28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi ~

di Coh
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ~ ***
Capitolo 2: *** Scampato alla morte ~ ***
Capitolo 3: *** Gretchen ~ ***
Capitolo 4: *** Nonna Morte ~ ***
Capitolo 5: *** Allagamento ~ ***
Capitolo 6: *** Ti và di stare insieme? ~ ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ~ ***


Ti svegliasti in una strada appena fuori dal paese, con la tua bicicletta al tuo fianco. Non ricordavi come eri finito in quel posto, probabilmente eri sonnambulo, come al solito. Così, prendesti il tuo veicolo a due ruote e iniziasti ad andare verso casa. Tua madre stava leggendo un libro, e ti guardò da sotto i suoi occhiali.

Where is Donnie?

Sempre la solita storia. Quando non riuscivano a trovarti, scrivevano quella frase nella lavagnetta magnetica appesa al frigo. Si preoccupavano sempre per nulla. Bè, d'altronde, avendo un figlio schizofrenico-paranoio, non si poteva replicare. La sera, dopo cena, avresti preso sempre quelle tue piccole pillole rosa, al solo scopo di limitare le allucinazioni e l'aggressività. Cosa c'era di sbagliato in te? Perchè quelli pazzi non erano gli psicologi dai quali eri in cura, o le persone che ti ripetevano e ti ricordavano costantemente che eri "malato"? Avevi soltanto una visione diversa delle cose, un diverso punto di vista.

Quella sera cenasti, e poi andasti a leggere Stephen King, un grande scrittore a tuo parere. Il tuo preferito. Dopodichè, ti addormentasti, per essere svegliato da una strana voce, quasi metallica.

"Svegliati."

Ti mettesti a sedere sul letto, e scendesti le scale.

"Ti ho osservato a lungo."

Staccasti il pennarello della lavagnetta magnetica attaccata al frigo.

"Sono qui, vieni."

Uscisti di casa.

"Più vicino."

Ed eccolo lì, Frank il coniglio, in piedi in mezzo al tuo giardino. Ti parlò.

"28 giorni, 6 ore, 42 minuti, 12 secondi.. ecco quando il mondo finirà"

"Perchè?"

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Capitolo 2
*** Scampato alla morte ~ ***


Ti svegliarono delle voci. Ti trovavi in mezzo a un campo da Golf.

"Ragazzo, ragazzo, Donnie.. Donnie Darko! Ma che ti è successo?"
"Chi è questo?"
"Il figlio di Eddie Darko. Mi dispiace Jim, abita qui vicino, ma non sò cosa.."

Ti alzasti. Eri così confuso, così stanco. Cosa ci facevi in mezzo a un campo da Golf? Ti guardasti il braccio. 28:06:42:12, erano i numeri riportati a pennarello. E allora ricordasti, ricordasti l'incontro con Frank, e la fine del mondo. Il sole ti stava accecando.

Te ne andasti senza salutare quei due individui di cui stentavi a riconoscere i lineamenti, e te ne tornasti a casa. Uno scenario strano ti si presentò davanti agli occhi: il tetto, proprio sopra a camera tua, era completamente sfasciato, e molte persone stavano lavorando per rimuovere un motore aereo. Come faceva ad essere caduto soltanto un motore e non l'aereo? Che fine aveva fatto quel sfortunato velivolo?

La polizia aveva circondato la casa, e tu ti facesti largo tra la folla di curiosi che si stava ammassando davanti casa tua. Vedesti le tue sorelle abbracciate, i tuoi genitori, in lontananza, discutevano con il capo dell'aviazione civile.

"Non sanno da dove viene quel motore." ti disse Elizabeth con disappunto. Spesso tu e tua sorella vi stuzzicavate, ma era uno di quei momenti in cui avevate bisogno l'uno dell'altra.

Ve ne andaste tutti in un albergo, un albergo in cui avreste alloggiato fino a che la vostra casa non fosse di nuovo come prima. Al telegiornale trasmettevano la notizia, vedere casa tua per televisione era una sensazione mai provata prima. TI setivi molto strano, come al centro dell'attenzione. Inutile dire, poi, che ti sentivi quasi miracolato. Donnie Darko, il ragazzo scampato alla morte. Eppure, quelle parole di Frank continuavano a farti riflettere. Cosa ne sarebbe stato di te allo scadere del tempo? Cosa avresti fatto? E come avresti potuto scampare un'altra volta alla fine?

