Non Credevo...

di SabakuNoKatrine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...Che mi avresti guardato ***
Capitolo 2: *** ...Che mi avresti parlato ***
Capitolo 3: *** ...Che mi avresti detto prego ***
Capitolo 4: *** ...Che mi avresti fatto una sorpresa ***
Capitolo 5: *** ...Che mi avresti toccato davvero ***



Capitolo 1
*** ...Che mi avresti guardato ***


Non Credevo...
...Che mi avresti guardato






Osservavo involontariamente quei quattro da anni ormai, e più lo facevo più li invidiavo.
Li invidiavo tutti, dal primo all’ultimo.

C’era Kyle Broflovski che, malgrado fosse un secchione, manteneva una bellezza naturale e la capacità di avere sempre la “risposta pronta”.
Anche se lo definivano tale, Kyle non era affatto un semplice “bravo ragazzo”.
Era in grado di distruggere chiunque lo infastidisse colpendone i punti deboli senza il minimo sforzo, anche solo con una parola.
Malgrado ciò manteneva l'innocenza tipica di un bambino: nemmeno sapeva che gran parte delle sue compagne di classe avrebbero fatto di tutto per stare con lui.

Se si parlava di Kyle non poteva mancare Stan Marsh, il suo fidato migliore amico, famoso per la sua anima festaiola e il suo posto da quarterback.
Aveva l’etichetta di “bello e impossibile” poiché tutte sapevano che, per loro sfortuna, apparteneva a Wendy, la presidentessa del club studentesco, e nessuna, NESSUNA ragazza osava avvicinarsi a lui.

Eric Cartman invece era soltanto: superficiale, razzista, avaro, crudele, approfittatore, stronzo ed insensibile.
Avevo passato interi giorni della mia infanzia a fargli dei favori o tirargli su il morale, quasi come se fossi un giocattolo. Ormai non era più un “culone”, e le ragazze avevano cominciato da un po' a chiamarlo “Il bel tenebroso”.

Ed infine c’era lui: Kenny McComick.
Il solo aggettivo che mi veniva in mente quando osservavo il suo volto, i suoi atteggiamenti e la sua voce era “affascinate”.
Perché qualunque cosa facesse ricordava il personaggio di un film, che stesse elegantemente corteggiando/sbavando-dietro-ad una ragazza o facendo a botte con qualche invidioso rivale, manteneva quella sua regale compostezza e quella capacità di attirare chiunque solo con uno sguardo.
Le ragazze del suo fan club ufficiale - eh si ne aveva tanti - lo chiamavano “Il principe”.

Erano loro i protagonisti, i bulletti/fighi della scuola… quelli che poteva fare qualsiasi cosa volessero, ed era stato così fin dalle elementari!

Erano quelli che, se avessero dovuto perder tempo a descrivermi ( e non credo l’avrebbero mai fatto ), avrebbero detto ch’ero: fin troppo buono, sfigato, ingenuo, inutile, inadatto ed inferiore a Kenny ma soprattutto debole.
Insomma il mio soprannome spiega tutto, io ero “strachecca”.

Scossi il capo: dovevo smetterla di fissarli in quel modo o se ne sarebbero accorti… e se mi avessero chiesto qualcosa dopo?? Oh madonnina cosa gli avrei dovuto rispondere??

Ma non avrebbero mai potuto guardare nella mia direzione, vero?

Mi costrinsi a riportare lo sguardo sul foglio che mi rigiravo fra le mani, il compito di Matematica, l’avevo già finito e ricopiato, solo che ero insicuro… e se la terza fosse sbagliata?? Se x non fosse l’incognita?? E se 3x8 non facesse 24??…*

Sbuffai cercando di cacciare via quelle domande inutili e mi voltai pian piano in direzione del ragazzo biondo una fila più distante ed avanti di un banco, sulla sinistra.
Aveva un non so che di comico nello spettinarsi disperatamente i capelli, ma allo stesso tempo, quel gesto sembrava così calcolato… e poi così elegante.
Il modo in cui lentamente spostava le dita della mano destra dall’orecchio alle labbra scivolando sul mento era ipnotico.
Mi accorsi di star fissando quella figura da più di dieci minuti solo quando l’interessato, inaspettatamente, ricambiò il mio sguardo.

Non ci credevo: era umanamente impossibile che quelle stupende iridi azzurre stessero fissando me... ME!
...cioè io ero Butters Stotch… questo se lo ricordava, no?

Oh madonnina, cosa dovevo fare???…

Tentai di rompere il contatto in qualunque modo, non volevo mica che notasse che ero paonazzo??
Ma ero come incatenato dal suo sguardo, Kenny, da parte sua, sembrava incuriosito e allo stesso tempo estremamente saccente.

Forse ci volle qualche minuto perché mi accorgessi di ciò che stava realmente accadendo e chiusi di scatto gli occhi poggiando il capo sul banco, nascondendo il volto con le braccia.
Aprì gli occhi, perdendomi in quel piccolo spazio buoi che sembrava infinito, cercando di calmarmi: non mi aveva mai guardato così a lungo…

Al massimo avevamo incrociato lo sguardo per caso… ma solo perché io lo fissavo in continuazione.
Era da un po’ che mi ero reso conto che forse Kenny era “particolare” per me… ecco tutto.
...Da un po’… diciamo dalla quinta elementare.

E quello cos’era? Aggrottai le sopracciglia sentendo qualcosina fra i capelli e alzai il capo mostrando le gote ancora leggermente arrossate.
Mi rigirai l’affare piccolo e accartocciato tra le mani: una pallina di carta

Benchè fossi ormai al secondo anno del liceo nessuno mi aveva mai lanciato una palina di carta, ero emozionatissimo!
Sorrisi e stirai alla meglio-peggio l’angolo di pagina e lessi le seguenti parole scritte in una grafia leggera e stilizzata ma molto frettolosa.

“Hey, mi copieresti il compito?”

Mi ritorvai a dover leggere la frase più e più volte per poi guardare l’orario: ormai mancavano 20 minuti chi era l’incoscente che non aveva ancora termina-…
Il flusso del miei pensieri venne broccato dallo stesso sguardo unito ad un sorrisetto che non chiedeva bensì pretendeva.

“F-A-L-L-O”

Sillabò in un ordine… non una richiesta.

