Ci sono un coreano, un mentalista e uno sbirro...

di Raven_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La foto ***
Capitolo 2: *** La rughetta ***
Capitolo 3: *** Un cellulare Touch-Screen ***
Capitolo 4: *** Fragole+solletico= inizio dei giochi ***
Capitolo 5: *** Il mentalista ranocchio ***
Capitolo 6: *** La rivincita di Ice-Man ***
Capitolo 7: *** Macchina appena riparata, macchina molto sfortunata ***
Capitolo 8: *** L'attesa ***
Capitolo 9: *** Ubriaco? Io? Naaaah.... ***
Capitolo 10: *** il dopo sbornia ***
Capitolo 11: *** Risveglio ***



Capitolo 1
*** La foto ***


LA FOTO

Cho non era mai stato un amante delle decorazioni.

Il suo motto era: solo l'essenziale.

Un altra cosa che non amava erano le foto.

Proprio non riusciva a sopportarle: a cosa servivano? 

Se erano di un vivo, potevano benissimo vederlo di persona, se non lo erano...

Bè, avrebbero fatto solo più male, ricordando ciò che era e che non sarà mai più.

Non riusciva neanche a immaginare per quale ragione una persona potesse desiderare delle foto: non ne vedeva l'utilità!

 

Ma...

Ma quel giorno si dovette ricredere.

 

Era la festa di beneficenza indetta dal C.B.I .

Lei stava scendendo le scale, era tutto pronto per l'inizio della serata.

- Cho

Si voltò.

Non appena la vide rimase incantato.

Non avrebbe mai creduto che lei, Lisbon, il miglior capo che potesse desiderare, nonché la donna più forte che avesse mai incontrato, potesse stare così bene in abito da sera.

No, anzi, non stava bene.

Era semplicemente stupenda!

- Capo?

- Come sto?

Lui la squadrò ancora.

L'abito nero che le lasciava scoperte le spalle e le braccia, i capelli che le incorniciavano il volto, e i suoi occhi...

I suoi occhi, così verdi e intensi che era difficile sostenerne lo sguardo.

- Sta bene capo. - rispose senza scomporsi

Dopo tutto, lui era Cho.

Lisbon sorrise felice.

Sembrava una ragazzina spensierata.

- Le andrebbe di farmi da cavaliere per questa serata, signore? - gli chiese porgendogli il braccio, ridendo.

- Come desidera, signora. - le rispose, porgendole il braccio a sua volta, facendo in modo che lei si aggrappasse a lui.

- Aspetta, dovrei avere la... Eccola qua! - Lisbon tirò fuori dalla borsetta una macchinetta fotografica, di quelle usa e getta. - Mi piacerebbe avere un ricordo. - gli disse sorridente.

Mise la macchina di fronte a loro due e scattò.

 

Cho, quella foto, ce l'ha ancora, nascosta bene in fondo al cassetto, e, ogni tanto, la tira fuori, proprio come in quel momento, per ammirare la bellezza di quella donna, che però è il suo capo.

 

- Eh, Cho, lo so.. è dura resistere... ma, purtroppo non si può.

L'asiatico sollevò lo sguardo dalla foto.

- Taci Jane.

 

 

Ed eccomi qua!

Allora, sappiate che è la prima FF che scrivo su The Mentalist e quindi chiedo venia se mi è venuta uno schifo.

Comunque spero che vi sia piaciuta e vi chiedo gentilmente di lasciare un commento.

Grazie.

 

POLVERE FOR PRESIDENT & A MORTE LA SENSITIVA!

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Capitolo 2
*** La rughetta ***


 

I personaggi di questa serie, purtroppo, non sono miei, ma scriverò su di loro finché il nostro adorato Bruno non ritroverà il lume della ragione.

 

LA RUGHETTA  

- Jane, cosa devo fare con te?

- Non lo so, Lisbon... tu che vorresti farmi?

L'irriducibile poliziotta e l'irriverente consulente erano chiusi nell'ufficio della suddetta poliziotta dove (sempre la suddetta poliziotta) stava facendo il terzo grado al suddetto consulente (sì, mi piace la parola suddetto, ALLORA?)

"Mi piacerebbe da matti prendere a pugni quella tua maledetta faccia da schiaffi!"

- E' meglio che tu non lo sappia...

- Au contrair, mia cara Lisbon: io so tutto!

"ODIO quando fa così! E' insopportabile!"

- Sì, Jane, dillo a un altro che crede ai tuoi giochetti... comunque non è questo il punto... quello che voleco chiederti è: perché sembri geneticamente portato a combinare disastri?

- Mah... non so Lisbon... forse lo sono e basta. Comunque, quello che ho fatto stamane non mi  sembrava così disastroso...

- NON TI SEMBRAVA DISASTROSO? - urlò la povera poliziotta alzandosi dalla poltrona e sbattendo le mani sulla scrivania - NON TI SEMBRAVA DISASTROSO??? - domandò ancora, allo strenuo dell'incredulità.

- Sinceramente no - le rispose l'irriverente (a volte anche troppo) consulente, agitando una mano come a dire "e che sarà mai?"

La poliziotta (ormai seriamente compromessa a livello mentale) si lasciò cadere esterrefatta sulla sedia.

- Hai picchiato il capo procuratore davanti a tutto il C.B.I!

- Picchiato... gli ho dato una bottarella!

- UN PUGNO IN UN OCCHIO JANE! - urlò l'altra.

Poi, stanca, iniziò a massaggiarsi le tempie con la punta delle dita.

- Oh, Jane, cosa devo fare con te?

- Darmi un bacino e consolarmi.

- JANE!

- Uff, ok, ok... me ne vado in castigo.

Il biondo consulente uscì dall'ufficio e si chiuse la porta alle spalle.

Poi sorrise.

L'adorabile cucciolo Rigsby, vedendolo così felice dopo una sfuriata del capo, curioso gli chiese:

- Scusa, ma perché ogni volta dai il massimo per farla arrabbiare?

Jane rivolse il suo sguardo verso il poliziotto cuccioloso (che si spaventò molto per quanto fossero vacui ed estatici i suoi occhi) rispose:

- Adoro quella rughetta tra le sopracciglia.

E detto questo se ne andò allegro, lasciando Lisbon in preda a una crisi isterica e Wayne completamente scioccato e abbandonato a se stesso.

 

Allora...

Prima di tutto...

Grazie infinite per aver letto e per aver recensito!

Sasita: sai, non so nemmeno io perché mi è venuto in mente di fare questa FF, semplicemente ci giravo intorno da un po' e (finalmente) mi sono decisa.

Tranquilla, non mi darà fastidio se nei capitoli troppo Cisbon per i tuoi gusti sarai un po' cattivella... Adoro gli insulti! ^^

Comunque spero che questo capitolo ti sia piaciuto e.. a, mi avevi detto che Cho non ci azzeccava niente con Lisbon... bè...

INVECE SI!

comunque grazie per le recensioni ^^

 

evelyn_cla: siiiiiii! Un'altra fan delle Cisbon! Evvai! Ti ringrazio per i complimenti e poi volevo dirti che anche io adoro le raccolte di One-Shot!

Spero proprio che tu legga tutti i capitoli e che continui a recensire!

 

Kokka95: grazie, GRAZIE! TUTTI QUEI COMPLIMENTI MI HANNO FATTO COMMUOVERE! Sono felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto e spero che anche questo ti piaccia.

Comunque, mi spiace, ma non posso assicurarti su chi vincerà.. voglio dire: il mentalista e il coreano sono due combattenti molto forti... non ho ancora idea di chi la spunterà...

Però spero che tu continui a seguire questa FF, e quindi grazie^^

 

E infine Soarez... tu, tu che sei la mia mentore, proprio tu mi dici che ho fatto un buon lavoro?

 Sono commossa, davvero!

Sai, sono d'accordo con te, la foto nel cassetto è proprio un tocco romantico (all'inizio gliela volevo far mettere sulla scrivania, ma lui mi ha detto che non l'avrebbe fatto per nulla al mondo, quindi...)

