We'll stay together forever in our dreams

di crystaldreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** definizione: sogno ***
Capitolo 2: *** You are in!!! ***



Capitolo 1
*** definizione: sogno ***


Edward è in giro per Central City ossessionato ancora da quello che il tenente gli ha detto relativo a Winry. Il solo pensiero lo manda in palla, non riesce davvero a capacitarsi che il tenente possa pensare una simile cosa. "Dai ma non diciamo sciocchezze, per me...bè per me...Winry è sempre stata una sorella, vabbè forse sorella è esagerato, però una buona amica, sì...non potrebbe esserci nient'altro...no? e poi figurarsi se io in questo momento posso, in qualche modo, distrarmi da queste sciocchezze...per favore...sono un alchimista di stato, sto cercando di riportare il corpo mio e di mio fratello normali...figurarsi..se...nono vabbè non ci voglio più pensare, adesso vado nell'hotel e mi faccio una bella dormita." Mentre tornava verso "casa" il suo pensiero si fermava di tanto in tanto a contemplare la notte, le stelle. Com'era bello vedere quella tranquillità, quella pace, là lontano da tutto, a milioni di chilometri di distanza. Chi dava fastidio alle stelle? In qualche modo Ed stava invidiando quella serenità notturna, chiedendosi quando effettivamente lui avrebbe potuto ritrovare la propria. Le ricerche della pietra filosofale, non procedevano molto bene, sembrava che più cercassero di scoprire quale fosse il problema che avvolgeva tutta Amestris e più si stavano allontanando dal loro obiettivo principale. La mente di Ed era totalmente confusa e oppressa da terribili pensieri: deludere le persone, che per lui erano importanti, non riuscire a mantenere le proprie promesse, attirarsi l'odio di tutti, ma in particolare perdere la fiducia di Al. Per Edward era una sofferenza vedere ogni giorno il povero fratellino, rinchiuso in quell'armatura, non potendo sentire nè caldo nè freddo, non potendo assaporare il dolce sapore di una torta, la freschezza di una bevanda, non potendo sentire sulla propria pelle il calore di un abbraccio, di una carezza, di un bacio. Per lui era come se con quello suo inutile e stupido tentativo di riportare indietro la madre morta, in realtà avesse privato di tutta una vita il fratello. Per un momento, mentre pensava a queste cose, era stato assalito dalla rabbia, ma adesso la tristezza lo circondava. Senza rendersene conto era arrivato proprio di fronte l'hotel. Tra poco avrebbe rivisto Alphonse, che probabilmente non sapeva che fare e stava gironzolando nella stanza, magari leggendo un qualche giornale, che gli fosse capitato tra le mani.
- Uff che giornataccia pesante...prima le storie sulla guerra civile, poi questi pensieri che mi tormentano la testa...- ecco era tornato il pensiero, che non gli sarebbe mai dovuto passare per la testa- eeeeeehm...no vabbè quello è meglio...è meglio...è una sciocchezza.-
Ormai era di fronte alla camera dell'hotel, s'avvicina, poi alza la mano a mò di pugno e batte sulla porta - è permesso? Al, ci sei?-
-Sì sì, entra fratellone, sono qua dentro.- dall'interno della cassa, si sento un rumore pesante dell'armatura. Probabilmente, pensa Ed, il fratello era disteso
sul letto e stava leggendo qualcosa, come aveva supposto.-
- Ecco sempre a rilassarti te, eh? mai che facessi qualcosa di serio- entra ghignando verso il fratello-
-Uff, ma che vuoi? tanto non è che possa fare più di tanto a quest'ora e poi ho trovato questa rivista, che parla di una cosa troppo interessante- diceva
