Uno scherzo del destino

di Lady Lynx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Magia ***
Capitolo 2: *** Utopia ***
Capitolo 3: *** Idea ***
Capitolo 4: *** Guai ***
Capitolo 5: *** Conseguenze ***



Capitolo 1
*** Magia ***



Capitolo I - Magia

Chi avrebbe mai pensato che sarebbe andata a finire così?
Chi avrebbe mai creduto che un altro di noi non sarebbe stato Smistato in Gryffindor come tutti si aspettavano?
Chi avrebbe mai scommesso sull’ennesima sorpresa portata dall’ennesimo Weasley nella Sala Grande di Hogwarts?
Erano queste le domande che affollavano la mia mente, mentre osservavo il piccolo Albus che camminava verso la tavolata verde argento.
Certo, lui non era Weasley di cognome, ma si vedeva palesemente la sua appartenenza di sangue alla famiglia. Non mi fu difficile notare il deciso rossore che aleggiava sulle sue guance pallide.
Ero felice per il mio cuginetto principalmente per due motivi: il primo riguardava la soddisfazione di vedere James per la prima volta a bocca aperta, senza la sua solita aria di spavalderia e controllo su tutto; il secondo era strettamente personale e anche piuttosto sciocco.
Preferisco non dirvi di cosa si tratta, mi farebbe sembrare piuttosto meschina.
- Weasley, Rose! –
Oh, fantastico, toccava alla mia cuginetta Rosie. Sarebbe finita a Gryffindor, lo avevo previsto esattamente la sera prima. Ma non ne avrei dubitato anche se avessi evitato di dare un’occhiata nel futuro.
Ero talmente interessata all’inatteso responso che mi misi a guardare con noncuranza le mie unghie completamente mordicchiate, notando con disgusto le odiose pellicine che rendevano le mie mani un campo di battaglia per i batteri, ignorando il boato di trionfo proveniente dal tavolo rosso e oro.
Che non è il mio tavolo, ovviamente.
No, io sono inserita in una categoria a parte della famiglia Weasley.
Non sono coraggiosa come Fred, Dominique, James e Rose.
Non sono intelligente come Molly e Victoire.
Non sono ambiziosa come Albus.
Sono semplicemente una sfigata, si dice.
Sì, perché io sono la prima ed unica Weasley di Hufflepuff, e questa è una disgrazia peggiore di quanto sembri.
Prima di tutto, perché essere la nipote del Salvatore del Mondo Magico comporta una certa dose di imprese eroiche da portare a termine ogni anno.
C’è un minimo ufficiale, sapete? Che si tratti di infrazioni alle regole scolastiche, di superamento di esami di magia avanzata, di vittorie alle partite di Quidditch o di inviti negli uffici dei professori, non è importante.
Quello che conta è farlo bene e numerose volte.
Quantità e qualità, non sostanza.
Quindi, per farla breve, una anonima Hufflepuff dall’aspetto mediocre, con un comportamento nella media, dei voti passabili, l’abitudine di non praticare niente di più sportivo della lettura e una sviscerata passione per le stranezze, non sarà di certo una punta di diamante in una famiglia largamente dotata di eroi, principesse meravigliose, giocatori quasi affermati e cervelli da premio Mobel. [N.d.A. Sarebbe premio Nobel, naturalmente.]
È un ragionamento più che logico, mi sembra.
Immagino che a questo punto vi starete chiedendo chi possa essere questa lagnosa ragazzina che non la smette un attimo di seccarvi con il suo noiosissimo monologo.
Roxanne Weasley, piacere di conoscervi.
Non avete idea di chi io possa essere, vero? Non preoccupatevi, è naturale, considerando la fama già raggiunta dai miei molteplici e superdotati cugini.
Nessuno si curerebbe mai dell’esistenza della figlia dei marginali George Weasley e Angelina Johnson, in fondo, avendo a disposizione gente del calibro del famoso James Sirius Potter.
Quanto – lo – odio.
Ehm… stavo dicendo? Sì, mi chiamo Roxanne Weasley.
Come ho già detto, sono più conosciuta nella scuola come Sfigata – soprannome gentilmente attribuito a tre quarti della gente della mia Casata - o Rozzie Roxie.
Questo secondo grazioso nomignolo deriva dal mio persistere nel volermi vestire con la vera uniforme della scuola e non con la tanto diffusa versione “riveduta e corretta” – consistente in una gonna doverosamente accorciata, una camicetta improvvisamente ristretta e un paio di scarpe inutilmente dotate di tacchi.
Quindi, “rozzie” sta per “rozza”. Ma immagino l’aveste già capito.
Non ho molto da dire su di me, forse è proprio questo che mi rende noiosa agli occhi di tutti gli altri.
Vado abbastanza bene a scuola, anche se non brillo di eloquenza; sono educata con i professori, proprio come è giusto che sia, e non ho mai preso punizioni degne di nota; passo le giornate a studiare, a volte esco in giardino con le mie compagne di dormitorio, però preferisco leggere una moltitudine di libri al giorno piuttosto che buttarmi nella solita mischia – anche perché frequentare gli stessi posti degli Slytherin e dei Gryffindor durante il pomeriggio è abbastanza mortificante, per noi Hufflepuff.
Se non vogliamo incassare una valanga di insulti nel giro di pochi secondi, ci conviene stare alla larga dall’élite.
Ma continuo a divagare, scusatemi. Potrei tranquillamente concludere la mia scialba descrizione con una frase del tipo “non ho nessuna grande passione, grazie e arrivederci”, ma non sarebbe la verità.
Perché alla fine, forse, è proprio la mia grande passione che mi ha rovinato la vita.
Prevedo il futuro attraverso le rune.

***

Era il giorno di Natale del 2014, quando ricevetti in regalo il pacchettino che avrebbe determinato la nascita di tutto. Avevo nove anni ed ero afflitta da un enorme angoscia: il sospetto che potessi non essere dotata di magia.
Tutti i miei cugini e mio fratello Fred avevano manifestato la loro appartenenza al mondo dei Maghi nella fascia compresa tra i cinque e i sette anni. Io avevo sforato di ben due anni rispetto alla tradizione di famiglia, anzi non avevo ancora combinato un bel niente.
Feci quindi fatica a sedermi, come per tutti i pranzi di famiglia, tra la precoce Dominique e il geniale Albus.
Nonna Molly aveva adottato il metodo dell’ordinamento per età dall’anno della nascita del piccolo Louis, dicendo che era l’unico modo per riuscire a mantenere un minimo d’ordine in tutta la baraonda che tutti i presenti – in perfetta atmosfera Weasley – creavano a tavola durante le varie rimpatriate.
Quindi, per colpa della moltitudine di gente che mi attorniava, ero stata costretta ad ascoltare in silenzio per cinque lunghissimi anni i discorsi colti dei due cugini posizionati ai miei fianchi.
Avrei voluto unirmi alle loro conversazioni, dire qualche battuta brillante, coinvolgerli nei miei interessi, ma purtroppo non ero abbastanza intraprendente o forse intelligente per i loro standard.
Restavo così seduta rigida per ore, a fissare l’adulto di turno che mi veniva posizionato di fronte, immaginando nella mia testa di parlare alla zuppiera, a rimuginare su quanto fossi inferiore rispetto a loro.
In più, quel lontano Natale, alle mie angosce si era aggiunta la frustrazione di non poter essere all’altezza delle persone che mi circondavano. Non mi sentivo per niente amata.
Alla fine, boccone dopo boccone, ora dopo ora, tra un’occhiata all’orologio infarcito di decine di nuove lancette per tutti i membri della famiglia [N.d.A. Il famoso orologio della famiglia Weasley con “casa”, “lavoro”, “scuola”, “pericolo di morte”, etc. al posto delle ore] e un mezzo mugolio di assenso alle domande distratte di Dominique, scoppiai a piangere.
E nessuno, dico nessuno, si accorse della mia disperazione. Tranne zia Hermione.
Lei si alzò da tavola senza attirare l’attenzione, senza staccare un attimo da me il suo sguardo preoccupato, e nel giro di qualche secondo mi fu vicina. Mi sussurrò nell’orecchio di seguirla, e io obbedii.
Ci ritrovammo quindi noi due, chiuse in una delle stanze che immaginai essere stata quella di uno dei miei zii, a parlare dei miei problemi e dei suoi suggerimenti per risolverli.
Mi abbracciò, facendomi starnutire con i suoi cespugliosi capelli profumati di lavanda, mi consolò a lungo, senza spazientirsi, senza mai dare segno di annoiarsi.
E nessuno venne a cercarci.
- Sai, Roxie, a volte le persone un po’ più lente delle altre nell’apprendere non vengono considerate giustamente. Io non credo che tu non sia dotata di magia, anzi, io penso che tu nasconda un enorme potenziale… devi solo avere il coraggio di mostrarlo a tutti noi, e prima di tutto a te stessa… -
Mi sorrise, scompigliando leggermente i miei capelli, senza mostrare disgusto per il loro orrendo colore misto tra il rosso sanguigno e il marrone cioccolato fondente.
Infatti, grazie a questo colore bizzarro, sembra quasi che io mi diverta a tingere i miei capelli mischiando due tinte diverse senza un minimo di scrupolo – o almeno, è quello che penso tutte le volte che mi guardo allo specchio.
In ogni caso, dopo aver tentato di aumentare la mia autostima, si mise una mano nella tasca del vestito e ne tirò fuori un sacchettino di velluto rosso.
Quel sacchettino di velluto rosso, quello che ancora porto sempre con me.
- Questo è il mio regalo per te, piccola Roxie – mi disse lei, con uno sguardo triste e la voce un po’ esitante – in principio volevo conservarlo per la mia Rosie, ma credo che a lei non serva poi molto. Mentre tu sembri essere in disperato bisogno di aiuto... –
Ricordo che lo aprii con timore, ma con un insano calore nel petto per la soddisfazione di aver tolto all’odiosa Rose uno dei regali che sua madre avrebbe voluto destinare a lei.
Un regalo che lei, incredibilmente, non sembrava all’altezza di poter ricevere.
Sentii sotto le mie dita una fredda superficie liscia, levigata, come acqua solida, quasi ghiaccio. Afferrai uno dei ciottoli contenuti nel sacchetto, lo estrassi per portarlo alla luce, fissai con curiosità il simbolo che vi era inciso. Mia zia si sporse verso di me per osservarla meglio, poi mi sorrise con soddisfazione.
- E’ la runa Ehwaz, significa che ci sarà un cambiamento nella tua vita. Dato che la sua incisione è rivolta verso l’alto, rappresenta un’evoluzione in meglio… questa è un’ottima notizia, direi! –
Sbattei un paio di volte gli occhi, incredula davanti alle sue parole, memore di alcuni aneddoti che mi aveva raccontato mio padre riguardo a mia zia quando frequentava Hogwarts.
Mi era stato detto che era completamente contraria alla Divinazione, nemica di tutto quello che non era razionale, lottatrice fino allo stremo per la chiarezza e la precisione della cose.
E quel giorno di Natale, invece, se ne usciva con un sacchetto di rune e una predizione così azzardata sulla mia vita?
- So a cosa stai pensando, Roxie, se conosco bene George… ma sappi che tutti abbiamo il diritto di cambiare, o meglio, di fantasticare un po’ sul nostro futuro – mi spiegò lei, con gli occhi brillanti di una strana determinazione – e anche se queste previsioni non dovessero funzionare, cosa piuttosto comune, sono comunque divertenti e a volte incoraggianti –
Il suo discorso mi sorprese piacevolmente, mentre un moto di speranza si accendeva nel mio cuore. Le chiesi ulteriori informazioni su quella pratica e lei non esitò a darmele, senza rimarcare con ironia quando non credesse in quelle cose – come invece mi sarei aspettata.
Restammo fino a sera a parlare di quel particolare regalo, delle sue potenzialità e del suo significato.
Una volta entrata a far parte di Hogwarts, provai a prevedere alcune piccole cose quotidiane – come i risultati delle partite di Quidditch – con discreto successo. Era un gioco, però, niente di serio o impegnativo.
Avrei avuto il coraggio di riscoprirlo seriamente solo una volta arrivata al terzo anno di Hogwarts, quando imparai a distinguere con esattezza le Rune grazie alle lezioni più intensive ed esigenti.
Ah, quasi dimenticavo: una settimana dopo quel famoso Natale, mi ritrovai a compiere la mia primissima magia accidentale.
Coincidenza, fortuna o… altro?