Comunque grazie per le recensioni e spero che tu recensisca anche questo chap ^^ 

POLVERE FOR PRESIDENT & A MORTE LA SENSITIVA

 

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Capitolo 3
*** Un cellulare Touch-Screen ***


I personaggi che sto descrivendo, come è logico, non sono miei... se lo fossero spedirei Van Pelt in manicomio, chiuderei Jane e Lisbon in una stanza da soli, terrei Wayne come cucciolo di casa e violenterei Cho ogni volta che mi pare....

 

UN CELLULARE TOUCH-SCREEN

 

Drin.

Drin.

Drin.

- Kimball Cho.

"- Ahi, Jane! Così mi fai male!"

- Lisbon?

"- Senti, non è colpa mia se è così grosso e non riesce a  entrare!

- Ah... Jane... no, non così! Con calma!

- Senti, lascia fare a me...

- Entrato!

- Visto? E ora n..."

tut-tut

tu-tut

Chiamata interrotta.

Cho chiuse lentamente lo sportellino del cellulare.

"Mi fai male-E' così grosso-ENTRATO"

E' incredibile la velocità che raggiunse nel prendere le chiavi della macchina e nel metterla in moto.

Quasi da paura.

"Io lo ammazzo, io lo ammazzo, IO LO AMMAZZO!"

Ecco il suo pensiero fisso mentre pigiava l'accelleratore.

Veramente aveva varianti come "lo strozzo" o "lo sego in due" e il mio preferito "prendo un coltello da burro e mi diverto a dissezionare ogni singolo pezzettino di quell'idiota"

Molto fantasioso.

Comunque, tornando a Cho, si stava dirigendo al C.B.I, neanche lui sapeva perché, ma da qualche parte doveva pure iniziare...

Parcheggiò la macchina e scese.

Tornò indietro, prese la pistola e riscese.

Entrò nell'edificio.

Decise di prendere le scale: aveva bisogno di fare qualcosa e prendendo l'ascensore rischiava di sparare alle porte immaginandoci Jane.

Arrivò al bullpen.

Spalancò la porta.

Jane si voltò nella sua direzione.

Era sudato e aveva la camicia mezzo sbottonata.

- Ciao Cho, come...?

Kimball gli puntò la pistola addosso.

- C-Cho?

- Non muoverti.

-LISBON

-Ciao Cho!

- Capo! - il coreano alla vista della donna nascose subito l'arma.

- Che ci fai qui? Io e Jane stavamo montando i nuovi schedari...

 

montando i nuovi schedari

 

Oh.

 

Guardò di nuovo Jane.

In mano aveva un cacciavite e un sacchetto pieno di bulloni.

Stessa cosa per Lisbon.

 

Che figura di merda.

- Ehm.. sono qui... perchè... - "la verità, dille la verità" - ho ricevuto una chiamata dal suo cellulare, capo, e, dato che non sentivo niente mi sono preoccupato. - "bè... almeno una mezza verità"

- Una chiamata?

Lisbon prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni.

- Uff... con questo nuovo cellulare touch-screen chiamo la gente senza neanche accorgermene... - disse guardando male quell'inutile aggeggio - Scusa se ti ho fatto preoccupare. - continuò tornando a guardare Cho negli occhi, sorridendo.

Al che, il coreano arrossì.

- No, no, tranquilla, non è successo niente..., piuttosto, perché non ha chiesto anche a me di darvi una mano?

- Pensavo che un po' di riposo ti avrebbe fatto bene.

Il moro arrossì ancora di  più: aveva pensato a lui !

- Ah. Allora vado.

- A domani Cho. 

Il poliziotto uscì dall'ufficio e la poliziotta tornò nel suo.

Jane tirò fuori da una tascaun cronometro.

 

09:57:23

 

- Non male, Cho è stato più veloce di quanto mi aspettassi... considerando lo stato di shock e la distanza dalla casa al lavoro... davvero niente male....

 

Allora...

Primo grazie per tutte le recensioni, secondo, recensite pure questo chap, please!

E adesso, vai coi ringraziamenti!

 

A Elina: Grazie per i complimenti! Tranquilla, non mi importa se non recensirai i capitoli Chisbon... l'importante è che li leggi... almeno le prime righe.

A Cinfri: sai, sinceramente non so cosa abbia fatto di così stupido il capo procuratore per farlo arrabbiare tanto... Io l'ho pure chiesto a Jane... ma mi ha fatto uno dei suoi sorrisi enigmatici e ha detto: Segreto.... penso che in qualche modo c'entri Teresa...

A Sasita: come ho già detto non ho idea di cosa abbia fatto quell'idiota del procuratore per istigare violenza a Jane... però ormai sono certa all'87% che c'entri Teresa....

A, Amore su un Palcoscenico, l'ho tolta perché non riuscivo a finirla, ma mi stanno tornando in mente nuove idee, quindi prevedo di ricominciare a postarla il più presto possibile..

ASoarez: hai proprio ragione, noi che amiamo le Jisbon e le Chisbon siamo le più fortunate: ci divertiamo il doppio! E, sì, Jane è proprio un'adorabile testa di cazzo ^^

Hai ragione, povero Wayne, gli facciamo fare sempre la parte dell'idiota... è che è così azzeccata per lui!

A evelyn_cla: Sì, in certi casi Jane è proprio da frustare... ma in fondo è carino!

Sai, il mio nick, in realtà, è dovuto a una cosa molto sciocca: c'era un periodo in cui io adoravo un cartone, si chiamava Teen Titans, e il mio personaggio preferito era una certa Corvina, che in inglese si chiamava Raven... così... ah, e il 95 è il mio  anno di nascita.

 

RIVELAZIONE: IL MIO NOME E' SARA TERESA(sì, proprio  come la nostra Lisbon^^) PORCHEDDU (anche se su FB sono Sara Porcheddu....)

Bè, allora al prossimo Chap..

Non mancate!

 

POLVERE FOR PRESIDENT & A MORTE LA SENSITIVA

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Capitolo 4
*** Fragole+solletico= inizio dei giochi ***


Purtroppo i personaggi che sto per descrivere non mi appartengono, ma se mi appartenessero... ihihihih

 

FRAGOLE+SOLLETICO= INIZIO DEI GIOCHI

 

- Lisbon, apri la bocca.

- No, Jane, non ci penso nemmeno.

- Oh, andiamo! Apri la tua bella boccuccia...

- Jane...

- Uff... Ok! Allora questa me la mangio io!

Jane assaporò lentamente la succulenta fragola che stava per offrire a Lisbon.

- Fcufa, ma 'on 'apifco ferché  'on ti 'adano bene le 'agole. - le disse il consulente con la bocca piena di quella aspra delizia.

- Perché sto lavorando e non posso concedermi... distrazioni - disse tutto senza spostare lo sguardo dalle carte che stava compilando.

- Oh, quanto sei noiosa! - si lagnò Jane assaggiando un'altra fragola.

La poliziotta si stufò.

Mollò la penna, incrociò le braccia e si volse a guardare il divano sul quale era spalmato il nostro caro e ben noto consulente.

- Sai, Jane, non tutti possono permettersi il "dolce far niente" durante l'orario di lavoro, come fai tu.

Patrick si mise a sedere.

- Sai, Lisbon, mi ritengo offeso! Come puoi dire che io non faccio niente! Sei cattiva.

Mise il broncio e incrociò le braccia.

Teresa lo guardò esterrefatta.

Poi sorrise.

Poi iniziò a sogghignare.

Poi rise.

E infine...

Si buttò a terra dalle risate.

- AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAH! Jane AHAHAH Sei AHAH così buffo! AHAHAHAH! - rotolò la mora indicandolo.

- Ah, sono buffo?

- Oh sì, AHAHAHAHAH, Tanto!

- Allora, se è così...

Con un balzo fulmineo il mentalista saltò addosso allo sbirro e...

Iniziò a farle il solletico.

- No, Jane, AHAHAH, smettila!

- Non ci penso nemmeno cara!

- Jane, AHAHAH, BASTA!

- Manco per idea!

- Jane, lasciala.

Il consulente si fermò all'istante.

Cominciò a sudare freddo.

Si voltò lentamente.

E vide...

Il suo peggiore incubo.

 

Allora....

Adesso...

GIOCHINO!

Secondo voi, chi vide il nostro amato biondino dallo sguardo ammaliante?

