagno.
Takuya lo fissò. Poi sorrise
appena.
- Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Ricordi? Ecco, penso di capire in quale occasione l’autore di questo pensiero creò
una simile cosa. Immagina lui che ami alla follia una ragazza, diciamo l’amore
della sua vita? Forse è un po’troppo ma se per lui non lo è? E poi pensa se
questa ragazza lo consideri solamente il suo migliore amico perchè a sua volta
innamorata di un altro… il solito triangolo come accade nei manga o nei film
dirai ma, se fosse proprio così? Come ti sembra la mia ricostruzione? Plausibile?
Kouji ascoltò attentamente,
limitandosi ad udire. Il suo silenzio non durò molto perché spezzato da un
suono quasi derisorio.
- Credo di aver capito…- disse sospirando compostamente.
A Takuya bastò poco per comprendere
quelle parole.
- Cos’è che avresti capito?!- strabuzzò quasi perplesso ma
ampiamente preoccupato.
Kouji sorrise.
- Tu sei strano già di tuo, ma quanto successo questa
mattina…mi ha lasciato perplesso. Sono sorpreso, ma non troppo. Nonostante
tutto mi ero già accorto di qualcosa, aspettavo solo il momento adatto per
avere le dovute conferme. Ed osservando la tua faccia, direi che avevo ragione.
Se ti piace, faglielo capire!- assentì senza usare tante premesse.
- Kouji!!- strabuzzò Takuya oramai diventato completamente rosso.- Hai capito
tutto?! Adesso non le dirai che tu sai e che io so di…
Minamoto portò una mano sulla
bocca del ragazzo per zittirlo:
- Non amo i pettegolezzi.- tagliò netto.
Takuya brontolò scuotendo forte la
testa per liberarsi la bocca. – Ma è impossibile che lei…
- Niente lo è se non ci si prova. E comunque se vuoi
consigli, perché non lo chiedi a Junpei?- disse quasi
schernendo il compagno.
- Chi sarebbe il maledetto adesso, eh?! – Takuya gli saltò addosso, con fare giocherellone,
inscenando una finta lotta, i due caddero a terra sbattendo contro il duro
pavimento.
Entrambi scoppiarono a ridere gioiosamente ed il viso di Kouji si riaccese.
Tra i due finalmente ritornò l’affiatamento che prima pareva
perso.
- Stavolta non ti chiederò scusa per il pugno, te lo sei
ampiamente meritato.- affermò Kouji- Però, ti
chiederò scusa per il mio di comportamento.- disse in pieno imbarazzo.
- Ooh!- esclamò Takuya sorpreso- Kouji che chiede
scusa! È un sogno? Un miraggio? Ho sentito male? Non è che potresti ripetermelo?-
disse in tono derisorio.
- Scordatelo.- ribatté lui, nettamente.
- Sempre il solito tu!
Tra un sorriso e l’altro, una battuta ironica e pungente, il
viso di Kouji si rattristò.
- Ho paura che mio fratello rimanga per sempre una creatura
orribile.- disse.
Takuya gli si avvicinò con fare
garbato:
- Non succederà se tu farai del tutto per impedire che
accada!- concluse mettendogli amichevolmente una mano sul capo.
Kouji sollevò di poco la testa,
fissandolo negli occhi. I due si strinsero in un forte abbraccio, proprio come
due fratelli.
- Grazie…-bisbigliò appena il lupo solitario.
- Sei mio amico, no? Per me è un dovere aiutarti!
Arrossendo per quel “grazie” che in altre situazione non
avrebbe mai pronunciato, Minamoto sciolse l’abbraccio
e si staccò di colpo.
- Mio fratello non aspetta!- esclamò con le guance
arrossate.
- Questa volta è definitivo? Non cambierai idea, vero?
- Se dovessi farlo ancora una volta, ti chiedo un solo
favore… tirami un pugno in faccia più forte che puoi e nel farlo non farti sciocchi
scrupoli!- sentenziò.
- Se mi autorizzi tu, allora lo farò… spero solo di non
dover mai ricorrere ad una cosa simile… ma lo farò! – disse Takuya
dandogli una pacca forte sulla spalla.
Kouji scosse il braccio,
intorpidito per le ripetute botte. Poi sbuffò.
- Vuoi un altro pugno, Takuya?
Basta chiederlo.
- Recepito! Andiamo!- replicò il ragazzo irrigidendosi.
I due risalirono le scale, percorrendo lo stretto passaggio
e rientrarono velocemente in sala, pronti a partire.
- Takuya onii-chan!!! Kouji-san!! –
esclamò Tomoki correndo verso di loro.
- HeyTomoki!
Non dirmi che hai sentito la nostra mancanza? Adesso siamo di nuovo insieme, e
senza dubbio più forti di prima!! Dai, preparati che tra un po’ si parte!
- E dove vorresti andare senza Izumi,
eh Takuya? – tuonò improvvisamente Junpei, aizzandosi contro il ragazzo.
- Cosa?! Che cavolo ti prende Junpei?!
– il guerriero del fuoco saettò gli occhi nella sala notando l’assenza della
ragazza.- Dov’è Izumi? – chiese ritornando fisso
sull’aitante giovine.
- Non lo so! E’ fuggita via dopo il vostro litigio! La
conosci, è una ragazza sensibile, temeva che il gruppo si sarebbe sciolto, e
questo per colpa vostra!- disse additandoli.
- Non è colpa di nessuno, Junpei! Izumi aveva ragione, non abbiamo fatto niente per calmare
la situazione, abbiamo sbagliato! E fortuna che tutto è tornato apposto,
altrimenti non so come mi sarei sentito!- irruppe Tomoki
aggrottando le sopracciglia.
Si fece avanti Kouji:
- Takuya! Tu controlla il palazzo,
io andrò fuori. Chi la trova per primo, avverte l’altro tramite il Digivice.
- D’accordo!
- Vi aiuto anche io!- dichiarò senza esitazione Junpei, un po’ pentito per le ingiuste accuse.
- No! Tu aiuta Bokomon a preparare
lo zaino. Quando torniamo si parte all’istante. – ribatté Takuya
schizzando verso le scale.
Una volta giunto al piano di sopra, corse verso la camera
della ragazza ed entrò di botto.
- Izumi?!- esclamò cercandola con
lo sguardo. Ma lei non era lì.
Senza perdersi d’animo, uscì rapidamente controllando le
altre stanze, ma a vuoto. Urlò più volte il nome della Digiprescelta,
nella speranza di ottenere risposta ma l’unica cosa che ne ricavò, fu silenzio.
Un brivido gli attraversò la schiena pensando alla folle
risata di Icedevimon. E se l’avesse rapita lui?
Takuya gelò nuovamente.
Discese le scale facendo tre scalini alla volta e in pochi
secondi si trovò nei sotterranei.
Ragionandoci forse avrebbe evitato quel posto, lui e Kouji erano stati lì, di sicuro si sarebbero accorti se
fosse entrato qualcuno… però istintivamente, senza riflettere, si ritrovò
d’innanzi al grande portone della biblioteca sotterranea.
Lo spinse in avanti e vi s’infilò di corsa.
L’enorme cumulo di libri sparso sul pavimento, era rimasto
tale, fin dal giorno in cui lui stesso ne aveva provocato la caduta.
Ricordò la rimproverata di Izumi,
e il loro affannarsi nel cercare il Digicodice,
lavorandolo uniti come una piccola squadra.
Lo stanzone era poco illuminato, intorno a lui c’erano solo
libri, e nient’altro, così voltò di spalle avviandosi all’uscita ma, in quell’attimo, da uno scaffale seminascosto, il tonfo di un
libro lo fece sobbalzare.
In pochi attimi invertì la rotta, e corse come un matto in quel
punto. Quel buio impediva a stento di scorgere le sagome dei tanti libri sparsi
qua e là, tuttavia un insolito colore dorato rifletté in contrasto all’ambiente
circostante. Quel colore si spostò rapidamente, come mosso dal vento, il
ragazzo lo intercettò correndogli incontro così forte da anticiparlo, e Izumi finì dritta tra le sue braccia.
- Izumi?! – parlottò colto alla
sprovvista. Il tempo di vedere gli occhi della ragazza colmati di lacrime.
- La-lasciami!- rispose lei,
cercando di spingerlo via.
Takuya allentò la presa, senza
però staccarsi.
- Da quanto tempo sei qui…?- chiese con una grossa sensazione
di angoscia al centro dello stomaco.
Sfortunatamente non ottenne risposta.
- Hai…hai sentito tutto, vero?- disse balbettando. La
sensazione di angoscia si fece sempre più grande. Il cuore cominciò a
dondolargli freneticamente.
Izumi accennò un semplice sì con
il capo, e coprendosi il volto con le mani, lasciò che le lacrime le
scivolassero via come fossero pioggia.
Gocce di un sudore freddo attraversarono la fronte del
giovane. La paura che Izumi sapesse dei suoi
sentimenti, lo assalì. Non doveva succedere, non adesso! Izumi
non doveva sapere, per il suo bene! Pensò come un ossesso a cosa dire, come
potersi giustificare… Takuya si mordicchiò il labbro
inferiore in preda all’ansia.
Come prima cosa, doveva calmare la sua compagna. Non poteva
vederla piangere. E così, lentamente la strinse a sé, abbracciandola.
- Izumi… ascolta, se tu… se tu non
vuoi non devi darmi una risposta, io ecco, io lo so che tu… tu ami Kouji e…
- E adesso lo sa anche lui per colpa tua!- vociò con gli
occhi intrisi di lacrime- Sei un bugiardo! Ti ho sentito!- esclamò
singhiozzando- Ero lì, nascosta sulla rampa di scale, stavo scendendo per
fermarvi e poi…poi…sei un maledetto bugiardo!!- gli urlò senza sosta dandogli
un forte spintone.
Takuya rimase per un istante
intontito.
- Cosa…? Ma…che dici? Guarda che hai frainteso tutto!
- Avevi promesso di non dirgli nulla! Me lo avevi giurato! E
invece…! Ti ho sentito quando cercavi di fargli capire che io sono innamorata
di lui!! Cosa credevi di fare? Volevi divertirti alle mie spalle?! Volevi
ridere di me pensando di rovinarmi tutto?!! Sei un bugiardo!! BUGIARDO!!!- la
voce di Izumi rintronò nella biblioteca, facendo eco.
Pochi istanti e si staccò da Takuya correndo via.
Lui non riuscì a trattenersi.
Le corse dietro.
I suoi sentimenti restavano ancora segreti, ma a che scopo?
La persona che amava lo credeva un bugiardo, un traditore, ma lui no! Non
avrebbe mai pensato di ingannare la sua fiducia! Doveva dirle che si sbagliava!
Già, ma in questo modo, le avrebbe rivelato anche il suo amore… Takuya accantonò tutto mentre Izumi
si apprestava ad uscire. La fortuna volle però, che il pesante portone per
qualche inspiegabile motivo non si aprì.
La biondina continuò a tirare, ma le assi di ferro restarono
inchiodate al pavimento. Provò ancora una volta, aumentando lo sforzo, ma in
quel piccolo frangente, qualcosa le bloccò le mani.
- Eeh?!- articolò lei voltandosi
di scatto. D’un tratto si sentì premere la schiena contro la porta. Takuya era lì con le mani che le tenevano strette le
spalle. Alzò lo sguardo e avvertì un brivido freddo come la neve attraversargli
il corpo.
Il ragazzo non le diede il tempo di ribattere e, prima
ancora che lei potesse fissarlo negli occhi, lui reclinò il capo lateralmente,
e la fermò con un bacio.
Fu tutto così improvviso. Inaspettato.
Una girandola di emozioni, sensazioni, tutte amplificate dal
buio di quella biblioteca. Lì dove cinque anni fa, si ritrovarono a dover
cercare il Digicodice del castello, lì dove una
valanga di libri per poco non li seppellì, lì dove Takuya
sembrò volerle dire qualcosa, ma poi cadde addormentato dalla stanchezza.
Nessun rumore. Solo lo schiocco delle labbra, sovrapposte
l’una all’altra come pezzi di costruzioni per bambini, come una bottiglia e il
suo tappo, come una scatola e il suo coperchio.
Per Izumi fu tutto così
improvviso, rimase con occhi aperti, disorientati, mentre quelli di Takuya, serrati, pensando alla morbidezza di quella pelle,
come petali di rosa. Per un’attimo cancellò il
ricordo di quel primo bacio , se pur bello, ma rubato in quella notte magica. Entrambi
erano coscienti, e questo lui lo sapeva. Delicatamente sollevò la bocca, aprì
gli occhi trovandosi quelli della ragazza, verde smeraldo, fissarlo intontiti. Da
quella confusa e traballante lucentezza smeraldina, capì che il momento di
parlare era finalmente giunto. E lo fece all’istante.
- Da quando ti ho conosciuta, non ho mai pensato di
mentirti! Mai!- asserì con decisione- Sono pronto a giurartelo su me stesso!
Questa è la realtà. Questo è quello che ho cercato di dire a Kouji, solamente questo e nulla più. Se pur non
esplicitamente, gli ho detto che amavo una ragazza, e non so come, ma lui ha
capito, ha capito la ragazza che amo, e quella ragazza sei tu!! – affermò senza
tremori. - Ma tu, ami lui… questo lo so…- Takuya continuò
chinando il capo in basso per poi rialzarlo di colpo- Ma a me non importa, dovevo dirtelo, sono tre
anni che ti vedo diversa, non più come la mia migliore amica, sei diventata il
punto fermo della mia vita…! Avrei voluto dirtelo sicuramente in altre
circostanze, questo forse è il momento meno adatto per pensare ai miei sciocchi
sentimenti, ma non sono riuscito a tenermelo dentro… Mi sono promesso di
accantonarti per sempre, tu ami un altro, io non ho il diritto di rovinarti la
vita, non ho il potere di forzarti, e mai lo farò! Sei una ragazza coscienziosa
e matura, sai ciò che fai, e di sicuro con Kouji
potrai essere raggiante, come solo tu sai fare…!- le pupille di Takuya iniziarono a vacillare, intinte di lucido. Abbozzò
un leggero sorriso, e poi riprese- Buffo è questo mio modo di parlarti… ma se
tu sei felice con lui, allora lo sono anch’io, Izumi!-
concluse. Lentamente, staccò le mani dalle spalle della compagna, e voltando la
testa verso sinistra, proseguì- Io ho finito, non ho più niente da aggiungere, adesso
però… torniamo dagli altri, vuoi?
Nella paura di un gesto o risposta negativa, Takuya lasciò Izumi, senza darle
l’aggio di una possibile replica. Tirò il massiccio portone, aprendolo.
La ragazza non aprì bocca, sembrò semiaddormentata, stordita
da tutto ciò. Restò ancora immobile, con occhi frastornati e anch’essi bloccati
nonostante Takuya si fosse allontanato dalla sua
visuale.
Una realtà, venutagli incontro come un tornado, come un
forte vento. Imprevedibile.
Poteva trattarsi di un sogno? Un’illusione? Qualcosa
generato dalla sua mente?
Quando Takuya la invitò ad andare,
fu allora che ritornò in sé, riacquistando lucidità.
Uscirono, avviandosi silenziosamente, lentamente salirono i
gradini. Uno alla volta. Con il rumore dei passi a fargli compagnia.
Lei con gli occhi al pavimento si lasciò guidare da lui che,
con un’indifferenza forzata, fissava la luce dell’uscita.
Entrambi con il corpo molto vicino alle pareti ma la mente
tanto lontana da quel posto.
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Premetto
che non aggiorno questa fanfiction da un saaacco di tempo… forse un annetto o poco più?
All’inizio
è stato a causa del lavoro, poi ho avuto una serie di problemi che mi hanno del
tutto demoralizzata, e poi, osservando il calendario mi son
detta: “non sarà troppo tardi per aggiornare?”
Alla
fine il pensiero di lasciarla lì, incompiuta, mi ha perfino sfiorato la mente!
Ma
poi, è stato due giorni fa, mentre controllavo la posta elettronica, che ho
trovato un messaggio da parte di una persona che per l’appunto mi incitava a
non abbandonare questa storia e a continuare. Che dire? All’improvviso il cuore
mi si è riempito di gioia e di voglia di fare, ho riflettuto a lungo, e poi mi son detta: “Botan, se a te questa
fic non convince granché solo per il modo in cui è
stata scritta, questo non significa che devi deludere le persone che a questa fic ci sono molto affezionate! Oltretutto, sbagliando
s’impara! E tu sei ancora in tempo per rimediare e per far sì che la tua fanfiction alla fine piaccia un pochino anche a te!” E
quindi… sono subito corsa a rispolverare la cartella di “InsertCoin”, e a prelevare questo quindicesimo capitolo che
oramai da tempo se ne stava lì, insieme a quelli nuovi (ne avrò scritti una
decina, ma ovviamente non trovavo, o più semplicemente non volevo trovare mai
un motivo abbastanza valido per pubblicarli) ed eccomi qui, più decisa che mai
a portare a termine questa storia!
Infondo,
a me i game over non sono mai piaciuti!
Grazie
a tutti quelli che hanno creduto in me, e che mi hanno insegnato a credere di
più a me stessa!
Botan
P.S.
Per farmi perdonare pubblico ben 2 chap! Almeno
recupero terreno perduto!
- Takuya! Izumi! – esclamò Tomoki vedendo giungere i due
compagni nella sala.
Pochi istanti subito dopo, dalla porta principale entrò
Kouji, con un evidente fiatone.
- A quanto pare, hai avuto più fortuna di me Takuya…- disse
parlando affannosamente. - Ho fatto il giro del castello due volte… Se mi
avessi avvertito prima, mi sarei risparmiato altra fatica…- parlottò sbuffando
mentre si toglieva la bandana per passarsi una mano tra i capelli un po’
inumiditi dal sudore.
- Già, è vero!- ribatté Takuya spiaccicandosi una mano sulla
fronte- Accidenti nella fretta l’ho completamente dimenticato…! Sai come sono
fatto… Perdonami ti prego!- replicò con mani congiunte.
Kouji sospirò, poi passò rapidamente lo sguardo su Izumi.
La ragazza gli apparve silenziosa. Decisamente troppo per
una come lei.
I suoi occhi fissavano il pavimento, quasi intimoriti di
guardarsi attorno.
- Izumi…scusa per prima. Il mio comportamento non è stato
certo dei migliori, ho agito senza riflettere, perdonami.- disse il Digiprescelto
della luce.
La biondina annuì, abbozzando un sorriso come cenno di
risposta, subito dopo però, reclinò ancora una volta lo sguardo al suolo.
Quanto successo nei sotterranei, le aveva portato
scompiglio, investendola di un forte imbarazzo al tempo stesso.
Il suo migliore amico, da tre anni era innamorato di lei.
Impossibile crederci!
Una verità difficile da mandare giù.
E lei stessa, in tutto questo tempo non si era accorta di
nulla.
-“Sono una stupida!” Pensò sentendosi sempre di più a
disagio.
Ma adesso? Cosa sarebbe successo in futuro? La loro amicizia
si sarebbe inclinata? Il loro rapporto così bello e cristallino avrebbe smesso
di esistere? E Takuya, dopo la dichiarazione come si sarebbe comportato?
Mille domande vacillarono nella sua testa, senza però trovare
sbocco.
Mentre il guerriero del fuoco? Com’era il suo stato d’animo?
Sicuramente non roseo!
Furono attimi duri per lui, aveva sbagliato a rivelarle
quello che da troppo tempo teneva racchiuso nel suo cuore?
Quel maledetto istinto che contrassegnava il suo carattere
lo aveva tradito, portandolo in quell’aborrita situazione.
Cosa sarebbe successo in futuro? La loro amicizia si sarebbe
inclinata? E Izumi, dopo quanto accaduto come si sarebbe comportata?
Mille domande ondeggiarono nella sua testa, senza saperlo,
le stesse della compagna.
Entrambi sprofondarono nelle medesime paure, senza riuscire
a venirne fuori.
Nessuno dei due trovò il coraggio di parlare, nemmeno una parola
che accennasse a quei minuti trascorsi nei sotterranei.
Nulla.
Proseguirono verso il largo dello stanzone, stando attenti
affinché i loro occhi non si incrociassero.
Kouji li fissò tacitamente. Quello strano comportamento era
la prova tangibile di qualche problema, questa volta non un litigio, nei loro
sguardi si leggeva imbarazzo e timidezza, non amarezza e irritazione come tante
altre volte.
Il loro amico scosse pienamente il capo. La priorità
assoluta rimaneva pur sempre Kouichi.
- Il tempo è tiranno!- esclamò a gran voce. – Ophanimon,
dicci dove si trova mio fratello, non possiamo perdere tempo!
L’angelo fece radunare i ragazzi attorno a sé, stringendo
tra le mani un minuscolo scrigno dall’effigie di diamanti, raccolto poco prima
da un armadietto chiuso a chiave.
- Kouichi e i suoi alleati sono partiti da poco. Una fonte
sicura mi ha avvertito pochi istanti fa. Intendono raggiungere il Gate of the
Spirit al centro di Digiworld, il punto più mistico del sistema, dove nella
profondità di quel terreno vi è imprigionata l’anima di Lucemon. Tra meno di un
paio d’ore saranno li, e se lui non verrà fermato, l’angelo del male rinascerà
più forte di prima!-scandì il suono
della sua voce imperiosa.
- Allora partiamo all’istante! – dichiarò Takuya
controllando se lo zaino fosse apposto per il viaggio.
- Anche correndo, non arrivereste mai in tempo. Quel settore
è molto distante dal mio castello, impieghereste il doppio. – proferì ancora
una volta l’angelo celeste.
- Ma allora come facciamo? Dobbiamo impedire che Lucemon
rinasca! Noi siamo qui per difendere questo mondo! – vociò il guerriero delle
fiamme divorato dall’impazienza.
Ophanimon sorrise alle sue parole, dopodichè voltò di
spalle, avviandosi al di fuori del salone. – Seguitemi Digiprescelti! – disse
camminando a passo svelto.
Junpei caricò il pesante zaino sulle sue robuste spalle,
unendosi agli altri.
I prescelti seguirono la creatura dall’armatura acquamarina,
che li condusse nella biblioteca principale del castello.
Rivedere tutti quei cumuli di libri, provocò nei confronti di
Takuya e Izumi, un forte stato di difficoltà, che per un’attimo gli fece ricordare
quel bacio. Le loro fronti iniziarono a bollire quando Takuya, voltatosi per
errore nella direzione della compagna, incrociò i suoi occhi.
L’emozione di Izumi salì rapidamente, s’irrigidì
maldestramente, provando una forte percezione di impaccio.
Sensazione che però, venne presto interrotta da un
crocchiante scricchiolio. Ophanimon, toccando un finto libro posto sul primo di
una lunga serie di scaffali che circondavano la stanza, azionò un meccanismo
che provocò l’apertura perentoria della parete affianco.
Dei cardini arrugginiti e ben nascosti, produssero un
flebile rumore gracchiante.
Il rumore cessò dopo che la soglia del passaggio segreto,
diventò completamente accessibile.
I giovani aguzzarono la vista nel buio, rendendosi conto di
trovarsi davanti ad una galleria.
Kouji si avviò di qualche passo, protese un braccio in
avanti toccando un muro di pietra fredda e bagnata.
La prima cosa che percepì, fu il pungente odore di muffa,
che gli raggiunse presto le narici, fino a fargli lacrimare gli occhi per il
forte olezzo.
-Bleah!- disse disgustato.
- Wow! Che forza! Un passaggio segreto come nei film di
fantascienza! – fece Tomoki entusiasta della scoperta.
- Non uso questo passaggio da anni, potrebbero esserci delle
piccole pozzanghere causate dalla forte umidità, e le luci danneggiate dal bagnato
– dichiarò l’angelo restando sulla soglia del varco e consegnando nelle mani di
Izumi un piccolo sacchetto di tessuto amaranto - Prendete. Qui dentro troverete
un paio di torce e i lasciapassare.
- Lasciapassare? – Kouji incurvò la fronte, perplesso.- Cosa
c’è qui sotto?- formulò aizzando un dito verso la galleria.
- Anche Digievolvendo non potreste mai arrivare per tempo,
imboccate la galleria e alla fine di essa troverete un unico binario
ferroviario. Li vi attenderà un Trailmon, mostrategli i pass contenuti nel
sacchetto e vi porterà a destinazione. Con un po’ di fortuna dovreste giungere
prima dell’arrivo di Kouichi, in caso contrario, Seraphimon e Cherubimon
faranno del tutto per ritardare il suo ingresso al nucleo.- rispose il Digimon.
Poi aggiunse- Un’ultima cosa, in questo
scrigno sono racchiuse le quattro essenze digitali di Grottomon Arbormon Ranamon
e Mercuremon. Vi serviranno per compiere l’Hyper Evolution qualora ne avreste
bisogno. – e consegnò il cofanetto nelle mani di Takuya.
- Grazie di tutto Ophanimon! Non temere per Digiworld, anche
questa volta lo difenderemo come in passato! – scandì il ragazzo stringendo a
sé il bauletto.
- Ricordate però che il nemico da fronteggiare sarà diverso
da quello combattuto cinque anni fa. Se Lucemon rinascerà, la sua potenza
distruttiva grazie al nutrimento della chiave oscura racchiusa nel corpo di
Kouichi, sarà aumentata del doppio! Perciò è di vitale importanza che voi prestiate
la massima attenzione. Comunque, se la situazione dovesse avviarsi ad una piega
diversa, giungerà un aiuto inaspettato che vi darà appoggio. Adesso andati,
Digiprescelti!
Ophanimon si distaccò dall’uscio permettendo ai cinque
giovane e alle due creaturine di accedere all’imbocco.
- Quale aiuto inaspettato? – dissero Takuya e Kouji
all’unisono.
Il muro della parete si richiuse producendo lo stesso suono
gracchiante, la figura della creatura celeste scomparve poco a poco mentre i
ragazzi dovettero accontentarsi di quelle poche risposte.
Avanzarono a passo moderato. Poi Kouji, nuovamente girò il
capo di scatto in direzione dell’entrata, quasi volesse richiamare Ophanimon
per chiederle qualcosa.
La galleria era appena sufficiente da consentire il
passaggio in larghezza di due persone, Junpei e Tomoki, i primi a comandare la
fila, reggevano le due torce, le luci del condotto infatti erano per la maggior
parte fuori uso, ricoperte da un folto strato di muschio verde, così come le
pareti.
Fecero incrociare le luci della pila sul pavimento, dove al
contatto del raggio, luccicarono piccole pozzanghere.
Takuya, poco distante da loro, portava al suo fianco il
piccolo Neemon, che continuava a fissarsi intorno con stupore.
Izumi e Bokomon, dietro, mentre in ultimo, il giovane
Minamoto a chiudere la fila.
Quest’ultimo avrebbe voluto chiedere ad Ophanimon qualcosa
in più sull’Abisso delle Anime Perdute, quel posto così spaventoso e
misterioso. Voleva informazioni al riguardo, e in quel momento Bokomon sembrò
l’unico a cui domandare.
- Bokomon- pronunciò avvicinandosi al Digimon. Quest’ultimo
però sembrò non udire il suo richiamo e continuò la traversata al fianco della
giovane.
Kouji scosse il capo sommessamente. Ricordandosi della
reazione che al piccolo Digimon creava il sentir nominare quel luogo, quindi scelse
di tacere. Era quasi sicuro che alla fine ne avrebbe ancora sentito parlare.
L’aria della galleria era decisamente più fredda rispetto
alla sala sovrastante.
- Brrrrr- fece Izumi strofinandosi le braccia con le mani-
Si gela qui sotto!
Takuya per un attimo si scosse.
Un impulso immediato lo fece fermare. Senza pensarci due
volte, abbassò la lunga zip della felpa, togliendosela di scatto. Rallentò il
passo di proposito per poi affiancarsi alla ragazza.
Izumi si vide spuntare un piccolo fagotto rosso proprio
sotto il mento. Scostò lo sguardo in direzione laterale.
- Ehi…ma…- pronunciò appena, con interdetto.
- Le giacchette delle divise femminili sono sempre leggere…
la mia felpa di sicuro di terrà più caldo. Io non ne ho bisogno, l’umidità di
questo posto fa al caso mio per raffreddarmi un po’, sono troppo accaldato. –
dichiarò lui, stando attendo a non rivolgerle lo sguardo.
La biondina prese a sé la felpa rossa, poggiandola sulle
spalle.
- E’…è vero…è calda…grazie -formulò schiarendosi la gola con
un colpo di tosse.
- AAAH!!! Junpei!! Non fare il cretino!!- Tomoki urlò di
scatto aizzandosi contro il compagno.
Izumi e Takuya si desteranno dall’attimo di imbarazzo,
puntando l’attenzione sui due capifila.
- Che vi prende a voi due, eh?- domandò Takuya, lasciando
Izumi alle sue spalle.
- Io niente!! Chiedilo a Junpei che mi ha abbagliato con la
sua torcia!! – brontolò il ragazzo stropicciandosi gli occhi.
- Eh dai Tomo-kun! Scherzavo! L’aria qui sotto è gia
irrespirabile, volevo spezzare questi momenti cercando un po’ di distrarti!-
rispose il ragazzone, con un sorriso.
Takuya sospirò.
- Forse questa volta Junpei ha ragione…- pronunciò,
spingendo in seguito le spalle dell’aitante giovane.- Piuttosto affrettate il
passo, manca ancora molto?- domandò.
Tomoki saettò la torcia verso le profondità del tunnel,
illuminando uno scorcio.
- Mmh…direi di no…quella deve essere l’uscita.- disse
puntando il fascio in avanti.
I cinque proseguirono ad andatura ritmata dagli squaaash
delle piccole pozzanghere che finivano sotto le loro scarpe.
Kouji infilò le mani nelle tasche dei jeans per cercare un
po’ di calore.
Più si allontanavano e più la temperatura di quel posto calava
giù.
Arrivati alla fine, le pareti sembrarono stringersi e,
inevitabilmente, Tomoki e Junpei rimasero per brevi istanti incastrati tra le
mura umide. Si staccarono in poco tempo con un piccolo gesto di svincolamento
da parte del guerriero del ghiaccio, arrivando così all’uscita.
Quest’ultima, apparve ancora più ristretta da consentire il
passaggio uno per volta.
Il primo a venirne fuori fu Junpei, seguito a spintoni da
Tomoki che non vedeva l’ora di respirare aria meno stantia.
Venne presto il turno di Takuya e Izumi, i giovani avanzarono
all’unisono spostando entrambi le gambe in avanti. Fu un attimo di contatto, e
in pochi gesti i loro volti si toccarono appena. I loro occhi s’ incontrarono, incapaci
di evitarsi. I cuori sussultarono come saltellando, e i due respiri si
incontrarono.
Takuya girò di lato la testa, per evitare ulteriori
contatti. Arretrò.
- Passa tu.- disse con lo sguardo rivolto alle pareti.
Izumi assenti con un cenno timido del capo, e varcò
l’uscita.
Bokomon e Neemon la seguirono subito dopo, stanchi di quel
posto.
- Prego!- disse Takuya, scherzosamente, rivolgendosi
all’intirizzito Kouji.
Lui sembrò non gradire, ed annottò leggermente il viso
guardandolo di sottecchi.
Tutti fuori, Tomoki emanò un lungo respiro, gonfiando la
pancia come un palloncino.
Il nuovo ambiente era decisamente più grande, proprio come
la quantità d’aria, più pulita e fresca.
Non c’era abbastanza luce, ma i ragazzi spensero lo stesso
le due torce mettendole via.
- Guardate!- pronunciò il padrone del ghiaccio alzando un
dito in avanti.
I ragazzi lo seguirono, scoprendo una grossa locomotiva
situata a meno di dieci metri da loro.
Le carrozze erano molto lunghe e interamente dorate, con i
vetri dei finestrini così limpidi da sembrare puro cristallo. Sulle portiere,
stampati a caratteri grandi, vi erano impresse delle ali racchiuse in un
sottile cerchio. Le ruote invece, erano di un metallo assai robusto, ben
piantate ai binari che si estendevano fino a raggiungere una galleria e
scomparire nel buio.
Si avviarono verso l’imponente macchina a passo svelto ma
una voce dal nulla li bloccò.
- Alt! Fermi! Non avvicinatevi! Farsi riconoscere!
- Chi…chi ha parlato?- tuonò Takuya guardandosi intorno con
trepidazione.
- Come sarebbe a dire? Io! Il Trailmon ufficiale dei tre
cavalieri angelici! Run Sapphire! - esclamò il treno d’orato, accendendo le
luci delle sue carrozze per accompagnare il suo altezzoso nome – Voi piuttosto,
chi siete e cosa fate in questo posto? Come siete arrivati qui? E’ buona norma
presentarsi…ma i giovani di oggi purtroppo hanno altre abitudini! Aaah…!-
sospirò infine con voce rauca.
- Ci scusi! Noi siamo i ragazzi che incarnano lo spirito dei
leggendari guerrieri e ci…
- HA HA HA AH!!! HE HE HEEHHEHEH AH AH!- La fragorosa risata del Trailmon spezzò
le parole di Takuya che corrugò la fronte un po’ irritato.
- Ah! Abbiamo i pass!-Izumi aprì il sacchetto color amaranto donatole da Ophanimon, sbirciò al
suo interno per cercare le tesserine e le raccolse con la mano. – Ecco! Vede? Ci
manda Ophanimon!- dichiarò avvicinando i cinque rettangolini davanti al muso
della locomotiva parlante che sgranò di colpo i suoi grandi occhi cerulei.
- Oooh!!!- proferì con smisurato sbalordimento- Vogliate
scusarmi per aver riso della vostra parola! Non credevo che dei ragazzini
potessero essere i mistici cavalieri leggendari!
- Già…-parlottò Takuya un po’ spazientito- Beh, visto che ci
siamo presentati, abbiamo una certa fretta… Ophanimon ha detto che ci avresti
portati in qualsiasi posto ti avremmo chiesto, e siccome si tratta di
un’emergenza piuttosto grave, ti dispiacerebbe farci salire? – aggiunse senza
tante prefazioni.
- Ma certo! In questo caso cambia tutto! Prego
accomodatevi!- Run Sapphire spalancò in un soffio la portiera d’accesso alle
carrozze, e in un lampo il motore cominciò a rombare.
Uno alla volta, i ragazzi salirono sul possente Trailmon,
rimanendone impressionati.
L’interno delle carrozze, era una miriade di eleganza e
raffinatezza, unita ad un confort delle poltrone, imparagonabile a qualsiasi
treno di lusso. Tomoki si lanciò di getto su uno dei tanti sedili, testandone
l’estrema morbidezza.
- Aaah com’è soffice! E com’è liscio il rivestimento! Sembra
la pelle di una pesca! – esclamò strofinando la guancia sulla morbida spalliera
fatta di velluto.
- Si… niente male… Mi chiedo se in velocità sia altrettanto
spettacolare…- disse Kouji un po’ scettico.
- E’ ovvio! – Tuonò improvvisa la voce di Run Sapphire da
una delle casse posizionate in alto- Metti in dubbio le mie qualità? Ho un
motore in grado di raggiungere una velocità di oltre 320 km/h! Non sono mica
una locomotiva a vapore! Dimmi la tappa e allora vedrai chi è veramente Run
Sapphire! Non per nulla sono il Trailmon dei guardiani celesti!
- Il centro di Digiworld. E’ lì che dobbiamo andare. Dobbiamo
raggiungere il nucleo, e di massima urgenza!- rispose prontamente Takuya.
- D’accordo!!! Allora prendete posto e reggetevi forte! Il
giro è lungo, perciò mettevi comodi, lo dico soprattutto per la signorina!
Mettiti comoda tesoro! – enunciò il Digimon mostrando una voce altamente
affascinante.
- Eeh…si…si…- Izumi sorrise forzatamente un po’ arrossata, prendendo
posto accanto alla finestra.
- Ci mancava solo il treno playboy adesso…- parlottò Takuya mentre
con un vigoroso sbadiglio, aprì la porta del vagone successivo – Vado a
schiacciare un pisolino…ho dormito poco. – annunciò svogliatamente chiudendo la
soglia alle sue spalle.
Izumi lo fissò di nascosto.
Kouji annuì con il capo augurandogli un buon riposo, mentre
Junpei e Tomoki litigavano su dove sistemare il pesante zaino, senza curarsi
dei compagni.
Il padrone della luce si adagiò di fronte alla ragazza,
distendendo le spalle sullo schienale imbottito.
- Però…morbido…!- enfatizzò facendo sprofondare la testa
sullo schienale imbottito.
- Già… – rispose Izumi alzando gli occhi al soffitto per
ammirare lo splendore dei particolari rivestimenti. Lo sguardo le finì sulla
porta di fronte. Takuya era lì dentro.
La luce di entusiasmo apparsale negli occhi allo spuntare
della splendida carrozza, diminuì di colpo, dissipandosi.
Abbassò il capo, stringendo nel pugno delle sue mani, i
lembi della gonna.
Il fischio stridente del treno annunciò la partenza, le
ruote cominciarono a muoversi lentamente, poi la marcia accelerò, sempre più
veloce, fino a ché il pesante mezzo non si lanciò completamente.
Il mezzo viaggiava ad una velocità davvero impressionante,
nonostante questo, i vagoni restavano perfettamente stabili, senza oscillazioni.
- Se ho fatto bene i calcoli, con questo ritmo nel giro di
un paio d’ore dovremmo essere lì!- dichiarò Junpei scarabocchiando numeri su un
pezzo di carta.
- Ne sei proprio convinto? Allora com’è che i miei risultano
diversi? Arriveremo tra tre ore!- puntualizzò Tomoki mostrandogli
un’altrettanto foglio di carta pieno di numeri.
- E’ una sfida? Bene, allora preparati a perdere, quando
saremo lì tra esattamente due ore, vorrò proprio vedere la tua faccia che
smorfia farà! Chi perde porta lo zaino, ci stai?- disse Junpeistendendo una mano.
- Ci sto! Tanto non ho nulla da perdere dato che sarai tu ad
averne!- batté il ragazzino stringendo la mano al compagno.
Kouji limitò a guardare, stizzito. Poi, l’attenzione dei
suoi occhi cadde sul volto di Izumi.
Se ne stava in silenzio con lo sguardo perso nei vetri del
finestrino. Il palmo della mano poggiato sul basso del mento, con le dita
sparse sulla guancia.
- C’è qualcosa che ti preoccupa? – le domandò il giovane
senza ottenere risposta.
Era così assorta nei mille pensieri che le affollavano la
testa, da non curarsi di nulla.
Nella mente le apparve l’immagine dei sotterranei. La
stanza, i cumuli di libri, tutto le sembrò reale.
Perfino la sensazione della sua schiena pressata a quella
porta di legname gelido, le ritornò.
Tutto come se quel bacio fosse successo un attimo fa.
Pensò a breve ai suoi compagni che alla fine si sarebbero
resi conto del suo inspiegabile comportamento.
Una luce prodotta da una serie di fari esterni e riflessasi
sul vetro del finestrino, le distolse l’attenzione da quel vuoto che continuava
a fissare, e, specchiandosi in quella lastra, si rese conto di indossare ancora
la felpa rossa prestatale da Takuya.
