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di RobSten4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap.4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Cap.11 ***
Capitolo 12: *** Cap. 12 ***
Capitolo 13: *** Cap.13 ***
Capitolo 14: *** Cap. 14 ***
Capitolo 15: *** Cap.15 ***
Capitolo 16: *** Cap. 16 ***
Capitolo 17: *** Cap.17 ***
Capitolo 18: *** Cap.18 ***
Capitolo 19: *** Cap.19 ***
Capitolo 20: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

 

Cap. 1

driiiiiiiiiiin driiiiiiiiiiiiiin driiiiiiiiiiiii....
Un fastidioso suono mi stava tormentanto da un po'.....sbuffai e mi girai dal lato opposto in cui stavo....ma il suono non la smetteva....poi mi ricordai: La sveglia!
Mi alzai di colpo e la spensi..cavoli erano già le otto di mattina! Saltai giù dal letto e quasi non caddi, inciampando tra le coperte che durante la notte erano cadute a terra: tipico di me!
Una volta libera mi diressi in bagno...solo all'ora mi accorsi che in casa non volava una mosca...strano di solito c'era gia il putiferio...
Dopo il bagno mi recai nella piccola stanza di fronte la mia....aprii la porta e vidi una piccola testa castana nascondersi sotto le coperte.... oh, ma che briccona!
Mi avvicinai piano piano facendo finta di niente..<< Ehi...Bea, amore svegliati... >>  sussurrai una volta vicina...ma come previsto non rispose... la conoscevo troppo bene e quando c'era qualcosa che non voleva fare faceva cosi... << va bene...l'hai voluto tu.. >> incominciai a farle il solletico, solo cosi avrebbe ceduto...infatti: << nooo...mamy...femmati...il tolletico noooo... >> incominciò ad urlare e dimenarsi sotto le mie mani << oh allora eri sveglia.... e perchè non me lo hai detto prima..>> scherzai, interrompendo la mia tortura << dai su alziamoci, andiamo a fare colazione...che poi la mamma deve uscire... >> ed ecco che arrivò la sua rezione... i suoi occhi blu le si velarono e sporse il labbro inferiore, segno che si stava per mettere a piangere... << mamma devi per fozza uccire...non potto venire con te? >> disse e io le accarezzai una guancia...mi si stringeva il cuore quando faceva cosi, ma non potevo cedere, in tre anni non l'avevo mai lasciata sola, nemmeno un ora...ma avevo deciso di ricominciare a riprendere in mano la mia vita, avevo solo diciannove anni e avevo perso troppo, non che ne fossi pentita...la felicità e il bene di mia figlia prima di tutto..ma sentivo la necessità di ricominciare.
<< Bea...lo sai che non posso portarti con me...devo andare a lavorare...però ti prometto che torno presto, non ti accorgerai nemmeno che sono stata via...e poi sei fai la brava zia Maura potrà portarti da me....che ne dici.. >> lei ci pensò su, poi si buttò tra le mie braccia e sussurrò <<...ho fame! >> nascondendo il viso nell'incavo del mio collo, era estremamente mammona ed era anche giusto visto che aveva solo me. Intanto mi alzai e la portai in cucina dove vi trovai la mia coinquilina, nonchè migliore amica da sempre, ed è anche grazie a lei se sono riuscita ad andare avanti... << ehi buongiorno...dormito bene? >> chiede sorridente...ecco lei era cosi, sempre di buon umore, con il sorrido sulle labbra, non so come faceva; << 'giorno...piuttosto bene direi...tu? vedo bene... >> lei si gira verso di me e fà un sorriso a 3000 denti... << hai azzeccato....sono felice, ho finalmente conosciuto l'uomo della mia vita... >> disse sognante << addirittura... >> esclamai mentre misi Bea nel suo seggiolone... << ma che simpatica!...non vuol dire che se tu non credi nell'amore io ti debba appoggiare...xk io finalmente l'ho trovato... tu piuttosto datti da fare... >> mi rispose leggermente alterata, abbassai lo sguardo, era decisamente un argomento taboo per me quello dell'amore, avevo sofferto troppo ed ero cresciuta troppo in fretta per continuare a crederci... non risposi e finii di preparare la colazione all'unica persona a cui avevo donato tutto: il mio cuore e la mia vita.

<< Bea, amore della mamma...miraccomando fai la brava con la zia Maura e non fare i capricci...ti prometto che poi ti porto una cosa bella...ok? >> dissi a mia figlia poco prima di uscire di casa, come sempre era difficile staccarla dal mio collo... << ok mamy...pelò mi plometti che tonni pletto pletto... >> disse lei con lo sguardo da cucciolo << te lo prometto, amore...però ora devo andare..... mi dai un bacione? >> le risposi e lei prima mi fece un bellissimo sorrisone poi mi schioccò un grosso bacio sulla guancia... Dopo altri saluti riuscii ad uscire dall'appartamento in cui viviamo... lo avevamo da poco comprato, visto che ci eravamo trasferite a Perugia da circa un mese...avevo bisogno di cambiare aria, dove abitavamo prima c'erano troppi ricordi dolorosi che volevo a tutti i costi dimenticare. Io e la mia migliore amica abbiamo unito i nostri soldi, io ne avevo abbastanza in banca sia per lo studio che per vivere e Maura aveva anche quelli ricavati dai sui servizi fotografici, faceva la modella e qui ha trovato una bella università dove realizzare il suo sogno....io invece ho trovato lavoro in un ristorante molto carino, dove mi trovavo molto bene...

<< Ehi giulia, ben arrivata.... >> mi disse sorridendo il mio capo...era un uomo sulla cinquantina, veramente affascinante, molto socievole e premuroso, sapeva mettere a proprio agio chiunque, si chiamava Alfredo...poi c'era la moglie, una cuoca straordinaria, un po' rotondetta, di una dolcezza immensa e noi camerieri eravamo i figli che purtroppo non ha potuto avere, lei si chiamava Giovanna ma le piaceva essere chiamata Giò...di camerieri oltre a me ce n'erano altri e cinque: tre maschi e due femmine....  ancora non li conoscevo bene tutti, in quanto ero molto riservata e mi dedicavo esclusivamente al lavoro...però piano piano mi stavo aprendo con le due ragazze; una aveva 25 anni, con i capelli biondo cenere lunghi e mossi e gli occhi nocciola, veramante simpatica, si chiamava Amanda; l'altra invece, era più timida,aveva 21 anni e aveva i capelli rossi lunghi e lisci e gli occhi verdi, si chiamava Alessandra...per quanto riguardava i maschi..bhè cercavo di stare lontana da loro il più possibile, ogni volta che un ragazzo si avvicinava a me e mi sfiorava i brutti ricordi ritornavano a galla e inevitabilmente andavo in panico...per questo gia da durante la gravidanza sono andata da una psicologa che mi ha aiutato molto....comunque sapevo solo i loro nomi: il più grande dei tre aveva 27 anni, si chiamava Marco, aveva i capelli castani e gli occhi verdi; un altro aveva 23 anni e si chiamava Federico, aveva i capelli castani e gli occhi marrone verdi; in fine c'era Mattia 22 anni, capelli mossi neri e occhi castani.... erano tutti e tre dei bravi ragazzi, Marco si stava per sposare, infatti Giò non faceva che pensare al matrimonio visto che dovrà cucinare per il ricevimento... mancava solo una settimana; mentre Federico e Alessandra stavano insieme dal tempo delle medie e non si erano mai lasciati, volevano andare a vivere insieme....

Finii il mio turno, tornai subito a casa, non vedevo l'ora di riabbracciare mia figlia.... infatti un piccolo tornado si avventò su di me appena misi il piede dentro l'appartamento << Mammaaaa.... >> urlò mia figlia saltandomi in braccio,attaccandosi al mio collo stile koala << amore mio....mi sei mancata tanto >> le dissi baciandole le guanciotte rosee << .
anche tu, tanto tanto.. >> rispose << allora...hai fatto la brava con la zia? >> le domandai, intanto dal salotto era sbucata maura << sisi...sono stata blavissimissima >> disse Bea con un sorrisone e poi continuò << ora però me lo dai il legalino che mi avevi plomesso.. >> e mise su il suo solito sguardo da cucciolo indifeso che mi faceva sempre sciogliere...era furba e non si faceva scappare niente << si, è nella borsa... >> non finii di parlare che subito scese dalle mie braccia e prese la mia borsa che, nel frattempo avevo posato su una sedia....<< grazie mamma.... >> mi disse quando trovò ciò che le avevo comprato, non era altro che una scatola di baci perugina.... ci andava matta e qualche volta gliela compravo per farla felice e sapeva che ne doveva mangiare uno al giorno sennò poi troppo cioccolato le avrebbe fatto male...aveva solo tre anni e mezzo ma era già molto intelligente
Passammo il resto della giornata a giocare e chiacchierare finchè, stanca non si addormentò tra le mie braccia...





 

 

Giulia e Beatrice

 

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


Cap.2

La settimana passò in fretta, ed arrivò il giorno tanto atteso…
Giò, ormai era diventata un fascio di nervi, non sapevo quanto cibo aveva cucinato, menomale che non lavorava da sola, aveva tre aiutanti davvero bravi.
Durante la settimana conobbi anche la sposa, veramente una bellissima ragazza, si chiamava Ilaria, venticinquenne dai grandi occhi scuri e capelli castani, lunghi e lisci. Per la prima volta avevo conversato con qualcuno senza problemi, non sapevo il perché, ma sentivo che di quella ragazza mi potevo fidare, oltretutto era simpatica e molto esuberante e solare, mi ricordava molto Maura, solo in versione bruna…
Comunque quella mattina mi svegliai molto presto, visto che dovevo presentarmi al ristorante alle otto, e preparare tutto per l’una e mezza… già sapevo che sarebbe stata una giornata veramente pesante, senza pensare che sarei dovuta stare troppo tempo lontana dalla mia cucciolotta. Inoltre avrei dovuto portare dei tacchi chilometrici, visto che Giò per quest’occasione ci aveva dato la divisa, per noi ragazze la più scomoda: camicietta bianca a manica corta, gonna che arrivava sopra al ginocchio a vita alta nera e scarpe lucide nere con tre lacci sul collo del piede. Chissà se sarei arrivata viva al ristorante!!
Non feci neanche in tempo a fare colazione, come al solito ero in ritardo, cosi dopo un veloce saluto a Bea, ancora assonnata, uscii di corsa e mi fiondai alla fermata dell’autobus, unico mezzo per me disposizione, non avevo ancora la patente, e in due anni non ero riuscita a prendere lezioni di guida.
Arrivai giusto in tempo, odiavo fare ritardo, soprattutto se a causarlo erano altri…
Comunque, appena entrai al ristorante, tutti si girarono verso di me e mi fissarono… “ cosa ho fatto?! “  pensai, intanto arrossii fino alla punta dei capelli, non mi piaceva essere al centro dell’attenzione. Amanda si avvicinò e poi esclamò << wow, giulia… sei uno schianto! >> e tutti gli altri la seguirono con altri complimenti. Mattia non la finiva di guardarmi, avevo notato già da un po’ che durante le poche volte che avevamo il turno insieme, mi fissava di nascosto, mi dava leggermente fastidio e mi sentivo in imbarazzo ogni volta che un ragazzo mi guardava, anche perché non mi ritenevo una bellezza da ammirare…
Dopo il breve momento imbarazzante, ci dedicammo al ricevimento: dovevamo apparecchiare le tavole, addobbare tutta la sala, che in parte era già stata fatta la sera prima e infine aspettare gli invitati.
Ok, era l’una e già non mi sentivo più i piedi… non sapevo se sarei mai arrivata a fine giornata di questo passo. Visto che dovevamo aspettare un’altra mezzora, decisi di uscire fuori e prendere un po’ d’aria: il giardino era bellissimo e grandissimo, ben curato, con una mini piscina, un mini parco giochi per bambini, e uno splendido panorama della montagna.
<< ehi, tutto bene? >> qualcuno aveva parlato alle mie spalle e riconoscendo la voce mi irrigidii… il mio unico pensiero era: io, lui, soli… e subito i ricordi tornarono a galla. Ingoiai con difficoltà il groppo che si era formato all’altezza della gola e faci un respiro profondo cercando di calmarmi: non è lui, non è lui.. Mi ripetevo e cosi riuscii a sussurrare un << si, sto bene… >> e poi scappai via. Tutti si erano accorti del mio problema di approccio con le persone di sesso maschile e cercavano di non esagerare per paura di una mia reazione, per questo gli ringraziavo.
Finalmente verso le due meno un quarto incominciarono ad arrivare i primi parenti degli sposi, non mi piaceva stare senza fare niente per troppo tempo, anche se non avremmo poi fatto tanto, visto che era un ricevimento a buffet, noi dovevamo solo servire da bere o portare le nuove portate… per ultimi arrivarono i due sposi: Marco era vestito di nero, con la camicia bianca, sembrava un’altra persona vestito cosi, più uomo. Ilaria era stupenda, il vestito era lungo con un piccolo strascico color bianco perla, aveva due manicucce finemente ricamate, come il bustino che stringeva fino alla vita e poi si apriva nella gonna ampia e il ricamo finiva con un pezzeto in verticale poco sopra la fine della gonna, era semplice ma perfetto per lei; sui capelli, raccolti morbidamente lasciando vedere i boccoli, c’era una piccola coroncina che dava il tocco finale al tutto. Appena mi vide subito si avvicinò e io le feci le mie sincere congratulazioni; esplodeva di felicità e non la finiva di parlare, ma stranamente non mi dava fastidio, anche lei mi fece i complimenti sul mio vestiario, anche se era da lavoro. Salutai anche Marco, riuscendo dopo tanto tempo ad avvicinarmi ad un uomo, ero stupita di me stessa, stavo facendo dei passi avanti.
Dopo le solite foto degli sposi nel giardino, finalmente dopo un brindisi, iniziò il buffet e in quel momento mi accorsi di lui…

 

 

I proprietari del ristorante:

 

Alfredo e Giovanna

 

 

I camerieri:

 

Amanda e Alessandra

  Marco,  Federico e Mattia

 

vastito da cameriera




Ilaria e il suo abito

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


Cap.3

Non sapevo per quanto tempo, stetti immobile a fissarlo, ma quando anche i suoi occhi si posarono su di me, distolsi lo sguardo altrove, ma non potei impedire alle mie guancie di arrossire e al mio cuore di aumentare i suoi battiti. Non mi ero mai sentita cosi, era qualcosa di nuovo che non sapevo identificare. Cercai di distrarmi il più possibile, non volevo guardarlo un’altra volta…
Mentre l’avevo osservato, mi ero accorta che aveva una macchinetta fotografica in mano, molto probabilmente era il fotografo della cerimonia, però mi sembrava strano, era troppo giovane per fare il fotografo di professione, avrà si e no la mia età. Tra tutti quei pensieri non mi ero accorta che Alessandra mi stava chiamando << ehi Giulia, ti senti bene… hai una faccia! >> mi disse “ perché che faccia avevo? ” pensai alzando il sopracciglio destro, vizio che avevo ereditato da mia madre, e lo alzavo ogni volta che ero scettica o non capivo qualcosa. << io sto bene, perché me lo chiedi.. >> le risposi guardando la tavola, avevo mentito, in effetti non mi sentivo molto bene, ma non mi preoccupavo più di tanto, era la stanchezza sicuramente. << sei sicura.. Sei molto pallida..hai mangiato qualcosa? >> beccata! << si, si.. Ho mangiato qualcosina che ho portato da casa.. Non preoccuparti >> le risposi mentendo di nuovo e lei un po’ titubante per la mia risposta tornò al suo lavoro.
Una volta sola decisi di uscire a prendere un po’ d’aria, mi avrebbe fatto bene.. Mi recai alla piscina e cominciai a girare attorno al bordo; ma all’improvviso un giramento di testa mi fece sbandare e quasi cadere, quasi perché qualcuno mi salvò << ATTENTA!!.. >> disse una voce maschile afferrandomi per la vita e stringendomi a lui; mi irrigidii all’instante e mi scanzai subito, incespicando tra i miei piedi. Ancora non avevo visto chi era il mio salvatore, ma sapevo che aveva una voce non molto profonda, calda e melodiosa.. Alzai lentamente la testa e mi venne un colpo. << stai bene? >> domandò facendo qualche passo verso di me e io ne feci altrettanti indietro, vedevo la sua espressione stupita dal mio comportamento; << i-io sto b-bene… ti ringrazio per avermi salvata >> balbettai e voltandomi me ne andai senza neanche dargli il tempo di fargli dire qualcosa; lo sapevo, ero stata maleducata a comportarmi cosi, ma ero imbarazzatissima e non riuscivo a capire perché il mio cuore battesse cosi forte per uno sconosciuto, si era carino, anche troppo, ok era un bellissimo ragazzo, ma non potevo interessarmi di lui e tantomeno io potevo essere interessante per lui… quindi, meglio togliersi dai piedi.
Per tutta la giornata non feci altro che nascondermi e osservarlo di nascosto.. Notai che era molto unito alla sposa, c’era anche una certa somiglianza tra i due, no forse mi stavo sbagliando..stavo diventando paranoica! Comunque lo avevo sorpreso, qualche volta a guardarmi di sfuggita, come se mi stesse tenendo sotto controllo… non ci stavo capendo più niente.
Piano piano la gente iniziò ad andar via, il ricevimento stava finendo; bene fra poco avrei rivisto la mia piccolina..
Quando il ristorante restò ormai vuoto, mi lasciai andare ad un lungo respiro di sollievo.. << vedo che siamo stanche.. >> mi disse Alfredo venendo di fianco a me << abbastanza.. Ma sto bene, abbiamo ancora molto da fare >> gli risposi, intanto lui mi guardava con la faccia strana << lo so che sei una brava lavoratrice, ma vorrei che tornassi a casa, non hai una bella cera >> mi disse, cercai di obiettare << ma io non… >> non finii << non è un consiglio.. Vai a casa, riposati e ci vediamo martedì >> disse perentorio, purtroppo era il mio capo e dovevo eseguire i suoi ordini.. << ok, va bene >> dissi rassegnata e cosi dopo un breve saluto a tutti, andai via..
 
Tornai a casa verso le otto e quando entrai sentii delle risate provenire dal salotto: chi c’era? Dopo aver posato le mie cose su una sedia all’ingresso mi diressi in salotto e vi trovai mia figlia e Maura in compagnia di un bel ragazzo
<< mammmaaaa.. >> urlò Bea appena mi vide e appena arrivò a me la presi al volo e la strinsi a me. Mi era mancata tanto; << amore, mi sei mancata cosi tanto… >> le dissi stringendola forte e baciandola, Bea intanto rideva, diceva che ogni volta che la riempivo di baci le facevo il solletico << ahahah mamy… mi tai il tolletico… ahahah >> ridevo e il suono della sua risata mi riscaldava il cuore. Le diedi un ultimo bacio e poi mi fermai visto che c’era un ospite..
Mi girai verso di Maura e l’ospite e salutai << ciao.. >> << ciao giù, lui è Giovanni >> e mi guardò intensamente e io capii cosa voleva dirmi; mi avvicinai e mi presentai << piacere sono Giulia, la migliore amica di Maura >> e strinsi la mano che aveva alzato.. Maura aveva buon gusto in fatto di ragazzi, era alto, occhi azzurro ghiaccio e capelli castani, veramente un bel ragazzo..
Durante la nostra presentazione, Maura mi guardò allibita e io la guardai facendole capire che dopo le avrei raccontato tutto.  Cenammo insieme con una pizza, chiacchierando allegramente e verso le undici e mezza Giovanni andò via… << e brava Maura! >> esclamai sorridendo, mettendo a posto il salotto, avevamo mangiato li per stare più comodi. << che ne pensi? >> mi domandò agitata, ci pensai un po’ su per vedere la sua reazione << bheee… devo dire che te le sei scelto per bene… mi piace, da quello che ho potuto capire e osservare è un bravo ragazzo, e poi ti guarda con occhi innamorati >> le dissi ammiccando e lei sorrise << tu dici?…io posso dire che sono stracotta, ma non ho il coraggio di confessarglielo >> disse << tu provaci, vedrai che le parole che vorrai sentire da lui, ci saranno di sicuro… te l’ho detto l’hai cotto a puntino si vede lontano un miglio, basta solo un po’ di coraggio >> le consigliai, proprio quello che non avevo io: il coraggio.
<< approposito… e tu non mi devi dire niente? >> disse trafiggendomi con lo sguardo << io.. Bho che ne so, oggi al ristorante mi sono avvicinata a Marco e l’ho abbracciato, mi sono stupita anch’io del mio gesto, ma è stato automatico… non ho avuto atticchi di panico e ne niente, stavo bene.. Non so il perché.. Poi anche con Giovanni, non ho pensato al pericolo… >> << Giù è una notizia fantastica… stai andando avanti e i miglioramenti si stanno facendo avanti… >> disse lei abbracciandomi, si aveva ragione, pian piano stavo andando avanti, dovevo farlo per me e soprattutto per la mia piccolina. Ora dormiva serena sul divano, il mio angioletto… << si… solo che ho ancora tanto da fare >> e ripensai al mio comportamento sgarbato nei confronti di quel povero ragazzo che mi aveva colpito quella mattina.
Dopo quella chiacchierata con la mia migliore amica, andai in camera dove crollai stanca per la faticosa giornata..

 

 

Giovanni e Maura

 

 

 

Lui:


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Capitolo 4
*** Cap.4 ***


Cap.4

Il lunedì lo passai interamente con mia figlia, visto che era il mio unico giorno libero dal lavoro. Facemmo di tutto e di più: andammo a fare shopping, a Bea piacevano tanto i vestitini e io per vederla sorridere glieli compravo; poi andammo al parco, mangiammo al mc donalds, non mi piacevano molto far mangiare le cose fritte a mia figlia, ma per una volta si poteva fare; andammo anche a trovare zia Maura sul suo set fotografico: stava facendo la modella per vestiti autunnali, visto che stavamo per entrare in ottobre. Alla fine fecero delle foto anche a Bea sotto il mio consenso e supervisione, si divertì un mondo.
Quando tornammo a casa non finì nemmeno di mangiare, che si addormentò sul tavolo, stremata per la lunga giornata che aveva passato.
Il martedì mi svegliai al solito orario, dovevo tornare al ristorante e cosi dopo aver fatto fare colazione a mia figlia, averla salutata e affidata alla zia, uscii per andare alla fermata dell’autobus. Per arrivare ci impiegai 20 minuti, odiavo andare con l’autobus perché andavano troppo lenti per i miei gusti e dovevano fermarsi quasi ogni due secondi. Comunque arrivai lo stesso in tempo.. << buongiorno a tutti >> dissi appena entrai dalla parte del bar, si c’era anche l’area bar dove ogni mattina non sapevo quanti caffè facevo, ormai ero diventata abbastanza brava. << ehi Giù.. Come stai oggi? >> domandò Ale sbucando dal bagno << bene, grazie.. >> risposi sincera, quella mattina mi ero svegliata molto positiva << oh vedo che siamo felici… è successo qualcosa di bello? >> domandò ammiccando << niente… e che mi sono svegliata con positività questa mattina… >> le risposi mentre, nel frattempo stavo facendo due caffè e un cappuccino << bene.. Spero che la cosa che sto per dirti non affievolisca il tuo buon umore >> disse lei e la guardai corrugando la fronte: che doveva dirmi?! << bhè, vedi.. Ieri mattina qui al bar è venuto un ragazzo, direi molto carino… aveva il viso conosciuto ma non ricordavo dove l’avevo visto… comunque ho notato che cercava qualcuno, ma evidentemente non c’era… si è seduto poco lontano dalla porta e la fissava  inquieto… è rimasto seduto fino a mezzogiorno, era arrivato alle otto e mezza, senza ordinare niente… >> mi raccontò tutto molto velocemente, ma cosa c’entravo io? << scusa Ale…ma in tutto ciò, io cosa c’entro? >> diedi voce ai miei pensieri e lei mi guardò e sorrise << sciocca… non capisci che lui stava aspettando qualcuna che quel giorno non sarebbe venuta.. E l’unica persona che ieri non ha messo piede qui dentro sei solo tu >> a quelle parole mi bloccai, cosa voleva dire, non capivo! << come fai a sapere che quel ragazzo cercava proprio me.. E poi non conosco nessun ragazzo >> le dissi << sei sicura? Perché lui ha chiesto esplicitamente di te… mi ha domandato se saresti venuta, ma quando gli ho detto di no, che era il tuo giorno libero, ha ringraziato e se ne andato.. Mi sembrava in qualche modo un po’ dispiaciuto.. Ah, mi ha detto anche che si chiama Andrea… >> fini di parlare che ancora mi guardava interrogativa; mi sembrava di aver già sentito quel nome… Andrea, Andrea… ma dove non me lo ricordavo, eppure ero sicurissima. Immersa nei miei pensieri mi ero appoggiata sul bancone con la testa china e non mi accorsi del nuovo cliente che era appena entrato… << ciao >> mi irrigidii all’istante, quella voce l’avevo già sentita, due giorni prima al ricevimento, ed era di quel ragazzo dagli occhi tremendamente stupendi…
Alzai la testa lentamente e rimasi folgorata, non solo colui che avevo davanti aveva la sua voce, ma era proprio lui in carne ed ossa… merda, ora che faccio?! Ero rimasta incantata, aveva un bellissimo sorriso gentile e mi guardava aspettando qualcosa. Cavolo stava aspettando una mia risposta.. << c-ciao >> sussurrai balbettando. Cadde un silenzio imbarazzatissimo, soprattutto per me, non sapevo cosa fare, ero bloccata dal suo sguardo dannatamente bello ipnotizzante e non riuscivo a distogliere i miei occhi dai suoi. << l’altra volta non ho avuto il tempo di presentarmi.. Sono Andrea >> disse lui rompendo il silenzio e formando con le labbra un fantastico sorriso, era venuto qui per presentarsi! Non capivo.. Comunque lui mi porse la sua mano e spinta da un aura invisibile, gliela strinsi dicendo << p-piacere Giulia.. >> fu un secondo: appena le nostre mani si toccarono sentii sprigionarsi mille scariche elettriche che mi spaventarono, staccai subito la mano dalla sua.. Che cosa era successo!?! Anche lui parve visibilmente scosso e mi guardava stranito.. << ehi, ciao… Andrea >> Ale era arrivata nel momento giusto, dovevo svignarmela il prima possibile. << ciao Alessandra >> rispose lui educato, intanto Ale alternava gli occhi tra me e lui, prima di parlare mi guardò con un piccolo ghigno << Allora… l’hai trovata la persona che cercavi ieri? >> domandò ad Andrea, e lui dopo un breve sguardo verso di me, sorrise e disse << si, l’ho trovata… finalmente >> abbassai il viso e diventai tutta rossa, perché dopo quella frase sentii il mio cuore scoppiare? Non capivo cosa mi stava succedendo, anzi non capivo cosa mi stava facendo quel ragazzo… << bene allora bisogna festeggiare.. Cosa ti porto, offre la casa.. >> ok, Alessandra era uscita di testa, mi sorrise ammiccando verso di lui e appena si avvicino per prendere una cosa dietro di me, mi sussurrò << non fartelo sfuggire.. >> era seriamente impazzita, dovevo parlare assolutamente con Federico che la sua ragazza aveva bisogno di un ricovero in manicomio… intanto Andrea aveva ordinato un semplice bicchiere di coca cola che sorseggiò lentamente, come se volesse prendere tempo…
Dal canto mio, cercai di distrarmi con gli altri clienti, ma sentivo lo stesso i suoi occhi che mi seguivano dappertutto e mi agitavano..
Poi poco prima che finivo il mio turno, lui se ne andò lasciando un biglietto sul tavolo.. Ale, curiosa lo prese e lo lesse, poi mi guardò e sorrise, si avvicinò e me lo porse, la guardai interrogativa, le mani mi tremavano, non mi era mai successa una cosa del genere; presi quel biglietto e lo misi in tasca, non volevo leggerlo li davanti a tutti era troppo imbarazzante.

Cosi, anche per quel giorno il mio turno fini, potevo finalmente tornare dalla mia piccolina, ma nonostante tutto non riuscivo a togliermi dalla mia testa quella mattinata, la mia mano bruciava ancora, era rimasta una cicatrice trasparente e indelebile dopo il nostro contatto..
Tornai a casa, dopo una lunga passeggiata, il vento fresco di quel periodo mi piaceva, e vi trovai la mia piccola Bea intenta a guardare il suo cartone animato preferito: Anastasia
<< ciao Giù.. >> mi salutò Maura, uscendo dalla sua camera, solo allora mia figlia si accorse di me, e si lanciò su di me come sempre riempiendomi di baci, poi tornò al suo cartone, mentre io andavo a farmi una doccia per rilassarmi.
Solo quando mi sfilai i pantaloni mi ricordai del biglietto: il cuore tornò a battere forte, come non faceva da ormai tre anni. Aprii il foglio e rimasi incantata a leggere le due righe scritte in una elegante e leggibile grafia:

 


Non vedo l’ora di rivederti, anche se potrò darti solo uno sguardo fugace.
Il tuo sorriso illumina il mio, anche se non ne sei consapevole...
                                                                                        

                                                                                                            A.

 

 

 

Il parco

Servizio Fotografico


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Capitolo 5
*** Cap.5 ***


Per la gioia della mia amica Ilaria, che mi segue sempre, posterò un nuovo capitolo, fresco fresco... Mi scuso in anticipo se non aggiornerò la prossima settimana, ma non ci sarò, starò via una settimana causa campo estivo...vi prometto che appena tornerò inizierò a scrivere un nuovo capitolo.. un saluto Giulia

 

 


Cap.5

Ero li immobile, con le mani tremanti e le lacrime agli occhi.. Erano delle parole dolcissime, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me << Giulia, senti potre.. >> Maura entrò in camera come una furia << ehi tutto bene? >> domandò vedendomi in quello stato, alzai la testa per guardarla << io, s-si sto bene.. >> le risposi, ma avevo ancora in testa quelle parole <<si e io dovrei crederti… lo sai meglio di me che non sai mentire… comunque ch’è successo >> disse lei sedendosi sul mio letto, mi conosceva troppo bene e sapeva quanto le mentivo. Cosi presi un gran respiro e le raccontai: le dissi dello scontro la domenica al ricevimento e della mattina al bar << è stato tutto il tempo li, da solo, e tu non hai fatto niente?.. Tu sei completamente pazza >> disse lei quando finii di parlare << che dovevo fare, lo sai come sono e qual è il mio problema.. E poi ero troppo imbarazzata… comunque prima di andarsene mi ha lasciato questo.. >> e le porsi il foglio << cavolo, lo voglio anche io uno così… misterioso ed estremamente romantico.. Me lo devi far conoscere assolutamente >> << la fai semplice tu… e poi non so nemmeno se lo rivedrò ancora.. >> << ok, mi hai dato la prova che tu sei una scema.. Non capisci che se ti ha lasciato un biglietto vuol dire che gli piaci e che ti farà una corte spietata se tu non ti lasci per una volta andare, vivi la tua vita da diciannovenne, ora ne hai l’occasione >> parlò seriamente, sapevo che aveva ragione, ma in quel momento ero divisa in due: il mio cervello ricordava cosa era successo l’unica volta che mi ero lasciata andare e il mio cuore diceva di provarci, di ritornare a vivere e di innamorarmi.. Ero tremendamente confusa, e la colpa era di quel ragazzo misterioso e romantico. << io sono confusa.. Non so che pensare, cosa fare.. Lo sai che ho ancora il blocco, ma sto cercando di ritornare quella che ero.. Non è facile >> << lo so che non è facile, lo vedo.. Ti conosco meglio di chiunque e non sai come t’invidio.. Non ho mai visto una ragazza più forte e coraggiosa di te.. Hai affrontato tutto da sola.. Ma voglio solo che questa tuo dono ti possa aiutare a tornare felice come un tempo e solo tu puoi farlo, io potrò darti una mano, una spinta, ma solo tu potrai buttarti e so che in ogni caso ce la farai.. È sempre stato cosi >> wow, se voleva farmi piangere, c’era riuscita, di slancio l’abbracciai << grazie per esserci sempre >> le sussurrai << che migliore amica sarei.. Non preoccuparti il conto lo faremo tutto alla fine.. >> scoppiai a ridere, era fatta cosi, sdrammatizzava sempre << sei sempre la solita! >> le dissi e le lanciai un cuscino e mentre iniziavamo la nostra lotta di cuscini ecco che si intrufolò un piccolo scriccioletto << ehi, non è giusto.. Giocate senza di me >> e si arrampicò sul letto, iniziando a saltare, era il suo gioco preferito: saltare sul lettone della mamma. Giocammo, ballammo tutte e tre insieme, fin quando la fame non reclamò la nostra attenzione, cosi mentre Maura andò a preparare qualcosa da mettere sotto i denti, io portai la piccola a fare il bagnetto << mamy vieni dentlo con me? >> mi chiese con il suo visino da angioletto e non riuscii a dirle di no. Passammo la serata insieme e verso una cert’ora ci raggiunse anche Giovanni, di cui Bea si era affezionata, tanto da chiamarlo zio.

Nei giorni successivi, Andrea si ripresentò al bar, limitandosi solo ad occhiate fugaci e sorrisi da mozzare il fiato. Io invece ero sempre più imbarazzata da queste attenzioni, Alessandra ogni volta mi diceva di andarci a parlare, ma io non ne avevo il coraggio.
Il sabato mattina avevo il turno di sera al ristorante, quindi avevo la giornata libera. La mattina dopo la solita colazione io e il mio angioletto andammo al supermercato, le piaceva fare la spesa, anche perché mi faceva comprare di tutto e di più.. << mamma mi compli le calamelle, quelle gommose gommose? >> mi chiese appena dentro il supermarket << si, te le compro, solo se farai la brava.. >> le dissi << ok, pelò alla flagola le voglio >> camminando spedita come una donna che aveva fretta, mi fece ridere, sapeva sempre come rigirarti, anche perché come dire di no al suo viso da angioletto.  
Nel reparto per le cose per il bagno, vidi una ragazza dai lunghi capelli castani, minuta, dall’aria famigliare; quando si girò e mi notò, mi irrigidii: cavolo! << Giuliaa.. >> disse lei aprendosi in un mega sorriso e avvicinandosi.. E adesso che faccio! << c-ciao Ilaria.. Ma non dovevi essere in viaggio di nozze? >> dissi io cercando di essere il più naturale possibile, ma in cuore mio pregavo affinchè mia figlia non arrivasse proprio in quel momento. << si, e che siamo dovuti tornare prima.. Un bellissimo inconveniente ci ha fatti tornare prima del previsto >> mi rispose e mentre parlava fece un sorriso raggiante, capii subito a cosa si riferiva, c’ero passata anche io.. << Oh mio dio! Tu sei.. >> dissi ma lei concluse per me << incinta.. Si! >> << congratulazioni! Sono felice per voi..quando l’hai scoperto? >> domandai abbracciandola << sinceramente è solo un sospetto, Marco ancora non sa niente.. Quando sarò sicura glielo dirò subito.. Ho fatto solo due test, ma voglio essere più sicura, infatti ho già prenotato una visita dal medico, ci andrò lunedì >> wow sprizzava gioia da tutti i pori << sono sicurissima che tu aspetti un bambino, si vede lontano chilometri.. Sei raggiante >> << si è che avere un bambino è sempre stato il mio sogno… formare una famiglia con l’uomo che amo, ora si sta realizzando… pensò che sia il sogno di tutte le donne >> disse, si era anche il mio sogno, prima che succedesse tutto. Ecco che la tristezza si impossessò di me << ehi tutto bene? >> chiese Ilaria << si tutto bene… mi sono solo ricordata di una cosa >> << scusa, forse ti starò facendo perdere tempo.. Meglio che vada >> disse lei << oh, no.. Non mi stai facendo perdere tempo.. E che >> non finii << mamma mamma… >> merda! Una statua con me non era niente, per quanto ero immobile e rigida.. Proprio adesso doveva venire, ora che faccio!?! Intanto Bea si era avvicinata e si aggrappò alle mie gambe, faceva sempre cosi quando non conosceva chi avevo davanti, diventava all’improvviso timida: questo l’aveva ripreso da me.
Ilaria mi guardava shockata, era la reazione di tutti che venivano a conoscenza del mio segreto. << ti prego non dire niente.. Ti spiegherò tutto se vuoi, ma non qui >> sussurai e lei parve riprendersi << no.. Cioè non voglio costringerti a dire niente, se l’hai tenuto nascosto ci sarà un perché e non voglio saperlo se non vuoi >> disse lei, ma ormai avevo deciso le avrei raccontato ogni cosa, mi ero fidata di lei fin dall’inizio e ritenevo giusto che lei sapesse, poteva diventare una buona amica.. Cosi la convinsi a venire con me, intanto Bea si era già rilassata e cominciare a parlare a macchinetta come sempre. Quando arrivammo a casa preparai il pranzo, Maura non c’era quel giorno, saremmo state da sole e io avrei raccontato meglio la mia storia, anche Maura soffriva ogni volta che la riascoltava.
Dopo pranzo, dopo che Bea si fu addormentata nel mio lettone, il pomeriggio le piaceva dormire sul mio letto. Noi invece ci sedemmo sul divano, dove incominciai a raccontarle tutto.  
<< Deve essere stato tremendo per te, affrontare una cosa cosi grande tutta da sola.. >> constatò << è stato difficilissimo e ancora non ho superato tutto, ma se sono riuscita ad andare avanti è grazie a Bea e la mia migliore amica: mia figlia mi ha dato qualcosa per cui valeva la pena vivere; Maura mi aiutava nei periodi di ricaduta o ad imparare a fare la mamma. >> << sei molto fortunata ad avere una persona che ti dia una mano… e difficile trovarne una che nonostante tutto sta al tuo fianco ogni momento.. E se tu lo vuoi io ci sono per qualunque cosa. >> disse lei e una lacrima mi solcò una guancia, avevo trovato un’altra amica che mi avrebbe aiutato << grazie, per avermi capita.. >> e l’abbracciai. Ad interrompere quel momento fu Beatrice << mamy… >> mi chiamò e io asciugandomi il viso, feci un sorriso a ilaria e poi andai verso il mio scriccioletto, aveva ancora il pollice in bocca e l’altra mano tra i capelli, ogni volta si addormentava cosi << cucciola, già ti sei svegliata.. >> le dissi prendendola in braccio e lei subito appoggiò la testa nell’incavo della mia spalla << sciii..non avevo più sonno >> sussurrò lei, intanto Ilaria ci guardava con un sorriso dolce. Mi risedetti vicino a lei con Bea tra le mie braccia << è veramente bellissima e dolcissima >> disse la mia nuova amica accarezzandole i capelli << si, è sempre stata bellissima.. Tutti si innamorano appena la vedono, fin da quando è nata.. >>  e mi ricordai dell’album fotografico che avevo, cosi lo presi e lo sfogliammo insieme.. Quelli erano gli unici bei ricordi che avevo di quei quattro anni..
Quando poi tornò Maura, e fu sorpresa di vedere Ilaria con me, visto che già si conoscevano, si erano incontrate su un set fotografico, infatti anche Ilaria faceva la modella..
Purtroppo arrivò il momento di lasciarci, io dovevo andare a lavoro e Ilaria doveva tornare a casa e informare il marito della lieta novella, aveva deciso di dirglielo subito cosi la prima visita l’avrebbero fatta insieme: quanto la invidiavo, lei aveva un marito al suo fianco, che l’avrebbe amata e protetta, io non avevo avuto quel tipo di amore che serve ad una donna in dolce attesa, ma ero stata forte da farcela..