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Capitolo 2
*** Utopia ***


Capitolo II - Utopia


“Perché continua a fare questi salti temporali senza capo né coda?”, vi starete chiedendo.

Principalmente perché questi episodi della mia vita sono le fondamenta della storia che vi voglio davvero raccontare.
Da questo momento in poi inizio ad andare per ordine: una volta passato lo Smistamento di Albus e Rose – quindi il mio Secondo anno – posso passare a quello di quest’anno, il mio Settimo.
Quando mi ritrovai ad assistervi, con i risultati delle mie ultime previsioni runiche ordinatamente scritti sulla pergamena e stretti nella mano destra, sentivo gli occhi di tutti i miei cugini, in particolare Rose e Dominique, fermi su di me.
Sì, perché avevo scommesso con loro che anche quest’anno ci sarebbe stata una sorpresa – addirittura doppia - per la famiglia Weasley.
Lo Smistamento inaspettato sia di Lucy che di Louis in Case non pronosticabili.
Dominique mi aveva dato della pazza, sostenendo che il suo piccolo Louis non avrebbe mai potuto far parte di una Casata che non fosse Gryffindor o Ravenclaw perché sarebbe stato disonorevole per tutta la famiglia.
Rose sosteneva invece che io mi divertissi a screditare Lucy, la sua cuginetta preferita, solo perché provavo un’incredibile invidia per lei e tutti gli altri che facevano parte di gruppi conosciuti e rispettati.
Mi riservai il diritto di non rispondere a nessuna delle due provocazioni, amavo pensare che solo i fatti potessero confermare le mie amare parole.
Rivolsi quindi la mia attenzione verso il tavolo dei professori, mentre la voce melodiosa della professoressa Dukes, insegnante di Trasfigurazione da tempo immemore, scandiva il cognome e poi il nome del mio cuginetto.
- Weasley, Louis! –
Osservai la sua andatura fiera e decisa, come un piccolo principe - come se lo sgabello traballante fosse stato un trono, il Cappello Parlante una corona, noi studenti in attesa i suoi sudditi acclamanti.
Il vecchio copricapo sfiorò la sua chioma ramata e un urlo deciso si levò verso il soffitto stellato.
Questione di un decimo di secondo.
- Slytherin! –
Silenzio di tomba, almeno per quanto riguardava il tavolo dove si trovava la maggioranza dei miei adorabili parenti. Albus si alzò invece in piedi ad applaudire orgoglioso, forse memore del suo Smistamento, forse finalmente felice di avere della compagnia con il suo stesso sangue nella sua Casa.
Non che si trovasse sempre solo, anzi.
Ma non voglio dilungarmi troppo sulla popolarità di Al ad Hogwarts, dato che preferisco raccontarvi il momento per me più atteso. Quello in cui Rose Weasley dovette chiudere il becco e ammettere che la Divinazione non era il suo forte.
- Weasley, Lucy! –
Mentre si dirigeva verso lo sgabello, lei sembrava più piccola di quanto non lo fosse già. Assomigliava tanto a sua madre Audrey, ma aveva gli atteggiamenti vergognosi di una bambina dell’asilo. Era a disagio, e non aveva la minima idea di come fare a nasconderlo.
Il Cappello frugò a lungo nella sua mente prima di esplodere in un’esclamazione che mi riempì di pura gioia.
- Hufflepuff! –
Il momento del cambiamento era finalmente arrivato.
Come avrebbe reagito l’ambizioso zio Percy nell’apprendere che la sua “degna e dotata secondogenita” era stata mandata in una Casata di Serie B? E come avrebbe potuto zio Bill accettare l’idea che il suo unico erede maschio fosse un’autentica Serpe?
Erano queste le domande che mi tormentavano piacevolmente, mentre abbracciavo Lucy accogliendola al nostro tavolo, mentre assaporavo la deliziosa cena tipica di Hogwarts, mentre richiamavo l’attenzione dei primini a fine pasto per dire loro di seguirmi, mentre lasciavo casualmente cadere il foglietto con le mie previsioni sul tavolo dei Gryffindor, mentre spiegavo ai nuovi arrivati cosa significasse essere Hufflepuff, mentre li mandavo a dormire con le istruzioni per il giorno seguente, mentre mi infilavo il mio pigiama.
Non mi tormentai ulteriormente, quando il momento di avere delle risposte sembrava ormai essere arrivato.
- Hai azzeccato anche questa volta, eh, Roxie? – mi chiese timidamente la mia migliore amica, Kristien Hopkins, mentre si lanciava fuori dalle coperte per venire ad osservare il mio meticoloso processo di preparazione alla lettura delle rune.
Annuii con solennità, mentre lisciavo con una mano il copriletto giallo su cui ero seduta. Anche altre nostre compagne di dormitorio si avvicinarono, le restanti si limitarono a lanciarmi qualche occhiata distratta. Lo spettacolo non era una novità, si ripeteva ormai da anni anche se non regolarmente.
Mi sedetti a gambe incrociate per stare più comoda, scossi leggermente il sacchettino delle rune che tenevo stretto in mano, sciolsi il laccio che lo chiudeva, e fu in quel momento che mi isolai dal mondo.
Sarebbe potuta scoppiare una Seconda Guerra Magica fuori dalla porta del nostro dormitorio, ed io non me ne sarei accorta.
Quando inserisco la mano nel morbido tessuto scarlatto che contiene la mia unica passione, è come se io stessa fossi parte di quelle piccole pietre. Cerco di parlare il loro linguaggio e di convincerle a confidarmi i loro segreti. I segreti del futuro.
Mi concentrai su zio Percy, e poi sulla scena dello Smistamento di Lucy ad Hufflepuff.
Le mie dita si strinsero su una delle pietre, la estrassi e la appoggiai alla mia sinistra sulla superficie del copriletto senza guardarla. Non ascoltai i commenti delle mie spettatrici, non volevo essere distratta.
Il mio pensiero volò poi verso zio Bill e il piccolo Louis. Quella volta ci misi di più a trovare la runa giusta, ma anche quella andò a fare compagnia alla sua gemella – solo un po’ più a destra.
Infine toccò a me, alla mia previsione per la giornata seguente. Le dita sfiorarono esitanti ogni singola rotondità, così gelidamente perfetta, dei frutti della natura contenuti in quel piccolo ma preziosissimo sacchetto.
Eccola, la afferrai e la posizionai tra le mie gambe, conservandola per dopo.
Infine aprii gli occhi e sorrisi davanti agli sguardi incantati delle mie compagne.
Kristien mi dice spesso che quando sono immersa nella Divinazione quasi le faccio paura. Dice che i miei capelli sembrano rilucere spontaneamente, ma ad essere sincera credo che sia solo suggestione.
- Bene, vediamo cosa penserà il caro zio Percy del nostro nuovo acquisto – esordii divertita, soddisfatta nel notare che occhi e orecchie erano tutti per me.
Analizzai la runa del padre di Lucy, rappresentava una sorta di erre molto spigolosa.
Si chiama Raido, è il simbolo del movimento e del viaggio.
- Credo che la mia cuginetta riceverà presto una visita non gradita… - sentenziai con sicurezza, mentre il nervosismo si diffondeva per la stanza.
- Intendi dire che verrà qui suo padre? – intervenne Mandy Sanders, una delle ragazze più scettiche nei confronti dei miei piccoli spettacolini serali – E’ impossibile, i genitori non possono venire ad Hogwarts! –
- Vedremo – risposi con noncuranza, mentre i miei occhi viaggiavano già sulla runa di zio Bill.
Assomigliava molto ad una freccia rivolta verso l’alto, si chiama Teiwaz. Rappresenta la stregoneria, i patti magici, la motivazione. Diciamo che è una delle rune più difficili da interpretare, ma io tentai lo stesso di formulare un’ipotesi anche se azzardata.
- Zio Bill resterà molto deluso dalla notizia dello Smistamento di Louis a Slytherin, ma alla fine accetterà questa sua diversità… sì, credo che lo farà vedendo la determinazione di suo figlio, alla fine… -
- Credo che questo sia il più simpatico tra i tuoi zii, Roxie! – sospirò Kristien, mettendo a nudo la sua passione sviscerata per il padre di Dominique e Victoire.
Kristy tifava per lui da quando aveva saputo che aveva rimproverato severamente Nikki per avermi chiamata “sfigata” dopo la mia assegnazione a Hufflepuff. Ammetto che zio Bill da quel momento è diventato anche per me come un eroe.
Immagino però che vi stiate chiedendo il perché di tutto l’interesse dimostrato dalle mie compagne di dormitorio per affari riguardanti la mia famiglia. Domanda più che lecita, direi.
In poche parole, la presenza dei Weasley stava e tuttora sta monopolizzando la scuola. Siamo ben dieci, sparsi doverosamente per dormitori vari in diversi anni e non c’è nessuno che non conosca il nostro cognome. Questa fama era dovuta in principio alla nostra parentela con il famoso Harry Potter, ma si è espansa a macchia d’olio grazie ai vari successi – a cui ho già accennato – ottenuti dai miei cari cugini.
Siamo quindi personaggi di gossip, se così si può dire. Anzi, io mi tiro fuori da questo club esclusivo, dato che sono probabilmente l’unica Weasley ad avere una vita privata che sia davvero privata.
In quel momento, però, pensavo che non sarebbe stato più così.
No, da quella sera iniziai a credere che non sarei stata più sola. Avrei avuto la mia piccola luce, la mia piccola Lucy.
Attesi che le mie compagne di dormitorio si decidessero ad entrare nei loro letti, prima di analizzare la runa che avrebbe dovuto darmi qualche informazione sul mio futuro – ancora non ero riuscita a capire come sapere se le mie previsioni fossero a breve termine o meno, quindi prendevo sempre queste indicazioni con le pinze.
Sfiorai leggermente il ciottolo che mi stava tra le mani, percorsi con un movimento delle dita il simbolo che vi era inciso, nel buio della stanza.
Era una P piuttosto rozza, riconobbi la runa Thurisaz e sussultai involontariamente.
Non mi era mai capitata in mano prima, né per me né per le altre persone a cui mi interessavo. Fortunatamente, oserei dire, dato che si tratta di una previsione non molto piacevole.
In quell’istante compresi che avrei fatto una scelta sbagliata, legata all’amore o all’ambizione, che avrebbe compromesso la mia vita.
È stato un peccato non poter sapere come e quando, per evitare un simile errore.
Ma soprattutto, è davvero un peccato che io sia tanto abile nella lettura delle rune.
Sapevo che non sarei sfuggita alla sfortuna che mi ero augurata da sola.

