Se solo ti avessi conosciuto prima

di CherryBomb_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Dove tutto ebbe inizio ***
Capitolo 3: *** Il nuovo compagno ***
Capitolo 4: *** L'importante è che ci sia tu ***
Capitolo 5: *** Iniziano le provocazioni ***
Capitolo 6: *** Non posso innamorarmi di lei ***
Capitolo 7: *** Non sempre innamorarsi è bello ***
Capitolo 8: *** Che l'indagine abbia inizio ***
Capitolo 9: *** Colloquio con il professore di Lettere ***
Capitolo 10: *** Non poteva averlo capito ***
Capitolo 11: *** Si arriva ad una conclusione ***
Capitolo 12: *** Io so chi sei ***
Capitolo 13: *** Me lo prometti? ***
Capitolo 14: *** Un altro Dorian ***
Capitolo 15: *** Il ritratto di Dorian Gray ***
Capitolo 16: *** Se solo ti avessi conosciuto prima ***
Capitolo 17: *** Lo amo, papà ***
Capitolo 18: *** I primi cambiamenti ***
Capitolo 19: *** La scoperta di una brutta notizia ***
Capitolo 20: *** Signora Gray ***
Capitolo 21: *** Un amore segreto ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione
Entrammo nella mia stanza, rimasi in piedi e gli feci segno di sedersi sul letto.
-Non so da dove cominciare. – esordì lui.
-Inizia da dove vuoi, basta che inizi.- gli risposi acida.
-Non mi aiuti se fai così.
-Se faccio così come?? Non sto facendo niente di strano.
-Mi rispondi di merda. Si, lo so è colpa mia se il tuo atteggiamento, ora è così, ma sono venuto per spiegarti.
-Spiegarmi cosa???
-Tutto.
-Ogni cosa???
-Ogni cosa- stavo pensando che forse mi avrebbe detto il suo segreto, che me ne avrebbe parlato, ma ero convintissima che non lo avrebbe mai fatto.- Devo dirti la verità, all’inizio volevo instaurare un rapporto con te, perché mi piacevi, ma solo per scoparti e basta. Era così finché non ho cominciato a passare del tempo con te e……..ed era così finché non abbiamo fatto l’amore insieme. Si, perché non era sesso o scopare, era amore. Non l’ho mai fatto con nessuna così, non ho mai provato quelle sensazioni e io le ho provate tutte credimi. Ho capito di………io…….sono……- cercavo di guardarlo nel modo più duro possibile, ma non ci riuscivo, mi stavo sciogliendo come una deficiente. – io….sono…..mi sono innamorato di te.
No, alt. Un attimo. Ferma il disco e torna indietro. Cosa???
-Cosa scusa??’
-Sono innamorato di te.- disse guardandomi negli occhi.
Ero letteralmente scioccata da quelle parole. Dette da lui, da Dorian Gray. Dovevo ancora aspettare a sciogliermi, dovevo vedere se voleva davvero dirmi tutto.
-Devi dirmi qualcos’altro??- chiesi cercando di mantenere la voce più ferma possibile.
-No.
-Sicuro???
-Cos’altro dovrei dirti, oltre che sono innamorato di te???
-Non lo so, dimmelo tu. Avevi detto che mi avresti detto ogni cosa.
-Ti ho detto ogni cosa.
-Ne sei certo???
-Si.
-Io so chi sei.
Ciao a tutti. Eccomi con una nuova storia.
Questo è solo un anticipo. Questo dialogo lo troverete nel capitolo 10. Non sarà una storia molto lunga, saranno più o meno 15 capitoli.
Fatemi assolutamente sapere che ne pensate. Commentate in tanti. =D
Mi sembra un pò un schifezza come storia, ma spero che piaccia. =D
Al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Dove tutto ebbe inizio ***


 
 
Dove tutto ebbe inizio
 
Ero una ragazza di 19 anni, ero all’inizio del mio ultimo anno del liceo linguistico della mia città e non vedevo l’ora di uscire da scuola e di viaggiare.
Ero una ragazza semplice e per nulla interessante, anche se le prime cose di me che notavi erano gli occhi azzurri, i capelli ricci lunghi e la mia esuberanza.
Ero spontanea, diretta, forse troppo.
Nella mia vita avevo avuto cinque o sei ragazzi, ma nulla di che.
Avevo perso la verginità a 16 anni con il ragazzo per cui avevo una cotta e di cui ero innamorata, Daniele, siamo stati insieme quasi due anni, ma in quel momento cercavamo di rimanere amici. Per me è solo un amico, non c’era niente di più, ma molto spesso lui era ancora geloso di me: non voleva che uscissi o che mi sentissi con qualcuno. Non lo sopportavo quando faceva così, mi sembrava tanto di avere mio papà attaccato al culo tutte le volte che andavo in giro e la cosa mi faceva molto incazzare.
Da quando avevo lasciato Daniele non avevo più avuto neanche un ragazzo, non che non avessi opportunità, ero io che non volevo, c’era sempre qualcosa che mi bloccava, come se sentissi che sarebbe arrivato qualcuno migliore della persona che mi trovavo davanti in quel momento. Non so se è mai capitato a qualcuno di provare a fare o dire qualcosa e capire che quello che non era il momento giusto, che sicuramente ci sarebbe stato un momento migliore.
Ecco, a me succedeva così ogni volta che uscivo o parlavo con un ragazzo che trovavo carino o che comunque mi piaceva.
La cosa era alquanto frustante, avevo voglia di avere una nuova storia e capire che non era il momento giusto, non giovava molto sul mio umore.
All’inizio non sapevo più come comportarmi, poi decisi di fregarmene, se avessi incontrato quella persona che doveva essere migliore delle altre, molto probabilmente lo avrei capito.
 
 
 
 
 
 
Era una giornata noiosa come tutte le altre.
Scuola – Casa- Cazzeggio- Studio.
Dovevo impegnarmi. Era il mio ultimo anno, avevo gli esami di maturità e dovevo impegnarmi, ma la voglia di studiare doveva saltarmi addosso ogni volta.
Avevo deciso di incontrarmi con la mia migliore amica, Sara, per prendere un caffè e distrarmi un po’.
Avevamo deciso di incontrarci in un bar del centro, tanto per vedere un po’ di persone e magari incontrare qualcuno che conoscevamo.
Arrivai, come al solito, in ritardo.
Sara era già al tavolo che mi aspettava, sembrava visibilmente incazzata per il mio ritardo. Mi chiedevo quando avrebbe capito che io sarei stata perennemente in ritardo, dovunque dovessimo andare.
Mi sedetti e appoggiai la borsa sulla sedia.
-Ciao.- dissi sorridendole.
-Devi piantarla di arrivare in ritardo. – mi disse lei formando un monociglio con le sopracciglia da quanto mi guardava male.
-Lo sai che sono così. Non roviniamoci il pomeriggio come al solito per questa cosa. Dovresti averlo capito, sarà perennemente in ritardo. Punto e basta. Capiscilo. Quando sarò puntuale viene a piovere viola.
Cominciò a ridere e si rilassò.
-Allora??? Nuove prede nei paraggi??- mi chiese muovendo un sopracciglio
-Per cosa mi hai preso?? Per una pantera???
-Ne hai tutta l’aria tesoro.
-Ma ti prego, piantala. Tu piuttosto con Luca???
-Cambiamo domanda che è meglio.
-Che succede???- stava insieme a Luca da un anno, più o meno, era un evento da segnare sul calendario. Non aveva mai superato i 3 mesi e questo era davvero un record.
-Ma niente, solite cose. Mi sto un po’ stufando.
La guardai male.
-Tu ti stufi quando capisci che sta cominciando una storia seria, ma ormai è una storia seria. È un anno che siete insieme e pensi ancora che sia una storiella da una scopata e via??? Non mi sembra proprio. Ti ama, ti tratta bene, da quanto mi dici scopa che è una favola, cosa vuoi di più dalla vita???
Rise.
-Hai ragione. Sono solo io che ho paura di impegnarmi. E poi hai ragione come faccio l’amore con lui, non l’ho mai fatto con nessuno.
-Vedi. Come mi ha detto una volta mia mamma “Quando fai l’amore bene con una persona vuol dire che c’è sentimento” e se lo dice la mamma Claudia, bisogna crederci.- cominciai a ridere.
-No, a parte gli scherzi. Ha ragione. Se c’è sentimento, si fa l’amore che è un piacere. Non credi???
-Be, sinceramente non ho mai fatto l’amore senza provare qualcosa. In senso, non l’ho data al primo che capitava.
-Vero.
-Ragazze, vi porto qualcosa??- arrivò un cameriere molto carino a chiederci le ordinazioni. Era bello, alto, moro. Il classico tipo che mi sarebbe piaciuto e in effetti mi piaceva, ma anche con lui la stessa sensazione di sempre. Ordinai un caffè e sbuffai.
-Che c’è???
-Niente.
-Non hai fatto commenti sul cameriere e questo è un brutto segno.
-Ho sentito ancora quella strana sensazione.
-Di nuovo???? Non è che magari è solo una sensazione creata dal tuo inconscio perché in realtà non vuoi il ragazzo???
-Ma ti prego. Io vorrei davvero incontrare qualcuno.
-Ma tutte le volte ti scatta quella sensazione che ti blocca.
-è frustante. Voglio vedere se questo “misterioso uomo” che la mia sensazione sta cercando, arriva.
-Io non ci crederei più di tanto.
Arrivò il cameriere a portarci i nostri due caffè. Se ne andò.
-Devi smetterla di seguire quella sensazione, Chia. Devi smetterla. Prova a seguire l’istinto una volta. È dalla prima superiore che te lo dico e tu mai che mi dai ascolto.
Risi. Era vero. Non ero cambiata di una virgola da quando io e lei ci eravamo conosciute: ero solamente maturata, cresciuta, ma pensavo ancora il cervello piuttosto che con l’istinto, era un mio piccolo difetto. Lei aveva provato in tutti i modi a cambiarmi, ma non c’era mai riuscita.
Era da quel fatidico primo giorno di scuola di 5 anni fa che io e lei eravamo amiche, inseparabili, qualsiasi cosa la facevamo insieme, provavamo ad aiutare l’altra nei proprio problemi, ma prontalmente andavamo in merda noi. Era un classico, ormai, una scena che si ripeteva per qualsiasi problema.
Dopo aver bevuto il nostro caffè, sorriso al cameriere e pagato, decidemmo di andare a fare un giro per il centro.
Camminavamo, guardavamo le vetrine, ridevamo e scherzavamo.
Quando venni attratta da un ragazzo di spalle che stava guardando una vetrina di scarpe da ginnastica.
Non sapevo cosa mi affascinasse di lui, non lo avevo nemmeno visto in viso, ma a vederlo da dietro accendeva la mia curiosità.
Non riuscii a vederlo bene, a guardarne il viso, gli occhi, lo superammo senza che lui si girasse. L’unica cosa che avevo notato erano i capelli ricci biondi.
Continuavo a parlare con Sara, ma immancabilmente tornavo a pensare a quel ragazzo di spalle. C’era qualcosa nella sua postura, nel suo modo di vestire che mi aveva colpito.
Stavo pensando proprio a lui, quando lo vidi entrare in un negozio.
-Senti, entriamo in quel negozio??? Avevo visto un paio di pantaloni carini l’altro giorno. – dissi rivolta a Sara che annuì, bastava accennarle allo shopping che si accendeva.
Entrammo nel negozio.
Mi guardai in giro, facendo finta di guardare i vestiti quando in realtà, cercavo quel misterioso ragazzo.
Girai tutto il reparto quando lo intravidi nel reparto uomo.
Lo vedevo di profilo che teneva in mano un maglione.
Era alto, biondo, riccio, il profilo perfetto, il naso delicato, le labbra rosee e piene che ti invitavano a baciarle. Scesi a guardargli il collo e il pomo d’Adamo non troppo pronunciato, era visibile in un modo talmente perfetto che faceva venire i brividi. Gli guardai le mani: lunghe, affusolate, non erano molto mascoline, erano curate.
Sembrava un angelo caduto dal cielo. Non avevo mai visto tanta perfezione in un ragazzo.
Venni risvegliata da questo mio sogno ad occhi aperti.
-Chi è quel ragazzo che stai fissando spudoratamente da 5 minuti???
-Non lo so. L’ho visto circa un ora fa che guardava una vetrina. Mi sono sentita come attratta da lui, da non so cosa, ma mi sono sentita attratta e quando l’ho visto entrare qui, sono voluta entrare.
-Adesso, non hai più quella sensazione strana è???
Aveva ragione. Non avevo più quella sensazione strana che mi frustava, mi sentivo bene, mi sentivo totalmente attratta da quel ragazzo. Ero talmente immersa nel mio pensiero che non mi accorsi che era uscito.
Presi per mano la Sara e uscimmo.
Cercai di vederlo, ma di lui neanche una traccia.
Girammo per tutto il centro almeno un paio di volte.
Non lo vidi entrare in nessun’altro negozio, non lo vidi più osservare una vetrina.
Decisi ti tornare a casa. Era inutile che continuavo a girare in cerca di lui. sembravo una disperata, una che non aveva mai visto un ragazzo figo in vita sua. Mi sentivo tanta 14 enne quando vedevo il ragazzo figo passare e facevo la bavetta in silenzio. Ero cresciuta, avevo 19 anni e non potevo correre dietro ad un ragazzo, come una stupida cogliona, ero grande.
Se era destino avrei rivisto quel ragazzo ancora in giro, se non lo avrei rivisto??? Avrei aspettato un altro ragazzo che avrebbe abbattuto la barriera della mia sensazione.

Ciao a tutti. Eccomi qua  con il primo capitolo di questa storia.

Spero che andando avanti incuriosisca sempre più persone.

Se avete dei dubbi,delle domande, non esitate a chiedere, sono qua apposta =D

In questo capitolo racconto chi è la protagonista della storia e, a grandi linee, la sua vita. Chi sarà questo misterioso ragazzo? Per saperlo leggete il prossimo capitolo =D

Fatemi sapere che ne pensate.

Lady Gemma: Grazie per aver recensito. Con questo capitolo non ho spiegato molto la trama, quella si capirà continuando a leggere e spero che lo farai. Grazie ancora. A presto. ^^

FukoChan: Ti ringrazio per la tua recensione. Ahahahah sinceramente non so cosa volesse e non mi importa più di tanto.=D  Spero che la storia ti incuriosisca ancora di più con questo effettivo primo capitolo, anche se la storia non si capisce ancora bene. Spero che continuerai a leggere questa storia. A presto. Bacione ^^

Ringrazio queste due persone per aver recensito e quelle che hanno messo la storia nelle seguite, spero che il numero aumenti.

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Il profe entrò con la sua solita valigetta, seguito da un ragazzo………
No, aspetta un secondo, ma…..quello….quello era…
Ok, dovevo stare calma.
In parte al profe c’era un ragazzo biondo, riccio, in tutta la sua altezza e bellezza, oserei aggiungere.
Si girò leggermente di profilo e notai il naso delicato, il pomo d’Adamo non troppo pronunciato e dannatamente sexy.
Avevo davanti a me il ragazzo che avevo visto in centro il giorno prima e sarebbe stato il mio compagno di classe per il prossimo anno.
Stava parlando con il profe di non so che cosa, quando si girò verso la classe.
-Ragazzi, vi presento il vostro nuovo compagno Enrico Marconi.
Stavo ascoltando cosa mi stava dicendo in quel momento Sara a bassa voce, ma ovviamente non capivo niente, quando mi sentii osservata, mi sentii quasi attirata da una calamita ad alzare lo sguardo.
Cercai di non farci caso, ma venni attratta di nuovo da quella calamita invisibile ed incontrai lo sguardo del nuovo arrivato.
Mi guardava e sorrideva. Non appena incontrai i suoi occhi azzurri rimasi completamente legata ad essi.
Ci guardammo con intensità.
Vi aspetto nel prossimo capitolo =D

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Capitolo 3
*** Il nuovo compagno ***


Il  nuovo compagno
Erano le 7 di mattina e dovevo svegliarmi per andare a scuola.
Era da neanche un mese che mi dovevo svegliare a quell’ora assurda, a me che piaceva dormire fino a 12.30 o anche più tardi, dovevo svegliarvi a quell’ora per andare a scuola, ma ci rendiamo conto??? Per andare a scuola.
Se fosse stata una cosa più divertente, non c’erano problemi per me a svegliarsi presto, ma andare a scuola non era una cosa divertente.
Dopo vari richiami della sveglia, mi trascinai fuori dal letto alle 7.20, cercai di prepararmi alla veloce perché, stranamente, ero già in ritardo. Ero una ritardataria nata e non sapevo cosa farci, quando arrivavo in anticipo o puntuale dovevi segnartelo sul calendario.
Per un pelo non persi la filo.
“Ed eccomi pronta ad affrontare un’altra giornata monotona senza movimento. Da quanto è iniziata la scuola?”
“Un mese forse, Chia.”
“E sono già stanca di andarci.”
Classica conversazione mattutina tra i miei due neuroni che, scazzati, parlavano ovviamente di quanto fosse monotona la mia vita, lo sapevano persino loro. Ero messa davvero male.
Si, a pensarci bene, un po’ quella monotonia me la cercava da sola, non uscivo con un ragazzo, solo perché una stupida sensazione mi faceva capire che avrei trovato qualcuno di meglio, dire che ero scema era dire poco. Quale persona sana di mente si lascia scappare l’occasione di uscire con una persona che ti piaceva e a cui interessavi??? Nessuno, ovviamente, ma io sì.
Ero una persona che seguiva molto le sensazioni, i presentimenti e difficilmente mi sbagliavo, ma dovevo cominciare a non seguire più ogni mio singolo presentimento o sensazione, se no non avrei più potuto vivere.
 
 
Ero poco distante da scuola e mi sembrò di rivedere la chioma del ragazzo del giorno prima in centro.
Una chioma bionda e riccia, stava camminando tranquillamente sul marciapiede. Lo vidi entrare in un bar.
Non ero sicura che fosse lui, mi sembrava di sì, ma non potevo esserne certa. Non ero riuscita a vederlo in faccia.
Se passeggiava significava che abitava nei paraggi e quindi lo avrei rivisto di sicuro, prima o poi.
Arrivai a scuola dieci minuti prima del suono della campana, ero in largo anticipo, be, neanche tanto, ma rispetto al mio solito ero in anticipo.
Mi misi a sedere nel mio banco e appoggiai la testa al banco continuando ad ascoltare la musica.
Avevo sonno, volevo dormire e tornare a casa nel mio lettino caldo.
Ero in un dormiveglia stupendo, stavo benissimo, sarei rimasta in quella pace per sempre, ma arrivò Sara a farmi il solletico e a svegliarmi.
-Ma vaffanculo, non potevi lasciarmi dormire???- le chiesi alzando un po’ troppo la voce per essermi appena svegliata.
-No e perché dormire quando si prospetta una giornata perfetta???- la guardai perplessa, era già felice di prima mattina?? Strano, di solito ero io quella che voleva smuoverla a fare qualsiasi cosa perché lei voleva dormire e adesso si erano invertiti i ruoli?
-Come mai si prospetta una “giornata perfetta”?- dissi imitando la sua voce.
-Perché oggi arriva un nuovo compagno di classe.
-E perché tu ne sei al corrente e io no?
-Perché tu stavi dormendo beata.
-Si, va be. Non mi sembra che l’arrivo di un nuovo compagno di classe sia un motivo valido per far diventare una giornata perfetta.
Tornai con la testa sul banco.
-Senti, vedi di trattarmi e rispondermi meglio, chiaro?- disse dandomi una sberla sulla testa.
-Cristallino.- dissi con la voce bassa e impastata.
-Chia, ti conviene alzarti. Arriva il profe.
Mi alzai e mi misi diritta.
Lei cominciò a ridere.
-Non arriva. – mi giro e la guardo male.
-Ma vaffanculo, Sara. Che palle.
Vidi entrare il bidello con un banco nuovo.
Lo appoggiò dove trovò un posto e lo lasciò lì.
-Ragazzi, arriva, arriva. Con un ragazzo al suo fianco sarà quello nuovo???? – i  miei compagni di classe, che non sapevano farsi i cazzi loro a quanto pare, si misero ad urlarlo alla classe.
Io e Sara eravamo vicine di banco in fondo alla classe, vicino alla finestra. Eravamo isolate e ben lontane dagli occhi indiscreti dei profe.
Il profe entrò con la sua solita valigetta, seguito da un ragazzo………
No, aspetta un secondo, ma…..quello….quello era…
Ok, dovevo stare calma.
In parte al profe c’era un ragazzo biondo, riccio, in tutta la sua altezza e bellezza, oserei aggiungere.
Si girò leggermente di profilo e notai il naso delicato, il pomo d’Adamo non troppo pronunciato e dannatamente sexy.
Avevo davanti a me il ragazzo che avevo visto in centro il giorno prima e sarebbe stato il mio compagno di classe per il prossimo anno.
Stava parlando con il profe di non so che cosa, quando si girò verso la classe.
-Ragazzi, vi presento il vostro nuovo compagno Enrico Marconi.
Stavo ascoltando cosa mi stava dicendo in quel momento Sara a bassa voce, ma ovviamente non capivo niente, quando mi sentii osservata, mi sentii quasi attirata da una calamita ad alzare lo sguardo.
Cercai di non farci caso, ma venni attratta di nuovo da quella calamita invisibile ed incontrai lo sguardo del nuovo arrivato.
Mi guardava e sorrideva. Non appena incontrai i suoi occhi azzurri rimasi completamente legata ad essi.
Ci guardammo con intensità.
Se avessi visto solo gli occhi e non il resto del corpo, avrei pensato che appartenessero ad un uomo, ormai maturo, forse già invecchiato, che ne aveva viste e passate di tutti i colori, ma non era possibile, aveva la mia età, o almeno lo supposi.
Venni slegata da questo filo invisibile che ci legava da Sara che si mise a scrollarmi un braccio.
-Che c’è?? – mi girai di scatto.
-Non è il ragazzo che abbiamo visto ieri in centro???
-Si, è lui, Sara. – ero un po’ scazzata, non so perché lo fossi.
Il nuovo arrivato si sedette nell’unico banco libero e tirò fuori tutto l’occorrente. Il profe cominciò a spiegare la sua noiosa lezione di Italiano, quanto era soporifero quel profe lo sapevo solo io.
Non sapendo cosa fare cominciai a disegnare e a scrivere su quaderno, diario, banco, ovunque avessi. Passavo la maggior parte delle mie ore così, soprattutto nel primo mese di scuola e il fatto di essere vicino alla finestra non migliorava le cose. Era risaputo che una finestra era il primo elemento di distrazione per un alunno, soprattutto se ci era in parte e io in quel momento ero l’alunna distratta da quello che succedeva fuori. Non che succedesse chissà che cosa: c’erano bidelli che portavano lo sporco, macchine che ogni tanto arrivavano, ma io guardando fuori mi perdevo a pensare, a fantasticare. Avevo sempre avuto una fervida immaginazione, avevo la capacità di riuscire a trovarmi in un luogo, senza chiudere gli occhi e senza troppi forzi, una piccola parola che potesse essere collegata ad una città o ad un luogo che amavo, io cominciavo a viaggiare con la fantasia e ad essere in quel posto, senza tanti sforzi. Non ero una sognatrice che viveva perennemente in un sogno, anche se il fatto che mi perdessi via facilmente poteva essere un motivo per pensarlo, ero una ragazza con i piedi per terra ed ero fin troppo consapevole di come fosse il mondo, di come fossero le persone.
Fin da piccola, avevano l’abitudine di dirmi che sembravo più grande della mia età, ma non avevo mai esattamente afferrato come facessero a dirlo e, soprattutto, come avrei capito io la mia maturità, cioè, mi sembrava quasi di sentirmi, superiore……di essere fin troppo modesta nei miei confronti ed io non lo ero per niente. Diciamo che davanti agli altri tendevo a sottovalutarmi, anche se sapevo le potenzialità che avevo e a quello che potevo fare in qualsiasi campo, tendevo a non essere troppo modesta, non mi piacevano le persone modeste, erano quelle persone che pensavo di essere sempre meglio loro e che gli altri in confronto a loro erano niente. Non riuscivo mai a “quantificare”, potrei dire così, la mia maturità. Pensando a maturità, mi vennero in mente gli occhi di Enrico, il nuovo arrivato: i suoi occhi azzurri sembravano saggi, sapienti, che avessero visto cose strane, che nascondessero dei segreti, ma cosa poteva aver mai fatto un ragazzo di 19 anni? La sua vita era troppo corta per aver visto chissà cosa di strano ed era troppo lunga per permettermi di pensare che fosse un bambino.
Senza nemmeno accorge mene finii con il guardarlo.
Guardare che parlava con il suo vicino di banco, che rideva e che scherzava, vidi quella fila di denti perfetti che facevano capolino dalle sue labbra e che mi trasmettevano allegria.
Guardandolo meglio, non era il mio tipo di ragazzo, non che i ragazzi biondi e ricci non mi piacessero, ma ero sempre rimasta sul ragazzo moro, occhi scuri, aveva più fascino, più mistero, ma questo ragazzo aveva qualcosa che mi colpiva: nello sguardo, nella postura, nella camminata, c’era qualcosa che mi affascinava.
Persi tutte le prime due ore di italiano a fare ipotesi sul nuovo arrivato, a scrutarlo senza farmi vedere e a fantasticare di essere in qualche località marina, a prendere il sole e bere una bibita al cocco.
Tempo che il profe uscii dalla classe, entrò l’altro.
Be, c’era da aspettarselo, il profe di mate era sempre velocissimo ad arrivare in classe, non ero mai riuscita a capire come facesse, forse prima della fine dell’anno l’avrei scoperto.
Fece l’appello, vide il nuovo ragazzo. Ci parlò velocemente.
-Oh, Signorina Marchetti, venga fuori a farmi compagnia.- disse il profe vedendomi e sorridendomi.
-Oh, ma profe, sa che è gentile?? Ma sinceramente preferirei passare per oggi.
-Dai, non fare la maleducata, fai la gentile davanti al nuovo arrivato. – Enrico si girò a guardarmi.
-Sinceramente, se fosse per lei passerai, ma lo faccio per il nuovo arrivato. – dissi avviandomi verso la lavagna.
-Allora, Signorina Marchetti, cosa vuole fare?
-Ci prendiamo un cappuccino e parliamo? Non le sembra una bella idea?
-Direi che potresti incominciare a spiegare un po’ cosa abbiamo fatto in queste poche settimane di scuola.
Cosa avevamo fatto in quelle poche settimane di scuola? Mmmmmm. Cazzo, Chia. Pensa. Pensa. Scervellati. Mmmmmm.
I miei unici due neuroni in quel momento, stavano correndo da una parte all’altra del mio cervello, in cerca di qualche ricordo, ma non trovarono nulla. Io e la matematica non eravamo mai state grandi amiche, tranne alle elementari e alle medie, ma arrivando alle superiori la mia capacità di fare matematica decentemente andò a fanculo, come la mia voglia di studiare.
L’unica materia in cui non riuscivo a fare niente era matematica, era così dalle 3^ superiore e sarà stato così finché non avessi finito l’ anno.
.Allora, Marchetti? Sei ancora in alto mare in matematica?
-Più o meno. – gli dissi sinceramente. Era un rompi coglioni come profe, ma apprezzava la sincerità, cosa che apprezzavo anch’io.
-Dai, vai a posto che spiego.
Andai a posto, soddisfatta di questa mia ennesima figura di merda in matematica, questo era un esempio di come erano le mie interrogazioni, più o meno, tutte su questo livello, soprattutto nella pratica.
 
Velocemente arrivò la ricreazione e, casualmente, mi scontrai contro il nuovo ragazzo, che mi prese per la vita per non farmi cadere.
Una scossa mi percorse quando le sue mani toccarono la mia pelle.
Ci guardammo negli occhi e c’era di nuovo quel filo invisibile che ci teneva legati.
Mi fece rialzare.
-Piacere Enrico. – disse porgendomi la mano.
-Piacere Chiara. – gli strinsi la mano: era una stretta forte, virile, da come stringeva la mano lo avresti preso per un uomo alto, grosso, di un metro e novanta come minimo, che con una sola manata ti avrebbe rotto qualcosa.
-Ci siamo già visti da qualche parte?- mi chiese.
E adesso che gli dico? “Si, ci siamo incontrati ieri in un negozio” ma se non mi aveva nemmeno vista.
- Può darsi.
- Mi piacerebbe averti già vista da qualche parte.- disse con una voce bassa, quasi sussurrando e se ne andò.
Le successive tre ore cercai di distrarmi in tutti i modi possibili, non mi sembrava il caso di fare l’assatanata continuando a fissarlo.
Uscendo da scuola, ci salutammo di sfuggita.
Presi la filo e tornai a casa, nella mia villetta, vicino al centro. 
Ciao a tutte, come vi è sembrato questo capitolo? Stiamo per entrare nel vivo della storia. Come ho scritto nella prefazione la storia non sarà molto lunga. Ieri sera ho scritto il capitolo 15 e sono quasi alla fine. =( 
Voglio ringraziare le persone che leggono questa storia, le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite  e le preferite e le persone che recensiscono, anche se nell'altro capitolo c'è stata solo una recensione, mi dispiace che siano calate. =(
Rispondo all'unico angelo che ha recensito il capitolo:
FukoChan: Ahahahah non riesco a capire da dove hai tirato fuori il nome  Viola, vedo che hai letto molto bene il capitoloXD Sì, hai capito bene. Il primo capitolo che ho postato era una prefazione, per invogliare a leggere la storia e quello era l'inizio dell'inizio. =D
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Fammi sapere che ne pensi. A presto. Bacione ^^
Spero che le recensioni e le persone che seguono aumentino. Fatemi sapere cosa ne pensate. =)
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Passammo un’oretta e mezza circa a studiare effettivamente matematica, ma la situazione cominciava a diventare strana.
Lui era in piedi dietro di me, quando doveva controllare un esercizio, metteva le sue braccia appoggiate sul tavolo con la mia testa in mezzo ad esse.
Solo quel piccolo contatto, provocava in me mille brividi.
Sentivo il suo profumo, sentivo il calore del suo corpo a poca distanza dal mio, sentivo il suo respiro soffiare lentamente sui miei capelli, scompigliandoli leggermente. Poi invece di parlare normalmente sussurrava. Facendomi salire un brivido su per la schiena ogni volta che parlava.
Gli chiesi gentilmente dove era il bagno e mi ci fiondai dentro.
Dovevo tranquillizzarmi, mi stavo lasciando guidare troppo dall’istinto, più che altro un istinto sessuale nei suoi confronti.
Quel ragazzo era perfetto, era sexy, aveva fascino, non si poteva descrivere a parole e ogni cosa di lui mi ispirava: amore, sesso, romanticismo, coccole, tenerezza, paura. Si una parte di me aveva paura di lui, c’era quella sua aria strana, quei suoi occhi che sembravano fin troppo vissuti che mi spaventavano, mi volevano avvertire di allontanarmi, che se fossi andata avanti sarei corsa in qualche pericolo. C’era qualcosa di lui che non riuscivo ancora a capire, che mi lasciava sospesa.
Vi aspetto numerosi nel prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 4
*** L'importante è che ci sia tu ***


L'importante è che ci sia tu
Chia POV
Ero già a scuola, quel giorno,la prima ora avrei avuto il profe di matematica e pretendeva la puntualità assoluta, quindi ero appoggiata al calorifero fuori dalla mia classe che parlavo insieme a Sara.
-Non dirmi che non ci hai fatto nemmeno un pensierino?- mi chiese Sara. Stavamo parlando di Enrico, ovviamente.
-Sarà la centesima volta che me lo chiedi, ti ho detto di sì. Ci ho fatto un pensierino, va bene? Adesso la pianti di torturarmi?
-E allora cosa stai aspettando? Non vedi come ti guarda?
-Ma cosa vuoi? Se deve succedere qualcosa, succederà e non sarò di certo io a far succedere qualcosa, chiaro?
-Cristallino.
In quel momento da lontano vidi arrivare Enrico, stava parlando con delle ragazze che stavano cercando in tutti i modi di attirare la sua attenzione. Lo so che la cosa può sembrare strana, ma mi sentii invasa da una strana gelosia. Ero gelosa di quel ragazzo di cui conoscevo a mala pena il nome.
Dovevo stare calma, respirare.
Lui si stava avvicinando sempre di più con quelle 4 civettuole intorno.
Che nervi.
Era a metà corridoio,mi guardò e mi sorrise. Gli sorrisi.
In quel momento eravamo solo io e lui, non esisteva nessun altro, esistevamo solo noi con i nostri occhi azzurri che ci guardavamo.
Quando era a pochi metri da me, mi salutò e mi passò in parte.
Una ventata del suo profumo mi invase le narici.
Tutto di quel ragazzo attirava, tutto, ogni minimo movimento, ogni minimo particolare, si poteva definire perfetto.
La campanella suonò ed entrammo in classe.
Andando al mio posto, mi venne addosso. Non so se era un gesto programmato, pensavo che era una casualità, che non l’avesse fatto apposta, perché avrebbe voluto venirmi addosso? Non aveva senso.
-Scusa. – disse mostrandomi i suoi denti perfetti.
-F-fa niente.- dissi arrossendo e andando al mio posto.
 
