Cicli

di Luca_sto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se osassi a levar nòvo tu, o Marino, ***
Capitolo 2: *** Piangevi perlati pianti ***
Capitolo 3: *** Allegrìa (Laus Vitae) ***
Capitolo 4: *** Fiori del male ***
Capitolo 5: *** P.P.P.P. ovvero Panegirico Per Posteri Provetti ***
Capitolo 6: *** La canzone del grammofonista ***
Capitolo 7: *** Bastet ***



Capitolo 1
*** Se osassi a levar nòvo tu, o Marino, ***


Se osassi a levar nòvo tu, o Marino, Per chi fosse intenzionato ad accingersi alla lettura, sono in palio 1000 euro alla persona che riuscirà ad indovinare il vero significato di questa poesia XD
Unico indizio: l'ho postata solo in questo sito, perchè mi sembrava il più appropriato...sotto a chi tocca adesso!




Se osassi a levar nòvo tu, o Marino,
Cantar fèro o ulular pene protesti.
Ché lotta (lode o infamia?) vise mesti
La cruda lex. Il duro rex. E il trino.

Anco di mia mano altrui scriver testi
Potrei? Della altezza del "Paparino"?
L'onda che braciò quercia, palma, e pino?
Altro dir non vò. La Storia m'arresti!

Della fenice più non me ne cale!
Che degli elementi non m'interessi!
-Ci attenderà un futuro di sale-

Sol grideranno ai lor messia, i messi!
E mentre alta s'alza la marea nera,
Il re apre, tarda, fanciullo la sera



(Metro. Sonetto di endecasillabi di schema ABBA BAAB CDC DEE)

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Capitolo 2
*** Piangevi perlati pianti ***


Piangevi perlati pianti Forse i miei (tanto pochi quanto buoni XD) lettori se ne saranno accorti, ma questo è lo "Spaccato" con cui chiusi la prima parte della mia raccolta. Ho deciso di postarlo anche nei Cicli perchè il tema di questa poesia era sì preso da frammenti di realtà (cosa fondamentale per i miei Spaccati) ma allo stesso tempo presentava una sequela di immagini a mio avviso incantevoli e uno schema metrico interessante. Detto questo, buona lettura :)




Piangevi perlati pïanti
Da cigli di sangue intrisi
Irretendo, beati incanti
Colori, vapori, assai affisi

S'alzavano nobili note
In sù la foschia di ghiaccio
E dalle vermiglie tue gote
Un vampo costretto da un laccio

Maestoso mantello da mani
Dorate di seta cucito
Privato, ora preda d'arcani
Lamenti, strappato e perito

Ruscelli lambivano lievi
Paesaggi di nevi fallaci,
Sciacquando di sangue le grevi
Creature malsane e mordaci

Balsamici e ambiti bollori
Di dolce dolcezza pria grazi
Mescevano orrendi liquori,
Già lìvore e bile mai sazi!

Raccogli allor, ruvida ruota
La fata ch'al tempo fu alata,
Tu cullala, e lascia che nuota
Per monti da prima lodata...



(Metro. Sei quartine di novenari "anfibrachici" di schema ABAB CDCD EFEF, con allitterazioni di sonoranti e labiali al primo verso di ognuna)

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Capitolo 3
*** Allegrìa (Laus Vitae) ***


Allegrìa (Laus Vitae) Mi son detto: come riaggiornare questa raccolta dopo averla tenuta così tanto in stand-by? Mi son risposto: postiamoci una cosa allo stesso tempo allegra, moralistica e seria assieme; una sorta di operetta tout-court, che raccoglie alcuni (credo...xD) buoni accorgimenti su come rendere la vita degli individui e dell'individuo singolo giusto un pochino più serena :) Al diavolo endecasillabi alteri, spocchiose rime alternate e quartine boriose ora! La vita si svincola da tutta la pedanteria ossequiosa ed encomiastica a volte davvero eccessivamente illustrata dai poeti anche di un certo rango! Piuttosto sentite il ritmo, quello vero, che incalza, che prende, che trascina, che fa andare a suon di musica! Viva gli ottonari! Viva la ballata! Viva il Magnifico! Viva la Vita!





