Uno scherzo del destino di Lady Lynx (/viewuser.php?uid=80352)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Magia ***
Capitolo 2: *** Utopia ***
Capitolo 3: *** Idea ***
Capitolo 4: *** Guai ***
Capitolo 5: *** Conseguenze ***
Capitolo 1 *** Magia ***
Capitolo I - Magia
Chi
avrebbe mai pensato che sarebbe andata a finire così?
Chi avrebbe mai
creduto che un altro di noi non sarebbe stato Smistato in Gryffindor
come tutti si aspettavano?
Chi avrebbe mai
scommesso sull’ennesima
sorpresa portata dall’ennesimo
Weasley nella Sala Grande di Hogwarts?
Erano queste le
domande che affollavano la mia mente, mentre osservavo il piccolo Albus
che camminava verso la tavolata verde argento.
Certo, lui non era
Weasley di cognome, ma si vedeva palesemente la sua appartenenza di
sangue alla famiglia. Non mi fu difficile notare il deciso rossore che
aleggiava sulle sue guance pallide.
Ero felice per il mio
cuginetto principalmente per due motivi: il primo riguardava la
soddisfazione di vedere James per la prima volta a bocca aperta, senza
la sua solita aria di spavalderia e controllo su tutto; il secondo era
strettamente personale e anche piuttosto sciocco.
Preferisco non dirvi
di cosa si tratta, mi farebbe sembrare piuttosto meschina.
- Weasley, Rose!
–
Oh, fantastico,
toccava alla mia cuginetta Rosie. Sarebbe finita a Gryffindor, lo avevo
previsto esattamente la sera prima. Ma non ne avrei dubitato anche se
avessi evitato di dare un’occhiata nel futuro.
Ero talmente interessata
all’inatteso
responso che mi misi a guardare con noncuranza le mie unghie
completamente mordicchiate, notando con disgusto le odiose pellicine
che rendevano le mie mani un campo di battaglia per i batteri,
ignorando il boato di trionfo proveniente dal tavolo rosso e oro.
Che non è
il mio
tavolo, ovviamente.
No, io sono inserita
in una categoria a parte della famiglia Weasley.
Non sono coraggiosa
come Fred, Dominique, James e Rose.
Non sono intelligente
come Molly e Victoire.
Non sono ambiziosa
come Albus.
Sono semplicemente una
sfigata, si dice.
Sì,
perché io sono la prima ed unica Weasley di Hufflepuff, e
questa è una disgrazia peggiore di quanto sembri.
Prima di tutto,
perché essere la nipote del Salvatore del Mondo Magico
comporta una certa dose di imprese eroiche da portare a termine ogni
anno.
C’è
un minimo ufficiale, sapete? Che si tratti di infrazioni alle regole
scolastiche, di superamento di esami di magia avanzata, di vittorie
alle partite di Quidditch o di inviti negli uffici dei professori, non
è importante.
Quello che conta
è farlo bene e numerose volte.
Quantità e
qualità, non sostanza.
Quindi, per farla
breve, una anonima Hufflepuff dall’aspetto mediocre, con un
comportamento nella media, dei voti passabili, l’abitudine di
non praticare niente di più sportivo della lettura e una
sviscerata passione per le stranezze, non sarà di certo una
punta di diamante in una famiglia largamente dotata di eroi,
principesse meravigliose, giocatori quasi affermati e cervelli da
premio Mobel.
[N.d.A. Sarebbe premio Nobel, naturalmente.]
È un
ragionamento più che logico, mi sembra.
Immagino che a questo
punto vi starete chiedendo chi possa essere questa lagnosa ragazzina
che non la smette un attimo di seccarvi con il suo noiosissimo monologo.
Roxanne Weasley,
piacere di conoscervi.
Non avete idea di chi
io possa essere, vero? Non preoccupatevi, è naturale,
considerando la fama già raggiunta dai miei molteplici e
superdotati cugini.
Nessuno si curerebbe
mai dell’esistenza della figlia dei marginali George Weasley
e Angelina Johnson, in fondo, avendo a disposizione gente del calibro
del famoso James Sirius Potter.
Quanto
– lo – odio.
Ehm… stavo
dicendo? Sì, mi chiamo Roxanne Weasley.
Come ho già
detto, sono più conosciuta nella scuola come Sfigata
– soprannome gentilmente attribuito a tre quarti della gente
della mia Casata - o Rozzie Roxie.
Questo secondo
grazioso nomignolo deriva dal mio persistere nel volermi vestire con la
vera
uniforme della scuola e non con la tanto diffusa versione
“riveduta e corretta” – consistente in
una gonna doverosamente accorciata, una camicetta improvvisamente
ristretta e un paio di scarpe inutilmente dotate di tacchi.
Quindi,
“rozzie” sta per “rozza”. Ma
immagino l’aveste già capito.
Non ho molto da dire
su di me, forse è proprio questo che mi rende noiosa agli
occhi di tutti gli altri.
Vado abbastanza bene a
scuola, anche se non brillo di eloquenza; sono educata con i
professori, proprio come è giusto che sia, e non ho mai
preso punizioni degne di nota; passo le giornate a studiare, a volte
esco in giardino con le mie compagne di dormitorio, però
preferisco leggere una moltitudine di libri al giorno piuttosto che
buttarmi nella solita mischia – anche perché
frequentare gli stessi posti degli Slytherin e dei Gryffindor durante
il pomeriggio è abbastanza mortificante, per noi Hufflepuff.
Se non vogliamo
incassare una valanga di insulti nel giro di pochi secondi, ci conviene
stare alla larga dall’élite.
Ma continuo a
divagare, scusatemi. Potrei tranquillamente concludere la mia scialba
descrizione con una frase del tipo “non ho nessuna grande
passione, grazie e arrivederci”, ma non sarebbe la
verità.
Perché alla
fine, forse, è proprio la mia grande passione che mi ha
rovinato la vita.
Prevedo il futuro
attraverso le rune.
***
Era il
giorno di Natale del 2014, quando ricevetti in regalo il pacchettino
che avrebbe determinato la nascita di tutto. Avevo nove anni ed ero
afflitta da un enorme angoscia: il sospetto che potessi non essere
dotata di magia.
Tutti i miei cugini e
mio fratello Fred avevano manifestato la loro appartenenza al mondo dei
Maghi nella fascia compresa tra i cinque e i sette anni. Io avevo
sforato di ben due anni rispetto alla tradizione di famiglia, anzi non
avevo ancora combinato un bel niente.
Feci quindi fatica a
sedermi, come per tutti i pranzi di famiglia, tra la precoce Dominique
e il geniale Albus.
Nonna Molly aveva
adottato il metodo dell’ordinamento per età
dall’anno della nascita del piccolo Louis, dicendo che era
l’unico modo per riuscire a mantenere un minimo
d’ordine in tutta la baraonda che tutti i presenti
– in perfetta atmosfera Weasley – creavano a tavola
durante le varie rimpatriate.
Quindi, per colpa
della moltitudine di gente che mi attorniava, ero stata costretta ad
ascoltare in silenzio per cinque lunghissimi anni i discorsi colti dei
due cugini posizionati ai miei fianchi.
Avrei voluto unirmi
alle loro conversazioni, dire qualche battuta brillante, coinvolgerli
nei miei interessi, ma purtroppo non ero abbastanza intraprendente o
forse intelligente
per i loro standard.
Restavo
così seduta rigida per ore, a fissare l’adulto di
turno che mi veniva posizionato di fronte, immaginando nella mia testa
di parlare alla zuppiera, a rimuginare su quanto fossi inferiore
rispetto a loro.
In più,
quel lontano Natale, alle mie angosce si era aggiunta la frustrazione
di non poter essere all’altezza delle persone che mi
circondavano. Non mi sentivo per niente amata.
Alla fine, boccone
dopo boccone, ora dopo ora, tra un’occhiata
all’orologio infarcito di decine di nuove lancette per tutti
i membri della famiglia [N.d.A. Il famoso orologio della famiglia
Weasley con “casa”, “lavoro”,
“scuola”, “pericolo di morte”,
etc. al posto delle ore] e un mezzo mugolio di assenso alle domande
distratte di Dominique, scoppiai a piangere.
E nessuno, dico nessuno, si
accorse della mia disperazione. Tranne zia Hermione.
Lei si alzò
da tavola senza attirare l’attenzione, senza staccare un
attimo da me il suo sguardo preoccupato, e nel giro di qualche secondo
mi fu vicina. Mi sussurrò nell’orecchio di
seguirla, e io obbedii.
Ci ritrovammo quindi
noi due, chiuse in una delle stanze che immaginai essere stata quella
di uno dei miei zii, a parlare dei miei problemi e dei suoi
suggerimenti per risolverli.
Mi
abbracciò, facendomi starnutire con i suoi cespugliosi
capelli profumati di lavanda, mi consolò a lungo, senza
spazientirsi, senza mai dare segno di annoiarsi.
E nessuno venne a
cercarci.
- Sai, Roxie, a volte
le persone un po’ più lente delle altre
nell’apprendere non vengono considerate giustamente. Io non
credo che tu non sia dotata di magia, anzi, io penso che tu nasconda un
enorme potenziale… devi solo avere il coraggio di mostrarlo
a tutti noi, e prima di tutto a te stessa… -
Mi sorrise,
scompigliando leggermente i miei capelli, senza mostrare disgusto per
il loro orrendo colore misto tra il rosso sanguigno e il marrone
cioccolato fondente.
Infatti, grazie a
questo colore bizzarro, sembra quasi che io mi diverta a tingere i miei
capelli mischiando due tinte diverse senza un minimo di scrupolo
– o almeno, è quello che penso tutte le volte che
mi guardo allo specchio.
In ogni caso, dopo
aver tentato di aumentare la mia autostima, si mise una mano nella
tasca del vestito e ne tirò fuori un sacchettino di velluto
rosso.
Quel sacchettino di
velluto rosso, quello che ancora porto sempre con me.
- Questo è
il mio regalo per te, piccola Roxie – mi disse lei, con uno
sguardo triste e la voce un po’ esitante – in
principio volevo conservarlo per la mia Rosie, ma credo che a lei non
serva poi molto. Mentre tu sembri essere in disperato bisogno di
aiuto... –
Ricordo che lo aprii
con timore, ma con un insano calore nel petto per la soddisfazione di
aver tolto all’odiosa Rose uno dei regali che sua madre
avrebbe voluto destinare a lei.
Un regalo che lei,
incredibilmente, non sembrava all’altezza di poter ricevere.
Sentii sotto le mie
dita una fredda superficie liscia, levigata, come acqua solida, quasi
ghiaccio. Afferrai uno dei ciottoli contenuti nel sacchetto, lo
estrassi per portarlo alla luce, fissai con curiosità il
simbolo che vi era inciso. Mia zia si sporse verso di me per osservarla
meglio, poi mi sorrise con soddisfazione.
