L'ululato del Lupo

di Nena Hyuga
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capito 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


L’ULULATO DEL LUPO

 

 

Capitolo 1

 

“Dai Yu!! Vedrai che ti divertirai!” continua a ripetermi mia madre.
Mi prende la mano, me la stritola quasi, e mi accompagna fino ai piedi di un edificio imponente, enorme.
Il freddo mi penetra attraverso la giacca ben chiusa. Impossibile...forse non è il vento che mi causa tutti questi tremolii...forse non è il clima rigido della Russia a lasciarmi questo senso di gelido...penso sia colpa di mia madre.
E’ lei che mi trasmette questa fastidiosa sensazione di vuoto.
“Muoviti Yuri!” mi ordina, ormai il suo tono dolce e sereno a cui mi ero abituato, è scomparso per dar spazio ad una nuova voce...gracchiante, insopportabile, spasmodica.
“ma...mamma..” tento invano di farle cambiare idea, ma non mi ascolta, mi ignora.
Indossa degli occhialoni da sole giganti che le coprono quasi interamente il viso...che strano, non c’è neanche un raggio di sole in cielo...
Appena arriviamo davanti ad un enorme portone di legno massiccio, un uomo compare sulla soglia.
La prima cosa che penso è: “ma come caspita è conciato??” e quasi non mi metto a ridergli in faccia.
Porta una ridicola cuffietta viola, con una mascherina altrettanto stupida, e sopra un pastrano verde militare, che copre i pantaloni e la giacca nera di pelle.
“Non ridere, Yuri...non ridere...” mi dico sospirando e arrivando di fronte all’uomo.
“la stavo aspettando, signora Ivanov.” ci dice, ma rimane sotto il portone, si vede che non ci lascia entrare.
Mia madre appoggia la mia valigia a terra, stra-piena di roba da vestire.
Infilo le mani in tasca, sento qualcosa tintinnare contro la cintura. Wolborg.
Lo stringo nella mia mano...il mio fedele beyblade..il mio compagno di avventure..il mio alleato...uno dei miei più grandi amici. Me lo diede mio padre per il mio 5° compleanno...il 23 dicembre dell’anno scorso, e da quel giorno non faccio che lanciarlo e rilanciarlo per la casa...
I due adulti si stringono la mano e si fanno un cenno con la testa.
“così tu sei Yuri Ivanov, giusto?”
“sì, signore.” rispondo
“un po’ grandicello...ma andrà bene lo stesso..” dice scrutandomi
“Yu, rimarrai qui per un po’ di tempo...almeno finché le cose tra me e tuo padre non si saranno risistemate, d’accordo?”
“ho scelta?” penso indirizzandole il pensiero.
“ha quasi 7 anni...abbia cura di lui.” si raccomanda
L’uomo di fronte a me le rivolge un sorriso...ma più che un sorriso, mi pare un ghigno.
“E papà?” chiedo spaventandomi.
Non risponde.
“CHE SIGNIFICA CHE RIMARRO’ QUI??” aggiungo rendendomi conto solo ora della gravità della situazione.
“Yu...ne abbiamo discusso a lungo...e siamo arrivati alla conclusione che questo è il posto più adatto per te..”
“MA QUANTO CI RIMANGO??” la mia voce ormai è un urletto strozzato.
Scuote la testa e mi rivolge uno sguardo severo.
Pochi istanti dopo, un bacio freddo si poggia sulla mia guancia per fuggire alla prima ventata.
La donna corre verso la macchina lasciata davanti al cancello principale, dove monta senza farsi tanti scrupoli.
Non capisco più niente...è tutto così strano...così assurdo...
Una mano mi afferra per la collottola e mi trascina dentro, portandosi appresso la mia valigia.
Percorriamo un lunghissimo corridoio di pietra grigia, con fiaccole appese ai lati del muro che lo illuminano sinistramente.
“Muoviti!” mi ordina dandomi una ginocchiata
Mi volto..il corridoio non è poi così lungo...ce la posso fare...magari riesco ancora a raggiungere mia mamma.
La prima cosa che mi viene in mente è la fuga.
Strattono la presa e mi molla, finalmente!
Corro a più non posso...
“corri Yuri! corri!” mi dico mentre schivo due guardiani vestiti in modo altrettanto ridicolo.
Tutto un tratto, la mia fuga si ferma a causa di un’orda di bambini che mi obbligano a indietreggiare.
I loro sguardi, a differenza della loro età, non sembrano affatto cordiali e innocenti.
In particolare, la mia attenzione è attirata dal ragazzino davanti a quella massa di gente.
I suoi occhi smeraldini non assicurano niente di buono, anche se come stazza non è proprio dei più ben postati. Infatti, di fianco a lui, c’è un colosso biondo dagli occhi plumbei..come il cielo d’inverno della fredda Russia. Questo sì che fa paura...Mi scrutano con severità e disprezzo.
Qualcuno mi arriva alle spalle, mi prendono per la collottola e mi trascinano di nuovo verso l’ufficio di quell’uomo.
“bene, Yuri, vedo che mi toccherà insegnarti qualche regola di base prima del previsto..” comincia con fare teatrale.
Lo guardo negli occhi, non devo far capire di aver paura di lui.
“NON GUARDARMI COSI SFRONTATAMENTE, MOCCIOSETTO!” un colpo ben assestato e mi ritrovo gambe all’aria.
Mi rialzo senza troppi complimenti e delle guardie mi afferrano le braccia.
Mi tocco il labbro con la mano e vedo una macchiolina rossa su di essa.
“In questa scuola si impara prima di tutto ad essere DISCIPLINATI!! Cosa che tu, evidentemente, non sei! ma si rimedia subito...qualche giorno senza mangiare può farti solo che bene.”
“cominciamo bene...” penso temendo il peggio.
“la regola principale, qui dentro è...OBBEDIRE SENZA DISCUTERE! Sono stato abbastanza chiaro? Ti serve sapere solo questo, e se obbedirai, tutto filerà liscio..Per chi tenta la fuga, c’è l’isolamento nel nostro carcere, ma dato che per te è il primo giorno, faremo un’eccezione alla regola.”
Deglutisco...non riesco a credere che mia madre, o quella donna che chiamavo tale, mi abbia piazzato qui dentro! E’ un manicomio! Una gabbia di matti!
Stringo il mio beyblade quasi stritolandolo
“qui si gioca a beyblade per vivere, e non il contrario.” conclude il discorso.
“so che tu sei un blaider di grande talento..”
“e come..” chiedo, o almeno..tento di fare una domanda.
Mi arriva un ceffone che non ho nemmeno visto partire.
“SI STA ZITTI QUANDO PARLA IL SOTTOSCRITTO!” sbraita infuriato.
Mi verrebbe da rispondere...non sono propenso a subire senza reagire, forse non mi conosce ancora tanto bene, ma ne avrà sicuramente modo, e sono convinto che non sarà divertente..per lui.
“ti tengo d’occhio da tempo, Ivanov, e ti ho fatto chiamare per allenarti appositamente in questo monastero...”
“bell’affare.” penso sarcastico.
Mi rivolge un’occhiata truce, forse mi ha letto nel pensiero.
“mi aspetto grandi cose da te, Ivanov. Mi auguro che tu prenda parte della squadra nazionale russa.”
Annuisco. Che altro posso fare? Parlare non posso, mangiare neanche, rispondergli per le rime non se ne parla...questo posto è una vera schifezza. Come hanno potuto rinchiudermi qui dentro?
“HUZNESTOV!” chiama.
La porta dell’ufficio si apre e compare il ragazzo che avevo intravisto tra gli altri.
Ha un portamento militare, infatti si mette sull’attenti. Il suo volto è impassibile. I suoi occhi, come la prima volta ho notato, sono due gelidi smeraldi.
“comandi!”
“porta Ivanov nella sua stanza!”
Il ragazzo mi guarda e non batte ciglio.
Gli sbarro gli occhi stralunato.
“che hai da guardare, soldatino?” gli chiedo mentalmente.
“Ah, non mi sono ancora presentato. Io sono Vladimir Vorkov. Per te, sono il Signor Vorkov.”

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 Seguo imperterrito il ragazzo dai capelli lilla, trascinandomi dietro la mia pesantissima valigia.
Mi prendo indietro rispetto a lui e mi intima a sbrigarmi.
Sembra che nei suoi occhi sia sparita l’innocenza che un bambino di 6 o 7 anni dovrebbe avere.
In effetti, dimostra più anni di me..anche se non ci giurerei. Deve avere la mia età.
Cammina spedito davanti a me.
Non sembra voglia instaurare qualche tipo di conversazione..
“meglio per me, non sono un tipo che parla molto..” mi dico compiaciuto.
Si blocca davanti ad una porta di legno scurissimo e vecchio.
“siamo arrivati.” annuncia.
Sbuffa annoiato e apre la porta con un calcio. Che gli prende??
“senti, posso darti una dritta?” comincia con fare di chi la sa lunga.
Lo guardo curioso.
“obbedisci senza discutere...è l’unico modo per rimanere vivi qui dentro, mocciosetto.”
“EHI!! MOCCIOSETTO A CHI?!” mi altero
“ehi, ehi...non scaldarti tanto...”
Sì, mi piacerebbe scaldarmi...magari davanti ad un caminetto acceso..qui dentro c’è un freddo che mozza il fiato.
“tu chi sei?” chiedo mettendomela via.
Mi fulmina con lo sguardo.
“non credere di poter permetterti una certa confidenza con il sottoscritto...sai?”
“scusami..non volevo essere impertinente, Sua Maestà.” lo prendo in giro..il sarcasmo è sempre stato il mio forte.
Ringhia e digrigna i denti.
“oggi passi perché è il tuo primo giorno, mocciosetto, ma la prossima le prendi!”
Si gira e si ferma solo per dirmi il suo nome.
“ah...per la cronaca...sentirai parlare  di me dai ragazzini che ci sono dentro al monastero...non occorre che ti dica il mio nome...ma se proprio ci tieni, io sono Boris Huznestov.”
Così dicendo, mi lascia da solo, impalato in mezzo al corridoio.
“piacere di aver fatto la tua conoscenza, Boris Huznestov.” dico ironizzando la situazione.
Mi volto ed entro nella camera assegnatami.
E’ piccolina, ma almeno è una singola. Posso fare ciò che voglio.
“io e quel Boris mi sa proprio che andremo molto d’accordo..” mi dico sogghignando.
Scuoto la testa.
“ma che mi prende??? CHE CAZZO DICO??”
Non devo pensare a certe rivalità..devo piuttosto escogitare un modo per andarmene...non voglio finire come quello.
Mi chiudo dentro a chiave, butto la valigia ai piedi del letto e affondo il viso nel cuscino.
Qualcosa di caldo e bagnato mi solca una guancia. Una lacrima.
“questa è la prima e ultima lacrima che verserò...mai più una...” prometto a me stesso.
Tiro fuori dalla tasca il mio beyblade...Wolborgh.
Il grigio argenteo della trottolina emana una strana luminosità. Quasi ipnotica.  
Il sonno sopraggiunge inaspettato e mi travolge, portandomi nel mondo dei sogni...o meglio, degli incubi.

 
Mi sveglio di soprassalto a causa di un rumore fortissimo proveniente dal cortile.
A che ora sono capitato in questo posto? Boh...cognizione del tempo andata a quel paese.
Mi affaccio alla finestra e capisco qual è il motivo di tanta agitazione.
Il colosso biondo che ho visto affiancato all’altro, si stava battendo con un ragazzino.
Lo ha messo alle strette, il bey avversario quasi completamente distrutto.
Mi sporgo un altro po’ per vedere meglio e noto una figura familiare. Boris. E’ in piedi di fianco al colosso.
Il biondo sogghigna soddisfatto della vittoria ormai assicurata, e “gioca” con la sua preda, facendolo soffrire, distruggendogli il bey pian piano.
Mi infilo le scarpe, prendo Wolborgh e mi precipito fuori. Non è ammissibile che succedano cose del genere! Per di più rimangono impuniti!
Li raggiungo in una manciata di secondi e mi blocco all’orrore della scena che mi si presenta davanti.
Il ragazzino, ormai privo di forze, il beyblade distrutto al suo fianco, fermo, viene portato via a forza da delle guardie, mentre il povero innocente urla e si dimena cercando di sfuggire.
Non riesco a parlare. Non ne sono capace. Che gli succederà?? Che gli faranno?? Dovrebbero punire l’altro per aver giocato scorrettamente!
“ah...guarda chi c’è, Serjey.” dice una voce alla mia sinistra.
Mi volto, e incrocio lo sguardo di Huznestov.
“hai capito cosa succede a chi perde un incontro, mocciosetto?” aggiunge il colosso.
“dovresti prendertela con qualcuno alla tua altezza!” sbotto irritato.
Mi si avvicina spaventosamente e si mette a ridere.
“e tu saresti alla MIA altezza, moccioso??” chiede divertito
Effettivamente..l’immagine di Davide e Golia è molto simile alla mia situazione.
Boris si mette in mezzo e ci divide.
“piano, Ser, mettilo alla prova. Non abbiamo ancora visto cosa è in grado di fare la grande STAR del momento.” sibila il ragazzo più basso.
“sarei curioso anche io di vedere che combina...” si aggiunge una voce sconosciuta
Guardo oltre le spalle di Boris.
Un bambino piuttosto basso e bizzarro, si avvicina con passo sicuro e fiero.
“Ivan. Ti aspettavamo per l’allenamento.” lo rimprovera Boris.
Il piccoletto lo ignora e la sua attenzione è presa dal sottoscritto.
“tu sei il nuovo arrivato? Il grande acquisto del capo?? Tzè...hai l’aria di uno che resisterà a malapena qualche giorno..ma se Vorkov dice che sei bravo, bisogna subito metterti alla prova..”
Non dico che mi sta antipatico...mi sta letteralmente in culo!
Si avvicina a Boris e si siede su una panchina.
Vado verso il beyblade stadio.
“perché hai distrutto il bey avversario?? Hai visto che non era in grado di batterti! Non si umilia così il proprio rivale!” gli rinfaccio.
Serjey, o almeno così penso si chiami, sbuffa divertito e si mette in posizione.
A discapito delle apparenze, il mio avversario, ha un viso giovanissimo...non può avere più di 8 anni.
Prendo Wolborgh e lo metto nel lanciatore.
“ti darò una bella lezione di quel che vuol dire “combattere per sopravvivere”, mocciosetto.” annuncia con fare teatrale.
“non mi fai paura..” sussurro concentrandomi.
TRE! DUE! UNO! PRONTI?? LANCIO!!
“SEABORGH!”
“WOLBORGH!”
I due bey, senza perdere tempo, si scontrano e si attaccano.
“è forte..” penso immediatamente guardando il bey azzurro avversario.
Non posso batterlo senza una strategia...continuando con attacchi frontali, non posso far altro che peggiorare la situazione.
Decido di aspettare...difendermi il meglio possibile...voglio proprio vederlo sfoderare un attacco che si possa chiamare tale.
“SEABORGH!” urla e sogghigna.
Improvvisamente, il campo da gioco è invaso dall’acqua
“CHE SUCCEDE??”
“hai mai sentito parlare di Bit Power, mocciosetto?” domanda.
“Bit Power?”
“se non ne hai uno, non sperare di battermi..”
Non faccio a tempo a chiedere altro, che sopra alle nostre teste compare una Balenottera gialla, sembra quasi un cucciolo.
“COSA E’ QUELLA???” chiedo spaventato.
Mi fissa come fossi un fantasma.
“riesci a vedere la mia Balena?”
“s-sì...” rispondo allucinato.
“Seaborgh! ONDA ANOMALA!!”
“WOLBORGH! ATTACCA!”Niente da fare...i due attacchi, a causa della loro potenza, si annullano e generano delle crepe sul beyblade stadio.
“non è possibile....” biascica confuso il mio avversario.
Momento giusto per attaccare.
“WOLBORGH! A TE!!”Una luce bianca invade il campo di gara e tutto il cortile.
Un’immagine sfocata di un animale mi si para davanti e inizia a battersi con la Balena di Serjey.
“CHE E’??” chiede Boris frastornato.
In meno di due secondi, la battaglia finisce. Il bagliore accecante svanisce per rientrare all’interno...del mio bey???
I due bey sono fermi, immobili. Per fortuna, Wolborgh non ha riportato nessun danno, a parte una crepa sul bit.
Boris si affretta ad aiutare Serjey a rimettersi in piedi.
“questa storia non finisce qui, mocciosetto.”
Riprendo in mano il mio bey e corro in camera. Filato. Spedito.
Commenti sul mio incontro appena svolto e conclusosi con la parità dilagano tra i ragazzini.
Mi accorgo solo dopo di una particolarità del mio bey. La “crepa” che avevo visto prima, non era una vera e propria ammaccatura.
Avvicino Wolborgh agli occhi per osservare meglio.
“sembra...un lupacchiotto con le ali..” penso rigirandomi tra le mani il bey.
Poi, improvvisamente, di nuovo quella luce invade la stanza.
Buio assoluto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

 

“Yuri....Yuri!”

Una voce mi chiama..è cristallina e melodiosa...

“no, mamma..voglio dormire ancora..”

Un dolore lancinante alla caviglia mi sveglia completamente.

“CHI E’ STATO??”

Mi alzo in piedi sul letto, nessuno nella stanza.

Un luccichio strano attira la mia attenzione. Wolborgh?

Mi avvicino al bey, posato sul comodino.

“me lo sarò immaginato..” minimizzo

Mi rendo conto solo ora che sono in camera...ma non mi stavo battendo con Serjey??
Sì...ci siamo scontrati...mi ricordo solo di una strana luce bianca, il mio bey che si è crepato sul bit, e...basta.

Alzo lo sguardo oltre i piedi del letto.

“E TU CHE COSA SEI?!?!” urlo scioccato

Una strana creatura alata mi si avvicina e sale sul letto cominciando a fissarmi.

Gli occhi castani e teneri, il manto bianco, uno strano diadema sulla fronte e delle ali candide azzurre.

“c-che cosa s-sei?” chiedo di nuovo.
“sembri un cucciolo di lupo...ma...da dove sei uscito?”

Con la testa, il piccolo lupo mi indica il beyblade appoggiato sul comodino.

“non capisco cosa vuoi dire...e soprattutto, non capisco perché sto a parlare con un lupo!No, ma che dico...un allucinazione!”

Neanche l’avesse capita, mi strattona il braccio con un morso.

“EHI! CHE FAI!?” ritiro il braccio indietro

“ok..rimangio quello che ho detto...non sei un’allucinazione..” guardo le impronte dei denti lasciati sul braccio.
Il cucciolo si siede davanti a me, mi guarda e scodinzola come se si aspettasse qualcosa.

“francamente, non ho mai avuto un lupacchiotto per casa...non ne ho la minima idea di cosa hai bisogno, come sfamarti e neanche se hai necessità impellenti di un certo tipo..” dico amareggiato.

Le aluccie sulla sua schiena cominciano a sbattere in maniera confusa e in men che non si dica svolazza per la stanzetta beato e sereno.

Improvvisamente, lo vedo piombare a terra, facendo un tonfo sordo e un piccolo guaito di dolore.

“no! fermo! così farai arrivare le guardie!”

Lo prendo e lo caccio sotto il letto appena in tempo per veder spuntare dalla porta la faccia di un guardiano.

“che cos’è questa confusione??” chiede severo

“ehm..ehm...sono caduto e ho sbattuto la testa sul letto..” mento cercando di essere credibile

Annuisce.

“cerca di stare più attento.”

“sissignore.”

Appena richiude la porta, mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo.

Alzo le coperte pendenti ai lati del letto e...

“il lupacchiotto è sparito!”

Corro a vedere il bit di Wolborgh. Il Lupo alato è lì orgoglioso e sereno.

“oh mio dio..comincio già ad avere allucinazioni...questo posto è un manicomio..”

 

Esco per un allenamento speciale ordinatomi da Vorkov.

Mi ha detto che sarà questione di un’oretta al massimo e devo farmi trovare alle tre e mezzo in punto nella sala d’allenamento.

Il portone vecchio e logoro, cigola appena lo spingo e mi ritrovo in una saletta piccolina.

Non c’ho mai messo piede fin’ora dato che non mi hanno ancora inserito ufficialmente nella squadra dei DemolitionBoys, il massimo dei blaider che si possano trovare in Russia.

Le porte mi si chiudono alle spalle.

Una voce metallica rimbomba sulle pareti.

“Ivanov! Esegui gli esercizi del tuo allenamento! Ciò ti farà superare l’esame per entrare a far parte della squadra nazionale russa!”

Mi guardo intorno per cercare di mettere a fuoco cosa c’è di così particolare in questa stanza.

Tutto un tratto, una porta apparita dal nulla, si apre su una parete.

“Entra!”

“ma perché mi sono ridotto a seguire ogni loro ordine?? per di più rispondendo come un soldato!” mi chiedo rassegnato.

Una piccola puntura sul collo mi distrae dai miei pensieri e mi riporta alla realtà.

“maledettissima zanzara!!” sfrego la nuca senza risultato

Stringo Wolborgh e sento le forze farsi meno.

“che cosa...”

La vista mi si offusca pian piano, le mani si fanno deboli e la testa mi fa un male cane. Ma non svengo. Non voglio! non posso! Entrare nei DemolitionBoys è l’unico modo per poter sopravvivere e andarmene una volta aver raggiunto la cima!

“Ti abbiamo iniettato un siero con effetti di stordimento, non è letale. Vogliamo metterti alla prova in condizioni estreme.”

“significa che posso rischiare la vita?” chiedo in un fil di voce

“la vita la rischiamo ogni giorno. Una volta in più o in meno non fa differenza.” risponde automatico

La seconda stanza è una confusione di rumori e botti.

Sento uno strano cigolio indirizzarsi verso di me.

“Wolborgh..” chiamo invano il nome del mio bey, ancora in pugno.

Lo metto nel lanciatore. La mira è pessima a causa del siero.

“LANCIO!”

Wolborgh sbatte contro un muro ma rimane in piedi.

“TRE! DUE! UNO! LANCIO!” di nuovo quella voce metallica.

Un fruscio, simile a mille beyblade messi insieme, sta per travolgermi.

Chiudo gli occhi e tasto le pareti alla ricerca di qualcosa con cui ripararmi.

“WOLBORGH!”

Una luce azzurra appare davanti a me, ma dal contorno sfocato e confuso, riesco a riconoscere il Lupo alato che vive all’interno del mio bit.

Mi afferra un braccio e mi trascina via, evitando tutti i beyblade che mi sparano addosso.

Ora sbatto su un muro, ora inciampo, ora cado dalla frustrazione.

“PERCHE’ MI STATE FACENDO QUESTO!?!” urlo in preda all’angoscia

Nessuna risposta.

Il lupacchiotto mi si avvicina e appoggia il muso sulle mie ginocchia. Sento che trasmette un piacevole calore e una forza vitale nuova.

Mi rialzo e lo seguo, nonostante la testa dolente e gli arti formicolanti.

Ancora una raffica di beyblade si avvicina e rischia di colpirmi per un pelo.

Il corridoio che l’animale ha deciso di prendere è sconnesso e pieno di spigoli, di cui ne prendo in pieno uno sì e l’altro anche.

“basta..” mi blocco in mezzo alla strada

“basta..” ripeto

Il Lupo si avvicina e rientra nel bey, per tornare nella mia mano.

“SONO STUFO DI SCAPPARE!!”

La testa gira come su una giostra e sono allo stremo delle forze. Ma è dunque questo che si aspettano di vedere?? Un moribondo, sull’orlo della crisi di nervi, scatenare una furia mai vista solo per l’istinto di sopravvivenza?? Beh, se è questo che vogliono vedere, lo avranno, e se ne pentiranno amaramente!

“WOLBORGH!!”

Lancio il bey cercando di sforzare gli occhi ad obbedire al mio disperato bisogno di difesa.

Il bey travolge tutto ciò che incontra per la sua strada, compresi i dispositivi di lancio incastonati sui muri.

“VAI!”

Ancora una volta, il bey grigio distrugge i nemici con uno scontro frontale.

Riprendo possesso della trottolina e continuo la mia fuga, addossandomi alla parete per evitare di cadere.

Le forze si esauriscono in fretta e logorandomi il corpo.

“Wolborgh..” sussurro vedendo il bey scivolarmi dalla mano e cadere da qualche parte.

Gli occhi cedono alla fatica e tentano di chiudersi definitivamente, ma una figura insistente si presenta davanti a me, stavolta nitida.

Il cucciolo di Lupo!

“sono orgoglioso di te..” sono sicuro di averlo sentito dire

Sorrido.

Sospiro.

Buio.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Apro lentamente gli occhi.

Tutto, intorno a me, è bianco, candido e soffice.

“che bello! il Paradiso!” qualcuno potrebbe pensare

No, assolutamente no. Non è il Paradiso. Bensì l’Inferno più infernale. L’infermeria del monastero.

Bende, fasciature, cerotti e aghi tirano la mia pelle  e un dolore lancinante mi prende la testa.

“il siero non ha ancora finito del tutto il suo effetto.” dice una voce femminile al mio fianco

“che..che cosa è successo??”

“che cosa è successo?? Sei tornato dalla città degli Inferi!”

Anche se non ne sono ancora in grado, spalanco gli occhi stupito.

“sono morto?”

“nooo...ma hai rischiato.”

“mi dispiace. Non dovrei dare così tanta confidenza.”

Devo apparire un bambinetto impertinente se continuo a fare domande.

“ooh, non ti preoccupare. Qui dentro puoi parlare liberamente. Non preoccuparti, caro.”

Caro??? Forse mia madre mi chiamava così.

Chiudo gli occhi spossato.

“dove è il mio beyblade?”

Mi mette davanti agli occhi Wolborgh. Integro.

“ma come ha fatto a resistere??” mi chiedo tra me e me ancora più scioccato

“ha resistito perché TU hai resistito..” risponde inconsciamente una vocina dentro la mia testa.

Tento di alzare il busto ma la testa riprende a girarmi.

“ti ho detto che devi stare tranquillo e riposare. Finché sei qui, puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per recuperare le forze.”

Forse non è una brutta idea.

Mi distendo e sorrido, ma la mia tranquillità dura esattamente tre...due...uno...

“IVANOV!” sbotta una voce entrando di soprassalto nell’infermeria.

E’ Vorkov e...sta sorridendo!

“sissignore?”

“Hai passato la prova d’ammissione nella squadra dei top blaider.” sembra addirittura orgoglioso

“scusi?”

“Non hai capito, moccioso?? Hai superato la prova a pieno punteggio! Hai battuto perfino il record di Huznestov!”
“questo non piacerà di sicuro a Boris..” penso aspettandomi una sfuriata da parte del soldatino numero uno.

Mi sforzo di apparire entusiasta, ma penso di fare solo una smorfia di disprezzo che Vorkov nota ma ignora.

“diventerai l’arma perfetta della Borg! Sarai il nostro asso nella manica!”

“ma che fortuna...” penso disperato.

Comincia a parlare del più e del meno, ma un argomento tocca la mia curiosità.

“....bit power.” riesco a recepire solo quella parola

“bit power??” chiedo interessato

“Diventerai un ottimo cacciatore di bit power! Tu e Huznestov, insieme al resto del gruppo, formerete una squadra di cacciatori di bestie sacre.”
Penso e rimugino sulle parole appena dette. Bit power. Anche Serjey aveva usato quel termine che non mi è ancora ben chiaro.

Non mi azzardo a chiedere cosa siano esattamente i bit power, non vorrei peggiorare la mia condizione fisica.

“Riposo, Yuri Ivanov. Appena ti riprenderai, un allenamento speciale ti attende.”

“so come mi chiamo.” penso sprezzante.

Spero, un giorno o l’altro di avere il coraggio di dirgli tutto in faccia, tutto ciò che penso e provo. Ma soprattutto, spero di arrivare vivo a quel giorno.

 

E’ sera. Non riesco a prendere sonno.

Solo il fruscio delle foglie sui rami degli alberi mi fa capire che sono nel mondo terrestre.

“cosa sono i bit power?? perché mi ha chiesto di catturarli??” mi chiedo osservando il bit di Wolborgh.

“Bit power...bit power...non ho mai sentito nessuno parlarne a parte Serjey e Vorkov.”

Improvvisamente, il bey grigio si illumina tanto da diffondere in tutta la stanza un bagliore accecante.

Nessuno sembra accorgersene, altrimenti  sarebbe stata la fine per il sottoscritto.

Fisso la porta dell’infermeria, in attesa di vedere comparire qualcuno che me le suoni di santa ragione ma...la porta svanisce nel nulla!

I letti, gli armadietti, i separé, le finestre e tutto ciò che c’è di materiale in quella stanza scompare come la porta pochi attimi prima.

Gli oggetti svaniscono per dar spazio ad uno strano ambiente.

Le pareti dietro di me sono ricoperte di sabbia. Ovunque mi giri c’è sabbia e un oceano infinito di quella sostanza si estende di fronte a me.

“Ma dove sono finito??” mi chiedo più incuriosito che spaventato. Tanto, luogo peggio del monastero non esiste, mi va bene tutto.

Il posto è desolato. Non c’è anima viva. Non che la cosa mi dia fastidio, ormai sono abituato alla solitudine.

Mi scosto dal muro e alzo lo sguardo.

“non può essere...” balbetto osservando l’imponente figura della piramide

“sono capitato in Egitto..e non so nemmeno come caspita ho fatto..”

Mi avvicino, non capita spesso di trovarsi per caso in visita turistica in Egitto.

Tocco le pareti di quel monumento importantissimo. Sento una vena di avventura pulsare sotto la mia pelle.

Infilo una mano in tasca e sento Wolborgh, brillante e iridescente.

Faccio luce sulla parete sabbiosa e noto dei simboli.

“geroglifici antichi! A cosa mi possono servire!! Non so  l’egiziano! E nemmeno conosco il significato di questi simboli!” impreco al vento parole poco carine

Tengo stretto Wolborgh. L’ultima volta che ho fatto così, mi ha tirato fuori dai guai.

All’improvviso, da un angolo della piramide sbuca il Lupacchiotto che mi ha salvato la vita precedentemente.

Lo rincorro, è proprio questo che vuole.

“ASPETTAMI!!!” grido

Inutile, non mi ascolta.

Appena lo raggiungo, vedo che si è fermato di fronte ad un punto ben preciso della piramide.

Una zona di geroglifici è illuminata di luce propria.

Il Lupo della steppa sparisce tuffandosi nella parete.

Mi avvicino senza esitazioni.

Inaspettatamente, leggo ciò che c’è scritto sulle pareti. E’ come se tutto mi fosse chiaro. Come se fosse cirillico, russo. Come se fosse la mia lingua madre.

“Il significato è da ricercarsi nella storia” ma che significa?? Più storia di così!!

Penso alle parole esatte di quella frase.

“il Lupo è entrato nella piramide..è entrato NELLA piramide...è entrato NELLA “storia” perché la piramide è un simbolo della storia!” c’arrivo dopo un bel po’ di tempo alla soluzione del problema.

Scruto il muro solido e sabbioso, corroso dal tempo.

“naaa...non mi voglio morire sfracellandomi contro il muro di una piramide..” penso sconvolto.

Qualcosa alle mie spalle mi spinge e mi obbliga a scontrarmi con la parete.

Chiudo gli occhi preparandomi all’impatto ma...nessuno scontro.

Guardandomi intorno, mi rendo conto di essere entrato in una grande biblioteca antica.

Un libro, sopra al tavolo più vecchio dell’immensa sala, attira la mia attenzione.

Pian piano, passo dopo passo, tento di avvicinarmi al librone antico.

Lo fisso un istante e lo sfioro.

Al solo contatto con le mie dita, il libro si dissolve.

Mi ritrovo in infermeria, sdraiato sul mio letto, la fronte madida di sudore e il fiatone incessante.

“devo trovare quel libro nella biblioteca del monastero.” mi dico convinto e contento di aver trovato qualcosa di interessante da fare che non sia battermi con i bey.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Dopo due giorni di cure da parte dell’infermiera , riesco a tornarmene in camera e riflettere con calma e serenità sul significato del “bit power”.

“Vorkov mi ha concesso ancora qualche giorno di riposo..posso sfruttare l’occasione per farmi un giro nella biblioteca del monastero”

Infilo la tuta bianca, prendo Wolborgh e comincio a vagare per i fitti corridoi del monastero.

Nonostante tutti i corridoi, riesco a raggiungere la biblioteca.

Mi sembra immensa, piena zeppa di libri e un’aria spettrale avvolge la stanza quasi come per dirmi di andarmene finché sono in tempo.

Ricordo il libro visto nella visione e lo cerco con lo sguardo.

La biblioteca, a quest’ora, è vuota a causa degli allenamenti di beyblade mattutini che tutti i blaider sono costretti a fare.

“Di bene in meglio...ho tutto il tempo e lo spazio a mia disposizione..” penso allegro.

In giro non c’è anima viva del libro in questione, così domanda al guardiano che sta appostato all’entrata.

“mi scusi..” attiro la sua attenzione

“COME MAI NON SEI ALL’ALLENAMENTO??”
“perché sono appena stato dimesso dall’infermeria, signore!”

Riflette un attimo e mi fa un cenno di assenso.

“sto cercando un libro su..”

“Cerca nell’archivio, arrangiati!” mi interrompe ma almeno dice qualcosa di utile alle mie ricerche.

Tutti i libri sono catalogati o per genere o per ordine alfabetico e questo mi dà un enorme aiuto.

Trovo qualcosa al riguardo in uno scaffale indicatomi dall’archivio sul PC.

Il ripiano è basso e c’arrivo senza problemi, così comincio a sfogliare uno per uno i tomi che mi sembrano parlare di bestie sacre o bit power.

Finalmente, dopo almeno un’ora di ricerca, riesco a trovare c’ho che voglio.

Lo sfoglio pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo, eliminando le parti che non toccano la mia curiosità.

“Bit power: creature sacre provenienti da leggende di mondi antichi, vecchi cimeli tramandati per generazioni. Possiedono una forza straordinaria che si sprigiona nel momento del bisogno. Chi ne possiede uno, ha il potere di fare tutto ciò che vuole.”

“Insomma, essenzialmente il bit power rende potente il mio bey, nella quale è racchiuso il Lupo...perciò, il Lupo Siberiano è il mio bit power.” ragiono e controllo sul bit di Wolborgh.

Uno scintillio, come una risposta d’assenso, mi danno la certezza che le mie intuizioni sono giuste.

“Ma perché a Vorkov interessano tanto??”

Non trovo la risposta alla domanda perché un gruppo di ragazzi vocianti entra in biblioteca parlando a proposito di una certa sfida importantissima per decidere il leader di qualche cosa.

Corro nell’atrio del monastero, dove ci si riunisce di solito come punto di riferimento.

Trovo Vorkov e Boris intenti a litigare.
“MA SIGNORE!! COME PUO’ UN MOCCIOSO DEL GENERE PRENDERE IL MIO POSTO IN SQUADRA!?!” urla e si agita il giovane russo.

Alle sue spalle, Serjey e Ivan hanno l’aria di essere stupidi e scossi almeno quanto il sottoscritto.

“non si discutono gli ordini, Huznestov! Quello che dico è legge!”

“ma...ma non è giusto!! Mi sono fatto il culo per ottenere quel livello!”

L’uomo sovrasta il ragazzo e gli molla un manrovescio ben assestato in viso.

Boris cade a terra e si rialza subito, mettendosi sull’attenti, senza esitare, senza controbattere, senza fiatare. Un cyborg, ecco cos’è quel ragazzo.

L’impressione non è affatto quella di una discussione tra un ragazzino di 7 anni e di un uomo adulto..ma quella di un adolescente con un dittatore.

L’età, in questo monastero, bisogna moltiplicarla per 7 come quella dei cani. Il tempo, qui dentro, logora più del normale.

“IVANOV!” mi chiama Vorkov.

Boris mi rivolge un’occhiataccia malvagia e piena di odio.

“si signore?” chiedo confuso

“ho deciso che tu e Huznestov disputerete un incontro. Chi vince, diventerà automaticamente il capitano dei DemolitionBoys.”

Non mi sono mai battuto con Boris, ma dalle voci che girano, è un osso duro da battere, anzi..non è mai stato battuto!! Per questo è il leader indiscusso del monastero.

“ma..signore..” tento di sviare il discorso e convincerlo a lasciare Boris al comando della squadra

“NON SI DISCUTE, IVANOV!”

“sissignore.”

“Bene..e ora, tutti nello stadio numero 4. Credo che assisteremo ad un incontro spettacolare, oggi” aggiunge con aria soddisfatta.

Il ragazzo dagli occhi smeraldini mi si avvicina e mi spinge a terra con una spallata.

“attento a te! Non mi lascerò battere dal primo moccioso che capita!”

Preso da uno scatto d’ira, mi rialzo in men che non si dica e gli sono a pochi centimetri di distanza.

“non sono un moccioso! E te lo dimostrerò proprio ora, sul campo di gara!”

“se riuscirai a sopravvivere..” aggiunge ghignando Ivan

“che intendi dire??” chiedo spaventato

Vedo Boris andarsene seguendo la folla.

“Il nostro capitano non lascia mai scampo all’avversario...pochi sopravvivono, e non sto scherzando.” interviene Serjey.

“che seccatura...non me ne posso stare un attimo in pace!” impreco in silenzio raggiungendo la postazione di gioco.

Un campo di gara immenso, con una fontanella al centro e un laghetto che ricopriva più di metà stadio, ci si presenta di fronte.

“uno stadio d’acqua..che fortuna!” penso tra me e me.

Boris non sembra spaventato. Chissà che tattiche usa.

“sicuramente anche lui ha un bit power..”

Ci mettiamo in posizione. Il mio primo incontro ufficiale. Un incontro che avrebbe determinato il mio futuro nel monastero.

Il fatto di diventare capitano di una squadra di cyborg mi alletta poco, ma è l’unico modo per sopravvivere e uscire al più presto da qui.

Metto Wolborgh nel lanciatore, e Boris fa lo stesso con il suo bey.

“te lo presento..si chiama Falborgh.”

Uno scintillio azzurro ha solcato il bit del bey verde acqua e gli occhi del blaider.

“IN POSIZIONE!!”
TRE! DUE! UNO! PRONTI?! LANCIO!!

“LANCIO!!”

“VAI FALBORGH! NON PERDERE TEMPO!”

“WOLBORGH! DIFENSIVA!”

Non mi lascia scampo e comincia ad attaccare con piccoli movimenti ravvicinati e decisi, quasi come se avesse uno scopo.

“WOLBORGH!! CHE TI SUCCEDE??” chiedo dalla disperazione.
Pezzi grigi saltano ovunque. Il bey avversario deve usare qualche meccanismo strano installato sul bey.

“STAI BARANDO!”

“Non è affatto come credi tu...” mi spiazza e mi indica il suo bey

Effettivamente, non ha niente che non va solo che...

“LAMINE DI VENTO!!!” ordina

Una folata di aria tagliente si avvicina spaventosamente a Wolborgh e ne danneggia varie parti.

“eh no...la situazione non va affatto bene...” penso in preda al panico.

Guardo Boris attento al suo bey e noto sul suo viso una smorfia di difficoltà. L’attacco sferrato deve essere difficilissimo da controllare per un ragazzino.

“WOLBORGH!!” chiamo il nome del mio bey

Subito, il bey aumenta la velocità di rotazione e si scaglia contro Falborgh.

Lo attacco varie volte, ma sembra non subire alcun danno.

Finalmente lo vedo! Riesco a vederlo! Il suo bey provoca dei vuoti d’aria che risucchiano tutto ciò che ci sta intorno e lo taglia.

“WOLBORGH! GHIACCIA TUTTO!!” ordino con un piano in mente.

Il bey si ferma sul posto e provoca delle scintille azzurre di ghiaccio e tutta l’acqua presente si solidifica all’istante.

“che stai facendo?” mi chiede confuso Boris

“questo è il campo adatto a Wolborgh..non lo sapevi??” gli chiedo beffardo.

“WOLBORGH!! ORA!!”

Improvvisamente, riesco a intravedere nel fascio di luce proveniente dal mio bey, il piccolo Lupo Siberiano.

“A TE BIT POWER!!”

Boris sghignazza tra sé.

“che sprovveduto...non sai nemmeno come si comanda un bit power! Sta a vedere!! FALBORGH!”

Un Falchetto Azzurro si presenta sopra le nostre teste e comincia a volare in circolo.

“ORA!! ATTACCA!! LAMINE DI VENTO!”
Lo vedo planare addosso a Wolborgh.

“ormai è la fine! mettitela via!” dice contento

All’ultimo secondo, il bit power vira e viene verso di me, lacerandomi la maglia sulla spalla.

“AAH!! MA SEI IMPAZZITO??” chiedo capendo le sue vere intenzioni.

“non vorresti stare a giocare ancora un po’ con me?? Così ti farai un’idea della mia grande potenza!”

Nonostante tutto, vedo Falborgh in seria difficoltà, non riesce a muoversi come vorrebbe in un campo del genere.

“ne devo approfittare..” penso escogitando una tattica offensiva.

Un’altra folata di vento mi prende in pieno e piccoli tagli affondano la mia carne procurandomi fitte ovunque.

“SMETTILA!! WOLBORGH!! ATTACCO TEMPESTA DI GHIACCIO!!”

Il Lupo parte alla carica e riesce ad azzannare il Falco di Boris che strilla dal dolore.

“ATTACCA!! ORA!!!” ordino

Il bey grigio prende a schivare i vari tentativi di attacco nemico e lo sorprendo riuscendo a muovermi benissimo sul ghiaccio.

I due bey si scontrano con violenza spaventosa e demoliscono il ghiaccio che ricopriva il terreno di gioco.

“WOLBORGH! SALTA!!”

Il mio bey riesce a salvarsi dal terreno malmesso mentre Falborgh ne rimane vittima.

“E’ l’occasione giusta!! ATTACCA!!”

Wolborgh da il colpo di grazia al bey verde acqua, che si incastra tra le macerie del beyblade stadio.

Boris ne rimane incredulo. Non capisce che è tutto finito.

Mi rialzo con fatica, sentendo la pelle lacerata sotto la maglietta ridotta uno straccio.

Vorkov si avvicina a me e mi sorride soddisfatto.

“D’ora in poi, sarai tu il capitano dei DemolitionBoys, Yuri Ivanov. In quanto a Huznestov, è compito del neo-eletto distruggere il bey avversario...perciò, a te l’onore.” e mi indica Falborgh.

Sbarro gli occhi.

“vuole che distrugga il bey di un blaider sconfitto??” chiedo sconvolto.

Come si fa a infierire su un vinto?? Anche se è Boris, il ragazzino con la quale ho avuto delle discussioni fin dall’inizio, distruggergli il bey è una cosa ignobile e vile.

“avanti, fallo! Se ti è così difficile, allora lo farò io! ma sappi che ci saranno conseguenze disastrose!” mi minaccia l’uomo.

Boris guarda il suo bey ancora a terra, non ha avuto il coraggio di andare a prenderlo. Le sue guance si rigano di poche lacrime che spariscono subito.

“AVANTI! MUOVITI!” urla il ragazzino come se non aspettasse altro per poi sparire e rinchiudersi nella sua disperazione.

Scuoto la testa. Non ne sono in grado. E’ un compito così ignobile..

“FALLO!!” ordina di nuovo Vorkov.

Urlo senza motivo. La tensione, l’ira, la felicità di aver vinto e di aver finalmente dimostrato chi sono...le caccio fuori tutte in una volta.

Mi avvicino al bey sconfitto e lo fisso come si fa con un condannato a morte.

Boris socchiude gli occhi aspettando la fine del suo prezioso compagno.

Vorkov mi guarda con ammirazione.

Mi accuccio per raccogliere Falborgh, lo spolvero e lo tendo a Boris.

Il rivale mi rivolge un’occhiata indecifrabile, un misto fra scetticismo, rancore e un briciolo di gratitudine.

“NON DOVEVI FARLO!!NON HO BISOGNO DELLA TUA COMPASSIONE!!” urla riprendendoselo e andandosene con passo fermo e silenzioso.

Vorkov urla di frustrazione e mi molla un ceffone.

“I VINTI SONO SOLO DEI PERDENTI!!VANNO TRATTATI DA TALI!!”
“i vinti vanno sempre rispettati..” borbotto tossendo e accorgendomi di perdere sangue dalla spalla.

“portatelo in infermeria. Poi nel mio ufficio!”

Sento delle braccia prendermi per le spalle e trascinarmi via da quel luogo così orribile.

Mai avrei pensato di odiare così tanto la vittoria.

 

 

 

Scusate se ci ho messo tanto e tanto tempo ad aggiornare ^_^’ ma sapete, tra la scuola, gli amici, i compiti, la scuola, ancora i compiti, la scuola...NON NE POSSO PIU’ DI STUDIARE ç_ç

Ecco...mi sono sfogata abbastanza, avete ascoltato le mie inutili lamentele sul mio orribile istituto tecnico...Ora, mi raccomando, COMMENTATE, COMMENTATE E COMMENTATE!!^o^

Un bacione by Nena

PS: sono commossa!! bibba88 e sesshoyue, avete  messo la mia fic nei preferiti!!ç_ç grazie raga!! Non me lo sarei mai aspettata!

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Perché essere normali è così difficile, qui dentro?? Perché non si può semplicemente vincere, ridere, magari infierire un pochino sull’avversario, e poi mettersela via??
No, non è possibile.

Per la seconda volta, esco dall’infermeria e me ne torno in camera.

Ora sono il capitano dei DemolitionBoys. Dovrò andare a dormire nella loro stanza, mangiare con loro, allenarmi insieme...insomma, convivere con tizi che manco mi vogliono!! Mi detestano! Figuriamoci Boris, ora che ha perso il suo titolo di capitano.

Vago sovrappensiero per i corridoi tortuosi del monastero. Entro un quarto d’ora sarei dovuto essere nell’ufficio di Vorkov.

“sicuramente non vuole complimentarsi con me per il mio spirito agonistico, per la mia prova e per tutto il resto..” mi convinco preparandomi psicologicamente.

“Ehi! TU!” urla una voce alle mie spalle.

“no..è l’ultima persona che voglio vedere.” penso in automatico

Mi volto e cerco di non dimostrarmi nervoso.

Fisso gli occhi verde smeraldo del Falborgh blaider che non ne vuole sapere di cedere ad una lotta impari di sguardi assassini.

“ehi..come mai non hai i tuoi prodi al seguito?” chiedo con una punta di ironia

Sbuffa sonoramente ma il suo atteggiamento mi fa capire che non ha voglia di litigare.

“devo parlarti” è lapidario

“avanti, sono qui che ti ascolto.”

“non qui, a 4 occhi..”
“ora non posso...devo incontrare Vorkov...”

“ti aspetterò fuori dall’ufficio.”

“come vuoi tu” non obietto

“non credere di poterti dare tante arie perché ora sei il capitano della squadra..”

Lo ignoro. Del resto, è una prova dura anche sopportare i commenti acidi dei propri compagni di squadra.

“ti avviso, Vorkov non vuole prendere un tè insieme..” mi dice atono

“chissà perché ma me lo immaginavo.” gli rispondo secco, anche se il suo era un tentativo di comunicare “civilmente”.

“che ti sei messo in testa di fare, Ivanov?? tu hai un piano in testa..”

Lo fisso allucinato.

“forse un giorno riuscirò anche a metterlo in pratica..” penso trionfante

“non sono affari tuoi!”

Sorride soddisfatto e poi si appoggia al muro, socchiudendo gli occhi con fare arrogante.

Busso alla porta e una voce familiare mi ordina di entrare.

Mi chiudo il portone alle spalle e mi metto sull’attenti.

Il comportamento che all’inizio disprezzavo tanto, ormai è parte del mio essere e piuttosto di prendermi frustate come castigo per non aver obbedito, meglio far buon viso a cattivo gioco.

“Yuri Ivanov..” comincia con tono soave

Si volta, mi fissa severo e...

SBAM!
Mi ritrovo gambe all’aria con un bernoccolo in testa.

“MUOVITI!! ALZATI!”

Faccio come mi dice.

“Ivanov, ieri mi hai deluso moltissimo. Sei stato a dir poco deludente e vigliacco, indisciplinato e disobbediente. QUAL E’ LA PRIMA REGOLA QUI DENTRO??”

“obbedire agli ordini, signore.”

“esatto! E perché non l’hai fatto?”

Non rispondo.

“5 frustate, Ivanov! Muoviti a parlare o diventano 10!!”

Un groppo alla gola mi blocca le parole. Non ho ancora ricevuto una punizione, fin’ora. Spero stia scherzando o se lo dimentichi.

“era una cosa ingiusta e ignobile. Non si infierisce sul vinto.”

“distruggere il beyblade dell’avversario appena battuto è un rito per questo monastero! Un onore!! E un disonore per il blaider sconfitto!”
No, niente da fare. Vorkov ha le sue idee. Almeno quel briciolo di dignità che mi rimane, tiene saldi certi principi del beyblade che vivono in me.

“sconterai la tua pena nelle segrete del monastero...poi vai a dormire!”

Un guardiano si presenta alla porta pronto per portarmi via.

“ah, riguardo alla tua prestazione...è proprio quello che mi aspettavo da uno come te.” e sorride beffardo, come se la cosa potesse rallegrarmi.

Vedo gli occhi di Boris appena  esco “accompagnato” dal guardiano, con in mano una frusta.

Scuote la testa e socchiude gli occhi,  come se se lo fosse aspettato che finiva così.

L’uomo mi trascina fino nelle segrete, posto alquanto sudicio e inquietante.

Il mio giustiziere non fiata, privo di pietà.

Mi fa inginocchiare addosso al muro, e mi incatena ad esso, così che non mi possa muovere.

Stringo i denti, chiudo gli occhi. Mentalmente mi faccio coraggio.

“Non avrà la soddisfazione di sentirmi urlare di dolore! QUESTO MAI!” urlo nella mia testa pronto a ricevere i colpi.

Sento che prepara un colpo. Mi lacererà la pelle e la cicatrice non se ne andrà mai più.