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcune delle foto dell'album:

Giulia a 16 anni

 

Giulia incinta..   Bea appena nata

 

   Bea tre mesi... Bea 1 anno

 

 


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Capitolo 6
*** Cap.6 ***


Cap.6

Dopo quel pomeriggio passato con Ilaria, nel quale avevo raccontato il mio segreto e avevo trovato una nuova amica, passarono alcuni giorni. Eravamo ormai in ottobre, e incominciava a fare freddo.
In quei giorni, ogni volta che andavo a lavorare, mi ritrovavo davanti Andrea, sempre seduto da solo, che mi osservava senza mai fare niente, e io mi sentivo sempre più strana.. Non riuscivo mai a capire cosa mi accadeva quando mi stava vicino ed ero sempre più spaventata da questi nuovi sentimenti, avevo sempre più paura di ricadere…
Però quel giorno quando andai a lavoro non lo trovai.. Sentii nascere i me una strana agitazione, mista a tristezza.. << ehi Giù tutto bene? >> mi domandò Marco vedendomi, avevamo il turno insieme quella mattina. << oh, si tutto ok.. Ero solo sovrappensiero… >> e feci un sorriso tirato, che non lo convinse per niente. Ormai anche lui sapeva la mia storia, era stata sua moglie a parlargliene, e stranamente non mi dava fastidio, anzi mi aveva risparmiato un altro viaggio nei miei ricordi dolorosi. << si come no… comunque oggi so che mia moglie usciva con Maura e Bea… >> disse e a sentire il nome di mia figlia sorrisi << si… povera piccola, chissà cm la troverò stasera a casa… quelle due sono pazze.. >> gli risposi, cercando di cambiare argomento << oh, si… non vorrei stare nei panni di quella povera bambina.. Ultimamente mia moglie e molto su di giri… >> disse lui e la sua faccia mi fece ridere << sono gli ormoni.. >> gli dissi mentre mi allontanavo da lui, visto che mi stavano chiamando ad un tavolo…
Per tutta la giornata non feci altro che guardare costantemente la porta d’ingresso nella speranza che entrasse qualcuno, ma cosi non fu.
Però prima che il mio turno, la porta si apri, e il mio cuore sobbalzò, ma di lui nessuna traccia; al posto suo entrò un bambino sui sei anni, con in mano un mazzolino di gigli bianchi e rose rosa… cercava qualcuno, poi i suoi occhi si puntarono su di me e si aprì in un grande sorriso; mi raggiunse e guardandomi con i suoi occhi grandi azzurri  mi disse << tu sei Giulia? >> come faceva a sapere il mio nome?! Mi chiesi mentalmente, poi vedendo che aspettava una mia risposta, decisi di parlare << si, sono io >> ecco un altro sorriso << bene.. Questi sono per te >> disse e mi allungò il mazzo di fiori.. Ok, ero a dir poco sconvolta, chi mai mi mandava dei fiori, con conoscevo nessuno… se era uno scherzo sicuramente non faceva ridere! << scusa chi te li ha dati? >> domandai e il suo sorriso si spense diventando serio << è un segreto >> sussurrò avvicinandosi a me.. << allora non posso accettarlo se non so di chi è >> dissi io. Allora lo vidi pensieroso guardò verso la porta e lo stesso feci io, ma non vidi nessuno, poi tornò a guardarmi << ok, posso solo dirti che te lo manda un ragazzo che mi ha fermato qua fuori. >> disse lui.. Un ragazzo?! Ma chi.. << scusami, com’è questo ragazzo? >> domandai << non l’ho visto bene, aveva gli occhiali… >> mannaggia!! << ok, va bene… grazie >> dissi e lui sorrise, visto che il suo compito era riuscito, e poi se ne andò tutto contento, chissà cosa il ragazzo misterioso gli avevi promesso in cambio.. Comunque, guardando meglio il mazzolino, che era davvero bello, notai un bigliettino con su il mio nome, scritto in bella grafia che avevo già visto, ma non ricordavo dove. Presi il biglietto e lo aprii: c’era un immagine di una bellissima colomba candida e un sole che si rifletteva sul mare. Non capii subito il senso di quelle due foto, fin quando non lessi, ciò che c’era scritto:

          

La rosa, il giglio, la colomba, il sole
Ho tutti amato un tempo con passione.
Or più non l’amo, amo solo lei
La piccola, bella, pura  e unica;
Lei sola, fonte di tutto l’amore,
È rosa e giglio,è colomba e sole.


 

Ero rimasta a dir poco sconvolta, quella scrittura, quelle parole, mi fecero capire subito chi era l’artefice di tutto. Erano nati in me sentimenti contrastanti: dolcezza e piacere per quel gesto, e dolore e rabbia per una parole che c’era scritta: PURA.. Io non lo ero più, ero stata violata, mi avevano tolto la mia purezza con la forza, e quella cosa mi faceva tremendamente male, mi faceva contorcere lo stomaco in una morsa di ferro per il dolore che in quel momento provavo, lui non sapeva com’ero veramente, non dovevo accettare qual mazzolino di fiori. Finii il mio turno scappando fuori, senza salutare nessuno, non volevo che mi vedessero con gli occhi stracolmi di lacrime, perché solo uscendo mi accorsi che stavo piangendo, lacrime amare, lacrime piene di troppi ricordi, uscivano dai miei occhi.
Dovetti fermarmi per non scontrarmi con qualcuno, visto che vedevo tutto sfocato, ma ad un certo punto sentii sfiorarmi una spalla << stai bene? >> mi pietrificai, quella voce l’avrei riconosciuta ovunque ormai, stampata nel mio cervello dalla prima volta che la sentii.
Non risposi, non alzai la testa, rimasi nella posizione in cui mi aveva trovata << Giulia ti prego, rispondimi >> disse con la voce lievemente preoccupata << se ti ha infastidita il mio gesto, ti chiedo umilmente perdono, ma almeno dimmi qualcosa >> il suo gesto.. Quindi avevo ragione, era stato lui; credeva di avermi infastidito con quel gesto, ma lui non sapeva la verità, il perché delle mie lacrime, e non volevo che lo sapesse. L’unica cosa che mi veniva in mente era di andarmene, alla svelta e di liberarmi di lui, avevo paura di innamorarmi di nuovo.. << non toccarmi… ti prego non cercarmi più e non inseguirmi… io non posso.. >> dissi fredda con il cuore a mille, avevo deciso di seguire il cervello e non il cuore.. << ma io non capisco.. >> disse lui, mi dispiaceva vederlo cosi << non c’è niente da capire.. Non ti voglio nella mia vita >> quelle mie parole furono la botta finale, lasciò la presa dalle mie braccia e lo vidi abbassare la testa in segni di resa.. Non disse niente e capii che ci era rimasto male, e quel barlume di speranza che stava nascendo in me, si volatilizzò.. Io senza pensarci due volte, lo sorpassai e mi allontanai da lui in fretta.              

                 






Sentivo un leggero picchiettare sul mio braccio destro, ma non capivo cos’era… uff mai un attimo di pace! Poi sentii delle labbra posarsi sulla mia guancia, erano piccole e morbide, appartenenti solo ad una persona: la mia piccola Bea. Mi convinsi ad aprire gli occhi e solo in quel momento mi accorsi di essermi addormentata, sinceramente non ricordavo nemmeno come fossi tornata a casa.. << Bea, amore, sei tornata >> dissi con la voce impastata dal sonno << finammente ti sei sveiata.. >> disse mettendo il suo dolcissimo broncio << scusami, piccola, ma ero stanca… >> dissi e poi la presi in braccio per poterle riempire il viso di baci, il mio angelo!
<< allora ti sei divertita con zia Maura e Ilaria? >> le domandai quando finii la prima dose di coccole << sisi,tanto tanto.. Siamo state al pacco, al cinema: Abbiamo visto la Principessa e il ranocchio, e poi al cento commecciale dove zia Ilaia ha compato dei mini vettitini, quelli che metto io per le bambole >> disse lei e io risi << tesoro, quelli che metti alle bambole sono diversi… Ilaria ha comprato dei vestitini per il suo bambino che nascera tra qualche mese >> le spiegai e lei mi guardò incredula << davvelo, e come fa a nascere? >> domandò… oddio in che guai mi ero cacciata?!? << bhe, vedi quando due persone grandi si voglio tanto bene, loro legame, nasce un bambino.. >> le spiegai brevemente << anche io sono nata così? >> ecco la domanda che sapevo sarebbe arrivata. << bhè, vedi Bea, con te è stato diverso, ma più o meno è avvenuto cosi >> cercai di stare calma, ma comunque il mio cuore batteva forte, non ero ancora pronta a raccontarle tutto, e lei per fotuna era ancora piccola da capire il significato di quelle parole.. << ah mamy, lo sai che ho conosciuto un bel lagazzo.. >> scusa, come?! << in che senso Bea? >> << stavamo al parco, e io stavo giocando con la palla che zia Ilaria mi ha compato, pelò poi la palla e cappata via e io per iplendela sono andata a sbattele a qualcuno.. Ela un lagazzo.. Io sono tubito cappata dalle zie e lolo mi sono venute incontlo, ma poi zia Ilaia si è metta a lidele vedendo il lagazzo e io mi elo nascosta dietlo zia Maua >> ok, mia figlia era una grande chiacchierona, am anche molto timida con le persone che non conosceva << poi cosa è successo? >> le domandai << zia Ilaia mi ha detto di tare buona pecchè lo conoscevo, e poi lui ti è avvicinato a mi ha detto il suo nome >> disse, ora ero curiosa di sentire il nome del ragazzo << e come si chiamava? >> le chiesi, ma prima che mi rispondesse spuntò in salotto, maura in accappatoio e asciugamano sulla testa << ehi ciao >> salutò solare come sempre << ciao, allora, Bea mi stava raccontando della giornata di oggi…ho notato che vi siete divertite >> dissi mentre lei si sedeva di fianco a noi << oh si, te l’ha detto del film che ci siamo viste? >> domandò << sisi, è la prima cosa che mi ha detto, le è piaciuto molto… poi però lo voglio vedere anche io >> risposi << si mamma… pelò dovai aspettae il dvd… >> << oh, non preoccuparti… aspetterò o possiamo ritornare al cinema..magari domani pomeriggio, quando finirò il lavoro.. >> ed ecco che mia figlia si aprì in un favoloso sorriso, lo stesso che aveva il padre… << davvelo, mamma! >> esclamò con gli occhi illuminati, annuii sorridendo e la sua razione non tardò ad arrivare, si scaraventò su di me abbracciandomi forte, << me lo pometti, mamy…? >> disse guardandomi negli occhi << promesso..>> le dissi e lei mi riabbracciò. Poi però si staccò da me velocemente e si premette una mano sulla fronte << no, me lo tavo pe dimenticale.. >> disse e la scena mi fece ridere, ricordandomi che ricopiava quella mossa da Maura, la quale lo faceva ogni volta si dimenticava di qualcosa; << Bea, cosa ti stavi per dimenticare? >> le chiesi << di Andea.. >> e adesso chi era?! Non stavo capendo, e Maura lo notò dalla mia faccia << piccola, spiega alla mamma chi è andrea.. >> disse lei << mamma è il lagazzo che ho vitto al pacco >> ah, ora ricordavo il racconto della giornata che mi stava facendo prima. << oh, si ora ricordo…ma non sapevo si chiamasse Andrea >> proprio quel nome poi, mi perseguitava, mi ritornarono alla mente le immagini di poche ore prima.. << si, abbiamo conosciuto il fratello di Ilaria, il ragazzo del parco… >> specificò Mau << non sapevo che Ilaria avesse un fratello, non me ne ha mai parlato, neanche marco.. >> esplicitai il mio pensiero << ah no?!.. Ma forse non ci avrà pensato, o se ne sarà dimenticata… >> ma sarà.. << comunque, ha anche un’altra sorella, la sua gemella, che però non vive qui ma in America… pare che non sia venuta neanche al suo matrimonio, perché ha avuto problemi con l’aereo, ma ha detto che sarà qui a giorni. >> wow, tutte quante cose non mi aveva detto, e io che le avevo raccontato la mia vita.. Restammo a chiacchierare un altro po’, poi arrivò l’ora di cenare, e poi di andare a nanna.

 

 

 


 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Cap.7

Oggi sarebbe stato un giorno importante: il mio piccolo angelo avrebbe compiuto quattro anni… Era strano pensare che solo quattro anni fa, io mi trovavo in un letto di ospedale, grondante di sudore, con una mano che stringeva quella della mia migliore amica, cercando disperatamente e ardentemente di far uscire mia figlia.. Ricordavo ancora, quando la presi in braccio la prima volta, il cuore che batteva forte e gli occhi che non finivano di lacrimare per la felicità di quel momento… la felicità di avere, finalmente, tra le braccia la mia vita..
Con quei pensieri in testa, quella mattina, mi svegliai presto, per poter organizzare la festa che tanto desiderava..
Incominciai con l’ordinare la torta; poi passai alla sistemazione del salone: spostai i divani mettendoli vicino al muro, creando uno spazio al centro; il tavolo lo coprii con apposita carta da feste, con winnie the pooh disegnato sopra.
Verso le 11 e mezza, dovetti uscire per andare a comprare da mangiare, dovevo preparare tutto da sola quel giorno, visto che Maura aveva un importante servizio fotografico e Ilaria mi teneva Bea per distrarla dalla festa che le stavo preparando. Arrivai al centro commerciale in mezz‘ora, colpa dell’autobus e del traffico; mi diressi subito al supermarket, presi un carrello e iniziai il giro, comprando tutto ciò che sarebbe servito: bibite, patatine di vario tipo, salatini, ingredienti per i dolci che avrei fatto nel pomeriggio, bicchieri, tovaglioli, posate e piattini rigorosamente di winnie, Bea lo adorava.
Presi anche qualche palloncino, la candelina con il numero quattro con tigro sopra.
Pagai tutto e con il carrello stracolmo di buste uscii dal market, ed li lo vidi passare: era in compagnia di una ragazza, davvero molto carina, bruna, poco più bassa di lui e magra; lei stava sotto braccio a lui e parlavano ridendo insieme.. Un nuovo sentimento nacque dentro di me, forte e mi faceva star male, ma io non dovevo stare così per lui, invece… li vidi entrare in un negozio di bambini, una terribile conclusione mi si parò davanti, ma cercavo di non pensarci cosi il più velocemente possibile uscii fuori dal entro commerciale, presi le buste e con difficoltà andai alla fermata dell’autobus.. Mi sedetti sulla panchina libera per aspettare e solo allora mi accorsi della guancia umida, stavo piangendo e non sapevo neanche il motivo. Ero una ragazza dannatamente stupida.. << signorina, si sente bene? >> mi domandò qualcuno, alzai la testa di scatto e mi trovai di fronte un anziana signora che mi guardava preoccupata << oh, si sto bene >> dissi imbarazzata asciugandomi gli occhi, lei silenziosamente si sedette di fianco a me << l’amore a volte fa piangere.. >> disse, cosa? << io non.. >> stavo parlando, ma mi interruppe << non ci vuole un esperto per capire che lei sta soffrendo per amore.. >> ok, stava delirando.. << non so cosa abbia capito, ma sinceramente io non sto soffrendo per amore >> le risposi, ma lei parve non crederci, << molto spesso, per riuscire a scoprire che si è innamorati, bisogna che arrivi il momento della separazione.. Tieni a mente queste parole “ apri gli occhi e segui quello che ti dice il tuo cuore “ non trattenere i tuoi sentimenti per paura di soffrire… >> disse tutto molto lentamente, e parola per parola mi si stampò nella mente, non mi accorsi nemmeno quando la signora si alzò e se ne andò, per quanto rimasi scombussolata da quelle parole..
Tornai a casa pensando a tutto quello che in un ora era accaduto, l’avevo rivisto dopo quasi un mese, con la sua probabile ragazza, avevo sentito in me nascere un nuovo sentimento, e per finire una strana signora mi aveva parlato di amore e sentimenti.. Stavo completamente uscendo pazza! Menomale che dovevo finire di organizzare la festa, cosi potevo distarmi.. Misi un po’ di musica e finii di sistemare il tavolo..
Dopo aver mangiato qualcosa velocemente, incominciai a fare i diversi dolci, tre in tutto e soprattutto quelle preferite di Bea, era veramente una golosona.
Quando finii tutto erano ormai le sei, e ritornò a casa Maura.. << wow.. Hai fatto tutto da sola? >> domandò entrando in cucina << no, sono venuti in mio soccorso i folletti di babbo natale.. Certo che ho fatto tutto da sola! >> le risposi ironicamente << sempre molto simpatica.. >> rispose lei, intanato sbirciava nel forno << non provare a toccare niente, o ti taglio le mani.. >> le dissi, come Bea la mia migliore amica era golosa di dolci; << tanto non lo faresti mai.. >> disse lei non curante delle mie parole, così presi un bel coltello da cucina e mi girai verso di lei << ne sei proprio sicura? >> domandai rigirandomi il coltello in mano e assumendo una faccia sadica, << uff.. ok me ne vado.. Contenta? >> disse lei cacciandomi la lingua e allontanandosi dal forno << su su.. Via via >> la spinsi per le spalle fuori dalla cucina, ridendo della nostra pazzia..
Quando finii di pulire la cucina, decisi di dedicare il tempo restante a me, cosi mi feci un bel bagno rilassante, che venne interrotto dal campanello della porta e dall’arrivo di un piccolo tornado.. << mamminaaaa >> disse Bea entrando in bagno, io nel frattempo ero uscita dalla vasca.. << il mio angioletto che oggi compie gli anni.. >> dissi prendendola al volo e riempiendola di baci. Quando la feci scendere la guardai << ma quando sei bella!! >> e lei rise felice e fece un giro su se stessa facendo gonfiare il vestito << ti piace… me lo ha complato zia ilaia >> era veramente un bel vestito: a maniche corte bianco a fiori rossi, con la cintina e il colletto bordeaux.. << si è molto bello >> le dissi..
<< dai su, vieni con me a scegliere cosa devo mettermi per stasera..? >> le chiesi e lei urlò di gioia, adorava scegliere i vestiti per me, infatti scappò subito in camera mia e quando la raggiunsi la trovai intenta a guardare nel mio armadio.. Ogni volta che faceva cosi, mi ricordava tanto il padre, quando pensava corrugava la fronte e prendeva tra l’indice e il pollice il labbro inferiore, lo stesso faceva lei, una delle poche cose che aveva ripreso da lui.
<< allora, cosa dice la mia piccola stilista? >> domandai avvicinandomi a lei, ma non rispose, troppo presa nella scelta.. Poi di scatto disse << ho tovato!! >> disse e prese tra le mani un vestito turchese, che non mettevo da tempo, ero un po’ scettica ad indossare vestiti che mi scoprivano più del dovuto << sei sicura, Bea? >> domandai << sci.. Metti quello >> disse e lo presi per falla felice, dopo tutto era il suo compleanno.. Mi aiutò anche a trovare le scarpe adatte: nere con il tacco alto e tutte intrecciate sul davanti. Poi mi aggiustai i capelli, lasciandoli mossi, con qualche boccolo alla fine. Finii di prepararmi e poi mi guardai allo specchio: bhè, non stavo poi così male!
In quel momento suonarono alla porta, non mi ero accorta che erano ormai le otto; quando arrivai all’ingresso, rimasi sbigottita da ciò che vidi.. << Oh mio Dio! Zia che ci fai qui? >> dissi e la persona chiamata in causa si girò verso di me, non le diedi neanche il tempo di rispondere che ero già tra le sue braccia.. Mi era mancata tantissimo. << Giulia, piccola mia..quanto mi sei mancata!  Abbiamo voluto fare una sorpresa, ed eccoci qui.. >> disse lei << anche tu, zia..tanto >> le risposi.
Mia zia: si chiamava Elena, era giovanissima, aveva 35 anni; era bellissima: lunghi capelli mossi castano scuro, che incorniciavano un viso ovale, occhi di un strano colore, un mix tra il marrone e il verde, molto intensi.
Era la mia seconda mamma, colei che, da quando ero piccola, sapeva i miei segreti più nascosti, che mi aiutava quando ne avevo bisogno, mi sgridava quando ci voleva, mi consolava, mi faceva ridere, in pratica era tutto per me.. Quando quattro anni fa le raccontai cosa mi era accaduto, l’unica cosa che fece, fu abbracciarmi stretta e dirmi che ci sarebbe stata in qualunque momento.. Infatti andai a vivere con lei e ci rimasi tre anni, mi aiutò nei primi anni di Bea, e mi dispiacque molto lascarla per trasferirmi qui, ma lo dovetti fare per trovarmi una nuova vita..
 << allora, come stai..ti trovo bellissima >> disse quando ci staccammo << sto bene.. Ce la stiamo cavando alla grande.. Bea si è subito ambientata, io ho trovato lavoro come cameriera in un bel ristorante e niente… la vita va avanti >> dissi e poi mi avvicinai al resto della famiglia: mio zio Enrico, il marito di mia zia e la mia cuginetta, Anna, che assomigliava sempre di più alla mamma.
Mentre le bambine giocavano, io e Maura facemmo fare il giro della casa ai miei zii, chiacchierando del più e del meno: scoprii che mia zia era in dolce attesa, e che ero la prima a saperlo, neanche lo zio lo sapeva, ma quando sarebbe stato tutto certo, glielo avrebbe detto.. Ero felicissima per lei, era da tanto che lo voleva, ed ora c’era riuscita.
Ad interromperci fu la porta e un urlo di Bea.. Oh mio Dio, cos’era successo?
Scappai all’ingresso, seguita dagli altri e rimasi di sasso. Non poteva essere qui, come faceva, io non.. Poi la risposta arrivò da bea << Andea, sei venuto? >> disse e allora capii tutto… presi per mano Maura e la portai in cucina chiudendo la porta alle mie spalle, volevo delle spiegazioni.. << ehi che succede? >> mi domandò lei, leggermente spaesata << mi domandi cosa succede.. Cosa ci fai lui qui, chi l’ha invitato? >> chiesi leggermente furiosa, non sapevo perché ma appena l’avevo visto mi era salito un nervoso che non avevo mai avuto.. << scusa, lui chi? >> domandò << Andrea >> risposi, pronunciando velocemente il suo nome << aaaahh… sai com’è fatta tua figlia.. L’ha invitato lei, non ho mai visto Bea attaccarsi tanto ad una persona, come con lui.. >> bene, di male in peggio: l’Andrea del matrimonio era anche l’Andrea, l’amico di Bea… ero veramente nei guai, cosa dovrei fare ora? << scusa ma perché ti sei arrabbiata? >> mi domandò lei << io, bhé, ecco.. Vedi lui è >> ma non finii di parlare che mi interruppe << oh mio Dio! Non mi dire che lui è quell’Andrea? >> annuii con la testa, mordendomi il labbro inferiore, lei si mise a ridere << cosa c’è da ridere? >> domandai << è la situazione che mi fa ridere, oltre la tua faccia.. >> ok, l’avrei ammazzata sicuramente, se non fosse venuto ad interrompere la nostra conversazione Giovanni.. << ah, siete qui.. >> disse e io lo fulminai con lo sguardo << è successo qualcosa? >> domandò intervallando lo sguardo tra me e la sua dolce fidanzata, che avrei voluto tanto strozzare.. << niente di cui ti debba preoccupare… stavamo solo prendendo i dolci >> gli rispose Maura facendo finta di niente << ok…vi serve una mano? >> disse lui << nono… è tutto sotto controllo, incomincia ad andare di la, noi arriviamo subito >> disse lei fulminandomi con gli occhi, e poi lui con un alzata di spalle e un bacio sulla guancia a Maura uscì dalla cucina.. << senti, ora lui è qui e non puoi farci niente… quindi, comportati bene, almeno fallo per tua figlia, che gli vuole bene.. Ok? >> disse lei guardandomi seria << hai ragione… ma una cosa importante: Bea non è mia figlia.. >> dissi e lei mi guardò shockata << come? >> chiese << non voglio far sapere che è mia figlia, o almeno non ancora.. >> << e come farai con Bea? >> domandò, << le dirò che per stasera non deve chiamarmi mamma.. È intelligente e capirà >> << ok, come vuoi tu.. >> disse e quella conversazione finì li.
Prese due delle tre torte e uscì dalla cucina e io rimasi da sola; dopo poco presi l’ultima torta rimasta e dopo un respiro profondo seguii Maura..
Il salotto era pieno di gente che parlava tra di loro: vidi Marco e Ilaria parlare con i miei zii, Maura e Giovanni seduti sul divano, insieme ad una ragazza, che poi guardandola bene, assomigliava molto a quella che avevo visto in compagnia di Andrea.. L’aveva portata anche qui!?!
Posai la torta sul tavolo prima che facesse una brutta fine e nel momento in cui cercai di prendere un bicchiere per bere, scontrai la mia mano con un’altra più grande e calda, sapevo di chi era..
Ritirai in fretta la mano come scottata e alzai la testa incontrando i suoi bellissimi occhi cioccolato << ciao >> disse educato << c-ciao >> risposi titubante e balbettando.. Perché mi faceva sempre quell’effetto? Perché mi batteva così forte il cuore solo con un semplice ciao? Un silenzio carico d’imbarazzo e tensione scese tra di noi, ma come sempre fu lui a romperlo << allora, come stai? >> domandò << bene, grazie e tu? >> ma che bella conversazione, botta e risposta, due bambini ecco cos’eravamo in quel momento.. << anch’io bene… vedo che Bea ha invitato anche te? >> disse << io non sono stata invitata… io, bhè sono la sorella di Bea >> dissi e se eravamo in un cartone animato, già mi sarebbe cresciuto il naso come quello di pinocchio.. << ah, sei la sorella! Bea non mi ha mai parlato che avesse una sorella.. >> disse lui pensieroso, ok ero nei guai << oh, si, vedi lei mi chiama mamma, l’ho cresciuta io visto che i nostri genitori sono morti, quando lei aveva appena un mese… così mi considerava la mamma che non ha mai conosciuto >> una balla più grande di questa non l’avevo mai detta <> c’aveva creduto per fortuna.. << ehi giù, dove ti eri cacciata, ti stavo cercando.. >> disse una voce dietro di me, che riconobbi subito << si, scusami ma ero in cucina >> le dissi poi quando l’abbracciai le sussurrai << Bea è mia sorella >> dissi e lei in primo momento non capì, poi gli feci segno verso Andrea e capì, << vedo che hai già conosciuto mio fratello.. >> disse lei guardandoci, era lui il fratello che mi aveva tenuto nascosto! << io, si.. Noi già ci conoscevamo.. >> disse lui, << ah, e perché io non lo sapevo? >> rispose guardando soprattutto me << io non sapevo che fosse tuo fratello, tu mi avevi detto solo il nome.. >>
Infatti dopo che Maura mi raccontò del fatto che Ilaria avesse una sorella gemella e un fratello, il giorno dopo le chiesi una spiegazione e lei mi disse che quando era con me non ci pensava e quindi non me l’aveva detto..
<< ok.. Comunque vieni un secondo con me, voglio presentarti una persona.. >> disse lei e mi prese per mano, Andrea dietro di noi ci seguiva; ci stavamo avvicinando alla ragazza del centro commerciale e mano a mano che la vedevo più da vicino notavo una somiglianza sia con Ilaria che con Andrea, non era mica.. << Giulia, ti presento mia sorella Elisa.. >> disse Ilaria sorridente, la sorella si alzò e mi porse la mano << piacere.. Ho sentito molto parlare di te.. >> disse e io le strinsi la mano << piacere mio… >> risposi con un sorriso sincero, ora ero molto più rilassata.
Non era male come ragazza, e assomigliava molto a Ilaria, a parte per i capelli leggermente più chiari e gli occhi tali e quali a quelli del fratello..
Durante la serata parlammo molto, era simpatica e molto socievole, scoprii che cercava di diventare un attrice e studiava al Maryland school of arts; aveva un ragazzo di nome Luca che studiava anche lui per diventare attore.. Sentendo quel nome, mi venne in mente mio fratello: non lo vedevo e non lo sentivo da ben 5 anni, e mi mancava anche se ce l’avevo un po’ con lui per come mi aveva trattata.
Se non ricordavo male, anche lui amava recitare, da piccoli qualche volta ci imparavamo i cartoni animati a memoria per poi recitarli insieme..
Comunque la serata passò nel migliore dei modi.. Bea si divertì tantissimo, ricevette tantissimi regali, ma alla fine sfinita si addormentò, tra le mie braccia. In fin dei conti ero stata bene anche io, tralasciando il fatto che cercavo di evitare di restare da sola con Andrea.
Quando la festa finì, portai la piccola nel mio lettone, era ormai di routine che ad ogni compleanno dormisse insieme a me, e anch’io dopo essermi cambiata, la raggiunsi, stringendola forte al mio petto.

 

 

 

 

il vestitino per la festa vestito Giulia

 

   zia Elena e Famiglia 

 

Elisa 

la torta


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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Cap.8

Dopo il compleanno di Bea, passarono alcuni giorni e da quando io e Andrea riprendemmo a parlare, cambiarono un po’ di cose nel nostro rapporto: in pratica avevo capito di aver sbagliato la prima volta e ora cercavo di riparare al danno.
Avevo capito che era un bravo ragazzo e che mi potevo fidare, e soprattutto Bea era pazza di lui..
Cosi avevo messo da parte un po’  della mia freddezza, e avevo cercato di conoscerlo un po’ meglio.
Avevo scoperto molto di lui: amava la fotografia e sognava di diventare un gran fotografo; era un ragazzo serio e un tipo solitario, ma ciò non toglieva che se c‘era da divertirsi lui rinunciava; gli piaceva andare in montagna e fare escursioni o semplicemente stare sdraiato sull’erba a guardare il cielo e fare migliaia di foto.
Quasi tutti i giorni, ormai lo vedevo, visto che Bea non si staccava più da lui, erano veramente uniti e ogni volta mi fermavo a guardargli e pensavo che erano belli insieme, che Bea da quando lo conosceva era diversa, più solare e allegra, sempre con il sorriso sulle labbra, tutto questo mi riempiva il cuore di gioia, volevo sempre vederla felice.
In più, dovevo ammettere, che la vicinanza con Andrea non mi dispiaceva, anzi mi faceva piacere, ero stata una scema ad allontanarlo all’inizio, non se lo meritava.
Però c’era ancora qualcosa che non andava: continuavo a mentirgli, non riuscivo ancora a dirgli la verità, avevo paura che sapendola scappasse via, e non volevo rovinare tutto ora che stavamo creando un giusto equilibrio.

 

I giorni passarono e arrivò anche dicembre, che portò con se il freddo, la prima neve, e la prima febbre a Bea.
Povero il mio angelo, in quei giorni stette malissimo, tanto che, grazie all’intervento di Andrea, dovetti portarla all’ospedale perché la febbre era troppo alta e in quell’occasione conobbi il padre: il pediatra Fabrizio Ferrari. Un bell’uomo bruno, barba e occhi castani, molto simili a quelli di Ilaria, molto premuroso e gentile. Mi disse che non dovevo preoccuparmi, che ai bambini di quell’età succede che la febbre salga così tanto e che con la giusta medicina sarebbe passato tutto.
Infatti fu così, qualche giorni più tardi, Bea tornò più in forma che mai.
Ormai eravamo vicini al Natale e tutti eravamo elettrizzati: Bea amava il natale e non c’era giorno che pregava babbo natale di portarle il suo desiderio, purtroppo ancora non sapeva scrivere e quindi non poteva scrivere la famosa letterina.
Io, invece ero alquanto disperata, non sapevo cosa regalarle e cosa regalare a tutti gli altri, visto che per natale saremmo stati tutti insieme a casa Ferrari.
Qualche giorno prima di natale, si presentò a casa Ilaria in lacrime << ehi.. Ily che è successo..? >> le domandai preoccupata, ma lei non diede nessun tipo di risposta.. << calmati.. Dimmi cosa è successo.. Hai litigato con Marco? >> dissi ancora e lei scosse la testa in segno negativo << con qualche tuo famigliare? >> riprovai, me era negativo anche quello.. << il piccolo sta male? >> domandai e lei alzò di scatto la testa verso di me << n-no, il pic-colo st-sta bene.. >> disse singhiozzando, ma allora perché piangeva? << non capisco, allora perché piangi? >> diedi voce ai mie pensieri << non mi en-tra più più niente >> disse.. Aaaaah ecco il dilemma! << ehi Ily, guardami… >> le alzai delicatamente il viso, passandole un fazzoletto sul viso per asciugarglielo << non ti devi preoccupare, sei incinta ed è normale che tu lieviti, non ne dovresti fare un dramma.. >> le dissi cercando di calmarla, infatti ci riuscii << scusa, forse sono gli ormoni impazziti a farmi stare così.. >> disse tirando su con il naso e asciugandosi del tutto gli occhi << è normale, anche io ci sono passata.. E comunque credo che sia una delle cose più belle veder cambiare il tuo corpo per dare più spazio alla piccola vita che giorno dopo giorno cresce dentro di te.. Quindi se per alcuni mesi non entrerai più in una quaranta ma in una quarantaquattro, scusami se te lo dico, ma chissenefrega, se poi in compenso ti darà tuo figlio.. Quindi non pensarci che ingrasserai per il resto della gravidanza… >> dissi, pensando a quando anche io ero nelle sue stesse condizioni e l’unica cosa che mi fece passare tutto fu.. << ehi, aspetta.. Che ne dici se ora ce ne andiamo a fare shopping… ho la giornata libera e devo comprare ancora qualche regalo.. >> chiesi e la risposta fu un abbraccio stritolante e un << ti voglio bene >> sussurrato in un orecchio.
Così mezz’ora più tardi, ci ritrovammo nella macchina di sua sorella Elisa, che era stata invitata ad unirsi a noi, con Maura, dirette al centro commerciale.
Nel mentre, avvertii Andrea della nostra fuga: lui e Bea erano andati al cinema
ehi, come va? Senti, volevo avvisarti che io, Maura e le tue sorelle stiamo andando al centro commerciale a fare compere, ti dispiace tenere Bea per qualche altra ora? Non faremo tardi..Giulia “ inviai e aspettai la sua risposta che non tardò ad arrivare: “ qui tutto bene, Bea si sta divertendo a vedere l’omino verde, di cui non ricordo mai il nome!.. Comunque, per me non ci sono problemi, fate con calma a Bea ci penso io. Divertitevi.. “ lessi il messaggio e mi spuntò un sorriso.. << e quel sorriso, da dove spunta? >> domandò Mau con un ghigno stampato in faccia..ma i cavoli suoi mai!?! Nel frattempo anche Ilaria si era girata e Elisa mi guardava dallo specchietto.. << io, bhè stavo solo avvertendo Andrea che al loro ritorno non ci sarei stata…tutto qui >> << tutto qui e? >> ripetè questa volta Ilaria guardandomi in modo strano, ma che avevano adesso? << si tutto qui.. Non c’è altro >> dissi e chiusi la conversazione con uno sbuffo. Per fortuna che arrivammo a destinazione, perché sennò avrebbero continuato a torturarmi;
Misà che mi ero messa nei guai da sola, questa volta, con l’idea dello shopping: gli delle miei amiche si illuminarono appena varcammo la soglia.. << da dove cominciamo? >> chiese Elisa << dai vestiti, ovvio.. >> rispose Ilaria e partì in quarta verso la sua meta.. Odiavo gli ormoni durante la gravidanza!
Ci dirigemmo subito in un negozio di vestiti eleganti.. Il perché non lo capii subito, ma quando mi dissero che dovevamo comprare qualcosa per il cenone di Natale, sbiancai.. Non potevo permettermi qualcosa che costasse al di sopra dei cinquanta euro.. << nonono.. Io non posso permettermi niente… ho già qualcosa da mettere nell’armadio.. >> mentii, non avevo niente nell’armadio di carino, ma mi sarei comunque arrangiata con ciò che avevo, ma le mie scuse non vennero accettate << no, tu signorina.. Ti proverai qualche vestito e quello che ti starà meglio lo prenderai.. Scegli quello che vuoi e non farti problemi, prendila come un regalo anticipato.. >> disse in tono autoritario Ilaria; era pazza e questo lo sapevo, ma credevo che fino ad un certo punto si fermasse!
Cosi mi obbligarono a provare non so quanti vestiti ma nessuno era di mio gusto.
Venti negozi dopo, finalmente trovai ciò che cercavo: era blu, stretto al busto, con la scollatura a cuore, arrivava fino a poco più sopra del ginocchio e sopra le spalline sottili, c’erano piccole pietre di colore blu zaffiro.. Era il vestito giusto per me << wow..Giulia sei fantastica! Quel vestito ti va a pennello.. >> disse Elisa e arrossii del complimento, non me lo aspettavo da lei <<oh, grazie.. >> risposi, intanto tutte e tre sghignazzavano alle mie spalle.. Mha, dire che erano strane era poco.
Comunque, alla fine riuscimmo a trovare vestiti e scarpe per tutte.. Alla fine eravamo sfinite, come faceva Ilaria non lo sapevo, era incinta diamine, e le sue batterie non si esaurivano! << non so voi, ma io sono sfinita.. Vi prego torniamo a casa >> dissi sconvolta, quattro ore di shopping non si reggevano << uh giù.. Quanto rompi! >> disse Maura sbuffando << scusami, se sono stanca!! >> replicai e lei mi fece una boccaccia << ehi, calma voi due.. Comunque ha ragione Giulia, anche io ho bisogno di riposarmi e poi ho una fame tremenda.. >> disse Ilaria.. Wow, per una volta qualcuno mi dava ragione! << visto.. >> sussurrai a Maura, non finii di parlare che << però, ho bisogno di ancora un minuto di acquisti.. >> disse e la guardai torva << che? >> dissi << ti prego, ti prometto che faremo subito, poi andremo a mangiare una pizza.. >> rispose e assunse la solita faccia da cagnolino bastonato, con tanto di labbro fuori e occhi lucidi << aargh..mi fai venire i nervi quando fai cosi.. >> dissi << grazie grazie grazie >> disse lei aggrappandosi al mio collo << un minuto.. >> dissi e lei subito si mise in marcia.. Quando vidi dove era diretta, quasi non mi venne un colpo.. Era un negozio che vendeva lingerie, molto succinti.. << oh nonono..io li dentro non entro >> dissi e loro si girarono guardandomi basite.. << che volete? >> dissi leggermente acida << tu ti vergogni? >> domandò Elisa, abbassai la testa in imbarazzo << io.. No e che >> non riuscivo a pensare a qualcosa da dire << dai Giù, non sei più una bambina.. Vieni >> intervenne Maura che mi prese con forza per un braccio e mi trascinò dentro il negozio con lei.. Alle volte solo così riuscivo a superare i miei muri e solo lei l’aveva capito..
Il negozio era pieno di cose molto.. Ok, avete capito cosa intendo! Non so come facevano loro ad essere cosi naturali, io mi stavo vergognando a morte. << allora cosa potrei prendere… Giù mi dai una mano? >> chiese Ilaria, la guardai con un sopracciglio alzato << perché io? >> domandai << perché vedi qualcun altro nei dintorni.. e comunque mi servono i tuoi consigli visto che già ci sei passata >> disse e si toccò il ventre.. Con uno sbuffo mi avvicinai a lei e vidi ciò che aveva in mano: due completini, molto ini, uno rosso e nero, aperto davanti la pancia, con un gran fiocco rosso; l’altro tutto rosso.. Non erano troppo succinti. << io, direi quello rosso e nero.. Si vede di più la pancia che si sta gonfiando.. >> le dissi e lei dopo aver guardato i due completi, mi guardò e sorrise << si, forse hai ragione… lo farò impazzire con questo addosso! >> già pregustando il momento, io intanto mi domandavo se.. << Ila.. >> dissi, mentre ci avviammo verso la cassa << dimmi? >> << vedi, stavo pensando, che.. Fare del.. Hai capito cosa, non fa male al piccolo? >> chiesi guardandomi le mani per l’imbarazzo, lei si mise a ridere << no, certo che no… sennò non lo farei.. Vedi avevo anche io il dubbio, poi chiedendo alla dottoressa, lei mi ha risposto, che se voglio posso, anzi mi farebbe anche bene.. Sai ha detto che stimola le.. >> << okok… ho capito, non ho bisogno di particolari.. >> la bloccai.
Prima di arrivare alla cassa ci raggiunsero anche Mau e Isa, con i loro acquisti << ehi.. Trovato ciò che cercavi? >> chiese Isa alla sorella e lei annuì felice, invece Maura guardò me << Giù, non hai comprato niente? >> disse e io negai con la testa << perché, non fai impazzire il tuo lui? >> disse Elisa << io non.. >> ma non finii che mi precedette << oh, sei ancora vergine? >> disse e in quel momento i ricordi ritornarono a galla.. << scusate ho bisogno di aria >> dissi prima che si accorgessero dei miei occhi lucidi e scappai via. Basta, dovevo dimenticare, ma perché non ci riuscivo… dovevo andare avanti, e invece facevo l’esatto opposto. << ehi Giù, ti senti bene? >> mi chiese una voce alle mie spalle, era Elisa.. Mi asciugai in fretta le lacrime che erano riuscite a bagnarmi il viso e cercai di fare un sorriso, ma il risultato fu una smorfia << si..tutto bene >> risposi e mi sedetti su una panchina li vicino << volevo chiederti scusa.. Sono stata un po’ maldestra prima.. >> disse, sedendosi vicino a me << oh, non preoccuparti.. Non mi hai offesa, e che a volte i ricordi ritornano a galla, soprattutto quelli dolorosi.. Mi hai solo presa alla sprovvista >> dissi e intanto mi torturavo il labbro inferiore.. << io, non sapevo… perdonami >> disse lei veramente dispiaciuta, e io presa da non so quale forza, raccontai il perché del mio comportamento strano..
<< oh, io sono un emerita cretina.. Mi dispiace così tanto, non dovevo dire quelle cose… >> disse lei, quando finii di raccontarle la mia storia << non lo sapevi, non è colpa tua… ti ho già perdonata, quindi non ti preoccupare >> le dissi e le sorrisi per farle capire che andava tutto bene; poi per rompere quella tensione che si era creata, le domandai << dove sono finite Ilaria e Maura? >> << oh, non saprei… quando sono uscita dal negozio stavano per pagare, ma non so >> mi rispose lei guardandosi intorno, come me; dopo poco le vidi uscire da un altro negozio << ehi, dove siete andate? >> domandai alzandomi, seguita da Isa << da nessuna parte… è un segreto >> mi rispose Mau guardando Ilaria che le sorrise complici.. Ecco, ora capisco quando si dice: Dio, prima gli fa e poi l’accoppia!!! Alzai le spalle e scossi la testa sconsolata, poi dissi << dai andiamo a mangiare.. Sennò si fa troppo tardi >> e così ci incamminammo verso un fast food del centro commerciale; mentre aspettavamo le nostre ordinazioni, avvertii Andrea del nostro ritardo, e come al solito le mie amiche mi presero in giro per il sorrisino da ebete stampato sul viso.