Ma non eri l'unico a porti questi quesiti. Sam, la tua piccola sorellina, non la smetteva di fare domande a cui nessuno sapeva dare risposta.

"Se è caduto da un aereoplano, che fine ha fatto l'aereoplano?"
"Ancora non lo sanno, Samantha." rispose Elizabeth con tono stanco.

L'indomani, andasti alla fermata dell'autobus per andare a scuola, e subito i tuoi amici più stretti, Sean e Ronald, ti salutarono con ammirazione.

"Darko ha fregato la morte!"
"Sei diventato una celebrità!"
"Mio padre dice che ti ha visto al Golf. Fai di nuovo i sonnambulo, eh?!"
"Non mi và di parlarne" rispondesti.

Non ti andava davvero. Continuavi a pensare alla fortuna che avevi avuto, e al conto alla rovescia che era iniziato.

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Capitolo 3
*** Gretchen ~ ***


Arrivasti a scuola, e c'era sempre il solito via vai di insegnanti mattutino. Alunni che si mischiavano a gruppi, o si staccavano per stare in disparte. Professori che andavano in classe, altri che uscivano in cortile per controllare la situazione.

Iniziò la lezione. La professoressa Pomeroy, una delle miglior insegnanti, a tuo parere, stava tenendo una lezione sulla letteratura di Graham Greene, ti chiese un parere sul racconto appena letto, i distruttori. Ti sentivi toccato da quella storia, da quel racconto di distruzione che poteva toccarti così profondamente dopo quel brutto episodio della notte passata.

"Donni Darko, vista la tua recente esperienza in tema di distruzione, vuoi dirci la tua opinione?"
"Bè, lo dicono anche loro, quando allagano e fanno a pezzi la casa che.. distruggere fà parte del processo creativo, perciò bruciare i soldi è una provocazione. Vogliono vedere che succede a sfasciare il mondo. Vogliono cambiare le cose."

E fù in quel momento che entrò una ragazza. Non l'avevi mai vista prima d'ora. Ma subito capisti che quella ragazza, proprio lei, ti avrebbe rubato il cuore.

La Pomeroy disse alla ragazza, Gretchen, di sedersi a fianco al ragazzo che le sembrasse più carino. I tuoi compagni iniziarono a gonfiare il petto, a volersi mettere in mostra, ma lei pareva non notarli. Il suo sguardo indugiò su te, proprio su te. E tu incontrasti i suoi meravigliosi occhi. E lei si sedette accanto a te, proprio li, alla tua sinistra. E ti accorgesti che, con lei accanto, tutti i tuoi problemi parevano dissolversi. 

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Capitolo 4
*** Nonna Morte ~ ***


"Insomma, non dovresti dire a nessuno, quello che nessuno ancora sà?"

Eri diretto dalla tua dottoressa, la Thurman, mentre discutevi con tuo padre sul motore aereo. Pare che non si sapesse da dove provenisse. Tuo padre frenò bruscamente. Davanti a voi, in mezzo alla strada, c'era Roberta Sparrow. Ti avvicinasti a lei, che ti mormorò all'orecchio una sola frase, una singola frase che, però, ti è bastata per rifletterci a lungo.

"Ogni creatura sulla Terra quando muore è sola."


Arrivasti dalla Thurman, e iniziasti a parlarle di Frank. Non sempre ti piaceva parlare con quella psichiatra, ti sentivi già strano, diverso da tutti. E avere una psichiatra, una specialista in malattie mentali, ti faceva sentire ancor più diverso. E poi, il fatto che ti trattasse come se già sapesse che nella tua mente c'era qualcosa di sbagliato, ti dava sui nervi. Non potevano lasciarti stare tutti, per una volta? Non avresti potuto chiuderti nella tua stanza senza che tua madre ti chiedesse se c'era qualcosa che non andava? Oramai, eri stato etichettato come schizofrenico. Non ne saresti più uscito, lo sapevi. Qualsiasi cosa tu facessi, anche la più banale, veniva analizzata, studiata, e inserita in vari contesti. Ma tu.. Tu eri semplicemente un ragazzo di 17 anni.

"Ho un nuovo amico."
"Vero o immaginario?"
"Immaginario."
"Parliamone, come si chiama?"
"Frank."
"Frank.. E che cosa ti ha detto?"
"Di seguirlo.."
"Di seguirlo dove?"
"Nel futuro."
"E.. Poi che altro?"
"E poi.. E poi mi ha detto.. Lui mi ha detto che la fine del mondo è vicina."
"Tu pensi che la fine del mondo sia vicina?"
"No e.. stupido."