Abbassò gli occhi su di essa, avvicinando le mani al caldo
tessuto. Il Trailmon era ben riscaldato, così, sfilandola dalle spalle, la
rigirò tra le dita, piegandola accuratamente.
Fece per alzarsi dal sedile con la ferma intenzione di riconsegnarla
al suo proprietario, ma tuttavia morsicandosi il labbro inferiore, ebbe un
attimo di tentennamento.
E se Takuya non avesse gradito la sua presenza? Però infondo
perché non doveva farlo? A conti fatti era lui a doversi sentire più in colpa
dopo quel bacio. Se c’era una persona adirata, quella doveva essere Izumi! Aveva
tutto il diritto di odiarlo per averle rubato il suo primo bacio! Eppure, la
ragazza non provò nessuno di questi sentimenti negativi. Solo una profonda
paura. Paura derivata dal fatto di perdere il rapporto costruito con quel
ragazzo tanto testardo quanto amabile proprio per i suoi modi.
Ma lei, era innamorata di Kouji…o forse no? In effetti non
aveva detto granché a riguardo.
Tutte le emozioni, i sentimenti, le certezze, tutto le parve
confuso, disfatto, come uno specchio montato al contrario, senza riflettere ciò
che veramente le pulsava il cuore.
Socchiuse gli occhi, sospirando silenziosamente rilasciò le
gambe, accomodandosi di nuovo.
Kouji la fissò ancora una volta.
E questa volta però, decise di esprimersi come solo lui era
capace di fare.
- Ha il sonno pesante quello lì, e poi sono certo che anche
se dovesse svegliarsi, non sarà infastidito dalla tua presenza. - esclamò
abbozzando un sorriso. Aveva capito che il problema di quello strano
atteggiamento della compagna, era legato in qualche modo al giovane guerriero
del fuoco. Nonostante tutto, preferì ugualmente non aggiungere altro lasciando
a lei la decisione di agire.
La biondina alzò il capo, un po’ intimorita ma confortata da
quelle parole. Prima che la situazione sarebbe peggiorata, capì di porre un
freno all’inevitabile declino. Dopotutto lei e Takuya non riuscivano a stare
per un periodo di tempo assai lungo, senza rivolgersi reciprocamente la parola.
Annuì con la testa, stringendosi tra le dita la calda
maglia. Si alzò sorridendo.
Si, Kouji aveva ragione. Così, arrivò all’entrata della
carrozza successiva.
Fissò la maniglia, con interdetto. Poi la spinse in avanti.
Buttò una sbirciatina al suo interno.
L’ambiente era simile all’altro, stesso tipo di arredamento,
compresa anche la tappezzeria color zaffiro. Fatta eccezione per i sedili, più
grandi da permetterne il riposo stando anche distesi.
Entrò silenziosamente in punta di piedi.
I piccoli tacchi delle scarpe, adagiati lentamente al
pavimento, si azzittirono provocando un sordo rumore.
Avanzò con lentezza, gettando il capo in direzioni laterali,
per trovare il ragazzo.
Percorse un altro paio di metri, e, in uno degli ultimi
posti, scorse dei piccoli ciuffi color caffé spuntare dal bordo di una
poltrona.
Il cuore ebbe un palpito.
Si avvicinò ulteriormente, arrivando alla penultima fila di
sedili.
Takuya era rannicchiato su uni di essi, il braccio destro
pendeva dal seggiolino, fino a poggiarsi al suolo. La mano sinistra, invece, se
ne stava sulla pancia, barcollando lievemente per via del respiro che la
spingeva su e giù. La bocca semi aperta, e un ciuffo di capelli adagiato sulle
labbra, gli regalavano un’aria più tenera, quasi come un bambino in cerca di
protezione.
Il palpito di Izumi accelerò follemente provocando un forte
ticchettio non appena i suoi occhi incrociarono quell’espressione.
Takuya era molto cambiato dai tempi dell’adolescenza. Il suo
viso aveva assunto un’aria più matura, più lineare più…affascinate?
La
Digiprescelta si fermò a riflettere.
E se la cotta per Kouji fosse soltanto un espediente?
Questo quesito così improvviso, gli sfiorò la mente fino a
rimanerle stampato.
Il ragazzo con la bandana le piaceva, ma fino a che punto?
Fino a poco tempo fa, non faceva altro che pensare a lui, al
suo carattere al suo modo di comportarsi, e al suo sorriso. Lo stesso di
Takuya.
Stava mentendo a se stessa.
Questa fu la sola spiegazione.
Chiuse gli occhi istintivamente.
Ritornò indietro con i ricordi. Tre anni per l’esattezza.
**********
- Izumi,
hai saputo la novità? Kanako ha chiesto un appuntamento al tuo amico…com’è che
si chiama? Kanbara?
- Takuya?-
disse Izumi a voce sorpresa.
- Si esatto!
Pensa, ci sono tante ragazze che sbavano per lui nelle classi affianco, e la
nostra Kanako è riuscita a strappargli un appuntamento! Chissà che combinerete,
eh?!- espresse con una punta di malizia mentre ticchettava il fianco di Kanako
stessa, con il gomito.
- Aah Chiaki!!
Smettila smettila!- fece la ragazza, tappando la bocca alla compagna
repentinamente.
Izumi piegò
il capo in avanti, tossicchiando appena.
- E…- la voce
le si spezzò in gola, tossicchiò ancora una volta per scaricare la tensione,
poi riprese- E dove andate di bello?- chiese sforzando di sorridere.
- Andremo
solo a fare una passeggiata nel parco… stavo chiedendo ad una mia amica di
andare a vedere la fioritura di ciliegi, non so perché ma Kanbara si è subito
offerto di accompagnarmi… è strano, di solito esce solo con i suoi amici, e non
ha tante amicizie femminili, a parte te… ho avuto proprio fortuna!
Izumi smise
per un attimo di respirare, quasi bloccata.
Un nodo al
centro dello stomaco chiedeva quasi di gettarsi fuori, poggiò le mani sulla
pancia come volesse contenerlo.
- Anche tu
Orimoto ci vai, vero? Ho visto te e Sakichi ieri mattina che parlavate nel
corridoio e… non volendo vi ho sentiti parlare… sai, le mura scolastiche
rimbombano…! Ahhh…- sospirò la giovane
amica poggiandosi le mani sulle guance- Come ti invidio! Sakichi Ito è uno dei
ragazzi più popolari del Daijimoto! Cosa darei per uscire con lui…!!!
- Prima
Kanbara e poi Ito…! Aaah ma perché tutti i ragazzi più belli ti stanno
dietro?!!- disse l’altra compagna gonfiando le guance.
La
biondina, con sguardo tremante, non riuscì a reprimere la stizza, il grosso
senso di malinconia si tramutò in qualcosa di più profondo, aggrottò la fronte
agguantando lo zaino violentemente e con polso oscillante.
- La fioritura
di ciliegi, eh?!! STUPIDO!! – rintronò la sua voce visibilmente seccata, mentre
voltando di spalle si apprestò ad uscire dalla classe con aria furente, come un
tornado.
- Izumi…?!
Ehi?! Ma che le prende?!- pronunciò Chiaki storcendo di poco le labbra.
- Ma non
doveva andarci con Kanbara, come gli altri anni?- aggiunse un’altra compagna.-
Sei sicura che ci vada con Sakichi? Non è che hai capito male…e che Kumiko in
realtà ha detto una balla?? Come sempre d’altronde…
- Adesso ho
capito tutto!!- scandì una terza ragazza del gruppetto sollevando il dito con
aria alquanto saccente - Non è che lei e Kanbara hanno litigato? Se fosse
così…allora è possibile che lui abbia invitato Kanako solo per fare un dispetto
alla sua amata…che intreccio romantico! Sembra la storia di un manga! - asserì
con occhi quasi estasiati, mentre la ragazza scelta da Takuya per la
passeggiata al parco, annottò il viso sbuffando fortemente.- Non prendertela
Kanako, vedrai che ti andrà bene la prossima volta! Se vuoi ti presento mio
cugino…non sarà bello come Kanbara ma è single!
Il
chiacchiericcio delle tre si accollò al suono degli altri studenti che si
preparavano a lasciare l’aula.
Izumi
avanzò a passo spedito tra i corridoi dell’edificio, scese le scale senza
rendersi conto di aver urtato la spalla di qualcuno che, proprio come lei, mostrò
un viso piuttosto crucciato.
- Fa più
attenzione razza di imbeci…- sbraitò quel ragazzo voltando il capo. Ma qualcosa
frenò le sue parole- I-Izumi…?!?!?- mugugnò l’ancor intontito Takuya.
- Ti auguro
una buona “fioritura di ciliegi”!- disse con tono canzonatorio la ragazza, che
andò via correndo, senza però prima avergli pestato un piede.
- AAAH! – protestò
lui stringendosi in un mix di dolore. Poi si riprese- Cosa?! Ah si? Allora te
lo auguro anche a te e a quel coso di nome Sakuchi Sakachi o come diavolo si
chiama! Tsk!- rumoreggiò digrignando i denti.
- Kanbara
non ti arrabbiare, la prossima volta andrà meglio! Sono donne, basta una parola
dolce, una carezza, un gesto affettuoso e dopo cadranno ai tuoi piedi! È un
metodo scientifico e provato da me che onestamente so vivere!- commentò un suo
compagno passandosi una mano tra i capelli come fosse un acclamato divo della
tv.
- Se quella
specie di maschio in gonnella me la chiami donna…allora affidati ad un buon
oculista! A domani Kikuchi!! – replicò imbestialito, andando via.
Le nuvole
riempirono poco a poco il cielo di Shibuya, condensandosi.
Izumi
camminava a passo veloce nonostante il forte vento continuasse a scompigliarle
i capelli.
- Ci
mancava anche la pioggia adesso…! – parlò sommessamente alzando lo sguardo al
cielo.
Il suolo
cominciò a riempirsi di piccole pozzanghere e il cielo di grandi lampi.
Con la
divisa interamente zuppa e le braccia incrociate per riscaldarsi dal freddo di
quella gelida giornata, continuò la sua marcia fino a che qualcosa di caldo la
urtò.
Sollevò il
capo in alto, un grande ombrello blu notte la riparava dalle numerose
goccioline d’acqua, e una forte stretta le riscaldò la schiena.
- Potevi
anche telefonarmi se volevo un “passaggio”…- dichiarò un moretto dai capelli
lunghi.
- Ah Kouji,
sei tu… non sapevo che avessi un ombrello...e poi non volevo disturbare…la tua
ragazza si sarebbe insospettita…
Il giovane
Minamoto sbuffò voltando lo sguardo altrove, quasi seccato.
- Miyama
non è la mia ragazza, mi perseguita fin dalle elementari e per uno strano
scherzo del destino continuiamo a capitare nella stessa classe…roba da non
credere…- espresse rabbrividendo appena.
Anche Izumi
rabbrividì, ma a differenza del compagno, si sentì gelare per il freddo.
I suoi
vestiti erano bagnati, e la temperatura dell’aria non accennava a risalire.
Il
taciturno ragazzo, senza parlare le appoggiò un braccio intorno al collo,
tirandola a sé.
Izumi
sussultò lievemente, sorpresa da quel gesto. Le guance, se prima apparvero
pallide e imbiancate dal freddo, ripresero colore, intingendosi di rosso.
Si portò
una mano in petto. Il cuore zampillava come un tamburo. Alzò gli occhi
guardando segretamente Kouji.
Possedeva
lo stesso profilo di Takuya, tanto che con quel suo modo di fare, gli parve
quasi di vederlo.
Sorrise,
rabbrividendo ancora. Questa volta non per il freddo, ma per qualcosa di ben più
diverso.
Fu da lì, che tutto
ebbe inizio.
**********
Riaprì gli occhi impulsivamente così come li aveva chiusi.
Con timore, le dita calcarono inconsciamente sulla felpa.
Il tessuto raggrinzì sotto i polpastrelli, formando piccole
pieghe.
Voleva bene a Kouji perché Kouji era come Takuya.
Anche se diversi esteriormente, le piccolezze che li univano,
il modo di fare, la testardaggine, la continua voglia di mettersi in gioco, tutto
ciò li rendeva molto simili, però, il giovane guerriero del fuoco possedeva una
marcia in più che nessun altro avrebbe potuto eguagliare. Lui era Takuya. Non
Kouji.
Izumi scrollò il capo, con il battito cardiaco giunto al
massimo.
Era entrata solo per riconsegnare la giacchetta, si sentì troppa
paura per affrontare un argomento irto di ostacoli e scanalature complesse,
perciò, mosse un altro passo in avanti, questa volta frettolosamente, e adagiò
il fagotto rosso sul sedile di fianco a lui.
Il rumore dei tacchi stavolta fu più altisonante tanto che
le palpebre di Takuya si spalancarono di colpo.
Izumi si bloccò lasciando cadere la felpa al pavimento.
Chinò la schiena per raccoglierla così come fece Takuya buttandosi giù dal
seggiolino.
Le loro mani si toccarono, per fuggevoli istanti.
Proprio come ambedue non si resero conto di rivolgersi lo
sguardo.
Arrossirono fugacemente.
Non fu facile per lei osservare quel luccichio color nocciola
con la confusione rumorosa dei suoi sentimenti. Guardare il suo migliore amico
negli occhi sapendo quali fossero le sue emozioni, le impedì di trattenere
l’attenzione su quel volto.
- Volevo riportarti la felpa, scusa se ti ho svegliato, mi
dispiace!- disse per tirarsi drasticamente dall’impaccio.
- N-no non fa niente, ti ringrazio ma potevi tenerla se hai
ancora freddo…- le rispose Takuya con voce un po’ roca.
Izumi si alzò di scatto, negando con il capo si riportò in
piedi. Takuya la seguì poco dopo.
- Adesso va meglio, sul Trailmon si sta bene, è riscaldato.-
pronunciò con occhi puntati al pavimento, mentre il prescelto del fuoco la
osservò timidamente dichiarando:
Il suo corpo, anche se lievemente, stava tremando. Takuya si accorse di quel movimento sussultorio osservando
quelle esili braccia così delicate ma cariche di energia.
Come poteva, Izumi, tenersi dentro
un sentimento tanto difficile da comprendere, e impossibile, almeno per lei, da
decifrare? Senza parlare, le sue guance si accesero di rosso.
Non seppe dare una spiegazione a quel tremolio incessante
che aumentava incontrollato.
- Scusa, io non volevo, come al
solito parlo senza riflettere…- disse il padrone delle fiamme per toglierla
dall’ imbarazzo.
E così fu.
Il sussulto incessante finì.
La ragazza cadde in mutismo, ancora una volta abbassò il
capo, i capelli biondi le slittarono sul viso, incorniciandole le guance.
Il silenzio sommerse tra i due.
Rimasero soli, in un vagone grande e vuoto. Il treno
viaggiava a gran velocità, così come il ritmo dei loro cuori.
Per la prima volta in cinque anni, si trovarono a dover
gestire una situazione forse più grande dei loro giovani ed acerbi sedici anni.
E soprattutto nel momento più sbagliato e meno adatto,
che forse rendeva la pressione ancora più accentuata del suo limite
possibile.
Fu qualcosa di inaspettato a
strappare quell’assenza di suono, attirando
l’attenzione della ragazza.
Sul braccio destro di Takuya,
spiccava a grandi linee un profondo ed evidente taglio, lungo all’incirca una
decina di centimetri.
Molto probabilmente si trattava della ferita provocatagli da
Fairymon, nello scontro avvenuto al Tempio della
Settima Torre.
Le lunghe maniche della felpa, erano servite a nascondere la
lesione, ma nel momento in cui il giovane si sfilò l’indumento per cederlo alla
compagna, le braccia si scoprirono rivelando così quel grosso rossore che aveva
iniziato inspiegabilmente a sanguinare.
Senza pensarci due volte, Izumi si
avvicinò a lui dimenticando miracolosamente i palpiti del cuore, e con
delicatezza cominciò a pulire la ferita con un quadrato di stoffa bianca tirata
fuori dalla tasca della giacca.
- Ho bisogno d’acqua per pulirla… Dovrebbe
esserci una toilette qui da qualche parte…- disse girando il capo nel vagone.
- Ma no, non serve che ti preoccupi, guarirà da sola…-asserì
il ragazzo del fuoco con un piccolo tremolio alla gola- non so perché abbia
ripreso a sanguinare… forse ho picchiato la spalla contro qualcosa…
ma sono certo che si chiuderà!- rispose sorridendo per tirarsi
dall’impaccio.
- Se non la curi bene, ogni
qualvolta ti capiterà di urtare contro più cose, è probabile che il taglio si
aprirà nuovamente! Questo non è un semplice graffietto. Vieni
con me, l’ho trovato!- Izumi strattonò Takuya gentilmente, invitandolo a seguirla. Stavolta il
padrone del fuoco non fece resistenza, e si lasciò guidare dalla compagna.
Entrarono al bagno, trovando con molto stupore, un ambiente
altrettanto bello quanto curato nei particolari e
nelle comodità.
Izumi fece sedere il compagno sul
bordo di una vasca, piuttosto grande e dalla superficie splendente.
Aprì un armadietto con una grande
croce, rossa, stampata sulla facciata bianca, e cercò qualcosa che potesse
esserle d’aiuto.
- Un kit del pronto soccorso pieno zeppo di
ampolle e rimedi curativi, WOW! – esclamò con stupore- Peccato però che
non sono un medico…dunque vediamo…Questo no… questo
nemmeno… questo serve per i dolori alle ossa…
- Per fortuna non ho ancora l’artrite!- rispose
immediatamente Takuya cercando di imitare un finto
blocco delle articolazioni.
- Temo proprio che per te non ci sia cura! Qui parla di
bloccaggi parziali e non totali! – Izumi sorrise
giocosamente, leggendo le indicazioni dell’ampolla.
- Vorrà dire che la prenderò tutta!
Ha effetti collaterali?- domandò, ancora scherzando.
- Attenzione: non superare le dosi indicate senza il
consiglio del medico. Consultare il medico se il disturbo si
presenta ripetutamente o se avete notato un qualsiasi cambiamento recente delle
sue caratteristiche. Sono stati riscontrati bruciori e irritazioni. In
caso di effetti indesiderati nel foglio illustrativo,
è importante comunicarne al medico o al farmacista, tale comparsa, compilando
poi una scheda di effetti indesiderati disponibile in farmacia. A tutti i
contribuenti verrà assegnato un premio… Un premio?? Ma
che roba è?!- pronunciò Izumi,
storcendo il naso.
- Praticamente è come diventare una
cavia…! Assumi qualcosa di imprecisabile, e se muori o
ti si presenta un sintomo diverso da questi citati, ti premiano per l’informazione!
Che si vince? Un week-end a
Parigi per due persone con trasporto di cassa da morto compresa, in caso che il
presunto “fortunato” abbia avuto la peggio? O la
meglio se si pensa alla vincita…s’intende! Vogliamo provare? Dai mi sento fiducioso, così ti porto a visitare Disneyland o la Torre Eiffel! – esclamò Takuya spalanco la bocca
per prepararsi all’assunzione dello strano farmaco.
- Preferisco Disneyland! Ma non è
questo quello che devi prendere…- espresse la ragazza,
riponendo la boccetta al suo posto- Ecco! Questo qui fa al caso tuo! – affermò
scuotendo un fiasco con del liquido color lampone.
Takuya deglutì con un brivido
freddo sulla schiena.
- A-aspetta un momento!! Siamo sicuri che questa roba sia buona?!
Il colore non mi ispira particolarmente, e poi è tutta
impolverata… Leggi il foglietto informativo, non vorrei fosse scaduta o
cos’altro…!
- Non mi dirai che hai paura che un
po’ di liquido possa bruciare?- dichiarò Izumi
sollevando le sopraciglia. - Ok… se per farti stare
più tranquillo, ti accontento…dunque…- i suoi occhi si mossero a gran velocità
divorando quel pezzo di carta in pochi istanti, poi, alzò il capo accennando un
mezzo sorriso.
Takuya deglutì.
- Che c’è? Perchéridi? È come avevo detto io,
vero?
- Non proprio… Ecco vedi…non saprei come dirtelo ma, per la
tua incolumità devo chiedertelo…ihih-sgignazzò lei portando la mano sulla bocca- Sei… incinto?!- farfugliò giocosamente mentre il padrone del fuoco
strabuzzò in una smorfia di incaglio- Perché potrebbe provocare disturbi
piuttosto fastidiosi in gravidanza e allattamento… Lo dico per il tuo bene, non
vorrei mai che tu e il tuo bambino vi sentiste male! Certo che no! – disse in
tono canzonatorio stappando il tappo dell’ampolla. – Coraggio, sei o non sei un
uomo? Che vuoi che sia un po’ di dolore?
- Il braccio appartiene a me, sono io che devo soffrire! E poi non mi fido di questa roba, e troppo scura e…puzza! Bleah!- borbottò il guerriero tappandosi il naso con le
dita.
L’odore proveniente dalla boccetta non era di certo piacevole, maIzumi senza
lasciarsi scoraggiare e, approfittando del momento favorevole, versò un po’ di
liquido su un piccolo batuffolino d’ovatta, e lo
portò repentinamente sulla ferita.
Takuya voltò lentamente il capo
sul braccio, giusto il tempo di capire e si lanciò in un gracchiante urlo di
dolore che riecheggiò fra le quattro pareti del bagno.
- Un po’ di bruciore?!!! Che vuoi
che sia?!?!?! – strillò il ragazzo facendo il verso della compagna.- È fuoco
puro sulla pelle!!! Più rovente della lava! – strepitò
con il volto avvampato e gli occhi umidi.- Il colore non prometteva nulla di
buono!! Lo sapevo, lo sapevo!!!-
disse dimenandosi come un matto.
Izumi chinò il capo portando le
labbra a poca distanza dal lungo taglio. Gonfiò le guance come un palloncino, e
rilasciò un gradevole soffio d’aria proprio sulla ferita.
- Va meglio così? – domandò.
Le guance di Takuyadiventarono amaranto, e questa volta non per il bruciore.
Annuì con il capo tenendosi il braccio lievemente
rinfrescato.
- Ne sono felice! Adesso pensiamo a coprirti la ferita così
da evitare le possibili infezioni che potrebbero formarsi.- voltò
di spalle allungando un braccio verso l’armadietto di pronto soccorso. Scovò un
rotolo di garze, abbastanza grande, nascosto dietro una montagna di scatolini vari. Con molta pazienza sfilò uno ad uno quei pacchetti, creando un varco per estrarlo da quell’ammucchiata.
Takuya osservò in silenzio
compiere le operazioni con incredibile docilità. Con il corpo retto dalla punta
dei piedi per cercare di afferrare quel rotolo posizionato in alto, la
prescelta estese la mano allungando le dita che lo sfiorarono di poco. Accrebbe
maggiormente la spinta per afferrarlo, ma un’altra
mano prima di lei agguantò con facilità l’oggetto.
- Qualche centimetro in più d’altezza ogni tanto fa comodo.
Sono pronto alla tortura, dai!- ribadì il ragazzo,
porgendole le bende. Lei sorrise.
Adagio, Izumi cominciò ad
arrotolare la striscia intorno al braccio, facendo
attenzione a non stringerla troppo.
Rigirò accuratamente la fasciatura, fino a che il taglio non
fu coperto del tutto.
- Fatto! Però…si muove un po’…mmh…- si guardò intorno nella speranza di trovare qualche laccetto per impedire alla garza di slacciarsi, ma nulla
sembrò esserle d’aiuto. Alzò le sopraciglia come fosse stata
attirata da qualcosa. Si toccò i capelli allargando gli occhi. Con una mano sfilò
il nastro che teneva legate alcune ciocche, e in pochi secondi il bendaggio fu
completo. – Ora sì che non si muoverà! Finito! Che te
ne pare? Troppo da femminuccia?- chiese storcendo le labbra mentre si accingeva
a chiudere il fiocco rosa pastello.
- Beh…forse un pochino…non sembrerò una bambola?- chiese Takuya, un po’ arrossato.
- No…sono troppe le differenze! Forse con i vestiti
adatti…ti vedo sai?- affermò lei cominciando a
sghignazzare leggermente.
Il rossore di Takuya salì di
colpo, così come il sudore che cominciò a spuntargli dalla fronte.
Scosse il capo freneticamente, agitandosi.
- Ehi ehiehi!! Così rischio di rovinarmi
la reputazione! Pensa se lo venisse a sapere Shinya?! Nel giro di una giornata lo saprebbero tutti i
miei compagni di scuola…mio fratello è diabolico!- disse con un leggero
brivido- Se penso a tutte le volte che io e te abbiamo
litigato per colpa sua…fratello traditore!!
- Oh beh- fece Izumi, mostrando un
cenno di irritazione- in quei casi… è normale…-disse
in tono allusorio - se il pomeriggio ti fingevi
malato per evitare le mie ripetizioni d’inglese…- finì guardandolo di
sottecchi.
Takuya strabuzzò, tremante.
- Non è che mi fingevo malato…e poi non mi riferivo a
quello… ma quando ti disse che ti avevo spiato mentre
ti cambiavi in camera tua…quella volta la combinò grossa…! Però il giorno dopo
ricordo che andò a scuola con un occhio nero… bengli sta, se l’era meritato!- esclamò il Digiprescelto, con innata fierezza.
- E tu con l’impronta della mia
mano sulla faccia…!- ribatté prontamente la ragazza, con sorriso.
- Beh…come fosse una novità...- Takuya
si grattò una guancia ripensando alle innumerevoli schiaffeggiate che riceveva
dall’amica, poi alzò le sopracciglia - E ricordi l’episodio del pallone? Ti insegnavo a palleggiare poco distante da casa, ma per
sbaglio colpisti il vetro della finestra della mia vicina…si affacciò come una
pazza urlando in tutto il quartiere! Era imbestialita!
- E ti accollasti tutta la colpa dicendo
che a tirare il pallone eri stato tu…quella volta mi meravigliai molto di quel
tuo gesto… ancora oggi mi chiedo il perché. Rimanesti in casa come punizione
per una settimana, mentre spettava a me quel castigo.
- Tuo padre è un po’ meno severo del mio, ma in quel caso ti
avrebbe punita duramente forse perché una ragazza come
te, giocarea pallone e rompere un
vetro… beh non è proprio quello che ci si può aspettare! E poi ho preferito
farmeli io quei pochi giorni di prigionia, se pensavo a te rinchiusa in camera mentre sbocciava in quel periodo la fioritura di
ciliegi in quel viale nei pressi del tempio Meiji…ci
sarei rimasto male se te la saresti persa!
Izumi restò interdetta. Deglutì
più volte, tossicchiando.
Aveva la gola secca, pensò in quel momento, però non era il
solo disagio.
- Lo hai fatto per questo?- chiese timidamente.
- Si…ma io non voglio che tu debba sentirti in difficoltà
soprattutto per quello che c’è stato nei so…-Takuya arrestò di colpo i movimenti delle labbra. Senza
volerlo, stava rispolverando l’episodio di quel bacio. E
questo non doveva accadere. Tuttavia, per quanto la sua voce si fosse
interrotta appena in tempo, Izumi aveva già capito
tutto.
- La fioritura…- la ragazza tentò di parlare, ma fu subito
interrotta.
- Tu ami Kouji, quindi capitolo
chiuso! Vedi? E’ già un miracolo che siamo riusciti a
rivolgerci la parola come facevamo un tempo…non roviniamo tutto, ok?- fece d’un botto- Che ne diresti di mettere a posto
tutti questi scatolini? Ti do una mano, ma una sola dato che questa…beh…- Takuya
sollevò il braccio fasciato, scuotendolo. Cercò di togliere entrambi da una
situazione che secondo lui non si sarebbe conclusa nel
migliore dei modi. Con la sua maniera di fare, coinvolgente e divertente, riuscì nell’intento, seppur Izumi,
sorridendo, si limitò ad annuire con il capo.
Avrebbe voluto parlargli dei suoi sentimenti, riemersi in
superficie, riemersi da quel lago di pioggia di quella
giornata così gelida e fredda, di tre anni fa. Di quel sorriso.
Successe ancora. Ripensò a quell’espressione
da bambino addormentato che prima le aveva fatto battere
il cuore, fino a salirgli in gola. E poi quel bacio…
Si morsicò le labbra, così nervosamente da provocarsi un
piccolo taglio. Cercò di coprirlo passandosi un dito per asciugare la piccola
gocciolina di sangue.
Poi però, quel dito scivolò via, così come le sue lacrime.
- Izumi…che…- Takuya
si girò di scatto, guardando il volto della compagna bagnato da gocce limpide e
cristalline.
- Mi dispiace…mi dispiace…!- ripeté
la giovane nascondendosi il viso tra le lacrime.
Takuyale si
avvicinò,e, portando le braccia
in avanti, la tirò a sé, stringendola forte.
Una brezza nel cuore della giovane, sollevò una ventata di emozioni, che le cinse il corpo, dolcemente. Quello non
era l’abbraccio di Kouji.
- Come al solito sono un’idiota! Ho
complicato tutto con i miei stupidi sentimenti! – disse con occhi velati mentre stringeva la ragazza carezzandole amorevolmente
le spalle.
Izumi si staccò di poco,
guardandolo fisso negli occhi.
- I tuoi sentimenti, quello che senti realmente, tutto
questo…no, non è stupido…!- affermò con convinzione- Io so che tu sei sincero,
sono io quella che forse…- la giovane smise di parlare,
mentre le lacrime le solcavano il viso, lasciandosi dietro una scia opaca.
Takuya s’irrigidì con un lieve
accenno di palpitazione.
Lei riuscì a percepire quel cuore, ticchettare come una
sveglia in procinto di suonare. Si fece forza, serrando le palpebre fino a
farle corrugare.
- Kouji per me è…
Successe ancora. Takuya la fermò
posandole un dito sulle labbra.
- I sentimenti non si possono comandare.- disse con un
sorriso velato dalla malinconia-Se tu ami Kouji,
saprò ritirarmi, sapendo che con lui sarai felice, allora lo sarò anche io. – ribadì con un velo di nostalgia- Però, ho solo paura che la
nostra amicizia si rovini per ciò che ho detto, per quello che sai… ecco perché
non avevo il coraggio di guardarti negli occhi. Avevo il timore di trovare
qualcosa di cambiato, ma invece mi rendo conto solo
ora che ti osservo che il tuo sguardo è sempre lo stesso di quella ragazza che
ho conosciuto cinque anni fa.- l’indice di Takuya
calò lentamente da quella morbida bocca, mentre le lacrime della ragazza
finirono di scendere.
Izumi si sentì quasi costretta a
sorreggere la sua verità, e a non mostrarla, ma il senso di angoscia
sembrò aumentare.
-…Anch’io avevo la tua stessa paura…ma
quello che voglio farti sapere e che sto cercando di dirti è che… - prese
fiato, incapace di reprimere le parole, si strinse forte al suo giovane
compagno con grande timore, e riprese gridando- Takuya
io non amo Kouji!! Non lo amo!!-
scosse più volte la testa, riprendendo a singhiozzare, mentre il prescelto del
fuoco rimase interdetto al suono di quelle parole che per un attimo non riuscì
a comprendere.
Poteva sembrare uno scherzo, un simpatico scherzo
del destino se i due si trovavano lì, ambedue legati da un abbraccio, quando
poi, pochi istanti prima, i loro occhi si rifiutavano addirittura di fissarsi.
Izumi scosse ancora una volta il
capo, avvampando. Si sciolse da quella dolce stretta portandosi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio.
- Hai detto che volevi darmi una
mano a riporre queste cose, giusto? Bene allora…allora tu ci arrivi perché sei
più alto e queste vanno lì, sopra a quelle altre…- disse
parlando nervosamente. Poi si affiancò a Takuya, quest’ultimo perplesso e confuso, aiutandolo a sistemare il
materiale.
La calma sembrò ristabilirsi, un po’ forzatamente, ma un
improvviso scossone del Trailmon, fece inciampare la
ragazza che cadde rovinosamente contro il compagno.
Entrambi finirono a terra, e lui, abbracciando
a sé la giovane, la riparò con il suo corpo, dall’impatto.
Il treno riprese la sua stabilità, scusandosi per il sussulto
dagli altoparlanti in alto alle carrozze, ma la sua voce a poco servì per i due
che sembrarono non udirla per niente.
- Takuya!?-
enunciò la biondina scostandosi dal giovane- Tutto ok?!
Che maldestra, scusami, fa vedere il braccio…speriamo
che non si sia fatto nulla!- articolò preoccupata intanto che chinò il capo per
controllare la fasciatura. Alcuni ciuffi biondi le finirono sul viso, per poi
calare giù.
Takuya si trascinò accanto a lei.
Le scostò una ciocca di capelli dalla bocca proprio come quella
fatidica notte. Izumi alzò il capo mostrando i suoi occhi
verdi, illuminargli il volto, e lui, preso dall’istinto, le cinse le mani in
vita con estrema dolcezza, attirandola a sé. Le braccia slittarono
in dentro, finendo sulla schiena, le dita si strinsero al fresco tessuto
della camicia, i due si ritrovarono legati dai loro sguardi, seduti su quel
duro pavimento, seppur freddo, ma riscaldato dai loro cuori, intrisi dalla
troppa emozione. Izumi socchiuse gli occhi, proprio
come Takuya che inumidì le labbra accostandosi a
quella bocca delicatamente colorata di rosa. Stava per
baciarla, quando all’improvviso, un nuovo scossone, stavolta leggero, fece
cadere l’ampolla usata per curare la ferita del ragazzo.
Si destarono di colpo, spaventati dal rumore dei vetri rotti
che causò la fuoriuscita di quel liquido color lampone.
A sua volta, quest’ultimo, schizzò via, finendo
spedito sulla giacchetta della prescelta.
- No!- esclamò la ragazza vedendo il liquido espandersi su
una parte del tessuto.
- Presto, toglitela!- ordinò Takuya
aiutando a sfilarle la giacca.- Più tempo passa e più la macchia coprirà le
fibre, ma se agiamo in fretta, allora si toglierà facilmente.- asserì poi
aprendo il rubinetto dorato della vasca situata dietro di lui.
L’acqua sgorgò rapidamente, arrivando a riempire la metà
della conca. Takuya lasciò cadere la giacchetta
all’interno di essa, poi, voltando di schiena frugò
nell’armadietto collocato accanto alla porta, agguantò un barattolo contenente
del liquido bianco come il latte, e lo rovesciò in acqua. Izumi
osservò il compagno strofinare accuratamente la parte macchiata fino a produrre
una leggera e soffice schiuma. Risciacquò con dell’acqua pulita l’intera
giubba, che apparve di un blu più intenso.
- Mmh…-mugugnò il prescelto del
fuoco scrutando accuratamente il pezzo di tessuto macchiato- Direi
che a questo punto serve solo una asciugata e poi potrai rimetterla come fosse
nuova!- asserì in seguito, mostrando all’amica la parte oramai smacchiata.
Izumi sembrò arrossire. Forse
ancora frastornata per quanto successo. Scosse un po’
il capo, evitando di pensarci.
- Però…!- esclamò sorpresa - Non è
che in casa quando disubbidisci agli ordini, tua madre ti costringe a fare il
bucato, eh?-domandò sarcasticamente, ridendo.
Takuya aggrottò le sopracciglia,
arrossendo un pochino, poi afferrò un asciugamani giallo,
cercando di tamponare la scia color lampone sparsa sulla pavimentazione.
- Lascia, faccio io!- dichiarò Izumi
sfilandogli l’asciugamano- Non devi sforzare il braccio-
concluse chinando la schiena al suolo.
- Niente affatto, è pieno di vetri, potresti
tagliarti, dai qua!- ribatté il padrone delle fiamme riprendendo il telo
giallo.
Izumi sbuffò silenziosamente,
incurvando il muso.
- Sei il solito testardo…in cinque anni è un difetto che non
riesci proprio a togliere…!
- Non sono testardo!! Io mi preoccupo per te!- reagì lui prontamente, rizzandosi in
piedi.
- Mi preoccupo anche io! Non sono la ragazza cocciuta e
capricciosa come mi definisci tu!
- Cosa?!! Io non ho mai…ACC!! SHINYA!!!- urlò Takuya facendo stridere i denti in una smorfia di rabbia.-
Perché mio fratello non si fa mai gli affari suoi?! Se tornerò vivo da qui,
giuro che gliela faccio pagare!! Ti ha detto altro?! Tipo che ho dato un pugno a quel SakachiSakuchi o come diavolo si chiama?!
– dichiarò tornando con ira a quelle macchie sul pavimento.
Izumi deglutì mostrando
un’espressione di sorpresa.
- Sakichi Ito…?!
Non…non credevo che quel livido sul viso era…
- Opera mia…-concluse lui,
continuando ad accanirsi sulla chiazza lampone.- Tsk…chi
si crede di essere quello lì…viene vicino a me, con quell’aria
da fotomodello acclamato in tutto il Giappone, e mi dice con una vocina
insopportabile “è inutile che provi a competere con me” “l’italiana la porto io
al parco”…”tu farai la figura dell’idiota davanti ai suoi occhi, lasciala
stare”…- disse imitando pressoché il tono vocale di quel giovane, mentre il
viso gli si intingeva di rosso.
- Ora capisco tutto…!- esclamò Izumi,
con viso sorpreso.- Il giorno dell’appuntamento, Sakichi
era alquanto strano…quasi avesse paura di starmi vicino.
Poi quel livido sulla faccia m’insospettì parecchio…ma perché non me l’hai detto prima?!- replicò la giovane, decisamente
infuriata.
Takuya scosse il capo.
- Non credo che sarebbe servito a cambiare la situazione…e
poi ti saresti sicuramente adirata con me…proprio come
stai facendo adesso…-mugugnò a voce bassa.
- Lo credo bene!- replicò la ragazza- Ricordo ancora quel
giorno…il giorno della fioritura di ciliegi…! Credevo
che saremmo andati assieme, come ogni anno, e invece vengo
a sapere che ti eri già dato da fare con un’altra!
- Cosa?!- ribatté Takuya, alzandosi immediatamente in piedi- Sei tu quella
che ha tradito per prima la nostra tradizione! Se ho
invitato un’altra ragazza, è stato solo perché tu avevi già preso appuntamento
con quella specie di modello ambulante…! Puoi immaginare come mi sono sentito
vedendoti parlare con lui davanti agli armadietti scolastici, mentre tu
accettavi il suo invito!
- Mi stavi spiando?! Tu mi stavi
spiando?!- Izumi alzò il
tono di voce, avanzando verso il compagno.
- Ma cosa ti salta in mente! Ero lì da quelle parti, ed involontariamente, ho sentito la
vostra conversazione… ancora me la ricordo… “Sì, andiamo alla fioritura di
ciliegi, ci divertiremo un sacco! Penso sarà più bello degli altri anni, non
sto più nella pelle!” Ecco, questo è quanto detto da te a da
quella specie di…aaah! Non voglio nemmeno più
parlarne!! Probabilmente preferivi di più la compagnia
di quell’essere, che passare una banale giornata con
me!- dichiarò Takuya con viso crucciato.
Izumi scosse fortemente il capo.
- Se proprio vuoi saperlo, io stavo parlando di te, non
vedevo l’ora che arrivasse quel giorno, per poterlo
passare con te!- replicò tutto d’un fiato.