Cercai con lo sguardo il ragazzo ebreo in prima fila che stava freneticamente ricopiando il proprio compito su di un altro foglio, sicuramente per Stanley.
Quindi era occupato e non poteva aiutare Kenny.

Tornai ad osservare il principe: era stranamente rilassato come se fosse sicuro del mio appoggio... teneva il gomito sinistro poggiato sul banco il pugno chiuso a sorreggere il capo rivolto verso di me, le gambe poi erano accavallate.
In poche parole era a suo agio.
Io al contrario stavo ritto e teso e lo fissavo perplesso, indeciso e titubante, cercando di non guardarlo negli occhi mi concentrai sulle labbra: pessima scelta decretai in seguito...

Di tanto in tanto il labbro accoglieva una sottile matita porta dal pollice e dall'indice e ne masticava lentamente la punta, torturandola.
Non sapevo il perché.. ma la visione mi turbava e mi costrinsi a distogliere lo sguardo, pregando il celo perché una cosa del genere non accadesse mai più.
Decisi di mettermi all'opera e cominciai a scribacchiare a tutta forza.

Mancavano 5 minuti alla campanella quando finì di ricopiare le prime 6 espressioni… beh 6 su 8... sarà una B assicurata!
Oh almeno lo speravo.
Nel consegnare il compito al prof poggiai sul banco del biondo il fogliettino accuratamente ripiegato e tornai a posto evitando accuratamente di guardarlo.

Kenny appena lesse, senza neanche ricopiarlo lo consegnò a sua volta e uscì dall’aula in tutta fretta, senza degnarmi di uno sguardo.

Rimasi un po’ deluso… ma che dovevo aspettarmi… era sempre McConick, no?
Anche se l’avevo aiutato… è che a me è stato insegnato a ringraziare o almeno a sorridere a chi ti fa un favore…

Amareggiato aprì il libro di storia e mi misi a ripetere l’ultimo capitolo: dovevo ripeterlo! E se mi avesse interrogato?? E se l’avesse fatto mi avrebbe fatto anche domande su capitoli precedenti?? Come avrei fato??
Per quanto mi stessi impegnando rilessi sempre lo stesso rigo fino alla fine dell’ora.
Oh Madonnina... ma cosa mi stava succedendo?








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Salve a tutti! XD

è tardi.. non me ne volete =.=
Questo capitolo si è praticamente scritto da solo nel giro di un'oretta mentre l'idea è frutto della mia piccola e contornta mente maniaca °ç°
Vi ringrazio per aver letto e se avete tewmpo fatemi sapere cosa ne pensate!
Quasi dimenticavo... io sono identica a Butters e questo capitolo è tratto da una mia vera ora di Matematica XD
Spero di riuscire ad aggiornare entro la fine del mese!

A presto!!
*Oh Madonnina stavo per morire mentre scrivevo quelle scempiaggini

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Capitolo 2
*** ...Che mi avresti parlato ***


Non Credevo...
...Che mi avresti parlato






Non avrei dovuto farmi tanti problemi, in fondo non avevo fatto nulla di così speciale per Kenny…
Non gli avevo passato l’intero compito: nemmeno io l’avrei ringraziato!
…bugia, grande, grossa ed evidente bugia.

Sorrisi, assorto nell’attività principale che svolgevo durante le ore di storia, ovvero, fissare una crepa sul muro, appena pochi centimetri dalla lavagna.
In questo modo potevo far riposare il cervello e, allo stesso tempo, non farmi sgridare dalla professoressa: troppo spesso i miei genitori mi avevano picchiato e messo in punizione per una cosa simile.

Dovevo fare il bravo bambino… lavarmi i denti tre volte al giorno, tornare a casa presto ed evitare film vietati ai minori di 12 anni.
Forse non erano ancora al corrente del fatto che io ne avevo quasi 15…

La salvezza sottoforma di suono stridulo e continuo echeggiò prima di quanto me l’aspettassi così mi alzai dal banco per dirigermi verso la mensa: oggi c’era la pizza, non era il caso di perdersela!

Ma... cosa stava succedendo?? Perché la stanza era al contrario??
Distrattamente vedevo i fogli della mia ricerca per l’ora successiva poggiarsi con estrema lentezza sul pavimento come se “piovessero”…

Ci vollero alcuni secondi perché capissi in che posizione ero: stravo disteso supino con lo sguardo rivolto verso l’intonaco grigiastro del soffitto e sentivo intorno a me risate assordanti.
Mi chiesi come potesse essere accaduto mentre mi mettevo seduto massaggiandomi il sederino.
Mi guardai intono e l’unico che non stava ridendo, ma che sfoggiava un sorriso beffardo e provocatorio, era Eric Cartman che manteneva ancora la gamba in una posizione da perfetto “sgambetto”.
Sorrisi ingenuamente: certo, quei dispetti mi davano fastidio ma mi ci ero abituato.
Carman mi porte la mano: forse ero arrivato a conclusioni affrettate… o lui non l’aveva fatto apposta!
Avvicinai la mia mano diafana a quella muscolosa dell’altro che la strinse, aiutandomi ad alzarmi di qualche centimetro per poi abbandonarla di colpo, lasciandomi cadere.

Con un leggero “tonf” mi ritrovai di nuovo a terra fra le risate generali così decisi di raccogliere le pagine di biologia e sparire prima che al bel tenebroso venisse un’altra brillante idea per sputtanarmi davanti a tutti.

“Hey, prendimi 4 fette di pizza!”

Mi ordinò mentre io stavo quasi scappando verso la mensa, stringendo al petto la mia ricerca mentre reprimevo le lacrime.
Che bisogno c'era di comportarsi in quel modo così cattivo?

Decisi di prenderli questi 4 pezzi di pizza… non c’era nulla di sbagliato nel farlo, no?
Feci la fila, li pagai e con titubanza mi diressi verso il tavolo dove il quattro bulletti, più l’inseparabile Wendy, stavano amichevolmente parlando.

Oh madonnina!: avevo paura…
E se avessi sbagliato pizza?? Se fossi in ritardo?? …se non lo avesse chiesto a me??
Tossì leggermente per attirare l’attenzione dei presenti.

“E-eric…”

Lo chiamai in un sussurro poco percettibile, alzando di poco il vassoio in modo che lo vedesse.
Lui mi guardò soddisfatto sfoggiando il più malvagio dei suoi sorrisetti e prese le 4 fette di pizza, distribuendole fra i suoi amichetti, lasciandomi con in mano il vassoio che ormai conteneva solo una lattina di coca e un tramezzino.

