Big breast lover

di salasar18
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***



Capitolo 1
*** I ***




I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.



Big Breast Lover




Martedì




13.37
Stanza delle Necessità.


Quando mi ha detto di avere una cotta per me devo ammetterlo … ero stupito.
Molto stupito. Mh, forse scioccato a dire il vero.


No, io non rimarrei mai scioccato di fronte a un idiota come Potter.


No, ho appena deciso che la cosa invece non mi ha meravigliato più di tanto. Dopotutto mezza Hogwarts mi sbava dietro, soprattutto la fascia che va dal terzo al quinto anno. Però non so, quel continuare a guardarmi incessantemente ad ogni ora del giorno lo avevo attribuito più al possibile organizzarsi in qualche subdolo scherzo.
Tipo quello che gli ho fatto io il mese scorso. Ah, mettere quel gruppo di Puffola Pigmea nei bagni, chiudendo la porta principale per bloccarlo dentro è stato davvero il massimo. Gli strilli di quei cosi non gli hanno fatto sentire nulla per due giorni.
Curvo le labbra verso l’altro.
A volte sono proprio divertente.
Per cui, quando alla sua confessione piuttosto imbarazzante e balbettante era seguito un bacio, il sottoscritto non ha fatto poi tanta resistenza. Anzi, gli ho dato una mano. E anche lui poi mi ha dato una mano.


Che posso dire? Mi sono sentito in colpa per lo scherzo. Solo per quello.
No, okay, forse anche perché sono dell’idea che un bacio non si rifiuta mai.


A nessuno.


Però non sono stato ipocrita e gliel’ho rivelato subito dopo il nostro primo amplesso sessuale. Aww, che gran bell’amplesso è stato quello…


Comunque…


Si, gli ho detto subito chiaro e tondo che anche se tra le lenzuola, la chimica tra me e lui era innegabile, purtroppo a lui mancava qualcosa per cui io ho un chiodo fisso: le tette grandi.


Io amo i seni prosperosi. Li adoro, li bramo, li vorrei avere tutti. Ne vorrei addirittura un paio come palline anti.-stress, oppure semplicemente come soprammobile da mettere sul comodino e in cui immergere la faccia ogni tanto, ma la natura è stata cattiva e le ha concesse solo alle donne.


Stupida Natura sadica.


Però lui l’ha presa bene, più come una sfida a dire il vero.
Già…
E’ convinto che presto anch’io mi prenderò una sbandata per lui.


Non è tenero?
Cioè, è proprio convinto di questa sua idea malsana. Che poi se fosse, non so, come me, potrei anche prendere in considerazione la cosa, ma ridotto così…
Direi decisamente che è impossibile.


Soprattutto per quei capelli.
Come si fa ad andare in giro con quel nido d’Ippogrifo sulla testa? E’ antiestetico.
Anzi, credo di aver letto da qualche parte che è contro la legge andare in giro così. E io vado a letto con uno che ha un simile aspetto. E mi piace anche.
Non posso crederci


Maledetta Natura sadica…ce l’hai con me.


“Draco”


Potter che geme mentre scende sulla la mia erezione, aprendo ancora di più i glutei mi riporta di nuovo nel letto a baldacchino della sua stanza. Gli piace farlo qui, nel suo letto, forse ripensandoci i giorni successivi.


Che adorabile maiale.


Meno male che i suoi compagni di stanza –gli unici a sapere della nostra liaison oltre a Blaise e Pansy- hanno la decenza di stare lontani o quanto meno tentano di rimanere impegnati in qualche interminabile partita a scacchi in quella loro scialba sala Comune.
Mica come quel cretino di Blaise. Tentare di creare un filmino osceno con cui far pagare i miei ammiratori. Dandomi solo il trenta per cento degli introiti.
Che razza di serpe…


La mano di Potter scivola sul mio torace, accarezzandolo, mentre il suo sguardo rimano fisso su di me.


Lo vedo.
Il desiderio lo sta consumando. Tenta di controllarsi, ma alla fine non ce la fa e dopo aver inglobato tutta la mia erezione dentro di lui si abbassa e mi bacia.
Le sue labbra sono bollenti, ma dopotutto mi piace il contrasto tra le mie,leggermente più fredde e le sue cosi calde.


Lentamente inizia ad andare su e giù con le natiche, contraendole ritmicamente, torturando così la mia eccitazione. Lo sa quanto la cosa mi faccia impazzire.


Che razza di amabile porco dalla buona memoria.


Lo ammetto il sesso con lui è favoloso, ma non è necessario che lui lo sappia. Tra le vittorie come Cercatore e qualche ultimo colpo di fortuna in Pozioni a cui Piton ha dovuto dare un Accettabile, direi che renderlo partecipe del fatto che fare sesso con lui è stupendo gli farebbe alzare troppo la cresta. E io voglio essere l’unico ad avere il controllo qui.


“Credi che continuando a fare questo genere di cose riuscirai davvero a farmele piacere?” Gli chiedo tutto d’un fiato con fare altezzoso.


In risposta contrae maggiormente le natiche, facendomi involontariamente scivolare di bocca un gemito di piacere.


Maledetto subdolo Potter.


“Si, ne sono convinto” Dice a un centimetro dalla mia bocca “Non solo continuerò a fare queste…cose, ma alla fine dovrai ammettere che ti piacciono. Che io ti piaccio”


“Mh” E’ tutto quello che gli concedo in risposta.


Non mi piace che qualcuno mi faccia gemere senza che io lo desideri. Punizione fatta.


Anche se un po’ a fatica, riesco a tirarmi un po’ più in su, tirandomi dietro anche quel peso morto di Potter, accoccolandomi meglio alla testiera del letto.


I suoi capelli mi scivolano sul viso, mentre i suoi fianchi riprendono il movimento di poco fa.
Senza che me ne accorga, la sua bocca scivola sul mio collo, dove comincia a lasciare una serie di baci. Mentre mi assaporo tutto questo, i miei occhi scivolano verso il basso, soffermandosi sull’addome di Potter.
Piatto. Morbosamente, noiosamente piatto.


E a quel punto non posso fare a meno di pensarlo: se solo avesse un paio di soffici e grosse tette.


Sembra quasi che l’idiota abbia sentito, perché in quel preciso istante i suoi denti stringono l’incavo del collo, stringendosi in quello che sono sicuro creerà un segno che rimarrà minimo per cinque o sei giorni.


Non solo mi arrabbio con Potter –a cui però do un pizzicotto sulla gamba con estremo godimento- , ma non posso fare a meno di insultare mentalmente quella zoccolo di Natura sadica: essere morso così da Potter mi fa eccitare ancora di più.





***





15.22
Sala Comune Serpeverde


“Posso?” Chiedo con voce piatta.


La cortesia prima di tutto.


“Certo,” Mi risponde subito Millicent che si accoccola meglio sulle mie gambe “Stiamo già uscendo insieme da un po’, no? Sono anche tue ormai” Termina prendendomi le mani e portandosele al petto.


Oh, ora si ragiona.
Soffice.
Tondeggiante.
Grande.
Io adoro il decolté di Millicent.


E adoro ancora di più il fatto che io e Potter siamo stati smistati in due Case diverse e soprattutto lontane.
Se sapesse quello che sto facendo o meglio quello che sto toccando ora , mi ucciderebbe. In modo piuttosto doloroso, aggiungerei.
Non che abbia paura, eh. Diciamo solo che ho una concezione piuttosto oggettiva del pericolo.


Senza attendere oltre appoggio il viso sul seno della mia compagna di Casa, inspirando sonoramente.
Dal canto suo, Millicent si limita a ridacchiare come una scema, prima di aggiungere un ‘mi fai il solletico’.


Prima che si faccia troppo tardi decido che è arrivato il momento per me e la Bullstrode di appartarci per i nostri bei quaranta minuti di sano sesso.


Vorrei dedicarle più tempo, davvero, ma odio arrivare in ritardo a Pozioni.





***





20.30
Sala Grande.


Mh, tutto sommato la cena è stata quasi passabile.
Il vitello tonnato era decisamente di mio gusto. Tutte e tre le volte che ho chiesto il bis.
Sarà giusto dire “chiedere tre volte il bis”?
Ah, al diavolo.


Io sono un Malfoy e posso anche avere l’ardire di creare nuove fraseologie.
Quando alzo gli occhi verso il tavolo di Grifondoro, spinto da una mera curiosità, gli occhi verdi di Potter sono su di me.


Gli leggo in faccia subito che vuole che lasci il mio tavolo per raggiungere la solita aula che usiamo di sera, ma questa volta voglio stuzzicarlo un po’.


Quando davanti a me appaiono i dessert mi viene il lampo di genio.


Sorrido quasi automaticamente, mentre prendo il budino alla vaniglia e inizio a mangiarlo, soffermandomi ad ogni boccata sul pulire al meglio il cucchiaio.


Con la lingua.


Con fare lasciavo.


Mentre guardo Potter.


All’inizio quel guardone non fa altro che fissarmi, senza muoversi, irrigidito di fronte alla mia provocazione. Poi, però, inizia a mordersi il labbro inferiore, frustrato.
L’ho già detto che sono davvero spiritoso?


Capisco che è al limite, quando il cartone del succo di frutta di Lenticchia scoppia con un rumore sordo, investendo di liquido arancione anche la Granger.


Con una scusa mi congedo dai commensali, pensando che di sicuro Potter mi farà pagare amaramente quel mio stuzzicarlo.


Non sa che ovviamente è proprio per quello che ho messo su quella sceneggiata.





***





22.07
Aula al Secondo Piano.





Come volevasi dimostrare, la prima cosa che ha fatto è stato darmi uno schiaffo sul sedere, quasi una sculacciata, anche se posso dire con sicurezza che non può avermi sculacciato dato che non ha ricevuto il mio consenso.
Direi che con quel giochetto di fianchi si è fatto perdonare. Tutte e due le volte.


Ora però, come al solito, si è sdraiato su di me e il peso del suo corpo appoggiato contro il mio mi crea un certo non so che.
Sto per dire una battuta acida qualsiasi per rompere il silenzio, quando una sua constatazione mi fa sudare freddo.


“Malfoy, cos’è questo odore?”


“Di cosa diavolo parli, Potter?”


Si avvicina di più contro il mio mento -dato che rispetto a me è sdraiato un po’ più in basso- e annusa.


Ma cos’è un cane? Non si annusano le persone, Potter.


“Sembra,” Annusa di nuovo “Malfoy, sembra un profumo da donna”


Alzo la testa quanto basta per guardarlo in faccia e non mi piace la sua espressione. Comincio a temere per la mia incolumità. Per evitare che passi troppo tempo da quando mi ha posto la sua domando, gli rifilo la prima scusa che mi viene in mente, riabbassando la testa:


“Si, può essere. Pansy è andata in giro per tutta la Sala Comune, spruzzando il profumo che gli ha regalato Theo. Avrà finito la boccetta senza neanche averne spruzzato una goccia si di sé. Si può essere più scemi?”


Mi sporgo di nuovo verso l’alto, guardandolo inacarcando un sopracciglio.


“Oh, già, dimenticavo. Si, si può”


Gli faccio intuire che quel ‘si, si può’ è un chiaro riferimento a lui.


Con uno movimento veloce, si tira più in alto. Secco mi prende poi la nuca, facendomi alzare di forza per guardarlo dritto negli occhi.


“Non osare tradirmi, mai. Se lo facessi sai bene che non risponderei delle mie azioni.”


Non è una minaccia, né suona tanto meno come un avvertimento. Sembra solo una constatazione, pura e semplice.


Rimango impassibile, tentando di rimanere calmo, mentre lo ammetto: di fronte alla serietà dello sguardo di Potter mi sto letteralmente cagando sotto.


“Lo so.” Mi limito a dire alla fine con tono piatto.


“Bene.” Risponde dopo qualche interminabile secondo, prima di riaccoccolarsi sul mio petto.


Tsk, come se volessi scoprirlo.
Io ho la mia concezione oggettiva del pericolo a tenermi allerta.


Stupido inconsapevole Potter.








Fine primo capitolo









FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI!


Confido che, arrivati fin qui, vogliate farmi la cortesia di dirmi cosa ne pensate.


MI PIACEREBBE DAVVERO MOLTO SENTIRE LE OPINIONI DI CHI HA LETTO ANCHE SE SI TRATTA DI RICEVERE UNA CATERVA D'INSULTI . PER FAVORE, PER FAVORE, PER FAVORE... MI ACCONTENTATE? XD


Per me sarebbe davvero costruttivo!


Grazie.





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Capitolo 2
*** II ***




I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.



Big Breast Lover




Giovedì




10.33
Lezione di Astronomia.






Mi annoio a morte.
No, è Astronomia che mi annoia a morte.
Sospiro sonoramente per quella che penso sia la ventesima volta negli ultimi tre minuti, guadagnandomi l’ennesima occhiataccia della Professoressa.


Cosa ci posso fare se fissare le costellazioni mi fa venire una pesantezza allucinante alle palpebre e l’unico modo per evitare di trapassare per questo piattume è l’emissione di aria dalla bocca attraverso uno sbuffo?


Devo cercare di resistere.
Non posso permettermi di morire in questa maniera indecorosa. Sono l’unico erede maschio della famiglia, il pupillo di mamma, l’orgoglio dei testicoli di papà.
Sì, devo riuscire a sopravvivere alla prossima ora e mezza.
Devo farcela, per loro, i miei amati soldi.
A chi andrebbe tutto il denaro dei Malfoy altrimenti?


Come se non bastasse questa materia mi fa sempre venire fame. Sarò ingrassato di almeno due etti nelle ultime settimane per tutta la roba che ho mangiato dopo la lezione con il preciso obiettivo di dimenticarmi di aver sprecato due ore seduto a guardare le stelle.


Per quello piuttosto vado in riva al Lago Nero, no?


Fisso la Professoressa Sinistra dritto negli occhi, cercando di mantenere la solita espressione di non curanza. Lei sostiene lo sguardo, inarcando alla fine un sopracciglio, prima di passare a parlare ad un gruppo di studenti.


Perché diavolo ha inarcato un sopracciglio? Il mio non era uno sguardo di sfida. La stavo solo guardando, che cavolo…


Come se volessi sempre tramare alle spalle degli altri.
Ogni tanto lascio che sia Blaise a dedicarsi a un piano per rompere le palle a qualcuno. Non sono una persona egoista, io.


Mi guardo attorno per un po’, aspettando il momento più opportuno e non appena quella Professoressa logorroica si gira lo faccio: afferro con decisione dalla tasca lo snack che ho rubato a Goyle stamattina.


Non che mi piacciano questo tipo di dolci, anzi.
Però la sola idea di Gregory che ribalta la stanza e l’intersa Sala Comune di prima mattina solo per poter ritrovare questo dolciume non lo so, mi ha solleticato.


Strappo con decisione la carta giallognola della confezione, ma così facendo la carta comincia a fare quel suo solito baccano. Fortuna che ho un forte senso di sopravvivenza che mi spinge a tossicchiare rumorosamente per evitare che il resto della classe mi senta, ma soprattutto che quella strega della Sinistra possa accorgersi che sto mangiando durante la lezione, usando la cosa come pretesto per togliere come minimo dieci o quindici punti a Serpeverde.


Il mio tossicchiare però mi sa che è stato troppo vistoso, perché mi si ritorce contro.


“Ha qualcosa da dire, signor Malfoy?” Mi chiede infatti facendo voltare tutti i presenti.


Cavolo, proprio ora che avevo liberato questa stupida barretta di cioccolato dalla carta.
Come osi interrompermi, vecchia?


“No, certo che no” Rispondo piatto, inarcando il sopracciglio.


Ah-ah! Come ci si sente ad avere un sopracciglio inarcato sbattuto in faccia in questa maniera? Ti brucia, eh?


“Bene, allora spero che possa continuare senza sentire di nuovo sbuffi o tossicchi vari.” Puntualizza prima di tornare a spiegare la costellazione sal-pesce.


Mh, prenderò questa frase come un’imbarazzante ammissione di quanto stia rosicando dentro.


Dopo aver tolto la carta alla barretta, mangiare di nascosto diventa effettivamente più facile e in poco tempo faccio fuori il dolciume.
Ora che ci penso, però…questo coso mi andrà tutto sulle cosce. Cavolo! Continuo a stupirmi di come mangiare cioccolato richieda meno di cinque minuti, mentre i danni che combina siano permanenti.
Non che mi stia preoccupando di ingrassare.


Dopotutto i Malfoy non ingrassano mai.


Al massimo si piegano per profondo spirito d’altruismo a raggiungere il peso forma del resto dell’umanità perché si sa che nella mia famiglia siamo magri di costituzione, ovviamente. Perfetti dal qualsiasi punto di vista.