- La Hightower

Sbagliato signore del pubblico *il presentatore schiacciò un bottone e il signore del pubblico sopracitato cadde in un burrone pieno di piranha*

- Wayne Rigsby?

E secondo lei, cara signora, Wayne si sarebbe imposto a quel modo a Jane? ERRORE! *stavolta abbassò una leva e la povera signora finì in una vasca di alligatori*

- Grace?

=_= * senza dire niente il presentatore sparò alla signorina dai capelli rossi*

Andiamo, nessuno che l'abbia capito?

Il suo peggiore incubo

Su, signori, è ovvio che stiamo parlando...

DI RED JOHN!

*Tutto il pubblicò si mise a urlare terrorizzato.*

Naaah, stavo scherzando!

*Il pubblico emise un sospiro di sollievo*

Ovviamente era Cho.

*Il pubblico urlò ancora più terrorizzato*

=_=

*Il pubblico morì*

 

E ora si torna alla storia

 

- Jane, lasciala- ripetè glaciale il coreano.

Patrick mollò subito la presa su polsi di Lisbon, che si fiondò dietro le spalle larghe del suo sottoposto asiatico.

Cho la guardò per un secondo, lei stretta alla sua giacca, con un espressione mezzo spaventata e mezzo divertita, e poi tornò a guardare il consulente.

- Jane...

Lui alzò le mani in segno di resa.

- Ok, ok... principessa, questo umile cavaliere la rende libera di tornare alla sua torre - disse inchinandosi a Teresa, che uscì dal suo "nascondiglio umano" e, prese le schede e le varie relazioni, si chiuse nel suo ufficio.

Patrick si rialzò e si voltò verso Cho.

Gli si avvicinò.

Gli dette una pacca sulla spalla.

- Cho, hai vinto questo round.

Kimball ringhiò, facendo arretrare di molti passi il biondino.

Jane si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa che gli assicurasse un'uscita d'effetto.

Vide le fragole.

Prese il cesto e lo schiaffò in mano al coreano.

- Ma... credo che ti serviranno queste... anche solo per avvicinarti alla vittoria.

Detto questo se ne andò.

- Ah, e Cho... non l'avrai mai.

Si chiuse la porta alle spalle.

Il poliziotto sorrise, prese una fragola tra il pollice e l'indice e disse:

- Questo lo dici tu.

 

 

Allora...

Sono riuscita a fare anche questo capitolo!

Mi dispiace da morire non aver postato durante il week-end, ma non avevo il computer, quindi....

Comunque, finalmente ho postato e mi piacerebbe sapere che ne pensate.

 

E ora, VAI COI RINGRAZIAMENTI!

 

A Soarez: anch'io quando ho scritto la scena della telefonata ho fatto una faccia come quella di Cho, anche perchè non la stavo scrivendo io : era Jane, che, posseduto il mio cervello, mi diceva cosa fare... razza di bastardo!  

Sì... Cho incazzato nero con in mano una pistola deve fare una fottuta paura... e Jane con quel cavolo di cronometro? no, non è da strozzare, ma da seppellire vivo... coi serpenti a sonagli... a mille miglia dalla civiltà... in africa...

maledetto... 

Ma fico.

 

A kokka_95: Grazie per avermi definito un mito *^*, sono felice. Lo so, LO SO! IL CRONOMETRO ERA PROPRIO DA JANE!!! Mi sono chiesta: se fossi una stronza priva di moralità e volessi fare qualcosa di malvagio, cosa farei? E  mi è venuto in mente il cronometro...

Eh...

Io e Jane ci assomigliamo ogni giorno di più...

E questo mi preoccupa....

 

A Elina: sì, il mio nome viene dai Teen Titans... non te ne faccio una colpa se li odi, ormai non interessano molto nemmeno a me... però adoravo corvina... era così

TEATRALE! Comunque grazie per le recensioni!

 

A Cinfri: Lo so, anche io, se fossi stata nel coreano, avrei sparato... ma invece non l'ha fatto, per fortuna!

Ti immagini una vita senza Jane?

Io non ci riesco...

Grazie per i complimenti!

 

A Sasita: TI AMO ANCH'IO!  mi piacciono le tue recensioni, sono divertenti!

Anch'io avrei pensato subito al peggio, leggendo una scena come quella...

Ma, invece...

SCHEDARI

XD

 

A Allan9: fa niente se non avevi ancora recensito, l'importante però è che mi recensisci da ora in poi...

O farai la fine del pubblico.

 

evelyn_cla : Anche io, alla scena finale ho riso come una pzza. 
effettivamente è proprio sia Jisbon che Chisbon.
E sì, Jane è un cazzarro.

 

Bè, detto questo mi congedo che devo pure andare a lezione di violino.

alla prossima recensione!

 

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Capitolo 5
*** Il mentalista ranocchio ***


I personaggi di questa serie non mi appartengono...

PER LORO FORTUNA

MWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH

 

IL MENTALISTA RANOCCHIO.

 

C'era una volta, tanto tempo fa, un regno incantato.

Vi vivevano un re, una regina e la loro bambina, luce dei loro occhi, la principessa Teresa.

Tutto era bello e tutto era giusto, in quel regno incantato, che non aveva mai conosciuto la violenza.

 

Ma un giorno cessò di essere così.

 

La regina morì improvvisamente, e al castello calò una degradazione tale che ne risentì tutto il regno.

Il re iniziò a mettere tasse su tasse e a rendere la vita del popolo suo suddito un inferno.

Lo faceva non per arricchirsi, ma per rovinare la vita anche agli altri: perché se il re soffriva il popolo doveva essere felice?

Purtroppo però , in questo modo, scatenò una rivolta dei cittadini, che, ogni volta che ne avevano l'occasione facevano del male.

 

E la povera principessa doveva tenere il peso di tutto questo sulle sue gracili spalle, senza l'aiuto di nessuno.

 

La bambina era stata votata alla giustizia e alla libertà dalla madre, e ogni volta che ne aveva l'occasione faceva del bene, aiutando quelle povere famiglie, ma cosa poteva fare uno scricciolo di appena 7 anni?

Allora la piccola Teresa piangeva, e ogni giorno si faceva più salato, più amaro, finchè, una notte, non decise di fuggire.

 

Correva veloce, la principessa, e in men che non si dica si ritrovò sul lago magico, al confine del suo reame.

E lì si addormentò.

Al suo risveglio trovò un piccolo ranocchietto verde che le stava gracidando in un orecchio.

La bambina, al contrario delle sue coetanee, non era mai stata spaventata da quegli esseri viscidi e verdi, anzi, ne era sempre stata affascinata.

Quindi si mise a sedere e prese tra le mani quell'esserino.

- Mi sa che tu sei l'unico in grado di capirmi.

- Cra-cra

Lei sorrise.

- Ti va di sentire la mia storia?

Il ranocchietto annuì.

Che la capisse davvero?

Qualunque fosse la risposta lei gli disse tutto, dalla morte della madre a quel momento, e a un certo punto venne scossa dai singhiozzi e le lacrime iniziarono a scenderle sul viso.

Allora il ranocchio posò le sue zampine sulla faccina della bambina e lei smise di piangere.

- Ti voglio bene ranocchietto.

E detto questo lo baciò.

Ma..

PUF

Il ranocchio non era più un ranocchio.

- Serve un aiuto, principessa? - le domandò tendendole la mano.

Lei l'afferrò e si alzò in piedi.

Il ranocchio era un principe, di straordinaria bellezza.

Ricci capelli biondi, circondati da una corona d'oro zeccino, occhi azzurri, sorriso splendente.

Semplicemente meraviglioso.

- Principessa, voi mi avete salvato da quel sortilegio, e allora io vi salverò dalla sventura che incombe sul vostro popolo. E, alla fine noi ci... LISBON

- Come ?

- LISBON, SVEGLIATI!

- Svegliarmi? Cosa?

- LISBON LISBON

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- Cos... cosa? c'è? - domandò l'ancora assonnata Lisbon.

- Ti sei fatta un pisolino niente male! - le rispose sorridente il mentalista, che incombeva su di lei.

- Un pisolino? Ma... MA CHE ORE SONO?

- Le 11 e mezzo, circa...

- COSA?