- Cosa?! Ma io vi ho sentiti! Ho sentito…
- Hai sentito solo una parte della conversazione e sei
subito saltato a conclusioni affrettate!! Sei il
solito! Potevi anche chiedermi spiegazioni anziché agire e basta!!
- Beh, allora potevi farlo anche tu, chiedendomi la stessa cosa,
in quei maledettissimi sotterranei!!- replicò lui, con
vigore.
- Cosa c’entrano i sotterranei con la fioritura dei ciliegi?!- ribatté ancora la giovane, nonostante avesse compreso
l’errore.
- Ti sei subito consolata andandoci con lui!- rispose Takuya, passando nuovamente all’argomento di prima.
- Per forza! Alla fine, vedendo la
situazione, per ripicca decisi di accettare il suo invito! Ma non è come
pensi!!
- Ah si? E allora spiegami, come
sono andate veramente le cose? Sono curioso di sentire la tua versione.-fece il ragazzo,
incrociando le braccia con dispetto.
La ragazza sospirò pazientemente:
- Sakichi voleva accompagnarmi al
tempio Meiji per vedere la fioritura, ed io rifiutai
il suo invito raccontandogli della nostra tradizione! Poi improvvisamente,
venni a sapere che tu ti eri già organizzato con un’altra ragazza… per di più,
anche mia compagna di classe! Prova ad immaginare il mio stato d’animo in quel
momento…!
Takuya sbuffò noiosamente.
- Non ti credo!- disse con aria saccente.
Izumi si avviò verso di lui,
pestandogli fortemente un piede, di proposito.
- Ahi!! Sei impazzita?!?- sbraitò,
saltellando con una gamba sola.
- Forse così ti svegli un po’ e magari metti in funzione quell’ammasso di poltiglia che hai nella testa!
- Quel giorno pioveva e sei tornata a casa con Kouji! Potevi dirmelo che ti
serviva un passaggio con il mio ombrello!- dichiarò il prescelto, aprendo un
nuovo argomento.
- Cos’è questa, la giornata dei rimproveri?!-
esclamò Izumi, sempre più innervosita.
- Non cambiare discorso!- replicò il giovane, ancora più
nervoso.
- Figurati se io, dopo quanto successo, venivo a chiedere un
favore proprio a te! E poi l’incontro con Kouji fu puramente casuale. Niente più. Lui sicuramente ha
più sale in zucca di te!
- Non c’è bisogno che tu me lo ripeta!
Sono cinque anni che mi dici sempre la stessa cosa! Se
ti piace io non posso farci proprio niente!- Takuya
si girò di schiena, chinandosi al pavimento per proseguire la pulizia di quell’area intinta di rosso.
Izumi aggrottò le sopracciglia,
portandosi le mani sui fianchi.
- Ti stai comportando come un bambino!-
esclamò con tono severo e sguardo risentito- Ma siamo entrambi colpevoli.-
disse rasserenando il viso e la voce.
- Già…- replicò lui senza progredire oltre. Una volta che
ebbe finito di ripulire il pavimento, si alzò in piedi, occupandosi di rimetter
ordine nelle mensole con i prodotti curativi. Raccolse da terra le varie
scatole sparse su tutta la superficie, e le ripose nei loro ripiani.
Izumiaiutò il
giovane, i due rimasero in assoluto silenzio per tutta la durata del
tempo. Una volta riordinato l’elegantissimo bagno, Takuya
prese la giacca della ragazza, ancora bagnata, e cominciò a frugare
nell’armadietto grande, adiacente alla vasca.
- Cosa stai cercando?- gli chiese lei.
- Un phon.- rispose a stento.
Era evidente che Takuya non avesse
la benché minima voglia di parlare. Molto probabilmente, per evitare di affrontate l’argomento “Kouji”.
- Posso aiutarti? – chiese lei, ancora una volta.
Takuya scosse la testa, continuando
imperterrito la sua ricerca.
- Vuoi asciugare la giacca?- disse la giovane, insistendo.
Ancora una volta, lui scosse il capo annuendo.
Dopo un rovistare incessante, Takuya
riuscì a trovare l’oggetto.
Collegò lo spinotto nella presa di corrente, ed avviò lo
strumento.
L’aria calda emanata dal phon, avvolse il tessuto bagnato
dell’indumento, infondendogli calore.
- Se sei stanco, posso farlo io!-
dichiarò Izumi, offrendosi di reggere l’oggetto.
Takuya continuò con
fare indifferente, dirigendo gli getti d’aria calda sulle maniche della giacca.
Izumi fece un passo in avanti, provando
a sollevare il tono di voce.
- Posso farlo io!
- Non ti sento!- rispose il giovane.
- Non vuoi sentirmi! Questa è la verità! – replicò lei, con
fare incalzante.
- E’ inutile, tanto non ti sento!-
rispose Takuya, continuando a fingere. In realtà, se
pur di poco, Takuyaudì perfettamente
le parole dell’amica, ma ciononostante, andò avanti facendo crederle il
contrario.
- Perché non vuoi affrontare l’argomento?!Scappi via alla prima occasione!- feceIzumi urlando per farsi sentire. Il fruscio del phon era
insopportabile, specialmente per lei, che malgrado tutto,
continuò a gridare.- Sei un immaturo, incapace di fronteggiare le proprie
responsabilità! Quando crescerai un pochino? Non hai
più undici anni!
- Scusa cosa hai detto, puoi ripetere?- disse
il guerriero del fuoco, con lampante intonazione derisoria.
Izumi crucciò il viso in una
smorfia di rabbia, e staccò di colpo la spina del phon.
- Non serve a nulla fuggire!- gli disse innervosita dal suo
atteggiamento.
- Io non sto fuggendo! Non ne vedo il motivo! Sei tu che
continui a tartassarmi!- rispose riattaccando con
sgarbataggine, l’aggeggio alla corrente.
Izumipiegò il
capo in avanti, i capelli le slittarono ancora una volta sul viso, fino
a dondolare giù, nel vuoto.
- Se ti irrito così tanto, allora
vado via.- La padrona del vento voltò il corpo verso l’uscita, portandosi in
direzione della porta. Poggiò la mano sul pomello color argento, ed aprì lentamente
la soglia.
Il suono roboante del phon, finì
all’istante.
- No, aspetta! – esclamò Takuya,
bloccandola con le parole.
Izumi restò di spalle, con lo
sguardo rivolto al pomello. Takuya si liberò le mani
poggiando gli oggetti su una mensola poco distante. Incalzando il passo, raggiunse
la porta, e appoggiò una mano sull’asse, per richiuderla.
Izumi sussultò non appena il corpo
del giovane prescelto, urtò amorevolmente il suo. Il contatto, alquanto
piacevole, riscaldò la sua schiena, appena infreddolita. Fu come nei
sotterranei. Stessa identica scena.
Takuya se ne rese conto, e cercò
di non ripetere lo stesso errore.
- Penso che…questa volta…sei tu ad avere ragione.- dichiarò.
Izumi sussultò ancora una volta, con
grande incredulità nei confronti di quelle parole.
Senza ribattere, lasciò che fosse il ragazzo a farlo.
- Sto scappando perché ho paura di ascoltare. Ciò che dici
mi rende triste, nonostante io faccia del mio meglio per accettare, non riesco
a nascondere i miei sentimenti. Forse questa sensazione andrà
via, chissà, magari già fra un paio di settimane non ricorderò più
nulla…sì, sarà senz’altro così! – disse dandosi una sferzata di coraggio.- Pure
all’epoca, decisi di invitare quella tua compagna di classe soltanto per
dispetto, ma in realtà, sarei voluto andarci con te,
chiederti spiegazioni, però… scappai via anche in quell’occasione, per paura di
ascoltare un’amara quanto dura verità. Sono un codardo?- chiese un po’
ironicamente, ma con grande timore.
Izumi si girò verso di lui, accogliendolo
con un sorriso.
Alzandosi in punta di piedi, socchiuse gli occhi,
amorevolmente.
Il cuore di Takuya si agitò. Un paio
di ciuffi gli calarono sugli occhi, mascherandogli di
poco la vista.
Izumi si spinse in avanti, reclinò
il capo alzandolo all’insù, ed accostò la bocca proprio sulla guancia sinistra
del ragazzo, fino a carezzarla con un niveo bacio.
________________________________________________
Per JusticeGundam: Abilità come scrittrice???o.OMa davvero lo pensi
“seriamente”??? Nell’EFP ci sono persone che si possono veramente fregiare di
questo titolo (se vogliamo classificarlo così), e ti assicuro che io non
rientro neanche un pochino in quella fascia! Sei davvero troppo buono con me… ma con tutta onestà non me lo merito proprio! No no!
Comunque, grazie per la stupenda recensione!
Per Doremichan:Eheheh!
Se solo sapessi quanto ho dovuto sborsare per farmi dire una cosa così tanto bella…! Scherzi a parte, ti riporto qui di
seguito le sue parole: “Non buttare via il dono che hai, quello di colpire la
gente dritta al cuore con la magia delle tue parole!”
L’ho
trovato davvero un pensiero gentile, e non smetterò mai di ringraziare questa
persona!
Ad
ogni modo, siete anche voi, con le vostre recensioni, a farmi tanto ma tanto
felice!
Per Kaho_chan:Kaho!
Che bello risentirti!!! Mi sei mancata taaanto! Così come i tuoi complimenti…! Non è che ti sei
messa d’accordo con JusticeGundam??.___.
Comunque, eccomi qui con un altro capitolo! E
non è passato nemmeno tanto tempo… un mesetto circa! Contenta? ^___^
Un
forte abbraccio!!!
Per Francesca Akira89: Davvero pensi che Izumi sia OOC?? Accidenti! Allora
dovrò prestare molta ma molta più attenzione nei proxchap! Non voglio che la mia piccina si discosti
troppo dal suo vero io! è___é
Takuya per un attimo gelò. Un
lungo brivido polare, gli marcò la schiena.
Per lui fu come una doccia fredda.
In realtà avrebbe voluto ricevere un bacio… vero. Uno di
quelli che ti fa battere il cuore a mille, che ti
annacqua il cervello, che ti distorce lo stomaco.
Un bacio a fior di labbra. Un pegno d’amore. E non un semplice schiocco sulla guancia, e via.
Restò amaramente deluso. Si sentì impacciato e teso allo
stesso tempo. Izumi se ne sarebbe subito accorta, di
quel suo strano stato d’animo.
- Izumi… - incespicò appena, teso
e tremante.
- Sccc.-fece lei, interrompendolo
prima che potesse giustificarsi.- Non perdiamo di vista il nostro obbiettivo.-
pronunciò con una serenità dolcissima- Siamo qui per salvare ancora una volta
questo mondo.- esclamò guardandolo negli occhi- Finiremmo per rovinare tutto,
affrettando i tempi, ed io non voglio.- la Digiprescelta
scosse la testa lievemente.- Rimandiamo tutto a quando
questo incubo sarà finito. Rimandiamo tutto a quando
saremo solo io e te, in quel prato dove hai raccolto quel fiore. Mi hai fatto una promessa, lo ricordi? Aspetterò con ansia che
arrivi quel giorno, perché vorrà dire che io e te
potremo sentirci finalmente liberi di esternare i propri sentimenti!- Izumi glisorrise
amabilmente, mentre gli scostava quei ciuffi di capelli dagli occhi.
Takuya non poté frenarsi.
L’abbracciò a sé, con una forza tale da farla quasi rimanere
senza fiato. La ragazza si sentì per un attimo spiazzata,
ma felice.
Ricambiò l’abbraccio poggiando la testa sul torace del
giovane compagno, ed entrambi si lasciarono avvolgere
da quel dolce momento.
Nel frattempo, nell’altro vagone, si udiva una calma quasi
surreale. Tomoki e Junpei
stavano sonnecchiando l’uno accanto all’altro. Li faceva compagnia poco
distante da loro, il piccolo Neemon, sdraiato
pacatamente su di una poltrona.
Gli unici a non dormire, erano Bokomon,
e il sempre più taciturno Kouji.
Quest’ultimo, se ne stava seduto
sul sedile, con le gambe accavallate e le braccia adagiate sugli appoggi
laterali.
- Bokomon- irruppe all’improvviso
la sua voce. Il piccolo Digimon, sentendo il suo nome,
alzò il capo.
- Si?- rispose.
Ci fu ancora silenzio. Una breve pausa, questa volta.
- Quando…quando eravamo nel continente oscuro- premise-Ladydevimon ci ha parlato
di…
BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!
- …CHE DIAVOLO…?!?- Kouji si tappò repentinamente le orecchie con entrambe le
mani.
Un forte fischio causato molto probabilmente dal Trailmon, stordì un po’ tutti.
Junpei e Tomoki
si destarono dal sonno, aizzandosi in piedi.
- CHE SUCCEDE?!
- UN NEMICO?!
Strillarono entrambi, cominciando a guardarsi attorno.
Kouji si alzò con fare scattante,
mentre gli altri due Digiprescelti gli accorsero
incontro.
GRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIICK!!!!!!!!!!!!!!!
Una brusca frenata sbalzò il povero Neemon,
ancora assopito, dritto a terra.
Tomoki si aggrappò alla spalliera
di un sedile poco distante da lui, così come Bokomon.
Kouji non ebbe il tempo di
voltarsi che fu letteralmente travolto da qualcosa di notevolmente pesante.
- Ju-Junpei…! Mi stai schiacciando!!- strepitò con voce asfissiata.
- Ragazzi!!- proruppe un coro di
due voci.
- Takuya onii-chan! Izumi-chan!-
esclamò Tomoki non appena vide i due compagni, accedere di corsa al vagone.
Nel vedere i due prescelti a terra, Izumi
si lasciò sfuggire una lieve smorfia di preoccupazione,
al contrario di Takuya che non poté trattenersi da una
fragorosa sghignazzata.
- Ah ah! Per una volta non sono io quello a venir travolto dal peso di Junpei!-
enfatizzò continuando a ridere e a tenersi la pancia.
- Non…non è affatto divertente!-
ribatté seccato, l’ancor travolto Kouji. – Junpei!- pronunciò con sollecitudine nei riguardi del
compagno, ancora sdraiato su di lui.
- Avanti, dai qua!- Takuya si
avvicinò al buffo duo, allungando una mano verso il prescelto del tuono.- Non
puoi mandarmi K.O. Kouji! Non adesso!- specificò con
un velo di ironia.
- Spiritoso…- emise la flebile voce dell’interessato, mentre
tirò un lungo e profondo respiro.- Credevo di morire…- disse oramai libero
dall’oppresso peso.
- RUN SAPPHIRE!!!- urlarono in coro
i Digiprescelti, con esclamazione piuttosto
arrabbiata.
- Avete perfettamente ragione!- rispose all’istante il Trailmon, un po’ tremante- Mi rendo conto di aver esagerato
un pochino…
- Un pochino? – disse Bokomon mentre aiutava Neemon a
rimettersi in piedi.
- Si può sapere che è successo? Perché
ti sei fermato così all’improvviso?- chiese Takuya
guardandosi attorno.
- Semplicemente perché siete arrivati!- esclamò il Digimon treno.
Izumi e Tomoki
accorsero ai finestrini e avvicinarono il capo per sbirciare all’esterno.
- Io non vedo nulla…dove sono i nostri nemici?- Tomoki aggrottò le sopracciglia, con la fronte schiacciata
sul vetro, cercò di scrutare affondo il territorio circostante.
- Ma…non siamo arrivati!- dichiarò Izumi.
Takuya corse anch’esso alla lastra
di vetro.
- Ci troviamo ancora in questo passaggio sotterraneo!-
esclamò.
RunSapphire
tossicchiò appena.
- Eehhhmm… appunto!- disse- Da qui
in poi, dovrete spostarvi a piedi, per raggiungere il centro di Digiworld.
- COSA?!- tuonarono i Digiprescelti.
- Ma così non arriveremo mai in
tempo! E poi spiegaci perché diavolo non puoi portarci tu!?-
disse Takuya rivolgendosi al trailmon
con poca gentilezza.
- I patti erano chiari! Dovevi condurci al nucleo di questo
mondo! – s’immise anche Kouji.
- Non tollero che mi si parli così!
Ricordate che io sono sempre il trailmon dei Digimon celesti! Quindi esigo un
po’ più di rispetto!- ribatté lui, a tono e un po’ stizzito.
- Va benissimo, sua maestà! Sarebbe così gentile da fornirci
una degna spiegazione a tutto ciò?- replicò il
guerriero del fuoco, sfoderando una finta gentilezza che non fece breccia nel
cuore del Digimon.
- E’ inutile che tenti di prendermi in giro…non sono uno
stupido!- reagì il treno.
Izumi si fece avanti.
- RunSapphire-
proferì- ti prego, abbiamo molta fretta, e se non arriveremo in
tempo, per Digiworld si metterà davvero moltomale!- gli occhi della giovane iniziarono a
brillare, velati da un accenno di tristezza.
- Oh, piccola principessina, non piangere!- disse, mentre Takuya sbuffò innervosito- Purtroppo non dipende da me! Io
non posso proseguire oltre quel tunnel. Se lo facessi,
sarei immediatamente disintegrato dalla forte pressione proveniente dal centro
di Digiworld! Purtroppo noi trailmon
non possiamo raggiungere il nucleo di questo mondo! Ci è
severamente vietato per il nostro bene!
- Ma tu non ci avevi detto che…
- Non perdiamo tempo!- Kouji prese
in mano le redini della situazione, mettendo a tacereJunpei. I ragazzi si voltarono verso di lui.
Takuya assenti all’istante, con un
cenno positivo del capo.
- Ha ragione! Più restiamo qui a discutere, e più
sprecheremo tempo prezioso!- disse ai suoi amici.
- Mi dispiace infinitamente, Digiprescelti!- assentì RunSapphire, visibilmente amareggiato.
- Non preoccuparti, non è colpa tua.- rispose Takuya.- Piuttosto, quanto manca al raggiungimento del
nucleo?
- Non molto. Proseguite lungo questa
strada, entrate nel tunnel e all’uscita, dovreste trovare una lunga
scala fatta di cristalli. Salitela e sarete arrivati.-
RunSapphire spalancò le
porte per permettere ai ragazzi di intraprendere il loro tragitto al di fuori
del treno.
Uno alla volta, i cinque guerrieri
più i due piccoli Digimon, si accalcarono alle
uscite.
Ringraziando il trailmon per la
sua disponibilità, i sette si avviarono all’esterno.
- Fate attenzione e siate
prudenti!- esclamò il possente treno, prima di far ritorno alla sua stazione.-
Arrivederci biondina!- aggiunse strizzando un occhio in direzione di Izumi.
Takuya sbuffò nuovamente,
scuotendosi la testa.
- Coraggio, in marcia!- dichiarò mettendosi a capo della
fila. - Junpei…sei sicuro di
non volere una mano a portare lo zaino?- domandò in seguito, vedendo il
compagno sorreggere il pesante borsone sulle spalle.
- No!- rispose stizzito.
Tomoki sghignazzò di sottecchi,
piuttosto divertito.
- Un po’ di esercizio gli farà
bene! Non è vero Junpei?- disse-
Chi perde, paga!- asserì poi accostandosi a lui.
- Hai vinto solo perché il treno si è fermato un po’ prima del
previsto! Altrimenti avresti portato tu quest’enorme
fardello!- ribatté lui aggrottando la fronte.
- Sì certo, se la metti così…comunque
sono sempre disposto a darti ripetizioni di matematica!
- Se non la pianti, giuro che ti
faccio arrivare dritto al nucleo di Digiworld, con un
calcio!
- Hey voi due! Che avete da bisbigliare così tanto?- domandò Bokomon.
- Io niente! E’ Junpei che non
sopporta il peso dello zaino!- risposeTomoki, affrettando il passo e lasciandosi il compagno alle
spalle.
- Grrr…!- ringhiò il povero
ragazzo.
Mentre il gruppetto avanzava in
direzione del tunnel, Izumi rallentò un po’ il passo
per affiancarsi a Kouji.
- Grazie!- gli bisbigliò con un sorriso.
Il giovane si girò quasi soprapensiero, un po’ confuso.
- Grazie per avermi spronata!- aggiunse la compagna.
Minamoto finalmente capì, e
rispose alle sue parole con un altrettanto sorriso.
Takuya si voltò verso di loro,
cogliendoli in flagrante. Si affiancò alla ragazza, che nel frattempo aveva
ripreso la sua andatura, con espressione sospettosa.
- Che vi siete detti?- domandò
molto dubbioso.
- Oh, niente!- diede risposta la Digiprescelta.
- Non puoi negare l’evidenza…vi ho
visti!- replicò Takuya sufficientemente geloso.
- Sei geloso?- disse Izumi con
mezzo sopracciglio all’insù.
Il ragazzo deglutì maldestramente, arrivando quasi a
strozzarsi.
- Chi? Io? Ma sei matta?!
Assolutamente no!- rispose secco. Cadde per brevi istanti nell’indifferenza, ma
poi ritornò alla carica, nella speranza di ottenere un risultato migliore. –
Che vi siete detti?- replicò di nuovo.
Izumi sprofondò in silenzio,
fingendosi attratta dal luogo circostante.
- Acc!- sbottò Takuya.- Quando fai così,
non ti sopporto!- affermò.
- Quando tu fai così, non ti sopporto!- ribatté lei a tono.-
Vorresti litigare?!
Il ragazzo scosse violentemente il capo.
- Sei tu quella che vuole farlo! Altrimenti ti saresti
preoccupata di darmi una risposta!
- Non sono tenuta a darti spiegazioni delle mie azioni! Non
sono mica tua moglie!?
- Per fortuna! Non ti sopporterei neanche
per un minuto!- dichiarò incrociando le braccia al petto e voltando la
testa dal lato opposto.
Dalle labbra di Izumi,
partì un delicato risolino.
Takuya sbottò con una punta di
risentimento:
- Lo trovi così divertente?!
- No, è che dopo tanto tempo, abbiamo ripreso a litigare!-
gli rispose continuando a ridacchiare.
L’espressione crucciata apparsa sul volto del prescelto,
sparì per lasciar posto ad un viso più allegro e gioioso.
- E’ vero!- esclamò ridendo di gusto.
Kouji li fissò di sottecchi,
abbozzando una smorfia di compiacimento, ma non appena sollevò il capo d’innanzi
a lui, le sue gambe si fermarono di botto.
- E’ qui!- affermò di colpo.
Izumi e Takuya
si girarono verso di lui.
- Chi?- disse quest’ultimo
guardandosi attorno.
- Kouji…che hai?- domandò la
ragazza, impensierita.
- Kouji…- Bokomon
si avvicinò a lui, tirandogli un lembo della maglietta. Il ragazzo si destò
improvvisamente.- Tutto bene?
- Hai visto qualcuno, per caso?- disse Takuya.
Minamoto si guardò attorno.
- Lei…- pronunciò appena, dopodichè scosse la testa- …no, mi
sono sbagliato.
- Guardate!- La voce di Tomoki
attirò l’attenzione di tutti. Il ragazzino puntò un dito in avanti, e lo
sguardo dei suoi amici lo seguì.
- E’ l’entrata del tunnel…!- annunciò Takuya.
Il gruppo si ricompattò.
- Do-dobbiamo entrare lì dentro?!- disse Junpei balbettando.
- E’ così buio…- si aggregò Izumi.
- Ci sono le torce che abbiamo usato nel condotto sovrastante.
Usiamo quelle. - propose Kouji.
Junpei mise a terra il pesante
zaino, e cominciò a rovistare all’interno delle due tasche laterali.
- Eccole!- n’afferrò una, e la
lanciò tra le mani di Takuya che l’accese
all’istante.- Questa chi la terrà?- disse facendo oscillare la seconda pila.
- Dalla a me.- approvò Kouji parando la mano per acchiapparla al volo.
I capifila diventarono due.
Kouji si affiancò
a Takuya, entrambi con le torce accese, cominciarono
ad avanzare verso l’oscuro scorcio.
- State tutti compatti! Non allontanatevi!- emise Bokomon.- Questo vale anche per te! Stupidmon!-
disse afferrando per un lembo dei pantaloni, l’intontito Neemon
che se ne stava immobile con la testa ciondolante.
- Dove mi porti?- chiese.
- Allo Zoo! – gli rispose seccato- Perché mi doveva capitare
un compagno così stupido…?!!
- Brrr…questo posto mette i
brividi!- esclamò Izumi non appena varcò la soglia del
cupo passaggio.
Junpei scattò in avanti:
- Tranquilla Izumi-chan! Ci penso
io a proteggerti! Stammi vicino e niente oserà accostarsi a te!
- Hey aspetta! Ed io?! Sono anche io piccolo ed indifeso!- replicòTomoki piuttosto contrariato.
- Sei grande e vaccinato! Arrangiati!- fece il padrone del
tuono, senza tanti scrupoli - Andiamo Izumi-chan!
- Antipatico!- borbottò il ragazzino, facendogli una
boccaccia veramente spaventosa.
- E’ davvero spettrale questo posto…completamente avvolto
dalle tenebre…- Takuya proiettò la torcia in avanti,
facendola oscillare sulle pareti che ricoprivano il tunnel.
- RunSapphire
ha detto che alla fine di questo traforo, dovremmo
trovare una scala…
- Esatto Kouji! Una lunga scala di
cristallo…mi chiedo cosa ci attenderà aldilà della
gradinata…- Takuya rabbrividì per qualche istante.-
Sarà una battaglia difficile.- mormorò con qualche esitazione.
Kouji restò in silenzio cercando
di trattenere i battiti del suo cuore, troppo accelerati.
Tra pochi minuti, avrebbe rivisto suo fratello.
E l’idea non gli andava per nulla a
genio.
Che cosa si sarebbero detti?
Come si sarebbe comportato nei confronti del gemello
malvagio?
Ogni sua interpellanza alle mille domande che si era posto dall’esatto momento in cui si era lasciato alle
spalle il Tempio della Settima Torre, stava per trovare finalmente sbocco.
E finalmente, quel momento era
giunto.
La strada arrivò al termine ma, al
posto della scala, c’era un’enorme parete di ghiaccio, fredda e assai spessa.
- E questo?!- Takuya
ne illuminò la facciata. La luce della pila rifletté un’incisione dagli strani
simboli, proprio al centro del muro.- Bokomon- disse
chiamando a sé il piccolo mostro digitale- saresti
capace di tradurre questo ammasso di geroglifici?
L’esserino assentì portandosi
davanti al cumulo ghiacciato.
Sollevò la testa, in alto, per cercare di leggere la strana
dicitura, e ci riuscì.
- Mmm…-mugugnò accarezzandosi il
mento.
- Cosa dice?- domandò Izumi.
- “Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima”.
- Che significa?- Junpei storse la fronte.- E’ un indovinello? Non abbiamo
tempo per queste pagliacciate!
- Un bel problema…- disse Neemon accarezzandosi
il mento come Bokomon.
- Non è detto!- l’indice di Tomoki
spiccò all’insù. Il gruppetto concentrò l’attenzione sul
piccolo compagno- Il ghiaccio si scioglie a contatto con qualcosa di
caldo, giusto? Bene…e chi meglio di Agnimon è in grado di abbattere la parete!?
- E bravo il ragazzino!- Takuya
carezzò la testa del giovane scompigliandogli i capelli, poi, agguantò il suo Digivice, e in un lampo un’ardente fiammata di fuoco lo avvolse
trasformandolo nel padrone del fuoco.- AGNIMON!!!!!
- Evvai! Dacci
dentro!- lo incitòJunpei saltellando a più
non posso.
- State indietro!- il guerriero ordinò ai compagni di
retrocedere. Si posizionò d’innanzi al grosso ostacolo
e diede vita ad un volteggiare incessante di colpi. - BURNING SALAMANDER!!!
Una forte raffica d’incandescenti fiamme, s’infranse sulla
grossa parete di ghiaccio. Sembrava fatta, ma invece ci
fu un risultato inaspettato. Quello stesso fuoco fu istantaneamente respinto,
finendo così dritto sul corpo del possente Digimon.
Takuya riacquistò il suo aspetto. Cadde
a terra ferito duramente dal suo stesso colpo.
- TAKUYA!- urlò Izumi andandogli
incontro. Il giovane tossicchiò con forza, mantenendosi l’addome dolorante.
- Che botta…- mormorò appena. La
compagna si chinò in suo aiutò, cercando di sollevarlo.-
Pazzesco! Questo coso è in grado di respingere gli attacchi!-
parlottò con la bocca impastata e molto sorpreso.
- E’ come una barriera magica…qualcosa in grado di scacciare
qualsiasi intruso che voglia varcarla!- Bokomon si
avvicinò alla parete ghiacciata, cercando di trovare qualche ulteriore
indizio per risolvere l’enigma.
- Come possiamo oltrepassarla? – disse Izumi,
dando una mano a Takuya a stare in piedi.
- Potrei provarci io con i miei possenti pugni!- dichiarò Junpei, sguainando il suo D-Scan.
Takuya lo fermò subito.
- E’ inutile! Finiresti per farti male…proprio come me…! –
aggiunse massaggiandosi il torace.
- Bisogna fare presto! I minuti passano! Dobbiamo
muoverci!- Tomoki sbottò impaziente.
Non si potevano permettere un ulteriore
ritardo. Dovevano varcare quella barriera, e alla svelta!
- MALEDIZIONE!!!
Kouji urlò inaspettatamente,
tirando un calcio alla parete di ghiaccio.
Tutti zittirono all’istante e volsero lo sguardo nella sua
direzione.
Con la torcia gettata a terra, e spentasi a causa dell’urto,
il giovane dai capelli corvini, si era appoggiato con la fronte sulla fredda facciata.
La mano destra, messa anch’essa sul muro, si era chiusa in un serrato pugno.
- Kouichi…- pronunciò con
un’impercettibile spinta vocale. La delusione e lo
sconforto lo assalirono. Era ad un passo dal fatidico
incontro. Gli sarebbe bastato veramente poco, per salvare il
fratello e riunirsi finalmente a lui. Eppure, a
causa di una lastra gelata, tutto ciò rischiava seriamente di non accadere.
Dal bordo della sua guancia, s’intravidero delle minuscole goccioline brillanti, che scivolarono via fino
a precipitare giù, infrangendosi sulla barriera di ghiaccio.
Quest’ultima, non appena le
lacrime bagnarono la sua facciata, si accese improvvisamente, fino a colorarsi
di una potente luce azzurrina.
Kouji innalzò subito il capo. I
suoi occhi si irradiarono di quella stessa luce. Fece
per toccare il muro davanti a sé maquest’ultimo crollò sotto il tocco delle sue dita,
sciogliendosi.
I prescelti sgranarono gli occhi davanti a quello scintillio
di polvere diamantata, che fluttuava nell’aria fino a poi dissolversi in una
folata di vento boreale.
- “Il ghiaccio dell’anima!”- Bokomon
attirò l’attenzione del gruppo, facendo muovere gli occhi sulla superficie del
suo antico tomo e leggendo a voce alta.
Takuya si fece avanti per gettare
una rapida occhiata sul quel libro.
- E’ la parete ghiacciata di prima!- esclamò osservandone
una rappresentazione grafica, posta nella pagina in basso a destra.
- “Occorre una lacrima
pura e piena di speranza, per infrangere il ghiaccio dell’anima, padrone e custode indiscusso del primo dei tre cancelli
dello spirito.”- illustrò Bokomon, leggendo uno
spartito del libro.
Kouji era rimasto ancora immobile,
a fissare lo squarcio davanti a sé.
Si fisso le mani, con incredulità, poi, con un dito si toccò
la guancia ancora striata dalle lacrime, e ne raccolse
una in procinto di cadere giù.
- Kouichi…-bisbigliò
sommessamente, guardando quel minuscolo stillo limpido.
- Sbaglio o…hai detto tre?!
Bokomon fissò la mano di Takuya, avente le ultime due dita della mano, socchiuse, e
tenendo le prime tre ampiamente aperte ad indicare il numero appena citato.
Diede una rapida controllatina al
suo tomo, e poi confermò:
- Esatto, tre cancelli!
Il giovane quasi strabuzzò.
Izumi scosse il capo.
- Un momento… l’unico cancello che sappiamo, è il Gate of the Spirit, giusto?
- E per entrare, bisogna usare le
due Chiavi Gemelle che sono nelle mani di Kouichi…!-
continuò Junpei aggregandosi al discorso.
Lo fece anche Tomoki:
- Ma allora perché Ophanimon non
ci ha messi al corrente dell’esistenza di altri due
cancelli?
- A quest’ora molto probabilmente
saremmo stati già davanti al nemico! Ci saremmo organizzati
sicuramente meglio, conoscendo in anticipo il modo di aprire questi dannati
cancelli!- intervenìTakuya.-
Non capisco il perché di una dimenticanza simile!
- Perché non c’è nessun oggetto,
capace di aprirli! E’ tutta questione di animo e
sentimenti!- disse una vocina alle spalle del gruppo.
Tutti si voltarono indietro.
Davanti a loro, situato a mezz’aria, c’era un piccolo quanto
grazioso esserino completamente bianco, con due
grandi occhi affusolati, intrisi di un verde smeraldo, luminosi e carichi di
vitalità, ma al tempo stesso, sprigionanti una gran dolcezza.
Le orecchie minute, come quelle di un gattino, e
completamente sprovvisto di arti, esibiva una
simpatica codina a palla, soffice come un batuffolo di cotone.
- Com’è dolce!- esclamò subito Izumi,
intrecciando le dita in petto.
- Mamma!- ribatté la tenera creaturina,
volando spedita verso il torace della ragazza.
- Mamma?!- Takuya
strabuzzò gli occhi, tra l’incredulo e l’irritato. Dopodichè volse un’occhiata poco cordiale alla biondina, che s’irrigidì
all’istante. Fatto ciò, si avvicinò verso lo strano Digimon,
punzecchiandolo più volte con l’indice.
- Non sono un giocattolo! Idiota! – tuonò quest’ultimo, decisamente
arrabbiato.
- Ha pure il tuo stesso carattere!- sbottò il guerriero del
fuoco, riferendosi alle evidenti analogie caratteriali della creatura, con
quelle di Izumi.- Ma si può
sapere chi diavolo sei?- Takuya incrociò indispettito
le braccia al petto. Era più che evidente che quel piccolo essere non gli fosse
per nulla simpatico!
- Mi chiamo Nyaomon! E sono stata mandata da Ophanimon!-
fece la piccola Digimon, facendo le dovute
presentazioni.
Takuya si portò una mano
all’orecchio:
- Come? Ho sentito bene? Hai detto “mandata”?
- S-si…-rispose timidamente,
fissando il sadico sguardo del prescelto.
- Ma guarda…Sei una femmina allora!-dichiarò con grande aria di superiorità- E io che pensavo fossi un
ometto…! Sia di modi che di grazia…!- pronunciò
beffardamente.
Si udì un tonfo sordo.
- Allora! Ophanimon mi ha detto di
raggiungervi per farvi da guida e darvi una mano lungo questo percorso! Sono
sicura che andrà tutto bene adesso che ci sono io!- proclamòNyaomon facendo in modo di attirare l’attenzione su
di sé, mentre alle sue spalle il flebile lamento di Takuya,
atterrato e colpito allo stomaco da una testata del Digimon,
faceva da sottofondo alla scena.
- Hai visto che mi ha fatto?!- alzandosi
di botto e raggiungendo Izumi, il Digiprescelto
tornò alla carica deciso a farsi valere.
La giovane amica socchiuse gli occhi stringendosi al petto
la piccola creaturina bianca:
- La prossima volta impara a tenere a freno la lingua!-
disse voltandosi di spalle e lasciandolo in disprezzo.
Takuya sbottò nuovamente,
digrignando i denti con un forte senso di rabbia che gli mordeva lo stomaco.
- Hey tu, razza di pallone semina
zizzania…!- disse riferendosi al nuovo amico morbidoso-
Che volevi dire con “non c’è nessun oggetto in grado di aprire questi cancelli,
ma occorrono animo e sentimenti”?! Cerca di essere un
po’ più preciso!!
Il cucciolo digitale storse il nasino, un po’ scocciato, poi
si librò in aria, sfilandosi dalle braccia di Izumi:
- Sono i veri sentimenti gli unici capaci di spalancare
questi cancelli!- ripeté con una vocina molto squillante.
Takuya si grattò la fronte, più
confuso di prima.
- Sei piuttosto duro di
comprendonio…-asserì l’essere digitale, mentre sospirando, cercò di
rendere più chiare le sue parole.
E nel momento in cui il gruppo
ascoltava le parole di Nyaomon, Kouji
nel frattempo stava per varcare la soglia che lo avrebbe condotto dall’altra
parte.
Inaugurò il passo con la gamba destra. Si strofinò le mani
un po’ sudaticce, sui jeans, e varcò la soglia. Il Digivice, posto nella tasca dei pantaloni, emise un flebile
suono, ma il ragazzo fu troppo attratto dall’ambiente circostante, per
sentirlo.
Si guardò attorno, perplesso. E a quanto
pare restò amaramente deluso.
- Non c’è… nulla…!- sibilò a bassa voce. Al contrario,
avrebbe preferito urlare per liberarsi di quel forte senso di
angoscia ed oppressione che lo stava a poco a poco, divorando. E lo
fece.- NON C’E’ NULLA QUI DENTRO!!!
I Digiprescelti sobbalzarono di
colpo.
- KOUJI!?- gridarono all’unisono il
suo nome, per poi corrergli in aiuto.
Non appena tutti ebbero varcato il confine, i quattro
giovani arrestarono fermandosi al centro della sala.
Videro un ambiente circolare, non tanto grande. Le pareti
senza angoli, lisce e ben levigate. Il pavimento rivestito interamente di enormi piastrelle rossicce, lustre come specchi. Dopo
essersi guardati attorno, volsero incuriositi lo sguardo verso l’alto.
Un lunghissimo soffitto, senza fine, li tramortì.
- Ma quanto è alto?!- disse Tomoki mettendosi una mano sulla fronte.
- Parliamo di chilometri e non metri!!-
asserì Junpei cercando di scorgerne la fine.
- Hey…un momento…!- Takuya irruppe avanzando verso Kouji.-
Ma la scala? Non doveva esserci una scala?- enunciò
spalancando le braccia come a voler marcare il vuoto di quel posto.
- Già… dov’è questa famosa scala?- disse Junpei gettando con disperazione il pesante zaino sul
pavimento. Si grattò la fronte, con fare preoccupato- Ho l’impressione
che qualcuno si sia divertito alle nostre spalle…-
affermò alludendo al trailmon che li avevi condotti
fin lì.
Takuya scosse il capo.
- No, non può essere!- si voltò immediatamente verso la
piccola palla di pelo, che lo fissò con occhi oscillanti- Tu!!
Avanti!- esclamò afferrandola per la collottola e facendola dondolare
bruscamente- Sei o non sei il “prezioso aiuto” mandato da Ophanimon,
eh?! Datti da fare e renditi utile!!
- Takuya!- tuonò improvvisamente Izumi, con sguardo collerico- Così la fai male!
Nyaomon scoppiò in un improvviso
quanto fragoroso pianto.
- Io…io non lo so!- disse con la voce smorzata dalle
lacrime.
