Il Mio Primo Amore... di Clala (/viewuser.php?uid=95853)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Mio Primo Amore... ***
Capitolo 2: *** Quando ero piccola... ***
Capitolo 1 *** Il Mio Primo Amore... ***
Il Mio Primo Amore...
Il Mio Primo Amore...
Forse vi sorprenderete ma la parte
più eccitante della mia vita era stato l' asilo. Me lo ricordo
ancora molto bene quel periodo della mia vita. Avevo cinque anni circa
quando Lui arrivò lì. I miei zii gestivano l' asilo, e
facevano anche da insegnanti. Ero l' unica femmina di tutto quel
piccolo asilo conosciuto col nome di "Alambra", ed ero timida e schiva,
in certi sensi apparivo fredda davanti agli altri, e forse, per via
della mia testa dra le nuvole, anche un pò svampita. E il fatto
che tutto questo era solo per via della mia timidezza mi faceva sentire
imbarazza e misera in un modo inimaginabile. In più a me tutte
quelle finte automobiline di plastica non piacevano. La mia unica
compagna era quall' altalena accanto a quella più bassa. Passavo
ore intere su quell' altalena. L' amavo. C' erano le volte che mi
dondolavo piano pensando a chissà cosa, e c' erano le volte che
arrivavo a toccare con i piedi le foglie dall' albero davanti all'
altalena, presa dell' euforia e dall' adrenalina ridacchiando come una
pazza e mettendo gridolini di felicità. I capelli che arrivavano
fino alle spalle, compresa la frangetta sulla destra,
venivano mossi dal vento, gli occhi spalancati e il sorriso ampio
e un pò sdentato. Un' immaggine adorabile si potrebbe dire.
Quella mattina appena ero scesa in cortile, dopo essermi liberata dalla
mamma, come tutte le altre mattine del resto, mi diressi verso la mia
amata altalena.
A volte mi domando se,
Vivrei lo stesso senza te,
Se
ti saprei dimenticare.
Ma passa un attimo e tu sei,
Sei tutto quello che
vorrei
Incancellabile oramai!
Appena ebbi svoltato l' angolo che mi separava dall' altalena lo
vidi. Lui. Era seduto sulla mia altalena. Mi avvicinai seccata. Avrei
dovuto aspettare il mio turno. Uffa. Lo guardai un' attimo. Era
sicuramente nuovo. Era molto carino, sicuramente il più bello
dell' asilo. << Ciao!. Io mi chiamo Ernesto >> si
presentò il bambino sorridendo. << Ciao. Io sono Claudia
>> dissi con meno entusiasmo per via del mio imbarazzo. Poi ci
conoscendo come si conoscono due bambini. Come ti chiami?, quanti anni
hai?, quando sei nato?, ti piace qui?, che segno sei?. E, infine, la
fatidica domanda: Vuoi essere mio amico?. Mi chiesi ancora con quale
coraggio glielo chiesi, e con quale coraggio lui mi rispose: <<
Certo!. Mi piacerebbe tanto! >> esultò il bimbo
sorridendo. Passarano i giorni. Con lui era strano, con lui era tutto
diverso, tutto era meno imbarazzante... Ogni volta che lo guardavo mi
chiedevo perchè con lui ci fosse tutta questa complicità,
tutto questo divertimento, tutta questa amicizia.. eh si, forse
anche un pò d' Amore. Amore
puro, casto, semplice amore fra due bambini. Anche se, io ero timida,
Lui no. Aveva tanti altri amici... Ma, ero sicura, o, almeno speravo,
che nessuno gli fosse amico come gli ero amica io. E me lo spiegavo con
gelosia, ma gelosia di amicizia... non, d' Amore.
Sembrava un'altra storia che,
Il tempo porta via con se,
Tu non
lasciarmi mai!
Tu non lasciarmi!
Cavolo non mi passava nemmeno nell' anticamera della testa che l'
amassi!!!. Io lo chiamavo affetuosamente: "Ernesto spara lesto". Lui
quando era con me, qualche volta, mi prendeva il viso fra le mani e mi
diceva: << Sai Claudia, sei molto bella... >> sussurava.
