BEGIN A VAMPIRE

di Deeper_and_Deeper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Che succede? ***
Capitolo 3: *** Caccia... lontana ***
Capitolo 4: *** She... ***
Capitolo 5: *** Gustav ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo
BEGIN  A VAMPIRE
Storia di una scoperta.


Prologo


-Guardami per l'ennesima volta e dimmi che non ci lasceremo mai!- lo pregai ancora.
Alzò il volto cereo e mi fissò con i suoi occhi marroni dannatamente belli e privi di qualsiasi emozione. Da quando aveva scoperto di essere un vampiro - e che vampiro, aggiungerei -, il suo atteggiamento nei confronti delle persone era cambiato. Ma come biasimarlo? Ogni volta che le guardava provava il forte desiderio di succhiar loro il sangue e sapeva che era una cosa immorale, seppur fosse nella sua nuova natura.
-Non posso prometterti nulla- negò accarezzandomi le guancie.
-Perchè?- domandai, oramai ero nelle sue mani, mi aveva completamente ipnotizzata.
-Ci sono cose che non puoi capire...- concluse, sparendo nella notte fredda e gelida.
Per la prima volta, in vita mia, desiderai di non essere monotonamente normale.














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Capitolo 2
*** Che succede? ***


1
BEGIN  A VAMPIRE
Storia di una scoperta.

~ Che succede?

