Antieroe a giorni alterni.

di Eva92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** inesistente. ***
Capitolo 2: *** pozione polisucco ***
Capitolo 3: *** Coma e colazione ***



Capitolo 1
*** inesistente. ***


Incolla qui il testo.

PROLOGO

Essere della famiglia Potter, farne parte, vivere con le leggende ti rendeva consapevole di cose che gli altri non si sarebbero aspettati. Cose che nessuno si soffermava ad osservare.

Tutti credevano che la famiglia fosse perfetta, immacolata e assolutamente in pace, insomma per logica non poteva non essere così, dal momento che vantava come capofamiglia Harry Potter, l’eroe che decenni prima  salvò dalla probabile sconfitta il mondo magico e quello babbano.

Ma nessuno si rendeva conto di che eroe fosse mio padre, o anche zio Ron o zia Herm. Non erano veri eroi, o comunque non seguivano le regole che l’aggettivo portava legate a sé.

Mio padre non era saggio, astuto, con una grande forza fisica, e nemmeno troppo altruista. Era anche talmente cocciuto da dar fastidio.

Allora perché tutti lo consideravano l’eroe?

 

Cap 1

Il mantello di papà mi copriva le spalle, non per nascondermi da qualcuno, ma semplicemente per il freddo che ormai avvolgeva il castello, nonostante fosse ancora metà ottobre.

I miei occhi scorrevano veloci nel grosso tomo di pozioni, estrapolando quei concetti astrusi che io personalmente odiavo. Fare una torta al cioccolato e fare il concentrato di Vita Luminosa, pozione che avevo appunto quasi finito di analizzare, era la stessa cosa!

-Lily, cavolo… ne hai ancoooora per tanto?- uno sbadiglio alterò la frase di mio cugino facendomi sorridere, anche se in effetti non aveva tutti i torti! Eravamo chiusi da talmente tanto tempo lì che Madama Foster aveva persino chiuso la biblioteca, ignara del fatto che io e Hugo fossimo nascosti sotto il mantello aspettando che si allontanasse. Da allora però erano passate ore, gli occhi mi dolevano a causa della luce che usciva dalla bacchetta,  che non era l’ideale per fare un tema di trasfigurazioni e una ricerca di pozioni.

Mi mancavano solo poche righe, così barai un poco ingrandendo molto la mia scrittura, facendola risultare tonda e spaziosa.

Dopo poco guardai sorridente e soddisfatta Hugo. Era intento a leggere un vecchio romanzo gabbano di cui non ricordavo il nome. Gli occhi castani fissi sul tomo, sembrava molto simile  in quel momento a sua sorella Rose. Mi schiarì la voce per attirare la sua attenzione.

-Hai finito.- non era una domanda. Si alzò da terra prendendo il libro che stava leggendo, e dopo essersi stiracchiato mi aiutò a riordinare il tavolo, che era diventato un campo di battaglia.

-Non capisco perché non abbia fatto come al solito: facevi un bel sorrisino a Lumacorno dicendogli che non avevi proprio capito l’argomento, così ci avrebbe fatto una lezione di ripasso, lasciandoci un po’ in pace.- Certo che per essere un prefetto aveva della idee…

-Hei non mi va di essere sfruttata da chi non ha voglia di far nulla… e poi quella scusa l’ho già usata altra tre volte.- che credeva che non ci avevo pensato già da sola?

Piegai perfettamente il mantello di papà, e ci incamminammo all’uscita per andare finalmente a sgranocchiare qualcosa nelle cucine, sapendo che gli elfi non avrebbero abuto nulla da ridire, anzi per loro dar da mangiare ai figli di harry potter e ron weasly pareva fosse un evento!

I corridoi erano bui e silenziosi, diversi da come erano durante il giorno, tanto che avrei potuto scambiare la nostra scuola per un vecchio castello in disuso, proprio come quello che vedevano i babbani ogni volta che si avvicinavano alla zona.

-Ti immagini come deve essere stato per i nostri genitori passare in questi corridoi e avere paura di girare l’angolo, col rischio di trovarsi dissennatori o mangiamorte davanti? Mi sembra impossibile che Hogwarts sia stata anche per un giorni teatro della battaglia in cui morì Silente.- il suo ragionamento filava come l’olio. La nuove generazioni avevano trovato Hogwarts indebolita certo, ma sicura e rassicurante, come lo era stata prima della nascita di Lord Voldemort. Per noi era difficile non immaginarla come la nostra seconda casa.

-Già… l’hanno davvero difesa con i denti.- mi sentivo sempre un po’ a disagio nel parlare della gesta del trio magico, nonostante conoscessi tutte le loro prodezze a menadito. Insomma prima di tutto perché tutti mi guardavano con occhi sognanti, quasi avessero Harry Potter davanti e non Lilia Potter, e poi anche perché mio padre a 16 anni si era già scontrato con Voldemort varie volte, mentre io tremavo per una prova  di pozioni.

Hugo mi liberò da quei pensieri girandosi di colpo, spaventandomi, e spingendomi a fare altrettanto.

Quando vidi le due sagome che si avvicinavano silenziose verso di noi realizzai che non avevamo il tempo di nasconderci sotto il mantello, ma potevamo solo aspettare che i due professori, o se eravamo fortunati i prefetti o caposcuola, ci mandassero nel piano di su con una bella ramanzina.

-Lilian Potter e Hugo Weasly… quale onore trovarvi nel pieno della notte a girovagare per i corridoi!- ecco… non c’è mai fine al peggio.

Scorpiu Malfoy e Shein Nott avanzavano verso di noi con il solito passo languido e elegante, che contraddistingueva metà casa Serpeverde.

Si piantarono di fronte a noi, Malfoy che fronteggiava Hugo co una sigaretta tra l’indice e il pollice, Shein che stava elegantemente a guardarmi, senza intenzioni veramente bellicose nello sguardo.

 -non è ora di portare a spasso i cagnolini Weasly, portala pure nel suo dormitorio , tu puoi anche essere un prefetto, ma lei non è altro che una bambina petulante.- non poteva dirci solo di andare a letto? No, doveva anche offendermi. Lo guardai sprezzante, fissando i suoi odiosi occhi grigio verde, che riuscivano a tener testa al mio assassino.

-Poveretto Nott, non ti invidio per la compagnia riprovevole che sei costretto a portarti dietro. Deve essere difficile trascinarsi un ego talmente montato, e tra l’altro senza dei veri motivi, dato che si parla di Scorpius Malfoy.- lui alterò un poco il sorriso, o ghigno, sentendosi colpito proprio in quell’ego smisurato.