Anche quando c'era mia madre davanti, o mia zia, o mio zio. Ero un
pò imbarazzata, ma anche molto lusingata. Io non dicevo niente,
a parte qualche volta un: << Grazie... >> smorzato, appena
detto, qualche volta balbettato. Poi qualche giorno dopo, Lui mi disse:
<< Claudia, domani passiamo tutta la giornata insieme a giocare,
ti va? >> chiese sorridendomi dolce. Io annui debolmente felice,
molto felice. Quel comportamento non riuscivo a spiegarmelo.
Perchè mi venivano le gambe molli, balbettavo, restavo
imbambolata a fissarlo o ero gelosa nei suoi confronti?. Accidenti, che
quello che provavo per Lui andasse oltre una semplice amicizia...?. E
così me ne resi conto. Mi resi conto che mi piaceva, ma essendo
all' oscuro che quello che provavo per Lui era molto di più di
un "mi piaci". Tornai a casa felice cme non mai, quasi ballando. Poi,
il giorno dopo, Lui non mi aveva degnato di un solo sguardo. Pensai che
se ne fosse dimenticato. Io l' avrei perdonato per una sciochezza del
genere. Passarono le ore, e alcuni bambini erano già andati a casa.
E più mi manchi, più tu stai
Al centro dei pensieri miei
Tu non
lasciarmi mai
Perché oramai sarai
Incancellabile...
Ma, poi, mentre giocava con i suoi amici su un' automobilina di
plastica che io odiavo tanto, mi feci coraggio, mi avvicinai, e gli
chiesi: << Ernesto, avevi detto che avremmo passato tutta la
giornata insieme a giocare. Te ne sei dimenticato? >> chiesi con
voce flebile. Lui mi guardò con aria strafottente e poi mi disse
freddo: << Ah già. Ti stavo prendendo in giro >>
disse per poi andarsene. Freddo, tagliente, malefico. E, in quel
momento, giuro di aver sentito il mio cuore andare in frantumi in mille
pezzetini. Non versai una lacrima. Non per Lui, pensai. Non per Lui,
ripetei sorridendo amareggiata. Mi dondolai sull' altalena
finchè non venne a prendermi la mamma. Non andai per le stanze
sorridendo come facevo di solito appena tornata a casa. Chissà
se i miei genitori se ne accorsero. Andai direttamente in salone e
accesi la televisione. Facendo finta di nulla. Fecendo finta che quei
frantumi di cuore non rimbalzalzero facendomi un male cane. Un male che
da emotivo diventava... Fisico. Facendo finta che lui non esistesse.
Con la tua voce, l'allegria
Che dentro me non va più via
Come un
tatuaggio sulla pelle.
Ti vedo dentro gli occhi suoi,
Ti cerco quando
non ci sei
Sulle mie labbra sento la voglia
Che ho di te
Passarono i mesi, da quel giorno non ci parlammo più.
Arrivò il momento di fare la recita, verso fine anno. Avevo
compiuto sei anni ormai. Io, come unica femmina dell' asilo, facevo
Biancaneve, mentre mia cugina faceva la strega cattiva, e Lui faceva il
principe azzurro. Lui che per me lo è stato davvero il principe
azzurro. Arrivò il momento del bacio... sulla guancia, si
intende!!!. Io tenevo gli occhi chiusi. Poi senti delle labbra. Ma non
sulla mia guancia come si era detto, no, sulle mie... Labbra.
Era il mio primo bacio. Ed era dolce, buono. Sapeva di rose, no!, di
margherite, gigli, primule... Insomma, di fiori. Sapeva di
castità, di purezza, di semplicità, di gentilezza, di
dolcezza e di Amore. Sapeva di Primavera... Non spalancai gli occhi,
volevo fare bene la recita, perciò dovevo aspettare che si
stacasse. E poi spalancare gli occhi mi avrebbe rovinato il bel momento
che stavo vivendo, anzi no... Sognando.
Così profondamente mio
Non ho mai avuto niente io
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi
E più ti guardo e più lo sai
Di te io m'innamorerei
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi,
Non farlo mai perché
Come
si era permesso?. Ok, la cosa non mi dispiace propio, però
davanti a tutti i genitori!. E dopo un momento, che mi
smbrò un' eternità si stacco dalle mie labbra, e un senso
di vuoto si fece strada dendtro di me. Mi mancavano quelle labbra... mi
mancava Lui e basta. Perchè mi aveva presa in giro?,
perchè era Lui il principe azzurro?, perchè mi aveva
baciato?. Il mio primo
bacio... l' ho dato a Lui. Sarei dovuta esplodere, avrei dovuto
urlargli contro che ero stanca di lui, dei suoi giochi, dei suoi
imbrogli. E invece continuai la recita, sgevagliandomi, salendo con lui
sulsuo "cavallo" fatto con un bastone ed una testa di un cavallo di
plastica bianco. Quale era il vero Lui?, quale era il suo vero sorriso.
