Le Avventure di Sebastiano di Michele

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sebastiano di Michele ***
Capitolo 2: *** L'incontro con Ciel FantasmaAlveare ***
Capitolo 3: *** La prima visita nella nuova casa FantasmaAlveare ***
Capitolo 4: *** Sebastiano arruola la servitù. ***
Capitolo 5: *** La malinconia del Conte FantasmaAlveare ***
Capitolo 6: *** Jekkusarippah ***
Capitolo 7: *** L'Uomo che sotterra la gente ***



Capitolo 1
*** Sebastiano di Michele ***


Sebastiano camminava con la solita piantina tra le mani. Quel vasetto e quel po’ di terra erano gli ultimi suoi averi. Se non si conta quel cavolo di gatto nero che gli stava perennemente attaccato ai pantaloni.
Sebastiano Di Michele ‘il gattaio nero’, lo chiamavano.
Veniva da un paesino sperduto dell’Irlanda e con i pochi spiccioli che gli erano rimasti aveva deciso di andare in Inghilterra. A fare che, poi, non s’era capito.
Non gli era rimasto quasi niente in tasca, giusto qualcosina per mangiare; e poi puzzava.
‘E non è bello puzzare’.
Quando s’imbatté in un’osteria fu costretto –sforzo immane- a pensare.
‘Se uso i soldi per mangiare non posso lavarmi. Ma se mi lavo, poi non mangio. E dopo qualche giorno puzzerò di nuovo ed avrò anche lo stomaco vuoto ’.
Si decise per l’osteria.
Ordinò la prima cosa che gli fu proposta –cazzo, ma l’accento inglese è micidiale- ed aspettò, posando la piantina sul tavolo. Improvvisamente un signore abbastanza anziano –abbastanza….- e apparentemente di ottimo status gli si avvicinò. ‘Ma quella….è la famosissima pianta del the aksjdijiojuekj!’
‘….’
‘Ma io devo assolutamente averla, la posso pagare profumatamente!’

Improvvisamente l’uomo sembrò scoppiare come una pentola a pressione e si ridusse alla dimensione di un chibi mal disegnato.
‘…’
‘oh-oh-oh’
Sebastiano, incerto sul da farsi, porse la piantina all’uomo.
Quello, dopo uno ‘oh-oh-oh’ più potente riuscì a gettare dei soldi sul tavolo e a prendere la piantina, per poi scappare.
Sebastiano raccolse i soldi e mangiò con calma.
‘Ma che fessi ‘sti inglese’.

Una volta fuori, decise di eliminare una volta per tutte il problema di puzzare.
Poteva affittare una camera e lavarsi in una vasca, per una serata;ma gli sarebbero finiti subito i soldi e dopo qualche giorno avrebbe ricominciato a puzzare- ‘e poi, un po’ ci sono affezionato alla mia puzza….’.
L’unica cosa che poteva fare era mascherare la sua condizione: quindi comprarsi un bel vestito.
Ma i soldi non erano molti, e lì, ebbe il colpo di genio-quando pensava era un portento, glielo dicevano in molti-: ‘mi compro un vestito da maggiordomo, primo perché son neri e se si sporcano nessuno lo nota. Poi perché si sa, un maggiordomo è pulito e preciso per antonomasia-antonomasia….l’avrò letta sul Topolino.’
E così fece, e fu per questo che da quel giorno, iniziarono a chiamarlo Sebastiano Di Michele il maggiordomo nero.

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Capitolo 2
*** L'incontro con Ciel FantasmaAlveare ***


Sebastiano stava camminando come sempre per le vie di Londra. –no, oggettivamente, uno puzzolente vestito da maggiordomo con un gatto su per il culo attaccato ai pantaloni , che cazzo può fare tutto il giorno?- quando vide improvvisamente una villa in fiamme.
E fu allora che ritornò a ragionare.
‘Se entro e mi frego qualcosa di valore, posso rivenderla. Tanto le fiamme prima o poi si spegneranno da sole. E se entro e trovo un vestito più bello?’
E decise di entrare.
Stava tranquillamente scansando qualche trave infuocata(abilità o culo fortuna?)qua e là, quando sentì una voce. La seguì e si ritrovò in un ampio salone: sembrava essere il punto in cui era nato l’incendio.
Infatti capì dopo poco tempo che la causa di tutto era stata una radio poggiata su un piccolo comodino –tutti gli avevano sempre detto che avrebbe avuto un futuro da elettricista,ma lui non c’aveva mai creduto…- che ora trasmetteva a ripetizione ‘Do what you want, ‘cause a pirate is free,YOU ARE A PIRATEEEEEEE!’.
Nel centro della stanza c’erano due corpi, appartenenti probabilmente ad un uomo e ad una donna.
In un angolo della sala, un bambino steso per terra con gli occhi chiusi continuava a ripetere:SONO MORTOOO!SONO MORTOOOO!
Sebastiano si avvicinò e lo punzecchiò.
‘AAAh,la morte è già qui!’
‘….’
‘Prendimi ora che sono bello e giovane! Fà che le mie ossa riposino in un’oscura segreta, inaccessibile ad anima viva. Che possa la mia tomba tingersi del rosso etereo delle rose...’
‘’Sto qui si legge troppi romanzi.’
‘Perché, perché tardi?!’
‘Perché…’
Sebastiano, fa funzionare il cervello, lui è il padrone della barracca!
‘Perché io ti posso riportare in vita.’
‘Come?Con cosa?Una pozione, un sacrificio umano, una fattura? Fa pure ciò che devi!
‘Ehm…’

