Testy,
dove sei?
La storia di un uomo
che perse il suo testicolo preferito.
Era una calda giornata
d'estate ad Oakland, gli uccelli cinguettavano, i surfisti venivano
sbranati dagli squali e Tré gironzolava allegramente per
strada, scrutando il paesaggio a sé circostante con ottimismo.
Nulla lasciava presagire ciò che sarebbe accaduto in seguito.
Ore 10:36. Il ritrovamento.
La cosa più
brutta di Oakland era che le strade erano malridotte, soprattutto
quelle della periferia e in particolar modo dopo quell'alluvione che
aveva per di più causato parecchi danni alle abitazioni. Buche
enormi, delle dimensioni di un tavolino da caffè, deturpavano
l'asfalto e facevano sbandare macchine e motorini mandandoli fuori
strada. Ma a Tré non interessava, finché non gli
arrivavano addosso per lui non c'era di che preoccuparsi. E poi lui
stava andando a trovare Mike per uscire e farsi un giro nel centro,
quindi era ben concentrato sulla destinazione senza curarsi delle
buche che erano in agguato anche sul marciapiede.
Avrebbe dovuto fare più
attenzione? Cadere sarà stato un fatto positivo o negativo?
Fatto sta che cadde e si ritrovò con la faccia per terra e il
culo per aria. Un ragazzino passò con lo skate e lo derise.
Tré alzò la testa tastandosi il naso dolorosamente; per
fortuna non si era fatto niente. E qui il destino si prese gioco di
lui facendo cadere il suo sguardo in basso a sinistra: poco distante
un sassolino teneva fermo un pezzo di carte verde che stava per
volare via nel vento. Tré lo prese con una mano incuriosito e
ciò che vide lo fece sorridere di gioia. Aveva trovato un
centone dove nessuno l'avrebbe mai cercato. Si alzò tenendo il
suo tesoro con entrambe le mani e saltellando moderatamente fuggì
via col suo bottino, tutto contendo. Cadde in altre due buche strada
facendo, ma non se ne curò, lui aveva il suo centone
fortunato!
Ore 10:45. La perdita.
Ah! Il destino. La
sorte! Quant'è amara e crudele delle volte. Ti da tutto e poi
te lo leva facendoti stare peggio di prima. Tré poteva essere
più amareggiato? Non aveva più di che consolarsi,
oramai. Cadendo in un ennesima buca non vista, il suo bel pezzo da
cento gli volò dalle mani e si andò ad infilare in un
tombino. Adesso se ne stava sdraiato sulla strada a fissare il suo
centone tra le fessure di ferro di quest'ultimo, piangendo la perdita
del suo tesoro. La tristezza che emanava quell'uomo era
impressionante. Intanto un giovane punk originario del luogo si
avvicinava incuriosito al malcapitato che piagnucolava e ululava come
un cane bastonato. - Tré che hai perso? -. Tré alzò
lo sguardo e si rialzò velocemente abbracciando il nuovo
arrivato: - Billie! Sei qui! -. Con un braccio gli cinse le spalle e
si portò una mano al mento: - Muble, muble, adesso
dobbiamo trovare un modo per risolvere la situazione! -. Billie
strabuzzò gli occhi: - Di che parli? -. Tré andò
dietro di lui lo piegò a novanta gradi e Billie si fece
manipolare, ma con sospetto. - Tré che hai intenzione di fare?
