Le rune del Drago

di Eowyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il sole di Aberdon ***
Capitolo 2: *** Vincere a tutti i costi ***
Capitolo 3: *** Inconvenienti ***



Capitolo 1
*** Il sole di Aberdon ***


1. IL SOLE DI ABERDON

Elva camminava soddisfatta per i corridoi dell’ afosa reggia di Aberdon. 
Da quando Eragon aveva provato ad annullare gli effetti della “benedizione” riusciva ad ignorare quasi del tutto il dolore altrui.

Ahi… che male!

-Quasi…- pensò escludendo velocemente dalla sua mente il dolore della giovane serva che si era scottata nelle cucine del castello. Un tempo ignorare questo dolore l’ avrebbe fatta star male e probabilmente avrebbe vomitato sul pavimento mentre lo stomaco le bruciava.

-Ora non più- gongolò felice tra se e se.

Si fermò davanti ad una porta di legno lucido. Cercò di calmarsi mentre si preparava ad un altro noioso incontro. Bussò ed entrò senza aspettare risposta. L’ aria era torrida e l’ intera stanza era immersa nella semi oscurità grazie ai pesanti tendaggi scuri. Con estrema calma si avvicinò ad un tavolo ricoperto di ampolle e alambicchi vari.

- Sei in anticipo oggi- Elva si voltò di scatto per trovarsi faccia a faccia con l’ erborista.

Maledizione! Non riesco più neanche a percepirla Da quando aveva incontrato Angela aveva capito che anche il suo potere aveva dei limiti. Le paure della donna erano le uniche che non riusciva a sentire né poteva  sondare la sua mente per scoprirle grazie alle sue capacità.
Dal canto suo Angela sorrideva soddisfatta intuendo alla perfezione i pensieri della giovane.

- Sei cresciuta ancora!- mormorò stupita passandole uno specchio.

La ragazza prese in mano titubante lo specchio osservando la sua immagine riflessa.
Ormai aveva l’ aspetto di una giovane donna al massimo diciottenne. Lunghi capelli neri le incorniciavano il viso lasciando intravedere il marchio impostole dalla dragonessa Saphira. Qua e là aveva delle lievi spruzzate di lentiggini a contrasto con la pelle chiarissima. Gli  occhi violacei la scrutavano impassibili di rimando.

- Sembrerebbe di sì ….. Comincio a chiedermi quando mi fermerò –

- Ne abbiamo già parlato Elva – ribatté Angela – La benedizione di Eragon ti ha costretta ad una crescita accelerata ma il processo sta rallentando e il contro incantesimo lo sta fermando ogni giorno che passa-

- Non stavo mendicando la tua pietà erborista!- sbottò irata Elva – So benissimo cosa mi sta accadendo, ma non lo rimpiango poiché fa di me quella che sono adesso. Anche se così sono sempre più simile a te che agli umani-

Angela sgranò gli occhi stupita -Nonostante non lo sia di nome sono anche io un’ umana di fatto!-

-Ti sbagli – commentò Elva compiaciuta per aver trovato il punto debole della donna – tu sei diversa  proprio come me!-

Per un attimo Angela sembrò perdere il controllo e i su i suoi occhi calò un ombra minacciosa. Ma fu solo un istante. Rimase immobile per un po’ come pietrificata e poi scoppiò in una grossa risata.

-Elva, Elva non imparerai mai come comportati- disse mettendosi a sedere su una grande poltrona al centro della stanza, subito Solembum le saltò in grembo e iniziò a farle le fusa.

Pace, piccola orfana, c’è troppo odio nel tuo cuore

Le disse il gatto mannaro usando la stessa identica frase pronunciata più di un anno fa da Saphira, prima che Eragon cercasse di spezzare la benedizione.
Presa alla sprovvista e senza parole Elva si sedette a gambe incrociate davanti all’ erborista.

- Cosa mi insegnerai oggi?- chiese per cambiare discorso e sciogliere la tensione che ancora aleggiava nell’ aria. Un sorriso comparve sul viso dell’ erborista mentre gli occhi le brillavano di impazienza.

- Oggi ti insegnerò ciò che ho di più caro tra le mie pratiche magiche- disse scattando in piedi e facendo scattare anche un annoiato Solembum che andò ad acciambellarsi sulle gambe di Elva.

-Ma prima devo trovarle- brontolò cercando affannosamente qualcosa tra i suoi strumenti.

-Sai cos’ha in mente stavolta?- chiese al gatto incominciando ad accarezzarlo.

Ovvio. Ma non te lo dico sarà una sorpresa  

Sorpresa sollevò Solembum e lo guardo dritto negli occhi gialli che scintillavano di malizia.
Lei e il gatto mannaro erano uniti quasi come lui ed Angela e in genere non le nascondeva niente.
Stava per ribattere quando Angela esultò trionfante dall’ altra stanza – Trovate!-
Angela  tornò stringendo un sacchettino porpora tra le mani e si sedette davanti al tavolino.

-Allora Angela perché tutto questo mistero?- chiese incuriosita alla maga che moriva dalla voglia di stuzzicarla.

