Roronoa's Twelve

di Rogi
(/viewuser.php?uid=85633)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

RORONOA’S TWELVE

 

CAPITOLO  1

 

Roma, 3 anni e mezzo fa

 

Usop aprì la porta di casa. Mise la valigetta sul tavolo e si diresse verso la camera da letto, a tentoni nel buio. Si avvicinò alla figura esile che era sdraiata sul letto.

Sorrise.

Le diede un bacio sulla fronte.

“Usop” mormorò lei svegliandosi.

“Scusa amore, non volevo svegliarti”

Lei sorrise leggermente “Come è andata?”

“Uno schifo” rispose togliendosi il cappotto e appoggiandolo su una sedia lì vicino “Tu?”

“Benissimo, ci sono stati dei risvolti sul caso a cui sto lavorando”

Usop si bloccò “Ah si?”

Si diresse in bagno ed accese la luce. Si sedette sul bordo della vasca e si slacciò le scarpe.

“Si, abbiamo trovato l’impronta di uno scarponcino, il tacco della scarpa sinistra è molto rovinato”

Il cuore accelerò vedendo il tacco rotto del suo scarpone.

“È un buon indizio” cercò di mantenere un tono di voce calmo.

“Si” rispose allegra “E in più abbiamo anche un suo capello, domani sapremo il suo DNA, che shampoo usa, se ha la forfora” ridacchiò soddisfatta.

Usop guardò gli shampoo sulla mensola dello specchio davanti a lui.

Chiuse gli occhi sospirando abbattuto.

Questa non ci voleva proprio.

“Bene” mormorò mettendosi una mano in faccia.

“Amore, non vieni a dormire?”

Si alzò “No, mi faccio una doccia veloce, non aspettarmi sveglia”

“D’accordo” disse lei.

Chiuse la porta ed aprì l’acqua della doccia.

Fece un respiro profondo sentendo un vuoto nello stomaco.

Ma doveva innamorarsi proprio di una poliziotta?

Scosse la testa sconsolato.

Aprì la finestra. Guardò giù un momento poi saltò.

Addio Kaya.

 

East Haven Connecticut, 3 settimane fa.

 

Zoro si tolse gli occhiali da sole ed entrò nella banca. Si guardò intorno e sorrise. Sarebbe stato un gioco da ragazzi. Si avvicinò ad uno sportello.

“Buongiorno” lo accolse l’addetto.

“Buongiorno” rispose cordiale “Volevo trasferire in mio conto qua da voi, se è possibile”

“Ma certo, nome?”

“Federico Diaz, mi sono appena trasferito qua con la mia ragazza”

“Capisco” disse l’addetto guardando sul suo computer.

Si guardò un attimo intorno, assicurandosi che le telecamere fossero nei posti giusti “Voi avete delle cassette di sicurezza?”

“Queste sono informazioni riservate”

“Oh mi scusi!” disse angelico “È solo che ho assistito ad una rapina di caveau in una banca simile, era solo semplice curiosità”

L’addetto lo guardò stupito “Deve essere stato terribile”

Zoro sorrise “Oh, non così tanto”

“Beh, comunque un caveau l’abbiamo pure noi”

“Ci avrei scommesso!” non riuscì a trattenere un ghigno di soddisfazione.

L’addetto sorrise “Ecco, ho aperto un conto, mi può dare le sue informazioni?”

“Si certo” disse cercando il portafogli “Oh che sbadato! Ho dimenticato il portafogli in macchina! Vado a prenderlo, torno subito!”

“D’accordo”

Zoro si girò e uscì dalla banca. Si rimise gli occhiali e si incamminò verso casa. Passò davanti ad una gioielleria, una collana attirò la sua attenzione. Il ciondolo era un diamante a forma di cuore, legato ad una fine catenina in oro bianco. Era perfetta per lei.

Entrò nella gioielleria.

“Buona sera” lo accolse la commessa.

“Salve” disse avvicinandosi al bancone.

“Come posso esserle utile?”

“Stavo cercando un regalo per la mia ragazza, oggi sono due anni che stiamo insieme”

La commessa sorrise “E a cosa aveva pensato?”

“La collana in vetrina mi piaceva molto”

“Quella con il diamante?”

“Si esatto”

“È  una donna molto fortunata la sua ragazza”

Zoro sorrise “È quello che le dico sempre, ma non fa altro che darmi del cavernicolo”

Il quel momento squillò il cellulare.

Lo prese “Parli del diavolo..”

Lo aprì e lo portò all’orecchio “Ciao amore, stavamo giusto parlando di te”

“Come è andata in banca?”

“Oh è stato un giochetto da ragazzi”

“Ma devi fare sopralluoghi anche il giorno del nostro anniversario?” chiese infastidita.

“Tesoro, lo sai che devo lavorare”

“Tra quanto arrivi?”

“Compro due cose e arrivo” mise una mano sul telefono “Mi può fare un pacchetto?” sussurrò alla commessa “Mocciosa non ho trovato ristoranti liberi”

“Fa niente, staremo a casa”

Un ghigno apparì sul suo viso “A casa?”

“Si, cucino io”

“Ancora meglio” disse con voce suadente “Prepara anche qualcosa di dolce”

“Perché non basta la panna?” chiese lei ammaliante.

“Volevo variare un po’” ridacchiò.

“Oh no Zoro” la sua voce era diventata seria e preoccupata.

Il sorriso sparì “Che succede Nami?”

“È qui!” la sua voce era nel panico più totale.

Zoro sgranò gli occhi sentendo il cuore accelerare “Arrivo subito! Attacca!”

Chiuse la chiamata e corse fuori dal negozio. Iniziò a correre veloce verso la sua auto.

Come aveva fatto a trovarli?

 

ANGOLO DI ROGI

Ed eccomi di nuovo qui!!! Con il continuo di Roronoa’s Eleven!! (lettori: ancora? Rogi: eh si!! Vi tormenterò ancora!!! Ahahahahaha!! *risata malefica*). Scherzi a parte, farò in modo di aggiornare regolarmente ma tra un po’ parto e non so quanto riuscirò a collegarmi a internet T.T

Comunque spero tanto che mi seguirete ^^ eravate davvero tanti a seguire Roronoa’s Eleven e mi ha fatto moltissimo piacere ^^

Ebbene, cominciano subito a guai,  se no non sono contenta eheheheh!! ^^

Ps: grazie a tutti quelli che hanno lasciato le recensioni alle mie one-shot mi ha fatto molto piacere leggerle ^^

Beh al prossimo capitolo!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

CAPITOLO 2

 

“Ciao”

Nami sentì un brivido veloce percorrerle la schiena. Non avrebbe mai più voluto sentire quella voce.

“Nami, giusto?” un sorriso apparve sul suo viso.

Si fece da parte e lasciò entrare in casa i tre uomini. L’uomo al centro lo conosceva fin troppo bene, mentre gli altri due non li aveva mai visti, assomigliavano più a degli armadi che a degli uomini.

“Dov’è lui? Dov’è il signor Diaz?”

Nami non rispose e cercò di non mostrare la preoccupazione che le attanagliava lo stomaco. Aveva paura che Mihawk ordinasse ai suoi scagnozzi di distruggerle la casa o peggio, di fare del male a Zoro.

Mihawk si avvicinò a lei “Li rivoglio Nami, fino all’ultimo centesimo”

Sentire il suo respiro sul viso le provocò brividi su tutto il corpo “Non ti ha già rimborsato l’assicurazione?” cercò di dare un tono determinato alla sua voce.

Socchiuse gli occhi minaccioso “I voglio i miei soldi, quelli che mi avete rubato, voi, gli undici di Roronoa e anche qualche interesse in più” fece una pausa facendo vagare lo sguardo per la casa.

“Roronoa ha intenzione di mettere su famiglia?” chiese sarcastico.

“Non sono affari che ti riguardano” rispose acida.

Tornò a guardarla minaccioso “Avete due settimane” si girò e si avviò verso l’uscita.

“Non ci troverai mai tutti”

Mihawk sorrise beffardo “A quanto pare, non sono l’unico a cercare gli undici di Roronoa”

Poi si girò e uscì di casa seguito dai due gorilla pelati.

Nami fece un sospiro, proprio adesso che aveva messo su casa.

Le gambe le tremavano, quell’uomo l’aveva sempre terrorizzata. Si lasciò cadere su una poltrona lì vicino.

Questo si che era un problema, era un enorme problema.

 

Orlando, bar con orchestra jazz

 

Brook chiuse gli occhi (si fa per dire dato che gli occhi non li ha) godendosi tutte le sfumature della musica che si propagava dolcemente nella sala.

Ah! La musica! Era la cosa che adorava di più al mondo, oltre ai soldi ovviamente.

“Sublime”

“Si” concordò con la persona seduta affianco a lui.

“Come stai Brook? Mi sembri in forma” continuò il suo vicino.

“Si, non c’è male” si girò e si ritrovò davanti l’ultima persona che avrebbe voluto vedere al mondo.