Passammo quasi tutta la giornata a chiederci scusa, ci scontravamo casualmente e tutte le volte per me, era un susseguissi di scariche elettriche lungo tutto il corpo. Ci guardavamo sempre negli occhi e sorridevamo, io arrossendo.
Il giorno successivo, lo stesso.
Passammo quasi due settimane a scontrarci, senza quasi mai scambiarci la parola. Sembrava un osservatore che parlava poco e ogni tanto mi sembrava di sentire il suo sguardo su di me, ma abbandonavo subito l’idea e non la verificavo neanche.
 
Un giorno a ricreazione, venne a parlarmi.
-Ciao. – disse avvicinandosi piano.
-Ciao.
-Volevo farti una proposta.
Fa che mi chieda di uscire, fa che mi chieda si uscire.
Incrociai mentalmente le dita.
-Che genere di proposta???
-Ho visto che hai qualche difficoltà in matematica, se vuoi potrei darti una mano.
Fanculo.
Avevo avuto un sacco di viaggi mentale e la proposta era di darmi ripetizioni di matematica? Non che non ne avessi bisogno e che non apprezzassi l’interessamento alla mia situazione pietosa in matematica.
-E come mai vorresti darmi una mano?
-Sinceramente?- annuii – non lo so. Ho voglia di aiutarti o forse lo faccio solo perché ho voglia di passare del tempo con te. – disse a pochi centimetri dal mio orecchio, per poi andarsene.
Lo raggiunsi.
-Vorresti davvero passare del tempo con me?
-Si.
-E allora perché non chiedermi semplicemente di uscire e basta.
-Perché almeno ti aiuto. Diciamo che tu fai una cosa per me e io faccio una cosa per te.
-E io cosa farei per te?
-Tu dovresti solo essere presente, mi basta. – c’era qualcosa nei suoi occhi che mi attraeva, c’era una strana luce, sembrava eccitazione, smania di avere qualcosa. Un po’ mi spaventai. E infatti mi ritrassi leggermente. Immediatamente, quella scintilla, scomparve. Tornò a guardarmi in un modo dolcissimo.
-E tu in cambio mi daresti lezioni di matematica.- era un affermazione la mia.
-Esatto.
-Ok, va bene. Quando e dove ci incontriamo?
-Ti farebbe niente venire a casa mia già oggi? Vieni anche a pranzo.
-Non vorrei disturbare.- aveva davvero smania di aiutarmi, a quanto pareva.
-Nessun disturbo.
La campanella suonò, annunciando la fine della ricreazione.
Le tre ore successive le passai pensando a perché Enrico volesse passare del tempo con me. Si, va bene. Ero io che volevo per forza trovare un perché. Il motivo era che voleva aiutarmi, tutto qui, ma non riuscivo a capire il perché. Io non ero solita aiutare le persone che conoscevo poco o che non conoscevo affatto: io e lui non ci conoscevamo, sapevamo a mala pena come ci chiamiamo e voleva aiutarmi? Doveva esserci un motivo.
Al suono della campanella di fine scuola, ci avviammo per le scale.
Salimmo su una macchina con autista. L’autista? Chi era? Era un miliardario camuffato da adolescente? Stava facendo un esperimento, su come scombussolare le ragazze.
Arrivammo a casa sua. Era una normalissima villetta come la mia, in una località abbastanza rinomata della mia città. Era una villetta abbastanza grande, messa su due piani, circondata da un giardino bellissimo. Sembrava una di quello vecchie case dell’800 solo che era stata restaurata e resa più moderna.
Venni ricevuta in casa da una cameriera. Cameriera? Aveva pure la cameriera? Ma che cazzo di lavoro facevano i suoi genitori?
Venni condotta in cucina dalla stessa ragazza che ci aveva aperto la porta. C’era la tavola apparecchiata per due con già il pranzo servito.
Mi sedetti, lui si sedette davanti a me.
-Non ci sono i tuoi genitori?
-I miei genitori sono morti. – rispose con la sua voce normalissima, non traspariva nessuna tristezza o malinconia nella sua voce, era come se gli avessi chiesto come stava.
-Mi spiace. Non lo sapevo.- non sapevo come riusciva a stare così calmo.
-Tranquilla, fa niente. è successo molti anni fa, non mi ricordo nemmeno di loro.
-Come sono morti?
-In un incidente.
-Mi dispiace davvero. E abiti da solo qua dentro?
-Più o meno. C’è una specie di tutore.
-In che senso una specie?- esisteva una specie di tutore? Cioè un tutore doveva tutelare e in teoria vivere con la persona che tutela.
-Mi fa da tutore, ma non mi tutela. Vivo da solo.
-Scusa, ma quanti anni hai?-  
-20. – ah, be ok. In teoria a 20 anni potevi già andare a vivere da solo, quindi non era poi così strano.
Avevo come la sensazione che mi mentisse, che questo tutore non esistesse e forse non esisteva davvero essendo maggiorenne.
-Tu vivi con i tuoi genitori???- mi chiese lui continuando a mangiare.
-Si, con tutti e due.
-E dove abiti???
-Non lontano da qui in realtà.
-Quando vorrai a casa, ti accompagnerò. Ci faremo una passeggiata.- C’era qualcosa nei suoi modi, che mi pareva dell’altro secolo: era gentile, si preoccupava per me, cosa che i ragazzi del giorno d’oggi non avrebbero mai fatto, a loro importava solo che gliela dessi e il resto era niente.
Mi irrigidì.
-Ho detto qualcosa che ti ha turbato? – mi chiese vedendo la mia tensione.
-Nono, tranquillo. Sto benissimo. – dissi facendo un sorriso finto e tirato. Lui se ne accorse. Mi prese una mano nella sua.
-Cosa ti è passato per la testa che ti ha agitato?
-Niente, davvero.
-Non mentirmi, per favore.
Come aveva fatto a capire che mentivo? Come poteva avere visto il mio cambiamento per una cosa che avevo pensato? Non era possibile, era sicurissima che esternamente non era cambiato assolutamente niente, ma lui aveva notato un cambiamento in me.
-Non ti sto mentendo.
-Si, invece. Odio che la gente mi menta e che pensi che io non me ne renda conto.- tolse la sua mano dalla mia e la strinse a pugno.
-Scusa. – dissi poggiando la mia mano sulla sua – non sono abituata ad essere capita così velocemente. È la prima volta che parliamo realmente insieme e capisci già quando mento, è abbastanza frustante la cosa.
-Perché? Non è colpa tua, sono io che sono un acuto osservatore.
-Molto acuto da quanto deduco.
-A cosa stavi pensando???
-A te. – gli spuntò un sorriso sulle labbra.- a come i tuoi modi sembrino di altri tempi, sei un ragazzo come gli altri, ma c’è qualcosa di diverso in te. Hai delle piccole attenzioni nei miei confronti che nessun ragazzo d’oggi avrebbe, che solo un ragazzo dall’altri tempi potrebbe adottare. I ragazzi d’oggi vogliono solo che gliela dai, poi tutto il resto non conta.
-Non sono poi così diverso dagli altri.- mi disse con un sorriso.
-In che senso?
-Non pensare che non pensi a fare l’amore con qualche ragazza, è una cosa normalissima, solo che a me non piace limitarmi all’atto fisico, ma anche a tutto il resto.
Lo guardai, confusa.
-Perché mi guardi così?- disse sorridendo.
-C’è qualcosa di strano in te, ma che non riesco a capire. C’è….c’è qualcosa che mi sembra diversa, non sei come gli altri, ma non riesco a capire cosa tu abbia.
-Sono un semplicissimo ragazzo che ha la fortuna di essere benestante, tutto qua.
-No, non dire tutto qua. Non è tutto qua.
-Cominciamo a fare matematica???- mi chiese. Mi sembrava un modo per sviare il discorso.
-non prendere scuse se non vuoi parlarne, di solo che non lo vuoi fare.
-non sono scuse, dovremmo davvero cominciare a fare matematica.
-Ok, va bene.
Mettemmo a posto i piatti sporchi e cominciammo a studiare matematica.
Passammo un’oretta e mezza circa a studiare effettivamente matematica, ma la situazione cominciava a diventare strana.
Lui era in piedi dietro di me, quando doveva controllare un esercizio, metteva le sue braccia appoggiate sul tavolo con la mia testa in mezzo ad esse.
Solo quel piccolo contatto, provocava in me mille brividi.
Sentivo il suo profumo, sentivo il calore del suo corpo a poca distanza dal mio, sentivo il suo respiro soffiare lentamente sui miei capelli, scompigliandoli leggermente. Poi invece di parlare normalmente sussurrava. Facendomi salire un brivido su per la schiena ogni volta che parlava.
Gli chiesi gentilmente dove era il bagno e mi ci fiondai dentro.
Dovevo tranquillizzarmi, mi stavo lasciando guidare troppo dall’istinto, più che altro un istinto sessuale nei suoi confronti.
Quel ragazzo era perfetto, era sexy, aveva fascino, non si poteva descrivere a parole e ogni cosa di lui mi ispirava: amore, sesso, romanticismo, coccole, tenerezza, paura. Si una parte di me aveva paura di lui, c’era quella sua aria strana, quei suoi occhi che sembravano fin troppo vissuti che mi spaventavano, mi volevano avvertire di allontanarmi, che se fossi andata avanti sarei corsa in qualche pericolo. C’era qualcosa di lui che non riuscivo ancora a capire, che mi lasciava sospesa.
Tornai da lui.
-Stai bene??? – mi chiese guardandomi con i suoi occhi azzurri.           –Benissimo. Mi accompagneresti a casa??? Mi sono dimenticata che devo fare delle cose.
-Certo. – disse alzandosi e andando a prendere il cappotto, porgendomi anche il mio.
Facemmo la strada insieme, parlando soprattutto di me, di dove abitassi, che lavoro facessero i miei genitori, quanti anni avessero, come si chiamassero.
In una ventina di minuti arrivammo davanti alla mia villetta: mio papà l’aveva ereditata da suo papà e così abitavamo lì dentro, era abbastanza grande, ma non grande come la casa di Enrico.
Mi fermai davanti al cancello.
-Grazie per avermi accompagnato e soprattutto, grazie per aiutarmi in matematica. – gli sorrisi.
-Di niente.
Aprii il cancellino e lui mi prese la mano. Mi girai, ci guardammo. Stavamo per baciarci, quando io mi spostai ed entrai nel cancello di casa.
-Ciao Enrico, ci vediamo domani. Grazie ancora.
-Di niente. Ciao.
Che cazzo, mi era preso?? Perché non lo avevo baciato??? Mi sentivo tanto una ragazzina alle prime armi, quando in realtà non lo ero. Che strazio.
C’era qualcosa di strano, davvero molto strano in lui, che non riuscivo a capire, ma grazie alla sua idea di darmi ripetizioni, potevo conoscerlo, potevo capire cosa aveva di strano quel ragazzo così estremamente affascinante.
 
Ciao a tutte ragazze. Finalmente i nostri due protagonisti cominciano a vedersi *.*  Ero l'ora no? Ho scritto l'ultimo capitolo della storia, non vedo l'ora di vedere cosa ne pensate, ma ora andiamo con ordine. Come vi è sembrato questo capitolo? Fatemi sapere quello che pensate. Ringrazio le persone che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite. Ringrazio quelle che hanno recensito e quelli che leggono in silenzio.
Rispondo alle recensioni:
FukoChan: Ahahahah la recensione che avevi scritto e non trovavi era nel primo capitolo XD Ahahah comunque sono contenta che ti piaccia e spero che andando avanti ti piaccia  sempre di più =D Al prossimo capitolo. Un bacione ^^
SybilCullen: Sono felice che ti piaccia. a presto. UN bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Stavamo per arrivare davanti a casa mia.
-Tu hai ancora avuto dei ragazzi vero??? – mi chiese. Cioè che domande erano???
-Certo. Perché me lo chiedi???
-Bo, così. Sembri….come posso dire…strana nei miei confronti. Cioè sento che c’è una complicità tra di noi, ma quando cerco di avvicinarmi di più a te, sembra che ti chiudi a riccio e ho pensato che non avessi mai avuto un ragazzo. Quella mia conclusione spiegava tutti i tuoi atteggiamenti nei miei confronti, cioè come si fa a resistermi???
Lo guardai sconcertata.
-Non credi di essere un po’ modesto??? Cioè non sei tutta questa bellezza, non sei questo irresistibile ragazzo che pens……
Mentre stavo parlando lui si avvicinò a me e cominciò ad accarezzarmi una guancia, a toccarmi i capelli.
Tremai leggermente, lui se ne accorse.
-Ah, si. Non sono così irresistibile come penso??? Allora perché tutte le volte che ti tocco tremi??? – mi sussurrò all’orecchio.
Brividi mi percorsero la schiena.
-Io….io…ho freddo.
Sentii la sua risata infrangersi nel mio orecchio.
-Non sono nato ieri, Chia.
Mi prese il viso con le mani, mi guardò e poi mi baciò.
Sentii le sue labbra scarlatte premere sulle mie.
Spero di avervi incuriosito =D Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 5
*** Iniziano le provocazioni ***


Iniziano le provacazioni
Chia POV
Ormai era una settimana che io andavo un giorno sì e un giorno no a farmi dare ripetizioni da Enrico. Era sempre la solita solfa: prima mi spiega matematica e dopo un po’ la situazione diventa insostenibile, almeno per me. Non riuscivo a capire perché mi comportavo come una ragazzina.
Avevo trovato nuovamente un’altra scusa per andare a casa prima e mi stava accompagnando a casa, come ogni volta che andavo da lui.
Stavamo per arrivare davanti a casa mia.
-Tu hai ancora avuto dei ragazzi vero??? – mi chiese. Cioè che domande erano???
-Certo. Perché me lo chiedi???
-Bo, così. Sembri….come posso dire…strana nei miei confronti. Cioè sento che c’è una complicità tra di noi, ma quando cerco di avvicinarmi di più a te, sembra che ti chiudi a riccio e ho pensato che non avessi mai avuto un ragazzo. Quella mia conclusione spiegava tutti i tuoi atteggiamenti nei miei confronti, cioè come si fa a resistermi???
Lo guardai sconcertata.
-Non credi di essere un po’ modesto??? Cioè non sei tutta questa bellezza, non sei questo irresistibile ragazzo che pens……
Mentre stavo parlando lui si avvicinò a me e cominciò ad accarezzarmi una guancia, a toccarmi i capelli.
Tremai leggermente, lui se ne accorse.
-Ah, si. Non sono così irresistibile come penso??? Allora perché tutte le volte che ti tocco tremi??? – mi sussurrò all’orecchio.
Brividi mi percorsero la schiena.
-Io….io…ho freddo.
Sentii la sua risata infrangersi nel mio orecchio.
-Non sono nato ieri, Chia.
Mi prese il viso con le mani, mi guardò e poi mi baciò.
Sentii le sue labbra scarlatte premere sulle mie.
All’inizio ero rigida, ferma, faceva tutto lui, poi cominciai ad assecondarlo. Le sue labbra erano delicate sulle mie.
Improvvisamente, la mia lingua voleva incontrare la sua.
La incontrai. Era un bacio dolce, ma che risvegliò in me mille desideri. Mi sembrò durare un’eternità meravigliosa.
Quando riaprii gli occhi, me lo trovai davanti che sorrideva.
-        Ci vediamo domani, Chia.
Mi diede di nuovo un leggero bacio sulle labbra e se ne andò.
Mi lasciò così, a pochi metri da casa mia, ancora intontita per quel bacio.
Lentamente mi riscossi ed entrai in casa.
Era stato bellissimo. Baciava da Dio e oltre questo mi aveva fatto sentire al settimo cielo, solo con un bacio e se ci avessi fatto l’amore insieme dove sarei finita? Ok, non dovevo pensarci. Era troppo presto per pensare a farci l’amore insieme e soprattutto un bacio non significa niente, non significa assolutamente niente.
 
 
 
 
 
Il giorno dopo, uscendo da casa, me lo trovai ad aspettarmi fuori dal cancello.
-Cosa ci fai qui??? – gli chiesi stupita di vederlo.
-Buongiorno anche a te, Chia. Dormito bene???
-Si. Bene, grazie. Cosa ci fai qui???
-Avevo voglia di prendere la filo con te.
-Tu che prendi la filo???- non lo conoscevo da tanto tempo, ma avevo potuto intuire che lui e i mezzi pubblici, non andassero tanto d’accordo.
-Si. Per passare del tempo con te questo ed altro.
Mi stupii di questa risposta, però cominciammo a fare la strada assieme.
Parlammo, ridemmo e scherzammo.
Stavo guardando fuori dal finestrino assorta nei miei pensieri, quando mi sentii il suo sguardo su di me.
Mi girai sorridendogli.
-Che cosa c’è???
-Sei bellissima quando sei assorta nei tuoi pensieri.
Arrossii.
Sorrise ancora di più e poi mi baciò. Lì sulla filo, davanti a tutti.
Ero felice di questo contatto e del fatto che lo avesse fatto in pubblico rendeva la cosa leggermente ufficiale.
Arrivammo in classe ed io andai a sedermi al mio posto.
Avevo appena salutato Sara e mi stavo sedendo, quando me lo trovai davanti, mi prese e mi baciò nuovamente.
Questi baci plateali davanti a tutti mi piacevano si e no, non mi piaceva che gli altri si facessero i cazzi miei e questo era un modo per farseli.
-E questo per cos’era???
-Avevo voglia di baciarti. – disse con quella sua voce bassa e sexy.
In parte a me Sara era a bocca aperta.
-Adesso, tu mi racconti tutto. Voglio sapere ogni particolare.
Le racconti le cose in breve, cercando di fare durante il momento di “raccontami tutto” il meno possibile.
-Oddio, quindi? Siete insieme? – mi chiese ancora con la bocca aperta. La guardai male. “Siete insieme?” sembrano quelle classiche domande che ci si fa da bambini, ma in teoria la soglia dello stare insieme si supera quando ci si da il primo bacio o no?
-Ma che domande sono scusa? Cioè facciamo come i bambini dell’asilo.
Mi misi a guardare quell’angelo che poco fa mi aveva baciato. Era bellissimo, assolutamente perfetto, non riuscivo a capire perché avesse baciato proprio me con tutte le ragazze tra cui potesse scegliere.
Lui ed eravamo una coppia inusuale diciamo: lui eccessivamente bello ed io ero una ragazza normale, forse un po’ troppo.
Ma chi lo diceva che eravamo insieme? Si, ci eravamo solo baciati qualche volta che problemi c’erano?
Dovevo smetterla, mi stavo facendo delle seghe mentali come una qualsiasi ragazzina alle prime armi. Cazzo, era colpa sua. Era lui che mi faceva perdere completamente la sicurezza in me stessa, che mi faceva perdere la cognizione delle cose.
Dovevo calmarmi. Sarebbe andato tutto bene.
 
 
 
Il pomeriggio mi convinse ad andare ancora a casa sua.
Mi stava nuovamente spiegando matematica e la cosa bella era che capivo. Ero soddisfatta di me stessa.
Non lo vidi alzarsi, lo vidi solo quando girò la sedia e me lo trovai davanti e mi baciò.
Scese dalle mie labbra al mio collo, baciandolo.
Cominciare a sentire caldo, ad essere percorsa da un calore per tutto il corpo.
Mi baciò e mi fece alzare.
Suonò il mio cellulare.
-Pronto?- dissi cercando di mantenere la mia voce tranquilla, anche se in realtà avrei voluto solo mettere giù il telefono e saltare addosso a quel meraviglioso ragazzo che avevo davanti a me, che continuò a baciarmi sul collo.
-Chia. Potresti venire a casa prima??? Mi sono dimenticata che dovevo andare a sbrigare delle faccende, dovresti venire a badare a tua sorella.
-Adesso? – mi uscii una voce flebile.
-Si. Perché non puoi?
-Si, si. Arrivo subito.
Misi giù il cellulare.
-Enry, devo andare.
Mi guardò.
-Come mai???
-Mia mamma deve andare via e io devo badare a mia sorella.
-Non mi avevi detto di avere una sorella.
-Si, è leggermente più piccola di me. Ha 12 anni e mia mamma non si fida ancora a lasciarla da sola, anche se la maggior parte delle volte è lei che chiede di passare del tempo con me. Andiamo molto d’accordo. – cominciai a mettere a posto le mie cose.
-Posso venire anch’io???
-Dove???
-A badare a tua sorella???
Mi girai di scatto.
-Cosa??? Stai scherzando???
-No. Vorrei conoscere tua sorella e magari anche tua mamma.
-Non mi sembra il caso.
-Perché???
-Perché di no. Cioè….no.
-Dai. – mi prese i fianchi da dietro e cominciò a baciarmi sul collo. Sentivo il suo profumo, sentivo il suo respiro sulla mia scapola.
-Ok, va bene. Puoi venire.
Uscimmo da casa sua e ci avviammo verso la mia.
Durante il tragitto gli descrissi mia mamma, mia sorella e mio papà.
Arrivammo a casa.
-Alice. Mamma. Sono a casa. – dissi urlando.
-Oh, cara. Finalmente,sono in ritardo. – arrivò dal salotto. Si fermò vedendo il mio accompagnatore. – E lui chi è?
-Mamma questo è Enrico, un mio nuovo compagno di classe. Enrico ti presento mia mamma, Marta.
-Piacere di conoscerla Signora Marchetti.- le fece il bacia mano.
-Oh dammi del tu. Non sono poi così vecchia. Niente, tesoro, io devo andare. – disse baciandomi sulla guancia e uscendo.
-Davvero una bella donna. – mia madre era alta, mora, ricciola, occhi neri come la pece, fisicamente era perfetta secondo me, era ancora una bella donna, non che fosse vecchia, aveva 40 anni.
-Si, molto bella. – ammisi io.
Entrai in salotto.
-Aliceeeeeeeeeeeeeee. Dove sei???
-Chiaaaaaaaaaaaaaa. Quando sei arrivata??- vidi una testa castana scendere dalle scale.
-Sono arrivata pochi minuti fa, non mi hai sentito???
-No.- in quel momento vide Enrico. –Chi è???
-È un mio compagno di classe.
-Sicura, che non sia il tuo ragazzo???
Lui cominciò a ridere.
-Alice, ma cosa dici??? Ma cosa ti fa pensare che noi due stiamo insieme???
-Da come ti guarda.- ammise lei. Io mi girai e lo guardai.
-E come mi guarda, scusa???
-Come se ti volesse mangiare.
Cominciai a ridere. Lui sbiancò leggermente.
-E questo ti fa capire che siamo insieme??? Potrebbe guardarmi così senza essere insieme.
-No….è……che….ho letto…
-Hai letto?- non dirmi che aveva letto il mio diario.
-Ho letto il tuo diario.
-Cosa hai fatto?
-Ho letto il tuo diario e ho letto che parlavi di lui. Be, immagino che tu sia Enrico, giusto? – disse l’ultima frase rivolta a lui.
-Si, sono io. Piacere.- disse prendendole la mano e sorridendo.
-Ecco e ho letto anche del bacio che vi siete dati ieri.
-Alice. – ero arrabbiata con mia sorella, come si era permessa di leggere il mio diario??? Si, perché a 19 anni scrivevo ancora un diario, mi piaceva, soprattutto scrivere ed era anche una valvola di sfogo, ma non avevo mai pensato che mia sorella potesse leggere il mio diario. – ti piacerebbe se io leggessi il tuo???
Lei sbiancò.
-No, ma alla fine ti dico sempre tutto. Ti ho parlato di Marco e di Luca. Ah, si. Adesso c’è Andrea.
-Vai a fare i compiti che è meglio.
-Scusa, Chia. Davvero, non volevo.
-Vai in camera.- alzai leggermente la voce.
Mi sedetti sul divano.
Lui mi raggiunse.
-Allora? Hai scritto di me sul tuo diario?
-Senti, non ti ci mettere anche tu. Non ho voglia di parlarne, chiaro?
-Io invece voglio parlarne. Se avessi un diario parlerei anch’io di te.
-Si, come no.
Si sbilanciò verso di me e mi baciò.
Era un bacio delicato, romantico, ma ad un certo punto io volli di più. Lo resi più passionale e pieno d’amore.
Fu in quel momento che mi misi a cavalcioni su di lui.
Affondai le mani nei suoi riccioli biondi e cominciai ad accarezzarli. Lui percorse la mia schiena con le mani prima sopra i vestiti, poi sotto. Aveva le mani fredde che a contatto con la mia pelle calda, mi fecero venire i brividi.
Ci stavamo baciando appassionatamente, era un bacio tutt’altro che casto.
-Chia che stai facendo???
Cazzo, mio papà. Mi girai di scatto e lo guardai, ma non mi staccai da Enry.
-Come mai sei già a casa, papi??? – proprio adesso doveva arrivare?
-Ho deciso di venire a casa da lavoro prima oggi e per fortuna sono arrivato prima se no chissà cosa combinavi. C’è tua sorella in casa???
-È su a fare i compiti.
-Volevi farlo con tua sorella su di sopra? Ma non hai pensato se avesse deciso di scendere?
-Senti, papi. Non avevo intenzione di fare niente va bene? Soprattutto per il fatto che c’era Alice in casa.
-Bene. Almeno vedo che hai buon senso.
Uscii dal salotto e sentii che stava salendo le scale.
-Dove eravamo rimasti?- disse lui ricominciando a baciarmi il collo e a percorrermi la schiena con le mani.
-Da nessuna parte.- dissi scendendo da lui.
Andai in cucina a bere.
Fui subito raggiunta da mio papà.
-Chi è?
-Un mio compagno di classe.
-Come si chiama?
-Enrico.
-Cognome.
-Marconi.
-Anni.
-20.
-Dove abita?
-A 20 minuti da qua a piedi.
-E i suoi genitori?
-Sono morti.
-Di cosa?
-Incidente d’auto.
Rimase in silenzio.
-Hai finito l’interrogatorio?
-Ci hai fatto sesso?
-No.
-Hai intenzione di farlo?
-Non lo so.
Rimase in silenzio per un po’ e poi se ne andò.
Tornai in salotto, dove trovai Enry che leggeva un giornale.
Mi sedetti sulla poltrona, distante da lui.
-Tutto bene?- mi chiese.
-Si.
-Forse è meglio se me ne vado a casa.
-Forse.
-Mi dispiace.
-Per cosa?
-Per essere venuto.
-No, fa niente tranquillo.
-No, invece non dovevo venire. Avevi ragione tu.
Andò a riprendere il giubbino e se ne andò.
Uscii di corsa e lo raggiunsi.
-Enry. Guarda che non è successo niente di strano, non è successo niente che non mi sia già successo. Non te ne devi andare.
-No, vado a casa che è meglio.
Venne da me e mi diede un bacio fugace, veloce, troppo veloce per me che volevo sentire le sue labbra sulle mie.
Lo vidi allontanarsi sempre di più.
Non riuscivo a capire cosa gli stesse passando per la testa, perché avesse reagito così per una cagata. Non era successo niente di irreparabile, niente di strano o imbarazzante. 
Era successo qualcos’altro, era scattato qualcosa in lui che lo aveva indotto ad andarsene, ma cos’era successo???
Sapevo che c’era qualcosa di strano in lui e lo capii ancora di più in quel momento.
 
 
 Ciao a tutte. Eccomi con un nuovo capitolo. Allora che ve ne pare? Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate mi dispiace vedere poche recensioni. Voglio ringraziare chi ha inserito la storia tra le preferite, chi tra le seguite  e chi ha recensito.
Rispondo alle vostre recensioni:
ColeiCheAmaEdward: sono felice che la mia storia ti piaccia =D Fammi sapere, appena puoi cosa ne pensi di questo capitolo =D Grazie per la recensione. Spero che il capitoloti sia piaciuto. A presto.Un bacione ^^
FukoChan: non ti preoccupare che piano piano le caratteristiche di Dorian escono, usciranno anche delle caratteristiche nuove e dei comportamenti mai avuti. Ahahahah Anche io gli avrei tirato una testata in fronte. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. A presto. Un bacione.^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler. Il prossimo capitolo sarà corto ed è scrittto dal punto di vista di Enrico, alias Dorian.

Non potevo innamorarmi di lei.
Volevo lei come avevo sempre voluto le altre, per sesso, puro e sano sesso, non c’era nient’altro, né sentimento, né amore. C’era solo una certa attrazione fisica. Volevo solo farla mia e basta, non potevo innamorarmi di lei.
Non avrebbe mai capito, non avrei mai potuto raccontargli tutto di me, le avrei sempre detto delle bugie, tutto quello che le avrei raccontato sarebbe stato tutto una bugia. Non potevo dirle chi ero davvero, che razza di mostro ero e che in realtà non avevo 20 anni, ma bensì molti di più.
Dovevo smetterla, dovevo troncare questa cosa prima che si complicasse troppo.

Esorto sempre a lasciare una recensione, vorrei sapere cosa ne pensate di questa storia. Voglio sottolineare il fatto che la protagonista non sa chi sia in realtà Enrico, ma andando avanti con la storia comincierà a capirlo e soprattuto indagherà.
Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 6
*** Non posso innamorarmi di lei ***


Non posso innamorarmi di lei
Enrico POV
Perché ero scappato? Non era successo niente di così sconvolgente, di così strano da farmi scappare.
Quella ragazza aveva qualcosa di assurdo, mi piaceva parlare con lei, mi piaceva sentirla parlare, mi piaceva passare del tempo con lei anche se stavamo in silenzio.
Era colpa sua se avevo reagito così, se fosse stata un’altra ragazza la possibilità di essere scoperti mi avrebbe eccitato ancora di più e invece con lei mi ero ritrovato a scappare.
No. Non potevo. Non potevo innamorarmi di quella ragazza.
Non io, non quello che per un centinaio d’anni si era goduto la vita, aveva provato tutto senza farsi mancare niente, che quando desiderava una donna andava da lei e la faceva sua.
Non potevo innamorarmi di lei.
Volevo lei come avevo sempre voluto le altre, per sesso, puro e sano sesso, non c’era nient’altro, né sentimento, né amore. C’era solo una certa attrazione fisica. Volevo solo farla mia e basta, non potevo innamorarmi di lei.
Non avrebbe mai capito, non avrei mai potuto raccontargli tutto di me, le avrei sempre detto delle bugie, tutto quello che le avrei raccontato sarebbe stato tutto una bugia. Non potevo dirle chi ero davvero, che razza di mostro ero e che in realtà non avevo 20 anni, ma bensì molti di più.
Dovevo smetterla, dovevo troncare questa cosa prima che si complicasse troppo. Ovviamente, l’avrei troncata solo quando avessi fatto sesso con lei. Solo dopo di quello avrei troncato, non potevo non soddisfare una mia voglia, era contro la mia natura, desideravo qualcosa? Andavo e me la prendevo, con lei era lo stesso.
Era più un’auto convincimento, non ero sicuro di quello che stavo dicendo.
Non mi ero neanche accorto di essere arrivato a casa e che ero nel mio salotto.
Presi la chiave che avevo al collo e cominciai a girarla tra le dita
Era da un po’ che non entravo più in quella stanza, che non vedevo i risultati delle mie azioni.
Era da quando ero arrivato in quella città sperduta nel Nord Italia, da quando l’avevo vista per la prima volta a fare un giro in centro, da quando avevo parlato con lei, da quando avevo incontrato il suo sguardo. Non avevo più guardato nessuna ragazza, vedevo solo lei, non avevo fumato neanche una canna (con gli anni avevo sostituito l’oppio con le canne) e fumavo pochissimo. Io che fumavo pochissimo? Mi stavo rammollendo e tutto per una donna.
Di certo se fossi entrato in quella stanza in quel momento, non avrei trovato nessun cambiamento strano e irreversibile, sarebbe stato sempre tutto uguale.
Se il mio carissimo amico ormai defunto mi avesse visto in questo momento, mi avrebbe disprezzato.
Era ora di tornare come prima, presto.
Mi ero già innamorato di qualcuno e come risultato lei si era suicidata.
Non avrei permesso che una creatura così perfetta come Chiara, sparisse dalla faccia del pianeta. Lei doveva vivere, innamorarsi di qualcuno che la potesse trattare come meritava, ma di certo non di me. Io non ero alla sua altezza, non lo sarei mai stato.
 