- Ehy, non è colpa mia se non ti volevi svegliare...

- Oh, JANE!

La poliziotta prese in fretta e furia i fogli che stava compilando prima di addormentarsi, il cappotto e le chiavi della macchina.

- ADESSO GRAZIE A TE DOVRO' FINIRE LE RELAZIONI A CASA!

- Grazie a me? ma io non ho fatto assolutamente niente!

- Potevi svegliarmi prima!

- Ma sembravi così assonnata!

- MA ORA NON DORMIRO' TUTTA LA NOTTE!

- Uff... ma devi proprio consegnarli quegli stupidi rapporti?

- Certo! E' il mio lavoro!

- Che lavoro noioso...

- Jane!

- Ok, ok! Scusa - le disse Patrick alzando le mani in segno di resa. Poi le abbassò. - Per curiosità, cosa hai sognato?

Lisbon si fermò proprio davanti alla porta dell'ufficio, poco prima di uscire.

 

il regno, la principessa, il ranocchio... il principe.

 

Afferrò la maniglia.

- Un incubo. - e sbattè la porta alle sue spalle.

Jane sorrise.

Prese un taccuino.

- Da ricordare: la suggestione durante la fase R.E.M è molto più efficacie che durante la veglia.

Guardò l'orologio.

11:45 p.m.

Sorrise.

- Mossa a te, mio caro Cho... ma stai attento alla tua regina...

Uscì dal bullpen.

Aprì il cruscotto della macchina.

Ne tirò fuori una corona di cartapesta.

- Dopotutto... gli scacchi sono un gioco da principi.

 

Ed eccomi qui con un nuovo capitolo!

Questo faceva un po' meno ridere degli altri, ma in compenso era molto Jisbon... per fare felici alcune persone.

Allora...

VAI COI RINGRAZIAMENTI!

 

A Soarez: Giusto, JANE DEVE AVERE PAURA DI CHO, DEVE!!! Comunque è vero, Lisbon che ride è impagabile.

Secondo me Cho che ringhia è un fico, mentre Jane che cerca un'uscita ad effetto è semplicemente realistico ^^

Ah, e, tranquilla, non sembri una pervertita, devi sapere i filmini mentali che mi faccio nella mia testa * cho senza camicia, completamente sudato, che si fa una doccia con una bottiglietta d'acqua e...e...* meglio stopparci qui prima di allagare di bava tutta la stanza....

 

A kokka95:  Sì, che teneri quando Patrick fa il solletico a Tess! (anche sei io ODIO il solletico) Effettivamente è stata una bella idea, la ricerca di un'uscita ad effetto (quando l'ho scritto Jane si è quasi messo a piagere: "mi avevi promesso che questa mia mania sarebbe rimasta un segreto!" e io gli ho risposto "non devi mai fidarti di una tua fanwriter MWAHAHAHAHAH" "CATTIVA" "idiota" e così via...)

 

A Sasita: Secondo me un rapporto solido non può essere basato che sulla fiducia reciproca e Jane, diciamocelo, non ispira certo fiducia!

Niente da dirgli, è un figo, bono, intelligente, simpatico, FIGO... litigare con lui è uno spasso ecc., ma Tess ha bisogno di sicurezze e Cho è perfetto per lei.

Concordo con te sul fatto che la ragazza ha bisogno di ridere... ma ci sono i cabarettisti per questo, no?

E poi ancora io non ho deciso con chi farla finire... quindi sono confusa... quindi non cercare di portarmi sullo Jisbon perché, se voglio, ci finisco da sola.

 

A Allan9: sì, è vero.. povero pubblico... MA SE LO MERITAVA!

 

A Cinfri: sì, la scena del pubblico era fantastica, ma il pubblico era effettivamente un po' tardo: E SI CHE SI CAPIVA CHI CASPITA ERA VENUTO, NO?

Sì... in realtà... IO SONO SUA MADRE!(rivelazione alla Dart Fener di Guerre Stellari), no, scherzo.. al massimo sua figlia, ma se lo fossi non sarei sempre tentata di farmelo, vero?

 

A evelyn_cla: Jane è il superultramegagigantecazzarro dell'ultimo secolo... anzi, che dico secolo, MILLENNIO! Sono felice che ti piaccia così tanto come scrivo, e mi rallegro che tu mi recensisca così bene!

 

INFINE UN MEGA GRAZIE A TUTTI I RECENSITORI E UN BACIONE!

 

POLVERE FOR PRESIDENT, A MORTE LA SENSITIVA ( perchè quella non si merita nemmeno di vivere) E CHO V.S JANE 4EVER!!!

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Capitolo 6
*** La rivincita di Ice-Man ***


Allora...

Dato che il precedente capitolo era puramente Jisbon, questo sarà puramente Cisbon...

 

I personaggi qui descritti non mi appartengono, altrimenti mi terrei Cho per me, Teresa la incatenerei a Jane, Grace la spedirei al polo e Rigsby diverrebbe il mio peluche preferito...

Ah, e "Kristina Fray" (o come si chiama quella stronza) morirebbe uccisa da RJ... e da me, ovviamente...

Ma, purtroppo...

 

LA RIVINCITA DI ICE-MAN

 

"Merda" Lisbon tirò un calcio al paraurti della sua auto.

"Proprio a me doveva capitare? E proprio oggi che ero riuscita a uscire presto da lavoro! Bè... più del solito... " aggiunse guardando il quadrante del suo orologio...

 

Erano le 11:37...

 

"Merda!" ripeté nella sua mente tirando di nuovo un calcio, stavolta al pneumatico, della sua macchina, arrabbiata non solo per l'auto che non partiva, ma anche per il fatto che lei "viveva" nel suo ufficio.

"Uff"

Si sedette sull'asfalto del parcheggio, rimasto ormai quasi vuoto, e si prese la testa fra le mani.

" e fa anche freddo... maledizione!" imprecò fra se e se, riscaldandosi le braccia, coperte solo da una giacca relativamente leggera.

Cosa doveva fare?

Il cellulare era scarico (quanto durava poco la batteria di quei dannati aggeggi!), la macchina non si decideva a partire e non c'era più nessuno al C.B.I.

- Capo... serve una mano?

 

Bè... forse qualcuno ancora c'era...

 

- Cho!

La poliziotta non era mai stata tanto felice di vedere il suo sottoposto.

Si rialzò.

- S-Senti... l-la m-m-macc-china n-non vuole sap-p-perne di p-p-partire, io n-non p-posso c-chiamare ness-s-suno... potresti darmi un passaggio?

- Oh... Certo capo... ehm... di qua. - le rispose il coreano, un po' sorpreso a dire il vero, indicandole la sua auto.

- Grazie - gli disse lei sedendosi nella vettura.

Kimball mise in moto.

 

Silenzio

Freddo.

 

- A-Allora, C-C-Cho, c-c-c-c-com-m-m-m-me v-va?

- Bene.

 

Silenzio (di nuovo)

 

- C-c-c-che s-s-s-stran-na g-giorn-n-nata...

- In che senso capo?

- M-m-m-ol-l-lto f-f-fred-d-da per l'ot-t-t-tob-b-bre C-c-californ-n-n-niano...

- Mmmh.... effettivamente...

 

Silenzio (ancora)

 

Ok, lo so, LO SO, Cho sembra proprio una testa di cazzo, ma non è colpa sua...

La Cho Rulez non vale con tutte le donne, e Teresa ne è la conferma.

Voglio dire, per quanto quel coreano sia figo, e un playboy, e figo, e...

Lasciamo stare...

Non è questo il punto...

Quello  che intendevo è, per quanto Cho sia CHO!!!, Teresa è sempre Lisbon: ovvero la donna perfetta, e, ahimè, intoccabile, almeno per lui.

 

- CHO, ATTENTO!

- O MIO DIO!

Il poliziotto inchiodò appena in tempo.

Egli, troppo preso dalle sue elucubrazioni mentali su quanto fosse perfetta Lisbon e lui no, non si era accorto della parete di rocce franata che gli bloccava la strada.

- M-m-m-m-m-merd-d-d-da...

Cho tolse le mani dal volante.

- E ora che si fa?

- P-p-p-prov-v-va a c-c-c-chiam-m-mar-re q-q-qual-lc-c-un-n-no...