Bill Kaulitz si svegliò con un mal di testa lancinante. Erano all'incirca le due e mezza del mattino quando aveva aperto gli occhi nella sua stanza d'albergo e si era portato una mano alla testa. Forse si era ubriacato, ma poteva dirlo con certezza, perchè la sua mente era incredibilmente vuota e priva di alcun ricordo.
Si trascinò fiaccamente verso il bagno, che si trovava a destra del letto sfatto, e una volta lì si guardò allo specchio e saltò: era bianco come un lenzuolo e la barba nera che gli era cresciuta sul viso non faceva che incrementare lo stupore che lui provava fissando la sua immagine. Sembrava un fantasma.
Fece alcuni movimenti per verificare la veridicità di quella situazione, sperava che fosse tutto un incubo. Quando aprì la bocca, però, ci mancò poco che urlasse a squarciagola: i canini erano molto più lunghi del solito. Era come se in quelle poche ore di sonno lui si fosse trasformato. In cosa? Provò a collegare con quel poco di lucidità che gli rimaneva gli elementi di cui disponeva: canini lunghi, pelle bianca... vampiro.
«Vampiro!?» si disse, sedendosi sulla vasca ad idromassaggio e afferrando la testa con le mani «Vogliamo scherzare!? Questo non è un film!».
Sentì una stretta allo stomaco e un brontolio: aveva fame, ma non del solito cibo. Bill Kaulitz voleva sangue. Si alzò, cercando di apparire sereno e rilassato, ma la stanchezza e la fame si erano accavallate e quando ciò accadeva, diventava incredibilmente incazzato. Senza sapere perchè, chiamò Tom.
«Che cosa ti è successo?» domandò quest'ultimo alquanto nervoso.
Bill lo fissò per poco tempo. Sentiva i loro cuori battere all'unisono e il sangue pulsare nelle loro vene. Il suo udito era incredibilmente migliorato. Avrebbe potuto tranquillamente agirarlo e mettere in atto la sua natura. Interruppe quei pensieri pressocchè assurdi e cercò di ritornare in sè.
«Non sto bene!» rispose deglutendo.
Era la verità, o almeno parte di essa. In realtà lui si sentiva benissimo, ma quella situazione lo rendeva strano e irrequieto. Aveva appena pensato di bere il sangue di suo fratello! Cercò di fare la faccià più malata che poteva per convincere un Tom furioso che non era in salute. Il ragazzo parve cadere nella trappola e gli gettò un'occhiata preoccupata.
«Cos'hai?» chiese poi.
«Mi fa male la testa.. » rispose Bill ritornando a letto e portandosi le coperte sin sopra il mento.
«Sei molto bianco..» osservò Tom avviinandosi al ragazzo e poggiandogli una mano sulla fronte «MA TU BRUCI!»
«Ho la febbre?» chiese speranzoso "il malato"; forse erano state le allucinazioni ed era stata tutta finzione.
Il ragazzo annuì preoccupato. Aveva una febbre da cavallo. Decise che era meglio chiamare il dottore per vedere che cosa dargli, non aveva idea di quale medicinale era meglio quando si era in una condizione simile.
La fame di Bill, però, aumentava col passare dei secondi e così anche la voglia incredibile di sangue. Egli si disse che era solamente colpa della febbre e che, quando sarebbe scesa, tutto sarebbe ritornato normale. Ma intanto doveva combattere con quel desiderio strano.
Il dottore non arrivò. Era bloccato in ospedale e disse a Tom di dargli un'aspirina e aspettare che la febbre scendesse. Il ragazzo ubbidì.
«Ho voglia di sangue...» le parole uscirono dalla bocca di Bill automaticamente, con una voce che non gli apparteneva.
«Che cosa hai detto!?» domandò stupito Tom arretrando istintivamente «Bill... la febbre fa strani giochi...»