Capisco perfettamente l’aggrapparsi alla vittoria di questi ragazzi. Non vedono altro che la vittoria, e  la sconfitta equivale a dire morte certa.

SCIAF!

“UNO!” grida l’uomo.

Un dolore lancinante mi lacera la schiena. Trattengo le urla. Il male è pazzesco.

SCIAF!
“DUE!”

Cazzo..mordo il polso per evitare di gridare. Lo stringo più forte che posso.

SCIAF!

“TRE!”

Questo è ciò che ne deriva da una vittoria...la sconfitta non è da prendere in considerazione.

SCIAF!

“QUATTRO!”

“e..CINQUE!”

Sento del liquido caldo scorrere lungo la schiena. Immagino cosa sia.

Il dolore è così forte che perdo la cognizione del posto in cui mi trovo.

Vedo solo la sagoma di quel guardiano avvicinarsi e liberarmi dalle catene che mi sostenevano, segandomi i polsi.

Mi molla lì, al mio destino.

Poco dopo, dei passi veloci...una figura più bassa ma massiccia mi fa capire che ho visite.

“LASCIATEMI IN PACE!!” urlo

“hai ancora la forza di parlare dopo certe frustate??” chiede con una certa ironia

“...B-Boris?”

Non risponde.

Si avvicina, mi prende per la vita e mi trascina via, su per le scale, lungo le pareti dei corridoi, fino ad arrivare in camera, il tutto senza dire niente.

“ti dovevo un favore, non servono ringraziamenti.” si giustifica

Non dico nulla, solo il pensiero che mi abbia tirato fuori dal carcere, mi rallegrava molto.

“SER! AIUTAMI!” urla bussando forte

La porta si apre e ne compare il colosso biondo tanto temuto e sconfitto.

Mi scruta con iniziale disprezzo, poi, pian piano, il suo sguardo si riempie di pietà.

Prende l’altro braccio e mi porta in camera.

“cosa c’è da gridare tanto, Bo??” chiede una terza voce, Ivan.

Il piccoletto, appena mi vede, mi sbarra gli occhi stupito.

“fammi indovinare...sei andato a prendere il tè con Vorkov, sbaglio??” chiede ironico

Tossisco e vedo scendere dalla mia spalla un rivolo rosso rubino.

Mi sdraio sul letto a pancia in giù e aspetto.

“io non so che fare..” ammette il ragazzo più grande

“Ivan! Va a chiamare l’infermiera! Muoviti!” ordina Boris con una certa autorità

“io e te dobbiamo parlare, dopo aver accertato che non morirai per delle semplici frustate..” ghigna sadico il Falborgh blaider.

“s-semplici??” chiedo in un fil di voce

“Ivan non scherzava prima quando diceva che sei andato a prendere  un tè...è il minimo che ti possa succedere qui dentro..” minimizza come se fosse acqua

Noto il colosso biondo avvicinarsi, guardarmi e fare una faccia abbastanza disgustata.

“però l’hanno conciato maluccio..”

“si farà la carne...dopotutto, è il capitano ora, e buona parte delle responsabilità sono sue!”

Non capisco se Boris si diverta a vedermi soffrire psicologicamente o lo fa per mettermi in guardia.

Pochi minuti dopo, un Ivan del tutto calmo e pacifico, si trascina dietro l’infermiera che mi ha rimesso in sesto dopo l’incontro con Boris.

“ehi, ragazzino!Che hai combinato stavolta??MA COME TI SEI RIDOTTO??” chiede la donna affrettandosi a prendere l’occorrente.

Non le rispondo anche se il suo tono è scherzoso. Non si scherza con un ragazzino di 7 anni che ha appena ricevuto 5 frustate per aver disobbedito. A casa si sarebbero limitati a sgridarmi, ma qui è ben diversa la situazione.

“gliela farò pagare a chi di diritto per tutto ciò che sto subendo qui!” penso mentre un bruciore mozzafiato mi corrode la schiena facendomi sussultare.

 

 

Ok, è un pochino corto rispetto agli altri...ma ora che sono ispirata, non mi devo fermare!!^O^

A me fa troppa tenerezza Yuri in questa situazione ç_ç ma poi, diventerà ciò che è adesso: un ragazzo (e che ragazzo *çç* ndFans di Yuri) affascinante, bello, autoritario.

Vi anticipo solo che fra poco vedremo l’arrivo di un altro futuro sex simbol di beyblade ^_-

 

bibba88: sono contenta che ti piaccia così tanto ç_ç I’m so happy! e anche a me piacciono tanto le disgrazie del piccolo Yu, sono così tenere #^_^# Continua a commentare! mi raccomando!! ^O^

 

Ringrazio anche chi legge soltanto la mia fic! Fa sempre piacere vedere che c’è qualcuno interessato alle mie sclerata ^_^

Un bacione!! by Nena

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

Finalmente quella santa donna smette di torturarmi la schiena, e finisce pure il momento di divertimento dei tre ragazzi, piuttosto contenti di vedermi dolorante, anche se mi hanno “aiutato”.

Mi rialzo dal letto, i punti sulla schiena tirano la pelle in maniera mostruosa e non riesco a piegarmi come vorrei.

Il blaider dagli occhi smeraldini mi punta lo sguardo addosso e sogghigna sadico.

“andiamo! ti devo parlare.”

Devo riuscire a sostenere una discussione con Boris, altrimenti non mi farò mai rispettare.

Lo seguo lungo i corridoi, lo vedo aggirarsi furtivo, come se avesse paura di essere visto.

“dove stiamo andando??” sussurro al ragazzino davanti a me

“sssh! non fare rumore! se ci beccano, te le sogni le 5 frustate!!”

E’ silenzioso come un’ombra, si confonde in essa ed è veloce come il vento. Un assassino provetto, ecco cos’è.

Raggiungiamo una stanza che ha tutta l’aria di essere privata e tenuta sotto stretta sicurezza.

“volevo mostrarti una cosa, prima di tutto...” e indica una piccola finestrella che dà all’interno della camera blindata.

“lo vedi quello?!” mi chiede accennando a qualcosa su un piedistallo circondato da catenacci e filo spinato.

Annuisco confuso.

“è un beyblade...” rispondo sconcertato

“no, ti sbagli...è IL beyblade...si chiama Black Dranzer, è l’arma più potente che ci sia...io ho avuto l’onore di provarlo solo una volta, e da quel giorno non faccio altro che pensarci...possiede una forza straordinaria, al di sopra del mio Falborgh o del  tuo Wolborgh..capisci?? Rende il blaider invincibile e irraggiungibile!” i suoi occhi brillano di una luce sinistra poco rassicurante, ma evito di darci troppo peso.

“e perché dovrebbe interessarmi!?!”
“ma quanto sei ingenuo...non l’hai ancora capito che per fare carriera bisogna usare un mezzo potente?!?”

“e con “mezzo potente” intendi quel bey nero??” mi stupisco di cosa possa fare una trottolina simile a Wolborgh.

“forse non ti rendi conto che con la forza di quel minuscolo oggetto, si possono compiere imprese straordinarie!”

Annuisco per farlo contento. E’ palese che lì dentro nessuno è normale, ma Boris batte tutti.

“detto questo, ti svelerò in seguito a cosa serve quel bey...non sei ancora entrato nell’ottica della Neo Borg..”

“e mai ci entrerò!!” mi altero innervosito

“SSH!! ZITTO!!” mi tappa la bocca con la manina guantata.

Mi rivolge uno sguardo accattivante.

“puoi essere forte quanto vuoi con il bey, ma sei ancora un pivello qui dentro! ora che sei diventato membro, nonché capitano, dei DemolitionBoys, ti conviene fare attenzione all’atteggiamento!”

“e riguardo a cosa dovevi parlarmi?!” chiedo cambiando discorso.

“giusto...” si fa serio in viso e abbassa lo sguardo gelido verso il pavimento, altrettanto freddo.

Rimane immobile per qualche minuto, nei quali lo sento sussultare e sospirare di frustrazione.

“credo di doverti delle scuse e dei ringraziamenti, per non aver creduto nelle tue abilità di blaider e per non aver distrutto Falborgh, sai, è l’ultima cosa che mi rimane della mia famiglia..” mormora triste

“e perché non sei con loro, adesso?? Ti hanno spedito qui dentro??”

Mi fissa adirato ma supplichevole, come se si volesse togliere un peso grandissimo ma non ne ha i mezzi, quasi come se la sua esistenza stessa sia un peso da sopportare.

“i miei genitori sono morti..in un incendio...non ci sono indizi sulla causa dell’incendio, solo ipotesi...” si fa serio

“e cosa si dice??” la faccenda mi incuriosisce

Sogghigna.

“c’è chi dice che sia un incidente...sai, può capitare...gas del fornello aperto...una scintilla...scoppia tutto. Secondo me non è un caso che io sia sopravvissuto...e ci sono voci che accusano Vorkov di questo massacro..”

“E TU NON FAI NIENTE CONTRO DI LUI!? TI PROSTRI AI SUOI PIEDI COME UN CANE?!”
“un giorno, scoprirò cosa è successo e avrò la mia vendetta...” una lacrima scende sul suo viso diafano e inespressivo.

“almeno i tuoi non ti hanno sbattuto qui dentro senza motivo...lasciandoti al destino...abbracciando una fine che solo Dio sa quando arriverà! se arriverà...”

“ricordati che è sempre meglio sedersi sulla riva del fiume e aspettare di vedere il cadavere del tuo nemico passare davanti ai tuoi occhi...piuttosto che compiere azioni di cui potresti pentirti..”

“vendicarti di Vorkov è un’azione di cui pentirsi!?!” chiedo scioccato

“ma per chi mi hai preso?! per uno sprovveduto!? sarò pure un ragazzino di 8 anni ma conosco la vita molto più di te! so cosa ti può riservare!!”

 “e Vorkov mi ha portato via la famiglia e la mia vita stessa...ma aspetto il giorno in cui crescerò, rafforzerò i miei ideali, se mai ne avrò ancora, e mi vendicherò...”

Preso dalla foga del momento, mi asciugo le poche lacrime versate e allungo un fazzoletto pulito a Boris.

“possiamo diventare amici, se ti va..” propongo imbarazzato

Per tutta risposta, mi guarda con il volto rigato dalle lacrime, mi sorride e mi stringe la mano.

“sarai tu il capitano dei DemolitionBoys.” afferma con nuova sicurezza.

 

 

Mi dispiace fare i capitoli così corti ma è l’unico modo per star dietro a tutto ç_ç ho un’altra fic, i compiti, gli amici e tanti altri impegni...ma non voglio annoiarvi troppo con queste stupidate!!^o^

Al prossimo capitolo e commentate ^_^ anche un commentuccio piccino picciò ^o^

Un bacione a tutti!! ^O^ Nena Hyuga

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

 

Ehilà!!^O^ sono tornata con un nuovo capitolo!! Il mio computer in questo periodo fa i capricci, perciò non riesco ad aggiornare regolarmente come il mio solito ç_ç E’ colpa di questo orribile tempo che mi intasa tutte le linee...o una roba del genere..non ascoltavo molto il tecnico quando me l’ha spiegato ^^’’’ (che pirla -.-‘ ndKei).

Perciò, vi lascio alla lettura dell’ottavo capitolo di questa mia fic!! Mi raccomando...commentate!^^

 

 

Le voci, in questo luogo, è noto che si dilagano in fretta.

La notizia di un nuovo arrivato, sotto protezione di Vorkov, è giunta alle orecchie dei DemolitionBoys come una doccia fredda di prima mattina.

“ha intenzione di rimpiazzarci tutti?!” sbotta indignato Boris, andando avanti e indietro per la camera dei top blaider.

“sta calmo, Bo..vedrai che sono solo voci...o sicuramente non è così forte come dice Vorkov..” cerca di tranquillizzarlo Ivan

“certo, come no! Come è successo con Yuri!!” ribatte il ragazzino dagli occhi smeraldini.

Di sicuro, il suo orgoglio è ancora ferito dalla sconfitta subita.

Solo ora me ne rendo conto. Il suo terrore e la sua ansia non sono dati dalla paura di essere battuto, ma dalla fobia di essere mandato per strada, di essere sbattuto fuori dal monastero, unico posto dove era loro possibile “sopravvivere”.

Gli rivolgo un’occhiata trucidante che gli fa capire di aver esagerato.

“scusa, Yu..non volevo offenderti...ma sai, siamo preoccupati...qui Ivan ci rischia il posto in squadra!”

“da quando sei così altruista??” lo istigo

“da quando la cosa toccherà anche me se continua a reclutare nuovi blaider! o Serjey! E tu non credere di esserne escluso solo perché sei il nuovo arrivato ed il preferito di Vorkov! Anche se sei sulla buona strada per metterti in cattiva luce se continui a disobbedire agli ordini..” come al solito, non so se interpretarlo come un consiglio o una minaccia.

 

Veniamo convocati da Vorkov nel suo ufficio alle tre e mezzo spaccate del pomeriggio.

In riga, come i soldatini, ci cammina di fronte alla ricerca di una nostra qualsiasi debolezza in un nostro qualsiasi movimento falso.

“Vi volevo annunciare ufficialmente l’arrivo in squadra di un nuovo elemento. Tutto ciò che dovete sapere di lui è che si chiama Kei Hiwatari, ha 7 anni, viene dal Giappone ma conosce alla perfezione il russo. Suo nonno è il presidente della Hito Corporation, nonché mio socio in affari. Verrà a vivere con voi e farà parte dei DemolitionBoys da oggi stesso. Non ci devono essere altre domande. Chiaro??” l’uomo è telegrafico.

“sissignore!”

“perfetto. Allora è giunto il momento delle presentazioni. Su, Kei, entra!”

Il vecchio portone di legno scuro si apre cigolando, annunciando l’arrivo del nuovo membro della squadra.

Riesco a percepire l’attesa di tutti nel vedere il nuovo arrivato.

Un ragazzino della mia altezza entra con noncuranza e sfrontatezza nell’ufficio di Vorkov.

Ha i capelli bicolore, sulla nuca di un blu elettrico mentre il ciuffo davanti è grigio perla, i suoi occhi color ametista sono freddi e impassibili, porta delle buffe strisce blu scuro sugli zigomi e una sciarpa lunghissima svolazza dietro i suoi piedi.

“Non c’è che dire, in quanto impassibilità fa concorrenza a te, Boris...” sussurro pianissimo facendo sorridere gli altri componenti della squadra.

Lo squadro da cima a fondo mentre fa lo stesso con il sottoscritto e mi lancia occhiate di sufficienza.

Simpatico il tipo, scommetto che andremo molto d’accordo durante la sua permanenza al monastero.

Un bruciore alla coscia improvviso mi costringe a massaggiarmi la gamba, mollando un gemito di dolore.

Vorkov non se ne accorge, è troppo intento a spiegare qualcosa a Kei.

Tiro fuori dalla tasca dei jeans la causa di quel dolore e vedo il bit di Wolborgh incandescente, lo sento fremere di eccitazione e impazienza.

“ora potete tornare ai vostri allenamenti, mentre Ivanov farà vedere la camera al nuovo arrivato.”

Stessa situazione di quando sono arrivato io al monastero, ma in quell’occasione è stato Boris a scortarmi e fare gli onori di casa.

Mi segue imperterrito trascinandosi dietro una piccola sacca, troppo piccola per contenere il necessario per rimanere qui a tempo indeterminato.

Appena fuori dall’ufficio di Vorkov, mi fermo per cercare di conoscerlo meglio senza intrusioni varie. L’unica cosa che non voglio, in questo momento, è inimicarmi questo speciale blaider dalle doti sconosciute.

“sono Yuri Ivanov, il capitano dei DemolitionBoys.” gli spiego tendendogli la mano

“Hiwatari, Kei Hiwatari.” e la stringe senza troppi complimenti (come 007 *çç* ndAutrice)

“lo so.”

“se sei tu il capitano, devi essere il più forte qui dentro...nonostante tu abbia??” chiede curioso

“7 anni.” rispondo lapidario.

In quegli occhi viola così affascinanti, c’è ancora quell’innocenza che mi sta abbandonando, che mi ero promesso di non perdere, ma il sorriso beffardo e l’aria da bulletto smentiscono le mie impressioni.

Lo scorto fino ai dormitori, davanti la nostra camera.

“qui dormiamo noi, è la stanza dei top blaider. Non sarà una meraviglia, ma almeno non abbiamo intorno scocciatori di scarso livello.” sorride maligno, capendo al volo il concetto

“perciò, quella dei blaider più forti del monastero...così giovani??”

“non farti ingannare dalle apparenze. Ragazzi più grandi di noi non avrebbero speranze neanche contro Ivan, il più giovane e il più “scarso” dei DemolitionBoys. E tu come te la cavi??”

Mi rivolge uno sguardo di  fuoco e si mette a ridere.

“che domande stupide. Sono il nipote del presidente della Hito, secondo te??”

“che ne so...avrò modo di metterti alla prova, spero..” e gli sorrido con cattiveria.

“se sei così ansioso da vedermi in azione, perché non ci sfidiamo ora??”

“il signorino snob crede di essere migliore di me?? Ma non farmi ridere..”

Lascia cadere a terra la sacca e in pochi istanti sistema il suo bey nel lanciatore, mentre faccio lo stesso con Wolborgh.

“DRANZER!!”

“WOLBORGH!”

La sua trottolina ha una velocità di rotazione superiore alla norma e ciò mi stupisce.

“DRANZER!! ATTACCO FIAMMEGGIANTE!!” ordina

Dal suo bey scaturiscono delle fiamme che invadono il tratto di corridoio che ci separa.

“WOLBORGH! TEMPESTA DI GHIACCIO!”

In meno di pochi istanti, il fuoco si trasforma in ghiaccio, ma non è finita perché Wolborgh va a scontrarsi con l’avversario, mettendolo in difficoltà.

Dall’angolo della bocca del ragazzino esce un rivolo di sangue, che si asciuga in fretta e furia.

“sei forte..” sussurra divertito

“ci sarà più soddisfazione a batterti..” ne convengo

“AQUILA ROSSA!!”

Un aquilotto compare sopra al bey che gira prepotente in mezzo al corridoio, come a far vedere la sua superiorità, e lancia un grido stridulo ma armonioso allo stesso tempo, una specie di richiamo.

“WOLBORGH!!”

Il piccolo lupo si avvinghia all’Aquila e comincia a morderla con ferocia.

Kei indietreggia, segno evidente che non se l’aspettava.

“cosa credevi?? di essere l’unico a possedere una creatura sacra??”

“tzé...la cosa non mi sfiora nemmeno..”

I suoi occhi brillano di una luce sinistra che mi incuriosisce.

Dopo vari interminabili minuti di scontri frontali, entrambe cominciamo a vacillare sotto i potenti attacchi dell’avversario.

“che ne dici??”

“è ora di farla finita...”

“sono d’accordo..”

I due bey si scontrano in quello che è il colpo decisivo.

Dranzer va a cozzare sul muro mentre Wolborgh si conficca nel pavimento.

“La mia Fenice ha trovato pane per i suoi denti, a quanto pare...” mormora appena mi avvicino e gli restituisco Dranzer, caduto vicino ai miei piedi.

“puoi ben dirlo...benvenuto nei DemolitionBoys, Kei.”

Un ululato forte e vigoroso, soddisfatto e felice, si fa sentire prepotente, ma Kei sembra non accorgersene.

Si rialza da terra con forza...una forza che un normale ragazzino snob non possiede...

Nota il mio sguardo incuriosito e mi sorride sornione.

“e tu credi che io sia il classico scansafatiche di un principino??” rimbecca alla mia precedente provocazione.

“YURI!!” un urlo mi riporta con i piedi per terra, distogliendo i miei pensieri dal nuovo arrivato

“che avete combinato??” chiede Serjey

“stavo solo dando un caldo benvenuto a Kei, tutto qui...”

“e intendi massacrarlo di attacchi quando dici “caldo benvenuto”??” domanda spaventato Ivan, che guarda Wolborgh ancora incastrato nel pavimento, e il buco nel muro provocato da Dranzer.

“beh, non ci tengo a sapere come dici addio...” conclude, scoppiando tutti a ridere.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

 

“dove stiamo andando, Yu??” mi chiede curioso

“è una sorpresa!!” lo stuzzico

Ormai è da un mese che Kei è entrato a far parte della squadra e ci siamo trovati subito bene insieme.

E’ un tipo riservato ma sa essere un buon compagno, nonostante sia più presuntuoso di Boris e più pungente di Ivan. Ma....è Kei. Non si può definirlo in altra maniera.

Mi è stato simpatico dal primo momento che l’ho visto, e solo ora capisco che non avevo torto.

Il mio bey non ha più dato segni di impazzire dopo la sua entrata al monastero e scommetto che le cose sono collegate. Ma al riguardo indagherò un’altra volta...magari è solo una mia supposizione infondata.

Conduco Kei tra i vari corridoi, verso la stanza di sicurezza che mi ha svelato Boris tempo prima...il segreto del potentissimo Black Dranzer è una specie di rito di amicizia.

Mi ricordo perfettamente dove sta il passaggio per raggiungere indisturbati la camera.

“da questo momento devi stare zitto!” lo avverto

Il piccoletto zebrato mi fissa impaziente ma non vuole far trasparire troppo le sue emozioni, perciò si ricompone subito e torna serioso come al solito.

“almeno dimmi di cosa si tratta...”

“un bey..”

“e cosa ha di speciale??”
“è il più forte di tutto l’universo, si può controllare il mondo con questa trottolina!!”

“e chi te le ha dette queste cretinate?!” domanda scocciato
“Boris..” ammetto che non è una fonte chissà che attendibile, ma negli occhi smeraldini del ragazzino, quella volta, ho visto la brama di possedere quel bey e doveva esserci un buon motivo.

Sbuffa e gira sui tacchi salutando con la mano.

“te ne pentirai amaramente..”

Si blocca. So di aver toccato il punto debole di Kei. La curiosità.

Non dimostra di esserlo, ma ha un impulso irresistibile di scoprire tutto ciò che lo interessa o che attira lievemente la sua attenzione.

“spero per te che sia davvero così...”
“è una minaccia?? al tuo capitano??”

“non potrei mai..” sorride complice e mi segue imperterrito

Dopo vari corridoi e diverse svolte, arriviamo al punto desiderato.

“eccolo là..lo vedi?? oltre il vetro...” indico un punto specifico così che Kei riesca a intravederlo.

I suoi occhi vagano per un po’ prima di localizzare la fonte della mia curiosità.

“caspita...è davvero figo...” sussurra ammaliato

In lui, nel suo sguardo, c’è la stessa luce sinistra, la stessa bramosia che ho visto in Boris.

“Kei...non ti illudere...è sotto stretta sorveglianza!!”

Scuote la testa.

“c’è qualcuno che ha già tentato di prenderlo??” domanda ignorando il mio avviso

“non ne ho idea..io volevo solo fartelo vedere...”

Si volta e mi sorride con sfrontatezza.

“non puoi sventolare davanti al bambino una caramella e poi portargliela via....devo arrivare fino in fondo alla questione..”

Non riesco a fermarlo che parte all’attacco e si fionda davanti alla porta della camera blindata.

“dai Yu....vieni a darmi una mano!”

Aggiusta Dranzer nel lanciatore e mi fa segno di seguirlo.

“me ne pentirò...me ne pentirò...me ne pentirò...” ripeto mettendo Wolborgh nel dispositivo di lancio.

“smettila di fare la lagna e apriamo quella porta! non sei curioso di vedere cosa è capace di fare quel bey??”

“no, mi piace ammirarlo dietro quello splendido vetro e....”
“TRE!!” comincia il conto alla rovescia e mi rivolge un’occhiata divertita.

“DUE!”

“UNO!”

“LANCIO!!”

I due bey si scontrano con il metallo della porta e la scalfiscono appena.

Immediatamente, l’allarme di sicurezza scatta e Kei rimane impalato dopo aver recuperato Dranzer, immobile, incapace di muoversi, paralizzato dalla paura.

“KEI!! DOBBIAMO ANDARCENE!!” urlo per farlo rinvenire.

Lo prendo per un braccio e lo trascino via ma..

“DOVE CREDETE DI ANDARE VOI DUE!?!?”

Una mano dalla presa ferrea mi agguanta un braccio, stritolandolo e imprigionandolo.

Kei, nelle grinfie di un altro uomo, si dimena come una furia, ma è tutto inutile.

“dal signor Vorkov....SUBITO!” ordina un terzo

Mi trascina via, seguito dal tizio con in pugno il mio amico.

Riconosco la porta di legno vecchio e scuro che ci si presenta davanti e si apre cigolando.

“COSA E’ SUCCESSO!?!” domanda infuriato Vorkov. Sembra agitato e sconvolto.

Ci mollano lì, in mezzo al suo ufficio, inermi e disarmati.

Abbasso lo sguardo sperando di passarla liscia, perfino Kei che dimostra sempre una certa sfrontatezza nei confronti dell’uomo, china la testa intimorito.

“Ivanov! Hiwatari!! che ci facevate nei sotterranei?! cercavate di prendere il bey nella camera di sicurezza?!?” domanda mollandomi uno schiaffo così forte da farmi sbattere contro il muro.

Poi è la volta di Kei. Non è sicuramente intransigente nei confronti del nipote del suo socio in affari che all’impatto con la mano di Vorkov, sputa un grumo di sangue sul pavimento, accasciandosi a terra.

“voglio sapere che cosa ci facevate là sotto!!” sbotta il monaco

Nessuno dei due osa parlare. Nessuno vuole dare la colpa a Boris e neppure all’incoscienza di Kei che ha voluto a tutti i costi quel bey.

“ALLORA?!” altera la voce per farci spaventare, ma non serve.

Marcia davanti ai nostri occhi con fare autoritario e marziale.

Prende tra le dita il mento di Kei e lo obbliga a guardarlo negli occhi.

“ALLORA?!?” ripete

Molla la presa su Kei e torna dietro la scrivania, voltandosi verso al finestra e ammirando il paesaggio.

“mi stupirebbe che il signorino Ivanov, qui, fosse stato così stupido da rischiare la sorte ancora una volta, dato che ha già avuto l’onore di scontare una pena assai dolorosa, vero?? Perciò le mie supposizioni ricadono su di te, signorino Hiwatari, che non hai la benché minima idea di cosa sia una punizione...”

Lascia in sospeso la frase così che faccia effetto.

“scommetto che il nostro Kei ha tirato in gioco anche Ivanov....mi sa che la punizione spetta a tutti e due di diritto! A Ivanov solo 5 frustate dato che la mente del piano è sicuramente Hiwatari, che ottiene 10 frustate!”

La rabbia risale fin nelle vene e un innaturale senso di protezione verso l’amico mi fa parlare istintivamente.

“LA COLPA E’ SOLO MIA!!” dico alla fine, attirando l’attenzione di tutti.

Vorkov si volta e mi guarda con disprezzo e delusione, mentre Kei mi sbarra gli occhi scuotendo la testa in un frenetico NO.

“no...Yu..” sussurra in un fil di voce.

Lo ignoro e mi concentro sullo sguardo di Vorkov.

“che hai detto, Ivanov??”
“che è colpa mia....solo mia....sono stato io a portare Kei a vedere quel bey e l’ho obbligato ad aiutarmi per prenderlo!! Perciò spettano a me 10 frustate, non a Kei. Sono io il capitano, mi prendo le mie responsabilità.” rispondo con decisione.

Vorkov scoppia a ridere sguaiatamente.

“per la tua stupidità, Ivanov, ti spettano come minimo 15 frustate!”

Trattengo il respiro. L’idea della mia carne lacerata di nuovo, mi mette i brividi e le lacrime salgono agli occhi.  

“la tua imbecillità e la tua mancanza di farti gli affari tuoi, ti costeranno caro! Ma dato che vuoi fare il Robin Hood della situazione, ti accontento...ma la pena di 5 frustate la sconterà lo stesso!!”

“almeno ha diminuito il numero...” penso compiaciuto di aver salvato la pelle al platinato, in senso letterale.

Ci scortano nei sotterranei, dove sconteremo la nostra punizione.

“Yu....perchè l’hai fatto??” chiede in un sussurro

“perché sono il capitano...e perché sei il mio miglior amico...” rispondo sorridendo, cercando di fargli forza.

“ma perché?!?” chiede di nuovo con le lacrime agli occhi.

“perché...ti voglio bene...” ammetto guardando il suo viso rilassarsi e sorridere di rimando

 

 

Angolo dell’autrice

Allora, che ve ne pare?? Anche Kei, in fondo, ha un cuoricino ^^ mi raccomando, lasciatemi un commentino anche piccolo!! E continuate a seguire la fic!

 

lexy90: ciao cara ^o^ Spero ti sia piaciuto questo capitolo anche se corto...no preocupa anche se hai cominciato a recensire dall’ottavo capitolo ^_^ sono contenta lo stesso!

Ti aspetto al prox capitolo! ^o^ un bacione! Nena

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

 

“Yu....Yuri...”

Che voce fastidiosa...peggio della sveglia per andare a scuola...e c’ho pure un qualcosa di opprimente sul petto...

Ma chi voglio prendere in giro?? Io a scuola non ci vado più...non può essere la sveglia...

“Yuri....”

Ancora??

“....10 minuti...” mormoro alla fine, ormai vinto

“YURI!! TI SEI SVEGLIATO!!!”

Apro gli occhi di colpo e scatto seduto sul letto ritrovandomi a fissare due chiazze color ametista e un sorriso stampato sulle labbra di un preoccupatissimo Kei.

Lo spintono lontano per impedire che si avvicini troppo...poteva essere a portata di bacio e non avrei mai perdonato un affronto simile se mi fosse caduto addosso...

“YURI!! STAI BENE!!” urla felice

“e tu anche troppo...” rispondo seccato e confuso

Un dolore alla schiena  mi ricorda il motivo della mia presenza in infermeria e il perché tutti i DemolitionBoys siano intorno a me con facce più o meno sconvolte.

“Kei ci ha raccontato quello che è successo...” interviene Boris amareggiato

“mi hai salvato la pelle, Yu, te ne sarò debitore per sempre!” Kei riesce a scalare l’alto letto ospedaliero e issarsi sopra di esso.

Non gli sorrido e prendo uno sguardo severo che lo mette in difficoltà.

“non voglio che tu faccia altre cretinate simili! Chiaro?? Altrimenti non ti toglierò più dai guai!!” sbotto arrabbiato, non tanto per la punizione e per i lividi ormai stampati a vita sulla mia schiena, ma soprattutto per il suo gesto di irresponsabilità.

Ormai, il discorso è iniziato e lo continuo imperterrito, sfogandomi della rabbia repressa verso me stesso che non sono riuscito a fermarlo, e soprattutto verso Kei che ha disobbedito.  

“sì, è vero...sei curioso di tutto quello che ti circonda qui dentro...puoi permetterti una certa libertà perché tuo nonno non lascerà mai a Vorkov di trattenerti vita natural durante al monastero!! Ma sappi che qualcun altro ne paga delle tue sciocchezze!! Sappi che qualcuno, ad esempio tutti noi, ci dobbiamo rimanere a tempo indeterminato qui dentro!! E dobbiamo convivere con quello schifoso di un monaco!! Questo lo dico solo per il bene di tutti e non per farti la morale, Kei!” è la prima volta che parlo seriamente al ragazzino, al mio migliore amico, ma per l’incolumità di tutti, è meglio che si metta in testa questo concetto.

Il platinato mi fissa stupito da tanta sincerità e severità nei suoi confronti.

Nei suoi occhi si legge l’umiliazione e la consapevolezza di aver fatto una grande cazzata.

Annuisce e abbassa lo sguardo pentito.

“scusa, Yuri...hai ragione...non lo farò mai più.”

“bene...ora, qualcuno mi spiega come ci sono finito qui? Di sicuro non con le mie gambe...” domando a Boris e gli altri, ancora in tralice per il discorso fatto a Kei. Nessuno si aspettava una reazione simile.

Serjey si riprende prima di tutti e sorride compiaciuto.

“vi abbiamo tirato fuori noi da quel buco!” dice fiero, gonfiando il petto

“come facevate a saperlo??”

“beh, sai...le guardie mormoravano di due ficcanaso che hanno tentato di scassinare la camera segreta contenente Black Dranzer, abbiamo fatto un rapido calcolo e non potevate essere che voi due! Immaginando la reazione di Vorkov, e un’inevitabile punizione, vi siamo venuti a cercare nelle segrete...tu eri messo piuttosto maluccio...” spiega Boris con l’aria di chi la sa lunga

“...eri svenuto ancora prima di aver finito di scontare la tua punizione...” aggiunge con ribrezzo Ivan

Arriva finalmente l’infermiera che mi rivolge un sorrisone a 32 denti.

“oh...ogni tanto torni a farmi visita, Ivanov!! Ma che gioia!! sai, con tutti i punti che ho dato alla tua povera schiena, potrebbero promuovermi sarta del monastero!!” esclama piuttosto divertita

Ignoro il continuo tirare delle cicatrici e sorrido di rimando, quasi commosso da questo sincero affetto.

“dai...ora andatevene!! Il vostro capitano ha bisogno di riposo!! Sciò!!”

Li caccia letteralmente fuori, mentre Ivan esce salutando con la mano e facendomi una smorfia.

“beata solitudine...” sento dire alla mia destra.

Mi volto verso Kei e non posso che sbuffare divertito.

“Yu....” mi chiama timido

“dimmi??”

“senza rancore, vero?”

“assolutamente..”

“bene....”

Silenzio. Ma so bene che ha ancora qualcosa in mente. Deve chiedermi un’ultima cosa, ma non sa come.

“ah, Yu??” mi chiama di nuovo, con voce sempre più flebile

“che c’è, Kei?”

“è vero...che mi vuoi bene??” è imbarazzato ed evito di fissarlo per procurargli disagi

“certo che è vero...perchè questa domanda??”

“perché nessuno me l’aveva mai detto, fin’ora....”

Solo più tardi vengo a conoscenza che i genitori di Kei erano morti in un incidente dalle cause misteriose, così è stato preso sotto “l’ala protettiva” di suo nonno,  il presidente della Hito Corporation, dalle aspirazioni per il nipote ancora ignote.

 

Dopo una giornata di sfiancanti allenamenti speciali, imposti da Vorkov in persona, io e tutta la squadra ci trasciniamo letteralmente a letto, spompati e privi di ogni voglia di parlare o anche solo lamentarsi.

Ormai mi sono abituato alla camera in condivisione con gli altri membri della squadra, anche se rimpiango la beata solitudine di un dopo-giornata faticoso ad allenarsi con i bey.

Guardo Wolborgh che brilla e pulsa ancora pieno di energie.

Da quando ha conosciuto la forza inarrestabile dell’Aquila Rossa, il Lupo della Steppa non ne voleva sapere di fermarsi.

Che sia una coincidenza??

“ce ne sono tante di coincidenze che posso sembrare fortuite....” mi ripeteva spesso qualcuno “...e a volte sono fatte apposta per essere ritrovate...”  che significava??? che sarei uscito dal monastero e poi avrei ritrovato tutti i miei compagni liberi??

Un rumore assordante dilaga improvvisamente per i corridoi. Una sirena!

“ALLARME ROSSO!!” sento un urlo proveniente dal corridoio principale

Mi alzo in piedi scattante, senza badare al dolore delle braccia indolenzite e delle gambe, altrettanto fiacche.

Boris mi guarda con fare sconcertato, si affaccia in fretta sul corridoio ed lo seguo.

“che è successo??” mormora rivolgendosi al primo passante

Il ragazzo in questione, ben più grande di noi, alza le spalle e scuote la testa.

Tutti i ragazzi del monastero sono fuori dalle rispettive porte a guardare cosa aveva fatto scattare l’allarme e su ognuno di loro c’è la stessa espressione di curiosità.

La sirena, ancora attivata, confonde le grida dei guardiani con il chiacchiericcio di sottofondo dei blaider, ormai fluiti tutti nel corridoio, prendendone il pieno possesso.

L’unico grido che riesco a percepire è quello di Ivan che indica con terrore il letto dello striato.

“KEI NON C’E’ PIU’!!” urla il piccoletto

“COSA?!” mi lascio prendere dal panico

“Yuri, calmati...vedrai che è andato a farsi il suo giretto di ricognizione..”

“è questo che mi preoccupa, Bo!!”

“Kei non andrà a ricacciarsi nei guai...dopo la ramanzina che gli hai fatto, sarebbe da stupidi!” aggiunge pacato Serjey, appoggiandomi una mano sulla spalla.

Scuoto la testa innervosito dal comportamento dell’amico.

“qualcuno l’ha visto entrare in camera, quando siamo arrivati?!” chiedo spostando lo sguardo su ogni DemolitionBoys.

“era dietro di me quando siamo usciti dalla sala degli allenamenti....pensavo fosse anche rientrato in stanza.” butta lì Boris pensieroso

“eravamo così stanchi che non sapevamo di esistere, Yuri, non diamocene una colpa se non ci siamo accorti della presenza di Kei!” continua Serjey.

“se non fosse così testardo e mi ascoltasse, ora non sarei qui a preoccuparmi!!!”

“perché te la prendi tanto a cuore??” frecciatina di Boris, non gli è mai andato giù il fatto che io e Kei siamo diventati migliori amici.

“perché è uno di noi, capito Huznestov!?”

“smettetela!! Non è detto che tutto questo trambusto sia per colpa di Kei!!” ci interrompe Serjey

Ma qualcosa dentro di me, dice esattamente il contrario...e mi fido spesso del mio sesto senso, sbagliando rare volte.

Un senso di nausea mi prende la gola e la testa comincia a girare. Mi devo aggrappare al letto per non cadere e vengo sostenuto da Boris, accortosi del mio malessere.

“Yu, ora andiamo là, ci accertiamo che non si tratti di Kei e torniamo in camera, ok??” mi propone cauto il Falborgh blaider.

“se Kei si è fatto male, giuro che non riuscirò mai a perdonarmela!!” riprendo il discorso di Ser.

“mi hai sentito, Yuri?? Andrà tutto bene! Ora andiamo a vedere...”

Annuisco e seguo il ragazzino dagli occhi smeraldini lungo il corridoio intasato da blaider curiosi.

Rivolgo uno sguardo supplice a Serjey che capisce al volo.

Nonostante abbia solo 8 anni, è ben più grande di ragazzi più vecchi, il che lo rende temuto e rispettato da tutti, non si può dire lo stesso per Boris o per me, men che meno di Ivan.

“LARGO!! FUORI DALLE SCATOLE!!” sbotta il Seaborgh blaider avanzando e facendoci spazio tra la folla.

Raggiungiamo un punto del corridoio in cui il muro di sasso è crollato.

Mi affaccio al buco sul muro e noto che la voragine si estende non solo in lunghezza, ma anche in profondità.

Al piano sottostante, nei sotterranei, il buco di sassi dà sulla camera di sicurezza dove è contenuto BlackDranzer, e si può vedere perfettamente che la porta della stanza chiusa ermeticamente è stata scassinata a colpi di bey.

“Kei....” mormoro, con il presentimento sempre più forte di vedere il mio compagno sotto le macerie.

Mi allungo ancora di più per vedere meglio la situazione, per cogliere anche un solo segno della presenza di Kei, per sapere se il mio amico sta bene o se è solo ammaccato...in tal caso, sarei stato io ad avere il privilegio del colpo di grazia per ammazzarlo del tutto!

Boris attira la mia attenzione e indica un punto preciso del pavimento dove è incastonato... BlackDranzer!!

“ce l’ha fatta....ha usato il bey dal potere illimitato!!” borbotta sorpreso il ragazzo al mio fianco.

“non doveva prenderlo!! non doveva farsi del male in quel modo!!” sento le lacrime farsi spazio prepotenti ma le ricaccio indietro dimostrando di avere i nervi saldi e il controllo sulla situazione.

Finalmente lo intravedo!! Vedo il suo Dranzer!! Vedo la sua mano sbucare fuori dalle macerie!!!

“KEEEEEEIIIIIII!!!!”

 

 

Angolo dell’autrice

 

Evvai!!^o^ sono riuscita a sfornare un nuovo capitolo per la mia fic!! Oddio...non so se sia venuto a meraviglia...ma spero vivamente di sì!!

Sono contenta che tanti leggano questa fic!! E sarei ancora più felice se mi lasciaste un commentino-ino-ino!! ^^

 

lexy90: Ciao!! ^o^  quell’irresponsabile di Kei ne combina sempre una delle sue!! Stavolta non so come se la caveranno ç_ç magari Kei crepa, così è un problemino in meno ^_- (ehi!! >o< ndKei) o magari Yuri si suiciderà dal dolore (oh!! >o< ndYuri) o, terza opzione, Kei muore e tutti i DemolitionBoys decidono di tuffarsi nel lago Bajkal (non so se si scriva così O.o ndAutrice) per morire collettivamente assiderati ^o^ ( sadica!! ç_ç ndDemolitionBoys) ma....alla fine, chi lo sa?? ^_- basta seguire il proximo capitolo! ^o^ ciao! bacione!

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

 

“KEI!!” mi sveglio ansante, la fronte madida di sudore e il cuore martellante nel petto.

Mi passo una mano sugli occhi e do una rapida occhiata all’orologio. Le 03.25. Piena notte. Questa volta Boris non me la farà passare liscia, e un semplice “incubi, Boris...niente di più” non avrà più effetto sul Falborgh blaider.

Mi alzo con il busto in cerca dei pantaloni del pigiama. Non so che fine abbiano fatto dopo la sera scorsa. Sono scivolati via così velocemente che non me ne sono reso conto.

Sento le goccioline di sudore scendere lungo la schiena. Il cuore riprende a battere tranquillamente. L’unico rumore che si sente è il fischio stridulo delle civette, accompagnato dal mio respiro irregolare e pesante.

“è successo di nuovo...” penso sospirando.

Mi alzo dal letto e un brivido freddo mi attraversa il corpo, come un avvertimento.

Volto lo sguardo. La trottolina appoggiata sul comodino è diventata incandescente e mi affretto a nasconderla sotto il letto, dove nessuno può vederla nel caso in cui si fosse precipitato dentro la stanza.   

“YURI! Che hai??” mi chiede preoccupato il mio compagno entrando in camera.

“niente Bo...sempre i soliti brutti sogni...niente di più...” rispondo in automatico. Ormai è un’abitudine dirgli così, tanto da metterlo a tacere quel poco per raccogliere le idee e inventarmi altre stronzate da rifilargli per tranquillizzarlo ulteriormente.

Rimane zitto. Ha sempre meno parole per dare spiegazioni razionali all’accaduto...sempre che ce ne siano.

Mi avvicino alla finestra, dove la vista offre un panorama assolutamente unico: tutto è coperto da uno strato spessissimo di neve che ovatta l’atmosfera, rendendola candida, quasi impossibile da rovinare. Solo i fantasmi del passato riescono nell’intento di rendere sgradevole questa vista meravigliosa, oramai la stessa da troppo tempo.   

Contemplo la figura riflessa nel vetro. Un ragazzo 19enne, formato e cresciuto con vigore, i capelli ancora tenuti dal gel in due corna rosse e un paio di diamanti color ghiaccio.

Ho l’ennesima conferma che non sto sognando, ma sono nella mia fottutissima realtà, assillato da incubi sempre più ricorrenti e angoscianti.

“Kei...” mormoro, cercando con lo sguardo una qualsiasi traccia che Vorkov si sbaglia sul ragazzino.

Macché ragazzino...ormai dovrebbe essere un ragazzo bello e cresciuto, come me...magari ha pure la ragazza, o il ragazzo e si è liberato del suo folle nonnino... E se il giorno in cui lo trovassi non riuscissi a riconoscerlo?? E se lo riconoscessi e lo dicessi a Boris?? Che effetto fa vedersi di fronte un morto che cammina??

Una mano si appoggia sulla mia spalla.

“Yu...devi mettertela via..”

“no, Boris...io sono convinto che Vorkov ci abbia mentito al riguardo...Kei è ancora vivo!”

“e su cosa ti basi per dirlo?? Sentiamo...siamo sempre allo stesso punto!! Quasi ogni notte ti svegli urlando nel sonno quel dannato nome che ti tormenta!!smettila!”
“ma io sono sicuro che..”

“che cosa?? che sia vivo?? allora dammi delle prove e solo in quel caso ammetterò di aver avuto torto. I sogni non sono fatti su cui si può fare affidamento!! Sii razionale per una volta!! Vorkov ci ha dato la cartella clinica di Kei, quel giorno...non te lo ricordi?? Morto schiacciato sotto quelle macerie!! Gli si è frantumata la testa sotto i sassi!!”

Le teorie di Boris sono inconfutabili. La sua è la storia più logica, ma non quella che voglio sentirmi raccontare...

Ormai, la storia di Kei morto nell’intento di prendere Black Dranzer è così nauseante, da tanto l’ho sentita, che ci credo ogni volta di meno quando Boris puntualmente la rispolvera.

“io sono sicuro che se mi fossi reso conto prima....se fosse rimasto dietro di noi...lui sarebbe ancora qui..”

“Yu, sappiamo entrambe che non è colpa tua...ne di nessun altro se non di Kei! E’ stato un incosciente!! Quante volte vuoi che te lo ripeta?? Ogni notte?? Cazzo!! E’ da un mese che non riesco a dormire senza che ti svegli urlante nel sonno! Alla prossima ti drogo!! E lo sai che ne sono capacissimo...”

“me lo dici come se fosse colpa mia! secondo te non voglio archiviare quella storia?? mi piacerebbe tantissimo, Boris, ma non ci riesco!!”

Sbuffa, scocciato di ripetere sempre le stesse cose.

“sai che ti voglio bene, ma devi affrontare la realtà...sono passati...”

“12 anni...lo so...” completo la frase con stanchezza.

“bene..”

“se mi istighi un altro po’, posso anche dirti i giorni e le ore che sono trascorsi!!” penso arrabbiato girandomi dalla parte opposta al ragazzo.

Solo dopo averlo squadrato per bene mi rendo conto che Boris è mezzo nudo, con indosso solo dei boxer neri e...due occhiaie da far spavento. Cazzo. Capisco perché la sera scorsa non sono riuscito a resistergli.

Anche lui è diventato un ragazzo formato a tutti gli effetti: un fisico da peccato carnale, i muscoli scolpiti per i duri allenamenti imposti da Vorkov in persona, gli occhi smeraldini che non hanno perso un briciolo di quella sfrontatezza e altezzosità che ho riconosciuto in lui la prima volta in cui ci siamo conosciuti e, ultima cosa ma non meno importante, è straordinario a letto (YxB ^O^ ndAutrice)(non è ancora detto ù.ù ndKei)(e tu da dove salti fuori

Dopo quel giorno, l’unico coraggioso riuscito a starmi vicino senza venire scannato è stato proprio Boris Huznestov, colui che mi ha tanto odiato e disprezzato, ma anche la persona a me più cara e che ritengo il più vicino possibile ad un fratello.

Mi sono scoperto sempre più sensibile nei confronti del Falborgh blaider e abbiamo sperimentato la prima volta a letto insieme alla modica età di 15 anni.

Non che ne sia innamorato. Non conosco l’amore. Ma il sentimento che provo per lui, è la cosa che ci si avvicina di più. 

Vorkov ci ha fatto fare migliaia di incontri dimostrativi per il nostro debutto, e siamo arrivati fin qui. Prossimi ai mondiali.

“Le promesse del beyblade!” così ci hanno chiamati. La squadra dei DemolitionBoys.

Le fan impazziscono quando ci vedono camminare per strade, quelle rare volte che ci concediamo un pausa.

Lo guardo mentre mi spettina i capelli in un’affettuosa carezza e si avvicina alla porta, segno che ha un sonno tremendo e non ha voglia di rimanere a chiacchierare per il resto della nottata, come tante volte succede.

“torna a dormire, Yu...domani dobbiamo allenarci come si deve se vogliamo dare una bella prova di forza contro quegli imbecilli degli americani e gli idioti dei cinesi...”

“ti preoccupi per un incontro di bey?? Non è da te..” lo punzecchio

“infatti la cosa non tocca me, dato che non scenderò in campo....ma solo Ivan, Serjey e te..”

“non è giusto! Chi ti ha dato il permesso di prenderti una giornata di pausa?”

“non è un permesso...è un ordine! Vorkov non vuole scoprire troppi assi nella manica, perciò manda in campo gli scarsi come te!”

“sei un coglione!! Ti batto come e quando voglio!”

“questo sempre nei tuoi sogni, vero Yuri??”

Se ne va dritto in camera per evitare la mia risposta a tono. Vigliacco!

Corro a recuperare Wolborgh sotto il letto.

“ma cosa...”

Il bey comincia a lampeggiare furiosamente, un luccichio blu e rosso scintilla fuori dal bit di Wolborgh.

“mi pare di aver già visto una cosa del genere..” penso osservandolo più curioso.

Tutto un colpo, la luce sparisce dentro il bit. La figura del Lupo della Steppa troneggia imponente nel piccolo cerchietto di plastica della trottolina.

“che vuoi dirmi??” chiedo, più a me stesso che al beyblade. Mi avrebbero preso per pazzo se mi avessero visto parlare con una trottola di plastica e metallo.

“sicuramente anche tu mi stai consigliando di andare a dormire, altrimenti c’è il rischio che Ivan mi batta e diventi lo zimbello della squadra...” sbuffo rassegnato, buttandomi a letto e aggrappandomi alle coperte.

“sono convinto che anche a te manca l’Aquila Rossa, come a me manca Kei...”

 

“IVANOV!”

“comandi!” rispondo mettendomi sull’attenti

“mi è stato riferito che ti svegli ancora di notte in preda a vecchi ricordi...”
“sto cercando di...”
“NON PARLARE SE NON TE LO CHIEDO!!”
“sissignore!” cazzo!! Chi è stato il coglione che ha detto una cosa simile a Vorkov?? Questo mi mette sotto psicofarmaci!!

“se non poni rimedio a questi continui incubi, vedrò di darci un taglio io stesso. Chiaro??”

“sissignore!”
“e sai cosa intendo dire, vero?”

“sissignore!”

