La prima profezia di _Sister_ (/viewuser.php?uid=76133)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP. 1 ***
Capitolo 2: *** CAP. 2 ***
Capitolo 1 *** CAP. 1 ***
Al funerale sono venuti quasi tutta la
scuola, compresi i professori. I vicini di casa. Gente che conosco, non
conosco. Tutti.
C’è silenzio
intorno a me. L’unica cosa che sento sono i singhiozzi di zia
MaryKate.
Io non piango. Le urla, le lacrime e i
singhiozzi mi sono rimasti in gola. Non riescono ad uscire.
Neanche quando li ho visti. Sembrava una
giornata qualunque, e invece.. mamma, papà.
Mi avete lasciata
sola.
- Debby - MaryKate cerca di parlarmi tra
un singhiozzo e l’altro. Le esce solo un rantolio dalla gola.
Vorrei farla smettere. Vorrei essere
consolata. Cerco di abbracciarla, ma lei mi respinge. E’ una
donna troppo orgogliosa. Mi porge invece una rosa bianca. La rigiro tra
le dita. Non ha spine.
Mi giro a guardare le bare laccate in
oro dei miei genitori. –Possiamo permettercelo. Se vuoi-
aveva detto MaryKate. Non me ne frega niente delle bare, per cui
lasciai che le scegliesse lei.
Sentivo gli occhi di tutti puntati su di
me. Si aspettavano un discorso d’addio. Una frase. Una parola
per commemorare i miei genitori.
La buttai in silenzio.
“Mamma,
papà” pensai “vi voglio bene”.
Tra i vari ed enormi mazzi di fiori, vi
erano delle loro foto. Sorridenti. Felici.
Vivi.
L’auto
di zia Mary
è molto semplice. Un po’ sporca a dire la
verità. Da poveri.
Non voglio crearle imbarazzo,
così entro senza commentare, ma a quanto pare il mio sguardo
parla da solo.
-Non è un granché,
vero?- mi dice lei sorridendo debolmente. Ha gli occhi arrossati, che
fanno contrasto con le iridi azzurre –mi dispiace ma ti ci
dovrai abituare.. di certo non è come l’Audi di
tua madre, ma funziona ed è questo che conta, no?-
Se per funziona
intende che dopo tre volte che cerca di accenderla si spegne con uno
sbuffo peggio di un trattore, allora sì, funziona proprio
bene.
Alla quarta volta sembra stia per
scoppiare a piangere, sbattendo i pugni sul volante.
-Zia- dissi piano. La voce mi
uscì rauca. E’ la prima parola dopo.. Mi schiarii
la gola. –posso provare?-
Lei mi guardò un attimo
spaesata e si spostò, lasciandomi fare. Giro la chiave,
tenendo pigiata la frizione per poi lasciarla piano piano. Il motore
parte , facendo sobbalzare MaryKate.
Nono sarà un Audi, questo
è sicuro, ma ringhia come una Ferrari!
Sia io che zia Mary ridiamo. Non faceva
molto ridere a dire la verità, ma siamo entrambe nervose e
abbiamo solo bisogno di riposarci un attimo. Di staccare la spina e non
pensare a niente.
-Grazie- MaryKate esce dal parcheggio e
con qualche manovra azzardata entra in strada –avrei una
proposta da farti-
-…- guardo la strada che
scorre veloce.
-sei stata affidata a me.
Sarò la tua tutor- sospirai sollevata. Finalmente una buona
notizia –abiteremo sotto lo stesso tetto. Hai due
possibilità. Continuare ad abitare qui, a Delice Town
–fece una pausa mentre girava l’angolo –
o venire da me-
Non ci avevo pensato.
-Naturalmente da me, a Devil city, sono
sicura che ti troveresti benissimo. Dyana non vede l’ora di
rivederti e..-
Dyana. La mia cuginetta preferita. Anche
perché è l’unica. E’ sempre
stata molto più bassa di me, le sue gambe erano meno
affusolate delle mie, i suoi capelli castani e mossi al contrario dei
miei, biondo cenere. Non ho mai capito come facesse a piacere tanto ai
ragazzi.