L'orientale tirò fuori il cellulare dal taschino del giubbotto.

- Il mio non ha campo...

- E il m-m-m-m-mio è s-s-sc-c-caric-c-c-o.

- Uff

Teresa si rattrappì sul sedere del passeggero, le gambe strette al petto dalle braccia.

- A-a-a-a-a-al-l-l-lora d-d-dob-b-b-biam-m-m-mo a-a-a-a-aspet-t-t-tare. - disse con lo sguardo perso nel vuoto.

- Capo... scusi, ma perchè sta balbettando?

La sbirro si voltò verso di lui.

- F-f-f-f-f-f-f-fred-d-d-d-d-do... - rispose sorridente, nonostante stesse battendo i denti.

 

Quella visione (Lisbon indifesa, al freddo, intorpidita terribilmente dolce) scatenò in Cho una guerra interna, tra la sua testa ( che noi riconosceremo grazie al grassetto) e i suoi deideri ( in corsivo)

"E se..."

"No, non lo farà."

 "ma potrebbe..."

" è fuori discussione, non lo farà!"

"Invece sì"

"No"

""

"No"

"Sì"

"No!"

- Capo?- "Dannazione... ti odio quando fai così!"

"Guarda che io sono te... e io e te facciamo Cho..."

"Bah..."

- S-s-s-s-s-s-s-s-sì?

Cho si voltò a guardarla.

Rannicchiata sul sedile, le braccia scosse da violenti tremori strette intorno alle ginocchia, le labbra quasi blu.

" Caro, osa"

"NON LO FARE, E' UNA TRAPPOLA!"

"scusa, ma che ci perderebbe?"

"Carriera, dignità, e quell'unica possibilità che ha con Lisbon."

"Ma finiscila e non rompere... Avanti Cho-caro,  se non lo farai lei non ti rivolgerà mai più la parola!"

"Davvero?" <--- questo era proprio Cho

"Non dare retta a quell'idiota! Ti consiglia sempre la cosa sbagliata!"

"Guarda che se non lo farà lui lo farò io!"

"Se..."

"Scommettiamo?"

"Tanto non...

Cho abbracciò Lisbon.

La teneva stretta tra le braccia, e cercava di fermarle i tremori.

Non aveva idea di come aveva fatto, o del perchè (probabilmente per non sentire più quei due petulanti nella sua testa), ma, ora che aveva realizzato davvero cosa aveva fatto, decise che era meglio tornare alla posizione precedente.

Fece per staccarsi dalla mora, ma lei lo trattenne, accoccolandosi meglio fra le sue braccia, cosa che mandò completamente in tilt il cervello dell'asiatico.

" Te l'avevo detto!"

"Ma finiscila...io"

"FINITELA TUTTI E DUE! NON MI ROVINATE ANCHE QUESTO MOMENTO!

"scusa"

- S-sai, n-non s-sap-pevo che I-Ice-Man p-potes-se essere c-così.... tiepido

La sbirro si addormentò,sempre tra le braccia del coreano, che, poco dopo la seguì.

 

Sapete, è strano che Cho non avesse pensato ad accendere il riscaldamento dell'auto.

...

 

Ooook...

Sono certa che ai più (o, semplicemente, agli amanti dello Jisbon) questo capitolo non sarà piaciuto... anzi, molti non l'avranno neppure letto, ma io DOVEVO scriverlo, e poi, a me piace molto.

Comunque, non mi dilungherò troppo nell'elogiare questo particolare capitolo, e, per dimostrarlo, parto subito coi ringraziamenti.

 

A Soarez: riprenderò le tue testuali parole : "JANE SEI UNA TESTA DI CAZZO XD XD"

...

Ma no, certo che no...

Di più.

Sì, lo so, la coroncina di cartapesta era abbastanza una cazzata, ma dovevo pur farlo qualche difettuccio mentale al nostro amato e, purtroppo, irraggiungibile mentalista, no?

Comunque, tranquilla, NON finirà JACE (ma nemmeno nei miei incubi peggiori sarebbe mai potuto finire Jace, ASSURDO!)

A, e, a quel che mi sembra, Cho è alquanto bravo con la scacchiera...

 

A Sasita: ero certa che quell'altro capitolo ti sarebbe piaciuto!

Da gelatina?!?

Comunque, grazie per i complimenti e, sì, Pat-Pat ispira abbastanza fiducia...

Con questo non sto dicendo che finirà Jisbon...

Ma non dico nemmeno che finirà Chisbon...

E' una sorpresa ^^

 

A evelyn_cla: penso anche io che ogni tua recensione a questa storia contenga la parola Cazzaro (logicamente riferita a Jane)...

Mi fa piacere che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!

Spero che ti piaccia anche questo così tanto. ^^

 

A jane_lisbon93: Sono contenta del fatto che tu abbia iniziato a recensirmi!

Grazie per la valanga di complimenti!

Anche io adoro quando quei due sono in competizione per la bella Tessie!

Comunque grazie ancora e, ti prego, recensisci anche questo chap 

 

A Allanon9: Sì, lo so, nel Tf non lo farebbe mai con lei addormentata, anche perché lei non la troveremo mai addormentata, ma qua l'immagine mi piaceva... quindi...

 

A Cinfri: sì, Jane è assurdo, ma è semplicemente fantastico... anche se un po' cazzaro (come dice evelyn_cla)

Sappi che, a meno che non abbia un finale Jisbon (cosa che non posso assicurare) non ci sarà MAI un bacio stile bella addormentata nelle mie FF su Mentalist, MAI!

E non insultare noi fan del Cisbon !

Comunque grazie per le recensioni...

P.S A Sasha mancano le tue storie...

 

Comunque ora ho finito e vi lascio con un

POLVERE FOR PRESIDENT, A MORTE LA SENSITIVA & CHOv.sJANE 4 EVER

 

 

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Capitolo 7
*** Macchina appena riparata, macchina molto sfortunata ***


Allora...

So che è inutile dirlo, ma ci tengo a precisare che bla bla bla,  i personaggi qui descritti, bla bla bla, non mi appartengono, bla bla bla, e quindi non potrò servirmene, bla bla bla, per conquistare il mondo.

 

MACCHINA APPENA RIPARATA, MACCHINA MOLTO SFORTUNATA

 

Un giorno come un altro al CBI H.Q:

la piccola Grace scriveva veloce e sicura sul suo adorato computer senza staccargli gli occhi di dosso;

Wayne mangiava il suo Big Mack (che, per inciso, era veramente BIG) senza staccargli gli occhi di dosso;

Teresa guardava il suo team dall'ufficio.... senza staccargli gli occhi di dosso.

 

Esatto, tutti guardavano fisso qualcosa senza neanche sbattere le palpebre.

 

Quindi, come stavo dicendo, al CBI era proprio un giorno come...

 

Ah...

Già!

Stavo dimenticando una cosa fondamentale!

Patrick e Kimball si fissavano ostili... senza staccarsi gli occhi di dosso.

...

Un po' ripetitivo eh?

Ma, purtroppo era così, quel giorno...

Tutto

Molto 

Monotono

 

 

Comunque, quei due, in realtà, più che fissarsi, si stavano battendo come due cani che vogliono marcare il proprio territorio....

Non che nessuno volesse fare pipì sul tappeto, sia ben chiaro...

Solo che sembravano sul punto di uno scontro corpo a corpo.

 

Il fatto è che, da quando Lisbon era stata ritrovata addormentata tra le braccia del suo sottoposto asiatico, il nostro caro consulente aveva deciso di fare sul serio...

Ricorrendo a qualsiasi mezzo.

E questo, Cho l'aveva capito.

E aspettava impaziente la prossima mossa del suo avversario, che, sapeva, sarebbe stata decisiva.

 

Era un vero spasso guardarli!

Sembrava che dai loro occhi volassero scintille!

Probabilmente Teresa assisteva divertita al loro scambio di occhiate da ore, sorseggiando di tanto in tanto il suo caffé e...

 

Un momento.

 

Da ore?

- Merda! - urlò guardandosi l'orologio finendo irrimediabilmente per versarsi quel po' di caffé che era rimasto sulla camicetta bianca.

