You're the one di Robigna88 (/viewuser.php?uid=62768)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The meeting. ***
Capitolo 2: *** Reunion. ***
Capitolo 3: *** The consequences of your own actions. ***
Capitolo 4: *** 2° month. ***
Capitolo 5: *** 3° month. ***
Capitolo 6: *** 4° month. ***
Capitolo 7: *** 5° month. ***
Capitolo 8: *** 6° month. ***
Capitolo 9: *** 7° month. ***
Capitolo 10: *** 8° month. ***
Capitolo 11: *** The meeting. ***
Capitolo 1 *** The meeting. ***
The
meeting.
“Yuu!”
“Ma
che diavolo hai oggi?”
Mio
fratello mi chiede che cos'ho.
Niente,
non ho niente.. Stiamo per cacciare un vampiro e mi sento..
Entusiasta.
Davvero
entusiasta.
Salveremo
tanta gente innocente che altrimenti morirebbe e in più,
dopo,
quando andremo a bere una birra per festeggiare la riuscita del caso,
potrei trovare una bella ragazza e divertirmi stanotte prima di
ripartire domani.
Solo
sesso e divertimento.
Ci
incontreremo, chiacchiereremo e poi la inviterò nella mia
camera di
motel, oppure lei inviterà me a casa sua e ci divertiremo.
Ci
divertiremo tantissimo.
Nessun
impegno, nessun inganno.
Solo
io, una ragazza, possibilmente sexy ed estroversa, e del sano,
divertente, senza aspettativa alcuna, sesso.
Si!
E' un progetto che mi piace.
“Niente
fratellino. Sono solo allegro.” gli spiego “Voglio
dire,
cacceremo e poi andremo a bere e sai cosa significano per me bar
e muscoli indolenziti per un lavoro fatto bene?”
Sam
mi fissa perplesso.
“Massaggi
fratellino! Massaggi.. Probabilmente dalle morbide mani di una sexy
sexy ragazza.” gli racconto ancora.
“Tu
sei matto!”
“Forse..
Ma quando tu te ne tornerai al motel a mani vuote ed io
scomparirò
nella notte con una donna mozzafiato.. beh allora non crederai
più
che io sia matto.”
Sam,
alza le mani in segno di resa scuotendo il capo e poi mi indica il
punto in cui parcheggiare.
Mi
fermo e scendiamo.
Casa
abbandonata con facciata di vecchio legno ammuffito.
Nell'aria
qui intorno c'è puzza di sangue e polvere.
Sospiro
e prendo il mio machete.
Io
propongo di dividerci, ma Sam sostiene che è meglio se
rimaniamo
uniti.
Questo
posto non mi piace.
Non
mi fa paura, ma mi fa schifo.
E'
lurido e puzza di morte.. Quindi credo che stavolta gli darò
retta e
rimarremo uniti.
Entriamo
piano dentro, cercando di non fare rumore.
I
vampiri hanno un udito acuto.. Questo bastardo qui dentro potrebbe
sentire anche i nostri passi.
Avanziamo
lentamente attenti e cauti e sobbalziamo quando sentiamo urla e
intensi tonfi provenire da una stanza adiacente a quella in cui ci
troviamo noi.
Guardo
Sam e lui guarda me per qualche secondo e poi entriamo lì
dentro.
Quello
che vediamo mi lascia perplesso.. Realmente perplesso.
C'è
una ragazza.. Una bella ragazza che pulisce un machete decisamente
più grande del mio.
Si
gira verso di noi e ci guarda.
Per
nulla spaventata, mentre io resto sulla difensiva pronto a tutto.
“Chi
sei tu?” le chiedo.
“Quella
che ha appena ucciso questi vampiri.” mi dice in modo
irritante,
indicando i corpi per terra.
Io
credevo fosse solo uno, invece erano tre.
“E
voi siete?” chiede.
“Ehm..”
dice mio fratello “Io sono Sam e lui è Dean, mio
fratello.”
“Sam
e Dean Winchester?”
“Perchè
dovremmo dirtelo?” chiedo io irritato “Ti abbiamo
appena
conosciuta.”
Lei
fa spallucce e si sistema la giacca “Rilassati.. Era solo
curiosità.” risponde “Comunque non
c'è più bisogno dei vostri
servigi.. Me ne sono occupata da sola.”
Detto
questo, ci saluta e se ne va.
Ma..
Sono
confuso, molto molto confuso.
Guardo
mio fratello e lui guarda me e poi.. Dimentico quanto è
appena
accaduto ed usciamo di lì.
Ci
sono un bar e dei massaggi nel mio futuro.
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Capitolo 2 *** Reunion. ***
Reunion.
Ecco
il mio bar e i miei futuri massaggi. Non vedo l'ora.
Spero
che la ragazza che porterò via con me stasera sia bionda,
alta
formosa e con due belle..
“Ma
perchè non andiamo a dormire?” mi dice Sam.
Che
rompiscatole!
Alzo
gli occhi al cielo e scuoto il capo.
Non
capisco perchè non riesce mai a divertirsi. Ma che ha?
“Fratellino..
Secondo me hai qualcosa che non va. Dormire? Ma cosa sei un vecchio
ottantenne con l'artrosi?” gli dico “Abbiamo appena
finito di
lavorare. Ci tocca una birra e delle noccioline.. O una fetta di
torta. Si, una fetta di torta è l'ideale.”
Sam
rotea gli occhi e mi segue dentro.
Si
scontra con una rossa niente male..
La
guarda perplesso e poi si fa spazio tra la gente e si siede con me al
bancone.
“Tecnicamente..”
sorride alla nostra “vicina” di bancone e poi
abbassa un po' la
voce “Tecnicamente non siamo stati noi ad uccidere quei
vampiri. E'
stata quella ragazza..”
“Solo
perchè è arrivata prima.. E comunque abbiamo
guidato per tutta la
notte, quindi ci tocca comunque un meritato premio.”
“Per
aver guidato?”
Ordino
una birra e mangio una nocciolina.
“Ma
qual è il tuo problema? Sul serio.. io non capisco. Ma
cos'hai
dentro di te? Il gene della noiosità?”
“Il
cosa?”
“Ok,
senti. Sammy.. sei giovane, in gamba e.. Oh Dio!”
Eccola
lì, la ragazza che mi ha soffiato il lavoro e per colpa
della quale
mio fratello sostiene che divertirsi ora sia sbagliato.
Sam
sospira e si volta incuriosito da quello che sto guardando.
Sorride
e mi guarda, poi si volta nuovamente verso di lei.
“Hey..”
la chiama.
Ma
che fa?
Non
mi piace quella ragazza. Proprio no.
Lei
si volta e lo guarda.
Fa
un grosso respiro e si avvicina piano a noi ridendo appena.
“Oh..
ecco qui le donzelle piene di buone intenzioni ma.. in
ritardo.”
Alzo
un sopracciglio e la guardo mentre Sam sorride divertito.
“Ah-ah..
Sto ridendo dentro.” le dico.
“Ah-ah..
Chi ha detto che volevo farti ridere?” mi risponde.
Sam
scoppia a ridere e mi guarda mentre io bevo un sorso della mia birra.
“Allora..”
le chiede mio fratello “Come ti chiami? Si può
sapere o no?”
“Non
lo so.. Non so se ci conosciamo abbastanza.” è la
risposta di
quella irritante, antipatica e.. sexy, lo ammetto, ragazza
misteriosa.
“Oh
andiamo.. Noi ti abbiamo detto i nostri nomi.” le dice ancora
Sam.
“Lascia
perdere Sammy..” gli dico “In fin dei conti chi se
ne importa del
suo nome? E' irritante, antipatica e.. diffidente.”
Sam
sgrana gli occhi come per rimproverarmi di averla offesa e poi la
fissa.
Lei
invece annuisce appena e si avvicina a me..
Prende
la birra dalle mie mani e ne beve un sorso.
“Tu
sei un tipo dal giudizio veloce vero?”
“Solo
a volte. Quando tutto è chiaro e lampante come con
te.”
Ride
e diamine... ha un sorriso da togliere il fiato.
I
capelli castani le accarezzano le spalle e il viso.. Cadono morbidi e
fluenti su quel corpo mozzafiato che si ritrova.
Oddio!
Mi piace.. Contrariamente a quanto detto prima.
Le
sorrido e la invito a sedersi.
Lei
lo fa e ordina una cola.
“Sono
Robin.” dice rivelando finalmente il suo nome.
Le
passo le noccioline e poi la sfido a bere qualcosa di più
forte.
Tituba
per un attimo e poi accetta.
Si
fa portare un Martini e poi un altro.. Ne beve così tanti
che sia io
che lei perdiamo il conto.
Sam
ci lascia da soli dopo un'ora circa ed io mi ritrovo con una donna
appena conosciuta che suscita in me pensieri sconci. Decisamente
sconci.
“Allora..
Dean. Quanto ci metterai prima di baciarmi?” mi dice d'un
tratto.
La
guardo sorpreso.
E'
ubriaca! Decisamente ubriaca.
Il
bar ha appena chiuso e il barista le ha lasciato le chiavi dicendole
di chiudere quando usciva.
Lei
deve vivere da queste parti, perchè mi sembra che la
conoscano tutti
bene qui.
O
almeno è l'impressione che ho avuto.
Faccio
un grosso respiro e la bacio delicatamente.
Lei
invece approfondisce il nostro bacio e in pochissimi minuti, senza
che nemmeno me ne accorga davvero, ci ritroviamo nudi e avvinghiati
l'uno all'altra sul bancone di quel bar.
Ha
la pelle profumata e morbida.
Mi
accarezza i capelli e inarca la schiena urlando di piacere.
Ho
il respiro affannato, e sono sudato.. ma cavolo.. E' stato.. Wow!
Mi sorride
guardandomi negli occhi e poi mi scansa e corre in bagno a
vomitare.
Ok,
non era questo l'effetto in cui speravo, ma va bene comunque.
Domani
ripartirò e lei diventerà solo un ricordo
lontano.. piacevole ma
lontano.
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Capitolo 3 *** The consequences of your own actions. ***
The
consequences of your own actions.
“Dove
siamo diretti?”
Rido
appena e guardo mio fratello.
Non
voglio dirgli dove stiamo andando, perchè altrimenti
inizierà a
protestare. Mi farà passare la voglia e ci ritroveremo di
nuovo in
uno squallido motel a girarci i pollici in attesa di un nuovo caso.
Quindi
ho deciso di utilizzare un'altra strategia.
Decido
dove andare, non glielo dico e ci vado..