-Oggi  ti insegnerò a leggere il futuro- disse Angela mentre l’ allieva si faceva improvvisamente attenta

Slacciò il sacchetto prese in mano il contenuto e mormorando alcune parole nell’ antica lingua lo lanciò in aria. Decine di piccoli frammenti ossei ricaddero scomposti sul tavolino.

- Queste - disse indicandole - sono ossa di drago e ognuno  di questi simboli ha un significato particolare. Quando cadono si combinano in schemi sempre diversi a seconda della persona e ciò mi permette di poterti se non svelarti del tutto il tuo futuro almeno di offrirti delle delucidazioni-.

Elva ormai era totalmente protesa verso il tavolino avida di scoprire qualcosa di più sul proprio destino.

- Ovviamente il tuo futuro è molto più imprevedibile  di quello di una qualsiasi persona, ma non voglio sprecare il mio tempo con sciocche nobildonne. E poi – aggiunse la maga con un lampo di malizia – in genere mi offro di leggere il futuro solo di chi è così meritevole da paralare con Solembum. Tu oggi sarai la quarta-

- La quarta? Chi erano gli altri?- domandò incuriosita.

- Non che debba interessarti: un mendicante cieco, una donna molto sfortuna e … Eragon-

Elva trasalì udendo quel nome - E lui ha accettato ? - chiese cercando di reprimere la nota di impazienza nella sua voce.
Angela la fissò per un attimo meditabonda

 - Sì -

- Allora procedi pure erborista -

Fissò a lungo il tavolo chiedendosi da quale gruppo d’ ossa avrebbe iniziato la donna.

- Questo - disse indicando due ossa una sopra l’ altra – è il più facile da decifrare. Il sentiero che si divide in due strade opposte indica che ad un certo punto della tua vita dovrai prendere una decisione e questa ti porterà a due destini completamente differenti. – spostando l’ indice sull’ altro osso – Una di queste strade come indica il fulmine ti condurrà ad un destino tragico perciò fai attenzione-

-Per quanto riguarda quest’ altre, sappi che non le avevo mai uscire insieme e probabilmente sono legate all’ osso del sentiero. La runa con il cerchio indica una vita straordinariamente lunga, forse addirittura eterna,  mentre il faggio indica un esistenza piena ma estremamente effimera-

Elva rimase impassibile per qualche istante – Non capisco come possono coesistere due possibilità tanto diverse?-

-La mia teoria- rispose Angela alzando per un attimo gli occhi dalle rune- è che davanti a te ci sono due strade già scritte con due destini diversi e tutto dipende dalla strada che sceglierai di imboccare-

Mentre queste parole risuonavano ancora nella mente di Elva, Angela si dedicò ad un nuovo gruppo di ossa - Mmm. Interessante-

 -Cosa?-

 - Vedi questa? - chiese – indicando una runa che assomigliava ad una rosa selvatica - Indica che vivrai un amore intenso e travolgente, anche se forse non sarà duraturo come indica la piuma-

Elva era completamente scossa da quello che le aveva detto la maga, ma cercò di non darlo a vedere e domandò 

-È tutto? -

- Temo di sì. Gli altri sono simboli singoli senza molto senso. La spada la guerra, il drago il coraggio e  la falce la morte -

Per un po’ regno il silenzio nella piccola stanza , spezzato solo dalle fusa del gatto mannaro

- Non ti sei mai resa conto che predicendo il futuro a più persone probabilmente arriveresti ad avere un potere enorme?- le chiese Elva sinceramente curiosa.

- Probabilmente. Ma il prezzo da pagare  sarebbe enorme e il gioco non varrebbe la candela. Comunque sia ho deciso di insegnarti quest’ arte che con le tue capacità diventerà un arma micidiale-

- E chi ti dice che la userò a fin di bene anziché per il mio tornaconto personale?- le chiese con un ghigno.

-So che non potrò obbligarti ad usarla a fin di bene, ma la conoscenza ti cambierà profondamente Elva. Anche perché ora come ora sei la speranza più grande. Eragon è uno strumento in questo scontro mentre tu sarai l’ ago della bilancia-

Elva fissava gli occhi verdi della maga cercando di capire un po’ più i suoi pensieri, Angela sostenne seria lo sguardo finché non scoppiò in una risata cristallina

- Sarà meglio iniziare la lezione vera e propria altrimenti Greta irromperà qui per salvare il suo fiorellino. Questa runa qui, si proprio questa a forma di foglia, significa serenità mentre quest’ altra…-

Così Angela iniziò a spiegare alla giovane allieva il significato di tutte le rune girando e rigirando le ossa fino a comporre schemi nuovi e immaginari. Con sua stessa sorpresa Elva fu subito affascinata da questa nuova arte e apprese avidamente tutto quello che le insegnava la maga.

Dopo circa tre ore Elva uscì dall’ afosa stanza di Angela sorpresa di trovare un fresca brezza ad accoglierla. Sorrise e s’incamminò per i corridoi quasi deserti per poi sbucare in una delle grandi terrazze del palazzo che si affacciava sulla città. Ormai era il tramonto è il sole tingeva di rosso il cielo creando uno spettacolo veramente suggestivo.