 

 

 

Fabbrizio Ferrari

 

Abbigliamento Giulia    vestito e scarpe per natale

 

abbigliamento Maura   vestito e scarpe per natale

 

abbigliamento Elisa vestito e scarpe per Natale

 

Abbigliamento Ilaria vestito e scarpe per Natale

 

completino intimo che compra Ilaria

 


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Cap.9

Quando ormai si fece troppo tardi per me, decidemmo di tornare a casa; la prima che riaccompagnarono fui io, Maura sarebbe andata da Giovanni, e così, dopo aver preso tutte le mie buste, le salutai e corsi al riparo visto che nevicava a dirotto.
Era mezzanotte e mezza e aprii piano la porta per non far rumore, visto che Bea a quell’ora dormiva.. Camminai lentamente e mi diressi in salotto, visto che da li proveniva una luce e si sentivano delle voci; quando arrivai, rimasi basita da ciò che vidi: la tv accesa sul canale preferito di Bea, Disney Channel, volume molto basso visto che sul divano c’erano due persone che dormivano, Andrea sdraiato a pancia in su che abbracciava il corpicino di Bea che le dormiva sopra.. Era una visione bellissima che per un attimo mi fece immaginare che fossero veramente un padre e una figlia, erano così belli che mi dispiaceva svegliarli. Mi venne in mente una cosa: presi da uno scaffale la macchinetta fotografica e immortalai quel momento, con un sorriso sulle labbra. Purtroppo a causa del flash, svegliai Andrea e nascosi subito la macchinetta << ehi sei tornata.. >> sussurrò lui, sorridendomi << si, proprio ora.. Scusami se ti ho svegliato >> gli risposi << non preoccuparti.. Comunque, avete passato bene il pomeriggio? >> mi chiese << sisi… a parte la pazzia delle tue sorelle >> dissi scherzando << purtroppo per la loro pazzia non si può fare più niente, è una causa persa.. >> disse e poi guardò Bea che dormiva tranquilla << ti starà pesando… forse è meglio metterla nel suo lettino >> dissi << si, così starà più comoda >> e senza nessun problema si alzò e portò Bea nella sua cameretta, l’adagiò nel letto e poi la coprì con il piumone, prima di andarsene accadde una cosa: lui le diede un bacio delicato sulla fronte e lei nel sonno pronunciò due parole“ papà “ e “ Andea “.
 Seguii tutta la scena in silenzio e poi quando udii quelle parole mi sentii morire: lo sapevo che sarebbe successo qualcosa del genere, prima o poi.. Ora non sapevo cosa fare. Appena Andrea si voltò verso la porta, lo vidi con un tenero sorriso sulle labbra, mi guardò e poi uscì dalla camera. Io mi avvinai a Bea, le accarezzai il viso, immersa nei miei pensieri: Bea si era attacca a lui in un modo che non le avevo mai visto fare, in così poco tempo, si era affidata a lui, e lo vedeva come il papà con non aveva mai avuto; io, invece, non ci ero ancora riuscita, ma vedevo che era diverso dagli altri, e soprattutto da colui che mi aveva fatto del male, vedevo che quando stavo con lui ero diversa, quasi me stessa e non la maschera che mi ero creata in quegli anni, con lui stavo bene, e non mi dava fastidio più la sua vicinanza, anche se avevo ancora mille paure..
Con un bacio a mia figlia e un ultima carezza, uscii anche io dalla cameretta; raggiunsi Andrea in cucina, era intento a guardare fuori dalla finestra.. << nevica ancora? >> domandai, e si irrigidì leggermente, visto che non si era accorto di me << non sta nevicando… sta facendo una vera e propria bufera di neve.. Il che mi crea qualche problema >> mi rispose girandosi, non capii e lo notò perché aggiunse << dovrei tornare a casa, ma non so come potrei fare, visto che ero a piedi.. >> aah, non era un problema, era un grosso problema! << potresti restare qui >> mi uscì dalla bocca senza pensarci, infatti me ne pentii subito, io che invitavo un ragazzo a rimanere a dormire in casa mia.. Ero proprio uscita di senno, però ormai l’avevo detto e non potevo tirarmi indietro << sei sicura? >> domandò guardandomi << s-si.. Ci sarebbe il divano e la camera di Maura, ma non so se ti farebbe piacere dormirci.. >> risposi, pensando a cosa Maura faceva in quel letto.. << oh nono, il divano va benissimo >> disse leggermente rosso in volto.  << ok… vedo di trovare qualcosa da darti, dormire con i jeans non è molto comodo >> dissi << oh non preoccuparti.. Posso dormire cosi, non ci sono problemi >> << no, aspetta, potrei vedere se c’è qualcosa di Giovanni, ormai è come se vivesse qui.. >> dissi e così mi allontanai dalla cucina.
Circa una quindicina di minuti dopo, trovammo tutto ciò che ci serviva e così potè cambiarsi e stare più comodo; quando anche io fui pronta per andare a dormire, tornai in salotto per vedere come si era aggiustato.. << se è tutto a posto andrei a dormire >> dissi e guardai ciò che aveva indosso… gli feci una vera e propria radiografia << si, puoi andare, sto bene.. >> disse lui e sperai che non mi avesse visto << o-ok, allora buonanotte.. >> dissi e mi girai per andarmene e nel mentre lui disse << sogni d’oro >>
Quando mi infilai nel letto, mi addormentai con il sorriso sulle labbra.

Durante la notte quel sorriso si trasformò in una smorfia di dolore, feci lo stesso incubo che ormai da quattro anni popolava i miei sogni: la festa, lui che mi offriva da bere, la testa che mi girava, la camera, lui che mi strappava i vestiti, le miei urla, il dolore che sentii.. La macchina che ci veniva addosso, io che urlavo a mio padre, il grosso impatto, e poi il buio… << Giulia, svegliati… apri gli occhi.. >> sentivo una voce in lontananza, non riuscivo ad aprire gli occhi, sentivo qualcuno che cercava di svegliarmi, ma io ero troppo immersa nell’incubo, da non riuscire a svegliarmi..
Poi sentii una guancia bruciarmi e aprii di colpo gli occhi trovandomi di fronte Andrea, con lo sguardo preoccupato e una mano alzata.. << perché l’hai fatto..? >> domandai portando una mano sulla parte offesa e mettendomi seduta << io.. Scusami e che non ti svegliavi… urlavi e ti dimenavi e non riuscivi ad aprire gli occhi.. Credevo che stessi male >> cavolo, era successo un’altra volta, e proprio con lui. << scusami se ti ho fatto preoccupare.. Io non >> dissi asciugandomi il sudore sulla fronte << ehi.. Non preoccuparti, stai bene ed è quello l’importante.. Se per caso tu voglia parlarne, io ci sono >> disse riferendosi all’incubo, e io annuii ancora spaesata e impaurita.. << Andrea, potresti farmi un favore? >> << dimmi.. >> << potresti avviare il mio ipod che sta sulla scrivania? >> chiesi e lui parve turbato dalla mia richiesta, ma fece ciò che gli chiesi e così la camera venne invasa dalle dolci note di Dreams di Yiruma.. << ascolti Yiruma? >> chiese alquanto sorpreso << lo conosci? >> domandai e lui annuì << lo ascoltava mia madre sin da quando ero nella sua pancia, e questa e la mia musica preferita.. Ogni volta che non riuscivo a dormire lei la metteva fin quando non mi addormentavo.. >> raccontai persa nei ricordi e non mi accorsi della lacrima che mi scese sulla guancia;  mi accorsi che lui si era avvicinato solo quando sentii la sua mano sulla mia guancia << ehi, sta tranquilla, non piangere… io credo che tua madre non sia mai andata via da te..la puoi vedere in ogni foto, ma penso che la puoi sentire sempre, basta ascoltare il tuo cuore e lei è li.. >> disse lui dolcemente e io presa da non so quale impulso lo abbracciai e sfogai le mie lacrime.. << g-grazie >> sussurrai quando mi fui calmata << e di cosa? >> chiese perplesso << semplicemente di essermi stato vicino, e di non esser scappato via >> risposi, menomale che il rossore del pianto copriva quello per l’imbarazzo, << lo sai, quando hai bisogno io ci sono e ci sarò,  sempre.. >> disse e intanto il mio cuore sembrava stesse prendendo il volo.. Intanto la stanchezza e il sonno stavano prendendo il sopravvento, tra le sue braccia mi sentivo a mio agio, protetta, a casa, come se quelle braccia fossero state create apposta per me.. Quando mi stavo per addormentare, sentii la sua presa staccarsi lentamente e io gli afferrai la maglietta e sussurrai << non andartene >> e poi caddi fra le braccia di morfeo, che in quel momento aveva un altro nome..

Quando riaprii gli occhi, svegliata dalla tenue luce che entrava dalla finestra, mi stiracchiai e per sbaglio tirai un pugno a qualcuno << ahia!! >> sentii dire e in quel momento mi accorsi chi dormiva al mio fianco.. Oh Mio Dio! Non era un sogno, ci avevo veramente dormito insieme.. << ehi, ti sei ripagata per lo schiaffo di stanotte? >> disse li massaggiandosi la guancia sinistra << oddio, scusami.. E che mi ero dimenticata che eri qui.. >> dissi arrossendo, lui sorrise << non preoccuparti.. Comunque buongiorno! >> << buongiorno.. >> risposi scendendo dal letto e andando verso la finestra, rimanendo incantata da ciò che vidi.. La strada, le case, gli alberi, la città, tutti imbiancati da un bello strato di neve.. << wow!! >> esclamò Andrea dietro le mie spalle << è bellissimo! Non ho mai visto così tanta neve a Natale.. Bea sarà felicissima >> dissi io, infatti sia io che lei adoravamo la neve, ma purtroppo quando vivevamo a Rimini, ne faceva sempre troppo poca.. << che ne dici se mentre svegli Bea, io intanto preparo la colazione? >> domandò lui e io mi girai, ritrovandomelo a pochi centimetri di distanza << perché.. Sai cucinare? >> chiesi << ehi, con chi credi che stai parlando… certo che so cucinare, e anche molto bene direi.. >> mi rispose << ah ah.. Basta che ci credi tu.. >> dissi ironicamente << ehi, ti stai forse prendendo gioco di me? >> disse e feci la faccia da finta innocente << chi, io? Ma quando mai.. >> dissi e cercai di allontanarmi, ma mi bloccò << eh no, signorina, dove crede di andare.. Dovrai pagare per avermi preso in giro >> disse e iniziò a farmi i solletico.. << no no..ti prego…ahahahah… il sol-letico no..ahahah >> urlavo tra una risata e l’altra << fin quando non mi chiedi scusa, non la smetto >> disse, ma poi accadde che ci ritrovammo in una posizione ambigua sul mio letto: lui sopra di me, i nostri corpi schiacciati e i nostri visi a pochi centimetri l’uno dall’altro.. In quel momento potevo sentire il mio cuore che batteva forsennato, ma poi dei flash mi tornarono alla mente e lo scansai bruscamente << ok..ti chiedo scusa.. >> dissi di spalle, respirando lentamente cercando di far diminuire i battiti del cuore.. << ok.. Vado a preparare la colazione >> e uscì con la testa bassa.. Avevo rovinato un bel momento, come al solito!  Quando mi fui ripresa, mi diressi nella camera di Bea, che ancora dormiva, stretta al suo orsacchiotto tutto bianco di nome Latte, regalo di Andrea per il suo compleanno. << ehi, Bea, amore.. Svegliati >> sussurrai a pochi centimetri dal suo viso, scostandole i capelli da davanti al viso..lei in tutta risposta mugugnò << dai piccola… fuori ci sono due belle sorprese che aspettano te.. >> dissi e a quel punto aprì gli occhi << mamma.. >> disse strofinando il pugnetto sugli occhi << buongiorno angioletto… dormito bene? >> dissi con il sorriso sulle labbra << sciii.. Però ho tanta fame >> <<
piccola mangiona!.. Dai andiamo in cucina, che c’è un persona che vuole vederti >> dissi e lei su appese al mio collo, come un piccolo koala.. << chi è mamma? >> domandò curiosa << non te lo dico, sennò rovino la sorpresa >> dissi e lei cacciò il labbro inferiore fuori. Quando arrivammo in cucina feci segno a Bea di stare zitta e guardammo Andrea alle prese con i fornelli… alla fine io e Bea non resistemmo e iniziammo a ridere e quando si girò lo vidi tutto sporco di farina << Andea, ma che tai facendo? >> disse Bea ridendo << sto preparando le frittelle.. >> disse << sai cucinare le frittelle? >> domandai perplessa, erano tipiche della colazione americana << si, mia nonna aveva origini americane, e da piccolo mi ha insegnato a farle.. >> disse << e non ti ha insegnato anche a non sporcarti? >> domandai scherzosamente << bhè, forse quello ancora non mi riesce bene >> rispose con il sorriso, e poi ridemmo insieme; intanto avevo sistemato bea sulla sua sedia, con il rialzo e mi ero seduta anche io, aspettando la colazione.
<< allora, ci volete il miele sopra o il cioccolato? >> domandò dopo poco, e io e Bea all’unisono rispondemmo << cioccolato!! >> e lui sorrise scuotendo la testa; finalmente, dopo aver aspettato un po’, la colazione fu pronta.. << sei sicuro che siano commestibili? >> chiesi guardando il contenuto del piatto << non ti fidi.. assaggiale e vedrai >> disse lui sedendosi al tavolo e prendendo tre frittelle e cominciando a mangiare guardandomi a mo di sfida, ok se la guerra che voleva.. Presi le frittelle e le assaggiai: wow, erano spettacolari! << allora.. Vedo che ancora non ti sei strozzata o ancora non sei morta >> disse lui << ok, avevi ragione.. Sono buone, contento? >> dissi e gli feci una linguaccia.. Stavo per mangiare un altro boccone, quando mi arrivò qualcosa in pieno viso, alzai lo sguardo e vidi Andrea sghignazzare guardando fuori la finestra, Bea rideva come una matta; per vendicarmi, presi un po’ di cioccolata e gliela lanciai addosso << questo non dovevi farlo >> disse girandosi io intanto mi preparai a fuggire << perché mai? >> dissi deridendolo << perché ora mi devo vendicare >> e prese un pugno di farina e me la gettò addosso, prima che io potessi scappare, così iniziò una vera e propria lotta. Morale della favola? Una cucina del tutto impraticabile, e tutti e tre sporchi.. << oh Mio Dio? >> sentimmo qualcuno esclamare, quando ci rendemmo conto del casino che avevamo fatto, ci girammo e trovammo sulla porta Maura e Giovanni a bocca spalancata << che è successo?? >> domandò lei spostando lo sguardo da noi alla cucina << ehmm.. C’è stata una guerra >> dissi imbarazzata << non ci posso credere!! >> rispose mettendosi una mano sulla fronte << zia è tato, tanto divettente.. >> disse Bea tutta sorridente e tutta sporca << si ci credo.. Però mi auguro che mettiate tutto a posto >> disse l’ultima cosa guardando soprattutto me e Andrea << nooo, ma che dici… avevamo pensato di lasciare quel lavoro a te, noi ci siamo stancati fin troppo.. >> dissi ironica e mi beccai un occhiataccia dalla mia amica << non scherzare, che dopo ti aspetta un bel divertimento! >> disse sadica e io impallidii, oh no, sarei stata per ore sua cavia per prepararmi al cenone di natale, visto che era il ventiquattro dicembre.. << ok, credo proprio che il divertimento sia finito. >> dissi e sentii sbuffare Bea..
Impiegammo tutta la mattinata a rimettere a posto la cucina e poi stanchi ci sdraiammo per terra.. << sono stanchissima >> dissi << però ci siamo divertiti, almeno >> replicò Andrea che aveva rivolto la testa verso di me << si.. >> risposi pensierosa.. Era vero, ci eravamo divertiti un mondo, non ricordavo nemmeno da quando non ridevo così tanto, ed era tutto merito suo.. << ho fame! >> esclamò Bea e ci mettemmo a ridere, poverina aveva ragione, alla fine non avevamo mangiato.. << bhè, io direi che devo tornare a casa >> disse Andrea alzandosi, no perché?? Pensai << pecchè? >> chiese Bea guardandolo dispiaciuta << perché devo darmi una lavata e poi sicuramente a casa avranno bisogno di me.. Tanto questa sera ci rivediamo >> disse lui accarezzandola, la dolcezza con cui si rivolgeva a mia figlia era impressionante e ogni volta mi scioglieva.
Così, si preparò per uscire << allora, grazie per avermi ospitato stanotte >> disse mentre lo accompagnavo alla porta << oh, figurati… >> risposi << ci vediamo stasera.. >> disse e si avvicinò pericolosamente a me, ma poi posò un dolce e delicato bacio sulla guancia.. Diventai color pomodoro e non riuscii a dirgli nemmeno un ciao, tanto ero imbambolata.
Quando mi ripresi, tornai in cucina e vi trovai Maura con la faccia da chi di li a poco mi avrebbe fatto il terzo, se non il quarto grado.. Oh povera me!!! 
  

 

 

la posizione di Bea e Andrea       http://www.youtube.com/watch?v=AyCDKKjO-Yo Dreams di Yiruma

 

la città innevata  Latte, l'orsetto

 

le frittelle di Andrea

 



 


 


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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Cap.10

 

<< ora tu mi racconterai tutto.. >> mi disse Maura guardandomi seria e autoritaria << i-io, dovrei lavarmi.. Sono tutta sporca e dovrei fare il bagnetto a Bea >> cercai di svignarmela, ma lei si oppose << eh no, Giulietta cara… prima mi racconterai tutto e poi ti farai la doccia >> disse lei << dai, Maura, ma non vedi come sono conciata? >> e indicai il mio corpo, lei mi fissò per un instante e poi disse << ok… ma vengo con te, cosi mentre tu ti lavi, io ascolto.. >> disse con un sorrisetto furbo e cominciando a camminare verso il bagno, mi ero fregata da sola, in pratica! Comunque, dopo aver preso tutto ciò che mi serviva, mi diressi in bagno e trovai la vasca già preparata e Bea che schizzava l’acqua a Maura ridendo come una pazza. Guardai la mia amica con un punto interrogativo e lei si giustificò << giusto per non perdere tempo.. >>
Mi rassegnai alla sua pazzia ed entrai nella vasca insieme a mia figlia; quando sentii troppo pesante lo sguardo di Mau su di me, sbuffando iniziai a raccontarle cosa era successo la sera prima..

<< è veramente un ragazzo d’oro >> esclamò Maura dopo che finii il mio racconto, intanto cercavo di asciugare i corpicino di Bea, che non la smetteva di ridere, perché le facevo il solletico << si.. >> dissi pensierosa. Poi Bea mi fece una domanda che mi lasciò basita << mamma, ma tu vuoi bene ad Andea? >> disse guardandomi con i suoi occhioni Blu.. Cosa potevo rispondere ora? cercai aiuto in Maura, ma fece no con la testa con un ghigno sul viso… pensai a cosa potevo dirle, non sapevo se rispondere con il cuore o con la mente, in serio contrasto tra loro << io.. Non..tu gli vuoi bene? >> cercai di sviare la domanda. Lei sfoderò un bellissimo sorriso e poi disse << si, gli volio tanto tanto bene.. E anche lui me ne vuole >> << come fai a saperlo? >> chiesi << me l’ha detto lui iei sela… pecchè avevo paua che tu non tonnavi a casa, come ha fatto papà.. E mi ha detto anche che vuole tanto bene anche a te >> rispose, sentire quella paura mi chiuse lo stomaco in una morsa e il cuore perse qualche battito << Bea, amore io non potrei mai abbandonarti… sei la mia vita, il mio tutto, come farei senza di te… non avere più paura, io sarò per sempre con te.. >> le dissi abbracciandola stretta a me, cercando di non farle vedere le poche lacrime che uscivano dai miei occhi.. << mamma, pelò non hai ipposto alla mia domanda >> disse mettendo un broncetto e io risi.. Volevo bene ad Andrea? Si, e anche tanto.. << si, Bea… voglio bene ad Andrea >> dissi decisa e per la prima  volta diedi voce al mio cuore.. << finalmente!! >> esclamò Maura, ma non continuò perché uscì velocemente dalla stanza..chi la capiva, era un genio!

Dopo il pranzo, passammo il pomeriggio a prepararci per il cenone di Natale a casa Ferrari, ero agitata perché avrei conosciuto la mamma di Andrea, Ilaria e Elisa, anche se sapevo che era una donna straordinaria. Si chiamava Sara e faceva la psicologa dei bambini.
Comunque, verso le otto eravamo ormai pronte; mentre stavo finendo di infilare il vestito, nella camera entrò un piccolo aiutante di Babbo Natale, tutto vestito di rosso, scarpette argentate e due codine << mamma, come tò? >> disse facendo un giro su se stessa e allargando il vestito << se bellissima amore… assomigli ad uno dei folletti di Babbo natale.. >> le dissi abbassandomi alla sua altezza << davveeelo? >> disse lei sgranando gli occhi, le erano piaciuti gli aiutanti di Babbo Natale, e ogni volta in questo periodo non smetteva di chiedermi d raccontarle qualche favola su di loro.. << sisi.. >> dissi sorridendo e lei mi abbracciò contenta.. Quanto era bello sentire quella sensazione di benessere e felicità propagarsi in tutto il corpo, che solo mia figlia sapeva donarmi… solo dopo la sua nascita avevo potuto riassaporare quei piacevoli momenti; era soprattutto in quel periodo che mi ritornavano in mente i meravigliosi ricordi di qualche anno fa, quando i miei genitori organizzavano strani giochi per trovare i regali e io e mio fratello ci divertivamo da pazzi, mi mancavano.. Mi mancavano terribilmente!
Prima che potessi mettermi a piangere, Maura ci chiamò dal salotto.. << dai folletto, andiamo che la zia ci sta aspettando.. >> dissi prendendo la giacca e la borsa e prendendo per mano Bea che saltellava contenta.
Quando fummo pronti, uscimmo di casa dove ci aspettava in macchina Giovanni, che ci avrebbe accompagnato a casa di Andrea..
Non ci mettemmo molto ad arrivare e quando intravedemmo la casa rimasi a bocca aperta: una villetta faceva bella mostra di se, tutta illuminata dalle luci di Natale che brillavano a intermittenza << wauuuu!!! >> esclamai, non avevo mai visto una cosa del genere, faceva molto casa dei tipici film natalizi americani.. Parcheggiamo dietro una mercedes nera metallizzata, che riconobbi essere quella di mio zio, e scendemmo dall’auto. Con attenzione riuscimmo ad arrivare alla porta, visto il bello strato di neve che ricopriva il suolo, e i tacchi non aiutavano affatto a non cadere.
Comunque bussammo e non aspettammo nemmeno un secondo che la porta venne aperta da una donna bellissima, doveva essere sicuramente la madre di Andrea, visto la grande somiglianza. << oh tu devi essere Giulia! >> esclamò lei guardandomi << si, signora.. È un vero piacere conoscerla >> risposi timida e formale << suvvia, non sono poi così tanto vecchia.. Chiamami Sara >> disse lei con n sorriso sincero, intanto ci aveva fatto accomodare dentro e si era presentata anche agli altri, soffermandosi maggiormente su Bea.
<< siete arrivati finalmente!! >> disse qualcuno alle nostre spalle, riconoscendo la voce mi girai  << ehi… Buon Natale! >> esclamai mentre l’abbracciavo << anche a te… comunque quando avrai un po’ di tempo, sappi che dovrai raccontarmi molte cose >> disse Ilaria e capii a cosa si riferiva, diventando rossa, << come fai a saperlo? >> domandai a bassa voce e lei sorrise << oh, non te l’hanno detto..io so sempre tutto >> e con un ultima occhiata furba se ne andò lasciandomi basita.
Ok, erano tutti molto strani, me compresa!!
Comunque mi tolsi la giacca che avevo indosso e rimasi con il vestito che avevano costretto a comprare per l’occasione, e solo allora mi accorsi di lui, imbambolato a fissarmi.. << ehi, attento fratellino potremmo morire affogati.. >> lo prese in giro Elisa, chiudendogli la bocca e facendomi un occhiolino e un sorriso malizioso.. Mi avvicinai a lui << ciao >> dissi << s-sei bellissima! >> esclamò lui balbettando, facendomi arrossire << grazie.. >> e in risposta mi sorrise, avevo notato che quel sorriso bellissimo lo riservava a poche persone e soprattutto a me e a Bea, e questo mi faceva piacere più del lecito, ma non capivo il perché, forse..
Scacciai subito quel pensiero, non volevo per nulla al mondo illudermi da sola.
Poi, Sara ci richiamò all’ordine, facendoci accomodare nella sala da pranzo, intorno una lunga e ben allestita tavola.. Quando ci sedemmo notai che c’era un posto vuoto, ma lasciai perdere.
Mangiammo tutto e anche tanto, aveva cucinato tutto Sara, e devo dire che ci sapeva fare ai fornelli.

Dovevo ammettere che quelle riunioni di famiglia mi mancavano, era da troppo tempo che non vi partecipavo, erano anni ormai e purtroppo avevo precluso la possibilità di assaporare questi gioiosi momenti anche a Bea e alle persone che vivevano intorno a me, ma finalmente stavo ritrovando un po’ di quella felicità che avevo perduto quella notte di cinque anni fa.
La famiglia Ferrari era la tipica famiglia che tutti sognano di avere: unita, felice e soprattutto ci poteva toccare con mano l’amore che si donavano l’un l’altro.. Molte volte avevo desiderato tornare indietro nel tempo, riabbracciare i miei genitori e quel fratello che mi aveva incolpata della loro morte e poi abbandonata al mio doloroso destino, soprattutto in quelle occasioni il senso di colpa tornava a tormentarmi, molte volte avevo dato ragione a mio fratello, forse se quella sera..
<< ehi, tutto bene? >> mi riportò alla realtà, qualcuno seduto al mio fianco, di cui riconobbi la voce e il profumo, << si, tutto bene… >> mentii, << sicura? >> domandò incerto, ormai aveva imparato anche lui che non sapevo mentire bene << e che, era da molto, troppo tempo che non festeggiavo il natale, così >> confessai, non sapendo il perché lo feci, ma con lui veniva tutto naturale, forse anche troppo.. << lo sai, se vuoi parlare io ci sono, sempre.. vorrei solo che tu sapessi una cosa importante.. >> disse, diventando nervoso all’improvviso, il mio cuore aveva mutato il suo battito, ora sembrava un colibrì impazzito << non credevo fosse così difficile.. Ma credo che tu debba saperlo.. Io mi sono >> ma non riuscì a finire la frase che venne disturbato da una voce e il mio cuore, se possibile, perse qualche battito, non poteva essere veramente lui..
<< scusate il terribile ritardo… ma purtroppo prendere l’aereo si rischia anche questo.. >> disse e per avere una certezza, alzai lo sguardo e rimasi immobile, tremante e inevitabilmente il bicchiere che avevo in mano cadde a terra rompendosi.. Il mio intento di non attirare attenzione, soprattutto la sua, si era andato a farsi benedire; tutti si girarono verso di me e lui appena mi vide spalancò gli occhi << G-Giulia >> esclamò sorpreso.. Non riuscivo a fare e dire niente, mi mancava l’aria e mi girava la testa << scusate ho bisogno di aria >> e quasi correndo uscii fuori al terrazzo..
Respirai a pieni polmoni l’aria fresca invernale, e piano riuscii a riprendere possesso delle mie facoltà mentali; non potevo crederci, non potevo credere che era la realtà, perché ogni volta che trovavo un briciolo di felicità, il passato doveva tornare prepotente nella mia vita..
Quando mi ero quasi del tutto calmata, sentii qualcosa posarsi sulle mie spalle,  e mi spaventai, solo allora mi ricordai che ero troppo scoperta per stare li fuori << scusa, non volevo spaventarti.. Cosi non prenderai freddo >> disse lui e inevitabilmente la calma che avevo riacquistato se ne andò, lasciando il posto ad emozioni contrastanti: gioia, perché nonostante tutto era mio fratello, e rivederlo mi faceva piacere; rabbia, perché dopo cinque dannatissimi anni, si ripresentava facendo finta di nulla, come se no fosse successo nulla..
<< cos’è, ora ti preoccupi di me.. >> dissi tagliente, dando sfogo alla rabbia.. Ora era al mio fianco e potevo constatare che anche se erano passati cinque anni, non era cambiato molto, era solo diventato un po’ più muscoloso e più uomo.
<< riusciresti a perdonarmi, se ti dicessi che mi sono pentito per quello che ho fatto? >> domandò << non penso.. Non dopo cinque anni che non ti sei degnato di farti sentire, anche solo per dirmi ciao.. Non posso dimenticare quello che è successo dall’oggi al domani, non mi chiedere il perché, sarebbe troppo complicato.. >> dissi ciò che in quel momento pensavo << ho sempre domandato di te alla zia, ma a quanto pare t non ne sapevi niente >> mi rispose lui girandosi verso di me, ma io non riuscivo a guardarlo, mi sarei messa a piangere vedendo i suoi occhi, cosi simili a quelli di mamma.. << no, non lo sapevo… ma questo non cambia ciò che penso.. Non sai cosa ho passato, cinque anni più brutti della mia vita condizionati dal forte senso di colpa che tu mi hai affibbiato per la morte dei nostri genitori.. Mentre tu, sei sparito senza lasciare nessuna traccia, lasciandomi sola, macchiata di una colpa che non ero stata io a commettere, violentata e messa incinta da un mostro che tu chiamavi amico e che hai protetto contro di me.. Come puoi venire a chiedere il mio perdono dopo tutto questo.. Dopo tutto quello che ho passato.. >> parlai con voce rotta dal groppo in gola, causa dei ricordi ritornati alla mente, lui era rimasto shockato dalla mia rivelazione << tu.. Tu sei rimasta incinta? >> domandò << si, di quel bastardo che tu chiamavi migliore amico.. Ma sai cos’è che mi fa più rabbia, è che tu hai ascoltato lui e non me e mi hai fatto passare per la squaldrina, che fa sesso con il prima che capita.. Non ti è passato per la testa che lui mentiva che è stato lui a prendermi con la forza e a violentarmi nonostante le mie urla, le mie proteste, le mie lacrime… non hai pensato che avevo 15 anni e tu mi hai lasciato sola con un cane, in balia del terrore, della paura, del dolore.. >> ormai non riuscivo a contenere le lacrime che si liberavano sulle mie guancia << se sono qui oggi, lo devo esclusivamente a mia figlia, le ho dato la mia vita, ora è tutto quello che ho di più prezioso, che mi fa sperare ad un futuro migliore, senza più sofferenza… ma a quanto pare mi sbagliavo.. >> dissi e nel mentre feci qualche passo verso la finestra << ti prego perdonami, io non immaginavo.. Io non ti ho mai dimenticata, non c’era giorno che un mio pensiero era rivolto a te.. Vorrei poter tornare indietro e ricominciare da dove ci eravamo fermati >> disse lui con voce rotta dalla tristezza << il passato non si può cambiare..come gli sbagli che hai commesso >> dissi << ma il futuro si.. E se dovrò inginocchiarmi davanti i tuoi piedi e chiederti scusa, non isiterò a farlo.. voglio riconquistare la tua fiducia >> ribadì lui avvicinandosi << non vedo un futuro in cui ci sei tu, mi dispiace.. Se volevi rovinarmi il natale, ci sei riuscito >> dissi e finìì la conversazione cosi. La prima persona che si avvinò, fu colui che cercavo << ti prego, portami a casa >> sussurrai e lui non se lo fece ripetere due volte e così sorretta da lui uscii da quella casa, non prima di essermi scusata con i genitori di Andrea che erano stati molto premurosi con me, e soprattutto di aver preso Bea che si era addormentata sul divano..
<< scusami per averti rovinato la festa, non era mia intenzione >> sussurrai una volta a casa, poggiando Bea sul mio letto. Mi sedetti al suo fianco accarezzandole i capelli e Andrea mi seguì << ehi, non hai rovinato proprio niente.. Siamo stai bene, io sono stato bene.. >> disse e mi accarezzò una guancia dolcemente, lasciando una scia bollente dietro di essa.. Impercettibilmente ci eravamo avvicinati << prima non ho avuto modo di darti una cosa.. >> disse e si alzò andando verso la sua giacca e prendendo dalla tasca un cofanetto << questo è il mio regalo per te.. Spero ti piaccia >> disse e me lo porse tornando a sedersi al mio fianco.. Quando aprii il cofanetto rimasi abbagliata.. Era impazzito per caso?! << è.. È magnifico.. Sei pazzo, ti sarà costato >> cercai di dire qualcosa ma lui i zittì mettendomi un dito sulla bocca << volevo regalarti qualcosa di speciale, perché tu sei speciale.. E quando ho visto questa farfalla ho pensato subito a te: per me sei una farfalla, una magnifica farfalla.
Una farfalla forte e determinata, ma che nasconde la sua fragilità e la sua paura di volare libera e felice nel cielo, credendo che le su ali si possano spezzare sotto il peso del dolore; una farfalla che ha bisogno di mille attenzioni e che mostra la sua bellezza nonostante i mille timori; una farfalla che vorrebbe vivere libera, ma troppo terrorizzata da ciò che la circonda..
>> le sue parole mi colpirono all’inverosimile, nessuno mi aveva descritto cosi bene, dopo così poco tempo << come fai? >> domandai << a fare cosa? >> chiese non capendo << ad essere cosi.. >> << cosi come? >> << terribilmente perfetto >> dissi imbarazzata da quella mia rivelazione, con lui mi usciva facile parlare e ormai avevo capito che c’era qualcosa che ci univa.. << nessuno è perfetto >> ribadì lui facendo il mio sorriso.. Oddio, avevo detto davvero il mio? Stavo impazzendo! Comunque dopo aver guardato un’altra volta la farfalla, lui chiese << posso? >> e la indicò, annuii alla sua proposta, e delicatamente la prese, si avvicinò a me e me la cinse al collo… in quella posizione potevo sentire il suo respiro caldo sul mio viso; ero immobile, non sapevo che fare, l’unica cosa che riuscivo a pensare era alla maledetta voglia di baciare le sue bellissime labbra e assaporare il loro sapore, cercavo con tutta me stessa di resistere, ma non sapevo se avrei retto a lungo; ci guardammo per tutti il tempo, verde nel cioccolato, e le nostre labbra si avvicinavano sempre di più; fu un attimo, un lampo di lucidità mi fece ritornare alla realtà e mi allontanai dal suo viso, sicuramente ci era rimasto male, << che sbadata che sono, anche io ho qualcosa per te.. >> dissi e mi alzai cercando di calmare i battiti del cuore, frugai nella borsa e trovai ciò che mi serviva.. << è una sciocchezza, a differenza della collana, ma avevo pensato che ti sarebbe piaciuto.. >> dissi e gli porsi la bustina << fa cosi tanto schifo che sei rimasto senza parole? >> dissi guardandolo, aveva aperto il contenuto nel silenzio più totale << no.. al contrario, è fantastico, è un bellissimo regalo.. Grazie >> disse e mi abbracciò senza pensarci.. Mi irrigidii all’istante, ma poi annusando il suo profumo, mi sciolsi e ricambiai la stretta << appena ho visto il cartello, ho subito pensato a te e non c’ho pensato due volte, è un’ occasione che non devi perdere >> gli dissi << e non la perderò grazie a te >> rispose sorridendomi; in pratica il mio regalo consisteva in un corso di fotografia avanzata per tre mesi, che dava vantaggi a chi voleva fare quel lavoro..
Intanto che leggeva l’opuscolo, Bea si mosse e tutti e due ci girammo << mi dispiace averle rovinato la Vigilia di Natale, era la prima che festeggiava con tutte le persone che le vogliono bene.. Dopo la morte dei miei è sempre stato difficile festeggiare come si deve, troppe cose mi ricordano loro.. >> << mi dispiace per quello che è successo stasera… non avevamo idea che fosse tuo fratello >> disse lui << oh, non è colpa vostra, ne di nessun'altro… solo non mi aspettavo di rivederlo in quel momento, quando si dice "il mondo è piccolo!" >> dissi con amarezza << non l’hai più sentito? Scusa non voglio essere invadente, ma vorrei capire >> << no, ne visto e ne sentito, come se per lui non esistessi più, cancellata dalla faccia della terra… ma lo sai qual è la cosa che mi fa più male, e che c’è voluta una festa di natale per fargli aprire gli occhi e cercare il mio perdono.. Chissà forse se noi non ci conoscevamo, se io non cambiavo città, tutto questo non sarebbe successo e io non gli avrei potuto dire la verità in faccia.. E lui non avrebbe fatto niente per ritornare come eravamo un tempo.. Una fratello e una sorella.. E nonostante tutto gli voglio sempre bene perché è e rimarrà il mio fratellone.. >> dissi con le lacrime che scorrevano dai miei occhi… ormai avevo perso il conto di tutte le volte che Andrea mi aveva visto piangere, ma non era mai scappato, mi era sempre rimasto accanto, in silenzio, cercando di consolarmi.. Non mi fu difficile notare che stavo tra le sue braccia, visto il suo buon profumo che entrava nelle mie narici << ehi.. Calmati, vedrai che si sistemerà tutto..  Tuo fratello capirà e cercherà di rimediare, come hai detto tu siete fratello e sorella, avete un legame troppo stretto da essere ignorato.. >> mi disse, mentre lentamente e delicatamente mi accarezzava i capelli.. Come sempre riuscì a calmarmi, incominciavo a pensare che avesse qualche potere curativo, che solo con me faceva effetto, tanto da farmi cadere in uno stato di dormiveglia.. Sentii le sue labbra posarsi delicatamente sulla mia fronte, dopo avermi sistemata sul letto, prima di addormentarmi definitivamente riuscii a fare solo un ultima cosa, lo trattenni per la camicia e sussurrai << Non andare via >>…
 

