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Ginny chiuse la porta dietro di se, cercando di fare il minor rumore
possibile, per non svegliare gli altri occupanti della ca
Il destino fa
strani scherzi…
Prologo
Ginny chiuse la porta
dietro di se, cercando di fare il minor rumore possibile, per non svegliare gli
altri occupanti della casa, dal momento che a quell’ora
era probabile che tutti dormissero. Aveva avuto un’emergenza al
S.Mungo, cinque minuti prima che il suo turno
finisse, e la faccenda si era sistemata solo a mezzanotte e mezza; e tra una
cosa e l’altra era riuscita a smontare solo all’una, e a materializzarsi
davanti alla porta della Tana.
Lentamente si tolse il cappotto,
e si sfilò guanti, sciarpa e berretto, godendosi appieno il tepore della casa.
In quei giorni stava facendo un freddo davvero eccezionale, ed era una vera
impresa passeggiare all’aperto anche solo per dieci minuti, specialmente di
notte. Ora l’unica cosa di cui aveva bisogno era un bel bagno caldo, seguito a
ruota da una meritata dormita. Il giorno seguente cominciavano le ferie
natalizie, e quindi avrebbe potuto dormire fino a
tardi.
Famiglia permettendo.
Silenziosamente salì le
scale e si infilò nel bagno, aprendo i rubinetti per
far riempire la vasca, ed iniziando a svestirsi. Nell’attesa che la vasca si
colmasse d’acqua, la ragazza, armata solo di accappatoio
e pantofole, uscì dal bagno e si incamminò verso l’ultima porta in fondo al
corridoio, per controllare che tutto fosse a posto. Ruotando delicatamente la
maniglia, aprì l’uscio il minimo indispensabile per infilarsi dentro, per poi
chiuderlo dietro di sé. La stanza era lievemente illuminata da un’abat-jour
posata sopra al comodino, così che chiunque volesse avventurarsi lì dentro al buio non rischiasse di inciampare nella moltitudine di
giocattoli sparsi per terra.
Meno male che suo madre spesso vi mettesse le mani, se no sarebbe stata
totalmente impraticabile anche di giorno. Tutti continuavano a ripeterle che
era l’età, che presto gli sarebbe passata…bhè, se lo augurava vivamente, perché ormai non sapeva più dove
sbattere la testa. Era sicuramente un bambino adorabile, ma in
quanto ad ordine…non aveva certamente preso da lei…ma a pensarci bene,
neanche da suo padre…probabilmente i
suoi fratelli ci avevano messo lo zampino…
Cercando di non
inciampare in qualcuna delle diavolerie babbane che il
nonno regalava al bambino, si andò a sedere sul bordo del lettino,per rimboccare le coperte al suo occupante.
Naturalmente di notte non
era meno agitato che di giorno, e di conseguenza, nonostante la temperatura,
era totalmente scoperto, il pigiamino completamente
in disordine e il cuscino a terra. Delicatamente gli rimboccò le coperte, sollevò
il cuscino da terra posandoglielo accanto e si soffermò ad osservare la sua
espressione stranamente rilassata durante il sonno. Dolcemente gli scostò la
frangia bionda dalla fronte, che gli copriva totalmente gli occhi; il bambino
continuava a rifiutarsi di andare a tagliare i capelli, perché diceva che gli
piacevano molto di più lunghi…ma lei sapeva perfettamente che li teneva così
solo perché in quel modo, quando piangeva, nessuno se ne sarebbe accorto. E sinceramente anche lei odiava specchiarsi in quegli occhi
azzurri, così identici ai suoi, quando erano pieni di lacrime. Occhi che in
quel momento si spalancarono, terrorizzati.
-mamma?-
-Sono qui tesoro…c’è
qualcosa che non va?- la ragazza prese ad accarezzare
i capelli del bimbo per tranquillizzarlo.
-Oh, mammina,
è stato terribile! Un coso enorme e orripilante mi ha detto che verrà a
spaventarmi tutte le notti per farmi fare la pipì a letto, e poi lo andrà a
raccontare a Tommy Hetkins e agli altri, che mi
prenderanno in giro davanti a tutta la scuola…mamma ti prego,
fammi dormire per sempre nel lettone con te, perché se succedesse sarebbe la
cosa più bruttissimissima della mia vita!- esclamò
sconvolto.
-D’accordo Danny, tranquillo, per stanotte puoi
dormire con me, e nel frattempo io farò due chiacchiere con questo brutto
soggetto, e vedrai che ci penserà due volte prima di tornare- lo rassicurò, continuando ad accarezzargli la fronte.
-Non ce la faresti mami, tu sei una femmina, e le femmine non possono
combattere con i mostri degli incubi- il bimbo scosse la testa
scoraggiato.
-Oh, no, amore, io sono
la persona più adatta, non immagini quanti mostri del genere ho dovuto
scacciare per lo zio Ron quando aveva la tua età…e pensa che io avevo solo
quattro anni!-
-D’accordo mammina, ma stai
attenta, perché dopo potrebbe arrabbiarsi anche con te, e non è una cosa molto
carina che una mamma si faccia la pipì addosso- assentì
il bimbo, preoccupato.
-Tu non temere per me,
vedrai che saprò risolvere la situazione perfettamente. Ma
ora fila a letto, che è tardi, e domani abbiamo un sacco di cose da fare
assieme- si alzò in piedi, e aspetto che il bambino, armato di cuscino e
coperta uscisse dalla stanza.
Quel bambino
era la sua ancora di salvezza.
Anche se a causa del suo
arrivo “non proprio previsto” aveva perso quello che sua
madre continuava a chiamare l’”amore della sua vita”, Harry. Ricordava
perfettamente quando Daniel era nato ed Harry l’aveva visto per la prima volta.
Di certo i capelli biondo chiarissimo non erano una caratteristica che aveva
previsto da una coppia come loro.
Sinceramente per lei non
era stata una gran sorpresa …anche se dopotutto le leggi della probabilità
dicevano che il bimbo poteva averli biondi, neri o rossi…ma la sua fortuna
anche in quell’occasione le aveva voltato
le spalle, e naturalmente aveva trovato divertente complicare ancora di più la
vita già abbastanza incasinata di Ginny. Se solo fossero stati rossi avrebbero
potuto darla a bere ad Harry, presentandoglielo come
figlio suo; ma no! Naturalmente Danny era saltato fuori perfettamente identico
a suo padre…ed Harry non era uno stupido.
Almeno…non quanto suo
fratello.
Non aveva fatto nessuna
scenata, semplicemente era uscito dalla stanza dell’ospedale senza dire una
parola, e lei non l’aveva rivisto per più di tre anni.
L’occasione di riconciliarsi
si era presentata in una bella serata di fine febbraio, quando lei, in preda
alla disperazione più totale l’aveva incontrato per strada e praticamente
gli era saltata addosso, in lacrime. E lui l’aveva
consolata, portandola in un bar a prendere un caffè.
Dopotutto il brutto
incontro di quella giornata era valso un’amicizia ritrovata. Ma non avevano
neanche preso in considerazione l’idea di mettersi insieme di nuovo, perché
nonostante fossero nuovamente amici, tra loro due rimaneva sempre un certo bambino
con scritto in fronte: “salve, sono il frutto delle
corna che mia madre ha messo al suo ragazzo!”. E lei
era certa che se Harry avesse saputo per certo chi fosse il soggetto di quel
tradimento le avrebbe tolto il saluto per il resto dei suoi giorni.
Ma dopotutto un’idea se
la doveva essere fatta, e come lui molte altre persone, dal momento che il
bambino assomigliava terribilmente al genitore, e quelle particolari
caratteristiche erano comuni a pochissime persone che lei conoscesse.
Di certo Ron, ottuso e testardo come era,
probabilmente non ci aveva fatto caso, ma era praticamente certa che Hermione
lo sapesse da sempre, e nonostante tutto non ne aveva mai fatto parola, neanche
con lei.
Anzi, aveva aiutato moltissimo Harry a
superare lo shock, e ci era riuscita così bene che ora
aspettava un bambino da circa due mesi. Lei era l’unica a saperlo, per ora.
Era stata una sorpresa per tutti il fatto che loro due i fossero messi insiemi,
circa un anno prima.
Erano certi che Hermione prima o poi si sarebbe sposata con Ron. Ma poi lui era
partito per la Francia per aprire una filiale dei Tiri
Vispi, offertagli dai gemelli, e praticamente non si riuscivano a vedere più,
tanto che alla fine avevano deciso assieme di rimanere solo amici.
Lei lavorava come insegnante
di trasfigurazione a Hogwarts, dal momento che la McGranitt ora era preside, ed
Harry stava frequentando uno stage a Hogsmeade per diventare Auror, così tra
una cosa e l’altra avevano preso a frequentarsi
amichevolmente, ma poi era nato Danny e…entro l’anno successivo si sarebbero
sposati.
E Ginny era
incredibilmente felice per loro, perché entrambe si meritavano tutto questo. Però…forse anche lei si sarebbe meritata di essere veramente
felice, di avere una famiglia tutta sua…ma le cose non erano andate per il
verso giusto, e così lei si era trovata ragazza madre a diciotto anni, senza
lavoro e soprattutto senza un padre per suo figlio…col tempo però le cose si
erano aggiustate, lei aveva terminato il corso per diventare curatrice
specializzata in pediatria e Danny era cresciuto circondato da persone che lo
adoravano, quindi non aveva sentito particolarmente la mancanza di una figura
paterna. E così lentamente la ferita si era
cicatrizzata…
-Accidenti!- si era
dimenticata la vasca!
Ginny corse in bagno
giusto in tempo perché l’acqua non traboccasse, e con un incantesimo la rese
più calda e diminuì il livello. Tutte le volte che si perdeva nei suoi pensieri
capitava un disastro…l’ultima volta aveva quasi dato fuoco a Pimkie, la scimmietta giocattolo di
Daniel. E un’altra volta non si era accorta che Daisy,
la bimba che George e Angelina avevano avuto l’anno precedente, si stava
strozzando con uno yogurt alla mela.
Era stato Charlie che,
vedendo la bambina diventare violacea, l’aveva sollevata per i
piedi e scossa finché non aveva sputato il boccone. Se suo fratello
l’avesse scoperto probabilmente ora Danny sarebbe
orfano di madre. Ridacchiando all’idea, anche se effettivamente non era una
cosa molto divertente, si sfilò l’accappatoio e si immerse
dentro la vasca traboccante di schiuma, togliendosi di dosso la stanchezza
accumulata durante la giornata.
Da quando aveva scoperto
di essere incinta la sua vita aveva avuto un totale
stravolgimento, e solo negli ultimi mesi le cose si erano quasi completamente
sistemate. Ma i momenti peggiori erano stati quando
aveva rivisto lui. Fortunatamente era
successo solo un paio di volte…
La prima volta lei era al
suo ottavo mese, in novembre, e si trovava a DiagonAlley per comprare un regalo a Bill, che il 29 avrebbe compiuto
gli anni. Era con sua madre, e probabilmente per quello non le aveva rivolto la
parola, ma la sua occhiata significativa non le era
scappata, e neanche lo sguardo un po’ amareggiato che aveva lanciato al
pancione. Ma ancora non si sapeva se sarebbe stato suo
o di Harry…l’avrebbe scoperto solo circa tre settimane dopo, il 20 dicembre.
Ma era stata la seconda quella che l’aveva fatta
soffrire di più. Era stato circa due anni prima, lei
era ancora in tirocinio al S.Mungo, e Danny aveva
poco più di tre anni…ricordava perfettamente quella serata…quella in cui
finalmente si era riconciliata con Harry.
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-Miss Weasley, il
curatore Harrison ha chiesto di lei!- l’infermiera
l’aveva rincorsa lungo tutto il corridoio continuando
a chiamarla, ma ormai l’aveva raggiunta, non aveva più senso fingere di non
sentire.
Avrebbe dovuto chiedere spiegazioni a quelJohnHarrison…non
ne poteva più!
Puntualmente, tutte le
sere, nell’esatto secondo in cui terminava il suo turno, e cioè
a mezzanotte e mezza, il curatore la faceva cercare per i motivi più svariati,
compreso il catalogare le cartelle cliniche e il dare una mano alle infermiere
a cambiare la padella ai pazienti. Daniel stava coi
suoi genitori, ma non poteva abusare ancora per molto della loro disponibilità…e
poi vedeva il bambino davvero pochissimo…
-Mi scusi, so che stava
uscendo, ma dovrebbe assistere il curatore, è appena arrivata una paziente con
un possibile caso di aborto spontaneo…mi dispiace- le
aveva lanciato uno sguardo compassionevole…anche lei aveva notato le continue
chiamate immotivate…
-Grazie Amanda, vado subito- aveva sospirato rassegnata, togliendosi il
cappotto e andando a riprendere il camice. Non sopportava quel genere di interventi, perché dal momento che probabilmente si
sarebbe specializzata in pediatria, vedere bambini, o anche solo feti morire
non era la sua massima ambizione.
Ma ovviamente il curatore lo era venuto a sapere, e proprio per questo faceva
di tutto per appiopparle quel genere di interventi, ripetendole che “un bravo
curatore deve saper affrontare tutti gli interventi, che gli piacciano o
meno”…se lo stava sudando un po’ troppo quel tirocinio.
Appena
entrata vide immediatamente la ragazza sdraiatoa sul
lettino: era molto giovane, probabilmente doveva avere circa la sua età o poco
più…e a giudicare dal suo abbigliamento era sicuramente la figlia di qualche riccone. Aveva un’espressione piuttosto triste, e doveva
aver pianto parecchio. Le si strinse il cuore a quella
visione…non sapeva come avrebbe fatto se avesse perso il suo bambino…
-Non abbiamo tutta la
serata tirocinante, e il mio turno sta per terminare, non vorrei
sicuramente rimanere più del dovuto…- un ghigno perfido gli si dipinse sul
viso, e Ginny dovette trattenersi non poco dal lanciargli una Maledizione Senza
Perdono…dopotutto il suo futuro era nelle sue mani, purtroppo.
La ragazza si avvicinò al
lettino e assistette il curatore durante l’operazione, stringendo i denti ogni
volta che l’uomo lanciava una delle sue frecciatine…ma
almeno le serviva a distrarsi dal pensare a quanto stesse soffrendo in quel
momento la ragazza. Era un tipo di intervento
piuttosto doloroso, e talvolta alle pazienti venivano somministrate pozioni
antidolorifiche per calmarle. Ma lei non aveva fatto
una piega, era rimasta perfettamente immobile a labbra strette per tutta la
durata dell’operazione. Alla fine, prima di essere portata in una stanza, la
ragazza aveva chiamato Ginny.
-Per favore, dica al
ragazzo che si trova in sala d’aspetto che mi dispiace molto di avergli recato
disturbo, e che ora può andare a casa senza pensare a me- disse
tra le lacrime.
-Cosa? Ma
è il padre?- era rimasta sbigottita da quelle parole.
-Sì…ma non sapeva che
fossi incinta, avevo troppa paura a dirglielo…mi ucciderà
per tutta questa storia, aveva un impegno importante, e per colpa mia è stato
costretto a rinunciarvi…- continuava a singhiozzare disperatamente.
-Ma sta scherzando? Eccome se ci vado a parlare con
quel cane…- e senza dare tempo alla ragazza di ribattere
era uscita di corsa dalla sala operatoria.
Non poteva immaginare che
al mondo esistesse una persona tanto perfida da trattare in quel modo una
ragazza così dolce…no, anzi, qualcuno lo conosceva fin troppo bene…chissà,
forse il tipo in attesa nella sala d’aspetto era un
suo parente…
Aveva spalancato il
battente della porta, era entrata come una furia nella stanzetta e aveva
guardato dritto in volto l’uomo…e il suo cuore aveva smesso di battere.
Della serie, parli del diavolo…
-Weasley, chiudi quella
bocca, stai lavando il pavimento con la tua bava- anche in quella
situazionenon aveva
saputo resistere dal prendere in giro la ragazza. Era la sua attività
preferita dai tempi della scuola.
-Malfoy…- il sangue
continuava a non circolarle nelle vene.
-Uou, Weasley, complimentoni,
ti ricordi ancora il mio cognome…ma effettivamente la cosa non mi sorprende,
dal momento che dovrebbe essere anche quello di nostro figlio…- un sorriso perfido aveva
deformato le sue labbra.
Ginny non ci aveva visto
più, e si era scagliata contro il ragazzo riempiendolo di pugni sul torace –SEI UN MALEDETTO STRONZO, MALFOY!- aveva urlato tra le
lacrime.
Tutto il dolore accumulato per anni stava
uscendo fuori in quel momento –NON DAREI MAI IL TUO
COGNOME A MIO FIGLIO, NON LO DAREI A
NESSUN BAMBINO ESISTENTE SULLA FACCIA DELLA TERRA!- Malfoy era scoppiato a
ridere, e aveva trattenuto per i polsi la ragazza, tirandola a se, tanto che i
loro visi erano a pochissimi centimetri di distanza. Non aveva mai dimenticato
il suo profumo.
-Da quel che so io i bambini si fanno in due, Weasley, quindi non riesco proprio
a capire come quel bambino possa essere tuo…-
il ragazzo aveva parlato strascicando la voce e fissandola negli occhi,
mantenendo il sorrisetto.
-E da quel che so io, per dire di avere un figlio
bisogna averlo visto almeno una volta!- aveva ribattuto lei, cercando di
liberarsi dalla presa.
Quante volte aveva
immaginato quel momento…anche se effettivamente non se lo sarebbe mai aspettato
così…
-Weasley, cosa avrebbero
detto mammina e papino
vedendomi arrivare in casa e chiedendo di vedere il marmocchio? “Prego Draco,
accomodati, siamo così felici di avere in casa il figlio del nostro peggior
nemico nonché celebre Mangiamorte,
che ha messo incinta la nostra unica figlia e che la fatta separare dal nostro adoratissimo San Potter”…no, perché se è così vengo anche
domani…- aveva continuata a stritolarle i polsi, tanto che il sangue aveva
smesso di circolare.
Ginny aveva strabuzzato
gli occhi -Che cosa?! Potevi mandarmi un gufo, telefonare, farti vivo in un
qualsiasi modo, anche solo per vedere che faccia ha il bambino!-
-Weasley…sono sempre
stato chiaro in proposito…- questa volta aveva parlato
più seriamente, allentando la presa, così che la ragazza si era potuta
liberare.
Ma Ginny non si era
lasciata sfuggire l’occasione, e subito gli si era
avventata addosso nuovamente.
-GIA’!! sei sempre stato
chiaro! Lo sai che cosa aveva la tua ragazza? Era incinta!- con grande soddisfazione aveva visto un lampo di stupore
attraversare gli occhi color mercurio del ragazzo -…ma sarai contento di sapere
che ha abortito spontaneamente…per questa volta ti è andata bene Malfoy!
Purtroppo con la prima c’è stato qualche problema, ma cosa vuoi che sia, hai le
idee ben chiare in proposito…E ALLORA PERCHE’, DATO
CHE LA COSA TI FA TANTO SCHIFO, NON PROVI A TENERTI IL TUO DANNATISSIMO AFFARE
NEI PANTALONI SENZA SPARGERE EREDI CHE NON
VUOI A DESTRA E A MANCA??!!! NON CI SAREBBERO
TUTTI QUESTI INCONVENIENTI, COME ACCOMPAGNARE LA PROPRIA RAGAZZA ALL’OSPEDALE O
DOVERSI GIUSTIFICARE DAL FATTO DI NON AVER VOLUTO SAPER NIENTE SUL PROPRIO
FIGLIO PER TRE ANNI!!!- aveva urlato con
tutte le sue forze mentre lacrime imperterrite le scorrevano copiose sul viso
rosso per lo sforzo.
Il ragazzo non aveva
ribattuto.
Ginny aveva continuato a
piangere, con tutto il rancore che in quegli anni aveva serbato per quell’occasione, e si era seduta su una poltroncina
tenendosi la testa tra le mani. Malfoy era rimasto in piedi,
impassibile. Alla fine, dopo dieci minuti di singhiozzi e silenzio,
aveva preso la giacca dall’attaccapanni –Bene Weasley, dì alla ragazza che ci
rivediamo a casa quando sarà guarita…ti manderò un assegno mensile intestato al
bambino per pagare la scuola e tutto il resto…solo che ho bisogno di sapere
come si chiama- la ragazza aveva continuato a sussultare -…d’accordo, lo
scoprirò da solo, non dovrebbero esserci problemi. Ci
si vede, Weasley- e detto ciò era uscito dalla
stanzetta lasciando la porta aperta dietro di se.
Ginny aveva sentito chiaramente il rumore dei
suoi passi lungo il corridoio, fino a che questi non si erano spenti oltre
l’angolo. Il suo profumo aleggiava ancora nella stanza, ma ben presto sarebbe scemato, a causa della porta aperta. Anche lui stava scappando da lei…come il suo proprietario,
anni prima…
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Aveva ricevuto
regolarmente degli assegni intestati a Daniel Ronald
Weasley, il primo allegato ad un biglietto in cui vi era scritto che il nome
del bambino era semplicemente un insulto alla fama della famiglia Malfoy
(evidentemente non potevano sopportare che il loro ultimo erede avesse un nome
tanto…normale!), e per quanto riguardava il secondo, era rimasto un tantino sconvolto dal sapere che suo
figlio portava il nome di uno dei suoi peggiori nemici. Anche il suddetto
proprietario ne era stato sorpreso, ma almeno in senso
positivo. E sinceramente neanche Ginny sapeva da dove
le era saltata fuori l’idea di chiamarlo come suo fratello…ma almeno il nome
piaceva al bambino, quindi non si era fatta tanti problemi. Forse l’aveva fatto
solo perché, a ragione, sapeva che la cosa avrebbe fatto rigirare nel sonno
Malfoy per un bel po’.
Bella pensata, Gin, forse
appena un po’ egoistica…
Ma nonostante
su quei pezzetti di carta vi fossero scritte cifre che avrebbero potuto
permettere sia a madre che a figlio di comprare casa e vivere tranquillamente
per conto loro senza che Ginny dovesse lavorare, non aveva speso un solo zellino e da due anni li conservava uno dopo l’altro, in
perfetto ordine, in una cassetta di sicurezza alla Gringott,
in attesa di restituirli personalmente al legittimo proprietario. Non voleva
dipendere da un cane che aveva
abbandonato suo figlio…
Ricordava molto bene
quando tutto quello era cominciato…durante il suo settimo anno…se solo avesse potuto immaginare che per un’ironia della sorte, o
meglio, perché per l’ennesima volta la dea bendata le aveva voltato le spalle,
la sua vita avrebbe avuto un totale stravolgimento…
Eccomi qua (frase celebre
ripetuta da mia madre in ogni momento della giornata…mamma questo è per te!!!!!!)!!!!!!!!!!!!!
Comunque…so di non aver ancora postato l’epilogo di non
tutto il male bla,bla,bla…ma ci sto lavorando, e dato che mi sta venendo un po’ lunghetto bisogna pazientare ancora un pochino…abbiate
pietà!
Sono profondamente
immersa nel DOLLLLLORE perché qualcosa di innominabile
sta per ricominciare…stanotte ho avuto addirittura un’orripilante incubo in
proposito!
Ma non centra un cavolo con la fic,
perciò…
L’idea di questa storia
mi è spuntata mentre ero in aereo (!) per l’Inghilterra, e mi si stanno
accavallando idee su idee per proseguirla! Ma
ovviamente da brava ragazza pigra (non per niente è il mio nick!)
posterò con calma e sangue freddo…dipende da quanti commentuzzi
ricevo (sottospecie di schifido ricatto!) e da
quanto, andando avanti, sta storia mi piacerà…bhà…
So per esperienza che d/g
non è una coppia molto amata, ma prima di tirare conclusioni affrettate è
meglio leggere, non trovate? A me piace molto come coppia, nonostante sia trita
e ritrita, ma comunque apprezzo le storie per lo stile
di scrittura e per la trama, non per le coppie…e anche se le Yaoi mi fanno un tantino sboccare… leggo anche quelle
comunque!
Ok, dopo questo amabile
delirio da domenica 4 settembre (??!!) vi lascio a godervi questi pochi gg di vacanza (ARGGGGH!!!!) e a lasciarmi 1 commentino! Grazzzzzzie!
Gli asterischi, come nel
primo capitolo, significano che si tratta di un flash-back.
Buona lettura!
Capitolo 1
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-Giiiiiiinnnnnnyyyyyy!!!!!! Andiamo, è il primo giorno! Non è possibile che
tu riesca a svegliarti così tardi anche il primo giorno di scuola!!!! Sei un disastro!!!!-
E’ palese che una persona
svegliata in questo modo abbia la luna storta per il resto della giornata!…ma
questo a Meredith Johnson non passava neanche per
l’anticamera del cervello.
Trattenendosi
dall’avventarsi sul suo collo per strangolarla, Ginny si voltò dall’altra
parte.
Ma Mer era notoriamente una persona poco paziente.
E fu così che la ragazza,
in capo a trenta secondi, si ritrovò a gambe per aria sul pavimento del bagno
con una ciocca di capelli misteriosamente
scomparsa, mentre dall’altra parte dell’uscio la suddetta migliore amica sbraitava un paio di epiteti vagamente
offensivi.
Ginny, ignorando le
esplosioni provenienti dalla stanza, si diede un’occhiata
allo specchio, e l’oggetto le rispedì la fantastica
immagine di una pseudo-ragazza di diciassette anni,
con i capelli totalmente arruffati, due occhiaie fino al ginocchio e una cera da
far invidia a Nick-quasi-senza-testa.
Ginny scosse la testa rassegnata…quella
scena si ripeteva ininterrottamente da sette anni, precisamente da quando
condivideva la stanza con quel simpatico angioletto di Merry.
E l’idea
di chi le sarebbe toccato vedere quella mattina le faceva sparare per
aria un altro paio di ciuffi color carota.
Si era quasi strozzata
nel suo tè, quando la mattina precedente Ron, leggendo la Gazzetta, aveva
informato la famiglia che quell’anno ci sarebbe stato un vero allenatore di Quiddich ad Hogwarts, per
ciascuna delle squadre, e che quel soggetto sarebbe stato nientepopodimenoche
il giovane rampollo della più stimata famiglia di purosangue esistente in
circolazione.
A quanto pareva il
preside aveva decretato che le partite si sarebbero svolte in modo più
imparziale se ad insegnare ai ragazzi le tattiche fosse
stato un esperto in materia, uguale per tutti, che avrebbe distolto i ragazzi
più grandi dall’accollarsi la difficile responsabilità di essere allenatori.
E la sua sfiga cronica aveva voluto che in quel periodo il caro
vecchio Malfoy avesse comprato una squadra tutta sua, con cui aveva passato
l’estate allenandosi e per cui si era preparato a dovere per far loro da coach.
Ma scoperto che i
giocatori erano in grado di cavarsela da soli, aveva deciso di rendere
disponibile all’umanità questa sua nuova capacità (altro colpo di fortuna,
perché Malfoy non aveva mai fatto qualcosa per gli altri…proprio in questa
occasione il suo lato magnanime doveva risvegliarsi?!), e così si era offerto
disponibile per allenare le quattro squadre di Hogwarts, in collaborazione con
i diversi capitani…e ovviamente Ginny
rientrava nella categoria di questi ultimi.
Ovviamente.
Perché Harry l’aveva abbandonata proprio nel momento del
bisogno?
Gli occhi le si erano riempiti di lacrime al pensiero di quanto gli
mancasse il suo adorato fidanzatino, che non vedeva dalla bellezza di 24 ore…
-E…Ginny?- Mer aveva momentaneamente interrotto la
sua personale guerra di secessione -…se ti viene in mente di frignare per Harry
Potter, ricordati che un giorno è una bazzecola in confronto ai sessanta che ti
si parano davanti- …grazie Mer.
-Meredith, lascia stare
Ginny, cerca di essere comprensiva nei suoi
confronti…- una voce angelica si era sovrapposta ai rumori provenienti dal
dormitorio.
Ginny aveva sorriso tra
se e se.
Ogni volta che percepiva
la presenza di Sarah Terford il cuore
le si alleggeriva all’inverosimile, tanto da farle dimenticare per un millesimo
di secondo la terribile incombenza che le si parava davanti.
La sua seconda, nonché ultima, compagna di dormitorio era tanto buona e
dolce quando Mer era sgraziata e rustica.
-Stai tranquilla Ginny,
tesoro, e fai pure con calma, io e Meddie andiamo giù
assieme e ti aspettiamo, d’accordo?-
-Non mi chiamare Meddie
Sarah, lo sai che lo odio!- aveva sbraitato l’altra
mentre lentamente le due ragazze si allontanavano assieme.
Ginny aveva ringraziato
mentalmente la ragazza…era l’ennesima volta che la salvava dalle grinfie di
Mer.
Ma adorava quelle due
ragazze proprio perché erano così diverse, e allo stesso tempo così unite tra di loro. Erano due amiche davvero speciali, nonostante
potesse sembrare il contrario visto il bel
rapporto esistente tra lei e Merry. Eppure era proprio questo a renderlo unico nel suo genere…
Finito di vestirsi e
sistemarsi in tutta calma, la ragazza si avviò in Sala Grande con l’umore al di sotto delle proprie scarpe.
Non solo ricominciava la
scuola, doveva anche propinarsi delle sedute extra col suo peggior nemico, che
sinceramente aveva sperato di non dover rivedere mai più.
Ma stiamo scherzando?!…in quel caso gliene sarebbe
andata una giusta, e ciò era matematicamente fuori discussione!
E così la ragazza,
maledicendo la dea bendata e chiunque le si parasse
davanti, era entrata nell’immensa sala e si era andata a sedere nel solito
posto al tavolo di Grifondoro, tra Colin Canon e Sarah. Mer le stava di fronte,
di modo che fosse più difficile per la ragazza assalirla. Questa tattica era
stata approfonditamente studiata da ogni singolo studente del settimo anno di
grifondoro: Sarah, in caso di necessità, avrebbe placato Merry,
e Colin avrebbe difeso Ginny.
E le occasioni
erano state molto per sperimentare la tattica, che effettivamente
funzionava, non fosse stato per i calci che inevitabilmente le arrivavano da
sotto al tavolo…ma almeno questo lo poteva concedere alla sua migliore amica.
Detta così sembrava che
Hogwarts fosse diventata una specie di zoo, ma c’erano i lati positivi della situazione. Sarah naturalmente era adorabile
per il suo carattere, ma anche Mer da parte sua era una bravissima persona;
quando non era infuriata era un’ottima ascoltatrice e dispensatrice di
consigli, e inoltre era sempre pronta ad aiutare nel momento del bisogno.
E in ogni caso si volevano un bene infinito.
-Ginny, sembra che tu
abbia ingoiato cacca di Knarl!...si
può sapere che ti prende stamattina?- Colin, col suo solito buonumore contagioso,
aveva momentaneamente interrotto la sua abbuffata di pancetta per dar
un’occhiata all’amica.
-tu come ti sentiresti all’idea di due ore con Draco Malfoy nella sera
del tuo primo giorno di scuola?- e all’occhiata interrogativa del ragazzo,
aveva risposto –c’è una riunione indetta per le nove tra i capitani e il nostro
nuovo, amatissimo coach…e per di più
abbiamo due ore di pozioni come inizio e Storia della Magia per concludere…il
lago e la piovra non mi sono mai parsi così allettanti…- aveva terminato Ginny
con voce sepolcrale, tanto da allarmare anche Mer, che solitamente se ne
fregava altamente degli sbalzi d’umore di chicchessia.
-Andiamo Ginny, cosa vuoi
che siano un paio d’ore con Malfoy, molte ragazze farebbero carte false per
trascorrere del tempo con lui…- e il brillio nei suoi occhi aveva
chiaramente specificato a chi si riferiva con quel “molte”.
-Sarei anche disposta a
cederti il mio posto di capitano per non avvicinarmi a lui…non
fosse che tengo all’incolumità dei miei giocatori…- e aveva immediatamente
spalancato le gambe, per evitare il solido tacco delle scarpe di Merry.
-Gin, è già abbastanza
faticoso tenerla a bada, se poi la provochi anche…- aveva sussurrato Sarah,
cercando di non farsi sentire da Meredith.
-Ti ho sentita,
Sarah Terford- aveva un udito incredibile, quella
ragazza, e non solo…
-Bene, se qui abbiamo
finito, io avrei due meravigliose ore
in compagnia di Piton che mi aspettano, e non ho intenzione di beccarmi una punizione il primo giorno. Ci
vediamo in classe- la ragazza rossa si era alzata dal
suo posto ignorando gli sguardi omicidi di Meredith e quelli compassionevoli di
Sarah, e a passo sostenuto si era diretta ai sotterranei.
Era ancora abbastanza
presto, perciò i corridoi erano vuoti…o almeno così lei credeva…
-Guarda un po’ chi si
vede! La mia babbanofila stracciona preferita!- Ginny
si era fermata di colpo nell’udire quella familiare voce strascicata, e aveva
alzato gli occhi al cielo.
Quella decisamente non
era la sua giornata…
-Malfoy, oggi non è
proprio aria, gradirei se girassi al largo da me, se non ti spiace- aveva sibilato senza voltarsi e cercando mantenere il suo
già scarseggiante autocontrollo.
-Accidenti quanto mi
dispiace…- aveva detto con tono sarcastico lui, mettendosi le mani in tasca e
avvicinandosi ulteriormente alla ragazza -…ora che me lo dici, certamente ti lascerò
in pace…Dovresti usare un tono un po’ più rispettoso con me Weasley, adesso
sono un professore, non più un miserabile studente come te- aveva detto tutto
ciò continuando a camminare lentamente.
-A parte che non sei un
professore, semplicemente un allenatore di Quiddich provvisorio…- si era
voltata di scatto, reprimendo un sobbalzo nel constatare
che ormai solo pochi centimetri li separavano -…e poi preferirei passare tre
ore di punizione con Piton che portare rispetto a te- l’aveva fulminato con lo sguardo,
alzando leggermente la testa per guardarlo negli occhi.
-Ma davvero?...- aveva sogghignato, squadrandola dall’alto in basso
-…allora penso proprio che andrò a consultarmi col mio caro collega a proposito di questa
opzione…suppongo che l’apprezzerà…ci vediamo Weasley- e lanciandole un’ultima
occhiata disgustata si era diretto dalla parte opposta del corridoio.
Ginny aveva stretto i
pugni contro i fianchi, reprimendo la tentazione di trasformarlo in uno Schiopodo.
Ora più che mai l’idea di
passarci due ore quella sera le
sembrava terrificante.
Mai nella sua vita una
semplice giornata di scuola le era sembrata così lenta e noiosa. Per l’ora di
cena si sentiva come se in una mattinata avesse affrontato un mese di lezioni,
e la consapevolezza che era solo il primo giorno non
era gratificante.
Stava rimescolando il suo
pasticcio di rognone da un buon quarto d’ora, quando i suoi compassionevoli
compagni di casa si erano decisi a darle una scossa.
-Andiamo Gin…- aveva
sputacchiato Colin con in bocca una buona dose di
patate arrosto -…ops, scusa…senti, tutti noi almeno
dieci volte all’anno finiamo in punizione con Piton,
non è poi una tragedia così grave…al massimo ti farà pestare i bulbi oculari di
uno dei suoi splendidi esperimenti,
niente di che…- aveva aggiunto spazzando dal maglione della ragazza i
pezzettini di patate che erano partiti dalla sua bocca.
-Grazie Colin, è davvero
rincuorante…- aveva sospirato lei, continuando a
spappolare la pietanza nel suo piatto, che aveva ormai perso definitivamente
l’aspetto di cibo. Rassegnata, e ormai neanche vagamente affamata, si era
alzata in piedi -…scusatemi ragazzi, ma devo andare a studiare, tra tre ore ho quella riunione del cavolo, e poi alle dieci
ho la punizione. Ci vediamo dopo- e con un espressione
da condannato a morte era uscita dalla rumorosa sala.
-Mi sto ancora chiedendo
come abbia fatto a beccarsi quella punizione!- aveva esclamato improvvisamente
Mer -…prima stava andando tutto alla perfezione, Piton non stava dando fastidio a nessuno dalla bellezza di
tre minuti e mezzo, e poi all’improvviso entra quel gran pezzo di ragazzo di
Malfoy, parlottano un po’ ridacchiando ed esattamente due minuti e venticinque
secondi dopo Ginny si ritrova con una punizione di tre ore per stasera stessa…è
un vero record anche per Piton! Il primo giorno e
senza un emerito motivo!-
-E’ vero…ma apparentemente sembrava che Gin se lo aspettasse…a parte stritolare il povero polipo da cui stava
tirando via l’inchiostro non ha fatto una piega!- Sarah aveva interrotto il suo
sminuzzamento di un insalata scondita per riflettere sullo strano avvenimento.
Ginny era
una ragazza piuttosto impulsiva, normalmente in un caso del genere avrebbe
come minimo cercato di affogare Piton nel suo
calderone bollente…
-ragazze, qui gatta ci
cova, bisogna indagare!- da bravo fotoreporter, Colin aveva una spassionata
adorazione per i misteri -…ma per il momento preferisco gustarmi questa
ciambella, viene prima di tutto!- aveva esclamato
avventandosi sul dolce.
-Sono
d’accordo!- Mer si era
aggiunta all’amico nell’impresa.
Sarah li aveva guardati
roteando gli occhi.
Non avevano la minima speranza…
Alle nove meno cinque
Ginny era uscita dalla sala Comune per andare nel campo di Quiddich, dal momento
che la riunione si sarebbe tenuta negli spogliatoi.
La sua giornata era stata
a dir poco disgustosa…ma non poteva sapere che il peggio doveva ancora venire.
Nella stanza si trovavano
già gli altri tre capitani: Mallory Bane per Corvonero, Julian Thomson per
Tassorosso e Kevin Bullstrode per Serpeverde, che per inciso era l’esatta
copia, sia fisicamente che non, di sua sorella, non fosse che
era maschio.
Per fortuna Malfoy non era ancora entrato, così poteva prepararsi psicologicamente
al suo arrivo. Si era seduta vicino a Mal, con cui
andava piuttosto d’accordo, così come per Julian, nonostante tecnicamente
fossero avversari.
-ciao Gin, passato buone
vacanze?- aveva chiesto educatamente quest’ultimo stringendo
la mano alla ragazza.
-Non male grazie, e voi?-
aveva sorriso Ginny voltandosi verso l’altrettanto sorridente ragazza.
-Molto…- ma era stata
interrotta dalla quarta persona presente in quella stanza, che con un sorriso
beffardo si era avvicinato agli altri, ricevendo intense occhiate sprezzanti.
-E’ vero Weasley che sei stata
messa in punizione da Piton già dal primo giorno e
senza un valido motivo?- aveva ridacchiato con fare sorpreso, come a
sottintendere che a loroPiton non avrebbe mai dato una punizione per niente.
Ma prima ancora che la ragazza potesse rispondergli
per le rime, qualcun altro appena entrato nella stanza l’aveva fatto al posto
suo.
-No Kevin, la spiegazione
c’è. La Weasley aveva chiesto esplicitamente una punizione con Piton, e io da bravo insegnante non ho potuto fare altro
che accontentarla…non vorrei però che sotto questa
richiesta vi fossero sottintesi…amorosi…- Malfoy aveva detto l’ultima parola
con un ghigno perfido e lo sguardo rivolto alla ragazza.
L’affermazione aveva
suscitato risate dal serpeverde, stupore dagli altri due ragazzi e un bel
taglio al labbro per Ginny, che se l’era morso intensamente per evitare di
sputargli addosso insulti che non avrebbero fatto
altro che peggiorare la situazione.