Fingo di ascoltare il resto della lezione, prima di far scorrere lo sguardo sul resto della classe.
Come al solito Blaise è impegnato ad andare dietro a qualsiasi essere vivente che possieda il triangolo, mentre Pansy e The- Oh, per Merlino!


Avrei davvero preferito evitare di vedere la mano di Nott scendere giù tra le grazie di Pansy. Non riuscirò più a vedere Pansy come prima. Grazie Nott per aver rovinato in modo indelebile un’amicizia che si basava così profondamente sulla mia adorazione.


Velocemente mi obbligo a distogliere lo sguardo, buttandolo qualche banco più avanti, sulla mia destra.


I capelli color fuoco di Weasley attirano involontariamente la mia attenzione. Sta dormendo a braccia conserte sulla sua pergamena, con l’inchiostro della piuma che gli cola sulla guancia, mentre dalla bocca …ma cos’è quella, saliva?


Disgustoso.
Secernere così in pubblico… che razza di pervertito.


Quasi automaticamente i miei occhi scivolano sulla figura di fianco a Lenticchia e non so perché mi ritrovo a ghignare sotto i baffi. Potter sta ascoltando la lezione, anche se in modo sporadico e mangiucchiandosi con non curanza la piuma. Si lascia andare sulla sedia, abbandonando il braccio a penzoloni.


Lo guardo attentamente prima di pensare che anche da dietro si vede che fa dello sport. Ovvio che, se non fosse per la mia immensa generosità nel concedergli ogni volta la possibilità di prendere il Boccino, a quest’ora non avrebbe nemmeno una squadra in cui giocare per quanto è scarso, ma quella è un’altra storia.


Sì, si vede. Le spalle sono larghe e anche se ha addosso due strati di uniforme scolastica i muscoli si notano tranquillamente. Ripenso a quando ieri notte era accoccolato su di me e convengo con me stesso che le mie affermazioni sono sempre vere. Ha effettivamente una figura tonica.


Come faccio ad avere sempre ragione? Forse avrei dovuto fare Divinazione, mi ci vedo.
Sì, ho deciso seguirò Divinazione! Così potrei specchiarmi direttamente nel riflesso della sfera di cristallo per vedere se i miei capelli sono in ordine, senza dover allungar il collo ogni volta verso le solite vetrine degli armadietti porta boccette.


Mh, sì, il corpo di Potter è decisamente bello tonico, secco aggiungerei, ma quello che deve essere bello cicciotto è bello cicciotto. Come, che so, il suo sedere.


Non che io abbia mai guardato intenzionalmente il suo fondoschiena, ma cavolo, Potter me lo butta in faccia ogni volta che gli dico di alzarsi per prendere i miei vestiti quando dobbiamo lasciare la Stanza delle Necessità. E’ impossibile non abbassare lo sguardo quando vedi l’oscillare morbido di due glutei ben delineati.


Certo, niente a che vedere coi miei. Anni e anni di salita di scale al Malfoy Manor hanno dato i loro frutti.


Almeno così mi dicono.
Non mi è mai passato nemmeno per l’anticamera del cervello di specchiarmi nudo di fronte allo specchio con il timore di essere beccato da qualcuno nella mia stessa stanza da letto solo per vedere che il mio lato b.



Quante calorie avrà quella stupida barretta di cioccolato?


Non capisco nemmeno perché mi stia fissando su questa cosa.
Anche se decidessi di abbassarmi al peso forma del resto della popolazione di Hogwarts in un slancio di altruismo, Potter mi vorrebbe comunque.
Certo che mi vorrebbe.
Senza dubbio!
Mh, anche Millicent mi vorrebbe lo stesso.



Okay, forse è meglio fare qualche esercizio. Forse se mi gratto le pellicine perderò qualche chilo…






***






13.12
Corridoio adiacente la Sala Grande.





“Ma perché no?”


Blaise sembra davvero stupito dal fatto che abbia appena rifiutato il suo invito a un festino che coinvolge le sorelle Patil.


“Potrei risponderti che semplicemente è perché a differenza di te ho buon gusto, ma sei mio amico Blaise, per cui cercherò di trattenere questa mia linguaccia” Gli rispondo fingendo di morsicarmi la lingua.


Non ho intenzione di sprecare la mia serata scopando quelle due cesse, non solo per via del mio amor proprio, ma anche perché Potter mi ha dato appuntamento davanti alla Serra per… beh, dedicarci ai semi.


“Draco sei uno dei miei migliori amici, ma davvero…Potter e Millicent? Capisco che in tempo di magra non si butta via niente, però non credi che bisogna comunque cercare di meglio?”


“E Padma e Calì Patil ti sembrano quel salto di qualità?” Domando guardandolo un po’ irritato.


“No, ma almeno sono un diversivo”


Alzo gli occhi al cielo, mentre raggiungiamo la Sala Grande seguiti da Pansy e Theo.
Quando entriamo noto che il cibo è già apparso in tutta la sua abbondanza e senza tergiversare mi siedo al nostro Tavolo con i miei compagni di Casa.


Consumiamo il pranzo parlando del più e del meno, soffermandoci ogni tanto su qualche punto oscuro dell’ultima lezione di Trasfigurazione, finché non appaiono i dessert e come al solito il silenzio cala tra noi, rimpiazzato dal masticare ingordo delle nostre bocche.
O meglio, delle loro.


Sì, per oggi penso proprio che salterò il dolce.


“Draco che hai?” La domanda di Theo mi fa voltare verso di lui.


“Niente.” Rispondo piatto.


“Allora perché il budino che hai davanti è ancora lì? Tu adori il budino!”


“E’ vero, ma oggi ho mangiato una barretta di cioccolato durante Astronomia” Rispondo alzando il tono di voce alla parola barretta di cioccolato, cosa che ovviamente attira l’attenzione di Goyle. Ridacchio sotto i baffi, prima di aggiungere “Era davvero buona, dolce, ripiena di caramello e purtroppo mi ha riempito. Per oggi ho raggiunto il mio limite di cibarie zuccherose.”


Noto chiaramente con la coda dell’occhio il tergiversare di Gregory: vorrebbe chiedermi se quella a cui mi riferivo era la sua barretta, ma ha una paura fottuta che lo sia, per cui non sa ancora se vuole domandarmelo per averne la conferma o se preferisce rimanere nell’ignoranza.


Ovviamente sceglie la strada più facile, rimettendosi comodo sulla panca.
Codardo.
Un sorriso sfugge al mio controllo, mentre Theo fa spallucce e torna sul suo budino. Continuando a ghignare, butto uno sguardo al resto della Sala Grande e il mio sguardo si sofferma sul Tavolo Grifondoro.


La scena che mi si para davanti però mi fa immediatamente smettere di ridere.


“Che c’è, Drake?” Mi domanda Blaise dandomi una leggera gomitata. Non ricevendo risposta segue il mio sguardo e si immobilizza alla vista della stessa cosa che sto guardando io.


Perché il braccio di Lavanda Brown è intorno a quello di Potter?
E soprattutto perché Potter si sta facendo avvinghiare da quella ragazza dai facili costumi?


Involontariamente sento la mascella irrigidirsi. La Brown non solo sta toccando il braccio di Potter, ma è completamente appoggiata al corpo di quel cretino. Vedo chiaramente la figura di quella sciacquetta finire nell’esatto punto in cui inizia quella di Potter.


Mi piaci, diceva.
‘Mi piaci’ un paio di palle, maledetto miope sfregiato.


Raggiungo il limite quando la ragazza-che-non-sa-ancora-che-non-vivrà-abbastanza-per-vedere-domani, prende un po’ di budino col cucchiaio e lo offre a Potter.


Non volendo vedere come va a finire la scena tra i piccioncini distolgo lo sguardo, giusto in tempo per vedere Tiger che si allunga nel tentativo di prendere il mio dessert.
Rapido prendo il cucchiaino e lo frusto con la parte bombata. Quella che fa male.


Con una faccia sconsolata mi guarda spaesato.


“Ma hai detto che per oggi non vuoi più dolci perché hai raggiunto il tuo limite”


“E’ vero, ma non ho detto che ti aiuterò a raggiungere il tuo”


Detto questo prendo il contenitore del dolce e lo giro sul tavolo, rendendo impossibile il recupero del budino anche per Tiger.


Mi giro verso Blaise che è ancora intento a gustarsi la sua fetta di torta, attirando la sua attenzione con uno schiarimento di gola.


“Cosa dicevi prima del festino con le Patil?”






***






16.02
Lezione del Mezzogigante.






Certo che quando una giornata inizia male non può far altro che andare peggio.
Non solo Astronomia, ma ora pure Cura delle creature magiche tenta di farmi perdere la testa.


Illusi non avrete mai la mia testa.


Spreco tante di quelle energie –oltre a tutti soldi che faccio sborsare a papino- solo per mantenere la mia pelle così bianca e liscia per non parlare di quanto tempo dedico alla cura dei miei capelli.


Non permetterò mai a nessuno di mettermi dentro una bara, al chiuso. Ho troppo a cuore la vita degli altri: non far ammirare questa mia figura perfetta, questo patrimonio indiscusso del Mondo Magico, sarebbe davvero troppo crudele, anche per me. Gli altri hanno il diritto di idolatrarmi anche quando non respirerò più.


Il tonfo di Paciock che cade a terra dopo aver lasciato che l’ennesimo Schiopodo Sparacoda femmina gli succhiasse il sangue attraverso la sacca attaccata sulla pancia mi ricorda l’origine del mio monologo interiore: Cura delle creature magiche.


Anche se il passaggio dai Vermicoli agli Schiopodo è stato di mio gradimento, passare due ore esercitandoci a riconoscere gli Schiopodi maschi da quelli femmina non è proprio il massimo. Inoltre raccogliere lo schifo che secernono quei sottospecie di granchi maschi dal loro pungiglione non è quello che pensavo avrei fatto stamattina quando mi sono alzato dal letto.


Però vedere Paciock che continua a cadere svenuto a terra alla vista del sangue che gli succhiano devo dire che ha la sua attrattiva…


Sbuffo, ritrovandomi di fronte a un duro dilemma: andarmene tra il caos generale o rimanere per vedere quante volte quel ragazzo dall’intelligenza di un gufo morto possa perdere conoscenza?


Opto per Paciock.


Mentre il Mezzogigante tenta di rianimare quell’imbranato, un ridacchiare da oca giuliva attrae la mia attenzione e mi fa notare ancora una volta che Potter adora farsi toccare le braccia da chiunque abbia una vagina. Però vedo che assume lo stesso atteggiamento delle scale di Hogwarts: gli piace cambiare.


Ora è un’altra ragazza che gli sta addosso. Tra l’altro chi cavolo è? Abbasso lo sguardo verso i fianchi dell’ennesima sgualdrina e-


Okay, chiunque abbia dei rotolini di quelle dimensioni è normale che non venga riconosciuto dal sottoscritto.


Non faccio in tempo a finire di pensare la frase che vedo la mano di Lavanda Brown dare una specie di schiaffo al sedere di Potter, prima di ammonire la grassona che lascia andare il braccio di quel cretino.


Bene, quindi a Potter piacciono i rotolini ed essere schiaffeggiato. Razza di pervertito malato…


Quando le allontana con una scusa probabilmente sentendosi a disagio per essere stato visto da metà dei suoi amici mentre la Brown lo palpeggiava, nel tentativo di distogliere lo sguardo i miei occhi cadono sul piccolo granchio che Blaise sta analizzando con occhio critico – e che sta tenendo con un’espressione schifata tra il pollice e l’indice- e prima di pensarci in modo razionale faccio quello che avrei voluto fare da quando il Mezzogigante ci ha fatto vedere quei cosi: lo lancio.


Vedo con gusto e soddisfazione personale l’intera traiettoria che prende, andando a colpire Potter direttamente sulla schiena. Dal modo in cui ha sussultato deduco che gli abbia fatto male.


Godo.


Di scatto lo vedo voltarsi, cercando il responsabile. Quando finalmente incontra i miei occhi, quasi spalanca i suoi, scuotendo la testa, mentre con la mano sinistra alza il granchietto, come a voler dire “non l’hai lanciato tu, vero?”


Leggi il labiale, Potter.


“Come vai al diavolo?” Grida portando su di sé lo sguardo di mezza classe.






***






23.11
Torre di Astronomia.






Non posso credere di essere venuto volontariamente qui per farmi le sorelle Patil.
Non solo perché i loro seni sembrano uva sultanina, ma soprattutto perché… Merlino non voglio pensarci.


Non devo pensarci.


“Mh, Malfoy” Geme la ragazza sotto di me, mentre per l’ennesima volta spingo la mia eccitazione dentro di lei.


Chissà chi diavolo è? Sarà Calì o Padma Patil? Beh, ma anche chissenefrega.
Dopo quello che ho visto voglio solo venire in fretta e tornare nei Sotterranei, mettermi sotto le coperte e chiudere le tende nel tentativo di dimenticare quello che ho appena visto senza dover usare un incantesimo di memoria.


Maledetta sia la mia resistenza sessuale..


Com’è possibile? Seriamente, com’è possibile che una ragazza oltre a non avere delle tette abbia anche dei peli di almeno cinque centimetri a livello dello sterno? Non uno, ma una moltitudine!


Come diavolo è possibile? Ci potrei fare una treccia con quei peli!


Scuoto la testa per l’ennesima volta, mentre sento che alla mia destra Blaise è finalmente venuto.
Dopo qualche secondo, grazie al Cielo vengo anch’io.


Aspettiamo quei due-tre minuti, giusto il tempo di riprenderci, prima di lanciare dei Gratta e Netta e iniziare a rivestirci.
Senza dar loro la possibilità di parlare, prendo Blaise per il polso e congedando quelle che ormai sono convinto essere le ultime due donne di Neanderthal con un ‘è’ stato bello, grazie’, inforco il più velocemente possibile l’uscita.


Quando abbiamo oltrepassato la porta il mio migliore amico mi chiede spiegazioni. Capisco che essendo così frustrato voglia fare un altro round, ma gli voglio troppo bene per lasciargli fare sesso con una scimmia. Anzi, due.






***






23.28
Sala Comune Serpeverde.





Guardo l’orologio per la quarta volta, mentre mi riprendo dalla corsa fatta per raggiungere questo luogo così lontano dalle Patil e il dubbio mi divora.


Sarà ancora lì davanti alla Serra ad aspettare come un bravo cagnolino?


Mi mordo il labbro un paio di volte, tentando di scordarmi l’appuntamento con Potter, però alla fine la curiosità ha la meglio su di me.


“Torno subito” dico a Blaise.


Un secondo dopo sono già uscito.






***






23.47
Davanti alla Serra di Erbologia.






Non appena voto l’angolo, la figura di Potter seduto di fronte alla Serra mi fa sorridere.
L’ha fatto davvero.


No, in realtà lo sapevo che sarebbe rimasto ad aspettare chissà fino a quando. Certo che per essere un Grifondoro ne ha avuta di pazienza: dovevamo vederci alle dieci e mezza.


Il pensiero di lui che rimane fino a questo momento lì, accovacciato con la schiena contro la vetrata della Serra lo ammetto, mi solletica qualcosa dentro.


Ovviamente parlo di orgoglio.
L’ho educato proprio bene…


Di certo a questo punto sarà come minimo furibondo. E Potter furibondo equivale a sesso selvaggio che a sua volta porta a lui che fa cose ardite come voler prendere il controllo, magari sbattendomi contro un muro e facendomi un gran bel pompino prima di ordinarmi di penetrarlo con foga, il che rende me assolutamente felice e grato di essere vivo.


Quando mi nota, però il suo sguardo non ha nessuna scintilla, anzi. Sembra quasi piatto, senza nessuna emozione.


Non mi piace, non mi piace per niente.


“Sono stato in riva al Lago insieme a Blaise fino adesso.”


“Non ti ho chiesto niente” Mi risponde subito.


Merda. Perché mi sono giustificato?


Sto per aggiungere un ‘lo so, era per dire’ quando Potter si alza dalla sua postazione, battendo le mani contro i pantaloni, nel tentativo di togliersi la polvere di dosso.


“Torno al Dormitorio.” Dice poi fissandomi con quegli occhi.


E’ spaventoso. Quando mi lancia quello sguardo sento il gelo scivolarmi dentro.


Oddio sento freddo. Sto forse per morire? Ah, no è la corrente.


“Perché? Non volevi-“


“Ci vediamo domani”


Senza nemmeno guardarmi si volta, inforcando il corridoio, scomparendo inghiottito nel buio.


