L'ululato del Lupo di Nena Hyuga (/viewuser.php?uid=55484)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capito 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
L’ULULATO
DEL LUPO
Capitolo 1
“Dai Yu!! Vedrai che ti
divertirai!” continua a ripetermi mia
madre.
Mi prende la mano, me la stritola quasi, e mi accompagna
fino ai piedi di un edificio imponente, enorme.
Il freddo mi penetra attraverso la giacca ben chiusa.
Impossibile...forse non è il vento che mi causa tutti questi
tremolii...forse
non è il clima rigido della Russia a lasciarmi questo senso
di gelido...penso
sia colpa di mia madre.
E’ lei che mi trasmette questa fastidiosa sensazione di
vuoto.
“Muoviti Yuri!” mi ordina, ormai il suo tono dolce
e sereno
a cui mi ero abituato, è scomparso per dar spazio ad una
nuova
voce...gracchiante, insopportabile, spasmodica.
“ma...mamma..” tento invano di farle cambiare idea,
ma non
mi ascolta, mi ignora.
Indossa degli occhialoni da sole giganti che le coprono
quasi interamente il viso...che strano, non c’è
neanche un raggio di sole in
cielo...
Appena arriviamo davanti ad un enorme portone di legno
massiccio, un uomo compare sulla soglia.
La prima cosa che penso è: “ma come caspita
è conciato??” e
quasi non mi metto a ridergli in faccia.
Porta una ridicola cuffietta viola, con una mascherina
altrettanto stupida, e sopra un pastrano verde militare, che copre i
pantaloni
e la giacca nera di pelle.
“Non ridere, Yuri...non ridere...” mi dico
sospirando e
arrivando di fronte all’uomo.
“la stavo aspettando, signora Ivanov.” ci dice, ma
rimane
sotto il portone, si vede che non ci lascia entrare.
Mia madre appoggia la mia valigia a terra, stra-piena di
roba da vestire.
Infilo le mani in tasca, sento qualcosa tintinnare contro la
cintura. Wolborg.
Lo stringo nella mia mano...il mio fedele beyblade..il mio
compagno di avventure..il mio alleato...uno dei miei più
grandi amici. Me lo
diede mio padre per il mio 5° compleanno...il 23 dicembre
dell’anno scorso, e
da quel giorno non faccio che lanciarlo e rilanciarlo per la casa...
I due adulti si stringono la mano e si fanno un cenno con la
testa.
“così tu sei Yuri Ivanov, giusto?”
“sì, signore.” rispondo
“un po’ grandicello...ma andrà bene lo
stesso..” dice
scrutandomi
“Yu, rimarrai qui per un po’ di tempo...almeno
finché le
cose tra me e tuo padre non si saranno risistemate,
d’accordo?”
“ho scelta?” penso indirizzandole il pensiero.
“ha quasi 7 anni...abbia cura di lui.” si raccomanda
L’uomo di fronte a me le rivolge un sorriso...ma
più che un
sorriso, mi pare un ghigno.
“E papà?” chiedo spaventandomi.
Non risponde.
“CHE SIGNIFICA CHE RIMARRO’ QUI??”
aggiungo rendendomi conto
solo ora della gravità della situazione.
“Yu...ne abbiamo discusso a lungo...e siamo arrivati alla
conclusione che questo è il posto più adatto per
te..”
“MA QUANTO CI RIMANGO??” la mia voce ormai
è un urletto
strozzato.
Scuote la testa e mi rivolge uno sguardo severo.
Pochi istanti dopo, un bacio freddo si poggia sulla mia
guancia per fuggire alla prima ventata.
La donna corre verso la macchina lasciata davanti al
cancello principale, dove monta senza farsi tanti scrupoli.
Non capisco più niente...è tutto così
strano...così assurdo...
Una mano mi afferra per la collottola e mi trascina dentro,
portandosi appresso la mia valigia.
Percorriamo un lunghissimo corridoio di pietra grigia, con
fiaccole appese ai lati del muro che lo illuminano sinistramente.
“Muoviti!” mi ordina dandomi una ginocchiata
Mi volto..il corridoio non è poi così lungo...ce
la posso
fare...magari riesco ancora a raggiungere mia mamma.
La prima cosa che mi viene in mente è la fuga.
Strattono la presa e mi molla, finalmente!
Corro a più non posso...
“corri Yuri! corri!” mi dico mentre schivo due
guardiani
vestiti in modo altrettanto ridicolo.
Tutto un tratto, la mia fuga si ferma a causa di un’orda di
bambini
che mi obbligano a indietreggiare.
I loro sguardi, a differenza della loro età, non sembrano
affatto cordiali e innocenti.
In particolare, la mia attenzione è attirata dal ragazzino
davanti a quella massa di gente.
I suoi occhi smeraldini non assicurano niente di buono,
anche se come stazza non è proprio dei più ben
postati. Infatti, di fianco a
lui, c’è un colosso biondo dagli occhi
plumbei..come il cielo d’inverno della
fredda Russia. Questo sì che fa paura...Mi scrutano con
severità e disprezzo.
Qualcuno mi arriva alle spalle, mi prendono per la
collottola e mi trascinano di nuovo verso l’ufficio di
quell’uomo.
“bene, Yuri, vedo che mi toccherà insegnarti
qualche regola
di base prima del previsto..” comincia con fare teatrale.
Lo guardo negli occhi, non devo far capire di aver paura di
lui.
“NON GUARDARMI COSI SFRONTATAMENTE, MOCCIOSETTO!”
un colpo
ben assestato e mi ritrovo gambe all’aria.
Mi rialzo senza troppi complimenti e delle guardie mi afferrano
le braccia.
Mi tocco il labbro con la mano e vedo una macchiolina rossa
su di essa.
“In questa scuola si impara prima di tutto ad essere
DISCIPLINATI!! Cosa che tu, evidentemente, non sei! ma si rimedia
subito...qualche giorno senza mangiare può farti solo che
bene.”
“cominciamo bene...” penso temendo il peggio.
“la regola principale, qui dentro è...OBBEDIRE
SENZA
DISCUTERE! Sono stato abbastanza chiaro? Ti serve sapere solo questo, e
se
obbedirai, tutto filerà liscio..Per chi tenta la fuga,
c’è l’isolamento nel
nostro carcere, ma dato che per te è il primo giorno, faremo
un’eccezione alla
regola.”
Deglutisco...non riesco a credere che mia madre, o quella
donna che chiamavo tale, mi abbia piazzato qui dentro! E’ un
manicomio! Una
gabbia di matti!
Stringo il mio beyblade quasi stritolandolo
“qui si gioca a beyblade per vivere, e non il
contrario.”
conclude il discorso.
“so che tu sei un blaider di grande talento..”
“e come..” chiedo, o almeno..tento di fare una
domanda.
Mi arriva un ceffone che non ho nemmeno visto partire.
“SI STA ZITTI QUANDO PARLA IL SOTTOSCRITTO!”
sbraita
infuriato.
Mi verrebbe da rispondere...non sono propenso a subire senza
reagire, forse non mi conosce ancora tanto bene, ma ne avrà
sicuramente modo, e
sono convinto che non sarà divertente..per lui.
“ti tengo d’occhio da tempo, Ivanov, e ti ho fatto
chiamare
per allenarti appositamente in questo monastero...”
“bell’affare.” penso sarcastico.
Mi rivolge un’occhiata truce, forse mi ha letto nel
pensiero.
“mi aspetto grandi cose da te, Ivanov. Mi auguro che tu
prenda parte della squadra nazionale russa.”
Annuisco. Che altro posso fare? Parlare non posso, mangiare
neanche, rispondergli per le rime non se ne parla...questo posto
è una vera
schifezza. Come hanno potuto rinchiudermi qui dentro?
“HUZNESTOV!” chiama.
La porta dell’ufficio si apre e compare il ragazzo che avevo
intravisto tra gli altri.
Ha un portamento militare, infatti si mette sull’attenti. Il
suo volto è impassibile. I suoi occhi, come la prima volta
ho notato, sono due
gelidi smeraldi.
“comandi!”
“porta Ivanov nella sua stanza!”
Il ragazzo mi guarda e non batte ciglio.
Gli sbarro gli occhi stralunato.
“che hai da guardare, soldatino?” gli chiedo
mentalmente.
“Ah, non mi sono ancora presentato. Io sono Vladimir Vorkov.
Per te, sono il Signor Vorkov.”
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Capitolo 2
Seguo
imperterrito il ragazzo dai capelli lilla,
trascinandomi dietro la mia pesantissima valigia.
Mi prendo indietro rispetto a lui e mi intima a sbrigarmi.
Sembra che nei suoi occhi sia sparita l’innocenza che un
bambino di 6 o 7 anni dovrebbe avere.
In effetti, dimostra più anni di me..anche se non ci
giurerei. Deve avere la mia età.
Cammina spedito davanti a me.
Non sembra voglia instaurare qualche tipo di conversazione..
“meglio per me, non sono un tipo che parla molto..”
mi dico
compiaciuto.
Si blocca davanti ad una porta di legno scurissimo e
vecchio.
“siamo arrivati.” annuncia.
Sbuffa annoiato e apre la porta con un calcio. Che gli
prende??
“senti, posso darti una dritta?” comincia con fare
di chi la sa lunga.
Lo guardo curioso.
“obbedisci senza discutere...è l’unico
modo per rimanere
vivi qui dentro, mocciosetto.”
“EHI!! MOCCIOSETTO A CHI?!” mi altero
“ehi, ehi...non scaldarti tanto...”
Sì, mi piacerebbe scaldarmi...magari davanti ad un caminetto
acceso..qui dentro c’è un freddo che mozza il
fiato.
“tu chi sei?” chiedo mettendomela via.
Mi fulmina con lo sguardo.
“non credere di poter permetterti una certa confidenza con
il sottoscritto...sai?”
“scusami..non volevo essere impertinente, Sua
Maestà.” lo
prendo in giro..il sarcasmo è sempre stato il mio forte.
Ringhia e digrigna i denti.
“oggi passi perché è il tuo primo
giorno, mocciosetto, ma la
prossima le prendi!”
Si gira e si ferma solo per dirmi il suo nome.
“ah...per la cronaca...sentirai parlare
di me dai ragazzini che ci sono dentro al
monastero...non occorre che ti dica il mio nome...ma se proprio ci
tieni, io
sono Boris Huznestov.”
Così dicendo, mi lascia da solo, impalato in mezzo al
corridoio.
“piacere di aver fatto la tua conoscenza, Boris
Huznestov.”
dico ironizzando la situazione.
Mi volto ed entro nella camera assegnatami.
E’ piccolina, ma almeno è una singola. Posso fare
ciò che
voglio.
“io e quel Boris mi sa proprio che andremo molto
d’accordo..” mi dico sogghignando.
Scuoto la testa.
“ma che mi prende??? CHE CAZZO DICO??”
Non devo pensare a certe rivalità..devo piuttosto escogitare
un modo per andarmene...non voglio finire come quello.
Mi chiudo dentro a chiave, butto la valigia ai piedi del
letto e affondo il viso nel cuscino.
Qualcosa di caldo e bagnato mi solca una guancia. Una
lacrima.
“questa è la prima e ultima lacrima che
verserò...mai più
una...” prometto a me stesso.
Tiro fuori dalla tasca il mio beyblade...Wolborgh.
Il grigio argenteo della trottolina emana una strana
luminosità. Quasi ipnotica.
Il sonno sopraggiunge inaspettato e mi travolge, portandomi
nel mondo dei sogni...o meglio, degli incubi.
Mi sveglio di soprassalto a causa di un rumore fortissimo
proveniente dal cortile.
A che ora sono capitato in questo posto? Boh...cognizione
del tempo andata a quel paese.
Mi affaccio alla finestra e capisco qual è il motivo di
tanta agitazione.
Il colosso biondo che ho visto affiancato all’altro, si
stava battendo con un ragazzino.
Lo ha messo alle strette, il bey avversario quasi
completamente distrutto.
Mi sporgo un altro po’ per vedere meglio e noto una figura
familiare. Boris. E’ in piedi di fianco al colosso.
Il biondo sogghigna soddisfatto della vittoria ormai
assicurata, e “gioca” con la sua preda, facendolo
soffrire, distruggendogli il
bey pian piano.
Mi infilo le scarpe, prendo Wolborgh e mi precipito fuori.
Non è ammissibile che succedano cose del genere! Per di
più rimangono impuniti!
Li raggiungo in una manciata di secondi e mi blocco
all’orrore della scena che mi si presenta davanti.
Il ragazzino, ormai privo di forze, il beyblade distrutto al
suo fianco, fermo, viene portato via a forza da delle guardie, mentre
il povero
innocente urla e si dimena cercando di sfuggire.
Non riesco a parlare. Non ne sono capace. Che gli
succederà?? Che gli faranno?? Dovrebbero punire
l’altro per aver giocato
scorrettamente!
“ah...guarda chi c’è, Serjey.”
dice una voce alla mia sinistra.
Mi volto, e incrocio lo sguardo di Huznestov.
“hai capito cosa succede a chi perde un incontro,
mocciosetto?” aggiunge il colosso.
“dovresti prendertela con qualcuno alla tua
altezza!” sbotto
irritato.
Mi si avvicina spaventosamente e si mette a ridere.
“e tu saresti alla MIA altezza, moccioso??” chiede
divertito
Effettivamente..l’immagine di Davide e Golia è
molto simile
alla mia situazione.
Boris si mette in mezzo e ci divide.
“piano, Ser, mettilo alla prova. Non abbiamo ancora visto
cosa è in grado di fare la grande STAR del
momento.” sibila il ragazzo più basso.
“sarei curioso anche io di vedere che combina...”
si
aggiunge una voce sconosciuta
Guardo oltre le spalle di Boris.
Un bambino piuttosto basso e bizzarro, si avvicina con passo
sicuro e fiero.
“Ivan. Ti aspettavamo per l’allenamento.”
lo rimprovera Boris.
Il piccoletto lo ignora e la sua attenzione è presa dal
sottoscritto.
“tu sei il nuovo arrivato? Il grande acquisto del capo??
Tzè...hai l’aria di
uno che resisterà a malapena qualche giorno..ma se Vorkov
dice che sei bravo,
bisogna subito metterti alla prova..”
Non dico che mi sta antipatico...mi sta letteralmente in
culo!
Si avvicina a Boris e si siede su una panchina.
Vado verso il beyblade stadio.
“perché hai distrutto il bey avversario?? Hai
visto che non
era in grado di batterti! Non si umilia così il proprio
rivale!” gli rinfaccio.
Serjey, o almeno così penso si chiami, sbuffa divertito e si
mette in posizione.
A discapito delle apparenze, il mio avversario, ha un viso
giovanissimo...non può avere più di 8 anni.
Prendo Wolborgh e lo metto nel lanciatore.
“ti darò una bella lezione di quel che vuol dire
“combattere
per sopravvivere”, mocciosetto.” annuncia con fare
teatrale.
“non mi fai paura..” sussurro concentrandomi.
TRE! DUE! UNO! PRONTI?? LANCIO!!
“SEABORGH!”
“WOLBORGH!”
I due bey, senza perdere tempo, si scontrano e si attaccano.
“è forte..” penso immediatamente
guardando il bey azzurro
avversario.
Non posso batterlo senza una strategia...continuando con
attacchi frontali, non posso far altro che peggiorare la situazione.
Decido di aspettare...difendermi il meglio
possibile...voglio proprio vederlo sfoderare un attacco che si possa
chiamare
tale.
“SEABORGH!” urla e sogghigna.
Improvvisamente, il campo da gioco è invaso
dall’acqua
“CHE SUCCEDE??”
“hai mai sentito parlare di Bit Power,
mocciosetto?”
domanda.
“Bit Power?”
“se non ne hai uno, non sperare di battermi..”
Non faccio a tempo a chiedere altro, che sopra alle nostre
teste compare una Balenottera gialla, sembra quasi un cucciolo.
“COSA E’ QUELLA???” chiedo spaventato.
Mi fissa come fossi un fantasma.
“riesci a vedere la mia Balena?”
“s-sì...” rispondo allucinato.
“Seaborgh! ONDA ANOMALA!!”
“WOLBORGH! ATTACCA!”Niente da fare...i due
attacchi, a causa della loro potenza, si annullano e
generano delle crepe sul beyblade stadio.
“non è possibile....” biascica confuso
il mio avversario.
Momento giusto per attaccare.
“WOLBORGH! A TE!!”Una luce bianca invade il campo
di gara e tutto il cortile.
Un’immagine sfocata di un animale mi si para davanti e inizia
a battersi con la Balena di Serjey.
“CHE E’??” chiede Boris frastornato.
In meno di due secondi, la battaglia finisce. Il bagliore
accecante svanisce per rientrare all’interno...del mio bey???
I due bey sono fermi, immobili. Per fortuna, Wolborgh non ha
riportato nessun danno, a parte una crepa sul bit.
Boris si affretta ad aiutare Serjey a rimettersi in piedi.
“questa storia non finisce qui, mocciosetto.”
Riprendo in mano il mio bey e corro in camera. Filato.
Spedito.
Commenti sul mio incontro appena svolto e conclusosi con la
parità dilagano tra i ragazzini.
Mi accorgo solo dopo di una particolarità del mio bey. La
“crepa” che avevo visto prima, non era una vera e
propria ammaccatura.
Avvicino Wolborgh agli occhi per osservare meglio.
“sembra...un lupacchiotto con le ali..” penso
rigirandomi
tra le mani il bey.
Poi, improvvisamente, di nuovo quella luce invade la stanza.
Buio assoluto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
“Yuri....Yuri!”
Una voce mi chiama..è
cristallina e melodiosa...
“no, mamma..voglio dormire
ancora..”
Un dolore lancinante alla caviglia mi
sveglia completamente.
“CHI E’
STATO??”
Mi alzo in piedi sul letto, nessuno
nella stanza.
Un luccichio strano attira la mia
attenzione. Wolborgh?
Mi avvicino al bey, posato sul
comodino.
“me lo sarò
immaginato..” minimizzo
Mi rendo conto solo ora che sono in
camera...ma non mi stavo
battendo con Serjey??
Sì...ci siamo scontrati...mi ricordo solo di una strana luce
bianca, il mio bey
che si è crepato sul bit, e...basta.
Alzo lo sguardo oltre i piedi del
letto.
“E TU CHE COSA
SEI?!?!” urlo scioccato
Una strana creatura alata mi si
avvicina e sale sul letto
cominciando a fissarmi.
Gli occhi castani e teneri, il manto
bianco, uno strano
diadema sulla fronte e delle ali candide azzurre.
“c-che cosa
s-sei?” chiedo di nuovo.
“sembri un cucciolo di lupo...ma...da dove sei
uscito?”
Con la testa, il piccolo lupo mi
indica il beyblade
appoggiato sul comodino.
“non capisco cosa vuoi
dire...e soprattutto, non capisco
perché sto a parlare con un lupo!No, ma che dico...un
allucinazione!”
Neanche l’avesse capita, mi
strattona il braccio con un
morso.
“EHI! CHE FAI!?”
ritiro il braccio indietro
“ok..rimangio quello che ho
detto...non sei
un’allucinazione..” guardo le impronte dei denti
lasciati sul braccio.
Il cucciolo si siede davanti a me, mi guarda e scodinzola come se si
aspettasse
qualcosa.
“francamente, non ho mai
avuto un lupacchiotto per
casa...non ne ho la minima idea di cosa hai bisogno, come sfamarti e
neanche se
hai necessità impellenti di un certo tipo..” dico
amareggiato.
Le aluccie sulla sua schiena
cominciano a sbattere in
maniera confusa e in men che non si dica svolazza per la stanzetta
beato e
sereno.
Improvvisamente, lo vedo piombare a
terra, facendo un tonfo
sordo e un piccolo guaito di dolore.
“no! fermo! così
farai arrivare le guardie!”
Lo prendo e lo caccio sotto il letto
appena in tempo per
veder spuntare dalla porta la faccia di un guardiano.
“che
cos’è questa confusione??” chiede severo
“ehm..ehm...sono caduto e
ho sbattuto la testa sul letto..”
mento cercando di essere credibile
Annuisce.
“cerca di stare
più attento.”
“sissignore.”
Appena richiude la porta, mi lascio
sfuggire un sospiro di
sollievo.
Alzo le coperte pendenti ai lati del
letto e...
“il lupacchiotto
è sparito!”
Corro a vedere il bit di Wolborgh. Il
Lupo alato è lì
orgoglioso e sereno.
“oh mio dio..comincio
già ad avere allucinazioni...questo
posto è un manicomio..”
Esco per un allenamento speciale
ordinatomi da Vorkov.
Mi ha detto che sarà
questione di un’oretta al massimo e devo
farmi trovare alle tre e mezzo in punto nella sala
d’allenamento.
Il portone vecchio e logoro, cigola
appena lo spingo e mi
ritrovo in una saletta piccolina.
Non c’ho mai messo piede
fin’ora dato che non mi hanno
ancora inserito ufficialmente nella squadra dei DemolitionBoys, il
massimo dei
blaider che si possano trovare in Russia.
Le porte mi si chiudono alle spalle.
Una voce metallica rimbomba sulle
pareti.
“Ivanov! Esegui gli
esercizi del tuo allenamento! Ciò ti
farà superare l’esame per entrare a far parte
della squadra nazionale russa!”
Mi guardo intorno per cercare di
mettere a fuoco cosa c’è di
così particolare in questa stanza.
Tutto un tratto, una porta apparita
dal nulla, si apre su
una parete.
“Entra!”
“ma perché mi
sono ridotto a seguire ogni loro ordine?? per
di più rispondendo come un soldato!” mi chiedo
rassegnato.
Una piccola puntura sul collo mi
distrae dai miei pensieri e
mi riporta alla realtà.
“maledettissima
zanzara!!” sfrego la nuca senza risultato
Stringo Wolborgh e sento le forze
farsi meno.
“che cosa...”
La vista mi si offusca pian piano, le
mani si fanno deboli e
la testa mi fa un male cane. Ma non svengo. Non voglio! non posso!
Entrare nei
DemolitionBoys è l’unico modo per poter
sopravvivere e andarmene una volta aver
raggiunto la cima!
“Ti abbiamo iniettato un
siero con effetti di stordimento,
non è letale. Vogliamo metterti alla prova in condizioni
estreme.”
“significa che posso
rischiare la vita?” chiedo in un fil di
voce
“la vita la rischiamo ogni
giorno. Una volta in più o in
meno non fa differenza.” risponde automatico
La seconda stanza è una
confusione di rumori e botti.
Sento uno strano cigolio indirizzarsi
verso di me.
“Wolborgh..”
chiamo invano il nome del mio bey, ancora in
pugno.
Lo metto nel lanciatore. La mira
è pessima a causa del
siero.
“LANCIO!”
Wolborgh sbatte contro un muro ma
rimane in piedi.
“TRE! DUE! UNO!
LANCIO!” di nuovo quella voce metallica.
Un fruscio, simile a mille beyblade
messi insieme, sta per
travolgermi.
Chiudo gli occhi e tasto le pareti
alla ricerca di qualcosa
con cui ripararmi.
“WOLBORGH!”
Una luce azzurra appare davanti a me,
ma dal contorno
sfocato e confuso, riesco a riconoscere il Lupo alato che vive
all’interno del
mio bit.
Mi afferra un braccio e mi trascina
via, evitando tutti i
beyblade che mi sparano addosso.
Ora sbatto su un muro, ora inciampo,
ora cado dalla
frustrazione.
“PERCHE’ MI STATE
FACENDO QUESTO!?!” urlo in preda
all’angoscia
Nessuna risposta.
Il lupacchiotto mi si avvicina e
appoggia il muso sulle mie ginocchia.
Sento che trasmette un piacevole calore e una forza vitale nuova.
Mi rialzo e lo seguo, nonostante la
testa dolente e gli arti
formicolanti.
Ancora una raffica di beyblade si
avvicina e rischia di
colpirmi per un pelo.
Il corridoio che l’animale
ha deciso di prendere è sconnesso
e pieno di spigoli, di cui ne prendo in pieno uno sì e
l’altro anche.
“basta..” mi
blocco in mezzo alla strada
“basta..” ripeto
Il Lupo si avvicina e rientra nel
bey, per tornare nella mia
mano.
“SONO STUFO DI
SCAPPARE!!”
La testa gira come su una giostra e
sono allo stremo delle
forze. Ma è dunque questo che si aspettano di vedere?? Un
moribondo, sull’orlo
della crisi di nervi, scatenare una furia mai vista solo per
l’istinto di
sopravvivenza?? Beh, se è questo che vogliono vedere, lo
avranno, e se ne
pentiranno amaramente!
“WOLBORGH!!”
Lancio il bey cercando di sforzare
gli occhi ad obbedire al
mio disperato bisogno di difesa.
Il bey travolge tutto ciò
che incontra per la sua strada,
compresi i dispositivi di lancio incastonati sui muri.
“VAI!”
Ancora una volta, il bey grigio
distrugge i nemici con uno
scontro frontale.
Riprendo possesso della trottolina e
continuo la mia fuga,
addossandomi alla parete per evitare di cadere.
Le forze si esauriscono in fretta e
logorandomi il corpo.
“Wolborgh..”
sussurro vedendo il bey scivolarmi dalla mano e
cadere da qualche parte.
Gli occhi cedono alla fatica e
tentano di chiudersi
definitivamente, ma una figura insistente si presenta davanti a me,
stavolta
nitida.
Il cucciolo di Lupo!
“sono orgoglioso di
te..” sono sicuro di averlo sentito dire
Sorrido.
Sospiro.
Buio.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
Apro lentamente gli occhi.
Tutto, intorno a me, è
bianco, candido e soffice.
“che bello! il
Paradiso!” qualcuno potrebbe pensare
No, assolutamente no. Non
è il Paradiso. Bensì l’Inferno
più
infernale. L’infermeria del monastero.
Bende, fasciature, cerotti e aghi
tirano la mia pelle e
un dolore lancinante mi prende la testa.
“il siero non ha ancora
finito del tutto il suo effetto.”
dice una voce femminile al mio fianco
“che..che cosa è
successo??”
“che cosa è
successo?? Sei tornato dalla città degli
Inferi!”
Anche se non ne sono ancora in grado,
spalanco gli occhi
stupito.
“sono morto?”
“nooo...ma hai
rischiato.”
“mi dispiace. Non dovrei
dare così tanta confidenza.”
Devo apparire un bambinetto
impertinente se continuo a fare
domande.
“ooh, non ti preoccupare.
Qui dentro puoi parlare
liberamente. Non preoccuparti, caro.”
Caro??? Forse mia madre mi chiamava
così.
Chiudo gli occhi spossato.
“dove è il mio
beyblade?”
Mi mette davanti agli occhi Wolborgh.
Integro.
“ma come ha fatto a
resistere??” mi chiedo tra me e me
ancora più scioccato
“ha resistito
perché TU hai resistito..” risponde
inconsciamente una vocina dentro la mia testa.
Tento di alzare il busto ma la testa
riprende a girarmi.
“ti ho detto che devi stare
tranquillo e riposare. Finché
sei qui, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per recuperare le
forze.”
Forse non è una brutta
idea.
Mi distendo e sorrido, ma la mia
tranquillità dura
esattamente tre...due...uno...
“IVANOV!” sbotta
una voce entrando di soprassalto
nell’infermeria.
E’ Vorkov e...sta
sorridendo!
“sissignore?”
“Hai passato la prova
d’ammissione nella squadra dei top
blaider.” sembra addirittura orgoglioso
“scusi?”
“Non hai capito, moccioso??
Hai superato la prova a pieno
punteggio! Hai battuto perfino il record di Huznestov!”
“questo non piacerà di sicuro a Boris..”
penso aspettandomi una sfuriata da
parte del soldatino numero uno.
Mi sforzo di apparire entusiasta, ma
penso di fare solo una
smorfia di disprezzo che Vorkov nota ma ignora.
“diventerai
l’arma perfetta della Borg! Sarai il nostro asso
nella manica!”
“ma che
fortuna...” penso disperato.
Comincia a parlare del più
e del meno, ma un argomento tocca
la mia curiosità.
“....bit power.”
riesco a recepire solo quella parola
“bit power??”
chiedo interessato
“Diventerai un ottimo
cacciatore di bit power! Tu e
Huznestov, insieme al resto del gruppo, formerete una squadra di
cacciatori di
bestie sacre.”
Penso e rimugino sulle parole appena dette. Bit power. Anche Serjey
aveva usato
quel termine che non mi è ancora ben chiaro.
Non mi azzardo a chiedere cosa siano
esattamente i bit
power, non vorrei peggiorare la mia condizione fisica.
“Riposo, Yuri Ivanov.
Appena ti riprenderai, un allenamento
speciale ti attende.”
“so come mi
chiamo.” penso sprezzante.
Spero, un giorno o l’altro
di avere il coraggio di dirgli
tutto in faccia, tutto ciò che penso e provo. Ma
soprattutto, spero di arrivare
vivo a quel giorno.
E’ sera. Non riesco a
prendere sonno.
Solo il fruscio delle foglie sui rami
degli alberi mi fa
capire che sono nel mondo terrestre.
“cosa sono i bit power??
perché mi ha chiesto di
catturarli??” mi chiedo osservando il bit di Wolborgh.
“Bit power...bit
power...non ho mai sentito nessuno parlarne
a parte Serjey e Vorkov.”
Improvvisamente, il bey grigio si
illumina tanto da
diffondere in tutta la stanza un bagliore accecante.
Nessuno sembra accorgersene,
altrimenti sarebbe
stata la fine per il sottoscritto.
Fisso la porta
dell’infermeria, in attesa di vedere
comparire qualcuno che me le suoni di santa ragione ma...la porta
svanisce nel
nulla!
I letti, gli armadietti, i
separé, le finestre e tutto ciò
che c’è di materiale in quella stanza scompare
come la porta pochi attimi
prima.
Gli oggetti svaniscono per dar spazio
ad uno strano
ambiente.
Le pareti dietro di me sono ricoperte
di sabbia. Ovunque mi
giri c’è sabbia e un oceano infinito di quella
sostanza si estende di fronte a
me.
“Ma dove sono
finito??” mi chiedo più incuriosito che
spaventato. Tanto, luogo peggio del monastero non esiste, mi va bene
tutto.
Il posto è desolato. Non
c’è anima viva. Non che la cosa mi
dia fastidio, ormai sono abituato alla solitudine.
Mi scosto dal muro e alzo lo sguardo.
“non può
essere...” balbetto osservando l’imponente figura
della piramide
“sono capitato in Egitto..e
non so nemmeno come caspita ho
fatto..”
Mi avvicino, non capita spesso di
trovarsi per caso in
visita turistica in Egitto.
Tocco le pareti di quel monumento
importantissimo. Sento una
vena di avventura pulsare sotto la mia pelle.
Infilo una mano in tasca e sento
Wolborgh, brillante e
iridescente.
Faccio luce sulla parete sabbiosa e
noto dei simboli.
“geroglifici antichi! A
cosa mi possono servire!! Non
so l’egiziano!
E nemmeno conosco il
significato di questi simboli!” impreco al vento parole poco
carine
Tengo stretto Wolborgh.
L’ultima volta che ho fatto così, mi
ha tirato fuori dai guai.
All’improvviso, da un
angolo della piramide sbuca il
Lupacchiotto che mi ha salvato la vita precedentemente.
Lo rincorro, è proprio
questo che vuole.
“ASPETTAMI!!!”
grido
Inutile, non mi ascolta.
Appena lo raggiungo, vedo che si
è fermato di fronte ad un
punto ben preciso della piramide.
Una zona di geroglifici è
illuminata di luce propria.
Il Lupo della steppa sparisce
tuffandosi nella parete.
Mi avvicino senza esitazioni.
Inaspettatamente, leggo
ciò che c’è scritto sulle pareti.
E’
come se tutto mi fosse chiaro. Come se fosse cirillico, russo. Come se
fosse la
mia lingua madre.
“Il significato
è da ricercarsi nella storia” ma che
significa?? Più storia di così!!
Penso alle parole esatte di quella
frase.
“il Lupo è
entrato nella piramide..è entrato NELLA
piramide...è entrato NELLA “storia”
perché la piramide è un simbolo della
storia!” c’arrivo dopo un bel po’ di
tempo alla soluzione del problema.
Scruto il muro solido e sabbioso,
corroso dal tempo.
“naaa...non mi voglio
morire sfracellandomi contro il muro
di una piramide..” penso sconvolto.
Qualcosa alle mie spalle mi spinge e
mi obbliga a scontrarmi
con la parete.
Chiudo gli occhi preparandomi
all’impatto ma...nessuno
scontro.
Guardandomi intorno, mi rendo conto
di essere entrato in una
grande biblioteca antica.
Un libro, sopra al tavolo
più vecchio dell’immensa sala,
attira la mia attenzione.
Pian piano, passo dopo passo, tento
di avvicinarmi al
librone antico.
Lo fisso un istante e lo sfioro.
Al solo contatto con le mie dita, il
libro si dissolve.
Mi ritrovo in infermeria, sdraiato
sul mio letto, la fronte
madida di sudore e il fiatone incessante.
“devo trovare quel libro
nella biblioteca del monastero.” mi
dico convinto e contento di aver trovato qualcosa di interessante da
fare che
non sia battermi con i bey.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5
Dopo due giorni di cure da parte
dell’infermiera ,
riesco a tornarmene in camera e riflettere con calma e
serenità sul significato
del “bit power”.
“Vorkov mi ha concesso
ancora qualche giorno di
riposo..posso sfruttare l’occasione per farmi un giro nella
biblioteca del
monastero”
Infilo la tuta bianca, prendo
Wolborgh e comincio a vagare
per i fitti corridoi del monastero.
Nonostante tutti i corridoi, riesco a
raggiungere la
biblioteca.
Mi sembra immensa, piena zeppa di
libri e un’aria spettrale
avvolge la stanza quasi come per dirmi di andarmene finché
sono in tempo.
Ricordo il libro visto nella visione
e lo cerco con lo
sguardo.
La biblioteca, a quest’ora,
è vuota a causa degli
allenamenti di beyblade mattutini che tutti i blaider sono costretti a
fare.
“Di bene in meglio...ho
tutto il tempo e lo spazio a mia
disposizione..” penso allegro.
In giro non c’è
anima viva del libro in questione, così
domanda al guardiano che sta appostato all’entrata.
“mi scusi..”
attiro la sua attenzione
“COME MAI NON SEI
ALL’ALLENAMENTO??”
“perché sono appena stato dimesso
dall’infermeria, signore!”
Riflette un attimo e mi fa un cenno
di assenso.
“sto cercando un libro
su..”
“Cerca
nell’archivio, arrangiati!” mi interrompe ma almeno
dice qualcosa di utile alle mie ricerche.
Tutti i libri sono catalogati o per
genere o per ordine
alfabetico e questo mi dà un enorme aiuto.
Trovo qualcosa al riguardo in uno
scaffale indicatomi
dall’archivio sul PC.
Il ripiano è basso e
c’arrivo senza problemi, così comincio
a sfogliare uno per uno i tomi che mi sembrano parlare di bestie sacre
o bit
power.
Finalmente, dopo almeno
un’ora di ricerca, riesco a trovare
c’ho che voglio.
Lo sfoglio pagina dopo pagina,
capitolo dopo capitolo,
eliminando le parti che non toccano la mia curiosità.
“Bit power: creature sacre
provenienti da leggende di mondi
antichi, vecchi cimeli tramandati per generazioni. Possiedono una forza
straordinaria che si sprigiona nel momento del bisogno. Chi ne possiede
uno, ha
il potere di fare tutto ciò che vuole.”
“Insomma, essenzialmente il
bit power rende potente il mio
bey, nella quale è racchiuso il Lupo...perciò, il
Lupo Siberiano è il mio bit
power.” ragiono e controllo sul bit di Wolborgh.
Uno scintillio, come una risposta
d’assenso, mi danno la
certezza che le mie intuizioni sono giuste.
“Ma perché a
Vorkov interessano tanto??”
Non trovo la risposta alla domanda
perché un gruppo di
ragazzi vocianti entra in biblioteca parlando a proposito di una certa
sfida
importantissima per decidere il leader di qualche cosa.
Corro nell’atrio del
monastero, dove ci si riunisce di
solito come punto di riferimento.
Trovo Vorkov e Boris intenti a
litigare.
“MA SIGNORE!! COME PUO’ UN MOCCIOSO DEL GENERE
PRENDERE IL MIO POSTO IN
SQUADRA!?!” urla e si agita il giovane russo.
Alle sue spalle, Serjey e Ivan hanno
l’aria di essere
stupidi e scossi almeno quanto il sottoscritto.
“non si discutono gli
ordini, Huznestov! Quello che dico è
legge!”
“ma...ma non è
giusto!! Mi sono fatto il culo per ottenere
quel livello!”
L’uomo sovrasta il ragazzo
e gli molla un manrovescio ben
assestato in viso.
Boris cade a terra e si rialza
subito, mettendosi
sull’attenti, senza esitare, senza controbattere, senza
fiatare. Un cyborg,
ecco cos’è quel ragazzo.
L’impressione non
è affatto quella di una discussione tra un
ragazzino di 7 anni e di un uomo adulto..ma quella di un adolescente
con un
dittatore.
L’età, in questo
monastero, bisogna moltiplicarla per 7 come
quella dei cani. Il tempo, qui dentro, logora più del
normale.
“IVANOV!” mi
chiama Vorkov.
Boris mi rivolge
un’occhiataccia malvagia e piena di odio.
“si signore?”
chiedo confuso
“ho deciso che tu e
Huznestov disputerete un incontro. Chi
vince, diventerà automaticamente il capitano dei
DemolitionBoys.”
Non mi sono mai battuto con Boris, ma
dalle voci che girano,
è un osso duro da battere, anzi..non è mai stato
battuto!! Per questo è il
leader indiscusso del monastero.
“ma..signore..”
tento di sviare il discorso e convincerlo a
lasciare Boris al comando della squadra
“NON SI DISCUTE,
IVANOV!”
“sissignore.”
“Bene..e ora, tutti nello
stadio numero 4. Credo che
assisteremo ad un incontro spettacolare, oggi” aggiunge con
aria soddisfatta.
Il ragazzo dagli occhi smeraldini mi
si avvicina e mi spinge
a terra con una spallata.
“attento a te! Non mi
lascerò battere dal primo moccioso che
capita!”
Preso da uno scatto d’ira,
mi rialzo in men che non si dica
e gli sono a pochi centimetri di distanza.
“non sono un moccioso! E te
lo dimostrerò proprio ora, sul
campo di gara!”
“se riuscirai a
sopravvivere..” aggiunge ghignando Ivan
“che intendi
dire??” chiedo spaventato
Vedo Boris andarsene seguendo la
folla.
“Il nostro capitano non
lascia mai scampo all’avversario...pochi
sopravvivono, e non sto scherzando.” interviene Serjey.
“che seccatura...non me ne
posso stare un attimo in pace!”
impreco in silenzio raggiungendo la postazione di gioco.
Un campo di gara immenso, con una
fontanella al centro e un
laghetto che ricopriva più di metà stadio, ci si
presenta di fronte.
“uno stadio
d’acqua..che fortuna!” penso tra me e me.
Boris non sembra spaventato.
Chissà che tattiche usa.
“sicuramente anche lui ha
un bit power..”
Ci mettiamo in posizione. Il mio
primo incontro ufficiale.
Un incontro che avrebbe determinato il mio futuro nel monastero.
Il fatto di diventare capitano di una
squadra di cyborg mi
alletta poco, ma è l’unico modo per sopravvivere e
uscire al più presto da qui.
Metto Wolborgh nel lanciatore, e
Boris fa lo stesso con il
suo bey.
“te lo presento..si chiama
Falborgh.”
Uno scintillio azzurro ha solcato il
bit del bey verde acqua
e gli occhi del blaider.
“IN POSIZIONE!!”
TRE! DUE! UNO! PRONTI?! LANCIO!!
“LANCIO!!”
“VAI FALBORGH! NON PERDERE
TEMPO!”
“WOLBORGH!
DIFENSIVA!”
Non mi lascia scampo e comincia ad
attaccare con piccoli
movimenti ravvicinati e decisi, quasi come se avesse uno scopo.
“WOLBORGH!! CHE TI
SUCCEDE??” chiedo dalla disperazione.
Pezzi grigi saltano ovunque. Il bey avversario deve usare qualche
meccanismo
strano installato sul bey.
“STAI BARANDO!”
“Non è affatto
come credi tu...” mi spiazza e mi indica il
suo bey
Effettivamente, non ha niente che non
va solo che...
“LAMINE DI
VENTO!!!” ordina
Una folata di aria tagliente si
avvicina spaventosamente a
Wolborgh e ne danneggia varie parti.
“eh no...la situazione non
va affatto bene...” penso in
preda al panico.
Guardo Boris attento al suo bey e
noto sul suo viso una
smorfia di difficoltà. L’attacco sferrato deve
essere difficilissimo da
controllare per un ragazzino.
“WOLBORGH!!”
chiamo il nome del mio bey
Subito, il bey aumenta la
velocità di rotazione e si scaglia
contro Falborgh.
Lo attacco varie volte, ma sembra non
subire alcun danno.
Finalmente lo vedo! Riesco a vederlo!
Il suo bey provoca dei
vuoti d’aria che risucchiano tutto ciò che ci sta
intorno e lo taglia.
“WOLBORGH! GHIACCIA
TUTTO!!” ordino con un piano in mente.
Il bey si ferma sul posto e provoca
delle scintille azzurre
di ghiaccio e tutta l’acqua presente si solidifica
all’istante.
“che stai
facendo?” mi chiede confuso Boris
“questo è il
campo adatto a Wolborgh..non lo sapevi??” gli
chiedo beffardo.
“WOLBORGH!!
ORA!!”
Improvvisamente, riesco a intravedere
nel fascio di luce
proveniente dal mio bey, il piccolo Lupo Siberiano.
“A TE BIT
POWER!!”
Boris sghignazza tra sé.
“che sprovveduto...non sai
nemmeno come si comanda un bit
power! Sta a vedere!! FALBORGH!”
Un Falchetto Azzurro si presenta
sopra le nostre teste e
comincia a volare in circolo.
“ORA!! ATTACCA!! LAMINE DI
VENTO!”
Lo vedo planare addosso a Wolborgh.
“ormai è la
fine! mettitela via!” dice contento
All’ultimo secondo, il bit
power vira e viene verso di me,
lacerandomi la maglia sulla spalla.
“AAH!! MA SEI
IMPAZZITO??” chiedo capendo le sue vere
intenzioni.
“non vorresti stare a
giocare ancora un po’ con me?? Così ti
farai un’idea della mia grande potenza!”
Nonostante tutto, vedo Falborgh in
seria difficoltà, non
riesce a muoversi come vorrebbe in un campo del genere.
“ne devo
approfittare..” penso escogitando una tattica
offensiva.
Un’altra folata di vento mi
prende in pieno e piccoli tagli
affondano la mia carne procurandomi fitte ovunque.
“SMETTILA!! WOLBORGH!!
ATTACCO TEMPESTA DI GHIACCIO!!”
Il Lupo parte alla carica e riesce ad
azzannare il Falco di
Boris che strilla dal dolore.
“ATTACCA!!
ORA!!!” ordino
Il bey grigio prende a schivare i
vari tentativi di attacco
nemico e lo sorprendo riuscendo a muovermi benissimo sul ghiaccio.
I due bey si scontrano con violenza
spaventosa e demoliscono
il ghiaccio che ricopriva il terreno di gioco.
“WOLBORGH!
SALTA!!”
Il mio bey riesce a salvarsi dal
terreno malmesso mentre
Falborgh ne rimane vittima.
“E’
l’occasione giusta!! ATTACCA!!”
Wolborgh da il colpo di grazia al bey
verde acqua, che si
incastra tra le macerie del beyblade stadio.
Boris ne rimane incredulo. Non
capisce che è tutto finito.
Mi rialzo con fatica, sentendo la
pelle lacerata sotto la
maglietta ridotta uno straccio.
Vorkov si avvicina a me e mi sorride
soddisfatto.
“D’ora in poi,
sarai tu il capitano dei DemolitionBoys, Yuri
Ivanov. In quanto a Huznestov, è compito del neo-eletto
distruggere il bey
avversario...perciò, a te l’onore.” e mi
indica Falborgh.
Sbarro gli occhi.
“vuole che distrugga il bey
di un blaider sconfitto??”
chiedo sconvolto.
Come si fa a infierire su un vinto??
Anche se è Boris, il
ragazzino con la quale ho avuto delle discussioni fin
dall’inizio,
distruggergli il bey è una cosa ignobile e vile.
“avanti, fallo! Se ti
è così difficile, allora lo farò io!
ma sappi che ci saranno conseguenze disastrose!” mi minaccia
l’uomo.
Boris guarda il suo bey ancora a
terra, non ha avuto il
coraggio di andare a prenderlo. Le sue guance si rigano di poche
lacrime che
spariscono subito.
“AVANTI!
MUOVITI!” urla il ragazzino come se non aspettasse
altro per poi sparire e rinchiudersi nella sua disperazione.
Scuoto la testa. Non ne sono in
grado. E’ un compito così
ignobile..
“FALLO!!” ordina
di nuovo Vorkov.
Urlo senza motivo. La tensione,
l’ira, la felicità di aver
vinto e di aver finalmente dimostrato chi sono...le caccio fuori tutte
in una
volta.
Mi avvicino al bey sconfitto e lo
fisso come si fa con un
condannato a morte.
Boris socchiude gli occhi aspettando
la fine del suo
prezioso compagno.
Vorkov mi guarda con ammirazione.
Mi accuccio per raccogliere Falborgh,
lo spolvero e lo tendo
a Boris.
Il rivale mi rivolge
un’occhiata indecifrabile, un misto fra
scetticismo, rancore e un briciolo di gratitudine.
“NON DOVEVI FARLO!!NON HO
BISOGNO DELLA TUA COMPASSIONE!!”
urla riprendendoselo e andandosene con passo fermo e silenzioso.
Vorkov urla di frustrazione e mi
molla un ceffone.
“I VINTI SONO SOLO DEI
PERDENTI!!VANNO TRATTATI DA TALI!!”
“i vinti vanno sempre rispettati..” borbotto
tossendo e accorgendomi di perdere
sangue dalla spalla.
“portatelo in infermeria.
Poi nel mio ufficio!”
Sento delle braccia prendermi per le
spalle e trascinarmi
via da quel luogo così orribile.
Mai avrei pensato di odiare
così tanto la vittoria.
Scusate se ci ho messo tanto e tanto
tempo ad aggiornare
^_^’ ma sapete, tra la scuola, gli amici, i compiti, la
scuola, ancora i
compiti, la scuola...NON NE POSSO PIU’ DI STUDIARE
ç_ç
Ecco...mi sono sfogata abbastanza,
avete ascoltato le mie
inutili lamentele sul mio orribile istituto tecnico...Ora, mi
raccomando,
COMMENTATE, COMMENTATE E COMMENTATE!!^o^
Un bacione by Nena
PS: sono commossa!! bibba88
e sesshoyue, avete messo la mia fic nei
preferiti!!ç_ç grazie
raga!! Non me lo sarei mai aspettata!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6
Perché essere normali
è così difficile, qui dentro?? Perché
non si può semplicemente vincere, ridere, magari infierire
un pochino
sull’avversario, e poi mettersela via??
No, non è possibile.
Per la seconda volta, esco
dall’infermeria e me ne torno in
camera.
Ora sono il capitano dei
DemolitionBoys. Dovrò andare a
dormire nella loro stanza, mangiare con loro, allenarmi
insieme...insomma,
convivere con tizi che manco mi vogliono!! Mi detestano! Figuriamoci
Boris, ora
che ha perso il suo titolo di capitano.
Vago sovrappensiero per i corridoi
tortuosi del monastero.
Entro un quarto d’ora sarei dovuto essere
nell’ufficio di Vorkov.
“sicuramente non vuole
complimentarsi con me per il mio
spirito agonistico, per la mia prova e per tutto il resto..”
mi convinco
preparandomi psicologicamente.
“Ehi! TU!” urla
una voce alle mie spalle.
“no..è
l’ultima persona che voglio vedere.” penso in
automatico
Mi volto e cerco di non dimostrarmi
nervoso.
Fisso gli occhi verde smeraldo del
Falborgh blaider che non
ne vuole sapere di cedere ad una lotta impari di sguardi assassini.
“ehi..come mai non hai i
tuoi prodi al seguito?” chiedo con
una punta di ironia
Sbuffa sonoramente ma il suo
atteggiamento mi fa capire che
non ha voglia di litigare.
“devo parlarti”
è lapidario
“avanti, sono qui che ti
ascolto.”
“non qui, a 4
occhi..”
“ora non posso...devo incontrare Vorkov...”
“ti aspetterò
fuori dall’ufficio.”
“come vuoi tu”
non obietto
“non credere di poterti
dare tante arie perché ora sei il
capitano della squadra..”
Lo ignoro. Del resto, è
una prova dura anche sopportare i
commenti acidi dei propri compagni di squadra.
“ti avviso, Vorkov non
vuole prendere un tè insieme..” mi
dice atono
“chissà
perché ma me lo immaginavo.” gli rispondo secco,
anche se il suo era un tentativo di comunicare
“civilmente”.
“che ti sei messo in testa
di fare, Ivanov?? tu hai un piano
in testa..”
Lo fisso allucinato.
“forse un giorno
riuscirò anche a metterlo in pratica..”
penso trionfante
“non sono affari
tuoi!”
Sorride soddisfatto e poi si appoggia
al muro, socchiudendo
gli occhi con fare arrogante.
Busso alla porta e una voce familiare
mi ordina di entrare.
Mi chiudo il portone alle spalle e mi
metto sull’attenti.
Il comportamento che
all’inizio disprezzavo tanto, ormai è
parte del mio essere e piuttosto di prendermi frustate come castigo per
non
aver obbedito, meglio far buon viso a cattivo gioco.
“Yuri Ivanov..”
comincia con tono soave
Si volta, mi fissa severo e...
SBAM!
Mi ritrovo gambe all’aria con un bernoccolo in testa.
“MUOVITI!!
ALZATI!”
Faccio come mi dice.
“Ivanov, ieri mi hai deluso
moltissimo. Sei stato a dir poco
deludente e vigliacco, indisciplinato e disobbediente. QUAL
E’ LA PRIMA REGOLA
QUI DENTRO??”
“obbedire agli ordini,
signore.”
“esatto! E
perché non l’hai fatto?”
Non rispondo.
“5 frustate, Ivanov!
Muoviti a parlare o diventano 10!!”
Un groppo alla gola mi blocca le
parole. Non ho ancora
ricevuto una punizione, fin’ora. Spero stia scherzando o se
lo dimentichi.
“era una cosa ingiusta e
ignobile. Non si infierisce sul
vinto.”
“distruggere il beyblade
dell’avversario appena battuto è un
rito per questo monastero! Un onore!! E un disonore per il blaider
sconfitto!”
No, niente da fare. Vorkov ha le sue idee. Almeno quel briciolo di
dignità che
mi rimane, tiene saldi certi principi del beyblade che vivono in me.
“sconterai la tua pena
nelle segrete del monastero...poi vai
a dormire!”
Un guardiano si presenta alla porta
pronto per portarmi via.
“ah, riguardo alla tua
prestazione...è proprio quello che mi
aspettavo da uno come te.” e sorride beffardo, come se la
cosa potesse
rallegrarmi.
Vedo gli occhi di Boris appena esco
“accompagnato” dal guardiano, con in
mano una frusta.
Scuote la testa e socchiude gli occhi, come se se lo fosse
aspettato che finiva
così.
L’uomo mi trascina fino
nelle segrete, posto alquanto
sudicio e inquietante.
Il mio giustiziere non fiata, privo
di pietà.
Mi fa inginocchiare addosso al muro,
e mi incatena ad esso,
così che non mi possa muovere.
Stringo i denti, chiudo gli occhi.
Mentalmente mi faccio
coraggio.
“Non avrà la
soddisfazione di sentirmi urlare di dolore!
QUESTO MAI!” urlo nella mia testa pronto a ricevere i colpi.
Sento che prepara un colpo. Mi
lacererà la pelle e la
cicatrice non se ne andrà mai più.
Capisco perfettamente
l’aggrapparsi alla vittoria di questi
ragazzi. Non vedono altro che la vittoria, e la
sconfitta equivale a dire morte certa.
SCIAF!
“UNO!” grida
l’uomo.
Un dolore lancinante mi lacera la
schiena. Trattengo le
urla. Il male è pazzesco.
SCIAF!
“DUE!”
Cazzo..mordo il polso per evitare di
gridare. Lo stringo più
forte che posso.
SCIAF!
“TRE!”
Questo è ciò
che ne deriva da una vittoria...la sconfitta
non è da prendere in considerazione.
SCIAF!
“QUATTRO!”
“e..CINQUE!”
Sento del liquido caldo scorrere
lungo la schiena. Immagino
cosa sia.
Il dolore è
così forte che perdo la cognizione del posto in
cui mi trovo.
Vedo solo la sagoma di quel guardiano
avvicinarsi e
liberarmi dalle catene che mi sostenevano, segandomi i polsi.
Mi molla lì, al mio
destino.
Poco dopo, dei passi veloci...una
figura più bassa ma
massiccia mi fa capire che ho visite.
“LASCIATEMI IN
PACE!!” urlo
“hai ancora la forza di
parlare dopo certe frustate??”
chiede con una certa ironia
“...B-Boris?”
Non risponde.
Si avvicina, mi prende per la vita e
mi trascina via, su per
le scale, lungo le pareti dei corridoi, fino ad arrivare in camera, il
tutto
senza dire niente.
“ti dovevo un favore, non
servono ringraziamenti.” si
giustifica
Non dico nulla, solo il pensiero che
mi abbia tirato fuori
dal carcere, mi rallegrava molto.
“SER! AIUTAMI!”
urla bussando forte
La porta si apre e ne compare il
colosso biondo tanto temuto
e sconfitto.
Mi scruta con iniziale disprezzo,
poi, pian piano, il suo
sguardo si riempie di pietà.
Prende l’altro braccio e mi
porta in camera.
“cosa
c’è da gridare tanto, Bo??” chiede una
terza voce,
Ivan.
Il piccoletto, appena mi vede, mi
sbarra gli occhi stupito.
“fammi indovinare...sei
andato a prendere il tè con Vorkov,
sbaglio??” chiede ironico
Tossisco e vedo scendere dalla mia
spalla un rivolo rosso
rubino.
Mi sdraio sul letto a pancia in
giù e aspetto.
“io non so che
fare..” ammette il ragazzo più grande
“Ivan! Va a chiamare
l’infermiera! Muoviti!” ordina Boris
con una certa autorità
“io e te dobbiamo parlare,
dopo aver accertato che non morirai
per delle semplici frustate..” ghigna sadico il Falborgh
blaider.
“s-semplici??”
chiedo in un fil di voce
“Ivan non scherzava prima
quando diceva che sei andato a
prendere un
tè...è il minimo che ti
possa succedere qui dentro..” minimizza come se fosse acqua
Noto il colosso biondo avvicinarsi,
guardarmi e fare una
faccia abbastanza disgustata.
“però
l’hanno conciato maluccio..”
“si farà la
carne...dopotutto, è il capitano ora, e buona
parte delle responsabilità sono sue!”
Non capisco se Boris si diverta a
vedermi soffrire
psicologicamente o lo fa per mettermi in guardia.
Pochi minuti dopo, un Ivan del tutto
calmo e pacifico, si
trascina dietro l’infermiera che mi ha rimesso in sesto dopo
l’incontro con
Boris.
“ehi, ragazzino!Che hai
combinato stavolta??MA COME TI SEI
RIDOTTO??” chiede la donna affrettandosi a prendere
l’occorrente.
Non le rispondo anche se il suo tono
è scherzoso. Non si
scherza con un ragazzino di 7 anni che ha appena ricevuto 5 frustate
per aver
disobbedito. A casa si sarebbero limitati a sgridarmi, ma qui
è ben diversa la
situazione.
“gliela farò
pagare a chi di diritto per tutto ciò che sto
subendo qui!” penso mentre un bruciore mozzafiato mi corrode
la schiena
facendomi sussultare.
Ok, è un pochino corto
rispetto agli altri...ma ora che sono
ispirata, non mi devo fermare!!^O^
A me fa troppa tenerezza Yuri in
questa situazione ç_ç ma
poi, diventerà ciò che è adesso: un
ragazzo (e che ragazzo *çç* ndFans di Yuri)
affascinante, bello, autoritario.
Vi anticipo solo che fra poco vedremo
l’arrivo di un altro
futuro sex simbol di beyblade ^_-
bibba88: sono
contenta che ti piaccia così tanto ç_ç
I’m so happy! e anche a me piacciono
tanto le disgrazie del piccolo Yu, sono così tenere #^_^#
Continua a
commentare! mi raccomando!! ^O^
Ringrazio anche chi legge soltanto la
mia fic! Fa sempre
piacere vedere che c’è qualcuno interessato alle
mie sclerata ^_^
Un bacione!! by Nena
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo 7
Finalmente quella santa donna smette
di torturarmi la
schiena, e finisce pure il momento di divertimento dei tre ragazzi,
piuttosto
contenti di vedermi dolorante, anche se mi hanno
“aiutato”.
Mi rialzo dal letto, i punti sulla
schiena tirano la pelle
in maniera mostruosa e non riesco a piegarmi come vorrei.
Il blaider dagli occhi smeraldini mi
punta lo sguardo
addosso e sogghigna sadico.
“andiamo! ti devo
parlare.”
Devo riuscire a sostenere una
discussione con Boris,
altrimenti non mi farò mai rispettare.
Lo seguo lungo i corridoi, lo vedo
aggirarsi furtivo, come
se avesse paura di essere visto.
“dove stiamo
andando??” sussurro al ragazzino davanti a me
“sssh! non fare rumore! se
ci beccano, te le sogni le 5
frustate!!”
E’ silenzioso come
un’ombra, si confonde in essa ed è veloce
come il vento. Un assassino provetto, ecco cos’è.
Raggiungiamo una stanza che ha tutta
l’aria di essere
privata e tenuta sotto stretta sicurezza.
“volevo mostrarti una cosa,
prima di tutto...” e indica una
piccola finestrella che dà all’interno della
camera blindata.
“lo vedi
quello?!” mi chiede accennando a qualcosa su un
piedistallo circondato da catenacci e filo spinato.
Annuisco confuso.
“è un
beyblade...” rispondo sconcertato
“no, ti
sbagli...è IL beyblade...si chiama Black Dranzer,
è
l’arma più potente che ci sia...io ho avuto
l’onore di provarlo solo una volta,
e da quel giorno non faccio altro che pensarci...possiede una forza
straordinaria, al di sopra del mio Falborgh o del
tuo Wolborgh..capisci?? Rende il blaider
invincibile e irraggiungibile!” i suoi occhi brillano di una
luce sinistra poco
rassicurante, ma evito di darci troppo peso.
“e perché
dovrebbe interessarmi!?!”
“ma quanto sei ingenuo...non l’hai ancora capito
che per fare carriera bisogna
usare un mezzo potente?!?”
“e con “mezzo
potente” intendi quel bey nero??” mi stupisco
di cosa possa fare una trottolina simile a Wolborgh.
“forse non ti rendi conto
che con la forza di quel minuscolo
oggetto, si possono compiere imprese straordinarie!”
Annuisco per farlo contento.
E’ palese che lì dentro nessuno
è normale, ma Boris batte tutti.
“detto questo, ti
svelerò in seguito a cosa serve quel
bey...non sei ancora entrato nell’ottica della Neo
Borg..”
“e mai ci
entrerò!!” mi altero innervosito
“SSH!! ZITTO!!”
mi tappa la bocca con la manina guantata.
Mi rivolge uno sguardo accattivante.
“puoi essere forte quanto
vuoi con il bey, ma sei ancora un
pivello qui dentro! ora che sei diventato membro, nonché
capitano, dei
DemolitionBoys, ti conviene fare attenzione
all’atteggiamento!”
“e riguardo a cosa dovevi
parlarmi?!” chiedo cambiando
discorso.
“giusto...” si fa
serio in viso e abbassa lo sguardo gelido
verso il pavimento, altrettanto freddo.
Rimane immobile per qualche minuto,
nei quali lo sento
sussultare e sospirare di frustrazione.
“credo di doverti delle
scuse e dei ringraziamenti, per non
aver creduto nelle tue abilità di blaider e per non aver
distrutto Falborgh,
sai, è l’ultima cosa che mi rimane della mia
famiglia..” mormora triste
“e perché non
sei con loro, adesso?? Ti hanno spedito qui
dentro??”
Mi fissa adirato ma supplichevole,
come se si volesse
togliere un peso grandissimo ma non ne ha i mezzi, quasi come se la sua
esistenza stessa sia un peso da sopportare.
“i miei genitori sono
morti..in un incendio...non ci sono
indizi sulla causa dell’incendio, solo ipotesi...”
si fa serio
“e cosa si
dice??” la faccenda mi incuriosisce
Sogghigna.
“c’è
chi dice che sia un incidente...sai, può capitare...gas
del fornello aperto...una scintilla...scoppia tutto. Secondo me non
è un caso
che io sia sopravvissuto...e ci sono voci che accusano Vorkov di questo
massacro..”
“E TU NON FAI NIENTE CONTRO
DI LUI!? TI PROSTRI AI SUOI
PIEDI COME UN CANE?!”
“un giorno, scoprirò cosa è successo e
avrò la mia vendetta...” una lacrima
scende sul suo viso diafano e inespressivo.
“almeno i tuoi non ti hanno
sbattuto qui dentro senza
motivo...lasciandoti al destino...abbracciando una fine che solo Dio sa
quando
arriverà! se arriverà...”
“ricordati che è
sempre meglio sedersi sulla riva del fiume
e aspettare di vedere il cadavere del tuo nemico passare davanti ai
tuoi
occhi...piuttosto che compiere azioni di cui potresti
pentirti..”
“vendicarti di Vorkov
è un’azione di cui pentirsi!?!” chiedo
scioccato
“ma per chi mi hai preso?!
per uno sprovveduto!? sarò pure
un ragazzino di 8 anni ma conosco la vita molto più di te!
so cosa ti può
riservare!!”
“e
Vorkov mi ha
portato via la famiglia e la mia vita stessa...ma aspetto il giorno in
cui
crescerò, rafforzerò i miei ideali, se mai ne
avrò ancora, e mi vendicherò...”
Preso dalla foga del momento, mi
asciugo le poche lacrime
versate e allungo un fazzoletto pulito a Boris.
“possiamo diventare amici,
se ti va..” propongo imbarazzato
Per tutta risposta, mi guarda con il
volto rigato dalle
lacrime, mi sorride e mi stringe la mano.
“sarai tu il capitano dei
DemolitionBoys.” afferma con nuova
sicurezza.
Mi dispiace fare i capitoli
così corti ma è l’unico modo per
star dietro a tutto ç_ç ho un’altra
fic, i compiti, gli amici e tanti altri
impegni...ma non voglio annoiarvi troppo con queste stupidate!!^o^
Al prossimo capitolo e commentate ^_^
anche un commentuccio
piccino picciò ^o^
Un bacione a tutti!! ^O^ Nena Hyuga
|
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 8
Ehilà!!^O^ sono tornata
con un nuovo capitolo!! Il mio
computer in questo periodo fa i capricci, perciò non riesco
ad aggiornare
regolarmente come il mio solito ç_ç E’
colpa di questo orribile tempo che mi
intasa tutte le linee...o una roba del genere..non ascoltavo molto il
tecnico
quando me l’ha spiegato ^^’’’
(che pirla -.-‘ ndKei).
Perciò, vi lascio alla
lettura dell’ottavo capitolo di
questa mia fic!! Mi raccomando...commentate!^^
Le voci, in questo luogo,
è noto che si dilagano in fretta.
La notizia di un nuovo arrivato,
sotto protezione di Vorkov,
è giunta alle orecchie dei DemolitionBoys come una doccia
fredda di prima
mattina.
“ha intenzione di
rimpiazzarci tutti?!” sbotta indignato
Boris, andando avanti e indietro per la camera dei top blaider.
“sta calmo, Bo..vedrai che
sono solo voci...o sicuramente
non è così forte come dice Vorkov..”
cerca di tranquillizzarlo Ivan
“certo, come no! Come
è successo con Yuri!!” ribatte il
ragazzino dagli occhi smeraldini.
Di sicuro, il suo orgoglio
è ancora ferito dalla sconfitta subita.
Solo ora me ne rendo conto. Il suo
terrore e la sua ansia
non sono dati dalla paura di essere battuto, ma dalla fobia di essere
mandato
per strada, di essere sbattuto fuori dal monastero, unico posto dove
era loro
possibile “sopravvivere”.
Gli rivolgo un’occhiata
trucidante che gli fa capire di aver
esagerato.
“scusa, Yu..non volevo
offenderti...ma sai, siamo
preoccupati...qui Ivan ci rischia il posto in squadra!”
“da quando sei
così altruista??” lo istigo
“da quando la cosa
toccherà anche me se continua a reclutare
nuovi blaider! o Serjey! E tu non credere di esserne escluso solo
perché sei il
nuovo arrivato ed il preferito di Vorkov! Anche se sei sulla buona
strada per
metterti in cattiva luce se continui a disobbedire agli
ordini..” come al solito,
non so se interpretarlo come un consiglio o una minaccia.
Veniamo convocati da Vorkov nel suo
ufficio alle tre e mezzo
spaccate del pomeriggio.
In riga, come i soldatini, ci cammina
di fronte alla ricerca
di una nostra qualsiasi debolezza in un nostro qualsiasi movimento
falso.
“Vi volevo annunciare
ufficialmente l’arrivo in squadra di
un nuovo elemento. Tutto ciò che dovete sapere di lui
è che si chiama Kei
Hiwatari, ha 7 anni, viene dal Giappone ma conosce alla perfezione il
russo.
Suo nonno è il presidente della Hito Corporation,
nonché mio socio in affari.
Verrà a vivere con voi e farà parte dei
DemolitionBoys da oggi stesso. Non ci
devono essere altre domande. Chiaro??” l’uomo
è telegrafico.
“sissignore!”
“perfetto. Allora
è giunto il momento delle presentazioni.
Su, Kei, entra!”
Il vecchio portone di legno scuro si
apre cigolando,
annunciando l’arrivo del nuovo membro della squadra.
Riesco a percepire l’attesa
di tutti nel vedere il nuovo
arrivato.
Un ragazzino della mia altezza entra
con noncuranza e
sfrontatezza nell’ufficio di Vorkov.
Ha i capelli bicolore, sulla nuca di
un blu elettrico mentre
il ciuffo davanti è grigio perla, i suoi occhi color
ametista sono freddi e
impassibili, porta delle buffe strisce blu scuro sugli zigomi e una
sciarpa
lunghissima svolazza dietro i suoi piedi.
“Non
c’è che dire, in quanto impassibilità
fa concorrenza a
te, Boris...” sussurro pianissimo facendo sorridere gli altri
componenti della
squadra.
Lo squadro da cima a fondo mentre fa
lo stesso con il sottoscritto
e mi lancia occhiate di sufficienza.
Simpatico il tipo, scommetto che
andremo molto d’accordo
durante la sua permanenza al monastero.
Un bruciore alla coscia improvviso mi
costringe a
massaggiarmi la gamba, mollando un gemito di dolore.
Vorkov non se ne accorge,
è troppo intento a spiegare
qualcosa a Kei.
Tiro fuori dalla tasca dei jeans la
causa di quel dolore e
vedo il bit di Wolborgh incandescente, lo sento fremere di eccitazione
e
impazienza.
“ora potete tornare ai
vostri allenamenti, mentre Ivanov
farà vedere la camera al nuovo arrivato.”
Stessa situazione di quando sono
arrivato io al monastero,
ma in quell’occasione è stato Boris a scortarmi e
fare gli onori di casa.
Mi segue imperterrito trascinandosi
dietro una piccola
sacca, troppo piccola per contenere il necessario per rimanere qui a
tempo
indeterminato.
Appena fuori dall’ufficio
di Vorkov, mi fermo per cercare di
conoscerlo meglio senza intrusioni varie. L’unica cosa che
non voglio, in
questo momento, è inimicarmi questo speciale blaider dalle
doti sconosciute.
“sono Yuri Ivanov, il
capitano dei DemolitionBoys.” gli
spiego tendendogli la mano
“Hiwatari, Kei
Hiwatari.” e la stringe senza troppi
complimenti (come 007 *çç* ndAutrice)
“lo so.”
“se sei tu il capitano,
devi essere il più forte qui
dentro...nonostante tu abbia??” chiede curioso
“7 anni.”
rispondo lapidario.
In quegli occhi viola così
affascinanti, c’è ancora
quell’innocenza che mi sta abbandonando, che mi ero promesso
di non perdere, ma
il sorriso beffardo e l’aria da bulletto smentiscono le mie
impressioni.
Lo scorto fino ai dormitori, davanti
la nostra camera.
“qui dormiamo noi,
è la stanza dei top blaider. Non sarà una
meraviglia, ma almeno non abbiamo intorno scocciatori di scarso
livello.”
sorride maligno, capendo al volo il concetto
“perciò, quella
dei blaider più forti del monastero...così
giovani??”