- Non fare la vittima con me! Tanto non attacca!-
ribatté il guerriero del fuoco continuando a sbatacchiare il Digimon.
- Animale!!- Izumi
si avvicinò al ragazzo portando via la piccola creaturina,
che strinse a sé nella speranza di calmarla con qualche dolce carezza. Il
compagno restò interdetto per pochi istanti, ma poi si rifece sotto:
- Il tuo piagnucolio funzionerà di certo con Izumi, ma sappi che con me parti male!!
Sei stata tu a dire “sono sicura che andrà tutto bene ora che ci sono io”!-
disse imitando la voce stridula del Digimon- Vuoi
forse rimangiarti la parola?!
Nyaomon continuò a piangere ancora
più forte, rifugiandosi tra le braccia della giovane che fulminò Takuya all’istante:
- Ti ha già detto che non lo sa!
Perché ti ostini ad attaccarla così ingiustamente?!
Sei un insensibile!
Il prescelto incrociò le braccia al petto.
- E tu perché ti ostini tanto a difenderla?!
Non lo vedi che ha torto?!
Tomokiirruppe tra
i due ragazzi, e a braccia tese, li fece arretrare di qualche passo.
- Ragazzi…non mi sembra il momento di…li-ti-ga-re…-disse a voce bassa e un po’
timoroso.
- Il mio Digivice…non funziona!-
dichiarò Kouji all’improvviso.
Uno ad uno, i Digiprescelti
tirarono dalle loro tasche il tecnologico aggeggio.
- Neanche il mio! – asserì Izumi.
- La lucina che segnala
l’accensione è spenta!
- Lo schermo è completamente nero e inoltre i tasti non
rispondono ai comandi!
Dissero Tomoki e Takuya con viso quasi disperato.
- Qui il potere dei D-scan non
funziona! E’ l’unico posto di Digiworld completamente
isolato da ogni sorta di segnale digitale! – Bokomon
li rassicurò fornendo loro le dovute spiegazioni, mentre si apprestava a
riporre il libro dal quale aveva appena letto la delucidazione, nella sua pancierina rosa.
- Vale a dire che finché resteremo
qui, non saremo capaci di Digievolvere?- domandò Izumi con l’aria un po’ sorpresa.
- Esatto! In questa sala siete dei normali esseri umani,
senza nessun potere!
Si udì un tonfo. Era Junpei che
nel frattempo si era seduto sul grosso bagaglio, oramai stanco del tragitto e
frustrato da quella ridicola situazione.
- Non arriveremo mai in tempo…- lo
sentirono bofonchiare gli altri, vedendogli un espressione assai triste.
Poi, sollevò di poco la testa, e guardò Kouji.
I compagni lo seguirono.
Si sentirono ancora una volta impotenti.
Soprattutto Takuya che lo fissò con
attenzione profonda, mentre se ne stava immobile e con lo sguardo perso nel
vuoto. Si sentì gli occhi bruciare. Dopodichè, un velo d’acqua li ricoprì.
Aveva giurato di combattere ancora una volta per la
liberazione di Digiworld, e lui in quel momento sentiva
il dovere di onorare quella sua promessa per il bene di quel mondo tanto amato
e per quello del suo migliore amico.
Strinse forte le mani a pugno e liberò la sua rabbia in un
fortissimo grido.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Si svuotò dell’ultima goccia d’aria che gli era rimasta nei
polmoni, e poi si lanciò in un’inconsolabile corsa in direzione della parete
davanti a sé, per continuare a svuotarsi della sua collera, prendendo a pugni
quelle mura.
La rabbia di Takuya però dovette
arrendersi d’innanzi a qualcosa di enormemente solido, che arrestò la sua
corsa.
STONK!!!
Il rumore di un ostacolo apparentemente astratto, echeggiò
fra le pareti della sala.
Ma non fu la sola cosa che i
ragazzi ebbero modo di udire.
Il sordo lamento di Takuya, finito
a terra con entrambe le mani poste sulla parte bassa del viso, coprì ogni cosa.
- Takuya!!-
gridarono i compagni, accorrendo in suo aiuto.
- Hey amico, tutto ok?- disse Junpei mettendogli una
delle sue grandi mani dietro la schiena per sollevarlo dal suolo.
- Takuya…! Parlami, ti prego!-
gridò la voce di Izumi, tesa
e preoccupata.
- Ma tu non dovevi occuparti del mostro semina-zizzania?!- esclamò semplicemente lui non appena sentì la voce della
prescelta.- Che botta!- aggiunse di seguito continuando a coprirsi la parte
bassa del viso.
- Invece di blaterare, fammi vedere che cosa ti sei fatto!- Izumi gli scostò le mani
dal viso. Non appena le dita si sollevarono, dritto dal naso venne giù un
piccolo canaletto di sangue, molto intenso. La
ragazza asciugò delicatamente tutto alla svelta, con un fazzoletto di stoffa,
dopodichè ordinò a Takuya di alzare gli occhi al
soffitto, mantenendo la testa in posizione orizzontale per evitare che altro
sangue colasse giù.
Quando il prescelto sollevò lo
sguardo al cielo infinito, per poco non si lasciò cadere con la schiena a
terra.
Junpei lo sorresse all’istante,
evitandogli una rovinosa quanto dura botta.
- Che hai?- disse Tomoki.
Takuya sibilò appena e puntò un
dito all’insù.
I compagni lo seguirono sollevando la testa a piccoli
tratti.
- EEEH?!!- sbigottirono in coro.
Kouji puntò anch’esso il soffitto
senza fine. Le sue pupille si contrassero per la troppa luce.
- Ma quella…!?!- parlottò a fatica
ma incapace però di proseguire.
Un lunghissimo fascio di luce, proveniente dall’alto, si
stava dirigendo ad una velocità impressionante, verso il suolo.
Non appena quest’ultimo ne fu
colpito, infinite funi di luce si disgiunsero dal raggio, e finirono dritte
sulle tonde pareti della sala, schioccando come fruste.
I Digiprescelti si rannicchiarono
sul pavimento cercando di ripararsi dalla forte luminosità, e quando questa fu
completamente dissolta, nel bel mezzo della stanza, comparì poco alla volta una
magnifica scala totalmente composta da pregiati quanto
scintillanti cristalli.
- E’…è lei!- esclamò l’ancor frastornato Kouji mentre faceva scorrere
il suo sguardo sulla chilometrica scala.
- E’ bellissima!- disse Izumi con
lo sfolgorio cristallino danzarle negli occhi.
- Oooooh! – Bokomon
e Neemon si strinsero a vicenda ammirando il magico
luccichio davanti a loro.
- La zucca vuota di Takuya è servita
ad illuminare la scala! – fece la piccola Nyaomon
volteggiando allegramente attorno all’oggetto in questione.
Takuya però non sembrò voglioso di
ribattere. Si girò verso Kouji, ed entrambi si scambiarono uno sguardo d’intesa.
Poi, voltandosi in direzione dei compagni, trasmisero loro,
in coro, una sola ed unica azione:
- Saliamo!
________________________________________________
Per tutti: sapete cos’è che da un po’
di tempo a questa mi piacerebbe fare?
Vi
vorrei incontrare tutti, fermarci in un parco, sederci da qualche parte e
parlare, parlare, parlare…! E’ una cosa che sogno
spesso, da un po’ di tempo ormai… Sarebbe un’opportunità unica, irripetibile… Riuscireste ad immaginarvelo?
Per JusticeGundam: Innanzitutto grazie per aver recensito
anche le due piccole drabble di Kouji
e Kouichi! Mi ha fatto tanto piacere leggere la tua
recensione! Poi… tranquillo con i miei capitoli! Prenditi il tempo che ti serve
per leggerli e recensirli. Io non ho di certo fretta!
Ma non dirmi più però che sono una brava scrittrice… Le mie vecchie
storie sembrano tutte dei Picasso retrò! (se dai un’occhiata a “Red Head”,
una nuova fic che sto scrivendo, ti sembrerà sì un Picasso, ma un tantino meno antiquato!)
Per Kaho_chan:
Kaho! ;_____; Tu mi hai fatto tanto felice,
sai? Ad ogni modo, siccome ogni volta sembra la solita tiritera di frasi del
tipo “le tue recensioni sono stupende”“sei un tesoro”e via discorrendo, stavolta la musica è
cambiata! Ebbene sì! Ti ho dedicato finalmente una fanfic! Si intitola “stay my baby” (tutta scritta in piccolo), ed è una fanfic per me molto ma molto importante. (Anche
se non l’ha recensita nessuno… Si contano sulle dita delle mani quelli che
hanno visto il film dalla quale è tratta… mumblemumble -___-) Se ti fa paciere, dagli un piccolo sguardo!
Tranquilla! Non pretendo che tu la legga…! Sarebbe un vero
tormento, me ne rendo conto…!
Per
Francesca Akira89: Vedi… quelle scene romantiche tra Kouichi
e la mia protetta (Ladydevimon) hanno in realtà una
solida spiegazione… Ovviamente non posso dirti nulla, adesso, ma tra qualche chap (1 o al massimo 2) lo
scoprirai!
Ah!
Grazie anche a te per la recensione alle drabble dei gemellini! Ad ogni modo, le potevi tranquillamente leggere
nell’ordine che più ti faceva comodo, perché ognuna è il riflesso dell’altra. Se cominciavi da quella della luce, ti deprimevi meno per
poi deprimerti dopo con quella dell’oscurità, e viceversa! L’una completa
l’altra! Come i due elementi!
Izumi e gli altri capirono
all’istante, e senza esitazione si accalcarono tutti nei pressi della
bellissima scala, uno dietro l’altro, fino a formare una breve fila.
- Kouji…- fece il padrone del fuoco porgendo un
braccio in avanti per far cenno all’amico di salire per primo.
Il ragazzo squadrò la lunghissima rampa cristallina. Un’acre
sensazione gli attanagliò le viscere in modo violento. Il suo cuore ormai era
impazzito. Si avviò verso il primo scalino, ma quando la suola delle scarpe ne
toccò la superficie, tutta la sala cadde vittima del buio. Le lampade poste
sulle pareti, che davano chiarore al luogo, si spensero. Tutte, tranne il
bagliore cristallino che fluiva dalla pregevole gradinata.
Nyaomon si lanciò verso il torace di Izumi, tremante come una
foglia.
La giovane le carezzò il capo, cercando di darle protezione
accogliendola tra le esili braccia.
- Bokomon, è normale questo improvviso
calo d’energia?- chiese Takuya con un po’ d’apprensione.
L’esserino si massaggiò il
mento, un po’titubante. – Penso che centri con Kouji…-
esclamò con sicurezza mentre il ragazzo si sentì
chiamato in causa- Mi spiego meglio…La superficie della scala è molto sensibile
alle auree di chi gli viene a contatto. E quindi…è
molto probabile che l’enorme potere della luce racchiuso in Kouji,
sia entrato in conflitto con lo stesso potere di questa scala.
- In pratica lo scontro di due forze della stessa intensità,
ha mandato in tilt l’intera struttura!- affermò Tomoki.
- Niente mi costringerà a restare qui.- esclamò Kouji con una forte determinazione nel colore intenso dei
suoi occhi. Cominciò a salire di altri due gradini. Dopodichè
ne seguirono altri, e un altro ancora. Il resto del gruppo gli corse dietro
senza obbiettare, e così tutti finalmente si avviarono verso l’alto.
Erano trascorsi alcuni minuti dalla lunga arrampicata. Tomoki alzò il naso all’insù, e storse la fronte con aria
un po’ scoraggiata.
- Ci vorranno delle ore per arrivare in cima!- bofonchiò
sconsolato.
- Prega che siano minuti! Non abbiamo
tutto questo tempo!- ribattéJunpei salendo
ben tre gradini con una sola falcata- Cinquantasette…cinquantotto…cinquantanove…
- Ma che fai? Hai intenzione di
contarli tutti??- sbuffò il guerriero del ghiaccio con
un visibile malcontento.
- Sono proprio curioso di sapere quanti sono! Sessantatré…sessantaquattro…sessantacinque…
- Bene, allora fallo mentalmente! Così mi rendi nervoso!
Junpei storse la bocca guardandolo
di sottecchi.
- Come vuoi tu…- pronunciò appena, quasi svogliatamente.
Takuya si fermò per qualche
istante per sporgersi dal corrimano dello scalone. Aguzzò la vista sforzandosi
di individuare il punto d’arrivo, tuttavia non riuscì nell’intento.
- Se continuiamo di questo passo, arriveremo
dopodomani…Accidenti!! Mi piacerebbe scambiare quattro
chiacchiere con l’architetto! Non sarebbe stato più saggio mettere un
ascensore? Ci saremmo risparmiati tempo e fatica! Mi auguro almeno che abbia
delle basi solide…cadere da quest’altezza non deve essere una bella esperienza…e poi non ha senso tutto questo spreco di…-
il giovane si zittì all’improvviso. Di sorpresa, la superficie sotto di lui iniziò
a tremare. Una violenta scossa investì la pregiata scala di cristallo. Il lungo
tremolio ben presto si tramutò in qualcosa di assai più forte. Nessuno dei
presenti ebbe modo di afferrarsi al lungo corrimano, nessuno tranne Takuya che lo avvinghiò stretto per evitare di precipitare
giù. Tomoki si accovacciò al suolo mentre Bokomon e Neemon si addossarono
su Junpei, che riuscì a stento a trattenere
l’equilibrio.
- Che diavolo sta succedendo?!-
urlò Kouji cercando di resistere al forte movimento
sussultorio.
- Aggrappatevi al parapetto! Tenetevi
stretti al parapetto!- si sgolòTakuya urlando
a più non posso. - Izumi!!!-
chiamò a gran voce vedendo la compagna barcollare pericolosamente a pochi
centimetri dal corrimano. Senza pensarci due volte, diede uno slanciò alle
gambe e si gettò verso di lei cercando disperatamente di afferrarle un braccio.
Sembrava quasi avercela fatta ma, questa volta un
violento scossone, il più possente, lo scaraventò via così forte da lanciarlo
contro Junpei che fortunatamente gli arrestò la
caduta facendogli scudo con il proprio corpo.
Si udirono dei lamenti, delle urla di panico, e una richiesta
d’aiuto. Quest’ultima, portò Takuya
a scuotersi il capo un po’ dolorante, e a rialzarsi frettolosamente in piedi
per scagliarsi senza indugio verso la ringhiera.
Con il fiato ormai corto e i battiti in ascesa, il giovane
guerriero del fuoco si sporse impetuoso da quella barriera con la fronte intrisa
da gelide gocce di sudore e spolmonandosi a tutta voce:
- IZUMIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La ragazza stava precipitando inesorabilmente nel vuoto.
Senza un briciolo di lucidità, Takuya
sollevò la gamba destra nell’intento di scavalcare il corrimano e saltare giù.
- FERMO!!!- Kouji
lo bloccò al volo. Cercò di strattonarlo per un braccio, ma le urla disperate
dell’amico non resero facile quel compito.
- LASCIAMI!!!- strepitò dimenandosi
a più non posso.
- Che diavolo conti di fare?!! Non possiamo
Digievolvere, ricordi?!!– urlò Kouji con
rimprovero, mentre aumentava la stretta sulle braccia dell’amico.
Tra il panico e le incessanti grida dei due combattenti,
spiccò a sorpresa un suono molto più acuto e stridulo.
I ragazzi zittirono per un breve attimo e si sporsero dal
parapetto per guardare giù.
- Pipistrelli…?!?- esclamarono i
due, in coro.
Una folta schiera di topi alati, si stava dirigendo verso
l’alto, in direzione del gruppetto.
Molto presto qualcosa di assai più importante colpì
l’attenzione dei guerrieri. Infatti, adagiata sullo sciame
nero corvino, si trovava Izumi. Con l’espressione
sorpresa ma ancora impaurita, la ragazza alzò gli occhi all’insù verso i suoi
compagni.
- IZUMI!!!- Takuya
si sporse ancora un po’ allungandole una mano. Quando la giovane fu finalmente
arrivata a destinazione, lui e Kouji la sollevarono oltre il corrimano facendola rientrare sulla corsia
della scala.
Non appena la biondina toccò il suolo con le punte delle sue
scarpe nere, il folto sciame di nottole si dileguò velocemente nel nulla, in un
tempo paragonato ad un semplice schiocco di dita.
Ancora tremante e con gli occhi velati da lacrime, Izumi si gettò tra le braccia di Takuya
che la strinse forte carezzandole amorevolmente la schiena, in modo da
tranquillizzarla.
- Stai bene?- le disse con voce un po’ roca. Forse quasi
strozzata da qualche lacrima nascosta.
- S-sì…- pigolò lei, appena,
mentre cercava protezione tra quelle braccia accoglienti e sicure.
Nel momento in cui il chiacchiericcio dei ragazzi accerchiava Izumi, Kouji nel si soffermò per
qualche attimo a fissare il vuoto sotto i suoi piedi, affacciato alla
balaustrata e con la testa appesa nel vuoto.
Accadde in un breve secondo. Nelle profondità più buie dell’atrio,
fluttuava con lunghe ali drappeggiate un’oscura sagoma dalle fattezze ben poco
visibili. Kouji seguì la figura con lo sguardo nella
speranza di intravedere meglio quelle fattezze a lui fin troppo familiari.
- Kouji! Kouji!
- Si sentì chiamare all’improvviso.
Le palpebre dei suoi occhi si chiusero di botto per poi
riaprirsi subito dopo.
Rialzò la testa e distese la schiena portandola dalla
posizione ricurva che aveva assunto attimi prima, ad una più dritta.
Fece una breve torsione del busto e vide Takuya alla
sua destra che lo chiamava a gran voce.
- Takuya…?- disse confuso.
- E’ mezz’ora che mi sgolo per avere la tua attenzione! –
sbottò l’amico con una punta di seccaggine nel tono vocale- Mi rendo conto che fissare il vuoto è sicuramente interessante,
però non credi che raggiungere la cima di questa scala lo sia ancora più?
Il guerriero della luce assentì senza fiatare, e, facendosi strada tra i suoi alleati, si apprestò ad accodarsi
alla fila in partenza.
- C’è qualcosa che ti turba?- domandò Takuya
rallentando di proposito il passo per accostarsi al compagno.
Kouji scosse il capo.
Ebbe qualche esitazione nel rispondere, ma poi scosse ancora
una volta la testa. Questa volta con più decisione.
- No…niente.- disse con occhi puntati al suolo.
Takuya lo squadrò in un attimo, e
subito dopo tracciò un mezzo sorriso.
- Sei sicuro?- domandò. Poi, facendo spallucce riprese-Ok…allora
quando sarai pronto a dirmi la verità, sarò felice di ascoltarti!
Lo sguardo di Kouji dal pavimento
si spostò sulla faccia soddisfatta dell’amico. Si sentì leggermente
impacciato, però riuscì rapidamente a riprendersi:
- Invece di blaterare a vuoto, cammina!- ribatté molto poco cordialmente. In seguito, accelerando il passo si
portò nuovamente a comando della fila, lasciandosi alle spalle il volto
soddisfatto del Digiprescelto, consapevole di aver
centrato un qualche bersaglio.
Kouji sospirò sottovoce. CheTakuya lo credesse un pazzo
visionario? Si domandò un po’ turbato.
In quel momento però, il guerriero del fuoco si fece vedere
sicuramente preso da ben altre situazioni.
- TU!!- all’improvviso tuonò una voce. La povera Nyaomon era appena stata chiamata in causa
dall’imbestialito ragazzo.
A stento servì il suo sforzo di ripararsi tra le braccia di Izumi. Takuya anticipò le sue
mosse afferrandola per quella morbida e pelosa coda.
- Ahi! Ahi! Mi fai male!- pigolò l’esserino, con le lacrime agli occhi, ed una tenerissima
espressione.
- Takuya! – ancora una volta Izumiaccorse in aiuto del piccolo
Digimon.
- Ferma lì, Izumi!- antimò bloccandola con una mano- Questa volta non può non
passarla liscia!
La prescelta sbuffò scuotendo il capo con dissenso. – Se la
sento gridare perché l’hai picchiata, sarò io a
picchiare te!- ribatté dando di schiena ed avviandosi su per le scale.
Nyaomon tremò non appena i suoi
grandi occhi verdi incrociarono quelli color nocciola e assolutamente
poco ospitali del giovane.
- Facciamo pace?- pronunciò con un filino di voce e qualche
goccia di sudore che le inondava il capo bianco latte.
- Non fare la carina con me, perché hai sbagliato persona!
Io non sono come Izumi! Piuttosto…perché sei scappata
via?! – le urlò tirandola come fosse un elastico.- Sei
sparita all’improvviso! Hai pensato alla tua molliccia pellaccia, senza
fregartene della povera Izumi che stava precipitando
nel vuoto, quando potevi benissimo salvarle la vita!
Nyaomon trasalì:
- Io le voglio bene! – ribatté - So volare
ma non sono mica capace di sorreggere un essere umano come voi! Non sono
un montacarichi!! E nemmeno un antistress!- brontolò mentre veniva modellata come fosse un pezzo di
plastilina.
Takuya sorrise perfidamente.
- Sei un piccolo Digimon molliccio
e debole ma… dotato di poteri! – esclamò continuando a trattarla come una
pallina antistress.
- Che-che vuoi dire?!- replicò ancora, e un po’ balbettante.
- Hai il potere di far lievitare e manipolare oggetti o
qualsiasi cosa che possa favorirti la tua
immaginazione! E quindi…- Takuya
incrociò le braccia al petto- anche noi umani! Te l’ho visto fare poco prima
che Izumi cascasse di sotto! Stavi usando i tuoi
poteri per slacciare le stringhe delle scarpe di Junpei!
Confessa! – la esortò allargandola ancora di più.
- Se non mi lasci immediatamente mi
metto a strillare! – parlottò a stento il mostro digitale, schiacciato come una
frittella dalle mani del ragazzo.
- Parla!!- Esortò ancora una volta Takuya, con fare intimidatorio.
Si udì presto un gridolino, poco dopo seguito da forte schiocco.
La fila dei giovani guerrieri avanzava a passo spedito
divorando poco alla volta decine e decine di
gradini.
- Takuya…cos’hai
fatto all’occhio? – chiese dopo un po’ Kouji, notando
un brutto livido sul viso del compagno.
- Chiedilo ad Izumi…- sbuffò il padrone
del fuoco ripensando a pochi attimi prima. Dopodichè, si
voltò lanciando uno sguardo poco cordiale nei riguardi della piccola Nyaomon, che a sua volta lo schernì con una bella
linguaccia.
- Roba da matti! – sbottò Takuya
poggiandosi una mano sull’occhio ancora dolorante.
- Hai detto qualcosa?- chiese Izumi
fissandolo con occhi minacciosi e aria indifferente.
- Io di quella palla gelatinosa non mi fido!! E poi mi fa le boccacce!!
- E allora? Tu l’hai strapazzata
come uno straccio!
- Ma ti sembra un comportamento corretto?!Ophanimon non le ha insegnato nessuna
educazione? Almeno sa che siamo i leggendari guerrieri?!-
sbottò ancora. – E poi questo non me lo meritavo, Izumi!- disse additandosi il brutto livido che aveva sulla
faccia.
Il volto di Izumi
sbiancò:
- …Ta-Takuya…?
- Cosa?! – le rispose con modi non
proprio gentili.
La giovane puntò l’indice in avanti, oltre le spalle del
ragazzo. I suoi occhi non presagivano nulla di buono.
Lui si girò con fare crucciato e ancora stizzito, ma per
chissà quale motivo, sbatté il naso su una grossa e lucente armatura di
metallo.
- Cosa diavolo…?! - mugugnò
dolorante. Fece percorrere lo sguardo sulla lunga figura, e, trovandosi faccia a faccia con un energumeno alto almeno tre volte di Junpei, sbiancò di colpo.- Sa-salve!-
fece sfoggiando un piccolo sorrisino forzato. Dopodichè indietreggiò fulmineamente,
riparandosi dietro alle esili spalle di Izumi.
Kouji scattò in posa di attacco.
- Chi sei?! – disse restando poi sulla
difensiva.
- Togliti di mezzo! Dobbiamo arrivare alla svelta in cima! –
fece Junpei, avanzando coraggiosamente verso di lui.
Il grosso essere digitale sguainò la sua lunga lancia fino a
bloccare il passaggio:
- Siete già in cima!- vociò con un tono alto e fiero.
- Cosa?! – Kouji
si guardò attorno, incerto.
Inaspettatamente, il vuoto aldilà della creatura fu
squarciato dalla lunga asta che il Digimon teneva saldamente
tra le mani. Il rosso mantello che gli ricopriva le spalle, svolazzò qua e là,
mosso da una lieve raffica di vento – Questa è
l’uscita. – proclamò indicando quel foro d’energia con la sua
asta argentata - Il mio nome èDukemon,
guardiano del secondo cancello e fedele servitore dei tre Digimon
angelici. – rivelò.
- Dukemon!- Bokomon
si fece largo tra i ragazzi.- Ophanimon ti ha già…
- So già tutto. – proclamò senza
indugiare- E’ stata lei a dirmi della missione. Di ciò
che presto dovrete affrontare.
Takuya si strofinò le mani:
- Bene! Allora saprai anche che abbiamo una certa fretta,
no? Quindi… se non ti dispiace… –si avviò verso l’apertura con fare
incalzante, ma ancora una volta, Dukemon sguainando
la lancia, gli bloccò il cammino.
- Hey!- ribatté il guerriero del fuoco.
- Otterrete la facoltà di accedere
al secondo cancello soltanto dopo che avrete superato l’ultima prova.- proclamò
il regale guardiano.
- L’ultima prova?
- Ancora?!
Dissero in coro Takuya e Kouji.
- Ogni cancello si passa affrontando una determinata condizione.
Ricordate il “ghiaccio dell’anima”?- disseNyaomon librandosi in aria.
Takuya sbuffò seccato. Poi si
rivolse al maestoso Dukemon fissandolo negli occhi
gialli e profondi.
- Ok!!-
disse a voce carica- Spara pure! Siamo pronti a qualsiasi cosa pur di salvare
questo mondo e il nostro caro amico!!Dai dai, coraggio!- disse incitandolo
con un gesto delle mani, a farsi avanti.
Il regale cavaliere dall’ampio mantello rosso, tirò a sé la lunga
lancia.
- Ebbene…- Dukemon protese un
braccio aldilà del parapetto, pronto a dichiarare il verdetto- Si faccia avanti colui che pur di attraversare il sentiero, avrà il coraggio
di restare al mio fianco per tutta l’eternità!
________________________________________________
Ragazzi
scusate!!! Aggiorno in ritardassimo ed in
corsissima…!!!
INFINITE
SCUSE!!! >___<
Voglio
ringraziare Kaho_chan
e JusticeGundam per
l’affetto e le sempre belle recensioni, ed accogliere e render grazie anche ai
nuovi arrivati! Non pensavo MINIMAMENTE che la mia fic,
dopo così tanti capitoli e ormai giunta quasi alla fine (altri pochi chap, e finalmente potrò decretarla finita), potesse attirare gente nuova… Una graditissima sorpresa!
^___^
Takuya si lasciò sfuggire un singhiozzo strozzato che accompagnò con una meccanica e
prevedibile domanda:
- Potresti ripetere?- disse tra un brivido
e l’altro.- Forse sto diventando sordo…!- ribatté ironizzando.
Dando di spalle al massiccio Digimon,
si girò verso i suoi compagni, continuando a sogghignare nervosamente.
Izumi si fece avanti:
- Non ci stai mentendo, vero? Vuoi davvero che uno di noi
rimanga per sempre qui con te?- disse rivolta al
maestoso Dukemon.
Il risolino teso di Takuya s’interruppe,
ed il suo volto diventò quasi paonazzo.
- Hey!- esclamò all’improvviso aizzandosi contro l’assurda
richiesta dell’essere- Ti sei per caso ammattito?!
Bokomon strattonò via il guerriero
del fuoco richiamandolo a mantenere il controllo, ma la sua ramanzina servì a
ben poco.
L’esserino e il ragazzo dagli
occhi nocciola, iniziarono a battibeccare, mentre il tempo, scorreva
inesorabilmente.
Qualcuno in conclusione si fece avanti.
- Resto io!- esclamò Kouji con
voce salda.
Il chiacchiericcio dei due litiganti si arrestò di colpo.
- Cosa?!- strepitò Takuya, andandogli furioso incontro.- Non puoi farlo!
- Certo che posso.- ribatté il guerriero della luce, oramai
convinto.
- E invece no!
- Perché?- domandò Kouji un po’ stizzito, mentre fissava il fluttuare
incessante del mantello di Dukemon.
- Kouichi! Ecco perché! – rispose il compagno, intimandolo a guardarlo negli occhi- Guardami
bene, Kouji! Tuo fratello ha bisogno di te! Non puoi
abbandonarlo proprio adesso, in un momento simile!
- Penserete voi a lui. Sono sicuro di lasciarlo in buone
mani!
- Non è questo il problema! Kouichi
chiederà di te, di suo fratello! E come pensi che reagirebbe all’idea di
sentirsi dire che non potrà mai più rivederti? Vuoi
che lui provi lo stesso dolore che hai sentito tu vedendolo morire durante lo
scontro con Lucemon?
Kouji si soffermò per qualche
attimo, avvertendo il dolore di quel tragico episodio, dargli ancora tormento.
Fissò Takuya in viso e, quest’ultimo,
intuendo lo stato d’animo dell’amico e l’incredibile voglia di riabbracciare
l’amato gemello, si fece avanti:
- Resto io qui con te, Dukemon!
Izumi raggelò. D’improvviso le sue
mani divennero fredde, così come le gambe.
Un senso di calore agli occhi le fece offuscare la vista.
- Takuya!- esclamò cercando di
attirare l’attenzione, ma invano. Il ragazzo proseguì la traversata in
direzione di Dukemon, senza voltarsi.
Kouji lo bloccò repentinamente,
trattenendolo a forza di spintoni, mentre si udivano in sottofondo i flebili
singhiozzi della guerriera del vento.
Junpeifissò
l’espressione addolorata della ragazza, e, dopo aver dato una gentile pacca sul
capo di Tomoki, si portò sul lato destro del
parapetto.
- Se il leader va via, il gruppo
perderà la sua bussola! – esclamò con un viso carico di gioia, mentre si
portava dalla parte opposta, accanto alla creatura con il mantello rosso.-
Spero che io e te andremo d’accordo, carissimo Dukemon! Un’eternità è tanta!- esclamò
dandogli una robusta pacca sulla schiena.
- Junpei!- urlarono i ragazzi,
presi alla sprovvista.
- Aprite bene le orecchie!- intimò il giovane Shibayama- Se fallite la missione, vi strangolo con queste
mie possenti mani! Parola di JunpeiShibayama, guerriero del tuono! – disse battendosi una mano
sul petto.
- Sei grande e grosso, ma stupido!
– intervenne all’istante Takuya- Ho detto che ci andrò io! Vieni via da li! Altrimenti te la
faccio pagare!
Junpei scosse il capo con
decisione, accettando oramai il suo destino.
- Bene!- Dukemon sollevò l’asta
facendola scorrere sulla testa dei restanti guerrieri. Un fascio di luce avvolse
dolcemente i loro corpi che cominciarono a fluttuare come piume al vento.
- Junpeeeii!!!
Non farlo!! Sono pronto a portarti la cartella a scuola ogni giorno! Te lo
giuro! – disse Tomoki a squarciagola, contando di far
rinsavire l’amico.
- Combattete anche per me, ragazzi! – esclamò il guerriero
del tuono, regalando loro uno sfavillante sorriso.
Il foro dimensionale alle spalle di Dukemon si proiettò in terra, sotto il fluttuare
ondeggiante dei prescelti.
Con un ultimo tocco di lancia, Dukemon
indirizzò la ciurma di umani, uniti ai loro tre
piccoli Digimon compagni di viaggio, nell’apertura
sottostante.
- Buona fortuna!- esclamò in seguito, prima che
scomparissero inghiottiti dal suolo.
- Junpeeeeei!! Junpeeeeeeeei!!!- strillarono gli umani un’ultima volta, vedendo l’amico
scomparire del tutto dai loro occhi addolorati.
Ci fu un sordo tonfo, seguito poco dopo da una coltre nuvola
di fumo.
I Digiprescelti si trovavano in un
vasto campo pieno di sabbia, e in più, senza un membro importante del gruppo.
Tomoki tossicchiò con forza,
cercando di sollevarsi da lì. Non appena impuntò i piedi a terra, la sabbia sotto
di lui cominciò a ribollire.
- Sto…sprofondando?!- disse allarmato,
appuntando la situazione con enorme sbigottimento.
Izumi, la più vicina al giovane
guerriero, si lanciò presto in suo aiuto.
- Afferra la mia mano!- gridò porgendogli l’arto.
Tomoki si spinse in avanti,
riuscendo ad acchiapparle le dita, seppur a stento.
- Non ci arrivo! – strillò il ragazzo, ormai in preda al
panico.
- Coraggio!- la bionda si portò più avanti, arrivando finalmente
nel suo intento. Con forza cercò di strappare Tomoki dal
mulinello di sabbia ma, quest’ultimo,
inevitabilmente, finì per trascinare anche lei. – Nooo!
– gridarono in coro, mentre la sabbia accerchiava già grande
parte dei loro busti.
Una mano sbucò all’improvviso.
- Izumi! Aggrappati!- Takuya si era lanciato in aiuto dei suoi compagni.
La giovane ordinò a Tomoki
di aggrapparsi ai suoi fianchi, dopodichè, tenendo stretta la mano di Takuya, diede l’ok a
proseguire.
Con lui, KoujiBokomon
e Neemon gli tenevano ancorate la
gambe per evitargli di affondare anch’esso nella sabbia.
- Tirate!- esclamò Takuya, a voce
alta.
Tirarono tutti all’unisono, e, dopo
l’ennesimo tentativo, i due malcapitati riemersero finalmente dal suolo.
La sabbia all’improvviso iniziò a prendere solidità,
tramutandosi ben presto in una lunga strada lastricata.
- Che sta succedendo?!- sbottò Kouji mentre assisteva alla metamorfosi del suolo, con un
paio di occhi allibiti.
- Bravi! Questo era l’ultimo cancello! Quello dell’unione!
Solo chi possiede spirito di squadra, è in grado di superarlo!- cinguettòNyaomon mostrando una
poco gradita vitalità.
Takuyale si
lanciò contro colto da uno scatto di ira, e l’afferrò con maniere
brusche.
Il piccolo Digimon ammutolì
all’istante, fissandolo con uno sguardo terrorizzato.
Una lacrima gocciolò via dall’increspatura degli occhi
serrati del ragazzo. Poi, reprimendo il dolore, lasciò libero
il Digimon di fluttuare via.
- STUPIDOOO!!!!!- strillò con lo
sguardo rivolto al cielo, rimpiangendo il folle gesto di Junpei.
Izumi gli si avvicinò presto. Dopo
avergli ghermito la mano con la sua, i due s’incamminarono verso la battaglia
finale, seguiti a ruota dal resto del gruppo.
Mancava poco oramai. E questo Kouji
se lo sentiva scorrere dentro in ogni piccola parte
del suo organismo, in ogni poro della pelle, in ogni meandro della sua mente
così complessa e misteriosa.
Fece una rapida panoramica intorno a sé, ma non appena i
suoi occhi si posarono su quelli spenti e rattristati dei suoi compagni
d’avventura, il suo cuore sprofondò anch’esso nella
malinconia e nel rimpianto.
Se non fosse stato per Kouchi, sarebbe rimasto lui, al fianco del maestoso Dukemon, anziché il caro e valoroso Junpei.
Davvero un nobile gesto, pensò il giovane ragazzo della
luce. Eppure, la sua mente non riusciva ancora a
perdonarselo.
Takuya era sempre più muto. Tutti
lo erano.
Il guerriero del fuoco all’improvviso rivolse lo sguardo
alla volta celeste:
- Ti riporterò indietro, JunpeiShibayama!!! Parola di TakuyaKanbara!- esclamò
fermandosi di botto, e attirando l’attenzione dei suoi compagni. – A costo di
fare a pugni con quel guardiano presuntuoso! – disse ancora, a voce sempre più
alta e decisa.- Sistemiamo una volta per tutteLucemon!
Izumi e gli altri si fermarono accanto
al ragazzo, attorniandolo.
I Digiprescelti sollevarono il
braccio destro all’unisono, e tutti in coro gridarono:
- SI!!!
La strada stava volgendo al termine.
Bokomon aprì il suo tomo
illustrato, diede una rapida occhiata alle pagine e in seguito esclamò con
certezza:
- E’ quello!
Kouji e gli altri si voltarono a
guardare davanti a loro.
Vi era un folto strato di nebbia, che sembrava nascondere
qualcosa di molto grande.
Izumi aguzzò lo sguardo, riuscendo
a malapena a scorgere una cancellata dai toni scuri, resa indecifrabile
dall’abbondante foschia.
- Sembra un cancello…o qualcosa di simile. – aggiunse poi,
facendo un passo in avanti, come attirata da quel misterioso oggetto.
Kouji la bloccò all’istante per un
braccio.
- Restiamo tutti uniti!- esclamò in seguito. Dopodichè, i
suoi occhi si diressero in direzione di Bokomon. – E’
quello?- domandò ancora, per sicurezza, al piccolo Digimon che, senza pensarci due volte, annuì.
Il Gate of the Spirit era lì, semi nascosto da una leggera foschia che ne copriva
sapientemente i contorni, ma era lì.
Tomoki si guardò attorno, come
disorientato.
- Ma dov’è Kouichi?
Il cuore di Kouji prese a battere
sempre più forte. Si guardò attorno nella speranza di scorgere qualcosa, o qualcuno,
ma il luogo attorno a lui era completamente deserto.
- Siamo… arrivati tardi…?- disse con una voce tremolante e
piena di paure.
Bokomon scosse la testa.
- No, lo escludo. E poi Seraphimon e Cherubimon non si
sarebbero mai fatti sconfiggere così presto!
- Allora che si fa?- chiese Izumi,
portandosi entrambe le mani sui fianchi.
- Chiamiamo Ophanimon!- esclamò il
giovane Tomoki, estraendo il suo Digivice.
– Lei saprà consigliarci!
- Non potete!- irruppe la vocina stridula di Nyaomon, che costrinse subito il giovane a riporre il suo D-scan nella tasca dei pantaloni.
Takuya fulminò la piccola palla di
pelo con un solo sguardo.
- Non possiamo? E perché?- fece
insospettito.
- Se ci fosse un nemico nei
paraggi, rischiereste di essere scoperti! – sentenziò il piccolo Digimon bianco. – Le onde che emanaquell’aggeggio, sono abbastanza percepibili dalla
maggior parte dei Digimon.
Takuya si portò le braccia al
petto, mettendosi pensieroso.
Poi all’improvviso, guardandosi attorno esclamò furtivo:
- E se fosse una trappola per farci
perdere tempo?
Kouji lo guardo dritto negli
occhi. Entrambi si scambiarono un’occhiata d’intesa e,
in un batter d’occhio, tirarono fuori i loro D-scan.