-, disse ansioso. Tré si inginocchiò accanto a lui e
gli indicò i soldi che sguazzavano felici e persi nel guano
della fogna. Billie capì al volo e gesticolò con una
mano: - Aspetta, fammi pensare -. Rimase qualche secondo meditabondo
a fissare i soldi, immobile, senza dare segni di vita. Sembrava una
statua vivente, non si muoveva. Tré lo fissava altrettanto
immobile attendendo un verdetto con impazienza. Billie si rialzò
scuotendo il capo: - Adesso so -. Tré sorrise e aspettò
che Billie finisse la frase. Egli si voltò e guardando Tré
con la coda dell'occhio disse freddo: - Li hai persi -. Tré si
demoralizzò tantissimo e si attaccò supplichevole alle
sue gambe: - No, ti prego! Devi aiutarmi! -. Billie si scrollò
il disperato di dosso: - Mi spiace, ho altro da fare e non c'è
soluzione. Li hai persi. Buona giornata -. Billie lasciò Tré
con un palmo di naso, e il nostro eroe non poté fare altro che
mettersi di nuovo a carponi e aspettare un miracolo.
Il ragazzino sullo
skate ripassò varie volte, lo guardava e non diceva niente.
Ripassò almeno dieci o undici volte finché Tré
non si voltò adirato e sbottò: - Che hai da guardare!?
-. Il bambino si fermò in mezzo alla strada e disse: - Niente.
Che guardi nel tombino? -. Tré voltò la testa da un
altro lato: - Non sono affari che ti riguardano -. Il ragazzino gli
si fece accanto e vide i soldi lì sotto. Rise e tornò
al suo skate: - Prova a prenderli con la catena che hai attaccata ai
pantaloni! -. Tré non fece neppure in tempo a ringraziare che
il bambino era già andato via. Adesso aveva una soluzione!
Ore 11:13. Il negozio di biciclette.
Tré era talmente
felice che si era dimenticato persino di andare da Mike. Era andato
in città allegramente con i suoi soldini ben tenuti in
tasca. Voleva comprarsi un paio di dadi di peluches per la sua
batteria, o una scorta di marijuana, oppure un telecomando di quelli
che non si rompono quando cadono, o tutte e tre le cose! Ma una
vetrina imprevista attirò la sua attenzione: un negozio di
biciclette promuoveva un monociclo di ferro e titanio a soli
novantanove dollari. Gli occhi di Tré si illuminarono di
gioia! Che bello, un monociclo! Lo voleva a tutti i costi; pensò
a quanto sarebbero rimasti di stucco gli amici nel vedere un mezzo
simile, dopotutto sembrava facile da guidare. Così entrò
ottimista nel negozio e andò di filato al bancone. Il
negoziante era dietro di esso ma girato di spalle. Sembrava giovane.
Tré lo chiamò: - Erhmm, scusi? -. Il tizio si voltò
e inarcò le sopracciglia nel vedere il suo cliente. - Ah, sei
tu -. Tré si accigliò perplesso: - Come scusi? Ci
conosciamo? -. Il negoziante ridacchiò e disse alquanto
adirato: - Non mi conosci? Mi chiamo John Kiffmeyer -. Tré
fece la faccia da fesso e rimase imbambolato senza sapere che cazzo
dire per risolvere quella scomoda situazione. - Salve! -, disse
semplicemente. L'altro mugolò insoddisfatto e sbottò: -
Che vuoi? -. Tré scosse il capo tornando al mondo dei vivi: -
Vorrei il monociclo che avete in vetrina a novantanove dollari! -.
John ridacchiò: - Ne siete sicuro? È un mezzo difficile
da portare! -. Tré si ammusolì come un bambino: - Lo
voglio lo stesso -. Il proprietario del negozio non poté fare
altro che prenderglielo e ficcarlo in una scatola. Glielo mise
davanti e disse: - Sono novantanove dollari -. Tré gli sbatté
sul bancone i cento dollari e come di dovere ebbe un dollari di
resto.
Ore 11:30. La morte va in monociclo.