“non farti ingannare dalle
apparenze. Ragazzi più grandi di
noi non avrebbero speranze neanche contro Ivan, il più
giovane e il più
“scarso” dei DemolitionBoys. E tu come te la
cavi??”
Mi rivolge uno sguardo di
fuoco e si mette a ridere.
“che domande stupide. Sono
il nipote del presidente della
Hito, secondo te??”
“che ne
so...avrò modo di metterti alla prova, spero..” e
gli sorrido con cattiveria.
“se sei così
ansioso da vedermi in azione, perché non ci
sfidiamo ora??”
“il signorino snob crede di
essere migliore di me?? Ma non
farmi ridere..”
Lascia cadere a terra la sacca e in
pochi istanti sistema il
suo bey nel lanciatore, mentre faccio lo stesso con Wolborgh.
“DRANZER!!”
“WOLBORGH!”
La sua trottolina ha una
velocità di rotazione superiore
alla norma e ciò mi stupisce.
“DRANZER!! ATTACCO
FIAMMEGGIANTE!!” ordina
Dal suo bey scaturiscono delle fiamme
che invadono il tratto
di corridoio che ci separa.
“WOLBORGH! TEMPESTA DI
GHIACCIO!”
In meno di pochi istanti, il fuoco si
trasforma in ghiaccio,
ma non è finita perché Wolborgh va a scontrarsi
con l’avversario, mettendolo in
difficoltà.
Dall’angolo della bocca del
ragazzino esce un rivolo di
sangue, che si asciuga in fretta e furia.
“sei forte..”
sussurra divertito
“ci sarà
più soddisfazione a batterti..” ne convengo
“AQUILA ROSSA!!”
Un aquilotto compare sopra al bey che
gira prepotente in
mezzo al corridoio, come a far vedere la sua superiorità, e
lancia un grido
stridulo ma armonioso allo stesso tempo, una specie di richiamo.
“WOLBORGH!!”
Il piccolo lupo si avvinghia
all’Aquila e comincia a
morderla con ferocia.
Kei indietreggia, segno evidente che
non se l’aspettava.
“cosa credevi?? di essere
l’unico a possedere una creatura
sacra??”
“tzé...la cosa
non mi sfiora nemmeno..”
I suoi occhi brillano di una luce
sinistra che mi
incuriosisce.
Dopo vari interminabili minuti di
scontri frontali, entrambe
cominciamo a vacillare sotto i potenti attacchi
dell’avversario.
“che ne dici??”
“è ora di farla
finita...”
“sono
d’accordo..”
I due bey si scontrano in quello che
è il colpo decisivo.
Dranzer va a cozzare sul muro mentre
Wolborgh si conficca
nel pavimento.
“La mia Fenice ha trovato
pane per i suoi denti, a quanto
pare...” mormora appena mi avvicino e gli restituisco
Dranzer, caduto vicino ai
miei piedi.
“puoi ben dirlo...benvenuto
nei DemolitionBoys, Kei.”
Un ululato forte e vigoroso,
soddisfatto e felice, si fa
sentire prepotente, ma Kei sembra non accorgersene.
Si rialza da terra con forza...una
forza che un normale
ragazzino snob non possiede...
Nota il mio sguardo incuriosito e mi
sorride sornione.
“e tu credi che io sia il
classico scansafatiche di un
principino??” rimbecca alla mia precedente provocazione.
“YURI!!” un urlo
mi riporta con i piedi per terra,
distogliendo i miei pensieri dal nuovo arrivato
“che avete
combinato??” chiede Serjey
“stavo solo dando un caldo
benvenuto a Kei, tutto qui...”
“e intendi massacrarlo di
attacchi quando dici “caldo benvenuto”??”
domanda spaventato Ivan, che guarda Wolborgh ancora incastrato nel
pavimento, e
il buco nel muro provocato da Dranzer.
“beh, non ci tengo a sapere
come dici addio...” conclude, scoppiando
tutti a ridere.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo 9
“dove stiamo andando,
Yu??” mi chiede curioso
“è una
sorpresa!!” lo stuzzico
Ormai è da un mese che Kei
è entrato a far parte della
squadra e ci siamo trovati subito bene insieme.
E’ un tipo riservato ma sa
essere un buon compagno,
nonostante sia più presuntuoso di Boris e più
pungente di Ivan. Ma....è Kei.
Non si può definirlo in altra maniera.
Mi è stato simpatico dal
primo momento che l’ho visto, e
solo ora capisco che non avevo torto.
Il mio bey non ha più dato
segni di impazzire dopo la sua entrata
al monastero e scommetto che le cose sono collegate. Ma al riguardo
indagherò
un’altra volta...magari è solo una mia
supposizione infondata.
Conduco Kei tra i vari corridoi,
verso la stanza di
sicurezza che mi ha svelato Boris tempo prima...il segreto del
potentissimo
Black Dranzer è una specie di rito di amicizia.
Mi ricordo perfettamente dove sta il
passaggio per raggiungere
indisturbati la camera.
“da questo momento devi
stare zitto!” lo avverto
Il piccoletto zebrato mi fissa
impaziente ma non vuole far
trasparire troppo le sue emozioni, perciò si ricompone
subito e torna serioso
come al solito.
“almeno dimmi di cosa si
tratta...”
“un bey..”
“e cosa ha di
speciale??”
“è il più forte di tutto
l’universo, si può controllare il mondo con questa
trottolina!!”
“e chi te le ha dette
queste cretinate?!” domanda scocciato
“Boris..” ammetto che non è una fonte
chissà che attendibile, ma negli occhi
smeraldini del ragazzino, quella volta, ho visto la brama di possedere
quel bey
e doveva esserci un buon motivo.
Sbuffa e gira sui tacchi salutando
con la mano.
“te ne pentirai
amaramente..”
Si blocca. So di aver toccato il
punto debole di Kei. La
curiosità.
Non dimostra di esserlo, ma ha un
impulso irresistibile di
scoprire tutto ciò che lo interessa o che attira lievemente
la sua attenzione.
“spero per te che sia
davvero così...”
“è una minaccia?? al tuo capitano??”
“non potrei
mai..” sorride complice e mi segue imperterrito
Dopo vari corridoi e diverse svolte,
arriviamo al punto desiderato.
“eccolo là..lo
vedi?? oltre il vetro...” indico un punto
specifico così che Kei riesca a intravederlo.
I suoi occhi vagano per un
po’ prima di localizzare la fonte
della mia curiosità.
“caspita...è
davvero figo...” sussurra ammaliato
In lui, nel suo sguardo,
c’è la stessa luce sinistra, la
stessa bramosia che ho visto in Boris.
“Kei...non ti
illudere...è sotto stretta sorveglianza!!”
Scuote la testa.
“c’è
qualcuno che ha già tentato di prenderlo??”
domanda
ignorando il mio avviso
“non ne ho idea..io volevo
solo fartelo vedere...”
Si volta e mi sorride con
sfrontatezza.
“non puoi sventolare
davanti al bambino una caramella e poi
portargliela via....devo arrivare fino in fondo alla
questione..”
Non riesco a fermarlo che parte
all’attacco e si fionda
davanti alla porta della camera blindata.
“dai Yu....vieni a darmi
una mano!”
Aggiusta Dranzer nel lanciatore e mi
fa segno di seguirlo.
“me ne
pentirò...me ne pentirò...me ne
pentirò...” ripeto
mettendo Wolborgh nel dispositivo di lancio.
“smettila di fare la lagna
e apriamo quella porta! non sei
curioso di vedere cosa è capace di fare quel bey??”
“no, mi piace ammirarlo
dietro quello splendido vetro e....”
“TRE!!” comincia il conto alla rovescia e mi
rivolge un’occhiata divertita.
“DUE!”
“UNO!”
“LANCIO!!”
I due bey si scontrano con il metallo
della porta e la
scalfiscono appena.
Immediatamente, l’allarme
di sicurezza scatta e Kei rimane
impalato dopo aver recuperato Dranzer, immobile, incapace di muoversi,
paralizzato dalla paura.
“KEI!! DOBBIAMO
ANDARCENE!!” urlo per farlo rinvenire.
Lo prendo per un braccio e lo
trascino via ma..
“DOVE CREDETE DI ANDARE VOI
DUE!?!?”
Una mano dalla presa ferrea mi
agguanta un braccio,
stritolandolo e imprigionandolo.
Kei, nelle grinfie di un altro uomo,
si dimena come una furia,
ma è tutto inutile.
“dal signor
Vorkov....SUBITO!” ordina un terzo
Mi trascina via, seguito dal tizio
con in pugno il mio
amico.
Riconosco la porta di legno vecchio e
scuro che ci si
presenta davanti e si apre cigolando.
“COSA E’
SUCCESSO!?!” domanda infuriato Vorkov. Sembra
agitato e sconvolto.
Ci mollano lì, in mezzo al
suo ufficio, inermi e disarmati.
Abbasso lo sguardo sperando di
passarla liscia, perfino Kei
che dimostra sempre una certa sfrontatezza nei confronti
dell’uomo, china la
testa intimorito.
“Ivanov! Hiwatari!! che ci
facevate nei sotterranei?!
cercavate di prendere il bey nella camera di sicurezza?!?”
domanda mollandomi
uno schiaffo così forte da farmi sbattere contro il muro.
Poi è la volta di Kei. Non
è sicuramente intransigente nei
confronti del nipote del suo socio in affari che all’impatto
con la mano di
Vorkov, sputa un grumo di sangue sul pavimento, accasciandosi a terra.
“voglio sapere che cosa ci
facevate là sotto!!” sbotta il
monaco
Nessuno dei due osa parlare. Nessuno
vuole dare la colpa a
Boris e neppure all’incoscienza di Kei che ha voluto a tutti
i costi quel bey.
“ALLORA?!” altera
la voce per farci spaventare, ma non
serve.
Marcia davanti ai nostri occhi con
fare autoritario e
marziale.
Prende tra le dita il mento di Kei e
lo obbliga a guardarlo
negli occhi.
“ALLORA?!?”
ripete
Molla la presa su Kei e torna dietro
la scrivania,
voltandosi verso al finestra e ammirando il paesaggio.
“mi stupirebbe che il
signorino Ivanov, qui, fosse stato
così stupido da rischiare la sorte ancora una volta, dato
che ha già avuto
l’onore di scontare una pena assai dolorosa, vero??
Perciò le mie supposizioni
ricadono su di te, signorino Hiwatari, che non hai la benché
minima idea di
cosa sia una punizione...”
Lascia in sospeso la frase
così che faccia effetto.
“scommetto che il nostro
Kei ha tirato in gioco anche
Ivanov....mi sa che la punizione spetta a tutti e due di diritto! A
Ivanov solo
5 frustate dato che la mente del piano è sicuramente
Hiwatari, che ottiene 10
frustate!”
La rabbia risale fin nelle vene e un
innaturale senso di
protezione verso l’amico mi fa parlare istintivamente.
“LA COLPA E’ SOLO
MIA!!” dico alla fine, attirando
l’attenzione di tutti.
Vorkov si volta e mi guarda con
disprezzo e delusione,
mentre Kei mi sbarra gli occhi scuotendo la testa in un frenetico NO.
“no...Yu..”
sussurra in un fil di voce.
Lo ignoro e mi concentro sullo
sguardo di Vorkov.
“che hai detto,
Ivanov??”
“che è colpa mia....solo mia....sono stato io a
portare Kei a vedere quel bey e
l’ho obbligato ad aiutarmi per prenderlo!! Perciò
spettano a me 10 frustate,
non a Kei. Sono io il capitano, mi prendo le mie
responsabilità.” rispondo con
decisione.
Vorkov scoppia a ridere
sguaiatamente.
“per la tua
stupidità, Ivanov, ti spettano come minimo 15
frustate!”
Trattengo il respiro.
L’idea della mia carne lacerata di
nuovo, mi mette i brividi e le lacrime salgono agli occhi.
“la tua
imbecillità e la tua mancanza di farti gli affari
tuoi, ti costeranno caro! Ma dato che vuoi fare il Robin Hood della
situazione,
ti accontento...ma la pena di 5 frustate la sconterà lo
stesso!!”
“almeno ha diminuito il
numero...” penso compiaciuto di aver
salvato la pelle al platinato, in senso letterale.
Ci scortano nei sotterranei, dove
sconteremo la nostra punizione.
“Yu....perchè
l’hai fatto??” chiede in un sussurro
“perché sono il
capitano...e perché sei il mio miglior
amico...” rispondo sorridendo, cercando di fargli forza.
“ma
perché?!?” chiede di nuovo con le lacrime agli
occhi.
“perché...ti
voglio bene...” ammetto guardando il suo viso
rilassarsi e sorridere di rimando
Angolo
dell’autrice
Allora, che ve ne pare?? Anche Kei,
in fondo, ha un
cuoricino ^^ mi raccomando, lasciatemi un commentino anche piccolo!! E
continuate a seguire la fic!
lexy90: ciao cara ^o^ Spero ti sia
piaciuto questo capitolo anche
se corto...no preocupa anche se hai cominciato a recensire
dall’ottavo capitolo
^_^ sono contenta lo stesso!
Ti aspetto al prox
capitolo! ^o^
un bacione! Nena
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo 10
“Yu....Yuri...”
Che voce fastidiosa...peggio della
sveglia per andare a
scuola...e c’ho pure un qualcosa di opprimente sul petto...
Ma chi voglio prendere in giro?? Io a
scuola non ci vado
più...non può essere la sveglia...
“Yuri....”
Ancora??
“....10
minuti...” mormoro alla fine, ormai vinto
“YURI!! TI SEI
SVEGLIATO!!!”
Apro gli occhi di colpo e scatto
seduto sul letto
ritrovandomi a fissare due chiazze color ametista e un sorriso stampato
sulle
labbra di un preoccupatissimo Kei.
Lo spintono lontano per impedire che
si avvicini troppo...poteva
essere a portata di bacio e non avrei mai perdonato un affronto simile
se mi
fosse caduto addosso...
“YURI!! STAI
BENE!!” urla felice
“e tu anche
troppo...” rispondo seccato e confuso
Un dolore alla schiena
mi ricorda il motivo della mia presenza in infermeria e il
perché tutti
i DemolitionBoys siano intorno a me con facce più o meno
sconvolte.
“Kei ci ha raccontato
quello che è successo...” interviene
Boris amareggiato
“mi hai salvato la pelle,
Yu, te ne sarò debitore per
sempre!” Kei riesce a scalare l’alto letto
ospedaliero e issarsi sopra di esso.
Non gli sorrido e prendo uno sguardo
severo che lo mette in
difficoltà.
“non voglio che tu faccia
altre cretinate simili! Chiaro??
Altrimenti non ti toglierò più dai
guai!!” sbotto arrabbiato, non tanto per la
punizione e per i lividi ormai stampati a vita sulla mia schiena, ma
soprattutto per il suo gesto di irresponsabilità.
Ormai, il discorso è
iniziato e lo continuo imperterrito,
sfogandomi della rabbia repressa verso me stesso che non sono riuscito
a
fermarlo, e soprattutto verso Kei che ha disobbedito.
“sì,
è vero...sei curioso di tutto quello che ti circonda
qui dentro...puoi permetterti una certa libertà
perché tuo nonno non lascerà mai
a Vorkov di trattenerti vita natural durante al monastero!! Ma sappi
che
qualcun altro ne paga delle tue sciocchezze!! Sappi che qualcuno, ad
esempio
tutti noi, ci dobbiamo rimanere a tempo indeterminato qui dentro!! E
dobbiamo
convivere con quello schifoso di un monaco!! Questo lo dico solo per il
bene di
tutti e non per farti la morale, Kei!” è la prima
volta che parlo seriamente al
ragazzino, al mio migliore amico, ma per
l’incolumità di tutti, è meglio che si
metta in testa questo concetto.
Il platinato mi fissa stupito da
tanta sincerità e severità
nei suoi confronti.
Nei suoi occhi si legge
l’umiliazione e la consapevolezza di
aver fatto una grande cazzata.
Annuisce e abbassa lo sguardo
pentito.
“scusa, Yuri...hai
ragione...non lo farò mai più.”
“bene...ora, qualcuno mi
spiega come ci sono finito qui? Di
sicuro non con le mie gambe...” domando a Boris e gli altri,
ancora in tralice
per il discorso fatto a Kei. Nessuno si aspettava una reazione simile.
Serjey si riprende prima di tutti e
sorride compiaciuto.
“vi abbiamo tirato fuori
noi da quel buco!” dice fiero,
gonfiando il petto
“come facevate a
saperlo??”
“beh, sai...le guardie
mormoravano di due ficcanaso che
hanno tentato di scassinare la camera segreta contenente Black Dranzer,
abbiamo
fatto un rapido calcolo e non potevate essere che voi due! Immaginando
la
reazione di Vorkov, e un’inevitabile punizione, vi siamo
venuti a cercare nelle
segrete...tu eri messo piuttosto maluccio...” spiega Boris
con l’aria di chi la
sa lunga
“...eri svenuto ancora
prima di aver finito di scontare la tua
punizione...” aggiunge con ribrezzo Ivan
Arriva finalmente
l’infermiera che mi rivolge un sorrisone a
32 denti.
“oh...ogni tanto torni a
farmi visita, Ivanov!! Ma che
gioia!! sai, con tutti i punti che ho dato alla tua povera schiena,
potrebbero
promuovermi sarta del monastero!!” esclama piuttosto divertita
Ignoro il continuo tirare delle
cicatrici e sorrido di
rimando, quasi commosso da questo sincero affetto.
“dai...ora andatevene!! Il
vostro capitano ha bisogno di
riposo!! Sciò!!”
Li caccia letteralmente fuori, mentre
Ivan esce salutando
con la mano e facendomi una smorfia.
“beata
solitudine...” sento dire alla mia destra.
Mi volto verso Kei e non posso che
sbuffare divertito.
“Yu....” mi
chiama timido
“dimmi??”
“senza rancore,
vero?”
“assolutamente..”
“bene....”
Silenzio. Ma so bene che ha ancora
qualcosa in mente. Deve
chiedermi un’ultima cosa, ma non sa come.
“ah, Yu??” mi
chiama di nuovo, con voce sempre più flebile
“che
c’è, Kei?”
“è vero...che mi
vuoi bene??” è imbarazzato ed evito di
fissarlo per procurargli disagi
“certo che è
vero...perchè questa domanda??”
“perché nessuno
me l’aveva mai detto, fin’ora....”
Solo più tardi vengo a
conoscenza che i genitori di Kei
erano morti in un incidente dalle cause misteriose, così
è stato preso sotto “l’ala
protettiva” di suo nonno,
il presidente
della Hito Corporation, dalle aspirazioni per il nipote ancora ignote.
Dopo una giornata di sfiancanti
allenamenti speciali,
imposti da Vorkov in persona, io e tutta la squadra ci trasciniamo
letteralmente
a letto, spompati e privi di ogni voglia di parlare o anche solo
lamentarsi.
Ormai mi sono abituato alla camera in
condivisione con gli
altri membri della squadra, anche se rimpiango la beata solitudine di
un
dopo-giornata faticoso ad allenarsi con i bey.
Guardo Wolborgh che brilla e pulsa
ancora pieno di energie.
Da quando ha conosciuto la forza
inarrestabile dell’Aquila
Rossa, il Lupo della Steppa non ne voleva sapere di fermarsi.
Che sia una coincidenza??
“ce ne sono tante di
coincidenze che posso sembrare
fortuite....” mi ripeteva spesso qualcuno “...e a
volte sono fatte apposta per
essere ritrovate...” che
significava???
che sarei uscito dal monastero e poi avrei ritrovato tutti i miei
compagni
liberi??
Un rumore assordante dilaga
improvvisamente per i corridoi.
Una sirena!
“ALLARME ROSSO!!”
sento un urlo proveniente dal corridoio
principale
Mi alzo in piedi scattante, senza
badare al dolore delle
braccia indolenzite e delle gambe, altrettanto fiacche.
Boris mi guarda con fare sconcertato,
si affaccia in fretta
sul corridoio ed lo seguo.
“che è
successo??” mormora rivolgendosi al primo passante
Il ragazzo in questione, ben
più grande di noi, alza le
spalle e scuote la testa.
Tutti i ragazzi del monastero sono
fuori dalle rispettive
porte a guardare cosa aveva fatto scattare l’allarme e su
ognuno di loro c’è la
stessa espressione di curiosità.
La sirena, ancora attivata, confonde
le grida dei guardiani
con il chiacchiericcio di sottofondo dei blaider, ormai fluiti tutti
nel
corridoio, prendendone il pieno possesso.
L’unico grido che riesco a
percepire è quello di Ivan che
indica con terrore il letto dello striato.
“KEI NON
C’E’ PIU’!!” urla il piccoletto
“COSA?!” mi
lascio prendere dal panico
“Yuri, calmati...vedrai che
è andato a farsi il suo giretto
di ricognizione..”
“è questo che mi
preoccupa, Bo!!”
“Kei non andrà a
ricacciarsi nei guai...dopo la ramanzina
che gli hai fatto, sarebbe da stupidi!” aggiunge pacato
Serjey, appoggiandomi una
mano sulla spalla.
Scuoto la testa innervosito dal
comportamento dell’amico.
“qualcuno l’ha
visto entrare in camera, quando siamo
arrivati?!” chiedo spostando lo sguardo su ogni
DemolitionBoys.
“era dietro di me quando
siamo usciti dalla sala degli
allenamenti....pensavo fosse anche rientrato in stanza.”
butta lì Boris
pensieroso
“eravamo così
stanchi che non sapevamo di esistere, Yuri,
non diamocene una colpa se non ci siamo accorti della presenza di
Kei!”
continua Serjey.
“se non fosse
così testardo e mi ascoltasse, ora non sarei qui
a preoccuparmi!!!”
“perché te la
prendi tanto a cuore??” frecciatina di Boris,
non gli è mai andato giù il fatto che io e Kei
siamo diventati migliori amici.
“perché
è uno di noi, capito Huznestov!?”
“smettetela!! Non
è detto che tutto questo trambusto sia per
colpa di Kei!!” ci interrompe Serjey
Ma qualcosa dentro di me, dice
esattamente il contrario...e
mi fido spesso del mio sesto senso, sbagliando rare volte.
Un senso di nausea mi prende la gola
e la testa comincia a
girare. Mi devo aggrappare al letto per non cadere e vengo sostenuto da
Boris,
accortosi del mio malessere.
“Yu, ora andiamo
là, ci accertiamo che non si tratti di Kei
e torniamo in camera, ok??” mi propone cauto il Falborgh
blaider.
“se Kei si è
fatto male, giuro che non riuscirò mai a
perdonarmela!!” riprendo il discorso di Ser.
“mi hai sentito, Yuri??
Andrà tutto bene! Ora andiamo a
vedere...”
Annuisco e seguo il ragazzino dagli
occhi smeraldini lungo
il corridoio intasato da blaider curiosi.
Rivolgo uno sguardo supplice a Serjey
che capisce al volo.
Nonostante abbia solo 8 anni,
è ben più grande di ragazzi
più vecchi, il che lo rende temuto e rispettato da tutti,
non si può dire lo
stesso per Boris o per me, men che meno di Ivan.
“LARGO!! FUORI DALLE
SCATOLE!!” sbotta il Seaborgh blaider
avanzando e facendoci spazio tra la folla.
Raggiungiamo un punto del corridoio
in cui il muro di sasso è
crollato.
Mi affaccio al buco sul muro e noto
che la voragine si
estende non solo in lunghezza, ma anche in profondità.
Al piano sottostante, nei
sotterranei, il buco di sassi dà
sulla camera di sicurezza dove è contenuto BlackDranzer, e
si può vedere
perfettamente che la porta della stanza chiusa ermeticamente
è stata scassinata
a colpi di bey.
“Kei....”
mormoro, con il presentimento sempre più forte di
vedere il mio compagno sotto le macerie.
Mi allungo ancora di più
per vedere meglio la situazione,
per cogliere anche un solo segno della presenza di Kei, per sapere se
il mio
amico sta bene o se è solo ammaccato...in tal caso, sarei
stato io ad avere il
privilegio del colpo di grazia per ammazzarlo del tutto!
Boris attira la mia attenzione e
indica un punto preciso del
pavimento dove è incastonato... BlackDranzer!!
“ce l’ha
fatta....ha usato il bey dal potere illimitato!!”
borbotta sorpreso il ragazzo al mio fianco.
“non doveva prenderlo!! non
doveva farsi del male in quel
modo!!” sento le lacrime farsi spazio prepotenti ma le
ricaccio indietro
dimostrando di avere i nervi saldi e il controllo sulla situazione.
Finalmente lo intravedo!! Vedo il suo
Dranzer!! Vedo la sua
mano sbucare fuori dalle macerie!!!
“KEEEEEEIIIIIII!!!!”
Angolo
dell’autrice
Evvai!!^o^ sono riuscita a sfornare
un nuovo capitolo per la
mia fic!! Oddio...non so se sia venuto a meraviglia...ma spero
vivamente di
sì!!
Sono contenta che tanti leggano
questa fic!! E sarei ancora
più felice se mi lasciaste un commentino-ino-ino!! ^^
lexy90: Ciao!! ^o^ quell’irresponsabile
di Kei ne combina sempre una delle sue!! Stavolta non so come se la
caveranno
ç_ç magari Kei crepa, così
è un problemino in meno ^_- (ehi!! >o< ndKei)
o magari Yuri si suiciderà dal dolore (oh!!
>o< ndYuri) o, terza opzione,
Kei muore e tutti i DemolitionBoys decidono di tuffarsi nel lago Bajkal
(non so
se si scriva così O.o ndAutrice) per morire collettivamente
assiderati ^o^ (
sadica!! ç_ç ndDemolitionBoys) ma....alla fine,
chi lo sa?? ^_- basta seguire
il proximo capitolo! ^o^ ciao! bacione!
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo 11
“KEI!!” mi
sveglio ansante, la fronte madida di sudore e il
cuore martellante nel petto.
Mi passo una mano sugli occhi e do
una rapida occhiata
all’orologio. Le 03.25. Piena notte. Questa volta Boris non
me la farà passare
liscia, e un semplice “incubi, Boris...niente di
più” non avrà più effetto
sul
Falborgh blaider.
Mi alzo con il busto in cerca dei
pantaloni del pigiama. Non
so che fine abbiano fatto dopo la sera scorsa. Sono scivolati via
così
velocemente che non me ne sono reso conto.
Sento le goccioline di sudore
scendere lungo la schiena. Il
cuore riprende a battere tranquillamente. L’unico rumore che
si sente è il
fischio stridulo delle civette, accompagnato dal mio respiro irregolare
e
pesante.
“è successo di
nuovo...” penso sospirando.
Mi alzo dal letto e un brivido freddo
mi attraversa il corpo,
come un avvertimento.
Volto lo sguardo. La trottolina
appoggiata sul comodino è
diventata incandescente e mi affretto a nasconderla sotto il letto,
dove
nessuno può vederla nel caso in cui si fosse precipitato
dentro la stanza.
“YURI! Che hai??”
mi chiede preoccupato il mio compagno entrando
in camera.
“niente Bo...sempre i
soliti brutti sogni...niente di
più...” rispondo in automatico. Ormai è
un’abitudine dirgli così, tanto da
metterlo a tacere quel poco per raccogliere le idee e inventarmi altre
stronzate da rifilargli per tranquillizzarlo ulteriormente.
Rimane zitto. Ha sempre meno parole
per dare spiegazioni
razionali all’accaduto...sempre che ce ne siano.
Mi avvicino alla finestra, dove la
vista offre un panorama
assolutamente unico: tutto è coperto da uno strato
spessissimo di neve che
ovatta l’atmosfera, rendendola candida, quasi impossibile da
rovinare. Solo i
fantasmi del passato riescono nell’intento di rendere
sgradevole questa vista
meravigliosa, oramai la stessa da troppo tempo.
Contemplo la figura riflessa nel
vetro. Un ragazzo 19enne,
formato e cresciuto con vigore, i capelli ancora tenuti dal gel in due
corna
rosse e un paio di diamanti color ghiaccio.
Ho l’ennesima conferma che
non sto sognando, ma sono nella
mia fottutissima realtà, assillato da incubi sempre
più ricorrenti e
angoscianti.
“Kei...” mormoro,
cercando con lo sguardo una qualsiasi
traccia che Vorkov si sbaglia sul ragazzino.
Macché ragazzino...ormai
dovrebbe essere un ragazzo bello e
cresciuto, come me...magari ha pure la ragazza, o il ragazzo e si
è liberato
del suo folle nonnino... E se il giorno in cui lo trovassi non
riuscissi a
riconoscerlo?? E se lo riconoscessi e lo dicessi a Boris?? Che effetto
fa
vedersi di fronte un morto che cammina??
Una mano si appoggia sulla mia
spalla.
“Yu...devi mettertela
via..”
“no, Boris...io sono
convinto che Vorkov ci abbia mentito al
riguardo...Kei è ancora vivo!”
“e su cosa ti basi per
dirlo?? Sentiamo...siamo sempre allo
stesso punto!! Quasi ogni notte ti svegli urlando nel sonno quel
dannato nome
che ti tormenta!!smettila!”
“ma io sono sicuro che..”
“che cosa?? che sia vivo??
allora dammi delle prove e solo
in quel caso ammetterò di aver avuto torto. I sogni non sono
fatti su cui si
può fare affidamento!! Sii razionale per una volta!! Vorkov
ci ha dato la
cartella clinica di Kei, quel giorno...non te lo ricordi?? Morto
schiacciato
sotto quelle macerie!! Gli si è frantumata la testa sotto i
sassi!!”
Le teorie di Boris sono
inconfutabili. La sua è la storia
più logica, ma non quella che voglio sentirmi raccontare...
Ormai, la storia di Kei morto
nell’intento di prendere Black
Dranzer è così nauseante, da tanto l’ho
sentita, che ci credo ogni volta di
meno quando Boris puntualmente la rispolvera.
“io sono sicuro che se mi
fossi reso conto prima....se fosse
rimasto dietro di noi...lui sarebbe ancora qui..”
“Yu, sappiamo entrambe che
non è colpa tua...ne di nessun
altro se non di Kei! E’ stato un incosciente!! Quante volte
vuoi che te lo
ripeta?? Ogni notte?? Cazzo!! E’ da un mese che non riesco a
dormire senza che
ti svegli urlante nel sonno! Alla prossima ti drogo!! E lo sai che ne
sono
capacissimo...”
“me lo dici come se fosse
colpa mia! secondo te non voglio
archiviare quella storia?? mi piacerebbe tantissimo, Boris, ma non ci
riesco!!”
Sbuffa, scocciato di ripetere sempre
le stesse cose.
“sai che ti voglio bene, ma
devi affrontare la realtà...sono
passati...”
“12 anni...lo
so...” completo la frase con stanchezza.
“bene..”
“se mi istighi un altro
po’, posso anche dirti i giorni e le
ore che sono trascorsi!!” penso arrabbiato girandomi dalla
parte opposta al
ragazzo.
Solo dopo averlo squadrato per bene
mi rendo conto che Boris
è mezzo nudo, con indosso solo dei boxer neri e...due
occhiaie da far spavento.
Cazzo. Capisco perché la sera scorsa non sono riuscito a
resistergli.
Anche lui è diventato un
ragazzo formato a tutti gli
effetti: un fisico da peccato carnale, i muscoli scolpiti per i duri
allenamenti imposti da Vorkov in persona, gli occhi smeraldini che non
hanno
perso un briciolo di quella sfrontatezza e altezzosità che
ho riconosciuto in
lui la prima volta in cui ci siamo conosciuti e, ultima cosa ma non
meno
importante, è straordinario a letto (YxB ^O^ ndAutrice)(non
è ancora detto ù.ù
ndKei)(e tu da dove salti fuori
Dopo quel giorno, l’unico
coraggioso riuscito a starmi
vicino senza venire scannato è stato proprio Boris
Huznestov, colui che mi ha
tanto odiato e disprezzato, ma anche la persona a me più
cara e che ritengo il più
vicino possibile ad un fratello.
Mi sono scoperto sempre
più sensibile nei confronti del
Falborgh blaider e abbiamo sperimentato la prima volta a letto insieme
alla
modica età di 15 anni.
Non che ne sia innamorato. Non
conosco l’amore. Ma il
sentimento che provo per lui, è la cosa che ci si avvicina
di più.
Vorkov ci ha fatto fare migliaia di
incontri dimostrativi
per il nostro debutto, e siamo arrivati fin qui. Prossimi ai mondiali.
“Le promesse del
beyblade!” così ci hanno chiamati. La
squadra dei DemolitionBoys.
Le fan impazziscono quando ci vedono
camminare per strade,
quelle rare volte che ci concediamo un pausa.
Lo guardo mentre mi spettina i
capelli in un’affettuosa
carezza e si avvicina alla porta, segno che ha un sonno tremendo e non
ha
voglia di rimanere a chiacchierare per il resto della nottata, come
tante volte
succede.
“torna a dormire,
Yu...domani dobbiamo allenarci come si
deve se vogliamo dare una bella prova di forza contro quegli imbecilli
degli
americani e gli idioti dei cinesi...”
“ti preoccupi per un
incontro di bey?? Non è da te..” lo
punzecchio
“infatti la cosa non tocca
me, dato che non scenderò in
campo....ma solo Ivan, Serjey e te..”
“non è giusto!
Chi ti ha dato il permesso di prenderti una
giornata di pausa?”
“non è un
permesso...è un ordine! Vorkov non vuole scoprire
troppi assi nella manica, perciò manda in campo gli scarsi
come te!”
“sei un coglione!! Ti batto
come e quando voglio!”
“questo sempre nei tuoi
sogni, vero Yuri??”
Se ne va dritto in camera per evitare
la mia risposta a
tono. Vigliacco!
Corro a recuperare Wolborgh sotto il
letto.
“ma cosa...”
Il bey comincia a lampeggiare
furiosamente, un luccichio blu
e rosso scintilla fuori dal bit di Wolborgh.
“mi pare di aver
già visto una cosa del genere..” penso
osservandolo più curioso.
Tutto un colpo, la luce sparisce
dentro il bit. La figura
del Lupo della Steppa troneggia imponente nel piccolo cerchietto di
plastica
della trottolina.
“che vuoi
dirmi??” chiedo, più a me stesso che al beyblade.
Mi avrebbero preso per pazzo se mi avessero visto parlare con una
trottola di
plastica e metallo.
“sicuramente anche tu mi
stai consigliando di andare a
dormire, altrimenti c’è il rischio che Ivan mi
batta e diventi lo zimbello
della squadra...” sbuffo rassegnato, buttandomi a letto e
aggrappandomi alle
coperte.
“sono convinto che anche a
te manca l’Aquila Rossa, come a
me manca Kei...”
“IVANOV!”
“comandi!”
rispondo mettendomi sull’attenti
“mi è stato
riferito che ti svegli ancora di notte in preda
a vecchi ricordi...”
“sto cercando di...”
“NON PARLARE SE NON TE LO CHIEDO!!”
“sissignore!” cazzo!! Chi è stato il
coglione che ha detto una cosa simile a
Vorkov?? Questo mi mette sotto psicofarmaci!!
“se non poni rimedio a
questi continui incubi, vedrò di
darci un taglio io stesso. Chiaro??”
“sissignore!”
“e sai cosa intendo dire, vero?”
“sissignore!”
“puoi andare, Ivanov. Cerca
di rimetterti per i prossimi
incontri dimostrativi con la squadra americana degli All Star e i
cinesi della
tribù della Tigre Bianca.”
“certo signore!”
Esco dall’ufficio
dell’uomo...o meglio, del mostro.
“Boris..questa me la paghi
cara..” sibilo correndo lungo i
corridoi.
“IVAN!!
DOV’E’ BORIS!?” blocco il piccoletto in
mezzo ad un
corridoio, stando ben attento a non prendere per il bavero Serjey.
“non ne ho idea, Yu...che
ha combinato stavolta?” chiede
preoccupato
“prima lo uccido e poi te
lo spiego...Ser??” sbotto
scostandolo in malo modo e rivolgendomi al Seaborgh blaider.
“...era in camera quando l’ho visto prima...ma non
ne sono sicuro..”
“grazie!”
Riprendo a correre come un forsennato
dritto in camera del
Falborgh blaider.
Apro con un calcio la porta socchiusa
e trovo il ragazzo
intento a parlare con qualcuno.
“Yu...come mai
così incazzoso??” chiede sbarrandomi gli
occhi smeraldini
“poche storie,
Huznestov..che cosa sei andato a raccontare a
Vorkov??” non tengo a freno
il tono e la
mia domanda esce più simile ad un grido stridulo che ad uno
arrabbiato.
Ignoro completamente il ragazzo in
compagnia del Falborgh
blaider e rivolgo le mie attenzioni solo su quest’ultimo.
“ehi...calmati...so
già cosa mi stai per dire..” mette le
mani davanti in segno di resa
“allora sbrigati a
parlare...” lo intimo così da risolvere
al più presto il problema
“solo se mi prometti che ti
siedi e ti calmi.”
“non mi siedo e non mi
calmo!! TU!! Fuori immediatamente!”
indico la porta al ragazzino presente oltre al Falborgh blaider e il
sottoscritto.
“no, aspetta Yuri. Mi sta
giusto raccontando che cosa è
successo...ti hanno sentito urlare fino in fondo al
corridoio..perchè te la
prendi con me?? Salti sempre alle tue solite conclusioni che io sono
quello
bastardo che non ammette che i tuoi sogni possano essere veri?? Solo
perché
guardo in faccia la realtà, Ivanov, non vuol dire che sono
così cretino da
rischiare che Vorkov ti metta sotto psicofarmaci!Non voglio vederti
diventare
una marionetta rincoglionita nelle mani di quel monaco
opportunista...” il suo
tono non si altera, rimane pacato e severo per tutta la spiegazione.
Così dicendo, Boris esce
dalla camera scansandomi con una
spallata e lasciandomi da solo con il terzo incomodo.
Sono un benemerito stupido.
Angolo
dell’autrice
Ehm ^^’ mi scuso
già da ora perché vado un po’ di fretta
e
my mamma sta minando il computer perché non vuole che io
aggiorni le mie fic!!
Perciò, finché lei è via, posto
l’11esimo capitolo ^-^ sperando non se ne
accorga che sono andata in internet invece di finire i compiti per le
vacanze
^^’’’ ma si sa, le mamme sono
così...non ci posso fare niente.
lexy90: Tranqui ^_- nessuna delle
tre opzioni precedenti...non
sono sadica a tal punto ^^’ (poco solo -.-*** ndKei)(nuu
>o< ndAutrice)
ecco...spero ti sia piaciuto questo salto di 12 anni! Mi sembrava
giusto
lasciar correre la cosa con un certo velo di mistero >o>
(lasciamoglielo credere
U.U ndtutti)
Un bacione! Al prox
capitolo che
non so a quando perché, ora che comincia la scuola,
è un po’ difficile da
stabilire ^^’ ciao!! ^_^
lunetta caduta nel pozzo:
ciao!^o^
sono contenta che ti piaccia!! me felice ^-^
Continua a seguire mi raccomando ^_- un bacio!
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Capitolo 12
Chiedo umilmente scusa per il mio
imperdonabile ritardo ç_ç
sono presa proprio male! Devo aggiornare per forza di cose!! Domando
venia! ç_ç
Quindi per sdebitarmi comincio subito a scrivere ^_-
“BORIS!!” urlo a
perdifiato per i corridoi, lanciandomi
all’inseguimento del ragazzo.
Che cosa mi è venuto in
mente di saltare a conclusioni così
affrettate?? come il mio solito ho combinato un casino con il mio
più fedele
amico e compagno di squadra.
Quando Boris non vuole farsi trovare,
è inutile
cercarlo...ma basta anche solo il tentativo per mettermi il cuore in
pace.
Svolto l’angolo e mi
ritrovo di fronte ad una porta talmente
ambigua, che potrei esserci passato di fianco milioni di volte senza
mai
notarla. Ora che ci sono andato a sbattere contro la vedo per la prima
volta.
“ma dove sono finito
ora??”
Senza pensare dove cercare Boris,
seguendo solo l’istinto, i
miei piedi mi hanno portato in questo posto.
Una sensazione di calore nella tasca
dei jeans mi riporta
alla realtà e senza pensarci troppo, varco la soglia della
porta, prendendo
atto di quello che significava. Guai.
Come supponevo, l’uscita
conduce direttamente fuori, in un
punto del cortile inaccessibile dall’entrata principale.
Anzi, per la verità
non avevo mai neanche notato un altro pezzo di cortile di fronte al
monastero,
ma sono abituato a nuove scoperte o a nuovi pericoli, in questo posto
del
cazzo.
La neve è perenne,
sommerge ogni cosa, ogni albero ed ogni
masso del boschetto che si staglia di fronte a me.
Una sola via. La via della salvezza.
E’ la mia unica chance
di svignarmela da questo posto e recuperare la vita
“normale”. Forse è troppo
tardi per tornare dai miei genitori...non so neanche se sono ancora qui
a
Mosca, ma solo l’idea di una via di fuga mi solleva.
E Boris?? Serjey? e chi bada ad Ivan
il Terribile??
Le immagini dei miei compagni si
fanno spazio nella mia
testa e insistenti mi obbligano ad andarmene, perché anche
loro farebbero lo
stesso.
Scommetto pure che è la
mia unica possibilità di fuga. Non
ritroverò mai più la porta che conduce fuori, nel
mondo degli esseri umani.
No, noi non siamo umani. Siamo
soldatini di piombo, pronti
per essere forgiati, modellati e dipinti a piacimento di Vorkov. Invece
al di
là del bosco c’è
l’opportunità di condurre una vita. Una vera vita.
Infilo la mano nella tasca dei
pantaloni per estrarre
Wolborgh. Incandescente. Pulsante. Fremente di felicità.
Riesco a sentire le
sensazioni del Lupo siberiano che anima il mio bey.
Lo lascio cadere a terra per evitare
di bruciarmi il palmo
della mano. E’ così bollente che fa un buco nella
neve, sciogliendola al solo
sfiorarla.
Dopo un po’, il bagliore
cessa e riprendo possesso della
trottolina.
Non collego il cervello alla mia
scarsa riserva di buon
senso, incastro il bey nel dispositivo, lo lancio al di là
di quella linea
invisibile che separa me e il monastero dal mondo esterno.
Lo rincorro, gli sto dietro per tutto
il tempo e mi diverto
a vederlo sfrecciare libero lungo i sentieri innevati tra gli alberi.
Sembra abbia un piano in mente, dato
che non riesco neppure
a controllarlo mentalmente, ma per il momento lo seguo e basta. Per
tornare
indietro c’è sempre tempo.
“CAZZO!! e adesso dove
è andato??”
Lo perdo di vista un secondo e
scompare in mezzo alla folta
boscaglia.
La scia del bey è quasi
invisibile. Dopotutto, la neve è il
suo ambiente dove ne è il predatore, e un cacciatore come il
lupo non può farsi
notare dalle sue prede.
Seguo quella che spero sia la strada
che mi conduca fino al
beyblade. Non riuscirei mai a perdonarmi di aver perso un simile
ricordo e un
potente alleato.
La presenza del mio bit power non
tarda a farsi sentire.
Un maestoso Lupo della steppa, bianco
come la neve, con le
ali verde acqua aderenti al corpo, esce allo scoperto ululando felice
sopra ad
una roccia.
Un ululato simile non
gliel’ho mai sentito fare, neanche
dopo una vittoria sofferta e ambita come quella contro Boris.
No. Questa volta è
diverso. Il Lupo è felice e si agita su
sé stesso, e sembra indicare un punto preciso della foresta.
Mi precipito il più rapido
possibile nel luogo indicatomi.
Scorgo tra il folto del bosco una
figura accasciata a terra,
avvolta da un mantello scuro, rannicchiata su sé stessa.
Di nuovo, l’ululato del
Lupo si fa sentire per tutta la
foresta, spaventando parecchi uccelli posati sui rami secchi e morti
degli
alberi. Mi volto ma è già scomparso. Ai miei
piedi ritrovo Wolborgh,
lampeggiante.
Mi avvicino di più alla
persona a terra, sicuramente
infreddolita e non abituata a questo clima. Appoggio un ginocchio a
terra,
sulla soffice neve, cominciando a scuotere il corpo apparentemente
esanime.
“ehi!!ehi! riesci a
sentirmi!?!” chiedo
Nessuna risposta. Come era prevedibile.
Deve essere giovane, lo capisco dalle
scarpe e dai jeans con
accurati strappi lungo tutta la gamba.
E’ imbacuccato fin sopra
agli occhi con una pesantissima
sciarpa bianca e sporca.
“ma chissà cosa
ha di tanto speciale questo qui...a me
sembra solo un poveraccio vittima del gelo della Russia..”
dico con leggerezza,
osservando il pugno del ragazzo stretto su qualcosa.
Apro a fatica la mano congelata per
vedere cosa tiene così
preziosamente e una piccola trottolina blu elettrico scivola via,
finendo a
qualche centimetro dal suo corpo.
La prendo in mano e me la rigiro tra
le mani fino a notare
un disegno sul bit del bey.
Nonostante sia ammaccata, riesco a
intravedere un’aquila
rossa come il fuoco, scintillare imponente al centro del dischetto
della
trottola.
“non è
possibile....” balbetto.
Non trovo il coraggio di ammettere a
me stesso che il bey in
questione è uguale in tutto e per tutto al Dranzer di Kei. O
almeno, al ricordo
che ho di quella trottola.
Il mio cuore perde un colpo quando
vedo spuntare da sotto il
cappuccio del mantello una ciocca argentata di capelli fluenti e
ribelli come
nei miei ricordi.
Sono passati così tanti
anni ma nonostante tutto, l’immagine
del Dranzer blaider è ancora nitida nella mia mente.
Abbasso leggermente la sciarpa bianca
per scoprire un pezzo
di viso, rigato da due strisce blu lungo tutta la lunghezza degli
zigomi.
E’ come trovarsi di fronte
un fantasma. E’ tornato in vita
dopo quel fatidico incidente?? No, è impossibile... Le mie
teorie sono sempre
state giuste! Vorkov ci ha mentito!! Non è morto!!
Allora cos’è?? Un sogno? come il mio solito non so
distinguere la realtà dalla
fantasia delle mie futili immaginazioni!
Un mugolio mi fa tornare alla
realtà. Il volto del ragazzo
si contrae leggermente in un espressione di stanchezza.
Non ci posso credere. Non sono in grado di pronunciare quel nome. Non
è possibile.
“Kei...”
Angolo
dell’autrice
Ehm...ehm...scusate...un
po’ corto, lo so...ma non potevo
fare un capitolo unico con il seguito ^^ dove ovviamente solo io so
cosa
accadrà ^o^ (ma
guarda te che strano
-.-‘ ndYuri)(e io cosa sono?? risorto dalla tomba?? scappato
da un laboratorio
di pazzi dove mi volevano fare degli esperimenti?? volato via grazie
alla forza
dell’amore e tornato al monastero dato che voglio tanto e
tanto bene a zio
Vorky?? EH?? >O< ndKei)(no, sei semplicemente capitato
lì e basta ^-^’’
ndAutrice)(ah....del tipo sono un imbecille e mi voglio perdere in una
foresta
in Russia, rischiando di assiderarmi, tanto per sport??
-.-‘’ ndKei)(può essere
^-^ devo ancora decidere il motivo della tua presenza
^^’’’’ ndAutrice)(che
autrice incompetente...ma che autrice incompetente che abbiamo
>o<
ndYuri)(prima tu pensa a soccorrere il tuo amato! E tu cerca di fare il
moribondo in maniera decente, poi ne riparliamo, ok?? >O<
sono stata
chiara??? ndAutrice)(trasparente O.O ndKei+Yuri)
Passiamo ai rigraziamenti ^o^
lexy90: Ciao cara^-^ avevi perso
ogni speranza, non è vero??
anche per l’altra fic mi davi ormai per dispersa..ma ci sono
riuscita! Ho
aggiornato!! ^_^ Ok, non potevo fare aspettare troppo Yuri...doveva per
forza
ritrovare Kei, altrimenti lo dovevo rinchiudere in un manicomio per
crisi di
astinenza ^-^ ma no preocupa! non lo farò!! Un bacione!!^_-
lunetta caduta nel pozzo:
Ciao!
^_^ avevi perso le speranze anche tu??? Beh, come
vedi per tua sfortuna ci sono ancora!! E ho già pronto in
mente il prossimo
capitolo!! Sono contenta che continui a seguirmi in questo schizzo di
pazzia
che mi è venuto! Ciao! bacione!!
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo 13
Sono arrivata al capitolo 13 O.O??
non era proprio previsto
questo inconveniente..^-^ beh, la mia ispirazione iniziale era quella
di farli
arrivare subito all’età di 19enni, ma poi, dopo il
terzo capitolo, ho girato
intorno ai discorsi ^^’’’ sono fatta
così.
Ho deciso che farò una
rapidissima sintesi del punto in cui
siamo arrivati.
Allora...siamo arrivati nel momento
della prima serie in cui
Kei si unisce alla Borg dopo essere rientrato nel monastero, aver visto
quello
sfigato imprigionato in gabbia (mi sfugge il nome -.- ndAutrice) e gli
ritorna
magicamente la memoria dopo il brutto incontro con quel trans di
Vorkov. Io ho
cambiato un po’ la situazione, perché Kei arriva
al monastero con tutta la
squadra dei BladeBreakers e poi torna a indagare da solo. Che vi devo
dire??
esigenze di copione U.U
Ok, spero vi siate ritrovati tutti
^_^ buona lettura!!
Che sensazione strana tenere tra le
braccia il corpo
apparentemente esanime di un fantasma del mio passato.
Wolborgh deve aver percepito
l’Aquila Rossa ed è stato preso
dalla felicità di rivedere un vecchio amico. Se posso ancora
considerarlo tale.
Il viso pallido, pieno di graffi, le
due immancabili strisce
lungo gli zigomi e la labbra violacee per il freddo.
Nonostante il gelido clima e la
scoperta assai strana di una
porta conducente all’esterno, non riesco a pensare che a lui.
Kei. E’ tornato o
è qui per caso?? Si ricorderà di me appena
riprenderà conoscenza?
Mi affretto a rifare il percorso
all’indietro, finché non
vedo in lontananza la porta tanto ambita.
E’ socchiusa. Meno male.
Nessuno mi ha scoperto, altrimenti
avrebbero già dato l’allarme. Sono troppo
importante per Vorkov per sfuggirgli
dalle mani in una situazione delicata come lo è questa.
Tra poco le
“amichevoli” contro gli americani e i cinesi. A
presto la finale mondiale.
La fatica di portare un peso morto
tra le braccia,
ostacolato dal freddo inverno russo.
Dei sussulti attirano la mia
attenzione sull’argenteo.
Spero di rimirare di nuovo quelle
splendenti iridi viola. Ma
non apre gli occhi. Non esce un suono dalla sua bocca se non qualche
mugolio di
dolore e stanchezza.
“ti riporto a casa,
Kei..” sussurro al ragazzo in stato
semicomatoso.
Arranco alla porta scoperta
recentemente, mi fiondo al di là
della soglia senza nemmeno controllare che ci sia qualcuno in
circolazione. Se
a vedermi fossero le persone sbagliate, non l’avrei passata
liscia.
Le braccia mi fanno un male cane, il
freddo le ha
intirizzite e Kei non è un fuscello.
A occhio e croce, con il pastrano che
indossa, ha su di sé
chili in più che gravano sulle mie braccia.
I ragazzini corrono lungo tutto il
corridoio, urlando e
sbraitando frasi poco gentili.
Per i corridoi è
severamente vietato sfidarsi a duello con i
bey, per questo, quando succede l’inevitabile, ci diamo da
fare per smantellare
i nostri avversari al più presto, prima di essere visti da
qualche guardiano.
Sentendo la stanchezza farsi
prepotente, mi butto in spalle
il corpo svenuto di Kei e inizio ad accelerare il passo.
“YURI IVANOV!!”
No! Non adesso! Catastrofe! Congiura
contro di me! Non
adesso Reyka!
Reyka. Una delle rarissime ragazze al
monastero. Blaider di
tutto rispetto nella classifica generale, ragazza furba e meschina come
pochi,
ma sa essere anche una grande amica e un’ottima fonte di
informazioni. Oltre ad
essere una bella mora, fisico asciutto e atletico, slanciata, occhi
neri come
la pece con una buffa ciocca di capelli bianchi sulla fronte,
è pure la mia più
grande confidente.
Il look del giorno di Reyka prevede
uno strettissimo top
nero, che fa appena intravedere la terza di taglia. La minigonna,
giurerei ricavata
da fazzoletto, le copre a malapena il perizoma rosso fuoco i cui angoli
spuntano fuori dalla gonna e gli stivali rinforzati danno il tocco di
classe al
tutto. Un Hitler formato donna.
“non adesso, Reyka...ho da
fare!” la precedo, qualunque cosa
lei voglia da me
“uhm...non me la racconti
giusta, Ivanov...non mi dicevi
così quando mi hai portata a letto...l’altra
sera!!” sbotta offesa
“non è il
momento! Ne riparliamo più tardi se vuoi!”
“sì...parliamo
del tuo strano comportamento...anzi, parliamo
delle tue preferenze sessuali. Ah, no...dimenticavo...non ne
hai!”
“Sssh!! ZITTA!”
la prego quasi in ginocchio
“ah...ora mi chiedi di
tacere??”
“sì! te ne sarei
eternamente grato!”
“solo se mi dirai che cosa
porti con te!” accenna a Kei
avvolto dal pastrano
Comincio a sudare freddo. Se lei
vuole qualcosa, lo ottiene,
e il detto “il fine giustifica i mezzi”
è all’ordine del giorno.
“non posso dirtelo, Reyka!
non posso! fidati di me! poi
parliamo di tutto quello che vuoi!”
“sì,
certo..l’ultima volta che mi hai detto così, sei
filato
dritto dritto a letto con Huznestov..”non ha l’aria
disgustata, sembra quasi
piacerle come idea.
“ehi..non penserai mica
di...”
Sorride maliziosa.
“ti prego! lasciami andare
in camera! devo trovare Boris
prima che sia troppo tardi!”
“non occorre che ti sforzi
tanto, Yu...”
AH! il mio salvatore! il mio
più fedele amico!
“Boris! Ti stavo giusto
venendo a chiamare!”
“ah...e cosa dovrei
sapere??”
“ne parliamo in camera, ti
va??”
“ah....ho capito! scopate
di nuovo! E quando arriva il mio
turno?? con tutti e due si intende...” interviene la voce
melensa di Reyka,
pronta ad appropriarsi del suo bottino.
Boris si volta sbarrando gli occhi,
incapace di credere alle
proprie orecchie.
Reyka, dal canto suo, rivolge al
Falborgh blaider un
sorrisone a 32 denti, felice di poter provare nuove esperienze.
E per conclude in bellezza, il tocco
finale...
“qui dentro ci si annoia a
morte!!” continua la ragazza
sempre più convinta di poter portarci a letto entrambe.
“sta scherzando,
vero??” chiede preoccupato Boris scuotendo
la testa, ma non distogliendo gli occhi dalla ragazza.
“Ma no! non vedi?? il top
che indossa è troppo stretto! non
le arriva sangue al cervello perciò non riesce a
ragionare!!” svio la faccenda
trascinandomi dietro il mio amico e il peso morto di Kei sulle spalle.
“NON LA PASSERAI LISCIA,
IVANOV!!” le urla della ragazza si
affievoliscono man mano che la distanziamo.
Raggiungiamo camera mia e ci
chiudiamo dentro a chiave.
Distendo sul letto il corpo del
ragazzo incosciente e mi
appoggio al muro dalla fatica.
“Yu...c’è
qualcosa che mi devi dire, per caso??” chiede con
aria di chi la sa lunga
Non rispondo. Lascio parlare i fatti.
Scosto la sciarpa dal viso del
malcapitato e gli tolgo il
mantello pesante.
Inizialmente, Boris non capisce che
cosa significa. Lo
guarda ma non lo ricorda.
Si avvicina
e scruta
con attenzione le strisce blu sugli zigomi del ragazzo.
Finalmente, il ragazzo dagli occhi
smeraldini, ha
un’illuminazione. Il suo viso si contrae in una smorfia di
terrore.
“Yu...questo..non prova
nulla, lo sai??” balbetta
irrequieto, come se ci fosse veramente un fantasma disteso sul letto.
Scuoto la testa.
“Kei è
morto!!!”
Dopo l’ennesima
affermazione di questo genere, gli allungo
il bey blu elettrico.
Lo prende in mano e ispeziona il bit.
“.....questa
è...l’Aquila Rossa...non è
possibile....magari
gliel’ha rubato!!”
“e a chi se Kei
è “morto” da più di dodici
anni!!” mi
intestardisco, voglio fargli comprendere la gravità della
situazione
“Yuri, se questo qui
è davvero Kei Hiwatari, il ragazzino di
soli 7 anni che Vorkov ha detto morto sotto le macerie, per colpa di
Black
Dranzer, io...”
“l’hai mai visto con i tuoi occhi??”
“cosa?”
“il cadavere di Kei...hai
mai sentito parlare del funerale??
Eppure era il nipote del presidente della Hito, nonché socio
in affari di Vorkov,
tutt’ora lo è!”
“senti Yu...”
“NO! ASCOLTAMI TU!! Sembra quasi tu non voglia credere che
sia possibile un
miracolo simile! Sembra quasi che non abbia mai voluto che Kei
tornasse! E
tutto perché?? per delle stupide litigate che facevamo da
piccoli?? Beh, se è
per questo non so neanche dirti quanto ti odiavo, dodici anni
fa...eppure ora
siamo migliori amici! Siamo andati a letto insieme!”
Il viso di Boris i rabbuia e punta lo
sguardo a terra.
“ti sei sempre aggrappato
all’idea che Kei non fosse morto per
davvero...io sono stato solo un rimpiazzo??” chiede in un
sussurro
Do una rapida occhiata al
nippo-russo, sdraiato sul letto,
immobile.
Mi avvicino al Falborgh blaider e lo
abbraccio, mentre lui
tenta di scansarmi spingendo contro il mio petto. Alla fine si lascia
andare
alla mia stretta, e avvinghia le braccia intorno alla mia vita.
“Bo...sei per caso
geloso??” gli chiedo scherzando
Si mette a ridere di gusto, ma le sue
guance si tingono di
una sfumatura rosea che risalta la sua pelle diafana.
“ma figurati..”
risponde riprendendo il suo tono da freddo
calcolatore.
Con un rapido movimento mi avvicino
alle sue labbra,
premendoci contro le mie, e si lascia trasportare da questa prova
d’affetto.
“Ora mi dai una mano con
lui??” chiedo indicando Kei
Sbuffa rassegnato.
“sapevo che c’era
una clausola molto piccola che dovevo
considerare..”
“smettila di lamentarti e
dammi una mano...altrimenti ti
sguinzaglio dietro Reyka..sai, è molto propensa a nuove
esperienze e..”
“D’accordo!
d’accordo!” si rassegna dandomi una mano a
togliergli i vestiti fradici ci dosso.
Rimane in boxer e canottiera neri
così riusciamo a
medicargli tutte le ferite.
“deve essersele procurate
nel bosco..ma che diamine ci
faceva lì??”
“e che ne
so...coincidenza??”
Ci guardiamo negli occhi e alza le
spalle con fare dubbioso.
Gli infiliamo un mio pigiama e lo
mettiamo sotto le coperte.
“finché nessuno
lo scopre è al sicuro...”
“ma dovrà pure
uscire! E allora Vorkov lo verrà a sapere..”
“già...ma prima
dobbiamo vedere se si risveglia..”
Gli lancio un’occhiataccia
di fuoco per farlo tacere.
“ok, ok! vado a dirglielo a
Serjey e Ivan...a loro farà
piacere sentire questa notizia..” si affretta a dire Boris,
uscendo dalla
stanza, sbattendo la porta con malagrazia.
Finalmente, nella quiete della
camera, dove ci siamo solo io
e Kei, posso sentire il suo respiro farsi regolare e pian piano il suo
viso
riprende pure colore.
Bagno una pezza e gliela adagio sulla
fronte, rigirandola
ogni tanto.
“cazzo...fa che non ti
salga la febbre altrimenti bisogna
portarti in infermeria...e portarti in infermeria significa girare per
i
corridoi con te sulle spalle..non è abitudine comune
rivedere una persona data
per morta dodici anni fa!” sbotto rivolgendomi a Kei.
Mi appoggio al letto. Il viso in
mezzo alle braccia. La
fatica si fa prepotente.
Crollo nel sonno più
profondo. Senza più incubi.
Angolo
dell’autrice
Ma ciao!!^-^ Piaciuto il capitolo??
Passo subito ai
ringraziamenti e vi saluto sperando di vedervi anche al prossimo
capitolo!!
lunetta caduta dal pozzo:
Allora,
ti ritrovi con la storia?? ^_^ Ho messo a inizio
capitolo una breve brevissima sintesi del momento a cui corrisponde la
fic...sempre con le dovute modifiche V_V
Buona continuazione!!
Grazie per
i complimenti! un bacione! ^_-
lexy90: Ciao cara^_^ mi sa che
dovrai aspettare il prossimo
capitolo per sapere che caspita ci fa lì il caro Kei ^_- (me
lo sto domandando
pure io, guarda te -.-‘’ ndKei) mi dispiace averti
fatta aspettare ç_ç ma ho
avuto da fare...mi piacerebbe riprende la mia buona abitudine di
aggiornare
ogni settimana ma almeno sta volta non è passato poi
così troppo tempo,
concedimelo ^_-
Spero ti sia piaciuto
anche
questo capitolo e continuerai a seguirmi! un bacione grande! ^-^
|
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Capitolo 14 *** Capitolo 14 ***
Capitolo 14
Ben ritornati a tutti!!^-^ (ora si
gasa -.-‘’ ndYuri)(il che
è un male -.-‘’ ndKei) parto a scrivere
subito il 14esimo capitolo perché sono
un po’ di fretta e soprattutto per evitare di rispondere male
ai miei
collaboratori V_V sono una ragazza diplomatica, io! (mpf...XD XD XD
ndYuri+Kei)
e che perde facilmente la pazienza V_V ( piura!!T_T ndKei+Yuri)
A voi il prossimo capitolo!! Dove
ovviamente Kei si
risveglierà e...^-^ leggete e scoprirete!
Degli strani rumori mi svegliano.
Sembrano dei mugolii.
Apro gli occhi e scatto in piedi,
indietreggiando con la
sedia e cominciando a guardarmi in giro.
Devo essermi addormentato.
Solo dopo qualche istante mi rendo
conto che Kei è sveglio,
si trova al centro della camera con le lacrime agli occhi e si tiene
stretto il
piede. Deve essere inciampato in qualcosa.
“ciao..” tento di
introdurre una qualsiasi discussione.
Si rende conto di essere stato
scoperto e si rimette in
piedi, ergendosi in tutta la sua altezza e un’aria di
superiorità gli si
imprime sul volto.
Si è cambiato con i suoi
abiti logori, quelli con cui l’ho
trovato perduto nella foresta.
Il suo viso ancora rigato da qualche
ferita superficiale. Le
strisce che di solito gli solcano gli zigomi non ci sono
più, glieli ho puliti
la sera prima per evitare che qualcuno lo riconoscesse se mai
l’avesse visto.
I suoi occhi esprimono solo freddezza
e rabbia, anche se
sicuramente è confuso e non sa pure dove si trova.
“chi sei?!?”
chiede deciso e secco.
La domanda mi fa più male
di una pugnalata. Non si ricorda
assolutamente niente di chi sono?? Di questo posto maledetto?? Della
Borg? E
dei DemolitionBoys??
Sono passati più di 12
anni, ma una qualsiasi persona
normale si ricorderebbe del tempo trascorso in questo lurido monastero.
Il trauma subìto da Black
Dranzer deve avergli cancellato parte
della memoria, ed è per questo che Vorkov deve averlo
mandato via, quella
maledetta volta. Ormai inutile ai suoi scopi. Ormai incapace di
destreggiarsi
con un bey come Dranzer. Ormai inutilizzabile come un giocattolo rotto.
Deve aver perso la memoria e non si
ricorda più dei suoi
amici. Non si ricorda più di me, del suo ex migliore amico.
Faccio finta di non conoscerlo.
E’ l’unica maniera per non
spaventarlo e indurlo a scappare. Ora che è finalmente
tornato, non posso
lasciarlo fuggire un’altra volta.
“sono Yuri Ivanov, capitano
della squadra dei
DemolitionBoys. Ti ho trovato disperso nella foresta dietro il
monastero e ti
ho portato qui, un inverno russo non risparmia nessuno.”
spiego velocemente
Annuisce abbastanza soddisfatto della
risposta.
“io sono Kei Hiwatari. Non
so come ho fatto a ritrovarmi in
quel posto. Mi ricordo solo che mi stavo allenando con il mio bey
e...Il mio
bey!!! DOV’E’ DRANZER!?!” grida in preda
al panico
Gli mostro la trottolina blu
elettrico riparata da Ivan.
“intendi questa?”
chiedo fingendo di non saperne niente. Il
mio talento da attore è sprecato qui dentro.
Gliela lancio e la afferra al volo.
“non si è fatto
niente..per fortuna..non so come sia
successo..mi stavo allenando e..non mi ricordo assolutamente
niente.” mormora
dispiaciuto, mortificato.
Non voglio andargli troppo vicino.
Potrei essere preso
dall’impulso di abbracciarlo e saltargli al collo e dirgli
tutta la verità.
Meglio evitare per un po’ di raccontargli che lui, qui
dentro, ci ha passato
parte della sua infanzia.
Si guarda intorno spaesato, come
è più che comprensibile.
“che posto è
questo?” chiede facendo un cenno alla camera.
“sei in un monastero per
blaider. Questa è la mia stanza.
Sei capitato nel posto dove allenano i blaider migliori che ci siano in
Russia,
e anche di tutto il mondo. Io sono il capitano della squadra dei top
blaider..i
migliori in questo monastero.”
“sono capitato bene,
allora...anche io sono fuori dai comuni
canoni di blaider.” risponde sedendosi sul letto, sentendo la
fatica nelle
gambe.
Non l’ho mai visto
così teso. Sembra quasi cercare con lo
sguardo una possibile via di fuga.
“lo so..” rispondo in automatico
“e come fai a
saperlo?” domanda scettico
Cazzo!! Maledetta la mia boccaccia!!
Dannazione!
“beh....ho visto il tuo bey
e mi sembra piuttosto forte...e
poi, hai anche un bit power, da quello che ho potuto
vedere..” dico salvandomi
dalle possibili domande di Kei
“ah...l’hai
notato...sì! Ho un bit power! Ma questo vuol
dire che...” aggrotta la fronte confuso
“sì, anche io ne
ho uno...” rispondo in un soffio.
Annuisce e mi rivolge
un’occhiata stralunata.
“come mai mi hai raccolto e
mi hai portato qui?”
“perché saresti
morto assiderato.”
“ma come hai fatto a
trovarmi?”
“stavo facendo una
passeggiata..”
“ah, e uno non ha niente di
meglio da fare che andare a fare
una passeggiata per un bosco sperduto dal mondo.” insiste.
Ho paura di cedere e dirgli tutto. Prima finisce la nostra
conversazione,
meglio è.
“e uno non ha niente di
meglio da fare che allenarsi in un
bosco in pieno inverno in Russia, vero?” prendo un tono
acido, quasi per
staccarmelo di dosso.
E’ stato un attimo. La
porta si è aperta con un botto e una
voce assolutamente irritante annuncia l’arrivo della
tempesta.
“Ivanov!! Devo
parlarti!” sbotta Reyka, stavolta con tutte
le intenzioni di concludere il discorso.
Ho chiesto di far finire la
discussione. Non di mandarla in
catastrofe. La divina provvidenza si diverte a mandarmi in fumo i
piani.
“Reyka...non si usa bussare
dalle tue parti?” la rimprovero,
ormai rassegnato dalle abituali visitine della ragazza.
“ah! Se fosse per te
io..” la frase le muore in bocca.
Si blocca quasi per magia e fissa
insistentemente Kei. I
suoi occhi sbarrati sembrano delle pozze di petrolio, profonde e vacue.
La mano
ancora a mezz’aria le scende delicatamente lungo il fianco.
Scuote la testa e mi rivolge
un’occhiata terrorizzata.
“non ci posso
credere...” balbetta.
Il mito di Kei Hiwatari non
è rimasto solo nel mio
cuore, a quanto
pare. Lei l’ha sempre
seguito, l’ha sempre ammirato, per quel poco tempo che si
è trattenuto al
monastero.
Prima che la situazione degeneri fino
al limite, scatto in
piedi e la trascino nei corridoi, tappandole la bocca evitando di
allarmare
metà monastero del ritorno di un morto. Non è
un’abitudine trovarsi di fronte
una persona data per morta.
“ssssh...non
gridare...” le chiedo, chiudendomi la porta
alle spalle, lasciando Kei da solo in camera.
“lui...lui...non ci posso
credere...lui è Kei Hiwatari!! Il
ragazzo che hanno dato per morto, finito sotto le macerie di un
esplosione!!”
balbetta scioccata scuotendo la testa
Annuisco. Che senso avrebbe negare?