- E’ la runa
Ehwaz, significa che ci sarà un cambiamento nella tua vita.
Dato che la sua incisione è rivolta verso l’alto,
rappresenta un’evoluzione in meglio… questa
è un’ottima notizia, direi! –
Sbattei un paio di
volte gli occhi, incredula davanti alle sue parole, memore di alcuni
aneddoti che mi aveva raccontato mio padre riguardo a mia zia quando
frequentava Hogwarts.
Mi era stato detto che
era completamente contraria
alla Divinazione, nemica di tutto quello che non era razionale,
lottatrice fino allo stremo per la chiarezza e la precisione della cose.
E quel giorno di
Natale, invece, se ne usciva con un sacchetto di rune e una predizione
così azzardata sulla mia vita?
- So a cosa stai
pensando, Roxie, se conosco bene George… ma sappi che tutti
abbiamo il diritto di cambiare, o meglio, di fantasticare un
po’ sul nostro futuro – mi spiegò lei,
con gli occhi brillanti di una strana determinazione – e
anche se queste previsioni non dovessero funzionare, cosa piuttosto
comune, sono comunque divertenti e a volte incoraggianti –
Il suo discorso mi
sorprese piacevolmente, mentre un moto di speranza si accendeva nel mio
cuore. Le chiesi ulteriori informazioni su quella pratica e lei non
esitò a darmele, senza rimarcare con ironia quando non
credesse in quelle cose – come invece mi sarei aspettata.
Restammo fino a sera a
parlare di quel particolare regalo, delle sue potenzialità e
del suo significato.
Una volta entrata a
far parte di Hogwarts, provai a prevedere alcune piccole cose
quotidiane – come i risultati delle partite di Quidditch
– con discreto successo. Era un gioco, però,
niente di serio o impegnativo.
Avrei avuto il
coraggio di riscoprirlo seriamente solo una volta arrivata al terzo
anno di Hogwarts, quando imparai a distinguere con esattezza le Rune
grazie alle lezioni più intensive ed esigenti.
Ah, quasi dimenticavo:
una settimana dopo quel famoso Natale, mi ritrovai a compiere la mia
primissima magia accidentale.
Coincidenza, fortuna
o… altro?
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Capitolo 2 *** Utopia ***
Capitolo II - Utopia
“Perché continua a fare questi salti temporali
senza capo né coda?”, vi starete chiedendo.
Principalmente
perché questi episodi della mia vita sono le fondamenta
della storia che vi voglio davvero raccontare.
Da questo momento in
poi inizio ad andare per ordine: una volta passato lo Smistamento di
Albus e Rose – quindi il mio Secondo anno – posso
passare a quello di quest’anno, il mio Settimo.
Quando mi ritrovai ad
assistervi, con i risultati delle mie ultime previsioni runiche
ordinatamente scritti sulla pergamena e stretti nella mano destra,
sentivo gli occhi di tutti i miei cugini, in particolare Rose e
Dominique, fermi su di me.
Sì,
perché avevo scommesso con loro che anche
quest’anno ci sarebbe stata una sorpresa –
addirittura doppia - per la famiglia Weasley.
Lo Smistamento
inaspettato sia di Lucy che di Louis in Case non pronosticabili.
Dominique mi aveva
dato della pazza, sostenendo che il suo piccolo Louis non avrebbe mai
potuto far parte di una Casata che non fosse Gryffindor o Ravenclaw
perché sarebbe stato disonorevole per tutta la famiglia.
Rose sosteneva invece
che io mi divertissi a screditare Lucy, la sua cuginetta preferita,
solo perché provavo un’incredibile invidia per lei
e tutti gli altri che facevano parte di gruppi conosciuti e rispettati.
Mi riservai il diritto
di non rispondere a nessuna delle due provocazioni, amavo pensare che
solo i fatti potessero confermare le mie amare parole.
Rivolsi quindi la mia
attenzione verso il tavolo dei professori, mentre la voce melodiosa
della professoressa Dukes, insegnante di Trasfigurazione da tempo
immemore, scandiva il cognome e poi il nome del mio cuginetto.
- Weasley, Louis!
–
Osservai la sua
andatura fiera e decisa, come un piccolo principe - come se lo sgabello
traballante fosse stato un trono, il Cappello Parlante una corona, noi
studenti in attesa i suoi sudditi acclamanti.
Il vecchio copricapo
sfiorò la sua chioma ramata e un urlo deciso si
levò verso il soffitto stellato.
Questione di un decimo
di secondo.
- Slytherin!
–
Silenzio di tomba,
almeno per quanto riguardava il tavolo dove si trovava la maggioranza
dei miei adorabili parenti.
Albus si alzò invece in piedi ad applaudire orgoglioso,
forse memore del suo Smistamento, forse finalmente felice di avere
della compagnia con il suo stesso sangue nella sua Casa.
Non che si trovasse
sempre solo, anzi.
Ma non voglio
dilungarmi troppo sulla popolarità di Al ad Hogwarts, dato
che preferisco raccontarvi il momento per me più atteso.
Quello in cui Rose Weasley dovette chiudere il becco e ammettere che la
Divinazione non era il suo forte.
- Weasley, Lucy!
–
Mentre si dirigeva
verso lo sgabello, lei sembrava più piccola di quanto non lo
fosse già. Assomigliava tanto a sua madre Audrey, ma aveva
gli atteggiamenti vergognosi di una bambina dell’asilo. Era a
disagio, e non aveva la minima idea di come fare a nasconderlo.
Il Cappello
frugò a lungo nella sua mente prima di esplodere in
un’esclamazione che mi riempì di pura gioia.
- Hufflepuff!
–
Il momento del
cambiamento era finalmente arrivato.
Come avrebbe reagito
l’ambizioso zio Percy nell’apprendere che la sua
“degna e dotata secondogenita” era stata mandata in
una Casata di Serie B? E come avrebbe potuto zio Bill accettare
l’idea che il suo unico erede maschio fosse
un’autentica Serpe?
Erano queste le
domande che mi tormentavano piacevolmente, mentre abbracciavo Lucy
accogliendola al nostro tavolo, mentre assaporavo la deliziosa cena
tipica di Hogwarts, mentre richiamavo l’attenzione dei
primini a fine pasto per dire loro di seguirmi, mentre lasciavo
casualmente cadere il foglietto con le mie previsioni sul tavolo dei
Gryffindor, mentre spiegavo ai nuovi arrivati cosa significasse essere
Hufflepuff, mentre li mandavo a dormire con le istruzioni per il giorno
seguente, mentre mi infilavo il mio pigiama.
Non mi tormentai
ulteriormente, quando il momento di avere delle risposte sembrava ormai
essere arrivato.
- Hai azzeccato anche
questa volta, eh, Roxie? – mi chiese timidamente la mia
migliore amica, Kristien Hopkins, mentre si lanciava fuori dalle
coperte per venire ad osservare il mio meticoloso processo di
preparazione alla lettura delle rune.
Annuii con
solennità, mentre lisciavo con una mano il copriletto giallo
su cui ero seduta. Anche altre nostre compagne di dormitorio si
avvicinarono, le restanti si limitarono a lanciarmi qualche occhiata
distratta. Lo spettacolo non era una novità, si ripeteva
ormai da anni anche se non regolarmente.
Mi sedetti a gambe
incrociate per stare più comoda, scossi leggermente il
sacchettino delle rune che tenevo stretto in mano, sciolsi il laccio
che lo chiudeva, e fu in quel momento che mi isolai dal mondo.
Sarebbe potuta
scoppiare una Seconda Guerra Magica fuori dalla porta del nostro
dormitorio, ed io non me ne sarei accorta.
Quando inserisco la
mano nel morbido tessuto scarlatto che contiene la mia unica passione,
è come se io stessa fossi parte di quelle piccole pietre.
Cerco di parlare il loro linguaggio e di convincerle a confidarmi i
loro segreti. I segreti del futuro.
Mi concentrai su zio
Percy, e poi sulla scena dello Smistamento di Lucy ad Hufflepuff.
Le mie dita si
strinsero su una delle pietre, la estrassi e la appoggiai alla mia
sinistra sulla superficie del copriletto senza guardarla. Non ascoltai
i commenti delle mie spettatrici, non volevo essere distratta.
Il mio pensiero
volò poi verso zio Bill e il piccolo Louis. Quella volta ci
misi di più a trovare la runa giusta, ma anche quella
andò a fare compagnia alla sua gemella – solo un
po’ più a destra.
Infine
toccò a me, alla mia previsione per la giornata seguente. Le
dita sfiorarono esitanti ogni singola rotondità,
così gelidamente perfetta, dei frutti della natura contenuti
in quel piccolo ma preziosissimo sacchetto.
Eccola, la afferrai
e la posizionai tra le mie gambe, conservandola per dopo.
Infine aprii gli occhi
e sorrisi davanti agli sguardi incantati delle mie compagne.
Kristien mi dice
spesso che quando sono immersa nella Divinazione quasi le faccio paura.
Dice che i miei capelli sembrano rilucere spontaneamente, ma ad essere
sincera credo che sia solo suggestione.
- Bene, vediamo cosa
penserà il caro zio Percy del nostro nuovo acquisto
– esordii divertita, soddisfatta nel notare che occhi e
orecchie erano tutti per me.
Analizzai la runa del
padre di Lucy, rappresentava una sorta di erre molto spigolosa.
Si chiama Raido,
è il simbolo del movimento e del viaggio.
- Credo che la mia
cuginetta riceverà presto una visita non gradita…
- sentenziai con sicurezza, mentre il nervosismo si diffondeva per la
stanza.
- Intendi dire che
verrà qui suo padre? – intervenne Mandy Sanders,
una delle ragazze più scettiche nei confronti dei miei
piccoli spettacolini serali – E’ impossibile, i
genitori non possono venire ad Hogwarts! –
- Vedremo –
risposi con noncuranza, mentre i miei occhi viaggiavano già
sulla runa di zio Bill.
Assomigliava molto ad
una freccia rivolta verso l’alto, si chiama Teiwaz.
Rappresenta la stregoneria, i patti magici, la motivazione. Diciamo che
è una delle rune più difficili da interpretare,
ma io tentai lo stesso di formulare un’ipotesi anche se
azzardata.
- Zio Bill
resterà molto deluso dalla notizia dello Smistamento di
Louis a Slytherin, ma alla fine accetterà questa sua
diversità… sì, credo che lo
farà vedendo la determinazione di suo figlio, alla
fine… -
- Credo che questo sia
il più simpatico tra i tuoi zii, Roxie! –
sospirò Kristien, mettendo a nudo la sua passione sviscerata
per il padre di Dominique e Victoire.
