La guerra infinita di chocola92 (/viewuser.php?uid=77258)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Attenzione: Informazione ***
Capitolo 1 *** Capitolo Uno ***
EFP
Mi chiamo Esmeralda e
fino all'età dei 10 anni pensavo di essere una normalissima
bambina..con la voglia di saltare e giocare, ridere e sentirmi amata.
Poi quel giorno qualcosa cambiò, non so spiegare cosa, ma da quel momento non sono più io.
Sono passati cinque anni, ormai sono abbastanza grande per decidere le mie scelte.
Passeggio per le vie del mio quartiere, tra case in rovina e negozi ormai abbandonati.
C'è silenzio intorno a me, nessuno ha il coraggio di uscire. Siamo in guerra.
La mia città è entrata in questo inferno una decina di anni fa e non ci è più uscita.
Come stavo dicendo all'inizio
sono cambiata, da quando la guerra è entrata nel mio cuore, la
mia vita è diventata grigia.
I miei genitori sono morti, sono rimasta sola.
Per colpa di gente senza un'anima, molte persone sono cadute preda della morte.
Vorrei vendicarmi ed è per questo che continuo a vivere, a lottare.
Ormai siamo rimasti in pochi, molti sono morti, altri scappati in terre lontane.
Ma io continuo a vivere in mezzo a questo ciclone di morte.
Guardo il cielo per decifrare l'ora.
Mancano pochi minuti al tocco, tra poco la guardie verrano a controllare le persone rimaste in vita, e prenderanno uno di noi.
Questa gente senza un cuore è solo capace di rovinare ancora di più il nostro mondo.
Mi avvicino ad un palazzo ormai distrutto, la mia casa.
Entro nella mia piccola stanza e aspetto il loro arrivo.
Sento delle sirene avvinarsi.
Sono arrivati!
Scendo le scale e mi fermo davanti alla porta d'ingresso. Davanti a me ci sono loro, i diavoli della guerra.
Tutti sono usciti dalle loro case per il controllo.
I bambini guardano quelle persone come se fossero amici, non sanno cosa gli aspetterà in futuro.
Ignari della morte che lì circondano continuano a giocare e ridere.
Le guardie ci contano per accettarsi che nessuno sia scappato.
Ma chi avrebbe il coraggio di scappare proprio ora?
Solo uno stolto, una persona senza un cervello.
Un uomo alto e robusto si avvicina a me, mi controlla dall'alto al basso.
"Come ti chiami?"
Lo guardo con disprezzo e rispondo tra i denti.
"Esmeralda"
Ride con crudeltà e mi prende per un braccio.
Chiama un suo sottoposto e gli ordina di tenermi d'occhio.
"Assicurati che questa ragazza non scappi"
Un ragazzo si avvicina a me e mi scruta, curioso e un pò divertito.
Si avvicina al mio orecchio.
"Cerca di non fare mosse sbagliate"
Non riesco a capire il significato di quella frase, ma guardando bene quel ragazzo, in fondo non sembra cattivo.
Mi tiene delicatamente il braccio, cercando di non farmi male.
Il suo tocco è sicuro e caldo.
Lo guardo ancora, non riuscendo a distaccare gli occhi da lui.
All'improvviso si gira verso di me e sorride.
"Che hai da guardare?"
Io abbasso lo sguardo e non rispondo.
Quei suoi occhi così profondi mi mettano in imbarazzo.
Finito il controllo, il superiore che prima mi aveva preso per il braccio si avvina con aria divertita.
"Soldato ora puoi tornare nella tua posizione, mi occupo io di questa nostra signorina"
Il ragazzo si allontana da me, ma prima si avvina di nuovo al mio orecchio.
"Tranquilla troverò un modo per aiutarti"
Dopo che il ragazzo è sparito in mezzo a tutte quelle guardie, il superiore stringe ancora di più il mio braccio.
"Mi lasci, mi sta facendo male"
Lui si gira a guardarmi.
Si avvicina con quell'aria arrogante.
"E questo è niente, signorinella"
Mi trascina con forza alla sua macchina, mi fa salire accanto a lui e parte a tutto gas.
Non riesco a capire dove mi
stia portando, so solo che arriviamo a destinazione solo quando il sole
a abbandonato il cielo per far spazio alla luna.