Allegria mio giovincello,
Non ci fai tu triste qua!
Mangia dormi e fai bordello
Che la vita poi sen va!

Sia il tuo credo verso il mondo
Una gioia nei tuoi occhi;
Godi sempre fino in fondo
Ciò che vedi e ciò che tocchi;
Della vita è il viver bello
Come andrà poi chi lo sa?!

Lunga ancora è questa strada
Irta spesso di crateri;
Guai tenerla troppo a bada,
Ciò che è oggi non è ieri!
Non seguir nessun cartello:
Sempre dritto ancor più in là!

Sempre sia il tuo sorriso
Grande quanto gli oceàni;
Ché la sorte qui ti ha arriso,
Qui i tuoi anni non son vani!
Mira al sole e fagli appello:
Lui per te rifulgerà!

Tra le rose e le giunchiglie
La Natura ha il suo candore;
Le stagioni son le figlie
Della vita il gran motore!
Tosto bela, dolce agnello,
Che il suo ciclo protrarrà!

Son tuoi anni di allegrie
Quelli che ti formeranno;
Incorniciaci follie,
Perchè mai divenir danno?
Balla insieme al violoncello:
Zumpa zumpa zumpapà!

Spazio cedi alle passioni
Perché l'ora adesso è giunta!
In fede abbine milioni,
E vedrem poi chi la spunta!
Tieni pronto il tuo fringuello:
Presto o tardi beccherà!

Viaggia, viaggia con la mente
Per il tempo che ti resta;
Non restar però demente,
Tieni cara la tua testa!
Sarà brutto quel fardello
Se la testa schiaccerà!

Perdi tutti i tuoi dolori
Nelle voci delle cose;
Sensi acchiappino i fulgori,
Li convertano poi in prose!
Sì s'affina il tuo scalpello
Da quel suon de la beltà!

Mai tu perdere la gioia
Ver le genti tue comari.
Perché essere lor boia,
Non son tutti dei mannari!
Non star dietro ad un cancello,
Vivi il caos laggiù in città!

Conta anche il tuo parere
Nella vita quotidiana!
Le opinioni son potere,
Noi aiutiam la razza umana!
Gran tesoro il tuo cervello,
Di pensier la libertà!

Alle fonti del tuo bene
Saggio dona lo tuo aiuto:
Son fratelli nelle vene,
Lor non vogliono te muto!
Ciò sia tanto di cappello
A chi amicizia salderà!

Muovi, muovi li tuo passi
Piccol d'arte nuovo fante!
Non son'oro i veri incassi
Ma la gemma, il diamante!
Il danaro è gran tranello:
Vende la creatività!

Calcia in gol tutte le palle,
Il portiere è quello triste!
E non credere alle balle:
Il Papà Natale esiste!
Or riempi il tuo cestello:
Grande eroe chi mangerà!

Abbi pronta la battuta
Super mastro della mazza!
Metti tanta forza bruta,
Spera poi che non s'incazza!
Sii più forte del martello,
Non dar spazio alla pietà!

Non rispondere a domande
Che per te non han risposta;
Abbracciar non puoi le lande,
Guarda in basso, che ti costa?!
Non sta in aria il suo castello:
Rinsavisca, sua maestà!

Porta sempre gran rispetto
Per chi tutto ti circonda.
Lascia stare poi il bulletto,
Solo fa lui baraonda!
Nei rapporti è buon tassello,
Vera stima porterà!

Calmo vai equilibrato,
Di bilancia sii buon ago.
Ma se becchi il dì sbagliato
Cerca non mutarti in drago!
Ben ricorda: l'asinello
Quando scalcia male fa!

Concludendo, amico mio,
Non morir dietro ad una dama.
Già mai sii tu casto e pio,
Non temere di esser lama!
Che di vita scopo è quello:
Cogli la felicità!



(Metro. Ballata di ottonari con ripresa di schema xyxy e con stanze di schema ababxy cdcdxy)

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Capitolo 4
*** Fiori del male ***


Fiori del male Progettata e stesa in un dopopranzo, questa poesia è talmente personale che credo tutti non capiranno ciò che realmente ho intenzione di dire xD Qui tratto dei miei fiori preferiti: il giglio, il tulipano e il papavero, visti però sotto un'altra ottica rispetto a quella floreale...di più non posso dirvi, però è sempre bello vedere cosa può venir fuori dalla libera interpretazione di ognuno di noi :) Nel caso riusciste a capirla (cosa che noto non è per niente facile :°D) mi allieterebbe sapere cosa ne pensate voi al riguardo...ma se vi va solo la lettura no problem ugualmente ;)




Giglio nivèo,
Nettami l'animo, rendilo vero;
Cogli sul seno: gemminati, meo.