“a meno che tu non sia un
negromante o un chissà cosa che
riporta in vita i morti, credo che delle spiegazioni siano
più che dovute...”
mormora in un fil di voce.
La cosa la spaventa e la eccita alla
stessa maniera.
“per prima cosa, devi
tacere della sua esistenza, chiaro??”
la guardo severo
“non ti fidi di me,
Ivanov?”
“è finito il
tempo in cui mi fidavo della gente....ora posso
contare solo su me stesso, e sul mio bey..” borbotto
afflitto, serrando la mano
su Wolborgh.
“come mai questa
confessione?”
“perché Vorkov
ha dato per morto il mio ex migliore amico
che ora non ricorda più nemmeno chi sono!”
Rimane a bocca aperta.
Sarà pure una ragazza
arrogante e spavalda, ma ha
un’intelligenza e una freddezza fuori dal comune.
“tu stai cercando di dirmi
che non si ricorda di questo
posto del cazzo e non ti ha riconosciuto?? Allora
quell’incidente deve aver
avuto degli effetti più micidiali della morte...mi dispiace,
Yuri...”
Appoggia una mano sulla mia spalla e
mi sorride, cercando di
infondermi un po’ di coraggio. Un gesto simile, non
è all’ordine del giorno per
la ragazza, perciò lo prendo come una dimostrazione di
sincero affetto.
“terrò la bocca
sigillata...ma sappi che ti aspetto per
sistemare alcuni conti in sospeso! Se vuoi invitare i tuoi amichetti
non farti
scrupoli!” ammicca e se ne va, dandomi una spintarella per
farmi rinsavire. Classica
uscita in stile Reyka.
Torno in camera e trovo Kei davanti
alla finestra, intento a
fissare la neve.
Si volta di scatto appena sente i
miei passi farsi sempre
più vicini.
“non dovresti essere a
letto a riposare?” chiedo severo
“sai...stavo pensando che
un giorno di questi potremmo
sfidarci, se ti va...simpatica la tua amica, me la presenterai,
vero?” mi
ignora completamente, rimane ad osservare gli immensi fiocchi di neve
scendere
lenti e imperterriti.
“quando ti sarai rimesso in
sesto si può fare. Lei si chiama
Reyka. Fa parte dei blaider di questo monastero.” faccio
finta che la cosa non
mi interessi, anche se è proprio ciò che desidero
di più al mondo. Sfidarlo di
nuovo. O forse
desidero lui e basta?
Sorride di nuovo. Non lo faceva
così spesso in passato.
Forse la botta in testa l’ha cambiato.
“Kei...ora devo dirti una
cosa importante...” introduco il
discorso.
Rinchiuderlo in una camera
è una cosa inconcepibile, ma è
l’unica soluzione per non farci uccidere.
“tu dovrai rimanere qui
dentro...almeno finché non so cosa
fare con te...” lo dico tutto d’un fiato, conosco
Kei tanto da scommettere che
odia i giri di parole e vuole arrivare subito al dunque.
“sai, me lo
aspettavo...” dice alzando le spalle con
disinteresse.
Mi lascia di stucco. Ma come
può essere così impassibile di
fronte ad una situazione simile?? Sicuramente gatta ci cova e non mi ha
raccontato tutta la verità. Che ci faceva nel bosco? Un
qualsiasi essere umano
avente un briciolo di cervello sa che inoltrarsi in una foresta, a
Mosca, in
pieno inverno, è una cosa da pazzi squilibrati.
“Kei, per il bene di tutti
noi, è meglio che non ti fai
vedere per i corridoi. In qualità di capitano, devo
prendermi cura dei miei
amici e della mia squadra. Se qualcuno ti scopre qui dentro,
considereranno
colpevole me, tanto quanto gli altri DemolitionBoys!”
“posso sapere almeno il
motivo??”chiede cominciando a
spazientirsi.
CAZZO!! CAZZO!! E ora che gli dico?
Me la immagino già
l’eventuale imbarazzante conversazione
tra me e il mio ex migliore amico, in cui devo dargli la brutta notizia
che è
“teoricamente” defunto.
“ehm...il nostro capo non
vuole che entrino estranei nel
monastero, perciò è meglio che non ti fai
vedere..”
“e chi sarebbe?”
“Vladimir
Vorkov.”
CAZZO! di nuovo! non possono
sfuggirmi dalla bocca certe
affermazioni!
“ah, mai sentito in vita
mia..” aggrotta la fronte
pensieroso e poi scuote la testa.
Non so se essere contento di un suo
vuoto di memoria che
comprende pure il monaco travestito da suora, o rattristarmene.
“provvederò a procurarmi un secondo
letto.” lo avviso e mi fa un cenno con la
testa verso il mio.
“è abbastanza
grande per starci in due, che dici?”
Sento la punta delle orecchie andare
in fiamme. Che mi
prende? siamo stati amici dopotutto! E’ normale dormire nello
stesso letto...ma
non è affatto una cosa comune provare questo senso di
inquietudine nei suoi
confronti per una simile offerta. E’ sicuramente per non
destare sospetti. Sì,
Kei ha pensato che dormire nello stesso letto è
l’unica soluzione per non
passare per i corridoi con un letto in spalla e insospettire i
guardiani.
Beh,avrei sempre potuto dire che era
per i miei “ospiti”,
niente di che sconvolgente.
“che ti prende? sei
diventato tutto rosso!” comincia a
ridere divertito e mi molla un leggero pugno sulla testa.
A “salvare” la
situazione arriva il mio fedele compagno
insieme al resto della combriccola.
Ivan quasi si mette ad urlare il nome
di Kei, ma Boris lo
blocca prontamente, tappandogli la bocca con la mano e avvicinandoselo
a sé.
“ciao! tu devi essere il
pazzo che Yuri ha trovato nel bosco
mezzo assiderato!” esordisce Serjey porgendogli la mano che
il ragazzo dai
capelli bicolore stringe volentieri.
“io sono Serjey, mentre
loro sono Boris e il più piccolo è
Ivan.”
aggiunge indicando i due ragazzi alle sue spalle.
“piacere di conoscervi,
sono Kei!”
Ivan impallidisce vistosamente e
sbarra gli occhi
frastornato. Boris non deve avergli riferito proprio tutto.
Il Falborgh blaider cerca di sforzare
un sorriso che risulta
più una smorfia di disgusto.
Nello sguardo di Kei
c’è troppa sicurezza e calma per essere
uno che si è risvegliato in un luogo sconosciuto e che ha
perso la memoria di
tutto questo Inferno.
Angolo
dell’autrice
Ri-ciao!! ^o^ Allora, piaciuto il
risveglio del baldo Kei??
(no! devi ancora spiegare perché ho rischiato di assiderarmi
in una foresta
>o< ndKei)(eh eh...ci arriverò nel prossimo
capitolo..o in quello
successivo ancora VoV non avere fretta, Keiuccio...Yu-chan non te lo
toglie nessuno
*_* ndAutrice)(maniaca O.O ndKei + Yuri)
Passo ai ringraziamenti!!^-^
lexy90: ciao cara!^-^ sai,
è venuto pure a me il sospetto che Kei
facesse finta di essere svenuto, e dopo questo capitolo magari le tue
supposizioni saranno ancora più forti V_V ma...non si sa
mai...bisogna leggere
per sapere ^_- Bello il personaggino nuovo?? hihi ^_^ un bacione!! ^_-
lunetta caduta dal pozzo:
Ciao
^-^! sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo
scorso e spero ti piaccia anche questo! Ecco..il nuovo personaggio
avrà qualche
parte, ma servirà soprattutto al caro Yuri V_V (come se
avessi bisogno di
sostegno morale ù.ù ndYuri)(ne avrai bisogno,
fidati *_* ndAutrice) Al prossimo
capitolo!! bacione!! ^_-
Klarai: grazie mille ^-^ sono
felice che ti piaccia! Beh, Reyka è
un personaggio dell’ultimo minuto...mi serviva un personaggio
dal carattere
diciamo deciso e spavaldo, così...eccola lì!
Spero continuerai a seguire
la
mia fic!! ciao!!^_- Ah! grazie di aver messo la mia fic tra i preferiti
ç_ç
sono commossa!!
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15
Ciao a tutti!^-^ beh, sono passati
più o meno venti giorni
dall’ultimo aggiornamento...mi vergogno di me stessa
ç_ç spero mi perdoniate!
Comincio subito a scrivere il 15esimo capitolo e passo ai
ringraziamenti! ^O^
Mi chiudo la porta alle spalle,
entrando nella camera di
Boris, dove è riunito tutto il resto della squadra.
“dov’è
Kei?” chiede immediatamente Boris
“tranquillo, è a
letto che dorme...è ancora spossato...”
Noto solo in un secondo momento il
volto contratto in una
smorfia di dolore del piccoletto.
“Ivan...mi dispiace...avrei
dovuto dirtelo prima che Kei ha
perso la memoria..”
Ha gli occhi lucidi. Nonostante il
poco tempo passato
insieme a Kei, anni addietro, Ivan gli è sempre stato molto
affezionato e lo
guardava con ammirazione unica.
“non si ricorda di
noi..” mormora, tirando su col naso e
sforzandosi di assumere la sua solita aria fredda e distaccata.
“non ci possiamo fare
nulla...solo aspettare...” conclude
scettico Boris
“magari portandolo in posti
particolari, potrebbe ricordarsi
qualcosa..” azzarda Serjey
“o un incontro di
bey...” propone Boris facendo spallucce
L’idea di Ser non
è male, ma l’unico luogo a cui si può
attribuire qualche ricordo, è la stanza sotterranea blindata
dove conservano
Black Dranzer. O almeno, il ricordo di quel bey...
Una sfida a bey è troppo
pericolosa perché potrebbero
riconoscerlo in qualunque momento.
“non ho intenzione di
portarlo fin laggiù!” mi intestardisco
che potrebbero esserci metodi migliori per fargli ricordare.
“basta che ti
sbrighi...secondo me non ci vorrà molto prima
che la voce di uno straniero entrato nel monastero si espanda,
Yu...”
“Boris ha ragione, bisogna
controllare che non dia
nell’occhio perché è riconoscibile...un
blaider come lui non si dimentica
facilmente..” rincara la dose il colosso biondo.
“e poi
c’è Reyka...” aggiungo in un fil di
voce, sperando
che nessuno mi abbia sentito.
“CHE COSA??? REYKA
L’HA VISTO?!” sbotta Boris
“non l’avrebbe
mai scoperto se non fosse per la sua
abitudine di entrare in camera mia a farmi visitine
improvvise!” ribatto
alzandomi e puntando gli occhi in quelli smeraldini del Falborg
blaider.
“ah! certo..mi dimenticavo
delle tue scappatine...” sbuffa
scocciato.
“guarda che la prossima
volta non si accontenta di me
soltanto..” lo avverto, quasi fosse una minaccia.
Mi sbarra gli occhi indispettito e mi
affretto ad
avvicinarmi a lui, scompigliandogli i capelli, dandogli un leggero
bacio sulla
guancia.
“scusate, ci siamo anche
noi qui dentro...” sbotta indignato
Serjey
“ah, scusa..se vuoi
partecipare, basta chiedere!” dico
sorridendogli malizioso
“e tu sei la punta di
diamante della squadra russa...siamo
messi a posto..” borbotta divertito
Ivan, dal canto suo, non ha
più aperto bocca, ancora
sconvolto per la faccenda di Kei.
“Vorkov, un giorno o
l’altro, me la pagherà per tutto quello
che ci ha fatto!” mormora adirato il piccoletto.
Il Wyborgh blaider si alza dal letto
di Boris e se ne va,
sbattendosi la porta alle spalle.
“meglio che vada con
lui..non vorrei mai che in un momento
di cedimento, vada a spifferare tutto a Kei, urlandogli contro che
è un
benemerito stronzo a non farsi più vedere per 12 anni, o
roba simile..”
interviene il colosso biondo.
Ci lasciano così, da soli
io e Boris.
“finalmente...”
mormora il Falborg blaider
“Kei è
nell’altra stanza che dorme...abbiamo tempo per fare
quello che vogliamo..”
Ora che Kei è tornato,
posso anche divertirmi con Boris. Del
resto, non l’ho mai negato...a letto è un mito.
Boris si alza e va a chiudere la
porta a chiave, sospirando
di sollievo.
Si toglie la felpa e la maglia,
rimanendo in canottiera
nera, che lascia intravedere il suo fisico perfetto e scolpito. Sembra
quello
di un angelo. Sì, ma quando è a letto
è un angelo posseduto.
Mi sfiora la guancia, dandomi un
piccolo bacio a fior di
labbra. Sul più bello che è intento a togliermi
la maglietta, si blocca.
“ma avevi la seria
intenzione di far partecipare anche
Reyka?” mi domanda curioso.
“perché,
l’idea ti alletta??” domando con fare provocatorio
“devo ammettere di
sì...”
Ma neanche l’avessimo
chiamato, il diavolo sottoforma
femminile comincia a sbraitare qualcosa al di là della
porta.
“RAGAZZI!! IVANOV!!
HUZNESTOV!!”
“è un richiamo
così forte il sesso, per lei?” chiede
scocciato il Falborgh blaider
Apre appena la porta per mettere
fuori la testa e urlare
addosso alla ragazza di non rompere, ma lei lo precede e si fionda
dentro la
stanza.
“ah..ho forse interrotto
qualcosa??” domanda compiaciuta
“Sì! fila
fuori!” le ordina Boris indicando la porta.
“ve l’avevo detto
che sarei venuta a trovarvi!” lo ignora e
gli sorride, cercando di fare gli occhioni da cerbiatta per lavorarsi
il
ragazzo.
Vedere Boris che la sovrasta in
altezza di almeno 30
centimetri e lei che non demorde nell’ottenere ciò
che vuole, è tutto un
programma.
Il Falborgh blaider incrocia le
braccia al petto e la fissa
adirato, mentre lei lo guarda con occhi sognanti, squadrandolo da capo
a piedi.
Quasi quasi sono geloso delle occhiate che lei rivolge al mio amico.
So perfettamente che Boris sta
facendo il sostenuto di
proposito, solo per farla eccitare, ma è proprio un
benemerito bastardo!
Continua a rifiutarla quando è evidente che vorrebbe
farsela...e l’idea di una
cosa a tre, lo tenta troppo per rinunciarci definitivamente.
Non mi sento a disagio ad avere in
camera “un’estranea” che
vuole a tutti i costi portarsi a letto entrambe, neanche se sono mezzo
svestito, sdraiato sul letto del Falborgh blaider.
“ma Yu..” mi
guarda supplichevole
“che
c’è, Reyka?”
“mi avevi promesso che un’esperienza nuova me la
facevi provare..” si lamenta
pestando il piede a terra.
Oggi la ragazza supera sé
stessa in fatto di abbigliamento.
Indossa un paio di pantaloni in pelle neri e una magliettina bianca
aderente,
che Reyka ha puntualmente deciso di rendere “alla
moda” strappandola in più
punti e rendendola praticamente uno straccio. Ai piedi, un paio di
anfibi neri
di cuoio mentre i capelli scuri sono tenuti indietro da una fascia
larga di
stoffa, lasciando ricadere la sua ciocca ribelle bianca davanti agli
occhi.
“il padrone di casa ha
deciso che non è il momento...perciò
non posso farci niente, mi dispiace...” le mando un bacio con
la mano, mi manda
a fan culo e lascia la camera sbattendosi la porta alle spalle.
“ma quella è
tutta matta...” borbotta Boris ancora impalato
di fronte alla porta.
“secondo me le piaci...ha
sempre avuto un debole per i
ragazzi ben messi e più grandi di lei..e poi, non avevi mica
detto che l’idea
ti andava??” lo stuzzico.
“certo, ma non
ora..” ammicca malizioso e si adagia di
fianco a me.
Quella sarebbe stata una serata
indimenticabile.
Mezza notte. Devo dire che sono stato
da Boris più del
dovuto e ho perso la cognizione del tempo.
Sarà che mi sono divertito
da matti, sarà che è mitico e ne
sa una più del diavolo da fare a letto, ma ne è
valsa davvero la pena fare un
po’ tardi.
“Kei..chissà
come sta..” penso fra me e me.
Apro la porta silenziosamente e lo
ritrovo di fronte la
finestra. Sembra quasi un’abitudine trovarlo a fissare i
giganti fiocchi di
neve cadere nel cortile del monastero.
Si volta e mi rivolge un ampio
sorriso.
“ciao Yuri..”
“ciao Kei, come mai sei
sveglio?”
“ho riposato un
po’ questo pomeriggio...dove sei stato
questa sera?”domanda con disinvoltura.
“da Boris..”
“sei molto legato a lui, mi
sbaglio?”
“no..non ti
sbagli..”
Mi mette a disagio. Quel suo sorriso
innaturale. Quel suo
tono incoraggiante e amichevole. Quel suo sguardo magnetico da cui non
riesco a
distogliere l’attenzione.
“siete amici
intimi?”
“non sono affari che ti
riguardano!”
E’ orribile dover
rispondere male a Kei, ma è necessario. Non
deve cadere la copertura fino al momento opportuno.
Per essere rinchiuso qui dentro,
è troppo calmo e rilassato.
“quand’è
che posso cominciare ad uscire? sai, questo posto è
un po’ monotono..” sbuffa scocciato
“quando ti sarai rimesso
per bene, poi potremo anche andare
a fare la nostra sfida a bey, se non te la sei già
scordata..”
Cerco di spostare
l’attenzione sull’argomento
“bey”,
sperando di salvarmi il culo da altre domande imbarazzanti.
“e chi se la
dimentica?” risponde con enfasi
Silenzio. Un imbarazzante silenzio
che spero ardentemente
non debba rompere proprio io.
“sai, prima è
venuto qui quel piccoletto...Ivan..”
Sento il cuore accelerare.
“ha cominciato a chiedermi
di Vorkov, se non mi viene in
mente niente riferito a quel nome..”
I battiti sono sempre più
frenetici, ma la mia finta
pacatezza e il mio autocontrollo, tradiscono le mie emozioni. Comincio
a sudare
freddo. Mi trattengo.
“perché mai
dovrebbe venirmi in mente qualcosa di questo
posto?”
“mah...vallo a
capire...Ivan ti deve aver scambiato per
un’altra persona..tutto qui..” minimizzo la
questione
“è quello che ho
pensato anche io..” ne conviene.
Mi tolgo la felpa e la maglia per
infilarmi il pigiama, ma
sento gli occhi di Kei puntati sulla schiena.
“Yuri...” mormora
sconvolto.
“dimmi?” chiedo,
ancora a torso nudo
“come te le sei fatto
quelle cicatrici sulla schiena? Sono
piuttosto evidenti..non dirmi che non te ne eri mai accorto..sembrano
frustate..”
CAZZO!!
“anche io ho cicatrici
simili alle tue, hai visto?”
Si sfila pure lui la maglia e mi
volta le spalle, mettendo
in bella mostra la sua schiena perfetta e possente, segnata da dei
lunghi
solchi cicatrizzati. La punizione che abbiamo scontato insieme tanto
tempo fa,
è ancora vivida sulla nostra pelle.
“sì, sono
frustate...qui se sgarri o non obbedisci agli
ordini, ti puniscono così...a frustate..”
“e come mai ce le ho anche
io?Identiche alle tue??” domanda
insistente
Mi mette in maledetta
difficoltà. E ora che mi invento??
“Yuri...non sono
stupido...ho notato tutti i segni evidenti
che vi lanciate tu e i tuoi compagni...e sono venuto ad una
conclusione..”
“e quale sarebbe?”
Sospira e socchiude gli occhi. Il
tempo sembra fermarsi e il
cielo mi piomba addosso.
“non lo so, ti stavo
prendendo in giro!” esclama divertito,
portando una mano dietro la nuca.
“ma tu sei un imbecille! mi
hai fatto fare un infarto!”
Si mette a ridere e lo imito. Buttare
tutto sulle risate non
può che essere la soluzione migliore.
Ci infiliamo il pigiama e arriva il
problema principale.
Quando era svenuto, ho dormito sulla
sedia, vegliando su di
lui.
Ora che è vivo e vegeto e
cosciente, non so proprio da che
parte sbattere la testa.
Kei si infila sotto le coperte e mi
fa spazio vicino a lui,
premendosi contro il muro.
No. Non posso. Non devo. Non
riuscirei a resistere.
“non ti preoccupare,
finché non troviamo una soluzione dormi
pure tu sul letto...io sto pure per terra...” lo
tranquillizzo.
“ma non dire fesserie...ti
prenderai qualcosa e poi sarò io costretto
a prendermi cura di te...non che la cosa mi costi fatica, sia
chiaro...anzi..”
sorride e mi fa cenno di avvicinarmi.
Ho scelta??
Mi metto sotto le coperte, di fianco a Kei, stringendomi il
più possibile per
non avere troppi contatti con il mio ex migliore amico.
Sento il suo calore di fianco a me.
Il suo profumo mi
pervade i sensi e mi rincoglionisce come la droga. Ora sono felice
perché ho al
mio fianco la persona che cercavo. Ora posso anche morire in pace. Ho
di nuovo
Kei.
Angolo
dell’autrice
Olè! Un altro capitolo
postato!^-^ che ve ne pare??
commentate!! mi raccomando!
lexy90: Ciao cara ^-^
Allora...proposte indecenti a non finire
in questo capitolo...mi sono voluta un po’ sbizzarrire ^o^
anche perché i
personaggi me lo permettono..dico, te lo vedi Yuri casto e puro? V_V io
proprio
no *ç* spero ti sia piaciuto
anche
questo capitolo!! un bacione grande!! ^_-
Ella_Sella_Lella:Ciao!^-^ grazie mille
per il complimento..mi fa piacere
che la mia fic ti piaccia!! per quanto riguarda LCnP, come ha
l’account
bloccato?O.O va beh, spero legga lo stesso il mio ringraziamento di
continuare
sempre a lasciarmi un commentino nonostante non possa più
commentare di
persona!^-^ un bacio! ^_-
Klarai: Ciao! ^-^ sono felice
che ti piaccia Reyka!! proprio
una tipetta tutto pepe...hai ragione ^_- intrigherà non solo
Kei, come vedi sta
già facendo impazzire pure il caro Bobo e il povero Yuri *_*
sono malvagia!
Grazie per i complimenti!^o^ troppo contenta! continua a seguirmi! un
bacione!
^_-
|
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Capitolo 16 *** Capitolo 16 ***
Capitolo 16
Salve a tutti!^-^ in questo capitolo
vi sarà svelata parte
del mistero V_V non proprio tutto, ma buona parte..(sta mentendo
-.-‘’ ndKei)
beh...se non è in questo, è nel
prossimo...comunque, ciò che succederà qui,
scatenerà molte e molte conseguenze...ecco..V_V
Come al solito, premetto che per
esigenze di copione,
modificherò la storia dell’anime come ve la
ricordate voi...così riesco a dare
un senso alla storia ^-^ (già è insensata per
conto suo -.-‘’ ndKei)(tu sei un
insensato con le guance a strisce e i capelli bicolore
>o< ndAutrice)
Mi sveglio di soprassalto. Ho dormito
con Kei!! Kei
Hiwatari!!
Scatto in piedi, svegliando
l’argenteo sdraiato di fianco a
me, che si stropiccia gli occhi e mi rivolge un’occhiata
assonnata.
Kei ha ancora gli occhi socchiusi, un
accenno di sorriso
sulle labbra, i capelli arruffati del ciuffo gli ricadono davanti al
viso e il
fisico scolpito si intravede sotto la maglia del pigiama, arrotolata
fino
all’ombelico. Visto così, potrebbe essere
facilmente scambiato per un angelo.
“che hai?”
domanda con voce dall’oltretomba
La domanda mi mette con le spalle al
muro. E’ mattina per
tutti, dopotutto, e non riesco a connettere perfettamente il cervello
alla
bocca per rispondere qualcosa di decentemente sensato.
“è
tardi...” rispondo
“ma sono solo le
sei..” biascica ributtandosi a dormire
“beh, è ora di
alzarsi...ho deciso che andremo ad allenarci
insieme..” sparo la prima cazzata che mi viene in mente per
coprirmi il culo.
“ah...perciò hai
deciso che sono pronto per sostenere un
incontro con te?” domanda con tono beffardo, come se non
fossi alla sua
altezza. Come se non sapessi il fatto mio sul campo di gioco.
“vedremo...”
rimbecco, togliendomi il pigiama e andando in
bagno per farmi una doccia veloce.
L’acqua mi rischiara i
pensieri. Sciacqua via il profumo del
Dranzer blaider con la quale ho dormito.
Ho sognato il contatto tra i nostri
corpi così a lungo che
ora non mi sembra vero di aver la possibilità di realizzare
questo bellissimo
sogno.
Le mie debolezze spariscono, lavate
dall’acqua corrente,
portate via insieme a quel profumo tanto ardito.
Riprendo possesso delle mie
facoltà. Ritorno il freddo e
impassibile capitano dei DemolitionBoys.
Torno in camera gocciolante, ma non
ho avvisato Kei prima di
rimettere piede nella stanza dove abbiamo dormito.
E’ rivolto verso il muro,
completamente nudo. Non mi ha
sentito uscire dal bagno. Sento le guance sfogare
dall’imbarazzo.
Mi schiarisco la voce per farmi
sentire dall’argenteo e
finalmente si infila i boxer che gli ho prestato.
“ho finito...mi vesto e
vado a chiamare gli altri..” annuncio
imbarazzato e rosso dalla vergogna.
“come mai
quell’espressione?” chiede divertito
“quale espressione?? sono
come al solito..” mento, sapendo
di non avere scampo alle domande dell’amico.
Fa spallucce e si rinchiude in bagno.
Evidentemente ha
capito che non era il caso di insistere. Ecco il Kei che ho sempre
desiderato
ritrovare.
Mi vesto in fretta e furia, esco e
busso alla porta della
stanza di Boris.
Niente. Nessuna risposta. Certo che
il Falborgh blaider ha
il sonno pesante.
“Boris!!
svegliati!” sbotto cominciando ad innervosirmi.
Pochi istanti dopo, la porta si apre
con un cigolio e la
figura sovrastante del ragazzo dagli occhi smeraldini fa la sua
apparizione.
“...Yu?” biascica
sbadigliando e stiracchiandosi
“muoviti..andiamo ad
allenarci...per le sette usciamo...”
Mi sbarra gli occhi allucinato. Forse
è per l’orario o forse
è perché ha capito le mie intenzioni.
“vuoi mettere alla prova
Kei, non è così?” sorride
soddisfatto.
“già...mi sa che
c’è qualcosa che non va in lui..”
“e pensi di scoprirlo con i
bey cosa non funziona in lui?”
domanda scettico
“dal bey si può
capire tanto o tutto...”
“sì...sono proprio curioso di vedere cosa sa fare
l’ex fenomeno della Borg..”
sorride, mi saluta e mi sbatte la porta in faccia, segno che ha capito
che entro
le sette deve essere fuori dal letto.
Chiamo pure Serjey e Ivan. Loro sono
in camera insieme per
causa del Wyborgh blaider che non vuole per niente al mondo separarsi
dal suo
migliore amico. Già...capisco perfettamente il piccoletto.
“perché ci hai
chiamati a quest’ora?” chiede Serjey sulla
porta. Ivan non si è mosso di un millimetro dal letto.
“andiamo a fare quattro
lanci con Kei...muoviamoci prima che
il monastero si animi e non abbiamo più la
possibilità di fare niente!”
La mia vera preoccupazione non
è essere scoperto dall’intero
monastero. Non riesco ad immaginare la punizione esemplare che mi
infliggerà
Vorkov quando verrà a sapere che ho tenuto nascosto una
persona in camera mia.
Si incazzerà ancora di più sapendo che quella
persona in questione è Kei
Hiwatari. Ma nemmeno questo mi dà pensiero.
Per una volta, sorrido al pensiero di
poter sfidare il mio
ex compagno di squadra, sorrido perché per la prima volta
dopo tanto tempo,
penso solo al bey.
Chissà perché
ho la sensazione che Kei è diventato forte.
Fino all’inverosimile.
Arrivano le sette. Il monastero
è ancora addormentato. Di
solito, alle 8.00 comincia ad animarsi, ma quell’ora avremo
già finito il
nostro allenamento speciale.
Ci riuniamo nella sala dedicata agli
allenamenti speciali,
al centro della quale c’è un beyblade stadio
enorme, adatto alle mie esigenze
di spazio.
“Boris, Serjey,
Ivan..pensateci voi alle telecamere. Io mi
occupo di sbarrare le porte.”
Kei ne rimane interdetto. Mi guarda
con un’espressione tra
il confuso e il compiaciuto.
“che fai?”
domanda
“mi preoccupo che nessuno
venga ad interromperci.” spiego
lapidario.
Mi affretto a chiudere le porte con
il lucchetto e inserisco
un’asse di legno tra i manici. Di solito la usano per
picchiare i ragazzi. Ora
fa proprio al caso mio.
“LANCIO!”
I tre DemolitionBoys rompono le
telecamere con i bey,
lasciandole a penzoloni dal soffitto, tenute attaccate da quel poco di
fili
rimasti intatti.
“perfetto..ora stanne certo che finché non abbiamo
terminato la sfida, nessuno
verrà a seccarci!” avviso l’argenteo.
Kei sembra apprezzare questa mia decisione, non si infastidisce a
pensare che è
una lotta “all’ultimo sangue” tra
blaider. Vincerà il migliore.
Boris, Serjey ed Ivan si appoggiano
contro il muro e
osservano attenti la nostra sfida.
Non mi interessa se dopo mi
porteranno nelle segrete. Non mi
interessa se Vorkov mi romperà quelle poche ossa che mi sono
rimaste integre.
Non mi importa se quel monaco da strapazzo mi ammazzerà di
botte perché
finalmente mi sarò battuto per l’ultima volta con
il mio ex migliore amico. Con
il ragazzo che desidero di più al mondo.
Un bussare insistente al portone,
rompe quest’atmosfera di
pura energia creatasi. Posso immaginare chi sia.
“VATTENE!! NON
INTERFERIRE!!” sbotto
“IVANOV!! VOGLIO ASSISTERE
ANCHE IO!! VOGLIO VEDERE
HIWATARI!!” urla dall’altra parte la ragazzina.
“ci mancava solo la
mocciosetta ninfomane....” borbotta
seccato Boris
“HUZNESTOV!! POI ME LA
PAGHI!! ALLORA! VOLETE APRIRE?? SI O
NO!?”
Faccio cenno a Serjey di far presto.
La mora si intrufola
all’interno della sala e si apposta di
fianco a Boris che la guarda con finto disprezzo. Lei ricambia
l’occhiataccia
del Falborgh blaider con una pedata negli stinchi.
Al che, Boris si arrabbia di brutto
ma viene preso per le
spalle da Serjey e si calma in poco tempo grazie agli sguardi scocciati
del
colosso. Meglio non farlo incazzare.
“ehi! ti sei dimenticato di
me?” domanda divertito Kei
“solo per qualche istante..
ma si rimedia subito!”
Ci mettiamo in posizione. Uno di
fronte all’altro. Come è
successo la prima volta che ci siamo incontrati. Quella volta, dopo
esserci
insultati a vicenda, ci siamo sfidati nel bel mezzo dei corridoi.
Sento gli occhi di tutti puntati su
di me. Riesco a leggere
nello sguardo di Boris ciò che pure a me di sapere: quanto
è cambiato Kei?
Ognuno di noi si ricorda alla
perfezione il modo di battersi
dell’argenteo. Non è una dimostrazione di forza a
cui si assiste ogni giorno.
“TRE!” comincia
Kei piazzandosi meglio
“DUE!” mi aggrego
al conto alla rovescia
“UNO!”
“PRONTI??” devo
rimanere concentrato fino alla fine
“LANCIO!” ora
vedremo di che cosa sei capace di fare, Kei.
I due bey cominciano a girare
seguendo il perimetro del
beyblade stadio. Non si decidono a fare la prima mossa. Strano. Kei me
lo
ricordo come un blaider determinato e aggressivo.
Nei suoi occhi comincia a
intravedersi una luce sinistra che
mi causa una scia di brividi freddi lungo la schiena. Un pezzetto del
vecchio
Kei si fa vedere.
“DRANZER! non perdere tempo
e attacca!”
Wolborgh schiva con
facilità gli attacchi micidiali ma poco
precisi del bey blu elettrico.
“tutto qui, Kei?? Beh,
allora ti faccio vedere io cos’è un
vero attacco!! WOLBORGH! A TE!!”
Il bey grigio comincia ad aumentare
la velocità di rotazione
in maniera spaventosa.
Kei si mette a ridere sadicamente.
“e tu credi di
sconfiggermi, semplicemente aumentando
l’intensità di rotazione del tuo bey??”
Aspetto. L’aria si fa
rarefatta. Il gelo cala nella stanza e
il beyblade stadio si ghiaccia completamente. Dranzer non riesce
più a rimanere
stabile.
Il tutto succede sotto lo sguardo impassibile dell’argenteo.
“WOLBORGH! TEMPESTA DI
GHIACCIO!!” ordino al mio bey
Dranzer viene immobilizzato dal
ghiaccio e Wolborgh ne
approfitta per attaccare ma....con una fiammata incandescente
dell’Aquila
Rossa, Dranzer si libera dalla morsa del bey grigio.
“credevo volessi
combattere..” dice altezzoso
Non mi dà altra scelta.
Devo invocare il mio bit power che
esce dal bey con piacere e rivedere l’Aquila Rossa come
nemica, lo sprona a
dare del suo meglio.
I due magnifici animali sacri
cominciano a lottare tra di
loro mentre sotto di loro i due bey si cozzano, si attaccano, prendono
la
rincorsa per attaccarsi di nuovo.
Dopo pochi attacchi, sia io che Kei
siamo esausti. Negli
ultimi attacchi abbiamo messo anima e corpo. Io sono resistente,
dimostro di
avere ancora forza, ma Kei esaurisce completamente le mie scorte di
energia con
i suoi potentissimi attacchi.
Ansima. Ma
quant’è bello quando lo fa? Il suo petto si alza
e si abbassa insieme alle spalle. Sorride e riprende ad attaccare. So
che si
sta preparando per l’attacco finale.
“DRANZER!! FRECCE DI
FUOCO!” ordina
Wolborgh incassa male il colpo e per
poco non viene
scaraventato fuori dal campo se non fosse per la mia prontezza di
riflessi.
Resisto. Accuso il colpo che mi arriva come un pugno nello stomaco.
Sento il gusto metallico del sangue
in bocca. Ormai lo
riconosco tra mille questo sapore amaro e ferruginoso.
Mi asciugo un rivolo di sangue che
cola dall’angolo della
bocca, ma non mi lascio impressionare.
“non credere di averla
vinta solo perché hai messo a segno
un attacco degno di nota...capito Kei??” lo avverto
divertito.
“quasi ci speravo...ma non
ci contavo!” ammicca
presuntuosamente
La vista del sangue mi dà
la carica giusta per contrattaccare.
E’ come un brivido che sento dentro di me che si fa sempre
più forte ogni volta
che provo dolore. Il mio corpo è abituato a reagire
così dopo tutte le
punizioni inflittemi da Vorkov.
“WOLBORGH! TEMPESTA DI
GHIACCIO!!”
Stavolta Dranzer non ha scampo, viene
imprigionato dal
ghiaccio del mio bit power e poi colpito dalla mia trottolina grigia
che lo
attacca prendendo la rincorsa lungo il beyblade stadio, ormai
interamente
ghiacciato.
Kei non se l’aspetta,
così restituisco il colpo.
L’argenteo si massaggia la
mandibola dolorante e un taglio
lungo lo zigomo prende a sanguinare lentamente.
“ehi..ci vai giù
pesante..” mormora compiaciuto.
“anche tu..”
rimbecco
“che ne dici di farla
finita qui??”
Sorrido. Non riesco a trattenere un
sorrisetto di quelli
bastardi, come li definisce Reyka.
“DRANZER!!”
“WOLBORGH!”
Richiamiamo i nostri bey. Le due
trottoline sono posizionate
davanti al rispettivo padrone. Hanno ancora la forza per
l’ultimo attacco.
“BOMBA DI FUOCO!!”
“TEMPESTA DI
GHIACCIO!!”
La potenza dei due attacchi scatena
un boato assordante e
un’onda d’urto spaventosa.
Dietro di me sento Reyka urlare di
finirla con le cretinate.
Boris, invece, non parla e osserva sempre più interessato
l’incontro ormai
giunto alla fine.
Grido di felicità. Era da
un sacco di tempo che non mi
emozionavo così.
Kei, di fronte a me, urla a Dranzer
di non fermarsi.
Cominciano a crollare pezzi di
soffitto. L’intonaco si è
ormai staccato tutto.
Blocchi di cemento cadono sulle
nostre teste come fiocchi di
neve in un inverno russo.
“KEI!!” grido,
non vedendo più l’amico coperto dal polverone
causato dalle macerie.
“YURI! STO BENE!”
Non capisco più nulla. Non
vedo più niente.
Mi volto indietro, dove stavano tutti
i miei compagni e vedo
un varco fatto nel muro che dà sul cortile.
Non riesco a sentire niente. Il
rumore è assordante.
Intravedo Kei afferrare qualcosa da
terra per poi investirmi
e trascinarmi fuori.
Raggiungiamo Boris e gli altri appena
in tempo per vedere il
soffitto crollare. Grazie a Dio è un beyblade stadio in sede
staccata dal
monastero, perciò crolla solamente l’edificio
contenente il campo di gara.
Sento la gola bruciarmi per colpa
della polvere ingoiata
durante la fuga, ma la mia attenzione si sposta verso qualcun altro.
Kei sta bene, è pieno di
polvere che gli imbianca i capelli,
ed è chino su qualcuno.
Non riesco a vedere cosa stanno
fissando tutti insieme.
Serjey e Ivan sono di fianco a Boris,
che tiene tra le
braccia...il corpo esanime di Reyka.
“Reyka...”
mormoro scioccato.
Boris appoggia due dita sul collo
esile e pallido della
ragazza e annuncia che respira ancora ma a fatica.
La tiene stretta a sé,
quasi fosse una sua cara amica. Il
viso del Falborgh blaider è solcato da
un’espressione di assoluta
preoccupazione. E’ la prima volta che lo vedo preoccupato per
qualcuno che non
sia il sottoscritto.
Kei ansima ancora dalla fatica ma
appena riprende le forze,
si volta verso di me e mi sorride compiaciuto.
“bravo Yu...mi sono
divertito..nonostante la sfida sia
finita in parità. Spero mi concederai la rivincita
e...”
Non finisce la frase che una folla di
persone si avvicina
sempre più in fretta a noi sei.
“IVANOV!! HUZNESTOV!! CHE
E’ SUCCESSO??”
La voce del monaco da strapazzo per
eccellenza risuona
chiara e cristallina dopo il rumore assordante del crollo
dell’edificio.
Io e Boris ci guardiamo seriamente
preoccupati. Stavolta per
la nostra pelle. In senso letterale.
“allora??”
domanda stizzito Vorkov.
“signore...io..”
comincio
“ZITTO
MOCCIOSO!!” sbraita mollandomi un man rovescio che
non riesco a schivare.
Mi fa indietreggiare di qualche
passo, ma non demordo. Lo
fisso insistente.
L’attenzione di Vorkov,
invece, sembra attirata da ben altra
persona. Kei.
Lo guarda attonito ma non pare
così sorpreso di vederlo.
“Bentornato al monastero
Vorkov, Kei!” esclama con voce
melliflua e viscida.
“In quanto a
voi..” si rivolge a me e Boris in particolare
“...nel mio ufficio! SUBITO!”
Questo significa solo una cosa.
Siamo in guai seri.
Angolo
dell’autrice
Allora!! che ve ne pare??^-^ Nel
prossimo capitolo ci
saranno altre sorprese...in questo mi sono concentrata più
sulla sfida...ecco..
Spero commentiate numerosi!! Ora passo ai ringraziamenti..anche se
sarò veloce
^^’’
lexy90: Ciao cara!!^-^ come
prima cosa volevo dirti che la tua fic è meravigliosamente
meravigliosa!^_-
beh, lo sai già...avrai già letto i commenti!
Comunque....le tue aspettative
sul fatto di aggiornare presto non sono state molto esaudite
perché ultimamente
mi manca l’ispirazione di scrivere ç_ç
anzi..mi manca il tempo materiale.. va
beh, dico io...Reyka, alla fine di tutto, con chi starà?XD
Tranquilla...Boris
ci starà...è troppo pervertito per non essere
allettato da una tale richiesta,
ti pare?? Al prossimo capitolo! un bacione grande!! ^_-
Ella_Sella_Lella:
Ciao ^_- allora..rispondo
a tutte e due insieme... intanto, i BladeBreakers avranno un ruolo
mooolto
piccolo in questa fic..perciò sono irrilevanti..altra cosa
su Kei..siamo sicure
che lui non abbia già ricordato e se ne stia approfittando
del povero Yuri?XD
no, questa sarebbe cattiveria...beh, chi lo sa??^_- Vedo che Reyka
riscuote
molto successo! Sono contenta!!un bacione a tutte e due!! ^_-
Klarai: Ciao!^-^ Ah!!
Vedrai
presto Keiuccio alla riscossa!! Moooolto presto!! ^_- nel prossimo
capitolo mi
sa proprio che...eheheh! ma che vengo a raccontarti cosa
c’è nel capitolo
seuente!^-^ Beh, felice di vedere che apprezzi Reyka sempre di
più!! XD
personaggino proprio intrigante!! un bacione!! alla prox! ^_-
LesyHiwanov: Ciao!^-^ una
nuova
di queste parti! Sono contenta ti piaccia il personaggio di Reyka...mi
sono
ispirata ad una mia amica a dirla tutta =_=’’ non
che ne debba andare fiera, ma
insomma. Comunque vedrai che Kei ha le sue buone ragioni per essere
così “poco
Kei Hiwatari” ^-^
non so se mi
spiego...Yuri è indeciso perché, insomma...prova
tu a dover scegliere tra due
bei pezzi di figliuoli come Boris e Kei *ç* Continua a
seguirmi! mi raccomando!
un bacione! ^_-
|
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Capitolo 17 *** Capitolo 17 ***
Capitolo 17
Ciau a tutti ^-^ Comincio subito con
la fic dicendovi di
stare attenti ai particolari...qualcosa cambierà in
Kei...ecco..non vi posso anticipare
altro V_V Buona lettura!!^-^
Kei non ha fatto domande sul
perché Vorkov sa il suo nome o
il motivo del “bentornato”. Meglio così.
A questo punto, non è un problema
fondamentale sapere cosa ne pensa Kei. Adesso, la cosa migliore
è vender cara
la pelle per una punizione abbastanza “dolce”.
Guardo preoccupato Reyka, ancora
esanime tra le braccia di
Boris. Anche lui sa cosa ci spetta. Sa che Reyka non è
esonerata da questa
punizione e sa pure che purtroppo bisogna ancora una volta piegarsi al
volere
del lupo travestito da agnello, alias Vorkov.
I guardiani ci scortano fin dentro al
monastero, accerchiati
da una folla incalzante di blaider. Ragazzini e ragazzi più
vecchi di noi che
spintonano per poter vedere lo scoop del momento: Ivanov e i suoi amici
mandati
al patibolo.
Ma non avranno mai ciò che
li spinge a essere così assetati
di sangue. Non avranno mai il posto di top blaider del monastero!
Non mi sono mai scordato della
promessa che mi feci ancora
all’inizio della mia sventurata permanenza in questo lurido
posto: arrivare
fino al culmine della carriera come top blaider di tutta la Russia,
vincere e
infine andarmene voltando le spalle a tutto ciò che
c’è stato e che mai più
spero ci sarà.
La mia lunga e noiosa vita al
monastero non mi ha del tutto
annebbiato il cervello dalle promesse fatto a me stesso sul valore
della vita e
sul fatto che non mi potranno rinchiudere qui dentro per sempre.
Dopotutto,
credo ci sia una giustizia a questo mondo, ed è la lezione
più importante
impartitami da Vorkov, anche se quella suora travestita dice di essere
lui
stesso la giustizia.
Lo dovrei ringraziare per questo,
perché, quando finalmente
riuscirò a vedere nei suoi occhi il terrore ed il
pentimento, quando questo
posto crollerà ed ognuno dei blaider qui presenti
avrà un luogo dove andare,
rinfacciargli la giustizia presente nel mondo sarà
l’ultima cosa che sentià.
Il tragitto verso l’ufficio
è abbastanza lungo da darmi il
tempo di riflettere sul da farsi.
“Boris..”
sussurro senza muovere troppo le labbra
Il ragazzo non fa una piega, ma sono
sicuro che mi sta
ascoltando da un’impercettibile contrazione
dell’occhio. Siamo stati abituati a
comunicare in situazioni di estremo bisogno e pericolo, e questo
è un altro
punto per cui dovrei ringraziare Vorkov.
“piano?” domando
nella speranza di un qualsiasi segno
d’assenso del Falborgh blaider.
Nel frattempo, Kei cammina di fianco
a me senza voltarsi a
guardarmi, manco se n’è accorto che sto tentando
una scappatoia proprio per
lui.
Boris sa meglio di me che qualsiasi
atto strano, può
essere inteso come una minaccia da parte
dei guardiani, perciò deve dirmi tutto ciò che ha
in mente in poche parole e
senza dare nell’occhio.
“fuga!” mormora
convinto.
Questa è la volta in cui
la squadra dei top blaider, stupide
marionette nelle mani di un monaco da strapazzo, tentano di ribellarsi
con una
folle e quasi impossibile fuga. Ci sono scarse possibilità
di riuscita e la
percentuale di probabilità che Vorkov rincari la dose di
punizione è altissima.
Il piano mi piace un sacco.
Il Falborgh blaider passa ai
dettagli. Intuisco tutto al
volo.
E’ impossibile per chiunque
tentare la fuga tenendo tra le
braccia un peso morto, perciò l’unico modo
è far rinsavire Reyka ad ogni costo.
L’unica cosa che ringrazio,
è che non ci sia Vorkov qui con
noi dato che ci ha preceduti per raggiungere il proprio ufficio,
altrimenti non
sarebbe facile farlo fesso come questi imbecilli che ci scortano fino
al
patibolo.
Boris finge un colpo di malessere e
molla a terra la
ragazza, cercando di attutire la caduta della testa con i piedi.
Reyka si risveglia di soprassalto,
respirando affannosamente
ed inizia a guardarsi intorno frastornata.
“che..che
cosa....” mormora confusa
Boris rimane carponi tossendo e
chiudendo gli occhi in
un’espressione di puro dolore. Ha del talento come attore.
Serjey e Ivan capiscono che non
è normale un malessere del
genere per il Falborgh blaider, così si avvicinano in fretta
al ragazzo chino a
terra che approfitta del momento per avvisar loro del nostro piano da
perfetti
pazzoidi.
Kei si volta sconcertato dalla scena,
ma lo afferro per un
braccio e lo trascino di fianco a Reyka il tempo necessario per
sussurrargli
ciò che Boris ha in mente di fare prima che un guardiano non
prenda l’argenteo
per il collo e lo butti bruscamente contro il muro.
Kei mi guarda scioccato, ma pian
piano l’insicurezza nei
suoi occhi si trasforma in un fuoco che gli infiamma lo spirito,
facendolo
reagire di conseguenza.
Reyka è ancora intontita
dallo scontro fra i due bey e della
rovinosa caduta a causa di Boris.
“scappiamo,
Reyka..” le sussurro
A quelle parole, la ragazza si
paralizza di botto,
irrigidendosi.
I guardiani si avvicinano a lei,
facendola alzare con
maniere poco gentili, ma Reyka se li scrolla di dosso sputando parole
di
sdegno.
“ce la faccio da
sola..” dice acida
Ivan e Serjey rimettono in piedi
Boris che ora si è messo
pure ad ululare dal dolore, premendosi le mani allo stomaco.
“bravo, Bo...”
gli indirizzo il mio pensiero, divertito ma
impaurito allo stesso tempo.
“che ha
Huznestov??” domanda un monaco con aria truce
“NON VEDE CHE STA
MALE!?” lo zittisce Serjey, mettendo paura
perfino a Boris che ferma per un millesimo di secondo le sue lamentele.
Il guardiano si ritrae terrorizzato,
e insieme a lui, anche
tutti i suoi colleghi. Ci danno quello spazio necessario per iniziare
la nostra
fuga.
Boris dà il via al nostro
tentativo di libertà smettendo
improvvisamente di lamentarsi.
I guardiani allungano il collo per
capire cosa succede al
Falborgh blaider.
“SIETE DEGLI IDIOTI!!” urla Boris mollando un pugno
in pieno viso ad uno di
loro e dando una gomitata al secondo proprio dietro di lui, stendendoli
sul
colpo.
Kei si avventa contro un terzo monaco
che tenta di
immobilizzarlo per le spalle, ma il Dranzer blaider è
più veloce e sguscia via
dalla presa dell’uomo, cogliendolo alle spalle e dandogli un
cazzotto nello
stomaco e un calcio all’altezza del ginocchio,
spaccandoglielo.
Serjey ne prende due in un colpo e fa
scontrare le loro due
teste, provocando un rumore sordo e poi il tonfo dei due monaci svenuti
che
cadono a terra.
Due guardiani mi attaccano
contemporaneamente, entrambe si
avvicinano spaventosamente veloci.
Appena arrivano a portata di mano,
uno dei due uomini lo stendo
con un calcio in pieno stomaco per poi finire in bellezza con un pugno
sempre
nello stesso punto.
L’altro non riesco ad
evitarlo e mi atterra con una
bastonata sulla schiena.
Cado sulla schiena, così
riesco a vedere in faccia l’uomo
che mi ha colpito: ha un ghigno orribile sulle labbra e un viso patito
e logoro
a causa del tempo.
“fermo dove sei,
Ivanov!” mi punta alla gola il bastone
appuntito, fatto apposta per malmenare i ragazzini del monastero.
D’un tratto, sento un colpo
provenire dietro il guardiano,
gli occhi dell’uomo si fanno vuoti e il corpo mi piomba
addosso esanime.
“E no caro!! Ivanov lo
tocco solo io!!” sbotta Reyka con
aria trionfante con in mano una spranga di ferro trovata al momento
più
opportuno.
Boris mi tende la mano e mi sorride
compiaciuto.
“alla fine ti hanno
steso!!”
“mfp.. stronzo!”
“muoviamoci!”
ordina Serjey facendoci strada nella nostra
corsa in mezzo ai dannati corridoi del monastero.
Afferro la mano di Reyka, imbambolata
a guardare i resti dei
vari monaci: chi con il naso sanguinante, chi dolorante e moribondo e
chi ferito
con un foro da arma da fuoco in una gamba o in una spalla.
Guardo Ivan che rinfodera
l’arma e si affretta a seguire l’amico
a capo del gruppo; lui non c’è mica andato leggero!
“non tirarmi
Yuri!” si lamenta Reyka
“allora segui il gruppo
senza prenderti indietro!!” le
risponde Boris che non la degna di uno sguardo.
Kei è di nuovo di fianco a
me e mi sorride contento.
Si, Kei..anche io sono contento di
poter finalmente uscire
da questo posto squallido e andarmene, cominciare una vita tutta mia
insieme a
te!
I miei pensieri si perdono appena
arriviamo ad un bivio.
“perché ti sei
fermato, Ser?” domanda severo Boris
“non
c’è mai stata una deviazione qui!”
risponde seccato,
come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“lasciate fare a
me!” si intromette Ivan, scostandoli.
“...Vorkov lo sa...lo
saprà che abbiamo tentato la fuga..lo
verrà a sapere più presto di quanto credete!! E
ci rinchiuderà nelle segrete
per il resto della nostra vita!!” singhiozzò Reyka
presa dal panico e dalla
paura di dover subire una punizione durissima. Vederla piangere
è una cosa più
unica che rara.
La ragazza si accascia al suolo in
preda alle lacrime e
scossa dai singulti, disperata.
Boris le si avvicina con passo deciso
e le prende il viso
tra le mani, mentre le lacrime scivolano sulla pelle del Falborgh
blaider.
“smettila Reyka!! non ti
succederà niente!! a costo di dover
scontare di persona la pena al posto tuo!!” la
rincuorò
Le parole le muoiono in gola. Non
riesce ad andare avanti
con il suo discorso.
“ma...ci
ucciderà...” mormora con le lacrime sul punto di
intensificare la loro discesa
“SMETTILA!” e le
molla un sonoro ceffone.
Reyka rimane per un attimo china con
sguardo assente, quasi
lo schiaffo di Boris non fosse servito a niente.
Silenzio. Tutti quanti la fissiamo in
attesa di una
qualsiasi reazione spropositata da parte della blaider.
“non si picchia una
ragazza!!” urla lei, rendendogli il
ceffone.
Boris si massaggia scocciato la
mascella.
“io l’ho fatto
per il tuo bene..” borbotta offeso
“questa è la
Reyka che conosco!” dico per sdrammatizzare la
situazione
“Yuri..”
Una mano si appoggia sulla mia
spalla.
“dimmi Kei?”
“perché avete
tentato una cosa così stupida come la fuga??
E’ come giocare al gatto e al topo..solo che qui stiamo
giocando nel territorio
del felino...non è una cosa conveniente.”
“non sai ancora cosa vuol
dire il termine “libertà”! Se prima non sperimenti la
prigionia sulla
tua pelle, non puoi capire questa parola dal suono così
invitante!!”
Finisco di parlare e un suono
metallico mi fa voltare di
scatto verso Ivan.
“ho tentato buttando un
sasso in uno dei due corridoi
e...ecco il risultato! La via si è sprangata
automaticamente!”
“ottimo Ivan!!
proseguiamo!!” lo elogia Serjey.
Continuiamo a correre ma siamo tutti
quanti finiti e provati
dallo scontro fisico con i guardiani, e come se non bastasse, io e Kei
dobbiamo
ancora recuperare le forze dal nostro incontro a bey.
Sento una fitta al fianco e mi rendo
conto che posso
resistere ancora per poco.
“stai bene??”mi
domanda Kei preoccupato, ma altrettanto
malmesso.
“affatto..”
rispondo accelerando il passo.
Riesco a superare Boris e Reyka che
corrono dietro Serjey e
Ivan, in prima linea.
“MUOVIAMOCI!!”
ordino con quanto fiato ho in gola
Finalmente, intravedo in fondo al
corridoio una luce. E’ la
porta che ho scoperto quando ho trovato Kei in mezzo al bosco.
E’ la nostra via
d’uscita!
“NO!! YURI!!”
E’ Kei. Sta urlando il mio
nome come un disperato.
“YURI!!”
Mi volto a guardarlo ma in pochi
istanti mi è addosso,
trascinandomi a terra e salvandomi la vita da una parete caduta dal
soffitto
all’improvviso.
Guardo il muro di spessa roccia,
pensando cosa mi sarebbe
successo se ci fossi finito sotto.
“MA DOVE HAI LA
TESTA?!” domanda incazzoso l’argenteo
“che ti è preso,
Yu?? Perché hai cominciato a correre come
un disperato!?” rincara la dose Boris
Kei si alza da terra, spolverandosi i
jeans e mi lascia
imbambolato a fissare il pavimento.
“grazie di aver evitato che
mi schiacciasse..” borbotto in
direzione del Dranzer blaider
“tsè...ricordati
che non potrò esserci sempre per salvarti
il culo...” rimbrotta
Come mai si comporta così?
Finalmente è tornato per qualche
istante il solito Kei freddo e arrogante ma c’è
qualcosa che non va in lui.
Non ha chiesto del perché
Vorkov gli abbia dato il
“bentornato”, si comporta come se fosse al settimo
cielo in ogni situazione,
sorride e parla tranquillamente, ed ora questo improvviso ritorno al
suo essere
scontroso.
Una gomitata mi riporta alla
realtà. E’ Boris che tenta di
attirare la mia attenzione mollandomi colpi sul torace.
“Yu..smettila di
gingillarti!! facciamo qualcosa! Non puoi
avere la testa tra le nuvole
proprio
ora!!”
“hai ragione Bo.
Scusa.”
Mi metto alla testa del gruppo,
cercando una qualsiasi
fottutissima via d’uscita. Una qualunque luce che indichi la
vicinanza con il
cielo plumbeo della Russia.
I corridoi cominciano a incrociarsi
davanti ai miei occhi,
combinandosi in un intricato labirinto di pietre e sassi grigi e neri.
Una risata risuona tra le mura del
monastero. Una risata per
niente rassicurante e poco allegra.
“ DOVE PENSATE DI
ANDARE??” la voce del monaco da strapazzo
per eccellenza, anche se disturbata dal suono metallico provocato dagli
altoparlanti, è inconfondibile. Odiosa come sempre.
“CHE PATETICO TENTATIVO DI
FUGA!! MI STUPISCO DI VOI!”
continua
Ci blocchiamo di colpo.
Ci rendiamo conto di essere caduti in
trappola.
Ci hanno attirati fino al cuore del
monastero per poterci
prendere su tutti i lati.
I monaci che militano tra le file di
Vorkov sono troppi per
affrontarli tutti, anche unendo le nostre forze sono nettamente
superiori a noi
per numero.
“bastardo..”
ringhia furioso Boris, parandosi in mezzo tra
Reyka e uno scagnozzo di Vorkov.
“che facciamo
Yuri?” domanda Kei, ansioso di ricevere
direttive
“mi sa che questa
è la fine della nostra corsa, ragazzi..”
annuncio fingendomi dispiaciuto
Kei sogghigna divertito e si prepara
al combattimento.
Serjey scoppia in un urlo spaventoso,
capendo al volo le mie
intenzioni.
“non ci consegneremo
così facilmente!!” grida il piccoletto
Comincia così un
sanguinoso combattimento, del tutto inutile
a causa della disparità.
Ivan lo prendono in pochi istanti,
insieme a Reyka che non
riesce a difendersi.
Boris lo mettono KO con un cazzotto
in pieno stomaco.
L’hanno dovuto trattenere in quattro prima di riuscire nel
loro intento.
Io e Kei ci diamo man forte, stando
schiena contro schiena,
eliminando chiunque ci capita a tiro. Ma le nostre forze svaniscono nel
momento
di più bisogno e riescono a prenderci senza troppi
complimenti.
L’ultimo a cedere è Serjey. I monaci ci mettono
più tempo del previsto, ma con
l’aiuto di un sonnifero, riescono a catturarlo con non poche
difficoltà.
Rivolgo uno sguardo
d’incoraggiamento a Boris che mi strizza
l’occhio gonfio e dolorante, mentre un rivolo di sangue gli
cola dall’angolo
della bocca.
Sento di nuovo la risata
dell’essere spregevole.
I sotterranei ci attendono trepidanti
e assetati del nostro
sangue.
Angolo
dell’autrice
Finalmente finito anche questo
capitolo!!!^-^ Ok...in fretta
ringrazio tutte le persone che hanno recensito la scorsa volta^_^ e
ringrazio
anche Midnight tears per aver messo la mia fic tra i preferiti me
commossa!!ç_ç
lexy90: Ciao cara ^-^ ultimamente
aggiorno presto e sicuramente
l’avrai notato ^_- Sono contenta ti sia divertita a leggere i
miei commenti!
Perciò sappi che sono qui in attesa che sforni una
nuovissima fic! Beh, come
vedi la mia ispirazione è tornata proprio ora che sono
arrivate le vacanze, che
cosa voglio di meglio?? ^-^ Addirittura capolavoro
ç_ç grazie mille cara!!
Ovviamente attendo un tuo commento anche al prox capitolo!! un bacione
e un
abbraccio!!! ^_-
Klarai: Ciauuuu!^-^ anche
stavolta ho fatto presto ad aggiornare V_V così imparate a
dirmi che sono una
ritardataria ^_- Ma dai che scherzo! non me la prendo se mi dite che
sono
ritardataria, perché purtroppo è così
ç_ç Comunque....già
ç_ç zio Vorky mi sa
che è arrabbiato per i disastri che i DemolitionBoys
combinano..del resto che
possono farci loro?? sono fatti apposta per questo genere di danni V_V
io
piuttosto direi che Yuri è fortunato ad andare a letto con
Boris piuttosto che
con Kei...ma poi va a gusti ^_- al prossimo capitolo!! un bacione
grande!^-^
Ella_Sella_Lella: Ciao a
tutte!!^_^ Allora...Reyka è rinsavita, contente?^_- I
DemolitionBoys ovviamente
si sono cacciati in un altro guaio =_= ma questo è
all’ordine del giorno per
loro..mi sbaglio?? Vorkov...beh..è noto che è un
vecchio monotono con manie di
conquista del mondo e tutte quelle cazzate lì V_V ma che ci
posso fare?? mi
sono affezionata al povero zio Vorky ^_- un bacione!! al prossimo
capitolo!!
|
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Capitolo 18 *** Capitolo 18 ***
Capitolo 18
Ehm ehm...salve a tutti!!^-^ so che
vi chiederete: ma come
mai c’hai messo tanto?? (e noi risponderemo: ma guarda che
stavamo bene anche
senza di te V_V ndBlaider) =_= ok...non parlo più. Ora
tenterò di giustificare
il mio imperdonabile ritardo V_V come ho già detto
nell’altra mia fic, ci sono
stati dei contrattempi, anche piacevoli, del tipo: andare 4 giorni a
Milano
dalla mia Reyra-chan, compiti e interrogazioni fino
all’esaurimento, il PC che
mi va in palla un giorno sì e l’altro anche, il
rapimento degli alieni e tante
altre spiegazioni V_V (non la dai a bere =_= ndTutti) ok!! Perdono!!
imploro
pietà!!T__T ma state sicuri che con questo capitolo mi
perdonerete ^_- almeno
spero ^.^’’’ Buona lettura!!^_^
E alla fine ci ritroviamo tutti qui.
Di fronte al sadico,
folle monaco travestito. Perché le cose devono finire sempre
in modo così
scontato?
Stiamo lì, davanti a lui,
sull’attenti come belle statuine,
come soldatini poco disciplinati in attesa della punizione. Causa:
ammutinamento.
Boris è quello ridotto
peggio, ma se la cava con occhio
gonfio e il labbro sanguinante, se non si contano le varie contusioni
ed
ematomi sparsi in giro per il corpo.
Serjey è ancora intontito
per l’effetto del tranquillante
che gli hanno sparato direttamente sul collo, posso vedere il piccolo
alone
rosso sulla pelle eterea del colosso.
Reyka sta in piedi a stento, ma
grazie alla sua forza di
volontà e al suo orgoglio, non la dà vinta a
Vorkov, che non aspetta altro di
vederla crollare a terra.
Ivan non ha nulla di rotto,
così a prima occhiata, nemmeno
Kei sembra essere dolorante e moribondo, se non per qualche livido sul
viso e
sulle braccia.
La mia attenzione cade totalmente su
Boris che cede
impercettibilmente con il ginocchio, ma riesce a mascherare bene quel
suo
attimo di debolezza e Vorkov non se ne accorge. E bravo Huznestov, lui
sì che
si meriterebbe la fascia del capitano, non una mezza sega come me.
L’attesa prima della
sfuriata è la cosa che mi innervosisce
di più, attanagliandomi lo stomaco in una morsa letale:
Vorkov sa bene come
torturare fisicamente e psicologicamente le sue marionette.
Ho la netta sensazione che quel
monaco da strapazzo stia
prendendo tempo, come se avesse sulla punta della lingua un mistero da
svelare
e stia aspettando l’arrivo della sua vena di attore
drammatico mancato per
rivelarlo.
Lo si vede benissimo che non
è a suo agio, come se ci fosse
una presenza che lo inquieta e lo tormenta. Non ha mai fatto
così.
Evidentemente, qualcuno tra di noi lo mette a disagio e quella persona
sono
pronto a scommettere sia Kei.
Tengo d’occhio ogni
movimento dell’argenteo: come sbatte gli
occhi, come pesta i piedi a terra, il modo in cui respira ma
soprattutto noto
come passa nervosamente la lingua sulle labbra. A volte le lezioni di
spionaggio del monastero servono davvero a molto, tanto che riesco a
capire lo
stato di fibrillazione di Hiwatari da dei movimenti che possono
sembrare innocenti
e comuni.
Finalmente, Vorkov blocca i piedi in
mezzo allo studio e si
mette sull’attenti di fronte a noi, facendo battere i tacchi
degli stivali per
accentuare la sua disapprovazione nei nostri confronti.
“bene, Ivanov. Suppongo che
una lunga chiacchierata sia
d’obbligo...” inizia.
La sua voce mi ripugna, il suo modo
di atteggiarsi è
schifoso tanto quanto lo è questo posto.
“sissignore!”
rispondo.
“ritengo che una visitina
nei sotterranei con tutto il resto
della tua squadra sia buona educazione. Sai, il carceriere comincia a
sentire
la mancanza dei tuoi gemiti di dolore..”
Brutto bastardo. Me le pagherai
tutte! Dalla prima
all’ultima! IO non faccio vedere le mie debolezze, men che
meno ad un lurido
carceriere tirapiedi.
Digrigno i denti, ma è il
massimo che mi posso permettere
per non dare inizio al mio supplizio troppo presto.
“è da un
po’ che non fai una visitina ai piani bassi. I
sotterranei reclamano il loro tributo di sangue, lo sai...e che
c’è di meglio
del sangue del capitano della squadra dei Topo Blaider in persona e di
tutta la
sua squadra?”
“lurido verme..”
mormora impercettibilmente Boris
Vorkov rivolge un’occhiata
assassina al Falborgh blaider, il
cui pensiero di vedere Reyka soffrire lo manda letteralmente in bestia.
“ora veniamo a te,
Hiwatari. Bentornato nel monastero!”
Vorkov riserva a Kei un sorriso
raggelante e viscido.
Si avvicina e lo accarezza
delicatamente, prendendogli il
mento tra le dita e alzandogli il viso verso il suo.
Kei non oppone resistenza, ma chiude
gli occhi disgustato.
Non oso guardare un tale scempio. Non
voglio guardare una
cosa così ripugnante come le bellissime e focose labbra
dell’argenteo unirsi
con quelle sudice e orribili di quel vecchio pazzo megalomane. Non
posso e non
voglio guardare.
Vorkov sembra aver afferrato il mio
punto debole e ne rimane
piacevolmente sorpreso. Il suo cervello malato e sadico sta
già macchinando qualcosa
di osceno a miei danni.
Come è possibile che Kei
non reagisca? Rimane impassibile ad
ogni tentativo di provocazione da parte di Vorkov, alquanto divertito
nel
vedere la rassegnazione nei miei occhi.
Finalmente, il pazzoide ritorna al
suo posto dietro la
scrivania, logora e decrepita almeno quanto lui.
“mi sembra venuto il
momento di spiegarvi un paio di
cosette. E’ ora che voi vi rendiate conto che non si
può nemmeno osare di
pensare di farmi fesso.”
Deglutisco. Ciò significa
solo guai seri per tutti noi.
Sento il respiro di Kei farsi sempre
più affannato.
“...perciò,
un’adeguata punizione...”
Hiwatari nasconde qualcosa.
“...non può che
farvi bene.” conclude.
All’improvviso scatta
l’avviso di allarme in tutto il
monastero, facendoci sobbalzare tutti e sei. La nostra tortura
è
temporaneamente sospesa, ma l’idea del dolore che ci attende,
dell’umiliazione
e del nostro orgoglio feriti rendono solo più lunga e
tormentata la nostra pena
da scontare.
“giusto in tempo per
ritardare un po’ la vostra punizione,
ma non importa. Appena avrete finito, tornerete immediatamente qui.
Ivanov!
Pavlov! Occupatevi degli intrusi!” ordina il monaco.
“ma signore...”
cerco di fargli cambiare idea.
Nel monitor dei computer alle spalle
di Vorkov, vedo quattro
ragazzi di cui ricordo vagamente i volti. Sono i BladeBreakers, i
famosi
campioni del Giappone.
“niente ma!! Ora! Andate e
mandateli via!”
Una goccia di sudore scende dalla
tempia di Kei che
deglutisce sonoramente.
“dopo mi devi dare qualche
spiegazione..” sibilo in un
sussurro all’argenteo.
Io e Ivan ci affrettiamo a
raggiungere i tetti del
monastero, dove possiamo individuare meglio i quattro scocciatori.
“sono
laggiù!” dice Ivan indicando un punto preciso del
cortile.
“muoviamoci! Vorkov deve
darci delle spiegazioni!” lo
incito.
“cerchiamo di metter loro
paura...spaventiamoli, lanciamo
loro un avvertimento e ce ne torniamo dentro insieme agli
altri...” suggerisce
il piccoletto che mi sta alle calcagna con difficoltà.
I miei passi sono falcate per il
povero Ivan.
Ci buttiamo a capofitto nel cortile,
scendendo con grazia
dal tetto, sfruttando gli insegnamenti di pedinamento impartitici dai
monaci
del monastero. Quando si insegue qualcuno, bisogna solo preoccuparsi di
non
mollarlo mai e di seguirlo con tutte le proprie forze e tecniche
disponibili,
anche saltando giù dai tetti se necessario.
Atterriamo di fronte ai quattro
ragazzi che assumono
un’espressione impaurita e spaesata. Non riesco a trattenere
una risata di
divertimento nel vedere le loro facce contrarsi in una smorfia di
terrore.