- SPIRITEVOLUTION!!!!!!– urlarono in coro, assumendo le forme di Wolfmon e Agnimon, due dei dieci
leggendari guerrieri. Ancora una volta i due Digimon
si rivolsero uno sguardo, seguito subito dopo da una serie di
attacchi devastanti a base di fuoco e luce.
- BURNING SALAMANDER!!!
- LICHT SIEGER!!!
I potenti attacchi si andarono ad infrangere sul pesante
masso di nebbia che nascondeva l’imponente cancello spirituale.
L’unione dei due poteri provocò una violenta esplosione che
rintronò alta nell’aria circostante. Una coltre nuvola di fumo, infine, si levo in volo.
Izumi e Tomoki
tossicchiarono appena, cercando di coprirsi la bocca con un lembo di stoffa dei
loro abiti.
Il fumo grigiastro si dissolse, rivelando così l’artefice di
quel diabolico piano.
- Ninzokumon?! Tu?!- proferì Bokomon, serrando i
denti forte forte.- Ti faccio a pezzi!!
Neemon strattonò il suo compagno
tirandolo a sé.
- Sarà lui a fare a pezzi te! – disse con quell’espressione sonnacchiosa ma preoccupata al tempo
stesso.
L’esserino trattenne la stizza e
poi si girò a guardare i due leggendari guerrieri.
- Fatelo a pezzi, ragazzi!!!-
strepitò incitando i due che, inevitabilmente, si lanciarono all’attacco verso
il nemico.
- Hey, voi! Neanche il tempo di chiacchierare!- starnazzò Ninzokumon, nella speranza di perdere altro tempo.
- Non abbiamo nulla da dirci!
- Fatti da parte!
Dissero i due guerrieri, lanciandogli contro potenti
scariche di colpi.
Il Digimonninja
schivò quelle feroci prese per un soffio. Poi, senza
perdere altro tempo, si lanciò anch’esso all’attacco.
- DIVISION!– esclamò, iniziando a moltiplicarsi
incessantemente.
- Dieci, cento, mille! Ma quanti sono?!
– disse Agnimon, facendo perfino fatica a seguire i
movimenti rapidi e veloci di tutte quelle copie che venivano fuori come popcorn
scoppiettanti.
- Di questo passo non lo sapremo mai! Ci vorrà troppo tempo
per trovare quello vero! E noi di tempo non ne abbiamo!
– proseguì Wolfmon, attaccando una delle tante copie.
Izumi e Tomoki
se ne stavano lì, immobili a fissare quell’enorme
groviglio di Digimon, tutti identici tra loro, nella
speranza di capire quale fosse quello vero.
Tomoki gettò uno sguardo alle
lancette del suo orologio. Non potevano permettersi altri ritardi.
La situazione andava risolta alla svelta, e così, con
estremo coraggio, estrasse il suo D-scan dalla tasca,
e lo proiettò in aria.
- SPIRITEVOLUTION!!!!!!– gridò a tutta forza. Una spirale di luci multicolore
lo avvolse in un baleno. La figura minuta del ragazzo oramai aveva lasciato
posto ad un imponente essere impellicciato e gigantesco. - BLIZZARMON!!!
Agnimon e Wolfmon
si girarono in direzione del compagno.
- Restio io qui ad occuparmi di lui!- replicò l’orso dalla
pelliccia bianca, con un vocione duro e possente.- Voi fermate Lucemon! Andate!
I due guerrieri restarono un attimo
interdetti, presi così alla sprovvista.
Ormai non c’era più tempo.
O adesso o mai più!
Agnimon sollevò il pollice
all’insù, nei confronti di Blizzarmon, e quest’ultimo sorrise.
- Vedi di tornare tutto intero, mi
raccomando! – esclamò cercando di fare un po’ di sarcasmo.
Izumi raccolse alla svelta Bokomon e Neemon, e si accodò ai
due leggendari guerrieri.
Ninzokumon tentò di fermare il
gruppo, ma fu anch’esso fermato da qualcuno molto più grande di lui. Blizzarmon era lì, davanti al suo faccino intirizzito e
terrorizzato. Il padrone del ghiaccio si lanciò in un ruggito gracchiante e imponente,
colpendo a suon di asce le centinaia di copie che
continuavano a ronzargli intorno come mosche.
Wolfmon, prima di andare e di
lasciarsi alle spalle il suo giovane amico, lanciò ancora una volta un’occhiata
ai duellanti. Blizzarmon era riuscito ad annientare
più della metà delle copie diNinzokumon,
tanto da provarci perfino gusto!
Il lupo solitario giunse ad Agnimon,
per poi dirigersi finalmente alla tanto attesta ed
agognata destinazione.
All’orizzonte apparve qualcosa. Una lunga
cancellata scintillante, alta migliaia e migliaia di metri, che si faceva
notare grazie al suo luccichio prolungato.
- Il Gate
of the Spirit! – esclamòBokomon, entusiasta.
Ai lati della strada, man mano che i guerrieri avanzavano in
direzione dell’obbiettivo, decine di Metalridermon
agonizzanti, aspettavano quasi ansiosi la loro morte.
Seraphimon e Cherubimon
dovevano essere sicuramente stanchi, visto l’enorme ammasso di nemici che si
trovavano lungo la strada.
- I Digimon celesti! – strepitò Neemon, portando un dito in avanti, ad indicare le due
somme creature che si stavano battendo magistralmente contro le forze delle
tenebre.
- Sono allo stremo! – disse Izumi,
vedendo le due figure faticare non poco. Infine, estraendo il suo Digivice, mutò anch’essa nella leggendaria guerriera. – SHUTSUMON!!!
La longilinea creatura dalle ali piumate e lunghissime, si
librò in volo.
- Vado a dargli una mano! – disse sfrecciando nell’aria come
un fulmine, per portare soccorso ai Digimon celesti.
L’aquila del vento spazzò via un’ondata di Metalridermon, facendo così da scudo ai due Digimon angelici.
- Tutto ok?- disse in seguito,
andandogli incontro.
- Ice…devimon…-
pronunciò appena l’ormai esausto Seraphimon, cercando
di avvertire la giovane prescelta del pericolo imminente.
Il coniglio dalle grandi orecchie lunghe trovò la forza per
scagliare un ultimo attacco. Qust’ultimo però, data la scarsa potenza, non ottenne l’effetto
desiderato. Cherubimon si accasciò al suolo,
nello stesso momento in cui Shutsumon si girò di
scatto, trovandosi una lancia di ghiaccio davanti al petto.
- Ci si rivede biondina, eh?- disse Icedevimon
con un sarcasmo pungente, mentre reggeva l’asta appuntita davanti a sé.
- Sei stato tu a ridurli così?! –
replicò il Digimon aquila, sentendosi avvampare dalla
rabbia.
Il glaciale nemico fece spallucce.
- Chissà. Forse sì, forse no. Poco
importa! Non sono così forti come vogliano farci credere!- fece
con un’ironia sprezzante.- Tu piuttosto, perché non reagisci? Cos’è, hai paura
che la punta di questa lancia ti possa ferire?- disse
infine, emettendo un sorriso diabolico ed osannato.
Shutsumon sguainò gli artigli,
pronta al contrattacco, maIcedevimon
anticipò in un attimo le sue mosse, e le bloccò l’intero braccio congelandolo
con un soffio di aria gelida emessa dalle sue fauci.
- Vediamo… cosa potrei immobilizzarti ora…? Forse, le tue
splendide ali? Senza di quelle saresti fragile ed indifesa. Non serviresti più
a nulla! – fece diabolico, preparandosi ad attaccare un'altra volta.
Una spirale di fiamme, però, accerchiò il malvagio di
ghiaccio, costringendolo così ad indietreggiare.
- Agnimon!- disse Shutsumon a voce alta, vedendo giungere in suo soccorso
l’amico.
- Occupati dei Digimon celesti! A
lui ci penso io! – asserì con una voce fiera e decisa.
Icedevimon spense la spirale di
fiamme con un soffio di aria fredda, poi, senza
pensarci neppure un secondo, partì all’attacco.
I due Digimon si scontrarono frontalmente,
dando così vita ad un duello mozzafiato.
- Ghiaccio e fuoco non vanno d’accordo! – esclamò Icedevimon, lanciando un fendente verso il guerriero delle
fiamme.
Agnimon scosse il capo, respingendo l’attacco nemico con una schivata
laterale.
- Ti sbagli! Sei tu, che non vai d’accordo con me! – asserì
contrattaccando con un violento pugno, che andò dritto a segno.
- Maledetto!- tuonò la voce altisonante del freddo nemico,
sgranando quelle sue pupille violacee e cariche di rabbia.
Mentre il duello tra i due avversarsi
impazzava come non mai, Wolfmon era finalmente giunto
alla sua tanto agognata meta.
Il Gate of the Spirit,
dopo tanta fatica, era proprio d’innanzi ai suoi occhi increduli e sbalorditi.
Una lunga striscia scintillante, alta chilometri, si estendeva a pochi passi da
lui. Il guerriero si guardò attorno, come se stesse cercando qualcuno, e,
all’improvviso, quel qualcuno si fece sentire.
- E così… sei riuscito a
raggiungermi. – proferì una voce, proprio alle spalle del Digimon.
Wolfmon si girò di scatto senza pensarci neppure un
istante. Sapeva che quella era la voce di suo fratello.
- Kouchi!- disse un po’
tremolante, non appena lo riconobbe.
- Kouchi…- ripeté a voce bassa il
gemello, con un flebile sorriso dipinto sul volto.- Nonostante tutto, tu
continui ancora a chiamarmi per nome? Non mi odi?
Il Digimon scosse il capo, deciso.
- No, affatto! Se sono qui, è
perché ti voglio ancora bene!
- Se tu sei qui, è solo per
eliminarmi! – ribatté il giovane, con freddezza.
Wolfmon avanzò di un passo:
- Ti sbagli! Sono pronto a dimostrartelo! – Una spirale di
luci avvolse il corpo del Digimon, inghiottendolo, e Kouji riprese il suo aspetto. – Sono io, tuo fratello! Non
voglio combattere con te! – asserì gettando il suo D-scan
a terra.
Kouichi osservò attentamente la
scena, come sorpreso.
- Audace da parte tua, disarmarti d’innanzi ai miei occhi!
Lo sai che se solo volessi…
- Lo so! – lo interruppe Kouji,
avendo di già afferrato il senso di quelle taglienti parole.
– So che tu mi uccideresti! Ma è l’oscura anima di Lucemon che mi sta parlando, e non mio fratello! Kouichi è rinchiuso lì, da qualche parte, in quel corpo che
gli è stato strappato via con la forza! Però ho
fiducia in lui, e so che lotterà fino alla fine per scacciarti!- disse infine
tutto d’un fiato, mentre gli occhi a poco a poco si riempivano di lucciconi.
Kouichi iniziò ad avanzare, in
direzione del cancello mistico. Kouji lo anticipò
parandosi d’innanzi a lui.
- Levati di mezzo! – sentenziò il gemello, con tono furente.
Il padrone della luce scosse il capo.
- No!- disse semplicemente, fissando con ardore il fratello.
Preso da uno scatto di rabbia, Kouichi
si lanciò verso il ragazzo e lo atterrò con un pugno.
Kouji estese un braccio verso la
caviglia del giovane, riuscendo così a far cadere anch’egli al suolo.
Il moro dai capelli corti cercò di divincolarsi dalla
stretta, ma la mano del ragazzo non era decisa a mollare la presa.
Fu in quel preciso istante, che i due gemelli iniziarono una
furente quanto caotica zuffa.
Kouji cadde al suolo più di una
volta, così come l’altro che fu atterrato violentemente in più occasioni. I due
ruzzolarono a terra, continuando imperterriti a picchiarsi con quanta più forza
gli era rimasta. Oramai distrutto e scocciato, Kouichi
invocò l’aiuto di una pattuglia di Metalridermon che accorse all’istante in suo aiuto.
Kouji fu accerchiato in un lampo
dalla massa enorme di guardie. Il malvagio gemello estrasse alla svelta le due
chiavi, e si avvicinò alla serratura ottagonale del cancello.
- NON FARLO, KOUICHI!!! – strillò
con quanto più fiato i suoi polmoni riuscissero a dargli. Agnimon
e gli altri udirono la sua voce. Shutsumon tentò di
raggiungerlo, ma delle guardie la trattennero lì, costringendola ad
indietreggiare.
Icedevimonafferrò
al volo la situazione, e con un richiamo sonoro, fece giungere in aiuto
della sua banda una flotta immensa di Metalridermon.
- Sono migliaia! – tremò la voce di Bokomon,
accerchiato da una delle lance di quei Digimon
corazzati.
Lui e Neemon si strinsero forte,
mentre Agnimon cercò invano di andargli incontro. Icedevimon lo immobilizzò con una delle sue possenti
strette, e per il guerriero del fuoco non ci fu modo di muoversi.
- Sei un codardo! Hai approfittato di un momento difficile
per attaccarmi!- replicò Agnimon, cercando di fare
forza per divincolarsi dalla forte presa.
- Sii più attento, la prossima volta! Ammesso che ce ne sia una!- replicò a tono l’essere malvagio, preparandosi a
trafiggere il Digimon con la sua lancia di ghiaccio.
Fu in quel momento, che un raggio d’energia elettrica colpì
in pieno Icedevimon, facendolo crollare al suolo.
Agnimon alzò lo sguardo. A stento
riuscì a trattenere la gioia.
- Blitzmon!? – esclamò con stupore
ed incredulità, ma saturo di gioia.
- Appena in tempo, eh? – replicò allegramente il Digimon insetto, andandogli incontro.
- Ma come hai fatto a…
- A dopo le spiegazioni, Agnimon!
Pensiamo prima a ristabilire un po’ d’ordine!
I due guerrieri si lanciarono all’attacco sulla massa
incredibile di nemici. Shutsumon finalmente fu
liberata dalla cerchia di creature, e poté così unirsi al resto del gruppo.
Un violento terremoto fece crollare i Metalridermon
che avevano accerchiato i poveri Bokomon e Neemon. L’artefice della geniale mossa, fu il possente Blizzarmon, accorso in aiuto dei suoi piccoli amici
digitali, e pronto a difenderli.
- Blizzarmon! Koujiha bisogno d’aiuto!- gridòShutsumon,
facendo cenno all’amico di accorrere in soccorso del giovane.
Il padrone del ghiaccio fece per allontanarsi, ma una
scarica di velocissimi shuriken gli tagliò la strada.
- Non così in fretta, orso polare!
- Ninzokumon?! Ancora tu?
Il ninjaannuì
con una smorfia derisoria, poi si lanciò all’attacco.
Icedevimon, approfittando della
confusione, volò dritto verso il cancello mistico, in direzione di Kouichi.
Quest’ultimo, dopo aver estratto
le due chiavi, si voltò indietro in direzione del fratello.
- Stai per assistere alla rinascita di Lucemon!
Rallegrati caro fratello, e ritieniti fortunato! Non capita a tutti di partecipare
ad un simile evento, standosene comodamente impalati in prima fila!
Kouji ricambiò lo sguardo. Ma
anziché essere duro, i suoi occhi sembravano che
emanassero una serenità incontrollabile. Kouichi ne
restò quasi abbagliato, come rapito da quell’espressione
così insolita e a tratti fastidiosa. Una stretta al cuore gli fece per brevi
istanti girare la testa.
- Perché mi fissi in quel modo?!-
replicò senza indugiare, ed adirato.
- Si è felici solo se realizziamo la vita che veramente
vogliamo. E se per te questo è essere felici, allora
lo sono anche io! – Kouji sorrise
flebilmente, nel tempo in cui una lacrima gli andò a rigare la guancia sinistra.
Kouichi diventò quasi di pietra.
La sua mente iniziò a colmarsi dei bei ricordi trascorsi col
fratello, inoltre, una voce dentro di lui, cominciò ad urlare, a dibattersi,
a farsi valere. Era quella di Kouichi, il vero KouichiKimura.
Icedevimon, vedendo la situazione,
si fece avanti senza indugiare.
- Mio signore! Avanti, si sbrighi! – lo incitò svelto e
furbo.
Il ragazzo fece un passo indietro, poi un altro, ma nello
stesso momento, le gambe gli s’irrigidirono, per poi avanzare di un passo, e un
altro ancora.
- Che mi sta succedendo?! I miei
movimenti…! Non riesco a controllarli! – disse con lo sguardo sempre più
confuso, e le pupille contratte.
- KOUICHI!!! KOUICHI!!!!! PUOI
FARCELA! TU DEVI FARCELA!!!- gridò Kouji,
cercando in tutti i modi di divincolarsi dalle grinfie dei Metalridermon
che lo tenevano fermo, e d’incitare il gemello a reagire.
La pazienza di Icedevimon
volse al termine. La situazione stava precipitando
inesorabilmente, e a quel punto, il perfido essere decise di rivelare la
sua vera natura.
- Levati di mezzo, e dà qua!- strepitò dando uno spintone bello forte al suo padrone, e strappandogli via le due
chiavi.
- Icedevimon…?!-
disse il giovane con aria confusa, tenendosi la testa tra le mani.
- Sei un inutile essere umano! Ora che ho raggiunto il mio
scopo, tu non mi servi più! Le chiavi sono in mio possesso, e a breve libererò
lo spirito di Lucemon per impossessarmene! Diverrò io
il padrone incontrastato del mondo!
- Non credo proprio. – tuonò improvvisamente una voce.
Un banco di pipistrelli attorniò il bianco Digimon, facendogli così sparire via dalle mani le chiavi
gemelle.
- Tu!? – gemette il Digimon, non
appena ebbe d’innanzi la figura della creatura dalla pelle bianca e l’abito
scuro. – Ladydevimon!!! –
pronunciò in un urlo di rabbia.
Kouji si voltò immediatamente
verso il cielo.
Il Digimon oscuro era lì, pronto a
dar battaglia.
Che fosse stata lei, il famoso
aiuto citato da Ophanimon pochi minuti prima di
partire?
- Vuoi assorbire Lucemon,
non è così?- esclamò Icedevimon, ringhiando a
più non posso.
- Affatto. – emise la creatura, con voce
calma e moderata.- Ciò che voglio è che questo mondo non debba più combattere i
prepotenti come te!- asserì infine, scendendo giù in picchiata per
scagliarsi contro l’essere di ghiaccio.
- TRADITRICE!!! – ringhiò lui
furente, seguendo poi a ruota i movimenti della sua avversaria.
Come due spadaccini provetti, il duello iniziò.
Agnimon e gli altri accorsero
finalmente in aiuto di Kouji, che non appena libero,
si lanciò in direzione del fratello.
- Kouichi!!!-
esclamò svelto, quasi con le lacrime agli occhi.
- Grazie…!- riuscì quest’ultimo a
dire, prima di perdere i sensi tra le braccia del gemello.
- Stanno arrivando altri Metalridermon!
– disse Shutsumon, librandosi in volo e avvistando
una flotta interminabile di nemici.
- Ancora?! Ma non finiscono mai? –
fece Agnimon, pronto a combattere.
Seraphimon lo fermò di getto.
- Dobbiamo andar via da qui! Cherubimon!
Il Digimon dalle lunghe orecchie
annuì, per poi prepararsi all’azione.
Radunando le poche forze rimastegli, riuscì a creare un
varco per fuggire alla svelta da quel posto.
Blizzarmon era ancora alle prese
con Ninzokumon che sembrava non voler cedere per
primo.
- Adesso mi hai proprio stancato! GLACIER TORPEDO!!!
L’attacco di Blizzarmon finalmente
andò a segno, congelando momentaneamente i movimenti dell’astuto ninja, fino a renderlo innocuo.
L’orso polare raggiunse i suoi amici, e si accodò a loro
pronto a partire.
Agnimon prese Kouichi
tra le braccia.
- Andiamo via! – disse a voce alta per farsi sentire.
Kouji ebbe un attimo di esitazione. Si girò alle sue spalle, in direzione di Ladydevimon che continuava imperterrita a battersi con
grinta e velocità.
In quello stesso attimo, Icedevimon
con uno scatto fulmineo eluse il suo avversario, per poi lanciare un fendente
rabbioso in direzione di Kouji. Quest’ultimo
rimase pietrificato. Poco prima dell’impatto, qualcosa gli si parò d’innanzi,
facendogli così da scudo.
Kouji strabuzzò gli occhi. Ladydevimon fu sbalzata violentemente via, non prima però
di aver colpito anch’essa il suo avversario con un potente raggio di energia oscura.
- Kouji! – lo incitò Agnimon, per farlo venir via.
- Non possiamo lasciarla qui!- disse il giovane dirigendo lo
sguardo sul punto in cui il Digimon oscuro era precipitato.
Iniziò a correre in quella direzione, preso da chissà quali
pensieri, e poco dopo, lo seguirono a ruota Blizzarmon
e Blitzmon, pronti a dargli una mano.
Kouji si avvicinò al polverone che
aveva sollevato il corpo di Ladydevimon poco dopo
l’impatto.
Non appena quella nube di sabbia si depositò finalmente al
suolo, sul volto gli si dipinse una pesante smorfia di incredulità.
Davanti ai suoi occhi, riversa al suolo, vi era la sagoma di
una giovane ragazza dai lunghi capelli neri un po’ sparsi sul terreno come rami di un albero, e la pelle bianca come quella di una
nuvola.
Indossava un paio di pantaloncini neri di pelle, e una
maglietta sui toni del rosa con dei bordini scuri. Ai piedi, un paio di
stivali, anch’essi in tinta con i colori degli shorts,
le arrivavano al ginocchio coprendole perfettamente gran parte delle gambe,
piuttosto lunghe e affusolate.
Kouji si chinò verso l’esile
figura, e la raccolse fra le braccia. Sussultò non appena con le dita, le
sfiorò la pelle. Quel volto, le era in un certo senso familiare.
I due Digimon arrivarono in un
baleno alle sue spalle, fulminei.
- E quella da dove spunta?!-
balbettò Blitzmon, non appena vide la nuova figura
tra le braccia di Kouji.
- Non dirmi che in realtà Ladydevimon era una Digievoluzione
di questa ragazza?!- disse Blizzarmon, grattandosi la
testa pelosa e bianca.
- Rimandiamo a dopo le spiegazioni!-
pronunciò Kouji in tutta fretta.- Andiamo via
di qui!
Blitzmon lo trattenne per un
attimo.
- Hey! Non vorrai mica portarla con noi? E’ una nostra
nemica, o sbaglio?
- Mi ha salvato la vita due volte! E
poi se la lasciamo qui, Icedevimon non avrà nessun
riguardo verso di lei!
Il guerriero del tuono raccolse Kouji
e la sua ospite tra le sue potenti braccia, anche se
un po’ diffidente nei riguardi della nuova arrivata, e si diresse a tutta
velocità verso il portale creato da Cherubimon.
- E questa chi è?- chiese Agnimon, non appena vide quel viso nuovo tra le braccia
dell’amico.
- Te lo spiego strada facendo, ok?-
replicò il ragazzo alla svelta, accennando con la testa i Metalridermon
che stavano avanzando verso di loro.
- Buona idea!- ribatté il padrone
del fuoco, sorridendo nervosamente.
Dopo Cherubimon, il portale si
richiuse immediatamente alle sue larghe spalle.
Ninzokumon fece per scattare in
avanti e fermarli, ma non ci fu verso. Così, per dispetto, sfogò tutta la sua
rabbia su di un povero soldato che ferì crudelmente a morte.
- E’ il castello di Ophanimon! – esclamò Shutsumon,
non appena lei e gli altri varcarono l’uscita del portale.
Cherubimon si accasciò al suolo,
stremato ma ancora cosciente.
Ophanimonaccorse
in direzione degli arrivati, prestando loro le prime cure.
- Nefertimon! Occupati di Cherubimon!- ordinò poi al suo fedele guardiano.
I Digiprescelti ripresero le loro
sembianze. Non avevano un bell’aspetto.
Junpei si accomodò a terra,
tamponandosi la fronte con un lembo della sua maglia, Bokomon
e Neemon andarono in direzione della creatura
celeste, che li accolse con una carezza affettuosa.
- Somma Ophanimon! – disse Bokomon, quasi con le lacrime agli occhi.
Takuya adagiò il corpo di Kouichi a terra, poi, fissando Ophanimon
in viso, si lasciò sfuggire un sorriso di trionfo.
Nefertimon si occupò dei feriti,
che condusse ai piani superiori. Kouji lasciò la
sconosciuta alle cure di Ophanimon,
e seguì immediatamente il fratello.
Izumi, stanca e assonnata, andò in
direzione del divano. AncheTakuya
era lì. La ragazza si lasciò cadere sul soffice sofà, e in un
batter d’occhio, chiudendo le palpebre, cadde in un sonno profondo.
Takuya arrossì appena, poi subito
dopo sorrise.
Tomoki crollò sul tappeto, per poi
addormentarsi anch’egli seduta stante.
Ophanimon e Seraphimon
osservarono quella dolce scena in silenzio. Sorridendosi a vicenda, in seguito,
lasciarono la sala per concedere un meritato riposo ai loro giovani e valorosi
prescelti.
La notte stava calando su Digiworld, ma una nuova alba sarebbe presto arrivata.
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Nuovo
capitolo e… ancora nuovo ritardo…
Vi
chiedo come sempre scusa!
Sapete,
ultimamente non me la sto passando tanto bene… esami di scuola, cose da fare, e
problemi di salute, non mi lasciano il tempo di scrivere e di aggiornare le
altre mie fic… E’ un periodo un po’ particolare,
spero proprio che finisca. Io lo desidero così ardentemente…!>___<
Grazie
per le recensioni, grazie a chi continua a seguirmi con passione nonostante i
ritardi, e grazie anche alle persone che hanno iniziato a leggere la mia storia
solo ora, quando ormai i capitoli che la separano dalla
parole “fine” stanno diventando sempre più pochi. Infatti,
insertcoin si protrarrà
per un massimo di tre/quattro chap, o forse anche
meno… Mi raccomando, vi voglio tutti per il gran finale! O
almeno, spero che lo sia…! ^^’
Takuya e Izumi
dormivano profondamente entrambi accoccolati sul divano giù nella grande sala. Tomoki ronfava a
grandi linee, sdraiato comodamente sul lungo tappeto che copriva un’ampia parte
del pavimento sottostante, e Junpei era poco distante
da lui, anch’esso assopito pesantemente in un russare senza fine. La sua pancia
faceva da cuscino al piccolo Tomoki che se ne stava
tranquillo e rilassato, assopito in un luogo così gigantesco ed accogliente.
Kouji era di sopra, con le
ginocchia a terra e il capo chino sul bordo del letto dove Kouichi
stava riposando.
Non se l’era sentita di abbandonare il fratello in quella
stanza che seppur ampia e protetta, restava pur sempre
isolata dalla sua.
Il padrone della luce riaprì poco alla volta gli occhi,
svegliato forse dalla pessima posizione in cui si era addormentato, e gettò uno
sguardo alla finestra posta di fronte a lui. Le prime luci dell’alba stavano
pian piano riemergendo da un folto strato di nuvole, a tratti s’intravedeva
perfino il sole, luminoso e portatore di allegria.
Kouji gettò uno sguardo all’amato
fratello che dormiva beatamente nel suo caldo lettino.
Partì un sorriso dalle sue labbra. Kouichistava bene, non correva più nessun pericolo. Questa
sensazione lo fece quasi arrossire di gioia, poi, prendendo controllo dei suoi
sentimenti, cercò di contenersi.
Dopotutto, era pur sempre il solito Minamoto!
Ragazzo freddo e solitario, ma mosso da buoni
sentimenti.
Sollevandosi da terra si diresse all’uscita della camera,
non prima però di aver rimboccate le coperte al gemello.
L’intero palazzo sembrava non essersi ancora svegliato.
Tutti dormivano, compresi i suoi amici.
Nefertimon se ne stava immobile, a
guardia di una delle tante porte presenti nel castello.
Sembrava custodisse qualcosa, o semplicemente qualcuno.
- Chi c’è qui?- disse Kouji,
avvicinandosi ad essa molto silenziosamente.
- La ragazza che hai portato tu.- rispose solamente Nefertimon.
La mente di Kouji ritornò pochi
attimi indietro.
Ladydevimon altri non era che… quella giovane coetanea?
- Come sta?- chiese lui, probabilmente un po’ preoccupato.
- Ha riportato molte ferite, ma nulla di grave.- rispose il Digimon a capo di Ophanimon.
Il giovane guardò Nefertimon, come
a volergli quasi domandare qualcosa.
- Questa ragazza…- riuscì appena a dire, mentre una voce lo
interruppe inaspettatamente.
- Mi chiamo Miya. – echeggiò una
presenza alle sue spalle. Kouji si voltò quasi
sobbalzando per lo spavento.
La porta della camera sorvegliata da Nefertimon,
si era spalancata. Sulla soglia, sostava la figura slanciata di una giovane
donna, il quale volto però era celato dalle tenebre
della stanza poco illuminata dalla quale ella sbucava. La giovane fece un passo
in avanti lasciandosi il buio alle spalle.
Apparve un volto, bianco come il latte,
incorniciato da una lunga chioma fluente e nera. Un paio di occhi,
azzurri come il ghiaccio, fissavano Kouji. Quest’ultimo provò un’enorme sensazione di disagio, così
impellente e dispotica che il respiro sembrò mancargli di colpo.
- Cos’è? Non hai più voglia di parlare? Eppure,
un attimo fa mi sembravi così desideroso di far sentire la tua voce…- disse
lei, fredda e impassibile. – Il tuo tono era così alto che mi hai perfino
svegliato.
Kouji scosse il capo.
- Non sapevo che tu fossi qui…- cercò di giustificarsi
prontamente, facendo oscillare gli occhi anziché il capo.
Miya si richiuse la porta alle
spalle.
- Siamo mattinieri? – domandò in seguito, avviandosi verso
il grande scalone.
- A quanto pare, non sono l’unico ad esserlo.- sentenziò Kouji, con evidente allusione nei riguardi della nuova
arrivata.
- Mi hai svegliato tu, te l’ho già
detto.- replicò lei, avviandosi giù per le scale come se nulla fosse.
- La mia voce non era poi così alta.- ribatté secco Kouji, riuscendo a tenerle magistralmente testa.
Miya sorrise appena.
- Non sei stupido, eh?- fece avviandosi sempre più spedita,
verso il basso, quasi a voler troncare quel breve dialogo.
Kouji le corse incontro,
raggiungendola in un baleno.
- Tu mi devi delle spiegazioni!- disse bloccandola per un
braccio a metà strada tra uno scalino e l’altro, con un pizzico di fiato corto.
L’individua si strattonò via, come
irritata da quel gesto forse per lei troppo espansivo.
- Non posso sentirmi toccare! – esclamò con voce altera,
proseguendo poi la sua scesa subito dopo.
Il Digiprescelto restò un attimo
interdetto, fermo sulla fine della gradinata ad osservare quella figura così
aspra e poco socievole andar via e scomparire dietro l’angolo.
- Lei è così. Ma non è cattiva.- scandì il tono della voce di Ophanimon.
Il Digimon Celeste fece cenno al
ragazzo di seguirla nella sala accanto. Kouji annuì
senza esitare.
Ophanimon spalancò la porta, e lo
fece accomodare.
Il giovane si guardò attorno un po’
disorientato. Si trovava in una saletta piena di scaffali stracolmi di libri.
Una sorta di piccola biblioteca. Al centro di essa,
dalle forme tondeggianti, c’era un tavolo di legno molto antico, con il gambo
ricoperto d’argento. La superficie era anch’essa affollata di libri, fogli e
boccette d’inchiostro.
- Questa è la biblioteca più piccola del palazzo. E la più importante.- precisò Ophanimon-
Qui vi custodisco i tomi più preziosi ed antichi che possiedo. In questa stanza
c’è la storia di Digiworld.
Kouji restò in silenzio ad
ascoltare le parole del Digimon angelico, poi, come Ophanimon, si accomodò su una della due
poltrone poste in quella camerata.
- So che volevi chiedermi qualcosa… non è così?- fece la
creatura, quasi leggendo nella mente del valoroso guerriero.
Il lupo solitario prese fiato. Le
mani iniziarono quasi a tremargli dall’emozione, dalla curiosità e dai mille
quesiti che lo avevano afflitto da quandoDigiworld era riapparso nella sua vita.
Scandì bene la voce tossicchiando appena, poi d’un fiato disse:
- Cos’è l’Abisso delle Anime Perdute?
- Il posto più oscuro e pericoloso di Digiworld, dove le tenebre sono l’unica cosa che esiste.
Ma questo, te lo ha già detto Ladydevimon,
vero? – disse Ophanimon, quasi a voler sorridere.
Kouji si sentì confuso.
- Come fai a…- fece incespicando.- Chi è quella ragazza?!- disse in seguito, sollevandosi di botto dalla sedia.
- Mi chiamo Miya. Te l’ho già detto.
Il Digiprescelto si girò di scatto
verso l’uscita, sussultando dallo spavento. Miya era
lì, con aria alquanto infastidita e seccata, si avvicinò ad uno dei tanti
scaffali e ne carezzò uno con un fuggevole tocco delle dita. Kouji sobbalzò ancora.
- Ero alle dipendenze di tuo fratello, poi
ho incontrato Ophanimon…
- E si è unita a noi.- concluse il Digimon celeste.
- Sei stata tu a liberarla nel continente oscuro?- chiese Kouji, con le idee finalmente un po’ più chiare.
La giovane annuì, con lo sguardo rivolto a
uno dei tanti tomi presenti su quel ripiano.
- Quindi, ti sei alleata con Ophanimon…- emise il giovane, fissando la ragazza con
estrema attenzione- Perché? Cos’è che ti ha fatto cambiare idea?
La giovane non rispose, fingendosi interessata ad uno di
quei libri ne afferrò uno ed iniziò a sfogliarlo
svogliatamente.
- Lei… non ama parlare di questo. – disse Ophanimon, facendo cenno a Kouji
di sedersi. – L’Abisso delle anime perdute è il luogo in cui risiede tutta la
paura e il risentimento di Digiworld. In quel punto
sono incanalate ogni sorta di energia negativa, di
animi corrotti e di potere oscuro. E da lì che nasce
l’oscurità di questo mondo.
Kouji deglutì rabbrividendo al
ricordo di quel posto così lugubre e solitario. Il pensiero di finire là sotto,
gli fece accapponare la pelle. E pensare che lui stesso,
pochi giorni prima, aveva rischiato di finirci per davvero!
Scosse la testa come per scrollarsi di dosso quel brutto
scenario, poi si girò verso la giovane compagna:
- Perché hai tormentato gran parte
dei miei sogni?- disse diretto, mentre le mani di Miya
si aprirono, e il tomo le cadde improvvisamente a terra.
- Prego?- disse stizzita lei, guardandolo come se fosse un
po’ matto.
- Non mentire! Eri tu, ne ho la
certezza! Quelle parole, quella mano, perfino la voce!
Cosa cercavi da me?!- fece Kouji,
alzando il tono di voce e balzando in piedi ancora una volta.
- Forse… aiuto.- disse Ophanimon,
guardando i due ragazzi. – Miya ha inconsciamente
proiettato la sua immagine nei tuoi sogni, per trasmetterti una richiesta
d’aiuto. Si è sintonizzata con il tuo spirito perché tu sei l’opposto del suo
potere. Da una parte la luce, e dall’atra l’oscurità.
– fece indicando prima l’uno e poi l’altro con un gesto semplice della mano-
Solo così avrebbe potuto instaurare una connessione, e
trasmetterti quei messaggi.
Miya si chinò a terra per
raccogliere il libro.
- Inconsciamente… –sibilò appena, come rapita da quella
parola- Quindi… è stata la mia coscienza a fare tutto
ciò?- chiese con voce garbata, alla Digimon angelica.
Ophanimon assentì.
- Esatto. Ed entrambe, sappiamo il perché.- concluse in seguito, sorridendo amabilmente.
Kouji le fissò entrambe con fare
confuso ma indagatore. Dopodichè, scese il silenzio.
Fu Miya, infine, a fare la prima
mossa, lasciando la sala e i presenti alle sue spalle.
La ragazza percorse gran parte dell’androne principale, poi
si fermò nei pressi del corridoio che dava ai sotterranei. Guardò intensamente
nel buio davanti a sé, muta come quel posto freddo e mai accarezzato dalla luce
del sole. Poi, sentì improvvisamente la presenza di qualcuno alle sue spalle.
- Ciao! – disse una voce dall’aspetto cordiale e allegro.
Lei si girò, ma senza parlare.
- Tutto ok? Lo scontro di ieri
deve averti scossa parecchio…- fece la figura davanti
ai suoi freddi occhi che per un attimo si girarono altrove. Si trattava di Izumi, svegliatasi da poco e
pronta a fare colazione.
- Sto bene.- emise la mora, senza aggiungere altro.
Izumi fece un amabile sorriso.
- Io sono Izumi! Tu?
- Miya.- disse con voce non
proprio eclatante.
- Piacere! – lo spirito del vento protese
un braccio in avanti, con l’intenzione di scambiare una bella stretta di
mano con la nuova comparsa, quest’ultima però si
mostrò un po’ titubante. Fissò quelle dita, sottili e lunghe, poi si soffermò
sul volto della biondina e, il suo sorriso quasi la convinse a farsi avanti.
Fu allora che la voce di Takuya la
fermò di scatto, bloccandola.
- Hey, Izumi! – esclamò il
giovane, avvicinandosi alla compagna.
- Oh, Takuya! Ben svegliato! Lei è Miya, ricordi?- disse
annunciando perfettamente la ragazza.
Takuya si carezzò il mento, poi d’un tratto si riaccese.
- La ragazza di ieri! Cioè… Ladydevimon, giusto?
- Lei è la mia forma Digitale. – asserì Miya,
squadrando i due con curiosa insistenza.
Takuya schioccò le dita.
- Ma certo! Sei anche tu una Digiprescelta! Ma… i leggendari
guerrieri sono dieci… quindi…
- Io non faccio parte di loro. Il mio è un
semplice Digispirit.- disseMiya ancora una volta.
Dalle spalle di Takuya ed Izumi sopraggiunsero altre due figure. Quella di Tomoki, e quella un po’ più corpulenta diJunpei.
- Izumi-chaaan!!!-
strepitò il ragazzone, andando incontro all’amica.- Andiamo a mangiare?
Takuya lo guardò di sottecchi,
notevolmente infastidito.
- Pensi sempre a mangiare, tu?
- Onii-san, Izumi-chan!
Buon giorno!- esclamò Tomoki, con un viso bello rilassato e radioso.- Buon giorno anche a te!- disse
poi, nei riguardi di Miya.
- Lei è Miya. Cioè…
Ladydevimon.- Takuya si
gratto la fronte, con fare confuso.- Vale a dire, Ladydevimon
è Miya! Miya ha un Digispirit e…
Izumi lanciò una gomitata sommessa
a Takuya, per farlo così smettere. Il ragazzo si zittì senza batter ciglio, poi, prendendo a braccetto la biondina,
si avviò verso la sala delle cucine.
Tomoki si accodò
ai due, mentre Junpei, prima di seguire il resto del
gruppo, lanciò un’occhiata poco socievole nei riguardi della nuova
ragazza.
L’orologio segnava le otto, e non appena tutti ebbero finito
di fare colazione, si diressero in prossimità delle scale, dove da lì a poco
sarebbe sceso Kouichi.