Kristy tifava per lui
da quando aveva saputo che aveva rimproverato severamente Nikki per
avermi chiamata “sfigata” dopo la mia assegnazione
a Hufflepuff. Ammetto che zio Bill da quel momento è
diventato anche per me come un eroe.
Immagino
però che vi stiate chiedendo il perché di tutto
l’interesse dimostrato dalle mie compagne di dormitorio per
affari riguardanti la mia famiglia. Domanda più che lecita,
direi.
In poche parole, la
presenza dei Weasley stava e tuttora sta monopolizzando la scuola.
Siamo ben dieci, sparsi doverosamente per dormitori vari in diversi
anni e non c’è nessuno che non conosca il nostro
cognome. Questa fama era dovuta in principio alla nostra parentela con
il famoso Harry Potter, ma si è espansa a macchia
d’olio grazie ai vari successi – a cui ho
già accennato – ottenuti dai miei cari cugini.
Siamo quindi
personaggi di gossip, se così si può dire. Anzi,
io mi tiro fuori da questo club esclusivo, dato che sono probabilmente
l’unica Weasley ad avere una vita privata che sia davvero
privata.
In quel momento,
però, pensavo che non sarebbe stato più
così.
No, da quella sera
iniziai a credere che non sarei stata più sola. Avrei avuto
la mia piccola luce, la mia piccola Lucy.
Attesi che le mie
compagne di dormitorio si decidessero ad entrare nei loro letti, prima
di analizzare la runa che avrebbe dovuto darmi qualche informazione sul
mio futuro – ancora non ero riuscita a capire come sapere se
le mie previsioni fossero a breve termine o meno, quindi prendevo
sempre queste indicazioni con le pinze.
Sfiorai leggermente il
ciottolo che mi stava tra le mani, percorsi con un movimento delle dita
il simbolo che vi era inciso, nel buio della stanza.
Era una P piuttosto
rozza, riconobbi la runa Thurisaz e sussultai involontariamente.
Non mi era mai
capitata in mano prima, né per me né per le altre
persone a cui mi interessavo. Fortunatamente, oserei dire, dato che si
tratta di una previsione non molto piacevole.
In
quell’istante compresi che avrei fatto una scelta sbagliata,
legata all’amore o all’ambizione, che avrebbe
compromesso la mia vita.
È stato un
peccato non poter sapere come e quando, per evitare un simile errore.
Ma soprattutto,
è davvero un peccato che io sia tanto abile nella lettura
delle rune.
Sapevo che non sarei
sfuggita alla sfortuna che mi ero augurata da sola.
***
Passata una settimana
dalla serata dello Smistamento, mi ritrovai mio malgrado a
ridere sotto i baffi mentre osservavo mio zio Percy parlare
con la Preside McGranitt davanti al tavolo dei professori.
Non era difficile
intuire di cosa stessero discutendo, considerando
l’espressione mortificata dipinta sul visino di Lucy.
L’unico commento che mi sento di fare – dato che mi
dispiaceva molto che la mia cuginetta dovesse essere sottoposta ad
un’umiliazione simile – è che mio zio
avrebbe potuto scegliere un luogo meno affollato per trattare con la
Preside.
La Sala Grande
è senza dubbi il posto meno discreto che io conosca. Vedevo
già alcuni Slytherin particolarmente perfidi iniziare ad
additare Lucy come loro prossima vittima per scherzi e prese in giro,
sospirai sconsolata.
- Roxanne, dovevi
parlarmi? – sussurrò una voce alle mie spalle.
Mi voltai di scatto,
spaventata dal fatto che qualcuno avesse avuto il coraggio di rivolgere
la parola ad una reietta di Hufflepuff come me. Mi rilassai leggermente
quando vidi che si trattava di mio cugino Albus. Teneva lo sguardo
fisso verso il suo amico Scorpius, come se stesse parlando con lui,
mentre le sue parole erano evidentemente rivolte a me. Immaginai non
volesse compromettere la sua posizione sociale facendosi vedere a
conversare con una nullità. Rivolsi la mia attenzione di
nuovo verso le cibarie del mio tavolo, ostentando noncuranza.
- Ti è
arrivata la lettera, vero? –
-
Sì… allora, mi devi parlare? –
- Voglio solo sapere
come zio Bill ha preso la notizia dello Smistamento di Louis in
Slytherin… - soffiai discretamente, sentendomi uno di quegli
agenti segreti tanto diffusi nei feletilm [N.d.A. telefilm] Babbani.
- Perché
mai? – protestò lui vivacemente, a denti stretti,
osando addirittura stringermi la spalla destra con forza.
- Ahia!
Perché voglio vedere se ho previsto giusto come al solito,
niente di più… -
- Non
perché vuoi mettere in giro voci strane, vero? –
- Al, ma per chi mi
hai preso? – sbottai indispettita, cercando di liberare la
mia spalla dalla sua pressione – Non sono una pettegola come
Rose, non ti è ancora chiaro? –
Lo sentii sospirare,
percepii anche un certo nervosismo dietro di me forse da parte del suo
amico. Finalmente la mia spalla riprese a vivere tranquilla,
però.
- Ok, Roxanne,
senti… zio Bill non l’ha presa per niente bene, ma
ha detto che accetterà questa cosa se Louis avrà
buoni risultati… ora sei a posto, vero? –
- Grazie,
sì. È esattamente quello che avevo visto.
– risposi con tono sostenuto, scocciata per il suo ironico
scetticismo nei confronti della mia unica evidente abilità.
- Non fare
così, sai che non credo a queste cose… -
sussurrò lentamente, come se avesse voluto scusarsi con me.
- Non mi interessa, in
fondo perché dovresti credermi? Vai pure con i tuoi amici
popolari, Albus, tanto io sono solo tua cugina – replicai
amaramente, forse più del solito dato che lo sentii
stringere le dita sulle punte dei miei capelli.
- Roxanne,
io… -
Ma non
terminò la frase, sospirò di nuovo e poi vidi la
sua ombra allontanarsi dal mio tavolo. Solo a quel punto Kristien,
seduta al mio fianco, osò rivolgermi la parola.
- Roxie! Ma quando
è attraente tuo cugino? –
Le sorrisi debolmente,
sbuffando sui cereali galleggianti nel mio latte.
So che lei ha una
passione sviscerata per Albus – e a dire il vero anche per
Scorpius, James e tempo fa per mio fratello Fred – ma lei non
sa di non avere speranze con loro. Da brava amica, evitai di smontarle
i suoi castelli di carta.
Intanto iniziai a
chiedermi il perché della mia risposta così
acida. Solitamente non mi era mai importata molto la considerazione che
i miei parenti avevano di me. Invece quella replica suonava tanto come
un “perché mi escludete sempre? Sono una Weasley
anche io!”.
Molto infantile,
estremamente umiliante. Ma in qualche modo vero.
- Roxie? -
- Immagino molto –
ribattei dopo qualche secondo, accorgendomi di essermi persa tra i miei
pensieri – ma è anche un grandissimo stronzo.
–
- In
effetti… non è stato molto gentile con
te… -
Non è stato molto
gentile? Era un modo carino per dire che mi aveva trattata
come una pezza per i piedi.
Quale ragazzo si
vergognerebbe mai di parlare a sua cugina, addirittura più
grande di lui?
Naturalmente Albus
Severus Potter. Anche se devo dire che era stato diecimila volte
più dolce di quanto non lo fossero solitamente Rose e
Dominique. Per non parlare di James.
- Andiamo a lezione,
Roxie? –
Kristy mi riscosse
come sempre dai miei viaggi mentali, costringendomi a tornare sulla
Terra.
Passando davanti al
tavolo dei Gryffindor, lanciai un’occhiata involontaria al
mio parentado.
Vidi James, con la sua
stupenda quanto cornificata ragazza, che si faceva accarezzare i folti
capelli neri. Gli occhi celesti, quelli di zia Ginny, erano socchiusi
languidamente.
Vidi Dominique, con la
sua impeccabile eleganza nonostante l’inusuale colore della
chioma: un color carota sbiadito. Chiunque verrebbe preso in giro per
una capigliatura simile, ma non lei.
Vidi Rose mentre si
sporgeva verso la sua amica Layla, sicuramente con
l’obiettivo di diffondere qualche pettegolezzo fresco di
giornata. Anche lei ha i capelli alla Weasley, ricci come
quelli di zia Hermione, ma incredibilmente più composti.
Vidi Lily, minutamente
perfetta, una piccola bambola che attirava su di sé gli
sguardi di tutti. A differenza mia, lo faceva e lo fa per la sua
bellezza e non per la goffaggine.
Kristien mi
strattonò delicatamente, strappandomi alla piccola visione
che avevo avuto di me in mezzo a tutti loro, a ridere e spettegolare.
Anch’io con
i capelli ordinati, capace di far sembrare gradevole la tinta bizzarra
della mia chioma, rilassata e accettata, con un ragazzo che mi
coccolasse, senza la minima imperfezione.
Ah,
ma sai come si chiama questa cosa, Roxanne Weasley?
Utopia.
Quindi smisi di
illudermi e mi convinsi ad andare a fare qualcosa di utile.
Qualcosa che
possibilmente non consistesse nel far saltare in aria l’aula
di Pozioni.
Note
dell'autrice
Ciao a tutti!
Ringrazio alix
black, DANINO, Dully, Lilla95, Lily261, Nita986, rontiamo e sophia90
per aver aggiunto la storia tra le Seguite, Charme e LAZIONELCUORE
per averla inserita tre le loro Preferite.
Spero che questo capitolo non vi deluda ^.^
A presto,
Lady Lynx
Ella_Sella_Lella: ed
ecco che il seguito arrivò. L'idea di Roxanne in Tassorosso
mi è venuta perchè la trovavo perfetta per fare
qualcosa che nessun altro Weasley avesse mai fatto. Nonostante in
questa fanfiction io descriva gli Hufflepuff come "reietti" della
società, devo precisare che non ho proprio nulla contro di
loro... anzi, li trovo molto più interessanti dei
Gryffindor. Per quanto riguarda Molly, non l'ho inserita nella storia
perchè - secondo il mio personale andamento delle
età dei personaggi della New Generation - lei ha solo due
anni in meno di Victoire, ma comunque anch'io la vedo come Gryffindor.
Grazie per la recensione!
Charme: il
mio obiettivo era essere originale e sono davvero felice di esserci
riuscita, almeno per adesso ^.^ in effetti questa storia dovrebbe
essere una sorta di rivincita dei personaggi "secondari" sui cugini
più conosciuti, quindi penso che nessun fan dei sopracitati
Rose e Albus si avventurerà tra queste pagine. Grazie per la
recensione!