Quando arriveremo non mi
chiederà di tornare indietro e se dovesse farlo, gli
dirò che la
macchina ha un guasto o troverò un'altra scusa qualunque per
rimanere.
Quello
che però non ho calcolato nella progettazione del mio
ingegnoso
piano, è come arrivarci evitando le sue domande o trovando
ottime
risposte false.
Sospiro
e accendo la radio.
Lui
invece scuote il capo e la spegne.
“Dean..
Dove stiamo andando?”
Oh
mio Dio! Quanto è seccante quando si impegna.
“E'
una sorpresa Sam. Fidati di me.”
“L'ultima
volta che mi sono fidato di te, mi hai portato in una casa di
appuntamenti.” replica.
“Si,
ma hai conquistato due belle donne.”
“No..”
dice ridendo appena “No no.. Non ho conquistato due donne..
Loro si
sono buttate su di me e onestamente, ho qualche dubbio sulla vera
sessualità di una di loro.”
Scoppio
a ridere ricordando quel momento e poi afferro il mio cellulare che
squilla insistente.
“Pronto?”
“Dean..
sono io.”
“Io chi?”
“Oh
cielo! Dovevo aspettarmelo. Scommetto che tu non ricordi nessuna
delle donne con cui sei andato a letto.”
Corrugo la fronte e guardo Sam che
mi fissa perplesso.
“Sono
Robin. Ricordi? Un mese fa.. Sul bancone del bar..”
Ora
si che ricordo.
La
sexy cacciatrice che ha vomitato dopo il sesso.
“Oh
tu.. Scommetto che vuoi il secondo round vero?” dico
sorridendo.
“A
dire il vero, idiota maschilista e sessuomane, ho bisogno che tu
venga qui a New York, perchè sono incinta.”
Credo di essere impallidito,
perchè
Sam mi fissa scioccato.
Freno di colpo e mi passo una mano
sul viso.
“Tu sei pazza.. E' stato solo una
volta.”
“Quindi?
Vuoi insinuare che non sia tuo? Perchè credimi, lo
è. E non provare
a dire che non puoi venire o cose del genere, perchè se lo
farai,
chiamerò la polizia e ti denuncerò per..
stupro.”
Non credo parli suo serio, ma è
meglio che io vada a New York.
“Ma come diavolo hai il mio
numero?”
“Credevi
davvero che dopo essermi rotolata nuda come un verme con te, sul
bancone di un bar non avrei preso il tuo numero di telefono? L'ho
preso quando ti sei addormentato.”
“Perchè?”
“Perchè
se fosse successo qualcosa, come una malattia o un'infezione
sessualmente trasmissibile.. O, come è accaduto, una
gravidanza,
avrei dovuto avere il tuo numero.”
Me lo dice con un tono ovvio che mi
inquieta.
“Ok. Arriverò
stasera.”
Lei mi saluta e riattacca.
Sono... oh mio Dio! E' incinta.
Guardo Sam che mi guarda cercando
di capire che diavolo sia successo e farfuglio il tutto prima di
scendere dall'auto in preda ad una crisi di panico.
Mio fratello mi raggiunge e mi
calma mentre mi rimprovera dicendomi che lui sapeva che sarebbe
successo prima o poi.
Poi vede che potrei avere un
infarto e cerca di consolarmi dicendomi che non è poi tanto
male.
“Hai
sempre voluto una famiglia” mi dice “ora
puoi averla.”
Si, mi piaceva l'idea di una
famiglia.
Ma non ora e non così. Non con
una
donna che conosco appena.
Voglio dire..
Cosa.. Come...
Mi metto al posto del passeggero e
lascio guidare Sam.
Arriviamo a New York di sera e mi
rendo conto di non sapere dove andare.
Non mi ha detto dove incontrala.
Decidiamo quindi di andare al bar
in cui l'abbiamo incontrata la prima volta.
Infatti è lì, seduta
sul
marciapiede a fissare l'asfalto mangiando un lecca lecca.
Scendo dall'auto e la raggiungo
mentre Sam rimane al suo posto per darci spazio.
Mi passo una mano sul viso e mi
siedo accanto a lei.
Rimaniamo in silenzio per un tempo
che non so nemmeno calcolare.
Poi la guardo. “Cosa hai
intenzione di fare?”
“Io terrò questo
bambino. Non ho
paura di questa situazione. Ma immagino che tu ne abbia. Quindi,
tranquillo.. non voglio nulla da te. Ti ho chiamato solo
perchè
volevo avvertirti.”
Annuisco e la osservo. E' davvero
molto bella.
Ma la conosco appena e un
bambino...
“Io non.. non sono pronto per
questo.” le dico.
“Nemmeno io. Voglio dire, credi
che quello che volevo fosse rimanere incinta di un uomo che, per
quanto carino, conosco appena? No, non volevo.” mi dice
“Ma è
successo e ho le possibilità di mantenere questo bambino da
sola,
quindi lo terrò e tu sentiti libero di venire a trovarlo
quando
vuoi, se lo vuoi.”
Il suo ragionamento non fa una
piega. E' anche molto dolce.
Mi fa tenerezza.
Sospiro e la mia mano si muove
quasi non ne avessi il controllo. La poggio sul suo ventre e sorrido
immaginando quando sarà rotondo e il bambino
scalcerà.
“Non si sente ancora nulla. Sono
solo di due settimane. O poco più.” mi racconta.
Annuisco appena e sto per
accarezzarle i capelli, ma mi fermo e nella mia mente si apre un'idea
che non credevo possibile.
“Vieni con me.” le dico.
“Cosa?”
“Vieni con me. Tu sei una
cacciatrice e sai difenderti, e anche io e Sam possiamo difenderti. E
vedremo cosa fare strada facendo. Anche se noi ci odieremo, questo
è
un bambino. Il nostro.. E lui non c'entra con il fatto che ci
detestiamo a vicenda.”
Mi fa un sorriso e sorrido anche
io.
Poi annuisce e si alza.
“E va bene.. Tuffiamoci in questa
avventura!” mi dice.
Le sorrido e mentre lei va a
salutare Sam, io rifletto. Potrei darle dei soldi e scomparire dalla
sua vita. Ma non so perchè non voglio fare così.
Non sono sicuro che dica la
verità,
ma lo scoprirò.
Per ora devo affrontare le
conseguenze delle mie azioni, e questo è l'unico modo per
farlo.
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Capitolo 4 *** 2° month. ***
2°
month.
“Possiamo
fermarci alla prossima stazione di servizio?”
Sospiro
e guardo Robin dallo specchietto.
Beve
uno strano intruglio giallognolo.
Non
so cosa sia e non voglio nemmeno chiederlo. A me sembra
pipì, e
continuerò a considerarla come tale.
Ovviamente
non lo è, ma quello strano colorito che ha, fa davvero
schifo.
“Perchè?”
le chiedo.
“Devo
fare pipì.” risponde con tono ovvio.
“Di
nuovo? Siamo partiti da due ore e hai fatto pipì sei
volte.” dico
sbuffando.
“Dean!”
mi rimprovera Sam “E' incinta. Se deve fare pipì
ogni due minuti
non è colpa sua.”
Sbuffo
di nuovo e guardo mio fratello per cercare di capire se sta parlando
seriamente.
E
mi accorgo che si, sta di nuovo facendole da avvocato difensore, come
se lei ne avesse bisogno.
Robin
è una ragazza in gamba ed è anche molto sveglia.
E' l'unica donna
capace di zittirmi quando discutiamo.
E
lo fa con una classe ed una naturalezza che a volte mi fanno dubitare
di me.
Lei
e Sam hanno legato molto.
La
sera, mentre io tento invano di dormire, loro discutono dei principi
universali della filosofia.
Ieri
sera il punto della questione era il sogno.
Robin
sosteneva che la tesi elaborata da Freud sui sogni, fosse quella
giusta. Sam invece sosteneva, più romanticamente, che i
sogni sono
il frutto dei nostri ricordi, o delle cose che viviamo, che si
tramutano in immagini e accompagnano il nostro sonno.
Per
un attimo ho fatto fatica a capire chi tra i due fosse la ragazza.
Mio
fratello è un tipo bizzarro a volte.
Due
sere fa invece, discutevano di un racconto che avevano letto
entrambi.
Non
mi ricordo nemmeno che racconto fosse.
So
solo che, nonostante fosse piaciuto a tutti e due, avevano pareri
discordanti sul finale.
Perfetto
per lei, discordante con il resto della storia per lui.
Oh
cielo!
Io
mi chiedo, perchè non si mettono insieme?
Andrebbero
d'accordo e risparmierebbero sul costo della tv.
Non
ne avrebbero bisogno.. Saprebbero di cosa parlare,
senza necessità di
guardare film o altre cose.
“Non
credo sia per via della gravidanza.” dice di colpo lei
distraendomi
dai miei pensieri.
“Credo
che sia questa tisana che sto bevendo che mi fa fare pipì
così
spesso.” continua allungando il bicchiere in avanti verso di
noi.
Sam
corruga la fronte e lo prende.
Ne
beve un sorso e la faccia che fa è disgustata.
Eh
si, deve essere proprio disgustosa come pipì.
“E'
orribile. Come fai a berla?” le chiede.
Lei
fa spallucce e si sporge poco per guardarlo in faccia.
“E'
orrenda, ma fa bene alla salute. Depura, ed elimina le tossine. Un
toccasana.” spiega. Poi si volta verso di me e allunga il
bicchiere
vicino al mio viso “Assaggia!”
Scuoto
il capo e rido appena. “No grazie.”
“Oh
andiamo...”
“No!”
le dico.
Alzo
la mano per spostare la sua e il contenuto del bicchiere si rovescia
tutto su di me e sul sedile della mia auto.
Scuoto
il capo mentre Sam cerca di capire se ridere o rimanere serio.
Poi
vede il mio sguardo furioso e decide di stare in silenzio.
Accosto
su una specie di piazzola di sosta, spengo il motore e scendo
dall'auto.
Questa
situazione mi sta facendo impazzire.
Lei
mi sta facendo impazzire.
Beve
strane miscele giallognole che poi si rovesciano sui sedili della mia
auto, accende incenso nelle stanze di motel e blatera degli effetti
benefici dei massaggi, sulla circolazione sanguigna.
Questa
ragazza è pazza!
Chiunque,
anche stando solo un secondo con lei se ne accorgerebbe.
Faccio
un grosso respiro mentre i miei jeans emanano un odore disgustoso, e
mi passo una mano sul viso.
Lei
scende dopo pochi secondi e si avvicina a me piano.
