La puzza di
vampiro, assieme al forte
odore di sangue, mi stavano facendo impazzire.
Accelerai la
corsa, guidato solo da quell’
istinto animale che mi voleva sterminatore di quegli esseri schifosi.
Diedi uno
sguardo alle mie spalle e mi accorsi che il resto del branco non era
più con
me.
“Dannazione!
Quil, Seth, Embry. Dove
siete finiti? Paul,
Jared? Sam, mi senti?”
Nella mia testa
nessuno mi diede una
risposta.
Ero rimasto
solo, ma poco importava.
Avrei scovato quella sanguisuga e l’avrei fatta a brandelli.
Mi addentrai
maggiormente nella foresta
silenziosa, e quel tanfo intenso mi invase completamente le narici.
L’avevo
scovato, infine.
A pochi metri da
me, chino sulla sua
preda umana, mi dava le spalle impedendomi di vedere la scena che si
stava
consumando.
Esitai qualche
istante quando mi accorsi
che il succhiasangue era una donna, ma bastò un alito di
vento a intensificare
quel fetore tremendo per innescare di nuovo il mio istinto di
cacciatore.
Tornai a
galoppare nella sua direzione,
ma nel momento stesso in cui stavo per sferrare il mio attacco, lei si
voltò.
I suoi occhi
erano colore del sangue, e
sul suo volto era stampato un sorriso inquietante, ma non potevo non
riconoscerla. La ragazza che conoscevo io però non era
così. Non era un essere
assetato di sangue pronto ad uccidere solo per il piacere di farlo.
Improvvisamente,
poi, mi resi conto di
aver abbassato ogni mia difesa, tornando alla mia forma umana.
“Bella.”
Iniziai ad avanzare lentamente
verso di lei.
Non rispose al
mio richiamo, al
contrario continuava a fissarmi con quel sorriso terrificante.
La distanza che
ci separava si era
ridotta ormai ad una manciata di passi. Spostai per un breve istante lo
sguardo
da quel volto che stentavo a riconoscere per guardare in basso, in
direzione
della sua preda.
Due occhi color
cioccolata spalancati
verso l’alto, un volto incorniciato da lunghi capelli scuri,
un fiume di sangue
che scorreva dal suo collo. Un corpo privo di vita.
Di fronte a me,
Bella aveva appena
ucciso se stessa.
Dolore, rabbia e
ancora dolore.
Rimasi
pietrificato da quei sentimenti.
Ero rimasto immobile, incapace di fare qualsiasi cosa.
La foresta poi
mutò in un infinita
distesa bianca. La mia Bella era svanita lasciando presente solo
l’essere che
ormai era diventata. La vidi avanzare verso di me.
Non avrei
combattuto; del resto mi aveva
già ucciso in tanti modi e forse, se le avessi permesso di
uccidermi anche
così, le mie sofferenze avrebbero avuto fine.
Ormai era
davanti a me, non mi restava
che aspettare che affondasse i denti nella mia carne, eppure quello che
fece fu
tutt’altro.
Cinse le braccia
attorno alla mia
schiena, appoggiando la testa al mio petto.
“Calore,”
pronunciò unicamente.
Poi si
staccò dal mio petto e avvicinò
pericolosamente il volto al mio.
Avvertii le sue
gelide labbra sulle mie
e per un singolo, breve, istante, pensai che avrei potuto dimenticare
tutto
quello che avevo appena visto, lasciandomi trasportare solo da quello
che stavo
provando in quel momento.
Stavo per
rispondere a quel bacio,
quando lei si allontanò di scatto.
“Voglio
il tuo cuore, Jacob,” disse,
mentre sul suo volto riappariva quel sorriso spietato.
Ebbi a malapena
il tempo di capire ciò
che aveva pronunciato che la sua mano mi trapassò il petto.
La sentii
stringere forte qualcosa al mio interno, e poi lo strappò.
***
Avevo
sempre creduto che il mio incontro con Edward fosse stato il miglior
sogno ad
occhi aperti che avessi mai fatto, ma oggi, a distanza di tempo e
adesso che la
mia vita è completamente mutata, mi chiedo piuttosto se
quello che ho finito
per vivere non sia stato altro che un incubo ad occhi aperti.