LAZIONELCUORE:
i complimenti sono sempre ben accetti, quindi grazie per la recensione!
|
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Capitolo 3 *** Idea ***
Capitolo III - Idea
Un giorno di novembre mi scoprii particolarmente triste, e la cosa che
mi fece più arrabbiare era il fatto che non sapessi
spiegarmi
il perché.
Mancava poco a Natale
e mi sembrava
che i primi tre mesi di scuola fossero passati fin troppo rapidamente.
Ero immobile come una statua, sdraiata sul mio letto, a fissare senza
espressione il soffitto del dormitorio.
Non c’era
nessuno, erano tutti andati ad Hogsmeade a prendere i regali per amici,
fidanzati e parenti.
Io avevo in programma
di
partecipare alla gita, ma non avevo avuto la voglia di prendermi la
briga di abbandonare il mio rifugio di calore e solitudine.
Ero caduta in uno
stato di apatia
che sinceramente mi spaventava e in qualche modo mi sorprendeva. Erano
giorni che ci pensavo, cercando di giustificare quel mio periodaccio
con qualche spiegazione plausibile, ma non c’era un motivo
valido.
A meno che il
desiderio di essere considerata parte della famiglia non fosse tale.
Non capivo
perché
ultimamente mi stessi sforzando di tenere a bada la mia chioma ribelle
e avessi iniziato a truccare un po’ la mia faccia color
caffelatte per mascherare le imperfezioni della mia età.
Non sapevo spiegarmi
perché
avessi sostituito la mia comoda camicia bianca, capace di contenere
senza tanto sforzo il mio seno straripante, con una sua simile di due
taglie in meno che mi strizzava il petto evidenziandolo in modo
scandaloso.
Non riuscivo a credere
che io mi
stessi trasformando poco alla volta nella Weasley che mi ero tanto
ripromessa di non imitare mai.
Quando la sera prima
mi ero
guardata allo specchio non avevo potuto fare a meno di notare che
sembravo una brutta imitazione di Rose.
Brutta in tutti i
sensi se si
considera la mia altezza spropositata, il colore scuro della mia
carnagione in confronto alla sua pelle di porcellana e tutto il resto.
Non ho mai avuto un portamento elegante e tantomeno la sua
abilità nell’attirare l’attenzione dei
ragazzi.
Ero una papera goffa
completamente
disinteressata all’altro sesso che tentava di adattarsi alle
mode
della scuola per avere un ultimo anno decente.
- Roxie, ti senti
bene? –
Mugolai qualcosa
giusto per far
capire alla mia interlocutrice misteriosa che non ero morta, mi tirai
faticosamente seduta restando basita nel vedere la piccola Lucy davanti
alla porta della stanza – e non Kristien di ritorno
dall’uscita, come mi sarei invece aspettata.
- Cee, cosa ci fai
qua? –
Fece spallucce,
spostando il suo
peso da una gamba all’altra, in preda
all’imbarazzo. Mi
appoggiai stremata alla testiera del letto, facendole segno di
avvicinarsi. Esitò un attimo prima di accettare il mio
invito,
quando fu a pochi metri da me notai che aveva gli occhi indubbiamente
rossi.
- Lucy, tu chiedi a me
se ti senti
bene ma è evidente che anche tu non sei proprio in
forma…
- osservai pacatamente, evocando un fazzoletto dal nulla e
porgendoglielo.
- Io sto benissimo
–
replicò lei con decisione, tirando su con il naso
– volevo
solo farti un po’ di compagnia dato che sono in Sala Comune
da
stamattina e non ti ho vista uscire da qui neanche per un attimo
–
Non risposi, non avrei
saputo inventarmi niente di credibile per giustificare quel mio assurdo
isolamento.
- Come mai non sei a
Hogsmeade con gli altri? –
- Sono del primo anno,
Roxie… e comunque
loro non mi vorrebbero… -
Le sue parole mi
riempirono
improvvisamente di amarezza. Ero stata felice per lo Smistamento di
Lucy in Hufflepuff pensando a quanto sarebbe stato bello aver
finalmente un’alleata, ma non avevo considerato
l’effetto
“esclusione” anche nei suoi confronti.
- Non possono
trattarti come una paria – sputai con rabbia, tirandomi in
piedi a pugni stretti.
- Con te
l’hanno fatto per anni, io non sono diversa –
Invece sì,
lei è
diversa. Lucy è una ragazzina dolce, molto simpatica, con la
testa sulle spalle e la chiacchiera facile. Non volevo che lei passasse
sei anni d’inferno come era capitato a me, volevo un futuro
migliore per quella piccola cugina così ingiusta con se
stessa.
- Cee, io non
accetterò che
ti trattino in questo modo. Hai tutte le carte in regola per fargliela
vedere a quelle smorfiose di Rose e Lily! –
- Io non sono bella o
interessante
come loro… - mormorò lei cupamente, lanciando
un’occhiata allo specchio dietro di sé.
- Sì che lo
sei! –
- Se lo sono io, anche
tu lo sei,
Roxie! Eppure questo non ha impedito loro di trattarti in questo modo
così poco carino… -
Lucy non si rendeva
conto. Io non ero neanche minimamente
carina come lei.
Se c’era
qualcuno che potesse
far risalire la fama degli Hufflepuff di certo non era la storicamente
noiosa Roxanne Weasley.
- Se potessi fare
qualcosa per
renderti popolare più di quelle, sai bene che lo farei
–
sussurrai con tono piatto, sentendo un nodo stringermi lo stomaco.
- A me non interessa
essere popolare, Roxie. Non senza di te… -
Il suo tono
così dolce
smosse un certo senso di colpa dentro di me. Se in tutti quegli anni
non mi ero mai sforzata di farmi accettare dagli altri, in quel momento
trovai un motivo per farlo. Lucy.
- Ci vorrebbe qualcosa
per
entrambe, allora – riflettei ad alta voce, mentre iniziavo a
camminare avanti e indietro per la stanza – qualcosa che ci
renda
apprezzate, qualcosa che spacchi! –
- Le tue rune
–
Mi fermai con la gamba
a mezz’aria, pietrificata dall’idea improvvisa che
aveva fulminato la mia testa.
Le rune. Un
travestimento, un po’ di pubblicità, predizioni
azzeccate e poi il successo.
Dovevo assolutamente
chiedere a
papà qualche oggetto per fare scena, e credevo che non si
sarebbe fatto problemi ad accontentarmi una volta saputo cosa
avevo intenzione di fare.
- Lucy, potresti
prestarmi Cinnamon? Devo scrivere una lettera a zio George… -
***
A due settimane dalla
gita ad Hogsmeade, arrivarono i pacchi della Tiri Vispi Weasley.
Atterrarono con tonfi
rumorosi sul tavolo di Hufflepuff, sotto gli occhi di tutti i presenti.
Purtroppo per loro,
avrebbero scoperto troppo tardi quello che contenevano.
Io e Lucy ci
scambiammo sguardi
complici, Kristien me li passò dopo averli rimpiccioliti di
modo
che potessi tenerli nella borsa con i libri.
Mi sentivo
favolosamente sporca, era bello sapere che l’inganno
macchinato aveva come scopo il benessere di altre persone.
Come si dice? A volte
il male è l’unico mezzo per portare il bene.
A questo punto,
però, mi
sembra giusto raccontarvi in cosa consisteva il piano. Non è
importante mettervi al corrente di cosa feci mentre mi dirigevo a
lezione di Pozioni, mentre speravo che il professor Zabini arrivasse in
ritardo come al solito.
Il contenuto dei
pacchi dei Tiri
Vispi consisteva in tre abiti stile celtico molto sfarzosi, capaci di
cambiare a seconda dell’umore della persona che li indossava,
e
in alcuni oggetti come parrucche e maschere Imitapelle adatti a
camuffare i connotati della sottoscritta, di Lucy e di Kristien.
La mia idea era quella
di spargere
in giro per la scuola la notizia di un servizio molto particolare,
previsioni del futuro completamente gratuite, offerto da una certa
Madama Annex
– il nome più carino uscito a me e alle mie
socie dopo aver rigirato in miliardi di modi
“Roxanne”.
Avrei iniziato quello
stesso
pomeriggio, nella Stanza delle Necessità, sperando che la
novità incuriosisse e facesse partecipare molti studenti e
che
le mie rune non si ribellassero facendomi prevedere cose che
non
si sarebbero avverate mai.
Il mio obiettivo era
raggiungere
una tale fama tra gli studenti da arrivare ad avere clienti
più
importanti, come ad esempio i miei cugini e i loro amichetti, e poter
partecipare alle loro feste clandestine.
Una volta ottenuto
questo successo,
noi tre Hufflepuff avremmo rivelato la nostra vera identità
e
avremmo dimostrato che la nostra Casata poteva essere al livello delle
altre tre.
Sì, so bene
che suona come un’utopia.
Ma tanto non avevamo
niente da
perdere e comunque pensavamo che sarebbe stato divertente venire a
conoscenza delle angosce che tormentavano gli altri studenti di
Hogwarts.
- Signorina Weasley,
le dispiacerebbe molto prestare attenzione alla mia spiegazione?
–
Alzai lo sguardo verso
il professor Zabini, rivolgendogli un sorriso di scuse, e lui smise
subito la sua espressione severa.
Era il mio insegnante
preferito ed avevo l’impressione che lui ricambiasse questa
simpatia.
Forse
perché eravamo entrambi parte della minoranza di colore
della scuola, chissà.
Dopo quel breve
rimprovero, mi misi
subito a prendere appunti sulla preparazione della Polisucco, dato che
dovevo assolutamente arrivare viva a quel pomeriggio.
Credevo che sarebbe
stato veramente uno spasso. Ero una povera illusa.
***
Ci ritrovammo quindi
nella Stanza
delle Necessità che si era gentilmente trasformata con una
perfetta atmosfera da veggente sotto nostra richiesta.
L’unico
sforzo che avevamo dovuto fare noi era stato travestirci con i prodotti
magici arrivati a colazione.
Avevo i capelli neri,
la pelle
pallidissima e gli occhi cerulei. In pratica ero l’opposto
rispetto al solito, e stranamente mi sentivo più libera di
essere me stessa.
Kristien aveva deciso
di tenere i
suoi capelli castani, ma aveva dei lineamenti molto più
spigolosi e i suoi riconoscibili occhi azzurri erano stati sostituiti
da due gemelli castani molto più comuni.
Lucy invece sembrava
una versione
più giovane della me cambiata: anche lei chioma corvina,
sguardo
grigio spento e pelle da cadavere.
Oddio, so che
è brutto come paragone, ma era davvero assurdo avere un
colorito così malsano.
Mi ripromisi di dire a
papà di perfezionare quella tonalità nelle future
maschere Imitapelle.