Cruo tulipano,
Piagente color, negami l'auro.
Torce e mi stritola, schiaffa la mano.

Fiori del male,
Celatemi oblio; in sonno agiate;
Sembianza fan abbia rosa maiale.



(Metro. Stornelli costituiti da quinario più due endecasillabi i quali presentano rispettivamente assonanza e rima col quinario)

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Capitolo 5
*** P.P.P.P. ovvero Panegirico Per Posteri Provetti ***


P.P.P.P; Panegirico Per Provetti Posteri Dunque, in questo componimento (abbastanza lunghetto xD) tesso le lodi dell'industria in base ai prodotti e alle conseguenze del suo operare nello stato, come fautrice della ricchezza e del progresso umano in chiave positivistica cui tutti noi assistiamo ogni giorno con le nuove scoperte della scienza che accorcia sempre di più il gradino separatore da tutte le questioni esistenziali che ci poniamo dalla notte dei tempi; spero possiate anche voi trovarvi d'accordo, non dico su tutti, ma perlomeno su alcuni punti di questa mia operetta...le quartine savioliane non sono molto attinenti, ma volevo adoperarle ugualmente perché sono davvero meravigliose :)




Svetti su noi, metallica
Terrestre ciminiera,
In tal guisa che grafici
Ne illustran la maniera.
S'inarca la parabola
Oltre il legale dorso,
Così che neanche l'indice
Può valutarne il corso.
Ha in sdegno pure l'aere
Oscuro da sua ascesa,
Né rispetta altro limite
Ch'inquina saggia spesa.
Oh non è, non è favola
L'altura del successo,
Ma la visione unica
Del provvido progresso.
Ben vedi, questa magica
Fia era in cui vivremo;
Paur n'hai di chiuse scatole,
Sorprese io non temo.
A ciò gridano i critici
Della ricchezza, ottusi!
Serrate le mandibole!
In galera, ben chiusi!
Via adusta per il carcere
Fredderà almi bolliti!
Lì sotto angiuste tegole
A marciar, parassiti!
Mostriam come la fisica
Portar possa la fama!
Cantiamo il ver miracolo
Di scienza, e la sua brama!
Ratti plasman la tavola
I famosi architetti:
Vita nova da il plastico,
'Tecchiscon i funghetti.
Simil te basan canone
I pingui mecenati
Festeggiam sì le opere
Dell'umanità i vati.
E bei scorgi quei tempî
In erti, azzurri balzi;
Gravo è merto d'ominidi
Pellegrin, ma non scalzi.
Fè centrale il pontefice
Una gran prova, fatto;
Che li colpisse un fulmine
Se tutto questo è matto!
Ordunque mai di Satana
Son pravi messaggeri!
Lor seguono aurei principi
Del Magno, i suoi voleri.
Per Ei, principio d'utile
Circolar fa il mondo;
Solerte questa regola
L'abbraccia, a tutto tondo.
Dèe saper come ogn'anima
Pensi pria ai propri cari;
Ne convoglia un gran numero
E il premia di salari.
Fa, laborioso console,
Gregar i cittadini:
Tal è la sua politica
Per i pubblici fini.
Rimembra 'l prisco barbaro
Fuggendo carestìe!
Adesso tutto il popolo
Brillo è di pulizie!
L'annunciò anco l'oracolo
Predendo il ner futuro,
Ch'uman fuori dall'utero
Ebber lavoro duro!
Nunziò che alcuni briciole
Dovesser rosicare,
Ment'altri buone ostriche
Cogliessero dal mare.
D'altronde, onesta fodera
Concede alter riparo
Se in un frugale talamo
Ne ha il sonno caro...
S'espanda oltre oceano
Per ciò il detto vero!
Raggiunga san le isole,
Ch'avvisi l'uom primiero!
Getta agli antichi l'ancora
Di fàtica salvezza!
Offri seren ai naufraghi
Un vento che sia brezza!
E quel che fia superstite
Degli ultim sarà saggio;
Vivrà, per questo secolo,
Combattendo ogni oltraggio.
Legal s'imporrà arbitro
Dei produttori gusti:
Queterà fier miriade
Con salubri combusti.
Quindi sir, un esercito
Sicur serbi ai tuoi scopi?
Perché seminar panico
Com'elfante pei topi?
Esporta via, pacifico,
I buoi rimedi al danno;
Vedrai che freschi liquidi
Medicinal saranno
Ai deboli che stabile
Terrean vivida mente
E accecante indole
Fare muta, decente.
Rincresce, onusta rondine,
Migrar terrai pazienza;
E tu, vetusto albero,
Di te, partirà essenza;
Ché finalmente nobile
Espresse il voler Gaia;
Sì, il ricco petrolïo
N'uscir fece dall'aia!
Bando sfiancante tubero
Che occupò campagne!
Bando fasulla bambola
Che non scordò le lagne!
Con ciò lodiam la fabbrica
Ch'attiva buon motore!
S'avvii il siderurgico
Prolifero settore!