«Oh, no mio caro... non è la febbre» continuò il ragazzo, accucciandosi e digrignando i denti lunghi.
Tom arretrò ancor di più. Che cosa era successo a suo fratello? Perchè si comportava come... come.. un predatore? Ma non c'era tempo per le domande. Ora l'unica cosa che doveva fare era correre. In quell'istante, Bill scattò e iniziò l'inseguimento.C'era qualcosa in quest'ultimo, però, che non lo faceva completamente concentrare sulla preda. Una parte di Bill era ancora umana e schifata da ciò che stava per fare a suo fratello e quando questi si chiuse in bagno, Bill ritornò normale.
«Tom! Esci!» lo pregò, dispiaciuto «Non avevo intenzione di... di...»
«...mangiarmi?» continuò il ragazzo, sempre stando chiuso in «Se era uno scherzo non era divertente!»
«Non era uno scherzo... è... non te lo so piegare cos'è!»
«Giurami che non cercherai di ammazzarmi se esco di quì!» urlò Tom.
«Giuro... cercherò di non ucciderti!» promise il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli arruffati.
«Cercherai??»  chiese Tom uscendo.
«Ok... sono pur sempre umano e contro il cannibalismo... per cui... non ti ammazzerò!»
«Grazie per aver menzionato il fatto che l'amore fraterno che proviamo l'uno per l'altro ti impedisce di fare quello che vorresti fare!»
«Non era sottinteso!?»
«In questa situazione?? Non credo proprio caro il mio vampiro-che-mi-stava-quasi-per-uccidere!»
«Voglio dirti, comunque, che se non fosse stato per il fatto che tu sei mio fratello non staresti quì a lamentarti! Ingrato!»
Erano ritornati quelli di sempre, ma nonostante ciò sia Bill che Tom sapevano che qualcosa era cambiato. Che Bill fosse stato veramente un vampiro? Nessunosapeva come rispondere.
«Ah! Scusa... eh! Hai cercato di uccidermi e sono anche un ingrato!? Ma vaffanculo!»
«Non farmi incazzare!»
«Mi scusi mister io-sono-un-vampiro-e-se-mi-incazzo-sono-guai!»
Bill balzò in aria e atterrò su suo fratello con furia. Si era arrabbiato. Tom, però, non fu da meno. Con enrambe le mani spinse il ragazzo contro il letto e iniziò a ringhiare, mostrando i canini lunghi.  Era uno scontro tra titani.
Gli occhi di Bill mutarono forma. La pupilla divenne verticale e l'iride si colorò di viola. Lo stesso accadde a Tom.
essuno dei due si rendeva conto di quello che stava accadendo, o almeno fino a quando i due non si ritrovarono entrambi a terra ansanti per riprendere fiato.
«Beh... Tom... guardala.. come.. una... consolazione! Se... cercherò... di... ucciderti, almeno, potrai.. rispondere.. per.. le rime!» osservò Bill, respirando affannosamente.
«Ribadisco... quello... che... ho... detto... prima... VAFFANCULO!»
Risero. Ma ancora mille e mille erano le domande gli frullavano per la mente e non sapevano dargli nessuna risposta.
«Che cosa facciamo?» domandò Bill, guardandosi le mani bianche.
«Bè... io direi di capire che cosa siamo»
«È naturale!» urlò Bill, neanche fosse ovvio «Siamo vampiri... anche se non siamo stati morsi!»
«Ritorni sul pianeta terra, perfavore!?» escalmò Tom alzando gli occhi al cielo «Sii razionale!»
«Razionale, Tom? Ho appena provato a mangiarti!»
«Certo... però ci sarà una spiegazione reale per tutta questa storia, no?»
«No! Io continuo a dire che siamo vampiri... tu fa come vuoi! Anzi io ho fame!»
«Non sono cibo!»
«No... dico sul serio... ho voglia di un panino!»
«Non a base di Tom Kaulitz!»
«Non avevo intenzione di... ok... forse un po' c'è l'avevo...»
«Anche io un po' ne ho...»
«Di mangiarti!»
«No... non me... te!»
«QUESTO È STRANO!»
«Ma siamo mai stati normali?»
«Ci credi che è una vita che me lo domando!?»