Erano le tre meno
cinque, i
volantini distribuiti di straforo in Sala Grande recitavano
“servizio disponibile dalle tre alle sei di ogni
martedì”.
Eravamo in perfetto
orario, per
quanto mi riguardava. Accarezzai con affetto il sacchetto di rune
appoggiato sul tavolo, mentre Kristy usciva dalla stanza per appostarsi
davanti alla porta e far entrare a turno gli eventuali clienti.
Speravo con tutto il
mio cuore che ce ne fossero, altrimenti avrei potuto dire che la mia
idea era la solita cagata.
Scambiavo sguardi
apprensivi con
Lucy, in attesa che qualcuno si presentasse. L’atmosfera era
soffocante in quel cubicolo improvvisato: pesanti tende viola su ogni
parete, luce soffusa, forte odore di patchouli, moquette di colore
indefinito a terra e infine il tavolino circolare dietro al quale ero
seduta io, coperto da un’impalpabile tovaglia lilla. Anzi, a
dire
il vero non era propriamente lilla. Era più sul rosa
violaceo,
un colore abbastanza indefinito. Credevo di avere una gonna di quella
tonalità, non ero mai riuscita ad abbinarla a…
- Madama Annex?
È giunto il
suo primo cliente… - mi avvertì Lucy con voce
velata di
mistero, mentre accompagnava davanti a me un ragazzo con le guance
infiammate dall’imbarazzo.
Per poco non scoppiai
a ridere
davanti alla serietà con cui la mia cuginetta finse quella
voce
da Cooman. Aveva una carriera come attrice, la piccola.
- Benvenuto al
cospetto di Madama
Annex, creatura del Mondo dei Vivi… - esordii teatralmente,
socchiudendo gli occhi come per vedere meglio la mia vittima, che si
ritrasse spaventata – Comunica tramite me, agli Spiriti delle
Rune, il tuo nome… -
Sapevo cosa provava
quel ragazzino,
avrebbe voluto scappare a gambe levate dalla brutta situazione in cui
si era imbarcato. Allo stesso tempo sapevo che se aveva deciso di
consultare una lettrice del futuro sconosciuta, in barba alle possibili
prese in giro dei suoi compagni, aveva veramente bisogno di sapere
qualcosa e per questo avrebbe resistito.
- Paul
Cooper… -
- Dimmi, caro Paul,
quale domanda vorresti porre a Madama Annex? –
- Io… io
vorrei sapere se ho qualche possibilità di conquistare la
ragazza che mi piace da tre anni… -
Ok, forse non aveva veramente
bisogno della mia previsione. Ma in ogni caso, dato che ero in ballo mi
toccava ballare. Dopo aver improvvisato una sorta di nenia in qualche
lingua inesistente per accompagnare il balletto propiziatorio di cui
avevamo deciso si sarebbe occupata Lucy, finalmente aprii il sacchetto
delle rune e vi immersi la mano.
Non mi venne
più da ridere,
non mi sentii più a disagio non appena le mie dita entrarono
in
contatto con la fresca superficie liscia delle mie silenziose amiche.
Quasi automaticamente,
ne afferrai
una e la depositai sulla setosa tovaglia dal colore indefinito.
Osservai per un attimo le copiose goccioline di sudore che si erano
formate sulla fronte del ragazzino, prima di accingermi ad interpretare
la runa. Rappresentava un semplice rombo.
- Oh, molto
interessante… -
bisbigliai con un tono forzatamente mistico – Sì,
molto
interessante. Si tratta della runa Inguz, protettrice
dell’unione
familiare… quindi sì, creatura, conquisterai la
tua bella
e in futuro vi sposerete. –
Il sorriso incredulo
che si
aprì sulle labbra del mio primo cliente mi lasciò
senza
fiato. Non avevo mai pensato che la mia dote potesse rendere qualcuno
così felice.
- Grazie, Madama
Annex, grazie! Se accadrà veramente, lei sarà la
prima invitata alle nostre nozze! –
Ricambiai con un
sorriso indulgente
prima di fare cenno a Lucy di accompagnare fuori Paul, mentre mettevo
Inguz di nuovo tra le sue compagne.
Quando alzai lo
sguardo per
accogliere un nuovo cliente, mi accorsi però che era la
testa di
Kristy e non quella di uno sconosciuto a mostrarsi.
- Madama Annex
–
annunciò con tono leggermente canzonatorio, ma con una
sfumatura
soddisfatta – credo che dovrai fare gli
straordinari… qui
fuori c’è una fila di venti persone! –
Strabuzzai gli occhi
in modo molto poco mistico, incredula.
Non credevo possibile
che la mia
idea avesse riscosso così tanto successo al primo giorno
senza
un minimo di pubblicità tra i clienti!
- Comunque stai
tranquilla, per ora
non ci sono le celebrità – mi informò
Kristy con
tono ironico - solo qualche studentello medio, quindi rilassati e fai
la brava! –
Detto questo spinse
nella stanza
una ragazza che mi sembrava di aver già visto, pensavo fosse
del
mio stesso anno. Mi affrettai a riprendere un’aria credibile
nonostante sapere il numero esorbitante di persone in attesa mi avesse
davvero scioccata.
Mentre esponevo il mio
discorsetto
mistico a Marika Barney – così si chiamava quella
Ravenclaw – non potei fare a meno di pensare che quella volta
il
mio piano avrebbe davvero potuto funzionare.
Per me, per Lucy, per
Kristien… e per tutti gli Hufflepuff.
***
Stesso posto, stessa
ora, anno nuovo.
Eravamo rientrati il
giorno prima a
scuola dopo le vacanze di Natale, ma l’attività
della
ormai famosa Madama Annex non poteva prendersi un attimo di pausa.
Dopo la prima
sessione, quella
caratterizzata dalla fila di venti persone in attesa, ce ne furono
altre prima del grande stacco di tre settimane.
Tutte e quattro
avevano portato un
afflusso di gente tale da mettermi al corrente dei dubbi di tre quarti
della scolaresca di Hogwarts.
Avevo avuto
addirittura la
soddisfazione di sentir parlare della misteriosa Madama Annex durante
il pranzo di Natale in famiglia; Rose e Dominique mi avevano rivolto la
parola per sapere se io, da brava popolana, ci fossi già
stata e
se la predizione si fosse avverata.
Naturalmente avevo
risposto
affermativamente ad entrambe le domande, dato che il mio obiettivo era
proprio attirare clientela facente parte
dell’élite.
Tutti i miei cugini
erano in
fibrillazione per quella storia e continuavano a ripetere che una volta
tornati ad Hogwarts avrebbero messo alla prova questa veggente
così brava. Tutti tranne Albus.
Avevo come
l’impressione che
lui fosse l’unico a sospettare che io fossi Madama Annex.
Avrebbe
potuto benissimo rivelare la mia identità agli altri e tutti
i
miei progetti sarebbero crollati nel giro di pochi secondi. Ero
però ottimista al riguardo, dato che non aveva niente contro
di
me ed ero convinta fingesse di non volermi bene solo perché
ero
una Hufflepuff.
Comunque, cosa stavo
dicendo prima
di questa digressione storica? Ah, sì, che mi trovavo di
nuovo
seduta dietro al solito tavolo con la tovaglia rosa violacea e che
Kristy non aveva ancora fatto entrare nessuno nonostante fossero
già le tre e mezza. Molto
strano.
- Credi che
l’attività
abbia stufato? – sussurrò Lucy, probabilmente solo
per
riempire il silenzio che ci stava massacrando le orecchie.
- Ne dubito, ma non
saprei –
Mi sembrava di aver
raccolto anche
una serie di abitudinari, prima di Natale. Ad esempio Paul Cooper, che
dopo essersi messo insieme alla sua Mary come gli avevo predetto aveva
continuato a consultarmi sugli argomenti più disparati.
La porta si
aprì improvvisamente. Ripresi automaticamente una certa
mistica dignità.
- Vieni avanti,
creatura, vieni avanti… -
Trattenni un gridolino
di soddisfazione quando notai che la ragazza appena entrata era Violet,
la fidanzata di mio cugino James.
Iniziò a
sospirare
teatralmente nel momento in cui appoggiò il suo piccolo
sederino
sullo sgabello davanti a me e non smise per un attimo di farlo, neanche
quando le comunicai che anche quella volta sarebbe riuscita a tenerselo
stretto. Sembrava triste, talmente tanto che mi fece venire voglia di
andare a massacrare di botte James.
- La runa dice anche
come potrò fare in modo che il mio ragazzo smetta di
tradirmi? –
Ad essere sincera, no.
Feci per
dirglielo, quando un’idea mi colpì
improvvisamente: avrei
potuto utilizzare la fiducia che Violet riponeva nel personaggio di
Madama Annex per arrivare al mio obiettivo primario.
No, non far uccidere
James. Rendere popolare Roxanne Weasley.
- La runa dice che
solo una persona potrà aiutarti, una sua consanguinea
dall’umile posizione… -
- Roxanne Weasley?
–
Il suo tono perplesso
e incredulo non mi piaceva, ma racimolai tutta la mia pazienza per non
scompormi.
- Non è
certo, il nome della tua alleata. Le rune non conoscono nomi, solo
persone. –
Speravo che Violet
amasse abbastanza James da decidere di parlarmi, quella sera. Sarebbe
stato un grosso passo in avanti.
- Grazie, Madama Annex
–
Osservai con un filo
di
soddisfazione la sua chioma bionda che scompariva dietro la porta della
Stanza delle Necessità. Scambiai un batti cinque con Lucy,
prima
che entrasse un nuovo cliente.
Il mio obiettivo si
faceva sempre più vicino.
Note
dell'autrice
Ciao a tutti!
Ho visto che la lista di lettori è aumentata notevolmente e
non posso di certo nascondere la mia felicità ^.^
Ringrazio quindi delfy96,
Jhaa, kiaa, Luna1312, RubiaA e _sunflower per aver
aggiunto la storia tre le Seguite,
Lilla95 e Bonnie
per averla inserita tra quelle da ricordare, Alara666 e zmaz per averla
inserita tre le Preferite.
Ringrazio anche tutti quelli che hanno recensito e chi legge in
silenzio.
A presto,
Lady Lynx
Foolfetta: sono
felice di sapere che ti piaccia nonostante le mie idee siano
completamente opposte a quelle che avevi tu. Hai proprio ragione, il
bello della New Generation è che si può
immaginare senza limiti senza avere paura di stravolgere eventi
passati. Ti ringrazio per i complimenti e la recensione!
Dully:
l'idea delle Rune mi è stata suggerita dall'immagine che
dovevo utilizzare per il Concorso a cui ho partecipato, quindi devo
ammettere che non è stata proprio del tutto farina del mio
sacco. Comunque è bello sapere di aver finalmente
accontentato i fan dei poveri e bistrattati Tassorosso. Ti confesso che
anch'io sono una appassionata di personaggi secondari, mi permettono di
esprimere al meglio la mia fantasia. Grazie per la recensione!