***

Passata una settimana dalla serata dello Smistamento, mi ritrovai mio malgrado a ridere  sotto i baffi mentre osservavo mio zio Percy parlare con la Preside McGranitt davanti al tavolo dei professori.
Non era difficile intuire di cosa stessero discutendo, considerando l’espressione mortificata dipinta sul visino di Lucy. L’unico commento che mi sento di fare – dato che mi dispiaceva molto che la mia cuginetta dovesse essere sottoposta ad un’umiliazione simile – è che mio zio avrebbe potuto scegliere un luogo meno affollato per trattare con la Preside.
La Sala Grande è senza dubbi il posto meno discreto che io conosca. Vedevo già alcuni Slytherin particolarmente perfidi iniziare ad additare Lucy come loro prossima vittima per scherzi e prese in giro, sospirai sconsolata.
- Roxanne, dovevi parlarmi? – sussurrò una voce alle mie spalle.
Mi voltai di scatto, spaventata dal fatto che qualcuno avesse avuto il coraggio di rivolgere la parola ad una reietta di Hufflepuff come me. Mi rilassai leggermente quando vidi che si trattava di mio cugino Albus. Teneva lo sguardo fisso verso il suo amico Scorpius, come se stesse parlando con lui, mentre le sue parole erano evidentemente rivolte a me. Immaginai non volesse compromettere la sua posizione sociale facendosi vedere a conversare con una nullità. Rivolsi la mia attenzione di nuovo verso le cibarie del mio tavolo, ostentando noncuranza.
- Ti è arrivata la lettera, vero? –
- Sì… allora, mi devi parlare? –
- Voglio solo sapere come zio Bill ha preso la notizia dello Smistamento di Louis in Slytherin… - soffiai discretamente, sentendomi uno di quegli agenti segreti tanto diffusi nei feletilm [N.d.A. telefilm] Babbani.
- Perché mai? – protestò lui vivacemente, a denti stretti, osando addirittura stringermi la spalla destra con forza.
- Ahia! Perché voglio vedere se ho previsto giusto come al solito, niente di più… -
- Non perché vuoi mettere in giro voci strane, vero? –
- Al, ma per chi mi hai preso? – sbottai indispettita, cercando di liberare la mia spalla dalla sua pressione – Non sono una pettegola come Rose, non ti è ancora chiaro? –
Lo sentii sospirare, percepii anche un certo nervosismo dietro di me forse da parte del suo amico. Finalmente la mia spalla riprese a vivere tranquilla, però.
- Ok, Roxanne, senti… zio Bill non l’ha presa per niente bene, ma ha detto che accetterà questa cosa se Louis avrà buoni risultati… ora sei a posto, vero? –
- Grazie, sì. È esattamente quello che avevo visto. – risposi con tono sostenuto, scocciata per il suo ironico scetticismo nei confronti della mia unica evidente abilità.
- Non fare così, sai che non credo a queste cose… - sussurrò lentamente, come se avesse voluto scusarsi con me.
- Non mi interessa, in fondo perché dovresti credermi? Vai pure con i tuoi amici popolari, Albus, tanto io sono solo tua cugina – replicai amaramente, forse più del solito dato che lo sentii stringere le dita sulle punte dei miei capelli.
- Roxanne, io… -
Ma non terminò la frase, sospirò di nuovo e poi vidi la sua ombra allontanarsi dal mio tavolo. Solo a quel punto Kristien, seduta al mio fianco, osò rivolgermi la parola.
- Roxie! Ma quando è attraente tuo cugino? –
Le sorrisi debolmente, sbuffando sui cereali galleggianti nel mio latte.
So che lei ha una passione sviscerata per Albus – e a dire il vero anche per Scorpius, James e tempo fa per mio fratello Fred – ma lei non sa di non avere speranze con loro. Da brava amica, evitai di smontarle i suoi castelli di carta.
Intanto iniziai a chiedermi il perché della mia risposta così acida. Solitamente non mi era mai importata molto la considerazione che i miei parenti avevano di me. Invece quella replica suonava tanto come un “perché mi escludete sempre? Sono una Weasley anche io!”.
Molto infantile, estremamente umiliante. Ma in qualche modo vero.
- Roxie? -
- Immagino molto – ribattei dopo qualche secondo, accorgendomi di essermi persa tra i miei pensieri – ma è anche un grandissimo stronzo. –
- In effetti… non è stato molto gentile con te… -
Non è stato molto gentile? Era un modo carino per dire che mi aveva trattata come una pezza per i piedi.
Quale ragazzo si vergognerebbe mai di parlare a sua cugina, addirittura più grande di lui?
Naturalmente Albus Severus Potter. Anche se devo dire che era stato diecimila volte più dolce di quanto non lo fossero solitamente Rose e Dominique. Per non parlare di James.
- Andiamo a lezione, Roxie? –
Kristy mi riscosse come sempre dai miei viaggi mentali, costringendomi a tornare sulla Terra.
Passando davanti al tavolo dei Gryffindor, lanciai un’occhiata involontaria al mio parentado.
Vidi James, con la sua stupenda quanto cornificata ragazza, che si faceva accarezzare i folti capelli neri. Gli occhi celesti, quelli di zia Ginny, erano socchiusi languidamente.
Vidi Dominique, con la sua impeccabile eleganza nonostante l’inusuale colore della chioma: un color carota sbiadito. Chiunque verrebbe preso in giro per una capigliatura simile, ma non lei.
Vidi Rose mentre si sporgeva verso la sua amica Layla, sicuramente con l’obiettivo di diffondere qualche pettegolezzo fresco di giornata. Anche lei  ha i capelli alla Weasley, ricci come quelli di zia Hermione, ma incredibilmente più composti.
Vidi Lily, minutamente perfetta, una piccola bambola che attirava su di sé gli sguardi di tutti. A differenza mia, lo faceva e lo fa per la sua bellezza e non per la goffaggine.
Kristien mi strattonò delicatamente, strappandomi alla piccola visione che avevo avuto di me in mezzo a tutti loro, a ridere e spettegolare.
Anch’io con i capelli ordinati, capace di far sembrare gradevole la tinta bizzarra della mia chioma, rilassata e accettata, con un ragazzo che mi coccolasse, senza la minima imperfezione.
Ah, ma sai come si chiama questa cosa, Roxanne Weasley?
Utopia.
Quindi smisi di illudermi e mi convinsi ad andare a fare qualcosa di utile.
Qualcosa che possibilmente non consistesse nel far saltare in aria l’aula di Pozioni.


Note dell'autrice

Ciao a tutti!
Ringrazio alix black, DANINO, Dully, Lilla95, Lily261, Nita986, rontiamo e sophia90 per aver aggiunto la storia tra le Seguite, Charme e LAZIONELCUORE per averla inserita tre le loro Preferite.
Spero che questo capitolo non vi deluda ^.^
A presto,
Lady Lynx

Ella_Sella_Lella: ed ecco che il seguito arrivò. L'idea di Roxanne in Tassorosso mi è venuta perchè la trovavo perfetta per fare qualcosa che nessun altro Weasley avesse mai fatto. Nonostante in questa fanfiction io descriva gli Hufflepuff come "reietti" della società, devo precisare che non ho proprio nulla contro di loro... anzi, li trovo molto più interessanti dei Gryffindor. Per quanto riguarda Molly, non l'ho inserita nella storia perchè - secondo il mio personale andamento delle età dei personaggi della New Generation - lei ha solo due anni in meno di Victoire, ma comunque anch'io la vedo come Gryffindor. Grazie per la recensione!
Charme: il mio obiettivo era essere originale e sono davvero felice di esserci riuscita, almeno per adesso ^.^ in effetti questa storia dovrebbe essere una sorta di rivincita dei personaggi "secondari" sui cugini più conosciuti, quindi penso che nessun fan dei sopracitati Rose e Albus si avventurerà tra queste pagine. Grazie per la recensione!
LAZIONELCUORE: i complimenti sono sempre ben accetti, quindi grazie per la recensione!