Rimango bloccato per qualche secondo.
Cazzo, l’ha capito. Forse-


Mi annuso le vesti, convinto che l’odore di quelle bagasce abbia impregnato la mia uniforme, ma non sento nulla. Non avrei dovuto giustificarmi subito. Cavolo, così gli ho praticamente dato la conferma di essere stato a un orgia.


Forse sarebbe stato meglio se gli avessi detto che mi ero addormentato in Sala comune.


Un sospiro mi esce dalle labbra.


Perché è così arrabbiato? E soprattutto perché sono così disturbato dal fatto che lui sia arrabbiato?


Lo ripeto: non mi piace, non mi piace per niente.









Fine secondo capitolo









FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI!


Confido che, arrivati fin qui, vogliate farmi la cortesia di dirmi cosa ne pensate.


MI PIACEREBBE DAVVERO MOLTO SENTIRE LE OPINIONI DI CHI HA LETTO ANCHE SE SI TRATTA DI RICEVERE UNA CATERVA D'INSULTI . PER FAVORE, PER FAVORE, PER FAVORE... MI ACCONTENTATE? XD


Per me sarebbe davvero costruttivo!


Grazie.





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Capitolo 3
*** III ***




I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.



Big Breast Lover




Lunedì




12,57
Sala Grande.




Cercando di non farmi beccare dai miei compagni di Casa, faccio un piccolo cenno con la testa in direzione del tavolo Grifondoro.


Potter si limita a concedermi uno sguardo piatto per qualche decimo di secondo, prima di tornare a mangiare e chiacchierare con quei pezzenti dei suoi amici.


Affondo il cucchiaio nella zuppa davanti a me, mentre internamente lo ammeto, sento chiaramente la voglio di afferrare il tavolo e ribaltarlo.


Tre giorni.


Sono tre giorni che Potter continua a liquidarmi in questa maniera arrogante, ignorando i miei segnali palesi. In realtà, non si è limitato solo a fingere di non capire i segnali che lui stesso ha deciso di usare, ma è sparito.


Sparito.


E non metaforicamente parlando, ma nel vero senso della parola. Mentre prima me lo ritrovavo tra le palle ogni due per tre, ora, se non fosse per le lezioni in comune, non sarei in grado d'incrociarlo nemmeno per sbaglio.


Tsk , non che io voglia, s'intende.


Insomma, non sono di certo io che ho bisogno di sapere il motivo che ha spinto uno stupido del suo calibro a passare dal sussurrarmi all'orecchio frasi melense quali 'prima o poi ammetterai che sei attratto da me, quanto io lo sono da te' o 'il tuo odore mi eccita' , per poi sparire dall'oggi al domani.


Certo, dall'esterno qualcuno potrebbe scioccamente pensare che io stia morendo dalla voglia di riappacificarmi o che, peggio, senta la mancanza di quell'idiota, ma non è così.


Non.è.così.


La verità è un'altra, ed è molto più semplice: io non permetto che mi s'ignori con tanta noncuranza.
A nessuno.


La cosa che odio di più dopo un Potter che ti si appiccica addosso, è un Potter che ha la sfacciataggine di pensare di essere un gradino sopra di te e di potersi prendere la briga di non seguire le tue indicazioni.


Ma voglio dire, faccio un cenno simile, segno inequivocabile che, dall'alto della mia infinita bontà, ti sto concedendo la possibilità di farti perdonare per la tua incredibile arroganza con....che so, del sesso riparatore, o tramite una cavalcata selvaggia sul mio pene, e tu cosa fai? Torni a mangiare quegli stupidi cornetti lessati che ci han dato per pranzo quei puzzoni degli elfi?


Non posso credere che stia buttando al vento la possibilità di fare l'amazzone sui miei genitali.
Io sono allibito...
Contrariato ed allibito.
Insomma chi non vorrebbe cavalcarmi il pisello? Sono sincero, per la maggior parte del tempo faccio fatica a non molestarmi da solo. E a volte, lo ammetto, fallisco miseramente.
La mia volontà va in frantumi di fronte alla mia bellezza.
Proprio come quando esco dalla doccia e guardando verso lo specchio vedo quel mio corpo scultoreo: odio quando poi tento di abbracciare quell'adone e sbatto rovinosamente contro lo specchio.


Per cui, seriamente: dove trova, Potter, la forza di fingere di non desiderarmi?
Perché so che mi desidera. Tutti mi desiderano, me compreso.
Quello stupido non mi ubbidisce. E, nel farlo, è come se mi stesse sfidando.
Anche adesso per esempio, quel suo riprende a mangiare distogliendo lo sguardo da me, come a voler dire 'io sono un essere pensante e decido di non guardarti'...
Ma come si permette?


Chi gli ha insegnato a pensare con la propria testa? Chi gli ha menzionato il libero arbitrio? Chi?
Di certo non il sottoscritto. Non mi macchio di certi crimini.
Io sono per l'obbedienza, sono per il seguire gli ordini.


I miei.
Sempre.
Idiota di un Potter, odio quando si atteggia come se ce l'avesse placcato d'oro.


“ Draco cosa stai facendo?”


La voce di Blaise mi riporta al tavolo dei Serpeverde.


“Cosa?” Sbotto scocciato.


Senza rispondere, il mio migliore amico fa un cenno verso il mio piatto, spingendomi inevitabilmente a guardare in basso.


Quello che vedo non mi allieta per niente: ho messo lo zucchero nella minestra.
E a giudicare dall'altezza della montagnetta bianca che traspare dal livello della zuppa, direi che non mi sono risparmiato sulle dosi.
Blaise mi si fa più vicino, col preciso intento di parlare tête-à-tête, per non farsi sentire dagli altri che sarebbero comunque a qualche metro da noi, presi dal discorso di Pansy su non so quale scherzo lanciato alla Granger durante Pozioni.


“ Ancora nessuna notizia da Potter?” Mi domanda sottovoce.


La domanda mi disturba. Perché deve nominare Potter ogni volta che condisco il mio cibo con condimenti diversi dal solito per dare alle pietanze un che di esotico? Perché?


“Non capisco a cosa tu ti riferisca, davvero” Rispondo con tono piatto, mentre appoggio il braccio sul tavolo e mi volto verso di lui, mettendo poi il viso comodamente sul palmo della mano.


Blaise rimane tranquillo per qualche secondo prima di dire:


“Hai ragione, dopotutto tu adori la zuppa con otto cucchiaini di zucchero. Quindi, forza” Aggiunge, invitandomi con una mano a proseguire “Mangia pure.”


Ci guardiamo per qualche istante, prima che mi metta a sorridere. Pensi di mettermi alle strette?
Tu non sai con chi hai a che fare.
Io sono quello che ha dato della vacca alla McGranitt.
Quando era di spalle a Trasfigurazione, intenta a scribacchiare qualcosa su delle pergamene sulla scrivania.
Mentre io ero fuori dall'aula con gli altri.


“ Certo che mangio, cosa credi che mi faccia schifo?” Dico, prendendo il cucchiaio e tirando su un po’ del liquido dentro il piatto.


“ Non dimenticarti il condimento” Mi sfotte lui, con quel ghigno così simile al mio.


Maledetto Blaise. Ti ucciderò nel sonno. Anzi, incanterò della benzina facendola sembrare del latte e te la offrirò con dei biscotti, solo per il gusto di fartela bere e indurti a vomitare direttamente nel camino. La tua morte sarà così stupida che ti pentirai di avermi canzonato anche dopo che sarai diventato fantasma.
Con il cucchiaio raccolgo quanto più zucchero posso: le cose o le faccio in grande o non le faccio.


“ Allora... mangio”


“Buon appetito” Ribatte subito con un sorriso stampato sulla faccia, mentre registro che ha cambiato posizione, imitando quella che avevo preso io con la testa appoggiata sul palmo della mano.


Quei biscotti che ti offrirò con il latte, te l'assicuro, verranno preparati con del lassativo per Ippogrifi.
Sono a meno di un centimetro dalla bocca, quando allontano di scatto il cucchiaio, sbuffando con un ghigno.


“ Blaise, davvero?” Chiedo guardando verso di lui “ Davvero pensi che farei qualcosa solo perché me l'hai chiesto tu? Mangerò la zuppa quando mi andrà di farlo, non prima”


Detto questo, allontano il piatto con un gesto secco della mano.
Un genio. Sono un genio. Sono semplicemente un essere intellettivamente superiore, fine della storia. Non che abbia avuto bisogno di questo piccolo espediente per saperlo, ma fa sempre piacere poter provare la mia tesi con dati oggettivi. Di rimando, tutto quello che Blaise si limita a fare è alzare gli occhi al cielo, prima di affermare:


"Peccato. Forse dello zucchero ti avrebbe fatto bene”


“ Prego?” Domando senza capire.


Anche se, ovviamente, un Malfoy capisce sempre tutto al volo. Sto solo dando a Blaise la possibilità di articolare meglio la sua affermazione. È un servizio linguistico quello che gli sto offrendo. Non voglio che rimanga alla conoscenza elementare di un neonato, in grado di articolare solo frasi brevi, come nel caso di Tiger e Goyle. Alla sua età deve essere in grado di produrre dei lunghi, lunghi discorsi.


Come sono magnanimo. Quasi quasi mi abbraccerei per congratularmi con me stesso per questi miei continui gesti di profonda amicizia, se non fosse che rischierei di palparmi e molestarmi subito dopo.


“Mi stai prendendo in giro, Draco? In questi giorni sei diventato più irritabile del solito, quasi insopportabile, oserei dire. Insomma, stamattina mentre stavamo parlando sulle scale, ti sei fermato improvvisamente, solo per appoggiare il tuo piede sul sedere di quel ragazzo del quarto anno che si era chinato a raccogliere la sua piuma, e spingerlo giù dalle scale.”


“E allora?”


“ La tua motivazione è stata -testuali parole- i suoi capelli mi irritano, sembra gli abbiano lanciato uno Stupeficium direttamente sulla testa.


“E allora?” Ripeto facendo finta di non capire.


“Il fatto che fosse un Grifondoro e ricordasse vagamente Potter da dietro è pura casualità, vero? ”


È sarcasmo quello che sento? No, non può essere, perché il mio migliore amico sa bene che il sarcasmo usato contro di me equivarrebbe ad un uso inutile di quest'ultimo: non puoi usare una creatura contro il suo creatore. Sarebbe come usare un impacco d'olio per capelli contro Piton. Inutile.


“Davvero, averti intorno di pessimo umore è anche peggio dell'averti intorno tutto gongolante dopo un amplesso con Potter. Egualmente insopportabile, ma per motivi diversi.” Aggiunge, accoccolandosi maggiormente nella sua posizione.


“ Io non sono di pessimo umore.” Scandisco dopo avergli tirato un calcio sotto il tavolo.


Posso sembrare calmo, Zabini, ma nella mia testa per questa tua frase blasfema ti ho già ucciso tre volte.


“ Beh, conoscendoti, quando una tettona come Millicent ti propone una sveltina e tu la squadri con il tuo solito sguardo omicida, liquidandola alla fine con un 'razza di sgualdrina dai facili costumi'...come dire, lì capisco che qualcosa ti turba. E se a questo aggiungi che ti ho beccato nel prendere a calci metà della Sala Comune dopo che Potter ti ha rimandato indietro il tuo origami a forma di farfalla senza neanche leggerlo...ecco... direi che non è difficile capire che sei decisamente arrabbiato” Sentenzia prima di continuare “ Ad ogni modo potresti mandargli un secondo messaggio, non ci sarebbe nulla di male, anche se, a mio parere, non potresti trovare altro che giovamento dall'essere scaricato da quell'essere immondo.”


“ Pff ” Sbotto sorridendo. Non ricordavo che Blaise fosse così divertente" Blaise, Blaise, Blaise. Io non sono stato scaricato.” Puntualizzo con un altro calcio “ I Malfoy non vengono mai scaricati. Io non vengo mai scaricato.”


“Ah, no? ”


“Certo che no. Sto solo concedendo a Potter più tempo per decidere la metodologia più opportuna per ricongiunger-”


“ Ad ogni modo,” Riprende, facendo finta di non aver sentito la mia puntualizzazione “ Ribadisco: averti di pessimo umore è anche peggio del vederti tutto soddisfatto e se Potter è la chiave per porre fine a questo inutile spargimento di sangue che coinvolge il povero arredamento della Sala Comune Serpeverde, io sono per la riappacificazione ”


“ Non manderò mai una seconda farfalla incantata, mi hai capito? Mi toglierebbe il potere: è lui che deve fare un passo nella mia direzione” Sentenzio, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio “E comunque,” Passo la lingua sui denti, per prendere un po’ di tempo perché non so se voglio ammetterlo. Alla fine mi arrendo “ Non sarebbe la seconda farfalla, ma la quarta...” Mi faccio scivolare tra le labbra.


Al suono di quest'ammissione involontaria, Blaise s'irrigidisce e sgrana leggermente gli occhi, prima di tirarsi su e domandarmi quasi a disagio:


“ La quarta?” Davanti al mio annuire fintamente disinteressato aggiunge “ Draco, da quando ti conosco non ricordo tu sia mai arrivato neanche ad un secondo messaggio. Mi viene il dubbio...”


I miei occhi si spostano su Blaise, aspettando curioso la fine della frase. Sotto il mio sguardo sembra essere improvvisamente a disagio, quasi timoroso per la congettura che sta per propormi.


“ Sì, cioè, non... non è che ti piace Potter, vero?”




14,39
Lezione di Erbologia.




“ Ti prego Blaise, la vuoi smettere?!” Sbotto di fronte all'ennesimo ragionamento contorto che mi propina, attirando su di noi gli sguardi di alcuni Tassorosso.


Ringrazio mentalmente la presenza del gruppo di studenti davanti che ci fanno da scudo, tutti presi dall'euforica spiegazione della Sprite circa le piante velenose che dovremmo sezionare in non so quale improponibile esercizio. Forse per via dell'altezza che non le consente di vedere nulla che vada oltre il metro e un tappo, la nana non si è accorta del mio parlare animato con Blaise.
Non riesco davvero a capire perché ogni lezione con questa vecchia coincida con la possibilità di perdere la vita per mano di una pianta.


“ Ti ho già detto che a parte i lavoretti che Potter mi fa tra le lenzuola, non ho alcun tipo d' interesse nei suoi riguardi. L'unico motivo per cui ho leggermente ecceduto nel chiedergli spiegazioni è legato al fatto che nessuno pone fine ai miei incontri. Nessuno, tranne il sottoscritto.”


“ Mh” Mi concede in risposta, incrociando le braccia“ Quindi a parte le scopate, non hai nessun altro tipo d'interesse nei suoi riguardi?”


“ Finalmente hai capito!” Sospiro soddisfatto.


“Niente di niente, giusto?” Cerca di nuovo conferma.


“ Niente.”


“ Quindi se ti dico che in questo momento Finnigan gli è attaccato in maniera equivoca, con il bassoventre che preme contro il suo fondoschiena, in quello che vuol far passare come un modo per vedere verso il tavolo da lavoro della Sprite, sì, insomma, tu non avresti alcuna reazione, giusto?”


Passano alcuni secondi, durante i quali non so perché, l'unica cosa che riesco a fare oltre a guardare negli occhi Zabini è incurvare le labbra all'insù, in quello che presumo sia un ghigno, prima di annuire.


Esatto, esatto. Io non sono minimamente scosso dal fatto che Finnigan stia agitando il suo magico bastoncino irlandese nei presi del fondoschiena di quel cretino demente deficiente che fino a qualche giorno fa sembrava volermi castrare e fare dei miei testicoli dei gemelli al solo ipotizzare un mio tradimento, ma sono più scioccato dal fatto che qualcuno possa trovare interessante una spiegazione della Sprite, tutto qui.


Insomma, cosa vuoi che me ne freg-
Cioè, ci rendiamo conto? Intere settimane a rompermi le palle, insistendo sul fatto che non avrebbe mai potuto perdonarmi se solo avessi infilato il mio uccello in fessure che non fossero quella del suo ano e poi? Bam! Porge il suddetto ano a chicchessia.
Sono contrariato. Davvero, davvero contrariato. Dove sta la coerenza? Almeno fai come me, infila il tuo bastoncino dove vuoi, senza pretendere nulla e mentendo spudoratamente per evitare di essere ucciso dal tuo compagno di sesso.


“ Nessuna” Dico tranquillamente.


“ Draco... ti si sta gonfiando la vena sul collo. Sai quella che ti pulsa quando perdi le staffe? Ecco, quella. Di solito quando uno si arrabbia in questo modo, no, in realtà quando tu ti arrabbi in questo modo significa che qualcuno ha messo le mani su qualcosa che è tuo. Devo ammetterlo, non me lo sarei mai aspettato da te. Insomma, conoscendo i tuoi standard...”