Chissà se quell'esclamazione era dovuta alla camicia macchiata di caffé bollente o al tremendo ritardo che stava facendo nell'andare a ritirare la macchina.

- La mia auto! 

La seconda opzione sembra la più probabile.

 

Allora....

Per quelli che non si ricordano, un piccolo promemoria:

L'auto di Lisbon, nel capitolo precedente, non funzionava, quindi, non appena fu possibile, la portò da un meccanico a farla riparare.

Logico, no?

 

Comunque...

La donna si fiondò a tutta velocità verso l'ascensore urlando un quasi isterico "arrivo subito" attraverso il bullpen.

Chiamò il taxi, sperando vivamente che la Hightower non si incazzasse per quella piccola licenza in una delle serate più piatte del secolo.

 

Cinque minuti dopo arrivò all'officina.

- Sono qui!

- Ah, signorina! Non ci speravo quasi più! - sbuffò una ragazzina  di circa vent'anni.

Il meccanico.

- Scusa Josie, ma sono stata trattenuta...

- Se, vabbé.... la tua piccola è là dietro. - disse indicando un punto imprecisato alle sue spalle - eccoti le chiavi.

- Grazie.

 

La poliziotta si sedette sul sedile del guidatore, mise le mani sul volante e, inspiegabilmente, sorrise.

Le era mancata la sensazione di guidare.

Certo, andare a lavoro in taxi non le faceva mica schifo, ma, sicuramente, guidare le dava quel senso di sicurezza che, di tanto in tanto, le serviva.

Accese il motore, che fece le fusa come un gatto felice di rivedere il suo padrone.

Il suo sorriso non fece che ampliarsi.

 

Uscì dall'officina e si mise in strada.

Aveva fatto si e no 100 metri che un cane le sfreciò davanti.

Istintivamente sterzò e tirò il freno a mano, facendo un testacoda da manuale, che la portò sull'altra corsia.

 

Due fanali accecanti.

Un clacson assordante.

Poi...

Buio.

 

 

Drin

Drin

Drin

- Qualcuno può rispondere?- domandò Grace visibilmente irritata, voltandosi a guardare gli altri.

Wayne era andato a prendersi un panino (ma quanto mangiava quel ragazzo) mentre il mentalista e il coreano continuavano a fissarsi senza spiccicare parola.

E intanto il telefono squillava.

La rossa sbuffò e andò a rispondere, contrariata.

 

- Pronto CBI H.Q, desidera? 

  COSA?

Lo strillo della ragazza riportò sulla terra quei due dementi che si voltarono nella sua direzione.

- Sì, si, ho... ho capito. Arriviamo.

Van Pelt riattaccò la cornetta, visibilmente scossa.

Prese un respiro profondo.

Si girò verso il consulente e il poliziotto.

- Lisbon ha avuto un incidente.

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE (o per meglio dire dello sclero )

 

allora...

prima di tutto 1 milione di scuse a tutti!

Mi dispiace di non aver postato per tutto questo tempo!

Mi dispiace di avervi fatto tribolare nella disperata attesa di un mio ritorno!

Di avervi fatto pensare disperati: "ma chissà come finisce questa storia meravigliosa" o " perché la nostra adorata e venerata dea delle FF non si fa più sentire?" O

ragione: "hai finito di dire cazzate? A chi vuoi che interessi che non hai aggiornato per mesi questa merda di FF? Anzi, magari ti ringraziano anche, guarda."

me: "Ehy, sei offensivo!"

sentimento: "Rae ha ragione, Ragione(<- niente battute), sei proprio cattivo! Perché distruggere così le illusioni di una povera pazza che..

me: "Ehy! neanche tu sei proprio il massimo!"

Ragione: "Ma hai letto anche tu quello che scrive!!!"

Sentimento: " Sì, e la penso come te, ma non puoi mica dirglielo in faccia!"

Me: "Sono ancora qui!"

Ragione: "Ma fa proprio schifo!"

Sentimento: "Non me ne parlare... un vero strazio!"

Me: -.-

 

*Sdeng*

*Bong*

*Me che si strofina le mani*

 

Beno, e ora che mi sono liberata di quei due bastardi, posso finire di salutarvi, ringraziandovi e promettendo di mettere i veri RINGRAZIAMENTI dal prossimo capitolo, che non tarderà ad arrivare.

 

Ciao

 

P.s

 

POLVERE FOR PRESIDENT, A MORTE LA SENSITIVA & CHOv.sJANE 4 EVER

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Capitolo 8
*** L'attesa ***


Ok...

Contrariamente a ciò che è stato detto nel precedente capitolo, questo nuovo si ha tardato ad arrivare (e anche molto)...

Ma, almeno adesso è qui, per la felicità del mondo! (si, sono egomaniacale e cono fisse di grandezza, ma che ci posso fare????)

 

Comunque...

Cominciamo.

 

ATTESA

 

Pavimento bianco.

Luce bianca.

Muri bianchi.

Finestre bianche.

Porte bianche.

Sedie bianche.

 

Ma che aveva in testa l'arredatore di questo posto?

Era per caso vissuto sull'Himalaya per tutta la vita e l'unico colore che riconosceva era il bianco?

Era cieco e quando l'hanno messo a scegliere i colori per la tappezzeria e il mobilio, per una serie di coincidenze, aveva sempre scelto quel colore?

O, semplicemente, non aveva alcuna fantasia e aveva reso apposta quel luogo in tutto e per tutto simile a una camera ardente?

Insomma, non è certo normale una stanza simile, per quanto sia la sala d'aspetto di un ospedale, no?

 

Questi erano i pensieri che si affollavano nella mente di Jane.

Sembra strano, eh?

Ma, posso assicurarvi che è vero.

Il nostro adorato biondino passeggiava con le mani dietro alla schiena e si domandava come avrebbe potuto migliorare gli interni di quel luogo, non perché era impazzito, ma perché, se non lo avesse fatto lo sarebbe diventato molto presto.

 

Era preoccupato per Lisbon.

Erano lì da circa tre ore, e ancora non avevano detto loro niente.

Rettifico, a lui,  a Cho e a Rigsby (che, non appena saputa la notizia era corso all'ospedale)  non avevano detto niente, perché la piccola Grace era stata subito convocata dai dottori, essendo il secondo numero delle emergenze nel cellulare di Lisbon.

Il primo era quello dell'ufficio.

Quindi Grace discuteva coi dottori, Wayne era andato al bar per cercare di rilassarsi, e gli altri due due si friggevano il cervello in attesa di qualche cosa, qualsiasi cosa.

 

 

E Jane camminava avanti e indietro borbottando qualcosa a proposito di tinte pastello e decorazioni varie.

 

Il ticchettio dei suoi passi sul pavimento, il rumore del tessuto dei suoi vestiti che strusciavano l'uno contro l'altro, il suono della sua voce, tutto, insomma, stava mandando Cho fuori di testa.

Era praticamente arrivato al limite.

Ancora un passo, e...

- PATRICK HAI FINITO? - urlò stremato il coreano, senza neanche preoccuparsi di chiamarlo per cognome.

- Di fare cosa? - domandò stralunato il biondo, scioccato dall'improvvisa ira del collega.

- DI FARE COSA? COME DI FARE COSA!? DI PASSEGGIARE AVANTI E INDIETRO CON NONCURANZA, COME SE DIETRO QUELLA PORTA NON CI FOSSE LA PERSONA PIU' IMPORTANTE DELLA NOSTRA VITA!- disse Cho, indicando la porta dove troneggiava l'insegna SALA OPERATORIA.

Patrick rimase inizialmente a bocca aperta, poi strinse i pugni e, ormai fuori di se, iniziò a urlare anche lui.

- COSA CREDI, KIMBALL, CHE IO NON SIA PREOCCUPATO PER LEI? CHE IO NON TEMA DI SAPERE COSA POTREBBE ESSERE SUCCESSO? CHE IO NON MI STRUGGA TRA IL DESIDERIO DI CONOSCERE LA VERITA' E QUELLO DI LASCIARE TUTTE LE COSE COME STANNO CON LA CERTEZZA CHE SIA ANCORA VIVA, ANCHE SE NON SAPPIAMO IN QUALI CONDIZIONI?