-Potter modera il linguaggio. 15 punti in meno per i grifondoro per avervi trovato a quest’ora in giro, e altri 20 per le offese che ho appena subito, che mi hanno davvero colpito al cuore!- sorrise compiaciuto, mentre stavolta fui io a incrinare il mio ghigno. Cavolo 35 punti in due soli minuti.

Se Grifondoro fosse scesa fino ai numeri negativi probabilmente la colpa sarebbe stata di Malfoy.

-Brutto…- Hugo mi tappò la bocca intuendo che avrei offeso tutta la sua casata di “nobili” mangiamorte.

-Bene, dal momento che non abbiamo altro da dirci io e Lilian togliamo il disturbo…- superammo i due prima di fermarci.

-E Malfoy, venti punti in meno per la sigaretta… buonanotte.- e bravo il mio Hugo! Non era prefetto per niente allora!

Sentì Malfoy borbottare qualcosa, ma il mio unico pensiero era sgraffignare la scorta di cioccorane di Rose.

 

 

-35 punti?- Rose mi guardò Allibita e arrabbiata con i suoi grandi occhi azzurri. Mi vergognai solo allora di quello che avevamo fatto. Rose oltre che caposcuola dei grifondoro era una delle poche che con la sua bravura e il suo impegno riusciva a incrementare il punteggio dei grifoni a ogni lezione.

-Mi dispiace Rosie, ma lo sai che quell’idiota riesce sempre a far venir fuori il mio lato peggiore. Anche tu se fossi stata al mio posto non saresti riuscita a resistere!- sapevo di dire una stupidaggine. Rosie era troppo assennata per cadere nelle trame di Malfoy, l’avrebbe lasciato parlare, e senza degnarlo di uno sguardo l’avrebbe superato, non abbassandosi nemmeno al suo livello. Ma… bhè , aveva preso da sua madre, mentre io combaciavo perfettamente con mio padre…

-Non è possibile che ogni volta che lo vedi devi farci togliere decine di punti, e nemmeno comportarti in un modo tanto incosciente, pensa se vi vedesse la McGranitt a duellare nei corridoi come spesso fate…- Sbuffò spazientita, non dando ascolto nemmeno alle mie scuse che ormai aveva sentito troppe volte.

-Ti ricordi quando ti ho detto che quest’anno non ti avrei fatto nessuna ricerca?- annuì.

Certo che melo ricordavo, avevo dovuto “finalmente” mettere il sedere nella sedia e studiare storia della magia e babbanologia, per non parlare di astronomia…

-Bene, se mi prometti che per due mesi riuscirai a resistere alle frecciatine di quella serpe giuro che, non solo ti farò i compiti di Babbanologia, Astronomia e storia della magia, ma ti darò anche una mano a colmare le tue lacune in Pozioni. Lui per te deve essere inesistente!-

-inesistente…-Non ci pensai su nemmeno pochi secondi, le strinsi la mano che mi tendeva, con un sorriso a trentadue denti. Insomma che ci voleva a ignorare uno stupido biondastro da strapazzo?

 

Passò velocemente una settimana, in cui la pioggia fece capolino a Hogwarts.

Cominciammo anche gli agognati allenamenti di Quidditch in vista della gara contro le serpi la settimana dopo. Passai come ogni anno le selezioni, riuscendo a difendere il mio posto di battitore, sorprendendo i palestrati che si erano presentati. Non avevano assolutamente avuto scampo, zio Gorge mi aveva dato lezioni dall’età di due anni, ormai ero una giocatrice professionista, e anzi non mi sarebbe dispiaciuto ricevere un ingaggio della Stregone della Norvegia, in assoluto la squadra femminile più forte.

Proprio quel giorno avevamo gli allenamenti, o comunque avremmo dovuto averli.

Quando io e Hugo scendemmo al campo vidi tutta la squadra raggruppata e intenta a sbraitare contro i serpeverde, anche loro in divisa e scopa.

-Che diamine! Ci mancava solo che quei deficienti venissero a rompere!- hugo era letteralmente furioso… come ogni membro della famiglia Weasley amava il quidditch, spesso risultava anche più fissato di me.

Amelia Baston Fronteggiava mio fratello Albus, che nonostante fosse un Potter spiccava come Caposcuola Serpeverde e Capitano della loro squadra di Quidditch.

Si urlavano a vicenda insulti, e poco mancava che il litigio non sfociasse in un duello magico.

-Ma che diavolo succede?!- alla mia esclamazione molte testa si girarono, i grifoni ci salutarono calorosi, probabilmente conoscendo sia il mio carattere battagliero sia l’autorità che Hugo emanava da ogni poro. Nuove bocche quindi sbraitassero contro le serpi.

-Che vuoi che succeda Potter!? Voi imbecilli non riuscite nemmeno a rispettare le date nel calendario e pretendete di occupare il campo senza averlo prenotato!- Malfoy mi guardò sprezzante dall’alto in basso, spettinandosi i capelli con quel gesto che mi ricordava tanto James.

Lo ignorai platealmente, chiedendo spiegazioni a Logan Seamus, che mi disse le stesse cose attaccando però i Serpeverde.

Naturalmente lui non accettò l’affronto e si piazzò di fronte a me con sguardo bellicoso.

-Che hai Potter? Sei pure sorda?- rise ghignando ricevendo solo unn’occhiata fredda da parte mia. Presi la scopa e mi avviai verso la Baston per ascoltare meglio il battibecco. Sentì però un amano fredda che mi prendeva all’ultimo momento per la divisa, impedendomi di continuare.

-Potter tu non mi ignori, hai capito?!- nonostante le parole forti il suo sguardo freddo non pareva particolarmente acceso, ma in fondo, quando gli occhi di Scorpius Malfoy erano stati vivi?

-Mollami.- ci guardammo fisso, poi lui decise di lasciare la presa, e senza aggiungere altro ridacchiò soddisfatto.

Non gli chiesi nemmeno il motivo di quella risata, decisi di tornare direttamente ai dormitori, sapendo che in quella giornata non ci sarebbero sicuramente stati allenamenti.

AAAAllooora... questa è la prima ff su Harry Potter che scrivo, come avrete già notato è una Lily/Scorpius, coppia che personalmente amo molto, quanto quella tra Draco e Hermione.  Spero che la troviate carina... aspetto con ansia commenti e consigli!

P.S: avrete sicuramente notato un pò di discordanze nelle età dei protagonisti, ho deciso di ambientare la storia durante il sesto anno di Lily, Hugo e Scorpiu, Albus e Rose sono al settimo, mentre James ha terminato l'anno prima la scuola. ho trovato queste età più semplici per lo svolgimento della trama...