Malfoy, dopo aver
incassato ben volentieri la profonda soddisfazione provata nel vedere
l’espressione della ragazza, aveva appoggiato su un tavolo un bel po’di carte, e si era seduto su una sedia.
-Bene, e dopo questo
piacevole intermezzo direi che è ora di darsi da
fare…-
La serata era proseguita
senza altri intoppi, e un’ora dopo la riunione era terminata.
-Perfetto, rimaniamo
così. Per perfezionare il tipo di tattica direi di rivederci stesso posto
stessa ora Mercoledì, e dalla settimana prossima cominciamo
con gli allenamenti. Potete andare…- inaspettatamente da ogni
previsione, Malfoy aveva preso seriamente il suo lavoro, ed era stato
professionale e diplomatico nei confronti di tutti…-…Weasley, tu aspetta
un attimo- …fatta eccezione naturalmente di Ginny.
-Malfoy, lo so che
tormentarmi è la tua attività preferita, ma avrei quella
famosa punizione che proprio tu mi hai gentilmente donato, e non vorrei fare
tardi- e aveva fatto per uscire, ma il ragazzo aveva sbarrato la porta.
-Lo so perfettamente che
hai una punizione, ed è proprio per questo che ti ho fatto rimanere- aveva sorriso
al suo solito, e questo non rassicurò neanche un po’ Ginny -Severus
ha avuto un improvviso quanto improrogabile impegno, e mi ha chiesto di
prendere il suo posto nel sovrintendere la tua punizione, perciò…- il suo
sorriso si era allargato alla vista dell’espressione orripilata
di Ginny -…Weasley, comincia a rimboccarti le maniche, perché ti aspettano tre
ore in cui dovrai lavare le divise sporche dell’anno scorso, compresa
ovviamente la mia, lucidare i manici di scopa, pulire i bagni e le docce, tirare
a lucido gli spogliatoi e l’ufficio del capitano, e se non ci riuscirai oggi
non c’è problema, finirai domani…- aveva guardato beffardamente la ragazza che
lo stava osservando con puro odio nello sguardo, e un’altra meravigliosa idea
gli era balzata in testa -…Ah, e naturalmente dovrai fare tutto questo a mano-
-A mano??!!- Ginny aveva
strabuzzato gli occhi, inorridita.
-Che c’è, sei sorda per caso? A mano, e vedi di fare
un buon lavoro, perché in caso contrario ti toccherà ricominciare da capo…e
sinceramente non ho molta voglia di passare tempo supplementare con te, ho di
meglio da fare…- e si era voltato per racimolare i
fogli e riporli in una borsa.
Ginny, esaurito
l’autocontrollo, aveva dovuto fare mente locale di tutte le cose belle che gli
erano capitate in quell’estate, con
al primo posto Harry, ed infatti era stato proprio questo a farla
desistere dal balzargli al collo e strangolarlo.
Un po’come
evocare un Patronus, anche se stavolta il
nemico era molto peggio di un dissennatore.
Ginny, senza aggiungere
altro per non dare a Malfoy altre soddisfazioni, si era messa al lavoro,
ignorando accuratamente le sue sfrecciatine.
Ma nonostante tutta la
sua buona volontà, all’una meno cinque aveva fatto a malapena la metà del
lavoro, e le braccia le dolevano parecchio per tutto
quello sfregare per pulire la montagna di divise.
Malfoy aveva smesso da
una buona mezzora di infamarla, ed aveva cominciata a
leggere appunti misteriosi…e questo a Ginny andava più che bene.
Il ragazzo, sentendo che
la ragazza aveva smesso di lavorare, aveva alzato la testa dalle carte e
l’aveva guardata interrogativamente.
-E’ l’una- aveva detto li
semplicemente, guardandolo in cagnesco.
Malfoy aveva fatto per
parlare, probabilmente per dirle che mancavano ancora cinque minuti e che quindi
non aveva alcun diritto di fermarsi prima, ma era stato bloccato da un gufo che
aveva cominciato a sbattere col becco sul vetro per attirare l’attenzione.
Sospettoso, il ragazzo
aveva aperto la finestra e aveva slegato da una delle zampe la lettera, lasciando
poi che il gufo se ne andasse.
Il ragazzo le dava le
spalle, e perciò non poteva vedere la sua espressione, ma dal modo in cui stava
stritolando la lettera man mano che proseguiva con la lettura, Ginny comprese
che doveva essere successo qualcosa di piuttosto grave, perché abitualmente
Malfoy non si scomponeva per niente, o quasi. Approfittando del fatto che per
una volta fosse lui ad essere vulnerabile, Ginny non potè fare a meno che
rincarare la dose -che c’è Malfoy, Voldemort ha
scoperto che hai disubbidito ad un suo ordine, da bravo mangiamorte
che sei, ed ora verrà qui a sculacciarti?-Ginny si
rese conto solo parecchie ore dopo, sdraiata sul suo letto e prosciugata da
tutte le sue lacrime, che se avesse tenuto la sua maledetta boccaccia chiusa tutto
quello che accadde dopo quelle parole non sarebbe mai avvenuto.
Malfoy si era voltato con
una velocità paurosa, e la sua espressione aveva cancellato il sorrisetto dalla bocca di Ginny.
Il ragazzo l’aveva
raggiunta con poche passi, e con una violenta spinta
l’aveva sbattuta contro il muro. Ginny aveva lanciato un urlo, ma prima di
poter fare una qualsiasi mossa si era ritrovata spiaccicata contro la parete
con addosso Malfoy, che con un braccio e le gambe la
teneva bloccata, e con l’altro braccio la strangolava impedendole di respirare.
-Come ti permetti, lurida stracciona, di
parlare in questo modo del signore oscuro??!! meriteresti
di essere portata da lui e torturata fino alla morte!!!- ma una rapida
occhiata al suo esile corpo sottomesso gli aveva dato un'altra idea,
altrettanto orribile -…ma dal momento che non è possibile, ho un’idea migliore
per te…- l’improvviso cambio di tono e l’espressione lasciva terrorizzarono
ancora di più la ragazza, che rischiando di soffocare cercò disperatamente di
scappare da quella morsa, inutilmente.
Per sottintendere le sue
intenzioni, Malfoy si avventò improvvisamente sulle sue labbra, infilandole con
forza la lingua in bocca, e cominciando a toccarla rudemente…
Probabilmente, se Ginny
avesse detto quelle cose in un altro momento, Malfoy non avrebbe reagito in
quel modo, ma il fatto che avesse appena ricevuto una notizia terribile e
perciò di conseguenza sentisse un’impellente necessità i
sfogarsi, cambiava radicalmente la situazione.
E perciò fece una cosa, dettata più dall’istinto
che da altro, che l’avrebbe fatto sentire quasi
in colpa per un bel po’ di tempo.
Ma in quel momento nessuno avrebbe potuto sentire le
urla di Ginny e intervenire, perciò il fatto avvenne.
Se qualcuno fosse passato
da quelle parti circa venti minuti dopo, avrebbe visto certamente un ragazzo
biondo uscire dalla porta dello spogliatoio con un’ espressione
confusa, furiosa e sconvolta,e se
sempre quella persona avesse varcato quella porta ma nel senso opposto, avrebbe
sicuramente visto una ragazza di capelli rossi tutti scompigliati accovacciata
in un angolino per terra, con le ginocchia strette attorno alle braccia piene
di lividi e il viso affondato tra di esse, che singhiozzava disperatamente
senza riuscire a fermarsi, la camicia strappata fino a metà e la gonna tutta
spiegazzata, e guardando meglio avrebbe notato un paio di mutandine bianche
lanciate in mezzo alla stanza.
Ginny, distrutta, si
addormentò con le lacrime agli occhi, e solo due ore dopo riuscì a raccogliere
abbastanza forze per alzarsi e tornare al castello.
Naturalmente non poteva
sapere che qualcun altro era rimasto tutta la notte
sveglio a riflettere.
E questo qualcuno si era reso conto solo alle
cinque di mattina di una cosa insospettabile…
ok, voi penserete che sia una maniaca della violenza
bla, bla, bla…no, questo primato lo lascio a mia sorella, a cui basta
vedere un nonnino che si avvicina ad una bambina per darle un chupa-chupa (magari e anche sua nipote!) per affermare che
quello è un pazzo maniaco che vuole stuprare la bimbetta!!!!...bleah, mi sa un po’ di macabro…in ogni caso e una pura
coincidenza che sta cosa succeda nel secondo capitolo proprio come l’altra
storia, e comunque mi serviva per inaugurare la nuova vita di Ginny, perchè al contrario di Hermione non le succederà una sola
volta…anche se naturalmente saranno contesti e comportamenti diversi…
BUUUUAAAAHHHH…come sono
sadica!!!!!
comunque, scusate davvero tanto per il ritardo, ma col
fatto che è cominciata la “cosa innominabile” non ho trovato molto tempo.
Bhè, io spero davvero tanto che abbiate apprezzato
questo capitoletto, e gradirei davvero tanto un commentuzzo!!!! Mi fareste molto felice, anche perché momentaneamente
sono a letto con 38…pietà di me! ^____________________________________^
Ok, come avevo promesso, spazio dedicato alle vs recensioni!!!!!:
Ale:Uou, sei la prima ufficialissimarecensitrice di questa storia! Per quanto riguarda
Harry e Ginny, per il momento direi che ti sto accontentando, e poi Malfoy attualmente non è esattamente l’ideale di fidanzato. Ma
tanto se ci è scappato un figlio a Dicembre dell’anno
dopo, e le gravidanze non durano sedici mesi, vuol dire che qualcosa succederà
nei prossimi capitoli, no?! Continua a seguire la storia, e mi raccomando,
dimmi sempre se c’è qualcosa che ti schifisce, vedrò
cosa fare!!!!!
Hermia: Sai, neanche io so immaginare come siano finiti assieme…il
destino…per quanto riguarda le D/G, dal momento che sei una fan, posso dirti
apertamente che anche a me piacciono da matti, ma effettivamente tutte le
coppie sono belle, basta che le storie siano fatte bene!!!!
Grazie mille per i complimenti!!!!
BlackAngel: Grazie mille per i complimenti! È ke in
giro si leggono così tante storie di questa coppia, ed alcune sono talmente
belle e scritte bene che mi è venuta una voglia matta
di provare anche io…anche se non sarò mai al livello di certi autori! Ti ringrazio davvero tntissimo, fa
sempre piacere ricevere dei bei commenti!
E invece per chi a commentato l’ultimo cap. di “Non
tutto il male vien per nuocere”:
C: Ti
è piaciuto veramente il finale!!! Ti giuro che mi è
venuto lì per lì, non avrei mai pensato ad una conclusione del genere…e sono
davvero felicissima che ti sia piaciuta!!!!
SiJay: Grazie per i complimenti, e per quanto riguarda la storia finita…chi
sa, magari un giorno potrei far un qualcosa che riguarda la prole del nostro
trio…l’idea mi piace parecchio…ma prima pensiamo a finire sta roba qua!!! Grazie ancora!
Hermione_91: Accidenti, quanti complimenti! Bhè, grazie
infinite, non pensavo che una robetta del genere potesse piacere a qualcuno sul
serio!!!Thanks!!!
Amore mio: Perché chiamarti Leoncina, se quello è il tuo vero nome…ah, scusa,
ancora non ho detto la frase di rito…
TI AAAAAAMMMMMMOOOOOO!!!!!!!
Abbastanza chiaro il
concetto???!! Sono contentissima che l’epilogo ti sia
piaciuto, anche io preferisco quello più del resto…fatta eccezione per il 2°
capitolo, da brava schifosa che sono! E comunque ora potrai tornare ai tuoi controlli quotidiani
grazie a questa…non sei contenta???!!! M’immagino!ciao amore mio, ci vediamo
tra due ore, comunque!!!
E infine special thanks al mio adorabile pollo Cicci,
che si sta ammazzando con quella cosa innominabile che è la scuola!!!
E alla cara vecchia sorella, che non ha fatto un tubo di niente tranne rompermi
le scatole! Ti adoro, tesoruccinocicciribiccì!!!
Ok basta, ho rotto abbastanza, vi aspetto
al prox capitolo belli numerosi!!!!
L’autunno era arrivato ormai da parecchio tempo e alla fine di ottobre il freddo cominciava seriamente a farsi sentire,
ma dal momento che le giornate in quel periodo erano abbastanza belle, la gente
preferiva stare all’aperto a congelarsi piuttosto che restare ad ammuffire
dentro alle case, o alle scuole.
Quel giorno ci sarebbe stata la prima uscita ad Hogsmeade, e Ginny per la prima volta nella sua vita non
voleva andarci.
L’unico intoppo era l’appuntamento che aveva preso con
Harry, suo fratello ed Hermione sin dalla fine delle vacanze estive, e sarebbe
stato decisamente inopportuno dargli buca all’ultimo
momento, soprattutto visto che non si vedevano da due mesi.
Ma come avrebbe fatto a guardare ancora in volto Harry, dopo
quello che era successo?
Un conto era sentirsi via posta, in quel modo si potevano
dire tranquillamente delle bugie senza doversi tradire a causa di espressioni e atteggiamenti strani, ma quel giorno
avrebbe dovuto affrontare quelle tre persone che la conoscevano così bene faccia
a faccia, e sarebbe stato un vero miracolo se nessuno avesse notato qualcosa di
diverso entro la fine della giornata, specialmente Hermione.
Ma Ginny non poteva farci niente, e comunque
prima o poi avrebbe dovuto affrontare il resto del mondo, tanto valeva levarsi
il pensiero.
In quel momento, Merry entrò nel
dormitorio, con un involto di carta tra le mani.
-Tieni Gin, ti ho portato alcuni toast, ho immaginato che,
come al solito, non volessi scendere a colazione- la
ragazza si era seduta sul letto accanto all’amica.
Mer era fatta così. Ogni volta che si accorgeva che qualcuno
non stava bene, fisicamente e non, cambiava radicalmente ed accorreva in
soccorso di chicchessia.
-Ti ringrazio Meredith, ma non ho fame- si era infilata i calzini e le scarpe, evitando lo sguardo
dell’amica.
-Gin…- Mer aveva posato l’involto e aveva costretto Ginny
guardarla -…senti, io non so cosa ti sta succedendo, so solo che da due mesi a
questa parte non sei più la stessa. Un po’ come se fosse
sempre il primo giorno. Ma solitamente dopo la
prima settimana torni la vecchia Ginny di sempre. E
sono due mesi che siamo alla prima settimana…non sarò una cima, ma è evidente
che c’è qualcosa che non va- Mer aveva fatto una smorfia piuttosto buffa, e un
pallido sorriso si era dipinto sulle labbra di Ginny.
-Mer…mi dispiace, non voglio far preoccupare nessuno, sul
serio, ma non me la sento di parlarne…quando sarò pronta lo farò, promesso- aveva dato un buffetto gentile sul naso della ragazza.
-Come vuoi tu…non è una novità la tua testa di rapa- ed era uscita dalla stanza lanciandole uno sguardo di
rimprovero.
Ok, cambiava radicalmente, non
diventava una sosia di Sarah però.
Ma effettivamente Meredith aveva
ragione.
Dopo quella notte
aveva cercato di evitare tutti i suoi amici, come se temesse che guardandola
negli occhi avrebbero capito che cosa le era successo.
E naturalmente aveva fatto di tutto
per evitare lui.
…effettivamente non era stato così difficile, visto che
anche lui apparentemente stava
facendo di tutto per evitarla.
E quando c‘erano le riunioni dei capitani semplicemente
si ignoravano, così come agli allenamenti della squadra.
Effettivamente una microscopica nota positiva
c’era…Malfoy aveva smesso di darle il tormento.
Ma il prezzo che aveva dovuto pagare per
questo era stato troppo alto.
Cosa avrebbe risposto ad Harry
quando le avrebbe chiesto perché non era più vergine? Non era uno stupido,
sarebbe stata chiara la sua situazione la prima volta che lo avrebbero
fatto.
Ed era stato col cuore in gola che
due giorni dopo quella terribile notte aveva fatto l’incantesimo per verificare
se era incinta.
Grazie al cielo qualcuno lassù aveva creduto che ne aveva avute abbastanza per il momento…con un sospiro di
sollievo aveva verificato che Malfoy non le aveva lasciato nessun regalino.
Ma il ricordo di quella terribile
notte continuava a riaffiorarle nella mente, e ormai aveva finito la sua
riserva di lacrime per quanto aveva pianto.
Cercando di non pensarci un’altra volta (se ne sarebbero
accorti se fosse comparsa per l’ennesima volta con gli occhi gonfi e rossi),
Ginny prese il mantello e la borsa e uscì dal dormitorio.
Si erano accordati per trovarsi alle undici davanti ai Tre
Manici di Scopa, e così alle dieci e mezza la ragazza, assieme a Colin, Sarah e
Mer era uscita dal castello imbacuccata fino alle
orecchie a causa del vento gelido.
-Ragazzi…- Mer parlò rivolta a Colin e Sarah -…ehm, non vi
dispiace se vi lascio soli?...alle undici e un quarto
avrei un impegno…- aveva abbassato lo sguardo visibilmente rossa.
-Cosa? Hai un appuntamento?- questa sì che era una novità!
-Chiudi il becco Ginny! Non è un appuntamento…io e Trevordobbiamo discutere di
alcune cose…- la tonalità del suo viso aveva raggiunto rapidamente il colore
dei capelli di Ginny.
-TrevorNorton
di Corvonero? il campione i gobbiglie
dell’anno scorso?…quello così
carino?- le guance di Sarah si erano dipinte di rosa e aveva assunto uno
sguardo sognante.
-E’ solo uno stupido sbruffone con
gli occhi da femmina!- Colin aveva assunto il broncio, all’affermazione di
Sarah.
Ginny aveva sorriso…quanto ci avrebbero messo quei due a
capire che si piacevano a vicenda?
-Non è affatto carino…- Merry
aveva sorriso compiaciuta, nonostante tutto -…dobbiamo solo parlare di alcune cose…comunque, spero non ci siano problemi per voi
due…- aveva guardato furbescamente i due amici.
-Oh, no, nessun problema…- le orecchie di Sarah erano
parecchio rosse, così come quelle di Colin.
Ginny aveva ridacchiato, ma la sua espressione era
rapidamente mutata alla vista di qualcuno
che da qualche tempo a quella parte stava affollando i suoi incubi.
Malfoy stava camminano rapidamente,
le mani in tasca, e per fortuna non si era accorto di lei.
Si comportava in modo strano, sembrava preoccupato per
qualcosa…e Ginny impiegò poco tempo per rendersi conto che probabilmente
c’entrava con quella famosa lettera che le aveva causato
tanti problemi.
Ma in quel momento venne distolta
dai propri pensieri da una voce familiare che la chiamava.
-Gin! Ehi Gin, siamo qua!- si era
voltata di scatto, per vedere a poca distanza da lei suo fratello che si
sbracciava nella sua direzione.
Felice, nonostante tutto, di rivederlo, aveva rapidamente
salutato i suoi amici ed era corsa tra le braccia di Ron. Quanto le era mancata
quella stretta calda e confortante.
-Mi sei mancata sorellina…- le aveva
sussurrato suo fratello all’orecchio.
Ginny aveva sorriso, e aveva aperto gli occhi per gettare
uno guardo dietro la spalla di Ron.
Hermione stava a braccia incrociate
con un sorriso enorme dipinto sulla faccia, e accanto a lei stava Harry.
Nell’istante in cui l’aveva rivisto tutto l’amore per lui si era rifatto sentire, e proprio non riusciva a
capire come aveva potuto pensar di non volerlo rivedere.
Se c’era qualcuno che poteva farle
tornare il sorriso, questo era Harry.
Si era separata da suo fratello, e aveva abbracciato
Hermione rapidamente, poi si era portata davanti ad
Harry.
I due ragazzi si erano guardati per alcuni istanti senza una
parola, poi all’improvviso Harry aveva colmato la distanza tra
di loro e l’aveva trascinata in un bacio pieno di urgenza, di quelli che
l’avevano sempre fatta impazzire.
Ginny, con le lacrime gli occhi gli
aveva avvolto le braccia attorno al collo ed aveva spostato una mano sulla sua
nuca per approfondire il bacio.
Quanto le era mancato…
-Ehm, scusate ragazzi, non vorrei disturbare, ma è
abbastanza imbarazzante vedere la propria sorella ed
il proprio migliore amico amoreggiare in quel modo…- Ron aveva guardato i due
ragazzi con un’espressione un po’ sorpresa dipinta sul volto.
-Mmmm…- Hermione gli si era avvicinata
e l’aveva guardato con un espressione eloquente sul
viso -…vorrei vedere te se non avessi nessuna opportunità di vedermi per ben
due mesi…-
Ron l’aveva guardata inorridito, e
per chiarire la sua opinione l’aveva coinvolta in qualcosa che assomigliava
molto al match dei loro due amici. Hermione era scoppiata a ridere contro le
sue labbra.
La giornata era trascorsa molto bene per tutti e quattro.
Avevano passeggiato ed erano entrati nei negozi proprio come
“ai vecchi tempi”, ed Harry e Ginny erano rimasti appiccicati l’uno all’altra
per tutta la durata della giornata.
Alle sei, dal momento che il vento era talmente pungente da
aver congelato il naso di ogni componente del
gruppetto, erano entrati ai Tre Manici di Scopa per una rigenerante burrobirra.
-Accidenti, è veramente pieno oggi!- i quattro avevano
dovuto praticamente fare a pugni per trovare un tavolo
libero, ed erano riusciti a sedersi solo dopo venti minuti di calca.
-Sai Mione, forse non siamo gli
unici a cui si stavano gelando le mutande- Ron come al
solito era stato molto diplomatico, e per tutta risposta si era beccato
un’occhiataccia dalla sua ragazza.
Ma improvvisamente l’espressione di
Hermione era mutata, e aveva spostato lo sguardo corrucciato oltre la spalla di
Ginny, che si trovava di fronte a lei.
-Guarda un po’ chi c’è…- anche gli altri avevano guardato
nella medesima direzione…e Ginny, compreso di chi stavano parlando, aveva rapidamente voltato la testa visibilmente a disagio.
Per tutto la durata di quella
meravigliosa giornata era riuscita a dimenticarsi del suo fardello, ma ora il
peso di quel segreto era più forte che mai, visto che al momento si trovava
avvinghiata tra le braccia dell’uomo che “teoricamente” aveva tradito…anche se
effettivamente non era stata colpa sua.
-E’ vero Gin, mi ero scordato che
quel pezzo di merdalavorasse
qui…allora? Ti sta trattando al solito? No, perché ora che non siamo più vincolati
dalle regole della scuola non credo ci sarebbero
problemi se gli dessi un paio di pugni dove dico io…- Ron aveva guardato con
rabbia il suo nemico di sempre, che stava ad un tavolo solitario in un angolino
del pub assieme ad un losco soggetto.
Anche Hermione aveva guardato Ginny…e non le era sfuggito lo sguardo di puro panico negli occhi della ragazza.
-Gin, tutto ok?- Harry aveva
guardato la sua ragazza, sorpreso da quella reazione.
Fino a poco tempo prima sarebbe
scoppiata in epiteti e insulti al solo nominare Malfoy, e ora, nonostante
avesse tutte le ragioni per farlo visto che le toccava passare parecchio tempo
con lui, non spiccicava una parola.
-…ehm…certo, Harry…ero soprappensiero- si era ricomposta
rapidamente…non poteva permettere che si accorgessero di qualcosa…soprattutto visto che aveva notato che Hermione la stava guardando con
insistenza.
-Come vi va ora che avete quell’infame
bastardo come allenatore? Naturalmente farà di tutto per far
vincere Serpeverde…- Ron aveva fatto una smorfia al solo pensiero.
-N-no no…mi ha sorpreso…è
piuttosto imparziale…certo,con noi è molto più duro
che con i Serpeverde, ma per il resto è quasi accettabile…dopotutto sono solo
poche ore alla settimana- non aveva mentito. Ultimamente era normale anche con
lei…anzi, non l’aveva mai corretta in niente e mai l’aveva osservata (o almeno
così le era parso)…naturalmente perché questo faceva parte della politica di
ignorarsi completamente instaurata tra i due… questo però non poteva dirlo ai
suoi amici.
-Dici davvero…anche con te?- Harry era
davvero stupito…non poteva credere che Malfoy finalmente fosse diventato
una persona quasi normale.
Ginny aveva annuito, abbassando lo sguardo per non
incrociarlo con quello di Hermione.
Se non fosse stata certa al cento
per cento che era impossibile, avrebbe creduto che la sua amica fosse diventata
pratica della legilimanzia…la stava praticamente
perforando con lo sguardo.
Ron all’improvviso aveva alzato lo sguardo e si era
raddrizzato -Hei, Malfoy!-
Con immenso orrore Ginny si era voltata ed era congelata
alla vista del ragazzo a poca distanza dal loro tavolo, in piedi, che dava loro
le spalle. Nel sentirsi chiamato Malfoy si era fermato, rigido e con i pugni
stretti lungo i fianchi.
-Che c’è, problemi con Tu-Sai-Chi? Hai fatto qualche errore ed ora verrà qui a punirti?- Ron aveva ridacchiato con cattiveria,
guardando il ragazzo con aria di sfida.
Ginny aveva strabuzzato gli occhi, e si era strozzata con la
burrobirra.
Era praticamente la stessa cosa che
lei aveva detto quella sera…
Anche Malfoy doveva essersene reso conto, perché si era
voltato di scatto guardando con un misto di odio e
sorpresa prima Ron e poi sua sorella, che gli dava la spalle.
Ma Ginny aveva sentito chiaramente
quello sguardo su di sé.
-Weasley…fatti i cazzi tuoi, non
sono affari che ti riguardano- aveva sibilato a denti
stretti.
A farlo arrabbiare ancora di più c’era il
fatto che aveva appena parlato con uno dei mangiamorte più vicini a Voldemort, e le notizie che gli erano state portate non
erano delle migliori.
-Sai Malfoy…se ti comporti male ora che lavori qui, potresti
causare guai anche a mia sorella…e lei fa parte dei cazzi
miei- aveva ribattuto Ron.
Hermione aveva stretto la presa sul braccio di Ron, per
fargli capire che era ora di smettere.
Ma il minore dei Weasley era
notoriamente un ragazzo impulsivo, e si era acceso ancora di più alla vista del
sorrisetto che era comparso sulle labbra del suo
peggior nemico a quell’affermazione.
-Malfoy…- si era alzato in piedi, e contemporaneamente a lui
l’aveva fatto Harry, che con un gesto deciso gli aveva posato una mano sulla
spalla -…Ron, siediti, siamo in un luogo pubblico,
vedi di stare calmo, non lasciarti provocare da quel cane-
-Non me ne frega, guarda che faccia sta facendo! Io
l’ammazzo!- ed era scattato avanti.
Se non fosse stato per Hermione,
che l’aveva tirato indietro con tutte le sue forze facendolo quasi ribaltare
sulla sedia, sarebbe certamente scoppiata una rissa.
Alla fine il ragazzo si era calmato, anche se era stato
particolarmente duro, vista l’espressione poco
rassicurante di Malfoy che non aveva abbandonato per un secondo la sua faccia.
-Giuro Malfoy, se scopro che hai fatto qualcosa a mia
sorella non mi farò troppi problemi a farti fuori, a
costo di passare il resto di miei giorni ad Azkaban- le orecchie di Ron erano
ancora visibilmente rosse, e le nocche delle mani bianche per lo sforzo di
trattenersi serrando i pugni.
Anche Harry aveva guardato Malfoy,
con un’espressione che faceva intendere che in quel caso non si sarebbe fatto
troppe beghe neanche lui.
Per tutta risposta, Malfoy si era infilato le mani in tasca,
e con un ghigno perfido sulle labbra gli aveva nuovamente voltato le spalle -a
presto Lenticchia, Sfregiato, Mezzosangue e…Weasley,
ci vediamo a scuola- e detto ciò era uscito.
A Ginny non era sfuggito il tono
con cui aveva detto le ultime parole…e per poco non si era tradita con
un’espressione un po’ troppo eloquente.
-Ron, devi smetterla di attaccare chiunque
si pari davanti a te! Finirai per metterti nei guai! È un mangiamorte,
sarà lui piuttosto a non farsi problemi nell’ammazzarti, assieme ai suoi
amichetti!- Hermione era davvero furiosa.
-Non mi interessa! Ora che non ci
siamo più noi, Ginny è totalmente vulnerabile, potrebbe
vendicarsi su di lei anche per conto nostro!- Ron era veramente fuori di sé.
Mi dispiace, fratellino…ma l’ha già fatto…
-Ron…- finalmente la ragazza aveva reagito, con gran
sorpresa di tutti -…ho diciassette anni, sono perfettamente in grado di
difendermi da sola, e c’è tanta gente a scuola che potrebbe aiutarmi se le cose
non dovessero andare nel verso giusto!- Ginny aveva parlato
fermamente, raddrizzandosi.
Odiava mentire in quel modo ai suoi migliori
amici…specialmente a Harry…
-Ginny ha ragione! È grande e vaccinata, e Malfoy non è così
stupido da attaccare le persone sotto al naso degli
altri professori, molti dei quali fanno parte dell’Ordine…e soprattutto non ad
Hogwarts!- Ginny aveva guardato con gratitudine Hermione, ma il sorriso si era
rapidamente spento alla vista dell’espressione di biasimo che la ragazza le
aveva rivolto.
Se lo doveva immaginare, Hermione aveva capito che c’era
sotto qualcosa, ma aveva preferito proteggerla e non
mettere ansia agli altri due…
-Ora basta pensare a Malfoy…non ci vedremo per un bel po’,
voglio godermi appieno questa giornata- Harry aveva fatto
passare un braccio attorno alle spalle di Ginny, che immediatamente si era accoccolata
nel suo abbraccio.
Dio solo sapeva quanto aveva bisogno di lui in quel momento.
Ron aveva impiegato un bel po’ a sbollire, ma alla fine era
tornato tutto normale e i quattro ragazzi avevano fatto di tutto per godersi
appieno quelle ultime ore.
Alle nove però era scattato il coprifuoco (i ragazzi del
settimo anno potevano tornare un po’ dopo rispetto agli altri), e si erano
affrettati a salutarsi tra le lacrime, specialmente di Ginny che non voleva
separarsi dal suo Harry.
Quando era toccato ad Hermione
però, la ragazza l’aveva tirata un attimo da parte, approfittando del fatto che
i due ragazzi stavano salutando Colin, Sarah e Mer che erano appena arrivati
per recuperare Ginny.
-Gin…l’ho capito che c’è qualcosa che non va, e sai bene che
sei hai dei problemi io sono qui per parlarne, non è vero?- Hermione aveva scrutato apprensiva negli occhi di Ginny, che le aveva
sorriso.
-Lo so Mione, va tutto benissimo,
sento solo molto la vostra mancanza, ed effettivamente il settimo anno è
parecchio pesante…è solo stanchezza, ma mi passerà con l’abitudine,
tranquilla…- Hermione l’aveva abbracciata, ma Ginny sapeva che non ne era del tutto convinta.
Alla fine si erano separati definitivamente, e i quattro
erano tornati rapidamente verso al castello, congelati fino al midollo.
Ginny era sdraiata nel suo letto già da un po’, quando
all’improvviso si era ricordata di aver lasciato la borsa in biblioteca, dove si
era fermata con i ragazzi per prendere un libro da leggere quella sera.
Scocciata, si era alzata e si era infilata pantofole e vestaglia,
più che altro perché non era molto sicura di ritrovare la borsa la mattina
successiva.
Era scesa per le scale il più rapidamente possibile, decisa
a recuperare la borsa in fretta.
Non le piaceva girare per il castello di notte.
Era entrata nella biblioteca silenziosamente, senza
accendere la luce per paura di essere scoperta, e andando a tastoni aveva
ritrovato praticamente subito la borsa dove l’aveva
lasciata. Stava per prenderla e uscire, quando un fruscio l’aveva fatta voltare
di scatto.
Era buio pesto lì dentro, ma era certa di non essere sola.
-Chi c’è?- aveva cercato di
mantenere la voce stabile, senza troppo successo.
Un professore non sarebbe andato in giro
così furtivamente, questo era poco ma sicuro.
Nessuna risposta.
Ginny, spaventata, aveva fatto per uscire, ma una mano
l’aveva bloccata prendendola per un braccio.
Si era dovuta sforzare seriamente per non urlare.
All’improvviso si era ritrovata con la schiena appoggiata a
qualcosa di solido, e dal momento che questa superficie si muoveva ritmicamente, aveva capito che si trattava di un torace.
Torace che apparteneva a qualcuno che aveva un odore
familiare.
Terribilmente familiare.
-M-malfoy…-
era stato un soffio.
Per tutta risposta, aveva sentito due dita scostarle i
capelli dal collo, e delle labbra fredde posarsi su di esso.
Ginny si era irrigidita.
All’improvviso un braccio aveva circondato la sua vita,
tenendola saldamente, mentre le due dita di prima ora stavano cercando di
scostarle i lembi della vestaglia fino a farne pendere un lato su una spalla,
lasciandola scoperta.
Quelle labbra gelide avevano continuata
a baciarle il collo e spalle, mentre la mano libera le stava accarezzando
sapientemente un braccio.
All’improvviso era stata costretta a voltarsi di scatto, e
prima di rendersi conto di cosa stava succedendo di era
trovata con la schiena contro lo scaffale e delle labbra piuttosto possessive
contro le proprie.
Travolta da quella marea di sentimenti, aveva cercato di
spingere via il ragazzo posando le mani sul suo torace, ma immediatamente lui
le aveva preso i polsi e le aveva attaccato le braccia
alla superficie dietro di lei, lasciandogli campo libero.
Per tenerla ferma aveva fatto aderire totalmente il proprio
corpo contro di lei, e Ginny si era resa conto che non si sarebbe accontentato
solo di un bacio.
Ma effettivamente cominciava a
sentirsi un po’ troppo coinvolta anche lei…
Quando Malfoy aveva capito che non
gli avrebbe più fatto resistenza, aveva lasciato libere le braccia per
dedicarsi a compiti più interessanti.
Non appena Ginny aveva sentito chiaramente una mano lungo la
coscia sollevarle la camicia da notte, aveva fatto passare le braccia attorno
al collo del ragazzo, spingendo la sua testa contro la propria per approfondire
il bacio e per impedirle di gemere.
Prima di essere presa dal ragazzo, era riuscita a formulare
un solo pensiero coerente…
E ogni volta che succedeva, Ginny tornava nella sua
stanza e piangeva tutte le lacrime che aveva in corpo.
Il problema era che lei voleva andare a letto con lui…se letto
si poteva chiamare qualsiasi posto provvisto di muro e pavimento esistente
entro i perimetri della scuola.
Ancora non riusciva a
capacitarsi di come potesse essere successa una cosa
del genere tra loro.
Cioè…lui l’aveva violentata!
E nessuna donna o ragazza sana di mente avrebbe continuato
a scoparsi un essere tanto spregevole.
Ma dopo quella sera in biblioteca…era diventata una
specie di dipendenza reciproca.
Lui, proprio come la
prima volta, aveva semplicemente seguito l’istinto…era parecchio giù di morale,
e lei era stata il primo sfogo che gli si era parato
davanti.
Ma dato che aveva solo bisogno di sesso, e non di uno
sfogo dovuto alla rabbia, aveva messo da parte il ruolo del crudele stupratore
e semplicemente si era lasciato andare con quella sciocca babbanofila
stracciona.
Ma non riusciva a capire come avesse potuto
continuare a volerci andare a letto anche dopo quell’episodio.
Nel senso che…come poteva
una persona come lui, che poteva trovarsi ai suoi piedi decine di bellissime
ragazze con un solo battito di ciglia, preferire di scoparsi una
insulsissima ragazzina coi capelli rossi e le
lentiggini?
E così, continuando a rifletterci sopra, e
mantenendo la loro politica di ignorarsi completamente, i due ragazzi, non
appena si ritrovavano da soli nella stessa stanza, sia di giorno che di notte,
senza spiccicare una sola parola si ritrovavano avvinghiati l’uno all’altra a scopare
in fretta e furia per evitare di farsi beccare.
Era diventata una sorta
di droga per tutti e due, dal quale non riuscivano a
disintossicarsi.
E tra una cosa e l’altra erano arrivate le vacanze di Natale.
Il problema era che
Ginny, nonostante continuasse ad odiare infinitamente Malfoy e ad amare con
tutta se stessa Harry, non poteva pensare di fare a meno di quegli incontri
assolutamente sbagliati per ben due settimane.
La ragazza stava
preparando il borsone col morale sotto le scarpe, combattuta tra l’essere
felice per la prospettiva di rivedere la sua famiglia o disperata all’idea di
non poter fare sesso per tutto quel tempo.
-Gin…- Sarah era appena
entrata nella stanza già vestita di tutto punto -…io vado, c’è Colin che mi sta
aspettando di sotto…- era arrossita notevolmente.
Ginny aveva sorriso.
Stavano insieme da un mese e mezzo e ancora si sentiva in imbarazzo a parlarne
con loro…la sua Sarah sarebbe rimasta per sempre il
suo dolcissimo angelo puro e intaccabile…
-Ok tesoro, divertiti in montagna…e quando torni
voglio sapere tutto…anche i dettagli!- e le aveva dato
un buffetto ridacchiando.
Sarah l’aveva abbracciata
arrossendo di nuovo, e si era affrettata a scendere le scale.
Era così contenta per le
sue due amiche…
Mer, nonostante non
volesse ammetterlo, continuava a frequentare il ragazzo di corvonero.
Sarah e Colin erano la
coppia più bella e dolce che avesse mai visto, era certa che si sarebbero sposati
e avrebbero avuto una marea di bimbetti dalle guance rosa e con la mania delle
foto.
E lei…lei non stava facendo altro che buttarla via
la sua vita…
Era davvero innamorata
del suo ragazzo…ma non riusciva a fare a meno degli incontri con Malfoy…
Sospirando pesantemente,
arrabbiata con se stessa, si era vestita ed era uscita dal dormitorio tirandosi
la porta dietro.
Circa mezz’ora dopo si
trovava in stazione ad Hogsmeade assieme a Mer e a
tutti gli altri ragazzi in attesa dell’espresso, guardandosi attorno per vedere
se per caso lui era tra la folla.
E parecchie ore dopo si trovava a cena alla Tana
assieme a tutti i suoi fratelli (tranne i gemelli, che avevano da fare al
negozio) e alle loro famiglie, più ovviamente Harry e Hermione.
Sua madre, come al solito, aveva dato il meglio di se, e al momento del
dolce tutti quanti erano pieni fino a scoppiare.
-Allora Charlie, quando pensi di andare in Arabia per quella specializzazione che ti
hanno proposto?- Percy non poteva fare a meno di parlare di lavoro anche
durante la cena della vigilia di Natale.
-Mmmm…non so Perce…per ora
voglio solo godermi la mia bella mogliettina e aspettare che il bambino nasca-
il ragazzo aveva dato un bacio affettuoso alla guancia
di Kathrine, sua moglie, che tra meno di un mese avrebbe
messo al mondo il loro primo figlio.
-Fai bene Charlie, goditi
il bambino e la madre fino a che non è nato, poi non vedrai l’ora di andare in
Arabia…- Bill si era beccato uno scappellotto da Fleur,
mentre tutti gli altri a tavola erano scoppiati a ridere.