Sebastiano prese la benda con cui stava giocando prima il bambino –you are a pirateeee!- e gliela mise su un occhio.
Poi, con un po’ di cenere scrisse sul dorso della sua mano il primo simbolo che gli passò per la testa:una stella con un cerchio.Che fantasia.
‘Ecco qua, adesso abbiamo…un patto.’
‘Tutto qui?’
‘Sì, ora….puoi aprire gli occhi’.

Il bimbo, appena aprì gli occhi e vide quest’uomo vestito di nero circondato da fiamme –sì, perché può anche avere fortuna, ma i vestiti s’incendiano- esclamò.
‘Tu!Tu sei un demone! Non è forse così che ti chiamano le persone?Non è forse quello che esclamano al tuo passaggio?’
‘…veramente mi chiamano il maggiordomo nero’
‘Allora sarai il mio maggiordomo! Mi servirai per la vita, ed io ti concederò la mia anima’

‘Mhhh…-anima…sì, qualunque cosa sia, sembra valere un mucchio di soldi-….ok, come vuoi.’
‘No, non si risponde così.Devi dire Yes, my Lord’
‘Yes, my Lord(o)’
‘Come?
‘Yes, my Lord(o)’
‘Si dice Yes, my LORD.’

Ma il fuoco aveva raggiunto anche il gatto che ormai abitava nel vestito di Sebastiano: così, quando la bestiolina lo graffiò, Sebastiano portò subito in salvo il suo nuovo padroncino.
Una volta fuori, osservando la villa bruciare, il piccolo disse
‘Bene, come demone sei davvero un agile. Come maggiordomo…miglioreremo la tua pronuncia.’
‘Yes…my…lo…rd...(o).
–che palle ‘sti inglesi"

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Capitolo 3
*** La prima visita nella nuova casa FantasmaAlveare ***


Sebastiano non si poteva proprio lamentare: vitto, alloggio e gatti gratis. L'unico intoppo era il marmocchio, ma tutto sommato era passabile.
Non aveva nemmeno dovuto lavorare troppo per la ricostruzione della casa: il tappo-o almeno così lo chiamava nella sua testa- aveva blaterato qualcosa tipo ''ohh demone degli inferi! Provvedi tu a ricostruire con neri segreti la mia maledetta dimora!''; e Sebastiano aveva giustamente chiamato una squadra di muratori e architetti.
Tanto pagava il tappo.

Un giorno, mentre stava facendo una partitina a tris da solo sul soprammobile -in quella casa c'era SEMPRE un dito di polvere dappertutto- il telefono squillò.
''Casa FantasmaAlveare?Sono un alleato della vostra azienda, avrei bisogno di parlare con il signorino questo pomeriggio. E' gradita la mia visita?
Probabilmente non lo era, ma almeno se lo sarebbe levato un pò dalle palle per qualche ora.
''Il signorino l'attende con ansia, la prego venga''
''Signorino?Vabeh che è diventato il capo qui, ma quella specie di puffo bendato viene chiamato 'signorino?!''
Inolte, dopo l'incendio, il tappo era diventato stranamente malinconico-e per malinconico intendeva l'uso minore di congiuntivi nelle sue frasi senza senso.
Sebastiano guardò l'orologio: era ora di svegliare il suo nuovo padrone.
[n.d. Sebastiano: gli piaceva essere considerato un gatto. Per questo lo chiama 'padrone'.]

''...Signorino...è mattino, è ora di alzarsi. Riceverà una visita questo pomeriggio. Cosa vuole per colazione? The, Latte, Latte e the, Irish Coffe, Biscotti all'amarena o le tagliatelle di nonno Tanaka?
''Mh...i biscotti all'amarena andranno bene. Chi è che verrà codesto pomeriggio?''

Sebastiano poggiò delicatamente il vassoio con biscotti sul letto matrimoniale ad acqua e riscaldamento e massaggio incorporato-bambino viziato- e si avvicinò alla porta, mentre il piccolo iniziò ad addentare una parte del suo pasto mattutino.
''Sembrerebbe essere un alleato della vostra azienda. Suppongo venga dall'Italia''
''Abbiamo alleati in Italia?''
''A quanto pare...anche perchè ho potuto notare che in quest'anime ce l'hanno a morte con gli italiani''
''Come?''
''Lasci perdere.”

' Sebastiano fece un inchino e si voltò per uscire dalla stanza, quando sentì un proiettile dalla strana forma sfrecciare in prossimità del suo viso:afferrò l'oggetto sconosciuto;era uno dei suoi biscotti.
''Questi biscotti fanno SCHIFO. Impara a cucinare.''
Sebastiano incassò il colpo.
''...Yes, my...lord(o).''

E chiuse la porta prima che il tappo potesse sentire la 'o' finale.
Macchefurbochesono.