Se solo lui fosse con me

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Capitolo 2
*** Vincere a tutti i costi ***


A Lucia, amarize,  

grazie di esserci

 

2. VINCERE A TUTTI I COSTI

 

La reggia di Aberdon era in subbuglio: ovunque i servi erano intenti a decorare, nelle cucine si lavorava fino allo svenimento, le cameriere correvano come pazze per i corridoi trasportano preziosi e vestiti…

Tutto questo è assolutamente snervante  pensò  Elva superando l’ ennesimo gruppetto di ragazze urlanti.

Da giorni la notizia dell’ imminente arrivo del Cavaliere dei ribelli era ormai di dominio pubblico e l’ alta nobiltà del Surda, per far passare la cosa del tutto inosservata, aveva deciso di organizzare un sontuoso ricevimento.

Greta, la vecchia domestica, faceva fatica a starle dietro e per un attimo Elva penso di rallentare il passo.

Mmm… noo pensò divertita …in fondo ha insistito lei per seguirmi e non ha ancora smesso di chiamarmi “fiorellino”!

-Pasticcino mio aspettami non sono più giovane come una volta-

Elva sbuffò irritata - Greta non ti ho obbligata a venire con me e francamente non credo che ti divertirai molto a vedermi allenare-

- Certo certo amoruccio ma devo assicurarmi che quei bruti non ti concino come l’ altra volta-

Elva quasi sorrise pensando alla scenata isterica che aveva fatto quando era tornata con un livido sul braccio. Da quando erano ritornate nel Surda,  aveva deciso di allenarsi per essere in grado di difendersi da sola, come se il suo potere non fosse già una garanzia più che sufficiente.

Arrivate all’ arena Greta andò a sedersi sugli spalti nervosa.

Ad Elva quel posto piaceva da morire. Un grande spiazzo di terra perennemente occupato da vari soldati che si scontravano l’ uno contro l’ altro a rotazione. Sorridendo si diresse verso le postazioni degli arcieri brandendo il proprio arco perfettamente incordato.

- Veggente!- la salutarono in coro gli uomini intenti ad allenarsi, fece un vago cenno col capo nella loro direzione e si posizionò davanti al bersaglio più lontano.

Prese una freccia dalla faretra e la scagliò con l’ arco. Con un sibilò andò a conficcarsi vicinissima al centro del  bersaglio, continuò per diversi minuti, finche non esaurì tutte le frecce. Quando decise di essersi risaldata abbastanza, recuperò le frecce e si avvicinò al maestro d’ armi.

Oswald era un uomo sulla cinquantina dal fisico imponente e allenato, grazie al suo cipiglio severe e ai suoi modi intransigenti era il terrore delle nuove reclute. Eppure si scioglieva davanti a quella ragazza che a tratti lo inteneriva e a tratti lo spaventava.

- Elva oggi hai portato anche il pubblico a fare il tifo per te?- le chiese ghignando.

La ragazza sbuffò irritata – Non l’ ho certo portata io, sai che Greta deve sempre controllarmi-

- Mi immagino – ribatté il maestro divertito – comunque sia oggi starà più in pena del solito. Ho deciso di variare un po’ il tuo allenamento-

- Era ora! ormai ero stufa delle solite reclute frignanti!-

- Vedrai che rimpiangerai le reclute …. Ragazzi!-

A suo ordine sei uomini interruppero i loro combattimenti e si schierarono in fila ordinata davanti ad Elva.

- Oggi combatterai contro soldati della guardia scelta di re Orrin- le annunciò divertito.

Elva osservò attentamente le sei guardie: erano giovani, ben allenati e tra i migliori nel loro campo.

Ora si che si sentiva veramente impaziente di iniziare l’ allenamento.

-Perfetto chi è il primo?- chiese ad Oswald

- Elva non avrei pensato che fosse così facile vero? – le disse divertito – Dovrai combattere con tutti loro contemporaneamente-

- Ma … ma non è giusto loro sono sei e io una sola!- esclamò indignata.

-Devo per caso ricordarti che hai spedito tre reclute in infermeria la scorsa settimana?-

- Comunque sia io ho meno di quattro anni!-               

- Sai, Elva, se non ti conoscessi direi che hai paura- le disse compiaciuto di vederla mostrare per la prima volta delle emozioni.

Elva si irrigidì all’ istante. Nessuno … niente … le faceva paura!

-Cominciamo- disse mettendosi subito in guardia.

-Un momento Veggente… –

Elva si girò irritata verso il soldato che aveva parlato. Era giovane, poteva avere al massimo venti cinque anni e una cascata di ricci scuri gli ricadeva sulla fronte. Ma la cosa che più irritava Elva era il sorriso totalmente sereno e rilassato che le rivolgeva.

- Che cosa c’è adesso?-

Si guardò intorno come a cercare il supporto delle altre guardie.