“puoi andare, Ivanov. Cerca di rimetterti per i prossimi incontri dimostrativi con la squadra americana degli All Star e i cinesi della tribù della Tigre Bianca.”
“certo signore!”

Esco dall’ufficio dell’uomo...o meglio, del mostro.

“Boris..questa me la paghi cara..” sibilo correndo lungo i corridoi.

“IVAN!! DOV’E’ BORIS!?” blocco il piccoletto in mezzo ad un corridoio, stando ben attento a non prendere per il bavero Serjey.

“non ne ho idea, Yu...che ha combinato stavolta?” chiede preoccupato

“prima lo uccido e poi te lo spiego...Ser??” sbotto scostandolo in malo modo e rivolgendomi al Seaborgh blaider.
“...era in camera quando l’ho visto prima...ma non ne sono sicuro..”

“grazie!”

Riprendo a correre come un forsennato dritto in camera del Falborgh blaider.  

Apro con un calcio la porta socchiusa e trovo il ragazzo intento a parlare con qualcuno.

“Yu...come mai così incazzoso??” chiede sbarrandomi gli occhi smeraldini

“poche storie, Huznestov..che cosa sei andato a raccontare a Vorkov??” non tengo a freno  il tono e la mia domanda esce più simile ad un grido stridulo che ad uno arrabbiato.

Ignoro completamente il ragazzo in compagnia del Falborgh blaider e rivolgo le mie attenzioni solo su quest’ultimo.

“ehi...calmati...so già cosa mi stai per dire..” mette le mani davanti in segno di resa

“allora sbrigati a parlare...” lo intimo così da risolvere al più presto il problema

“solo se mi prometti che ti siedi e ti calmi.”

“non mi siedo e non mi calmo!! TU!! Fuori immediatamente!” indico la porta al ragazzino presente oltre al Falborgh blaider e il sottoscritto.

“no, aspetta Yuri. Mi sta giusto raccontando che cosa è successo...ti hanno sentito urlare fino in fondo al corridoio..perchè te la prendi con me?? Salti sempre alle tue solite conclusioni che io sono quello bastardo che non ammette che i tuoi sogni possano essere veri?? Solo perché guardo in faccia la realtà, Ivanov, non vuol dire che sono così cretino da rischiare che Vorkov ti metta sotto psicofarmaci!Non voglio vederti diventare una marionetta rincoglionita nelle mani di quel monaco opportunista...” il suo tono non si altera, rimane pacato e severo per tutta la spiegazione.

Così dicendo, Boris esce dalla camera scansandomi con una spallata e lasciandomi da solo con il terzo incomodo.

Sono un benemerito stupido.

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ehm ^^’ mi scuso già da ora perché vado un po’ di fretta e my mamma sta minando il computer perché non vuole che io aggiorni le mie fic!! Perciò, finché lei è via, posto l’11esimo capitolo ^-^ sperando non se ne accorga che sono andata in internet invece di finire i compiti per le vacanze ^^’’’ ma si sa, le mamme sono così...non ci posso fare niente.

 

 

lexy90: Tranqui ^_- nessuna delle tre opzioni precedenti...non sono sadica a tal punto ^^’ (poco solo -.-*** ndKei)(nuu >o< ndAutrice) ecco...spero ti sia piaciuto questo salto di 12 anni! Mi sembrava giusto lasciar correre la cosa con un certo velo di mistero >o> (lasciamoglielo credere U.U ndtutti)

Un bacione! Al prox capitolo che non so a quando perché, ora che comincia la scuola, è un po’ difficile da stabilire ^^’ ciao!! ^_^

 

lunetta caduta nel pozzo: ciao!^o^ sono contenta che ti piaccia!! me felice ^-^ Continua a seguire mi raccomando ^_- un bacio!

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

 

Chiedo umilmente scusa per il mio imperdonabile ritardo ç_ç sono presa proprio male! Devo aggiornare per forza di cose!! Domando venia! ç_ç Quindi per sdebitarmi comincio subito a scrivere ^_-

 

 

“BORIS!!” urlo a perdifiato per i corridoi, lanciandomi all’inseguimento del ragazzo.

Che cosa mi è venuto in mente di saltare a conclusioni così affrettate?? come il mio solito ho combinato un casino con il mio più fedele amico e compagno di squadra.

Quando Boris non vuole farsi trovare, è inutile cercarlo...ma basta anche solo il tentativo per mettermi il cuore in pace.

Svolto l’angolo e mi ritrovo di fronte ad una porta talmente ambigua, che potrei esserci passato di fianco milioni di volte senza mai notarla. Ora che ci sono andato a sbattere contro la vedo per la prima volta.

“ma dove sono finito ora??”

Senza pensare dove cercare Boris, seguendo solo l’istinto, i miei piedi mi hanno portato in questo posto.

Una sensazione di calore nella tasca dei jeans mi riporta alla realtà e senza pensarci troppo, varco la soglia della porta, prendendo atto di quello che significava. Guai.

Come supponevo, l’uscita conduce direttamente fuori, in un punto del cortile inaccessibile dall’entrata principale. Anzi, per la verità non avevo mai neanche notato un altro pezzo di cortile di fronte al monastero, ma sono abituato a nuove scoperte o a nuovi pericoli, in questo posto del cazzo.

La neve è perenne, sommerge ogni cosa, ogni albero ed ogni masso del boschetto che si staglia di fronte a me.

Una sola via. La via della salvezza. E’ la mia unica chance di svignarmela da questo posto e recuperare la vita “normale”. Forse è troppo tardi per tornare dai miei genitori...non so neanche se sono ancora qui a Mosca, ma solo l’idea di una via di fuga mi solleva.

E Boris?? Serjey? e chi bada ad Ivan il Terribile??

Le immagini dei miei compagni si fanno spazio nella mia testa e insistenti mi obbligano ad andarmene, perché anche loro farebbero lo stesso.

Scommetto pure che è la mia unica possibilità di fuga. Non ritroverò mai più la porta che conduce fuori, nel mondo degli esseri umani.

No, noi non siamo umani. Siamo soldatini di piombo, pronti per essere forgiati, modellati e dipinti a piacimento di Vorkov. Invece al di là del bosco c’è l’opportunità di condurre una vita. Una vera vita.

Infilo la mano nella tasca dei pantaloni per estrarre Wolborgh. Incandescente. Pulsante. Fremente di felicità. Riesco a sentire le sensazioni del Lupo siberiano che anima il mio bey.

Lo lascio cadere a terra per evitare di bruciarmi il palmo della mano. E’ così bollente che fa un buco nella neve, sciogliendola al solo sfiorarla.

Dopo un po’, il bagliore cessa e riprendo possesso della trottolina.

Non collego il cervello alla mia scarsa riserva di buon senso, incastro il bey nel dispositivo, lo lancio al di là di quella linea invisibile che separa me e il monastero dal mondo esterno.

Lo rincorro, gli sto dietro per tutto il tempo e mi diverto a vederlo sfrecciare libero lungo i sentieri innevati tra gli alberi.

Sembra abbia un piano in mente, dato che non riesco neppure a controllarlo mentalmente, ma per il momento lo seguo e basta. Per tornare indietro c’è sempre tempo.

“CAZZO!! e adesso dove è andato??”

Lo perdo di vista un secondo e scompare in mezzo alla folta boscaglia.

La scia del bey è quasi invisibile. Dopotutto, la neve è il suo ambiente dove ne è il predatore, e un cacciatore come il lupo non può farsi notare dalle sue prede.

Seguo quella che spero sia la strada che mi conduca fino al beyblade. Non riuscirei mai a perdonarmi di aver perso un simile ricordo e un potente alleato.

La presenza del mio bit power non tarda a farsi sentire.

Un maestoso Lupo della steppa, bianco come la neve, con le ali verde acqua aderenti al corpo, esce allo scoperto ululando felice sopra ad una roccia.

Un ululato simile non gliel’ho mai sentito fare, neanche dopo una vittoria sofferta e ambita come quella contro Boris.

No. Questa volta è diverso. Il Lupo è felice e si agita su sé stesso, e sembra indicare un punto preciso della foresta.

Mi precipito il più rapido possibile nel luogo indicatomi.

Scorgo tra il folto del bosco una figura accasciata a terra, avvolta da un mantello scuro, rannicchiata su sé stessa.

Di nuovo, l’ululato del Lupo si fa sentire per tutta la foresta, spaventando parecchi uccelli posati sui rami secchi e morti degli alberi. Mi volto ma è già scomparso. Ai miei piedi ritrovo Wolborgh, lampeggiante.

Mi avvicino di più alla persona a terra, sicuramente infreddolita e non abituata a questo clima. Appoggio un ginocchio a terra, sulla soffice neve, cominciando a scuotere il corpo apparentemente esanime.

“ehi!!ehi! riesci a sentirmi!?!” chiedo
Nessuna risposta. Come era prevedibile.

Deve essere giovane, lo capisco dalle scarpe e dai jeans con accurati strappi lungo tutta la gamba.

E’ imbacuccato fin sopra agli occhi con una pesantissima sciarpa bianca e sporca.

“ma chissà cosa ha di tanto speciale questo qui...a me sembra solo un poveraccio vittima del gelo della Russia..” dico con leggerezza, osservando il pugno del ragazzo stretto su qualcosa.

Apro a fatica la mano congelata per vedere cosa tiene così preziosamente e una piccola trottolina blu elettrico scivola via, finendo a qualche centimetro dal suo corpo.  

La prendo in mano e me la rigiro tra le mani fino a notare un disegno sul bit del bey.

Nonostante sia ammaccata, riesco a intravedere un’aquila rossa come il fuoco, scintillare imponente al centro del dischetto della trottola.

“non è possibile....” balbetto.

Non trovo il coraggio di ammettere a me stesso che il bey in questione è uguale in tutto e per tutto al Dranzer di Kei. O almeno, al ricordo che ho di quella trottola.

Il mio cuore perde un colpo quando vedo spuntare da sotto il cappuccio del mantello una ciocca argentata di capelli fluenti e ribelli come nei miei ricordi.

Sono passati così tanti anni ma nonostante tutto, l’immagine del Dranzer blaider è ancora nitida nella mia mente.

Abbasso leggermente la sciarpa bianca per scoprire un pezzo di viso, rigato da due strisce blu lungo tutta la lunghezza degli zigomi.

E’ come trovarsi di fronte un fantasma. E’ tornato in vita dopo quel fatidico incidente?? No, è impossibile... Le mie teorie sono sempre state giuste! Vorkov ci ha mentito!! Non è morto!!
Allora cos’è?? Un sogno? come il mio solito non so distinguere la realtà dalla fantasia delle mie futili immaginazioni!

Un mugolio mi fa tornare alla realtà. Il volto del ragazzo si contrae leggermente in un espressione di stanchezza.
Non ci posso credere. Non sono in grado di pronunciare quel nome. Non è possibile.

“Kei...”

 

 

 

Angolo dell’autrice

Ehm...ehm...scusate...un po’ corto, lo so...ma non potevo fare un capitolo unico con il seguito ^^ dove ovviamente solo io so cosa accadrà ^o^  (ma guarda te che strano -.-‘ ndYuri)(e io cosa sono?? risorto dalla tomba?? scappato da un laboratorio di pazzi dove mi volevano fare degli esperimenti?? volato via grazie alla forza dell’amore e tornato al monastero dato che voglio tanto e tanto bene a zio Vorky?? EH?? >O< ndKei)(no, sei semplicemente capitato lì e basta ^-^’’ ndAutrice)(ah....del tipo sono un imbecille e mi voglio perdere in una foresta in Russia, rischiando di assiderarmi, tanto per sport?? -.-‘’ ndKei)(può essere ^-^ devo ancora decidere il motivo della tua presenza ^^’’’’ ndAutrice)(che autrice incompetente...ma che autrice incompetente che abbiamo >o< ndYuri)(prima tu pensa a soccorrere il tuo amato! E tu cerca di fare il moribondo in maniera decente, poi ne riparliamo, ok?? >O< sono stata chiara??? ndAutrice)(trasparente O.O ndKei+Yuri)

Passiamo ai rigraziamenti ^o^

 

 

lexy90: Ciao cara^-^ avevi perso ogni speranza, non è vero?? anche per l’altra fic mi davi ormai per dispersa..ma ci sono riuscita! Ho aggiornato!! ^_^ Ok, non potevo fare aspettare troppo Yuri...doveva per forza ritrovare Kei, altrimenti lo dovevo rinchiudere in un manicomio per crisi di astinenza ^-^ ma no preocupa! non lo farò!! Un bacione!!^_-

 

lunetta caduta nel pozzo: Ciao! ^_^ avevi perso le speranze anche tu??? Beh, come vedi per tua sfortuna ci sono ancora!! E ho già pronto in mente il prossimo capitolo!! Sono contenta che continui a seguirmi in questo schizzo di pazzia che mi è venuto! Ciao! bacione!!

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

Sono arrivata al capitolo 13 O.O?? non era proprio previsto questo inconveniente..^-^ beh, la mia ispirazione iniziale era quella di farli arrivare subito all’età di 19enni, ma poi, dopo il terzo capitolo, ho girato intorno ai discorsi ^^’’’ sono fatta così.

Ho deciso che farò una rapidissima sintesi del punto in cui siamo arrivati.

Allora...siamo arrivati nel momento della prima serie in cui Kei si unisce alla Borg dopo essere rientrato nel monastero, aver visto quello sfigato imprigionato in gabbia (mi sfugge il nome -.- ndAutrice) e gli ritorna magicamente la memoria dopo il brutto incontro con quel trans di Vorkov. Io ho cambiato un po’ la situazione, perché Kei arriva al monastero con tutta la squadra dei BladeBreakers e poi torna a indagare da solo. Che vi devo dire?? esigenze di copione U.U

Ok, spero vi siate ritrovati tutti ^_^ buona lettura!!

 

 

 

Che sensazione strana tenere tra le braccia il corpo apparentemente esanime di un fantasma del mio passato.

Wolborgh deve aver percepito l’Aquila Rossa ed è stato preso dalla felicità di rivedere un vecchio amico. Se posso ancora considerarlo tale.

Il viso pallido, pieno di graffi, le due immancabili strisce lungo gli zigomi e la labbra violacee per il freddo.

Nonostante il gelido clima e la scoperta assai strana di una porta conducente all’esterno, non riesco a pensare che a lui. Kei. E’ tornato o è qui per caso?? Si ricorderà di me appena riprenderà conoscenza?

Mi affretto a rifare il percorso all’indietro, finché non vedo in lontananza la porta tanto ambita.

E’ socchiusa. Meno male. Nessuno mi ha scoperto, altrimenti avrebbero già dato l’allarme. Sono troppo importante per Vorkov per sfuggirgli dalle mani in una situazione delicata come lo è questa.

Tra poco le “amichevoli” contro gli americani e i cinesi. A presto la finale mondiale.

La fatica di portare un peso morto tra le braccia, ostacolato dal freddo inverno russo.

Dei sussulti attirano la mia attenzione sull’argenteo.

Spero di rimirare di nuovo quelle splendenti iridi viola. Ma non apre gli occhi. Non esce un suono dalla sua bocca se non qualche mugolio di dolore e stanchezza.

“ti riporto a casa, Kei..” sussurro al ragazzo in stato semicomatoso.

Arranco alla porta scoperta recentemente, mi fiondo al di là della soglia senza nemmeno controllare che ci sia qualcuno in circolazione. Se a vedermi fossero le persone sbagliate, non l’avrei passata liscia.

Le braccia mi fanno un male cane, il freddo le ha intirizzite e Kei non è un fuscello.

A occhio e croce, con il pastrano che indossa, ha su di sé chili in più che gravano sulle mie braccia.

I ragazzini corrono lungo tutto il corridoio, urlando e sbraitando frasi poco gentili.

Per i corridoi è severamente vietato sfidarsi a duello con i bey, per questo, quando succede l’inevitabile, ci diamo da fare per smantellare i nostri avversari al più presto, prima di essere visti da qualche guardiano.

Sentendo la stanchezza farsi prepotente, mi butto in spalle il corpo svenuto di Kei e inizio ad accelerare il passo.

“YURI IVANOV!!”

No! Non adesso! Catastrofe! Congiura contro di me! Non adesso Reyka!

Reyka. Una delle rarissime ragazze al monastero. Blaider di tutto rispetto nella classifica generale, ragazza furba e meschina come pochi, ma sa essere anche una grande amica e un’ottima fonte di informazioni. Oltre ad essere una bella mora, fisico asciutto e atletico, slanciata, occhi neri come la pece con una buffa ciocca di capelli bianchi sulla fronte, è pure la mia più grande confidente. 

Il look del giorno di Reyka prevede uno strettissimo top nero, che fa appena intravedere la terza di taglia. La minigonna, giurerei ricavata da fazzoletto, le copre a malapena il perizoma rosso fuoco i cui angoli spuntano fuori dalla gonna e gli stivali rinforzati danno il tocco di classe al tutto. Un Hitler formato donna.

“non adesso, Reyka...ho da fare!” la precedo, qualunque cosa lei voglia da me

“uhm...non me la racconti giusta, Ivanov...non mi dicevi così quando mi hai portata a letto...l’altra sera!!” sbotta offesa

“non è il momento! Ne riparliamo più tardi se vuoi!”

“sì...parliamo del tuo strano comportamento...anzi, parliamo delle tue preferenze sessuali. Ah, no...dimenticavo...non ne hai!”

“Sssh!! ZITTA!” la prego quasi in ginocchio

“ah...ora mi chiedi di tacere??”

“sì! te ne sarei eternamente grato!”

“solo se mi dirai che cosa porti con te!” accenna a Kei avvolto dal pastrano

Comincio a sudare freddo. Se lei vuole qualcosa, lo ottiene, e il detto “il fine giustifica i mezzi” è all’ordine del giorno.

“non posso dirtelo, Reyka! non posso! fidati di me! poi parliamo di tutto quello che vuoi!”

“sì, certo..l’ultima volta che mi hai detto così, sei filato dritto dritto a letto con Huznestov..”non ha l’aria disgustata, sembra quasi piacerle come idea.  

“ehi..non penserai mica di...”

Sorride maliziosa.

“ti prego! lasciami andare in camera! devo trovare Boris prima che sia troppo tardi!”

“non occorre che ti sforzi tanto, Yu...”

AH! il mio salvatore! il mio più fedele amico!

“Boris! Ti stavo giusto venendo a chiamare!”

“ah...e cosa dovrei sapere??”

“ne parliamo in camera, ti va??”

“ah....ho capito! scopate di nuovo! E quando arriva il mio turno?? con tutti e due si intende...” interviene la voce melensa di Reyka, pronta ad appropriarsi del suo bottino.

Boris si volta sbarrando gli occhi, incapace di credere alle proprie orecchie.

Reyka, dal canto suo, rivolge al Falborgh blaider un sorrisone a 32 denti, felice di poter provare nuove esperienze.

E per conclude in bellezza, il tocco finale...

“qui dentro ci si annoia a morte!!” continua la ragazza sempre più convinta di poter portarci a letto entrambe.

“sta scherzando, vero??” chiede preoccupato Boris scuotendo la testa, ma non distogliendo gli occhi dalla ragazza.

“Ma no! non vedi?? il top che indossa è troppo stretto! non le arriva sangue al cervello perciò non riesce a ragionare!!” svio la faccenda trascinandomi dietro il mio amico e il peso morto di Kei sulle spalle.

“NON LA PASSERAI LISCIA, IVANOV!!” le urla della ragazza si affievoliscono man mano che la distanziamo.

Raggiungiamo camera mia e ci chiudiamo dentro a chiave.

Distendo sul letto il corpo del ragazzo incosciente e mi appoggio al muro dalla fatica.

“Yu...c’è qualcosa che mi devi dire, per caso??” chiede con aria di chi la sa lunga

Non rispondo. Lascio parlare i fatti.

Scosto la sciarpa dal viso del malcapitato e gli tolgo il mantello pesante.

Inizialmente, Boris non capisce che cosa significa. Lo guarda ma non lo ricorda.

Si avvicina  e scruta con attenzione le strisce blu sugli zigomi del ragazzo.

Finalmente, il ragazzo dagli occhi smeraldini, ha un’illuminazione. Il suo viso si contrae in una smorfia di terrore.

“Yu...questo..non prova nulla, lo sai??” balbetta irrequieto, come se ci fosse veramente un fantasma disteso sul letto.

Scuoto la testa.

“Kei è morto!!!”

Dopo l’ennesima affermazione di questo genere, gli allungo il bey blu elettrico.

Lo prende in mano e ispeziona il bit.

“.....questa è...l’Aquila Rossa...non è possibile....magari gliel’ha rubato!!”

“e a chi se Kei è “morto” da più di dodici anni!!” mi intestardisco, voglio fargli comprendere la gravità della situazione

“Yuri, se questo qui è davvero Kei Hiwatari, il ragazzino di soli 7 anni che Vorkov ha detto morto sotto le macerie, per colpa di Black Dranzer, io...”
“l’hai mai visto con i tuoi occhi??”

“cosa?”

“il cadavere di Kei...hai mai sentito parlare del funerale?? Eppure era il nipote del presidente della Hito, nonché socio in affari di Vorkov, tutt’ora lo è!”

“senti Yu...”
“NO! ASCOLTAMI TU!! Sembra quasi tu non voglia credere che sia possibile un miracolo simile! Sembra quasi che non abbia mai voluto che Kei tornasse! E tutto perché?? per delle stupide litigate che facevamo da piccoli?? Beh, se è per questo non so neanche dirti quanto ti odiavo, dodici anni fa...eppure ora siamo migliori amici! Siamo andati a letto insieme!”

Il viso di Boris i rabbuia e punta lo sguardo a terra.

“ti sei sempre aggrappato all’idea che Kei non fosse morto per davvero...io sono stato solo un rimpiazzo??” chiede in un sussurro

Do una rapida occhiata al nippo-russo, sdraiato sul letto, immobile.

Mi avvicino al Falborgh blaider e lo abbraccio, mentre lui tenta di scansarmi spingendo contro il mio petto. Alla fine si lascia andare alla mia stretta, e avvinghia le braccia intorno alla mia vita.

“Bo...sei per caso geloso??” gli chiedo scherzando

Si mette a ridere di gusto, ma le sue guance si tingono di una sfumatura rosea che risalta la sua pelle diafana.

“ma figurati..” risponde riprendendo il suo tono da freddo calcolatore.

Con un rapido movimento mi avvicino alle sue labbra, premendoci contro le mie, e si lascia trasportare da questa prova d’affetto.

“Ora mi dai una mano con lui??” chiedo indicando Kei

Sbuffa rassegnato.

“sapevo che c’era una clausola molto piccola che dovevo considerare..”

“smettila di lamentarti e dammi una mano...altrimenti ti sguinzaglio dietro Reyka..sai, è molto propensa a nuove esperienze e..”

“D’accordo! d’accordo!” si rassegna dandomi una mano a togliergli i vestiti fradici ci dosso.

Rimane in boxer e canottiera neri così riusciamo a medicargli tutte le ferite.

“deve essersele procurate nel bosco..ma che diamine ci faceva lì??”

“e che ne so...coincidenza??”

Ci guardiamo negli occhi e alza le spalle con fare dubbioso.

Gli infiliamo un mio pigiama e lo mettiamo sotto le coperte.

“finché nessuno lo scopre è al sicuro...”

“ma dovrà pure uscire! E allora Vorkov lo verrà a sapere..”

“già...ma prima dobbiamo vedere se si risveglia..”

Gli lancio un’occhiataccia di fuoco per farlo tacere.

“ok, ok! vado a dirglielo a Serjey e Ivan...a loro farà piacere sentire questa notizia..” si affretta a dire Boris, uscendo dalla stanza, sbattendo la porta con malagrazia.

Finalmente, nella quiete della camera, dove ci siamo solo io e Kei, posso sentire il suo respiro farsi regolare e pian piano il suo viso riprende pure colore.

Bagno una pezza e gliela adagio sulla fronte, rigirandola ogni tanto.

“cazzo...fa che non ti salga la febbre altrimenti bisogna portarti in infermeria...e portarti in infermeria significa girare per i corridoi con te sulle spalle..non è abitudine comune rivedere una persona data per morta dodici anni fa!” sbotto rivolgendomi a Kei.

Mi appoggio al letto. Il viso in mezzo alle braccia. La fatica si fa prepotente.

Crollo nel sonno più profondo. Senza più incubi.

 

 

Angolo dell’autrice

Ma ciao!!^-^ Piaciuto il capitolo?? Passo subito ai ringraziamenti e vi saluto sperando di vedervi anche al prossimo capitolo!!

 

lunetta caduta dal pozzo: Allora, ti ritrovi con la storia?? ^_^ Ho messo a inizio capitolo una breve brevissima sintesi del momento a cui corrisponde la fic...sempre con le dovute modifiche V_V

Buona continuazione!! Grazie per i complimenti! un bacione! ^_-

 

lexy90: Ciao cara^_^ mi sa che dovrai aspettare il prossimo capitolo per sapere che caspita ci fa lì il caro Kei ^_- (me lo sto domandando pure io, guarda te -.-‘’ ndKei) mi dispiace averti fatta aspettare ç_ç ma ho avuto da fare...mi piacerebbe riprende la mia buona abitudine di aggiornare ogni settimana ma almeno sta volta non è passato poi così troppo tempo, concedimelo ^_-

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo e continuerai a seguirmi! un bacione grande! ^-^

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

 

Ben ritornati a tutti!!^-^ (ora si gasa -.-‘’ ndYuri)(il che è un male -.-‘’ ndKei) parto a scrivere subito il 14esimo capitolo perché sono un po’ di fretta e soprattutto per evitare di rispondere male ai miei collaboratori V_V sono una ragazza diplomatica, io! (mpf...XD XD XD ndYuri+Kei) e che perde facilmente la pazienza V_V ( piura!!T_T ndKei+Yuri)

A voi il prossimo capitolo!! Dove ovviamente Kei si risveglierà e...^-^ leggete e scoprirete!

 

 

 

Degli strani rumori mi svegliano. Sembrano dei mugolii.

Apro gli occhi e scatto in piedi, indietreggiando con la sedia e cominciando a guardarmi in giro.

Devo essermi addormentato.

Solo dopo qualche istante mi rendo conto che Kei è sveglio, si trova al centro della camera con le lacrime agli occhi e si tiene stretto il piede. Deve essere inciampato in qualcosa.

“ciao..” tento di introdurre una qualsiasi discussione.

Si rende conto di essere stato scoperto e si rimette in piedi, ergendosi in tutta la sua altezza e un’aria di superiorità gli si imprime sul volto.

Si è cambiato con i suoi abiti logori, quelli con cui l’ho trovato perduto nella foresta.

Il suo viso ancora rigato da qualche ferita superficiale. Le strisce che di solito gli solcano gli zigomi non ci sono più, glieli ho puliti la sera prima per evitare che qualcuno lo riconoscesse se mai l’avesse visto.

I suoi occhi esprimono solo freddezza e rabbia, anche se sicuramente è confuso e non sa pure dove si trova.

“chi sei?!?” chiede deciso e secco.

La domanda mi fa più male di una pugnalata. Non si ricorda assolutamente niente di chi sono?? Di questo posto maledetto?? Della Borg? E dei DemolitionBoys??

Sono passati più di 12 anni, ma una qualsiasi persona normale si ricorderebbe del tempo trascorso in questo lurido monastero.

Il trauma subìto da Black Dranzer deve avergli cancellato parte della memoria, ed è per questo che Vorkov deve averlo mandato via, quella maledetta volta. Ormai inutile ai suoi scopi. Ormai incapace di destreggiarsi con un bey come Dranzer. Ormai inutilizzabile come un giocattolo rotto.

Deve aver perso la memoria e non si ricorda più dei suoi amici. Non si ricorda più di me, del suo ex migliore amico.

Faccio finta di non conoscerlo. E’ l’unica maniera per non spaventarlo e indurlo a scappare. Ora che è finalmente tornato, non posso lasciarlo fuggire un’altra volta.

“sono Yuri Ivanov, capitano della squadra dei DemolitionBoys. Ti ho trovato disperso nella foresta dietro il monastero e ti ho portato qui, un inverno russo non risparmia nessuno.” spiego velocemente

Annuisce abbastanza soddisfatto della risposta.

“io sono Kei Hiwatari. Non so come ho fatto a ritrovarmi in quel posto. Mi ricordo solo che mi stavo allenando con il mio bey e...Il mio bey!!! DOV’E’ DRANZER!?!” grida in preda al panico

Gli mostro la trottolina blu elettrico riparata da Ivan.

“intendi questa?” chiedo fingendo di non saperne niente. Il mio talento da attore è sprecato qui dentro.

Gliela lancio e la afferra al volo.

“non si è fatto niente..per fortuna..non so come sia successo..mi stavo allenando e..non mi ricordo assolutamente niente.” mormora dispiaciuto, mortificato.

Non voglio andargli troppo vicino. Potrei essere preso dall’impulso di abbracciarlo e saltargli al collo e dirgli tutta la verità. Meglio evitare per un po’ di raccontargli che lui, qui dentro, ci ha passato parte della sua infanzia.

Si guarda intorno spaesato, come è più che comprensibile.

“che posto è questo?” chiede facendo un cenno alla camera.

“sei in un monastero per blaider. Questa è la mia stanza. Sei capitato nel posto dove allenano i blaider migliori che ci siano in Russia, e anche di tutto il mondo. Io sono il capitano della squadra dei top blaider..i migliori in questo monastero.”

“sono capitato bene, allora...anche io sono fuori dai comuni canoni di blaider.” risponde sedendosi sul letto, sentendo la fatica nelle gambe.

Non l’ho mai visto così teso. Sembra quasi cercare con lo sguardo una possibile via di fuga.
“lo so..” rispondo in automatico

“e come fai a saperlo?” domanda scettico

Cazzo!! Maledetta la mia boccaccia!! Dannazione!

“beh....ho visto il tuo bey e mi sembra piuttosto forte...e poi, hai anche un bit power, da quello che ho potuto vedere..” dico salvandomi dalle possibili domande di Kei

“ah...l’hai notato...sì! Ho un bit power! Ma questo vuol dire che...” aggrotta la fronte confuso

“sì, anche io ne ho uno...” rispondo in un soffio.

Annuisce e mi rivolge un’occhiata stralunata.

“come mai mi hai raccolto e mi hai portato qui?”

“perché saresti morto assiderato.”

“ma come hai fatto a trovarmi?”

“stavo facendo una passeggiata..”

“ah, e uno non ha niente di meglio da fare che andare a fare una passeggiata per un bosco sperduto dal mondo.” insiste.
Ho paura di cedere e dirgli tutto. Prima finisce la nostra conversazione, meglio è.

“e uno non ha niente di meglio da fare che allenarsi in un bosco in pieno inverno in Russia, vero?” prendo un tono acido, quasi per staccarmelo di dosso.

E’ stato un attimo. La porta si è aperta con un botto e una voce assolutamente irritante annuncia l’arrivo della tempesta.

“Ivanov!! Devo parlarti!” sbotta Reyka, stavolta con tutte le intenzioni di concludere il discorso.

Ho chiesto di far finire la discussione. Non di mandarla in catastrofe. La divina provvidenza si diverte a mandarmi in fumo i piani.

“Reyka...non si usa bussare dalle tue parti?” la rimprovero, ormai rassegnato dalle abituali visitine della ragazza.

“ah! Se fosse per te io..” la frase le muore in bocca.

Si blocca quasi per magia e fissa insistentemente Kei. I suoi occhi sbarrati sembrano delle pozze di petrolio, profonde e vacue. La mano ancora a mezz’aria le scende delicatamente lungo il fianco.

Scuote la testa e mi rivolge un’occhiata terrorizzata.

“non ci posso credere...” balbetta.

Il mito di Kei Hiwatari non è rimasto solo nel mio cuore,  a quanto pare. Lei l’ha sempre seguito, l’ha sempre ammirato, per quel poco tempo che si è trattenuto al monastero.

Prima che la situazione degeneri fino al limite, scatto in piedi e la trascino nei corridoi, tappandole la bocca evitando di allarmare metà monastero del ritorno di un morto. Non è un’abitudine trovarsi di fronte una persona data per morta.

“ssssh...non gridare...” le chiedo, chiudendomi la porta alle spalle, lasciando Kei da solo in camera.

“lui...lui...non ci posso credere...lui è Kei Hiwatari!! Il ragazzo che hanno dato per morto, finito sotto le macerie di un esplosione!!” balbetta scioccata scuotendo la testa

Annuisco. Che senso avrebbe negare?

“a meno che tu non sia un negromante o un chissà cosa che riporta in vita i morti, credo che delle spiegazioni siano più che dovute...” mormora in un fil di voce.

La cosa la spaventa e la eccita alla stessa maniera.

“per prima cosa, devi tacere della sua esistenza, chiaro??” la guardo severo

“non ti fidi di me, Ivanov?”

“è finito il tempo in cui mi fidavo della gente....ora posso contare solo su me stesso, e sul mio bey..” borbotto afflitto, serrando la mano su Wolborgh.

“come mai questa confessione?”

“perché Vorkov ha dato per morto il mio ex migliore amico che ora non ricorda più nemmeno chi sono!”

Rimane a bocca aperta.

Sarà pure una ragazza arrogante e spavalda, ma ha un’intelligenza e una freddezza fuori dal comune.

“tu stai cercando di dirmi che non si ricorda di questo posto del cazzo e non ti ha riconosciuto?? Allora quell’incidente deve aver avuto degli effetti più micidiali della morte...mi dispiace, Yuri...”

Appoggia una mano sulla mia spalla e mi sorride, cercando di infondermi un po’ di coraggio. Un gesto simile, non è all’ordine del giorno per la ragazza, perciò lo prendo come una dimostrazione di sincero affetto.

“terrò la bocca sigillata...ma sappi che ti aspetto per sistemare alcuni conti in sospeso! Se vuoi invitare i tuoi amichetti non farti scrupoli!” ammicca e se ne va, dandomi una spintarella per farmi rinsavire. Classica uscita in stile Reyka.

Torno in camera e trovo Kei davanti alla finestra, intento a fissare la neve.

Si volta di scatto appena sente i miei passi farsi sempre più vicini.

“non dovresti essere a letto a riposare?” chiedo severo

“sai...stavo pensando che un giorno di questi potremmo sfidarci, se ti va...simpatica la tua amica, me la presenterai, vero?” mi ignora completamente, rimane ad osservare gli immensi fiocchi di neve scendere lenti e imperterriti.

“quando ti sarai rimesso in sesto si può fare. Lei si chiama Reyka. Fa parte dei blaider di questo monastero.” faccio finta che la cosa non mi interessi, anche se è proprio ciò che desidero di più al mondo. Sfidarlo di nuovo.  O forse desidero lui e basta?

Sorride di nuovo. Non lo faceva così spesso in passato. Forse la botta in testa l’ha cambiato.

“Kei...ora devo dirti una cosa importante...” introduco il discorso.

Rinchiuderlo in una camera è una cosa inconcepibile, ma è l’unica soluzione per non farci uccidere.

“tu dovrai rimanere qui dentro...almeno finché non so cosa fare con te...” lo dico tutto d’un fiato, conosco Kei tanto da scommettere che odia i giri di parole e vuole arrivare subito al dunque.

“sai, me lo aspettavo...” dice alzando le spalle con disinteresse.

Mi lascia di stucco. Ma come può essere così impassibile di fronte ad una situazione simile?? Sicuramente gatta ci cova e non mi ha raccontato tutta la verità. Che ci faceva nel bosco? Un qualsiasi essere umano avente un briciolo di cervello sa che inoltrarsi in una foresta, a Mosca, in pieno inverno, è una cosa da pazzi squilibrati.

“Kei, per il bene di tutti noi, è meglio che non ti fai vedere per i corridoi. In qualità di capitano, devo prendermi cura dei miei amici e della mia squadra. Se qualcuno ti scopre qui dentro, considereranno colpevole me, tanto quanto gli altri DemolitionBoys!”

“posso sapere almeno il motivo??”chiede cominciando a spazientirsi.

CAZZO!! CAZZO!! E ora che gli dico?

Me la immagino già l’eventuale imbarazzante conversazione tra me e il mio ex migliore amico, in cui devo dargli la brutta notizia che è “teoricamente” defunto.

“ehm...il nostro capo non vuole che entrino estranei nel monastero, perciò è meglio che non ti fai vedere..”

“e chi sarebbe?”

“Vladimir Vorkov.”

CAZZO! di nuovo! non possono sfuggirmi dalla bocca certe affermazioni!

“ah, mai sentito in vita mia..” aggrotta la fronte pensieroso e poi scuote la testa.

Non so se essere contento di un suo vuoto di memoria che comprende pure il monaco travestito da suora, o rattristarmene.
“provvederò a procurarmi un secondo letto.” lo avviso e mi fa un cenno con la testa verso il mio.

“è abbastanza grande per starci in due, che dici?”

Sento la punta delle orecchie andare in fiamme. Che mi prende? siamo stati amici dopotutto! E’ normale dormire nello stesso letto...ma non è affatto una cosa comune provare questo senso di inquietudine nei suoi confronti per una simile offerta. E’ sicuramente per non destare sospetti. Sì, Kei ha pensato che dormire nello stesso letto è l’unica soluzione per non passare per i corridoi con un letto in spalla e insospettire i guardiani.

Beh,avrei sempre potuto dire che era per i miei “ospiti”, niente di che sconvolgente.

“che ti prende? sei diventato tutto rosso!” comincia a ridere divertito e mi molla un leggero pugno sulla testa.

A “salvare” la situazione arriva il mio fedele compagno insieme al resto della combriccola.

Ivan quasi si mette ad urlare il nome di Kei, ma Boris lo blocca prontamente, tappandogli la bocca con la mano e avvicinandoselo a sé.

“ciao! tu devi essere il pazzo che Yuri ha trovato nel bosco mezzo assiderato!” esordisce Serjey porgendogli la mano che il ragazzo dai capelli bicolore stringe volentieri.

“io sono Serjey, mentre loro sono Boris e il più piccolo è Ivan.” aggiunge indicando i due ragazzi alle sue spalle.

“piacere di conoscervi, sono Kei!”

Ivan impallidisce vistosamente e sbarra gli occhi frastornato. Boris non deve avergli riferito proprio tutto.

Il Falborgh blaider cerca di sforzare un sorriso che risulta più una smorfia di disgusto.

Nello sguardo di Kei c’è troppa sicurezza e calma per essere uno che si è risvegliato in un luogo sconosciuto e che ha perso la memoria di tutto questo Inferno.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Ri-ciao!! ^o^ Allora, piaciuto il risveglio del baldo Kei?? (no! devi ancora spiegare perché ho rischiato di assiderarmi in una foresta >o< ndKei)(eh eh...ci arriverò nel prossimo capitolo..o in quello successivo ancora VoV non avere fretta, Keiuccio...Yu-chan non te lo toglie nessuno *_* ndAutrice)(maniaca O.O ndKei + Yuri)

 

 

Passo ai ringraziamenti!!^-^

 

lexy90: ciao cara!^-^ sai, è venuto pure a me il sospetto che Kei facesse finta di essere svenuto, e dopo questo capitolo magari le tue supposizioni saranno ancora più forti V_V ma...non si sa mai...bisogna leggere per sapere ^_- Bello il personaggino nuovo?? hihi ^_^ un bacione!! ^_-

 

lunetta caduta dal pozzo: Ciao ^-^! sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo scorso e spero ti piaccia anche questo! Ecco..il nuovo personaggio avrà qualche parte, ma servirà soprattutto al caro Yuri V_V (come se avessi bisogno di sostegno morale ù.ù ndYuri)(ne avrai bisogno, fidati *_* ndAutrice) Al prossimo capitolo!! bacione!! ^_-

 

Klarai: grazie mille ^-^ sono felice che ti piaccia! Beh, Reyka è un personaggio dell’ultimo minuto...mi serviva un personaggio dal carattere diciamo deciso e spavaldo, così...eccola lì!

Spero continuerai a seguire la mia fic!! ciao!!^_- Ah! grazie di aver messo la mia fic tra i preferiti ç_ç sono commossa!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Ciao a tutti!^-^ beh, sono passati più o meno venti giorni dall’ultimo aggiornamento...mi vergogno di me stessa ç_ç spero mi perdoniate! Comincio subito a scrivere il 15esimo capitolo e passo ai ringraziamenti! ^O^

 

 

Mi chiudo la porta alle spalle, entrando nella camera di Boris, dove è riunito tutto il resto della squadra.

“dov’è Kei?” chiede immediatamente Boris

“tranquillo, è a letto che dorme...è ancora spossato...”

Noto solo in un secondo momento il volto contratto in una smorfia di dolore del piccoletto.

“Ivan...mi dispiace...avrei dovuto dirtelo prima che Kei ha perso la memoria..”

Ha gli occhi lucidi. Nonostante il poco tempo passato insieme a Kei, anni addietro, Ivan gli è sempre stato molto affezionato e lo guardava con ammirazione unica.

“non si ricorda di noi..” mormora, tirando su col naso e sforzandosi di assumere la sua solita aria fredda e distaccata.

“non ci possiamo fare nulla...solo aspettare...” conclude scettico Boris

“magari portandolo in posti particolari, potrebbe ricordarsi qualcosa..” azzarda Serjey

“o un incontro di bey...” propone Boris facendo spallucce

L’idea di Ser non è male, ma l’unico luogo a cui si può attribuire qualche ricordo, è la stanza sotterranea blindata dove conservano Black Dranzer. O almeno, il ricordo di quel bey...

Una sfida a bey è troppo pericolosa perché potrebbero riconoscerlo in qualunque momento.

“non ho intenzione di portarlo fin laggiù!” mi intestardisco che potrebbero esserci metodi migliori per fargli ricordare.

“basta che ti sbrighi...secondo me non ci vorrà molto prima che la voce di uno straniero entrato nel monastero si espanda, Yu...”

“Boris ha ragione, bisogna controllare che non dia nell’occhio perché è riconoscibile...un blaider come lui non si dimentica facilmente..” rincara la dose il colosso biondo.

“e poi c’è Reyka...” aggiungo in un fil di voce, sperando che nessuno mi abbia sentito.

“CHE COSA??? REYKA L’HA VISTO?!” sbotta Boris

“non l’avrebbe mai scoperto se non fosse per la sua abitudine di entrare in camera mia a farmi visitine improvvise!” ribatto alzandomi e puntando gli occhi in quelli smeraldini del Falborg blaider.

“ah! certo..mi dimenticavo delle tue scappatine...” sbuffa scocciato.

“guarda che la prossima volta non si accontenta di me soltanto..” lo avverto, quasi fosse una minaccia.

Mi sbarra gli occhi indispettito e mi affretto ad avvicinarmi a lui, scompigliandogli i capelli, dandogli un leggero bacio sulla guancia.

“scusate, ci siamo anche noi qui dentro...” sbotta indignato Serjey

“ah, scusa..se vuoi partecipare, basta chiedere!” dico sorridendogli malizioso

“e tu sei la punta di diamante della squadra russa...siamo messi a posto..” borbotta divertito

Ivan, dal canto suo, non ha più aperto bocca, ancora sconvolto per la faccenda di Kei.

“Vorkov, un giorno o l’altro, me la pagherà per tutto quello che ci ha fatto!” mormora adirato il piccoletto.

Il Wyborgh blaider si alza dal letto di Boris e se ne va, sbattendosi la porta alle spalle.

“meglio che vada con lui..non vorrei mai che in un momento di cedimento, vada a spifferare tutto a Kei, urlandogli contro che è un benemerito stronzo a non farsi più vedere per 12 anni, o roba simile..” interviene il colosso biondo.

Ci lasciano così, da soli io e Boris.

“finalmente...” mormora il Falborg blaider

“Kei è nell’altra stanza che dorme...abbiamo tempo per fare quello che vogliamo..”

Ora che Kei è tornato, posso anche divertirmi con Boris. Del resto, non l’ho mai negato...a letto è un mito.

Boris si alza e va a chiudere la porta a chiave, sospirando di sollievo.

Si toglie la felpa e la maglia, rimanendo in canottiera nera, che lascia intravedere il suo fisico perfetto e scolpito. Sembra quello di un angelo. Sì, ma quando è a letto è un angelo posseduto.

Mi sfiora la guancia, dandomi un piccolo bacio a fior di labbra. Sul più bello che è intento a togliermi la maglietta, si blocca.

“ma avevi la seria intenzione di far partecipare anche Reyka?” mi domanda curioso.

“perché, l’idea ti alletta??” domando con fare provocatorio

“devo ammettere di sì...”

Ma neanche l’avessimo chiamato, il diavolo sottoforma femminile comincia a sbraitare qualcosa al di là della porta.

“RAGAZZI!! IVANOV!! HUZNESTOV!!”

“è un richiamo così forte il sesso, per lei?” chiede scocciato il Falborgh blaider

Apre appena la porta per mettere fuori la testa e urlare addosso alla ragazza di non rompere, ma lei lo precede e si fionda dentro la stanza.

“ah..ho forse interrotto qualcosa??” domanda compiaciuta

“Sì! fila fuori!” le ordina Boris indicando la porta.

“ve l’avevo detto che sarei venuta a trovarvi!” lo ignora e gli sorride, cercando di fare gli occhioni da cerbiatta per lavorarsi il ragazzo.

Vedere Boris che la sovrasta in altezza di almeno 30 centimetri e lei che non demorde nell’ottenere ciò che vuole, è tutto un programma.

Il Falborgh blaider incrocia le braccia al petto e la fissa adirato, mentre lei lo guarda con occhi sognanti, squadrandolo da capo a piedi. Quasi quasi sono geloso delle occhiate che lei rivolge al mio amico.

So perfettamente che Boris sta facendo il sostenuto di proposito, solo per farla eccitare, ma è proprio un benemerito bastardo! Continua a rifiutarla quando è evidente che vorrebbe farsela...e l’idea di una cosa a tre, lo tenta troppo per rinunciarci definitivamente.

Non mi sento a disagio ad avere in camera “un’estranea” che vuole a tutti i costi portarsi a letto entrambe, neanche se sono mezzo svestito, sdraiato sul letto del Falborgh blaider.

“ma Yu..” mi guarda supplichevole

“che c’è, Reyka?”
“mi avevi promesso che un’esperienza nuova me la facevi provare..” si lamenta pestando il piede a terra.

Oggi la ragazza supera sé stessa in fatto di abbigliamento. Indossa un paio di pantaloni in pelle neri e una magliettina bianca aderente, che Reyka ha puntualmente deciso di rendere “alla moda” strappandola in più punti e rendendola praticamente uno straccio. Ai piedi, un paio di anfibi neri di cuoio mentre i capelli scuri sono tenuti indietro da una fascia larga di stoffa, lasciando ricadere la sua ciocca ribelle bianca davanti agli occhi.

“il padrone di casa ha deciso che non è il momento...perciò non posso farci niente, mi dispiace...” le mando un bacio con la mano, mi manda a fan culo e lascia la camera sbattendosi la porta alle spalle.

“ma quella è tutta matta...” borbotta Boris ancora impalato di fronte alla porta.

“secondo me le piaci...ha sempre avuto un debole per i ragazzi ben messi e più grandi di lei..e poi, non avevi mica detto che l’idea ti andava??” lo stuzzico.

“certo, ma non ora..” ammicca malizioso e si adagia di fianco a me.

Quella sarebbe stata una serata indimenticabile.

 

Mezza notte. Devo dire che sono stato da Boris più del dovuto e ho perso la cognizione del tempo.

Sarà che mi sono divertito da matti, sarà che è mitico e ne sa una più del diavolo da fare a letto, ma ne è valsa davvero la pena fare un po’ tardi.

“Kei..chissà come sta..” penso fra me e me.

Apro la porta silenziosamente e lo ritrovo di fronte la finestra. Sembra quasi un’abitudine trovarlo a fissare i giganti fiocchi di neve cadere nel cortile del monastero.

Si volta e mi rivolge un ampio sorriso.

“ciao Yuri..”

“ciao Kei, come mai sei sveglio?”

“ho riposato un po’ questo pomeriggio...dove sei stato questa sera?”domanda con disinvoltura.

“da Boris..”

“sei molto legato a lui, mi sbaglio?”

“no..non ti sbagli..”

Mi mette a disagio. Quel suo sorriso innaturale. Quel suo tono incoraggiante e amichevole. Quel suo sguardo magnetico da cui non riesco a distogliere l’attenzione.

“siete amici intimi?”

“non sono affari che ti riguardano!”

E’ orribile dover rispondere male a Kei, ma è necessario. Non deve cadere la copertura fino al momento opportuno.

Per essere rinchiuso qui dentro, è troppo calmo e rilassato.

“quand’è che posso cominciare ad uscire? sai, questo posto è un po’ monotono..” sbuffa scocciato

“quando ti sarai rimesso per bene, poi potremo anche andare a fare la nostra sfida a bey, se non te la sei già scordata..”

Cerco di spostare l’attenzione sull’argomento “bey”, sperando di salvarmi il culo da altre domande imbarazzanti.

“e chi se la dimentica?” risponde con enfasi

Silenzio. Un imbarazzante silenzio che spero ardentemente non debba rompere proprio io.

“sai, prima è venuto qui quel piccoletto...Ivan..”

Sento il cuore accelerare.

“ha cominciato a chiedermi di Vorkov, se non mi viene in mente niente riferito a quel nome..”

I battiti sono sempre più frenetici, ma la mia finta pacatezza e il mio autocontrollo, tradiscono le mie emozioni. Comincio a sudare freddo. Mi trattengo.

“perché mai dovrebbe venirmi in mente qualcosa di questo posto?”

“mah...vallo a capire...Ivan ti deve aver scambiato per un’altra persona..tutto qui..” minimizzo la questione

“è quello che ho pensato anche io..” ne conviene.

Mi tolgo la felpa e la maglia per infilarmi il pigiama, ma sento gli occhi di Kei puntati sulla schiena.

“Yuri...” mormora sconvolto.

“dimmi?” chiedo, ancora a torso nudo

“come te le sei fatto quelle cicatrici sulla schiena? Sono piuttosto evidenti..non dirmi che non te ne eri mai accorto..sembrano frustate..”