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Capitolo 3
*** Idea ***


Capitolo III - Idea


Un giorno di novembre mi scoprii particolarmente triste, e la cosa che mi fece più arrabbiare era il fatto che non sapessi spiegarmi il perché.

Mancava poco a Natale e mi sembrava che i primi tre mesi di scuola fossero passati fin troppo rapidamente. Ero immobile come una statua, sdraiata sul mio letto, a fissare senza espressione il soffitto del dormitorio.
Non c’era nessuno, erano tutti andati ad Hogsmeade a prendere i regali per amici, fidanzati e parenti.
Io avevo in programma di partecipare alla gita, ma non avevo avuto la voglia di prendermi la briga di abbandonare il mio rifugio di calore e solitudine.
Ero caduta in uno stato di apatia che sinceramente mi spaventava e in qualche modo mi sorprendeva. Erano giorni che ci pensavo, cercando di giustificare quel mio periodaccio con qualche spiegazione plausibile, ma non c’era un motivo valido.
A meno che il desiderio di essere considerata parte della famiglia non fosse tale.
Non capivo perché ultimamente mi stessi sforzando di tenere a bada la mia chioma ribelle e avessi iniziato a truccare un po’ la mia faccia color caffelatte per mascherare le imperfezioni della mia età.
Non sapevo spiegarmi perché avessi sostituito la mia comoda camicia bianca, capace di contenere senza tanto sforzo il mio seno straripante, con una sua simile di due taglie in meno che mi strizzava il petto evidenziandolo in modo scandaloso.
Non riuscivo a credere che io mi stessi trasformando poco alla volta nella Weasley che mi ero tanto ripromessa di non imitare mai.
Quando la sera prima mi ero guardata allo specchio non avevo potuto fare a meno di notare che sembravo una brutta imitazione di Rose.
Brutta in tutti i sensi se si considera la mia altezza spropositata, il colore scuro della mia carnagione in confronto alla sua pelle di porcellana e tutto il resto. Non ho mai avuto un portamento elegante e tantomeno la sua abilità nell’attirare l’attenzione dei ragazzi.
Ero una papera goffa completamente disinteressata all’altro sesso che tentava di adattarsi alle mode della scuola per avere un ultimo anno decente.
- Roxie, ti senti bene? –
Mugolai qualcosa giusto per far capire alla mia interlocutrice misteriosa che non ero morta, mi tirai faticosamente seduta restando basita nel vedere la piccola Lucy davanti alla porta della stanza – e non Kristien di ritorno dall’uscita, come mi sarei invece aspettata.
- Cee, cosa ci fai qua? –
Fece spallucce, spostando il suo peso da una gamba all’altra, in preda all’imbarazzo. Mi appoggiai stremata alla testiera del letto, facendole segno di avvicinarsi. Esitò un attimo prima di accettare il mio invito, quando fu a pochi metri da me notai che aveva gli occhi indubbiamente rossi.
- Lucy, tu chiedi a me se ti senti bene ma è evidente che anche tu non sei proprio in forma… - osservai pacatamente, evocando un fazzoletto dal nulla e porgendoglielo.
- Io sto benissimo – replicò lei con decisione, tirando su con il naso – volevo solo farti un po’ di compagnia dato che sono in Sala Comune da stamattina e non ti ho vista uscire da qui neanche per un attimo –
Non risposi, non avrei saputo inventarmi niente di credibile per giustificare quel mio assurdo isolamento.
- Come mai non sei a Hogsmeade con gli altri? –
- Sono del primo anno, Roxie… e comunque loro non mi vorrebbero… -
Le sue parole mi riempirono improvvisamente di amarezza. Ero stata felice per lo Smistamento di Lucy in Hufflepuff pensando a quanto sarebbe stato bello aver finalmente un’alleata, ma non avevo considerato l’effetto “esclusione” anche nei suoi confronti.
- Non possono trattarti come una paria – sputai con rabbia, tirandomi in piedi a pugni stretti.
- Con te l’hanno fatto per anni, io non sono diversa –
Invece sì, lei è diversa. Lucy è una ragazzina dolce, molto simpatica, con la testa sulle spalle e la chiacchiera facile. Non volevo che lei passasse sei anni d’inferno come era capitato a me, volevo un futuro migliore per quella piccola cugina così ingiusta con se stessa.
- Cee, io non accetterò che ti trattino in questo modo. Hai tutte le carte in regola per fargliela vedere a quelle smorfiose di Rose e Lily! –
- Io non sono bella o interessante come loro… - mormorò lei cupamente, lanciando un’occhiata allo specchio dietro di sé.
- Sì che lo sei! –
- Se lo sono io, anche tu lo sei, Roxie! Eppure questo non ha impedito loro di trattarti in questo modo così poco carino… -
Lucy non si rendeva conto. Io non ero neanche minimamente carina come lei.
Se c’era qualcuno che potesse far risalire la fama degli Hufflepuff di certo non era la storicamente noiosa Roxanne Weasley.
- Se potessi fare qualcosa per renderti popolare più di quelle, sai bene che lo farei – sussurrai con tono piatto, sentendo un nodo stringermi lo stomaco.
- A me non interessa essere popolare, Roxie. Non senza di te… -
Il suo tono così dolce smosse un certo senso di colpa dentro di me. Se in tutti quegli anni non mi ero mai sforzata di farmi accettare dagli altri, in quel momento trovai un motivo per farlo. Lucy.
- Ci vorrebbe qualcosa per entrambe, allora – riflettei ad alta voce, mentre iniziavo a camminare avanti e indietro per la stanza – qualcosa che ci renda apprezzate, qualcosa che spacchi! –
- Le tue rune –
Mi fermai con la gamba a mezz’aria, pietrificata dall’idea improvvisa che aveva fulminato la mia testa.
Le rune. Un travestimento, un po’ di pubblicità, predizioni azzeccate e poi il successo.
Dovevo assolutamente chiedere a papà qualche oggetto per fare scena, e credevo che non si sarebbe fatto  problemi ad accontentarmi una volta saputo cosa avevo intenzione di fare.
- Lucy, potresti prestarmi Cinnamon? Devo scrivere una lettera a zio George… -

***

A due settimane dalla gita ad Hogsmeade, arrivarono i pacchi della Tiri Vispi Weasley.
Atterrarono con tonfi rumorosi sul tavolo di Hufflepuff, sotto gli occhi di tutti i presenti.
Purtroppo per loro, avrebbero scoperto troppo tardi quello che contenevano.
Io e Lucy ci scambiammo sguardi complici, Kristien me li passò dopo averli rimpiccioliti di modo che potessi tenerli nella borsa con i libri.
Mi sentivo favolosamente sporca, era bello sapere che l’inganno macchinato aveva come scopo il benessere di altre persone.
Come si dice? A volte il male è l’unico mezzo per portare il bene.
A questo punto, però, mi sembra giusto raccontarvi in cosa consisteva il piano. Non è importante mettervi al corrente di cosa feci mentre mi dirigevo a lezione di Pozioni, mentre speravo che il professor Zabini arrivasse in ritardo come al solito.
Il contenuto dei pacchi dei Tiri Vispi consisteva in tre abiti stile celtico molto sfarzosi, capaci di cambiare a seconda dell’umore della persona che li indossava, e in alcuni oggetti come parrucche e maschere Imitapelle adatti a camuffare i connotati della sottoscritta, di Lucy e di Kristien.
La mia idea era quella di spargere in giro per la scuola la notizia di un servizio molto particolare, previsioni del futuro completamente gratuite, offerto da una certa Madama Annex – il nome più carino uscito a me e alle mie socie dopo aver rigirato in miliardi di modi “Roxanne”.
Avrei iniziato quello stesso pomeriggio, nella Stanza delle Necessità, sperando che la novità incuriosisse e facesse partecipare molti studenti e che le mie rune non si ribellassero  facendomi prevedere cose che non si sarebbero avverate mai.
Il mio obiettivo era raggiungere una tale fama tra gli studenti da arrivare ad avere clienti più importanti, come ad esempio i miei cugini e i loro amichetti, e poter partecipare alle loro feste clandestine.
Una volta ottenuto questo successo, noi tre Hufflepuff avremmo rivelato la nostra vera identità e avremmo dimostrato che la nostra Casata poteva essere al livello delle altre tre.
Sì, so bene che suona come un’utopia.
Ma tanto non avevamo niente da perdere e comunque pensavamo che sarebbe stato divertente venire a conoscenza delle angosce che tormentavano gli altri studenti di Hogwarts.
- Signorina Weasley, le dispiacerebbe molto prestare attenzione alla mia spiegazione? –
Alzai lo sguardo verso il professor Zabini, rivolgendogli un sorriso di scuse, e lui smise subito la sua espressione severa.
Era il mio insegnante preferito ed avevo l’impressione che lui ricambiasse questa simpatia.
Forse perché eravamo entrambi parte della minoranza di colore della scuola, chissà.
Dopo quel breve rimprovero, mi misi subito a prendere appunti sulla preparazione della Polisucco, dato che dovevo assolutamente arrivare viva a quel pomeriggio.
Credevo che sarebbe stato veramente uno spasso. Ero una povera illusa.