- Io e i miei compagni volevamo proporti un patto-

-Che genere di patto ?- era davvero incuriosita e non riusciva a immaginare cosa potessero volere da lei.

Sul viso del soldato spuntarono due fossette mentre il sorriso si allargava ancor di più.

-Ecco abbiamo pensato che se uno di noi riesce a colpirti oggi magari potrebbe avere l’ onore  di farti da cavaliere per il ballo domani sera-

Elva era veramente sotto shock. Non le era neanche passato per la mente di andare al ballo né tanto meno di cercarsi un accompagnatore, ma soprattutto non riusciva a  spiegarsi perché quei militari volessero portare proprio lei. Si riscosse dai suoi pensieri accorgendosi che le guardie stavano ancora aspettando una sua risposta.

- Come ti chiami?- chiese al soldato bruno.

- Evan, Evan Windersson, Veggente –

- Bene Evan e se nessuno di voi riesce a ferirmi?- gli chiese facendo un passo verso di lui.

I soldati si guardarono presi alla sprovvista, chiaramente a disagio per il fatto di non aver neanche preso in considerazione quell’ eventualità.

- Beh - disse Evan schiarendosi la voce - allora suppongo che sia tuo diritto chiederci qualcosa in cambio –

- Ottimo allora non avrete nulla in contrario a fare da cavie per le mie lezioni con l’ erborista Angela?- chiese ghignando.

Si guardavano totalmente spaesati, si vedeva chiaramente che lottavano spinti dalla naturale paura, all’ idea di diventare una cavia per le sue lezioni, e dall’ orgoglio maschile. Dopo essersi consultati con un rapido sguardo Evan tornò a parlare ormai come portavoce del gruppo.

- Nessun problema, Veggente – disse con un ari spavalda, ma Elva poteva sentire chiaramente la paura che lo turbava.

- Quando avrete fatto con i chiacchiericci iniziate a combattere prima che faccia buio- brontolò Oswald che aveva assistito a tutta la scena impassibile.   

Elva si mise in guardia, estraendo la sua spada dalla lama lunga e affusolata mentre i soldati si disponevano a cerchio verso di lei. Attaccarono tutti insieme decisi a metterla da subito in difficoltà. Ma Elva non aveva problemi, grazie al suo potere aveva un vantaggio incredibile su di loro. Poteva sentire le loro paure e  i loro timori, poteva sentire i dubbi su una determinata mossa, poteva avvertire il panico di essere colpiti quando si accorgevano di esporre  punti deboli.

Si pensò sorridendo poteva vincere …

Si spostò di lato facendo sbilanciare un  soldato che aveva tentato di attaccarla alle spalle, lo spedi a terra ferendolo alla gamba. Girò su se stessa e si trovò davanti a due soldati che iniziarono a bersagliarla subito di colpi, parò i primi senza troppe difficoltà ma via via che lo scontro continuava iniziava a stancarsi più in fretta.

Un'altra conseguenza del stupido contro incantesimo di Eragon … pensò amareggiata.

Colpì uno dei due soldati a un fianco e assestò una gomitata all’ altro, mentre barcollava lo colpì con l’ elsa della spada.

Bene ne rimangono solamente tre …

Doveva sbrigarsi se voleva che nessuno si accorgesse del suo rapido affaticamento. Aprì la mente cercando di concentrarsi solamente sui soldati davanti a lei. Di solito provava ad ignorare le sensazioni dei suoi avversari per divertirsi di più, ma quello scontro stava andando per le lunghe e doveva finire in fretta. Continuarono a scambiarsi fendenti senza troppa convinzione, fino a quando Elva non  partì all’ attacco puntando direttamente ai punti deboli degli avversari. Riuscì a ferire uno dei soldati al braccio e si voltò appena in tempo per  evitare un colpo dal secondo, squadrò rapidamente il soldato e si gettò contro di lui come una furia.

Ah la spalla, devo colpirla in fretta …. I pensieri dell’ uomo la colpirono all’ improvviso.

Scartò di lato e con un ghigno fece una finta al suo avversario tentando invece di colpirlo alla spalla.

 Vide tutto un istante prima che succedesse … lei che si sporgeva a colpire il soldato rimanendo indifesa e l’ altro che si gettava contro di lei attaccandola di nuovo.

E poi … dolore … dolore acuto al braccio dove un sottile taglio iniziava a sanguinare.

Non era riuscita a spostarsi in tempo. Infuriata iniziò ad attaccare il soldato con tutta la forza che le era rimasta, senza neanche accorgersi che si trattava di Evan. Riusciva solo a pensare che quell’ essere aveva osato ferirla. Cercò di colpirlo al torace ma lui riuscì a parare … Accidenti se era bravo!

Finse di volerlo colpire alle gambe ma all’improvviso ruotò il polso facendogli saltare via la spada e puntando la sua ad un centimetro dalla sua carotide.

Nell’ arena regnava il silenzio rotto solo dall’ ansimare suo e del soldato, Elva non si era accorta che tutti si erano fermati a guardarli, fissava negli occhi Evan sentendo chiaramente ciò che pensava.