CAZZO!!

“anche io ho cicatrici simili alle tue, hai visto?”

Si sfila pure lui la maglia e mi volta le spalle, mettendo in bella mostra la sua schiena perfetta e possente, segnata da dei lunghi solchi cicatrizzati. La punizione che abbiamo scontato insieme tanto tempo fa, è ancora vivida sulla nostra pelle.

“sì, sono frustate...qui se sgarri o non obbedisci agli ordini, ti puniscono così...a frustate..”

“e come mai ce le ho anche io?Identiche alle tue??” domanda insistente

Mi mette in maledetta difficoltà. E ora che mi invento??

“Yuri...non sono stupido...ho notato tutti i segni evidenti che vi lanciate tu e i tuoi compagni...e sono venuto ad una conclusione..”

“e quale sarebbe?”

Sospira e socchiude gli occhi. Il tempo sembra fermarsi e il cielo mi piomba addosso.

“non lo so, ti stavo prendendo in giro!” esclama divertito, portando una mano dietro la nuca.

“ma tu sei un imbecille! mi hai fatto fare un infarto!”

Si mette a ridere e lo imito. Buttare tutto sulle risate non può che essere la soluzione migliore.

Ci infiliamo il pigiama e arriva il problema principale.

Quando era svenuto, ho dormito sulla sedia, vegliando su di lui.

Ora che è vivo e vegeto e cosciente, non so proprio da che parte sbattere la testa.

Kei si infila sotto le coperte e mi fa spazio vicino a lui, premendosi contro il muro.

No. Non posso. Non devo. Non riuscirei a resistere.

“non ti preoccupare, finché non troviamo una soluzione dormi pure tu sul letto...io sto pure per terra...” lo tranquillizzo.

“ma non dire fesserie...ti prenderai qualcosa e poi sarò io costretto a prendermi cura di te...non che la cosa mi costi fatica, sia chiaro...anzi..” sorride e mi fa cenno di avvicinarmi.

Ho scelta??
Mi metto sotto le coperte, di fianco a Kei, stringendomi il più possibile per non avere troppi contatti con il mio ex migliore amico.

Sento il suo calore di fianco a me. Il suo profumo mi pervade i sensi e mi rincoglionisce come la droga. Ora sono felice perché ho al mio fianco la persona che cercavo. Ora posso anche morire in pace. Ho di nuovo Kei.

 

Angolo dell’autrice

Olè! Un altro capitolo postato!^-^ che ve ne pare?? commentate!! mi raccomando!

 

lexy90: Ciao cara ^-^ Allora...proposte indecenti a non finire in questo capitolo...mi sono voluta un po’ sbizzarrire ^o^ anche perché i personaggi me lo permettono..dico, te lo vedi Yuri casto e puro? V_V io proprio no *ç* spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!! un bacione grande!! ^_-

 

Ella_Sella_Lella:Ciao!^-^ grazie mille per il complimento..mi fa piacere che la mia fic ti piaccia!! per quanto riguarda LCnP, come ha l’account bloccato?O.O va beh, spero legga lo stesso il mio ringraziamento di continuare sempre a lasciarmi un commentino nonostante non possa più commentare di persona!^-^ un bacio! ^_-

 

Klarai: Ciao! ^-^ sono felice che ti piaccia Reyka!! proprio una tipetta tutto pepe...hai ragione ^_- intrigherà non solo Kei, come vedi sta già facendo impazzire pure il caro Bobo e il povero Yuri *_* sono malvagia! Grazie per i complimenti!^o^ troppo contenta! continua a seguirmi! un bacione! ^_-

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Salve a tutti!^-^ in questo capitolo vi sarà svelata parte del mistero V_V non proprio tutto, ma buona parte..(sta mentendo -.-‘’ ndKei) beh...se non è in questo, è nel prossimo...comunque, ciò che succederà qui, scatenerà molte e molte conseguenze...ecco..V_V

Come al solito, premetto che per esigenze di copione, modificherò la storia dell’anime come ve la ricordate voi...così riesco a dare un senso alla storia ^-^ (già è insensata per conto suo -.-‘’ ndKei)(tu sei un insensato con le guance a strisce e i capelli bicolore >o< ndAutrice)

 

 

Mi sveglio di soprassalto. Ho dormito con Kei!! Kei Hiwatari!!

Scatto in piedi, svegliando l’argenteo sdraiato di fianco a me, che si stropiccia gli occhi e mi rivolge un’occhiata assonnata.

Kei ha ancora gli occhi socchiusi, un accenno di sorriso sulle labbra, i capelli arruffati del ciuffo gli ricadono davanti al viso e il fisico scolpito si intravede sotto la maglia del pigiama, arrotolata fino all’ombelico. Visto così, potrebbe essere facilmente scambiato per un angelo.

“che hai?” domanda con voce dall’oltretomba

La domanda mi mette con le spalle al muro. E’ mattina per tutti, dopotutto, e non riesco a connettere perfettamente il cervello alla bocca per rispondere qualcosa di decentemente sensato.

“è tardi...” rispondo

“ma sono solo le sei..” biascica ributtandosi a dormire

“beh, è ora di alzarsi...ho deciso che andremo ad allenarci insieme..” sparo la prima cazzata che mi viene in mente per coprirmi il culo.

“ah...perciò hai deciso che sono pronto per sostenere un incontro con te?” domanda con tono beffardo, come se non fossi alla sua altezza. Come se non sapessi il fatto mio sul campo di gioco.

“vedremo...” rimbecco, togliendomi il pigiama e andando in bagno per farmi una doccia veloce.

L’acqua mi rischiara i pensieri. Sciacqua via il profumo del Dranzer blaider con la quale ho dormito.

Ho sognato il contatto tra i nostri corpi così a lungo che ora non mi sembra vero di aver la possibilità di realizzare questo bellissimo sogno.

Le mie debolezze spariscono, lavate dall’acqua corrente, portate via insieme a quel profumo tanto ardito.

Riprendo possesso delle mie facoltà. Ritorno il freddo e impassibile capitano dei DemolitionBoys.

Torno in camera gocciolante, ma non ho avvisato Kei prima di rimettere piede nella stanza dove abbiamo dormito.

E’ rivolto verso il muro, completamente nudo. Non mi ha sentito uscire dal bagno. Sento le guance sfogare dall’imbarazzo.

Mi schiarisco la voce per farmi sentire dall’argenteo e finalmente si infila i boxer che gli ho prestato.

“ho finito...mi vesto e vado a chiamare gli altri..” annuncio imbarazzato e rosso dalla vergogna.

“come mai quell’espressione?” chiede divertito

“quale espressione?? sono come al solito..” mento, sapendo di non avere scampo alle domande dell’amico.

Fa spallucce e si rinchiude in bagno. Evidentemente ha capito che non era il caso di insistere. Ecco il Kei che ho sempre desiderato ritrovare.

Mi vesto in fretta e furia, esco e busso alla porta della stanza di Boris.

Niente. Nessuna risposta. Certo che il Falborgh blaider ha il sonno pesante.

“Boris!! svegliati!” sbotto cominciando ad innervosirmi.

Pochi istanti dopo, la porta si apre con un cigolio e la figura sovrastante del ragazzo dagli occhi smeraldini fa la sua apparizione.

“...Yu?” biascica sbadigliando e stiracchiandosi

“muoviti..andiamo ad allenarci...per le sette usciamo...”

Mi sbarra gli occhi allucinato. Forse è per l’orario o forse è perché ha capito le mie intenzioni.

“vuoi mettere alla prova Kei, non è così?” sorride soddisfatto.

“già...mi sa che c’è qualcosa che non va in lui..”

“e pensi di scoprirlo con i bey cosa non funziona in lui?” domanda scettico

“dal bey si può capire tanto o tutto...”
“sì...sono proprio curioso di vedere cosa sa fare l’ex fenomeno della Borg..” sorride, mi saluta e mi sbatte la porta in faccia, segno che ha capito che entro le sette deve essere fuori dal letto.

Chiamo pure Serjey e Ivan. Loro sono in camera insieme per causa del Wyborgh blaider che non vuole per niente al mondo separarsi dal suo migliore amico. Già...capisco perfettamente il piccoletto.

“perché ci hai chiamati a quest’ora?” chiede Serjey sulla porta. Ivan non si è mosso di un millimetro dal letto.

“andiamo a fare quattro lanci con Kei...muoviamoci prima che il monastero si animi e non abbiamo più la possibilità di fare niente!”

La mia vera preoccupazione non è essere scoperto dall’intero monastero. Non riesco ad immaginare la punizione esemplare che mi infliggerà Vorkov quando verrà a sapere che ho tenuto nascosto una persona in camera mia. Si incazzerà ancora di più sapendo che quella persona in questione è Kei Hiwatari. Ma nemmeno questo mi dà pensiero.

Per una volta, sorrido al pensiero di poter sfidare il mio ex compagno di squadra, sorrido perché per la prima volta dopo tanto tempo, penso solo al bey.

Chissà perché ho la sensazione che Kei è diventato forte. Fino all’inverosimile.

Arrivano le sette. Il monastero è ancora addormentato. Di solito, alle 8.00 comincia ad animarsi, ma quell’ora avremo già finito il nostro allenamento speciale.

Ci riuniamo nella sala dedicata agli allenamenti speciali, al centro della quale c’è un beyblade stadio enorme, adatto alle mie esigenze di spazio.

“Boris, Serjey, Ivan..pensateci voi alle telecamere. Io mi occupo di sbarrare le porte.”

Kei ne rimane interdetto. Mi guarda con un’espressione tra il confuso e il compiaciuto.

“che fai?” domanda

“mi preoccupo che nessuno venga ad interromperci.” spiego lapidario.

Mi affretto a chiudere le porte con il lucchetto e inserisco un’asse di legno tra i manici. Di solito la usano per picchiare i ragazzi. Ora fa proprio al caso mio.

“LANCIO!”

I tre DemolitionBoys rompono le telecamere con i bey, lasciandole a penzoloni dal soffitto, tenute attaccate da quel poco di fili rimasti intatti.
“perfetto..ora stanne certo che finché non abbiamo terminato la sfida, nessuno verrà a seccarci!” avviso l’argenteo.
Kei sembra apprezzare questa mia decisione, non si infastidisce a pensare che è una lotta “all’ultimo sangue” tra blaider. Vincerà il migliore.

Boris, Serjey ed Ivan si appoggiano contro il muro e osservano attenti la nostra sfida.

Non mi interessa se dopo mi porteranno nelle segrete. Non mi interessa se Vorkov mi romperà quelle poche ossa che mi sono rimaste integre. Non mi importa se quel monaco da strapazzo mi ammazzerà di botte perché finalmente mi sarò battuto per l’ultima volta con il mio ex migliore amico. Con il ragazzo che desidero di più al mondo.

Un bussare insistente al portone, rompe quest’atmosfera di pura energia creatasi. Posso immaginare chi sia.

“VATTENE!! NON INTERFERIRE!!” sbotto

“IVANOV!! VOGLIO ASSISTERE ANCHE IO!! VOGLIO VEDERE HIWATARI!!” urla dall’altra parte la ragazzina.

“ci mancava solo la mocciosetta ninfomane....” borbotta seccato Boris

“HUZNESTOV!! POI ME LA PAGHI!! ALLORA! VOLETE APRIRE?? SI O NO!?”

Faccio cenno a Serjey di far presto.

La mora si intrufola all’interno della sala e si apposta di fianco a Boris che la guarda con finto disprezzo. Lei ricambia l’occhiataccia del Falborgh blaider con una pedata negli stinchi.

Al che, Boris si arrabbia di brutto ma viene preso per le spalle da Serjey e si calma in poco tempo grazie agli sguardi scocciati del colosso. Meglio non farlo incazzare.  

“ehi! ti sei dimenticato di me?” domanda divertito Kei

“solo per qualche istante.. ma si rimedia subito!”

Ci mettiamo in posizione. Uno di fronte all’altro. Come è successo la prima volta che ci siamo incontrati. Quella volta, dopo esserci insultati a vicenda, ci siamo sfidati nel bel mezzo dei corridoi.

Sento gli occhi di tutti puntati su di me. Riesco a leggere nello sguardo di Boris ciò che pure a me di sapere: quanto è cambiato Kei?

Ognuno di noi si ricorda alla perfezione il modo di battersi dell’argenteo. Non è una dimostrazione di forza a cui si assiste ogni giorno.

“TRE!” comincia Kei piazzandosi meglio

“DUE!” mi aggrego al conto alla rovescia

“UNO!”

“PRONTI??” devo rimanere concentrato fino alla fine

“LANCIO!” ora vedremo di che cosa sei capace di fare, Kei.

I due bey cominciano a girare seguendo il perimetro del beyblade stadio. Non si decidono a fare la prima mossa. Strano. Kei me lo ricordo come un blaider determinato e aggressivo.

Nei suoi occhi comincia a intravedersi una luce sinistra che mi causa una scia di brividi freddi lungo la schiena. Un pezzetto del vecchio Kei si fa vedere.

“DRANZER! non perdere tempo e attacca!”

Wolborgh schiva con facilità gli attacchi micidiali ma poco precisi del bey blu elettrico.

“tutto qui, Kei?? Beh, allora ti faccio vedere io cos’è un vero attacco!! WOLBORGH! A TE!!”

Il bey grigio comincia ad aumentare la velocità di rotazione in maniera spaventosa.

Kei si mette a ridere sadicamente.

“e tu credi di sconfiggermi, semplicemente aumentando l’intensità di rotazione del tuo bey??”

Aspetto. L’aria si fa rarefatta. Il gelo cala nella stanza e il beyblade stadio si ghiaccia completamente. Dranzer non riesce più a rimanere stabile.
Il tutto succede sotto lo sguardo impassibile dell’argenteo.

“WOLBORGH! TEMPESTA DI GHIACCIO!!” ordino al mio bey

Dranzer viene immobilizzato dal ghiaccio e Wolborgh ne approfitta per attaccare ma....con una fiammata incandescente dell’Aquila Rossa, Dranzer si libera dalla morsa del bey grigio.

“credevo volessi combattere..” dice altezzoso

Non mi dà altra scelta. Devo invocare il mio bit power che esce dal bey con piacere e rivedere l’Aquila Rossa come nemica, lo sprona a dare del suo meglio.

I due magnifici animali sacri cominciano a lottare tra di loro mentre sotto di loro i due bey si cozzano, si attaccano, prendono la rincorsa per attaccarsi di nuovo.

Dopo pochi attacchi, sia io che Kei siamo esausti. Negli ultimi attacchi abbiamo messo anima e corpo. Io sono resistente, dimostro di avere ancora forza, ma Kei esaurisce completamente le mie scorte di energia con i suoi potentissimi attacchi.

Ansima. Ma quant’è bello quando lo fa? Il suo petto si alza e si abbassa insieme alle spalle. Sorride e riprende ad attaccare. So che si sta preparando per l’attacco finale.

“DRANZER!! FRECCE DI FUOCO!” ordina

Wolborgh incassa male il colpo e per poco non viene scaraventato fuori dal campo se non fosse per la mia prontezza di riflessi. Resisto. Accuso il colpo che mi arriva come un pugno nello stomaco.

Sento il gusto metallico del sangue in bocca. Ormai lo riconosco tra mille questo sapore amaro e ferruginoso.

Mi asciugo un rivolo di sangue che cola dall’angolo della bocca, ma non mi lascio impressionare.

“non credere di averla vinta solo perché hai messo a segno un attacco degno di nota...capito Kei??” lo avverto divertito.

“quasi ci speravo...ma non ci contavo!” ammicca presuntuosamente

La vista del sangue mi dà la carica giusta per contrattaccare. E’ come un brivido che sento dentro di me che si fa sempre più forte ogni volta che provo dolore. Il mio corpo è abituato a reagire così dopo tutte le punizioni inflittemi da Vorkov.

“WOLBORGH! TEMPESTA DI GHIACCIO!!”

Stavolta Dranzer non ha scampo, viene imprigionato dal ghiaccio del mio bit power e poi colpito dalla mia trottolina grigia che lo attacca prendendo la rincorsa lungo il beyblade stadio, ormai interamente ghiacciato.

Kei non se l’aspetta, così restituisco il colpo.

L’argenteo si massaggia la mandibola dolorante e un taglio lungo lo zigomo prende a sanguinare lentamente.

“ehi..ci vai giù pesante..” mormora compiaciuto.

“anche tu..” rimbecco

“che ne dici di farla finita qui??”

Sorrido. Non riesco a trattenere un sorrisetto di quelli bastardi, come li definisce Reyka.

“DRANZER!!”

“WOLBORGH!”

Richiamiamo i nostri bey. Le due trottoline sono posizionate davanti al rispettivo padrone. Hanno ancora la forza per l’ultimo attacco.

“BOMBA DI FUOCO!!”

“TEMPESTA DI GHIACCIO!!”

La potenza dei due attacchi scatena un boato assordante e un’onda d’urto spaventosa.

Dietro di me sento Reyka urlare di finirla con le cretinate. Boris, invece, non parla e osserva sempre più interessato l’incontro ormai giunto alla fine.

Grido di felicità. Era da un sacco di tempo che non mi emozionavo così.

Kei, di fronte a me, urla a Dranzer di non fermarsi.

Cominciano a crollare pezzi di soffitto. L’intonaco si è ormai staccato tutto.

Blocchi di cemento cadono sulle nostre teste come fiocchi di neve in un inverno russo.

“KEI!!” grido, non vedendo più l’amico coperto dal polverone causato dalle macerie.

“YURI! STO BENE!”

Non capisco più nulla. Non vedo più niente.

Mi volto indietro, dove stavano tutti i miei compagni e vedo un varco fatto nel muro che dà sul cortile.

Non riesco a sentire niente. Il rumore è assordante.

Intravedo Kei afferrare qualcosa da terra per poi investirmi e trascinarmi fuori.

Raggiungiamo Boris e gli altri appena in tempo per vedere il soffitto crollare. Grazie a Dio è un beyblade stadio in sede staccata dal monastero, perciò crolla solamente l’edificio contenente il campo di gara.

Sento la gola bruciarmi per colpa della polvere ingoiata durante la fuga, ma la mia attenzione si sposta verso qualcun altro.

Kei sta bene, è pieno di polvere che gli imbianca i capelli, ed è chino su qualcuno.

Non riesco a vedere cosa stanno fissando tutti insieme.

Serjey e Ivan sono di fianco a Boris, che tiene tra le braccia...il corpo esanime di Reyka.

“Reyka...” mormoro scioccato.

Boris appoggia due dita sul collo esile e pallido della ragazza e annuncia che respira ancora ma a fatica.

La tiene stretta a sé, quasi fosse una sua cara amica. Il viso del Falborgh blaider è solcato da un’espressione di assoluta preoccupazione. E’ la prima volta che lo vedo preoccupato per qualcuno che non sia il sottoscritto.

Kei ansima ancora dalla fatica ma appena riprende le forze, si volta verso di me e mi sorride compiaciuto.

“bravo Yu...mi sono divertito..nonostante la sfida sia finita in parità. Spero mi concederai la rivincita e...”

Non finisce la frase che una folla di persone si avvicina sempre più in fretta a noi sei.

“IVANOV!! HUZNESTOV!! CHE E’ SUCCESSO??”

La voce del monaco da strapazzo per eccellenza risuona chiara e cristallina dopo il rumore assordante del crollo dell’edificio.

Io e Boris ci guardiamo seriamente preoccupati. Stavolta per la nostra pelle. In senso letterale.

“allora??” domanda stizzito Vorkov.

“signore...io..” comincio

“ZITTO MOCCIOSO!!” sbraita mollandomi un man rovescio che non riesco a schivare.

Mi fa indietreggiare di qualche passo, ma non demordo. Lo fisso insistente.

L’attenzione di Vorkov, invece, sembra attirata da ben altra persona. Kei.

Lo guarda attonito ma non pare così sorpreso di vederlo.

“Bentornato al monastero Vorkov, Kei!” esclama con voce melliflua e viscida.

“In quanto a voi..” si rivolge a me e Boris in particolare “...nel mio ufficio! SUBITO!”

Questo significa solo una cosa.

Siamo in guai seri.  

 

 

 

Angolo dell’autrice

Allora!! che ve ne pare??^-^ Nel prossimo capitolo ci saranno altre sorprese...in questo mi sono concentrata più sulla sfida...ecco.. Spero commentiate numerosi!! Ora passo ai ringraziamenti..anche se sarò veloce ^^’’

 

lexy90: Ciao cara!!^-^ come prima cosa volevo dirti che la tua fic è meravigliosamente meravigliosa!^_- beh, lo sai già...avrai già letto i commenti! Comunque....le tue aspettative sul fatto di aggiornare presto non sono state molto esaudite perché ultimamente mi manca l’ispirazione di scrivere ç_ç anzi..mi manca il tempo materiale.. va beh, dico io...Reyka, alla fine di tutto, con chi starà?XD Tranquilla...Boris ci starà...è troppo pervertito per non essere allettato da una tale richiesta, ti pare?? Al prossimo capitolo! un bacione grande!! ^_-

 

 

Ella_Sella_Lella: Ciao ^_- allora..rispondo a tutte e due insieme... intanto, i BladeBreakers avranno un ruolo mooolto piccolo in questa fic..perciò sono irrilevanti..altra cosa su Kei..siamo sicure che lui non abbia già ricordato e se ne stia approfittando del povero Yuri?XD no, questa sarebbe cattiveria...beh, chi lo sa??^_- Vedo che Reyka riscuote molto successo! Sono contenta!!un bacione a tutte e due!! ^_-

 

 

Klarai: Ciao!^-^ Ah!! Vedrai presto Keiuccio alla riscossa!! Moooolto presto!! ^_- nel prossimo capitolo mi sa proprio che...eheheh! ma che vengo a raccontarti cosa c’è nel capitolo seuente!^-^ Beh, felice di vedere che apprezzi Reyka sempre di più!! XD personaggino proprio intrigante!! un bacione!! alla prox! ^_-

 

 

LesyHiwanov: Ciao!^-^ una nuova di queste parti! Sono contenta ti piaccia il personaggio di Reyka...mi sono ispirata ad una mia amica a dirla tutta =_=’’ non che ne debba andare fiera, ma insomma. Comunque vedrai che Kei ha le sue buone ragioni per essere così “poco Kei Hiwatari”  ^-^ non so se mi spiego...Yuri è indeciso perché, insomma...prova tu a dover scegliere tra due bei pezzi di figliuoli come Boris e Kei *ç* Continua a seguirmi! mi raccomando! un bacione! ^_-

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

 

Ciau a tutti ^-^ Comincio subito con la fic dicendovi di stare attenti ai particolari...qualcosa cambierà in Kei...ecco..non vi posso anticipare altro V_V Buona lettura!!^-^

 

 

Kei non ha fatto domande sul perché Vorkov sa il suo nome o il motivo del “bentornato”. Meglio così. A questo punto, non è un problema fondamentale sapere cosa ne pensa Kei. Adesso, la cosa migliore è vender cara la pelle per una punizione abbastanza “dolce”.

Guardo preoccupato Reyka, ancora esanime tra le braccia di Boris. Anche lui sa cosa ci spetta. Sa che Reyka non è esonerata da questa punizione e sa pure che purtroppo bisogna ancora una volta piegarsi al volere del lupo travestito da agnello, alias Vorkov.

I guardiani ci scortano fin dentro al monastero, accerchiati da una folla incalzante di blaider. Ragazzini e ragazzi più vecchi di noi che spintonano per poter vedere lo scoop del momento: Ivanov e i suoi amici mandati al patibolo.

Ma non avranno mai ciò che li spinge a essere così assetati di sangue. Non avranno mai il posto di top blaider del monastero!

Non mi sono mai scordato della promessa che mi feci ancora all’inizio della mia sventurata permanenza in questo lurido posto: arrivare fino al culmine della carriera come top blaider di tutta la Russia, vincere e infine andarmene voltando le spalle a tutto ciò che c’è stato e che mai più spero ci sarà.

La mia lunga e noiosa vita al monastero non mi ha del tutto annebbiato il cervello dalle promesse fatto a me stesso sul valore della vita e sul fatto che non mi potranno rinchiudere qui dentro per sempre. Dopotutto, credo ci sia una giustizia a questo mondo, ed è la lezione più importante impartitami da Vorkov, anche se quella suora travestita dice di essere lui stesso la giustizia.

Lo dovrei ringraziare per questo, perché, quando finalmente riuscirò a vedere nei suoi occhi il terrore ed il pentimento, quando questo posto crollerà ed ognuno dei blaider qui presenti avrà un luogo dove andare, rinfacciargli la giustizia presente nel mondo sarà l’ultima cosa che sentià.

Il tragitto verso l’ufficio è abbastanza lungo da darmi il tempo di riflettere sul da farsi.

“Boris..” sussurro senza muovere troppo le labbra

Il ragazzo non fa una piega, ma sono sicuro che mi sta ascoltando da un’impercettibile contrazione dell’occhio. Siamo stati abituati a comunicare in situazioni di estremo bisogno e pericolo, e questo è un altro punto per cui dovrei ringraziare Vorkov.

“piano?” domando nella speranza di un qualsiasi segno d’assenso del Falborgh blaider.

Nel frattempo, Kei cammina di fianco a me senza voltarsi a guardarmi, manco se n’è accorto che sto tentando una scappatoia proprio per lui.

Boris sa meglio di me che qualsiasi atto strano,  può essere inteso come una minaccia da parte dei guardiani, perciò deve dirmi tutto ciò che ha in mente in poche parole e senza dare nell’occhio.

“fuga!” mormora convinto.

Questa è la volta in cui la squadra dei top blaider, stupide marionette nelle mani di un monaco da strapazzo, tentano di ribellarsi con una folle e quasi impossibile fuga. Ci sono scarse possibilità di riuscita e la percentuale di probabilità che Vorkov rincari la dose di punizione è altissima. Il piano mi piace un sacco.

Il Falborgh blaider passa ai dettagli. Intuisco tutto al volo.

E’ impossibile per chiunque tentare la fuga tenendo tra le braccia un peso morto, perciò l’unico modo è far rinsavire Reyka ad ogni costo.

L’unica cosa che ringrazio, è che non ci sia Vorkov qui con noi dato che ci ha preceduti per raggiungere il proprio ufficio, altrimenti non sarebbe facile farlo fesso come questi imbecilli che ci scortano fino al patibolo.

Boris finge un colpo di malessere e molla a terra la ragazza, cercando di attutire la caduta della testa con i piedi.

Reyka si risveglia di soprassalto, respirando affannosamente ed inizia a guardarsi intorno frastornata.

“che..che cosa....” mormora confusa

Boris rimane carponi tossendo e chiudendo gli occhi in un’espressione di puro dolore. Ha del talento come attore.

Serjey e Ivan capiscono che non è normale un malessere del genere per il Falborgh blaider, così si avvicinano in fretta al ragazzo chino a terra che approfitta del momento per avvisar loro del nostro piano da perfetti pazzoidi.

Kei si volta sconcertato dalla scena, ma lo afferro per un braccio e lo trascino di fianco a Reyka il tempo necessario per sussurrargli ciò che Boris ha in mente di fare prima che un guardiano non prenda l’argenteo per il collo e lo butti bruscamente contro il muro.

Kei mi guarda scioccato, ma pian piano l’insicurezza nei suoi occhi si trasforma in un fuoco che gli infiamma lo spirito, facendolo reagire di conseguenza.

Reyka è ancora intontita dallo scontro fra i due bey e della rovinosa caduta a causa di Boris.

“scappiamo, Reyka..” le sussurro

A quelle parole, la ragazza si paralizza di botto, irrigidendosi.

I guardiani si avvicinano a lei, facendola alzare con maniere poco gentili, ma Reyka se li scrolla di dosso sputando parole di sdegno.

“ce la faccio da sola..” dice acida

Ivan e Serjey rimettono in piedi Boris che ora si è messo pure ad ululare dal dolore, premendosi le mani allo stomaco.

“bravo, Bo...” gli indirizzo il mio pensiero, divertito ma impaurito allo stesso tempo.

“che ha Huznestov??” domanda un monaco con aria truce

“NON VEDE CHE STA MALE!?” lo zittisce Serjey, mettendo paura perfino a Boris che ferma per un millesimo di secondo le sue lamentele.

Il guardiano si ritrae terrorizzato, e insieme a lui, anche tutti i suoi colleghi. Ci danno quello spazio necessario per iniziare la nostra fuga.

Boris dà il via al nostro tentativo di libertà smettendo improvvisamente di lamentarsi.

I guardiani allungano il collo per capire cosa succede al Falborgh blaider.
“SIETE DEGLI IDIOTI!!” urla Boris mollando un pugno in pieno viso ad uno di loro e dando una gomitata al secondo proprio dietro di lui, stendendoli sul colpo.

Kei si avventa contro un terzo monaco che tenta di immobilizzarlo per le spalle, ma il Dranzer blaider è più veloce e sguscia via dalla presa dell’uomo, cogliendolo alle spalle e dandogli un cazzotto nello stomaco e un calcio all’altezza del ginocchio, spaccandoglielo.

Serjey ne prende due in un colpo e fa scontrare le loro due teste, provocando un rumore sordo e poi il tonfo dei due monaci svenuti che cadono a terra.

Due guardiani mi attaccano contemporaneamente, entrambe si avvicinano spaventosamente veloci.

Appena arrivano a portata di mano, uno dei due uomini lo stendo con un calcio in pieno stomaco per poi finire in bellezza con un pugno sempre nello stesso punto.

L’altro non riesco ad evitarlo e mi atterra con una bastonata sulla schiena.

Cado sulla schiena, così riesco a vedere in faccia l’uomo che mi ha colpito: ha un ghigno orribile sulle labbra e un viso patito e logoro a causa del tempo.

“fermo dove sei, Ivanov!” mi punta alla gola il bastone appuntito, fatto apposta per malmenare i ragazzini del monastero.

D’un tratto, sento un colpo provenire dietro il guardiano, gli occhi dell’uomo si fanno vuoti e il corpo mi piomba addosso esanime.

“E no caro!! Ivanov lo tocco solo io!!” sbotta Reyka con aria trionfante con in mano una spranga di ferro trovata al momento più opportuno.

Boris mi tende la mano e mi sorride compiaciuto.

“alla fine ti hanno steso!!”

“mfp.. stronzo!”

“muoviamoci!” ordina Serjey facendoci strada nella nostra corsa in mezzo ai dannati corridoi del monastero.

Afferro la mano di Reyka, imbambolata a guardare i resti dei vari monaci: chi con il naso sanguinante, chi dolorante e moribondo e chi ferito con un foro da arma da fuoco in una gamba o in una spalla.

Guardo Ivan che rinfodera l’arma e si affretta a seguire l’amico a capo del gruppo; lui non c’è mica andato leggero!

“non tirarmi Yuri!” si lamenta Reyka

“allora segui il gruppo senza prenderti indietro!!” le risponde Boris che non la degna di uno sguardo.

Kei è di nuovo di fianco a me e mi sorride contento.

Si, Kei..anche io sono contento di poter finalmente uscire da questo posto squallido e andarmene, cominciare una vita tutta mia insieme a te!

I miei pensieri si perdono appena arriviamo ad un bivio.

“perché ti sei fermato, Ser?” domanda severo Boris

“non c’è mai stata una deviazione qui!” risponde seccato, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“lasciate fare a me!” si intromette Ivan, scostandoli.

“...Vorkov lo sa...lo saprà che abbiamo tentato la fuga..lo verrà a sapere più presto di quanto credete!! E ci rinchiuderà nelle segrete per il resto della nostra vita!!” singhiozzò Reyka presa dal panico e dalla paura di dover subire una punizione durissima. Vederla piangere è una cosa più unica che rara.

La ragazza si accascia al suolo in preda alle lacrime e scossa dai singulti, disperata.

Boris le si avvicina con passo deciso e le prende il viso tra le mani, mentre le lacrime scivolano sulla pelle del Falborgh blaider.

“smettila Reyka!! non ti succederà niente!! a costo di dover scontare di persona la pena al posto tuo!!” la rincuorò

Le parole le muoiono in gola. Non riesce ad andare avanti con il suo discorso.

“ma...ci ucciderà...” mormora con le lacrime sul punto di intensificare la loro discesa

“SMETTILA!” e le molla un sonoro ceffone.

Reyka rimane per un attimo china con sguardo assente, quasi lo schiaffo di Boris non fosse servito a niente.

Silenzio. Tutti quanti la fissiamo in attesa di una qualsiasi reazione spropositata da parte della blaider.

“non si picchia una ragazza!!” urla lei, rendendogli il ceffone.

Boris si massaggia scocciato la mascella.

“io l’ho fatto per il tuo bene..” borbotta offeso

“questa è la Reyka che conosco!” dico per sdrammatizzare la situazione

“Yuri..”

Una mano si appoggia sulla mia spalla.

“dimmi Kei?”

“perché avete tentato una cosa così stupida come la fuga?? E’ come giocare al gatto e al topo..solo che qui stiamo giocando nel territorio del felino...non è una cosa conveniente.”

“non sai ancora cosa vuol dire il termine “libertà”!  Se prima non sperimenti la prigionia sulla tua pelle, non puoi capire questa parola dal suono così invitante!!”

Finisco di parlare e un suono metallico mi fa voltare di scatto verso Ivan.

“ho tentato buttando un sasso in uno dei due corridoi e...ecco il risultato! La via si è sprangata automaticamente!”

“ottimo Ivan!! proseguiamo!!” lo elogia Serjey.

Continuiamo a correre ma siamo tutti quanti finiti e provati dallo scontro fisico con i guardiani, e come se non bastasse, io e Kei dobbiamo ancora recuperare le forze dal nostro incontro a bey.

Sento una fitta al fianco e mi rendo conto che posso resistere ancora per poco.

“stai bene??”mi domanda Kei preoccupato, ma altrettanto malmesso.

“affatto..” rispondo accelerando il passo.

Riesco a superare Boris e Reyka che corrono dietro Serjey e Ivan, in prima linea.

“MUOVIAMOCI!!” ordino con quanto fiato ho in gola

Finalmente, intravedo in fondo al corridoio una luce. E’ la porta che ho scoperto quando ho trovato Kei in mezzo al bosco. E’ la nostra via d’uscita!

“NO!! YURI!!”

E’ Kei. Sta urlando il mio nome come un disperato.

“YURI!!”

Mi volto a guardarlo ma in pochi istanti mi è addosso, trascinandomi a terra e salvandomi la vita da una parete caduta dal soffitto all’improvviso.

Guardo il muro di spessa roccia, pensando cosa mi sarebbe successo se ci fossi finito sotto.

“MA DOVE HAI LA TESTA?!” domanda incazzoso l’argenteo

“che ti è preso, Yu?? Perché hai cominciato a correre come un disperato!?” rincara la dose Boris

Kei si alza da terra, spolverandosi i jeans e mi lascia imbambolato a fissare il pavimento.

“grazie di aver evitato che mi schiacciasse..” borbotto in direzione del Dranzer blaider

“tsè...ricordati che non potrò esserci sempre per salvarti il culo...” rimbrotta

Come mai si comporta così? Finalmente è tornato per qualche istante il solito Kei freddo e arrogante ma c’è qualcosa che non va in lui.

Non ha chiesto del perché Vorkov gli abbia dato il “bentornato”, si comporta come se fosse al settimo cielo in ogni situazione, sorride e parla tranquillamente, ed ora questo improvviso ritorno al suo essere scontroso.

Una gomitata mi riporta alla realtà. E’ Boris che tenta di attirare la mia attenzione mollandomi colpi sul torace.

“Yu..smettila di gingillarti!! facciamo qualcosa! Non puoi avere la testa tra le  nuvole proprio ora!!”

“hai ragione Bo. Scusa.”

Mi metto alla testa del gruppo, cercando una qualsiasi fottutissima via d’uscita. Una qualunque luce che indichi la vicinanza con il cielo plumbeo della Russia.

I corridoi cominciano a incrociarsi davanti ai miei occhi, combinandosi in un intricato labirinto di pietre e sassi grigi e neri.

Una risata risuona tra le mura del monastero. Una risata per niente rassicurante e poco allegra.

“ DOVE PENSATE DI ANDARE??” la voce del monaco da strapazzo per eccellenza, anche se disturbata dal suono metallico provocato dagli altoparlanti, è inconfondibile. Odiosa come sempre.

“CHE PATETICO TENTATIVO DI FUGA!! MI STUPISCO DI VOI!” continua

Ci blocchiamo di colpo.

Ci rendiamo conto di essere caduti in trappola.

Ci hanno attirati fino al cuore del monastero per poterci prendere su tutti i lati.

I monaci che militano tra le file di Vorkov sono troppi per affrontarli tutti, anche unendo le nostre forze sono nettamente superiori a noi per numero.

“bastardo..” ringhia furioso Boris, parandosi in mezzo tra Reyka e uno scagnozzo di Vorkov.

“che facciamo Yuri?” domanda Kei, ansioso di ricevere direttive

“mi sa che questa è la fine della nostra corsa, ragazzi..” annuncio fingendomi dispiaciuto

Kei sogghigna divertito e si prepara al combattimento.

Serjey scoppia in un urlo spaventoso, capendo al volo le mie intenzioni.

“non ci consegneremo così facilmente!!” grida il piccoletto

Comincia così un sanguinoso combattimento, del tutto inutile a causa della disparità.

Ivan lo prendono in pochi istanti, insieme a Reyka che non riesce a difendersi.

Boris lo mettono KO con un cazzotto in pieno stomaco. L’hanno dovuto trattenere in quattro prima di riuscire nel loro intento.

Io e Kei ci diamo man forte, stando schiena contro schiena, eliminando chiunque ci capita a tiro. Ma le nostre forze svaniscono nel momento di più bisogno e riescono a prenderci senza troppi complimenti.
L’ultimo a cedere è Serjey. I monaci ci mettono più tempo del previsto, ma con l’aiuto di un sonnifero, riescono a catturarlo con non poche difficoltà.

Rivolgo uno sguardo d’incoraggiamento a Boris che mi strizza l’occhio gonfio e dolorante, mentre un rivolo di sangue gli cola dall’angolo della bocca.

Sento di nuovo la risata dell’essere spregevole.

I sotterranei ci attendono trepidanti e assetati del nostro sangue.

 

 

Angolo dell’autrice

Finalmente finito anche questo capitolo!!!^-^ Ok...in fretta ringrazio tutte le persone che hanno recensito la scorsa volta^_^ e ringrazio anche Midnight tears per aver messo la mia fic tra i preferiti me commossa!!ç_ç

 

lexy90: Ciao cara ^-^ ultimamente aggiorno presto e sicuramente l’avrai notato ^_- Sono contenta ti sia divertita a leggere i miei commenti! Perciò sappi che sono qui in attesa che sforni una nuovissima fic! Beh, come vedi la mia ispirazione è tornata proprio ora che sono arrivate le vacanze, che cosa voglio di meglio?? ^-^ Addirittura capolavoro ç_ç grazie mille cara!! Ovviamente attendo un tuo commento anche al prox capitolo!! un bacione e un abbraccio!!! ^_-

 

Klarai: Ciauuuu!^-^ anche stavolta ho fatto presto ad aggiornare V_V così imparate a dirmi che sono una ritardataria ^_- Ma dai che scherzo! non me la prendo se mi dite che sono ritardataria, perché purtroppo è così ç_ç Comunque....già ç_ç zio Vorky mi sa che è arrabbiato per i disastri che i DemolitionBoys combinano..del resto che possono farci loro?? sono fatti apposta per questo genere di danni V_V io piuttosto direi che Yuri è fortunato ad andare a letto con Boris piuttosto che con Kei...ma poi va a gusti ^_- al prossimo capitolo!! un bacione grande!^-^

 

Ella_Sella_Lella: Ciao a tutte!!^_^ Allora...Reyka è rinsavita, contente?^_- I DemolitionBoys ovviamente si sono cacciati in un altro guaio =_= ma questo è all’ordine del giorno per loro..mi sbaglio?? Vorkov...beh..è noto che è un vecchio monotono con manie di conquista del mondo e tutte quelle cazzate lì V_V ma che ci posso fare?? mi sono affezionata al povero zio Vorky ^_- un bacione!! al prossimo capitolo!!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

 

Ehm ehm...salve a tutti!!^-^ so che vi chiederete: ma come mai c’hai messo tanto?? (e noi risponderemo: ma guarda che stavamo bene anche senza di te V_V ndBlaider) =_= ok...non parlo più. Ora tenterò di giustificare il mio imperdonabile ritardo V_V come ho già detto nell’altra mia fic, ci sono stati dei contrattempi, anche piacevoli, del tipo: andare 4 giorni a Milano dalla mia Reyra-chan, compiti e interrogazioni fino all’esaurimento, il PC che mi va in palla un giorno sì e l’altro anche, il rapimento degli alieni e tante altre spiegazioni V_V (non la dai a bere =_= ndTutti) ok!! Perdono!! imploro pietà!!T__T ma state sicuri che con questo capitolo mi perdonerete ^_- almeno spero ^.^’’’ Buona lettura!!^_^

 

 

E alla fine ci ritroviamo tutti qui. Di fronte al sadico, folle monaco travestito. Perché le cose devono finire sempre in modo così scontato?

Stiamo lì, davanti a lui, sull’attenti come belle statuine, come soldatini poco disciplinati in attesa della punizione. Causa: ammutinamento.  

Boris è quello ridotto peggio, ma se la cava con occhio gonfio e il labbro sanguinante, se non si contano le varie contusioni ed ematomi sparsi in giro per il corpo.

Serjey è ancora intontito per l’effetto del tranquillante che gli hanno sparato direttamente sul collo, posso vedere il piccolo alone rosso sulla pelle eterea del colosso.

Reyka sta in piedi a stento, ma grazie alla sua forza di volontà e al suo orgoglio, non la dà vinta a Vorkov, che non aspetta altro di vederla crollare a terra.

Ivan non ha nulla di rotto, così a prima occhiata, nemmeno Kei sembra essere dolorante e moribondo, se non per qualche livido sul viso e sulle braccia.

La mia attenzione cade totalmente su Boris che cede impercettibilmente con il ginocchio, ma riesce a mascherare bene quel suo attimo di debolezza e Vorkov non se ne accorge. E bravo Huznestov, lui sì che si meriterebbe la fascia del capitano, non una mezza sega come me.

L’attesa prima della sfuriata è la cosa che mi innervosisce di più, attanagliandomi lo stomaco in una morsa letale: Vorkov sa bene come torturare fisicamente e psicologicamente le sue marionette.

Ho la netta sensazione che quel monaco da strapazzo stia prendendo tempo, come se avesse sulla punta della lingua un mistero da svelare e stia aspettando l’arrivo della sua vena di attore drammatico mancato per rivelarlo.

Lo si vede benissimo che non è a suo agio, come se ci fosse una presenza che lo inquieta e lo tormenta. Non ha mai fatto così. Evidentemente, qualcuno tra di noi lo mette a disagio e quella persona sono pronto a scommettere sia Kei.

Tengo d’occhio ogni movimento dell’argenteo: come sbatte gli occhi, come pesta i piedi a terra, il modo in cui respira ma soprattutto noto come passa nervosamente la lingua sulle labbra. A volte le lezioni di spionaggio del monastero servono davvero a molto, tanto che riesco a capire lo stato di fibrillazione di Hiwatari da dei movimenti che possono sembrare innocenti e comuni.

Finalmente, Vorkov blocca i piedi in mezzo allo studio e si mette sull’attenti di fronte a noi, facendo battere i tacchi degli stivali per accentuare la sua disapprovazione nei nostri confronti.

“bene, Ivanov. Suppongo che una lunga chiacchierata sia d’obbligo...” inizia.

La sua voce mi ripugna, il suo modo di atteggiarsi è schifoso tanto quanto lo è questo posto.

“sissignore!” rispondo.

“ritengo che una visitina nei sotterranei con tutto il resto della tua squadra sia buona educazione. Sai, il carceriere comincia a sentire la mancanza dei tuoi gemiti di dolore..”

Brutto bastardo. Me le pagherai tutte! Dalla prima all’ultima! IO non faccio vedere le mie debolezze, men che meno ad un lurido carceriere tirapiedi.

Digrigno i denti, ma è il massimo che mi posso permettere per non dare inizio al mio supplizio troppo presto.

“è da un po’ che non fai una visitina ai piani bassi. I sotterranei reclamano il loro tributo di sangue, lo sai...e che c’è di meglio del sangue del capitano della squadra dei Topo Blaider in persona e di tutta la sua squadra?”

“lurido verme..” mormora impercettibilmente Boris

Vorkov rivolge un’occhiata assassina al Falborgh blaider, il cui pensiero di vedere Reyka soffrire lo manda letteralmente in bestia.

“ora veniamo a te, Hiwatari. Bentornato nel monastero!”

Vorkov riserva a Kei un sorriso raggelante e viscido.

Si avvicina e lo accarezza delicatamente, prendendogli il mento tra le dita e alzandogli il viso verso il suo.

Kei non oppone resistenza, ma chiude gli occhi disgustato.

Non oso guardare un tale scempio. Non voglio guardare una cosa così ripugnante come le bellissime e focose labbra dell’argenteo unirsi con quelle sudice e orribili di quel vecchio pazzo megalomane. Non posso e non voglio guardare.

Vorkov sembra aver afferrato il mio punto debole e ne rimane piacevolmente sorpreso. Il suo cervello malato e sadico sta già macchinando qualcosa di osceno a miei danni.

Come è possibile che Kei non reagisca? Rimane impassibile ad ogni tentativo di provocazione da parte di Vorkov, alquanto divertito nel vedere la rassegnazione nei miei occhi.

Finalmente, il pazzoide ritorna al suo posto dietro la scrivania, logora e decrepita almeno quanto lui.

“mi sembra venuto il momento di spiegarvi un paio di cosette. E’ ora che voi vi rendiate conto che non si può nemmeno osare di pensare di farmi fesso.”

Deglutisco. Ciò significa solo guai seri per tutti noi.  

Sento il respiro di Kei farsi sempre più affannato.

“...perciò, un’adeguata punizione...”

Hiwatari nasconde qualcosa.

“...non può che farvi bene.” conclude.

All’improvviso scatta l’avviso di allarme in tutto il monastero, facendoci sobbalzare tutti e sei. La nostra tortura è temporaneamente sospesa, ma l’idea del dolore che ci attende, dell’umiliazione e del nostro orgoglio feriti rendono solo più lunga e tormentata la nostra pena da scontare.  

“giusto in tempo per ritardare un po’ la vostra punizione, ma non importa. Appena avrete finito, tornerete immediatamente qui. Ivanov! Pavlov! Occupatevi degli intrusi!” ordina il monaco.

“ma signore...” cerco di fargli cambiare idea.

Nel monitor dei computer alle spalle di Vorkov, vedo quattro ragazzi di cui ricordo vagamente i volti. Sono i BladeBreakers, i famosi campioni del Giappone.

“niente ma!! Ora! Andate e mandateli via!”

Una goccia di sudore scende dalla tempia di Kei che deglutisce sonoramente.

“dopo mi devi dare qualche spiegazione..” sibilo in un sussurro all’argenteo.

Io e Ivan ci affrettiamo a raggiungere i tetti del monastero, dove possiamo individuare meglio i quattro scocciatori.

“sono laggiù!” dice Ivan indicando un punto preciso del cortile.

“muoviamoci! Vorkov deve darci delle spiegazioni!” lo incito.

“cerchiamo di metter loro paura...spaventiamoli, lanciamo loro un avvertimento e ce ne torniamo dentro insieme agli altri...” suggerisce il piccoletto che mi sta alle calcagna con difficoltà.

I miei passi sono falcate per il povero Ivan.

Ci buttiamo a capofitto nel cortile, scendendo con grazia dal tetto, sfruttando gli insegnamenti di pedinamento impartitici dai monaci del monastero. Quando si insegue qualcuno, bisogna solo preoccuparsi di non mollarlo mai e di seguirlo con tutte le proprie forze e tecniche disponibili, anche saltando giù dai tetti se necessario.

Atterriamo di fronte ai quattro ragazzi che assumono un’espressione impaurita e spaesata. Non riesco a trattenere una risata di divertimento nel vedere le loro facce contrarsi in una smorfia di terrore.

Ivan sembra divertirsi quanto me nel vedere le nostre prede fermarsi e indietreggiare.

“chi siete voi?” domanda quello più in forma. Deve essere Takao Kinomiya.

“la domanda spetterebbe a noi dato che state violando una proprietà privata!” rispondo con cattiveria.

Il ragazzo dai capelli corvini si fa avanti con coraggio. Quello deve essere il cinese della Tribù della Tigre Bianca: Rei Kon.

“dov’è Kei?” domanda con foga senza troppi complimenti.

Stavolta è lui a cogliere me di sorpresa.

Ivan si volta a guardarmi e impallidisce.

Come fanno a sapere di Kei?? che legame c’è tra quel cinese e Kei? come fanno a conoscerlo??

Scuoto la testa in un NO deciso e sorrido ghignando.

“non conosco nessuno con quel nome!” mento

Ivan sembra sconvolto, ciò significa che devo prendere in mano le redini della situazione. Parlare con questi scocciatori potrebbe fruttarmi un sacco di risposte per la quale mi sto arrovellando da quando è tornato Kei. Che le cose siano collegate? Che Kei mi abbia mentito??

“Comunque..io sono Yuri. Piacere.” prendo tempo.

“io sono Ivan, e voi dovreste essere i famosi BladeBreakers?? ah! non mi sembrate un granché forti!”

Bravo Ivan, temporeggia e provocali. Chissà che se ne vadano con la coda tra le gambe e non mettano più piede in questo monastero e così potrò tornare da Kei.

“come osi?” domanda Takao punto nell’orgoglio.

“fatti sotto!” lo istiga il piccoletto

Se Ivan si lascia battere da uno così, siamo spacciati. Abbiamo appena passato un brutto momento, i monaci ci hanno massacrati, quei bastardi, e ci hanno presi per colpa della disparità numerica. Maledetti tirapiedi di Vorkov, la pagherete anche voi quando verrà il momento.