 

 

 

 


Sara, la madre di Andrea

Bea vestita per il cenone

Casa Ferrari

 

Luca, il fratello di Giulia

il ragalo di Andrea   il bacio mancato tra Giulia e Andrea




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Capitolo 11
*** Cap.11 ***


Cap.11


Sentivo dei piccoli sussurri provenire da vicino a me, ancora non riuscivo a svegliarmi del tutto.. << Andea, io ho fame! >> disse la vocina che riconobbi subito << si, piccola.. Ma aspettiamo che si svegli, cosi facciamo colazione tutti e tre insieme.. Ok? >> le rispose qualcun altro a bassa voce << scii.. Pelò ho fame >> ripetè Bea e a quel punto non riuscii a trattenere un sorriso << non c’è niente che la convinca quando ha fame >> dissi aprendo gli occhi << ah ma allora eri sveglia? >> disse Andrea sorridendomi, wow era bello anche appena svegliato! Oddio cosa avevo appena pensato.. << buongiorno! >> esclamai mettendomi seduta. In quel momento Bea iniziò a saltare su letto << è Natale.. È Natale.. È Natale >> iniziò a dire ridendo << Bea, piccola sta attenta che puoi cadere >> dissi prendendola per una manina << ..I legali,i legali.. >> disse, ogni anno era così il giorno di natale, l’esuberanza di mia figlia arrivava alle stelle facendomi ritornare con i pensieri a quando anche io ero come lei.
<< ok ok… dai su andiamo ad aprire i regali >> dissi e lei saltò ancora di più << siiiii che bellooo!! >> urlò e a quel punto come mi alzai dal letto lei per poco non cadde, ma menomale che Andrea era pronto e la prese al volo.. << Bea! >> urlai, ma lei si mise a ridere, visto che Andrea l’aveva presa a mo di sacco di patate << ohoh.. Che abbiamo qui.. Un bel sacco di patate.. Ma come mai non pesa niente.. Forse devo controllare se ci sono le patate >> disse Andrea e inocminciò a farle il solletico. << Ahahahah.. Batta batta.. Il tolletico nooo.. >> diceva Bea mentre si dimenava tra le sue braccia, intanto io li guardavo con il cuore traboccante di gioia. Ultimamente stavo cambiando, la vicinanza di quel ragazzo mi stava cambiando, e a piccoli passi stava ritornando la Giulia di sei anni fa…
Appena arrivammo in salotto subito Bea si fiondò sotto l’albero per aprire i suoi innumerevoli regali.. Io e Andrea ci sedemmo sul divano a guardarla urlare di gioia ad ogni pacchetto scartato; per ultimo scartò il mio regalo e quando lo vide, si alzò e si buttò su di me felice di aver esaudito la sua richiesta, o meglio Babbo natale le aveva fatto la sorpresa.. Poi Bea guardò Andrea con la faccia dispiaciuta e poi chiese << non mi vuoi bene? >> e ci stupì tutti e due << lo sai Bea che ti voglio, non bene, ma un mondo di bene.. Perché me lo chiedi? >> rispose dolce Andrea
<< pecchè non mi hai fatto un legalo.. >> rispose lei con le lacrime agli occhi e si nascose nell’incavo del mio collo… << piccola mi dispiace, io il regalo per te ce l’ho, ma ieri sera me ne sono scordato a casa mia… mi puoi perdonare principessa? >> disse lui accarezzandole la testa, poverino si era preso una colpa che non aveva, per colpa mia aveva dimenticato il regalo a casa << ti prometto che appena torno a casa lo prendo e te lo porto subito… anzi se vuoi vado anche adesso >> continuò e in quel momento suonarono alla porta.
Mi alzai con Bea attaccata al collo, chiedendomi chi poteva essere a quell’ora del mattino; aprii e mi ritrovai tutte le persone a me care sulla porta << buon Natale! >> dissero in coro e mi vergognai terribilmente per come ero conciata, e per come guardavano me e Andrea. << ziaaaa Maua!! >> gridò Bea appena vide la mia migliore amica e subito le si aggrappò al collo << b-buon giorno! >> salutai imbarazzata << prego entrate.. >> dissi mentre facevo spazio. C’erano proprio tutti persino i genitori di Andrea, ma mancava una persona…  Quando tutti furono dentro, mi dileguai in camera per mettere qualcosa di consono e non mi accorsi delle due persone che mi seguirono << oddio ragazze mi avete fatto prendere uno spavento.. >> dissi quando le trovai sulla porta << scusaci non volevamo.. >> disse Ilaria con aria triste simile a quella della sorella << Giulia perdonami per ieri sera e stata tutta colpa mia.. Io non sapevo che fosse >> ma bloccai le parole di Elisa << non è stata colpa tua… non ce l’ho con te e con nessuno.. Io mi sono solo sorpresa di vederlo li dopo tanto tempo che non lo vedevo.. E con i ricordi è raffiorata la rabbia che avevo per troppo tempo compresso.. >> spiegai.. << ok, ma come stai? >> chiese Ilaria sedendosi sul letto di fianco a me, seguita dalla gemella.. << devo dire la verità? >> dissi non riuscendo a guardarle << male, sto malissimo.. Perché nonostante tutto è mio fratello e la gioia di rivederlo e di riabbracciarlo è forte dentro di me >> dissi con gli occhi che pizzicavano, non volevo piangere.. << puoi farlo se vuoi.. >> esclamò Elisa e in quel momento cacciò dalla borsa una bustina bianca e me la porse << questa è per te… ti dico solo di pensarci bene e che non ha dormito stanotte per scriverla.. >> disse e poi insieme alla sorella, uscì dalla mia camera..
Con mani tremanti girai la busta dove trovai scritto in grande: PER LA MIA SORELLINA..
Poi la aprii e vi trovai un foglio e un porta cd, lo presi curiosa di sapere cos’era e vi trovai un post-it attaccato sopra: Sapevo che avresti preso prima il cd… infilalo nel lettore!
Seguii le istruzioni e una dolce e conosciuta melodia riempì la stanza.. Non potevo crederci!
Con il cuore a mille presi il foglio e cominciai a leggere:

Ciao sorellina,
so che non ti aspettavi che ti scrivessi una lettera, e come ben sai non sono mai stato bravo con le parole, quella brava sei sempre stata tu..
Dopo il nostro incontro, o per meglio dire scontro, circa venti minuti prima dello scoccare della mezzanotte, sono stato tutto il tempo al freddo e al gelo pensando e ripensando a ciò che era appena successo, a tutto ciò che mi avevi appena rivelato.. E sai una cosa?  Dopo cinque anni mi sono sentito veramente un verme, uno schifo per ciò che avevo fatto, per averti abbandonato quando tu avevi più bisogno di me.
So che ora non vorresti vedermi o sentirmi, ma sento che devo provarci a chiederti scusa, per non buttar via lo splendido rapporto che avevamo.
Scusami se quella sera non ho avuto il coraggio di difenderti, ero troppo scosso; scusa se il quel momento ho solo pensato a me e non a te, che avevi bisogno di me più che mai.
Vorrei tanto avere una clessidra, piena di fine sabbia dorata, che mi permetta di tornare indietro nel tempo, che mi permetta di non ricommettere gli stessi errore e di cancellare,se non del tutto, almeno in parte, i brutti ricordi. Anche per questo ho messo questa musica nella busta, ricordo ancora quando a causa degli incubi, ti infilavi nel mio letto e mi obbligavi a sentire questa melodia.. Devo essere sincero, da quando sono andato via è stata la mia compagna durante il passare dei giorni, un pretesto per sentirti più vicina.
Se non vorrai perdonarmi, lo capirò; se non vorrai più vedermi, comprenderò le tue ragioni, in fin dei conti non mi sono fatto ne vedere e ne sentire per cinque anni; l’unica cosa che non riuscirò mai a spiegarmi è come ho potuto ferire, proprio te, la persona più importante della mia vita, la mia sorellina, la mia piccola Lily. Ricordo ancora quando appena nata non riuscivo a dire il tuo nome per intero, così mi venne in mente quel nomignolo e da allora non l’ho più scordato. A dir la verità non ti ho mai dimenticata, anche se ti ho potuto dare quest’impressione, sei sempre stata nei mie pensieri, giorno e notte.
So che ti ho deluso, ti ho insultato, ti ho disprezzato, ti ho fatto del male, troppo, tutte cose terribili e ne sono consapevole, ma ti giuro e ti prometto che sono pronto a fare qualsiasi cosa per farmi perdonare da te, per guadagnarmi di nuovo la tua fiducia, e se alla fine non riuscirò nel mio intento, sappi che rimarrò lo stesso al tuo fianco, anche se starò nell’ombra e non al tuo fianco.
Vorrei che capissi quanto bene ti voglio e quanto te ne vorrò nel futuro.. Sei tutto ciò che mi rimane della mia famiglia, della mia vita…
Ti prego pensaci, e se mi darai una possibilità, vieni fuori e abbracciami forte come quando, da piccola facevi quando avevi paura.. Io intanto pregherò che tu apra quella porta.

Ti voglio un infinito di bene
Il tuo fratellone
Luca



Le ultime righe le lessi male, avevo gli occhi pieni di lacrime che avevano bagnato anche la lettera.. Non sapevo cosa fare, cosa pensare, l’unica cosa che mi veniva in mente era di seguire il mio cuore, che in quel momento mi urlava di muovermi, uscire di casa e ritrovarmi tra le sue braccia. Cosi non ci pensai due volte e uscii di corsa dalla camera e una volta in salotto tutti mi guardarono; non dissi niente, mi limitai a raggiungere la porta di casa e ad aprirla, per poi ritrovarmelo di fronte… si trovava a pochi metri da me, ci guardammo negli occhi e prima che potessi fare qualcosa, lui sussurrò << sapevo che saresti venuta! >> e mi sorrise, il suo fantastico sorriso che non avevo dimenticato.. E fu in quel momento che presa da non sapevo quale forza, mi precipitai fra le sue braccia, piangendo a dirotto tutte le lacrime che avevo in corpo.. Lui si limitò a stringermi forte tra le sue braccia consolandomi come solo lui sapeva fare, alternando ad ogni carezza dietro la schiena un << mi dispiace >>.
Quando mi le lacrime smisero di uscire, mi staccai da lui e notai una grossa macchia sul suo giubbino << mi dispiace per il tuo giubbino.. Te l’ho tutto bagnato >> dissi asciugandomi le guance << oh, nessun problema si asciugherà… >> mi rispose lui sorridendo. << mi sei mancata… non sai quanto >> esclamò dopo un attimo di silenzio << anche tu.. Mi è mancato il mio fratellone >> risposi e lui mi riabbracciò << ora non me ne andrò più via.. Te lo prometto >> sussurrò tra i miei capelli << se ci provi ti meno! >> esclamai << e come ci riusciresti? >> domandò ma invece di rispondere incominciai a ridere seguita da lui…
Solo dopo poco mi ricordai che eravamo all’aperto e io indossavo una misera maglia a maniche lunghe di cotone… mi venne un brivido e Luca se ne accorse << cavolo starai gelando così… dai entriamo >> disse strofinando le sue mani sulle mie braccia, solo in quel momento mi ero accorta che stavo tremando.. << ok, così ti faccio conoscere tua nipote.. >> dissi e lui fece una smorfia bloccandomi << se solo lo avessi saputo prima, forse non sarei andato via e mi sento in colpa per non averti protetta e capita abbastanza… sono stato un emerito deficiente >> disse con la tristezza dipinta sul volto << ehi, non prendertela con te stesso, tu non c’entri e ormai è passato.. Io sono andata avanti, con qualche problema e non lo nego, e dovrai farlo anche tu.. Sto cercando di dimenticare, anche se è difficile per me, anche per via di Bea e dei suoi occhi così simili a lui, ma per fortuna il suo carattere è nettamente diverso.. Sai somiglia molto a nostra madre: sempre con i sorriso sulle labbra, dolce, coccolona e molto esuberante.. Se non fosse stato per lei, forse non starei qui in questo momento.. >> spiegai << lo so, ieri l’ho vista anche se di sfuggita e ho notato il particolare degli occhi.. Sai da quando sono andato via non l’ho più sentito, l’ho cancellato dalla mia vita, anche se lo consideravo come un fratello.. Ma in questi anni ho avuto modo di riflettere e ho capito che con lui non avrei fatto molta strada, che mi sarei rovinato la vita continuando a frequentarlo e ho capito che tu avevi ragione su tutto.. Ma ero troppo codardo da ammetterlo >> disse << ma ormai è passato, ora preferirei guardare al presente e al futuro.. Ok? >> risposi e lui si apri nel suo bel sorriso << ok.. Dai su andiamo dentro che voglio conoscere mia nipote >> disse e fece un passo in avanti, ma lo bloccai << aspetta devo dirti una cosa… >> dissi e lui mi guardò esortandomi a parlare << vedi, non tutti sanno la mia storia, o meglio non tutti sanno chi è Bea veramante.. Anzi solo una persona non sa la verità li dentro >> spiegai << si lo so… Andrea è l’unico che non sa niente >> mi disse e lo guardai interrogativa << bhè sai le gemelle non sanno tenere la bocca chiusa >> si scusò e io sorrisi, le conoscevo fin troppo bene. << ma posso chiederti il perché glielo tieni nascosto? >> mi chiese e io abbassai la testa << io.. Io ho paura >> ammisi << perché? Di cosa? >> domandò non capendo << io ho paura di lui, della sua reazione, che si possa allontanare da me, da Bea.. Ho paura per Bea, che possa soffrire, perché vedo che hanno creato un bellissimo legame, a volte mi sembrano padre e figlia.. E poi, ho >> dissi ma lui mi anticipò << hai paura di soffrire un’altra volta.. >> disse e io annuii << sappi che d’ora in avanti non dovrai più aver paura.. Ci sarò io a proteggerti da bravo fratello che, purtroppo non sono stato per cinque anni.. >> << grazie.. E stai sicuro che da buona sorella ti scoccerò.. Comunque riguardò Bea, lei è nostra sorella, affidata a me dalla morte dei nostri genitori.. Quindi vedi di non far trapelare niente >> dissi e lui da attore qual’era, fece la mossa da soldato esclamando << si, signore, comandante!! >> e poi incominciò a ridere.. Non era cambiato per niente in tutti questi anni..  << comunque vedi di trattarlo bene quel povero ragazzo.. Ti vuole molto bene e ci tiene molto a te >> aggiunse prima di entrare; lo seguii dopo un attimo di perplessità, cosa voleva dire?
Comunque entrammo abbracciati e quando arrivammo in salotto tutti ci guardarono sorpresi ma felici… subito Bea mi corse in contro << chi è quetto lagazzo? >> domandò curiosa guardando lo zio, la presi in braccio e la portai in cucina seguita da mio fratello.. << Bea amore, questo ragazzo è mio fratello Luca.. Ti ricordi di lui, ho una foto in camera >> spiegai e lei annuì sorridendo << e quindi lui è mio zio? >> chiese e annuii; poi rivolse il suo sguardo su di lui e timida gli domandò << posso chiamatti zio? >> chiese e Luca sorridendole le rispose << certo.. Puoi chiamarmi come vuoi, piccolina.. >> e da quello scambio di parole, mi sentii finalmente a casa.. Passai il più bel Natale, dopo quattro anni passati da sola a ricordare il passato, e fui felice che finalmente avevo ritrovato un buon equilibrio..

 

 

 

vestiti Giulia   http://www.youtube.com/watch?v=AyCDKKjO-Yo&feature=related Video della musica del cd

 

L'abbraccio

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Capitolo 12
*** Cap. 12 ***


Cap.12

 

 

Dal giorno di Natale passarono quasi due mesi.. Il mio rapporto con mio fratello era tornato del tutto normale, e ora ogni volta che avevo bisogno, lui c’era sempre..
Con Andrea, il mio rapporto migliorava di giorno in giorno, mi stavo lasciando andare sempre di più, mi fidavo di lui e soprattutto voleva un gran bene a Bea.. Mi ero ripromessa che a breve gli avrei detto tutto, non riuscivo più a mentirgli. Vedevo che era diverso da tutti gli altri ragazzi e soprattutto da lui e sapevo che con lui avrei potuto ritrovare quella felicità che avevo perduto.
Quel giorno era il 12 febbraio, il giorno del mio ventesimo compleanno, e poche persone lo sapevano, non mi piaceva molto festeggiare e stare al centro dell’attenzione.
<< mammmaaaaa…. >> sentii urlare il mio piccolo angioletto e mi svegliai di scatto.. Bea entrò nella camera correndo e si buttò su di me << buon compleanno mamma >> disse abbracciandomi, ma che carina se l’era ricordata.
<< grazie piccola!! >> le risposi. Poi lei si staccò da me << quetto è pe te.. >> disse e mi mostrò un pacchettino e una bustina bianca con su scritto “ per la mia mammina! “ Aprii il pacchettino che conteneva un cofanetto con dentro un braccialetto d’argento tiffany con un ciondolo a forma di cuore con la scritta “ mamma “ in inglese. Mi scesero due lacrime di gioia << non ti piace? >> domandò mia figlia sporgendo il labbro inferiore, interpretando male le mie lacrime << no,no è bellissimo Bea.. >> risposi asciugandomi le guancie << e pecchè piangi, alloa? >> chiese << piango perché mi hai reso la mamma più felice del mondo >> risposi e l’abbracciai forte forte << ti voio bene mamma >> disse tra le mie braccia << io ti amo più della mia vita, tu sei il regalo più bello che Dio mi potesse fare >> le risposi.
Dopo le coccole con mia figlia mi preparai per andare a lavoro, e per tutta la mattina i miei colleghi non fecero altro che bisbigliare tra di loro, non capendo il perché.
All’ora di pranzo tornai a casa e trovai davanti la porta una grande scatola bianca con un bouquet di rose blu.. Ma chi? Mi avvicinai e presi tutto per poi entrare in casa.. << ehi non sapevo che eravamo ancora a natale >> ironizzò Maura vedendomi rientrare << simpatica.. L’ho trovata fuori, forse è per te >> dissi e poggiai tutto sul tavolo << oh non credo.. Fino a prova contraria non mi chiamo “ Giulia “ >> disse lei passandomi il bigliettino che aveva in mano, era per me?!?!
Aprii la scatola e non credetti ai miei occhi: ripiegato in modo impeccabile c’era un vestito azzurro, all’apparenza molto delicato, con un paio di scarpe con il tacco bianche e una maschera argentata… ma cos’era, uno scherzo? Si che era carnevale, ma non pesce d’aprile… Presi il bigliettino e lessi cosa c’era scritto:
20 anni fa, sulla terra è caduto un bellissimo angelo… tanti auguri!!!
Oddio, ma chi sapeva che era il mio compleanno? << mauraaaaaaaaa.. >> urlai per chiamare la mia amica << ehi ma che ti urlii!!! ci sento ancora.. >> disse lei entrando nella sala << hai detto a qualcuno che oggi è il mio compleanno? >> domandai, guardandola con un sopracciglio alzato
<< no, perché? >> disse lei facendo la finta tonta.. Sapevo che c’era il suo zampino sotto << mi è arrivato un regalo.. Un vestito di carnevale per la precisione.. Ne sai qualcosa? >> risposi << un vestito? No non so niente.. >> disse ma comunque non mi convinse << si vabbe.. Ora pero non so cosa farci con il vestito >> dissi richiudendo la scatola << aspetta.. Potresti usarlo stasera >> disse Maura << stasera? >> << si… mi hanno invitato ad una festa in maschera e mi piacerebbe che venissi anche tu.. Ti farebbe bene svagarti un po’ >> mi spiegò.. Una festa in maschera, non sarebbe male ma c’era un problema << come faccio con Bea.. Non so a chi lasciarla? >> dissi << oh, potresti chiedere a Luca di tenerla… gli farebbe piacere >> disse lei e mi parve una buona idea << ok, ci sto.. Stasera di va a questa festa >> dissi e a lei brillarono gli occhi.
Mio fratello fu felice di tenere sua nipote e la venne a prendere quasi subito, le voleva molto bene e Bea stravedeva per lo zio, il suo unico vero zio.
Dopo che ebbi salutato la mia piccolina, mi ritrovai a fare da bambolina tra le mani della mia migliore amica e circa 2 ore più tardi fui finalmente pronta.
<< wow.. Chi dovresti essere? >> dissi appena vidi come si era travestita Maura << una piratessa..ovvio! >> mi rispose e io risi.. Una piratessa un po’ troppo sexy, pensai.
Poi uscimmo fuori dove ci aspettava Giovanni, che portava una parrucca lunga nera e un cappello da pirata << vi siete messi d’accordo per caso? >> chiesi scherzosamente, visto che anche lui si era vestito da pirata, o meglio da Capitano Uncino.. 
Non ci mettemmo molto per arrivare a destinazione e quando scendemmo dall’auto rimasi abbagliata da ciò che avevo davanti.. << wow..è qui che si tiene la festa? >> domandai sconcertata.. Chi aveva organizzato tutto come minimo aveva i milioni!! << bello vero? >> disse Maura avvicinandosi e rimettendosi il capello in testa << ora, però infila queste >> disse e posizionandosi dietro di me, mi attaccò dietro la nuca la bellissima maschera. Poi mi prese per un braccio e mi trascinò dentro.. Si sentiva la musica e un vociare di gente, si poteva distinguere quante persone c’erano. Ma prima di entrare nella sale, la mia migliore amica mi bloccò << aspetta, manca ancora qualcosa >> disse e la guardai titubante, non mancava niente avevo messo tutto quello che c’era dentro l’enorme scatola.. Ma dietro di lei comparve Giovanni con delle piume in mano. Oh no!! << che sono? >> domandai, ma già sapevo qual’era la risposta << sei angelo.. E tutti gli angeli hanno le ali, quindi.. >> rispose Maura e strappò dalle mani del fidanzato le ali, e con calma mi attaccò dietro le spalle le due aluccie.. Mi sembravo tanto ridicola?!?!?
<< ok..tu sei pazza e lo sapevo..la cosa che mi stupisce è lui che ti regge il gioco.. >> dissi a Maura e poi indicai Giovanni che si tratteneva dal ridere << dai che non stai così male….. Anzi sembri veramente un angelo.. Non vedo l’ora di vedere la sua faccia >> disse ma si bloccò subito, cosa aveva detto? << di chi stai parlando? >> domandai << oh, nessuno nessuno.. Dai ora andiamo >> si riprese e prendendomi dalle spalle mi girò verso la porta che dava alla sala.. Lei si mise al mio fianco e mano nella mano con il fidanzato, aprì la porta.
La sala era piena di gente che ballava, parlava, rideva e si divertiva, tutti mascherati. Vidi qualcuno puntare il proprio sguardo verso di noi e mi sentii avvampare, ero ridicola, lo sapevo.. << forse non era il caso di venire stasera.. >> sussurrai a Maura, ma lei mi guardò storto << finiscila e divertiti.. Questa è la tua serata >> disse e mi spinse leggermente in avanti, facendomi barcollare.. Ok, era uscita di senno definitivamente!
Sbuffando mi feci spazio tra la folla e raggiunsi il piano bar, sedendomi su uno sgabello, incominciando a guardarmi in giro, cercando di riconoscere qualcuno.. Impresa molto ardua la mia!
Maura e Giovanni erano scomparsi dalla mia visuale, bene ero rimasta sola come una cane.. Mannaggia a me e al fatto che non avessi detto niente ad Andrea, forse mi avrebbe potuto fare compania..
<< ehi bell’angioletto.. Cosa ci fai tutto da solo qui? >> chiese qualcuno avvicinandosi a me.. Puzzava terribilmente di alchool, il che mi fece venire un bruttissimo senso di nausea, riportando a galla vecchi ricordi.. << ti hanno mangiato la lingua? >> chiese ironico << no.. C’è l’ho la lingua e la uso soprattutto per mandare a quel paese le persone senza cervello come te >> dissi acida alzandomi e andandomene, ma non feci qualche passo che mi sentii bloccare per un braccio << ehi, calmina con le parole.. Non volevo fare niente di male >> disse, ma a me non pareva visto come stringeva il mio polso << lasciami.. Mi stai facendo male >> dissi rabbiosa cercando di divincolarmi dalla sua presa << piccola tranquilla.. Volevo solo parlare con te, ma hai reso la cosa più difficile del previsto.. Ma non sai una cosa: le ragazze dure mi fanno eccitare >> disse e quelle parole le sussurrò sulla mia guancia, facendomi rabbrividire di paura.. No, un’altra volta non potevo sopportarla.. << lasciala subito!! >> disse qualcuno al mio fianco e intanto riuscì a liberarmi.. Conoscevo quella voce, ma con la musica non la riusciva ad identificare, come non riuscivo a riconoscere chi mi aveva salvata << e tu chi sei? >> disse l’uomo facendo lo spavaldo << qualcuno che potrebbe rovinarti la vita con uno schiocco di dita, se volesse….. Ma non lo fa se entro tre secondo non te ne vai >> disse il mio salvatore serio << ahahahah e dovrei avere paura?? >> rispose l’altro e colui che mi aveva salvata gli si avvicinò << uno.. Due.. E >> disse e nel mentre non so che fece visto che non finì di contare che l’uomo spaurito si girò e se ne andò.. Ero ancora basita, che non vidi che il mio salvatore si era avvicinato e prendendomi per mano mi sussurrò dolcemente << vieni con me.. >> niente a che vedere con il tono usato appena pochi secondi prima. Mi portò in una parte un po’ isolata e meno caotica, dove riuscii a calmarmi.. << grazie.. >> sussurrai appena ripresi le mie facoltà mentali << ho fatto solo quello che era giusto.. Non potevo lasciarti nelle grinfie di quel porco..erano troppo palesi le sue intenzioni >> disse e lo vidi stringere le mani a pugno << ti conosco? >> chiesi e cercai di guardarlo meglio, maschera permettendo.. E solo allora mi accorsi, che ironia della sorte, il mio salvatore era vestito da demone, proprio il mio opposto.. Il demone che salva l’angelo.. << forse.. >> rispose lui e mi sorrise.. Quel sorriso era troppo famigliare, ma non poteva essere..
Rimanemmo un po’ in silenzio, fino a quando non partì una bellissima e romantica canzone.. Lui si girò verso di me e porgendomi una mano << bellissimo angelo vuole farmi lo straordinario piacere di ballare con me? >> chiese sorridendomi e penetrandomi con il suo sguardo.. I suoi occhi erano così simili ai suoi.. Oddio stavo delirando! Comunque accettai di buon grado la sua proposta << con molto piacere >> risposi ricambiando il sorriso e poggiando la mia mano sulla sua.. Ed ecco un brivido, lo stesso brivido che sentivo ogni volta che lui mi sfiorava, com’era possibile..
Mi portò al centro della pista e mise le mie braccia intorno al suo collo, facendo in modo che i nostri corpi fossero molto vicini. Sentivo le farfalle nello stomaco e le guance andare a fuoco, lui le notò e sorrise << sei arrossita.. >> disse e se potevo avvampai ancora di più << i-io si, è che ho molto caldo >> risposi balbettando << sei bellissima quando arrossisci.. >> disse lui, ok stavo per morire, sentivo il mio cuore che stava per uscirmi dal petto << gr-grazie.. >> dissi solo e poi abbassai il viso e mi arrivò alle narici il suo profumo….. Oh mio Dio!! Rialzai la testa e lo guardai dritto negli occhi.. Non avevo più dubbi era Andrea << ma.. Ma che ci fai qui? >> sussurrai e lui accentuò il suo sorriso << è un segreto, che scoprirai a breve.. >> e solo allora mi guardai in torno e notai che si era formata una voragine al centro della pista e solo noi due stavamo ballando, con un occhio di bue puntato sopra.. Ma che stava succedendo? E non finii di formulare quella frase, vidi arrivare verso di noi un carrellino con qualcosa sopra.. La cosa strana era che non vedevo chi guidava il carrello….. Poi quando fu abbastanza vicino, rimasi basita da ciò che vidi: un piccolo batuffolo rosa trasportava il carrello, e riconobbi subito mia figlia. Poi spostai lo sguardo sul carrello e vi trovai una bellissima torta rettangolare tutta contornata da roselline di glassa e una scritta al centro rossa diceva: TANTI AUGURI GIULIA.
Ritornai a guardare Bea che sorrideva complice con chi mi stava accanto << Bea che ci fai qui? >> domandai ma non riuscì a rispondermi che << sorpresaaaaa >> sentii urlare e alzando lo sguardo trovai tutti i miei amici, mascherati, compresi i miei zii e i genitori di Andrea.. Oddio erano impazziti!! << voi siete pazzi!! >> esclamai e guardai ognuno di loro per quello che le maschere mi permettevano.. << non siamo pazzi.. E che ti vogliamo bene >> disse una dea con il pancione che riconobbi subito << come lo sapevate.. Io non l’ho detto a nessuno >> dissi, ma sapevo già quale poteva essere la risposta << oh, qualche uccellino, un giorno è venuto a farci visita e ci ha detto un piccolo segreto.. >> disse lei sorridente << ah si, proprio un uccellino! >> dissi e fulminai con lo sguardo Maura che assunse la faccia da finta innocente << ehi, non sono stata solo io.. Devi dare la colpa anche a tuo fratello e a Bea >> si difese lei e mi scappò da ridere per la faccia buffa che fece..
<< dai non pensiamo più.. Ora festeggiamo come si deve questo compleanno >> disse Elisa, vestita con un semplice vestito lungo rosso a tubino e una maschera di pizzo nera con il manico, era veramente bella, come del resto tutti.. << bhè grazie all’ora.. È stata veramente una bella sorpresa >> dissi e sorrisi a tutti grata. Poi si avvicinò Bea, bellissima nel suo vestitino da spagnola, con tanto di chignon e rosa tra i capelli, sicuramente c’era lo zampino delle gemelle malefiche.. << potto aiutatti e pegnere le candele? >> mi chiese e io con un sorriso la presi in braccio << certo, amore mio >> le sussurrai e cosi insieme a mia figlia spensi le venti candeline.. Poi tutti si avvicinarono per abbracciarmi << grazie per questo sorpresa >> dissi a mio fratello, quando lo abbracciai << non ringraziare me.. E qualcun altro che ha avuto l’idea >> rispose e puntò lo sguardo verso Andrea che ballava, se così si può dire, con Bea.. Che belli che erano!! Più lo guardavo giocare, parlare, coccolare Bea e più mi innamoravo di lui. Ormai ero cotta a puntino..
Gli raggiunsi, e appena mi vide mia figlia, si rifugiò tra le mie braccia << mi gila tanto la testa >> disse e mi scappò da ridere, era normale con tutti quei giri che le aveva fatto fare Andrea << chiudi gli occhietti e vedrai che fra poco passa tutto >> le dissi e lei seguì il mio consiglio.. Intanto si era avvicinato anche Andrea << grazie per tutto questo >> gli dissi arrossendo << è il minimo che potevo fare.. Solo che ci sono rimasto male che tu non me l’abbia detto >> mi rispose << scusami, e che non mi piace molto festeggiare il mio compleanno.. Stare al centro dell’attenzione mi fa imbarazzare troppo >> dissi e continuai la frase con il pensiero: “in più mi ricorda quella brutta serata"..
<< ok.. Ma ti prego, non tenermi nascosto più cose importanti della tua vita.. Voglio che ti fidi di me, prima lo hai fatto anche se non mi avevi riconosciuto >> disse e aveva maledettamente ragione, ma continuavo a nascondergli il più grande dei miei segreti, e ormai era arrivato il momento di riferirgli la verità.
<< si, hai ragione.. E di te mi fido, come di nessun altro >> risposi e lo vidi aprirsi in un bellissimo sorriso, il tipico sorriso che gli vedevo spuntare solo quando stava con me o con Bea e quindi lo avevo soprannominato il mio.
<< scusami, fratellino.. Ma è il momento del regalo >> si intromise Ilaria << ma non dovevate.. Ora è veramente troppo >> dissi io << predicare non porta a niente ormai.. Quel che fatto è fatto >> rispose lei e io sbuffai.. Quando ci si metteva era snervante! << dai, andiamo >> disse Andrea e mi stupì con il suo gesto: prese per mano Bea, che nel frattempo le era passato il giramento di testa e poi prese per mano me, facendo partire le solite scariche elettriche.. Da lontano potevamo benissimo sembrare una vera famiglia e quel pensiero mi piaceva più del lecito.
Mi guidò fuori, all’entrata dell’hotel e subito rimasi a bocca aperta per ciò che vidi: una bellissima macchina faceva bella mostra di se, con un gran fiocco rosso sopra il tettuccio; non era una semplice macchina, era la mia preferita, un audi A1 blu metallizzato cabrio, proprio come piaceva a me. << wow.. >> riuscii solo ad esclamare << ti piace? >> mi domandò Andrea, mentre tutti mi guardavano << mi chiedi se mi piace? Bhè la mia risposta e no.. >> dissi e mi guardò sconvolto << mi piace è troppo riduttivo….. La amo è il termine giusto! >> dissi ridendo e mi avvicinai a quella bellezza di macchina << menomale!! Non farmi più prendere un colpo del genere.. E comunque è un regalo da parte di tutti >> disse << vi ringrazio tutti di cuore….. Ma c’è un problema io non ho la patente >> dissi e a rispondermi fu Maura << oh non ci sono problemi.. Ti abbiamo già iscritto ad un corso accelerato a scuola guida e fra circa un mese potrai guidare questo schianto di macchina.. >> << avete fatto tutto nei minimi dettagli vedo.. >> dissi ed ecco che l’imbarazzo tornava..
Dopo aver ringraziato tutti per l’ennesima volta, in oltre mia zia mi aveva fatto un altro regalo, una cornice digitale per tenere sempre a portata di mano i momenti più importanti della mia vita, mentre mio fratello mi aveva regalato un album fotografico che mi fece piangere: all’interno c’erano le foto della nostra famiglia, in alcuni momenti della nostra vita tutti insieme e tra quelle foto io ero una bambina..
Dopo il momento commovente si passò a quello divertente, dove ballammo, ridemmo e scherzammo.
Poi verso le tre, Bea si era addormentata su una poltroncina già da un bel pezzo e ormai la stanchezza si faceva sentire per tutti.. Non sapevo come faceva Ilaria con il bel pancione che si ritrovava a stare ancora in piedi. Salutammo tutti e Andrea si offrì di accompagnarmi a casa e io ne fui felice..
<< allora, come stai? >> mi chiese una volta nella mia macchina << bene..  Sono stata veramente bene.. Grazie di tutto quello che fate per me, per noi >> dissi, accarezzando la testa di mia figlia e lui mi sorrise << mi piace far felice chi voglio bene.. E tu se una di quelle, con Bea naturalmente >> disse e il mio cuore prese a battere forte, aveva detto che mi voleva bene.. Era un gran passo avanti.
Arrivammo a casa mia in poco tempo, Andrea sapeva guidare molto bene e con sicurezza << se vuoi ti posso far fare qualche guida, cosi da esercitarti >> propose lui vedendo che guardavo un opuscolo sulla guida << oh, mi farebbe molto piacere.. Anche perché guidi molto bene >> e poi ho l’opportunità di stare più tempo con te, continuai mentalmente. Intanto eravamo entrati in casa, con lui che portava in braccio mia figlia, e subito la portò nella sua cameretta, dove io la cambiai e la misi sotto le calde coperte.. Dopo un bacio sulla fronte da parte mia e una carezza da parte sua, uscimmo.
<< se è tutto a posto, io vado.. >> disse lui dirigendosi verso la porta, e a me venne la strana sensazione di stare per perdere una grande occasione.. << aspetta.. Pe-perché non resti qui a farmi compagnia? >> chiesi in un sossurro ma che lui capì.. Si voltò e con un sorriso disse << speravo me lo chiedessi >> e quelle parole mi riempirono il cuore di gioia. 