 
Ciao a tutte. Allora come vi è sembrato questo capitolo? Si, lo so, corto e noioso, ma pensavo che fosse giusto far vedere cosa prova Enrico, cosa ha intenzione di fare e cosa pensa. Ringrazio le persne che leggono, che hanno inserito tra le preferite e le seguite la storia. Sono un pò dispiaciuta che le recensioni siano calate, non vi piace molto questa storia vero?
Vorrei tanto che le persone che leggono questa storia lascino almeno una recensione potete anche dirmi che la storia fa schifo non mi offendo affatto (si, va bene forse un pò mi dispiacerebbe, ma non fanno male le critiche anzi, penso che temprino il carattere. =D)
Rispondo all'unica recensione che ho avuto:
clakki94: Vero, Dorian con il tempo è peggiorato e Chiara non è di certo un angioletto, anzi è un peperino. Tranquilla, non la prendo come una critica, anzi hai altre cose da farmi notare, falle notare. Lo so che uso delle forme forse un pò volgari e molto usate nel parlato, ma penso che essendo in prima persona e soprattutto ambientata ai giorni nostri e non hai tempi di Dorian, mi sembrava il modo più "adeguato" per descrivere le cose. Se pensi che sia completamente sbagliato fammi sapere. Se noti altre cose fammi sapere, se hai qualche domanda o anche delle curiosità non esitare a chiedere. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Dal prossimo capitolo la storia si farà molto più interessante, te lo assicuro. Spero di leggere un'altra tua recensione. Sono felice che la storia ti piaccia. A presto. Un bacione ^^
Come ho detto nella risposta alla recensione di clakki94, la storia dal prossimo  capitolo si farà più interessante, a Chiara verranno qualche sospetti sulla vera identità di Enrico, ma per saperne di pi, continuate a leggere la storia. =D
Vi lascio ad un piccolo spoiler. Il prossimo capitolo sarà di nuovo dal punto di vista di Chiara:

Eravamo sdraiati per terra, abbracciati, mi stava accarezzando la testa.
Lo sentivo strano, pensieroso.
-A cosa stai pensando??- gli chiesi curiosa.
-A quanto è stato fantastico.- disse dopo pochi secondi di silenzio.
-È stato bellissimo. – dissi girandomi e guardandolo nei suoi occhi azzurri.
-Adesso, vado a farmi una doccia e se vuoi ti accompagno a casa.- disse dandomi un bacio delicato.
Le sentii salire le scale. Io lentamente mi rivestii, quando arrivò il maggiordomo che mi vide mentre mi rimettevo su la felpa.
-Mi scusi. Stavo cercando il signore Marconi. – mi disse il maggiordomo inchinandosi.
-Non si preoccupi. È appena salito a farsi una doccia.
-Lascio questa lettera sul tavolo, gli può dire, cortesemente, di leggerla? Mi hanno detto che è molto importante.
-Certo, lo farò sicuramente.
-La ringrazio.
-Non c’è di che.
Si girò e se ne andò. Com’era formale. Tutto di questa casa sembrava di altri tempi, non solo Enrico, ma anche il maggiordomo con i suoi modi, molto formali.
Mi avvicinai al tavolino dove vi era appoggiata la lettera.
Non era chiusa in una busta, era solamente piegata in due.
Avrei voluto leggerla, non per sapere cosa ci fosse scritto, ma solo per vedere chi gliela scriveva.
Sentii l’acqua che al piano di sopra scorreva e decisi che una piccola sbirciatina non faceva male, lui non lo avrei mai saputo.
La aprii. Vidi una calligrafia molto ricercata e curata. Sembrava fosse scritta ancora con una penna d’oca e l’inchiostro, ma chi scriveva ancora così?
Spero di avervi incuriosito. Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 7
*** Non sempre innamorarsi è bello ***


Non sempre innamorarsi è bello
Chia POV
Ed eccomi di nuovo nella casa di quel ragazzo che mi stava stregando.
Non avevamo più parlato di quello che era successo il giorno prima. Avevo capito che forse si era sentito un po’ a disagio per essere stato beccato e lui non mi ha spiegato niente.
Stavamo nuovamente studiando matematica. Ero talmente una frana che aveva dovuto spiegarmi anche il programma di terza e di quarta.
-Chia, non è difficile. Non ti impegni abbastanza.
-Non riesco a capirlo, va bene??? Non so cosa farci. Non riesco. Non passerò l’esame di matematica quanto ci scommetti?
-No, dai non dire così. Ti aiuterò io. È solo che adesso ti serve una pausa.- disse avvicinandomi con quel suo sguardo ammaliatore che mi faceva rincretinire tutte le volte.
Si avvicinò lentamente e mi baciò.
Mi fece alzare e mi portò sul divano.
Mi prese in braccio e si sedette.
Mi cominciò a baciare, cominciando ad accarezzarmi la schiena lentamente, per poi cominciare a togliermi la felpa e baciarmi la clavicola.
Sentivo la  sua eccitazione crescere e la mia eccitazione insieme alla sua. Cominciai ad ansimare, il battito era notevolmente accelerato.
Gli tolsi la felpa e la buttai sul pavimento.
Mi tolse lentamente la maglietta baciando la mia pancia che rimaneva scoperta.
Venni percorsa da mille brividi che si concentravano tutti nel mio basso ventre.
Quando i miei seni furono in bella vista per i suoi occhi, anche se non completamente, lui li prese in mano.
Mi baciò sulla spalla per togliermi la spallina, fece lo stesso con l’altra. Mi lasciò baci sul petto per poi scendere a baciare il seno, ormai liberato dal reggiseno.
Lo baciò lentamente dappertutto.
Ormai ansimavo come una forsennata.
Ero troppo eccitata lo volevo. Lo volevo mio. In quel momento.
-Enry, prendimi. Fammi tua. Ti prego. – sembrava una supplica, ma lo volevo immensamente.
-Tesoro, rilassati.- mi disse con la voce roca e dannatamente sexy.
Gli tolsi la maglietta.
Mi trovai davanti il suo petto nudo. Era perfetto. Lo avevo sempre considerato troppo magro per i miei gusti, ma in realtà era perfetto.
Ammirai il suo petto, accarezzandolo lentamente.
Ero sodo e perfetto sotto il mio tocco. Era caldo.
Lui mi sorrise per poi ricominciare a baciarmi.
Mi accarezzò il seno per poi scendere lentamente verso la cerniera dei pantaloni, che aprì lentamente. Mi alzai e me li tolse.
Si alzò anche lui e mi fece sdraiare sul pavimento sotto di lui.
Mi stava sovrastando e sentivo la sua eccitazione contro la mia coscia. Non ce la facevo più, lo volevo, lo desideravo, volevo sentirlo dentro di me. Volevo sentire i nostri corpi che si muovevano insieme.
Mi baciò, poi lentamente scese a baciarmi il mento, poi il collo, poi il petto, poi la pancia, finché non arrivò all’elastico delle mutandine.
Le abbassò leggermente e baciò la mia pelle nuda.
Un brivido mi percorse, inarcai leggermente la schiena.
Lui lentamente mi tolse l’intimo e cominciò a baciarmi, per poi scendere. Sentii la sua lingua insinuarsi dentro di me, leccare ogni lembo di pelle. Ansimavo, gemevo, inarcai la schiena.
Improvvisamente tornò a baciarmi le labbra. Sentivo il sapore di me stessa in bocca.
Gli accarezzai la schiena e gli sbottonai i pantaloni.
Lui scese con la mano destra ad accarezzarmi e insinuò un dito dentro di me. Gemetti, non aspettandomi questa sua mossa. Lentamente muoveva il dito avanti e indietro e io con lui.
Mi guardava mentre ansimavo e gemevo.
Lo presi e lo baciai. Gli tolsi i boxer.
Tolse il suo dito e si mise vicino alla mia intimità, per poi tirare fuori un preservativo da un cassetto lì vicino. Se lo infilò.
Lentamente entrò in me e cominciò a muoversi avanti e indietro.
Sentirlo dentro di me, mi fece sentire in paradiso.
Assecondai ogni suo movimento per sentirlo di più.
I nostri respiri erano sincronizzati. Ansimavamo insieme, io stavo gemendo come non avevo mai fatto con nessuno.
Cambiai le posizioni.
Lui mi prese il seno, stringendolo lievemente.
Si mise a sedere e mi mise di nuovo sdraiata per terra.
Entrò in me e spinse di più. Con più sfoga.
Stavo per venire.
Si piegò a baciarmi, mentre si muoveva in me.
Aumentò e sentii il piacere montarmi dentro.
Ansimavo, gli accarezzai la schiena e lo graffiai, stavo godendo come non avevo mai goduto con nessuno.
Venimmo tutti e due insieme, ansimando i nostri nomi.
Mi baciò dolcemente e mi sorrise.
Si sdraiò in parte a me e mi abbracciò.
Eravamo sudati e ancora ansimanti.
Non avevo mai fatto l’amore con nessuno, così. Non avevo mai provato quello che avevo provato con lui.
Ero innamorata di lui, nonostante lo conoscessi da poco.
Amavo tutto di lui, amavo anche il fatto che aveva qualcosa di strano, qualcosa che non avevo capito, ma che forse con il tempo l’avrei fatto. Amavo quando mi guardava come se dovesse mangiarmi.
Eravamo sdraiati per terra, abbracciati, mi stava accarezzando la testa.
Lo sentivo strano, pensieroso.
-A cosa stai pensando?- gli chiesi curiosa.
-A quanto è stato fantastico.- disse dopo pochi secondi di silenzio.
-È stato bellissimo. – dissi girandomi e guardandolo nei suoi occhi azzurri.
-Adesso, vado a farmi una doccia e se vuoi ti accompagno a casa.- disse dandomi un bacio delicato.
Lo sentii salire le scale. Io lentamente mi rivestii, quando arrivò il maggiordomo che mi vide mentre mi rimettevo su la felpa.
-Mi scusi. Stavo cercando il signore Marconi. – mi disse il maggiordomo inchinandosi.
-Non si preoccupi. È appena salito a farsi una doccia.
-Lascio questa lettera sul tavolo, gli può dire, cortesemente, di leggerla? Mi hanno detto che è molto importante.
-Certo, lo farò sicuramente.
-La ringrazio.
-Non c’è di che.
Si girò e se ne andò. Com’era formale. Tutto di questa casa sembrava di altri tempi, non solo Enrico, ma anche il maggiordomo con i suoi modi.
Mi avvicinai al tavolino dove vi era appoggiata la lettera.
Non era chiusa in una busta, era solamente piegata in due.
Avrei voluto leggerla, non per sapere cosa ci fosse scritto, ma solo per vedere chi gliela scriveva.
Sentii l’acqua che al piano di sopra scorreva e decisi che una piccola sbirciatina non faceva male, lui non lo avrei mai saputo.
La aprii. Vidi una calligrafia molto ricercata e curata. Sembrava fosse scritta ancora con una penna d’oca e l’inchiostro, ma chi scriveva ancora così?
Cominciai a leggere

“Signor Gray, le ho scritto per accertarmi che il suo quadro fosse arrivato a destinazione intanto, senza alcun tipo di problema e che non abbiano fatto fatica a cercare la sua abitazione. Come mi aveva chiesto lei prima di partire, ho scelto i miei migliori fattorini per farle recapitare il quadro e sono sicurissimo che nessuno l’ha minimamente guardato o ha avuto solo il pensiero di farlo. Aspetto una sua risposta. Cortesemente, Signor Hubbard.”

 

 
Ero rimasta leggermente basita da quella lettera: perché lo aveva chiamato Signor Gray? E che tipo di quadro gli era arrivato, talmente prezioso da non poter essere visto da nessuno? E chi era questo Signor Hubbard?
Sentii qualcuno scendere le scale. Ripiegai il foglio, lo lasciai sul tavolo e andai a mettere a posto le mie cose.
Vidi entrare nella stanza Enrico in tutta la sua bellezza, ma c’era qualcosa di diverso in lui.
Non venne lì a baciarmi. Non mi guardò.
-Il maggiordomo ha portato quella lettera per te.- dissi indicando il foglio sul tavolo.
-Ah ok. Grazie.
La aprì e la lesse, per poi ripiegarla e infilarsela nella tasca dei jeans.
-Dai, vieni che ti accompagno a casa. –disse in modo freddo.
Presi le mie cose ed uscii, seguita da lui.
Eravamo in silenzio, lo ruppi io.
-Cos’hai? Sei silenzioso.
-Non ho niente. Sto benissimo. – mi rispose ancora in modo freddo.
-Non è vero hai….
-Non ho niente, Chia. Piantala. – alzò leggermente la voce. Non lo aveva mai fatto e dovevo ammetterlo che era tremendamente sexy anche quando alzata leggermente la voce, non faceva paura o soggezione, era ancora più sexy.
Arrivammo a casa mia, mi salutò con un bacio veloce e se ne andò.
C’era qualcosa che non andava. Avevamo fatto l’amore in un modo magnifico e adesso, sembrava quasi che mi odiasse. Che cos’era successo? E poi quella lettera? Il quadro?
Quel ragazzo era circondato da un’aria di mistero, che mi piaceva, ma che allo stesso tempo, mi faceva paura.
Dovevo smetterla di farmi delle paranoie assurde.
Sicuramente il giorno dopo, lo avrei rivisto e tutto sarebbe tornato come prima.
 
 
 
 
Si, col cazzo che il giorno dopo sarebbe tornato tutto come prima.
Ero a scuola in classe, lui era arrivato da 10 minuti e non mi aveva nemmeno salutato, ero andata a parlarci, ma mi aveva detto di andare via.
Lo lasciai stare, non riuscivo a capire cosa avessi fatto.
Non gli chiesi neanche se quel pomeriggio, sarei andata a casa sua per le ripetizioni.
Quello stesso giorno, venni interrogata in matematica e presi un bel 7. Non venne nemmeno a farmi i complimenti in quell’occasione.
A ricreazione lo vidi appoggiato al calorifero con un’aria assorta.
- Hai visto che brava che sono stata? E tutto grazie a te ovviamente.- gli dissi con il sorriso. Lui incrociò il mio sguardo in modo serio, non accennò nemmeno a fare un sorriso.
- Per la verità è tutto merito mio. Se non te lo avessi spiegato, non lo avresti mai capito e saresti stata bocciata. – mi disse in modo acido.
- Mi spieghi che cazzo hai?- dissi alzando la voce.
- niente che ti interessi.
- Senti, ieri abbiamo fatto l’amore insieme e oggi non mi caghi, sarebbero anche affari miei. Mi sto sentendo usata e vorrei che se non fosse così, me lo diresti.
- Ti ho usato, volevo scoparti e basta. Volevo solo farti mia e nient’altro. Sei solo una delle tante. – mi disse.
- Sono solo una delle tante? Ma per chi mi hai preso? Sei solamente un grandissimo stronzo. Vaffanculo. Spero che incontrerai una stronza che ti farà innamorare di lei, che ti userà e che poi ti butterà come una pezza, come se fossi niente.- dissi voltandogli le spalle e andandomene.
Passai le successive tre ore a cercare di capire come avessi fatto a farmi usare così da lui, come fossi cascata nella sua trappola come una deficiente.  Non era di consolazione neanche il fatto che non ero né la prima né l’ultima a cadere nella trappola di quello stronzo, ci sarebbero state altre vittime, ne ero sicura.
Il pomeriggio non riuscii a studiare, non riuscii ad uscire dalla mia camera. Mi ero innamorata di uno stronzo e questo mi aveva usata.
Mi ero innamorata del bello e misterioso.
A proposito di mistero.
Lui nascondeva qualcosa.
Forse il Signor Hubbard mi avrebbe aiutato.
L’unica cosa che sapevo era che centrava un quadro che nessuno doveva vedere e che il Signor Hubbard avesse chiamato Enrico Signor Gray nella lettera.
Avrei cominciato da queste poche informazioni.
Avrei scoperto il suo segreto, a costo di fare salti mortali per scoprirlo.
Ciao a tutte. Come vi è sembrato il capitolo? Piaciuto? Questo è il capitolo che ha dato rating rosso alla storia. E qui è uscita la parte stronza di Dorian, ma cosa succederà adesso? Secondo me, la parte più nteressante parte adesso, con lei che comincia ad indagare per poi arrivare fino alla fine della storia, che non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate.
Voglio ringraziare quelli che hanno messo la mia storia tra le preferite e le seguite. Vi ringrazio davvero.
Ringrazio l'unica che ha recensito lo scorso capitolo. Vorrei tanto che mi facciate sapere cosa ne pensate, le vostre impressioni e cose simili, per migliorarmi e perchè, comunque, fa semopre piacere ricereve delle recensioni.
Rispondo all'unica recensione:
clakki94: Lo so che me l'hai detto per farmelo notare, se hai qualche altra osservazione da farmi non esitare a farla. =D Si vede leggermente che Dorian è un mito per te, secondo me era davvero un capitolo noioso, ma comunque importante perchè faceva vedere il pensierio di Dorian, quello che provava, quello che aveva intenzione di fare. Non posso rispondere alla tua domanda, lo capirai verso la fine della storia, continuando a leggere. Grazie davvero per la tua recensione, mi fa sempre molto piacere leggerla e soprattutto sapere il tuo parere. Che ne pensi di questo capitolo? Ti è piaciuto? Sicuramente non ti è piaciuto come il precedente perchè non è dal punto di vista di Dorian, sbaglio? A presto. Un bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Entrai correndo, arrivai al banco dove c’era la bibliotecaria.
E per fortuna, era Marika, la conoscevo, mi avrebbe fatto entrare nell’archivio storico, avrei potuto sapere di più.
Mi guardò sorridendo.
-Chia, stai bene?-mi chiese con un sorriso gentile sulle labbra.
-Benissimo, grazie. Tu?- le chiesi con il fiatone.
-Bene, grazie. Ti serve aiuto?
-Ehm, sì. Per la verità, si. E mi serve un aiuto enorme.
-Se posso ti aiuto.
-Dovrei entrare negli archivi storici. Devo trovare delle informazioni su una villa in Via Roma e mi servono delle informazioni che sono contenute solo lì dentro.
-Sai che dovresti avere un permesso per entrare.
-Si, lo so. Ma devo entrarci. Mi servono quelle informazioni.
-Qual è la villa?
-Villa Doriana. Vorrei sapere chi l’avesse fatta costruire, chi ci vivesse, vorrei sapere le discendenze della famiglia. Cose simili.
-Ti faccio entrare, ma occhio. Se entra qualcuno o se ti vuole controllare qualcuno, questo è il passy. – disse passandomi una piccola targhetta plastificata, legata ad un filo. – intanto che sei giù, cercherò di procurarmi il permesso. Sai come muoverti laggiù, vero?- Non era la prima volta che entravo nell’archivio storico della città, era la seconda, forse la terza volta che ci entravo. Ci ero entrata sempre per una delle mie tante curiosità, quando mi mettevo in testa che dovevo scoprire qualcosa, io lo scoprivo, in un modo o nell’altro e ormai Marika sapeva che io avevo le mie fissazioni e che se non fossi entrate con le buone, avrei trovato un altro modo per entrare.
Spero di avervi incuriosito almeno un pò.
Vorrei davvero vedere un pò di recensioni, mi farebbe davvero piacere, mi sembra che questa storia non piaccia più di tanto. =(
va be, vi aspetto nel prossimo capitolo ^^

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Capitolo 8
*** Che l'indagine abbia inizio ***


Che l'indagine abbia inizio
Chia POV
 
Si, lo sapevo, sembravo una pazza che non si era ancora fatta una ragione di essere stata usata e buttata come una pezza, ma non era colpa mia se ero perennemente curiosa. Se non avessi letto quella lettera, quel giorno di una settimana fa non ci avrei nemmeno fatto caso e me ne sarei fatta una ragione, mi sarei incazzata altamente, ma me ne sarei fatta una ragione. 
Invece, siccome quella lettera l’avevo letta, eccomi lì, davanti al computer, a fissare il logo di Google.
Volevo cercare “Hubbard spedizioni”, ma non avevo il coraggio.
Dovevo farlo. Se volevo scoprire cosa quello stronzo nascondesse, dovevo farlo.
Scrissi “Hubbard spedizioni” nella barra della ricerca.
Niente. Non c’erano risultati su “Hubbard spedizioni”.
Ma in compenso c’era un “Hubbard Corniciaio dal 1896.”
Aprii per curiosità la pagina.
Lo sfondo sembrava antico, tipo le vecchie pergamene.
Lessi un po’ la storia di questo “Hubbard Corniciaio”.
Era un lavoro di famiglia che ormai si  tramandava da…….mmmmm… tre generazioni? Si, più o meno. O no? Va be, qualcosa del genere.
A quanto pare il bis bis bis nonno di questo signore che ci lavora dentro adesso, aveva fondato questa piccola azienda di famiglia.
Spostavano anche quadri a Londra e dintorni, lo facevano anche al di fuori dell’Inghilterra, ma solo se i quadri partivano o avevano destinazione Londra, se no, non se ne faceva niente.
Si, va be. Potevo girare pagina. Non mi interessava di questo corniciaio che stava portando avanti la piccola azienda di famiglia. Tanto di cappello, né, ma chi portava avanti il lavoro del proprio bis bis bis nonno? Doveva davvero essere onorato di questa cosa.
Avevo chiuso la pagina.
Avevo spento il computer e me ne tornai giù a guardare la televisione insieme a mia sorella.
Stavamo guardando un telefilm, non lo stavo seguendo molto, in quell’ultima settimana non seguivo molto quello che facevo, pensavo sempre a lui, Enrico. Mi sentivo patetica quando lo pensavo, ma non riuscivo a farne a meno.
Fu in quel momento che mi accorsi di una cosa.
Corsi in camera mia e accesi il computer.
Cercai “Hubbard corniciaio”.
Il primo sito disponibile era quello che avevo visitato poco tempo prima.
Allora, stavo cominciando a trovare una pista.
Il signor Hubbard era un corniciaio che spostava quadri da Londra a fuori e viceversa. Da quanto avevo letto nella lettera, Enrico si era fatto consegnare un quadro che non doveva vedere assolutamente nessuno. Dato che questo signor Hubbard faceva solo consegne da Londra ad un altro paese, Enrico era stato a Londra.
Mmmmm. Londra. Signor Hubbard.
Avevo già sentito quel nome, ma dove?
Ma no impossibile, non conoscevo nessuno che abitasse a Londra, forse in qualche libro, ma anche se fosse stato, sarebbe stata solo una coincidenza.
Spensi il computer e tornai a guardare il telefilm.
Signor Hubbard. Signor Hubbard. Hubbard. Dorian. Dorian. Hubbard. Dorian.
Perché quei due nomi insieme mi suonavano bene? Come se li avessi già sentiti.
 
 
 
 
Il giorno dopo, stavo facendo una passeggiata, avevo bisogno di muovermi, di uscire da casa.
E casualmente mi accorsi di essere nella via di Enrico.
Dovevo tornare indietro.
Cominciai a sentire delle voci.
Cazzo, mi serviva un nascondiglio.
A pochi passi da me c’era un cespuglio.
Mi nascosi li dietro.
E le due voci si fecero sempre più vicine.
Ad un certo punto vidi arrivare Enrico con una ragazza.
Da quando avevamo fatto l’amore insieme, Enrico era andato a letto con altre 7 ragazze, cioè 7 erano quelle che sapevo, poi potrebbe benissimo essersene scopate altre.
Ogni volta che lo vedevo con una ragazza diversa, qualcosa in me si strappava. Mi ero innamorata di lui, del classico stronzo, che ne ha una diversa a giorno e che non si fa problemi a farsi vedere in giro, ma non pensava a quello che poteva pensare la gente?
A quanto pare non gli interessava e faceva bene.
Li vidi fare la strada ed entrare nel suo cancello.
Avrei dovuto tornare indietro sui miei passi e tornare a casa da dove ero venuta, ma per andare a casa e fare meno strada, dovevo passare davanti alla casa di Enrico.
Mi incamminai, provando a vedere che nessuno mi guardasse mentre uscivo dal mio nascondiglio momentaneo.
Cercai di camminare tranquillamente, nel modo più naturale possibile.
Ma con la coda dell’occhio vidi qualcosa che attirò la mia attenzione.
Un incisione sulle colonne del cancello.
Mi avvicinai e lessi “Villa Doriana 1866.”
Sull’altra colonna, nascosta da un po’ di rampicanti, c’era una frase che diceva “Colui che vende l’anima, avrà per sempre la sua vita tra le mani.”
Mi aveva spaventato quella frase.
Allora, dovevo ricordarmi “Villa Doriana 1866” e la frase.
Be, non era poi così difficile.
Erano le 5 di pomeriggio.
Potevo andare in biblioteca a fare un salto, a vedere se trovavo qualcosa.
 
 
 
Presi la prima filo che andava verso la biblioteca, non avevo tempo di tornare a casa e prendere la macchina.
Dovevo fiondarmi.
Mi sentivo tanto un agente investigativo, sulle tracce di qualcuno, peccato che non mi pagassero. -.-
Va be, erano dettagli.
Scegli di corsa alla fermata più vicina alla biblioteca.
Entrai correndo, arrivai al banco dove c’era la bibliotecaria.
E per fortuna, era Marika, la conoscevo, mi avrebbe fatto entrare nell’archivio storico, avrei potuto sapere di più.
Mi guardò sorridendo.
-Chia, stai bene?- mi chiese con un sorriso gentile sulle labbra.
-Benissimo, grazie. Tu?- le chiesi con il fiatone.
-Bene, grazie. Ti serve aiuto?
-Ehm, sì. Per la verità, si. E mi serve un aiuto enorme.
-Se posso ti aiuto.
-Dovrei entrare negli archivi storici. Devo trovare delle informazioni su una villa in Via Roma e mi servono delle informazioni che sono contenute solo lì dentro.
-Sai che dovresti avere un permesso per entrare.
-Si, lo so. Ma devo entrarci. Mi servono quelle informazioni.
-Qual è la villa?
-Villa Doriana. Vorrei sapere chi l’avesse fatta costruire, chi ci vivesse, vorrei sapere le discendenze della famiglia. Cose simili.
-Ti faccio entrare, ma occhio. Se entra qualcuno o se ti vuole controllare qualcuno, questo è il passy. – disse passandomi una piccola targhetta plastificata, legata ad un filo. – intanto che sei giù, cercherò di procurarmi il permesso. Sai come muoverti laggiù, vero?- Non era la prima volta che entravo nell’archivio storico della città, era la seconda, forse la terza volta che ci entravo. Ci ero entrata sempre per una delle mie tante curiosità, quando mi mettevo in testa che dovevo scoprire qualcosa, io lo scoprivo, in un modo o nell’altro e ormai Marika sapeva che io avevo le mie fissazioni e che se non fossi entrate con le buone, avrei trovato un altro modo per entrare.
-Sì, tranquilla. Grazie mille.
Attraversai tutta la biblioteca e raggiunsi la porta che portava agli archivi sotterranei.
Erano bui e l’odore di chiuso era insopportabile, ma piano piano ci avrei fatto l’abitudine.
Allora, da dove potevo cominciare?
Tutte quelle carte erano divise per anno, di qualsiasi tipo esse fossero.
Andai nella zona edilizia.
Cercai 1866.
C’erano 4 faldoni pieni di case costruite in quel periodo.
Da quanto avevo potuto notare, in quell’anno vennero costruite un sacco di case e di ville. Mi aspettava una lunga serata.
Cominciai a sfogliare carte su carte.
Dopo non so quanto tempo, finii il primo faldone, dopo un’altra ora, immaginavo, finii il secondo.
Incominciai il terzo. Sperando che fosse quello buono.
Avevo già guardato più di metà del faldone.
Finché non lessi “Villa Doriana”.
Feci un piccolo sorriso di vittoria.
Cominciai a leggere.
Villa Doriana. Inizio della costruzione nel marzo 1866, terminata nel settembre del 1866 su richiesta di Lady Doriana Devereux, vedova del marito Lord Wetter.” La parte che mi interessava era solo quella, tutto il resto erano carte burocratiche che non mi interessavano.
Andai negli archivi dell’anagrafe.
Sotto in quel luogo sperduto, vi era l’anagrafe di tutta la cittadina dal 1700 fino al 1900, dal quell’anno in poi tutte le carte sono contenute nell’archivio in comune, pensando che alcune persone potrebbero essere ancora vive.
Andai allo scaffale riguardante la D.
Per trovare il faldone che conteneva il cognome ci mise appena mezz’ora.
Sfogliai velocemente, finché non mi soffermai sul cognome Devereux.
L’avevo trovato.
Lady Doriana Devereux, trasferita in questo paesino sperduto, da Londra, nel settembre del 1866, a seguito della costruzione della sua villa, in Via Roma. Fece costruire la casa con i soldi del marito, ormai morto. Decise di vivere in Italia, perché aveva parenti e amici in questo paese e le piaceva particolarmente il paesaggio di quella città.
Aveva una figlia Lady Margaret Devereux, ancora una bambina che ormai stava crescendo.
Questo era quello che avevano scritto in quell’anno.
Venne aggiornata la cartella nel 1904.
La figlia Lady Margaret Devereux ebbe un figlio da Lord Gray e si trasferirono con Lady Doriana Devereux nella villa in Via Roma.
Nacque un maschio Dorian Gray.
Oddio, in quella casa ci era vissuto Dorian Gray.
Colui che aveva venduto l’anima e che possedeva una bellezza innata. Quindi, Dorian Gray era esistito davvero, non era una leggenda, non era la storia di uno stupido scrittore.
Oppure, era solo un caso di omonimia o ancora, Oscar Wilde, aveva solo conosciuto questo ragazzo e ne aveva tratto una storia, magari era eccessivamente bello e ne era stato affascinato.
Venne aggiornata nuovamente nel 1907.
Lady Margaret Devereux e il marito Lord Gray morirono in causa ancora ignote e Lady Doriana Devereux morì pochi mesi dopo di un malessere, lasciando così il piccolo Dorian solo e venne affidato ad un tutore, non ancora conosciuto, che lo fece tornare a Londra con lui e lo fece vivere nella villa di famiglia a Londra.
Pochi anni dopo dalla morte di Lady Devereux venne letto il testamento: Dorian era l’unico erede di tutto il patrimonio di famiglia e delle varie ville sparse per il mondo.
Una domanda mi sorgeva spontanea, ma quanti soldi avevano? In un certo senso poverino, era rimasto solo a soli 3 anni, non aveva né il papà, né la mamma, né la nonna, ma quanti soldi si era ritrovato? E quante ville?
Mi riconcentrai e andai avanti a leggere.
La villa in Via Roma, dalla partenza di Dorian, rimase inabitata.
Fino ad oggi a quanto pare.
Adesso, ci abitava Enrico.
A proposito, albero genealogico.
Data aggiornamento 1977, data di morte di Dorian.
C’erano i bis nonni.
Cercai tra tutti quei nomi Lady Doriana Devereux.
Dovevo partire da lei.
La trovai.
Lady Doriana Devereux, sposata con Lord Wetter, insieme ebbero una figlia Lady Margaret Devereux, sposata con Lord Gray ed ebbero un unico figlio Dorian, che a quanto pare da questo pezzo di carta non aveva avuto figli.
Come aveva fatto la villa ad arrivare ad Enrico?
Poteva essere un lontano parente, ma come faceva ad esserlo?
Dorian non aveva avuto figli e quindi, la generazione dei Gray non era andata avanti.
C’era qualcosa che non andava.
Da quanto dicevano in quelle carte, Dorian era morto nel 1977, aveva vissuto 70 anni, ma non si era mai fatto una famiglia, com’era possibile? Se era così bello, come lo descrisse Wilde, perché non si era mai sposato??
-Chia, devo chiudere.- era Marika che era venuta a chiamarmi.
-Sono già le otto?- le chiesi stupita di essere rimasta chiusa lì sotto così a lungo.
-Per la verità sono le nove. Hai trovato quello che cercavi?
-si, diciamo di sì. Mi è stato molto d’aiuto però.
Misi a posto i faldoni e le carte e tornai in superficie.
Uscii dalla biblioteca, salutai Marika e me ne tornai a casa.
Non appena il cellulare riprese ad avere linea, venni sommersa da messaggi. Tutti che mi avevano cercato.
In quel momento suonò il telefono.
-Pronto?
-Chiara. Dove sei?-era la voce di mio papà, era davvero arrabbiato.
-Ero in biblioteca a fare una ricerca. Scusa, dovevo avvisare, ma ho deciso di andarci all’ultimo minuto e mi sono persa via.
-ok, vengo a prenderti.- abbassò notevolmente la voce.
Sarebbe arrivato di lì a 10 minuti.
Non riuscivo a spiegarmi come Enrico avesse potuto vivere in quella villa, cioè, non la affittavano, era assolutamente proprietà privata.
Arrivò mio papà.
-Scusa, davvero. Non volevo farvi preoccupare. – dissi io cercando di fare la faccia d’angelo che mi riusciva tanto bene.
-No, davvero. Tranquilla. Eravamo solo preoccupati.
-Scusa, davvero.
Ci fu un po’ di silenzio.
-E quel ragazzo?- ruppe il silenzio lui. speravo che non stesse parlando di Enrico, da quel giorno che era entrato in casa mentre ci baciavamo non ne avevamo più parlato e soprattutto dopo un giorno non lo aveva neanche più visto, mi sembrava strano che non mi avesse ancora chiesto niente. Ma a quanto pare era arrivato il momento.
-Quale ragazzo?-  feci finta di niente.
-Enrico Marconi.- Cazzo, si ricordava anche il cognome, brutto segno.
-Basta,è finita.
-E come mai?
-Non lo so, non andavamo molto d’accordo.
-Non ci hai fatto niente insieme, vero?
-No, certo che no.- mi fermai appena in tempo, la voce mi si stava incrinando.
Arrivammo a casa e non parlammo più.
Eravamo tutti insieme a tavola, io, mio papà, mia mamma e mia sorella. Stavamo mangiando, anzi, stavano, perché io non stavo mangiando, stavo giocando con il cibo.
Stavo pensando a “Villa Doriana”.
Avrei potuto chiedere al mio profe di lettere, forse lui sapeva qualcosa di più di quegli archivi, anche se mi erano stati utilissimi.
Il giorno dopo, gli avrei chiesto ogni cosa, di parlarmi di Dorian, delle leggende che circolavano, di quello che pensa lui. Volevo assolutamente sapere tutto.
Avrei ripreso anche il libro. Lo avrei riletto.
 