“Mi
dispiace.. Non l'ho fatto apposta. Volevo solo che lo
assaggiassi.”
mi dice “Pagherò io il lavaggio dell'auto e anche
dei tuoi
vestiti.”
La
guardo e scuoto il capo.
Non
può funzionare così.
“Non
può andare così Robin.. Davvero!” le
dico “Io non sono abituato
a tutto questo ok?”
“Nemmeno
io. E' la prima volta che rimango incinta.”
“No..”
respiro a fondo e la guardo “Non è solo la
gravidanza ok? E' tutto
l'insieme. Tu che bevi strane cose di colori.. assurdi e che accendi
l'incenso nelle camere di motel, che blateri di massaggi e
circolazione e di tossine..”
Lei
annuisce appena ma non dice nulla.
“Per
me è già difficile l'idea di avere un passeggero
sul sedile
posteriore.. Una donna poi.. che conosco appena. E tu non.. non mi
stai aiutando affatto.”
“Mi
dispiace.”
“No
non è vero. Sei con noi da sei settimane e fai sempre le
stesse
cose. Tu sei un'abitudinaria e sei.. un po' pazza.”
“Non
è vero!”
“Beh
se non lo sei, ti comporti come se lo fossi. Quello che non capisco
è
perchè.”
“Senti,
ti ho detto che mi dispiace.. Che altro devo dire o fare?”
“Perchè?”
le chiedo ancora “Ci sono dei momenti, momenti in cui guardi
la tv,
o leggi un libro e sei.. adorabile, ma in altri momenti sembri folle
e non puoi essere entrambe le cose.”
“Perchè
no? Tu sei troppo limitato. E' questo il tuo problema.”
“No..
è quasi come se volessi risultare odiosa.”
Sospira
e deglutisce a vuoto.. I suoi occhi nocciola, sembrano velati di
tristezza.
Mi
sa che ho toccato il tasto più delicato che potessi trovare.
Davvero
vuole sembrare odiosa?
“Vuoi
che me ne vada?” mi chiede seria.
Si!
Lo vorrei!
No,
non è vero.. Mi piace averla tra i piedi. E' questo il
problema.
“No.
Voglio solo che.. la smetti di bere cose disgustose in auto.”
dico
scioccamente.
Annuisce
e mi sorride poco “Ok.” mi dice “Vado a
fare pipì tra quei
cespugli, perchè non riuscirò a trattenerla fino
alla stazione di
servizio.”
Scuoto
il capo e la lascio andare.
Aspetto
che torni e poi saliamo in auto.
Proseguiamo
senza fermarci fino alla città più vicina e
prendiamo due camere in
un motel.
Io
e Sam in una e Robin in un'altra.
Solo
che la singola deve essere ripulita, e mentre aspettiamo che sia
pronta, mi accorgo che Robin si è addormentata su uno dei
letti
della camera mia e di Sam.
Sorrido
appena pensando che questo è uno di quei momenti in cui
è
adorabile.. anche se stento a credere di averla chiamata
così.
Sam
mi guarda un po' e poi esce dicendo che va a prendere qualcosa da
mangiare, con un sorriso sul volto che mi fa venire voglia di
prenderlo a pugni.
Annuisco
e mi siedo sul letto vicino a lei.
La
conosco praticamente appena, ma è bella da togliere il fiato.
E
se tutta questa situazione non fosse così... strana, se lei
non
fosse così strana.. averla qui mi sembrerebbe... ma che dico?
Sospiro
e mi accorgo di Castiel nella stanza.
“Cass..”
gli dico piano “Era ora che venissi. Ti ho chiamato sei
settimane
fa.”
“Scusa..
Ho avuto da fare.” è la sua risposta mentre
osserva Robin dormire.
“Cass..
quello che volevo sapere è se..”
“Si
Dean!” mi precede “Questo bambino è
tuo.. Ma tu lo sai già. Mi
pare che lei te l'abbia detto.”
“Beh,
la conosco appena.. Potrebbe aver mentito.”
“Perchè
avrebbe dovuto farlo? E' una creatura deliziosa.. Credi che abbia
bisogno di incastrare un uomo per tenerselo?”
Piego
appena la testa e lo guardo perplesso.
E'
diventato sin troppo umano.. A parte termini come deliziosa
creatura.. Questo
è più
angelico che umano.
La guardo e la copro con la mia
giacca.
“Il bambino è
mio.” ripeto
“Lei è strana.. A volte è carina, molto
carina.. ma a volte.. è
quasi come se volesse risultare folle di proposito. E non capisco
perchè.”
“Davvero non lo capisci
Dean?”
Guardo Cass e corrugo la fronte.
“Che vuoi dire?”
“Sta
con voi da sei settimane e a dispetto di quello che dici, lei
è
importante per te.. Al di là del bambino. Magari questo la
spaventa.” mi spiega.
“Ma di che parli? Stai dicendo
che a volte si rende insopportabile per evitare che io mi innamori di
lei?”
Castiel annuisce deciso.. io invece
rido.
“Non c'è pericolo che
me ne
innamori.. Davvero! Avremo un figlio.. ma io e lei.. No non credo
proprio..” gli dico spostando dal viso di Robin una ciocca di
capelli.
“Sei sicuro?” mi
domanda
Castiel sorridendo.
Mi volto per guardarlo, ma lui è
già volato via.
Faccio un grosso respiro pensando
alla sua ultima domanda e poi guardo di nuovo Robin.
Dorme tranquilla.. Ed è davvero
una creatura deliziosa.
|
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Capitolo 5 *** 3° month. ***
3°
month.
“Che
stai facendo?”
Sono
appena rientrato in camera, e Robin è seduta per terra a
gambe
incrociate.
Fa
grandi respiri con gli occhi chiusi e quando le parlo è come
se non
mi sentisse.
“Hey..”
le dico scuotendola piano “Sto parlando con te.”
Apre
gli occhi e mi sorride..
“Hey..
Scusa. Non ti ho sentito arrivare. Ero concentrata.”
“A
fare cosa?”
“Yoga!
Aiutami ad alzarmi per favore.”
Scuoto
il capo e le porgo le mani per farla alzare e lei si solleva con un
lieve slancio, arrivando quasi a sfiorarmi la bocca con la sua..
La
guardo e lei guarda me per lunghi secondi... Poi si allontana e si
stira per bene.
Il
cuore mi batte poco più forte in questo momento.
Non
so dire perchè, o forse si, ma dirlo mi imbarazza.
Le
cose vanno meglio rispetto ai primi tempi.
Un
mese fa, Robin beveva strane cose in auto e accendeva l'incenso..
Adesso non beve più tisane disintossicanti, sopratutto in
auto.
Però
accende ancora l'incenso.. Tuttavia ora fa scegliere a me quale
accendere.
Così
siamo entrambi apposto.
A
me non da fastidio e lei è libera di riempire la stanza di
“odori”.
Oltretutto
quegli strani bastoncini la rilassano.. e questo le fa bene e fa bene
al bambino.
Ieri
l'ho accompagnata – e stento ancora a crederci – ad
una visita
ginecologica.
Le
hanno fatto l'ecografia e il dottore ha detto che è tutto
apposto.
Ha
detto che non si vede ancora benissimo il sesso, ma che c'è
un esame
particolare che permette di saperlo.
E
così, Robin, che è la persona più
curiosa che io abbia mai
conosciuto, ha voluto fare questa analisi, e al massimo domani, il
medico la chiamerà per dire l'esito.
Ci
ha detto inoltre che il bambino cresce sano e forte e ci ha fatto
ascoltare il battito del suo cuoricino.
E'
stato bello ascoltare il battito del cuoricino di mio
figlio..
Batteva forte. Davvero forte, quasi da far paura. Ma è
stata l'emozione più grande che ricordo di aver mai provato.
E
non credevo che “sentirlo” mi avrebbe creato tante
dolce emozioni
come quelle che mi sono ritrovato a vivere.
E'
strano persino ammetterlo.. Ma inizio a credere che fare il
papà mi
piacerà.
Dopotutto
è da quando ho conosciuto Ben, il figlio di Lisa, che penso
a me nel
ruolo di genitore.
Credo
che mi troverò bene a vestire i panni di padre.. Spero anche
di
esserne capace ovviamente.
So
che è difficile.. E' una vita che dipende da te.. Ma me la
caverò.
E
poi la mamma è abbastanza sveglia e in gamba.. Un po' folle
a
volte.. Ma in gamba.
Credo
che andrà tutto bene.
Si!
Sarà così.
“Dean..
devo chiederti una cosa.”
Mi
risveglio dai miei pensieri e guardo Robin che mi si è
appena
avvicinata un po'.
Ha
i capelli raccolti, ma scompigliati.
E sorride.. lei sorride
sempre. Mi mette gioia..
“Non
ti accompagnerò a comprare abitini premaman.. Puoi andarci
con Sam
se vuoi.” le dico subito..
Ride
di gusto e scuote il capo.
“Non
è questo.” mi dice “Devo chiederti
un'altra cosa.”
“Oh..
ok. Cosa?”
“Ricordi
quando stamattina siamo andati in quella tavola calda per fare
colazione ed io conoscevo quella cameriera?”
La
cameriera.. Era carina. Molto carina.
Sorrido
appena e poi mi schiarisco la voce tornando serio.
“Si.
Me lo ricordo. Hai detto che eri già stata in quella tavola
calda
poco meno di un anno fa, per un caso qui a Dallas, e che l'hai
conosciuta allora.”
Lei
annuisce e si mordicchia il labbro inferiore..
Perchè
lo fa? E' una sofferenza per me guardarla mentre lo fa senza...
“Ho
mentito!” ammette guardandomi con occhi pentiti.
“In
che senso?”
“Luise,
la cameriera.. Veniva con me al liceo. Questa è la mia
città. Ci
sono nata e cresciuta e quando ho compiuto diciotto anni, dopo il
liceo appunto, mi sono trasferita a New York. Lì ho
frequentato la
Columbia University e mi sono laureata in arte, con lode..
Specializzandomi poi in fotografia.”
Sono...
sorpreso.
E'
laureata in arte.. con lode e specializzata in fotografia. Dove ha
trovato il tempo?
Sembra
un'adolescente.
“Ma
quanti anni hai?” le chiedo.
“25.”
“E
ti sei già laureata con lode alla Columbia University e hai
anche
trovato il tempo per cacciare?”
“Chi
si è laureato alla Columbia University?”
Sam
è appena arrivato. Mi volto a guardarlo mentre lui richiude
la porta
sorridendo, e indico Robin con una mano.