Mentre percorro un corridoio che sembra non aver fine cerco di ritrovare quel ragazzo, ma di lui nessuna traccia.
Quell'uomo mi porta in una specie di prigione, e prima che vada via, si gira sorridendo.
"Cerca di fare la brava"
Rimango lì, in quella stanza vuota, sola.
Non mi è mai pesata la solitudine, ma ora vorrei tanto avere qualcuno accanto.
Sento dei passi avvicinarsi, non sembra il passo di quel superiore, questo è molto più leggero.
La porta si apre e appare il viso del ragazzo di quella mattina. Mi sorride, sembra molto sicuro di sè.
"Ciao"
Abbasso di nuovo lo sguardo, ancora incapace di parlare davanti a lui.
Si avvicina lentamente e si siede accanto a me.
"Tutto bene? Non ti hanno fatto nulla. vero?"
Faccio no con la testa.
Lui si mette a ridere e avvicina la mano.
"Comunque piacere, Ryan "
Allungo la mano per stringere la sua e finalmente riesco a parlare.
"Esmeralda"
Mi sorride e allontana la mano, ma non del tutto.
"Bel nome"
Lo guardo sempre più stupita, non riesco a capire il suo comportamento.
Sono una sua nemica, dovrebbe odiarmi, siamo in guerra. Eppure sembra che a lui non gli importi.
Rimane in silenzio accanto a me, forse non sa bene cosa dire.
All'improvviso si alza, come se qualcuno l'avesse richiamato.
Mi guarda dritto negli occhi e come è già successo si avvicina al mio orecchio.
"Ti tirerò fuori di qui, promesso"
E senza che abbia il tempo di chiedere come mai fa tutto questo per me, Ryan a già varcato la porta.
Per la seconda volta rimango da sola in quel luogo a me sconosciuto, colmo di diavoli della guerra.
Mi sdraio sul letto di quella stanza spoglia e penso a tutto quello che sta accadendo.
Il comportamento di Ryan, quello del superiore e di tutti.
Come mai Ryan sembra così interessato a me ed a aiutarmi?
E perché quell'uomo mi ha preso senza fare il solito controllo?
Per un bel pò di tempo non sento nessun rumore, come se quel luogo fosse stato abbandonato.
Poi qualcuno si avvicina, apre la porta e mi tira quasi addosso un vassoio.
"La tua cena"
Chiude la porta alle sue spalle e sparisce.
Guardo il contenuto di quel vassoio, una zuppa e un mela.
Non è un piatto da re, ma meglio di nulla.
Mangio la zuppa, che sinceramente non da si nulla e dopo la mela.
Finito la mia cena, per modo di dire, mi sdraio e provo a dormire un pò.
Non riesco a capire che ore sono, ma colta da una stanchezza improvvisa, mi addormento.
Mi sembra di aver dormito diaci minuti, quando un rumore metallico mi sveglia.
All'inizio non riesco a
capire dove mi trovo, poi rimettendo tutti i pezzi a posto, ricordo
tutto quello che è successo, l'incontro con Ryan e tutto.
Il rumore assordante sembra
avvicinarsi sempre di più e quando la porta si apre, per poco
non ci rimanevo secca dalla paura.
Ryan vedendo la mia faccia, sicuramente buffa, iniziò a ridere.
"Ehi, Esmeralda ma che ti è successo? Hai visto un fantasma?"
Non risposi, avvolta di nuovo da quell'imbarazzo.
Come la sera prima, o la notte, non sono certa se fosse notte o giorno, si mise a sedere accanto a me.
Mi passò una tazza fumante.
"Bevi, è latte caldo"
Bevvi tutto di un sorso, era buonissimo.
Erano passati anni dall'ultima volta che avevo potuto bere del latte così buono.
"Grazie"
Lui si guardò intorno, facendo finta di non capire da dove arrivasse la voce.
"Finalmente inizi a parlare un pò di più"
Arrossì e Ryan se ne accorse.
"Come non detto, sto zitto"
Vedendo la sua faccia inizia a ridere.
Poco dopo tutti e due ridevamo a crepa pelle.
Accorgendomi che forse quello era il momento giusto per chiedere spiegazioni, diventai seria.
Lui smise di ridere e aspettò che parlassi.
"Perchè mi avete portato qui?"
Lui sembrò un pò in imbarazzo, forse non si aspettava subito questa domanda.