Scorrevo uno ad
uno tutti i libri
dell’enorme biblioteca che la mia nuova casa possedeva. Era
un piccolo paradiso
per chi, come me, ormai non aveva altri possibili svaghi, eppure non
c’era
nulla che mi attirasse veramente. Erano tutti romanzi di cui, in gran
parte,
non sapevo proprio nulla. Quel giorno, invece, avevo solo voglia di
leggere
qualcosa di cui già conoscevo la fine.
Mi ricordai
allora del piccolo zaino
che mi ero portata dietro il giorno in cui avevo lasciato Forks.
“Bella,
non ti
sembra un po’ poco come bagaglio per un soggiorno prolungato
in Alaska?” mi
disse mio padre quando mi vide scendere dalle scale.
“Papà,
ti sei
già dimenticato che la scorsa settimana ho spedito tre
enormi valigie?”
“Ah,
già. Il
viaggio anticipato del dottore,” ribatté Charlie
sospirando.
“Già.”
Non accettava
ancora l’idea che lasciassi Forks per andare a studiare a
chilometri di
distanza da lui. Anzi, era più esatto dire che non accettava
l’idea che me ne
andassi così lontana per seguire Edward.
Nel frattempo,
il campanello di casa Swan suonò. Era arrivato il taxi che
mi avrebbe
accompagnato allaeroporto dove avrei trovato Edward ad
aspettarmi.
“Beh,
credo che sia arrivato il momento,
allora.”
“Certo,
sì.”
Vidi Charlie irrigidirsi e assumere un’aria impacciata.
Sorrisi. Il mio
imbranato papà, al quale però assomigliavo poi
così tanto.
Sentii gli
occhi pizzicarmi, mi ero ripromessa che non avrei versato una lacrima
al
momento dei saluti, ma era così difficile. Del resto,
quello, non sarebbe stato
un semplice arrivederci. Scattai in avanti istintivamente e lo
abbracciai. Mi
sarebbe mancato, terribilmente.
Lo sentii
irrigidirsi a quel contatto inaspettato, e lo ricambiò
proprio alla sua
maniera: tre pacche sulle spalle.
Aumentai per un
secondo la mia stretta, prima di sciogliere definitivamente
quell’abbraccio.
E
così un altro
filo era stato quasi reciso.
Recuperai il
piccolo bagaglio che avevo lasciato alla fine delle scale e mi avviai
verso la
porta.
“Aspetta,
Bella. Ho un’ultima cosa da darti.”
Charlie
sgattaiolò velocemente in sala, tornandosene poi con un
pacco.
“Papà,
ma…”
“Niente,
ma.
Portalo con te, potrebbero esserti sempre utili.”
Non avevo idea
di cosa ci fosse là dentro, ma non potevo certo rifiutare il
suo regalo.
“Va
bene. Ti
ringrazio, papà. Ci sentiamo presto.”
Gli lanciai un
ultimo sorriso, prima di lasciare quella casa per sempre.
***
Il taxi
procedeva veloce verso l’aeroporto, quando decisi di aprire
il pacchetto che mi
aveva dato mio padre.
Scartai
l’involucro e mi ritrovai tra le mani una scatola bianca. Sul
coperchio c’era
un piccolo biglietto che diceva: “Faranno stare
più tranquillo il tuo vecchio,
almeno.”
Mi sorse un
dubbio e aprendo la scatola, istintivamente scoppiai a ridere.
Charlie mi
aveva appena regalato un’intera confezione di spray al
peperoncino.
Senza
accorgermene, poi, la risata mutò in singhiozzo. Le lacrime
che avevo
trattenuto poco prima, ormai, cadevano giù senza che potessi
fermarle.
***
Rovistavo
nell’enorme armadio ormai
da qualche minuto, scavando tra un milione di vestiti ovviamente
procuratimi
tutti da Alice, quando finalmente lo trovai. Il mio zaino.
Lo rovesciai
interamente per terra.
Non c’era molto, per lo più erano tutti libri
presi di corsa e gettati dentro
alla rinfusa.
Iniziai a
cercare la mia copia
consumata di “Cime Tempestose” quando mi ritrovai
tra le mani un volumetto
tutto colorato: “Homemade cookies.”
Quel giorno, io
e Jacob, avevamo passato l’intero pomeriggio in cerca di
alcuni pezzi per le
nostre moto. Era stata dura, ma alla fine eravamo riusciti a mettere
assieme
tutto quello che ci occorreva. Stavamo poi riprendendo la via del
ritorno,
quando passammo proprio di fronte ad una libreria.