“Sul
serio?” chiede Sam “In cosa?”
“Arte..Specializzazione
in fotografia.” spiega lei.
“Con
lode.” aggiungo io.
“Wow!”
esclama Sam “Complimenti.”
Lei
sorride dolcemente e poi mi guarda.
“Il
punto è un altro però..”
“E
qual è?”
“I
miei genitori sanno che sono in città e che sono incinta e
vorrebbero conoscere il padre del mio bambino.” mi spiega.
Che
cosa? E' pazza sul serio allora.
“Aspetta..”
dice Sam “Tu sei di Dallas?” le chiede.
“Si.
Lo sono.”
Io,
a cena coi suoi genitori?
Quasi
come fossimo una coppia interessata, o addirittura pronta alle nozze.
Non
se ne parla proprio.
Scuoto
il capo e rido appena.
“No!”
le dico.
Lei
sospira e prende una foto dalla sua borsa.
“Oh
andiamo.. Devi solo fingere che io ti piaccia per due ore al
massimo.. e prima di dire no di nuovo,” mi dice avvicinandosi
con
una foto “questo è mio padre.. E mi
adora.”
Nella
foto c'è un omone grosso quanto un armadio.. e credo che sia
il suo
modo di dirmi che se non vado a questa cena me lo ritroverò
alle
calcagna.
E
dovrei avere paura?
Beh..
in effetti è enorme.. E' controproducente, farselo nemico in
qualche
modo.
Guardo
la foto e mi siedo riflettendo.
“Ci
vengo io!” esclama Sam “Posso tranquillamente
fingere di amarti
per due ore o più.” le propone con un sorriso.
Oh
no!
Gli
piace.. A mio fratello piace questa ragazza..
Non
può piacergli la madre di mio figlio. Non può
perchè..
“Ci
vado io!” esclamo senza accorgermene nemmeno “E'
una mia
responsabilità dopotutto.”
Mi
alzo e do la foto a Robin mentre Sam annuisce, anche se poco convinto
e lei mi guarda sorpresa.
“Sei
sicuro? Mi dai la tua parola che non cambierai idea?” mi
chiede
posando la foto nella borsa.
“Hai
la mia parola!” le dico.
“Bene,
vado a prepararmi.” sorride prendendo dei vestiti e andando
in
bagno “Ah Dean.. Quello nella foto non è mio
padre.. E' il
buttafuori di un locale in Brasile.. L'ho conosciuto l'anno scorso
durante un viaggio.”
Mi
fa l'occhiolino ed entra nel bagno.
Mi
ha fregato!
Ma
devo ammetterlo, almeno a me stesso.. Non è per la foto che
ci
vado..
“Hai
intenzione di darle buca?” mi chiede Sam.
“Cosa?” chiedo “E
a te che importa?”
Fa
un grosso respiro e poi fa spallucce con fare indifferente.
“Era
solo per sapere.. Vado nell'altra camera..” mi dice uscendo.
Lo
guardo uscire e sospiro.
Dovremmo
parlare di questo.. e dovremmo farlo presto.
|
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Capitolo 6 *** 4° month. ***
Note:
Grazie a tutti per i commenti.. Mi fa molto piacere che la
storia vi piaccia e spero che continuate a leggerla.
Grazie
alla mia adorabile socia: brokendream
che mi ha suggerito la frase più divertente di tutto il
capitolo.. Quella della nonna. Grazie socia.. Ti adoro <3
Permettetemi
di darvi un consiglio.. Mentre leggete la scena d'amore ascoltate la
canzone che c'è nel capitolo.. Credo che renda di
più con la colonna sonora.. =)
Trovate
la canzone qui sotto. Grazie mille a tutti quanti e
spero che continuiate a commentare e apprezzare.. Roby <3
4°
month.
Robin
sarà furiosa.
Anzi no..
Lei
fingerà che non gliene importa nulla e che va bene, e questo
farà
più male delle urla.
Le
ho promesso che sarei andato a quella cena coi sui genitori. Le ho
dato la mia parola ed invece non ci sono andato.
Però,
in mia discolpa devo dire che non è colpa mia.
Io
mi sono preparato, mi sono persino pettinato ben bene..
Ma
quando sono uscito dalla camera, ho scoperto che ero sotto assedio.
C'erano
sei demoni e se ne stavano tutti fuori dalla mia camera di motel.
E
le mie armi, contrariamente a quanto succede di solito, erano in
auto.
Mi
sono anche fatto male ad una spalla.
Non
potevo uscire e batterli tutti e sei da solo.. E Sam, che era
nell'altra stanza, aveva il cellulare spento.
Probabilmente
dormiva.
Per
fortuna..
Per
un attimo ho pensato che i suoi poteri mi avrebbero fatto comodo, ma
poi mi sono sentito male solo al pensiero di vederglieli usare.
Di
vederlo cambiato.
Anche
se, a dire il vero, il suo cambiamento mi sta sempre sotto gli
occhi.. da un bel po'.
Così,
ho chiamato Cass.. che ovviamente è arrivato con la sua
calma e li
ha allontanati tutti insieme con quella sua angelica luce accecante.
Fin
quando non è arrivato, me ne sono stato davanti alla
finestra a
pregare che Robin non tornasse prima che me ne fossi liberato in
qualche modo.
Magari
se la sarebbe cavata... ma loro erano sei.. Quindi non so.
Per
fortuna, lei non è arrivata.. Anzi, dopo che Cass se ne
è andato,
sono uscito per cercarla.
Sono
andato al ristorante in cui avevamo appuntamento, ma non c'era.
Ho
provato a chiamarla ma non mi ha risposto al cellulare.. e
così alla
fine ho rintracciato il GPS del suo telefono..
E
adesso, il segnale mi ha portato davanti alla nostra camera di motel.
La
doppia che da due settimane circa condividiamo.. io e lei e non
più
io e Sam.
Secondo
lei è salutare, per il futuro del bambino, cercare di
diventare un
po' più amici..
E
così dormiamo insieme nel lettone.
Ben
attenti a non invadere l'uno lo spazio dell'altra.
Davvero!
Scendo
dall'auto e dopo un grosso respiro, apro la porta.
Lei
è lì con il contenuto del mio borsone in mano..
Ora
a dire il vero, sta contando i preservativi nella scatola che tengo
sempre con me.
Dovrei
iniziare con un mi dispiace o
un lasciami spiegare,
invece, non so come, mi esce un:
“Che
diavolo stai facendo con le mie cose?”
Lei
sospira e mi guarda.
“Hai
una scatola maxy di preservativi.. A che ti serve?”
“Come
a che mi serve? Sei incinta, non credo di doverti spiegare a cosa
servono i profilattici.”
Scuote
appena il capo e mi indica il numero sulla scatola.
“Qui
dice che ci sono 12 profilattici e dentro ce ne sono dodici. Intatti.
Quindi mi chiedevo, se non li usi, che li compri a fare?” mi
chiede.
Corrugo
la fronte e le prendo la scatola dalle mani,
Sta
forse offendendo la mia virilità?
Non
li ho usati ultimamente perchè ho avuto.. da fare e non ho
avuto
tempo per quello.. Ma io consumo un sacco di profilattici.
“Perchè
non ti fai gli affari tuoi? Ultimamente non mi sono serviti, ma li
porto sempre con me perchè il sesso sicuro è
importante.. Bisogna
sempre usare il preservativo ed io lo faccio.”
“Disse
l'uomo di cui sono incinta!” esclama sedendosi sul letto.
Piego
appena la testa e la guardo, poi poso tutte le mie cose a caso, di
nuovo dentro il borsone e faccio un grosso respiro.
“Robin..”
“Non
c'è bisogno che tu dica nulla. Davvero. Sapevo che non eri
pronto ad
una cena di quel tipo. Non avrei dovuto
“costringerti” a
venire..” mi dice “Spero non ti dispiaccia, ma ho
detto ai miei
genitori che sei un dottore, e che capita che ti chiamino di sera
tardi per un consulto. Sanno che siamo qui perchè devi
operare un
uomo. Un intervento molto delicato.”
Sospiro
e annuisco appena.
“E
se la sono bevuta?”
Fa
spallucce e si mordicchia il labbro girandosi tra le mani il piccolo
telecomando con cui comanda il suo iPod a distanza.
Credo
che sia l'unica persona al mondo ad avere questo aggeggio.
“Sono
persone buone.. Credo che in fondo sappiano che mentivo.. ma
preferiscono vederti come un eroico medico, piuttosto che come un
codardo irresponsabile.” mi spiega.
Colpito
e affondato!
Questa
è... me la merito.
“Stavo
venendo alla cena, ma sono stato attaccato da sei demoni.. Ero
praticamente bloccato in camera. Ho provato ad uscire, ma non potevo
farcela contro tutti.. E non avevo neppure armi e Sam non rispondeva
al cellulare e..”
“Ti
sei ferito?” mi chiede alzandosi e raggiungendomi.
Il
suo viso è preoccupato.
E
la sua mano mi accarezza gentile la guancia..
Profuma
di caramelle e femminilità.
“Ho
solo preso un colpo ad una spalla cercando di bloccare la
porta.”
Lei
annuisce e mi sorride.
Si
sposta dietro di me e mi sfila piano la giacca.. poi mi fa indicare
il punto in cui sento dolore e lo tasta con le mani..
Non
è proprio la spalla.. O meglio si, dove finisce il collo ed
inizia
la spalla stessa.
“Conosco
un metodo infallibile contro il dolore..” mi sussurra
“Si chiama
il metodo della nonna..”
Si
solleva un po' sulle punte e le sue labbra accarezzano il punto che
mi fa male.
Lo
bacia dolcemente ed io sento un brivido corrermi lungo la spina
dorsale.
“Mmh...
Una nonna che la sa lunga su come curare le ferite.” mi esce
dalla
bocca.
Lei
ride e si sposta piano davanti a me.. Schiaccia un pulsantino sul suo
telecomando e parte una canzone.
Lei
dice che è la sua preferita e qualche volta, l'ha ascoltata
prima di
addormentarsi.
Si
intitola The quest ed
è di un certo Bryn Christopher.
Non
è il mio genere ma devo ammettere che non è male.
Non
capisco dove arriveremo.. O meglio, lo immagino ma non ne sono
sicuro.
Chiudo
gli occhi per un attimo e sento le sue labbra sul mio collo..
Mi
sfila dolcemente la maglietta e quando sto per dire qualcosa, mi poggia
un dito sulla bocca e mi zittisce.