Charme: mi
sono documentata su vari siti prima di azzardarmi a scrivere qualcosa
sull'argomento, terrorizzata dall'eventualità che qualcuno
potesse contestare qualcosa ^.^ nonostante questo, le previsioni non
sono per niente affidabili quindi sconsiglio di prendere la mia
fanfiction come manuale di Rune (scherzo, ovviamente! xD) Grazie per i
complimenti e la recensione!
_Mary: purtroppo
questo sembra essere il destino dei Tassorosso, eterni emarginati
considerati alla stregua dei Vermicoli. Come ho detto anche a Dully,
l'idea delle Rune non è del tutto mia - ma sono felice che
abbia riscosso successo. Per quanto riguarda le Case io ho sempre
parteggiato per Corvonero, ma l'idea di un Weasley a Tassorosso mi
solleticava da un bel po'... ed ecco qui quello che ne è
uscito! ^.^ Grazie per i complimenti e la recensione!
LAZIONELCUORE:
mi dispiace dirtelo, ma Albus non può morire dato
che è un personaggio adorabile U.U Scherzi a
parte, questa storia è già stata scritta
interamente per il Concorso e quindi non posso cambiare la
trama. Mi dispiace (ma Albus esulta per questa grazia xD).
Grazie per la recensione!
|
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Capitolo 4 *** Guai ***
Capitolo IV - Guai
Ero alla festa dei Gryffindor.
Merlino, quando era
strano pensarlo. Ero – alla – festa – dei
– Gryffindor!
Mi aveva invitata
Violet Spencer, la ragazza di James, come ringraziamento per il mio
prezioso aiuto nel guarire il mio adorabile
cugino dalla malattia del tradimento.
“Come ci
è riuscita?”, vi chiederete. Beh, non è
stato molto difficile, in fondo.
È stato
sufficiente scattargli una foto mentre era in atteggiamenti intimi con
una Slytherin molto più piccola di lui e poi minacciare di
mandare questa prova scottante a zia Ginny in caso l’avessi
beccato con altre ragazze diverse da Violet.
Ok, so bene che
è una cosa spregevole, non corretta e tutto il resto.
Ma almeno ero riuscita
a partecipare alla festa dei Gryffindor, no? La mia prima festa
clandestina dopo sei anni di Hogwarts!
Ed ero
l’unica Hufflepuff di tutto il party, quindi doppia
soddisfazione.
Dovevo ammettere che
sarebbe stato il massimo poter far parte quotidianamente di questa
gente, loro sapevano come divertirsi. Altro che i miei compagni di
Casata, la cui aspirazione massima era fare il gioco della bottiglia
senza contemplare neanche lontanamente l’ipotesi del bacio.
L’unico
grosso neo della situazione era che per tutti rimanevo Roxanne Weasley,
la sfigata.
L’invito a
quella festa mi era stato concesso per gentilezza di Violet, non
perché qualcuno volesse
veramente che io partecipassi. Fu probabilmente per
quello che rimasi appiccicata al muro per ore, con in mano un bicchiere
quasi finito di succo di zucca, con le persone che mi passavano davanti
senza neanche calcolarmi – o, se lo facevano, era solo per
commentare quanto il mio vestito stonasse con la tappezzeria della loro
Sala Comune.
Accidenti, il mio
entusiasmo era improvvisamente scemato. Non era poi così
fantastico far parte di una festa dell’élite se
poi l’élite non mi cagava di striscio.
- Hai sentito, Rosie?
Le previsioni di quella Madama Annex hanno funzionato anche per Vi,
questo martedì ci devo assolutamente andare
anch’io per vedere come andrà a finire con Robert!
–
- Nikki, non hai
bisogno di andare da quella per sapere che riuscirai benissimo a
tenerti stretta sia lui che il tuo amante senza che nessuno dei due lo
sospetti! –
- Rosie, tesoro,
voglio esserne sicura… -
Si fermarono davanti a
me, interrompendo improvvisamente il discorso. Sentii i loro occhi
percorrermi dalla punta dei piedi alla radice dei capelli, vidi i loro
le loro labbra lucide aprirsi come due fiori appariscenti sulle
dentature candide.
- Roxanne! Che
sorpresa vederti qui! –
Come se la loro amica
Violet non le avesse avvertite della mia presenza ad un loro party.
- Rose,
Dominique… come state? –
- Dai, vieni a
ballare, non stare lì come una Hufflepuff imbranata!
– urlò la prima, senza curarsi di rispondere alla
mia domanda.
- Non ne ho
voglia… -
- Vieni! –
Era stata Dominique a
parlare, insieme a Rose mi prese per le braccia e mi portò
in mezzo alla sala affollata. Se solo mi avessero lasciata libera di
muovermi avrei anche potuto anche accennare qualche passo di danza
decente, ma la loro intenzione non sembrava essere questa. Mi mossero
loro, come se fossi stata un burattino, costringendomi a fare delle
mosse imbarazzanti all’ennesima potenza. Sentivo le guance in
fiamme, sapevo che la mia faccia era il ritratto del disagio.
- Lasciatemi!
– urlai con decisione, cercando di sovrastare la musica.
Niente da fare, o non
mi sentivano o non mi volevano
sentire. Con uno strattone esasperato mi liberai dalla loro presa e
cercai di farmi strada tra i corpi ammassati, senza poter evitare di
sentire le loro risate alle mie spalle. Ero stata profondamente
umiliata.
Una volta uscita dal
dormitorio di Gryffindor, nel buio silenzioso delle scalinate della
scuola, mi resi conto di aver sbagliato qualcosa. Non bastava uno
schiocco di dita per liberarsi della propria fama, una fama acquisita
in sei lunghissimi anni. Non bastava aver fatto un favore ad una delle
ragazze più popolari della scuola, non bastava un invito ad
una festa e non bastava
fingere di essere figa.
Non lo ero, e come se
non bastasse l’assenza di Kristien e Lucy mi aveva messa
ancora più in difficoltà.
Camminai a testa bassa
verso il rifugio di Hufflepuff, sentendomi umiliata
nell’animo.
Quante persone mi
avevano vista, prigioniera di Dominique e Rose, a ballare in quel modo
scomposto?
Quante avrebbero riso
ancora la mattina seguente, pronte a raccontare a tutti
l’ultima prodezza di Roxanne Weasley?
Pensai che forse era
quello che intendeva la mia runa, quella del primo giorno di
quest’anno scolastico, quando diceva che avrei peccato di
ambizione.
Forse io non ero fatta
per la popolarità, la grazia, l’eleganza e la
perfezione.
Scuotendo la testa
sconsolata, entrai nella Sala Comune del mio dormitorio. Con sorpresa
vidi che Lucy e Kristy erano ancora sveglie, nonostante fossero le due
di notte. Mi avevano aspettata pazientemente.
Il loro affetto mi
provocò una stretta alla gola: faticavo a parlare, ma
probabilmente loro capirono già dal mio sguardo cosa era
successo. Si alzarono in contemporanea, vennero verso di me, mi
strinsero in un abbraccio desiderato.
Le lacrime
dell’umiliazione poterono finalmente sgorgare liberamente
sulle mie guance.
***
E poi, finalmente,
giunse l’ora della vendetta.
Il martedì
precedente Dominique era venuta da me, o meglio da Madama Annex, per
chiedere previsioni sulle sue varie storie d’amore.
Avevo concordato con
Lucy e Kristien che non era più importante diventare celebri
per l’esattezza delle mie previsioni. Mi avevano consigliato
di usare il potere acquisito sulla popolazione scolastica per mandare
fuori di testa le mie cugine e fare del mio meglio per ottenere un
lavoro di giustizia.
Era come il proverbio
“se non riesci a sconfiggerli, unisciti a loro”,
solo al contrario.
L’alleanza
non era servita a niente… quindi era iniziata la guerra.
Avevo preparato un bel
discorso da fare alla cara Nikki. Le avevo predetto talmente tante
disgrazie da farla diventare paranoica e in più le avevo
dato dei consigli francamente assurdi che lei aveva detto avrebbe
seguito alla lettera.
Risultato di tutto
questo?
Un giorno dopo la
seduta con me, Robert aveva scoperto il suo doppiogioco e
l’aveva lasciata platealmente in Sala Grande davanti a tutti.
Dominique, in preda alla rabbia, aveva urlato le peggiori ingiurie
contro Madama Annex e aveva giurato che gliel’avrebbe fatta
pagare cara.
Peccato che tutti i
presenti, colpiti dalla abilità nelle previsioni e dalla
gentilezza della mia alter ego, si fossero rivoltati in massa contro
Dominique spedendola in infermeria.
Uno spettacolo
esilarante, davvero.
Forse una vendetta un
po’ cattiva, ma decisamente dolce.
Per farla pagare alla
cara Rose, invece, attesi la settimana dopo.
L’avevo
sentita proprio quella mattina urlare in classe ad una delle sue
amichette che aveva bisogno di una previsione per la partita
Gryffindor/Slytherin di domenica. Probabilmente non era abbastanza
fedele alla sua Nikki da rinunciare a lanciare un’occhiata
nel futuro.
Anche per lei mi ero
preparata una sfilza di consigli del tutto rovinosi, in modo da
completare la mia piccola vendetta.
- Non sto nella pelle,
Lucy… - le confessai con un sorriso, mentre rimischiavo le
rune distrattamente.
- Sono veramente
curiosa di sentire cosa le dirai – replicò lei
ridacchiando divertita.
Riappoggiai il
sacchettino sul tavolo, una delle rune cadde sul pavimento vicino al
mio piede. Sbuffai, cercai di raccoglierla contorcendomi e, sfortuna
delle sfortune, proprio in quel momento sentii il rumore della porta
che si apriva. Mi affrettai a tirarmi seduta e a riprendere la mia
dignità, ma mi fu difficile farlo una volta accortami di chi
mi sta davanti. Sentii uno squittio intimorito provenire dalla mia
destra, sbattei un paio di volte le palpebre per assicurarmi che stessi
davvero vedendo quello che vedevo.
- P…
professor Zabini? –
La mia domanda si
rivelò molto gracchiante, poco mistica, ma accolse un
sorriso aperto. Lanciai una rapida occhiata alla runa che avevo
raccolto, notai che era di nuovo Thurisaz, prima di rimetterla nel
sacchettino con mani tremanti.
La domanda del momento
era: “dove diamine sono finiti i miei neuroni?”
In un patetico
tentativo di rompere il silenzio che era caduto, tentai di enunciare il
mio rituale discorso d’apertura.