***

Ci ritrovammo quindi nella Stanza delle Necessità che si era gentilmente trasformata con una perfetta atmosfera da veggente sotto nostra richiesta. L’unico sforzo che avevamo dovuto fare noi era stato travestirci con i prodotti magici arrivati a colazione.
Avevo i capelli neri, la pelle pallidissima e gli occhi cerulei. In pratica ero l’opposto rispetto al solito, e stranamente mi sentivo più libera di essere me stessa.
Kristien aveva deciso di tenere i suoi capelli castani, ma aveva dei lineamenti molto più spigolosi e i suoi riconoscibili occhi azzurri erano stati sostituiti da due gemelli castani molto più comuni.
Lucy invece sembrava una versione più giovane della me cambiata: anche lei chioma corvina, sguardo grigio spento e pelle da cadavere.
Oddio, so che è brutto come paragone, ma era davvero assurdo avere un colorito così malsano.
Mi ripromisi di dire a papà di perfezionare quella tonalità nelle future maschere Imitapelle.
Erano le tre meno cinque, i volantini distribuiti di straforo in Sala Grande recitavano “servizio disponibile dalle tre alle sei di ogni martedì”.
Eravamo in perfetto orario, per quanto mi riguardava. Accarezzai con affetto il sacchetto di rune appoggiato sul tavolo, mentre Kristy usciva dalla stanza per appostarsi davanti alla porta e far entrare a turno gli eventuali clienti.
Speravo con tutto il mio cuore che ce ne fossero, altrimenti avrei potuto dire che la mia idea era la solita cagata.
Scambiavo sguardi apprensivi con Lucy, in attesa che qualcuno si presentasse. L’atmosfera era soffocante in quel cubicolo improvvisato: pesanti tende viola su ogni parete, luce soffusa, forte odore di patchouli, moquette di colore indefinito a terra e infine il tavolino circolare dietro al quale ero seduta io, coperto da un’impalpabile tovaglia lilla. Anzi, a dire il vero non era propriamente lilla. Era più sul rosa violaceo, un colore abbastanza indefinito. Credevo di avere una gonna di quella tonalità, non ero mai riuscita ad abbinarla a…
- Madama Annex? È giunto il suo primo cliente… - mi avvertì Lucy con voce velata di mistero, mentre accompagnava davanti a me un ragazzo con le guance infiammate dall’imbarazzo.
Per poco non scoppiai a ridere davanti alla serietà con cui la mia cuginetta finse quella voce da Cooman. Aveva una carriera come attrice, la piccola.
- Benvenuto al cospetto di Madama Annex, creatura del Mondo dei Vivi… - esordii teatralmente, socchiudendo gli occhi come per vedere meglio la mia vittima, che si ritrasse spaventata – Comunica tramite me, agli Spiriti delle Rune, il tuo nome… -
Sapevo cosa provava quel ragazzino, avrebbe voluto scappare a gambe levate dalla brutta situazione in cui si era imbarcato. Allo stesso tempo sapevo che se aveva deciso di consultare una lettrice del futuro sconosciuta, in barba alle possibili prese in giro dei suoi compagni, aveva veramente bisogno di sapere qualcosa e per questo avrebbe resistito.
- Paul Cooper… -
- Dimmi, caro Paul, quale domanda vorresti porre a Madama Annex? –
- Io… io vorrei sapere se ho qualche possibilità di conquistare la ragazza che mi piace da tre anni… -
Ok, forse non aveva veramente bisogno della mia previsione. Ma in ogni caso, dato che ero in ballo mi toccava ballare. Dopo aver improvvisato una sorta di nenia in qualche lingua inesistente per accompagnare il balletto propiziatorio di cui avevamo deciso si sarebbe occupata Lucy, finalmente aprii il sacchetto delle rune e vi immersi la mano.
Non mi venne più da ridere, non mi sentii più a disagio non appena le mie dita entrarono in contatto con la fresca superficie liscia delle mie silenziose amiche.
Quasi automaticamente, ne afferrai una e la depositai sulla setosa tovaglia dal colore indefinito. Osservai per un attimo le copiose goccioline di sudore che si erano formate sulla fronte del ragazzino, prima di accingermi ad interpretare la runa. Rappresentava un semplice rombo.
- Oh, molto interessante… - bisbigliai con un tono forzatamente mistico – Sì, molto interessante. Si tratta della runa Inguz, protettrice dell’unione familiare… quindi sì, creatura, conquisterai la tua bella e in futuro vi sposerete. –
Il sorriso incredulo che si aprì sulle labbra del mio primo cliente mi lasciò senza fiato. Non avevo mai pensato che la mia dote potesse rendere qualcuno così felice.
- Grazie, Madama Annex, grazie! Se accadrà veramente, lei sarà la prima invitata alle nostre nozze! –
Ricambiai con un sorriso indulgente prima di fare cenno a Lucy di accompagnare fuori Paul, mentre mettevo Inguz di nuovo tra le sue compagne.
Quando alzai lo sguardo per accogliere un nuovo cliente, mi accorsi però che era la testa di Kristy e non quella di uno sconosciuto a mostrarsi.
- Madama Annex – annunciò con tono leggermente canzonatorio, ma con una sfumatura soddisfatta – credo che dovrai fare gli straordinari… qui fuori c’è una fila di venti persone! –
Strabuzzai gli occhi in modo molto poco mistico, incredula.
Non credevo possibile che la mia idea avesse riscosso così tanto successo al primo giorno senza un minimo di pubblicità tra i clienti!
- Comunque stai tranquilla, per ora non ci sono le celebrità – mi informò Kristy con tono ironico - solo qualche studentello medio, quindi rilassati e fai la brava! –
Detto questo spinse nella stanza una ragazza che mi sembrava di aver già visto, pensavo fosse del mio stesso anno. Mi affrettai a riprendere un’aria credibile nonostante sapere il numero esorbitante di persone in attesa mi avesse davvero scioccata.
Mentre esponevo il mio discorsetto mistico a Marika Barney – così si chiamava quella Ravenclaw – non potei fare a meno di pensare che quella volta il mio piano avrebbe davvero potuto funzionare.
Per me, per Lucy, per Kristien… e per tutti gli Hufflepuff.

***

Stesso posto, stessa ora, anno nuovo.
Eravamo rientrati il giorno prima a scuola dopo le vacanze di Natale, ma l’attività della ormai famosa Madama Annex non poteva prendersi un attimo di pausa.
Dopo la prima sessione, quella caratterizzata dalla fila di venti persone in attesa, ce ne furono altre prima del grande stacco di tre settimane.
Tutte e quattro avevano portato un afflusso di gente tale da mettermi al corrente dei dubbi di tre quarti della scolaresca di Hogwarts.
Avevo avuto addirittura la soddisfazione di sentir parlare della misteriosa Madama Annex durante il pranzo di Natale in famiglia; Rose e Dominique mi avevano rivolto la parola per sapere se io, da brava popolana, ci fossi già stata e se la predizione si fosse avverata.
Naturalmente avevo risposto affermativamente ad entrambe le domande, dato che il mio obiettivo era proprio attirare clientela facente parte dell’élite.
Tutti i miei cugini erano in fibrillazione per quella storia e continuavano a ripetere che una volta tornati ad Hogwarts avrebbero messo alla prova questa veggente così brava. Tutti tranne Albus.
Avevo come l’impressione che lui fosse l’unico a sospettare che io fossi Madama Annex. Avrebbe potuto benissimo rivelare la mia identità agli altri e tutti i miei progetti sarebbero crollati nel giro di pochi secondi. Ero però ottimista al riguardo, dato che non aveva niente contro di me ed ero convinta fingesse di non volermi bene solo perché ero una Hufflepuff.
Comunque, cosa stavo dicendo prima di questa digressione storica? Ah, sì, che mi trovavo di nuovo seduta dietro al solito tavolo con la tovaglia rosa violacea e che Kristy non aveva ancora fatto entrare nessuno nonostante fossero già le tre e mezza. Molto strano.
- Credi che l’attività abbia stufato? – sussurrò Lucy, probabilmente solo per riempire il silenzio che ci stava massacrando le orecchie.
- Ne dubito, ma non saprei –
Mi sembrava di aver raccolto anche una serie di abitudinari, prima di Natale. Ad esempio Paul Cooper, che dopo essersi messo insieme alla sua Mary come gli avevo predetto aveva continuato a consultarmi sugli argomenti più disparati.
La porta si aprì improvvisamente. Ripresi automaticamente una certa mistica dignità.
- Vieni avanti, creatura, vieni avanti… -
Trattenni un gridolino di soddisfazione quando notai che la ragazza appena entrata era Violet, la fidanzata di mio cugino James.
Iniziò a sospirare teatralmente nel momento in cui appoggiò il suo piccolo sederino sullo sgabello davanti a me e non smise per un attimo di farlo, neanche quando le comunicai che anche quella volta sarebbe riuscita a tenerselo stretto. Sembrava triste, talmente tanto che mi fece venire voglia di andare a massacrare di botte James.
- La runa dice anche come potrò fare in modo che il mio ragazzo smetta di tradirmi? –
Ad essere sincera, no. Feci per dirglielo, quando un’idea mi colpì improvvisamente: avrei potuto utilizzare la fiducia che Violet riponeva nel personaggio di Madama Annex per arrivare al mio obiettivo primario.
No, non far uccidere James. Rendere popolare Roxanne Weasley.
- La runa dice che solo una persona potrà aiutarti, una sua consanguinea dall’umile posizione… -
- Roxanne Weasley? –
Il suo tono perplesso e incredulo non mi piaceva, ma racimolai tutta la mia pazienza per non scompormi.
- Non è certo, il nome della tua alleata. Le rune non conoscono nomi, solo persone. –
Speravo che Violet amasse abbastanza James da decidere di parlarmi, quella sera. Sarebbe stato un grosso passo in avanti.
- Grazie, Madama Annex –
Osservai con un filo di soddisfazione la sua chioma bionda che scompariva dietro la porta della Stanza delle Necessità. Scambiai un batti cinque con Lucy, prima che entrasse un nuovo cliente.
Il mio obiettivo si faceva sempre più vicino.


Note dell'autrice

Ciao a tutti!
Ho visto che la lista di lettori è aumentata notevolmente e non posso di certo nascondere la mia felicità ^.^
Ringrazio quindi delfy96, Jhaa, kiaa, Luna1312, RubiaA e _sunflower per aver aggiunto la storia tre le Seguite, Lilla95 e Bonnie per averla inserita tra quelle da ricordare, Alara666 e zmaz per averla inserita tre le Preferite.
Ringrazio anche tutti quelli che hanno recensito e chi legge in silenzio.
A presto,
Lady Lynx

Foolfetta: sono felice di sapere che ti piaccia nonostante le mie idee siano completamente opposte a quelle che avevi tu. Hai proprio ragione, il bello della New Generation è che si può immaginare senza limiti senza avere paura di stravolgere eventi passati. Ti ringrazio per i complimenti e la recensione!
Dully: l'idea delle Rune mi è stata suggerita dall'immagine che dovevo utilizzare per il Concorso a cui ho partecipato, quindi devo ammettere che non è stata proprio del tutto farina del mio sacco. Comunque è bello sapere di aver finalmente accontentato i fan dei poveri e bistrattati Tassorosso. Ti confesso che anch'io sono una appassionata di personaggi secondari, mi permettono di esprimere al meglio la mia fantasia. Grazie per la recensione!
Charme: mi sono documentata su vari siti prima di azzardarmi a scrivere qualcosa sull'argomento, terrorizzata dall'eventualità che qualcuno potesse contestare qualcosa ^.^ nonostante questo, le previsioni non sono per niente affidabili quindi sconsiglio di prendere la mia fanfiction come manuale di Rune (scherzo, ovviamente! xD) Grazie per i complimenti e la recensione!
_Mary: purtroppo questo sembra essere il destino dei Tassorosso, eterni emarginati considerati alla stregua dei Vermicoli. Come ho detto anche a Dully, l'idea delle Rune non è del tutto mia - ma sono felice che abbia riscosso successo. Per quanto riguarda le Case io ho sempre parteggiato per Corvonero, ma l'idea di un Weasley a Tassorosso mi solleticava da un bel po'... ed ecco qui quello che ne è uscito! ^.^ Grazie per i complimenti e la recensione!
LAZIONELCUORE: mi dispiace dirtelo, ma Albus non può morire dato  che è un personaggio adorabile U.U Scherzi a parte, questa storia è già stata scritta interamente per il Concorso e quindi non posso cambiare la trama.  Mi dispiace (ma Albus esulta per questa grazia xD).  Grazie per la recensione!