tutto allegro e soddisfatto, tenendo in alto, la rivista.-
- hm? e che sarebbe? - osservandolo con sguardo piuttosto attonito-
-Aaaaalloraaaaa - dice alzandosi in piedi e correndo in direzione del fratello- lo vedi che alla fine faccio cose interessanti?
-Ma io avevo detto che non fai mai nulla di utile, non di interessante? - sottolinea Ed con fare un pò scocciato-
- è lo stesso- risponde non curante del fratello Al e poi gli porge la rivista con l'articolo che stava leggendo- Parla dei sogni.
-Dei sogni? E che t'importa dei sogni?- lo guarda sempre più perplesso Edward, prendendo in mano il giornale-
- Dice che i sogni rappresentano i nostri desideri nascosti, ma anche la nostra anima.-
- Ah...e allora? ma questa cosa noi la sapevamo già - lo guardo perplesso e confuso-
- Sì, però è interessante il punto di vista di questo signore, infatti, afferma che praticamente, ogni tipo di sogno che noi facciamo, anche quello più
stupido, rappresenta un nostro piccolo essere, che vuole essere in qualche modo liberato, oppure rappresenta un desiderio dentro di noi o semplicemente
una realtà che noi vorremmo vivere.- mostrando i vari punti dove diceva queste cose.-
-Ah capito...e come mai t'ha così tanto interessato?-
-Bè voglio vedere se ha ragione, sai da quando non ho più un corpo mio, non riesco a dormire la notte, nemmeno volendo e quindi rimango là a pensare a pensare a pensare. Invece voglio proprio vedere cosa succede quando t'addormenti.- volgendo lo sguardo lontano e osservando anche lui quel cielo stellato,
che prima era stato motivo d'attenzione per Edward-
-Ma..perchè...non ti ricordi più com'era prima?- chiede Ed con un tono di voce un pò pacato e triste.-
-No..- la risposta pronta e secca del fratello, che non lo osserva-
Due minuti interminabili nella stanza intercorrono tra i due fratelli, dove ognuno è avvolta in un proprio mondo pensando e riflettendo a cose diverse, chi si chiede com'era la sua vita prima, chi invece pensa d'aver commesso degli errori che forse mai potranno essere completamente perdonati, nemmeno dopo
che la normalità tornerà nella propria vita.
-Fratellone- con voce giocosa e allegra, Al rompe quel terribile silenzio, che sembrava non finire mai-
- Sì? Dimmi Al- perplesso, ma sicuramente più tranquillo rispetto a due secondi fa-
-Io mi chiedevo no- con una voce un pò timida e incerta- ma te...no....che sogni la notte?-
-Io?-
-Bè sì xP tra i due sei l'unico che può farlo - ridacchiando, di una risata un pò nervosa continuava Al-
-Mhmm...bè effettivamente- comincia a pensare Ed- Mi sà che io non sogno proprio-
-Cosa?- Al si gira verso il fratello esterrefatto- Ma come? Non è possibile tutti noi sogniamo!!!! Lo dice il signore della rivista-
-Bè si vede che io non lo faccio, uff che ci posso fare - guardando da un'altra parte mettendo in finto broncio-
-Ma daiii ma sicuro tu non ti ricordi niente, uff...sei proprio inutile fratellone - risponde offeso Al e deluso della risposta del fratello, ma ovviamente
facendo il tutto in modo scherzoso-
- EEEH??? Ma che vuoi?- stando allo scherzo del fratello-
- Vabbè lascia stare - cambiando argomento e poi guardando l'orologio, si volta verso Ed e dice- Forse è meglio se ti metti a dormire domani mattina
dobbiamo partire presto, giusto? quindi ti devi riposare - facendo da mamma premurosa-
- Probabilmente hai ragione- guardando anche lui l'orologio.