Kouji era tra la piccola folla del
gruppo, in attesa di vedere il fratello.
Apparve Nefertimon, e subito dopo,
alle sue spalle, la sagoma del fratello, ben distesa e riposata.
- Kouji…-disse appena il padrone
dell’oscurità, con gli occhi pieni di lacrime, non appena intravide il volto
del gemello dal lungo codino.
Il giovane restò fermo, immobile accanto a Takuya. Fu quest’ultimo, che lo
spronò con una bella spinta, a farsi avanti.
Lui si mostrò incerto, quasi avesse paura di fare il primo
passo, poi, guardando gli occhi del fratello finalmente limpidi e familiari,
fece uno scatto in avanti e si lanciò su per le scale, fino a travolgerlo del
tutto con una possente stretta.
- Mi dispiace! – riuscì a dire Kouichi,
tra un singhiozzo e l’altro, mentre si stringeva a sé l’amato fratello.
- Sei di nuovo tu, questo è quello che conta! – replicò Kouji, trattenendo a stento le lacrime.
I due gemelli si avviarono giù, dove Takuya
e il resto del gruppo poterono finalmente abbracciare
il compagno.
Ophanimon si sentì sollevata.
Finalmente, anche lei era felice.
Accanto, Miya rimase in silenzio
ad osservare la scena. Lei non amava parlare, bensì osservare con quegli occhi
di ghiaccio, profondi e misteriosi, le situazioni che gli si paravano
d’innanzi.
Un tipo enigmatico e oscuro, proprio come la sua Ladydevimon.
Ore 16.
Era un pomeriggio come tanti a Digiworld,
calmo e sereno per la maggior parte dei suoi abitanti, ma un po’ più speciale
per i Digiprescelti e i loro amici.
Kouichiera
finalmente ritornato il bravo ragazzo di sempre, Kouji
aveva ritrovato il sorriso, e Junpei il suo
appetito.
Il giovane percorreva uno dei lunghi corridoi del castello di Ophanimon stringendo tra le
mani un ricco panino imbottito di leccornie varie, mentre la sagoma di una
misteriosa presenza lo fece trabalzare.
- Tu?!- gemette appena, con la
bocca ricolma di cibo, mentre additava con l’altra mano la figura di Miya, che intanto camminava in senso opposto.
La giovane dai capelli corvini si guardò attorno, non poco
perplessa. In seguito, con molta noncuranza, proseguì il passo, transitando di
fianco a Junpei che divenne rosso dalla rabbia:
- Non puoi ignorarmi in questo modo, maledetta megera! –
strepitò agitandosi come un matto, in modo da attirare l’attenzione della
misteriosa ragazza.
Miya questa volta si voltò
convinta a fissarlo bene in viso.
- Se pensi di avere dei problemi
con me, allora dillo. Non mi piace essere giudicata senza nemmeno potermi difendere.
– sentenziò scaltra, portandosi entrambe le mani sui fianchi.
- Quand’è così…- Junpei sospirò e
prese aria, incurvando infine la fronte che gli si riempì di minacciose e
grosse grinze- Non mi piaci neanche un pochino! – ringhiò poco cordialmente.
Miya lo fissò con fare spento, con
quei suoi occhi di ghiaccio dall’espressione sempre indifferente e disattivata.
- Se la cosa ti può consolare,
nemmeno tu. – sottolineò con estrema tranquillità,
senza imbrunirsi neppure un po’.
Junpei si sentì ben presto offeso,
a come ferito da chissà quale arma tagliente si apprestò senza esitare a
controbattere:
- Io faccio parte dei buoni! Tu no, invece! E’ inutile che
ti nascondi dietro quel comportamento calmo e disinteressato… Chi mi assicura
che tu non sia un’alleata di Icedevimon,
e non di Ophanimon come anche lei stessa
sostiene?!
- Ma per favore! – esclamò a
malavoglia Miya, salutandolo con un cenno della mano,
e girandosi per andar via.
- Hey! Non mi hai ancora dato una riposta! Dove scappi?! – brontolò il giovanotto, facendo muovere le gambe di
scatto per agguantarla.
Izumi sopraggiunse
inaspettatamente dalle spalle ampie e rassicuranti dell’amico un po’
turbolento.
- Junpei! – lo richiamò subito,
facendosi vedere tutt’altro che felice. – Non ci si
comporta così con una nuova compagna.
- Compagna? – replicò sommessamente Miya,
girandosi appena verso i due.
- Ma lei… quella è una strega! – si
difese da subito il ragazzo, additando la mora con insistenza.
- Junpei! – lo richiamò ancora una
volta Izumi, con voce più forte, colpendolo sulla
schiena.- Come puoi comportarti in un modo così
incivile nei riguardi di una persona che mi ha salvato la vita?! – disse rapida
e con tono da rimprovero, fissando il ragazzo con occhi caparbi e sopracciglia
congiunte.
Junpei singhiozzò strozzato dalla
sua stessa saliva, squadrando con incredulità la strega dai lunghi capelli
scuri.
- Cooosa?! – strepitò a stento,
senza levarle per un solo istante gli occhi di dosso.
- Ricordi quando sono finita giù
dal parapetto di quella lunga scala? Sono stati i suoi pipistrelli a riportarmi
su!
Junpeistorse il
naso, così come Miya stessa apparve
leggermente meravigliata da quella rivelazione inaspettata.
In effetti, era stata lei a salvare quella bionda
sconosciuta, ma mai e poi mai si sarebbe sognata di farglielo sapere! I
complimenti, e le lodi di gratitudine, non li aveva
mai potuti sopportare.
- Ophanimon…- replicò a voce
bassa, tra sé, indovinando al volo chi è che avesse rivelato l’informazione
misteriosa.
- MaIzumi-chan…!-
fece mogio Junpei, facendo una faccia sbalordita,
quasi incapace di credere ad una simile notizia.
- Se non mi credi, corri da Ophanimon. Lei ti dirà tutto. – replicò
secca la bionda, andando poi incontro alla nuova arrivata.
Junpei squadrò per l’ennesima
volta Miya, con aria diffidente, per poi allontanarsi
di gran corsa, forse a cercare spiegazioni dal Digimon
celeste.
- Scusalo…- disse Izumi, con il
viso un po’ imbarazzato, grattandosi la guancia destra con la punta
dell’indice.- Ti posso assicurare che è un bravo ragazzo! Vedrai che quando si
renderà conto di aver sbagliato, verrà subito a scusarsi!
- Non mi interessa.- sentenziò
svelta Miya, portando lo sguardo di fianco a sé. – Ci
sono abituata. – concluse in seguito, per poi lasciare
lì Izumi.
Lei la fissò andar via, con il viso un po’ malinconico,
mentre qualcuno con una stretta alla spalla, la fece sobbalzare.
- AAAAAH!!! – urlò facendo un
saltello, e girandosi di colpo, tutta tremolante. – Takuya?!
– strepitò in seguito, a fatica, con la gola strozzata ancora dall’urlo di
prima.
- Ti spaventi un po’ troppo facilmente…
non ti facevo così piagnucolona, Izumi-chan…-
fece lui di proposito, per provocare la bionda compagna.
- Piagnucolona? Io?- rimandò lei, a stento, sentendosi
avvampare dalla rabbia. – Takuya…- continuò in
seguito, andandogli minacciosamente incontro- SEI UNO STUPIDO!!!!!– concluse urlando, accanendosi su di lui fino a percuoterlo
come se fosse un sacco ricolmo di farina.
Nel frattempo, Kouji stava
percorrendo le scale dei sotterranei per fare una capatina all’interno della grande biblioteca del castello, deciso a fare man bassa di
notizie, su alcuni dei preziosi libri di Ophanimon.
La porta dell’enorme stanzone era semi
spalancata, come se al suo interno ci fosse qualcuno.
Kouji la sospinse in avanti fino a
creare un varco abbastanza sufficiente da permettergli di passare.
Il portone di legno gracchiò appena, per via dei cardini fin
troppo arrugginiti che tenevano stretta quell’asse di
legno enorme.
Si udì un tonfo, seguito a ruota da un ulteriore
frastuono più forte.
Kouji saettò alla svelta lo
sguardo nella sala. Una figura apparve d’innanzi allo scuro dei suoi occhi. Una figura che lui aveva imparato a conoscere da non molto, ma che
gli suscitava un certo interesse.
Andò dritto spedito verso l’essere riverso
a terra, e le protese senza pensarci neanche una volta, la mano:
- Tutto bene? – chiese gentile, sotto il vigile
ma meravigliato sguardo di Miya che si rialzò
da terra non prima di replicare:
- Sono solo scivolata. Tutto qui. – rispose fredda,
raccogliendo poi da terra un piccolo tomo dalla copertina rossa.
- Anche tu cerchi risposte, a quanto pare…
- espose Kouji, osservandola raccogliere quel libro.
- E tu? – rispose la giovane, in
tutta fretta, ferendolo quasi con un’occhiata.
Kouji annui.
- Più o meno…
- Più o meno non mi sembra
un’esauriente risposta.
- Anche tu non sei per niente
esaustiva nelle risposte. O sbaglio?
Miya sorrise di poco, come
compiaciuta da quel responso. Poi si girò ad osservare
la grande fila di libri che riempiva uno degli
scaffali di quel luogo, e il suo sguardo divenne improvvisamente triste.
- Lo devo prendere come un complimento? – chiese infine, per
fare sarcasmo.
- Chi sei tu in realtà? – si sentì improvvisamente dire, non
con sorpresa.
- Sono ciò che vedi. Una semplice
ragazza. – controbatté lei, con tono non proprio eclatante.
Kouji la fissò
bene, poi d’un tratto scoppiò a ridere.
- Semplice… non direi! – disse tra una risata e l’altra,
raccogliendo poi un libro da uno degli scaffali davanti a sé. – Sei…
- Strana? – lo anticipò Miya, con
la paura che quel ragazzo dal lungo codino avesse intuito qualcosa di lei che
doveva a tutti i costi restare segreta.
Kouji scosse il capo, e Miya si sentì finalmente risollevata.
- Difficile.
- Difficile? – sbottò lei, incurvando le sopracciglia e
divenendo improvvisamente acida.
- Già. Difficile. – replicò l’altro, gettando uno sguardo
alle pagine di quel libro, giusto per farsi vedere impegnato.
- Spiegami…!- lo esortò esaustiva, sentendosi
inspiegabilmente presa da quel momento e da quell’atmosfera soffusa che le stava intorno.
- Carattere e modi di fare… Abbandoni le persone a metà tra
un dialogo e l’altro, e non riesci mai a trattenere lo sguardo su colui che ti sta di fronte per più di qualche secondo. –
spiegò pressoché esaustivo, pur continuando a fissare quelle pagine con una
punta di maleducazione nei modi di fare.
Miya gli lanciò un’occhiata tutt’altro che cordiale.
Le sue gambe ripresero a muoversi con l’intenzione di
allontanarsi da lì e andar via.
Che tipo di persona può permettersi
di fare simili critiche, quando poi è lei stessa a non degnare di uno sguardo
il proprio interlocutore?
Kouji lasciò che il tomo gli
scivolasse via dalle mani non appena l’esile figura dell’individua
gli passo accanto. Fu un attimo. Lui le prese con forza la
spalla, per impedirle di andare, e si avvicinò furtivo a quel pallido viso
dall’espressione densa di stupore.
Kouji baciò Miya
senza darle neppure il tempo di serrare le labbra, fredde ma gradevoli.
La ragazza divenne di pietra. Un blocco
gelido, immobile, con lo sguardo sgranato, in quell’atmosfera
soffusa che sembrava però gradire.
Il tomo dalla copertina rossa gli cascò involontariamente
dalle mani. Non appena toccò il suolo, lei finalmente ritornò in sé. Si
strattonò via da quel prepotente ragazzo dai modi così bruschi e freddi, e si
chinò alla svelta a terra. Raccolse quel libro tra le dita flessuose che gli si
mossero appena, e si risollevò di scatto.
Kouji era proprio d’innanzi
all’azzurro ghiacciato delle sue iridi tremolanti che, d’un
botto cambiarono traiettoria dopo neppure pochi secondi.
- Avevo ragione. – replicò lui, come se nulla fosse
successo- Non riesci a trattenere per molto lo sguardo sulla persona che ti sta
davanti.
Miya ritornò per l’ennesima volta
con gli occhi su di lui. Un’occhiata di rabbia fu l’unica risposta che KoujiMinamoto ottenne poco prima
che quella misteriosa ragazza si allontanasse con gambe spedite verso l’uscio
Il taciturno giovane volse uno sguardo alla porta di quella
sala, lasciata aperta in fretta e furia dalla giovane. Quest’ultima
corse via nel lungo andito dei sotterranei, e poi su, oltre le scale che
portavano in superficie.
Rapida e svelta, con ampie falcate, andò spedita nella sua
camera, non molto distante da quella di Kouichi,
sullo stesso pianerottolo di Kouji e Junpei.
La prescelta delle tenebre spalancò di getto la porta per
poi richiuderla con rabbia subito dopo.
Poco alla volta si lasciò sprofondare verso il suolo, con
movimenti del corpo stanchi e distrutti da chissà quale fatica.
Ma chi era Miya
in realtà?
Una semplice ragazza come aveva lei stessa sostenuto, o una
persona difficile e fin troppo restia a provare un contatto umano?
Una cosa era certa: strana lo era, e tanto. Ma forse, quel suo comportamento distaccato, serviva in
realtà a proteggersi da qualcosa verso il quale anche lei stessa, non vi poteva
apporre rimedio?
________________________________________________
Dopo una lunga serie di
contrattempi, ecco il nuovo chapdi
InsertCoin!
Ormai manca veramente poco
alla fine di questa storia… Attualmente sto scrivendo
il chap numero 23, ma la serie si concluderà molto
probabilmente con il numero 24… Ad ogni modo, nulla è ancora deciso!
Prima di salutarvi, c’è una
cosa che devo ancora spiegarvi…
La new entry della mia fic, la “difficile” Miya, nasce
dalla mia fervida mente malata nel lontano 2004… Una sera, mentre io e il mio
migliore amico stavamo giocando a DigimonFrontier (è una lunga, lunghissima e strana storia…^^,),
mi sono accorta che serviva irrimediabilmente un personaggio femminile da poter
rifilare a Kouji… (Izumi
aveva già Takuya ^^) e così, pensa che ti ripensa, e
pensando alla parola giapponese “yami” ovvero
“oscurità”, è nata Miya! (infatti,
se ci riflette un po’ su, è l’anagramma di yami). Per
l’aspetto fisico della ragazza, ho preso spunto da Izumi,
solo invertendone i colori. Miya è mora, Izumi bionda. Quest’ultima ha gli
occhi verdi, lei invece azzurri, e così via… E’ vista un po’ come la
controparte della bella Orimoto!
^^ (ah, ho creato Miya anche prendendo me come
modello…carattere compreso. A quei tempi ero un po’ invaghita di Kouji … e quindi… ^^, Poi m’intrigava un casino diventare
una Digiprescelta cartacea…!)
Ho fatto anche dei disegni
sulla combattente dell’oscurità, solo che per il momento non posso metterli in
rete, perché questo personaggio farà parte di un’altra serie, sempre creata da
me, di Digimon. La quinta, per l’esattezza! (DigimonSavers
per me non ha niente a che vedere con la saga dei mostri digitali… A partire
dal chara del personaggi… inguardabile! Sarà pure
moderno, ma di “familiare”, rispetto alle altre 4 serie, non ha
nulla. Se ci penso, mi viene una malinconia…Oltretutto
ho iniziato ad ideare la quinta serie di Digimon,
molto tempo prima che arrivasse la notizia ufficiale di DigiSavers.)
Questo è quanto!
Grazie a tutti, come sempre
(e sempre sarà così), per le recensioni! ^_____^
- Kouji… - disse una voce,
proveniente dall’ingresso della biblioteca sotterranea.
Il giovane si voltò verso l’uscita, sollevando rapido gli
occhi scuri in direzione dell’entrata.
Kouichi era lì, e lo fissava
pensieroso. Prima un passo, e poi l’altro. Il gemello dai capelli corti
raggiunse l’amato fratello senza staccargli lo sguardo di dosso.
- Tutto ok? – domandò con un
accento di voce abbastanza preoccupato. – Ho visto di sfuggita quella ragazza
correre via. Aveva un viso tutt’altro che raggiante. –
commentò in seguito.
KoujiMinamoto
trattenne il fiato, solo per pochi secondi, in seguito, facendo molta
attenzione a non rivolgere i suoi occhi al fratello, si convinse a parlare: -
Tu hai mai baciato una ragazza?
Kouichi contrasse la fronte, come
preso da chissà quale pensiero.
- L’hai baciata?! – domandò con
enfasi, intuendo al volo ogni cosa.
- E mi ha perfino tirato uno
schiaffo. – appuntò l’altro, toccandosi appena la guancia ferita e ancora
arrossata.
- Plausibile! – gli assicurò il moretto
dal ciuffo corto, abbozzando un lieve sorriso – Nel sessanta percento dei casi,
è così!
- Eppure… c’è qualcosa in lei che
non mi convince. – gli confidò presto Kouji,
continuando a pensare a quella difficile straniera. – E come
se lei facesse del tutto per non provare emozioni.
Kouichi si carezzò il mento, un
po’ titubante.
- Sappiamo molto poco di lei.
Forse, è solo carattere. Anche tu un tempo eri così, ricordi?
Il padrone della luce sollevò finalmente lo sguardo in
direzione dell’altro, per poi sospirare.
Kouichi gli andò incontro, e con
scioltezza gli batté una mano sulla spalla.
- Ad ogni modo, hai scelto bene! E’ molto carina! – gli
confidò tra un riso e l’altro, mentre le gote del fratello si accesero d’un botto. – Accertati prima che non abbia già un ragazzo,
però!
- Con il carattere che si ritrova, chi mai si avvicinerebbe
ad un tipo come lei? – replicò Kouji, dando tutto per
scontato.
Il guerriero dell’oscurità allungò la bocca in un sottile
ghigno.
- Tu, per esempio! – gli canzonò.
Kouji aggrottò di colpo la fronte,
ma non ebbe il tempo di rispondere.
Nefertimon irruppe nella sala in
tutta fretta, allarmata da chissà quale inaspettato avvenimento.
- I Digimon celesti vi vogliono
subito a rapporto! – dichiarò svelta, con una voce alta ed affannata.
Prima di far funzionare le gambe, i due si guardarono dritti
in faccia. Dopodichè, senza perdere altro tempo, seguirono Nefertimon
nella sua folle corsa.
Takuya, Izumi
e Tomoki, erano già lì, nel salone enorme del
castello, in compagnia dei piccoli Bokomon e Neemon, e dei sommi Digimon
angelici.
Qualche istante dopo, sopraggiunsero insieme a Junpei anche Kouichi e Kouji, scortati dalla creatura digitale al servizio di Ophanimon.
- Che cosa è successo?! – dissero i
due gemelli in coro, con uno sguardo allarmato, nel tentativo di sapere
qualcosa.
- E’ quello che vogliamo conoscere anche noi. – bofonchiò Takuya, intrecciando le braccia al petto.
- Una folta schiera di Metalridermon,
capitanata da Icedevimon, si sta dirigendo nel Continente
Oscuro! – rivelò Ophanimon, con un tono saturo d’ansia.
Takuya strabuzzò gli occhi
all’istante: - Per quale diavolo motivo stanno andando proprio lì?!
La risposta alla domanda del giovane paladino del fuoco,
arrivò tempestiva dalle labbra di Seraphimon:
- Vogliono distruggerlo e liberare l’Abisso delle anime
perdute!
Gli occhi attenti del ragazzo si sgranarono alla svelta.
- L’Abisso di che?! – sbottò
scettico, sapendone davvero poco a riguardo.
Da parte sua, Kouji, sapientemente
ferrato in materia, non perse alcun tempo:
- E’ forse impazzito?! Non può
farlo!
-Ti sbagli. – irruppe il grosso coniglio dalle lunghe
orecchie, Cherubimon. – L’intero abisso è contenuto
in quel continente. E’ come se fosse dell’acqua racchiusa all’interno di una
bottiglia di vetro. Sequest’ultima
dovesse cadere, andando così in mille pezzi, quella stessa acqua si
riverserebbe a terra per bagnare ogni cosa. Quindi…
- Bagnerà Digiworld? – si fece
avanti Tomoki, anch’egli con una smorfia perplessa.
- La coprirà interamente.
Il ragazzino del ghiaccio degluttì
a stento.
- Questo… è bene, o è male? – chiese poco dopo, nella vaga
speranza che ce ne fosse almeno una.
Ophanimon scosse il capo, lasciando il resto dei giovani con l’amaro in
bocca.
- L’Abisso delle anime perdute è un flusso di energie oscure, capace di inghiottire e coprire ogni piccolo
spiraglio di luce, ogni sorta di forma vivente, per poi imprigionarla al suo
interno, e farla completamente morire.
- Se calano le tenebre, quelle
tenebre, su Digiworld non ci sarà scampo: questo
mondo, e tutte le creature che ospita, periranno senza taluna
via d’uscita e... All’istante. -Le parole di Seraphimon,
sommo Digimondalla forte corazza,
risuonarono forti e malinconiche allo stesso tempo, per quei giovani paladini
del bene.
Takuya gettò rapido uno sguardo
sul pendolo appeso ad una delle pareti di quella sala.
- Dov’è adesso Icedevimon?
– domandò svelto, rivolto ai tre angeli.
- Ha appena oltrepassato il confine del Continente Oscuro. –
gli rispose prontamente Cherubimon.
Il giovane si girò in direzione dei suoi compagni. Tutti gli
annuirono all’unisono.
Ormai era deciso.
- Contate pure sul nostro aiuto! – asserì convinto,
sbattendosi una mano in petto.
Le creature celesti si rivolsero un’occhiata. Rapida ma
decisa. Non c’era tempo da perdere.
- Allungate verso di me i vostri D-scan.
– dichiarò Cherubimon, e fece un passo in avanti.
Prima incerti, e poi senza nessuna esitazione,
i ragazzi estrassero dalle loro tasche quei piccoli ma magici oggetti, per
puntarli in direzione del bianco coniglio.
La grande mano dell’essere si
sollevò proprio sopra di essi.
Prima quello di Takuya, dai toni
del rosso, poi quello di Izumi,
che andava dal lilla pastello al verde acquamarina. Uno ad uno, tutti i D-scanner presero ad illuminarsi. Lo schermo diventò
incandescente, tremolante. Poi, da quella falda ampia del magico coniglio
digitale, si materializzarono sei piccole sfere colorate. Quelle sfere, fluttuando
lentamente verso il basso, si andarono ad incanalare ognuna nel proprio e
relativo comparto.
- Wow! Che cosa è successo? – si
domandò Tomoki, quasi estasiato, e perché no, pervaso
da chissà quale nuovo potere.
- Adesso siete in grado di effettuare
l’evoluzione “Ancient”. Il grado
più elevato che un Digimon possa raggiungere.
– proferì Seraphimon, svelando in questo modo il
mistero.
- La forza dei vostri attuali DigiSpirit, non riuscirebbe mai a contrastare l’enorme
flotta nemica. Nemmeno con l’aiuto di Susanoomon,
potreste ribaltare la situazione. Oltretutto, con il dissestamento
del Continente Oscuro, le Sette Torri a guardia dell’abisso hanno iniziato ad
innalzare delle potenti barriere protettive, pronte a risucchiare le diverse
energie spirituali di ogni creatura digitale che non
abbia dentro di sé un energico potere oscuro, per cui i vostri DigiSpirit non riuscirebbero a
resistere. – seguitò presto Ophanimon.
- Icedevimon e i suoi scagnozzi
non sono creature di tipo oscuro, giusto? – domandò Junpei,
riflettendo sulle parole del Digimon angelico.
- Con tutta l’energia nera che hanno incanalato negli ultimi
tempi, non avranno di certo problemi a farsi accettare
in quel settore. – decretò ancora una volta la somma Ophanimon,
spezzando così la speranza di Junpei.
- E’ colpa mia. – proruppe inaspettatamente una voce. Quella
del giovane Kimura. – Anche
se non ricordo assolutamente nulla di quel triste episodio, senza dubbio li ho
alimentati io di quell’energia, vero?
I tre angeli digitali non poterono non annuire. Kouichi scivolò in uno stato di ansia,
timore, odio. Odio nei riguardi di quella sua debolezza, di
quel suo carattere fragile e buono. Se fosse stato
solamente un po’ più forte, forse a quest’ora lui e
gli altri non sarebbero stati neppure lì, a temere ancora una volta per quel
mondo pieno di meravigliose creature.
- Tu non hai colpe. – disse Kouji,
andandogli vicino per rassicurarlo proprio come un bravo fratello.
- E invece sì! Non difendermi! Io…
non lo merito. – aggiunse infine, ed il suo sguardo diventò improvvisamente
triste.
Takuya colse la palla al balzo,
senza indugiare.
- E’ colpa mia, è colpa tua…
Insomma! Qui la colpa non è proprio di nessuno! Digiworld
è Digiworld! E’ una terra come le altre, che può avere i suoi rischi e pericoli proprio come il nostro
pianeta! E poi… noi Digiprescelti che cosa ci stiamo a fare, no?! – esclamò infine, facendo un bel sorriso a
quarantadue denti. Quello stesso sorriso che, come per
incanto, riaffiorò anche sulle labbra del moretto dai capelli corti.
- Vedrete che anche questa volta torneremo vincitori! Senza
nessun dubbio! – asserì il coraggioso Junpei, per
infondere a tutti una sferzata d’energia.
Kouji si guardò attorno. Gli occhi
caddero sul pendolo appeso alla parete, che inesorabilmente continuava a
scandire il tempo.
- Vogliamo andare? – disse agli altri che, senza indugio,
annuirono prontamente.
- Niente affatto. – tuonò d’un
tratto la voce di una ragazza, facendo girare tutti verso l’entrata della sala.
- Qualche problema? – rinviò Junpei
a denti stretti, accidioso come non mai nei confronti dell’entrata in scena di Miya.
Kouji ebbe un rapido sussulto. Gli
occhi, fissi in quella direzione, s’intersecarono con quelli della mora che, fredda
come sempre, si avvicinò al gruppo.
- Ci vado io. – sentenziò, mostrando un coraggio senza pari.
Junpei strabuzzò.
- Cosa?! Ma sei matta?! Vuoi forse lasciarci la pelle?
Miya per la prima volta gli sorrise. Un sorrisetto
sottile, appena accennato, ma pur sempre un sorriso.
- Non puoi andare da sola! – s’intromise Izumi – E’ troppo rischioso!
- L’oscurità di Ladydevimon mi
torna utile in quest’occasione. E poi, quel posto lo
conosco a memoria. – affermò tutta sicura di sé, quasi irremovibile.
- Allora ci farai da guida. – sentenziò Kouji,
trovando la faccia tosta di rivolgerle la parola.
- Non faccio la guida alle persone poco educate. – La
replica di Miya fu quasi immediata. Kouji la fissò in modo lesto. La straniera era arrabbiata
con lui. Evidente!
Kouichi tossicchiò appena, per poi
gettare una gomitata al fratello.
- Chiedile scusa. – gli mormorò a voce bassa.
- Stai scherzando?!- vociò invece il
moro dal ciuffo lungo, attirando così l’interesse di un Takuya
alquanto indiscreto.
- Mi sono forse perso qualcosa? – disse facendosi avanti,
per squadrare meglio sia Kouji che Miya – A giudicare dalle vostre facce tutt’altro
che serene, deve essere successo qualcosa di molto
importante…
Miya non aspettò neanche che Takuya finisse di parlare. Girandosi di schiena, per andar
via, si apprestò così a lasciare la sala.
- Hey! – sbottò Junpei, per
richiamarla seduta stante.
- Aspettaci! – si accodò presto Izumi,
correndole svelta incontro.
Takuya si strinse nelle spalle.
Era sì interessato a conoscere il segreto di quei due, maDigiworld non poteva di certo aspettare!
Junpei e Tomoki
si accodarono a lui per raggiungere svelti le due donne del gruppo.
Kouichi diede una rapida pacca
sulla spalla del fratello, per intimargli di andare, e quest’ultimo
annuì svogliatamente.
Fuori del castello, il gruppetto finalmente tornò riunito.
Miya si fermò a pochi metri
dall’entrata del palazzo, per poi chinarsi brevemente al suolo e toccarlo con
una mano. Chiuse gli occhi, forse cinque, sei secondi, e li riaprì
immediatamente nel momento in cui sotto quella stessa mano, affiorò un enorme
buco nero.
- Questa è l’entrata per il Continente Oscuro? – si fece
avanti Takuya, squadrando il pertugio con aria tutt’altro che beata.
- Esattamente. – rispose la mora, facendosi poi da parte. –
A te l’onore. – fece, protendendo un braccio verso il foro.
Il padrone del fuoco le sorrise a
denti stretti.
- Gentile da parte tua, ma… il detto forse non recita “prima
le signore”?
Izumi sbuffò seccata, incamminandosi
con aria decisa verso l’entrata.
- Vado io per prima! – esclamò, facendo così valere l’onore
delle donne.
- Ti seguo a ruota, Izumi-chan! – Junpei mosse un passo in avanti, pronto a tuffarsi nel
vuoto, ma lo sgambetto di Takuya lo fece
maldestramente inciampare.
Il padrone del fuoco si lanciò nel foro poco dopo la bionda
ragazza, mentre Junpei, adirato come non mai lo seguì
a ruota.
Kouichi si affacciò all’entrata,
titubante. Quel buio gli metteva ansia. Tuttavia, non poteva restare per sempre
un fragile ragazzo. Raccogliendo coraggio, si lanciò senza esitare verso il
fondo, per poi inabissarsi in quell’oscurità densa e spettrale.
Bokomon e Neemon
si strinsero l’uno all’altro. Era giunto anche il loro turno.
- Fareste meglio a restare qui. Siete più al sicuro. – gli
disse Miya, certamente infastidita dal doversi
portare appresso anche quei due miseri esserini
indifesi.
Neemon non replicò.
Bokomon scosse il capo per
entrambi.
- Niente affatto! Accanto ai Leggendari Guerrieri, in ogni
loro scontro, noi siamo sempre stati lì! E non li
lasceremo mai da soli! – esclamò fiero di sé, per poi lanciarsi a capofitto
nelle tenebre, con un coraggio da leoni.
Un tiepido venticello scompigliò appena i lunghi capelli di Miya, che volteggiarono armoniosamente come corvini fili
d’erba. Sembravano gli stessi fili d’erba che ricoprivano gran parte della
tenuta di Ophanimon. Uno
scenario mozzafiato. Pieno di colori, di fiori, di armonia.
Kouji si voltò dall’altro lato,
cercando di guardare altrove.
- Tocca a te. – disse infine all’altra, senza degnarla di
un’occhiata.
- Ti sbagli. Tocca a te. – sentenziò Miya,
irremovibile come sempre – Non posso richiudere il
portale se non lo attraverso per ultima. – spiegò successivamente.
– Sbrigati. Non abbiamo tutto il tempo che fa comodo a te.
- Non c’è bisogno che me lo ricordi. Lo so già. – sbottò il
ragazzo, guardandola insistentemente in viso.
Ancora una volta, a Miya bastarono
solamente cinque secondi per abbassare gli occhi e portarli altrove.
Koujiaveva
tutta l’intenzione di ribattere, tuttavia, il momento non è era di
sicuro dei migliori.
Con un piccolo saltello, scomparve all’interno del portale,
lasciandosi quell’odiosa ragazza alle spalle.
Miya si avvicinò al vuoto oscuro.
Impassibile e ferma, con gli occhi persi lì dentro, si lasciò poi cadere nel
buco che, subito dopo la sua entrata, si richiuse immediatamente.
Una luce e poi un rocambolesco ruzzolone.
Kouji era a terra, approdato nel
Continente Oscuro nella stessa maniera dei suoi compagni.
Fece per rialzarsi ma, al seguito, Miya gli finì rovinosamente indosso.
Ci fu silenzio. Un silenzio interrotto magistralmente dalle
risate di Junpei.
La ragazza dai capelli neri si rialzò di corsa, senza dare
l’aggio ad Izumi di tenderle una mano cordiale.
- Ce ne avete messo di tempo, per
arrivare! – appuntò Takuya, facendosi sfuggire un sorriso malizioso.
- Vediamo di recuperarlo, questo tempo. – disse Miya, avviandosi verso una strada scoscesa, alla sua
destra.
Kouji finalmente si issò all’in piedi, aiutato con gentilezza da Izumi.
- Che razza di strega! Non ti ha
neppure chiesto scusa…! – bofonchiò Junpei, sempre
convinto ad avere in odio quella nuova arrivata. Un’occhiata fulminea della
bionda, però, lo fece di colpo azzittire.
**********
Camminavano in fila indiana, il gruppo dei Digiprescelti.
In quel continente oscuro, da lì a poco sarebbe presto scesa
la notte.
Infatti, tra un passo e l’altro, la ragazza coi capelli lunghi e corvini si fermò nel bel mezzo del tracciato,
e rivolse uno sguardo al cielo.
- Che succede? – domandò
Tomoki, in quanto, essendo l’ultimo di quella fila,
non aveva ben chiara la situazione.
- Quella strega si è fermata. – gli bofonchiò Junpei, a voce bassa, facendo
attenzione al fine udito della biondina. Izumisenza ombra dubbio lo avrebbe rimproverato.
Kouichi si avvicinò alla mora per
ottenere delucidazioni. Kouji, al contrario, restò
immobile sul selciato ad osservare il fratello.
- Perché ci siamo fermati?
Miya staccò lo sguardo dal cielo
ormai imbrunito, e prese a fissare il suo interlocutore.
- E’ pericoloso proseguire con questo buio. Sarà meglio
accamparci. – dichiarò, per poi avviarsi in una landa ben protetta da uno
sciame d’alberi con fronde folte e rigogliose.
Il resto del gruppo la seguì senza fiatare, tutti, eccetto Junpei che, storcendo un po’ le labbra, borbottò appena: -
Stregaccia!
- Mi sembra un posto perfetto, no? – disse Izumi, guardandosi rapidamente in torno con una torsione
del busto.
Takuya e Kouichi
annuirono all’unisono, mentre Tomoki si grattò
perplesso il mento.
- Non è pericolo dormire nel Continente Oscuro? – chiese
preoccupato.
- Faremo dei turni. – confermò Miya.
– Due di noi si alterneranno per montare di guardia.
- Beh- irruppe Takuya, mettendosi
le mani sui fianchi- tiriamo a sorte per decidere chi
saranno i due fortunati a cominciare?
-Io e Izumi! – si propose
immediatamente Junpei, avvicinandosi alla biondina e
facendole un sorriso. Takuya lo colpì prontamente in
testa.
- Ma sei matto?! Vuoi che una
fragile donna faccia da guardia ad un branco di uomini?
Non se ne parla!
Questa volta, fu il Digiprescelto
del fuoco a ricevere una solenne percossa sul capo. La responsabile di tale
gesto, non poteva che essere Izumi stessa.
- Chi sarebbe la fragile donna?!-
borbottò, con voce alquanto alterata, agguantando il ragazzo per il colletto
della maglia.
- Di certo non tu, Izumi! –
rettificò all’istante Takuya, visibilmente
preoccupato dalle intenzioni della sua giovane amica.
- Resto io di guardia. – irruppe ad un tratto la voce di Miya, facendosi avanti. I ragazzi si girarono verso di lei.
Junpei si lasciò sfuggire un
ghigno, poi non potè fare a meno di replicare.
- Ma anche tu sei una fragile
donna! – espresse- E poi, io non mi fido di te! Ti appisolerai dopo soli dieci
minuti, e ci farai divorare dalle belve che infestano questo luogo!
- Junpei! – lo richiamò la Digiprescelta
del vento, sfoggiando un’espressione contrariata.
- Starò io con lei. – esclamò improvvisamente una terza
voce. Era quella di Kouji. Takuya
e gli altri si girarono. Miya fu la prima a
lanciargli quell’occhiata. Un’occhiata sorpresa, la sua. - Così farò in modo
che non si addormenti. – concluse infine, senza
degnare di un solo sguardo la mora dagli occhi di ghiaccio.
- Non ho bisogno di guardiani. – gli fece sapere lei, con
tono accidioso, mentre girando le spalle, si avviò verso il fusto di un
massiccio albero secolare, situato a non molti metri da lì.
Tomoki si lasciò sfuggire un grosso sbadiglio. Con la mano davanti alla bocca,
articolò delle parole che per via di quel fragoroso e pieno respiro si udirono
confuse.
- Credo che abbia detto di avere sonno. – fece
sapere Izumi, ed il prescelto del ghiaccio, con gli
occhi semi socchiusi per via della stanchezza, annuì.
- Siamo tutti stanchi, in effetti. Sono ore che non facciamo
altro che camminare, camminare e…
- Camminare! – finì Junpei,
accodandosi alle parole di Takuya. – Si và a dormire, allora?
Izumi indirizzò un’occhiata verso Miya. La ragazza si era seduta sotto le fronde di
quell’albero secolare, e con le spalle adagiate al fusto, osservava ammutolita
lo scorrere di un fiumiciattolo non tanto rigoglioso che le stava d’innanzi.
La biondina si sentì presto posare una mano sulla spalla. Era diTakuya.
- Mi sembra una ragazza che sappia
il fatto suo. Se dice che vuole restare di guardia,
lasciamola fare!
Izumiannuì, poi
subito dopo si diresse insieme agli altri compagni, per stendersi sul
terreno un po’ rinsecchito di quel presunto accampamento.
Kouichi, prima di andare, diede
una pacca sulla spalla del fratello.
- Vedi di non farla arrabbiare, questa volta! – gli disse in
tono beffardo, abbozzandogli un sorriso.
- Non le rivolgerò nemmeno la parola, stai
tranquillo.- sentenziò acido il gemello della luce, andandosi a sedere proprio
d’innanzi al bordo di quel fiumiciattolo rinsecchito e… proprio d’innanzi a Miya.
Erano trascorse già due ore, da quando
i ragazzi avevano deciso di accamparsi nel bel mezzo di quel boschetto.
Takuya, Izumi,
Junpei, Tomoki e Kouichi, dormivano beatamente sotto quel cielo così cupo e
sul terreno ricoperto qua e là da foglie rinsecchite.
E… Kouji
e Miya?
Loro due non si erano mossi neppure di un millimetro dalla
posizione in cui si erano sistemati due ore prima.
Tra i due, sembrava essere sceso il gelo.
Sembrava.
- Non ti hanno mai insegnato che voltare le spalle a
qualcuno è maleducazione? – disse la ragazza, con un tono di voce stabile, solo
un pochino stizzito, e nulla più.
Il moro replicò con la stessa cadenza di voce della collega:
- E a te, non ti hanno mai insegnato che quando si travolge una persona,
bisogna chiedere scusa?
- Tu a me hai mai chiesto scusa, forse? – replicò a tono,
con parole sibilline ma sottintese.
- Riguardo cosa?
- Lo sai bene. – sentenziò secca Miya,
senza dargli ulteriori chiarimenti.