Effettivamente quei biscotti facevano schifo. Doveva imparare a cucinare, e doveva farlo entro il pomeriggio, altrimenti l'ospite avrebbe davvero dovuto mangiare le tagliatelle del giorno prima.
Così, si decise per una spedizione temeraria: s'infiltrò con la grazia d'un felino nella stanza dei giochi ormai inutilizzata del tappo e ne rubò l'oggetto che gli avrebbe permesso di vincere la sua prima 'scommessa' col piccolo.
Accese il nintendo DS e si preparò per una lunga sessione di gioco con Cooking Mama.

Tutto andò secondo i piani:una volta giunto l'ospite e fatti i soliti convenevoli, Sebastiano servì la cena e lasciò poi i due ''signori'' soli nel grande salone.
Ebbe così tutto il tempo per approfondire le sue conoscenze in cucina.
Anche perchè sta qui...sta Cooking Mama...ha fascino...se finisco tutti i livelli certamente uscirà con me.
Appena potè si congedò e ritornò in cucina.
Sentirsi in colpa per quella mancaza di serietà?
E capirai, il tipo che veniva chiamato signorino stava giocando con l'ospite al mercante in fiera.
''Bene, cosa ne dice? Vuole scambiare la sua bambolina voodoo per il mio set speciale di candelabri?
''Ehm...io volevo veramente parlarle...''
''Ah no? Vuole per caso anche i drama dvd in cui interpreto Amleto?Oppure è alla ricerca di un 3x2?''
''Io...devo...andare in bagno.''

L'ospite, visibilmente provato, si diresse spedito verso il bagno mentre recitava un rosario.
O almeno credeva che quello fosse il bagno.
Il povero sfigato italiano, infatti, era erroneamente entrato in cucina;e nella furia di...ehm...lasciarsi andare s'era ficcato da solo nel forno.
Sebastiano, che, dal canto suo, ci stava seriamente provando con cooking mama, ebbe il lampo di genio: un nuovo ingrediente per le mie ricette!
E alzò la temperatura.
''HEY.''
'' ? ''
''C'è un problema qui. Questa è la trama di Sweeney Todd. O ci pagate i diritti o cambiate la fine''
''Dovremmo cambiare l'intero anime o io dovrei rinunciare a Cooking Mama per colpa tua?''
''Mazza di scopa con lo smoking, li paghi tu i diritti?''
''Consideri quest'uomo fuori dal forno''

Bene.
DICEVAMO.
Sebastiano quindi aprì lo sportellone del forno e fece uscire l'ospite che era bruciacchiato quasi quanto i suoi biscotti. ''Vada via, prima che il tappo le proponga di scambiare la sua pelle bruciacchiata per le unghie dei piedi''
E l'uomo non se lo fece ripetere due volte.

A sera tarda, quando il tappo doveva fare la ninna, Sebastiano s'inventò che l'ospite aveva avuto un improvviso attacco di colite e che era stato costretto a congedarsi.
Non che al signorino interessasse molto; era infatti impassibile, nascosto dalle sue bianche coperte, con gli occhi rivolti verso il basso.
''Signorino...?Posso farle una domanda''
Il piccolo strinse il pugni e sembrò che l'aria avesse cambiato composizione: era diventata letteralmente irrespirabile, carica di una tensione che Sebastiano comprese essere una porta aperta per la sua domanda. La malinconia del tappo, i suoi pensieri, tutti sarebbero stati svelat....
''MA ANCHE NO.''
''...Dorma bene.''
''SI'.''

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Capitolo 4
*** Sebastiano arruola la servitù. ***


Il tappo stava iniziando a diventare troppo esigente; e, diciamola tutta, troppo rompiballe.
Quindi Sebastiano si decise per reclutare della servitù, in modo da non soffrire da solo.
Gli sarebbero bastati al massimo tre elementi, non di più.
Prese il gel, si sistemò quel ciuffetto di capelli che secondo lui lo rendeva figo, e quindi andò alla ricerca di qualcuno da ingaggiare.

Ci aveva pensato, ed era arrivato alla conclusione che in quella storia c’erano troppi uomini e solo uomini. L’unica donna fin ora apparsa era stata la gatta e non era nemmeno completamente sicuro che lo fosse.
Quindi c’era bisogno di una signora; doveva pur dare un minimo di speranza a tutte le fangirl stanche dello yaoi!
E naturalmente ritornò a pensare: ‘Dove posso trovare qualcuna che possa allietare con le sue forme, ma che contemporaneamente sia indifferente alla fatica….oddio, sto parlando come il tappo…insomma, una figa che lavora senza sosta?’
E si decise per un bordello.
Si guardò un po’ intorno e, dato che lui era un uomo serio e dedito solo ai lavori di maggiordomo, aspettò che finisse lo spogliarello della sua prescelta per andare da lei.
Dopodiché le parlò.
‘Ti andrebbe di diventare cameriera di un’importante e rinomata famiglia londinese?’
La ragazza sembrò titubante.
‘…ma a me piace il mio lavoro.’
‘Ti pagheremo bene –tanto il tappo è pieno di soldi. E poi, ho giusto comprato questa per te.’

Le mostrò una divisa da cameriera che, giustamente, metteva in risalto il davanzale.
‘Mh. Ma copre troppo…’
‘Però fa molto sexy cameriera.’