“Segui
solo la musica..” mi sussurra.
Avvicina
la bocca alla mia e ci sfioriamo senza toccarci davvero per lunghi
secondi..
Poi
non resisto più e la bacio dolcemente.
Lei
ricambia e poi lascia che le sfili la maglietta.
Mi
bacia di nuovo e si sdraia delicatamente.
Mi
sistemo su di lei più piano che posso.. Non voglio farle
male. In
nessun modo.
Né
a lei, né al bambino.
Le
sorrido mentre le sue mani mi accarezzano piano le braccia e la bacio
di nuovo.
Le
bacio il collo, e i seni e l'addome e poi le sbottono e le sfilo i
jeans.
Faccio
lo stesso coi miei e mi sistemo sopra di lei che mi ha fatto largo
tra le sue belle gambe.
La collana che porto le batte piano sulla
punta del naso, seguendo i miei movimenti.
Ride
e anche io e la sfila con calma dalla mia testa.
La
poggia sul comodino e poi mi accarezza le labbra con le dita.
La
guardo per un attimo negli occhi e poi le entro dentro con un
movimento rapido e delicato.
Reclina
un po' la testa all'indietro gemendo lievemente e si, anche io mi
lascio sfuggire un leggero gemito.
Mi
muovo delicatamente dentro di lei, ed è come fare l'amore
per la
prima volta.
E'
così.. completo in questo momento.
C'è
tutto quello che serve.
Dolcezza,
passione, intensità e.. non posso più negarlo,
anche quel pizzico
di sentimento che ero convinto non avrei mai provato.
Si
“aggrappa” a me e affonda le dita nelle mie spalle
inarcando la
schiena, gemendo e tremando intensamente.
Io
faccio lo stesso dopo pochi secondi.
Poggio
la fronte sulla sua cercando di riprendere il controllo del mio
respiro, mentre la canzone finisce piano..
Ci
ha accompagnato per tutto il tempo ed è stato bellissimo.
“Hey
Dean..” mi chiama col fiatone “E' un
maschietto.”
La
guardo e poi entrambi ridiamo gioiosi.
E'
un maschio..
E
ho appena realizzato di amare la sua mamma.
|
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Capitolo 7 *** 5° month. ***
5°
month.
“Che
ne dici di Angus?”
Angus?
Ma che razza di nome è?
Scuoto
il capo ridendo appena e sospiro.
“No!”
Robin
annuisce appena e riflette un attimo mangiando una liquirizia.
“Allora
Cnut? Oppure Archibald.. O meglio ancora Beowulf.”
“Cosa?
Ma che stai dicendo? Che nomi sono?”
“Nomi
originali.”
“No..
sono nomi orribili.” ribatto io.
Lei
mi guarda e si acciglia un po'.
Fa
il giro del letto e mi viene davanti.
“Tu
non ti stai sforzando Dean.. Avanti, sforzati per trovare un bel nome
per nostro figlio.”
“Mancano
ancora 4 mesi.. Non è un po' presto per cercare un nome?
Abbiamo
tanto tempo.”
Lei
alza gli occhi al cielo e poi mi guarda.
“4
mesi sono16 settimane e cioè 112 giorni.. Non mi sembra
tanto tempo
Dean..”
“Ah
no?”
“No,
se consideri che passeremo la metà di questi giorni a
rimandare la
scelta di un nome al giorno dopo.. ci rimane poco tempo.”
Rido
e la bacio delicatamente spostandole i capelli indietro.
Dal
mese scorso, da quando abbiamo fatto l'amore nel modo più
intenso in
cui io lo abbia mai fatto, le cose tra me e lei hanno preso una piega
diversa.
Si
può dire che andiamo d'accordo, eccetto le poche volte che
litighiamo per cose sciocche.
Sciocche
come per esempio cosa mangiare.
Lei
vuole sempre le cose più strane e costringe me ad
assaggiarle.
Oppure
litighiamo per cosa guardare in tv, quando non devo lavorare.
Lei
ama le commedie romantiche.. Io le odio.
Alla
fine di tutto comunque, sia che si tratti di cibo, sia che si tratti
di cosa guardare, decide sempre lei.
Non
riesco a dirle di no e lei lo sa.
Tuttavia,
quando lei sorride ringraziandomi dolcemente di averle fatto
scegliere cosa mangiare o cosa guardare, io mi giustifico dicendo che
non lo faccio per lei, ma per il mio bambino.
Direi
che siamo una coppia adesso. O almeno ci proviamo..
Anche
se questa è una prova più per me che per lei..
Lei
non ha paura dei rapporti di coppia..
Sono
io quello allergico ai legami a lungo termine.
Ma
ci sto provando!
Le
accarezzo le braccia e la bacio di nuovo.
La
sua bocca sa di liquirizia..
Mi
passo la lingua sulle labbra e poi le sorrido.
Vuole
trovare un nome al nostro bambino adesso.. Bene!
Lo
faremo adesso.
Perchè
ha gli occhi troppo dolci e il viso troppo delizioso perchè
io
riesca a dirle di no.
“Vuoi
che troviamo un nome adesso?”
“Si
per favore.” mi sussurra.
Annuisco
appena e le prendo le mani baciandole piano..
“Ok..
vediamo un po'..” inizio “I nomi che hai proposto
sono orrendi.
Non offenderti ma non voglio che nostro figlio venga preso in giro
per il nome.”
Sorride
e annuisce appena.
“Va
bene.. Cerchiamo un nome normale.”
“Si.
Normale è perfetto.. Te ne viene in mente
qualcuno?”
Lei
sembra riflettere un po', sospira e poi sorride come in seguito ad
un'illuminazione.
“Ci
sono! Che ne dici di Julian?”
Julian...
Si,
Julian mi piace molto come nome.
Ci
rifletto un attimo accarezzandole il ventre diventato rotondo e poi
la guardo negli occhi.
“Julian
Winchester... Mi sembra perfetto.” le dico.
Ride
e mi abbraccia un po'.
La
stringo delicatamente e le bacio i capelli.
E
in quel momento entra Sam.
Ci
fissa perplesso e poi si schiarisce la voce.
Robin
si stacca da me e lo saluta con la mano.
Poi
si va a sedere sul letto.
“Hey
Sammy.. Che faccia.. Che succede?” gli chiedo.
“Abbiamo
un nuovo caso.” mi comunica.
Faccio
un grosso respiro e lo guardo. “Di che si tratta?”
“San
Francisco e non lo so.. Due vittime, e non avevano il cuore. Credo
che sia un licantropo.” mi dice.
“Il
ciclo lunare è sbagliato.” risponde Robin.
Ha
ragione.. il ciclo lunare è sbagliato.
“Hai
un'idea migliore?” le chiede Sam con tono.. antipatico.
Ma
cosa...
“Era
solo una constatazione.” risponde lei.
Io
invece li guardo senza dire niente..
Non
capisco perchè Sam sia così antipatico.. O forse
è una mia
impressione.
“Però
si,” continua lei “può essere un rito
sacrificale. Qualche
strega forse, e se è così manca una vittima.. Di
solito i riti
prevedono sempre 3 vittime.. Non dovreste limitare il vostro campo
d'azione ad un licantropo solo perchè sembra che sia
così.”
Annuisco
e la guardo.
Poi
guardo Sam che sorride appena quasi come fosse irritato.
Dovremmo
affrontare questa cosa, qualunque cosa sia... Perchè non si
può
andare avanti così.
Robin
rimarrà con noi e qualunque sia l'improvviso problema di
Sam, deve
risolverlo.
E
se..
Ne
parlerò con Sam.
“Robin
ha ragione.” gli dico “Dovremmo considerare tutte
le
possibilità.”
Sam
sospira. “Come ti pare.. Dobbiamo indagare. Ti.. Vi aspetto
in auto
per partire.”
Esce
dalla camera ed io guardo Robin che se ne sta sul letto senza fare
nulla.
Mi
avvicino a lei e le bacio i capelli.
Tira
fuori un lato di me che non credevo di avere.
“Pronta
a partire?”
“Si.
Sono prontissima.”
Si
alza e sistema tutto nella sua valigia..
Io
invece sistemo le mie cose e poi usciamo pronti a partire per San
Francisco.
|
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Capitolo 8 *** 6° month. ***
6°
month.
“Hey
papà.. Svegliati.”
Apro
solo un occhio e sorrido a mio figlio.
I
suoi occhi verdi sono vispi e aperti come se fosse mezzogiorno.
Mentre invece sono solo le otto del mattino, di una domenica di
primavera. Almeno credo che siano le otto.
Come fa ad essere così
attivo appena sveglio?
E
soprattutto, come fa ad alzarsi così presto la domenica
mattina,
dopo un'intensa settimana di scuola?
Questo
l'ha preso da sua madre.
Di
certo non da me.. per niente.
Da
me ha preso l'appetito, i gusti musicali, i gusti cinematografici, e
la voglia di proteggere la sua mamma da qualsiasi male.
Ah
si.. e anche gli occhi verdi.
Tutto
il resto..
I
capelli castani che sembrano di seta, le fossette sulle guance e
l'essere mattiniero li ha presi da sua madre.
“Ma
che ore sono? ” gli chiedo.
“Sono
le 08.05 minuti in punto.” mi risponde.
“E
che ci fai in piedi a quest'ora? E' domenica, oggi non c'è
scuola.”
“Infatti
mi sono alzato solo 10 minuti fa. Se ci fosse scuola mi sarei alzato
un'ora fa.” mi dice con tono.. logico.
Anche
questo l'ha preso da sua madre.
Sospiro
e lo guardo.
Ha
solo 6 anni, ma è sveglio come se ne avesse 36.
“E
non ti andrebbe,” gli dico “di dormire ancora un
po' qui col tuo
papà? ”
“Oh
ma papà... Dormiremo quando saremo morti.. E poi mi hai
promesso che
oggi saremmo andati a pesca e che poi mi avresti insegnato a
guidare.”
“Oh..
sei un furbacchione lo sai? Io ti ho promesso che saremmo andati a
pescare. Ma non che ti avrei insegnato a guidare. Sei ancora troppo
piccolo e troppo basso per quello.”
Ride
e quelle sue fossette compaiono all'istante.
“Ok.
Rimandiamo le guide. Ma possiamo ancora pescare?” mi chiede.
Fingo
di rifletterci e poi annuisco.
“Ma
certo!” esclamo alzandomi “Vado subito a
prepararmi. Tu aspettami
di sotto. Faremo colazione e poi andremo a pesca. A proposito.. Cosa
c'è per colazione?”
“Frittelle!”