Iniziò a tremare come una foglia al vento. L’aveva sempre saputo che non avrebbe potuto funzionare! La prossima volta che avrebbe rivisto Zoro gliene avrebbe dette quattro!!

Beh.. sempre se l’avesse rivisto.

Deglutì terrorizzato. Pensò di scappare, ma si rese conto che era decisamente impossibile: i gorilla pelati che erano al seguito di Mihawk l’avrebbero acciuffato in pochi secondi.

Mihawk sorrise “Immagino che tu sappia che cosa voglio”

Annuì tremante, sperando che le sue ossa sarebbero rimaste intatte ancora a lungo.

 

Miami Beach

 

“Amore, mi metti un po’ di crema sulla schiena?”

Ace sorrise “Ma certo”

Si alzò dalla sdraio e si avvicino alla chioma azzurrognola di sua moglie che era comodamente sdraiata sul lettino. Prese la crema e ne spruzzò un po’ sulla sua schiena bianca e soffice. Iniziò spalmarla delicatamente, regalandole soffici carezze.

In quel momento il cellulare squillò. Corrugò le sopracciglia vedendo che il display indicava un numero sconosciuto.

“Chi è?” chiese Nojiko.

“Non lo so” rispose alzandosi.

Pigiò il tasto verde del cellulare e se lo portò all’orecchio “Pronto”

“Ciao Ace”

Merda!

Sua moglie lo guardava interrogativa.

Sorrise per non farla preoccupare e mise una mano sul cellulare “È Rufy, vado alla macchina che  ho dimenticato il materassino”

Si allontanò da lei avviandosi verso il parcheggio.

“Drakul, è un piacere sentirti”

“Spero che questa volta non mi riattaccherai in faccia, non è stato molto carino da parte tua l’ultima volta”

“Ho le orecchie sensibili e tu dicevi un sacco di brutte cose” disse amichevole.

All’improvviso la voce del suo interlocutore si face minacciosa “Senti bastardo, ti ho chiamato perché rivoglio i miei soldi, intesi?”

Ace prese le chiavi della sua macchina, ormai era arrivato al parcheggio “Beh sarà un po’ difficile”

“Sai cos’è stato difficile? Trattenermi a non farti fuori. Ma sai sono stato preso dalla pietà, perché forse inavvertitamente avrei ucciso la tua cara mogliettina”

Si bloccò “Prova a torcerle un solo capello e giuro che io..”

“Non ti scaldare” lo interrupe “Stavo solo dicendo che un giorno come tanti altri, lei sarebbe uscita a fare qualche compera e avrebbe usato la tua macchina, che terribile equivoco. Due settimane” poi riagganciò.

Ace corrugò le sopracciglia. Macchina?

In quel momento si sentì una forte esplosione.

Il ladro sbiancò vedendo la sua macchina in fiamme.

 

Los Angeles, bar di periferia

 

“Allora cosa vedi?” chiese Franky guardando la chiaroveggente che stringeva la sua mano “Una donna? Magari alta, mora e con gli occhi azzurri?” chiese speranzoso.

“No, io vedo molto denaro”

Sbuffò “Si lo so anche io che sono ricco, che altro vedi?”

“Vedo ville al mare e vedo molti compagni” rispose scrutando la sua mano.

“Poi?”

“Poi un vecchio amico che ti fa visita” rispose una voce alle sue spalle.

Si girò. Sbuffò sonoramente non appena incrociò quegli occhi perforanti. Tornò a guardare la chiaroveggente.

“E questo non l’avevi previsto?! Voglio indietro i miei soldi!” esclamò infuriato.

 

Washington, parco della Casa Bianca

 

Nico Robin sorseggiò un altro po’ del suo the freddo e girò la pagina del libro. Era una giornata di sole, l’ideale per stare tranquilli al parco a leggere su una panchina.

I raggi del sole che illuminavano la pagina del suo libro vennero oscurati, qualcuno si era fermato davanti a lei. Alzò lo sguardo e sospirò appena.

“Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato”

“Sei una donna intelligente, perché ti sei messa a derubare un uomo pericoloso come me?” la sua voce tagliente non era per niente amichevole, ma non si fece impressionare.

Sorrise “Adoro il pericolo”

 

 New York, Broadway

 

“Oh, Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Ah, rinnega tuo padre! Ricusa il tuo casato! O, se proprio non vuoi, giurami amore, ed io sarò una Capuleti!”

Sanji distolse lo sguardo dalla sua Giulietta e guardò il pubblico che, rapito, aspettava la sua risposta.

“Che faccio, resto zitto ad ascoltarla, oppure le rispondo?” chiese con voce tormentata.

Tornò a guardare Giulietta ma il suo occhio vide ciò che non doveva vedere.

Giulietta aveva ripreso a parlare ma lui non l’ascoltava. Guardava sconvolto il viso che era sbucato dietro le quinte, solo lui poteva vederlo. L’espressione era chiara: dopo facciamo i conti.

Dannazione!
Il silenzio lo avvolse all’improvviso, tutti gli occhi degli spettatori si erano puntati su di lui. Si riscosse e con voce ferma tornò ad essere Romeo.

“Io ti prendo in parola! D’ora in avanti tu chiamami Amore, ed io sarò per te non più Romeo, perché m’avrai così ribattezzato”

Gli occhi si puntarono di nuovo su Giulietta.

Deglutì rumorosamente. E ora? Che sarebbe successo?

 

Anaheim, Disneyland

 

“Rufy, Usop! Venite qui presto!!” urlò Chopper al settimo cielo.

I due lo affiancarono.

Dalla bocca di Rufy scese un rivolo di saliva “Pop corn caramellati!!”

“Si dobbiamo prenderli!” esclamò entusiasta la renna.

Rufy prese il portafoglio e vide che era corto di soldi “Oh no!! Ho finito la moneta!!”

“Ma come?!” esclamò incredulo Usop “Ti aveva dato anche la mia parte!”

“E adesso come facciamo?” piagnucolò Chopper.

“Pensare che i miei soldi sono stati spesi in un parco divertimenti mi da il voltastomaco”

I tre ragazzi diventarono delle statue di sale sentendo quella voce.

Si girarono meccanicamente e sgranarono gli occhi.

“M-m-m-ihawk” balbettò Usop mentre cominciava a tremare.

 

ANGOLO DI ROGI

Ed ecco il secondo capitolo. Dannato Mihawk!! Ha trovato tutti!! Ma come diavolo ha fatto? pazienza si scoprirà più avanti perché non sarà lui l’avversario di questa avventura!! ^^

Spero che vi intrighi come inizio!! Nel prossimo capitolo rivedremo tutta la banda al completo, una bella rimpatriata, anche se con un’aria un po’ pesante!!

 

RECENSIONI:
 Mizuki_: voilà, i guai continuano! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Se leggi Roronoa’s eleven mi lasci una recensione? Così saprò se ti è piaciuto ^^ spero di ritrovarti anche al prossimo capitolo ciao!!

 heller_91: emm.. si ci ho messo un po’ di tempo a decidermi a scrivere il seguito, chiedo perdono!! Solo che ho avuto qualche casino con il mio libro, tra correzioni e palle varie non finivo più @.@ Sono felice che ti sia piaciuto Roronoa’s Eleven e a dire la verità mi sono divertita anche io tantissimo a scriverlo, ridevo come una cretina davanti al pc ^^ comunque il film te lo stra consiglio!! È bellissimo!! Poi il trio Clooney, Pitt e Damon è fantastico!! Spero che ti abbia intrigato anche il secondo capitolo!! Ciao!!

 jess_chan : spero di non averti fatto aspettare troppo ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

CAPITOLO 3

 

Primo giovedì, 13 giorni alla scadenza

 

Zoro alzò lo sguardo e guardò i volti dei suoi compagni che erano disposti a mezzo cerchio davanti a lui. Erano a casa sua e il piccolo salotto sembrava non riuscisse ad accogliere tutta quella gente. Nessuno aveva ancora parlato, a parte qualche “ciao” o “come va?” all’ingresso. Ognuno di loro aveva lo sguardo su un punto fisso, perso tra i suoi pensieri. L’umore era a rasoterra, se non sottoterra.

Nami lo guardò, il suo viso era il più preoccupato di tutti.

Zoro fece un mezzo sorriso e aprì le braccia, lei non si fece pregare e si sedette sul divano di fianco a lui. La strinse a sé lasciando che si accoccolasse sul suo petto, come ormai faceva spesso.

“Andrà tutto bene vedrai” le sussurrò all’orecchio.

Lei annuì appena, ma la preoccupazione non abbandonava il suo sguardo.

“Beh? Allora? Che si fa?” sbottò alla fine Nojiko insofferente di quel silenzio.

Tutti gli occhi si puntarono su Zoro alla ricerca di una risposta.

“Troviamo i soldi, non abbiamo molta scelta” disse facendo spallucce.

“Ma come?” chiese Usop piagnucolando.