Mi ricordo quello dolce e pieno di allegria, o quello freddo e
strafottente che avevo visto quando mi avevva congedato dicendo: << Ah già. Ti stavo prendendo in giro >>.
Im parole povere: Ah, già.: Non me lo ricordavo perchè
non era importante per me. Ti stavo prendendo in giro: Non mi importa
niente di te, po tresti pure fatti impiccare non m' importerebbe, ti
stavo prendendo in giro per tutto questo tempo. Eppure, allora,
perchè mi aveva baciato?. Era un bambino non uno stupido.
Avevamo fatto le prove, doveva baciarmi sulla guancia!!!.
Se guardo il cielo
Io sento che sarai
Incancellabile oramai oh no!
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi
Incancellabile tu sei
Nei miei respiri e i giorni miei
Tu non lasciarmi mai
E si
fa grande dentro me
Questo bisogno che ho di te
Tu non lasciarmi mai
Tu non lasciarmi
Il tempo passò, e arrivò la fine dell' asilo e l' inizio
delle vacanze, che avrebbero portato all' inizio dell' elementari. L'
ultimo giorno passò tranquillamente, e come al solito io ero
sola sulla mia altalena. Poi venni chiamata: << Claudia,
c'è la mamma! >> urlò la zia. Io scesi dall'
altalena dandole un' ultimo sguardo. Non ti dimenticherò amica mia,
pensai triste. Mentre salivo le scale per andare via sentivo uno
sguardo su di me. Mi girai, e quello sguardo era il suo. Ci guardammo a
lungo. Fredda, distante, cattiva. Come lo è stato Lui quella
volta. Poi presi la mano della mamma e me ne andai. Ma prima che la
porta si chiudesse gli rivolsi un' ultimo sguardo. Addio Mio Primo,
Forse Un Pò Cattivo, Ma Anche Tanto Dolce, Amore.
Tu non lasciarmi
Tu non lasciarmi
Oh no
E più mi manchi e
più tu sei
Al centro dei pensieri miei
Tu non lasciarmi mai
Tu non
lasciarmi mai
Salì in macchina insieme alla mamma. << Come è
andata a scuola? >> mi chiese. << Bene >> risposi
automaticamente guardando fuori dal finestrino, assente, distaccata.
Aprì il finestrino e guardi per un' ultima volta l' asilo.
Avendo una piccola speranza dentro di me di rincontrarlo un giorno. E,
chissà... magari... dagli un' ultimo dolce bacio al sapore di
primavera...
Tu non lasciarmi
Da sola senza te
Ora e per sempre
Resterai dentro
I miei occhi
Incancellabile...
*Note
dell' autrice*
Vorrei assicurarvi che questa
è davvero la storia del mio primo amore, e anche se l' ho avuto
da bambina per me è stato molto importante. La canzone è "Incancellabile" di Laura Pausini. Spero vi sia piaciuta!!! ^_^.
Alla prossima!!! ^_^.
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Capitolo 2 *** Quando ero piccola... ***
Quando ero piccola...
Quando ero piccola...
Mi lasciai trascinare dal mio cane. Ringhia. La mia cucciola!. Una
cucciola che mi fa correre e ha già rotto due giunzai. Per
fortuna usiamo il gunziaglio a strozzo adesso. Odio quel tipo di
gunzaglio ma era necessario. Corremmo finchè Ringhia non si
fermò davanti ad un palo. << E non fare di nuovo la
schizzinosa! >> esclamai girandomi. E la incontrai. Il mio
vecchio asilo. Erano passati sei anni da quando lo avevo visto l'ultima
volta. Apparte le volte che andavo a trovare mia cugina e o quella
volta che ci feci la festa per il mio ottavo compleanno. Quanto tempo
sarà passato da quando lo baciai?. Le mia labbra non avevano
più toccato altre labbra dopo quel bacio. Istintivamente portai
la mano libera alle labbra. Il mio Mp3 cambiò canzone. Moi
Lolita* di Alizee. Una delle mie cantanti preferite. Con una delle mia
canzoni preferite.