-Per me va bene- dissi piano
–andare a vivere a casa tua, intendo-
MaryKate annuì e non
parlò per tutto il resto del viaggio.
Voglio andarmene da qui. Non tornare mai
più.
Questa fic non è stata ideata
da me, ma da Mitika81. Grazie mille per l'idea, e spero che ti piaccia!
Francy.
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Capitolo 2 *** CAP. 2 ***
La
classe in cui sono capitata è piena di sfigati. Uno schifo.
Il mio vicino di banco ha gli occhiali spessi quanto lo strato di gel
che s’è messo sui capelli. Non capisco come fanno
nonostante tutto a stargli flosci. Bah. In più lui non fa
che toccarseli. Cerco di stargli il più lontano possibile,
per quanto mi è permesso.
La ragazza
più simpatica/decente ha il diario di un
“simpatico” animaletto giallo e bianco. Mi chiedo
se il suicidio possa essere una soluzione alle pene che mi sto auto
infliggendo.
Almeno mi
lasciano in pace. Devil city è una città
abbastanza grande, per cui i nuovi arrivati sono all’ordine
del giorno. O almeno così dice il mio caro vicino di banco.
Ancora non ricordo il suo nome. Incominciava con la a..
Qualcuno mi
strattona per il braccio.
-Ehi! Che modi
sono?!- gli restituisco lo spintone.
-Ehm.. scusa, la
prof ti chiamava e tu non rispondevi e così..-
Tutta la classe
mi guarda. Fantastico. Sono anche passata per stronza.
-Alistair,
insomma!- miss Dubois ci interrompe. Ecco come si chiamava. Alistair.
-Signorina
Debora, posso chiamarti per nome, vero?- le faccio segno di
sì con la testa –bene. Volevo solo..- e senza
finire la frase si sfiora il naso. La imito e sento della roba calda e
appiccicosa. Sangue. Merda! Ma come ho fatto a non accorgermene? Mi
alzo senza pensare.
-Potrei andare in
infermeria?- miss Dubois mi guarda strano e mi indica la porta. Appena
esco aspetto un attimo. La sua voce ricomincia a tuonare, si sente
benissimo anche dal corridoio, mentre spiega altra roba inutile su
fiori e uccelli. Tutta roba di cui posso fare a meno.
Giro a caso per
la scuola mentre il sangue continua a scendere. Una ciocca di capelli
biondo dorati è diventata rossa e appiccicaticcia. Una
ragazza mi guarda e si decide ad accompagnarmi in infermeria prima che
muoia dissanguata. Si chiama Fanny, è del secondo anno.
Parla un sacco e di cose futili: sarebbe la ragazza perfetta per Delice
Town.
-Qui a scuola non
succede molto spesso che qualcuno si faccia male- mi porge un
fazzoletto ricamato –tienilo pure. Non credo che dopo
sarà più utilizzabile!- ride. Ride e ride. Mai
incontrata una ragazza più positiva. Dice che adora questo
posto. Mi chiede da dove vengo e perché. Mi chiede dei miei
genitori.
Menti. Qualcosa
nella mia testa mi dice di mentire. Si ricorda di come mi guardavano
tutti. Menti. Zia MaryKate non mi avrebbe biasimato..
-Sono venuta ad
abitare qui con mia zia. Si chiama MaryKate..-
- MaryKate
è tua zia?! La madre di Dyana? Come sei fortunata!