Dopo ore di contrattazione, durante le quali Sebastiano non disdegnò metodi non convenzionali –no, non mi sto riferendo a quello cui state pensando…forse- la ragazza, Meirin, ma tanto chissenefrega, entrò a far parte dello staff della famiglia FantasmaAlveare.

Sebastiano realizzò che non avrebbe potuto cucinare davvero tutto ciò che Cooking Mama gli imponeva.
O almeno non senza aiuto.
Aveva bisogno di qualcuno esperto in quel campo, qualcuno capace di muovere gli arnesi del mestiere senza indugio, un temerario e impavido.
Fortunatamente il DS non era molto popolare di quei tempi, e riuscì subito ad individuare la sua preda.
L’aspettò fuori un negozio di videogiochi, pronto per ‘rapirla’.
Quando l’uomo uscì, Sebastiano l’afferrò per un braccio e si preparò ad andare dritto al punto.
‘TI PAGHEREMO PER GIOCARE AL DS’
‘AFFARE FATTO’


Ora, erano in tre, ma non era ancora sicuro che potesse essere abbastanza.
In ogni modo, era stanco e non aveva intenzione di continuare a girovagare per Londra per un’ora di più.
Quindi, alzò la cornetta.
‘Pronto? La Marvel&co?’
‘Sì, mi dica’
‘Anche se faccio parte della concorrenza…avrei bisogno di qualcuno di abbastanza carino che possa operare da servitore’
‘Mh…guardi…siamo veramente a corto ultimamente…al massimo, abbiamo il figlio segreto di Hulk e Iron Man, le va bene?’
‘Perfetto, me lo spedisca il prima possibile.’


L’oggetto’ richiesto arrivò in meno di una settimana.
Sebastiano aprì con entusiasmo la scatola, ma ne uscì un tipino biondo con chiare movenze femminili.
‘E tu saresti….?’
‘Mi hanno pressurizzato, non è colpa mia’
‘….i soliti americani appassionati di fantascienza…vabeh, ci accontenteremo.’

E così, la servitù FantasmaAlveare fu al completo.

Sebastiano, fiero del suo lavoro, si decise a mostrare la sua ‘ciurma’ al signorino.
Quest’ultimo osservò con attenzione tutti gli elementi.
‘Mh. Una cameriera sexy incapace. Un nerd con manie omicide. Il rifiuto della Marvel. E TU. Altro che yaoi, sembriamo un hentai di seconda mano.’
Sebastiano ne sembrò VERAMENTE offeso. Lui ci stava sperando in un hentai…
‘Ad ogni modo, mia nuova servitù, vorrei farvi conoscere colui che era rimasto nell’ombra fino ad ora, il mio storico servitore. Tanaka-san’
Quando apparve quella figura inquietante, si fermò il cuore di Sebastiano.
Era l’uomo che aveva imbrogliato qualche settimana prima.
‘Oh-oh-oh’.
Da quel giorno in poi, evitò sempre di guardarlo negli occhi.

Sebastiano , da bravo maggiordomo, iniziò ben presto ad impartire ordini alla sua squadra.
Eppure, ogni volta che rimaneva solo, ogni volta che stava per dare il QUARTO ordine, tre semplici parole, arrivavano alle sue orecchie.
‘Oh-oh-oh’.
E Sebastiano, in silenzio, si sarebbe ritirato in cucina a succhiare il pennino del DS.

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Capitolo 5
*** La malinconia del Conte FantasmaAlveare ***


Haruhi: Hey, ma…
NON ROMPERE.

Ehm, dicevamo.

I giorni passavano tra un servizio da the rotto, un giardino completamente bruciato e altarini improvvisati per Cooking Mama. Ma per il resto, tutto scorreva tranquillo.
Fin troppo tranquillo, pensava Sebastiano.
Il tappo rompeva sempre di meno negli ultimi giorni, tanto che anche la servitù si accorse di qualcosa di strano, nonostante fosse in quella magione da poco tempo.
‘Sebastiano-san!Sebastiano-san!’
Ma quanto lo faceva sentire figo, essere chiamato Sebastiano-san.
[n.d.a tanto, che vuoi che ne capisca di questi suffissi, un irlandese…]
[n.d.Sebastiano. Sicuro. Invece è normale che dei londinesi parlino perfettamente giapponese e cucinino perfettamente cibo giapponese?]
[n.d.a. DETTAGLI.]
‘Cosa c’è Finnian?’
Gli altri due si aggregarono a Sebastiano e il mini Hulk.
[n.d.Finnian mi da fastidio essere chiamato così…]
[n.d.a. Ma cos’è tutta questa confidenza oggi?!?]
‘Sembra che il signorino sia depresso…’
‘Oggi non ha toccato la torta che gli avevo preparato…anche se mama m’aveva detto che era perfetta…’
‘E ha iniziato anche ad ascoltare i My Chemical Romance a palla’
‘Beh, sembra che sia davvero grave’
‘Sebastiano-san, tu che lo conosci da più tempo, cosa puoi dirci di lui?’