Aveva paura che lo colpisse per averle fatto troppo male… come se lei fosse così gracile ed esile come appariva! Elva era presa in contropiede dagli strani pensieri del soldato e non riusciva a giustificarli.

- Splendida! Splendida come sempre – Oswald le sbucò alle spalle applaudendo sonoramente.

- Ricorda solo di non esporti troppo e piega di più quelle ginocchia! – l’ ammoni con un occhiataccia – e complimenti anche a te giovanotto, hai portato a termine un impresa invidiabile quasi degna di essere cantata dai bardi!-

Elva abbassò la spada, mentre Greta iniziava a strepitare istericamente alla vista del sangue.

- Complimenti ti sei battuto bene – disse ingoiando il proprio orgoglio e dando la mano al giovane.

- Mai quanto te, Veggente – disse ricambiando la stretta - Manterrai la tua promessa? –  chiese osservandosi i piedi.

Elva si irrigidì – Certo una promessa è una promessa. A domani-

Si voltò decisa a dire a Greta di smetterla con tutto quel baccano, quando senti una fitta alla testa e gli si annebbiò la vista. Non si accorse delle gambe che cedevano mentre sveniva né di Evan che con uno scatto l’ aveva presa prima che cadesse a terra. Prima di cadere nell’ incoscienza si chiese come mai non sentisse più alcun rumor, ma solo un vago ronzio nelle orecchie. L’ ultima cosa che vide fu il viso di Evan preoccupato sopra al suo poi solo nero.

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Capitolo 3
*** Inconvenienti ***


Capitolo modificato il 18/06

A  Amaerize, Honey S,  Maya Deleon_Energy Alchemist  

I miei primi lettori

Grazie

 

3. Inconvenienti

 

Caldo… L’ aria afosa era insopportabile.

Perché doveva sempre fare così tremendamente caldo in quella maledetta città?!

Le faceva ancora male la testa e le ronzavano l’ orecchie. Aprì lentamente un occhio, poi l’ altro e si ritrovò a fissare il soffitto bianco della sua camera. Non c’ era nessuno con lei e questo, ovviamente, era un bene.

Ma come diavolo era finita lì? ….. L’ ultima cosa che ricordava era il suo saluto distaccato alla guardia, Evan, poi una cascata di ricci scuri e subito dopo nulla.

Delle voci concitate provenivano dall’ altra stanza , si alzò di scatto e si avvicinò alla porta socchiusa per origliare.

- … povero fiorellino mio! Come farà il mio pasticcino a riprendersi ? Cosa farà la mia piccina? E poi…-

- Greta smettila! ti ho già spiegato che è stato un normalissimo svenimento- esclamò Angela esasperata.

- ma… ma è quasi passato un giorno e … e non si è ancora svegliata!-

-  E non mi sorprende! Quell’ allenamento è stato troppo per lei … Comunque sia nell’attesa del suo risveglio potresti farmi un favore?- chiese Angela

- Qualsiasi cosa erborista- rispose pronta Greta.

-Potresti andare a prendere ancora un po’ di quella pozione ricostituente, che ho dato ad Elva ieri sera? La troverai sopra al tavolo della mia camera, l’ ampolla verde…-

- Certo ci metterò un attimo – ribatté energica.

Elva si trattenne dall’ impulso di sbuffare, quando senti la porta chiudersi si sporse ancora di più, per cercare di sbirciare cosa faceva la maga.

La donna era seduta sulla poltrona al centro della stanza e le dava le spalle, stava sfogliando tranquillamente un libro, quando all’ improvviso alzò la testa e chiuse seccamente il volume.

- Elva perché non vieni qui, anziché rimanere a spiarmi da dietro la porta?- chiese placidamente.

Nascondendo un moto di stizza, Elva andò a sedersi davanti ad Angela, con tutta la superiorità di cui era capace. Angela inarcò un sopracciglio, quando voleva Elva sapeva essere molto altezzosa. Elva la guardò  dritta negli occhi, come per sfidarla, ma il volto della maga era, come sempre, enigmatico.

-Non c’è nessuna pozione sul mio tavolo, Greta non tornerà molto presto- la informo tranquilla Angela

- Cosa mi è successo?- le chiese andando direttamente al sodo

- Sei svenuta subito dopo l’ allenamento- Gli occhi di Angela non la lasciavano un attimo.

Elva iniziò a giocare nervosamente con una ciocca di capelli.

- Lo sforzo è stato eccessivo per te. E scommetto che hai anche usato i tuoi poteri, dico bene?-

- E per questo sono rimasta incosciente un intero giorno?- esclamò indignata.

- Elva, l’ incantesimo di Eragon ti ha resa più debole della media, non sarai mai in grado di essere una guerriera – mormorò avvilita.

- L’ incantesimo di Eragon di nuovo … sembra quasi che abbia peggiorato la mia vita!!!- ormai stava urlando istericamente.

- Per quanto Eragon sia una capra ignorante, si è impegnato veramente per aiutarti  … Prendila come una sorta di compromesso: non avrai grandi capacità fisiche, ma possiedi poteri straordinari- tentò di sdrammatizzare Angela.