 
 
 
 Ciao a tutte. Eccomi con un nuovo capitolo. Da adesso Chiara comincierà ad ingadare, il suo professore le sarà molto d'aiuto. Che ne pensate?? Ringrazio davvero tutte quelle che seguono la storia, che ci hanno dato solo un'occhiata.
Ringrazio quelle che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite, davvero grazie.
Passerò prompi balle, ma esorto sempre a lasciare una recensione, anche se volete dirmi di darmi all'ippica. Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, ve ne sarei davvero grata.
Rispondo all'unico angelo che continua a recensire:
clakki94: Davvero grazie mille per le tue recensioni, mi fa sempre molto piacere leggerle e poi non fai pensieri sconclusionati anzi, mi piace sapere cosa pensano quelli che leggono, le loro domande e le loro conclusioni. E leggere le tue recensioni è sempre un piacere. Ahahahah non è detto che tu ti sbagli, forse si è allontanato perchè ha paura di legarsi o forse no, chi lo sa. XD Davvero il mio modo di scrivere è migliorato? Bene dai, sono felice che a forza di scrivere capitoli il mio modo di scrivere migliora (come minimo in questo capitolo è peggiorato ahahahahaha Cosa ne pensi di questo capitolo? Forse un pò noioso a causa della ricerca che lei decide di fare e soprattutto per tutta la storia di Dorian. Bah, non so, ero indecisa su questo capitolo. Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Percorsi il corridoio non sapendo dove andare, cosa fare, cosa pensare.
Finché non me lo trovai davanti.
Enrico in tutta la sua altezza e bellezza.
Mi guardò, ma non mi rivolse la parola.
Ci guardammo, senza parlare.
Ero ancora scioccata da quello che aveva appena detto il profe e vederlo in quel momento mi aveva reso ancora più confusa.
Ed in quel momento mi venne in mente la frase del libro dove veniva descritto Dorian “Certo, era meravigliosamente bello, con quelle sue labbra scarlatte dalla curva delicata, quei suoi occhi azzurri pieni di freschezza, quei suoi capelli d'oro ondulati. Nel suo volto c'era qualcosa che ispirava fiducia a prima vista. Si sentiva che si era conservato immune dalle porcherie del mondo.

Spero di avervi incuriosito al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 9
*** Colloquio con il professore di Lettere ***


Colloquio con il professore di Lettere
Chia POV
Inizio di una nuova giornata ed inizio di nuovi dettagli da scoprire su Enrico.
Avrei avuto il mio profe di lettere la terza ora, il che voleva dire che potevo parlare con lui a ricreazione.
Benissimo, avrei voluto sapere qualsiasi cosa, tutto quello che sapeva, assolutamente tutto.
Le prime tre ore non passavano più e, stare in classe, per me era una sofferenza. Lui era lì, a pochi banchi di distanza dai miei, ma non mi cagava, non mi guardava, sembrava totalmente indifferente e questo mi faceva soffrire.
Avevo 19 anni ed eccomi ancora lì a soffrire per un ragazzo che non mi corrispondeva, avrei dovuto già farci l’abitudine, non era la prima volta, cioè a 19 anni, sembrava che fossi vecchia, ma pensavo che ormai ci dovevo aver fatto l’abitudine per tutte le volte che i ragazzi non mi corrispondevano. A quanto sembrava, invece, non era così.
Perdendomi nei miei pensieri non mi accorsi che la ricreazione era appena suonata.
-Profe, scusi potrei rubarle del tempo o ha qualcosa da fare?- chiesi io sfoderando uno dei miei sorrisi migliori.
-No, tranquilla. Dimmi pure.- mi sorrise, quanto adoravo quell’uomo.
-Volevo chiederle se per caso sa qualcosa a proposito di….- mi fermai, mi guardai intorno per vedere se c’era qualcuno. Non c’era nessuno, continuai.-Di Villa Doriana, in Via Roma.
-Certo che so qualcosa. Hai letto Dorian Gray, vero?
-Certamente.
-Ecco, sai che ci sono molte leggende sul suo conto, che sia vissuto davvero e che non si sa se fosse morte davvero oppure no. Ci sono persone che pensano che non sia morto davvero, che il Dorian Gray di Wilde, sia vero e che non sia morto come raccontava Wilde nel suo libro; altri pensano che sia stata tutta un’invenzione di Wilde e che non esistesse nemmeno un Dorian Gray su questo mondo. Ed ecco che arriviamo alla storia di Villa Doriana: è stata finita di costruire  nel settembre del 1866 per Lady Doriana Devereux, che diede il nome alla villa. La fece costruire in questa città perché le piaceva il paesaggio e, a quanto pare, aveva molti soldi da spendere, aveva una figlia Lady Margaret Devereux, che sposò un uomo ed ebbe un figlio di nome Dorian Gray. In un incidente Dorian perse i genitori e successivamente la nonna a causa di un infarto, lui venne affidato ad un tutore e tornò a Londra. Qualche anno dopo venne pubblicato il libro da Wilde e le leggende cominciarono a farsi largo, anche se non si è ancora capito quale potrebbe essere vera e quale falsa, dato che non si sono ancora trovate delle prove. L’unica cosa che coincideva con la realtà era il nome della madre, il nome del padre o della nonna e del nonno, non vennero mai fatti. Villa Doriana è sempre stata disabitata, dato che, comunque, un proprietario esisteva ancora, fino a quando non è arrivato Enrico.
-Quindi, sa anche lei che abita lì?
-Si, lo so. Anche se non l’ho detto a nessuno, non vorrei che si creassero altre voci.
-Altre voci?- che cosa stava dicendo il profe?
-Non dirmi, cara, che non ti sei accorta delle somiglianze e delle strane coincidenze.
-Cioè penso di sì.
-Dorian è stato l’ultimo erede di quella casa, ma guardando la famiglia e le discendenze, dopo Dorian non ci sono stati altri eredi, non si è mai sposato e non ha mai avuto figli.
-Lo so, sono andata negli archivi e ho letto.
-Quindi, cominci a dedurre anche tu? Non noti la straordinaria somiglianza tra Enrico e Dorian? Ragazza mia, ti rendi conto che forse abbiamo davanti il vero Dorian Gray?
Ero scioccata, il vero Dorian Gray. Mi sentivo confusa, com’era possibile.
-Non capisci vero?
Scossi la testa. Cominciavo a non capire più niente.
-Rileggiti il libro, cara. E stai attenta ad ogni minimo particolare. Ogni minimo particolare. Tu sei stata una delle poche persone che ha conosciuto il vero Enrico, me ne sono reso conto. A tutti sembra un ragazzo tranquillo, ma in realtà è la copia sputata di Dorian Gray. Quando rileggerai il libro, capirai. Ti renderai conto, di come sia lui.
Uscii dalla classe ancora scombussolata.
Com’era possibile che Dorian Gray fosse sopravvissuto fino a noi?
Era morto, aveva trafitto con un pugnale il quadro ed era morto. Non riuscivo a concepire che il libro che tanto amavo, fosse diventato realtà, che non fosse tutto una finzione, una storia inventata. Non potevo concepire che esistesse davvero una persona come Dorian che aveva venduto la sua anima per rimanere giovane. Non riuscivo a concepire che quella persona fosse Enrico.
No, non era possibile. Il profe si sbagliava. Non era così. Lui non era Dorian, erano solo tutte coincidenze.
Percorsi il corridoio non sapendo dove andare, cosa fare, cosa pensare.
Finché non me lo trovai davanti.
Enrico in tutta la sua altezza e bellezza.
Mi guardò, ma non mi rivolse la parola.
Ci guardammo, senza parlare.
Ero ancora scioccata da quello che aveva appena detto il profe e vederlo in quel momento mi aveva reso ancora più confusa.
Ed in quel momento mi venne in mente la frase del libro dove veniva descritto Dorian “Certo, era meravigliosamente bello, con quelle sue labbra scarlatte dalla curva delicata, quei suoi occhi azzurri pieni di freschezza, quei suoi capelli d'oro ondulati. Nel suo volto c'era qualcosa che ispirava fiducia a prima vista. Si sentiva che si era conservato immune dalle porcherie del mondo.
E lo osservai come diceva il libro.
Era uguale.
Meravigliosamente bello. Labbra scarlatte. Occhi azzurri. Capelli d’oro ondulati. Ispirava fiducia. E sembrava ancora puro, casto.
L’apparenza era la stessa. L’aspetto era lo stesso.
Eppure lui si chiamava Enrico Marconi.
Non so per quanto tempo ci fissammo, so solo che fu un’emozione che mi svuotò. Mi sentivo privata di qualcosa, come se guardandomi mi avesse tolto una parte di me stessa. O forse aveva aggiunto qualcosa.
Forse aveva capito che avevo cominciato ad indagare, che volevo sapere la sua storia, ma come avrebbe potuto saperlo? Avrebbe dovuto seguirmi e la cosa era molto impossibile.
La campanella suonò e lo vidi entrare senza voltarsi.
Le tre ore successive furono un trauma.
Volevo tornare a casa, cominciare a leggere quel libro che mi avrebbe chiarito le cose definitivamente.
Sì, lo sapevo. Quel libro mi avrebbe aperto definitivamente gli occhi, lo sentivo, l’avevo capito.
Quando avrei finito di rileggerlo, avrei finalmente capito tutto e i pezzi sarebbe tornati al loro posto.
Dovevo solo aspettare di tornare a casa, ma l’attesa mi uccideva.
Dovevo andarmene.
La mia curiosità cresceva sempre di più, ero vicinissima a scoprire tutto ed il tempo era l’unico mio nemico, aveva deciso di non passare più.
 
Ciao a tutte. Allora come state? Che ne pensate del capitolo? Spero vi sia piaciuto.
Voglio ringraziare tutte le persone che leggono, che hanno aggiunto tra le preferite e le seguite questa storia. Fatemi sapere che ne pensate. =D
Rispondo alle recensioni:
clakki94: perchè definirti un angelo è un paradosso? Sono felice che ti abbia fatto salire ancora di più la curiosità. Tranquilla per il nome, alla fine è solo un nome, anche se chiamarlo Enrico è importante per la storia. =D è abbastanza presto?? XD Fammi sapere che ne pensi. Grazie ancora per le tue recensioni. A presto. Un  bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Con lei non era scopare, con lei era amore, puro amore.
Non riuscivo a capire come mai continuassi a scopare con altre, quando volevo solo lei.
Non mi riconoscevo.
So solo che avevo paura.
Avevo paura di cosa sarebbe successo se con lei avessi avuto una storia, cosa sarebbe successo a me, al quadro e a lei.
Se avessimo dovuto parlare della mia famiglia, non sapevo cosa dirle, non potevo dirle chi ero davvero, l’avrei spaventata e si sarebbe allontanata per sempre.
Spero di avervi incuriosito. Il prossimo capitolo è dal punto di vista di Enrico, corto, ma molto importante.
Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 10
*** Non poteva averlo capito ***


 

Non poteva averlo capito
Enrico’s POV
 
Stavo mentendo a me stesso.
Era da una settimana che mentivo a me stesso.
Mi ripetevo di non essermi innamorato di lei, ma non era vero.
Ero innamorato di lei, non potevo negarlo, ma nonostante tutto continuavo a fare lo stronzo.
Mi spaventava questo nuovo sentimento e, soprattutto, io ero quello che non provava sentimenti, che era un porco, che era perverso, non potevo provare amore per una persona come lei.
Lei era bellissima, dolce, simpatica, avevamo fatto l’amore insieme come non l’avevo fatto mai.
Era una settimana che mi scopavo 2 o 3 ragazze diversa al giorno, ma non riuscivo a provare le stesse sensazioni che provavo con lei, non riuscivo a lasciarmi coinvolgere totalmente. Ogni volta che scopavo con una ragazza, mi veniva in mente l’immagine di lei, sotto di me, che ansimava che godeva e soprattutto mi venivano in mente tutte le miriadi di emozioni che mi avevano percorso.
Con lei non era scopare, con lei era amore, puro amore.
Non riuscivo a capire come mai continuassi a scopare con altre, quando volevo solo lei.
Non mi riconoscevo.
So solo che avevo paura.
Avevo paura di cosa sarebbe successo se con lei avessi avuto una storia, cosa sarebbe successo a me, al quadro e a lei.
Se avessimo dovuto parlare della mia famiglia, non sapevo cosa dirle, non potevo dirle chi ero davvero, l’avrei spaventata e si sarebbe allontanata per sempre.
Non era facile sapere chi fossi davvero, che non ero il 20enne che cercavo di essere, ero molto di più. Ero qualcosa di mostruoso, facevo schifo anche a me stesso, figuriamoci se lo avesse saputo lei.
Quel giorno prima di andare a farmi la doccia, ero andato a dare un’occhiata nella stanza chiusa a chiunque tranne a me.
Avevo paura a tirare via il telo, a scoprire cosa avevo combinato in quelle ultime settimane. Sapevo che lo avrei peggiorato anche quel giorno, ma non ebbi il coraggio di scoprirlo proprio in quel momento.
Ed eccomi lì, davanti alla porta che nascondeva il mio più grande segreto.
Presi la chiave dal mio collo e aprii la porta.
In fondo alla stanza era appeso alla parete il quadro che aveva rovinato la mia vita.
Mi avvicinai lentamente.
Tolsi il telo.
Cosa avevo combinato in quella settimana?
Quante ragazze avevo illuso? Quante ragazze avevo usato?
E soprattutto, quanto avevo fatto male a me stesso e a lei?
Ero un cretino. Io avere paura di qualcosa, ma quando mai.
Dovevo cominciare ad affrontare quella situazione.
Di solito volevo provare qualsiasi cosa che fosse a me sconosciuta, ma adesso mi sentivo bloccato.
Tutta colpa del mio segreto.
Nessuno lo sapeva.
Quelli che lo sapevano ormai erano morti.
Lord Henry Wotton. Basil Hallward.
Altre persone lo avevano saputo, ma ormai tutte erano morte.
Non potevo accettare che anche lei un giorno sarebbe morta, sapendo il mio segreto. Non poteva accadere.
 
Ciao a tutte. Scusate davvero il ritardo, ma sono leggermente in punizione. -.- Sono riuscita ad avere il computer per postare e leggere le infinite storie postate.
Sono di poche parole perchè ho un sacco da fare.
Ringrazio con tutto il cuore le persone che hanno aggiunto la mia storia alle preferite e alle seguite, ho visto nuovi nomi tra le recensioni e sono davvero felice.
Rispondo alle vostre recensioni:
prettyvitto: Scusa davvero il ritardo. Che ne pensi di questo capitolo?? Fammi sapere. A presto. Un  bacione ^^
clakki94: non so come farmi perdonare per il mio clamoroso ritardo, cara. =( Capitolo un pò cortino lo so, ma volevo far vedere cosa pensa Enrico. Il prossimo capitolo sarà più lungo ed interessante lo giuro. Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo. Un bacione ^^
SybilCullen: Grazie per i complimenti. Scusa per il ritardo e per il capitolo corto e forse un pò deludente. Fammi sapere che ne pensi. U bacione A presto ^^
FukoChan: Ti davo per dispersa lo sai?? =D Scusa davvero per il ritardo ed il capitolo cortino. =D Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione^^
Scusate ragazze per le risposte alle recensioni così corte e veloci, ma sono di fretta. Tantissimo.
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Con ancora il libro di Wilde in mano, ero seduta ad un tavolo, intenta a leggere nuovamente la descrizione di Dorian.
Mi stavo ricordando la prima volta che lo avevo visto, in tutta la sua bellezza e quanto non mi fosse sembrato vero.
-Ciao, Chia.- venni riscossa dai miei pensieri da una voce bassa e famigliare. Abbassai il libro e mi trovai davanti Enrico con un’aria grave in viso.
-Ciao.-risposi in modo non molto cortese.
-Cosa stai leggendo?-mi chiese indicando il libro. Glielo alzai e gli feci leggere il titolo. Mi sembrò di vederlo sbiancare, ma forse era solo una mia sensazione.
-Non lo avevi mai letto?- cercava di mantenere la voce normale, ma leggermente gli tremò.
-No,sarà la 5 o 6 volta che lo leggo.
-Come mai lo leggi?- aveva paura che lo scoprissi è?
-Lo volevo leggere di nuovo, non sapendo cosa fare.- continuai a leggere, facendo finta di non ricordarmi della sua presenza.
-Volevo…..-rimase in silenzio, a quanto pare gli mancavano le parole. Dorian Gray che non sa cosa dire? Strano.
-Volevo……
Mi vibrò il cellulare, segno che dovessi tornare a casa.
-Scusa, ma devo andare a casa. Ci vediamo domani a scuola.
Uscii dalla biblioteca correndo, mi fiondai in macchina e me ne andai.
Spero di avervi incuriosito ragazze. =D
Non so quando posterò il prossimo capitolo, non essendo sicura di quando mia mamma mi rifarà i computer. Cercherò di fare il possibile per farmelo dare il prima possibile. =D
Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 11
*** Si arriva ad una conclusione ***


 
Si arriva ad una conclusione
 

Chia’S POV
Ero ormai a metà libro. Erano 3 o 4 ore che leggevo, avevo perso la cognizione del tempo.
La descrizione fisica avevo constatato che fosse uguale, adesso bisogna vedere tutto caratterialmente.
A prima vista sembrava innocente, timido e ispirava fiducia.
Sembrava ancora bambino, non dimostrava 20 anni.
Ma conoscendolo era cinico, stronzo, voleva ottenere solo quello che voleva e  lo otteneva, pronto ad ogni esperienza, senza cuore, assolutamente menefreghista nei confronti degli altri a parte che non vi giovi anche lui dal suo comportamento.
Enrico era la copia sputata di Dorian Gray.
Era uguale.
Ormai tutto combaciava: le caratteristiche fisiche, la buona impressione che ti faceva a prima vista, il comportamento che aveva in realtà, il corniciaio Signor Hubbard, il nome della madre Lady Margaret Devereux, il quadro che nessuno doveva vedere.
Nessuno doveva vedere quel quadro perché non doveva sapere che Dorian Gray esisteva davvero e che per di più era ancora in vita.
Il Signor Hubbard che aveva trasferito il quadro dalla stanza di Dorian alla stanza di sopra, era il bis bis bis nonno dell’attuale Signor Hubbard che aveva consegnato il quadro pochi giorni fa ad Enrico. Doveva fidarsi di questi corniciai, facendo spedire solo da loro il quadro, ormai era quasi uno di famiglia.
Se Enrico era davvero Dorian Gray voleva dire che aveva, più o meno 100 anni. Oddio, quant’era vecchio?
Quindi, se Dorian Gray non era morto, chissà come era ridotto il quadro, non pensavo che si fosse limitato solo per mantenere la sua anima pulita e intatta.
Non potevo ancora crederci, ma tutto mi portava a quella conclusione.
La lettera indirizzata ad un Signor Gray, il corniciaio Hubbard, Lady Margaret Devereux.
Il profe aveva ragione.
Ed io ero stata una stupida.
Il suo bell’aspetto, la sua faccia pulita, il fascino che aveva non erano normali ed io c’ero cascata come una deficiente.
In che situazione mi ero cacciata?
Io ero innamorata di una persona che non mi aveva e che non mi avrebbe mai amato, che non aveva mai amato, anzi, sì, una volta lo aveva fatto, si era innamorato di Sybil Vane,  ma che poi aveva disprezzato.
Non era davvero innamorato di lei, era innamorato dei personaggi che interpretava a teatro e dal momento che aveva cominciato a recitare se stessa anche sul palco, aveva capito che non valeva niente.
Ed io mi ero innamorata di uno così? Di uno che si innamora di persone non reali e solo dell’apparenza?
Ero in biblioteca, dove la pace non mancava ed era anche il mio posto preferito per leggere, nessuno rompeva, nessuno parlava, il silenzio era d’obbligo.
Con ancora il libro di Wilde in mano, ero seduta ad un tavolo, intenta a leggere nuovamente la descrizione di Dorian.
Mi stavo ricordando la prima volta che lo avevo visto, in tutta la sua bellezza e quanto non mi fosse sembrato vero.
-Ciao, Chia.- venni riscossa dai miei pensieri da una voce bassa e famigliare. Abbassai il libro e mi trovai davanti Enrico con un’aria grave in viso.
-Ciao.-risposi in modo non molto cortese.
-Cosa stai leggendo?-mi chiese indicando il libro. Glielo alzai e gli feci leggere il titolo. Mi sembrò di vederlo sbiancare, ma forse era solo una mia sensazione.
-Non lo avevi mai letto?- cercava di mantenere la voce normale, ma leggermente gli tremò.
-No,sarà la 5 o 6 volta che lo leggo.
-Come mai lo leggi?- aveva paura che lo scoprissi è?
-Lo volevo leggere di nuovo, non sapendo cosa fare.- continuai a leggere, facendo finta di non ricordarmi della sua presenza.
-Volevo…..-rimase in silenzio, a quanto pare gli mancavano le parole. Dorian Gray che non sa cosa dire? Strano.
-Volevo……
Mi vibrò il cellulare, segno che dovessi tornare a casa.
-Scusa, ma devo andare a casa. Ci vediamo domani a scuola.
Uscii dalla biblioteca correndo, mi fiondai in macchina e me ne andai.
Cosa voleva dirmi quello scemo? Che avesse davvero capito che sapessi il suo segreto? Cosa voleva uccidermi come aveva fatto con il suo amico Hallward?
Avrebbe davvero avuto il coraggio di uccidermi?
Pensavo di sì, cominciavo davvero a pensare che sarebbe stato anche capace di uccidermi.
Ma pensandoci bene, non sarebbe stato così tranquillo e beato.
No, forse non mi avrebbe ucciso. Be, forse non quel giorno, ma più avanti sì.
Andai a scuola, cercando il mio profe di Lettere.
Sapevo che sarebbe stato lì, aveva un lavoro da sbrigare.
Mi fiondai in sala insegnanti era solo.
-Aveva ragione.-gli gridai con il fiatone.
-Hai letto il libro?- mi chiese continuando a leggere i fogli che aveva in mano.
-Sì.- non avevo ancora recuperato il fiato.
-E…..
-E è lui, sono assolutamente certa che è lui. Tutto coincide. Assolutamente tutto, ogni cosa: il destinatario della lettera, il corniciaio, la madre, il carattere…tutto assolutamente tutto.
-Ferma, ferma. Hai parlato di destinatario della lettera e del corniciaio, che significano?
Lo guardai. Mi sorrise e mi fece segno di sedermi.
-Vede, settimana scorsa ero a casa di Enrico e lui era andato a farsi una doccia. Dopo un po’ è arrivato il maggiordomo e ha lasciato una lettera sul tavolo. Era indirizzata ad un certo Signor Gray, veniva informato della consegna di un quadro ed era firmato Signor Hubbard. Ho fatto delle ricerche ed ho scoperto che è un corniciaio che lavorava già nel periodo in cui è ambientato il libro.
-Si, certo il Signor Hubbard, il corniciaio che sposta il quadro di Dorian dalla sua camera alla stanza all’ultimo piano.
-Esatto, ma io ci sono arrivata solo dopo aver letto il libro, non avevo collegato le cose.
-Certe risposte sono davanti ai nostri occhi, solo che non ce ne accorgiamo.
-Vero. E adesso che facciamo?
-Che facciamo? Cara, io non c’entro niente in questa storia. Io ti ho solo aiutato.
-E cosa devo fare allora?- avevo bisogno di un consiglio, di una mano.
-Quello che vuoi, puoi dirgli che sai il suo segreto, che non ti importa e che lo ami, comunque, perché tu lo ami comunque vero?
Lo guardai scioccata.
-Sono leggermente più vecchio di te, cara, e certe cose le capisco.
-Penso di essere innamorata di lui, cioè sì….cioè non lo so. Ero innamorata di lui prima che sapessi chi fosse realmente adesso….
-Pensi che cambino le cose?È sempre la stessa identica persona, solo che hai scoperto che non ha la tua stessa età, sai che scandalo. Più che altro, devi pensare che lui ti tradirà perennemente, sai la sua natura e lui ha sempre seguito la sua natura, perché non dovrebbe seguirla anche adesso?
-Dovrebbe essere innamorato per non seguirla.
-E tu pensi che non lo sia, vero?
Annuii. Perché avrebbe dovuto essere innamorato di me?
In 100 anni avrà visto un sacco di belle donne, molte più belle di me e sicuramente non potevo avergli rapito il cuore io, povera ragazzina benestante, che non era neanche tanto questo bellezza.
-Solo tu puoi sapere cosa devi fare.
Giusto, solo io potevo saperlo, ma non era facile, non lo era per niente.
Ci avrei dovuto riflettere, pensare e ripensare, finché non avessi capito cosa avrei dovuto fare.
Tornai a casa dove mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
 
 

 

Ciao a tutte. Visto che brava? Sono riuscita  a tornare abbastanza presto. =D Sono di nuovo in libertà vigilata e quindi posto.
Vi voglio avvisare ragazze, che siamo esattamente a metà della storia con questo capitolo. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate della fine, anche se mi dispiacerà lasciarvi tutte =(
Finalmente in questo capitolo la nostra Chiara capisce finalmente chi è in realtà Enrico, ma, vi chiederete voi, ci voleva così tanto?? è sì, è un pò svampita la ragazza. XD a parte gli scherzi. Era il momento giusto che lo capisse.
Ringrazio tantissimo le persone che leggono, hanno messo tra le seguite e le preferite la mia storia. Sono davvero felice che piaccia e soprattutto non pensavo che sarebbe piaciuta a così tanta gente =)
Rispondo alle vostre recensioni:
clakki94: Ahahahah mi vorresti menare?? Ma dai per così poco? Si, alla fine non sei l'unica. Sono davvero felicissima. =D Visto?? non ho postato tanto tardi no?? Mi sa che continuerò a postare tipo una o due volte a settimana, non posso fare di meglio. =) Si, lo so che lo scorso capitolo era un pò cortino, ma dal punto di vista di Dorian non volevo fare vedere niente di strano o di importante. ahahahah tra poco vedrai come è conciato il quadro, anche se non penso di averlo descritto bene, m sa che non renderò bene l'idea di come lo immaginavo, mi sa che devi lavorare molto di fantasia. Quando arriverà quel capitolo sarò molto in ansia per sapere il vostro parere.  Ahahahahahahah io non ho visto nessuno fuori casa mia con la motosega stile shining. Ti aspettavo per salutarti, ma non ti ho vista =( Sono rimasta davvero molto offesa, speravo di salutarti XD Sei entrata in astinenza?? Spero di no. Fammi sapere che ne pensi mi raccomando.A presto. Un Bacione ^^
prettyvitto: Grazie. Fammi sapere che ne pensi. Un bacione. A presto. ^^
FukoChan: Si, diciamo che è innamorato. Sono davvero molto felice di risentirti =) mi dispiace di averti fatto perdere tanti capitoli, ma sono felice che sei tornata in temp per leggere la continuazione. Grazie davvero per i complimenti.Tu con le tue storie come vai? è un sacco di tempo che non posti. =) Aspetto un tuo parere per questo capitolo. A presto. Un bacione^^
 
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Suonarono al cancello.
-Tranquilli, vado io.- dissi alzandomi e uscendo dalla cucina.
Aprii la porta di casa. Non sapevo chi mi sarei trovata davanti, sinceramente non ci avevo neanche pensato, ma non avrei mai pensato di trovare lui.
Si, lo so. è effettivamente piccolissimo, ma il prossimo capitolo sarà rivelatore. Chi sarà alla porta?? E cosa sarà venuto a fare?
Lo scoprirete nella prossima puntata.Ahahah.
Spero di risentirvi presto ragazze. Al prossimo capitolo. ^^

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Capitolo 12
*** Io so chi sei ***