Non finisce nemmeno la frase che mi volto stizzito verso di lui.


“ A me non piace Potter.”


“ Sì, questo me l'hai già detto”


“ Davvero, non mi piace. Ti dò la mia parola. Anzi, ti dirò di più: lo trovo uno degli esseri esteticamente più brutti che abbia mai visto. Se non fosse per le sue discrete capacità a letto, l'avrei liquidato molto tempo fa.”


“ Mi hai già detto anche questo.” Replica con quel sorrisetto che è in grado di farmi perdere le staffe.


“ Allora piantala di sorridere in quella maniera, come un cretino decerebrato. Detesto quando fai quel sorrisetto, lo sai.”


“ Draco,” Inizia con quel suo tono accondiscendente così irritante “ Ti ricordi quand'è stata l'ultima volta che hai negato con tanta veemenza? Quando mi hai detto che non ti scopavi Potter. E anche quella volta mi avevi detto che davvero, non ci andavi a letto. Per cui, perdonami, ma dopo quella volta la tua parola non ha più lo stesso valor-”


Prima che possa concludere, gli pesto il piede con il tallone, per poi avvicinarmi a un centimetro dalla sua faccia.


“ Ora piantala: Potter, non mi è mai piaciuto, non mi piace e mai mi piacerà. E per la cronaca, non sto perdendo le staffe. Per perdere le staffe dovrebbe importarmene qualcosa, ma ahimè, non sono minimamente interessato a Potter. Chiaro? Sono calmo, calmissimo, sono una rosa. Nulla può scuotere la mia campana di vetro stracolma di tranquillità e pace interiore!” Sentenzio a denti stretti.


Ci guardiamo per qualche secondo, dopo di che Blaise sposta lo sguardo di nuovo in direzione dell'ammasso umano che guarda quello che fa la Sprite. Nel frattempo io afferro meglio il bastoncino che ho raccolto dall'angolo della serra appena entrati, giocandoci con fare casuale come a voler mostrare la mia completa indifferenza riguardo l'intera faccenda.
Il silenzio cala tra di noi per qualche momento, prima di essere rotto di nuovo da quello che ormai posso considerare ufficialmente il mio ex migliore amico:


“ Credo che la mano di Finnigan si sia appena posata sui glutei di Potter.”


Lo odio. Anche se a dirla tutta non capisco chi odi di più: Blaise o Potter?


“ Signor Malfoy, Signor Zabini! Sono curiosa di sapere cosa ci sia di così importante da spingervi a parlare così animatamente da quando è iniziata la mia lezione” Tuona all'improvviso la Sprite dall'altro lato della Serra, attirando l'attenzione di entrambi nella sua direzione.


Gli occhi scuri della nana si soffermano su di me. Calmo, sono calmo. Non sono minimamente interessato alle mani esploratrici di Finnigan o a ciò che impunemente toccano. O a quale fine abbia fatto il suo bastoncino.
Senza volerlo finisco col posare lo sguardo sull'unica parte della Serra che ho evitato apposta di guardare, non per via della presenza di qualcuno, ma solo perché oggi è una giornata particolarmente soleggiata e i raggi del sole aspettano malevoli solo una mia mossa sprovveduta per privarmi della vista.


Io ci tengo a vedere.
Non riuscirei davvero a pensare a una vita senza di me, senza il mio riflesso. Mi amo troppo per privarmi della gioia di godere della mia visione appena sveglio la mattina.
I capelli biondo platino arruffati mi stanno così bene...


“ Allora?"


La voce gracchiante della Sprite mi trascina via dai miei meravigliosi pensieri, riportandomi a percepire quello strano fastidio alla bocca dello stomaco.


“ Si può sapere perché parla durante la mia lezione, Signor Malfoy?”


Il mio sguardo scatta di nuovo verso Potter che, esattamente come questa mattina in Sala Grande, mi guarda per qualche secondo, prima di tornare a guardare da un'altra parte. Tento di serrare le labbra, ma non so come mai, non ci riesco. Ho bisogno di rispondere male, ho bisogno di sputare qualcosa di poco gentile contro qualcuno. E a malincuore finisco col dirlo:


“ Si può sapere perché insegna durante la mia conversazione? Vacca.”


Vedo la faccia della Sprite contorcersi e gonfiarsi a tal punto da sembrare sull'orlo dello scoppio, prima di sentenziare:


“ Venti punti in meno a Serpeverde!”


Zabini ti ucciderò, quant'è vero che sono biondo naturale.
Prima che la vecchiaccia riprenda la sua insulsa spiegazione, sento Blaise sghignazzare alla mia destra.


Guardo verso la mia mano e lo vedo in tutta la sua innocenza: ho ucciso il povero bastoncino di legno nel momento stesso in cui Potter ha distolto lo sguardo da me, ignorandomi.




17,26
Biblioteca.




Non posso credere di averlo fatto veramente.
Ho pedinato Potter fino alla Biblioteca.
Com'è potuto succedere?
Ah, già, ho origliato quando quel cretino stava parlando con Weasley e la Mezzosangue circa i loro programmi pomeridiani, mentre uscivo dalla serra.


O meglio, le informazioni sono scivolate a portata del mio padiglione auricolare. Non è colpa mia se la Mezzasangue grida, non parla. Ho anche tentato di non ascoltare, concentrandomi sul rumore del vento, ma niente, la Granger ha voluto fare la superiore e creare rumori più forti rispetto a quelli della Natura. Cosa potevo farci io?




17,34
Biblioteca.




Che palle, perché continuano a leggere quei volumi enormi?




17,47
Biblioteca.




Non capisco come riescano a studiare ininterrottamente senza bisogno di pause. Dovrebbero adottare il metodo Malfoy: un'ora e mezza di pausa per ogni dieci minuti di intenso studio.




18.19
Biblioteca.




Finalmente la Granger butta nelle mani di Potter tre grandi, enormi, giganteschi libri, per farglieli mettere via.
Senza tergiversare, approfitto dell'unico momento in cui, finalmente, si allontana dagli altri, per dirigersi verso uno degli stretti corridoi pieni di libri.
Stranamente ci sono molti più studenti di quanto immaginassi, tanto che per un momento temo di aver perso di vista il cretino, ricredendomi un secondo dopo, quando riconosco quell groviglio di capelli mori tanto familiari, imboccare uno dei corridoi.


Aumento il passo, raggiungendo il reparto in cui si è addentrato.
Ed eccolo lì, Potter, il braccio teso, mentre ripone un tomo bello grosso su uno scaffale. Mi avvicino, guardandomi intorno e notando che fortunatamente nessuno è nei dintorni.


Faccio solo qualche altro passo, prima che finalmente si accorga di me. Gli occhi verdi mi fissano per poco, prima di tornare a guardare gli altri volumi e sentenziare semplicemente:


“ Cosa vuoi, Malfoy?”


Okay, mi ha rivolto la parola. È già qualcosa. Voglio dire, poteva lanciarmi uno dei mattoni che ha in mano. È buon segno, no?


“ Che coincidenza. Anche tu qui in Biblioteca, Potter?”


Mh, decisamente non è una delle mie migliori entrate.


“ Cosa vuoi, Malfoy?” Mi ripete senza darmi l'occasione di poterlo vedere in faccia, ma dandomi addirittura le spalle e cominciando a far scorrere lo sguardo tra gli scaffali, presumo alla ricerca del posto giusto in cui appoggiare le opere che gli ha affidato la Granger.


“ Io? Niente. Perché dovrei voler qualcosa da te?”


Potter si blocca all'improvviso, avvicinandosi a un ripiano e aiutandosi a leggere i titoli delle opere presenti con il dito indice.
Smetterla. Deve smetterla di non guardarmi. Perché continua ad evitare il mio sguardo? Perché diavolo continua ad evitare la mia faccia?
Mi sta facendo arrabbiare.


“ Forse per-” Si blocca un secondo, per salire su una delle scale a disposizione e infilare entrambi i libri al loro posto originario “Forse per lo stesso motivo per cui hai continuato a farmi segnali in questi ultimi giorni.”


“Allora li ha visti.”


Ha capito che gli stavo facendo cenno di vederci. Perché allora non ha fatto niente?


“Certo che li ho visti. Li ho escogitati io quei segnali. Ti pare che non riuscirei a distinguerli?”


“E allora perché?”


Anche di fronte a questa mia domanda, l'espressione del ragazzo che ho di fronte non si sbilancia neanche per un secondo. Sembra quasi che parlare con me non gli interessi minimamente. Le sue labbra s'incurvano verso l'alto per un momento quasi impercettibile, dopodiché mi supera, senza aggiungere altro. Sento chiaramente lo spostamento d'aria causato dal suo superarmi ed è in quel momento che non ci vedo più.


Con poche falcate, raggiungo Potter e lo afferro per il polso:


“Non obbligarmi a seguirti.” Taglio corto, tentando di mascherare il mio disappunto con un ghigno.


“Ah, perché, mi stai seguendo?” Mi dà corda lui, mentre con uno strattone si libera dalla mia presa e riprende la sua camminata.


Mi mordo il labbro.
Non deve andarsene.
Non può andarsene.
Le mie mani si chiudono di nuovo intorno al suo polso, e con forza lo obbligo a seguirmi fino alla corsia più appartata: quella vicina al Reparto Proibito.
Con uno strattone lo spingo nel corridoio e senza usare il mio famoso autocontrollo come arma, finisco con l'aggredirlo in modo piuttosto impulsivo.


“La vuoi smettere? Se hai qualcosa da dire, fallo. Detesto queste scenate da bambini piccoli.”


Dal canto suo, Potter si massaggia il polso, segno inequivocabile che tutte quelle ore passate a sollevare il mio beauty case son servite a creare muscoli d'acciaio.


“Cosa vuoi che ti dica, Malfoy?”


“Non lo so, qualsiasi cosa, ma piantala di fare l'idiota. Fingere di non vedermi e non rispondere quando tento di contattarti, lo trovo davvero patetico." Di fronte al suo incrociare le braccia all'altezza del petto, non ci vedo più. Tutta quella noncuranza e quell'arroganza finiscono col farmi andare il sangue al cervello “Diamine, in momenti come questo mi chiedo davvero perché cavolo continuo a scopare con te. Sei una piaga: continui ad assillarmi sul come non possa farmi nessun altro e poi ti ritrovo con Finnigan attaccato al culo”


La sua faccia un po’ confusa mi spinge a puntualizzare:


“Stamattina ad Erbologia. Sbaglio o te la stavi facendo con quello sporco Irlandese? Mi hai tormentato con frasi come sei mio e stronzate simili, ma vedo che poi alla fine fai le cose a modo tuo. Sei davvero un ipocrita, lo sai? Sei soffocante, riesci solo ad irritarmi, ma ho resistito, passando sopra a tutti i fastidi che mi procuri, solo per il sesso che, purtroppo, devo ammetterlo: è ottimo. Hai idea di quanto sia frustrante e di cosa abbia dovuto fare per tollerare l'intera situazione?”


Sputo l'intera frase senza un attimo di respiro.
Se proprio devo morire per mano sua, che almeno dica tutto una volta per tutte.
Il movimento improvviso con cui mi arriva a due centimetri dalla faccia, mi fa letteralmente defecare nei boxer, ma maschero la cosa come solo un Malfoy potrebbe fare.


“ Interessante: tu puoi scoparti chiunque desideri, ma io non posso nemmeno far avvicinare un compagno di Dormitorio durante una lezione. Chi è l'ipocrita tra noi due? Mi spiace che tu ti sia dovuto adoperare tanto per sopportarmi, ma sai,” Continua, strattonandomi e facendomi sbattere con gli scaffali, mentre con le braccia mi serra in una posizione senza via d’uscita “Credo di essere stato molto tollerante anch’io con quel tuo chiodo fisso per i seni enormi. Soprattutto perché la tua ossessione è del tutto incurabile .”


Lo sguardo di Potter m’inchioda, senza lasciarmi la forza di pensare a una bella risposta da poter usare per controbattere.


“Ma non devi preoccuparti, i tuoi giorni difficili sono finiti. Io e te abbiamo chiuso, Malfoy. Ora puoi farti chi vuoi: la Bulstrode, la Macmillan, le Patil, chiunque.”


Lo sapeva. Come diavolo ha fatto a sapere delle Patil e-
Come se mi avesse letto nel pensiero, Potter si avvicina al mio orecchio.


“Non importa di quale Casa siano, le ragazze sono sempre ragazze e in quanto tali, parlano. Il festino a cui sei andato, le scopate con la Bulstrode e con tutte le altre sgualdrine che ti sei sbattuto: erano di dominio pubblico nel momento stesso in cui avevi appena finito.”


È il cupo mietitore con la sua falce quello che vedo?
All’improvviso, le labbra di Potter si uniscono alle mie. È appena uno sfregare di labbra, ma riesce comunque a scombussolarmi.
Subito dopo si tira indietro, fissandomi dritto negli occhi.
Quegli occhi. Finalmente quegli occhi guardano me .
I miei occhi scendono inconsapevolmente verso le sue labbra, notando l'intero movimento che porta Potter a rivolgermi quel sorriso caldo che ha sempre dopo che facciamo sesso. I miei occhi rimangono fissi sulla sua bocca anche quando, deciso mi dice:


“Addio, Malfoy.”






Fine terzo capitolo









FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI! FERMI!


Confido che, arrivati fin qui, vogliate farmi la cortesia di dirmi cosa ne pensate.


MI PIACEREBBE DAVVERO MOLTO SENTIRE LE OPINIONI DI CHI HA LETTO ANCHE SE SI TRATTA DI RICEVERE UNA CATERVA D'INSULTI . PER FAVORE, PER FAVORE, PER FAVORE... MI ACCONTENTATE? XD


Per me sarebbe davvero costruttivo! Ad ogni modo mi scuso per il ritardo.... come dire? piuttosto importante :D


A presto!




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Capitolo 4
*** IV ***




I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.



Big Breast Lover






18.23
Biblioteca.




“Cosa vorresti dire, scusa?”


Non so perché, ma ho la brutta sensazione che tutto ciò che accadrà da qui a breve non mi piacerà per niente. Potter mi fissa dritto negli occhi per qualche secondo, prima di sospirare come rassegnato e rispondermi:


“Sei libero, okay? Non ti disturberò più, non ti cercherò più né ti farò perdere altro tempo. Ho capito l'antifona, d'accordo? Io non ti piaccio, probabilmente non ti sono mai piaciuto se non come compagno di letto. Pensavo che la tua reticenza ad ammettere che i nostri incontri fossero qualcosa di più delle scappatelle con-” Agita la mano con una punta di irritazione negli occhi che scompare quasi subito, facendomi intuire si stia riferendo alle Patil e a tutte le altre ragazze con cui mi sono intrattenuto “Ma... sbagliavo. Ora l'ho capito, ho capito che quello che voglio io e quello che vuoi tu sono due cose diametralmente opposte per cui... beh, le nostre strade si dividono qui. Quindi,” seguo il movimento del braccio, mentre mi porge la mano “penso sia un addio.”


Finisce questo suo siparietto con un gesto così formale da risultare completamente fuori contesto. Mi limito a fissare la mano tesa, mentre avverto chiaramente qualcosa incrinarsi in me. Tutto questo è sbagliato.


Come hanno fatto le cose ad evolversi fino a questo punto? No, davvero: quali astruse sinergie hanno fatto sì che la situazione degenerasse in tal modo? Meno di una settimana fa faticavo a trattenere la libido di Potter e quasi dovevo obbligarlo a trattenersi dal fare sesso così a casaccio tra i corridoi, ora mi guarda senza alcuna remora mentre mi sta-?


Non mi piace quello che sta succedendo, non era così che volevo andasse. Il disinteresse con cui Potter mi sta liquidando... lui non dovrebbe tenere questo comportamento, non è da lui. È così da stronzo, così... da me.


Di fronte alla mia mancata partecipazione, ritira la sua cortesia, voltandosi un secondo dopo.


“Dove diavolo stai andando?”


Gli afferro il polso, trattenendolo, mentre con sconcerto registro la nota stridula con cui gli ho rivolto la domanda. Lui si volta, il viso leggermente confuso, in un'espressione finalmente pienamente sua.


“Non abbiamo finito!” Puntualizzo per fargli capire meglio.


“Non mi hai sentito?” Risponde liberandosi con un leggero strattone “Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro: con questo, i nostri incontri possono dirsi conclusi. Con tua estrema felicità immagino.”


“Perché con mia estrema felicità?”


I suoi occhi verdi si allargano, in un’espressione di sorpresa che mi ricorda i musetti di quei deliziosi ratti che mi divertivo a pietrificare nella casa di campagna di Blaise. Che bei ricordi.