Dopo un'ora entrambi erano a letto, Al ovviamente non sapeva che fare e quindi rimaneva ad osservare il cielo, mentre Ed continuava a pensare quella cosa
dei sogni " Possibile che i sogni siano lo specchio dell'anima? Io non ricordo nulla dei sogni che ho fatto nei giorni scorsi, forse qualcuno di quando ero piccolo.
Effettivamente alcuni rappresentavano la mia terribile voglia d'avere un giocattolo, di sapere adoperare benissimo l'alchimia...." un pensierò arrivò alla madre "Già...quelli....forse è meglio che non ricordo nulla dei miei sogni...perchè più che sogni dovrei chiamarli incubi....." un sguardo al fratello e poi Ed decide che per lui è arrivato, veramente, il momento di dormire. Chiude gli occhi e nemmeno 5 secondi e già dorme di un sonno profondo. Ormai era abituato ad addormentarsi, circondato dai peggiori pensieri, non c'è tempo per non dormire, bisogna sempre essere pronti ed in forma.

-ihihihihihihihihi, ma stai ancora dormendo?- una vocetta si sente leggera e dolce -
-Mhmm...altri due minuti e poi mi alzo promesso Al- dice con una voce strascicata Ed-
-ihihihi che simpatico che sei- continua la stessa voce- ma io non sono Al, daiii svegliati non abbiamo molto tempo, da passare insieme.-
-Che?- Ed, pensava di stare a dormire, un pò confuso, decide d'alzare la testa per capire che cosa stia succedendo. Attorno a sè l'ambiente
è totalmente cambiato. Non stà più nell'hotel, attorno a lui c'è un bosco, alberi, addirittura un ruscello. Si sente completamente spaesato, tutti i sensi gli tornano
attivi. Guarda e vede qualcuno seduto su un grande masso non poco lontano da lui, comincia a gridare- DOVE SONO? AL? AL? AAAAAL? TU CHI SEI? RISPONDIII.-
-ihiihihihihi- continua a ridare dolcemente la figura- non ti devi preoccupare, stai tranquillo, sei al sicuro. sei nel tuo mondo.
-Nel mio mondo?- sempre più perplesso, sente la testa scoppiare- devi spiegarmi-
-ihihi certamente, ma prima- dice, facendo una piccola pausa, alzandosi in piedi e scendendo con un salto dal masso- ti voglio dire- avvicinandosi sempre
più ad Ed in modo tale che lui possa vedere bene chi abbia di fronte, chinandosi al suo orecchio, sussurra "Benvenuto nel tuo sogno".


CONTINUA...

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Capitolo 2
*** You are in!!! ***


Premessa: come prima cosa vorrei ringraziare che sta leggendo questa ff, spero che anche i prossimi capitoli vi piacciano. Vi prometto che non sarà una storia troppo lunga, anche perché non vorrei annoiarvi e cercherò di migliorare la storia e anche il profilo del personaggio di Al, anche se mi dispiace dire che in questo capitolo sarà poco presente. Ora vabbè si comincia con la lettura ;)

 

 

“Benvenuto nel tuo sogno”. Queste parole riecheggiavano nella testa di Ed. Era, se è possibile, ancora più confuso di prima, in quell’ora che era stato a conversare con Al.

-Bè probabilmente hai ragione sto sognando – diceva alzandosi, con un’apparente calma, abbandonando tutta la preoccupazione di prima. Effettivamente quella frase, pronunciata da quell’essere, dava una spiegazione logica allo strano posto dove si trovava Ed. Perché non c’era

nulla di assolutamente normale o di ordinario in quello che vedeva davanti ai suoi occhi. Prima, appena s’era alzato, ancora un po’ stordito dal sonno, non aveva messo a fuoco il paesaggio, che lo circondava. È vero c’era un ruscello, è vero era un bosco. Ma era un bosco strano. C’erano strani alberi, altissimi, così alti che non si riusciva a vedere il cielo, ma allo stesso tempo, nonostante fossero totalmente coperti, c’era una luce soffusa, bianca, come quella dei raggi lunari, che dava un aspetto più confortevole al posto.

- Che c’è? Non ti piace questo posto?- diceva sempre la figura con una voce dolce, dolce come il miele- Eppure è proprio tuo.- continuava, seduta su quel solito masso, raggomitolata sulle ginocchia, sulle quali si posava delicatamente la testa-

-  Che cosa? Che vuol dire che è proprio mio?- Ed continuava a guardare. Gli alberi non erano l’unico mistero, c’erano degli animali, che non aveva mai visto, che erano allo stesso tempo mostruosi, ma anche belli. Piccole lucette bianche, s’intensificavano là dove predominava l’oscurità. L’acqua di quel ruscello, brillava. Ed più guardava il posto, più non riusciva a capire come un posto del genere potesse essere suo e soprattutto non riusciva a capire, cosa diamine significasse quella frase, detta così.