Io so chi sei
Chia POV
Mi svegliai con un gran mal di testa come se avessi preso una sbornia.
Non riuscivo ad alzarmi dal letto.
Che cosa avevo fatto stanotte per avere un mal di testa incredibile? Avevo fatto la sonnambula ed ero andata a bere senza rendermene conto?
Ma improvvisamente cominciai a ricordare tutto quello che era successo il giorno prima: io che leggevo il libro, che scoprivo le somiglianze, che incontravo Enrico (oppure dovrei cominciare a chiamarlo Dorian??) in biblioteca, che me ne andavo, che rivelavo al profe che avevo scoperto chi fosse davvero Enrico, io che tornavo a casa, che mi fiondavo sul letto e che mi addormentavo.
Avevo un gran mal di testa, ma anche una fame assurda.
Cercai di alzarmi dal letto.
Con fatica mi infilai le pantofole e scesi le scale.
Andai in cucina dove trovai mia mamma intenta a fare da mangiare.
-Buongiorno Bella addormentata. – mi disse guardandomi e sorridendomi.
-Buongiorno. – dissi con la voce tutta impastata e sbadigliando.- che ore sono?
-Sono quasi l’una.
-Cosa? Non sono andata a scuola?
Lei rise.- io ho provato a svegliarti, ma non ti muovevi proprio dal letto, ti avrò chiamato per un quarto d’ora, poi ho deciso di lasciarti dormire.
Ah wow. Non ero neanche riuscita a svegliarmi. Ero messa davvero bene.
-Mamma, mi daresti un aspirina qualcosa? Mi sta scoppiando la testa. – dissi tenendomi una mano sulla testa.
-Che cos’hai combinato ieri per avere mal di testa?
-E che ne so.
-Vai a prenderla nel cassetto. Vuoi mangiare qualcosa?
-E secondo te cosa sono venuta a fare in cucina, quando non riesco a stare in piedi?
Rise. Mi posò davanti un piatto di pasta, che divorai in poco tempo. Avevo una fame bestia. Non si era capito, vero?
Rimanemmo in silenzio per un po’ di tempo.
-Che fine ha fatto quel ragazzo?- no, non domandarmi niente di Enrico, ti prego, chiedimi di chiunque, ma di lui no, no e ancora no.
-Di chi ti riferisci?- chiesi facendo l’indifferente.
-Quello che era venuto a casa con te quel giorno che dovevo andare via. Aspetta, com’è che si chiamava?Non mi ricordo.
-Enrico. – completò la frase mio padre che nel frattempo era entrato in cucina. Non doveva lavorare? O fare qualsiasi cosa?
-Ah, si ecco, Enrico. Che fine ha fatto?
-Nessuna fine. Era solo un mio compagno di classe, niente di più.
-Ah, be si, certo. Tu con un tuo compagno di classe ti ci baci ovviamente e arrivate quasi a farlo, mi sembra ovvio.- ribatté mio padre.
-Ci siamo baciati una volta, niente di più. Ci vediamo a scuola e basta. Non eravamo insieme o qualsiasi altra cosa. – se avessero saputo che avevamo fatto l’amore insieme e che poi non mi aveva più cagato, lo avrebbero ucciso. Be, mio padre lo avrebbe ucciso, ma tanto non avevo la minima intenzione di dirglielo, lui lo odiava e mia mamma, al contrario, lo adorava. Non so come avesse fatto a capire di adorarlo, lo aveva visto per 5 minuti per una volta, ma lei diceva di adorarlo.
-Ok, tesoro. Mi dispiace, mi sembrava davvero molto simpatico e a modo. A me piace così tanto.- ecco, appunto. Quello che stavo dicendo prima.
-Ma cara, se l’hai visto per 5 minuti una volta sola, come fai ad adorarlo già?- domandò mio papà che non capiva molto la psicologia di mia mamma, nonostante fossero insieme da 25 anni.
-A pelle. Sensazioni. Ricordati che una mamma non si sbaglia mai.- e invece su Enrico si era sbagliata eccome, ma non doveva saperlo, sembrava così tanto ingenua in quel momento.
Suonarono al cancello.
-Tranquilli, vado io.- dissi alzandomi e uscendo dalla cucina.
Aprii la porta di casa. Non sapevo chi mi sarei trovata davanti, sinceramente non ci avevo neanche pensato, ma non avrei mai pensato di trovare lui.
Fuori dal mio cancello, c’era Enrico.
-Che ci fai qui?- chiesi troppo titubante.
-Volevo parlarti. – era serio, ma la sua bellezza mi abbagliava comunque.
-E di cosa?- avevo riacquistato il mio autocontrollo e la voce era ferma, dura.
-Di quello che è successo tra noi. Posso entrare?
In quel momento arrivò mia mamma che sbucò dalla porta.
-Oh Enrico, mi sembrava di sentire la tua voce. Come mai sei qua? Chia, perché non lo fai entrare? Aspetta che ti apro.
Prima ancora che si girasse la fulminai con lo sguardo.
-Oh, cara. Non guardarmi così. È educazione far entrare le persone in casa.- ma io non ce lo volevo. Be, sì. Lo volevo, ma non lo volevo far entrare. Non avevo ancora deciso cosa dovevo fare, se dove dirgli che sapevo chi era veramente.
Mia mamma gli aprì il cancello.
Mi girai e lo vidi entrare.
Mi passò in parte sfiorandomi il braccio. Non potevo negarlo, ero persa per lui, bastava un suo tocco che io impazzivo.
Entrò in casa e mia mamma lo fece accomodare sul divano.
-Ti posso offrire qualcosa da bere?- chiese con la sua voce smielata mia mamma.
-Per adesso no grazie. – gli rispose cortesemente lui con un sorriso tirato.
Io ero appoggiata allo stipite della porta che dava in cucina, con le braccia incrociate che ascoltavo la conversazione senza prenderne parte.
-Come va la scuola?
-Tutto bene, grazie.
-Va be, ci vediamo dopo,vi lascio soli.
Mi passò in parte e mi guardò con uno sguardo di rimprovero, cosa avevo fatto di strano?
Ci guardammo.
-Allora?- chiesi un po’ infastidita.
-Vuoi rimanere lì tutto il tempo? Non vuoi sederti?
-Sto benissimo qui, grazie. – gli risposi secca.
Entrò mio papà con in mano il giornale e si mise a sedere nella poltrona.
Lo guardai male. Continuò a leggere, quando sentii il mio sguardo su di lui, abbassò il giornale.
-Che c’è?- mi chiese facendo il finto tonto, come se non avevo capito che voleva rimanere lì perché voleva sentire cosa dicevamo, ma poteva farsi anche un po’ furbo e non mettersi in mezzo, poteva origliare dietro ad una porta, non in salotto, davanti a noi.
-No, niente. Andiamo su che è meglio. – dissi rivolta ad Enrico.
Lui si alzò dal divano e mi seguì.
Entrammo nella mia stanza, rimasi in piedi e gli feci segno di sedersi sul letto.
-Non so da dove cominciare. – esordì lui.
-Inizia da dove vuoi, basta che inizi.- gli risposi acida.
-Non mi aiuti se fai così.
-Se faccio così come? Non sto facendo niente di strano.
-Mi rispondi di merda. Si, lo so è colpa mia se il tuo atteggiamento, ora è così, ma sono venuto per spiegarti.
-Spiegarmi cosa?
-Tutto.
-Ogni cosa?
-Ogni cosa- stavo pensando che forse mi avrebbe detto il suo segreto, che me ne avrebbe parlato, ma ero convintissima che non lo avrebbe mai fatto.- Devo dirti la verità, all’inizio volevo instaurare un rapporto con te, perché mi piacevi, ma solo per scoparti e basta. Era così finché non ho cominciato a passare del tempo con te e……..ed era così finché non abbiamo fatto l’amore insieme. Si, perché non era sesso o scopare, era amore. Non l’ho mai fatto con nessuna così, non ho mai provato quelle sensazioni e io le ho provate tutte credimi. Ho capito di………io…….sono……- cercavo di guardarlo nel modo più duro possibile, ma non ci riuscivo, mi stavo sciogliendo come una deficiente. – io….sono…..mi sono innamorato di te.
No, alt. Un attimo. Ferma il disco e torna indietro. Cosa???
-Cosa scusa?
-Sono innamorato di te.- disse guardandomi negli occhi.
Ero letteralmente scioccata da quelle parole. Dette da lui, da Dorian Gray. Dovevo ancora aspettare a sciogliermi, dovevo vedere se voleva davvero dirmi tutto.
-Devi dirmi qualcos’altro?- chiesi cercando di mantenere la voce più ferma possibile.
-No.
-Sicuro?
-Cos’altro dovrei dirti, oltre che sono innamorato di te?
-Non lo so, dimmelo tu. Avevi detto che mi avresti detto ogni cosa.
-Ti ho detto ogni cosa.
-Ne sei certo?
-Si.
-Io so chi sei.
 
 
 
 
 
 
 Ciao a tutte. Come state? Ormai la storia si sta facendo interessante eh? Diciamo che questo è un capitolo di passaggio dove penso di aver fatto leggermente la stronza, lasciandovi con questo finale. Si, lo so molto di voi forse mi odieranno, ma volevo incuriosirvi leggermente.
Voglio ringraziare tutte le persone che leggono, che recensiscono e che hanno aggiunto la storie tra le seguite o preferite.
Rispondo alle recensioni:
prettyvitto: Grazie a te per la recensione. Fammi sapere che ne pensi. Un bacione ^^
clakki94: Ahahahahaha se ti consola io mi sono tagliata con le forbici arrotondate. XD L'altro giorno e mi fa un male cane il taglio. =D Spero che ho postato abbastanza presto. =D Avviso subito che posterò sabato la prossima volta, va bene??? O devi recuperare una motosega? Ahahahah anche alcuni miei profe non si ricordano che abbiamo fatto i compiti o se no quando chiediamo se hanno corretto i compiti dicono "mi spiace ragazzi, ma ho avuto da fare" e se gli dici tu così durante un'interrogazione o quando devi fare i compiti, apriti o cielo. -.- Pensa che una prima delle vacanze di pasqua avevamo fatto una verifica e quando siamo tornati le abbiamo chiesto le verifiche e lei?? "Vi ho dato compiti per le vacanze??" "no" "Benissimo, non ho lavorato neanche io" -.- Cioè senza parole. Comunque torniamo alla tua recensione. Mi dispiace deluderti, ma non è in questo capitolo che descrivo il quadro, mancano ancora  tre capitoli a quel fatidico momento. Hai ragione, nel libro non è mai descritto in modo dettagliato, Oscar Wilde non aveva tanta fantasia (Ihih) e quanto pare neanche io. =D Si, la storia sta per finire, mi dispiacerà perdere le tue recensioni =( Che ne pensi di questo capitolo?? Mi vuoi uccidere per la fine?? Spero davvero di no. Al prossimo capitolo. Un bacione ^^
FukoChan: Ciao. Si, esatto finalmente lei l'ha capito, ma come la prenderà lui?? Effettivamente, si saprà nel prossimo capitolo. La storia sta giungendo alla fine, anche se la considero la parte più bella. =) Capita di avere dei momenti bui, ma non ti preoccupare passerà, l'ispirazione arriverà quando meno te lo aspetti. =) Che ne pensi di questo capitolo?? Fammi sapere a presto Un bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

La trovavo perfetta, anche se sapevo che non lo era. Adoravo tutto di lei: gli occhi cerulei anche se lei li definiva azzurri, i capelli ricci che le scendevano lungo le spalle, le labbra sensuali allo sfinire quando era seria e da mordere quando rideva. Aveva una risata che avrei riconosciuto in mezzo a mille altre, era la sua, dolce, genuina, pura, sentita. Lei rideva sempre in modo spontaneo, rideva quando lo sentiva davvero e la sua risata era piena, felice. Mi mancava era da prima che facessimo l’amore che non la sentivo ridere.

Sapevo quanto ci fosse rimasta male, quanto avesse sofferto per il mio comportamento, l’avevo visto sul quadro il giorno prima.

Sapevo che quello che facevo aveva conseguenze sulle altre persone, ma non me n’era mai importato niente, pensavo sempre e solo a me stesso. Fino a quel giorno in cui l’ho incontrata. Da quando l’ho incontrata tutto è cambiato, quando ho visto quello che avevo combinato, mi sono sentito un peso nello stomaco, mi sentivo male. L’avevo fatta soffrire e per la prima volta mi pentivo di quello che avevo fatto. Vedendola lì davanti a me, seria che mi guardava con odio e, soprattutto, con diffidenza, mi stavo ancora di più pentendo di quello che avevo fatto.

Il prossimo capitolo è dal punto di vista di Dorian. Vedrete come reagirà alla scoperta di Chiara e vedrete soprattutto quello che pensa.

Al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 13
*** Me lo prometti? ***


Me lo prometti?
Enrico POV
 
-Io so chi sei. – mi disse guardandomi negli occhi.
-Tu cosa?- gli chiesi con un filo di voce.
-So chi sei. Cosa pensi che non lo avrei mai scoperto? Pensi che sia davvero così stupida?
-Non l’ho mai pensato, ma…….come hai fatto?
-Quindi lo ammetti?
-Cosa?
-Che sei Dorian Gray.
Mi pietrificai. L’aveva capito davvero. Sapeva chi ero, non era solo un modo per spaventarmi o rifiutare il mio amore. Lo sapeva davvero.
-Come….come hai fatto? Cioè……non puoi……
Non riuscivo più a parlare, ero stato scoperto, dopo 100 anni, ero stato scoperto da una ragazzina di 19 anni che amavo.
-L’ho scoperto per caso.
-Ecco, perché stavi leggendo Dorian Gray ieri.
La mia supposizione era stata giusta, allora. Quando la avevo vista in biblioteca, leggere Dorian Gray, ero sbiancato, avevo paura di essere stato scoperto, ma poi riflettendoci non poteva essere possibile. Non c’erano indizi da nessuna parte, non c’erano nomi, non c’erano oggetti. Ok, si. Gli assomigliavo molto, ma quante persone si assomigliano? E da qui ad arrivare a dire che ero Dorian Gray ce n’era di strada ancora da fare.
-Si, proprio per quello.
-Non ti spaventa?
-Cosa?
-Il fatto che io abbia 100.
-Non mi interessa.
Ero felice che non le interessasse, ma non mi sembrava molto felice.
-Senti, so che può essere difficile da digerire come cosa, ma noi due….
-Fermo. Fermo un attimo. Tu pensi che io e te potremmo iniziare una storia? Mi spieghi come posso fidarmi di te? Come posso cominciare una relazione con te, quando ti conosco come le mie tasche? Quando so che sei esattamente la persona meno adatta nel costruire una relazione, tu che vuoi provare ogni sensazione e cosa nuova, come posso io pensare che tu voglia davvero una storia seria? Che tu non farai tutto quello che hai sempre fatto? Ti ricordo che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
-Te lo sto dicendo che voglio una storia seria. Ti sto dicendo che sono innamorato di te, ti sto dicendo che con te è stata la prima volta che ho fatto l’amore quello vero. La prima volta in 100 anni te ne rendi conto?
-Ti vorrei ricordare di Sybil Vane, quella povera attrice di uno squallido teatro di cui eri innamorato e di cui te ne sei disinnamorato in poco tempo.
-Me la ricordo, ma se ti ricordi anche bene, io ero innamorato dei personaggi che interpretava, non di lei, tu non sei nessun personaggio, tu sei solo te stessa e io amo tutto di te. Non so cos’altro fare per fartelo capire.
-Il fatto che mi spaventa davvero è che tu possa continuare a fare quello che hai sempre fatto: portarti a letto tutte, usarle e usare soprattutto me. Ci sono rimasta male quando non mi hai più cagato, ma quando ho capito chi eri, ho capito anche tutti i tuoi atteggiamenti.
-Mi prendi per scemo se ti dico che andavo con le altre per reprimere questo sentimento? Non mi era mai capitato e soprattutto non sapevo le conseguenze a questo sentimento. Che conseguenze avrebbe avuto sul….
-Quadro.- Annuii. Sapeva praticamente tutto di te.
Bussarono alla porta. Era sua madre.
-Ragazzi, posso portarvi qualcosa da mangiare o da bere?
-No, grazie mamma.- rispose lei con la sua bellissima voce melodiosa.
La trovavo perfetta, anche se sapevo che non lo era. Adoravo tutto di lei: gli occhi cerulei anche se lei li definiva azzurri, i capelli ricci che le scendevano lungo le spalle, le labbra sensuali allo sfinire quando era seria e da mordere quando rideva. Aveva una risata che avrei riconosciuto in mezzo a mille altre, era la sua, dolce, genuina, pura, sentita. Lei rideva sempre in modo spontaneo, rideva quando lo sentiva davvero e la sua risata era piena, felice. Mi mancava era da prima che facessimo l’amore che non la sentivo ridere.
Sapevo quanto ci era rimasta male, quanto avesse sofferto per il mio comportamento, l’avevo visto sul quadro il giorno prima.
Sapevo che quello che facevo aveva conseguenze sulle altre persone, ma non me n’era mai importato niente, pensavo sempre e solo a me stesso. Fino a quel giorno in cui l’ho incontrata. Da quando l’ho incontrata tutto è cambiato, quando ho visto quello che avevo combinato, mi sono sentito un peso nello stomaco, mi sentivo male. L’avevo fatta soffrire e per la prima volta mi pentivo di quello che avevo fatto. Vedendola lì davanti a me, seria che mi guardava con odio e, soprattutto, con diffidenza, mi stavo ancora di più pentendo di quello che avevo fatto.
La guardai in silenzio. I suoi occhi azzurri erano piantati nei miei dello stesso colore. Vedere quei mari che mi guardavano come se avessero voluto uccidermi, mi faceva stare male, lo stomaco mi faceva male e soprattutto non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
Abbassai gli occhi e mi presi a guardare le scarpe.
Cosa mi stava succedendo? Era questo che faceva l’amore?
A quanto pareva sì.
-Posso chiederti una cosa?- mi chiese con la voce bassa e roca.
-Tutto quello che vuoi.- avrei davvero risposto a qualsiasi sua domanda, avrei fatto qualsiasi cosa pur di passare del tempo con lei ed avere la possibilità di dimostrarle che la amavo davvero.
-Mi……f-faresti…vedere il quadro?- la sua voce sembrava più un sussurro, io a quella richiesta mi irrigidì. Non avevo mai fatto vedere a nessuno quel quadro, anzi, sì. A Basil. Il pittore che aveva dipinto il quadro che mi aveva stravolto la vita per sempre, non che fosse colpa sua, non lo era affatto, ma quel quadro mi aveva fatto capire che io con gli anni sarei invecchiato. Però Basil lo avevo anche ucciso, solo perché aveva giudicato il quadro. Non potevo permettere che io la uccidessi. Se le avessi fatto vedere il quadro, lei mi avrebbe giudicato.
-No-non so se….- dissi titubante.
-Pensi che ti possa giudicare? Per le scelte che hai fatto? Per le cose che hai fatto? Ricordati che io il quadro l’ho visto con i miei occhi, con la mia mente, con la mia immaginazione. So cosa hai fatto e immagino che negli anni, che nel libro non vengono raccontati, tu abbia fatto tante altre cose, ma cosa potrà mai essere? Non sarà così spaventoso. – il suo tono non era più serio, si era rilassato, parlava in modo più dolce, forse per rassicurarmi.
-Tu non sai in che condizioni è quel quadro. Ho paura che ti spaventi, che tu ti allontani ancora di più e non voglio che accada.
Si avvicinò lentamente verso di me.
-Ti giuro che non mi allontanerò. Resterò con te.
Mi persi nei suoi occhi. Non dubitavo delle sue parole. Dubitavo più che altro su quello che avrei fatto io quando lei lo avesse visto.
-Lo prometti?
-Lo prometto. – mi alzai dal letto e la abbracciai. Mi sentivo tanto un bambino che si faceva consolare dalla mamma. Era una sensazione che non avevo mai provato, ma che con lei mi sembrò di immaginare, di percepire.
Mi prese per mano e uscimmo dalla sua camera.
Sentire il suo corpo di nuovo a contatto con il mio, mi fece sentire appagato e in pace, senza quel peso sullo stomaco.
Finalmente avevo capito cosa voleva dire essere innamorati. Avevo dovuto aspettare 100 anni per capirlo e la cosa era veramente frustrante.
-Mamma, vado a casa di Enrico. Deve darmi un libro che mi serve per la scuola.- disse lei lasciando la mia mano, provocandomi una sensazione di vuoto.
-Ok, va bene. Tesoro, ci vediamo dopo. Ciao Enrico.
-Arrivederci Signora.
Uscimmo dal cancello.
Eravamo uno di fianco all’altro, le nostre mani erano a pochi centimetri di distanza, che a me sembravano metri.
Decisi di colmare questa piccola distanza.
Le presi la mano ed intrecciai le mie dita alle sue.
Lei si girò a guardarmi un po’ scombussolata da questo gesto, ma non si ritrasse.
In quel momento mi sentivo completo, assolutamente in pace con me stesso. Mi ero dimenticato di tutto quello che avevo fatto e, soprattutto, di quello che stavamo andando a fare a casa mia.
Passeggiammo in silenzio, fino a trovarci davanti al cancello di casa mia.
-Sai tutto di questa casa?- le chiesi, capendo solo in quel momento, che aveva davvero scoperto tutto, che non era stata una mia mancanza di riservatezza, il fatto che lei lo avesse scoperto.
-Si, tutto. È stato grazie a questa casa che ho scoperto molte cose.
Aprii il cancello ed entrammo.
-E quand’è che hai cominciato a sospettare di qualcosa?
Non mi rispose.
-Devi promettermi di non arrabbiarti.
E come avrei potuto arrabbiarmi con lei? Non ne avevo nemmeno la forza e non era nemmeno mia intenzione. Non le avrei mai fatto del male.
-Sai quel giorno che…..insomma…che noi…abbiamo…fatto l’amore insieme. Sai che ti è arrivata una lettera?
-Si, mi ricordo.
-L’ho letta.- disse d’un fiato
Rimasi in silenzio. Non ero arrabbiato, anzi, ero felice che lei avesse letto quella lettera, che lei si fosse insospettita e che abbia cominciato ad indagare. Se quella lettera non fosse esistita, io in questo momento sarei a scopare con qualche altra ragazza e non avrei ancora capito quanto Chiara sia importante per me.
-Si, lo so adesso sei….
-No. Non sono arrabbiato, anzi sono felice.
Lei mi guardò perplessa.
-Come mai?
-Perché se tu non avessi letto quella lettera, tu non ti saresti insospettita, non avresti cominciato ad indagare, non avresti conosciuto il mio segreto ed io non avrei capito di quanto fossi innamorato di te. Non lo avrei mai capito, perché sono sempre stato uno stupido che pensavo solo a se stesso, ai propri bisogni e ai propri interessi, invece con te è diverso. Per la prima volta ho cominciato a pensare ai sentimenti, ai bisogni e agli interessi di qualcun altro.  E per questo ti devo ringraziare.
La vidi arrossire. Adoravo la sua timidezza, adoravo il fatto che non si rendeva ancora conto di quanto mi facesse impazzire e di quanto avessi bisogno di lei. Ero sicuro che lei non se n’era resa ancora conto.
 
 
Ciao a tutte. Come state? Eccovi qua un nuovo capitolo. Qua i nostri protagonisti si chiariscono ed è adesso che arriverà il bello, o il brutto dipende da che punto di vista lo si vede. XD
Ringrazio le persone che leggono, che hanno aggiunto la storia alle seguite e alle preferite. Davvero molte grazie.
Rispondo alla recensione:
clakki94: Ahahahah sono convintissima che trovino la laurea nei fustini del dasch. ahahaha. pensa che la mia profe di storia dell'arte ci mette due mesi a correggere le verifiche. o.O Cioè, dico, ma quanto  vuoi mettere? Bah.
Si, mi sono davvero tagliata con le forbici arrotondate, ma in quel momento mi hanno distratto XD Spero che la motosega non la tirerai mai più fuori. =) Sono davvero felice che l'ultima frase ti è piaciuta. =) Neanche io mi fiderei di uno che mi pndere per il sedere e poi dice di amarmi, ma si sa noi donne siamo sceme alcune volte. -.- Spero davvero di non liberarmi di te =) Tieni d'occhio il mio profilo, mi piacerebbe davvero risentirti in qualche altra storia. Io sono di brescia, cioè di un paesino nella provincia di Brescia, tu? Come ti chiami? Che te ne pare di questo capitolo? Fammi sapere mi raccomando. Un bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

-Lo sai, non so che conseguenza avrà questo mio sentimento su di lui.- disse indicando il quadro con la testa. – non so se migliorerà, non so se rimarrà perennemente uguale. Non lo so.
-Be, è ovvio che non puoi saperlo, non ti è mai successo.
-Sei sicura di volerlo vedere?
-Devi esserne convinto tu.
Mi sorrise come rendendosi conto che avessi ragione.
Abbassò il telo e  finalmente lo vidi.

Mi dispiace deludervi, ma nel prossimo capitolo non si vedrà ancora il quadro, ma in quello dopo sì.=)
La fine della storia si sta avvicinando sempre più =( che tristezza.
Il prossimo capitolo sar corto e di passaggio, non molto interessante diciamo, anche see uscirà un nuovo lato di Dorian. =)
Al prossimo capitolo ragazze ^^

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Capitolo 14
*** Un altro Dorian ***


 
Un altro Dorian
Chia POV
Eravamo lì, nel salotto di casa sua, mano nella mano. Ci stavamo guardando intensamente.
Lui aveva appena finito di dirmi che si preoccupava di quello che provassi, dei miei bisogni. Sentirselo dire da una persona che era un egocentrica di merda, era davvero una cosa molto grande e che sinceramente mi lasciava senza parole.
Possibile che Dorian Gray si fosse innamorato davvero? E soprattutto, era possibile che si fosse innamorato proprio di me?
Sorrisi. Non era arrabbiato con me.
-Dai, vieni di sopra.
Mi condusse su per le scale.
Percorremmo il corridoio e ci fermammo davanti ad una porta.
Mi lasciò la mano e prese la chiave che aveva appesa al collo.
Aprii la serratura e lentamente aprii la porta.
Mi ritrovai davanti una stanza buia che serviva da ripostiglio o da soffitta. C’erano cianfrusaglie di tutto i tipi, ma in fondo alla stanza, vidi un quadro appeso, coperto da un telo.
Eccolo. Il famoso ritratto di Dorian Gray, fatto da Basil Hallward 100 anni fa. Tra poco lo avrei visto, ma non era come l’origine. Era stato modificato da un uomo che voleva rimanere giovane tutta la vita.
Ad un certo punto sentii il suo sguardo su di me.
-Sei sicura?- era titubante. Non avrebbe voluto farlo. Immaginavo che gli costasse molto farmelo vedere.
Annuii.
Mi prese per mano e mi condusse dentro la stanza.
Mi fece fermare davanti al quadro.
Si posizionò davanti al telo e mi guardò.
Vedevo dai suoi occhi che non era sicuro di quello che stava facendo.
-Sei sicuro di volermelo fare vedere?
Mi guardò e poi annuì.
-Puoi farmelo vedere un’altra volta, non c’è problema. – girai le spalle e me ne andai.
-No. Fermati. Parliamo un po’.
-Va bene.
Stava rimandando il momento fatidico, me ne resi conto subito.
-Spiegami quando hai cominciato a capire che io sono Dorian Gray.
-Be, quando sono andata in biblioteca e sono andata negli archivi storici ho cercato informazioni su questa villa. C’era il nome di tua nonna, collegato al nome di tua mamma e poi alla fine il tuo. Continuando a leggere ho scoperto che non avevi mai avuto figli e che non ti eri mai sposato e che questa casa era rimasta per sempre in mano tua. Com’era possibile che tu, Enrico Marconi, fossi venuto ad abitare qua dentro? Poi ho parlato con il profe di lettere e mi ha cominciato a chiarirmi le idee e mi ha dato il consiglio di rileggere il libro.
-Il profe sa chi sono?
-Si, l’ha scoperto da solo, ma non ti preoccupare non lo dirà a nessuno. Non gli interessa rovinarti la vita. Alla fine tu puoi vivere la tua vita come vuoi e se questo è il modo in cui ai deciso di viverla, sono scelte tue.
-Giusto. E dopo leggendo il libro hai capito tutto.
-Be, sì. La lettera è stata un indizio molto importante. Senza di quella non lo avrei mai scoperto. Quindi prima abitavi a Londra.
-Si, dopo vari giri del mondo. Avevo deciso di tornare nella città in cui ero cresciuto. Volevo vedere com’era cambiata. Ho visto tutti i cambiamenti che ha fatto e devo dire che l’hanno migliorata rispetto agli anni prima.
-Come mai sei venuto in questa città sperduta?
-Non ero mai venuto qui da quando i miei genitori e mia nonna erano morti. Volevo tornarci, tanto nessuno mi avrebbe mai riconosciuto. Avevo la casa qua, non dovevo nemmeno l’affitto o cose simili e quindi ne ho approfittato. Speravo di trovare pace e tranquilla, invece ho incontrato te che mi hai stravolto la vita.
Arrossii.
-Di cosa sono morti i tuoi genitori?
-Sinceramente? Non lo so. Mia nonna non me lo ha mai raccontato. Ero piccolo, non mi ricordo nessuno di loro e la cosa mi dispiace. Volevo avere almeno un ricordo della mia famiglia, di mia nonna almeno, invece non mi ricordo neanche quella.
Lo vidi intristirsi.
-Lo sai, non so che conseguenza avrà questo mio sentimento su di lui.- disse indicando il quadro con la testa. – non so se migliorerà, non so se rimarrà perennemente uguale. Non lo so.
-Be, è ovvio che non puoi saperlo, non ti è mai successo.
-Sei sicura di volerlo vedere?
-Devi esserne convinto tu.
Mi sorrise come rendendosi conto che avessi ragione.
Abbassò il telo e  finalmente lo vidi.
 
 
Ciao a tutte. Come state? Vi chiedo davvero scusa per non aver postato prima, ma quella stronza di mia mamma non mi ha dato il pc prima di oggi -.- Scusate davvero il ritardo.
Allora, questo capitolo è solo di passaggio. Si vede un nuovo lato di Dorian, che neanche il nostro caro Oscar Wilde ha mai fatto notare, anzi forse non è mai esistito questo lato di Dorian, l'ho solo aggiunto io. =)
Voglio ringraziare le persone che leggono, che hanno aggiunto la storia alle seguite o alle preferite. Davvero un grazie enorme. =D
Rispondo alle vostre recensioni:
FukoChan: Spero di non aver aggiornato troppo presto. Non vorrei mai che tu perdessi dei capitoli. =) Be, cara, il quadro lo vedrai nel prossimo capitolo, per quanto lo abbia descritto. Non sono molto convinta della descrizione del quadro, infatti per la paura non lo rileggo neanche quel capitolo. Aspetterò il tuo giudizio insieme a quello delle altre =) Che te ne pare di questo capitolo? Si, lo so. è cortino e solo di passaggio, ma mi piaceva far vedere questo nuovo lato di Dorian. =) Spero di sentirti presto. Un bacione^^
clakki94: Ciao Claudia!! Nooooo, non ci credo che hai letto il capitolo dal cellulare, sei così in dipendenza? Non pensavo davvero. Come farai quando la storia finirà? E lo sai che il fatidico momento arriva sempre più velocemente. =) Spero che la motosega sia ancora al suo posto. Sono leggermente in ritardo, ma mia mamma questa settimana ha deciso di rompere -.- Ahahahah tranquilla. Sono abituata alle persone non normali, io sono tra queste XD Sono davvero felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto =) Pensi che ti segnali alla direzione?? Ma sei pazza? Anche io ho violato praticamente tutte le condizioni delle recensioni, ma nessuno mi ha mai segnalato  e di certo non lo farò io con te. Come potrei farlo? Non posso. =) Che ne pensi di questo capitolo? Cortino lo so, ma nel prossimo capitolo vedrai il quaro finalmente . A presto. Un bacione^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Lo amavo. Si, lo amavo anch’io ed era questo che importava. Tutto il resto era niente, contavamo solo io, lui e i nostri sentimenti.
Me la stavo facendo con uno molto più grande di me, se dovevo stare lì a guardare l’età anagrafica vera, ma alcune volte mi sembrava di parlare con un bambino: era fragile, aveva bisogno di essere consolato, era insicuro e perennemente spaventato dal fatto che la gente lo possa giudicare. Era un bambino un po’ troppo cresciuto.
Era cresciuto troppo in fretta, aveva cresciuto una vita da perennemente 20 enne e questo non giovava sulla sua sicurezza.
Ma in quel momento un pensiero mi attraversò la mente: e se non avesse smesso di fare tutto quello che faceva? Se avesse continuato? Cosa avrei fato? E se fosse davvero riuscito a smettere, cosa sarebbe successo al quadro? E a lui? qualsiasi cosa sarebbe successa, ci sarebbero sempre state delle conseguenze ne ero certa, ma bisogna vedere con quale io e lui saremmo stati più felici.

 

Finalmente si verà questo quadro =) Come sarà conciato? Be, lo saprete nella prossima puntata ^^

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Capitolo 15
*** Il ritratto di Dorian Gray ***


Il ritratto di Dorian Gray
Chia POV
Era bruttissimo e raccapricciante.
La prima cosa che notai fu lo sguardo: come di odio profondo e aveva un sorrisino che mi faceva schifo solo a vederlo, aveva quella consapevolezza di essere immune a qualsiasi cosa.
Aveva il viso come un rigato, rugoso e a macchie. I denti erano gialli e la maggior parte mancavano. I pochi capelli che c’erano erano lunghi e grigi. La fronte alta era percorsa da rughe d’espressione marcate. Le mani erano secche, gialline, a chiazze di sangue, unghie lunghe e non curate. L’unica cosa che era intatta era il vestito, anche se era pieno di macchie di sangue.
Spostavo lo sguardo prima sul quadro poi su Enrico.
Lui mi guardava come se avesse dovuto essere sgridato.
Non sapevo cosa dire.
La differenza tra lui ed il quadro era grandissima.
La sola cosa che mi veniva in mente in quel momento era quante cose avesse fatto in 100 anni. Il quadro era davvero in condizione pessime.
Avevo lì davanti a me, il quadro che milioni di persone avrebbero voluto vedere: il famoso ritratto di Dorian Gray.
Ed ero l’unica che l’avrebbe mai visto.
Lo guardai e gli sorrisi.
-Non mi odi?
-perché dovrei odiarti? Non mi hai fatto niente. Hai fatto solo una scelta, una scelta discutibile, ma l’hai fatta. Non voglio giudicarti, avevo promesso di non farlo e non lo faccio.
Mi avvicinai a lui e lo baciai teneramente sulle labbra. Lui ricambiò.
Era un bacio diverso da quelli che avevamo sempre avuto. Era casto, dolce, romantico, delicato. Non avevamo cercato di approfondirlo, andava benissimo così. Era tutto perfetto così.
Ci staccammo e lui coprì il quadro con il telo.
Uscimmo dalla stanza, chiuse a chiave e scendemmo.
-è ora che torni a casa.- dissi guardando l’orologio appeso alla parete che si vedeva scendendo dalle scale.
-Ti accompagno.
-Lascia stare vado a piedi. Mi faccio una camminata.
Mi baciò delicatamente stringendomi forte a sé. I nostri corpi combaciavano alla perfezione e questa cosa mi eccitò e non poco.
Dovevo andarmene velocemente, non volevo rovinare il momento.
-Ci vediamo domani.
Feci il vialetto ed uscii dal cancello.
 