Come poteva?... Ma in fondo avrei dovuto sapere che i 4 pezzi erano per il suo gruppetto, di certo non per uno come me…
Stavo quasi per andarmene quando sentì un rumore secco che mi spaventò: era Wendy.
Stava in piedi e aveva sbattuto i palmi delle mani contro il tavolo della mensa facendo sussultare i suoi commensali, soprattutto Eric.

“Come puoi essere così stronzo Cartman!!??”

“Oh… ci risiamo!!…”

Si lamentò l’insultato portandosi una mano a coprirgli il volto, fingendo disperazione.

“Dai tesoro, non è il caso…”

Le spiegò il suo ragazzo, che si preparava a subire una scarica infinita di insulti rivolti al suo amico: sapeva che Wendy non avrebbe mai lasciato passare un’ingiustizia.

“Invece è proprio il caso”

Ribbattè lei.
Non riuscivo a vederli così.
Stavano litigando… litigavano per me!
Non mi piaceva: era una cosa sbagliata, dovevano smetterla.. subito!

“basta…”

Era impercettibile come suono, infatti non riscosse alcun attenzione.

“Non solo l’hai sfruttato, ora gli togli anche il pranzo??”

“Sta zitta puttana”

La apostrofò lui ormai incazzato, abbandonando la postura da “tragedia greca”, irritato dal fatto di non potersi gustare la sua meritata pizza.

Oh madonnina… Avevo paura… perché litigavano?? Perché non la smettevano!?!?

“vi… vi prego…”

Lo sguardo del principe, che fino a quel momento era impegnato a torturare una lattina di birra, puntò improvvisamente sul mio, di nuovo.
Forse erano le lacrime che mi rigavano il volto, o i singhiozzi che mi facevano tremare ma in pochi secondi mi ritrovai con una fetta di pizza sul vassoio che tenevo fra le mani.
Kenny era a pochi centimetri da me, non riuscivo a vederlo bene: era tutto fin troppo appannato per via delle lacrime.
Sentì solo le sue parole: per una volta non erano saccenti, per una volta non erano dispregggiative, per una volta non erano prepotenti e nemmeno accusatorie.

“Io non ho fame”

Erano… gentili.
Mi stava donando il suo pezzo di pizza…
Forse perché piangevo! Dovevo essergli sembrato così idiota ed infantile: forse credeva che stessi piangendo per una fetta di pizza!
Stavo per declinare l’offerta ma sentì la voce di Kyle che, annoiato si lamentò dell’assenza del principe.

“Hey Kenny, lascia andare strachecca! Devo spigarti mate!!”

Così mi allonanai pian piano mordendomi di continuo il labbro inferiore.
Mi aveva parlato… aveva parlato con me!
Ed io ero Butters Stotch!!

Quella pizza che tenevo fra le mani doveva essere stata un dono del celo...
Anzi era qualcosa di molto più importante: era un dono di Kenny.








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Salve a tutti!! Vi avevo parlato di fine mese ed invece eccomi quì con un nuovo capitolo a solo un giorno di distanza dal primo.
Spero vi piaccia!
Lasciate un commentino se vi va!
chu! *3*

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Capitolo 3
*** ...Che mi avresti detto prego ***


Non Credevo...
...Che mi avresti detto "prego"






Oh Madonnina…
Avrei dovuto ringrazialro!!

Aprii le palpebre di scatto, non riuscivo a dormire: non ero stato un bravo bambino, affatto!
Kenny mi aveva donato, per una ragione che me era ancora sconosciuta, il suo pezzo di pizza…
…poi mi ero allontanato per non far arrabbiare nessun’altro!
E preso dalla sorpresa del momento…
…non gli avevo detto grazie!

Forse pensava che fossi uno scostumato, o un poco di buono!
Mi misi a sedere tenendomi la testa fra le mani: come fare? come fare? Come avrei potuto guardarlo in faccia da quel momento in poi??
Ora basta: dovevo dormire!
Il giorno successivo avrei avuto una missione da compiere: dire grazie al principe di South Park.


Come ogni mattina fui svegliato dal suono metallico della sveglia, sul comodino, a destra del mio letto.
La spensi subito: ero pieno di energie, benché fossero appena le 5 del mattino!

Come d’abitudine, dopo appena cinque secondi dalla sveglia i miei genitori spalancarono la porta della mia stanza dandomi il buongiorno e rammentandomi di fare una buona colazione ed adempiere ai miei “doveri mattutini”.
Sistemai la camera, feci una doccia, mi vestì, mi rifeci il letto, mi lavai i denti, pulì la gabbia dei miei servi-del-caos/cricetini, aiutai la mamma in casa e il papà in giardino, dopo di che feci colazione.

Alle 7:30 ero pronto e mi incamminai verso la direzione opposta a quella che prendevo di solito per arrivare a scuola: era quella più lunga che, guarda caso, passava davanti a casa McCormick.
Coincidenza? No: infondo avevo un piano da portare a termine al quale non avrei rinunciato per nulla al mondo!
O almeno così mi ripetevo...

Quella notte doveva aver nevicato, le strade erano ancora innevate e le poche persone che stavano in strada andavano di corsa per non congelare, io, invece, camminavo lento: Kenny arrivava sempre in ritardo a scuola.

Mi sedetti sull’estremità del suo prato davvero poco curato, lasciando che i piedi sprofondassero nello strato di neve sul marciapiede.
Tenevo le ginocchia piegate, vicino al petto e rifletevo tra me e me, giocherellando di tanto in tanto con la neve, protetto dai mie adorabili guanti celesti.
Lo stavo aspettando… mi bastava che uscisse e a quel punto lo avrei ringraziato e forse, ma non volevo azzardare troppo, saremmo potuti anche andare a scuola insieme!

Dovevo dirgli “grazie Kenny” oppure “grazie per ieri amico!”, dire “grazie mille”, però, sembrava troppo eccessivo.
Sapevo di doverlo fare ma quando aprivo bocca ne uscivano solo piccoli suoni sconnessi e farfugliati.
Dalle mie labbra rosse per il freddo fuoriusciva solo il respiro caldo in nuvolette che sparivano dopo pochi secondi.