“Malfoy, sei ubriaco?”


“Cos-? No, certo che no!”


“Allora mi prendi in giro?”


“No...” Ribatto confuso.


“Hai ancora mangiato una di quelle caramelle truccate dei Gemelli che hai trovato nel mio mantello?”


“Potter, sei deficiente?”


“Malfoy!”


“Scusa, ma pensavo stessimo giocando a fai delle domande idiotee volevo partecipare attivamente pure io.”


Potter si porta le mani al di sotto degli occhiali, strofinandosi gli occhi, nel suo tipico gesto da “okay, devo stare calmo. Posso farcela”.


“Che domande mi stai facendo?” Ribadisco di nuovo, innescandolo.


“Tu sei pazzo! Davvero... tu hai qualcosa che non va!”


“Non capisco.”


Mi si avvicina di poco, quel tanto che basta per procurarmi come un senso di sollievo al pensiero che sia meno lontano da me.


“Scusa, ma cosa non capisci? Ti ho detto che sei libero, che non dovremmo più vederci... cosa esattamente ti sfugge di questo semplice concetto?”


A queste parole esplodo anch'io: si pentirà di aver aizzato la bestia dormiente in questo gran bel bocconcino biondo.


“Anzitutto: chi ti ha dato l'autorità di decidere anche a nome mio? Da quando prendi decisioni che coinvolgono entrambi senza consultarmi? Se permetti io non ho mai dato il mio consenso a questa cosa.”


Rimaniamo in silenzio per qualche istante, prima che l'idiota decida di pronunciare queste esatte parole:


“Malfoy, ma vai al diavolo!”


Sono sconcertato. Chi gli ha insegnato queste brutte parole?
Mentre si volta e veloce si dirige verso il corridoio principale tra gli scaffali, la voce della Granger in lontananza mi blocca sul posto. Anche Potter si ferma, girandosi di scatto verso di me con uno sguardo da chi è stato colto sul fatto.


“Harry?”


Sento la Mezzosangue avvicinarsi, mentre richiama il suo migliore amico, probabilmente affacciandosi a qualche sezione più in là nel tentativo di trovarlo intento a mettere a posto i libri per cui si è diretto in quest'ala della biblioteca.


“Sì, Herm, sono qui!”


“Ma sei scemo?”


So che suonava tanto come una domanda, ma in cuor mio non lo era.
Tutto quello che ricevo come risposta è una scrollata di spalle.


La cosa non mi piace, tanto che per dispetto, arrivo a due centimetri da Potter, per dargli un pizzicotto sulla spalla che deve avergli fatto piuttosto male, visto il modo in cui è sussultato. L'ho detto io che non bisogna svegliare la bestia che è in me.


“Perché cavolo l'hai fatto?” Si lamenta infatti lui, mentre accarezza la parte dolente.


“Perché ti sei fatto sentire? Non abbiamo ancora finito!” Ribatto a denti stretti per non farmi sentire dalla sua amichetta in avvicinamento.


“Perché qui abbiamo finito”


“Harry?” Lo richiama di nuovo la Granger.


“Arrivo!”


Potter le risponde mantenendo lo sguardo fisso su di me. La sua faccia è seria, terribilmente seria. Capisco che pensa davvero quello che mi ha detto poco fa, quando, senza esitazione sussurra a fior di labbra noi abbiamo finito. Si volta senza neanche darmi il tempo di ribattere. Non ammetto la possibilità di dargliela vinta: lui non può chiudere come se nulla fosse successo. Non ne ha il diritto. Quando è a pochi centimetri dall'uscita della nostra corsia, qualcosa in me scatta come una molla. I miei occhi scivolano sull'uniforme di Potter e in un secondo finisco col trattenere Potter per la divisa. Il suo braccio è l'unica cosa che riesco ad afferrare saldamente e riuscendo a fare leva su quello, Potter si ritrova con tre quarti del corpo fuori, sul corridoio principale, e con un quarto ancora legato a me, in questa nostra sezione nascosta da occhi indiscreti.
Si volta di scatto, mentre sento chiaramente sotto il palmo della mano che cerca di divincolarsi dalla mia presa.


“Cosa stai facendo?”


“Non lo vedi? Tengo ferma la mia posizione.”


“Okay, ma Hermione è a meno di cinque metri da noi, lasciami!”


“Prima devi tornare dentro.”


“Che? Malf-!”


“Ah, eccoti!”


La voce della Granger fa sussultare entrambi, mentre i suoi passi sono ormai vicini.


“Senti io devo accompagnare Ron al dormitorio. Lui e Seamus hanno iniziato a battibeccare per non so cosa e alla fine Seamus ha incantato la sua boccetta d'inchiostro: ora è ricoperto di nero dalla testa ai piedi!”


Potter sforza un sorriso verso la sua compagna di Casa, ma continua a cercare di liberarsi, anche se nel modo più discreto possibile. Tenta di ricomporsi, ma noto comunque la punta di disagio nell'espressione che ha stampata sul viso.


“Non basta un Gratta e Net- No, okay, conoscendo Seamus avrà fatto qualche contro incantesimo per farlo diventare indelebile.”


La sua capacità di ripresa di fronte a questo tipo di situazioni mi stupisce ogni volta. Sta conversando con la Granger mentre viene trattenuto da me da dietro lo scaffale. Dieci punti a Grifondoro.


“Non solo indelebile, ma anche maleodorante. Devi darmi una mano a raccattare tutta la nostra roba dai tavoli.”


La voce della Granger sembra tranquilla. Davvero una cervellona come lei non ha notato niente? Forse è meglio non conoscere la risposta. Ne ho timore. Sbirciando tra sopra le copertine dei libri messi sugli scaffali, vedo chiaramente che la Mezzosangue fa qualche passo in direzione dei tavoli, prima di bloccarsi e tornare con lo sguardo su Potter.


“Che fai Harry, non vieni?”


“Sì!”


Potter fa per seguirla, ma la mia presa salda lo inchioda, facendogli sbattere la spalla contro il mobile.
So che non dovrei, ma sto ridendo internamente. È così idiota in questo momento.


“Anzi,” Riprende, divincolandosi dalla mia presa approfittando del momento della mia risata diabolica interna e tastando con la mano i libri di fianco ad entrambi, agguantandone uno “Devo mettere a posto ancora questo” Dice facendo vedere il grosso tomo “Appena trovo il suo posto vi raggiungo al dormitorio. Prendete quello che riuscite, il resto lo recupero io senza problemi.”


“Ti aiuto a trovarlo!” Si offre lei.


“No!” Risponde Potter, aggiungendo subito dopo “Sai bene com'è Ron: in questo momento sarà diventato dello stesso colore dei suoi capelli per la vergogna. Se mi dici anche che l'inchiostro è puzzolente si starà sotterrando. È meglio se lo accompagni subito. Tanto ci metterò poco.”


“Uhm, hai ragione. D'accordo, allora ci vediamo più tardi al dormitorio. Ora vado o Ron si metterà a piangere.”


“Okay!” Annuisce l'altro, sorridendole.


Fammi capire: la mezzosangue si prende i sorrisi e io vengo mandato al diavolo? Non c'è più giustizia.


Quando la sua compagna di Casa è abbastanza lontana, Potter si volta di scatto, buttandomi il libro che ha in mano direttamente sulla cassa toracica.


“Oh, oh, piano!” Lo sgrido stizzito “Questa” Indico col dito indice “ Mi serve per riparare i miei organi interni. Per me sono importanti quanto i miei capelli!”


“Sei impazzito? Per poco non ci beccava!” Sbotta avvicinandosi pericolosamente nella mia direzione. Di riflesso indietreggio, non per paura, dopotutto i Malfoy non hanno mai paura, ma solo perché mi è venuta un'improvvisa voglia di ricreare danze soavi con movimenti fulminei del corpo.


“Beh, ora se n'è andata, qual è il problema?”


“Come qual è-? Okay, Draco sai cosa ti dico? Mi arrendo. Ora sono io che non capisco. Dimmi quello che devi dirmi così possiamo andarcene entrambi”


“Potter non essere arrogante, sai quanto lo odi.”


Questa volta è lui a prendermi alla sprovvista e a darmi uno spintone con la mano sulla spalla.


“Ehi!” Sbotto, facendogli lo stesso.


Il mio gesto viene interpretato come sfida, spingendo Potter a volermi schiaffeggiare la spalla una seconda volta, ma sono più veloce e mi scanso.


“Questo è ridicolo!” Sbotta scivolando per terra, e rimanendo flesso sulle ginocchia.


“Lo so. Insomma davvero pensavi di colpirmi due volte nello stesso punto?”


“No, Malfoy, non quello!” Sbuffa disperato.


Davanti al mio incrinarsi di lato della testa, aggiunge:


“Questo!”


Unendo l'indice e il medio indica me e lui con un gesto veloce.


“Cosa? Noi?” Puntualizzo un po' shockato “Potter non ti piace più scopare con me? È per questo che hai deciso tutto da solo di non vedersi più?!?”


Alle mie orecchie suona drammaticamente come una ricerca di conferma per me, più che come una domanda per lui.
La sua testa scatta nella mia direzione, mentre con un movimento secco si alza in piedi.


“Di che diavolo stai parlando? Hai fatto sesso con le Patil non meno di tre giorni fa o te ne sei dimenticato? Mi pare ovvio che tu- aspetta.” Si blocca di colpo e la luce che spunta nei suoi occhi non mi piace. Mi guarda come se avesse afferrato qualcosa d'importante che a me sfugge prima di continuare “Malfoy... tu non vuoi che smettiamo di vederci?”


“Io non ho detto questo.”


“Sì che l'hai detto.”


“No, non l'ho detto!”


“Malfoy hai appena rifiutato l'idea di smettere di frequentarci?”


Questa volta Potter accompagna il quesito con un semi sorrisino che mi provoca dell'irritazione.


“Per l'ultima volta, Potter: non ho detto questo. Se permetti non mi piace che altri si prendano la libertà di pensare al posto mio. Ho puntualizzato come tu non ti debba permettere di decidere senza consultarmi quando qualcosa riguarda anche me, tutto qui. ”


E beccati questa Pluffa nel cerchio.


Sentendo queste mie parole, il suo sorriso sparisce quasi subito e comincio a sentirmi come un ippogrifo a cui hanno legato le ali e che hanno messo in bilico su un precipizio.


“Bene” Ribatte acido “Allora ti rendo partecipe ora: Malfoy che ne diresti di mettere una parola fine a questa sottospecie di storia?”


Ecco, appunto.


“Potter, davvero?”


Elargisco il mio miglior ghigno beffardo, mentre nella mente cerco un modo per cavarmela. Mi ha messo alle strette, proprio come hanno fatto i miei torturatori immaginari con quel povero ippogrifo. Devo slegare quelle corde e liberare quel povero mezzo uccello. Non preoccuparti piccolo amico, riuscirò ad aiutarti.


“Sì, Malfoy, davvero.”


Okay, devo essere freddo, devo trovare una frase che lo stordisca, che lo lasci senza parole, giusto il tempo di ribattere qualcosa di grande effetto, senza però sbilanciarmi su quello che voglio davvero. Cavolo, è dura riuscire a stare dietro al mio cervello. Insomma... Sì, è vero: non voglio che il sesso con Potter finisca, ma non voglio nemmeno che lui capisca che i nostri incontri mi piacciono. Gli darebbe potere e il potere deve essere tutto mio.
Mi piace il sesso con Potter.
Mi piace il sesso.
Mi piace P-


No, aspetta! Non mi piace anche Potter! Potter è il tramite per arrivare a quello che davvero mi aggrada.
Certo.
È solo quello che mi fa Potter a provocarmi un certo non so che.
Come quando usa quella boccuccia per-
E quando lo fa con gli occhi aperti e vedo da sotto gli occhiali quelle biglie verdi che mi fissano...
Per Merlino.
Brr, era un brivido lungo la schiena quello che ho sentito?


Ti piace Potter.
La voce di Blaise si fa strada prepotentemente nella mia testa, senza che riesca a cruciarla.
Blaise io ti ucciderò. Ucciderò te e la tua voce malvagia che invade la mia privacy mentale.


“Allora?” L'impazienza che sento nella voce del ragazzo di fronte a me è sorpassata solo dal suo palese fastidio.


“Potter. Non mi sembra questo il momento per stare a puntualizzare certe cose, avanti.”


Bravo. Era questo quello di cui parlavo. Una frase forte, ad effetto. Ora sarà in balia della mia forte avvenenza e lo convincerò a ritrattare tutto quello che ha farfugliato. Forse potremmo finire a dover usare i nostri corpi per difendere le nostre idee, magari corpi nudi, magari sotto le lenzuola...
Mi avvicino sornione, con la migliore delle mie camminate da gatto sinuoso e anche se un po' a fatica, riesco a farlo indietreggiare fino a farlo sbattere contro la libreria. Con un movimento lento ma deciso gli afferro i fianchi e mi avvicino gradualmente al suo viso, con la chiara intenzione di baciarlo e mettere una parole fine a questa situazione inutile che si è andata a creare. Fisso la bocca di Potter e, lo ammetto, forse non è solo per quello che sto per baciarlo. Quando sono a meno di un centimetro dal mio obiettivo, però, la sua mano si frappone tra noi. Il mio sguardo sale dalle sue labbra al suo viso e l'espressione a cui devo far fronte mi spiazza. Con uno sguardo al limite dell'annoiato mi squadra dall'alto in basso.


“Malfoy non penserai davvero di risolvere tutto baciandomi, vero? No, perché se così fosse mi sentirei quasi offeso nell'essere ritenuto tanto imbecille.”


Non ci credo. Non posso crederci. Potter... Potter sa pensare?


“Volevo unire l'utile al dilettevole.”


“Beh, non farlo. Non te l'ha chiesto nessuno.”


E detto questo mi allontana.
Ora sono risentito. In deficit di un bacio e assolutamente, pienamente risentito.


“Okay, Potter. A questo punto non so cosa fare” Ammetto con un'alzata di mani.


“È questo il punto: non devi fare, ma dire.”


“E cosa diavolo dovrei dire, di grazia?” Lo stuzzico io pur sapendo dove vuole andare a parare.


“Vuoi o non vuoi continuare?”


“Si tratta solo di questo?”


“Sì”


Non so perché, ma sento puzza di fregatura. Quando Potter mi fa domande facili, in realtà si tratta sempre di qualcosa di estremamente complicato. E di solito rispondo sempre nella maniera più sbagliata. Cambierò strategia: di solito a una domanda simile risponderei con una bugia, magari anche con qualcosa di cattivo in modo da infastidirlo. Stavolta proverò a dire la verità, magari il risultato sarà diverso.


Lo sguardo di Potter, però, mi mette a disagio. Mi sta fissando con una strana espressione, come se quello che uscirà dalla mia bocca potrebbe cambiare tutto.


Okay, tutta questa storia della strategia non mi sembra più una grande idea, anzi. Mi sento in difficoltà. Registro all'improvviso di essere intento a mordermi il labbro.
Nervoso.
Sono nervoso.
Perché damine sono nervoso? Mi ha fatto una domanda mica mi ha chiesto la marca del mio gel per capelli.



Potter non avrai mai il nome di quel gel.


“Allora?” Incalza lui. Il tono della sua voce però è cambiato, leggermente addolcito, quasi si fosse accorto del mio disagio. Mi accorgo solo ora che si è avvicinato di qualche passo.


“Vuoi solo sapere-?”


“Sì, voglio solo sentirti dire se vuoi o meno che continuiamo a frequentarci”


Sospiro.
Merlino dammi la forza.
O una Burrobirra.
O una Passaporta.
O una Passaporta a forma di Burrobirra.


“Io credo di sì”


Rispondo così velocemente che, lo ammetto, se non avessi saputo quello che stavo per dire, sentendomi, avrei faticato a capire. Potter, però, sembra aver afferrato piuttosto bene, dato che si avvicina e inizia a giocare col mio braccio, tamburellandoci sopra con le dita.


L'atmosfera è cambiata di colpo e la cosa mi fa sentire meno teso, ma non tranquillo. Era tutto questione di strategia.


“Okay.” Si limita poi a dire lui, percependo il mio stato di frustrazione “Come mai?”


“Eh?”


“Perché vuoi continuare?”


“Potter perché continui a farmi questo tipo di domande?” Sbotto liberandomi del suo tocco con uno schiaffeggio sulla sua mano.


Noto chiaramente il suo disappunto per il mio gesto, ma poco m'importa.