Ho un sacco di domande per la mente, ma se dovessi mai esporle a questi intrusi, sono sicuro che smaschereranno il trucco e scopriranno che Kei si trova all’interno di queste mura.

Ivan e Takao ingaggiano un duello a bey; non c’è dubbio su chi sia il più forte dei due, ma Ivan sa bene che deve prendere tempo. Vorkov deve inventare qualche scusante, me la riferirà tramite auricolare, e io dovrò ripetere la minchiata del vecchio pazzo così i BladeBreakers se ne andranno.

“Stiamo cercando Kei!! Dobbiamo affrontare i mondiali di beyblade insieme!” grida rabbioso Takao.

CHE COSA?? Cosa ha detto quel grassone? Kei deve gareggiare insieme a lui nei mondiali di beyblade??

Ivan ha un momento di distrazione e per poco non viene scaraventato in aria dal suo avversario, ma il suo sangue freddo non lo tradisce e riesce a rimanere impassibile per il resto dell’incontro fino a che non arriva l’ordine di Vorkov.

“mi è appena stato riferito che Kei, il ragazzo che cercate, è stato trovato all’interno del monastero...ha la febbre alta, si vede che non è abituato alle temperature della Russia.”spiego, interrompendo l’incontro.
Ivan recupera Wyborgh e si avvicina a me, facendo scatenare le ire del ragazzo.

“E COME STA?? VOGLIAMO VEDERLO!!”

“ora non è possibile..i nostri medici lo stanno visitando. Provate a tornare domani mattina.”

La mia spiegazione è stata convincente quel tanto per mandarli fuori dalle scatole senza troppi imprevisti, ma sono sicuro che non si arrenderanno così facilmente nella loro ricerca.

Io e Ivan ce ne torniamo di corsa nello studio di Vorkov, sappiamo bene entrambe che se avessimo solo tentato la fuga, avrebbe fatto ammazzare di frustate Boris e gli altri. Non posso sopportare l’idea di non prendermi le mie responsabilità in qualità di capitano dei DemolitionBoys.

“bravi, vedo con piacere che da stupidi non avete tentato la fuga!” ghigna sadico Vorkov.

Boris mi guarda stupito e con il solo labiale mi domanda “perché?”.

So bene che se fosse dipeso da Boris, io e Ivan saremmo dovuti scappare ignorando ciò che quel monaco da strapazzo avrebbe fatto a loro.

Guardo Kei con tutto il rancore e la rabbia possibile per non avermi detto prima una cosa simile, per avermi mentito sul fatto della sua perdita di memoria, ma soprattutto per non avermi mai detto che sta con un’altra squadra. Ciò mi ferisce e mi fa male al cuore, provocando una sensazione che non ho mai provato prima.

Ma cosa me ne importa di Kei? Mi ha tradito...ha tradito la mia fiducia e ora penso che sto male per lui? dovrei essere solo arrabbiato e invece...

L’argenteo abbassa lo sguardo mortificato e fissa morbosamente il pavimento.

Reyka pare essersi ripresa, ma non posso dire lo stesso di Serjey che sembra essere in uno stato semicomatoso: ha gli occhi a mezz’asta, le ginocchia stanno per cedere sotto il suo peso, così non riesce a reggersi in piedi sotto l’effetto del tranquillante. E’ già tanto che sia cosciente, ma si fa vedere forte agli occhi di Vorkov stando sull’attenti, come se nulla fosse.

Noi, i DemolitionBoys, stiamo per crollare definitivamente. Ciò che ci attende distrugge ogni nostra ultima speranza di sopravvivenza e di attaccamento alla vita.

“Kei...mi sa che dovrai delle spiegazioni ai tuoi compagni..” dice Vorkov con voce melliflua

“non devo rendere conto a lei, signore.” risponde l’argenteo sotto gli sguardi increduli di tutti noi

“Kei..” mormoro esterrefatto.

“mio nonno è un uomo molto influente...le basti sapere che se lei mi torce anche un solo capello, arriverà il signor Hito Hiwatari in persona a fargliela pagare.” lo minaccia Kei

Vorkov inizia a ridere di gusto, come se gli avessero appena raccontato la barzelletta più divertente al mondo.

Non la smette di ridere per due minuti di seguito, inizia perfino a lacrimare.

“non sai niente, moccioso!! E’ stato proprio tuo nonno a dirmi di tenerti sotto stretta osservazione e di fare tutto ciò che è in mio potere per farti rimanere qui!”

“allora sapevi tutto!” ringhio guardando l’argenteo, ma rivolgendomi a Vorkov.

“mio caro ragazzo, te l’ho già detto! non mi lascio far fesso da un branco di ragazzi scapestrati e indisciplinati! In quanto a te, Hiwatari, le conseguenze del tuo essere così arrogante non saranno lasciate impunite.”

“grazie mille, Kei...” sussurro senza

“senti, Yuri, posso spiegare!” dice quasi urlando
Vorkov lo guarda con aria truce e lo intima a rimettersi nei ranghi.

“NO! Prima deve spiegare quello che sta succedendo!”

Il monaco emette una risatina sommessa, ma acconsente alla richiesta di Kei.

“ebbene, il vostro amico non ha mai perso la memoria...è stato semplicemente perso di vista. Se il giovane Hiwatari non vuole farsi scovare, è parecchio bravo a non lasciare tracce. Peccato che le sue coperture e la sua segretezza nel voler arrivare fino ai mondiali in maniera anonima, sono state vane a causa di qualche rivista e qualche pubblicità che lo ritraeva in pompa magna accanto a Takao Kinomiya, la giovane promessa del beyblade agonistico.

“Il che ha reso possibile le ricerche su di lui, e abbiamo scoperto che ha partecipato alle nazionali giapponesi battendosi contro Kinomiya, formando una squadra insieme a lui, Kon e Mizuhara. Hanno vinto il titolo americano e il titolo cinese e hanno viaggiato su un transatlantico di lusso per arrivare fino in Europa, dove i BladeBreakers hanno vinto contro la squadra degli European Dreams.

“Dopodiché, Kei e i suoi compagni sono arrivati fino in Russia, ma il giovane Hiwatari ha deciso che sarebbe stato troppo avventato farsi vedere per Mosca senza un’adeguata riservatezza. Così si è fatto furbo, e ha deciso di fare delle ricerche sul monastero perché il suo sbaglio più grande è stato non dimenticarsi di voi! Ma non poteva capitare occasione migliore perché tu ti unissi a noi, Kei, tuo nonno sarà contento di rivederti militare tra le file della Borg! E’ stata proprio una fortuita coincidenza che tu sia arrivato fin qui e che Ivanov ti abbia tenuto nascosto per bene...ci hai risparmiato molta fatica per nulla!”

Finito il racconto breve e conciso di Vorkov, capisco perché quel ragazzo ha detto di dover disputare gli incontri dei mondiali di beyblade insieme a Kei.

La consapevolezza di aver sentito le precise parole “non si è dimenticato di voi” mi rasserenano e mi sollevano a tal punto da non pensare nemmeno all’imminente punizione.

Mi sento improvvisamente felice. Contento di sapere che il ragazzo che ho sempre desiderato non si è mai scordato della mia esistenza.

Ma tutto ciò non toglie il fatto che mi ha mentito, cacciandoci in questo casino che ci costerà cara la pelle.

Non so come comportarmi, così per evitare di dover reggere lo sguardo di Kei, non oppongo resistenza appena i guardiani mi prendono e mi conducono verso i sotterranei, seguito a ruota da tutti gli altri miei compagni. Tutti, eccetto Kei.

“Yuri....mi dispiace sia finita così..” mi fa Reyka in un mormorio

“non preoccuparti, saprò cavarmela anche in questa situazione..non saranno delle frustate a fermarmi.”

“Yuri, Kei non ne ha tutta la colpa.” tenta di difenderlo Serjey, strascicando le parole a causa dell’effetto del tranquillante.

“tsè...se fosse così, allora non saremmo qui in attesa di scontare la nostra pena.”

Boris non fiata. Mi aspettavo qualche sua parola, che fosse un insulto, un incoraggiamento, un semplice cenno. Niente.

“Boris..” lo chiamo

“vaffanculo, Yuri.” sbotta incazzato.

Il fatto che parli ancora, mi rende più tranquillo. Fino a che...

“sconterò io la punizione per Reyka!” grida Boris appena scendiamo tutti quanti in fondo ai sotterranei.
Le urla di dolore e i gemiti di sofferenza sono il sottofondo di quel lugubre posto nel momento di puro silenzio che si è creato dopo la richiesta del Falborgh blaider. La colonna sonora della morte.

“no, Boris..non resisteresti mai!” tento di convincerlo

Niente da fare. Scuote la testa in un NO convinto.

“hai così poca fiducia in me, Ivanov?” domanda divertito.

Un sorriso timido gli solca le labbra. Come fa a sorridere e sembrare così tranquillo in un momento come questo?

Ci legano tutti quanti al muro, Reyka compresa. Le manette sono strettissime e ci segano i polsi che iniziano a sanguinare senza ritegno.

Silenzioso, il liquido rosso scorre lungo gli avambracci a rigagnoli fitti e finissimi, come lacrime di dolore. Quelle che nessuno di noi è disposto a versare.

Dietro di noi, ogni monaco ha in mano una lunga frusta di cuoio che fanno schioccare nell’aria come avvertimento dell’inesorabile e devastante punizione.

Di fianco a me c’è Boris che serra convulsamente le mani attorno alle manette, in attesa che cominci l’esecuzione. Mi stupisce soltanto il fatto che quel maledetto bastardo non sia qui a godersi un simile spettacolo.

“per la ragazza, solo 10 frustate. 20 per gli altri. 30 per Huznestov.” annuncia una voce metallica.

Boris si rilassa e sembra più sollevato.

“insieme, Yuri...nel male e nel bene..” mormora ammiccando

“non preoccuparti, avremo la nostra rivi..”

Non finisco la frase che un crepitio di schiocchi squarcia l’aria stantia del sotterraneo, seguiti a ruota da un insieme di gemiti di dolore. Ivan e Reyka cederanno per primi alle lacrime, ma né io, né Serjey, né Boris abbiamo intenzione di dargliela vinta.

“UNO!”

“Beh..siamo a buon punto..” dico rivolgendomi al mio compagno di sventura

Mi guarda accigliato.

“ne mancano solo diciannove..”

 

 

Angolo dell’autrice

Ciao a tutti!!^-^ allora, che ve ne pare?? nel prossimo capitolo ci sarà il faccia a faccia tra Kei e Yuri..preparatevi già psicologicamente!! che gli dirà Yuri?? come reagirà Kei?? e chi lo sa!!>.<

Chiedo ancora scusa per il mio ritardo assurdo ç_ç non l’ho fatto apposta!!

 

lexy90: Ciao cara ^-^ Allora..svelato il mistero V_V Keiuccio non aveva perso la memoria, ma il furbastro aveva fatto perdere le tracce a Vorkov ed al caro nonnino Hito. Beh, ora non rimane altro che scoprire cosa combineranno Kei e Yuri!!^_- Mi raccomando!! al prossimo capitolo!! un bacione!

 

Ella_Sella_Lella: ciao ragazzuole!^_- Allora...contente che abbia aggiornato anche questa fic?? Spero proprio di sì! Direi che lo zio Vorky perde il pelo ma non il vizio -.- (non era il lupo che perde il pelo ma non il vizio??O.o ndTutti) fa lo stesso V.V non importa...Comunque..Keiuccio è stato un cattivo ragazzo, ma alla fine l’avrà fatto solo per rivedere Yuri o avrà qualcos’altro in mente?? eheheheh!! lo scoprirete alla prossima puntata!!^_- un bacione ad entrambe!!

 

Klarai: Ciao cara ^-^ mi dispiace infinitamente del ritardo T_T del resto scrivo quando posso e quando ho un minimo di tempo libero e ultimamente non ne ho mai!! Ma non importa! ^o^ grazie mille dei complimenti!!^///^ mi fanno veramente tanto piacere i tuoi commenti!! hihihi! Keiuccio non ha sofferto per niente, come hai potuto notare =_=’’ anche se avrei preferito farlo un po’ massacrare di botte..mi serve intero fino alla fine della fic, purtroppo >.< al prossimo capitolo!! mi raccomando! lascia un commentino!!^O^ un bacione grande!! ^_-

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


 

Capitolo 19

 

Ciao a tutti!!^-^  Devo premettere una cosa V_V siccome questo capitolo me lo sogno da parecchie settimane, mi sa che sarà piuttosto lungo ed elaborato, ma assicuro che c’ho messo tutto il mio impegno!! (ma ovviamente farà cesso come al solito V_V ndBlaiders) esatto V_V..O_O..no!! ma che mi fate dire?!?>o<

Beh, io vi ho avvertiti!!*o* muahahah <---risata da assatanata

 

 

Meravigliosa la soddisfazione che sento dentro di me. Quel gusto dolce e instancabile della vittoria.

Non ho emesso un grido, né un lamento. Né i carcerieri né Vorkov hanno visto l’ombra di una lacrima scendere dai nostri occhi, nonostante Boris si sia guadagnato 10 frustate in più per salvare la vita a Reyka. Lei non avrebbe mai resistito oltre.

Le solo lacrime che hanno bagnato il suolo delle segrete, sono state quelle fuoriuscite dalle nostre schiene incrinate dalle troppo frustate. Lacrime di sangue denso e caldo che hanno invaso la cella di un odore amaro e acre. L’unica consolazione di Vorkov: vederci sanguinare come bestie da macello.

Mi avvio verso la mia stanza, immaginando già di non trovare all’interno di quella cella il caro nipote del socio in affari di Vorkov. Del resto, ora che quel pazzoide di un monaco è venuto a conoscenza del ritorno di Hiwatari junior, non può lasciarlo vivere una gabbia del genere nonostante fosse la migliore stanza di tutto il monastero destinata ai ragazzi.

Aiuto Serjey a trasportare Boris in camera sua, mentre Reyka si affretta a seguirci, ma mantenere il nostro passo è un impresa ardua per le sue condizioni.

“ci penso io a lui!” mormora sommessamente Reyka

La guardo di sbieco. Non capisco tutto questo essere apprensiva verso un ragazzo che fino all’altro giorno non considerava nemmeno.  

“come vuoi..” acconsento

Ivan non è ridotto male, ha solo delle ferite che potranno rimarginarsi entro qualche settimana senza nemmeno il bisogno di cure.

Decidono che è meglio stare tutti in una stanza e che si sarebbero ripuliti con calma. Il sangue rappreso sui loro vestiti è segno evidente che tra Serjey e Boris non si sa chi sia messo peggio, ma i solchi lasciati sulla loro pelle sono sicuramente a rischio di infezione e conseguente malattia.

“ce la caveremo, Yuri..” mormora Boris, rinsavendo per qualche minuto

“non ne dubito! Anche perché Vorkov ha fatto in modo di non infliggerci una punizione esemplare per il semplice motivo che questo fine settimana ci sono le amichevoli con gli americani e i cinesi...” spiego la mia teoria, sicuramente quella intrapresa dal nostro aguzzino.

“Yuri, quando riesci a capire le intenzioni di Vorkov in questa maniera mi spaventi!” sbotta Serjey

“ehi, Ivanov! Non crucciarti per Hiwatari..si vede che era destino!” dice Boris in un soffio.

Arrossisco violentemente, ma i miei sentimenti verso quel traditore vanno ben oltre il mio orgoglio.

“ma cosa dici, Huznestov? Tu stai delirando!!” alzo il tono di voce, e ciò conferisce una maggiore sicurezza in ciò che sostiene Boris.

“come mai ti scaldi tanto, Ivanov? La mia era solo una constatazione...ti sei preso a cuore il destino di Hiwatari!”

“sono affari miei ciò che prendo a cuore o meno, siamo intesi?” sbotto offeso

“tsè...non venire da me a piangere quando ti renderai conto di ciò che è Kei in realtà..”

“stanne certo, Boris. Ma non mi servono i tuoi avvertimenti!”

Così dicendo, Serjey lo trascina in camera, aiutando il Falborg blaider ad adagiarsi sul letto.

Blocco Reyka sulla soglia della porta.

“tu stai bene?” chiedo con una punto di nervosismo

“sto meglio di quello che sembra..” risponde pacata

“faresti bene a farti controllare quelle ferite...” le consiglio

“lo sai bene anche tu che l’infermeria è stata chiusa per questo tipo di urgenze.. Vorkov vuole che la lezione impartitaci rimanga...”

“impressa nella nostra carne. Lo so.” completo la frase della ragazza

“perciò, che vada bene o male non fa differenza alcuna...”

Reyka ha perso tutta la sua sicurezza. La voce le è scesa di parecchi toni e le mani le tremano.

“mi dispiace averti coinvolta..” ammetto, rivolto più a me stesso che alla ragazza “..la verità è che mi dispiace che ne siate rimasti coinvolti tutti in questa faccenda..”

“non devi nemmeno dirlo!! Grazie a tutto questo, ora ho l’occasione di conoscere di più Huznestov e magari combinare qualcosa...non mi sono mica scordata del nostro accordo riguardo ad una serata in grande stile!” ammicca maliziosa ed entra nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Entro in camera aprendo stancamente la porta e affacciandomi alla mia desolazione.

La responsabilità di aver condannato i miei amici ad una simile tortura mi dilania il cuore più di quanto le frustate abbiano solcato la mia carne.

Il pensiero di aver anche potuto sperare di riottenere la mia libertà perduta mi attanaglia lo stomaco e mi impedisce di entrare oltre in camera.

Sento la presenza di qualcuno all’interno della mia unica intimità rimasta intatta. Aleggia un profumo di buono e di dolce che solo una persona può emanare.

“vieni fuori!” sbotto lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi dalla rassegnazione

“Yuri, non sei tu il responsabile di ciò che è successo...” mormora il traditore

“infatti è in parte opera tua se ora Boris rischia la vita, Serjey idem, Ivan è disperato ed io...io mi sento così uno schifo! È solo colpa tua!” sbraito dandogli le spalle. Non ho il coraggio di guardarlo in faccia.

L’istinto di saltargli al collo e massacrarlo di botte è irrefrenabile e la consapevolezza dello stato di salute dei miei amici non aiuta di certo la situazione.

Mi volto rabbioso verso Kei ma qualcosa frena il mio attacco.

Un livido violaceo gli solca il viso e una ferita si apre sopra il sopracciglio, lasciando sgorgare sangue caldo e scuro.

“cos’è? Sorpreso di vedere che anche Kei Hiwatari è un essere umano e può provare dolore? O sei semplicemente contento di vedere che anche io ho ricevuto la mia lezione quotidiana?” sibila acido l’argenteo.

Sorpreso è un eufemismo. Si vede che Vorkov non scherza e non ha intenzione di lasciargliela passare nemmeno a Kei. Il torto che abbiamo fatto a Vorkov tentando di scappare dal monastero, è un reato che il monaco punisce con una bella villeggiatura nelle segrete, ma nessuno di noi ha subito questo trattamento.

“Vorkov vuole che io partecipi al torneo mondiale insieme a voi, e da questo momento questa sarà anche la mia camera.” spiega con calma inquietante.

Da quando l’ho trovato in mezzo alla foresta, non si è mai comportato in questa maniera.

“mai!” rispondo seccato

“Yuri, so bene cosa pensi di me...” il suo tono si addolcisce parecchio.

Il suo carattere è variabile come dal giorno alla notte. Le sue decisioni sul proprio destino sono ancora più imprevedibili.

“ah sì?? Lo sai? Bene..allora perché non te ne vai a rompere le scatole da qualche altra parte? Magari dai tuoi amici giapponesi!”

Il suo viso si contrae in una smorfia di pentimento e risentimento, si avvicina lentamente a me e appoggia una mano sulla mia spalla in segno di volermi parlare da persona civile. Il suo orgoglio gli impedisce di chiedere venia, ma se anche dovesse mettere da parte ogni briciolo di reputazione rimastagli, io non lo posso perdonare.  

Lo scanso con una gomitata ma l’azione mi costa cara e una fitta  di dolore mi mozza il fiato. Mi accascio al suolo sentendo gocce di fluido viscoso fluire lente dalla mia schiena per poi inzuppare la maglia ormai completamente sudicia di sangue.

“Yuri!” urla Kei preso alla sprovvista

“lasciami stare!” sbotto con disprezzo.

Lo blocco cercando di non dare a vedere troppo la mia debolezza, anche se credo di non dare l’impressione sperata. Alzo una mano come per impedire un ulteriore avvicinamento o qualsiasi tentativo di soccorso da parte dell’argenteo.

La testa mi gira alla velocità della luce, vedo luci ovunque e il dolore pungente alla schiena si fa via via più debole e ovattato, chiaro segnale dell’imminente perdita di sensi.

“forza, Yu...non è il momento di fare l’eroe!” sbotta Kei adirato standosene a debita distanza.

L’argenteo non ha intenzione di venir meno alla mia muta richiesta di “non soccorso”. Non voglio che un traditore infanghi il mio corpo con le sue mani sporche di menzogne.

Chiudo gli occhi per evitare di perdere l’orientamento ma un paio di braccia possenti e forti mi aiutano ad alzarmi e mi fanno sdraiare sul letto con il dorso rivolto verso l’alto.

La maglia è logora e Kei non ha difficoltà a levarmela.

“smettila..” mormoro, aggrappandomi disperatamente al mio orgoglio per rifiutare le attenzioni dell’argenteo.

Il ragazzo non mi dà retta e continua imperterrito ad affaccendarsi sulla mia schiena dilaniata.

“Kei...”

“Yuri, se mi lasci lavorare posso evitare che queste ferite facciano infezione, così Vorkov non sarà costretto a rinunciare a te! Non gliela vorrai dare vinta così facilmente, spero...” dice con una punta di ironia.

Esce dalla camera con passo svelto e richiude la porta alle sue spalle appoggiandola delicatamente al battente.

No, non può lasciarmi da solo in camera mia a rimuginare sul da farsi! Sono pericoloso!

Perché è tornato? Perché Vorkov ha punito anche lui? Mi deve delle spiegazioni, ma stavolta non se la caverà facilmente! Mi dovrà dire per filo e per segno ciò che è successo con i BladeBreakers!

Riesco a malapena a muovere la spalla che una fitta più dolorosa della precedente mi paralizza la schiena, mentre un sussulto tradisce la mia solita sicurezza e impassibilità di fronte a certi inconvenienti.

Del resto, lavorare con Vorkov comporta anche questo tipo di rischio: lasciarci le penne a causa sua ancora prima di aver terminato il proprio compito. E’ una lezione di vita a cui siamo stati abituati sin da piccoli: la vittoria è tutto. Ogni mezzo è lecito perciò il fine giustifica i mezzi e se necessario anche la morte.

La porta si riapre e ne entra un Kei piuttosto indaffarato.

Appoggia alla scrivania nell’angolo qualcosa e inizia a darsi da fare con meticolosità.

Accende un accendino e il luccichio sinistro dell’ago che risplende alle fiamme mi mette una certa ansia.

L’imbarazzo è reciproco. Nessuno dei due ha intenzione di decidersi a cominciare il discorso per la quale Kei è rimasto in questa topaia. 

“dovresti fare attenzione: quel taglio sul sopracciglio è davvero brutto..” mormoro cercando di rompere la tensione accumulatasi nell’aria.

Kei si mette a ridere di gusto e si discosta dal proprio lavoro.

“ma ti sei visto come sei conciato tu, piuttosto?” ribatte divertito ma allo stesso tempo teso e nervoso.

“cosa vuoi fare?” domando sentendo il cuore accelerare

Kei mostra l’ago e il filo, sicuramente presi in prestito da Reyka; la ragazza è previdente e ne tiene sempre una scorta in camera sua per ricorrenze come questa.

“mi sono iscritto ad un corso di cucito..” mormora sarcastico, buttando l’accendino alla rinfusa sopra la scrivania.

“ah, spiritoso...non ho bisogno delle tue futili cure falsamente amorevoli!” sbotto.

Dal mio improvviso scatto d’ira ottengo solo il peggiorarsi della situazione.

Kei si affretta a sedersi sul letto di fianco a me e sospira stancamente.

“prendila così, ora tu lasci che io ti presti futili cure falsamente amorevoli, come le definisci tu, e nel frattempo..”

“nel frattempo mi spieghi un po’ di cose!” sbraito ancora. Ennesima fitta e mi si mozza letteralmente il fiato.

“affare fatto. Ma ti avverto che sarà doloroso...”

“lo so, il tradimento di un compagno fa sempre male..” rimbecco.

“sei sempre il solito testone!”

Così dicendo, spruzza sull’intera schiena dell’acqua ossigenata che agisce subito formando della schiuma bianca e provocandomi un dolore lancinante su tutta l’estensione del dorso.

“CAZZO! BRUCIA!” urlo afferrando il lenzuolo.

Kei non si lascia impressionare e si appresta a rinsaldare la presa sulle mie spalle, tenendole appoggiate al materasso, puntellandocisi sopra con tutto il suo peso.

Affondo il viso nelle coperte e senza nessun preavviso inizio a lacrimare dal dolore.

“e siamo solo all’inizio..” mormora Kei divertito

“zitto e racconta, Hiwatari! Comincia dall’inizio!” sbotto chiudendo gli occhi con forza

Non faccio a tempo a stringere le coperte con i denti, che la punta affilata dell’ago affonda nella mia carne trapassandola da parte a parte, cominciando a saldare il primo di una lunga serie di punti.

“cazzo..” sbraito ancora trattenendo le urla.

“mi sa che ne serviranno parecchi..ma siamo fortunati, perché ho un po’ di cose da raccontarti..”

“la tua fortuna è che non ti posso saltare addosso! Ti vorrei ammazzare con le mie stesse mani se solo riuscissi ad alzarmi!”

“vedrai se ammazzarmi o meno dopo aver sentito ciò che ho da dirti!” ribatte offeso, approfittando della situazione per affondare ancora una volta l’ago nella mia pelle.

“porca putt...” non termino la frase che mordo con violenza le coperte.

“sei obbligato ad ascoltarmi, volente o nolente..” rincara la dose

Mi rassegno pensando di essere alla mercé del ragazzo per la quale ho passato 12 anni di sogni travagliati e notti insonni. Dopotutto, le circostanze volgono a mio favore.

Il ragazzo che ora si sta prendendo cura del sottoscritto, colui che ha sfidato le ire di suo nonno e di Vorkov pur di salvarmi la pelle. Il blaider che fa sognare con i suoi spettacolari incontri ed i suoi attacchi micidiali tanto quanto la sua bellezza e la sua capacità di seduzione.

Ciò che provo per lui è solo attrazione fisica o pure c’è dell’altro?

Le sue “futili cure falsamente amorevoli” sono ciò che di più bello si possa avere. Il tocco delle sue mani sulla mia pelle, seppur dolorante, sono un sollievo immenso e mi dà la forza di resistere alla tortura delle ferite inflittemi dai tirapiedi di Vorkov.

Kei sospira rassegnato. È ora di sapere finalmente che cosa ha combinato con i BladeBreakers.

“appena tentai di prendere Black Dranzer, rimasi coinvolto nell’esplosione e non me la cavai facilmente. Persi la memoria, ma temporaneamente. Il dolore di ciò che avevo provato durante la mia breve permanenza al monastero è stato sufficiente a farmi ricordare ogni cosa, ogni particolare, ogni persona a cui ero affezionato.”

Non mi volto a guardarlo, ma sento il suo sguardo posarsi insistentemente sul mio corpo inerme e fragile.

“mi allenai duramente perché mio nonno, il socio di Vorkov, non volle più spedirmi qui dentro. Feci perdere le mie tracce alla Borg e a tutte le associazioni coinvolte negli affari di mio nonno, sperando un giorno di lasciar perdere il beyblade, lasciandomi alle spalle tutto ciò che riguardava questo sport e il mio passato al monastero. Ma la mia passione per il beyblade non diminuì affatto, così per 12 lunghi anni riuscii ad accumulare esperienze e forza sia dalle mie vittorie, ma soprattutto dalle mie sconfitte. Conobbi Takao Kinomiya alle nazionali di bey del Giappone, insieme a Rei Kon e Max Mizuhara e ci unimmo per formare la squadra dei BladeBreakers.”

Nonostante la mia morbosa attenzione verso il racconto di Kei, sento l’ago farsi sempre più assetato di sangue ma cerco di non farci troppo caso. Non so più nemmeno quanti punti mi abbia dato, ma sicuramente una ferita l’ha rimarginata totalmente perché sento una forte tensione che contrae la mia pelle.

“continua..” lo incito per distrarmi dal dolore.

“abbiamo vinto il campionato cinese e quello americano, siamo andati in Francia, in Italia e in Germania. Ma la destinazione finale è sempre stata la Russia. Arrivati a Mosca, mi sono deciso ad affrontare mio nonno e Vorkov che mi tengono tutt’ora sotto costante osservazione. Dopo essere arrivato secondo classificato alle nazionali giapponesi sapevo benissimo che era pressoché inutile nascondersi, dato che tutte le pubblicità riguardavano i BladeBreakers. Così scelsi la via più facile per farmi trovare da qualche ragazzo del monastero e la coincidenza più grande e non prevista dal sottoscritto è stato proprio il fatto di essere stato raccolto da te, Yuri. Una fortuna più grande non poteva baciarmi.” arrossì alle ultime parole.

“come mai hai deciso di tornare al monastero!?” il racconto non quadra totalmente

“io...io ho deciso di unirmi a loro per un solo e unico motivo.”

Si zittisce tutto un colpo, ma le sue mani continuano a ricucire le ferite con fare esperto e preciso, con una cura e un’attenzione lodevole.

È la prima volta dopo tanto tempo che lo sento in evidente imbarazzo per ciò che sta per dire.

“io li ho usati! Mi sento uno schifo per ciò che ho fatto! Ma mi servivano per arrivare qui! Li ho sfruttati a mio vantaggio solo per tornare in questo lurido posto e assicurarmi che Vorkov non vi avesse uccisi!”

“e ti sei preoccupato di noi solo dopo 12 anni?!? 12 fottutissimi anni ci hai messo per renderti conto che FORSE viviamo in un posto dove rischiamo la nostra schifosa vita ogni istante della giornata sotto le direttive di un pazzo egocentrico e cinico?!” sbotto alterando il tono di voce e mettendo in soggezione l’argenteo.

“bravo Kei, devo dire che hai le facoltà mentali di un bradipo! Ti è venuto in mente solo dopo 12 anni di assenza al monastero che probabilmente quel pazzo ci poteva aver ammazzato tutti?!” rincaro la dose

“smettila Yuri!! non sono andate così le cose!!” rimbecca ritornando ad essere il solito scontroso Hiwatari.

“e allora come sono andate? Sentiamo! Sono curioso!”

È strano far capire ad una persona quanto si tiene ad essa sdraiati a letto nelle mie condizioni, ma Kei sembra recepire alla perfezione il messaggio.

“Rei Kon..” mormora ad un certo punto

“chi è? Il cinese?” domando con cattiveria

Il sangue inizia a ribollirmi nelle vene. Si fanno sentire la rabbia e la gelosia verso una persona che manco conosco ma che ha avuto la fortuna di poter passare un anno della propria vita con Kei.

“già...ho stretto un rapporto piuttosto..intimo con lui. Ma durante i nostri momenti di intimità, io non pensavo a fare l’amore con lui...”

Le parole di Kei  sono una pugnalata a sangue freddo, ma sento che c’è una continuazione del racconto come se non avesse detto la verità fino in fondo.

“smettila di girare intorno ai discorsi!”

“finché facevamo sesso, Rei si è accorto che qualcosa non andava! La mia attenzione, il mio umore e i miei sentimenti erano evidentemente rivolti verso qualcun altro.” spiega, rosso in viso.

Finalmente le sue mani si fermano, l’ago ha saziato la sua sete di sangue e posso rilassare la schiena intorpidita e dolorante, mentre Kei stacca il pezzo di filo in eccesso.

“ho finito..” annuncia fingendosi allegro.

Ma il suo tocco morbido e delicato rimane, mentre mi accarezza schiena con fare dolce e premuroso, quasi come volesse davvero prendersi cura del sottoscritto.

“ho confessato a Rei ciò che è successo al monastero, la persona a cui mi sono tanto affezionato e che continuavo a pensare. Così, in segreto, mi ha aiutato a cercare il monastero Vorkov perché in realtà non vi ho mai dimenticati. Il fatto è che ho aspettato il momento più buono per venire a cercarvi, ossia l’inizio dei campionati, quando Vorkov è troppo distratto dai suoi piani di conquista per badare ad un intruso entrato nel monastero grazie al suo migliore esponente.”

Socchiudo gli occhi e sento di nuovo quella meravigliosa sensazione di dolcezza invadermi le membra, ma stavolta non è la soddisfazione di una vittoria personale a far piangere il mio cuore dalla felicità. È una sensazione che so essere assopita da ben 12 anni.

Mi isso sulle braccia facendo forza sui gomiti e mi metto a sedere appoggiandomi al muro come sostegno.

Il dolore alla schiena è travolgente, ma nulla può impedirmi di affrontare il ragazzo, definito da me come un traditore.

Finalmente posso guardare quelle due perle color ametista che tanto ho bramato senza paura di svegliarmi e rendermi conto che tutto è stato solo un meraviglioso sogno.

Kei mi rivolge uno sguardo preoccupato ma allo stesso tempo dolce e gentile, così mi faccio più attento alla fine del racconto.

“in questi giorni ti ho osservato attentamente, Yuri, ho capito quanto ti sei allenato duramente per questo sport in  vece di un lurido bastardo la quale è Vorkov. So quanto tieni a Boris e ai tuoi compagni di squadra, compresa Reyka, ti ho sfidato e ne sono stato felice tanto che ho dato tutto me stesso per quell’incontro.”
Qualcosa, non so bene cosa, mi stringe la gola come una presa invisibile che mi toglie il fiato.

Deglutisco sonoramente per ricacciare indietro le lacrime che si fanno prepotenti agli angoli dei miei occhi di ghiaccio. In confronto alle sue perle di color ametista, i miei zaffiri sono come neve al sole e si sciolgono in un pianto amaro ma al contempo rincuorante.

Non capisco perché la mia bocca non risponde in automatico con una frecciatina che impedisca a Kei di continuare la sua storia, sicuramente inventata per corrompermi.

L’argenteo mi rivolge un sorriso talmente meraviglioso che saprebbe convincere anche un angelo a convertirsi per un breve istante alle sfrenate passioni carnali dell’inferno. Tutto ciò è maledettamente frustrante, così scelgo la via più facile della corruzione.

“sono orgoglioso di te, Yuri, di ciò che sei diventato e di ciò che non hai intenzione di diventare. Sono contento che tu sia rimasto un ribelle nei confronti delle idee di Vorkov, ma nonostante tutto continui a lottare per i tuoi scopi. Ma la cosa più bella sai qual è?”

A questo punto frenare le lacrime è impossibile, ma cerco di non dimostrarmi troppo debole e cedere in tentazione così facilmente. Mi aggrappo disperatamente all’ultimo briciolo di impassibilità che mi è rimasta per non cadere tra le braccia di Kei.

Il ragazzo dagli occhi color ametista allunga una mano e si avvicina lentamente con il viso al mio, in un gesto che mi pare fin troppo scontato e banale. Ma è Kei, ed è tutto ciò che ho sempre desiderato in questi ultimi 12 anni.

Mi accarezza il viso, mi asciuga una lacrima e mi riserva un dolce sorriso.

“la cosa più bella è vederti piangere per me..e sapere che l’unico che può consolarti, sono proprio io...” mi sussurra nell’orecchio.

Come in un sogno troppo realistico, sento il tepore delle sue labbra scaldare le mie fin troppo fredde per lui.

Le sue mani si fanno avide della mia pelle e mi trascinano verso di lui con forza calcolata ma accorandosi di non provocarmi altro dolore alla schiena.

Con molta attenzione, mi adagia sulle sue ginocchia e si china per riprendere quel contatto tanto agognato, così caldo e dolce, così stupefacente come lo potrebbe essere una droga.

Se Kei fosse una droga ne sarei dipendente, ma per il momento le sue labbra mi bastano.

No, non è un sogno. Kei è realtà. Kei è la mia realtà.

 

 

 

Angolo dell’autrice

>.>...<.<...-si guarda intorno furtiva-...CIAO A TUTTI!!^o^ allora!! Piaciuto il capitolo!?! Spero tanto tantissimo di sì!! E che commentiate come al solito, anche con critiche negative!!V_V

Ecco...questo è un capitolo che ritengo piuttosto fondamentale per la storia, tanto che tutto potrebbe benissimo concludersi con questo lieto fine “e vissero tutti per sempre felici e contenti sotto le grinfie dello zio Vorky”. Ma purtroppo non è così...^^’’’ delusi?? Suppongo di sì!^_- perciò passo ai ringraziamenti!

 

Klarai: ciao!!^-^ allora..è successo ciò che speravi?? I due piccioncini si ricongiungono e ovviamente il caro Ivanov è sotto sotto cotto di Kei, tanto che non riesce a non perdonarlo!Spero il capitolo ti sia piaciuto!! Mi fanno sempre piacere i tuoi complimenti!!^//^ me strafelice!! Grazie mille!! Un bacione! Al prossimo cappy!!

 

Lexy90: ciau!!^-^ ma quale onore e onore! Quel Kei voleva aver salva la pelle! ecco perché se n’è andato dal monastero e non si è più fatto sentire!! >.< (grazie tante =.= ndKei)(non c’è di che, caro!^_^ ndAutrice) No, il caro Hiwatari non ha perso la memoria! Cosa vuoi che perda la memoria se gli manca la sostanza fondamentale, ossia il cervello?=.= dai che scherzo! In fondo voglio bene al caro Hiwa!^-^  un bacione! Al prossimo capitolo!

 

Ella_Sella_Lella: Ciao!^_^ come vedete i miei amici alieni non sono venuti a farmi visita questa volta!^_- perciò ho deciso di postare relativamente in fretta anche grazie a certi commenti che lasciate nell’altra fic!^_- così mi sono presa la briga di aggiornare ora! Spero vi piaccia anche questo capitolo! I vostri commenti doppi mi fanno sempre un immenso piacere!!^_^ un bacione! Al prossimo cappy!!

 



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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

 

Ehm..ehm..^.^’’ lo so..lo so...siete tutti arrabbiati perché non ho aggiornato in fretta! È inutile tirare fuori di nuovo la scusa degli alieni V.V ormai mi avete scoperta (già...era talmente credibile che per un pelo non ci cascavo =.=’’ ndKei) –lo ignora altamente-.

Vi auguro buona lettura!!^_^ mi raccomando!! Leggete e recensite in tanti!

 

 

Nonostante tutte le punizioni che potrà mai infliggerci, ritorniamo sempre al punto di partenza.

E’ un circolo vizioso: combattiamo, vinciamo, ci ribelliamo, ci punisce e poi ritorniamo a lottare in nome di uno sport che non ci appartiene. In nome di un beyblade che non è ciò che vogliamo.

Ma tutto il ciclo prima o poi deve ricominciare, e come se non con una bella riunione familiare nell’ufficio di Vorkov?

“spero che la lezione vi sia servita!” sbotta camminando di fronte a noi, percorrendo la stanza in tutta la sua ampiezza.

“SISSIGNORE!”

“scommetto che questa volta non mi disubbidirete più, giusto?”

Nessuna risposta. Chi tace acconsente. Ma non nel caso di Vladimir Vorkov.

Sentirsi chiamare “signore” o “maestro” è una delle cose che lo manda in brodo di giuggiole, così, meno lo chiamiamo in quel modo meno gode della nostra servitù.

Ogni suo gesto, ogni sua decisione ogni sua parola sono calibrati e soppesati in  maniera tale da sfruttarci a proprio vantaggio e nello stesso tempo farci patire le pene dell’inferno.

“siete di poche parole. Comunque non è questo ciò che voglio discutere con voi. Come ben sapete, domani ci saranno degli incontri amichevoli tra la squadra della Borg, quella cinese dei White Tigers e quella americana della PPB All Stars.”

Si ferma. Prende una boccata d’aria. Il silenzio si fa sovrano dell’ufficio contenente sette persone, Reyka compresa.

Posso sentire il respiro affannoso di Kei alla mia destra, mentre tenta di non aggredire Vorkov e mollargli quattro cazzotti.

Il livido del pugno ricevuto dal monaco stesso, è ormai una macchia nerastra sul volto angelico del nippo-russo. Vorkov la pagherà anche per aver deturpato tanta bellezza con le sue luride mani.

“immagino sappiate già ciò che sto per dirvi, ossia di eliminarli in fretta e senza scoprire carte troppo importanti da riservare per le finali mondiali. E, la cosa più importante, voglio i loro bit power. Vi aspetto in piedi domani mattina alle sette. Non voglio ritardi. Vi sarà detta la formazione non appena saremo arrivati al palazzetto.”

Ormai non è più necessario aspettare un suo ordine per uscire dallo stanzino tanto odiato. Possiamo semplicemente girare sui tacchi e andarcene. Ma Vorkov ha qualcos’altro in mente.

“Huznestov!” sbotta adirato con una punta di divertimento nella voce

Boris ghigna come un lupo famelico, dando le spalle al monaco, ma appena si volta verso Vorkov riprende la sua normale espressione da bravo soldatino che mi è rimasta impressa fin dal primo giorno in questo schifoso posto.

“comandi?” risponde il ragazzo dagli occhi smeraldini

“non si ripeta più una cosa del genere. Non voglio più vedere che uno dei miei migliori blaider sconti una pena riservata ad un altro blaider di scarso livello.”

“sta calmo Boris..” gli indirizzo mentalmente quel pensiero, mentre noto i pugni serrati del Falborgh blaider. Le nocche ormai completamente bianche dalla forza con cui stringe le dita.

“non si ripeterà, signore!” risponde atono

Ci dirigiamo verso le nostre camere, ma Reyka blocca Boris in mezzo al corridoio.

“perché cazzo gli hai detto una cosa del genere? Sai bene che se mi avessi lasciata scontare tutta la mia punizione sarei sopravvissuta!!” sbotta con cattiveria

Boris la ignora e continua per la sua strada, scansando la ragazza con una leggera gomitata. Lo sguardo del ragazzo è perso nel vuoto. Quasi assente.

Reyka non demorde. Non capisce il perché del comportamento di Boris nei suoi confronti. Evidentemente è la prima volta che si trova di fronte a qualcuno più testardo di lei.

“mi stai a sentire?? Che cazzo ti salta in mente??” ribadisce Reyra

Stavolta lo raggiunge e gli sbarra la strada allargando le braccia e facendo scudo con il corpo per impedirgli il passaggio.

“lascialo stare, Reyka..” la ammonisce Serjey

“no! Deve darmi una spiegazione!” insiste

“ha bisogno di riposare..domani dobbiamo combattere contro i cinesi e gli americani..” tenta di dissuaderla Ivan con la sua espressione più dolce.

“se continua a fare il gradasso così non arriverà mai vivo alle finali!”

Mai lo avesse detto.

In un attimo Boris la sbatte al muro provocandole una fitta di dolore alla schiena, dove pochi giorni prima aveva ricevuto 5 frustate per la sua cattiva condotta.

Le labbra del ragazzo sono a pochi centimetri da quelle di lei. Reyka assume improvvisamente uno strano colorito rosso che le dà un’aria buffa e alquanto dolce.

Con una sola mano, Boris riesce a catturare i polsi della ragazza e inchiodarli al muro.

“non ti è abbastanza sapere che ti ho salvato la tua stramaledetta pellaccia e che ora sei viva grazie a me??” sibila con una certa malizia, riservata solo alle nostre nottate più calde ormai passate.

Gli occhi di Reyka brillano di una strana luce, come se delle lacrime fossero sul punto di scendere da quegli occhi color della notte.

Nessuno ha il coraggio di intervenire, la scena è piuttosto singolare per ognuno di noi che non ha mai visto Boris Huznestov reagire così ad una provocazione.

La mano libera di Boris si insinua tra i capelli scuri di Reyka, tastandone la consistenza e la morbidezza, assaporando quel dolce contatto così tanto desiderato e sempre represso per paura di rivelare i propri sentimenti.

Qui non è fatto di essere omosessuali o etero. Ai nostri desideri carnali e ai sentimenti non si comanda, bisogna solo seguirli ed essere accondiscendenti con essi.

Ed è proprio ciò che ha fatto Boris, premendo le sue labbra su quelle della ragazza.

Il loro contatto si approfondisce ogni attimo sempre di più, facendo mancare il respiro a Reyka che non ha nessuna intenzione di staccarsi e porre fine a quell’inebriante e violenta passione.

Pochi istanti dopo, nel più totale silenzio, sotto lo sguardo allibito di tutti, Boris si allontana dalla ragazza e se ne torna in camera sua a rimuginare sul da farsi.

Reyka si accascia al suolo con gli occhi gonfi di lacrime. E’ totalmente soggiogata dal Falborgh blaider tanto che non si rende conto di aver pianto per la seconda volta in poco meno di quattro giorni. Una cosa più unica che rara.

Osservo Boris che imperterrito percorre il corridoio a grandi falcate, alla ricerca disperata della sua impassibilità e della sua freddezza, ma ormai non c’è quasi più traccia del piccolo e bastardo calcolatore che una volta militava tra le file del glorioso Vladimir Vorkov.

“andiamo ragazzi, dobbiamo riposare se non vogliamo farci una magra figura agli incontri ‘amichevoli’ prima del torneo mondiale..” li incoraggio cercando di distogliere l’attenzione generale dalla ragazza che non ha nessuna intenzione di alzarsi.

Ivan e Serjey se ne vanno poco convinti diretti verso le loro camere, augurando la buona notte con un rapido saluto della mano.

Kei si avvicina a Reyka e la aiuta a rimettersi in piedi.

Lei per tutta risposta si aggrappa violentemente al petto del ragazzo e lo stringe in un abbraccio che  lo lascia letteralmente senza fiato.

“lui..” inizia a dire la ragazza, cercando di non farsi prendere dai singhiozzi.

“lui si è preoccupato per te. Dovresti chiedere scusa e farti perdonare, non credi?” mormora Kei con un tono troppo dolce per essere il suo.

“io...” balbetta di nuovo Reyka

“tu sei innamorata di lui.”

Detto ciò, la ragazza si distanzia dall’argenteo, fa un debole cenno con la testa e corre in direzione dei dormitori delle ragazze.

Kei si gira verso il sottoscritto, mi fissa per qualche istante e mi sorride.

Sbuffo rassegnato. Rassegnato al fatto che nonostante il tradimento subìto, il mio cuore appartiene al ragazzo di fronte a me. Ne è il padrone indiscusso.

La sua mano sfiora rapida la mia guancia e accarezza ogni centimetro del mio profilo in un lungo e instancabile contatto che nessuno può spezzare.

“se ti avessi io afferrato e sbattuto contro il muro, come ha fatto Boris, cosa avresti fatto?” mi chiede con malizia non troppo nascosta

“puoi sempre sperimentarlo tu stesso...”

“nessuno mi vieta di mettere le mani su un corpo così perfetto come il tuo e farne ciò che voglio?” domanda accattivante

“non mi pare che la scorsa sera passata insieme, tu ti fossi posto così tanti problemi a portarmi a letto...” lo stuzzico

I suoi occhi si animano di una luce sinistra e a dir poco eccitante.

Le sue mani si fanno troppo audaci ed esplorano ogni parte del mio corpo allo scopo di eccitarmi maggiormente e provocarmi piacere.

La sua lingua si intrufola agile nella mia bocca alla ricerca della mia. Non gliela concedo facilmente. Voglio avere la soddisfazione di essere completamente desiderato dal mio amante, da colui che ho sempre sognato possedere.

“e se io ti dicessi che sono innamorato di te?” mormoro in un momento di puro piacere e fibrillazione durante la quale ci separiamo per riprendere fiato.

“non potrei biasimarti...” risponde ansante l’argenteo

Così dicendo, mi trascina in un gioco di mani e di lingue.

Di casti e semplici baci fino ad arrivare a scambi di passioni più intime.

Un gioco in cui tutto è lecito e nulla è impossibile.

 

Ci presentiamo al palazzetto in tenuta ufficiale. Vorkov vuole che la sua conquista del mondo del beyblade sia fatta in grande stile.

Né Boris né Serjey combatteranno i match amichevoli contro i cinesi e gli americani. Sono ridotti piuttosto male e non abbiamo intenzione di scoprire troppi assi prima del tempo.

Il momento delle finali è ormai prossimo e gli attacchi più micidiali di Falborgh e Seaborgh sono da tenere ben nascosti ad occhi indiscreti come quelli dei giapponesi.

Tra le file dei giapponesi milita Rei Kon, ex capo tribù della Tigre Bianca, nonché ex amante del mio Kei.

Di lui mi occuperò personalmente, ma ora non c’è tempo per pensare alle mie stupide e futili vendette amorose di cui farei volentieri a meno. Ho già troppi casini a cui pensare, mi ci voleva solo la presenza dell’ex compagno di letto di Hiwatari a rovinare la giornata.

La cosa mi rende parecchio nervoso e Kei se ne rende conto all’istante.

“sei geloso...” sussurra con malizia

“no!” rispondo in automatico

“la mia non era una domanda..” risponde calmo, sempre più divertito

“e di chi? Sentiamo!” ribatto con finto disinteresse

“di Rei, è ovvio. È talmente chiaro che nemmeno i tuoi occhi cristallini possono reggere il confronto...” mormora ancora più divertito

“ma fammi il piacere! Tentare di farmi passare l’incazzo con questi subdoli mezzucci..”

“perché? Sei incazzato con me? Eppure ieri sera non hai fatto molte storie quando..”

“si si!! D’accordo!! Hai vinto tu! Contento?” gliela do vinta. Non si possono vincere tutte le battaglie quando la guerra è ancora tutta da giocare.

“sei uno stupido..” mi sussurra all’orecchio per farmi eccitare

“e tu sei un coglione! Ma non per questo ti è concesso prendermi per il culo..”

“perché sei geloso..” ribatte ormai con la vittoria in pugno.

