Take another little piece of my heart

di KikiWhiteFly
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Di serate noiose e balli senza preavviso [MonicaxMichele] ***
Capitolo 2: *** II - Di dubbi e incertezze [Michele Centric] ***
Capitolo 3: *** III. Di domande improvvise e risposte senza preavviso ***
Capitolo 4: *** IV. Di strani appuntamenti ***
Capitolo 5: *** V - Di abuso di alcool e segreti ***
Capitolo 6: *** VI - Di gioia e dolore ***
Capitolo 7: *** VII - Di lavoro e piacere ***



Capitolo 1
*** 1. Di serate noiose e balli senza preavviso [MonicaxMichele] ***


Take another little piece of my heart






I – Di serate noiose e balli senza preavviso.






Il ballo è una manifestazione verticale di un desiderio orizzontale.


Woody Allen






Monica quella sera non voleva assolutamente uscire, dopo una lunga e stressante giornata in redazione l'unica prospettiva che davvero l'allettava era quella di poltrire sul divano, in pace con il resto del mondo. Invece no: Michele aveva bussato un paio di volte alla porta e lei aveva fatto il madornale errore di aprirgli.

«Stasera si esce»

Aveva detto, in tono risoluto. Poi l'aveva squadrata qualche minuto, si era diretto in camera sua e aveva estratto dal suo armadio un tubino rosso fuoco, senza spalline, il più semplice possibile.

«Guarda che probabilmente non mi andrà più, sarò anche ingrassata.»

Mormorò, lasciandolo scegliere anche le scarpe. Michele la osservò qualche nano secondo, apparentemente indifferente, scegliendo con cura borsa ed accessori, coordinando il tutto con estrema eleganza.

«Lo farai entrare a forza»

Farabutto affascinante... Come sempre, no?




Quando Michele le aprì la portiera, sentì una serie di sguardi calamitatati su di lei, sebbene ad illuminarla fosse solo un limitato ritaglio di luce lunare. Stava ancora imprecando a denti stretti per il vestitino rosso che le stava stringendo i fianchi, ma un sorriso affiorò sulle sue labbra quando lesse il grande cartello illuminato dalle luci del neon.

«Ballo? Non mi dire che ci sono le tue amiche che fanno lo striptease, levarmi questo vestito risulterebbe piuttosto difficile.»

Michele stava trovando qualcosa di altamente irritante per contraddirla, lo sentiva. Bastava osservare il movimento delle sue sopracciglia e poi seguire l'andamento curvo della sua bocca.

«In ogni caso, non te le farei conoscere. Non vorresti farti venire qualche complesso di inferiorità.»

Ecco, trovava sempre il modo di contestarla. Prima che potesse dibattere, Michele la trascinò per un braccio, introducendola all'interno del locale.


«Vuoi mettermi alla prova?»

Risoluta, acida, calcolatrice. Monica si complimentò con se stessa, pregustando già il sapore della vittoria.

«Sorprendimi»

Era con quel semplice scacco matto, che aveva messo in funzione il suo intero sistema nervoso – e cardiocircolatorio – ma cercò di celare quell'inusuale stato d'animo, convinta che fosse colpa dell'atmosfera d'un tratto surriscaldata.

Lanciò scarpe, borsa e stola di seta nelle mani di Michele. Alzò un cipiglio piuttosto arrogante, guardandosi un'ultima volta indietro, poi fece il suo plateale ingresso nell'arena – un modesto palco, i cui riflettori erano abbastanza forti da illuminare la sua figura – quasi fosse una Dea in mezzo a tante ninfe, che non facevano altro se non seguire i suoi passi, provando a stare al suo ritmo.


Sì, l'aveva sorpreso... Eccome.

Michele boccheggiava da circa mezz'ora, statuario come una mummia, tentando di ingurgitare il modesto contenuto di gin all'interno del bicchierino. Gli occhi di Monica non si dirigevano altrove, erano proprio lì... nei suoi.

Quasi volessero mandargli dei segnali ottici di cui non si era mai accorto... Perché era stato così cieco? Monica, davanti a lui, stava denudando la sua anima e spogliando il suo cuore, riducendo a brandelli il suo orgoglio.

Poi, d'un tratto, la musica s'interruppe. Quella luce divina che sembrava aver splenduto dietro di lei durante tutta la durata della canzone, ora era svanita. Sentì solo il respiro affannato di Monica, il suo corpo traballante che, prontamente, cadde tra le sue braccia.

Ora, ad una spanna dal suo volto, poteva toccare la sua pelle e vederla per la prima volta oltre quel tubino rosso fuoco, come se potesse scavare dentro la sua anima.