 

 

 

 

 

il regalo di Bea

 

 

il vestito per l'angelo e le scarpe   le ali  

la maschera

 

 

 vestito maura e Giovanni

 

 

Ilaria e Andrea  e Elisa

 

Bea la torta e la macchina


 

 


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Capitolo 13
*** Cap.13 ***


Cap.13

Dal mio compleanno, passò un giorno, ed ora mi ritrovavo in camera mia nel panico più totale. Perché, vi chiedere.. Ebbene dovevo scegliere cosa indossare per l’appuntamento con Andrea. Il nostro primo, vero appuntamento, il giorno di San Valentino, e già solo a pensarlo mi veniva un groppo in gola per l’ansia.
<< mamma che fai? >> mi domandò la mia piccolina aprendo gli occhietti ancora assonnati, il pomeriggio le piaceva addormentarsi sul mio letto, dicendo che la faceva sentire “ glande “. << sto scegliendo cosa mettermi per stasera >> le risposi, intanto siccome ero seduta con le spalle di fronte a lei, la piccola si aggrappò alle mie spalle, stile zaino. << potto aiutatti? >> chiese con un sorriso che le arrivava alle orecchie.. Come dire di no a quel visino! << con chi devi uscile mamma? >> chiese mentre si infilava dentro il mio armadio << con Andrea, tesoro >> le risposi e mi si imporporarono leggermente le guancie << pe davvelo!! Che belloooo….. Lo sai che ho fatto un sogno? >> disse tutta contenta, gettandosi tra le mie braccia << e quale sogno hai fatto? >> le dissi con la faccia di chi era curiosa << c’elo io, con te, che passeggivamo >> << passeggiavamo, Bea >> la corressi << si, ok.. Ti tenevo la mano.. Poi di flonte a noi ci stava il mio papà che ci sollideva e io >> << Bea ma tu non hai un papà >> le dissi cercando di essere calma << appetta, fammi finile.. >> mi ammonì e io chiusi la bocca << io sono cossa da lui e lui mi plese da sotto le blaccia facendomi volare come un uccellino.. Poi tu sei allivata e siamo andati via.. Io, tu e papà insieme >> finì di raccontare e io curiosa le domandai << Bea ma chi è il tuo papà, lo hai visto in faccia? >> dissi e lei currucciò la fronte << cetto mamma che l'ho vitto.. Ela Andea >> disse e sentii il mio cuore battere più forte << Bea, lo sai che Andrea non è il tuo papà >> le dissi accarezzandola la fronte << si, pelò io voglio che sia lui il mio papà..gli voglio tanto bene >> disse con il faccino triste. E ora che le rispondevo, vedevo come ci teneva ad Andrea ed era anche normale che lei lo vedesse in quel modo, non avendo mai avuto una figura paterna al suo fianco. In più la costante presenza di Andrea nelle nostre giornate, aveva alimentato quella idea in lei, come stava succedendo a me. << lo so, Bea che gli vuoi molto bene e sono sicura che anche lui te ne vuole molto, ma questo non significa che sia il tuo papà >> dissi << e pecchè? >> << perché ci vogliono tanti fattori per diventarlo, come l’amore tra la mamma e il papà >> le risposi, ma lei non si diede per vinta << ecco vedi allola che Andea è il mio papà.. >> esclamò e io non capii cosa volesse dire << ti sbagli, Bea >> << no, mamma.. Invece ho lagione pecchè Andea ama la mia mamma. >> disse e lo stomaco si contrasse, cosa? << che hai detto? >> dissi << ho detto che Andea ti amaaaa >> ripetè lei scocciata << Bea, non puoi dirlo.. L’amore è una cosa seria, non è un gioco. >> le dissi << ma io l’ho sentito dile da lui.. Ha detto ploplio: io Giulia la amo! >> disse Bea e a quel punto non potevo ignorare quelle parole << e-e con chi stava parlando? >> le chiesi << con zia Ilaia e zia Elisa >> ah bene, proprio con loro doveva parlare, chissà cosa avranno pensato con quelle teste perverse. Non seppi più cosa rispondere, ma Bea era troppo sveglia per essere una bambina di soli quattro anni << eh tu mamma, lo ami Andrea? >> mi domandò e mi guardò con i suoi occhioni blu << io.. Cosa vuoi che ti risponda? >> dissi e lei storse leggermente la bocca, pensierosa << che anche tu lo ami >> rispose alla fine aprendosi in un luminoso sorriso. Mia figlia ne sapeva una più del diavolo, in fatto di convincere le persone, me in primis << allora si, Bea lo amo.. >> le dissi e lei mi abbracciò forte. Sapevo di averla fatta felice, ma in cuor mio sapevo di nutrire un profondo e vero sentimento verso Andrea, ormai sapevo che per essere felice e per vederla tale, avevo bisogno della sua presenza costantemente. Quella sera gli avrei detto tutto, avevo ormai deciso.
Dopo la chiacchierata con mia figlia, finalmente trovai qualcosa di adatto da mettere per la serata che mi attendeva.. Purtroppo non sapevo dove mi avrebbe portata e quindi mi dovetti arrangiare con qualcosa di semplice ma allo stesso tempo elegante.
Decisi poi di farmi una bagno caldo per rilassarmi un po’, e anche grazie alla presenza di Bea, ci riuscii.
Dopo il bagno, mi asciugai bene e nel migliore dei modi i capelli, lasciando che alcuni boccoli naturali ricadessero sulle spalle; mi truccai leggermente e poi mi andai a vestire. Erano ormai le otto, e giusto il tempo di mettere il pigiamino a Bea che suonò la porta, e lei corse d aprire urlando come una matta. Quando arrivai all’ingresso, la vidi in braccio a lui, che rideva spensierata e mi ritornò alla mente la chiacchierata del pomeriggio; appena mi videro Bea parlò all’orecchio di Andrea e lui guardandomi mi sorrise << ciao.. Sei bellissima! >> disse e arrossii come un pomodoro << g-grazie >> sussurrai facendo ridere mia figlia, ora mi prendeva anche in giro! << dai su bea, vai di la che noi dobbiamo andare >> le dissi fintamente stizzita, e lei dopo un bacio sulla guancia ad Andrea, scese dalle sue braccia e corse via, ma io la bloccai << Ehi e a me non saluti! >> dissi con le braccia incrociate e lei con la faccia dispiaciuta mi corse incontro << cusa.. >> disse abbracciandomi e baciandomi << miraccomando fai la brava con Maura e Giovanni.. Io non torno tanto tardi.. Ok? >> le dissi e lei annuì << pelò mi plometti che tornate a casa insieme per dammi il bacino della buona notte? >> mi sussurrò all’orecchio e io stupita le presi il viso tra le mani << te lo prometto >> dissi e le baciai la fronte.
Poi salutammo anche Mau e Giò e uscimmo fuori e mi ritrovai di fronte una bellissima Alfa Romeo Giulietta nera lucida e rimasi a bocca aperta << è tua? >> gli domandai allibita e lui mi guardò sorridendo << certo e di chi sennò.. >> mi prese in giro e io gli feci una linguaccia. Scherzare con lui mi veniva semplice e automatico, senza troppi pensieri. << madame, prego da questa parte >> disse con fare gentile porgendomi il braccio  << mercie beaucoup >> risposi e lui mi guardò stupito << che c’è? >> domandai e lui scosse la testa << non credevo sapessi il francese >> rispose << oh, riminiscenze del passato, quando andavo a scuola lo studiavo e mi piaceva anche se l’inglese era la lingua straniera che prediligevo. >> spiegai << allora abbiamo una cosa in comune, ci piacciono le stesse materie.. >> disse e intanto mi aprì la portiera del l’auto da vero cavaliere di altri tempi. << allora, dove mi porti di bello? >> chiesi una volta in macchina << uhm, fammi pensare?.. Ah non te lo dico >> disse << ma così non è giusto.. Non mi piacciono le sorprese mi fanno stare tutto il tempo in agitazione e non mi va.. >> mi lamentai e lui si mise a ridere << sono tanto buffa? >> chiesi fingendo di essere adirata << rido perché quando fai così assomigli moltissimo a Bea >> rispose e io incrociai le braccia al petto << grazie per avermi dato della bambina! >> esclamai e misi su un finto broncio.
<< per quanto tempo credi di tenermi il broncio? >> chiese dopo un po’ di silenzio, io in risposta sbuffai.. << ok, scusa non volevo prenderti in giro.. Ti va bene >> disse << se mi dici dove mi stai portando ti perdonerò >> risposi << ah ok.. Allora poi continuare a non parlarmi, perché dalla mia bocca non uscirà niente >> disse e mi guardò accennando un sorriso. Così per tutto il tempo nell’abitacolo non volò una mosca, si sentiva solo il rumore del motore.
<< bene, siamo arrivati.. >> annunciò lui fermando la macchina, e io curiosa guardai oltre il finestrino, ma non vidi altro che il verde degli alberi e il buio.. Mi aveva fregata! Scese e mi aprì la portiera porgendomi una mano << dai su, Giulia.. Scendi tanto lo saprai a breve dove ti ho portata >> disse e io mi lasciai convincere, tanto non potevo fare altro. Quando mi girai di spalle mi trovai di fronte ad un ristorante tutto illuminato e molto carino, decorato con dei palloncini a cuore rossi per l’occasione. Sulla porte un insegna in legno annunciava il nome del ristorante: “ Il Galeone “ , non l’avevo mai sentito nominare.
<< spero ti piaccia il pesce, perché questo ristorante è una dei migliori e di qualità elevata in tutta Perugia e dintorni >> mi disse e io sembrai una bambina che riceveva un regalo per quanto mi illuminai << oh mio Dio, io amo il pesce! >> esclamai e a quel punto mi prese per mano, facendomi provare la solita sensazione << perfetto, allora entriamo >> disse e aprì la porta.
<< salve, posso esserle utile? >> domandò una cameriera vedendoci entrare, e mi irritò visto che si riferì solo ad Andrea, facendo finta che non esistessi << si, ho prenotato per due a nome Ferrari >> disse e lei lo guardò << Andrea Ferrari, giusto? >> chiese ammiccando e mi salì un calore che non avevo mai provato prima. << si >> rispose lui educato << ok, seguimi ti faccio strada >> disse.. Ehi se non l’avessi notato ci sono anche io, pensai. Andrea mi fissò e io distolsi lo sguardo.
<< ecco qui.. >> disse la cameriera fermandosi ad un tavolino un po’ appartato del locale << grazie >> disse Andrea sorridendole gentile e lei quasi non morì << per qualunque cosa chiamami e io arrivo subito >> sussurrò lei prima di andarsene.. Mi stava per venire da vomitare! << ehi che hai? >> mi domandò una volta seduti, e io cercai in tutti i modi di ignorarlo. << dai, Giù.. Ti sei arrabbiata? >> disse e io lo guardai male << no, non sono arrabbiata.. Mi ha dato fastidio essere ignorata bellamente, e tu.. >> dissi ma mi bloccai << e io cosa? >> chiese guardandomi negli occhi.. A quel punto arrossii e abbassai la testa, non potevo dirgli che non mi era piaciuto il suo comportamento con quella, quel suo sorriso che le aveva rivolto.. Oddio non potevo essere gelosa?!?!? << t-tu, niente.. Non hai fatto proprio niente >> dissi stizzita << sei gelosa?!? >> chiese tra lo stupito e il soddisfatto.. << ma c-che stai dicendo.. Io non sono affatto g-gelosa! >> obiettai, diventando rossa << oh si, che lo sei.. >> mi rimbeccò << no >> << si >> << no >> << si >> era diventata una vera e propria lotta, ma proprio nel momento meno opportuno arrivò la “simpaticissima” cameriera << allora, cosa prendi? >> chiese sempre riferita solo ad Andrea e io sbuffai sonoramente facendo sorridere Andrea che mi guardava << tu cosa voi mangiare? >> mi domandò << non saprei.. Che mi consigli? >> dissi leggendo il menù << bhè, se non hai preferenze di pesce, allora direi due Percorsi Esplorativi di mare >> disse lui e la cameriera annotò tutto sul block notes << ok.. Altro? >> chiese e Andrea rispose cortese di no.. Per tutto il tempo dell’ordinazione non aveva fatto altro che guardarmi, tanto che la cameriera se ne andò stizzita.. Ora capiva c
ome mi ero sentita io prima.
Rimanemmo un po’ in silenzio, fino a quando non iniziarono a portare da mangiare, dire che mi abbuffai era poco.. << oh, ti prego basta.. Il mio stomaco chiede pietà >> dissi dopo aver perso il conto di quante portate avevamo mangiato <<
già sazia.. Deve ancora arrivare il meglio >> mi rispose lui sorridendo e io strabuzzai gli occhi << non ce la faccio più.. Se mangio un’altra piccola cosa giuro che scoppio >> dissi portando una mano sulla pancia gonfia come un cocomero << ok.. Allora la mangerò solo io >> disse e nel medesimo istante si alzò e scomparì dietro l’angolo.. Dove cavolo era andato?
Ritornò poco dopo, con una mano dietro la schiena << cosa hai li dietro? >> domandai curiosa << niente che a te interessi.. >> mi rispose sedendosi << tu non me la conti giusta.. Che stai combinando? >> dissi corrugando la fronte e guardandolo << se ti dico quello che ho tra le mani è una cosa buona, ti fidi di me? >> disse lui annientando la mia forza solo con uno sguardo << si, si mi fido di te >> risposi e lui sorrise << bene, allora chiudi gli occhi >> disse e lo guardai male << dai, non farò niente di male.. Hai detto che ti fidi e in cambio ti prometto che se chiudi gli occhi non te ne pentirai. >> disse riuscendomi a convincere, così mi ritrovai ad occhi chiusi. Ad un certo punto sentii qualcosa di freddo toccare le mie labbra e io di riflesso mi allontanai, nello stesso tempo mi era arrivato al naso un buonissimo profumo di.. << apri la bocca.. Non succederà niente >> disse lui e mi fidai delle sue parole.. La bocca si riempì di un gusto magnifico e sublime che avevo riconosciuto dall’odore << forse l’ho già detto, ma tu sei pazzo.. >> dissi riaprendo gli occhi << me lo dicono in tanti.. Comunque che ne pensi? >> disse << oddio è la miglior mousse al cioccolato che abbia mai assaggiato!! >> esclamai e vidi ciò che aveva tra mani: una grande coppa di mousse che mi tentava.. << sei consapevole del fatto che da domani nessun capo di abbigliamento che è nel mio armadio non mi entrerà più vero.. ? >> dissi guardando ipnotizzata il dolce facendolo ridere << ma se sei così magra.. Domani non avrai neanche un chilo in più e poi sarebbe tutta salute.. Mi piaceresti lo stesso anche con qualche chilo di troppo >> mi disse e arrossii alle sue parole.. Poi presi un cucchiaino e lo immersi nella mousse deliziandomi del gusto del cioccolato.. Intanto sentii Andrea ridere e guardarmi << che c’è? >> chiesi stranita << solo tu riesci a sporcarti mangiando con il cucchiaino.. >> disse sogghignando e si allungò sul tavolo e con la mano mi pulì.. Un brivido mi percorse la schiena mentre delicato passava il pollice sulle mie labbra, ci guardammo negli occhi, mentre il mio cuore non finiva di battere forsennato. Poi mentre la sua mano scivolò sulla mia guancia, arrossata, arrivò la cameriera.. Che tempismo perfetto! 
Diede il conto ad Andrea e un altro bigliettino, sorridendo ammicante e poi si dileguò.. Ma che sfacciata!! << oh, ma che carina.. Anche il suo numero ti ha dato.. Se vuoi me ne vado!! >> dissi sarcastica alzandomi e infilandomi la giacca << ma che dici.. Non mi interessa di quella.. È uno stupido numero che butterò al primo cestino che vedo.. Te lo posso garantire.. >> disse lasciando i soldi sul tavolo e accartocciando il bigliettino.. Io ero troppo incavolata e gelosa per ascoltarlo..ok lo avevo ammesso.. Ero gelosa marcia di lui. Uscii fuori dal ristorante per respirare aria fresca.. Ma mi sentii afferrare per un braccio << aspetta.. Non volevo che la serata andasse a finire così.. Mi dispiace.. Ma ti posso assicurare che di quella non mi interessa niente.. Stasera ho avuto occhi solo per te e così sarà per sempre.. Sei tu quella che mi interessa... però mi piace quando fai la gelosa! >> disse e mi mancò il fiato in gola.. Ero rimasta senza parole << vieni con me.. >> sussurrò e mi prese per mano, diventata fredda per l’agitazione. << dove mi stai portando? >> domandai dopo qualche passo << in un bel posto.. >> mi rispose solamente.. Mannaggia a lui e alle sue sorprese!
Dopo un po’ ci fermammo e siccome avevo la testa bassa, non vidi dove eravamo.. Ma quando l’alzai rimasi a bocca per lo splendore che avevo davanti: eravamo su un piccolo altopiano e davanti a noi si estendeva Perugia in tutta la sua bellezza, tutta illuminata.. << wow.. È bellissima! >> esclamai << si.. È vero >> rispose lui << come facevi a sapere questo posto? >> domandai curiosa << da piccolo ci venivo spesso.. Soprattutto a studiare perché è un posto molto tranquillo e isolato e non ci viene quasi mai nessuno.. >> rispose << anche io a Rimini avevo un posto del genere >> mi lasciai sfuggire.. << ti manca molto la tua città? >> chiese cauto e io ci pensai un po’ prima di rispondere << abbastanza.. Li è dove sono nata e cresciuta.. Dove ho passato gran parte della mia adolescenza.. Ma è anche il posto dove sono morti i miei genitori, un posto pieno di dolorosi ricordi che vorrei tanto dimenticare e di cui sto ancora pagando le conseguenza.. >> dissi con lo sguardo perso nel vuoto….. Era la prima volta che parlavo del mio passato cosi facilmente. << mi dispiace per i tuoi.. Dovevano essere delle persone fantastiche, per come siete usciti fuori voi figli.. >> disse << si, erano dei genitori fantastici..non ci hanno mai fatto mancare nulla e ci hanno amato tanto >> << e credo che lo facciano tutt’ora..anche se non lo dimostrano apertamente.. Loro ci saranno sempre per te, per tuo fratello e Bea >> disse e al nome di mia figlia abbassai il capo.. Non ce la facevo più a mentirgli << Andrea io.. Ti devo dire una cosa >> sussurrai e lui delicato mi prese il mento e mi alzò la testa << anche io ho bisogno di dirti una cosa..perché ormai non riesco più a trattenermi con te.. >> disse e mi stupì << che vuoi dire? >> chiesi << voglio dire che da quando ti ho salvato la vita, al matrimonio di mia sorella e ho incontrato i tuoi occhi, ho sentito il tuo profumo e ho toccato le tue mani…, io.. Io mi sono innamorato di te e per tutto questo tempo ho cercato di reprimere il mio amore per paura di perderti.. Ma ora non ce la faccio più >> disse e pensai per un momento di non avere più un cuore, visto che non lo sentivo più << i-io non so.. Che dire >> sussurrai con le gambe che tremavano << non dire niente.. >> disse e con una mano sulla mia guancia mi avvicinò a se per posare le sue labbra sulle mie.. Quanto avevo aspettato quel momento? Tanto, troppo.. Ed ora che c’ero quasi, ecco che il mio cellulare prese a suonare come non mai.. Cavolo!
Mi staccai velocemente da lui e presi il cellulare leggendo il display: era Maura.
Con voce ancora tremante risposi << ehi Maura.. Come mai mi >> dissi ma venni bloccata << non sono maura.. >> disse e riconobbi la voce di Giovanni << ehi giò.. Come mai hai chiamato è successo qualcosa? >> domandai con la preoccupazione che saliva.. Perché mi aveva chiamata proprio lui << io.. Mi dispiace Giù ma c’è stato un incidente a casa.. Devi venire subito >> e in quel momento mi sentii morire.. Un nome mi popolava la mente: Beatrice << o-ok arrivo subito >> dissi iniziando a correre << ehi Giù che succede..? >> mi domandò Andrea preoccupato del mio cambiamento così repentino << devo tornare a casa.. È successo qualcosa a Bea >> dissi solo.. E a quel punto lui mi prese per mano e mi guidò verso la macchina..
Andò velocissimo, fregandosene dei cartelli stradali.. E per tutto il viaggio non feci altro che pregare che Bea stesse bene, mentre lamia mano era intrecciata con quella di Andrea che cercava di tranquillizzarmi.
In dieci minuti arrivammo e alla vista della mia casa, quasi non svenni dallo shock e dalla paura....

 

 

 

 

 

 gli abiti di Giulia e il pigiamino di Bea

 

macchina di Andrea la cameriera

 

la mousse al cioccolato

il panorama di Perugia di notte

 


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Capitolo 14
*** Cap. 14 ***


Cap. 14

 

 

 

<< Oh mio Dio! >> esclamai vedendo le tante persone che indaffarate cercavano di placare le fiamme che stavano bruciando la mia casa.. Scesi dalla macchina e iniziai a correre verso casa, con la disperazione che iniziava a farsi strada dentro di me.. Bea era il mio unico pensiero.. << Bea.. >> urlai, ma prima che potessi arrivare al vialetto di casa venni bloccata << signorina non può avvicinarsi..è pericoloso >> disse un pompiere << c’è una bambina li dentro >> dissi << mi dispiace, ma le uniche persone che erano dentro casa erano loro >> e mi indicò due persone sedute per terra abbracciate.. Maura! Corsi da loro << Maura.. Maura dov’è Bea? >> chiesi quasi urlando e trovai la mia migliore amica con gli occhi gonfi e le lacrime che le rigavano il viso << m-mi dis-piace >> sussurrò lei e allora capii che c’era qualcosa che non andava << Giovanni dov’è Beatrice? >> domandai tremando da capo a piedi << io.. Giù mi dispiace, stanno facendo tutto il possibile, ma ancora non l’hanno trovata >> disse lui con la testa china e a quelle parole mi sentii sprofondare in un baratro.. No, lei non poteva.. Non poteva morire!
Iniziai a correre verso casa, ma venni bloccata un’altra volta << signorina le ho detto.. >> << mi lasci.. Mi lasci andare devo salvare mia figlia….. Li dentro c’è mia figlia >> iniziai ad urlare e a dimenarmi tra le sue braccia, cercando di liberarmi << si fermi.. Stiamo facendo il possibile.. Ma ancora non troviamo nessuno >> mi rispose l’uomo << c’è mia figlia.. Salvatela vi prego.. >> dissi disperata con le lacrime che inondavano il mio viso << si calmi.. Vedrà che andrà tutto bene.. La troveremo >> cercò di rassicurarmi << no che non va tutto bene.. È colpa mia, non dovevo allontanarmi da lei.. La mia piccola Bea.. Ti prego Dio salvala.. Salva la mia piccolina >> pregai.. Se lei sarebbe m.. oddio non riuscivo neanche a pensarlo.. Era ancora troppo piccola, doveva crescere, innamorarsi, crearsi una famiglia.. Non poteva farlo adesso..
Poi lo vidi.. Lo vidi uscire dalla porta correndo e tossendo, tutto pieno di fuliggene e tra le mani aveva.. Bea! Corsi verso di loro e presi mia figlia tra le braccia << Bea, Bea amore.. Apri gli occhi, sono la mamma >> sussurrai ma non ricevetti risposta, e capì che qualcosa non andava << non respira….. Non RESPIRA! >> urlai << la lasci signorina.. Dobbiamo portarla all’ospedale.. >> mi disse qualcuno << no.. Nonono.. Fate qualcosa vi prego.. >> dissi e me la tolsero dalle braccia portandola verso un ambulanza.. << lei non può salire.. >> mi fermarono prima che potessi seguirli << sono la madre, ho il diritto di salire >> dissi arrabbiata.. << è un caso troppo delicato signorina e lei non può venire >> mi disse prima di chiudere la porta.. << non potete.. È mia figlia!! >> urlai senza successo visto che si stavano allontanando.. << Giulia sali.. >> disse qualcuno al mio fianco e riconobbi la macchina di Andrea.. Non me lo feci ripetere due volte e salii. Mi accorsi che c’erano anche Giovanni e Maura ancora terribilmente scossi..
<< Giù, io mi dispiace.. >> sussurrò la mia amica << ora delle tue scuse non mi interessa.. Ho ben altro a cui pensare.. L’unica cosa che mi chiedo è come sia potuto succedere..eh, come? >> dissi arrabbiata << io.. È successo per caso.. Una perdita di gas e.. >> disse lei ma la bloccai << e Bea può da un momento all’altro morire.. Io te l’avevo affidata, cavolo.. Dovevi stare attenta >> dissi alzando la voce.. Dovevo sfogarmi in qualche modo.. << lo so.. Non sai come mi sento in colpa.. Dovevamo stare più attenti.. Scusami >> disse prendendo a singhiozzare.. Sapevo di non dovermela prendere con lei, sarebbe potuto succedere a chiunque, anche a me.. In quell'attimo calò il silenzio.
Arrivammo al pronto soccorso in poco tempo e io mi precipitai dentro << mi scusi.. È stata appena portata una bambina qui.. Sa dirmi dove l’hanno portata? >> dissi con il fiatone << si.. Può dirmi chi è lei >> mi domandò l’infermiera, << sono la madre.. >> risposi ma lei mi fissò per un attimo titubante.. << ha un documento della bambina? >> disse e io cercai nella borsa.. Avevo sempre i suoi documenti dentro al portafoglio.. Glieli diedi e lei lesse tutto velocemente << ok.. Mi segua >> disse e la seguii << è stata portata d’urgenza.. Sa cos’è successo? >> chiese << io.. Io non ero in casa.. Mia figlia era con la mia migliore amica, che abita insieme a me.. Mi ha detto che è scoppiato l’incendio per un perdita di gas.. >> risposi, mentre lei prendeva appunti su un taccuino << bene.. Io ora vado a parlare con il medico.. Lei resti qui.. Le farò sapere al più presto qualcosa >> disse lei ed entrò in una stanza davanti a me e io mi accasciai su una sedia, con la testa tra le mani..
<< perché non me lo hai mai detto? >> mi domandò qualcuno avvicinandosi e riconobbi la voce di Andrea.. Solo allora mi resi conto di avergli detto la verità su Bea, in modo diverso da come me l’ero immaginata..
<< io.. Mi dispiace.. Te l’avrei voluto dire fin da subito.. Ma avevo troppa paura.. Paura di perderti >> dissi con un filo di voce  << non hai pensato che mentendomi spudoratamente mi avresti lo stesso perso.. Perché io in questo momento mi sento veramente deluso e uno scemo nel credere che tu fossi diversa dalle altre e che provassi almeno il minimo di quello che provo io per te.. >> disse con voce seria e tagliente e nel pronunciare ogni parola il mio cuore si spezzava in 10, 100, 1000 piccoli pezzi. Calde lacrime solcavano il mio viso e visto che non ancora rispondevo, lui capì il mio silenzio in un chiaro ed esplicito tentativo di allontanarlo da me, così senza dire un’altra parola, si alzò e fece per andarsene.. << tu non sai come ci si sente ad avere paura delle persone.. Non riuscire più a fidarsi delle persone, anche quelle che ti sono vicine.. Non puoi sapere come ci si sente dopo svegliarsi la mattina e aver perso tutto.. I tuoi genitori, tuo fratello, la tua stessa vita.. Mi sento ancora in colpa per la morte dei miei.. Perché se io quella sera non fossi andata ad una stupida festa con il mio ragazzo, nonché il migliore amico di mio fratello, e non mi lasciai convincere da lui a bere alcool, io sarei stata più lucida e avrei capito le sue intenzioni.. >> dissi con qualche singhiozzo in mezzo.. Stavo riportando a galla tutti i ricordi assopiti nel mio cuore e nella mia mente.. Ma ormai era il tempo della verità e dovevo dirgli tutto.. Lui mi guardava esterrefatto << cosa stai cercando di dirmi? >> chiese in un sussurro << sto cercando di dirti che Bea non è altro che il frutto di una notte di violenza.. Quello che credevo il mio ragazzo mi ha violentata e stuprata senza ritegno.. E da quella sera la mia vita non è stata più la stessa.. Solo Bea mi ha dato la forza di andare avanti >> confessai e alle mie parole, lo vidi fare qualche passo in dietro.. Sapevo che avrebbe avuto quella reazione.. << io, mi dispiace.. >> disse queste due parole poi si girò e se ne andò via.. In quel momento mi sentii persa, e capii di amarlo.. Ecco che ci si accorge di amare veramente una persona, solo quando la si perde!
Rimasi con lo sguardo perso nel vuoto, fino a quando una voce non mi chiamò.. << ehi sorellina.. Che è successo? Ho appena visto Andrea andare via.. Sembrava sconvolto.. >> disse mio fratello con il fiatone, raggiungendomi << io.. >> dissi ma non finii che mi gettai tra le sue braccia e iniziai a piangere << ehi, sh piccola.. Dimmi cos’è successo >> disse lui << B-ea è in quella camera non so a fare cosa.. La ca-sa è andata tutta in fiamme e Andrea se ne andato perché gli ho detto la verità >> dissi singhiozzando << di Bea l’ho saputo poco fa.. Come sta? >> chiese << non so niente.. Non mi vogliono dire niente >> risposi << ok.. Sono sicuro che a breve ti diranno tutto.. Ma tu devi fare una cosa adesso.. >> alzai la testa per guardarlo con un sopracciglio alzato << alzati, corri e raggiungilo e digli veramente ciò che provi.. Non puoi vivere nel rimorso di non averlo fatto.. E sono sicuro che lui alla fine capirà le ragioni che ti hanno spinta a mentirgli.. Ti ama, ma non lo saprai mai se non vai da lui.. >> mi disse con serietà.. E io non potei dargli torto, dovevo almeno provarci. Dovevo dirgli cosa provavo per lui, ed era il momento di agire.. Non potevo più stare con le mani in mano, era anche un mio diritto essere felice!
Cosi presa da un coraggio che credevo di non possedere, mi staccai da mio fratello e iniziai a correre verso l’uscita.. Non sapevo cosa avrei fatto, o detto, mi sarei lasciata guidare dal cuore, per una volta dovevo farlo.
I tragitto mi sembrò durare un eternità e quando mi ritrovai fuori dall’ospedale, iniziai a cercarlo da tutte le parti, non ricordandomi dove aveva parcheggiato la macchina.. Ma poi lo vidi, appoggiato sui gomiti sul finestrino della macchina e le mani che reggevano la testa. Mi dispiaceva vederlo in quello stato, non se lo meritava e mi sentito terribilmente in colpa. Feci qualche passo verso di lui, ma lo vidi alzare la testa e girarsi verso di me, come se avesse percepito la mia presenza, anche se ero a metri di distanza..
Mi guardò con gli occhi allibiti, come se non si sarebbe mai immaginato che sarei andata li.. Iniziai a correre verso di lui, fregandomene di tutto e tutti, ma feci l’errore più grande della mia vita e fu un attimo.. A metà strada una macchina che arrivava verso di me, con una luce accecante e la mia scarpa incastrata ad un tombino, non riuscivo a muovermi.. Poi quando credetti che tutto ormai era finito, sentii urlare il mio nome e qualcosa mi strinse talmente forte che caddi dall’altro lato in cui mi trovavo, ricevendo una fortissima botta alla testa.. Mi girava e mi faceva male terribilmente la testa e sentivo qualcosa di caldo scendermi dietro il collo << Giulia….. Giulia apri gli occhi ti prego.. >> disse qualcuno da lontano., cercai di aprire gli occhi ma vedevo tutto sfogato << aiutatemi!!.. Ehi giù rimani con me.. guardami >> quella voce era terribilmente famigliare << A-An-dre-a.. >> sussurrai con voce flebile << si, si sono io.. Sono qui con te.. Parlami, dimmi qualunque cosa ti passi per la testa, ma non chiudere gli occhi >> mi disse << i-io so di aver sbagliato tutto con te.. E m-mi dispiace.. Io n-non ti ho det-to niente solo per proteggere Bea.. Qualunque mamma farebbe di tutto pur di proteggere la sua bambina.. >> dissi << sono io che dovrei scusarmi con te.. Non dovevo andarmene così, dovevo stringerti e consolarti e dirti che.. Ti amo.. Io ti amo Giulia >> mi disse lui e nel sentire quelle parole, sentii il mio cuore ingrandirsi e illuminarsi << an-che io ti amo.. Perdonami se l’ho capito troppo tardi.. Ma è vero, io ti amo Andrea >> dissi mentre ormai le forze venivano meno << ti prego non andartene.. >> furono le mie ultime parole prima di chiudere gli occhi..


Mi risvegliai con un gran mal di testa e una leggera nausea.. Quando aprii gli occhi, venni colpita da una forte luce, che non sapevo da dove proveniva.. intanto sentii una leggera presa sulla mia mano e girai per vedere chi era accanto a me.. Rimasi stupida da chi ci trovai: Andrea dormiva con la testa appoggiata sul braccio destro, sopra al letto e con l’altra mano teneva delicatamente la mia..
Era rimasto al mio fianco, come gli avevo chiesto, e non potevo che essere felice, perché mi aveva accettata. Il mio sguardo divenne più nitido e mi guardai intorno, notando che mi trovavo in una camera dell’ospedale, ma non ricordavo come ci ero arrivata.
Cercai mi mettermi più comoda cercando di fare piano, ma inevitabilmente lo svegliai << ehi.. Ti sei svegliata! >> sussurrò aprendo gli occhi e mettendosi seduto bene << scusa non volevo svegliarti.. Mi dispiace che hai dormito così malamente >> risposi e lui mi sorrise << non preoccuparti.. Tu, invece come ti senti? >> chiese << bene, ho solo un forte mal di testa e una leggera nausea, ma per il resto tutto bene.. >> risposi << menomale.. Mi hai fatto prendere uno gran bello spavento.. Vederti li in mezzo alla strada che non potevi muoverti.. Io, io no ci ho visto più non potevo e non volevo perderti.. Io senza di te non riesco a vivere >> mi disse e mi scappò qualche lacrima << io lo so che è stato sconvolgente quello che ti ho detto ieri sera, e sapevo anche che il tuo momentaneo distacco sarebbe avvenuto.. Perché era normale.. Ma quello che hai sentito dopo, prima di svenire tra le tue braccia, era tutto vero.. Io ho imparato a conoscerti, ho imparato ad averti costantemente nella mia vita, e se non ci sei è come se perdessi l’ossigeno per respirare.. Ecco sei come l’aria per me, mi fai sentire viva.. come non lo ero da troppo tempo.. >> dissi e lui si avvicinò a me << sei tutto per me.. Non potrei immaginare la mia vita senza di te o Bea.. Siete diventate indispensabili e poco importa di come sia venuta al mondo, è passato, noi siamo il presente e il futuro.. Io voglio condividere la mia vita con te, con voi se me lo permetti >> disse avvicinando la sua fronte alla mia così tanto da poter sentire il suo alito solleticarmi il viso << si, voglio provarci.. Io mi fido di te >> sussurrai e a quel punto sorrise e annullò le distanze tra le nostre labbra.. Il bacio tanto agognato finalmente accadde ed ero felicissima, e nei miei sogni non era lontanamente paragonabile a quello vero.. Sentire il suo sapore congiungersi con il mio e diventare tutt’uno, toccare le sue labbra terribilmente morbide.. E mille scariche elettriche propagarsi in tutto il corpo.
Da qualche parte, una volta avevo letto una frase: il bacio è un dolce ritrovarsi, dopo essersi a lungo cercati.. Non esisteva frasi più azzeccata di quella, per quel momento, ci eravamo a lungo conosciuti, cercati, desiderati e alla fine con un semplice bacio, eravamo arrivati ad amarci..
Quando ci staccammo, lievemente ansanti, poggiò la fronte sulla mia, facendo sfiorare i nostri nasi.. Mi sorrise dolcemente << che dici se andiamo a vedere come sta Bea? >> chiese << oh, si andiamo subito.. Ho tanta voglia di riabbracciarla >> dissi scendendo dal letto velocemente facendolo ridere << ehi calma, non c’è fretta, anche perché starà sicuramente ancora dormendo >> disse prendendomi per mano << sai per caso come sta? Cosa ha detto il medico? >> domandai leggermente triste per non essere stata presente << si, ci ho parlato io, visto che era mio padre.. Non preoccuparti ora sta bene.. Le hanno solo tolto tutto il fumo che aveva ingerito e respirato ecco perché non respirava.. Ha pianto per la paura e ti chiamava, ma le ho detto che non potevi venire, ma che era nei tuoi pensieri.. Poi le hanno dato un calmante ed è crollata dal sonno.. Sono stato con lei, fino a quando non ti hanno lasciata libera e sono venuto da te >> mi raccontò << grazie per essere stato con lei, non avrei voluto altri con lei.. Sai che ti vuole un mondo di bene? >> dissi stringendo la sua mano << si, lo so.. Me lo dice spesso.. E anche io le voglio molto bene, come alla sua mamma >> disse guardandomi e abbracciandomi.
Poi ci fermammo davanti la stessa porta in cui avevo detto la verità ad Andrea la sera prima.. Aprii lentamente la porta e subito gli occhi si puntarono sulla figura della mia piccolina, irrigidendomi per la vista della mascherina che aveva sulla bocca per respirare meglio.. << oddio! >> esclamai a mezza voce e sentii la stretta della mano di Andrea aumentare per farmi capire che lui era al mio fianco.. Mi avvicinai al lettino e accadessi delicatamente la testa di mia figlia, accorgendomi dopo di star piangendo. Senti le braccia di Andrea circondarmi la vita, abbracciandomi << ho avuto così tanta paura di perderla.. >> sussurrai tra le lacrime  << invece ora qui, viva davanti a te, e dovresti essere solo felice.. >> mi consolò lui, asciugandolmi le lacrime e io feci un mazzo sorriso << hai ragione.. Non voglio più piangere e non voglio più aver paura.. Mi sono stufata di vivere nel terrore che possa accadermi o accaderle qualcosa.. Ora abbiamo te che ci proteggi >> dissi posando la testa nell’incavo tra la sua spalla e la sua testa << vi proteggerò io.. Non dovrai più avere paura te lo prometto >> disse e alzando il mio mento con due dita, mi baciò suggellando quella promessa.
Proprio in quel momento Bea aprì gli occhi.. I suoi meravigliosi occhi blu si volsero a guardarci e per quanto le permetteva la mascherina ci sorrise radiosa.. << mam-ma >> sussurrò flebile << ehi piccolina.. Sono qui, la tu mamma è qui vicino a te >> dissi prendendole una mano e baciandogliela. << mamma, potto togliere quetto? >> disse indicando la mascherina << non lo so, amore.. Domandiamo all’infermiera, ok? >> dissi e lei annui, intanto Andrea era già uscito per chiamare l’infermiera, e tornò pochi minuti dopo, con un medico, o meglio suo padre  << ciao Giulia.. >> disse gentile e sorridente << buongiorno dottor Ferrari.. >> risposi educata << quante volte devo dirti di chiamarmi Fabrizio.. Ormai sei di casa >> mi riprese lui e io diventai rossa per la vergogna.. << vediamo un po’ come sta questa principessina >> disse avvicinandosi a Bea e togliendole la mascherina << finammente!! >> esclamò lei facendoci ridere.. Poi Fabrizio visitò Bea.. << allora.. Come sta? >> domandai impaziente << questa bambina è più forte di una roccia.. Sta benissimo e può già tornare a casa >> rispose il dottore e io sospirai di sollievo.. Solo una cosa stonava in quella situazione, il fatto era che non avessi più una casa dove vivere.. Andrea notando il cambiamento del mio viso si avvicinò e mi abbracciò teneramente, sotto lo sguardo del padre che ci sorrise << ehi va tutto bene? >> mi chiese << si.. E che ora pensandoci, io non ho più una casa.. È andata tutta distrutta >> dissi con la testa bassa << non ci sono problemi per questo.. Verrete a stare da noi..i posti letto di certo non mancano >> rispose Fabrizio sorprendendomi << i-io non vorrei crearvi problemi.. Potrei sempre affittare qualcosa >> dissi imbarazzata << no, non te lo permetto.. Ti ho fatto una promessa e farò di tutto per mantenerla >> disse Andrea guardandomi negli occhi << che plomessa? >> si intromise Bea << è un segreto, piccola.. Ma sono sicuro che ti farà piacere >> le rispose lui, facendole l'occhiolino.
Così fui costretta ad accettare l’invito del padre di Andrea. << ehi Bea ho un regalo per te.. Anzi per tutte e due >> disse Andrea quando rimanemmo soli e lei si mise in ginocchio sul letto, saltellando leggermente impaziente << cos’è cos’è? >> domandò.. io intanto mi ero seduta al suo fianco, anche io curiosa di sapere di che regalo parlava << sabato al teatro c’è uno spettacolo.. È ho pensato che vi sarebbe piaciuto andarci.. >> e quelle parole le disse soprattutto a me.. Poi estrasse dalla giacca che portava una bustina per le lettere e la porse a Bea che felice l’aprì, strappandola tutta. Quello che vi trovai dentro mi stupì.. << come sapevi.. >> sussurrai << ho visto il poster che hai in camera.. E le tue foto di quando eri più piccola e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere uno spettacolo di danza classica.. >> mi spiegò..
La danza era stata per molto tempo la mia passione, che avevo ereditato da mia madre, era una bravissima insegnante di danza, nonché molto tempo prima che nascesti fu una delle prime ballerine della Scala di Milano. Iniziai a ballare da quando i miei piedi toccarono il suolo e da allora diventò la mia vita, tanto che a 15 anni mia madre cercò di farmi entrare nella compagnia del teatro dell’opera, ma quando mi arrivò la lettera di ammissione dovetti rinunciare per via del pancione che stava crescendo mese per mese.. Da allora dovetti rinunciare al mio sogno per prendermi cura di Bea.
<< mamy, tu ballavi? >> chiese mia figlia << si, Bea.. Ho iniziato a ballare che ero più piccola di te e la tua nonna mi ha insegnato tanto >> raccontai << e pecchè hai lasciato? >> mi chiese << bhè per vari motivi.. Ma non mi pentirò mai della scelta che ho fatto.. >> risposi sorridendole << ma la bella addommentata non è un favola? >> chiese << si, ma è stata adattata anche per il fare un balletto.. Ed è anche molto bello, sono sicura che ti piacerà >> dissi e Andrea sorrise capendo che avevo accettato il suo invito.
Poi preparai Bea e verso le sei di pomeriggio lasciammo l’ospedale per dirigerci verso casa Ferrari, che ci avrebbe ospitato, fin quando non avrei avuto soldi necessari per comprare una nuova casa. Quella sera, nella mia nuova camera, raccontai per la prima volta tutta la mia storia, con le lacrime che come sempre solcavano le mie guance, ma felice di trovarmi finalmente a tra le braccia di chi amavo e sentirmi veramente a casa.