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Capitolo 2
*** pozione polisucco ***


Incolla qui il testo.

Ecco il nuovo capitolo fresco fresco!

Ringrazio ovviamente le persone che hanno commentato e hanno inserito la mia storia nelle seguite, preferite e da ricordare… le risposte alle recensioni sono alla fine del cap. vorrei anche precisare che questi due capitoli iniziali non sono altro che una specie di prologo, la trama vera la si puù capire un po’ dall’introduzione. Nel prossimo capitolo penso che si darà via alla vera e pazza storia fra questi due personaggi che adoro, soprattutto se insieme!!

 

 

                                               CAP 2 POZIONE POLISUCCO

La cosa peggiore per una persona abituata a ricevere attenzioni da tutti, siano queste negative o positive, è l’essere platealmente ignorati.

Di questo ne ero sempre stata a conoscenza, ma non avevo mai pensato che a qualcuno non essere al centro delle attenzioni potesse dare così fastidio. Almeno non prima di quella giornata infernale, che a causa dei suoi risvolti sulla mia vita avrei ricordato per molto tempo.

 

Mi sveglia come al solito in perfetto orario, molto prima della mie compagne di stanza, che ancora dormivano nonostante i raggi del sole le colpissero in pieno viso. Entrai alla svelta i bagno, facendo subito un incantesimo di riscaldamento, per non congelarmi. Dopo la doccia mi occupai dei capelli, che domai tranquillamente con un incantesimo di nuova generazione, ormai famosi sui giornali giovanili per ragazze grazie alle gemelle Patil. Il bello della magia, oltre alla cose spettacolari che ci lasciavadi fare, era che permetteva di fare le stesse cose dei babbani a un decimo del tempo!

Nonostante la messa in piega dei boccoli rossi non mi convincesse mi misi alla svelta la divisa, per poi scappare in sala grande.

 

Le lunghe tavole della sale grande erano ancora mezzo vuote, anche se quella dei grifoni vantava il maggior numero di dormiglioni, in tutto vidi solo tre ragazzi. In effetti non assomigliavo a nessuno dei miei familiari, James e Al erano capaci di dormire fino all’ora di pranzo, per non parlare poi di Hugo e Rose che avrebbero vissuto nel letto.

Riempì un boccale di succo d’arancia, ma mentre spalmavo un toast fumante di miele venni interrotta da due mani sugli occhi.

-Salve Lilian sonoLumacorno!- sorrisi della stupidità di Al, come se non conoscessi a menadito le sue manacce!

-ciao Serpe!- lui si sedette vicino a me rubandomi da sotto al naso il toast e infilandosene metà in bocca.

-maleducato, mangia bene, sembri zio Ron! E poi quello era per me…- lui inghiottì a fatica.

-mi faccio subito perdonare!- prese una gazzetta del profeta lì vicino, andò sul sicuro alle pagine finali, e finalmente poggiò sul tavolo il giornale, facendomi vedere una foto in bianco e nero.

Ritraeva nostra madre con zia Herm, ancora diciassettenni.

La foto era un mezzobusto mosso, ma in fondo mio padre, che di sicuro era dietro l’obbiettivo, non era mai stato bravo a fare foto. Mia madre, abbassò lo sguardo arrossendo.

-chissà che le ha detto…-  guardai a destra e vidi che Al era curioso quanto me.

-guarda ora..- seguì quello che aveva detto. Poco dopo spuntò la testa di zio Ron, che disse qualcosa a Hermione, facendola arrabbiare, e spingendola a inseguirlo nella stanza. Rimase così solo lei, che guardò allora negli occhi la persona dietro alla macchina mimando con le labbra due semplici parole: “sono felice”.

-che bella…- ero quasi commossa, poche volte avevo visto foto così genuine dei miei, anche se mio padre non si vedeva si intuiva la sua presenza dallo sguardo luccicante di mia madre.

-mamma non mi somigliava per nulla, avrei voluto ereditare il suo sorriso…-era vero, i suoi lineamenti dolci e morbidi la rendevano simpatica alla prima occhiata. Per non parlare  poi della sua altezza più che invidiabile.

-Si è vero. Sei completamente diversa.- mi diede un buffetto sulla guancia, facendomi sorridere.

-Tu sei Evans, lei è Weasly…- era vero. Ero la fotocopia di mia nonna. Non  avevo i chiari capelli rossi e lisci dei Weasly, come James e Hugo, né le fossette di Rose, o le lentiggini tipiche della famiglia. I miei capelli rosso autunno coloravano degli “impegnativi” boccoli, mentre la mia palle non era lattea come quella dei miei fratelli, ma più rosea.

-Noi però Lil abbiamo gli occhi più belli!- mi fece l’occhiolino proprio chiudendo una di quelle profonde iridi verdi.

-si, ma non pensare che mamma fosse più bella di te. Lei è una da sorriso, tu sei meglio con il musetto infastidito e orgoglioso!- lo guardai infastidita. Non credevo tanto alle sue parole, anche se mi faceva piacere essere messa di buonumore da lui.

Guardammo per un po’ la foto, che continuava a ripetere quei sorrisi sinceri, di giovani che avevano finalmente delle speranze in cui credere e un futuro davanti.

Parlammo un poco, raccontandoci la rispettive giornate, e gli aneddoti divertenti che avevamo visto nelle aule o nei corridoi. Albus era avvero una serpe fatta e finita, anche se quando era con la sua famiglia, e soprattutto con me e Hugo riusciva a ritornare quel ragazzo gentile che in realtà doveva essere. Non durava tanto, appena tornava nelle spire della sua casata vedevo i suoi occhi raffreddarsi e il suo sorriso diventare un ghigno sprezzante, tipico delle persone che frequentava, e di cui ormai faceva parte.

Non avevo mai pensato però che si facesse traviare, Al era troppo forte per non seguire i propri pensieri, più che altro ero sempre più convinta che lui non fosse altro che quelle due facce della medaglia, quella fredda e quella calda, come una doccia scozzese…

Quando infatti tornò al suo tavolo lo vidi sedersi vicino a Melanie Zabini, che gli fece un mezzo sorriso, ricambiato da un cenno del capo di lui… cavolo erano davvero affettuosi!

 

-…giorno…- un Hugo versione zombie mi salutò alzando la mano, in modo poco svelto, e scoordinato si sedette vicino a me, aspettando invano che gli preparassi la colazione. Era sicuramente il ragazzo più viziato che conoscessi (dopo malfoy)! Coccolato sia dalla madre che da Rose pretendeva che facendo gli occhioni da cucciolo bastonato mi intenerissi.