E’ una persona fantastica! E perché sei venuta a
vivere da lei?-
C’è
uno specchio rotto nello stanzino. Quella che chiamano infermeria non
è altro che una stanza verde vomito con un lettino ed un
armadietto che si presume sia pieno di medicine. Fanny si aspetta una
risposta. Mi guardo allo specchio. I miei occhi sono uguali a quelli di
mia madre. Mi dicevano tutti che ero la sua fotocopia. I capelli sono
di mio padre. Mi tolgo il fazzoletto che copre il naso. Il flash dei
miei distesi a terra, del sangue, mi colpisce. Traballo. Ho
cercato in tutti i modi di scordarmi di quel giorno. Quel giorno. Ne
parlo già come se fossero passati anni. Quando sono appena
settimane, se non giorni .Le urla, le lacrime che ero riuscita a
sigillare da qualche parte dentro di me vogliono uscire. Fanny mi
guarda preoccupata. Devo averla spaventata. Deve pensare che sono
pazza. Forse ha ragione.
-Ho avuto dei
problemi personali- sii più specifica dico a me stessa
–i miei genitori.. non ci sono più- trattengo un
sospiro di sollievo. La voce non mi si è rotta neanche una
volta.
Fanny sembrava
ancora più scossa (e chi non lo era?), le sorrido e lei
ricomincia a parlare, piano, quasi avesse paura di spaventarmi. Prende
un altro fazzoletto dalla tasca dei jeans e lo bagna, si avvicina e lo
poggia delicatamente sul mio volto, pulendomi dal sangue. Mi da il suo
numero di telefono, devo chiamarla o mandarle un messaggio. mi dice che
potremmo uscire qualche volta insieme. Mi chiedo se non potrei bocciare
e andare in classe con lei. Di certo sarebbe meglio che stare nella mia
attuale classe.
Torno in aula e
non ascolto neanche una parola di quello che dice la prof. Mi limito a
qualche sorriso timido e ad annuire quando mi fanno una domanda.
Nel parcheggio
trovo la mia fantastica auto che mi aspetta.
Non ero neanche
riuscita a vedere bene la casa di MaryKate. Essendo una scienziata
pensa che la conoscenza sia la migliore cura per qualunque cosa. Bo.
Dyana, la mia
cuginetta doveva prendere la patente, e un ragazzo che vive con loro la
accompagnava a provare. –E’ un mio apprendista- mi
ha detto la zia. Già me lo immaginavo. Uguale a Alistair,
con degli occhialoni spessi come fondi di bottiglia. Non so come faceva
Dyana a conviverci.
Era da un
po’ che non le parlavo. Magari sarebbe stato imbarazzante. Le
nostre mail erano piuttosto vaghe.. ognuna era pesa nei propri
pensieri. Chissà che sarebbe successo.
Quando arrivo a
casa s’è Mary che mi accoglie, tutta fresca e
contenta. Dice che un suo articolo su una roba che sta nel midollo
verrà pubblicato in una famosissima rivista americana.
-Wow zia,
è fantastico!-
Conto fino a tre
e poi smetto di sorridere come un ebete. Tanto lo sa che non ho capito
neanche la metà delle parole che ha appena pronunciato.
Comunque.
Saliamo in camera
mia. Ci sono (grazie al cielo) due bagni. Uno è per gli
uomini e uno per le donne. –Non potevo lasciare che andassimo
tutti nello stesso bagno!- e se la ride. Io faccio spallucce e vado
avanti.
La mia camera non
è molto grande, circa la metà di quella che avevo
prima, ma è confortevole.
-Se vuoi possiamo
ridipingere la camera del colore che più ti piace-
è davvero contenta.
Sentiamo dei
passi e aprirsi la porta.
E’
Dyana. Bella come al solito, con una semplicissima maglietta verde e
jeans.
-Che bello
riaverti qui, Debora!- mi abbraccia e sorride. Poi mi guarda triste
–Mi dispiace per i tuoi genitori.. sai quanto ero affezionata
a..- la fermo e sussurro “grazie”. C’era
Dyana qui con me. Tutto il resto non importava. Non ci volevo neanche
pensare.
Passiamo il resto
della giornata a chiacchierare in camera sua. Non ha perso il vizio di
fare foto a destra e a manca.