“gra… g-gra…”

Sembravo una rana, poggiai sconfitto il capo sulle ginocchia: era inutile non ci sarei mai riuscito senza impappinarmi.
Strinsi la neve fra le mani chiuse in un pugno deciso: no, dovevo impegnarmi, non era da bravo bambino non ringraziare!

“gra… gra… hazie… ”

Ero più rosso di quanto si potese essere per il freddo e la neve, in più la voce fuoriusciva in sussurri stentati.

“grazie”

Riuscì a dire tenendo gli occhi chiusi fino a far male: ce l’avevo fatta!!

“grazie, grazie.. grazie!!”

Ora dovevo solo dirlo al padrone di casa: beh più facile a dirsi che a farsi.

“Prego”

Queste parole mi fecero voltare di scatto e trattenere il respiro: così concentrato ad esercitarmi a dire grazie non m’ero accorto che Kenny era ormai uscito di casa e mi osservava con una spalla poggiata sulla porta e un braccio sul fianco.

“prego, prego, prego”

Continuò, muovendo qualche passo, mentre io ero rimasto ormai immobile e senza parole a boccheggiare, notando che non aveva ancora messo il capotto e teneva la capigliatura bionda spettinata: doveva essersi svegliato da pochi minuti.
Sospirai... trovavo quella scena estremamente armoniosa... come se fosse perfetta
Non sapevo che dire… mi aveva detto prego, l’aveva detto a me??
E io ero Butter Stotch!!
Oh madonnina… ma da…

“Se mi stessi per chiedere da quando sono qui, ti risponderei che è da quando hai cominciato a fare la rana”

Ghignava divertito guardandomi dall'alto al basso… io sinceramente non ci trovavo nulla di divertente, ma sorrisi ugualmente mentre lui si sedeva accanto a me, alla mia destra, causando un mio sussulto involontario e costringendomi a trattenere il fiato.
Mi incantai ad osservarlo in tutto il suo splendore: teneva le iridi azzurre e perfette dritte dinanzi a se, perse nel vuoto, il braccio destro era poggiato sulla stessa gamba e la mano era a pochi centimetri dalla mia.

Scrollai il capo freneticamente: ero estremamente contento del fatto che non mi stesse guadando e che non mi stesse parlando, altrimenti si sarebbe accorto che avevo dimenticato anche come si respirasse.
Ora però dovevo istaurare una conversazione!
Dovevo farlo!

“He-… Hey… Come mai c-così presto?”

Gli chiesi con tono il più amichevole che conoscessi, tenendo lo sguardo puntato sulle sue miei scarpe: non avevo mai notato quanto fossero affascinanti e ricche di dettagli…

“Non li senti?”

Fu la sua unica risposta.
Solo in quel momento mi accorsi che da casa McCormick si udivano delle urla e dei suoni simili a piatti infranti e sedie sbattute in terra.
Mi intristì notevolmente, ma non volevo che se se accorgesse così sorrisi ed ingenuamente dissi:

“Succede spesso anche da me, mi- mia madre mi ha quasi annegato qualche ano fa!”

Con mia sorpresa non notai nel suo sguardo disprezzo ma puro sconcerto mentre si voltava verso di me.
Forse fu la mia immaginazione ma lo sentì e lo vidi mentre spostava la propria mano verso la mia coperta da un, ora definito ridicolo, guanto azzurro, senza mutare la propria espressione, facendo, invece, divenire me paonazzo.
Mi autoconvinsi che non l'avesse fatto di proposito e ripresi ad osservarlo prima che anch'io stesso me ne accorgessi.
Non mi rispose, tenne lo sguardo fisso sul negozio di dolci dinanzi a se: mi chiesi se gli piacessero particolarmente.

“Ho freddo”

Disse solo alzandosi, rompendo il nostro inesistente contatto, tenendo la felpa arancione con due dita sulla spalla destra con fare davvero principesco.

Non mi mossi, non sapevo di averne il permesso… rimasi a guardarlo fin quando non incontrò i suoi tre amichetti e sparì inghiottito dal piccolo pendio che portava alla fermata del pulman.

Come al solito non era andata come speravo ma almeno l'avevo ringraziato e avevamo parlato iniseme!
E poi mi aveva detto prego... con aria sognante m'incamminai verso scuola tenendo la mano col guanto che era stato sfiorato dal principe sulle labbra arrossate per il freddo.

Era caldo e odorava di Kenny...
Mi sentì avvampare e presi a correre per far si che arrivasse un po' di vento sul mio volto in fiamme
...Oh madonnina...









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3° giorno di vacanza= 3° capitolo
Credo di sta impazzendo, forse dovrei smetterla... xD
Vi ringrazio! =D
Un *chu* a tutti!

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Capitolo 4
*** ...Che mi avresti fatto una sorpresa ***


Non Credevo...
...Che mi avresti fatto una sorpresa






Ero estremamente felice, ma deluso.
Mi aveva guardato… di nuovo
Parlato… di nuovo
Poi mi aveva detto quattro volte “prego”!

L’avevo sempre visto come un affascinante principe, non credevo che l’avrebbe fatto: nei miei sogni più rosei mi avrebbe “solo” sorriso splendidamente per poi voltarsi con fare regale e portarmi con se sul suo cavallo bia-…
Cercai di tornare in me, non dimenticando che ero deluso - di nuovo - perché mi aveva abbandonato così di punto in bianco: ma in fondo cosa pretendevo?
Io… io ero Butters Stoch!(*)

Quella mattina trascorse senza che ci fossero avvenimenti particolari: a scuola Kenny non i guardò, no mi parlò e non mi disse prego…
Bhe… in realtà non c’era alcun motivo per dirmi prego, la verità era che ormai mi ritrovavo col cervello completamente fuso e, a dirla tutta, non mi andava nemmeno di tornare a ragionare!
Oh madonnina… forse non era una cosa da bravo bambino quella che stavo facendo/pensando: avrei dovuto smetterla!

Erano le 19 in punto quando, finalmente, mi chiusi in camera, il mio programma per la serata era semplice: avrei aiutato la mamma in cucina, cenato, mi sarei lavato i denti, e poi sarei andato a dormire il prima possibile.

I miei piani, però, furono mandati a monte dalla stravagante quanto abituale entrata di mio padre nella mia cameretta.
Lo salutai con un sorrisetto dolce e speciale, fatto a posta per il mio papà, per quanto riguarda l’ improvvisata(**) ormai ero abituato a non avere la minima privacy.