I due avevano avuto due
gemelli circa un anno e mezzo prima, David e Jason,
che da bravi Weasley, oltre ai capelli si erano beccati un caratterino molto
simile a quello di Fred e George, con immenso rammarico di Bill, che per la
seconda volta nella sua vita doveva tenere a bada due pesti lentigginose, anche
se la sua prima esperienza era avvenuta quando era solo un ragazzino.
-E ti lamenti Bill? Io ne ho tenuti a bada sette,
comprese due fotocopie dei tuoi figli!-aveva detto il signor Wasley con
l’aria di uno che la sa lunga.
Molly Weasley a quell’affermazione
si era rapidamente gonfiata e aveva fatto per parlare, ma il signor Weasley
aveva rimediato subito prima di dare inizio alla catastrofe -…e naturalmente
tua madre ha subito molto più di me,
povero tesoro mio…- tutti si erano messi a ridere nel vedere Arthur Weasley sottomettersi ancora, dopo tutti quegli
anni, alla sua tremenda moglie.
-E voi ragazzi quando deciderete di sposarvi e di
allargare questa bella famigliola?- Bill si era rivolto a Ron e Hermione.
-Veramente per il momento
preferiamo sistemarci col lavoro. I ragazzi vogliono dare a Ron la gestione di
un nuovo negozio dei Tiri Vispi, ma ancora non si sa dove verrà
aperto. E io sto finendo di prendere la
specializzazione in Trasfigurazione e devo cercarmi un lavoro. Poi penseremo al
resto- Hermione non era un tipo che si lasciava
travolgere dai sentimenti, preferiva organizzare tutto in modo razionale,
nonostante fosse veramente innamorata di Ron.
-E voi due invece che
intenzioni avete?- Kathrine aveva parlato rivolta ad Harry e Ginny, che era stata zitta per buona parte della
serata.
-Mah, Gin naturalmente
deve finire Hogwarts, e io ho cominciato l’apprendistato per diventare
auror…però ci piacerebbe non far passare tanto
tempo…non è vero amore?- ma Ginny sembrava non aver sentito una sola parola di
tutti i loro discorsi.
Harry si era accigliato-…Ginny, ci
sei?- la ragazza si era voltata di scatto.
-Ehm…certo, scusatemi…mi
gira un po’ la testa, vi spiace se vado un secondo in giardino a prendere una
boccata d’aria?- e senza attendere risposta si era alzata
sotto gli sguardi un po’ stupiti dei suoi familiari, ed era uscita di casa.
-ma cosa le prende?- era stato Charlie a parlare, un pò preoccupato dalla reazione della sorellina.
-Non saprei…è un po’ che
è strana, anche l’ultima volta che ci siamo visti ad
Hogsmeade, la settimana scorsa, era molto distratta e sfuggente…- Harry aveva
abbassato lo sguardo, amareggiato.
-Stai
tranquillo Harry, dev’essere per via della scuola,
sarà un po’ stressata a causa
degli esami- Fleur gli aveva poggiato una mano sulla
spalla con fare rassicurante.
-Già Harry, probabilmente
è per questo. Ma ora ci sono due belle settimane di totale riposo per entrambe,
sono certo che la faccenda si sistemerà in un battibaleno, e avrai la tua Ginny
esattamente come quest’estate- Arthur
Weasley aveva sorriso a quel ragazzo che considerava
quasi come un figlio.
-Lo spero davvero, signor
Weasley, lo spero davvero…-
Ginny si era seduta sotto
la bella quercia sulla quale si arrampicava sempre da piccola, le braccia
attorno alle gambe e la testa appoggiata sulle ginocchia, a riflettere.
Le risultava
davvero difficile stare in mezzo a tutta quella gente che l’amava
incondizionatamente con il fardello di quel terribile segreto che portava nel
cuore.
Dopotutto lei stava
tradendo Harry, e per di più lo stava facendo con il loro peggior nemico, nonché figlio di un noto mangiamorte.
E in quel momento aveva decisamente bisogno di sfogarsi proprio con quel essere
spregevole…
All’improvviso un sonoro
“crack” l’aveva fatta sobbalzare e voltare di scatto.
Quando
si dice “parli del diavolo, spuntano le corna”…
-Salve Weasley…-Draco
Malfoy stava in piedi dietro di lei, le mani nelle tasche del mantello nero e
un’aria sarcastica in viso -…hai per caso deciso di
farla finita con la tua insulsa vita e di morire assiderata sotto casa tua?
-Malfoy! Che diavolo ci fai qui?!- Ginny era scattata in piedi con gli occhi
sgranati.
-Sentivo la tua
mancanza…- il ragazzo le si era avvicinato
pericolosamente, sospingendola contro il tronco dell’albero, continuando a
prenderla in giro.
-Malfoy…la dentro c’è
gente che al solo sentirti nominare tirerebbe fuori la bacchetta…- aveva indicato con la testa la casa, cercando di arretrare
il più possibile fino a che non aveva sentito la dura corteccia sulla schiena,
senza ovviamente smettere di guardarlo male.
-Non mi
interessa minimamente…non sono venuto qui per la tua famiglia, ma per te…ho bisogno di scopare Weasley, non so
se mi spiego…e credo che anche tu ne abbia decisamente bisogno…- l’aveva
attaccata all’albero tenendola ferma col proprio corpo, e senza darle tempo di
ribattere aveva attaccato la sua bocca con la propria infilando la lingua
dentro per impedirle di parlare.
Ginny aveva preso
possesso di tutto il suo carente autocontrollo e l’aveva sospinto via.
-Malfoy…non è il momento
né il luogo…ci sono i miei familiari là dentro…c’è il mio ragazzo…non credo che sarebbe molto d’accordo se mi vedesse con
te…e poi non è vero che voglio scopare!-
aveva mentito spudoratamente, cercando di sembrare decisa, ma le sue difese
erano piuttosto scarseggianti, e Malfoy era un uomo forte e perfettamente in
salute, e un secondo prima di attaccarla nuovamente le
aveva sussurrato -…provamelo…- al che non c’era più stato spazio per le parole
inutili.
Circa dieci minuti dopo
erano entrambi accasciati contro l’albero senza fiato, quando all’improvviso
Ginny si era sentita chiamare.
-accidenti, è Hermione…vattene!- Ginny aveva sibilato istericamente,
raccogliendo le proprie mutandine bagnate dalla neve e riabbottonandosi in
fretta la camicia e il mantello, amareggiata all’inverosimile per essersi fatta
fregare per l’ennesima volta.
Malfoy si era richiuso i
pantaloni e il mantello in un batter d’occhio, e un secondo
prima di smaterializzarsi le aveva strizzato l’occhiolino con un
espressione decisamente strafottente –Grazie per il servizietto
Weasley…e vedi di fare qualcosa per quelle macchie…troverebbero un po’ strano
vederti i segni evidenti di succhiotti sul collo, non trovi?- ed era sparito
con un altro crack.
Ginny aveva digrignato i
denti…lei non era la sua puttana…ma sapeva fin troppo bene
che non avrebbe rinunciato a lui la prossima volta…
Quanto lo odiava…
E quanto si
odiava…
Infine si era ricomposta
definitivamente ed era sbucata da dietro il tronco dell’albero, impostandosi un
sorriso quantomai falso sul volto.
-Ma dove ti eri
cacciata…pensavamo che ti fossi sentita male, fa un freddo cane
qua fuori!- Hermione si era stretta tra le braccia e l’aveva guardata con un
filo di sospetto negli occhi.
Se è per quello, io al momento ho un
gran caldo…
-Perdonami Mione, non volevo farti preoccupare, è solo che mi ero addormentata a causa di un forte mal di testa, ma ora va
decisamente meglio…vieni, rientriamo, è proprio freddo qua fuori!- stava
diventando decisamente troppo brava a mentire…
Hermione l’aveva guardata
senza un minimo di convinzione, e nonostante tutto aveva preferito passarci
sopra…anche se prima o poi le avrebbe chiesto
chiarimenti una volta per tutte.
Le due ragazze erano rientrate
nel caldo ambiente della cucina, dove tutti si erano voltati a guardarle con un
po’ di apprensione…Ginny era fin troppo allegra, ed
Hermione aveva un’espressione decisamente corrucciata sul volto.
-Allora, c’è ancora una
fettina di quella torta?-
A mezzanotte erano
tornati tutti quanti nelle proprie case o nelle varie stanze della Tana…Ginny
dormiva con Hermione e Harry con Ron.
Ma naturalmente, non appena i genitori erano andati
a dormire, i ragazzi si erano invertiti le stanze…Hermione avevapreso il posto di Harry e viceversa.
In quel momento Ginny ed
il suo ragazzo si stavano baciando con un bel po’ di
foga sul lettino, e la situazione si stava scaldando…il ragazzo le stava
togliendo la camicetta, e lui stesso non l’aveva già da un po’…
Ginny l’aveva lasciato
fare…lui aveva dovuto aspettare per tutto quel tempo, mentre lei era a secco da al massimo due ore.
I due ragazzi non erano
mai andati oltre ai preliminari…e al momento Harry sembrava ben deciso ad
approfondire la questione…
Ginny era parecchio
preoccupata all’idea…non si sentiva ancora pronta ad affrontare con Harry la
questione della sua verginità…sapeva perfettamente che lui l’aveva persa al
settimo anno con una sciacquetta di tassorosso, più a
causa di una forte sbronza che per vera passione…ma cosa avrebbe pensato quando
entrando il più delicatamente possibile in lei non avrebbe
trovato nessun”ostacolo” da superare?
-Ehm…Harry…aspetta…- il ragazzo l’aveva guardata con un’espressione parecchio
scocciata in volto -…ehm…cerca di capire…non mi sento ancora pronta…-
aveva detto lei imbarazzata, abbassando lo sguardo per non farsi tradire dai
suoi occhi.
Harry era stato immobile
per alcuni secondi, poi aveva sospirato pesantemente e si era alzato.
-Ginny…non so cosa ti
stia succedendo…e spero sinceramente che prima o poi
me lo dirai…sto cominciando a stancarmi…- l’aveva guardata severamente un
attimo prima di uscire dalla stanza.
La ragazza era certa che
avrebbe dormito sul divano fino all’ora stabilita per
ricambiarsi le stanze.
Era scoppiata in lacrime,
ed aveva affondato la testa nel cuscino per non farsi
sentire…
Aveva pianto per
parecchio tempo, e alla fine si era addormentata.
Quando si era svegliata
la mattina successiva aveva immediatamente visto
Hermione dormire con un’espressione beata nel suo letto…
Almeno c’è qualcuno che riesce ancora ad essere
felice...
Cercando di fare il più
silenziosamente possibile, la ragazza si era alzata, aveva indossato vestaglia
e pantofole ed era scesa in cucina.
La stanza era ancora
vuota, fatta eccezione per un gigantesco albero stracolmo di regali.
Fino a solo un anno prima
quella vista l’avrebbe fatta strillare dalla gioia…aveva
sempre adorato il Natale…ma quell’anno aveva perso
tutto il suo calore…
Se solo avesse saputo che il Natale successivo
avrebbe avuto un regalo ben più grosso di quelli che di solito ci si possono
aspettare…un bel regalino urlante e scalciante fatto proprio dal suo adorato figlio di mangiamorte…
Accidenti a te, Malfoy…
In quel momento sentì dei
passi lungo le scale, e Bill comparve completamente arruffato e assonnato
all’ingresso della cucina.
Ginny lo guardò, sorpresa-E
tu che ci fai qui?-
Bill la guardò sorridendole furbescamente.
-Buon Natale anche a te,
sorellina!...comunque sta tranquilla, non sono in
procinto di divorziare da mia moglie…al contrario di qualcuno a cui le cose non
stanno eccessivamente bene, visto che quando sono rientrato alle due ho visto
Harry dormire sul divano…- Bill la guardò, continuandole a sorridere, ma con un
po’ di preoccupazione nella voce.
Ginny aveva abbassato lo
sguardo, e gli occhi le si erano riempiti di lacrime.
Bill aveva lo strano
potere di farla sentire sempre una bambina che altro non chiedeva che
protezione e affetto…e suo fratello non aveva mai
mancato di darle entrambe…
Era davvero difficile
mentire con lui…
Forse proprio per quello
era il suo migliore amico, nonché ovviamente fratello
preferito…
Bill le
si era avvicinato apprensivo, e l’aveva stretta in un abbraccio pieno di
affetto, che Ginny aveva accettato ben volentieri, sfogandosi contro il suo
torace.
-Che c’è piccolina? Ti ha fatto qualcosa Harry? Gli
voglio bene come un fratello, ma lo strozzo se ti ha fatto del male, giuro!- il
ragazzo aveva parlato un po’ troppo con decisione, e
Ginny era scoppiata a ridere tra le lacrime.
-N-niente
Bill, sul serio, Harry è un ragazzo fantastico…- aveva tirato su col naso
continuando a stringere il suo fratellone.
-E allora che c’è,
tesoro…non sono stupido, e anche se praticamente non
ci siamo visti dall’estate scorsa ho notato subito che qualcosa in te è
cambiato…e se trovo la persona che ha causato tutta questa tristezza alla mia
sorellina c’è il serio rischio di farmi tirare fuori la mia parte bestiale!-
Bill le stava accarezzando dolcemente la testa, parlandole con calma e fermezza
allo stesso tempo.
Ginny aveva sorriso…Bill
non era il tipo da diventare “bestiale”…quel compito spettava a Ron…ma
dopotutto forse per lei avrebbe tirato fuori il suo
lato peggiore…
-Stai tranquillo Bill, io
sto bene, è che sto affrontando un momentaccio tra scuola, compiti
e professori…sai com’è no? Ma so per certo che non appena mi sarò levata questi
maledetti M.A.G.O dai piedi tornerò la solita Ginny
di sempre…non volevo mettervi tutti così in ansia per me…mi sento
una sciocca egoista…- si era separata da suo fratello guardandolo dispiaciuta.
Bill le aveva posato le mani sulle spalle -Scherzi, Gin? Ci siamo passati
tutti per questa fase, è solo che tu sei l’unica femmina e la più piccola…ci
sta parecchio a cuore non vederti soffrire, ma se mi garantisci che è solo per
la scuola ti prometto che mi metterò il cuore in pace e che tranquillizzerò
anche gli altri!- Bill le aveva sorriso,
incoraggiante.
Ecco ora si sentiva
ancora più in colpa…
Bill le avrebbe creduto anche se l’avesse direttamente beccata con Malfoy…la
sua fiducia era cieca per Ginny, sapeva che non gli avrebbe mai mentito.
Mi dispiace Bill, ti voglio un bene dell’anima, e
non immagini che cosa significhi per me mentire anche a te…ma non posso…
Ginny aveva tirato fuori
uno dei suoi migliori e più falsi sorrisi.
-Allora puoi stare tranquillo, fratellone, puoi
tranquillizzare tutti gli altri!- Bill le aveva arruffato i capelli
affettuosamente, ma poi a Ginny era venuta in mente una cosa.
-Bill, non mi hai ancora
detto che diamine ci fai qui!- l’aveva guardato con
un’espressione sorpresa, le mani sui fianchi, cercando di mascherare cosa
realmente stava provando in quel momento.
Il ragazzo si era messo a
ridere.
-Bhè, vedi, stanotte i ragazzi hanno avuto un attacco
di vomito…probabilmente si erano ingozzati di schifezze,
e per filarmela ho buttato lì a Fleur che mi ero
scordato di comprare il regalo di Perce…e meno male
che lei era così distratta da non ricordarsi nemmeno che la notte di Natale
tutti i negozi sono chiusi, e che il regalo l’aveva impacchettato lei stessa
quella mattina!- il ragazzo non aveva smesso di ridere per un solo secondo.
Ginny aveva incrociato le
braccia e aperto la bocca, sconvolta.
-Ma tu guarda che padre degenere che è diventato mio
fratello! Bhè, spero solo che Fleur
si accorga di quello che hai fatto il prima
possibile…poi vedremo come te la ridi!- gli aveva
mollato uno schiaffetto sul braccio facendo di tutto
per non scoppiare a ridere con lui.
-Probabile…ma io ho
metodi infallibili per farle cambiare idea…- e le aveva
strizzato un occhiolino con l’aria di uno che la sa lunga.
Ginny aveva strabuzzato
gli occhi –Bill! Sono tua sorella! Diamine, non sarò mai abbastanza grande da
voler sapere cosa combinano i miei genitori e miei fratelli
in privato!- Bill le aveva schioccato un bacio sulla fronte approfittando del
momento di shock, e senza smettere di ridere era uscito dalla stanza.
Al che Ginny era
scoppiata a ridere a sua volta, scuotendo la testa.
Non sarebbe
cambiato mai…sarebbero rimasti per sempre il coraggioso fratellone senza macchia e senza paura e la piccola
sorellina bisognosa di protezione nell’attesa del suo principe azzurro…
O forse…se avesse saputo di cosa stava facendo lei
alle loro spalle…
Se avesse saputo che gli aveva mentito…
Ginny scosse la testa,
mentre tutto il suo buon umore svaniva rapidamente.
Allora, sono mooooooooolto delusa dal fatto che quasi nessuno mi ha
recensito, ma devo sopportare il dolore e continuare a postare, perché la vita
continua e il mondo non gira attorno a me (come la mia
amabile madre ama ripetermi spesso)!
Ma ringrazio tanto il mio
amore, ovviamente, herm (non so se sia quello il suo nick!), Sakura 89 (meno male che c’è qualcuno che mi
recensisce!!!) e la mia Lu!
Ginny si era svegliata con un intenso dolore alla schiena, e
quando aveva aperto gli occhi non aveva riconosciuto il posto in cui si
trovava.
In compenso sentiva un gran freddo…
…forse quello era dovuto al fatto
che era nuda…
Le ci erano voluti diversi minuti
prima di realizzare cosa era successo.
I ricordi le erano riaffiorati nella mente, mentre la sua
espressione si oscurava sempre di più…
Naturalmente…
La notte prima era
scesa per farsi dare alcuni appunti di Trasfigurazione da una compagna di
corvonero, e mentre passava per un corridoio vuoto al secondo
piano aveva visto un’ombra scura davanti a se…
Non le ci erano voluti che pochi attimi per rendersi conto di chi
fosse, e con una sorta di disperazione aveva fatto per voltarsi e correre via…
Ma non c’era verso, lui aveva le gambe lunghe
ed era parecchio più veloce di lei, e in poche falcate l’aveva raggiunta e
afferrata per un braccio…
-Che c’è Weasley, non sei più contenta di vedermi?- l’aveva
guardata con un sorriso beffardo dipinto sul volto.
-Non dovresti essere
con Madama Bumb a pianificare la partita di domani?-
l’aveva guardato con odio, cercando di tirarsi via
dalla presa ferrea che esercitava sul suo braccio.
-E così Weasley ora
spii anche i miei programmi…devo pensare che io ti piaccio?- non aveva dato segno di volerla mollare, e aveva continuata a guardarla con quell’odiosa quanto familiare
espressione.
-Malfoy, la tua
autostima sta raggiungendo livelli davvero incredibili… andrei a letto con un vermicolo, più che scopare te- gli aveva
risposto per le rime.
-Weasley, se ben
ricordo, l’ultima volta che hai tirato fuori un “piuttosto”sei finita in
punizione con me…e dubito che il finale sia stato di tuo gradimento…se vuoi
ripetiamo l’esperimento, poi se proprio ci tieni tanto puoi andare anche con il
vermicolo…- aveva stretto
ulteriormente la presa.
Ginny aveva
strabuzzato gli occhi, disgustata -Ma vai un po’ a farti fottere, Malfoy…-
-Non c’è problema…- l’aveva afferrata saldamente per le spalle e si era
letteralmente avventato sulle sue labbra…
Ormai da parecchio tempo aveva perso il conto di quante
volte era successo…
Aveva sperato per mesi e mesi di riuscire a dominare una
buona volta la sua parte “sbagliata”, ma non c’era niente da fare…era Marzo, e
lei era e restava una debole…
Si era voltata dall’altra parte, e aveva spalancato gli
occhi…
Questo invece non era mai
successo…
Di solito Malfoy se ne andava
durante la notte, non era mai capitato che si addormentasse con lei…
E invece quella mattina eccolo lì, con un
espressione tranquilla sul volto e i muscoli insolitamente rilassati.
Se Ginny fosse stata almeno un minimo di buon umore gli avrebbe volentieri scattato una foto per poi
appenderla in ogni angolo di Hogwarts…
Se invece fosse stata abbastanza arrabbiata ne avrebbe approfittato per scagliargli un incantesimo e
vendicarsi di tutte le volte che l’aveva tormentata, maltrattata, usata…
Ma non provavanessuno di quei sentimenti…
Lo odiava, certo, ma doveva ammettere che la colpa non era del tutto sua…
Anche lei, dopotutto, lo voleva…
Si era alzata in piedi piuttosto dolorante…il
pavimento gelido di una non meglio definita aula della scuola non era
esattamente il luogo migliore dove passare la notte…
Quel giorno ci sarebbe stata l’ultima gita ad Hogsmeade prima delle vacanze pasquali, e ciò voleva dire
che di lì a poche ore avrebbe rivisto Harry…
Non lo vedeva dalla fine delle vacanze
natalizie, e a pensarci bene non si sentivano nemmeno da quel giorno…
Non fosse per il minuscolo
biglietto che le aveva mandato per avvertirla che sarebbe venuto e che
sarebbero stati solo loro due.
E questo voleva dire che aveva
intenzione di parlarle.
Ma Ginny non si sentiva ancora
pronta per questo…probabilmente non lo sarebbe mai stata.
Cercando di non fare rumore si era alzata e aveva cominciato
a rivestirsi.
Ad un certo punto aveva notato un certo movimento alle sue
spalle.
-perché non te ne sei andato?-
aveva parlato con noncuranza, finendo di abbottonarsi la camicetta.
-Non essere troppo contenta di vedermi qui, mi raccomando…-
dal tono un po’ meno sarcastico del solito Ginny aveva capito
che c’era qualcosa che non andava.
Si era voltata, scrutandolo attentamente.
Il ragazzo stava seduto con le ginocchia al mento, ancora
completamente nudo, apparentemente perso nei suoi pensieri. Aveva un’espressione
corrucciata sul volto e appariva più pallido del solito.
-Qualche problema?- sinceramente non gliene importava più di
tanto, ma il comportamento insolito l’aveva fatta incuriosire.
Malfoy si era voltato verso di lei, guardandola come se non
la riconoscesse -da quando in qua ci interessiamo
l’uno dell’altra?- aveva inarcato le sopracciglia.
Ginny si era messa subito sulla difensiva, puntando le mani
davanti a lei -ok, ok, non
me ne frega niente, è che mi sembrava davvero strana tutta questa
indifferenza nei miei confronti…non mi hai insultata neanche una volta
da ieri sera!-
Malfoy l’aveva guardata male –se vuoi rimedio subito…-
-D’accordo, me ne vado…- Ginny aveva fatto per finire di vestirsi, ma all’improvviso si era
vista un braccio circondarle la vita.
Aveva spalancato gli occhi…ok, non
era la prima volta, ma il contesto era decisamente
diverso…
Malfoy l’aveva fatta voltare lentamente, e non appena i loro
sguardi si erano incrociati la ragazza non aveva potuto fare a meno di notare
che effettivamente c’era qualcosa che non
andava…
Senza separare il proprio sguardo da quello della ragazza,
Malfoy l’aveva sospinta contro un banco, e l’aveva sollevata per farla sedere
sopra di esso.
Aveva cominciato a baciarle il collo, percorrendolo
centimetro per centimetro, con una lentezza quasi esasperante.
Ginny si era lasciata andare a quella nuova e strana sensazione.
A parte quella volta mesi prima in biblioteca non c’era più
stata vera passione tra di loro, vero piacere, solo un
impellente necessità e urgenza.
Invece quella volta stava andando tutto troppo bene…le sembrava quasi giusto che in quel momento lei si
trovasse tra le braccia di un ragazzo maledettamente
stronzo mentre da qualche parte ce ne era un altro dannatamente
perfetto che non chiedeva altro che un po’ di amore…
…Ma che diavolo stava facendo??!!
Ginny si era bloccata improvvisamente, spingendo via il
ragazzo.
Malfoy l’aveva guardata come se si fosse trovato davanti ad
un caso di lunga degenza del S.Mungo.
La ragazza era scesa di scatto dal banco, con un’aria
alquanto stravolta, ed aveva rapidamente raccolto i pochi vestiti che Malfoy era riuscito a toglierle.
-Weasley, dico, sei per caso impazzita?-
l’aveva guardata compiere quei gesti affrettati e distratti con un’espressione
stupita e divertita sul volto…e probabilmente anche un tantino seccata.
-Cosa sto facendo…cosa sto
facendo…- Ginny sembrava in un'altra dimensione, continuava ad agitarsi e a
borbottare frasi sconnesse.
-Già, è quello che mi sto chiedendo anch’io…- il ragazzo si
era avvicinato e l’aveva presa per le braccia, costringendola a voltarsi verso
di lui -…che cazzostai
facendo?-.
La ragazza l’aveva guardato come se non lo riconoscesse -…io
ti odio…- frase perfettamente scontata, non fosse stato
che l’aveva detto come se stesse parlando del tempo con un suo caro amico.
Malfoy aveva inarcato le sopracciglia ed era scoppiato a
ridere –mi fa piacere saperlo…ma avevamo forse dei dubbi in proposito?-
In quel momento Ginny si era ripresa dal suo shock, e
l’aveva guardato con disgusto.
-Io amo Harry!- l’aveva praticamente
urlato.
-Bene, ma a me non me ne potrebbe
fregare di meno…comunque grazie Weasley, ora mi hai totalmente smontato, non
posso neanche andarmi a consolare con qualche troietta
del terzo anno!- l’aveva lasciata andare e con noncuranza aveva recuperato i
suoi indumenti.
Ginny aveva sgranato gli occhi.
-Cosa?! Vuoi dire che oltre a me ti fai altre ragazze?- eh?!
-Che c’è, volevi l’esclusiva? Non
sono mica malato, due sedute alla settimana sono
troppo poche per me...e poi se non sbaglio tu non hai la coscienza esattamente
pulita, visto che stai col mitico Potter e vieni a letto con me!- l’aveva
guardata con cattiveria, finendo di vestirsi.
Ginny si era trattenuta dal sputargli in un occhio, ed era
corsa via dalla stanza un attimo prima di scoppiare in
lacrime.
Come poteva fare tutto quello ad
Harry?
Lui l’amava veramente, l’unica cosa che avrebbe voluto era
un po’ d’intimità, e lei in cambio faceva tanto la preziosa per poi andarsi a
sfogare con uno dei migliori esemplari di feccia della
società.
Bene, era arrivato il momento di dare ad Harry quel che era di Harry.
Risoluta più che mai, si era diretta in camera per darsi una
sistemata ed era scesa a colazione in fretta e furia.
Non aveva neanche fatto caso ai richiami dei suoi amici,
aveva semplicemente preso un paio di fette di toast ed un bicchiere di succo di
zucca e si era immediatamente messa in fila per ricevere il permesso di uscita.
Alle undici si sarebbe dovuta vedere con Harry nel boschetto
vicino alla Stamberga Strillante per fare due chiacchiere in santa pace, e alle
undici meno cinque stava correndo come una pazza su
per la salita che portava fuori Hogsmeade.
Arrivata nel punto prescelto, aveva subito visto che Harry
non era ancora arrivato, e ne aveva approfittato per
darsi una calmata e per rassettarsi almeno un po’.
Ad un certo punto un sonoro crack alle sue spalle l’aveva
fatta sobbalzare, e Ginny si era voltata di scatto ritrovandosi davanti la
persona che amava più della sua stessa vita.
Senza dargli tempo di dire una parola era scoppiata a
piangere e gli era saltata addosso, facendolo quasi cadere a terra per la forza
dell’impatto.
Harry era rimasto immobile per qualche secondo, ancora
troppo stupito, poi aveva preso con fermezza il viso di Ginny tra le mani e
l’aveva baciata con tutto se stesso.
La ragazza aveva ricambiato quel bacio nella più totale
disperazione, staccandosi dopo poco a causa della mancanza d’aria dovuta ai
singhiozzi. Il ragazzo le aveva fatto appoggiare la fronte contro la propria, e
l’aveva stretta forte a se, aspettando pazientemente
che si calmasse.
Dopo un po’ Ginny aveva ripreso a respirare normalmente, e
l’aveva guardato negli occhi.
-Harry, ti amo- il ragazzo le aveva sorriso con dolcezza
–anche io ti amo, Gin-
Al che Ginny perse totalmente le sue facoltà mentali, e
decise di mettere in atto una volta per tutte quella
cosa che avrebbe dovuto fare mesi prima.
Si avventò alle sue labbra con una passione mai vista prima,
e con foga prese a sbottonargli i primi bottoni della camicia.
-Hei…hei…calma!…- Harry si staccò
con fatica dalla ragazza, bloccandola per i polsi -…e tutti i tuoi blocchi, le
tue insicurezze? Sei sicura i quello che vuoi fare? E poi…qui?- la guardò con sorpresa, anche se effettivamente
in quel momento stava cominciando a sentire un certo caldo anche lui.
Ginny lo guardò negli occhi, con un
espressione totalmente appannata dalla disperazione e dal desiderio –si
Harry, voglio fare l’amore con te, qui e adesso- aveva parlato con una fermezza
tale da spiazzare persino se stessa.
Ed Harry era solo un ragazzo di
diciotto anni in astinenza da parecchio e alquanto innamorato, e una richiesta
di quel tipo avrebbe piegato anche un ghiacciolo…figuriamoci lui!
Perciò non se l’era fatto ripetere
due volte, e si era avventato contro la ragazza, invertendo i ruoli.
Da lì a ritrovarsi mezzi nudi appoggiati ad un albero c’era
voluto davvero poco, e a finire sdraiati a terra col fiatone e con una profonda
soddisfazione addosso ancora meno.
Non appena si erano calmati, Ginny si era appoggiata con la
testa contro il torace del suo ragazzo, mentre questi le accarezzava lentamente
i capelli.
-Mio Dio, Gin, sei la cosa più
bella che mi potesse capitare…- Harry aveva sussurrato senza smettere di
accarezzarla.
Ginny si era stretta ancora di più al suo corpo, decisamente molto più felice che da un po’ di tempo a quella
parte.
Nella furia, il ragazzo non aveva notato quel piccolo
particolare che tanto l’aveva fatta preoccupare in quei mesi.
-Gin, se non esci entro mezzo secondo da quel bagno giuro che chiamo tuo fratello e gli chiedo quale
incantesimo si era auto inflitto al secondo anno, poi te lo mando alla
centesima potenza!- Mer stava bussando da almeno un quarto d’ora sulla pesante
porta di quercia, ottenendo in risposta solo versi doloranti e suoni poco piacevoli.
Sarah le aveva lanciato una profonda occhiata di rimprovero
–Tesoro…hai bisogno di aiuto? Se
vuoi vado a chiamare Madama Chips- ma non aveva fatto
in tempo a finire la frase che una bianca quanto sfatta Ginny era uscita dal
bagno.
-Sto meglio, grazie…- aveva sorriso debolmente all’amica e
si era sdraiata sul letto –…e…Mer, grazie anche a te per il gentile pensiero,
ma credo che tra le tante cose debba aver vomitato anche le lumache marittime
che ho mangiato cinque anni fa, quindi l’incantesimo sarebbe un tantino
ripetitivo, non trovi?- il tono aveva cercato di essere
sarcastico, ma di fatto la ragazza non ci trovava proprio niente di divertente
in tutta quella situazione.
-Gin, io credo che tu debba andare a farti visitare…è così
già da un paio di giorni, e rischi veramente di star male, andando avanti
così…non mangi niente, e il poco che butti giù poi finisce che lo vomiti- Sarah
era seriamente preoccupata per l’amica, e anche Merry,
nonostante le apparenze stava cominciano ad
impensierirsi.
-Mpf…non ho un buon rapporto con
quella donna…e credo che se ora provassi ad alzarmi poi finirei all’istante per
terra…non mi reggo in piedi- Ginny aveva avuto un singulto, segno evidente che
forse presto sarebbe tornata d’urgenza in bagno.
Sarah aveva assunto un’aria decisa –bhè,
non mi interessa. Devi farti
assolutamente vedere, potrebbe essere un qualche strambo virus
intestinale. Vado a chiamare Colin, ti porterà lui in infermeria- e con passo
deciso era uscita dalla stanza, senza lasciare tempo a
Ginny di ribattere.
Pochi secondi dopo era ricomparsa
seguita da un Colin agitatissimo e preoccupatissimo.
-Gin! Mamma mia, hai una faccia!- Colin aveva scrutato da
vicino la ragazza, con un aria da scienziato che
osserva un batterio particolarmente interessante.
-Ti ringrazio, ora va decisamente
meglio…- il broncio di Ginny era stato rapidamente sostituito da una smorfia di
dolore, e mezzo secondo dopo la tavoletta del water era di nuovo sollevata e la
testa di Ginny completamente immersa al suo interno, mentre Sarah cercava in
tutti i modi di tenerle i lunghi capelli lontani dalla faccia.
Quando anche gli omogeneizzati che sua madre le aveva appioppato ad un anno avevano raggiunto il sifone, la
ragazza era strisciata in un angolo del bagno e si era appoggiata al muro con una
cera da far invidia a Voldemort stesso, mentre i suoi amici la circondavano
apprensivi.
Per Sarah quella era stata l’ultima goccia.
Aveva dato una spallata al suo ragazzo e l’aveva perforato
con lo sguardo, e Colin, senza una sola parola, aveva sollevato Ginny in piedi
con un gesto deciso e se l’era caricata in spalla.
La ragazza era talmente stremata che neanche volendo si
sarebbe ribellata, e poi stava veramente male, sapeva anche da sola che era ora
di fare una capatina in infermeria.
Colin aveva sceso le scale del
dormitorio con un aria impassibile, quasi di corsa, seguito a ruota da Meredith
e Sarah, mentre tutti nel dormitorio si voltavano sorpresi per osservare quello
strambo gruppetto.
Nel tragitto verso l’infermeria si erano dovuti fermare un
paio di volte, e arrivati alla meta Ginny probabilmente era composta unicamente
da ossa, pelle e qualche organo, perché i liquidi erano completamente andati da
un pezzo.
Quando i tre ragazzi avevano presentato a Madama Chips la
malata, non c’era stato bisogno di parole, la donna se l’era caricata in spalla
a sua volta (ormai non pesava più niente) e aveva buttato fuori
dalla stanza l’allegra combriccola.
Malfoy aveva appena terminato l’allenamento coi Corvonero, e in quel momento stava accompagnando in
infermeria l’ennesima vittima della serata, un ragazzino del secondo anno che
ancora non sapeva usare la sua mazza da cacciatore, perché anziché beccare il
bolide aveva colpito la sua stessa faccia.
Meglio non fare commenti…
Aveva mandato il ragazzino nell’infermeria senza neanche
entrare, perché in ogni caso doveva andare nell’ufficio dell’infermiera per
farsi dare alcuni impacchi anti-contusioni.
Erano un vero toccasana per le sue menomazioni…
Non poteva guarirsi con la magia. Il suo Signore se ne
sarebbe accorto, e non sarebbero stati solo i lividi e
i tagli a comparire sul suo corpo…
Dopo circa venti minuti la donna era entrata nel suo
ufficio, con un’aria decisamente preoccupata e
assorta.
Non aveva notato inizialmente il ragazzo, e quando
finalmente se ne era resa conto aveva sobbalzato
mettendosi una mano sul cuore.
-Oh santo cielo…Draco, mi ero
dimenticata degli impacchi! Dammi solo un minuto e te li faccio…è che ho avuto
una giornata davvero sconvolgente…così giovane…- aveva scosso
la testa, indaffarandosi con alcune erbe.
Il ragazzo aveva corrucciato lo sguardo
–si tratta di Perkins?- il ragazzino di
corvonero. Ma non gli era sembrato così grave.
-Oh no, no…lui sta benissimo, il naso è tornato
perfettamente a posto. Si tratta di una ragazza del settimo anno…lei invece è decisamente nei guai…- la donna appariva sinceramente
turbata.
Ma a Malfoy ben poco interessavano
i fatti personali degli altri, quindi senza darci troppo peso aveva fatto per
raccogliere i suoi impacchi ed uscire dalla stanza.
-D’accordo che i suoi fratelli
gemelli erano dei veri scavezzacollo, ma non si erano
mai messi nei guai fino a questo punto…- Malfoy si era fermato di colpo, la
mano sulla maniglia.
Aveva voltato lentamente la testa, guardando negli occhi la
donna.
-…certo, ovviamente essendo maschi non potevano…ma da lei
non me lo sarei mai aspettato…rimanere incinta ad
appena diciassette anni! E neanche sa chi sia il
padre…- la donna aveva scosso per l’ennesima volta la testa, sconsolata.
A Malfoy si era bloccato il sangue nelle vene…non era
possibile che fosse…
-Povera Ginny Weasley…voglio proprio vedere come farà a
dirlo a Molly…- la donna aveva
alzato nuovamente lo sguardo verso il ragazzo, come se si fosse accorto
solo in quel momento della presenza di Malfoy.
-Dimmi caro, hai bisogno di qualcos’altro?- ma la frase non
era ancora stata conclusa che la porta aveva sbattuto
con forza.
Malfoy aveva coperto con poche falcate la distanza che lo
separava dall’infermeria.
Aveva aperto di schianto la porta, facendo sobbalzare il
piccolo Perkins, che si stava allacciando le scarpe seduto su un lettino.
-Tu. Fuori- terrorizzato, il ragazzino si era volatilizzato
in un batter d’occhio.
Draco Malfoy faceva davvero paura quando era arrabbiato.
Aveva gettato una rapida occhiata alla stanza, e ci aveva
messo un attimo a notare una figura immobile sdraiata su un letto in fondo alla
stanza.
Si era avvicinato lentamente al letto, con un’espressione
impassibile dipinta sul volto, che ben mascherava i suoi veri sentimenti.
La ragazza sembrava non averlo notato, perché continuava
imperterrita a fissare la finestra. Era molto pallida e smunta, lo sguardo
perso nel vuoto.
-Weasley…-
-Immaginavo che non avresti impiegato molto a scoprirlo. Un
Malfoy non si smentisce mai- aveva parlato con voce
ferma e distaccata, come se la cosa non la riguardasse.
A Malfoy era montata ancora di più la rabbia.
-Quella donna ha detto che non sai chi è il padre. Che
significa?-
Ginny si era voltata, e un sorrisetto le
si era dipinto sul volto.
-Volevi l’esclusiva?- aveva ripetuto quelle parole che
alcuni giorni prima l’avevano tanto fatta infuriare,
fino a portarla al punto di fare sesso con Harry contro un albero.
Malfoy aveva sgranato gli occhi, e si era dovuto trattenere
dal prendere a schiaffi quella smorfia derisoria. Solo lui poteva sfottere in
quel modo la gente!
-…Potter?- aveva sibilato il nome del suo eterno rivale,
come se il solo pronunciarlo fosse una maledizione.
Il sorrisetto ancora più evidente sulla pallida faccia della
ragazza aveva risposto da se.
-E brava Weasley…decidi di far
felice il povero Potter e al primo colpo rimani fregata!- aveva cercato di
essere il più cattivo possibile, ma con il risentimento che sentiva in corpo il
risultato non era stato dei migliori.
-Mi spiace per te Malfoy, ma le possibilità che sia figlio di Harry sono molto più scarse rispetto alle
tue…- Ginny era rimasta impassibile, tuttavia smettendo di sorridere.
Anche il ghigno di Malfoy,
nonostante tutto, si era spento…quella ragazza aveva maledettamente ragione!