Ivan sembra divertirsi quanto me nel
vedere le nostre prede
fermarsi e indietreggiare.
“chi siete voi?”
domanda quello più in forma. Deve essere
Takao Kinomiya.
“la domanda spetterebbe a
noi dato che state violando una
proprietà privata!” rispondo con cattiveria.
Il ragazzo dai capelli corvini si fa
avanti con coraggio.
Quello deve essere il cinese della Tribù della Tigre Bianca:
Rei Kon.
“dov’è
Kei?” domanda con foga senza troppi complimenti.
Stavolta è lui a cogliere
me di sorpresa.
Ivan si volta a guardarmi e
impallidisce.
Come fanno a sapere di Kei?? che
legame c’è tra quel cinese
e Kei? come fanno a conoscerlo??
Scuoto la testa in un NO deciso e
sorrido ghignando.
“non conosco nessuno con
quel nome!” mento
Ivan sembra sconvolto, ciò
significa che devo prendere in
mano le redini della situazione. Parlare con questi scocciatori
potrebbe
fruttarmi un sacco di risposte per la quale mi sto arrovellando da
quando è
tornato Kei. Che le cose siano collegate? Che Kei mi abbia mentito??
“Comunque..io sono Yuri.
Piacere.” prendo tempo.
“io sono Ivan, e voi
dovreste essere i famosi BladeBreakers??
ah! non mi sembrate un granché forti!”
Bravo Ivan, temporeggia e provocali.
Chissà che se ne vadano
con la coda tra le gambe e non mettano più piede in questo
monastero e così
potrò tornare da Kei.
“come osi?”
domanda Takao punto nell’orgoglio.
“fatti sotto!” lo
istiga il piccoletto
Se Ivan si lascia battere da uno
così, siamo spacciati.
Abbiamo appena passato un brutto momento, i monaci ci hanno massacrati,
quei
bastardi, e ci hanno presi per colpa della disparità
numerica. Maledetti
tirapiedi di Vorkov, la pagherete anche voi quando verrà il
momento.
Ho un sacco di domande per la mente,
ma se dovessi mai
esporle a questi intrusi, sono sicuro che smaschereranno il trucco e
scopriranno che Kei si trova all’interno di queste mura.
Ivan e Takao ingaggiano un duello a
bey; non c’è dubbio su
chi sia il più forte dei due, ma Ivan sa bene che deve
prendere tempo. Vorkov
deve inventare qualche scusante, me la riferirà tramite
auricolare, e io dovrò ripetere
la minchiata del vecchio pazzo così i BladeBreakers se ne
andranno.
“Stiamo cercando Kei!!
Dobbiamo affrontare i mondiali di
beyblade insieme!” grida rabbioso Takao.
CHE COSA?? Cosa ha detto quel
grassone? Kei deve gareggiare
insieme a lui nei mondiali di beyblade??
Ivan ha un momento di distrazione e
per poco non viene
scaraventato in aria dal suo avversario, ma il suo sangue freddo non lo
tradisce e riesce a rimanere impassibile per il resto
dell’incontro fino a che
non arriva l’ordine di Vorkov.
“mi è appena
stato riferito che Kei, il ragazzo che cercate,
è stato trovato all’interno del monastero...ha la
febbre alta, si vede che non
è abituato alle temperature della Russia.”spiego,
interrompendo l’incontro.
Ivan recupera Wyborgh e si avvicina a me, facendo scatenare le ire del
ragazzo.
“E COME STA?? VOGLIAMO
VEDERLO!!”
“ora non è
possibile..i nostri medici lo stanno visitando.
Provate a tornare domani mattina.”
La mia spiegazione è stata
convincente quel tanto per
mandarli fuori dalle scatole senza troppi imprevisti, ma sono sicuro
che non si
arrenderanno così facilmente nella loro ricerca.
Io e Ivan ce ne torniamo di corsa
nello studio di Vorkov, sappiamo
bene entrambe che se avessimo solo tentato la fuga, avrebbe fatto
ammazzare di
frustate Boris e gli altri. Non posso sopportare l’idea di
non prendermi le mie
responsabilità in qualità di capitano dei
DemolitionBoys.
“bravi, vedo con piacere
che da stupidi non avete tentato la
fuga!” ghigna sadico Vorkov.
Boris mi guarda stupito e con il solo
labiale mi domanda
“perché?”.
So bene che se fosse dipeso da Boris,
io e Ivan saremmo
dovuti scappare ignorando ciò che quel monaco da strapazzo
avrebbe fatto a
loro.
Guardo Kei con tutto il rancore e la
rabbia possibile per
non avermi detto prima una cosa simile, per avermi mentito sul fatto
della sua
perdita di memoria, ma soprattutto per non avermi mai detto che sta con
un’altra squadra. Ciò mi ferisce e mi fa male al
cuore, provocando una
sensazione che non ho mai provato prima.
Ma cosa me ne importa di Kei? Mi ha
tradito...ha tradito la
mia fiducia e ora penso che sto male per lui? dovrei essere solo
arrabbiato e
invece...
L’argenteo abbassa lo
sguardo mortificato e fissa
morbosamente il pavimento.
Reyka pare essersi ripresa, ma non
posso dire lo stesso di
Serjey che sembra essere in uno stato semicomatoso: ha gli occhi a
mezz’asta,
le ginocchia stanno per cedere sotto il suo peso, così non
riesce a reggersi in
piedi sotto l’effetto del tranquillante. E’
già tanto che sia cosciente, ma si
fa vedere forte agli occhi di Vorkov stando sull’attenti,
come se nulla fosse.
Noi, i DemolitionBoys, stiamo per
crollare definitivamente.
Ciò che ci attende distrugge ogni nostra ultima speranza di
sopravvivenza e di
attaccamento alla vita.
“Kei...mi sa che dovrai
delle spiegazioni ai tuoi
compagni..” dice Vorkov con voce melliflua
“non devo rendere conto a
lei, signore.” risponde l’argenteo
sotto gli sguardi increduli di tutti noi
“Kei..” mormoro
esterrefatto.
“mio nonno è un
uomo molto influente...le basti sapere che
se lei mi torce anche un solo capello, arriverà il signor
Hito Hiwatari in
persona a fargliela pagare.” lo minaccia Kei
Vorkov inizia a ridere di gusto, come
se gli avessero appena
raccontato la barzelletta più divertente al mondo.
Non la smette di ridere per due
minuti di seguito, inizia
perfino a lacrimare.
“non sai niente, moccioso!!
E’ stato proprio tuo nonno a
dirmi di tenerti sotto stretta osservazione e di fare tutto
ciò che è in mio
potere per farti rimanere qui!”
“allora sapevi
tutto!” ringhio guardando l’argenteo, ma
rivolgendomi a Vorkov.
“mio caro ragazzo, te
l’ho già detto! non mi lascio far
fesso da un branco di ragazzi scapestrati e indisciplinati! In quanto a
te,
Hiwatari, le conseguenze del tuo essere così arrogante non
saranno lasciate
impunite.”
“grazie mille,
Kei...” sussurro senza
“senti, Yuri, posso
spiegare!” dice quasi urlando
Vorkov lo guarda con aria truce e lo intima a rimettersi nei ranghi.
“NO! Prima deve spiegare
quello che sta succedendo!”
Il monaco emette una risatina
sommessa, ma acconsente alla
richiesta di Kei.
“ebbene, il vostro amico
non ha mai perso la memoria...è
stato semplicemente perso di vista. Se il giovane Hiwatari non vuole
farsi
scovare, è parecchio bravo a non lasciare tracce. Peccato
che le sue coperture
e la sua segretezza nel voler arrivare fino ai mondiali in maniera
anonima,
sono state vane a causa di qualche rivista e qualche
pubblicità che lo ritraeva
in pompa magna accanto a Takao Kinomiya, la giovane promessa del
beyblade
agonistico.
“Il che ha reso possibile
le ricerche su di lui, e abbiamo scoperto
che ha partecipato alle nazionali giapponesi battendosi contro
Kinomiya,
formando una squadra insieme a lui, Kon e Mizuhara. Hanno vinto il
titolo
americano e il titolo cinese e hanno viaggiato su un transatlantico di
lusso
per arrivare fino in Europa, dove i BladeBreakers hanno vinto contro la
squadra
degli European Dreams.
“Dopodiché, Kei
e i suoi compagni sono arrivati fino in
Russia, ma il giovane Hiwatari ha deciso che sarebbe stato troppo
avventato
farsi vedere per Mosca senza un’adeguata riservatezza.
Così si è fatto furbo, e
ha deciso di fare delle ricerche sul monastero perché il suo
sbaglio più grande
è stato non dimenticarsi di voi! Ma non poteva capitare
occasione migliore
perché tu ti unissi a noi, Kei, tuo nonno sarà
contento di rivederti militare
tra le file della Borg! E’ stata proprio una fortuita
coincidenza che tu sia
arrivato fin qui e che Ivanov ti abbia tenuto nascosto per bene...ci
hai
risparmiato molta fatica per nulla!”
Finito il racconto breve e conciso di
Vorkov, capisco perché
quel ragazzo ha detto di dover disputare gli incontri dei mondiali di
beyblade
insieme a Kei.
La consapevolezza di aver sentito le
precise parole “non si
è dimenticato di voi” mi rasserenano e mi
sollevano a tal punto da non pensare
nemmeno all’imminente punizione.
Mi sento improvvisamente felice.
Contento di sapere che il
ragazzo che ho sempre desiderato non si è mai scordato della
mia esistenza.
Ma tutto ciò non toglie il
fatto che mi ha mentito, cacciandoci
in questo casino che ci costerà cara la pelle.
Non so come comportarmi,
così per evitare di dover reggere
lo sguardo di Kei, non oppongo resistenza appena i guardiani mi
prendono e mi
conducono verso i sotterranei, seguito a ruota da tutti gli altri miei
compagni. Tutti, eccetto Kei.
“Yuri....mi dispiace sia
finita così..” mi fa Reyka in un
mormorio
“non preoccuparti,
saprò cavarmela anche in questa
situazione..non saranno delle frustate a fermarmi.”
“Yuri, Kei non ne ha tutta
la colpa.” tenta di difenderlo
Serjey, strascicando le parole a causa dell’effetto del
tranquillante.
“tsè...se fosse
così, allora non saremmo qui in attesa di
scontare la nostra pena.”
Boris non fiata. Mi aspettavo qualche
sua parola, che fosse
un insulto, un incoraggiamento, un semplice cenno. Niente.
“Boris..” lo
chiamo
“vaffanculo,
Yuri.” sbotta incazzato.
Il fatto che parli ancora, mi rende
più tranquillo. Fino a
che...
“sconterò io la
punizione per Reyka!” grida Boris appena
scendiamo tutti quanti in fondo ai sotterranei.
Le urla di dolore e i gemiti di sofferenza sono il sottofondo di quel
lugubre
posto nel momento di puro silenzio che si è creato dopo la
richiesta del
Falborgh blaider. La colonna sonora della morte.
“no, Boris..non
resisteresti mai!” tento di convincerlo
Niente da fare. Scuote la testa in un
NO convinto.
“hai così poca
fiducia in me, Ivanov?” domanda divertito.
Un sorriso timido gli solca le
labbra. Come fa a sorridere e
sembrare così tranquillo in un momento come questo?
Ci legano tutti quanti al muro, Reyka
compresa. Le manette
sono strettissime e ci segano i polsi che iniziano a sanguinare senza
ritegno.
Silenzioso, il liquido rosso scorre
lungo gli avambracci a
rigagnoli fitti e finissimi, come lacrime di dolore. Quelle che nessuno
di noi
è disposto a versare.
Dietro di noi, ogni monaco ha in mano
una lunga frusta di
cuoio che fanno schioccare nell’aria come avvertimento
dell’inesorabile e devastante
punizione.
Di fianco a me
c’è Boris che serra convulsamente le mani
attorno alle manette, in attesa che cominci l’esecuzione. Mi
stupisce soltanto il
fatto che quel maledetto bastardo non sia qui a godersi un simile
spettacolo.
“per la ragazza, solo 10
frustate. 20 per gli altri. 30 per
Huznestov.” annuncia una voce metallica.
Boris si rilassa e sembra
più sollevato.
“insieme, Yuri...nel male e
nel bene..” mormora ammiccando
“non preoccuparti, avremo
la nostra rivi..”
Non finisco la frase che un crepitio
di schiocchi squarcia
l’aria stantia del sotterraneo, seguiti a ruota da un insieme
di gemiti di
dolore. Ivan e Reyka cederanno per primi alle lacrime, ma né
io, né Serjey, né
Boris abbiamo intenzione di dargliela vinta.
“UNO!”
“Beh..siamo a buon
punto..” dico rivolgendomi al mio
compagno di sventura
Mi guarda accigliato.
“ne mancano solo
diciannove..”
Angolo
dell’autrice
Ciao a tutti!!^-^ allora, che ve ne
pare?? nel prossimo
capitolo ci sarà il faccia a faccia tra Kei e
Yuri..preparatevi già
psicologicamente!! che gli dirà Yuri?? come
reagirà Kei?? e chi lo
sa!!>.<
Chiedo ancora scusa per il mio
ritardo assurdo ç_ç non l’ho
fatto apposta!!
lexy90: Ciao cara ^-^
Allora..svelato il mistero V_V Keiuccio
non aveva perso la memoria, ma il furbastro aveva fatto perdere le
tracce a
Vorkov ed al caro nonnino Hito. Beh, ora non rimane altro che scoprire
cosa
combineranno Kei e Yuri!!^_- Mi raccomando!! al prossimo capitolo!! un
bacione!
Ella_Sella_Lella: ciao ragazzuole!^_-
Allora...contente che abbia
aggiornato anche questa fic?? Spero proprio di sì! Direi che
lo zio Vorky perde
il pelo ma non il vizio -.- (non era il lupo che perde il pelo ma non
il
vizio??O.o ndTutti) fa lo stesso V.V non importa...Comunque..Keiuccio
è stato
un cattivo ragazzo, ma alla fine l’avrà fatto solo
per rivedere Yuri o avrà
qualcos’altro in mente?? eheheheh!! lo scoprirete alla
prossima puntata!!^_- un
bacione ad entrambe!!
Klarai: Ciao cara ^-^ mi dispiace
infinitamente del ritardo T_T
del resto scrivo quando posso e quando ho un minimo di tempo libero e
ultimamente non ne ho mai!! Ma non importa! ^o^ grazie mille dei
complimenti!!^///^ mi fanno veramente tanto piacere i tuoi commenti!!
hihihi!
Keiuccio non ha sofferto per niente, come hai potuto notare
=_=’’ anche se
avrei preferito farlo un po’ massacrare di botte..mi serve
intero fino alla
fine della fic, purtroppo >.< al prossimo capitolo!! mi
raccomando!
lascia un commentino!!^O^ un bacione grande!! ^_-
|
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Capitolo 19 *** Capitolo 19 ***
Capitolo 19
Ciao a tutti!!^-^ Devo
premettere una cosa V_V siccome questo capitolo me lo sogno da
parecchie
settimane, mi sa che sarà piuttosto lungo ed elaborato, ma
assicuro che c’ho
messo tutto il mio impegno!! (ma ovviamente farà cesso come
al solito V_V
ndBlaiders) esatto V_V..O_O..no!! ma che mi fate
dire?!?>o<
Beh, io vi ho avvertiti!!*o* muahahah
<---risata da
assatanata
Meravigliosa la soddisfazione che
sento dentro di me. Quel
gusto dolce e instancabile della vittoria.
Non ho emesso un grido, né
un lamento. Né i carcerieri né
Vorkov hanno visto l’ombra di una lacrima scendere dai nostri
occhi, nonostante
Boris si sia guadagnato 10 frustate in più per salvare la
vita a Reyka. Lei non
avrebbe mai resistito oltre.
Le solo lacrime che hanno bagnato il
suolo delle segrete,
sono state quelle fuoriuscite dalle nostre schiene incrinate dalle
troppo
frustate. Lacrime di sangue denso e caldo che hanno invaso la cella di
un odore
amaro e acre. L’unica consolazione di Vorkov: vederci
sanguinare come bestie da
macello.
Mi avvio verso la mia stanza,
immaginando già di non trovare
all’interno di quella cella il caro nipote del socio in
affari di Vorkov. Del
resto, ora che quel pazzoide di un monaco è venuto a
conoscenza del ritorno di
Hiwatari junior, non può lasciarlo vivere una gabbia del
genere nonostante
fosse la migliore stanza di tutto il monastero destinata ai ragazzi.
Aiuto Serjey a trasportare Boris in
camera sua, mentre Reyka
si affretta a seguirci, ma mantenere il nostro passo è un
impresa ardua per le
sue condizioni.
“ci penso io a
lui!” mormora sommessamente Reyka
La guardo di sbieco. Non capisco
tutto questo essere
apprensiva verso un ragazzo che fino all’altro giorno non
considerava nemmeno.
“come vuoi..”
acconsento
Ivan non è ridotto male,
ha solo delle ferite che potranno
rimarginarsi entro qualche settimana senza nemmeno il bisogno di cure.
Decidono che è meglio
stare tutti in una stanza e che si
sarebbero ripuliti con calma. Il sangue rappreso sui loro vestiti
è segno
evidente che tra Serjey e Boris non si sa chi sia messo peggio, ma i
solchi
lasciati sulla loro pelle sono sicuramente a rischio di infezione e
conseguente
malattia.
“ce la caveremo,
Yuri..” mormora Boris, rinsavendo per qualche
minuto
“non ne dubito! Anche
perché Vorkov ha fatto in modo di non
infliggerci una punizione esemplare per il semplice motivo che questo
fine
settimana ci sono le amichevoli con gli americani e i
cinesi...” spiego la mia
teoria, sicuramente quella intrapresa dal nostro aguzzino.
“Yuri, quando riesci a
capire le intenzioni di Vorkov in
questa maniera mi spaventi!” sbotta Serjey
“ehi, Ivanov! Non
crucciarti per Hiwatari..si vede che era
destino!” dice Boris in un soffio.
Arrossisco violentemente, ma i miei
sentimenti verso quel
traditore vanno ben oltre il mio orgoglio.
“ma cosa dici, Huznestov?
Tu stai delirando!!” alzo il tono
di voce, e ciò conferisce una maggiore sicurezza in
ciò che sostiene Boris.
“come mai ti scaldi tanto,
Ivanov? La mia era solo una
constatazione...ti sei preso a cuore il destino di Hiwatari!”
“sono affari miei
ciò che prendo a cuore o meno, siamo
intesi?” sbotto offeso
“tsè...non
venire da me a piangere quando ti renderai conto
di ciò che è Kei in realtà..”
“stanne certo, Boris. Ma
non mi servono i tuoi
avvertimenti!”
Così dicendo, Serjey lo
trascina in camera, aiutando il
Falborg blaider ad adagiarsi sul letto.
Blocco Reyka sulla soglia della
porta.
“tu stai bene?”
chiedo con una punto di nervosismo
“sto meglio di quello che
sembra..” risponde pacata
“faresti bene a farti
controllare quelle ferite...” le
consiglio
“lo sai bene anche tu che
l’infermeria è stata chiusa per
questo tipo di urgenze.. Vorkov vuole che la lezione impartitaci
rimanga...”
“impressa nella nostra
carne. Lo so.” completo la frase
della ragazza
“perciò, che
vada bene o male non fa differenza alcuna...”
Reyka ha perso tutta la sua
sicurezza. La voce le è scesa di
parecchi toni e le mani le tremano.
“mi dispiace averti
coinvolta..” ammetto, rivolto più a me
stesso che alla ragazza “..la verità è
che mi dispiace che ne siate rimasti
coinvolti tutti in questa faccenda..”
“non devi nemmeno dirlo!!
Grazie a tutto questo, ora ho
l’occasione di conoscere di più Huznestov e magari
combinare qualcosa...non mi
sono mica scordata del nostro accordo riguardo ad una serata in grande
stile!”
ammicca maliziosa ed entra nella stanza chiudendosi la porta alle
spalle.
Entro in camera aprendo stancamente
la porta e affacciandomi
alla mia desolazione.
La responsabilità di aver
condannato i miei amici ad una
simile tortura mi dilania il cuore più di quanto le frustate
abbiano solcato la
mia carne.
Il pensiero di aver anche potuto
sperare di riottenere la
mia libertà perduta mi attanaglia lo stomaco e mi impedisce
di entrare oltre in
camera.
Sento la presenza di qualcuno
all’interno della mia unica
intimità rimasta intatta. Aleggia un profumo di buono e di
dolce che solo una
persona può emanare.
“vieni fuori!”
sbotto lasciando scivolare le braccia lungo i
fianchi dalla rassegnazione
“Yuri, non sei tu il
responsabile di ciò che è successo...”
mormora il traditore
“infatti è in
parte opera tua se ora Boris rischia la vita,
Serjey idem, Ivan è disperato ed io...io mi sento
così uno schifo! È solo colpa
tua!” sbraito dandogli le spalle. Non ho il coraggio di
guardarlo in faccia.
L’istinto di saltargli al
collo e massacrarlo di botte è
irrefrenabile e la consapevolezza dello stato di salute dei miei amici
non
aiuta di certo la situazione.
Mi volto rabbioso verso Kei ma
qualcosa frena il mio
attacco.
Un livido violaceo gli solca il viso
e una ferita si apre
sopra il sopracciglio, lasciando sgorgare sangue caldo e scuro.
“cos’è?
Sorpreso di vedere che anche Kei Hiwatari è un
essere umano e può provare dolore? O sei semplicemente
contento di vedere che
anche io ho ricevuto la mia lezione quotidiana?” sibila acido
l’argenteo.
Sorpreso è un eufemismo.
Si vede che Vorkov non scherza e non
ha intenzione di lasciargliela passare nemmeno a Kei. Il torto che
abbiamo
fatto a Vorkov tentando di scappare dal monastero, è un
reato che il monaco
punisce con una bella villeggiatura nelle segrete, ma nessuno di noi ha
subito
questo trattamento.
“Vorkov vuole che io
partecipi al torneo mondiale insieme a
voi, e da questo momento questa sarà anche la mia
camera.” spiega con calma
inquietante.
Da quando l’ho trovato in
mezzo alla foresta, non si è mai
comportato in questa maniera.
“mai!” rispondo
seccato
“Yuri, so bene cosa pensi
di me...” il suo tono si
addolcisce parecchio.
Il suo carattere è
variabile come dal giorno alla notte. Le
sue decisioni sul proprio destino sono ancora più
imprevedibili.
“ah sì?? Lo sai?
Bene..allora perché non te ne vai a rompere
le scatole da qualche altra parte? Magari dai tuoi amici
giapponesi!”
Il suo viso si contrae in una smorfia
di pentimento e
risentimento, si avvicina lentamente a me e appoggia una mano sulla mia
spalla
in segno di volermi parlare da persona civile. Il suo orgoglio gli
impedisce di
chiedere venia, ma se anche dovesse mettere da parte ogni briciolo di
reputazione rimastagli, io non lo posso perdonare.
Lo scanso con una gomitata ma
l’azione mi costa cara e una
fitta di dolore mi
mozza il fiato. Mi
accascio al suolo sentendo gocce di fluido viscoso fluire lente dalla
mia
schiena per poi inzuppare la maglia ormai completamente sudicia di
sangue.
“Yuri!” urla Kei
preso alla sprovvista
“lasciami stare!”
sbotto con disprezzo.
Lo blocco cercando di non dare a
vedere troppo la mia debolezza,
anche se credo di non dare l’impressione sperata. Alzo una
mano come per
impedire un ulteriore avvicinamento o qualsiasi tentativo di soccorso
da parte
dell’argenteo.
La testa mi gira alla
velocità della luce, vedo luci ovunque
e il dolore pungente alla schiena si fa via via più debole e
ovattato, chiaro
segnale dell’imminente perdita di sensi.
“forza, Yu...non
è il momento di fare l’eroe!” sbotta Kei
adirato standosene a debita distanza.
L’argenteo non ha
intenzione di venir meno alla mia muta
richiesta di “non soccorso”. Non voglio che un
traditore infanghi il mio corpo
con le sue mani sporche di menzogne.
Chiudo gli occhi per evitare di
perdere l’orientamento ma un
paio di braccia possenti e forti mi aiutano ad alzarmi e mi fanno
sdraiare sul
letto con il dorso rivolto verso l’alto.
La maglia è logora e Kei
non ha difficoltà a levarmela.
“smettila..”
mormoro, aggrappandomi disperatamente al mio
orgoglio per rifiutare le attenzioni dell’argenteo.
Il ragazzo non mi dà retta
e continua imperterrito ad
affaccendarsi sulla mia schiena dilaniata.
“Kei...”
“Yuri, se mi lasci lavorare
posso evitare che queste ferite
facciano infezione, così Vorkov non sarà
costretto a rinunciare a te! Non
gliela vorrai dare vinta così facilmente,
spero...” dice con una punta di
ironia.
Esce dalla camera con passo svelto e
richiude la porta alle
sue spalle appoggiandola delicatamente al battente.
No, non può lasciarmi da
solo in camera mia a rimuginare sul
da farsi! Sono pericoloso!
Perché è
tornato? Perché Vorkov ha punito anche lui? Mi deve
delle spiegazioni, ma stavolta non se la caverà facilmente!
Mi dovrà dire per
filo e per segno ciò che è successo con i
BladeBreakers!
Riesco a malapena a muovere la spalla
che una fitta più
dolorosa della precedente mi paralizza la schiena, mentre un sussulto
tradisce
la mia solita sicurezza e impassibilità di fronte a certi
inconvenienti.
Del resto, lavorare con Vorkov
comporta anche questo tipo di
rischio: lasciarci le penne a causa sua ancora prima di aver terminato
il
proprio compito. E’ una lezione di vita a cui siamo stati
abituati sin da
piccoli: la vittoria è tutto. Ogni mezzo è lecito
perciò il fine giustifica i
mezzi e se necessario anche la morte.
La porta si riapre e ne entra un Kei
piuttosto indaffarato.
Appoggia alla scrivania
nell’angolo qualcosa e inizia a
darsi da fare con meticolosità.
Accende un accendino e il luccichio
sinistro dell’ago che
risplende alle fiamme mi mette una certa ansia.
L’imbarazzo è
reciproco. Nessuno dei due ha intenzione di
decidersi a cominciare il discorso per la quale Kei è
rimasto in questa topaia.
“dovresti fare attenzione:
quel taglio sul sopracciglio è
davvero brutto..” mormoro cercando di rompere la tensione
accumulatasi
nell’aria.
Kei si mette a ridere di gusto e si
discosta dal proprio
lavoro.
“ma ti sei visto come sei
conciato tu, piuttosto?” ribatte
divertito ma allo stesso tempo teso e nervoso.
“cosa vuoi fare?”
domando sentendo il cuore accelerare
Kei mostra l’ago e il filo,
sicuramente presi in prestito da
Reyka; la ragazza è previdente e ne tiene sempre una scorta
in camera sua per
ricorrenze come questa.
“mi sono iscritto ad un
corso di cucito..” mormora
sarcastico, buttando l’accendino alla rinfusa sopra la
scrivania.
“ah, spiritoso...non ho
bisogno delle tue futili cure
falsamente amorevoli!” sbotto.
Dal mio improvviso scatto
d’ira ottengo solo il peggiorarsi
della situazione.
Kei si affretta a sedersi sul letto
di fianco a me e sospira
stancamente.
“prendila così,
ora tu lasci che io ti presti futili cure
falsamente amorevoli, come le definisci tu, e nel
frattempo..”
“nel frattempo mi spieghi
un po’ di cose!” sbraito ancora.
Ennesima fitta e mi si mozza letteralmente il fiato.
“affare fatto. Ma ti
avverto che sarà doloroso...”
“lo so, il tradimento di un
compagno fa sempre male..”
rimbecco.
“sei sempre il solito
testone!”
Così dicendo, spruzza
sull’intera schiena dell’acqua
ossigenata che agisce subito formando della schiuma bianca e
provocandomi un
dolore lancinante su tutta l’estensione del dorso.
“CAZZO! BRUCIA!”
urlo afferrando il lenzuolo.
Kei non si lascia impressionare e si
appresta a rinsaldare
la presa sulle mie spalle, tenendole appoggiate al materasso,
puntellandocisi
sopra con tutto il suo peso.
Affondo il viso nelle coperte e senza
nessun preavviso
inizio a lacrimare dal dolore.
“e siamo solo
all’inizio..” mormora Kei divertito
“zitto e racconta,
Hiwatari! Comincia dall’inizio!” sbotto
chiudendo gli occhi con forza
Non faccio a tempo a stringere le
coperte con i denti, che
la punta affilata dell’ago affonda nella mia carne
trapassandola da parte a
parte, cominciando a saldare il primo di una lunga serie di punti.
“cazzo..” sbraito
ancora trattenendo le urla.
“mi sa che ne serviranno
parecchi..ma siamo fortunati,
perché ho un po’ di cose da
raccontarti..”
“la tua fortuna
è che non ti posso saltare addosso! Ti
vorrei ammazzare con le mie stesse mani se solo riuscissi ad
alzarmi!”
“vedrai se ammazzarmi o
meno dopo aver sentito ciò che ho da
dirti!” ribatte offeso, approfittando della situazione per
affondare ancora una
volta l’ago nella mia pelle.
“porca putt...”
non termino la frase che mordo con violenza
le coperte.
“sei obbligato ad
ascoltarmi, volente o nolente..” rincara
la dose
Mi rassegno pensando di essere alla
mercé del ragazzo per la
quale ho passato 12 anni di sogni travagliati e notti insonni.
Dopotutto, le
circostanze volgono a mio favore.
Il ragazzo che ora si sta prendendo
cura del sottoscritto,
colui che ha sfidato le ire di suo nonno e di Vorkov pur di salvarmi la
pelle.
Il blaider che fa sognare con i suoi spettacolari incontri ed i suoi
attacchi
micidiali tanto quanto la sua bellezza e la sua capacità di
seduzione.
Ciò che provo per lui
è solo attrazione fisica o pure c’è
dell’altro?
Le sue “futili cure
falsamente amorevoli” sono ciò che di
più bello si possa avere. Il tocco delle sue mani sulla mia
pelle, seppur
dolorante, sono un sollievo immenso e mi dà la forza di
resistere alla tortura
delle ferite inflittemi dai tirapiedi di Vorkov.
Kei sospira rassegnato. È
ora di sapere finalmente che cosa
ha combinato con i BladeBreakers.
“appena tentai di prendere
Black Dranzer, rimasi coinvolto
nell’esplosione e non me la cavai facilmente. Persi la
memoria, ma
temporaneamente. Il dolore di ciò che avevo provato durante
la mia breve
permanenza al monastero è stato sufficiente a farmi
ricordare ogni cosa, ogni
particolare, ogni persona a cui ero affezionato.”
Non mi volto a guardarlo, ma sento il
suo sguardo posarsi
insistentemente sul mio corpo inerme e fragile.
“mi allenai duramente
perché mio nonno, il socio di Vorkov,
non volle più spedirmi qui dentro. Feci perdere le mie
tracce alla Borg e a
tutte le associazioni coinvolte negli affari di mio nonno, sperando un
giorno
di lasciar perdere il beyblade, lasciandomi alle spalle tutto
ciò che
riguardava questo sport e il mio passato al monastero. Ma la mia
passione per
il beyblade non diminuì affatto, così per 12
lunghi anni riuscii ad accumulare
esperienze e forza sia dalle mie vittorie, ma soprattutto dalle mie
sconfitte.
Conobbi Takao Kinomiya alle nazionali di bey del Giappone, insieme a
Rei Kon e
Max Mizuhara e ci unimmo per formare la squadra dei
BladeBreakers.”
Nonostante la mia morbosa attenzione
verso il racconto di
Kei, sento l’ago farsi sempre più assetato di
sangue ma cerco di non farci
troppo caso. Non so più nemmeno quanti punti mi abbia dato,
ma sicuramente una
ferita l’ha rimarginata totalmente perché sento
una forte tensione che contrae
la mia pelle.
“continua..” lo
incito per distrarmi dal dolore.
“abbiamo vinto il
campionato cinese e quello americano,
siamo andati in Francia, in Italia e in Germania. Ma la destinazione
finale è
sempre stata la Russia. Arrivati a Mosca, mi sono deciso ad affrontare
mio
nonno e Vorkov che mi tengono tutt’ora sotto costante
osservazione. Dopo essere
arrivato secondo classificato alle nazionali giapponesi sapevo
benissimo che era
pressoché inutile nascondersi, dato che tutte le
pubblicità riguardavano i
BladeBreakers. Così scelsi la via più facile per
farmi trovare da qualche
ragazzo del monastero e la coincidenza più grande e non
prevista dal sottoscritto
è stato proprio il fatto di essere stato raccolto da te,
Yuri. Una fortuna più
grande non poteva baciarmi.” arrossì alle ultime
parole.
“come mai hai deciso di
tornare al monastero!?” il racconto
non quadra totalmente
“io...io ho deciso di
unirmi a loro per un solo e unico
motivo.”
Si zittisce tutto un colpo, ma le sue
mani continuano a
ricucire le ferite con fare esperto e preciso, con una cura e
un’attenzione
lodevole.
È la prima volta dopo
tanto tempo che lo sento in evidente
imbarazzo per ciò che sta per dire.
“io li ho usati! Mi sento
uno schifo per ciò che ho fatto!
Ma mi servivano per arrivare qui! Li ho sfruttati a mio vantaggio solo
per
tornare in questo lurido posto e assicurarmi che Vorkov non vi avesse
uccisi!”
“e ti sei preoccupato di
noi solo dopo 12 anni?!? 12
fottutissimi anni ci hai messo per renderti conto che FORSE viviamo in
un posto
dove rischiamo la nostra schifosa vita ogni istante della giornata
sotto le
direttive di un pazzo egocentrico e cinico?!” sbotto
alterando il tono di voce
e mettendo in soggezione l’argenteo.
“bravo Kei, devo dire che
hai le facoltà mentali di un
bradipo! Ti è venuto in mente solo dopo 12 anni di assenza
al monastero che probabilmente
quel pazzo ci poteva aver ammazzato tutti?!” rincaro la dose
“smettila Yuri!! non sono
andate così le cose!!” rimbecca
ritornando ad essere il solito scontroso Hiwatari.
“e allora come sono andate?
Sentiamo! Sono curioso!”
È strano far capire ad una
persona quanto si tiene ad essa sdraiati
a letto nelle mie condizioni, ma Kei sembra recepire alla perfezione il
messaggio.
“Rei Kon..”
mormora ad un certo punto
“chi è? Il
cinese?” domando con cattiveria
Il sangue inizia a ribollirmi nelle
vene. Si fanno sentire
la rabbia e la gelosia verso una persona che manco conosco ma che ha
avuto la
fortuna di poter passare un anno della propria vita con Kei.
“già...ho
stretto un rapporto piuttosto..intimo con lui. Ma
durante i nostri momenti di intimità, io non pensavo a fare
l’amore con lui...”
Le parole di Kei
sono
una pugnalata a sangue freddo, ma sento che c’è
una continuazione del racconto
come se non avesse detto la verità fino in fondo.
“smettila di girare intorno
ai discorsi!”
“finché facevamo
sesso, Rei si è accorto che qualcosa non
andava! La mia attenzione, il mio umore e i miei sentimenti erano
evidentemente
rivolti verso qualcun altro.” spiega, rosso in viso.
Finalmente le sue mani si fermano,
l’ago ha saziato la sua
sete di sangue e posso rilassare la schiena intorpidita e dolorante,
mentre Kei
stacca il pezzo di filo in eccesso.
“ho finito..”
annuncia fingendosi allegro.
Ma il suo tocco morbido e delicato
rimane, mentre mi
accarezza schiena con fare dolce e premuroso, quasi come volesse
davvero
prendersi cura del sottoscritto.
“ho confessato a Rei
ciò che è successo al monastero, la
persona a cui mi sono tanto affezionato e che continuavo a pensare.
Così, in
segreto, mi ha aiutato a cercare il monastero Vorkov perché
in realtà non vi ho
mai dimenticati. Il fatto è che ho aspettato il momento
più buono per venire a
cercarvi, ossia l’inizio dei campionati, quando Vorkov
è troppo distratto dai
suoi piani di conquista per badare ad un intruso entrato nel monastero
grazie
al suo migliore esponente.”
Socchiudo gli occhi e sento di nuovo
quella meravigliosa
sensazione di dolcezza invadermi le membra, ma stavolta non
è la soddisfazione
di una vittoria personale a far piangere il mio cuore dalla
felicità. È una
sensazione che so essere assopita da ben 12 anni.
Mi isso sulle braccia facendo forza
sui gomiti e mi metto a
sedere appoggiandomi al muro come sostegno.
Il dolore alla schiena è
travolgente, ma nulla può impedirmi
di affrontare il ragazzo, definito da me come un traditore.
Finalmente posso guardare quelle due
perle color ametista
che tanto ho bramato senza paura di svegliarmi e rendermi conto che
tutto è
stato solo un meraviglioso sogno.
Kei mi rivolge uno sguardo
preoccupato ma allo stesso tempo
dolce e gentile, così mi faccio più attento alla
fine del racconto.
“in questi giorni ti ho
osservato attentamente, Yuri, ho
capito quanto ti sei allenato duramente per questo sport in vece di un lurido bastardo
la quale è Vorkov.
So quanto tieni a Boris e ai tuoi compagni di squadra, compresa Reyka,
ti ho
sfidato e ne sono stato felice tanto che ho dato tutto me stesso per
quell’incontro.”
Qualcosa, non so bene cosa, mi stringe la gola come una presa
invisibile che mi
toglie il fiato.
Deglutisco sonoramente per ricacciare
indietro le lacrime
che si fanno prepotenti agli angoli dei miei occhi di ghiaccio. In
confronto
alle sue perle di color ametista, i miei zaffiri sono come neve al sole
e si
sciolgono in un pianto amaro ma al contempo rincuorante.
Non capisco perché la mia
bocca non risponde in automatico
con una frecciatina che impedisca a Kei di continuare la sua storia,
sicuramente
inventata per corrompermi.
L’argenteo mi rivolge un
sorriso talmente meraviglioso che
saprebbe convincere anche un angelo a convertirsi per un breve istante
alle
sfrenate passioni carnali dell’inferno. Tutto ciò
è maledettamente frustrante,
così scelgo la via più facile della corruzione.
“sono orgoglioso di te,
Yuri, di ciò che sei diventato e di
ciò che non hai intenzione di diventare. Sono contento che
tu sia rimasto un
ribelle nei confronti delle idee di Vorkov, ma nonostante tutto
continui a
lottare per i tuoi scopi. Ma la cosa più bella sai qual
è?”
A questo punto frenare le lacrime
è impossibile, ma cerco di
non dimostrarmi troppo debole e cedere in tentazione così
facilmente. Mi
aggrappo disperatamente all’ultimo briciolo di
impassibilità che mi è rimasta
per non cadere tra le braccia di Kei.
Il ragazzo dagli occhi color ametista
allunga una mano e si
avvicina lentamente con il viso al mio, in un gesto che mi pare fin
troppo
scontato e banale. Ma è Kei, ed è tutto
ciò che ho sempre desiderato in questi
ultimi 12 anni.
Mi accarezza il viso, mi asciuga una
lacrima e mi riserva un
dolce sorriso.
“la cosa più
bella è vederti piangere per me..e sapere che
l’unico che può consolarti, sono proprio
io...” mi sussurra nell’orecchio.
Come in un sogno troppo realistico,
sento il tepore delle
sue labbra scaldare le mie fin troppo fredde per lui.
Le sue mani si fanno avide della mia
pelle e mi trascinano
verso di lui con forza calcolata ma accorandosi di non provocarmi altro
dolore
alla schiena.
Con molta attenzione, mi adagia sulle
sue ginocchia e si china
per riprendere quel contatto tanto agognato, così caldo e
dolce, così
stupefacente come lo potrebbe essere una droga.
Se Kei fosse una droga ne sarei
dipendente, ma per il
momento le sue labbra mi bastano.
No, non è un sogno. Kei
è realtà. Kei è la mia
realtà.
Angolo
dell’autrice
>.>...<.<...-si
guarda intorno furtiva-...CIAO A
TUTTI!!^o^ allora!! Piaciuto il capitolo!?! Spero tanto tantissimo di
sì!! E
che commentiate come al solito, anche con critiche negative!!V_V
Ecco...questo è un
capitolo che ritengo piuttosto
fondamentale per la storia, tanto che tutto potrebbe benissimo
concludersi con
questo lieto fine “e vissero tutti per sempre felici e
contenti sotto le
grinfie dello zio Vorky”. Ma purtroppo non è
così...^^’’’ delusi?? Suppongo
di
sì!^_- perciò passo ai ringraziamenti!
Klarai: ciao!!^-^
allora..è successo ciò che speravi?? I due
piccioncini si ricongiungono e ovviamente il caro Ivanov è
sotto sotto cotto di
Kei, tanto che non riesce a non perdonarlo!Spero il capitolo ti sia
piaciuto!!
Mi fanno sempre piacere i tuoi complimenti!!^//^ me strafelice!! Grazie
mille!!
Un bacione! Al prossimo cappy!!
Lexy90: ciau!!^-^ ma quale onore
e onore! Quel Kei voleva aver
salva la pelle! ecco perché se n’è
andato dal monastero e non si è più fatto
sentire!! >.< (grazie tante =.= ndKei)(non
c’è di che, caro!^_^
ndAutrice) No, il caro Hiwatari non ha perso la memoria! Cosa vuoi che
perda la
memoria se gli manca la sostanza fondamentale, ossia il cervello?=.=
dai che
scherzo! In fondo voglio bene al caro Hiwa!^-^
un bacione! Al prossimo capitolo!
Ella_Sella_Lella: Ciao!^_^ come vedete i
miei amici alieni non sono
venuti a farmi visita questa volta!^_- perciò ho deciso di
postare
relativamente in fretta anche grazie a certi commenti che lasciate
nell’altra
fic!^_- così mi sono presa la briga di aggiornare ora! Spero
vi piaccia anche
questo capitolo! I vostri commenti doppi mi fanno sempre un immenso
piacere!!^_^
un bacione! Al prossimo cappy!!
|
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Capitolo 20 *** Capitolo 20 ***
Capitolo 20
Ehm..ehm..^.^’’
lo so..lo so...siete tutti arrabbiati perché
non ho aggiornato in fretta! È inutile tirare fuori di nuovo
la scusa degli
alieni V.V ormai mi avete scoperta (già...era talmente
credibile che per un
pelo non ci cascavo =.=’’ ndKei) –lo
ignora altamente-.
Vi auguro buona lettura!!^_^ mi
raccomando!! Leggete e
recensite in tanti!
Nonostante tutte le punizioni che
potrà mai infliggerci,
ritorniamo sempre al punto di partenza.
E’ un circolo vizioso:
combattiamo, vinciamo, ci ribelliamo,
ci punisce e poi ritorniamo a lottare in nome di uno sport che non ci
appartiene. In nome di un beyblade che non è ciò
che vogliamo.
Ma tutto il ciclo prima o poi deve
ricominciare, e come se
non con una bella riunione familiare nell’ufficio di Vorkov?
“spero che la lezione vi
sia servita!” sbotta camminando di
fronte a noi, percorrendo la stanza in tutta la sua ampiezza.
“SISSIGNORE!”
“scommetto che questa volta
non mi disubbidirete più,
giusto?”
Nessuna risposta. Chi tace
acconsente. Ma non nel caso di
Vladimir Vorkov.
Sentirsi chiamare
“signore” o “maestro”
è una delle cose che
lo manda in brodo di giuggiole, così, meno lo chiamiamo in
quel modo meno gode
della nostra servitù.
Ogni suo gesto, ogni sua decisione
ogni sua parola sono
calibrati e soppesati in maniera
tale da
sfruttarci a proprio vantaggio e nello stesso tempo farci patire le
pene
dell’inferno.
“siete di poche parole.
Comunque non è questo ciò che voglio
discutere con voi. Come ben sapete, domani ci saranno degli incontri
amichevoli
tra la squadra della Borg, quella cinese dei White Tigers e quella
americana
della PPB All Stars.”
Si ferma. Prende una boccata
d’aria. Il silenzio si fa
sovrano dell’ufficio contenente sette persone, Reyka
compresa.
Posso sentire il respiro affannoso di
Kei alla mia destra,
mentre tenta di non aggredire Vorkov e mollargli quattro cazzotti.
Il livido del pugno ricevuto dal
monaco stesso, è ormai una
macchia nerastra sul volto angelico del nippo-russo. Vorkov la
pagherà anche
per aver deturpato tanta bellezza con le sue luride mani.
“immagino sappiate
già ciò che sto per dirvi, ossia di
eliminarli in fretta e senza scoprire carte troppo importanti da
riservare per
le finali mondiali. E, la cosa più importante, voglio i loro
bit power. Vi
aspetto in piedi domani mattina alle sette. Non voglio ritardi. Vi
sarà detta
la formazione non appena saremo arrivati al palazzetto.”
Ormai non è più
necessario aspettare un suo ordine per
uscire dallo stanzino tanto odiato. Possiamo semplicemente girare sui
tacchi e
andarcene. Ma Vorkov ha qualcos’altro in mente.
“Huznestov!”
sbotta adirato con una punta di divertimento
nella voce
Boris ghigna come un lupo famelico,
dando le spalle al
monaco, ma appena si volta verso Vorkov riprende la sua normale
espressione da
bravo soldatino che mi è rimasta impressa fin dal primo
giorno in questo schifoso
posto.
“comandi?”
risponde il ragazzo dagli occhi smeraldini
“non si ripeta
più una cosa del genere. Non voglio più
vedere che uno dei miei migliori blaider sconti una pena riservata ad
un altro
blaider di scarso livello.”
“sta calmo
Boris..” gli indirizzo mentalmente quel pensiero,
mentre noto i pugni serrati del Falborgh blaider. Le nocche ormai
completamente
bianche dalla forza con cui stringe le dita.
“non si
ripeterà, signore!” risponde atono
Ci dirigiamo verso le nostre camere,
ma Reyka blocca Boris
in mezzo al corridoio.
“perché cazzo
gli hai detto una cosa del genere? Sai bene
che se mi avessi lasciata scontare tutta la mia punizione sarei
sopravvissuta!!” sbotta con cattiveria
Boris la ignora e continua per la sua
strada, scansando la
ragazza con una leggera gomitata. Lo sguardo del ragazzo è
perso nel vuoto.
Quasi assente.
Reyka non demorde. Non capisce il
perché del comportamento
di Boris nei suoi confronti. Evidentemente è la prima volta
che si trova di
fronte a qualcuno più testardo di lei.
“mi stai a sentire?? Che
cazzo ti salta in mente??”
ribadisce Reyra
Stavolta lo raggiunge e gli sbarra la
strada allargando le
braccia e facendo scudo con il corpo per impedirgli il passaggio.
“lascialo stare,
Reyka..” la ammonisce Serjey
“no! Deve darmi una
spiegazione!” insiste
“ha bisogno di
riposare..domani dobbiamo combattere contro i
cinesi e gli americani..” tenta di dissuaderla Ivan con la
sua espressione più
dolce.
“se continua a fare il
gradasso così non arriverà mai vivo
alle finali!”
Mai lo avesse detto.
In un attimo Boris la sbatte al muro
provocandole una fitta
di dolore alla schiena, dove pochi giorni prima aveva ricevuto 5
frustate per
la sua cattiva condotta.
Le labbra del ragazzo sono a pochi
centimetri da quelle di
lei. Reyka assume improvvisamente uno strano colorito rosso che le
dà un’aria
buffa e alquanto dolce.
Con una sola mano, Boris riesce a
catturare i polsi della
ragazza e inchiodarli al muro.
“non ti è
abbastanza sapere che ti ho salvato la tua stramaledetta
pellaccia e che ora sei viva grazie a me??” sibila con una
certa malizia,
riservata solo alle nostre nottate più calde ormai passate.
Gli occhi di Reyka brillano di una
strana luce, come se
delle lacrime fossero sul punto di scendere da quegli occhi color della
notte.
Nessuno ha il coraggio di
intervenire, la scena è piuttosto
singolare per ognuno di noi che non ha mai visto Boris Huznestov
reagire così
ad una provocazione.
La mano libera di Boris si insinua
tra i capelli scuri di
Reyka, tastandone la consistenza e la morbidezza, assaporando quel
dolce
contatto così tanto desiderato e sempre represso per paura
di rivelare i propri
sentimenti.
Qui non è fatto di essere
omosessuali o etero. Ai nostri
desideri carnali e ai sentimenti non si comanda, bisogna solo seguirli
ed
essere accondiscendenti con essi.
Ed è proprio
ciò che ha fatto Boris, premendo le sue labbra
su quelle della ragazza.
Il loro contatto si approfondisce
ogni attimo sempre di più,
facendo mancare il respiro a Reyka che non ha nessuna intenzione di
staccarsi e
porre fine a quell’inebriante e violenta passione.
Pochi istanti dopo, nel
più totale silenzio, sotto lo
sguardo allibito di tutti, Boris si allontana dalla ragazza e se ne
torna in
camera sua a rimuginare sul da farsi.
Reyka si accascia al suolo con gli
occhi gonfi di lacrime.
E’ totalmente soggiogata dal Falborgh blaider tanto che non
si rende conto di
aver pianto per la seconda volta in poco meno di quattro giorni. Una
cosa più
unica che rara.
Osservo Boris che imperterrito
percorre il corridoio a
grandi falcate, alla ricerca disperata della sua
impassibilità e della sua
freddezza, ma ormai non c’è quasi più
traccia del piccolo e bastardo
calcolatore che una volta militava tra le file del glorioso Vladimir
Vorkov.
“andiamo ragazzi, dobbiamo
riposare se non vogliamo farci
una magra figura agli incontri ‘amichevoli’ prima
del torneo mondiale..” li
incoraggio cercando di distogliere l’attenzione generale
dalla ragazza che non
ha nessuna intenzione di alzarsi.
Ivan e Serjey se ne vanno poco
convinti diretti verso le
loro camere, augurando la buona notte con un rapido saluto della mano.
Kei si avvicina a Reyka e la aiuta a
rimettersi in piedi.
Lei per tutta risposta si aggrappa
violentemente al petto
del ragazzo e lo stringe in un abbraccio che
lo lascia letteralmente senza fiato.
“lui..” inizia a
dire la ragazza, cercando di non farsi
prendere dai singhiozzi.
“lui si è
preoccupato per te. Dovresti chiedere scusa e
farti perdonare, non credi?” mormora Kei con un tono troppo
dolce per essere il
suo.
“io...” balbetta
di nuovo Reyka
“tu sei innamorata di
lui.”
Detto ciò, la ragazza si
distanzia dall’argenteo, fa un
debole cenno con la testa e corre in direzione dei dormitori delle
ragazze.
Kei si gira verso il sottoscritto, mi
fissa per qualche
istante e mi sorride.
Sbuffo rassegnato. Rassegnato al
fatto che nonostante il
tradimento subìto, il mio cuore appartiene al ragazzo di
fronte a me. Ne è il
padrone indiscusso.
La sua mano sfiora rapida la mia
guancia e accarezza ogni
centimetro del mio profilo in un lungo e instancabile contatto che
nessuno può
spezzare.
“se ti avessi io afferrato
e sbattuto contro il muro, come
ha fatto Boris, cosa avresti fatto?” mi chiede con malizia
non troppo nascosta
“puoi sempre sperimentarlo
tu stesso...”
“nessuno mi vieta di
mettere le mani su un corpo così
perfetto come il tuo e farne ciò che voglio?”
domanda accattivante
“non mi pare che la scorsa
sera passata insieme, tu ti fossi
posto così tanti problemi a portarmi a letto...”
lo stuzzico
I suoi occhi si animano di una luce
sinistra e a dir poco
eccitante.
Le sue mani si fanno troppo audaci ed
esplorano ogni parte
del mio corpo allo scopo di eccitarmi maggiormente e provocarmi
piacere.
La sua lingua si intrufola agile
nella mia bocca alla
ricerca della mia. Non gliela concedo facilmente. Voglio avere la
soddisfazione
di essere completamente desiderato dal mio amante, da colui che ho
sempre
sognato possedere.
“e se io ti dicessi che
sono innamorato di te?” mormoro in
un momento di puro piacere e fibrillazione durante la quale ci
separiamo per
riprendere fiato.
“non potrei
biasimarti...” risponde ansante l’argenteo
Così dicendo, mi trascina
in un gioco di mani e di lingue.
Di casti e semplici baci fino ad
arrivare a scambi di
passioni più intime.
Un gioco in cui tutto è
lecito e nulla è impossibile.
Ci presentiamo al palazzetto in
tenuta ufficiale. Vorkov
vuole che la sua conquista del mondo del beyblade sia fatta in grande
stile.
Né Boris né
Serjey combatteranno i match amichevoli contro i
cinesi e gli americani. Sono ridotti piuttosto male e non abbiamo
intenzione di
scoprire troppi assi prima del tempo.
Il momento delle finali è
ormai prossimo e gli attacchi più
micidiali di Falborgh e Seaborgh sono da tenere ben nascosti ad occhi
indiscreti come quelli dei giapponesi.
Tra le file dei giapponesi milita Rei
Kon, ex capo tribù
della Tigre Bianca, nonché ex amante del mio Kei.
Di lui mi occuperò
personalmente, ma ora non c’è tempo per
pensare alle mie stupide e futili vendette amorose di cui farei
volentieri a
meno. Ho già troppi casini a cui pensare, mi ci voleva solo
la presenza dell’ex
compagno di letto di Hiwatari a rovinare la giornata.
La cosa mi rende parecchio nervoso e
Kei se ne rende conto
all’istante.
“sei geloso...”
sussurra con malizia
“no!” rispondo in
automatico
“la mia non era una
domanda..” risponde calmo, sempre più
divertito
“e di chi?
Sentiamo!” ribatto con finto disinteresse
“di Rei, è
ovvio. È talmente chiaro che nemmeno i tuoi occhi
cristallini possono reggere il confronto...” mormora ancora
più divertito
“ma fammi il piacere!
Tentare di farmi passare l’incazzo con
questi subdoli mezzucci..”
“perché? Sei
incazzato con me? Eppure ieri sera non hai
fatto molte storie quando..”
“si si!!
D’accordo!! Hai vinto tu! Contento?” gliela do
vinta. Non si possono vincere tutte le battaglie quando la guerra
è ancora tutta
da giocare.
“sei uno
stupido..” mi sussurra all’orecchio per farmi
eccitare
“e tu sei un coglione! Ma
non per questo ti è concesso
prendermi per il culo..”
“perché sei
geloso..” ribatte ormai con la vittoria in
pugno.
“perché sono
geloso!” confermo annuendo con una certa stizza
Il telecronista la fa lunga.
“è
noioso..” brontola Reyka
L’uomo in piedi su una
piattaforma sovrastante il campo di
gara, si è vestito da cosacco per l’occasione e
improvvisa qualche battuta per
movimentare il pubblico, con il solo risultato di farci raggelare il
sangue
nelle vene.
“è
patetico..” ne conviene Boris, seduto a debita distanza
dalla ragazza
I due, dopo l’evento
straordinario della sera precedente,
non hanno più avuto occasione di parlarsi a causa
dell’orgoglio di lui e della
testardaggine di lei.
Nessuno, nemmeno il sottoscritto, ha
ancora avuto il
coraggio di domandare loro se ci sono stati degli sviluppi dalla ovvia
dichiarazione da parte del Falborgh blaider.
Siamo tutti seduti comodamente sulla
panchina posta dietro
il sipario che ci divide dal centro del palazzetto, dove migliaia di
persone
sono venute a vedere la squadra russa in azione durante un match
amichevole.
“ma perché
vengono a vedere cosa facciamo se sanno già tutti
come andrà a finire l’incontro?” domanda
Serjey innervosito, dando voce ai
pensieri di ognuno di noi.
“perché Vorkov
è un benemerito stronzo e deve fare le cose
in grande...mostrare a tutti quanto siamo capaci di giocare a bey e
tutte le
moine che vuoi inventarti, sono tutte piccole conquiste per ottenere
ciò che
brama davvero..” rispondo con stizza
“tanto nessuno di quelle
persone ha idea che se solo osiamo
fallire o non obbedire agli ordini di quel folle, ci becchiamo una
punizione a
suon di frustate..” sbotta Ivan irritato.
Silenzio. Nessuno ha più
nulla da dire. Nemmeno Reyka che di
solito è una fonte inesauribile di chiacchiere ha
più la voglia di parlare.
“mi sa che tocca a te,
Ivan..” lo avverto sentendo un
applauso partire dalla platea.
Il piccoletto scende dalla panchina
con un balzo, afferra il
suo lanciatore a forma di fucile e il suo beyblade appena riparato da
Boris e
si fa strada al di là delle tende cremisi calate davanti a
noi.
“il suo avversario
è Steve, della PPB All Star...” dice
Boris con apparente disinteresse
“già...sembra
forte..”
“lo batterà in
meno di un minuto..” lo contraddice Serjey,
concludendo il discorso con uno sbuffo annoiato.
Come previsto, Ivan torna a sedersi
di fianco a noi da
vincitore, accompagnato da un fragoroso applauso di apprezzamento da
parte del
pubblico prettamente tifoso della squadra russa.
Kei mi molla un buffetto sulla
guancia ottenendo ciò che più
lo fa eccitare: farmi arrossire senza ritegno.
“sei un gran
bastardo...” lo insulto
“sì, ma un
bastardo innamorato...”
“potete evitare le vostre
moine in pubblico?? Yuri! muoviti!
Fallo fuori che ho sonno e voglio tornarmene a letto!” si
lamenta Boris, mentre
un’espressione di dolore gli solca il viso spigoloso e duro.
Mi affretto a fare la mia entrata in
arena, dove di fronte a
me c’è già ad attendermi il mio
avversario. Eddie.
Dai dati di Ivan, il ragazzo in
questione deve avere il bit
power dello Scorpione.
L’incontro dura qualche
istante. La sua difesa è debole. Il
suo attacco è prevedibile e di scarsa potenza. Ma non spetta
a me catturare il
suo bit power. Il
suo beyblade è
tecnologicamente troppo poco avanzato per competere con
l’ultimo modello di
Wolborgh potenziato dai monaci del monastero.
Di nuovo, la platea si alza per
acclamare il vincitore
dell’incontro.
Apprezzano la vittoria del campione
russo. Ma è una vittoria
che non mi dà niente. Nessuna emozione, nessuna
soddisfazione.
Me ne torno al mio posto dando una
leggera scompigliata ai
capelli dell’argenteo.
“cerca di non
deluderci...” gli dico quasi per prenderlo in
giro, ma so benissimo che è più forte di
ciò che mi ha dimostrato pochi giorni
prima durante il nostro incontro speciale.
“non lo
farò..” risponde seccato.
L’incontro di Kei va
esattamente come previsto da Vorkov.
Dopo lo stupore iniziale
nell’aver sconfitto Steve ed Eddie
rispettivamente da Ivan e dal sottoscritto, Kei lancia la sfida
all’intera
squadra con il solo scopo di fare audience e poter scalare le vette di
gradimento di tutti i giovani blaider ancora inesperti e troppo ingenui
per
capire i piani maledettamente perfetti di Vorkov.
Kei riesce a batterli senza troppe
difficoltà. Ora che
possiede il potere di Black Dranzer, nessuno al mondo potrà
sconfiggerlo e ciò
mi lascia un senso di amaro in bocca.
Ma tutto a suo tempo. Ogni cosa
andrà come deve andare e la
mia vendetta si compirà prima che Vorkov sarà
capace di replicare e prendere
provvedimenti in proposito.
“ho vinto..” mi
sussurra all’orecchio l’argenteo
“e con
ciò?” chiedo malizioso
Veniamo interrotti nel nostro momento
di avance da una voce
a me nota.
Il grido disperato di un ragazzo che
chiama a gran voce il
nome del mio amore.
“KEI!!!!!”
Angolo
dell’autrice
Salve a tutti!!^_^ eheh...mi sa che
ho di nuovo fatto tardi,
nevvero? ^.^’’ ma rimedierò! Prometto!
V_V (le parole non bastano V.V
ndKei)(servono i fatti V.V ndYuri) =_=’’ volete
finirla di demoralizzarmi?? O
ne avete ancora per molto? Comunque sia, ora passo ai ringraziamenti e
poi me
ne vado ^_^
Ma prima di salutarvi e ringraziarvi,
vi lascio un immi di
Reyka di come me la immagino io!!^O^ sono riuscita a capire come si
postano le
immi!!
Lexy90: ciao cara!^-^
allora..come vedi sono riuscita ad
aggiornare! Anche perché per una settimana sarò
in vacanza, perciò non posso
andare avanti con nessuna fic e men che meno postare nuovi capitoli
^^’’
comunque..sono contenta ti sia piaciuto lo scorso capitolo!! Hihi!!
Già...Yuri
non riesce proprio a resistere al caro Kei! come biasiamarlo?? Al
prossimo
capitolo!! Un bacione!^_-
Klarai: ciao!!^o^ mi sa che
entro il prossimo capitolo vedrai
un bel faccia a faccia tra Yuri e Rei! Mi piacciono troppo le risse per
non
poterle scrivere nei miei capitoli V.V’’ non sono
sadica! Sono solo patita dei
bellissimi ragazzi che si pestano per il loro amore!*.* la trovo una
cosa
troppo romantica!! Ci saranno colpi di scena, non preoccuparti ^_-
soprattutto
considerando il finale che ho in mente dall’inizio della fic!
Hihihi!! +_+ mi
sento in vena malvagia!! Al prossimo capitolo!!^_- un bacione grande!
Ella_Sella_Lella: ciao care!^-^
contente?? Ho aggiornato!^O^ sono rimasta
su fino a quest’ora solo per poter aggiornare e lasciarvi per
una settimana
senza capitoli!!^_- grazie mille di tutti i complimenti! Mi fanno
sempre
piacere! Se volete vi presenterò i miei amici alieni V.V
così vi rendete conto
che è proprio difficile scrivere i cappy con quelli che ti
osservano e ti
portano in giro per le galassie! Riguardo alla richiesta di far morire
lo zio
Vorkov...mi sa che la prendo in considerazione!V.V hihihi!! Un bacione
ad
entrambe!^_- al prossimo capitolo!!
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21
E come al solito ho fatto tardi, ma
ormai dovreste esserne
abituati, o no?^_- beh, che dirvi..io ci tengo alle mie fic,
così tanto che
rileggo continuamente i capitoli e ne trovo sempre fuori errori e
cazzate
varie..è anche per colpa del mio essere perfezionista che
tardo molto a postare
i capitoli =.=’’ non ne vado molto fiera, ma
purtroppo è così.
Vi lascio al prossimo capitolo che a
mio parere è piuttosto
interessante V.V (no comment =.=’’ ndTutti)
“KEIII!”
Ecco la voce del destino venuto a
reclamare ciò che è
proprio di diritto. Ma che diritto ha il fato sul futuro di un giovane
blaider
dalle doti fuori dal comune?
Quella voce. L’ho
già sentita da qualche parte. Ne sono
sicuro al cento per cento.
In lontananza appare una sagoma
indistinta ma dalla velocità
con cui si avvicina, deve essere per forza un centometrista o un atleta
simile.
Boris scatta in piedi ma lo sforzo
gli costa parecchie
energie e un dolore lancinante alla schiena lo fa indietreggiare e
risedere al
proprio posto, rendendolo totalmente inoffensivo.
Reyka non perde l’occasione
per degnare di uno sguardo
apprensivo il giovane dagli occhi smeraldini, ma quest’ultimo
è tutt’altro che
favorevole a mostrarsi bisognoso di cure. Scansa con una manata poco
amichevole
la ragazza che tenta in tutte le maniere di rendersi utile, ma non
c’è nulla che Reyka possa fare contro
l’orgoglio di Boris.
La tensione si fa palpabile e tesa.
Kei, nonostante non lo dia a vedere,
è agitato e preoccupato
che la situazione degeneri. Sa bene cosa vuol dire sfidare le ire della
squadra
della Borg e non vuole che un destino simile incontri il suo ex
capitano,
nonché sua unica ragione di accanimento verso lo sport che
pratichiamo.
L’argenteo comincia ad
ansimare di frustrazione e
nervosismo, tanto che la ragazza cede all’impulso di
chiederci cosa stia
accadendo.
Agli occhi inesperti di Reyka, quel
ragazzo dai capelli
corvini e dall’aria così inebetita non
può che essere uno qualunque, magari un
fan è un fotografo scampato alle guardie di controllo.
“quello è il
capitano della squadra giapponese, ex compagno
di squadra di Kei che evidentemente non s’è ancora
messo via la faccenda che il
nostro argenteo abbia cambiato alleati..” spiego
interpretando i pensieri delle
morettina.
Guardo Kei con sufficienza calcolata.
Voglio capire come ha
intenzione di reagire di fronte ad una situazione simile e cosa ha da
dire quel
buono a nulla del giapponese.
“KEII!”
Kei si volta verso il ragazzo che sta
correndo come un
forsennato lungo tutto il corridoio.
“Takao..” mormora
non troppo sorpreso.
Il ragazzo dai capelli corvini si
mantiene in piedi a stento
a causa dello scatto per poter raggiungere l’argenteo ed
esprimergli tutto il
suo disprezzo.
Il volto di Takao è una
maschera di stupore e orrore, quasi
avesse visto il peggior fil horror che esista sulla faccia della terra.
“Kei...quello..quello che
hai fatto..” comincia il
giapponese, strascicando le parole e ansimando per lo sforzo fisico.
“ehi! Tu sei quello che ho
battuto al monastero! Quello che
insieme al resto della squadra cercava Kei, o mi sbaglio?”
domanda Ivan,
tagliente come sempre quando si tratta di demoralizzare
l’avversario.
Takao indietreggia, spaventato da
tanta scontrosità da parte
del piccoletto che sembra compiacersi dell’effetto ottenuto
sul giapponese.
“sì! Esatto! E
voi mi avete detto che stava male e che
saremmo potuti venire a vederlo al più presto!”
sbotta Takao additando prima
Ivan e poi il sottoscritto.
Scoppio a ridere sorprendendo persino
me stesso da quanta
malignità riesco a riversare in quel momento
d’ilarità.
“evidentemente non ti eri
reso conto che ti stavamo
prendendo per il culo, Takao..” sibilo cercando di
spaventarlo ancora.
Il morettino inizia a ringhiare con
ferocia.
“Kei...non mi sarei mai
aspettato un voltafaccia simile!
Come...” ma l’accusa di Takao rimane incompleta.
“come mi sono
permesso?” Kei precede la sua domanda.
Il tono del nippo-russo mette i
brividi. Si vede che aveva
già messo in conto una scenata da parte del suo ex capitano
nel caso in cui
sarebbe riuscito a eludere la sicurezza ed entrare nel nostro
territorio.
“la risposta è
facile...perchè con loro posso essere sicuro
di diventare il più forte blaider esistente! E solo allora
potrò realizzare il
mio sogno...” sbotta Kei con fare malevolo.
Il nippo-russo sembra non voler dare
altra scelta a Takao
che andarsene con la coda tra le gambe, ma il giapponese non vuole
saperne di
tornare dai propri amici a mani vuote.
“con la Borg
potrò finalmente porre fine alla tua
incontrastata supremazia! Potrò batterti, Takao!”
continua l’argenteo con occhi
sempre più colmi d’ira.
Kei mi lancia un’occhiata
furtiva, ma ne leggo solo voglia
di dare e ricevere quel sentimento dal nome impronunciabile. Quella
cosa che
c’è stata negata all’inizio della nostra
disavventura al monastero.
È quel sentimento che i
poeti adorano e per la quale
scrivono poesie su poesie, poemi su poemi, canzoni e ballate, racconti
e
favole. Ma qui non siamo in una favola. Non ci sarà mai un
lieto fine. Non ci
potrà mai essere.
Gli occhi di Kei, anche in un momento
simile, risplendono di
quel sentimento che sa ricevere e donare. Ma io posso paragonarmi a
lui? Posso
dire di essere in grado di saper donare l’amore che Kei
cerca? O forse è meglio
che stia con i suoi ex compagni di squadra? ...con Rei.
“TAKAO!!”
La voce del cinese della
tribù della Tigre Bianca squarcia
l’aria come un fendente, ma allo stesso tempo mi perfora il
cervello da parte a
parte. Può andare peggio di così? Ci mancano solo
l’americano mammone e il
nanetto occhialuto per completare il quadretto.
Rei. Di nuovo di fronte a me. Il mio
cuore scalpita al solo
pensiero che quel gatto spelacchiato abbia condiviso il letto insieme a
Kei. Il
MIO Kei.
Non posso accettare un affronto
simile.
“Kei..” mormora
sorpreso il cinese.
Kei lo guarda e gli regala un dolce
sorriso di comprensione.
In fondo, il cuore di Kei è ancora buono e puro come nessuno
qui ha il coraggio
di ammettere.
Le bestialità commesse
dalla squadra della Borg non hanno
effetti collaterali sulla bontà d’animo
dell’argento.
Quando tutto questo sfacelo causato
dal malsano gioco di
potere tra Vorkov e Hito
Hiwatari
finirà, almeno Kei potrà considerarsi uscito
illeso e salvo.