“Vai con mezza scuola, poi torni da me. Mi ripeti fino allo sfinimento che non ti piaccio, ma fai il geloso se un mio compagno di Casa mi si avvicina. Sì, geloso.” puntualizza di fronte al mio tsk di scherno “Ti lascio libero e tu rifiuti anche solo l'idea che abbia preso in considerazione una soluzione di questo tipo. Di fronte ad una domanda secca mi rispondi che non vuoi che smettiamo qualsiasi cosa ci sia tra noi e se ti chiedo il perché ti arrabbi. Malfoy, voglio che tu mi dica il motivo. Ora.”


“Non lo so.”


“Sì, invece.”


“Suvvia, Potter di nuovo con questo giochino?”


Adoro iniziare una frase con “suvvia”, rende tutto così raffinato.


“Malfoy non è così difficile. Ti servono solo tre parole: vuoi continuare perché io ti...”


Lascia in sospeso la frase, facendo movimenti circolari con la mano con il chiaro intento di spingermi a terminarla per lui.


Ti piace Potter. Blaise, suvvia, vai al diavolo.


“Perché tu...” Mi ritrovo a seguire i movimenti della mano di questo scemo “Fai pompini?” Domando, sperando sia la risposta giusta.


Ovviamente, a giudicare dal suo sguardo profondo non lo è.


“Bei pompini?”


“No. Perché tu hai...”


“Voglia di sesso?”


“Per quello abbiamo appurato che ti sei dedicato a mezza Hogwarts, idiota! Il fatto che torni sempre da me è perché-?”


Potter, smettila di agitare quelle mani, cazzo.


“Simpatia?”


“No”


“Compatibilità?”


“No”


Comincio a sentire il cambiamento nella sua voce: da paziente a spazientito. Sento in lontananza un campanello d'allarme. Mi ucciderà se non rispondo correttamente.


“Per farti un favore?”


“Malfoy...”


Sta per scoppiare. Non so cosa rispondere. Quel campanello è diventata gradualmente una campana e poi una vera e propria sirena. Sento freddo.


“I pompini?” Ribadisco colmo di speranza.


Mi tira un calcio sulla tibia, prima di dire:


“Okay, basta! Finché non lo capisci io e te abbiamo chiuso.”




***




Mercoldì







19.17
Fuori dai Sotterranei




Inutile dire che tutti i miei tentativi di avvicinamento con Potter in questi due giorni sono risultati un buco nell'acqua. Lo sapevo! Lo sapevo che avrebbe iniziato a farsi scudo con la presenza dei suoi patetici amichetti. Non sono riuscito a beccarlo da solo una volta che fosse una, perché sa che non mi avvicinerei mai a un Lenticchia o a una Granger nemmeno in caso di morte.
Stupido, astuto Potter.


Blaise è riuscito finalmente ad estorcermi quello che è successo in Biblioteca e devo dire che il suo colorito pallido mi preoccupa un po'.


“Non ci credo. Potter ha davvero detto così?”


“Blaise ho gli spermatozoi che sono diventati rane per quanto non puccio il biscotto nel latte. Ti pare scherzerei davvero su una cosa simile, suvvia.”


La risatina del mio migliore amico mi solletica, facendomi dimenticare per un attimo l'arroganza di Potter. Poi quell'attimo scema e ritorno a sentire quella bolla calda proprio sopra lo stomaco. Per colpa sua in questi giorni non sono riuscito a concentrarmi su nulla, sia prima che dopo la nostra conversazione. Ogni volta che tento di studiare mi torna in mente la sua espressione e sento rimbombarmi nelle orecchie quel suo stramaledetto addio, Malfoyaccompagnato poco dopo daio e te abbiamo chiuso.


“Devo essere sincero: non avrei mai creduto che sarebbe stato lui a dire basta. Ho sempre immaginato l'avresti fatto tu.”


Eh, a chi lo dici.


“Vabbè, dai” Continua, dandomi una pacca sulla spalla “Ormai è andata. Con chi vuoi che ti aiuti a consolarti stasera? Mi sto lavorando due del terzo anno da un paio di settimane, se vuoi sono cotte al punto giusto”


Le sue parole hanno lo stesso effetto di una doccia gelata.


“Come?”


Il tono con cui ho posto la domanda deve essere stato più alto del solito, perché da davanti, Tiger e Goyle si voltano confusi.


“Non sto parlando con voi. Continuate a camminare.”


Si guardano tra loro un po' tra il timoroso e il confuso, dopodiché fanno come gli è stato detto e in pochi istanti riprendiamo a camminare lungo i corridoi verso la Sala Grande.
Torno a guardare Blaise, stavolta percependo chiaramente la mascella che si irrigidisce. Dovrebbe consolarmi in un momento come questo, aiutarmi o per lo meno cercare una soluzione insieme a me per questo gigantesco problema.
Anche i miei testicoli si sentono indispettiti. Pieni, molto pieni ed indispettiti.


“Che ti prende?” Mi domanda invece con un'espressione che non capisco ancora se stia per ti sto prendendo per il culoo non riesco a starti dietro. In entrambi i casi ha sbagliato.


“Che mi prende? Stavo per farti la stessa domanda!”


“Non capisco…”


Okay, era l'espressione da non riesco a starti dietro. E figurati!


“Potter! Come faccio a risolvere con Potter?”


“Beh, ormai direi che la cosa è quanto meno irrisolvibile, no? A te lui non piace e mi pare ovvio che è esattamente questo ciò che lui vorrebbe sentirsi dire.” Sentenzia tutto d'un fiato con una naturalezza che mi scuote “Al diavolo Potter. Tanto hai tanta di quella scelta da essere quasi imbarazzante. Le due di cui ti parlavo hanno dei seni enormi, proprio come piace a te!” Continua portandosi le mani davanti al torace e mimando quella che deduco sia la taglia delle due sciacquette.


La frase mi urta più di quanto potessi prevedere, tanto da spingermi a fermarlo per un braccio.


“Smettila. Non mi piace quello che stai dicendo.”


Blaise non si spaventa, anzi. Sorride debolmente, giusto un poco perché sa benissimo che un ghigno vero e proprio potrebbe farmi esplodere. Mi conosce troppo bene.


“Draco fammi un nome, uno qualsiasi e ti porterò quella persona pronta per essere sedotta, per essere solo tua, sempre.”


Nella mia testa si susseguono le immagini delle ragazze che trovavo perfette fino a ieri: dalle pelosissime Patil, a Millicent, alla ragazza del quarto anno: tutte mi passano davanti agli occhi in un'unica carrellata. E poi all'improvviso tutte loro vengono come distrutte dal ricordo del viso di Potter, del suo corpo asciutto, dei suoi occhi verdi e del suo tipico gesto di giocherellare con i miei capelli subito dopo aver fatto sesso, credendo di farmela mentre dormo. E la mia ossessione per i seni grandi e tondeggianti diventa come di colpo qualcosa di estremamente stupido, banale e del tutto imbecille.
Nonostante non voglia dirlo, nonostante non voglia ammetterlo, quel nome mi scivola tra le labbra senza che abbia la forza di bloccarlo.


“Harry. Voglio Harry.”




***




19.26
Sala Grande, tavolo dei Serpeverde.




Sono agitato.




***




19.48
Tavolo Serpeverde.




Stupida agitazione. Mi ha fatto fare il bis di zuppa di zucca.




***




19.53
Tavolo Serpeverde.




Okay, adesso alzo lo sguardo.
Uno.
Due.
TRE!


...


Draco Malfoy sei un codardo. Che diamine! Devi solo guardare ad un tavolo, mica stai spacciando polvere di fata! Basta con questo spreco di battiti cardiaci.




***




19.55.32''
Tavolo Serpeverde.




Adesso! Alza gli occhi adesso!




****




19.55.47''
Tavolo Serpeverde.




Uh, il secondo! Beh, mica posso lasciare che si freddi.




***




20.21
Tavolo Serpeverde.




Il dolce!




***




20.29
Tavolo Serpeverde.




Adesso piantala, Potter. So che sai che ti sto guardando.




***




20.30
Tavolo Serpeverde.



Sì, bravo, continua a fare finta di niente.




***




21.09
Tavolo Serpeverde.



Ah! Non ti bastava quell'irlandese ubriacone? Ora ti vanno bene anche le rosse? Fai il cascamorto ora che la Sala Grande si è mezza svuotata, eh? Così non vedono il maiale che sei.




***




21.12.15''
Tavolo Serpeverde.



Ginny Weasley se non ti stacchi immediatamente da Potter entro dieci secondi ti pentirai di esserti iscritta a questa scuola, quant'è vero che mi chiamo Draco Lucius Malfoy.




***




21.12.49''
Tavolo Serpeverde.



Weasley...




***




21.12.57''
Tavolo Serpeverde.



WEASLEY! Brutta bagascia!




***




21.16
Tavolo Serpeverde.



L'hai voluto tu. Ti diverti a farmi vedere che sei tutta un fuoco, vero?



***




21.24
Fuori dalla Sala Grande.



La mano di Potter mi stringe il polso per tutto il tragitto dalla Sala Grande all'area delle scale. La sua presa è anche troppo forte. Segno che il mio scherzetto di poco fa alla piccola di casa Weasley non gli è piaciuto.
È arrabbiato con me.
Di nuovo.
Se potessi sospirare in questo momento lo farei, ma rischio di aizzarmi contro un Grifondoro già piuttosto irritato. Mi taglierebbe la faccia con le unghie.
Mi amo troppo per rischiare.
Ad ogni modo non mi va giù. Quel suo farsi strusciare da quell'irlandese, poi dalla secca rossa, il modo in cui-


Il modo in cui mi ha ignorato in tutti questi i giorni, il modo in cui mi ha fatto sentire, tutta questa influenza sul mio umore, sulla mia capacità di concentrazione. Tutto questo mio concentrarmi su Potter e il suo universo... Io non so se sono pronto. Però- Però non voglio nemmeno che il suo universo si sposti così tanto dal mio.


Maledetto. Guarda come mi ha ridotto.


Abbiamo fatto appena qualche gradino, quando l'improvviso spostarsi della grande scala di marmo obbliga Potter a lasciarmi finalmente il polso per sorreggersi sul corrimano.


Amo il fatto che alle scale piace cambiare.




***




21.31
Corridoio.




Non devo ridere.
Io sono assolutamente e irrimediabilmente offeso, quindi non posso ridere.
Nemmeno se sto guardando Potter sbuffare come una locomotiva, mentre fa avanti e indietro nel disperato tentativo di trovare le parole giuste con cui cominciare il discorso.


Ciuf ciuf


Ecco, lo sapevo. Ho riso. E lui ovviamente mi ha sentito subito e mi ha fulminato con lo sguardo.


“Lo trovi-?” Si blocca per un millesimo di secondo per far uscire di bocca l'ennesimo sbuffo sconcertato, prima di riprendere “Lo trovi divertente? Ti rendi conto di quello che hai fatto? Se non era per me a quest'ora avresti addosso mezza famiglia Weasley, per non parlare degli altri che ho dovuto calmare!”


“Oh, quante storie per uno scherzo innocente.” Tento di smorzare io.


“Scherzo innocente? Hai dato fuoco ai capelli di Ginny!” Sbotta senza ritengo. Da quando ha anteposto i bisogni di quella davanti ai miei?


“Incantato.” Puntualizzo “I capelli, per quanto di una colorazione discutibile, sono sempre capelli. La chioma è sacra. Un Malfoy non brucerebbe mai i capelli, nemmeno al suo peggior nemico. E poi diciamo che metà del lavoro l'ha fatto lei da sola. Ha voluto puntualizzare con tanta veemenza che era in calore che non potevo non aiutarla a rendere la cosa ancora più palese.”


“Che? Di che parli?”


“Continuava a starti addosso, Potter. Non dirmi che non te ne sei accorto. Ti ho dato una mano a liberarti di quella cozza attaccata allo scoglio, tutto qui.”


“Non avresti dovuto dato che io e lei siamo tornati insieme.”


Ci fissiamo negli occhi per qualche istante anche se lo ammetto, sono più io che sto fissando lui che non il contrario.


“Stai scherzando spero!”


Mi avvicino con l'irrefrenabile voglia di dargli un pugno.


“A te cosa importa, scusa?”


“Potter sei un coglione.”


Detto questo faccio per andarmene, ma quando mi volto la scala da cui siamo arrivati al piano decide di muoversi, bloccandomi lì.
Odio queste fottute scale che sentono la necessità di cambiare. Vi cambierò i connotati se proprio non volete essere le stesse.


Sto qui a fissare il movimento che s'innesca da parte delle altre scale ancora per qualche istante prima di voltarmi dalla parte di questa sottospecie di playboy dei poveri.


“Tu! Da quando hai smesso di guardarmi? Da quando hai iniziato a proiettare la tua attenzione su quei roiti, eh?”


Potter si carica di riflesso, dando il via ad un botta e risposta senza esitazione tra noi.


“Non dovrebbe interessarti quello che faccio.”


“Invece m'interessa sapere qualcosa di più sulla tua caduta libera in fatto di stile.”


“Beh, sono affari miei per cui tu pensa alla lunga fila di amanti che hai avuto in questo periodo che io penso ai miei.”


“Tu non puoi avere amanti!”


“Malfoy-”


“Tu sei innamorato di me! O sbaglio?”


“Lo ero”


“Ero? Solo perché sono stato con le Patil?”


Mi avvicino inconsapevolmente verso di lui, quasi servisse ad aggiustare le cose.


“Oh, adesso basta.” Termina in modo secco, alzando la mano “Con chi vado e con chi mi struscio non sono affari tuoi, non più dato che io e te non abbiamo alcun legame se non quello legato a questo corpo che nemmeno ti piace.”


“Questo non è vero!”


“Si può sapere perché diavolo stai facendo tutte queste storie? Io-”


“Perché voglio solo te...” lo interrompo rabbioso. Per uno così legato alle emozioni a volte è proprio tardo a capire le cose “Perché voglio che tu voglia solo me...” Mi avvicino ulteriormente di qualche passo e riluttante inizio a cercare la sua mano, intrecciando le nostre dita una volta trovata “Perché tu sei solo mio!”


La faccia esterrefatta di Potter mi fa gongolare interiormente. E beccati questa secondo Pluffa nel cerchio.








Fine quarto capitolo




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Ed eccomi qui, a distanza di molto, molto, molto tempo a riscrivere su questi due. Lo so, ci ho messo anche troppo, ma ho cercato di compensare con un capitolo più lungo. Ci sono riuscita? Vi scrivo anche per comunicarvi che BBL terminerà tra un paio di capitoli, ma non preoccupatevi... non ci sarà propriamente la parola fine :)


Che altro dire? Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Se ne avrete voglia, sarò ben contenta di leggere i vostri pareri!


Come sempre, un bacio a tutti!
sal18.




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Capitolo 5
*** V ***




I personaggi non sono miei ma di J.K. Rowling.



Big Breast Lover






21.36
Corridoio.




Morirò.
Sento che morirò.
Per Merlino, perché diavolo sta zitto?
Ma soprattutto: perché sta zitto e mi guarda con quella faccia?
Sento il battito cardiaco fino alle tempie. Non credo che la mia cassa toracica sarà in grado di contenere questo tamburo che ho nel petto.
Diamine, non riesco a decifrare la sua espressione da deficiente.
Se gli avessi detto che la Granger ha un paio di tette, probabilmente avrebbe avuto una reazione che avrei compreso con più facilmente.
No, non dovrei prendermela con lui. Lui ha un foglietto con scritto torno subito al posto del cervello, sono io quello che ha sbagliato: perché cavolo ho voluto dichiararmi? Vabbè ora, dichiararmi. Diciamo solo che l'ho illuminato rendendolo partecipe di una mia vasta preferenza. Non è molto diverso dall'aver confermato di amare le camomille. Esatto.
Potter equivale ad una camomilla.

Un camomilla molto corposa.
Con dei bei muscoli per via del Quidditch.
Con delle belle braccia possenti e delle belle labbra carnose e-
Okay, non guarderò mai più una bustina di camomilla con gli stessi occhi innocenti di prima.


Ci stiamo fissando dritto negli occhi da ore, è quanto meno... snervante.
Okay, razionalmente so che sono passati solo pochi secondi da quando ho confessato quella cosa estremamente imbarazzante, ma dire mentalmente che sono passate ore non so, rende tutto molto più drammatico. E io amo il dramma.
Quasi quanto le maschere per il viso al cetriolo dall'effetto rinfrescante.



