M 0 N S T 3 R

di Ayumi Zombie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0.1 ~ Piccola ***
Capitolo 2: *** 02. Non ho visto niente!! ***



Capitolo 1
*** 0.1 ~ Piccola ***


Della serie ‘Aeris, devi morire’, ecco il secondo capitolo della saga della nostra sfortunata ragazza.
Qui potete trovare un’altra storia sulla sfortuna amorosa di Aeris, di cui questo è una sottospecie di sequel: Io non credo più all'amore.

M 0 N S T 3 R

Non ho mai avuto molta fortuna con i ragazzi, con le discoteche e con le cose simili.
Mai.
Il mio primo amore l’ho conosciuto sì in discoteca, ma ho scoperto che usava me per arrivare ad un’altra. E l’altra in questione era la barista della suddetta discoteca.
L’unico problema, è che la mia migliore amica e il gruppo che ho iniziato a frequentare da circa un anno va in discoteca ogni sabato sera. Ha persino l’abbonamento, avuto grazie a una conoscenza nell’ambiente.
- Sei sola?
Mi voltai. Un ragazzo piuttosto alto, dai capelli scuri e gli occhi di uno strano blu elettrico, che si vedevano persino nella penombra nel locale, si era seduto nello sgabello di fianco a me. Era vestito bene, con una camicia slacciata sul davanti, a parte un paio di bottoni, che metteva in risalto un fisico abbronzato e niente male. Nonostante al Seventh Heaven ci fosse il buio totale, a parte le luci stroboscopiche che davano quell’ambientazione caratteristica al locale, lui sembrava rilucere di una specie di splendore suo.
Strinsi tra le mani il bicchiere, che avevo fatto riempire di un cocktail il meno alcoolico possibile. – Sì. – mormorai. Di sicuro non mi aveva sentito, ma probabilmente aveva notato che avevo annuito.
I suoi denti bianchi si scoprono, in una specie di ghigno mascherato da sorriso affascinante.
Dopo l’abbaglio che mi sono presa con Cloud, ho iniziato a fidarmi di meno dei ragazzi.
Il mio cuore era sigillato, come se lui lo avesse divorato senza accorgersene, e ora il piccolo cuoricino, i suoi avanzi, cercassero di proteggersi.
Anzi, quello che era successo l’anno scorso, ancora mi bruciava dentro. Ogni volta che Tifa mi chiedeva se volessi qualcosa da bere, sentivo la gola e gli occhi che mi bruciavano, e provavo l’istinto di chiudermi nei bagni a piangere. Ma, in fondo, lì non avrei visto che ragazzi e ragazze che facevano tutte quelle cose che…
- Tutta sola? – rispose. non urlava particolarmente, ma si riusciva a sentire la sua voce chiara e limpida, al bel mezzo del casino.
- No, veramente sono con i miei amici. – cercai di dire con la voce più alta possibile. – Ma loro stanno ballando. – indicai dietro di me, con un cenno della testa.
- E perché non balli anche tu? – mi domandò. Sul suo volto perfetto, che mi era appena stato mostrato in ogni dettaglio da un raggio della luce intermittente, comparve un’espressione interrogativa che mi stupì. Sembrò un bambino, mentre assunse quell’espressione.
- Non ne ho tanta voglia. – ammisi.
- Preferisci bere?
Quelle due paroline mi sconvolsero. Bere? Era così che le persone mi vedevano? Come una ragazza con la treccia che beveva, in discoteca? - Beh… non sto bevendo. E’ che non ho voglia di ballare, punto. – E poi chi si credeva di essere, lui? Solo perché aveva un bel corpo e tutte le ragazze avrebbero pagato per stare con lui, non significava che anche io avrei accettato.
- Beh, in ogni caso io sono Zack Fair. Permettimi di offrirti questo giro di cocktail, dai! – sorrise di nuovo. Quei dannati denti bianchissimi, quel dannato sorriso!
Rimasi incantata a fissarlo per qualche istante, ma poi distaccai lo sguardo spostando gli occhi verdi da un’altra parte. Capitarono sul suo petto, illuminato per qualche secondo dalla solita luce invadente, facendomi arrossire. Sperai che il raggio verde fluo non avesse illuminato anche me.
- Io sono Aeris Gainsborough. – Dissi, a voce alta perché potesse sentirmi. – E se insisti tanto…
- Tifa? Un altro giro di vodka per me e un altro bicchiere di quello che sta bevendo per la signorina!