“Prima vediamo di quanto siamo sotto, anzi, prima bisogna capire quanto saranno alti gli interessi di Mihawk”

 “Beh, se fosse una situazione normale, con gli interessi, ognuno di noi dovrebbe dare 17,3 milioni di dollari, ma conoscendo Mihawk, direi che siamo sicuri con 19 milioni” disse Franky.

Zoro annuì “D’accordo, allora io e Nami siamo indietro di 16 milioni insieme”

“17” lo corresse Nami.

Corrugò le sopracciglia “E in cosa avresti speso un milione di dollari?”

Lei sbuffò “Era una sorpresa per il nostro anniversario che è malamente sfumato”

Stava per chiederle cosa ma la voce di Ace lo bloccò.

“Io e Nojiko di 30”

Tutti lo guardarono stupiti.

“Che c’è?” chiese infastidito “Un matrimonio costa!”

“Io ce li ho” disse Franky.

Nessuno si stupì, ricco com’era forse poteva coprire anche la parte di qualcun altro.

“Io di 9” disse Sanji.

“Anche io” aggiunse Robin.

“Quanto sono gli interessi?” chiese Chopper.

“6 milioni” rispose Zoro.

“Beh allora io devo quella somma”

Gli occhi del gruppo si puntarono su di lui.

Chopper arrossì “Ho lavorato un po’ e sono stato attento alle spese”

“Io 8” disse Brook.

“7” disse Usop.

Tutti guardarono Rufy.

“E tu fratellino?” chiese Ace.

Lui corrugò le sopracciglia e iniziò a fare dei calcoli sottovoce “Credo 11”

“11?!!” ripeté incredulo suo fratello “E in cosa gli hai spesi?”

“Lo sai che mi piace mangiare!” tentò di difendersi.

“Ma 11 milioni in cibo è assurdo!” lo riprese Ace.

Rufy chinò la testa e si mise a far scontrare gli indici “Scusa”

Zoro sospirò pensando che i due fratelli, anche se erano tanto diversi d’aspetto, si assomigliavano tantissimo, soprattutto come spreco di soldi.

“Bene quindi quanto gli dobbiamo in totale?” chiese.

“97 milioni” rispose Franky che aveva tenuto il conto.

“Qualcuno deve averlo aiutato a trovarci” disse pensieroso Ace “È impossibile che ci abbia trovati da solo”

“Ma chi può aver infranto la regola numero 1?” chiese Sanji irritato.

“Chiunque sia, ci conosce affondo, o non ci avrebbe mai smascherati” rispose Zoro.

Rivelare la posizione di altri compagni ladri era la bastardata più grande che si potesse fare, per farlo ovviamente bisogna avere i contatti giusti ma, soprattutto, bisogna essere dei ladri.

“Quando troviamo che è stato gli farò rimpiangere di essere nato” disse Rufy scrocchiandosi le nocche delle mani.

“No” disse tranquillo Zoro “Quando lo troveremo gli faremo lo stesso torto che ha fatto a noi, di sicuro qualcuno che vuole metterlo in carcere c’è”

Robin sospirò “Questo non cambia che dobbiamo trovare 97 milioni di dollari in 13 giorni. Dove li troviamo?” chiese.

“Qui ci conoscono troppo bene” disse sconsolata Nami.

“Andremo all’estero” disse Zoro.

“Dove?” chiese Ace.

“Io ho dei contatti ad Amsterdam” disse Usop.

“Gente affidabile?” chiese Nojiko.

Lui annuì “Zoro abbiamo fatto un colpo insieme con dei ragazzi di là, ricordi?”

Zoro si raddrizzò, si ricordava fin troppo bene quel colpo “Bulgari, a Roma”

Usop sorrise “Qualche nostro vecchio compagno può darci le informazioni che ci servono per trovare qualche soldo”

Lo guardò negli occhi, gli sembrò davvero convinto “D’accordo, ed Amsterdam sia”

“Il primo volo è alle 5” disse Usop.

I ladri si alzarono e, chiacchierando sulla meta, uscirono dalla sala.

Zoro si avvicinò ad Usop e lo prese per un braccio “Niente distrazioni” gli sussurrò.

“So cavarmela”

“Non voglio averla di nuovo alle calcagna, intesi?”

“Non devi preoccuparti” rispose sicuro.

“Lo spero”

 

ANGOLO DI ROGI

I nostri ladri hanno deciso la meta!! Amsterdam!! Che bella città che deve essere!! Un giorno devo andarci!! ^^ Comunque si, qualcuno ha aiutato Mihawk e sarà questo qualcuno l’antagonista di questa storia!! Chi sarà mai?

Con mio grande dispiacere annuncio che domani parto per gli USA e sto via 10 giorni, quindi aggiornerò un po’ in ritardo.

A presto!!

Un abbraccio a tutti!!

RECENSIONI:

Achamo: sono felice che ti sei accorta del continuo ^^ e credo che ti lascerò sulle spine come al solito ^^ contenta che per ora ti piaccia. Ciao Fantastica2!! ^^

Mizuki_: tranquilla mi fa già piacere che mi lasci una recensione ad ogni capitolo XD eh si Mihawk è proprio uno stronzo, anche se è un gran figo *.* *sbav sbav* Io ho dovuto rivedermi il film per fare un ripasso dato che non mi ricordavo come facevano a fare i colpi eheheh!! Sono felice che ti piaccia la fic e spero che continuerai a seguirla!!

heller_91 : eh si Mihawk fa sempre delle magnifiche entrate di scena, dopotutto è uno di classe lui!!! Si anche a me mi è sempre piaciuta la coppia AcexNojiko però non si realizzerà mai nel manga T.T grazie per la recensione!!

jess_chan: tranquilla con Zoro come capo non c’è da preoccuparsi!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

CAPITOLO 4

 

Primo venerdì, ore 01.20, 12 giorni dalla scadenza

 

Nami strisciò la carta e una lucina verde si accese per pochi secondi. Abbassò la maniglia e aprì la porta della stanza. Vide il letto matrimoniale e ci si fiondò sopra lasciandosi cadere come un peso morto.

Sentì la risatina del suo compagno alle spalle, ma non ci fece caso, non aveva voglia di iniziare un battibecco. Chiuse gli occhi lasciando che la stanchezza del viaggio avesse la meglio.

Odiava i viaggi in aereo: primo perché detestava non poter guidare, secondo si sentiva morire ogni volta che c’era un po’ di turbolenza e terzo non riusciva mai a chiudere occhio. Così dopo ogni viaggio in aereo aveva delle occhiaie bestiali e ci metteva almeno due giorni a riprendersi del tutto.

Sentì Zoro portare in camera le valigie e chiudere la porta. Poco dopo lo sentì sdraiarsi vicino a sé.

“Sai che proprio non ti capisco? Io li trovo così rilassanti i viaggi in aereo”

Si girò a pancia in su e lanciò un’occhiataccia al suo stupendo viso.

“Stai zitto che tu potresti addormentarti anche nel cuore di una battaglia” disse acida richiudendo gli occhi.

Lui ridacchiò e la prese per un braccio trascinandola vicino a sé.

Nami si accoccolò nel suo abbraccio. Quando era lì tutti i problemi del mondo scomparivano, scompariva il viaggio in aereo, scompariva Mihawk, scompariva il loro anniversario sfumato, scompariva anche il fatto che non gli aveva ancora detto che era incinta.

Il suo stomaco sussultò spaventato ricordandole il perché non l’avesse ancora fatto.

Ok, forse non spariva proprio tutto.

Era una cosa stupida, ma aveva una paura tremenda a dirglielo. Avrebbe voluto dirglielo dopo la cena romantica che aveva programmato, ma ora era andata in fumo, e le paure che le avevano avvinghiato le budella erano tornate.

Sapeva che lui l’amava, solo che temeva che sarebbe cambiato qualcosa dopo la notizia.

Ok, di sicuro qualcosa sarebbe cambiato, ma la stupida paura era che lui l’abbandonasse. Non l’avrebbe mai fatto, ne aveva la certezza, ma la paura inspiegabilmente rimaneva. Forse perché nella sua vita ne aveva affrontati tanti di abbandoni da parte del sesso maschile, suo padre in primis.

Comunque ora la situazione era cambiata e non era proprio il momento adatto per dargli questa notizia, si sarebbe stressato il doppio e non sarebbe riuscito a concentrarsi sul colpo.

“Amore?”

“Mhm?” rispose chiudendo in un cassetto il pensiero che un esserino le stava crescendo dentro.

“Mi dispiace che il nostro anniversario sia sfumato”

“Si, anche a me”

“Quando tutta questa storia sarà finita recupereremo come si deve, promesso”

Sorrise riaprendo gli occhi, aveva un viso davvero dispiaciuto.

Si liberò dal suo abbraccio e salì sopra di lui. Avvicinò il viso al suo e strusciò il naso su una sua guancia.

“Se vuoi una parte possiamo recuperarla ora” mormorò seducente al suo orecchio.