- Scambierei tutto quello che ho pur di essere una persona normale- disse cupa.

- Elva … stai mostrando dei sentimenti, sono davvero orgogliosa- mormorò sbalordita, rivolta più a se stessa che a lei, ma la ragazza dovette averla sentita perché sbuffò irritata.

- Basta con tutti queste smancerie, erborista! Piuttosto è successo qualcosa mentre dormivo?- chiese annoiata.

- Beh niente di che, a parte la crisi isterica di Lady Alyssa che pare abbia scoperto che il suo accompagnatore, Lord Davon, in realtà accompagnerà al ballo sua sorella minore – disse con tono grave

Elva rimase interdetta per un attimo, ma non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata cristallina – Ahahah… Angela le dame di palazzo pagherebbero una fortuna per averti come informatrice, mi chiedo come fai a sapere tutte queste cose-

- Sono in ottimi rapporti con la servitù – rispose seria, osservando la ragazza di sottecchi: anche se probabilmente era ancora sotto l’ influenza del mancamento, Elva era veramente bellissima quando rideva, le si illuminavano gli occhi e sembrava una ragazza come tante altre.

- Posso sapere cosa ti metterai stasera?- chiese noncurante, mentre sfogliava il libro che aveva riaperto.

Elva si immobilizzò – Stasera?- chiese con un filo di voce.

- Stasera, certo,non  ti sarai dimenticata del ballo… per Eragon?- le domandò divertita, ma smise subito di ridacchiare quando si accorse che la sua allieva era veramente nel panico.

- Dannazione! Non posso andare davvero a quel maledetto ballo- disse balzando in piedi.

- Calmati per questo ho la soluzione – disse Angela alzandosi e dirigendosi verso lo scrittoio sotto la finestra. Prese una scatolina  nera e la porse ad Elva.

-Tieni immaginavo che ti sarebbe servita, ce l’avevo da un po’ e non sapevo che farne-

Elva prese la scatola curiosa, sollevò il coperchio e osservò il dono di Angela.

Protetta da un soffice tessuto c’ era una raffinata maschera d’ argento, decorata con migliaia di striature brillanti che si intrecciavano tra loro per poi terminare in elaborati ghirigori sopra agli occhi. La forma appuntita le dava un aria  felina  e soprattutto, notò Elva, le avrebbe coperto  quasi del tutto la stella di Saphira. Era semplicemente bellissima.

Alzò gli occhi riconoscente, era la prima volta che qualcuno le faceva un regalo.

- Grazie – disse incrociando lo sguardo della maga.

- Pasticcino ti sei svegliata!-

Greta le fu addosso in un secondo e cominciò a piangerle subito addosso per la gioia. Elva iniziò a darle delle leggere pacche sulle  spalle, nel tentativo di scostarsela di dosso.

Guardò Angela disperata in cerca d’ aiuto, ma quella sorrideva divertita.

- Santo Cielo, Greta, vuoi calmarti?!- le disse esasperata.

- Cert.. Certo passerotto, sono così felice!- mugolò la vecchia, mentre si asciugava le lacrime.

Angela tossicchiò per richiamare le attenzioni delle due – Emm … Non sarebbe il caso di darle il vestito , Greta?-

- Subito – disse illuminandosi e fiondandosi nel vestibolo, per poi uscire con un'altra scatola che porse ad Elva, sempre più confusa.

- Io e Greta lo avevamo commissionato alle nane del clan Ignetum, doveva essere una sorpresa per il tuo compleanno ma … bè penso che ti serva di più ora, no?-  disse Angela allegra.

Elva scartò impaziente e confusa il secondo regalo della sua vita, avuto a pochi minuti dal primo.

Avvolto da vari strati di carta un vestito faceva bella mostra di se, Elva lo prese tremante e lo tirò fuori per guardarlo meglio.

Era di seta soffice di color verde bottiglia, ornato da leggeri pizzi neri come il corpetto che si intravedeva per una discreta porzione. Ma il particolare che colpiva di più Elva era la decorazione in fili di argento che si ripeteva lungo tutta la veste e specialmente sullo strascico. Era davvero favoloso eppure…

-È bellissimo per carità, ma io non me lo metto di certo- sentenziò decisa.

- Perché?- chiesero all’ unisono le due.

- Ma mi ci vedete ad indossare una cosa del genere?- disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Angela scoppiò a ridere – Elva non puoi certo presentarti in tuta d’ allenamento. D’accordo hai quattro anni ma sei in tutto e per tutto una donna matura, devi comportarti come tale. E poi – disse con fare civettuolo – pensa alla faccia che farà il tuo accompagnatore oppure quel rammollito di Eragon-

Elva avvampò e le tirò un cuscino, Angela lo scansò ridendo e si diresse verso la porta.

- Greta, la lascio nelle tue mani. E, Elva, mentre dormivi ho parlato con Evan ti aspetta alle nove all’ ingresso della Sala principale-

E se ne andò sogghignando, affidandola alle cure di Greta, che già gongolava in modo inquietante.