Sospirò, rilassò i muscoli del corpo, si andò a sedere accanto al coreano e, col capo chino, sussurrò:

- come hai detto, dietro quella porta c'è la persona più importante della nostra vita.

E, detto questo, piombarono nuovamente nel silenzio. 

E nell'attesa.

 

Dieci minuti dopo, entrò Rigsby.

- Niente di nuovo?

- No. - risposero pacatamente all'unisono i due.

Il moro si sedette vicino a Cho, e tutto si fece ovattato.

E ora tutti e tre aspettavano.

 

 

In quella, si aprì la porta della sala operatoria e uscì Grace, che aveva assistito all'operazione, insieme a un chirurgo.

Subito i tre si alzarono in piedi  e gli si misero davanti.

La rossa si buttò tra le braccia di Wayne e iniziò a singhiozzare.

A quella scena, il mentalista e il coreano si avventarono sul chirurgo.

Cho lo prese per il colletto e sussurrò con tono glaciale:

- Cosa è successo?

Il medico, per nulla preoccupato dalla reazione dell'uomo, del tutto normale in quelle circostanze,  disse:

- L'intervento è andato a buon fine.

Il poliziotto mollò la presa e, voltandosi verso Patrick, sorrise.

-Ma..

Eccola, quella sensazione glaciale.

La paura.

Ed era stata scaturita da un monosillabo innocente come "ma"

Chi aveva inventato quella parola?

Quella parola, in grado di far gelare il sangue a un uomo?

 

Di nuovo,  muscoli tesi, mandibola serrata e  pugni stretti.

- E' in coma.

 

 

...

Non so cosa dire....

Quindi eviterò di dire qualcosa..

Facciamo finta che io abbia postato questo capitolo 2 mesi e mezzo fa, quando avrei dovuto farlo.

Ok?

 

Bene.

 

Recensite.

Ciao

 

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Capitolo 9
*** Ubriaco? Io? Naaaah.... ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo

Spero che vi piaccia ^^

 

UBRIACO? IO? NAAAAAH....

 

Cho era immobile.

Cho era immobile da circa tre ore.

Cho era seduto immobile sul suo divano da circa tre ore.

Cho era seduto immobile sul suo divano e aveva lo sguardo fisso da circa tre ore.

Cho era seduto immobile sul suo divano e aveva lo sguardo fisso da circa tre ore, e pensava.

 

E pensava a Lei.

E a ciò che le era accaduto.

 

"- Cosa è successo?

 - L'intervento è andato a buon fine.

 Il poliziotto sorrise.

 -Ma...

  E' in coma.

 Qui Grace singhiozzò ancora più convulsamente, e Wayne la strinse forte a se.

 Ma Cho quasi non se ne accorse.

 Lui era stato imbarcato su un razzo e spedito oltre lo spazio, in un mondo parallelo, perché questa era la sola spiegazione plausibile.

 Insomma, non stava accadendo per davvero, no?

 - Come è successo... - soffiò sommessamente Patrick

 - Stava procedendo tutto come previsto. Dovevamo trapiantarle il fegato d'urgenza dato che, per l'urto, era rimasto quasi spappolato.

  Tutto andava a gonfie vele, poi la paziente ha avuto un calo di pressione e per poco...

 Nessuno osò continuare la frase.

 Patrick si andò a sedere, sentendo le gambe sul punto di cedergli.

 Kimball aveva perso l'uso della parola.

 Guardava fisso il pavimento e non si decideva a distogliere lo sguardo.

 Il medico, che sentiva la tensione schiacciarlo, riprese:

 - Per il resto, è stata anche fortunata, solo una frattura all'omero e al perone destro.

 - Dottore - disse Wayne, che teneva ancora fra le braccia la rossa - si rimetterà?

 - Non spetta a me dirlo... purtroppo non c'è alcuna certezza...

 In quel momento, tutto attorno a Cho, si spense."

 

Il giorno successivo a tutta la faccenda, era andato al CBI, era entrato da Minnelli, gli aveva presentato il suo foglio di congedo indeterminato, ed era tornato a casa.

Da quel momento lui faceva casa-ospedale, ospedale-casa.

E stava con lei.

 

E ora, era seduto immobile sul suo divano, e aveva lo sguardo fisso da circa tre ore, e pensava.

E avrebbe continuato se il suo campanello non avesse suonato.

 

Ancora.

E ancora.

 

Al quarto squillo, decise di andare a vedere chi era, almeno per poterlo mandare a quel paese di persona.

Arrivò alla porta, la spalancò pronto a urlare un bel "VAFF****O", che si ritrovò davanti Patrick.

 

Insomma... lo "spettro" di Patrick.

Trasandato, con la camicia sgualcita, il gilet in mano, i capelli scompigliati e la barba lunga di qualche giorno prima.

Quasi gli sembrava di vedersi allo specchio.

 

Si spostò dalla porta e lo fece entrare.

Si sedettero sul divano.

 

Sarebbe stato un perfetto silenzio da tomba se  la voce di Louis Armstrong che cantava la "Vie en Rose" non avesse fatto da sottofondo...

Era la canzone meno qualificata per quel momento.

 

Stettero così per un po', finché Jane non tirò fuori dalla busta che si era portato dietro una enorme bottiglia di Whisky.

- Un goccio?

Sospirò.

- Perché no.

 

Un bicchiere divenne presto una decina, poi una ventina e così via, finché una sorta di eccitata frenesia li colse, e iniziarono a ridere.

 

- Sai, dovremmo proprio bere insieme più spesso  noi due - disse Patrick strisciando la Esse in una maniera oscena

- Già...

Patrick lo guardò stralunato.

- Cos'hai? - chiese ondeggiando avanti e indietro col corpo.

- Penso di essere ubriaco... e penso che lo sia anche tu... - rispose con un ragionamento particolarmente logico per uno nelle sue condizioni.

- Ubriaco? Io? Naaaaaah.... magari un po' brillo... hic!

- Sarà...

Il biondo sorrise, ciondolando il capo avanti e indietro.

- Me ne versi ancora? - chiese all'asiatico

- Lo farei volentieri... ma è finito.... - rispose lui agitandogli davanti la bottiglia vuota.

- COSA? NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! - e qui iniziò a piagnucolare.

 

Una scena

davvero

pietosa

 

Si agitò così tanto che cadde dal divano.

E qui iniziò a ridere come un indemoniato.

...

Il coreano seguì il mentalista, e presto si ritrovarono  sdraiati a pancia in su, uno affianco all'altro, sulla moquette.

Dopo qualche minuto Patrick si ricompose (si fa per dire) e urlò:

- IO AMO LISBON PERCHE' E' DIVERTENTE!

Cho si girò verso di lui, poi tornò a guardare il soffitto e urlò:

- IO AMO LISBON PERCHE' E' FORMIDABILE!

- E IO LA AMO PERCHE' E' BELLA!

- E IO PERCHE'  E' MERAVIGLIOSA SOTTO OGNI ASPETTO!

- E IO PERCHE'.... PERCHE' SI!

Il poliziotto ci pensò un momento e poi urlò:

- ANCH'IO.

 

E qui si ritenne chiusa la questione.

 

A un certo punto anche Cho venne preso da un attacco di risata isterica.

Jane lo guardò e gli disse:

- Che hai?

L'altro sospirò e rispose:

- Mi è venuto in mente un episodio divertente!

L'altro si incuriosì e, un po' tirandolo e un po' spingendolo, gli chiese:

- QUALE, QUALE, QUUUUAAAALEEEEEE????

L'altro, tra una risata e l'altra, disse:

- Quello in cui tu hai picchiato il capo procuratore*!!

Allora anche Jane si mise a ridere.

- Ahahahah! E' stato uno spasso!Ahahah!

- Sai, mi sono sempre chiesto cosa ti abbia indotto a dargli un cazzotto...

Il biondo tornò serio all'istante e soffiò:

- Aveva fissato troppo a lungo la scollatura di Teresa.

Si guardarono negli occhi.

Sorrisero.

Sghignazzarono.

Ridacchiarono.

E, infine, si rotolarono dalle risate...

 

Che volete farci, erano ubriachi fradici!

 

Quando si ripresero, almeno un po', Patrick disse:

- Cho...