 
Decisi di farmi tutta la strada a piedi e di non prendere la filo.
Avevo bisogno di pensare, di schiarirmi le idee e la filo non era il posto migliore per farlo.
Quindi alla fine mi amava. Non poco da quanto avevo capito.
Ma cosa sarebbe successo? Avevo una strana sensazione. Non dovevo farci caso, dovevo godermi quei momenti insieme a lui e quei momenti in cui mi sarei sentita bene.
Lo amavo. Si, lo amavo anch’io ed era questo che importava. Tutto il resto era niente, contavamo solo io, lui e i nostri sentimenti.
Me la stavo facendo con uno molto più grande di me, se dovevo stare lì a guardare l’età anagrafica vera, ma alcune volte mi sembrava di parlare con un bambino: era fragile, aveva bisogno di essere consolato, era insicuro e perennemente spaventato dal fatto che la gente lo possa giudicare. Era un bambino un po’ troppo cresciuto.
Era cresciuto troppo in fretta, aveva cresciuto una vita da perennemente 20 enne e questo non giovava sulla sua sicurezza.
Ma in quel momento un pensiero mi attraversò la mente: e se non avesse smesso di fare tutto quello che faceva? Se avesse continuato? Cosa avrei fato? E se fosse davvero riuscito a smettere, cosa sarebbe successo al quadro? E a lui? qualsiasi cosa sarebbe successa, ci sarebbero sempre state delle conseguenze ne ero certa, ma bisogna vedere con quale io e lui saremmo stati più felici.
Decisi di andare a fare un salto a scuola e di parlare con il profe. Non avevo voglia di tornare a casa, parlare con mia mamma e con mio papà. Volevo vedere una persona che in quel momento mi avrebbe potuto capire.
Arrivai a scuola e vidi la sua macchina.
Bene, è qua. Pensai tra me e me.
Entrai in sala insegnanti. Era solo, anzi, era perennemente solo.
-Buon pomeriggio.
-Oh, ciao cara. Come stai?
-Bene, grazie. Lei??
-Bene. Cos’hai deciso di fare?
-Gliel’ho detto. Gli ho raccontato tutto e lui ha detto di essere innamorato di me, ma ho paura, ho paura che lui non cambi, ma se lui cambia sono sicura che ci saranno delle conseguenze.
-Che tipo di conseguenze?
-Se il quadro cambiava quando lui faceva qualcosa di strano, magari potrebbe avvenire anche il contrario. È solo un ipotesi.
-Non so, non penso che le cose sono così semplici, sai com’è, non ho mai fatto un patto col diavolo.
Giusto, vero. Che scema.
-giusto. Non ci avevo pensato.- arrossii.
-C’è qualcos’altro che volevi dirmi?
-L’ho visto.
-Cosa?
-Il quadro. – alzò il naso dalle scartoffie che aveva in mano. Era allibito. Non poteva credere alle proprie orecchie.
-Il ritratto di Dorian Gray?!?!?
-Si.
-Descrivimelo, cara. Dimmi tutto.
-è indescrivibile. Anche se glielo descrivessi non potrebbe mai capire davvero com’è. Ed ho scoperto un nuovo lato di Dorian. È fragile, sembra un bambino, è molto insicuro.
-Normale. Cresciuto senza padre, madre e nonna, non è facile. Sarà dovuto crescere molto in fretta.
-Fa lo psicologo, profe?
-No, no. Assolutamente no.
-Ci vediamo domani. Arrivederci.
-Ciao cara. Buona serata.
-Anche a lei.
Uscii da scuola e mi diressi verso casa dove c’erano ad attendermi mia mamma e mio papà in ansia.
Entrai in casa, appoggiai il giubbino e li vidi fiondarsi verso di me.
-Che è successo??- li guardai preoccupata.
-Niente. piuttosto a te cosa è successo?- mi chiese mio papà già pronto ad andare da Enrico qualsiasi cosa lui mi avesse fatto.
-Niente. abbiamo parlato. Vado a farmi una doccia a dopo.
Dissi passando davanti a quei due genitori che non sapevo farsi i fatti loro.
Aprii il rubinetto della vasca e aspettai che si riempì.
Entra e mi rilassai, perdendomi nei miei pensieri.
Ero felice, finalmente contenta che avessi trovato quel ragazzo migliore che la mia sensazione aspettava.
Adesso sei contenta? Pensai rivolta alla mia sensazione.
Molto. Non sai quanto. Disse lei facendo trasparire una voce fin troppo allegra.
Ma lo sai che la tua vita sentimentale non finirà adesso, con lui. Lui non ci sarà per sempre.
Mi agitai nell’acqua, mentre Lui non ci sarà per sempre  riecheggiava nella mia testa.
Ciao ragazze. Eccomi qua. Come promesso ho sostituito l'avviso con il capitolo. Spero davvero che vi sia piaciuto. Finalmente eccovi servito il capitolo dove viene dcritto il quadro. Spero di avere reso l'idea e se non fosse così chiedo scusa. T.T
Allora, sarò veloce e concisa. Ho il pc per poco.
VOglio ringraziare le persone che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite e quelle che commentano. Davvero grazie.
Rispondo alle vostre recensioni:
clakki94: Vedi cara?? Oggi non è sabato. =) Penso che avrai cacciato di nuovo la motosega vero??? ahahahahah quindi ti ho fatto venire anche una crisi di nervi, vero? Esattamente questo Dorian è più umano, spero che ti piaccia comunque. Mi spiace ma devo abbandonarti =( quando finirà lastoria. Finalmente il quadro è arrivato. Hai visto?? Allora? che ne pensi. Fammi sapere mi raccomando. Un bacione. Alla prossima ^^
FukoChan: Grazie per icomplimenti e scusa per il piccolo inconveniente che è sorto e mi scusa per l'avviso. Odio leggerli, ma soprattutto scriverli. -.- Finalmente ecco l'attesissimo capitolo del quadro. Che ne pensi?? Fammi sapere. A presto. Un bacione^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

A ricreazione Dorian venne al mio banco e vi si sedette in cima.
-Sei a casa da sola oggi??- mi chiese guardandomi con desiderio.
-Non penso. Perché?- si piegò e raggiunse il mio orecchio.
-Avrei in mente una cerca cosa.- sentivo il suo respiro sul mio collo, la sua voce bassa e tremendamente sexy nel mio orecchio. Mi morse il lodo dell’orecchio sinistro, poi lentamente scese a baciarmi e a mordicchiarmi il collo.
-Mmmmhhhhhh.- lo sentii sorridere.
Chissà cosa scederà eh?? Io lo soooooooooooo ahahaha Sono stronzissima. =)
Al prossimo capitolo ragazze. ^^

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Capitolo 16
*** Se solo ti avessi conosciuto prima ***


Se solo ti avessi conosciuto prima
Chia POV
Mi svegliai la mattina seguente, non ricordandomi come avessi fatto ad arrivare al letto e a mettermi il pigiama.
Guardai la sveglia sul comodino ed ero giusto in tempo per andare a fare colazione, vestirmi ed andare a scuola.
Mi vestii velocemente e scesi.
Mia mamma era ai fornelli che cucinava, che canticchiava. Mio papà leggeva il giornale come tutte le mattine.
-Buongiorno tesoro. Dormito bene???- chiese mia mamma continuando a cucinare le uova. Una volta a settimana ci faceva una colazione completa con uovo, pane, marmellata e succo di frutta. Quella mattina era quel giorno della settimana.
-Si, bene, grazie.
Avevo ancora tutta la bocca impastata. Sarei tornata volentieri nel mio letto, ma non potevo permettermi di perdere altri giorni di scuola, eravamo quasi a metà dell’anno, dovevo impegnarmi, concentrarmi e cominciare a pensare a cosa avrei portato all’esame della maturità.
Feci velocemente colazione ed uscii di casa.
Presi la filo dove c’era la mia amica Sara che mi aspettava.
-Chia, che faccia hai??- oddio, che faccio avevo?
-Che faccia ho?
-Da una che non ha dormito. Cos’hai combinato?
-Ma se ho dormito come una bambina.
In quel momento la filo si fermò ad una fermata e vidi salire Dorian.
Lui che prendeva una filo? E da quando?
Incontrai il suo sguardo e fece un sorriso a 32 denti.
-Ciao.- disse venendo vicino a me e guardandomi.
-Ciao, cosa ci fai qua?- dissi indicando con la testa la filo.
-Avevo voglia di vederti. – si avvicinò e mi baciò. Avevo una specie di deja vu. L’avevo già vissuta quella scena qualche settimana fa, solo che c’era qualcosa di diverso: il bacio era diverso, lui era diverso.
Il bacio era più dolce e delicato, lui sembrava avere un approccio diverso, non era più il ragazzo sicuro di se, determinato nell’ottenere quello che voleva, era più dolce, premuroso. Sembrava totalmente diverso.
Il problema che io non ero diversa. Da quel bacio volevo di più.
Approfondii il bacio e lo resi più passionale. Lui rispose e non si ritrasse. In quel momento stavo risentendo il vecchio Dorian.
Ripresi un briciolo di autocontrollo.
Mi staccai da lui.
-Forse è…..il caso….se ci calmiamo.- dissi ansimando, anche lui non era nelle condizioni migliori.
-Mi sa che è meglio. –sorrise.
Ci staccammo e vidi che molti ci stavano guardando. Arrossii.
Lui mi guardò e rise.
-Non ridere, cretino.- dissi dandogli un pugno sul braccio. Non si mosse, sembrava che non lo avessi nemmeno preso. Continuava a ridere come un cretino e il Dorian timido e dolce era scomparso, era tornato quello vecchio, che sinceramente preferivo.
Lo guardai male.
-Smettila di ridere, Do…Enrico. – lui mi guardò storto, accorgendosi di come lo stavo per chiamare, poi ricominciò a ridere.
-Do…dovresti vedere la…..la tua…faccia.- rideva come un deficiente.
-Senti, non è colpa mia se sono arrossita ed è stata anche colpa tua. – dissi facendo il broncio come una bambina.
-Hai fatto tutto da sola, piccola, se fosse stato per me, non saremmo arrivati fino a quel punto.
-Va bene, ho fatto tutto da sola, ma non mi sembrava che a te facesse tanto schifo.
-Vero.
Girai lo sguardo verso Sara che ci guardava con la bocca aperta.
-Terra chiama Sara, mi ricevi?- le domandai io, sventolando la mano davanti alla sua faccia.
-Da…da…da quand’è che voi due….siete…..- chiese lei cercando di articolare una frase di senso compiuto.
-Da ieri. Cioè, abbiamo parlato e….eccoci di nuovo qua.
A quanto pare si riprese perché cominciò a guardare Dorian con uno sguardo carico di odio.
-Tu prova di nuovo a trattarla di merda e giuro che ti vengo a prendere a casa e ti pesto. Chiaro??- era davvero in collera. Puntava il dito contro Dorian con fare minaccioso. Lui non era molto intimorito da questo atteggiamento, anzi le rispose ridendole in faccia.
-Cristallino.
-E non ridere di me, giuro sulla mia amicizia con lei che se la tratti di merda e la lasci, vengo a prenderti a casa e ti distruggo.
Dorian continuava a ridere.
-Si,si. Tranquilla. Non succederà. – e mi mise un braccio intorno alla vita avvicinandomi a lui.
Mi sentivo protetta, tranquilla e questa cosa mi faceva sentire bene.
 
 
 
 
 
A ricreazione Dorian venne al mio banco e vi si sedette in cima.
-Sei a casa da sola oggi??- mi chiese guardandomi con desiderio.
-Non penso. Perché?- si piegò e raggiunse il mio orecchio.
-Avrei in mente una cerca cosa.- sentivo il suo respiro sul mio collo, la sua voce bassa e tremendamente sexy nel mio orecchio. Mi morse il lodo dell’orecchio sinistro, poi lentamente scese a baciarmi e a mordicchiarmi il collo.
-Mmmmhhhhhh.- lo sentii sorridere.
Avevo un’ immensa voglia di lui, ma non dovevamo già lasciarci andare così, poi lì in classe.
Mi alzai di scatto e lo scostai.
-No, adesso. No. – dissi guardandolo dritta negli occhi che trasmettevano puro desidero e depravazione.
-Dai. Solo un bacio, niente di più. Giuro. – mi disse facendomi un sorriso.
Mi avvicinai a lui. Mi prese e mi baciò. Una mano mi teneva la nuca, l’altra ero su un mio fianco.  
Lentamente mi fece girare. Appoggiò le sue mani sulle mie natiche e mi fece sedere sul calorifero.
Lui si misi in mezzo alle mie gambe, appoggiando la sua intimità vicina alla mia. Era già eccitato e sentirlo mi faceva eccitare ancora di più.
Si staccò dalle mie labbra e cominciò a baciarmi il collo, per poi aprirmi lentamente la felpa e prendermi i seni sopra la maglietta.
Ansimavo e avevo una voglia pazzesca di sentirlo dentro di me.
Vidi Sara arrivare dal corridoio.
-Sta arrivando qualcuno.- lo capii leggendole il labbiale.
-Dorian – gli sussurrai ad un orecchio.
-Dimmi, piccola. – disse ansimando e guardandomi negli occhi.
-Sta arrivando qualcuno. So che molto probabilmente la cosa ti eccita e non poco – rise – ma a me la cosa mi imbarazza.
-Continuiamo più tardi. – dissi dandomi un ultimo bacio e lasciandomi scendere dal calorifero.
Mi misi a posto ed andai in bagno a calmarmi.
Quanto amavo quel ragazzo? Quanto mi attraeva fisicamente? Quanto ci avrei fatto l’amore per ore e ore? Sembravo una pervertita, ma era colpa sua se ero diventata così. Con il mio ex ragazzo non avevo mai fatto così, facevamo l’amore insieme ed era finita lì. Con lui invece, l’avrei fatto dappertutto, l’avrei fatto di continuo. Mi sentivo tanto una ninfomane.
Uscii dal bagno e trovai Sara ad aspettarmi nel corridoio.
-Grazie, per prima. – le dissi.
-Tranquilla. Non volevo che qualcuno vi trovasse nudi, perché se andavate avanti così, lo avreste fatto a scuola, su un calorifero.
Risi. Era vero.
La campanella suonò e noi tornammo in classe.
 
 
 
Ero sulla filo, stavo tornando a casa ed insieme a me c’era Dorian e Sara.
Mi suonò il cellulare era mia mamma.
-Dimmi, mamma.
-Senti, tesoro. Devo andare a fare una cosa in ufficio. Ti ho lasciato da mangiare, quando torni dovrebbe essere ancora caldo. Alice è da un’amica, vado a prenderla io quando torno dal lavoro.
-Ah ok. Va bene. Ci vediamo stasera.
Primo pensiero: casa libera. Secondo pensiero: Dorian nudo, sopra di me. Si, stavo davvero diventando una pervertita.
-Che succede? – mi chiese lui, guardando la mia faccia.
-Sono a casa da sola. – ammisi facendo un sorriso.
-Davvero??- chiese lui, non essendo sicuro se stessi scherzando o meno.
-Davvero, davvero, davvero.- dissi ridendo.
-Niente, ragazzi, io vi saluto. Buon pomeriggio e mi raccomando fate i bravi.- aveva già capito che Dorian sarebbe venuto a casa mia. Perspicace la ragazza.
Scendemmo dalla filo e percorremmo il piccolo pezzo di strada che ci divideva da casa mia.
Aprii il cancellino e successivamente la porta.
Feci passare Dorian e poi chiusi la porta a chiave, lasciando le chiavi inserite impedendo così l’accesso a chiunque.
Andai in cucina e presi il pranzo che mia mamma aveva preparato.
Avevo appena messo le cose nel microonde quando Dorian mi abbracciò da dietro.
Mi cominciò a baciare il collo voglioso, portai una mano dietro e cominciai ad accarezzargli i capelli.
-Dorian. Calmati un attimo.- gli dissi ansimando e cercando di staccarlo.
-Forse dopo, ma adesso non posso. Ti voglio. Non sai nemmeno quanto.- il suo respiro si infrangeva sulla pelle del mio collo provocandomi la pelle d’oca e l’eccitazione.
Mi fece girare e mi baciò avidamente le labbra per poi giocare con la mia lingua. Sentivo la sua intimità eccitatissima e la cosa eccitava anche me.
Mi sollevò la maglietta e mi percorse la schiena con le sue mani stranamente fredde. Passò lentamente davanti, accarezzandomi la pancia per poi salire verso i seni.
Me li prese e me li strinse.
Lo volevo in quel momento, chissene fregava se eravamo in cucina, lo volevo.
Mi tolse la felpa, gli tolsi la sua. Mi tolse la maglietta lasciandomi in reggiseno, gli tolsi la sua maglietta. Gli ammirai il fisico scolpito e perfetto. Glielo baciai. Mi fece risalire per baciarmi, per poi prendermi in braccio e portarmi sul tavolo.
Partì a baciarmi dalla bocca, per poi scendere al collo, ai seni, alla pancia. Scendendo sempre più. Mi slacciò i jeans e me li sfilò.
Mi misi a sedere gli sfilai i suoi di jeans, passando volutamente una mano vicino alla sua intimità.
Gli tolsi i boxer, lentamente, cercando di toccare nel modo più delicato più punti possibili.
Lo vedevo, stava fremendo dal desiderio ed io pure.
Mi sfilai le mutandine e incrociai le gambe dietro la sua schiena.
Lentamente entrò in me.
Era di nuovo mio, era di nuovo dentro di me e sentirlo mi rendeva felicissima. Facemmo l’amore lì sul tavolo. Non avevo mai ansimato e goduto come in quel modo. Mi era mancato tutto di lui, ogni più piccolo dettaglio. Mi era mancato semplicemente fare l’amore con lui.
Quando finimmo decisi di mangiare qualcosa.
Lui era in salotto avvolto in una coperta ancora nudo.
Io giravo con un accappatoio.
Scaldai il piatto di pasta che mia mamma aveva preparato e raggiunsi Dorian sotto le coperte.
Mi avvolse e mangiammo insieme.
Ero accoccolata tra le sue braccia.
Mi stava accarezzando i capelli.
In quel momento mi stavo per addormentare, ma la voce di Dorian mi risvegliò.
-Sei diversa.- mi sussurrò giocando con una ciocca dei miei capelli.
-In che senso?- mi stavo preoccupando. Pensavo che avesse trovato qualcosa di diverso in me e che volesse lasciarmi.
-Sei diversa dalle altre. Non riesco a capire cosa hai di diverso, però
La sua risposta mi aveva tranquillizzato.
-è una cosa positiva o negativa?- gli chiesi accarezzando la sua gamba.
-Positiva. Positivissima.- disse dandomi un bacio tra i capelli.-Tu mi attrai in ogni tuo movimento, in ogni tuo sguardo, in ogni minima reazione del tuo corpo. Non è un fatto prettamente fisico, mi attrai anche di testa e quando una persona ti attrae di testa sei finito.
-Vero. Sei davvero finito.
-Ti giuro che io ti amo. Se solo ti avessi conosciuto prima, la mia vita sarebbe stata completamente diversa, mi sarei sistemato, avrei smesso di fare la vita che facevo fino a qualche giorno fa. Se solo ti avessi conosciuto prima forse adesso avrei figli, sarei diventato padre e poi nonno. Adesso questa cosa non è possibile, tu sei troppo giovane ed io, per la mia carta d’identità, sono a mala pena un 20enne. Non mi sembra il caso.
-Ma forse un giorno chi lo sa. Potremmo sposarci, avere figli, diventare nonni e invecchiare come le persone normali.- gli dissi girandomi e sorridendogli. Era la prima volta che pensavo ad avere figli, a sposarmi, non ci avevo mai pensato, ma in quel momento sentivo che con Dorian avrei potuto costruire una famiglia anche se avrebbe dovuto mentire a tutti sulla sua storia. Mentre lo guardavo, stavo riflettendo su queste cose, quando notai un cambiamento nel suo viso. Lo guardai perplessa.
-Sei davvero così sicura che io possa invecchiare? Che la mia anima torni normale? E se pure la mia anima tornasse normale, non pensi che avrei delle ripercussioni sul mio fisico e sul mio corpo?
-Sinceramente, Dorian? Non lo so. Non lo posso sapere. So solo che voglio godermi il tempo che passo con te,  potrà essere per sempre o per un periodo più breve, ma sai che cosa mi fregherebbe? Niente. Avrei passato del tempo con te, ti avrei amato in ogni senso, avrei scoperto la persona che sei. Sai quanto mi frega a me della tua anima, io amo te, non lei.
Mi guardava con gli occhi lucidi, non volevo farlo piangere.
Mi guardò e mi baciò delicatamente, finché non ricominciammo a fare l’amore sul pavimento del mio salotto.
Quel pomeriggio lo facemmo ancora due volte, ma stavolta in un letto.
Ci addormentammo nudi, abbracciati e felici.
 

 

 

 

 Ciao ragazze come state? Finalmente posso dire BUONE VACANZE. Oggi è stato il mio ultimo giorno di scuola =) NOn ne potevo davvero più =)
Allora, passiamo alla storia. Dorian e Chiara sono insieme ufficialmente e tutto sembra andare per il meglio. Vi consiglio di soffermarvi molto sul "Lui non ci sarà per sempre". Da quanto ho visto nelle recensioni lo avete fatto,ma fatelo ancora.
Questa storia sta sempre giungendo al termine ormai. =( 5 Capitoli ed è finita =( NOoooooooooooooooooo.
A proposito, dato che le vacanze sono iniziate, vorrei un vostro consiglio: ogni quanto dovrei postare in modo che possiate leggerla. Non vorrei che qualcuno si perdesse il finale che penso sia il più bello. L'ho adorato scrivendolo e rileggendolo. Sembrerò una scema ma piangevo mentre scrivevo, sono messa davvero male. -.-
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno messo la storia tra le seguite e le preferite e soprattutto gli angeli che hanno recensito i capitoli =)
Passo a rispondere alle recensioni:
Fuko Chan: Ciao. Eccomi di nuovo qua. Come non ti aspettassi che lo descrivessi così? L'ho descritto male? Sono davvero felice che quella parte ti sia piaciuto. Non posso rivelarti niente, ormai siamo alla fine e tra poco lo capirai, cioè quando lo capirà anche lei. =) Comunque, cerca di rivedere la tua supposizione. =) Che ne pensi di questo capitolo?? Fammi sapere un bacione.alla prossima ^^
Valentina78: Ciao. Grazie per i complimenti e sono contenta che la storia ti piaccia. Mi dispiace solo che sei arrivata verso la fine della storia =(Esatto ci sono molte domande senza risposta, ma a cui ne avranno presto una. Per gli errori di battitura, chiedo scusa, ma sono quelli che ho fatto scrivendo in word. Io non riscrivo tutto, copio e incollo da word e non molto spesso non mi rendo conto degli errori nemmeno quando rileggo (sono un pò scema =) ) Che ne pensi di questo capitolo? Fammi sapere. ^^
clakki94: Lo sai che devo abbandonarti. =(La storia sta per finire =( e io devo abbandonarti per forza. ahahahahahaha ringrazio mamma e papà allora. XD Noooooooooooooo, dala migliore amica nooooooooo. ahahahahahah non so perchè non ci hai pensato prima. Fidati del profe, non ha niente di strano. Non ci saranno colpi di scena fino alla fine, cioè non finchè non si chiariranno le cose. So che non si capisce molto, ma devo essere vaga per non farti capire. =) Che ne pensi di questo capitolo?? FAmmi sapere mi raccomando. Un bacione. Al prossimo capitolo ^^
MissNanna: Non ci posso credere, hai letto e commentato i capitoli che ti sei persa. *.* Potrei mettermi a piangere. *.* Di stavo dando per dispesa ormai. Sono contenta che la storia ti piaccia. é si, quel "Lui non ci sarà per sempre" è davveri brutto, ma non ti posso svelare niente. =) è abbastanza persto? XD Fammi sapere che ne penso di questo capitolo. Un bacione. Al prossimo capitolo ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Mi stavo per infilare nel letto quando sentii il suo petto contro la mia schiena.
-Dov’eri andata?- mi chiesi annusandomi i capelli.
-A parlare con mio papà. – lo sentii irrigidirsi.- abbiamo lasciato delle prove in giro per casa oggi e mio papà le ha trovate.
-Forse è meglio che me ne vado a casa prima che venga ad uccidermi.- disse staccandosi da me e scendendo dal letto.
Lo presi per il bacino e lo tirai nel letto.
-Resta con me. Non ti farà niente tranquillo. – gli sorrisi fiduciosa.
Il prossimo è solo un capitolo di passaggio e descrittivo come questo.
Spero che questo vi sai piaciuto. Alla prossima ^^

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Capitolo 17
*** Lo amo, papà ***


 
 
Lo amo, papà.
Chia POV
Mi svegliai abbracciata a Dorian. Ero riscaldata dal suo corpo e mi sentivo completamente in paradiso.
Ma solo in quel momento mi accorsi che non sapevo quante ore fossero passate.
Guardai la sveglia: le sette.
Cazzo. I miei genitori. Mia sorella. Oddio, i nostri vestiti erano ancora in cucina.
Allarmata mi alzai dal letto cercando di non svegliare Dorian. Mi cadde l’occhio sulla sedia e lì c’erano i nostri vestiti.
Stavo pregando che li avesse trovati mia mamma e non mio papà.
Si, va be. Non importava chi gli avessi trovati, prima o poi mio papà sarebbe salito in camera e avrebbe visto Dorian nudo nel mio letto e non era difficile capire cosa avessimo fatto.
Non sapevo perché mi stavo ponendo tutti quei problemi, mio papà sapeva che non ero più vergine, ma io avevo intuito benissimo che lui non sopportasse Dorian, cioè Enrico, lui lo conosceva come Enrico.
Presi la vestaglia anch’essa appoggiata alla sedia e scesi a salutare la mia famiglia.
Sentii la voce di mia mamma che parlava con mio papà che sembrava alquanto arrabbiato.
-Senti, tesoro. Perché ti ostini? Quei due hanno fatto l’amore insieme e che problemi ci sono? Come se io e te non avessimo mai fatto niente prima del matrimonio.- disse mia mamma mentre lavava i piatti.
-Si, lo so,ma……ma lei è mia figlia. – disse mio papà balbettando.
-Lo sai anche tu che nostra figlia non è arrivata vergine a 19 anni, con Daniele però andava bene, con lui no, perché?- avrei voluto abbracciare mia mamma in quel momento, ma mi trattenni e continuai ad ascoltare il discorso in silenzio.
-Non mi piace, va bene? C’è qualcosa che non mi piace di questo ragazzo.
-Ma ti rendi conto che deve piacere a tua figlia e non a te o a me? Non possiamo  scegliere noi il suo ragazzo, non possiamo neanche scegliere il suo futuro marito quando arriverà il momento. Non possiamo farlo. Anche tu non stai a genio a mio papà eppure eccoci qui che discutiamo su nostra figlia.
Era arrivato il momento di fare sentire la mia presenza. Mi schiarii la voce.
-Tesoro, ben alzata. Tutto bene oggi a scuola?- disse mia mamma cambiando prontalmente discorso, come se non avesse capito che io ero lì da un pezzo.
-Le chiedi come è andata la scuola? Davvero le stai chiedendo come è andata la scuola?- mio papà era infuriato, era bordeaux dalla rabbia.- Io voglio sapere piuttosto perché rientrando in casa ho trovato i tuoi vestiti per terra in cucina e successivamente entrando in camera ti ho trovato abbracciata a quello là, completamente nudi. – urlò mio papà puntandomi il dito contro.
-Prima cosa: abbassa la voce. Seconda cosa: quello là ha un nome e si chiama Enrico. Terza cosa: non puoi proteggermi per sempre, devo fare i miei sbagli e se questo dovesse essere uno sbaglio ne pagherò le conseguenze, ma voglio vivermi la vita. Lo amo, papà. Lo amo profondamente e lo so che la cosa potrà sembrarti assurda, ma l’ho sempre amato. Quando ho fatto l’amore insieme con lui la prima volta, e per essere chiara non è stato oggi, mi sono sentita felicissima e ho capito che in quel momento stavo facendo l’amore vero. Te la ricordi questa sensazione, papà? Fare l’amore con la persona che ami e renderti conto che le cose fatte con lei sono migliori, l’amore fatto con lei è migliore perché quello che provi è forte, è vero, è sentito. Io con lui ho provato queste cose, che poi ci siamo distaccati è un’altra storia, la cosa importante è che ci siamo riuniti. Durerà poco? tanto? Non mi importa. Io lo amo e basta. Poi sarà quel che sarà.
Mio papà mi guardava a bocca aperta. Gli avevo detto tutto, quando mi sfogavo tendevo a dire qualsiasi cosa.
Uscii e salii le scale. Riuscii a sentire la risata di mia mamma che poi sussurrò qualcosa a mio papà.
Entrai in camera e trovai Dorian ancora addormentato.
Almeno così mi sembrava.
Mi stavo per infilare nel letto quando sentii il suo petto contro la mia schiena.
-Dov’eri andata?- mi chiesi annusandomi i capelli.
-A parlare con mio papà. – lo sentii irrigidirsi.- abbiamo lasciato delle prove in giro per casa oggi e mio papà le ha trovate.
-Forse è meglio che me ne vado a casa prima che venga ad uccidermi.- disse staccandosi da me e scendendo dal letto.
Lo presi per il bacino e lo tirai nel letto.
-Resta con me. Non ti farà niente tranquillo. – gli sorrisi fiduciosa.
-E come fai ad esserne così sicura?- sembrava davvero preoccupato.
-Gli ho detto delle cose che lo lasceranno scioccato per qualche giorno.- cominciai a ridere.
-Cosa gli hai detto?- Bussarono alla porta.
-Chi è?- chiesi io.
-Mamma.
-Entra.
Mia mamma entrò con un vassoio pieno di cibo e qualcosa da bere.
Aveva un sorriso a 32 denti.
-Come mai sorridi così?- le chiesi vedendola visibilmente felice e euforica. Cominciò a ridere.
-Hai scioccato tuo padre lo sai? Volevi fargli prendere un infarto? Be, ci sei quasi riuscita. Quando gli hai detto che oggi non era la prima volta che lo facevate, gli hai fatto perdere 10 battiti. Quando gli hai detto che lo amavi, gli hai fatto perdere 20 battiti. - rideva come una scema. Era visibilmente divertita dalla scena che le si era presentata agli occhi in cucina.
In parte a me Dorian mi guardava allibito.
– Ragazzi, vi lascio soli. Mi raccomando. Puoi stare a dormire da noi, cioè con Chia se vuoi, non ci dai fastidio. Per i vestiti, se vuoi vado a prenderteli. – disse mia mamma cortese dirigendosi verso la porta.
-Me li farò portare dal maggiordomo.- disse tranquillo.
-Buona notte, ragazzi.
Mia mamma chiuse la porta e immediatamente lo sguardo contrariato di Dorian si posò su di me.
-Che cosa ti è saltato in testa?- alzò leggermente la voce.
-Cos’ho fatto?- chiesi io facendo la faccettina da angioletta.
-Perché gliel’hai detto a tuo papà?
-Perché se non gli avessi detto tutta la verità ti avrebbe sbattuto fuori casa nudo, senza pensarci due volte. Si, è ancora un po’ scioccato, ma quando capirà che quello che gli ho detto è vero, cambierà atteggiamento.
Mi strinsi forte contro il suo petto. Adoravo il suo profumo, il suo petto nudo.
Lui mi abbracciò con la stessa intensità.
Mi diede un bacio castissimo sulle labbra.
Ci sdraiammo e tornammo a dormire abbracciati l’uno all’altra.
In quel momento mi sentivo completa, assolutamente piena e felice come se avessi tutto. Non avevamo toccato cibo, non avevamo voglia di mangiare, stavamo benissimo così.
Mi addormentai con un sorriso ebete sulla faccia, mentre Dorian mi sussurrava “Ti amo, piccola stravolgitrice di vite.”
 