Moi je m'appelle Lolita
Lo ou bien Lola
Du pareil au même
Moi je m'appelle Lolita
Quand je rêve aux loups
C'est Lola qui saigne
Quand fourche ma langue,
j'ai là un fou rire aussi fou
Qu'un phénomène Je m'appelle Lolita
Lo de vie, lo aux amours diluviennes
C'est pas ma faute
Et quand je donne ma langue aux chats
Je vois les autres
Tout prês à se jeter sur moi
C'est pas ma faute à moi
Si j'entends tout autour de moi
Hello helli t'es a ***
Moi Lolita
Mi chiamo Lolita
Lo oppure Lola
se non è uno è l’altro
io mi chiamo Lolita
quando sogno lupi
é Lola che sanguina
quando ho un lapsus
mi viene da ridere a crepapelle, più pazza che un fenomeno
Io Lolita
Lo di vita, Lo agli amori diluviani
Non è colpa mia
E quando mi lascio andare
Vedo gli altri
Tutti pronti a gettarsi su di me
Non è mica colpa mia
Se sento tutti intorno a me
Ciao ciao sei una ***
Io Lolita
<< Sai Ringhia che una volta qui mi sono innamorata? >> le
chiesi appoggiando la schiena contro il muro dell'asilo. Guardai
attraverso le sbarre sottili di ferro un pò arruginito. Era
rimasto più o meno lo stesso giardino di sempre. Il gioco della
campana disegnato con i gessetti, gli alberi di mandarino e di acero,
le paintine intorno a cui mancavano un pò di foglie sicuramente
prese dai bambini per giocare. Lo facevo anch'io. Quando ero piccola.
Erano cambiate solo due cose. I mie zii avevano comprato un gioco
nuovo, un treno di plastica gigante e colorato con cui giocare. E
avevano cambiato le altalene. Avevano cambia L'Altalena. Già,
ora al posto di quel semplice pezzo di legno a cui erano legate
delle corde c'era un'altalena molto allegra. Colorata e ai lati c'erano
due papere intagliate e colorate. Molto bella, senza dubbio. Ma non era
l'altalena che io volevo. Ma io adesso faccio le medie, perchè
volere un'altalena se a scuola c'è il bar?.
C'est pas ma faute
Et quand je donne ma langue aux chats
Je vois les autres
Tout prês à se jeter sur moi
C'est pas ma faute à moi
Si j'entends tout autour de moi
Hello helli t'es a ***
Moi Lolita
Moi je m'appelle Lolita
Collégienne aux bas
Bleus de méthylène
Moi je m'appelle Lolita
Coléreuse et pas
Mi-coton, mi-laine
Motus et bouche qui n'dis pas
À maman que je suis un phénomène
Je m'appelle Lolita
Lo de vie, lo aux amours diluviennes
Non è colpa mia
E quando mi lascio andare
Vedo gli altri
Tutti pronti a gettarsi su di me
Non è mica colpa mia
Se sento tutti intorno a me
Ciao ciao sei una ***
Io Lolita
Mi chiamo Lolita
collegiale dai collants blu metilene
Mi chiamo Lolita
Collerica e non
Mezza cotone, Mezza lana
Acqua in bocca, una bocca che non dice
alla mamma che sono un fenomeno
Lolita
Lo di vita, Lo agli amori diluviani
Vidi dei bambini scendere dalle scale velocemente. Tutti molto allegri
corserò verso i diversi giocattoli. Dimenticavo, ci sono bambini
che restano fino a tardi per via, anzi, per colpa dei loro genitori.
<< Ehi c'è Claudia! >> esclamò un bambino.
Sono molto conosciuta qui all'asilo grazie a mia cugina. Venivo spesso
qua quando non volevo andare a scuola. Quando ero piccola. Adesso vado
alle medie, un giorno d'assenza è inammissibile. << Ciao
Matteo >> salutai il piccolo. Conoscevo i nomi di quasi tutti i
bambini là dentro. Subito altri bambini vennero attirati dall
discussione accorgendosi di me. << Claudda! >> esclama la
piccola Claudia. Claudia era una bambina con dei bellissimi boccoli
biondi, un sorriso dolcissimo che aveva ingannato perfino me, e due
occhi di un castano grigio da far invidia a Charlie**. Vicino a lei la
sua proverdiale amica Elena. Una bimba con dei stupendi capelli castano
chiaro, lisci e con una frangetta che per poco le copriva gli occhi,
che erano di un conlore marrone chiaro. Mi ricordai quando due
estati fa le avevo conosciute queste piccole diavolette. Quando aiutavo
all'asilo e andavo a fare visita a mia cugina. Sospirai al pensiero. E'
da un'anno che mia cugina Rita non frequenta più questo asilo.