«Comunque... Ho vinto

Disse, sorridendo inebetita. Michele la teneva tra le braccia, inconsciamente partecipe alla sua euforia; poi sentì un lieve pizzico alle guance e, in seguito, la sensazione di non avere più qualcosa tra le mani. Monica ora rideva tra sé e sé e lui non si era minimamente accorto che lei gli aveva preso quel bicchierino dalle dita, bevendolo tutto d'un sorso.

«Ci vuole ben altro per sorprendermi, mia cara.»

Tentò di salvarsi con quella battuta, ristabilendo il proprio onore.

Si scontrarono per qualche secondo, occhi negli occhi, una cruenta battaglia a suon di botta e risposta.

«Conosco una cosa che sicuramente ti sorprenderà» si avvicinò, sfiorandogli con un dito le labbra. «... Il conto. Ovviamente, lo paghi tu.»






~




EDIT 06/08/2011: alla fine questa sfida è "sfumata", ragion per cui pubblicherò l'ultimo capitolo - l'ottavo, molto probabilmente una Michele/Monica - e poi la chiuderò

Magari tornerò prossimamente se mi sentirò ancora ispirata ;D.

Sfida che nasce con la mia twin (<3) Mayumi_san, per un semplice motivo: celebrare degnamente questo telefilm italiano. Ovviamente, la prima coppia che ho scelto di trattare è la mia preferita, l'ho sempre amata e mi si è stretto il cuore quando ho visto che Michele era veramente morto.

Ragion per cui se ci sarà un'eventuale terza serie, non credo che la guarderò, mi farebbe troppo male vedere Monica con qualcun altro. Comunque, tornando a noi, io e la twin abbiamo scelto dieci frasi-prompt ciascuna (tutte frasi molto sarcastiche, comunque XD) e quindi questa sarà una breve raccolta di venti capitoli.

Ultima cosa: il titolo di questa fic è volutamente ispirato ad una famosa canzone di Janis Joplin, chiamata “Take another little piece of my heart” per l'appunto. Molto, molto bella <3.


Alla prossima, Kiki-chan <3

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Capitolo 2
*** II - Di dubbi e incertezze [Michele Centric] ***



II – Di dubbi e incertezze.






Sono pronto ad incontrare il mio Creatore. Quanto a sapere se Lui è pronto alla prova di vedermi, questa è un'altra storia.


W. Churchill





Era più che certo di non trovarsi più nel mondo terreno, ma non era sicuro di esser capitato nel posto giusto. Tutto era surreale, evanescente, possedeva qualcosa di onirico non catalogabile con un semplice aggettivo.

Michele si fece largo tra gli ampi corridoi bianchi, non sembrava che stesse camminando invero; piuttosto, levitava in aria, come sospinto da qualcosa di misterioso.

Non aveva mai creduto ad angeli, santi e dicerie simili... Non aveva mai supposto l'esistenza di un Creatore e, qualora l'avesse fatto, non era mai stato così arrogante da ammettere di meritare la felicità eterna.

Una luce s'illuminò, quasi fosse la fine di un tunnel. Michele chiuse gli occhi per non essere accecato ed in quel momento gli sembrò di sentire una presenza accanto a lui; quando riaprì nuovamente le palpebre, si trovò faccia a faccia con il paradiso.

Era come se avesse superato l'ostacolo e vinto tutti i vizi capitali che sulla Terra gli avevano sporcato l'anima. Ora la sentiva: leggera come l'aria, inafferrabile e congiungibile solamente alla donna che sulla Terra lo aveva tanto amato.

Tuttavia, nel frattempo, avrebbe potuto godersi la meritata pausa – eterna.




~




Allora, l'ultima frase si riferisce al fatto che Michele aspetta Monica, un giorno passerà anche lei a miglior vita, nel frattempo può essere felice in un altro modo. E' una Michele centric, con lievi accenni MonicaxMichele - non ho resistito XD – e anche se lui è morto, Monica è sempre dentro di lui.

Ringrazio MusicAddicted, grazie mille *_*. E sì, per fortuna esistono dato che mi pare ormai palese che non riusciremo più a vederli più insieme ;_;

Io però continuo a credere che una coppia quand'è bella, è bella comunque... Sono capaci di ostacolare anche la morte, insieme.

Alla prossima, con la seguente citazione: Le donne, come i sogni, non sono mai come tu le vorresti (L. Pirandello)

Ovviamente... Monica e Michele *_*

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Capitolo 3
*** III. Di domande improvvise e risposte senza preavviso ***


III – Di domande improvvise e risposte senza preavviso







Dedicata in particolar modo

alla twin, solo lei può capire

l'amore che nutro per questa coppia :).