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Capitolo 4
*** Guai ***


Capitolo IV - Guai

Ero alla festa dei Gryffindor.

Merlino, quando era strano pensarlo. Ero – alla – festa – dei – Gryffindor!
Mi aveva invitata Violet Spencer, la ragazza di James, come ringraziamento per il mio prezioso aiuto nel guarire il mio adorabile cugino dalla malattia del tradimento.
“Come ci è riuscita?”, vi chiederete. Beh, non è stato molto difficile, in fondo.
È stato sufficiente scattargli una foto mentre era in atteggiamenti intimi con una Slytherin molto più piccola di lui e poi minacciare di mandare questa prova scottante a zia Ginny in caso l’avessi beccato con altre ragazze diverse da Violet.
Ok, so bene che è una cosa spregevole, non corretta e tutto il resto.
Ma almeno ero riuscita a partecipare alla festa dei Gryffindor, no? La mia prima festa clandestina dopo sei anni di Hogwarts!
Ed ero l’unica Hufflepuff di tutto il party, quindi doppia soddisfazione.
Dovevo ammettere che sarebbe stato il massimo poter far parte quotidianamente di questa gente, loro sapevano come divertirsi. Altro che i miei compagni di Casata, la cui aspirazione massima era fare il gioco della bottiglia senza contemplare neanche lontanamente l’ipotesi del bacio.
L’unico grosso neo della situazione era che per tutti rimanevo Roxanne Weasley, la sfigata.
L’invito a quella festa mi era stato concesso per gentilezza di Violet, non perché qualcuno volesse veramente che io partecipassi. Fu probabilmente per quello che rimasi appiccicata al muro per ore, con in mano un bicchiere quasi finito di succo di zucca, con le persone che mi passavano davanti senza neanche calcolarmi – o, se lo facevano, era solo per commentare quanto il mio vestito stonasse con la tappezzeria della loro Sala Comune.
Accidenti, il mio entusiasmo era improvvisamente scemato. Non era poi così fantastico far parte di una festa dell’élite se poi l’élite non mi cagava di striscio.
- Hai sentito, Rosie? Le previsioni di quella Madama Annex hanno funzionato anche per Vi, questo martedì ci devo assolutamente andare anch’io per vedere come andrà a finire con Robert! –
- Nikki, non hai bisogno di andare da quella per sapere che riuscirai benissimo a tenerti stretta sia lui che il tuo amante senza che nessuno dei due lo sospetti! –
- Rosie, tesoro, voglio esserne sicura… -
Si fermarono davanti a me, interrompendo improvvisamente il discorso. Sentii i loro occhi percorrermi dalla punta dei piedi alla radice dei capelli, vidi i loro le loro labbra lucide aprirsi come due fiori appariscenti sulle dentature candide.
- Roxanne! Che sorpresa vederti qui! –
Come se la loro amica Violet non le avesse avvertite della mia presenza ad un loro party.
- Rose, Dominique… come state? –
- Dai, vieni a ballare, non stare lì come una Hufflepuff imbranata! – urlò la prima, senza curarsi di rispondere alla mia domanda.
- Non ne ho voglia… -
- Vieni! –
Era stata Dominique a parlare, insieme a Rose mi prese per le braccia e mi portò in mezzo alla sala affollata. Se solo mi avessero lasciata libera di muovermi avrei anche potuto anche accennare qualche passo di danza decente, ma la loro intenzione non sembrava essere questa. Mi mossero loro, come se fossi stata un burattino, costringendomi a fare delle mosse imbarazzanti all’ennesima potenza. Sentivo le guance in fiamme, sapevo che la mia faccia era il ritratto del disagio.
- Lasciatemi! – urlai con decisione, cercando di sovrastare la musica.
Niente da fare, o non mi sentivano o non mi volevano sentire. Con uno strattone esasperato mi liberai dalla loro presa e cercai di farmi strada tra i corpi ammassati, senza poter evitare di sentire le loro risate alle mie spalle. Ero stata profondamente umiliata.
Una volta uscita dal dormitorio di Gryffindor, nel buio silenzioso delle scalinate della scuola, mi resi conto di aver sbagliato qualcosa. Non bastava uno schiocco di dita per liberarsi della propria fama, una fama acquisita in sei lunghissimi anni. Non bastava aver fatto un favore ad una delle ragazze più popolari della scuola, non bastava un invito ad una festa e non bastava fingere di essere figa.
Non lo ero, e come se non bastasse l’assenza di Kristien e Lucy mi aveva messa ancora più in difficoltà.
Camminai a testa bassa verso il rifugio di Hufflepuff, sentendomi umiliata nell’animo.
Quante persone mi avevano vista, prigioniera di Dominique e Rose, a ballare in quel modo scomposto?
Quante avrebbero riso ancora la mattina seguente, pronte a raccontare a tutti l’ultima prodezza di Roxanne Weasley?
Pensai che forse era quello che intendeva la mia runa, quella del primo giorno di quest’anno scolastico, quando diceva che avrei peccato di ambizione.
Forse io non ero fatta per la popolarità, la grazia, l’eleganza e la perfezione.
Scuotendo la testa sconsolata, entrai nella Sala Comune del mio dormitorio. Con sorpresa vidi che Lucy e Kristy erano ancora sveglie, nonostante fossero le due di notte. Mi avevano aspettata pazientemente.
Il loro affetto mi provocò una stretta alla gola: faticavo a parlare, ma probabilmente loro capirono già dal mio sguardo cosa era successo. Si alzarono in contemporanea, vennero verso di me, mi strinsero in un abbraccio desiderato.
Le lacrime dell’umiliazione poterono finalmente sgorgare liberamente sulle mie guance.