Lui ridacchiò “Ma non eri stanca?”

“Mi sono ripresa” rispose.

Era la verità, all’improvviso la stanchezza era sparita, cancellata dalla voglia di lui che la torturava da un paio di giorni. Si, si davano da fare spesso, e la cosa più sconvolgente era che non ne avevano mai abbastanza.

Lui le mise una mano tra i capelli e le attirò il viso al suo.

La baciò con ardore, impossessandosi subito della sua bocca.

Nami sentì il suo inconfondibile sapore pervaderle le membra. No, non se ne sarebbe mai stancata, era completamente assuefatta dal suo sapore di rum. Si, aiutava anche il fatto che adorava gli alcolici.

Mise le mani sul suo petto cercando i bottoni della sua camicia.

Le sue mani iniziarono a toccarla, risalendo dalle cosce, passando per i fianchi, fino al seno.

Alzò le braccia mentre lui le toglieva la maglietta.

Tornò alle sue labbra, sentendo il viso ormai in fiamme. Il cuore batteva un ritmo rotto, scandito dai tocchi del ladro sul suo corpo.

Lui aveva il potere di possederla, non solo fisicamente, quando iniziava a toccarla in quel modo si sentiva soltanto sua. Il suo corpo, il suo cuore, la sua anima, non appartenevano più a lei ma soltanto a lui. Ed equivalente sentiva che lui apparteneva soltanto a lei.

Accarezzò la sua lunga cicatrice, ricordo del periodo più brutto della sua vita. Spesso lui le diceva che l’aveva salvato, l’aveva salvato da una vita triste e solitaria, come quella che aveva vissuto prima di incontrarla, e, egoisticamente, Nami pensava davvero di averlo salvato, come lui aveva salvato lei da una vita di amori infranti.

Gli slacciò i pantaloni e glieli sfilò senza troppa fatica.

Lui ribaltò la situazione schiacciandola dolcemente sul letto.

Lo guardò male dal basso e lui sorrise dolcemente.

Le diede un bacio sul naso “Non voglio che ti stanchi troppo, mocciosa”

Sbuffò sonoramente e girò il viso da una parte giocando a fare l’offesa.

“E dai, non fare l’antipatica” disse giocoso baciandole il collo e salendo lentamente verso la sua bocca.

Dei brividi salirono lungo la schiena sentendo una sua mano scivolare lentamente nei suoi jeans.

Gli lanciò un occhiataccia, anche se in verità stava morendo dalla voglia che le togliesse quegli affari. Non amava particolarmente i pantaloni, ma a causa del climatizzatore che andava a manetta sull’aereo (ecco un altro motivo in più per odiare i viaggi in aereo) se li era dovuti mettere.

“Non sono una mocciosa, cavernicolo” gli soffiò in faccia.

Lui ridacchiò, mentre stuzzicava le sua femminilità la mano.

Represse un gemito e continuò a guardarlo in cagnesco, no non avrebbe ceduto, le battaglie le vinceva sempre lei, soprattutto in quell’ambito.

“No, infatti sei la mia mocciosa” disse malizioso baciandole gli angoli della bocca.

Giocava sporco!!! Anzi sporchissimo!!

Si riprese dal suo colpo basso.

Stava per mettere in pratica in suo piano di emergenza quando all’improvviso sentì un terribile sapore in bocca, era uovo marcio.

Gli mise le mani sul petto e lo allontanò da sé.

Lui la guardò stupito “Nami, che succede?”

Sentì il pasto che le avevano dato sull’aereo tornarle su.

Merda! Il suo corpo non si era ancora regolato al fuso orario!

Dannata nausea mattutina!!

Si liberò dal corpo di Zoro e corse in bagno. Rimise tutto quello che aveva mangiato nel lavandino di marmo raffinato.

“Nami!” Zoro le era corso dietro e le stava togliendo i capelli appiccicosi dalla faccia.

“Va tutto bene” disse senza voce “Dannati aerei” disse sentendo un altro conato arrivare.

Lo represse chiudendo gli occhi.

“Amore, stai bene?”

“Zoro esci per favore, ce la faccio da sola”

“Ma..”

“Ti prego, è imbarazzante che tu assista” disse riprendo gli occhi.

Lui la guardò incredulo per qualche secondo “D’accordo”

Le diede un bacio sulla fronte ed uscì dal bagno chiudendosi la porta alle spalle.

Nami si guardò allo specchio, aveva un viso da schifo: bianco cadaverico, due occhiaie super marcate e i capelli annodati alla follia.

Come diavolo era riuscita a sedurre Zoro in quelle condizioni?!

Si sciacquò il viso. Aveva un disperato bisogno di lavarsi i denti e di darsi una spazzolata ai capelli.

“Zoro”

Lui arrivò subito aprendo la porta e guardandola preoccupato “Dimmi, va tutto bene?”

Sorrise vedendo che era ancora in boxer. Aveva su quei bellissimi boxer neri super aderenti che gli aveva regalato per il suo compleanno.

“Si sto bene, non è che mi porteresti il beauty?”

“Certo” disse lui scomparendo.

“Anche il pigiama!” esclamò alzando la voce.

Lui tornò pochi secondi dopo con ciò che gli aveva chiesto.

Nami si lavò a fondo i denti e non ebbe pietà dei nodi assurdamente complicati che aveva tra i capelli. Si mise il pigiama e uscì dal bagno.

Zoro la stava aspettando nel letto, notò con dispiacere che si era messo il pigiama anche lui.

Gattonò sul letto fino a raggiungerlo e si intrufolò nel suo abbraccio.

Lui le diede un bacio in testa e avvolse entrambi nelle coperte pesanti.

“Stai bene?”

Sorrise e gli diede un bacio a fior di labbra “Si, tranquillo”

“Buona notte, amore”

“’Notte” rispose chiudendo gli occhi.

Zoro spense la luce e la strinse dolcemente nel suo abbraccio. Prima che potesse rendersene conto, la stanchezza del viaggio ebbe la meglio, sprofondò in un sonno profondo e ristoratore.

 

ANGOLO DI ROGI

Sono tornata dagli Usa!!! Mamma che viaggio estenuante!!! Però ne è valsa la pena ^^

Soprattutto perché ho avuto il tempo per ideare qualche altra storiella :) che credo che pubblicherò a breve, sempre Zonami ovviamente!! ^^

Tornando al capitolo, la cara Nami è un po’ stressata poverina però non perde occasione per gustarsi il suo caro Zoruccio ^^

Il prossimo capitolo spero di riuscire a pubblicarlo prima che parto per la Puglia T.T che scatole, non ho voglia di andarmene di nuovo!! Se non ci riesco ci rivediamo alla fine di agosto!!

Un abbraccio a tutti!!

RECENSIONI:

Achamo: tornata!!!!!!!!!!!!! Il viaggio è stato lunghisssssssssssssssssssssssimooooooooo!!!!!!!!!!! Ho visitato tutta la California, San Francisco, Los Angeles (è una città bellissima), la valle dei mammuth (si chiama così su serio), Santa Barbara, Santa Monica a e anche Las Vegas!!! Sono entrata negli alberghi dove sono stati gli 11 di Roronoa!!! ^^ Cavolo parti anche tu????? Mi sa che riusciremo a risentirci alla fine di agosto *sniff sniff*

La spia si scoprirà tra qualche capitolo, comunque non è nessuno che si è visto nell’ Eleven, tu chi ci vedresti bene? Vediamo se indovini il cattivo del Twelve ^^

Per la domanda a Rufy ti faccio rispondere dal capitano in prima persona.

Rogi: “Allora Rufy come hai fatto a spendere 11 milioni in cibo??”

Rufy: “Anche tu??? E basta mi ha già fatto la ramanzina Ace!!!”

*Rogi tira un pugno in testa a Rufy*

Rufy molto intimorito dagli occhi iniettati di sangue della “scrittrice da quattro soldi”: “Vedi Achamo e che sono andato in tanti ristoranti e poi mi accompagnavano sempre tanti amici e alla fine per fare il bravo pagavo sempre il conto io!”

Rogi: “Vedi Rufy, si può rispondere con gentilezza”

Si ricomincia con le cazzate ;)

Alla prossima Fantastica2!!!

_Yuuki_: emm… chiedo perdono per la lunga assenza, ma non ho avuto molta ispirazione ultimamente, ma ora sono tornata all’attacco e sono felicissima che tu ti sai accorta della fic ^^ Ebbene si stavolta l’amore scocca per il caro Usop, (ma forse anche per Robin ;) ) solo che è un po’ incasinato poverino, Kaya dovrebbe arrestarlo…… comunque vedrai più avanti come si svolgerà la cara storia tra i due perché stai cerca che Kaya sarà molto presente!!! Si, Mihawk è proprio uno stronz* ma più il nemico è forte più soddisfazione si ha quando lo si batte no?? ^^

Ah mi lasceresti una recensione nel primo capitolo della nuova fic che pubblico tra poco??? Mi piacerebbe sapere il tuo parere!!