E così, preso dalla furia, aveva
pronunciato quelle fatali parole…
-Bene, Weasley…sia ben chiaro che a me di
questo marmocchio non me ne può fregar di meno. Per quanto mi riguarda
io e te non ci siamo mai visti e men
che meno siamo finiti a letto. Non ho intenzione di rovinarmi la vita a
diciotto anni, perciò se vuoi tenerti il bambino, affari tuoi. Se è di Potter,
il che è possibile, tanto meglio per te…lui terrebbe il bambino anche se non
fosse suo…perciò basta solo che non gli dici niente e siamo tutti più felici-
Malfoy aveva recuperato in tutto e per tutto la sua aria
menefreghista,e si era infilato le mani in tasca.
Ginny aveva sgranato gli occhi ed era impallidita
–tu…ripudieresti tuo figlio…?- aveva parlato lentamente, cercando in tutti i modo di non urlare, anche perché comunque era
troppo debole per farlo.
Malfoy aveva fatto spallucce, con indifferenza -…non è detto che sia mio. E comunque in
ogni caso non mi riguarda. Addio Weasley- le aveva voltato
le spalle ed era uscito dalla stanza.
Ginny, non appena aveva sentito i passi allontanarsi
era scoppiata in lacrime.
Da quel giorno non l’aveva più rivisto. Si era dimesso,
probabilmente più per la coscienza sporca che per altro, e si erano incontrati
solo alcuni mesi dopo, in quel famoso giorno di novembre.
Sarah e Mer l’avevano aiutata moltissimo, e anche Colin
aveva fatto la sua parte.
Sua madre era mezza svenuta alla notizia, ma almeno credeva
che il figlio fosse di Harry. Solo alla nascita avrebbe scoperto la verità
(ovviamente omesso il fatto che il misterioso padre fosse Malfoy).
E lei, almeno fino a quel momento,
non avrebbe mai scoperto i veri intenti che spinsero Malfoy a ripudiare il
bambino.
Se il suo Signore e i suoi compagni avessero scoperto che
aveva un figlio non avrebbero esitato un solo istante a
uccidere la ragazza e il bambino, per non distoglierlo dai suoi intenti.
Lui era un mangiamorte. Ogni possibile distrazione doveva
essere eliminata.
11 recensioniiiiiiii!!!!!!…roba da farmi collassare!!!
Sono stra felice, non so come
ringraziarvi!!!!
Questo capitolo è stato un pochino più lunghetto
giusto perché siccome questo era solo un flash back era inutile dilungarsi
scrivendone un altro, dal momento che la vera storia deve ancora arrivare.
Ma a essere sinceri non ho molte
idee, quindi mi sa che per il prossimo chap dovrete
aspettare un po’ di più…ma non si può mai dire!
Intanto, i doverosi ringraziamenti:
Seyenne:
accidentaccio che onore! Mi fa davvero piacere che ti piaccia…e
pensare che l’ho inventata in aereo tornando dall’ UK!!!!
Nikka:
thanks! Per accertarti che ti piaccia o meno l’unica cosa che puoi fare e continuare a seguirla…e
soprattutto continuare a dirmi cosa ne pensi, correzioni comprese!
Klemmy:
grazissimo!! Non so a chi lo dirà x primo
Ginny…ricorda che comunque la vecchia Herm lo sa già ed Harry e sulla buona strada, quindi sono
loro i favoriti…ma non si può mai dire!
Elwen:
mille grazie, e x la caratterizzazione non ci vuole
tanta fantasia, visto che Malf è notoriamente un
bastardo e Gin è notoriamente una testa-de-coccio!
Terry:
ehilà! Grazie per i complimenti, ho piacere che anche tu le abbia
dato un’occhiata! Perciò conto sui tuoi pareri futuri, mi raccomando!!!
Sakura 89: crasssssie!!!! Sai, ogni volta che scrivo il tuo nick
con word mi salta fuori “Satura” (che a mio parere non è proprio 1 complimento!!!), quindi se una volta dovesse capitarmi non avercene a
male!!!!
Hermia:
giusto! Grazie x la dritta sul mondo che mi gira attorno (vedi pubblicità della
vodafone!!!) e anche x i
complimenti! Mi spiace, io ce l’ho con la violenza
carnale (non sono una maniaca, però, garantito!) ed infatti è la terza storia
che faccio su questa base…mah, dev’essere l’influenza
di quella pazza maiala che è mia sorella…aurevoir!!
Hermione4e:
eccoti qua! Ho trovato la via di mezzo tra Herm e
Hermione4ever, così accontento tutti quanti! La mia prof si lamenta della mia
grammatica a parole, forse dovrei presentarle una ff e si ricrederebbe…ma non oso pensare alle conseguenze
quindi…mi limito a fare bella figura con voi! Evviva la modestia! No, comunque, grazie davvero, sono molto importanti x me sti commenti, quindi o x e-mail o così fammi sapere anche
del resto! Ciaoooo!
AMMMMORE!: mi
spiace, ma il tuo nick non mi basta!!!!
Grazie tesoruccino mio, e non è assolutamente 1
problema se la leggi ogni tanto, IO TI AMMMMO LO
STESSO!!!!! I love you!!!!!
Lilyblack:
accidenti, sono contenta di aver rispecchiato il tuo carattere, anche se non so
se incazzata e sadica sia esattamente 1 cosa positiva…ma chi se ne importa!! grazie x i complimenti!
Ognuno è quello che è!!!!
Dady:
mi sa che da questo momento comincerò a rintanarmi in casa…sai, dovresti
conoscere lilyblack, tra sadiche incazzate e strozzatrici dovreste avere 1 buon
feeling! Cmq, x la tua domanda, cm vedi
il flash è finito, ma potrebbero esserci altri lampetti
piccolini!!! Fammi sapere!!!
E come sempre i ringraziamenti alla mia porcellosa
sorella e al mio bel pollo alla griglia (uou, che terminologia sofisticata!!!!).
Quindi, 1 bacione a tutti, ci
vediamo alla prossima!!!
Accidenti
a suo padre, che l’aveva costretta a comprare uno di quei maledetti aggeggi babbani che tanto adorava.
Ma
su una cosa aveva ragione…ti svegliavano decisamente
meglio di un qualsiasi altro metodo magico.
Il
problema era che ti rimaneva la luna storta per parecchio tempo, dopo un
risveglio tanto delicato.
Era
in vacanza e doveva alzarsi alle sette…ma quando mai!
Ma era assolutamente necessario che cominciasse gli acquisti
natalizi, se no per il 25 non avrebbe avuto neanche il regalo per suo figlio.
Danny!
Non
aveva ancora incartato il suo regalo di compleanno, e lui si sarebbe
svegliato tra massimo mezz’ora!
Ginny
si era sollevata di scatto rovesciando a terra le coperte, e con un paio di
balzi aveva raggiunto l’armadio dove aveva nascosto il regalo del bambino.
Gli
aveva comprato un go-kart babbano di colore verde,
che lui adocchiava da tempo.
Sequalcuno di sua conoscenza avesse saputo che suo
figlio andava matto per i manufatti babbani…
Ma
almeno era verde…il colore preferito del bambino, assieme al
nero…questi gusti gli erano appena un po’ familiari…
Aveva
incartato l’oggetto con carta argentata (giusto per rimanere in tema!), e
l’aveva infiocchettato con un nastro verde petrolio.
Non
era molto pratica di pacchetti fatti a mano, ma visto che
ormai si era buttata sul “babbanesco” tanto valeva
completare l’opera in quello stile.
Non
aveva fatto in tempo a finire il lavoro che la porta si era spalancata con un
colpo improvviso.
-MAMMINA!!!- la ragazza, con dei riflessi sorprendenti, aveva
lanciato il pacchetto in mezzo al miscuglio di coperte, un attimo prima che
Danny le piombasse addosso.
-Ehi…buon
compleanno amore! Come siamo mattinieri!- Ginny aveva
stretto forte il bambino baciandogli i capelli, mentre questi non smetteva di
stritolarle il collo -…scommetto che sei qui per il regalo…!- il bambino aveva
scostato il viso deal collo della madre, e la sua espressione alquanto furba
era stata molto eloquente.
Ginny
gli aveva pizzicato il nasino, fingendo di rimproverarlo –mi sa che qui
qualcuno è un po’ troppo esigente…non ti è bastato il compleanno che ti ho organizzato due sere fa? Volevi anche il regalo?…ma io
non c’ho pensato…- il bambino aveva sgranato gli
occhi, e si era staccato da lei guardandola orripilato.
Ginny
era scoppiata a ridere –sto scherzando Dan…ma non dovresti attaccarti così tanto a degli oggetti
materiali, non sono questi che fanno la felicità…- l’aveva guardato con
serietà, e il bambino per un attimo aveva ricambiato lo sguardo, confuso.
Ma
dopo tutto aveva solo cinque anni…-ehm…quindi mami dov’è il mio regalo?-
Ginny
aveva riso di nuovo scuotendo la testa, sconsolata.
-D’accordo…- si era alzata e aveva
dato il pacchetto al bimbo.
Daniel
aveva strappato la carta con furia, ed era rimasto estasiato alla vista della
macchinina che tanto desiderava.
-Mammina…era proprio quello che volevo!!!-
–ma davvero?…accidenti, non l’avrei mai detto!- Ginny aveva
finto un’aria sorpresa -Ora però sbrigati ad andare in bagno, che dobbiamo
uscire. Ho appuntamento con zia Hermione alle nove- La ragazza aveva dato una
spintarella al bambino, che ancora preso dall’emozione per il regalo era uscito tutto pimpante dalla stanza.
Hermione
non era veramente zia per il bambino, ma da quando era nato aveva visto sia lei
che Harry come componenti della famiglia, e non si era
mai posto il problema che effettivamente non avevano alcun legame di sangue.
Hermione e Harry erano molto più zii di Percy o qualche altro effettivo
parente.
Non
erano passati che pochi minuti che la testolina bionda aveva fatto nuovamente
capolino dalla porta.
-Che c’è ora?- Ginny si era messa le mani sui fianchi,
notando l’espressione un po’ preoccupata del figlio.
-Mami, in bagno c’è zia Hermione che sta vomitando- il
bimbo si stava pestando i piedi un po’ agitato.
-Cosa?!-
Ginny era corsa fuori dalla porta seguita a ruota da
Danny, e in capo a cinque secondi si era trovata in bagno.
Hermione
stava in piedi davanti al lavandino e si stava sciacquando il viso con
dell’acqua fredda.
-Mione!- la ragazza mora si era voltata un po’ sorpresa, e
aveva ricambiato l’abbraccio protettivo con cui Ginny le si
era buttata contro –stai bene, tesoro?- da bravo medico Ginny aveva
sentito le pulsazioni della ragazza e l’aveva fatta sedere sul water.
-Tutto
ok Gin, tranquilla, sono
solo nausee mattutine dovute al…- ma si era frenata in tempo nel notare Daniel
aggrappato ai pantaloni di Ginny, che si stava nascondo dietro le sue gambe con
un’espressione alquanto impaurita –Danny! Ecco il mio ometto! Auguri tesoro!
Accidenti, si vede proprio che ora hai cinque anni…sei parecchio più alto
rispetto all’ultima volta che ti ho visto- Hermione
aveva afferrato il bimbo e l’aveva riempito di baci, omettendo nella frase il
fatto che l’ultima volta che si erano visti risaliva a circa ventotto ore prima.
Daniel
l’aveva guardata con sospetto -…perché stavi vomitando zia Hermione?-
-Che c’è, vuoi fare il dottore come la mamma? Stai
tranquillo tesoro, sto benissimo, ho solo…mangiato pizza
ai peperoni a colazione!- sia madre che figlio avevano fatto una faccia
disgustata, facendo ridere Hermione, che lentamente stava riacquistando il suo
colorito.
-Ehi
Dan, perché non vai di sotto a far vedere al nonno la macchina…sono certa che lui saprà come farla
funzionare!- Ginny aveva rapidamente inventato una scusa per poter parlare in
santa pace con l’amica.
-Esatto
Danny, e tanto che ci sei passa davanti al tavolo della cucina…mi sa che c’è
qualcosa che potrebbe interessarti…!- Hermione aveva strizzato l’occhiolino al
bambino, che con un sorrisone da un orecchio all’altro
era schizzato fuori dal bagno.
-e ora a noi due…sei andata dal ginecologo per la visita di
controllo? Che ci fai qui, poi?- Ginny aveva
immediatamente assunto la sua tipica aria professionale, che non risparmiava
neanche ai suoi genitori, quando si trattava di medicina.
-tranquilla
Ginny, ci vado domani…sto bene, dovresti sapere meglio
di me che queste nausee sono tipiche!- Hermione aveva fatto per rassicurare
l’amica –e poi…abbiamo parecchie cose da fare oggi, se non sbaglio! Sono venuta
prima solo perché se non ci fosse qualcuno a spronarti tu probabilmente
usciresti come minimo alle sei di pomeriggio, tra una cosa e l’altra!- la
ragazza aveva fatto di tutto per sviare dall’argomento.
-Mione…l’hai detto ad Harry?-
Ginny aveva assunto un cipiglio sospettoso, piazzandosi a braccia incrociate di
fronte all’amica.
-…non
ancora…- ma, vedendo l’espressione scioccata della ragazza, si era rapidamente
corretta -…ma glielo dirò prestissimo, questione di giorni…è solo che…volevo prima adattarmici io a
questa situazione…ed è ancora presto…- Hermione aveva abbassato lo sguardo, e
Ginny aveva compreso che c‘era qualcosa che non andava.
-Hermione…stai
per caso pensando di abortire?- aveva parlato in tono
piatto, per non far comprendere alla ragazza quali erano i suoi veri sentimenti
in quel momento.
Aveva alzato la testa di scatto, guardandola con profonda
tristezza…non si era sbagliata.
-Gin…io
non mi sento pronta…lavoro molto in questo momento, e
un bambino comprometterebbe di certo la mia carriera…e poi Harry c’è pochissimo
a casa, lo mandano in missione un giorno sìl’altro pure…mi sembra così presto per un bambino, e non siamo nemmeno
sposati…- accorgendosi dell’errore si era messa una mano sulla bocca, guardando
dispiaciuta l’amica -…oddio, scusami Gin…non volevo…-
Ginny
aveva sorriso dolcemente all’amica -…non è niente Mione…io
sono un caso eccezionale, è comunque molto presto
avere un figlio alla tua età…ma pensaci bene…Harry non ti abbandonerebbe mai,
ti ama follemente, e un bambino potrebbe renderlo solo più felice…- e ripagherebbe la delusione avuto con la
nascita di Danny -…almeno parlane con lui, non prendere questa decisione da
sola…in questi momenti è indispensabile avere accanto qualcuno che ti ami e ti
stia vicino per aiutarti…- mentre diceva quelle cose aveva provato una forte
amarezza in cuore…ma non voleva darlo a vedere, ora era Hermione ad avere
bisogno di aiuto, non lei.
La
ragazza aveva sospirato pesantemente, asciugandosi alcune lacrime, e aveva
ricambiato debolmente il sorriso dell’amica -…hai ragione Gin…è anche figlio di
Harry, lui ha tutto il diritto di saperlo…sarebbe crudele nascondergli una cosa
del genere, e lui non lo merita…- si era alzata e aveva abbracciato con calore
la ragazza coi capelli rossi -…ti voglio bene Gin, non
so cosa farei senza di te…-
-anch’io te ne voglio, Mione…-
aveva ricambiato la stretta, poi si era staccata sorridendo -…ma come hai detto
tu abbiamo tante cose da fare oggi, e prima cominciamo prima finiamo!- le due
ragazze erano scese al piano inferiore allegramente,
scacciando dalla testa i pensieri tristi.
Ormai
Ginny era diventata un maestro in quell’arte…
Entrate
in cucina, avevano immediatamente visto Danny seduto in braccio a suo nonno che
stava armeggiando con i pezzi del go-kart. Entrambe erano talmente persi da quell’attività da non
accorgersi neanche dell’ingresso delle due donne nella stanza.
In
quei momenti Ginny non sapeva chi dei due era più bambino…!
-Buongiorno,
papà!- Ginny ridacchiando aveva posato un bacio sulla guancia del padre, mentre
questi continuava imperterrito il suo lavoro.
-Oh…buongiorno
tesoro- non aveva neanche alzato il volto dalle istruzioni.
Non
sarebbe cambiato mai…
-Dan, lo sai che dobbiamo uscire se vogliamo riuscire a trovare
tutti i regali…il go-kart aspetterà tutto il tempo che vorrai, mentre il Natale
sta arrivando in fretta, perciò…vai di sopra, ho
lasciato i tuoi vestiti sul letto- il bambino scese un po’ imbronciato dalle
ginocchia del nonno, e solo in quel momento la ragazza si accorse che indossava
un maglione di lana fatto a mano con disegnato sopra una scopa.
-Ehi
amore, non hai ancora ringraziato la zia per il regalo…è bellissimo Mione, l’hai fatto tu?- Ginny aveva
sorriso ammirata all’amica…aveva fatto notevoli progressi dai tempi in
cui lavorava berretti bitorzoluti per gli elfi domestici!
-Oh,
sì, ma quello è il minimo…diciamo che è solo una piccola anticipazione del
regalo di Natale, e siccome cadono vicini io e zio Harry abbiamo
deciso di fare un solo regalo…ma dovrai aspettare il 25 per godertelo…- il tono
di Hermione era stato molto vago, e Ginny si era un po’ insospettita sentendo
quelle parole.
Danny
aveva guardato disperatamente la sua zia preferita –ma zia…a Natale manca
ancora un sacco…non resisterò per tutto questo tempo!- e per enfatizzare ancora
di più le sue parole il bambino si aggrappò alla gamba
di sua zia facendo gli occhioni da cucciolo
bastonato.
Hermione
si mise a ridere –tesoro, mancano meno di cinque giorni…io credo che potrai
“resistere per tutto questo tempo”!- e aveva schioccato
un bacio sulla fronte del bimbo.
E
pensare che presto ne avrebbe avuto uno tutto suo da
coccolare…
Ma a pensarci meglio, ancora non aveva deciso cosa avrebbe
fatto…questo la rattristò, ma non smise di sorridere per non far impensierire
il bambino e la sua mamma.
Avevano entrambi una sensibilità sconvolgente, si turbavano
per niente!
-Dan, una volta per tutte dacci un
taglio a pretendere regali a destra e a manca, se no finisce che Babbo Natale
non ti porterà niente perché crederà che sei troppo viziato per meritare altri
doni!- Ginny non era una madre facilmente plasmabile, e nonostante adorasse il
suo bambino, le sofferenze e le fatiche che era stata costretta a subire le
avevano indurito il carattere.
E
Danny era un bambino abbastanza sveglio per capire
tutto questo –d’accordo, mamma…- aveva risposto docilmente, uscendo dalla
stanza senza aggiungere altro.
Era
sorprendente come madre e figlio riuscissero a capirsi
con una sola occhiata, e Hermione aveva sempre ammirato molto Ginny per il modo
in cui stava crescendo quello splendido bambino, nonostante le aspettative
dovute al fatto che suo padre era semplicemente un emerito imbecille.
Ginny
non le aveva mai rivelato il nome del genitore del bambino, ma lei aveva sempre
avuto i suoi sospetti, e man mano che vedeva Daniel crescere questi non
potevano far altro che concretizzarsi.
Danny
era sorprendentemente simile a Malfoy…dal punto di vista fisico, almeno.
Per
il resto era quasi completamente uguale a Ginny…
…grazie
al cielo!
-Pà, senti, potresti dire alla mamma che non torniamo per
pranzo? abbiamo parecchia roba da fare, e penso che ci
fermeremo a mangiare in un fast-food…ah, e se vedi Fred
digli che ho le medicine per la tosse di Kristye!-
esclamò uscendo dalla stanza, riferendosi alla bimba nata tre mesi prima da sua
moglie Alicia.
Ginny
corse al piano superiore per recuperare figlio, borsa e portafogli.
-Danny,
sei pronto? Dai, che se no troviamo una coda infinita
alla cassa del centro commerciale!- ma dove diavolo aveva messo la sua tracolla
nera?
-Sono
qui mamma…stai per caso cercando questa?- il bambino si trovava sulla porta,
vestito di tutto punto e con in mano la borsetta.
Aveva stampato in viso un sorriso compassionevole.
-Eccola!
Ma dove era…- e guardando meglio il bambino -…e levati
quell’espressione della faccia, può capitare a tutti
di essere un po’ disordinati! Dai, andiamo, che siamo in ritardo pazzesco!- aveva afferrato con una mano la borsetta e con l’altra la
manina di suo figlio, ed era corsa giù per le scale.
Ed era stata sola la fatale Provvidenza (chiamata Bill
Weasley) ad evitarle una rovinosa caduta per la rampa con conseguente
coinvolgimento di un bambino piccolo.
Per
l’ennesima volta Danny aveva lasciato un suo giocattolo in giro…e ancora non sapeva
come poteva essere possibile che il suo osso del collo fosse ancora intatto!
-Porca…grazie
Bill- ansimando la ragazza si era aggrappata alla felpa del fratello maggiore
per tirarsi in piedi –accidenti, Daniel…qui finisce
che uno di questi giorni qualcuno ci rimette la pelle!- la ragazza aveva
gridato furente tirando in piedi il bimbo per il colletto del giubbotto, mentre
i suoi battiti tornavano lentamente regolari.
Il
bimbo aveva guardato terrorizzato sua madre, facendosi piccolo
piccolo –scusa mamma…- aveva sussurrato con
una vocina impaurita.
Ginny
aveva compreso di aver superato il limite e aveva preso in braccio il suo
bambino, con fare rassicurante –scusa tesoro…sai com’è ogni tanto perdo le staffe…ma devi stare più attento, lo sai che è
pericoloso…- gli aveva sorriso con affetto, e il bambino l’aveva abbracciata
stretta.
-Ok, ora vai giù che arrivo…- Daniel aveva
sceso con cautela le scale, per evitare altri incidenti.
-Siamo
nervosetti oggi, eh?- Bill aveva sorriso gentilmente a sua sorella, ma nonostante
questo c’era un barlume di freddezza nei suoi occhi.
Quante
volte la ragazza aveva pianto per questo…
Bill
non l’aveva mai perdonata per avergli mentito così spudoratamente.
Lui
si era fidato di lei quando gli aveva detto, il giorno di Natale di sei anni
prima, che i suoi problemi erano dovuti solo alla
scuola. E solo tre mesi dopo si era trovata incinta
non si sa bene di chi.
Le
voleva bene, certo, ma non riusciva più a vederla come una volta.
Non
era più la sua adorata sorellina che lo cercava per ogni più piccola
sciocchezza e con cui si confidava senza timore. Aveva sempre creduto che Ginny
si fidasse di lui, ma evidentemente si era sbagliato. E
ora ne stavano pagando le conseguenze entrambe.
Quando aveva presentato Danny ai suoi familiari, non era
stata tanto l’evidente shock di Harry o lo svenimento di sua madre a turbarla,
quanto lo sguardo gelido che suo fratello le aveva lanciato.
Uno
sguardo ricco di biasimo e di dolore, che le aveva fatto
riempire gli occhi di lacrime.
E rivedendo quel barlume nei suoi occhi Ginny stava per
reagire nello stesso modo.
Ma sarebbe stato abbastanza stupido mettersi a piangere solo
perché suo fratello l’aveva guardata.
Ma era effettivamente quello che aveva voglia di fare.
Ginny
abbassò lo sguardo, evitando di incrociare nuovamente quello di Bill –No…è che
abbiamo tante cose da fare e sono parecchio soprappensiero…- aveva alzato il
viso e gli aveva sorriso, evitando comunque di
guardarlo negli occhi. Non ci riusciva quasi più.
-…bhè ci vediamo Bill, salutamiFleur e i ragazzi…- e si era voltata di scatto, facendo per
scendere le scale.
-Gin…-
la ragazza si era fermata, ma suo fratello non aveva proseguito oltre la frase.
Cercando di trattenere le lacrime la ragazza era corsa giù per la rampa.
Bill
aveva sospirato sconsolato. Non si sentiva ancora pronto.
-Mamma,
perché hai gli occhi rossi?- Danny uscendo di casa
aveva guardato un po’ apprensivo la sua mamma. Ogni tanto era così strana.
Hermione
aveva guardato la ragazza, notando che effettivamente c’era qualcosa che non
andava.
-Gin…-
aveva cominciato, preoccupata.
-Non
è niente tesoro, mi è andato del sapone negli occhi!-
aveva sorriso allegramente, cercando di apparire il più possibile tranquilla.
Si
sa, i bambini passano sopra molto rapidamente a queste
cose, ma gli adulti no.
-Ginny…-
aveva riprovato Hermione, guardando l’espressione tesa della ragazza.
-Davvero
Mione, non è niente…- aveva tagliato corto Ginny
-…bene, da dove cominciamo?- aveva esclamato con un voce
un po’ più acuta del solito.
-Andiamo da Toys World!- Danny aveva
saltellato sprizzando entusiasmo a tutti i pori, riferendosi ad un ampio e ben
fornito negozio di giocattoli magici.
-D’accordo…ma sappi sin da ora che quello che cercheremo
sarà unicamente per i tuoi cuginetti, non per te- Ginny aveva
sorriso all’evidente espressione di delusione del bambino.
In
capo a pochi minuti avevano raggiunto il grande
negozio, nascosto alla vista dei babbani con i soliti
incantesimi anti-babbano. Aveva parecchi nipotini, e
di conseguenza sapeva che avrebbe trascorso parecchio tempo in quel posto.
Tanto valeva rimboccarsi le maniche.
-Mami, posso andare a fare un giro da solo? Ormai lo conosco bene questo posto!- Danny aveva espresso un ampio
sorriso a 32 denti (anche se i bambini che ancora non hanno cambiato i denti ne
hanno di meno…), cercando di adulare sua madre.
-Mmmm…e va bene, ma ti rivoglio nella sezione di giocattoli
per neonati tra mezz’ora esatta, d’accordo?!- il bimbo aveva
saltellato felicemente scoccando un bacio alla madre, ed era corso via.
Chiunque
avrebbe potuto pensare che era un po’ imprudente
lasciare un bambino da solo per tutto quel tempo, ma ormai quel negozio era
come una seconda casa, e i commessi talmente conosciuti che si sentiva
tranquilla al cento per cento.
E poi Danny, visto la vita che avevano vissuto, era da
sempre stato abituato ad essere abbastanza autosufficiente. Ginny era molto
giovane quando aveva concepito suo figlio, e di conseguenza era come se fosse
un po’ un fratellino, oltre che un figlio. La differenza tra loro due non era
poi molta. E Ginny, tra il tirocinato e il lavoro
part-time che faceva per pagarsi gli studi non aveva
avuto tanto tempo per viziare un figlio, e nonostante l’aiuto di nonni e zii
Daniel aveva imparato a cavarsela da solo in molte situazioni.
Danny
aveva girato un po’ alla ricerca della sua sezione preferita: “Scope giocattolo
per piccoli campioni del quiddich” diceva l’insegna in cima allo scaffale, che
era pieno dei più svariati modelli di manici conosciuti in versione mignon per
i più piccoli.
Daniel
amava perdersi per ore ad osservare tutto quel ben di Dio, ma sapeva a priori
che sua madre non poteva comprargliene uno, perciò tanto valeva mettersi il
cuore in pace.
Ma guardare non costava niente.
-Ehi
ragazzino, non sei un po’ piccolo per pensare già a romperti l’osso del collo a
duecento metri d’altezza?- il bambino si era voltato
di scatto, guardando un po’ accigliato l’uomo che aveva di fronte.
-La
mamma mi dice sempre di non parlare con gli sconosciuti-
aveva ribattuto il bimbo mantenendo il suo sguardo sospettoso.
-Sai,
anche mia mamma me lo dice sempre, ma come vedi io non
le do retta- l’uomo si era infilato le mani nelle tasche del mantello nero con
noncuranza.
-Bhè, tu sei più vecchio di me…e io do sempre retta alla
mia mamma- Danny aveva incrociato le braccia,
assumendo lo stesso atteggiamento di sua madre quando lo rimproverava.
-Ah
sì? E allora perché continui a parlarmi?- l’uomo aveva
piegato impercettibilmente un angolo delle labbra pallide verso l’alto.
Daniel
aveva sgranato gli occhi e aveva portato entrambe le manine sulla bocca.
L’uomo
era scoppiato a ridere –facciamo una cosa…ci presentiamo, così non saremo più
sconosciuti…- aveva teso una mano al bambino -…come ti chiami?-
Danny
l’aveva guardato un po’ titubante, ma alla fine si era arreso, stringendo con
la sua manina calda e paffuta quella gelida dell’uomo –io sono Daniel, e tu?-
Che ne pensate? Un po’ bizzarro
come primo incontro, no?
Specialmente per il fatto che
Malfoy si trova dentro un negozio di giocattoli…
Ma scopriremo il perché nel
prossimo capitolo.
Intanto…
GRAZIE A TUTTI INFINITAMENTE PER I COMMENTI!!!!
Quando sono andata a controllare il giorno dopo per poco non mi scoppiava il cuore di felicità…spero solo di non
deludere le vostre aspettative. In quel caso fatemelo sapere, e io farò del mio
meglio per esaudire i vostri desideri (mi sa tanto da genio della lampada…) ;-> !!!!
Perciò, ecco i doverosi ringraziamenti!:
dady: uau, ke enfasi! Grazie infinite comunque! E riguardo alla domanda,
non sono della provincia di milano!
Lilyblack: come al
solito dimostri di avere una stima di te stessa pazzesca…bhè,
viva la modestia! A presto, grazie millissime!!!
Takami: grazie, spero proprio che
continuerai a seguirla!
Miss black: grazie graziegraaaaaaaaaazie!!!!! A presto,
fammi sapere!
Elwen: ebbene…hai perfettamente
ragione…è una faticaccia far sembrare Malfoy così stronzo
e trovare qualche pseudo frase tagliente!!!! Spero che ti piaccia almeno un
po’ sto presente, poi mi farai sapere! Ciao ciao!
Terry: avvenimento più unico che
raro che il chappy sia lunghetto,
di solito sono cooooortissimi! Grazie x i
complimenti, spero di risentirti presto!
Kitten85: mi fa piacere che ti piaccia,
e comunque a me Harry più che altro fa pena, non ho niente contro di lui! L’ho
un po’ tartassato, ma ora gli andrà grassa, garantito!
^AD^: (anche se non ho capito che
significa…) non vedo l’ora di ricevere tue mail minatorie
o magari barze sull’inter…mi
rendono sempre più felice! Vabbè, che poi dobbiamo finire un discorso. Un bacione
Ammmmmmore: ciao amore mio! Uei, vedi di mandarla avanti la ff,
eh?! Adesso che sono sulle spine! Ora ti lascio, vado
di corsa! Ti ammmmmmmmooooooo!!!!!
Aledra_xan: bhè,
meglio tardi che mai! Continua a farmi sapere e magari a darmi dei consigli!!!
Ok, spero di non aver dimenticato
nessuno, vado di corsa, quindi un bacione
a tutti, fatemi sapere, a presto!!!!
-Santo
cielo, ma come si fa a comprare un vestitino a un
bambino senza averlo mai visto e senza sapere di che sesso sia! Accidenti a
Sarah e ai suoi metodi tradizionali!- Ginny ed Hermione stavano trafficando da
una buona ventina di minuti in mezzo a tutine e vestitini da neonato.
-Bhè…è emozionante non sapere di che sesso sia…sarà ancora di più una sorpresa!- Hermione, al contrario
dell’amica, si aggirava con tranquillità in mezzo ai vari scaffali, cercando il
completino più adatto. Chissà, magari anche lei un giorno avrebbe vestito suo
figlio con quegli adorabili indumenti.
-Emozionante
o no, mi sta facendo dannare! Ancora non è nato e già fa impazzire la migliore
amica di sua mamma!- la ragazza aveva brontolato con
frustrazione, la testa piena di bavaglini, scarpette e accappatoi.
-Andiamo
Gin, sai bene che Colin è di origine babbana, hanno semplicemente preferito mescolare le
tradizioni dell’uno e dell’altra. Ricordi il loro matrimonio? Hanno fatto
servire le portate dai camerieri anziché farle comparire direttamente sul
tavolo!- la ragazza mora aveva parlato con evidente compiacimento, perché ciò
voleva dire che nessun elfo domestico era stato sfruttato per compiere quel
lavoro.
-Come
ti pare…- ma alla fine aveva sbottato –basta! Prenderò
un giocattolo e chiuso il discorso! Tra l’altro devo ancora prendere i regali
di Daisy, Nancy e Kristine
in questo settore! E dove cavolo è finito Daniel?- le
bambine a cui si era riferita erano rispettivamente la figlia di George e le
due bambine di Fred, la prima di due anni e la seconda nata da poco.
-Calmati
Gin, non è passata ancora mezz’ora, e Danny sicuramente sarà nel settore delle
scope giocattolo a sbavare sul pavimento!- Hermione aveva fatto per consolare
l’amica ridacchiando.
-Se
lo dici tu…- la ragazza rossa aveva mugugnato
spazientita, ricominciando a trafficare in mezzo ai vestitini.
Hermione
aveva scosso la testa ridendo silenziosamente per non farsi sentire dalla
ragazza.
-Ma
lo sai, bambino, che hai un’aria davvero familiare? Ci
siamo già conosciuti?- Malfoy stava guardando da un
po’ Danny con un’espressione corrucciata, senza riuscire a ricordare dove aveva
già visto quel marmocchio.
Ma
il bimbo era troppo preso a contemplare quelle meravigliose scope che mai
avrebbe potuto avere –ehi ragazzino mi stai
ascoltando?- Draco Malfoy odiava non essere considerato.
-Non
mi chiamo ragazzino, il mio nome è Danny- il bambino
aveva continuato imperterrito a sbavare di fonte a quello spettacolo.
-Ok, come vuoi…- anche Malfoy si era messo a guardare le
scope, alla ricerca di un regalo adatto a quel pidocchioso marmocchio.
Sua
madre gli aveva detto, o meglio, ordinato, di comprare un regalo decente per il pidocchioso figlio di
quella befana che era Pansy Parkinson…solo perché li
aveva invitati a cena per Natale, e il buoncostume pretendeva questo genere di
frivoli atteggiamenti. Sinceramente avrebbe fatto molto volentieri a meno di
quel ricevimento, se non fossero stati presenti buona parte degli adepti del Signore Oscuro, se non lui stesso. Ed
era piuttosto sconveniente non presentarsi ad un’occasione del genere.
Accidenti
a sua madre e alla sua ridicola etichetta!
Danny
finalmente si era voltato, guardandolo a sua volta –Signor
Draco, non sei un po’ vecchio per queste scope?- aveva domandato con
un’aria un po’ sospettosa.
Il
ragazzo l’aveva guardato male –scusa, bambino,
ma tu che concezione hai del vecchio?-
ma non notando cambi di espressione nel viso del
piccolo, si era rassegnato -…ovviamente non è per me. È per il mar…figlio di
una mia…ehm, cara amica- aveva
cercato di non essere esageratamente disgustato nelle dire quelle cose. Chiamare amicaquello sgorbio vivente era un grande
eufemismo.
Il
bambino aveva sospirato sconsolato –beato lui…-
Malfoy
l’aveva guardato stupito –Ti assicuro di no! Dovresti
vederla sua ma…-
-Ma
no, signor Draco, dicevo per la scopa…- aveva abbassato gli occhi, intristito
-…la mia mamma non me la può comprare…-
Malfoy
l’aveva guardato con compassione. Un ragazzino così sveglio
costretto a vivere alla stregua di un…Weasley. Sì, non c’erano parole
migliori per definire un poveraccio. Avrebbero dovuto aggiungere quel termine
al dizionario…
Ma quel Daniel gli sembrava troppo in gamba per meritare una
sorte simile. E poi continuava ad avere qualcosa di terribilmente familiare. E così era
stato smosso da quell’infinitesima parte del suo
cuore nella quale risiedeva l’altruismo (anche se effettivamente era una parola
un po’ troppo grossa per uno come lui…).
-Senti…Daniel…a
casa mia ne ho un’infinità di quelle scope…vere ovviamente…e, mi chiedevo se…-
perché stava dicendo quelle cose a un bambino? Era
solo un ragazzino!
-venire
a darci un’occhiata…- ecco, l’aveva fatto. Aveva
invitato a casa sua un bambino di sì e no cinque
anni completamente sconosciuto.
Sicuramente
un qualche demone doveva essersi impossessato del suo corpo.
Gli
occhioni azzurri di Daniel si erano allargati fino
alle dimensioni di palline da golf.
Ma dove aveva già visto occhi della stessa tonalità…?
Il
bambino si era aggrappato alle gambe dell’uomo, guardandolo con uno sguardo
colmo di adorazione -…davvero potrei, signor Draco?-
-Direi
di sì ma…preferirei mantenere una certa distanza…- si era
sentito molto confuso a quel contatto…affettivo.
Una
sensazione del tutto nuova per lui.
Il
bambino si era staccato un po’ accigliato…che strano signore che era Draco…ma
gli aveva detto che gli avrebbe mostrato i suoi manici!
-E…posso toccarli? Posso lucidarli? Posso…montarci
sopra?!- aveva aggiunto con uno sguardo particolarmente sognante.
Malfoy
per poco non era scoppiato a ridere, nel vedere tanto entusiasmo per qualche
manico di scopa.
-Vedremo…-
aveva detto con noncuranza -…ma, senti
ragazzino…Daniel…non me ne intendo di queste cose, ma non dovresti chiedere l’autorizzazione
a qualcuno? Cioè…non mi sembri esattamente
maggiorenne- aveva aggiunto con sarcasmo.
Daniel
aveva guardato per un momento l’uomo davanti a se.
Poi
aveva sgranato gli occhi, inorridito –Accidenti!- Malfoy aveva aggrottato un
sopracciglio, sentendo parlare un bambino tanto piccolo in quel modo –la mamma
mi strozza! Le avevo promesso che sarei tornato entro
mezz’ora!-
Il
ragazzo aveva sorriso con sarcasmo –è così terribile tua madre?-
Danny
l’aveva guardato impaurito –No, ma delle volte…- in quel
momento un ruggito sovrannaturale aveva fatto tremare gli scatoloni
sugli scaffali.
-DANIEL
WEASLEY! DOVE DIAMINE TI SI CACCIATO?-
Il
bambino, terrorizzato, senza accorgersene si era aggrappato ad una gamba
dell’uomo biondo davanti a lui. Ma Malfoy non vi aveva
neanche fatto caso.
Aveva
sentito bene?
…l’aveva
chiamato…Weasley…?!
Ma i suoi pensieri erano stati bruscamente interrotti da una
furia che aveva travolto lui e il bambino che lo stava stringendo.
La
donna non aveva neanche fatto caso al ragazzo, semplicemente
aveva agguantato il figlio per il bavero del giubbotto cominciando a
scuoterlo –Danny! Mi hai fatto prendere un accidente! Ti ho cercata
dappertutto, ma non c’eri! Sei ancora un bambino, e non puoi neanche immaginare
che cosa significhi per una madre…- solo in quell’istante
fece caso ad un paio di scarpe scure e costose entrate
a far parte del suo campo visivo, e un attimo dopo…
-Weasley…?- era stato solo un sibilo, ma
Ginny l’aveva sentito come il rombo di un tuono.
Aveva
spalancato gli occhi.