Oh per Morgana! Dì qualcosa, Potter! Smettila di guardarmi e basta. Aspetta.
Ma quello sono io!
Oh mamma...
Come sono affascinante anche riflesso negli occhi degli altri!
D'accordo, ho appena cambiato idea, Potter! Continua a guardarmi in silenzio. Sì, dammi la possibilità di contemplare questo adone, questo viso angelico, questo gran pezzo di mago bollente. Però devo ammetterlo: non avrei mai detto di poter risultare così perfetto anche su superfici convesse.
Non che sia una sorpresa: quando durante una conversazione con Blaise o Pansy sbircio il mio riflesso nelle vetrine sporche di Hogsmeade risulto uno gnocco mozzafiato, per cui era ovvio che anche negli occhi di Potter il risultato fosse egualmente magnifico. Una visione decisamente paradisiaca.
Mh, paradisiaca. Mi si addice.
Sì, ho appena deciso che l'aggettivo che da qui alla mia morte mi rappresenterà al meglio, è senza dubbio paradisiaco. Lo voglio scritto sulla mia lapide. Insomma, rende l'idea, anche se a grandi linee. Qui giace il paradisiaco Draco Malfoy. Un essere paradisiaco in un mondo fatto di caos e di pezzenti.
Questa me la segno mentalmente, così quando sarò sul letto di morte a causa di una rara malattia ai polmoni e dovrò sussurrare col mio ultimo respiro la frase emblematica con cui i posteri inizieranno la mia storia, me la ricorderò. Devo ancora decidere di cosa morire, però: tifo o enfisema polmonare?
Com'è difficile programmare la propria morte.
Insomma, col tifo potrei sembrare troppo accondiscendente e si potrebbe pensare che mi sia mischiato ai bassi fondi e lì, bam! Mi sia preso il tifo. La cosa mi renderebbe un po' meno aristocratico. D'altra parte però, sebbene l'enfisema polmonare mi renda un piccolo baronetto ad hoc, c'è sempre quell'immagine di fragile ragazzino che ha bisogno di ricevere in regalo anticorpi per Natale, se gli basta una doccia per prendersi un enfisema mortale.
Devo rifletterci con calma. Dopotutto noi aristocratici abbiamo uno standard da mantenere, bisogna scegliere con cura e vagliare tutte le ipotesi. Potrei prendere in considerazione di farmi avvelenare con qualche pianta rara e introvabile. Certo! Così dannatamente minaccioso ed inarrivabile da dover esser fatto fuori.
Come per i migliori condottieri della storia. Di sicuro non avrò difficoltà a trovare un assassino. Come per i migliori leader della storia.
Bene, andata per il veleno.
Segnato mentalmente.
Ma chi voglio darla a bere. Una delle più grandi bugie che possa raccontarmi è non ho bisogno di segnarmelo, tanto me lo ricorderò.
Se solo avessi piuma e pergamena a portata di mano. Non posso credere che perderò una dipartita geniale come questa, solo perché non avevo idea che mi sarebbe venuta in mente in un momento simile.


Idea.
Proprio come quella che vorrei avere riguardo i pensieri attuali di Potter. Odio stare allo scuro delle cose, soprattutto quando mi riguardano.
Il movimento delle sue dita mi ricorda che abbiamo ancora le mani intrecciate tra loro. Non so perché, ma sento il palmo della mano andare a fuoco, come se il tocco con la sua pelle alimentasse della benzina immaginaria tra di noi. In realtà non sento solo la mano bollente: sento che il viso è andato in autocombustione.


Fermo un attimo.
Tachicardia, viso bollente, senso di disagio.
Ne ho sentito parlare.
Era...aspetta una volta me ne ha parlato Pansy.
Ah, sì!
Imbarazzo.
Io sono in imbarazzo!
Oh, Merlino che emozione. Non mi era mai successo prima.


“Okay, ammetto che questa non me l'aspettavo, Malf-” Farfuglia Potter, riportandomi qui, in questo pulcioso corridoio.


“Silenzio, Potter, stai rovinando il mio momento da prima volta” Lo interrompo quasi sovra pensiero, mettendogli una mano sulla bocca.


Mh, una bella bocca.
Carnosa.
Calda.
Da baciare.
La prima volta è sempre la prima volta, non importa in quale situazione. Bisogna assaporarla, gustarsela fino infondo, imprimerla nella mente come non ci fosse un domani. Perché Potter deve rovinare la mia prima volta?


“Cosa?” Domanda contro la mia mano, visibilmente preso alla sprovvista.


Certo, forse questo non era il momento più adatto per farmi prendere dal sentimento. Ritraggo la mano e con fare indifferente scrollo le spalle. Non risulto molto convincente dato che subito dopo rispondo farfugliando.


“No, io, ehm...” Comincio per aggiungere poi uno sfavillante, quanto intelligente “Niente. Parla pure”


Il mio invito sembra prenderlo ancora più contropiede dato che percepisco chiaramente il suo corpo irrigidirsi, mentre scioglie il nostro unico contatto, slegando le nostre mani.


“Senti, io devo andare. Devo fare-”


Agita le mani in aria, quasi dovesse segnalare la strada agli aerei su una pista d'atterraggio. Mi guarda dritto negli occhi e quello che ci leggo mi dà un improvviso senso di vuoto a livello dello stomaco.
Mi sta mentendo. Mi si spezza il fiato e il cuore rallenta all'improvviso.
Sta inventando una scusa per andarsene.
Per andarsene lontano da me.
Dopo che gli ho detto che io-
E poi tutto diventa silenzio.
Lo fisso senza riuscire a guardarlo veramente. Non riesco a dire nulla, ma registro un certo sollievo spuntargli sul volto, mentre guarda alle mie spalle. Di riflesso mi volto, seguendo la direzione del suo sguardo e noto che una scala si è posizionata di nuovo sul nostro corridoio.
Mi volto di nuovo verso di lui, il suo nome che mi scivola involontariamente dalle labbra.


“Potter?”


Prima di superarmi e lasciarmi qui da solo, tutto ciò che mi concede è quella sua stupida frase che mi fa accapponare la pelle.


Ho capito quello che mi hai detto. Lo prenderò in considerazione.




***




22.04
Stanza nei Dormitori Serpeverde




“Draco, vuoi calmarti per piacere?”


Blaise tenta di nuovo di afferrarmi il braccio, ma con uno spintone lo scaravento sul muro di fianco all'entrata.
Lo prenderò in considerazione?
Io ti ammazzo, Potter. Prima ti toso e poi ti caccio quei capelli in bocca e ti faccio soffoco soffocotto.
Prendo il vaso che mia madre mi ha regalato l'anno scorso per il mio Oltre ogni previsione in Trasfigurazione, e con un movimento secco lo scaglio contro il muro.
I pezzi di vetro infranto si uniscono ai libri e alle boccette d'inchiostro sparso per il pavimento. Mi guardo intorno cercando qualcosa da buttare all'aria, da rompere, da stracciare. Adocchio i cuscini e proprio quando prendo il tagliacarte, la voce di Blaise mi blocca. Si avvicina per parlarmi, ma dico la verità: vorrei se ne andasse.


“Smettila! È per Potter? Cosa diavolo è successo?”


Il rumore del fiato corto di unisce a quello degli strappi del tessuto e la cosa mi quieta per poco.
Poi ripenso a quello che è successo, all'umiliazione, al momento in cui mi sono reso vulnerabile come un cretino e la rabbia rimonta in un istante.


“Blaise, amico mio, l'unica cosa che voglio fare in questo momento è ricreare il caos che ho dentro distruggendo tutto senza remora. Ora, se non vuoi delle cicatrici lunghe chilometri sulla faccia, ti consiglierei di lasciarmi fare.” Termino guardando il tagliacarte e poi lui, facendogli seguire con un cenno della testa il mio secondo passaggio di sguardo dalla superficie tagliente al suo viso.


Lentamente si allontana da me e finalmente posso iniziare a dedicarmi a creare squarci sulle federe.




***




Giovedì







8.13
Sala Grande




“Vuoi mangiare qualcosa?!”


Pansy è spazientita di fronte al mio ennesimo rifiuto.
Non mi va.
Non mi va il caffè, come non mi va il latte, come non mi va il cappuccino, come non mi va il tè, né l'acqua calda con limone e zucchero.
Non voglio fare nemmeno colazione.
A dirla tutta non so nemmeno perché diavolo mi trovo qui. Stavo così bene da solo, sotto le coperte, al buio, con i miei pensieri, con la mia scorta di cioccolatini al peperoncino.
Stupido Blaise. Stupida idea di Blaise di dover presenziare alle lezioni per evitare che vengano sottratti punti alla Casa per una mia possibile assenza ingiustificata.
Anzi, stupido Potter che è al suo tavolo e non si accorge nemmeno della mia presenza, ma continua a ridere e scherzare con quei suoi cazzo di amici.
Fottiti, Potter.
Anche se l'idea di farlo io mi solletica, questa volta non onorerò il tuo sedere dell'entrata in scena del mio pene.
Ti sei giocato questo privilegio.
Te lo sei giocato per sempre. Mi hai sentito?
Forever.
Fo. e. vaaaaaaaaaaaaa.



8.14
Sala Grande.




Il mio sguardo non riesce a staccarsi da quel stramaledetto tavolo.
Voltati.




***





8.14.16''
Sala Grande.




Suvvia, voltati cazzo.




***




8.14.35''
Sala Grande.




“Okay, allora una fetta di torta?” La domanda di Pansy mi fa voltare “Guarda,” Aggiunge lei portandomi un piatto sotto al naso e agitandolo come se lo facesse diventare più allettante col solo movimento circolare “Torta al cioccolato con panna e fragole”


“Ho detto che non ho fame” Ribadisco con tono piatto, allontanando il piatto con la mano.


Penso che rifiutare un dolce simile sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Appoggio il mento sul palmo dell'altra mano, mantenendomi sul tavolo col gomito.


“Basta. Ci rinuncio. Che tu non voglia dirmi cosa cavolo ti ha fatto inacidire così è un tuo diritto, ma comportarti come un bambino, non fare colazione per diventare il martire di non so quale tua malata fantasia mentale, questo no. Non starò dietro alle tue bambinate. Fai come ti pare”


Detto questo ritorna nel suo spazio vitale, lasciandomi nella mia porzione di panca, e rimettendosi a fare colazione per conto suo. Blaise la imita, mentre mi accorgo che il mio dolore non è stato minimamente percepito né da Goyle, né da Tiger. La presenza delle paste alla crema però è balenata subito alla loro attenzione. Traditori.
Anzi peggio: traditori grassoni.
Il mio sguardo torna su Pansy, ma ormai ha ripreso bellamente a dedicare la sua attenzione alla sua tazzina di caffè nero fumante.
Abbandonato anche da Pansy nel momento del bisogno.
Che vita grama.


Senza che possa impormi di non farlo, torno a guardare verso un gruppo di Grifondoro ben preciso, ma con rammarico noto che Potter e i suoi amici se ne sono già andati.




***




Venerdì






14.27
Aula di Trasfigurazione




Sono io ad essere in difetto.
Io dovrei essere approcciato.
Io dovrei guadare dall'alto in basso con disgusto.
Quindi qualcuno mi spiega per quale astruso motivo mi trovo qui davanti all'aula di Trasfigurazione in attesa che mister sono moro, sono bello, sono intelligente come un ramoscello si palesi davanti a me? Per spaccargli la faccia è ovvio.
Certo, non voglio fare nient'altro se non dargli un bel calcio rotante volante sulle gengive.
Farò un gran bel salto.
Oh, che soave immagine di leggiadria.


Tutte quelle lezioni di danza non andranno sprecate.
Lo farò per lei, Monsieur Michelle.


Ed eccolo che arriva tutto di corsa, dietro a Zannuta e Lenticchia man. I primi due mi guardano male, ma non dicono nulla e si fiondano in classe. Dietro di loro, Potter sta mettendo qualcosa dietro la sua bisaccia, ehm, pardon, borsa.
Mi spiace ma quella cosa ha davvero una forma equivoca.
Quando alza gli occhi e mi vede, rallenta di qualche passo, la bocca serrata in un'espressione da robot.


“Potter devo parlarti”


“Non ho nulla da dirti”


“Veramente...”


Non riesco a finire la frase, che il suo disinteresse si materializza quando, senza concedermi nemmeno una seconda occhiata, entra in trafelato in aula, raggiungendo Granger e Weasley ai loro soliti posti.


Okay, ora mi sto davvero incazzando.
Parlassi chiaro brutto beota strabico.
Se proprio devi rifiutarmi, almeno abbi le palle di dirmelo in faccia per bene, brutto cretino.


Una mano scivola sul mio braccio, spingendomi ad entrare. Quando realizzo che è la McGranitt, non ho il tempo di dirle che so camminare da solo, dato che lei inizia a spintonarmi e a parlare come se non ci fossi.


“Su, su signor Malfoy. La lezione sta cominciando”


È un vizio della Casa Grifondoro quello di blaterare senza dare importanza all'interlocutore?







Domenica






18.36
Biblioteca




Chiudo il libro di Pozioni con un tonfo.
Theo e Blaise smettono per un attimo di ridere e toccarsi furtivamente come degli scemi.
Bravi, sbattetemi in faccia il vostro stramaledetto rapporto aperto.
Il vostro rapporto aperto e felice.
Senza problemi.
Senza rifiuti.
Senza sesso dato che strapperò il rametto ad uno dei due se continueranno a fare i piccioncini in questo modo.


Nott sembra infastidito ed è sul punto di dire qualcosa, ma Blaise lo trattiene per il braccio. Si avvicina al suo orecchio e gli sussurra le parole con fare divertito.


“Lascialo stare. È incazzato nero perché potrebbe essere stato scaricato”


Il sorriso che spunta sulle sue labbra mi irrita non poco. Mi sono calmato e non distruggo più oggetti fragili, ma questo non significa che non abbia la rabbia che ribolle sotto strati di estremo autocontrollo. O che non possa distruggere facce contro superfici legnose.
Tipo questo tavolo.
Tipo la faccia del mio migliore amico.


“Cosa vuol dire potrebbe?” Domanda confuso Theo.


“Dopo che si è dichiarato, la persona è fuggita senza dire nulla. E non l'ha nemmeno più cercato”


Nott mi guarda dritto negli occhi.
Posso vederlo, posso vedere il forte senso di cameratismo che ci lega. Noto chiaramente come sia allibito. Lo so, Nott. Non ti pare quanto meno fuori dal normale che qualcuno possa anche solo pensarci su riguardo ad una creatura della mia bellezza? Ti rendi conto? É inconcep-


Nott non si trattiene più e dopo uno strano suono -nemmeno gli stessero raschiando la gola-, esplode in una risata. Blaise ovviamente viene subito contagiato e finisco col rimanere seduto con due compagni di Casa che mi ridono in faccia. Gli altri studenti presenti nei dintorni si voltano per guardare, ma il mio sguardo omicida che saetta a destra e a sinistra li rimette subito al loro posto.


“Ahia!” Si lamenta Blaise, abbassandosi verso il suo ginocchio, massaggiandolo “Draco, mi hai appena dato un calcio?”


“Scusa, mi è fuggito il piede” Ribatto acido.




***







Martedì






18.53
Vicino al campo di Quidditch




Questa storia deve finire. Io devo comprendere o non sarò in pace con la mia scorta di dolci sotto al cuscino.


“Cavolo, un Potter senza parole. A saperlo prima mi sarei dichiarato mesi fa”


“Non scherzare, Malfoy. Non su questo.” Il tono serio con cui lo dice, mi fa venire da ridere.


“Potter. Vaffanculo, vuoi?”


I brividi che all'improvviso mi percorrono le braccia, mi ricordano che effettivamente gli spalti del campo da Quidditch non sono propriamente il miglior posto dove tenere delle conversazioni. Ma se non avessi trascinato Minchiotter qui dopo gli allenamenti della sua squadra chissà quando sarei riuscito a beccarlo da solo. Già mi sembra un miracolo che Weasley e tutto il resto del pollaio lo abbiano lasciato indietro.
La terribile immagine di loro mezzi nudi che fanno la doccia dopo il solito allenamento e si danno scudisciate con asciugamani bagnati, prima di correre mano nella mano verso i loro Dormitori Grifondoro si fa strada prepotentemente nella mia mente.
E in quel preciso istante sento che la mia mente è stata violata.
Violentata.
In entrambi i casi, il senso di schifo che provo a causa della mia fervida immaginazione non viene pienamente rappresentato.
Di fronte all'evidente tentativo di evitare di appartarsi con me e riprendere il discorso del corridoio vicino alle scale, poi, mi sembrava doveroso farmi avanti.
Potter mi guarda scocciato e fa la cosa più sbagliata che si possa fare con un Malfoy incazzato.


“Potter, credimi quando ti dico che spero davvero per il tuo bene che tu non abbia appena alzato gli occhi al cielo”


Il suo sguardo torna su di me, quasi annoiato, come mi stesse dando un contentino nel rispondermi.