"Bhe è difficile da
spiegarsi e sono cose molto private, l'unica cosa che posso dirti con
certezza è che il nostro superiore pensa che tu sia speciale"
Lo guardai, non riuscendo a credere a quelle parole, in che senso? Io ero speciale?
Non capivo, ma forse ancora non ero pronta per sapere la verità.
"Perchè tu mi stai aiutando?"
"Bhe non posso dirti tutto, devi riuscire tu a scoprire il perchè, posso solo dirti che ti conosco da molto molto tempo"
Non capivo, sono sicura di non aver mai visto questo ragazzo.
All'improvviso qualcuno
bussò alla porta, Ryan prese in mano la tazza e poggiò il
dito sulla bocca, facendomi capire di non far rumore.
"C'è qualcuno qui dentro?"
Era una voce dura, severa.
Ryan mi sussurrò all'orecchio: "Non rispondere, se scoprano che io sono qui, finiremo tutti e due nel casini"
Forse vedendo che nessuno rispondeva, l'uomo si allontanò.
Ryan si alzò in piedi, mi guardò per un pò, poi sorrise.
"Pericolo scampato"
"Già"
Ero ancora sconvolta per le notizie che mi aveva dato e non feci molto caso a quello che mi stava dicendo.
"Esmeralda? Mi stai ascoltando?"
Alzai lo sguardo.
"Si scusa ero immersa nei miei pensieri"
Lui annui come se avesse capito e mi sorrise di nuovo, aveva un sorriso bellissimo.
"Ora devo andare, ma ti prometto che torno tra un paio d'ore, Ciao"
"Ciao"
Mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
ECCOMI QUI CON UNA STORIA MOLTO DIVERSA DAL MIO GENERE, SPERO COMUNQUE CHE VI PIACCIA,,,FATEMI SAPERE...
CHOCOLA92
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Capitolo 2 *** Capitolo Due ***
FINITO
Il sonno era diventato profondo e nella mia mente nascevano immagini della mia
famiglia e di mio fratello, l'unico parente che potrebbe essere ancora
vivo.
Avevo circa dieci anni quando lui se ne andò, mi aveva sempre detto che
non ci saremo mai divisi eppure lui mi lasciò.
Ricordo ancora quel giorno,
un giorno cupo e triste.
Mia madre piangeva e implorava che non se ne
andasse, mio padre invece sembrava contento di quella sua decisione.
Io
ancora troppo piccola per capire dove stesse andando, gli chiesi se mi portava
con sè.
Lui mi guardò e sussurrò al mio orecchio:
"Tornerò
presto"
Quelle furono le sue ultime parole.
Sono passati cinque anni da
quel giorno e di lui nessuna traccia, nessuna chiamata, nessun accertamento che
lui fosse vivo.
Mi manca tantissimo, mi mancano i suoi scherzi, la sua voglia
di vivere e divertirsi e quel suo sorriso da furbone.
All'improvviso tutti
quei ricordi svaniscono e mi sveglio in quella stanza vuota.
Qualcuno sta
bussando alla porta, mi alzo lentamente cercando di non fare troppo rumore e
sussurrò;
"Chi è?"
"Sono io, Ryan"
Sentendo la sua voce, apro
velocemente la porta e lo faccio entrare.
Mi guarda attentamente, il suo
sguardo è stanco e molto triste.
Non sorride più come prima, il suo sorriso è
spento, privo di anima.
Mi avvicino e gli sfioro il braccio.
"E' successo
qualcosa?"
Non mi risponde, si siede e mi indica il posto accanto a
lui.
Quando sono al suo fianco, si avvicina lentamente.
"Devo trovare un
modo per farti uscire da questo inferno"
Sussurra quelle parole come se fosse
un ordine.
Lo guardo attentamente, non riuscendo a capire cosa sia potuto
accadere in quelle ore.
"Il superiore a deciso di portarti in un posto ancora
più controllato, pensa che qui tutti possono avere un contatto con te"
Ora
capisco tutta quella tristezza, lui si sta preoccupando.
Vorrei potergli dire
che è tutto apposto, che non importa dove mi porteranno, ma proprio non riesco a
far uscire quelle parole, forse perché sarebbe come mentire a me stessa.