Non
poteva essere…
Approfittando
del momento stranamente silenzioso di sua madre Danny era
intervenuto per distoglierla da lui –Ah, mami, ti
presento il signor Draco…Malfoy, giusto? Ha detto che mi porterà a
vedere le sue scope…posso, vero?- il sorriso di Dan
era stato enorme, ma si era rapidamente spento alla
vista della reazione di sua madre…e alla vista del signore biondo che sembrava
come pietrificato.
-Mamma?-
Danny aveva sventolato una mano davanti al viso di sua madre, che continuava a
stringerlo tanto che le nocche erano diventate bianche.
-Oh,
Ginny, grazie al cielo ti ho trovata e…AAAAAAAHHHHHH!!!!-
Hermione, vedendo la scena, e soprattutto, la persona che le si parava davanti
aveva bruscamente frenato la sua corsa cadendo rovinosamente a terra.
Ma
né Ginny, ne Malfoy vi avevano badato, e il povero
Danny era impossibilitato dal fatto che sua madre continuava a tenerlo
saldamente.
Alla
fine, la ragazza rossa si era lentamente sollevata, con gran sollievo di suo
figlio, e si era voltata come un automa verso il proprietario delle scarpe
costose.
Per
la prima volta dopo due anni Draco Malfoy e Ginny Weasley si
trovavano l’uno di fronte all’altra.
Danny
era corso da sua zia, un po’ preoccupato sia per la
sua scivolata da guinnes che per lo strano comportamento
degli altri due adulti presenti nel corridoio.
-Zia,
perché la mamma si comporta così?- Dan aveva guardato
un po’ turbato Hermione alzarsi da terra spolverandosi il cappotto.
Solo
in quel momento Gin si era risvegliata dalla sua sottospecie di trance -Portalo via. Subito-
Hermione
non aveva ribattuto; semplicemente, aveva afferrato una mano del bambino e
l’aveva trascinato via di peso, ignorando le sue proteste. Sarebbe stato
traumatico per tutti e tre un confronto faccia a
faccia all’improvviso. Era meglio procedere un passo per volta, e per quel
giorno era abbastanza.
Solo…in
quel modo ogni minima speranza di concludere qualche commissione
era andata a farsi benedire.
Ok. C’era qualcosa di terribilmente paradossale in quella
faccenda.
Stava
sognando.
Ma naturalmente, sogno o meno, sarebbe stato abbastanza
stupido e umiliante darsi un pizzicotto davanti alla Weasley.
E quel silenzio lo stava facendo letteralmente impazzire.
–E’ lui?-
Domanda
stupida. Sapeva perfettamente che era
lui, solo che non riusciva a capacitarsi di come potesse essere stato tanto
stupido da non accorgersene.
Era
evidente.
Ginny
aveva annuito, guardandolo con un’espressione indecifrabile.
-Mi
assomiglia- non era mai stato molto bravo a parole.
Ed evidentemente questo alla Weasley non era piaciuto.
Aveva
spalancato gli occhi ed era diventata rossa come un peperone…mancava solo il
fumo e sarebbe potuta essere un vulcano…perché era
palese che stava per esplodere.
E difatti…
-MI
ASSOMIGLIA? MI ASSOMIGLIA? VEDI TUO
FIGLIO PER LA PRIMA VOLTA E QUESTO E’ TUTTO QUELLO CHE RIESCI
A DIRE?! MI ASSOMIGLIA?!- aveva cominciato ad
ansimare, facendo di tutto per evitare dal prenderlo a cazzotti lì e subito. In
ogni caso avrebbe perso.
Anche
Malfoy, nella sua gelida indifferenza, aveva assunto un vago colore rosato,
mentre gli occhi si illuminavano di rabbia –Che cazzo dovrei dire Weasley, eh?! Oh, guarda
un po’ mio figlio! Che ne dici campione, andiamo a
fare due tiri?! Mai pensato che potrei essere un tantino turbato nel vederlo così
all’improvviso per la prima volta?- aveva urlato contro la ragazza.
Ginny
si era infuriata ancora di più –ma
certo! È evidente il tuo turbamento! la tua massima
preoccupazione è se era simile a te o meno!...bhè, sei stato accontentato
Malfoy, tuo figlio è la tua copia sputata!...Soddisfatto?!- l’amarezza e la rabbia erano tali che sapeva
di stare per scoppiare in lacrime…ma ovviamente sarebbe stato troppo umiliante
per una situazione come quella.
-No
Weasley…non lo sono affatto…- il cambio di tono era
stato così brusco da frenare per un istante la tentazione omicida di Ginny.
Che
però non aveva impiegato poi molto a riprendersi -…e gli hai addirittura proposto di venirti a trovare!- una lacrima era sfuggita al suo controllo -…sei senza cuore! Lo sai che cosa abbia significato
per lui non avere un padre? Gli incontri dei genitori all’asilo, le feste, le
domande dei suoi amici…e lui non sapeva neanche il tuo
nome!- ormai aveva perso le staffe, le lacrime affluivano senza ritegno -…e le madri di questi bambini! Sono arrivate
a pensare che qualcuno aveva abusato di me e che io
non avessi la più pallida idea di chi fosse il genitore…o peggio, che fossi una
puttana! Abbiamo dovuto soffrire come dei cani per il tuo rifiuto, e proprio
ora che la nostra vita cominciava a ristabilirsi tu ricompari come niente fosse…-Ginny non aveva più voce, e sentiva un dolore
lancinante al cuore.
Malfoy,
durante tutto lo sfogo, aveva guardato con occhi impassibili il volto arrossato
e bagnato della ragazza, non lasciando trasparire emozioni. Ma nel fondo del
suo cuore qualcosa si era smosso –Weasley, ne abbiamo
già parlato spesso, e…-
-BASTA!!!- Ginny gli si era avventata contro, piangendo con rabbia
e disperazione e cominciando a colpirlo ovunque potesse –BASTA, BASTA, BASTA,
BASTAAAAA!!!-
E Malfoy l’aveva
schiaffeggiata.
La
ragazza, il volto girato da una parte, si era ammutolita, troppo sconvolta per
parlare. In quel momento il ragazzo si era accorto del folto pubblico che
avevano attirato, e senza pensarci un secondo di più aveva afferrato un polso
della ragazza e si era smaterializzato.
-Sono
a casa!- Harry era entrato nel appartamento che
condivideva con Hermione pieno di pacchi e pacchetti, sperando che la casa
fosse vuota.
E per fortuna lo era.
Bene,
poteva inventarsi con calma un nascondiglio ideale per il regalo che le aveva comprato.
Hermione
era decisamente curiosa, e il suo intelletto non era
d’aiuto, così ogni anno Harry doveva scervellarsi per trovare un nascondiglio
sicuro. E cominciava ad essere una vera faticaccia.
Aveva
esplorato in lungo e in largo ogni stanza, senza
trovare il posto giusto.
Come
unica speranza aveva rimasto lo studio, che entrambe
frequentavano poco a causa del lavoro.
E l’illuminazione si era presentata in tutta la sua
magnificenza…il cestino dei rifiuti!
Sapeva
che la ragazza lo vuotava una volta ogni due settimane, visto che non ci finiva
quasi mai niente, ed era praticamente certo che in
quei giorni, presa dagli impegni dovuti all’arrivo della festa, non avrebbe
certamente pensato ad entrare nello studio, figuriamoci a gettare qualcosa!
Orgoglioso
della propria trovata, Harry aveva sollevato il cestino per
deporvi dentro il pacchetto (una collanina in oro bianco con una piccola H
tempestata di brillantini), e per mimetizzarlo con gli altri rifiuti l’aveva
ricoperto con cartacce e scatolette varie. Tanto per andare sul sicuro.
Poi
un paio d’oggetti avevano attirato la sua attenzione.
Nessuno
dei due era materiale tipico per uno studio!
Uno
era una scatoletta rosa e l’altro un asticella bianca
con il centro colorato in azzurro.
Chissà
cosa poteva essere…Harry aveva iniziato a leggere l’etichetta della scatola, e
se qualcuno in quel momento fosse entrato sicuramente si sarebbe
preoccupato nel vedere un così repentino cambio d’espressione…Harry
stava impallidendo a vista d’occhio, e il sorriso era ormai un lontano ricordo…
Finito
di leggere, aveva guardato scioccato prima la scatola
poi l’asta, e aveva ricontrollato per l’ennesima volta la scritta
sull’etichetta…non poteva essere…
“…lasciate
agire per dieci minuti esatti, e al termine estraete l’asticella e controllate
il colore che il suo centro avrà assunto. Se il colore
è rosa il risultato è negativo, se è
azzurro…congratulazioni, aspettate un bambino!...”
In
quel momento aveva sentito la porta sbattere violentemente, e
una voce dal piano inferiore -Harry, ci sei? C’è anche Danny!-
Il
ragazzo, scatoletta in una mano e asticella nell’altra, si era fiondato giù per le scale, rischiando i rompersi l’osso del
collo, tanto che Hermione vedendoselo comparire con tanta rapidità aveva
sobbalzato spaventata –santo cielo Harry, mi hai fatto
prendere un…- ma qualcosa che il ragazzo aveva in mano aveva attirato la sua
attenzione.
Qualcosa
di maledettamente familiare.
Hermione
aveva sgranato gli occhi, ammutolendosi e guardandolo spaventata.
-Hermione…-
era stato quasi un ringhio -…tu…sei incinta?-
Mai
nella sua vita Hermione aveva provato soggezione per Harry.
Ok, non mi dite che sono una
bastardissima stronzona senza cuore…è indispensabile
per me troncare i capitoli così…ma poi aggiorno presto, quindi sono scusata,
vero ^^’ ??!!
Cambiando argomento…sappiate che l’isteria
di Ginny mi riesce bene solo perché in casa mia ho diversi esemplari del
genere che mi danno ispirazione continuamente, quindi mi sa che devo proprio
ringraziare la mia pazzoide sorella, il mio sclerotico padre e la mia
stressantissima madre…I love you!!!
Poi…ovviamente devo ringraziare voi!!!
Mi si gonfia il cuore come un pallone quando vedo che i miei
commentuzzi aumentano…è la soddisfazione più grande che uno scrittore possa avere (tranne per quelli che
pubblicano…in quel caso il testimone passa ai dindi…nonostante ovviamente le
recensioni facciano felici…ma purtroppo non portano il pane in tavola…!) !!!!
Bene, dopo queste geniali riflessioni, penso proprio che vi
ringrazierò x bene!!!
Lilyblack:
mah…ste madri che non comprendono la pazzia delle
proprie figlie…o il loro disordine…che roba!!!!!!! È
così bello essere da manicomio e casinare! Quindi don’t worry, sfogati pure su di
me, apprezzo molto entrambe le cose!!!!
Miss Black:
ehm…mi dispiace (mi sto facendo piccola piccola…)…davvero…ma
come vedi aggiorno in fretta…eheheh^^’…perdonata, veeeeeero???
Takami:
crassssssssssiiiiieeeee!!!!!!
Aggiorno presto, visto?! Ma porto avanti anche 1 altra ff,
qnd faccio del mio meglio…e nn
dimentichiamoci della scuola (nb la “lugubrità” della
scritta…rispecchia bene la mia opinione su quella schifezza…!)
Sakura89: grazie!
Spero di nn deluderti in futuro, se no puoi venire tranquillamente qui e picchiarmi, garantito!!
Gin92: molto
gentil…ma nn mi morire, dopo mi vengono a cercare per
omicidio a distanza…mi manca solo quello…
Aledra_xan: mi fa piacere che ora sia di tuo gradimento…anche se nn
lo garantisco per il resto dei capitoli…bene, che ne dici di questa reazione di Ginny? Abbastanza
convincente? E poi ancora nn c’è stato ancora il
chiarimento “decisivo”!!!
Terry:
ma grazzzzzzie!!!!!! Sì, è
bello, ma ancora nn sapevano di essere padre e
figlio. Vedremo, poi….
Dady:
oh mamma santissima! Bhè, premettendo kenn ti converrebbe molto stare
nella mia zucca bacata, ti prego di nn
perseguitarmi…una vltsn
stata minacciata di essere presa a mazzate e mi sto ancora riprendendo!!!!!Magrasssssssisssssssimo
lo stesso!
_heAtHer_:
sai keè 1 impresa scrivere
e soprattutto trovare il tuo nick??!! Sn dovuta andare in “cerca” e scriverlo finchènn mi è venuto bene, x trovare la tua storia! Madv stai in autori?? Cmq ripeto che la tua ff è
davvero stupenda!!!
Bene people, cn qui concludo, anke se il mio cuore è mlt affranto dal nn aver potuto
scrivere una risp al mio aMMMMMMMore,
ma è perfettamente giustificata! TI AMMMMMMMMMO!
E cm al solito ringrazio la mia sister, la mia pollastrella (e le sue premonizioni!) e il
caro vecchio ^AD^, di cui scoprirò il significato!
Narcissa Malfoy era seduta davanti
al caminetto acceso di una delle numerose sale del suo
maniero.
Si
stava dedicando alla lettura di un libro dall’aspetto molto vissuto “La gloria
e il potere del XIV secolo”, che parlava di come le
nobili casate magiche medioevali sfruttassero la popolazione in modi
notevolmente più interessanti di quelli attuali.
Quando ancora la tortura e l’assassinio erano legali.
Sì,
certamente doveva aver sbagliato epoca.
Stava
affrontando un capitolo particolarmente interessante (“Metodi di tortura
manuale a effetto prolungato”) quando un sonoro crack
le aveva fatto alzare il volto dall’ingombrante tomo.
E
la visione che le si era parata davanti aveva
seriamente rischiato di rovinare la sua innata compostezza.
Suo
figlio, sì, proprio quel ragazzo che fino a cinque secondi prima aveva creduto
di aver educato nel migliore dei modi, era comparso improvvisamente sul costoso
tappeto davanti al caminetto tenendo per un braccio una…una Weasley.
Non
vedeva quella ragazzina dai tempi della Coppa Mondiale di Quidditch, ma avrebbe saputo riconoscere uno della sua famiglia senza
averlo mai visto in vita sua.
E sperava vivamente che un onore simile non le sarebbe dovuto capitare mai più, soprattutto
dopo la carcerazione di suo marito.
E
invece ecco qui la minore dei figli di Arthur Weasley.
In
casa sua.
Con
suo figlio.
Aveva
chiuso delicatamente il pesante volume, studiando le espressioni dei due
ragazzi.
Di
sicuro, non era una rimpatriata amichevole.
E questo la rincuorava almeno un pò.
Ginny
e Malfoy si stavano perforando da parte a parte, la prima con gli evidenti
segni di lacrime in volto che ingannavano la sua evidente furia e il secondo
che stava facendo del suo meglio per spezzare l’esile polso della ragazza.
-Posso
esservi utile?-
Non
si era nemmeno accorto della presenza di sua madre nella stanza, e vederla lì
seduta a godersi quella piacevole scena l’aveva fatto infuriare ancora di più.
Aveva strattonato fortemente il braccio della ragazza, trascinandola via di
peso, senza degnare sua madre di uno sguardo.
Ginny
non aveva proferito parola, e si era lasciata bruscamente condurre in un’ampia
camera da letto al piano superiore. Aveva gettato distrattamente un’occhiata in
giro, e non le era servito molto per comprendere che probabilmente quella fosse
la stanza di Malfoy, a giudicare dalla sobrietà mista ad eleganza
dell’arredamento. Ma quello sinceramente era l’ultimo
dei suoi problemi.
-Lasciami- aveva ringhiato tra i denti.
Il
ragazzo l’aveva squadrata per un attimo, per poi mollarla con uno strattone ed
estrarre la bacchetta dalla tasca.
Ginny
si era ritratta alla vista della bacchetta, preoccupata.
Malfoy,
nonostante la rabbia, aveva ghignato –Non è per te, sciocca-
e detto ciò aveva pronunciato un incantesimo insonorizzante per isolare la
stanza da orecchie indiscrete.
Ora
erano veramente soli, e il momento per cui da tempo si
era preparato era finalmente giunto.
Anche se al momento non si sentiva esattamente pronto…
Ma Ginny invece sì –Non so perché tu mi abbia portata qui,
non abbiamo niente da dirci, faremo finta che niente di quello che è successo
oggi sia accaduto e le nostre vite torneranno quelle di sempre- la sua
freddezza calcolatrice era spiazzante, specialmente dopo aver visto e sentito
il suo sfogo di pochi minuti prima.
-So
che non hai utilizzato il denaro che ti mandavo- bhè,
se lei era gelida lui non sarebbe stato da meno.
Dopotutto era un vero asso in quel genere di cose.
La compostezza di Ginny aveva vacillato impercettibilmente
–Esattamente. E perciò gradirei se tu la smettessi di mandarci soldi di
cui non abbiamo bisogno, per evitare di perdere tempo prezioso per entrambe-
due a uno. E Malfoy si stava
stancando. Non l’aveva di certo portata lì per parlare di economia!
-Dacci un taglio Weasley!- aveva stretto i pugni, alzando il
tono di voce.
Ginny
aveva sorriso, le sopracciglia inarcate –Scusami?-
Malfoy
si era trattenuto dal mollarle un altro schiaffo –Cosa vuoi
che ti dica? Che mi dispiace di essere stato un padre
degenere e irresponsabile? Che avrei tanto voluto sposarti
dopo averti messa incinta? Ma ti rendi conto?! Siamo due persone totalmente diverse e incompatibili, ci saremmo
distrutti a vicenda!- era arrabbiato. Arrabbiato per essersi
esposto ai suoi occhi, arrabbiato per aver ceduto per primo…arrabbiato nel vederla
mantenere la sua calma nonostante le sue parole.
-Sono
perfettamente d’accordo. Non avremmo potuto costruire una vita insieme senza
amore. E difatti non te l’ho mai chiesto e mai lo
farò. Perciò ora me ne vado, e come ti ho detto faremo entrambe finta che
niente di tutto questo sia mai…- ma era stata
improvvisamente interrotta da Malfoy, che preso dalla furia l’aveva spintonata
contro la parete e trattenuta per le spalle, la rabbia che gli deformava i
lineamenti.
Una
miriade di flash le erano tornate alla mente, e nel
tentativo di non ricordare aveva cercato di scostarselo di dosso.
Non
poteva, non voleva, non doveva
ricordare.
Per
un attimo Malfoy si era sentito soddisfatto nel vedere la sua reazione, conscio
dei ricordi che la loro posizione le portava alla
mente. Ma poi la rabbia era tornata a prevalere.
-Tu
non capisci, Weasley! L’HO FATTO UNICAMENTE PER TE E IL BAMBINO! Tu non puoi
immaginare…- non poteva denudare così la sua anima, ma sapeva che solo in
questo modo si sarebbe levato di dosso una volta per tutte
quel fastidioso senso di colpa.
Era
frustrato, terribilmente frustrato.
-Cosa
non capisco Malfoy?- era stato un sussurro. Ma non era calma gelida la sua, no, era spavento, dolore,
tristezza, rimpianto.
L’aveva
guardata a lungo negli occhi. Ecco perché gli occhi del
bambino gli erano così familiari. Stesso colore, stessa profondità,
stesso calore.
-Vi
avrebbero uccisi. Vi avrebbero perseguitati,
torturati, uccisi senza pietà. Ti ho fatto soffrire Weasley, ma non immagini
cosa sarebbe stato se non l’avessi fatto. E non avrei potuto pensarti morta,
uccisa a causa mia…non credere che per me sia stato
facile. Puoi anche non crederci, ma possiedo un cuore. E
questo si sarebbe distrutto se tu fossi morta, e con te nostro figlio. Sono
egoista, è vero, non volevo trascorrere una vita di
rimpianti a causa di una babbanofila e di un figlio bastardo,
nato solo per errore- l’aveva guardata per un ultimo istante, uscendo poi dalla
porta senza darle il tempo di parlare.
Ma
comunque lei non avrebbe saputo farlo.
Era
crollata sulle ginocchia, scoppiando in un pianto disperato e liberatorio.
-…Harry…io…posso
spiegarti- aveva proteso una mano verso il suo ragazzo, che guardandola con
dolore si era scostato.
-Io
lo so perché non me l’hai detto. Tu non vuoi un figlio nostro- la sua voce tremava per
lo sforzo di non urlare.
Hermione
aveva granato gli occhi, scuotendo la testa con foga –No Harry. Ti sbagli, non
mi sentivo pronta, ma lo voglio un figlio nostro…- gli occhi le
si erano riempiti di lacrime.
Harry
aveva guardato prima lei, poi il bambino che lo stava osservando spaventato.
Aveva cercato di sorridere senza ottenere risultati –Danny, per favore,
potresti aspettare una attimo fuori? La zia e io dobbiamo parlare- il bimbo aveva annuito poco convinto.
Prima
la sua mamma, poi gli zii.
Sembrava
proprio che quel giorno fosse di troppo.
Ed era il suo compleanno!
Cercando
di non dare a vedere le lacrimucce che avevano preso
a scendere sul suo volto era uscito dalla porta da
dove pochi secondi prima era entrato.
Uscito
il bambino, lo sguardo di Harry era tornato su Hermione.
Il
suo primo istinto nel vederla piangere era stato di andarle e incontro e
abbracciarla, ma sapeva che non poteva –Hermione…io credevo che tu mi amassi. E
invece cerchi di distruggere la prima cosa veramente bella della nostra vita
insieme- l’aveva guardata con profondo rammarico,
cercando di non pensare al fatto che fino a qualche minuto prima era al massimo
della felicità all’idea di darle il suo regalo e dell’imminente arrivo del loro
matrimonio.
Hermione,
sconvolta, aveva cercato di avvicinarsi nuovamente, ottenendo lo stesso
risultato di poco prima. Aveva singhiozzato con disperazione –Harry! No, non è
vero, io ti amo, perdonami…ti prego…- vederla in quello stato gli spezzava il cuore, ma non poteva cedere proprio ora.
-Come
puoi dirlo dopo avermi fatto una cosa del genere? Avresti aspettato il nostro
matrimonio per dirmi che avevi abortito il nostro primo figlio di modo che io
ti perdonassi, perché tanto era già cosa passata?!- Si era passato uno mano tra i capelli, guardandola frustrato e rattristato.
-Harry…ti
prego…è stato così inaspettato, devi capire che avevo bisogno per rendermene
conto…abbiamo così tanto da fare entrambe…- i singhiozzi le squassavano
le spalle, impedendole di respirare normalmente.
-MA
NON CAPISCI CHE IO TI AVREI AIUTATA? È logico che da
sola non ce l’avresti fatta, ma allora perché stiamo
ancora insieme? Io credevo che il compito di una coppia fosse quello di
aiutarsi e sostenersi a vicenda, ma evidentemente mi sono illuso per anni. Eppure è proprio perché avevo bisogno di te che noi due ci
siamo avvicinati, se non sbaglio. E io credevo che
sarebbe stato così per sempre. Sono solo uno sciocco illuso-
aveva abbassato lo sguardo, incapace di guardarla ancora.
-No
Harry, no…- era crollata su una sedia. Era troppo doloroso quello che stava
succedendo.
-Mi
dispiace, Mione. È meglio non vederci né sentirsi per
un po’, per riflettere se il matrimonio vale la pena di tutto questo. Ci
vediamo- e con un ultimo sguardo pieno di tristezza si era
smaterializzato.
Hermione
non riusciva più a trattenere i singhiozzi, e si era lasciata andare scivolando
per terra.
Aveva
impiegato diversi minuti per calmarsi, e solo in quel momento si era ricordata
di Dan.
Non
se la sentiva di tenerlo con se, l’avrebbe portato dai
suoi nonni, perché era improbabile che Ginny fosse tornata.
Si
era alzata lentamente, usando lo schienale della sedia come appoggio.
Guardandosi
allo specchi dell’ingresso aveva cercato di darsi un
contegno, per non spaventare il bimbo.
Dopotutto
aveva avuto una giornata traumatica anche lui, ed era il suo compleanno.
Si
era impostata un falsissimo sorriso in volto, ed aveva aperto la porta.
E per poco non era crollata di nuovo.
Daniel
era scomparso!
Dopo
aver aspettato un po’, Danny aveva deciso di andare a cercare la sua mamma.
Sentiva
gli zii urlare, e gli veniva da piangere. In più aveva freddo,
fame e gli scappava la pipì.
Che brutto compleanno.
Tirando
su col nasino, aveva sceso i tre scalini d’ingresso.
Non voleva interrompere gli zii, e comunque li avrebbe
fatti avvertire dalla mamma quando fosse arrivato a casa.
Sperando
di ritrovare la strada di casa!
Aveva
preso a camminare per un po’, col pancino che
brontolava ogni volta che passava davanti ad una pasticceria o ad un forno.
Alla
fine si era ritrovato davanti ad una grossa costruzione dal quale entrava e
usciva un sacco di gente.
Magari
lì avrebbe potuto chiedere a qualcuno se sapevano dove
era la sua mamma.
Era
entrato dentro il grande edificio, pieno di gente che camminava velocemente e
parlava ad alta voce.
Spaesato
stava per mettersi a piangere, quando aveva visto una signora con sei bambini
rumorosi dietro di sé. Rincuorato dalla presenza di un’altra mamma, l’aveva
seguita, per chiederle di aiutarlo.
Ma la signora andava veramente veloce, e Danny aveva
cominciato a correre per starle dietro.
Avevano sceso parecchie scale e risalite altrettante,
attraversato diversi corridoi affollati, saliti sopra una strana macchina che
sbuffava vapore e ripreso a correre per uno stretto corridoio.
Alla
fine la signora si era fermata, ed era entrata in una stanzetta con una porta
scorrevole, facendo sedere tutti i bambini.
Solo
in quel momento si era accorto di lui, guardandolo incuriosita.
-E
tu piccolino chi saresti?- la signora gli aveva gentilmente accarezzato una
guancia, piegandosi alla sua altezza –ti sei forse perso?-
Danny
stava per annuire, quando la stanza aveva preso a muoversi, e con lei tutta la
lunga macchina che sbuffava vapore.
-Sei
salito con i tuoi genitori su questo treno? Vieni che andiamo a cercarli!- e
gli aveva sorriso affettuosamente.
Treno?!
Cosa!
Oh
sì, sta volta la sua mamma si sarebbe arrabbiata sul
serio!
Il
telefono stava squillando con insistenza.
L’avevano
comprato solo per poche necessità, dal momento che l’uomo da cui aveva affittato
la casa era babbano, così come qualcuno dei loro amici.
Così bisognava adattarsi facendo la felicità
di suo padre.
-Jen, ti prego vai tu, che io cerco di finire di sbrigare
queste stupide pratiche!- Ron era piegato su quelle
cartacce scritte in francese da almeno due ore, capendo la metà delle parole e
infuriandosi minuto per minuto.
-Come
vuoi Ron, ma per punizione toccherà a te preparare la
cena- la ragazza aveva lanciato un occhiata all’uomo con cui conviveva da quasi
due mesi, prendendolo in giro.
Per
tutta risposta il rosso l’aveva fulminata con lo sguardo.
-Pronto?-
era seguito un lungo silenzio, poi la ragazza aveva
riattaccato senza dire una parola. Ron si era incuriosito a quello strano
silenzio. Solitamente Jennifer non si zittiva neanche
con un silencio.
Alla
fine era comparsa sulla porta, con il broncio e un’espressione evidentemente
seccata.
-Allora,
chi era?- ce ne voleva per far reagire così una donna dal temperamento della
sua ragazza.
La
bionda si era voltata verso i fornelli, iniziando a trafficare.
-Mah…una tipa evidentemente sbronza, che ha sbiascicato qualcosa su
una certa Ginny e un certo Malfoy, su una gravidanza e su un matrimonio saltato
in aria. Ah, e di una persona dispersa di nome Danny. Mi pare che abbia
detto di chiamarsi Hermione. C’è da chiedersi come una povera pazza abbia avuto il nostro numero…- si era voltata nuovamente
verso Ron, ma non aveva trovato altro che una buona quantità di carta per terra
e il lampadario che dondolava.
Si
era messa le mani sui fianchi –Bah, a capirlo quell’uomo…-
e aveva ricominciato tranquillamente a cucinare.
Ron
non si era neanche materializzato fuori dalla porta
(come prevedeva la buona educazione), ma si era letteralmente catapultato nel
salotto di casa Potter.
E la prima persona, o meglio, cosa, che aveva notato era
stata Hermione.
O meglio, l’ombra di sé stessa.
La
ragazza era appoggiata contro il divano, seduta a terra, e osservava il fuoco
senza in realtà vederlo. Il mascara era completamente colato sulle guance, gli
occhi totalmente arrossati, i capelli senza il minimo ordine, una bottiglia di
Whisky Incendiario in mano.
-Mione…?- non riusciva a riconoscere quella che un tempo
era stata la sua migliore amica, la sua ragazza.
Hermione
si era voltata lentamente verso Ron, guardandolo senza riconoscerlo.
Poi
aveva vomitato sul pavimento di fianco a lei.
Il
ragazzo l’aveva aiutata, pulendo poi con l’uso della bacchetta.
Era
rimasto semplicemente senza parole. Prima le cose che aveva
detto Jen, poi la vista di Hermione in quello stato.
Finito
di rimettere, Hermione era parzialmente tornata in sé, e riconoscendo il
ragazzo gli si era aggrappato addosso, piangendo per l’ennesima volta in quella
maledetta giornata.
Ron
l’aveva raccolta da terra e fatta sedere sul divano, continuando a stringerla a
se. Le aveva accarezzato la schiena e la testa,
dandole di tanto in tanto un bacio sulla tempia, aspettando che si calmasse.
Alla
fine il suo respiro si era regolarizzato, ed erano
rimasti nella stessa posizione per un po’.
Poi
Ron aveva deciso di prendere l’iniziativa –Mione,
cosa è successo?- le aveva parlato dolcemente, per non
spaventarla ulteriormente. Era evidente che era
traumatizzata.
-Ron…-
la ragazza si era sollevata di scatto, come se ricordasse tutto in quel momento
-…dobbiamo trovare Danny!-
Ron l’aveva afferrata saldamente per le spalle, alzandosi a
sua volta –Mione, devi
cercare di spiegarmi cosa è successo. Dov’è Ginny? E
Harry?- Ron non riusciva a capire come le due persone essenziali per quella
situazione mancassero, tanto da portare Hermione a chiamarlo dalla
Francia.
-Io…- Hermione aveva cercato di calmarsi, radunando a fatica
i suoi pensieri confusi -…Ron, io aspetto un bambino…-
Ilragazzo era rimasto senza parole, sgranando
gli occhi e stritolandole le braccia -…C-cosa?-
Hermione
l’aveva guardato frustrata –Ti prego, non ora. Ecco,
Harry non lo sapeva. Perché, ti prego di non
interrompermi, non sapevo se avrei portato avanti la gravidanza. No, aspetta…- era intervenuta alla vista della scatto di rabbia dell’amico
-…avevo i miei dubbi, cerca di capirmi! Ma
gliene avrei parlato il prima possibile, prima di prendere una decisione
definitiva. Il problema è che lui ha trovato il test e…- gli occhi le si riempirono nuovamente i lacrime -…e si è arrabbiato
moltissimo. C’era Danny con noi, così l’abbiamo fatto
uscire per non spaventarlo. Poi…p-poi Harry se ne è
andato, e io sono uscita per richiamarlo. Ma non c’era
più!- aveva guardato in volto Ron, che era in uno stato di shock completo -…
Oh, Ron! Sono stata un’irresponsabile! Ha solo cinque anni, è il suo
compleanno…Ginny mi ammazza!- era stato un gemito,
mentre le lacrime scendevano copiose.
E Ron aveva capito che quello non era il momento delle
spiegazioni –E Ginny? Dove era mentre tutto questo
succedeva?- era parecchio arrabbiato per il comportamento codardo di Harry, e
per la mancanza della sorella senza motivo apparente.
-Ehm…-
non poteva dirgli dove era -…Ginny non è raggiungibile. Ron…se gli fosse
successo qualcosa…- Hermione aveva singhiozzato, un’espressione spaurita in
volto, come non ne aveva mai avute dai tempi della
scuola.
E Ron non se la
sentiva i darle l’ennesima sofferenza arrabbiandosi.
No.
Lei aveva bisogno di lui.
E proprio come quando erano ragazzini, sarebbe stato lui a
proteggerla.
-Stai
tranquilla Mione. Troveremo Danny. Ci sono io con te
ora- e l’aveva abbracciata, per infonderle un coraggio
che neanche lui possedeva.
Ti
prego, fa che veramente non gli sia
successo nulla…
Ci ho messo più tempo perché sto avendo delle giornate
davvero pazzesche, e sono davvero troppo indietro con la mia altra ff…perdonatemi, vi prego, e cercate di scusarmi!!!
Visto che ritorno di fiamma? Mi mancava proprio il piccolo Ronnie, dopo essere stato il protagonista della mia ultima
ff.
Non badate allo stile un po’ tragico della storia, ma oggi
ero decisamente in vena per scrivere coseni questo
tipo, per una serie di motivi non proprio rosei e un bel po’ di musica alquanto
malinconica.
Ah, e la verifica di mate domani…dovete
capirmi se sono un bel po’ di malumore, con questo colpo di grazia!!!
Ma naturalmente non mancherò di rispondere ai vostri
fantastici comments!!!
Miss Black: se ti
sembrava partito male, eccone la conferma!!!! Dì la verità, non ce lo vedevi
Harry a reagire così, è? Ma prova a metterti nei suoi
panni! La prima che mette incinta gli dà buca, e la seconda vuole abortire!
L’ego maschile e smisurato, e questa è una specie di
bomba atomica! Bhè, fammi sapere che ne pensi!!!
Lilyblack:
molte grazie per la solidarietà!!! E riguardo al
casino, proprio oggi ho ricevuto un bel po’ di minacce per la mia camera non
proprio apposto! Dai, visto che malf si spiegazzato
almeno un po’?! vedremo, in futuro, che succederà…aurevoir!!!!
Terry:
ciaouz!!!!!!! già poverette
le cicciribicciccine!!! Ma
ora è vero che hai un’opinione un po’ migliore di malf
e Harry!?!? Dillo…su… @____@
Hermia:
Taooo!! Sì, effettivamente ho fatto sembrare malfoy
un po’ tonto…forse un po’ troppo…ma ogni tanto i vuole!!!
Naturalmente se l’è portata a casa, e non poteva mancare la mammina
a dire la sua!!!! A presto!!!! XD
Dady:
Ma lo so che non sei cattiva, orsù!!!!!! Io non dico
niente (anche perché potrei non saperlo…!!!) tutto potrà essere (mmmm, ma che misticismo…)!! Fammi sapere!!!
Takami:
craccie!!!! Anche se non ho
aggiornato in fretta l’ho fatto un po’ più lungo,
quindi mi giustifichi vero?? Tiii??
Sakura 89: Mah grazie!!!!!!!!
Spero he ti piaccia anche lo stile tragedioso, perché poi ovviamente c’è sempre il sole dopo
la tempesta (oggi mi sento molto vecchio saggio!!! )
^^!!!!
_heAtHer_: ma eccoti qua!!!!!!!!
Grazie ancora, e ancora complimentoni!!!!! ^________^
123456:
grazie mille!!!!E non
preoccuparti che non ho intenzione di smettere!!
Hermione4ever:
ma salvelox (ma che ridere…^^’)!!!
Le imperfezioni ci sono sicuramente, ma grazie lo stesso per non averle
viste!!! Aspetto il tuo comment!!!
Finito!!!! Ora vado che (alle 22.34!!!)
devo ripassare biologia!!!!
Sapeva che la ragazza era ancora in camera sua,
e il pensiero di trovarsi a pochi metri da quella donna gli procurava una serie
di sentimenti contrastanti, molti dei quali avrebbe
dovuto fare meglio ad accantonare.
Ma doveva ammettere che
tenerla tra le braccia di nuovo (anche se non esattamente in una situazione
appropriata per quel genere di pensieri) gli aveva dato una strana sensazione…
Una calda
sensazione…
Aveva scosso la testa, arrabbiato con sé stesso.
Non era il momento per questo genere di pensieri, doveva
ragionare su cosa fare ora.
Non poteva più semplicemente fingere di non aver
mai avuto un figlio, ora l’aveva conosciuto, l’aveva visto coi
suoi stessi occhi.
Ed era strano rendersi
conto per la prima volta nella sua vita di sentirsi responsabile nei confronti di qualcuno…
Non lo conosceva, ma gli era bastato poco per
rendersi conto che c’erano parecchie cose che li accomunavano, e che avrebbero
dovuto condividere proprio come un padre con il proprio figlio…
Ma la loro non era una
situazione esattamente normale, e proprio come in passato avrebbero rischiato
la vita tutti e tre se la faccenda fosse trapelata.
Quindi, suo malgrado,
apparentemente non c’erano soluzioni, sarebbe dovuto tornare tutto come prima,
esattamente come aveva detto la Weasley…
Il problema era che ora lui non voleva che tutto tornasse come prima…
Si era passato una mano tra i sottili capelli
biondi, lasciandosi cadere pesantemente su una poltrona…
Ma in quel momento
qualcuno aveva bussato alla porta.
-Sì?-
Un elfo domestico si era affacciato alla porta,
gli occhioni grandi come piattini spalancati dalla
paura.
-Che c’èTelby?- gli piaceva mettere soggezione a quei piccoli
esseri insignificanti, ma in quel momento non tirava proprio aria.
Sollevato dal mancato assalto, il piccolo elfo aveva fatto un passo nella stanza –C-c’è
una visita per lei, signore. La signorina era molto insistente, e Telby l’ha fatta entrare. Ma se la signorina crea problemi al signorino, Telby la manderà subito via signore!- le orecchie avevano sbatacchiato
mentre pronunciava le parole in fretta, nella speranza di essere congedato il
prima possibile.
Signorina? Non aspettava nessuna visita,
specialmente da parte di ragazze. Probabilmente era Karen
venuta a recuperare i vestiti che aveva lasciato due
notti prima.
Sbuffando per la seccatura, Malfoy era uscito dalla stanza diretto all’ingresso senza degnare di ulteriore
attenzione l’elfo domestico.
Era giunto davanti alla porta che dava sul
salottino nella quale venivano fatti accomodare gli
ospiti, e aveva premuto una mano sulla maniglia spingendo verso l’interno.
-Ho parecchio da fare, quindi ti prego di recup…- aveva alzato lo sguardo
solo in quel momento, e le parole gli erano morte in gola.
COSA?!
Hermione Granger in casa sua??!!
Stava forse sognando?
A Hermione non era sfuggita l’espressione
allibita dell’uomo, e aveva sorriso, soddisfatta –anche a me fa davvero piacere
rivederti Malfoy, ma purtroppo non ho tempo per perdermi in convenevoli, spero
che tu possa perdonarmi...- era davvero appagante vedere quell’espressione
sconvolta sul volto di una delle persone che più disprezzava al mondo.
-Che diavolo ci fai
qui, Granger?- evidentemente neanche lui aveva tempo per i convenevoli.
-Gentile come sempre…bhè,
mi fa piacere vedere che certe persone non cambiano mai…comunque- si era
sfilata i guanti –devo immediatamente vedere Ginny, e so che è qui-
il ragazzo era rimasto
sgomento per qualche secondo, sorpreso dal fatto che lei sapesse che era lì, ma
poi aveva rammentato che la ragazza era presente durante il “match” tra lui e
la Weasley…doveva aver semplicemente tirato le sue conclusioni…
-Se ne è andata, mi
dispiace…- non gliene importava minimamente di quale problema avesse spinto una
come la Granger a venire a casa sua, ma sarebbe stato meglio essere educato per
farla sparire più in fretta.
Hermione aveva guardato male il ragazzo. Sapeva
perfettamente che Ginny era lì, ma non poteva costringere Malfoy a farla
entrare in casa sua.