“Rei..” lo chiama
Kei in tono sommesso, quasi a voler
incitare il cinese a dare una valida spiegazione della sua presenza in
questo
posto.
Takao se ne rimane in disparte. Deve
conoscere bene il
legame intimo e forte creatosi tempo addietro tra Rei e Kei e non si
vuole
mettere in mezzo per paura di poter perdere quel barlume di speranza
che il
cinese porta con sé.
Rei è la fiammella in
mezzo al buio per Kei.
È la luce in mezzo
all’oscurità.
Si potrebbe interpretare la scena di
un atleta che porta con
sé la sacra fiaccola olimpica per poi accendere il tripode e
dar inizio alle
danze e ai giochi delle Olimpiadi.
Che altro può pretendere,
Kei, se non afferrare quella
debole fiamma e farla propria per riuscire a riemergere
dalle tenebre?
Il nippo-russo si volta verso Rei e
gli si avvicina con
passo strascicato, sotto attenta osservazione dei presenti.
Boris ha ancora il fiato corto e il
respiro mozzato a causa
dello sforzo fisico costatogli il riaffiorare del dolore pungente e
attanagliante alla schiena.
Reyka non dà
più peso alle lamentele di Boris che ormai sono
diventate degli inutili e stupidi “sto bene” e
“vattene”. Ma seppur con queste
parole, Reyka rimane a sorreggere il ragazzo ben più
massiccio di lei e ne
sente il peso gravare sulle sue gambe.
Che sia questo il sentimento che Kei
tanto brama e che sa
donare agli altri?
È questa
l’emozione che Rei ha insegnato a Kei durante la
sua permanenza in Giappone?
Amare significa saper sorreggere il
peso di una relazione
nonostante gli inconvenienti e le piccolezze che possono scalfire quel
rapporto
unico e straordinario?
Perso in questi pensieri non mi
accorgo di ciò che
effettivamente succede intorno a me.
Ivan e Serjey non capiscono il motivo
di tanto scalpore fra
i presenti ed i nuovi arrivati che ora, con un meschino gioco di
ricordi e
sguardi volubili e languidi, stanno tentando di riappropriarsi di Kei.
L’argenteo allunga il
braccio verso Rei e lo accarezza
dolcemente quasi fosse lui l’angelo che porta consolazione e
speranza. Quasi
spettasse a lui il compito di far tornare la luce in mezzo al buio.
Rei fa sua la mano che con tanta
gentilezza gli era stata offerta
da Kei, ma l’argenteo scuote la testa con altrettanta
dolcezza mentre la
consapevolezza prende il sopravvento su Rei che è ora
conscio di aver perso il
tatuato per sempre.
Kei si avvicina a Rei, gli sussurra
qualcosa all’orecchio
mentre le labbra del cinese si increspano in un sorriso amaro e tirato,
di
circostanza.
Dal canto mio sento ribollirmi il
sangue nelle vene e il mio
portentoso e famoso autocontrollo sta per andare a farsi benedire.
Se quel cinese non sparisce dalla mia
vista entro pochi
istanti, sarà peggio per lui e per il suo compagno.
“Kei, per me tu sarai sempre
il benvenuto...” mormora Rei in preda alle
lacrime eroicamente represse
fino a quel momento.
Kei fa un cenno della testa ma non
proferisce parola. Ha
deciso che è meglio tacere e lasciar parlare i fatti.
Come è possibile un
cambiamento così radicale nel
comportamento di Kei da quando è entrato in scena Rei?
Eppure anche Takao sembra sorpreso da
tale metamorfosi. Che
sia perché in fondo Kei nutre ancora dei sentimenti sinceri
verso Rei? Che sia
ancora innamorato di lui?
Questo non lo posso accettare.
“SPARITE DA
QUI!!” urlo. Sembra più il ruggito di una belva
che il grido di un 19enne.
Kei si volta a guardarmi con terrore
e preoccupazione,
mentre Takao rabbrividisce al suono del mio ululato talmente forte da
aver
fatto rizzare i peli della coda perfino al gattaccio spelacchiato.
Rei è a terra ancora
sfiancato dalla folle corsa per
raggiungere il compagno di squadra, ma riesce a mascherare la sua
spossatezza e
si alza a fatica per potermi guardare dritto negli occhi.
Le sue pozze dorate non valgono nulla
in confronto ai miei
zaffiri.
“No! Rei! Non lo
fare!” sbotta Kei evidentemente irritato
dal mio comportamento.
Kei sa bene cosa sta per succedere.
E non lo impedirà.
“e cosa potrei fare,
altrimenti? Guardo questo bastardo che
detiene il trono nel tuo cuore e non posso far altro che mettere da
parte il
mio orgoglio e andarmene con la coda tra le gambe...”
risponde Rei acido.
Non avrei mai detto che il cinese
potesse sputare sentenze
tanto cattive. Ma non mi lascio intimorire da un pivellino allo
sbaraglio che
minaccia inutilmente uno che di accuse, punizioni e minacce ne ha
ricevuti a
bizzeffe.
“cosa sarei IO, di
grazia?” sibilo guardando ancora quegli
occhi dorati farsi luminosi e irti di pericoli.
“un bastardo! Uno che non
ha a cuore la propria vita e la
stessa del proprio ragazzo! Uno che non sa vivere...”
continua quasi a volermi
accusare di un torto.
“.. e chi non sa vivere,
non sa neanche amare!” aggiunge Rei,
rincarando la dose di accuse e malvagità.
La rabbia mi prende alla gola ed
è troppo forte per me. Non
la posso contenere.
“tu non sai contro chi o
cosa stai andando a finire..” lo
avverto, sperando intuisca le mie intenzioni per non ricorrere alle
mani
proprio di fronte a Kei.
“non sai di avere
ciò che hai, finché non lo perdi...ed
è
ciò che imparerai a tue spese!” replica il
cinese.
Questo è troppo.
Ora sentirà cosa vuol dire
far arrabbiare il Lupo della
selvaggia steppa russa.
Lo stendo con un pugno in pieno
stomaco e si accascia a
terra gemendo di dolore.
Non mi accontento di un semplice
rivolo di sangue che si fa
strada sul suo mento per poi inumidire il pavimento di chiazze scure.
Lo prendo per il colletto della tuta
e lo inchiodo al muro,
mentre con l’altra mano carico il pugno che gli
farà perdere i sensi
definitivamente.
Lo scontro non può durare
per più di qualche istante che due
forti braccia mi afferrano le spalle e mi allontanano dal cinese
ridotto uno
straccio da un semplice cazzotto.
“CHE FAI?!? KEI!! LASCIAMI
STARE!! LO VOGLIO UCCIDERE QUEL
CINESE!” urlo in preda all’isterismo.
“no, Yuri! non lo fare! Poi
ti sentirai solo più in colpa
con te stesso!” ribatte l’argenteo che ora mi
stringe tra le sue braccia in una
morsa ferrea.
Ansimo dalla frustrazione e
dall’ira che mi è montata fino
al cervello, annebbiandomi la vista.
Takao si affretta a prendere in
spalle il cinese e a
portarlo via dalla nostra vista. Oramai
è chiaro come il sole che Kei farà
parte della squadra russa per il resto
del torneo mondiale e nessuno, neppure il suo ex amante,
potrà fargli cambiare
idea.
Sento uno strano formicolio alle mani
ma non è nulla di
grave se considerato l’affronto appena subìto da
uno stupido cinese.
Il ragazzo alle mie spalle mi obbliga
a voltarmi per
fissarlo nei suoi occhi ametista, ma non vedo ciò che spero.
Non trovo di nuovo quegli occhi
inondarmi di
quell’inebriante sensazione di benessere.
È ben altro sguardo quello
che mi si presenta di fronte.
Rabbia, risentimento e vergogna. Ecco
cosa esprimono quei
pozzi colorati imperscrutabili che tanto amo.
“Yuri..” ringhia
il mio nome con quanta foga ha in corpo
“...perchè l’hai fatto??
Perché hai aggredito Rei? Per colpa della tua stupida
gelosia non..”
Non riesce a concludere la frase
perché troppo preso a
controllarsi nel non spaccarmi il muso a suon di pugni.
Emette un gemito di frustrazione e mi
inchioda al muro
prendendomi per il colletto della giacca.
Potrei scommettere qualsiasi cosa di
aver visto le fiamme
dell’Inferno in quello sguardo così diabolico e
accusatore.
“AAAAH!”
Un urlo e in un istante vedo il
ragazzo caricare un
cazzotto.
Chiudo gli occhi in un vano tentativo
di non sapere quando
colpirà.
Un rumore sordo rimbomba a poca
distanza dal mio orecchio.
Riapro con cautela gli occhi e noto
il pugno sanguinante del
nippo-russo conficcato nel muro dietro di me, appena a pochi centimetri
di
distante dal mio volto.
Deglutisco sonoramente e ringrazio il
cielo di non aver
ricevuto una tale scarica di rabbia.
Kei ha il fiatone dallo sforzo
sovrumano di decidere che
bersaglio colpire: o il muro, o il mio viso.
L’idea di ridurmi il naso
in poltiglia lo deve aver
affascinato e stregato come il Serpente ha sedotto Eva, stuzzicandola a
cogliere quella dannata mela.
“sei uno stupido, Ivanov.
Un emerito stupido!” sbotta
fissandomi negli occhi.
Non sostengo il suo sguardo.
È una sensazione così pesante
che avrei preferito un bel cazzotto nel naso piuttosto che dover
sopportare
un’umiliazione simile.
“vaffanculo, Yuri..tu e la
tua gelosia!”
Detto questo, si volta verso Boris e
gli rivolge una rapida
occhiata con aria clinica.
“mi dispiace, Boris...non avrei mai pensato che Takao mi
seguisse fino a qui.
Non sarebbe mai successo se io mi fossi dimenticato di
voi...”
Il ragazzo dagli occhi smeraldini
rimane interdetto dalle
parole dell’argenteo.
“..se
io mi fossi
dimenticato di voi..”
“..se
io mi fossi
dimenticato di voi..”
Le sue parole rimbombano nella mia
testa e mi fanno male.
Un male che non ho mai provato
durante le torture e le
punizioni inflittemi da Vorkov.
Un dolore che non ho mai sperimentato
combattendo contro
Boris in uno dei suoi momenti NO, quando si rischia la pelle anche solo
assistendo all’incontro.
I passi veloci e misurati di Kei si
dirigono in fretta verso
gli spogliatoi, lasciando il resto della squadra a fissare la crepa nel
muro
alle mie spalle.
Deglutisco e rivolgo
un’occhiata a Boris che sbarra gli
occhi incredulo.
“se ti avesse colpito, il
tuo bel visino sarebbe diventato
un ammasso informe di gelatina, Yuri..” mormora Reyka
allibita.
“ma non l’ha
fatto..” precisa Serjey cercando di risollevare
la situazione
“ed è tutto
grazie alle tua bravura a letto, Ivanov..”
scherza Ivan, mollandomi
una gomitata
per farmi rinsavire.
“una cosa è
certa...” si intromette Boris con un tono da far
venire i brividi.
Tutti lo guardiamo aspettando una sua
battuta o affermazione
idiota per alleggerire l’atmosfera.
“quel cinese mi sta sulle
palle!” sbotta il Falborgh blaider
Una luce sinistra illumina le iridi
smeraldine del ragazzo
che ora si regge senza lamentele sull’esile corpicino di
Reyka. Quest’ultima
pare soddisfatta dalla posizione in cui si trova Boris, forse
perché riesce
tranquillamente ad allungare le mani sul suo sedere o a manipolarlo in
qualche
altra subdola maniera.
“che fai ancora
lì??” dice tutto d’un tratto la
morettina
“Muoviti!! Vai da Kei!! che cazzo aspetti? La benedizione
degli dèi?”
“mi sa che quella non la
riceverò mai..” sbuffo scocciato lasciandomi
andare ad un sospiro forzato.
Non me lo faccio ripetere due volte e
parto all’inseguimento
di Kei.
Deve per forza essere andato negli
spogliatoi.
Apro la porta con un colpo e mi
ritrovo di fronte la visione
più celestiale a cui io abbia mai assistito. Se gli angeli
del Paradiso sono
tutti così, allora spero di essere morto.
Ma la mia coscienza mi fa tornare con
i piedi per terra
perché, purtroppo, io non potrò MAI finire in
Paradiso.
Kei è di fronte a me e sta
armeggiando davanti al suo
armadietto. Ha solo un paio di boxer addosso e sembra intenzionato a
non
rivolgermi la parola per molto, molto tempo.
Appena faccio la mia stupida entrata
impacciata, arrossendo
come un moccioso alla vista di Kei svestito con addosso solo un paio di
boxer,
mi sento un perfetto idiota. Uno stupido, se vogliamo utilizzare le
parole di
Kei.
L’argenteo non si volta a
guardarmi; forse è troppo
impegnato a recuperare il bagnoschiuma per farsi la doccia o forse
è troppo
intento a non darmi la soddisfazione di guardarmi negli occhi.
Eppure sento che non ce
l’ha con me.
Non è arrabbiato per
ciò che è accaduto in sé, non credo
sia
per il pugno mollato a Rei. Deve essere per qualcos’altro.
“Kei, io..”
“Non una parola,
Yuri..”
Finalmente lo vedo negli occhi.
Finalmente ritrovo quella
sensazione di benessere che mi pervade le membra dal primo
all’ultimo muscolo.
“sai, non credevo che un
ragazzo 19enne cresciuto in un
monastero dai modi così rigidi, potesse essere tanto
infantile!” sbotta.
Ed ecco che parte la lunga serie di
accuse, giustamente
meritate e che subirò in sacrosanto silenzio.
“tsè...ha
ragione Rei, tu non sai cosa vuol dire perdere una
persona...” continua avvicinandosi a me come un predatore
studia la propria
preda.
“tu sei solo un egoista che
pensa solo a stesso...non ti
importa delle conseguenze che avrà il tuo comportamento
sulla squadra, no?
Dovevi per forza pestare a sangue Rei...”
Me ne resto zitto e accuso ogni colpo
come una frustata
delle punizioni.
“no, tu dovevi dare prova
del tuo essere grande e forte di
fronte a Takao e Rei...dovevi far valere il tuo territorio su di me,
non è
così? Ma sappi che io non sono un oggetto da ottenere..e
questo Rei lo sa bene.
C’è andato leggero con te, Yuri, ma io non
sarò altrettanto clemente da
censurare ciò che penso veramente sul tuo conto..”
“Kei....” tento
di prendere la parola.
“sei uno stupido,
Ivanov...sei più stupido di quello che
credevo e mi fa male ammettere queste cose...ma sai qual è
il tuo problema? Io
l’ho capito fin dall’inizio, e sono stato
accomodante con te.”
“allora dimmi te che cazzo
ho che non va!! Dimmi tu cosa c’è
da cambiare in me!” sbotto, cercando di sovrastare
l’argenteo in altezza.
Nonostante ciò, Kei non
sembra intimorito dal sottoscritto.
“quanto cazzo di costa
ammettere che te ne vuoi andare, Kei?
tu vuoi tornare da loro!! Tu vuoi andartene da qui perchè
nei BladeBreakers c’è
Rei!!”
“ah, e secondo te
è questo il motivo della mia sfuriata di
prima? Secondo te io ho difeso Rei? Io sarei innamorato di
Rei?”
“s-sì...”
balbetto confuso
Fa vacillare le mie difese con una
tale semplicità da farmi
sentire totalmente in suo volere. La sua domanda mi mette con le spalle
al
muro. È questo quello che penso in realtà, ma non
voglio ammetterlo a me
stesso.
“già...forse una
volta lo ero, hai ragione..” dice
sorridente.
Il suo è più un
ghigno che un sorriso. Una smorfia di
divertimento mista a disprezzo nei miei confronti.
“e avrei anche voglia di
tornare nei BladeBreakers, lo
ammetto..” continua sempre con quello strano sorrisetto,
mentre si riappropria
dei jeans e se li infila lasciando perdere la doccia.
“Rei è un mio
caro amico, e te ne devi fare una
ragione...solo che non capisco una cosa di te, Yuri..”
“cosa?” chiedo
ingenuamente
Scuote la testa in un NO poco
convinto mentre schiude la
bocca, ma da essa non esce nessun suono.
Sembra voler dire qualcosa, ma le sue
intenzioni sono ben
altre.
Si avvicina velocemente a me e
appoggia le sue labbra sulle
mie con una passione e una foga che mi infiammano l’anima.
La sua lingua si intrufola esperta
nella mia bocca,
prendendo ad accarezzare la mia che subito cede ai giochi
dell’argenteo e si
lascia comandare e sedurre da tanta focosità.
Le sue labbra scottano come lava
sulle mie che
sembrano di ghiaccio.
Non sento solo un fuoco ardermi sulle
labbra.
Lo sento anche dentro di me.
Che sia questo il sentimento che
provava Kei per Rei?
Che sia questo ciò che
Reyka prova per Boris e che lui
tacitamente ricambia?
Qualunque cosa essa sia, la voglio
far mia per sempre.
Kei si stacca da me e appoggia le
mani sul mio torace, saggiandone
la consistenza sentendo i battiti irregolari e frenetici del mio cuore
in
fibrillazione.
“non capisco una
cosa...quanto ti è difficile ammettere che
mi ami?” chiede con dolcezza, stavolta genuina.
Lo fisso sentendo le gote avvampare e
cerco di nascondere il
mio imbarazzo voltandomi verso il muro alle mie spalle.
Mi costringe in un abbraccio che non
lascia scampo alle mie
volontà di volermi sotterrare e porre fine alla mia
vergogna.
“hai paura che io possa
dirti che ricambio?” mormora
divertito e per niente imbarazzato.
“stronzo..” borbotto
e involontariamente le mie labbra si increspano in un sorriso
“obiettivo...”
replica serio
“bastardo
calcolatore!” rimbecco più acido
“innamorato...”
mormora dolcemente.
Rimango senza fiato non appena sento
la sua mano farsi avida
della mia pelle e comincia a tastarne
ogni centimetro con ossessione maniacale, saggiandone la morbidezza e
la
perfezione degna di una bambola di porcellana.
Sotto le mie tecniche ed
un’esperienza piuttosto elevata, la
cinta dei suoi jeans si apre e questi cascano a terra senza un rumore.
Con la stessa premura, Kei mi slaccia
i pantaloni che vanno
a far compagnia ai jeans dell’argenteo, finiti sul pavimento.
La mia maglietta si sfila con meno
difficoltà e scivola via
tra le mani capaci di Kei, la quale indossa ora solo l’ultima
costrizione per
poter dar libero sfogo al gioco che tanto amiamo.
Un gioco che non ci stanca mai, ed
ogni volta che finisce lo
ricominciamo per due.. tre.. quattro... infinite volte! Fino a crollare
sfiniti, esausti e sudati l’uno tra le braccia
dell’altro, mentre con un
sorriso ci comunichiamo la nostra felicità e la
soddisfazione di possederci.
Che sia questo ciò che i
poeti definiscono amore?
Angolo
dell’autrice
Scusate!!>o< davvero,
abbiate pietà di me!!ç_ç mi
dispiace così tanto aver tardato a postare! Stavolta non do
la colpa a nessun
alieno e nessun extraterrestre, mi prendo le mie
responsabilità!ç_ç è colpa
del
mio blocco..anche per In Pieces è successa la stessa cosa e
spero che non ne
abbiate a male! Mi dispiace così tanto aver fatto
tardi!ç_ç
Klarai: gomen!ç_ç
comunque, nonostante siano arrivati i guastafeste
di Takao e Rei, come è giusto che sia V_V, le cose sono
andate per il verso
giusto! Anzi, direi che se non fosse arrivato Rei a dare una bella
svegliata a
Yuri ora il rossino non si sarebbe dichiarato!V_V credo che le coppie
rimarranno queste per tutto il resto della fic perché mi ci
sono davvero
affezionata!^_^ perciò don’t worry!!^_- mi disp
aver tardato così tanto!ç_ç
gomen!! Se mi insulterai e mi vorrai ammazzare di botte non ti posso
biasimare!!ç.ç un bacione!!spero di sentire la
tua opinione anche su questo
capitolo!^_-
Lexy90: ormai sei abituata ai
miei ritardi, lo so V_V e non ti
stupisci più di niente! ç_ç perdono!
Chiedo venia! Ma ora bando alle ciance!^_^
i due fidanzatini sono così teneri!! Hihihi!! Anzi, per la
precisione le due
coppiette sono così belle!!*.*
hihi!!
Bellittime!! Ovviamente Yuri ha avuto di che ridire con Rei, ma
insomma...tutto
a suo vantaggio!!^_- un bacione grande!! Al prossimo capitolo!!
Ella_Sella_Lella: ciao cara!^_^ -si prepara
alla strigliata imminente-
ehm...scommetto che chiederti scusa non serva a nulla, vero??*.*
<--occhi
sbrilluccicosi... comunque sia, le telenovela ha avuto bisogno di una
sistemata
al casting, perciò ecco spiegato il motivo del ritardo^_-
spero ti sia piaciuto
anche questo capitolo!!^_^ e pure qui ci sono un sacco di scene
romantiche dove
puoi sbizzarrirti e crogiolarti!hihiih!!^_- un abbraccio e un bacione!
PS: se hai msn ti insegno
come
si fa a postare le immi!^_-
Lunetta
Caduta nel Pozzo:
ciao!^_^ forse hai ragione!! Dovrei usare la scusa degli
uomini pesce la prossima volta, ma per oggi sono onesta e ho ammesso di
essere
una scrittrice orribile che ha i blocchi di un
mese!ç_ç pessima!! Comunque..non
siamo qui a piangere sul latte versato, quel che è fatto
è fatto!V_V mi
dispiace per Rei, ma vedrai che ha avuto i suo motivi per dire
ciò che ha detto
e per istigare Yuri....Rei in realtà...(taci!! Vuoi dirle
tutto??>o<
ndRei) O.O...V.V –si chiude la bocca
con
la zip- bene...spero che questo cappy ti sia piaciuto nonostante la
sconfitta
amorosa di Rei!^_- un baciotto!!
Kaifan91: ciao!^_^ grazie mille
per il commento! Sono proprio
contenta che la mia fic ti sia piaciuta! Già
dall’inizio doveva diventare una
KeixYuri..ma prima l’ho sottoposta a un po’ di
movimento!^_- Reyka credo sia un
personaggio particolare con i suoi difetti e i suoi pregi, e magari ora
che tra
lei e Boris sta nascendo del tenero, il suo carattere si
addolcirà!^_^ spero ti
sia piaciuto anche questo capitolo! E mi dispiace per il
ritardo!ç_ç baci!
Arisu Kon: ciao anche a te!^_^ il fatto che
la storia tra Yuri e
Boris sia superficiale è voluta, nel senso che doveva
diventare una KeixYuri
perciò ho evitato di entrare troppo nel dettaglio di
ciò che fanno Boris e Yuri
insieme, anche se la cosa mi allettava molto!V_V invece per
l’OOC io l’ho messo
come nota nella fan fiction a scanso di equivoci come questo...lo so
bene che
Kei è un po’ OOC, perciò me ne sono
vista bene nell’inserire come nota quell’OOC.
Detto questo, ti ringrazio per il complimento!^_- sono contenta di
sapere che
apprezzi il mio modo di scrivere! Spero di sentirti per questo
capitolo! Un
bacione!!
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 22 ***
Capitolo 22
Salve a tutte!^-^ allora..vi annuncio
subito che questo è un
capitolo incentrato soprattutto sulla storia d’amore di una
delle due coppiette
V_V Ci tenevo a scrivere questo capitolo perché mi pare
giusto dare uno spazio
anche agli altri personaggi, così da focalizzare tutto
intorno ad una coppia
ben precisa! (scommetto che LnCd sarà molto contenta di
questo capitolo^_-
ndAutrice)
Ah, per la cronaca, nei flash back
è Boris che parla in
prima persona ^.^ meglio specificare prima che nascano malintesi!^_-
buona
lettura!
Finiamo le
“amichevoli” in bellezza.
La strategia di gioco di Vorkov
è infallibile. Nessuno può
aspettarsi qualcosa di normale da una mente contorta e malsana come la
sua.
Ed è appunto questo che
sconvolge l’avversario a tal punto
da far svanire ogni suo sogno di gloria o la voglia di combattere per
vincere
il match.
Così si è
determinata la vittoria sulla squadra americana e
alla stessa maniera su quella cinese.
Tutti i piani di quel monaco pazzoide
mi si presentano così
chiari che non capisco come sia possibile il fatto che nessuno
l’abbia già
denunciato alle autorità.
Ma questo sarebbe un ragionamento del
tutto normale se non
fosse per un piccolo dettaglio quasi insignificante: le
autorità sono corrotte
dal socio in affari di Vorkov, ossia Hito Hiwatari.
Ci ritiriamo dal palazzetto e ce ne
torniamo senza fiatare
al monastero.
Nessuno osa fare commenti che
potrebbero apparire
inopportuni di fronte al guardiano che ci scorta fino alla soglia del
portone principale
del lugubre edificio.
Non c’è anima
viva al di fuori di me in questa stanza dove, solo
fino a un’ora prima, la presenza dell’argenteo mi
pareva la cosa più
straordinaria esistente.
Non ho voglia di prendere in mano il
beyblade e non sono
nemmeno intenzionato ad allenarmi, così faccio il punto
della situazione.
Kei è fuori ad allenarsi
con Ivan e Serjey, la quale si sta
rimettendo piuttosto in fretta e non patisce più le pene
dell’inferno a causa
della punizione scontata qualche giorno prima.
Reyka starà civettando con
Boris o starà studiando la
tattica più adatta per farsi accettare dal Falborgh blaider.
Insomma, tutti possono riprendere le
attività che avevano
interrotto prima delle amichevoli.
Tutti fuorché il
sottoscritto.
Io me ne sto comodo e beato, sdraiato
a letto a rimuginare
su una maniera efficace per prevenire un’ulteriore mossa da
parte di Vorkov, ma
immedesimarsi in una mente tanto perversa mi riesce quasi impossibile.
Quasi.
“devo fermare quel
bastardo!” mi ripeto fino alla nausea.
Quelle parole mi si ripresentano in
ogni pensiero a
caratteri cubitali, segno che il tempo in cui i DemolitionBoys sono
stati i
soldatini nelle mani di uno squilibrato è finito.
Eppure, come si può
trovare una falda su qualsiasi fronte in
un piano ingegnoso e perfetto come quello del nostro aguzzino?
Kei ha combattuto un match
stupefacente contro la squadra
americana sfidandoli contemporaneamente e vincendo senza il minimo
sforzo, per
non parlare dello scontro con i White Tiger che hanno subìto
una clamorosa
sconfitta perdendo i vari bit power.
Negli incontri della finale mondiale
contro la squadra
giapponese posso immaginare la formazione da chi sarà
composta: Boris, Kei ed
il sottoscritto.
Con Boris, Vorkov si assicura un
atteggiamento di paura e
terrore da parte degli avversari, io farò la mia parte
essendo il capitano e
dominando il campo da gioco da anni, mentre Kei è
l’arma più micidiale che la
Borg abbia mai costruito.
Mi trascino in bagno dove lascio
scivolare i jeans e la
maglietta ai piedi del gradino del box doccia.
Faccio partire il getto
d’acqua gelida e mi ci ficco sotto
per schiarirmi le idee.
Cerco di riordinare i fatti dal
principio, ossia da quando
la mia anima, si può dire, abbia ritrovato una motivazione
per continuare ad
esistere.
Il getto dell’acqua
corrente mi solletica la fronte non
appena alzo lo sguardo verso il telefono della doccia.
Torno con i piedi per terra e
riprendo possesso delle mie
facoltà psichiche e motorie, afferrando
l’asciugamano appoggiata sopra il bordo
del lavandino a pochi passi dal box doccia.
Mi asciugo in fretta i capelli che
gocciolano insistenti sul
pavimento, ma non ci faccio caso e infilo un nuovo paio di boxer
tenendo
l’asciugamano ancora addosso per evitare di lavare
l’intera camera da letto.
Mi avvicino al letto ancora trafelato
e intento ad
asciugarmi i capelli che, dispettosi, lasciano una scia di gocce dal
bagno per
tutta la lunghezza della stanza.
“Yuri...”
“Boris! Nessuno ti ha
insegnato a bussare?” domando seccato,
ma sento che il mio cuore non accenna a smettere di rallentare e
ritrovare un
ritmo regolare a causa dello spavento.
“io ho bussato, solo che tu
eri sotto la doccia e non mi hai
sentito..” rimbrotta scocciato sedendosi comodo sul letto.
“già..scusa...”
mormoro gettando a terra l’asciugamano
bagnato e avvicinandomi in fretta
all’armadio per rivestirmi.
Se solo ripenso alle nottate passate
insieme a Boris, sento
una parte di me vogliosa di afferrarlo, spogliarlo e portarlo a letto e
darmi
alla pazza gioia. Ma ora che Kei è qui, non ho intenzione di
tradirlo con il
mio ex compagno di letto.
“beh, come mai non sei ad
allenarti con gli altri?” chiedo
rivolgendogli un’occhiata noncurante
“potrei farti la stessa
domanda, Yu...” risponde sorridente.
Si capisce fin troppo bene. Nel suo
sorriso cela qualcosa
che ha voglia di confidarmi e rivelarmi ma che non ha il coraggio di
esporre
per paura di un mio giudizio. È sempre stato
così. Anche quando abbiamo
cominciato a frequentarci.
La paura di essere giudicati per
ciò che si ama, per
l’essere etero o omosessuali è un macigno che
distrugge dall’interno nel più
profondo del cuore per poi
dilaniare il
resto del corpo.
“me ne sono rimasto qui
buono per cercare di ragionare sui
piani di Vorkov...volevo prendermi un po’ di tempo per
capirlo e prenderlo in
contropiede..” spiego rivelando le mie vere intenzioni
“vuoi anticipare le sue
mosse?”
“ci voglio tentare...non
posso accettare che qualche altra
squadra perda le proprie creature sacre per un capriccio di un uomo
dalla vista
offuscata dal solo potere..”
“se non è lui,
sarà qualcun altro che vorrà impadronirsi dei
bit power...lo sai meglio di me!”
“noi siamo cacciatori di
bit power, e questo ti sembra un
bell’incarico gratificante come lo potrebbe essere un
qualsiasi altro modo per
sostentarsi?”
“non ho detto
questo..”
“bene!”
“Yuri! non scaldarti!
Riuscirai a fermare Vorkov, ma abbiamo
bisogno d’aiuto per questo..”
“quale aiuto?? Parli dei
giapponesi? Ma se non si capacitano
ancora del fatto che Kei abbia deciso di rimanere in questa squadra!
Non
saprebbero manco da dove cominciare per impedire i piani di
Vorkov!”
“Yuri...” mi
rimprovera scuotendo la testa esasperato.
Sbuffo acconsentendo alla richiesta
di calmarmi.
Mi siedo di fianco a Boris e gli
sorrido malevolo,
cogliendolo di sorpresa.
“come mai sei passato da
queste parti?”
“di sicuro non per quello
che pensi tu! Pervertito che non
sei altro!” sbotta offeso
Gli rivolgo l’occhiata
più maliziosa e perfida che possiedo,
mentre noto il suo evidente disagio.
“Se non sei venuto per me,
allora...dove hai lasciato
Reyka?” domando curioso
La pelle nivea del ragazzo si tinge
di un divertente colorito
rosso che lascia intendere molto.
“beccato!”
mormoro iniziando a ridacchiare.
L’espressione di Boris
diventa tutt’un tratto seria e
circospetta. Farlo parlare dei propri sentimenti è talmente
complicato, che
nemmeno istigandolo si otterrebbero buoni risultati.
“hai presente quando siamo
usciti dal palazzetto, finite le
amichevoli, e ci siamo separati?” domanda aggrottando la
fronte.
“si...mi ricordo che Serjey
e Ivan se ne sono andati per gli
affari loro, Kei è rimasto con me e...tu e Reyka che fine
avete fatto?”
Boris si alza e si affaccia al
corridoio del dormitorio per
accertarsi che Reyka non compaia nel momento meno opportuno del
racconto, cosa
alquanto probabile vista la sua innata capacità di entrare e
intrufolarsi nelle
camere altrui in situazioni poco piacevoli.
“sei in missione segreta
per qualcuno, o credi che ti
abbiano messo delle cimici addosso??” domando ironico
“perché? Ne vedi
qualcuna?” chiede fingendosi preoccupato e
iniziando a ridere di gusto.
“muoviti..non abbiamo tutto
il giorno...” lo incito ad
iniziare
Vedo Boris farsi scuro in volto e
appoggiare le mani ai
bordi del materasso, stringendolo in una morsa ferrea che gli fa
sbiancare le
nocche.
-inizio
flash back-
Mi guardo
attorno e
vedo Serjey e Ivan impegnati in un colloquio piuttosto formale con
Vorkov. Non
mi ci voglio di certo mettere in mezzo visto che l’argomento
mi pare piuttosto
delicato e mi hanno sempre insegnato a farmi gli affari miei.
Do
un’altra occhiata
in giro e noto Yuri e Kei mentre si precipitano a passo marziale verso
l’uscita
laterale del palazzetto. Così facendo, cercano di evitare i
probabili
giornalisti indiscreti e rompi scatole che bloccano il passaggio in
ogni
corridoio.
“quei
maledetti
giornalisti! Si intrufolano ovunque facendosi gli affari altrui! Il
mestiere più
disonorevole di tutto il
mondo!” borbotta Reyka.
Noto con
sorpresa che
la ragazza è al mio fianco, fino al momento prima silenziosa
come una tomba.
Forse è per questo motivo che non mi sono accorto della sua
presenza.
“tu
dici?” chiedo
seccato dall’affermazione della morettina
Mi fermo in
mezzo al
corridoio principale, ignorando l’arrivo di un’orda
di telecamere e microfoni
pronti a carpire qualsiasi notizia o pettegolezzo da divulgare al mondo
intero.
Rivolgo a
Reyka
un’occhiata di rimprovero e la fisso con insistenza per
cercare di vedere se il
ragionamento le riesce spontaneo o devo darle un aiuto come nei
telequiz.
Sprofondo
nel suo
sguardo che può apparire crudele e sadico, ma che ad
un’attenta analisi è
semplicemente pieno di rabbia e rancore.
Sorride
malevola. Ha
capito dove voglio arrivare.
“forse
sbaglio...è il
vostro di lavoro ad essere il peggiore del mondo!” si
corregge scuotendo la
testa.
“vedo
che hai capito.”
Continuiamo
ad
attraversare il corridoio a falcate sempre più ampie per
fuggire dalle macchine
fotografiche.
Il fatto di
essere
ripreso insieme a Reyka può essere una notizia
compromettente per i piani di
Vorkov. E poi chi le sente le frustate del suo tirapiedi?
“Boris!
Dobbiamo
seguire Kei e Yuri! Sono usciti dalla porta sul retro!”
“non
si aspetteranno
di certo che usciremo dalla porta principale, perciò muoviti
e cammina!”
rimbecco affrettando il passo.
La ragazza
velocizza
la sua folle corsa per stare al mio
passo, ma alla fine le tocca correre per raggiungermi.
“raggiungeremo
Kei e
Yuri sul retro passando dall’entrata..”
“che
mossa idiota..”
“quanto scommetti che tutte le fans e i giornalisti saranno
ad aspettarci sul
retro?”
Finalmente
arriviamo
alla reception del palazzetto e spalanco la porta assestando un pugno
alla
maniglia anti-panico che scatta immediatamente in avanti.
La luce del
sole è
accecante e mi costringe a coprirmi gli occhi con un braccio,
accertandomi che
Reyka fosse alle mie spalle.
La ragazza
sgrana gli
occhi e fissa ciò che si presenta oltre la porta principale.
“ripeto:
che mossa
idiota..” borbotta la morettina
Finalmente i
miei
occhi si abituano alla luce troppo intensa e metto a fuoco
ciò che mi sembra
una massa informe di colori e voci.
Una calca di
ragazzi e
giornalisti sono tenuti a bada da
un’inferriata e da dei poliziotti, adibiti al compito di
evitare che qualche
fan sconsiderato si azzardi a scavalcare la barriera provvisoria e
assaltare
qualche blaider famoso.
Distinguo
perfettamente ciò che urlano tutti i ragazzi e le ragazze
ammassati di fronte a
me.
“BORG!!
BORG!!” oppure
“DEMOLITION BOYS!!”.
Fisso
titubante la
folla accalcata alle inferriate: un senso di panico mi prende alla gola
e le
ginocchia diventano dure come legno, impedendomi di sfuggire a tale
esperienza.
È così che ci si sente quando si è
acclamati dal pubblico? È così che ci si
sente ad essere amati dalla gente?
Al monastero
ci è
stato insegnato di non interagire con il pubblico, di far finta che non esista,
e non appena ci si presenta di fronte un fan che chiede un
autografo,
dobbiamo ignorarlo e camminare oltre.
Il favore
del
pubblico, parole del monaco psicopatico, non lo si conquista a parole e
ad
autografi..ma a fatti e combattimenti che lasciano il segno. E su
questo punto
credo di essere il migliore sulla piazza.
“che
hai intenzione di
fare, genio?” domanda Reyka, ridestandomi dai miei pensieri.
La punta di
ironia e
sarcasmo nella sua voce mi rendono un tantino nervoso e la ammutolisco
con un
ringhio.
“ehi!
Volevo solo
sdrammatizzare la situazione..sembra ti sia trovato di fronte un
extraterrestre! Stai lì a fissare la gente come fosse E.T.
in persona!”
Scuoto la
testa ed
escludo la voce di Reyka dalla mia testa.
“BORIS!!”
Mi avvicino
alla
sconosciuta che ha appena gridato
il mio
nome.
È
una ragazza sulla
quindicina, ha il viso angelico incorniciato da capelli biondi e lisci,
con due
perle grigie che mi fissano insistentemente.
Il suo
sorriso è
disarmante. Non ho mai visto niente di più...innocente.
Forse
perché sono
abituato ad avere a che fare con ragazze come Reyka, cresciuta troppo
in fretta
per un normale adolescente, ed
ora si
ritrova a 18 anni con l’atteggiamento di una donna adulta e
vissuta.
Noto in
seguito che le
sue mani stringono spasmodicamente un blocchetto per gli appunti bianco
e una
penna nera.
“Boris...”
mi chiama
Reyka alle mie spalle.
“un
attimo solo..”
rispondo
“non
ce l’abbiamo un
attimo! Muoviti!”
“ti
dà fastidio
aspettare un secondo?” ribatto scocciato
“se
Vorkov lo viene a
sapere..”
Ignoro la
sua
provocazione ad allontanarmi dalle mie fans che ormai si affollano il
più
vicino possibile al punto in cui mi sono fermato.
La biondina
mi sorride
incoraggiante e mi allunga il block notes e la biro che afferro
volentieri,
ricambiando rapidamente quella piccola tenerezza.
Scarabocchio
il mio
nome e il mio cognome sul foglio bianco e riconsegno il tutto alla
ragazzina
che grida entusiasta e vittoriosa.
“Boris..”
di nuovo,
Reyka tenta di attirare la mia attenzione.
Prendo in
mano un
secondo block notes e scrivo la mia firma.
Non appena
riconsegno
il blocchetto alla seconda ragazza mi sento decisamente meglio e
capisco che
voglio avere altra gloria per poter godere del privilegio di avere
tante fans.
Prendo un
terzo, un
quarto e pure un quinto quadernetto
dove
mi azzardo pure a
scribacchiare una
dedica.
Così
facendo invoglio
le ragazze a volere di più...a volere non solo le mie firme
e le mie dediche,
ma anche avere il sottoscritto.
Le fan dei
DemolitionBoys strepitano frasi sconnesse come “Boris sei
bellissimo!” o “Boris
vinci per noi!” che mi mandano letteralmente in tilt il
cervello, e capisco che
ne voglio sempre di più...sempre più
intensamente...
“BORIS!”
All’ennesimo
richiamo,
una mano si stringe sul mio polso e mi costringe a voltarmi.
Reyka
è di fronte a
me, il ciuffo bianco di capelli ribelli le svolazza davanti agli occhi
lucidi e
rattristati, ma decisi e sicuri di ciò che stava per fare.
La morettina
si
allunga sulle punte dei piedi, mi passa una mano dietro la nuca e
l’altra
stringe la mia, inerme lungo il fianco.
Il viso
affilato e
incantatore della ragazza si avvicina pericolosamente al mio per dar
vita allo
scandalo della giornata.
Sento le sue
labbra
impossessarsi violentemente delle mie, cercando con foga la mia lingua
da
accarezzare con la propria, mentre le sue mani avide si intrufolano tra
i miei
capelli e mi costringono –anche se la parola non è
proprio esatta- ad
avvicinarmi maggiormente al suo esile corpo.
Afferro le
mani della
morettina e mi stacco da quello strano e improvviso contatto non adatto
ad un
luogo pubblico come il piazzale di fronte al palazzetto nella quale si
sono
svolte delle amichevoli di fama mondiale.
-fine flash
back-
“mpf...”
trattengo a stento le risate e mi copro il viso con
entrambe le mani.
Boris mi rivolge
un’occhiata di rimprovero e ciò rende
ancora più divertente la scena.
Scoppio in una risata senza ritegno,
senza pensare di
offendere il mio amico ed ex compagno di letto.
“sei un idiota
Yuri!” sbotta arrabbiato
“scusa Bo..è
che..mfp..ahahah!”
Non finisco la frase che un altro
attacco di risate mi
travolge fino a farmi spuntare le lacrime agli occhi.
“tsè, sapevo che
di te non potevo fidarmi! Sei solo smanioso
di vendetta...nient’altro!” rimbrotta serio nel
misero tentativo di
punzecchiarmi e farmi calmare.
“dai, Boris..ti sei
lasciato impappinare dalle fans?”
“non mi sono lasciato
giocare da nessuno, io!”
“vuoi che ti spiega io il
motivo della reazione di Reyka?”
“esponimi la tua tesi, oh
grande seduttore di tutto ciò che
respira!”
Smetto di colpo di ridere e mi
asciugo in fretta le lacrime
agli angoli degli occhi. L’ultima affermazione di Boris mi ha
ridato la
motivazione giusta per ritornare serio. Non può offendermi
nel vivo del mio
orgoglio di macchina da sesso! Non può!
“Reyka, nonostante sia
un’atleta eccellente e sia cresciuta
in questo posto, è pur sempre una ragazza! E cosa fa
impazzire di rabbia le
ragazze? Essere snobbate per altre ragazze!! Tu hai dato retta alle tue
fans riservando
loro delle attenzioni che nel tuo caso sono pure proibite, ma questa
è una
faccenda che sbrigherai con Vorkov...fatto sta che Reyka è
stata spinta dalla
gelosia verso le altre ragazze!”
Mi rivolge un’occhiata
stralunata e spalanca gli occhi in
un’espressione inebetita.
“Reyka gelosa? Di
me??”
“la cosa ti sembra tanto
strana?? Eppure sei stato tu a
dichiararti per primo..o te lo sei dimenticato?”
“certo che no, ma credevo
che lei non c’avesse dato peso..”
“secondo te una ragazza con
le sua particolari esigenze
sessuali si lascia sfuggire un simile
partito?” domando con una punta di ironia.
Boris scatta improvvisamente in
piedi.
“ecco
perché!!!” urla
“cosa?? M’hai
fatto prendere un accidente!!”
“devo ancora dirti cosa
è successo in seguito a
quella...dimostrazione d’affetto!” risponde con un
leggero imbarazzo.
“non dirmi che te la sei
portata in uno spogliatoio a fare
ciò che penso...” mormoro esasperato
“affatto!”
risponde offeso
“ah...per fortuna
non...” sospiro di sollievo
“infatti è stata
LEI a portarmi nel primo spogliatoio
libero!!”
-inizio
flash back-
Corriamo
nuovamente
verso l’interno dell’edificio per cercare riparo
dalle macchine fotografiche,
anche se penso che il guaio è già combinato, e di
dimensioni gigantesche per
giunta!
Mi assicuro
che non ci
sia nessuno nei dintorni e mi fermo per riprendere fiato. Mi
servirà per
dirgliene quattro a Reyka.
“l’abbiamo
rischiata
grossa per colpa tua!” sbotto rivolto alla morettina che mi
guarda sostenendo
il mio sguardo
“MIA??
Ma se sei stato
TU a gongolarti con le fans!!” ribatte.
“mfp...”
Sbuffo e mi
volto
dalla parte opposta. Stavolta ha tutta la ragione dalla sua parte. La
colpa è
specialmente mia.
Sento una
manina esile
trattenermi per un polso e trascinarmi verso il corridoio alla nostra
sinistra,
oltre la porta dell’ufficio informazioni.
“ehi!!
Che fai?”
“zitto
e seguimi!”
sibila seria
Nei suoi
occhi guizza
una scintilla di malignità che mi fa accapponare la pelle.
Non
l’ho mai vista
tanto infuriata. O è semplicemente sadica??
La domanda
mi sorge
spontanea non appena riconosco un ghigno sornione che le increspa le
labbra in
un’espressione non del tutto rassicurante.
Mi ricorda
Yuri quando
stavamo insieme. Prima di una
delle
nostre nottate che
a lui piaceva
definire “sfiancanti ma indimenticabili” era solito
sorridere malevolo o
rivolgere ghigni maliziosi.
“Reyka...??”
Non ho il
tempo
necessario per domandarmi che cosa stia per combinare, che la morettina
apre la
porta di uno spogliatoio, si guarda intorno guardinga, mi trascina al
suo
interno e chiude a chiave a doppia mandata.
Trattengo il
respiro e
punto la schiena contro la parete alle mie spalle.
I miei occhi
non si
scollano dal corpo perfetto di Reyka, apparentemente esile e fragile,
ma in
realtà muscoloso e sodo.
Rapida e
sinuosa si
toglie il top nero e la minigonna militare, rimanendo così
in completo intimo
nero.
“Reyka..”
mormoro
avvampando di calore ma riprendendo il controllo della situazione in
pochi
istanti.
Con uno
scatto mi è a
pochi centimetri di distanza e appoggia il dito contro la mia bocca.
Nei suoi
occhi si può
intuire il piano diabolico e ben congegnato fin dall’inizio.
La sua vera
intenzione è sempre stata questa: possedermi.
“zitto
e fammi
divertire!” sussurra al mio orecchio, cominciando a slacciare
la mia cintura e
la cerniera dei jeans che indosso.
Non me lo
faccio ripetere
due volte e mi lascio trasportare dalla foga del momento, togliendole
tutte le
costrizioni rimaste e assaporando la sua pelle candida a contatto con
la mia
altrettanto immacolata.
Le prendo il
viso tra
le mani e la bacio con trasporto, senza pensare di far rumori che
possano
apparire sospetti ai passanti o senza darmi un contegno come facevo con
Yuri..no...con
lei posso essere me stesso e dedicarmi a ciò che adoro di
più.
Fare sesso
fino allo
stremo delle mie energie.
-fine flash
back-
“Boris!” lo
rimprovero divertito
“che
c’è?” domanda con finta voce innocente.
“Vorkov come ha preso le
notizie sui telegiornali che vi
siete baciati davanti a tutto il pubblico??”
“da un lato l’ha
presa bene perché così abbiamo acquistato
più fiducia nel pubblico e ci sostengono in
molti...dall’altro, dice che ora
non dispongo più quell’effetto di distruzione
psicologica sui nostri avversari,
e ora ci possono credere dei rammolliti capaci di emozioni..”
spiega breve
“poteva andarti
peggio..”
“non credo
proprio...” risponde atono ritornando a fissare
il vuoto davanti a sé.
“e qual è la
punizione??”
Non può averla passata
liscia. Un affronto simile non può
passare inosservato, specialmente se va contro le regole che Vorkov
stesso ha
imposto.
Quel pazzoide chiude un occhio su
tutti i rapporti che si
instaurano all’interno del monastero. Ma se queste relazioni
vengono portate al
di fuori di queste quattro mura, la cosa prende una piega diversa.
“già...c’è
sempre qualcosa che va storto..” mormora a bassa
voce
“ed è per questo
che sei venuto da me a raccontarmi tutto,
non è vero?”
Boris annuisce silenzioso e riprende
a stringere il bordo
del materasso con violenza inaudita, mentre timide lacrime spuntano
agli angoli
dei suoi occhi smeraldini.
“Vorkov...”
comincia abbassando il tono di voce “...vuole
trasferire Reyka in un altro istituto.”
Angolo
dell’autrice
Olà!!^_^ e aggiorno anche
questa fic!!! Allora..piaciuto
questo cappy? ^o^ il
finale muore qui,
lo so, ma nel prossimo capitolo saprete tutto V_V ho preparato delle
sorpresine
niente male per voi +_+ eh eh..il mio cervellino macina alla
velocità della
luce! Peccato che le mie mani non stiano allo stesso passo per scrivere
altrettanto velocemente ^.^’’
Passo ai ringraziamenti!^O^
Lexy90: Ciao bella!^_^ e
finalmente
aggiorno anche questa fic che tanto reclamate
=.=’’’ devo ancora capire il
perché di questa faccenda, ma...non importa V_V Dicevo, io
avrei anche fatto
massacrare di botte il caro Rei, ma siccome questa fic è
letta dalla mia best
friend che adora il micione in questione, allora è meglio
non ammazzarlo V.V
per il momento +_+ al prossimo capitolo!! Un bacione!!
Klarai: ciao!!^-^ grazie
mille
dei complimenti!!>///< me non li merita perché
aggiorno sempre in
ritardo..anche se questa volta è giustificabile a causa
della mia partenza per
la bellissima Calabria V.V dunque, mi sa che sul fatto dei pantaloni di
Kei ti
sei sbagliata perché ho scritto che lo trova in boxer, poi
si infila i jeans e
di nuovo si spoglia ^.^’’ contorta, nevvero??
Eheheh..povera me =.=’’ sono
contenta ti sia piaciuto il pezzo dove il caro Yuri picchia Rei V_V lo
sognavo
da settimane *ç* Spero di sentirti per questo capitolo!^_-
un bacio grande!
Lunetta
Caduta nel Pozzo: ciao
bella!^-^ insomma..ti sei affezionata alla coppia Reyka-Boris! Sono
contenta!^_- eheh..questo è un cappy interamente dedicato a
loro, cosa mi
dici?? Ti è piaciuto?? Mi pareva giusto dare spazio a questa
coppia perché è
diventata importante e ben accettata nella storia che sto scrivendo!V.V
devo
dire che non me lo sarei mai immaginata O.o’’ Spero
di sentire la tua anche per
questo cappy!!^O^ un abbraccio e un bacio!!
Ella_Sella_Lella:
ciao cara!^-^
mi sa che la tua curiosità è quella che sta un
po’ rodendo tutti quanti! Cosa
combinerà Kei?? Tornerà dai BladeBreakers o
resterà con i DemolitionBoys?? O
farà qualcosa del tutto inaspettata??O.O chi lo sa!! Solo
leggendo il prossimo
capitolo potrai scoprirlo!^_- sono contenta ti piaccia!! Continua a
seguirmi!!
Un bacione grande!
Arisu Kon: ciao!^-^
hihihi! Sono
felice tifi per Reyka! Che cara ragazza...forse un po’ rude,
ma è una cara
ragazza V_V non c’è che dire..fa impazzire il
povero Boris’ka...chissà cosa gli
combinerà in seguito!O.O boh!! Lo scopriremo solo
vivendo!!>.< e dopo
questa perla di saggezza, ti saluto e spero di sentirti al prossimo
capitolo!^_^ un bacio!!
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 23 ***
Capitolo 23
Buon giorno e buona sera a tutti!^-^
sono tornata per
rifilarvi il 23esimo capitolo di questa fic!^_-
Vi devo dare una grande notizia!^o^
così grande che vi
renderà tutti felici e giubilanti!!^O^ (la fic è
quasi finita??*.* ndKei e Yuri
che si stringono per l’emozione) esatto!^O^ la mia fic
è quasi finita! Mancano
esattamente 5 capitoli compreso questo V_V mi pareva giusto avvertirvi
così da
prepararvi psicologicamente a festeggiare!^_-
Così dicendo vi lascio a
questo capitolo V.V mi pare di
avervi lasciati in una situazione assai spinosa nel precedente cappy,
perciò
non indugio oltre..buona lettura!^-^
Rabbrividisco.
Una folata d’aria fredda
entra nella camera del monastero
obbligandomi a scostarmi dal letto in cerca di qualche fonte di calore.
Ma ciò che le mie mani e
il mio corpo esigono non c’è. Non è
nel giaciglio su cui abbiamo fatto l’amore più e
più volte ripetutamente, senza
mai stancarci.
Non sento più
quell’anima focosa che scalda l’atmosfera in
una ghiacciata notte russa.
La presenza di Kei è solo
l’ombra di un fantasma che dorme
di fianco a me, ma del suo corpo in carne ed ossa
non c’è traccia.
Un’altra folata
d’aria gelida mi accarezza la pelle scossa
da tremiti di freddo.
Non resisto più senza la
mia unica fonte di calore. Non vivo
più senza la mia eterna metà dal cuore passionale
e confortante.
L’ennesimo soffio di gelo
mi costringe ad aprire gli occhi e
scorgo una figura rivolta verso la finestra che volge sul cortile del monastero.
Le spalle muscolose sono irradiate
dalla luce candida della
neve in una notte che non ha nulla a che vedere con una comune nottata
russa;
il cielo è completamente grigio e la neve sembra risplendere
di luce propria al
raggio di luce dei lampioni sulla strada principale.
I fiocchi scendono lenti e
ipnotizzano chiunque si fermi a
farci caso. Così hanno conquistato l’attenzione
del Dranzer blaider ormai
vittima dell’incantesimo della
magnifica
notte innevata.
“Kei....” mormoro
più compiaciuto che rattristato dal fatto
che non si trovi al mio fianco.
“Yu! Ti ho svegliato? Mi
dispiace, avevo bisogno di una
boccata d’aria fresca e così ho aperto le
finestre...non pensavo che..”
“sssh..tranquillo...non riuscivo più a dormire e
non ti ho più sentito a letto,
perciò mi sono preoccupato..”.
Eccola che si fa risentire. La mia
paura più grande. Il mio
terrore più feroce. L’ansia che mi turba dalla
mattina alla sera.
Lo sguardo che Kei rivolge alla neve
in cortile fa intendere
che le mie supposizioni sono corrette:Kei se ne vuole andare dal
monastero per
tornare dai giapponesi.
Mi alzo dal letto trascinandomi verso
la finestra che dà sul
cortile e mi avvicino all’argenteo.
Ha lo sguardo perso oltre la coltre
di neve e segue stanco
l’ondeggiare dei fiocchi bianchi mentre scendono davanti al
suo naso.
“stavo pensando a
Reyka....” mormora tutto d’un tratto.
Si volta verso di me e mi rivolge
un’occhiata speranzosa.
“non permetterò
che Vorkov la trasferisca...so bene cosa
vuol dire con quel termine, e di sicuro non promette nulla di
buono!” dico
digrignando i denti.
“devi fare qualcosa al
più presto, altrimenti ci penserà
Boris allora si
caccerà nei guai anche
quel ragazzo!” mi ammonisce quasi a ricordarmi il mio ruolo
nella squadra.
“la
responsabilità di capitano è un peso talmente
grande che
me ne disferei volentieri ora...” rispondo alzando lo
sguardo.
“io sono convinto che tu ce
la possa fare! Basta guardarti
negli occhi per capire che la cosa che ti sta più a cuore in
questo momento è
la squadra!” ribatte
quasi a volermi
incoraggiare a prendere provvedimenti seduta stante.
“affatto...”
borbotto contrariato
“che cosa? Non è
forse così?”
“sì,
è vero che sono preoccupato per la squadra...ma la cosa
che occupa il primo posto nel mio cuore sei tu, Kei...e confido nel
fatto che
tu rimanga qui con me per tutto il tempo necessario a sbarazzarci di
Vorkov..”
Improvvisamente sento le guance
avvampare di calore e
abbasso gli occhi per nascondere in parte il rossore della mia pelle.
Non
sopporto di farmi vedere debole di fronte a Kei nonostante sia
già successo
altre volte.
Kei si affretta a prendermi il viso
tra le mani e baciarmi a
fior di labbra.
“sei così carino
quando arrossisci..come potrei separarmi da
te?”
Le sue parole sono sincere e i suoi
occhi sono due pozzi
scuri dalla quale non traspare nessuna bugia. Kei non mente, su questo
non ci
piove, ma la sua voglia di battersi con Takao sarà
più forte di un semplice
amore proibito?
Questo è il momento buono
per chiarire le cose e conoscere
le intenzioni di Kei, buone o cattive che siano non importa.
“io credevo che
tu...” comincio balbettando, ma il contatto
immediato con le sue labbra mi fanno perdere il senso della ragione.
“dicevi, Yu?”
chiede divertito dalla mia espressione.
Sicuramente ho la faccia di un
disperato agonizzante pronto
ad una confessione davvero importante e devo apparirgli piuttosto
infantile se
un bacio casto e semplice come quello mi ha mandato in tilt il
cervello. Ma
purtroppo non ho potere sull’effetto ipnotico di Kei.
“io credevo che tu stessi
meditando di andartene..di
nuovo..”
Finalmente l’ho detto. Non
c’è voluto molto, no? Del resto
ho solo perso 10 anni di vita per una stupida domanda che
comporterà
sicuramente un’altrettanto stupida risposta.
Kei si blocca. Spiazzato. I suoi
occhi guizzano dai miei al
pavimento con nervosismo.
L’argenteo prende un bel
respiro profondo e butta fuori
l’aria in un sospiro affranto.
“non ti si può
nascondere nulla, vero Yuri? mi conosci
troppo bene..e sai quando qualcosa mi fa impensierire..”
risponde cauto,
sapendo cosa comportava quella risposta.
Il mio cuore sussulta alle sue
parole. Non è un vero addio,
ma ci si avvicina in maniera spaventosa...
“in effetti ci sto pensando
da un po’, e volevo giusto
parlartene...”
“sei un emerito
st..”
Mi chiude la bocca con la mano e mi
fa segno di tacere,
appoggiandosi il dito indice della mano libera sulle labbra.
“ssh..non gridare!
Sveglierai l’intero monastero!” mi
riprende con fare autorevole.
Annuisco riluttante.
“non sono il bastardo che
credi tu, Yuri...non voglio
abbandonarti! Non voglio dire addio ai DemolitionBoys! Vorrei solo
lasciarmi
alle spalle Vorkov e mio nonno...” spiega con voce spezzata
“Vorkov non te lo
permetterà mai!!” ribatto tentando in
qualche modo di convincerlo.
“ehi! Non ho mica detto che
me ne vado!” risponde con
stizza, allontanandosi e ritornando a fissare la neve.
“non
mi piace come
combattete qui! odio dover privare i blaider delle loro creature sacre!
Odio
dover ricorrere a questi mezzucci per poter battere Takao! Ma so che
è l’unico
modo per vederlo sconfitto una volta per tutte..” ringhia a
denti serrati.
Lo ascolto in silenzio mentre la mia
mente galoppa alla
velocità della luce.
Immagino cosa vuol dire vedersi
rubare il proprio bit power,
la propria creatura sacra.
Vedo davanti a me
l’immagine nitida del Lupo della Steppa
che mi volta le spalle e se ne va via, abbandonandomi per sempre. Come
sta per
fare Kei.
Non sopporterei mai una perdita
così cara.
Non riesco a immaginare la mia vita
senza il mio Lupo, senza
quel piccolo essere che mi infonde la forza per continuare a resistere
al
monastero e che mi ha sempre accompagnato nei
miei 19 anni di vita.
“credo di capire
ciò che dici..” mormoro rivolto verso Kei.
“no, non puoi! Non sai cosa
significa perdere il proprio
animale sacro..vederlo finire nelle mani di spietati cacciatori di bit
power la
quale ne sfrutteranno il potere per i loschi scopi di un pazzo
maniaco!” sbotta
l’argenteo sempre più impetuoso.
Non avrei mai creduto che il ragazzo
di fronte a me potesse
tenersi dentro tanta rabbia e tanto rancore nei confronti di Vorkov.
“Kei..” tento di
chiamarlo per fermare la sua rabbia.
Non voglio sapere realmente cosa
pensa della squadra.
Non voglio essere a conoscenza dei
suoi segreti più profondi
riguardo al beyblade e alle sue teorie sul buon comportamento in campo.
Non sono sicuro di essere pronto ad
un nuovo abbandono.
“l’altro giorno
mi è sorto il dubbio se è giusto che io
rimanga in questa squadra a fare strage di beyblade e bit power. Non ho
la
forza di pensare a cosa farei senza la mia Aquila Rossa! Ma scappare da
questo
posto significherebbe fuggire dai miei doveri verso i miei amici e
vorrebbe
anche dire fuggire con la coda tra le gambe a causa di
Vorkov.”
Il respiro affannato di Kei mi fa
capire che la sua
dichiarazione gli è costata parecchio.
Non avrei mai creduto che fosse
così determinato ad arrivare
fino in fondo alla faccenda.
“Kei...io...”
“lo so, non volevi
infastidirmi con questo discorso...ma ti
stavi domandando se avessi fatto una scelta definitiva, non
è così?” domanda
sorridendomi compiaciuto
“a volte penso davvero che
mi abbandonerai..” ribatto,
offeso da quel sorriso rivolto in un contesto tanto sbagliato.
“io non ti
lascerò mai più, Yuri...è una
promessa...” mormora
flettendo la mano verso di me e cercando di raggiungermi per potermi
abbracciare.
Mi lascio andare a
quell’invito così allettante e mi
abbandono tra le sue braccia possenti e calde, protettive, dentro la
quale mi
sento invulnerabile a tutto.
“e
poi non vorrai
mica prenderti tutto il merito quando vinceremo contro Vorkov,
vero?” borbotta
accattivante stuzzicandomi i fianchi con le dita.
Allaccio le braccia alla vita
dell’argenteo e mi aggrappo
disperatamente a quel barlume di speranza che mi ha lasciato Kei con i
suoi
discorsi.
Sorrido. Un sorriso amaro che non
pregiudica nulla. La
situazione è ancora in fase di stallo e allora
perché non approfittare di tutti
i momenti con Kei finché non prende la sua decisione?
Alzo lo sguardo incrociando il suo e
gli rivolgo un’occhiata
maliziosa, facendo scendere le mani sul suo fondoschiena muscoloso e
perfetto.
L’argenteo ha il
sopravvento; mi prende di peso e mi getta
sul letto, ritrovandomi in preda ad una nuova ondata di
vitalità e passione.
Sono fin troppo cosciente di essere
un peso per Vorkov.
Troppe rogne, troppi pettegolezzi e altrettante dicerie purtroppo vere
sono
dure da mettere a tacere per il monaco, ma non è
un’impresa impossibile; con le
giuste amicizie e corrompendo chi di dovere tutto si può
risolvere nella più
pacifica maniera.
Ma rimango comunque il problema
centrale dell’uomo e sono
sicuro che prima o poi dovrà parlarmene a
quattr’occhi.
Guardo Wolborgh mentre diminuisce
improvvisamente il numero
di rotazioni a causa dell’attacco micidiale di Serjey.
“Yuri! Datti una
mossa!” sbotta il colosso dagli occhi
plumbei, cercando di farmi reagire.
Una serie di attacchi precisi e
violenti da parte di
Seaborgh fanno vacillare vistosamente Wolborgh in grave
difficoltà.
Le mie continue distrazioni sono un
problema per la squadra
che non può fare affidamento su un elemento tanto volubile
quanto il
sottoscritto e il mio bey è influenzato dal mio stato
d’animo in completa
confusione.
“YURI!!” grida
Ivan mollandomi una manata sulla schiena e
facendomi uscire l’aria dai polmoni, mozzandomi il fiato.
Mi distraggo voltandomi a guardare
Boris, appoggiato al muro
con le braccia incrociate al petto e la testa china verso il pavimento.
I suoi occhi
smeraldini non sono più sicuri e arroganti, ma specchi
tenebrosi e assenti,
persi in un ignoto dalla quale non si riprenderà molto
facilmente.
Sembra appartenere ad
un’altra dimensione ed è così da
quando Reyka non si è più vista in circolazione.
Le voci mormorano e si espandono in
fretta nel monastero.
Alcuni dicono che sia stata trasferita in un posto dalla quale
è impossibile
fare ritorno, altri scommettono che sia stata rinchiusa nelle segrete
del
monastero e sia tenuta sotto osservazione 24 ore su 24. Non sono
arrivato in
tempo per evitare la condanna della ragazza, e di questo non mi
perdonerò
mai.
“attacca Seaborgh! Diamo
una bella svegliata a Wolborgh!”
ordina Serjey, deciso a mandarmi fuori gioco con uno dei suoi
più potenti
attacchi.
Un’onda gigantesca prende
forma non appena compare la Balena
del biondo, inondando tutto il beyblade stadio e travolgendo la mia
trottolina
argentata.
L’acqua non è un
problema. Sono abituato alle situazioni
estreme ma la mia concentrazione è troppo scarsa e il mio
bey viene travolto in
pieno dall’onda anomala di Serjey.
“WOLBORGH!!” urlo
in preda alla rabbia.
Un vento siberiano ghiaccia il
maremoto provocato da
Seaborgh e ne fa un immensa distesa di ghiaccio.
A causa della lastra, i due bey
diventano completamente
instabili e non riescono a pattinare con coordinazione e precisione,
tanto che
finiscono entrambe fuori campo.
“pari!” annuncia
Serjey con stizza.
“già..”
mormoro voltando le spalle al biondo.
In meno di due secondi il colosso mi
inchioda al muro
prendendomi per le spalle e incollandomi alla parete a pochi passi da
Boris che
rimane impassibile.
“Yuri! il tuo bey
è sempre stato capace di ruotare perfino
in condizioni così sfavorevoli! Che ti prende?? Non potremo
mai affrontare i
mondiali così!”
Abbasso lo sguardo. Serjey dice il
vero e questo mi dà
letteralmente sui nervi.
“Yuri, non possiamo
permetterci una sconfitta! Tu sei il
nostro capitano, nonché il più forte blaider di
tutta la Russia!” rincara la
dose Ivan.
Boris se ne rimane in disparte
silenzioso. Non partecipa
alla discussione anche se lui per primo è convinto
fermamente della verità di
ciò che dicono Ivan e Serjey.
“hai ragione,
Ser...” biascico sospirando
“già, ho
ragione! Ho ragione a dire che sei diventato uno
smidollato che ha paura di vincere??” sbotta sempre
più arrabbiato
“questa guerra è
persa in partenza..” mormora atono Boris
alzando un sopracciglio e facendo segno a Serjey di lasciarmi andare.
“Wolborgh risente dello
stato d’animo del blaider.
Evidentemente c’è qualcosa che non va e che non ci
vuoi dire, Yuri..” continua
il Falborgh blaider con tono accusatore.
“Boris...”
“perché tu sei
preoccupato solo che Kei non se ne vada! Sei
un egoista, Ivanov! Non pensi nemmeno alla povera Reyka dispersa
chissà dove in
chissà quale paese!”
I suoi occhi si fanno sempre
più oscuri e brillano di una luce
sinistra data da un’implacabile sete di vendetta.
Quegli occhi sono come coltelli
affilati che causano
invisibili e dolorose ferite al mio orgoglio.
Ciò di cui mi accusano
è vero e non sto facendo nulla per
evitare una cosa simile.
Guardo Boris che sogghigna
soddisfatto: mi ha fatto la sua
ramanzina, si è liberato di un peso che non poteva
sopportare oltre ed ora non
vede l’ora di entrare in azione per poter conquistare la cosa
che più ci sta a
cuore. La libertà.
“YURI!!”
Sentire lui
invocare
il mio nome è stupendo.
Ci voltiamo tutti nella direzione di
Kei che si affretta a
raggiungerci attraversando il campo di allenamento di corsa a grandi
falcate.
“Yuri! Vorkov ha chiesto
personalmente di te e Boris...vuole
vedervi ora!” dice allarmato, preoccupato e teso dalla
possibile reazione da
parte nostra.
Rivolgo una rapida occhiata a Boris
al mio fianco e mi fa un
cenno affermativo.
“che ti ha detto di
preciso?” mi precede il Falborgh
blaider.
Nel suo sguardo si accende un lumino
di speranza che credevo
perduta per sempre: la sua voglia di riottenere la povera Reyka lo
indurrebbe a
fare qualsiasi follia.
Kei gli rivolge un’occhiata
comprensiva e china la testa con
fare pensieroso.
“non ha detto nulla di
strano..ha soltanto ordinato che vi
venissi a chiamare entrambe, e mi ha inoltre pregato di dirvi che
è di
fondamentale importanza per i vostri interessi..”
Boris scatta in avanti con un balzo
ed inizia a correre come
un forsennato verso i meandri del monastero, diretto
all’ufficio del vecchio
monaco.
Non mi lascia il tempo di indagare
oltre e sono costretto a
seguirlo, mio malgrado, con la sua stessa andatura da centometrista,
ma...
“Yuri..”
Mi blocco al suono del mio nome
pronunciato da Kei che mi
stringe il polso con decisione.