Ciao!!! Tvtrb!!!

heller_91: ma si credo che può essere anche antipatico un capitolo ^^ eh si Zoro è un esperto un grande esperto!!! ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

CAPITOLO 5

 

Primo venerdì, 9.25, 12 giorni alla scadenza.

 

“Come avete detto che si chiama?” chiese Ace.

“Jango” risposero in coro Zoro e Usop.

Stavano camminando per le vie di Amsterdam, alla ricerca del locale dove avevano l’appuntamento.

“Bisogna essere cauti, non mi fido molto di quell’uomo” disse Zoro.

Anche se molto tempo prima aveva fatto un colpo insieme a lui, gli era sempre sembrato un uomo che pensava sempre al proprio tornaconto, pronto a tradire chiunque se la situazione lo richiedeva.

“Beh, mi sembra che non abbiamo scelta” disse Ace fermandosi davanti all’entrata di un bar.

Zoro guardò l’orologio “Entriamo, siamo in ritardo”

Così dicendo entrò nel locale seguito dagli altri due. Si guardò intorno, era un bar normalissimo, sedie poco costose, tavoli abbastanza sporchi, il bancone rovinato dalle molte risse che avvenivamo, un solito bar di periferia, peccato che quello era il covo della mafia russa.

Si avvicinò al bancone e chiamò la barista.

“Cosa posso fare per voi?” chiese lei con voce zuccherata e con un forte accento russo.

Di solito quello era un invito che Zoro accoglieva molto volentieri, ma, da quando aveva Nami, non si accorgeva più degli sguardi che gli lanciavano le altre donne.

“Devo vedere Jango, sono Roronoa”

Lei si stupì “Non credevo che un ladro di tale calibro fosse così giovane” disse guardandolo attentamente “E anche molto affascinante”

Zoro ridacchiò “Grazie” rispose garbato “Ma non vorrei essere nei suoi panni se ci fosse qui la mia compagna” sorrise pensando all’idea di Nami pazza di gelosia, era sempre un bello spettacolo vederla perdere le staffe per altre donne.

La bionda fece una smorfia “Seguitemi” disse uscendo del bancone.

Li condusse nel retro, dove scesero una scala malandata. Sotto terra c’era una sala molto più grande del bar che c’era sopra, piena di tavoli lussuosi e uomini che giocavano a poker. Dal chiacchiericcio che si sentiva si poteva intuire che erano tutti russi.

La barista si fermò “È a quel tavolo laggiù” disse indicando un tavolo.

“Grazie” disse Zoro.

Guardò dove gli aveva indicato e vide Jango che rideva di gusto, stava bevendo in compagnia di tre uomini poco raccomandabili.

Si avvicinarono al tavolo “Ciao, ci sono tre posti in più?”

“Zoro!” esclamò Jango alzandosi “Che bello rivederti!” disse abbracciandolo.

“Usop!” esclamò non appena vide il nasone.

“Ciao Jango” rispose lui sorridendo.

“E tu chi sei?” chiese ad Ace.

“Sono Ace D. Portuguese”

Jango si stupì “Il vice degli undici di Roronoa”

“Già” rispose imbarazzato grattandosi la testa, Ace non era abituato alla fama.

“Ma prego, accomodatevi!” esclamò Jango sorridendo.

Loro ubbidirono e si sedettero al tavolo.

“Allora, come va?” chiese offrendogli dei bicchieri di vodka.

Zoro ne prese uno “Bene, fino a qualche giorno fa”

Lui corrugò le sopracciglia “Cosa è successo?”

“Diciamo che una vecchia conoscenza è venuta a riscuotere un debito” rispose vago “Ci servono molti soldi, non è che tu avresti qualche dritta da darci? Dopotutto sei tu il re di questa città”

“Mmm…” mormorò pensieroso “Quanti soldi vi servono esattamente?”

“Circa 97 milioni” disse Ace.

Jango sgranò gli occhi “97??”

Zoro annuì “Si, siamo messi male, lo sappiamo”

“Beh Zoro, devo informarmi meglio, per ora ho a disposizione solo un colpo che vi frutterà massimo 2 milioni”

Fece una smorfia “Sono un po’ pochi”

“Appena finirete quello, vi prometto che troverò qualcosa di più sostanzioso” disse sorridendo.

Prese una cartelletta da un zaino e gliela porse “Lì ci sono i codici per una cassaforte, però ti avviso, è un colpo molto difficile”

Corrugò le sopracciglia “Sistemi di sicurezza all’ultimo grido?” chiese prendendo la cartelletta.

Jango scosse la testa sorridendo “No, il proprietario è agorafobico”

“Agora che?” chiese Ace.

“Ha paura dei posti pieni di gente” spiegò Zoro.

“Esatto” disse Jango “Non esce mai di casa, e quello che dovete rubare si trova..”

“In casa sua” concluse Usop.

Jango sorrise “Già, in bocca al lupo”

 

ANGOLO DI ROGI

Perdonate il capitolo corto, ma in questi giorni mi sto concentrando molto sull’altra storia, a cui ci tengo un po’ di più. Comunque ora che parto mi darò da fare anche con questa storia non temete!!! L’ho già annunciato nell’altra storia ma mi sembra giusto annunciarlo anche qui: domani parto e torno il 21 agosto, quindi prima di allora non potrò più aggiornare, spero che mi aspetterete!!

BUONE VACANZE A TUTTI!!

RECENSIONI:

_Yuuki_: sai in verità non era programmato che fosse incinta, però poi mi è balzata l’idea in testa e ci stava bene ^^ Si!!!! Sono stata al Mirage!!! Las Vegas è un posto assurdo!!! E bellissimo!! Gli alberghi sono spaziali!! ^^ Mmm… mi dispiace ma non hai azzeccato, tirerò fuori un cattivo molto vecchio per la ciurma di Rufy, anzi la ciurma non era ancora al completo quando l’hanno incontrato!!! Sarà una vecchia e maledetta conoscenza!! Anche se ora che mi ci fai pensare anche Lucci non ci stava male…. Però l’uccello è di troppo….

Emm.. si, sono una nuova fan della coppia RobinxFranky…… e come si vede già nella prima storia a Franky non dispiace la bella archeologa ^^ Kaya sarà presente ma non ti dico in che modo!!! Muahahahah!!! Ciao!!! Tvtrb!!

Tsukichan: Tsu!!!! Che bello risentirti!!!! Era da una vita!! Spero che gli esami ti siano andati bene!!! Ah comunque mi sa che ti sei persa una fic che avevo scritto apposta per te ^^ vai a vedere tra le one-shot che ho scritto e la troverai di sicuro! Mi farebbe piacere avere il commento di un’esperta su certe scene :P

Ah il sesso per il bambino non l’ho ancora deciso, sono veramente indecisa, figo come il suo papi o affascinante come la mammina? Mmm….. mi dovrò arrovellare un po’ il cervello! In puglia vado a Torre Vecchia!! Vicino a Lecce da quello che ho capito!! Sei vicina per caso? Un bacio!!

Achamo: eh già, Nami non potrà nascondere ancora a lungo la gravidanza a Zoro, ma si sa, il cavernicolo è molto sbadato quindi per qualche settimana non se ne accorgerà!! No, non hai azzeccato, comunque non è nessuno che conosce direttamente gli undici, ops, dodici, comunque o nel prossimo o nel settimo capitolo si scoprirà chi è il maledetto!!

Alla prossima!! Ciao Fantastica2!!!

ShikamaruxIno: che bello sono felice che hai seguito sia Roronoa’s eleven che questa storia!! Mi fa tanto piacere ^^ Spero di non deluderti andando avanti!! Ciao!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

CAPITOLO 6

 

Primo venerdì, 13.45, 12 giorni alla scadenza

 

Usop diede un'altra occhiata all’entrata della caserma della polizia.

Era rischioso, era assurdamente rischioso stare lì, Zoro l’aveva anche avvisato e se l’avesse beccato di sicuro l’avrebbe cacciato a casa a pedate nel sedere. Ma nonostante tutto, non era riuscito a resistere.

Lui doveva vederla.

Così si era infagottato nel cappotto pesante e si era coperto mezzo viso con la sciarpa, aggiungendo gli occhiali scuri che proteggevano gli occhi dal sole che non c’era. Sentì la porta aprirsi e lanciò uno sguardo alla sua destra.

Il suo stomaco si contorse.

Era lei.

Rimase immobile incapace di muoversi. Stava parlando velocemente al cellulare mentre guardava il cielo minaccioso di pioggia. Il suo viso non era cambiato, il naso perfettamente dritto, le labbra carnose e rosee, gli occhi neri e profondi in cui amava perdersi. I suoi capelli dorati si mossero delicati quando lei ricomincio a camminare, erano più lunghi di come se li ricordava.

Il suo cuore scalpitò vedendo che si avvicinava a lui.

L’ammirò mentre si muoveva aggraziata e veloce.