- No, aspetta, spiegami bene. – sillabò Yuffie. – Mi stai parlando di Zack Fair? Zack Fair ti ha offerto un cocktail?
Annuii. – Lo conosci?
Lei si appoggiò al banco nel quale ero seduta, di fronte al quale era in piedi, come per reggersi. – Mi stai dicendo che non conosci Zack Fair?
Sorrisi, tirando fuori il libro di biologia dalla mia Eastpack rosa. – Stupida, ti ho detto che ci ho parlato sabato sera.
Lei sollevò gli occhi al soffitto, come se fossi stupida. – No, tu non hai idea di chi sia, se ne parli così!
Sbattei le palpebre un paio di volte. Che accidenti voleva dire? Glielo chiesi, appoggiando il libro di sul piano.
Sospirò. – Sei proprio scema! – esclamò. – E’ il cugino di Rinoa.
Nella mia mente, mi balenò in mente una frase simile ad un “E allora?” mentre frugavo nell’astuccio alla ricerca dell’evidenziatore fucsia. Rinoa era popolare, e anche molto, visto che frequentava l’università proprio di fianco alla nostra scuola, ma non capivo la connessione tra lei e l’importanza di suo cugino.
- Devo sempre spiegarti tutto. – si sedette sopra il suo banco, quello a fianco al mio, e prese a parlare gesticolando animatamente. – Si è trasferito in città solo settimana scorsa, apposta per venire qui a scuola ad inizio anno. Adesso fa la quinta, è in classe con gente del calibro di Tidus. – Sentimmo la porta chiudersi. Era entrato il professor Highwind. Era uno scansafatiche, infatti ci faceva sempre fare esercizi in classe, invece di spiegare, ma quando si aveva bisogno di lui c’era. Quando lo vide Yuffie, corse a sedersi. - A proposito di lui, sai che piace a Yuna della 4a? Però lui non la fila nemmeno un po’. – Tirò fuori il materiale, mentre io evidenziavo alcuni paragrafi dell’argomento ‘Le cellule vegetali’ di biologia. Mi erano sempre piaciute, le piante, ma viste in modo così scientifico mi attiravano meno. - E fa il deejay al Seventh Heaven! E’ tra i più giovani che abbiamo mai messo le mani sulla consolle, sai? Me lo ha detto Tifa. In ogni caso, tornando a parlare di Fair…
- Kisaragi? Che ne dici di aprire il libro a pagina 42 e iniziare a svolgere gli esercizi sull’uso del ‘going to’?
Yuffie sobbalzò e fece silenzio per qualche istante. Poi tirò fuori il libro, lo aprì ad un punto qualsiasi e riprese a sussurrarmi. – E’ davvero carino, e pensa che Cissnei della sua classe gli ha già messo gli occhi addosso. Si è trasferito da Rinoa, e ci rimarrà per tutto l’anno scolastico perché i suoi genitori si sono separati e hanno fatto un casino.
I suoi genitori erano separati? Stranamente, questa notizia mi colpì. Sapevo che alcuni del mio gruppo erano risultati di alcune esperienze familiari poco felici, ma sapere che anche Zack lo fosse accese qualcosa, in me. In discoteca mi era solo sembrato un classico ragazzo ricco e senza problemi che ci provava con la prima che passava, e invece non era affatto così. Chissà quanto doveva avere sofferto.
Lei prese liberamente il mio libro d’inglese dalla mia cartella e cominciò a copiare un esercizio. Io avevo svolto tutto ciò che c’era da fare a casa, con l’aiuto di un amico di msn americano, un tale ‘Flurry Of Dancing Flames~LiMiTED EDiTiON:iN LOVE’, che avevo conosciuto su un forum di musica. Ascoltava un genere diverso dal mio (si dichiarava punk fino al midollo), ma a volte parlavamo in inglese del più e del meno. Lui si sentiva un po’ in colpa, perché sentiva un’attrazione fisica incredibile per un ragazzino molto più piccolo di lui, che tra l’altro nemmeno lo conosceva. Ma si incontravano ogni mattina sul bus, e questo lo distruggeva.
- E non so se l’hai visto bene, ma ha un successo incredibile con le ragazze. Dicono ne cambi una a settimana, sai?