Sebastiano fu costretto a riportare alla mente la notte di quasi un mese prima: certo, non poteva rivelare loro che il tappo lo credeva un demone, ma.
Ma come faceva a dirglielo, a mostrare loro quella schiacciante verità?
Che lui, del conte FantasmaAlveare non sapeva perfettamente NIENTE?
‘E’…una personalità complessa’ cercò di sorridere per nascondere l’imbarazzo.
‘Ad ogni modo, credo che l’unica opportunità sia chiamare qualcuno che lo conosca davvero…tipo, dei parenti.’
Meirin annuì. ‘Sì, ho trovato questa rubrica proprio l’altro giorno...ci metteremo subito al lavoro’.

Si assicurarono che il conte stesse dormendo per iniziare le ricerche.
‘Allora…questa qui…’ Bard indicò il nome.
‘E’ morta.’
‘Oh…e allora questo….’ Bard indicò di nuovo.
‘E’ morto anche lui’

Ed andò avanti così per un bel po’.
[n.d. Bard non è che posso grattarmi un po’? Sai, per precauzione…]
[n.d.a. …fallo pure, magari anche per me.]
Sebastiano aveva girovagato a lungo per le strade di Londra, ricordava ogni nome comparso sui manifesti dei morti.
‘Ma…come fai a saperlo?’
‘…Se come servitore della famiglia Phantomhive non sapessi queste cose, allora che accadrebbe?’
‘…di sicuro non c’avrei rimesso un paio di palle.’
‘?’
‘…dicevamo. E questa qui? Sai se è morta anche lei?’

Sebastiano guardò con attenzione un nome scarabocchiato, che era stato sostituito con un ‘Signora in Rosso’ circondato da cuoricini.
‘No, non credo, proverò a chiamarla.Voi, è meglio se andate a dare un’occhiata al…signorino.’
Mentre gli altri furono indaffarati nei soliti…affari-tanto più di fare casino non sapevano- Sebastiano alzò la cornetta e compose il numero.
Rispose una voce, come posso dire; sarebbe errato definirla femminile, ma maschile anche. Insomma, una via di mezzo? Fate voi eh?
[n.d. Grell Hai qualcosa contro di me, carina?]
[n.d.a. Figuriamoci…EHM.]
‘Chi è che parlaah?’
‘…sono il maggiordomo della famiglia FantasmaAlevare. Volevo sapere se aggraderebbe alla…Signora…in Rosso fare una visita al suo…parente…conte FantasmaAlveare.’
‘Oh, chi è che parla? Quel frigido di Tanaka?’
‘…mi scusi ma lei chi è?’
‘Sono il maggiordomo della Signora in Rosso*DEATH*. Lei, invece?’
‘Come ho già detto, sono il maggiordomo del conte. Allora, la Signora sarà disponibile o no?’
‘Non ti scaldare tanto…’
‘…lo sto chiedendo PER PIACERE.’
‘Oh, mi piace quando mi tratti male <3 *DEATH*’
‘Comunque, faccia in modo che la Signora venga il più preso possibile. Per lei…si rinchiuda pure in un obitorio, troverà ottima compagnia.’
‘Oh, la ringrazio, ma ho smesso con la necrofilia.’
‘Forse è ora di ricominciare.’

E attaccò la cornetta.
Eppure era buffo, preoccuparsi per quel tappo, faticare tanto per capire la causa della sua depressione.
Sorrise; era davvero un uomo senza scrupoli.
Forse, poteva sembrare una macchinazione esagerata, ma i MCR non gli andavano proprio giù.

[n.d.a. non è un po’ anacronistica ‘sta cosa dei MCR?]
[n.d. Ciel a me piacciono. Rispecchiano la mia nera essenza.]
[n.d.Grell quando tocca a me?]
[n.d.Ciel Mi correggo, adesso siamo davvero in uno yaoi per sfigati.]
[n.d.a. Oh, cielo…]

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Capitolo 6
*** Jekkusarippah ***