“perché sono geloso!” confermo annuendo con una certa stizza

Il telecronista la fa lunga.

“è noioso..” brontola Reyka

L’uomo in piedi su una piattaforma sovrastante il campo di gara, si è vestito da cosacco per l’occasione e improvvisa qualche battuta per movimentare il pubblico, con il solo risultato di farci raggelare il sangue nelle vene.

“è patetico..” ne conviene Boris, seduto a debita distanza dalla ragazza

I due, dopo l’evento straordinario della sera precedente, non hanno più avuto occasione di parlarsi a causa dell’orgoglio di lui e della testardaggine di lei.

Nessuno, nemmeno il sottoscritto, ha ancora avuto il coraggio di domandare loro se ci sono stati degli sviluppi dalla ovvia dichiarazione da parte del Falborgh blaider.

Siamo tutti seduti comodamente sulla panchina posta dietro il sipario che ci divide dal centro del palazzetto, dove migliaia di persone sono venute a vedere la squadra russa in azione durante un match amichevole.

“ma perché vengono a vedere cosa facciamo se sanno già tutti come andrà a finire l’incontro?” domanda Serjey innervosito, dando voce ai pensieri di ognuno di noi.

“perché Vorkov è un benemerito stronzo e deve fare le cose in grande...mostrare a tutti quanto siamo capaci di giocare a bey e tutte le moine che vuoi inventarti, sono tutte piccole conquiste per ottenere ciò che brama davvero..” rispondo con stizza

“tanto nessuno di quelle persone ha idea che se solo osiamo fallire o non obbedire agli ordini di quel folle, ci becchiamo una punizione a suon di frustate..” sbotta Ivan irritato.

Silenzio. Nessuno ha più nulla da dire. Nemmeno Reyka che di solito è una fonte inesauribile di chiacchiere ha più la voglia di parlare.

“mi sa che tocca a te, Ivan..” lo avverto sentendo un applauso partire dalla platea.

Il piccoletto scende dalla panchina con un balzo, afferra il suo lanciatore a forma di fucile e il suo beyblade appena riparato da Boris e si fa strada al di là delle tende cremisi calate davanti a noi.

“il suo avversario è Steve, della PPB All Star...” dice Boris con apparente disinteresse

“già...sembra forte..”

“lo batterà in meno di un minuto..” lo contraddice Serjey, concludendo il discorso con uno sbuffo annoiato.

Come previsto, Ivan torna a sedersi di fianco a noi da vincitore, accompagnato da un fragoroso applauso di apprezzamento da parte del pubblico prettamente tifoso della squadra russa.

Kei mi molla un buffetto sulla guancia ottenendo ciò che più lo fa eccitare: farmi arrossire senza ritegno.

“sei un gran bastardo...” lo insulto

“sì, ma un bastardo innamorato...”

“potete evitare le vostre moine in pubblico?? Yuri! muoviti! Fallo fuori che ho sonno e voglio tornarmene a letto!” si lamenta Boris, mentre un’espressione di dolore gli solca il viso spigoloso e duro.

Mi affretto a fare la mia entrata in arena, dove di fronte a me c’è già ad attendermi il mio avversario. Eddie.

Dai dati di Ivan, il ragazzo in questione deve avere il bit power dello Scorpione.

L’incontro dura qualche istante. La sua difesa è debole. Il suo attacco è prevedibile e di scarsa potenza. Ma non spetta a me catturare il suo bit power.  Il suo beyblade è tecnologicamente troppo poco avanzato per competere con l’ultimo modello di Wolborgh potenziato dai monaci del monastero.

Di nuovo, la platea si alza per acclamare il vincitore dell’incontro.

Apprezzano la vittoria del campione russo. Ma è una vittoria che non mi dà niente. Nessuna emozione, nessuna soddisfazione.

Me ne torno al mio posto dando una leggera scompigliata ai capelli dell’argenteo.

“cerca di non deluderci...” gli dico quasi per prenderlo in giro, ma so benissimo che è più forte di ciò che mi ha dimostrato pochi giorni prima durante il nostro incontro speciale.

“non lo farò..” risponde seccato.

L’incontro di Kei va esattamente come previsto da Vorkov.

Dopo lo stupore iniziale nell’aver sconfitto Steve ed Eddie rispettivamente da Ivan e dal sottoscritto, Kei lancia la sfida all’intera squadra con il solo scopo di fare audience e poter scalare le vette di gradimento di tutti i giovani blaider ancora inesperti e troppo ingenui per capire i piani maledettamente perfetti di Vorkov.

Kei riesce a batterli senza troppe difficoltà. Ora che possiede il potere di Black Dranzer, nessuno al mondo potrà sconfiggerlo e ciò mi lascia un senso di amaro in bocca.

Ma tutto a suo tempo. Ogni cosa andrà come deve andare e la mia vendetta si compirà prima che Vorkov sarà capace di replicare e prendere provvedimenti in proposito.

“ho vinto..” mi sussurra all’orecchio l’argenteo

“e con ciò?” chiedo malizioso

Veniamo interrotti nel nostro momento di avance da una voce a me nota.

Il grido disperato di un ragazzo che chiama a gran voce il nome del mio amore.

“KEI!!!!!”

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti!!^_^ eheh...mi sa che ho di nuovo fatto tardi, nevvero? ^.^’’ ma rimedierò! Prometto! V_V (le parole non bastano V.V ndKei)(servono i fatti V.V ndYuri) =_=’’ volete finirla di demoralizzarmi?? O ne avete ancora per molto? Comunque sia, ora passo ai ringraziamenti e poi me ne vado ^_^

Ma prima di salutarvi e ringraziarvi, vi lascio un immi di Reyka di come me la immagino io!!^O^ sono riuscita a capire come si postano le immi!!

elouai's doll maker 3

     

 

 

Lexy90: ciao cara!^-^ allora..come vedi sono riuscita ad aggiornare! Anche perché per una settimana sarò in vacanza, perciò non posso andare avanti con nessuna fic e men che meno postare nuovi capitoli ^^’’ comunque..sono contenta ti sia piaciuto lo scorso capitolo!! Hihi!! Già...Yuri non riesce proprio a resistere al caro Kei! come biasiamarlo?? Al prossimo capitolo!! Un bacione!^_-

 

Klarai: ciao!!^o^ mi sa che entro il prossimo capitolo vedrai un bel faccia a faccia tra Yuri e Rei! Mi piacciono troppo le risse per non poterle scrivere nei miei capitoli V.V’’ non sono sadica! Sono solo patita dei bellissimi ragazzi che si pestano per il loro amore!*.* la trovo una cosa troppo romantica!! Ci saranno colpi di scena, non preoccuparti ^_- soprattutto considerando il finale che ho in mente dall’inizio della fic! Hihihi!! +_+ mi sento in vena malvagia!! Al prossimo capitolo!!^_- un bacione grande!

 

Ella_Sella_Lella: ciao care!^-^ contente?? Ho aggiornato!^O^ sono rimasta su fino a quest’ora solo per poter aggiornare e lasciarvi per una settimana senza capitoli!!^_- grazie mille di tutti i complimenti! Mi fanno sempre piacere! Se volete vi presenterò i miei amici alieni V.V così vi rendete conto che è proprio difficile scrivere i cappy con quelli che ti osservano e ti portano in giro per le galassie! Riguardo alla richiesta di far morire lo zio Vorkov...mi sa che la prendo in considerazione!V.V hihihi!! Un bacione ad entrambe!^_- al prossimo capitolo!!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

 

E come al solito ho fatto tardi, ma ormai dovreste esserne abituati, o no?^_- beh, che dirvi..io ci tengo alle mie fic, così tanto che rileggo continuamente i capitoli e ne trovo sempre fuori errori e cazzate varie..è anche per colpa del mio essere perfezionista che tardo molto a postare i capitoli =.=’’ non ne vado molto fiera, ma purtroppo è così.

Vi lascio al prossimo capitolo che a mio parere è piuttosto interessante V.V (no comment =.=’’ ndTutti)

 

 

“KEIII!”

Ecco la voce del destino venuto a reclamare ciò che è proprio di diritto. Ma che diritto ha il fato sul futuro di un giovane blaider dalle doti fuori dal comune?

Quella voce. L’ho già sentita da qualche parte. Ne sono sicuro al cento per cento.

In lontananza appare una sagoma indistinta ma dalla velocità con cui si avvicina, deve essere per forza un centometrista o un atleta simile.

Boris scatta in piedi ma lo sforzo gli costa parecchie energie e un dolore lancinante alla schiena lo fa indietreggiare e risedere al proprio posto, rendendolo totalmente inoffensivo.

Reyka non perde l’occasione per degnare di uno sguardo apprensivo il giovane dagli occhi smeraldini, ma quest’ultimo è tutt’altro che favorevole a mostrarsi bisognoso di cure. Scansa con una manata poco amichevole la ragazza che tenta in tutte le maniere di rendersi utile,  ma non c’è nulla che Reyka possa fare contro l’orgoglio di Boris.

La tensione si fa palpabile e tesa.

Kei, nonostante non lo dia a vedere, è agitato e preoccupato che la situazione degeneri. Sa bene cosa vuol dire sfidare le ire della squadra della Borg e non vuole che un destino simile incontri il suo ex capitano, nonché sua unica ragione di accanimento verso lo sport che pratichiamo.

L’argenteo comincia ad ansimare di frustrazione e nervosismo, tanto che la ragazza cede all’impulso di chiederci cosa stia accadendo.

Agli occhi inesperti di Reyka, quel ragazzo dai capelli corvini e dall’aria così inebetita non può che essere uno qualunque, magari un fan è un fotografo scampato alle guardie di controllo.

“quello è il capitano della squadra giapponese, ex compagno di squadra di Kei che evidentemente non s’è ancora messo via la faccenda che il nostro argenteo abbia cambiato alleati..” spiego interpretando i pensieri delle morettina.

Guardo Kei con sufficienza calcolata. Voglio capire come ha intenzione di reagire di fronte ad una situazione simile e cosa ha da dire quel buono a nulla del giapponese.

“KEII!”

Kei si volta verso il ragazzo che sta correndo come un forsennato lungo tutto il corridoio.

“Takao..” mormora non troppo sorpreso.

Il ragazzo dai capelli corvini si mantiene in piedi a stento a causa dello scatto per poter raggiungere l’argenteo ed esprimergli tutto il suo disprezzo.

Il volto di Takao è una maschera di stupore e orrore, quasi avesse visto il peggior fil horror che esista sulla faccia della terra.

“Kei...quello..quello che hai fatto..” comincia il giapponese, strascicando le parole e ansimando per lo sforzo fisico.

“ehi! Tu sei quello che ho battuto al monastero! Quello che insieme al resto della squadra cercava Kei, o mi sbaglio?” domanda Ivan, tagliente come sempre quando si tratta di demoralizzare l’avversario.

Takao indietreggia, spaventato da tanta scontrosità da parte del piccoletto che sembra compiacersi dell’effetto ottenuto sul giapponese.

“sì! Esatto! E voi mi avete detto che stava male e che saremmo potuti venire a vederlo al più presto!” sbotta Takao additando prima Ivan e poi il sottoscritto.

Scoppio a ridere sorprendendo persino me stesso da quanta malignità riesco a riversare in quel momento d’ilarità.

“evidentemente non ti eri reso conto che ti stavamo prendendo per il culo, Takao..” sibilo cercando di spaventarlo ancora.

Il morettino inizia a ringhiare con ferocia.

“Kei...non mi sarei mai aspettato un voltafaccia simile! Come...” ma l’accusa di Takao rimane incompleta.

“come mi sono permesso?” Kei precede la sua domanda.

Il tono del nippo-russo mette i brividi. Si vede che aveva già messo in conto una scenata da parte del suo ex capitano nel caso in cui sarebbe riuscito a eludere la sicurezza ed entrare nel nostro territorio.

“la risposta è facile...perchè con loro posso essere sicuro di diventare il più forte blaider esistente! E solo allora potrò realizzare il mio sogno...” sbotta Kei con fare malevolo.

Il nippo-russo sembra non voler dare altra scelta a Takao che andarsene con la coda tra le gambe, ma il giapponese non vuole saperne di tornare dai propri amici a mani vuote.

“con la Borg potrò finalmente porre fine alla tua incontrastata supremazia! Potrò batterti, Takao!” continua l’argenteo con occhi sempre più colmi d’ira.

Kei mi lancia un’occhiata furtiva, ma ne leggo solo voglia di dare e ricevere quel sentimento dal nome impronunciabile. Quella cosa che c’è stata negata all’inizio della nostra disavventura al monastero.

È quel sentimento che i poeti adorano e per la quale scrivono poesie su poesie, poemi su poemi, canzoni e ballate, racconti e favole. Ma qui non siamo in una favola. Non ci sarà mai un lieto fine. Non ci potrà mai essere.

Gli occhi di Kei, anche in un momento simile, risplendono di quel sentimento che sa ricevere e donare. Ma io posso paragonarmi a lui? Posso dire di essere in grado di saper donare l’amore che Kei cerca? O forse è meglio che stia con i suoi ex compagni di squadra? ...con Rei.

“TAKAO!!”

La voce del cinese della tribù della Tigre Bianca squarcia l’aria come un fendente, ma allo stesso tempo mi perfora il cervello da parte a parte. Può andare peggio di così? Ci mancano solo l’americano mammone e il nanetto occhialuto per completare il quadretto.

Rei. Di nuovo di fronte a me. Il mio cuore scalpita al solo pensiero che quel gatto spelacchiato abbia condiviso il letto insieme a Kei. Il MIO Kei.

Non posso accettare un affronto simile.

“Kei..” mormora sorpreso il cinese.

Kei lo guarda e gli regala un dolce sorriso di comprensione. In fondo, il cuore di Kei è ancora buono e puro come nessuno qui ha il coraggio di ammettere.

Le bestialità commesse dalla squadra della Borg non hanno effetti collaterali sulla bontà d’animo dell’argento.

Quando tutto questo sfacelo causato dal malsano gioco di potere tra Vorkov e  Hito Hiwatari finirà, almeno Kei potrà considerarsi uscito illeso e salvo.

“Rei..” lo chiama Kei in tono sommesso, quasi a voler incitare il cinese a dare una valida spiegazione della sua presenza in questo posto.

Takao se ne rimane in disparte. Deve conoscere bene il legame intimo e forte creatosi tempo addietro tra Rei e Kei e non si vuole mettere in mezzo per paura di poter perdere quel barlume di speranza che il cinese porta con sé.

Rei è la fiammella in mezzo al buio per Kei.

È la luce in mezzo all’oscurità.

Si potrebbe interpretare la scena di un atleta che porta con sé la sacra fiaccola olimpica per poi accendere il tripode e dar inizio alle danze e ai giochi delle Olimpiadi.  

Che altro può pretendere, Kei, se non afferrare quella debole fiamma e farla propria per riuscire a  riemergere dalle tenebre?

Il nippo-russo si volta verso Rei e gli si avvicina con passo strascicato, sotto attenta osservazione dei presenti.

Boris ha ancora il fiato corto e il respiro mozzato a causa dello sforzo fisico costatogli il riaffiorare del dolore pungente e attanagliante alla schiena.

Reyka non dà più peso alle lamentele di Boris che ormai sono diventate degli inutili e stupidi “sto bene” e “vattene”. Ma seppur con queste parole, Reyka rimane a sorreggere il ragazzo ben più massiccio di lei e ne sente il peso gravare sulle sue gambe.

Che sia questo il sentimento che Kei tanto brama e che sa donare agli altri?

È questa l’emozione che Rei ha insegnato a Kei durante la sua permanenza in Giappone?

Amare significa saper sorreggere il peso di una relazione nonostante gli inconvenienti e le piccolezze che possono scalfire quel rapporto unico e straordinario?

Perso in questi pensieri non mi accorgo di ciò che effettivamente succede intorno a me.

Ivan e Serjey non capiscono il motivo di tanto scalpore fra i presenti ed i nuovi arrivati che ora, con un meschino gioco di ricordi e sguardi volubili e languidi, stanno tentando di riappropriarsi di Kei.

L’argenteo allunga il braccio verso Rei e lo accarezza dolcemente quasi fosse lui l’angelo che porta consolazione e speranza. Quasi spettasse a lui il compito di far tornare la luce in mezzo al buio.

Rei fa sua la mano che con tanta gentilezza gli era stata offerta da Kei, ma l’argenteo scuote la testa con altrettanta dolcezza mentre la consapevolezza prende il sopravvento su Rei che è ora conscio di aver perso il tatuato per sempre.

Kei si avvicina a Rei, gli sussurra qualcosa all’orecchio mentre le labbra del cinese si increspano in un sorriso amaro e tirato, di circostanza.

Dal canto mio sento ribollirmi il sangue nelle vene e il mio portentoso e famoso autocontrollo sta per andare a farsi benedire.

Se quel cinese non sparisce dalla mia vista entro pochi istanti, sarà peggio per lui e per il suo compagno.

“Kei, per me tu sarai sempre  il benvenuto...” mormora Rei in preda alle lacrime eroicamente represse fino a quel momento.

Kei fa un cenno della testa ma non proferisce parola. Ha deciso che è meglio tacere e lasciar parlare i fatti.  

Come è possibile un cambiamento così radicale nel comportamento di Kei da quando è entrato in scena Rei?

Eppure anche Takao sembra sorpreso da tale metamorfosi. Che sia perché in fondo Kei nutre ancora dei sentimenti sinceri verso Rei? Che sia ancora innamorato di lui?

Questo non lo posso accettare.

“SPARITE DA QUI!!” urlo. Sembra più il ruggito di una belva che il grido di un 19enne.  

Kei si volta a guardarmi con terrore e preoccupazione, mentre Takao rabbrividisce al suono del mio ululato talmente forte da aver fatto rizzare i peli della coda perfino al gattaccio spelacchiato.

Rei è a terra ancora sfiancato dalla folle corsa per raggiungere il compagno di squadra, ma riesce a mascherare la sua spossatezza e si alza a fatica per potermi guardare dritto negli occhi.

Le sue pozze dorate non valgono nulla in confronto ai miei zaffiri.

“No! Rei! Non lo fare!” sbotta Kei evidentemente irritato dal mio comportamento.

Kei sa bene cosa sta per succedere.

E non lo impedirà.

“e cosa potrei fare, altrimenti? Guardo questo bastardo che detiene il trono nel tuo cuore e non posso far altro che mettere da parte il mio orgoglio e andarmene con la coda tra le gambe...” risponde Rei acido.

Non avrei mai detto che il cinese potesse sputare sentenze tanto cattive. Ma non mi lascio intimorire da un pivellino allo sbaraglio che minaccia inutilmente uno che di accuse, punizioni e minacce ne ha ricevuti a bizzeffe.

“cosa sarei IO, di grazia?” sibilo guardando ancora quegli occhi dorati farsi luminosi e irti di pericoli.

“un bastardo! Uno che non ha a cuore la propria vita e la stessa del proprio ragazzo! Uno che non sa vivere...” continua quasi a volermi accusare di un torto.

“.. e chi non sa vivere, non sa neanche amare!” aggiunge Rei, rincarando la dose di accuse e malvagità.

La rabbia mi prende alla gola ed è troppo forte per me. Non la posso contenere.

“tu non sai contro chi o cosa stai andando a finire..” lo avverto, sperando intuisca le mie intenzioni per non ricorrere alle mani proprio di fronte a Kei.

“non sai di avere ciò che hai, finché non lo perdi...ed è ciò che imparerai a tue spese!” replica il

cinese.

Questo è troppo.

Ora sentirà cosa vuol dire far arrabbiare il Lupo della selvaggia steppa russa.

Lo stendo con un pugno in pieno stomaco e si accascia a terra gemendo di dolore.

Non mi accontento di un semplice rivolo di sangue che si fa strada sul suo mento per poi inumidire il pavimento di chiazze scure.

Lo prendo per il colletto della tuta e lo inchiodo al muro, mentre con l’altra mano carico il pugno che gli farà perdere i sensi definitivamente.

Lo scontro non può durare per più di qualche istante che due forti braccia mi afferrano le spalle e mi allontanano dal cinese ridotto uno straccio da un semplice cazzotto.

“CHE FAI?!? KEI!! LASCIAMI STARE!! LO VOGLIO UCCIDERE QUEL CINESE!” urlo in preda all’isterismo.

“no, Yuri! non lo fare! Poi ti sentirai solo più in colpa con te stesso!” ribatte l’argenteo che ora mi stringe tra le sue braccia in una morsa ferrea.

Ansimo dalla frustrazione e dall’ira che mi è montata fino al cervello, annebbiandomi la vista.

Takao si affretta a prendere in spalle il cinese e a portarlo via dalla nostra vista. Oramai  è chiaro come il sole che Kei farà parte della squadra russa per il resto del torneo mondiale e nessuno, neppure il suo ex amante, potrà fargli cambiare idea.

Sento uno strano formicolio alle mani ma non è nulla di grave se considerato l’affronto appena subìto da uno stupido cinese.

Il ragazzo alle mie spalle mi obbliga a voltarmi per fissarlo nei suoi occhi ametista, ma non vedo ciò che spero.

Non trovo di nuovo quegli occhi inondarmi di quell’inebriante sensazione di benessere.

È ben altro sguardo quello che mi si presenta di fronte.

Rabbia, risentimento e vergogna. Ecco cosa esprimono quei pozzi colorati imperscrutabili che tanto amo.

“Yuri..” ringhia il mio nome con quanta foga ha in corpo “...perchè l’hai fatto?? Perché hai aggredito Rei? Per colpa della tua stupida gelosia non..”

Non riesce a concludere la frase perché troppo preso a controllarsi nel non spaccarmi il muso a suon di pugni.

Emette un gemito di frustrazione e mi inchioda al muro prendendomi per il colletto della giacca.

Potrei scommettere qualsiasi cosa di aver visto le fiamme dell’Inferno in quello sguardo così diabolico e accusatore.

“AAAAH!”

Un urlo e in un istante vedo il ragazzo caricare un cazzotto.

Chiudo gli occhi in un vano tentativo di non sapere quando colpirà.

Un rumore sordo rimbomba a poca distanza dal mio orecchio.

Riapro con cautela gli occhi e noto il pugno sanguinante del nippo-russo conficcato nel muro dietro di me, appena a pochi centimetri di distante dal mio volto.

Deglutisco sonoramente e ringrazio il cielo di non aver ricevuto una tale scarica di rabbia.

Kei ha il fiatone dallo sforzo sovrumano di decidere che bersaglio colpire: o il muro, o il mio viso.

L’idea di ridurmi il naso in poltiglia lo deve aver affascinato e stregato come il Serpente ha sedotto Eva, stuzzicandola a cogliere quella dannata mela.

“sei uno stupido, Ivanov. Un emerito stupido!” sbotta fissandomi negli occhi.

Non sostengo il suo sguardo. È una sensazione così pesante che avrei preferito un bel cazzotto nel naso piuttosto che dover sopportare un’umiliazione simile.

“vaffanculo, Yuri..tu e la tua gelosia!”

Detto questo, si volta verso Boris e gli rivolge una rapida occhiata con aria clinica.
“mi dispiace, Boris...non avrei mai pensato che Takao mi seguisse fino a qui. Non sarebbe mai successo se io mi fossi dimenticato di voi...”

Il ragazzo dagli occhi smeraldini rimane interdetto dalle parole dell’argenteo.

“..se io mi fossi dimenticato di voi..”

“..se io mi fossi dimenticato di voi..”

Le sue parole rimbombano nella mia testa e mi fanno male.

Un male che non ho mai provato durante le torture e le punizioni inflittemi da Vorkov.

Un dolore che non ho mai sperimentato combattendo contro Boris in uno dei suoi momenti NO, quando si rischia la pelle anche solo assistendo all’incontro.

I passi veloci e misurati di Kei si dirigono in fretta verso gli spogliatoi, lasciando il resto della squadra a fissare la crepa nel muro alle mie spalle.

Deglutisco e rivolgo un’occhiata a Boris che sbarra gli occhi incredulo.

“se ti avesse colpito, il tuo bel visino sarebbe diventato un ammasso informe di gelatina, Yuri..” mormora Reyka allibita.

“ma non l’ha fatto..” precisa Serjey cercando di risollevare la situazione

“ed è tutto grazie alle tua bravura a letto, Ivanov..” scherza Ivan,  mollandomi una gomitata per farmi rinsavire.

“una cosa è certa...” si intromette Boris con un tono da far venire i brividi.

Tutti lo guardiamo aspettando una sua battuta o affermazione idiota per alleggerire l’atmosfera.

“quel cinese mi sta sulle palle!” sbotta il Falborgh blaider

Una luce sinistra illumina le iridi smeraldine del ragazzo che ora si regge senza lamentele sull’esile corpicino di Reyka. Quest’ultima pare soddisfatta dalla posizione in cui si trova Boris, forse perché riesce tranquillamente ad allungare le mani sul suo sedere o a manipolarlo in qualche altra subdola maniera.

“che fai ancora lì??” dice tutto d’un tratto la morettina “Muoviti!! Vai da Kei!! che cazzo aspetti? La benedizione degli dèi?”

“mi sa che quella non la riceverò mai..” sbuffo scocciato lasciandomi andare ad un sospiro forzato.

Non me lo faccio ripetere due volte e parto all’inseguimento di Kei.

Deve per forza essere andato negli spogliatoi.

Apro la porta con un colpo e mi ritrovo di fronte la visione più celestiale a cui io abbia mai assistito. Se gli angeli del Paradiso sono tutti così, allora spero di essere morto.

Ma la mia coscienza mi fa tornare con i piedi per terra perché, purtroppo, io non potrò MAI finire in Paradiso.

Kei è di fronte a me e sta armeggiando davanti al suo armadietto. Ha solo un paio di boxer addosso e sembra intenzionato a non rivolgermi la parola per molto, molto tempo.

Appena faccio la mia stupida entrata impacciata, arrossendo come un moccioso alla vista di Kei svestito con addosso solo un paio di boxer, mi sento un perfetto idiota. Uno stupido, se vogliamo utilizzare le parole di Kei.

L’argenteo non si volta a guardarmi; forse è troppo impegnato a recuperare il bagnoschiuma per farsi la doccia o forse è troppo intento a non darmi la soddisfazione di guardarmi negli occhi.

Eppure sento che non ce l’ha con me.

Non è arrabbiato per ciò che è accaduto in sé, non credo sia per il pugno mollato a Rei. Deve essere per qualcos’altro.

“Kei, io..”

“Non una parola, Yuri..”

Finalmente lo vedo negli occhi. Finalmente ritrovo quella sensazione di benessere che mi pervade le membra dal primo all’ultimo muscolo.

“sai, non credevo che un ragazzo 19enne cresciuto in un monastero dai modi così rigidi, potesse essere tanto infantile!” sbotta.

Ed ecco che parte la lunga serie di accuse, giustamente meritate e che subirò in sacrosanto silenzio.

“tsè...ha ragione Rei, tu non sai cosa vuol dire perdere una persona...” continua avvicinandosi a me come un predatore studia la propria preda.

“tu sei solo un egoista che pensa solo a stesso...non ti importa delle conseguenze che avrà il tuo comportamento sulla squadra, no? Dovevi per forza pestare a sangue Rei...”

Me ne resto zitto e accuso ogni colpo come una frustata delle punizioni.

“no, tu dovevi dare prova del tuo essere grande e forte di fronte a Takao e Rei...dovevi far valere il tuo territorio su di me, non è così? Ma sappi che io non sono un oggetto da ottenere..e questo Rei lo sa bene. C’è andato leggero con te, Yuri, ma io non sarò altrettanto clemente da censurare ciò che penso veramente sul tuo conto..”

“Kei....” tento di prendere la parola.

“sei uno stupido, Ivanov...sei più stupido di quello che credevo e mi fa male ammettere queste cose...ma sai qual è il tuo problema? Io l’ho capito fin dall’inizio, e sono stato accomodante con te.”

“allora dimmi te che cazzo ho che non va!! Dimmi tu cosa c’è da cambiare in me!” sbotto, cercando di sovrastare l’argenteo in altezza.

Nonostante ciò, Kei non sembra intimorito dal sottoscritto.

“quanto cazzo di costa ammettere che te ne vuoi andare, Kei? tu vuoi tornare da loro!! Tu vuoi andartene da qui perchè nei BladeBreakers c’è Rei!!”

“ah, e secondo te è questo il motivo della mia sfuriata di prima? Secondo te io ho difeso Rei? Io sarei innamorato di Rei?”

“s-sì...” balbetto confuso

Fa vacillare le mie difese con una tale semplicità da farmi sentire totalmente in suo volere. La sua domanda mi mette con le spalle al muro. È questo quello che penso in realtà, ma non voglio ammetterlo a me stesso.

“già...forse una volta lo ero, hai ragione..” dice sorridente.

Il suo è più un ghigno che un sorriso. Una smorfia di divertimento mista a disprezzo nei miei confronti.

“e avrei anche voglia di tornare nei BladeBreakers, lo ammetto..” continua sempre con quello strano sorrisetto, mentre si riappropria dei jeans e se li infila lasciando perdere la doccia.

“Rei è un mio caro amico, e te ne devi fare una ragione...solo che non capisco una cosa di te, Yuri..”

“cosa?” chiedo ingenuamente

Scuote la testa in un NO poco convinto mentre schiude la bocca, ma da essa non esce nessun suono.

Sembra voler dire qualcosa, ma le sue intenzioni sono ben altre.

Si avvicina velocemente a me e appoggia le sue labbra sulle mie con una passione e una foga che mi infiammano l’anima.

La sua lingua si intrufola esperta nella mia bocca, prendendo ad accarezzare la mia che subito cede ai giochi dell’argenteo e si lascia comandare e sedurre da tanta focosità.

Le sue labbra scottano come lava sulle mie  che sembrano di ghiaccio.

Non sento solo un fuoco ardermi sulle labbra.

Lo sento anche dentro di me.

Che sia questo il sentimento che provava Kei per Rei?

Che sia questo ciò che Reyka prova per Boris e che lui tacitamente ricambia?

Qualunque cosa essa sia, la voglio far mia per sempre.

Kei si stacca da me e appoggia le mani sul mio torace, saggiandone la consistenza sentendo i battiti irregolari e frenetici del mio cuore in fibrillazione.

“non capisco una cosa...quanto ti è difficile ammettere che mi ami?” chiede con dolcezza, stavolta genuina.

Lo fisso sentendo le gote avvampare e cerco di nascondere il mio imbarazzo voltandomi verso il muro alle mie spalle.

Mi costringe in un abbraccio che non lascia scampo alle mie volontà di volermi sotterrare e porre fine alla mia vergogna.

“hai paura che io possa dirti che ricambio?” mormora divertito e per niente imbarazzato.

“stronzo..”  borbotto e involontariamente le mie labbra si increspano in un sorriso

“obiettivo...” replica serio

“bastardo calcolatore!” rimbecco più acido

“innamorato...” mormora dolcemente.

Rimango senza fiato non appena sento la sua mano farsi avida della mia pelle e comincia a  tastarne ogni centimetro con ossessione maniacale, saggiandone la morbidezza e la perfezione degna di una bambola di porcellana.

Sotto le mie tecniche ed un’esperienza piuttosto elevata, la cinta dei suoi jeans si apre e questi cascano a terra senza un rumore.

Con la stessa premura, Kei mi slaccia i pantaloni che vanno a far compagnia ai jeans dell’argenteo, finiti sul pavimento.

La mia maglietta si sfila con meno difficoltà e scivola via tra le mani capaci di Kei, la quale indossa ora solo l’ultima costrizione per poter dar libero sfogo al gioco che tanto amiamo.

Un gioco che non ci stanca mai, ed ogni volta che finisce lo ricominciamo per due.. tre.. quattro... infinite volte! Fino a crollare sfiniti, esausti e sudati l’uno tra le braccia dell’altro, mentre con un sorriso ci comunichiamo la nostra felicità e la soddisfazione di possederci.

Che sia questo ciò che i poeti definiscono amore?

 

 

Angolo dell’autrice

Scusate!!>o< davvero, abbiate pietà di me!!ç_ç mi dispiace così tanto aver tardato a postare! Stavolta non do la colpa a nessun alieno e nessun extraterrestre, mi prendo le mie responsabilità!ç_ç è colpa del mio blocco..anche per In Pieces è successa la stessa cosa e spero che non ne abbiate a male! Mi dispiace così tanto aver fatto tardi!ç_ç

Klarai: gomen!ç_ç comunque, nonostante siano arrivati i guastafeste di Takao e Rei, come è giusto che sia V_V, le cose sono andate per il verso giusto! Anzi, direi che se non fosse arrivato Rei a dare una bella svegliata a Yuri ora il rossino non si sarebbe dichiarato!V_V credo che le coppie rimarranno queste per tutto il resto della fic perché mi ci sono davvero affezionata!^_^ perciò don’t worry!!^_- mi disp aver tardato così tanto!ç_ç gomen!! Se mi insulterai e mi vorrai ammazzare di botte non ti posso biasimare!!ç.ç un bacione!!spero di sentire la tua opinione anche su questo capitolo!^_-

 

Lexy90: ormai sei abituata ai miei ritardi, lo so V_V e non ti stupisci più di niente! ç_ç perdono! Chiedo venia! Ma ora bando alle ciance!^_^ i due fidanzatini sono così teneri!! Hihihi!! Anzi, per la precisione le due coppiette sono così  belle!!*.* hihi!! Bellittime!! Ovviamente Yuri ha avuto di che ridire con Rei, ma insomma...tutto a suo vantaggio!!^_- un bacione grande!! Al prossimo capitolo!!

 

Ella_Sella_Lella: ciao cara!^_^ -si prepara alla strigliata imminente- ehm...scommetto che chiederti scusa non serva a nulla, vero??*.* <--occhi sbrilluccicosi... comunque sia, le telenovela ha avuto bisogno di una sistemata al casting, perciò ecco spiegato il motivo del ritardo^_- spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!!^_^ e pure qui ci sono un sacco di scene romantiche dove puoi sbizzarrirti e crogiolarti!hihiih!!^_- un abbraccio e un bacione!

PS: se hai msn ti insegno come si fa a postare le immi!^_-

 

Lunetta Caduta nel Pozzo: ciao!^_^ forse hai ragione!! Dovrei usare la scusa degli uomini pesce la prossima volta, ma per oggi sono onesta e ho ammesso di essere una scrittrice orribile che ha i blocchi di un mese!ç_ç pessima!! Comunque..non siamo qui a piangere sul latte versato, quel che è fatto è fatto!V_V mi dispiace per Rei, ma vedrai che ha avuto i suo motivi per dire ciò che ha detto e per istigare Yuri....Rei in realtà...(taci!! Vuoi dirle tutto??>o< ndRei) O.O...V.V –si chiude la bocca  con la zip- bene...spero che questo cappy ti sia piaciuto nonostante la sconfitta amorosa di Rei!^_- un baciotto!!

 

Kaifan91: ciao!^_^ grazie mille per il commento! Sono proprio contenta che la mia fic ti sia piaciuta! Già dall’inizio doveva diventare una KeixYuri..ma prima l’ho sottoposta a un po’ di movimento!^_- Reyka credo sia un personaggio particolare con i suoi difetti e i suoi pregi, e magari ora che tra lei e Boris sta nascendo del tenero, il suo carattere si addolcirà!^_^ spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! E mi dispiace per il ritardo!ç_ç baci!

 

Arisu Kon: ciao anche a te!^_^ il fatto che la storia tra Yuri e Boris sia superficiale è voluta, nel senso che doveva diventare una KeixYuri perciò ho evitato di entrare troppo nel dettaglio di ciò che fanno Boris e Yuri insieme, anche se la cosa mi allettava molto!V_V invece per l’OOC io l’ho messo come nota nella fan fiction a scanso di equivoci come questo...lo so bene che Kei è un po’ OOC, perciò me ne sono vista bene nell’inserire come nota quell’OOC. Detto questo, ti ringrazio per il complimento!^_- sono contenta di sapere che apprezzi il mio modo di scrivere! Spero di sentirti per questo capitolo! Un bacione!!

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

 

Salve a tutte!^-^ allora..vi annuncio subito che questo è un capitolo incentrato soprattutto sulla storia d’amore di una delle due coppiette V_V Ci tenevo a scrivere questo capitolo perché mi pare giusto dare uno spazio anche agli altri personaggi, così da focalizzare tutto intorno ad una coppia ben precisa! (scommetto che LnCd sarà molto contenta di questo capitolo^_- ndAutrice)

Ah, per la cronaca, nei flash back è Boris che parla in prima persona ^.^ meglio specificare prima che nascano malintesi!^_- buona lettura!

 

 

 

Finiamo le “amichevoli” in bellezza.

La strategia di gioco di Vorkov è infallibile. Nessuno può aspettarsi qualcosa di normale da una mente contorta e malsana come la sua.

Ed è appunto questo che sconvolge l’avversario a tal punto da far svanire ogni suo sogno di gloria o la voglia di combattere per vincere il match.

Così si è determinata la vittoria sulla squadra americana e alla stessa maniera su quella cinese.

Tutti i piani di quel monaco pazzoide mi si presentano così chiari che non capisco come sia possibile il fatto che nessuno l’abbia già denunciato alle autorità.

Ma questo sarebbe un ragionamento del tutto normale se non fosse per un piccolo dettaglio quasi insignificante: le autorità sono corrotte dal socio in affari di Vorkov, ossia Hito Hiwatari.

Ci ritiriamo dal palazzetto e ce ne torniamo senza fiatare al monastero.

Nessuno osa fare commenti che potrebbero apparire inopportuni di fronte al guardiano che ci scorta fino alla soglia del portone principale del lugubre edificio.

Non c’è anima viva al di fuori di me in questa stanza dove, solo fino a un’ora prima, la presenza dell’argenteo mi pareva la cosa più straordinaria esistente.

Non ho voglia di prendere in mano il beyblade e non sono nemmeno intenzionato ad allenarmi, così faccio il punto della situazione.

Kei è fuori ad allenarsi con Ivan e Serjey, la quale si sta rimettendo piuttosto in fretta e non patisce più le pene dell’inferno a causa della punizione scontata qualche giorno prima.

Reyka starà civettando con Boris o starà studiando la tattica più adatta per farsi accettare dal Falborgh blaider.

Insomma, tutti possono riprendere le attività che avevano interrotto prima delle amichevoli.

Tutti fuorché il sottoscritto.

Io me ne sto comodo e beato, sdraiato a letto a rimuginare su una maniera efficace per prevenire un’ulteriore mossa da parte di Vorkov, ma immedesimarsi in una mente tanto perversa mi riesce quasi impossibile. Quasi.  

“devo fermare quel bastardo!” mi ripeto fino alla nausea.

Quelle parole mi si ripresentano in ogni pensiero a caratteri cubitali, segno che il tempo in cui i DemolitionBoys sono stati i soldatini nelle mani di uno squilibrato è finito.

Eppure, come si può trovare una falda su qualsiasi fronte in un piano ingegnoso e perfetto come quello del nostro aguzzino?

Kei ha combattuto un match stupefacente contro la squadra americana sfidandoli contemporaneamente e vincendo senza il minimo sforzo, per non parlare dello scontro con i White Tiger che hanno subìto una clamorosa sconfitta perdendo i vari bit power.

Negli incontri della finale mondiale contro la squadra giapponese posso immaginare la formazione da chi sarà composta: Boris, Kei ed il sottoscritto.

Con Boris, Vorkov si assicura un atteggiamento di paura e terrore da parte degli avversari, io farò la mia parte essendo il capitano e dominando il campo da gioco da anni, mentre Kei è l’arma più micidiale che la Borg abbia mai costruito.

Mi trascino in bagno dove lascio scivolare i jeans e la maglietta ai piedi del gradino del box doccia.

Faccio partire il getto d’acqua gelida e mi ci ficco sotto per schiarirmi le idee.

Cerco di riordinare i fatti dal principio, ossia da quando la mia anima, si può dire, abbia ritrovato una motivazione per continuare ad esistere.

Il getto dell’acqua corrente mi solletica la fronte non appena alzo lo sguardo verso il telefono della doccia.

Torno con i piedi per terra e riprendo possesso delle mie facoltà psichiche e motorie, afferrando l’asciugamano appoggiata sopra il bordo del lavandino a pochi passi dal box doccia.

Mi asciugo in fretta i capelli che gocciolano insistenti sul pavimento, ma non ci faccio caso e infilo un nuovo paio di boxer tenendo l’asciugamano ancora addosso per evitare di lavare l’intera camera da letto.

Mi avvicino al letto ancora trafelato e intento ad asciugarmi i capelli che, dispettosi, lasciano una scia di gocce dal bagno per tutta la lunghezza della stanza.

“Yuri...”

“Boris! Nessuno ti ha insegnato a bussare?” domando seccato, ma sento che il mio cuore non accenna a smettere di rallentare e ritrovare un ritmo regolare a causa dello spavento.

“io ho bussato, solo che tu eri sotto la doccia e non mi hai sentito..” rimbrotta scocciato sedendosi comodo sul letto.

“già..scusa...” mormoro gettando a terra l’asciugamano bagnato e avvicinandomi in fretta  all’armadio per rivestirmi.

Se solo ripenso alle nottate passate insieme a Boris, sento una parte di me vogliosa di afferrarlo, spogliarlo e portarlo a letto e darmi alla pazza gioia. Ma ora che Kei è qui, non ho intenzione di tradirlo con il mio ex compagno di letto.

“beh, come mai non sei ad allenarti con gli altri?” chiedo rivolgendogli un’occhiata noncurante

“potrei farti la stessa domanda, Yu...” risponde sorridente.

Si capisce fin troppo bene. Nel suo sorriso cela qualcosa che ha voglia di confidarmi e rivelarmi ma che non ha il coraggio di esporre per paura di un mio giudizio. È sempre stato così. Anche quando abbiamo cominciato a frequentarci.

La paura di essere giudicati per ciò che si ama, per l’essere etero o omosessuali è un macigno che distrugge dall’interno nel più profondo del cuore per  poi dilaniare il resto del corpo.

“me ne sono rimasto qui buono per cercare di ragionare sui piani di Vorkov...volevo prendermi un po’ di tempo per capirlo e prenderlo in contropiede..” spiego rivelando le mie vere intenzioni

“vuoi anticipare le sue mosse?”

“ci voglio tentare...non posso accettare che qualche altra squadra perda le proprie creature sacre per un capriccio di un uomo dalla vista offuscata dal solo potere..”

“se non è lui, sarà qualcun altro che vorrà impadronirsi dei bit power...lo sai meglio di me!”

“noi siamo cacciatori di bit power, e questo ti sembra un bell’incarico gratificante come lo potrebbe essere un qualsiasi altro modo per sostentarsi?”

“non ho detto questo..”

“bene!”

“Yuri! non scaldarti! Riuscirai a fermare Vorkov, ma abbiamo bisogno d’aiuto per questo..”

“quale aiuto?? Parli dei giapponesi? Ma se non si capacitano ancora del fatto che Kei abbia deciso di rimanere in questa squadra! Non saprebbero manco da dove cominciare per impedire i piani di Vorkov!”

“Yuri...” mi rimprovera scuotendo la testa esasperato.

Sbuffo acconsentendo alla richiesta di calmarmi.

Mi siedo di fianco a Boris e gli sorrido malevolo, cogliendolo di sorpresa.

“come mai sei passato da queste parti?”

“di sicuro non per quello che pensi tu! Pervertito che non sei altro!” sbotta offeso

Gli rivolgo l’occhiata più maliziosa e perfida che possiedo, mentre noto il suo evidente disagio.

“Se non sei venuto per me, allora...dove hai lasciato Reyka?” domando curioso

La pelle nivea del ragazzo si tinge di un divertente colorito rosso che lascia intendere molto.

“beccato!” mormoro iniziando a ridacchiare.

L’espressione di Boris diventa tutt’un tratto seria e circospetta. Farlo parlare dei propri sentimenti è talmente complicato, che nemmeno istigandolo si otterrebbero buoni risultati.

“hai presente quando siamo usciti dal palazzetto, finite le amichevoli, e ci siamo separati?” domanda aggrottando la fronte.

“si...mi ricordo che Serjey e Ivan se ne sono andati per gli affari loro, Kei è rimasto con me e...tu e Reyka che fine avete fatto?”

Boris si alza e si affaccia al corridoio del dormitorio per accertarsi che Reyka non compaia nel momento meno opportuno del racconto, cosa alquanto probabile vista la sua innata capacità di entrare e intrufolarsi nelle camere altrui in situazioni poco piacevoli.

“sei in missione segreta per qualcuno, o credi che ti abbiano messo delle cimici addosso??” domando ironico

“perché? Ne vedi qualcuna?” chiede fingendosi preoccupato e iniziando a ridere di gusto.

“muoviti..non abbiamo tutto il giorno...” lo incito ad iniziare

Vedo Boris farsi scuro in volto e appoggiare le mani ai bordi del materasso, stringendolo in una morsa ferrea che gli fa sbiancare le nocche.

 

-inizio flash back-

Mi guardo attorno e vedo Serjey e Ivan impegnati in un colloquio piuttosto formale con Vorkov. Non mi ci voglio di certo mettere in mezzo visto che l’argomento mi pare piuttosto delicato e mi hanno sempre insegnato a farmi gli affari miei.

Do un’altra occhiata in giro e noto Yuri e Kei mentre si precipitano a passo marziale verso l’uscita laterale del palazzetto. Così facendo, cercano di evitare i probabili giornalisti indiscreti e rompi scatole che bloccano il passaggio in ogni corridoio.

“quei maledetti giornalisti! Si intrufolano ovunque facendosi gli affari altrui! Il mestiere  più disonorevole di tutto il mondo!” borbotta Reyka.

Noto con sorpresa che la ragazza è al mio fianco, fino al momento prima silenziosa come una tomba. Forse è per questo motivo che non mi sono accorto della sua presenza.

“tu dici?” chiedo seccato dall’affermazione della morettina

Mi fermo in mezzo al corridoio principale, ignorando l’arrivo di un’orda di telecamere e microfoni pronti a carpire qualsiasi notizia o pettegolezzo da divulgare al mondo intero.

Rivolgo a Reyka un’occhiata di rimprovero e la fisso con insistenza per cercare di vedere se il ragionamento le riesce spontaneo o devo darle un aiuto come nei telequiz.

Sprofondo nel suo sguardo che può apparire crudele e sadico, ma che ad un’attenta analisi è semplicemente pieno di rabbia e rancore.

Sorride malevola. Ha capito dove voglio arrivare.

“forse sbaglio...è il vostro di lavoro ad essere il peggiore del mondo!” si corregge scuotendo la testa.

“vedo che hai capito.”

Continuiamo ad attraversare il corridoio a falcate sempre più ampie per fuggire dalle macchine fotografiche.

Il fatto di essere ripreso insieme a Reyka può essere una notizia compromettente per i piani di Vorkov. E poi chi le sente le frustate del suo tirapiedi?

“Boris! Dobbiamo seguire Kei e Yuri! Sono usciti dalla porta sul retro!”

“non si aspetteranno di certo che usciremo dalla porta principale, perciò muoviti e cammina!” rimbecco affrettando il passo.

La ragazza velocizza la sua folle corsa per stare al mio  passo, ma alla fine le tocca correre per raggiungermi.

“raggiungeremo Kei e Yuri sul retro passando dall’entrata..”

“che mossa idiota..”
“quanto scommetti che tutte le fans e i giornalisti saranno ad aspettarci sul retro?”

Finalmente arriviamo alla reception del palazzetto e spalanco la porta assestando un pugno alla maniglia anti-panico che scatta immediatamente in avanti.

La luce del sole è accecante e mi costringe a coprirmi gli occhi con un braccio, accertandomi che Reyka fosse alle mie spalle.

La ragazza sgrana gli occhi e fissa ciò che si presenta oltre la porta principale.

“ripeto: che mossa idiota..” borbotta la morettina

Finalmente i miei occhi si abituano alla luce troppo intensa e metto a fuoco ciò che mi sembra una massa informe di colori e voci.

Una calca di ragazzi  e giornalisti sono tenuti a bada da un’inferriata e da dei poliziotti, adibiti al compito di evitare che qualche fan sconsiderato si azzardi a scavalcare la barriera provvisoria e assaltare qualche blaider famoso.

Distinguo perfettamente ciò che urlano tutti i ragazzi e le ragazze ammassati di fronte a me.

“BORG!! BORG!!” oppure “DEMOLITION BOYS!!”.

Fisso titubante la folla accalcata alle inferriate: un senso di panico mi prende alla gola e le ginocchia diventano dure come legno, impedendomi di sfuggire a tale esperienza. È così che ci si sente quando si è acclamati dal pubblico? È così che ci si sente ad essere amati dalla gente?

Al monastero ci è stato insegnato di non interagire con il pubblico, di far finta che  non esista,  e non appena ci si presenta di fronte un fan che chiede un autografo, dobbiamo ignorarlo e camminare oltre.

Il favore del pubblico, parole del monaco psicopatico, non lo si conquista a parole e ad autografi..ma a fatti e combattimenti che lasciano il segno. E su questo punto credo di essere il migliore sulla piazza.

“che hai intenzione di fare, genio?” domanda Reyka, ridestandomi dai miei pensieri.

La punta di ironia e sarcasmo nella sua voce mi rendono un tantino nervoso e la ammutolisco con un ringhio.

“ehi! Volevo solo sdrammatizzare la situazione..sembra ti sia trovato di fronte un extraterrestre! Stai lì a fissare la gente come fosse E.T. in persona!”

Scuoto la testa ed escludo la voce di Reyka dalla mia testa.

“BORIS!!”

Mi avvicino alla sconosciuta che ha appena gridato  il mio nome.

È una ragazza sulla quindicina, ha il viso angelico incorniciato da capelli biondi e lisci, con due perle grigie che mi fissano insistentemente.

Il suo sorriso è disarmante. Non ho mai visto niente di più...innocente.

Forse perché sono abituato ad avere a che fare con ragazze come Reyka, cresciuta troppo in fretta per un normale adolescente,  ed ora si ritrova a 18 anni con l’atteggiamento di una donna adulta e vissuta.  