Quando capì che la tecnica non aveva dato buoni frutti, prese, con evidente fastidio e un esagerato sospiro, il toast e la marmellata.

-Ah lil, quasi dimenticavo… Amelia mi ha detto di darti il nuovo schema per la partita contro serpevarde. Prendilo pure, è dentro il libro di Storia della magia.- di fretta feci come mi aveva detto, curiosa di vedere cosa aveva deciso stavolta la Baston. Il foglio era fitto di scritte, frecce, scope e giocatori stilizzati che si rincorrevano.

-non si capisce nulla!- guardai meglio quei simboli… e insieme a Hugo tralucemmo quella lingua morta in inglese corrente, riuscendo a capire che stavolta mi toccava un ruolo molto più attivo.

 Ne ero estremamente soddisfatta. Tutti tendevano a sottovalutare i battitori, non rendendosi conto che con un nostro colpo di mazza si potevano decidere le sorti della gara!

Se avessi colpito Al con un bolide chi avrebbe preso il boccino, facendo vincere le Serpi? E se un mio colpo fosse  arrivato in pieno petto a Nott chi avrebbe parato? Insomma forse non segnavo punti, ma rendevo molto più semplice il compito di quelli il cui dovere era farlo. Se finalmente Baston l’aveva capito non potevo che esserne felice.

Certo che se avessi colpito Malfoy, il capo cacciatore delle Serpi, sarebbe andato anche meglio… per tre anni di seguito aveva vinto la coppa come miglior Cacciatore, sbaragliando di netto la concorrenza! Ci avrebbe fatto comodo uno così in squadra, avremo sicuramente vinto la coppa.

 

La lezione di pozioni era un vero tormento! Un suicidio di massa per noi e loro! Una vera strage di orgoglio e dignità! Le ore più temute da tutti noi. Da tutti noi grifondoro e serpeverde!

Questa era una delle poche (o forse anche l’unica) volte che usavo il “noi” anche per le serpi, difatti per me solitamente loro erano: le serpi, i deficienti, i montati ecc  ecc … mai qualcosa ai miei occhi li aveva accomunati a noi, o comunque niente prima di quel sesto anno.

A causa degli screzi che si erano creati tra le nostre case (e che a mio parere erano indispensabili per la crescita di un sano Grifondoro che si rispetti) la mcGranitt, in combutta con quel vecchiaccio di Lumacorno non solo avevano deciso di farci fare la lezione di pozioni insieme, ma dividerci a coppie, formate a loro volta da uno di loro e da uno di noi.

 Nei primi periodi era stato terribile dividere il banco con Nott!  Era come essere da sola, cosa per me inconcepibile durante le ore di pozioni. Non mi aveva mai salutato, mai una parola, se dimenticava il libro invece che chiedere di avvicinare il mio a lui preferiva non seguire e sentire le ramanzine di lumacorno,e tra l’altro era una schiappa in pozioni… se era possibile anche più della sottoscritta!

Poi però pian piano avevo cominciato a farci l’abitudine e a capire che quel gesto veloce con la testa che mi rivolgeva ogni volta che entrava era un saluto.

Proprio come ogni lezione di pozioni io ero arrivata prima di lui, avevo sistemato le cose nella mia metà perfettamente divisa di banco, e avevo preso un calderone dall’armadio, aspettando che anche lui e quasi tutti i serpeverde arrivassero.

Molfoy e Nott, come anche Al,  avevano la particolarità di far percepire la loro presenza, ovunque andassero. Se entravano in sala grande dei bisbigli gli accompagnavano fino al tavolo, e quando entravano nelle classi era anche peggio: tutte le grifondoro, seguite dalle serpi, sospiravano alla vista dei due esemplari, lanciando risolini, occhiate maliziose, qualcuno fischiava pure al loro passaggio! Stavolta però dalle voci concitate delle ragazze capì che doveva esserci qualcosa di sbagliato, o comunque di diverso dal solito. Quando alzai lo sguardo capì subito cosa era successo: Malfoy camminava solo tra le due bancate, con le mani in tasca e lo sguardo strafottente che portava sicuramente anche nelle ore di sonno.

Sbirciai dietro di lui sorpresa di non vedere l’amico, che di solito era sempre al suo fianco.

-no Potter, oggi Shein non c’è. Ma suvvia, non disperare! Per farti contenta, dato che anche la Paciock è assente. mi siederò con te.- buttò la sua sacca nel banco come conferma delle sue parole. Lo vidi con la coda dell’occhio che attendeva qualche mia rispostaccia, magari anche solo una delle mie solite smorfie infastidite. Rimasi dritta sulla sedia, a osservare annoiata la lavagna dove erano trascritti da pochi secondi gli ingredienti della pozione senza muovere un muscolo nella sua direzione. Stavolta non avrei ceduto alle sue sfrecciatine fastidiose, l’avrei semplicemente ignorato, forse avrei potuto rispondere a qualche sua domanda, inerente ovviamente alla lezione.

Mi sorpresi davvero di riuscire a ignorarlo. Dopo mezzora ero alle stremo delle forze, ma ero soddisfatta del mio atteggiamento freddo e annoiato. Più volte aveva bisbigliato qualcosa di offensivo contro un mio amico o un compagno di casa, ma nonostante sentissi il bisogno di spaccargli il muso mi trattenni, non girandomi nemmeno quando mi mormorò all’orecchio che avevo delle belle caviglie. È vero che strinsi i pugni e digrignai i denti ma riuscì a controllarmi.

-oggi sei proprio una serpe sai?!- sbuffò annoiato. Poco dopo la mia salvezza arrivò da qualcuno che davvero non avrei sospettato potesse farmi un minimo piacere, Mary Blonkwood decise di rivolgere le sue attenzioni al mio compagno di banco, facendogli atterrare un piccolo aeroplano di cartaaddosso, che lui aprì con poca voglia, dovette subito ricredersi a giudicare dal suo sguardo divertito. Rispose subito e rimandò indietro quel pezzetto ormai stropicciato di carta, che generò risatine appena venne aperto dalla serpeverde. Patetico… si era davvero troppo in basso anche per lei andare a elemosinare attenzioni da quell’idiota, ma se questo poteva servire a distrarre malfoy dalla sottoscritta, non poteva che essere benaccetto.

 Finalmente l’ora terminò, facendoci ammucchiare tutti all’uscita. Quando finalmente misi piede fuori da quella cella minorile una mano mi prese per la spalla facendomi girare.