Sebastiano aveva atteso con ansia l’arrivo della Signora in Rosso…non che gli fregasse di avere un altro rompiballe tra i piedi, piuttosto sperava che quella visita potesse far tornare un po’ il buon umore al tappo.
Non appena lasciò il giardino ed aprì la porta…capì la gravità della situazione e comprese che non c’era tempo da perdere.
“Running through the monsoooooon, beyond the world, to the end of timeeeee…”
“Sebastiano-saaaaan!”
La prosperosa cameriera…-come diavolo si chiamava?- si diresse a tutta velocità verso Sebastiano, seguita dagli altri servitori.
“Lo so, ho…sentito.”
“Cosa facciamo, cosa facciamo?”
In risposta, una grande carrozza rossa si fermò all’ingresso della dimora Fantasma Alveare.
Ne scese una donna vestita completamente di rosso, capelli rossi, cappello rosso, accompagnata da quello che pareva essere un maggiordomo coi capelli rossi e vestito di rosso.
I miei complimenti per la fantasia, pensò Sebastiano; ma poi si ricordò di non essere altro che uno dei tanti fighi di turno creati per le fan girl, e quindi tacque.
La Signora in Rosso si fece avanti e salutò con un lieve cenno del capo la servitù.
“Buongiorno, sono la Signora in Rosso, zia del piccolo Conte. Il mio Cielo è in casa?”
Sebastiano le rispose con un caldo sorriso ed intimò agli altri di allontanarsi.
“Certo, sono sicuro che la starà già aspettando dentro, Signora.”
Ed aprìla porta.
“You said that we’d be foreveeeeeer, how could you kill me and lie to my faceeeeee…”
“Cosa…?”
“Non si preoccupi, vado subito a spegnere la radio.”
E Sebastiano, con uno scatto a dir poco felino, scattò verso la stanza del tappo e, prima che questo potesse sparargli contro un condizionale, afferrò la sua radio e la scaraventò a terra.
“Sebastiano! Qual è la ragion di questo tuo gesto?!”
Sebastiano, si inginocchiò e…
“Sì, starò sempre al suo fianco, mio Conte. Anche se il trono crollerà e la corona brillante si arrugginirà…anche quando il bicchiere sarà mezzo vuoto e non esisteranno più le mezze stagioni, resterò accanto alla vostra figura. E l’annaffierò con cura ogni giorno, togliendo la polvere con lo swiffer.”
“Sebastiano…” disse il tappo in un sussurro, guardando il nero demone inchinarsi al suo cospetto.
“Sebastiano…”ripetè questa volta con più forza, costringendolo ad alzare lo sguardo.
“Sì…?”
“Questo cosa DIAMINE c’entra?”
“…di solito faccio sempre una gran bella figura quando dico ‘ste cose.”
“Non sono una tua fan girl, stolto.”
E Sebastiano tirò un sospiro di sollievo.
Si ricompose, poi “Comunque…sua zia, la Signora in Rosso, la sta aspettando.”
Terrore, puro terrore: ecco cosa aveva trasfigurato il volto del tappo in un’orrenda smorfia.
“C-come?! Quella donna dagli improbabili gusti in fatto di moda, con quell’orrida tintura rossa e soprattutto ninfomane è venuta qui, in codesta magione?”
A Sebastiano bastò la parola ‘ninfomane’ per trascinare il Conte dalla sua parente.
Non appena la donna vide il suo piccolo nipotino, si librò a mezz’aria per la gioia.
“Oooooh, Cielo mio, quanto ti sei fatto bello!”
Ma dove? Pensò Sebastiano. 
“Vieni qui, fatti abbracciare e coccolare, nipotino mio!”
Ma che schifo. Pensò Sebastiano.
“Hai preso tutto da quel figo ingrato di tuo padre! Vieni qui, avrai tante cose da raccontarmi!”
E purtroppo la Signora in Rosso si apprestò a chiudersi in una stanza da sola col tappo, per fargli l’interrogatorio di terzo grado corredato da pasticcini.
“Oh my GOD!”
Sebastiano si girò. Anche se fosse stato ad un concerto, tra miliardi di persone…non avrebbe avuto alcun dubbio: quel mezzo frocio che si ritrovava di fronte non poteva che essere il maggiordomo della Signora, il tipo con cui aveva parlato al telefono.
Tentò comunque di mantenere un contegno.
“Come?”
“Non dirmi che tu sei quello con cui ho parlato al telefono! Sei molto meglio di quanto mi aspettassi!”
“Tu piuttosto…non dovevi avere delle manie suicide, all’inizio?”
“Oh, andiamo! Un emo basta e avanza in questa fict!”
E dopo essersi sistemato gli occhiali, il maggiordomo rosso si avvicinò a Sebastiano, dandogli un sonoro schiaffo sul sedere.
“Hey, ma…! Nella versione originale era Madam Red a toccarmi! Cos’è sta merda?”
“Con chi parli, tesoooro?”
Sebastiano si allontanò, portando una mano dietro il fondoschiena, per proteggerlo da ulteriori attacchi ed un’altra davanti…per lo stesso motivo.
“N-nessuno. Comunque il mio nome è Sebastiano, non ‘tesoro’.”
“Il mio nome è Grellardo.Oooh, Sebasucianochan!”
“Ho detto SEBASTIANO.”
“Ma come, ho letto che ti piacevano tanto i suffissi giapponesi!”
“----ma!”
Ad interrompere quel tentativo di abbordaggio da quattro soldi, intervenne una lettera che, sfidando le leggi della fisica e soprattutto, della logica, si materializzò dal nulla tra le mani di Sebastiano.
“Toh, una lettera. Devo portarla al tappo.”
Con Grellardo attaccato ai pantaloni –i gatti non bastavano eh?- Sebastiano entrò senza bussare nel salottino dove il tappo si trovava con la Signora in Rosso.
Il tappo era visibilmente provato: stava in braccio a sua zia con un pacco di biscottini in bocca.
Quando vide Sebastiano, lì sputò e tentò di liberarsi dalla morsa malefica di quella donna.
“E poi chiedete perché ascolto gli MCR.”
“Le chiedo scusa.”
“Allora…cosa c’è?”
“Una lettera per voi.”
Quando il tappo la vide, esclamò un sonoro ‘OH!’ e l’afferrò con forza.
Diede le spalle a tutti nell’aprirla e nel leggerla.
Quando poi si girò, un ghigno feroce e un paio d’occhi iniettati di sangue spaventarono talmente tanto Grellardo, che s’infilò del tutto nei pantaloni di Sebastiano.
“Bella scusa eh?”
“Cos’è successo, nipotino mio adorato?”
“E’…la regina! Chiede il mio intervento per catturare un ignobile criminale che impunemente deruba le strade della nostra Londra della loro beata quiete!”
“Ooh!” annuì la Signora in Rosso, senza aver capito una mazza.
Cielo si affiancò a Sebastiano e poi.
“Sebastiano! MERDA VA'!”
“C..come?”
“Ti ordino di aiutarmi nel catturare il famigerato criminale Jekkusarippah!”
“Chi?”
E il tappo si mosse verso la finestra, lasciando che i raggi del sole illuminassero la sua tetra figura.
Con una sinistra ombra sul viso e sguardo truce si voltò e sentenziò:
“Jekkusarippah, il ladro di biscotti!”