Eppure, non riuscivi a capacitartene. Era la fine per tutti, o la fine per te? E continuavi a pensare a quel fottuto conto alla rovescia.

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Capitolo 5
*** Allagamento ~ ***


Eri li, a scuola, a guardare uno stupido filmato di Jim Cunningham sul come controllare la paura, e non ne potevi più. Come se fosse così facile controllare il proprio terrore. Si fà presto a dare consigli quando si è su un grandeschermo, quando non sei tu ad aver bisogno di quelle parole così vuote, così inutili, così prive di significato. Ma anche la lezione finì, e te ne tornasti a casa.

La sera eri molto stanco, ti coricasti sul divano e ti addormentasti. Ed ecco che sentisti la voce di Frank.

"Svegliati Donnie."

Ed ecco che nella tua mente si evocò l'immagine di un Donnie non consapevole delle proprie azioni, con un'acetta in mano, che rompeva le tubature di un edificio. No, non un qualsiasi edificio, la scuola. Si, stavi allagando la scuola, inconsapevolmente. Ti muovevi come se una forza ti possedesse, senza aver la volontà di fermarti. 

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Capitolo 6
*** Ti và di stare insieme? ~ ***


Era il 6 Ottobre. Sapevi già che la scuola era allagata, ma andasti a prendere il bus lo stesso. Tua sorella stava leggendo un tema alle sue amiche, quando una raazzina arrivò di corsa annunciando la notizia dell'allagamento. Sorridesti sotto i baffi, parecchio compiaciuto c'è da dire, e te ne tornasti a casa. E fù lì che la rivedesti: Gretchen, la meravigliosa ragazza della tua classe. I due bulli della scuola la stavano importunando, ma tu prendesti coraggio, andasti là e la difendesti. Ti chiese di accompagnarla a casa.

"Ti hanno messo paura, eh?!"
"Ti sbagli, ma tu controlla la borsa: quei due si divertono a rubare."
"Lo sò."
"Perchè ti sei trasferita qui?"
"I miei hanno divorziato, e il mio patrigno si è beccato un'ordinanza restrittiva. Sai, ha qualche turba emotiva!"
"Ooooh! Ce le ho anch'io quelle! E il tuo patrigno, che cosa fà?"
"Ha dato quattro pugnalate al petto a mia madre.."
"Ah, ehm.. E' andato in galera?"
"No, è scappato, non riescono a prenderlo. Mia madre ed ioabbiamo dovuto cambiare nome, e Gretchen Ross mi sembrava più carino."
"Io ci sono stato in galera! Aspetta, ho soltanto bruciato una casa, ed era abbandonata.. Ma alla fine, ho dovuto ripetere l'anno, e niente patente fino a 21 anni.. Ma è una cosa vecchia! Io ora.. Dipingo, disegno.. Scrivo.. Voglio fare lo scrittore, o il pittore, o magari tutt'e due. O forse scrivere un libro e disegnare un'illustrazione! Così, la gente capirà.. Sai, si cambia!
"Donnie Darko.. Che razza di nome è?! Sembra il nome di un supereroe.."
"Chi ti dice che non lo sia?"
"Ora ti devo salutare.. Il prof di fisica mi ha assegnato un saggio scritto, l'invenzione che può dare maggiori benefici all'umanità.."
"Si lo sò, è fatto così. Ma è facile: gli antisettici, e tutte le misure igeniche, Jospeh List 1895. Prima degli antisettici non c'era igiene, specie in medicina.."
"Cioè.. Il sapone?!"
"Sono contento che la scuola si sia allagata oggi.."
"E perchè?"
"Non avremmo mai avuto questa conversazione."
"Sei strano."
"Scusa."
"No, era un complimento!"
"Senti.. Vuoi stare con me?"
"E.. Dove vuoi stare?"
"No, io dicevo.. Ehm.. Stare con me, cioè.. Metterci insieme.."
"Certo."
"D'accordo e ehm.. Dove vai?!"
"Vado a casa!"

Ed era così. Eri insieme alla ragazza che più desideravi. Mai ti sentisti più stupido e più felice. Gretchen. Donnie e Gretchen. Certo, magari avresti dovuto aspettare, ma sarebbe stato inutile. Ora stavate insieme, e questo era quello che contava. Tutti i problemi del mondo, mentre parlavi con lei, si dissolvevano. Eri innamorato, Donnie, e non avresti rinunciato a Gretchen per nulla al mondo. 

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