Aveva le sopracciglia corrugate, come se stesse cercando di risolvere un difficile problema, mentre ascoltava il suo interlocutore.

Dio quanto era bella. Come aveva potuto abbandonarla?

Il suo cappotto si mosse leggermente, lasciando intravedere una pistola nella fondina.

Giusto, era una poliziotta, e non una poliziotta qualunque, una detective, con un innato intuito che le permetteva di mettere in prigione i ladri più famosi.

“Ne sei sicuro? Gli americani sono qui?” la sentì chiedere mentre gli passava di fianco.

Inspirò il suo dolce profumo, era uguale a come se lo ricordava, quante notti si era addormentato con quel buonissimo profumo affianco.

La guardò allontanarsi, lottando contro il desiderio di chiamarla. Quanto avrebbe voluto correrle dietro. Ma questo non era possibile.

Fece un profondo sospiro e si incamminò verso la fermata della metropolitana.

 

Ore 15.30

 

“Bene ragazzi, il merlo si chiama Moria, un riccone recluso semifamoso. Da anni sostiene di essere un antiquario, ma non ha mai venduto un pezzo” disse Ace guardando i suoi compagni in semicerchio intorno a lui.

Erano nella stanza di Franky, ovviamente il miliardario aveva preso la più grande dell’hotel e veniva utilizzata come centro di comando. Erano nella sala che era abbastanza lussuosa, con un tavolo e tre divani occupati dai ladri.

“L’esposizione è nella sua abitazione privata dove non entra mai nessuno, ma non fatevi ingannare dall’eccentricità di Moria, la casa è estremamente ben protetta” aggiunse Zoro di fianco a lui.

“Cosa cerchiamo Zoro?” chiese Sanji.

“Un documento, molto prezioso e antico”

“E che cos’è?” chiese Brook.

“Un certificato azionario” disse Franky che aveva in mano una foto del documento.

“Il primo mai emesso dalla prima società del pianeta” aggiunse Ace “La Compagnia delle Indie Olandese è un esemplare unico”

“Quant’è il bottino?” chiese Nami.

“Vale 2 milioni e mezzo di euro” rispose Zoro.

Nami alzò un sopracciglio “A testa spero”

Zoro scosse la testa.

“Oh andiamo! Di questo passo non pagheremo mai Mihawk in tempo!” protestò Sanji.

“Lo so Sanji, ma è quello che abbiamo a disposizione”

“E poi fatto questo colpo Jango ce ne scaricherà un altro la prossima settimana, con cui faremo dieci volte quella cifra” disse Ace.

“La buona notizia è che Jango ci ha dato la password del sistema di sicurezza” disse Zoro.

“Perfetto, che cosa stiamo aspettando?” chiese Nico Robin.

“Che Moria esca” rispose Usop.

“E qui c’è una brutta notizia” disse Zoro.

“E pareva troppo facile” mugugnò Chopper.

Zoro sorrise al piccolo tecnico “Lui non esce mai”

“Soffre di agorafobia” aggiunse Ace.

“Come?” chiese incredulo Chopper “Non è mai uscito di casa in vita sua?”

Zoro fece spallucce “No, da dieci anni, da quando vive lì”

“Cioè non esce proprio mai?” chiese Rufy.

“Apre solo la finestra del secondo piano ogni sera” disse Ace.

“Ascoltate, ogni sera prende un whiskey e mette su la terza di Beethoven, al quarto movimento è fuori gioco, quindi entriamo alle tre di mattina” disse Zoro guardando Chopper.

“Ok, possiamo entrare nel sistema dalle linee telefoniche”

“No” disse Ace “È un server chiuso con due server di backup in delle casse di titanio di fianco al suo letto, craccarlo  è escluso”

“Va bene sentite, è semplice, un camion di servizio con un braccio meccanico, Nami mi solleva al secondo piano, un braccio telescopico che entra dalla finestra e digitiamo il codice” disse Sanji.

“D’accordo, idea scema” disse Zoro ricevendo occhiataccia dal biondo “Strada stretta e a senso unico, blocchi il traffico e arriva la polizia” spiegò.

“Inoltre l’esterno è protetto da cinque telecamere a circuito indipendente” disse Ace.

“Controllate ininterrottamente da una compagnia di finanza”

“Ha cinque telecamere esterne?” chiese incredula Nojiko “È anormale sul serio”

“Super anormale” confermò suo marito.

Scese il silenzio nella sala. Ognuno perso nei suoi ragionamenti.

“Scusate, ma un acaba a cavalcioni no?” chiese innocentemente Rufy.

Tutti gli occhi si puntarono su di lui increduli.

L’acrobata si grattò la testa imbarazzato “È una cavolata?”

“No!!” esclamò Ace “Fratellino sei un genio!” esclamò entusiasta.

 “Un acaba a cavalcioni” Zoro sorrise “Si può fare”

 

ANGOLO DI ROGI

Rispondo subito alla vostra domanda: “Che cos’è un acaba a cavalcioni?” beh ragazzi è il nome in codice per un tipo di colpo che i nostri ladri hanno deciso di usare per derubare il caro Moria.

Chiedo perdono per l’immenso ritardo di questa fic, ma non ho avuto molto tempo per riguardarmi il film e mi servivano delle informazione vitali. Vi annuncio che sparirò ancora per 10 giorni, il 9 parto per lo stage in Inghilterra e non potrò aggiornare fino a che non torno. Comunque prometto che mi darò da fare con questa fic quando sarò là!

Grazie a chi continua a seguirmi!!

Un abbraccio a tutti!!
RECENSIONI:

Achamo: Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! Grazie per la statua in oro!!!! XD L’ho messa come immagine sul profilo di fb ^^ mi sono commossa tantissimo grazie ti adoro!!! =)

Tornando alla storia, sì ho aggiunto Jango ma mi dispiace dirti che sarà solo una piccola comparsa nella storia…

Ps: eheheh non ci azzecchi proprio ^^ comunque in uno di questi capitoli si scoprirà lo stron** ecco ci siamo capite ^^

larix: perdonooooooooo!! Una tartaruga è più veloce di me!! Spero che continuerai a seguirmi anche con questi ritmi T.T

Little Mars PR: mars!!!!! Che bello risentirti dopo tanto tempo!!! Sono felice che hai trovato il seguito ^^ sì mi ricordo che tu avevi vtato per il seguito e mi dispiace tanto per la lentezza T.T ma in questi giorni ero incasinata….. il colpo ad amsterdam sarà un tantino difficile da scrivere ma ce la metterò tutta!! Wow!! Dublino?? Non ci sono mai stata!! Com’è è bella??

Ps: il viaggio è andato benone ^^ sono andata nell’albergo degli 11 quando ero a Las Vegas ^^ comunque gli Usa sono bellissimi!!!
Tsukichan: anche io spero quella fine per alcuni dei miei prof… tipo quella di chimica… o di ita…. Comunque, lasciando perdere i sogni di morte, sono felice che ti piaccia il seguito e sì, devo ammettere che sono tentata di mettere una bella bimba, però non so se ci sarà in questa storia… magari in un futuro 13… “Rogi!! Smettila e pensa a finire questa storia prima!!” disse la mia saggia vocina interiore “Sì hai ragione”….. ok, lo ammetto, il posto più adatto per me è il manicomio!! Comunque grazie per i complimenti ^^

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

CAPITOLO 7

 

Primo giovedì, 8 giorni alla scadenza

 

“Rufy ci sei?”

L’acrobata si girò verso Brook “Certo” disse mettendosi la maschera.

Brook annuì “D’accordo, allora incominciamo”

Rufy  si appoggiò al parapetto della nave, si mise in bocca la bombola dell’ossigeno e si buttò nell’acqua nera del canale.

Brook alzò gli occhi al cielo nero senza stelle, pregando che quel colpo riuscisse. Se avessero fallito Mihawk avrebbe giocato a shanghai con le loro ossa.

“Ragazzi, speriamo che vada tutto bene” disse sospirando.

Nami si avvicinò a lui sorridendo “Andrà bene vedrai”

 

Su un tetto poco distante

 

Robin aprì la valigetta e tirò fuori la sua sofisticata balestra. La appoggiò al cornicione davanti a lei e inquadrò la finestra desiderata, guardò nel mirino.

Eccolo “Gente sono in linea” disse nella ricetrasmittente.

“Ok Robin, quando vuoi” gracchiò la voce di Zoro nel suo orecchio.

Tornò a guardare nel mirino. I tasti della console erano accesi di una luce verde, ricordando a tutti che l’allarme era ancora in funzione. Mirò un po’ più in alto e si assicurò che la finestra era aperta.

D’accoro, ora bisognava solo provare.

Chiuse un occhio sentendo la tensione attanagliarle lo stomaco. Tutto il colpo dipendeva da quel tiro. Guardò intensamente il punto dove la freccia doveva conficcarsi, come se avesse il potere di scagliarla telepaticamente. Un rivolo di sudore le scese sulla guancia mentre il cuore iniziava a batterle forte. Fece un respiro profondo e pigiò il grilletto.