 

 

 

 

 

la casa in fiamme

 

bacio Giulia e Andrea

 

 

Giulia da piccola il poster della camera di giulia

 

 

il balletto

 

  
 

 

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Capitolo 15
*** Cap.15 ***


Cap. 15


<< mamma, oggi mi potti al pacco? >> mi domandò mia figlia mentre guardavamo un cartone animato << amore, stasera dobbiamo andare al teatro.. Ti sei dimenticata che dobbiamo andare a vedere La bella Addormentata nel bosco?  E poi devo lavorare, oggi.. >> risposi << no.. Me lo licoddo.. Pelò volevo andale al pacco con te e Andea.. >> disse lei cacciando fuori il labbro inferiore.. Come facevo a resistere a quel faccino? << Bea, piccola.. Non fare quella faccia.. Al parco ci possiamo andare un’altra volta.. Non ti sto dicendo no per sempre >> dissi accarezzandole i capelli << si, pelò volevo giocale con voi.. Tutti e tle insieme >> disse con gli occhi lucidi..
<< Che succede?.. >> domandò qualcuno entrando in salotto.. << Andeaaa >> disse mia figlia correndo verso di lui << perché quella faccino triste? >> disse lui mentre Bea appoggiava il viso nell’incavo del suo collo << mi ha chiesto se potevamo andare al parco.. Ma le ho detto che oggi non possiamo e si è rattristata >> risposi io alla sua domanda, alzandomi dal divano << Bea, la mamma ha ragione.. Però ci sarebbe una soluzione >> disse e subito Bea alzò la testa e io lo guardai con un punto interrogativo stampato in viso.. << allora.. >> cominciò sedendosi sul divano con Bea sulle ginocchia << stavo pensando che ci sarebbe un compromesso.. La tua mamma va a lavoro, poi alle sei andiamo a prenderla.. Ti portiamo al parco e poi andiamo al teatro.. Che ne dici? >> disse e quella domanda più che alla piccola era riferita a me, visto che mi guardava.. Non era male come proposta << ma per mangiare come faremo? >> chiesi << bhè un posto ce l’avrei.. >> rispose sorridendo << quale? >> dissi << oh, è una sorpresa.. >> disse << uffi.. Io voio sapello! >> esclamò Bea, facendoci ridere.. In quanto curiosità, aveva ripreso da me. << no, piccola è una sorpresa che sono sicuro ti piacerà.. Ma non voglio rovinartela rivelandotela >> disse e Bea scese dalle sue gambe e con il broncio si avvicinò a me allungando le braccia per essere presa in braccio.. << Bea non fare così.. Andremo al parco, non sei contenta? >> dissi e lei annuì con la testa << e allora che c’è che non va? >> chiesi << io voio sapere la soppesa.. >> esclamò e io accennai un sorriso << tesoro se è una sorpresa non si può rivelare.. Anche io sono curiosa di sapere cos’è ma mi sono arresa perché tanto è un testone e non riusciremo mai a convincerlo >> dissi e lei mi sorrise debolmente << e chi sarebbe il testone? >> disse Andrea alzandosi << tu.. >> rispondemmo io e Bea insieme e lui fece una faccia che non mi piaceva per niente.. Oh no! Feci scendere Bea e urlai << corri! >> dissi e lei mi ascoltò perché proprio in quell’istante Andrea cercò di prenderla per farle il solletico << mammaa mammaaa.. >> urlava la piccola correndo per tutta la casa.. Dopo poco la presi in braccio e ci nascondemmo dietro una grossa tenda, facendole segno di stare zitta.. << ehi, dove vi siete cacciate?.. >> si sentì Andrea
<< guardate che se uscite fuori io vi dirò la sorpresa che avevo in mente.. >> disse ma sapevamo che stava mentendo << ok.. L’avete voluto voi >> esclamò e in un attimo ce lo ritrovammo davanti, iniziando a torturaci con il solletico << lassami lassami.. Ahahahah mammaaa ahahah aiutamiii >> urlava Bea ma anche io non stavo meglio di lei. << okok.. Mi arrendo >> dissi con il fiatone e il mal di pancia per via delle risate e così Andrea, si fermò.. << bene, si è fatto tardissimo.. Io devo andare a lavoro.. >> dissi alzandomi dal divano e dandomi una sistemata << Bea, fai la brava.. Ci vediamo più tardi.. Ok? >> dissi abbassandomi alla sua altezza e come sempre mise su il solito broncio, annui solamente e poi si avvicinò ad Andrea che la prese in braccio << ci vediamo dopo.. Vi aspetto al ristorante.. >> dissi di fronte a loro e dopo un bacio sulla fronte a mia figlia e uno sulle labbra al mio ragazzo uscii di casa.. Mi faceva ancora strano pensare ad Andrea come il mio ragazzo, mi piuaceva come suonavano i nostri nomi insieme: Giulia & Andrea.
Al ristorante ci furono abbastanza clienti, essendo sabato, e dovetti lavorare tanto..
<< ehi.. Come va? >> mi chiese qualcuno che riconobbi essere Mattia << tutto bene, grazie.. >> dissi sorridendo << lo vedo.. Ultimamente sembri diversa.. Più solare >> disse aiutandomi a sparecchiare un tavolo << si nota così tanto? >> chiesi e lui annuì << oh.. Si bhè, sono successe diverse cose che mi hanno cambiata >> spiegai senza entrare nei particolari, sapevo che se gli avessi detto di me e Andrea ci sarebbe rimasto male, visto la cotta che aveva per me << si, so che tu e Andrea ora.. >> cominciò ma non finì la frase, ecco lo sapevo! << io.. Ma chi te lo ha detto? >> domandai << io l’ho sentito da Amanda e Alessandra.. Scusami forse non dovevo ascoltare >> disse in leggero imbarazzo << oh, non preoccuparti.. Tanti primo o poi l’avresti saputo lo stesso.. >> risposi << forse si….. Comunque sono felice per te.. Per voi >> disse ma si vedeva dalla faccia che pensava tutto il contrario.. Poi si girò e si recò verso un tavolo dove c’erano delle persone che richiamavano la nostra attenzione..
Finalmente le 18 arrivarono e dopo essermi cambiata, indossando qualcosa di più carino per la serata, tornai all’ingresso del ristornate, e li vidi entrare.. << mammaaa >> urlò Bea appena mi vide correndo verso di me << piccolina!! >> dissi abbracciandola << dai mamma, dobbiamo andale al pacco.. >> disse lei prendendomi per mano e iniziando a tirarmi verso la porta << Bea, stai calma.. Sennò niente parco >> dissi e lei mi guardò agrottando le sopracciglia << scusami, non sono riuscito a contenerla.. È scappata appena scesa dalla macchina.. Menomale che ho parcheggiato qua davanti >> s’ intromise Andrea, avvicinandosi e baciandomi dolcemente le labbra, facendomi diventare bordeux dall’imbarazzo, visto che c’era gente che ci guardava << si.. Io.. Bea quante volte devo dirti di comportarti bene quando non ci sono? Non mi piace.. E poi devi dare ascolto ad Andrea.. >> dissi con tono deciso e lei con il visino dispiaciuto << scusa mamma.. >> disse e io la presi in braccio baciandole una guancia << perdonata.. Basta che non lo fai più >> risposi e lei sorridendo mi abbracciò.
Dopo poco, uscimmo dal ristorante, dopo aver salutato tutti, anche Mattia, che aveva la testa bassa.. Mi dispiaceva per lui, in fondo non era ne brutto e ne un cattivo ragazzo, ma il destino aveva deciso di mettermi al fianco un altro ragazzo, di cui era pazzamente innamorata..

Le ore passarono velocemente e si fecero le otto.. Al parco Bea si divertì tantissimo e con lei anche io e Andrea, visto che giocammo con lei tutto il tempo e Andrea si divertì a fare tantissime fotografie.
<< bhè.. È ora di andare a mangiare.. Che ne dite? >> domandai sentendo il piccolo pancino di Bea brontolare << sciii.. Ho tanta fame! >> esclamò lei e così ci dirigemmo verso la macchina.. Ora avremmo scoperto cosa aveva in mente Andrea.
<< non ci posso credere! >> esclamai quando scesi dalla macchina << altro che cibo salutare.. Non so se va bene per Bea.. >> dissi guardando la grossa insegna del Mc Donald’s << oh, per una volta non le succederà niente.. Stai tranquilla >> mi rispose lui, intrecciando le sue dita con le mie.. << ok.. Mi hai convinto.. Ma non ti ci abituare! >> risposi e lui mi sorrise.
Anche nel locale ci divertimmo, con Bea che si sporcava il musetto ogni cinque secondi, non essendo abituata a mangiare un panino con le mani e Andrea che la faceva ridere giocando con il personaggio di shrek che le era uscito dall’ Happy Meal.
<< vado un secondo in bagno.. Torno subito >> dissi, mentre Andrea infilava in giubbino a Bea..
Raggiunsi il bagno in poco tempo, e feci tutto quello ch dovevo fare, ritoccandomi anche un po’ il trucco, che si era sbavato, e per ultimo mi lavai le mani..
 
Quando riuscii, guardando nella borsa in cerca di un fazzoletto, non notai che qualcuno stava venendo verso di me e inevitabilmente ci andai a sbattere. << scusate io non.. >> dissi ma la mia frase rimase in sospeso, visto chi mi ritrovai di fronte. << Giulia?!?.. a quanto pare chi non muore si rivede! >> esclamò lui alquanto basito e lo stesso la ragazza che aveva al suo fianco << Danilo.. Serena >> sussurrai, rigida
<< Ciao Giulia.. >> contraccambiò lei con sguardo di superiorità.. Che nervoso che mi faceva venire.. Perché i momenti belli dovevano essere sempre distrutti?
Che ci facevano loro proprio qui, al Mc Donald’s di Perugia, poi..??
<< cosa ci fate qui? >> domandai seria, ma si sentiva il mio nervosismo << oh, un giro.. Stiamo esplorando varie città d’Italia.. Ed eccoci qui.. Tu, invece, è da molto che non ti si vede in giro.. Cosa ci fai qui? >> mi rispose lui, con quella sue solita spavalderia, non era cambiato da cinque anni a questa parte, forse solo fisicamente..
<< io ci vivo qui.. >> risposi fredda e loro due si misero a ridere.. Cosa c’era da ridere? << quand’è che ti sei trasferita.. Nessuno lo sapeva.. Sei scomparsa >> disse lui trafiggendomi con il suo sguardo, se solo sapeva il perché ero fuggita, si sarebbe tolto quel fastidioso sorrisetto dalle labbra.. << non sono affari tuoi >> risposi, ma proprio in quel momento si sentì una vocina alle mie spalle << mammaaa.. >> cavolo! Mi si attaccò alle gambe, nascondendosi dietro di esse, vedevo le facce di chi avevo di fronte, leggermente sconcertate << ma che?!? >> sussurrò Danilo ma fu interrotto dalla voce di Andrea << Bea ti avevo detto.. >> disse ma si bloccò vedendoci e subito cambiò espressione.. Mi affiancò portando un braccio sul mio fianco, stringendomelo leggermente per sostenermi << ma che bella famigliola! >> esclamò Danilo con un sorrisetto falso. Ora che avevo vicino bea, potevo vedere ancora di più le cose che avevano in comune: gli occhi erano la prima cosa visibile. << tu chi sei? >> chiese strafottente Danilo al mio ragazzo << Sono Andrea, il ragazzo di Giulia.. >> rispose calacando bene le sue ultime parole << oh, ma davvero?.. Ma che cosa carina.. Vedo anche che la piccola e ingenua Giulia si è data da fare nel frattempo.. >> disse e guardò Bea.. Come si permetteva di dire quelle cose? << non ti permetto di parlare così di Giulia.. Davanti ad una bambina poi >> disse Andrea leggermente alterato e Bea ci strinse ancora di più alle mie gambe << aaaah e sentiamo cosa faresti nel caso non ti dessi ascolto? >> domandò sfidandolo << non sai contro chi ti stai mettendo.. >> rispose Andrea facendo qualche passo verso di lui << ma guarda.. Te lo sei trovato proprio bene Giulietta, ora hai chi ti difende >> disse Danilo e mi irrigidii stringendo i pugni per la rabbia.. Sapevo a cosa stava alludendo << sei cambiata dall’ultima volta che ci siamo visti >> disse sorridendo divertito, solo lui si stava divertendo in quella situazione, avrei tanto voluto picchiarlo << e io vedo che tu non sei cambiato per niente.. Bastardo eri e bastardo sei rimasto >> risposi e il sorrisetto gli sparì dalla bocca << ma come ti permetti.. >> disse avvicinandosi verso di me, ma si intromise Andrea << non ti avvicinare.. Non la devi più toccare hai capito.. >> disse a una spanna da lui, quasi si potevano toccare le fronti << non ho paura di te, pivello >> disse Danilo << neanche io ho paura di te.. Ma non sono il tipo che picchia la gente e non lo farò con te, non ho volgia di sporcarmi le mani del tuo lurido sangue.. >> rispose Andrea e vidi il viso di Danilo contrarsi in una smorfia non sapendo cosa rispondere << ora prendi la tua ragazza e vattene.. E non farti più vedere nei paraggi, perché questa volta ti è andata bene, ma la prossima volta niente mi fermerà a toglierti quel sorrisetto dalla faccia.. >> disse e a quel punto dopo un lungo scambio di sguardi da parte di tutti e due, Danilo indietreggiò e ritornò vicino a Serena, leggermente impaurita.. Che brava, era riuscita a prenderselo alla fine, quando abitavo a Rimini era una delle mie migliori amiche, ma poi con i vari episodi, si è rivelata per quello che era veramente: una persona falsa, mentitrice, infida, manipolatrice e invidiosa. Bhè, devo dire che formavano una bella coppia.. Due stronzi per eccellenza!
<< non è finita qui.. Ho capito tutto >> pronunciò le ultime parole Danilo, prima di girarsi e andarsene e io rimasi scombussolata.. Cosa voleva dire? Cosa aveva capito? << ehi, stai calma.. Non succederà niente.. non dargli ascolto, ci sono qui io con voi >> mi disse Andrea abbracciandomi << io.. Grazie senza di te non so cosa avrei fatto >> dissi contraccambiando l’abbraccio << ti ho fatto una promessa.. Ricordatelo >> disse lui accarezzandomi il viso e posando un bacio leggero sulla fronte. << ora andiamo.. Sennò faremo tardi allo spettacolo >> disse lui smorzando la tensione e prendendo Bea in braccio, facendola ridere come sempre, ci dirigemmo fuori il Mc Donald’s.
Fuori il teatro c’era tantissima gente, che infila cercava di entrare dentro, al caldo, e alla fine anche noi ci riuscimmo, giusto in tempo per l’inizio del balletto.. Era da tanto tempo che non rimettevo piede in un teatro, troppi ricordi ritornavano vividi nella mia mente: i miei primi passi, il mio primo saggio da protagonista, tutto mi ricordava la mia unica vera passione.
<< ma quanto è glande..? >> domandò Bea affascinata dalla maestosità del lampadario antico attaccato al soffitto dipinto << tanto Bea.. Deve illuminare tutto il teatro, è normale che è grande >> spiegai togliendole la giacca << ma noi non ce l’abbiamo a casa.. Pecchè? >> chiese e Andrea soffocò una risata << piccola, sarebbe troppo grande e troppo costoso.. Ma a casa di Andrea ce n’è comunque uno bello.. >> le risposi e lei annui.. Poi ci sedemmo sulle poltroncine, Beatrice in braccio ad Andrea, visto che si era lamentata che non ci vedeva, e dopo pochi minuti si spensero le luci e il sipario si aprì.

Uscimmo dal teatro verso mezzanotte e Bea assonnata, non si era voluta staccare da Andrea << non ti sei stancato di tenerla in braccio.. Poi darla a me se vuoi >> gli dissi << non preoccuparti, ce la faccio.. E poi la macchina è qui vicino, quindi.. >> mi rispose e io non dissi più niente.
Dopo il brutto incontro, la serata era stata piacevole, grazie anche alla piccola che durante il balletto non aveva fatto altro che chiedermi i perché di tutto, facendoci ridere..
Arrivammo a casa in 10 minuti e subito portammo Bea in camera degli ospiti, ormai diventata la sua cameretta.. La cambiammo e la infilammo nel lettino e lei non si accorse di niente, tanto era immersa nei suoi sogni, le dammo la buonanotte e la lasciammo sola..
Per tutto il tempo non proferii parola e lui si era accorto che qualcosa non andava.. << ti vedo strana.. Stai pensando a quello che è successo stasera, vero? >> mi domandò una volta in camera mia, che una volta era di Elisa.. << io.. Si ci stavo pensando.. E che ho paura, ho maledettamente paura per Beatrice.. Non conosci Danilo farebbe di tutto pur di rovinare la vita delle persone.. C‘è già riuscito uno volta >> dissi abbassando lo sguardo e sedendomi sul letto << ma questa volta è diverso….. Non sei sola.. Affronteremo la cosa insieme.. Io non ti lascio sola >> disse affiancandomi e stringendomi a lui << grazie.. Di stasera, di tutto quello che fai per noi, di esserci sempre >> dissi prima di sbadigliare << sei stanca, dovresti dormire >> disse togliendomi i capelli dal viso << si hai ragione.. >> dissi alzandomi << ok, cambiati e poi ti vengo a dare la buonanotte >> mi disse uscendo dalla camera.. Leggermente scombussolata mi cambiai per la notte e dopo pochi minuti tornò anche Andrea e arrossii all’istante vedendo com’era vestito.. O meglio svestito! Anche lui mi guardava leggermente ammaliato e solo allora ricordai che per dormire, in genere, usavo un mini pantaloncino e una maglia abbinatati.. Mi sentii ancora di più in imbarazzo e sentivo il mio cuore battere all’impazzata..
<< bhè.. Aa-allora buonanotte >> sussurrai abbassando la testa, poi lo sentii avvicinarci e il calore del suo corpo vicino al mio.. Mi alzò delicato il viso << ti imbarazza vedermi così, non è vero? >> disse sorridendo di sbiego, facendomi arrossire ancora di più << ii-io no.. E che >> sbiascicai.. Mi sembravo una scema, cavolo era normale sentirsi attratti fisicamente alla persona che si ama!! << non sentirti in imbarazzo.. È normale sentirsi attratti fisicamente ad una persona >> ecco appunto, ma mi leggeva nel pensiero!? << si lo so.. E che non ti avevo mai visto così.. Svestito >> dissi e il rosso acceso tornò sulle mie guance.. Ma che mi era venuto in mente di dire, ero diventata scema? No era solo la sua presenza ad annullare le mie facoltà mentali!
<< perdonami, se ti da fastidio la prossima volta mi ricorderò di coprirmi >> << no! >> esclamai troppo velocemente e intensamente, cavolo! << volevo dire, non mi da fastidio.. Non puoi cambiare le tue abitudini per me.. Mi ci abituerò.. Primo o poi! >> dissi respirando a fatica e lui sorrise << mi piaci quando arrossisci.. Ti si illumina il viso e i tuoi bellissimi occhi verdi risaltano ancora di più.. >> disse accarezzandomi una guancia, lasciando su di essa una scia di fuoco che attraversò tutto il mio corpo.. Stavo andando a fuoco e solo allora capii che provavo un certo desiderio verso di lui.
A poco a poco annullò le distanze tra i nostri visi e mi baciò delicatamente.. Piano il bacio iniziò ad essere più intenso e non sapevo come mi ritrovai sdraiata sul letto con lui sopra di me,ma stranamente non mi pesava.. Era tutto, come dire.. Naturale.
Ma poi mi ritornò in mente l’incontro della sera, il fatto che i suoi genitori dormivano poco distante da noi e lo stomaco si strinse in una morsa.. mi staccai da lui << scusa è che.. >> dissi << non devi scusarti, lo dovrei fare io….. Sono stato un po’ irruento.. Ma ti giurò che non avrei fatto niente che tu non volessi.. >> disse staccandosi da me << ci sono i tuoi genitori di la..e poi credo che sia ancora troppo presto >> ammisi << hai ragione.. Credo che sia meglio che torni in camera così puoi dormire >> disse facendo per alzarsi, ma lo bloccai dalla maglietta << dormi con me stanotte.. >> sussurrai e lui mi sorrise dolcemente.
Dopo pochi minuti ci ritrovammo sotto le coperte, stretti l’una all’altro e stranamente a mio agio.

 

 

 

abiti giulia

 

 

Danilo     Danilo e Serena

 

 

    Il Teatro  

 

http://www.youtube.com/watch?v=vCVY9Ev-FSY&feature=related   video tratto dalla "Bella addormentata"

 

il pigiama di Giulia e quello di Andrea

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Capitolo 16
*** Cap. 16 ***


Cap.16

 
Dopo quella sera, passarono tre lunghi mesi in cui successero alcune cose, sia piacevoli che non… Per prima cosa, il giorno di Pasqua, Luca ed Elisa ci annunciarono che sarebbero diventati presto genitori, gioia per le nostre orecchie, soprattutto per me.. ero felicissima per mio fratello, finalmente anche lui aveva ritrovato la felicità. Come sempre, però, i momenti belli vengono interrotti da qualcosa o qualcuno di sgradito. Quel qualcuno era il mio peggior incubo.. Quello stesso giorno bussò alla nostra porta Danilo e ci rovinò la bellissima giornata. Ma alla fine tutto andò per il meglio, visto che fu chiamata la polizia e Danilo fu arrestato per tutti i crimini commessi in quegli anni: infatti non stava facendo un semplice viaggio per tutta Italia, bensì stava scappando e con lui anche Serena. Ora non potevo che essere felice e tranquilla, soprattutto per il mio piccolo angioletto…

Cosi era arrivato Giugno e con esso un giorno importante..
<< pronto? >> rispose la mia amica dall’altro capo del telefono << Ily sono Giulia.. >> risposi << ehi, tesoro.. che succede?? tutto bene? >> mi chiese sospettosa.. era normale visto che l’avevo chiamata alle otto di mattina, con la voce leggermente ansiosa.. << oh no.. cioè si.. ecco vedi, in pratica.. >> balbettai e la sentii sghignazzare << ehi ehi.. calma, respira e poi parla.. >> mi disse e ascoltai il suo consiglio.. << vedi io ho bisogno del tuo aiuto urgentemente.. >> dissi << per cosa? >> domandò curiosa << io.. non ho comprato il regalo per Andrea.. me ne sono praticamente dimenticata e oggi è il suo compleanno e non so proprio cosa fare.. >> spiegai << okok.. non aggiungere altro.. fra mezz’ora ti vengo a prendere >> disse << grazie grazie grazie.. >> le risposi << sisi.. lo so senza di me non sapresti cosa fare.. >> mi prese in giro e poi con un ciao si congedò. Così mi andai subito a preparare e un quarto d’ora dopo fui già pronta..
<< mamy dove stai andando? >> mi chiese il mio angioletto appena mi vide comparire in soggiorno << ehm io sto uscendo con la zia Ilaria.. dobbiamo fare una cosa >> le dissi cercando di guardare lei e non Andrea che sicuramente mi stava osservando per captare qualcosa << ma, mamma.. ti sei dimenticata che avevamo la lezione oggi??? >> si lamentò lei e solo allora mi ricordai della lezione di danza.. da quando aveva visto la Bella Addormentata al teatro e saputo che anche io ballavo,  si era innamorata della danza, così il giorno dopo chiese di insegnarle a danzare, e come non potei dirle di no..  << piccola hai ragione, ma devo fare una cosa importante e non posso rimandare.. >> le dissi dispiaciuta e lei sbuffò mettendo il broncio << ehi Bea.. facciamo così.. ora la mamma esce con la zia e io e te ce ne andiamo in piscina a fare i tuffi.. quando ritorna la mamma farai danza.. ci stai? >> si intromise Andrea prendendola in braccio e a sentire il nome piscina si illuminò.. << ok.. però mamma mi prometti che non farai tanto tardi? >> mi chiese guardandomi dritta negli occhi e come sempre mi sciolsi << te lo prometti.. sarò veloce come un lampo e non ti accorgerai nemmeno che sono andata via per quanto sarò veloce >> le risposi posandole un delicato bacio sulla fronte. Poi sentimmo un clacson suonare e di sicuro era Ilaria.. << ok, io devo andare.. ritorno presto, e fai la brava Bea.. >> dissi e prima di uscire diedi un bacio sia a mia figlia che ad Andrea, ringraziandolo a bassa voce.. era veramente un angelo!!
<< lo sai che quando mi sposerò tu mi farai da testimone.. verò?? >> dissi alla mia amica appena entrai in macchina, e lei si mise a ridere << attenta.. potrei anche farci un pensierino.. >> disse lei guardandomi di sottecchi << si, ma magari fra qualche annetto… casomai! >> esclamai io << tutto può succedere, Giulietta.. potresti anche ricrederti >> mi disse lei, intanto mise in moto la macchina. Ilaria era veramente una forza, non solo aspettava un bambino, ma l’avrebbe potuto sfornare anche in qualsiasi momento, e lei sarebbe stata comunque traquilla.. ormai a breve avremmo conosciuto il piccolo Stefano. In cinque minuti arrivammo al centro commerciale, e siccome era sabato, il parcheggio era stracolmo di macchine.. uff, per questo motivo odio fare shopping!! Per fortuna riuscimmo a trovare subito un posto << ok.. hai almeno una vaga idea di cosa gli vuoi regalare?? >> mi domandò Ilaria << ehm, no.. >> risposi << bene.. allora fammi pensare >> disse e si mise una mano sotto il mento << per iniziare possiamo vedere qualcosa di vestiario.. giusto per farci un idea >> disse e iniziò a camminare come se non avesse almeno tre chili in più addosso. << E’ così tanto difficile trovare il ragalo perfetto!! >> esclamai sconsolata accasciandomi su una panchina << non è importante il ragalo in se, conta di più il pensiero con cui lo fai.. rifletti bene: c’è qualcosa che potrebbe far capire ad Andrea che a lui ci tieni, che lo ami? >> mi domandò Ilaria seria e fu proprio in quel momento che lo vidi, proprio di fronte a me, che mi attirava come non mai.. era perfetto!! Così senza capire come mi ritrovai nel piccolo negozietto a comprarlo, con il cuore che esultava di gioia.
<< grazie per avermi aiutata.. non so cosa avrei fatto senza di te >> dissi una volta giunte davanti casa << oh, lascia stare.. sei la mia migliore amica e l’ho fatto con.. ahi, che male! >> disse e quando si lamentò si accarezzò delicatamente la pancia << stai bene? >> le chiesi << oh.. si si, tutto bene.. ultimamente si muove spesso.. e fa leggermente più male >> mi spiegò << bhe è anche normale.. questo è il chiaro segno che vuole uscire e credo proprio che lo farà presto.. ora vai a casa e riposati, ci vediamo stasera >> le dissi schioccandole un bacio sulla guancia, prima di scendere dalla macchina.. Quando entrai in casa, sentii stranamente silenzio e due erano i casi: o non c’era nessuno o Bea dormiva. Invece dovetti ricredermi in fretta visto che sentii la sonora risata di mia figlia provenire dall’altro lato della casa: erano ancora in piscina! Andai subito in camera per posare la mia roba e nascondere il ragalo di Andrea e poi il più silenziosamente possibile mi recai in piscina.. gia immaginavo Bea tutta raggrinzita per via dell’acqua << vi mancano le pinne e potrete fare concorrenza alle papere.. >> esclamai entrando nella stanza << mamma! >> urlò Bea vedendomi e cercando di nuotare verso di me dentro la sua ciambellina di Winnie the Pooh << sei tornata… >> << come ti avevo promesso, piccola.. >> le dissi piegandomi sulle ginocchia per accarezzarle il viso << da quando sei in ammollo, Bea? >> le domandai prendendole le mani e vedendo che i polpastrelli erano tutti ammollati << poco poco.. >> disse lei facendo la faccia da finto angioletto << si, e io dovrei crederti?!? >> risposi e lei corrugando la fronte si girò verso Andrea, che nel frattempo si era avvicinato << papy, diglielo anche tu alla mamma che è da poco che stiamo in acqua.. >> disse con la vocina piccolina e lo sguardo da cucciola.. ancora mi veniva la pelle d’oca quando chiamava Andrea con l’appellativo di “papà”. Sapevo che lei ci teneva tanto ad avere un papà e quella figura l’aveva trovata in Andrea, cosa per me molto positiva, perché non poteva scegliere persona migliore; dal canto suo, Andrea, aveva accettato benissimo la cosa, e ancora gli si illuminavano gli occhi quando la sentiva chiamare papà, come la prima volta.. << si, bhè.. Bea ha ragione è da poco che siamo in acqua >> disse lui trovando le parole giuste per mentire, ma conoscevo fin troppo bene tutti e due << si, vi conosco bene e non mi fregate.. quindi fuori dall’acqua, subito! >> dissi autoritaria << ma mammaaaaaaaaa.. >> si lamentò Bea << niente lamentele, Bea.. stare troppo nell’acqua non fa bene >> le risposi rimettendomi in piedi << deve decidere papà.. è il giorno del suo compleanno >> disse lei incrociando le braccia.. ma che furbona!! Guardai Andrea e lo vidi trattenere le risate << dai papy.. devi decidere >> lo incitò la peste. Prima di rispondere il mio ragazzo mi guardò e lo trafissi con lo sguardo << Bea, mi dispiace, ma la mamma ha ragione.. è troppo tempo che stiamo in acqua.. >> rispose Andrea e Bea abbassò la testa dispiaciuta << Bea, amore.. non fare così.. se esci possiamo fare la lezione di danza >> le dissi e lei alzò di scatto la testa << dici sul serio? >> chiese << te l’avevo promesso o sbaglio?? >> le risposi sorridendole e lei senza neanche rispondere allungò le braccia verso di me, e io capendo il suo gesto, presi l’asciugamano e la presi in braccio.
Dopo la lezione di danza, dove ci divertimmo tantissimo, visto che Andrea provò ad immedesimarsi in un ballerino di danza classica, pranzammo tranquillamente e poi iniziammo a pensare e a darci da fare per la festa. Ormai si erano fatte le otto e prontissima mi recai in salotto dove c’era quasi tutta la famiglia, mancava solo Andrea che apparì subito dopo di me << oh bene ci siamo tutti.. ora possiamo andare >> disse Fabrizio e infatti cinque minuti dopo mi ritrovai nella fantastica macchina di Andrea. Arrivammo davanti un bellissimo ristorante, dove gia ci aspettavano mio fratello ed Elisa, Ilaria e Marco, e Maura e Giovanni. Poco prima di scendere dalla macchina mi girai verso Andrea e lo trovai perso nella sua mente << ehi tutto bene? >> chiesi e gli accarezzai dolcemente una mano << Eh? Oh, si.. si tutto bene >> e accennò un sorriso che non mi convinse molto, poi aprì lo sportello e scese dalla macchina.. Mantenne quel comportamento leggermente distaccato e nervoso per tutta la serata, forse si era dispiaciuto che ancora non gli davo il mio regalo, ma avevo deciso di darglielo quando saremmo stati noi due soli, senza nessuno. Anche le sorelle si accorsero del suo starno comportamento, ma non si preoccuparono più di tanto e qualche volta gli lanciavano dei sorrisi rassicuranti.. ma che avevano?!?!
La cena passò normalmente e tranquillamente, con qualche battuta qua e la, risate e prese in giro ad Ilaria per via del grosso pancione che si ritrovava. Poi quando ormai si era fatto tardi e Bea ormai dormiva sulle gambe di Andrea, decidemmo di tornare a casa. Ma Andrea mi stupì: diede Bea in braccio al padre e poi sussurrò qualcosa ai genitori che a loro volta sorrisero.. ma che stava facendo? Poi salutò anche gli altri e si avvicinò a me e all’orecchio mi sussurrò << vieni con me >> e strinse la mia mano tra la sua. Mi girai verso gli altri che ci guardavano sorridenti, mi incoraggiarono a seguirlo.. << dove mi stai portando? >> domandai leggermente stupita << fra poco lo scoprirai.. ti fidi di me? >> mi chiese guardandomi negli occhi << si.. si certo che mi fido di te, più di qualunque altra persona.. >> risposi sincera e lui accennò il sorriso che tanto mi piaceva anche se era leggermente nervoso.. volevo capire cosa lo innervosiva così tanto, ma non volevo sembrare troppo invadente, se lui avrebbe voluto me lo avrebbe detto.
Dopo un viaggio in macchina di una ventina di minuti, arrivammo al limitare di un bosco, buio e pauroso << ehm, Andrea.. cosa ci facciamo qui? >> domandai preoccupata << non ti spaventare.. hai detto che ti fidi di me.. non potri mai metterti in pericolo >> disse mentre attraversava un vialetto nascosto del bosco. Alla fine iniziai ad intravedere un leggera luce che proveniva da.. una casa?!?! Andrea parcheggio poco lontano da quast’ultima e scese dalla macchina e poi, molto galantemente, mi aprì lo sportello e mi aiutò ad uscire.. il posto era come incantato, tutto verde intorno, una luce fioca che proveniva dall’interno della casa, e il rumore leggero di << c’è un fiume? >> chiesi in un sussurrò << no è un lago artificiale.. molto simile ad una piscina, ma con acqua dolce.. vieni a vedere >> mi rispose lui trascinandomi e mi portò di fronte la casa dove si poteva veder il lago << wow..ma come? >> dissi << ho trovato questo posto tanto tempo fa.. questa casa era un rottame e al posto del lago c’era un largo foro.. poi quando ti ho incontrata mi è venuto in mente di cambiare tutto e così con l’aiuto dei miei.. eccolo qui >> mi spiegò << cosa c’entro io in tutto questo? >> domandai << mi hai fatto capire che, anche se qualcosa nel tempo cambia, molte volte in peggio.. bisogno scavare nel profondo di quella cosa per trovare la bellezza.. questo era un posto magico, ma con il tempo si era invecchiato e con i giusti mezzi sono riuscito a far ritornare quella magia, come sono riuscito a far ritornare la vera Giulia.. >> disse guardandomi negli occhi e con quella frase sentii dei brividi attraversarmi il corpo.. << e io non smetterò mai di ringraziarti per esserci riuscito >> sussurra abbracciandolo. << Dai entriamo dentro.. >> disse dopo un lungo momento fatto solo di sguardi pieni d’amore.
La casetta era, anche se molto piccola, arredata molto semplicemente e c’era tutto ciò di cui potevamo aver bisogno. Ci sedemmo sul letto, situato al centro della stanza un po’ più grande << è veramente un posto bellissimo >> esclamai e lo vidi sorridere appena, era ritornato nervoso << ehi, perché sei così nervoso? Sono giorni che lo sei a dire il vero… >> dissi accarezzandogli una mano per tranquillizzarlo << i-io devo dirti alcune cose molto importanti.. >> sussurrò e la cosa iniziò a preoccuparmi << c-che cosa devi dirmi? >> domandai tremante. Lui prese un bel respiro e poi parlò << ti sembrerà strano che io ti faccia una proposta del genere.. ma è da un po che ci penso.. >> cominciò e alla parola “proposta” mi si fermò il cuore << di- di che cosa stai parlando? >> chiesi con un filo di voce << sto dicendo che ti amo, amo tutto di te, e con tutto intendo tutto, quindi anche Bea.. io, non devi darmi una risposta stanotte, avrai tempo per pensarci.. ma vedi, io vorrei che.. >> disse ma alla fine si fermò, si alzò e aprì il cassetto del comodino vicino al letto e cacciò un foglio.. ma che? Me lo porse e lo aprii, e lessi la scritta in grande e in neretto: Richiesta di adozione particolare.. << oh mio Dio! T-tu vuoi a-adottare Bea? >> esclamai << io.. si è quello il mio intento.. sempre se a te ti va bene.. ci vuole il tuo consenso.. quello che so, però, è che voglio dare a Bea il padre che non ha mai avuto >> disse e solo in quel momento mi accorsi della vista leggermente appannata per via delle lacrime che premevano di uscire << io non.. non so che dire >> dissi guardando ancora per una volta il foglio << dimmi almeno che ci penserai.. >> disse guardandomi, rimanendo in piedi davanti a me.. mi alzai e gli accarezzai una guancia << ci penserò.. >> dissi e lui sorrise. Poi mi ricordai del suo regalo << ora tocca a me.. >> dissi e mi allontanai per prendere dalla borsa il pacchettino. << avrai pensato che mi ero scordata del tuo compleanno… ma volevo darti il mio regalo quando saremmo stati da soli.. e credo che questo sia il posto e il momento giusto >> dissi e allungai il braccio per porgerli il pacchettino << non dovevi per forza farmi un regalo.. gia è un grande regalo il fatto che tu stia con me >> disse sempre con la sua dolecezza che ogni volta mi faceva sciogliere.. << shh..aprilo e basta >> dissi posandogli l’indice sulle labbra, che baciò delicatamente facendomi arrossire.. Aprì finalmente il regalo e poi la scatolina, e per qualche secondo non parlo.. << n-non ti piace.. io volevo regalarti qualcosa che >> cercai di spiegargli ma mi bloccò << che rappresentasse noi due.. >> disse e completò la frase, dicendo le parole che stavano per uscire dalla mie labbra. << si, che rappresentasse quello che siamo.. e quello che vorrei che fossimo in futuro.. uniti e inseparabili come questi due anelli >> dissi io e lui guardandomi mi sorrise con il viso illuminato. Poi si allacciò il braccialetto al polso e dopo mi prese il viso nella sua mano << quello posso dirti, che sento in questo momento è ti amo.. >> disse in un sussurro, poi avvicinò il suo viso al mio e mi baciò… Quello fu solo l’inizio. Con quel bacio, in quel momento capii che con lui potevo lasciarmi andare, mi amava e io amavo lui e potevo e volevo fare quel passo con lui..
Il bacio si intensificò sempre di più e nel mentre lui vedendo che mi stavo lasciando andare, mi fece sdraiare sul letto con lui sopra di me che si reggeva sulle braccia per non pesarmi.. iniziò cauto ad accarezzarmi, dalla gamba sempre più su, lasciando sul mio corpo, anche se ancora coperto, una scia di fuoco. Poi si staccò per guardarmi, come se cercasse nei miei occhi qualcosa che gli impedisse di continuare, ma quella sera non avrebbe trovato altro che amore.. In un attimo mi ritrovai in intimo, leggermente imbarazzata << te l’ho mai detto che sei stupenda? >> sussurrò sulle mie labbra e poi sfiorò la punta del mio naso con il suo.. ogni movimento era calibrato e maledettamente dolce, come se volesse farmi capire che era al sicuro e non voleva farmi del male, bensì amarmi interamente. Pensai allora di fare qualcosa anche io, di cercare di essere più audace e così incominciai a sbottonargli la camicia, era fin troppo vestito.. mi lasciò fare mentre si dedicava a me lasciandomi piccoli ma bollenti baci dal collo fino alla spalla.. riuscii a levargli la camicia, ora il problema erano i pantaloni << se ti imbarazza troppo, posso farlo io.. >> mi disse leggendo nei miei occhi una leggero tentennamento.. feci segno di no con la testa mordendomi il labbro inferiore e con le mani sudate mi avvicinai ai suoi pantaloni da dove si poteva vedere un certo gonfiore.. ok posso farcela, non sarà così difficile! Mi dissi mentalmente.. alla fine ci riuscii e fu talmenteimbarazzante ciò che vidi dopo che avvampai.. era molto eccitato. << possiamo fermarci se vuoi.. non devi essere costretta >> disse << no.. io lo voglio! >> dissi sincera e il mio cuore che batteva all’impazzata ne era la prova.. lo volevo, volevo sentirmi unicamente sua, ero già sua con il cuore e con la mente ora volevo essere sua anche con il corpo e l’anima.
Il momento più bello ed emozionante fu quando diventammo un solo corpo, e fu in quel momento che mi resi conto che eravamo perfetti, gli ultimi due pezzi di un puzzle, che incastonati tra loro, formano la più bella immagine che si possa guardare.
<< ti amo.. >> sussurrai con la testa sul suo petto << Sposami! >> esclamò lui e mi irrigidii all’istante.. sto sognando vero? << che.. che c-cosa? >> balbettai alzandomi su un gomito << io.. so so cosa stai pensando..è una pazzia, siamo troppo giovani, è ancora troppo presto… ma il fatto è che io sono pazzo, sono troppo pazzo di te, ti amo da impazzire.. e farei di tutto per te, morirei per  te.. e non m’importa che sono troppo giovane, che potrei avere problemi con il lavoro, ma non mi frega.. l’unica cosa che so per certo è il mio amore per te e che voglio passare la mia intera esistenza con te.. affrontare tutto con te al mio fianco, crescere Bea con te, e chissà altri figli che Dio vorrà donarci.. io voglio unirmi con te in tutti i modi possibili e immaginabili.. >> disse con voce tremante, seduto di fronte a me, poi si allungò verso il comodino prendendo qualcosa dal cassetto.. oh mio dio! Allungò verso di me la mano e vidi ciò che aveva: una scatolina di velluto blu << Giulia Anna Serafini vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie e vivere la tua vita con me? >> disse aprendo la scatolina e solo all’ora mi resi conto di stare piangendo << i-io non s-so che dire.. >> sussurrai, cercando di asciugami gli occhi << semplicemente, si >> disse sorridendomi per tranquillizzarmi.. poi come un illuminazione, cosa avevo da perdere? Semplicemente niente, lui era tutto ciò che avevo sempre desiderato e aspettato.. << si.. si Andrea voglio passare la mia vita con te.. voglio diventare tua moglie >> risposi e lui sentendo le mie parole, mi saltò addosso iniziando a baciarmi, felice.. sapevo che avevo fatto la scelta giusta e sapevo che il mio cuore batteva solo per lui. E così con nuovi sogni e nuovi progetti, passammo la notte amandoci solo come noi sapevamo fare..  