“Volevo avvertirti, tesoro, che ci saranno i McCormick a cena con noi questa sera!”

Forse avevo capito male – davvero male, sperai -…
Aveva detto McC… McCor… cioè il mio McCormick!?!?!?
Avvampai, sorpreso dai miei stessi pensieri: da quanto Kenny era diventato “MIO”… il MIO McCormick, certo che suonava benissimo…

Stavo per strapparmi i capelli uno ad uno ma mi trattenni e, degludendo a fatica, riuscii solo a domandare con tono supplichevole:

“…Perché??”

“Perché!?? L’abbiamo visto, sai, io e tua madre!”

Esordì sfacciato, fin troppo preso dalla questione: sapevo dalle elementari quello che alla mamma piaceva definire “Il PICCOLO vizietto di Papà”(***), così non facevo più caso a suoi atteggiamenti da “casalinga pettegola”.
Ma tornando al punto cruciale del discorso: Cosa aveva visto di preciso!??... o meglio… CHI!!???

“Credevi che non l’avessimo visto?? Il figlio dei McCormick – si… !! Quello che ha più o meno la tua età! – è rimasto fuori casa nostra per quasi due ore!”

cosa Cosa COSA?
Il principe voleva… ME?

“Eppure faceva un freddo tremendo lì fuori… così abbiamo invitato i suoi genitori a cena! Preparati, figliolo.”

Continuò come se fosse una cosa ovvia mentre si allontanava, diretto verso la cucina, pronto ad aiutare la mamma.
Aveva ragione: fuori non aveva smesso di nevicare.. doveva fare davvero freddo… tanto freddo…
Stavo per cominciare a tirare testate contro il muro: Oh madonnina, perché non uscivo mai di casa!? Perché!?!? Perché!?!?!?

Un solo pensiero riuscì a distogliermi dal mio intento: LUI sarebbe venuto qui… in tutto il suo splendore e fascino!
Sentii il viso più caldo e cominciai a preoccuparmi: gli sarei sembrato una ragazzina, mi prendevano in giro per questo… non avrei voluto sottolienare la cosa!
Avrei fatto una brutta figura: ne ero sicuro, poi mi avrebbero preso tutti in giro il giorno seguente… non sapevo se sarei riuscito a sopportare un insulto fuoriuscito dalle labbra della mia persona speciale.

Cominciai a correre per la camera, tirando fuori dall’armadio tutti i giochi che, con un po’ d’immaginazione e chiudendo un occhio – diciamo anche due - potevano essere definiti “fighi”, senza ottenere molti risultati.

Avevo solo la PSP con una decina di giochi, il monopoli e le carte UNO.

Oh madonnina… come avrei fatto? Cosa avrei dovuto fare?

D’un tratto il suono del mio campanello mi parve il rumore più orribile che ci fosse al modo.

“Butter, tesoro, va ad aprire la porta!”

Ok: era arrivata la mia fine.
Addio cricetini-mie/servi-del-caos, addio inseparabili cartoni della Disney, addio caro lettino, addio mio adorato vestito fatto con la carta argentata.
Fu in quell’istante che notai d’avere davvero poche cose da salutare: pregai il celo di riuscire ad avere più tempo, giusto per riuscire a dire addio a più oggetti…
Cominciai a correre come un dannato verso l’ingresso di casa, per poi bloccarmi di punto in bianco davanti alla porta, abbassando di scatto la maniglia, tenendo gli occhi chiusi fino a star male.

Finì per urtare il mio nasino contro qualcosa, qualcosa di morbido e che odorava di buono.
Quando riuscì a riaprire gli occhi era tutto appannato: vedevo solo un cappotto arancione ma sapevo bene a chi dei miei ospiti appartenesse, alzai il capo per poterlo guardare, in fondo non desideravo altro...
Vidi il suo volto: non l’avevo mai visto così da vicino… non avevo mai notato quanto fosse alto ed era la prima volta che sentivo il suo respiro...

Non ero arrossito: ero bordeaux.

“Ci-… c…”

“Buona sera”

Sussurrò lui, rivolgendo un mezzo sorrisetto cortese ai miei genitori per poi superarmi con un solo passo, lasciando che gli altri componenti della sua famiglia entrassero.
Ecco, lo sapevo: ero uno sciocchino!
Se ero arrivato al pensare una “parolaccia” qual’era “sciocchino” stava a significare che lo ero sul serio.
E non era da bravi bambini pensare delle parolacce, dopo mi sarei dovuto mettere in punizione da solo!

“ciao…”

Salutai il vialetto buio e mi richiusi la porta alle spalle, sospirando appena.

Non riuscii a mangiare nulla a cena: forse perché Kenny era seduto proprio di fronte al mio solito posto a tavola, forse perché mi aveva fissato tutta la sera mentre mangiava in tutta calma, forse perché non sopportavo più la presenza, divenuta ormai costante, della sua scarpa da ginnastica poggiata appena sulle mie che, in risposta, tremavano senza che riuscissi a fermarle...
“Il MIO McCormick” intanto rideva alle battutine di mio padre, faceva i complimenti per la cena a mia madre e scherzava con i suoi fratelli.
Quando il piede del principe si spostò di qualche centimetro verso l’alto, strusciando sul jeans leggero, finì per arrossire di colpo, costringendomi a guardarlo negli occhi: la sua espressione era divertita e canzonatoria…
..potevo anche star sbagliano… non riuscivo a decifrarla meglio...

Il suo sguardo penetrante mi stava scrutando, mi studiava con una certa urgenza e voglia che mi fece rabbrividire.
Intanto il suo piede saliva lentamente fino a ginocchio per poi riscendere, la sensazione era strana e alquanto sfustrante… non ne capivo il motivo.

“Mi passeresti la salsa di soia?”

Esordì gentilmente il mio commensale, non smettendo di portare la sua scarpa sempre più sopra… più sopra…
Il mio labbro inferiore finì automaticamente fra i miei denti causando in Kenny una reazione che non mi seppi spiegare al momento… mi sembrava teso.

Decisi di alzarmi di scatto per evitare di mettermi ad urlare e chiudermi in camera.

“CERTO!!”

Risposi con più foga di quanta ce ne volesse, muovendomi come un robot mentre prendevo il piccolo contenitore e gliene versavo qualche goccia.