Non era certo
uno dei posti preferiti di Jake, ma alla fine riuscii a convincerlo ad
entrare
con me.
Stavo ancora
spulciando gli ultimi arrivi quando mi accorsi che Jacob non era
più con me.
Diedi un occhio in giro, ma niente. Era sparito.
Uscii allora
dalla libreria e lo vidi appoggiato al Pick Up che mi fissava
sorridente. Lo
raggiunsi.
“Ehi,
ti pare
il modo di fare?”
“Perché?”
“Ti ho
cercato
per l’intera libreria. Potevi almeno avvertirmi che
uscivi!”
“E dai
Bella.
Mi annoiavo a morte lì dentro.”
“Sei
sempre il
solito. Non ti farebbe male leggere qualcosa di interessante ogni
tanto, sai?
“Certo,
certo.”
“Jacob
Black!
Quando fai così sei proprio impossibile,” lo
ammonii ricevendo di tutta
risposta un sorriso divertito.
“Ti
stai
prendendo gioco di me?”
“Ci
mancherebbe. Piuttosto, hai trovato quello che cercavi?”
“No,”
sbuffai.
“Non avevano il libro che mi serviva, così la
commessa me l’ha ordinato. Arriva
settimana prossima.”
“Bene.”
“Bene?”
ribattei
sorpresa per quell’affermazione.
“Beh
almeno se
non hai altro da leggere puoi dare un’occhiata a
questo.” E allungò il braccio
all’interno del furgone, tirando fuori una busta che mi porse.
“Che
cos’è?”
“Guarda,
no?”
Gli lanciai
un’occhiata incuriosita, e poi seguii la sua direttiva.
“Dolci
fatti in
casa?” Scoppiai a ridere.
“E’
l’unica
cosa interessante che ho trovato,” si giustificò.
“ E poi a te piace cucinare,
no? Beh, se non ti piace puoi sempre riportarlo indietro. Non me la
prendo,”
concluse poi, spostando lo sguardo in un’altra direzione.
Aveva frainteso
e si era imbronciato. Fu impossibile non intenerirmi a guardarlo
così.
“Niente
affatto,
Jake.” Sorrisi. “Hai proprio ragione, a me piace
cucinare. Mi sarà utile,”
dissi, mentre in testa mi balenò un’idea.
“Se vuoi… sì, ecco. Se vuoi posso
provare a prepararti il dolce che preferisci.”
Jacob
tornò a
fissarmi di nuovo sorridente.
“Lo
faresti
davvero? Cucineresti per me?”
“Beh,
è un
regalo no? E allora lascia che possa ricambiare in qualche
modo.”
“Ok,
affare
fatto,” esordì soddisfatto, prima di spostare di
nuovo il suo sguardo. “Spero
solo di non dovermi pentire…”
Ci misi qualche
istante e poi capii. Girai i tacchi e senza dire una parola aggirai il
Pick Up
salendo dalla parte del conducente.
Jacob
scoppiò a
ridere, prima di salire anche lui.
“Bella,
stavo
scherzando. Non te le prenderai veramente.”
“Certo,
certo.”
“Che
fai, mi
copi adesso?”
“Certo,
certo.”
Tre secondi e
entrambi scoppiamo a ridere.
***
Sorrisi al
pensiero di quell’episodio.
Ricordo
ancora l’espressione felice che
l’accompagnò per l’intero tragitto, fino
a
casa. Era proprio un bambino cresciuto alle volte, eppure era una delle
cose
che più adoravo di lui. Un entusiasmo che, a quel tempo, era
riuscito a
regalarmi di nuovo dei momenti di beata serenità e
tranquillità.
***
Fare
l’amore con la persona che ami e guardarla, di nascosto,
quando poi si addormenta. Fare l’amore e sentire i vostri
corpi, caldi, che si
cercano. Fare l'amore e
ascoltare il cuore che batte all'impazzata.
Fare
l’amore e sentirsi vivi, sentire che l’altra
persona ti
completa in tutto e per tutto.
Fare
l’amore con Edward, però, non era niente di tutto
ciò.
Me ne stavo
rannicchiata su quel
divano, con la coperta che Renée mi aveva regalato solo
pochi mesi prima, per
il mio diploma. Il fuoco scoppiettante del camino illuminava la stanza.