- Ehm…
creatura dei vivi, rivelami… cioè, mi
riveli… -
Stavo balbettando come
un’idiota. Roxanne Weasley, le lettrici di rune credibili non
balbettano!
- Vuole sapere la mia
domanda, Madama Annex? – chiese lui educatamente, nascondendo
abilmente la sua sorpresa nel trovarsi davanti una simile incompetente.
- Sì,
sì… -
Bene, almeno avevo
scoperto che rispondendo a monosillabi non sembravo una appena colpita
da un Languelingua.
- Vorrei sapere
qualcosa riguardo il mio futuro, in generale… mi
sorprenda… -
Merlino, ma quanto era
sexy la sua voce?
Papà mi
aveva raccontato che il suo professore di Pozioni era un tizio untuoso
e anche piuttosto sgradevole che probabilmente non aveva mai
conquistato una donna in vita sua. E invece il professor Zabini
era… indescrivibile!
“Roxanne,
concentrati!” mi auto imposi, mentre tentavo disperatamente
di afferrare una delle tante rune del sacchetto “Non
è diverso dagli altri clienti, quindi stai calma!”
Le mie dita
abbracciarono uno dei miei ciottoli, lo appoggiarono sul tavolo rivolto
verso l’alto. Non feci tempo ad aprire bocca che lui mi
anticipò.
- La runa Ehwaz,
giusto? –
Naturalmente aveva
ragione. Quella emme maiuscola è inconfondibile, rappresenta
il cavallo che a sua volta è simbolo dei viaggi.
- Esatto. Significa
che nel suo futuro sono previste delle vacanze lontane dal luogo in cui
vive o addirittura un trasferimento… -
Brutta notizia, direi.
Avrei dovuto confessargli che mi sarebbe mancato?
- Non può
dirmi altro? –
Certo che potevo
dirgli altro. Potevo anche predirgli tutta la vita, se voleva. Per lui,
questo e altro!
- Naturalmente
è possibile. La seconda domanda sarebbe a pagamento, ma per
lei posso fare un’eccezione… -
Gli sorrisi e mi
sentii apprezzata. In quel momento capii che le ragazze more, con la
pelle candida e gli occhi azzurri riescono a conquistare anche un
professore affascinante come Zabini senza troppa fatica.
Quanto
è ingiusto il mondo…
Scrollando via questo
pensiero estrassi la seconda runa, quella che avrebbe dovuto dare
maggiori dettagli sul viaggio.
Era Isa, che
rappresenta la luce lunare e la conservazione. Non riuscivo a capire
come potesse collegarsi con l’idea del viaggio, ad essere
sincera, ma dovevo assolutamente dire qualcosa a Zabini dato che mi
osservava in attesa di un responso.
- Il viaggio che
intraprenderà spezzerà un legame affettivo molto
importante –
Che imbarazzo. Non
sono mai stata molto brava ad inventare previsioni, forse è
per quello che sono capace di vedere veramente il futuro.
- Questo mi rammarica,
Madama Annex… - sussurrò lui con voce impregnata
di tristezza – perché significa che, anche se io
le confessassi in questo momento l’attrazione che provo per
lei, questo sentimento sarebbe destinato a morire… so che
siamo fatti per stare insieme da quando l’ho vista
per la prima volta pochi minuti fa… è stato un
colpo di fulmine… -
Rimasi sconvolta
davanti a quelle parole. Sentii un risolino giungere dal punto in cui
si trovava Lucy, non potei fare a meno di rivolgerle un gestaccio.
-
C’è qualcuno oltre a noi? – chiese il
professore, sembrando infastidito.
- Sì,
c’è la mia aiutante… Madama
Ceely… -
Una piccola ruga si
incise sulla sua fronte perfetta, facendolo sembrare ancora
più desiderabile ai miei occhi. Che fosse dannato il giorno
in cui il professore untuoso dei vecchi tempi se n’era andato
per lasciare posto a Zabini!
- La mandi via, la
prego… -
Come avrei potuto
resistere ad una richiesta di quell’uomo detta con una tale
gentilezza? Feci cenno a mia cugina di uscire, lei obbedì ma
senza nascondere il suo disappunto. Non appena Lucy sparì
dietro la porta, Zabini si alzò in piedi e il mio cuore
accelerò inspiegabilmente i suoi battiti.
- Madama Annex, so che
non potrò mai dimostrarle appieno il mio amore, ma desidero
darle un assaggio di questo inestimabile sentimento almeno in questo
breve momento di solitudine… -
Rimasi congelata,
sentii i neuroni rimescolarsi nella testa, mentre mi dicevo che tutto
quello era irreale.
Fin troppo irreale.
- La prego, Madama
Annex, non abbiamo molto tempo! – mi sollecitò
lui, abbandonando il tono romantico per esplicitare il suo invito.
- Io… io
non capisco come lei possa pensare di amarmi dopo avermi visto solo per
qualche istante… -
- La prego, Madama, mi
accontenti… -
Mi alzai in piedi
nonostante il tremore delle mie gambe, ricevetti un caloroso sorriso
che mi convinse dell’irrealtà della situazione.
Come era possibile che lui, Blaise Zabini, uomo maturo e navigato,
decidesse di dare un “gesto del suo amore” ad una
veggente sconosciuta?
- So che sei una
studentessa, ma non mi importa… - sussurrò lui,
mentre appoggiava una delle sue mani alla mia vita.
Strabuzzai gli occhi,
consapevole della bruttezza del mio viso con quella espressione da
pazza, ma Zabini non fece una piega. Vidi le sue labbra piene sporgersi
verso di me e poi premere sulle mie.
Seguì
un’incredibile vampata di calore alle guance per
l’imbarazzo, quasi temetti che potesse sciogliere la maschera
Imitapelle che indossavo.
E poi, accadde tutto
all’improvviso: la porta della Stanza delle
Necessità si aprì di colpo, Dominique
entrò di sorpresa e strattonò Zabini lontano da
me, la professoressa McGranitt la seguì a bacchetta levata,
un miscuglio di urla insopportabili.
Nikki
strillò contro il professore di Pozioni, dandogli del
pervertito approfittatore.
La Preside mi
rimproverò con estrema severità, mi
intimò di togliermi la “bardatura” che
avevo addosso – e lo feci senza protestare, con suo grande
stupore – poi anch’essa rivolse tutta la sua rabbia
contro il professore.
Non so per quanto
tempo durò quello scambio isterico di battute e repliche, di
cui io ero solo la spettatrice.
Sapevo solo che
qualcosa non mi quadrava, e quel qualcosa era il ghigno soddisfatto di
Dominique alle spalle della McGranitt.
Ah, sapevo anche
un’altra cosa, a dire il vero.
Ero in un mare di guai.
Note dell'autrice
Ciao a tutti!
Posto questo capitolo in ritardo a causa di diversi problemi di tipo
personale. Spero che possiate perdonarmi.
Intanto ringrazio chi ha aggiunto questa storia tra le Seguite (delfy96, HarryPotterianaDOC,
Jaslyn, Jhaa, kiaa, Luna1312,mary96twilight, rubiaA, _sunflower)
e le Preferite (AliceRosy,
BlackFra92, Miss_Slytherin, zmarz).
Grazie anche a chi legge in silenzio e a chi recensisce.
Baci,
Lady Lynx
foolfetta:
sorpresa di averti sorpresa, dato che pensavo la storia potesse
risultare fin troppo lineare e scontata. Roxanne, da brava Weasley,
rivela tutta la sua potenza per proteggere chi la circonda... e Lucy ne
è l'esempio calzante. In effetti un pensiero gentile
andrebbe fatto anche per la povera Violet, vittima
dell'infedeltà di James. Grazie per la recensione!
Dully: se
lo scorso capitolo ti è piaciuto per la reazione di Roxie
alla "dittatura" dei suoi cugini, allora probabilmente questo non
sarà molto di tuo gradimento dato che c'è un
ritorno sul trono proprio di quei malefici esseri. Spero comunque che
le continue svolte, magari anche inaspettate, ti rendano piacevole
anche questo argomento ^^ Grazie per la recensione!
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Capitolo 5 *** Conseguenze ***
Capitolo V -
Conseguenze
Sono nella mia camera,
in questo momento, a fissare i bambini Babbani che giocano fuori dalla
finestra.
Sono carini, in qualche modo, nonostante i loro schiamazzi
insopportabili.
Potrei finire a fare l’educatrice, forse.
Con ogni probabilità sarà l’unico lavoro che
potrò fare, data la piega che ha preso la mia vita.
Ma voi non siete aggiornati, è vero. Farò del mio
meglio per spiegarvelo, dato che non ho meglio da fare ora come ora. E
comunque era proprio questo il mio obiettivo primario, no?
Raccontarvi la mia storia.
Eravate rimasti al bacio con Zabini e alla seguente entrata di due
scleratissime Dominique e McGranitt, giusto?
Bene, dopo lo sfogo delle loro corde vocali ci siamo diretti tutti e
quattro nell’ufficio della Preside. Lì ho
ritrovato Lucy, Kristien, Albus e Rose.
Un quartetto bizzarro, non è vero? La McGranitt ha spiegato
a me e alle mie due “complici” nel
“progetto Veggente” che non è permesso
utilizzare le stanze della scuola non accessibili agli studenti per
attività non autorizzate dagli insegnanti. Principalmente
era questo il motivo per cui avremmo dovuto essere punite severamente.
Ha però specificato che non si aspettava che io, oltre ad
offrire un servizio di predizioni con le rune, eseguissi anche delle
“prestazioni” di altro genere. Credo si riferisse
al bacio rubatomi da Zabini.
Naturalmente io, Lucy e Kristien abbiamo tentato di spiegarle che non
c’era niente di più della innocente lettura delle
rune, ma la McGranitt non ci ha creduto e ha detto che sarebbe stato
meglio per noi stare zitte per non peggiorare ulteriormente la nostra
situazione.
Beh, in effetti aveva visto il bacio con i suoi occhi. Peccato che
fosse un’eccezione
e non la regola.
Dopo essersi occupata di noi ha fatto una violentissima ramanzina anche
a Zabini, accusandolo di essere un professore indegno –
capace di circuire le ragazzine e di approfittare dei loro grilli per
la testa solamente per puro piacere sessuale.
Merlino, mi era sembrata un po’ eccessiva. Aveva fatto
passare il povero professore per un porco incallito, nonostante non
avesse mai sgarrato un attimo con nessuna di noi.
E invece no. È venuto fuori che Zabini era il famoso amante
di cui parlava Dominique alla festa, quello con cui l’aveva
sorpresa il suo fidanzato Robert. Quest’ultimo aveva riferito
tutto alla McGranitt, approfondendo nei dettagli con la storia
raccontatagli da Nikki a proposito di una “previsione di
Madama Annex”.