“Ancora un po’”

Chiese riacquistando un fare apparentemente distratto.
Intanto, io riuscivo a vedere i suoi occhi puntati fissi su di me e non sembravano affatto disinteressati.
Forse stavo solo immaginando quelle attenzioni: decisi che era arrivato il momento di mostrare a Kenny e ai presenti il mio spirito combattivo!

“Mamma, vado in camera! Grazie per la cena! Con permesso signori McCor... signori!”

Detto questo mi voltai di scatto con la voglia di scappare da quella situazione impossibile: mi sentivo libero e leggero, cominciai quasi a correre, mi bloccai solo quando sentii la voce di mia madre, rivolta al mio principe, incitandolo.
Sapevo di star sbagliando ma oramai mi piaceva troppo anche solo pensare che fosse mio.

“Kenny caro, va a giocare un po’ di là con Butters, non avere vergogna: è la seconda stanza a sinistra!!”

Come poteva trattarlo ancora come un bambino?? Credeva che fossimo alle elementari da essere in grado di andare a giocare d’amore e d’accordo nella mia cameretta??

Io non ne avrò…”

Sussurrò educatamente il principe mentre si alzava con misurata eleganza e mostrava ai commensali un sorriso mozzafiato quanto costruito apposta per l'occasione. Intanto, non riuscivo a capire perché avesse sottolineato la parola “Io” fino a quel punto, così lo guardai ingenuamente, alla ricerca di risposte.
In cambio ricevetti una risatina divertita trattenuta male, mentre saliva le scale come se niente fosse...
Mi fece cenno di seguirlo ed entrò nella mia camera.

Prima di entrare a mia volta mi decisi per la prima volta a proferire spontaneamente col mio ospite inatteso:

< Co-... come mai sei venuto da.. da me oggi? >

Per quanto tentai di essere deciso, la sua risatina mi fece credere di non aver ottenuto molti risultati.

Rispose soltanto lui mentre, come se fosse il padrone, si lasciava scivolare sulla morbida moquette, incrociando le gambe.
Se per Kenny quella era una sorpresa, dovevo ammettere che avevamo criteri estremamente differenti.
Ma i miei pensieri furono interrotti dal battit irrequito del mio cuore: in quel momento Kenny McCormick non era solo la mia persona un po' speciale, era la cosa più affascinate e provocatoria che avessi mai visto. Oh madonnina… avrei preferito morire pur di non dover restare solo in camera con lui!









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Eccomi di nuovo fra voi! =D
Bhe, se il mio può essere definito ritardo, chiedo umilmente venia! XDD Ma ho avuto tipo una decina di feste - obbligatorie - fra comunioni, matrimoni, 18 anni, cresime e roBBBa varia!
Spero vi sia piaciuto... ^-^" Scusate per gli errori di battitura ma la mia voglia di rileggere i capitoli scade dopo la seconda passata =.=""

E ora quello che io chiamo: "I punti incomprensibili"! XD *Per chi si sta chiedendo come mai lo scrivo sempre è perché amo la sua canzoncina quando fa: “His name is Butters!!” “That’s me!” *rotola* Scausate... XD

**Non so perché non compare l'apostrofo... Qui si e lì no... °^°""

*“Il PICCOLO vizietto di Papà”= per chi non lo sapesse, il papà di Butters è un po’ gay e la mamma è sce-… *cofcof* volevo dire poco furba =D


Un Chu enorme a tutti! =3

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Capitolo 5
*** ...Che mi avresti toccato davvero ***


Non Credevo...
...Che mi avresti toccato davvero






Mi chiesi il perché di quella strana situazione mentre mi sedevo al centro del MIO letto, saltellando appena, osservando la MIA camera con al centro un ragazzo che pian piano avevo deciso di rinominare il MIO McCormick.
Ma, per quanto la situazione potesse sembrare normale non lo era affatto: lui era il principe – perfetto, affascinante e regale – ed io non ero affatto una principessina!
Io ero un ragazzo e per di più Butters Stoch: e questo era tutto dire…

Osservai assuefatto l’oggetto dei miei pensieri mentre si lasciava scivolare al centro del tappeto azzurro e sospirava appena prendendo tra le mani un paio di giochini a caso.
Involontariamente trattenni il fiato quando notai come tutti i movimenti di Kenny sembrassero così improvvisati quanto voluti.

“Non ti preoccupare: ci so giocare… Modestamente ho salvato il Paradiso con questo affarino una volta!”*

Lo aveva notato: aveva notato che, in sua presenza, avevo dimenticato com’è che si riuscisse a respirare, mi sentivo quasi male... e non era per paura che potesse rompere la mia costosissima PSP...





C-cosa gli avrei dovuto rispondere??
Aveva usato un tono così serio e divertito che mi sentivo disorientato!
Sembrava fosse vero ma allo stesso tempo così impossibile!
Se gli avessi creduto e non fosse stato vero si sarebbe messo a ridere ma se fosse stato vero e io non gli avessi creduto se la sarebbe presa…
Oh madonnina! Cos’avrei dovuto fare??
Forse potevo dirgli qualcosa del tipo “Wow!! Eccezionale” o “Mi fai vedere come si fa?”
Per mia s/fortuna scelsi la seconda.
Kenny mi regalò uno sguardo malizioso e suadente che io, nel mio piccolo mondo dolce ed innocente, riuscì solo ad identificare come affascinante: ciò mi mandò ugualmente il cuore a mille.

Quasi non notai che si era ormai alzato e che si avvicinava a me con estrema lentezza come per farsi osservare completamente: ignorava che gli avevo già fatto da tempo un’intera radiografia a sua insaputa.
Si inginocchiò davanti a me e prese la mia mano sinistra tra le sue: erano così calde e lisce…

“A sua disposizione”

Mi soffiò sul palmo della mano con una tale convinzione da sembrarmi quasi osceno mentre vi poggiava un bacio contraddittorio per la profonda castità colla quale era stato donato.
Oh madonnina: quello era proprio un principe!!
Il cuore mi batteva forte: non sapevo che fare… non sapevo cosa rispondergli…
Kenny aveva lasciato la PSP: cosa mi avrebbe insegnato senza??

Mi ritrovai disteso sul mio letto, a fissare il soffitto senza sapere neanche come avessi fatto: era tutto così… offuscato in più sentivo il corpo di Kenny fin troppo vicino al mio... questo non mi aiutava a schiarire la mente… affatto.
Si posizionò sopra di me senza toccarmi, tenendo le ginocchia ai lati dei miei fianchi e le braccia appena sopra le mie spalle per sorreggersi… non mi toccava.