- Non ricordo se prima d’addormentarmi, ho bevuto qualcosa… Vediamo….Mhmm…non mi sembra- cercava di concentrarsi- Uff non mi ricordo >_< vabbè pazienza.- Poi voltandosi di scatto verso la figura- Adesso mi vuoi dire che co – abbassando gradualmente il tono della voce- significa quello che hai detto- dicendo quest’ultima parte quasi come un bisbiglio. Era rimasto abbagliato, perché per la prima volta s’era degnato di guardare chi gli stava parlando-

-hihi- ridacchiava sempre in modo dolce, quasi incantevole- Che ti succede? Ti sorprende così tanto questo mondo?- era una ragazza a parlargli, dai lineamenti dolci quanto la sua voce, occhi color nocciola, capelli di un castano quasi biondo, piccolina di statura, ma assolutamente magra e coperta da  una gonna lunga fino alla caviglia e di colori che prendevano tutte le tonalità del rosso in modo graduale e poi da una strana maglia aderente che le scopriva le spalle e la pancia. – Comunque, se tanto lo vuoi sapere, ora ti spiegherò tutto- non appena finita la frase, scese dal masso saltando e posandosi a terra. Ferma lì, comincio a parlare- Ebbene quello che io intendo, dicendo “questo è tuo” è che il sogno si genera, in base a quelli che sono i tuoi desideri, le tue paure, le tue incertezze, le tue arroganze, la tua stupidità, il tuo imbarazzo. In pratica questo sogno ti rappresenta. Ogni cosa che ti circonda, ogni essere che ti ritrovi, è una piccola parte di te. – continuava, indicando i piccoli animaletti, che di tanto in tanto uscivano dall’oscurità, prese da terra uno di essi e glielo mostrò da lontano. Ed era incantato, cercava d’osservare quella creatura, così strana, così assolutamente affascinante, che lo incitava a prenderlo, a toccarlo. Ma prima ancora che vi potesse poggiare un dito sopra, quella figura così delicata, così dolce, schiaccio nel palmo della mano, quella creaturina così innocente. Gli occhi sbalorditi di Edward non lasciavano trasmettere che stupore e anche inquietudine. – Perché hai fatto una cosa del genere?-

- Aspetta- diceva lei, adesso con una voce spaventa e con le lacrime agli occhi- non m’aggredire, io non volevo farle del male….ti prego…perdonami- e singhiozzava, riempiendo la palude di un triste lamento.-

-No, aspetta…non fare così…non volevo aggredirti…però- Ed era imbarazzato. Pensava che il gesto compiuto dalla ragazza, fosse stato fatto per cattiveria, ormai lui in quel periodo era abituato solo a vedere cattiveria e terrore. – Non piangere…ma almeno spiegami perché…perché l’hai fatto?- chinandosi verso di lei e non riuscendo a nascondere però un briciolo di rabbia nelle sue parole. Per quanto sapesse che non l’aveva fatto apposta, gli bruciava che avesse dovuto comunque uccidere una creatura innocente.-

-Guarda…- indicava con una mano da una parte e con l’altra si copriva la faccia, ancora piangendo.-

Ed guardò nel punto che gli era stato indicato e da quella parte, si andò a formare una polverina e da essa vi riuscì di nuovo un animaletto identico a quello che era stato da poco cancellato.

-Vuoi dirmi che lui…è…quell’animale…che hai ucciso?- continuando ad osservarlo stupito, meravigliato, era la prima volta che aveva visto una cosa del genere- non è forse così?-

-sì – annuendo anche con la testa, con la voce rotta dai singhiozzi- volevo mostrarti che tutto quello che vedi è fatto secondo quello che vorresti o che non vorresti te.- adesso scoprendosi il volto e lasciando andare la mano lungo il fianco.-

- Sai, non riesco a capire che cosa significa veramente questo fatto con il mio essere- impassibile continuava fissarla.- Forse ho bisogno che tu mi dia una spiegazione meno pratica e più teorica- fissandola di sbieco.