Mi
avvicino di più, almeno posso consolarlo un pò in questo modo, spero che lui
capisca il mio atteggiamento.
Lui ne rimane sorpreso, all'inizio si scansa,
non sapendo bene come comportarsi, ma poi vedendo che io aspetto che si avvicini
di nuovo, ritorna alla posizione principale.
"Non so proprio come aiutarti,
Esmeralda"
All'improvviso un rumore ci mette all'erta, sembrano dei
passi.
Ryan si alza, mettendosi davanti a me come a volermi fare da scudo,
non so quale sono le sue intenzioni, ma sembra deciso ad proteggermi a tutti i
costi.
La porta si apre lentamente e poco dopo appare la faccia dura del
superiore.
Sorpreso di vedere Ryan, torna di due passi indietro, poi
riprendendo il controllo di se stesso, si avvicina.
"Soldato cosa ci fa qua
dentro?"
"Ero venuto a controllare la prigioniera"
Il superiore annuisce e
fa segno a Ryan di andarsene.
Ryan si volta. appena prima di uscire dalla
stanza, poi scompare
Quest'uomo mi intimorisce, non capisco che intenzioni
abbia.
"Bene bene, signorinella, come sta oggi?"
Lo guardo con disprezzo e
mi volto dall'altra parte.
Lui si avvicina minacciosamente e mi prende per un
braccio, costringendomi a voltarmi verso di lui.
"Quando ti chiedo qualcosa,
esigo una risposta"
Annuisco, spaventata.
"Ora che ci siamo capiti, le
consiglio di seguirmi senza obbiettare.
Mi alzo lentamente e mi trascino
fuori da quella cella, con quell'essere disgustoso dietro.
Non riesco a capire dove mi stia conducendo,cammino a testa bassa, solo quando qualcuno mi sfiora il braccio alzo la testa.
Ryan è accanto me, mi guarda attentamente e sussurra:
"Mi hanno ordinato di seguirti, questa cosa è a nostro favore, così saprò dove ti porteranno"
Annuisco, almeno qualcosa di positivo è successo oggi.
Il superiore cammina molto velocemente, faccio fatica a tenere il suo passo.
Anche Ryan sembra in difficoltà.
All'improvviso si volta.
"Muovetevi voi due"
Cerco di aumentare il passo,
ma con poco successo, visto che quello è il massimo per me, in
fin dei conti sono una ragazza, non un bestione come lui.
Dopo pochi minuti mi trovo fuori, all'aria aperta.
Il cielo è scuro, coperto da grandi nuvoloni che non promettono nulla di buono.
Il vento è pungente, entra nelle ossa come piccoli aghi.
Ryan si avvicina ancora di più a me e poggia sulle mie spalle la sua giacca.
"Così avrai meno freddo"
Mi sorride.
La sua giacca è ricoperta del suo profumo, un odore dolce e amaro allo stesso tempo.
Sembra una droga, mi attrae come il miele attrae le api.
Stringo ancora di più quella giacca su me stessa e annuso fino a sentire il suo profumo mescolarsi nel mio corpo.
All'improvviso, il superiore
mi fa salire su una Gip, mi allaccia le cinture e dopo aver fatto
salire anche Ryan parte a tutto gas come la prima volta che l'ho visto.
Il vento scompiglia i miei capelli e sbatte sui miei occhi facendoli lacrimare.
Ryan sta molto vicino a me, come a volermi scaldare con il suo corpo.
Il suo tocco leggero mi fa sentire sicura di me stessa e protetta.
Assomiglia al caldo sole dell'estate.
Pochi minuti dopo arriviamo
ad un altro rifugio del diavoli della guerra, il superiore mi fa
scendere con uno strattone e mi porta dentro ad un edificio molto
modernizzato.
Lì tutti sembrano non far caso alla mia presenza, mi passano accanto senza degnarmi di uno sguardo.
Forse meglio così, non mi piace quando tutto mi guardano, come se fossi un alieno.
Sono come loro, un essere umano.
Arriviamo dentro ad una stanza molto illuminata, su una sedia c'è un signore ben vestito e dall'aria severa.
"Bene chi abbiamo qui?"
Il superiore mi spinge verso quell'uomo inquietante e Ryan mi segue.
"Una ragazza speciale, da quello che dicono"
Lo guardo attentamente, è un signore di una certa età, ben vestito e curato e con un certo comportamento.