-Lo sai che mi
piace- lascio correre il mio sguardo alle varie foto attaccate alle
pareti –e poi volevo riempire la mia stanza con qualcosa di
mio. E’ molto più colorata di prima, non trovi?-
E’
colorata, non c’è che dire, non riesco a
intravedere uno spazio vuoto tra una foto e l’altra neanche
concentrandomi. Alcune sono state sovrapposte, tanto per capirci.
Dyana
è seduta sopra il suo letto le gambe accavallate.
Mi guarda seria. Ecco. Adesso mi farà un sacco di domande a
cui non voglio rispondere.
-Senti.. allora
come va dopo..-
-Ragazze,
è pronta la cena!- zia MaryKate deve avere un potere
paranormale, o io ho soltanto tanta fortuna, fatto sta che dobbiamo
scendere per la cena. Dyana mi guarda preoccupata per un attimo e poi
si arrende alla triste verità. I discorsi seri li dovremmo
fare un’altra volta.
Mangiamo in
salone. E’ grande e accogliente. La cena è
divertente. Dyana e MaryKate non fanno altro che punzecchiarsi, ma
finiamo sempre per ridere tutte e tre come pazze. A casa mia tutto
questo non succedeva.. mando giù un altro pezzo di pollo e
mi concentro sulla discussione tra mia zia e Dyana. Forza. Forza e
coraggio. Ce la puoi fare.
Del ragazzo tanto
bravo neanche l’ombra. Dyana mi ride in faccia.
-Neanche ti
immagini com’è..- Oh sì che me lo
immagino. Fin troppo bene. Conoscevo talmente tanti secchioni alla mia
vecchia scuola (per farmi far ricopiare i compiti, sia chiaro).. spero
solo che tenga le mani a posto.
Dopo cena Dyana
vorrebbe continuare il discorso di prima, ma con la solita scusa che ho
tanto, tanto sonno mi rintano in camera mia. Non è poi
così male questo posto. Potrei andarmene presto. Andare al
college (tanto ci andrò lo stesso, anche se non voglio),
andare via da qui. Forse sbaglio.
Mi butto sul
letto, e nonostante i miei buoni propositi di fare almeno la prima
settimana i compiti per casa, mi addormento.
Mi sveglio di
colpo. Sono le tre del mattino, o almeno così leggo
dall’orologio di camera mia. Sento la porta sbattere.
Qualcuno è arrabbiato. Urlano. Dove sei stato. Sono affari
miei. Finché sei sotto il questo tet.. Basta. Sono
stanca. Non ho voglia di farmi problemi di prima mattina. Mi
riaddormento così come mi sono svegliata.
La sveglia
continua a suonare. Suona, penso, tanto non mi alzo. Alla fine il buon
senso ha la meglio, o forse Dyana cerca di non urlarmi contro, urtata
com’è già di prima mattina e spegne la
sveglia. Insomma, mi alzo. Una dura impresa. Dovrei avere un premio
solo per il fatto che mi alzo tutte le mattine, nonostante la scarsa
voglia. Bah.
Prendo la mia
roba e me ne vado in bagno. La luce è accesa. Non faccio in
tempo ad accorgermi di quello che sta succedendo che mi ritrovo un
ragazzo, mezzo nudo davanti. Un gran bel ragazzo.
-Ehi!- si gira e
mi sbatte la porta in faccia. Rimango sbalordita un attimo, poi mi giro
e vedo Dyana che ride come una matta.
Indico la porta.
–Chi è quello?-
-E’
Ryan. L’apprendista di mamma..- e ricomincia a ridere.
Oh mamma.
Eccomi qua!! l'avevo
detto che non sarei riuscita a postare molto spesso.. darllenwr
e Mitika81..
spero che vi sia piaciuto anche questo chap.. fatemi sapere!! ^^
(darlenwr, ti ho mandato una mail!).
Ecco un po' di fotine dei personaggi.. vi consiglio di guardare
attentamente Ryan..XD
Debora..
Dyana!
quel figone si Ryan!!! XDDDDD
Francy!
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