(Metro. Quartine "Savioliane" di settenari sdruccioli alternati a settenari piani rimati: sasa sbsb) 

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Capitolo 6
*** La canzone del grammofonista ***


La canzone del grammofonista In concomitanza con l'uscita del remake di Zelda: Ocarina Of Time per Nintendo 3DS (pubblicità occulta, però pazienza! xD spero che voi possiate comprarlo, le mie finanze purtroppo in questo periodo sono assai esigue....... .-.) ho pensato fosse giusto tirar fuori dall'ibernazione questo squisito quanto pesantuccio componimento che stava in stand-by da taaaaaaaaaanto tempo, ed adesso degno (dopo le fatiche erculee di questi ultimi giorni per cercare di arrangiarlo decentemente) di ottenere finalmente un'uscita pubblica dopo tanti tantissimi travagli ed accantonamenti vari subiti in tutto l'arco della sua gestazione. Spero vi approccerete a questo testo essendo contemporaneamente sia appassionati di poesia arcaica coi relativi vocaboli allegati che giocatori vecchi e nuovi della serie di Zelda capaci di carpire le varie trame a cui mi riferisco...perché se non fosse così sinceramente parlando non credo ne capireste molto :D vi invito comunque alla lettura e se volete sarò pronto a ricevere complimenti (e solo quelli. XD) da parte di chiunque riesca ad apprezzare la faticaccia che ho fatto per trasportare in poesia questo incommensurabile gioco che mi ha fatto emozionare e sognare come solo pochi altri.....buona lettura :)




Leggende scorron su righi di tomi
Squillanti echi del regname corni;
Nunzian l'eroe dalle fàtiche gesta
Ch'errante calpestava monti e giorni
Duomi pascendosi, ma non d'encomi,
E della storia sua poco s'attesta:
Ei, giù dalla foresta,
Le tribal pietre a procacciar istette
Per il natio reame e la principessa,
Sua pudica promessa;
Poi, per quei anni sette,
Racchiuso fu nel tempio,
Da lì curando tutto 'l male scempio
Che di quegli anni fece il re Gerudo,
Rubio ladrone rudo.

Orfano nato, da madre fuggente
Adottollo foresta: fu Kokiro.
Ivi crescette, fra i piccoli elfini
Fino a del Padre ultimo respiro.
Si separò, col cuore e colla mente
Dai giorni infanti; e per più alti fini
Imboccò nuovi cammini.
Navi fatina, lodevol tutrice
Tuttun coll'eroe, del cuor che accompagna
Di viltà mai lo bagna;
Paladina, sua vice,
Limpidi occhi esperti,
Amor dispensa per pravi deserti
Vive nel petto, sapïente brace,
Lì per l'eterna face.