D’altra parte non aveva neanche intenzione di
farsi mettere i piedi in testa, quella era stata una giornata già abbastanza
pesante di suo senza che ci si mettesse pure lui!
Tra l’altro aveva lasciato Ron a casa, e le ci era voluto del bello e del buono per impedirgli di
seguirla.
-D’accordo…ma in caso
la dovessi vedere…- si era voltata, dirigendosi verso la porta, in modo da non
far notare il ghigno che le si stava dipingendo sulle
labbra -…potresti dire che Danny è scappato e che non riusciamo a trovarlo?-
era stata una trovata geniale.
E difatti non aveva
fatto in tempo a toccare la maniglia che Malfoy l’aveva trattenuta per un
braccio.
-Cosa?!-
l’espressione del ragazzo era davvero impagabile.
-Come mai quella faccia, Malfoy? Non credevo che
ti interessasti di marmocchi altrui!- aveva detto
perfidamente Hermione.
Ma la reazione di Malfoy
era stata totalmente imprevista. Aveva immaginato che avrebbe tentato in tutti
i modi di smentire il fatto che fosse interessato ad
un bambino, per impedirle di sospettare che fosse figlio suo.
Ma sta volta era stato
il ragazzo a sorridere furbescamente –Non usare questo genere di giochetti con
me, Granger, non sono stupido, e tu tantomeno. So
perfettamente che tu sai che sono io il padre del bambino, l’ho capito quando
lo hai portato via senza esigere la minima spiegazione. Magari tu sarai circondata
da poveri inetti, come la stessa Weasley, ma purtroppo io e i tuoi amici non siamo della stessa pasta- aveva provato grande soddisfazione
nel vedere la Granger arrossire umiliata.
Ma non era il momento
per i bei ricordi scolastici.
-Pensi davvero che sia una buona
idea dire alla Weasley che suo figlio è scomparso?- aveva preso un
cappotto scuro dal taglio elegante da un attaccapanni –è abbastanza sensibile
già di suo, se le vai a dire una cosa del genere come minimo ci rimane secca, e
il marmocchio rimarrà orfano di madre…e pensa cosa potrebbe fare al pensiero
che poi sarei io ad allevare suo figlio- non si era reso conto dello sguardo
con cui la ragazza lo stava osservando…d’accordo, c’era un notevole
quantitativo di imbarazzo e rabbia per poco prima, ma non mancava la sorpresa.
Malfoy aveva appena detto che si sarebbe preso
cura di Danny. Contrariamente alle sue aspettative,
non aveva intenzione di rinnegarlo.
Probabilmente quella era una delle cose più
sconvolgenti dell’intera giornata.
In quel momento si udì un sonoro crack dal piano
superiore, segno che qualcuno si era smaterializzato.
Hermione sorrise, ma senza cattiveria –e così
non c’era, è?- Malfoy aveva risposto al suo sorriso.
-Io vado, ci vediamo, Granger- si era infilato il cappotto e aveva fatto per uscire.
-aspetta? Dove staresti
andando?- Hermione gli era corsa dietro.
-Ma a cercare il bambino, mi sembra chiaro!-
l’aveva guardata stupito, come se fosse la cosa più
ovvia di questo mondo.
Hermione aveva sgranato gli occhi.
D’accordo, stava sognando. Malfoy nell’arco di cinque minuti le aveva detto che si sarebbe preso cura di Daniel se fosse
successo qualcosa e che lo sarebbe andato a cercare lui per non spaventare Ginny.
Aveva bisogno di sedersi.
Malfoy aveva guardato l’espressione stralunata
di Hermione un po’ perplesso –lo sai vero Granger che
stiamo perdendo tempo prezioso? La vorresti smettere di comportarti così?- e
detto ciò era uscito di casa, seguito a breve da
Hermione, che non riusciva a capacitarsi di un avvenimento simile.
-Hai visto la mia macchinina blu? Me la regalata il mio papà la settimana scorsa! Pensa che si può
aprire anche il tettuccio!!!- Danny era a carponi
davanti a due sedili del treno, accanto a tre dei figli della signora con cui
era salito in treno.
-Ma è stupenda!! Sai,
anche io oggi ho ricevuto una macchina, ma la mia è elettronima!!- tutto contento
aveva preso in mano il giocattolo e l’aveva osservato da tutte le angolazioni.
Il ragazzino maggiore, di sette anni, aveva
guardato Dan un po’ confuso -...volevi
dire elettronica?-
Il bimbo biondo l’aveva guardato, le
sopracciglia aggrottate -…e io che ho detto?-
In quel momento una bimba di appena tre anni si
era avvicinata al gruppetto, trotterellando –acchiovoiogiocae!- e aveva afferrato
la macchinina dalle mani di Danny.
-No Claire, tu non
puoi giocare con le mie macchine, usa le bambole di Tess- il proprietario aveva recuperato il suo
prezioso oggetto dalle manine paffute della sorellina, facendo
irrimediabilmente gonfiare di lacrime gli occhioni
verdi della bimba.
-Hai visto che hai fatto, Tobey?-
il fratello maggiore di sette anni, Joe, aveva afferrato la macchina e l’aveva restituita alla
piccola, che all’istante aveva smesso di frignare.
-Ehi!- questa volta era stato Tobey a scoppiare in lacrime, e il terzo bambino, Alex, che fino a quel momento era stato buono, nel vedere
il fratello piangere si era unito a lui per solidarietà.
E naturalmente Claire nel vedere i due fratelli in lacrime non aveva
potuto trattenersi dall’esprimere la sua opinione.
Sia Danny che Joe si erano tappati le orecchie a quel trambusto, che però
aveva ottenuto l’effetto desiderato. Le femmine finalmente avevano deciso di
intervenire. Tess aveva solo sei anni, ma era
abbastanza autoritaria, e infine c’era la fantastica sorella maggiore, Ashley, che dall’altezza dei suoi undici anni riusciva a
mettere in riga tutti.
-Adesso basta!- la ragazzina si era tolta le
cuffie con la quale stava ascoltando un cd, e si era
alzata in piedi, le mani sui fianchi.
La madre era uscita a cercare un controllore che
potesse aiutarli a rintracciare i genitori di Danny, e
aveva portato con se la più piccola della famiglia, una neonata di appena tre
mesi. E così, come sempre, l’autorità era passata in
mano ad Ash, che in modo quasi miracoloso riusciva ad
aggiustare sempre le questioni più disparate tra i suoi fratelli.
-se non la smettete immediatamente la macchinina sparisce, e così non ci potrà giocare proprio più
nessuno!- i bambini si erano zittiti all’istante, Dan
compreso.
-Ma Ash…Claire vuole giocare con la macchina di Tobey!-
Joe, essendo il secondogenito, era l’unico che avesse il coraggio di minare l’autorità della sorella.
-D’accordo…- la
ragazzina si era inginocchiata a livello della sorellina, raddolcendo la sua
espressione -…Claire, vieni a giocare con me e Tess, che questi maschiacci sono proprio dei grandi
zucconi- aveva scoccato un’occhiata perforatrici ai
quattro bambini, che l’avevano guardata spaventati.
La bimba aveva acconsentito tranquillamente,
anche perché ormai aveva dimenticato il motivo di tutto quel pianto.
I bambini avevano ripreso a giocare solo da
pochi minuti quando la madre era rientrata nella cabina –Daniel tesoro, siccome
non riusciamo a contattare la tua mamma, che
probabilmente sarà fuori casa, alla prossima fermata scenderai con un controllore
e prenderai il prossimo treno per la stazione dal quale sei partito, e da lì
cercheranno di riportarti a casa. Ricordi che strada hai
fatto per arrivare in stazione?- la signora gentile aveva parlato
affettuosamente al bambino, cercando di tranquillizzarlo.
Ma Danny era un bambino
sveglio, e non era la prima volta che capitava una cosa del genere, anche se
non era mai finito su un treno babbano…quando l’avesse saputo il nonno…!
-No, ma so il nome della via dove abito!- aveva
esclamato, orgoglioso di far sapere a tutti quanto fosse
bravo.
-Ma che bravo bambino!
Allora, mentre aspettiamo di arrivare, rimarrai con noi, poi ti accompagnerò
dal controllare e lui ti porterà a casa tua- aveva accarezzato affettuosamente
la testolina del bambino, stupita dal fatto che nonostante tutto non mostrasse
neanche un briciolo di paura.
Danny aveva annuito, chiedendosi cosa mai fosse
questo controllore.
Ginny aveva deciso di non materializzarsi
direttamente a casa sua, ma di fare un po’ di strada a piedi per schiarirsi le
idee. Sapeva che Dan era al sicuro a casa di
Hermione, e che comunque se avesse fatto tardi
l’avrebbe accompagnato a casa sua, dove ci avrebbero pensato i suoi genitori.
Adorava la neve. Era raro che nevicasse tanto in
quella zona e per Natale, ed era incredibilmente romantico vedere il paesaggio
imbiancato e illuminato dalle lucine natalizie che i
babbani spargevano un po’ ovunque.
Ma in quel momento si
sentiva tutt’altro che romantica.
Le parole di Malfoy l’avevano toccata
profondamente.
Se era vero che lui li
aveva abbandonati per proteggerli, almeno avrebbe potuto mandare un gufo per
informarla della sua situazione, così si sarebbe messa il cuore in pace e amen.
Anche se, pensandosi bene,
forse non avrebbe accantonato la faccenda così facilmente. Dopotutto
avevano fatto un figlio assieme, si pretende che
almeno qualcosa si faccia per questa creatura.
Ma era d’altra parte vero
che lui le aveva sempre fatto capire a chiare lettere di non provare niente più
che attrazione per lei, che a commettere quell’errore
erano stati in due e che comunque lui le aveva mandato costantemente dei soldi.
Però avrebbe almeno
potuto vederlo almeno una volta suo figlio…
Ginny aveva scosso la testa, come per cercare di
scacciare quei pensieri contraddittori. Una lacrime le
era scesa in volto. E pensare che credeva di aver
finalmente trovato la felicità vicina a suo figlio…
Senza accorgersene era finita a passeggiare in
un bel parco imbiancato, e alzando lo sguardo aveva scorto un'unica altra
presenza solitaria seduta in una panchina. Nonostante
fosse lontana, i capelli neri e scompigliati di quella persona le erano
alquanto familiari.
Si era avvicinata, sedendosi sulla panchina
–Ciao Harry- il ragazzo aveva alzato il volto, sorpreso, e a Ginny non erano
sfuggiti gli occhi arrossati e l’espressione alquanto
triste.
-Ehi Gin…- la sua voce era roca, ma lui non
aveva fatto niente per smentire le sue condizioni.
Era da molto che loro due non si ritrovavano da
soli a parlare, precisamente dalla sera in cui si erano rappacificati –Va tutto bene?- non si era mi sentita così vicina al ragazzo
prima di allora, forse perché in quel momento entrambe si sentivano soli e
vulnerabili.
-credo che tu te ne sia già fatta un’idea…-
Harry aveva sorriso amaramente, tornando a guardare davanti a se.
-Vuoi che me ne vada?-
-No, resta- non l’aveva guardata, ma Ginny aveva
percepito la richiesta di aiuto nella sua voce, così
non si era mossa dalla sua posizione.
Erano rimasti in silenzio a lungo.
No, non un silenzio
imbarazzato, piuttosto un silenzio carico di pensieri e sentimenti.
Alla fine era stato Harry a
parlare –So di Hermione-
Ginny l’aveva guardato, stupita. Di sicuro
quella sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe pensato causare tutta quella
tristezza in Harry. Aveva sempre creduto che volesse un bambino…ma allora
perché era così depresso?
-ho trovato il test nella spazzatura, e ho
capito che ha intenzione di abortire. Lei non vuole un figlio mio-
Ecco, ora era tutto chiaro.
-Harry…Hermione era solo spaventata, ti assicuro che lo vuole eccome un figlio vostro. E la conosci, non avrebbe mai abortito una creatura nata dal
vostro amore- aveva parlato dolcemente, mettendo una mano guantata
su quella nuda di Harry.
-e allora perché non me
l’ha detto? L’avrei aiutata a superare le sue paure, in due e meglio che da
soli- si era voltato di scatto, lo sguardo pieno di frustrazione.
-Harry, è lei che è incinta. Una donna ha
bisogno di riflettere da sola, dopotutto è lei che dovrà portare avanti una
gravidanza e mettere al mondo vostro figlio e…- Harry aveva aperto la bocca indignato -…aspetta, Harry, so bene che ci saresti
stato tu e tutto il resto, ma devi capire che quando soffrirà i vari dolori
durante la gravidanza e la stanchezza, quando dovrà portare in giro un pancione
enorme e davvero pesante e soprattutto quando partorirà tu, anche volendo, non
potrai fare nulla, dovrà vedersela da sola. All’inizio siamo tutte terrorizzate
al pensiero, te l’assicuro, ma sappiamo che avremo qualcuno che ci starà
accanto e che ci aiuterà per quanto è possibile, e alla fine rimarrà un
bellissimo bambino e un amore sempre più forte. Almeno, questo vale per la
maggioranza delle donne, ce ne sono molte che rimangono sole, ed Hermione sa
benissimo che non lo sarà, ed è per questo che non abortirà e che vi sposerete,
crescendo assieme un bellissimo piccolo Potter- dicendo l’ultima frase le si erano riempiti gli occhi di lacrime. Rivangare il
passato era sempre doloroso.
Harry l’aveva guardata profondamente, poi
improvvisamente l’aveva stretta tra le braccia togliendole quasi il respiro
–Gin…mi dispiace così tanto…-
-Harry, lo sia meglio di me, la colpa non è tua
per quello che è successo, ma prevalentemente mia, ed ora come vedi sto
benissimo, è solo triste pensare al passato…quindi, ora mi prometti che andrai
a parlare con Hermione e sistemerete la faccenda?- si era
staccata dall’abbraccio e l’aveva guardato negli occhi, sorridendo.
Harry aveva ricambiato il sorriso, grato
-…grazie Gin…sono stato cieco, e devo averla fatta soffrire terribilmente- si
era alzato in piedi -…bene, io ora vado a scusarmi con la mia promessa sposa,
ma noi due abbiamo un conto in sospeso…devi dirmi cosa è successo…-
-Non credo che tu sia venuta qui
ad ammirare il panorama quando so bene che è il compleanno di Danny e che, come
sempre, avrai ancora praticamente tutti i regali da fare!- aveva ridacchiato,
infilandosi le mani in tasca.
Ginny era scattata in piedi –mi ero totalmente
dimenticata che oggi fosse il suo compleanno!-
accidenti, con tutto quello che era successo aveva scordato che aveva promesso
al bimbo di trascorrere l’intera giornata con lui!
Harry aveva riso ancora di più –lo sapevo io!-
le aveva scoccato un bacio sulla fronte, essendo più alto di almeno una spanna
–grazie Gin…questo nostro incontro sarà un piccolo segreto… - le aveva
strizzato l’occhiolino e aveva sorriso un istante prima
di smaterializzarsi.
Ginny aveva sorriso.
Almeno qualcosa di buono era riuscita a farlo in
quel giorno.
Si era smaterializzata, diretta a casa sua,
lasciando nel silenzio più totale quel bianco parco custode di milioni di segreti
come il loro.
È un capitolo un po’
più tranquillo, e ora chi ancora aveva dei dubbi su malf
credo che almeno un po’ si sia ricreduto, e così quelli che ne
avevano di harry!!!!
Tranquilli, non ho
intenzione di “scoppiare” le coppie, almeno per ora…eheheheh…XDXDXD!!!!
Non mi chiedete dove mi
venga la voglia di inventarmi tutti quei nomI per i
sei bambini, semplicemente adoro inventare nuovi personaggi e dar loro un
identità…soprattutto i bimbi!!! ^_________^
Ragazzi, mi sono
ammalata, e ancora non sono andata a vedere il Calice di Fuoco…DOLLLLLLORE!!!!! ç_____ç
Ma ora, bando alle
ciance (ooohhh, che termini da vecchio
saggio…°____°)…i vostri comments!!!!
UAUUUUU!!!!
XDXDXDXDXD!!!!!!
Marco: premettendo che io ADORO R-Hr (ma
alla fine mi piacciono tutte le coppie, purchè la
storia sia bella),non li metterò
insieme qui, perché ho incentrato la mia ultima storia su di loro…ma non si può
mai dire…XDXDXDXD!!!!!
123456: ma grassie!!!!!
Ma che bello, un bel commentino lungo…nell’ultimo la
tua espressività era stata degna di nota!!!!! ^________^
_heAtHer_: Siao!!!!! Purtroppo ancora non sono riuscita a leggere il tuo
aggiornamento, ma lo farò il prima possibile…scusa!!!!!
Grazie per avermi avvertita dei due chappy…ultimamente
sono un po’ troppo rincretinita!!!!!! Ah, e grazie
ancora infinite per il forum!!!! ( sto affogando in un bel brodo di giuggiole!!!).
Lilyblack: ma mia cara….non mi
dire così, se no mi sento in colpa!!!!! E poi visto
come ho aggiornato prima!!!Eheheh…sn proprio brava…-_____-….e ora che ne pensi del nsdracuzzo!!! Fammi sapere!!!!!
Miss black: ma tao!!!!! Povero harry…a me
fa così pena…prima la fregatura di Ginny (che tra parentesi se la faceva col
suo peggior nemico…)…poi il tentato aborto di hermy…ma
adesso gli andrà meglio, orsù!!!! Hai visto che
ometto, danny!!!! È il mio orgoglio di bambino!!!!
Sakura 89: ma grasssie!!!!!!!!
Anche oggi mi sono venute le uscite da vecchio saggio…ma sn
un po’ meno tragediosa…anche perché nnsn andata a scuola ieri e qst è sempre una cosa piacevole!!!!!
A presto!!!
Terry: ma come!!!!
Odi narcissa???!!!! Ma se è
una persona così amabile…!!!!E
invece di harry ora he mi dici? Non hi almeno un po’
di pietà per lui, povero cocchino di mamma???
Gin 92: visto che un passo alla volta
tutto si sistema?? Ma la storia è ancora lunga, non si può mai sapere cosa
succederà alla ns famigliola da qui fino alla fine
(che sinceramente nn so quando avverrà ^^°) !!!!!!
Takami: nonostante tutto ho aggiornato presto, e nn è
neanche corto!!!!! Mamma mia, un fulmine deve avermi folgorato!!!!! Fammi sapere come trovi questo capitolo “riflessoso”!!!! ^________^
Anastasia9: grazie!!!!!!!!!! Vado in palla
qnd mi dicono che sta roba piace!!!!
*_____*!!!! Anche io nn vedevo l’ora di re-inserire ronnie…vedremo ora che combinerà!!!!
Hermia: ben tornata!!!!! Guarda, neanche io mi aspettavo questo comportamento
da malf…ma garantito che nn
sarà per sempre un pezzo di pane…se non che gusto ci
sarebbe!!!!! Ti aspetto nel prossimo chappy!!!!
Fiffifuffi: ma che bello, una
new entry!!!!!!!! Davvero ti piace!!!!!Uou!!!! Mi raccomando continua a dirmi cm ti sembra
man mano che va avanti!!!!
Con questo ho concluso…ora lo metto su e…mi raccomando, fatemi sapere!!!!!
Hermione
si era materializzata nell’ingresso di casa sua, con un’espressione a dir poco
lugubre dipinta in volto.
Lei
e Malfoy avevano setacciato separatamente la città per
quattro ore, ma di Danny nessuna traccia. E ormai si
era fatta sera.
Era
tornata a casa per riposarsi un po’…era stata una giornata a dir poco pazzesca,
e lei era in una condizione in cui è necessario non affaticarsi.
Facile
a dirsi…
Il
ragazzo, per il poco che erano stati assieme, non le
aveva rivolto la parola, e si era dimostrato totalmente indifferente agli
aneddoti sul bambino che Hermione aveva cercato di rifilargli.
Ma non doveva pretendere troppo…era già tanto che lui lo
stesse cercando…
Aveva
appeso il soprabito sull’attaccapanni, e aveva allungato le braccia verso l’alto,
per distendere i muscoli doloranti della schiena.
Se mi da fastidio adesso, non oso pensare a
quando sarò al nono mese…
E
in quel momento, un Ron Weasley decisamente scuro in
volto aveva fatto il suo ingresso nella sala.
Hermione
aveva sobbalzato e tirato un urletto, quando se l’era
visto comparire improvvisamente davanti.
Accidenti, mi ero dimenticata di Ron!
-Cristo
santo, Hermione!!- il ragazzo si era avvicinato imperiosamente all’amica,
afferrandola per gli avambracci e scuotendola con forza –avevi
detto che saresti uscita per cinque minuti! Ma ti
rendi conto di cosa ho pensato in queste ore vedendo che non tornavi, senza un
misero messaggio che avvisasse del tuo ritardo e soprattutto nelle tue
condizioni??!! E con il pensiero di Danny finito chissà
dove!- aveva urlato rosso in volto, mentre la ragazza lo guardava spaventata.
-Ron…oddio,
mi ero dimenticata…- aveva balbettato Hermione,
cercando di scostarsi dalla presa fin troppo salda dell’amico.
-TI
ERI DIMENTICATA?- aveva urlato con tutte le sue forze, la rabbia mista allo
stupore per una cosa tanto assurda –PORCA PUTTANA, HERMIONE, IO SONO BARRICATO
IN QUESTA CASA DEL CAZZO A CAUSA DI UN TUO FOTTUTISSIMO INCANTESIMO DA ORE,
COMPLETAMENTE ISOLATO DAL RESTO DEL MONDO, E TU MI VIENI A DIRE CHE TI ERI
DIMENTICATA??!!- il viso era completamente arrossato per lo sforzo, mentre la
presa sulle braccia esili della ragazza si stringeva
tanto da bloccarle la circolazione.
-Calmati!-
nonostante fosse spaventata dalla sua reazione, non poteva permettergli di metterle
i piedi in testa, non dopo una giornata del genere –Mi dispiace,
va bene?! Avevo troppe cose a cui pensare, non l’ho
fatto intenzionalmente!- aveva strillato, puntando le mani sul torace del
ragazzo per allontanarlo da se.
Ma tutto quello che aveva ottenuto era stato di essere
spinta con forza contro al muro da un più che mai infuriato Ron Weasley
–ACCIDENTI A TE, HERMIONE!! Mettiti nei miei panni, per un fottutissimo
istante! Mi chiami a casa ubriaca fradicia, vengo da te e ti trovo uno straccio
a vomitare anche l’anima, poi scopro che sei incinta, che Harry ti ha abbandonata e che mio nipote è sparito nel nulla. E nel bel
mezzo di tutta la storia sparisci senza dirmi dove vai
e mi chiudi in casa tua per ore…E MI DICI DI CALMARMI??!!- per fortuna che la
casa era stata magicamente insonorizzata, se no probabilmente i vicini
avrebbero chiamato la polizia.
E
in tutto quel caos nessuno si era accorto del sonoro “crack” di qualcuno che si
era appena materializzato nella stanza, e che scioccato
aveva assistito a tutta la parte finale della scenata.
-FANCULO
RON!! SE NON CI HAI FATTO CASO, E’ STATA UNA GIORNATA
DI MERDA ANCHE PER ME!! È PERFETTAMENTE PLAUSIBILE CHE IN TUTTO QUESTO CASINO
ABBIA DIMENTICATO CHE TI TROVAVI IN CASA MIA...E TRA L’ALTRO SONO PERFETTAMENTE
IN GRADO DI BADARE A ME STESSA, DI CERTO NON DEVO RENDERE CONTO A TE!- aveva cominciato a riempire di pugni il torace del ragazzo,
mentre la rabbia le faceva riempire gli occhi di lacrime. Ma
non poteva piangere ora, avrebbe fatto per l’ennesima volta la figura della
debole.
Ma si sa, la rabbia rende ciechi…
-SAI
CHE TI DICO, HERMIONE GRANGER??!! NON ME NE FREGA PROPRIO UN CAZZO NE’ DI TE, NE’ DI QUEL POVERO COGLIONE DI HARRY E NEANCHE
DEL FATTO CHE DA BRAVA TROIA TI SEI FATTA METTERE INCINTA…- neanche lui
probabilmente si stava rendendo conto di quello che diceva, e soprattutto
dell’espressione allucinata e sconvolta che si stava dipingendo in volto a
Hermione -NON ME LO SAREI MAI ASPETTATO DA UNA COME TE…I TUOI PREZIOSI LIBRI
NON TI HANNO INSEGNATO CHE I BAMBINI NON LI PORTA LA CICOGNA, E CHE QUANDO
SCOPI CON QUALCUNO POI DEVI PENSARE ALLE CONSEGUENZE?? O ERI TROPPO IMPEGNATA A
FARTI FOTTERE DA QUELLO STRONZO PER RIFLETTERCI??!-
solo alla fine del suo discorso Ron aveva assimilato le parole che aveva appena
detto, ma qualcuno era stato più veloce di lui.
Harry
Potter era avanzato con passi pesanti verso i due, aveva afferrato l’amico per
una spalla voltandolo verso di se con una forza che non credeva di avere, e
senza una sola parola gli aveva mollato un pugno dritto al naso,
rompendoglielo.
-Sparisci,
o giuro che ti picchio fino a farti sputare sangue- la sua voce era stata roca e profonda, quella di uno che si sta
trattenendo pesantemente dall’uccidere a mani nude qualcun altro.
Ron
aveva spalancato gli occhi, portandosi una mano al naso sanguinante.
Cosa aveva fatto…?
E senza una sola parola si era smaterializzato, diretto
chissà dove.
Finalmente
l’attenzione di Harry si era portata sulla sua ragazza.
Hermione
era ancora in piedi contro il muro, entrambe le mani sulla bocca e un fiume di
lacrime sul volto. Aveva emesso un singulto disperato, che aveva cancellato
completamente gli ultimi residui di rabbia di Harry.
Il
ragazzo le aveva sorriso, con fare rassicurante.
E questo aveva sbloccato completamente lo stato di shock di
Hermione.
Era
corsa tra le sue braccia, ed era scoppiata in lacrime contro il suo petto.
Harry
le aveva immediatamente passato le braccia dietro la schiena, stringendola a se
con tutte le sue forze, lasciandola sfogare una volta per
tutte.
E pensare che la
ragazza era convinta di aver esaurito tutte le sue lacrime in quel giorno.
Aveva
pianto disperatamente per lunghi minuti, e alla fine i baci, le carezze e le
dolci parole di Harry erano riuscite a calmarla.
E solo in quel momento si era resa conto di quanto fosse
stanca.
Le
sue gambe non l’aveva sorretta più, e se non ci fosse
stato il ragazzo probabilmente sarebbe caduta a terra. Ma
lui prontamente era riuscito a sostenerla, e senza dire niente l’aveva
sollevata tra le braccia con facilità, dirigendosi verso la loro camera da
letto.
La
ragazza era caduta addormentata in un profondo sonno senza sogni prima ancora
di toccare il letto.
Harry
aveva sorriso dolcemente, nel vedere per la prima volta dopo parecchi giorni
un’espressione rilassata sul suo volto, e il più delicatamente possibile l’aveva spogliata per poi coprirla col piumone.
Era
stata una giornata sin troppo pesante, e la stanchezza cominciava a farsi
sentire anche per lui.
Cercando
di non pensare alle parole di quello che considerava il suo migliore amico, e
il dolore che esse avevano provocato, si era svestito con calma e infilato nel
letto, abbracciando l’esile corpo di Hermione, e assaporando il dolce profumo
dei suoi capelli.
E pensare che tra qualche mese tra loro due
ci sarebbe stato un notevole ingombro…
Aveva
sorriso, e con quel dolce pensiero si era addormentato stringendo a se la sua
bella ragazza.
Erano
quasi le dieci, e Draco Malfoy stava seriamente cominciando a perdere la
pazienza.
Quel
dannato bambino non si trovava da nessuna parte, ed era più o meno la
quindicesima volta che passava davanti a quel fottutissimo
forno.
O
quel marmocchio era una sottospecie di genio del crimine o lui stava decisamente cominciando a perdere colpi.
In
anni di devoto servizio al Signore Oscuro non gli era
mai capitato di doversi affannare tanto per andare a caccia della preda,
specialmente se non era nel suo interesse.
E
tra l’altro si trattava di un misero marmocchio col moccio al naso, non di uno
stratega con anni di esperienza alle spalle.
Aveva
sbuffato pesantemente, mentre una nuvoletta di fumo bianco gli usciva dalla
bocca.
Era
un freddo cane, e quel bambino era da solo chissà
dove…
…strano
come potesse formulare pensieri tanto contraddittori
nell’arco di cinque secondi…
E poi improvvisamente qualcosa aveva colto la sua
attenzione.
Senza
accorgersene era giunto davanti alla stazione principale della zona, che a quell’ora era un po’ più tranquilla rispetto alle ore
diurne.
E ai piedi delle scale che portavano all’ingresso c’era
proprio il moccioso in questione.
Aveva
spalancato gli occhi, sorpreso, e rapidamente si era avvicinato al bimbo.
Danny
stava dormendo della grossa, anche se il nasino era rosso e le labbra tendenti
al viola, e tutto il corpicino era scosso da un
leggero tremito.
Malfoy
aveva scosso delicatamente il bimbo, e questi dopo un po’ aveva aperto prima
uno e poi l’altro dei suoi occhioni chiari,
guardandolo assonnato.
Il
ragazzo aveva accennato un sorriso –Ehi ragazzino, lo sai
che potresti essere scambiato per un piccolo barbone?- aveva detto con la sua
innata grazia.
Danny,
ancora non completamente sveglio, aveva mugugnato assonnato, poi guardando
meglio il suo interlocutore aveva borbottato –Signor Draco?-
-Già…cosa
diavolo stai facendo a quest’ora
e con questo freddo qua fuori? Vuoi prenderti un accidente e farlo venire a tuo madre e a tutto il resto della tua allegra
famigliola?- aveva detto sarcastico, piegandosi sulle ginocchia per mettersi a
livello del bimbo –No, perché in quel caso dovresti invitarmi…non mi perderei
lo spettacolo per nulla al mondo…-
Ma il bambino era troppo piccolo e troppo stanco per
cogliere il sarcasmo tipico di Malfoy, e si era limitato a guardarlo un po’
titubante, poi aveva starnutito.
Il
ragazzo aveva guardato quel ragazzino battere i denti sempre più forte, e non
gli ci era voluto molto a capire che se rimaneva lì
ancora per molto probabilmente poi si sarebbe ammalato sul serio…e poi chi
l’avrebbe sentita la Weasley…
-D’accordo piccoletto. È un po’ tardi per portarti a casa…e
poi probabilmente tua madre penserebbe che sono stato io a rapirti…- aveva
alzato gli occhi al cielo, riflettendo -…e la Granger mi sembrava
un po’ troppo suonata oggi per averti tra i piedi, e poi noi non vogliamo
interromperla mentre fa le cose da adulti con il vecchio Potterino,
vero scricciolo?- ma quando il suo sguardo era tornato a posarsi sul bambino
aveva scoperto che aveva sprecato parole per niente.
Danny
dormiva, e anche della grossa.
-Ho capito, ho capito- aveva borbottato un po’ scocciato,
sentendosi alquanto stupido per aver intavolato una conversazione con un
bambino mezzo assiderato e assonnato più che mai.
Si
era guardato un momento attorno, come per assicurarsi che nessuno lo stesse
osservando, e rassicurato aveva sollevato il bambino tra le braccia,
smaterializzandosi a casa sua.
Ma non sapeva quanto si era sbagliato.
Narcissa
Malfoy aveva chiuso con un tonfo il pesante tomo che si era apprestata a
leggere per buona parte della giornata, e con un movimento aggraziato si era
sollevata in piedi, guardando l’orologio.
Erano
le dieci e un quarto, e suo figlio era fuori di casa da almeno sette ore.
Non
le interessava minimamente dove fosse andato, ma sarebbe
stato educato da parte sua avvisare che non si sarebbe presentato per
cena, così da non far preparare agli elfi domestici più cibo del necessario.
Se c’era qualcosa che non sopportava era la maleducazione e
lo sperpero di denaro.
Leggermente
alterata a causa di quei pensieri, la bella donna si era apprestata ad uscire
dalla stanza per dirigersi verso la sua stanza.
E così si era trovata ad assistere al ritorno di suo figlio,
materializzato ai piedi delle scale, le gote e la punta del naso leggermente
rosate a causa del freddo, i capelli vagamente spettinati per via del vento…e
un bambino in braccio.
La
donna aveva creduto di sognare.
Un bambino in braccio?
-‘Sera mamma- il ragazzo aveva gettato uno sguardo
sfuggevole all’espressione a dir poco allibita di sua madre. Una delle rare
rappresentazioni del fatto che sua madre fosse un essere vivente e non una
statua di ghiaccio.
La
donna aveva cercato in tutti i modi di ricomporsi, e per la prima volta in vita
sua aveva trovato il compito piuttosto difficile.
-Draco…è
un bambino quello che vedo tra le tue braccia?-
Il
ragazzo aveva sorriso, divertito –acuta osservazione mamma…ora scusami ma sono molto stanco- e aveva poggiato un piede sul
primo scalino.
La
donna aveva posato una delle sue fredde e curate mani sul braccio del figlio.
Il
primo contatto fisico dopo anni.
Malfoy
aveva spostato lo sguardo un po’ sorpreso dalla mano al volto senza età di sua
madre –Sì, mamma?- aveva chiesto come se niente fosse.
-…pensi
di darmi una spiegazione?- aveva puntato il dito contro il bambino, guardando
negli occhi il figlio.
Malfoy
aveva sorriso nuovamente –No…buonanotte, mamma- e senza aggiungere altro aveva
percorso la scalinata reggendo suo figlio tra le braccia.
Narcissa
Malfoy aveva lentamente abbassato la mano.
Poi
con la sua solita grazia aveva cominciato a salire la scale,
decisa a venire a capo a tutta questa stramba storia.
Ron
era seduto al bancone di un pub con un bicchiere di scotch intatto davanti.
Al
S.Mungo non avevano impiegato che pochi istanti a
rimettergli in sesto il naso, e ora non gli restava che un pessimo ricordo di
quello che era successo qualche ora prima.
Aveva veramente detto quelle cose a
Hermione?
Si
stava auto maledicendo da parecchie ore, ed era stato tentato di non farsi
guarire la frattura, più che meritata, ma si rendeva conto che l’emorragia
l’avrebbe dissanguato in breve tempo, e non poteva permettersi di svenire come
un salame, non dopo quello che aveva fatto.
Aveva
spezzato il cuore ad una delle persone a cui teneva di più in assoluto, e solo
perché la sua impulsività gli impediva di ragionare a mente lucida.
E Harry, poi…non l’aveva mai visto così fuori di sé…
Rischiava
seriamente di aver distrutto un’amicizia a cui teneva moltissimo, e che durava
da parecchi anni.
Il
fatto è che quelle parole non le avrebbe mai nemmeno
pensate in condizioni normali…andiamo, reputare Hermione una troia solo perchè
lei era riuscita a trovare il suo amore e lui no…proprio come un innamorato
geloso…
Ron
aveva aggrottato le sopracciglia.
Innamorato geloso?
Aveva
scosso la testa con forza, come per scacciare dalla mente il pensiero.
No,
no, lui era innamorato di Tess, Hermione
era solo un lontano ricordo.
O almeno così sperava…
Completamente
preso dai suoi pensieri non fece caso ad una coppia piuttosto losca che fece
ingresso nel locale…e di certo questo era esattamente ciò che si aspettavano i due, dal momento che erano vestiti
completamente di nero con tanto di cappuccio.
I
due si andarono a sedere esattamente dietro di lui…evidentemente convinti che
con quella faccia e il bicchiere davanti fosse solo un ubriacone depresso, e
quindi assolutamente innocuo.
Il
che non si allontanava più di tanto dalla verità.
-…allora,
novità?- il primo uomo aveva sibilato con una voce molto roca, quasi
innaturale.
-…ehm,
veramente sì…ho scoperto qualcosa di interessante…- la
seconda voce era piuttosto insicura e acuta, e non mancava un’evidente nota di
rispetto verso il proprietario della prima voce.
-Shhhh…abbassa quella voce da femmina che ti ritrovi, Perkins…- aveva grugnito alterata
la voce roca.
-…sì,
scusi…ho seguito l’elemento 1…e ho scoperto un paio di cose niente male…- la
voce, nonostante il rimprovero, restava abbastanza udibile, e stavolta Ron potè
cogliere una nota d’orgoglio in essa.
Silenzio.
-…Perkins…hai intenzione di dirmi cosa hai scoperto o devo
aspettare ancora per molto…?- aveva sibilato leggermente arrabbiata la prima
voce, segno evidente che l’uomo stava perdendo la pazienza.
-Certo!...dunque…l’elemento è uscito alle ore 12.15 dalla sua
abitazione, in compagnia di una ragazza di bell’aspetto,
che era entrata pochi minuti prima in casa sua. Hanno camminato per circa venti
minuti lungo la RoseAvenue,
e alle ore 12.35…- il secondo uomo aveva cominciato a parlare a raffica, senza
accennare ad abbassare il tono della voce.
Profondo
sospiro esasperato dal primo uomo.
-Stringi,
Perkins, non voglio sapere a che ora è andato a
pisciare o con chi ha scopato la notte scorsa…ti ho chiesto semplicemente le
notizie principali, se ce ne sono…altrimenti abbiamo già chiuso il discorso…e
abbassa la voce!- aveva concluso a denti stretti,
spazientito più che mai.
-Certamente!...bene, alle ore 10.15, dopo aver girato a lungo tra la…ok, ok, ho capito, stringo…si è fermato davanti alla
stazione principali, e improvvisamente si è avvicinato ad un oggetto non meglio
identificato, o almeno inizialmente. Successivamente,
con un incantesimo aplifica-suoni ho scoperto che
l’oggetto era un bambino, dal tono e dalle dimensioni probabilmente piuttosto piccolo,
e dalla conversazione ho scoperto alcuni dati interessanti…- aveva detto tutto
d’un fiato, e prima di iniziare i tanto attesi dato aveva preso un profondo
sospiro.
A
quel punto Ron si era piegato fingendo di allacciare le scarpe, in modo da
poter osservare le due persone indisturbato. La voce
acuta apparteneva ad un tizio piuttosto magro e allampanato, e nonostante il
cappuccio riuscì a notare che doveva essere piuttosto giovane, dal momento che
aveva il viso coperto di brufoli e naturalmente la voce insicura. L’altro uomo
invece si era coperto molto più accuratamente, e Ron riuscì
solamente a vedere che aveva un colpo piuttosto solido e muscoloso, di
dimensioni medie.
Il più giovane riprese a parlare.
-…innanzitutto,
ho dedotto che il bambino doveva essere un fuggitivo, probabilmente dal suo
domicilio…- aveva cominciato, ma era stato immediatamente interrotto.
-Perkins…non è un criminale evaso da
Azkaban, è semplicemente un bambino scappato di casa…- aveva sussurrato
annoiato il primo uomo.
-Ovvio…e
poi si è parlato del fatto che il fuggitivo aveva fatto preoccupare la sua
famiglia, che aveva freddo, che l’elemento 1 sarebbe stato contento se alla
famiglia fosse venuto un accidente e infine hanno parlato di persone di cui
sono riuscito ad identificare i nomi, in particolare una certa “Weezly”, credo, poi una certa “Granger” e infine un
soggetto denominato “Potterino”, anche se non sono
riuscito a verificare l’attendibilità di questi nominativi- altro sospiro
profondo.