Sapere quelle cose su Zack cambiò qualcosa, in me. Sì, ammetto che l’avevo visto solo come un ragazzo spaccone che sfrutta il suo bel corpo come preferisce, ma forse…
no. Ho sbagliato a giudicarlo dalle apparenze.

Ciao, piccola!
Ero in camera mia, sdraiata a pancia in giù sulle coperte di Diddl, quando il mio telefonino, che avevo appena messo in carica, vibrò.
Misi il segno al volume di New Moon che mi avevano regalato recentemente, poi presi in mano il cellulare. Non compariva il nome di chi me l’avesse scritto, ma un numero che non conoscevo.

Ehm ciao. . . ma ki 6?
Non avevo idea di chi potesse essere. Qualcuno che aveva confuso il mio numero per quello di qualcun altro?
Comeeeee? Non ti rikordi di me?? E sì ke l’altra sera ti ho offerto 2 giri di cocktail..
Zack?
Iniziammo a messaggiare. E sapere che uno così popolare avesse iniziato lui, con me, mi mandava su di giri. Parlammo di tutto, anche perché ero più che decisa a non fare cadere la discussione.
Non sarebbe stato come con Cloud.
E poi, mi aveva chiamata piccola.

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Capitolo 2
*** 02. Non ho visto niente!! ***


Non mi aspettavo due recensioni!
Ecco qui le risposte!
_tifaa_ non ti preoccupare. Basta che andrai avanti a leggere, e RIDERAI da quanto ti farà godere la sofferenza di quella fioraia.
the one winged angel non so se potrò esserti utile, perché ultimamente ho solo storie deprimenti per quella povera ragazza! Ma se ti picciono i finali tragici, accomodati pure, vai avanti a leggere!!

 

Quando iniziò a venire a cercarmi all’intervallo, per poco Yuffie non si prese un infarto.
Parlammo di lui tutto il pomeriggio.
- Credo che… – mormorai, prima di essere interrotta dalla solita cameriera bionda in pattini del Seventh-Heaven-Sunlight-Version. Nell’aria risuonava ‘Tik-Tok’, di Ke$ha, una canzone che andava abbastanza di moda. Sembrava quasi l’avesse scelta la cameriera, completamente vestita in rosa, per quanto sembrava sentirsi a proprio agio. I capelli biondo grano, lunghi, gli occhi azzurri e un volto perfetto. Probabilmente, nella scuola in cui andava, era molto popolare.
- Vi porto il solito? – ci sorrise, con in mano il blocchetto e la penna dei cuccioli Disney.
Yuffie annuì, poi la cameriera ci indica con la biro. – Per te Strawberry Sundae – indicò Yuffie - e per te Coppa crema di nocciole. Giusto?
Noi approvammo, e lei se ne andò slittando sui pattini che sembravano renderla tanto attraente ai tre ragazzi che sedevano al bancone. Però, come mi aveva fatto notare Yuffie, lei sembrava di ‘proprietà’ di quello seduto al centro, dai capelli neri con una pettinatura verso l’alto, ma non potevo vederne il viso: era di schiena. Però era vestito di nero e portava gli anfibi. Una specie di rockettaro?
- Zack mi sembra più un tipo da ragazze come quella, in effetti. – dissi, aspettando il mio gelato, e indicando con un cenno leggero della testa la cameriera. Stava chiacchierando con i tre ragazzi, anche se sembrava che quello in mezzo non proferisse parola, mentre si affaccendava con le creme per lo Strawberry Sundae di Yuffie.
- Infatti! Devi ritenerti o-no-ra-tis-si-ma! – esclamò la mia amica. In fatto di gossip e classifiche di popolarità della scuola sapeva tutto, al contrario di me.
Sorrisi. Lo ero, in effetti. Sapere che il ragazzo nuovo da cui tutte erano incuriosite mi aveva messo gli occhi addosso, mi… lusingava.
- Però, – continuò, - devi stare attenta.
Gettai uno sguardo alla cameriera, distrattamente. Era a metà della mia Coppa, ora, mentre uno dei tre ragazzi le dava consigli sulla disposizione delle nocciole.
- Che intendi? – le domandai senza neppure ascoltarla del tutto.
- Dicono che sia un po’ uno stronzo, con le ragazze. – disse Yuffie, con un’intonazione da ‘ti sto rivelando un enorme segreto’.
- Non dire stupidaggini! – esclamai, prendendo subito le sue difese. - E’ un ragazzo gentilissimo e dolce. E…
- Eccomi qua! Scusate se ho interrotto qualcosa. – esclamò la cameriera con un sorriso, appoggiando di fronte a ciascuna la propria ordinazione. – Spero che la Coppa sia di tuo gradimento! L’amico scemo di Nocty ha insistito perché disponessi le nocciole così. – ridacchiò. L’amico scemo di Nocty? Era il ragazzo dai capelli biondi lunghetti che sembrava aperto e simpatico? Ah, in fondo non importava.
Slittò via, dopo avere appoggiato il solito scontrino sul tavolino.
- Dicevi di Zack? – mi esortò Yuffie.
Eh? Ah, già, lo stavo difendendo. Quella ragazza, quei capelli biondi, quegli occhi azzurri e quella disinvoltura con i ragazzi. Ah, dannazione, mi ricordavano come non ero io! E mi distraeva! – Dicevo che io Zack lo conosco da più di un mese, ormai, mentre loro ne hanno solo sentito parlare! scommetto che non ci hanno nemmeno scambiato due parole, in realtà.
- Ehi! Solo perché tu hai avuto la fortuna di parlare con il Grande Fair e esci con il gruppo di Squall non vuol mica dire che sei diventata improvvisamente una figa. O forse sì?
Ridemmo insieme, mangiando il gelato.
Non sospettavo nulla, i gossip sono solo pettegolezzi. Tutti sanno che la metà delle cose che si sentono in giro non è vera. Ed ero sicura che le voci su Zack appartenessero alla metà di falsità.
Sicurissima.