Hello popolo!
Eccomi con l'ennesima fanfiction!
È la prima sui vampiri, però... quindi nulla di che!
Solo che mi stacco completamente dall'idea che ha dato Stephenie Meyer
(santa Meyer)
ai vampiri...
scoprirete presto come sono i miei "succhiasangue"
ora ringraziamenti

Lion of Darkness: per aver messo la storia tra le seguite ed aver recensito! Don't worry, baby... la finirò 'sta storia!

alessia_bill98: hey! l'hai messa tra le preferite! o.o Grazie mille...

In fine ringrazio tutti coloro che hanno letto ma non recensito (non fa mai male scrivere un pochino! Accetto le critiche! Anzi... le preferisco ai complimenti perchè con le critiche posso migliorarrmi)... danke! Alla prossima












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Capitolo 3
*** Caccia... lontana ***


2
BEGIN  A VAMPIRE
Storia di una scoperta.

~ Caccia... lontana



Bill Kaulitz  appena si svegliò si rese conto di essere di pochi centimetri più alto. Era andato in bagno per farsi una doccia e aveva scoperto di riuscire a toccare, alzando la testa, lo stipite della pora, cosa che prima non era in grado di fare. Inoltre la voglia di sangue non era passata e aveva deciso di porvi rimedio.
Ma come? era la domanda che gli frullava per la testa. Se avesse ordinato una bistecca cruda tutti si sarebbero isospettiti non solo perchè lui era vegetariano, ma nemmeno un cannibale avrebbe mangiato della carne cruda! Allora una era la cosa da fare: farsi venire il capriccio di andare nei boschi e lì uccidere qualche animale. Si sarebbe portato solamente Tom e così entrambi avrebbero placato la sete. Animali, certo. Di uccidere esseri umani, infatti, Bill non aveva la minima voglia. Era un vampiro, sì, ma mica un assassino!
Dopo essersi lavato e vestito si era reso conto che qualcuno bussava intensamente alla porta. Corse ad aprire e si trovò d'avanti un Georg alquanto arrabbiato.
L'ondata che colpì il naso di Bill fu una delizia e un dolore allo stesso tempo. Georg, o almeno il suo sangue, esercitava un'incredibile attrazione per lui; ma decise di non darlo a vedere. Iniziò a concentrarsi sul suo comportamento. Sbatteva il piede destro impaziente e lo fissava con rabbia come se stesse aspettando che accadesse qualcosa.
«Embè?» chiese Bill dopo un po'.
«Embè!? Cazzo oggi si torna a casa! Ti vuoi muovere? Prendi le tante valigie che ti sei portato dietro!»
«Georg... calma! La tua ragazza ti manca, vero?»
«Questo che c'entra scusa??»
«Mi hai appena sbraitato contro per un qualcosa di inutile!» affermò Bill, con un sorriso ironico «E comunque io e Tom non toniamo a casa..»
«Davvero?» chiesero all'unisono Tom, Georg e Gustav.
«Tom! Abbiamo deciso che andavamo in que bosco!» disse Bill digrignando i denti mentre Georg e Gustav erano voltati verso il ragazzo che, stupito, si chiedeva cosa stesse succedendo.
«Ah!» esclamò poi, come se fosse stato colpito da un fulmine «È vero!»
Passarono millecinquecento nanosecondi. Il battito del cuore di Tom s'intensificò improvvisamente e così anche il respiro. Stava per cedere all'odore del sangue dei loro due amici. Fu un attimo. Bill li sorpassò e si mise accanto al fratello, cercando di apparire più normale possibile.
«Georg! Perdiamo l'aereo!» gli ricordò Gustav, scuotendo il braccio per fissare il quadrante del proprio Swatch,
«Allora ci vediamo tra due settimane... » disse Georg fissandoli sospettoso, poi aggiunse «Sapete che siete diversi?»
«In che senso scusa..?» domandò Tom, allarmato.
«Siete troppo bianchi... mai pensato di farvi una lamapada?»
«Hai mai pensato di farti controllare la vista?» disse Tom acido.
«Mah... io l'ho detto che... oh cavolo! È tardi! Ci vediamo ragazzi..» disse Georg sparendo assieme a Gustav giù per il corridoio.
Bill e Tom, rimasti soli, si guardarono per un attimo negli occhi. Stavano aspettando che Gustav e Georg fossero usciti dall'hotel per poter ricominciare a parlare in libertà.
«Tom! Controllati perfavore!» lo ammonì Bill, una volta entrato in camera per fare le valigie.
Il ragazzo lo guardò con circospezione, quasi si stesse chiedendo di cosa stesse parlando il fratello, poi, improvvisamente tornato in sè digrignò i denti e disse: 
«È nella mia natura!».
«Ma se fino a poche ore fa affermavi di non credere alla cazzata dei vampiri!» esclamò Bill, fissandolo sorpreso «Ti senti quando parli??»
«Ho accettato presto che cosa sono diventato...» disse a mò di scusa Tom, la cui voce era diventata incredibilmente cattiva.
«DEVI IMPARARE A CONTROLLARTI!».
Bill mollò il paio di pantaloni che teneva in mano e si accucciò in posizione d'attacco. Il ringhio gutturale che seguì fu così terrificante che Tom deglutì per un istante, poi, con un balzo, si mise sul grande armadio in cima alla stanza e con le pupille verticali fissava il fratello aspettandosi un qualsiasi tipo d'attacco il quale non mancò a venire. Bill fece un salto identico e preciso a quello compiuto da Tom pochi secondi prima e, senza volerlo, rovinò addosso ad un Tom ansante che cadde di petto sul letto, causando un gran frastuono.Il ragazzo, ancora sulla cima dell'armadio, ritornò in sè e con un altro salto elegante, planò leggiadramente sul pavimento e corse accanto al fratello che, svenuto, non dava segno di riprendersi. All'improvviso una risata angelica invase la stanza. Proveniva da Tom che, alzandosi e scrollandosi la polvere di dosso, era scoppiato a ridere.