Le sue fiamme
rosse riscaldavano
quell’ambiente così gelido, ma non potevano farlo
con me. Avevo iniziato a
prendere quell’inutile abitudine ogni qual volta che fuori il
vento ululava
forte e infuriava una bufera. In teoria non mi serviva di certo, ma era
come se
mi facesse sentire al sicuro, come quando un tempo ero solo una fragile
ragazzina umana piena di paure. Certo, un tempo, perché
adesso non era più
così.
Il cellulare di
fianco a me iniziò a
vibrare. Sul display lampeggiava il nome di Charlie. Era la terza volta
che mi
chiamava nel giro di una settimana, ma come già avevo fatto,
non risposi.
Aspettai che, come al solito, si arrendesse.
Parlare con lui
era diventato troppo
difficile. Da quando me ne ero andata da Forks l’unico
contatto che portavamo
avanti erano delle rare e imbarazzate telefonate. Le
domande che mi faceva erano sempre le solite: ti piace
l’Alaska? Come va al College?
Quando pensi di tornare da queste parti? E a quel punto io non potevo
che
rispondere sempre nello stesso modo: Sì-Bene-Presto.
Tutte bugie. Ed
io ero stanca di mentire.
L’Alaska
assomigliava a Forks, ma non lo era. Il
College non mi aveva mai visto tra i suoi studenti, mentre non avevo
idea di
quando mi sarebbe stato permesso tornare.
Con
Renée invece era stato più semplice. Mia madre
aveva sempre avuto la particolarità di monopolizzare le
nostre telefonate,
raccontandomi per lo più tutto quel che accadeva a lei,
invece di costringere
me a raccontare quel che non mi succedeva. E, sinceramente, a me andava
benissimo così.
Mi alzai dal
divano dirigendomi lenta verso la vetrata
che dava sull’esterno. Era buio pesto e la neve continuava a
cadere
prepotentemente, dipingendo di bianco tutto quel che trovava. Proprio
come
quella notte. La notte in cui ho desiderato per la prima volta del
sangue.
Tre giorni.
Il veleno aveva
impiegato tre interi
giorni per incenerire tutto quel che di umano c’era in me. Le
fiamme
corrodevano ogni cellula del mio corpo, mentre ogni centimetro della
mia pelle
pulsava freneticamente, come se volesse
scavarsi una via di fuga in quell’ammasso di
carne, senza però
riuscirvi. Continuavo invece a bruciare, sempre più
intensamente. Eppure c’era
una cosa che il fuoco non riusciva a divorare: la mia mente. Lei era
estremamente lucida, consapevole. Continuava a domandarmi
perché, come avessi
potuto permettere di lasciarmi trascinare in quel inferno. Ed io
continuavo a
ripeterle che era il prezzo da pagare per avere quel che più
desideravo:
Edward.
Ma
perché, invece, la mia mente sembrava
avere vita propria?
Il dolore
continuava ad espandersi
dovunque, mentre nella mia testa era in atto la lotta più
dura, e difficile,
che avessi mai affrontato. James, Victoria, i Volturi, e infine i
neonati. Mi
sembrarono niente in confronto al nemico che stavo cercando di battere
in quel
momento: me stessa.
Non ce la facevo
più. Non volevo più
lottare, avrei solo voluto che tutto quello finisse, che io stessa
finissi
divorata da quelle fiamme.
Improvvisamente,
però, sentii il dolore
fisico iniziare a farsi sempre meno forte. Forse, allora, anche i miei
pensieri
sarebbero svaniti assieme al dolore. Sì, doveva essere
così. Provai per un
breve istante un senso quasi di pace, poi l’inferno mi
inghiottì completamente.
Il mio cuore
iniziò a correre all’impazzata,
sarebbe scoppiato, ne ero certa. Era finita. Forse ero troppo debole, e
fragile, per reggere la trasformazione in un essere perfetto. Non avrei
mai più
riaperto gli occhi, non avrei mai più rivisto la luce del
giorno, e il buio
della notte. Non avrei più rivisto né Charlie
né Renée.
Ma quando ormai
aspettavo solo che il momento fatale giungesse, il cuore
tornò a rallentare la
sua corsa, improvvisamente, come l’aveva iniziata.
E finalmente
capii.