 
 
 
 
 
La mattina seguente, mi svegliai cautamente.
Erano le 6 e mezza. Potevo dormire ancora un po’, ma non ne avevo voglia.
Alzandomi vidi una borsa sconosciuta, appoggiata a terra. Intuii che erano gli indumenti puliti di Dorian.
Andai in bagno a farmi una doccia veloce.
Entrai in camera cercando di non far rumore e mi tolsi la vestaglia.
-Mmmmmmh. Che bella visione alla mattina presto.- presi paura e mi voltai di scatto.
-Pensavo dormissi. – dissi io leggermente imbarazzata nonostante il giorno prima mi avesse visto nuda quasi tutto il giorno.
-Per mia fortuna no.- disse facendo un sorriso malizioso.
Gli girai le spalle e ricominciai a vestirmi.
Mi accorsi della sua presenza solo quando mi prese la vita e mi strinse al suo petto.
Il suo corpo combaciava perfettamente con il mio. Tranne per una leggera protuberanza anomala.
Ero riuscita ad indossare solo il reggiseno.
Ero già eccitata, nonostante non mi avesse ancora toccata.
Mi baciò l’incavo della clavicola, poi passò dietro tra le scapole.
Mille brividi mi percorsero.
-Hai freddo, piccola stravolgitrice di vite?- mi girai e lo guardai dritta negli occhi.
Lo spinsi sul letto e mi ci fiondai in cima.
Gli percorsi il petto e gli addominali di baci.
Volevo ancora che mi facesse sua. Avrei sempre voluto che mi facesse sua.
Facemmo nuovamente l’amore insieme, cercando di non farci sentire dai miei genitori e soprattutto da mia sorella, ma la cosa risultava al quanto difficile. Più Dorian spingeva, più io ansimavo, mugugnavo e godevo. Godemmo insieme come ogni volta che facevamo l’amore.
Restammo un po’ nel letto a farci le coccole, finché non mi accorsi che eravamo tremendamente in ritardo.
-Dorian. Dobbiamo andare. Sono le 7.30
-E allora?- rispose con la voce un po’ assonnata.
Tempo che ci preparammo, ci vestimmo e cercassimo di non rifare l’amore di nuovo, arrivammo a scuola in ritardo di un’ora.
Non successe niente di particolare in quella giornata. Eravamo una coppia ormai. La nostra storia non era completamente incentrata sul fare l’amore, parlavamo, leggevamo molto insieme, parlavamo della vita passata di Dorian e dei viaggi che avesse fatto. Parlavamo di qualsiasi cosa: di come fosse diventato dipende da oppio e successivamente dalle canne, ma mi aveva detto che da un paio di mesi non ne faceva più uso. Parlavamo talmente tanto che a volte ci ritrovavamo a notte fonda immersi in un discorso interessantissimo. Facevamo a turni, un po’ veniva a dormire da me e un po’ io andavo a dormire da lui.
I mesi passarono così fino a Natale. Le attesissime vacanze di Natale. Le terribili vacanze di Natale.

Ciao ragazze. So che ho postato solo sabato, ma non ce la facevo a farvi aspettare. Sono più in ansia di voi. Io perchè non vedo l'ora di vedere cosa pensate del finale e voi per vedere cosa succederà alla fine. Un pò mi dispiacerà lasciarvi anche se spero di vedervi nell'altra mia storia e magari nelle prossime che sto scrivendo e che pubblicherò prossimamente.

Un altro capitolo di passaggio, ma  che considero carino. è la classica calma prima della tempesta, prima che Chia comincierà a trarre le proprie conclusioni e a capire cosa succederà dopo. Volevo che vedeste il loro amore, la loro vita insieme prima della tempesta. Non vi preoccupate non ci sono tradimenti o qualcosa che rovinerà il loro rapporto. Ragazze, mi sto lasciando andare troppo e vi sto dicendo più del dovuto. Meglio che vado avanti a scrivere i ringraziamenti se no qua finisce che vi scrivo tutto quello che succede dopo, fino alla fine e non devo farlo. Dovete leggerlo, perchè penso che sia meglio leggerlo che sentirselo raccontare.

Voglio ringraziare tutte quelle che hanno aggiunto la storia tra le seguite e le preferite. Le persone che recensiscono. Le persone che hanno seguito dall'inizio questa mia storia. GRAZIE davvero GRAZIE.

Passo a recensire le vostre recensioni:

FukoChan: Carissima. Eccomi. Ho postato troppo presto? Scusa, ma non ce la facevo più ad aspettare a postare. =) Sono davvero felicissima che il capitolo ti sia piaciuto. *.* La tua supposizione deve rivederla completamente. Pensa ai motivi che hanno portato il quadro a cambiare e pensa a come si comporta adesso Dorian, a quello che fa. So che non è una spiegazione molto chiara, ma se te la dico in modo diverso capisci e voglio lasciarti con la curiosità e la sorpresa. Anche se dovessi indovinare non ti dirò mai se hai ragione. Mai e poi mai. Neanche io non voglio aspettare. Non sai quanto sono in ansia per la fine. Scusa per quest'altro capitolo di passaggio, il prossimo rivelerà un importante cambiamento e Chia comincierà a fare supposizioni. Fammi sapere che ne pensi e dimmi ha che conclusione sei arrivata dopo quello che ti ho detto. Un bacione. Alla prossima ^^

Valentina78: Ciao cara. Fai bene a porti la domanda se finirà bene o male. E, mi dispiace, ma io non posso risponderti. Per adesso. Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. =) Grazie per i complimenti. Chiedo scusa anche a te per questo capitolo di passaggio, ma dalla prossima ci saranno cambiamenti in Dorian che non saranno da sottovalutare e Chia comincierà a trarre le sue conclusioni. Non hai nessuna idea di come possa finire? Un bacione. Alla prossima^^

clakki94: Carissima. Hai recensito oggi e sono già qua a postare. Ma non ce la facevo più ad aspettare. voglio sapere  cosa pensate della fine della storia. Sono davvero molto in ansia. Ahahahah no, la comodità non la tengono conto, ma quando si ha voglia si ha voglia tesoro, non importa dove si è. Ihih A me dispiacerà davvero non sentirti più =( Ormai mi sono abituata alla tua motosega =( Chiedo scusa anche a te per il capitolo poco interessante e di passaggio, ma nel prossimo arriverà il bello giuro. Hai qualche idea di come sasrà la fine? Fammi sapere. Un bacione. alla prossima^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Vidi le labbra di Dorian, tirarsi in un sorriso.

-Buon giorno, piccola. – disse accarezzandomi la schiena.

-Buon giorno. – la mia voce uscii molto stridula e preoccupata.

-Che succede?

-Hai….hai delle rughe Dorian.

Sorrise a quell’affermazione.

-Non è possibile. Sai che non è possibile.

 

 

Mi viene da postare tutti capitoli oggi, ma non posso. Di questo passo entro il fine settimana la storia è finita.

No, devo calmarmi non posso postare troppo velocemente, ma la voglia di sapere quello che ne pensate è davvero troppo grande.

Basta, vi lascio. Sto davvero diventando pesante.

Alla prossima^^

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Capitolo 18
*** I primi cambiamenti ***


Consigli vivamente di ascoltare questo capitolo con la canzone Hero di Enrique Iglesias. Mi ha ispirato questo capitolo e penso che vi renda l'atmosfera giusta. Buona lettura a sotto^^
 
I primi cambiamenti
Chia POV
Eravamo su una spiaggia bianca e fine, in costume, ad ammirare il tramonto sul mare. L’acqua era stupenda azzurra, cristallina, avrei voluto passare lì tutta la vita, ma questo non era possibile.
Per le vacanze di Natale, Dorian ha chiesto il permesso dei miei genitori per portarmi sulla sua piccola isoletta nell’Oceano Pacifico.
Dopo qualche discussione con mio papà, eravamo partiti.
Eravamo lì da 4 giorni e avrei voluto passare la vita lì, per l’eternità. Era un paradiso terrestre, tutto era bellissimo: l’acqua, la sabbia, il tramonto, la vegetazione, la piccola villetta in cui abitavamo. Tutta l’isoletta era stupenda. Un giorno l’avevamo percorsa tutta a piedi ed era stato incredibile, avevo visto animali mai visti, fiori bellissimi e giganteschi, sembrava di stare in un altro mondo.
In quel momento stavo ammirando il più bel tramonto che avessi mai visto, accoccolata tra le braccia di Dorian.
In quel momento il silenzio non pesava, anzi era bellissimo, dava atmosfera.
Dorian mi mise le cuffie del suo i-pod nelle orecchie.
Venni invasa dalla voce di Enrique Iglesias che canta Hero.
 
Would you dance if I asked you to dance
Would you run and never look back
Would you cry if you saw me crying
Would you save my soul tonight

Would you tremble if I touched your lips
Would you laugh oh please tell me this
Now would you die for the one you love
Hold me in your arms tonight

I can be your hero baby
I can kiss away the pain
I will stand by you forever
You can take my breath away …

Ohhh I just wanna hold you,
I just wanna hold you, oh yeah
Am I in too deep have I lost my mind
I don't care you're here tonight …”
 

Avevo sempre adorato questa canzone.
-Ti piace?-mi sussurrò all’orecchio Dorian.
-La adoro. – sorrisi, stringendomi ancora di più a lui.
-Sarà la nostra canzone. L’ho sentita quando non ci parlavamo insieme e mi sei venuta in mente tu.
-E me lo dici solo adesso?-feci la faccia imbronciata come una bambina.
-Mi sembrava il momento giusto. Mentre guardavi il tramonto ed ascoltavi questa canzone, mi sembrava una cosa romantica. – voleva giustificarsi, ma non doveva. Era il gesto più romantico che mi avessero mai fatto.
Per tutta risposta mi girai e lo baciai.
Non avrei desiderato di meglio in quel momento.
Tornai a guardare il tramonto.
-Hai pensato a cosa fare per la tesina?- mi chiese Dorian.
Cazzo, la tesina. Si, lo so eravamo solo a Natale, ma conoscendomi sarei arrivata alla fine di Maggio che non sapevo ancora cosa fare, quindi tanto valeva pensarci subito e togliermi il pensiero.
-Avrei una piccola idea. – in effetti ci avevo pensato, ma sapevo solo cosa portare per letteratura. Avevamo fatto Oscar Wilde, meno di un mese fa e di cosa potevamo parlare se non di Dorian Gray? Lo avrei portato alla tesina. Lo conoscevo come le mie tasche e poi in quel momento ci ero insieme, quale modo migliore di aggiudicarsi un bellissimo voto con il minimo sforzo?
-E quale sarebbe la tua piccola idea?- mi chiese dandomi un piccolo bacio sul collo.
-Se lo dicessi, poi dovrei ucciderti.- dissi cercando di non concentrarmi troppo sulle sue labbra sul mio collo.
Lui rise. Adoravo la sua risata. Era contagiosa, dovevo trattenermi dal non ridere.
-Dai, dimmelo. – mi accarezzava i capelli, mi dava lievi baci sul collo. Sapeva che facendo così non avrei resistito.
-Ma è un cagata Dorian.- stavo cedendo. Lo sapevo e lo sapeva anche lui.
-Voglio saperla lo stesso.- continuava con la sua tortura.
-è un idea che mi è venuta in mente così. Non è niente di che.- tentennavo e lui sapeva che mancava poco alla mia confessione.
-Dai, su chi vorresti fare la…
-Su di te.-lo bloccai.
Smise di baciarmi, di accarezzarmi.
-Come scusa?- parve allibito. Non ci vedevo niente di male a fare la tesina su di lui.
-Vorrei portare Dorian Gray per letteratura.- Non avevo il coraggio di guardarlo. Mi sentivo in imbarazzo.
-Davvero?- non sembrava arrabbiato, anzi sembrava quasi commosso da questa cosa.
-Si. Cioè, ti conosco come me stessa. Ho letto il libro non so quante volte e poi ti ho conosciuto, come potrei dire qualcosa di sbagliato?- ammisi arrossendo.
-Quindi dovrei parlarti della mia storia.
-Non necessariamente, non ne sei obbligato. So la storia raccontata dal libro, a me basta quella.
-Sai che ti amo vero?- disse lasciandomi un bacio tra i capelli e provocandomi mille brividi.
-E sai che io ti amo ancora di più?
Restammo a parlare finché non vedemmo la luna in cielo e un manto di stelle sopra di noi.
Entrammo a mangiare qualcosa.
-Mi spieghi perché non sei scappata quando hai scoperto la verità?- mi chiese alzando gli occhi dal suo piatto.
-Quando ho saputo chi eri veramente?- Lui annuì.
Era semplicissimo. Lo amavo e non importava cosa fosse, chi fosse, da quanto tempo fosse al mondo e cosa aveva fatto.
-Non ci arrivi?- Mi guardò non riuscendo a capire.
-Io ti amavo. Avrei accettato qualsiasi cosa. La cosa più difficile da accettare non era il fatto che tu fossi Dorian Gray, ma il fatto che tu mi avessi presa e poi lasciata e questo voleva dire che non ti fregava di me. Io amavo una persona che non mi amava, una persona che in pratica conoscevo da tutta la vita.
-Ma io ti amo e ti amavo.
-Si, ma non lo sapevo. I tuoi atteggiamenti mi hanno sempre fatto capire che non ti importasse niente. – mi ricordai immediatamente di quel brutto periodo.
-Sono un bravo attore.- disse con un sorriso forzato.
-Vorresti dirmi che stai recitando anche adesso?- gli lanciai una leggera accusa.
Rimase zitto, ma continuava a guardarmi negli occhi.
-Non saprei recitare così a lungo, sono un bravo attore, ma non così bravo da recitare per giorni interi, prima o poi scoppierei. Io ti amo e sinceramente non so come fartelo capire se tu non ci credi.- disse alzando leggermente la voce.
Mi avvicinai a lui.
-Tranquillo, stavo scherzando non serve che ti agiti.
Lo baciai dolcemente. Mi prese per la vita e mi fece sedere in braccio.
Continuammo a baciarci.
Ci trasferimmo nella camera da letto, dove facemmo l’amore.
 
 
La mattina, mi svegliò il sole che entrava dalle finestre grandissime.
mi girai a guardare il viso di Dorian mentre dormiva.
Era bellissimo, sembrava così rilassato, così tranquillo.
Sembrava un bambino, ma….cos’erano quelle?
Sul suo viso c’erano piccole rughe d’espressione.
Gliele toccai. Erano vere. Com’era possibile? Dorian non era mai stato segnato da rughe d’espressione, dal minimo segno dell’età.
Come poteva essere?
Vidi le labbra di Dorian, tirarsi in un sorriso.
-Buon giorno, piccola. – disse accarezzandomi la schiena.
-Buon giorno. – la mia voce uscii molto stridula e preoccupata.
-Che succede?
-Hai….hai delle rughe Dorian.
Sorrise a quell’affermazione.
-Non è possibile. Sai che non è possibile.
-Dorian, vai a guardarti allo specchio.
Si alzò dal letto e andò a specchiarsi allo specchio del grande cassettone davanti al letto.
Si scrutò e quando notò le piccole rughe d’espressione sbiancò. Se le toccò.
-Ma….ma com’è possibile?- chiese allarmato.
-Non lo so, ma non preoccuparti. Vieni qua con me. – cercai di calmarlo, ma dovevo anche calmare me stessa.
Tornò nel letto e mi strinse a se.
Rughe. E se quello che avevo pensato io qualche mese prima era vero? Se il quadro fosse tornato normale e lui avesse cominciato a pagare le conseguenze delle sue precedenti azioni?
No, non poteva succedere. Se questo sarebbe successo, Dorian sa-sarebbe……sarebbe……mo…..non riuscivo nemmeno a pensarlo. Dorian sarebbe morto.
No, era una cosa che non poteva succedere. Dorian doveva stare con me, io lo amavo, lui mi amava. Non poteva morire, non adesso. Non adesso che la mia sensazione si era placata, non adesso che avevo trovato la persona giusta per me.
Ok, dovevo stare calma, forse non sarebbe successo niente.
Non dovevo pensarci. Non dovevo fasciarmi la testa prima del tempo.
Dovevo godermi tutti i nostri momenti insieme.
Mi addormentai beatamente tra le sue braccia.
 

Ciao ragazze, come state? Si, lo so. Ho postato solo ieri, ma voi siete curiose e non posso evitare di arrivare sempre di più verso la fine. Se c'è qualche problema per il fatto che sto postando troppo ditemelo e cercherò di aspettare fino a venerdì per postare il prossimo capitolo. Anche se dovrò trattenermi molto.

Eccovi il capitolo con i primi segni del cambiamento di Dorian. Nessuna di voi ha indovinato e capito che cosa succederà. Ed in un certo senso sono felice perchè capisco che non ho fatto una storia troppo credibile e che non è così ovvia come vada a finire. =)

Ok, lo so devo calmarmi. Devo smetterla di postare tutti i giorni e devo cercare di placare la mia curiosità per la vostra reazione del finale. Devo smetterla. Devo smetterla. Dovrei rallentare la fine di questa storia ed invece non ce la faccio. =(

Voglio ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite e alle preferite, sono poche, ma decisamente molto di più di quello che mi aspettavo. Ero consapevole sin dall'inizio che una storia su Dorian Gray potesse non avere molti consensi, non è di certo una storia su Twilight o Harry Potter. Sono davvero felice che a qualcuno piaccia questa storia. Quei consensi che ho ricevuto, mi hanno davvero reso felice e lusingata.

Be, voglio ovviamente ringraziare le persone che hanno recensito ogni singolo capitolo. a quelle persone che hanno recensito solo un capitolo per farmi sapere che la storia gli piaceva. Sono felice per ogni singolo commento, anche per il primo commento-critica che ho ricevuto. Devo dire la verità quando avevo postato il primo capitolo e avevo trovato quella recensione-critica mi ero un pò scoraggiata, avevo quasi pensato di non pubblicare più la storia. Ma poi ho capito di accettare la critica, di passarci sopra e di continuare a postare e adesso dico: per fortuna che l'ho fatto. per fortuna che se sono andata avanti.

So che questo discorso avrei potuto farlo alla fine della storia, ma ho deciso di farlo adesso.

Rispondo alle vostre recensioni se no scrivo più nelle note dell'autore che nel capitolo =)

clakki94: Non so come farai, so solo che non ce la farò io =) tranquilla, non importa quando hai letto,ma l'importante è che hai recensito =) ahahahah effettivamente sono un pò allupati, ma Dorian è noto per i suoi continui rapporti XD Scusa, scusa se ho già postato e tu sarai ancora in fase anti-amore vero? Ma non riesco a resistere ancora molto. =) Spero anch'io di incontrarti ancora, non dimenticarti di me mi raccomando =) Capito noioso no? Forse un pò troppo romantico. Un bacione. Alla prossima ^^

FukoChan: Ciao. Vedrai molto presto se diventerà come il quadro. Sto postando troppo velocemente vero? Devo bloccarmi. Fermami ti pregoooooo. Grazie per i complimenti. Be, alla fine mancano esattamente 3 capitoli =( Ormai siamo alla fine. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. A presto^^

Valentina78: Grazie per i complimenti, spero di riuscire davvero ad evidenziare questo cambiamento lentamente, anche se, mancando pochi capitoli, il cambiamneto verrà accentuato maggiormente. Scusa davvero tanto per aver postato così presto. =) Fammi sapere che ne pensi. UN bacione^^

Micky596: Be, come vedi non hai dovuto aspettare molto, mentre hai recensito stavo scrivendo il discorsino che ho scritto sopra, poi ho visto una recensione in più ed ho pensato "Non dovrà aspettare molto per l'aggiornamento =) " Sono davvero felice che tu abbia recensito e che quindi consideri la mia storia una delle migliori. Mi sento davvero onorata. Mi dispiace che tu abbia scoperto questa storia solo adesso,ma l'importante è che tu l'abbia scoperta. =) Grazie davvero per i complimenti che mi fai, sono davvero molto felice. Non sei l'unica che ormai si imamginai Dorian come Ben Barnes nel film, ma l'ho descritto comunque come era nel libro. Mi sembrava più giusto così, anche se mentre scrivevo me lo immaginavo quello del film. =) Il Dorian futuristico è nato per caso mentre stavo leggendo il libro. Non so esattametne come mi è uscito. ero ancora a metà libro e mi avevo questa idea, che rimase incompiuta finchè non smisi di leggere il libro. Il giorno dopo ho cominciato a scrivere e ho butatto giù questa storia. =) Spero che anche questo capitolo tia sia piaciuto. Non hai dovuto aspettare molto per il capitolo successivo =) A presto. Un bacione^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Mi diressi verso la stanza al piano di sopra.

Aprii la porta velocemente e mi diressi verso il quadro.

Mi fermai davanti ad esso.

Avevo paura. Paura di vedere il Dorian giovane e bello che avevo conosciuto, che avevo amato.

Non avevo il coraggio di vederlo, non volevo che quello che stesse succedendo fosse vero. Non potevo capacitarmene.

Presi coraggio e con un colpo secco tolsi la tela.

Dovete assolutamente bloccare questa mia mania di postare per farvi leggere la fine. Sto andando troppo veloce vero?
Ci sentiamo al prossimo capitolo ragazze ^^

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Capitolo 19
*** La scoperta di una brutta notizia ***


 
 
 
 
La scoperta di una brutta notizia.
 
 
 
Chia POV
Pasqua e Pasquetta erano passate. Eravamo agli inizi di Maggio ormai.
Io e Dorian ci vedevamo tutti i giorni per preparare la tesina, lui mi aiutava sempre.
C’era qualcosa di diverso in lui. Sembrava che ci fosse qualcosa che lo preoccupava. Tutte le volte che potevo gli chiedevo cosa non andasse, mi rispondeva che non c’era niente di cui dovessi preoccuparmi. A quanto pare non voleva dirmi cosa stesse succedendo e questa cosa mi faceva un po’ stare male.
Da Natale a Dorian erano spuntate altre rughe, era visibilmente invecchiato, aveva cominciato ad avere i capelli bianchi, gli occhi azzurri si stavano spegnendo di vitalità, come tutto il suo corpo.
Facevamo l’amore poche volte, non ne aveva più la forza.
Nonostante fosse diventato vecchio e brutto, io lo amavo comunque, quelle poche volte che facevamo l’amore, tornava il vecchio Dorian.
Aveva smesso di andare a scuola, ovviamente. La scusa era che aveva una febbre fortissima e non poteva uscire di casa.
Eravamo seduti nel salotto di casa sua. Stavamo cercando di terminare la mia tesi.
-Dorian?- chiesi titubante.
-Dimmi, piccola.- anche la sua voce era cambiata. Era diventata roca, fragile. Decisamente più bassa.
-Non hai più controllato il quadro?-volevo sapere se l’ipotesi che avevo avuto quella sera su quell’isola fosse vera.
-No. Non l’ho più guardato. Perché me lo chiedi?- forse mentiva, non ne ero sicura. Non sapevo più distinguere i cambiamenti in quei occhi per me nuovi.
-Vorrei vederlo. – ero ancora più titubante di prima
-Per quale motivo?- sul suo viso lessi preoccupazione e paura a quella mia richiesta.
-Voglio vedere se sta cambiando anche lui.- Si tolse la chiave dal collo e me la porse. Senza esitazione, senza paura. Forse quello che avevo scorto era sbagliato.
-Non vieni con me?- gli chiesi.
Fece segno di no con la testa.
Mi diressi verso la stanza al piano di sopra.
Aprii la porta velocemente e mi diressi verso il quadro.
Mi fermai davanti ad esso.
Avevo paura. Paura di vedere il Dorian giovane e bello che avevo conosciuto, che avevo amato.
Non avevo il coraggio di vederlo, non volevo che quello che stesse succedendo fosse vero. Non potevo capacitarmene.
Presi coraggio e con un colpo secco tolsi la tela.
Il Dorian che mi ritrovai davanti era un Dorian sulla trentina, bello, estremamente affascinante con quegli anni in più, una barba di qualche giorno, capelli leggermente più lunghi del solito. Era bellissimo. Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. I vestiti stavano diventando sempre più belli e puliti, le macchie di sangue lentamente scomparivano. Sprizzava felicità da tutti i pori e gli occhi sembravano quasi brillare.
Capii che quello che avevo supposto, era vero. Dorian stava pagando tutte le sue precedenti azioni, mentre il suo quadro tornava com’era.
Ma cos’era stato a scatenare il fenomeno inverso? Cosa aveva spinto il quadro a tornare giovane e Dorian a tornare ad invecchiare?
Sarebbe morto. Di qui a pochi mesi, se non addirittura giorni, sarebbe morto. Mi inginocchiai davanti al quadro e cominciai a piangere.
L’uomo che amavo sarebbe morto. Perché dovevo essermi innamorata di lui? perché non potevo essermi innamorata di un ragazzo qualsiasi? Perché?
Venni riscossa da due mani che mi abbracciarono da dietro. Le riconobbi subito. Era lui, era l’uomo che amavo.
Scoppiai ancora di più a piangere.
-Mo-morirai, vero?- chiesi con voce tremante.
-Si. Penso proprio di sì.- scoppiai in un pianto isterico.
-P-perché sta-stai invecchiando?- cercai di domandargli tra i singhiozzi.
-Ho qualche sospetto.- ammise con voce bassa.
-Cioè?- volevo sapere cosa lo avesse porto ad invecchiare.
-Il fatto che abbia smesso di vivere la vita che facevo, che mi sia innamorato, che mi sia sistemato.
-Quindi è colpa mia. Se non mi avessi incontrato, non sarebbe successo niente, saresti ancora vivo, giovane e bello- singhiozzai. Era colpa mia allora. Era tutta colpa mia.- mi misi a piangere ancora di più.
-Non dirlo neanche per scherzo. Se non ti avessi incontrato adesso starei ancora facendo la mia solita vita, starei scopando con qualche ragazza e starei fumando una canna. Se non ti avessi incontrato non mi sarei messo a posto e molto probabilmente avrei vissuto una vita tormentata.
Piansi tra le sue braccia.
Avrei dovuto passare del tempo con lui invece di piangere.
-Cosa farò quando sarai morto? Io ti amo, non posso vivere senza di te. Dovevi venire a vedere la mia tesi, dovevi sentirmi parlare di te.
-E vedrai che ci sarò. – sembrava sicuro di quello che stava dicendo.
Non so perché ma quelle parole mi suonavano come un modo per consolarmi, non le sentivo vere. Erano una grandissima bugia, ma feci finta di credergli.
Volevo passare il più tempo possibile con lui, anche se non potevamo fare chissà che cosa, essendo che lui era senza forze.
Riscendemmo in salotto.
Non dovevo pensare a quello che sarebbe successo, dovevo solo prepararmi al peggio, perché il peggio sarebbe arrivato ne ero sicura.
 
 

Ciao ragazze. Come state? Si, lo so. Sono completamente sparita. Ho postato due giorni di fila e poi sono sparita, ma, devo ammetterlo, volevo tenervi ancora un pò sulle spine. è in questo capitolo che si capisce tutto e si capisce anche che piega prenderanno i due capitoli finali. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che gli altri non deluderanno le vostre aspettative.

Voglio ringraziare come sempre le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite e le preferite. Davvero grazie per avere letto la mia storia.

Oggi sono di poche parole, sono molto in ansia perchè domani ci saranno  i miei scrutigni ed io sarò una ragazza morta che cammina. No, a parte gli scherzi, incrocio le dita.

Se tra qualcuna di voi c'è qualcuno che fa l'esame faccio un enorme IN BOCCA AL LUPO. Vedrete che andrà tutto bene e tra qualche mese riderete di tutta la paura che avevate per l'esame.

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

clakki94: Invece non era troppo strana l'idea della vecchiaia, almeno non per me. Non appena ho pensato alla storia, l'idea della vecchiaia mi è venuta subito, ma non la reputavo una fine strana. Si, facevi meglio ad ascoltare l'istinto. =) Ahahahah No, non mi rompi con le tue seghe mentali tranquilla. =) Be, pensavo che la storia non piacesse, perchè è un classico. Pochi leggono ff sui classici. Però non mi posso lamentare, anche se ci sono state poche persone che l'hanno seguita, mi va bene così. Anch'io ho letto Harry Potter e Twilight e diciamo che sono quelli che vanno per la maggiore come seguiti e recensiti, no? No, non mi stancherò mai delle tue recensioni sconclusionate e fuori di testa, mi piacciono troppo e mi diverto a leggerle. Non potrei mai stancarmi. =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto come gli altri e spero di non deludere le tue aspettative per il finale. Alla prossima Un bacione^^

Valentina78: Se vuoi elencarmi tutte le tue mille idee per il finale sarei davvero felicissima di leggerli. =) Magari mi dici un finale migliore del mio Ihih Si, lo so che la storia è mia, ma sai vorrei che tutti leggessero capitolo per capitolo. A me dispiace quando perdo alcuni capitoli soprattutto se recensisco la storia e quindi non vorrei che qualcuno perdesse qualche capitolo. Anche a me dispiacerà molto vedere la parola fine per questa storia, ma, come per ogni altra cosa, anche questa storia deve finire =( Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto e spero di non aver lasciato qualche errore nei verbi, se no mi scuso in anticipo. Un bacione. Alla prossima^^

Vi lascio ad un piccolo spoiler del penultimo capitolo =(

La sua scomparsa era ufficiale. Non poteva essere più ufficiale. In quei due giorni dalla sua morte avevo sperato in un miracolo, avevo sperato di vederlo aprire la porta e di venire a riabbracciarmi con le sue bellissime braccia, toccarmi con quelle sue bellissime mani e che avremmo rifatto l’amore insieme. Invece, non era successo.

Il miracolo non era avvenuto. Era morto. Se n’era andato.