Si alzò dalla postazione e ammirò il suo capolavoro.

Sorrise soddisfatta “Ci siamo ragazzi”

 

Il girono dopo

 

Un rumore sempre più forte le picchiettò nella testa. Aprì gli occhi assonnata. Che ore erano? Guardò la sveglia sul comodino e vide che segnava le 6.35.

Corrugò le sopracciglia, chi diavolo la chiamava a quell’ora?

Si sedette sul letto e afferrò il cellulare.

“Pronto” rispose biascicando.

“Kaya, c’è stato un furto stanotte”

“E c’è bisogno di tirarmi giù dal letto così presto?”

Bibi sospirò “Ti mando un messaggio con un indirizzo, vieni subito. Abbiamo bisogno di te” la chiamata venne interrotta.

Si alzò dal letto svogliatamente, detestava essere svegliata così.

Il suo cellulare vibrò e lesse un indirizzo.

Sgranò gli occhi.

No, non era possibile. Quella casa era impenetrabile.

Come diavolo avevano fatto?!

 

ANGOLO DI ROGI

Ebbene sì, dopo tempo immemore sono tornata su questa ff, colpa dell’ultimo manga di One Piece che ho letto, mi ha fatto tornare la voglia di scrivere di questi fantastici personaggi.

Chiedo perdono per aver lasciato per così tanto tempo in sospeso questa storia ma ora mi impegnerò seriamente a finirla.

Grazie a chiunque decida ancora di seguirmi.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

CAPITOLO 8

 

“Grazie per essere venuta subito”

Guardò Bibi “Allora, cosa abbiamo?”

Lei sospirò e le fece strada “A dire il vero un bel niente, non riusciamo a capire come abbiano fatto a disattivare l’allarme”

Entrarono in quella lussuosa casa e Kaya non poté fare a meno di guardarsi intorno stupita. Tutto ciò che la circondava aveva almeno un secolo. Sembrava di essere piombati all’improvviso nel 1800 o giù di lì.

“Moria è un uomo molto ricco.”

“Già,” concordò Bibi “vieni”

Salirono un imponente scalinata costruita interamente in legno, ai muri c’era un numero esagerato di quadri. Con tutto quel ben di Dio appeso ai muri perché avevano rubato solo un certificato azionario?

“Quando posso parlare con il signor Moria?”

“Al momento è sotto sedativi, forse domani” disse facendole strada nella camera da letto.

Guardò incredula i numerosi schermi che c’erano di fianco al letto.

Si avvicinò: circuito chiuso, un server di baycup, casse di titanio, quell’uomo era terrorizzato dai ladri.

“Forse hanno disattivato l’allarme con un cortocircuito”

“No,” disse scuotendo la testa “avrebbero fatto scattare il sistema”

“Beh, allora non so proprio come siano entrati”

Arrivò ad un’enorme cassaforte aperta, era grande quando un armadio ed era interamente fatta di acciaio. Non aveva il minimo graffio. Per terra c’era un macchinario lungo almeno un metro. Si inginocchiò per analizzarlo. Era un trapano.

Corrugò le sopracciglia, perché avevano portato un trapano se non dovevano usarlo?

“Dov’è la console dell’allarme?” chiese.

“Vieni”

Kaya la portò alla console che era nella stanza accanto. La analizzò accuratamente, sicuramente non c’erano impronte sopra. Molto probabilmente avevano il codice, e avevano semplicemente applicato un marchingegno che digitava i numeri. Ormai ora rimasta indietro con tutti i nomi tecnici dei congegni che utilizzavano i ladri, almeno, quel tipo di ladri. Il suo sguardo fu attirato da una venatura del legno del muro che si interrompeva e riprendeva poco dopo. La toccò e sentì che era umida. Prese il coltellino svizzero che aveva in tasta e lo conficcò dentro al muro senza difficoltà, lo girò e vide un pezzo del legno staccarsi. Ma quello non era legno.

“Intonaco?” chiese stupita Bibi.

Si girò e vide che alle sue spalle c’era una finestra semiaperta che dava sulla strada, al di là della strada un palazzo alto almeno sei piani. Avevano lanciato una freccia con attaccato un filo di metallo e semplicemente avevano fatto scorrere il marchingegno per disattivare l’allarme. Ma il tetto non era in linea di tiro. Come avevano fatto allora a…

Il suo cuore perse qualche battito. Era stato lui, lui con i suoi amici. Cosa diavolo ci facevano ad Amsterdam?

“Cos’è Kaya?” le chiese Bibi.

Si girò a guardarla “Il foro della freccia della balestra”

“Quale balestra?” chiese senza capire.

“Quella che avevano su quel tetto” rispose indicandolo.

Bibi sgranò gli occhi “Mi vuoi dire che hanno lanciato una freccia da quel tetto facendola passare attraverso quella finestra?”

“Esatto”

“Ma è un tiro impossibile!” esclamò.

Lei sorrise “Sì, prima che sollevassero l’edificio, controllate i piloni devono essere sollevati”

Bibi la guardò per qualche secondo incredula “Kaya, non ti seguo più” ammise.

“Mai sentito parlare di Gold Roger?”

“No”

“Beh loro sì”

“Loro chi?”

“Gli americani” disse tornando a guardare il foro della balestra.

Però qualcosa non tornava. Ritornò davanti all’armadio aperto fissando intensamente il trapano di metallo. Perché si erano portati dietro una cosa così ingombrante se non dovevano usarla?

Una lampadina si accese nella sua testa.

Sorrise divertita.

“Che c’è?” le chiese Bibi.

“Lui è stato qui, stamattina”

“Chi?”

“Night Cat”

“C’è stato un doppio furto?” chiese incredula Bibi.
“Il furto è stato uno solo, ma gli americani sono arrivati dopo” disse sorridendo “Vai nel pub dei russi, vammi a prendere Jango”

 

La notte prima

 

Appoggiò la sacca per terra, tirando fuori il trapano.

“Zoro” lo chiamò Ace.

Alzò lo sguardo e vide che la cassaforte era aperta.

“Cosa diavolo significa?” chiese Sanji.

Si avvicinò alla cassaforte, dentro c’era una statuetta nera in onice che rappresentava un gatto, con un registratore di fianco e un foglietto con su scritto “Premi play”.

Lo fece e una voce sconosciuta iniziò a parlare.

“Congratulazioni, lei è la seconda persona a forzare la cassaforte di Moria questa notte. Per essere arrivato secondo signor Roronoa, lei è entrato nella lunga schiera degli uomini che hanno lavorato duramente e corso enormi rischi per arrivare solamente secondi”

Prese la statuetta del gatto e la mostrò ad Ace che scrollò le spalle. La voce riprese a parlare.

“Lei non conosce nessuno di questi signori ovviamente, perché restano nell’oblio. Quello che sarebbe successo a lei se non avesse avuto successo al Bellagio”

“Come diavolo fa a sapere chi siamo?” chiese Sanji.

“In un certo senso,” continuò la voce “sono io il responsabile della sua gita ad Amsterdam, io ho ingaggiato Jango e Jango ha ingaggiato lei.”

“Ecco il bastardo che ci ha consegnati a Mihawk” commentò Ace sdegnato.

 

Un mese fa, casinò del Bellagio

 

“Tutto il gruppo? Compreso Roronoa?”

“Sì”

“Mi riesce difficile crederlo, ma lei chi è?”

“Può chiamarmi Night Cat, signor Mihawk”

Aspirò un tiro dal suo sigaro e si diresse verso il suo ufficio passando tra le slot-machine “Night Cat? D’accordo signor Night Cat, quanto mi cosa questa informazione?”

La voce dell’uomo al telefono sospirò “Ah, niente”

“Niente?” chiese incredulo “Mi prende in giro? Niente si fa per niente”

“Diciamo che i nostri interessi per il momento coincidono”

Corrugò le sopracciglia senza smettere di camminare “In che senso?”

“L’informazione è gratuita, ma l’avrà solo a certe condizioni”

“Sarebbero?”

“Dovrà trattenersi con loro”

Sorrise “Trattenermi? Non sarà semplice, che altro?”

“Dovrà  dargli due settimane di tempo per trovare i soldi e salvarsi”

“D’accordo, ma dubito che ce la faranno” Crocodile si avvicinò a lui e gli porse una cartelletta. Controllò velocemente gli incassi della giornata e fece cenno al suo secondo di andarsene.

“Solo per curiosità, quanti soldi le devono?”

Tanti, pensò con rabbia. Zoro gliel’avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro.

“Per lasciarli vivere? Tutto quello che mi hanno rubato con gli interessi,” disse riprendendo a camminare “un mare di interessi”

“Ma l’assicurazione non ha coperto quello che le hanno rubato?”

Entrò nel suo ufficio “Certamente”

“Quindi vuole farsi raddoppiare il capitale” il ladro fece una pausa “Ma le sembra corretto?”