“Frittelle..
adoro le frittelle.”
“Anche
io..” si alza e corre di sotto.
Io
invece entro in bagno e faccio una doccia.
Quando
ho finito, mi vesto per la pesca e scendo di sotto..
Robin
se ne sta ai fornelli chiusa in un bellissimo abitino bianco.
“Buongiorno!”
le dico baciandole la guancia.
“Buongiorno
anche a te.. Pronti per la pesca? ”
Annuisco
e poi mi siedo. Mangio al volo due frittelle e poi faccio indossare a
Julian il suo cappellino.
“Pronto
a pescare figliolo? ”
“Prontissimo!”
Sorride
e si avvicina a Robin. Le da un bacio sulla guancia ed esce dicendo
che mi aspetta in auto.
Rido
appena e la guardo. “Ci vediamo dopo.”
“Pescate
tantissimo.. Perchè altrimenti non so cosa preparare per
cena..”
mi dice sorridendo.
“Va
bene!”
“A
dopo.. Ti amo.”
“Ti
amo anche io.”
Mi sveglio di colpo e sorrido tra
me e me.
Ho fatto un sogno strano ma
bellissimo.
Era tutto perfetto: avevo una vita
normale con mio figlio e la donna che mi renderà padre.
Ed era bellissimo.
La parte del ti amo anche io
sopratutto..
Considerando che ieri, quando Robin mi ha detto di
amarmi, non ho risposto e sono uscito dalla camera lasciandola
lì
perplessa.
Mi ha colto alla sprovvista.
E' andata così: ero appena
tornato
dalla tavola calda con il cibo.
Le ho dato le sue patatine fritte e
lei le ha cosparse di salsine.
Aveva addosso la mia camicia
marrone a quadri e mangiava con gusto.
Poi, siccome ha la cattiva
abitudine di ingozzarsi – si, quando mangia perde tutta la
sua
delicatezza – una patatina piena di maionese le è
caduta sulla mia
camicia lasciando una macchia considerevole.
Allora l'ho rimproverata
chiedendole perchè mai indossa le mie camicie e non le sue,
visto
che ne ha tante. E visto che le mie le stanno grandi.
Lei mi ha guardato e con gli occhi
dolci mi ha detto..
“Indosso
le tue camicie perchè ti amo. E mi piace il tuo odore. Mi
rilassa.
Succede così alle donne quando sentono l'odore dell'uomo che
amano.”
E
così io, incapace di dire o fare qualcosa, sono uscito dalla
camera
senza dire nulla.
Avremmo
dovuto parlarne.. o cosa più logica avrei dovuto dirle che
anche io
la amo..
Ma
mi ha colto di sorpresa, come quello che sento per lei d'altronde, e
così me ne sono andato.
Non
ne abbiamo più parlato.
E
ora lei dorme tranquilla qui accanto a me, dopo una lunga passeggiata
a piedi.
Passeggiata
che abbiamo fatto, perchè lei sostiene che camminare la
aiuti a non
sentirsi le gambe pesanti.
Le
accarezzo piano i capelli e mi alzo dal letto.
Andrò
da Sam e magari, ora che lei dorme, potremo parlare del suo strano
comportamento nelle ultime settimane.
E'
nervoso.. Teso e antipatico.
E
lui di solito non è mai così.
E'
sempre un po' nervoso, fa parte del suo carattere. Ma è
comunque
sempre gentile.. Solitamente.
Esco
dalla camera e raggiungo quella di mio fratello.
Busso
e quando mi apre, mi guarda un attimo e poi va a sedersi davanti al
computer.
Entro
e richiudo la porta dietro di me.
“Che
stai facendo?” gli chiedo.
“Cerco
un altro caso.”
“Cosa?
Sammy.. abbiamo avuto una settimana infernale. Dovremmo riposare un
po'. Robin dice che..”
Lui
ride ed io smetto di parlare.
“Robin
dice..” ripete.
Sospiro
e lo guardo.
“Mi
dici che problema hai con lei? All'inizio eravate.. pappa e ciccia e
ora di improvviso tu la odi.” chiedo.
Sam
sospira e non risponde.
Avanti
fratellino.. Sputa il rospo.
“Hey,
sto parlando con te!” dico severo.
Lui
si alza e mi raggiunge.
“Vuoi
sapere qual è il mio problema Dean?”
Annuisco
e lui mi tira un bel pugno in faccia.
Indietreggio
un po' e mi tocco il labbro scoprendo che sanguina.
Si
sta sfogando prendendomi a pugni.. Beh.. va bene. Io lo faccio sempre
con lui.
“Sei
tu il mio problema. Non lei.” mi dice “Credi che la
sera che
l'abbiamo conosciuta, io l'abbia avvicinata in quel bar per
permettere a te di andarci a letto?”
Mh..
ecco il punto cruciale.
“No
Dean!” esclama “L'ho avvicinata perchè
mi piaceva.. E dopo
un'ora io mi stavo girando i pollici in una squallida camera di motel
e tu eri con lei. E quando ha chiamato per dire che era incinta, ho
pensato: 'Ok.. è incinta. Non
importa.. e' mio nipote. Io
posso comunque avere una chance con lei.. Tanto a Dean non interessa.
Farà ovviamente parte della vita del bambino,
perchè è suo, ma
lei.. Lei non gli interessa. Quindi posso provare a frequentarla.'
” mi
dice “E tu l'hai capito
che mi piaceva Dean.. L'hai capito la sera in cui ti ha chiesto di
cenare con i suoi ed io mi sono offerto di sostituirti.. E dopo
averlo capito, magicamente ha iniziato a piacerti. Prima la detestavi
e poi di colpo, ti piaceva. Perchè tu puoi sempre prenderti
le cose
che piacciono a me.. Ma se a me piace “qualcosa di
tuo” vai su
tutte le furie vero? ”
“E'
questo che credi? Che mi sia innamorato di lei solo per farti un
dispetto? Che abbia.. capito che ti piaceva e per questo ho costretto
me stesso ad amarla?” chiedo allibito “Sei un
paranoico. La amo
perchè con lei mi sento felice Sam.. Perchè se
litighiamo non si
mette a piangere, ma mi risponde per le rime. La amo perchè
è
adorabile, stranezze comprese. E la amo perchè mi fa sentire
completo.. mi fa sentire vivo. La amo perchè mi da l'amore
che mai
nessuno mi ha dato prima.” gli urlo.
Mio
fratello mi guarda perplesso.
I
suoi occhi sono velati di tristezza...
Questa
non è una situazione facile.. Per nessuno.
Sicuramente
nemmeno per Robin, che molto probabilmente si sarà accorta
dei
sentimenti di Sam.
“Io..”
inizia Sam.
“Dean!”
Robin
mi chiama bussando alla porta e interrompendo la mia discussione con
mio fratello.
Faccio
un grosso respiro e vado ad aprirle.
E'
sudata, pallida e si regge a malapena in piedi.
“Non
mi sento molto bene. Potresti.. portarmi all'ospedale?” mi
chiede.
Deglutisco
a vuoto mentre Sam si avvicina..
Do
le chiavi dell'auto a mio fratello e la prendo in braccio.
“Andiamo
all'ospedale.”
Le
bacio la fronte e la poggio piano sul sedile posteriore, seduta.
Io
mi siedo accanto a lei e la stringo delicatamente a me.
“Non
preoccuparti.. Vedrai che non è niente.” le
sussurro.
Lei
annuisce piano e stringe la mia mano.
Sam
invece, mi guarda dallo specchietto. Preoccupato, ma per nulla
pentito di ciò che mi ha detto.
|
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Capitolo 9 *** 7° month. ***
7°
month.
Ricordo
ancora con terrore il giorno in cui ho portato Robin in questo
ospedale.
Era
pallida, sudava e sembrava pronta a crollare.
Ricordo
che il suo respiro era leggero, flebile. E che la sua mano, che
stringeva la mia, pian piano si era indebolita, facendomi spaventare
a morte.
Credevo
che fosse morta, lì tra le mie braccia ad un certo punto.
Il
suo cuore batteva così piano che non si sentiva se le si
controllava
il polso.
E
ricordo anche di averla portata in braccio, preoccupato come mi sono
sentito poche volte nella mia vita, dentro.
I
suoi occhi si sono aperti per un secondo quando l'ho poggiata sulla
barella.
Mi
hanno regalato un sorriso e poi si sono chiusi di nuovo.
Si!
Mi hanno regalato un sorriso.
Perchè
lei è una di quelle poche persone al mondo, che ha gli occhi
capaci
di sorridere.
E
poi ricordo di essermi seduto in sala d'attesa, con la testa tra le
mani, a temere per le sorti di quella che ho imparato a considerare
la mia famiglia.
E
infine ricordo il sollievo di sapere che stava bene.. O meglio, che
l'avrebbero tenuta un paio di giorni lì perchè la
sua pressione era
altalenante, ma che con le giuste cure, e con le giuste attenzioni,
si sarebbe rimessa presto.
Il
bambino inoltre stava benissimo.
E
ora, dopo due settimane da quel giorno, me ne sto seduto in questa
stessa sala d'attesa, sulla stessa sedia che occupavo la volta
scorsa, a pensare a come salutare la donna di cui sono innamorato, ma
a cui non ho mai detto ti amo,
e il bambino che porta in grembo e che ho sognato tante volte negli
ultimi giorni.
Perchè
anche mio fratello ne è innamorato.. e soffre.
Ed
io non posso sopportare il suo dolore, sapendo che ne sono la causa.
Lo
che non è giusto rinunciare così a tutto.
E'
ingiusto per me, ingiusto per Robin.. Ingiusto nei confronti della
vita che mi offre una possibilità che non credevo di poter
avere.. di saper apprezzare.
Ingiusto
per il mio cuore che finalmente aveva trovato pace e gioia, negli
occhi nocciola della donna che sto per salutare.
Mi
passo una mano sul viso e la osservo mentre allo specchio guarda il
suo profilo.
Il
seno più formoso per via della dolce attesa, il ventre
rotondo che
ospita una vita e i piedi che per via del pancione fatica a vedere
normalmente.
Sorrido
appena ed entro nella camera.
“Hey..”
le sussurro.
Si
volta e mi guarda con un sorriso che mi rende le cose ancora
più
difficili.
“Hey..”
“Come
ti senti stamattina?”
“Bene.
Mi sento bene. Sono pronta a lasciare l'ospedale.”
“Sei
sicura?”
Si!
E' sicura.
E
il suo colorito rosato conferma che sta benissimo.