-Hugo ma che vuo…- a meno che hugo non si fosse tinto i capelli di biondo quello davanti a me con lo sguardo infastidito doveva essere malfoy…

-Che vuoi?- fui secca e lapidaria, ma d'altronde non vedevo l’ora di liberarmi dei suoi occhi grigi, che mandavano lampi nella mia direzione.

-Sai potter, non c’è cosa che odio di più dell’essere ignorato beatamente da qualcuno. Anche se quel qualcuno non è degno di baciare la terra su cui io cammino, come te…- che modestia, doveva essere un tratto tipico della sua bella famigliola!

-Taglia corto Malfoy…- assottigliò ancora di più gli occhi, lanciandomi uno sguardo d’odio.

-Non mi ignorerai per sempre stupida capricciosa, te lo posso assicurare!-

-è una minaccia?- fronteggiai il suo sguardo, nonostante fosse di numerosi centimetri più alto.

-Se vuoi considerarla tale…-

 

 

 

 

 

Avevo già da qualche tempo la sensazione che qualcuno mi osservasse, ma non avevo pensato o sospettato che fosse lui, così quando, seduta in una delle poltroncine della biblioteca,  alzai lo sguardo e lo vidi seduto nel tavolo vicino a fissarmi pensieroso rimasi stupida, sia che fosse lui, sia che non avesse ancora detto un parola, ma anzi stesse lì in silenzio.

Trovandomi non poco a disagio, decisi di rompere il silenzio.

-Qualcosa non và Malfoy? Non dirmi che hai bisogno di ripetizioni ditrasfigurazione?- nonostante fossi consapevole di punzecchiarlo nel suo punto debole mi scappò un sorrisino. In quella settimana mi ero dovuta davvero trattenere per non strangolarlo con le mie mani più volte.

-No Potter, mi sto solo chiedendo come ti sia potuta rincitrullire in questi giorni. Non che prima fossi normale in effetti, ma almeno non mi ignoravi come una ragazzina orgogliosamente innamorata.-  Eh?! Era questa la teoria che aveva formulato allora? Per questo motivo mi osservava nell’ultimo periodo? Era convinto che io fossi perdutamente innamorata di lui…

Mi sorpresi parecchio, nonostante lui fosse un bel ragazzo e molte ragazze (molte è riduttivo…) gli cadessero ai piedi, non pensavo fosse tanto stupido da pensare una cosa del genere.

-Malfoy per favore usa quella cosa che hai all’interno del cranio e non quello fra le gambe. Non riesci a trovare spiegazione migliore?- incrociai le braccia sprezzante.

-Perché dovrei?! Ho già trovato quella giusta da me senza pensarci nemmeno troppo.- Sbuffai, pentendomi già di quello che stavo per dire. Avrei non solo rotto la promessa con Rose, ma fatto arrabbiare l’idiota di fronte a me.

-Sai Malfoy, tu impegnandoti potresti essere anche un tipo a posto, ma sei orribilmente offuscato dal tuo stupido ego, e da quei pregiudizi che voi, della vostra stirpe, vi tramandate nel dna insieme a una buona dose di deficienza mentale!- mi guardò con gli occhi socchiusi e con un gesto fulmineo tirò fuori la bacchetta dalla tasca dei pantaloni.

-Ripetilo Potter!-  il suo tono mi parve più strascicato del solito.

- con vero piacere… sei un montato… fatto e finito! Quest’anno che James ti ha finalmente lasciato libero e spensierato senza la sua scomoda presenza,lo sai ancora di più!-Sorrisi tirando fuori lentamente la bacchetta della tasca nel retro della gonna, meglio premurarsi per qualunque sue stupidata.

Ma, con mio grande stupore, sorrise compiaciuto, quasi divertito.

-Ah Potter, passare del tempo con te mi fa comprendere quanto la distanza che separa me e te sia profonda. Tu e la tua famiglia di montati e frigide mi fa ridere… l’unico che può salvarsi è Albus, ma chissà da quale ramo della famiglia ha preso!?-

 -Engorgio!-  l’incantesimo mi sfuggì dalla bocca con un urlo stridulo, e a causa della mia rabbia e della poca concentrazione con cui l’avevo lanciato, per lui non ci fu nemmeno bisogno di usare la bacchetta, sfuggì al getto viola abbassando la testa.

L’incantesimo però ebbe dei risvolti più che negativi, non avevo pensato, nel momento in cui avevo tirato fuori la bacchetta desideravo solo che la sua testa bionda prendesse fuoco e non la sezione “incantesimi contro fantasmi”. Le fiamme ricoprirono i numerosi tomi, che a causa anche della loro veneranda età  bruciarono velocemente.

-Oh cazzo…-

 

-Questa è la quarta volta!- la McGranitt sbraitava davanti a noi, stringendo un foglio bianco tra le mani magre e ossute.

-Siamo solo a metà ottobre e voi siete stati spediti nel mio ufficio già quattro volte!- sospirò in modo stanco, chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie. --Io davvero posso affermare che nemmeno i vostri padri erano così immaturi, e voi sapete tutte le punizioni che hanno dovuto scontare, vero?!- che domanda… ricordo ancora quando al secondo anno avevo dovuto smistare per punizione alcuni vecchi documenti, tra cui trovai anche la cartella disciplinare di mio padre e di Draco Malfoy.

Vidì la preside alzare uno sguardo severo e risoluto nelle nostre direzioni.

-non ho altra scelta… nonostante sappia che questo porterà scompiglio tra le vostre case vi comunico che dopodomani voi due non giocherete la partita di quidditch.-

-no… - mi portai sbiancando la mano alla bocca, mentre Malfoy grugnì arrabbiato.

-Preside è stata lei a lanciare l’incantesimo! Perché dovrebbe punire me e tutta la mia squadra per una cosa che ha fatto lei?-

-Signor Malfoy, tutte quattro che qualcuno di voi due ha varcato quella soglia..- indicò la porta del suo studio, che dava alle vecchie scale a chiocciola –l’ha fatto sempre seguito dall’altro, quindi devo supporre, e non mi contraddica, che se vi fate buona compagnia per le scempiaggini ve ne farete anche nelle punizioni!- era inutile controbattere, non avremo ricavato un ragno dal buco, e sicuramente lei avrebbe sbraitato ancora di più. Questo doveva averlo capito anche lui, perché quando ci fece cenno di allontanarci, come me, uscì in silenzio dalla stanza.

 

 

Amelia quando sentì la notizia dalle mie labbra ebbe un leggero mancamento, e dovette sedersi nelle poltroncina rossa della sala comune per  non cadere a terra.