Ron
aveva sgranato gli occhi.
Cosa?
-“Potterino” hai detto? Mmm,
interessante…e poi…?- l’uomo robusto stavolta appariva un po’ più interessato.
-E
poi l’elemento a preso in braccio il fuggitivo e si è
smaterializzato- concluse orgogliosamente il ragazzo.
-Bene…bel
lavoro Perkins…il nostro Malfoy sta cominciando a
giocare sporco, eh? Perfetto, avrà pane per i suoi denti…- e senza aggiungere
altro si alzò in piedi e uscì dal locale, seguito a
ruota dal giovane.
Ron
rimase immobile per qualche secondo.
Poi
infine recepì completamente il messaggio, e scattò in
piedi, rovesciando il contenuto del bicchiere.
Avete ragione ragazzi, ma in questo periodo ne ho talmente
tante che non so più dove sbattere la testa!!! ^^°
I miei fantastici prof hanno deciso di concentrare tutte le
interrogazioni e le verifiche in queste due settimane, e non so perché ancora
non mi sono sparata un colpo… -_______________-
Stamattina ad esempio mi auguravo un attacco di appendicite, e gli altri giorni cose del genere!!!!
Ma ce l’ho fatta, e vi prego di
scusarmi infinitamente!!!!!!!
Bene, e ora, le vostre rispostucce…quanto
vi voglio bene!!!!!!
Terry: eddai, non
fare così…!!!! Non credo di volerli scoppiare, ma hai
visto anche tu l’andazzo!!! Io mi penso la fic nell’istante in cui la scrivo…non è colpa mia!!!*-*°
!!!!! però continui a leggere lo stesso….veroooo?????
Sakura89:
carissima!!! Ma ti ringrazio moltissimo!!! È sempre
bello non ricevere minacce o simili…ti sono molto grata!!!! ^^°
Marco: ancora
Ginny non si è vista (effettivamente l’ho un pò esclusa ultimamente!!^^°), ma puoi
immaginarti…effettivamente l’incazzatura tra ron e
harry c’è stata, anche se a prenderle è stato il ns
bel rossino…aaaaahhhh…che
soddisfazione!!! Siaosiao!!!
^_________^
Ginny88: ma
benvenuta, cara niuentri (evvai…il
mio inglese è galattico!!!!XDXDXD)!!!!!!!! ma sono contentissima che ti piaccia, beeeeeeeeeeeeeeeene!!!!
E naturalmente ora sarai costretta a recensire sempre…eheheheheheh
mi sa che ti tocca!!!Taao!!!
^__________________^
Blufairy87: ma
che bellissimo!!! Altra niuentri!!!!!
Ti ringrazio infinitesimalmente….e spero che
continuerai a farmi sapere (veeeeeeeeero???!!!). anche a me piacciono loro
due…ma tutte le coppie vanno bene, purchè facciano
tanti bei bimbozzi rosa e vadano d’amore e
d’accordo!! ^______-
Anastasia9:eeeeeeeeeeeee lo so…la classe non
è acqua!!!! Acci, come mi sento modesta stasera!!! XD!!!! Vedrai vedrai il nsmalfoyuccio…eheheh…^________________________^
_heAtHer_: Mia carissima!!!
Chiedo umilmente perdono!!!! ^////^!!!! Non sono ancora riuscita a vedere i
progressi della tua bellissima ficcy, ma mi rifarò, giuringiurello!!!
Tutta colpa di quei bastardi dei miei prof!!!! grrrrrrrrrr!!! >____suspance!!!!!
^^°!!!!!
Lilyblack_Melian_Istel: orca, ho dovuto fare il copiaincolla per il tuo nick!!!! XD!!!! Ma naturalmente, tempo permettendo, leggo!!!! ^_^!!!! Lo so che questo draco è grazioso, ma è troppo
bravo per essere vero, eh?! Eheheh…^____-
sssssssssiao!!!!
IM: altra niuentri?? Ma che splendore!!!!!
^_______________^!!!!!!!!!!! E lo so, anche a me piacciono quei due assieme, e
ci ho dedicato ben 14 chap nell’ultima ff…poi mi sono rotta, e ora ho cambiato orizzonti!!! XD!!!
Takami:
ma denghiù (se mi sente la mia inglisc
prof….!!)!!!!!!!! e io non vedo l’ora di leggere il proxcomments!!! ^_____________^
Hermia:
hello!!!! Sai, sono
perfettamente d’accordo con te sul fatto che malf è
bello proprio per la sua caratteristica di ‘bello e dannato’,
e fin’ora sta apparendo piuttosto occhei,
sin troppo…ma noi nn ci adagiamo sugli allori,
vero??!! ^____-
Maria:
ma ciao, niuentruccia!!!!!!!!!
Ma che bello, sono contentissima!!!fammi sapere!!!!
EyeOfRa:
evviva! Quante niu oggi!!!!Anche a me piace l’idea di Gin ragazza madre, e specialmente
nelle condizioni in cui è dovuta diventarlo! ^_^!!!!
Fiffifuffi:
mi dispiace di aver deluso le tue aspettative!!!
ç_____ç!!!!! Ma non ho proprio aggiornato in fretta x mancanza di tempo…puoi immaginarti la mia felicità!!!! O_o…!!!!!!!!!
Ily:
ma grassie!!!!! ^________^!!!!!! Però purtroppo non credo che Hermy
e Ron torneranno insieme, come ho già detto ho dedicato la mia scorsa ficcy a loro due, e in questa ho preferito puntare su
altri…ma chissà…tutto può essere!! ^_____-
Juliet:
ma ragazzi, voi mi volete far commuovere!!!! Ancora niuentri che mi fanno compliemntuzzi?????!!!!! Non mi fate arrossire!!!
-^/////////^- !!!!!!! ma grazie, mia cara!!!!!
Verdiana: bene, e
con questa nuova niuentri è ufficiale che il mio
cuore scoppia di felicità!!!!!
^____________________________________^!!!!!!!! Non so se
rendo l’idea!!!! Spero di non deludere le tue aspettative, anche perchè non so
neanche io dove andrà a parare sto putiferio!!!! Ma adoro i complimenti (e
ovviamente apprezzo le critiche costruttive!!)!!!!!
e ora, dopo aver saltellato come
una scema dalla gioia per tutti questi meravigliosi commenti, non vi faccio
attendere oltre…
e confido che anche alla prossima
tornerete tutti alla carica, mi raccomando!!!!!!
Ginny si era materializzata davanti all’ingresso della casa
di Harry e Hermione.
Sicuramente lei e Danny dovevano
essere ormai tornati a casa da un po’, e quindi le sarebbe convenuto inventare
una balla per giustificare a suo figlio la sua lunga assenza.
Era piccolo, ma anche troppo sveglio.
Aveva suonato il campanello.
Strano, non si udiva nessun rumore provenire
dall’abitazione, c’era un silenzio quasi innaturale.
Aveva suonato nuovamente.
Niente.
Probabilmente erano andati a riposarsi.
Aveva portato una mano sulla maniglia, per verificare se
casualmente la porta fosse rimasta aperta.
FFFZZZZ.
-AHIA!- aveva ritirato di scatto la mano dolorante.
Accidenti, aveva preso la scossa!
Con una smorfia si era portata la meno al petto, pensierosa.
Una barriera? Perché mai Hermione
avrebbe dovuto mettere una barriera attorno a casa sua? Forse aveva paura dei ladri e per una volta si era decisa ad usare
un metodo magico per preservare la sua incolumità?
Aveva recentemente costretto Harry a comprare uno strambo
aggeggio babbano, antifurto, da quel che diceva lei, per proteggere la casa dalle incursione esterne.
Mah…a capirla…
In ogni caso di certo non potevano essere in casa. Forse,
vedendo che non tornava, Hermione aveva deciso di portare un po’ in giro Danny,
per consolarlo del fatto che sua madre fosse misteriosamente sparita.
Aveva sospirato, sconsolata.
Accidenti, che razza di giornataccia…
Gettando un’ultima occhiata alla casa apparentemente vuota,
si era smaterializzata diretta a casa sua, decisa ad aspettare lì notizie
dell’amica.
Aveva bisogno di
schiarirsi un po’ le idee.
***
Alcune ore dopo.
Non aveva pensato neanche per un istante all’opportunità di
usare la materializzazione.
Semplicemente, Ron Weasley si era alzato di scatto dal
bancone rovesciando lo sgabello sul quale era seduto, aveva gettato alcune
monete al barista senza attendere il resto e si era fiondatofuori dal locale, cominciando a correre a rotta di
collo verso casa dei suoi genitori e di sua sorella.
Era preoccupatissimo.
Dannazione, che cavolo voleva quella serpe di Malfoy dal suo
nipotino?
Era una sottospecie di vendetta per le angherie subite a
scuola?
Ma perché prendersela proprio con
un bambino innocente?!
Senza pensare al fatto che all’una di notte la gente poteva
essere già da un po’ nel mondo dei sogni, Ron, giunto davanti alla porta
dell’abitazione, si era messo a tempestarla di pugni e ad urlare a squarciagola
di aprire l’uscio.
Diverse luci di finestre tutt’attorno
si accesero e molti volti stupiti, assonnati, curiosi
e arrabbiati fecero capolino sulla strada, fino a che un quanto mai scioccato e
intorpidito Arthur Weasley non aprì la porta al figlio minore, guardandolo come
si guarda un pazzo criminale appena uscito da Azkaban.
-Ron, ma che diavolo ci fai tu qui?- aveva fatto entrare in
fretta il ragazzo chiudendogli la porta alle spalle, dopo essersi profuso in
scuse con i vicini.
-anf..pa-papà…anf…- il giovane rosso
era piegato in due appoggiato al muro, cercando di regolare il respiro affannoso.
-Figliolo, è successo qualcosa? Mi hai fatto venire un
colpo! Che ci fai tu qui?- Arthur aveva afferrato il figlio per un braccio e
l’aveva trascinato su una sedia davanti al tavolo della cucina, cominciando
all’istante a preparare un thèbello
forte.
-Oh mio Dio, Ron!- Molly Weasley,
con tanto di vestaglia rosa e cuffia da notte, non appena individuata la causa
di tanto baccano, si era fiondata verso il suo bambino, stringendolo tra le braccia e mozzandogli ancora di più il
fiato.
-M-mamma…lasciami…così
mi strozzi…- c’era voluto del bello e del buono per schiodare Molly da Ron, ma alla fine le braccia robuste dei due
uomini l’avevano fatta sedere su un’altra delle sedie, permettendo al ragazzo
di riprendersi definitivamente.
-Dov’è Ginny? Devo
parlarle immediatamente!- era scattato in piedi come una molla, sotto lo
sguardo allibito dei genitori.
-Cosa…? Ginny sta dormendo sul divano, è crollata oggi
pomeriggio e da allora non si è più svegliata…ma che è successo?- Arthur aveva guardato turbato il figlio, stupito dal suo
comportamento.
Ma prima ancora che Ron potesse
aprire bocca, una Ginny parecchio confusa e spettinata fece il suo ingresso in
cucina.
Con gli occhi ancora mezzi chiusi cominciò
a guardarsi intorno, senza capire né dove
fosse, né che ora fosse e neanche chi ci fosse.
Infine il suo sguardo si era posato su Ron per alcuni
secondi.
E il messaggio era arrivato al
cervello improvvisamente.
-RON!!!- la ragazza, senza pensarci
sopra neanche un secondo, aveva spiccato un balzo verso il fratello
atterrandogli in braccio, col serio pericolo di finire a terra assieme a lui
–Che ci fai qui!!!-
Il ragazzo, dimentico per un secondo della situazione, aveva
risposto calorosamente al suo abbraccio. Era bello rivedere
la sua famiglia, solo sarebbe stato meglio in un momento migliore…
Si era staccato titubante da Ginny, tenendole le mani
–Ehm…Ginny, c’è una cosa che dovresti sapere…- la
ragazza l’aveva guardato un po’ preoccupata, mentre il sorriso rapidamente
scemava.
-Ron…è successo qualcosa con Tess?-
si era guardata un attimo attorno distogliendo per la prima volta l’attenzione
da suo fratello…e aveva notato che i suoi genitori erano in pigiama –ma che ci
fate in pigiama a quest’ora?!- ma poi un grillo le era balzato in testa, e aveva guardato l’orologio babbano
che portava al polso…
-ACCIDENTI! Ma è l’una!! Perché nessuno mi ha svegliato? Dov’è Danny!- aveva gettato un occhiata furiosa ai suoi, e si era messa a guardarsi in
giro, come se suo figlio potesse spuntare da sotto il lavandino.
-Ehm…- Ron si era passato una mano tra i
capelli -…e proprio di questo che ti volevo parlare…-
Ginny si era voltata di scatto verso di
lui, guardandolo in cagnesco -…che cosa vorresti dire…?- aveva ringhiato
tra i denti.
Strano come una donna
possa cambiare atteggiamento nell’arco di un nano secondo…
-…forse è meglio se ti siedi…- spaventato, aveva fatto un
cenno con la mano ad una sedia.
Ginny l’aveva fulminato, senza accennare a muoversi.
–parla-
I vicini, da poco tornati a letto dopo il chiasso di quello
strano ragazzo rosso, si erano visti improvvisamente vibrare le vetrate, accompagnate da un urlo bestiale che aveva squarciato
l’aria.
-CHE COSA??!!-
Draco Malfoy era fermo in quella posizione da un buon quarto
d’ora.
Non sapeva perché, ma osservare quel bambino dormire gli
dava come un senso di pace interiore.
Aveva scosso la testa, ridendo tra se e se.
Associare la parola Malfoy alla parola pace era una
sottospecie di bestemmia…
Ma non poteva negare che osservare
quel bambino non lo disgustava più di tanto.
Suo figlio…
Accidenti, non era come se avesse appena scoperto di averne
uno, ma poco ci mancava!
Non era sua abitudine soffermarsi allo specchio a
contemplare i suoi lineamenti, ma doveva ammettere che quel bambino ne aveva parecchie della sua famiglia.
Talmente tanto che, se sua madre si fosse soffermata a
guardarlo anche solo pochi secondi, non ci avrebbe
messo molto a fare due più due.
Anche se dubitava fortemente che
sua madre provasse anche solo un vago interesse per qualcosa che non fosse il
suo aspetto fisico, tormentare gli elfi domestici e spettegolare con le sue
amiche il sabato pomeriggio, davanti ad un thè
fumante servito su un quanto mai costoso servizio di porcellane.
Naturalmente lui non era incluso nell’elenco.
Spesso era arrivato a chiedersi come sua
madre e suo padre avessero potuto concepirlo.
Magari suo padre da giovane poteva essere anche stato un
uomo quasi nella norma, con i desideri e i bisogni tipici di un ragazzo, ma sua
madre No.
Su questo non c’era il minimo dubbio, e se non fosse stato certo che avrebbe intaccato il buon nome della
sua famiglia, si sarebbe convinto che era stato impiantato con un qualche
incantesimo nel ventre della madre, qualcosa tipo l’inseminazione artificiale
dei babbani.
No, per il parto nessun problema. Sua madre aveva una sorta
di predilezione per il dolore fisico, sia proprio che altrui. Era stata
abituata sin da piccola a non essere debole, e da brava madre aveva insegnato
tutto questo a suo figlio.
C’è chi si sarebbe stupito nel sentire
che in casa sua a portare i pantaloni era Narcissa Black, e non Lucius Malfoy. Ma effettivamente era così, gran parte della
sua educazione dipendeva da sua madre, nonostante in
pubblico si parlasse di suo padre, sempre per non intaccare la tradizione.
E una cosa simile stava avvenendo
anche con suo figlio. Era palese che la Weasley ci aveva
messo anche troppo del suo.
Ma come darle torto, dopotutto quel
bambino non l’aveva mai avuto un padre.
Ma stavolta non avrebbe permesso
una cosa simile, sarebbe stato uomo tanto quanto in passato suo padre non lo
era stato, e avrebbe rivendicato la propria autorità su quel bambino che
possedeva per metà il suo stesso corredo genetico.
Ma su una cosa era certo. Non lo
avrebbe mai imbarcato in un destino come il suo, non voleva
che per qualche stupido accordo o convenienza quel bambino dovesse trasformarsi
in una macchina assassina sotto il comando di un mostro.
Lui ormai era segnato, ma avrebbe impedito
a tutti i costi che il suo discendente subisse la sua stessa sorte.
No, non era per bontà, né per altruismo. In un certo senso
era solo puro egoismo.
Semplicemente, voleva che quel bambino diventasse la sua
esatta copia, ma col vantaggio di poter scegliere la strada migliore per lui. Una strada di potere e onore, senza dover baciare i piedi a
nessuno.
In pratica, quello che sarebbe
voluto essere se non fosse incappato in una sorte senza via d’uscita come la
sua.
Ma improvvisamente i suoi pensieri erano
stati bruscamente interrotti da alcuni colpi irregolari contro la finestra
della sua stanza.
Stupefatto che qualcuno venisse a
disturbare nel cuore della notte una persona della sua fama, ben sapendo che
non l’avrebbe passata liscia, il ragazzo si alzò in piedi e si avvicinò ai
battenti della finestra.
E per poco non scoppiò a ridere
quando riconobbe la persona in questione.
Con un sorriso sornione ben dipinto sul viso, Malfoy
spalancò le vetrate e rivolse un sorriso sarcastico alla ragazza che stava in
piedi nel suo giardino.
-Stronzo, ridammi
mio figlio- Ginny, con tanto di mazza da baseball in mano e
espressione feroce in viso, fulminò con lo sguardo il biondo con quella smorfia
in faccia odiosamente sicura di sé.
-‘Sera anche a te, Weasley. È un
piacere vederti qui in quel modo. Se prima ero
convinto che fossi pazza, ora mi hai tolto qualsiasi dubbio- rispose a tono
sorridendo.
-Fottiti.
Cosa hai fatto a Danny, bastardo?- le sua mani si
strinsero convulsamente sull’impugnatura della mazza –vieni giù e affrontami se
hai il coraggio!-
Il ragazzo sgranò gli occhi per lo stupore.
E questa da dove se l’era tirata fuori?
-Con immenso piacere!- e prima ancora che la ragazza avesse
tempo di assimilare la risposta, Malfoy si era materializzato a tre centimetri
dal suo corpo.
Per lo spavento, Ginny fece il miserabile errore di
indietreggiare e di abbassare per un secondo le braccia.
Neanche a dirlo, Malfoy ne approfittò
per immobilizzarle un braccio torcendoglielo dietro la schiena e girarla in
modo che le sue spalle combaciassero col suo petto.
Ginny gemette e arcuò la schiena per la scomoda posizione,
oltre che per il dolore.
-Dicevi?- le soffiò in un orecchio
con sarcasmo.
-Lasciami- sibilò la ragazza, con
un misto di paura, rabbia e stupore per essersi lasciata ingannare tanto
facilmente.
E contro ogni previsione il ragazzo
le obbedì.
Ginny si allontanò di scatto e si volto verso di lui,
riacquistando in fretta la furia di prima –Sei un miserabile figlio di puttana!-
-Sei recidiva, Weasley- con tutta tranquillità si infilò le mani in tasca –e comunque attenta, mia madre
potrebbe offendersi, e ti assicuro che dopo sarebbe una bella gatta da pelare…-
le disse come se parlasse del tempo.
E naturalmente fece montare ancora
di più la rabbia della ragazza –Malfoy, ridammi
immediatamente mio figlio!- strillò rossa in volto.
-Shh, sta dormendo, così rischi di
svegliarlo. E comunque voglio ricordarti per
l’ennesima volta che è nostro figlio-
puntualizzò in tutta calma.
-Argh!- Ginny, con un ringhio, si
avventò con tutte le sue forze contro Malfoy, forse nella vana speranza di
farlo cadere.
Ma non ottenne neanche un misero
indietreggiamento.
In compenso il ragazzo, divertito dalla situazione, la prese
per le spalle e l’avvicinò al suo viso, facendo sfiorare i loro nasi
–Weasley…devo forse pensare che tutta questa scenata è solo
per starmi un po’ appiccicata? Guarda che basta chiedere…-
E senza darle il tempo di formulare
anche mezzo pensiero coerente, colmò la misera distanza che li separava e la
baciò.
Cazzo, era tutto il pomeriggio che desiderava
farlo…
La ragazza rimase immobile, troppo sconvolta per poter
reagire in qualsiasi modo.
E in questo modo permise al ragazzo
di approfittare della situazione, che senza tanti complimenti le infilò la
lingua in bocca.
Per un istante il cervello di Ginny si spense.
Stava bene.
Aveva dimenticato il modo in cui Malfoy la faceva sentire
più leggera e spensierata quando la baciava.
Sarebbe stata così anche in eterno…
Ma si sa, questi shock durano
sempre troppo poco.
SCIAFF.
Ginny, col fiatone e una mano ancora alzata, si allontanò
con un salto dal ragazzo.
Malfoy, col viso ancora mezzo girato e una bella impronta sulla guancia pallida, spalancò gli occhi
dallo stupore.
-Portami. Mio. Figlio- sibilò la ragazza, mentre il petto si
alzava e si abbassava aritmicamente.
Il biondo le gettò un’occhiata allibita.
Poi improvvisamente si smaterializzò.
Ginny spalancò gli occhi.
Ma prima di poter sbattere anche solo una volta le ciglia,
si vide ricomparire Malfoy con in braccio un fagotto.
Un fagotto veramente simile a suo figlio.
-Danny!- con uno strillò strappo dalle braccia del ragazzo
il bambino, iniziando a stringerlo convulsamente.
Ma il piccolo era troppo stanco per
svegliarsi, e con un mugugno si mosse indisturbato nell’abbraccio della madre.
Solo dopo averlo stritolato per diversi secondi la ragazza
si ricordò di non essere sola, e soprattutto di cosa aveva appena fatto il suo
interlocutore.
Decisa ad affrontarlo alzò lo sguardo verso di lui, con
un’espressione decisa in volto.
Per scoprire che tutte quelle smorfie le stava rivolgendo ad
un piccolo cespuglio di ginepro.
-Ma cos…?- in quel momento sentì
distintamente i battenti di una finestra sbattere sopra la sua testa, ma quando
alzò lo sguardo non c’era più nulla.
Guardò confusa le tendine della finestra svolazzare ancora
un po’, e poi tutto tornò perfettamente immobile e silenzioso.
Ma che diavolo era successo, quella
sera…?
Bastò però un sospiro di Danny per distoglierla dai suoi
pensieri. Come sempre, quel bambino veniva prima di tutto.
Lo guardò per un secondo, con un’espressione intenerita. Le
era mancato così tanto, in tutta quella giornata…
Decisa ad andare a dormire e a mettere a letto il suo
bambino, la ragazza si smaterializzò, gettando un ultimo sguardo alla finestra
della stanza di Malfoy.
Vi chiedo scusa un milione di volte, lo so che sono in ritardassimo sulla tabella di marcia, ma tra scuola prima e
vacanze dopo sono stata davvero poco al compu, e solo
ieri e oggi sono riuscita a buttare giù sto capitoletto! O_o…è
stata dura…ù_ù
Allora, magari non è il massimo, ma la ispirescion in questi giorni è scarsina,
e tra l’altro è da dividere a metà con l’altra storia (che devo aggiornare…uff @_@...)…
Quindi, spero che avrete pietà di questa povera vecchia
befana e mi perdonerete! ^^’!
Ah, dimenticavo la cosa veri important…
BUON NATALE!
BUON ANNO!
BUONA EPIFANIA (fatemi gli auguri, è la mia
festa…XD!)!!
Come dice il detto, meglio tardi che mai!!
E ora passiamo ai miei adorati thanks!
Gillian:
ma siao!!! Si, anche io sono
contenta per harry e hermy, sono molto teneri
insieme, è triste quando litigano..ç_ç…ma basta
evitarlo no?! Per quanto riguarda ron, no, mi spiace, ormai è ufficialmente
ufficioso che quel ragazzo ha il cervello più piccolo di una nocciolina (mi
pare che anche la row sia del ns
parere, giusto?!)…quindi, facciamocene una ragione!!^__^!! Ti piace danny? Eh
sì, è un super marmocchio, ma d’altra parte con due genitori simili doveva pur
adattarsi, no?! a prestissimo (spero…^^’!!)!!!
Marco: piaciuta
ginny in versione te-spiezo-in-due?
Tipo dott. Jeckill e mr.Hide…se le toccano il marmocchio,
diventa un mostro!! Eeee, per ora no news riguardo i due tizi…ma verrà anche il loro tempo, don’t
worry! E ron si, direi che
al momento è in un discreto casino…vedremo…ù_ù…bai bai!!
Ginny88: ma
brava!! Hai capito al volo come deve comportarsi una brava niuentri!!
Eeee, il vecchio ronnie per
l’ennesima volta si è fatto fregare dal suo amabile caratterino!!! Mah, chissà come andrà a finire…O_o…davvero
ti sta antipatico harry? Poooovero, dai, non mi dire
così…*_*!!! E per quanto riguarda la discussione…bè, è stata caliente, direi!! XD!! Vedrai per i due
soggetti, presto si saprà anche di loro!!!Aurevoir!!! (mi raccomando,
continua a fare la brava niuentri!!!!^______________^)
Blufairy87:
fantastico!! Un’altra adepta del club
“me-ne-sbatto-altamente-di-che-cacchio-sta-dicendo-quella-povera-pirla-del/la-prof”…congratulascions, medaglietta ad
honorem!!!! Draco ha le idee un po’ contorte per quel che riguarda danny (a
dire il vero per quel che riguarda tutto!!), quindi sinceramente ancora non so che combinerà!! Mi pare che qui siamo tutti d’accordo che
ronnie è un bel cervello di gallina, e che harry è un
bravo ragazzo (almeno, quasi tutti!O_o…!!!)…e quindi…fammi sapere anche di sto chappy,
plis!!!!^________________^!!!!
Verdiana: e ora
invece che cosa mi dici di draco?? Qui direi che ha prevalso il cinismo…appena
un tantino…^^’…!!! Povero ron…tutti che gli danno
contro dicendo che il pugno se l’è meritato…ma effettivamente è così,
quindi…ben gli sta!! ù_ù!!! Attendo
altri comments!!! ^___^!!!!
Terry:
i losconi si scopriranno (anche se non ho ancora
deciso quando…^_-!!)…e malf è sempre il solito malf…anche in questo chappy ha
rivendicato il suo meraviglioso carattere!!!Sorry per il ritardo…perdonata?? ^^’!!!
Sakura 89: ma mersìbocù!!!! Che bello che
bello, mi piacciono i compliments!!!!
XD!!! Anche se mi verysorry per il ritardo…ù_ù…molto
dispiaciuta…
Hermia:
a me piace molto narcissa, soprattutto perché è un personaggio poco visto nei
libri (escludendo il 6, ovviamente!!), ed è bello caratterizzarla come madre e
moglie di due tipi tanto misteriosi!!! Eh sì, il nsronnie ha commesso l’ennesimo
errore…(sono d’accordo con te, fossi stata in hermy
un paio di mosse di kung-fu ci sarebbero state!!
XD!!)..vedremo…su draco, direi he
se prima era incoerente ora è totalmente fuori dai coppi!!! Ma è così che vedo
draco…lunatico al punto giusto!!^____^!!! E tranqui
per ronnie, gli voglio tanto bene anche io!!!!!
Lilyblack:
salveloxragazza-dal-nick-chilometrico
(per restare in tema!XD!!!) !!! in qstchappymalf è stato un po’
meno buonino, eh?! Chi lo capisce è bravo!!! Fammi sapere!!!!^___________^
_heAtHer_: ciao tessora!!ma davvero le hai lette?? Per non tutto il male… c’ho messo una vita…mi è venuta una specie di beautiful, e
ho fatto una fatica porcella a portarla avanti!!! ^^’!!! credo di averti già
risposto con la mail (se mi sbaglio perdonami, sono un po’ inscimunita!!!^^’!!),
e mi disp x la tua storia, anche se sono
perfettamente d’accordo con te, senza ispirazione è una faticaccia!!! ù_ù!! A presto, bacione!!!!
Madox: niuentri!!!Benveniu!!!! Spero di non
averti deluso/a (ehm, sei femmina o maschio?^^’!!)!! di
solito non ci metto così tanto ad aggiornare, chiedo perdono!!!!
Dady: ok per il pugno, ma nooooo,
noi vogliamo bene al piccolo ronnie!!!
È solo un pochino impulsivo, testardo, geloso, egocentrico, permaloso…ma niente
di che!!! ^^’!!! e visto che dracuz non è poi così
tenero come può sembrare?! Gente, parliamo di un mangiamorte stupratore (x chi
ricordasse l’inizio della ff!!)…la mia passione!!!XDXDXD!!!!
Martyblack: niuentry!!!Iuppy!!!!
^________________^!!!!! Ma graccccccie!!!! Le niuentri sono sempre
buonissime, poi diventano un po’ cattivelle man mano
che si “inveteraniscono” di sta storia (gente, non x
niente ho 6 e 7 in italiano…bastardissima strega…>_<….)…ma la speranza è
sempre l’ultima a morire…!!danke!!!XDXDXD!!!!
Mel-chan: ma che niuentribontosa che ho trovato!!!!Trooooooppo buona!!! Qui io mi
monto la testa e addio ragionevolezza (tranquilli, non che prima ci fosse!
XD!)…tranqui, se c’è una coppia che non cambierò
quella è proprio d/g…o almeno credo…O_o…mah…eheheheheh!!!! Bai bai!!!
Deepderk: evvai!!!! Altra niuentri, sono molto
veri eppi!!!!!! Ti ringrazio
per i compliments, e anche io sostengo r/Hr, solo che con l’altra mi sono fatta due zebedei così, quindi ho cambiato per un po’ sponda…o
almeno, per il momento…ù_ù…siiiiao!!!!
Rosy22: last
comment and last niuentri!!!! Ma che bella giornata!!!...mi
sto prodigando in scuse x l’orrido ritardo…colpa della scuola, eh ù_ù….ma farò la brava
prossimamente, promesso!!! ^_-!!!
E ora che ho finito,
posso ritagliarmi un angolino di pazzia…
FINALMENTE E’ USCITO IL
NAMBAR SICS!!!!!!!!!! IUUUUHUUUU!!!!!
L’ho già letto in
inglese (quale inglese, direte voi…), ma naturalmente ho bisogno di leggere la versione italiano, soprattutto per scoprire le traduzioni
dei nomi (slughorn è lumacorno??
*_*??!!!)…ma purtroppo non l’ho ancora comprato, e ho
promesso a mia sorella di leggerlo per prima…sigh, sobç_ç….
Ok, chiuso angolino, qui vi saluto e vi lascio commentuzzare, perciò un bacione
a tutti (anche ai gentili ascoltatori che seguono da casa ma non
recensiscono…malemalemale…ù_ù…),
se vedemo alla prossima!!!!!
Non so se qualcuno l’avesse notato,
ma nello scorso chappy ho chiamato Jennifer (la
ragazza di Ron…vi ricordate? Bè, tra poco ne sarete
costretti!!! XD!!) Tess…non
so bene perché, il solito rincretinimento!!! Eheheh, molte sorri, buona
lettura!!!!
Capitolo 11
Drrrrinnn.
Drrrrrrrinnnnn.
Hermione aprì lentamente gli occhi, puntandoli direttamente
sulla sveglia babbana sul comodino.
Le 8:00.
Ma chi diavolo era che rompeva al telefono alle 8:00 di mattina?!
Drrrrrrrrrrinnnnnnnnn.
Si voltò dall’altra parte.
Il letto era vuoto. Probabilmente Harry era già uscito per
andare al lavoro.
Umpf. Avrebbe voluto passare un
po’ di tempo con lui, per condividere l’emozione per l’arrivo del bimbo…e
magari per chiarirsi riguardo gli avvenimenti del
giorno precedente.
Drrrrrrrrrrrrinnnnnnnnnnnnnnnn.
Accidenti a quel maledetto telefono! Perché
non si attaccava la segreteria?
Poi un lampo di genio le aveva attraversato
il cervello.
Non era il telefono, era il
campanello!
Hermione aveva rovesciato a terra le coperte, si era
infilata di gran carriera pantofole e vestaglia e si era scaraventata fuori dalla camera da letto.
E una attimo dopo aveva spalancato
la porta tutta trafelata, trovandosi davanti una graziosa ragazza bionda
vestita con molto gusto, con un cordiale sorriso stampato in faccia.
-Sì?- Hermione si era trovata particolarmente a disagio
davanti ad una bella ragazza tanto curata nelle sue condizioni.
-Ehm, salve…- le aveva teso la
mano, senza smettere di sorriderle –Mi chiamo Jennifer Parker,
e starei cercando Ronald Weasley-
Hermione aveva sgranato gli occhi, porgendo allibita la sua
mano –Jennifer? Per caso la Jen con cui Ron convive
da un paio di mesi?...la sua ragazza?- aveva chiesto
stupita.
Il sorriso della ragazza si era allargato –Precisamente.
Ehm, non so se ricorda, ma ieri ho risposto io al telefono…- aveva cominciato
un po’ imbarazzata, rammentando il primo pensiero che aveva avuto quando aveva
sentito la voce di Hermione -…e visto che Ron è
scomparso immediatamente senza una parola e non si è ancora fatto vivo, ho
cercato nei suoi indirizzi personali qualcuno che portasse il nome di Hermione,
e così ho trovato lei. Mi scusi se sono stata indiscreta, ma sono un po’
preoccupata- aveva aggiunto con serietà, parlando
molto rapidamente.
-Ma certo! Si accomodi! Posso darle del tu?- aveva risposto Hermione impacciata,
facendo entrare la misteriosa ragazza di Ron.
-Ma naturalmente!...quindi, ehm,
Hermione, potresti dirmi dove si trova in questo momento il mio ragazzo?-
seduta su una poltrona, aveva guardato con un po’ d’apprensione la ragazza -…lo
conosco abbastanza bene, so che è un ragazzo un po’ impulsivo…- “non dirlo a
me” -…ma solitamente mi avverte sempre quando va via per diverse ore!
Soprattutto se si reca dalla sua famiglia!-
Hermione aveva guardato curiosamente
quella bella ragazza con un tono tanto professionale, sorridendo meccanicamente.
Le faceva strano incontrare la nuova
ragazza del suo ex ragazzo…
-…a dire la verità non lo so…- “e neanche voglio saperlo”.
Tutte le volte che ripensava all’ultima volta che si erano incontrate sentiva
dei dolorosi spasmi dalle parti del cuore. E una
scenata davanti alla sua ragazza sarebbe stata alquanto inappropriata.
Ma l’espressione delusa di Jennifer
l’aveva mossa a compassione -…ma è molto probabile che abbia trascorso la notte
dai suoi genitori, non avendo altri posti dove andare- aveva detto alla bella
ragazza, sorridendole amichevolmente.
-Uh!- la ragazza era rimasta sorpresa da quell’affermazione
–bè, nell’elenco era scritto che questa casa
appartiene anche a Harry Potter, e…ecco, mi stupisce che Ron non sia rimasto a
casa del suo migliore amico…parla spesso di lui, e so che hanno un rapporto
molto stretto!- aveva detto con un’espressione un po’ confusa.
Hermione era rimasta molto ferita
da quelle parole.
Inizialmente aveva pensato che Ron si fosse semplicemente
dimenticato di parlare di lei o di Harry a Jen, ma
evidentemente non era stato così.
Che sciocca era stata a decidere di telefonare a lui dopo il
suo litigio con Harry…non aveva pensato neanche per un istante che magari Ron
non volesse più ricostruire la loro amicizia dopo
quello che c’era stato in passato, aveva agito istintivamente.
Ma in ogni caso la pulce
all’orecchio sarebbe dovuta arrivarle dopo la scenata del giorno precedente.
Perché era stata così ottusa?
-Ehm…Hermione…?- Jen aveva
osservato per un po’ l’espressione della ragazza oscurarsi sempre di più -…c’è
qualcosa che non va?-
Hermione aveva drizzato la schiena di scatto, distogliendosi
in fretta dai suoi tristi pensieri, e impostando in viso un sorriso quantomai falso –Assolutamente no!- si era sollevata in
piedi, imitata a breve dalla sua stupita ospite –sono sicura che troverai Ron
dai signori Weasley…sarà contento di vederti qui, e anche i suoi familiari lo
saranno certamente!- aveva esclamato con finta cordialità.
-Oh…certamente…- Jennifer aveva capito l’antifona, e si era
diretta verso l’uscita –ti ringrazio Hermione per l’aiuto e l’ospitalità…sono
contenta di aver conosciuto la ragazza del famoso Harry Potter!- aveva sorriso
gentilmente, aprendo la porta.
Hermione, in piedi dietro di lei, aveva strabuzzato gli
occhi, senza essere vista.
E quindi lei era semplicemente la ragazza del
famoso Harry Potter?!
-spero di rivederti presto!- Jenera uscita fuori, e sventolando la mano aveva salutato la
ragazza, che dal canto suo non aveva saputo fare di meglio che farle un sorriso
stiracchiato.
Hermione era rientrata in casa, ed aveva chiusa la porta
dietro di sé, senza fretta.
Ignorando amabilmente la calda lacrima che le aveva solcato il volto.
Ginny si era svegliata col sole che le batteva sul viso e un
caldo peso sul ventre.
Ancora ad occhi chiusi aveva sorriso, portando una mano
delicata sull’oggetto che le causava la leggera pressione, carezzando
lentamente la morbida capigliatura di esso.
Aveva alzato impercettibilmente la testa, guardando
amorevolmente il bambino che placidamente continuava a dormire nonostante l’ora
tarda.
Ma poi qualcosa aveva smorzato l’espressione dolce che le si era disegnata in volto.
A guardarci bene, l’espressione di Danny non era così
serena.
La fronte pallida era aggrottata e cosparsa di goccioline,
le gote erano arrossate più del normale e tutto il corpo era scosso da un’impercettibile tremito.
Infine il respiro era tutt’altro
che regolare, molto rauco e difficoltoso.
Ginny si era sollevata a sedere di scatto, ma il bambino era
rotolato sulle gambe senza accennare a svegliarsi.
Preoccupata, la ragazza le aveva posato
una mano sulla fronte, ritraendola di scatto.
Era bollente.
Ormai sveglia del tutto e alquanto spaventata, Ginny aveva
scansato il corpo inerte del bimbo dal proprio, sgusciando fuori
dalle coperte con un salto e prendendolo tra le braccia.
Senza neanche pensare ad infilarsi un paio di pantofole, la
ragazza, con tanto di bimbo febbricitante in braccio, si era avventata fuori dalla porta della sua stanza, scaraventandosi giù
dalle scale.
Al primo piano aveva incontrato un ignaro Ron, che con gli
occhi ancora mezzi chiusi si stava dirigendo in bagno.
L’aveva a dir poco travolto, tanto che il ragazzo era stato
costretto ad aggrapparsi allo stipite della porta della sua stanza, e senza
fermarsi neanche per scusarsi, aveva continuato imperterrita la sua corsa.
-Hei Gin, dico, volevi
ammazzarmi?!- l’urlo era giunto da in cima alle scale, ma la ragazza non vi
aveva dato peso, intenzionata come era a raggiungere la cucina.
Nell’ampia stanza, come ogni mattina, Molly
Weasley era alle prese coi fornelli da diversi minuti,
e suo marito si stava apprestando a leggere la Gazzetta del Profeta.
Ed improvvisamente il loro sacro
rituale era stato interrotto da una scarmigliata, preoccupata e affannata Ginny
che come un terremoto aveva fatto il suo ingresso nella cucina.