- Sì?

- Dobbiamo fare un patto.

Kimball si mise a sedere.

- Ti ascolto.

- Promettiamo che, non appena Lisbon si sveglierà, perché si sveglierà, le diremo la verità.

L'asiatico inclinò la testa.

- Quale verità?

- Quella del fatto che io e te la amiamo...

Il moro non sapeva che dire.

Poi pensò che comunque, anche accettando, la legge lo tutelava circa la parziale facoltà di intendere e di volere durante lo stato di ebbrezza, e, stringendo la mano del consulente, disse:

- Ci sto.

 

 

Bene, bene, bene.....

Allora...

Stavolta ho postato in tempo.

E ne sono davvero felice.

E spero lo siate anche voi...

Bè...

Io vi saluterei...

Quindi...

 

CIAO ^^

 

A... la scena con l'* , per chi non l'avesse capito, è un'allusione al capitolo n°2...

 

Be...

Ora..

CIAO

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Capitolo 10
*** il dopo sbornia ***


oook...
sono imperdonabile.
Un mostro...
Non ricordo neanche più da quanto non aggiorno questa storia, e al solo pensiero di quanto tempo è passato mi viene la nausea...
Non vi biasimo se deciderete di rintracciare il mio indirizzo IP per scovare il mio nascondiglio segreto e tentare di uccidermi...
Vi avviso solo che, in caso ci riusciate comunque non aggiornerei più la storia e voi non sapreste comunque come è andata a finire, e, in caso non ci riusciate al primo colpo....
Sperate di avere delle gambe abbastanza veloci...

Comunque, mi prostro ai vostri piedi e chiedo perdono...

SCUSATEMI

Detto questo, torniamo al capitolo.


IL DOPO SBORNIA

- Jane, ti senti bene?

Una violenta sequenza di suoni irripetibili e ripugnanti rispose alla domanda di Cho.

-Suppongo di no.... - sospirò il coreano che in quel momento era appoggiato alla porta del suo bagno - Il fatto è che anche io avrò presto bisogno di entrare... - urlò nuovamente per farsi sentire oltre la barriera di legno che lo separava da un biondo mentalista che, in quel momento, era chinato sul water.

- Non so quanto mi... bblh... ci...- ancora una sequenza di suoni irripetibili e davvero... davvero, disgustosi - vorrà....

Il poliziotto sospirò.

La sera prima avevano davvero esagerato...

Tutto quel Wiskey doppio malto...

Un insulsa leggerezza da parte sua.

Dopotutto lui era quello serio, lui era quello su cui tutti potevano contare, era quella la sua migliore qualità...

Era la qualità che lo aveva sempre reso importante davanti agli occhi del suo capo...

Lisbon.

In coma.

Non l'avrebbe mai creduto possibile.

Non lo credeva ancora possibile.

Sembrava tutto un incubo, uno di quei terribili incubi dai quali non ci si riesce a risvegliare, un di quelli in cui sai che la soluzione è a portata di mano, ma non riesci a trovarla...

E, invece era vero
Tutto vero.
Tutto terribilmente vero.

Eppure...

E poi tutti i suoi pensieri filosofici vennero interrotti da uno solo: HO BISOGNO DI UN BAGNO!

Spalancò la porta alla quale era appogiato da almeno mezz'ora, scaraventò da un lato il biondino accasciato sul water, ed espulse tutto ciò che aveva in corpo.

Uno spettacolo vomitevole (nel vero senso della parola) e imbarazzante: lui, la corazza umana, ICE-MAN, messo al tappeto da un bicchiere di troppo.

Bè, diversi bicchieri di troppo...

- Se becco chi ha inventato il doposbornia lo ammazzo. - esalò alzando la testa dalla tazza.

- Penso che chiunque abbia inventato il doposbornia abbia inventato anche la sbornia, e quindi l'alcool...- bofonchiò il mentalista ancora steso sul tappetino sotto il lavandino.

Cho si voltò verso di lui (cosa che gli procurò un capogiro  incredibile) e domandò: - E quindi?

Jane lo guardò e disse: - Bè, considerando che l'alcool esiste praticamente da sempre, penso che l'uomo che tu vorresti giustamente ammazzare sia morto da un pezzo...

Cho continuò a guardarlo con la fronte aggrottata, poi guardo il soffitto e disse:

- Allora inventerò una macchina del tempo.

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Capitolo 11
*** Risveglio ***


oook...
Avevo promesso che avrei postato più in fretta...
Bè, ci ho messo solo due mesi e ventitré giorni, non mi sembra un dramma, no?

Va bene...
Leggete

Risveglio

Drin...
Drin...
Drin...


- Pronto?
- Cho? Jane è con te?
Il poliziotto si voltò verso il mentalista.
Dopo quella memorabile nottata al sapore di Wiskey il biondino e l'asiatico non si erano quasi più separati: andavano insieme a far visita a Lisbon, andavano insieme a cena, andavano insieme a letto...

Ok, non in quel senso..
Dio quanto siete maliziosi!

Comuque erano ormai quasi inseparabili, come gemelli siamesi...
Quindi la risposta alla domanda di Van Pelt era più che scontata.

- Sì, è con me.
- Bene. Si è svegliata.

Il messaggio della rossa no fece neanche in tempo a passare per il cervello di Cho che lui e la sua bionda appendice (o forse era lui l'appendice del biondo? ai posteri l'ardua sentenza) si erano già catapultati fuori dalla casa, senza neanche passare dal via.

Sfrecciarono in macchina alla velocità della luce, neanche avessero avuto i propulsori della navicella spaziale di Star Wars.
Arrivarono all'ospedale in meno di quindici minuti.

Jane corse al banco dell'accettazione
- Mi scusi, mi saprebbe dire in che stanza é Teresa Lisbon?
- Lei chi sarebbe scusi? - domandò l'anziana infermiera dietro la scrivania.
- Io... sarei suo marito.
Cho lo guardò allibito.
Va bene che dovevano entrare, ma inventarsi una balla del genere...
Per di più una balla che presumeva un suo legame affettivo con Lisbon!

Il mentalista voleva morire.

- Non sapevo che la signorina Lisbon fosse sposata - disse la signora con fare inquisitorio.
- Diciamo che non era un rito legalizzato e lei è andata in coma prima che potessimo fare le cose per bene.

La donna non smise quel cipiglio scettico, ma disse comunque:
- E' in terapia intensiva, camera 29, hanno appena smesso di visitarla.
- Grazie... O, lui è suo fratello  - disse Patrick indicando uno quanto mai sbigottito e irritato Cho
-... adottivo - aggiunse in seguito allo sguardo interrogativo della donna.

Non appena furono nel reparto dove era ricoverata Teresa, Cho tirò uno scapellotto a Jane.
- Che ho fatto?
- Suo marito?
- Dovevo improvvisare!
- Non potevi dire di esseere suo fratello come hai fatto con me?
- Sarebbe stato inverosimile...
- Io ti... - Cho non concluse mai quella frase (e non gli saltò nemmeno al collo - non in quella occasione-) perché si bloccò alla vista di chi aveva davanti.

Lisbon era lì, in piedi, di fronte a loro, e li guardava.

A entrambi gli spasimanti mancò il respiro.

Fu lei a parlare per prima.

- Ragazzi! - disse sorridente, quasi all'orlo delle  lacrime, andando loro incontro per abbracciarli - Mi siete mancati tanto!
Loro la strinsero forte.
- Capo, lei però non dovrebbe stare in piedi, è ancora troppo debole - disse apprensivo (anche se apparentemente apatico - come al solito-) Cho.
- Io sto bene, e ho dormito anche troppo se devo essere sincera! Non vedo l'ora di rimettermi all'opera! - rispose lei serena scostandosi da loro.
- Lisbon, Cho ha ragione, è meglio se ti rimetti a letto, ti accompagnamo noi.
Lei sbuffò.
- Va bene, basta che mi raccontiate cosa avete fatto in queste settimane durante la mia... assenza

E iniziarono a raccontare...

Angolo dell'autrice...
QUESTO CAPITOLO É UN ABORTO!!!
Davvero orribile...
Perdonatemi ma non ho saputo fare di meglio...
Mi rifarò prossimamente, promesso 

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