«Fiiiico!» aggiuse infine.
«Già... è stato davvero fico! Ti sei fatto male?» gli domandò Bill, preoccupato.
«Macchè! Non mi sono fatto neanche il solletico!»
«Neanche io!» ammise Bill «Comunque... io... credo... che dovremmo soddisfare la nostra voglia di sangue!»
«Ma come? Io non ho intenzione di uccidere qualche essere umano!»
«Ovviamente non avevo pensato di commettere omicidi! Pensavo di... andare in un bosco... o qualcosa di simile e... ».
Tom sapeva dove suo fratello voleva andare a parare. Stava cercando di dirgli che sarebbero andati in un bosco e avrebbero ucciso degli animali innocenti. Non poteva, non voleva! Ma la voglia di sangue era troppo forte e si sentiva mancare le forze. Avrebbero duvuto buttare all'aria tutti i buoni proposti che avevano fatto durante quell'anno in cui avevano mangiato solo verdure. Erano ridiventti carnivori.
«Tom...» disse Bill capendo a cosa suo fratello stesse pensando «...Non ti senti anche tu... stanco? Non senti crescere la voglia di sangue? Dobbiamo soddisfare questo desiderio prima che qualche innocente ci vada sotto senza motivo».
«Che ne dici di... quel bosco in... Africa?» mugnò il ragazzo, passandosi una mano sulla faccia e sospirando «Quello vicino a dove abbiamo allogiato durante il video di Automatic...»
«Già! Ma dovremmo prenotare un volo per l'Africa...»
«Chiamo l'aereoporto... gentilmente... potresti alzare l'armadio?».
L'armadio dove erano atterrati prima era riversato, assieme ai vestiti che vi erano all'interno, sul letto. Per Bill alzarlo, però, non fu uno sforzo. Fu come alzare un quaderno o una penna e in meno di un minuto tutti i suoi vestiti erano nella valigia. Quella storia dell'essere vampiri stava prendendo una piega interessante.
«I voli sono pre... veloce!» osservò Tom a bocca aperta.
«Modestamente! Sono anche forte!»
«Mai quanto me!».
Il ragazzo corse velocemente accanto al letto e lo alzo con un dito. Era soddisfatto della sua prestazione.
«E-S-B-I-Z-I-O-N-I-S-T-A! Piuttosto le valigie le hai fatte?»
«Ieri sera... prima di scoprire di essere un vampicoso!»
Un altro importante quesito attraversò le loro menti: che cosa sarebbe successo se sarebbero usciti al sole? Sarebbero stati vaporizzati o avrebbero brillato come un bicchiere appena uscito dalla lavastoviglie? Tanto valeva provare, no?
«Apri la finestra, perfavore?» doamdnò Tom a un Bill immerso nei propri pensieri.
Il sole entrò nella stanza dell'hotel ed illuminò le pareti e i ragazzi. Non aveva alcun effetto su di loro e questo li rese ancor più contentio. Non avrebbero dovuto rinchiudersi in casa per la loro stranezza.
Un'ora dopo essi erano sull'aereo diretto in Africa. Non sapevano bene cosa sarebbe accaduto una volta lì ma erano a conoscenza del fatto che avevano solamente sei ore di tempo e molti animali a disposizione.
Atterrati in Africa, vennero scortati sino al bosco da una guida del posto e lì lasciati con una geep. Con quella avrebbero potuto tornare in aereoporto.
«Diamo il via alla caccia» disse Bill, famelico.
Chiuse gli occhi e cercò di individuare qualche animale. C'erano molti odori invitanti riconducibili a vari animali: Giraffe, Zebre, Pantere... ma il più invitante era quello di un branco di leoni vicino ad un fiume. A giudicare dall'odore dolciastro che emanavano avevano appena mangiato e ciò renderva la cosa più interssante.
Tom e Bill aprirono gli occhi in sincronia. Entrambi avevano notato le stessse prede, ma ce ne erano abbastanza per evitare un litigio.
Si guardarono per un attimo e poi partirono in quarta per raggiungere quei leoni. Non avevano più il controllo di loro stessi. Nonostante cercassero di rimanere più umani possibili la loro voglia di sangue primeggiava fra le altre e li rendeva ciechi alle senzazioni che avrebbero provato assistendo ad una cosa simile.I vegetariani buonisti rano spariti facendo spazio ai predatori senza scrupoli. Raggiunsero i leoni in silezio. Tom aggirò quello che doveva essere il capo branco e lo morse senza tante esitazioni. Il suo corpo venne rinvigorito da quel flusso saprito che era il sangue dei leoni. Era così facile ucciderli! Sembravano dei piccoli conigli indifesi a confronto della lòoro forza. Uccisero l'intero branco e  quando non vi era più traccia di leoni in giro si sedettero sul terreno per riposarsi. Una caccia del genere stancava. Lo stomaco di Tom brontolò.  
«Hai fame??» domandò Bill stupirto.
Aveva la bocca sporca di sangue e se Tom non l'avessevisto uccidere cinque leoni di fila, avrebbe giurato che quella era marmellata; questo pensiero, però, non gli aggevolò la fame.
«Perchè me lo chiedi con quel tono sorpreso!?»
«Non si è mai visto un vampiro che avesse fame!»
«Bill! Al di fuori dei film non s'è mai visto un vampiro e basta! Quindi non so se sei esattamente un esperto del genere»
«Alla fin fine, quindi... noi saremmo normali eccezion fatta per la voglia di sangue, la forza, la velocità e la voce spesso cattiva?»
«Sì... mi sa di sì!»