“che cosa
c’è, Kei?”
“non fidatevi!”
borbotta più rivolto a sé stesso
“spero solo non illuda
Boris con qualche stupido patto del
diavolo..”
Mi fiondo all’inseguimento
del Falborgh blaider. È
un’autentica bomba ad orologeria e se non lo fermo in tempo
potrebbe esplodere
nel momento meno opportuno. Le trattative per la ragazza sono ancora
aperte e
non è il caso di rovinare questa situazione, in stallo sulla
lama di un rasoio.
“BORIS!!” chiamo
accelerando la corsa e raggiungendolo nel
giro di qualche secondo.
Il ragazzo fa finta di non accorgersi
della mia presenza e
continua imperterrito la sua folle corsa nel tentativo di salvare il
salvabile.
Ormai Reyka è tutto ciò che rimane di umano in
questo lurido posto ed è nostro
dovere difenderla, specialmente per il ragazzo a cui ha donato il suo
cuore.
Finalmente intravedo il portone
dell’ufficio di Vorkov.
Mi intrometto nella traiettoria di
Boris e lo blocco in
mezzo al corridoio, entrambe con il fiatone per la corsa e per la
tensione.
Apro le braccia con
l’intenzione di fermarlo, ma non ha la
benché minima intenzione di forzare la
“barriera” che ho improvvisato davanti
alla porta del nostro aguzzino.
“ascoltami, razza di
idiota! Cosa credi di fare??” ansimo e
respiro quanta aria stagnante possibile.
Nonostante la mia lunga permanenza in
questo posto, i miei
polmoni risentono della mancanza di aria sana e pulita;
l’odore di muffa e di
acqua rafferma impregna ogni angolo del monastero e per quanto ci si
possa
sforzare, non ci si fa l’abitudine facilmente.
Boris appoggia le mani sulle
ginocchia per reggersi in
piedi, ansimando e respirando affannosamente con la bocca semi aperta.
“voglio andare
là dentro e far capire a quel pazzo che non
si può permettere di...”
“SEI UNO STUPIDO! Cosa
pensi di ottenere?? Se c’è un’ultima
possibilità di salvare Reyka è questa! Non
sprechiamola in un inutile litigata
con tanto di punizione, e Dio solo sa quale altra condanna ci
toccherà
scontare!” sbotto sentendo il respiro regolarizzarsi.
Boris stringe i pugni in una morsa
letale: deve costargli parecchia
fatica trattenersi nel spaccare il muso di quel monaco da strapazzo.
“ascolta, Boris...Vorkov ha
il coltello dalla parte del
manico ancora! Ma la situazione si ribalterà!”
“non credo nella buona
sorte, Yuri..non esiste ciò che si
definisce “grazia divina”! Serve solo a far sperare
inutilmente la gente..”
“ora ti calmi, andremo
lì dentro e affronteremo la
situazione come abbiamo sempre fatto, d’accordo?”
Boris annuisce e si raddrizza in
piedi, ergendosi in tutta
la sua statura e possenza.
È di soli dieci centimetri
più alto di me ma sembrano
un’infinità data la stazza e la sua corporatura.
Dobbiamo formare proprio una bella
coppietta divertente agli
occhi di Vorkov, ma non ci importa.
Busso con forza per annunciare il
nostro arrivo, attendendo
in religioso silenzio il permesso di profanare il sacro suolo
dell’ufficio del
preside.
“scommetto che neanche la
regina di Inghilterra ha rapporti
così reverenziali con i suoi sudditi...” borbotta
Boris con fare seccato.
Una voce profonda e disgustosa ci
invita ad entrare e
metterci sull’attenti non appena ci troviamo al cospetto
dell’uomo vestito da
suora di clausura.
“sapete perché
vi ho chiamati qui, nevvero?” domanda
arrivando subito al dunque.
Vorkov non è mai stato
così diretto; di solito adora giocare
con le sue vittime esibendosi in monologhi melodrammatici adatti ad un
attore
mancato, ma stavolta è diverso. La questione deve premergli
alla gola
urgentemente.
“voi due siete la mia
rovina e la mia disgrazia!! Ma siete i
blaider che mi faranno accedere alle finali mondiali e me le faranno
vincere!
Che devo fare con voi? Sbarazzarmi di voi o tenervi buoni
finché non avrete
portato a compimento la vostra missione?”
Già. Il succo del discorso
è proprio che siamo la sua
condanna e la sua salvezza al contempo. Proprio una bella situazione
per
entrambe le parti.
“Ivanov!”
Sono stato appena eletto la prima
vittima della serata. Che
onore.
“I tuoi ultimi allenamenti
danno risultati più scarsi di un
pivellino del primo anno!” sbotta fermandosi proprio di
fronte al sottoscritto.
“ebbene? Hai qualcosa da
dire in proposito?”
“nossignore! Mi scusi,
signore!” rispondo assumendo il
controllo di me stesso e aggrappandomi con fatica agli ultimi bricioli
di
autocontrollo rimastimi.
“già, come
sospettavo. Sei un rammollito! Un incapace! Spero
per te che le cose cambino, altrimenti mi vedrò costretto a
prendere altri
provvedimenti disciplinari!”
Un altro paio di frustate per i miei
scarsi risultati non
potranno peggiorare la situazione e farla cadere più in
basso dello stato
attuale.
Vorkov ghigna in modo sadico. Deve
avere qualcos’altro in
mente e non una semplice punizione fisica con le solite e monotone
frustate.
Il suo sguardo guizza da me a Boris
insistentemente, ma ciò
che più mi preoccupa è quel sorriso beota che si
ritrova stampato in volto.
Quanto vorrei avere il piacere di toglierglielo dalle labbra con un
cazzotto...
“mi pareva di avertelo
detto che prima o poi te l’avrei
fatta pagare di questo tuo intimo rapporto con Hiwatari, mi sbaglio?
Ebbene è
giunto questo momento...” inizia, trotterellando felice per
tutto l’ufficio.
Il suo piano deve entusiasmarlo a tal
punto da renderlo
ancora più imbecille del solito, ma anche maledettamente
bastardo.
“Huznestov, questo riguarda
anche te e la tua amichetta! Non
voglio che ci siano rapporti di qualsiasi genere tra i membri dei
DemolitionBoys, a questo proposito mi avete obbligato a prendere dei
provvedimenti che, ahimè, non si addicono ad una persona
rispettabile e di
nobili principi come il sottoscritto.”
Ed ecco che inizia il suo
meraviglioso monologo. Tipico.
Si piazza di fronte a me e Boris e ci
pianta addosso il suo
sguardo mellifluo e viscido, tanto lo potrebbe essere quello di un
serpente a
sonagli.
“ora vedremo di prendere
degli accordi quasi fossimo grandi
amici,va bene? Così nessuno si farà del male e ne
usciremo tutti contenti..”
Boris digrigna i denti, conscio di
quale reazione sarebbe
scattata da parte di Vorkov a quel gesto di disapprovazione.
L’uomo si avvicina
paurosamente al platinato, sovrastandolo
e mollandogli un ceffone così forte da farlo indietreggiare
e boccheggiare di
dolore.
“io possiedo ciò
che tu desideri, Huznestov! Non perdere la
possibilità di riavere quello che ti
appartiene...” lo intima il monaco
sussurrandogli ciò all’orecchio.
Il disgusto che si dipinge sul viso
di Boris non è nulla in
confronto all’espressione compiaciuta di Vorkov che ritorna
al suo posto,
dietro l’ampia scrivania di vecchio legno ammuffito. Sembra
l’immagine della
felicità fatta persona.
“ciò che dovrete
fare è semplicemente vincere ad ogni costo!
Se necessario, ucciderete quei giapponesi! Ma voi dovrete riportarmi
indietro i
loro bit power, chiaro?”
“DOV’E’ REYKA?!” sbotta
improvvisamente Boris
“non sono affari che ti
riguardano! È lontana miglia e miglia
da qui, e se farete ciò che vi ordino senza discutere, non
appena otterrete il
titolo mondiale la potrete rivedere!”
Il monaco non sembra stupito della
reazione di Boris che ora
stringe convulsamente i bordi della scrivania in una presa mortale.
Me ne rimango in silenzio. Incapace
di ribattere a qualsiasi
sua decisione.
Non ho potuto fare nulla per
contrattare la sorte della
ragazza e Boris ha motivazioni più che giuste per far fuori
chiunque si trovi
sulla sua strada.
Reyka. Come ho fatto ad essere tanto
egoista e pensare solo
a me e Kei? perché non mi sono interessato di più
alla mia squadra?
Il suono della porta che sbatte
contro lo stipite mi fa
ritornare con i piedi per terra e mi accorgo troppo tardi che Boris non
è più
presente nella stanza.
Mi precipito lungo i corridoi e
blocco il ragazzo dagli
occhi smeraldini prima che commetta qualsiasi azione di cui potrebbe
pentirsi
in futuro.
“Boris...fermati!”
lo chiamo tentando di bloccarlo per un
braccio.
In pochi istanti mi trovo inchiodato
al muro, per la seconda
volta nell’arco di tutta la giornata.
La morsa sulla mia gola si fa serrata
e decisa e lo sguardo
di Boris non ha nulla a che vedere con quello di un essere umano.
È solo una
bestia che chiede di poter essere lasciata libera di reagire e di
andarsene.
“YURI! COME HAI POTUTO!?
SEI RIMASTO A GUARDARE SENZA DIRE
NULLA!”
Il platinato carica un pugno e lo
assesta al muro dietro le
mie spalle, a pochi centimetri di distanza dal mio viso.
Un rivolo di sangue scende lungo il
muro, facendosi spazio
tra le intercapedini delle pietre e delle crepe.
Solo ora me ne rendo conto. Sono un
vigliacco senza onore e
senza orgoglio e merito di essere trattato così da un
compagno di squadra.
“non avrei potuto fare
nulla, Boris...ormai Vorkov ha preso
la sua decisione! Reyka non è più qui e non
potevo convincerlo in nessun modo
di riportarla indietro! È l’unico vincolo che gli
permette di avere il pieno
controllo su di te, capisci? Non se la lascerà sfuggire
così facilmente!”
sbotto in risposta alle sue non troppo velate accuse.
Boris indietreggia ringhiando e
abbassando la testa verso la
mano sanguinante.
“ti avverto, Yuri, sono
disposto anche ad uccidere per
rivederla viva e vegeta!”
“lo so, Boris..”
“perciò non
tentare di fermarmi in nessuna maniera, hai
capito?”
“non oserei mai!”
“bene..”
Così dicendo, ci avviamo
insieme lungo i corridoi, uno a
fianco all’altro, ignari di ciò che ci avrebbe
riservato un destino tanto
infame.
Angolo
dell’autrice
Salve
a tutti!^-^ vi
dico subito che ci saranno molte sorprese!*.* eh eh..sono curiosa di
sapere
cosa ipotizzate voi per il seguito di questa fic!^_-
a chi indovina do in premio un’immagine di
Yuri nudo!*.* (e dove l’avresti trovata?? O///O io non ho mai
posato nudo!!>////<
ndYuri) lo so V.V ma hai mai sentito parlare di fotomontaggio??*.* (dovevo immaginarlo =///=
sei proprio perversa
=///= ndYuri) hihihi!^_- bene!! Allora passo ai ringraziamenti!!^o^
Klarai:
mi dispiace cara ç_ç ho
fatto il possibile!! Ma sono una scrittrice pessima e
ritardataria!ç_ç
perdonami!! Non preoccuparti per Reyka!^_- ritornerà! Ma in
questo momento non
può V_V è...impegnata in altre
attività!^.^’’ già..spero di
sentire la tua
anche su questo cappy!^_- un bacione!!
Lunetta
Caduta nel Pozzo:
ciao!^_^ mi dispiace per te, ma zio Vorky lo vedrai ancora un
po’ V_V mi serve!
Lo devo sfruttare finché posso!^.^’’
ehm...spero non te la prenderai leggendo
il cappy e vedendo che il caro Yuri non è riuscito a farsi
valere per la causa
di far tornare Reyka! Ma non preoccuparti! V_V la rivedrai presto! Un
bacione!^-^
Ella_Sella_Lella:
ciau!^-^ già,
la bella coppietta appena nata è già stata
spezzata dal caro Vorkov!V_V ma la
giustizia farà il suo corso!+_+ (tu saresti la
giustizia?=.=’’ ndBoris)(mutismo
e rassegnazione!>-< in questo caso sono onnipotente e
onnipresente perciò
sono la giustizia di questa storia!+_+ ndAutrice) good V_V detto,
questo
attendo con ansia la tua recensione!^_- un bacione!
Lexy90: ciao cara!^o^ eh
già,il
prode Boris è sempre molto caruccio! Lo adoro troppo! V_V ha
un carattere
decisamente adatto ai miei scopi!*.* già...capirai di cosa
sto parlando nei
prossimi cappy!^_- un bacione!!
|
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Capitolo 24 *** Capitolo 24 ***
Capitolo 24
Salve a tutti!V_V non mi dilungo in
chiacchiere sulle
motivazioni del mio immane ritardo...dico solo che tutto ciò
è a causa di
quella cosa chiamata “scuola” la quale non mi
lascia più nemmeno i week end
liberi!>.< la quinta superiore è davvero
difficile...non so come farò ad
uscirne illesa!ç_ç Non ho altre motivazioni,
è semplicemente la scuola che mi
ha impedito di mandare avanti le mie fic...nient’altro..
Quindi vi auguro una buona lettura!^_-
PS: ci tengo a precisare che in
questo capitolo ci sono
delle parole dispregiative e razziste, non sono per niente forti e
nemmeno
offensive..ma ci tengo a sottolineare la presenza di queste figure che
non
vogliono essere frutto di discussioni razziste dal momento che non lo
sono
affatto. Potrà sembrare stupido come accorgimento, ma non
voglio che sorgano
problemi!^^
Il giorno della finale mondiale si
avvicina, ormai mancano solo
quattro giorni al grande successo dei DemolitionBoys.
Vorkov ha già stabilito da
chi sarà formato il trio che
combatterà per il titolo mondiale e la cosa mi lascia molto
perplesso.
“come è
possibile che Kei non sia stato chiamato per far
parte della squadra che si batterà contro i
giapponesi?” domanda Boris,
alquanto confuso anche lui.
“vuoi che sia per un
effetto a sorpresa?” ipotizza Ivan che
si rigira Wyborgh tra le mani.
Il piccoletto non avrebbe gareggiato
per la corsa agli
armamenti, non è stato in grado di passare un esame di
sbarramento contro
Serjey la quale aveva dominato l’incontro
dall’inizio alla fine.
Insomma, una specie di scrematura fra
i migliori blaider di
tutto il monastero per dimostrare la magnanimità di Vorkov
che lascia una speranza
di partecipare ai mondiali a tutti gli atleti presenti
nell’edificio.
Non c’è nemmeno
da dire che gli incontri sono stati sapientemente
studiati per mandare ai gironi finali i top blaider, ossia Boris, Ivan,
Serjey,
Kei e il sottoscritto.
“di che effetto a sorpresa
parli?” domando fingendomi
interessato alla discussione.
“prova a pensarci un
po’...i BladeBreakers crederanno che
nel secondo incontro da disputare il loro avversario sarà
Serjey invece,
all’improvviso, Vorkov cambia formazione e fa scendere in
campo Kei...per i
giapponesi sarebbe una bella batosta!” spiega Ivan con
entusiasmo
“i giapponesi non sono
così idioti da non sapere che un
giocatore capace come Kei non venga messo in campo...” lo
smonta Boris
colpendolo con un affettuoso pugno sulla testa
“un asso nella manica come
il nostro Hiwatari è un elemento
troppo importante perché
non venga
sfruttato in un’occasione così speciale, vi
pare?” rivolgo un’occhiata d’intesa
a Boris.
“però..perchè
non dirlo a noi? Perché non metterci al corrente
di questo suo piano?” chiede Serjey sovrappensiero.
“c’è
anche da dire che Kei non è stato convocato per questa
piccola riunione di famiglia..la cosa mi puzza sempre di
più..” borbotto tra me
e me, preoccupato per l’argenteo.
“Yuri, Kei avrà
avuto chissà quali altre commissioni da
sbrigare...”
“no, Boris...avrebbe dovuto
essere presente anche Kei a
questa riunione..non sono tranquillo con quel monaco dalla
mentalità contorta!”
Imbocchiamo i corridoi con sicurezza,
l’aria altezzosa e
fiera, il passo di marcia e la testa alta in segno
d’orgoglio.
La rigida gerarchia che vige in
questo luogo di paura e
sconforto è intransigente, non lascia spazio ad un briciolo
di umanità.
I ragazzini nettamente inferiori a
noi si scansano fino a
diventare un tutt’uno con la parete di sassi pur di lasciarci
libero il
passaggio, si spintonano per evitare di ingombrare il passaggio ai
mitici
DemolitionBoys. Ma nessuno ha idea della fragilità del
nostro animo.
Per tutti siamo semplici macchine da
combattimento, dei
burattini nelle mani di Vorkov. E come dar loro torto? Ma questa
corazza che
impedisce alla gente di leggerci per quello che siamo veramente
è il nostro
unico lasciapassare per vincere le finali mondiali.
Passiamo il resto della giornata ad
allenarci nel campo di
gioco numero 1, riparato e rimesso a nuovo dalla nostra ultima visita
per
testare le potenzialità del Dranzer blaider.
Fingo di non essere interessato alle
varie frecciatine di
Ivan riguardo a Kei, al fatto che non si è fatto vivo per
tutta la mattinata e
che nemmeno si è visto agli allenamenti speciale in
preparazione alle finali.
“Kei non ha bisogno di
allenarsi dal momento che non
scenderà in campo!” rimbecco stancamente rivolto
al piccoletto che mi
aggredisce con assalti potenti e meschini con il suo Wyborgh.
Nel mentre che gli rispondo a tono
per l’ennesima volta, il
mio Wolborgh subisce una serie di attacchi da parte del bey lilla e per
poco
non ne rimango sopraffatto.
“tsè...ne sei
convinto, Ivanov?”
“fino all’ultimo
neurone del mio cervello!” ribadisco ormai
stremato dall’insistenza degli attacchi di Ivan.
“guardati! Non riesci
nemmeno a schivare i miei colpi più
deboli! Come pretendi di rappresentarci alle finali mondiali e magari
vincere
il tuo incontro?” domanda con cattiveria buttando fuori campo
il bey grigio
perla.
Rimango a fissare Wolborgh cadere
vari metri dietro le mie
spalle, immobile, incapace di reagire.
“Stupido Ivanov! rifletti!
Kei se n’è andato! È tornato dai
giapponesi!!” sbotta Ivan, dando voce ai pensieri di tutti e,
purtroppo, anche
alla mia paura più grande.
“Ivan, smettila!”
lo riprende Serjey che si alza dalla
panchina e si avvicina frettolosamente al piccoletto per fermarlo nel
non
andare oltre con le offese.
“no, Serjey...Yuri sa bene
come stanno le cose! Deve accettare
la realtà e farsene una ragione!” continua a
rigirare il coltello nella piaga.
“Ivan..” mormora
Boris avvicinandosi a sua volta, ma sul suo
viso c’è solo un’espressione di
rassegnazione e pietà.
“tutti quanti lo sapete che
è così! Tutti voi lo pensate che
quel vigliacco è tornato dai giapponesi per paura di suo
nonno e delle torture
di Vorkov! È un debole proprio come tutti quei
ragazzini sconfitti con le nostre mani!” Ivan
è irrefrenabile, ma ciò
che mi fa ribollire il sangue non è rabbia, ma
consapevolezza che ciò che il
piccoletto accusa sia la verità.
“no! Non è vero!
Kei non è stato chiamato a far parte della
squadra perché Vorkov vuole usarlo come asso nella manica!
Sicuramente lo starà
sottoponendo a qualche allenamento speciale per potenziare al massimo
le sue
capacità!” ribatto con tutte le mie forze.
“ne sei sicuro, Yuri? non
credi che Vorkov ci avrebbe messo
al corrente di questa sua strategia se fosse servita al solo scopo di
scombinare le idee a quei musi gialli??” sbotta Ivan con una
nota sadica nella
voce.
Rimango a corto di risposte. Il
discorso del piccoletto non
fa una piega, eppure mi fa male pensare che abbia ragione su tutto. Ci
deve
essere qualcosa che ci è sfuggito!
Sospiro e abbandono il resto del
gruppo recuperando Wolborgh
in sacrosanto silenzio. Non voglio ammettere di aver torto e di dover
dar
ragione ad Ivan con la sua ipotesi lineare e precisa, ma non posso
neanche fare
la figura di uno che si smentisce perché viene messo alle
strette da un proprio
compagno di squadra.
“ci vediamo più
tardi...” saluto distrattamente con la mano
e mi fiondo lungo i corridoi.
Mi affretto a raggiungere la camera
per poter rivedere Kei
ed abbracciarlo. Perché so che si trova in camera e mi sta
aspettando in attesa
di potermi possedere ancora su quel letto, ormai giaciglio di amore e
passioni
focose.
I corridoi sembrano infinitamente
lunghi se si vuole
raggiungere una meta precisa con così tanto ardore nel
cuore.
Le mura sono tutte uguali e in un
piccolo momento di
distrazione si può perdere la strada con
facilità.
I miei respiri affaticati a causa
della corsa e del
massacrante allenamento mi provocano uno sgradevole formicolio in gola
ed
iniziano a prudermi le mani dal nervosismo.
Percorro lo stretto e angusto spazio
a grandi falcate in
modo da non poter essere raggiungibile dai miei compagni che di sicuro
tenteranno di intercettarmi, anche se nutro qualche dubbio sul fatto di
essere
più veloce di Boris nonostante il mio vantaggio.
Scanso a colpi di gomito e spallate i
ragazzini che ostacolano
la mia traiettoria verso i dormitori.
Ad un certo punto vado a sbattere
rovinosamente contro un
ragazzo della stazza di Serjey, famoso per la sua forza bruta e per il
suo
pessimo carattere e non di certo per la sua bravura con i bey. Non ne
ricordo
neppure il nome..
“Ehi! Ivanov! Come mai
così tanta fretta? Stai per arrivare
in ritardo all’appuntamento con il tuo solito cliente per
un’indimenticabile
scopata?”
“non ho tempo da perdere
con te, razza di idiota! Spostati!”
Mi rialzo in piedi dopo aver
ringhiato addosso alla massa di
ragazzi curiosi che si dileguano in pochi istanti.
“già, sempre di
fretta...sei molto richiesto, vero, Ivanov?”
“tsè..se non
avessi così tanta urgenza, ti romperei quel tuo
brutto muso a pugni e ti farei scontare una pena adeguata per la
mancanza di
rispetto verso un tuo superiore! Ma siccome non ho il tempo materiale
per
rimanere a divertirmi con te...”
“rispetto a chi? Razza di
putt..”
Ma il colosso di fronte a me non
riesce a terminare la frase
che viene inchiodato al muro da un cazzotto di Boris, accorso il
più
rapidamente possibile per bloccare ogni mio tentativo di suicidio al
momento di
dover rendermi conto che le parole di Ivan sono realtà.
“ ‘razza di
puttana’ a chi, Igor?” ringhia Boris con uno
scintillio
sinistro negli occhi la quale dà al ragazzo un aspetto
inquietante e violento.
Più di quello che sembra di solito, si intende..
Ecco come si chiama quel bastardo.
Igor. Che nome banale.
Dal labbro inferiore di Igor scende
lento un rigolo di
sangue denso e nero che sporca la mano di Boris
e la tinge di un’inquietante colore rosso
scintillante.
“wow...questo è
il mio colore preferito, lo sai, Igor?”
mormora il Falborgh blaider in un sussurro tagliente, mentre rincorre
con la
lingua il liquido rossastro che bagna la sua mano. Scommetto che quel
disgraziato non oserà mai più scontrarsi con
Boris.
Il colosso ormai vittima della morsa
del ragazzo dagli occhi
smeraldini non riesce a respirare e viene liberato un attimo prima
della totale
perdita dei sensi.
A questo punto, il ragazzo dagli
occhi smeraldini mi rivolge
uno sguardo truce e mi fa cenno di seguirlo verso i dormitori.
“ce l’avrei fatta
da solo, Huznestov..” lo ammonisco con
disprezzo
“non ne dubito,
Yu..” ringhia rivolgendo lo sguardo verso il
profondo del corridoio.
“non hai più
fiducia in me!”
Le parole mi escono dalla bocca con
una violenza inaudita e
colpiscono Boris al cuore.
“hai proprio ragione, non
mi fido più di una mezza sega come
te, Ivanov! Per questo sono venuto a coprirti il culo come ogni
sacrosanta
volta!” sbotta irritato dalla mia affermazione fuori luogo.
“non ti obbliga nessuno a
farmi da balia!”
Si blocca in mezzo alla stradina di
fredde pietre e si volta
con aria minacciosa.
“stai superando il limite,
Ivanov..ti avverto che l’unico che
può avere il privilegio di distruggerti sono solo io con
queste mani!”
“tu cosa??”
domando rabbrividendo dalla malcelata minaccia.
“tsè...nonostante
tu abbia un pessimo carattere e ti sia
comportato da stronzo egoista io perdo ancora il mio tempo a salvarti
dalle
cazzate che combini...” mormora a bassa voce, più
a sé stesso che al
sottoscritto
Rimango in silenzio. Non è
il caso di peggiorare la
situazione con una bella litigata con tanto di scazzottata tra me e il
mio
migliore amico.
“quella è la
porta..” dice indicando la camera mia e di Kei.
Deglutisco sonoramente. È
giunto il momento di sapere se le
ipotesi di Ivan sono fondate o meno.
“non rimanere troppo deluso
nel vedere la tua camera vuota,
Ivanov, perché in quella stanza non c’è
anima viva!”
“vedremo..”
“hai ancora il coraggio di
sostenere che Kei non ha lasciato
il monastero?”
Lo ignoro e afferro la maniglia della
massiccia porta di
legno mangiucchiato dalle tarme.
Mi fiondo nella camera fredda e
semibuia con una foga pari a
quella di una mandria di tori imbufaliti, ma...
“te l’avevo
detto, Yuri...Kei ci ha lasciati!”
Non mi metto
a
cercare disperatamente in bagno, nella doccia e nell’armadio
come il mio
istinto mi porterebbe a fare se non ci fosse Boris a trattenermi,
perché so già
il risultato delle mie ricerche: Kei ha definitivamente abbandonato la
squadra
dei DemolitionBoys.
Delle braccia forti e potenti mi
cingono le spalle e mi
obbligano a rimanere all’interno di quella gabbia dalla quale
non avrò mai più
il coraggio di uscire.
Intreccio le mani dietro la schiena
di Boris e mi lascio
andare in un pianto silenzioso, senza lacrime, perché a
versarle è il mio cuore
provato da mille peripezie causate dall’argenteo.
“resterò con te,
stanotte...se questo ti può aiutare.”
Annuisco e rimango zitto. Non mi sono
mai sentito tanto
fragile come ora. Come una scultura di cristallo in bilico tra il vuoto
e il
piano sulla quale poggiano le sue fondamenta su cui ha sempre fatto
affidamento.
Ma ora nemmeno le cose certe possono essere fonte di sicurezza e
appoggio per
una statua di così immensa fragilità.
Un bruciore doloroso alla coscia mi
costringe a
infilare una mano dentro i jeans e prendere
in mano il mio bey diventato improvvisamente incandescente.
Me lo lascio sfuggire dalla mano e
cade a terra rotolando
fin sotto alla scrivania.
“che
cos’era?” domanda incredulo Boris che indietreggia
verso la porta
“era da molto tempo che non
vedevo il mio bey comportarsi
così..”
“così
come??”
“l’ultima volta
che l’ho visto fare così è stato quando
Kei
è arrivato qui in Russia e l’ho trovato nel bosco
di fianco al monastero..”
“ciò significa
che Kei è tornato??” chiede con
un’espressione di scetticismo sul viso.
“no, vuol dire che deve
dirmi qualcosa di importante..”
“smettila, Yuri...stai delirando!”
Lo ignoro e mi avvicino a Wolborgh
che lampeggia
furiosamente sotto la scrivania, emettendo una curiosa e intensa luce
azzurra.
Mi chino di fianco al mobile e mi
faccio attento: il
bit-chip di Wolborgh sembra volermi comunicare qualcosa.
“ma che
diavolo...”
All’improvviso la sagoma
del Lupo alato esce dal bey e si
fionda con tutta la sua potenza verso di me, travolgendomi e inibendo i
miei
sensi.
La vista si fa meno a poco a poco, il
tempo necessario per
vedere due occhi smeraldini entrare nel mio campo visivo e muovere
freneticamente le labbra in parole silenziose e sconnesse.
Tutto si tinge di una luce azzurra e
mi lascio andare al
senso di piacere e torpore creatosi grazie a Wolborgh.
Riapro gli occhi alzandomi di scatto
dal letto. Ma come ci
sono finito sotto le coperte?
“Yuri! mi hai fatto
prendere un colpo! Maledizione!” sbotta
Boris affrettandosi ad abbracciarmi e darmi una pacca sulla schiena.
“io..io sono stato un
emerito stupido!”
“wow! La botta in testa
deve averti fatto bene se sei
arrivato a questa conclusione in così pochi
secondi..” mormora sarcastico
“no, Boris..dico sul
serio..”
“perché, secondo te io scherzavo?”
chiede di rimando inarcando le sopracciglia.
“il Lupo mi ha concesso una
seconda opportunità di portare a
compimento i miei doveri di capitano dei DemolitionBoys!”
Boris sbarra gli occhi in uno sguardo
di pura confusione.
“oltre ad essere diventato
più sagace sei pure uscito di
senno! Mi piace! Che droga usi?”
“non mi drogo,
idiota!”
“lo supponevo che era tutta
farina del tuo sacco questa
imbecillità acuta..”
Improvvisamente sento una nuova forza
pervadere ogni mio
osso ed ogni mio muscolo; il dolore delle ferite collezionate in anni
di
permanenza al monastero comincia ad affievolirsi diventando un semplice
e
fastidioso ricordo; sento una potenza scalpitante scaturire da Wolborgh
e ciò
mi fa capire di essere rinato per portare a termine ciò che
mi sono prefissato
tempo addietro: ottenere la mia vendetta e vivere felice il resto dei
miei
giorni insieme a Kei.
Da seduto sulla sponda del letto, mi
alzo con un balzo e
quasi finisco addosso a Boris che mi guarda con sempre maggiore
curiosità e
scetticismo.
Le mie labbra si contraggono in un
ghigno di soddisfazione
misto a rabbia nei confronti della squadra giapponese.
“quei musi gialli me la
pagheranno cara dell’affronto che
hanno osato farmi!” sibilo afferrando saldamente Wolborgh e
rigirandomelo tra
le mani.
Lo sento scalpitare di rinnovata vita
e capisco che sono
tornato il vecchio Ivanov di un tempo, quel giovane illuso con grandi
speranze
di poter uscire dal monastero con ancora un briciolo di
umanità.
Ho recuperato quella piccola parte di
compassione con le
unghie e con i
denti, con il dolore e la
sofferenza di un amore proibito che mi è stato strappato
dalle mani.
Sento di poter ritornare a guidare i
DemolitionBoys nella
loro missione: mettere la parola “fine” alle
bramosie di conquista di Vorkov e
di Hiwatari Senior.
Il ghigno e la smorfia di
compiacimento di Boris mi fanno
intendere che è fiero di me, non occorrono parole per
riferire una cosa tanto
palese come la soddisfazione del Falborgh blaider nel rivedere il
proprio
capitano tornare alla ribalta.
“non mi sembri
più quell’ameba informe che eri questa
mattina, Ivanov! che ti è successo?” mormora con
una punta di ironia
“se te lo dicessi, poi
dovrei ucciderti...” scherzo dandogli
un pugno ‘affettuoso’ sulla spalla.
“rimani comunque
più moscio del sottoscritto..” borbotta
“rimango comunque il
capitano grazie alla mia superiorità
intellettiva!” ribatto
Boris scoppia in una risata fragorosa
e si tiene la pancia
con le mani.
“che hai tanto da ridere,
Bo?”
“nulla..stavo pensando che
per qualche minuto mi sono
dimenticato di Reyka. Rivederti è un piacere immenso per me,
non credevo
ritornassi più indietro dal tuo limbo di dubbi e
sofferenza!”
“neanche io lo
pensavo..” mormoro sottotono
Huznestov mi guarda con rammarico.
“ma dovevo pur tornare a
guidare il gruppo di idioti
migliori della Russia, ti pare?” rispondo sorridendo sornione
e attraversando
di corsa la porta, seguito a ruota da Boris.
Se la mia prima emozione è
stata quella di una meravigliosa
seconda chance, il mio secondo e improvviso impulso è quello
di saltare alla
gola di un cinese di mia conoscenza.
“Rei..” ringhio
camminando a passo marziale verso il cortile.
“dove
vuoi andare?”
domanda una voce sottile e femminile, quasi un eco lontano che aleggia
tra le
mura dei corridoi.
Mi volto, ma alle mie spalle vedo
solo una folla di
ragazzini urlanti e fastidiosi che, a testa china, mi oltrepassano e
fanno di tutto
per evitare un minimo contatto con il sottoscritto e con Boris. Glielo
si legge
in faccia che hanno paura.
“che
c’è? Perché ti sei bloccato?”
chiede il ragazzo al mio
fianco
Scuoto la testa e cerco di dare una
spiegazione razionale a
ciò che ho sentito.
“mi..mi sembrava...no, non
può essere.” sorvolo sull’argomento
e continuo a camminare spedito con un solo obiettivo in mente.
“fermati!”
Di nuovo, quella voce melodiosa e
familiare riecheggia nei
corridoi. Finalmente la riconosco.
“Reyka??” chiedo,
più come speranza che come domanda vera e
propria.
“cosa hai detto??
DOVE??” sbotta Boris lasciandosi prendere
dalla foga e urtandomi violentemente con il gomito.
“mi pareva di aver sentito
la sua voce...starò dando di
matto, devo uscire da questo posto!”
“già, mi sa
anche a me, amico...” risponde accondiscendente
Boris che conclude il rapido scambio di battute con una risatina
isterica.
Non do peso alle allucinazioni
sicuramente provocate da
questo mio nuovo sbalzo di vitalità e ripercorro le strette
vie del monastero
fino a sbucare nel cortile principale: Vorkov non mi
impedirà di fare un po’ di
terrorismo tra i nostri avversari prima della finale mondiale, non mi
priverà
del piacere di mollare un cazzotto a quel cinese effeminato e mandare
così a livello
zero la voglia di combattere dei giapponesi. La vittoria facile
è sempre stato
uno degli obiettivi di Vorkov, allora perché per una volta
non obbediamo ai
suoi ordini?
“che hai intenzione di
fare, Yu?” domanda incuriosito il mio
compare
“non ti viene in mente
proprio nulla?” rispondo acido
Boris blocca la mia piccola corsa
verso la filiale della BBA
e mi costringe a guardarlo dritto negli occhi, mentre scuote affabile
la testa
in un NO che sa più di consiglio che di proibizione.
“hai messo in conto
l’idea che Kei se ne sia andato e basta?
Che abbia deciso di abbandonare definitivamente il beyblade e i piani
che ha in
serbo suo nonno per lui?” chiede con malinconia
“no.”
“hai mai pensato che Vorkov
l’abbia rinchiuso chissà dove
per indurti a pensare che ti abbia abbandonato per quei musi
gialli?” continua
insistente
“forse...forse è
come dici tu, ma se così non fosse? Se mi
avesse davvero abbandonato per quel cinese?”
“torni a pensare in modo
egoistico...la lezione che ti è
stata impartita oggi non ti è servita a niente, Ivanov? sei
così recidivo da
voler sprecare questa tua seconda opportunità che ti
è stata miracolosamente
concessa?”
Boris sembra ragionare lucidamente
nonostante la sua
perdita. Perché non posso fare altrettanto e comportarmi
normalmente per una
dannata volta?
“te ne pentirai amaramente
se scoprirai che Kei non è
tornato dai giapponesi..”
“tsk...che vuoi dire,
Huznestov? Che stai insinuando??”
ringhio scrollandomi di dosso il ragazzo.
“io ti conosco
più di chiunque altro, so cosa ti bazzica in
quella testa diabolica! Tu sei fin troppo consapevole che
c’è la possibilità
che Kei non si trovi con i giapponesi, ma pur essendo cosciente di
ciò, hai
bisogno di sfogare la tua rabbia su qualcuno! E perché non
farlo su quel
cinese? Conosco i tuoi infimi ragionamenti...sei un libro aperto,
Ivanov!”
Mi sembra di aver preso una serie di
frustate tutte in un
colpo: Boris mi conosce bene, non permetterà che io vada a
placare la mia sete
di vendetta in questo modo.
“ho capito, Bo...non ti
posso giocare a mio piacimento!”
accenno una smorfia e poi ammicco accondiscendente.
“né me,
né gli altri DemolitionBoys...su questo ci troviamo
tutti d’accordo!” il ragazzo dagli occhi smeraldini
rimane serio.
Annuisco docile. L’unica
maniera per zittire i miei dubbi è
agire per conto proprio.
Angolo
dell’autrice
Salve a tutti, belli e brutti!^^ oggi
son particolarmente
felice perché riesco finalmente ad aggiornare questa
fic...le motivazioni sono
molte, ma come vi ho già detto la più tragica
è il fattore “scuola”. Forse mi
prenderete per pazza, ma io metto lo studio davanti a tutto in questo
momento
perché devo prepararmi per bene all’esame di
maturità!ç_ç ebbene sì, ho
18 anni
e mi tocca fare l’esame per forza di cose! >.<
sono stra preoccupata ora,
figuriamoci a giugno!!X_X secondo i miei pronostici,
diventerò pazza prima di
maggio!T_T (dai, non ti manca ancora molto
allora...=.=’’ ndtutti)
Quindi, passo subito ai
ringraziamenti a cominciare da chi
ha messo la mia fic tra i preferiti!^O^
Aphrodite: Dreven
cara!!^O^
-abbraccia Erika e non la molla più- Sono contentissima
della tua recensione!
Mi ha fatto un piacere immenso! Chilometrica al punto giusto!^_- Tutti
quei
complimenti..ç_ç non me li merito da una
scrittrice così brava come te!!
Proprio no!! Grazie mille per tutto quello che mi hai detto, dal tuo
gusto
personale fino ad arrivare ai commenti oggettivi e splendidi!^^ grazie
anche di
avermi fatto presente quella notazione =.= davvero..non c’ho
mai capito molto
della differenza tra le due parole!ç_ç errore
imperdonabile che non si ripeterà
più! V.V
Detto questo, io spero di
non
deludere le tue aspettative perché mi fa un sacco piacere
sapere cosa pensi
delle mie storie/sclero!!^O^ ogni volta aspetto sempre una tua
recensione che
puntualmente arriva e non può che farmi piacere!^-^ Per
questo aggiorno
voltando le spalle ai compiti e allo studio che impegna gran parte dei
miei
pensieri!ç_ç Spero di sentire un tuo commento
anche nei prossimi pochissimo
capitoli! Un bacione grandissimo!!^-^
Lunetta Caduta nel Pozzo:
ciao
cara! Sono tornata! ^-^ so che mi vorrai estremamente male per questo
mio
ritardo, so che mi odierai a morte (lo stesso vale per EsL
ç_ç ndAutrice) ma
davvero, non hai idea di quanto sia difficile per me aggiornare con
tanti
impegni come la scuola! Riguardo alle tue richieste di far crepare Zio
Vorky,
beh..saprai se ti ho accontentata solo all’ultimo cappy!^_-
eheh! Spero che
questo capitolo dove Ivanov torna alla ribalta ti sia piaciuto! Un
bacio!!
Klarai:
ciao Kla!^o^ eh, mi sa
che la tua richiesta di aggiornare presto non sia stata esaudita a
causa di una
forza maggiore chiamata “scuola”
=.=’’ per chi non sapesse, la mia scuola
è
peggio del monastero!V_V i prof sono come dei Vorkov 2 la vendetta e i
compiti
sono una sfida ogni giorno più
tremenda!ç_ç
Bene, come hai potuto vedere qui si lascia il dubbio che
Kei sia tornato
dai giapponesi o meno!O.O e chi lo sa dove è andato a finire
quel deficiente di
Hiwatari?=.= io no di sicuro!V.V’’ <---
faccia di una che mente
spudoratamente. Spero di sentire un tuo parere anche su questo cappy e
sui
prossimi pochi capitoli che verrano!^o^ un bacione!!
Lexy90:
mmh....<.<....>.>...-si guarda in giro per
paura che le tiri
qualche agguato con qualche arma contundente- ciao lexy!^o^ eheh, il
colpo di
scena mi sa che ci sarà...anzi, più di uno...V.V
però ti premetto che li
vedremo nei prossimi cappy!^-^ per adesso ne abbiamo abbastanza con
Ivanov che
ha le visioni, Boris che fa il pazzo con i ragazzini V.V e chi ne ha,
più ne
metta... non vedo l’ora si sentire la tua!^o^ un bacio!
Ella_Sella_Lella:
-trema per la
minaccia sul rancore- ciao cara!^o^ eh, mi sa che fra poco finisce la
storia!
Già già! E con una bella sorpresina per tutti!V.V
non ti preoccupare, sarete
accontentate..in qualche modo!^_- credo che dovrai cominciare a
scrivere il tuo
libro “1000 modi per ammazzare Vladimir Vorkov”
perché non ti assicuro che
schiatterà!^.^’’ –forse sta
bluffando o forse no XD- perciò comincia già a
pensare ai modi più truculenti per metterlo a morte,
perché io continuerò a
tenerti sulle spine fino alle ultime righe della fic!^o^ un bacione!
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Capitolo 25 *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25
Le nove di sera. Orario perfetto per
poter agire
indisturbati e fare una visitina al mio amico cinese.
Nemmeno Boris si aspetterà
una mia azione a quest’ora della
sera, quando qualcuno potrebbe palesemente pensare che si sgattaiola
fuori
dalla propria camera verso le tre, a notte inoltrata.
Ho detto agli altri di voler andare a
letto presto a causa
degli allenamenti massacranti e per poter insinuare il dubbio in Boris
che mi
voglia riposare per fare una capatina fuori orario dai giapponesi.
Tutto fa
pensare che me la voglia svignare a notte fonda e nessuno
potrà mai prevedere
un’idea così malsana di uscire dal monastero ad un
orario impensabile, con
ancora tutti i guardiani in circolazione e lo sfavore della stanchezza
dalla
mia parte.
Nessuno si aspetterà di
vedermi scomparire dalle telecamere
poste in giro per i corridoi attraverso una porta inesistente, quella
stessa
porta che mi ha dato la possibilità di ricongiungermi a Kei
e salvarlo dal
congelamento e da quel destino che la foresta gli avrebbe riservato.
E anche se mi vedessero, che cosa
importerebbe a Vorkov? La
violenza psicologica nei confronti dell’avversario
è sempre stata la sua
tattica prediletta. Che cosa avrebbe da perderci? Assolutamente nulla
dal
momento che conosce la mia abilità nel non farmi pescare con
le mani nel sacco
e sa che me la filerei prima dell’arrivo degli aiuti in
soccorso ai
BladeBreakers. Nessuno saprà mai che sono stato a far visita
ai giapponesi se
non quel muso giallo di Rei.
Ormai è da
mezz’ora che ho lasciato i miei compagni di
squadra nella stanza di Serjey e
Ivan,
così mi devono sicuramente credere bello e addormentato per
non svegliarmi.
Dopotutto la sveglia è sempre all’alba, e non mi
si può biasimare se per una
sera che non ho pene da scontare, o durissimi allenamenti speciali da
fare o
amici in pericolo da salvare, me ne rimango a letto a recuperare un
paio d’ore
di sonno.
Ma non avevo fatto i conti con la
psicologia inversa di
Boris e quel suo maledettissimo acume.
Mi infilo gli scarponi da neve e la
giacca per evitare di
ammalarmi prima delle finale. Non ho voglia di sorbirmi la ramanzina da
Vorkov
nel caso in cui tornassi al monastero con un misero raffreddore che
potrebbe
sconvolgergli i piani. No, per il momento assecondo il suo gioco e
vedrò come
comportarmi di conseguenza.
Do un’occhiata fuori dalla
porta e fortunatamente nessun
gironzola per i corridoi, nessuna probabile spia che possa andare a
riferire
che me la sto svignando a Boris.
Vorkov è abituato alle mie
fughe, sa che io e lui abbiamo
bisogno l’uno dell’altro per i nostri scopi.
Viviamo in una forzata simbiosi
piuttosto difficile vista dalla mia parte. Ma, purtroppo,
quell’uomo mi serve e
io servo a lui.
Ormai ha capito che per quante volte
io tenti la fuga, per
qualche ragione torno sempre al monastero e il non aver capito per
quale motivo
io sia legato a lui lo distrugge psicologicamente, lo rode
dall’interno, si
dilania per capire quali sono i miei scopi.
Attraverso il corridoio di soppiatto,
anche se so
perfettamente di essere ripreso da innumerevoli telecamere gestite
dalla sala
comandi nel cuore dell’edificio. Quasi quasi vorrei fermarmi
e salutarle o
mandarle a fan culo, ma devo dar loro l’impressione che io
non mi accorga di
nulla.
Perdersi è
l’unico modo per poter ritrovare quella
miracolosa via di fuga e non mi è facile smarrire la strada
dal momento che ho
battuto ogni singolo corridoio di pietra in questo posto.
Finalmente la mia via
d’uscita privata si fa vedere: è
piccolina, schiva, semi-nascosta dietro una parete e attende solo che
io la
varchi e vada a riprendere ciò che è mio di
diritto.
“oh, allora è
questo il famoso passaggio che ti ha condotto fuori..”
La voce tagliente e roca di Boris è disarmante.
Non mi aspettavo un suo agguato
proprio nel momento della mia “quasi vittoriosa
fuga”.
Marca bene l’ultima parola
che pronuncia, come a significare
un mondo diverso,
estraneo al pianeta
nella quale viviamo quotidianamente rinchiusi.
“Boris, io..” la
mia innata capacità di saper mettere a
tacere la gente con una sola frase si fa meno.
“TU cosa, Yuri? cosa
credevi di fare uscendo di nascosto a
quest’ora?”
Non rispondo. La risposta
è scontata, la conosce
perfettamente anche lui e purtroppo è proprio questo che mi
frega e mi
impedisce di mentire.
“non posso credere che tu
abbia davvero pensato di farmi
fesso! Serjey e Ivan magari sì! Ma il sottoscritto
l’hai preso proprio alla
leggera! Non sono tipo da farmi fregare con
la tua stupida trovata di sgattaiolare fuori alle nove e
mezzo di sera
per far credere di essere andato a letto a riposare!” infierisce
“ok! D’accordo!
Ti ho calcolato male!” rispondo rassegnato,
abbassando lo sguardo e fissando la punta dei suoi anfibi rinforzati.
“sei uno stupido Yuri per
aver pensato che ti lasciassi
andare là fuori per cercare Kei!” sbotta adirato
Digrigno i denti. È dura
stare in silenzio ad aspettare che
un proprio compagno di squadra finisca la ramanzina, per di
più immeritata.
“almeno, non da
solo..” conclude ammiccando.
Alzo lo sguardo stupito, piantando i
miei occhi sui suoi
verde smeraldo. Sorride compiaciuto e mi fa cenno verso la porta.
“grazie, Boris..”
mormoro non sapendo che altro dire.
Discuterne è impossibile,
ormai Boris ha perso le speranze e
si rassegna al fatto che io sia deciso a riottenere ciò che
mi è stato rubato.
O nel caso contrario, a capire le spiegazioni dell’argenteo
del perché ha
abbandonato la squadra.
“muoviti, razza di
idiota...sbrighiamoci prima che Vorkov
non ci conceda più uscite fuori orario!” mi intima
il ragazzo
“andiamo alla filiale della
BBA..” decido su due piedi.
“ottimo, ma cosa credi di
fare appena saremo là?” domanda
con una smorfia malevola
“credo che per cominciare
prenderò a pugni quel cinese...poi
si vedrà!” rispondo fingendomi allegro
“il tuo piano è
divertente, ma fa schifo! Per questo ti
serve la supervisione del sottoscritto!”
“cosa???”
“sì! Io
eviterò che tu commetta cazzate troppo grandi per
non poterle riparare...”
“ah, e poi sarei io quello
che si deve contenere nel non
fare stupidaggini, vero, Boris?” ribatto offeso
Non mi ascolta, mi ignora altamente e
imbocca lo stretto
passaggio, uscendo nella foresta coperta di neve apparentemente
perenne.
Mi richiudo la porticina alle spalle
e ci incamminiamo a
passo marziale verso l’esterno del bosco di conifere
completamente buio e
terribilmente tetro se non si è abituati al genere di cose;
vivere nel
monastero ha i suoi vantaggi: non ci si stupisce di nessun film
dell’orrore,
figuriamoci addentrarci nel cuore di una foresta sconosciuta
completamente
buia.
“L’ho trovato qui
per la prima volta..” mormoro cominciando
a strascicare i passi.
Sento più vivida la
presenza dell’argenteo; forse è proprio
perché è da qui che tutto è
ricominciato.
Posso vedere il ragazzo infagottato
nel suo pastrano,
sdraiato a terra, raggomitolato su sé stesso per ripararsi
inutilmente dal
freddo e la sua pelle bluastra a causa dell’imminente
assideramento.
Ricordo il bagliore di Dranzer non
appena mi sono avvicinato
ad esso con il mio Wolborgh, quel breve attimo in cui il mio beyblade
si è riacceso
di nuova vitalità e il mio Lupo ha ululato con vigore e
gioia.
“sì, lo so..me
l’hai detto..” risponde
Boris con noncuranza
Distolgo la mia attenzione da cosa
questo posto possa
significare; bisogna andare avanti.
“Kei..”
“ti sei chiesto cosa farai se Kei è tornato nei
BladeBreakers?” domanda Boris,
stavolta con una punta di nervosismo nella voce.
Ha paura che io commetta qualche
stupidata, ma non ha capito
che in quel caso la mia vendetta sarebbe troppo violenta da contenere
anche
usando la forza.
“Yuri!” mi chiama
dandomi una gomitata
“sì, Boris...cmq
in quel caso credo proprio che mi metterò
il cuore in pace e non stresserò mai più nessuno
con le mie lamentele su Kei e
sulla BBA, contento?” cerco di sdrammatizzare
“non desideravo sentire
altro!” risponde allegro
Ricominciamo a camminare, affondando
ad ogni passo nella
neve fresca.
“Yuri!
non andartene!”
Mi blocco in mezzo alla coltre di
neve e resto in ascolto;
quella voce non è affatto di Reyka, non ha lo stesso timbro.
E allora a chi
appartiene?
“fermati!”
Il mio beyblade freme e scalpita
nella tasca dei jeans.
“Yuri? perché ti
sei piantato lì in mezzo come un ebete?”
domanda Boris stizzito
“ssh..muto!” lo
zittisco e mi affretto a tirar fuori
Wolborgh.
Il bit risplende di una luce azzurra
accecante, lampeggia e
continua con il suo silenzioso lamento.
“fermati!”
Riconosco che tutto ciò
è al di là di ogni logica, ma per
tutta la mia vita non ho visto nulla di normale. Cosa mi costa credere
nell’esistenza
di uno spirito che vive nel mio beyblade
e cerca di proteggermi ogni qualvolta gliene capiti
l’occasione?
In lontananza si può udire
l’ululato di un lupo. Sembra
triste e nostalgico, come se gli si fosse stata negata la cosa a cui
tiene di
più, ma in fondo al suo cuore sa di avere ancora qualche
speranza nel
riottenere ciò che gli spetta.
“ehi, ci sei?
Perché ti sei...”
“muoviamoci!”
blocco la domanda di Boris e ricomincio a
camminare.
Stavolta non ho la benché
minima intenzione di dar retta al
mio fedele Wolborgh e ai suoi avvertimenti.
Non ho intenzione di sospendere la
mia ricerca.
Uscire dalla foresta non è
difficile e nemmeno convivere con
il religioso silenzio che farebbe perdere la testa ad un qualsiasi
normale essere
umano; nessuno psicologicamente stabile avrebbe mai il coraggio di
oltrepassare
questa distesa di alberi e neve, sapendo di violare il territorio di
lupi e altre bestie
feroci capaci di uccidere
senza pietà pur di mettere qualcosa sotto i denti. Di questi
tempi, nemmeno gli
animali sono molto schizzinosi sul cibo che si offre loro.
Io in testa, seguito dal silenzioso
passo di Boris,
intravedo finalmente una luce
artificiale provenire da un lampione: ci ritroviamo dietro una vecchia
casa
costruita poco distante dal centro dato che riesco a scorgere un
groviglio di
strade e macchine fluire veloci verso Mosca.
“sai dove si trova la
filiale?” domanda Boris
“sì, credo sia
vicino al palazzetto dove si terranno le
finali mondiali.”
Camminiamo veloci e spediti,
ignorando la gente che ci
guarda con sospetto non appena sfoggiamo il nostro passo militare e ci
facciamo
riconoscere come “i mitici DemolitionBoys”,
campioni in carica di Russia.
Sono solo le dieci e mezzo di sera e
alcune ragazzine che
passeggiano e chiacchierano tranquille lungo il marciapiede ci additano
e
sghignazzano tra di loro, divertite e intimidite dalla nostra presenza;
una di
loro arrossisce non appena le rivolgo un’occhiata
incuriosita, ma proseguo
oltre. Non mi soffermo a pensare se quelle quattro ragazze abbiano
fatto chissà
che commenti sui nostri fondoschiena o cos’altro.
L’importante è arrivare alla
filiale e riprendere ciò che mi è stato tolto.
Finalmente, dopo venti minuti, ci
troviamo sotto l’edificio
della BBA: una modesta palazzina punteggiata di finestre illuminate
dalle luci,
con un grande logo stampato sulle porte scorrevoli davanti
all’ufficio
informazioni e la scritta “BBA” rossa posta sopra
la porta d’ingresso.
Entriamo e ci rivolgiamo direttamente
alla receptionist.
“a che piano si trova Rei
Kon, della squadra giapponese?”
La donna al di là
dell’immenso bancone pieno di scartoffie
mi guarda terrorizzata: non immaginavo di poter fare un
effetto simile. Non mi sono reso conto di
aver cambiato tono di voce, più simile ad una minaccia che
ad una cordiale
richiesta.
“Yu, sta calmo!”
mormora Boris alle mie spalle
La receptionist balbetta qualcosa di
incomprensibile che
interpreto come un “non sono tenuta a dare certe
informazioni”.
“ho chiesto: dove si trova
Rei Kon? Dov’è quel cinese?” la
mia pazienza comincia a scarseggiare.
Impugno il lanciatore a pistola: non
è vera, ma fa comunque
il suo effetto. Tutta una tecnica di Vorkov per mettere in soggezione
gli
avversari, spaventandoli con subdoli metodi e false minacce.
“io...io..”
balbetta ancora la donna al di là del bancone.
“non ti affannare troppo,
Ivanov! Lascia in pace quella
povera donna!” sbotta il cinese che spunta da una porta alla
mia destra.
“Rei, proprio te
cercavo...anzi, per la precisione sono
venuto per qualcun altro.”
“non
c’è nessun altro che ti possa interessare qui,
Ivanov...”
Pronuncia il mio nome con foga. Sa
che io ho il predominio
sul cuore di colui che entrambe vogliamo ma che solo uno
potrà possedere. Io.
“non fare il finto tonto
con me, Kon, so benissimo che avete
corrotto Kei a tornare nella squadra giapponese per avere la vittoria
assicurata!”
Boris non prende parte alla
discussione. Sa che questa
guerra non gli appartiene e si mantiene distante, pronto ad intervenire
in caso
la situazione si complichi.
“che stupidate vai dicendo,
Yuri?” domanda strabuzzando gli
occhi ambrati e mettendo su un’espressione da beota.
Il cinesino è un attore
provetto, non c’è che dire, ma di
sceneggiate come questa ne ho viste troppe nella mia vita per non
riconoscere
quando una persona mente o dice il vero. In questo caso, non so nemmeno
io come
interpretare il viso di Rei.
“tsk, senti un
po’, cinese. Non volevo essere scortese, ma
così mi obblighi ad usare le maniere forti!”
Mi avvicino a lui e lo inchiodo al
muro, prendendolo per il
bavero.
“sai, questa scena mi
è familiare, non trovi anche tu?”
domando con una punta di disprezzo.
“lasciami andare,
Ivanov!” ringhia Rei
“oh, sì..lo
farò! Ma non prima di aver sentito dalla tua
boccuccia dove si trova Kei!”
“io non so dove sia!
Pensavo fosse al monastero con voi!”
ribatte ostinato
“peccato, risposta sbagliata!” sorrido veemente e
carico il pugno destro,
scagliandomi contro il nemico.
Lo prendo in pieno viso, vicino alla
bocca. Il labbro gli
sanguina vistosamente, ma poco importa. Per non darmi soddisfazione, il
cinese
non emette gemiti di dolore e continua a guardarmi con quei suoi occhi
ambrati
e pieni, trionfanti.
“sai, non ti facevo
così debole. Mi aspettavo qualcosa di
più forte dal capitano della grande squadra
russa!” risponde sputando un grumo
di sangue a terra, non prima di essersi liberato della mia presa.
Infilo Wolborgh nel lanciatore e
faccio fuoco dritto contro
il ragazzo dai lunghi capelli corvini che si scansa con prontezza e
lancia in
gioco il suo Driger.
“WOLBORGH!
DISTRUGGILO!” ordino, accecato dalla rabbia e dal
furore.
“Driger! Fermalo! Artiglio
Gatlyn!” risponde all’attacco.
I due bey si scontrano con violenza,
mandando all’aria
centinai di scartoffie appoggiate sopra il bancone della reception,
mentre la
giovane donna si rifugia sotto di esso e grida a perdifiato, isterica e
impaurita.
“ora basta Yuri! Smettila!
Non risolverai nulla così!”
sbotta Boris alle mie spalle.
Il ragazzo deve aver valutato
rapidamente la situazione: se
c’avessero beccati a scontrarci a bey nel bel mezzo della
sera, di sicuro la
commissione della quale fa parte anche il presidente Daitenji avrebbe
squalificato la squadra della Neo Borg. Ma ciò che
terrorizzava Boris non era
la squalifica dal torneo, era piuttosto la reazione di Vorkov a tale
evenienza.
“FALBORG!
BLOCCALI!” urla additando i due bey, ormai nel bel
mezzo di un duello a tutti gli effetti.
Non mi importa più che Rei
sia o meno mio rivale in questo
sport, ma non sopporto l’idea che possa essere in
competizione per il cuore di
Kei.
“qui qualcuno ha paura di
un po’ di sana concorrenza, non
trovi, Ivanov?” domanda beffardo Rei, rispondendo ad un
ennesimo attacco di
Wolborgh che ormai ha distrutto l’intero ufficio della
reception.
“mi preoccupo solo che tu
non ne venga fuori troppo deluso
quando Kei deciderà di rimanere nella squadra russa con noi,
abbandonando per
la seconda volta il vostro team di falliti!” sbotto,
sorridendo compiaciuto al
cinese che ora digrigna i denti in un ringhio soffocato.
Sembra una belva inferocita.
Uno splendido esemplare di Tigre
Bianca si mostra ai nostri
occhi prendendo posto di fianco al Lupo della Steppa che appare fiero
ed
orgoglioso come sempre. Purtroppo, a discapito delle apparenze, so cosa
sta
provando in questo momento il mio bit power: ira, rancore, nostalgia e
tristezza.
Driger e Wolborg prendono la rincorsa
per poter sferrare un
altro attacco contemporaneo, una specie di estenuante giostra medievale
dove
vince chi rimane illeso dalla stoccata dell’avversario.
“Wolborg! A te!”
“Driger!
Finiscilo!”
“ORA BASTA!” il
grido disperato di Boris ci zittisce, mentre
il suo Falborg si intromette nel nostro duello e si para precisamente
in mezzo
alla traiettoria dei due bey grigi-argentei.
Contro ogni aspettativa, il bey verde
acqua incassa il
doppio attacco bloccando gli avversari ed evitando un disastro che si
sarebbe
sicuramente compiuto se non fosse intervenuto in tempo.
“Faborgh! ORA!”
Con un rapidissimo attacco, il bey
del mio alleato scatta e
rispedisce Driger e Wolborgh nelle mani di Rei e nelle mie,
costringendoci a
guardarlo intimoriti da tale potenza.
Boris, a causa dello sforzo compiuto
per aver sopportato la
forza devastante delle due trottoline argentate, si aggrappa al mio
braccio e
fa leva su di esso per reggersi in piedi: non dev’essere
stato facile
rispondere con così tanta lucidità e pacatezza ad
una situazione del genere.
Per questo ammiro Boris oltre ogni limite.
“tu!” sbotta
Boris additando Rei “..vedi che non venga a
sapere che c’hai nascosto qualcosa riguardo a Kei, altrimenti
le prendi dal
sottoscritto!”
Il cinese si fa serio e attento.
Forse sta intuendo come sta
davvero la situazione con Kei.
“ e tu,
capitano!” continua il platinato, puntandomi il suo
sguardo diabolico dritto negli occhi “..prova
un’altra volta a fare uno scherzo
simile, che ti rinchiudo in camera, butto la chiave e verrò
a tirarti fuori da
quel buco solo a fine mondiali! Facciamo i conti quando torniamo, ora
dobbiamo
andare!”
Boris mi afferra per la felpa e mi
trascina fuori dall’edificio,
non lasciandomi l’occasione di poter avere maggiori
informazioni su Kei.
“muoviamoci prima che diano
l’allarme e ci trovino qui a
scazzottare con un membro della squadra giapponese!” si
intestardisce Boris.
Ha ragione, bisogna andarsene prima
che arrivino autorità e
blaider al seguito. Ma di una cosa sono quasi certo: Rei non
aprirà bocca e si
inventerà qualcosa da rifilare al presidente per metterlo a
tacere. Lui vuole
regolare i conti in sospeso lasciando parlare i bey, e così
sarà.
“Ivanov,
aspetta!”
Mi blocco in mezzo alla strada.
E’ buio pesto e solo la
luce dei lampioni mi mostrano
l’esatta posizione di Rei che, ancora frastornato, fa qualche
passo verso
l’esterno dell’edificio e cerca di raggiungerci, ma
decide di non oltrepassare
quell’invisibile linea che ci separa.
“Kei è
scomparso, non è così? Pensavi fosse tornato con
noi,
vero?”
Annuisco. Non ho voglia di parlare.
“spero lo ritroviate
presto. Ho paura che gli sia accaduto
qualcosa di brutto. E, per la cronaca, non dirò nulla al
presidente Daitenji di
ciò che è successo, voglio un incontro regolare
con la vostra squadra, siamo
intesi? Perciò cerca di rimetterti in sesto,
perché alle finali te la vedrai
con il sottoscritto!” così dicendo, si riavvia
verso la sede russa della BBA.
“Hiwatari non è
tornato a militare tra le file dei
BladeBreakers. Questo mi lascia perplesso, ero sicuro che le cose
fossero
così.” sussurra Boris, continuando a trascinarmi
verso il monastero.
Non riesco a parlare.
Mi sento rallegrato da una parte e sconvolto
dall’altra.
Kei non è tornato nella
squadra giapponese e non si trova
nemmeno al monastero. E allora che fine ha fatto?
Kei, ti verrò a
riprendere. È una promessa.
Angolo
dell’autrice
L’avevo detto che entro
fine settimana aggiornavo pure questa
fic!^O^ Ora non mi dilungo in chiacchiere, le scuse per la questione
del
ritardo le sapete già!V.V scuola, ragazzo, amici, scuola,
esami in arrivo,
studio, danza...>.< non ne posso più! Voglio
avere più tempo per le mie
fic!ç.ç
Comunque passo subito ai
ringraziamenti!^O^
Lexy90: come sempre tu non
mi
abbandoni mai!>.< sono proprio contenta!! Come vedi il
“pugnetto piccino
piccino” in questo capitolo c’è
stato!^_- me lo riservavo proprio per Rei che,
come avrai notato da questa fic, non mi sta proprio
simpatico!^.^’’ insomma..se
anche soffre un pochino non c’è nulla di male!V.V
no?? Ora manderanno sul
programma “chi l’ha visto?” il povero
Kei!ç.ç dove è andato a finire?? Boh!!
>.< aspetto un tuo parere! Un bacione!!^_-
Aphrodite:
Dreven cara!>o<
-abbraccia e strizza- bene!V.V come ti avevo già detto in
mail, il cappy è
pronto e consegnato quasi a mezzanotte!>.<
madò! Sono una pirla!V.V non
c’è che dire..bene bene! Sono contentissima che ti
sia piaciuto il cappy
prima!ç.ç detto da te
è...è...>.< non so che dire!!
Grazie! ^-^ Però...mi
dispiace aver dovuto far del male al caro
micino!^.^’’ mi perdonerai, vero? Era
da copione!! Guarda qui!!V.V io non mi invento nulla!V.V
–sventola copione
davanti ad Erika- quindi..dove ero rimasta? Ah sì! Il mio
caro Ivanov pazzo è
arrivato allo sclero totale, ed ora si darà una calmata e,
come vedrai, tornerà
il vecchio Ivanov si sempre!^o^ Spero
di
sentire presto anche la tua opinione nonostante tu sia straimpegnata
con gli
studi dell’università!>.< un bacione
grande grande!^o^
Kaifan91:
ciao!^-^ eh...mi sa
che il tuo desiderio di aggiornare presto si è
volatilizzato!ç.ç davvero, mi
dispiace così tanto non poter essere
puntuale!>.< e per giunta il caro
Kei si è scoperto non essere tornato nella squadra
giapponese!O_O che fine ha
fatto Hiwatari? Riuscirà Yuri a reggere la situazione e fare
il bravo ragazzo??
V.V lo scopriremo solo alla prossima puntata!^o^ un bacione!! E grazie
per i
complimenti!^o^ mi fanno molto piacere!
Ella_Sella_Lella: e tu
sei
pronta per una risposta poco decente??^_- scherzo cara! Comunque,
tornando a
noi! Mi sa che ti sei sbagliata sul fatto che Kei sia tornato dai
giapponesi!V.V come vedi, il baldo Yuri insieme al suo prode Boris ne
hanno
accertato la sua assenza. E dove sarà andato a finire Kei??
O_O che fine avrà
fatto la cara Reyka?? O_O lo scopriremo solo vivendo!^o^ Al prossimo
capitolo!^_- attendo tue notizie! Un bacione!!
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Capitolo 26 *** Capitolo 26 ***
Capitolo 26
Si spera di riuscire ad aggiornare in
tempo, stavolta!V.V mi
sono presa bene con tutto e ho deciso di prendermi avanti con gli
aggiornamenti
per dedicarmi ad altre cosucce di mio grande interesse!*-*
Bene...siamo arrivati al momento
cruciale della storia!^o^
Stanno per iniziare i mondiali
di
beyblade! Bene bene!!*-* (bene bene!*-* è il penultimo
capitolo!
ndDemBoy)...non cantate vittoria troppo presto!V.V** sono ancora in
tempo per
improvvisare un omicidio di massa! Perciò zitti, e lasciate
leggere queste
povere anime che sono venute a rendere omaggio a questa obbrobriosa
fic!V.V
quindi.. buona lettura a tutti!^o^
Scendiamo dall’autobus in
rigoroso silenzio. Né Ivan né
Serjey sono venuti a conoscenza di ciò che è
successo alla filiale della BBA e,
come aveva promesso Rei, nessun altro ha saputo della nostra visita. Il
cinese
deve essersi inventato una scusa più che convincente per non
destare sospetti
al presidente o a chiunque altro membro della commissione.
Vorkov sa perfettamente
ciò che è successo, ma ha evitato di
parlarne apertamente con me e Boris minacciandoci di violenze atroci
dal
momento che oggi, il primo giorno dei mondiali di beyblade, un nostro
infortunio gli costerebbe la vittoria.
Per me e Boris questa punizione non
scontata sa molto di
vittoria personale: non capita tutti i giorni di vedere il volere di
Vorkov
piegato alle pericolose conseguenze di un suo capriccio.
Come avrebbe spiegato al pubblico un
eventuale occhio nero o
qualche contusione appariscente?
Il caro monaco non avrebbe mai
potuto, e dico MAI,
permettersi di picchiare i propri allievi dal momento che la sua
immagine rispecchia
proprio quella di un uomo di chiesa.
No, non c’avrebbe puniti
per la nostra scappatella fuori
orario. Almeno, non ora.
Gli serviamo interi, possibilmente in
forze per i nostri
match. Cosa che non si può assolutamente dire per Boris che
risente ancora
della punizione scontata settimane prima, e se gli allenamenti contro
Serjey
gli sono costati energie preziose, uno scontro diretto con
l’avversario della
squadra giapponese gli assicurerà la sconfitta.
Boris, consapevole del suo handicap,
finge che tutto vada
per il meglio e solo il pensiero di stringere tra le sue braccia Reyka
lo fa
andare avanti. Sa di avere poche speranze di vittoria e teme
l’ira di Vorkov
quando perderà il suo incontro. Vederlo rassegnato non
è un buon segno.