E, ovviamente, per quell'essere acidamente adorabile

che è lei :)

*cuoricino*






Le donne, come i sogni, non sono mai come tu le vorresti


L. Pirandello





Monica era l'ultima persona che desiderava al suo fianco: rappresentava tutti i vizi capitali – e ne avrebbe suggeriti volentieri degli altri, oltre i sette già conosciuti, dopo averla incontrata – per non parlare del suo fastidioso tono di voce, del fatto che si ostinava a dettar legge e una lista di tante altre cose... Troppe, per ricordarle tutte.

«E allora perché stai con lei?»

Domandò Paolo un giorno, con ingenuità. Michele ci penso un po' su – già, perché? – poi trovò la risposta: «Perché, se ho trovato centouno motivi per stare insieme a lei, è necessario che ne trovi altri centouno per non starci.»

L'amico sorrise, dopodiché gli sovvenne spontaneamente una domanda: «E li hai trovati?»

Michele scrollò le spalle con finta indifferenza, poi esordì: «No. Non sono mai abbastanza i motivi per amarla.»

Nel momento stesso in cui proferì quella frase, si convinse: per quanto rancore serbasse nei suoi confronti per certi suoi stralunati atteggiamenti, non avrebbe cambiato una virgola dei suoi difetti.











Note: Monica e Michele, sempre loro sì *__*.

Questa storia è dedicata in particolar modo alla twin – per il suo compleanno, tipo un mese fa XD – sa bene che non vado d'accordo con le scadenze io :). E nemmeno tanto con l'ispirazione, effettivamente :).

Comunque, ambientata dopo il finale della prima stagione <3.

Ringrazio MusicAddicted (sì, io mi rifiuto ancora di credere che quei due non possano più ritornare insieme y.y. Grazie mille per aver commentato, un bacione!)

E a coloro che inseriscono nelle preferite/seguite o, semplicemente, leggono :).

Alla prossima, Kiki.

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Capitolo 4
*** IV. Di strani appuntamenti ***






IV – Di strani appuntamenti





    Solo perché ci troviamo in minoranza non vuole per forza dire che abbiamo torto.


A. Dickson





Rosa si trovò a commentare tra sé e sé quanto fosse sfortunata. Era solo l'ennesimo – assurdo – appuntamento, in lei sembrava esserci qualcosa di terribile: a quel punto non poteva essere altrimenti. Rincasò, piuttosto avvilita.

Non chiedeva molto, in fondo. Desiderava solo un uomo che l'amasse, questo le sarebbe già bastato per essere più vicina alla felicità. Quanto ai bambini, il lavoro e altre quisquilie ci avrebbe pensato lei: desiderava solo un po' di quel calore umano che ogni donna avrebbe il diritto di pretendere, voleva solo un corpo che le riscaldasse l'animo quando era freddo, due labbra che le sussurrassero un pensiero d'amore.

Era chiedere molto, lo sapeva.

Eppure, aveva letto da qualche parte, l'amore non doveva pretendere e lasciar pretendere?

Rosa si convinse che, come donna, aveva il diritto di esigere. Forse era una di quelle poche donne che sognavano ancora un amore romantico – di quelli che fanno desiderare, struggere, lacerare, soffrire, pentire, rispettare, onorare, impazzire – ma il fatto che fosse in minoranza non la preoccupava affatto. Avrebbe continuato ad aspettare – chissà, forse per sempre.








Note:


Rosa centric, un personaggio che mi ha sempre incuriosita molto :D

Oltre al fatto che mi ha fatto ridere, certo XD. Però, un po' mi faceva tenerezza: dopotutto cercava solo l'amore, invece si ritrovava a vivere mille avventure XD. Comunque, alla fine l'ha trovato :).

Ringrazio:

MusicAddicted: sì, guarda... per me esiste la prima serie e basta. La seconda mi ha lasciata piuttosto basita... Troppo surreale ò_ò. Grazie mille per la recensione!

Ray08: sìsì, mi ricordo di te su Gossip Girl (dovrei aggiornare nei prossimi giorni in quel fandom), mi fa piacere vederti anche qui. Sì, Monica e Michele mi hanno fatta gongolare *____*. Grazie mille per la recensione!

RainMemories: grazie mille per i complimenti anzitutto, mi ha fatto molto piacere leggere la tua recensione. Guarda, noterai che ci saranno molte MonicaMichele, perché li adoro... semplicemente <3. Un bacione e grazie ancora ^^.

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Capitolo 5
*** V - Di abuso di alcool e segreti ***


V – Di abuso di alcool e segreti





L'alcool è un liquido prezioso: conserva tutto... tranne i segreti.