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Capitolo 7
*** L'Uomo che sotterra la gente ***


Fare il maggiordomo era stata una sua idea, e dopotutto non poteva lamentarsi.
Fare il baby-sitter non era previsto, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine.
Ma andare in giro ad investigare su un maniaco della Mulino Bianco, non gli andava proprio.
Il tappo era così assorto nel leggere quella lettera che non notò lo svenimento della sua cara zia.
“Chiedo scusa...la Signora in Rosso è svenuta.”
Cielo si girò.
“Oh! Che sia questo un buon auspicio?”
Sebastiano non capì esattamente a cosa si riferisse e ignorando quella frase iniziò a scalciare a destra e sinistra per liberarsi di Grellardo.
“Sei il suo maggiordomo, aiutala a svegliarsi!”
Grellardo si ricompose, si pulì il giubbotto e si ripassò il fondotinta.
Prese poi per mano la zia del conte, “Noi togliamo il disturbo.” e lanciò un bacio a Sebastiano.

Il conte, nel frattempo, si era vestito da perfetto popolano: aveva cambiato la sua bandana in un cerotto e aveva sostituito i suoi sontuosi vestiti con altrettanto sontuosi vestiti, ma marroni. E quindi da popolano.
Il Conte tornò trionfante dal suo maggiordomo.
“Bene! Il mio travestimento è sublime!”
Sebastiano annuì con convinzione e domandò: “Ha un piano, my lord(o)?”
“Certo che no! Questo è compito tuo. In questa storia io non penso mai.”
E il tappo aveva perfettamente ragione: quindi il maggiordomo annuì come se avesse compreso tutto e pensato a tutto e si preparò a trascinare il suo lordo per la strade di Londra.

Svoltavano angoli, si insediavano tra palazzi, correvano a perdifiato senza rallentare.
Il Conte era stupito.
“Sebastiano! Oh nero angelo, dove mi conduci? Alla tana del nemico, forse?”
Quest'ultimo sfoggiò un sorriso rassicurante che poteva significare un'unica cosa: non ho la più pallida idea di dove stiamo andando, ma mi piace prenderti per culo.
E così Sebastiano si stava già preparando psicologicamente a correre a casaccio per tutta Londra, così, giusto per non fare la figura del maggiordomo sfaticato.
All'improvviso, però, il tappo si fermò.
“Oh, Sebastiano! Aveva calcolato anche questo, nevvero? Siam nel posto giusto!”
E i due si fermarono di fronte una vecchia abitazione pericolante, con un'unica enorme insegna a dare significato al tutto: “L'uomo che sotterra la gente.”
Sebastiano annuì, “Certamente.”
“Come facevi a sapere che quest'uomo è un alleato della famiglia FantasmaAlveare?”
“Se come maggiordomo non sapessi queste cose...cosa accadrebbe?”
“Mh, giusto.”
E il Conte proseguì verso l'edificio.
Mi sono salvato il culo anche stavolta, macchefurbo che sono.