Il ragazzo distese un po’ le gambe su quel selciato. I suoi
occhi presero a guardare il cielo cupo di quella notte.
- Se avessi saputo che ti saresti arrabbiata così tanto, non te lo avrei mai dato.
- Dare cosa? – ribattè la giovane,
questa volta con una voce che sapeva di presa in giro.
- Lo sai bene.
Un altro velo di silenzio riavvolse quell’attimo.
Fu il guerriero della luce, ad interromperlo con il suono di una voce pressoché
spazientita.
- Si può sapere perché ce l’hai con
me?- fece volgendole finalmente il viso, e non le spalle come aveva fatto fino
a quel momento.
Miya si lasciò sfuggire un abbozzo di riso, e ricambiò l’occhiata.
- Non ho mai permesso a nessun estraneo di toccarmi, e né tantomeno di… - “baciarmi”. Questo, è quello che la ragazza
avrebbe voluto dire, ma anziché finire la frase, preferì
tacere. Oltretutto, il suo pallido viso si era stranamente tinto di rosa. Forse
il suo, era imbarazzo? Imbarazzo perché Kouji, anche
se inconsciamente, continuava a fissarle gli occhi senza mostrar tregua.
Il giovane si accorse di quella sua movenza, e ritirò
immediatamente lo sguardo per portarlo sulla destra.
- Sei un tipo difficile.- disse lui, così, tanto per tirarsi
dall’impaccio, tanto per dire qualcosa.
- Me lo hai già detto una volta. – controbatté la ragazza,
volgendo anch’ella lo sguardo altrove.
Ad un tratto si udì un rumore proveniente dal fiumiciattolo.
Kouji e Miya
si alzarono di scatto dai loro posti, e si affrettarono a raggiungerlo.
Dopo essersi affacciati sul bordo di quel ruscello
rinsecchito, entrambi poterono tirare un sospiro di
sollievo.
- E’ solo un piccolo di Krakramon.
– esclamò Miya, guardando il minuscolo esserino dalla pelle verde brillante, saltellare allegramente
tra un sasso e l’altro di quel fiume.
- Krakramon? E
cos’è?
- E’ un ibrido tra la rana che c’è nel tuo mondo, e il tipo
di rana che c’è qui a Digiworld. – spiegò la giovane.
Koujiafferrò il
concetto, ma… l’espressione usata poc’anzi dalla
ragazza, lo colpì stranamente.
- Guarda che quel mondo è anche tuo. – le disse, pur
continuando a mantenere gli occhi su quella specie di ranocchia verde.
La replica di Miya arrivò celere:
- Non più. – disse, e il Digiprescelto
della luce si voltò di scatto verso il suo viso.
In quello stesso momento, il piccolo Krakramon
balzò in aria per infrangersi dritto sui visi dei due giovani ragazzi che,
presi così alla sprovvista da quell’improvviso gesto, ruzzolarono all’indietro,
lì su quel terreno un po’ avvizzito che c’era alle loro spalle.
Questa volta però, non fu Miya a
finire dritta sull’altro. Ma bensì avvenne il
contrario.
Kouji travolse la ragazza con
maniere non proprio delicate.
Il piccolo di Krakramon sgattaiolò
nuovamente nell’acqua, ed andò via nuotando frettolosamente, per poi sparire
tra le correnti calme di quel ruscello.
Il Digiprescelto della luce cercò
di rialzarsi all’istante, ma la fretta gli fece scivolare il palmo della mano, tutt’altro che stabile, lungo tutto il terreno.
- Ahi! – bofonchiò Miya, travolta
ancora una volta dal peso dell’altro.
Kouji sollevò il capo in direzione
della ragazza, per osservarla con apprensione. Poi, quasi senza pensarci, ma
abbassando appena gli occhi, disse a stento: - Scusa.
- Di niente. – replicò la giovane prescelta, con voce
fredda, tuttavia divenendo rossa in viso.
Il ragazzo si tirò nuovamente su, stavolta
con più calma, e, subito dopo, allungò la mano verso Miya.
Lei lo guardò dritta in viso, quasi a volerlo trafiggere con
la forza di un solo sguardo.
- Già… dimenticavo che tu detesti
avere contatti umani.- dichiarò Kouji, ritirando il
braccio, e pulendo dal terriccio le gambe dei suoi pantaloni.
- Lo hai detto come se io non fossi neppure umana… -
sentenziò la giovane, poi si risollevò. Sembrava avere un’aria piuttosto
seccata, tuttavia c’era qualcosa nei suoi occhi che rendevano l’espressione di
quel viso così pallido decisamente malinconica.
Koujisi infilò
le mani in tasca, poi rivolse lo sguardo verso il cielo: - Nascondi la tua tristezza
dietro un comportamento freddo e distaccato. – disse. Miya
lo guardò subito. – Un po’ di tempo fa anche io ero
come te.
- Vorresti farmi credere che adesso sei cambiato? – la mora
fece di proposito un sorriso- A guardarti, non si direbbe… - commentò, senz’altro sarcastica.
Kouji si strinse nelle spalle: -
Un tipo freddo e glaciale come me ti avrebbe mai chiesto scusa per la storia di
quel bacio?
- Che vuoi dire? Tu non lo hai
fatto.
- E invece ti sbagli. – pronunciò Kouji, in seguito si girò
a guardarla. – L’ho appena fatto.
Miya lasciò cadere i suoi occhi
verso il suolo. Si sentì a disagio. – Indirettamente. – bofonchiò dopo.
- Beh, è pur sempre valido come modo, no?
- Allora dovrei ringraziarti e magari dire “ok, scuse accettate?”
Il paladino della luce scosse il capo: - Veramente, è mio
fratello che dovresti ringraziare. Se non fosse stato per
lui… - rivelò, anche se con molta difficoltà.
- Già, tuo fratello…- ripeté Miya,
poi il suo sguardo si rese cupo. – Lui ha molto più tatto di te, ed è… - voleva proseguire, ma si frenò.
- Gentile? – proseguì il giovane Minamoto, con l’intento di finire la frase iniziata dalla
ragazza – Miya…- la chiamò pronunciando il suo
nome improvvisamente. Lei non poté fare a meno di sussultare, e poi, dalla
bocca di Kouji uscirono parole inaspettate: - Tu lo
ami, dico bene?
La prescelta delle tenebre restò bloccata. Un lungo brivido
ancora più gelido del colore di quei suoi stessi occhi, la immobilizzò. Per la
prima volta non riuscì a replicare. Rimase muta, forse sconcertata da quelle
parole che, se dovevano farle provare una simile sensazione, evidentemente non
potevano che essere vere. Solo dopo un po’, quando il suo cuore stava
riprendendo un normale battito, tutto ciò che Miya
riuscì a dire, fu soltanto: - Tuo fratello ha riacquistato la memoria?
- Non penso che ormai ne sia più in grado.
- E allora come fa a ricordarsi di
me? E’ assurdo. – sentenziò, poi sbuffando non aggiunse
altro.
- L’ho capito da solo. Da quando siamo qui, tu fai del tutto
per evitarlo. Non gli hai rivolto lo sguardo neppure una volta. Io non so che
cosa sia successo tra voi due, ma…
- Quando tuo fratello un anno fa arrivò
a Digiworld- lo interruppe Miya-
l’essenza digitale di Lucemon non si era ancora del
tutto stabilizzata, e quel suo lato gentile ed altruista, anche se minacciato
dalle tenebre, era lì, sempre presente. E durante quel
breve periodo, tuo fratello mi ha insegnato tanto. Ma quando l’essenza di Lucemon è diventata più forte, il lato gentile ed altruista
sparì. E ben presto mi
ritrovai con una persona del tutto differente. Tuttavia… - Miya
si fermò solo un attimo, ma proseguì poco dopo, nello stesso momento in cui i
suoi occhi si posarono in direzione di quelli di Kouji- Anche se lui non si
ricorda più di me, io sono ugualmente felice di sapere che tuo fratello sia
ritornato ad essere quel ragazzo così gentile che un tempo ho voluto bene. – Lo
sguardo della ragazza si era velato impercettibilmente, e la stessa Miya sperò che Kouji non se ne accorgesse. Quest’ultimo, da
bravo osservatore, lo aveva intravisto, tuttavia, forse per
non appesantire la situazione, aveva preferito tacere. Ci fu una cosa
che Kouji
però non riuscì proprio a tenersi dentro.
- Dovresti dirglielo. – le dichiarò, fissandola dritta negli
occhi. – Non posso assicurarti che lui riuscirà a ricordarsi di te, però…
Miya lo batté sul tempo: -
Lasciamo le cose come stanno. E’ meglio per entrambi, credimi.
Kouji si alterò abbastanza.
- Ma perché?! Preferisci soffrire,
forse?
Miya volse uno sguardo al cielo: -
Avevi ragione. – fece, ma l’altro titubò un secondo. -Sono davvero un tipo
difficile.
- E misterioso. – aggiunse il
giovane. – C’è forse qualcos’altro che dovresti dirmi, non è vero?
Miya fece spallucce come per dire
“chissà!”, ma non accompagnò quel movimento con nessuna parola. Kouji scosse il capo: Tentare di capirla, era un’impresa
più che ardua!
**********
Nel Continente Oscuro, anche se il cielo, nero come non mai,
non lo lasciava neppure intravedere, era sorto il sole.
I Digiprescelti avevano da poco
finito di fare colazione con dei frutti raccolti da Bokomon
nei pressi di un albero lì vicino. Izumi si era
recata insieme a Miya verso la riva del ruscello, per
rinfrescare un po’ i loro visi.
- E’ freschissima! – esclamò la biondina, non appena l’acqua
le bagnò la faccia. – Ci voleva proprio, vero? – disse in
seguito rivolta all’altra, e quest’ultima, con
il volto ancora bagnato annuì. Izumi le allungò con
un sorriso un fazzolettino di cotone bianco, asciutto e pulito. La mora titubò per qualche istante, la sua mano non sapeva per
l’esattezza che cosa fare. Poi, decise di lasciarsi andare, ed afferrò quel
quadrato di stoffa.
- Grazie. – riuscì incredibilmente a dire, non senza provare
imbarazzo.
- Prego! – le rispose cordialmente la prescelta del vento,
continuando a sorridere con allegria.
In qualche modo la chiacchierata con Kouji,
a Miya era servita parecchio. Adesso si sentiva più
libera, anche se tuttavia restava la solita asociale di sempre.
Le ragazze raggiunsero il gruppetto dei loro compagni, che
nel frattempo sul terreno avevano tracciato qualcosa.
- Mmh… sembra un piano di
battaglia. – appuntò Izumi, flettendo il busto in
avanti per avvicinare meglio il viso. Poi quasi inorridì: - Questa specie di
farfalla, sarebbe Fairymon?!
- Esatto! Non trovi anche tu che le assomiglia moltissimo?
Merito del sottoscritto! – Takuya si batté una mano
in petto, orgoglioso della sua opera.
Al contrario, Izumi si portò una
mano sulla fronte, e in seguito scosse il capo.
Miya si fece presto avanti: - Ti
ricordo che le vostre attuali Digievoluzioni vi
saranno totalmente inutili. Per non correre rischi, dovrete ricorrere alla trafrormazioneAncient.
- Certo, questo lo so, ma siccome
non posso prevedere quale forma assumeremo una volta eseguita la nuova
trasformazione, ho usato le sagome della DigievoluzioneSpirit. Semplice! – appuntò il padrone del fuoco, con
una risposta corretta.
- Ascoltatemi tutti- irruppe la
voce di Kouji, facendo in modo che gli altri gli
prestassero attenzione- Le Sette Torri che proteggono l’abisso sono disposte in
questo preciso ordine: Nord, Sud, Est ed Ovest. – illustrò,
indicando le zone con la punta di un ramoscello- Seguendo i punti cardinali,
esattamente ne troviamo2
a Nord, 2 ad Est, 2 ad Ovest, e solamente una a Sud. Quindi, essendo la parte Sud quella più sguarnita, è
evidente che tutti gli attacchi nemici inizieranno proprio da lì. Per la
precisione, ognuno di noi dovrà occuparsi di proteggere una torre. Ecco lo
schema che dovremo adottare: Junpei e Tomoki si occuperanno delle torri Ovest, Takuya e Izumi andranno verso le Est, Koichi e Miya a Nord, mentre io mi occuperò della torre sud.
- Niente affatto! – tuonò Miyaseduta stante- La torre sud la proteggo io.
- E’ deciso, ormai. Lo schema non si cambia. – sentenziò Kouji, all’apparenza sembrava
inamovibile.
La Digiprescelta dell’oscurità non ebbe
nessun problema a ribattere. – Prova a fermarmi, allora. – disse soltanto, mentre
estraendo il suo D-scan si trasformò in un lampo
nella lady dai lunghi capelli argentati.
Ladydevimon spiccò il volo, Kouji le urlò di tornare indietro, ma Miya
non avrebbe mai preso ordini da nessuno, e così, la
figura longilinea del Digimon scomparve
all’orizzonte, diretta verso la torre sud.
- Non sarà troppo pericoloso per lei? Si ritroverà
completamente sola… - feceTomoki, sfoggiando
un tono inquieto.
Kouji sospirò. L’amico aveva
ragione. Perfino Junpei sembrava avere un’aria
preoccupata. Tuttavia, Izumi presa la parola: -
Diamole fiducia. E’ un tipo davvero in gamba!
Takuya si portò entrambe le mani
sui fianchi.
- Beh, che ne dite di andare? – propose. Il resto del gruppo
annuì. Si divisero così in tre gruppi composti da due
persone, ognuno dei quali avrebbe raggiunto la propria postazione. Prima di
separarsi, i Digiprescelti si rivolsero a vicenda lo
sguardo.
Con quel suo modo di fare, Takuya
fu il primo a parlare, dichiarando a gran voce ciò che in realtà pensavano
tutti.
- Coraggio Digiprescelti!
Proteggiamo ancora una volta Digiworld!
E dopo quelle parole, tutti
annuirono in coro con un gioviale ed energico: -Sì!
________________________________________________
Dopo più
di un anno d’assenza eccomi qui, pronta a riprendere in mano le redini di una
delle mie primissime fanfiction, e ad aggiornare.
FINALMENTE!!!
Non posso per ovvie ragioni
cavarmela chiedendo semplicemente scusa, perché il ritardo è davvero mostruoso,
e purtroppo non potrò avere di certo perdono da tutti voi…
Ci sono stati una serie di
problemi che mi hanno tenuta lontana da InsertCoin, per un periodo di tempo sentivo il bisogno di
staccare, di dedicarmi ad altro, l’ho fatto, adesso va sicuramente meglio,
almeno per ora, per cui eccomi qua! ^__^
Sappiate che sono tornata, e
questa volta per completare definitivene la fanfic! A
dire il vero l’ho già finita, devo solo rileggermi gli
ultimi due capitoli, tutto qui.
Detto questo, ci tenevo
particolarmente a ringraziare una persona: Elinashine,
ovvero l’ultimo utente che ha lasciato una recensione
alla storia.
Non so se ora starai leggendo queste righe, però volevo
semplicemente ringraziarti! Ciò che hai scritto, soprattutto a distanza di
tempo, quando ormai non aggiornavo più, mi ha reso una persona felice!
Detto questo, abbraccio il
resto delle persone che continua ad aggiungere la storia ai preferiti e tutti
colori che da tempo mi lasciano commenti!
Dopo circa un’ora di marcia, Junpei
e Tomoki erano finalmente giunti ai piedi delle due
torri Ovest.
Junpei le squadrò attentamente,
partendo dal basso fino ad arrivare su quella cima che si stagliava lassù nel
cielo.
- Un gran bel colosso! – commentò, con un’aria estasiata.
Tomoki rettificò all’istante: - Un
gran bel problema! – disse, dopodichè puntò l’indice
in avanti.
Il padrone del tuono si voltò. Ciò che vide lo fece
deglutire paurosamente.
- Non è possibile! – strepitò, osservando
un massiccio plotone di Metalridermon, avanzare
minacciosamente verso di loro– Sono già qui! Che sfortuna!
- Fortuna, vorrai dire! Siamo arrivati comunque
prima di loro. – Tomokiafferrò il
suo D-scanner, in seguito fissò l’amico dritto
in faccia- Pronto?
Junpei annuì secco: - Prontissimo!
In quello stesso momento, a Nord, i due gemelli si erano posizionati ognuno a capo della propria torre.
- Tra non molto arriveranno. – affermò Kouji,
in direzione del fratello, mentre aspettava con una certa impazienza l’arrivo
della flotta nemica.
- Sei agitato, eh?
- Niente affatto! – replicò il padrone della luce, assumendo
l’aria di colui che non aveva paura di nulla.
Kouichi sogghignò: - Allora sei
agitato per Miya! – dichiarò eclatante. Il gemello
gli lanciò un’occhiataccia.
- Quella ragazza è troppo complicata per me. – sentenziò secco, e sembrò davvero inamovibile.
Kimura sospirò e scosse il capo. –
Ho capito tutto. – disse, e Kouji lo fissò con uno
sguardo questa volta trepidante. In un certo senso temeva che a suo fratello
gli fosse tornata la memoria. Anche se sembrava un’ipotesi praticamente
irreale. Poi si tranquillizzò non appena ebbe risposta: - Ti ha respinto, non è
così?
Kouji non avrebbe mai voluto
passare per il classico tipo a cui una ragazza gli aveva detto “no”.
Tuttavia, non poteva di certo raccontare al gemello la
verità. Si girò dalla parte opposta, senza fiatare. Aveva messo il broncio, ma
ciò che vide in un secondo momento con i suoi occhi, trasformò
quella smorfia crucciata in sgomento.
- Kouichi! – esclamò, richiamando
l’attenzione del fratello. Dopodichè i due afferrarono contemporaneamente i D-scan, pronti a combattere contro il nemico.
Ad Est, le due maestosi torri
attendevano con trepidazione i loro difensori.
Takuya ed Izumi
erano in lieve ritardo rispetto agli altri. Da quando i due avevano ordinato a Bokomon e Neemon di restare
indietro per trovarsi un nascondiglio, Takuya aveva fatto
un po’ di confusione con le indicazioni fornitegli dal Digimon
con la pancierina rosa, e non ricordava più il
tragitto da percorrere.
- Sembra che tu abbia smarrito la strada…- commentò Izumi, alzando il sopracciglio destro, con una vocina
pericolosamente alterata.
- Sembra! – rettificò lui, alla svelta- Ma
non è così!
- Sarà- premise la biondina, con due mani poggiate sui fianchi- Ma ho come l’impressione che stiamo girando in
tondo… - poi sollevò gli occhi al cielo, nella speranza di intravedere la cima
delle due torri, ma la fitta boscaglia glielo impedì. – Avremmo dovuto prendere
l’altro sentiero… Quello che non finiva in questa foresta.
- Ci sarebbe voluto più tempo per raggiungere le torri. –
precisò Takuya.
- Ma in questo modo ne stiamo
impiegando il doppio! – commentò stizzita Izumi, e
con tono seccato aggiunse – Fortuna che avevi detto di avere un ottimo senso
dell’orientamento…!
Takuya si sentì subito buggerato.
- Ho solo fatto un po’ di confusione! Capita a tutti, no? E
poi, durante il tragitto non hai fatto altro che
ripetermelo… Mi hai deconcentrato!
- Stai forse dicendo che se ci
siamo persi la colpa è mia?! – replicò a tono la ragazza, folgorando Takuya con uno sguardo.
Quest’ultimo fece altrettanto.
- Non ci siamo persi!
- Ah no? Beh, è da mezz’ora che vaghiamo in mezzo a questa
boscaglia… Se non ci siamo persi, allora mi spieghi
che cosa sta succedendo? – Izumi si piazzò entrambe
le mani sui fianchi e lo sfidò in viso con un’occhiata
torva. Fu in quello stesso attimo che la ragazza si accorse che Takuya non la stava minimamente fissando. Il giovane
sembrava puntare una zona precisa.
-Hey, ma mi stai
ascoltando? – borbottò la ragazzina bionda. Poi seguì anch’ella
lo sguardo dell’amico senza capirci granché. – Si può sapere cosa stai fissando?
Io non vedo niente!
Senza neppure rendersene conto, Izumi
scoprì che Takuya stringeva nella mano destra il Digivice. – Che sta succedendo, Takuya? – domandò infine, con lieve tremore.
Qualcosa non andava. E forse il
ragazzo lo aveva già da tempo intuito.
- Tieniti pronta. – le disse, poi
avanzando si portò d’innanzi a lei come per invitarla ad indietreggiare.
Izumi prese il proprio digivice, ma fu in quello stesso attimo che si udì
nell’aria un fruscio.
Davanti ai ragazzi si materializzò una figura.
Un esserino piccolo, bianco e
simpatico.
Izumi trasalì.
- Nyaomon! – esclamò, ma quando fece per correrle incontro, una mano la trattenne lì. – Ma… Takuya! – si lamentò svelta la
biondina.
Per l’esattezza, la piccola Nyaomon
era sparita dal giorno in cui i ragazzi avevano affrontato Kouichi,
e per di più, senza lasciare taluna traccia.
A Takuya quel piccolo esserino non era mai piaciuto. E
c’era un motivo particolare.
- Ti manda Icedevimon,
non è vero? – tuonò imperterrito il ragazzo, senza staccarle lo sguardo
di dosso. Izumi lo fissò perplessa. - Parla! – insisté ancora, e finalmente il Digimon
emise un leggero gemito.
- Io… - disse semplicemente, nel momento in cui una mano
fredda e gelida la agguantò azzittendola.
- Icedevimon…!? – scandirono in
coro i due umani non appena videro d’innanzi ai loro occhi colui
che fin ora gli aveva arrecato soltanto una marea di guai.
- Non ti facevo così intelligente, mio caro ragazzino! –
sibilò il glaciale essere. – Ad ogni modo, l’ora dei giochi è finita già da un
pezzo, per cui adesso possiamo anche smetterla, non ti
pare?
- E allora facciamolo! Lascia in
pace Digiworld e ritira subito le tue truppe!
- Per darla vinta a te? – Icedevimonsogghignò- Non sono queste le mie intenzioni, anzi! E poi, vuoi che smetta proprio adesso? Proprio
ora che quella ragazza mi è in pugno?
Takuya si girò verso Izumi.
La Digiprescelta aveva un colorito pallido,
e tremava. Sembrava quasi avere freddo. Molto freddo.
- Izumi?! – esclamò, con fare allarmato – Cos’hai?!
- Mi sento strana… ho… freddo.-rispose a malapena.
Takuya si voltò ancora di scatto
verso il bianco essere.
- Cosa le hai fatto?! – fece per andargli incontro, ma la creatura lo fermò.
- Se ci tieni a quella ragazza,
faresti meglio a non avvicinarti! – poi diede una forte
stretta alla la piccola Nyaomon imprigionata
tra le sue dita, e a quel punto Izumi cadde a terra
urlando. Più la stretta sul piccolo esserinoaumentava, più la ragazza del vento stava male. Sembrava
provare in un certo senso lo stesso dolore di Nyaomon.
– La vita di quella ragazza è indissolubilmente legata a quella di questo
misero e fragile esserino. – rivelò Icedevimon, sconvolgendo in pieno Takuya.
– Nyaomon è stata creata utilizzando un capello di Izumi. E’ parte di lei, e se
dovesse accadere qualcosa all’una, innegabilmente succederà qualcosa anche
all’altra. Non trovi che sia una trovata geniale?
Izumi si teneva la testa tra e
mani. Le sembrava scoppiare. Stava male, era più che
evidente. E questo per Takuya
non era per niente geniale.
- Smettila! – urlò il ragazzo, affinché interrompesse la
stretta su Nyaomon.
- Supplicami! – ordinò l’altro, e poi ancora spudoratamente pretese
– In ginocchio!
Il padrone del fuoco serrò gli occhi in due fessure strette.
Avrebbe tanto desiderato spaccargli la faccia, ma le grida dell’amica lo fecero tornare con i piedi per terra.
E così, Takuya
si chinò verso il suolo. Poggiando le mani a terra, abbassò il capo implorando
al nemico di fermarsi. Quest’ultimo lo fece, e non
appena la piccola Nyaomon riprese colore, anche Izumi si sentì meglio.
- A quanto pare, ho un nuovo
cagnolino! – scherzò il malvagio Digimon,
poi scoppiò a ridere. Ma quasi subito, avanzò
un’altra pretesa: - Consegnami il tuo Digivice!
Takuyaalzò di
scatto il capo, gli gettò uno sguardo rabbioso. Come poteva fare una
simile cosa? Quell’aggeggio per lui significa tanto.
Ma di certo c’era una cosa molto più importante di
qualsiasi altro Digivice: e questa era Izumi. Per il suo bene, doveva a tutti i costi restare al
gioco. Doveva… obbedire.
Così, si alzò da terra con l’intenzione di eseguire
l’ordine, ma qualcosa lo trattenne.
La padrona del vento lo teneva stretto per l’avambraccio.
- Non provarci nemmeno! Non te lo permetto, Takuya! – si ribellò, cercando di tenerlo fermo.
Senza neppure voltarsi, il giovane dichiarò con voce rauca:
- Ha vinto lui, Izumi.
La giovane scosse con rabbia il capo.
- Niente affatto! Non sei obbligato a fare ciò che ti dice!
Io resisterò, starò bene, ma tu puoi ancora vincere!
- Ma se ciò accadesse, perderei te.
– le rispose, con una semplicità unica.
Izumi sentì le lacrime salirle
agli occhi. Provò un profondo senso di tristezza. Si sentì… inutile.
- Takuya… - riuscì a dire
soltanto, ma non sapendo come proseguire, azzittì.
In quello stesso momento, all’improvviso, si udirono le urla
di Icedevimon.
Nyaomon lo aveva morso alla mano,
ed era riuscita così a liberarsi.
Volò dritta tra le braccia di Izumi che la accolse per darle protezione.
Takuya si parò davanti alle due
con il D-scanner sguainato. Ma
quando fece per pronunciare la fatidica frase che gli avrebbe permesso di digievolvere, tutto restò come prima.
- Ma che…?! – scosse il digivice, riprovò ancora una volta ed ottenne lo stesso
risultato.
- Forse cambia la formula? Ti ricordo che ora possiamo
utilizzare solo la DigievoluzioneAncient. – gli spiegò in fretta Izumi.
In un battibaleno il padrone del fuoco riformulò la fatidica
frase, questa volta utilizzando la parola “ancient”
al posto della “spirit, ma ci fu ancora silenzio.
- Razza di sciocco! – tuonò imbestialito più che mai il
malvagio Icedevimon – Puoi
avvalerti della trasformazione solo se una delle sette torri si trova a poca
distanza da te! E tu, mio caro, sei fuori portata!
A Takuya sembrò per un istante di
gelare. Lui ed Izumi si guardarono in volto.
E adesso? Che
cosa avrebbero fatto per contrastare la potenza del nemico?
Quest’ultimo non gli diede il
tempo di pensare: si lanciò subito all’attacco, senza farsi sfuggire la preziosa occasione.
Takuyacercò di
indietreggiare, prese Izumi per mano, tremavano
entrambi. E fu a quel punto che, durante il trambusto,
Nyaomon si liberò dall’abbraccio della ragazza e volò
via per pararsi davanti a loro.
Una luce la avvolse, un bagliore illuminò
quel luogo buio per pochi istanti, e, al posto di quella piccola palla di pelo
bianco, apparve una figura maestosa, dalle fattezze simili a quelle di un
grosso felino bianco con le ali.
Shinkomon, era questo il nome
della digievoluzione di Nyaomon.
- E’… è bellissima! – esclamò Izumi, mentre la guardava con occhi incantati.
Icedevimon cercò di attaccare i
due umani, ma l’enorme felino digitale lo scaraventò all’indietro con un attacco
scaturito da uno dei suoi possenti ruggiti.
- Andate via! – gli ordinò. Avrebbe tenuto a bada lei il
nemico, coprendo la fuga ai due ragazzi.
- Non se ne parla nemmeno! – reagì alla
svelta Takuya- Non puoi combattere! Se ti fai male, anche Izumi
sentirà il tuo dolore!
- Ora non più. Se resto in questo
stadio, la simbiosi che c’è tra me e lei si annulla.
- Ma non possiamo lasciarti qui! –
insisté la biondina. – Lui… è troppo forte per te!
- Il mio compito ora è quello di proteggervi. Dovete salvare Digiworld, questa terra ha
bisogno di voi!
Icedevimon nel frattempo si era
rialzato. Arrabbiato come non mai, volò dritto sulla possente corporatura di Shinkomon, e con violenza affondò quei suoi gelidi artigli
sul bianco dorso del felino.
- Shinkomon! – urlò Izumi, avrebbe voluto aiutarla, Takuya
la trattenne a stento. – Shinkomon, vieni via! – la
supplicò, con le lacrime agli occhi.
Il felino girò il capo verso di lei, sorrise.
- Grazie di cuore, Izumi. Senza di
te non sarei mai nata! – il corpo del Digimon
cominciò pian pianino a sgretolarsi. Gli artigli di Icedevimon avevano fatto centro, oramai c’era ben poco da
fare.
Questo Takuya lo intuì subito.
Così, afferrando Izumi per mano, la portò via, di
corsa, per allontanarsi da quel posto.
Grazie al sacrificio di Shinkomon,
i due riuscirono a guadagnare tempo, finché, per riprendere fiato furono
costretti a fermarsi, ma… le lacrime della ragazza, quelle no, non smisero di
cadere copiose.
Takuya la strinse forte, anch’egli
aveva lo sguardo lucido.
Tutto ciò che adesso voleva, era una cosa soltanto:
sconfiggere Icedevimon e liberare Digiworld.
Poi scostò una ciocca di capelli dal viso di
Izumi.
- Questa terra ha
bisogno di noi, giusto? – disse, citando le stesse parole di Shinkomon- E allora non facciamola
aspettare e diamo il meglio di noi per salvarla!
Izumi lo guardò in viso. E con gli occhi ancora lucidi, annuì con decisione.
Dopodichè i due si voltarono, e videro le famigerate torri
che li stavano aspettando.
Adesso, finalmente, era giunto anche il loro turno.
Nello stesso momento, Kouji, Kouichi, Junpei e Tomoki avevano scoperto di avere un problemino
alquanto fastidioso.
Proprio come successo a Takuya,
anche loro non erano stati in grado di digievolvere.
Così, Junpei e Tomoki
avevano contattato mediante i loro D-scanner i due
gemelli, per richiedere aiuto. Sfortunatamente non ottennero nulla.
I quattro si trovavano nella medesima condizione. Inoltre Kouichi si era sporto per vedere se Izumi
e Takuya fossero giunti a destinazione, ma a guardia
delle torri non vide nessuno.
Kouji afferrò il digivice e si decise a contattarli.
Fu quello di Takuya a
rumoreggiare. Intravide una lucina sotto lo schermo,
poi premendo un tasto, proprio come se fosse un atipico walkie
talkie rispose.
- Era ora…! – brontolò una voce. Quella di Kouji. – Dove siete? – chiese poi,
esibendo un tono piuttosto nervoso.
Takuya si guardò intorno. Le torri
erano a circa 100 metri
da loro.
- Siamo quasi arrivati.- affermò, poi insospettito da quella
chiamata improvvisa, si sentì quasi il dovere di chiedere- C’è qualche
problema?
Dall’altro lato ci fu una lunga pausa.
- Non uno… - antepose il moretto col codino- bensì 1000
problemi. I Metalridermon stanno per invadere il
nostro settore e quello ad Ovest, ma nessuno dei nostri digivice
funziona.
- Anche il vostro?! – Takuya sbigottì. Com’era possibile? I suoi compagni si
trovavano praticamente sotto le torri, e stando alle
parole di Icedevimon, loro non avrebbero dovuto avere
problemi nell’effettuare la trasformazione. Tra un pensiero e l’altro, nello
stesso momento lo schermo del D-scansi illuminò. Sia Izumi che Takuya lo fissarono con stupore. Kouji e Kouichi fecero la stessa
identica cosa, dato che anche i loro avevano presero a luccicare insieme a quelli dei restanti due di Junpei
e Tomoki.
Comparve in quel piccolo riquadro la sagoma di Ophanimon.
I sei umani pronunciarono in coro il suo nome.
- Dovete riunirvi al più presto – premise,
il segnale era debole, sembrava cadere da un momento all’altro- Soltanto così
la digievoluzioneAncient
vi sarà possibile.
- Cosa?! – tuonarono in coro Kouji e Junpei, certamente i più
irrequieti. Tomoki si limitò a deglutire non appena
intravide la folta schiera di nemici oramai varcare le porte ed accorciare la
distanza.
Takuya ed Izumi
si guardarono dritti in faccia. Dovevano raggiungere la torre e ricongiungersi
al resto del gruppo. E non c’era tempo da perdere.
Toccava farlo subito.
Kouichi fece notare al fratello
che ormai di tempo ne restava davvero poco.
- Takuya- disse il padrone della
luce, con voce tremante- sbrigati. – fece solo in tempo a
dire, dopodichè la comunicazione crollò giù di colpo.
________________________________________________
Avviso importante! Questo è il penultimo capitolo della fanfiction,
quindi nel prossimo, il numero 24, ci sarà FINALMENTE l’epilogo!
Tomoki aveva iniziato a sbattere i
piedi in terra, con fare nervoso. Junpei guardava
ogni 2 secondi l’orologio da polso, e per quanto riguarda i due fratelli,
ognuno dei due si alternava di continuo per guardare l’orizzonte, nella
speranza di riuscire ad intravedere gli ultimi due Digiprescelti
che mancavano all’appello.
E proprio quest’ultimi,
correvano a perdifiato, senza perdere di vista il punto d’arrivo.
Dovevano arrivare a destinazione, ma dovevano
farlo nel più breve tempo possibile.
- Junpei…- disse Tomoki, l’amico si girò verso di lui- Se mai dovessi
morire, ricorda che sei stato un ottimo compagno d’avventura. – fine la frase con un’espressione seria, tanto da farlo sembrare
molto più grande della sua età.
Il padrone del tuono gli posò due mani sulle spalle: -
Vedrai che quello scapestrato di Takuya arriverà in tempo, portando con sé ovviamente la dolce Izumi!
Tomokisospirò,
di seguito i suoi occhi caddero sul plotone di Metalridermon
d’innanzi a loro. Avevano iniziato a sguainare le armi.
Era solo questione di minuti.
Kouji nello stesso momento si era
fermato ad osservare il sud.
Il fratello, senza poi tanti complimenti, aveva già intuito
il perché di quel gesto.
- Lei può digievolvere, ricordi?
Sono sicuro che saprà cavarsela. – gli disse, riferito chiaramente alla giovane
Miya.
Poi il padrone della luce si sporse verso Ovest. Junpei e Tomoki erano nei guai molto più di loro due. Fece un passo in avanti con l’intento
di raggiungerli, ma fu in quell’attimo che Kouichi lo bloccò: - Eccoli! –
esclamò a gran voce, mentre osservava Takuya ed Izumi mettersi sotto le torri dell’Est e prendere
posizione.
- Heeey! – vociò Takuya, sventolando in aria una mano, per farsi sentire.
- Era ora! – rispose Kouji,
anch’egli parlando ad alta voce.
Junpei si portò le mani ai lati
della bocca: - Takuyaaa! Che tu siamaledettooo!!! – strepitò furibondo, ma infondo fu
felice almeno per una volta di vederlo insieme ad Izumi.
Il Digiprescelto del fuoco portò
il pollice all’insù, e quello fu l’ok definitivo che
servi all’intero gruppo per far comprendere una cosa soltanto: dare il via alla
battaglia.
Alzarono in aria i D-scan, e tutti insieme, in un unico coro, dissero a gran voce:
-
DIGIEVOLUZIONE ANCIENT!!!
Una cascata di scintille scaturì dai Digivice
dei ragazzi. Una miriade di luci colorate dal bagliore inimmaginabile, avvolse
uno per uno ognuno di loro.
Bagnati da una spirale digitale di puro splendore, i loro
corpi iniziarono mutare e, quando la luce di quella mirabolante trasformazione
finì, comparvero loro, gli Ancient.
- ANCIENTGREYMON!!!
- ANCIENTGARURUMON!!!
- ANCIENTIRISMON!!!
- ANCIENTMEGATHERIUMON!!!
- ANCIENTBEETMON!!!
- ANCIENTSPHINXMON!!!
Le sei leggendarie creature Ancient,
imponenti come non mai, si apprestarono a sguainare le armi.
La battaglia era appena iniziata.
AncientGreymon sbaragliò con un
colpo solo una fila intera di Metalridermon, con uno
dei suoi attacchi: il Gaia Tornado.
AncientBeetmon non fu da meno, e
per proteggere la propria torre, sbaraglio il nemico con un
sussultante TerraBlaster.
AncientIrismon aprì le danze con
una magnifica e a dir poco sfavillante RainbowSymphony, mentre il possente AncientMegatheriumon
scaraventò sui nemici un GreatSnowplow
da paura.
Attaccarono all’unisono AncientGarurumon
ed AncientSphinxmon con, rispettivamente, SharpnessClaymore e DarkBlast.
Fu uno spettacolo unico vederli lottare. Ogni loro attacco
lo era.
Vortici infuocati, fendenti di luce, fasci arcobaleno, ed
ancora terremoti possenti, tempeste di neve e colpi di fasci oscuri… Questo e
molto altro ancora furono in grado di mostrare.
E per il nemico, naturalmente non
ci fu scampo. Caddero a terra uno dopo l’altro, ogni Metalridermonvenne sconfitto, e così da oltre 1000 creature, il
numerò calò a 100, poi a 10, e l’ultimo di loro finì per essere annientato da AncientGarurumon che, riponendo lo spadone, pose fine al
combattimento.
La landa era deserta, ogni nemico era stato annientato, ma
qualcosa a Takuya non quadrava.
Si guardò attorno con fare circoscritto,
dopodichè gli altri antichi guerrieri lo raggiunsero.
Riacquistarono uno ad uno le
proprie sembianze.
Tomoki si guardò le mani, incredulo.
– La forma Ancientè… è…
- E’ una forza! – continuò Junpei,
con lo sguardo brillante.
- Avete visto i miei attacchi? – commentò Izumi, con una voce estasiata, sognante.
- Sono uno spettacolo! – affermò Kouchi,
trovandosi anch’egli d’accordo.
Mentre il chiacchiericcio dei
quattro si faceva sempre più incalzante, Kouji notò
che in Takuya c’era qualcosa di strano. Se ne stava in silenzio, sembrava quasi attendere l’arrivo di
qualcosa.
- Che hai?
- Non te ne sei accorto?
Kouji si guardò intorno. – Non
vedo nulla di strano.
- Appunto. Non c’è nulla di strano, non
c’è… - fece una pausa, poi finì secco- nulla.
A quel punto l’amico afferrò il concetto.
- Troppo facile, dico bene?
- Già… se ripenso allo scontro con Lucemon,
questo qui mi fa un baffo. – Il padrone del fuoco storse il naso – Credo che sia meglio non abbassare la guardia.
Kouji si trovò d’accordo.
- Hey, maMiya?
– disse ad un tratto Izumi, mentre si guardava
attorno con fare confuso. – Perché non è qui?