Perché non mi toccava!??
Perché mi guardava soltanto!!??
Ma cosa stavo pensavo?? Lui non doveva toccarmi!! Perché avrebbe mai dovuto farlo!!!??
Ma soprattutto cosa voleva fare lì sopra di me??

Improvvisamente notai che mi sovrastava senza la minima difficoltà e di questo sembrava davvero fiero mentre mi osservava attentamente.
Io non facevo altro che guardarlo fisso e schiudere le labbra per riuscire a ricordare come si riuscisse a respirare, senza ottenere molti risultati.
Oh madonnina!! Il principe era sopra di me.. sopra di me…. !!

Ma non mi toccava… il che sarebbe dovuto essere un bene no?? Allora perché aspettavo che mi toccasse!??
Doveva toccarmi??
Mi avrebbe toccato??? E dove poi?? E perché??
Era tutto così strano... così surreale...

Sembravano passare ore, non minuti, mentre lui cominciava a giocare con il laccetto cella mia felpa azzurra: lo stringeva fra i denti e poi ne faceva scomparire il nodo fra le labbra.

“C-che… che.. sta-… !! eh?!”

Senza che me ne accorgessi le mani del principe si posizionarono sui miei fianchi per poi infilarsi dotto la felpa e la maglietta e salire su con estrema lentezza.
Bene: ora mi stava toccando! Ne ero felice??
No: ero completamente spaventato… ma non riuscivo a negare a me stesso che la cosa mi incuriosiva, sembrava trascinarmi…

Mi morsi un labbro corrucciando le sopracciglia, quei tocchi, quel fare, era tutto così strano: sentivo caldo ma rabbrividivo.
Kenny intanto sembrava mangiarmi con gli occhi era così impudico ma allo stesso tempo delicato… non riuscivo più a sostenere il suo sguardo.
Sembrava avesse aspettato di proposito prima di toccarmi: si mostrava abbastanza soddisfatto delle proprie azioni.

“Ke- …enny! N-no…”

Lo chiamai, quasi implorante: stava cominciando a tastarmi ovunque e questo mi stava facendo perdere il contatto con la realtà, mi portai il braccio destro a coprire gli occhi.
Mi vergognavo di me stesso: non ero affatto un bravo bambino.
Che cosa mi stava facendo?
Io ero un ragazzo… non avrebbe dovuto farmi cose simili!
In realtà non sapevo neanche cosa mi stesse facendo: questo, però, non bastava a far si che non mi piacesse, al contrario, ne ero palesemente attratto.

“Kenny…”

Ansimai ormai abbandonato a quei tocchi perfetti, protetto dal braccio che celava parte della mia espressione assuefatta ed imbarazzata.
Tentavo di nascondermi pensavo che così lui non mi vedesse… che non vedesse i mei occhi lucidi e un’espressione particolare... libera e piacevole che non avevo mai assunto prima d’ora.

“Ahh…”

I pollici del principe si soffermarono sui miei capezzoli: mi morsi un labbro per non urlare ma un gemito sfuggì ugualmente dalle mie labbra, causando una risatina da parte dell’altro.

Non ce la facevo più… volevo scappare… mi veniva da piangere…
Perché questo?? Perché a me?? Io… IO NON VOLEVO!





“Hey!”

Finalmente riuscii a sentire il mio respiro: era veloce e profondo, sembrava provocante in un modo che non riuscivo a capire.
Aprii gli occhi offuscati dalle lacrime e mi ritrovai Kenny a pochi centimetri dal volto... il suo viso sembrava arrossato come se fosse in leggero imbarazzo.

“Heeeey!”

Mi ripetè avvicinandosi di qualche centimetro in più: io…. io non ero preparato a ciò!

“AAAAAAAAAAAA!!!”

Mi allontanai di scatto, sobbalzando, cercando di aumentare la distanza fra i miei occhi e quelli perfetti del principe che, dopo un attimo di indecisione, si avvicinò verso di me con un sorrisetto sulle labbra: uno strano misto fra il divertito e l'infastidito.

“Stavi sognando… E a quanto pare riguardava… Me?”

“i-io… NOOO!!!”

Urlai, quasi istericamente: la sua sicurezza mi spaventava era eccessiva, in più mi sentivo estremamente sensibile, non avendo perso quella strana sensazione di calore proveniente… ehmm.. dalle parti basse, ecco… una cosa che non mi era mai accaduta prima d’ora…
Mi resi conto di star esagerando, e non poco... Kenny non aveva alcuna colpa!

“s-… scusa… i-io…”

Ero uno sciocchino, e lo ero per la seconda volta in una sola serata: Che razza di sogni erano quelli??
Da quanto in qua mi addormentavo così velocemente!!??
Aspetta! Stavo veramente dormendo… giusto??
Raccolsi tutto quel poco coraggio che avevo e chiesi con un filo di voce:

“C-che… cos’è successo… ?”

“Sei svenuto!”

Rispose lui semplicemente, come se vedesse gente svenire ogni ora del giorno, mentre si sedeva ai piedi del letto senza neanche preavvisarmi.

“All’inizio non ci ho fatto caso… poi hai cominciato a chiamarmi per nome. Quindi sono corso a vedere cosa stesse succedendo e…”

Sembrava così concentrato nel suo racconto che restò a fissare quello che in realtà era un orribile disegno fatto da me alle elementari ma che a mia madre piaceva definire “un quadro”.

“...sembravi una ragazzina della Play-boy.”

Aggiunse enigmistico, non sapevo a cosa stesse pensando in realtà… sapevo solo che quel suo sorriso deciso mi fece rabbrividire.
Quello era..un complimento?? Non ne avevo idea!

Presi un cuscino e lo strinsi fra le braccia poggiandovi il capo arrossato sopra, tentando di ridargli un colorito più normale.
Era stato un sogno: un terribile –bugia- involotario –bugia- e insignificante –bugia- sogno.
Dovevo calmami e convincermi di ciò!
Ma non era facile a dirsi come a farsi: ogni centimetro della mia pelle che era stata “sfiorata” da “Kenny” sembrava ardere.