- Guarda Mike! Che
figata, eh? -. Mike guardava il monociclo con sufficienza e facendo
spallucce disse: - Niente male -. Tré era entusiasta: - Ma
come niente male?? è una cosa allucinante! -. Nel frattempo
arrivò anche Billie: - Hey Mike -, salutò. - Hey Bill
-, rispose Mike. - Che fate? -, chiese Billie. - Guarda il mio
monociclo!! -, intervenne Tré. Billie lo guardò con
sufficienza e facendo anch'egli spallucce disse: - Niente male -. Tré
scosse il capo: - Ma come “niente male” ragazzi?!? Solo
io riesco a vedere la straordinaria bellezza di questo mezzo di
trasporto pagliaccesco? -. Billie e Mike si guardarono entrambi in
faccia e dissero all'unisono: - Sarà... -. Tré ringhiò:
- Uomini di poca fede! Vi faccio vedere io com'è andare in
monociclo. Mi faccio il giro del quartiere e poi torno qui -. on
sguardo solenne si mise il casco. Mike gli si avvicinò e gli
mise una mano sulla spalla – Ma sei sicuro di volerlo fare? -.
Billie proseguì: - È pericoloso -. Tré prese il
suo monociclo e lo sollevò: - Macché pericoloso! Adesso
mi vado a fare un giro. -. Tré montò goffamente e dopo
pochi tentativi riuscì a rimanere in equilibrio. Scese dal
marciapiede e fece pochi metri sotto lo sguardo vigile e attento di
Mike e Billie. Mike passò a Billie dieci dollari: - Dieci che
non arriva alla casa dei Johnson -. Billie lo prese e mostrò
una da venti: - Io ne scommetto venti che cade prima di arrivare a
quella dei White -. Mike ghignò malizioso e Billie fece lo
stesso, intanto Tré cercava di non cadere e andava lentamente
avanti lungo la strada. Ancora una volta una buca del cazzo mise fine
alla sua felicità, e cadde miseramente sbattendo il pacco
contro il sellino del monociclo. Si accasciò al suono e
cominciò ad urlare dolorante mentre Mike e Billie se la
ridevano. Tré si era davvero fatto male, ma loro due non se ne
curavano credendo che scherzasse. Gli andarono in contro ridendo e
Mike gli disse: - Te l'avevamo detto che era pericoloso! Ahah! -. Tré
continuava a piangere, stavolta lacrimava per davvero. Billie
cominciò a preoccuparsi e Mike più di lui. - Tré
smettila di scherzare -, disse Mike. Tré si tolse le mani dai
gioielli di famiglia mostrando una chiazza di sangue che gli
macchiava il jeans proprio in quel luogo. - Oh porca puttana! -,
esclamò Billie.
Ore 12:04. L'ospedale:
sala d'attesa.
La barella scorreva
veloce giù dall'ambulanza con Tré sopra che ancora si
teneva le palle dal dolore. Mike e Billie erano nella sala d'attesa
del pronto soccorso e aspettavano un esito dai medici. Un uomo in
camice bianco uscì dalla porta scorrevole dopo pochi minuti e
urlò: - I parenti di Wright! -. Billie e Mike si precipitarono
lì davanti e chiesero: - Allora? Che è successo? -. Il
medico abbassò lo sguardo sulla cartelletta che aveva in mano:
- Il vostro amico ha avuto uno schiacciamento testicolare molto
grave, bisognerà amputare -. Mike sgranò gli occhi: -
Tutt'e due? -. Il medico fece un risolino: - No, solo uno per fortuna
-. Billie guardò Mike con finto sollievo e fece l'occhiolino:
- Ah, meno male! -. Il medico annuì e tornò dentro
senza dire altro. Billie e Mike si guardarono in faccia e scoppiarono
a ridere, suscitando la curiosità e lo sconcerto delle
infermiere e degli indigenti che stavano lì nella sala
d'aspetto. Mike rideva con le lacrime e Billie si teneva la pancia: -
Com'è che l'ha chiamato? Schiacciamento testicolare?