Asciugandosi le ultime lacrime, che le rigavano il volto, disse- No..non credo che ti serva più alcuna spiegazione, né teorica né pratica, a questo punto dovrai solo fare conoscenza ed esperienza di questo sogno. – s’avvicinò ad Ed e gli prese la mano, con molta tranquillità, come se in realtà avesse preso la mano di un vecchio amico.-

-Heyyy – diceva Ed imbarazzatissimo e togliendo la mano da quella della ragazza- che stai facendo? X///( -

La ragazza si fermò e lo guardò perplessa.- Perché? Perché reagisci così Ed?- la sua voce era pacata, ma ancora dolce- Infondo, io e te, ci conosciamo da tantissimo tempo, da quando eri piccolino.- guardandolo in modo malizioso- Io so tutto di te. Davvero.-

Titubante e preoccupato Edward si trovava senza parole, non sapeva che dire….

Che cosa significa?- guardandola arrabbiato- Che vuol dire che sai tutto di me ? Vuoi dire che ci facevi rintracciare da qualcuno? Che ci spiavi?- alzando sempre di più la voce-

-Calmati- ridacchiando in modo troppo tranquillo, per far sì che si ci si potesse davvero fidare delle sue parole- L’hai detto anche tu, questo è un sogno. Come potrebbe una persona umana entrare in un sogno?-

-Perché io e te, a tuo parere, che cosa siamo?- diceva stizzito, continuandolo ad osservarla.-

- ihihi- questa risata per quanto dolce, cominciava a diventare antipatica ad Edward, che si sentiva preso in giro e non riusciva ad ottenere le risposte.- Bè forse ti ho sopravvalutato. Avrei dovuto aspettare un po’ più di tempo, prima di condurti a conoscere affondo il tuo essere.-

-Che cosa??? Dico stai scherzando? Ti faccio una domanda e tu mi rispondi con una cosa che non c’entra niente e spingendomi a fare altre domande….assurdo- diceva arrabbiato, ma in realtà sempre più attratto dalla curiosità di sapere effettivamente di che cosa si stesse parlando.-

- Okay…- l’atteggiamento tranquillo della ragazza lasciò lo spazio ad uno sguardo serio e pieno di saggezza- Tu puoi entrare nel tuo sogno, perché tu sei creatore del tuo sogno, ma un altro essere umano, come il tuo adorato fratellino o chiunque altro non potrebbe. Capisci adesso? Solamente pochi possono farlo. E in ogni sogno c’è sempre, diciamo così, una guida?- scandiva bene ogni vocabolo, ogni parola in modo dettagliato. Poi allontanandosi di poco da lui, si fermò e cominciò a dire- Io sono la tua guida. È il momento che cominci a conoscere il mondo che ti circonda, che cominci ad ampliare il tuo sapere, a capire finalmente cosa vuoi e cosa non vuoi.-

-Cosa vorresti dire con queste parole?-

-Che non sempre le persone sanno quello che vogliono. Lo sai- cominciando a camminargli attorno, ad una leggera distanza- l’uomo è dominato da due parti fondamentalmente, che gestiscono tutto il nostro essere. Queste sono: la razionalità e l’irrazionalità. Diciamo che la maggior parte delle volte che facciamo un qualcosa è voluto dalla nostra parte irrazionale, ma proprio nel momento in cui stiamo per compiere il gesto più folle e assoluto, la nostra parte razionale subentra e ci ferma.

-Davvero? Sei sicura di quello che dici?- la guardava male Edward non convinto dalle sue parole.- A me sembra che quando la gente si spinge a compiere atti mortali, come uccisioni, suicidi e quant’altro, non ci sia una parte razionale che li domini. O sbaglio?-

- Povero Edward hai bisogno di molte delucidazioni. – guardandolo con occhi dolci- Vieni caro e ti mostrerò un mondo tutto nuovo per te, dove potrai apprendere molti più segreti- andò verso di lui, prese la rincorsa e lo fissò dritto negli occhi, avvicinando sempre più la testa a quella di Ed- Ricordati che tutto quello che ti succederà, t’aiuterà. Non pensare che ci siano tuoi nemici qua dentro, impara, senti, ascolta, vivi. Ti prego vivi- e piangendo continuava ad osservarlo.

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