Anche lei è cresciuta ormai.
Moi je m'appelle Lolita
Lo ou bien Lola
Du pareil au même
Moi je m'appelle Lolita
Quand je rêve aux loups
C'est Lola qui saigne
Quand fourche ma langue,
j'ai là un fou rire aussi fou
Qu'un phénomène Je m'appelle Lolita
Lo de vie, lo aux amours diluviennes
Non è colpa mia
E quando mi lascio andare
Vedo gli altri
Tutti pronti a gettarsi su di me
Non è mica colpa mia
Se sento tutti intorno a me
Ciao ciao sei una ***
Io Lolita
I miei zii mi fanno entrare.
Legai Ringhia al palo. << Sta buona, non ti muovere e non
combinare disastri >> le dissi mentre le facevo una carezza sulla
testa. Entrai all'asilo e andai nel giardino. Subito Claudia corse ad
abbracciarmi. Con quella bambina avevo un rapporto molto bello. Lei era
coraggiosa, decisa, stravagante, e anche un pò cattiva. Tutto
quello che io non ero stata da piccola.
L'uniche due cose che avevo in comunque con quella bima erano il nome e
il fatto ceh entrambe volevamo sempre fare tutto da sole. Ma per
fortuna crescendo acquisì coraggio, cattiveria, decisione e
anche un pò di stravaganza. Io e le due bambine cominciammo a
giocare. Ovviamente io mentivo un pò sulle mie capacità
fisiche!. Vi pare magari che se qjuelle due diavolette mi "legano" con
le corde dell'altalena o mi rincorre io non so liberarmi o prenderle?.
Ma vedere ridere lei ed Elena era qualcosa di bellissimo. Anch'io
sorridevo in quel modo. Quando ero piccola.
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Lo-li-ta
Passai la giornata circondata dalle piccole e dai piccoli. Avvisai mia
madre che sarei tornata tardi. Quando ci fece tardi e tutti i bambini
tornarono a tardi tornai a riprendere il cane. Salutai i miei zii.
Uscì e slegai Ringhia. L'avevo tenuta d'occhio e le ero venuta a
fare visita qualche volta. Mi rincamminai col cane e guardai verso
l'asilo. Un bambino se ne stava andando con la madre mano nella mano.
Anch'io lo facevo. Quando ero piccola. Ora sono cresciuta.
Moi je m'appelle Lolita
Lo ou bien Lola
Du pareil au même
Moi je m'appelle Lolita
Quand je rêve aux loups
C'est Lola qui saigne
Quand fourche ma langue,
j'ai là un fou rire aussi fou
Qu'un phénomène Je m'appelle Lolita
Lo de vie, lo aux amours diluviennes
Mi chiamo Lolita
Lo oppure Lola
se non è uno è l’altro
io mi chiamo Lolita
quando sogno lupi
é Lola che sanguina
quando ho un lapsus
mi viene da ridere a crepapelle, più pazza che un fenomeno
Io Lolita
Lo di vita, Lo agli amori diluviani...
*Note dell' autrice*
*Ho scelto questa canzone che descrive una ragazza che ci concede
facilmente. Nel video va in discoteca, il testo dice che non dice alla
madre che lei è un fenomeno e perciò ci litiga e credo
sia buona per l'adolescenza che volevo descrivere. Come Claudia (Che
poi sarei io! XD) sia diventata più grande, e come voglia
diventare una Lolita, di come voglia crescere. Certo la storia parla di
quando avevo undici anni. Mi è venuta in mente mentre
passeggiavo col cane e mi sono ricordata la prima volta che la portai a
passeggio, cioè quando avevo undici anni.
** Parlo di Charlie di Buona Fortuna Charlie!!! ^^.
Spero che la storia vi sia piaciuta ringrazio tutti quelli che hanno
recensito il primo capitolo non so come rispondergli se non:
Grazie!!!!!!!!!!!!! ^^.
Alla prossima storia!!! ^_^.
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