Il cuore non
sarebbe scoppiato. Avrebbe solo cessato di battere, per sempre.
«Sai,
penso che
potrei accettarti anche dopo, forse.» «Sai, penso
che potrei accettarti anche
dopo, forse.» «Sai, penso che potrei accettarti
anche dopo, forse.»
Il volto
dolorante di Jacob, disteso nel suo letto mi si stampò nella
mente, insieme a
quella sua ultima frase che continuava a rimbombarmi in testa, prima
forte e
vicina, poi sempre più lontana, fino a scomparire
completamente.
No. Non voglio.
Non era solo
più la mia mente a parlare adesso, ma ero io stessa
consapevole del errore che
avevo commesso.
Non voglio, non
voglio. Continua a battere ti prego, continua a battere, non ti
fermare, non…
Ma mentre
continuavo a ripetermi quelle parole, un ultimo colpo assordante, e
secco,
martellò nel mio petto.
La
trasformazione era giunta al termine.
L’incendio
nel
mio corpo era stato domato completamente. Per un secondo mi
sembrò di avvertire
il rumore del vetro quando finisce in frantumi, dopodiché il calore del fuoco
svanì completamente.
La battaglia
dentro di me era finita eppure, non ne ero uscita ne vincente ne
perdente, ma
solamente vuota.
Quando
improvvisamente due braccia mi avvolsero in un abbraccio, spalancai
istintivamente gli occhi.
“Ehi.
A cosa stavi pensando? Non ti sei
accorta nemmeno della mia presenza.”
“Niente
di particolare, Edward. Mi
chiedevo solo quando saresti tornato,” risposi fissando la
sua immagine
riflessa nel vetro, abbozzando un sorriso.
Sorrise anche
lui. “Ah sì? Beh, ed
io non vedevo l’ora di poterti stringere, così.
Starti lontano è la mia peggior
tortura.” Mi sfiorò il collo con le sue labbra.
“Dovresti farti perdonare per
non essere venuta con me.”
Con un gesto
improvviso, quanto
veloce, mi fece voltare verso di lui. Eravamo l’uno di fronte
all’altra. I suoi
occhi non erano ancora tornati del colore dell’ambra,
nonostante fosse appena
rientrato da una battuta di caccia.
Conoscevo quello
sguardo ormai, e
sapevo cosa voleva. Come sempre non mi restava che assecondarlo.
“Un modo per
farmi perdonare? Uhm, non saprei. Ma sono pronta a sentire le opzioni
di…”
Non mi
lasciò il tempo di terminare
la frase, le sue labbra si avventarono sulle mie.
“C’è solo un opzione,”
rispose staccandosi per un breve istante, prima di condurmi per
l’ennesima
volta nel abisso che io stessa avevo creato, e dal quale ero convinta,
non
sarei mai riemersa.
***
Eravamo ancora
distesi a terra, quando Edward
sciolse l’abbraccio che mi teneva stretta al suo petto. Ogni
volta che facevamo
l’amore rimaneva ore a cullarmi come una bambina
sussurrandomi dolci parole, ma
quel suo strano silenzio e quel gesto così poco da lui mi
insinuarono il dubbio
che qualcosa non andasse. Libera dal suo abbraccio alzai lo sguardo
verso di
lui, ma a rassicurarmi trovai come sempre il suo sorriso.
“Ti
amo,”
Due parole a
cui, oramai, era sempre più difficile
rispondere.
Avvicinai di
nuovo il mio viso al suo, stampandogli
un leggero bacio a fior di labbra, quasi come se quel gesto servisse a
dare più
sicurezza alla mia risposta.
“Anche
io.”
Edward
iniziò poi a delineare una scia di baci
delicati sul mio volto, scendendo poi verso il mio collo, dove
lasciò premere
le sue labbra sulla vecchia cicatrice a forma di Luna, che lui stesso
mi aveva
procurato.
“Bella,
io sto ancora aspettando.”
Sussultai al
suono di quelle parole. Credevo che per
il momento avesse accantonato la questione, ma a quanto pareva non era
ancora
così.
***
Mi svegliai di
soprassalto, ansimante e sudato, con
la mano stretta sul petto. Il dolore che avevo provato poco prima mi
sembrava
ancora terribilmente reale. Improvvisamente, la rabbia si
impossessò di me.
Afferrai la sveglia sul comodino, e la scagliai contro il muro,
riducendola in
pezzi.