                                                                C. Grant








«Oddio.»

Fu la sua prima parola, quando aprì gli occhi.

Cristina distinse i profili della camera di Emanuele, dopodiché guardò accanto a sé: Emanuele dormiva beatamente, con un espressione sornione in volto.

Qualcosa, però, le diceva che avevano alzato un po' troppo il gomito – qualcosa come un mal di testa forte e molte bottiglie sul pavimento – e che la serata era andata in tutt'altro modo: fece mente locale, cercando di ricordare cosa fosse successo alcune ore prima.

Sicuramente Emanuele si stava struggendo per Viola, lei allora era entrata di soppiatto in camera e l'aveva trovato in condizioni pessime. Dopodiché, si era unita insieme a lui per bere un sorso – due, tre, quattro. Alla fine, una bottiglia... o due – e il fatto che non ci fosse nessuno in casa non era di certo un bel segno.

Cristina provò a fermarlo, ma le loro labbra sembravano sigillate e, forse, entrambi avevano bisogno di qualcosa per cui valesse la pena amare, non importava quanto fosse sbagliato.

Cristina raccattò i propri indumenti, se li infilò velocemente e si affrettò a lasciare la propria camera – prima che i loro genitori potessero entrare e trovarvi una brutta sorpresa – ma, prima di defilarsi come una fuggiasca, timbrò sulla fronte di Emanuele un bacio.

«È il nostro segreto.»



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Capitolo 6
*** VI - Di gioia e dolore ***



VI – Di gioia e dolore





Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.


A. Baricco





Monica recava in una mano un mazzo di fiori, mentre nell'altra stringeva la mano del piccolo Michele. Erano passati sei anni ma sembrava solo ieri che si odiavano. Odio, che poi si era trasformato in amore – e, accanto a lei, la prova tangibile di ciò.

Sulle ciglia il principio di una lacrima: stentava a trattenerle, anche dopo tanti anni; il bambino la stava guardando, piuttosto rattristito invero, ma con un'innocenza ed una sensibilità propria solo dei bambini.

«Mamma, non trovi che mi somigli?»

La bocca della verità, i bambini. Monica a quel punto faticò a trattenere un singhiozzo, si abbassò all'altezza del piccolo e gli diede in mano i fiori che aveva appena comprato.

«Michele, è il tuo papà. Si chiama proprio come te, sai?»

Gli disse, ben sapendo che suo figlio non aveva ancora imparato a leggere.

Monica l'aveva portato per la prima volta con sé: voleva fargli conoscere il genitore, voleva fargli conoscere la sofferenza e la gioia di avere un padre e di averlo perso.

«Mamma...»

Mormorò il bambino, posando i fiori sulla tomba del padre.

Poi, si abbracciarono: entrambi, in quel momento, sembrarono aver avvertito qualcosa... Forse una mano, che li aveva appena sfiorati con dolcezza.

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Capitolo 7
*** VII - Di lavoro e piacere ***



VII – Di lavoro e piacere




Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare sé stessi. La propria realtà – per se stesso, non per gli altri – ciò che nessun altro non potrà mai conoscere.



J. Conrad






Paolo si asciugò la fronte madida di sudore, sospirando di stanchezza.

Alzò il capo, osservando il casale: una costruzione che fino a pochi mesi prima era scarna e assolutamente inutilizzabile, ora si era trasformata in una casa di tutto rispetto.

Era stato anche grazie a Valeria che era stato possibile tutto ciò.

Paolo pensò che la passione fosse la cosa più bella che esistesse a questo mondo: sì, perché quando ci si impegna con qualcosa o con qualcuno, tutto il resto non conta e, per quanto difficile può essere ogni giorno coltivare una passione, arrendersi è fuori discussione.

Paolo aveva trasformato il lavoro in piacere, semplicemente.

Poche persone potevano fare veramente ciò che piaceva loro: Paolo era stato fortunato a non rientrare in quella ristretta cerchia.



***




Mh, questa storia è una “Paolo centric” ma è quello che penso anche io :).

Quando si trova la propria strada oppure il proprio obbiettivo da perseguire nella vita, nulla può farci arrendere :).

Ringrazio RainMemories per la bellissima recensione :). Per me la seconda serie esiste solo in parte, guarda ç__ç.

Grazie mille, un bacione!


La prossima probabilmente sarà una mini-raccolta che analizzerà tutte le donne di “Tutti pazzi per amore”: Maya, Rosa, Laura, Monica e Lea. Insomma, le donne che lavorano in redazione intendo XD.

Comunque, sarà dedicata a tutte le utentesse (?) *_*.

Alla prossima!

Kiki.


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