Si avvicinò alla sua scrivania “Corretto? Spero proprio di no. Mi dia queste informazioni”

“D’accordo, sono sulla sua scrivania”

Guardò sopra la scrivania e vide una busta chiusa con sopra una statuetta nera di un gatto.

Sorrise, non vedeva l’ora di rivedere quel bastardo di Zoro.

 

ANGOLO DI ROGI

Eccomi di nuovo qua con un nuovo capitolo =) Chi sarà Nigth Cat? Sono aperte le scommesse =)

Grazie a Phoenix_passion e a saisai_girl per aver recensito il capitolo precedente.

Buona giornata a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

CAPITOLO 9

 

Primo venerdì 7 giorni alla scadenza, stanza di Franky

 

Kaya scese dalla macchina. Controllò il nome dell’albergo ed entrò.

Neanche a dirlo, Jango aveva cantato come un canarino non appena aveva minacciatori far espatriare la moglie e i figli. Era stato crudele da parte sua, ma aveva ottenuto ciò che desiderava.

Si diresse verso la lussuosa reception “Vorrei sapere il numero della camera del signor Blake”

L’addetto la guardò stupita “Mi dispiace signora ma non posso..”

Lo interruppe mostrandogli il distintivo.

“Un attimo solo” le diede le spalle e iniziò a cercare quel nome nel computer.

Si guardò attorno, quello era l’albergo più costoso e lussuoso della città. L’arredamento era in vecchio stile inglese coloniale, talmente esagerato che le faceva venire il mal di stomaco. In quanto a gusti alberghieri, i ladri non se ne intendevano molto.

“La stanza è la numero 269, al secondo piano”

Si girò verso il ragazzo “Grazie”

Si diresse verso le scale e salì velocemente. Seguì le indicazioni che la mandavano a destra e si ritrovò davanti alla stanza.

Il suo stomaco si contorse agitato. Dopo più di tre anni l’avrebbe rivisto.

Scosse la testa. Lui era un ladro, lei una poliziotta e anche se probabilmente era ancora innamorata di lui, non c’erano possibilità di stare insieme.

Fece un respiro profondo e bussò alla porta “Servizio in camera”

La porta si aprì e si ritrovò davanti un uomo con i capelli verdi.

Lo osservò attentamente cercando di ricordarsi ogni suo dettaglio per poterlo descrivere ai disegnatori della polizia.

Lui sgranò gli occhi e le chiuse la porta in faccia.

Sorrise divertita, evidentemente lui la conosceva.

Bussò di nuovo “Sentite sto solo cercando Usop, non ho intenzione di arrestarvi”

Non per il momento almeno.

Sentì qualche rumore e qualche voce borbottare, poi la porta si riaprì.

Vuoto allo stomaco “Ciao Usop”

“Kaya”

Lo guardò negli occhi “Mi fai entrare?”

Lui si fece da parte e la lasciò entrare.

Si guardò intorno, cercando qualche indizio per capire cosa stessero architettando.

“Cosa sei venuta a fare?”

Si girò verso quella voce sconosciuta e vide di nuovo l’uomo con i capelli verdi “Ad avvisarvi”

“Riguardo a cosa?”

Si avvicinò al tavolino al centro della stanza colmo di carte, un foglio attirò la sua attenzione. Lo prese.

Sorrise “Il Gold special, così imparo a tenere la bocca chiusa, giusto Usop?” lo guardò.

Il suo compagno gli lanciò un’occhiataccia. Beh non aveva tutti i torti, usare una tecnica di cui lei gli aveva parlato non era stata una mossa molto intelligente.

Usop abbassò la testa ma non disse nulla.

Tornò a guardare il suo amico “Tu devi essere Roronoa, giusto?”

Lui si irrigidì e la guardò con uno sguardo minaccioso.

“Non ti preoccupare, non ci sono ancora prove a tuo carico sul furto al Bellagio, avete fatto un ottimo lavoro”

Usop sospirò “Kaya vieni al punto”

“D’accordo. Volevo solo mettervi in allerta su Night Cat, è il miglior ladro che ci sia in circolazione, molti lo definiscono l’erede di Gold Roger”

“Addirittura?” chiese sarcastico Roronoa.

Lei sorrise “Vi do un consiglio, capite perché l’avete offeso e chiedetegli perdono” si guardò un’ultima volta intorno e si avviò verso la porta “Io devo andare”

Usop si avvicinò a lei e le aprì la porta “Kaya”

Lei si girò “Sì?”

Sospirò “Non avrei voluto che finisse così”

Il cuore accelerò frenetico, ma lo ignorò.

Sospirò facendo un mezzo sorriso “Ma è finita così” poi si girò e uscì dalla stanza.

 

“Usop sei impazzito! Perché non l’hai detto che era stata lei a parlarti del Gold special?!”

Era da più di mezzora che tutto il gruppo gli urlava contro, Nami soprattutto, iniziava a pensare che volessero mangiarselo.

“Insomma ragazzi, non avevamo altre soluzioni, se non fosse stato per Nigth Cat nessuno l’avrebbe scoperto” tentò di difendersi.

“Hai comunque tradito la nostra fiducia” disse Ace guardandolo male.

Iniziò a sudare freddo, l’ultima cosa che voleva era essere buttato fuori dal colpo. Ma dov’era finito Zoro quando gli serviva?

“State calmi”

Sospirò, sperando che il capo lo salvasse.

Tutti si girarono verso Zoro che era appena rientrato nella stanza.

“Usop ha sbagliato, ma ora almeno abbiamo un nome”

“Si ma ora le vostre facce saranno in tutte le stazioni di polizia” commentò Ace.

Fece spallucce “Tanto non le guarda mai nessuno”

“A parte i poliziotti” disse acida Nami.

“E i detective” le fece eco sua sorella.

Sì, le sorelle volevano decisamente ucciderlo.

“D’accordo, quindi vogliamo stare qua a piangerci addosso?” chiese Zoro sarcastico.

Nessuno rispose.

“Allora?”

“No, certo che no” rispose Usop.

Anche gli altri dettero un segno di assenso.

“Bene, perché Trafalgar mi ha dato delle informazioni molto interessanti sul nostro amico” disse sorridendo.

“Sentiamo” disse Ace sedendosi sul divano.

“Allora Night Cat ha un nome: Kuro, il barone  Kuro

“Un barone?” chiese Sanji incredulo.

“Ha ereditato il titolo dalla madre che non ha mai conosciuto. La cattiva notizia è che è ricco, annoiato e ha talento.”

Fece una smorfia “Fantastico, un ricco annoiato”

Zoro lo guardò “La pessima notizia è che è stato allievo di Gold Roger”

Sgranò gli occhi “Cosa?!”

“Il grande Roger?” chiese Robin.

Zoro annuì grave “Sì”

“Ragazzi la vedo proprio grigia” commentò abbattuto Brook.

“Ehi non abbattiamoci, sentiamo prima cosa ha fatto veramente” disse Franky.

“Ha cominciato nei primi anni novanta, la banca di Ginevra, il tesoro Danese, la banca d’Italia, quella di Bruxelles, quella di Anversa”

Lo guardò incredulo, ma non era umanamente possibile.

“Frena frena,” lo bloccò “Tutto questo l’ha fatto negli anni novanta?”

“Solo fino al 96”

“Sul serio?”

“Dio santo” sospirò Sanji.

“Nel 97 ha attraversato un fase artistica e ha colpito la Tate a Londra, il Louvre a Parigi, due volte, e il Prado”

“Fermati, no aspetta” lo interruppe nuovamente “Il colpo al museo del Prado nel 97? Quello è stato fatto da Kurahadol”

“Lui è Kurahadol, è uno dei suoi tanti nomi. Ok arriviamo al mio colpo preferito nel 2002 ha rubato uno yacht, un 60 metri, del re del Marocco. Svanito nel nulla, l’equipaggio è stato ritrovato qualche giorno dopo in una scialuppa di salvataggio, non ricordavano nulla”

Corrugò le sopracciglia, quel ladro era un pazzo! Come diavolo si poteva rubare uno Yacht?!

“Ma come lo nascondi un 60 metri?!” esclamò incredula Nojiko.

Zoro sorrise divertito “Anche se il re lo sa non lo dice, l’ha riavuto un mese dopo, ora giocano insieme a tennis tutti i mesi”

Sospirò abbattuto “Ok, siamo fritti”

“Già” constatò Ace.

“Quindi che facciamo?” chiese Nami.

“Rispondiamo” disse Zoro facendo spallucce.

“E come?” chiese incredulo.

Lui sorrise minaccioso “A tono”

 

ANGOLO DI ROGI

Ed eccomi qua con un altro capitolo, ebbene sì il cattivo di questa storia sarà un vecchissima conoscenza dei nostri cari pirati =) Il nome Night Cat deriva dal fatto che il capitano Kuro sulla sua bandiera aveva il disegno di un gatto se non mi ricordo male XD

Bene spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!

Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate se ne avete voglia ^^

Bye bye

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=532153