Che diavolo di
sogno era mai quello? Ma soprattutto,
per quanto tempo ancora il ricordo di Bella mi avrebbe perseguitato?
C’era un
detto comune che diceva che il tempo aiuta in certe situazioni, beh, o
era la
più grande cazzata che avessi mai sentito, o ormai ne ero
diventato così
ossessionato a tal punto da non accettare la realtà. Ah,
certo c’era anche la
terza opzione: nel mio caso valevano entrambe le prime due.
Improvvisamente,
il rumore di qualcuno che bussava
all’entrata mi fece distogliere dai miei pensieri. Diedi uno
sguardo in
direzione della sveglia per rendermi conto di che ora fosse,
dimenticandomi che
l’avevo appena frantumata.
Ottima mossa,
Jacob.
I rumori
provenienti dall’entrata si fecero sempre
più prepotenti così mi affrettai ad andare a
vedere cosa stesse succedendo.
Quando aprii la
porta mi ritrovai davanti Jared e
Paul.
“Ragazzi
che succede?”
“Ehi,
Jacob. Non hai una bella cera, sai fratello?”
Fulminai Jared
con lo sguardo, non ero di certo del
umore adatto per le sue scherne.
“Siete
qui per accertarvi della mia cera o c’è
dell’altro?”
“C’è
dell’altro,” rispose Paul. “Abbiamo un
problema.”
“Che
tipo di problema?”
“Succhiasangue.”
Forse avevo
trovato un ottimo diversivo alla mia
notte insonne.
Note Autore
Argh!
Speravo tanto
di riuscire a postare il secondo capitolo un po’ prima, ma
non c’è stato
proprio verso. Ho ancora nove documenti word sparsi per il desktop
riguardanti
questo capitolo. O_O
Se sono riuscita
a portarlo a termine, però, devo solo ringraziare Erica.
Santa donna, e
dispensatrice solo di ottimi consigli! *_* Per non contare delle sue
doti da
autrice quindi vi consiglio come al solito di passare a leggere le sue
storie.
Basta cliccare qua: Kukiness
Parlando del
capitolo in se. Ho cercato di buttare qualche esca qua e la e di dare
un’idea
generale della vita che stanno vivendo adesso i protagonisti.
Spero di aver
mantenuto in voi la curiosità, e la voglia di continuare a
seguire “Scarlet.”
@Marpy
Noti proprio
tutto, eh Marpyuccia?
Ebbene,
l’accenno al sorriso sghembo
l’ho inserito proprio di proposito, per sfatare un pochino
tutti i benedetti
accenni che la Meyer ha fatto sul fantomatico sorriso di MR Cullen.
è_é Mica
c’ha il copyright, eh. :D
Comunque, mi fa
piacere che tu abbia
apprezzato il capitolo precedente nonostante si allontani sicuramente
da ciò
che scrivo di solito ma, come ho già spiegato, con
“Scarlet” vorrei anche un
po’ sperimentare nuovi orizzonti. ^_^
Purtroppo
ammetto la mia ignoranza
su “Dal tramonto all’alba” quindi con
dispiacere non posso commentare più di
tanto la tua affermazione:/
Aspetto
ovviamente la tua opinione
su questo nuovo chappy, però!!!
J
@Fayeforyou
Ciao cara! ^_^
Intanto grazie
ancora per i tuoi
complimenti. Per rispondere alla tua domanda: sì, il
cambiamento che ho
adottato nello scorso capitolo è nato così per
caso. Mi sono svegliata la
mattina con un’idea precisa in testa e ho buttato tutto su
word. Come ho già
detto vorrei provare a mescolare più generi in questa mia
long, e l’idea di un
po’ di dark/horror mi piaceva un sacco. *_*
Dal prossimo
capitolo la storia
dovrebbe entrare un po’ più nel vivo ma non do mai
niente per certo dato che
cambio idea su cosa scrivere ogni tre per due. :D
Spero comunque
che questo capitolo
abbia soddisfatto un po’ delle tue aspettative, almeno per il
momento! J
@Kukiness
Tessssssssoro!!!
Non sai quanto
mi fanno piacere
le tue parole. E’ bello sapere di riuscire a dare anche solo
un qual cosina a
chi legge. Quando ho iniziato a scrivere l’ho fatto veramente
così per gioco,
soprattutto sapevo di avere tanti limiti che mi bloccavano. Eppure
ricordo
ancora l’entusiasmo che mi colse nel leggere la tua prima
recensione a “Un
segreto lungo un’eternità.”