- Non c’è più nessun Digimon nei
paraggi. Perché continua a restarsene a sud? –
commentò Junpei, come suo solito un po’ acido.
Guardarono verso il fondo, verso sud. Videro
la torre, ma non la ragazza che, con molta probabilità, si trovava alle
spalle del pinnacolo.
- Andiamo a controllare. – propose Kouji,
e fu il primo ad incamminarsi.
Giunti sul posto, si accorsero da subito che qualcosa non
andava.
Il luogo era deserto. Della bruna dagli occhi di ghiaccio
nemmeno l’ombra.
- Ma dov’è?! – esclamò Takuya, preso alla sprovvista.
- Miya! Miya!
– la chiamò Izumi, mettendosi le mani ai lati della
bocca per fare eco.
Junpei non poté fare a meno di
borbottare.
- Lo sapevo io che non c’era da
fidarsi di lei!
Poi ad un tratto fu Kouichi a fare
la scoperta.
- Guardate! – esclamò, puntando in alto il dito. Gli altri
lo seguirono con lo sguardo e… fu sgomento.
Si scorsero due puntini in alto nel cielo. Uno nero, l’altro
bianco.
Poi, quello nero calò improvvisamente giù, stava
precipitando.
Quando fu più vicino alla terra,
tutti si resero conto che in realtà quella che stava precipitando verso il
suolo era il corpo esamine di Ladydevimon.
- Ma che sta succedendo?! –
strepitò Tomoki in preda all’agitazione. - Dobbiamo
fare qualcosa, oppure si schianterà!
Izumi afferrò di corsa il Digivice. – Ci penso io! – affermò in
tutta fretta, ed infine urlando la fatidica frase, si trasformò nella
maestosa AncientIrismon. La creatura spiccò un salto
verso il cielo con uno sprint eccezionale. Dopotutto,
era pur sempre la padrona dei cieli, e nessuno poteva volare più in alto e più
veloce di lei.
Infatti, afferrò Ladydevimon che, in quello stesso istante riprese le
sembianze di Miya, e la riportò a terra sana e salva.
Gli altri non ebbero neppure il tempo di avvicinarsi a lei.
Una pioggia di ghiaccio li investì in pieno, e dal cielo venne giù qualcuno che
Takuya conosceva molto bene.
- Tu?! – tuonò il ragazzo, mentre si copriva il capo con le
mani.
Icedevimon, proprio lui.
Ancora lui.
Quando la pioggia cessò, il glaciale essere non perse tempo: scagliò uno dei suoi fasci congelanti in
direzione di Kouichi. Kouji
lo intercettò in tempo, e per proteggere il fratello, cercò
di fargli scudo col proprio corpo. Ci riuscì, ma…
Accadde ciò che nessuno mai si sarebbe aspettato.
Il ragazzo fu spinto per metri, e finì diritto nell’Abisso
delle anime perdute.
Takuya e gli altri restarono a
bocca aperta.
Kouichiscosse
il capo, poi improvvisamente cominciò a correre, sempre di più, sempre
più forte in direzione del precipizio. Junpei lo seguì
a ruota, e non appena il giovane Kimura fu così
abbastanza vicino dall’orlo del baratro, lo prese per
il braccio.
- Fermo! Sei impazzito?! – disse il
padrone del tuono, strattonandolo via da lì.
- Lasciami andare! Io devo…- riuscì
solamente a dire. La rabbia gli bloccò le parole in gola.
In quello stesso attimo, AncientIrismon
svanì, ed Izumi riprese le sue sembianze.
Se anche uno di loro mancava
all’appello, la Digievoluzione non era possibile.
Takuya dapprima rimase ad
osservare Kouichi che si dimenava disperato, urlando
il nome del fratello a singhiozzi, poi, con la rabbia che gli accecava lo
sguardo, diresse i suoi occhi in direzione di Icedevimon.
- Io…- disse, le mani gli tremavano, era sul punto di
urlare, e lo fece- Io ti distruggerò!!! – dichiarò con
quanto più fiato avesse in gola.
Dalla parte opposta, il bianco Digimon
scoppiò a ridere.
- E come pensi di riuscirci? Ora
sei solo un misero umano…! Tutti voi lo siete! –
spalancò le braccia, in segno di gloria, ed il suo corpo cominciò ad assorbire
potere da ognuna delle Sette Torri.
Da bianco, il corpo di Icedevimon si tinse di nero. E
poi, ad un tratto il suo corpo iniziò a mutare.
Un turbinio lo avvolse per intero, i Digiprescelti arretrarono per evitare di essere
travolti.
Il vortice si moltiplicò, triplicò, divenne enorme. Il cielo
si squarciò in due, la terra tremò violentemente, ma quando essa cessò di
farlo, quando il forte vento oscuro e quei fasci neri come la pece svanirono,
fece la sua entrata in scena il vero nemico di tutto lo scontro.
Rivestito da una lucente quanto impenetrabile armatura tinta
di nero con articolati decori dorati, aveva un lungo mantello dello stesso
colore, e tra le mani stringeva una lancia dalla punta acuminata e tagliente.
Takuya, Junpei,
Izumi, Tomoki e Kouichi lo guardarono dal basso verso l’alto.
Una creatura così, non l’avevano mai vista prima d’ora.
Cosa avrebbero potuto fare un gruppetto di comuni esseri
umani, senza effettuare nessun tipo di Digievoluzione?
Fu in quell’istante che Takuya, nel ricordare un flash back,
si rese conto con chi avevano a che fare.
- Quello… - disse dapprima, e stentava perfino lui a
crederci per davvero- quello è Darukumon!
Gli altri annichilirono.
Poi uno ad uno ricordarono anche loro di averlo già visto
nel castello di Ophanimon,
in una delle pagine di un libro che l’angelica creatura aveva loro mostrato.
- Questo è un problema. – commentò Tomoki,
ma in realtà non sapeva proprio cosa dire. Poi si corresse
da solo- Questo è un gran bel problema.
Fu in quell’istante che Miya, nel riprendere i sensi si rese conto della
situazione.
Pronunciò il nome della creatura per ben due volte: la prima
a voce bassa, poi prendendo coscienza di ciò, quel nome finì per urlarlo.
- Calmati Miya! – le fece Izumi, per tranquillizzarla. C’era però ben poco da fare.
La situazione sembrava essere più nera di una notte senza luna.
- E adesso? – disse il padrone del
ghiaccio.
Takuya deglutì. Per la prima volta
non sapeva come rispondere, cosa dire o fare.
Il destino di quei giovani umani sembrava oramai segnato.
Tuttavia, proprio davanti a loro, si
materializzarono i tre Digimon angelici, pronti a
dare un valido aiuto.
- Ophanimon, CherubimonSeraphimon…?! Cosa ci fate
qui?! – chiese Izumi,
sorpresa nel vederli.
- Siamo venuti per riportarvi indietro.
- Dobbiamo andarcene da qui.
- Useremo il teletrasporto! –
dissero i tre. – Coraggio, non abbiamo molto tempo! – affermarono, tuttavia
nessuno del gruppo si mostrò propenso ad andare con loro.
Fu Takuya a parlare per primo.
- Non possiamo. – fece, poi guardòKouichi – Noi non possiamo abbandonare un amico. –
dichiarò, riferendosi a Kouji, caduto nell’abisso qualche istante prima.
Izumi, Tomoki
e Junpei si guardarono reciprocamente.
- Nessuno di noi se ne andrà senza
di lui. – asserì la ragazza.
Ophanimon sembrò assumere un’espressione
che aveva il sapore della comprensione.
- Vi capisco – disse dapprima –
tuttavia, se si finisce nell’Abisso delle anime perdute non si può più uscire.
Kouichi, in preda
all’esasperazione non riuscì a trattenersi.
- Non può essere così! Io… troverò il mondo di tirarlo fuori da lì!
Izumi gli posò una mano sulla
spalla con estrema dolcezza.
- Ricordati che puoi contare su di noi.
- Già, vedrai che tutti insieme
riusciremo a salvare Kouji! – asserì Takuya. Gli occhi gli brillavano
intensamente, riuscì a stento a trattenere il pianto.
Distratti, il gruppetto non si accorse che Darukumon aveva completato la sua trasformazione, e stava
per puntare dritto su di loro.
In quel preciso istante, Seraphimon
fece appena in tempo ad avvisare gli altri del pericolo imminente.
Cherubimon e Ophanimon
si unirono al terzo angelo, sollevarono le mani in aria, e facendo appello a
tutta la loro forza riuscirono ad innalzare una potente
barriera attorno a loro.
Darukumon picchiò quella sorta di
cupola energetica con la punta della sua lancia, la terra sotto ai piedi dei Digiprescelti vibrò
pesantemente, Seraphimon strinse i denti, Cherubimon aumentò il suo potere per evitare che la
barriera cedesse.
- Non reggeremo a lungo. I nostri poteri messi insieme non
potranno mai contrastare i suoi. – dichiarò Cherubimon, con l’espressione del viso contratta. Si
vedeva chiaramente che non avrebbe retto per molto. Anche
gli altri due alleati si sentivano quasi cedere da un momento all’altro.
- Ma perché…?!Cosa
c’entra ora Darukumon? Io non ci capisco più niente!
– Izumi in preda all’ansia scosse forte il capo.
- Un attimo prima Icedevimon, e
poi… - Junepi proprio non se lo sapeva spiegare.– Questo significa che quella specie di
ghiacciolo ambulante era in realtà Darukumon?
Cherubimon annuì.
- Purtroppo – premise con una voce
afflitta- lo abbiamo scoperto solo ora.
- E’ per questo che siamo corsi
subito qui. Icedevimon ci ha forviati
facendoci credere che in realtà voleva distruggere le Sette Torri per riversare
l’abisso in tutta Digiworld, ma… - Seraphimon sospirò amaramente- le sue intenzioni erano ben
altre.
- Avevamo affidato a Miya entrambe
le chiavi gemelle, tuttavia Icedevimon deve averlo
capito, e approfittando della confusione, l’ha attaccata
per rubargliele.
Dopo la rivelazione di Ophanimon, la ragazza dagli occhi di ghiaccio sbatté un
pugno in terra. Con il capo rivolto verso terra, e le
palpebre serrate, riuscì a stento a trattenere le lacrime.
- Io… ho fallito. – fece. – E’ colpa mia se ora ci troviamo
in questa ridicola situazione.
- Non dire così, tu non potevi sapere che Icedevimon ti avrebbe attaccato. Non eri pronta per
riceverlo. – cercò di confortarla Tomoki.
Poi Junpei si chinò verso la
ragazza. Quest’ultima alzò lo sguardo.
- Adesso dirai che sono una strega,
non è così? – disse, quasi con sarcasmo. Ma la
risposta del giovane la spiazzò.
- Al contrario… Ti sei quasi fatta ammazzare pur di adempiere al tuo dovere. Sono felice di aver conosciuto una
persona che tiene quanto noi a questo mondo!– il padrone del tuono gli porse
una mano. Miya la squadrò, poi squadrò
lui ben in viso, e finalmente si fece aiutare da lui affinché la tirasse su.
- Un momento… - Takuya attirò
l’attenzione su di sé – Se lo spirit di Darukumon è rinchiuso nel Gate of
the Spirit, allora come…- il Digiprescelto
non riuscì a completare la frase. Cherubimon fugò
ogni suo dubbio.
- Icedevimon è riuscito a
liberarlo servendosi della tecnica dello scambio digitale. Ha sostituito lo spirit di Ninzokumon con quello
di Darukumon, per compiere il passaggio.
- E questo è stato possibile per un semplice motivo: dietro tutto ciò, fin dall’inizio c’è sempre stata la mano di Darukumon stesso a condurre il gioco.
I Digiprescelti rimasero
esterrefatti da quella rivelazione.
- Prima Lucemon, poi Icedevimon, e ora si scopre che in realtà era Darukomn stesso? Non ci posso credere! – asserì
Takuya per primo, seguitò a ruota Izumi.
- Ma come è possibile tutto ciò?
Come ha fatto lo spirit di Darukumon
a manovrare il tutto dall’esterno?
- Si è servito di un umano.
- Un umano?! – vociarono in coro i
ragazzi.
- Rinchiuso nel Gate, lo spirit di Darukumon è riuscito a
sintonizzarsi con una delle tante anime che vivono nel vostro mondo. Proprio
come successo a Kouichi, egli ha manovrato quella
persona affinché si muovesse come un burattino al posto suo.
Takuya deglutì a fatica. Ebbe
quasi paura a formulare la domanda.
- Quindi… questo significa che lì
dentro, in realtà si trova un essere umano?
La risposta fu una soltanto: un seccò
sì da parte dei guardiani.
- No, non ci posso credere… - Tomoki
scosse il capo – Uno di noi… un umano, magari ha la nostra stessa età. E’
assurdo!
- Ascoltate- disse a malapena Seraphimon, spezzando quell’attimo
– dovete mettervi in salvo! Dovete assolutamente abbandonare Digiworld! La cupola della barriera sta cedendo!
Si fermarono tutti ad osservare il tetto di quello scudo
digitale. C’erano delle grosse fenditure che via via
si andavano ampliando.
- Noi non ci muoveremo da qui! – asserì Takuya
tutto d’un tratto. E dopo un
primo momento, di stallo, anche i suoi compagni annuirono.
- Non vi lasceremo da soli! – fece Izumi.
- Non abbandoneremo Digiworld! –
proseguì Tomoki.
- Lo abbiamo promesso! – si accodò Junpei.
- Non dobbiamo fallire. – affermò flebile Miya, indebolita dallo scontro con Icedevimon.
- Non lascerò mai che mio fratello rimanga qui! – dichiarò Kouichi.
Ognuno di loro aveva espresso la sua volontà.
Salvare i Digimon, salvareDigiworld, salvare il loro
compagno d’avventura.
Già, KoujiMinamoto,
finito nell’abisso oscuro.
Ma dove si trovava lui di preciso?
Aprì gli occhi, dopo essere svenuto. Attorno a sé il buio
soltanto.
Cercò di usare le mani per toccare qualcosa, ma fu in quell’attimo che capì di trovarsi completamente sospeso a
mezz’aria.
Provò ad urlare, ma invano. Nessuno avrebbe mai potuto
sentire il suono della sua voce.
Da solo, isolato dal resto del mondo, si rannicchiò ed
iniziò a quel punto a pensare ai suoi amici, ai suoi
compagni di scuola, alla sua famiglia, suo padre, sua madre, suo fratello.
Attorniato dalle tenebre, pensò che non li avrebbe più
rivisti, e anche il suo cuore si sentì quasi imprigionare dal buio.
Ma proprio in quell’attimo,
dal nulla si manifestò una piccola sfera di luce davanti al suo viso.
Il ragazzo con il codino restò in silenzio a contemplarla.
Quel bagliore così vivo e caldo si rifletteva nei suoi occhi e lo scaldava.
E poi, in quel silenzio si levò una
voce.
- KoujiMinamoto
– disse, e sembrava provenire proprio da quel piccolo puntino scintillante.
- Chi sei? – domandò il ragazzo,
colto alla sprovvista perché quella cosa conosceva il suo nome.
- Un tempo vegliavoDigiworld insieme a mio fratello.
Kouji spalancò gli occhi. La
fronte del viso si contrasse.
- Raitsumon?!
- Anche tu a quanto pare sai il mio
nome. – disse serenamente la voce.
- Ma… tu… cosa ci fai qui?!
- Ho vagato a lungo per ritrovare mio
fratello, finché pur di ricongiungermi a lui, sono stato confinato qui
in basso dal potere di questo baratro. Ho atteso a lungo il giorno in cui
qualcuno sarebbe disceso dall’alto per portarmi via. Una persona dal cuore puro
come il tuo. E oggi quel giorno è arrivato.
- Non capisco… - fece il ragazzo, e scosse il capo.
- Apri le tue mani – gli chiese lo spirit
di Raitsumon. Dopodichè si avvicinò all’umano, ed
adagiandosi in un palmo, gli chiese poi di stringere
forte. – Adesso è giunta l’ora di rimettere ogni cosa a suo posto. Chiudi gli occhi, si parte!
La barriera innalzata dai tre Digimon
angelici si era infranta.
Adesso sia loro che i ragazzi non avevano
più protezione.
Darukumon si preparò a sferrare un
nuovo e possente colpo. Pur di proteggere gli umani, Seraphimon,
Opahnimon e Cherubimon si
schierarono d’innanzi a loro per fare da scudo.
Sarebbero di certo stati annientati se, in quel preciso
istante, un aiuto inaspettato non fosse intervenuto.
Un raggio di luce colpì al costato Darukumon.
Il gruppetto di Digiprescelti si voltò, e fu subito
ovazione.
Koujiera lì,
tra le mani stringeva una sfera luminosa. Seraphimon
fu il primo a riconoscere lo spirit di Raitsumon. Kouichi non perse
tempo: corse incontro al fratello, ed i due, proprio
come amici che non si vedono da anni, finirono con l’abbracciarsi.
Dopodichè i gemelli si riunirono al resto della banda.
Approfittando della situazione, mentre Darukumon
se ne stava a terra stordito dal colpo infertogli poc’anzi, Raitsumon si levò in
volo.
- Non abbiamo un minuto da perdere! – esclamò
– Dobbiamo intervenire subito!
Takuya non aveva dubbi: - Dicci
cosa dobbiamo fare per salvare Digiworld!
- Siamo nelle tue, sommo Raitsumon!
– asserì con estrema devozione Seraphimon.
- Prendetevi per mano, e formate un
cerchio intorno a me. – ordinò lo spirito del potente Digimon.
Uno ad uno, i sette Digiprescelti
si strinsero per mano formando così un solido recinto. – Chiudete gli occhi, ed
aprite i vostri cuori. Lasciate che la luce entri dentro ognuno
di voi. – Raitsumon iniziò a volteggiare intorno agli
umani. Prima piano, e poi sempre più veloce. Si creò un turbinio scintillante
che spinse i tre Digimon angelici ad indietreggiare.
Il vortice accrebbe, duplicò, si triplicò. Proprio come successo poc’anzi ad Icedevimon, nel
momento in cui la luce fu più intensa, i ragazzi ne vennero
avvolti, ma continuarono a tenere gli occhi chiusi, a mantenere la
concentrazione.
Quando il turbinio fu cessato, ecco
apparire dal nulla una creatura celestiale, simile in tutto e per tutto a Darukumon, solo con l’armatura di colori diversi, bianca e
lucente. Tra le mani anch’egli stringeva una lancia dalla punta
affilata.
E fu così, che dopo secoli, i due
gemelli poterono trovarsi l’uno d’innanzi allo sguardo all’altro.
Ripresosi dal colpo incassato in precedenza, la prima cosa
che fece Darukumon fu quella di passare rapidamente
al contrattacco. Si gettò a capofitto verso il gemello, aveva uno sguardo
perso, e questo suo fratello lo notò subito. Parò il colpo, lo respinse, ma
dopo quello ne seguì un altro, e poi un altro ancora.
Fu un susseguirsi di attacchi e schivate a suon di
pugni e colpi di lancia. Durante questa lotta Raitsumon fu scaraventato a terra più volte. La
potenza del gemello divenuto malvagio era sconfinata. Il portatore di luce si
sentì afferrare per il collo: gemette e si dimenò.
Trovò la forza per parlare: - Darukumon
– disse a stento, con la voce strozzata – devi riprendere il controllo di te
stesso, o finirai per annientare ciò che per anni abbiamo
sempre cercato di proteggere… Tu non puoi volere che Digiworld
venga distrutta! – dichiarò con tenacia. Però, Raitsumon sapeva che il gemello non lo avrebbe ascoltato. E conosceva anche il perché. Riuscì miracolosamente a
colpirlo nel ventre con un fascio di luce scaturito dalla mano.
Darukumon odiava dannatamente la
luce, perciò rimase stordito per un po’, quasi accecato da quel bagliore.
- Ascoltatemi Digiprescelti –
proferì il gemello della luce, parlando a quei sette ragazzi che risiedevano
ora nel suo corpo – Mio fratello agisce in base a ciò
che quel virus contratto decenni fa gli ordina di fare. Devo prima di tutto
debellarlo, altrimenti non riuscirà mai a tornare in sé. Per farlo, ho bisogno
del vostro aiuto!
- Noi siamo con te!
- Con pure sul nostro aiuto! – fecero in coro Takuya e Kouji.
Ma in quel preciso istante, Darukumon si scagliò ancora una volta all’attacco.
Raitsumon fece appena in tempo ad
evitare che una delle sette torri venisse rasa al
suolo dalla furia del gemello. Fermò la lancia con la sola forza delle mani, e
la respinse all’indietro.
Fu una sorta di braccio di ferro: Darukumon
da un lato cercava di buttare giù sia l’enorme pinnacolo sia il fastidioso
fratello. Raitsumon di fronte a lui faceva appello a
tutte le proprie forze per respingerlo. La fatica si faceva sentire, ma lui non
poteva mollare.
Poi si rivolse ancora ai ragazzi.
- Sono sufficientemente vicino aDarukumon. E’ giunto il momento, Digiprescelti!
Vi trasferirò nel suo corpo, da lì dovrete cercare il
virus ed annientarlo. Cercherò di resistere più che posso, ma fate presto! – Raitsumon strinse i denti, e fu in quel preciso momento che
facendo ricorso al suo immenso potere, scaraventò i
sette ragazzi all’interno di Darukumon.
Una volta dentro, il gruppetto si guardò intorno con aria
spaesata. Era buio, non si vedeva assolutamente, tuttavia una luce nelle loro
mani cominciò a brillare. Scaturiva dai D-scan.
- I nostri Digispirit ci stanno
invitando a Digievolvere! – dichiarò il padrone del
fuoco.
Kouji si fece avanti:
- E allora che cosa stiamo
aspettando? Coraggio! – sollevarono in alto le mani, e diedero il via alla
trasformazione Ancient, eccetto Miya,
che si trasformò in Ladydevimon.
AncientGarurumon rischiarò
l’ambiente con la forza del suo potere illuminante.
In questo modo i Digimon poterono
guadarsi intorno ed individuare il vero nemico da sconfiggere: il virus.
AncientGreymon fu il primo ad
avvicinarsi, tuttavia AncientBeetmon lo trattenne. –
C’è una barriera difensiva potentissima! Se la tocchi
per te sarà la fine!
AncientSphinxmon elaborò alla svelta un piano: - Io
appartengo all’oscurità, ed è questo il mio elemento. Se
provassi ad oltrepassare quella barriera e a disattivarla una volta dentro,
riuscireste ad entrare.
- Ma se ti sbagliassi? E’ troppo
rischioso! – disse AncientGarurumon. Non se la sentiva affatto di mandare il fratello a rischiare
la vita. – Elaboreremo un altro modo per disattivare lo scudo.
- E’ un rischio che dovrò correre. Non c’è tempo per trovare
altri sistemi. Devo intervenire adesso, devo farlo
subito! – la grossa sfinge nera si levò in volo grazie alle sue ali maestose, e
puntò dritta contro la barriera. A nulla servirono le grida di Kouji. AncientSphinxmon trapassò lo
scudo ritrovandosi così dall’altro lato. Lo disattivò colpendo una sorta di
nucleo digitale fluttuante che teneva in attività la transenna, con un doppio
di fasci di luce oscura.
In questo modo, il resto del gruppo poté finalmente avere
via libera.
Uno di fianco all’altro, senza sprecare altro tempo
prezioso, gli Ancientscaraventarono
i loro colpi migliori su quella massa informe dal colore verde brillante,
ovvero il virus.
Accadde un fattore inaspettato: tutti i colpi rimbalzarono
all’indietro creando una sorta di effetto boomerang
che ritornò dritto ai sette mittenti.
I Digimon furono investiti in
pieno dai loro stessi poteri, e caddero a terra distrutti.
AncientIrismon si sentiva le ali
paralizzate, AncientMegatheriumon si ritrovò stordito
a scuotere più volte il testone peloso, mentre il resto guaiva come un gruppo
di cuccioli appena nati.
- Ma che cosa è successo?! –
brontolò il padrone della luce, mentre si rialzava, a fatica, dal suolo.
- Deve esserci qualcosa che blocca gli attacchi… una sorta
di sistema difensivo che si innesta al momento di una
particolare situazione. – rifletté il custode del tuono. – Se
solo avessi più tempo a disposizione…
AncientGreymon colpì il suolo con
un pugno. – Maledizione! Perché non possiamo salvare questo mondo?! Perché?! – le urla riecheggiarono in tutto quello strano
universo oscuro.
A Takuya gli si strinse il cuore.
Lui e gli altri volevano salvare Digiworld, anche a
costo di rischiare la vita. Lo volevano davvero quei ragazzi.
E fu proprio quel forte desiderio a
far scattare il miracolo.
Dal nulla si materializzarono gli spirit
dei restanti quattro Ancient:
AncientVolcamon, AncientMermaimon, AncientTroiamon
ed AncientWisemon.
- Ma cosa…?! – parlottò
confusamente il padrone del fuoco. Tutti non riuscivano a credere ai loro
occhi.
- Per annientare il virus, occorre il potere di tutti i
guerrieri Ancient messi insieme. – proferì AncientWisemon. Di seguito, i quattro si avvicinarono al
resto del gruppo.
- Siete pronti? – chiese AncientTroiamon,
il cavallo di Troia del mondo digitale. Tutti annuirono.
- Utilizzeremo i nostri attacchi più potenti che
concentreremo al centro del nucleo. – spiegò la bellissima sirena AncientMermaimon.
L’irruente AncientVolcamon prese
la parola.
- Al mio tre. – antepose. Ed iniziò il conteggio. – Uno… due…-fece una pausa, aspettò
il momento adatto e poi finalmente pronunciò: - tre!!!
- OMEGA
BURST!!!
- ABSOLUTE ZERO!!!
- RAINBOW SYMPHONY!!!
- FREEZING BLIZZARD!!!
- CALAMITY THUNDER!!!
- NECRO ECLIPSE!!!
- SUPERNOVA!!!
- GREAT MAELSTROM!!!
- SURPRISE CANNON!!!
- LAPLACE’S DEMON!!!
- DARKNESS WAVE!!!
I dieci Ancient insieme all’aiuto
di Ladydevimon, scagliarono i loro attacchi con
quanto più potere avessero dentro. I colpi si fusero tra loro creando un
turbine di luce e speranza, fin quando…
Darukumon cadde al suolo. Sembrava
ora una bambola senz’anima.
I ragazzi a quel punto si ritrovarono fuori. Erano
completamenti esausti.
Ophanimon e gli altri due angeli
li soccorsero all’stante.
Takuya trovò la forza necessaria
per guardare i due gemelli.
Raitsumon, chino ai piedi di Darukumon gli sollevò il capo, chiamò il nome del gemello
finché quest’ultimo, debole ma finalmente cosciente
aprì gli occhi.
- Sei tu… fratello… - disse flebilmente.
- Adesso è tutto finito. – sorrise, Raitsumon,
afferrò la mano di Darukumon con gentilezza. - Ora
possiamo finalmente ricongiungerci. I nostri spirit
continueranno a vegliare su questa terra, e stavolta lo faremo insieme, io e
te, come un tempo. – la creatura della luce si voltò verso i ragazzi. – Grazie,
Digiprescelti. Grazie di tutto! – disse, e poi, lui e
il fratello divennero polvere scintillante che, nel
cadere al suolo, assunse la forma predestinata: quella delle due chiavi
gemelle.
Seraphimon le accolse dentro di sé
per conservarle come aveva sempre fatto.
Ophanimon e Cherubimon
aveva aiutato gli umani a rialzarsi da terra.
Senza dubbio ogni Digiprescelto aveva
gli occhi lucidi come quelli di uno specchio d’acqua cristallino.
Finalmente erano riusciti a salvare Digiworld.
Lo avevano fatto dopo mille peripezie, dopo tante avventure, battibecchi e
riappacificate. Ma lo avevano soprattutto fatto con il
cuore. E questo rendeva ognuno di loro un vero eroe.
Ma ad un certo punto, nel luogo
dello scontro videro una figura riversa a terra.
Doveva trattarsi senza dubbio di quell’umano
soggiogato dal potere di Darukumon.
Corsero in quel punto per soccorrerlo, ma quando Junpei e Takuya lo presero di
corpo per girarlo verso l’alto, fu subito sgomento.
- Ma quello è…- fece Izumi, incespicando.
- Ivan!? – dissero in coro i rispettivi padroni del fuoco e
del tuono.
- Non capisco…! – Izumi scosse il
capo.
Ci pensò Junpei a far quadrare
ogni cosa con una delle sue colorite risposte.
- Ecco perché era così odioso e prepotente!
La biondina trasalì.
- Quindi… lui era Icedevimon…
- Si è sempre preso gioco di noi e… di te. – le disse Takuya. – Se penso a quello che ci
ha fatto passare… - chiuse la mano a pugno. Per un attimo il pensiero di
sferrargli un pugno gli accarezzò la mente. Tuttavia
cercò di controllarsi.
- Adesso è svenuto. Quando si
risveglierà non ricorderà più nulla. – affermò Cherubimon.
E subito dopo Takuya aggiunse:
- Quindi lo dovremo anche riportare
a casa…? Che bella fregatura!
Junpei sospirò. – Visto che qui il
più grande e grosso sono io, mi sa che toccherà a me il lavoro sporco. –
sospirò ancora, poi lo raccolse dal suolo e se lo caricò sulle spalle.
A quel punto, era giunto il momento dei saluti. I tre angeli
teletrasportarono sia loro che
il gruppetto davanti al castello di Ophanimon.
I fiori, in quel prato brillavano ora di una luce nuova.
L’intera Digiworld, a partire dalle
piante e dal cielo, sembrava sorridere.
Da quello stesso prato sbucarono dopo tanto anche Bokomon e Neemon. I due esserini corsero incontro ai loro amati amici e li
abbracciarono tutti, uno per uno. Miya, ovviamente,
rifiutò declinando l’offerta.
- Ci siete riusciti ragazzi miei! – commentò Bokomon, con le lacrime già agli occhi.
- Già… siete stati bravi. – seguitò Neemon,
ma come suo solito aggiunse: - sì, ma a fare cosa?
Il compagno gli tirò uno scappellotto: - Hanno salvato Digiworld, Stupidmon!
Scoppiarono inevitabilmente tutti a ridere.
E poi, giunse l’ora dei saluti.
- Noi non sapremo mai come sdebitarci. La stessa Digiworld è in debito con voi. – disse Ophanimon,
e mentre lo faceva la voce le tremava. Era emozionata, come lo erano anche i
suoi compagni.
Poi Takuya e gli altri si
guardarono. Fu il primo a parlare, a fare da portabandiera.
- Siamo noi ad essere in debito con Digiworld.
Grazie a questa terra, siamo cresciuti dentro, abbiamo imparato ad amare e
rispettare ogni creatura, e questo ci rende orgogliosi di averlo fatto grazie a
tutti voi! – afferrò le mani di Ophanimon,
le strinse forte, cercò di trattenere il pianto, ma una lacrima riuscì a
scappargli.
I tre Digimon angelici aprirono un
passaggio che li avrebbe riportati nel loro mondo.
I Digipresceltiabbracciarono
ancora una volta i loro amici, dopodichè si prepararono a varcare la
soglia del portale.
- Ci rivedremo un giorno? – chiese Takuya.
- Se i vostri cuori lo vorranno,
allora sì! – rispose Ophanimon.
- Portate con voi il ricordo di Digiworld,
sempre! – aggiunse Seraphimon.
Il coniglio gigante, Cherubimon,
disse anche lui la sua: - Noi faremo altrettanto, ricordandoci di voi, del
vostro coraggio e della vostra bontà!
Bokomon a quel punto scoppiò in
lacrime. Neemon cercò di consolarlo come poteva, così
il Digimon bianco si soffiò il naso agguantando un
lembo dei suoi pantaloncini rossi.
Tra un saluto e l’altro, Kouji si
accorse di una cosa.
Miya, anziché restare dalla loro
parte, sostava al fianco di Ophanimon,
e quel gesto in un certo senso sembrava quasi voler dire che sarebbe restata lì
a Digiworld.
La ragazza si rese conto di essere osservata. Guardò dritto
negli occhi Kouji, e quest’ultimo,
nel momento di partire, le disse: - Non verrai con noi, vero?
Takuya e gli altri si girarono.
- Ma come? Resta qua? – disse con
stupore il padrone del fuoco.
- La mia casa è a Digiworld. C’è
molto da fare adesso, e questo posto ha bisogno del mio aiuto.
- Sei sicura? – le domandò Kouji,
ma tanto la risposta di Miya lui la sapeva già.
- Lo sai che non cambio idea tanto facilmente. – disse
semplicemente lei, ed il ragazzo rise a fior di labbra perché, per l’appunto,
si aspettava un simile responso.
Tutti i ragazzi lanciarono ancora un ultimo sguardo alla
loro Digiworld, prima di sparire definitivamente e far ritorno a casa.
**********
La campanella era appena suonata annunciando la fine delle
lezioni.
Gli studenti si apprestavano ad uscire
dalle loro classi, i corridoi erano gremiti di persone. Un andirivieni
generale. Davanti alle porte dell’istituto scolastico, un ragazzo alzò una mano
in segno di saluto. Dal capo opposto una figura longilinea femminile rispose a
quel cenno e lo raggiunse.
- Scusa per il ritardo… ho avuto un
contrattempo in classe! – si giustificò lei.
- Per un attimo non sono io quello ad arrivare sempre in
ritardo! – il giovane sorrise, dopodichè si caricò la
cartella sulle spalle. – Allora? Vogliamo andare signorina Izumi?
- Cos’è tutta questa gentilezza, eh? – la
biondina quasi storse il naso. – Di solito sei molto
più scortese, Takuya. - Quest’ultimo quasi si sentì in imbarazzo. Poi
inaspettatamente, fu Izumi stessa a salvare la
situazione: - Beh, che stiamo aspettando? Andiamo! – sorridendo, si misero in
strada.
A metà tragitto, Takuya richiamò Izumi con un “hey” sussurrato. Poi lui indicò qualcosa o,
per meglio dire qualcuno.
Ivan camminava insieme a dei ragazzi della sua stessa
scuola, ed anche se per poco, tra i due ci fu uno scambio di sguardi che durò forse un secondo. Poi Takuya
lo urtò accidentalmente.
- Scusami. – disse soltanto, anche se controvoglia, ma con Izumi al fianco non poteva fare altrimenti.
- Sta più attento ragazzino. – sbottò
secco il russo, con fare arrogante e presuntuoso. Poi andò via.
- Sembra veramente aver perso ogni ricordo. – commentò Izumi, quando lui ormai era lontano.
- Ma ha mantenuto quel suo
caratteraccio... – la corresse Takuya, storcendo le
labbra un po’ seccato.
Finalmente i due erano giunti a destinazione.
Una piccola aiuola racchiusa nel parco pubblico della città.
Un luogo tutt’altro che affollato, privo di rumori e
persone.
La biondina si chinò su quel pezzo di terra ricca di anemoni bianchi. Restò a contemplarli estasiata.
Poi ad un tratto senza voltarsi e continuando a mantenere lo
sguardo fisso sui fiori, disse semplicemente una parola: - Grazie!
Takuya arrossì, si grattò la
guancia e cercò di fare l’indifferente. – Non ho fatto proprio un bel niente.
- E invece sì. Soprattutto a Digiworld, hai sempre vegliato su di me, e te ne sono
grata!
- Ma dai…! - replicò il ragazzo,
sempre più in imbarazzo. Non sapeva cosa aggiungere, poi, senza riflettere
disse una cosa soltanto che lo fece in seguito pentire amaramente: - Le donne
si sa, sono deboli, quindi vanno sempre protette.
Izumi si alzò di scatto dal suolo.
Sperò di aver capito male. – Puoi ripetere, scusa?
- Ho detto che voi donne siete
deboli, non potete di certo competere con noi! – ecco, fu dopo queste parole,
che arrivò il pentimento di Takuya.
Proprio quando la giovane lo colpì in viso con il solito
ceffone. – Hey! – sbottò, toccandosi subito la guancia. – Ma che ti
prende?!
- Sei il solito maleducato!
- E tu un’isterica manesca!
Izumi stava per sferrargli un
secondo schiaffo, si preparò, caricò la mano ma poco prima che arrivasse a
sfiorare la guancia, Takuya la bloccò afferrandola
per il polso.
E fu solo allora che, senza pensarci neppure una volta, la baciò.
Per entrambi il tempo sembrò fermarsi. E
quel momento durò un’eternità.
Izumi sentì il bisogno di gettarsi
tra le braccia di Takuya. Lui le posò
una mano sopra il capo, poi sorridendo alzò gli occhi al cielo.
Solo più tardi, sopraggiunsero due
figure.
Una alta e piuttosto corpulenta,
l’altra media e snella.
Prima sventolarono una mano in segno di
saluto, poi si unirono alla dolce coppietta.
- Jupei, Tomoki!
– esclamò Izumi, accogliendoli con un sorriso.
- E gli altri due? – chiese Takuya poco dopo, perché il gruppo non era completo. Junpei non fece in tempo a rispondere. Arrivarono spediti,
correndo come furie perché in tremendo ritardo, i due.
- Ce ne avete messo di tempo! –
fece Takuya, così per scherzare.
- Colpa di Kouichi. – asserì
convinto Kouji, mentre riprendeva fiato.
Il gemello si sentì chiamato in causa.
- Mia? Guarda che con Kumiko
sei uscito tu, non io.
- Già, ma solo perché sei stato tu a dirle di portarmi a
spasso per la città! – appuntò Kouji con
indignazione.
- Beh, ci siamo tutti, no? – premise Takuya,
mettendosi le mani sui fianchi. Poi ne portò una in cielo –
Siete pronti Digiprescelti?
La risposta del gruppo fu corale: - Sì! – gridarono con
entusiasmo.
“Se
i vostri cuori lo vorranno”
E proprio come dichiarato da Ophanimon, loro lo volevano con il cuore.
- E allora… - disse Takuya, alzando gli occhi al cielo - Si parte!
E tutti in coro dichiararono a gran
voce:
- Digiworld, stiamo arrivando!
Fine
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Bene ragazzi… siamo proprio
giunti all’ora dei saluti…!
Premetto che ho un po’ le
lacrime agli occhi… Questa è la prima fanfiction a
capitoli che finisco, e a dire il vero quando ho cominciato non mi sarei mai aspettata di ricevere commenti favorevoli e
conoscere persone speciali come molti di voi.
Ok, la pianto qui, perché sennò piango per davvero!
I miei ringraziamenti vanno
a persone come Kaho_Chan
Justice Gundam
Elinashine
Francesca Akira 89
Doremichan
Che hanno seguito con passione questa storia, ma ce ne
sono tantissime altre. Grazie in particolare anche a tutti quelli che hanno
inserito la fic tra i preferiti, e grazie a tutte
quelle persone che con una pazienza immensa ed una gentilezza sconfinata, mi
hanno fatto capire che per loro questa storia era davvero molto importante, e
che dovevo continuarla.
E’ stato grazie a loro se ho
deciso una volta per tutte di affrontare la situazione
e portare a termine InsertCoin.
Beh, che altro posso dire?
Vi saluto affettuosamente, e
spero che un giorno torniate a seguire con lo stesso entusiasmo le mie storie
su Digimon!