Insiem vagaste nel Monte Infernale
Vittoriosi contro sauri di fuoco;
Per lande, genti, templi, selve ed acque
Giste, e pur in sconosciuto loco.
Spartiste uniti il sonno temporale
In vista ai Saggi, e grazie a lor rinacque
Sì come al tempo piacque.
Savi quei amici coprirono il fianco
Del regale paggio risolutore:
E col loro colore,
Fedeli al capobranco,
Sigillaron le losche
Avide mani, che reser sì fosche
L'orme calcate da chiare vestigie
Ora non più mai grigie.

Fratel del popol divenì di roccia
Prospertà sicurando su nel monte
See di magmorëa roccia vermiglia;
D'anfibia gente natìa di fonte
In dote ottenne lo smeraldo goccia
Futur marito della nubil figlia;
La Reale Famiglia
In lor benevolenza tutti abbraccia,
Giammai limitando, lui buon Sire,
D'alleati il divenire.
E non v'è del mal traccia
Per color che leali
Giunti da loci diversi natali
Accorron al re, e alle savie contee
In nome delle Dee.

Stretto un loco però n'avea la morsa
Ch'altri cor ricoprì di fanghi miasmi;
Lì Eroe sconvolse il dator fiero
Vincendo il gran trofeo, col qual fantasmi
Ritrasser sé dalla possente corsa
D'amazzon incarnata, brun destriero,
E di rai lumi arciero.
S'incontraron fanciulli: ciò destino
Volle, e cresciuti poi insiem li scelse;
Indosso nobil else,
Gli mostrò l'almo crino;
E in viaggio sulla sella
Che altri mai domaron, crua procella,
Vento vantò di carezzar le chiome:
Epona, fu il suo nome.

Tacer non possi qui dei suoi armamenti:
Forgiata fu dal fòco sua divisa,
Sì com del tuon metallo, Megatone;
Di simil Deo moveansi poi in guisa:
Coi santi pèi domar potè i venti,
E aurea forza ai palmi, Sol leone,
Guidar potè 'l suo arpione.
Dardi da vergini apprese, artista;
Per ruscelli mettè squame dorate;
Ebbe magie di fate;
D'ombre ottenne la vista;
Portò scudo di luna,
Riflettente beltà della Dea Suna;
E delle spade regina, corona,
Riforgiò Biggorona.

V'era però un'arma ben più truce
La quale scardinar potè nemici
Trappole sibili, muti portoni;
Angelo sommo, ten clave d'uffici
D'enigmi folgore, ferace luce;
E condottiera avea sua voce sproni
Simil mille tromboni.
Conciliar facoltà ebbe nature,
Ordine suo evocò apocalissi:
Così forze promissi,
Nelle lor forme pure,
Tracciaron forti piante
Di color nuovi, naturaldurante.
Celeste musical chiave perlina
Del tempo, Ocarina.

Canzon, ora ti esorto:
Tu che sola vagar puoi in armonìe
Lasciati il piano, e immergiti nei flussi:
Che aura porta tu bussi,
E veraci le vìe
Ti portino nel foro
A quei ch'attende sempiter decoro.
S'è in tempo rio, o sia bloccato in ghiaccio
Dì tu, che io no'l saccio.



(Metro. Canzone petrarchesca di stanze ABCBACcDEedfFGg)

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Capitolo 7
*** Bastet ***


7. Bastet Dopo tanto (troppo..) tempo torno a pubblicare una mia creazione, riguardante una scultura che regalai ad una mia amica a forma di gatto color ocra in posa dormiente, la quale mi fece ricondurre al pensiero dell'antico Egitto e della dea Bastet, quasi fosse essa stessa una reliquia di quel tempo...ma senza pensare ai romanticismi spero possiate apprezzarla e commentare positivamente (:




Riposavi, rannicchiata, nella posa tua mansueta
Osservata con ardore e reverenza dai tuoi astri,
Buoni auspici; pellegrini si recavano a pregarti
Elogiando il loro Sole con offerte e sacrifici
Riti e formule del popolo ch'aveva in te sua Dea.
Tu, nel sonno bella immersa, hai vitali tuoi respiri
A noi care tue creature, calde coccole che calme
Si adagiano sui visi rischiarandoli d'immenso.
Ora ammiro sopra il cielo nei miei giorni benedetti
La mia guida, e mia tutrice, che si sveglia e si fa bella
Entro gli orli del blu cielo che per lei si tinge rosa..



(Metro. Asclepiadei maggiori barbari)

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