       vestito festa Giulia

 Regalo di Andrea     Giulia & Andrea


 Anello di fidanzamento     Casetta nel bosco

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Capitolo 17
*** Cap.17 ***


Cap.17
 



A svegliarmi furono le dolci carezze di Andrea sulla mia schiena scoperta dal lenzuolo.. << buongiorno.. >> sussurrai con la voce ancora impastata dal sonno, aprendo gli occhi. << buongiorno! >> rispose lui sorridendomi teneramente << è da molto che sei sveglio? >> chiesi girandomi verso di lui << uhm, da un po’.. mi piace guardarti dormire >> disse e si avvicinò per baciarmi. Ad interromperci, come sempre, fu il suo telefono che iniziò a squillare << scusami.. >> disse prima di alzarsi dal letto e rispondere; io intanto mi misi seduta, e mentre lo guardavo fare su e giù per la stanza, tornai con la mente alla magnifica serata appena passata.. << ehi che hai? >> domandai quando ritornò di fianco a me con la faccia turbata.. << io.. Devo dirti una cosa >> disse << devo preoccuparmi?? >> chiesi e lui accennò un sorriso negando con la testa << no.. E' che vedi, ieri sera non ti ho detto tutto.. Quando ti ho chiesto di sposarmi e ti ho detto che non dobbiamo farlo subito, in realtà pensavo tutto il contrario.. Io vorrei sposarti subito, o almeno fra un paio di mesi.. >> disse e spalancai gli occhi << che cosa?.. N-non capisco.. Perché così tanta fretta?? >> chiesi leggermente sconvolta << perché ho vinto una borsa di studio a New York per due mesi.. E se tutto andrà bene potrò lavorare per una delle più importanti agenzie fotografiche d’America.. Dovrò vivere li e vorrei che tu e Bea veniste con me.. Vorrei cominciare la mia vita con te li, da marito e moglie.. >> mi spiegò e io non sapevo che dire << aspetta.. Da quanto tempo sai di questa borsa di studio? >> domandai << una settimana.. >> rispose e io mi misi in ginocchio staccandomi un po’ da lui << perché non me l’hai detto subito.. Io non >> << scusami, lo so ho sbagliato.. Ma non trovavo il momento giusto, poi ho capito che senza di te non vivrei, che senza di te non andrei da nessuna parte >> << cosa ti fa pensare che io voglia trasferirmi in America? >> domandai, alquanto sconvolta.. << lo so che ora sei arrabbiata.. Ma hai tempo per pensarci.. Hai due mesi per pensarci… >> disse lui leggermente dispiaciuto per il mio comportamento. << quando dovresti partire? >> domandai dopo un paio di secondi in silenzio, lui sospirò prima di rispondere << stanotte alle 03.00 devo essere in aereoporto… >> disse e spalancai la bocca dalla sorpresa.. Lui se ne sarebbe andato per due mesi e me lo diceva solo ora!! << e tu me lo dici, così su due piedi.. Io non riesco a rispondere alla tua domanda così, di punto in bianco.. >> dissi iniziando a camminare sopra e sotto per la stanza<< lo so.. Mi dispiace metterti in questa situazione, e credimi se ti dico che se dici di no, io resterò qui.. Perché la mia casa è dove sei tu.. >> disse raggiungendomi e prendendomi per le spalle per fermarmi. Mi alzò il viso prendendomi dolcemente sotto il mento.. << non voglio una risposta in questo momento.. Non ti ho chiesto di sposarti per questo, per l’America, ma se l’ho fatto è perché ti amo veramente.. Stavo pensando che >> disse ma a quel punto iniziò a squillare il telefono insistentemente e subito lui si fiondò a rispondere << mia madre!?! >> sussurrò sorpreso e io subito mi avvicinai a lui per sentire pensando a Beatrice. << ehi Mamma.. >> rispose lui.. Purtroppo non riuscii a sentire niente, tranne che i suoi “si” e “ok”. << che succede? >> domandai appena finì la chiamata chiudendo con un “arriviamo subito” << vestiti, dobbiamo andare in ospedale.. >> disse lui iniziando a mettere a posto << come in ospedale.. Oddio, Bea! >> esclamai << nono, Bea sta bene.. Ilaria sta per dare alla luce Stefano >> disse mentre si rivestiva.. Oh cavolo, Ilaria stava per mettere al mondo il suo bambino e noi stavamo ancora li..
In meno di dieci minuti eravamo già in macchina diretti verso l’ospedale nel silenzio più assoluto. Raggiunto l’ospedale, ci fiondammo, senza neanche chiedere alle infermiere, al reparto maternità ed entrando venni colta da un senso di calore e gioia che solo una volta avevo provato, quando cinque anni prima avevo dato alla luce al mio piccolo angioletto.
<< come sta? >> domandò subito Andrea alla madre << mammaaa.. >> urlò nello stesso istante Bea vedendoci arrivare << amore mio.. >> dissi abbracciandola, e intanto ascoltai la conversazione con Sara << ancora non sappiamo niente, sono dentro da circa mezz’ora.. >> rispose lei << e quando le si sono rotte le acque?? >> domandai intromettendomi << verso le tre stanotte, ma non ha detto niente per circa un’ora.. Menomale che Marco si è svegliato e ha trovato il letto vuoto e bagnato, sennò Ilaria sarebbe stata tranquillamente zitta fino all’ultimo momento.. >> rispose Sara con il sorriso sulle labbra. << e sai che stava facendo quando Marco si è svegliato? >> disse e io negai con la testa << stava scegliendo il vestito adatto da mettere per venire in ospedale e la tutina del piccolo.. Come se non avesse già la borsa pronta da settimane!! >> disse scuotendo la testa fintamente sconsolata << non sarevve stata Ilaria altrimenti.. È fatta così e noi tutti le vogliamo bene per questo >> dissi sorridendo.. Ilaria era unica nel suo genere, era una grande amica, figlia e sorella, ed ero felice di averla conosciuta e di essere entrata a far parte, in qualche modo, nella sua famiglia.
Ad un certo punto, vedemmo uscire dalla porta della sala parto, un Marco sconvolto e stremato ma con gli occhi illuminati e felice << ce l’abbiamo fatta.. Stefano è nato! >> sussurrò e nemmeno un secondo dopo lo circondammo per abbracciarlo e congratularci << come stanno? >> chiese la neo-nonna << stanno bene.. Stanno facendo i controlli di routine, ma penso che sia andato tutto bene.. Ilaria è leggermente stanca >> rispose lui sorridente << possiamo vederla? >> chiesi << credo che qualche minuto ve lo concederanno.. >> disse e così ci diede le spalle e aprì la porta da cui era sbucato poco prima..
La prima cosa che vedemmo fu una stanzetta, tipica di un ospedale, ma carina per gli standard normali e poco distante dall’entrata sul letto, Ilaria con la testa china su un piccolo fagottino celeste, alzò la testa e ci fece un sorriso che solo una mamma che vede per la prima volta il suo piccolino fa, il sorriso pieno d’amore.. << ciao.. >> sussurrò lei e al suono della sua voce Stefano emise un piccolo vagito, come se già sapesse che quella voce era della sua mamma e tutti la nostra attenzione venne rapita da lui. << zia Ilaria posso vedere il mio cuginetto? >> interruppe il silenzio Bea con gli occhi lucenti alzandosi sulle punte per vedere meglio, visto che il letto era troppo alto per lei. << si tesoro.. Vieni qui >> disse lei sorridendole e mia figlia mi trascinò verso il letto. Così mi sedetti al bordo del letto, vicino le gambe di Ilaria e mi misi Bea sopra le gambe così che riuscisse a vedere il cuginetto. << sembra un bambolotto.. Posso accarezzarlo?? >> disse Bea rapita e la zia le sorrise annuendo. << amore, fai piano.. Stefano è molto delicato >> le sussurrai e le presi la manina per poi posarla su quella scoperta di Stefano.. << oh mio Dio! >> esclamò Ilaria e tutti la guardammo preoccupati << amore che succede? >> si avvicinò Marco alla moglie << non chiedere a me cosa succede, ma piuttosto a loro >> e indicò me e Andrea. Solo in quel momento mi accorsi di aver usato la mano sinistro dove faceva bella mostra di se l’anello di fidanzamento << Ilaria, spiegati meglio, tesoro.. >> s’intromise la madre << fattelo spiegare da loro.. Anche perché io non so niente >> disse facendo la faccia offesa.. << Ilaria nessuno lo sapeva, a parte Luca… >> rispose Andrea e io lo guardai storto, posai Bea sul letto e mi alzai << cosa vuoi dire che mio fratello lo sapeva, prima che me lo chiedessi? >> domandai << si, scusami.. Ma dovevo farmi aiutare da qualcuno e chi meglio di tuo fratello! >> rispose lui grattandosi la nuca, imbarazzato << aiuto? Chiederti cosa? >> esclamò Sara e con lei tutti gli altri cercavano una risposta che Luca e Ilaria ormai avevano intuito << bhè, a questo punto è meglio dirvelo.. Ieri sera ho chiesto a Giulia di sposarmi, e lei ha accettato.... >> rispose Andrea e nemmeno cinque secondi dopo, ci ritrovammo tutti i nostri famigliari intorno, con Beatrice che sprizzava gioia da tutti i pori..
<< non so per quale insano motivo tu non mi hai fatto partecipe della tua idea.. Perciò, senza fare storie, io sarò la vostra personal wedding planner e non si discute >> disse alla fine Ilaria e tutti la guardammo con occhi spalancati, soprattutto me.. << ma, Ily.. Non abbiamo ancora deciso la data.. >> disse Andrea titubante, e mi fece capire che lui aveva in mente qualcosa << oh, non preoccuparti.. Quella uscirà, prima o poi… e spero per voi, prima! >> disse e poi sorrise.  << scusate l’intrusione, ma l’ora delle visite è finita.. >> s’intromise un infermiera.. E così salutammo i neo-genitori e il piccolo Stefano, che iniziò a reclamare la mamma, e poi andammo via.

<< I signori passeggeri sono pregati di dirigersi all’entrata 45.. L’aereo per New York city sta per partire.. >> la voce di una donna provenì dagli altoparlanti.. Era arrivato il momento della partenza.
<< papà, devi per forza andare via? >> chiese Bea, facendo la faccia più triste del mondo << piccola, non starò via per tanto tempo, due mesi non sono niente.. Ci sentiremo tutti i giorni e se vuoi potremmo vederci tramite web.. Che ne dici? >> rispose lui e non sapevo se stava parlando più a lei o più a me << si, però non è uguale.. E poi te ne vai per tutta l’estate, con chi imparerò a nuotare? >> ribadì lei e vidi la convinzione di Andrea vacillare per qualche momento << Bea ti prometto che al mio ritorno ti insegnerò a nuotare, ad andare in bici, tutto quello che vuoi..ma non fare quella faccia, ti prego.. >> rispose lui << uff..ok. Ma mi prometti che mi riporterai qualcosa dall’America? >> ma che ruffiana << Bea.. >> la ripresi.. << si, Bea tutto quello che ti piace.. Ora dammi un bel bacio >> disse lui e lei non se lo fece ripetere due volte, e si attaccò al suo collo stile koala.
<< mi mancherai.. >> disse poi a me in quel momento ero bloccata, non riuscivo a parlare, avevo solo in mente il fatto che lui se ne sarebbe andato e non ero certa che sarebbe tornato.. Vedendo che non rispondevo, mi diede un bacio leggero sulle labbra e sussurrò << ti amo! >> poi prese le sue cose e si diresse verso l’entrata per l’aereo..
Fu un attimo, vidi una bambina della stesa età di Bea mano nella mano con la sua mamma che aveva in braccio un’altra bambina di circa un anno e guardavano tutte da una parte.. Poi vidi i loro occhi illuminarsi e la bimba iniziare a correre e vidi che correva verso un uomo, il suo papà.. Lui l’abbracciò e poi si avvicinò alla moglie, che baciò dolcemente salutò l’altra figlia e infine vidi, una piccola luce, un flash che mi fece capire tutto..
<< Andrea aspetta.. >> urlai per farmi sentire, poco prima che oltrepassasse la zona di non ritorno.. Lui si girò e io lo raggiunsi << due mesi.. Sento che questi due mesi senza di te saranno un inferno, ma una cosa potrà alleviare il mio dolore per la tua assenza.. Dimmi che non ti scorderai della tua promessa >> dissi con le lacrime che cercavano di uscire, ma che io con forza cercavo di ritirare << non potrei mai scordarmela.. Ti amo e quello che abbiamo fatto e che ti ho detto ieri sera è tutto vero.. Ti amo e voglio che diventi mia moglie a prescindere dall’America o da altre cose.. Per questo quando fra due mesi io ritornerò, male o bene che vada la borsa di studio, in questo stesso giorno, io ti aspetterò nella piccola chiesetta vicino casa dei miei, quella che ti piace tanto, sarò con uno smoking pronto a giurare a Dio il mio amore per te… non devi rispondermi ora, spero solo che verrai quel giorno, bella più che mai, vestita di bianco, e ti posizionerai al mio fianco, dove resterai per tutta la vita.. Se non ci sarai me ne farò una ragione.. Per ora mi basta sapere che anche tu mi ami e che sogni come me questo momento >> disse e ormai le lacrime scendevano senza freni << si, si io ti amo… e ti prometto che ci sarò, perché è quello che ho sempre sognato.. Una vita con la persona che amo.. >> risposi e lui con gli occhi luminosi si avvicinò e mi baciò suggellando quella piccola promessa. << signore, non possiamo più aspettare.. >> sentimmo un hostess che ci richiamava << devo andare.. Ti amo >> disse lui staccandosi e accarezzandomi << sarò quella vestita di bianco, non dimenticartelo.. >> dissi << e io quello che ti aspetterà all’altare >> rispose prima di scomparire dietro la porta.

Ore 23:30: la sera prima del Matrimonio...

Ormai eravamo vicini al grande giorno.. 24 ore mi separavano dal rivedere Andrea e al solo pensiero che il giorno dopo l’avrei rivisto e non solo, mi sarei sposata, mi saliva un agitazione che non avevo mai posseduto, neanche prima di una saggio di danza..
Quei due mesi erano passati velocemente e mi avevo anche sfinita; non c’era giorno che Ilaria, dopo essere uscita dall’ospedale, veniva in camera mia e iniziava a parlare del matrimonio, di come sistemare i tavoli, il ricevimento eccetera eccetera… non solo, lo stress e l’ansia da matrimonio, mi facevano dormire tantissimo, ma ero ugualmente sempre stanchissima, in più, soprattutto la mattina, avevo la nausea e spesso forti giramenti di testa.. In pratica volevo che tutto questo finisse e scappare via con mio marito, lontano da tutto e tutti, ovviamente con al seguito la piccola Beatrice…
<< non riesci a dormire? >> mi sussurrò qualcuno comparendo da dietro un angolo e riconobbi la voce dolce di Sara.. Mi porse una tazza e la guardai titubante << è camomilla.. Non preoccuparti non l’ho drogata >> mi disse sedendosi al mio fianco anche lei con una tazza fumante in mano << agitata per domani? >> mi domandò << se rispondessi di no, mentirei… agitata è troppo poco per esprimere come mi sento.. Ho il cuore a mille >> risposi e la vidi sorridere << so come ci si sente.. È la sensazione più piacevole che una donna possa provare, oltre il parto.. Sentire il cuore che batte forsennato, lo stomaco chiuso e le gambe tremanti e poi quando lo vedi, li di fronte a te che ti sorride, tutto passa e capisci veramente che lui è il solo uomo che riuscirà a calmarti sempre, anche quando lui non ne è consapevole… >> disse con lo sguardo perso nei ricordi e un sorriso stampato in viso << è stato il più bel giorno della tua vita? >> le chiesi << contrario a tutte le donne che lo dicono, no.. Non è stato il più bel giorno della mia vita, non che sia stato brutto.. Per carità lo ricorderò per tutta la vita.. Ma il giorno più bello della mia vita è stato quando ho saputo di aspettare Andrea.. >> mi spiegò e rimasi colpita dalle sue parole << non capisco.. Quando hai scoperto che aspettavi Ilaria e Elisa non sei stata felice? >> chiesi << sisi, certo.. Sapere di aspettare due gemelle è stato favoloso.. Ma con Andrea è stato diverso.. Dopo la nascita delle gemelle, ho avuto dei problemi e facendo dei controlli, mi avevano detto che non potevo avere altri figli.. Non sai cosa ho passato per alcuni mesi, mi sento male al solo ricordo.. Ma comunque una mattina mi svegliai e sentii una strana sensazione, come se di li a poco avrei scoperto qualcosa di meraviglioso.. E fù così che scoprii di aspettare Andrea, il mio miracolo! >> raccontò e per l’intensità in cui raccontò la storia, mi vennero le lacrime agli occhi.. << si da quando i nostri occhi si sono incrociati, ho capito che era una ragazzo speciale… e con lui ho capito che per tutti noi c’è un destino che deve compiersi e che se fino a quando non lo conoscevo, credevo che la mia vita era finita con la sola speranza che nutrivo in mia figlia… dopo che ho conosciuto Andrea, ho visto tutto più chiaro e ho capito che forse la mia sofferenza mi è servita a maturare e a comprendere cosa vuol dire amare incondizionatamente una persona che non sia del tuo stesso sangue.. >> dissi e lei mi passò un braccio intorno alle spalle per abbracciarmi e farmi sentire quel calore di mamma che quasi non ricordavo più << e sono sicura che i tuoi genitori hanno contribuito alla tua felicità, anche senza la loro effettiva presenza.. Loro ci sono e sempre ci saranno e li potrai sentire nel tuo cuore che batte >> disse e a quel punto non potei contenere le lacrime.. << vieni qui.. >> disse e mi abbracciò << sono felice che Andrea ti abbia scelta.. Sei una ragazza fantastica, matura e responsabile.. Forte e decisa, ma anche molto sensibile.. Sei la ragazza che ho sempre desiderato per mio figlio.. E sono sicura che da domani la vostra vita cambierà, ci saranno momenti brutti e belli, ma sono sicura che sarà anche la migliore se sarete sempre insieme… >> disse mentre mi accarezzava i capelli << grazie.. Per avermi accettata nonostante la mia situazione e i miei comportamenti.. Grazie per avermi fatta sentire fin da subito parte della famiglia e grazie per tutto l’affetto che mi avete dimostrato >> dissi sincera e lei mi sorrise con gli occhi lucidi.. << ora, cerca di riposarti un po’… domani è il tuo giorno >> disse e mentre mi accarezzava dolcemente i capelli, mi lasciai andare e pian piano riuscii a prendere sonno..






 Ilaria e il piccolo Stefano



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Capitolo 18
*** Cap.18 ***


Cap.18


Ore 11:30 di mattina: mezz’ora prima del matrimonio…

Erano più di tre ore che ero seduta sulla sedia, sotto le indaffarate mani delle mie tre pazze amiche, che non mi avevano dato neanche un minuto di tregua…
<< quando avete intenzione di lasciarmi libera, fate un fischio! >> esclamai ormai allo stremo. << bene… abbiamo finito.. >> disse Ilaria guardandomi e sorridendo soddisfatta << allora… come sto? Posso guardarmi ora? >> chiesi curiosa, mi avevano assolutamente proibito di mettere uno specchio nella camera, dicendo che non dovevo guardarmi prima di aver concluso tutto.. << certo che no!!.. Manca ancora il vestito.. >> mi rispose Maura e nello stesso tempo Elisa cacciò dal mio armadio il mio vestito.. All’improvviso un conato di vomito mi sorprese e dovetti scappare in bagno << eh no… così rovinerai tutto il nostro lavoro!!! >> esclamò Ilaria venendo in mio aiuto e dandomi una sistemata << scusami.. E che sono così nervosa e non so veramente che fare >> risposi << tutto quello che devi fare è respirare profondamente e calmarti.. Devi sposarti mica andare al patibolo!! Oggi è il tuo grande giorno e nessuno e sottolineo, nessuno te lo rovinerà… stai tranquilla! >> disse lei << e se non si presenta? Se ha deciso di rimanere in America, scoprendo che li è dove vivere la sua vita? >> domandai dando voce ai pensieri che da giorni non mi davano tregua << Giù, primo Andrea non è quel tipo di ragazzo; secondo, non l’ho mai visto così innamorato e determinato a fare una cosa, cioè sposarti; e terzo, è già in chiesa che ti aspetta… >> rispose e fece il sorriso di chi la sapeva lunga, prima di tornare in camera e lasciarmi sola come una scema…
<< ora, metterai il vestito… poi ti lasceremo qualche minuto da sola, perché dobbiamo vestirci anche noi… poi potrai vederti.. Ok? >> mi spiegò Maura con già il mio vestito in mano… << ehi sei ingrassata per caso? >> mi domandò Ilaria guardandomi circospetta << eh? Che hai detto? >> dissi turbata << no è che non hai mai avuto quella pancia prima d’ora >> mi spiegò e io abbassai la testa per guardarmi.. Non aveva tutti i torti, al posta della mia pancia piatta, ora si vedeva un leggerissimo gonfiore, che non avevo mai avuto.. << oh, si hai ragione! Forse devono tornarmi o sarà per colpa di tua madre e dei suoi muffin al cioccolato.. Sono così buoni! >> dissi con occhi sognanti facendo ridere le miei amiche << sisisi.. Sogna i muffin, intanto infila il vestito o faremo tardi.. >> replicò Ilaria e in tre mi aiutarono ad infilare il mio stupendo abito..
Sola, ero rimasta sola con i miei pensieri troppo pessimisti per quel giorno tanto importante… stavo per sposarmi. Tutti potrebbero pensare, ma chi te lo fa fare, sei giovane, hai ancora tutta la vita da affrontare.. Ma era quello il problema, lo facevo per un motivo valido, amavo incondizionatamente chi stavo per sposare e volevo affrontare la mia vita con lui al mio fianco… avevo perso troppe persone a cui volevo bene e il signore mi aveva ripagato, mettendomi di fianco una persona meravigliosa con cui volevo passare la mia giovinezza e la mia vecchiaia… nulla mi avrebbe fatto cambiare idea quel giorno, neanche le mie stesse paure.
Dopo un tempo che a me parve un secolo, tornarono mie tre amiche, stupende nei loro vestiti azzurri.. Infatti per il matrimonio avevo scelto come colore il celeste, visto che era ancora estate e in qualche modo mi ricordava i miei genitori, soprattutto mia madre, a cui piaceva molto quel colore.. << bene siamo ormai pronte… >> esclamò Maura ma fummo interrotte dalla porta che si apriva e dalla voce di mia zia << no c’è ancora qualcosa che manca.. >> disse e si avvicinò a me << wow, zia.. Sei bellissima! Come stai? E Francesca? >> chiesi squadrandola da capo a piedi, di certo la gravidanza non le aveva cambiato niente .. << sto bene, e anche la piccola.. Comunque, niente in confronto a te, tesoro… sei uno splendore vestita così e sono sicura che se al mio posto ci fosse stata mia sorella, avrebbe detto e fatto la stessa cosa.. >> disse lei e tirò fuori dalla busta che aveva in mano, una scatola di medie dimensioni, che aprì rivelandomi il suo interno.. << zia, ma è.. È.. >> balbettai fissando la bellissima coroncina nella scatola << non ringraziare me.. Era di tua madre.. L’ha indossata al suo matrimonio, io l’ho solo conservata per te.. Mi ricordo che quel giorno disse che se mai avrebbe avuto una figlia, il giorno delle sue nozze, gliel’avrebbe donata.. Così, ho solo esaudito il suo sogno.. >> disse e con l’aiuto delle mie amiche, mi agganciò la coroncina sui capelli. << ora si che sei perfetta! >> sussurrò e a quel punto Ilaria mi girò e mi potei finalmente guardare allo specchio… La ragazza riflessa non potevo essere io.. Era così bella! << allora? >> chiese Elisa << io, wow… non sembro nemmeno io… a-avete fatto un lavoro grandioso ragazzo… non so come ringraziarvi.. >> dissi poi guardandole tutte e tre, sorridendo << sisi.. Okok troppe smancerie.. Non vorrai rovinare il trucco a tutte, vero? >> esclamò Ilaria uscendo fuori dalla camera. Ma tornò due secondi dopo con una bustina in mano e la madre al seguito << Giulia, sei bellissima… tesoro! >> disse venendomi ad abbracciare << grazie è tutto merito loro.. >> risposi << è la materia prima la cosa più bella… comunque prima che andiamo via, volevo darti il mio regalo >> disse Sara e Ilaria cacciò dalla busta una scatolina << da premettere che noi teniamo alle tradizioni… questi sono per te >> aggiunse porgendomi la scatolina che rivelò due bellissimi orecchini di diamanti con al centro incastonato uno zaffiro blu << sono bellissimi… grazie, ma non dovevi.. >> dissi << oh, è veramente una sciocchezza… dai su mettili! >> rispose lei raggiante e le diedi ascolto. << bene.. Hai una cosa regalata, qualcosa di blu, ora manca qualcosa di prestato.. >> disse Ilaria e in un secondo mi ritrovai una cosa morbida in faccia.. Oh no!! << non fare tanto la pudica, che arrossisce… le tradizioni sono le tradizioni e tu metterai quella… poi però la rivoglio!! >> disse Ilaria e in meno di cinque secondi mi aiutò ad infilare la giarrettiera… << bene, ci siamo… credo che abbiamo tutto >> disse ma non finì di parlare che << ehi, vi siete dimenticate di me, per caso? >> disse il mio inconfondibile angioletto, che in quel momento sembrava un confetto celeste << amore.. Sei bellissima con questo vestito >> le dissi abbassandomi alla sua altezza << anche tu mamma… sei strabellissima !!! >> esclamò lei prima di abbracciarmi stretta << ora che ci siamo tutti… direi che possiamo andare >> disse Ilaria, o meglio il mio personal wedding planner, come si era auto definita sin dall’inizio… In quel momento mi resi conto che stavo andando incontro al mio destino…


Ore 12:10 di mattina: il Matrimonio…

Arrivati alla piazza davanti la Cattedrale di San Lorenzo, ad aiutarmi a scendere dalla macchina, ci trovai mio Fratello Luca, vestito di tutto punto.. << sei meravigliosa, sorellina! >> esclamò lui stringendomi la mano… come si poteva immaginare, avevo scelto lui come accompagnatore fino all’altare, l’unico che mi era rimasto che rappresentasse la mia famiglia, che quel giorno mi mancava ancora di più di tutti gli altri giorni… come ogni bambina, sin da piccola avevo sognato quel giorno, e vedevo sempre al mio fianco il mio bellissimo papà, che con i suoi occhi azzurri mi trasmetteva tranquillità.. Invece, quel sogno non si era avverato, ma sentivo comunque la loro presenza al mio fianco.
<< credo che la sposa si sia fatta attendere abbastanza.. C’è una persona che non vede l’ora di vederti… sono stato ore a sentire i suoi castelli, ora non ce la faccio più >> disse Luca facendomi sorridere e alleviare per qualche secondo tutta la tensione che in un momento si era impadronita di me..
<< dici che ce la farò?? >> sussurrai mentre salivamo le poche scalette che portavano dinanzi al portone d’ingresso << si che ce la farai… ce l’hai sempre fatta.. o non saresti la mia piccola Lily >> disse sorridendo,quel sorriso così simile a quello della mamma. << mi aiuterai se dovessi scivolare o inciampare, vero? >> bisbigliai con la gola secca, ormai eravamo entrati e iniziai a sentire il suono della marcia nuziale di Mendelssohn, sprigionarsi in tutta la chiesa.. Oh mio Dio! << stai tranquilla.. Non cadrai, al massimo dopo ti scorderai qualche parola >> rispose Luca, prendendomi in giro e io in risposta gli tirai un pizzicotto sulla mano.
Intanto le mie due damigelle e testimoni, Maura e Ilaria, iniziarono a camminare, seguite da Beatrice che aveva il compito di lanciare petali di rosa bianca, a terra.. Dieci passi dopo anche io e mio fratello iniziammo a camminare seguendo il ritmo della marcia.. Sentivo gli occhi di tutti i presenti, puntati addosso, che alzarono ancora di più la mia agitazione. 30 passi dopo, finalmente incrociai lo sguardo che più avevo desiderato e sognato.. In risposta lui mi fece un sorriso degno di un angelo del Paradiso. Poi, non sapevo come, mi ritrovai con la mia mano intrecciata alla sua, inconfondibile era la scarica elettrica che annunciava il suo tocco.
Per tutta la cerimonia non feci altro che guardarlo, ammirarlo, era bellissimo nel suo smoking nero… e alla fine riuscii a sentire solo le due parole, per tanto attese, del prete << io vi dichiaro marito e moglie… puoi baciare la sposa! >> e senza farcelo ripetere un’altra volta, le nostre labbra si ritrovarono, per troppo tempo erano state separate e mi sentii finalmente a casa.. << ce l’abbiamo fatta.. Ti amo! >> sussurrò Andrea poggiando la sua fronte alla mia e sorridendo << si ce l’abbiamo.. >> dissi ma non riuscii a concludere che in un attimo sentii mancarmi il respiro e le forze venire meno..

Ore 14:00 del primo pomeriggio: dopo la cerimonia…

Non sapevo il perché, ma sotto la mia schiena sentivo qualcosa di morbido, molto simile ad un letto.. Il mio letto!
Mi sentivo frastornata, e non sapevo se quello che avevo nella mente era sogno o realtà..
Lentamente iniziai a muovermi e iniziai a sentire dei piccoli rumori vicino a me.. Per ultimo aprii gli occhi, e piano misi a fuoco dove mi trovavo.. Ero in camera mia, ma non ricordavo come ci ero arrivata.
<< Giulia… >> sussurrò qualcuno al mio fianco e riconobbi la voce di Andrea << che cosa è successo? >> chiesi con voce lieve; lui abbassò lo sguardo prima di rispondermi, e nell’attesa guardai com’era vestito.. Allora non avevo sognato, ci eravamo sposati! A confermarmelo fu la fede d’oro bianco che toccai con il pollice della mano sinistra.. << hai avuto un abbassamento di pressione dovuto allo stress, alla troppa emozione e … perché non me lo hai detto? >> mi spiegò e non capii la sua domanda << non ti ho detto cosa? Che ero un po’ stressata ed emozionata per il matrimonio… >> dissi e lui si mise seduto dandomi le spalle.. Ma che aveva? << Andrea, cosa c’è che non va… non ti ho detto cosa, io non capisco.. >> dissi alzandomi un po’, e notai che non portavo più il vestito da sposa0, ma una vestaglia .. << che sei incinta! >> esclamò lui.. Paralisi! Non riuscivo a muovere un muscolo, avevo solo quella piccola parola che mi rimbombava nella mente… << I-io co-cosa? >> balbettai in un sussurro e mettendomi seduta in un secondo; lui alzò la testa e mi guardò, rendendosi conto dello sbalordimento e sorpresa che trasparivano dai miei occhi.. << tu.. Tu non sapevi niente! >> esclamò e io scossi la testa in segno di diniego… << sei sicuro che io sia.. >> dissi non completando la frase << si, cioè.. Appena sei svenuta siamo subito corsi qui a casa, poi mio padre ti ha visitata e la tua pressione era troppo alta rispetto al normale e quando ti ha scoperta per controllarti il respiro si è accorto della tua pancia e da medico ha notato che non era molto normale per una ragazza sempre magra, allora con lo stetoscopio ha sentito un leggero battito… ha detto che non ne è certo, solo tu puoi saperlo.. >> mi spiegò e io iniziai a pensare… ripercorsi gli ultimi mesi e mi ricordai che in due mesi non avevo avuto il ciclo.. Poi mi tornò alla mente che quella mattina, appena sveglia, corsi subito al bagno a rimettere, cosa che facevo da un po’ di tempo, gli improvvisi giramenti di testa e cambiamenti di umore, tutti sintomi che avevo già provato cinque anni prima. << io sono incinta.. >> sussurrai e lui si rigirò a guardarmi << tu ne si sicura? >> chiese << al cento per cento no.. Però ho collegato i sintomi e >> dissi ma lui mi bloccò << quali sintomi? >> domandò preoccupato << io.. Da circa un mesetto, la mattina ho avuto spesso la nausea, giramenti di testa.. E solo ora mi sono ricordata che da luglio che non ho avuto il ciclo.. Tutti questi sintomi gli ho provati quando aspettavo Bea e solo ora capisco che potrei essere.. >> << incinta! >> concluse lui e guardandolo notai i suoi occhi illuminarsi.. << io so che non l’avevamo programmato e che ora è troppo presto.. Io non so che fare..sei appena tornato dall’America, non so nemmeno come è andata, e si è messa in mezzo questa cosa.. Siamo sposati da quanto un ora, e già un bambino… non abbiamo nemmeno un casa..non avevamo parlato di figli, non so nemmeno se tu ne vuoi.. >> iniziai a blaterare frasi sconnesse, camminando su e giù per la stanza, quando Andrea mi bloccò per le braccia << calmati ok.. Lo so che non era in programma, ma sai che ti dico, non m’importa.. Tutte le cose belle nascono dalle situazioni non programmate; quella notte non avevamo programmato niente è successo e basta.. Non abbiamo nessuna colpa se non quella di amarci.. E questa è l’ennesima prova del nostro amore >> disse e con l’ultima frase posò delicatamente la sua mano sulla mia pancia, facendomi commuovere << quindi lo vuoi? >> domandai incerta, io sapevo già che amavo ciò che portavo in grembo << non dovresti nemmeno chiederlo.. Non aspettavo altro che questo momento, sapere che la donna che amo, mia moglie, aspetta mio figlio e qualcosa di indescrivibile… certo che lo voglio! >> mi rispose lui facendo il sorriso che tanto amavo << come farai con l’America… ancora non mi hai detto niente di come è andata >> dissi e lui si sedette portandomi con se << lo stage è andato benissimo, fin troppo direi… prima di ripartire mi hanno offerto di lavorare come apprendista di un grande fotografo americano.. >> mi raccontò << e tu cosa hai risposto? >> chiesi << ho chiesto un po’ di tempo… ho spiegato loro che dovevo sposarmi e che non avrei preso una decisione finale se non prima di aver parlato con mia moglie.. >> rispose e mi girai di scatto verso di lui << sai che non puoi chiedermelo.. Non posso decidere per te, è il tuo sogno, il tuo lavoro.. Io posso solo accettare la tua decisione, l’importante è che staremo insieme.. >> replicai << tanto ho già deciso cosa farò.. Non importa ciò che dirai.. Ma ancora prima che sapessi che presto avremo un bambino, avevo deciso di negare l’offerta.. La mia casa, la nostra casa è qui, a Perugia, dove tutto è cominciato; questi due mesi lontano mi hanno fatto capire ho bisogno di stare qui… >> mi rispose e ancora prima che potessi formulare una risposta ecco che qualcun bussò alla porta; dopo il nostro consenso fece capolino Ilaria << oh, Giulia… menomale ti sei svegliata.. eravamo tutti preoccupati.. Come ti senti? >> parlò a macchinetta avvicinandosi << sto bene, ora, grazie… >> risposi << papà ha detto che hai avuto solo un mancamento, ma nulla di allarmante… >> spiegò lei e ringraziai il mio neo-suocero di non aver detto nulla a nessuno.. Guardai Andrea e vidi nei suoi occhi lo stesso mio pensiero << oh, si.. Non preoccuparti era solo un mancamento dovuto allo stress >> dissi mentendo, avremmo dato la notizia a tutti più tardi << e credo che ora sia meglio tornare ai festeggiamenti.. Abbiamo fatto aspettare fin troppo gli invitati >> continuai << sei sicura? Se non ti senti li mandiamo tutti via >> disse Ilaria << nono.. Sto bene, e abbiamo un ricevimento da iniziare, anche se in un terribile ritardo.. >> dissi e sorrisi sincera << bene, solo che c’è un piccolo problema.. Il vestito si è strappato quando ti stavano trasportando in macchina.. Mi dispiace! >> mi spiegò Ilaria << ah!.. Cavoli mi piaceva così tanto quel vestito.. Comunque non fa niente ho qualcosa che posso mettere per l’occasione!! >> dissi e mi diressi verso l’armadio, e alla fine cacciai fuori un grosso scatolone << io vi aspetto fuori… intanto avviso gli altri che stai bene >> disse Andrea e io gli sorrisi come consenso..
<< wow, Giulia.. Ma è stupendo! >> esclamò la mia amica quando vide ciò che teneva nascosto la scatola << è di mia madre.. Il suo vestito da sposa… voleva un vestito lungo ma a causa del pancione ha optato per qualcosa di più pratico.. Aspettava giù Luca quando si è sposata.. Poi quando è successo tutto, rovistando in garage della mia vecchia casa ho trovato questo scatolone e ho visto questa meraviglia.. Volevo qualcosa che la ricordasse e così l’ho portata qui, quando ci siamo trasferite.. >> raccontai << e perché non hai deciso di metterlo? >> << perché non volevo rovinarlo.. L’ho sempre visto come qualcosa d’ intoccabile, solo da guardare... >> risposi accarezzando il soffice tessuto del vestito << sono sicura che non lo rovinerai, e poi so che ti starà divinamente.. Quindi, dai mettilo!! >> disse lei entusiasta e alla fine mi convinsi a metterlo.. Ero sicura che a mia madre avrebbe fatto solo piacere che io indossassi il suo vestito da sposa ..
<< wow, assomigli così tanto a tua madre.. >> disse Ilaria quando finì di aggiustarmi e guardandomi allo specchio, mi resi conto che aveva ragione, le assomigliavo molto, soprattutto adesso.. << grazie… ok, ora credo che possiamo andare >> dissi e sicura mi diressi alla porta accompagnata dalla mia amica.
Quando arrivai in giardino, dove era stato allestito il ricevimento, tutti si girarono a guardarmi.. Il primo a raggiungermi fu mio fratello, e in seguito tutti gli altri, per chiedermi come stavo.. Prima che scoppiassi per le mille domande, arrivò in mio aiuto, mio marito… era ancora così strano pensarlo con quel termine… che cercò di placare la gente << scusate, fatela respirare… >> urlò e mi trascinò via dalla calca.. << mammaaa… >> sentii la voce di Bea, che mi raggiunse dopo pochi secondi, correndo << stai bene? Il nonno ha detto che non ti sei sentita bene… >> disse << si, sto bene, piccola… non è successo niente, anzi ora sto più che bene… vieni con me e papà che dobbiamo dire una cosa a tutti >> risposi e presi per mano sia Andrea che mia figlia. Raggiungemmo la zona musica dove c’era un microfono e lo presi << per prima cosa volevo scusarmi con tutti voi per il piccolo inconveniente che ha fatto ritardare il ricevimento… scusatemi davvero, non era mia intenzione.. Secondo, volevo farvi sapere che sto bene, anzi stiamo bene.. >> dissi e si iniziarono a sollevare dei mormorii << perché stiamo? >> chiese Maura, la solita curiosa.. << perché, io e Andrea abbiamo appena saputo che la causa del mio malore è stato causato, non perché io stia veramente male, ma perché a quanto pare fra qualche mese vedremo un altro piccolo Ferrari girare per questa casa.. >> spiegai e tutti mi guardarono sorpresi << st-stai dicendo ch-che sei incinta? altro che stress.. >> domandò Ilaria balbettando e un sorriso mi nacque spontaneo sul viso << si, sono incinta e presto io e Andrea avremo un bambino o una bambina.. >> risposi…
Morale della favola? Mi ritrovai non sapevo quante persone, intorno che si congratulavano per la bella notizia… quando riuscii a liberarmi vidi Beatrice con le braccia conserte che mi guardava, con la faccia che faceva di solito quando stava li li per mettersi a piangere.. Oh oh!! Mi avvicinai a lei, ma lei si girò e si allontanò, andandosi a sedere su una sedia un po’ isolata.. << ehi Giù che succede? >> mi domandò Andrea vedendomi in difficoltà e io indicai Bea << ah! Ho capito quale sia il problema… gelosia! Non preoccuparti, parlandoci le passerà.. >> disse consolandomi e prendendomi per mano.. Perché lui sapeva sempre cosa fare e io ero sempre la solita imbecille?! << Bea.. >> la chiamò lui ma lei non si mosse, ne ci rispose.. Lui ci riprovò mettendosi inginocchiato davanti a lei << Bea, piccola… ascoltami non devi essere triste.. Nn sei contenta che presto avrai un fratellino o una sorellina con cui giocare? >> le chiese e lei negò con la testa << amore, perché dici di no? >> mi intromisi io e a quel punto mi guardò corrugando le sopracciglia << perché poi voi non mi volete più bene e Andrea non sarà più il mio vero papà >> esclamò lei e a quel punto le uscì qualche lacrima << nono, Bea che dici… noi ti ameremo sempre, io ti amerò sempre perché sei il mio angelo… grazie a te sono riuscita a tornare quella di prima… e poi sai che Andrea ti considera una figlia e da oggi lo sarai per davvero, lui è il tuo papà e lo sarà per sempre… >> le dissi e sembrò calmarsi << davvero? >> domandò lei << verissimo, Bea quando nascerà questo bambino dovrà avere alcune attenzioni in più rispetto a te, ma solo perché tu ormai sei grande e il tuo fratellino sarà troppo piccolo per fare le cose da solo, ma ti prometto che ti vorrò bene ad ogni modo e sono sicura che quando nascerà mi aiuterai a crescerlo come farebbe una brava mammina.. >> le spiegai e lei si asciugò le guance << però voglio una sorellina, così posso giocare con lei con le bambole >> disse e si buttò fra le miei braccia << vedrò cosa posso fare.. Ma Bea non posso deciderlo io se sarà una femmina o un maschio… >> dissi sorridendo e lei alzò la testa << perché non puoi decidere tu? >> chiese << perché così è la natura… dovremmo accettare quello che verrà ok? >> dissi ma non mi parve convinta << ok, va bene anche un maschietto.. Basta che ci potrò giocare >> disse e cosi con un sorriso corse via.. << visto.. È tornato tutto a posto.. Che ti avevo detto?? >> disse lui abbraccinadomi e poi mi baciò.. Eh si, per fortuna era tornato tutto a posto; dopo quel piccolo episodio portammo la nostra attenzione sul festeggiamento del nostro matrimonio, che alla fine riuscì per il meglio, come avevo sperato…