“Anche fosse?”


Sono senza parole.
Privo di parole, ma munito di un gran quantitativo di parolacce. Tante, tante, tante parolacce.


“Tu sei malato” Inizio non riuscendo più a trattenermi “Ti ricordi cos'è successo una settimana fa o hai vuoti di memoria?”


La domanda lo mette a disagio. Sposta l'attenzione sulla sua scopa, come fosse diventata la cosa più interessante del mondo.


“È solo per quello mi hai portato qui?”


Okay. Draco stai calmo. No, non guardare quell'enorme sasso a sinistra. Azkaban non ti merita.


“Solo per-? Potter sei cretino o cosa? Tu!” Per qualche strano motivo abbasso la voce di colpo per il timore di essere ascoltato da qualche presenza nascosta “Ti rendi conto di quello che ho detto e fatto in quel corridoio? Ho detto che mi piaci! Sai cosa vuol dire o te lo devo spiegare a gesti?”


Come si fa? Come si fa ad essere così ottusi, come?
Insomma va bene non provare gli stessi sentimenti se qualcuno ti confessa amore eterno, ma qui parliamo di me, Potter.
Non puoi non amarmi. Io stesso mi amo. Alla follia, aggiungerei.
Come diavolo potrebbe resistere?
Proprio lui?
Non è possibile.
Avrà preso qualche pozione di pazienza per mantenere il controllo.
Altrimenti non si spiega, veramente.


“So cosa vuol dire, Malfoy. Non sono cretino”


“Su questo avrei da obiettare”


“Tu ti ricordi cosa ti ho detto in quel corridoio?”


“No.”


“No? Fammi capire io ascolto qualsiasi cosa tu dica, ma tu invece non mi presti la minima attenzione?”


“È questione d'abitudine, ormai dovresti conoscermi piuttosto bene, Potter. Lo sai che ascolto solo quello che esce dalla mia bocca, proprio come fai tu. È per quello che andiamo così d'accordo”


“Bene, allora allarga bene le orecchie: io sto con Ginny ora”


Eccolo di nuovo, quel luccichio negli occhi. Lo capisco da quello.


“Balle. Sono tutte balle. Perché menti? Non capisco”


Un sorriso indignato e poi ecco che parte alla carica.


“Tu non sai niente! Tu non capisci nulla, Malfoy!”


“Capisco questo”


Senza dargli il tempo di anticipare quello che sto per fare, lo prendo per la divisa e lo avvicino a me, quel tanto che basta per essere distanti l'uno dall'altro di qualche centimetro. Perde la presa sulla scopa che cade a terra con un rumore sordo. Sentiamo il respiro caldo l'uno dell'altro accarezzarci la pelle, in pieno contrasto con il clima freddo tutto intorno a noi. Il fiato reso ancora più visibile dalle nuvolette che si formano per la bassa temperatura. Assaporiamo al massimo l'attimo che anticipa il bacio che entrambi sappiamo scivolerà tra noi a breve semplicemente guardandoci negli occhi pieni di desiderio, il cuore che batte all'impazzata e la testa che si fa più leggera. E poi avvicino i nostri visi lentamente, con una lentezza tale da rasentare la tortura.
Quando le labbra si toccano, mi manca il pavimento da sotto i piedi.
È passato così tanto da quando l'ho baciato che ho un nodo allo stomaco.
Eppure allo stesso tempo è come se mi sentissi a casa.
Sì, questo senso di calore mi era mancato così tanto.


Harry.


Ci baciamo con trasporto, i sentimenti che fluttuano come quelle famose nuvole di fiato.
Sento quanto mi vuole, proprio come lui sente quanto lo voglio io.
Quando ci stacchiamo, abbiamo entrambi gli occhi socchiusi.


“Lo confermo. Balle. Perché fai così? Potter non riesco a capire cosa stai facendo” Dico appoggiando la fronte sulla sua, le mano sul suo petto.


Stiamo in quella posizione ancora per una decina di secondi, prima che lui si tiri indietro.


“Smettila di fare così. Ti ho detto che ci avrei pensato. Non farmi pentire di aver preso questa decisione”


Detto questo mi supera e se ne va. Mi lascia indietro da solo. Di nuovo. La freddezza e il tono distaccato con cui mi ha rivolto questa frase m'inchioda senza lasciarmi la forza di reagire.
So che mi vuole, perché continua a respingermi?




***




20.42
Vicino alla Torre Grifondoro




“Cos'hai appena detto, Malfoy?”


Gli occhi della Mezzosangue sono sgranati quasi quanto quelli di Weasley, mentre per quanto riguarda il resto di questo patetico gruppo di Grifondoro, penso di aver sentito qualche mascella fracassarsi a terra. Odio ripetermi, soprattutto quando sono chiaro e conciso nell'esprimermi.


“Levatevi dai piedi. Devo parlare con Potter. Adesso.”


Solo un cerebroleso non afferrerebbe una frase del genere, che diamine.


“Cosa?” Grida Lenticchia.


Ecco, appunto.


Per un attimo Paciock sembra seriamente sul punto di svenire o di vomitare, tanto che deve aggrapparsi al muro per non cadere riverso a terra, per evitare di fare sia l'uno che l'altro. Non posso credere di aver dovuto seguire Potter fin qui.
Sento la puzza dei dormitori di Grifondoro fin qua e l'entrata della loro tana puzzolente è distante ancora una decina di metri.
Però... Come sono fantastico. Si vede che ho sangue nobile che mi scorre nelle vene: sono come un cane da tartufo. Ogni volta mi stupisco della mia abilità nel sentire odore anche a distanza di interi chilometri. Il lato negativo è che riesco a sentire anche la puzza di chi mi sta intorno.
Vero, Dean Thomas? Cavolo, quando capiranno i maghi d'oggigiorno che il sapone non è un mito o un leggendario cimelio nascosto in un cimitero abbandonato? Esiste davvero. Provatelo. Dean Thomas, provalo. Suvvia, cazzo, fallo per i poveri peli del naso che stanno bruciando all'interno delle mie aristocratiche narici.


“Weasley sei sordo oltre che straccione? Ho detto di sloggiare” Gli spiego agitando la mano rendendo ulteriormente più chiaro il mio concetto di dovete togliervi di mezzo.


“Abbiamo sentito quello che hai detto. Scusa, ma esattamente cosa vorresti tu da Harry, Malfoy?” Inizia a sbraitare la Granger distogliendomi dai miei pensieri. Si avvicina gradualmente, gli occhi che continuano a guardarmi sconvolta “Non posso credere che tu sia venuto davvero fin quasi alla Torre per intimarci di andarcene dalla nostra ala del Castello. Soprattutto dopo quello che hai fatto a Ginny l'ultima volta! Sono quanto meno sconvolta” Dice tutto d'un fiato senza nemmeno prendere aria.


La sua voce usa un tono man mano sempre più crescente, arrivando quasi a gridare. Capisco possa essere strano che io mi avvicini a voi plebei, ma datti un contegno.


“Granger ho solo detto di levarvi dalle palle, mica di ciucciarmi il pisello. Si può sapere perché diavolo sei così quanto meno sconvolta?” Gli faccio il verso, facendola diventare ancora più paonazza.


La sua bocca prende ad aprirsi e si richiudersi ritmicamente, quasi volesse dirmi qualcosa ma non trovasse le parole adeguate. Per un attimo mi fa temere per la sua salute. Solo per un momento, però, poi mi passa.


“Tu-” Inizia, ma di nuovo le sfuggono i termini e per un attimo gongolo internamente per essere riuscito a zittire questo rachitico mocio con le gambe che anni fa mi ha preso di sprovvista con un pugno dato controluce. Se solo non avessi avuto tutto quel sole negli occhi, sarei stato in grado di scansarlo senza problemi “Harry!”


Eh, sì. Davvero brava, Granger. Complimenti. A lezione continui ad alzare la mano ad ogni domanda che i professori ci pongono per mostrare a tutti quanto sei intelligente, e poi di fronte ad un pisello devi chiedere aiuto? Che tristezza. Che infinita tristezza. E poi eccoli lì. Da dietro le sue spalle spuntano un paio di occhi verde bottiglia. Si fa strada tra i suoi compagni di Casa in un secondo.


“Ragazzi ci penso io” Annuncia con voce solenne che mi provoca un brivido lungo la schiena.


“Lascia che rimaniamo ad aiutarti” Si accoda Weasley tirando fuori la bacchetta “Non ho ancora perdonato quello che ha fatto a Ginny” Aggiunge, guardandomi dritto negli occhi.


No, ma, seriamente? Pensa di farmi paura? È come guardare un pesce palla che si è gonfiato e tenta di azzannarti sulla spiaggia.


Scuoto la testa, riaprendo gli occhi che ho chiuso qualche millesimo di secondo prima.


“Scusa hai detto qualcosa, Weasley? Mi ero appisolato un attimo”


Le sue orecchie diventano vermiglie come la faccia della sua fidanzatina.


“Ho detto che ci penso io, voi andate. Vi raggiungo tra poco” Ribatte fermo Potter con un tono che non ammette repliche.


Rimangono fermi nelle loro posizioni ancora per qualche secondo, incerti sul da farsi.


“Andate” Ripete lui, smuovendoli.


Mi lanciano occhiatacce a cui rispondo con una linguaccia ben assestata, prima di lasciare a me e Potter un po' d'intimità. Se così si può definire.


Quando si volta nella mia direzione, attacco come avessi sentito un gong d'inizio round.


“Perché mi eviti?”


“Perché mi pedini?”


“Perché sono passati giorni e ancora non ho capito cosa sia successo”


“Ancora, Malfoy? Sei tardo o cosa? Ti ho rifiutato, okay?”


“Cos-? E quando, di grazia? Avevi detto che ci avresti pensato! Che tra l'altro è una cosa di cui ancora non mi capacito... Come si fa a pensarci su? Hai presente chi hai fronte, vero? La perfezione. Come se un barbone a cui offrissi un bel bagno in una vasca piena di bollicine mi rispondesse mh, aspetta che penso se rimanere lercio o infighettarmi per bene. Le bollicine sono allettanti, Potter. Ti piacciono le bollicine, vero?” Alludo assottigliando gli occhi “Certo che ti piacciono, ti sono sempre piaciute. Hai amato le bollicine come nessuno ha mai fatto in questi mesi. Di certo non ti metterai a fare la doccia tutto a un tratto quando finora hai preferito un bagno caldo. Con le bollicine”


Pronuncio l'ultima parola con malizia. Io sono le bollicine, la Weasley l'insulsa doccia che tutti disprezzano.


“Le bollicine mi hanno stancato con la loro incertezza. Preferisco una sana doccia bella convinta”


Mh, ha capito la metafora, vedo. Sono colpito.


“Bollicine di sapone” Mormoro con fare sensuale.


“Doccia”


“Potter tu vuoi le bollicine, non una pidocchiosa doccia”


“Doccia” Conferma lui.


“Bollicine”


“Doccia”


“Doccia”


“Bravo, hai capito”


Ma la psicologia inversa non dovrebbe funzionare sui soggetti mentalmente deboli?


“Tutto questo è così sciocco” Sbuffo alla fine. Sono completamente spompato. E non per i motivi giusti. Ora come ora voglio solo sapere che succede. Sono ancora furioso e umiliato, ma voglio davvero capire “Potter adesso tu mi dici che cavolo succede. Voglio sperare ci sia un motivo plausibile se vuoi farmi credere che tu e piccola Weasley siete tornati insieme” Continuo mettendomi braccia conserte “Dammi un buon motivo e ti lascerò in pace come volevi”


“Come se t'importasse”


“M'importa e come. Non sopporto l'idea che quella mocciosa sia una scelta migliore del sottoscritto”


“Non sopporti? La cosa ti dà fastidio? Sai non si direbbe. Per niente”


“Non credere. Dietro a questa mia calma apparente, oltre a cinque pozioni di pazienza ben preparate e prese a negli ultimi giorni, c'è una gran rabbia. Rabbia di capire, rabbia per essersi umiliati così palesemente ed essere stati trattati peggio dello straccio con cui il mio elfo lucida gli stivali, rabbia per essere finito così in basso da avere una cotta per Harry Potter. Non pensare che solo perché non traspare, la frustrazione non ci sia”


“Vogliamo parlare di frustrazione? Davvero? Bene. Ti ricordo che ho passato gli ultimi mesi a dirti che mi piaci, a dirti che non m'importava quanto ci avresti messo, io sarei stato lì ad aspettarti. Ho continuato a ripeterti quanto io e te fossimo destinati, fin dal primo giorno, dal primo sguardo. E cos'ho ricevuto in risposta? Risate di scherno, tu che con fare accondiscendente mi dicevi sempre e solo sì, certo come no, ma soprattutto nessun rispetto come persona. Tradimenti con ogni ragazza che ad Hogwarts portasse come minimo una quarta di seno. Pensavi davvero fossi così stupido? Credevi davvero che fossi così ottuso da poter esser rigirato come volevi? Beh, mi spiace dirtelo, ma non sei così bravo come pensavi. Posso passare su tutto, ma non sacrificherò mai la mia dignità. Per niente e per nessuno”


“Okay, ho capito e hai ragione. Non avrei dovuto intrattenermi con chiunque mi ballonzolasse le bocce davanti alla faccia, ora l'ho capito. Possiamo andare avanti?”


“L'hai capito?”


“Sì. Ora puoi mollare Ginny Weasley e tornare dove appartieni?”


“Perché? Vuoi forse farmi credere che smetterai di interessarti a tutte le maggiorate della scuola così, di botto? Solo per riavermi?”


“Sì”


So che non sta con quello spauracchio, ma le parole mi escono da sole. Lui deve tornare da me. Deve stare solo con me. Sempre. Il silenzio segue la mia frase per qualche secondo, prima che con un sorriso amaro mi dica:


“È brutto pensare che tu abbia deciso di essere fedele solo dopo che ti ho messo ad un angolo senza via d'uscita, che tu abbia deciso di non cedere a tentazioni solo perché ho imposto la mia dignità sulla tua volontà. Sembra quasi tu lo stia facendo per auto imposizione o giusto per strapparmi da Ginny. Voglio essere la tua scelta, Malfoy, questo è vero, ma non perché potrei essere l'unica opzione possibile rispetto ad un letto senza nessuno dentro oltre te”


“Non è questo che intendevo”


Mi passo una mano tra i capelli piuttosto scocciato.
Vorrei sapere perché ogni volta che parliamo non riesco a farmi capire: dico a e si capisce b.
Mi mordo il labbro, mentre lo sguardo di Potter non si schioda da me. Mi guarda dritto negli occhi e per la prima volta la vedo.
Vedo tutta la stanchezza, tutto il disappunto che deve aver provato in questo periodo a causa mia.
Piomba tutto di colpo, quasi ad enfatizzare il male che ho fatto. Tutto emerge attraverso un'espressione di comprovata spossatezza che si fa scudo dietro ad una finta comprensione per il sottoscritto.
Tutte le volte che sono sgattaiolato furtivo per divertirmi per qualche ora nell'apertura calda di qualche tettona solo per il gusto di farlo, tutte le risate quando mi diceva che avrei finito con l'innamorarmi di lui, tutte le volte che l'ho fintamente assecondato in qualche romanticheria solo per garantirmi le nostre solite attività tra le lenzuola. Tutto è diventato inconsapevolmente una mia tacita conferma sul fatto che non mi sarei mai interessato a lui.
Ora però le cose sono cambiate. La mia visione di Potter è cambiata. I miei sentimenti per lui sono cambiati. Io sono cambiato. Prendo un respiro profondo.


“D'accordo, Potter” Abbasso lo sguardo e mi metto a fissare le sue scarpe “Credo di aver capito. Forse hai ragione tu. Meglio mettere la parola fine tra i nostri incontri, una volta per tutte”


Non alzo la testa, nemmeno per vedere che faccia può aver fatto di fronte a ciò che ho appena detto. Nonostante il tono freddo e razionale che ho usato, ho la testa in preda ad una gran confusione.


Quando i suoi piedi scompaiono dal mio campo visivo, aspetto ancora qualche minuto prima di girare sui tacchi e tornare al mio dormitorio.







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Sì, sono tornata abbastanza in fretta.
Vi avviso che il prossimo sarà l'epilogo di BBL! Contenti? XD
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato e/o letto BBL fino a qui e mi hanno dedicato qualche minuto per complimenti, appunti e critiche sia via commento che via mail: sono stati tutti utili a crescere :)
Bene, vi saluto tutti/e e vi dò appuntamento al prossimo e ultimo capitolo!
Con affetto
sal18.

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