Alla prossima ragazze^^

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Capitolo 20
*** Signora Gray ***


 
 
 
 
Signora Gray
 
 
Chia POV
Era la domenica di Giugno.
Mancavano pochi giorni alla fine della scuola ed io ero, come sempre, a casa di Dorian. Ormai era in condizioni pessime: non riusciva a muoversi dal letto, non riusciva neanche ad andare in bagno, era la copia del suo quadro, prima che cominciasse la “trasformazione”.
Mi mancava quel suo sguardo sensuale, quei suoi occhi azzurri profondi e tremendamente belli, mi mancava il suo corpo, mi mancava fare l’amore con lui. Mi era difficile vedere l’uomo che amavo guardando quel corpo nel letto che sembrava mio nonno. Ogni tanto c’era qualche barlume di giovinezza in lui, dove riuscivo a scorgere il giovane e bellissimo Dorian, ma pochi secondi dopo svaniva.
Tanto per farmi ancora più male, ogni tanto andavo a guardare il quadro, piangendo, cercando di non farmi sentire da Dorian, ma quando tornavo in camera, vedevo la tristezza sul suo volto e capivo che avesse sentito.
Non volevo che sentisse, non volevo che pensasse a me quando doveva solo pensare a se stesso.
Anche quella domenica ero andata a vedere il quadro, tornando con gli occhi rossi.
-Piccola.- venni chiamata dalla sua voce che ormai sembrava un sussurro.
-Dimmi, amore.- mi sedetti vicino a lui sul letto. Mi fece segno di sdraiarmi vicino a lui, mi abbracciò. Non era uno dei suoi soliti abbracci forti, era debole, troppo, ma mi faceva piacere sentirlo appoggiato a me.
-Volevo dirti che ti amo, che ti ho sempre amato e che ti amerò per sempre. Sei stata l’unica donna che abbia mai amato e ringrazio il cielo di avermi dato la possibilità di incontrare una persona speciale e bella come te. L’unica cosa negativa che ti dico è “Se solo ti avessi conosciuto prima”. Se solo ti avessi conosciuto prima ti avrei amato prima, se solo ti avessi conosciuto prima avrei passato meno anni a sentirmi un mostro, se ti avessi conosciuto prima sarei morto molto più giovane, se solo ti avessi conosciuto prima, molto probabilmente ti avrei sposato. Ti ricordi quel giorno che ne parlammo? Quel giorno che eravamo nudi seduti sul tappeto avvolti in una coperta?- annui, stavo piangendo, le lacrime mi solcavano il viso lasciando scie invisibili – Parlammo che avremmo potuto sposarci, fare una famiglia insieme, avere dei figli, avere una casa nostra. Avrei voluto farlo, davvero, ma a quanto pare non è destino. Non voglio chiederti di sposarmi sia chiaro, non voglio vincolarti per sempre con una persona che sta per morire. So che mi porterai per sempre nel cuore, che non mi dimenticherai o almeno lo spero. Tu sarai per sempre con me. Hai lasciato un segno indelebile su di me che non può cancellarlo niente al mondo. Neanche la morte. Ho amato tutto di te, ogni tua più piccola particella, ogni tuo più piccolo particolare. Vorrei che dopo la  mia morte, tu continuassi a vivere la tua vita, come se io fossi accanto a te. Vorrei che ti facessi una famiglia, vorrei che facessi dei figli. Non ti preoccupare io ci sarò sempre, sarò sempre in parte a te anche quando non mi sentirai, sarò lì e sarò sempre qua dentro.- disse mettendomi una mano sul cuore – solo se tu lo vorrai ovviamente.
Mi girai e lo baciai.
-Certo che lo voglio.- avevo gli occhi rossi. Sentivo che stava arrivando il momento, sentivo che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei rivisto, sentivo che quel pomeriggio un pezzo di me stessa se ne sarebbe andata con lui.
Ci guardammo restando in silenzio. In quel momento mi passarono davanti tutti i momenti che passammo insieme, tutte le cose di cui avevamo parlato, tutte le volte che avevamo fatto l’amore.
Mi sorrise, mi diede un rapido bacio sulle labbra.
-Ti amo piccola stravolgitrice di vite. – disse con voce roca.
-Ti amo, Dorian Gray. Ti ho sempre amato.
Chiuse gli occhi ed esalò l’ultimo respiro.
Continuai a guardarlo mentre piangevo come una disperata.
Era morto. Mi aveva lasciato.
Aveva detto che ci sarebbe stato alla mia tesi e invece non c’era. Sarei stata sola in quel momento.
Ma poi mi venne in mente quello che mi aveva appena detto “Non ti preoccupare io ci sarò sempre, sarò sempre in parte a te anche quando non mi sentirai, sarò lì e sarò sempre qua dentro.” Sentivo ancora la sua voce. Sentivo le sue braccia avvolgermi.
Guardai il suo viso. Era felice, tranquillo. Finalmente aveva lasciato questa terra. Se n’era andato. Dopo 100 anni che viveva.
Decisi di scendere dal letto. lo guardai per l’ultima volta prima di uscire e di andare  a chiamare il maggiordomo.
Quando gli dissi che Dorian era morto, mi porse una lettera.
-Chi la scrivere?- chiesi non comprendendo bene chi mi potesse aver mandato una lettera a casa di Dorian.
-Il Signor Gray. – disse facendo un piccolo inchino ed andandosene.
Rigirai la busta tra le mani.
Sulla busta c’era scritto con la scrittura di Dorian “Per la mia piccola stravolgitrice di vite.”
 La aprii e lentamente cominciai a leggere.
Ciao, mia piccola stravolgitrice di vite. Se stai leggendo questa lettera vuol dire che sono morto. Con questa lettera volevo dirti la scusa che ho pensato da dire ai tuoi genitori e a scuola. Ci ho pensato ed è la scusa più plausibile. Io ti ho lasciato e me ne sono tornato a Londra. So che mi odieranno tutti, soprattutto i tuoi genitori e  Sara, ma è l’unica scusa che tu possa dire, è l’unica scusa che puoi dire dal momento che io non ci sarò più. Potrei dire che sono morto in un incidente, ma poi sorgerebbero domande a cui tu non sapresti rispondere. Io ti amo, lo sai che ti amo. Ricordati che sono morto con la visione più celestiale con cui avrei potuto morire. Sarò con te, PER SEMPRE:”
Chiusi la lettera e me la misi in tasca. Era inutile dire che stavo piangendo.
Dovevo parlare con qualcuno. Dovevo parlare con qualcuno che poteva comprendermi.
L’unica persona che in quel momento mi venne in mente era il mio profe di letteratura.
Presi una filo, continuando a piangere, sotto gli occhi della gente che mi guardava male, ma non me ne fregava niente di quello che pensavano. Potevano pensare quello che volevano.
Scesi alla fermata della mia scuola e mi avviai verso la via.
Non ero sicura che il mio profe ci fosse, ma avevo bisogno di parlare con lui se ci fosse stato.
Entrai in sala insegnanti e lo vidi, seduto su una sedia intento a leggere un sacco di carte.
Stavo ancora piangendo, ma in quel momento singhiozzai.
Lui alzò la testa e mi guardò.
-Cara, cos’è successo?- disse  alzandosi e venendo ad abbracciarmi.
-è-è morto.- dissi singhiozzando.
-Chi è morto?- sembrava preoccupato.
-Dorian. – ammisi tra i singhiozzi.
Si staccò da me e mi guardò allibito.
-Co-come può essere che sia morto? Per la febbre?- mi guardava sconcertato, non ci poteva credere nemmeno lui.
-Non era a casa per la febbre, era invecchiato. Troppo.
-E-era diventato come il quadro?- annuii.
-Ma come può essere diventato come il quadro? Come può il patto essersi sciolto così?
-Da quello che pensava lui, si è rotto quando ha cambiato vita, quando a smesso di fare quello che faceva e…
-Si è innamorato.- il profe finì la frase al posto mio. Annuii.
-L’amore quello che risolve tutto, ma che in questo caso allontana due persone che potevano stare insieme per la vita.
A quelle parole piansi, ripensando a quello che mi aveva detto Dorian poco più di mezz’ora fa.
-Quand’è morto?- mi chiese.
-Mezz’ora fa più o meno.
-Mi dispiace, cara. Sarai distrutta, ma lo capisci vero che ha vissuto la sua vita? Potessi io vivere cent’anni. Be, non facendo la vita che faceva lui però. Quando sarà il funerale?
-Non so se lo facciano. Cioè, non so neanche chi lo organizzerebbe.
-Se lo fanno, avrà organizzato già tutto lui.
Mi venne in mente la lettera che avevo in tasca. Si, molto probabilmente aveva già programmato tutto.
Me ne tornai a casa, dove raccontai la balla che Dorian aveva inventato. Non c’era neanche bisogno di dirlo che mio papà andò su tutte le furie, mia mamma venne a consolarmi e Sara avrebbe voluto ucciderlo, come aveva previsto lui.
 
 
 
 
Due giorni dopo ci fu il funerale.
Decidemmo di seppellirlo sotto un secolare nella sua proprietà.
Eravamo io, il maggiordomo, la cameriera e il professore.
Dorian aveva organizzato tutto, nessuno doveva fare niente, solo qualche telefonata e tutto era pronto.
Il prete era arrivato dall’Inghilterra per celebrare il funerale. Eravamo tutti rigorosamente vestiti di nero.
Celebrò il funerale. Fin quando non toccò a qualcuno parlare.
-La vedova vuole dire qualcosa?- vedova? Dorian era sposato e non me lo aveva detto? Con la cameriera magari? Eravamo solo due donne, a meno che non fosse sposato con un uomo. Il maggiordomo mi diede una gomitata facendomi segno di andare. Lo guardai come per dire che dopo mi avrebbe spiegato tutto. Annuì.
Non sapevo cosa dire. Cercai di farmi coraggio e di far parlare il cuore.
-Era una persona speciale, sempre gentile e cordiale con tutti. Se né andato con il corpo, ma sarà per sempre nei nostri cuori.- sarà sempre a fianco a me. Aggiunsi mentalmente.
Mi congedai.
La bara venne abbassata e poi chiusa.
La sua scomparsa era ufficiale. Non poteva essere più ufficiale. In quei due giorni dalla sua morte avevo sperato in un miracolo, avevo sperato di vederlo aprire la porta e di venire a riabbracciarmi con le sue bellissime braccia, toccarmi con quelle sue bellissime mani e che avremmo rifatto l’amore insieme. Invece, non era successo.
Il miracolo non era avvenuto. Era morto. Se n’era andato.
Stavo uscendo dal viale quando il maggiordomo mi fermò. Mi ricordai che doveva spiegarmi la faccenda della vedova.
-Mi spieghi.
-Il signor Dorian nella lettera che ha scritto al prete, ha scritto di lasciare una vedova, la Signora Chiara Gray.
Aveva fatto finta di essere sposato con me. Io. Chiara Gray. Suonava benissimo. Lo avrei adorato.
Prima di andarsene il maggiordomo mi lasciò un’ultima lettera.
“Signora Marchetti, la vorrei avvisare che appena si recherà nei nostri uffici leggeremo insieme il testamento del Signor Gray. Facente lei parte di questo testamento, la pregherei di partecipare alla lettura. J. Jackson.”
La pregherei di partecipare alla lettura. Come se dovevamo andare a leggere delle storielle divertenti.
-Deve venire anche lei?- chiesi al maggiordomo.
-Penso proprio di si.
-Quando vorrebbe andare?
-Quando le aggrada.- in quel momento mi sentivo molto nel XXVIII-XIX secolo.
-Le andrebbe bene anche adesso? Avrei un po’ di tempo.
-Certo. Andiamo con la macchina del signore.
Partimmo in macchina, insistetti parecchio per non sedermi dietro come se dovesse farmi da autista.
-Che lavoro farà adesso?- chiesi cercando di intavolare una conversazione, mi dava particolarmente fastidio il silenzio, soprattutto quando si faceva un viaggio.
Parlottammo nel più e del meno, ma non si lasciò molto andare.
Arrivammo allo studio dell’avvocato. Molto ben arredato e molto professionale.
-Salve, sono la Signora Marchetti. Dovrei parlare con l’avvocato.
-Aspetti un secondo che la annuncio.- disse prendendo un telefono.
-Signor Jackson la Signora Marchetti è arrivata…...sarà fatto.- riappese.- Si accomodi, la aspetta nel primo ufficio sulla sinistra.
Entrammo.
L’avvocato era un uomo sulla cinquantina molto affascinante.
-Buon giorno. Piacere di conoscerla.- mi disse l’avvocato porgendomi la mano.
-Il piacere è mio.
-Anche se non sono queste le circostanze in cui vorrei incontrare una bella donna.- sfrontato, non si era nemmeno accorto che ero giovane. Si va be, avevo passato la maggiore età, ma non ero vecchia. Gli sorrisi.
-Possiamo procedere?- mi chiese aprendo delle carte.
Annuii.
Lesse tutti i vari documenti e le leggi.
Quando uscii dallo studio, ero sbalordita.
Aveva lasciato tutto a me, qualsiasi cosa avesse, l’aveva lasciata a me, ogni casa, ogni mobile, ogni cosa che era in quelle case era mio, il patrimonio era interamente mio. Aveva programmato tutto come se io fossi stata sua moglie, come se io e lui fossimo stati sposati.
Aveva programmato tutto dannatamente bene.
In quel momento non mi importava di aver ereditato un  patrimonio notevolissimo e delle proprietà che avrebbero fatto invidia a chiunque; pensavo solo al fatto che io in tutta quella faccenda stavo facendo la parte della vedova.
La mia fantasia cominciò ad immaginare me e Dorian, sposati, con dei figli: invecchiare, litigare, fare l’amore, crescere i nostri figli, prendere in braccio i nostri nipoti.
Quella vita non avrei mai potuto averla, ma oggi, e per come aveva organizzato tutto Dorian, noi due eravamo sposati.
Piansi al pensiero che non sarebbe mai successo, ma me ne tornai a casa consapevole che non ero più quella di una volta.
 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Eccovi postato il penultimo capitolo di questa mia storia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia emozionato almeno la metà di quello che mi sono emozionata io nello scriverlo. Quando ho scritto gli ultimi due capitoli piangevo come una fontana e come una stupid, se posso aggiungerlo. =( Spero davvero che vi sia piaciuto.

Voglio avvisarvi che se volete, ho creato un blog per le mie storie, dove pubblico anche gli spoiler. Non mi sembra il caso di pubblicare lo spoiler dell'ultimo capitolo di questa storia sul blog, ma lo scriverò come sempre qua, in fondo dopo le risposte alle vostre recensioni =) Vi ho voluto avvisare perchè magari vi faceva piacere saperlo e così potete tenermi d'occhio =D Ihih scherzo. Questo è il link del mio blog che trovate anche nella mia pagina personale qua su EFP http://cherrybombswonderland.blogspot.com/ 

Voglio ringraziare ancora le persone che hanno aggiunto la storia alle seguite e alle preferite. Non so davvero come ringraziarvi. =)

Passo a rispondere alle vostre recensioni:

clakki94: Come hai potuto vedere lo spoiler non era per trarvi in inganno, purtroppo. =( Be, se non sai cosa fare puoi leggere l'altra mia storia così da non annoiarti mai e da non lasciarmi =) O potresti sempre visitare il mio blog ogni secondo XD ovviamente sto scherzando. Comunque se vuoi seguirmi ti consiglio di leggere l'altra mia storia, so che all'inizio può non essere carina o addirittura bruttissima, però ti consiglio di leggere almeno un paio di capitoli, sperando che poi la storia ti piaccia =) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Alla prossima. Un bacione^^

FukoChan: Vado troppo veloce? Si, forse è vero =) Nooooooooooo, non volevo farti schiattare sulla sedia XD No, come non mi scriverai mai più? =( Non puoi farmi questo. =( Grazie per il brava, anche se non ci credo. Anche a te consiglio l'altra mia storia se ti farebbe piacere leggerla, o forse l'avevi già iniziata sbaglio? Va be, se dovessi averla già cominciata a leggerla ti consiglio di continuare così potremmo sentirci ancora, anche di là. Ovviamente poi puoi fare quello che vuoi =) Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione- Alla prossima ^^

Valentina78: Be, come si dice la speranza è l'ultima a morire,no? Ti devo ringraziare davvero tantissimo. Sono felice di essere migliorata e sentirmelo dire mi fa davvero piacere. Per il fatto di essermi focalizzata sull'amore è una cosa che mi è venuta spontanea, non l'ho programmata, a quanto pare scrivendo mi sono concentrata su quell'aspetto senza rendermene conto. =) Ti ringrazio ancora per i complimenti. Spero di sentirti anche in altre mie storie. =) Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Un bacione. a presto^^

Vi lascio allo spoiler dell'ultimo capitolo =(

Rimasi scioccata. Vidi Dorian davanti a me.

-Ce la puoi fare, lo sai che lo puoi fare.- sorrideva.

-No, non riesco a ricordarmelo.- cominciai a piangere ormai stremata e stanca.

-Ti ricordi su cos’era? Almeno gli argomenti.

-Su di te. – ammisi.

Dorian farà una piccola apparizione =) Ma non illudetevi più di tanto. Alla prossima^^

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Capitolo 21
*** Un amore segreto ***


 
 
 
 
 
Un amore segreto
 
 
 
 
 
Chia POV
Erano due settimane che Dorian era morto.
Erano due settimane che non facevo altro che pensare a lui.
Avrei dovuto pensare a studiare il giorno dopo avrei avuto l’esame orale per la mia maturità, ma invece ero lì nel mio letto a ricordare quelle volte che Dorian era venuto a dormire da me.
La cosa che mi faceva piangere era che non lo sentivo accanto a me.
Finché……
-Non dovresti studiare piccola stravolgitrice di vite?- al suo di quella voce, rabbrividì. Mi girai di scatto ed ecco li bello come un dio, in piedi ai piedi del letto. Strabuzzai gli occhi.
-Non guardarmi così piccola, non sono un mostro, almeno non più. – disse sarcastico.
-C-che ci fai qui?- chiesi con voce tremante e flebile.
-Sono venuto per dirti di studiare. Domani è il grande giorno, hai l’esame orale della maturità, vuoi rovinare tutto non studiando?
-Ma tu non ci sei, non ci sarai. – cominciai a piangere.
-Adesso sono qui.- mi sorrise. Vidi quel sorriso che mi aveva fatto perdere la testa. Il Dorian che avevo davanti era quel Dorian che non doveva chiedere niente, sicuro di se stesso, che prendeva quello che voleva ad ogni costo, il giovane Dorian di 20 anni.
Mi alzai e andai verso di lui.
-Mi devi promettere una cosa.- mi disse guardandomi con quei suoi occhi azzurri.
-Qualsiasi cosa.- dissi in totale ammirazione.
-Smettila di piangere, torna a vivere, a ridere a scherzare. Non sei l’unica che sta soffrendo. Stai facendo soffrire anche le persone che ti vogliono bene e che ti vedono così. Ricorda, loro non sanno il vero motivo per cui tu stai male, loro sanno che io ti ho lasciata. È normale che tu stia così, ma devi cercare di farti forza. Sai che io ci sarò sempre qui dentro.- disse poggiando la sua mano sul mio petto.
Sentivo la sua mano. Percepivo il suo tocco caldo. Sentivo la sua presenza. Sentivo tutto. In quel momento avrei voluto baciarlo.
Sorrise.
-Che c’è?- gli chiesi.
-Possibile che io ti faccia ancora questo effetto?- continuava a sorridere.
Io arrossii. Aveva sentito quello che avevo pensato.
-Sentirai un mio bacio ogni volta che vorrai, farai l’amore con me ogni volta che vorrai.- sparì.
Mi lasciò lì, sospesa con quelle parole.
Non sapevo se era la mia immaginazione che aveva immaginato tutto, o se fosse reale o se stavo completamente diventando pazza.
Non lo sapevo e non volevo nemmeno saperlo.
Se era venuto per farmi studiare, aveva sbagliato tutto. Se prima non riuscivo a studiare, adesso ci riuscivo ancora meno.
Mi addormentai nel mio letto distrutta dai troppi pensieri e dalle troppe lacrime. Non sapevo che ore erano, non sapevo quasi dove fossi.
 
Il mattino seguente mia mamma mi svegliò alle sette con la colazione già in tavola.
Il mio esame sarebbe stato alle 9.
Avevo ancora due ore per calmarmi, per riprendere in mano la tesina, per cercare di non pensare a Dorian. Dovevo pensare al mio futuro, quello rappresentava il mio futuro, non potevo fallire, non  in quel momento. Non potevo farmi distrarre da cose futili.
Feci colazione di mala voglia, non avevo fame nell’ultimo periodo.
Mi feci una doccia rilassante e per le otto uscii di casa seguita dai miei genitori e da mia sorella che venivano a vedere il mio esame.
Avevano promesso di esserci e ci sarebbero stati.
Arrivammo a scuola dove c’era Sara che mi attendeva.
Avrebbe fatto l’esame poco dopo di me.
Sarebbe entrata a vedere il mio per tranquillizzarsi o per spaventarsi, doveva ancora ben decidere.
Avevo in mano la mia tesina, ma non la lessi, non mi passò neanche per al testa di sfogliarla.
Andai in bagno a rilassarmi finché non venne Sara a chiamarmi.
-Chia. Tocca a te.
In testa avevo mille pensieri. Mille, ma neanche uno che fosse la tesina. Sarebbe andata di merda. Sarei passata con un misero 60 o forse non sarei neanche passata.
Mi odiavo: perché non avevo studiato?
Entrai nella stanza. Tutti i professori erano seduti davanti a me.
-Buon giorno. – dissi cercando di essere gentile.
-Buon giorno Signorina Marchetti si accomodi.
Mi sedetti nel banco posto davanti a loro.
Li guardai uno per uno negli occhi.
Buona parte erano professori esterni, gli altri erano professori del mio istituto, ma non miei professori. Andavamo bene.
Dovevo stare calma. Dovevo pensare alla mia tesina.
Di che cosa parla la mia tesina? Ma che cazzo ne so. Non mi ricordo. Non mi ricordo nemmeno l’ultima volta che l’ho letta. Non mi ricordo nemmeno una parola, almeno mi ricordassi l’argomento.
-Signorina Marchetti, cominci pure. Ci esponga la sua tesina. – l’uomo davanti a me, mi guardava in modo molto professionale e seriamente. Non mi metteva per niente a mio agio.
Cominciai a sudare freddo.
Stavo facendo scena muta. Sarei stata bocciata, avrei ripetuto l’anno e tutto perché io ero stata scema e avevo passato le ultime due settimane a pensare al mio ragazzo che era morto.
In quel momento, dietro all’uomo che mi aveva parlato poco prima comparve Dorian.
-Mi spieghi cosa ti succede? Perché stai facendo scena muta? Non rispondermi a voce alta. Pensa.
Gli ubbidii.
-Non mi ricordo niente. Non ho studiato nelle ultime settimane perché pensato a te. – avrei voluto tanto piangere, ma mi avrebbero preso per pazza.
-Si, sente bene Signorina Marchetti?- l’uomo davanti a Dorian parlò, ma io non lo degnai di uno sguardo o di una risposta.
-Fallo ancora.- disse sicuro di quello che stava dicendo.
-Cosa dovrei fare?- chiesi molto incredula.
-Pensa a me. Pensa ai momenti che abbiamo passato insieme per preparare la tua tesina, pensa a me che ti interrogo, pensa a come ti è venuta in mente la tesina. Ti ricordi cosa ti ho detto prima di morire? Io sarei sempre stato con te e ci sono anche adesso.
-Avrei bisogno della tua vera presenza.
-Ma io sono qui. Mi vedi?- Annuii.
-Quindi ci sono. Ti prego, piccola stravolgitrice di vita, non buttare il tuo futuro. Pensa a me. Pensa a quando stavamo studiando e preparando la tesina.- sembrava disperato dal farmi ricordare quello che avevamo preparato.
Ci provai, ma la maggior parte delle immagini che mi venivano in mente erano quando io e lui ridevamo e scherzavamo insieme.
Ad un certo punto sentii una mano sulla mia spalla e una voce.
Vidi il professore davanti a me parlare animatamente con la persona che mi teneva una mano sulla spalla. Dorian davanti a me sorrideva.
Mi ritrovai davanti la faccia del mio professore di letteratura che mi portò fuori un attimo.
Mi portò in un posto deserto.
-Qui potete parlare liberamente.- mi disse.
-Con chi dovrei parlare?- chiesi io ingenuamente.
-Con Dorian.
Rimasi scioccata. Vidi Dorian davanti a me.
-Ce la puoi fare, lo sai che lo puoi fare.- sorrideva.
-No, non riesco a ricordarmelo.- cominciai a piangere ormai stremata e stanca.
-Ti ricordi su cos’era? Almeno gli argomenti.
-Su di te. – ammisi.
-Benissimo e poi?
-Argomenti incentrati su quel periodo.- cominciavo a ricordare.
-Bene. Focalizzati su quei momenti in cui ripetevamo e cercavamo le informazioni. Ci sei?
-Ci sono.
-Ora vai dentro e fai vedere chi sei.
-Tu sarai con me.
-Sarò lì con te, ci sarò sempre.
Il professore mi riporto nella stanza.
-Signorina Marchetti, si sente bene?
-Benissimo. Solo un mancamento. Tutto a posto.
-Cominci pure.
Sentii la presenza di Dorian alle mie spalle. Sentii le sue braccia intorno alla mia vita. Lui c’era. Era lì con me.
Cominciai a parlare del periodo storico, di come vivevano le persone agli inizi del ‘900, di come vivevano, in che condizioni erano e delle varie classi sociali. Passai a parlare in inglese di un importante scrittore di quel periodo che avevamo trattato. In Spagnolo un altro scrittore. Passai a storia dell’arte: architettura di quel periodo.
Era assolutamente tutto perfetto. Riuscivo a ricordare ogni singola parola.
Arrivai all’argomento principale.
All’argomento che avrei saputo dire per tutta la vita.
-Verso la fine del primo quadrimestre con il professor Bianchi abbiamo analizzato il libro di Oscar Wilde “Il ritratto di Dorian Gray”. Libro ambientato nei primi del ‘900 nell’Inghilterra borghese. Dorian è un ragazzo orfano, ereditario di una grossa eredità, si trasferisce a Londra, dove conoscerà questo pittore, Basil Hallward. Basil attratto dal grande fascino e dalla grande bellezza di Dorian decide di fargli un ritratto, un ritratto che gli assomigli talmente tanto da sembrare vero.-sembrava che parlassi della mia vita da quanto parlavo in fretta e senza pause – Un giorno Dorian incontra un amico di Basil, Henry Wotton. Quest’ultimo comincerà a raccontare in modo diverso la vita, mostrerà a Dorian dei lati della vita che lui non poteva cogliere data la dolce età e l’ingenuità. Lord Henry lo porterà a pensare che la cosa più importante al mondo è la bellezza, che se possiedi quella, possiedi il mondo. Senza saperlo stringe questo “patto con il diavolo” attraverso il dipinto che Basil aveva finito di dipingere. Aveva desiderato di poter, per sempre, rimanere giovane e bello. – continuai a parlare della trama del libro finché non mi fermarono per una domanda.
-E ci dica, cosa pensa di Dorian? Come lo trova? Come spiega il fatto di essersi poi ucciso?
Sorrisi a quella domanda. Se avessero saputo che lui era esistito davvero, se avessero saputo che lui era morto realmente poche settimane fa. Se avessero saputo che io aveva avuto una storia con lui, non sarebbero qui a parlare di supposizioni.
-Vuole sapere cosa penso del Dorian all’inizio del libro o quello che Lord Henry crea?
-Di entrambi.
-Il Dorian dell’inizio era ingenuo, piccolo. Vedeva il mondo in modo molto…religioso…se posso usare questo termine. Vedeva il mondo come un bambino lo vede attraverso gli occhi di una mamma che glielo racconta, come se qualsiasi cosa fosse un male, qualsiasi cosa fosse dannosa, ma dal momento che arriva Henry, con la sua aria da chi conosce tutto e sa, lui vede il mondo con gli occhi di Henry. Quest’ultimo ha raccontato il mondo come avrebbe voluto viverlo lui, solo che non aveva il coraggio di viverlo in quel modo. Raccontava un mondo che non aveva mai provato, forse per paura delle conseguenze sulla sua vita e sulla sua reputazione. Il Dorian che lui crea è un Dorian cinico, menefreghista, interessato solo ai piaceri della vita e a nient’altro, egocentrico. L’unico cosa di cui gli importava era di se stesso. Pensi che si sia ucciso – a quelle parole un piccolo sorriso mi spuntò sulle labbra – perché aveva cominciato a riprendere la ragione, aveva cominciato a capire che quello che aveva fatto era sbagliato, che il suo stesso mentore parlava di quella vita, ma aveva paura di farla perché c’era qualcosa che lo bloccava. Forse la ragione lo ha aiuto o semplicemente era cresciuto. Penso infatti che il Dorian che Henry ha soggiogato era un Dorian privo di attributi, privo di una propria opinione e molto influenzabile. Era un bambino di 20 anni che non aveva ancora capito il proprio pensiero e la propria strada. Poi crescendo, maturando e capendo, ha deciso di togliersi la vita.
-E cosa pensa delle leggende che circolano? Pensa che siano vere?
-Non ci sono prove per affermare che siano vere, ma non ci sono nemmeno prove che affermano che siano false. Ma, scusi la sfrontatezza, sinceramente non dovrebbe importare a nessuno se Dorian sia esistito o meno, o sia ancora vivo. Anche se fosse? Non fa o faceva male a nessuno, faceva solo male a se stesso, ma in fin dei conti, a noi che importa? La vita era la sua non la nostra.
-C’era una frase che le piaceva particolarmente?
- Quando una persona mi piace moltissimo non ne dico mai il nome a nessuno: è come rinunciare a una parte di lei. Ho imparato ad amare il segreto: mi sembra l'unica cosa che può rendere misteriosa, o splendida, la vita moderna.*
Adoravo quella frase, l’avevo sempre amata.
Io non avrei mai detto il nome di Dorian a nessuno, non avrei mai potuto dirlo. Lo amavo in segreto senza che nessuno sapesse il suo nome. Non avrei mai rinunciato ad una parte di lui.
In quel momento le braccia che mi avevano cinto la vita fino a quel momento, mi lasciarono. Il mio esame era finito.
Mi girai a vedere gli occhi della mia famiglia pieni di lacrime per il mio esame.
Era andato benissimo.
Aspettai con Sara il suo turno mentre cercavo di tenerle compagnia e di farle coraggio. Lei aveva avuto solo me e la mia famiglia come incoraggiamento, i suoi genitori lavoravano sempre e non avevano potuto prendersi la mattinata per vedere l’esame della figlia.
Finito anche il suo di esame, me ne tornai a casa.
 
Una settimana dopo il mio esame orale, andai a vedere il risultato.
110. Per una volta il massimo dei voti. Ero felice.
In quella settimana avevo pensato poche volte a Dorian.
Mi ero quasi abituata alla sua lontananza, forse perché non era completamente lontano.
Può sembrare strano, ma io lo sentivo accanto a me, in ogni mio movimento e spostamento.
In quel momento mi tornò in mente quel giorno in cui parlai con la mia sensazione. Non ci sarà per sempre. Quella volta si sbagliava, lui ci sarebbe stato per sempre, vivo nei miei pensieri nel mio cuore, avrei per sempre amato in silenzio quell’uomo che aveva vissuto per 100 anni, avrei per sempre cercato sollievo nei miei ricordi con lui. Avrei per sempre ricordato che avevo fatto innamorare una persona che non aveva mai amato.  
Non avrei mai fatto l’amore come lo avevo fatto con lui, non avrei mai baciato nessuno che baciasse come lui, non avrei mai trovato un uomo bello come lui.
Il ricordo di lui sarebbe rimasto per sempre. Era incancellabile, indelebile. Sarebbe durato per sempre.
In quel momento capii l’amore eterno, l’amore per sempre.
E solo io ne sarei stata al corrente perché Quando una persona mi piace moltissimo non ne dico mai il nome a nessuno: è come rinunciare a una parte di lei. Ho imparato ad amare il segreto: mi sembra l'unica cosa che può rendere misteriosa, o splendida, la vita moderna.*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. Quanto ho aspettato questo momento?Tanto e adesso non vorrei che fosse arrivato. La storia è giunta alla fine. =( Che tristezza.

Allora, partiamo con i ringraziamenti. Ringrazio vivamente tutte le persone che hanno inserito la storia tra  seguite e le preferite. Davvero grazie. Ringrazio le persone che mi hanno seguito fin dall'inizio in questa mia pazzia. Ringrazio le persone che hanno letto ogni singolo capitolo e che hanno lasciano una piccoola recensione, ma anche quelli che hanno letto in silenzio.

Questa storia è giunta alla fine. Non è proprio un lieto fine. Dorian è morto e lei proverà sempre amore per questo uomo. Non è il classico dei finali, ma era giusto così. Vi lascio immaginare che lei si sia fatta una vita, magari con un altro uomo e che abbia dimenticato Dorian. Vi dico che la mia continuazione è che lei si creerà una famiglia con un altro, ma penserà sempre al periodo in cui è stata con Doian. Brutta come immagine lo so, ma alcuni amori vanno a finire così.

Mi piacerebbe avere un opinione da tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le seguite e le preferite. Mi piacerebbe sapere che ne avete pensato di tutta la storia, anche un breve recensione mi va bene, ma mi piacerebbe sapere cosa ne avete pensato dopo tutto.

Passo a rispondere alle vostre recensioni. Sarà l'ultima volta che lo farò =( anche se spero di sentirvi ancora.

clakki94: tu carissima mi hai dato sempre un notevole sostegno con le tue recensioni e ti ringrazio davvero =) Mi hai sempre fatto ridere e mi hai sempre tirato su il morale. Si, il mio scopo era quello di farti piangere e sono felice di esserci riuscita. =) Spero di sentirti nell'altra mia storia =) Spero che la fine ti sia piaciuta e di non aver deluso le tue aspettative. Grazie per aver sempre recensito la mia storia. Un bacione. Spero a presto^^

Valentina78: Mi dispiace aver deluso la tua fantasia. Non ho mai pensato ad una Chiara incinta. Ho sempre pensato al fatto che il loro amore fosse destianto a durare per sempre anche se lei stava con altri. Grazie per aver recensito la mia storia e per avermi fatto vari complimenti. Sero davvero di non aver deluso nessuna tua aspettativa con questa capitolo finale prchè mi dispiacerebbe molto =) Spero di sentirti ancora. Un bacione^^

MissNanna: Grazie per i complimenti. Sono felice di averti trasmesso qualcosa, speravo di farlo. Spero che ti riprenderai presto. Ci sentiremo nelle tue storie =) Non ci abbandonimo io e te XD Spero che l'ultimo capitolo ti sia piaciuto e grazie per aver recensito la storia. Un bacione. a presto ^^

Vi faccio un ultimo saluto sperando di risentirvi presto.

Esorto tutti i lettori a farmi sapere un parere finale =) Mi farebbe davvero piacere.

Un bacione. ^^

*Citazione tratta da "IL ritratto di Dorian Gray"

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