 

***

Quattro ore più tardi, Elva stava scendendo silenziosamente le scale diretta a quella ridicola festa. Era ancora arrabbiata con Angela, per averla lasciata in mano a Greta che si era divertita a torturarla per tutto il pomeriggio. L’ effetto finale non era poi così terribile pensò Elva ricordando l’ immagine riflessa sullo specchio in cui non si riconosceva: un’ esile ragazza la fissava curiosa, il viso chiaro, come un ovale di luna, era coperto da una maschera argentata e i capelli raccolti sulla testa le scendevano in morbidi boccoli.

La fresca aria estiva le solleticava le braccia e, doveva ammetterlo, quella sera il palazzo era veramente bellissimo: in ogni angolo rilucevano candele profumate e dalla Sala proveniva una musica lieve molto invitante.

Si fermò davanti all’ ingresso della sala, cercando con gli occhi il suo accompagnatore, lo vide appoggiato ad una colonna vestito con l’ uniforme da parata … Non era tanto male in fondo.

Si diresse verso di lui, e l’ osservò divertita mentre sgranava gli occhi, ovviamente non l’ aveva riconosciuta.

 

- Vogliamo entrare?-  chiese cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.

-Veggente?- domandò quello incredulo.

- Chi altri sennò?- sbottò Elva, la situazione stava davvero diventando ridicola.

- Non ti avevo riconosciuta, sei stupenda stasera-

- Già, anche tu non sei troppo male, ma muoviamoci non vedo l’ora di farla finita- ribatté nervosa,

- Vai a tutti i balli come se stessi per affrontare una dozzina di Kull?- chiese Evan divertito.

-Detesto i ricevimenti e odio ballare– ribatté seccata.

- Davvero? Non si direbbe. Comunque anche io non amo i balli, mi piace molto di più combattere-

- Allora perché sei qui?- chiese stupita Elva.

- Semplice – disse con un sorriso furbo – mi piace stare vicino a belle ragazze e quale occasione migliore di un ballo?-

Elva aprì la bocca per ribattere ma si ritrovò senza parole, Evan la prese divertito sottobraccio ed entrarono insieme nella Grande Sala.

***

Il gigantesco accampamento dei Varden era sempre sveglio, persino di notte si potevano incrociare persone di ogni tipo: servi, inviati, mercanti, e ovviamente guardie e sentinelle ad ogni angolo.

Si stava godendo placidamente la passeggiata serale per l’ accampamento, quando all’ improvviso fu fermata dalla sagoma di una donna, che correva verso di lei. Subito i Falchineri la circondarono per proteggerla ma si rilassarono quando riconobbero l’ ambasciatrice degli elfi, Arya.

- Lady Nasuada- la salutò rispettosamente l’ elfa chinando il capo.

Ogni volta che la vedeva, Nasuada si meravigliava di come gli elfi mascheravano la propria età:  l’ elfa sembrava un ragazzina più piccola di lei di almeno dieci anni, ma invece ne aveva quasi ottanta di più.

- Arya – la salutò stanca.

- Mi dispiace disturbarti, ma Eragon si è appena messo in contatto con noi, in questo momento sta parlando con Saphira ma ha chiesto di te – l’ informò l’ elfa tranquilla.

Nasuada si diresse di scattò verso i propri padiglioni, seguita a ruota dai Falchineri e da Arya. Arrivata all’ ingresso spalancò il tendone ed entrò rapida. Al centro della stanza c’ era un grande specchio occupato dall’ intera figura di Eragon, il giovane cavaliere era vestito di tutto punto, segno evidente che stava per partecipare al ricevimento in suo onore dato ad Aberdon. Ai piedi dello specchio, seduto a gambe accavallate e con la barba incolta, c’ era Roran suo cugino, il quale era intento a riferire le parole di Saphira, la cui testa sbucava da una parete opposta, al suo cavaliere.

Nasuada non riuscì a trattenere un sorriso: Roran e Saphira non si amavano particolarmente ed era buffo vederli insieme, per riuscire a far parlare Saphira con Eragon.

Subito Roran scattò in piedi per salutarla, mentre Saphira le dedicò un breve cenno del capo, senza smettere di fissare intensamente Eragon.

Il loro legame stupiva di continuo Nasuada, era così forte e profondo da essere innaturale.

- Lady Furianera – la salutò Roran, che ormai aveva preso l’ abitudine di chiamarla con il soprannome degli Urgali.

- Fortemartello , Saphira – disse Nasuada salutandoli a sua volta velocemente, per piazzarsi davanti allo specchio e squadrare attentamente Eragon.

Il ragazzo indossava un elaborato vestito elfico sulle tinte del blu scuro e portava sulle spalle uno svolazzante mantello argentato. In una sola parola: perfetto. In quanto sua signora, Nasuada doveva anche assicurarsi che non sfigurasse mai nelle occasioni mondane, per non danneggiare lei di conseguenza.

- Eragon, finalmente, come è andato il viaggio?- chiese sorpresa per la velocità con cui il ragazzo era arrivato a destinazione.