 il vestito da sposa di Giulia  scarpe  capelli  coroncina  orecchini regalati da Sara  giarrettiera di Ilaria


 vestitino di Beatrice  vestito Ilaria  vestito Maura

 vestito Elisa  zia Elena e Francesca
 Sara     il vestito da sposa della mamma di Giulia




 

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Capitolo 19
*** Cap.19 ***


Cap.19
 



Dal matrimonio erano passati due mesi, ed ero entrata al quarto mese di gravidanza, precisamente 16 settimane erano passate dal concepimento, e tutto andava meravigliosamente.. Nausea a parte!
La mattina dopo il matrimonio, Andrea mi fece una bellissima sorpresa: mi fece vestire, mi fece salire in macchina e poi mi bendò… Sapevo che aveva architettato qualcosa e così stetti buona buona per tutto il viaggio, che poi non durò nemmeno cinque minuti.. Alla fine, la sorpresa si rivelò essere una favolosa casa in legno bianco, a due piani, con un bel giardino intorno, contornato da altissimi alberi.. In pratica era il sogno di ogni ragazza!!
Da più di un mese, vivevamo nella nostra casa, arredata tutta da noi tre insieme, solo due camere erano rimaste vuote, ma una stavamo cercando di arredarla..

<< ehi, già sveglia? >> domandò Andrea entrando in cucina, vedendomi seduta al tavolo, in cui stavo dalle 7e30 di quella mattina.. << si.. Non avevo più sonno e poi dovevo preparare la colazione a Bea.. >> mentii in parte.. << già.. Oggi è il suo primo giorno di scuola materna.. Già la vedo tutta eccitata e con lo zaino in spalla che le piace tanto!! >> disse lui ridendo, prendendo il caffè e sedendosi vicino a me.. Appena sentii l’odore del caffè, feci la faccia disgustata, per via della nausea che quella mattina mi aveva svegliata << stai bene? >> mi chiese << sisi è tutto a posto.. >> risposi ma non lo convinsi << e perché la tua faccia dice esattamente l’opposto?? >> esclamò << è per via del caffè.. Il suo odore mi da un fastidio tremendo.. >> risposi e lui capì cosa intendevo, perché si alzò e si allontanò.. << ah, sai ieri sera mi è arrivata una chiamata.. Un bravo fotografo di queste parti sta cercando un assistente, e non so come è riuscito a contattarmi.. Ha chiesto di vedermi per parlare, oggi.. >> mi disse sorridente, ma io sentii un tuffo al cuore << questa mattina? >> chiesi in un sussurro << si, subito dopo che accompagniamo Bea a scuola.. >> rispose e un altro tuffo al cuore.. Se ne era dimenticato! << ah, ok… >> risposi solamente e tremante << non sei contenta? >> disse lui vedendo che non sprizzavo gioia come lui, d’altronde ero sua moglie e dovevo essere felice se riusciva a trovare lavoro nel campo che amava.. << oh, si certo che sono contenta.. È ciò che volevi no? Sono strafelice per te.. Ora però vado a svegliare la piccola sennò si fa tardi >> dissi alzandomi in piedi e prima di andarmene gli lasciai sulla guancia un piccolo bacio..
Non credevo potesse dimenticare quel giorno, era da un po’ che era stata cerchiata sul calendario quella data.. Quel giorno avremmo visto per la prima volta il nostro bambino e lui se ne era completamente dimenticato, come se non fosse importante!
Prima che potessi scoppiare in lacrime, in quel caso gli ormoni non mi aiutavano affatto, svegliai Bea, cercando di distrarmi il più possibile…
<< Bea, amore, miraccomando… fai la brava e ascolta sempre la maestra, ok? >> le dissi, era la prima volta che la lasciavo in mano a degli sconosciuti, ma dovevo farla abituare a stare da sola e sapevo che se la sarebbe cavata alla grande.. Ormai aveva cinque anni e un solo anno la separavano dalle elementari; purtroppo non avendo i soldi e la sicurezza, le avevo insegnato io qualcosina, come scrivere e leggere, ma ora aveva proprio bisogno di una struttura piena di altri bambini per imparare a socializzare..
<< si, mamma.. Non preoccuparti, farò la brava!! >> rispose lei e poi mi abbracciò forte e mi baciò e la stessa cosa fece con il papà, poi scappò nella sua classe dove iniziò a giocare..
<< puoi lasciarmi da tua madre? >> dissi una volta nella sua macchina << oh si certo.. Avete da fare? >> chiese << si, devo aiutarla a sistemare alcune cose.. >> mentii, invece dovevo chiederle se mi accompagnava in ospedale.. << va bene.. >> disse lui e poi calò il silenzio.. Non sapevo perché mi stavo comportando in quel modo, ma mi aveva ferita, dimenticandosi della visita..
<< dopo ti chiamo e ti faccio sapere come è andata con il fotografo.. >> disse una volta davanti casa dei suoi genitori << ok, va bene.. In bocca al lupo, allora! >> risposi e lo salutai con un breve bacio a stampo, poi uscii velocemente dalla macchina e attraversai quasi correndo il vialetto che portava alla porta.. Suonai due volte prima che una Sara stupita mi aprì << Giulia, ma che.. ? >> chiese ma non la feci finire di parlare << posso entrare?? >> domandai << non devi nemmeno chiedere, cara.. >> disse e si mise da un lato per farmi entrare.. Appena chiuse la porta, scoppiai in lacrime.
<< ehi Giulia, cosa è successo? Perché piangi, hai litigato con Andrea? È successo qualcosa a Bea? Al bambino? >> chiese e a tutte le domande risposi con un segno negativo con la testa << e allora, cosa c’è che non va? >> disse e intanto mi fece sedere sul divano, accarezzandomi le braccia per cercare di calmarmi << s-se n’è d-d-dimen-nticato.. >> esclamai tra le lacrime << cosa si è dimenticato? >> chiese capendo a chi mi riferivo.. << l’e-ecograf-fia >> risposi e lei spalancò per mezzo secondo gli occhi. << aspettami qui, ti vado a prendere dell’acqua.. Nel frattempo cerca di fare dei respiri profondi e pensa a calmarti, ok?? >> disse lei alzandosi e io annuii con la testa…
Non riuscivo a capire come aveva potuto dimenticarsi una cosa tanto importante, non era da lui.. << ecco bevi, ti sentirai meglio.. >> disse Sara tornando dalla cucina con un grosso bicchierone in mano << grazie >> sussurrai con voce roca.
<< come va? >> mi chiese dopo che ebbi finito di bere << meglio, grazie.. >> << senti, so che potrà sembrarti una cosa non sensata quella che sto per dirti, ma è normale che la prima ecografia l’uomo se la scordi sempre.. A me è successo per ben due volte, nonostante mio marito sia un pediatra.. È come se fosse nella loro natura dimenticare le cose importanti e poi arrivare sempre poco prima che il piccolo faccia la sua apparizione sul piccolo schermo… ma in quel momento ti scorderai del suo piccolo errore, perché sarai totalmente presa da ciò che hai appena visto… e lo so che tu hai già provato questa sensazione, ma quando ti ritrovi al tuo fianco la persona con cui hai creato quella piccola meraviglia, ti assicuro che è tutto un’altra cosa… quindi, ora basta piangere, ti rovini il viso così.. E andiamo a fare questa visita, che voglio sapere se avrò un altro nipotino o una nipotina… e spero vivamente la seconda!! >> disse lei e le sue parole riuscirono a calmarmi e a farmi trovare un barlume di speranza..
Così una decina di minuti dopo ci ritrovammo nel corridoio del reparto ginecologia dell’ospedale, dove qualche mese prima stavamo aspettando la nascita di Stefano e meno di due mesi prima era nato il mio nipotino << a che ora hai la visita? >> mi domandò mia suocera vedendo che eravamo le uniche nella sala d’attesa << 10.30... Fra cinque minuti credo >> risposi leggermente irrequieta << calma.. Arriverà, te lo assicuro! >> disse lei vedendo che muovevo le gambe agitata e fermandomele con una mano. << la signora Ferrari? >> sentii chiamarmi e mi girai nervosa.. Mi era ancora strano sentirmi chiamare in quel modo, ero signora a soli vent’anni! << eccomi.. >> risposi alzandomi e seguendo l’infermiera, che mi accompagnò nello studio della dottoressa Calvi. << Giulia, accomodati.. >> mi disse appena mi vide, sempre con il suo sorriso gentile << salve dottoressa.. >> dissi cortese chiudendo la porta << oh, no, sai come devi chiamarmi, non farmelo ripetere… >> mi corresse lei.. Infatti la prima visita che avevo fatto qualche giorno dopo il matrimonio, mi aveva severamente proibito darle del lei, perché la faceva sembrare troppo vecchia, dovevo chiamarla semplicemente Anna.. << scusami, mi era sfuggito di mente >> mi scusai e lei mi fece un altro dei suoi sorrisi << non preoccuparti.. Comunque dov’è il tuo dolce maritino? >> mi chiese e a quella domanda mi irrigidii << oh, bhè.. Aveva un impegno di lavoro e mi ha detto che avrebbe fatto un po’ di ritardo >> mentii in parte << ah, ok.. Allora direi che l’ecografia la faremo per ultima così assisterà anche lui >> disse, “sempre se verrà” continuai mentalmente.. Intanto mi fece tutte le analisi di routine.. << per quanto riguarda la nausea, come va?? >> domandò aggiornando il mio fascicolo << oh, devo ammettere che mi da il tormento.. Con Beatrice non lo avuta quasi per niente, tanto che mi accorsi di aspettarla al quinto mese.. Invece sento che adesso è tutto diverso e strano >> risposi e annotò tutto quello che dissi << ogni gravidanza è diversa dalle altre.. E comunque ti prescriverò qualcosa per la nausea di assolutamente naturale, così non avrai più problemi >> disse e continuò a scrivere. Poi posò la penna e si alzò, controllò l'orologio e disse << mi dispiace per Andrea, ma non possiamo più aspettare per fare l’ecografia.. >> io annuii solamente.. Sapevo che alla fine non sarebbe venuto…
<< allora sai già cosa fare, quindi senza che ti ripeto.. Basta che abbassi leggermente i pantaloni e alzi la maglia fin sotto il seno.. Ricordati che il gel è freddo!! >> spiegò Anna e subito dopo una sensazione di gelo si propagò per tutto il mio corpo, non ricordavo fosse così gelido! Intanto la dottoressa aveva acceso il monitor e aveva preso in mano la sonda, quando la porta si aprì rivelando un Andrea sudato e con il fiatone << Andrea! >> sussurrai << perdonami.. Io sono un emerito scemo, mi stavo per dimenticare dell’ecografia.. Spero che abbia fatto in tempo.. Non me lo sarei mai perdonato se non fossi arrivato in tempo >> disse lui avvicinandosi al mio fianco << i-io credevo te ne fossi dimenticato.. Che non ti importasse, che ti fossi già pentito di tutto.. Io avevo pensato che >> dissi, con le lacrime spingevano per uscire, ma lui mi bloccò << nono, non dovevi nemmeno pensare quelle cose.. Si è vero per un momento non ci avevo pensato che oggi era un giorno importante, il nostro giorno importante,ma appena ha iniziato a squillare la sveglia del telefono, non ci ho pensato due volte e ho lasciato il mio colloquio per venire qui.. Mi sono fatto anche una bella corsa visto che ho beccato anche il traffico e ho lasciato la macchina in mezzo alla strada… io ti amo, e non sarei mai potuto mancare.. Stiamo per vedere il nostro bambino >> raccontò e quasi mi fece ridere per quello che aveva raccontato, sembrava tanto una scena di un film.. << non vorrei intromettermi in questa dolcissima scena, ma c’è qualcuno a cui sta battendo forte il cuore in questo momento, e non parlo di Giulia.. >> s’intromise la dottoressa e subito ci girammo verso di lei che ci sorrise, e in quel momento sentimmo un battito, era così strano, sembrava che ci fosse un eco << non è strano? >> chiesi e lessi la mia domanda anche negli occhi di Anna che si girò subito verso il monitor e ingrandì l’immagine nera.. Mosse un po’ la sonda << che succede? >> chiesi preoccupata visto che non parlava, e sentii anche Andrea preoccupato, visto che mi strinse la mano << bhè c’è un bel problema.. Dovreste iniziare a cambiare i vostri programmi, ad allargare la camera del bambino.. >> disse lei trattenendo il sorriso << perché, che vuol dire?? >> sussurrò Andrea togliendomi le parole di bocca << vuol dire che se avete pensato ad un solo nome, non basterà perché da oggi ne dovrete avere almeno tre.. >> disse lei e si aprì in un luminoso sorriso ingrandendo ancora di più l’immagine del monitor.. In quel momento li vidi << non è possibile! >> esclamai << amore, sono tre.. Tre bambini! >> disse Andrea ipnotizzato << oddio, avremo tre bambini, non ci posso credere.. >> continuai e solo allora mi accorsi di star piangendo di gioia..

Tre mesi dopo nella stessa stanza… << ok ragazzi.. Sono passati tre mesi e vediamo come stanno questi bimbi.. Vedo che la pancia è cresciuta abbastanza >> disse la dottoressa Anna.. Eravamo a dicembre e io ero appena entrata al settimo mese e assomigliavo tanto ad una balena!! << abbastanza?!? Io direi molto, se continuano così non riuscirò a camminare neanche più.. Non so quanti chili ho preso ma mi sembrano tantissimi >> dissi io cercando di sistemarmi sul lettino con l’aiuto di Andrea << e si muovono spesso?? >> mi chiese.. Se si muovevano?? Da quando l’avevano iniziato a fare, verso la metà del quinto mese, non avevano mai smesso.. << non smettono mai.. E sempre nei momenti meno opportuni, in pratica non chiudo occhio da mesi se non con le carezze e le coccole di Andrea.. Questi hanno già capito tutto!! >> risposi stringendo la mano di Andrea che rideva e con lui la dottoressa << ok.. Vediamo come stanno.. E comunque avete già pensato a qualche nome?? >> disse mentre si affaccendava con l’ecografo << a dire il vero no.. Volevamo aspettare di sapere i sessi.. >> risposi ma Andrea intervenne << anche se avevamo pensato a qualcosa.. >> disse e io lo guardai << sai che con tre maschi uscirei pazza!! >> esclamai sapendo che Andrea voleva tre maschietti << lo so.. Infatti stavo pensando a Sofia, Thomas ed Aurora.. >> rispose lui e mi girai di scatto, aveva appena detto i nomi che mi sarebbero piaciuti per i bambini, infatti sentivo che erano due bambine e un bambino << hai cambiato idea?? >> chiesi << si, bhè ho pensato che tu più di tutti potevi avere ragione e poi quei tre nomi mi piacciono, suonano bene con Ferrari >> rispose ma prima che potessi dire qualcosa Anna s’intromise << allora credo proprio che a breve avrete in casa Sofia, Thomas e Aurora Ferrari!! >> esclamò e la guardammo sorpresi << di-dici sul serio?? È come pensavo? >> dissi e lei annuì e iniziai a ridere felice, non sapendo neanche il perché..

Da quel giorno iniziammo ad arredare la cameretta, tutti e tre insieme per quello che la pancia mi permetteva.. Bea era la più entusiasta di tutti, visto che avrebbe avuto due sorelline con cui giocare.. << mamma ma come faranno ad uscire dalla tua pancia?? >> mi chiese una sera Bea, mentre eravamo intente a coccolarci sul divano, mentre aspettavamo il papà che tornava da lavoro.. Eh si, alla fine era stato assunto come assistente apprendista di un importante studio fotografico locale. << Bea vedi, è un po’ complicato da spiegare.. >> dissi non sapendo che dire << dai mamy, non sono tanto piccola!! >> esclamò lei << lo so, purtroppo!! >> sussurrai, a volte capiva più lei che non molti degli adulti che conoscevo << allora, vediamo.. Fra un mesetto circa dovrò andare all’ospedale e i dottori mi aiuteranno a far uscire fuori i tuoi fratellini >> le spiegai stando attenta alle parole da usare << e come faranno? >> chiese << eh non lo so piccola, è un segreto che solo i dottori sanno >> mentii senza farmi accorgere, ma proprio in quel momento mi arrivò una grande fitta improvvisa al basso ventre.. Quel giorno era successo già parecchie volte. << ahi! >> esclamai e Bea mi guardò corrugando le sopracciglia << mamma che hai? >> domandò e quando il dolore fu passato risposi << oh, non è niente..qualcuno qui dentro ha scalciato troppo forte >> dissi massaggiandomi la pancia << ehi, voi li dentro.. Non si fa del male alla mamma.. Lei è buona!! >> disse Bea mettendosi di fronte alla mia enorme pancia, e facendomi ridere della sua espressione buffa. << ehi, cosa c’è da ridere? >> sentimmo la voce di Andrea che era appena sbucato in salotto << papà!! >> urlò Bea correndogli incontro e saltandogli in braccio << ridevo per il semplice motivo che Bea ha iniziato a fare la sorella maggiore ammonendo i fratello e dicendogli di fare i bravi >> dissi cercando di alzarmi ma un’altra fitta mi colpì << Giulia, stai bene? >> domandò Andrea cercando di sostenermi, con Bea ancora in braccio << sto.. Sto bene! >> risposi accasciandomi sul divano.. Cavolo quella fitta era stata molto forte << Mamma, perché hai i pantaloni bagnati? >> domandò Beatrice << che?? >> dissi e abbassai la testa e vidi che ero tutta bagnata.. Oh no!! Nononono, era ancora troppo presto.. << Giulia che succede? >> mi domandò Andrea con gli occhi spalancati << i-io cre-credo… credo che mi si siano ro-rotte le acque >> sussurrai e lui mi guardò shockato << cosa? O-ora? Non è troppo presto la dottoressa Anna.. >> iniziò a dire Andrea ma non l’ascoltavo << dobbiamo andare in ospedale, dobbiamo chiamare Anna… e .. >> dissi ma la prima contrazione mi mozzò il respiro << o-ok.. Bea chiama i nonni e di loro che stiamo andando in ospedale e di raggiungerci il prima possibile >> disse posando a terra la piccola che scappò dal telefono eseguendo l’ordine.. Intanto Andrea andò in camera a preparare un borsone con le cose che mi sarebbero potute servire.. << ok.. Bea, amore, vai in macchina e siediti sul seggiolino.. Io aiuto la mamma >> disse Andrea tornando in salotto << come stai? >> mi chiese aiutandomi ad alzarmi << ora meglio.. Le contrazioni sono ancora molto distanti e leggere.. Ho leggermente paura, se qualcosa dovesse andare storto, sono ancora troppo piccoli.. >> dissi già con le lacrime agli occhi << shhhh non dirlo e non pensarlo nemmeno.. Andrà tutto bene, sono forti e tu sei forte e io sarò tutto il tempo al tuo fianco.. Agitarsi non fa bene adesso.. >> mi consolò e nel frattempo mi aiutò a mettermi in macchina. << pronto dottoressa Anna Calvi?? >> sentii Andrea parlare con l’auricolare << salve, si, sono io.. Niente di preoccupante, almeno spero.. Nono, la sto portando in ospedale, le si sono rotte le acque.. Si sappiamo che è troppo presto e che.. Ok ok, ci vediamo li, la ringrazio >> parlò molto velocemente e quando salutò riagganciò << Anna ci aspetterà li.. Ha detto di stare calma e respirare profondamente come ti hanno insegnato ai corsi >> disse lui, ricordandomi dei due corsi che avevo fatto per il parto, poi avevo lasciato visto che mi era molto difficile muovermi naturalmente.. Comunque gli diedi ascolto e iniziai a respirare profondamente; una decina di minuti dopo ci ritrovammo davanti l’ospedale << torno subito… chiamo aiuto! >> disse Andrea prima di uscire dalla macchina e correre verso l’ingresso.. Poi successe tutto velocemente, tanto che non riuscii a capire come mi ritrovai con una lunga camicia da notte e sdraiata su un letto con Anna che monitorava il battito dei bambini e il mio << Bhè i bambini stanno bene.. Non c’è altro che aspettare >> disse alla fine, prima di uscire dalla stanza.. << dov’è Bea?? >> domandai accorgendomi di non vederla nella stanza << sta con i nonni, non preoccuparti.. >> mi rispose lui scostandomi i capelli dal viso << ho paura.. So che non dovrei averla, in fin dei conti l’ho già fatto.. Ma ho paura che qualcosa vada storto.. non me lo perdonerei mai >> dissi realmente preoccupata << ehi, smettila ok.. Non succederà nulla, starete tutti e quattro bene.. Pensa che fra poco potremmo finalmente stringere i nostri bambini.. Pensa solo a quanto saranno belli, immaginati i loro visetti.. Io vedo in loro tutta la loro mamma, vedo in loro i tuoi occhi, il tuo sorriso e il colore dei tuoi capelli.. >> disse lui prendendomi una mano e guardandomi negli occhi << no, non voglio che mi assomiglino.. Li immagino un connubio perfetto di noi due, tutti e tre avranno qualcosa di noi >> dissi prima che un’altra contrazione mi fece stringere i denti.. << respira.. Amore, respira >> mi disse lui prendendomi la mano << scusami se poi dovrai farti guarire la mano.. >> dissi appena riuscii a parlare e lui rise << non mi interessa del dolore alla mano.. Sono sicuro che il tuo e dieci mila volte più forte.. Quante vorrei che non soffrissi così tanto >> rispose lui << è la natura, sono una donna.. E poi il dolore è niente in confronto a quando terremo in braccio i bambini.. Il dolore lo dimenticherò presto non preoccuparti >> dissi e gli sorrisi cercando di convincere anche me stessa..

<< bene ragazzi, credo che sia giunto il momento… chiamo le infermiere che ti porteranno in sala parto.. Andrea entrerai o aspetterai fuori?? >> disse la dottoressa dopo ore di urla trattenute e gemiti.. Alla domanda della ginecologa sbiancai, se in quel momento era possibile, temendo in un cambiamento di Andrea << no no io entro.. Non la lascerei mai sola >> disse prendendomi di nuovo la mano e sorridendomi rassicurante.. Sospirai di sollievo, con lui al mio fianco avrei superato tutto.
<< ok.. Bene, sai già cosa devi fare.. Quando dico spingi tu spingi.. Vedrai che fra poco vedrai finalmente i tuoi bambini >> disse la dottoressa posizionandosi di fronte a me, tra le mie gambe.. << mi viene da vomitare e ho paura.. >> sussurrai guardando Andrea al mio fianco sudato e attento << stai calma.. Sono qui e non vado da nessuna parte! >> mi rispose lui e io gli strinsi la mano..
<< pronta.. Al mio tre.. 1-2-3- SPINGIII!! >> urlò la dottoressa e seguii il suo ordine spingendo più forte che potevo proprio nel momento in cui arrivò una contrazione fortissima…
Alla quarta spinta ancora non succedeva niente, il che mi faceva preoccupare << Andrea, per piacere mettiti dietro la schiena di Giulia così forse sta più comoda e la posizione può aiutare l’uscita >> disse la dottoressa e Andrea turbato seguì la sua richiesta sedendosi dietro di me, facendomi stare più seduta << perché ancora non si vede la testa? >> domandai affannata << non preoccuparti.. Staranno facendo sicuramente a gare per chi essere il primo ad uscire.. >> rispose la dottoressa alleviando la tensione..
Dopo altre due spinte, finalmente la dottoressa disse di vedere la testa e un po’ per la felicità, un po’ per la curiosità e un po’ per l’incoraggiamento di Andrea, finalmente dopo mesi e dopo un travaglio lungo e doloroso, sentimmo il primo vagito << è una bambina! >> esclamò la ginecologa e Andrea vedendola mi sussurrò << Sofia.. >> e sorrisi con i sudore misto a lacrime che mi annebbiavano la vista.. Dopo nemmeno due spinte ecco che uscì << ecco il piccolo Thomas!! >> esclamò Andrea con la voce distorta dall’emozione, ma in quel momento non lo sentii… avvertii solo un fortissimo dolore tra le gambe e qualcosa di liquido uscire, la macchina che monitorava il battito dei bambini, iniziò ad andare veloce, mentre anche il mio battito accelerava e le forze venivano meno.. << che sta succedendo?? Giulia, amore, rispondimi.. >> disse Andrea preoccupato, dandomi dei leggeri schiaffi sul viso << A-Auro-ra.. >> sussurrai.. << Andrea levati da li dietro.. Dobbiamo operarla o la bambina e Giulia moriranno.. La piccola non riesce più a respirare e Giulia ha un emorragia.. >> sentii la dottoressa urlare e Andrea dietro di me svanire.. << come non riesce a respirare?? Cavolo stava andando tutto bene.. Vi prego fate qualcosa!!! >> disse lui sconvolto << A-andr-ea.. >> sussurrai << sono qui amore.. Sono qui vicino a te >> disse stringendomi la mano << pre-ndi-ti cura di lo-ro e di-gli che gli ho sem-pre a-ma-ti! ti amo.. >> dissi, poi sentii gli occhi farsi pesanti e chiudersi, mentre Andrea che disperato mi urlava di combattere, che non dovevo lasciarmi andare e che avrei detto io ai bambini che gli amavo…




 La casetta  La dott.ssa Anna Calvi

 La cameretta dei gemelli

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Capitolo 20
*** Epilogo ***


 

Epilogo





Jim Morrison diceva : “ Crescere vuol dire avere il coraggio di non strappare le pagine della nostra vita, ma semplicemente voltare pagina… Crescere significa riuscire a superare i grandi dolori senza dimenticare… Crescere significa avere il coraggio di guardare il mondo e di sorridere… Crescere significa guardarsi indietro e abbracciare i ricordi senza piangere... Crescere è saper distinguere la realtà dai sogni… Crescere è sapersi rialzare dopo una brutta caduta… Crescere... non tutti hanno voglia di crescere, forse perché sono consapevoli delle difficoltà che incontreranno crescendo…

Ritengo che Jim Morrison abbia centrato in pieno lo sviluppo della mia vita..


23 Dicembre 2016 - Cimitero di Rimini

13 anni erano passati da quel tragico evento, che avevo stampato ancora sia nella mente che nel cuore..
Ora dopo 6 anni sono ritornata nel luogo in cui sono nata, sono cresciuta e dai cui sono scappata, nel momento in cui il troppo dolore non mi dava più scampo.. Mi trovavo davanti a coloro che per anni erano stati i miei punti fermi, il mio tutto, i miei genitori, che nonostante tutti i miei errori, i problemi, mi volevano lo stesso bene.. Credo che tutt’oggi me ne vogliano ancora, anche se non posso guardare il loro amore nei loro occhi.
Notai che c’erano dei fiori ancora freschi davanti la lapide, segno che qualcuno si era ricordato di loro.. Lessi le parole scritte sulla lapide: Alessio e Diana Serafini, due genitori, due figli, due persone dal cuore immenso, generoso, buono. Il distino ce l’ha portati via, ma rimarranno sempre nei nostri ricordi e nei nostri cuori.
Quella scritta l’aveva fatta incidere mia zia Elena, io ero troppo distrutta anche per fare un misero respiro..
<< ciao mamma, ciao papà… vi chiedo perdono se non sono più venuta, ma avevo bisogno di cambiare aria.. Di ricominciare la mia vita senza i miei adorati genitori.. >> cominciai a parlare, si era un po’ stupido parlare ad alta voce, ma in qualche modo, così facendo li sentivo più vicini a me..
<< 13 anni sono passati da quando ve ne siete andati, e in questo tempo sono successe tantissime cose.. Spero siate orgogliosi di me e delle scelte che ho fatto, perché è grazie a queste ultime se sono riuscita ad andare avanti, a ricominciare..
Quando sono andata via da qui, circa 9 anni fa, ero diversa da quella che fino ad allora ero stata.. Sono sempre stata una ragazza molto allegra e vivace, anche se molto timida e introversa.. Poi da quella sera tutto è cambiato.. Io sono cambiata.. >> dissi e per un attimo mi fermai per respirare..
<< non è stato facile crescere tutta in una volta, in un giorno, in un mese.. Crescere senza nessuno che ti aiutasse, che ti capisse o che ti consolasse..
Il momento più doloroso è stato quando ho scoperto di essere incinta.. Luca già era andato via da un po’, il mio adorato fratellone mi aveva abbandonata, non sapevo veramente cosa fare.. Da sola, appena 16enne, incinta.. Non nego che il mio primo pensiero fu di abortire, ma mi pentii subito.. Quella piccola creatura non aveva fatto niente di male, solo forse venire al mondo nel momento meno opportuno, ed fu proprio questo pensiero che iniziai ad amare immensamente ciò che cresceva in me.. Perché una delle cose che voi mi avete insegnato è proprio l’amore verso gli altri e soprattutto verso la famiglia..
>> continuai e mi rifermai per prendere fiato.. Prima di ricominciare sentii uno scricchiolio provenire da dietro di me, mi girai ma non vidi niente, forse era stato un animale o il vento… Mi guardai un po’ intorno, poi vedendo che era tutto tranquillo tornai a parlare…
<< Quando poi è nata Beatrice, tornai a sorridere, almeno lo feci per lei.. Mi ero ripromessa che non avrebbe sofferto, che le sarei stata acconto sempre, perché è grazie a lei se sono tornata a vivere! Sai le ho dato come secondo nome il tuo mamma, perché ogni volta che la guardo mi ricorda un po’ te..
Prima che compisse 4 anni, in comune accordo con Maura, che mi è sempre stata vicina insieme a zia Elena, abbiamo deciso che allontanarci da questa città ci avrebbe fatto solo bene e così ci trasferimmo a Perugia.. E proprio li che piano a piano sono riuscita a ritrovare me stessa, grazie anche all’ uomo che ora condivide con me la vita.. Andrea!
Se eravate ancora qui e lo avreste conosciuto, sicuramente ve ne sareste innamorati come ho fatto io.. È sicuramente l’uomo che un padre vorrebbe al fianco della propria figlia!
Con lui sono riuscita a fare tutto, a trovare la mia strada, ed ad avere una bellissima e grande famiglia.. Con lui ho avuto tre bellissimi e sanissimi gemelli: Thomas, Sofia ed Aurora.
Thomas è la fotocopia del padre, ma il carattere è tutto il mio, il timidone della casa! Sofia è quella che caratterialmente e fisicamente assomiglia ad Andrea, di me in pratica non ha preso niente.. Per finire c’è Aurora, la più piccolina e più tenerona, fisicamente mi assomiglia molto, ma caratterialmente ha ripreso un po’ sia a me che dal papà.. Lei è stata l’unica per cui ho pregato tanto durante il parto, ho rischiato di perderla e per questo ho molto più paura per lei che per gli altri due.. Ma fino adesso non è successo nulla, sono sani e hanno compiuto sei anni a marzo mentre Bea ne ha compiuti 12 a settembre, anche lei si è fatta grande!
Dopo tre anni in cui mi presi cura dei bambini, Andrea, diventato ormai un bravissimo e affermato fotografo, mi fece una sorpresa nel giorno del nostro 3° anniversario di matrimonio: mi regalò una grandissima scuola di danza tutta per me, perché potessi tornare a ballare e a sognare.. Così ora sono una maestra di danza e maestra di scuola materna, visto che nello stesso periodo Ilaria, la sorella di Andrea, aprì una scuola materna e io l’aiuto la mattina, mentre il pomeriggio mi dedico alla danza.. Bea sotto questo punto di vista mi assomiglia molto, le piace danzare e sogna di diventare una grande etoile e mi ricorda tanto me alla sue età..
Per quanto riguarda il resto della famiglia, bhè con il passare del tempo si è allargata molto:
Luca ed Elisa, dopo la nascita di Alessio, gli hanno dato il tuo nome papà.. Comunque si sono sposati lo stesso giorno che il piccolo ha compiuto un anno e circa un anno fa si è unita alla famiglia Giorgia..
Maura si è sposata da poco con Riccardo, ma circa un anno fa è nata la piccola Marta, bellissima e identica al papà…
Ilaria e Marco, dopo Stefano, che ormai ha 7 anni, hanno avuto Rebecca che ne ha 5 ed è la fotocopia della madre..
Ora siamo tutti nella nostra grande casa, qui a Rimini, per festeggiare il Natale..
Ho chiesto io di venire qui, primo perché non mi sembrava giusto che la povera zia Elena venisse sempre da noi e secondo, avevo voglia di tornare a casa mia, nella mia città, nel mio quartiere, rivedere i posti più significativi della mia precedente vita e soprattutto tornare da voi e salutarvi.. Ringraziarvi per tutto quello che avete fatto e fate per me e per la donna che sono diventata, perché senza di voi non sarei quella che sono oggi…
>> finii il mio racconto, se così si può chiamare, con una piccola lacrima che solitaria scese giù sulla mia guancia destra << io ora devo proprio andare.. Vi voglio bene e tornerò presto a trovarvi, ve lo prometto! >> dissi come ultimo saluto, prima di lasciare un bacio sulla lapide e di andare via…
Tornare nella mia vecchia casa fu qualcosa di forte, provai nostalgia, malinconia, ma anche gioia perché avevo sempre considerato la parola “casa” non tanto l’abitazione in se, ma le persone che la abitano, che appena varchi la porta ti corrono incontro e ti abbracciano e baciano facendoti sentire amata.. Facendoti sentire il calore che solo la tua famiglia sa donarti. E io finalmente quel calore l’avevo ritrovato..



 Fine


 

 

i bambini

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