Tuttavia
una parte di me, spera che decida di rimanere qui un po' di
più,
perchè nel momento in cui lascerà questo
ospedale, dovrò dirle
addio, e non so se sarò in grado di farlo.
Annuisce
e fa un grosso respiro.
Credo
che in fondo sia consapevole del momento che stiamo vivendo.
Sa
che Sam è innamorato di lei, sa che sta male per questo e sa
che,
dovendo scegliere tra loro, sceglierò mio fratello. Anche se
nessuno
di loro due mi ha chiesto di scegliere, lo sa!
Ma
non si arrabbia.. Perchè sa che Sammy è tutto
quello che mi rimane
della mia famiglia.. Sa che lo amo come un padre più che
come un
fratello, e sa che da quando l'ho portato fuori dalla nostra casa, la
notte che la mamma è morta, prendermi cura di lui in tutto e
per
tutto è il mio compito.
“Mi
hai portato le mie cose?” mi chiede di improvviso.
La
guardo e sospiro. “E' mio fratello..” sussurro come
un idiota.
E'
mio fratello!
Proprio
per questo, lui stesso dovrebbe dirmi di non mandarla via.
Dovrebbe
sforzarsi di capire e superare la cosa..
Dovrebbe
incoraggiarmi a vivere questa bella cosa che mi è capitata.
Potrebbe..
anzi dovrebbe sacrificarsi per me, una volta nella vita.
Perchè
io lo faccio per lui da sempre... Sacrifico i miei sogni e le mie
speranze per occuparmi dei suoi sogni e delle sue aspettative.
Sacrifico
me stesso per dedicarmi a lui e alla sua difficoltà di
sentirsi
diverso.
E
lo faccio perchè gli voglio bene.
Quindi perchè lui non fa lo
stesso per me, una sola volta nella vita?
Dovrei
chiederlo a lui, lo so..
Ma
non posso.
E'
il mio fratellino!
“Lo
capisco! Va bene.. Io ero fuori programma, così come questo
bambino
che nascerà tra 2 mesi. E' stato bello.. ma noi non siamo la
tua
famiglia dopotutto.” mi dice.
Trattiene
a stento le lacrime ed io mi sento uno schifo.
“Anche
se per poco, siete stato il fuori programma migliore della mia
vita.”
le dico.
“7
mesi non sono pochi.” precisa abbassando lo sguardo
“Se ti sono
sembrati pochi vuol dire che ti sono piaciuti così tanto che
il
tempo è volato per te..”
Rialza
gli occhi e mi fissa per un attimo.
Poi
piange..
Lei
piange come non l'ho mai vista fare.
Singhiozza
come una bambina ed io vorrei solo urlarle di mostrarmi il suo bel
sorriso.. Vorrei solo.. sentire la sua risata.
Sento
i miei occhi riempirsi di lacrime e avanzo poco verso di lei
“Robin..”
Alza
la mano e mi ferma.
Poi
fa un grosso respiro e si asciuga gli occhi.
“Sto
bene!” esclama anche se non troppo convinta “Puoi
rispondere ad
una mia domanda prima di andare?”
Puoi
farmene un milione così dovrò per forza rimanere
qui?
Annuisco
e le sorrido. “Certo.”
“Io
credo che.. sarebbe stato bello se fosse durato. Tu come credi che
sarebbe stato?” mi chiede.
Come
sarebbe stato?
Mi
avvicino a lei e la bacio prendendole il viso tra le mani.
Vorrei
non staccare mai la bocca dalla sua, ma i singhiozzi che vogliono
esplodermi dal petto, mi costringono ad allontanarmi.
Rompo
quell'amaro bacio e le accarezzo i capelli.
“Sarebbe
stato perfetto.” le sussurro.
La
bacio di nuovo e poi mi allontano da lei.
“Le
tue cose sono qui fuori.. E c'è un taxi che ti aspetta. E'
già
pagato per portarti fino alla stazione degli autobus. Ti prego
chiamami quando arrivi a casa.” le dico.
“Ok.
Lo farò.”
Le
sorrido e mi asciugo il viso, oramai rigato di lacrime.
“Robin..”
So
che è sbagliato.. lo so che è il momento meno
adatto per dirlo.. Ma
voglio che capisca che lasciarla per me non è facile.
E
se lo merita.. aspetta una risposta da quando me lo ha detto.
“Cosa?”
“Ti
amo anche io.” le sussurro.
Poi
lascio la stanza, e senza voltarmi indietro esco dall'ospedale e
dalla sua vita.
E'
la donna che amo.. ma Sam è il mio fratellino.
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Capitolo 10 *** 8° month. ***
Grazie a tutti
quelli che commentano e leggono la storia.. Allora.. tra triangoli
amorosi e consapevolezza di sentimenti siamo giunti alla nascita.
Questo
è il penultimo capitolo.. Siamo quasi alla fine.. Buona
lettura e grazie mille ancora a tutti.. Anche in questo capitolo, vi
consiglio una canzone che vi metto qui sotto, sopra il titolo. Se vi va
di ascoltarla ovviamente. Le canzoni che consiglio sono solo consigli..
Non obblighi. Spero che siano consigli apprezzati =)
Baci, Roby
<3
8°
month.
Sto
accendendo l'incenso.
E'
alla vaniglia e diffonde nella camera un delicato aroma che mi fa
sentire a casa.
Inoltre
ieri, ho comprato una strana tisana.
Era
rosa.. più o meno.
Non
l'ho bevuta.
L'ho
solo preparata e messa in un bicchiere, e poi l'ho guardata cercando
di vederla con occhi diversi dai miei.
Mi
manca Robin.
Mi
manca il suo fare yoga, il suo prendere in prestito la mia camicia
preferita, il suo accendere la musica appena sveglia, e ballare fino
a sentirsi stanca.
Mi
manca ogni cosa di lei.
Per
due giorni, dopo che lei è ripartita, non ho bevuto il mio
caffè.
E
non l'ho bevuto perchè, quando c'era lei, evitavo di farlo.
Era
incinta e aveva smesso di berlo per questo motivo.. e mi chiedeva
sempre, dolcemente, di non farlo davanti ai suoi occhi per evitare
che le venisse voglia di berlo.
E
così, come per fingere che sia ancora qui, non l'ho bevuto
per due
giorni di seguito.
Mi
manca terribilmente.
E
molto spesso, anche se nessuno lo sa, chiamo il suo numero di casa
–
quando immagino che non sia in casa – solo per sentire la sua
voce
nella segreteria telefonica.
Anche
poco fa l'ho fatto.
Ho
chiamato, sospirato, acceso l'incenso e poi sospirato di nuovo.
E
ora me ne sto qui, a crogiolarmi nei ricordi.
Ricordi
che mi colgono di sorpresa. Ricordi che mi.. investono come un treno
ad alta velocità.
Ricordi
che mi fanno male ma anche sorridere.
E'
possibile che lo stesso ricordo ti faccia venir voglia di piangere e
anche di ridere?
Non
lo so.
Non
so più niente.
La
mia vita era la tipica vita di un cacciatore.
Lavoro,
qualche donna ogni tanto, solitudine e la speranza – che
sempre
diventava più debole – di avere una vita normale.
E
poi, otto mesi fa circa, una ragazza conosciuta durante un lavoro,
una ragazza con cui mi ero divertito, mi chiama per dirmi di essere
incinta.
E
la mia vita cambia.
Totalmente!
Sono
cresciuto in questi ultimi mesi..
E..
mi sarebbe piaciuto diventare padre e amare un'unica donna per il
resto dei miei giorni.
“Hey
Dean..”
Sobbalzo
appena e guardo Sam che è appena entrato in camera.
“Hey..”
gli dico.
“Ma
cos'è questo forte odore?”
“Ho
acceso l'incenso.”
“L'incenso?”
mi chiede incredulo. Poi starnutisce “Puoi.. spegnerlo? Mi fa
starnutire.”
Ok,
lo ammetto! Forse ne ho acceso un po' troppo.
Ha
fatto starnutire anche me.
Ma
non lo spegnerò.
Ho
rinunciato ancora una volta a me per lui.. Il minimo che può
fare è
sopportare i suoi starnuti senza obiettare.
Io
non...
Scuoto
il capo e mi alzo per prendere una birra.
“No!”
esclamo “Se ti fa starnutire puoi lasciare la
stanza.”
Non
posso credere di averlo detto.
E
nemmeno Sam ci crede.
Tanto
che mi fissa a bocca aperta, incredulo e.. mi sembra di scorgere un
filo di orgoglio nei suoi occhi.
“Qual
è il problema Dean?” mi chiede.
“Qual
è il problema?” sbotto “Il problema
è che per la prima volta
nella mia vita, mi sono innamorato. Per la prima volta nella mia vita
io volevo fare qualcosa per me, ma il tuo dolore, la tua tristezza,
la tua difficoltà nell'accettare che la donna che anche tu
ami, ama
me, mi ha fatto rinunciare.”
Mi
sento meglio ora che l'ho detto.
Ma
non del tutto libero ancora...
“Non
ti ho chiesto io di mandarla via.”
“Non
direttamente.. Ma tu eri teso, nervoso e continuavi a trattare lei e
me con un'antipatia che non sapevo neppure possedessi.” gli
dico “E
lo sapevi che sarebbe andata così Sammy.. Lo sapevi. Sapevi
che non
avrei mai scelto di vivere una situazione che ti faceva male.. Sapevi
che avrei fatto di tutto per farti star bene e sapevi anche che
l'unica cosa che potevo fare per sistemare la cosa, era mandarla via.
Lo sapevi e non te ne è importato niente comunque. La
mattina che ho
preso le sue cose per portargliele, sapevi che ero andato per dirle
addio e non hai fatto niente per fermarmi. E sai perchè?
Perchè in
fondo era quello che volevi.” urlo.
Oh
cielo!
E'
vero che non tenersi tutto dentro aiuta.
Mi
sento leggero come una piuma.
Sam
annuisce appena e poi fa un grosso respiro.
“Wow!”
mi dice “Mi chiedevo quanto ci avresti messo a dirmi quello
che
pensavi.
“Beh
ora te l'ho detto. E mi sento meglio, molto meglio.” gli dico
allargando le braccia “E sai cosa farò adesso?
Andrò a New York,
dalla donna che amo e che sta per darmi un figlio. E se non ti va
bene.. abituati. Perchè io, ho sacrificato tutto per te Sam.
Per
tutta la vita.. Per te, per papà.. E non ho mai fatto nulla
per me.
Ora è il momento che io lo faccia.”