Gente!!! Eccomi quì! Bella la caccia, no?
Non so che cosa ne pensate ma questo capitolo mi piace!
Ovviamente non pretendo che voi recensiate, ma comunque devo fare qualche ringraziamento:

Per le recensioni:
Lion of darkness
Black_Engel_89

Per chi segue:
svampy1996
Lion of darkness

Per chi ha aggiunto la storia tra le preferite:
alessia_bill98 



Cordialmente
Deeper_and_Deeper



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Capitolo 4
*** She... ***


3
BEGIN  A VAMPIRE
Storia di una scoperta.

~ She..


Fu in quel momento, in mezzo al nulla, che la videro. Camminava leggiadra con passo silenzioso e ad intervalli regolari ondeggiava i capelli colo mogano e sorrideva. La fissarono rapiti. Non era arrivato loro alcu odore umano, se non chè una fragranza dolce e piacevole, arancia. Sì, quella ragazza elegante profumava d'arancia. Tutt'ad un tratto ricambiò i loro sguardi sorpresi e notarono che aveva la bocca sporca di sangue e le pupille verticali. Era una vampira. I ragazzi sorrisero, erano ammaliati da tanta bellezza e non poterono fare a meno di notare come muoveva il corpo. All'occhio umano non sarebbe stata vista una cosa del genere, ma loro la notarono: muoveva poco il torace per respirare e tutto il corpo snello era attraversato da un fremito leggero. Un attimo dopo, non c'era più.
-Oh...mio...Dio!- riuscì a dire Tom, dopo qualche minuto.
Inutile dire che quella ragazza aveva lasciato la propria figura impressa nelle loro giovani menti, quasi paralizzandoli. -Chi era?- domantò Bill, a bocca aperta.
-Voglio il suo numero di telefono!- urlò Tom alzandosi.
Il sole stava calando. La sua sagoma rossastra stava iniziando a colorare tutto di rosso. Bill e Tom si alzarono e iniziarono a correre, nella direzione della jeep. Il loro aereo sarebbe dovuto partire tra due ore.
Guidarono, così, molto lentamente e arrivarono all'aereoporto giusto in tempo per tornare a casa.
-Oddio! Tom.. guarda quella ragazza!-
-Qual... ma è lei!!- ulò Tom.
La ragazza era seduta difronte a loro e tra le mani aveva un libro scritto in una lingua che non era la loro. "Sherlock Holmes" fu l'unica cosa comprensibile di quel titolo lungo e questo non fece che aumentare la curiosità di Bill e Tom.
Improvvisamente lei alzò gli occhi e voltò il capo nella loro direzione. Era divertita e infastidita al contempo.
La prima cosa che Bill osservò furono le sue mani, lunghe e snelle. Le unghie erano dipinte di un blu elettrico e sul pollice vi era una mezzaluna argentata. Sorrise, erano molto belle.
-Mh.. non sapete che è da maleducati fissare la gente?- domandò, con una voce magnifica.
-Co-cosa?- boccheggiò Tom, sorridendo.
-È un po' ritardato, per caso?- continuò lei, spostando lo sguardo verso Bill che scosse la testa.
-Non ne ho idea... comunque... io sono...-
-Bill Kaulitz, lui è Tom... vi conosco... ma non potrete dire lo stesso di me, no?-
-Già... io... come ti chiami?- domandò Tom, riemergendo dal silenzio in cui era piombato dopo che gli aveva dato dell'idiota.
-Mi chiamo Irene, Irene Adleer- rispose lei scuotendo i capelli castani.
Irene non aveva dato alcun segno di averli riconosciuti. Forse non lo dava a vedere per proteggere il loro segreto, ma era da evitare l'ipotesi che non fosse lei nella foresta, perchè, eccezion fatta per gli occhi, era uguale alla ragazza dalla bocca sporca di sangue.
Per un'attimo i tre si squadrarono a vicenda e poi Irene ritornò al suo libro e i ragazzi ai loro pensieri.
Bill, che le era più vicino, le gettava occhiate ad intervalli regolari e lei non sembrava accorgersene, ma lui sapeva che se ne rendeva conto.
-Irene, è un bel nome- disse Bill traendo un grande respiro.
Il suo corpo venne inebriato da quel profumo che avevano sentito anche in Africa, all'incirca sei ore prima.
-Già... mi piace molto. Sono grata a mia madre per avermelo dato!- disse, mantenendo un tono formale e non staccando gli occhi dal libro.
-Abiti ad Amburgo?- quella fu la domanda più stupida che Bill avesse fatto in tutta la sua vita e si dette del cretino mentre lei rispondeva.
-Sì... da poco, però... ho abitato in Inghilterra sino all'anno scorso-
-Hai un bell'accento tedesco, per essere inglese-
-Grazie per il complimento- disse lei, sorridendo di nuovo -Anzi, Thank You-.
Il cuore del ragazzo aumentò i battiti. Aveva pronunciato quel "Thank You" con una voce così sensuale che la sua mente non potè non pensare cose poco eleganti sul conto di quella ragazza. Deglutì e la guardò. Lo stava fissando.
"I signori passeggeri sono pregati di non slacciare le cinture, atterreremo tra poco nella città di Amburgo" la voce metallica interruppe la convesazione e Irene ritornò al proprio libro.
*Maledetta voce metallica, pensò Bill arrabbiato, non potevi annunciarlo dopo!?*.
Cercò di calmarsi, sapeva che cosa l'avrebbe portato un'arrabbiatura. Sorrise, poi, al pensiero della loro breve conversazione. Quando sarebbero scesi le avrebbe chiesto il numero di telefono.
"Siamo atterrati nella città di Amburgo" disse di nuovo la voce metallica.
-Irene- disse Bill fermandola -Mi daresti il tuo numero di cellulare?-
Per un'attimo Irene si sorprese, non s'aspettava di certo una domanda simile! Poi però, dopo aver ripreso il controllo di sè, frugò nella borsa che aveva accanto e porse al ragazzo, che aspettava trepidamente, un biglietto da visita con su scritto:

Irene Adleer,
Scrittrice.
Rothenbaumchausse 10, 20148  Hamburg (De)
         +49 (89) 34370-14

Un attimo dopo era sparita e così come aveva fatto in Africa ore prima, di lei nella mente del ragazzo non rimaneva che un ricordo sbiadito e la sensazione di amaro nella bocca.


Ringraziamenti:

Lion of Darkness: Non credevo... sai? Pensavo che non volessi -tu e le altre persone- che mi staccassi dall'idea classica dei vampirì! Vedi... l'unico un po' cambiato e Tom... quando mai ha boccheggiato!?


Black_Angel_89: Come avrai visto... ho recensito la tua storia! Thank you so much! Ma non credo che sia addirittuta fantastico! Non è niente di che questa storia!!! Anche se la amo ogni giorno di più perchè neanche io so che cosa succederà nei capitoli successivi!


A voi che leggete e non commentate... Thanks!


Tenete d'occhio Irene e capirete che c'entra col prologo.
Deeper_and_Deeper



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Capitolo 5
*** Gustav ***


4
BEGIN  A VAMPIRE
Storia di una scoperta.

~ Gustav...


Era notte quando Bill prese il telefono e digitò il numero di Irene. Per circa due giorni non ebbe il coraggio di chiamarla. Aveva paura che lei non si ricordasse dell'incontro in aereo, paura del fatto di non esserle simpatico, paura di tutto ciò che sarebbe potuto accadere in una conversazione telefonica.
Poi, quella notte, il coraggio si accumulò nel suo corpo e le telefonò. La ragazza rispose quasi subito.
-Pronto?- chiese con voce assonnata.
-Ciao... Irene, sono Bill- rispose lui, grattandosi il capo con la mano sinistra.
-Oh! Ciao! Ma... è notte fonda!- nonostante la ragazza fosse assonnata riusciva comunque a mantenere un tono formale e distaccato.
Dall'altra parte del telefono si udì un frastuono cui seguì il rumore di vetri rotti. Il respiro di Irene accellerò e così anche il suo battito.
-Irene... che cosa è successo?- domandò Bill, allarmato.
-Bill.. ti... richiamo... è successo... un imprevisto- balbettò Irene.
-Irene... IRENE!- cercò di interromperla il ragazzo, ma era troppo tardi.