- Lady Nasuada. Bene, come sai sono partito dall’ accampamento di Dars-Leona due giorni fa, da allora ho corso ininterrottamente fino ad Aberdon,sempre facendomi notare il meno possibile-  rispose  Eragon riuscendo a malapena a nascondere l’ orgoglio per una simile impresa.

-  Hai incontrato ostacoli lungo il percorso?-

- Nessun problema, tranne un piccolo gruppo di mercanti di schiavi, che mi aveva riconosciuto e voleva farmi prigioniero- disse guardando negli occhi Arya, probabilmente stava ripensando ad un paio d’ anni fa quando una carovana ben più numerosa aveva tentato di catturare lui Arya, che era incosciente, e … e Murtagh.

- Li hai uccisi?- chiese sospirando, conoscendo già la risposta.

- Si – disse il ragazzo senza mostrare la minima traccia di soddisfazione.

Se c’era una cosa per cui stimava Eragon era proprio il suo totale ribrezzo all’ idea di uccidere. Ma purtroppo era inevitabile , del resto stavano combattendo una guerra.

- Bene, come pensi di fare per la missione che ti ho affidato?-

- Né abbiamo già parlato: le parlerò e cercherò di convincerla a seguirmi, preferirei non arrivare ad usare la forza, perché potrei vedermela davvero brutta-

Saphira sbuffò indignata lei non avrebbe mai ammesso di vedersela brutta, neanche davanti a Galbatorix in persona, ma lei era un drago in tutto e per tutto specialmente nell’ orgoglio.

Nasuada la ignorò e tornò a parlare con Eragon – Comunque vada devi assolutamente partire prima con lei, potreste trovarvi in difficoltà a procedere con il corteo di Orrin-

- Come no, tanto lo so che non vedi l’ ora di riabbracciare tuo marito – sghignazzò Eragon.

Nasuada avvampò per un attimo e sibilò velenosa – Se non la smetti quando torni ti farò frustare pubblicamente –

Da quando lei e Orrin si erano sposati quasi un mese fa, lui si divertiva spesso a stuzzicarla, all’ inizio aveva creduto che si sposassero per convenienza, unendo stabilmente le forze del Surda e dei Varden, ma poi si era dovuto ricredere osservando l’ amore reciproco che li univa.

- Ti porgo le mie umili scuse, mia signora, ma ora devo proprio andare, altrimenti credo che verranno a prendermi e mi trascineranno di peso sulla pista da ballo-

Era risaputo quanto Eragon detestasse i ricevimenti mondani e quel ballo in suo onore per lui costituiva quasi una tortura.

- Vai e non farmi sfigurare, mi raccomando non fare niente di avventato – lo salutò Nasuada mentre il ragazzo sbuffava esasperato.

Gli occhi di Eragon si posarono velocemente su tutti loro: sorrise al cugino e a Nasuada, guardò in modo enigmatico la bella Arya e infine fissò con intensità Saphira. Interruppe il contatto con un flebile A presto, e lo specchio riacquistò lentamente la sua forma originale.

Nasuada si chiedeva se Eragon potesse avere successo nella missione, era stata lei a proporglielo ma lui avrebbe anche potuto rifiutare, invece aveva accettato giudicandola da subito una buona idea. Effettivamente se avesse avuto successo, i Varden avrebbero potuto avere dalla loro parte un’ arma eccezionale. Ad un tratto pensò che mancava poco più di una settimana o due al ritorno di Orrin, non vedeva l’ ora di diglielo, pensò accarezzandosi distrattamente la pancia e notando che era impercettibilmente aumentata.

-Fine capitolo-

 

NdA

Spazio commenti:

Ho deciso (dietro consiglio) di rispondere ai commenti in coda ad ogni capitolo, quindi se volete farmi domande fate pure …

 

Per ora vorrei ringraziare Amaerize e HoneyS *_* grazie siete troppo gentili, mi fate commuovere!  

 

Maya Deleon_Energy Alchemist troppo gentile non credo che riuscirò mai a scrivere una storia che faccia concorrenza a quella di Paolini ma nell’ attesa del Quarto Libro ( ma quando esceee?) perché non tenersi occupate con una fic su Elva?

 

Lullypop  come ti ho già detto è un po’ difficile visto che ho odiato quel libro e poi l’ ho letto diversi anni fa, il paragone con me non so quanto sia veritiero ma mi fa abbastanza piacere …

 

Elenis bè in questo cap non ci sono combattimenti ma spero ti piaccia lo stesso, ho seguito i tuoi consigli e aggiunto molteee virgole! Rispondendo alla tua domanda: i soldati, e la gente in generale, hanno solo una vaga idea dell’ età di Elva, sanno che è molto giovane e che cresce velocemente grazie ai suoi poteri.

Tra l’ altro Elva ha quattro anni come ribadisco in questo capitolo, ma è come se ne avesse quasi 18 in quanto ha il corpo e la mente di una giovane adulta, ma non le esperienze, quindi in generale gli altri tendono a mettere in secondo piano la sua età reale.

 

ah giusto! un mega – grazie anche ad amarize XD

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