Buhuhahaha -. Mike gli mise una mano sula spalla e rise: - Come
quello che Samantha fa a te! -. Billie smise di colpo di ridere: -
Come prego? -. Mike rideva ancora: - Si, Samantha! Dai, centoventi
chili di morbidezza che si scontrano contro i tuoi gioielli! Ancora
ci chiediamo come cazzo hai fatto far entrare in una Honda Civic il
suddetto pachiderma -. Billie si fece viola: - Guarda che lei è
bella dentro! -. Mike si fermò illuminato; cominciò a
sputacchiare dal troppo ridere e si tenne alla camicia di Billie per
non cadere: - Dentro è bella come un Mc Donalds: perché
l'ha mangiato! Ahahahaha, dici che è bella dentro?
Allora rivoltala! Ahahahaha!!! -. Billie lo prese per il collo: -
Adesso basta -. Mike fece un gridolino strozzato e scappò via
inseguito da Billie furibondo.
Ore 12:04. L'ospedale:
visita medica.
Tré era mezzo
vivo e mezzo morto su un lettino d'ospedale e aspettava dolorante il
medico che doveva visitarlo. Non riusciva ad alzare neppure la testa
ed il suo campo visivo comprendeva solo il soffitto ed una pedata
nera stampata su di esso, che diede il via ad un suo monologo
interiore su come cavolo avessero fatto a dare una pedata sul
soffitto. Un rumore di porta che si chiude lo fece trasalire e nel
suo campo visivo ora c'era anche una bella gnocca: - Salve, sono la
dottoressa White -. Tré già sbavava mentre la
dottoressa lo visitava tastandogli i testicoli: - C'è una
torsione testicolare complicata, aspettami qua, torno subito -. Tré
annuì felicemente e si lasciò andare felicemente a
quella sensazione di sollievo che poteva esprimere solo in modo
dialettale come palle all'aria. Un secondo rumore lo fece
tornare in sé più eccitato che mai. Ma quello davanti a
lui non era la dottoressa White: - Sono il dottor Christopher,
vediamo che è successo qui -. Tré mugolò
qualcosa contrariato. Il dottore continuò a tastargli i
gioielli e disse: - C'è una torsione testicolare grave -. Tré
sbuffò spazientito: - Lo sapevamo già -. Il dottore si
tolse il guanto e disse: - Non si può fare altro che amputare
-. Tré sbarrò gli occhi: - Come amputare? Mi
volete tagliare le palle? -. Il medico non sapeva che dire: - Beh,
solo una. Quella interessata -. Tré volò giù dal
lettino e cominciò a correre lungo il corridoio a gambe
larghe, lamentandosi a scatti del dolore provocatogli dal testicolo
strizzato. Ma prima che potesse raggiungere l'esterno lo presero e lo
riportarono dentro.
Ore 17:31. La visita di
cortesia.
- Tré come va?
-, chiese Mike preoccupato. Tré era disperato: - Vogliono
tagliarmi un coglione -. Billie era accanto a Mike e scosse il capo:
- Eh, Tré, non ci voleva proprio -. Tré guardò
gli amici ed in particolare Mike: - Mike, come ti sei fatto
quell'occhio nero? Stamattina non ce l'avevi! -. Il ragazzo guardò
Billie preoccupatissimo e disse: - Sono caduto -. Billie gli cinse le
spalle con un braccio e ripeté sicuro: - Sì, è
caduto. Proprio caduto -. Tré non ci credette neppure per un
secondo, ma fece finta di nulla. - Domani mi opereranno, ragazzi, mi
porteranno via uno dei miei coglioncini -. Billie gli mise una mano
sulla spalla e gli disse rassicurante: - Almeno potrai dire che ne
hai una che funziona il doppio! -. Tré rise e disse: - Ma le
mie tesorine lavorano già ciascuno per tre! -. Un infermiera
si fece avanti dal corridoio: - L'orario delle visite è finito
-, asserì, e se ne andò. Mike fece un cenno a Billie,
che disse: - Noi andiamo Tré, ti verremo a trovare domani -.
Tré annuì fiducioso: - D'accordo, allora a domani... -.
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