"Come ti chiami, ragazza?"
"Esmeralda"
Lui annuisce e si alza in pedi, si avvicina molto lentamente a me e mi scruta attentamente.
"Sembri una ragazza molto
robusta, devi aver lavorato molto, da quello che mi dicono i tuoi
genitori sono morti per mano nostra e tuo fratello è scomparso
ormai da anni"
Ryan mi guarda sorpreso, forse non sapeva la mia storia.
Si avvicina sempre di più a me e mi sfiora per darmi coraggio.
Sentire la sua vicinanza mi fa sentire più forte.
Quel signore continua a guardarmi con interesse e poi chiama il superiore.
"Porta la ragazza in una delle nostre stanze e fate in modo che non scappi"
"Certo, signore ai suoi ordini"
Il superiore si volta verso di me e indica la porta, guarda attentamente Ryan e fa un smorfia.
"Tu soldato rimani qui"
Ryan sembra nervoso, si avvicina a me e stando attento che nessuno lo senti dice:
"Stai tranquilla, appena posso vengo da te"
Io annuisco e mi lascio condurre in quella stanza, so che lui tornerà e quindi non ho paura.
ECCO QUI UN NUOVO CAPITOLO DELLA MIA NUOVA STORIA,, COME VI SEMBRA??
CHOCOLA92
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Capitolo 3 *** Capitolo Tre ***
CAPITOLO 3
Cammino con lo sguardo abbassato, non lo alzo nemmeno quando qualcuno per sbaglio mi viene addosso.
Il superiore mi sta portando
in un posto a me sconosciuto, appena varcata la soglia della mia nuova
cella, un odore molto familiare mi investe, alzo lo sguardo e vedo un
ragazzo davanti a me, sembra ridotto molto male.
Mi avvicino con una strana sensazione addosso, come se conoscessi quella persona.
Il superiore si chiude la porta alle spalle senza fiatare e mi lascia sola in compagnia di quel ragazzo.
Quando tutto sembra essersi calmato, finalmente vedo il volto di lui, assomiglia molto a qualcuno, ma non ricordo a chi.
Poi un ricordo molto lontano rinasce nella mia mente, un ragazzo sui 18 anni mi sta salutando, mio fratello.
Mi avvicino sempre di più, traballando dalla confusione.
No, non può essere lui, il mio caro fratellino.
"Sei veramente tu?"
Chiedo senza nemmeno pronunciare il suo nome, se è veramente lui capirà.
Lui mi osserva attentamente come se cercasse di ricordare un pezzo della sua vita.
Riformulo la domanda, ma in modo diverso.
"Tu sei mio fratello?"
Non risponde, come se avesse
paura di dire quella parola, come se avesse paura di ammettere che lui
è veramente mio fratello.
Sfioro la sua mano e sento una sensazione molto familiare, sono sicura che sia lui.
Grandi lacrime bagnano il mio
viso, vedere la persona più importante della mia vita ridotta in
quelle condizioni mi spezza il cuore.
"Ti ho ritrovato"
Mi avvicino e lo abbraccio, lui non si scansa, non mi manda via.
Questa è la prova della mia speranza.
"Esmeralda?"
Sento pronunciare il mio nome.
Annuisco
Lui cerca di alzarsi, ma le gravi ferite che lo ricoprano non gli permettano di fare quello sforzo.
"Non devi sforzarti"
Sento ancora il calore del suo corpo su di me, quell'abbraccio a riportato in me così tante sensazioni.
Il mio caro fratello si trova
davanti a me, ma devo trovare un modo per curarlo, quelle ferite
sembrano davvero gravi e potrebbero portare infezioni.
Quanto vorrei che in questo momento ci fosse Ryan qui, lui saprebbe cosa fare.
Avrei così tante domande da porgergli, ma solo una ora mi importa veramente.
"Cosa ti è successo?"
Lui incrocia il mio sguardo e mi fa i segno di sedermi sulla sedia davanti a lui.
Quando mi sono sistemata, lui inizia a raccontare.