Ero,
sì, contenta del commento
positivo finale, ma lo ero ancora di più per tutte le tue
critiche costruttive.
Critiche che sono diventate sin da subito buonissimi consigli e che
oggi, a
distanza di mesi, mi permettono addirittura di riuscire a cogliere i
miei
stessi miglioramenti. Soprattutto è merito tuo se ogni tanto
faccio qualche
gradino in su, dato che parlare con te mi invoglia sempre a cercare di
fare
qualcosa di nuovo!
Non
finirò mai di ringraziarti per il tempo
che mi dedichi! <3
@Missrikottina
Ciao
cara!
Innanzitutto
colgo l’occasione per ringraziarti di tutte le recensioni che hai lasciato
alle altre mie fiction. Sei fin troppo buona! J
Vuoi
sapere se questa sarà una Jake/Bella? Beh, puoi stare
tranquilla. Almeno che
non impazzisca tutto di un botto io scrivo solo, ed esclusivamente,
storie su
loro due. La coppia Bella/Edward non la digerisco proprio, la trovo
noiosa e
pesante. E soprattutto adesso, che al momento sono assieme, faccio una
fatica
tremenda a gestirli. XD
Sulla
questione imprinting: non sono assolutamente una sostenitrice di questa
teoria
Mayeriana (beh, non lo sono quasi di nessuna se è per
quelloXD) quindi non
credo toccherò l’argomento, o almeno non
è nelle mie idee per il momento. Forse
più avanti, chissà!
La
frase «Sai,
penso che potrei accettarti anche dopo, forse.» la trovo
bellissima, e secondo me fa benissimo da
cornice al sentimento che Jacob nutre per Bella. Purtroppo però, non è
farina del mio sacco, ma della Meyer. E’ la frase che Jacob
pronuncia a Bella
nel momento in cui lei lo va a trovare dopo essere stato ferito nella
battaglia
contro i neonati.
Beh,
mi sembra di averti risposto su tutto quindi, non mi resta che sperare di
trovarti anche nel prossimo capitolo. J
@Dackota
Ciao
carissima! *_*
Come
vedi l’aggiornamento è arrivato un po’
tardi, ma almeno è
arrivato. XD
Sono
contenta che anche tu apprezzi questo genere ma ti dirò, io
non sono mai stata una fan del genere, ne tanto meno dei vampiri. Se
devo
essere sincera ho scoperto questo “mondo” proprio
leggendo la saga di Twilight,
ma ammetto che questi vampiri non sono poi un granché. XD
Aspetto
la tua opinione anche in questo nuovo aggiornamento, eh! J
@Faffina
Faffiii
*_*
Ma,
ma, grazie!!!
Inutile
dire che mi hai fatto un complimento bellissimo. È
incoraggiante sapere di riuscire a incuriosire nonostante abbia toccato
tasti
non riguardante la saga. Non ho mai avuto la pretesa di scrivere
un’originale,
ancora troppo difficile per me, ma sapere che già questo
piccolo accenno extra
ha riscosso un buon risultato mi fa saltellare dalla gioia! *_*
Per
sapere qualcosa di più sul nuovo vampirozzolo,
però, dovrai
aspettare il prossimo capitolo!^^ Come avrai letto stavolta mi sono
dedicata a
Bella, Jacob, e un pochino di Edward. Spero non avrai cambiato idea dopo
aver
letto questo aggiornamento!
Aspetto
di sapere cosa ne pensi! J
Ovviamente
ti ringrazio anche per gli appunti preziosi che mi hai
illustrato. Qualcosa scappa sempre, e hai fatto benissimo a farmeli
notare.
Sentiti libera di fare qualsiasi precisione ogni volta che trovi
qualcosa che
non va! ^_-
Grazie a
chi mi aggiunge nei preferiti, nelle seguite, e
addirittura tra gli autori preferiti.
Grazie a
chi recensisce aiutandomi, e spronandomi a cercare
di fare sempre meglio.
Grazie a
chiunque legge solamente.
Non
mi resta che augurami che anche questo capitolo vi sia
piaciuto e di trovarvi nel prossimo aggiornamento. ^_^
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