“Come hanno fatto Dominique e McGranitt ad arrivare nello
stesso momento?”, vi chiederete voi.
La spiegazione è semplice. Dopo l’aggressione di
Nikki da parte di metà popolazione di Hogwarts, Albus aveva
detto a Rose che pensava che fossi io la famosa Madama Annex. La cara
Rosie l’aveva detto a Nikki che aveva quindi deciso di
vendicarsi su di me ( e sulle mie previsioni che le avevano rovinato la
vita sentimentale) andando a spifferare alla Preside
l’esistenza di questa “attività
illegale”.
È stato solo per caso che hanno beccato me e Zabini presi in
un bacio.
E, per amore della precisione, il professore aveva deciso di farsi
predire il futuro da Madama Annex solo perché sapeva che
questa veggente era dotata di occhi azzurri –
quindi credeva fosse Dominique, la sua amata, e voleva farsi perdonare
in quel modo.
Insomma, un vero e proprio macello. Mi viene il mal di testa solo a
spiegarvelo, non oso immaginare a voi che siete costretti a capirci
qualcosa.
Morale della favola? Lucy e Kristien sono finite in punizione per un
mese dalla McGranitt, Dominique è stata punita con
l’esclusione dalla squadra di Quidditch di Gryffindor, Zabini
è stato sollevato dall’incarico, Rose e Albus sono
stati premiati con cento punti a testa e io sono stata espulsa.
Sì, esattamente, espulsa.
A quattro mesi dai M.A.G.O.
A discapito della mia futura carriera da scrittrice di manuali di magia.
Nonostante i numerosi colloqui tra la Preside e i miei genitori e la
“buona parola” messa da mio zio Harry –
non che qualcuno gli avesse chiesto di intromettersi, dato che
è colpa di suo figlio se è successo tutto questo
casino.
È per questo motivo che sono qui, chiusa nella mia stanza, a
guardare quattro mocciosi che corrono avanti e indietro per la strada.
Almeno loro hanno un futuro.
Sospiro pesantemente, lancio un’occhiata al sacchetto di
velluto rosso che giace immobile e solenne sul mio copriletto rosa.
È anche colpa sua se la mia vita è degenerata in
questo modo.
“No, Roxanne, sei stata tu a cercartela… e dire
che loro ti avevano avvertita!”
Mi sento un po’ fallita, mi è concesso dirlo?
Non solo sono stata una sfigata di Hufflepuff per sei anni, ma sono
addirittura stata espulsa al mio ultimo anno per due motivi assurdi.
Ditemi se questa non è sfortuna, o imbecillità, o
entrambe le cose.
Vorrei poter ridare quel dannato sacchettino a zia Hermione, ma non
credo che voglia parlarmi ancora se Rose le ha fatto leggere la lettera
piena di insulti che le ho scritto per
“ringraziarla” gentilmente della mia espulsione.
La mia mano, nonostante tutto, non resiste al richiamo di quel tessuto
morbido dal colore sanguigno.
La mia mente, rimasta scottata dalla storia di Madama Annex, non vuole
rinunciare all’ultima consolazione che le resta.
Scivola sul copriletto, tende il muscolo del braccio fino a raggiungere
il cordoncino del sacchetto, vi stringe attorno le dita.
È finita, ora che siamo entrati in contatto non posso
più fingere di non volermi crogiolare in
quell’attimo di pace – frutto delle mie piccole
previsioni.
Sciolgo il cordoncino, lascio scivolare la mano desiderosa nella
cavità, sento il velluto che accarezza la mia pelle e i miei
polpastrelli che tastano le conosciute pietre lisce e gelide come
chicchi di grandine.
Fatico a trovare la runa giusta, questa volta. Forse non sono
concentrata, forse non ce n’è una veramente giusta.
Alla fine ecco la prescelta, caduta nella mia mano. Rappresenta un
piccolo rombo, è la runa Inguz.
La stessa estratta nella mia prima sessione di previsioni scolastiche,
quella per Paul Cooper.
“Protezione dell’unione familiare,
giusto?”
Davvero difficile da interpretare, ad essere sincera. Se si riferisce
ai miei genitori e a mio fratello Fred, potrebbe anche starci. Ma se
per famiglia intende proprio tutta la famiglia, allora penso di poter
dire con certezza che le mie abilità da veggente se ne sono
andate in vacanza.
- Roxie! Scendi, è pronto il pranzo! –
Sbuffo leggermente, ripongo la runa nel sacchetto, mentre scendo le
scale penso che dopo mangiato consulterò Internet per farmi
dare una mano a capire cosa voglia significare Inguz.
Un dubbio così grande non mi era mai capitato prima
d’ora.
Forse è una conseguenza delle mie azioni, forse è
la paura di sbagliare.
Ancora.
***
Solo dieci anni dopo Roxanne Weasley scoprì il vero
significato della runa Inguz.
Capì che si riferiva al suo matrimonio con Peter Brink, suo
collega di lavoro nello studio di Investigazioni Magiche di Londra
– Sezione Previsioni & Prevenzioni.
Capì che parlava dei suoi due figli, Michelle e Paul, e di
tutto l’amore che le ispiravano.
Capì che la avvertiva dell’importanza
dei legami di sangue, portatori di una solidarietà che si
era rivelata interamente solo quando aveva tragicamente perso sua madre
Angelina.
Capì che le rune prevedono quello che possono vedere –
ma non hanno occhi.
Capì che tutto quello che aveva si era creato dalle sue
azioni, giuste o sbagliate che fossero, e che nessuna pietra avrebbe
mai potuto scrivere il suo destino.
Roxanne Weasley capì solo alla veneranda
età di ventisette anni che erano le sue azioni a portare a
delle conseguenze.
Ma non per questo smise di riporre fiducia nelle sue rune.
Loro, a differenza degli umani, non la tradirono mai.
Note dell'autrice
Ciao a tutti!
Come sempre, arrivo sempre in enorme ritardo. Mi dispiace enormemente
di aver così tanto trascurato la mia produzione, ma la mia
ispirazione si è diradata e per questo non guardo
più molto spesso questo sito. Beh, basta scuse.
Ringrazio chi ha inserito questa storia tra le Seguite: alix black, ANIMAPERSA, bmico,
DANINO, delfy96, Dully, EdSaKe03, Foolfetta, HarryPotterianaDOC,
Jaslyn, kiaa, Lilla95, Lily261, LuNa1312, mary96twilight, Nita986,
pheeny, rontiamo, rubiaA, sophia92, sunflower_,
tra le Storie da Ricordare:
CharmedAlis, Lilla95, Bonnie,
e tra le Preferite: Alara
666, AliceRosy, BlackFra92, Charme, LAZIONELCUORE, Miss_Slytherin,
zmarz, _Mary.
Ringrazio anche chi ha lasciato un segno del proprio passaggio. Spero
che questo finale, per quanto breve, possa essere di vostro gradimento.
Forse speravate in un futuro diverso per Roxie, chissà.
Rispondo alle vostre ultime recensioni e poi torno nell'ombra.
Grazie a tutti!
Lady Lynx
_Mary: chi
non vorrebbe strangolare le tenere Rose e Dominique? Temo che dovrai
metterti in fila, cara, perchè dopo quello che hanno
combinato, quelle due si sono fatte mooolti nemici. Giustizia
è stata fatta, è vero, ma purtroppo ho voluto
descrivere un mondo "reale" per quanto magico e - come hai potuto
leggere qui sopra - non sempre i buoni vincono. Zabini aveva i suoi
motivi per essere sospetto, povero caro. Beh, anche lui è
stato punito. Come invece temevi, Roxie ha dovuto fermare la sua
attività - un vero peccato, oserei dire, bloccare un
servizio così utile. Ti ringrazio per aver recensito fino ad
ora nonostante i miei continui spalzi di pubblicazione. Prima o poi
tornerò a seguire la storia di Rowena, sperando di aver
più tempo :)
Ella_Sella_Lella:
tu chiedi perdono? Allora io cosa dovrei fare? O.O Mi dispiace di aver
fatto cadere un mito come Zabini, ma nessuno meglio di lui mi sembrava
adatto per interpretare il ruolo del professore attratto dalle
ragazzine un po' facili come Dominique. Comunque, come avrai visto,
Louis non fa nulla a parte apparire come Slytherin. E' un personaggio
sprecato, lo so, ma con il limite di cinque capitoli impostomi dal
concorso non potevo inserire le prodezze di Louis se non forzando la
storia. In questa storia Al invece è un personaggio ambiguo,
vuole bene a Roxie ma non vuole dimostrarlo per non perdere la sua
posizione in società. E' subdolo, in qualche modo, ma anche
il meno lontano dalla povera cugina paria. Grazie per i complimenti e
la recensione!
pheeny: sono
felice che tu ti sia divertita, l'ironia di Roxie era proprio puntata a
far ridere i lettori. Zabini purtroppo era sotto qualcosa di
più forte di una pozione, il vero e proprio amore per
Dominique! Non credo che ci sarà un seguito di questa
storia, ma in caso ti farò sapere dato che sembri essere
interessata :) Grazie per la recensione!
Foolfetta: se
mi avevi quasi data per dispersa qualche mese fa, non oso immaginare
ora! ^^ Zabini era lucidissimo, questa volta le dannate cugine non
avevano niente a che fare con il misfatto. Anzi, sì,
Dominique ha la colpa di averlo fatto innamorare di sè. Mi
dà soddisfazione sapere che sono riuscita a rendere Rose e
Nikki come volevo, perfide come molte persone realmente esistenti. Al
è tornato indirettamente in questo capitolo, mi pento di non
averlo gestito meglio come anche Kristien e Lucy. Chissà,
magari un giorno tornerò a lavorare su questa storia
cercando di dare un po' più di spessore a tutti. Grazie per
la recensione!
Dully: tutti
le odiamo in questa storia, credo, ma è stato edificante
riuscire a mettere finalmente le due tanto osannate Rose e Dominique
sotto un'altra luce. E' stato bello renderle cattive, dato che vengono
sempre rappresentate come due angeli. E poi evviva i Tassi, finalmente
diventati protagonisti incontrastati! :)
Grazie per la recensione!
Charme: Roxie
è davvero una ragazza sfortunata. Spesso mi rispecchio in lei,
come per l'episodio della festa, e dev'essere per questo che la sento
una piccola parte di me. Che dire di Zabini? Si è beccato la
sua (pesante) punizione per colpa della solita ragazza facile di turno
e credo che non si avvicinerà più ad una
streghetta più piccola di lui dopo quello che gli
è costato il suo amore. Non avevo pensato ad una lettera di
George, ad essere sincera, ma ora che me lo suggerisci sarebbe stata
davvero un'idea geniale inserire qualcosa di simile :)
Grazie per la recensione!
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