-Mamma, Dan ha la febbre altissima
e respira male!- aveva urlato senza fiato, mentre
entrambe i genitori si avvicinavano a lei.
-D’accordo, ora siediti qui,
tesoro, e tranquillizzati- la donna, preoccupata sia per l’atteggiamento della
figlia che per il bambino, aveva afferrato la ragazza
per un braccio e l’aveva costretta a sedersi su una sedia.
Ma Gin era scattata in piedi come una molla –Mamma ti prego! Non si sveglia!- aveva
strillato quasi con le lacrime agli occhi.
Tutte le volte che si trattava di Danny Ginny perdeva del
tutto la sua già scarsa razionalità, lasciandosi immancabilmente prendere dal
panico anche per le situazioni più semplici.
Ma Molly, esperta come era nell’accudire bambini ammalati, aveva costretto la
figlia a sedersi nuovamente, e con decisione aveva preso il bambino dalle sue
braccia.
-Ma…- aveva urlato indignata la
ragazza, guardando sua madre sparire oltre la porta della cucina.
-Tesoro, calmati, ora ci pensa tua madre a Danny, vedrai che
non è niente di cui preoccuparsi. Su, bevi una bella tazza di the- aveva sorriso Arthur Weasley alla
figlia, con la sua solita pazienza innata.
Ma Ginny aveva ignorato l’offerta del padre, tuttavia
rimanendo seduta –Mi sento come nella sala d’attesa di un ospedale…odio
aspettare!-
Arthur, comprensivo, aveva carezzato amorevolmente il
braccio della figlia, nel tentativo di calmarla –Pensa come può sentirsi un
uomo quando aspetta per ore fuori dalla sala parto che
nasca il proprio figlio. E pensa come può sentirsi
quando questa cosa avviene sei volte consecutive…- aveva affermato con
convinzione.
Ottenendo in cambio solo un’occhiataccia –Papà, ti assicuro
che è l’ultimo pensiero di una partoriente che il proprio
marito sia in trepidazione…farei cambio anche subito…e poi non vedo cosa
c’entri con mio figlio!- era sbottata sempre più agitata.
Arthur aveva fatto spallucce –era
solo per sollevare il morale…- aveva detto come per scusarsi.
-Bè, pessima idea- aveva tagliato
corto Ginny, tuttavia un po’ meno agitata.
Pochi minuti dopo Molly era
tornata in cucina, con un’aria pensierosa.
Gin era scattata in piedi –Cosa ha
fatto?!- aveva chiesto spaventata ancora di più dall’espressione di sua madre.
-Mmm…bè,
ha la febbre piuttosto alta, e il suo modo di respirare non mi convince
affatto. Inoltre continua a non svegliarsi, e la cosa non è rassicurante. Gli
ho dato una bella dose di sciroppo, spero che stia meglio
entro breve- aveva detto la donna con aria leggermente preoccupata.
E voleva dire tanto per una madre
che aveva cresciuto sette figli e accudito diversi nipoti.
Ginny, spaventatissima, era corsa
verso la stanza di Danny, travolgendo per la seconda volta Ron, che vestito
stava scendendo le scale per fare colazione.
Il bimbo continuava a respirare rantolando, ogni tanto
tossendo debolmente. Ginny si era avvicinata al lettino
apprensiva, sedendosi sul bordo di esso.
Aveva scostato la frangetta dalla fronte sudata del bimbo,
facendo comparire dal nulla una pezza umida da applicargli sulla fronte.
-M-mamma…-
era stato un flebile sussurro, causato probabilmente dal delirio per l’alta
temperatura.
-Sono qui tesoro…- un po’ più padrona di se stessa, Ginny
aveva continuata a carezzare la testolina del bimbo.
Poi un pensiero le aveva attraversato
la mente.
Era tutta colpa di Malfoy se ora Danny stava male!
Ma come poteva essergli venuta in
mente l’idea di portarselo a spasso col freddo che faceva, e per di più in
piena notte!
Ma soprattutto…come diamine aveva
fatto a trovarlo quando lui doveva essere da Hermione!
Digrignando i denti per la rabbia e la frustrazione, non si
era accorta di un leggero rumore alle sue spalle.
E prima ancora di individuare la
lunga ombra davanti a se, aveva udito una roca voce sconosciuta alle sue
spalle.
-Ma bene…finalmente vi ho trovati…-
l’uomo aveva sghignazzato.
E lei non aveva avuto neanche il
tempo di tirare fuori la bacchetta e voltarsi, perché la voce aveva
improvvisamente urlato stupeficium,
e tutto si era fatto buio.
Harry era seduto alla scrivania del suo ufficio, con una
tazza piena di caffè davanti ed alcune scartoffie.
Quella mattina non aveva atteso il risveglio di Hermione,
nonostante ora sentisse molto la sua mancanza.
Il giorno prima erano successe
troppe cose, doveva chiarirsi per bene le idee prima di confrontarsi con lei.
Prima aveva brutalmente scoperto che presto avrebbe avuto un
figlio, poi aveva abbandonato Hermione per diverse ore e quando era tornato
aveva assistito ad una terribile scenata da parte del suo migliore amico, con tanto
di pugno per finire in bellezza.
Si era passato una mano tra i capelli, guardando senza
vedere le carte che avrebbe dovuto esaminare.
Per fortuna aveva risolto almeno con Hermione, ma Ron…era
rimasto profondamente ferito dalle sue parole, non si aspettava che si fosse
fatto quell’idea della loro relazione.
Che fosse geloso?
Ma no, anche lui stava con una ragazza, e a giudicare dalla
foto che gli aveva fatto vedere era anche piuttosto
carina.
Non era ancora disposto a perdonarlo, ma dopo una notte di
riflessione aveva deciso che parlarci “da uomo a uomo”
sarebbe stata la soluzione migliore.
Improvvisamente le sue riflessioni erano state interrotte
dalla comparsa dal faccione rubicondo del suo collega, nonché
vicino di cubicolo, RobertBurke.
Harry aveva sorriso al ragazzo, suo coetaneo –dimmi Bob-
-scusa se ti disturbo Harry, ma c’è stato un nuovo
avvistamento dell’indiziato numero 15- aveva proferito
l’uomo, guardandolo con una punta d’apprensione.
Harry si era drizzato sulla sedia –quello
sospettato per l’assassinio di KarolAlcott?- aveva domandato pensieroso.
Da un po’ i tempo a quella parte
alcuni loschi individui vestiti di nero avevano commesso diversi crimini a
Londra e dintorni, sempre verso babbani o maghi figli di babbani.
E la cosa faceva irrimediabilmente
pensare ad un ritorno dei mangiamorte, dopo un silenzio durato alcuni anni.
-Sì Harry, esattamente…stavolta pare che sia
stato visto dalle parti di Bayswater- aveva
affermato l’altro, gettando un’occhiata ad un plico che teneva tra le mani
grassocce.
Harry era scattato in piedi.
Bayswater…ma non era il quartiere
dove vivevano Ginny e i signori Weasley?
-Ehi Harry, tutto a posto? Pensavamo di mandare O’Connel e Baker, ma se…- aveva
cominciato Burke, ma venne
interrotto da Harry che in fretta e furia iniziò a raccogliere le sue cose.
-Lascia stare Bob, ci penso io, è il quartiere di Ginny e Dan- e indossato il cappotto, si era
smaterializzato con un saluto nervoso rivolto al suo allibito collega.
Cercando di non pensare al peggio, il ragazzo si era
materializzato davanti all’ingresso di casa Weasley, ma non aveva fatto in
tempo a muovere un passo che era caduto rovinosamente addosso a qualcuno.
-Oh, scusi…- si era alzato in fretta, e aveva gettato un occhiata alla persona.
-Non fa nien…Harry Potter?- la
ragazza aveva strabuzzato gli occhi, sorpresa e compiaciuta allo stesso tempo
-…è un onore essere quasi tramortiti da te!-
Harry aveva sorriso con nervosismo, tendendo un braccio per
aiutarla a tornare in piedi, affatto stupito che la bella ragazza bionda lo conoscesse.
Non era certo una novità.
-Già…perdonami, ma vado di fretta…- si era
scusato frettolosamente, e senza altre parole aveva pigiato il dito sul
campanello.
-Immagino che tu non sappia chi sono…eppure a me di te Ron ha
parlato molto…- aveva dettoJen,
un po’ offesa.
Harry, incuriosito malgrado la
preoccupazione, si era voltato nuovamente verso la bella ragazza, riconoscendo
finalmente in lei la ragazza di Ron vista solo per foto -…Oh, scusami, certo…tu
devi essere Jennifer- aveva detto porgendo una mano con un po’ d’imbarazzo per
la figura, e ricevendo in cambio una stretta emozionata.
In quel momento la porta si era spalancata, e Ron aveva
sgranato gli occhi nel vedere le due persone che gli si paravano davanti –Jen!...e Harry…- aveva aggiunto
con molto meno entusiasmo -…che ci fate voi due?- si era spostato permettendo
loro di entrare, un pò stupito da quella singolare
visita.
Jennifer si era immediatamente lanciata tra le braccia del
suo agognato ragazzo, mentre Harry si guardava intorno
circospetto -…Ehm…Ron, state tutti bene, qui?- aveva chiesto con tono
piuttosto freddo, senza guardare in volto il ragazzo.
-Certo…grazie per l’interessamento…- aveva risposto stupito
Ron, chiedendosi se il suo amico fosse per caso ubriaco.
-No, è che c’è stato un avvistamento da queste parti- senza
aggiungere altro si era diretto frettolosamente in cucina, dove aveva visto i signori Weasley nelle stesse occupazioni di
poco prima.
-Harry caro!- Molly, come sempre
quando rivedeva il suo “ottavo figlio”, gli era andato incontro abbracciandolo
affettuosamente, mentre Arthur alzava un po’ sorpreso il volto dal giornale.
-E’ un piacere averti qui,
Harry…cerchi qualcuno?- aveva chiesto cordialmente al ragazzo in piedi, che
continuava ad avere un’aria alquanto circospetta.
-Grazie signor Weasley…Ginny e Danny dove sono?- aveva
chiesto, stupito di non vedere il bimbo a ingozzarsi
di biscotti a quell’ora della mattina.
-Oh, Danny ha la febbre alta, Ginny è andata su a
controllarlo…a dire il vero, è un po’ che sta di sopra…- aveva
risposto incuriosita la signora Weasley.
Harry, con l’istinto tipico di un buon Auror, si era fiondato al piano di sopra senza altre parole, con un
pessimo presentimento.
Giunto davanti alla camera di Danny, aveva bussato con
insistenza, senza ottenere risposta.
Così, senza esitazioni, aveva aperto di scatto la porta.
Vuota.
-Merda!- si era guardato attorno
con foga, non vedendo niente di sospetto, tranne un letto vuoto e sfatto e uno
strano sentore di sigaro nell’aria, di certo non appartenente a Ginny o al
bimbo.
Ben presto aveva udito dei passi frettolosi su per le scale,
segno che gli altri dovevano aver sentito la sua affermazione poco educata.
-Harry, è successo qualcosa?- il signor
Weasley, seguito dal resto delle persone, si era avvicinato preoccupato
alla stanza.
-Ma…dove sono Ginny e Daniel?- aveva chiesto con
apprensione, dopo aver gettato un occhiata alla stanza
vuota.
Harry si era voltato verso di loro, con un’espressione tesa
e preoccupata in viso -…ecco…io credo che siano stati rapiti…-
-Oddio…!- Jen si era portata le
mani alla bocca, mentre dietro di lei Ron sorreggeva un’accaldata e sconvolta Molly Weasley.
Contemporaneamente, ad alcuni chilometri dall’abitazione, in
una bella villa fuori città, un pallido giovane dagli occhi grigi e i capelli
biondi apriva una lettera appena arrivatagli con un
gufo.
Era un biglietto di poche righe, e mentre lo leggeva dalla
busta era caduto un oggetto non meglio identificato.
La mascella del giovane si era irrigidita, e gli occhi
leggermente aperti mentre leggeva la missiva.
Poi con un gesto rabbioso, aveva appallottolato la pergamena
e l’aveva sassata a poca distanza dall’oggetto misterioso caduto dalla busta.
Guardando meglio, l’aveva identificato, mentre
un’imprecazione gli fuggiva dalle labbra cineree.
Una ciocca di capelli rossi.
Malfoy,
abbiamo
scoperto un paio di cose alquanto interessanti, che evidentemente tu ci avevi
tenuto nascosto per pura casualità.
Ti preghiamo quindi di presentarti in fretta per darci esaurienti
spiegazioni, se non vuoi che succeda qualcosa di spiacevole a questa tua
piccola copia e a sua madre.
E prepara una spiegazione convincente, anche se non credo possa
esistere.
Ma stava diventando troppo monotona la faccenda, e così
all’undicesimo capitolo è scattata la sorpresina!!!!
Mi chiedevate tutti quanti chi mai fossero
i loschi figuri, e così…vi ricorda qualcosa la voce roca del rapitore di gin?
Già “sentita”, eh?? Eheheheh….
A questo punto non so davvero quando mai finirà sta storia,
io penso i capitoli sul momento, per il finale c’è ancora tempo!!!!
Ma se non commentate in tanti poi mi passa la voglia…ù_ù…queste pseudo-minacce
velate…XD!!!
Bene, x kice l’aveva
con ron qui l’ho fatto rotolare x terra un paio di volte, così oltre al danno
la beffa…tvb, ronnie!!!!!
XDXDXD!!!!
End nau…le rispostuzze!!!!!
Questa volta siete stati pochini…me verysadç_ç…ma me lo meritavo
visto il ritardo spropositato…ora sono perdonata
vero??????????? ^///^
Leidia:Niuentri!!!! ellllllo!!!!!!!!
Madanke mille!!
^______________________^!!!!! In due gg…ma che brava!!! Comunque l’avevo già letto in english…anche
se in italiano (dove capisco più o meno tutte le parole!! XDXD!!!) si va molto meglio!!! A presto!! ( e non ti dimenticare
la Legge delle Niuentri…siccome sono bravinebravine le mie niuentrucce, devono recensire seeeeeeempre!!!)
Marco: ehmmmmm…^///^…missione salvataggio danny è un po’ andata a
p*****e…e hermy x il momento è salva, visto che ginny è un tantino incasinata, al moment!!! Ma
visto come sono stata brava ad aggiornare?? ù_ù…molto
orgogliosa di me…J,
a presto!!!!
Blufairy87: hi!!! Ti giuro che il bacio mi è venuto di getto, lìlì sul momento…ma sce voleva,
no???^________^!!!! Eeeehhhh, direi che ora le cose
sono un po’ più complicate del previsto…vedremo…^_-!!!!Baaaaai!!!!!
Ginny88: bravo
soldato!!!! Hai rispettato con onore la Legge delle Niuentri!!!!eeeeeee sì, il bacetto ci
voleva tanto tanto…voglio dire, nei primi capitoli
erano due ventose mandrillomani, poi nada de nada per un bel po’!!! e
noi eravamo stanchi, vero?? ^_-!! Danny è un amore, lo so…quando avrò un
bambino lo plasmerò come lui, altrimenti…collegio!!!
Ma che brava mammina!!! XDXDXD!!! Ma noooooo…vabbè, per harry posso
sopportare il dolore, ma il mio ronnino (che qui è un
tantino sfigato! O_o!)…abbi pietà!!!Aurevoir!!!
Melchan:
Ttttaaaaooo!!! Visto che
sono stata più brava sta volta??!! ^_^!! Sì, il nostro malf
finalmente si è dato da fare…se stavamo ad aspettare quella zitellona di
ginny…apriti cielo!!! *_*!! Ma
ora…eheheh…chissà!! ^_-!!!! A pressssto!!
Hermia:
ecccccotiiiiii!!!!XD!! lo sai che la tua storia è fantastica?!!!! Ma tanto l’ho già detto nella recensione…sì, ho interpretato
cissy così perché mi frullava, ma la tua
interpretazione è davvero stupenda, credimi!! ^______^!!!
Ho preferito distaccarmi dal 6 libro perché ho giurato niente spoiler,e così me
la sono inventata di sana pianta!! Ho visto più la narcissa dei mondiali di
quidditch, quella con la puzza sotto il naso (anche se come dici tu è molto
apprensiva nei confronti di draco…ma difatti ho detto che alla gente appaiono
in un certo modo, è in casa che la musica cambia!!^_^!!)!!!
grazie, è un onore ricevere compliments da autrici
dotate come te!!! XDXDXD!!!
Takami:
ma che bieeeelllooo!!!!
Davvero te gusta?? Anche dopo questo strappo al
copione e sconvolgimento dell’andamento polledge
(come cavolo si scrive…^///^!)??!!! a presto, fammi
sapere!!
_heAtHer_: sssiiiiaaaaooo!!!!!!!!!!!! Visto che ho aggiornato prima stavolta!!!
Scusa x la mail, sono rincretinita, mi sarò confusa e magari l’ho mandata a
qualcun altro…^^’!!! ma che bella figura…^///^!!! A presto!!!
Terry:ma
che bello…mi hai perdonata!!! ^_____________^!!!! Oooooo, quanto sono contenta quando mi dicono che piace sta
robazza qui!!! Vado in
catalessi…*_*!!!! E per premio x avermi perdonata ho aggiornato prima (che
c**o, dirai te…^^’!!)…bai bai!!!!
E
ora che ho finito (sigh…non c’erano tante risps da scrivere…sob…), momento
di giubilo….
AAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!!
HP6 E’ UNA FIGATA SPAVENTOSA!!!
Ma quanto è gnocco harry quando fa il super
uomo e quando si scervella x quei due allocchi di hermy
e ronnie??!! Lo adoro!!! E
poi lo dice hermy stessa che è diventato “attraente”
(ma io lo so la porcella cosa pensava veramente…eheheh…ù_ù!!!)….
L’avevo letto in english, ma direi che erano più le parti che non avevo
“percepito” bene di tutto il resto…e ce credo, starete
pensando, con l’inglese che ti ritrovi…eheheh…^///^!!!
Vabbè, ora lo metto su, così avrete l’opportunità
i commentare subito…ihihih…XD!!!
questo capitolo è venuto fuori un
po’ nc17, ma non penso che per un'unica scena sia necessario modificare
il raiting della storia, no?? Io comunque
ve l’ho detto, se la cosa vi turba…bè, quando sentite
puzza nell’aria saltate alcune righe, e poi sarà tutto finito…^///^!!
Buona lettura!^_^!
Capitolo 12
Buio.
Solo buio.
E freddo.
E un pazzesco dolore alla testa.
Ginny Weasley aprì di scatto gli occhi.
Impiegò alcuni attimi per capire dove si trovasse,
e soprattutto perché.
Si accorse di essere incatenata a qualcosa tramite una
caviglia, e evidentemente le avevano dato qualche
pozione, perché sentiva i muscoli particolarmente intorpiditi.
Poi il ricordo riaffiorò impietoso nella sua testa.
-DANNY!!- urlò, rendendosi conto che il bambino non era con
lei. Che l’avessero lasciato a casa?
Impossibile, quell’uomo aveva
detto “…vi ho trovati…”.
In quel momento udì il rumore di passi amplificato dalle
umide mura di pietra.
Non vedeva nulla, ma dal freddo che le entrava sin nelle
ossa e dal forte odore di muffa era probabile che si trovasse nei sotterranei
di un qualche posto sconosciuto.
Udì il cigolio della probabile porta di una cella, e
qualcuno entrare nella stanza.
-Ma bene…vedo che ti sei
svegliata…- quella voce. La voce del
bastardo che aveva rapito lei e suo figlio.
-Dov’è Danny? Cosa
vuoi da noi? Chi sei?- domandò a denti stretti la
ragazza, dando uno strattone alla pesante catena.
L’uomo rise con perfidia -Calma, calma…una
cosa per volta…- aveva detto con la sua voce roca -…tuo figlio è al sicuro, per
ora…e non voglio niente da te, sarà
qualcun altro a soddisfare le mie richieste, tranquilla…- ma la sua voce non
era affatto rassicurante.
-Voglio vedere mio figlio!- sibilò
più arrabbiata che mai, senza provare la benché minima paura.
-Ma naturalmente…- aveva risposto l’altro, e Ginny aveva
udito la voce farsi più vicina -…però, come ti ho detto, sto
aspettando una persona, poi si vedrà…- doveva essere a pochi centimetri, perché
la ragazza sentiva distintamente l’olezzo del suo fiato sul viso.
Ginny nauseata, aveva cercato di ritrarsi, sentendo però la
gelida parete premere alle sue spalle –Chi sei?- aveva
domandato, quasi sputando le parole.
-Diciamo…un caro amico di qualcuno che conosci anche troppo
bene…- aveva risposto l’altro, e Ginny, con sollievo, aveva
sentito l’uomo spostarsi, e alzarsi nuovamente in piedi.
-Ora, sei vuoi scusarmi, devo
andare a sbrigare alcune faccende…porterò i tuoi saluti a tuo figlio…- aveva
aggiunto sghignazzando, e Ginny aveva sentito i passi allontanarsi nuovamente e
la porta della cella chiudersi nuovamente.
Gli occhi le si erano riempiti di
lacrime.
Danny, dove sei?
***
Jennifer assisteva in disparte alla scena.
Sapeva di non poter partecipare a quella disgrazia
famigliare, e in fondo al cuore provava un senso di disagio nell’assistere a una tale situazione in qualità di sconosciuta.
Avrebbe voluto rendersi utile, cercare di
consolare tutte quelle persone in lacrime, ma lì in mezzo era una
sconosciuta praticamente per tutti, fatta eccezione per Ron.
Ma al momento il suo ragazzo era al
Quartier Generale degli Auror, per partecipare alla ricerca di sua sorella e
suo nipote.
E così lei si era trovata da sola
in mezzo a quell’esercito di gente dai capelli
infuocati, tutti lì per tirarsi su il morale a vicenda e per consolare, in
particolare, la signora Weasley.
Molly, infatti, non aveva smesso per un solo istante di
piangere disperatamente, e a niente erano serviti i due the corretti preparati
dal signor Weasley, e men che meno servivano a qualcosa
i numerosi abbracci e le parole.
Fino a poco tempo prima era stata
presente l’unica persona che avesse avuto modo di conoscere, Hermione, ma dopo
una terribile litigata col suo ragazzo anche lei se ne era andata.
Da quel che aveva potuto capire dalle
furiose grida provenienti da una stanza in cui i due si erano, inutilmente,
rinchiusi, il motivo del litigio era che la ragazza voleva partecipare alle
indagini assieme agli altri, in qualità di migliore amica di Ginny, da quel che
aveva ripetutamente strillato, ma Harry era stato categorico, perché nelle sue
condizioni non doveva assolutamente mettere a repentaglio la sua sicurezza.
E dopo una serie infinita di epiteti e grida, si era
sentito un sonoro crack e poco dopo
dalla stanza era uscito solamente Harry, il viso arrossato e un’espressione
furiosa.
Jen non sapeva quali fossero queste condizioni,
ma dalla telefonata criptica del giorno prima e dall’irremovibilità di Harry,
se ne era fatta un’idea.
E certamente non poteva biasimare
né uno né l’altra per le loro motivazioni, così si era limitata a restare in
disparte, senza chiedere nulla a nessuno.
E così, era da circa mezz’ora che
stava in piedi immobile vicino alla porta della cucina, senza fare nulla.
Semplicemente, aspettava che qualcuno venisse a salvarla.
***
-FANCULO!- queste erano state le prime parole di Hermione
non appena si era materializzata a casa sua, dopo una serie di
errori dovuti al fatto che non poteva dirsi esattamente concentrata sulla destinazione durante la
materializzazione.
-Fanculo, fanculo, fanculo!- aveva continuato a strillare,
prendendo a calci qualsiasi cosa le capitasse sotto
tiro, compreso Grattastinchi, che con un miagolio indignato era scappato via da
quella bufera provvista di gambe sin troppo forti.
Alla fine, dopo aver ammaccato diversi mobili e oggetti
vari, Hermione si era calmata, e buttandosi sul letto era scoppiata in una
serie di singhiozzi interminabili.
Perché Harry doveva trattarla come
un’inferma? Doveva passare altri sette mesi da relegata? Non l’avrebbe più
fatta uscire di casa?
Diavolo, non era certo una bambina, lo decideva lei dove andare, come e con chi!
Lo odiava quando faceva così! Sin da quando erano a scuola
cercava di fare sempre tutto da solo, o al massimo con Ron, per preservare la sua sicurezza…
Fanculo!
Loro andavano a spasso a cercare la sua migliore amica e un
bambino che considerava quasi un figlio, mentre lei doveva starsene a casa a fare la calza, aspettando col cuore in gola che
qualcuno arrivasse e le desse delle notizie?!
No di certo!
Con quel nuovo pensiero, e determinata più che mai, Hermione
si tirò a sedere con uno scatto e con un gesto brusco si
asciugò il viso bagnato, tirando su col naso. Facendo così non avrebbe
sicuramente migliorato la situazione!
Senza attendere oltre, si infilò in
fretta le scarpe e le poche cose che si era tolta durante la sfuriata.
Prese la bacchetta, sassata da qualche parte nella stanza, e
si infilò il mantello.
Avrebbe partecipato alle ricerche, con o senza il consenso
di Harry!
Ma un attimo prima di
smaterializzarsi sentì un crack alle spalle e una voce ben conosciuta e
momentaneamente odiata –Dove pensi di andare?- chiese Harry con voce dura,
afferrandola di scatto per un braccio.
La ragazza ruotò su sé stessa, e con uno strattone liberò il
braccio, fronteggiando il ragazzo –Dove mi pare e
piace!- urlò, guardandolo con disprezzo.
-E’ fuori discussione, Hermione.
Tu resti qui e basta- dichiarò l’altro, secco.
-Vogliamo vedere?- lo provocò lei,
incrociando le braccia e sorridendo sprezzante.
-Eccome! Decidi tu, o mi obbedisci o ti incateno
qui dentro- tuonò Harry, furioso.
-Perfetto, ho già deciso- gridò, e
fece per smaterializzarsi per la seconda volta.
Ma Harry fu di nuovo più veloce.
Con forza inaudita la afferrò per le spalle e la spinse
contro il muro, inchiodandola ad esso.
Hermione, spaventata, chiuse gli occhi,
pronta a riceve uno schiaffo o qualcosa del genere, il primo della sua
vita.
Ma successe qualcosa che mai si
sarebbe aspettata.
Sentì il corpo di Harry premersi contro di lei, e prima
ancora di poter aprire gli occhi il ragazzo la baciò.
Un bacio violento, brutale, bisognoso, totalmente diverso da
quelli che si davano solitamente.
E Hermione non pensò un secondo di
più, aprì la bocca permettendo alla lingua di Harry di entrare e rispose con
altrettanta foga.
Cominciarono a strapparsi i vestiti di dosso furiosamente,
eccitati all’inverosimile da quella rabbia ceca mista a desiderio, e senza
neanche un preliminare il ragazzo sollevò il bacino di
Hermione premendolo contro il proprio, mentre lei gli cingeva velocemente le
gambe attorno ai fianchi, e con forza la penetrò in un unico colpo.
Fecero sesso lì, contro il muro della camera da letto, con
una furia totalmente inaspettata da due persone del genere, con l’unico rumore
dei forti colpi della schiena della ragazza contro la parete ad ogni spinta e dei loro respiri ansanti e rabbiosi. Non una parola, non un gemito, fu tutto troppo veloce. Dopo poco
tempo Hermione urlò e si accascio contro il petto di Harry, e pochi istanti
dopo, con un ultima spinta violenta, Harry gettò
indietro la testa ed emise un rantolo quasi animalesco e, privo di forze, si
accasciò al suolo, portando con se la ragazza, rimasta unita a lui.
Non parlarono per alcuni minuti, troppo presi
a cercare di riprendere il fiato, i corpi sudati e toraci che si alzavano e
abbassavano rapidamente.
Poi tutto tornò normale.
Hermione alzò lo sguardo, incatenando il proprio a quello
ancora infuocato di Harry, e arrossì. Era la prima volta che accadeva una cosa del
genere tra loro, non era stato così neanche la prima volta che erano stati
insieme.
Distolse lo sguardo, imbarazzata, anche perché lui si
trovava ancora dentro di lei, e tutto questo le provocava delle strane e forti
sensazioni.
Harry invece rimase impassibile. Dopo qualche secondo si
spostò e si alzò in piedi, completamente nudo.
Hermione provò una fitta a cuore…che fosse
solo una distrazione, uno sfogo momentaneo? Ora se ne sarebbe tornato al lavoro
senza degnarla di ulteriori sguardi?
Stava quasi per mettersi a piangere per il dispiacere,
quando improvvisamente sentì due forti braccia cingerle le spalle e la parte
inferiore delle ginocchia, e sollevarla.
Stupita per un simile gesto, voltò la testa di scattò, e fisso Harry negli occhi.
Sorrideva. Un sorriso dolce e rassicurante, il sorriso del suo Harry.
L’appoggiò delicatamente sotto le lenzuola, e subito dopo si
sdraiò accanto a lei, abbracciandola e stringendola stretta a se.
Hermione, emozionata, affondò il viso nell’incavo del suo
collo, aspirando a pieni polmoni il suo profumo, e passando entrambe le braccia
attorno al suo collo.
Il ragazzo le scostò alcune ciocche di capelli dal viso,
passandole dietro le orecchie delicatamente, guardandola con dolcezza.
-Ti amo- sussurrò semplicemente, prima
di posarle un casto bacio sulle labbra.
-Anche io ti amo…- rispose lei
sorridendo contro la sua bocca, stringendolo più forte a sé.
Amava quel suo modo di fare.
Era la prima volta che facevano l’amore in quel modo, e le
era piaciuto da impazzire.
Ma era stato anche più bello
riaverlo in tutta la sua dolcezza, subito dopo.
***
Era parecchio tempo che non rimetteva piede in quel lurido
posto.
E sinceramente non gli era mancato
affatto.
Draco Malfoy camminava a passo sostenuto lungo i tortuosi corridoi
del castello che ormai da anni fungeva da quartier
generale dei Mangiamorte.
Dove viveva lui.
Voldemort.
Non sapeva niente di lui da moltissimo tempo. Solitamente
era il suo braccio destro a occuparsi di tutta la
parte pratica.
E difatti era proprio da lui che si
stava recando.
Thomas Cole. Ormai nella Cerchia
non si parlava d’altro che di quel bastardo. Ma ci
sapeva fare.
E difatti, dopo neanche due mesi dall’inizio del suo nuovo
ruolo, i Mangiamorte tornavano alla carica come non succedeva da anni e nuovi e
sempre più numerosi innocenti venivano uccisi.
E, soprattutto, dopo soli due mesi era
riuscito a scoprire quello che lui nascondeva da quasi sei anni.
Pensieroso, si ritrovò davanti alla porta che fungeva da
“ufficio” del nuovo “capo”.
Ovvero, il luogo dove lui riceveva
i suoi “collaboratori” e dove eventualmente li puniva.
Conosceva bene quella porta, perché un tempo seduto alla
scrivania interna a quella stanza c’era suo padre.
Questo prima di venire rinchiuso ad Azkaban, prima che quellacosa succedesse.
Bussò.
La porta si aprì da sola, e Malfoy entrò nella stanza oscura
chiudendola alle sue spalle.
-Benvenuto, giovane Malfoy…o forse questo è il nome che
bisognerebbe attribuire all’ultimo discendente della famiglia…- la voce dell’uomo
nascosto dall’ombra era roca e derisoria.
-Cole…- aveva semplicemente ribattuto
l’altro, senza turbarsi neanche minimamente alle sue parole. Gli avrebbe
dato del filo da torcere.
-Sono contento che tu sia venuto…è da
tempo che non ci si vede, da quel che so ora ti occupi di
amministrazioni interne, di qualche missione all’estero e di far figli ad insaputa di tutti…devi essere molto impegnato…-
aveva detto l’uomo, uscendo dall’ombra.
Non era cambiato affatto. Stessi capelli neri brizzolati,
stessa carnagione pallida, stessi occhi acquosi,
stessi denti storti e giallastri…stessa espressione da fottuto
bastardo.
-Cosa vuoi?- aveva chiesto,
continuando ad ostentare la stessa espressione indifferente.
-…Pensavo che fossi più sveglio, Malfoy, davvero- si era
avvicinato, guardandolo con fare canzonatorio -…credevo che i capelli e la
lettera fossero abbastanza eloquenti. Non sei preoccupato per il tuo bastardo e sua madre?- non aveva smesso un secondo di
fissarlo, come se cercasse di provocargli un foro in mezzo agli occhi con l’uso
del solo sguardo.
-No- chiaro e coinciso, era l’unico
modo per non farsi fregare in questo genere di conversazioni. E Draco Malfoy era un maestro, in quell’arte.
Cole aveva inarcato un sopracciglio
–Non giocare con me, Malfoy. Sappiamo degli assegni e di un incontro recente
tra te e tuo figlio. Ti abbiamo in pugno, ti conviene non mentire- questa
volta, oltre al tono derisorio, se ne era aggiunto uno
minaccioso.
Malfoy non aveva risposto. Si era limitato a fissarlo negli
occhi, in assoluta tranquillità.
-Preferisci essere persuaso in altro modo? Allora ti informo che il marmocchio è malato, l’abbiamo preso così,
e senza medicinali non durerà ancora per molto, prima di un attacco d’asma o
una polmonite. E per quanto riguarda la ragazza…bè, devo ammettere che te le scegli bene. E qui molti dei
ragazzi non vedono una donna da molto, troppo tempo- concluse
con voce strascicata, mentre un lampo di lussuria attraversava il suo sguardo.
La mascella del ragazzo si irrigidì
impercettibilmente, e i pugni si strinsero all’interno delle tasche del
mantello –Cosa vuoi?- chiese nuovamente, la voce più dura del solito.
Un angolo della bocca di Cole si piagò verso l’alto –Per
ora, solo un po’ di chiarimenti. Poi vedremo…accomodati pure, giovane Malfoy- disse, indicando una sedia di fronte alla scrivania.
-Non ho niente da dire- era rimasto
immobile, continuando a fissare l’uomo.
-Ragazzo mio…sei in una brutta
posizione. Dovresti sapere bene cosa succede ai traditori della Cerchia…- aveva sorriso amabilmente, consapevole di aver colto ne
segno.
I pugni si strinsero di più.
Bastardo…eccome se ricordava…
-Se non sbaglio tu e quello sciocco
di Zabini eravate amici, compagni di scuola, se non
erro…era un buon Mangiamorte, ma era debole di cuore…è bastata una sola donna a
portarlo sulla via sbagliata. E ne ha pagato le
conseguenze…- aveva detto con noncuranza, sapendo bene che ogni parola era come
una pugnalata nel cuore di Malfoy.
Blaise era stato il suo primo e
unico amico. E quel bastardo aveva fatto di tutto per
eliminarlo, invidioso della sua posizione compromettente.
E aveva lasciato vedova una bella
ragazza incinta, e solo lui.
-Vedo che ricordi…perfetto, quindi ora che ne dici di
accomodarti e di spiegarmi bene la storia? E sappi che se mentirai verrai punito…- aveva ghignato l’uomo, accennando per la
seconda volta alla sedia.
Ma per fortuna a Malfoy venne
privato il piacere di rispondere.
Improvvisamente la porta si spalancò, e un ragazzo
allampanato e pieno di brufoli entrò di corsa, affannato e agitato.
-Che diavolo vuoiPerkins? Vuoi forse ricevere una crucio? Non si usa più bussare?!-
era sbottato Cole, nero di rabbia. Era quasi riuscito
nel suo intento, e ora quello sciocco ragazzino l’aveva interrotto.
-Mi scusi signore, ma è importante! La ragazza è scomparsa,
e neanche il bambino si trova più!- aveva quasi urlato
il ragazzo, col respiro ancora ansante.
-CHE COSA?- Cole, furioso, aveva
gettato a terra la sedia sul quale sarebbe dovuto sedersi Malfoy, e si era
avventato sul povero Perkins, prendendolo per la
collottola –Dovevano essere entrambi sorvegliati a occhio! Che
diavolo significa che non si trovano più?!- aveva ringhiato, strattonando il
ragazzo.
-Non so il motivo signore, ma tutti coloro
che erano di turno per sorvegliare i prigionieri si sono messi a cercarli!-
aveva rantolato, mezzo soffocato.
-Perfetto! Ma con che bel branco di idioti
mi sono messo a lavorare! E secondo voi gli altri prigionieri se ne stanno
tranquilli ad aspettare che i guardiani ritornino?- e, dopo aver sassatoPerkins da un lato, si era gettato fuori dalla stanza.
Malfoy aveva sorriso.
Aveva sottovalutato la Weasley, ci sapeva
proprio fare.
Solo che ora si era cacciata in un guaio ancora peggiore.
buenasseras!!!(oltra all’inglisc, sono un genio anche con l’espagnol!!!!!!):D!!!!
ho tardato un po’, ma siccome con
l’altra ff ero indietro di due weeks,
ho dato la precedenza a quella postando questa con qualche giorno di ritardo…
mi perdonate????*_*???
Mmmm, questo chappy
mi è venuto un po’ più darky del solito…forse perché
rispecchia un po’ quello che momentaneamente mi passa per il cervello…eeeeeeeeeehhhhh…ù_ù…
E per di più sono molto sad perché ho ricevuto pochi pochicommentini …sigh…T_T…mooooooolto dispiaciuta…ç_ç… L
Ma ovviamente ringrazierò i mei fedelissimi!!^_^! Denghiù
veri macc!!! Purtroppo non
posso rispondere per bene perché mi trovo a casa malata, e visto il mio stato
comatoso mi hanno relegata a letto (tra letto e bagno…una favola…-_-…), ma
prometto che la prossima volta lo farò per benino…anche se spero che ci siano
più eventuali risps da scrivere di stavolta…^_^°!!
In ogni caso, mille grassie a: ginny88(visto il dracuzzolo?
E i porno harry-mione?…ahhhh, che mandrilloni…^///-!! Of
course che l’ho letto, in english
e italian!!siao!), terry(piano piano I nsmen
in black sui stanno facendo conoscere..eehhh, si vedrà!!! A pressto
^_^!), leidia
(non so veramente perché mi sia venuta la giallite…?_?!!
bah, chi mi capisce è bravo…bai bai
^_-!!), _heAtHer_ (il ns
principe azzurro è arrivato!!! Ma non mi sa tanto da principe, sembra che ginny
si faccia sia da pulzella che da cavaliera da sola!!XD!! baci!!),
marco (casino è uno dei miei
diecimila nomi…tra cui neuroni-fatti-a-purè o ti-sei-bevuta-il-cervello e simili…eheheh…ù_ù!! Alla prossima!), Hermia (AAAAHHH…QUANDO AGGIORNI?????? Controllo continuamente…malissimo…ma effettivamente,
chi la fa l’aspetti…^///^!!! Graccie 3000, a
presto!!), Verdiana (ooohhh, non sei monotematica quando si tratta del ns bello e dannato…O_o…eheheh…:D, a presto!!), Melchan (oh yes,
i miei neuroni continuano a neuronare, ormai ho perso
il controllo…[ce l’ho mai avuto…*_*??]…vedrai…^_-!!!), _olly_ (niunetri!!!
Anche io non vedo l’ora, anche perché non so neanche quello che succederà…eheh..incoraggiante…-_-…^_-!!), blufairy87 (XDXDXD!!AHAHAH!!!...bè, hai
visto come si sono consolati i ns 2 piccioncini..eheh >_scuolaaaaaaa!!!\_____/)…
Purtroppissimo ho già finito…vabbè, ora la metto su, e VI ASPETTO BELLI NUMEROSI…