Mi chiese di mettermi con lui con un sms. Quasi svenni: lo conoscevo da tre mesi ed ero cotta da due. Yuffie mi fece notare che era poco carino fare così, ma forse era solo timido!
Anche se dicendo ‘timido’ mi era tornato in mente Cloud e la sbandata colossale che mi ero presa con lui, e la colossale fregatura che ne conseguì. Ero stata male per un anno intero, praticamente, anche se non lo avevo dimostrato.
- Però ora stiamo insieme. – ridacchiai, camminando per il cortile della scuola, all’intervallo, con al mio fianco la mia inseparabile Yuffie. – ammetti di essere solo invidiosa!
Lei rise e disse che, al contrario, era contenta per me. Ma che era preoccupata, perché le voci su come Zack prendesse le ragazze e le buttasse nel cestino erano aumentate. Con questo era, ovviamente, aumentata la sua popolarità e il fascino che esercitava sulle povere studentesse, ma a me faceva solo ridere: Zack era dolcissimo! Salutai Yuffie, che sarebbe andata a comperare qualcosa alla caffetteria, mentre io sarei salita in classe.
- Non dire così, Cissnei. Sei carina. – conoscevo benissimo quella voce. E quel tono.
- Ah, davvero? E allora perché non mi fili nemmeno? – come… come osava parlare in quel modo a…
- Chi te lo dice, eh? – immaginai il sorrisetto che scopriva i suoi denti bianchissimi. Non… non poteva…
- Beh, stai con una ragazza.
Lo udii ridacchiare. – Chi, Aeris? E allora?
Fu a quel punto che capii che le voci erano vere… ma il mio cuore non voleva ancora crederci. Non poteva. Non poteva.
Non ci credette nemmeno quando vide Zack che tirava Cissnei con lui negli spogliatoi della palestra, la cui entrata stava proprio là accanto.
Quel sorrisetto che riservava a me, a cui ora rispondeva quello di un’altra ragazza, complice.
Ma non ci credetti.
Quindi andai in classe: quel giorno, avrebbe interrogato in storia. Stavo pensando di uscire volontaria, ma non ricordavo bene le date d’entrata dei barbari a Roma.

- Aaaah! Allora me lo vuoi dire o no? – esclamò indispettita Yuffie, non appena la professoressa Quistis uscì, chiamata dal preside.
Ridacchiai. – Che cosa dovrei dirti?
- Perché hai quella faccia soddisfatta e allegra! – specificò. Sapevamo che quando la prof usciva, ne approfittava anche per rimanere un po’ con gli altri, così ci mettemmo comode.
- Beh, Zack mi ha invitata a uscire – dissi, finalmente. La tenevo sulle spine da quando mi era arrivato il messaggio, ovvero durante la lezione precedente. Quel ‘ehi, ci vediamo al Seventh gg pome??’ mi aveva mandata su di giri.

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