Prendo
le chiavi dell'auto e metto tutto quello che ho nel mio borsone,
mentre sorrido tra me e me.
Mi
sento bene.
Libero
di un peso che mi tormentava da anni.
E'
stato bello dire tutto quello che mi tenevo dentro. Ma ancora
più
bello, è stato prendere coscienza dei bisogni del mio cuore.
Prendere
coscienza dei miei sentimenti.. fino in fondo.
Preparo
tutto e poi guardo Sam che mi guarda con un sorriso.
“Ma
che hai da sorridere? Ti ho appena detto che ho smesso di prendermi
cura di te e ho iniziato a pensare a me.” gli dico.
“Era
ora!” esclama lui “Andiamo.. vengo con te. Voglio
vedere il mio
nipotino quando nascerà.”
Mi
ha fatto la guerra psicologica per giorni e giorni e ora vuole venire
con me?
“Vuoi
venire con me? Perchè? Cosa sei, un masochista?”
Ride
e scuote il capo.
“No..”
mi dice “Solo.. mi sono reso conto di aver fatto un errore.
Tu ti
sei preso cura di me per tutta la vita ed io.. io voglio che tu sia
felice, solo che.. ho, o avevo, non so.. una cotta colossale per
quella ragazza e.. mi dispiace Dean. Mi dispiace per tutto.”
Mh..
ok, ha capito.
Ma
questo cambierà le cose? Voglio dire, imparerà a
convivere con
tutto questo o continuerà a soffrire in silenzio?
“Ma
Sam.. come..”
“Non
era solo lei Dean.. Era un po' tutto. Con lei tutto era cambiato ed
io avevo difficoltà ad accettare il cambiamento, credo.. Ma
ora sto
bene.. E se andrai da lei e ti prenderai la tua fetta di
felicità
starò ancora meglio.”
Ora
dovrei chiedergli se è sicuro.
Ma
la verità è che, che lui sia sicuro o no, io
andrò comunque a New
York, perchè amo Robin e non voglio rinunciare a lei.. Non
voglio
rinunciare a noi.
“Coraggio
andiamo..” mi dice ancora Sam.
Annuisco
e andiamo in auto.
Guido
fino a New York senza fermarmi mai e quando arriviamo vado dritto a
casa sua.
Parcheggio
l'auto e faccio un grosso respiro.
“Sammy..
Grazie.” dico a mio fratello.
Lui
mi guarda e scuote appena il capo. “Non devi ringraziarmi di
nulla.. Vai adesso.” mi incoraggia.
Scendo
dall'auto e praticamente corro fino alla porta.
E'
una tipica casa americana, un po' in periferia.
La
guardo mentre corro, e mi piace..
Si..
mi sembra perfetta per crescere un bambino.
Ma
se lei ne vuole comprare un'altra lo faremo.. non so come, ma
troverò
un modo.
Arrivo
al portico e salgo di corsa.
Sulla
porta c'è un biglietto:
“Sono
andata a partorire.
New
York General Hospital.
Vi
aspetto numerosi.”
Lo leggo e scoppio a ridere. Solo
lei poteva scrivere una cosa come vi aspetto numerosi.
Lo stacco dalla porta e corro in
auto.
“Non è in
casa?” mi chiede Sam
mentre metto in moto.
“Il mio bambino sta per
nascere.”
Sorrido e ingrano la marcia.
Il mio bimbo sta per venire al
mondo...
Sto per diventare padre.
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Capitolo 11 *** The meeting. ***
The
meeting.
“Dean
Winchester.. Mio figlio è nato oggi, o sta per nascere, non
lo so.”
Continuo
a cercare di farmi capire da questa infermiera, ma lei non sembra
capire quello che le sto dicendo. Inizio a credere che non parli la
mia lingua.
Lei
mi guarda e continua a fare quello che stava facendo prima che
arrivassi.
“Ma
mi sta ascoltando?” chiedo.
“Si,
signore.. Sto cercando sul computer le nascite avvenute o previste
per oggi.”
Oh..
Quindi
mi stava ascoltando.
Dovrei
scusarmi forse.
Magari
dopo.. ora voglio solo vedere Robin e nostro figlio.
Me
lo immagino già.
Sveglio,
bellissimo e profumato.
Sarà
perfetto.
Sospiro
e attendo.
L'attesa
non mi piace, mi fa venire l'orticaria.
Infatti
se non si sbriga a dirmi qualcosa, credo che inizierò a
grattarmi e
mi usciranno delle bolle.
“Allora?”
le chiedo dopo qualche minuto.
“La
pazienza non è il suo forte vero sig. Winchester?”
mi apostrofa
leggermente arrabbiata.
Sorrido
appena e sospiro.
“Oh,
ecco qui!” esclama di improvviso.
Eccolo..
l'ha trovato.
“E'
nato un solo bambino oggi.” mi dice “Si chiama
Julian Miller.
Pesa 4.500 kg ed ha 50 cm di lunghezza.. Un vero bambinone.”
mi
dice sorridendo.
Julian
Miller.
Gli ha messo il suo cognome.
Ovvio
che lo facesse!
Credeva
che non volessi avere più niente a che fare con lei.. con
loro.
Invece
io voglio far parte della loro vita.
Voglio
che siamo una famiglia.
Come
quelle belle e felici famiglie degli spot pubblicitari.
Ok..
non proprio di quella perfezione che rasenta l'impossibile.. Ma
voglio che siamo sereni.
E
prometto che mi impegnerò perchè questo accada.
“Si
chiama Julian Winchester.. Lo corregga per favore.. E mi dica in che
camera è la madre, perchè non vedo l'ora di
vederla.” dico tutto
d'un fiato.
L'infermiera
mi guarda e annuisce sorridendo.
“Lo
cambierò. La camera è la 24.”
“La
24!” ripeto mentre mi guardo intorno per individuare le scale.
Ringrazio
l'infermiera e corro diretto di sopra.
“Sig.
Winchester..” mi chiama.
Mi
fermo e la guardo.
Mi
aspetto che mi rimproveri dicendomi che non si corre negli ospedali.
Invece mi dice qualcosa di meraviglioso che mi riempie il cuore.
“Stanno
per portare il piccolo nella camera, per farlo vedere alla mamma.
Vuole portarlo lei?” mi chiede.
Sento
il cuore accelerare un po'.
Rido
e annuisco.. “Si, per favore.”
“Mi
segua.”
Seguo
la donna fino alla nursery e mi viene detto di aspettare fuori.
E
così faccio.
Me
ne sto fuori dalla porta, immaginando il momento in cui
stringerò il
mio bambino tra le braccia.
Ad
immaginare la mia faccia pietrificata..
Oddio!
E
se non sapessi come tenerlo? Se gli facessi male?
Deglutisco
a vuoto e sospiro a lungo e poi la vedo.
L'infermiera
esce con un delizioso fagottino in braccio.
E'
avvolto in una copertina azzurra e bianca e muove le sue piccole dita
come per afferrare qualcosa.
E'
bellissimo.
E'
rosato e sembra soffice.
“Ecco
il suo bambino.” mi dice tendendo le braccia verso di me.
“Io
non...”
“Avanti..
non abbia paura di fargli male..”
Annuisco
e dopo un attimo di esitazione lo prendo tra le braccia..
La
sua boccuccia si apre in un sorriso ed io gli accarezzo la manina con
un dito.
“Hey..”
gli sussurro.
Sono
emozionato.
Lo
ammetto! Sono emozionato come non lo sono mai stato prima.
Sorrido
e guardo l'infermiera.
“Mi
scusi.. Posso sapere come mai si fida di me? Voglio dire, non mi
conosce.. Potrei mentire e rapire il bambino..” le dico.
Ma
che sto dicendo?
Io
devo essermi rincitrullito.
“Robin..
La sig.ra Miller.. ha detto che sarebbe arrivato..” mi dice.
Ora
si che capisco.
Rido
appena e bacio la fronte del mio bambino.
Poi
vado dritto nella camera di Robin.
Quando
arrivo, con lei dentro la camera c'è un'infermiera che sta
cambiando
le lenzuola al letto.
Lei
sorride e le da una mano.
E'
così bella..
Ha i capelli sciolti e spettinati, e il suo sorriso
illumina ogni cosa intorno.
Esito
un attimo fuori dalla porta e poi avanzo piano dentro la stanza.
Robin
mi da le spalle.. Ma l'infermiera mi nota subito.
“Sig.
chi è lei?” mi chiede.
E'
a quel punto che Robin si volta verso di me.
Mi
fissa perplessa per un secondo e poi fa un grosso respiro ridendo
gioiosa.
“E'
il padre del mio bambino..” sussurra.
L'infermiera
sorride e ci guarda per un secondo.
“Ti
ho portato il nostro bambino.” le dico.
“E'
bellissimo non trovi?”
Annuisco
e lo guardo “E' perfetto.”
“Come
avevi detto che sarebbe stato se fosse durato.”
Alzo
gli occhi su di lei e sento qualche lacrima bagnarmi il viso.
Sono
lacrime di gioia.
“Si.
Esattamente.”
Anche
lei piange un po'.
Sospira
e si volta a guardare l'infermiera..
“Puoi
prendere il bambino per un attimo? Devo fare una cosa e non voglio
fargli male.”
La
ragazza annuisce e si avvicina a me per prendere il piccolo.
Glielo
do delicatamente e poi rimango fermo a fissare Robin che mi fissa a
sua volta.
“Sapevi
che sarei venuto..” sussurro.
Lei
avanza piano verso di me e mi accarezza il viso dolcemente.
Poi
si solleva piano sulle punte e poggia la bocca sulla mia.
Le
prendo il viso tra le mani e approfondisco il nostro bacio.
“Non
lo sapevo.. Ma ci speravo.” mi sussurra a fior di labbra.
La
bacio di nuovo e poi la stringo forte..
Quando
sciogliamo l'abbraccio, lei prende il nostro bambino e prende me per
mano.
Si
siede sul letto e mi fa spazio per poi accoccolarsi sul mio petto.
Le
bacio i capelli e la stringo dolcemente a me mentre gioco con la
manina del mio piccolo.
“Perfetto...”
sussurro.
E
lo è.. E' davvero perfetto.
-Fine-
Eccoci alla fine di
questa storia nata per caso. Davvero per caso. Sono felice che vi sia
piaciuta e che vi abbia appassionato.
Grazie mille a tutti per le recensioni e per l'affetto che sempre mi
mostrate. Spero di non avervi deluso in alcun modo.
A presto (speriamo xD) con una nuova avventura..
Baci, Roby <3
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