Abbassando lo sguardo notai che la mano del principe era estremamente vicino alla mia: ne sentivo il calore attraverso quei 2-3 centimetri che ci dividevano.
Istintivamente le miei dita si mossero verso la sua direzione c’ero quasi… l’avrei toccato…

“Kenny!! Dobbiamo andare: quell'idiota di tuo padre si è ubriacato di nuovo e ha vomitato in cucina!!” **

L’espressione del principe variò in meno di un secondo.
Non l’avevo mai visto così e mi augurai di non avere in futuro un onore simile: provava puro rancore represso splendidamente, almeno fino ad un momento fa.
Sembrava quasi odio e ne provava con tanta intensità da emanarli.
Mi strinse la mano nella sua, rompendo le distanze… faceva quasi male ma non mi lamentai: mi stava toccando!
Era la prima volta che accadeva realmente una cosa simile!
Oh madonnina! Che emozione!!
Vidi le miei dita divenire di un colorito bluastro ma il principe non sembrava demordere.

Fu in quel momento che capì: Kenny vedeva realmente persone svenire tutti i giorni, la sua vita non era perfetta come l’avevo sempre immaginata…
Mi morsi un labbro e saltai in piedi parandomi davanti al mio coetaneo che ora puntavo lo sguardo vuoto dritto dinanzi a se.

"P-puoi venire qui q-quando ti pare!"

Gli sorrisi felice, mostrandomi deciso ma anche completamente imbarazzato.
Era stata una proposta istintiva, pensai alle conseguenze solo pochi secondi dopo.
E se mi avesse riso in faccia?? Se non ci volesse più mettere piede qui??
Per un attimo mi sembrò sorpreso, quasi meravigliato poi il suo sguardo deciso tornò a scrutarmi con noncuranza mentre la sua mano abbandonava la mia.

Non mi rispose si limitò ad allontanarsi verso la porta lentamente, raccogliendo il proprio cappottone e cominciando ad indossarlo.
Mi convinsi d’aver immaginato un’espressione così poco consona al principe e mi voltai osservando gli occhi glaciali del McCornick: l’unica cosa che si intravedeva dal cappuccio oltre al ciuffetto di capelli biondo grano.

"A presto…"

Mi augurò per poi varcare la porta.
Come al solito rimasi bloccato: non sapevo se potevo seguirlo oppure no…o almeno dirgli una sorta di ciao a mia volta.

Rimasi immobile imbambolato ad osservarmi la mano sinistra ancora parzialmente arrossata: almeno quello non l’avevo immaginato.
Kenny mi aveva parlato, detto prego, fatto una sorpresa e addirittura toccato, il tutto in un paio di giorni!
Tutte queste emozioni mi stavano facendo impazzire, ecco perché avevo fatto quel sogno!
Certo: ora si che era tutto chiaro!

Ero solo sovreccitato, felice e confuso: potevo dire di avere un nuovo amico, no?
La "mia persona speciale" era il mio "nuovo amico"!
Chissà se il principe la pensava allo stesso modo.
E se non fosse così?? Se Kenny non mi volesse come suo amico??
Mi buttai sul letto nascondendo il volto nel cuscino celeste.
Oh madonnina… perché tutto così infretta??








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Salve a tutti!
Mi scuso per il colossale ritardo: solo ad una celebrolesa come me poteva venire il blocco dello scrittore con la storia già inventata e avviata! Vi chiedo umilmente perdono! ^__^"
Ohh! Finalmente ho dei lettori *commossa*
Non so davvero come ringraziarvi! ç.ç
E invece si! XD
Apriamo ufficialmente "L'angolo delle risposte alle risposte fatte ai Capitoli!"! *-*


L'angolo delle risposte alle risposte fatte ai Capitoli!

Khalha: Grazie mille! Il tuo commento è stato il primo che ho ricevuto e mi ha sollevata parecchio!
Credevo che questa storia non piacesse poi però ho notato la tua risposta e mi ha resa devvero felice!
Butter è troppo adorabile! XD Non sai quanto mi trattenga dal farlo spupazzare da Kenny!
Spero continuerai a seguire questa storia! A presto! *3*

Masquette: Prima di tutto grazie per il commento! Anch'io adoro la coppia formata da Cartaman e Kyle anche per le continue allusioni di Eric a una certa ciucciatina di palle o alla sabbia nella vagina dell'ebreo. XD
Sono perfettamente d'accordo anche con l'idea che hai di Kenny: è come un uomo fra dei ragazzi mentre butters (come hai detto anche tu) e il ragazzino!
Grazie per i complimenti e scusa per gli errori: vado sempre troppo di fretta! >.<"
Eccoti il capitolo, alche se in ritardo (colpa del blocco del mio unico neurone XD) A presto, ciao! *3*

Reila_Phantomhive: Grazie per avre letto e commentato! Sono contentissima che ti sia piaciuta!
In realtà averei voluto farlo scappare parecchie volte, però Kenny è ancora troppo "Il Principe" per poter scendere da cavallo e rincorrerlo! ^____^
Eccoti il nuovo capitolo! A spesto!! =D
P.S. bel nick! adoro Ciel! X)

Celtic_spirit: Grzie per i complimenti! *____*
Come ti capisco: da piccola lo guardavo sempre e solo l'anno scorso ho cominciato a vedere varie coppie in quel cartone! Quasi come se avessero modificato dei particolari mentre invece sono io che ormai sono una yaoista incallita e quindi mi saltano all'occhio tutti i particolari slashble *ç*
Se ci fosse Kenny credo che ti salterebbe addoso per ringraziarti! XD
Butter invece dolcioso com'è se ne starebbe da parte a sorridere! *-* <3
Spero che seguirai ancora questa storia! Un bacio! *chu*


Spero vi sia piaciuto questo capitolo: è un po' incasinato ma spero che abbiate capito tutto! ^_^
E ora è arrivato il momento de:

I punti incomprensibili!

*Non ricordo in quale puntata ma Kenny giocando alla PSP comanda le forze celesti e salva il paradiso alla facciaccia di Cartman! XD *rotola*

**In molte puntate si nota che il padre di Kenny è un ubriacone e un fallito, per questo sua moglie non ha una buona considerazione di lui e lo incolpa anche della loro situazione economica! (con tutte le ragioni di questo mondo è.è)


Vi ringrazio per aver sopportato tutte le mie scempiaggini fino a quì!
Al prossimo capitolo!!
Un Chu enorme a tutti! =3

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