Noto in seguito che le sue mani stringono spasmodicamente un blocchetto per gli appunti bianco e una penna nera.

“Boris...” mi chiama Reyka alle mie spalle.

“un attimo solo..” rispondo

“non ce l’abbiamo un attimo! Muoviti!”

“ti dà fastidio aspettare un secondo?” ribatto scocciato

“se Vorkov lo viene a sapere..”

Ignoro la sua provocazione ad allontanarmi dalle mie fans che ormai si affollano il più vicino possibile al punto in cui mi sono fermato.

La biondina mi sorride incoraggiante e mi allunga il block notes e la biro che afferro volentieri, ricambiando rapidamente quella piccola tenerezza.

Scarabocchio il mio nome e il mio cognome sul foglio bianco e riconsegno il tutto alla ragazzina che grida entusiasta e vittoriosa.

“Boris..” di nuovo, Reyka tenta di attirare la mia attenzione.  

Prendo in mano un secondo block notes e scrivo la mia firma.

Non appena riconsegno il blocchetto alla seconda ragazza mi sento decisamente meglio e capisco che voglio avere altra gloria per poter godere del privilegio di avere tante fans.

Prendo un terzo, un quarto e pure un quinto quadernetto  dove mi azzardo pure  a scribacchiare una dedica.

Così facendo invoglio le ragazze a volere di più...a volere non solo le mie firme e le mie dediche, ma anche avere il sottoscritto.

Le fan dei DemolitionBoys strepitano frasi sconnesse come “Boris sei bellissimo!” o “Boris vinci per noi!” che mi mandano letteralmente in tilt il cervello, e capisco che ne voglio sempre di più...sempre più intensamente...

“BORIS!”

All’ennesimo richiamo, una mano si stringe sul mio polso e mi costringe a voltarmi.

Reyka è di fronte a me, il ciuffo bianco di capelli ribelli le svolazza davanti agli occhi lucidi e rattristati, ma decisi e sicuri di ciò che stava per fare.

La morettina si allunga sulle punte dei piedi, mi passa una mano dietro la nuca e l’altra stringe la mia, inerme lungo il fianco.

Il viso affilato e incantatore della ragazza si avvicina pericolosamente al mio per dar vita allo scandalo della giornata.

Sento le sue labbra impossessarsi violentemente delle mie, cercando con foga la mia lingua da accarezzare con la propria, mentre le sue mani avide si intrufolano tra i miei capelli e mi costringono –anche se la parola non è proprio esatta- ad avvicinarmi maggiormente al suo esile corpo.

Afferro le mani della morettina e mi stacco da quello strano e improvviso contatto non adatto ad un luogo pubblico come il piazzale di fronte al palazzetto nella quale si sono svolte delle amichevoli di fama mondiale.

-fine flash back-

 

“mpf...” trattengo a stento le risate e mi copro il viso con entrambe le mani.

Boris mi rivolge un’occhiata di rimprovero e ciò rende ancora più divertente la scena.

Scoppio in una risata senza ritegno, senza pensare di offendere il mio amico ed ex compagno di letto.

“sei un idiota Yuri!” sbotta arrabbiato

“scusa Bo..è che..mfp..ahahah!”

Non finisco la frase che un altro attacco di risate mi travolge fino a farmi spuntare le lacrime agli occhi.

“tsè, sapevo che di te non potevo fidarmi! Sei solo smanioso di vendetta...nient’altro!” rimbrotta serio nel misero tentativo di punzecchiarmi e farmi calmare.

“dai, Boris..ti sei lasciato impappinare dalle fans?”

“non mi sono lasciato giocare da nessuno, io!”

“vuoi che ti spiega io il motivo della reazione di Reyka?”

“esponimi la tua tesi, oh grande seduttore di tutto ciò che respira!”

Smetto di colpo di ridere e mi asciugo in fretta le lacrime agli angoli degli occhi. L’ultima affermazione di Boris mi ha ridato la motivazione giusta per ritornare serio. Non può offendermi nel vivo del mio orgoglio di macchina da sesso! Non può!

“Reyka, nonostante sia un’atleta eccellente e sia cresciuta in questo posto, è pur sempre una ragazza! E cosa fa impazzire di rabbia le ragazze? Essere snobbate per altre ragazze!! Tu hai dato retta alle tue fans riservando loro delle attenzioni che nel tuo caso sono pure proibite, ma questa è una faccenda che sbrigherai con Vorkov...fatto sta che Reyka è stata spinta dalla gelosia verso le altre ragazze!”

Mi rivolge un’occhiata stralunata e spalanca gli occhi in un’espressione inebetita.

“Reyka gelosa? Di me??”

“la cosa ti sembra tanto strana?? Eppure sei stato tu a dichiararti per primo..o te lo sei dimenticato?”

“certo che no, ma credevo che lei non c’avesse dato peso..”

“secondo te una ragazza con le sua particolari esigenze sessuali si lascia sfuggire un simile partito?” domando con una punta di ironia.

Boris scatta improvvisamente in piedi.

“ecco perché!!!” urla

“cosa?? M’hai fatto prendere un accidente!!”

“devo ancora dirti cosa è successo in seguito a quella...dimostrazione d’affetto!” risponde con un leggero imbarazzo.

“non dirmi che te la sei portata in uno spogliatoio a fare ciò che penso...” mormoro esasperato

“affatto!” risponde offeso

“ah...per fortuna non...” sospiro di sollievo

“infatti è stata LEI a portarmi nel primo spogliatoio libero!!”

 

-inizio flash back-

Corriamo nuovamente verso l’interno dell’edificio per cercare riparo dalle macchine fotografiche, anche se penso che il guaio è già combinato, e di dimensioni gigantesche per giunta!

Mi assicuro che non ci sia nessuno nei dintorni e mi fermo per riprendere fiato. Mi servirà per dirgliene quattro a Reyka.

“l’abbiamo rischiata grossa per colpa tua!” sbotto rivolto alla morettina che mi guarda sostenendo il mio sguardo

“MIA?? Ma se sei stato TU a gongolarti con le fans!!” ribatte.

“mfp...”

Sbuffo e mi volto dalla parte opposta. Stavolta ha tutta la ragione dalla sua parte. La colpa è specialmente mia.

Sento una manina esile trattenermi per un polso e trascinarmi verso il corridoio alla nostra sinistra, oltre la porta dell’ufficio informazioni.

“ehi!! Che fai?”

“zitto e seguimi!” sibila seria

Nei suoi occhi guizza una scintilla di malignità che mi fa accapponare la pelle.

Non l’ho mai vista tanto infuriata. O è semplicemente sadica??

La domanda mi sorge spontanea non appena riconosco un ghigno sornione che le increspa le labbra in un’espressione non del tutto rassicurante.

Mi ricorda Yuri quando stavamo insieme. Prima di  una delle nostre  nottate che a lui piaceva definire “sfiancanti ma indimenticabili” era solito sorridere malevolo o rivolgere ghigni maliziosi.

“Reyka...??”

Non ho il tempo necessario per domandarmi che cosa stia per combinare, che la morettina apre la porta di uno spogliatoio, si guarda intorno guardinga, mi trascina al suo interno e chiude a chiave a doppia mandata.

Trattengo il respiro e punto la schiena contro la parete alle mie spalle.

I miei occhi non si scollano dal corpo perfetto di Reyka, apparentemente esile e fragile, ma in realtà muscoloso e sodo.

Rapida e sinuosa si toglie il top nero e la minigonna militare, rimanendo così in completo intimo nero.

“Reyka..” mormoro avvampando di calore ma riprendendo il controllo della situazione in pochi istanti.

Con uno scatto mi è a pochi centimetri di distanza e appoggia il dito contro la mia bocca.

Nei suoi occhi si può intuire il piano diabolico e ben congegnato fin dall’inizio. La sua vera intenzione è sempre stata questa: possedermi.

“zitto e fammi divertire!” sussurra al mio orecchio, cominciando a slacciare la mia cintura e la cerniera dei jeans che indosso.

Non me lo faccio ripetere due volte e mi lascio trasportare dalla foga del momento, togliendole tutte le costrizioni rimaste e assaporando la sua pelle candida a contatto con la mia altrettanto immacolata.

Le prendo il viso tra le mani e la bacio con trasporto, senza pensare di far rumori che possano apparire sospetti ai passanti o senza darmi un contegno come facevo con Yuri..no...con lei posso essere me stesso e dedicarmi a ciò che adoro di più.

Fare sesso fino allo stremo delle mie energie.

 

-fine flash back-

 

“Boris!” lo rimprovero divertito

“che c’è?” domanda con finta voce innocente.

“Vorkov come ha preso le notizie sui telegiornali che vi siete baciati davanti a tutto il pubblico??”

“da un lato l’ha presa bene perché così abbiamo acquistato più fiducia nel pubblico e ci sostengono in molti...dall’altro, dice che ora non dispongo più quell’effetto di distruzione psicologica sui nostri avversari, e ora ci possono credere dei rammolliti capaci di emozioni..” spiega breve

“poteva andarti peggio..”

“non credo proprio...” risponde atono ritornando a fissare il vuoto davanti a sé.

“e qual è la punizione??”

Non può averla passata liscia. Un affronto simile non può passare inosservato, specialmente se va contro le regole che Vorkov stesso ha imposto.

Quel pazzoide chiude un occhio su tutti i rapporti che si instaurano all’interno del monastero. Ma se queste relazioni vengono portate al di fuori di queste quattro mura, la cosa prende una piega diversa.

“già...c’è sempre qualcosa che va storto..” mormora a bassa voce

“ed è per questo che sei venuto da me a raccontarmi tutto, non è vero?”

Boris annuisce silenzioso e riprende a stringere il bordo del materasso con violenza inaudita, mentre timide lacrime spuntano agli angoli dei suoi occhi smeraldini.

“Vorkov...” comincia abbassando il tono di voce “...vuole trasferire Reyka in un altro istituto.”

 

 

Angolo dell’autrice

Olà!!^_^ e aggiorno anche questa fic!!! Allora..piaciuto questo cappy? ^o^  il finale muore qui, lo so, ma nel prossimo capitolo saprete tutto V_V ho preparato delle sorpresine niente male per voi +_+ eh eh..il mio cervellino macina alla velocità della luce! Peccato che le mie mani non stiano allo stesso passo per scrivere altrettanto velocemente ^.^’’

Passo ai ringraziamenti!^O^

 

Lexy90: Ciao bella!^_^ e finalmente aggiorno anche questa fic che tanto reclamate =.=’’’ devo ancora capire il perché di questa faccenda, ma...non importa V_V Dicevo, io avrei anche fatto massacrare di botte il caro Rei, ma siccome questa fic è letta dalla mia best friend che adora il micione in questione, allora è meglio non ammazzarlo V.V per il momento +_+ al prossimo capitolo!! Un bacione!!

 

Klarai: ciao!!^-^ grazie mille dei complimenti!!>///< me non li merita perché aggiorno sempre in ritardo..anche se questa volta è giustificabile a causa della mia partenza per la bellissima Calabria V.V dunque, mi sa che sul fatto dei pantaloni di Kei ti sei sbagliata perché ho scritto che lo trova in boxer, poi si infila i jeans e di nuovo si spoglia ^.^’’ contorta, nevvero?? Eheheh..povera me =.=’’ sono contenta ti sia piaciuto il pezzo dove il caro Yuri picchia Rei V_V lo sognavo da settimane *ç* Spero di sentirti per questo capitolo!^_- un bacio grande!

 

Lunetta Caduta nel Pozzo: ciao bella!^-^ insomma..ti sei affezionata alla coppia Reyka-Boris! Sono contenta!^_- eheh..questo è un cappy interamente dedicato a loro, cosa mi dici?? Ti è piaciuto?? Mi pareva giusto dare spazio a questa coppia perché è diventata importante e ben accettata nella storia che sto scrivendo!V.V devo dire che non me lo sarei mai immaginata O.o’’ Spero di sentire la tua anche per questo cappy!!^O^ un abbraccio e un bacio!!

 

Ella_Sella_Lella: ciao cara!^-^ mi sa che la tua curiosità è quella che sta un po’ rodendo tutti quanti! Cosa combinerà Kei?? Tornerà dai BladeBreakers o resterà con i DemolitionBoys?? O farà qualcosa del tutto inaspettata??O.O chi lo sa!! Solo leggendo il prossimo capitolo potrai scoprirlo!^_- sono contenta ti piaccia!! Continua a seguirmi!! Un bacione grande!

 

Arisu Kon: ciao!^-^ hihihi! Sono felice tifi per Reyka! Che cara ragazza...forse un po’ rude, ma è una cara ragazza V_V non c’è che dire..fa impazzire il povero Boris’ka...chissà cosa gli combinerà in seguito!O.O boh!! Lo scopriremo solo vivendo!!>.< e dopo questa perla di saggezza, ti saluto e spero di sentirti al prossimo capitolo!^_^ un bacio!!

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

 

Buon giorno e buona sera a tutti!^-^ sono tornata per rifilarvi il 23esimo capitolo di questa fic!^_-

Vi devo dare una grande notizia!^o^ così grande che vi renderà tutti felici e giubilanti!!^O^ (la fic è quasi finita??*.* ndKei e Yuri che si stringono per l’emozione) esatto!^O^ la mia fic è quasi finita! Mancano esattamente 5 capitoli compreso questo V_V mi pareva giusto avvertirvi così da prepararvi psicologicamente a festeggiare!^_-

Così dicendo vi lascio a questo capitolo V.V mi pare di avervi lasciati in una situazione assai spinosa nel precedente cappy, perciò non indugio oltre..buona lettura!^-^

 

 

 

Rabbrividisco.

Una folata d’aria fredda entra nella camera del monastero obbligandomi a scostarmi dal letto in cerca di qualche fonte di calore.

Ma ciò che le mie mani e il mio corpo esigono non c’è. Non è nel giaciglio su cui abbiamo fatto l’amore più e più volte ripetutamente, senza mai stancarci.

Non sento più quell’anima focosa che scalda l’atmosfera in una ghiacciata notte russa.

La presenza di Kei è solo l’ombra di un fantasma che dorme di fianco a me, ma del suo corpo in carne ed ossa  non c’è traccia.

Un’altra folata d’aria gelida mi accarezza la pelle scossa da tremiti di freddo.

Non resisto più senza la mia unica fonte di calore. Non vivo più senza la mia eterna metà dal cuore passionale e confortante.

L’ennesimo soffio di gelo mi costringe ad aprire gli occhi e scorgo una figura rivolta verso la finestra che volge sul cortile del  monastero.

Le spalle muscolose sono irradiate dalla luce candida della neve in una notte che non ha nulla a che vedere con una comune nottata russa; il cielo è completamente grigio e la neve sembra risplendere di luce propria al raggio di luce dei lampioni sulla strada principale.

I fiocchi scendono lenti e ipnotizzano chiunque si fermi a farci caso. Così hanno conquistato l’attenzione del Dranzer blaider ormai vittima dell’incantesimo della  magnifica notte innevata.

“Kei....” mormoro più compiaciuto che rattristato dal fatto che non si trovi al mio fianco.

“Yu! Ti ho svegliato? Mi dispiace, avevo bisogno di una boccata d’aria fresca e così ho aperto le finestre...non pensavo che..”
“sssh..tranquillo...non riuscivo più a dormire e non ti ho più sentito a letto, perciò mi sono preoccupato..”.

Eccola che si fa risentire. La mia paura più grande. Il mio terrore più feroce. L’ansia che mi turba dalla mattina alla sera.

Lo sguardo che Kei rivolge alla neve in cortile fa intendere che le mie supposizioni sono corrette:Kei se ne vuole andare dal monastero per tornare dai giapponesi.

Mi alzo dal letto trascinandomi verso la finestra che dà sul cortile e mi avvicino all’argenteo.

Ha lo sguardo perso oltre la coltre di neve e segue stanco l’ondeggiare dei fiocchi bianchi mentre scendono davanti al suo naso.

“stavo pensando a Reyka....” mormora tutto d’un tratto.

Si volta verso di me e mi rivolge un’occhiata speranzosa.

“non permetterò che Vorkov la trasferisca...so bene cosa vuol dire con quel termine, e di sicuro non promette nulla di buono!” dico digrignando i denti.

“devi fare qualcosa al più presto, altrimenti ci penserà Boris  allora si caccerà nei guai anche quel ragazzo!” mi ammonisce quasi a ricordarmi il mio ruolo nella squadra.

“la responsabilità di capitano è un peso talmente grande che me ne disferei volentieri ora...” rispondo alzando lo sguardo.

“io sono convinto che tu ce la possa fare! Basta guardarti negli occhi per capire che la cosa che ti sta più a cuore in questo momento è la squadra!”  ribatte quasi a volermi incoraggiare a prendere provvedimenti seduta stante.

“affatto...” borbotto contrariato

“che cosa? Non è forse così?”

“sì, è vero che sono preoccupato per la squadra...ma la cosa che occupa il primo posto nel mio cuore sei tu, Kei...e confido nel fatto che tu rimanga qui con me per tutto il tempo necessario a sbarazzarci di Vorkov..”

Improvvisamente sento le guance avvampare di calore e abbasso gli occhi per nascondere in parte il rossore della mia pelle. Non sopporto di farmi vedere debole di fronte a Kei nonostante sia già successo altre volte.

Kei si affretta a prendermi il viso tra le mani e baciarmi a fior di labbra.

“sei così carino quando arrossisci..come potrei separarmi da te?”

Le sue parole sono sincere e i suoi occhi sono due pozzi scuri dalla quale non traspare nessuna bugia. Kei non mente, su questo non ci piove, ma la sua voglia di battersi con Takao sarà più forte di un semplice amore proibito?

Questo è il momento buono per chiarire le cose e conoscere le intenzioni di Kei, buone o cattive che siano non importa.

“io credevo che tu...” comincio balbettando, ma il contatto immediato con le sue labbra mi fanno perdere il senso della ragione.

“dicevi, Yu?” chiede divertito dalla mia espressione.

Sicuramente ho la faccia di un disperato agonizzante pronto ad una confessione davvero importante e devo apparirgli piuttosto infantile se un bacio casto e semplice come quello mi ha mandato in tilt il cervello. Ma purtroppo non ho potere sull’effetto ipnotico di Kei.

“io credevo che tu stessi meditando di andartene..di nuovo..”

Finalmente l’ho detto. Non c’è voluto molto, no? Del resto ho solo perso 10 anni di vita per una stupida domanda che comporterà sicuramente un’altrettanto stupida risposta.

Kei si blocca. Spiazzato. I suoi occhi guizzano dai miei al pavimento con nervosismo.

L’argenteo prende un bel respiro profondo e butta fuori l’aria in un sospiro affranto.

“non ti si può nascondere nulla, vero Yuri? mi conosci troppo bene..e sai quando qualcosa mi fa impensierire..” risponde cauto, sapendo cosa comportava quella risposta.

Il mio cuore sussulta alle sue parole. Non è un vero addio, ma ci si avvicina in maniera spaventosa...

“in effetti ci sto pensando da un po’, e volevo giusto parlartene...”

“sei un emerito st..”

Mi chiude la bocca con la mano e mi fa segno di tacere, appoggiandosi il dito indice della mano libera sulle labbra.

“ssh..non gridare! Sveglierai l’intero monastero!” mi riprende con fare autorevole.

Annuisco riluttante.

“non sono il bastardo che credi tu, Yuri...non voglio abbandonarti! Non voglio dire addio ai DemolitionBoys! Vorrei solo lasciarmi alle spalle Vorkov e mio nonno...” spiega con voce spezzata

“Vorkov non te lo permetterà mai!!” ribatto tentando in qualche modo di convincerlo.

“ehi! Non ho mica detto che me ne vado!” risponde con stizza, allontanandosi e ritornando a fissare la neve.

“non  mi piace come combattete qui! odio dover privare i blaider delle loro creature sacre! Odio dover ricorrere a questi mezzucci per poter battere Takao! Ma so che è l’unico modo per vederlo sconfitto una volta per tutte..” ringhia a denti serrati.

Lo ascolto in silenzio mentre la mia mente galoppa alla velocità della luce.

Immagino cosa vuol dire vedersi rubare il proprio bit power, la propria creatura sacra.

Vedo davanti a me l’immagine nitida del Lupo della Steppa che mi volta le spalle e se ne va via, abbandonandomi per sempre. Come sta per fare Kei.

Non sopporterei mai una perdita così cara.

Non riesco a immaginare la mia vita senza il mio Lupo, senza quel piccolo essere che mi infonde la forza per continuare a resistere al monastero e che mi ha sempre accompagnato nei  miei 19 anni di vita.

“credo di capire ciò che dici..” mormoro rivolto verso Kei.

“no, non puoi! Non sai cosa significa perdere il proprio animale sacro..vederlo finire nelle mani di spietati cacciatori di bit power la quale ne sfrutteranno il potere per i loschi scopi di un pazzo maniaco!” sbotta l’argenteo sempre più impetuoso.  

Non avrei mai creduto che il ragazzo di fronte a me potesse tenersi dentro tanta rabbia e tanto rancore nei confronti di Vorkov.

“Kei..” tento di chiamarlo per fermare la sua rabbia.

Non voglio sapere realmente cosa pensa della squadra.

Non voglio essere a conoscenza dei suoi segreti più profondi riguardo al beyblade e alle sue teorie sul buon comportamento in campo.

Non sono sicuro di essere pronto ad un nuovo abbandono.

“l’altro giorno mi è sorto il dubbio se è giusto che io rimanga in questa squadra a fare strage di beyblade e bit power. Non ho la forza di pensare a cosa farei senza la mia Aquila Rossa! Ma scappare da questo posto significherebbe fuggire dai miei doveri verso i miei amici e vorrebbe anche dire fuggire con la coda tra le gambe a causa di Vorkov.”

Il respiro affannato di Kei mi fa capire che la sua dichiarazione gli è costata parecchio.

Non avrei mai creduto che fosse così determinato ad arrivare fino in fondo alla faccenda.

“Kei...io...”

“lo so, non volevi infastidirmi con questo discorso...ma ti stavi domandando se avessi fatto una scelta definitiva, non è così?” domanda sorridendomi compiaciuto

“a volte penso davvero che mi abbandonerai..” ribatto, offeso da quel sorriso rivolto in un contesto tanto sbagliato.

“io non ti lascerò mai più, Yuri...è una promessa...” mormora flettendo la mano verso di me e cercando di raggiungermi per potermi abbracciare.

Mi lascio andare a quell’invito così allettante e mi abbandono tra le sue braccia possenti e calde, protettive, dentro la quale mi sento invulnerabile a tutto.

 “e poi non vorrai mica prenderti tutto il merito quando vinceremo contro Vorkov, vero?” borbotta accattivante stuzzicandomi i fianchi con le dita.

Allaccio le braccia alla vita dell’argenteo e mi aggrappo disperatamente a quel barlume di speranza che mi ha lasciato Kei con i suoi discorsi.

Sorrido. Un sorriso amaro che non pregiudica nulla. La situazione è ancora in fase di stallo e allora perché non approfittare di tutti i momenti con Kei finché non prende la sua decisione?

Alzo lo sguardo incrociando il suo e gli rivolgo un’occhiata maliziosa, facendo scendere le mani sul suo fondoschiena muscoloso e perfetto.

L’argenteo ha il sopravvento; mi prende di peso e mi getta sul letto, ritrovandomi in preda ad una nuova ondata di vitalità e passione.

 

Sono fin troppo cosciente di essere un peso per Vorkov. Troppe rogne, troppi pettegolezzi e altrettante dicerie purtroppo vere sono dure da mettere a tacere per il monaco, ma non è un’impresa impossibile; con le giuste amicizie e corrompendo chi di dovere tutto si può risolvere nella più pacifica maniera.

Ma rimango comunque il problema centrale dell’uomo e sono sicuro che prima o poi dovrà parlarmene a quattr’occhi.

Guardo Wolborgh mentre diminuisce improvvisamente il numero di rotazioni a causa dell’attacco micidiale di Serjey.

“Yuri! Datti una mossa!” sbotta il colosso dagli occhi plumbei, cercando di farmi reagire.

Una serie di attacchi precisi e violenti da parte di Seaborgh fanno vacillare vistosamente Wolborgh in grave difficoltà.

Le mie continue distrazioni sono un problema per la squadra che non può fare affidamento su un elemento tanto volubile quanto il sottoscritto e il mio bey è influenzato dal mio stato d’animo in completa confusione.

“YURI!!” grida Ivan mollandomi una manata sulla schiena e facendomi uscire l’aria dai polmoni, mozzandomi il fiato.

Mi distraggo voltandomi a guardare Boris, appoggiato al muro con le braccia incrociate al petto e la testa china verso il pavimento. I suoi occhi smeraldini non sono più sicuri e arroganti, ma specchi tenebrosi e assenti, persi in un ignoto dalla quale non si riprenderà molto facilmente.

Sembra appartenere ad un’altra dimensione ed è così da quando Reyka non si è più vista in circolazione.

Le voci mormorano e si espandono in fretta nel monastero. Alcuni dicono che sia stata trasferita in un posto dalla quale è impossibile fare ritorno, altri scommettono che sia stata rinchiusa nelle segrete del monastero e sia tenuta sotto osservazione 24 ore su 24. Non sono arrivato in tempo per evitare la condanna della ragazza, e di questo non mi perdonerò mai. 

“attacca Seaborgh! Diamo una bella svegliata a Wolborgh!” ordina Serjey, deciso a mandarmi fuori gioco con uno dei suoi più potenti attacchi.

Un’onda gigantesca prende forma non appena compare la Balena del biondo, inondando tutto il beyblade stadio e travolgendo la mia trottolina argentata.

L’acqua non è un problema. Sono abituato alle situazioni estreme ma la mia concentrazione è troppo scarsa e il mio bey viene travolto in pieno dall’onda anomala di Serjey.

“WOLBORGH!!” urlo in preda alla rabbia.

Un vento siberiano ghiaccia il maremoto provocato da Seaborgh e ne fa un immensa distesa di ghiaccio.

A causa della lastra, i due bey diventano completamente instabili e non riescono a pattinare con coordinazione e precisione, tanto che finiscono entrambe fuori campo.

“pari!” annuncia Serjey con stizza.

“già..” mormoro voltando le spalle al biondo.

In meno di due secondi il colosso mi inchioda al muro prendendomi per le spalle e incollandomi alla parete a pochi passi da Boris che rimane impassibile.

“Yuri! il tuo bey è sempre stato capace di ruotare perfino in condizioni così sfavorevoli! Che ti prende?? Non potremo mai affrontare i mondiali così!”

Abbasso lo sguardo. Serjey dice il vero e questo mi dà letteralmente sui nervi.

“Yuri, non possiamo permetterci una sconfitta! Tu sei il nostro capitano, nonché il più forte blaider di tutta la Russia!” rincara la dose Ivan.

Boris se ne rimane in disparte silenzioso. Non partecipa alla discussione anche se lui per primo è convinto fermamente della verità di ciò che dicono Ivan e Serjey.

“hai ragione, Ser...” biascico sospirando

“già, ho ragione! Ho ragione a dire che sei diventato uno smidollato che ha paura di vincere??” sbotta sempre più arrabbiato

“questa guerra è persa in partenza..” mormora atono Boris alzando un sopracciglio e facendo segno a Serjey di lasciarmi andare.

“Wolborgh risente dello stato d’animo del blaider. Evidentemente c’è qualcosa che non va e che non ci vuoi dire, Yuri..” continua il Falborgh blaider con tono accusatore.

“Boris...”

“perché tu sei preoccupato solo che Kei non se ne vada! Sei un egoista, Ivanov! Non pensi nemmeno alla povera Reyka dispersa chissà dove in chissà quale paese!”

I suoi occhi si fanno sempre più oscuri e brillano di una luce sinistra data da un’implacabile sete di vendetta.

Quegli occhi sono come coltelli affilati che causano invisibili e dolorose ferite al mio orgoglio.

Ciò di cui mi accusano è vero e non sto facendo nulla per evitare una cosa simile.

Guardo Boris che sogghigna soddisfatto: mi ha fatto la sua ramanzina, si è liberato di un peso che non poteva sopportare oltre ed ora non vede l’ora di entrare in azione per poter conquistare la cosa che più ci sta a cuore. La libertà.

“YURI!!”

Sentire lui invocare il mio nome è stupendo.

Ci voltiamo tutti nella direzione di Kei che si affretta a raggiungerci attraversando il campo di allenamento di corsa a grandi falcate.

“Yuri! Vorkov ha chiesto personalmente di te e Boris...vuole vedervi ora!” dice allarmato, preoccupato e teso dalla possibile reazione da parte nostra.

Rivolgo una rapida occhiata a Boris al mio fianco e mi fa un cenno affermativo.

“che ti ha detto di preciso?” mi precede il Falborgh blaider.

Nel suo sguardo si accende un lumino di speranza che credevo perduta per sempre: la sua voglia di riottenere la povera Reyka lo indurrebbe a fare qualsiasi follia.

Kei gli rivolge un’occhiata comprensiva e china la testa con fare pensieroso.

“non ha detto nulla di strano..ha soltanto ordinato che vi venissi a chiamare entrambe, e mi ha inoltre pregato di dirvi che è di fondamentale importanza per i vostri interessi..”

Boris scatta in avanti con un balzo ed inizia a correre come un forsennato verso i meandri del monastero, diretto all’ufficio del vecchio monaco.

Non mi lascia il tempo di indagare oltre e sono costretto a seguirlo, mio malgrado, con la sua stessa andatura da centometrista, ma...

“Yuri..”

Mi blocco al suono del mio nome pronunciato da Kei che mi stringe il polso con decisione.

“che cosa c’è, Kei?”

“non fidatevi!” borbotta più rivolto a sé stesso

“spero solo non illuda Boris con qualche stupido patto del diavolo..”

Mi fiondo all’inseguimento del Falborgh blaider. È un’autentica bomba ad orologeria e se non lo fermo in tempo potrebbe esplodere nel momento meno opportuno. Le trattative per la ragazza sono ancora aperte e non è il caso di rovinare questa situazione, in stallo sulla lama di un rasoio.

“BORIS!!” chiamo accelerando la corsa e raggiungendolo nel giro di qualche secondo.

Il ragazzo fa finta di non accorgersi della mia presenza e continua imperterrito la sua folle corsa nel tentativo di salvare il salvabile. Ormai Reyka è tutto ciò che rimane di umano in questo lurido posto ed è nostro dovere difenderla, specialmente per il ragazzo a cui ha donato il suo cuore.

Finalmente intravedo il portone dell’ufficio di Vorkov.

Mi intrometto nella traiettoria di Boris e lo blocco in mezzo al corridoio, entrambe con il fiatone per la corsa e per la tensione.

Apro le braccia con l’intenzione di fermarlo, ma non ha la benché minima intenzione di forzare la “barriera” che ho improvvisato davanti alla porta del nostro aguzzino.

“ascoltami, razza di idiota! Cosa credi di fare??” ansimo e respiro quanta aria stagnante possibile.

Nonostante la mia lunga permanenza in questo posto, i miei polmoni risentono della mancanza di aria sana e pulita; l’odore di muffa e di acqua rafferma impregna ogni angolo del monastero e per quanto ci si possa sforzare, non ci si fa l’abitudine facilmente.

Boris appoggia le mani sulle ginocchia per reggersi in piedi, ansimando e respirando affannosamente con la bocca semi aperta.

“voglio andare là dentro e far capire a quel pazzo che non si può permettere di...”

“SEI UNO STUPIDO! Cosa pensi di ottenere?? Se c’è un’ultima possibilità di salvare Reyka è questa! Non sprechiamola in un inutile litigata con tanto di punizione, e Dio solo sa quale altra condanna ci toccherà scontare!” sbotto sentendo il respiro regolarizzarsi.

Boris stringe i pugni in una morsa letale: deve costargli parecchia fatica trattenersi nel spaccare il muso di quel monaco da strapazzo.

“ascolta, Boris...Vorkov ha il coltello dalla parte del manico ancora! Ma la situazione si ribalterà!”

“non credo nella buona sorte, Yuri..non esiste ciò che si definisce “grazia divina”! Serve solo a far sperare inutilmente la gente..”

“ora ti calmi, andremo lì dentro e affronteremo la situazione come abbiamo sempre fatto, d’accordo?” 

Boris annuisce e si raddrizza in piedi, ergendosi in tutta la sua statura e possenza.

È di soli dieci centimetri più alto di me ma sembrano un’infinità data la stazza e la sua corporatura.

Dobbiamo formare proprio una bella coppietta divertente agli occhi di Vorkov, ma non ci importa.

Busso con forza per annunciare il nostro arrivo, attendendo in religioso silenzio il permesso di profanare il sacro suolo dell’ufficio del preside.

“scommetto che neanche la regina di Inghilterra ha rapporti così reverenziali con i suoi sudditi...” borbotta Boris con fare seccato.

Una voce profonda e disgustosa ci invita ad entrare e metterci sull’attenti non appena ci troviamo al cospetto dell’uomo vestito da suora di clausura.

“sapete perché vi ho chiamati qui, nevvero?” domanda arrivando subito al dunque.

Vorkov non è mai stato così diretto; di solito adora giocare con le sue vittime esibendosi in monologhi melodrammatici adatti ad un attore mancato, ma stavolta è diverso. La questione deve premergli alla gola urgentemente.

“voi due siete la mia rovina e la mia disgrazia!! Ma siete i blaider che mi faranno accedere alle finali mondiali e me le faranno vincere! Che devo fare con voi? Sbarazzarmi di voi o tenervi buoni finché non avrete portato a compimento la vostra missione?”

Già. Il succo del discorso è proprio che siamo la sua condanna e la sua salvezza al contempo. Proprio una bella situazione per entrambe le parti.

“Ivanov!”

Sono stato appena eletto la prima vittima della serata. Che onore.

“I tuoi ultimi allenamenti danno risultati più scarsi di un pivellino del primo anno!” sbotta fermandosi proprio di fronte al sottoscritto.

“ebbene? Hai qualcosa da dire in proposito?”

“nossignore! Mi scusi, signore!” rispondo assumendo il controllo di me stesso e aggrappandomi con fatica agli ultimi bricioli di autocontrollo rimastimi.

“già, come sospettavo. Sei un rammollito! Un incapace! Spero per te che le cose cambino, altrimenti mi vedrò costretto a prendere altri provvedimenti disciplinari!”  

Un altro paio di frustate per i miei scarsi risultati non potranno peggiorare la situazione e farla cadere più in basso dello stato attuale.

Vorkov ghigna in modo sadico. Deve avere qualcos’altro in mente e non una semplice punizione fisica con le solite e monotone frustate.

Il suo sguardo guizza da me a Boris insistentemente, ma ciò che più mi preoccupa è quel sorriso beota che si ritrova stampato in volto. Quanto vorrei avere il piacere di toglierglielo dalle labbra con un cazzotto...

“mi pareva di avertelo detto che prima o poi te l’avrei fatta pagare di questo tuo intimo rapporto con Hiwatari, mi sbaglio? Ebbene è giunto questo momento...” inizia, trotterellando felice per tutto l’ufficio.

Il suo piano deve entusiasmarlo a tal punto da renderlo ancora più imbecille del solito, ma anche maledettamente bastardo.

“Huznestov, questo riguarda anche te e la tua amichetta! Non voglio che ci siano rapporti di qualsiasi genere tra i membri dei DemolitionBoys, a questo proposito mi avete obbligato a prendere dei provvedimenti che, ahimè, non si addicono ad una persona rispettabile e di nobili principi come il sottoscritto.”

Ed ecco che inizia il suo meraviglioso monologo. Tipico.

Si piazza di fronte a me e Boris e ci pianta addosso il suo sguardo mellifluo e viscido, tanto lo potrebbe essere quello di un serpente a sonagli.

“ora vedremo di prendere degli accordi quasi fossimo grandi amici,va bene? Così nessuno si farà del male e ne usciremo tutti contenti..”

Boris digrigna i denti, conscio di quale reazione sarebbe scattata da parte di Vorkov a quel gesto di disapprovazione.

L’uomo si avvicina paurosamente al platinato, sovrastandolo e mollandogli un ceffone così forte da farlo indietreggiare e boccheggiare di dolore.

“io possiedo ciò che tu desideri, Huznestov! Non perdere la possibilità di riavere quello che ti appartiene...” lo intima il monaco sussurrandogli ciò all’orecchio.

Il disgusto che si dipinge sul viso di Boris non è nulla in confronto all’espressione compiaciuta di Vorkov che ritorna al suo posto, dietro l’ampia scrivania di vecchio legno ammuffito. Sembra l’immagine della felicità fatta persona.

“ciò che dovrete fare è semplicemente vincere ad ogni costo! Se necessario, ucciderete quei giapponesi! Ma voi dovrete riportarmi indietro i loro bit power, chiaro?”
“DOV’E’ REYKA?!” sbotta improvvisamente Boris

“non sono affari che ti riguardano! È lontana miglia e miglia da qui, e se farete ciò che vi ordino senza discutere, non appena otterrete il titolo mondiale la potrete rivedere!”

Il monaco non sembra stupito della reazione di Boris che ora stringe convulsamente i bordi della scrivania in una presa mortale.

Me ne rimango in silenzio. Incapace di ribattere a qualsiasi sua decisione.

Non ho potuto fare nulla per contrattare la sorte della ragazza e Boris ha motivazioni più che giuste per far fuori chiunque si trovi sulla sua strada.

Reyka. Come ho fatto ad essere tanto egoista e pensare solo a me e Kei? perché non mi sono interessato di più alla mia squadra?

Il suono della porta che sbatte contro lo stipite mi fa ritornare con i piedi per terra e mi accorgo troppo tardi che Boris non è più presente nella stanza.

Mi precipito lungo i corridoi e blocco il ragazzo dagli occhi smeraldini prima che commetta qualsiasi azione di cui potrebbe pentirsi in futuro.

“Boris...fermati!” lo chiamo tentando di bloccarlo per un braccio.

In pochi istanti mi trovo inchiodato al muro, per la seconda volta nell’arco di tutta la giornata.

La morsa sulla mia gola si fa serrata e decisa e lo sguardo di Boris non ha nulla a che vedere con quello di un essere umano. È solo una bestia che chiede di poter essere lasciata libera di reagire e di andarsene.

“YURI! COME HAI POTUTO!? SEI RIMASTO A GUARDARE SENZA DIRE NULLA!”

Il platinato carica un pugno e lo assesta al muro dietro le mie spalle, a pochi centimetri di distanza dal mio viso.

Un rivolo di sangue scende lungo il muro, facendosi spazio tra le intercapedini delle pietre e delle crepe.

Solo ora me ne rendo conto. Sono un vigliacco senza onore e senza orgoglio e merito di essere trattato così da un compagno di squadra.

“non avrei potuto fare nulla, Boris...ormai Vorkov ha preso la sua decisione! Reyka non è più qui e non potevo convincerlo in nessun modo di riportarla indietro! È l’unico vincolo che gli permette di avere il pieno controllo su di te, capisci? Non se la lascerà sfuggire così facilmente!” sbotto in risposta alle sue non troppo velate accuse.

Boris indietreggia ringhiando e abbassando la testa verso la mano sanguinante.

“ti avverto, Yuri, sono disposto anche ad uccidere per rivederla viva e vegeta!”

“lo so, Boris..”

“perciò non tentare di fermarmi in nessuna maniera, hai capito?”

“non oserei mai!”

“bene..”

Così dicendo, ci avviamo insieme lungo i corridoi, uno a fianco all’altro, ignari di ciò che ci avrebbe riservato un destino tanto infame.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Salve  a tutti!^-^ vi dico subito che ci saranno molte sorprese!*.* eh eh..sono curiosa di sapere cosa ipotizzate voi per il seguito di questa fic!^_-  a chi indovina do in premio un’immagine di Yuri nudo!*.* (e dove l’avresti trovata?? O///O io non ho mai posato nudo!!>////< ndYuri) lo so V.V ma hai mai sentito parlare di fotomontaggio??*.*  (dovevo immaginarlo =///= sei proprio perversa =///= ndYuri) hihihi!^_- bene!! Allora passo ai ringraziamenti!!^o^

 

 

Klarai: mi dispiace cara ç_ç ho fatto il possibile!! Ma sono una scrittrice pessima e ritardataria!ç_ç perdonami!! Non preoccuparti per Reyka!^_- ritornerà! Ma in questo momento non può V_V è...impegnata in altre attività!^.^’’ già..spero di sentire la tua anche su questo cappy!^_- un bacione!!

 

Lunetta Caduta nel Pozzo: ciao!^_^ mi dispiace per te, ma zio Vorky lo vedrai ancora un po’ V_V mi serve! Lo devo sfruttare finché posso!^.^’’ ehm...spero non te la prenderai leggendo il cappy e vedendo che il caro Yuri non è riuscito a farsi valere per la causa di far tornare Reyka! Ma non preoccuparti! V_V la rivedrai presto! Un bacione!^-^

 

Ella_Sella_Lella: ciau!^-^ già, la bella coppietta appena nata è già stata spezzata dal caro Vorkov!V_V ma la giustizia farà il suo corso!+_+ (tu saresti la giustizia?=.=’’ ndBoris)(mutismo e rassegnazione!>-< in questo caso sono onnipotente e onnipresente perciò sono la giustizia di questa storia!+_+ ndAutrice) good V_V detto, questo attendo con ansia la tua recensione!^_- un bacione!

 

Lexy90: ciao cara!^o^ eh già,il prode Boris è sempre molto caruccio! Lo adoro troppo! V_V ha un carattere decisamente adatto ai miei scopi!*.* già...capirai di cosa sto parlando nei prossimi cappy!^_- un bacione!!

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

 

Salve a tutti!V_V non mi dilungo in chiacchiere sulle motivazioni del mio immane ritardo...dico solo che tutto ciò è a causa di quella cosa chiamata “scuola” la quale non mi lascia più nemmeno i week end liberi!>.< la quinta superiore è davvero difficile...non so come farò ad uscirne illesa!ç_ç Non ho altre motivazioni, è semplicemente la scuola che mi ha impedito di mandare avanti le mie fic...nient’altro..

Quindi vi auguro una buona lettura!^_-

 

PS: ci tengo a precisare che in questo capitolo ci sono delle parole dispregiative e razziste, non sono per niente forti e nemmeno offensive..ma ci tengo a sottolineare la presenza di queste figure che non vogliono essere frutto di discussioni razziste dal momento che non lo sono affatto. Potrà sembrare stupido come accorgimento, ma non voglio che sorgano problemi!^^

 

 

Il giorno della finale mondiale si avvicina, ormai mancano solo quattro giorni al grande successo dei DemolitionBoys.

Vorkov ha già stabilito da chi sarà formato il trio che combatterà per il titolo mondiale e la cosa mi lascia molto perplesso.

“come è possibile che Kei non sia stato chiamato per far parte della squadra che si batterà contro i giapponesi?” domanda Boris, alquanto confuso anche lui.

“vuoi che sia per un effetto a sorpresa?” ipotizza Ivan che si rigira Wyborgh tra le mani.

Il piccoletto non avrebbe gareggiato per la corsa agli armamenti, non è stato in grado di passare un esame di sbarramento contro Serjey la quale aveva dominato l’incontro dall’inizio alla fine.

Insomma, una specie di scrematura fra i migliori blaider di tutto il monastero per dimostrare la magnanimità di Vorkov che lascia una speranza di partecipare ai mondiali a tutti gli atleti presenti nell’edificio.

Non c’è nemmeno da dire che gli incontri sono stati sapientemente studiati per mandare ai gironi finali i top blaider, ossia Boris, Ivan, Serjey, Kei e il sottoscritto.

“di che effetto a sorpresa parli?” domando fingendomi interessato alla discussione.

“prova a pensarci un po’...i BladeBreakers crederanno che nel secondo incontro da disputare il loro avversario sarà Serjey invece, all’improvviso, Vorkov cambia formazione e fa scendere in campo Kei...per i giapponesi sarebbe una bella batosta!” spiega Ivan con entusiasmo

“i giapponesi non sono così idioti da non sapere che un giocatore capace come Kei non venga messo in campo...” lo smonta Boris colpendolo con un affettuoso pugno sulla testa

“un asso nella manica come il nostro Hiwatari è un elemento troppo importante perché  non venga sfruttato in un’occasione così speciale, vi pare?” rivolgo un’occhiata d’intesa a Boris.

“però..perchè non dirlo a noi? Perché non metterci al corrente di questo suo piano?” chiede Serjey sovrappensiero.

“c’è anche da dire che Kei non è stato convocato per questa piccola riunione di famiglia..la cosa mi puzza sempre di più..” borbotto tra me e me, preoccupato per l’argenteo.

“Yuri, Kei avrà avuto chissà quali altre commissioni da sbrigare...”

“no, Boris...avrebbe dovuto essere presente anche Kei a questa riunione..non sono tranquillo con quel monaco dalla mentalità contorta!”

Imbocchiamo i corridoi con sicurezza, l’aria altezzosa e fiera, il passo di marcia e la testa alta in segno d’orgoglio.

La rigida gerarchia che vige in questo luogo di paura e sconforto è intransigente, non lascia spazio ad un briciolo di umanità.

I ragazzini nettamente inferiori a noi si scansano fino a diventare un tutt’uno con la parete di sassi pur di lasciarci libero il passaggio, si spintonano per evitare di ingombrare il passaggio ai mitici DemolitionBoys. Ma nessuno ha idea della fragilità del nostro animo.

Per tutti siamo semplici macchine da combattimento, dei burattini nelle mani di Vorkov. E come dar loro torto? Ma questa corazza che impedisce alla gente di leggerci per quello che siamo veramente è il nostro unico lasciapassare per vincere le finali mondiali.

Passiamo il resto della giornata ad allenarci nel campo di gioco numero 1, riparato e rimesso a nuovo dalla nostra ultima visita per testare le potenzialità del Dranzer blaider.

Fingo di non essere interessato alle varie frecciatine di Ivan riguardo a Kei, al fatto che non si è fatto vivo per tutta la mattinata e che nemmeno si è visto agli allenamenti speciale in preparazione alle finali.

“Kei non ha bisogno di allenarsi dal momento che non scenderà in campo!” rimbecco stancamente rivolto al piccoletto che mi aggredisce con assalti potenti e meschini con il suo Wyborgh.

Nel mentre che gli rispondo a tono per l’ennesima volta, il mio Wolborgh subisce una serie di attacchi da parte del bey lilla e per poco non ne rimango sopraffatto.

“tsè...ne sei convinto, Ivanov?”

“fino all’ultimo neurone del mio cervello!” ribadisco ormai stremato dall’insistenza degli attacchi di Ivan.

“guardati! Non riesci nemmeno a schivare i miei colpi più deboli! Come pretendi di rappresentarci alle finali mondiali e magari vincere il tuo incontro?” domanda con cattiveria buttando fuori campo il bey grigio perla.

Rimango a fissare Wolborgh cadere vari metri dietro le mie spalle, immobile, incapace di reagire.

“Stupido Ivanov! rifletti! Kei se n’è andato! È tornato dai giapponesi!!” sbotta Ivan, dando voce ai pensieri di tutti e, purtroppo, anche alla mia paura più grande.

“Ivan, smettila!” lo riprende Serjey che si alza dalla panchina e si avvicina frettolosamente al piccoletto per fermarlo nel non andare oltre con le offese.

“no, Serjey...Yuri sa bene come stanno le cose! Deve accettare la realtà e farsene una ragione!” continua a rigirare il coltello nella piaga.

“Ivan..” mormora Boris avvicinandosi a sua volta, ma sul suo viso c’è solo un’espressione di rassegnazione e pietà.

“tutti quanti lo sapete che è così! Tutti voi lo pensate che quel vigliacco è tornato dai giapponesi per paura di suo nonno e delle torture di Vorkov! È un debole proprio come tutti quei  ragazzini sconfitti con le nostre mani!” Ivan è irrefrenabile, ma ciò che mi fa ribollire il sangue non è rabbia, ma consapevolezza che ciò che il piccoletto accusa sia la verità.

“no! Non è vero! Kei non è stato chiamato a far parte della squadra perché Vorkov vuole usarlo come asso nella manica! Sicuramente lo starà sottoponendo a qualche allenamento speciale per potenziare al massimo le sue capacità!” ribatto con tutte le mie forze.

“ne sei sicuro, Yuri? non credi che Vorkov ci avrebbe messo al corrente di questa sua strategia se fosse servita al solo scopo di scombinare le idee a quei musi gialli??” sbotta Ivan con una nota sadica nella voce.

Rimango a corto di risposte. Il discorso del piccoletto non fa una piega, eppure mi fa male pensare che abbia ragione su tutto. Ci deve essere qualcosa che ci è sfuggito!

Sospiro e abbandono il resto del gruppo recuperando Wolborgh in sacrosanto silenzio. Non voglio ammettere di aver torto e di dover dar ragione ad Ivan con la sua ipotesi lineare e precisa, ma non posso neanche fare la figura di uno che si smentisce perché viene messo alle strette da un proprio compagno di squadra.

“ci vediamo più tardi...” saluto distrattamente con la mano e mi fiondo lungo i corridoi.

Mi affretto a raggiungere la camera per poter rivedere Kei ed abbracciarlo. Perché so che si trova in camera e mi sta aspettando in attesa di potermi possedere ancora su quel letto, ormai giaciglio di amore e passioni focose.

I corridoi sembrano infinitamente lunghi se si vuole raggiungere una meta precisa con così tanto ardore nel cuore.

Le mura sono tutte uguali e in un piccolo momento di distrazione si può perdere la strada con facilità.

I miei respiri affaticati a causa della corsa e del massacrante allenamento mi provocano uno sgradevole formicolio in gola ed iniziano a prudermi le mani dal nervosismo.

Percorro lo stretto e angusto spazio a grandi falcate in modo da non poter essere raggiungibile dai miei compagni che di sicuro tenteranno di intercettarmi, anche se nutro qualche dubbio sul fatto di essere più veloce di Boris nonostante il mio vantaggio.

Scanso a colpi di gomito e spallate i ragazzini che ostacolano la mia traiettoria verso i dormitori.