 

Hugo digrignò i denti, insultando a tratti me e malfoy.

 

Rose non parve stupita, disse che c’era da aspettarselo.

 

Io. Bhè io avevo già un piano.

 

James Potter era l’essere più imbroglione e scaltro della storia del mondo magico, più volte nella sua carriera scolastica aveva preparato pozioni di livello avanzato usandole per i propri scopi, non sempre propriamente legali. Per questo aveva il mio totale e incondizionato rispetto!

Quando sollevai il fondo fasullo del mio baule l’eredità di James brillò sotto il mio sguardo luccicante. La mappa del malandrino era avvolta in un panno in seta, mentre le pozioni e i tiri vispi Weasley erano catalogati in ordina alfabetico.

Andai alla “P” trovando la pozione fangosa più utile di tutte, la pozione polisucco.

 

 

Malterio: Grazie per la recensione. Quando ho letto che dovevi darmi qualche consiglio mi si è accapponata le pelle, subito ho pensato a qualche obbrobrioso orrore grammaticale. Hai ragione, non si capisce dove finisce la storia e cominciano i commenti! Vedrò di fare più attenzione, promesso! Aspetto la tua prossima recensione, e non trattenerti nelle critiche, dato che un parere oggettivo non può che farmi bene! Ciaauuusss!

 

Mayetta: si, anche io adoro letteralmente questa coppia… eh vabbe! Spero che tu continuerai a leggere la storia, anche se sono consapevole che questi due capitoli non sono altro che l’introduzione, la vera trama deva ancora arrivare! Ciao alla prossima!

 

 

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Capitolo 3
*** Coma e colazione ***


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CapIII    coma e colazioni

 

Le ciocche bionde sporco fumarono al contatto con la piccola fiala dal contenuto melmoso, producendo un odore leggermente rugginoso, che fece rizzare il naso sia a me che al loro legittimo proprietario. David Fass osservava insieme a me la pozione, leggermente corrucciato in volto e con i freddi occhi di giada concentrati.

-Lilian spero che tu sappia quello che stai facendo…- voltò lo sguardo verso il mio, che cercava di infondergli un po’ di fiducia. Era normale non fosse molto convinto, il piano era uno dei più rischiosi avessi mai provato, insomma se la preside veniva a sapere che  io dovevo prendere il posto di Fass durante la partita grazie alla pozione polisucco, probabilmente avrei lucidato in terno i trofei della storia di Hogwarts.

 Fass era un bel  ragazzo del quinto anno, appassionato di quidditch, ma con la fobia della folla. Proprio questo  suo tallone d’Achille lo costringeva a restare in panchina, diviso dal desiderio di entrare e giocare, e quello di restare seduto godendosi lo spettacolo senza rischiare una delle sue solite crisi di panico. Era davvero un peccato, non era affatto male come battitore!

-Fidati David, entro un’ ora circa riuscirò a mettere K.O. sia Nott che Albus, poi andrò via, dando la colpa a un attacco di panico. Io farò il lavoro sporco, e tu ti prenderai la gloria di un’ora di vero gioco, chissà che non riesca anche a farti passare la paura…- finiva che con le mia cavolate facevo anche del bene!

-Lo spero, anche se ho un brutto presentimento…- certo che se portava sfiga in quel modo qualcosa sarebbe andata per il verso sbagliato! Ma perché le nuove generazioni erano a corto di speranza? Decisi comunque di interrompere lì il discorso, non volevo insistere sulla uestione, avevo già battuto il ferro caldo, e spezzarlo perché troppo freddo, sarebbe stato un peccato.

-Passi domani a portarmi la divisa?- lui annuì prima di uscire dalla vecchia torre.

Se tutto fosse andato come progettato, sarei riuscita a far vincere non solo la gara ai Grifondoro, ma anche a fregare quell’allocco di Malfoy, che, ignaro di tutto, sarebbe rimasto sugli spalti a osservare la partita e vedere la terribile sconfitta della serpi!

 

-Lily…- Uno scossone alla spalla mi fece mormorare dal fastidio. Perché Rose mi voleva rompere le scatole già dalle prime ore del mattino?

-Lily!-

-Che vuoi?!- mi alzai di scatto rischiando di darle una testata. Mi guardò infastidita, non sicuramente contenta di fare da sveglia e da ambasciatrice per me.

-David ti sta aspettando fuori, dice che è una cosa urgente.- la guardai allarmata.. non poteva essere…

-Rose che ore sono?-

-quasi le dieci…- merda! Mi rimanevano solo meno di quindici minuti per prepararmi.

-Rose, non dovresti già incamminarti per andare a vedere la partita, insomma non vorrai arrivare in ritardo, sai che Hugo ci tiene tanto che tu ci sia…- cercai di essere il più convincente possibile, insomma non potevo certo ingerire la pozione davanti a lei!

-Si lo so, stavo andando infatti.- mise la sciarpa rosso e oro, prima di fuggire alla svelta dal dormitorio. Solo allora potei alzarmi e dirigermi verso le scale a chiocciola, dove mi aspettava ancora David.

Appena mi vide un lampo di irritazione passò nei suoi occhi, poi velocemente mi porse la divisa.

-Era ora, sei già in ritardo!- non aveva tutti i torti in realtà.

-si, scusa…- rientrai di fretta nella camera e dal cassetto del comodino tiraifuori una delle fialette preparate la sera prima. Ne ingerii il contenuto alla svelta, sospettandone il saporaccio. Un conato mi assalì, ma riuscì a non rigettare, sollevando la testa e fissando per un attimo il soffitto.

Mi tolsi di fretta la camicia da notte, per paura di strapparla con le nuove misure. Presi la giacca della divisa, e aspettai di sentire il solletico alla pelle, tipico della trasformazione imminente.

-Lily, tutto ok?-

-David non succede nulla!- Bevvi un altro sorso della pozione, avvertendo solo il vago senso di nausea, senza però altri effetti.

-Come non succede nulla! Posso entrare?- mi rimisi la camicia da notte per poi aprira la porta.

-Come mai non hai già le mie sembianze, la pozione è scaduta per caso?- era più agitato del solito e controllava la fialetta.

-no non credo… ah.- mi toccai le tempie, sentendo d’improvviso una fitta alla testa, che mi face dondolare pericolosamente sul posto.

Forse David non aveva avuto tutti i torti, non era stata una grande idea, peccato.

-Lily!Apri gli occhi!-

 

 

 

 

Scorpiu Malfoy odiava qualsiasi tipo  di pasto. Si poteva dire che non detestava profondamente i dolci, o comunque ne sopportava qualcuno, i primi piatti lo annoiavano e le minestre lo innervosivano. Sopportava con accondiscendenza le carni al sangue, spesso aggiungendoci troppo sale.