Ci chiudiamo nello spogliatoio,
inseguiti da giornalisti di
fama internazionale, intervistatori di programmi sportivi famosi e un
bel
gruppetto di fans accanite sfuggite a quelli della security che
continuano a
scusarsi ripetutamente con Vorkov per un errore così
madornale.
Vorkov, come di consueto prima di un
incontro importante,
entra nello spogliatoio e cammina a passo marziale davanti a noi,
piazzati in
un’ordinata fila.
“Spero di essere stato
chiaro in queste ultime riunioni.
Voglio una vittoria netta, schiacciante! Usate tutto ciò che
è in vostro potere
per vincere i rispettivi incontri, ma cercate di fare attenzione a non
essere
colti in fallo!”
Sembra più un discorso di
incoraggiamento che una minaccia
per obbligarci a vincere.
“Se non riuscirete ad
ottenere la vittoria, beh.. In tal
caso non occorre che mi esprima. Sappiate solo che non avrete
ciò per cui state
lottando con tanto ardore...”
Ecco appunto. È proprio
questo che rende infallibili i
discorsi del vecchio pazzo.
Si crea un varco tra me e Boris,
spingendoci con forza verso
il muro, per oltrepassarci e afferrare la maniglia.
Nel mentre in cui sta spingendo la
porta per uscire, si
blocca di colpo e si gira verso di noi per l’ultima volta,
sogghignando
compiaciuto. Nessuno capisce il motivo di tale gioia.
“Volevo solo informarvi che
coloro per i quali state
combattendo, sono molto più vicini di quanto
pensiate.”
Ora capisco perché si sta
divertendo tanto a tenere in pugno
le nostre vite, le stritola e le modella a suo piacimento come fossero
plastilina.
Vorkov esce dallo spogliatoio
sbattendo violentemente la
porta che giurerei aver visto scardinarsi.
Boris dà voce ai miei
pensieri.
“Sta mentendo.”
“E’ palese che
lui menta...Non sa fare altro!” sbotta Ivan
adirato
“Ci vuole reattivi e
vittoriosi. Lui sta cercando di farci
credere che non appena vinceremo questo dannatissimo incontro, noi
potremo
riabbracciare Kei e Reyka! E’ uno dei suoi soliti giochini
subdoli e
schifosi..” rifletto ad alta voce.
Serjey è troppo
silenzioso. In un'altra situazione avrebbe già
espresso la sua opinione, ma ora sembra in uno stato di coma profondo.
“A che pensi,
Ser?” domanda Ivan che deve aver intuito il
mio pensiero
“E se Vorkov avesse
ragione? Se stesse solo cercando di
farci credere di mentire...del resto, è la conclusione che
traiamo sempre! Come
mai questa volta dovrebbe essere diverso?” mormora puntandomi
addosso i suoi
occhi plumbei.
“Spiegati meglio,
Ser...” lo esorto a continuare il suo
discorso piuttosto contorto.
Serjey si schiarisce la voce come
fosse ad una conferenza
stampa molto importante: Boris ridacchia silenziosamente al mio fianco
e si
ammutolisce non appena il colosso biondo gli rivolge
un’occhiataccia poco
amichevole.
“Sto dicendo che secondo me
Vorkov ha detto il vero. Kei e
Reyka sono nascosti molto più vicino di quel che si pensa.
Del resto, come
potrebbe fare altrimenti? Come potrebbe tenere sottocontrollo due
ribelli come
te, Yurij, e come Boris?”
“continua..” lo
incita stavolta il Falborgh blaider, molto
attento alla discussione.
“Vorkov deve tenervi
sottocontrollo! E qual è l’unico modo
per farlo? Minacciarvi di torturare Kei e Reyka! Ma dal momento che voi
date
per scontato il fatto che lui menta, che li abbia trasferiti...non
potrebbe
usarli come “esca” per tenere a bada i vostri
famigerati caratterini..”
“Vuoi dire che deve per
forza averli sotto mano nel caso in
cui noi ci fossimo ribellati prima del campionato mondiale!
Mostrandoceli,
magari, saremmo tornati nei ranghi per portare
a termine il nostro compito. Ma senza
di loro, noi siamo liberi di fare ciò che
vogliamo!”
“Esatto! Ciò significa che per attuare il suo
piano, Kei e Reyka gli servono
vivi. Almeno, fino al termine del torneo mondiale!” conclude
Serjey soddisfatto
“Questo implica il fatto
che quei due sono chiusi chissà
dove nel monastero!” mormora Boris riprendendo le speranze di
poter
riabbracciare la sua ragazza. Speranze che, a malincuore ammette, stava
per
abbandonare definitivamente.
“D’accordo, qui
urge un piano per poter salvare Kei e Reyka
e mettere fine a questo incontro!” interviene Ivan.
Stiamo in silenzio per qualche
istante. Non abbiamo il
coraggio di dire quello che ci passa per la mente.
Odio il pensiero che mi balena per il
cervello: non posso
sopportare di dover tornare laggiù. Riesco già a
sentire l’odore di sangue
rappreso e di aria stantia che impregna tutte le segrete.
“Da quanto tempo non
andiamo a fare una capatina nei
sotterranei?” domando a Boris, sforzandomi di apparire freddo
e cinico.
La mia maschera indifferente si
mostra efficace: nessuno
capisce che ho davvero il terrore di tornare nelle prigioni sotterranee
del
monastero.
“Troppo tempo...Quel
bastardo di un monaco sentirà la nostra
mancanza!”
“E noi non vogliamo che la
sua frusta si rammollisca, vero
Bo?” chiedo ghignando con disprezzo
“Assolutamente,
Yu.”
“Cosa avete intenzione di
fare, voi due?” domanda
incuriosito Ivan
Io e Boris ci guardiamo e ci
rivolgiamo uno sguardo
d’intesa. Solo noi sappiamo intenderci senza nemmeno esserci
parlati prima,
nemmeno con Kei ho un’affinità tale.
Del resto, Boris è il
fratello che non ho mai avuto, nonostante
sia anche stato per alcuni anni il mio compagno di nottate. Il rispetto
che ci
portiamo reciprocamente supera il rapporto che ho instaurato con
chiunque
altro. Kei compreso.
“Il primo incontro
sarà disputato da Serjey e Max, questo lo
sappiamo tutti.” comincio a spiegare, riordinando le idee.
“Nel secondo match mi
scontrerò con Rei, e questo offrirà
l’opportunità a Yuri di potersela svignare da qui
e andare dritto dritto al
monastero per cercare Reyka e Kei.” continua Boris sorridente
“Vuoi dire che cercherai di
prendere tempo per Yuri, non è
così?”
“Giusto, Ser..è
l’unico modo che abbiamo per poter cercare
indisturbati i nostri compagni!” concludo abbassando lo
sguardo.
“Tsè! Non credo
che questo piano potrà funzionare..fa acqua
da tutte le parti! Come hai azzardato l’idea di poter
introdurti da solo nel
monastero senza un aiuto? Di sicuro non sai che Vorkov non si fida di
noi tanto
da lasciare l’edificio incustodito...” rimbrotta
Ivan incrociando le braccia al
petto.
Guardo ansioso l’orologio.
Le dieci e mezzo. Manca solo
un’ora all’inizio del primo incontro e dobbiamo
ancora mettere in piedi una
strategia per fuggire da qui senza essere notati da Vorkov.
“Illustraci le tue idee,
saputello che non sei altro!”
ringhia Boris dando una manata ad Ivan per intimidirlo.
Il piccoletto non si lascia
spaventare da una piccola
minaccia del Falborgh blaider e, per dispetto nei suoi confronti, se la
prende
con più calma del previsto, stiracchiandosi e sbadigliando
vistosamente.
“Vuoi smetterla di fare il
cretino e sbrigarti a parlare?”
sbotta Boris che capisce al volo le intenzioni di Ivan; è
abituato ai capricci
del piccoletto, ma questo non gli dà il diritto di scherzare
in un momento
simile.
“Boris, non spetta a te
prendere tempo per Yuri..” mormora
Ivan pensieroso.
“E perché no, di
grazia?” risponde il Falborgh blaider con
tono scettico
“Mettiamo caso che sia
proprio tu, Boris, il primo a
scendere in campo. Che tu perda o vinca non ha importanza, ma saresti
di
maggior aiuto a Yuri nella ricerca di Kei e Reyka al monastero.
Sarà Serjey a
disputare il secondo incontro, dando tempo a voi due di muovervi
indisturbati.
Se contate anche il fatto che di mezzo c’è la
pausa pranzo, avrete ancora più tempo
a vostra disposizione per poter agire!” spiega brevemente.
Il suo ragionamento non fa una piega:
Boris è molto più
utile se si unisce a me nelle ricerche dei nostri due compagni
dispersi.
“E bravo Ivan!”
commenta divertito Serjey.
“Sì, ora
dobbiamo solo dire a Vorkov del nostro cambio di
giocatore. Come glielo spieghiamo?” domando, aspettandomi un
punto debole nel
piano di Ivan.
“Ma mi avete preso per uno
sprovveduto o cosa? Io faccio le
cose fatte bene!” ribatte stizzito il piccoletto
“Smettila, Ivan! Non
abbiamo tempo da perdere!” lo
rimprovero.
“Diciamo semplicemente a
Vorkov che Boris, a causa delle
ferite non ancora rimarginate dell’ultima punizione, dovrebbe
disputare il
primo incontro per essere sicuro della vittoria e poter poi
riposare.” conclude
compiaciuto
“Beh, se si mette in gioco
la probabilità di una sconfitta
allora è molto più facile convincere quel vecchio
bastardo!”
Annuiamo decisi e prendiamo i nostri
beyblade dalle borse
negli armadietti e ci dirigiamo verso le tribune, dove sfoggiano due
posti d’onore
riservati a Daitenji e Vorkov. Quello schifoso monaco vuole fare le
cose con
classe.
Improvvisamente, una mano si chiude
intorno al mio polso e
mi impedisce di proseguire lungo il corridoio. È Boris, ha
l’aria piuttosto
agitata ed ansiosa, come se nascondesse qualcosa.
Il ragazzo dagli occhi smeraldini
appoggia l’indice sulle
labbra per farmi
capire di stare zitto e
mi rivolge un’occhiata preoccupata.
Apre cauto il suo marsupio e ne
estrae una pistola. Vera.
Non un lanciatore dalla forma poco convenzionale, ma un’arma
vera e propria in
grado di uccidere una persona.
Sbarro gli occhi allucinato e
deglutisco sonoramente.
“Ma dove..”
“Sssh! Zitto! Non deve
interessarti dove le ho
procurate..pensa soltanto a difenderti in caso dovessero essere
necessarie!” sussurra
appoggiandomi la mano sopra la bocca.
Rigiro l’arma tra le mani:
è nera, lucente, pulita e
abbastanza leggera. Deve essere un’automatica di qualche
tipo. Non conosco il
calibro dei proiettili, ma capisco che non è un giocattolino
da poco.
“Yuri, qualunque cosa
succeda, voglio che tu sappia che sei
davvero importante per me.”
“Boris! Da quando ti dai alle scene melense e
melodrammatiche?” domando
ghignando poco convinto.
“Da quando non sono
più sicuro di uscirne vivo da questa
faccenda!”
“Sei sempre il solito
esagerato!” rispondo a tono.
“Sarà, ma nel
caso in cui non dovessimo fare ritorno, questo
è l’ultimo momento di quiete prima che scoppi il
finimondo!”
Il ragazzo dal fisico prorompente si
avvicina a me
lentamente, quasi a scandire i secondi con i suoi passi pesanti.
Non mi muovo. Non ne ho la forza. So
cosa sta per accadere,
e forse è
ciò che voglio anche io, ma
sento che me ne pentirò amaramente.
Boris allunga la mano verso il mio
viso, sfiorandomi la
guancia e
sorridendo triste.
Mi accarezza i lineamenti delle gote
e poi delinea con un
dito la mia bocca, rosea e carnosa.
In pochi attimi le sue labbra si
adagiano sopra le mie,
delicatamente, dolcemente, come fosse la prima volta. Il calore di esse
è un
toccasana per tutte le mie preoccupazione che, per qualche brevissimo
istante,
riesco a dimenticare e perdo di vista il mio obiettivo.
Queste labbra che ho posseduto in
passato sono di nuovo mie.
Mie soltanto! Sono le uniche che sanno sanare le ferite del tempo, che
sanno
curare il mio cuore spezzato.
Mi aggrappo alla sua vita, gli cingo
i fianchi con entrambe
le braccia per non lasciarlo fuggire. Non posso permettere di perdere
un’altra
persona importante.
Sento il respiro farsi meno e mi
distacco da Boris che
ansima piano.
Lo guardo e gli sorrido, capendo la
paura del ragazzo di
perdere qualcuno a cui la propria vita è legata. Comprendo
le ragioni che
l’hanno spinto a questo gesto azzardato e poco carino nei
confronti di Kei e di
Reyka, ma in cuor mio so di aver voluto la stessa cosa.
“Su, muoviti. Andiamo a
cercare gli altri.” mormora
sottovoce, mentre il viso pallido di Boris si tinge di una tenera
sfumatura
rosa.
Per nostra fortuna i giornalisti
sportivi sono tutti
ammassati nell’atrio del palazzetto, bloccati da
un’invalicabile barriera umana
di bodyguard.
Scattano foto, cercano di carpire
notizie in esclusiva
sull’incontro tra i campioni russi e i giapponesi: chiedono
notizie della
metodologia degli incontri, le possibili sfide in programma, i
pronostici degli
allenatori...vogliono sapere tutto!
Poveri illusi.
Non sanno che tutto ciò
che sta per succedere qui dentro è
già stato programmato nei minimi dettagli dalla mente malata
e perversa di
Vorkov e di Hiwatari Senior.
Seguo Boris che cammina imperterrito
davanti a me, un passo
dietro l’altro, come nella foresta la sera prima.
Ci affrettiamo per non essere
sommersi di domande
sconvenienti e imbarazzanti per un blaider, richieste che solo in una
rivista
per adolescenti osano fare.
Cosa frega loro sapere se sono
fidanzato o meno? E per
giunta domandano se ho una relazione con Reyka!
Mi fermo in
mezzo al
corridoio, fissando quella marea di persone con macchine fotografiche e
videocamere accalcate dietro le vetrate della hole, mentre i pochi
eletti
riusciti ad arrivare primi all’apertura delle porte al
pubblico si contendono
le notizie in esclusiva sulla base di affermazioni mai rilasciate dai
blaider.
Eppure sarebbe tutto così
semplice. Ci sono una quarantina
di giornalisti ammassati nell’atrio del palazzetto e
basterebbe gridare qualcosa
del tipo “Vorkov è un malato di potere! Dentro al
monastero tortura i ragazzi e
li uccide di botte!” per
sbatterlo in
prigione in men che non si dica.
Una nostra dichiarazione pubblica
contro Vorkov ed Hiwatari,
una breve ispezione dentro l’edificio e in pochi giorni
–se non addirittura in
poche ore-, i nostri aguzzini prenoterebbero un biglietto di sola
andata per il
carcere di massima sicurezza per criminali incalliti.
Bastano poche parole e questa tortura
può finire.
Ma non lo faccio. Per qualche strano
motivo il mio destino è
legato a Vorkov e la sua fine è connessa alla mia da un
sottile filo rosso che
si spezzerà non appena avrò la mia vendetta.
Sì, perché soltanto con essa potrò
dire di aver saldato i conti in sospeso con quel farabutto.
“e
Vorkov mi ha
portato via la famiglia e la vita stessa...ma aspetto il giorno in cui
crescerò, rafforzerò i miei ideali, se mai ne
avrò ancora, e mi vendicherò...” mi
promisi un giorno, dodici anni prima di questo momento.
Devo mantenere la parola data a me
stesso per
salvaguardare il mio onore e il mio
orgoglio.
Nemmeno Boris si azzarda a rispondere
alle domande postegli
dagli intervistatori, camminando a testa china verso il cuore del
palazzetto
dello sport, deciso a disputare il suo incontro il più
rapidamente possibile
per poter dedicarsi alla ricerca di Reyka.
Sono le undici e mezzo.
In
perfetto orario,
ci sediamo sulla nostra
panchina e
attendiamo l’immancabile Dj-Man.
“Vorkov poteva
risparmiarselo..” mormora Ivan con disprezzo
“Almeno fa
ridere!” ribatte divertito Boris che riprende il
suo solito ghigno malefico.
“A proposito, mentre voi
due eravate a passeggiare, Ivan ed
io ci siamo presi la briga di domandare a Vorkov quel maledetto
cambio.”
interviene Serjey
“Non pensiate sia stato
facile convincerlo...La questione è
alquanto sospetta per lui, ma se ne va della vittoria
dell’incontro il cambio è
fattibile.” completa il discorso Ivan.
Annuisco soddisfatto di vedere che il
piano sta andando per
il verso giusto. Ora è tutto nelle mani di Boris, e questo
rende nervoso il
ragazzo in questione tanto quanto il sottoscritto.
I BladeBreakers si schierano
silenziosi davanti a noi,
sedendosi composti sulla loro panchina.
Improvvisamente ho la spiacevole
sensazione di essere
osservato.
Sento l’inconfondibile
brivido che raramente mi sale lungo
la schiena e mi impedisce di respirare: pochi hanno avuto il coraggio
di
sfidare il mio sguardo, ma questa volta è diverso.
Rei mi rivolge un’occhiata
che mi fa raggelare il sangue.
Non ho mai provato timore nei confronti dei miei avversari, ma so che
quel
cinese può essere pericoloso in ogni senso del termine;
è l’unico per cui abbia
un minimo di stima per il suo carattere razionale e deciso,
completamente
diverso dagli altri tre rammolliti.
Boris attira la mia attenzione con
una gomitata e finalmente
mi deconcentro da quegli occhi ambrati; il ragazzo al mio fianco indica
impercettibilmente le tribune di fronte a noi, più
precisamente noto che le due
poltrone sfavillanti sono state occupate da Vorkov
e da Hiwatari Senior.
“Pensavo fosse per il
presidente Daitenji!” mormora
incuriosito Serjey.
“Si vede che Vorkov ama
dimostrare la sua superiorità con
ogni mezzo a disposizione..è un megalomane!”
rispondo rassegnato.
Dopo le dovute presentazioni, Dj-Man
passa la parola a
Vorkov che si alza diligentemente in piedi, sorridente e compiaciuto
come non
mai.
D’istinto,
c’alziamo in piedi tutti e quattro insieme,
mettendoci sull’attenti come un branco di idioti alla
mercé di quell’uomo
spregevole.
“Sono onorato che
così tanti giovani siano accorsi per
vedere il torneo mondiale che quest’anno ha luogo nella mia
amata terra: la
Russia.
Colgo l’occasione per
ringraziare tutti coloro che hanno
sostenuto i miei ragazzi e hanno creduto in loro fino alla fine,
portandoli
alla vittoria un match dopo l’altro, perché solo
grazie alla forza del pubblico
e all’amore dei fans siamo potuti arrivare così in
alto, in vetta alle
classifiche.
Concludo dando il benvenuto ai
talenti giapponesi, i
BladeBreakers, che si sono guadagnati un posto nella finale
mondiale.”
Un applauso fragoroso interrompe il
subdolo discorso di
Vorkov, il quale sorride al pubblico rivolgendo sinceri commiati di
ringraziamento.
Nessuno sospetta niente e noi siamo
gli unici a conoscere
l’atroce verità riguardante Vorkov.
La tentazione di urlare mi sale alla
gola per la seconda
volta nell’arco della mattinata.
“Perciò, non
aspettiamo oltre e diamo inizio alla sfida!”
esclama, nuovamente acclamato dalla gente.
“Schifoso
bastardo!” sibila Boris prendendo in mano Falborgh
e inchiodandolo al lanciatore.
Non posso impedire di dirgli
ciò che pensa e mi limito a
rivolgergli un’occhiata di rimprovero per cercare di fargli
capire di non
esagerare.
“E ALLORA CHE STIAMO
ASPETTANDO?? DIAMO INIZIO ALLA SFIDA!”
urla l’uomo sulla piattaforma con in mano un microfono
piuttosto appariscente.
Le luci si abbassano e gli immensi
schermi al plasma posti
sui lati del palazzetto si illuminano, facendo comparire una griglia
con tutti
i visi dei blaider partecipanti.
“Quel monaco da strapazzo!
Fa finta che tutto sia dato dalla
fortuna! Come fa a starsene tranquillo a chiacchierare con il suo
compare?”
domando ad alta voce.
“Semplicemente se ne frega,
Yuri...ormai il gioco sporco è
in mano nostra!Tocca a noi darci da fare per tenere alto il nome di
Vladimir
Vorkov!” sussurra il ragazzo dagli occhi smeraldini con fare
teatrale.
Aspettiamo in silenzio che i due
quadrati evidenzino i volti
di Boris e Rei.
Un boato di assenso parte dal
pubblico per poi raggiungere
il culmine della potenza non appena i due blaider si alzano in piedi
per
raggiungere la postazione di gioco.
Si guardano in cagnesco, ma Boris non
ha nulla da spartire
con Rei: sono io quello che dovrebbe stare in piedi di fronte al
cinese, e
questo il ragazzo dagli occhi ambrati lo sa bene.
Vedo una smorfia di amarezza sul viso
candido di Rei che poi
si contrae in un ghigno di scherno.
I due sono in piedi uno di fronte
all’altro.
All’invito di Dj-Man di
stringersi la mano in segno di
lealtà, Boris si ritrae e gli rivolge un sorrisetto pieno di
disprezzo il quale
lascia senza fiato il telecronista, sospeso a mezz’aria
grazie alla
piattaforma.
Rei non si scompone e rimane
impassibile, con un sorriso di
sfida sulle labbra; forse non sa che sta per disputare
l’incontro di beyblade
più memorabile e micidiale della sua vita, non si rende
conto delle
potenzialità di Boris e dell’innato talento di
quest’ultimo di saper sfruttare
al meglio i punti deboli dell’avversario.
Rei non sa di avere di fronte a
sé una macchina di morte
pronta a dare la vita pur di salvare Reyka.
Il mio cuore diminuisce i battiti,
rallentando, ma diventando
sempre più forte, più rumoroso.
E finalmente, dopo lunghi secondi di
attesa e di angoscia,
l’incontro tra i due comincia.
Buona fortuna, amico mio.
Angolo
dell’autrice
Allora,
che dire?? Vi è piaciuto questo capitolo?? ^_- devo dire che
mi sono proprio
divertita a scriverlo..ho tentato di mettere in risalto i sentimenti di
Boris e
Yuri, soprattutto quel piccolo bacio che io interpreto come una specie
di
“addio”. Dopotutto, anche Boris ha paura di non
uscire vivo da questa
situazione e coglie il momento opportuno per far capire a Yuri quanto
tiene a
lui!V.V Il bacio è un po’ azzardato come gesto, ma
del resto...io non me lo
vedo proprio Boris a fare discorsi melensi sul fatto che Yuri
è stato il suo
primo amore eccetera =.=’’ o no?? Quindi il bacio
mi è sembrato più un atto
tipico di Boris...più diretto, se così vogliamo
dire!V.V Non preoccupatevi,
Boris è innamorato follemente della bella Reyka!^_-
Quindi..passiamo
ai ringraziamenti!^O^ E avviso che questo è stato il
penultimo capitolo!^o^
Perciò ne approfitto
subito per ringraziare chi ha seguito
questa mia fic!^o^ chi l’ha commentata saltuariamente, chi
l’ha letta soltanto,
chi l’ha messa tra i preferiti (pazzi
=.=’ndDemBoy). Insomma, ringrazio tutti
da primo all’ultimo!>o<
Lexy90:
ma ciao bella!^o^ Eccoti! Sempre in
prima linea per recensire le mie fic!ç.ç come
sono contenta!!>//<
Allora..stavolta non ti ho fatta attendere troppo, nevvero? ^_- anche
perché ho
avuto qualche settimana in cui non ho fatto assolutamente nulla a
scuola,
perciò mi sono dedicata alle mie
storie!V.V’’ (anche se dovresti pensare agli
esami=.=’’ ndTutti)
dettagli!^-^’’’ quindi..le tue speranze
nel pensare che Kei
ritorni da Yuri e non da Rei mi sembrano più che plausibili
dal momento che a
me non piace la coppia ReixKei!XD cioè, mi piace ma non
è la mia preferita!V.V
quindi non temere...e posso dire che questo capitolo è
puntualissimo!V.V non ho
fatto passare troppo tempo!^_- eheheh! Spero di sentire la tua anche su
questo
cappy che, per vostra fortuna, è il penultimo!^O^ non sei
contenta!^_- un
bacione grande!
PICH_91:
ma certo che
no!!>.< non voglio liberarmi di te, tesoro!^_- Sono contenta che riesci a
recensire pure
questa storia!^o^ Eh
già, Boris ed
Ivanov sono i miei due personaggi preferiti..forse è per
questo che mi
concentro molto su di loro!^_^ Del resto, Boris ha un caratterino che
si addice
alle mie storie, perciò...meglio di così non si
può!XD e tutte le caratteristiche
che hai elencato sono proprio gli elementi essenziali per disegnare il
mio
Boris ideale..cioè, proprio come me lo immagino io!V.V
Lo
sho!ç.ç sono un disastro su
certi errori di grammatica..ma quando me li si corregge, cerco sempre
di mettere
in pratica i consigli! Quindi, se trovi ancora errori
o schifezze varie, non farti scrupoli a
dirmeli!XD
Spero
il penultimo capitolo ti
sia piaciuto!^o^
Un
bacione grandissimo!! ^_-
PS:
riuscirò anche io a
recensire tutti i cappy della tua stupenda fic!V.V don’t
worry!
Phoenix91:
Ciao!^o^ Non
preoccuparti, anche se fai da “maestrina” mi fa
solo che piacere!
Anzi...esorterei tutti i lettori che recensiscono di farmi notare i
miei errori
così da evitare di ripeterli ancora!^o^ Non ti
preoccupare!^_- comunque..Sono
davvero contenta ti piaccia la mia storia!>///< e anche
il mio modo di
scrivere!>o< non mi merito certi complimenti!^///^
eheheh! Come vedi,
sono riuscita ad aggiornare per tempo senza lasciar passare mesi!XD
ciao! Spero
di sentire la tua anche su questo capitolo!^_- un bacio!
Aphrodite: Dreven
cara!*.*
-abbraccia- Finalmente sei arrivata!V.V Ti aspettavo! Dunque..sono
contenta ti
abbia soddisfatta il capitolo precedente!>.< So bene che
tifavi per il
caro Rei, ma...=.=’’ io provo un certo
“odio” verso Rei!^.^’’ non
è odio,
ma...mi sta n po’ sulle scatole! È un bel micione,
quello che vuoi, ma è un po’
troppo santarellino!XD Oooh, non hai ancora visto il culmine dello
sclero di
Ivanov!*.* eheh! Quello arriva al prossimo capitolo!^_-
Shi, lo
so!ç.ç devo stare
attenta agli errori!V.V La prossima volta cercherò di
perfezionare il tutto!
Attendo tue notizie!^O^
un
bacione grande!!
|
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Capitolo 27 *** Capito 27 ***
Capitolo 27
Ed eccomi arrivata
all’ultimo capitolo che, per vostra
sfortuna, sarà molto lungo e pieno di colpi di scena!V.V Lo
so che non
aspettavate altro che io mettessi la parola FINE a questo supplizio, ma
mi sono
così tanto affezionata a questa fic a tal punto che vorrei
continuarla ancora
per qualche capitolo ^-^ (ma questo non si può fare! V.V
ndKei) (i tempi stringono,
non abbiamo un contratto di lavoro a tempo indeterminato!V.V ndBoris
che
sventola un pezzo di carta straccia davanti agli occhi di Nena)
O.o’’ e quello
cosa sarebbe?? (il nostro contratto!V.V ndDemolitionBoys) io non ho mai
firmato
niente =.=’’ specialmente non con voi!
(è tutto scritto nero su bianco!V.V al
27esimo capitolo il nostro rapporto termina di esistere!V.V ndYuri che
non
lascia leggere il contratto a Nena) la cosa mi puzza un po’
=.=’’.
Ma bando alle ciance!^o^ I
ringraziamenti e gli approfondimenti
li farò in fondo al capitolo, così non mi perdo
in chiacchiere inutili e
cominciate subito a leggere!^o^
Buona lettura a tutti!!
PS: per esigenze di copione, ho
dovuto aggiungere un
paragrafo in p.o.v. Boris, ma
sarete
avvisati quando il punto di vista cambierà!^.^
Un boato di applausi si alza dal
pubblico; tutti acclamano
quel cinese dai capelli corvini che tanto ho odiato, ma ora riesco solo
a
pensare al favore che mi ha fatto.
Dopotutto
mi sono
pure affezionato a quel ragazzo che ho detestato; ora per lui provo
solo un
senso di pietà e di commiserazione, vorrei addirittura
metterlo in guardia del
pericolo che sta per affrontare, ma credo se ne renderà
conto di persona che
Boris non è un tipo con il quale scherzare.
I
giapponesi sembrano
intimoriti dal pubblico: punto a nostro favore se si pensa al fatto che
siamo
stati sempre abituati a fregarcene di tutta la gente che sta intorno al
campo
di gioco. Siamo delle macchine plagiate apposta per vincere, nulla di
più.
Le grida e le urla delle fans di Rei
si fanno più fragorose
e assordanti; la folla invoca il nome del vincitore a gran voce. Ormai
manca
poco al verdetto della prima sfida.
“E.....BORIS PERDE
CLAMOROSAMENTE IL SECONDO MATCH!”
Dj-Man non ha smesso un minuto di
gridare e fare la sua
solita, noiosa e incompetente telecronaca e ciò non
è di aiuto a Boris,
evidentemente in difficoltà di fronte alla forza nascosta
dal cinese.
Falborgh cade a qualche metro dietro
le spalle del platinato
che ostenta una sicurezza sospetta per la situazione in cui sta
mettendo la
squadra. Che abbia architettato qualche stupido piano da sé?
“Siamo uno pari,
Yuri...”
“Grazie, Serjey! So tenere
il conto da solo degli incontri
vinti da Boris!” rispondo acido lanciandogli
un’occhiataccia per la sua inutile
affermazione.
Il colosso biondo mi risponde con un
muto ringhio di
disapprovazione verso il mio comportamento troppo impulsivo per i suoi
gusti.
Effettivamente in queste settimane il
mio autocontrollo è
stato provato da troppi fatti, diventando così una bomba ad
orologeria:
impossibile trattenermi.
Ivan sospira rassegnato alla
sconfitta del ragazzo che
implica lo spareggio tra i due blaider.
“Come è
possibile che non ve ne siate accorti?” mormora Ivan
con tono altezzoso.
“Accorti di
cosa?” domandiamo all’unisono Serjey ed io.
Ivan scuote la testa sempre
più ostinato a tenersi dentro
una qualche fatale rivelazione, sicuramente poco produttiva per la
squadra. Il
piccolo volto del russo è segnato da
un’espressione confusa e indecifrabile; probabile
stia studiando mentalmente le mosse di Boris e di Rei e ne abbia tratto
le
conclusioni che, a parer suo, non devono essere delle migliori.
“Boris sta facendo vincere
Rei.”
“CHE COSA??”
domando allucinato.
Il piccoletto si alza dalla panchina
e indica il Falborgh
blaider che china la testa in un silenzioso segno di protesta contro
Dio solo
sa cosa.
“Il nostro Boris deve aver
architettato fin dall’inizio la
sua sconfitta contro Rei, lo capisci?”
“E perché mai
avrebbe dovuto farlo?” domando sempre più
confuso
“Per permettere che la
finale mondiale non finisca con la
prossima vittoria di Serjey!” spiega Ivan.
Rivolgo la mia attenzione verso
Boris.
Il ragazzo scende lentamente le scale
fino a lasciare alle
spalle la sua postazione di lancio e si china a raccogliere il proprio
bey,
mentre lo sfiora delicatamente con i polpastrelli e ne lucida il bit
chip.
“Boris...”
Riesco a malapena a pronunciare il
suo nome che una fitta al
cuore mi costringe a socchiudere gli occhi in un’espressione
di puro dolore.
Il ricordo di quell’ultimo
bacio rubato –o forse voluto
anche dal sottoscritto- fa riaffiorare certi momenti perduti passati
insieme al
mio ex compagno di letto.
“Un
giorno, scoprirò
cosa è successo e avrò la mia
vendetta...” una lacrima scese sul suo viso
diafano e inespressivo.
Rammento quest’affermazione
come fosse impressa a fuoco
sulla mia pelle; quando ha pronunciato queste parole eravamo poco
più che
bambini, dei piccoli soldatini ancora da plasmare.
Ed eccoci qua. Pronti a combattere in
nome di uno sport che,
sì, amiamo con tutto il cuore, ma che c’ha resi
schiavi di un folle.
“Ricordati
che è
sempre meglio sedersi sulla riva del fiume e aspettare di vedere il
cadavere
del tuo nemico passare davanti ai tuoi occhi piuttosto che compiere
azioni di
cui potresti pentirti..”
“Vendicarti
di Vorkov
è un’azione di cui pentirsi!?!”
Ora anche Boris brama la sua
vendetta, ma non è questo il
modo di ottenerla.
Un tonfo sordo mi obbliga a tornare
dal mio viaggio onirico
e prendo coscienza di ciò che sta succedendo intorno a me.
Il ragazzo dagli occhi smeraldini
è caduto a terra, privo di
sensi.
“BORIS!” grido
terrorizzato.
Mi precipito di fianco al Falborgh
blaider e lo trascino
vicino alla nostra panchina, lontano dagli occhi indiscreti dei
giornalisti.
“Boris! Mi senti?
Rispondi!”
Lo schiaffeggio un paio di volte fino
a che il suo viso, più
pallido del solito, riprende un colore umano.
“Che ti è
preso?” domando, sentendo il fiato di Ivan e
Serjey sul collo.
Sanno che Boris è arrivato
al limite della sopportazione,
sia fisica che mentale.
Tenta di alzarsi ma lo immobilizzo a
terra cercando di
convincerlo ad abbandonare l’incontro.
“Cosa ti interessa
continuare il match se nei tuoi piani hai
già deciso di perdere?” chiedo con cattiveria
cercando di essere il più
influente possibile.
“Che cosa dici, Yu? Io..io
non ho intenzione di perdere..”
“Oh, invece sì,
Boris..non la dai a bere a noi che siamo i
tuoi compagni di squadra.” sibila Ivan che tiene stretto in
pugno Falborgh.
Boris serra i denti in un ringhio
disperato, ma alla fine
cede.
“Tsk..non volevo lo veniste
a sapere. Avevo intenzione di
recuperare un po’ di tempo per...”
“Per me, lo so, amico...ma
non ti devi preoccupare!” mormoro
dandogli un leggero pugno sul petto.
Il viso del platinato si contrae in
una smorfia di dolore e
un piccolo lamento sfugge al suo controllo. Odia farsi vedere debole.
“Che hai?”
“La...s..schiena...”
mugugna digrignando i denti dal dolore.
Serjey mi dà una mano a
tenerlo in posizione seduta, mentre
controllo le fasciature alla schiena.
Sono intrise di sangue.
“Oh, cazzo!”
“E’
così grave?” domanda con una punta di ironia. Di
sicuro
sa già che le suture di fortuna di Reyka non hanno retto lo
sforzo fisico di
Boris nel contrastare Rei.
“Devi ritirarti dal match.
Non avrai più le forze di correre
al monastero per trovare Reyka se ti ostini a continuare!”
“Smettila di trattarmi come
un pivello, Yuri..”
“Mi stavo solo preoccupando per te, Bo! Finiscila di giocare
a fare l’eroe!”
A questo punto il ragazzo di fronte a
me sorride in maniera
talmente inquietante da farmi venire i brividi. Mai avevo provato una
sensazione simile. Paura allo stato puro.
“Non ti ricordi
ciò che ti ho detto molti anni fa?” domanda
E’ straordinario pensare
che Boris ed io viaggiamo sulla
stessa lunghezza d’onda e che vecchi ricordi
c’accomunano e ci legano in
maniera tanto intima.
“Sì,
perfettamente.” rispondo infine
“Allora non ti stupirai se io decidessi di continuare
l’incontro, vero?”
“Affatto.”
mormoro rassegnato.
“Bene, allora rimettimi in
sesto per l’ultimo match!”
Dj-Man, vista la situazione, decide
di dare venti minuti di
pausa per far recuperare le forze ai due giovani blaider.
Aiuto Serjey a portare Boris nello
spogliatoio e giunti
finalmente lì, mi rendo conto che le cose non vanno affatto
bene come il nostro
piano prevede.
“Yuri, fa qualcosa per le
ferite!” mormora Boris a denti
stretti.
Gli tolgo la felpa sporca di sangue e
mi do subito da fare
per rimettere in sesto il mio amico.
“Continuerà a
sanguinare se non facciamo qualcosa.” mi fa
notare Ivan con tono preoccupato.
“Cosa vuoi che faccia, Ivan? Che gli cauterizzi le ferite con
un ferro rovente?
Ci accontenteremo di una fasciatura provvisoria, e non appena questa
storia finirà
lo porteremo all’ospedale!” rispondo sarcastico
cercando delle bende nella
cassetta del pronto soccorso.
“Perché
no?” risponde Boris
Mi volto allucinato verso
l’amico che ora è semiseduto sul
tavolo situato in mezzo alla spaziosa stanza.
“Potrebbe essere una
soluzione..”
“Non fare il sadico della
situazione, Bo, non è il momento!”
“Non sto scherzando! Se
quella è l’unica soluzione, dobbiamo
tentare!” ribatte
“Tsk, non ho la
benché minima intenzione di fare una cosa
simile! Sei impazzito?”
“Per quel che ne sai, se
proviamo ad aggiustarti in quel
modo potresti uscirne conciato peggio di come sei ridotto
ora!” rimbrotta
Serjey.
Dopo vari incitamenti a smetterla di
fare il coglione da
parte di Ivan, Boris mette via il discorso e si lascia medicare la
schiena
senza fiatare.
I minuti di pausa stanno per scadere
e finisco appena in
tempo di fasciare ben stretta la schiena del Falborgh blaider.
La maglietta imbrattata di sangue e
la felpa sporca
anch’essa non mi fanno alcun effetto; l’idea di
essere fin troppo abituato alla
vista di quel famoso liquido rosso mi ripugna e mi disgusta.
Boris si issa in piedi e barcolla
leggermente.
Guarda i suoi vestiti zuppi di sangue
e la sua espressione
sembra più scocciata che preoccupata.
“Tieni! Prendi
questa!” dico lanciandogli la mia giacca,
rimanendo con una semplice maglia nera a maniche lunghe.
Sorride. Non ringrazia. Ormai
ringraziare è superfluo.
Ci dirigiamo spediti verso
l’interno del palazzetto dove
Dj-Man, i BladeBreakers ed il pubblico ci aspettano piuttosto seccati
per il
nostro piccolo ritardo.
Boris si affretta a raggiungere la
postazione di gioco e
afferrare il Falborgh lanciatogli da Ivan.
Ora i due blaider sono uno di fronte
all’altro. In perfetta
parità.
Il
pubblico
scandisce il conto alla rovescia in un boato assordante.
Boris
e Rei non si
staccano gli occhi di dosso e
un ghigno
cinico si stampa sulle labbra del Falborgh blaider. Chissà
cosa ha intenzione
di fare.
“LANCIO!” gridano
all’unisono.
I due bey si schiantano
l’uno contro l’altro ancor prima di
toccare il beyblade stadio. Non ho mai visto Boris così
agguerrito.
Il russo non perde tempo ed inizia a
tallonare l’avversario
impedendogli qualsiasi mossa lui intenda fare.
“FALBORGH! Non perdere
tempo! LAMINE DI VENTO!” ordina Boris
non lasciando la speranza
di vincere.
Rei non sembra in
difficoltà, o la nasconde molto bene, e
tenta un attacco frontale per spiazzare l’avversario ed
ottenere un attimo di
respiro: Falborgh non dà vita facile a Driger che si muove a
stento lungo il
beyblade stadio.
Le difese del cinese iniziano a
vacillare e i colpi del bey
russo si fanno più incalzanti e micidiali.
Pezzi di Driger volano per il bey
stadio e Boris sembra
soddisfatto della sua opera; per questa volta ha deciso di limitarsi a
danneggiare la trottola avversaria, nulla di più.
“Sei forte..”
mormora Rei che non è riuscito a sventare
nemmeno uno degli attacchi subiti.
“Anche tu mi hai messo in
difficoltà, ma non posso perdere!
Ora che mi sto battendo per qualcuno di importante, la sconfitta non
è
contemplata!” sbotta Boris lasciando di stucco il cinesino.
Rei trema di fronte al nemico
talmente motivato che sarebbe
disposto a sacrificare la propria vita pur di ottenere la vittoria.
“Dopotutto, Ivan, ti
sbagliavi sul conto di Boris..”
“Fino a prima sembrava che
l’esito dell’incontro fosse
scontato!” ribatte offeso il piccoletto.
“FALBORGH!
FINISCILO!”
“DRIGER!
RESISTI!”
I due beyblade, con l’aiuto
di una possente rincorsa, si
fiondano finalmente l’uno contro l’altro per
l’attacco decisivo, quello che
decreterà il vincitore della prima sfida.
Rei sarà pure un blaider
dalle qualità eccezionali e dai
sani principi di rivalità fra avversari, ma non sta facendo
i conti con la
determinazione di Boris e della sua motivazione per vincere.
A differenza di Boris, Rei non sta
combattendo per la vita
di qualcuno, non si sta battendo per la propria libertà e
per quella dei
compagni e non sta nemmeno rischiando la propria pelle mettendosi
contro il
proprio allenatore.
Per questi motivi Rei
perderà l’incontro.
L’attacco finale crea un
polverone gigantesco tutt’intorno
al beyblade stadio che si espande fino ad inghiottire entrambe le
panchine
avversarie.
Mi copro istintivamente il viso con
le braccia e muovo
qualche passo indeciso verso il campo di gioco.
Il rumore che ne proviene
è di un singolo beyblade.
Finalmente si decreterà il
vincitore della prima sfida e,
comunque essa vada, Boris ed io andremo filati verso il monastero a
cercare Kei
e Reyka. Non ci sono scuse che tengano.
Rei ansima esausto per lo scontro con
Boris che, a sua
volta, non sembra al pieno delle forze.
Il nuvolone di polvere si dirada pian
piano e lascia
intravedere la trottolina color verde acqua girare fiera ed orgogliosa affianco a Driger,
immobile.
“FALBORGH VINCE
L’INCONTRO!! BORIS CONQUISTA UN PUNTO
PREZIOSO PER LA SQUADRA RUSSA!!” urla Dj-Man ancora in cima
al suo trespolo.
Boris non aspetta di raccogliere gli
applausi e festeggiare
la vittoria acclamato dal pubblico. Non fa per lui.
Il suo volto è solcato da
un’espressione tirata e stanca; i
suoi occhi sono arrossati e colmi di gratitudine verso il suo fedele
compagno
di battaglie che si accinge a raccogliere.
Per la prima volta non capisco cosa
passa per la mente del
mio migliore amico; non conosco quello strano sorriso di circostanza
stampatogli sulle labbra e non so nemmeno cosa significhi lo sguardo di
sfida
che lancia a Vorkov in un momento di pura felicità come
questo.
Torniamo nello spogliatoio
accompagnati dagli applausi più che meritati
per Boris, il quale sembra
non sentir nulla al di fuori della vocina nel suo cervello che brama
vendetta.
Senza preavviso, prima ancora di
essere arrivati nella
stanzina riservata ai DemolitionBoys, il Falborgh blaider si blocca e
si
accascia al suolo, stremato dallo sforzo fisico e psicologico.
“BORIS!” gridiamo
all’unisono Ivan, Serjey ed io.
Il ragazzo è pallido come
uno straccio, il suo respiro è
irregolare e il polso è debole. Che fare in una situazione
simile? Dobbiamo
mettere in pratica la seconda parte del nostro folle piano e la
collaborazione
di Boris è indispensabile!
“Boris! Svegliati! Non
è il momento di farsi avere dei
mancamenti!” sbotta Ivan cercando di far rinsavire il ragazzo
a suon di
schiaffi.
“Lascialo, Ivan!”
intima Serjey che raccoglie Boris e lo
trascina letteralmente in bagno.
“Apri il rubinetto della
doccia, Yu!” mi ordina il colosso
biondo.
Il panico ha il sopravvento: non
riesco a muovere un
muscolo, il mio corpo non reagisce ai miei ordini e non so che fare per
essere
utile in queste circostanze.
“YURI!” grida
ancora Serjey.
Rimango impalato di fronte al mio
migliore amico privo di
sensi e mi sento maledettamente inutile.
“Spostati,
Ivanov!” sbotta Ivan dandomi una gomitata e
facendomi finire contro il muro.
Picchio la fronte contro il muro e
finalmente riprendo
coscienza di me stesso e della situazione.
“Svegliati, idiota! Bisogna
aiutare Boris se vogliamo che
sia utile a qualcuno!”
Per fortuna nessuno si è
reso conto del mio piccolo momento
d’assenza e tento di dare una mano nell’impresa di
rimettere in sesto il
Falborgh blaider.
“La sfida contro Rei deve
avergli sottratto parecchie
energie!” mormoro vedendo il viso ancora pallido e stanco del
ragazzo.
Serjey afferra Boris e lo ficca sotto
il getto gelido della
doccia senza pensarci su due volte.
“Forza, Bo! Devi andare a
recuperare Reyka, ricordi?” sbotta
Ivan osservando la scena da distante.
Improvvisamente, il platinato inizia
a tossire e riapre gli
occhi ancora arrossati dalla stanchezza, ma più vispi e
decisi da quando ci ha
abbandonati in mezzo ai corridoi.
“BORIS! Ci hai fatti
spaventare!” sbotto abbracciando il
povero sventurato.
Non trattengo quel gesto
d’affetto; non posso privarmi di
qualche piccolo piacere dal momento che Kei non è nei
paraggi per poter
infondermi un po’ di gioia a sua volta.
“Yu, stavo facendo un bel
sogno! Ero in Paradiso e...c’era
pure Reyka!”
“Smettila di dire cazzate,
Bo! Non c’è tempo!” mormoro
afferrandolo per le spalle e rimettendolo in piedi a fatica.
“Smettila tu di prendere
con leggerezza la situazione!”
sbotta di rimando.
“Spero sia solo il dolore
delle tue ferite a farti parlare,
altrimenti..”
“Altrimenti cosa? Tu
avresti dovuto già essere partito per
andare al monastero! E non aspettarmi!”
“Sei uno stupido, Boris
Huznestov! Non abbandono un compagno
di squadra! Men che meno te!”
“Non è il
momento di mettersi a litigare! Dovete correre
immediatamente a cercare Reyka e Kei!” si intromette Ivan
stringendo i pugni in
una morsa poco rassicurante.
Io e Boris siamo a pochi centimetri
di distanza l’uno al
viso dell’altro e sento il suo respiro irregolare farsi
sempre più debole.
Effettivamente ha ragione: molto probabilmente non riuscirà
ad arrivare al
monastero in forze e cominciare le ricerche.
“Muoviamoci, Ivanov!
Abbiamo perso già abbastanza tempo!”
rimbrotta Boris stiracchiandosi molto cautamente per non far sanguinare
ulteriormente le ferite.
“Tsk..seguimi, razza di
idiota!” sogghigno e faccio cenno al
ragazzo di passare per la porta posteriore del palazzetto.
Dopo aver salutato Ivan e Serjey, ci
dirigiamo filati verso
il retro dell’enorme edificio dove troviamo parcheggiate una
serie infinita di
macchine e moto degli spettatori venuti a guardare la finale mondiale
di
beyblade; i più sfortunati, arrivati ultimi, devono essersi
accontentati dei
posti sul retro del palazzetto, rischiando la multa per divieto di
sosta pur di
vedere l’incontro.
“Prendiamo
quella!” dico indicando una moto completamente
nera.
“Sai che significa rubare,
vero?” domanda ironico Boris,
altrettanto d’accordo sul mezzo di trasporto.
“No, la prendiamo solo in
prestito! Vedrai che non se ne
accorgeranno nemmeno!”
“Scommetto che questa moto
vale più della tua pellaccia,
Yu!”
“Simpatico,
Boris.”
Mi metto immediatamente al lavoro e
in quattro e quattr’otto
riesco a far rombare a piena potenza la moto.
“Fai paura, Yu! In
un’altra vita farai sicuramente carriera
come rapinatore di veicoli!” borbotta Boris sedendosi dietro
il sottoscritto e
afferrandomi la vita in un abbraccio saldo e vigoroso.
“Tieniti forte, invece di
leccarmi il culo!”
“Agli ordini!”
Do gas fino a far salire di giri il
motore e a quel punto
rilascio completamente il freno per sgommare a tutta
velocità fuori dal
parcheggio dell’edificio appartenente a Vorkov ed al suo
socio in affari.
Entrambi senza casco, sfrecciamo ad
una velocità incredibile
per le strade principali di Mosca.
Per nostra fortuna non ci sono
poliziotti o carabinieri in
vista e viaggiamo ad una velocità sostenuta per tutto il
tragitto che copriamo
in non più di dieci minuti.
Arrivati ai piedi
dell’enorme cancello di ferro arrugginito
del monastero, lasciamo a terra la moto presa in prestito e ci
affrettiamo a
raggiungere l’entrata principale, facendo ben attenzione a
non far scattare
tutti i sistemi di allarme posti in giro per il cortile.
“Boris..” mormoro cominciando ad avere un brutto
presentimento.
“Lo so, Yu! È
fin troppo calmo, non credi?” risponde il
platinato prendendo in mano Falborgh e incastrandolo nel lanciatore,
pronto ad
ogni eventualità.
“Esattamente.”
Afferro Wolborgh e lo inserisco nel
lanciatore a forma di
pistola, facendomi attento ad ogni minimo rumore o movimento sospetto.
I corridoi del monastero sono dei
labirinti per chi non ha
vissuto 19 anni dentro di essi, rinchiuso tra quattro mura solide e
inattaccabili.
Per entrambi, orientarsi è
una cosa da nulla. Ma se si
tratta di scovare un nemico nascosto nell’ombra di queste
mura ingannevoli è
tutta un’altra storia.
“Sanno che siamo
qui!” grida Boris schivando un attacco
diretto a lui di un beyblade nemico.
“Porca puttana! Boris! Non
allontanarti! Ci vogliono
separare per attaccarci più facilmente!” sbotto
lanciando Wolborg alla
rinfusa nel mentre
in cui schivo una
trottolina proveniente dalle mie spalle.
Io e Boris riusciamo a fronteggiare
la prima ondata di
nemici nascosti sapientemente nell’ombra, senza mai mostrarsi
alla luce delle
fiaccole appese alle pareti.
“Bene, Vorkov deve aver
previsto qualche nostra mossa falsa!
Perciò ha lasciato ad aspettarci questi simpatici ragazzini
come
intrattenimento!” sbotta Boris dando sfogo a tutta la sua
rabbia e tramortendo
gran parte delle trottoline ancora in gioco.
“Fermati, Bo! Sono solo dei
ragazzini! Guarda!” cerco di far
ragionare il mio migliore amico, ma quest’ultimo è
troppo impegnato a
neutralizzare chiunque gli intralci la strada.
“Non mi interessa chi o
cosa sono! Mi stanno impedendo di
andare da Reyka!”
“Calma e sangue
freddo!”
Un gruppo numeroso di ragazzi
più giovani di noi si fa
avanti timoroso e poco convinto.
“Vorkov deve aver pensato
che non dovevano servire per
fermarci, ma semplicemente per rallentarci!” ipotizzo dando
una pacca sulla
spalla al mio compagno.
“Distruggiamo i loro bey e
filiamocela!”
“Sono d’accordo,
Bo! Ma facciamo in fretta!” gli do corda
lanciando Wolborgh all’attacco.
“FALBORGH! LAMINE DI
VENTO!”
Come promesso, Boris non si concentra
sull’avversario, bensì
sui beyblade.
Nonostante sia un bruttissimo
momento, ho ancora un po’ di
coscienza per poter ragionare sulle cose da non fare assolutamente, e
coinvolgere altre vite innocenti comprende una di queste.
I ragazzini mandati da Vorkov per
rallentarci non sono
responsabili del nostro dolore, perciò non meritano di
perire insieme a quel
monaco da strapazzo.
“WOLBORGH!! TEMPESTA DI
GHIACCIO! ORA!”
Con una ventata d’aria
gelida, Wolborgh riesce a spazzare
via gran parte degli avversari mentre alla seconda metà ci
pensa
tranquillamente Boris.
“Saranno un
centinaio!” sbotta Boris arretrando di qualche
passo.
“Si stancheranno e ci
lasceranno passare!”
“Non credo proprio!
Dobbiamo far breccia nelle loro difese
e...”
“WOLBORGH! NON MOLLARE! HO
BISOGNO DI TE!”
Un lampo di luce accecante avvolge
tutto ciò che ci sta
intorno, me e Boris compresi.
Non appena il bagliore se
n’è andato, guardo il mio compagno
in cerca di risposte che neanche lui sa darmi.
“Wolborgh deve aver capito
la gravità della situazione e ha
reagito di conseguenza!” azzarda Boris con uno strano sorriso
sulle labbra.
Ci diamo un’occhiata
attorno e ci rendiamo conto che non è
rimasto in piedi nemmeno un beyblade nemico: quella luce abbagliante
è stata
sicuramente opera del mio Lupo Argentato che ha saputo dare una svolta
alla
situazione.
“Muoviamoci! Le segrete
sono da quella parte!” dico
indicando il corridoio sulla nostra destra.
Boris si blocca in mezzo al cupo e
tetro viottolo e scuote
la testa in un cenno di dissenso.
“Le nostre strade si
dividono qui, Yuri! Tu devi andare a
cercare Kei, mentre io mi darò da fare per trovare
Reyka!”
“Ma...”
“Il mio istinto mi dice che
la ragazza non è rinchiusa nelle
segrete con Hiwatari.”
“E ti basi sul tuo istinto
per appurare una cosa del genere?”
“Sì! Come tu ti
sei basato sul tuo quando affermavi che Kei
non era morto nonostante fossero passati dodici anni!”
rimbecca Boris
lasciandomi senza risposta pronta.
Il ragazzo dagli occhi smeraldini ha
uno sguardo che non mi
piace affatto.
Forse sa che la situazione non
è delle più rosee.
Forse ha in mente un piano che
prevede il martirio e non ne
vuole far parola con nessuno.
Tutto ciò che passa per la
mente di quel ragazzo è tabù per
il sottoscritto e mi do per vinto all’ennesimo sorrisetto di
circostanza di
Boris.
“Fa che ti riveda vivo non
appena ci ritroveremo fuori di
qui. Con Reyka e Kei!” mormoro socchiudendo gli occhi.
“Non te lo posso
assicurare..”
“Questa non sarà
l’ultima volta che ci vediamo, Boris!”
“No, perché verrai a farmi compagnia
all’Inferno non appena ci rimetterai le
penne pure tu!” risponde sarcastico.
Non so quanto l’ultima sua
affermazione possa essere ironica
o semplicemente macabra spiritosaggine, ma scommetto che Boris ha
intenzione di
andare fino in fondo alla faccenda pur di salvare colei che ama.
È questa una delle mille
qualità del Falborgh blaider: saper
dare l’anima per qualcuno a cui tiene.
Ma io ce l’ho
un’anima da poter sacrificare nel caso in cui
la situazione lo necessiti?
Volto le spalle a Boris che ha
già imboccato il corridoio
diretto all’ufficio di Vorkov.
Inizio a correre come un forsennato
verso le segrete, sicuro
di trovare colui che per giorni non ho potuto abbracciare.
Un bagliore intenso mi costringe ad
abbassare lo sguardo e
concentrarmi sul bit chip del mio beyblade: il Lupo della Steppa
scintilla e
lampeggia come non mai. Sembra una specie di radar
tarato per trovare la sua focosa metà,
l’Aquila Rossa.
Un ululato lontano squarcia
l’atmosfera di piombo.
Forse è solo
un’impressione o è semplicemente il mio spirito
che si fa sentire vivo e attivo, pronto ad entrare in azione nel
momento più
opportuno.
Forse c’è
davvero qualcosa, qui dentro, che ulula
disperatamente per le troppe sofferenze subìte.
“Kei, sto venendo a
prenderti!” mormoro a denti stretti
imboccando lo stretto cunicolo per raggiungere le più oscure
tenebre del
monastero Vladimir Vorkov.
(p.o.v.
Boris)
Correre nelle mie condizioni non
è proprio ciò che i medici consiglierebbero
di fare, ma ne va della vita della mia ragazza. Della persona che amo
sopra
ogni cosa al mondo.
Se qualcosa va storto, sono pronto ad
includere il
martirio nel mio folle piano.
Separarmi da Yuri è
l’unico modo per guadagnare tempo: a
Vorkov non vorrà molto per capire che siamo fuggiti per
cercare Kei e Reyka, e
l’unico posto dove non abbiamo ancora controllato
è sempre stato sotto il
nostro naso. Il monastero.
Di sicuro non sono rinchiusi nello
stesso luogo, ma se così
fosse, o Yuri o il sottoscritto avranno
l’opportunità di fuggire per primi da
questa fogna.
Mi infilo nel primo cunicolo a destra
per inoltrarmi nei
corridoi dell’edificio e arrivare diretto e indisturbato di
fronte all’ufficio
di Vorkov.
Dal momento che abbiamo dato troppe
cose per scontate, le
soluzioni più semplici sembrano essere le più
efficaci. Uno dei due ragazzi
deve per forza trovarsi nelle stanza private del monaco bastardo.
Il portone di legno massiccio, scuro
e corroso dall’umidità
e dal tempo, mi si presenta davanti agli occhi.
Sembra voler chiedere soltanto di
essere aperto, ma la cosa
più strana è che non ho trovato intoppi nella mia
ricerca.
Il mio sesto senso dice che non sto
sbagliando e che
sicuramente troverò qualcosa di interessante
all’interno di quella stanza.
Gli alloggi di Vorkov si possono
facilmente raggiungere
attraversandone l’ufficio e da lì in poi,
sarà uno scherzo riuscire a
recuperare ciò per
la quale sono venuto.
Ormai tutti gli studenti del
monastero sono stati messi
fuori combattimento e massacrarne qualche altra decina non
sarà un problema per
Falborgh. Insomma, la sicurezza non è il mio primo problema.
Diventerà tale
nell’istante in cui qualche scagnozzo del
Monsignor Vladimir Vorkov lo informerà
dell’accaduto e quest’ultimo si
scomoderà a raggiungere il monastero per abbandonare il
palazzetto dello sport
e lasciare nelle mani di Serjey il match contro l’americano.
Mi avvicino circospetto
all’enorme portone e faccio forza
con le poche energie rimastemi.
Come supponibile, non si smuove di un
millimetro.
“Maledizione!”
impreco a denti stretti afferrando Falborgh e
incastrandolo nel lanciatore.
“Questo mi farà
perdere un sacco di tempo e, soprattutto,
non mi farà passare inosservato!”
brontolo mettendomi in posizione e raccogliendo ogni briciolo di forza.
“FALBORGH!
ABBATTILA!” ordino gridando e liberandomi di
parte della tensione accumulata durante il tragitto.
I cardini cedono subito e mi lasciano
il via libera per
entrare.
Nell’ufficio di Vorkov
c’è una porta che collega
direttamente la stanza con gli alloggi privati del monaco ed
è proprio da lì
che comincerò le mie ricerche.
Mi avvicino alla scrivania e noto una
marea di scartoffie
scarabocchiate e firmate con velocità, quasi ad indicare la
svogliatezza di
Vorkov di adempiere ai suoi doveri di bravo rettore. Come se sporcarsi
le mani
di sangue innocente sia un lavoro faticoso.
La mia curiosità e il mio
sesto senso mi inducono a ficcare
il naso nei cassetti del vecchio mobile, ma purtroppo sono chiusi a
chiave.
Come ogni pazzo maniaco che si rispetti, Vorkov deve tenere dei
fascicoli riservati
su ogni membro della Borg: dati anagrafici, profili psicologici e
fisici,
prestazioni e risultati ottenuti e misteriose annotazioni delle quali
ho
intenzione di appropriarmi.
D’un tratto un rumore
metallico attira la mia attenzione e
capisco che non c’è un minuto da perdere con le
ricerche.
“Scassinerò il
cassetto con tutta calma più tardi, quando
avrò di nuovo Reyka fra le mie braccia!” dico tra
me e me per farmi coraggio e
continuare la mia missione.
La porta che conduce alle stanze del
monaco è posta di
fianco alla libreria, addossata alla parete per nasconderne in parte la
presenza.
Senza troppe speranze, afferro la
maniglia e tento
inutilmente di aprirla. Nulla da fare. Il mio ottimismo non serve a
nulla contro
la furbizia di questo monaco da strapazzo.
Non posso utilizzare di nuovo il mio
bey per far breccia tra
quelle mura che mi dividono dal mio amore: Falborgh è
talmente danneggiato che
il suo sacrificio per abbattere la porta sarebbe solo un inutile spreco
di
tempo.
Frugo tra le cianfrusaglie che
rimangono sopra la scrivania;
cerco come un dannato dentro ogni anfratto della libreria.
Il clangore proveniente dai corridoi
si fa sempre più
intenso e vicino. Accelera costantemente e alimenta in me
un’ansia mai provata.
Una paura che in questo momento mi attanaglia lo stomaco e non mi fa
ragionare
lucidamente.
Arraffo il primo mazzo di chiavi che
finalmente riesco a
scovare. È enorme, pieno zeppo di chiavi dalle mille
sfaccettature e forme,
pesante e per la maggior parte arrugginito.
“Devo fare un
tentativo!” sbotto attraversando l’ufficio con
una falcata e ritrovandomi di fronte alla porta di fianco la libreria.
Provo la prima chiave e il mio
tentativo fallisce
miseramente. La seconda è un fiasco identico.
Alla terza inizia a tremarmi la mano
e il mio cuore sembra
volermi abbandonare da un momento all’altro.
“Sta calmo, Boris! Calma e
sangue freddo!” dico socchiudendo
gli occhi.
Ricomincio a provare ogni singola
chiave, arrugginita e non.
Non mi accorgo di essere madido di
sudore e sento le
goccioline scendere lungo la fronte e finire fin sotto il mento.
“Dannazione!
Apriti!”
Improvvisamente il rumore metallico
si zittisce. Quel suono
lugubre e incalzante che scandiva i battiti del mio stremato cuore di
ammutolisce.
Sospiro di sollievo non appena mi
rendo conto che è
semplicemente la mia suggestione a farmi scalpitare e innervosire.
Lascio cadere a terra il primo mazzo
di chiavi e ne prendo
un altro che, per la disperazione di salvare Reyka, mi scivola di mano.
Mi rimetto subito
all’opera, ma la scena si ripete e nessuna
delle chiavi sembra essere quella giusta.
“Maledetto!”
grido senza preoccuparmi di essere sentito.
Oramai, tutte le guardie del monastero sanno della presenza di Kei e
del
sottoscritto, ma non hanno il fegato di venire a fermarci di persona:
sono solo
dei vigliacchi che dirigono il lavoro sporco dietro dei monitor, nulla
di più.
“Maledetto Vladimir
Vorkov!” urlo ancora.
“Che paroloni detti da uno
come te, Huznestov!” risponde una
voce fin troppo familiare alle mie spalle.
Mi volto senza un sussulto. Non
voglio abbia altre
soddisfazioni da me.
“Cercavi forse
queste?” domanda con disprezzo esibendo un
mazzo di chiavi apparentemente uguale agli altri.
Scappa un sorriso inquietante dalle
sue labbra e
rabbrividisco come un poppante. Nonostante tutti i miei grandi ideali,
riesce
ancora a mettermi in soggezione.
La faccenda si complica e devo
trovare immediatamente un
modo per fregargli quelle chiavi e andare a cercare Reyka.
“Dopotutto, non sono
proprio uno sprovveduto, vero? Giusto
prima di andarcene ho pensato bene di portare con me questo piccolo
souvenir!”
“Bastardo! Me la pagherai
per tutto ciò che le hai fatto!”
sbotto avanzando di qualche passo.
Prendo posizione, non voglio capisca
come mi senta. Non
voglio intuisca il mio fragile stato d’animo.
La mia attenzione ricade su una
pistola conservata in una
teca: ha l’impugnatura bianca, intarsiata con vari motivi e
con alcune gemme
preziose incastonate; l’acciaio scintilla invitante e sembra
dover essere un
pezzo da collezione per essere tenuta con così tanto
riguardo in un letamaio
simile.
Vorkov deve aver individuato
l’oggetto dei miei
pensieri e scoppia in una fragorosa
risata agghiacciante.
Mi fa accapponare la pelle, ma
stringo i denti in nome di un
amore, spero, non ancora perduto.
“Ah, Boris’ka!
Pensavo avresti riconosciuto una pistola
scarica se l’avessi vista!” e continua a
sghignazzare contento.
Ma il mio intento non è
quello di sparargli. Il mio piano
prevede ben oltre la morte di un singolo bastardo molestatore di
giovani
appassionati di beyblade.
Non voglio ammazzarlo, non ne vale
assolutamente la pena.
Ho dato la mia parola, tempo
addietro, per cui sarei rimasto
fedele ai miei principi fino in fondo. Anche se non ci fosse
più stata
speranza.
Sorrido vittorioso. Vorkov non ha
intenzione di fare la
prima mossa.
“Sai, vecchio, chi fa la
prima mossa nel gioco degli
scacchi...vince sempre!”
Con un balzo afferro la teca e con
tutta la forza rimastami,
spicco un ultimo salto per rompere la gabbia di vetro proprio sulla
testa del
mio aguzzino.
Il colpo lo tramortisce e si sostiene
a fatica sullo stipite
della porta.
Ma le mie gambe sono più
agili di quello che sospetta, e in
pochi istanti gli sono addosso per neutralizzarlo con un pugno ben
assestato
nello stomaco.
“Ho sempre sognato di
farlo!” mormoro allegro sorridendo
affabile.
Non appena Vorkov cade riverso a
terra, privo di sensi,
afferro il mazzo di chiavi che conduce alle sue stanza private.
Che mi condurrà da Reyka.
“Te ne starai buono qui
fino al mio ritorno, intesi?” dico
rivolto al monaco svenuto, legandogli alla bell’e meglio le mani dietro la schiena.
Dopo vari tentativi, la serratura
scatta e la porta mi
lascia passare attraverso l’angusto cunicolo che mi si
presenta di fronte.
Non mi sarei mai immaginato una cosa
simile: la porta dà su
un lungo corridoio buio e stretto sulla quale s’affacciano un
paio di feritoie
che lasciano passare lame di luce capaci di rischiararne una piccola
parte.
Avanzo a tentoni e tasto ogni singolo
centimetro di muro
alla ricerca disperata di una qualsiasi porta o di qualunque segno di
vita
umana.
Conosco ogni mattone e tutti i
cunicoli possibili dentro il
monastero ed ora mi sembra di essere assolutamente cieco: non so dove
il mio
istinto mi stia conducendo, non ho idea dove andrò a finire
e nemmeno come
riuscirò ad uscirne.
Finalmente scorgo qualcosa, come se
della luce filtrasse
attraverso le crepe di una porta.
È quello
l’alloggio vero e proprio del demonio.
L’adrenalina che poco prima
mi ha dato la spinta necessaria per
reagire alla sorpresa e sbarazzarmi di Vorkov si fa meno: la vista
inizia a traballare
e le mani tremano.
“Non adesso! Non adesso che
la sto per raggiungere!”
Falborgh pulsa di vita propria e un
leggero torpore avvolge i
miei muscoli fino ad arrivare alle tempie.
Una luce iridescente di un azzurro
acceso sembra voler
indicarmi la porta adocchiata poco prima.
Non prendo nessuna precauzione e non
mi preoccupo di una
possibile trappola messa appositamente per gli impiccioni come me.
La porta non oppone resistenza:
Vorkov non aveva motivo di
chiudere a chiave la propria camera dal momento che le chiavi le teneva
gelosamente con sé.
“Reyka!” esplodo
in un grido strozzato non appena vedo la
ragazza legata al letto con delle pesanti corde intrise di sangue.
Le fibre delle funi sembrano aver
prosciugato parecchio
liquido rosso e possono darmi un’idea indicativa del tempo
che la morettina ha
trascorso rinchiusa qui dentro.
“Reyka, non preoccuparti!
Ti porto via di qui!” mormoro
precipitandomi di fianco al suo esile corpo ormai stremato.
Le prendo una mano, ma mi accorgo con
orrore che le unghie
penzolano dalle dita insanguinate: deve aver lottato fino alla fine per
non
cedere a quel vecchio maniaco.
La ragazza non risponde e non
dà segni di vita, ma respira
ancora, anche se debolmente; il suo torace si alza e si abbassa ad un
ritmo
troppo lento.
Le accarezzo il viso e la abbraccio,
lasciandomi andare ad
un momento di sconforto.
“Scusami, non ho saputo
proteggerti!” sussurro toccando il
suo viso etereo.
“...Boris...”
risponde in un mormorio.