"Un giorno durante il mio
lungo viaggio, un uomo mi fermò e mi chiese se conoscessi la
salvatrice, non sapendo di chi stesse parlando lo ignorai, ma quando
pronunciò il tuo nome, un senso di pericolo si impadronì
di me,. Lui sapeva come ti chiamavi e chi eri, mi raccontò tutta
la storia della salvatrice, mi raccontò che solo lei conosceva
il segreto dei codici nascosti. Dopo aver lasciato quell'uomo andai in
cerca di informazioni, sapevo che ti trovavi in pericolo e avrei fatto
qualunque cosa pur di salvarti. Una sera finalmente trovai alcune
risposte alle mie domande, in un libro lessi una strana leggenda che
parlava di una ragazza con un compito molto importante, non permettere
ai diavoli della guerra di impadronirsi di quei codici. Quando lessi la
descrizione della salvatrice e mi accorsi che era uguale a te ebbi
paura. Non sapevo come aiutarti, quindi decisi di andare in cerca di
qualcuno che sapesse come comportarsi.
Quando le mie lunghe ricerche
stavano portando alla conclusione, comparvero i diavoli della guerra mi
portarono qui, ogni giorno cercano di farmi tirare fuori tutte le
informazioni che conosco, sono cinque anni che mi tormentano, ma non
riusciranno mai a scoprire il frutto delle mie ricerche. Ma mi chiedo
una cosa, tu cosa ci fa qui? Hanno scoperto il segreto?"
"Da quello che posso dirti,
ancora non sono sicuri che sia io quella persona. Non so molto di
questa storia, l'unica cosa cerca è che continuano a dirmi che
sono speciale, ma fino a questo momento non conoscevo la storia che tu
mi hai raccontato. Non riesco a crederci di conoscere cose che nemmeno
io sapevo di conoscere"
Lui mi guarda teneramente,
ora che l'osservo meglio, non è cambiato molto, i suoi capelli
sono sempre riccioli e lo sguardo sempre molto dolce.
All'improvviso un rumore
molto forte entra nelle mie orecchie, qualcosa è esplosa non
molto lontano da dove mi trovo io. Poi la porta si apre e compare Ryan.
"Ryan? Cos'è successo?"
Lui guarda prima me, poi mio fratello e dopo di nuovo me.
Forse si è accorto della somiglianza.
"Ryan lui è mio fratello"
Sembra sorpreso, si avvicina e mi ci osserva molto attentamente.
"Assurdo"
Eì l'unica cosa che penso riesca a dire.
"Ryan mi devi spiegare che cosa sta accadendo là fuori"
"Ah si, giusto! C'è
stato un attacco, un carro si è avvicinato alla base e a
iniziato a lasciare bombe, sembrava intenzionato ad entrare dentro, ma
poi forse accorgendosi che i diavoli della guerra erano troppi si
è ritirato, comunque Esmeralda penso che loro erano venuti per
te"
Questa storia sta diventando
ogni minuto più misteriosa, non riesco più a ragionare.
Il mio corpo sta per sbattere in terra, ma qualcuno mi sostiene, alzo
lo sguardo e vedo Ryan con uno sguardo preoccupato.
"Tutto bene?"
Annuisco, mi lascio condurre alla sedia e chiudo gli occhi per un momento.
Devo ragonare con calma, con tutte queste notizie accumolate, non riesco a fare un pensiero sensato.
Ryan si avvicina e mi prende la mano.
"Non temere, non permetterò a nessuno di avvicinarsi"
Lo guardo stupita ed ecco di nuovo quel suo sorriso, così bello, puro e semplice.
Dopo aver un pò
chiarito le cose, Ryan torna al suo posto e io mi addormento tra le
braccia di mio fratello, qualunque sia il mio compito, ci
penserò il giorno seguente, ora voglio solo abbandonarmi ad un
sonno tranquillo
CIAO...ECCOMI QUI CON IL
TERZO CAPITOLO, CHIEDO SCUSA A TUTTI PER L'ENORME RITARDO, MA CON LA
SCUOLA E LA PROGRAMMAZIONE DELLA GITA NON HO AVUTO MOLTO TEMPO..SPERO
CHE VI PIACCIA...FATEMI SAPERE
CHOCOLA92
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Capitolo 4 *** Attenzione: Informazione ***
attenzione
Visto che la storia non ha avuto molto successo.... ho deciso
di interrromperla qui... Mi dispiace per tutti quelli che piace questa
storia... magari la riprenderò in futuro...magari se me lo
chiedete!!! Chiedo scusa a tutti
Chocola92
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