L'interno era cupo. Le cianfrusaglie alle pareti, tetre. Il tipo lì ad attenderli era cupo e tetro allo stesso tempo.
“Buongiorno! Qui è il Conte FantasmaAlveare che richiede il suo ausilio!”
“Hihihihihihi.”
Fu l'unica cosa che disse il proprietario del “negozio” prima di apparire in tutta la sua bellez....oh, ehm....in tutta la sua particolarità.
Sebastiano lo studiò a lungo: abito lungo e nero, cicatrice sul volto, bizzarra acconciatura.
Non dirmi che è un emo anche lui.
“Che onore, hihihi! Mi dica, Conte FanstasmaAlveare, hihihi! Cosa cerca?”
“Vorrei che lei mi desse alcune informazioni riguardo il famigerato criminale” e prese fiato “Jekkusarippah” e allungò la 'ah' fino allo stremo delle forze.
Sebastiano prese nota: Non cucinare più cipolle,se non dopo aver catturato 'sto tipo.
“Hihihihi! Ma le mie informazioni costano!”
“Cosa vuoi tu, oh Uomo che sotterra la gente?”
E a questo punto, Sebastiano intervenne con tutta la sua forza e sagacia. Era certo che la sua domanda avrebbe squarciato tutti i loro dubbi neri come la notte come un proiettile di fuoco vivo.
“Ma questo è proprio il suo nome?”
“Hihihihi! Certo che no! 'Che sotterra la gente' è il mio cognome.”
Sebastiano annuì, “Mi sembra giusto.” e l'appuntò.
L'Uomo che sotterra la gente rise-no, ma non lo sta facendo da tipo mezz'ora?
“Bene, bene, lei mi piace, oh maggiordomo! Ecco quale sarà il pagamento richiesto...”e si sfregò le mani con soddisfazione.
“Hey, hey, hey! Ma ci tenete proprio a vedermi in uno yaoi?”
L'Uomo che eccetera eccetera tossì.
“Hihihi, sciocco, ma cosa hai capito! Ciò che devi fare è...farmi ridere come un matto!” disse infine; anche se...lui ci sperava in uno yaoi.
Un po' come tutti ormai.
Comunque.
Sebastiano si sentì a disagio: conosceva moltissime barzellette -nel suo villaggio natale, cavolo nessuno riusciva a batterlo nelle feste popolari- ma le sue migliori erano barzellette sporche...non poteva farle sentire al tappo.“Conte, mi scusi. Credo che sia meglio che lei esca.”
Cielo sgranò gli occhi: “Certamente! Compi il tuo maleficio, oh nero maggiordomo!”
E uscì in gran classe, tipo opera classica.
Sebastiano sospirò, e si preparò alla sfida.
“Due funghi vanno a letto. Lui dice “Spogliati!” e lei “Porcino!”
Il maggiordomo credeva di avercela fatta, ma il becchino rimase impassibile.
“Hihihi, questo è tutto?”
“Una banana ad un vibratore:”Perchè tremi?Mica ti mangiano!”
Ma di nuovo, nulla.
Andò avanti così per circa dieci minuti: Sebastiano era stremato e la sua meta ancora lontana.
“Tsk...è davvero impossibile! E' quasi come dimostrare che Grellardo è eterosessuale!”
“Grellardo...etero?”
E l'Uomo che sotterra la gente iniziò a ridere, ma ridere tanto, tanto che perse i sensi e dovettero risvegliarlo con un defibrillatore.
“Sei davvero spietato Sebastiano!” commentò poi il Conte.
“...Yes, my lord(o).”

“Bene, oh Becchino! Adesso mi dia le informazioni di cui necessito!”
“Hihihi, certo certo!” e andò in una piccola stanzina buia resa invisibile da una tendina.
“Dovete sapere che io colleziono resti...in particolari quelli delle vittime morte violentemente, hihi!”
E così dicendo, prese un barattolo nascosto in un'alta mensola e uscì.
Lo porse poi al Conte.
“Eccoli...i resti che cercava.”
Il tappo trattenne il fiato.
“Questi sono....i resti dei biscotti rubati?!”
“Sì, hihihi, esatto!” disse il becchino soddisfatto.
Sebastiano...semplicemente non commentò.
Il Conte li osservò con cura.
“Ecco, vedi Sebastiano? Queste briciole...sono bagnate!”
Sebastiano era SICURO che quest'informazione era vitale per la loro “indagine”, ma....non ci arrivò.
E rimase così, impalato davanti al Conte, tentando di nascondere la sua confusione con una di quelle espressioni enigmatiche da figo che piacciono tanto alle fangirl.
“Non comprendi, oh nero diavolo? C'è solo un motivo per cui questi piccoli pezzi ormai orfani di biscotti siano bagnati...”
E il tappo con grandi falcate percorse l'intera stanza con le mani tra i capelli.
“Io...le sento...ogni notte e in ogni istante...sento le voci dei miei predecessori, sento le strazianti grida di frustrazione scagliate al cielo dai miei avi...tutti alla ricerca di quell'effimera perfezione, di quella meraviglia che si concede a pochi eletti nell'universo...non capisci, Sebastiano? Erano tutti, come questo criminale, alla matta e disperata ricerca dell....”
“....dell.....?”
Alzò lo sguardo mostrando una profonda agonia.
“...dell'inzuppo perfetto.”
Rivelazione! Ecco qual è l'obiettivo dello spietato criminale! Scrutare e impadronirsi della quintessenza dei più ancestrali elementi naturali per raggiungere quella rotonda opera d'arte! E tenere nascosto il suo segreto, impedendo a qualsiasi altra creatura inferiore di creare quella perla!
“….eh?”
No vabeh, Sebastiano tutta questa poesia non l'aveva mica colta.
No, diciamo pure che gli sembrava una cagata colossale.
“Ecco cosa faremo, oh mio aiutante infernale! Tenderemo una trappola a Jekkusarippah! Qual'esca migliore d'una tazza di latte e un pacco di Macine? L'ora è giunta, oh spietato viandante della pasta frolla! Non distruggerai mai più alcun inzuppo!”
E Cielo uscì facendo fluttuare un mantello che aveva tenuto in tasca per qualsiasi evenienza.
Sebastiano guardò per un attimo l'Uomo che blabla prima di uscire: aveva sempre quel sorrisino stampato sul volto, con la dentatura bene in vista.
“Ma ridi sempre, tu?”
“Hihihi. Generalmente sì. Ma adesso ti sto proprio prendendo per il culo”.
“....”
E Sebastiano, uscì.

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