Si sedette anche quella grigia mattina nello stesso posto che occupava da ormai sei anni con lentezza calcolata, ignorando gli sguardi ammirati delle corvonero e tassorosso, e quelli famelici delle Serpeverde.

-Buongiorno Scorpius.- Shain Nott lo salutò leggermente annoiato, mentre imburrava una fetta di pane tostato.

-“Giorno.- Scorpius guardò disgustato l’amico che mangiava con piacere,  sentendo a causa sua le fitte di invidia del suo stomaco, che nonostante tutto reclamava cibo. Si guardò intorno velocemente, notando solo allora il vassoio di prosciutto.

-Tieni il succo Scorpius- non alzò nemmeno il viso nella direzione di Eliza Zabini, troppo arrabbiato con il suo essere umanamente affamato. Le diede solo la soddisfazione di grugnire infastidito a causa dell’odore nauseante della bevanda che tutta Hogwarts adorava. Ma come prima il suo bisogno di liquidi e la secchezza alla gola fece da sé, e con malcelato fastidio prese la caraffa versando un poco del contenuto nel bicchiere.

Con il fastidioso sapore della sconfitta in bocca bevve tre lunghi sorsi del succo.

-Meglio il sapore della sconfitta.-

-Che hai detto Scorp?- Shain lo guardò curioso, interrompendo il discorso appena cominciato, che non era arrivato nemmeno alle orecchie dell’interessato.

-Ti ho chiesto di ripetere, ero distratto.- taglio la fetta di prosciutto, arrotolandola poi nella forchetta.

-Dicevo che ieri mattina pare che un David Fass alquanto sconvolto abbia portato una Lilian Potter alquanto svenuta in infermeria.- continuò con soddisfazione a imburrare fette di pane, deciso a non chiudere lì il discorso, anzi attese la risposta dell’amico, che gli diede corda per un semplice bisogno dettato dalla noia.

-Notte di sesso selvaggio fra  due?- nonostante sapesse che la risposta sarebbe stata negativa, cercò di immaginare Potter come un’affamata di sesso, senza però riuscirci. Ridacchiò in silenzio trovandola  buffa in quei panni.

-No, pare che Lilian Potter abbia ingerito qualcosa di sospetto, e che non si sia ancora svegliata. Si parla addirittura di coma.-

- Shain ma coma fai a sapere questa cose?- lo guardò di sottecchi. Nonostante Nott fosse, dopo Albus Potter, il ragazzo più criptico dei Serpeverde, era famoso per essere in assoluto il più pettegolo della scuola. Custodiva gelosamente le sue fonti, perciò Scorpius anche prima di porgli la domanda sapeva che non gli avrebbe di certo risposto.

-Pare che Hermione Granger, la capa medimaga di San Mungo, venga oggi stesso a visitarla.- l’attenzione di Scorpius calò finalmente a picco, trovando più interessante la striscia bianca che circondava il prosciutto che il discorso di Nott.

-senti Nott non hai Qualcosa di più importante da… no, cazzo!- Si passò una mano stancamente tra i capelli, spettinandoli in modo studiato. Shain si girò di scatto, sorpreso dello scatto dell’amico.

-Che hai?- lo vide sbuffare sonoramente, prima di girarsi a rispondergli.

-Se quella Troll mal cresciuta della Potter non si sveglia entro stasera mi toccherà scontare da solo la punizione. Dovrei pulire la torre nord da solo.- sbuffò di nuovo ingoiando finalmente il prosciutto.

-Perché dovresti pulire la torre nord scusa? La tua punizione non era non partecipare alla gara?- lo guardò storto per avergli ricordato quella storia e di conseguenza la loro perdita del giorno prima.

-Si, ma mi ha comunicato ieri  mattina la McGranitt quest’altra “aggiunta”. Pare che dovessimo appianare le nostre … “divergenze”- l’idea sembrava a tutti e due molto improbabile. Non solo per il carattere chiuso e scontroso del serpeverde, ma anche per l’orgoglio quasi fastidioso della grifondoro. Insomma una pulizia di una torre non avrebbe sicuramente appianato nulla.

-Allora prova a parlarle.-

-Con la Potter?-

-Macchè, per ora lei fa la bella addormentata in infermeria, intendevo con la preside, convincila a rinviare la punizione a quando Lilian sarà sveglia.-

-Potresti non chiamarla Lilian, e non è una BELLA addormentata, è solo in coma. Si comunque hai ragione. Salto l’ora di Lumacorno e vado a parlarle, vediamo di poter liberare la serata.-

 

Bussò con forza alle porte grigie sovrastate dai due gargoyle che  si spalancarono pochi secondi dopo, mostrandogli le scale a chiocciola tante volte fatte. Certo di solito era accompagnato da un elemento della famiglio Potter o Weasley, ma in quel caso si sarebbe accontentato della sua sola presenza.

Quando fece il suo ingresso nell’ufficio capì però di essersi sbagliato. Non solo in quella stanza c’erano elementi delle due famiglie citate prima, ma era addirittura davanti a tre quarti degli idioti che avevano non solo salvato il mondo magico, ma anche dato vita ai suoi peggiori incubi.

-Buongiorno Scorpius.- la preside lo guardò frettolosa, gli fece segno di avvicinarsi.

-Buongiorno Preside.- si dimenticò casualmente di salutare anche le altre persone di fronte a lui.

Harry Potter lo fissava con poca insistenza, probabilmente troppo preso da altri pensieri, mentre al contrario Ginevra Potter nemmeno lo calcolò, troppo presa dalla lettura spasmodica di alcune carte mediche. Hermione Granger era seduta sulla poltrona rossa e oro a sinistra della cattedra e lo osservava con insistenza, studiandolo attentamente.

-Preside se preferisce che attenda fuori…-la guardò speranzoso, la sola presenza di quei tre personaggi a così poca distanza da lui lo metteva un po’ in agitazione, insomma il ragazzo sopravvissuto era pur sempre il padre della ragazza che lui tormentava da sei anni, e anche di Jamens Potter e se solo il figlio maggiore assomigliava al padre non c’era tanto da stare tranquilli.

-no, se non è una cosa tanto privata da non poterneparlare qui.-

-no, anzi centra proprio con…- guardò Harry che finalmente lo guardò con interesse –LILY.- pronunciò con noncuranza i nome della ragazza.

 Ecco così come il viso del salvatore del mondo magico divenne paonazzo, la bocca della medimaga più famosa del mondo magico si spalancò e dalla rossa più famosa di qualche secolo si udì un leggero ringhio.