***

E poi, finalmente, giunse l’ora della vendetta.
Il martedì precedente Dominique era venuta da me, o meglio da Madama Annex, per chiedere previsioni sulle sue varie storie d’amore.
Avevo concordato con Lucy e Kristien che non era più importante diventare celebri per l’esattezza delle mie previsioni. Mi avevano consigliato di usare il potere acquisito sulla popolazione scolastica per mandare fuori di testa le mie cugine e fare del mio meglio per ottenere un lavoro di giustizia.
Era come il proverbio “se non riesci a sconfiggerli, unisciti a loro”, solo al contrario.
L’alleanza non era servita a niente… quindi era iniziata la guerra.
Avevo preparato un bel discorso da fare alla cara Nikki. Le avevo predetto talmente tante disgrazie da farla diventare paranoica e in più le avevo dato dei consigli francamente assurdi che lei aveva detto avrebbe seguito alla lettera.
Risultato di tutto questo?
Un giorno dopo la seduta con me, Robert aveva scoperto il suo doppiogioco e l’aveva lasciata platealmente in Sala Grande davanti a tutti. Dominique, in preda alla rabbia, aveva urlato le peggiori ingiurie contro Madama Annex e aveva giurato che gliel’avrebbe fatta pagare cara.
Peccato che tutti i presenti, colpiti dalla abilità nelle previsioni e dalla gentilezza della mia alter ego, si fossero rivoltati in massa contro Dominique spedendola in infermeria.
Uno spettacolo esilarante, davvero.
Forse una vendetta un po’ cattiva, ma decisamente dolce.
Per farla pagare alla cara Rose, invece, attesi la settimana dopo.
L’avevo sentita proprio quella mattina urlare in classe ad una delle sue amichette che aveva bisogno di una previsione per la partita Gryffindor/Slytherin di domenica. Probabilmente non era abbastanza fedele alla sua Nikki da rinunciare a lanciare un’occhiata nel futuro.
Anche per lei mi ero preparata una sfilza di consigli del tutto rovinosi, in modo da completare la mia piccola vendetta.
- Non sto nella pelle, Lucy… - le confessai con un sorriso, mentre rimischiavo le rune distrattamente.
- Sono veramente curiosa di sentire cosa le dirai – replicò lei ridacchiando divertita.
Riappoggiai il sacchettino sul tavolo, una delle rune cadde sul pavimento vicino al mio piede. Sbuffai, cercai di raccoglierla contorcendomi e, sfortuna delle sfortune, proprio in quel momento sentii il rumore della porta che si apriva. Mi affrettai a tirarmi seduta e a riprendere la mia dignità, ma mi fu difficile farlo una volta accortami di chi mi sta davanti. Sentii uno squittio intimorito provenire dalla mia destra, sbattei un paio di volte le palpebre per assicurarmi che stessi davvero vedendo quello che vedevo.
- P… professor Zabini? –
La mia domanda si rivelò molto gracchiante, poco mistica, ma accolse un sorriso aperto. Lanciai una rapida occhiata alla runa che avevo raccolto, notai che era di nuovo Thurisaz, prima di rimetterla nel sacchettino con mani tremanti.
La domanda del momento era: “dove diamine sono finiti i miei neuroni?”
In un patetico tentativo di rompere il silenzio che era caduto, tentai di enunciare il mio rituale discorso d’apertura.
- Ehm… creatura dei vivi, rivelami… cioè, mi riveli… -
Stavo balbettando come un’idiota. Roxanne Weasley, le lettrici di rune credibili non balbettano!
- Vuole sapere la mia domanda, Madama Annex? – chiese lui educatamente, nascondendo abilmente la sua sorpresa nel trovarsi davanti una simile incompetente.
- Sì, sì… -
Bene, almeno avevo scoperto che rispondendo a monosillabi non sembravo una appena colpita da un Languelingua.
- Vorrei sapere qualcosa riguardo il mio futuro, in generale… mi sorprenda… -
Merlino, ma quanto era sexy la sua voce?
Papà mi aveva raccontato che il suo professore di Pozioni era un tizio untuoso e anche piuttosto sgradevole che probabilmente non aveva mai conquistato una donna in vita sua. E invece il professor Zabini era… indescrivibile!
“Roxanne, concentrati!” mi auto imposi, mentre tentavo disperatamente di afferrare una delle tante rune del sacchetto “Non è diverso dagli altri clienti, quindi stai calma!”
Le mie dita abbracciarono uno dei miei ciottoli, lo appoggiarono sul tavolo rivolto verso l’alto. Non feci tempo ad aprire bocca che lui mi anticipò.
- La runa Ehwaz, giusto? –
Naturalmente aveva ragione. Quella emme maiuscola è inconfondibile, rappresenta il cavallo che a sua volta è simbolo dei viaggi.
- Esatto. Significa che nel suo futuro sono previste delle vacanze lontane dal luogo in cui vive o addirittura un trasferimento… -
Brutta notizia, direi. Avrei dovuto confessargli che mi sarebbe mancato?
- Non può dirmi altro? –
Certo che potevo dirgli altro. Potevo anche predirgli tutta la vita, se voleva. Per lui, questo e altro!
- Naturalmente è possibile. La seconda domanda sarebbe a pagamento, ma per lei posso fare un’eccezione… -
Gli sorrisi e mi sentii apprezzata. In quel momento capii che le ragazze more, con la pelle candida e gli occhi azzurri riescono a conquistare anche un professore affascinante come Zabini senza troppa fatica.
Quanto è ingiusto il mondo…
Scrollando via questo pensiero estrassi la seconda runa, quella che avrebbe dovuto dare maggiori dettagli sul viaggio.
Era Isa, che rappresenta la luce lunare e la conservazione. Non riuscivo a capire come potesse collegarsi con l’idea del viaggio, ad essere sincera, ma dovevo assolutamente dire qualcosa a Zabini dato che mi osservava in attesa di un responso.
- Il viaggio che intraprenderà spezzerà un legame affettivo molto importante –
Che imbarazzo. Non sono mai stata molto brava ad inventare previsioni, forse è per quello che sono capace di vedere veramente il futuro.
- Questo mi rammarica, Madama Annex… - sussurrò lui con voce impregnata di tristezza – perché significa che, anche se io le confessassi in questo momento l’attrazione che provo per lei, questo sentimento sarebbe destinato a morire… so che siamo fatti per stare insieme da  quando l’ho vista per la prima volta pochi minuti fa… è stato un colpo di fulmine… -
Rimasi sconvolta davanti a quelle parole. Sentii un risolino giungere dal punto in cui si trovava Lucy, non potei fare a meno di rivolgerle un gestaccio.
- C’è qualcuno oltre a noi? – chiese il professore, sembrando infastidito.
- Sì, c’è la mia aiutante… Madama Ceely… -
Una piccola ruga si incise sulla sua fronte perfetta, facendolo sembrare ancora più desiderabile ai miei occhi. Che fosse dannato il giorno in cui il professore untuoso dei vecchi tempi se n’era andato per lasciare posto a Zabini!
- La mandi via, la prego… -
Come avrei potuto resistere ad una richiesta di quell’uomo detta con una tale gentilezza? Feci cenno a mia cugina di uscire, lei obbedì ma senza nascondere il suo disappunto. Non appena Lucy sparì dietro la porta, Zabini si alzò in piedi e il mio cuore accelerò inspiegabilmente i suoi battiti.
- Madama Annex, so che non potrò mai dimostrarle appieno il mio amore, ma desidero darle un assaggio di questo inestimabile sentimento almeno in questo breve momento di solitudine… -
Rimasi congelata, sentii i neuroni rimescolarsi nella testa, mentre mi dicevo che tutto quello era irreale.
Fin troppo irreale.
- La prego, Madama Annex, non abbiamo molto tempo! – mi sollecitò lui, abbandonando il tono romantico per esplicitare il suo invito.
- Io… io non capisco come lei possa pensare di amarmi dopo avermi visto solo per qualche istante… -
- La prego, Madama, mi accontenti… -
Mi alzai in piedi nonostante il tremore delle mie gambe, ricevetti un caloroso sorriso che mi convinse dell’irrealtà della situazione. Come era possibile che lui, Blaise Zabini, uomo maturo e navigato, decidesse di dare un “gesto del suo amore” ad una veggente sconosciuta?
- So che sei una studentessa, ma non mi importa… - sussurrò lui, mentre appoggiava una delle sue mani alla mia vita.
Strabuzzai gli occhi, consapevole della bruttezza del mio viso con quella espressione da pazza, ma Zabini non fece una piega. Vidi le sue labbra piene sporgersi verso di me e poi premere sulle mie.
Seguì un’incredibile vampata di calore alle guance per l’imbarazzo, quasi temetti che potesse sciogliere la maschera Imitapelle che indossavo.
E poi, accadde tutto all’improvviso: la porta della Stanza delle Necessità si aprì di colpo, Dominique entrò di sorpresa e strattonò Zabini lontano da me, la professoressa McGranitt la seguì a bacchetta levata, un miscuglio di urla insopportabili.
Nikki strillò contro il professore di Pozioni, dandogli del pervertito approfittatore.
La Preside mi rimproverò con estrema severità, mi intimò di togliermi la “bardatura” che avevo addosso – e lo feci senza protestare, con suo grande stupore – poi anch’essa rivolse tutta la sua rabbia contro il professore.
Non so per quanto tempo durò quello scambio isterico di battute e repliche, di cui io ero solo la spettatrice.
Sapevo solo che qualcosa non mi quadrava, e quel qualcosa era il ghigno soddisfatto di Dominique alle spalle della McGranitt.
Ah, sapevo anche un’altra cosa, a dire il vero.
Ero in un mare di guai.


Note dell'autrice

Ciao a tutti!
Posto questo capitolo in ritardo a causa di diversi problemi di tipo personale. Spero che possiate perdonarmi.
Intanto ringrazio chi ha aggiunto questa storia tra le Seguite (delfy96, HarryPotterianaDOC, Jaslyn, Jhaa, kiaa, Luna1312,mary96twilight, rubiaA, _sunflower) e le Preferite (AliceRosy, BlackFra92, Miss_Slytherin, zmarz).
Grazie anche a chi legge in silenzio e a chi recensisce.
Baci,
Lady Lynx

foolfetta: sorpresa di averti sorpresa, dato che pensavo la storia potesse risultare fin troppo lineare e scontata. Roxanne, da brava Weasley, rivela tutta la sua potenza per proteggere chi la circonda... e Lucy ne è l'esempio calzante. In effetti un pensiero gentile andrebbe fatto anche per la povera Violet, vittima dell'infedeltà di James. Grazie per la recensione!
Dully:  se lo scorso capitolo ti è piaciuto per la reazione di Roxie alla "dittatura" dei suoi cugini, allora probabilmente questo non sarà molto di tuo gradimento dato che c'è un ritorno sul trono proprio di quei malefici esseri. Spero comunque che le continue svolte, magari anche inaspettate, ti rendano piacevole anche questo argomento ^^ Grazie per la recensione!

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Capitolo 5
*** Conseguenze ***