La ragazza si voltò, sapeva quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Un ragazzo basso e muscoloso piombò nell'appartamento, i vestiti che grondavano d'acqua. Egli aveva i capelli biondi e la pelle bianca. Egli era un vampiro. Sorrise ad Irene, che deglutì sommessamente e si mise in posizione d'attacco. La ragazza buona e gentile era sparita, sostituita dalla predatrice famelica e senza scrupoli.
-Adleer- mormorò sensualmente il giovane -Calma-
-Oh... no...- disse con una voce roca e cattiva lei -Non mi calmo...-
-Sono venuto in pace- egli sottolineò quella parola conferendole un'incredibile quantità di garbo e gentilezza che la rendevano futile e priva di senso.
-Tu, in pace?- chiese Irene senza abbandonare la posizione d'attacco -Ma fammi il piacere!-
-Come ai vecchi tempi...-
-Gustav! Fammi il piacere!- urlò Irene, la cui freddezza tentennò per un attimo.
-Ti giuro! Non sono più il vampiro spietato di una volta!- disse, mettendosi in ginocchio -Ritorniamo amici come prima!-
-Tutte le volte che hai cercato di uccidermi, Gustav! Tutte le volte che tu ammazzavi qualcuno e poi io dovevo sistemare la faccenda! Sei l'essere più infame che io conosca e non so come quei poveri tre possano sopportarti!-
-Te l'ho detto! Sono più calmo di come lo ero nella mia vita precedente! La batteria... mi ha cambiato!-
-Io credo che per mettere alla prova la tua sincerità dovremmo fare un giuramento di fuoco- disse Irene guardandolo con circospezione, in attesa di una risposta.
Il giuramento di fuoco era la cosa più terribile del mondo. Lo si faceva tra due o più vampiri di uno stesso clan per impedire eventuali tradimenti. Ci si metteva in cerchio e si metteva la mano destra sul fuoco. Il capo del clan -che non partecipava al giuramento- leggeva le regole del gruppo di vampiri e ad ogni regola una fiamma si alzava e imprimeva nella mano destra degli sventurati le lettere del nome del Clan. Chi le infrangeva pativa le pene dell'inferno.
-Certo- disse Gustav, alzando la manica destra e muovendo il polso -Facciamolo-.
-Ok.. ti credo, nella vita precedente non avresti mai osato accettare- disse Irene, correndogli incontro e abbracciandolo.
Rimasero in quella posizione per molto tempo e quando finalmente si staccarono, era spuntata l'alba.
Entrambi avevano sonno e così si addormentarono nel letto di Irene, abbracciati.
Non si vedevano da una vita. L'ultima volta che si erano incontrati era stata all'epoca di Giulio Cesare, in altre sembianze. Entrambi erano anime antiche, ovvero che erano nate al momento della creazione del mondo e col passare dei secoli avevano cambiato solamente il corpo. In precedenza però, Gustav non era calmo come appariva ora. Era molto più cattivo e spietato di quanto Bill, Tom e Georg potessero mai immaginarsi, ma ovviamente lui aveva tenuto bene questo segreto per sè stesso se non voleva rischiare di finire in Manicomio.
Quando si svegliarono, si fissarono negli occhi e si sorrisero. Per un periodo, forse quando c'era Carlo Magno, erano stati persino sposati. Ma ora i loro cuori avevano preso strade differenti.
-Hai cacciato?- le chiese.
-In Africa... tu?- Irene non gli disse che anche Bill e Tom erano vampiri.
-Mh... in Asia...-
-Davvero?-
-Sì... ci siamo stati!-
-Oh! Sì... è vero-
-Io devo andare-
-Chiamiamo la pizzeria? Io ho fame!-
-Sì ma niente verdure! Sono stato per più di un mese a mangiare pesce e verdure! Per uno come me è stressante! Quei due vegetariani del cavolo hanno fatto di tutto per farmi piacere quelle sbobbe-
-Pizza wurstel, patatine e pomodoro?-
-Facci mettere anche la mozzarella e sono tuo, baby-


Oh! Oh! Gente! Sembra che anche il nostro Gustav sia un vampiro e anche la nostra Irene lo è! Jeah!
Deeper_and_Deeper


Nika695: Eccoti accontentata! Sono contenta che ti piaccia la mia storia! Spero che questo capitlo di poco conto che è scritto male frenerà la tua curiosità per un po'

Black_Engel_89: Suvvia! Quanti complimenti! Mi lusinghi troppo xD... dico solo... poi vedrai sul conto di Irene!


Baci a tutti coloro che leggono e non scrivono neanche una riga!
Guardate che rencensire le storie migliorerà il vostro "ttaliano"! LMFAO!+







 




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