-Vede preside, lei mi ha comunicato ieri mattina che avrei dovuto scontare la punizione pulendo con Lily la torre Nord, per poterci chiarire.- lei gli fece un cenno affermativo con la testa sospettando già dove il ragazzo volesse arrivare.

-Perciò la mia domanda era… se la situazione di Lily non cambia, la punizione salta?- ovviamente fu sua premura pronunciare quel nome più volte possibile, per la prima volta in vita sua aveva usato quello stupido diminutivo.

-Bè Scorpius, immagino che se la metta su questo piano allora si. Vuoi aggiungere qualcos’altro?-

-No, preside. Arrivederci.- girò elegantemente i tacchi, sentendo su di sé gli sguardi dei quattro.

 

Aveva visto altre volte Harry Potter, ma mai così da vicino. Era un uomo estremamente riservato, ma soprattutto occupato. Si, suo padre e lui ogni qual volta si vedevano riuscivano a salutarsi i modo educato e discreto ( cioè freddo),  ma nonostante quello che si diceva in giro, non aveva il viso di un uomo molto dolce e premuroso, anzi. Non riusciva a non considerarlo il modello adulto di Albus Potter: freddo, calcolatore e intelligente. Da quello che aveva visto però negli archivi della scuola ( a lui e Lily era toccato riordinarli e ricatalogarli varie volte) negli anni di Hogwarts non era certo stato un santo.

Scacciò in fretta questi pensieri, la famiglia Potter cominciava davvero ad annoiarlo, doveva cercare di sfruttare quel lasso di tempo in cui Lilian non lo avrebbe stuzzicato con la sua presenza, e forse sarebbe riuscito anche a non finire in qualche rissa.

- che stress…- si passò stancamente la mano sui capelli. Il fatto di saltare l’ora di pozioni non lo soddisfala poi tanto, senza contare che l’ora successiva l’avrebbe passata in compagnia dei corvonero, a trasfigurazione.

-Mamma mia quanto sei imbecille…- la voce di una ragazza gli arrivò dritta alla testa come se gli fosse stata sussurrata con disprezzo a pochi millimetri dall’orecchio.

-Eh?- si girò arrabbiato, cercando la sfortunata che cercava guai.

-Chi diavolo c’è!?- fece un giro su se stesso, osservando i vuoti corridoi, e non notando nessuna ragazza.

-Sei talmente meschino che proverei un certo piacere perverso a picchiarti…-

-Potter…- si non c’erano dubbi la cadenza e il timbro della voce ora gli erano inconfondibili, l’unico problema era che secondo tutti la ragazza era in come nell’infermeria.

-thò! Allora hai un nerone in quel cervello, forse se continui su questa strada potrei pensare che ne esista una coppia!- la vocetta gli trapanò con fastidio il timpano. Era questo il suo problema, non riusciva a controllarsi quando lo insultava. Si ripeteva ogni secondo di controllarsi, ma quando se la vedeva di fronte con quel suo ghignetto strafottente era più forte di lui

-Potter come mai ti nascondi? Non fare la timida, sai che siamo vecchi amici.- sorrise mesto, sapendo che la ragazza non avrebbe resistito a quell’invito.

-e chi si nasconde sono dietro di te tutto il tempo.- no, era impossibile, si era girato più volte e non l’aveva mai vista, o almeno così doveva essergli sembrato, datpo che quando si girò trovò Lilian Potter che lo osservava furiosa.

-Che ci fai qui Potter, in camicia da notte e i capelli come la criniera di un leone?- sorrise prendendola in giro. In effetti Lily si era sempre presentata impeccabile a qualunque lezione, gli unici momenti in cui era spettinata erano le partite di Quidditch.

-ti ho visto solo soletto e non sono riuscita a resistere alla tentazione.-

-Bè ti capisco, se fossi una ragazza mi salterei addosso anche io.-

-idiota narcisista.- mise su il suo solito tipico muso pensieroso.- comunque no, non sono qui per questo ora.- sul suo viso si dipinsero due macchie scarlatte.

-Taglia corto Potter, non ho tutta la mattina- la guardò con una leggera punta di sospetto,. Lilan potter non era mai stata così tranquilla. La pozione igerita doveva essere stata davvero forte.

-forse è meglio che ti dia una prova pratica.- stinse i pugni e cominciò a camminare in direzione di Scorpius, che non si allontanò di un millimetro, nonostante avesse il sospetto che la ragazza lo  volesse baciare.

Avanzò rigida e decisa verso di lui protendendo la mano destra verso il cuore del ragazzo.

-Ma che diav…- Lilian riuscì a zittire per la prima volta Scorpius. La mano pallida di Lily ora trapassava il petto del ragazzo, quasi fossa stato fatto acqua. Un espressione sconvolta alterò i lineamenti freddi del ragazzo, e mentre lei toglieva la mano, facendosela ricadere al fianco lui cercò di toccarle la spalla, passandoci di nuovo attraverso.

-Potter sei morta?-

 

 

Ciaoooo!^^ scusate il terribile ritardo, ma il periodo tra fine magio e inizi di giugno , come tuti quanti sapete bene è davvero estenuante.... nonostante questo non voglio annoiarvi e passo subito ai ringraziamenti. vi vorrei anche shiedere scusa per questo cap, che non so, ma proprio non riesce a piacermi, c'è qualcosa di sbagliato... però l'ho letto e riletto e proprio non saprei che correggere.

Mayetta:si anche io ne vado pazza, e stai tranquilla anche se non presto i due impareranno ad amarsi. la storia della pozione polisucco, e in generale tutto il capitolo mi ah un pò messo in crisi, non riuscivo proprio a pensare come Scorp, perciò spero che nonostante tutto non ti dispiaccia e che continui a leggere con piacere questa storia... a presto!

Malterio: grazie per i complimenti. anche io adoro Al, è uno dei mei personaggi preferiti, e in seguito avrà anche lui spazio nella ff. Spero che tu recensisca anche stavolta. Mi piacerebbe che mi facessi notare magari qualcosa che non ti è piaciuto nel cap (dato che lo ritengo scritto davvero male), senza peli nella lingua :p! a presto!

Merry NicEssus: ah cara come farei senza di te! innanzitutto mi sembra doveroso ringraziarti per le recensioni, mi hanno fatto piacere, ma soprattutto per la pazienza con cui ogni volta ascolta le mie sciocchezze sulla ff. Ciaoooo

Ringrazio ovviamente anche chi metterà o ha già messo la storia tra seguite e preferite.

 

 

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