“Reyra! Sono qui per
te!” dico lasciandole un casto bacio
sulla bocca insanguinata.
Nonostante il labbro gonfio e i
capelli unti di sangue e
appiccicati al visto, la trovo una visione celestiale dopo lunghi
giorni a
combattere per far tornare in sé Yuri.
Riprendo coscienza di me e cerco di
darmi da fare con le
spesse corde che le legano i polsi al letto e l’hanno
costretta a subire le
perversità di Vorkov.
“Questa me la
pagherà cara!” ringhio mentre mi affretto a
sbirciare nel comodino del monaco.
Non mi sorprendo quando, al suo
interno, trovo un lungo
coltello apparentemente prezioso.
In pochi istanti le mani di Reyka
sono libere e la prendo in
braccio cercando di farla camminare.
Purtroppo, nessuno dei due
è conciato abbastanza bene da
poter scappare via di corsa come il piano prevede, ma il problema non
sussiste
dal momento che Vorkov è stato neutralizzato.
“Boris...”
balbetta ancora con gli occhi socchiusi.
Prego mentalmente che Reyka riapra
gli occhi così da
riuscire a vedere un’altra volta quelle iridi nere e
profonde, passionali e
magnetiche, ma la sua forza di volontà è
totalmente annullata dal dolore, dal
suo orgoglio ferito e dalla sua dignità offesa.
“Dimmi..”
sussurro stando attento.
“Grazie..”
risponde regalandomi un dolce sorriso.
Prendo un’enorme boccata
d’aria e cerco la concentrazione
necessaria per porre la parola fine a questo supplizio.
La schiena è lacerata e
sento la maglia imbrattata di sangue
incollarsi alla mia pelle: è umida, sporca e ha un odore
pungente, ma la
situazione peggiora quando sento l’incontrollabile bisogno di
chiudere gli
occhi e dormire. Forse per sempre.
Le mie gambe cedono sotto il peso di
Reyka che si aggrappa
al mio collo e appoggia la testa contro il mio petto.
La sua vicinanza mi dà
sollievo e averla trovata, viva, è
ciò di più importante al mondo.
“Reyka, ti devo dire una
cosa..” mormoro lasciando scivolare
a terra il corpicino esile e dimagrito della ragazza.
“Non
ora...andiamo!” mi incita lei, guardando disperata
verso l’uscita.
Scuoto la testa. Per qualche strana
ragione, so di non avere
altre opportunità per dirle quello che provo. E il mio
istinto, purtroppo, non
si sbaglia mai.
“Questa è
l’ultima occasione che ho per dirti che...”
“Non ora!”
risponde cercando di risparmiare energie per la
fuga finale.
Mi inginocchio di fianco a lei e le
prende delicatamente il
viso, costringendola a guardarmi negli occhi.
Lei appoggia una mano storpia sulla
mia e sorride contenta.
“Sono contenta di vederti,
Boris. Sapevo che mi avresti
trovata e..”
“Io ti amo,
Reyka!” la blocco e aspetto impaziente la sua
reazione.
I suoi occhi si illuminano e si
riempiono di lacrime che
iniziano a sgorgare silenziose.
Le sue mani si stringono sulle mie in
una presa premurosa e
dolce, sento addirittura un tremolio strano che le impedisce di
formulare una
frase di senso compiuto.
Prorompe in una risatina cristallina,
ansima e strizza gli
occhi per cacciare
indietro le lacrime.
“Ti sei rammollito,
Huznestov! Sei solo un idiota!” risponde
attingendo all’ultimo briciolo di forze serbate in corpo.
Scoppio in una risata isterica, ma mi
risolleva il morale.
Dopotutto è pur sempre Reyka nonostante sia ferita e
spossata dalle nottatacce
passate.
“Ti ricordo che appena
finito questo tugurio, tu ed Ivanov
mi dovrete concedere una serata assieme!” continua poi con un
sorriso
malizioso.
“Reyka, io ho detto che
ti..”
“Lo so cosa mi hai detto,
ma quelle tue parole mi suonavano
di addio! Non voglio sentirtelo più dire se non fuori dal
monastero!” mormora
riprendendo il suo solito tono di voce e riacquistando un po’
di carattere.
Annuisco.
Sono felice di sentire che Reyka
crede in me e nella remota
possibilità di uscire da qui vivi.
“Muoviamoci,
allora!” dico solenne aiutando la ragazza a
mettersi in piedi.
Dopo lo shock iniziale, la morettina
riesce a muovere
qualche passo incerto.
La sostengo per tutto il tragitto
illuminato dagli spiragli
di luce provenienti dalle feritoie.
Non appena vediamo la vecchia porta
di legno socchiusa che dà
sull’ufficio di Vorkov, tiriamo un sospiro di sollievo.
“Ci siamo quasi!”
mormoro per farle coraggio.
Reyka annuisce e socchiude gli occhi
rafforzando la presa
sulla mia vita; il suo gesto mi strappa una smorfia di dolore che non
sfugge
alla ragazza e mi rivolge uno sguardo preoccupato.
“Non è
niente..” biascico soffocando varie imprecazioni.
“I punti non hanno
tenuto!” dice prendendo subito atto della
mia situazione.
“Già..”
“Scommetto che non ti sei
risparmiato durante il tuo
incontro ai mondiali!”
“E tu come..”
“Lo supponevo che non
avresti resistito a dare il tuo
contributo ad una gara così importante. E so che non sei uno
che bada a spese e
dà tutto sé stesso pur di vincere! Ma
ciò ha peggiorato la situazione, giusto?”
“Hai fatto centro, Reyka!
Brava! Ora pensa solo a camminare
ed usciamo di qui!” rispondo cercando di zittirla.
Non è momento
né il luogo adatto per la ramanzina.
Varchiamo la soglia senza pensarci
due volte.
Ciò che ci attende va
oltre la mia capacità di
immaginazione.
Il monaco che fino a pochi minuti
prima pensavo di aver
neutralizzato è in piedi di fronte noi.
Dall’angolo della bocca e
dalla fronte scendono rivoli di
sangue che bagnano la tonaca nera; il suo ghigno sghembo è
raccapricciante e
tiene spasmodicamente in mano la pistola che risiedeva dentro la teca
di vetro.
“Mi deludi sempre di
più, Huznestov! Chi ti ha insegnato a
fare certi nodi? Non sono degni di un criminale del tuo
calibro!” sbotta Vorkov
mostrando i lacci di fortuna che ho usato per bloccarlo.
Scuote la testa e si aggira altezzoso
per tutta la lunghezza
dell’ufficio, rigirandosi tra le mani la pistola
dall’impugnatura bianca.
Scosto Reyka dietro le mie spalle,
spingendola contro il
muro, e le faccio da scudo: non deve più toccarla per
nessuna ragione al mondo.
Vorkov sghignazza senza ritegno e mi
punta l’arma addosso,
senza paura e senza alcun segno di esitazione.
“Non fare l’eroe,
Boris’ka! Non lo potrai mai essere!”
sbotta caricando la pistola.
“Dovrai ammazzarmi per
toccarla di nuovo!” ribatto alzando
la voce.
Il monaco si blocca improvvisamente e
lascia scorrere la sua
lingua sulle labbra sottili e viscide in un segno di puro godimento.
“Avresti dovuto sentire
quanto piangeva la tua ragazza...”
Il sangue ribollisce nelle mie vene e
digrigno i denti
cercando di controllare il mio pessimo caratteraccio.
Purtroppo non ce la faccio.
Salto addosso al monaco e gli sferro
un pugno dritto in viso
rompendogli il setto nasale.
Ma Vorkov non è uno
sprovveduto e contrattacca colpendomi
con l’impugnatura pesante e raffinata della sua preziosa
pistola. Dritto sulla
nuca.
Mi accascio al suolo senza un
lamento; non sento dolore, non
più ormai.
Dopo qualche attimo per rimettere in
ordine le idee, mi
rialzo e continuo a proteggere il corpo inerme di Reyka.
“Sai, mi pare di avere
già vissuto questa patetica scena!”
mormora sorridendo compiaciuto.
“Che vuoi dire?”
domando confuso.
“Ti sei mai domandato,
Boris, come siano morti realmente i
tuoi genitori?”
“Brutto bastardo! Io
ti..”
“Anche tuo padre difendeva
tua madre a quel modo! Ironia
della sorte farete entrambi la stessa fine!”
Non esiste esitazione sul volto di
Vorkov.
Non c’è segno di
compassione né di umanità sul suo viso
segnato dagli anni.
Non ci sono imprecisioni nel colpo
sparato da quella pistola
fabbricata per spocchiosi snob.
Il dito avvizzito preme con
facilità il grilletto e tutto
improvvisamente si tinge di rosso.
Angolo
dell’autrice
Sorpresona!! *-* Pensavate davvero
che vi lasciassi così?
Con un capitolo finale così deludente? Eh no!! Ho pensato
anche qui ad una
sorpresina!V.V
Oltre ad aver allungato la fic di un
cappy, per voi ho
riservato un epilogo molto interessante che forse susciterà
un po’ di
inquietudine e mistero.
La mia idea iniziale era di unire il
tutto in un unico
capitolo finale, solo che c’ho ripensato e l’idea
di spezzare l’epilogo dal
capitolo in sé mi è parsa buona!V.V
<---sono tutte sue supposizioni, ma
lasciatele credere che siano buone idee.
Dunque, dunque, dunque..che dire? Il
capitolo vi è piaciuto?
Vi ha appassionato? Vi ha schifato? ^_- fatemelo sapere con un piccolo
commentino! Anche di due parole! ^o^ del
tipo... “Fa schifo!”, “E’
indecente!”, “E’ passabile!”
^_- facile no? Due
semplici parole!XD Ci tengo soprattutto ora che è il
penultimo cappy!V.V
Come ho già spiegato
nell’altra mia fic, il mio ritardo è
dovuto alla scuola! Mi ha portato via un sacco di tempo e gran parte
del mio
tempo libero l’ho sfruttato per passarlo con gli amici! Ne
avevo davvero
bisogno, credetemi!^.^’’
Gli esami ora sono finiti e posso
dedicarmi al resto delle
mie storie e di tutte le mie idee!^O^
Non ci sono scusanti che tengano per
questo imperdonabile
ritardo, ma sono sicura che sarete clementi!T.T
Ringrazio tutte le persone che hanno
commentato lo scorso
capitolo quindi phoenix91, Aphrodite e lexy90!^O^ Spero di sentire la vostra
anche su questo cappy!^_-
Un bacione! Nena!^_-
|
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Capitolo 28 *** Capitolo 28 ***
Capitolo
28
Salve a tutti!^O^ e torno
con
l’ultimissimo capitolo di questa benedetta fanfic!V.V non so
se con
vostro dispiacere o con vostra gioia, questo sarà davvero
l’epilogo!
La fine!>.< -i DemolitionBoys ballano la macarena dalla
felicità- e guardate che sono ancora in tempo per far morire
qualcuno di voi!+_+ [tanto ormai sappiamo chi morirà!V.V
c’è
scritto proprio qui sul copione!>.> ndKei che sbatte il
librone
in faccia all’autrice] =.=’’ oh santo
paradigma! Che situazione
imbarazzante!V.V** [eh, direi bene! V.V è la tua storia! Lo
credo
che è imbarazzante! >.< ndBoris]
–Nena aggiunge sul suo
Death Note il nome di Boris-.
Ok!!^o^ ci sono altri
commenti
inopportuni? No? Benissimo! Allora possiamo cominciare!^o^ CIAK! Si
gira! >.<
(p.o.v. Yuri)
“Quando tutta
questa faccenda sarà
archiviata, giuro che Huznestov me la pagherà!”
mormoro a denti
stretti attraversando il corridoio principale.
Non è una saggia
scelta, ma è la più
rapida. Questa missione, ormai, ha ben poco di segreto e passare
inosservati non è più tra le priorità
assolute.
C’è
solo bisogno di un intervento
veloce e pulito. Nessuno deve farsi più male. Ogni membro
della mia
squadra ha sofferto e patito le pene dell’Inferno per
arrivare sin
qui, e non ci devono essere altri intoppi.
Non ci possiamo permettere
di fallire.
Ne va della vita di due
persone a me
care.
Ne va della mia
sanità mentale e
fisica.
Corro a perdifiato nella
direzione
opposta a Boris; ormai sento che non siamo più in contatto.
So che
se mai avessi bisogno di aiuto quel figlio di puttana non
potrà
darmelo.
“Ti conviene
riportare indietro Reyka
viva e vegeta, altrimenti ti ammazzo, Boris!” sbotto furente,
incrementando la velocità.
Dopotutto non sono io
quello che
rischia maggiormente di lasciarci le cuoia: lo situazione fisica del
Falborgh blaider è critica e può peggiorare nel
momento meno
opportuno.
“Devo sbrigarmi a
trovare Kei! Poi
andrò a dare una mano a Boris, se mai ne avrà
bisogno!” mormoro
tra me e me per farmi coraggio.
L’odore di
stantio e di muffa si fa
più intenso e nauseante. È il giusto indizio per
capire che sono
sulla strada dei sotterranei.
Ormai, il tragitto che
conduce alle
viscere del monastero lo conosco fin troppo bene per smarrire la via.
Mi sembra di rivivere una
situazione
simile di pochi giorni prima, quando ho cercato disperatamente di non
credere alle parole dei miei compagni sul fatto che probabilmente Kei
aveva abbandonato la squadra.
Il solo pensiero che
l’argenteo
avesse lasciato i DemolitionBoys per tornarsene con i giapponesi mi
dilaniava il petto, ma ora come ora preferirei mille volte vedere un
Kei felice e sereno insieme a Rei, piuttosto che trovare il suo
cadavere sanguinante nelle segrete.
Ma Kei ha scelto me. Ha
deciso per la
strada meno dolce, più ripida e dissestata.
Ha valutato tutti i pro e i
contro, ma
alla fine ha scelto di seguire il suo cuore e di stare con il
sottoscritto, colui che gli avrebbe reso difficile
l’esistenza. Un
amore fatto di dolore e tristezza, ma purtroppo sincero e genuino.
Percepisco la stessa
sensazione di quel
giorno quando ho aperto la porta della nostra camera e non ho trovato
nessuno al di là della soglia; conscio del fatto che Kei non
fosse
nella stanza, mi sono illuso di poterlo riabbracciare.
Ora, però, non
si tratta di sapere se
Kei c’è o meno. La mia speranza è
soltanto quella di trovarlo
vivo.
Finalmente vedo le scale a
chiocciola
che conducono nei meandri del monastero e mi ci butto senza pensarci
due volte.
La discesa è
lunghissima e i gradini
sembrano infiniti, ma un debole baluginio indica che la rampa di
scale è presto finita.
Mi avvicino di soppiatto,
mettendomi in
ascolto con attenzione.
Sento distintamente due
serie di passi
piuttosto pesanti, ma le voci sono di tre persone diverse: Vorkov
deve aver raddoppiato la sicurezza dal momento che il nostro
tentativo di liberare Kei gli è parso scontato.
Purtroppo, quel viscido
maniaco ha
visto giusto ancora una volta.
“Ormai il secondo
match dei mondiali
deve essere iniziato da un pezzo!” dice uno dei tre
carcerieri.
“Già,
chissà come se la sarà
cavata quel bastardo di un Huznestov!” sbotta un secondo.
I tre uomini scoppiano a
ridere
immaginando di vedere uno dei loro ospiti preferiti ridotto in fin di
vita davanti al suo avversario. Non che la cosa volga a loro
vantaggio, ma la sola idea della distruzione totale li diverte e li
fa sopravvivere in quell’Inferno.
“Vorkov
è ciecamente sicuro dei suoi
mezzi! Vinceranno il mondiale senza esitazioni..altrimenti sanno a
cosa vanno incontro, no?” continua il primo facendo
schioccare la
frusta di cuoio.
Il suono secco
dell’arma mi fa
accapponare la pelle; rabbrividisco se conto quante punizioni ho
scontato sotto quella frusta malvagia e assetata di sangue.
Valutando la situazione e
la posizione
in cui sono, l’unica soluzione è quella di
affrontare i tre
guardiani apertamente.
Prima di arrivare alle
maniere forti,
bisogna tentare di raggirarli con l’astuzia, anche se temo di
non
esserne troppo capace. La mia lingua biforcuta mi abbandona nei
momenti in cui si rende necessaria, e ciò è un
grosso problema.
Respiro profondamente una
boccata
d’aria, se così la si può chiamare.
“Non starete mica
battendo la fiacca,
vero?” ringhio, allontanandomi dal mio nascondiglio.
I tre carcerieri,
più grossi di quanto
avessi pensato, rimangono spiazzati per qualche istante dal mio
ingresso trionfale.
“Bhe,
perché mi guardate con quelle
facce da beoti?” sbotto arrabbiato.
Il solo pensiero che uno di
loro abbia
chiamato Boris ‘bastardo’ mi fa avvampare di
rabbia. Come osano,
loro, putride creature del sottosuolo, parlare così di un
valoroso
blaider e amico?
Il più unto dei
tre si avvicina e fa
luce con la fiaccola, illuminando il muro alle mie spalle e portando
la fiamma a pochi centimetri dal mio naso.
“Yuri Ivanov, che
sorpresa! Non ti
aspettavamo! Cos’è? Una punizione extra per aver
perso il tuo
incontro, suppongo!” sibila con tono acido.
“Non supporre
troppo, ti potrebbe far
male alla testa!” mormoro a denti stretti, sorridendo
sornione.
“Figlio di una
cagna! Sei presuntuoso
a presentarti qui e sputare sentenze!” sbotta il carceriere
di cui
non avevo sentito i passi.
Capisco perché
non ne ho percepito la
presenza se non grazie alla voce: l'uomo è stravaccato su di
una
sedia sgangherata che sembra essere sul punto di rompersi e lasciar
cadere al suolo il lardoso essere umano.
Un conato di disgusto mi
assale la
gola, ma riesco a ricacciarlo indietro e attingere alla mia poca
riserva di sangue freddo.
“Cosa pensi di
ottenere insultando
mia madre? Dovresti ringraziarla, invece! È solo per merito
suo se
ora siamo grandi amici!” dico ghignando e mettendo in
soggezione i
tre omoni di fronte a me.
Non posso affrontarli
così, a mani
nude, contando solo sulla mia forza fisica: non riuscirei a
neutralizzarne uno che gli altri due mi ucciderebbero a suon di
frustate e pugni.
“Amici? Tu non
hai amici, Ivanov! Qui
sei completamente solo!”
Adocchio la frusta senza
che nessuno se
ne accorga e scivolo lentamente lungo il muro verso l'arma che
può
tornarmi decisamente utile.
“Vorkov non ci ha
informati del tuo
arrivo!” sbotta il più idiota del gruppo
“...non sarà che sei
venuto a recuperare il tuo amichetto massacrato e incatenato qui
sotto?” continua, rivelando tutte le informazioni di cui
necessito.
“Sei un
imbecille!” lo aggredisce
il collega, dandogli un cazzotto in pieno viso.
Sogghigno soddisfatto:
nessuno dei tre
omaccioni mi sembra abbastanza sveglio da prevedere il mio piano e
fermarmi. So di per certo che Kei è tenuto segregato qui, in
qualche
cella, e l'unico modo per accertarsene e portarlo in salvo è
far
fuori i tre guardiani.
Mentre i due carcerieri
fanno la
predica al loro compagno sul fatto che certe informazioni riservate
sono troppo importanti per lasciarsele sfuggire di bocca, mi allungo
ulteriormente per afferrare la frusta incustodita sulla sedia
cigolante dalla quale si è scomodato l'ammasso di lardo.
Finalmente la sfioro con le
dita e ne
impugno saldamente il manico di cuoio nero, maleodorante di sangue
rappreso e di sporcizia.
“Grazie! Mi siete
stati molto utili!”
esclamo sorridente, facendo schioccare la frusta vicino ai tre
guardiani.
I carcerieri sobbalzano e
si voltano
inferociti verso il sottoscritto: sembra di avere di fronte una
mandria di bisonti pronti a schiacciarmi con il solo peso del loro
corpo.
Per fortuna, anni e anni di
allenamenti
con tutti i tipi di armi sono serviti a qualcosa e riesco a
maneggiare la frusta come fosse parte integrante del mio braccio, una
specie di prolungamento naturale fatto per torturare e provocare
sofferenze.
“Piccolo
bastardo! Questa ce la
paghi!”
“Ho fretta! Devo
salvare il mio amico
e ho un appuntamento ufficiale con Vorkov! Non vorrete farmi
aspettare, spero!” rispondo divertito.
L'odore del sangue e della
lotta mi
inebria, mi spinge a voler vedere più sofferenza negli occhi
di
coloro che sono stati i miei carnefici per dodici lunghi anni.
Con uno schiocco secco
riesco ad
imprigionare il collo del più idiota nella morsa micidiale
della
frusta e non sono intenzionato a lasciarlo andare fino a vedere le
sue labbra diventare viola e i suoi occhi schizzare fuori dalle
orbite.
Senza pietà.
“Mai avere misericordia
di chi non ne ha nei tuoi confronti” è uno dei
comandamenti del
monastero e, purtroppo, ho visto mettere in pratica questa dottrina
più di una volta.
L'uomo non riesce a
liberarsi, ma nel
frattempo i suoi compagni non mi danno tregua e tentano inutilmente
di menare colpi potenti ma imprecisi: sono solo inutili creature
incapaci di intendere e volere, non possono essere tanto abili da
acchiapparmi o da beccarmi impreparato con un pugno.
Stendo il primo uomo con un
calcio
nello stomaco; rantola a terra agonizzante e si preme le mani sulla
pancia, mentre dalla bocca escono mute imprecazioni.
Bori, una volta, mi ha
insegnato un
trucchetto: come mettere KO l'avversario senza ammazzarlo, con sicura
efficacia e un minimo dispendio di tempo ed energie.
Non ho mai avuto
l'occasione di mettere
in pratica il suo insegnamento, ma i consigli del platinato tornano
sempre utili, specialmente se si tratta di combattimento.
Prima che il secondo
guardiano riesca
ad acciuffarmi e inchiodarmi al muro, mi abbasso all'altezza del
carceriere agonizzante, ancora accasciato a terra, e lo sorprendo
alle spalle: un colpo secco, potente, di taglio con la mano appena
sopra la nuca.
L'uomo finisce a terra
privo di sensi,
fuori uso per almeno un paio d'ore.
Ma non ho fatto i conti con
la mia
preda intrappolata nella frusta.
Il carceriere mi afferra
per la gola e
mi immobilizza contro il muro, impedendomi di entrare di nuovo in
possesso dell'arma, abbandonata a terra a pochi metri di distanza da
me.
“Hai giocato a
fare l'eroe? Ti sei
divertito?” sbotta quello dietro le spalle del mio aguzzino.
Sento la sua mano molliccia
e unta
serrarsi ulteriormente attorno al mio collo e la sensazione non
è
delle più gradevoli: l'odore fetido delle celle mi sta dando
alla
testa e devo preoccuparmi di uscire con Kei, vivo, nel minor tempo
possibile.
“Non è
il momento di giocare!”
sbotto dando un calcio al basso ventre dell'uomo, il quale si china
a terra emettendo un suono stridulo.
“Non ho finito!
Questa è per tutte
le volte che ci avete torturati a sangue!” grido, montando a
cavalcioni sullo sterno dello sventurato e assestandogli un gancio
destro.
Avverto il naso rompersi
sotto la
potenza del mio pugno e il sangue esce copioso dalla ferita
infertagli, ma il carceriere non demorde e rimane cosciente
nonostante il dolore lancinante al viso e alle parti basse.
“Questa
è per Reyka! Scomparsa per
colpa del vostro amato superiore!” urlo in preda alla rabbia.
Lo finisco con un pugno
sotto il mento,
appena in tempo per essere trascinato via da un paio di luride e
flaccide braccia. L'ultimo guardiano stava aspettando bello e beato
il suo turno, sperando di vedermi soccombere grazie al suo collega ed
evitare così lo scontro, ma, purtroppo per lui, le cose sono
andate
in modo diverso.
“Avrei dovuto
ucciderti molto tempo
fa, Ivanov!” sbraita brandendo un pugnale, tirato fuori da
chissà
che lardosa parte del suo corpo.
“Avresti dovuto
pensarci un po'
prima, non credi?” rispondo, evitando facilmente un fendente
menato
alla cieca.
Non appena ne ho
l'occasione e vedo il
braccio dell'uomo passarmi proprio di fianco all'orecchio, lo afferro
e lo tiro verso il suolo con tutto il mio peso, sfracellando sul
pavimento la sua mano e obbligandolo a lasciare il pugnale dal dolore
causato dalla mano rotta.
Afferro l'arma e lo
immobilizzo a
terra, puntandogli la lama alla gola.
“Ora, dimmi, chi
ha la possibilità
di ammazzare chi?” sussurro in un ghigno, prendendomi
finalmente un
po' di gloria che mi spetta.
L'uomo mugugna qualcosa di
incomprensibile: la paura gli impedisce di parlare e mi guarda con
occhi colmi di disperazione.
“E' difficile
mettersi nei panni dei
poveri ragazzi che hai malmenato per tutto questo tempo, non
è vero?
Stavolta sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, e
guarda caso lo dico letteralmente..” sibilo cercando di
incutere
paura.
“Potrei ucciderti
e farla finita, ma
non ti voglio fare questo piacere! Non ti devo alcun favore!”
grido, conficcando il pugnale a qualche centimetro di distanza dalla
sua testa.
L'uomo si distrae guardando
con
felicità la lama distante da sé, ma non vede
arrivare il pugno che
segna il colpo di grazia e la fine della lotta infernale.
“Non sono come
voi! Sono ancora un
essere umano!” mormoro dando un ultimo calcio al corpo
dell'ex
aguzzino.
In pochi istanti trovo la
chiave
universale delle celle sotterranee e non ci penso due volte a far
breccia verso il cuore della struttura; non ho mai avuto il piacere
di visitare la parte più interna e più profonda
dell'edificio
costruito da Vorkov, ma so di per certo che non rimpiango questa
mancanza.
Le mie gambe sembrano
insensibili alla
fatica: la scarica di adrenalina dell'ultimo scontro deve avermi dato
la giusta dose di idiozia e di coraggio da poter continuare questa
missione di salvataggio senza crearmi dubbi alcuni.
Ho la pessima sensazione
che mi dilania
il petto che qualcosa, sul cammino di Boris, sia andato per il verso
sbagliato. E del mio sesto senso mi fido ciecamente, purtroppo.
Stringo i denti e socchiudo
gli occhi,
impegnandomi per non tornare indietro e aiutare il mio migliore
amico: oltre al fatto di perdere l'occasione per liberare Kei,
Huznestov potrebbe prendere la mia decisione come una mancanza di
fiducia nei suoi confronti.
In poche parole, anche se
dovessi
decidere all'improvviso di cambiare strada e andare in soccorso al
platinato, quest'ultimo rifiuterebbe il mio aiuto per orgoglio.
Se adesso mi vedesse
vacillare per una
cosa apparentemente futile come questa, sicuramente avrebbe da ridire
con i suoi soliti toni gentili ed educati.
Per qualche istante ho la
netta
impressione che la mia coscienza si materializzi di fronte a me
sottoforma di Boris e gridi qualcosa di tipico nel suo stile.
“Che
cazzo fai, razza di idiota di un Ivanov? Smettila di farti seghe
mentali e corri a salvare il culo a Kei!”.
Ed eccolo che mi aspetta a braccia conserte, lo sguardo fiero e
severo e la postura da militare; i suoi occhi verde smeraldo sembrano
risplendere nell'oscurità del monastero, ma mi accorgo
stupidamente
che sono semplicemente le fiaccole appese ai muri.
Le rocce sembrano sgretolarsi a causa della corrosione
dell'umidità;
le sbarre d'acciaio delle celle sono ricoperte di muffa e hanno perso
la loro patina brillante di un tempo.
Sospetto che il cubicolo dove Kei è segregato sia
così facile da
trovare, ma non mi rassegno a guardare all'interno di ogni gabbia
nella speranza di vedere il ragazzo che amo e per cui sto mettendo a
repentaglio la vita e la reputazione della squadra nazionale russa.
Rallento il passo e mi soffermo ad ascoltare dei rantoli appena
accennati, dei sussurri impercepibili.
Mi
fermo in mezzo al corridoio
e trattengo il respiro per capire da che parte proviene il misterioso
suono, ma nelle celle non c'è anima viva e non capisco se
è tutto
frutto della mia immaginazione.
Un
clangore attira la mia attenzione verso un cubicolo che devo aver
scartato dando per scontato l'assenza
di qualche povera anima in pena. Ed è stato il mio errore
più
grande.
Nell'oscurità intravedo un paio di mani sbucare dai
bracciali di due
catene inchiodate al muro, ma riconosco a malapena la zazzera
arruffata di capelli argentei che tanto speravo di rivedere.
“Kei?”
chiedo, pensando che i miei occhi possano tradirmi.
“....cazzo...ce
ne hai messo di tempo...” biascica, esplodendo in un colpo di
tosse
poco rassicurante.
“Un
semplice 'grazie' sarebbe stato sufficiente!”
“Grazie
di aver evitato che marcissi nelle segrete, mio eroe!”
“Non
ti manca il tuo macabro senso dell'umorismo, Hiwa! Mi solleva la
cosa!” dico entrando con foga nella cella e aprendo i
chiavistelli
che gli tengono bloccati i polsi.
“E
a te non manca la stupidità!” mormora
sogghignando.
“Parleremo
più tardi di quello che era giusto fare o meno!”
rimbrotto offeso.
Mi sarei aspettato gratitudine, o almeno un po' di felicità
nelle
parole di Kei, invece sento solo malcelati insulti e una ramanzina
sul fatto che non dovevo correre in suo aiuto.
“Sei
ferito? Riesci a camminare?” chiedo preoccupato, dandogli una
rapida occhiata.
Kei si sgranchisce la schiena con una torsione impressionante e si
massaggia i polsi, pieni di piaghe e sporchi di sangue.
Per il resto sembra soltanto indolenzito: Vorkov deve averlo graziato
perché, dopotutto, è il nipote del suo socio in
affari, non è
nelle sue intenzioni lasciarlo a marcire in questa cella troppo a
lungo.
“Potrei
stare meglio! Tu che dici?” risponde ironico.
“Ehi!
Io ti ho appena salvato la vita!” sbotto irritato.
Kei, già diretto verso la via di fuga, si volta e assume
un'espressione contrariata e severa.
“Ed
è per questo che sono incazzato con te, Yuri! Non dovevi
tornare
qui! Dovevi scappare e andartene da questo posto senza pensare a me!
Sei uno stupido se credi che riusciremo a cavarcela senza
intoppi!”
urla furioso.
Assimilo ogni sua parola, ma non capisco dove vuole arrivare.
“Vorkov
non ha la benché minima intenzione di ammazzarmi! Io ero
solo una
trappola fatta apposta per gli idioti come te! E ci sei cascato in
pieno, Ivanov, proprio da imbecille! Quel pazzo non mi avrebbe mai
ucciso, non può farlo perché andrebbe contro mio
nonno! Io sarei
scappato da qui appena possibile e ti avrei raggiunto finito il
mondiale di beyblade!” spiega perdendo la pazienza.
Il suo ragionamento non fa una piega.
Ha ragione. Sono stato uno stupido a pensare solo a me stesso e alla
mia relazione con Kei, senza contare che per questa missione ho messo
in pericolo Boris, Serjey, Ivan e Reyka.
Sospiro e ripenso ai miei amici, coloro che sto facendo soffrire per
i miei capricci.
“Hai
ragione, Kei, ma ormai siamo qui e non possiamo permetterci di
fallire!” rispondo abbassando lo sguardo.
“Lo
so, non ci vuole un genio per capire tutto ciò!”
“Perché
non te ne stai zitto e fingi di essere il ragazzo a cui ho salvato il
culo per l'ennesima volta?” lo ammutolisco.
La mia risposta ha solo l'effetto di farlo arrabbiare ulteriormente,
tanto che l'argenteo si gira mollandomi un manrovescio in pieno
volto.
In un primo momento mi stupisco della forza straordinaria del colpo,
davvero troppo potente per un ragazzo normale che è stato
rinchiuso
in cella per dei giorni interi senza vedere mai la luce del sole.
Ma la cosa che mi sorprende maggiormente è la reazione
smisurata di
Kei nei miei confronti.
Rimango per qualche istante chino su me stesso, gli occhi socchiusi
per riflettere sulle mie azioni e sento la guancia destra bruciare di
dolore.
“Perché
l'hai fatto?” chiedo in un sussurro.
“Perché hai bisogno di
una svegliata, Yuri! Non puoi aver davvero pensato di venire qui,
finito il tuo incontro ai mondiali contro i giapponesi, liberarmi
senza che nessuno se ne accorga e poi fuggire via evitando qualunque
intoppo! Vorkov non è così idiota come
credi!” dice appoggiandomi
una mano sulla spalla.
Quel contatto non mi conforta, non mi porta quella gioia che ho
sperato di provare ancora una volta.
“Non
sei il solo rinchiuso qui dentro, Hiwatari! Vorkov ha fatto sparire
anche Reyka e Boris si sta occupando di lei!” sbotto furioso.
“Allora
avresti fatto bene a dare una mano al tuo amico a liberare quella
povera ragazza!” rimbrotta serio.
“Ho
capito la morale, Kei! Ma io ho seguito il mio istinto e non ho
rimpianti!”
“Non
avevo dubbi, Yu!” sussurra addolcendo il tono di voce.
La mano dell'argenteo scivola sulla mia guancia e accarezza il punto
dove mi ha colpito poco prima, sorridendo come solo lui sa fare,
illuminandomi la giornata.
Sembra voler dire qualcosa, come se sapesse perfettamente il destino
di ognuno di noi e percepisse in anticipo ciò che lo
attenderà non
appena questa faccenda sarà risolta.
Come Boris, anche Kei pare avere le idee chiare del suo ruolo nella
storia, ma non accenna a farne parola: entrambi sanno di per certo di
voler rischiare la vita per il bene dei DemolitionBoys.
Mi avvicino all'argenteo e gli circondo la vita trattenendolo per
l'ennesima volta vicino a me, dove è il suo posto; Kei si
sporge e
appoggia delicatamente le labbra sulla mia fronte e scivola piano
verso la mia bocca.
Improvvisamente sentiamo un boato provenire dal piano superiore, come
di una porta sradicata dai cardini.
“Proviene
dall'entrata principale!” grida Kei, allontanandosi da me e
scattando verso i gradini.
Lo seguo senza perderlo di vista, ma non appena intravediamo la luce
fioca del sole che si affaccia all'uscita delle segrete, il ragazzo
davanti a me si blocca tutto d'un tratto tendendo le braccia per
impedirmi di oltrepassarlo.
“C'è
qualcosa che non va!” mormora abbassando drasticamente il
tono di
voce.
“E
cosa te lo fa credere, Mr. So-Tutto-Io?” rispondo in un
sibilo.
“Come
mai abbiamo sentito quel fracasso provenire dall'entrata principale e
non da qualche altra parte del monastero?” chiede preoccupato
l'argenteo.
“Boris
si trova nell'ufficio personale di Vorkov, in questo momento! Vuoi
dire che...”
“..che
quello che è entrato nell'edificio è quasi
certamente il nostro
monaco da strapazzo molto incazzato!” conclude la frase.
“Serjey
non deve aver preso tempo a sufficienza per lasciarci
fuggire!”
ipotizzo.
“No,
può essere che Vorkov abbia capito il vostro piano e stia
andando a
controllare!” mi smentisce l'argenteo.
“Allora
cosa aspettiamo ad andare ad aiutare Boris? Se così fosse,
Vorkov
non lo risparmierà se lo trova con Reyka!” sbotto
deciso.
Kei mi blocca un polso e la mia attenzione ricade sulla sua mano
intrisa di sangue e piena di piaghe dolorose attorno ad essa.
“Prima
c'è un'altra cosa importante da fare!” mormora
estraendo qualcosa
di nero e scintillante dalla tasca posteriore dei pantaloni.
Black Dranzer. La causa dei nostri problemi ora può
rivelarsi la più
utile arma in nostro possesso.
La strategia di Kei mi è fin troppo chiara e acconsento
immediatamente a seguirlo in sala comandi, dove i sottoposti di
Vorkov dirigono i macchinari e le trappole del monastero, come un Dio
può manovrare i suoi burattini dall'alto dei cieli.
La stanza dove ci sono i dispositivi di sicurezza e i comandi per
azionare le macchine non è distante, né
irraggiungibile: Vorkov,
nei suoi piani, non ha mai tenuto conto che la squadra di top blaider
in persona avrebbe osato tanto.
Raggiungiamo la sala comandi in un paio di minuti, correndo come
forsennati.
“Sei
sicuro di stare bene?” chiedo osservando Kei zoppicare
vistosamente.
Vorkov non deve avergliela fatta passare liscia e come minimo Kei si
è beccato una punizione esemplare.
“Siamo qui per salvarci il
culo o per parlare di come ho passato il mio tempo libero in questi
giorni?” sbotta afferrandomi per il bavero della giacca.
L'antifona è più che chiara. È
cristallina.
A Hiwatari preme di uscire dal monastero vivo e vegeto insieme agli
altri membri della Borg. Niente di più. Ed io sono qui che
faccio
domande idiote, rallentando il ritmo della missione mettendo la vita
di tutti a repentaglio.
Annuisco.
Tento di reprimere quel senso di ansia e preoccupazione, a volte
ossessivo, verso la salute dell'argenteo e continuo a seguirlo
imperterrito, nonostante le mie frequenti occhiate alla sua gamba
destra e alla macchia scura sui jeans.
Non appena ci affacciamo alla porta della stanza relativamente
piccola, notiamo un paio di guardiani pronti ad intervenire in caso
di emergenza.
Kei li prende in contropiede e non mi accorgo nemmeno della sua
prontezza di riflessi nell'afferrare il lanciatore e Black Dranzer,
incastrandoli assieme e puntando dritto sul pannello di controllo
principale del monastero.
“Ve
lo restituisco, bastardi!” sbotta l'argenteo lanciando con
rabbia e
disperazione il beyblade nero e scintillante.
La trottolina scatta alla massima potenza per tutta la stanza,
distruggendo macchinari e controlli, attaccando senza pietà
i
collaboratori di Vorkov e fracassando ogni genere di pannello o
schermo sul suo cammino.
“Kei!
Andiamocene!” grido, afferrandolo per la maglia e tirando con
forza.
Ma il ragazzo rimane immobile a gustarsi lo spettacolo: il panico
generale provocato da Black Dranzer sembra saziare parte della sete
di vendetta dell'argenteo.
“Sta
per esplodere tutto, Hiwa! Muoviti!” sbotto dandogli un
potente
pugno sulla spalla e costringendolo per lo meno a camminare.
Kei sembra essere soddisfatto della sua opera e finalmente torna con
i piedi per terra, ghignando in direzione degli operatori in fuga.
“Questi
vigliacchi, pur di salvarsi la pellaccia, abbandonano il loro
superiore a cui sono tanto devoti!” sibila con disprezzo.
Scuoto la testa, ma non posso negare che questa sia la divertente
verità. Divertente perché, quelli come noi,
maltrattati e
sfruttati, godono immensamente a vedere il terrore negli occhi degli
aguzzini verso cui siamo stati timorosi e docili.
“Dobbiamo
raggiungere Boris!” dico prendendo per un polso l'argenteo e
correndo a perdifiato verso l'ufficio del monaco.
Durante la nostra disperata corsa contro il tempo, incrociamo una
marea di ragazzini: devono aver avvertito il pericolo incombente e se
la danno a gambe sperando di uscire vivi dall'edificio.
Non si frappongono in alcuno modo tra noi e il nostro obiettivo,
né
tentano di ostacolarci con la loro sola presenza, anzi, si scansano
impauriti e dai loro occhi si legge la curiosità di sapere
dove
stanno andando i due idioti che nuotano controcorrente.
All'improvviso si sente chiaramente il rumore terrificante di uno
sparo che sovrasta il fracasso dei blaider in fuga e del monastero
sul punto di crollare completamente.
“Boris!”
grido disperato, avanzando senza preoccuparmi di lasciare indietro
l'argenteo.
Il mio cuore palpita per l'agitazione e per l'ansia di non essere
arrivato in tempo.
Uno sparo può solo significare che Vorkov ha scoperto Boris
nel suo
ufficio e deve aver deciso di farlo passare a miglior vita.
Finalmente vediamo il portone di legno massiccio dell'ufficio aperto
e mi faccio coraggio per affrontare qualunque situazione mi si
presenterà davanti, ma il mio cuore è debole e
non reggerò a
lungo.
Nemmeno la presenza di Kei mi rassicura.
“Boris!”
urlo entrando con foga nell'ufficio e assistendo alla scena
più
terrificante di tutta la mia vita.
Sbarro gli occhi in tralice, incapace di credere a ciò che
vedo e
sento, riluttante a comprendere quello che mi capita attorno.
Reyka stringe Boris tra le braccia e piange silenziosamente, senza
proferire parola o emettere singhiozzi. Sembra ammutolita anche lei
dall'ingiustizia della vita.
Il mio migliore amico ha un proiettile conficcato nell'addome e una
macchia rossa si espande sul tessuto della maglia, visibile
nonostante sia nera come la pece.
Il viso del ragazzo è imperlato di sudore e digrigna i denti
per
trattenere urla di dolore che darebbero solo soddisfazione a Vorkov,
appostato di fianco alla porta.
L'uomo sorride vittorioso con una lussuosa pistola in mano ancora
fumante. Glielo si legge negli occhi che ha sempre desiderato vivere
quel momento e avere la possibilità di far fuori tutti i
DemolitionBoys, uno ad uno, senza pietà.
“Boris...”
mormoro socchiudendo gli occhi e reprimendo un conato di vomito.
“Ivanov!
Mi stavo giusto domandando quanto avresti impiegato per arrivare! Sei
ancora in tempo per vedere il tuo amico morire!” sibila
Vorkov alle
mie spalle.
Purtroppo, se non ci sbrighiamo a portarlo in ospedale, il folle ha
ragione. Lo perderemo.
La pallottola deve essere penetrata in profondità, vista la
distanza
ravvicinata da cui Vorkov ha sparato al platinato e con l'ultimo
briciolo di razionalità calcolo che, a occhio e croce, a
Boris
rimane meno di un'ora. La cosa peggiore è che ne
è perfettamente
conscio pure lui.
“Dannato!
Sei tu l'unico che merita di morire, qui dentro!” ringhio,
avvicinandomi con uno scatto a Reyka e Boris.
Sento il mio migliore amico ansimare affannosamente nel tentativo di
rimanere sveglio e di non perdere i sensi; la sua vista comincia a
calare e il dolore scomparirà non appena la sua forza di
volontà
verrà dissipata e Boris si lascerà andare con la
mente e con il
corpo.
Solo in un secondo momento mi accorgo che Kei non è presente
nella
spaziosa stanza. Nonostante questo, mi fido del ragazzo che amo e che
si sta dando da fare per riuscire a portarci fuori di qui tutti
interi; deve per forza avere un piano in mente.
“Ah,
mi dispiace solo che Hiwatari e gli altri due membri della squadra
non siano qui ad assistere al massacro perché
sarà davvero
divertente!” sussurra, ignorando la mia provocazione.
“Se
non usciamo di qui, il monastero ci crollerà sulla
testa!” grido
per fargli capire che non c'è tempo di discutere in questo
posto.
“Che
c'è? Hai paura di morire, Yuri?”
“No,
se so che verrai ammazzato anche tu con me!” ringhio, dando
una
rapida occhiata a Boris e Rerka.
La ragazza è traumatizzata e abbraccia Boris con foga,
aggrappandosi
a lui come se potesse proteggerla ancora una volta. Come se l'unico
modo di farlo rimanere in vita, con lo spirito ancorato alla Terra,
fosse stringerlo e pregare in un miracolo.
Scuoto la testa e cerco un modo per farci uscire da qui il prima
possibile, ma la visione del mio migliore amico steso a terra,
agonizzante e in fin di vita, non mi aiuta per niente.
“Boris,
non lasciarmi..” biascica Reyka, dando segno della sua
partecipazione.
“Ahahah!
Solo Dio ha la facoltà di decidere i meritevoli di rimanere
in vita
o chi ci deve tristemente lasciare!” sbotta con tono sadico.
Vorkov giocherella con la pistola dall'impugnatura candida, come se
stesse giocando con il destino di ognuno di noi.
“Non
avevi il diritto di decidere per la sua vita!”
“Ti
sfugge una cosa, Yuri! Io posso scegliere se farlo vivere o morire
perché io sono
Dio!”
E' questione di un attimo. Un breve istante durante il quale riesco a
vedere ogni cosa a rallentatore, quasi fossi in un film.
Vorkov impugna la pistola e la carica, puntandola dritta contro la
mia testa. Il suo dito ossuto si avvinghia al grilletto ed è
come se
sapessi che quella pallottola non potrà mai colpirmi
perché non è
quello il mio destino.
Non morirò per mano di Vladimir Vorkov. Almeno, non
fisicamente.
Il rumore assordante del tetto, che sta per crollare a causa
dell'esplosione in sala comandi, sovrasta il passo veloce di Kei il
quale sbuca da dietro il grande portone per avventarsi contro Vorkov,
ignaro della presenza dell'argenteo.
Un urlo disumano esplode dalla bocca del Dranzer blaider che con un
salto e un pugno ben assestato riesce a far volare di mano la pistola
al monaco, disarmato e inoffensivo. Ora, la cosa peggiore che
può
capitare è solo il crollo improvviso del monastero sopra le
nostre
teste, dal momento che la minaccia principale è destinata a
soccombere sotto i colpi letali dell'argenteo.
“Bastardo!
Me la pagherai!” sbotta Kei assestandogli una ginocchiata nel
basso
ventre, mozzando il fiato all'uomo.
Vorkov rantola a terra, si tiene la pancia per il dolore e striscia
come un verme verso la pistola, sperando che nessuno se ne accorga.
Mi affretto ad afferrare l'arma e puntarla dritta contro la tempia
del nostro aguzzino.
“Non
lo farei, se fossi in te!” mormoro caricando l'arma proprio a
pochi
centimetri dalla sua testa.
Il monaco deglutisce, ma nei suoi occhi non leggo disperazione; vedo
solo una gran voglia di vendicarsi, di distruggerci uno dopo l'altro
e capisco che deve avere un piano di riserva assai diabolico.
Kei lo immobilizza, sedendosi sopra il suo petto, e con una sola mano
riesce a intrappolare i polsi di Vorkov e mollargli cazzotti degni di
tale nome. Non lo biasimo se sfoga in quella maniera tutta la rabbia
che riserva in cuor suo, ma rischiamo di finire schiacciati dalle
macerie se non ci sbrighiamo.
Reyka si alza con cautela, afferrando Boris da un braccio e
proteggendosi la testa con l'arto libero, timorosa di beccarsi un
pezzo di soffitto addosso.
“Kei!
Dobbiamo andare fuori da qui! Black Dranzer ha combinato un bel
casino!” grido, attirando l'attenzione dell'argenteo.
Kei solleva il viso verso il mio e ghigna in modo sadico, deciso a
non farla passare liscia a Vorkov per tutto quello che gli ha
causato.
“Non
ancora, Yu! Prima voglio vedere morire que...”
Ma il ragazzo non finisce la frase perché, a causa della sua
distrazione, il monaco riesce a liberarsi e ad afferrare un piccolo
coltello posto nella tasca anteriore dei pantaloni.
Vorkov non si lascia sfuggire un'occasione simile e preme con
violenza lo stiletto verso il ventre dell'argenteo, ferendolo
gravemente.
Kei apre la bocca in un muto grido di dolore e sorpresa; appoggia una
mano sul coltello e, non appena la mostra, il sangue impregna ogni
centimetro della sua pelle diafana e perfetta.
Rimango immobile, con il braccio di Boris attorno al collo per
evitare che cada o aggravi la sua situazione: non ha molto da
invidiare a Kei, anche se il platinato è messo assai peggio.
“Kei..”
biascico, sbarrando gli occhi.
Ma resto al mio posto. La ramanzina sul “cosa è
giusto fare”
l'ho già ricevuta da Kei e so che il suo desiderio
più grande è
proprio quello che i DemolitionBoys si salvino con meno perdite
possibili.
Il mio sacrificio per salvare Kei, a questo punto, sarebbe inutile.
“Vattene,
idiota! Salvatevi almeno voi” sbotta l'argenteo, socchiudendo
gli
occhi dal dolore.
Scuoto la testa incapace di credere alle mie orecchie ed ai miei
occhi. Riluttante al pensiero di abbandonare in questo posto il mio
ragazzo che, in pochi minuti, verrà sommerso dalle macerie.
“Yuri,
Kei ha ragione! Dobbiamo salvarci!” mormora Reyka.
“Che
significa? Cosa vuol dire, Kei?” chiedo abbassando il tono di
voce,
anche se, inconsciamente, conosco già la risposta.
Dopo un
attimo di riflessione, Kei sorride sereno e in modo rassicurante.
“Vi
raggiungo fuori!” risponde addolcendosi e alzandosi da sopra
il
corpo di Vorkov.
Con grande difficoltà, Kei mi ruba la pistola che tengo in
pugno e
con la mano libera preme contro la ferita, evitando di estrarre
l'arma.
“Boris
ha bisogno di un sostegno, io posso benissimo camminare da
solo..”
mormora poco convinto.
Nella sua voce c'è una vena malinconica, triste e
rassegnata.
In fondo al cuore, so che questa è l'ultima volta che vedo
Kei.
Vivo.
So che la cosa giusta da fare è aiutare Reyka a trascinare
fuori
Boris e poi portarlo all'ospedale: Vorkov non gli ha sparato in un
punto vitale, ma il platinato ha perso troppo sangue e rischia di
morire a causa delle nostre perdite di tempo.
Il monaco scoppia a ridere. Una risata fredda, agghiacciante.
Nemmeno lui se la passa bene, in quanto Kei l'ha conciato per le
feste prima di venire attaccato a sua volta.
Kei barcolla vistosamente e sgrana gli occhi per tenersi sveglio; la
sua forza di volontà si fa meno ora che ha finalmente visto
volgere
al termine anche il suo ultimo compito.
“Le
tue ultime parole, Vlad?” sibila l'argenteo caricando l'arma.
“Ormai
è troppo tardi per uscire da qui! Verrete schiacciati come
vermi!
Siete degli illusi se pensate di uscire dal monastero vivi!”
sbotta, sputando a terra in segno di disprezzo.
“Mi
aspettavo qualcosa di più originale!” risponde
acido il ragazzo,
premendo senza titubanza il grilletto.
Il proiettile finisce proprio in mezzo alla fronte del monaco, ma non
è la vista di un cadavere a sconvolgermi, tanto
più la freddezza e
la mancanza di umanità di Kei nell'uccidere l'uomo.
Hiwatari ha messo fine all'ignobile vita di Vladimir Vorkov, eppure
non mi reputo soddisfatto né contento nel vedere gli occhi
vitrei e
quel sorriso beffardo sul volto freddo del nostro aguzzino.
Non provo gioia.
Non sento quel brivido di libertà che mi sarei aspettato.
Vedo solo il ragazzo che amo macchiatosi di un orrore gravissimo,
pari a quelli di Vorkov in persona. Ma non lo biasimo per quel gesto.
“Correte!”
sbotta l'argenteo, gettando a terra la pistola e affrettandosi a
raggiungere l'uscita dell'ufficio.
Sospiro e faccio ricorso all'ultimo briciolo di forze rimastemi per
trascinare Boris verso l'ingresso principale.
Il fracasso del soffitto che si sgretola è assordante e
perdo
completamente il senso dell'orientamento e del tempo.
Mi sento le orecchie piene di ovatta e ogni singolo oggetto
è
sfuocato, impalpabile.
Percepisco il braccio pesante e gravoso di Boris sulle mie spalle e
tanto mi basta per affrettare il passo e seguire Reyra verso
l'uscita, la nostra unica via di salvezza.
“Laggù!”
grida la morettina.
Ma le sue parole sono attutite e risuonano lontane.
Digrigno i denti ed invoco le ultime forze rimaste per trasportare
Boris sulla schiena ed evitare di rimanere seppellito vivo insieme ai
miei amici.
La luce si fa sempre più intensa e vicina.
Ormai ci siamo.
Percorriamo l'ultimo corridoio alla velocità della luce, o
almeno
così mi pare, e usciamo dal monastero, trovandoci nel
cortile arioso
e freddo.
È davvero giunta la fine.
Epilogo
Guardo la bara del mio
migliore amico
calare nella fossa.
È come se il mio
corpo fosse
fisicamente partecipe al funerale, ma la mia anima mi avesse
abbandonato. Per sempre? Non ne ho idea.
Sento un braccio cingermi i
fianchi con
forza spasmodica. Si stringe a me in cerca di conforto e di un amico
a cui abbandonarsi in un pianto liberatorio. Ma che sostegno posso
darle in una situazione simile? Cosa posso fare per migliorare le
cose? Desidero solo una bacchetta magica per scambiare il mio posto
con quello di Boris. Non è giusto.
Reyka piange disperata. Non
l’ho mai
vista in uno stato simile, e ciò mi spaventa alquanto. Si
riprenderà
mai? Forse riuscirà a trovare qualcuno da sfruttare per
sfogare i
suoi istinti sessuali repressi e magari se ne invaghirà
pure. Ma il
vuoto lasciato dal nostro Boris è incolmabile.
Ivan non trattiene i
commenti di
disprezzo verso il monaco e si compiace del fatto sia morto sotto le
macerie del monastero. Non oso immaginare ciò che avremmo
potuto
fargli se fosse rimasto miracolosamente vivo.
Una volta ho sentito dire
che non
esiste vendetta peggiore del perdono, ma chiunque sia stato a dire
una cavolata simile, non ha mai avuto l’onore di conoscere
Vladimir
Vorkov.
Il perdono non è
una parola ammessa
nel nostro vocabolario e specialmente in una situazione simile
è un
termine inconciliabile.
Serjey ha lo sguardo perso
nel vuoto,
sembra vivere su un altro pianeta. In un mondo estraneo.
Spero per lui che in quel
posto
inaccessibile ad ognuno di noi ci sia un barlume di speranza che
possa farlo andare avanti nella vita, perché la perdita di
un membro
della famiglia è la cosa peggiore che possa capitare.
Noi, ex mercenari ai
comandi di Vorkov,
non abbiamo altro che noi stessi per consolarci e continuare ad
arrancare.
Socchiudo gli occhi e nella
mia mente
si fa largo il ricordo degli ultimi istanti durante i quali ho potuto
godere della presenza del mio migliore amico.
Mi avvicino con
circospezione alla
barella dove giace Boris, conscio del fatto che questa può
essere
–probabilmente lo è- l’ultima volta che
ci parleremo.
È
strano.
So che
è l'ultima occasione che ho
per parlargli e riferirgli tutto ciò che ritengo importante,
ma la
mia mente non riesce a costruire un pensiero logico e pertinente,
idoneo alla situazione.
Contrariamente a
quello che ci si
aspetta, provo un senso di rabbia profondo verso il platinato.
Forse
perché so che ci sta
abbandonando ed io sono troppo debole per affrontare la vita senza di
lui.
Eppure sono fiero
di ciò che ha
fatto e di come si è comportato.
Sospiro rassegnato
e sorrido
amaramente, rivolgendogli uno sguardo orgoglioso.
“Tu
sapevi come sarebbero andate
le cose. L’avevi messo da conto...”
Non c'è
ombra di compassione nella
mia voce, o almeno, tento di nasconderla al meglio per non
mortificare un guerriero come Boris.
“Sì..”
biascica senza
ripensamenti.
Mi rivolge un
sorriso appena
abbozzato: fatica a rilassare i muscoli con una pallottola conficcata
nell’addome e non lo biasimo se non vuole parlare per
risparmiare
energie.
“Nonostante
tu sapessi che le
possibilità di successo fossero minime, hai tentato comunque
la
sorte e non hai cercato di cambiare le cose!”
“No,
Yu..” sussurra in un
rantolo, mentre il suo corpo è scosso da continui colpi di
tosse.
“Perché?”
chiedo semplicemente.
Il mio corpo
trema, ormai fuori
controllo.
“Perché
era così che doveva
andare. Non ci potrà mai essere un lieto fine, per noi. Non
ci potrà
mai essere!”
“Sei un
coglione, Boris. Ma un
coglione davvero eroico.” mormoro sbuffando al vento.
La bara dove giace il mio
migliore
amico cala lentamente nella fossa; né Boris né
nessun altro dei
DemolitionBoys è religioso o credente, ma quando si comincia
a non
vedere altra via di scampo che un miracolo, ci si ritrova
simpaticamente a pregare un Dio a cui mai nessuno ha creduto
realmente.
Ed è proprio
quell'essere divino
superiore che decide del destino di ognuno di noi.
O questo “essere
superiore” ha un
nome? Vladimir Vorkov.
Boris non avrebbe voluto un
funerale
sfarzoso con decine di persone intorno al proprio capezzale.
Non sono nemmeno sicuro che
Huznestov
volesse un funerale.
Ma credo che un segno di
riconoscimento
verso colui che ha contribuito a salvare la vita a tutti i membri
della squadra russa sia d'obbligo e Boris merita la nostra
gratitudine e un addio come conviene.
Nonostante io veda con i
miei occhi il
corpo del platinato abbassarsi lentamente nel cuore della terra
scavata, sento la sua vicinanza più viva che mai, quasi
potessi
vederlo con i miei occhi affianco a me.
No, non è
un'illusione!
Il mio sguardo vaga verso
un punto
preciso del cimitero, dove una figura vestita di nero in giacca e
cravatta, si presenta di fronte a noi con le mani affondate nelle
tasche e la testa bassa in segno di rispetto.
I capelli platinati
scompigliati dal
vento fluttuano davanti agli occhi smeraldini e vivaci del mio
migliore amico.
E poi, come fosse un
miraggio, alza
timidamente la mano in segno di saluto scomparendo dietro l'albero
alla sua sinistra.
“BORIS!”
grido con tutto il fiato
che ho in gola.
Reyka e i miei compagni mi
rivolgono
un'occhiata preoccupata e sorridono amaramente.
“Yuri, anche a
noi manca, ma..”
inizia Serjey.
“No, Ser! Era
lì! L'ho visto!”
sbotto arrabbiato perché nessuno si è reso conto
della sua
presenza.
“Io ti credo,
Yu!” mormora Reyka,
finalmente tornando ad un tono di voce accettabile.
La morettina sorride
tristemente, mi
cinge la vita con entrambe la braccia e si aggrappa a me con foga. Ma
non piange.
Ha prosciugato la sua
riserva di
lacrime disponibili già da un bel pezzo.
“Anche io credo
che lui sia qui
vicino a noi..” sussurra, gli occhi velati dalla tristezza.
Questa volta le parole
della piccola
mora mi confortano e mi scaldano il cuore; capisco che non sono
davvero l'unico a cui manca Boris anche se questo pensiero avrebbe
dovuto essermi ovvio fin dall'inizio.
Guardo Reyka e le sorrido,
anche se può
sembrare più ad una smorfia di dolore che ad una
dimostrazione di
amicizia.
Lei è stata
l'ultimo pensiero di Boris
prima di scomparire e non mi potrò mai più
scordare le parole del
platinato quando è stata l'ora degli addii. Quelli veri.
“Yu,
voglio chiederti un favore.”
biascica prima che i paramedici lo spediscano in ambulanza.
“Nh?”
In risposta mi
esce soltanto un
gemito. Segno evidente della mia incapacità di reprimere le
lacrime.
“Non
trattarmi come un moribondo
idiota, Yu! Puoi anche sforzarti di parlare..” mormora
sorridendo.
Boris riesce a
strapparmi un ultimo
sorriso.
È una
sua capacità innata, non c'è
nulla da fare.
E questa sua
caratteristica mi
mancherà da morire.
Prendo una boccata
d'aria e la butto
fuori tutta d'un fiato, facendomi forza per non far notare il mio
tono di voce traballante.
“Quello
che vuoi, Boris'ka!”
rispondo stirando le labbra in un finto sorriso di circostanza.
Boris capisce che
sto morendo
dentro, sente la mia paura e mi compatisce.
Non dovrebbe
essere il contrario?
“Senti,
non voglio che Reyka salga
con me su quell’ambulanza. Non mi sembra bello che come
regalo
d’addio le lasci un ricordo così
orribile..”
Boris è
fin troppo consapevole che
non arriverà all’ospedale vivo, ma nonostante
ciò non demorde e
cerca di mantenere un comportamento di distacco, indifferente alla
morte.
Non ho intenzione
di dirgli che se
sarà forte, potrà sopravvivere alla notte.
Non voglio dar
false speranze a
nessuno. Soprattutto a me stesso.
Non credo in una
divina provvidenza
capace di guardare e avere compassione di questo ragazzo che ha dato
la vita per salvarne un’altra.
Non sono ipocrita
e non mi
comporterò da tale. So che questa è
l’ultima volta che vedrò
Boris in vita, ma non ho nulla di importante da dirgli. Niente che
possa essere così importante per lasciare impresso questo
momento.
“D'accordo,
Boris!”.
Boris
non è morto
per niente e il suo gesto eroico non sarà dimenticato da
nessuno di
noi.
Ma al
dolore di una
scomparsa se ne aggiunge un'altra che porta con sé un velo
di
mistero e inquietudine.
Kei, il
ragazzo che
ho amato dal primo momento che ho visto, non c'è
più.
Non so
nemmeno io
se dire se è morto o è semplicemente scomparso
nel nulla.
Sta di
fatto che
abbiamo visto tutti quanti il monastero crollare sopra le teste di
tutti i poveri sfortunati al suo interno. Kei Hiwatari e Vladimir
Vorkov compresi.
Non
appena il
putiferio generale si è placato e le autorità
hanno messo un po'
d'ordine nei dintorni del monastero e al palazzetto dello sport dove
si stavano tenendo le finali mondiali, con l'aiuto della polizia, dei
vigili del fuoco e dei paramedici delle ambulanze, hanno fatto un po'
di conti in tavola.
Morti,
feriti,
sopravvissuti e persone rimaste indenni.
Nel
giro di un'ora
sono arrivati i bulldozer e i cani da macerie per dare il loro
contributo nelle ricerche di superstiti; hanno lavorato per tutta la
notte per trovare il minimo segno di vita, ma non c'è stato
nulla da
fare.
Vladimir
Vorkov è
stato trovato morto, sepolto sotto le macerie, schiacciato dai
detriti del soffitto e crollato proprio sopra la sua testa. Una fine
ignobile per un uomo altrettanto squallido.
Ma il
corpo senza
vita di Kei Hiwatari sembra svanito nel nulla.
Uno dei
misteri più
bizzarri che la polizia russa si sia mai trovata ad affrontare.
I resti
del ragazzo
che amo non sono stato ritrovati né sotto le macerie,
né nei
dintorni.
Hanno
cercato
ovunque per giorni senza nessuno risultato: Kei è scomparso.
Mi
sembra di
rivivere un'esperienza passata, quando ho perso per la prima volta
l'argenteo: l'avevano dato per spacciato, scomparso dalla faccia
della terra. E io sono stato l'unico demente a credere che fosse
rimasto illeso, che sarebbe tornato da me.
E non
mi sono
sbagliato.
Eppure
so che
questa volta andrà diversamente.
Non
rivedrò
spuntare dalla neve il viso tatuato di Hiwatari, né
potrò
riabbracciarlo e fare l'amore con lui.
Ma il
nostro sogno,
quello di Kei ed il mio, si è avverato. Siamo scappati dal
monastero, lasciandoci alle spalle solo cumuli di pietre e mura.
“Hai
visto, Kei? Il nostro desiderio è stato realizzato! Siamo
liberi,
ora!” mormoro mordendomi il labbro.
Un
ululato
disperato si alza dalla foresta alle nostre spalle.
È
triste, stanco,
voglioso di trovare pace.
Il mio
cuore
sussulta quando sento il verso del lupo farsi prepotente e attirare
la mia attenzione.
Non
sono nemmeno
sicuro che sia davvero la realtà, ma la bestia che dorme in
me si è
svegliata e piange di dolore per le perdite subite.
Nessuno
sembra
accorgersi dell'ululato insistente dell'animale straziato ed evito di
farne parola con gli altri miei compagni.
Chiudo
gli occhi e le lacrime iniziano a scorrere senza controllo
perché mi
rendo conto che ciò che Boris ha detto è la
triste verità: non
ci sarà mai un lieto fine, per noi. Non ci potrà
mai essere.
Fine.
Angolo
dell'autrice
Ehm
ehm!V.V Buona sera! Ho finito
questa storia, vi rendete conto??'T.T ritardo a parte che è
tutta
colpa dell'università!>.< Davvero! Non pensavo
mi richiedesse
così tanto tempo!
Ma....ho
finito davvero questa
storia! È triste, mi ero affezionata a questa fan fic! T.T
Ma come
ogni storia, ci deve essere una fine, e questa è la
conclusione che
vi propongo.
Sapete
che mi farebbe tanto
piacere conoscere le vostre impressioni al riguardo e, minacce di
morte per il ritardo a parte, mi auguro di sentire tanti pareri!^-^
Ecco,
ultime considerazioni da
fare su questa storia...mmh...vediamo!V.V
Devo
dire che sacrificare Boris e
Kei mi è costato tanto!T.T [ma quanto ti crediamo =.=''
ndKei&Boris]
però reputavo che qualche vittima fosse d'obbligo! Del
resto, è una
fan fic triste, cupa e malinconica.. è una storia che lascia
l'amaro
in bocca, a mio parere, e ho sempre avuto chiaro fin dall'inizio il
finale per me più appropriato!
E dovete
sapere che Kei e Boris
sono i miei personaggi preferiti!^.^'' vi sembrerà strano,
ma è
così!>.< ho fatto fare loro una fine gloriosa,
degna dei veri
eroi!V.V [intanto siamo crepati =.='' ndBoris&Kei]
>.>
dettagli inutili! Alle donne piace piangere gli eroi defunti! V.V
Bene,
questo è tutto!^o^
Ah, mi
stavo dimenticando!>.<
ho iniziato con la stesura di In Pieces 2, se qualcuno fosse
interessato al riguardo >.>....>.>.... [non
c'è nessuno
interessato a quello schifo di storia =.='' ndYuri] =.= mi mancavi
pure tu!>.<
Passo ai
ringraziamenti e poi vi
saluto definitivamente con questa fic!^O^
lexy90:
ciao cara!T.T mi dispiace
un casino essere arrivata in ritardo così! Ma ti assicuro
che ho
avuto un casino da fare!>.< e poi il cappy era pronto da
ben
venti giorni, non sono riuscita ad installare nvu nel mio pc nuovo
=.='' ecco...e poi ho problemi perchè, a Bologna, non ho
internet!T.T
Comunque,
ultimo capitolo, tutto
si è concluso nel peggiore dei modi, ma del resto c'era da
aspettarselo!V.V'' Ripeto che Kei e Boris sono i miei personaggi
preferiti!^.^'' anche se non sembra da come li ho fatti scomparire!XD
il mistero di che fine ha fatto Kei veleggia sulla conclusione di
questa storia e questo punto interrogativo non verrà mai
risolto!V.V
ahahah!*.* sono bastarda, lo so! V.V Ti ringrazio di aver seguito
anche questa storia!^O^ Ti avverto che sto preparando In Pieces 2 e
ho pure un'altra storia in serbo!V.V Ci sentiamo alla prossima
storia!^o^ un bacione grande!
Aphrodite:
Ika-chan!T.T siamo
arrivate all'ultimo cappy!>.< Porca miseria che tragedia!
Mi
ero affezionata a questa storia e concluderla mi è costata
fatica
=.='' mooolta fatica! Chiedo venia per il ritardo, ma ho avuto
davvero degli imprevisti con l'università e soprattutto con
internet
che non ho ancora!>.< sono senza internet! T.T
Bene,
che dire?? Sono contenta tu
dica che miglioro di volta in volta! Mi commuovo T///T grazie mille!
Spero che questo ultimo cappy e l'epilogo ti abbiano coinvolta tanto
quanto l'ultimo capitolo!^O^ Grazie di aver commentato questa storia
e di farmi troppi complimenti >///< a volte non li merito
davvero =.= Comunque, spero di riuscire a commentare il resto delle
tue storie al più presto!^o^ sai bene che prima o poi mi
sentirai e
ti lascerò una marea di commenti per romperti le scatole e
farti
sapere che mi piacciono tanto le tue fic!V.V
Quindi,
come posso concludere?? Ci
sentiamo alla prossima fan fic!^o^ un bacione grande
grande!>.<
Ella_Sella_Lella:
Oh, ma chi si
rivede!^o^ Sono contenta tu ti sia fatta sentire! Spero commenterai
l'ultimo e definitivo cappy di questa lunga fan fic!V.V
Ebbene
sì, il povero Boris è un
eroe!T.T E Keiuccio caro lo è altrettanto! Forse un po'
sadico e
scorbutico, ma lo è anche lui!V.V
Quindi
spero di sapere la tua
opinione al riguardo e mi auguro di averti stupita con questa
conclusione molto triste!T.T sniff! Un bacione!!^o^
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