Chapter #2
Non
c’era da
spaventarsi, scene come quella di oggi erano all’ordine del
giorno solo che
nessuno mi aveva mai visto quando accadevano i miei svenimenti. Nessuno
a parte
la mia famiglia, ovvio!
Ero
abbastanza certa che ogni studente e insegnante pensasse che fossi
anoressica
ma non era così. Io, Isabella Marie Cullen, ero solo fatta
vittima per
l’ennesima volta del mio potere.
Ora non pensate che io sia
una vampira
schizzata, una strega, una fatina dei denti o che altro!
Sono umana: mi ammalo,
dormo, mangio cibo
normale e ho la stessa possibilità di morire in un incidente
stradale di
chiunque altro, solo …
Solo
che un
potere.
Non
sono
telepatica, non pratico la telecinesi e non posso volare anche se
ammetto che
mi piacerebbe come a chiunque. L’unica cosa che mi
contraddistingue dagli altri
normali esseri umani è che VEDO delle cose. Non prevedo il
futuro. Beh, a volte
sì, ma è complicato da spiegare!
Quando
ho
queste VISIONI la mia anima lascia il mio corpo ed entra in quella
della
persona che sto vedendo. E’ come se io fossi quella persona.
Dalla prima visione
su una persona ne conseguono altre finché chi devo aiutare
non trova ciò che
stava cercando. La maggior parte delle volte le persone cercano
l’amore ed io,
felice, le aiuto a trovare la persona con la quale si sposeranno e
convivranno
fino alla morte. Ho aiutato anche Alice ed Emmet a capire che Jasper e
Rosalie
erano le loro anime gemelle. A volte mi è capitato di
aiutare madri disperate a
trovare figli dati ormai per dispersi. Insomma, la mia vita non
può assolutamente
essere definita noiosa!
L’unica
conseguenza del mio
potere è che, quando cado in trance, i miei organi vitali
cessano la loro
attività e quindi, ad un occhio esterno, sono un vero e
proprio cadavere: il
battito del mio cuore cessa, non respiro più e la mia pelle
si fa fredda. Devo perciò
stare sempre attenta a non trovarmi in un posto affollato quando
accade.
Purtroppo oggi a mensa non ho fatto in tempo ad andare in bagno e tutti
e
quattro i miei fratelli non erano a scuola, chi per una visita al parco
naturale e chi perché in gita.
***IL
GIORNO DOPO***
Come
al
solito ero seduta al posto del passeggero. Non avevo mai guidato in
vita mia.
Anzi!, non avevo nemmeno mai conseguito l’esame per prendere
la patente. Non
perché non avessi l’età - avevo
già diciotto anni e se avessi potuto la patente
ce l’avrei già da due anni - ma perché
non è sicuro che io guidi: potrei cadere
in trance da un momento all’altro e se fossi alla guida
potrei rischiare di
uccidere altra gente otre che me stessa. Mi sarebbe tanto piaciuto
prendere il
volante tra le mani, affondare il piede nell’acceleratore
mentre con la mano
destra cambio la marcia ma non avrei mai soddisfatto un mio desiderio
sapendo di
attentare alla vita altrui.
Quel
giorno
Jasper era alla giuda, io affianco a lui, Alice dietro al suo ragazzo
che gli
massaggiava le spalle mentre farneticava qualcosa a proposito di un
negozio che
doveva assolutamente svaligiare e Rosalie e Emmet … Rosalie
ed Emmet erano
sempre Rosalie ed Emmet: stavamo limonando accanto ad Alice e se non ci
fossimo
stati anche noi, sicuro come il diavolo, starebbero già
facendo sesso. Come se
non sapessimo che il loro amore non è per nulla platonico.
Quello
era
uno di quei giorni in cui avevo voglia di guidare ma anche una di
quelle in cui
ringrazio Dio per non averci provato: neanche un minuto dopo che io e i
miei
fratelli avevamo lasciato la nostra casa, caddi in trance.