Capitolo V - Conseguenze

Sono nella mia camera, in questo momento, a fissare i bambini Babbani che giocano fuori dalla finestra.
Sono carini, in qualche modo, nonostante i loro schiamazzi insopportabili.
Potrei finire a fare l’educatrice, forse.
Con ogni probabilità sarà l’unico lavoro che potrò fare, data la piega che ha preso la mia vita.
Ma voi non siete aggiornati, è vero. Farò del mio meglio per spiegarvelo, dato che non ho meglio da fare ora come ora. E comunque era proprio questo il mio obiettivo primario, no?
Raccontarvi la mia storia.
Eravate rimasti al bacio con Zabini e alla seguente entrata di due scleratissime Dominique e McGranitt, giusto?
Bene, dopo lo sfogo delle loro corde vocali ci siamo diretti tutti e quattro nell’ufficio della Preside. Lì ho ritrovato Lucy, Kristien, Albus e Rose.
Un quartetto bizzarro, non è vero? La McGranitt ha spiegato a me e alle mie due “complici” nel “progetto Veggente” che non è permesso utilizzare le stanze della scuola non accessibili agli studenti per attività non autorizzate dagli insegnanti. Principalmente era questo il motivo per cui avremmo dovuto essere punite severamente.
Ha però specificato che non si aspettava che io, oltre ad offrire un servizio di predizioni con le rune, eseguissi anche delle “prestazioni” di altro genere. Credo si riferisse al bacio rubatomi da Zabini.
Naturalmente io, Lucy e Kristien abbiamo tentato di spiegarle che non c’era niente di più della innocente lettura delle rune, ma la McGranitt non ci ha creduto e ha detto che sarebbe stato meglio per noi stare zitte per non peggiorare ulteriormente la nostra situazione.
Beh, in effetti aveva visto il bacio con i suoi occhi. Peccato che fosse un’eccezione e non la regola.
Dopo essersi occupata di noi ha fatto una violentissima ramanzina anche a Zabini, accusandolo di essere un professore indegno – capace di circuire le ragazzine e di approfittare dei loro grilli per la testa solamente per puro piacere sessuale.
Merlino, mi era sembrata un po’ eccessiva. Aveva fatto passare il povero professore per un porco incallito, nonostante non avesse mai sgarrato un attimo con nessuna di noi.
E invece no. È venuto fuori che Zabini era il famoso amante di cui parlava Dominique alla festa, quello con cui l’aveva sorpresa il suo fidanzato Robert. Quest’ultimo aveva riferito tutto alla McGranitt, approfondendo nei dettagli con la storia raccontatagli da Nikki a proposito di una “previsione di Madama Annex”.
“Come hanno fatto Dominique e McGranitt ad arrivare nello stesso momento?”, vi chiederete voi.
La spiegazione è semplice. Dopo l’aggressione di Nikki da parte di metà popolazione di Hogwarts, Albus aveva detto a Rose che pensava che fossi io la famosa Madama Annex. La cara Rosie l’aveva detto a Nikki che aveva quindi deciso di vendicarsi su di me ( e sulle mie previsioni che le avevano rovinato la vita sentimentale) andando a spifferare alla Preside l’esistenza di questa “attività illegale”.
È stato solo per caso che hanno beccato me e Zabini presi in un bacio.
E, per amore della precisione, il professore aveva deciso di farsi predire il futuro da Madama Annex solo perché sapeva che questa veggente era dotata di occhi azzurri –  quindi credeva fosse Dominique, la sua amata, e voleva farsi perdonare in quel modo.
Insomma, un vero e proprio macello. Mi viene il mal di testa solo a spiegarvelo, non oso immaginare a voi che siete costretti a capirci qualcosa.
Morale della favola? Lucy e Kristien sono finite in punizione per un mese dalla McGranitt, Dominique è stata punita con l’esclusione dalla squadra di Quidditch di Gryffindor, Zabini è stato sollevato dall’incarico, Rose e Albus sono stati premiati con cento punti a testa e io sono stata espulsa.
Sì, esattamente, espulsa. A quattro mesi dai M.A.G.O.
A discapito della mia futura carriera da scrittrice di manuali di magia.
Nonostante i numerosi colloqui tra la Preside e i miei genitori e la “buona parola” messa da mio zio Harry – non che qualcuno gli avesse chiesto di intromettersi, dato che è colpa di suo figlio se è successo tutto questo casino.
È per questo motivo che sono qui, chiusa nella mia stanza, a guardare quattro mocciosi che corrono avanti e indietro per la strada. Almeno loro hanno un futuro.
Sospiro pesantemente, lancio un’occhiata al sacchetto di velluto rosso che giace immobile e solenne sul mio copriletto rosa. È anche colpa sua se la mia vita è degenerata in questo modo.
“No, Roxanne, sei stata tu a cercartela… e dire che loro ti avevano avvertita!”
Mi sento un po’ fallita, mi è concesso dirlo?
Non solo sono stata una sfigata di Hufflepuff per sei anni, ma sono addirittura stata espulsa al mio ultimo anno per due motivi assurdi.
Ditemi se questa non è sfortuna, o imbecillità, o entrambe le cose.
Vorrei poter ridare quel dannato sacchettino a zia Hermione, ma non credo che voglia parlarmi ancora se Rose le ha fatto leggere la lettera piena di insulti che le ho scritto per “ringraziarla” gentilmente della mia espulsione.
La mia mano, nonostante tutto, non resiste al richiamo di quel tessuto morbido dal colore sanguigno.
La mia mente, rimasta scottata dalla storia di Madama Annex, non vuole rinunciare all’ultima consolazione che le resta.
Scivola sul copriletto, tende il muscolo del braccio fino a raggiungere il cordoncino del sacchetto, vi stringe attorno le dita.
È finita, ora che siamo entrati in contatto non posso più fingere di non volermi crogiolare in quell’attimo di pace – frutto delle mie piccole previsioni.
Sciolgo il cordoncino, lascio scivolare la mano desiderosa nella cavità, sento il velluto che accarezza la mia pelle e i miei polpastrelli che tastano le conosciute pietre lisce e gelide come chicchi di grandine.
Fatico a trovare la runa giusta, questa volta. Forse non sono concentrata, forse non ce n’è una veramente giusta.
Alla fine ecco la prescelta, caduta nella mia mano. Rappresenta un piccolo rombo, è la runa Inguz.
La stessa estratta nella mia prima sessione di previsioni scolastiche, quella per Paul Cooper.
“Protezione dell’unione familiare, giusto?”
Davvero difficile da interpretare, ad essere sincera. Se si riferisce ai miei genitori e a mio fratello Fred, potrebbe anche starci. Ma se per famiglia intende proprio tutta la famiglia, allora penso di poter dire con certezza che le mie abilità da veggente se ne sono andate in vacanza.
- Roxie! Scendi, è pronto il pranzo! –
Sbuffo leggermente, ripongo la runa nel sacchetto, mentre scendo le scale penso che dopo mangiato consulterò Internet per farmi dare una mano a capire cosa voglia significare Inguz.
Un dubbio così grande non mi era mai capitato prima d’ora.
Forse è una conseguenza delle mie azioni, forse è la paura di sbagliare.
Ancora.

***
Solo dieci anni dopo Roxanne Weasley scoprì il vero significato della runa Inguz.
Capì che si riferiva al suo matrimonio con Peter Brink, suo collega di lavoro nello studio di Investigazioni Magiche di Londra – Sezione Previsioni & Prevenzioni.
Capì che parlava dei suoi due figli, Michelle e Paul, e di tutto l’amore che le ispiravano.
Capì che  la avvertiva dell’importanza dei legami di sangue, portatori di una solidarietà che si era rivelata interamente solo quando aveva tragicamente perso sua madre Angelina.
Capì che le rune prevedono quello che possono vedere – ma non hanno occhi.
Capì che tutto quello che aveva si era creato dalle sue azioni, giuste o sbagliate che fossero, e che nessuna pietra avrebbe mai potuto scrivere il suo destino.
Roxanne Weasley capì solo alla veneranda età di ventisette anni che erano le sue azioni a portare a delle conseguenze.
Ma non per questo smise di riporre fiducia nelle sue rune.
Loro, a differenza degli umani, non la tradirono mai.


Note dell'autrice

Ciao a tutti!
Come sempre, arrivo sempre in enorme ritardo. Mi dispiace enormemente di aver così tanto trascurato la mia produzione, ma la mia ispirazione si è diradata e per questo non guardo più molto spesso questo sito. Beh, basta scuse.
Ringrazio chi ha inserito questa storia tra le Seguite: alix black, ANIMAPERSA, bmico, DANINO, delfy96, Dully, EdSaKe03, Foolfetta, HarryPotterianaDOC, Jaslyn, kiaa, Lilla95, Lily261, LuNa1312, mary96twilight, Nita986, pheeny, rontiamo, rubiaA, sophia92, sunflower_,
tra le Storie da Ricordare: CharmedAlis, Lilla95, Bonnie,
e tra le Preferite: Alara 666, AliceRosy, BlackFra92, Charme, LAZIONELCUORE, Miss_Slytherin, zmarz, _Mary.
Ringrazio anche chi ha lasciato un segno del proprio passaggio. Spero che questo finale, per quanto breve, possa essere di vostro gradimento. Forse speravate in un futuro diverso per Roxie, chissà.
Rispondo alle vostre ultime recensioni e poi torno nell'ombra.
Grazie a tutti!
Lady Lynx

_Mary: chi non vorrebbe strangolare le tenere Rose e Dominique? Temo che dovrai metterti in fila, cara, perchè dopo quello che hanno combinato, quelle due si sono fatte mooolti nemici. Giustizia è stata fatta, è vero, ma purtroppo ho voluto descrivere un mondo "reale" per quanto magico e - come hai potuto leggere qui sopra - non sempre i buoni vincono. Zabini aveva i suoi motivi per essere sospetto, povero caro. Beh, anche lui è stato punito. Come invece temevi, Roxie ha dovuto fermare la sua attività - un vero peccato, oserei dire, bloccare un servizio così utile. Ti ringrazio per aver recensito fino ad ora nonostante i miei continui spalzi di pubblicazione. Prima o poi tornerò a seguire la storia di Rowena, sperando di aver più tempo :)
Ella_Sella_Lella: tu chiedi perdono? Allora io cosa dovrei fare? O.O Mi dispiace di aver fatto cadere un mito come Zabini, ma nessuno meglio di lui mi sembrava adatto per interpretare il ruolo del professore attratto dalle ragazzine un po' facili come Dominique. Comunque, come avrai visto, Louis non fa nulla a parte apparire come Slytherin. E' un personaggio sprecato, lo so, ma con il limite di cinque capitoli impostomi dal concorso non potevo inserire le prodezze di Louis se non forzando la storia. In questa storia Al invece è un personaggio ambiguo, vuole bene a Roxie ma non vuole dimostrarlo per non perdere la sua posizione in società. E' subdolo, in qualche modo, ma anche il meno lontano dalla povera cugina paria. Grazie per i complimenti e la recensione!
pheeny: sono felice che tu ti sia divertita, l'ironia di Roxie era proprio puntata a far ridere i lettori. Zabini purtroppo era sotto qualcosa di più forte di una pozione, il vero e proprio amore per Dominique! Non credo che ci sarà un seguito di questa storia, ma in caso ti farò sapere dato che sembri essere interessata :) Grazie per la recensione!
Foolfetta: se mi avevi quasi data per dispersa qualche mese fa, non oso immaginare ora! ^^ Zabini era lucidissimo, questa volta le dannate cugine non avevano niente a che fare con il misfatto. Anzi, sì, Dominique ha la colpa di averlo fatto innamorare di sè. Mi dà soddisfazione sapere che sono riuscita a rendere Rose e Nikki come volevo, perfide come molte persone realmente esistenti. Al è tornato indirettamente in questo capitolo, mi pento di non averlo gestito meglio come anche Kristien e Lucy. Chissà, magari un giorno tornerò a lavorare su questa storia cercando di dare un po' più di spessore a tutti. Grazie per la recensione!
Dully: tutti le odiamo in questa storia, credo, ma è stato edificante riuscire a mettere finalmente le due tanto osannate Rose e Dominique sotto un'altra luce. E' stato bello renderle cattive, dato che vengono sempre rappresentate come due angeli. E poi evviva i Tassi, finalmente diventati protagonisti incontrastati! :)
Grazie per la recensione!
Charme: Roxie è davvero una ragazza sfortunata. Spesso mi rispecchio in lei, come per l'episodio della festa, e dev'essere per questo che la sento una piccola parte di me. Che dire di Zabini? Si è beccato la sua (pesante) punizione per colpa della solita ragazza facile di turno e credo che non si avvicinerà più ad una streghetta più piccola di lui dopo quello che gli è costato il suo amore. Non avevo pensato ad una lettera di George, ad essere sincera, ma ora che me lo suggerisci sarebbe stata davvero un'idea geniale inserire qualcosa di simile :)
Grazie per la recensione!

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