Com’è complicata la
mia vita!
**********
“
Oggi è il
mio primo giorno di scuola a Forks e sono già in ritardo!
Cavolo devo essere a
scuola tra soli dieci minuti! Balzai giù dal letto spegnendo
rudemente quella
povera sveglia che aveva l’unica colpa di essere stata
regolata ad un’ora
sbagliata e pescai dall’armadio un paio di jeans scuri, una
felpa grigia e un
giubbino in pelle. Avevo addosso solo i boxer notai mentre mi
specchiavo. Mi
vestii in fretta e furia, indossai saltellando le converse nere,
agguantai
l’Eastpak azzurro e uscii di casa buttandomi nella mia Volvo
arrivata da
Phoenix giusto poco prima che arrivassi io. Ero parecchio agitato
perciò misi
nel lettore cd Claire de lune di Debussy per calmarmi mentre entravo
alla Forks
High School.”
*******
Quando
ritornai in me mancavano giusto cinque minuti all’arrivo a
scuola. Arrossii
tutto d’un colpo come un pomodoro e Alice non poté
fare a meno di notarlo visto
che mi stava fissando.
-Che
hai
visto di così interessante da farti arrossire?-, chiese
facendo concentrare
l’attenzione dei restanti tre fratelli su di me.
-E’ vero
Bellina!!! Sei rossa come un
peperone!!!-, commentò lo scimmione che come al solito non
era proprio riuscito
a trattenersi dal dire la sua.
-Niente!-,
precisai guardando imbarazzata fuori dal finestrino.
-E dai Bella!-, mi
implorò Rosalie.
-Ho
rivisto
Edward Cullen-, ammisi con un sospiro sapendo che se non glielo avessi
detto mi
avrebbero letteralmente torturato.
-E
com’è? E’
carino?-, chiese Alice eccitata dalla novità.
-Ehi
folletto! -, sbottò Jasper, - ti devo per caso ricordare che
tu sei la mia
ragazza?-
-Ci
sei solo
tu per me amore!!!-, trillò la nanetta malefica abbracciando
Jasper da dietro e
lasciando tracce di cipria sul sedile di Jazz che stava quasi
soffocando ma,
anche se stava guidando e rischiava di morire soffocato, non
protestò. Li
guardai divertita e, ammetto, un po’ invidiosa.
-Allora
che
stava facendo Edward?-, chiese Rosalie proprio mentre iniziavo a
sperare che si
fossero dimenticati di me e della mia stupida visione.
-Secondo
me
si stava masturbando-, sghignazzò il biondo. Lo fissai
scioccata.
-Jazz!
Ma tu
non eri quello più serio in questa banda di matti?!?-,
domandai sbalordita.
-Secondo
me
Jazzino nostro ha ragione! Edward si stava dando al fai da te e Bellina
nostra
ha dovuto assistere per tutta la durata al momento più
intimo di un uomo!-
Li
fissavo
con gli occhi fuori dalle orbite. Nel frattempo eravamo arrivati a
scuola.
-Io
non vi
conosco!-, urlai e uscii dall’ Aston Martin correndo verso la
scuola.
-Aspettaci
Bella!-,
urlò Rosalie, -Ho i tacchi, io!-. Alice era più
in avanti e ben presto si mise
ad urlare a sua volta.
-Bella!!!
Dicci cosa hai visto!!! Se non lo fai non ti porto con me nel nuovo
negozio di
intimo che hanno aperto a Port Angeles!!!-
-Come
se
fossi interessata!-, dissi sarcastica mentre non accennavo a rallentare
la mia
corsa.
Tutti
gli
studenti ci stavano guardando. Sicuramente pensavano che fossimo pazzi
visto
che anche Emmet e Jasper si erano messi a rincorrermi per il
parcheggio. Questi
sono i Cullen. Ci vogliamo bene. Siamo uniti.
Siamo
una
famiglia
*******************************************************************************************************************
<3 |