Ad un certo punto vado a sbattere rovinosamente contro un ragazzo della stazza di Serjey, famoso per la sua forza bruta e per il suo pessimo carattere e non di certo per la sua bravura con i bey. Non ne ricordo neppure il nome..

“Ehi! Ivanov! Come mai così tanta fretta? Stai per arrivare in ritardo all’appuntamento con il tuo solito cliente per un’indimenticabile scopata?”

“non ho tempo da perdere con te, razza di idiota! Spostati!”

Mi rialzo in piedi dopo aver ringhiato addosso alla massa di ragazzi curiosi che si dileguano in pochi istanti.

“già, sempre di fretta...sei molto richiesto, vero, Ivanov?”

“tsè..se non avessi così tanta urgenza, ti romperei quel tuo brutto muso a pugni e ti farei scontare una pena adeguata per la mancanza di rispetto verso un tuo superiore! Ma siccome non ho il tempo materiale per rimanere a divertirmi con te...”

“rispetto a chi? Razza di putt..”

Ma il colosso di fronte a me non riesce a terminare la frase che viene inchiodato al muro da un cazzotto di Boris, accorso il più rapidamente possibile per bloccare ogni mio tentativo di suicidio al momento di dover rendermi conto che le parole di Ivan sono realtà.

“ ‘razza di puttana’ a chi, Igor?” ringhia Boris con uno scintillio sinistro negli occhi la quale dà al ragazzo un aspetto inquietante e violento. Più di quello che sembra di solito, si intende..

Ecco come si chiama quel bastardo. Igor. Che nome banale.

Dal labbro inferiore di Igor scende lento un rigolo di sangue denso e nero che sporca la mano di Boris  e la tinge di un’inquietante colore rosso scintillante.

“wow...questo è il mio colore preferito, lo sai, Igor?” mormora il Falborgh blaider in un sussurro tagliente, mentre rincorre con la lingua il liquido rossastro che bagna la sua mano. Scommetto che quel disgraziato non oserà mai più scontrarsi con Boris.

Il colosso ormai vittima della morsa del ragazzo dagli occhi smeraldini non riesce a respirare e viene liberato un attimo prima della totale perdita dei sensi.

A questo punto, il ragazzo dagli occhi smeraldini mi rivolge uno sguardo truce e mi fa cenno di seguirlo verso i dormitori.

“ce l’avrei fatta da solo, Huznestov..” lo ammonisco con disprezzo

“non ne dubito, Yu..” ringhia rivolgendo lo sguardo verso il profondo del corridoio.

“non hai più fiducia in me!”

Le parole mi escono dalla bocca con una violenza inaudita e colpiscono Boris al cuore.

“hai proprio ragione, non mi fido più di una mezza sega come te, Ivanov! Per questo sono venuto a coprirti il culo come ogni sacrosanta volta!” sbotta irritato dalla mia affermazione fuori luogo.

“non ti obbliga nessuno a farmi da balia!”

Si blocca in mezzo alla stradina di fredde pietre e si volta con aria minacciosa.

“stai superando il limite, Ivanov..ti avverto che l’unico che può avere il privilegio di distruggerti sono solo io con queste mani!”

“tu cosa??” domando rabbrividendo dalla malcelata minaccia.

“tsè...nonostante tu abbia un pessimo carattere e ti sia comportato da stronzo egoista io perdo ancora il mio tempo a salvarti dalle cazzate che combini...” mormora a bassa voce, più a sé stesso che al sottoscritto

Rimango in silenzio. Non è il caso di peggiorare la situazione con una bella litigata con tanto di scazzottata tra me e il mio migliore amico.

“quella è la porta..” dice indicando la camera mia e di Kei.

Deglutisco sonoramente. È giunto il momento di sapere se le ipotesi di Ivan sono fondate o meno.

“non rimanere troppo deluso nel vedere la tua camera vuota, Ivanov, perché in quella stanza non c’è anima viva!”

“vedremo..”

“hai ancora il coraggio di sostenere che Kei non ha lasciato il monastero?”

Lo ignoro e afferro la maniglia della massiccia porta di legno mangiucchiato dalle tarme.

Mi fiondo nella camera fredda e semibuia con una foga pari a quella di una mandria di tori imbufaliti, ma...

“te l’avevo detto, Yuri...Kei ci ha lasciati!”

Non mi metto  a cercare disperatamente in bagno, nella doccia e nell’armadio come il mio istinto mi porterebbe a fare se non ci fosse Boris a trattenermi, perché so già il risultato delle mie ricerche: Kei ha definitivamente abbandonato la squadra dei DemolitionBoys.

Delle braccia forti e potenti mi cingono le spalle e mi obbligano a rimanere all’interno di quella gabbia dalla quale non avrò mai più il coraggio di uscire.

Intreccio le mani dietro la schiena di Boris e mi lascio andare in un pianto silenzioso, senza lacrime, perché a versarle è il mio cuore provato da mille peripezie causate dall’argenteo.

“resterò con te, stanotte...se questo ti può aiutare.”

Annuisco e rimango zitto. Non mi sono mai sentito tanto fragile come ora. Come una scultura di cristallo in bilico tra il vuoto e il piano sulla quale poggiano le sue fondamenta su cui ha sempre fatto affidamento. Ma ora nemmeno le cose certe possono essere fonte di sicurezza e appoggio per una statua di così immensa fragilità.

Un bruciore doloroso alla coscia mi costringe  a infilare una mano dentro i jeans e prendere in mano il mio bey diventato improvvisamente incandescente.

Me lo lascio sfuggire dalla mano e cade a terra rotolando fin sotto alla scrivania.

“che cos’era?” domanda incredulo Boris che indietreggia verso la porta

“era da molto tempo che non vedevo il mio bey comportarsi così..”

“così come??”

“l’ultima volta che l’ho visto fare così è stato quando Kei è arrivato qui in Russia e l’ho trovato nel bosco di fianco al monastero..”

“ciò significa che Kei è tornato??” chiede con un’espressione di scetticismo sul viso.

“no, vuol dire che deve dirmi qualcosa di importante..”
“smettila, Yuri...stai delirando!”

Lo ignoro e mi avvicino a Wolborgh che lampeggia furiosamente sotto la scrivania, emettendo una curiosa e intensa luce azzurra.

Mi chino di fianco al mobile e mi faccio attento: il bit-chip di Wolborgh sembra volermi comunicare qualcosa.

“ma che diavolo...”

All’improvviso la sagoma del Lupo alato esce dal bey e si fionda con tutta la sua potenza verso di me, travolgendomi e inibendo i miei sensi.

La vista si fa meno a poco a poco, il tempo necessario per vedere due occhi smeraldini entrare nel mio campo visivo e muovere freneticamente le labbra in parole silenziose e sconnesse.

Tutto si tinge di una luce azzurra e mi lascio andare al senso di piacere e torpore creatosi grazie a Wolborgh.

 

Riapro gli occhi alzandomi di scatto dal letto. Ma come ci sono finito sotto le coperte?

“Yuri! mi hai fatto prendere un colpo! Maledizione!” sbotta Boris affrettandosi ad abbracciarmi e darmi una pacca sulla schiena.

“io..io sono stato un emerito stupido!”

“wow! La botta in testa deve averti fatto bene se sei arrivato a questa conclusione in così pochi secondi..” mormora sarcastico

“no, Boris..dico sul serio..”
“perché, secondo te io scherzavo?” chiede di rimando inarcando le sopracciglia.

“il Lupo mi ha concesso una seconda opportunità di portare a compimento i miei doveri di capitano dei DemolitionBoys!”

Boris sbarra gli occhi in uno sguardo di pura confusione.

“oltre ad essere diventato più sagace sei pure uscito di senno! Mi piace! Che droga usi?”

“non mi drogo, idiota!”

“lo supponevo che era tutta farina del tuo sacco questa imbecillità acuta..”

Improvvisamente sento una nuova forza pervadere ogni mio osso ed ogni mio muscolo; il dolore delle ferite collezionate in anni di permanenza al monastero comincia ad affievolirsi diventando un semplice e fastidioso ricordo; sento una potenza scalpitante scaturire da Wolborgh e ciò mi fa capire di essere rinato per portare a termine ciò che mi sono prefissato tempo addietro: ottenere la mia vendetta e vivere felice il resto dei miei giorni insieme a Kei.

Da seduto sulla sponda del letto, mi alzo con un balzo e quasi finisco addosso a Boris che mi guarda con sempre maggiore curiosità e scetticismo.

Le mie labbra si contraggono in un ghigno di soddisfazione misto a rabbia nei confronti della squadra giapponese.

“quei musi gialli me la pagheranno cara dell’affronto che hanno osato farmi!” sibilo afferrando saldamente Wolborgh e rigirandomelo tra le mani.

Lo sento scalpitare di rinnovata vita e capisco che sono tornato il vecchio Ivanov di un tempo, quel giovane illuso con grandi speranze di poter uscire dal monastero con ancora un briciolo di umanità.

Ho recuperato quella piccola parte di compassione con le unghie  e con i denti, con il dolore e la sofferenza di un amore proibito che mi è stato strappato dalle mani.

Sento di poter ritornare a guidare i DemolitionBoys nella loro missione: mettere la parola “fine” alle bramosie di conquista di Vorkov e di Hiwatari Senior.

Il ghigno e la smorfia di compiacimento di Boris mi fanno intendere che è fiero di me, non occorrono parole per riferire una cosa tanto palese come la soddisfazione del Falborgh blaider nel rivedere il proprio capitano tornare alla ribalta.

“non mi sembri più quell’ameba informe che eri questa mattina, Ivanov! che ti è successo?” mormora con una punta di ironia

“se te lo dicessi, poi dovrei ucciderti...” scherzo dandogli un pugno ‘affettuoso’ sulla spalla.

“rimani comunque più moscio del sottoscritto..” borbotta

“rimango comunque il capitano grazie alla mia superiorità intellettiva!” ribatto

Boris scoppia in una risata fragorosa e si tiene la pancia con le mani.

“che hai tanto da ridere, Bo?”

“nulla..stavo pensando che per qualche minuto mi sono dimenticato di Reyka. Rivederti è un piacere immenso per me, non credevo ritornassi più indietro dal tuo limbo di dubbi e sofferenza!”

“neanche io lo pensavo..” mormoro sottotono

Huznestov mi guarda con rammarico.

“ma dovevo pur tornare a guidare il gruppo di idioti migliori della Russia, ti pare?” rispondo sorridendo sornione e attraversando di corsa la porta, seguito a ruota da Boris.

Se la mia prima emozione è stata quella di una meravigliosa seconda chance, il mio secondo e improvviso impulso è quello di saltare alla gola di un cinese di mia conoscenza.

“Rei..” ringhio camminando a passo marziale verso il cortile.

“dove vuoi andare?” domanda una voce sottile e femminile, quasi un eco lontano che aleggia tra le mura dei corridoi.

Mi volto, ma alle mie spalle vedo solo una folla di ragazzini urlanti e fastidiosi che, a testa china, mi oltrepassano e fanno di tutto per evitare un minimo contatto con il sottoscritto e con Boris. Glielo si legge in faccia che hanno paura.

“che c’è? Perché ti sei bloccato?” chiede il ragazzo al mio fianco

Scuoto la testa e cerco di dare una spiegazione razionale a ciò che ho sentito.

“mi..mi sembrava...no, non può essere.” sorvolo sull’argomento e continuo a camminare spedito con un solo obiettivo in mente.

“fermati!”

Di nuovo, quella voce melodiosa e familiare riecheggia nei corridoi. Finalmente la riconosco.

“Reyka??” chiedo, più come speranza che come domanda vera e propria.

“cosa hai detto?? DOVE??” sbotta Boris lasciandosi prendere dalla foga e urtandomi violentemente con il gomito.

“mi pareva di aver sentito la sua voce...starò dando di matto, devo uscire da questo posto!”

“già, mi sa anche a me, amico...” risponde accondiscendente Boris che conclude il rapido scambio di battute con una risatina isterica.

Non do peso alle allucinazioni sicuramente provocate da questo mio nuovo sbalzo di vitalità e ripercorro le strette vie del monastero fino a sbucare nel cortile principale: Vorkov non mi impedirà di fare un po’ di terrorismo tra i nostri avversari prima della finale mondiale, non mi priverà del piacere di mollare un cazzotto a quel cinese effeminato e mandare così a livello zero la voglia di combattere dei giapponesi. La vittoria facile è sempre stato uno degli obiettivi di Vorkov, allora perché per una volta non obbediamo ai suoi ordini?

“che hai intenzione di fare, Yu?” domanda incuriosito il mio compare

“non ti viene in mente proprio nulla?” rispondo acido

Boris blocca la mia piccola corsa verso la filiale della BBA e mi costringe a guardarlo dritto negli occhi, mentre scuote affabile la testa in un NO che sa più di consiglio che di proibizione.

“hai messo in conto l’idea che Kei se ne sia andato e basta? Che abbia deciso di abbandonare definitivamente il beyblade e i piani che ha in serbo suo nonno per lui?” chiede con malinconia

“no.”

“hai mai pensato che Vorkov l’abbia rinchiuso chissà dove per indurti a pensare che ti abbia abbandonato per quei musi gialli?” continua insistente

“forse...forse è come dici tu, ma se così non fosse? Se mi avesse davvero abbandonato per quel cinese?”

“torni a pensare in modo egoistico...la lezione che ti è stata impartita oggi non ti è servita a niente, Ivanov? sei così recidivo da voler sprecare questa tua seconda opportunità che ti è stata miracolosamente concessa?”

Boris sembra ragionare lucidamente nonostante la sua perdita. Perché non posso fare altrettanto e comportarmi normalmente per una dannata volta?

“te ne pentirai amaramente se scoprirai che Kei non è tornato dai giapponesi..”

“tsk...che vuoi dire, Huznestov? Che stai insinuando??” ringhio scrollandomi di dosso il ragazzo.

“io ti conosco più di chiunque altro, so cosa ti bazzica in quella testa diabolica! Tu sei fin troppo consapevole che c’è la possibilità che Kei non si trovi con i giapponesi, ma pur essendo cosciente di ciò, hai bisogno di sfogare la tua rabbia su qualcuno! E perché non farlo su quel cinese? Conosco i tuoi infimi ragionamenti...sei un libro aperto, Ivanov!”

Mi sembra di aver preso una serie di frustate tutte in un colpo: Boris mi conosce bene, non permetterà che io vada a placare la mia sete di vendetta in questo modo.

“ho capito, Bo...non ti posso giocare a mio piacimento!” accenno una smorfia e poi ammicco accondiscendente.

“né me, né gli altri DemolitionBoys...su questo ci troviamo tutti d’accordo!” il ragazzo dagli occhi smeraldini rimane serio.

Annuisco docile. L’unica maniera per zittire i miei dubbi è agire per conto proprio.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Salve a tutti, belli e brutti!^^ oggi son particolarmente felice perché riesco finalmente ad aggiornare questa fic...le motivazioni sono molte, ma come vi ho già detto la più tragica è il fattore “scuola”. Forse mi prenderete per pazza, ma io metto lo studio davanti a tutto in questo momento perché devo prepararmi per bene all’esame di maturità!ç_ç ebbene sì, ho 18 anni e mi tocca fare l’esame per forza di cose! >.< sono stra preoccupata ora, figuriamoci a giugno!!X_X secondo i miei pronostici, diventerò pazza prima di maggio!T_T (dai, non ti manca ancora molto allora...=.=’’ ndtutti)

Quindi, passo subito ai ringraziamenti a cominciare da chi ha messo la mia fic tra i preferiti!^O^

 

 

Aphrodite: Dreven cara!!^O^ -abbraccia Erika e non la molla più- Sono contentissima della tua recensione! Mi ha fatto un piacere immenso! Chilometrica al punto giusto!^_- Tutti quei complimenti..ç_ç non me li merito da una scrittrice così brava come te!! Proprio no!! Grazie mille per tutto quello che mi hai detto, dal tuo gusto personale fino ad arrivare ai commenti oggettivi e splendidi!^^ grazie anche di avermi fatto presente quella notazione =.= davvero..non c’ho mai capito molto della differenza tra le due parole!ç_ç errore imperdonabile che non si ripeterà più! V.V

Detto questo, io spero di non deludere le tue aspettative perché mi fa un sacco piacere sapere cosa pensi delle mie storie/sclero!!^O^ ogni volta aspetto sempre una tua recensione che puntualmente arriva e non può che farmi piacere!^-^ Per questo aggiorno voltando le spalle ai compiti e allo studio che impegna gran parte dei miei pensieri!ç_ç Spero di sentire un tuo commento anche nei prossimi pochissimo capitoli! Un bacione grandissimo!!^-^

 

Lunetta Caduta nel Pozzo: ciao cara! Sono tornata! ^-^ so che mi vorrai estremamente male per questo mio ritardo, so che mi odierai a morte (lo stesso vale per EsL ç_ç ndAutrice) ma davvero, non hai idea di quanto sia difficile per me aggiornare con tanti impegni come la scuola! Riguardo alle tue richieste di far crepare Zio Vorky, beh..saprai se ti ho accontentata solo all’ultimo cappy!^_- eheh! Spero che questo capitolo dove Ivanov torna alla ribalta ti sia piaciuto! Un bacio!!

 

Klarai: ciao Kla!^o^ eh, mi sa che la tua richiesta di aggiornare presto non sia stata esaudita a causa di una forza maggiore chiamata “scuola” =.=’’ per chi non sapesse, la mia scuola è peggio del monastero!V_V i prof sono come dei Vorkov 2 la vendetta e i compiti sono una sfida ogni giorno più tremenda!ç_ç  Bene, come hai potuto vedere qui si lascia il dubbio che Kei sia tornato dai giapponesi o meno!O.O e chi lo sa dove è andato a finire quel deficiente di Hiwatari?=.= io no di sicuro!V.V’’ <--- faccia di una che mente spudoratamente. Spero di sentire un tuo parere anche su questo cappy e sui prossimi pochi capitoli che verrano!^o^ un bacione!!

 

Lexy90: mmh....<.<....>.>...-si guarda in giro per paura che le tiri qualche agguato con qualche arma contundente- ciao lexy!^o^ eheh, il colpo di scena mi sa che ci sarà...anzi, più di uno...V.V però ti premetto che li vedremo nei prossimi cappy!^-^ per adesso ne abbiamo abbastanza con Ivanov che ha le visioni, Boris che fa il pazzo con i ragazzini V.V e chi ne ha, più ne metta... non vedo l’ora si sentire la tua!^o^ un bacio!

 

Ella_Sella_Lella: -trema per la minaccia sul rancore- ciao cara!^o^ eh, mi sa che fra poco finisce la storia! Già già! E con una bella sorpresina per tutti!V.V non ti preoccupare, sarete accontentate..in qualche modo!^_- credo che dovrai cominciare a scrivere il tuo libro “1000 modi per ammazzare Vladimir Vorkov” perché non ti assicuro che schiatterà!^.^’’ –forse sta bluffando o forse no XD- perciò comincia già a pensare ai modi più truculenti per metterlo a morte, perché io continuerò a tenerti sulle spine fino alle ultime righe della fic!^o^ un bacione!

 

 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

 

 

Le nove di sera. Orario perfetto per poter agire indisturbati e fare una visitina al mio amico cinese.

Nemmeno Boris si aspetterà una mia azione a quest’ora della sera, quando qualcuno potrebbe palesemente pensare che si sgattaiola fuori dalla propria camera verso le tre, a notte inoltrata.

Ho detto agli altri di voler andare a letto presto a causa degli allenamenti massacranti e per poter insinuare il dubbio in Boris che mi voglia riposare per fare una capatina fuori orario dai giapponesi. Tutto fa pensare che me la voglia svignare a notte fonda e nessuno potrà mai prevedere un’idea così malsana di uscire dal monastero ad un orario impensabile, con ancora tutti i guardiani in circolazione e lo sfavore della stanchezza dalla mia parte.

Nessuno si aspetterà di vedermi scomparire dalle telecamere poste in giro per i corridoi attraverso una porta inesistente, quella stessa porta che mi ha dato la possibilità di ricongiungermi a Kei e salvarlo dal congelamento e da quel destino che la foresta gli avrebbe riservato.

E anche se mi vedessero, che cosa importerebbe a Vorkov? La violenza psicologica nei confronti dell’avversario è sempre stata la sua tattica prediletta. Che cosa avrebbe da perderci? Assolutamente nulla dal momento che conosce la mia abilità nel non farmi pescare con le mani nel sacco e sa che me la filerei prima dell’arrivo degli aiuti in soccorso ai BladeBreakers. Nessuno saprà mai che sono stato a far visita ai giapponesi se non quel muso giallo di Rei.

Ormai è da mezz’ora che ho lasciato i miei compagni di squadra nella stanza di Serjey  e Ivan, così mi devono sicuramente credere bello e addormentato per non svegliarmi. Dopotutto la sveglia è sempre all’alba, e non mi si può biasimare se per una sera che non ho pene da scontare, o durissimi allenamenti speciali da fare o amici in pericolo da salvare, me ne rimango a letto a recuperare un paio d’ore di sonno.

Ma non avevo fatto i conti con la psicologia inversa di Boris e quel suo maledettissimo acume.

Mi infilo gli scarponi da neve e la giacca per evitare di ammalarmi prima delle finale. Non ho voglia di sorbirmi la ramanzina da Vorkov nel caso in cui tornassi al monastero con un misero raffreddore che potrebbe sconvolgergli i piani. No, per il momento assecondo il suo gioco e vedrò come comportarmi di conseguenza.

Do un’occhiata fuori dalla porta e fortunatamente nessun gironzola per i corridoi, nessuna probabile spia che possa andare a riferire che me la sto svignando a Boris.

Vorkov è abituato alle mie fughe, sa che io e lui abbiamo bisogno l’uno dell’altro per i nostri scopi. Viviamo in una forzata simbiosi piuttosto difficile vista dalla mia parte. Ma, purtroppo, quell’uomo mi serve e io servo a lui.

Ormai ha capito che per quante volte io tenti la fuga, per qualche ragione torno sempre al monastero e il non aver capito per quale motivo io sia legato a lui lo distrugge psicologicamente, lo rode dall’interno, si dilania per capire quali sono i miei scopi.

Attraverso il corridoio di soppiatto, anche se so perfettamente di essere ripreso da innumerevoli telecamere gestite dalla sala comandi nel cuore dell’edificio. Quasi quasi vorrei fermarmi e salutarle o mandarle a fan culo, ma devo dar loro l’impressione che io non mi accorga di nulla.

Perdersi è l’unico modo per poter ritrovare quella miracolosa via di fuga e non mi è facile smarrire la strada dal momento che ho battuto ogni singolo corridoio di pietra in questo posto.

Finalmente la mia via d’uscita privata si fa vedere: è piccolina, schiva, semi-nascosta dietro una parete e attende solo che io la varchi e vada a riprendere ciò che è mio di diritto.

“oh, allora è questo il famoso passaggio che ti ha condotto fuori..”

La voce tagliente e roca di Boris  è disarmante. Non mi aspettavo un suo agguato proprio nel momento della mia “quasi vittoriosa fuga”.

Marca bene l’ultima parola che pronuncia, come a significare un  mondo diverso, estraneo al pianeta nella quale viviamo quotidianamente rinchiusi.

“Boris, io..” la mia innata capacità di saper mettere a tacere la gente con una sola frase si fa meno.

“TU cosa, Yuri? cosa credevi di fare uscendo di nascosto a quest’ora?”

Non rispondo. La risposta è scontata, la conosce perfettamente anche lui e purtroppo è proprio questo che mi frega e mi impedisce di mentire.

“non posso credere che tu abbia davvero pensato di farmi fesso! Serjey e Ivan magari sì! Ma il sottoscritto l’hai preso proprio alla leggera! Non sono tipo da farmi fregare con  la tua stupida trovata di sgattaiolare fuori alle nove e mezzo di sera per far credere di essere andato a letto a riposare!”  infierisce

“ok! D’accordo! Ti ho calcolato male!” rispondo rassegnato, abbassando lo sguardo e fissando la punta dei suoi anfibi rinforzati.

“sei uno stupido Yuri per aver pensato che ti lasciassi andare là fuori per cercare Kei!” sbotta adirato

Digrigno i denti. È dura stare in silenzio ad aspettare che un proprio compagno di squadra finisca la ramanzina, per di più immeritata.

“almeno, non da solo..” conclude ammiccando.

Alzo lo sguardo stupito, piantando i miei occhi sui suoi verde smeraldo. Sorride compiaciuto e mi fa cenno verso la porta.

“grazie, Boris..” mormoro non sapendo che altro dire.

Discuterne è impossibile, ormai Boris ha perso le speranze e si rassegna al fatto che io sia deciso a riottenere ciò che mi è stato rubato. O nel caso contrario, a capire le spiegazioni dell’argenteo del perché ha abbandonato la squadra.

“muoviti, razza di idiota...sbrighiamoci prima che Vorkov non ci conceda più uscite fuori orario!” mi intima il ragazzo

“andiamo alla filiale della BBA..” decido su due piedi.

“ottimo, ma cosa credi di fare appena saremo là?” domanda con una smorfia malevola

“credo che per cominciare prenderò a pugni quel cinese...poi si vedrà!” rispondo fingendomi allegro

“il tuo piano è divertente, ma fa schifo! Per questo ti serve la supervisione del sottoscritto!”

“cosa???”

“sì! Io eviterò che tu commetta cazzate troppo grandi per non poterle riparare...”

“ah, e poi sarei io quello che si deve contenere nel non fare stupidaggini, vero, Boris?” ribatto offeso

Non mi ascolta, mi ignora altamente e imbocca lo stretto passaggio, uscendo nella foresta coperta di neve apparentemente perenne.

Mi richiudo la porticina alle spalle e ci incamminiamo a passo marziale verso l’esterno del bosco di conifere completamente buio e terribilmente tetro se non si è abituati al genere di cose; vivere nel monastero ha i suoi vantaggi: non ci si stupisce di nessun film dell’orrore, figuriamoci addentrarci nel cuore di una foresta sconosciuta completamente buia.

“L’ho trovato qui per la prima volta..” mormoro cominciando a strascicare i passi.

Sento più vivida la presenza dell’argenteo; forse è proprio perché è da qui che tutto è ricominciato.

Posso vedere il ragazzo infagottato nel suo pastrano, sdraiato a terra, raggomitolato su sé stesso per ripararsi inutilmente dal freddo e la sua pelle bluastra a causa dell’imminente assideramento.

Ricordo il bagliore di Dranzer non appena mi sono avvicinato ad esso con il mio Wolborgh, quel breve attimo in cui il mio beyblade si è riacceso di nuova vitalità e il mio Lupo ha ululato con vigore e gioia.

“sì, lo so..me l’hai detto..” risponde  Boris con noncuranza

Distolgo la mia attenzione da cosa questo posto possa significare; bisogna andare avanti.

“Kei..”
“ti sei chiesto cosa farai se Kei è tornato nei BladeBreakers?” domanda Boris, stavolta con una punta di nervosismo nella voce.

Ha paura che io commetta qualche stupidata, ma non ha capito che in quel caso la mia vendetta sarebbe troppo violenta da contenere anche usando la forza.

“Yuri!” mi chiama dandomi una gomitata

“sì, Boris...cmq in quel caso credo proprio che mi metterò il cuore in pace e non stresserò mai più nessuno con le mie lamentele su Kei e sulla BBA, contento?” cerco di sdrammatizzare

“non desideravo sentire altro!” risponde allegro

Ricominciamo a camminare, affondando ad ogni passo nella neve fresca.

“Yuri! non andartene!”

Mi blocco in mezzo alla coltre di neve e resto in ascolto; quella voce non è affatto di Reyka, non ha lo stesso timbro. E allora a chi appartiene?

“fermati!”

Il mio beyblade freme e scalpita nella tasca dei jeans.

“Yuri? perché ti sei piantato lì in mezzo come un ebete?” domanda Boris stizzito

“ssh..muto!” lo zittisco e mi affretto a tirar fuori Wolborgh.

Il bit risplende di una luce azzurra accecante, lampeggia e continua con il suo silenzioso lamento.

“fermati!”

Riconosco che tutto ciò è al di là di ogni logica, ma per tutta la mia vita non ho visto nulla di normale. Cosa mi costa credere nell’esistenza di uno spirito che vive nel mio beyblade  e cerca di proteggermi ogni qualvolta gliene capiti l’occasione?

In lontananza si può udire l’ululato di un lupo. Sembra triste e nostalgico, come se gli si fosse stata negata la cosa a cui tiene di più, ma in fondo al suo cuore sa di avere ancora qualche speranza nel riottenere ciò che gli spetta.

“ehi, ci sei? Perché ti sei...”

“muoviamoci!” blocco la domanda di Boris e ricomincio a camminare.

Stavolta non ho la benché minima intenzione di dar retta al mio fedele Wolborgh e ai suoi avvertimenti.

Non ho intenzione di sospendere la mia ricerca.

Uscire dalla foresta non è difficile e nemmeno convivere con il religioso silenzio che farebbe perdere la testa ad un qualsiasi normale essere umano; nessuno psicologicamente stabile avrebbe mai il coraggio di oltrepassare questa distesa di alberi e neve, sapendo di violare il territorio di lupi  e altre bestie feroci capaci di uccidere senza pietà pur di mettere qualcosa sotto i denti. Di questi tempi, nemmeno gli animali sono molto schizzinosi sul cibo che si offre loro.

Io in testa, seguito dal silenzioso passo di Boris, intravedo finalmente una  luce artificiale provenire da un lampione: ci ritroviamo dietro una vecchia casa costruita poco distante dal centro dato che riesco a scorgere un groviglio di strade e macchine fluire veloci verso Mosca.

“sai dove si trova la filiale?” domanda Boris

“sì, credo sia vicino al palazzetto dove si terranno le finali mondiali.”

Camminiamo veloci e spediti, ignorando la gente che ci guarda con sospetto non appena sfoggiamo il nostro passo militare e ci facciamo riconoscere come “i mitici DemolitionBoys”, campioni in carica di Russia.

Sono solo le dieci e mezzo di sera e alcune ragazzine che passeggiano e chiacchierano tranquille lungo il marciapiede ci additano e sghignazzano tra di loro, divertite e intimidite dalla nostra presenza; una di loro arrossisce non appena le rivolgo un’occhiata incuriosita, ma proseguo oltre. Non mi soffermo a pensare se quelle quattro ragazze abbiano fatto chissà che commenti sui nostri fondoschiena o cos’altro. L’importante è arrivare alla filiale e riprendere ciò che mi è stato tolto.

Finalmente, dopo venti minuti, ci troviamo sotto l’edificio della BBA: una modesta palazzina punteggiata di finestre illuminate dalle luci, con un grande logo stampato sulle porte scorrevoli davanti all’ufficio informazioni e la scritta “BBA” rossa posta sopra la porta d’ingresso.

Entriamo e ci rivolgiamo direttamente alla receptionist.

“a che piano si trova Rei Kon, della squadra giapponese?”

La donna al di là dell’immenso bancone pieno di scartoffie mi guarda terrorizzata: non immaginavo di poter fare un  effetto simile. Non mi sono reso conto di aver cambiato tono di voce, più simile ad una minaccia che ad una cordiale richiesta.

“Yu, sta calmo!” mormora Boris alle mie spalle

La receptionist balbetta qualcosa di incomprensibile che interpreto come un “non sono tenuta a dare certe informazioni”.

“ho chiesto: dove si trova Rei Kon? Dov’è quel cinese?” la mia pazienza comincia a scarseggiare.

Impugno il lanciatore a pistola: non è vera, ma fa comunque il suo effetto. Tutta una tecnica di Vorkov per mettere in soggezione gli avversari, spaventandoli con subdoli metodi e false minacce.

“io...io..” balbetta ancora la donna al di là del bancone.

“non ti affannare troppo, Ivanov! Lascia in pace quella povera donna!” sbotta il cinese che spunta da una porta alla mia destra.

“Rei, proprio te cercavo...anzi, per la precisione sono venuto per qualcun altro.”

“non c’è nessun altro che ti possa interessare qui, Ivanov...”

Pronuncia il mio nome con foga. Sa che io ho il predominio sul cuore di colui che entrambe vogliamo ma che solo uno potrà possedere. Io.

“non fare il finto tonto con me, Kon, so benissimo che avete corrotto Kei a tornare nella squadra giapponese per avere la vittoria assicurata!”

Boris non prende parte alla discussione. Sa che questa guerra non gli appartiene e si mantiene distante, pronto ad intervenire in caso la situazione si complichi.

“che stupidate vai dicendo, Yuri?” domanda strabuzzando gli occhi ambrati e mettendo su un’espressione da beota.

Il cinesino è un attore provetto, non c’è che dire, ma di sceneggiate come questa ne ho viste troppe nella mia vita per non riconoscere quando una persona mente o dice il vero. In questo caso, non so nemmeno io come interpretare il viso di Rei.

“tsk, senti un po’, cinese. Non volevo essere scortese, ma così mi obblighi ad usare le maniere forti!”

Mi avvicino a lui e lo inchiodo al muro, prendendolo per il bavero.

“sai, questa scena mi è familiare, non trovi anche tu?” domando con una punta di disprezzo.

“lasciami andare, Ivanov!” ringhia Rei

“oh, sì..lo farò! Ma non prima di aver sentito dalla tua boccuccia dove si trova Kei!”

“io non so dove sia! Pensavo fosse al monastero con voi!” ribatte ostinato
“peccato, risposta sbagliata!” sorrido veemente e carico il pugno destro, scagliandomi contro il nemico.

Lo prendo in pieno viso, vicino alla bocca. Il labbro gli sanguina vistosamente, ma poco importa. Per non darmi soddisfazione, il cinese non emette gemiti di dolore e continua a guardarmi con quei suoi occhi ambrati e pieni, trionfanti.

“sai, non ti facevo così debole. Mi aspettavo qualcosa di più forte dal capitano della grande squadra russa!” risponde sputando un grumo di sangue a terra, non prima di essersi liberato della mia presa.

Infilo Wolborgh nel lanciatore e faccio fuoco dritto contro il ragazzo dai lunghi capelli corvini che si scansa con prontezza e lancia in gioco il suo Driger.

“WOLBORGH! DISTRUGGILO!” ordino, accecato dalla rabbia e dal furore.

“Driger! Fermalo! Artiglio Gatlyn!” risponde all’attacco.

I due bey si scontrano con violenza, mandando all’aria centinai di scartoffie appoggiate sopra il bancone della reception, mentre la giovane donna si rifugia sotto di esso e grida a perdifiato, isterica e impaurita.

“ora basta Yuri! Smettila! Non risolverai nulla così!” sbotta Boris alle mie spalle.

Il ragazzo deve aver valutato rapidamente la situazione: se c’avessero beccati a scontrarci a bey nel bel mezzo della sera, di sicuro la commissione della quale fa parte anche il presidente Daitenji avrebbe squalificato la squadra della Neo Borg. Ma ciò che terrorizzava Boris non era la squalifica dal torneo, era piuttosto la reazione di Vorkov a tale evenienza.

“FALBORG! BLOCCALI!” urla additando i due bey, ormai nel bel mezzo di un duello a tutti gli effetti.

Non mi importa più che Rei sia o meno mio rivale in questo sport, ma non sopporto l’idea che possa essere in competizione per il cuore di Kei.

“qui qualcuno ha paura di un po’ di sana concorrenza, non trovi, Ivanov?” domanda beffardo Rei, rispondendo ad un ennesimo attacco di Wolborgh che ormai ha distrutto l’intero ufficio della reception.

“mi preoccupo solo che tu non ne venga fuori troppo deluso quando Kei deciderà di rimanere nella squadra russa con noi, abbandonando per la seconda volta il vostro team di falliti!” sbotto, sorridendo compiaciuto al cinese che ora digrigna i denti in un ringhio soffocato.

Sembra una belva inferocita.

Uno splendido esemplare di Tigre Bianca si mostra ai nostri occhi prendendo posto di fianco al Lupo della Steppa che appare fiero ed orgoglioso come sempre. Purtroppo, a discapito delle apparenze, so cosa sta provando in questo momento il mio bit power: ira, rancore, nostalgia e tristezza.

Driger e Wolborg prendono la rincorsa per poter sferrare un altro attacco contemporaneo, una specie di estenuante giostra medievale dove vince chi rimane illeso dalla stoccata dell’avversario.

“Wolborg! A te!”

“Driger! Finiscilo!”

“ORA BASTA!” il grido disperato di Boris ci zittisce, mentre il suo Falborg si intromette nel nostro duello e si para precisamente in mezzo alla traiettoria dei due bey grigi-argentei.

Contro ogni aspettativa, il bey verde acqua incassa il doppio attacco bloccando gli avversari ed evitando un disastro che si sarebbe sicuramente compiuto se non fosse intervenuto in tempo.

“Faborgh! ORA!”

Con un rapidissimo attacco, il bey del mio alleato scatta e rispedisce Driger e Wolborgh nelle mani di Rei e nelle mie, costringendoci a guardarlo intimoriti da tale potenza.

Boris, a causa dello sforzo compiuto per aver sopportato la forza devastante delle due trottoline argentate, si aggrappa al mio braccio e fa leva su di esso per reggersi in piedi: non dev’essere stato facile rispondere con così tanta lucidità e pacatezza ad una situazione del genere. Per questo ammiro Boris oltre ogni limite.

“tu!” sbotta Boris additando Rei “..vedi che non venga a sapere che c’hai nascosto qualcosa riguardo a Kei, altrimenti le prendi dal sottoscritto!”

Il cinese si fa serio e attento. Forse sta intuendo come sta davvero la situazione con Kei.

“ e tu, capitano!” continua il platinato, puntandomi il suo sguardo diabolico dritto negli occhi “..prova un’altra volta a fare uno scherzo simile, che ti rinchiudo in camera, butto la chiave e verrò a tirarti fuori da quel buco solo a fine mondiali! Facciamo i conti quando torniamo, ora dobbiamo andare!”

Boris mi afferra per la felpa e mi trascina fuori dall’edificio, non lasciandomi l’occasione di poter avere maggiori informazioni su Kei.

“muoviamoci prima che diano l’allarme e ci trovino qui a scazzottare con un membro della squadra giapponese!” si intestardisce Boris.

Ha ragione, bisogna andarsene prima che arrivino autorità e blaider al seguito. Ma di una cosa sono quasi certo: Rei non aprirà bocca e si inventerà qualcosa da rifilare al presidente per metterlo a tacere. Lui vuole regolare i conti in sospeso lasciando parlare i bey, e così sarà.

“Ivanov, aspetta!”

Mi blocco in mezzo alla strada.

E’ buio pesto e solo la luce dei lampioni mi mostrano l’esatta posizione di Rei che, ancora frastornato, fa qualche passo verso l’esterno dell’edificio e cerca di raggiungerci, ma decide di non oltrepassare quell’invisibile linea che ci separa.

“Kei è scomparso, non è così? Pensavi fosse tornato con noi, vero?”

Annuisco. Non ho voglia di parlare.

“spero lo ritroviate presto. Ho paura che gli sia accaduto qualcosa di brutto. E, per la cronaca, non dirò nulla al presidente Daitenji di ciò che è successo, voglio un incontro regolare con la vostra squadra, siamo intesi? Perciò cerca di rimetterti in sesto, perché alle finali te la vedrai con il sottoscritto!” così dicendo, si riavvia verso la sede russa della BBA.

“Hiwatari non è tornato a militare tra le file dei BladeBreakers. Questo mi lascia perplesso, ero sicuro che le cose fossero così.” sussurra Boris, continuando a trascinarmi verso il monastero.

Non riesco a parlare.

Mi sento rallegrato da una parte  e sconvolto dall’altra.

Kei non è tornato nella squadra giapponese e non si trova nemmeno al monastero. E allora che fine ha fatto?

Kei, ti verrò a riprendere. È una promessa.

 

 

 

Angolo dell’autrice

L’avevo detto che entro fine settimana aggiornavo pure questa fic!^O^ Ora non mi dilungo in chiacchiere, le scuse per la questione del ritardo le sapete già!V.V scuola, ragazzo, amici, scuola, esami in arrivo, studio, danza...>.< non ne posso più! Voglio avere più tempo per le mie fic!ç.ç

Comunque passo subito ai ringraziamenti!^O^

 

Lexy90: come sempre tu non mi abbandoni mai!>.< sono proprio contenta!! Come vedi il “pugnetto piccino piccino” in questo capitolo c’è stato!^_- me lo riservavo proprio per Rei che, come avrai notato da questa fic, non mi sta proprio simpatico!^.^’’ insomma..se anche soffre un pochino non c’è nulla di male!V.V no?? Ora manderanno sul programma “chi l’ha visto?” il povero Kei!ç.ç dove è andato a finire?? Boh!! >.< aspetto un tuo parere! Un bacione!!^_-

 

Aphrodite: Dreven cara!>o< -abbraccia e strizza- bene!V.V come ti avevo già detto in mail, il cappy è pronto e consegnato quasi a mezzanotte!>.< madò! Sono una pirla!V.V non c’è che dire..bene bene! Sono contentissima che ti sia piaciuto il cappy prima!ç.ç detto da te è...è...>.< non so che dire!! Grazie! ^-^ Però...mi dispiace aver dovuto far del male al caro micino!^.^’’ mi perdonerai, vero? Era da copione!! Guarda qui!!V.V io non mi invento nulla!V.V –sventola copione davanti ad Erika- quindi..dove ero rimasta? Ah sì! Il mio caro Ivanov pazzo è arrivato allo sclero totale, ed ora si darà una calmata e, come vedrai, tornerà il vecchio Ivanov si sempre!^o^  Spero di sentire presto anche la tua opinione nonostante tu sia straimpegnata con gli studi dell’università!>.< un bacione grande grande!^o^

 

Kaifan91: ciao!^-^ eh...mi sa che il tuo desiderio di aggiornare presto si è volatilizzato!ç.ç davvero, mi dispiace così tanto non poter essere puntuale!>.< e per giunta il caro Kei si è scoperto non essere tornato nella squadra giapponese!O_O che fine ha fatto Hiwatari? Riuscirà Yuri a reggere la situazione e fare il bravo ragazzo?? V.V lo scopriremo solo alla prossima puntata!^o^ un bacione!! E grazie per i complimenti!^o^ mi fanno molto piacere!

 

Ella_Sella_Lella: e tu sei pronta per una risposta poco decente??^_- scherzo cara! Comunque, tornando a noi! Mi sa che ti sei sbagliata sul fatto che Kei sia tornato dai giapponesi!V.V come vedi, il baldo Yuri insieme al suo prode Boris ne hanno accertato la sua assenza. E dove sarà andato a finire Kei?? O_O che fine avrà fatto la cara Reyka?? O_O lo scopriremo solo vivendo!^o^ Al prossimo capitolo!^_- attendo tue notizie! Un bacione!!

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

 

Si spera di riuscire ad aggiornare in tempo, stavolta!V.V mi sono presa bene con tutto e ho deciso di prendermi avanti con gli aggiornamenti per dedicarmi ad altre cosucce di mio grande interesse!*-*

Bene...siamo arrivati al momento cruciale della storia!^o^ Stanno per iniziare i  mondiali di beyblade! Bene bene!!*-* (bene bene!*-* è il penultimo capitolo! ndDemBoy)...non cantate vittoria troppo presto!V.V** sono ancora in tempo per improvvisare un omicidio di massa! Perciò zitti, e lasciate leggere queste povere anime che sono venute a rendere omaggio a questa obbrobriosa fic!V.V quindi.. buona lettura a tutti!^o^

 

 

 

 

Scendiamo dall’autobus in rigoroso silenzio. Né Ivan né Serjey sono venuti a conoscenza di ciò che è successo alla filiale della BBA e, come aveva promesso Rei, nessun altro ha saputo della nostra visita. Il cinese deve essersi inventato una scusa più che convincente per non destare sospetti al presidente o a chiunque altro membro della commissione.

Vorkov sa perfettamente ciò che è successo, ma ha evitato di parlarne apertamente con me e Boris minacciandoci di violenze atroci dal momento che oggi, il primo giorno dei mondiali di beyblade, un nostro infortunio gli costerebbe la vittoria.

Per me e Boris questa punizione non scontata sa molto di vittoria personale: non capita tutti i giorni di vedere il volere di Vorkov piegato alle pericolose conseguenze di un suo capriccio.

Come avrebbe spiegato al pubblico un eventuale occhio nero o qualche contusione appariscente?

Il caro monaco non avrebbe mai potuto, e dico MAI, permettersi di picchiare i propri allievi dal momento che la sua immagine rispecchia proprio quella di un uomo di chiesa.

No, non c’avrebbe puniti per la nostra scappatella fuori orario. Almeno, non ora.

Gli serviamo interi, possibilmente in forze per i nostri match. Cosa che non si può assolutamente dire per Boris che risente ancora della punizione scontata settimane prima, e se gli allenamenti contro Serjey gli sono costati energie preziose, uno scontro diretto con l’avversario della squadra giapponese gli assicurerà la sconfitta.

Boris, consapevole del suo handicap, finge che tutto vada per il meglio e solo il pensiero di stringere tra le sue braccia Reyka lo fa andare avanti. Sa di avere poche speranze di vittoria e teme l’ira di Vorkov quando perderà il suo incontro. Vederlo rassegnato non è un buon segno.

Ci chiudiamo nello spogliatoio, inseguiti da giornalisti di fama internazionale, intervistatori di programmi sportivi famosi e un bel gruppetto di fans accanite sfuggite a quelli della security che continuano a scusarsi ripetutamente con Vorkov per un errore così madornale.

Vorkov, come di consueto prima di un incontro importante, entra nello spogliatoio e cammina a passo marziale davanti a noi, piazzati in un’ordinata fila.

“Spero di essere stato chiaro in queste ultime riunioni. Voglio una vittoria netta, schiacciante! Usate tutto ciò che è in vostro potere per vincere i rispettivi incontri, ma cercate di fare attenzione a non essere colti in fallo!”

Sembra più un discorso di incoraggiamento che una minaccia per obbligarci a vincere.

“Se non riuscirete ad ottenere la vittoria, beh.. In tal caso non occorre che mi esprima. Sappiate solo che non avrete ciò per cui state lottando con tanto ardore...”

Ecco appunto. È proprio questo che rende infallibili i discorsi del vecchio pazzo.

Si crea un varco tra me e Boris, spingendoci con forza verso il muro, per oltrepassarci e afferrare la maniglia.

Nel mentre in cui sta spingendo la porta per uscire, si blocca di colpo e si gira verso di noi per l’ultima volta, sogghignando compiaciuto. Nessuno capisce il motivo di tale gioia.

“Volevo solo informarvi che coloro per i quali state combattendo, sono molto più vicini di quanto pensiate.”

Ora capisco perché si sta divertendo tanto a tenere in pugno le nostre vite, le stritola e le modella a suo piacimento come fossero plastilina.

Vorkov esce dallo spogliatoio sbattendo violentemente la porta che giurerei aver visto scardinarsi.

Boris dà voce ai miei pensieri.

“Sta mentendo.”

“E’ palese che lui menta...Non sa fare altro!” sbotta Ivan adirato

“Ci vuole reattivi e vittoriosi. Lui sta cercando di farci credere che non appena vinceremo questo dannatissimo incontro, noi potremo riabbracciare Kei e Reyka! E’ uno dei suoi soliti giochini subdoli e schifosi..” rifletto ad alta voce.

Serjey è troppo silenzioso. In un'altra situazione avrebbe già espresso la sua opinione, ma ora sembra in uno stato di coma profondo.

“A che pensi, Ser?” domanda Ivan che deve aver intuito il mio pensiero

“E se Vorkov avesse ragione? Se stesse solo cercando di farci credere di mentire...del resto, è la conclusione che traiamo sempre! Come mai questa volta dovrebbe essere diverso?” mormora puntandomi addosso i suoi occhi plumbei.

“Spiegati meglio, Ser...” lo esorto a continuare il suo discorso piuttosto contorto.

Serjey si schiarisce la voce come fosse ad una conferenza stampa molto importante: Boris ridacchia silenziosamente al mio fianco e si ammutolisce non appena il colosso biondo gli rivolge un’occhiataccia poco amichevole.

“Sto dicendo che secondo me Vorkov ha detto il vero. Kei e Reyka sono nascosti molto più vicino di quel che si pensa. Del resto, come potrebbe fare altrimenti? Come potrebbe tenere sottocontrollo due ribelli come te, Yurij, e come Boris?”

“continua..” lo incita stavolta il Falborgh blaider, molto attento alla discussione.

“Vorkov deve tenervi sottocontrollo! E qual è l’unico modo per farlo? Minacciarvi di torturare Kei e Reyka! Ma dal momento che voi date per scontato il fatto che lui menta, che li abbia trasferiti...non potrebbe usarli come “esca” per tenere a bada i vostri famigerati caratterini..”

“Vuoi dire che deve per forza averli sotto mano nel caso in cui noi ci fossimo ribellati prima del campionato mondiale! Mostrandoceli, magari, saremmo tornati nei ranghi per  portare a termine il nostro compito. Ma senza di loro, noi siamo liberi di fare ciò che vogliamo!”
“Esatto! Ciò significa che per attuare il suo piano, Kei e Reyka gli servono vivi. Almeno, fino al termine del torneo mondiale!” conclude Serjey soddisfatto

“Questo implica il fatto che quei due sono chiusi chissà dove nel monastero!” mormora Boris riprendendo le speranze di poter riabbracciare la sua ragazza. Speranze che, a malincuore ammette, stava per abbandonare definitivamente.

“D’accordo, qui urge un piano per poter salvare Kei e Reyka e mettere fine a questo incontro!” interviene Ivan.

Stiamo in silenzio per qualche istante. Non abbiamo il coraggio di dire quello che ci passa per la mente.

Odio il pensiero che mi balena per il cervello: non posso sopportare di dover tornare laggiù. Riesco già a sentire l’odore di sangue rappreso e di aria stantia che impregna tutte le segrete.

“Da quanto tempo non andiamo a fare una capatina nei sotterranei?” domando a Boris, sforzandomi di apparire freddo e cinico.

La mia maschera indifferente si mostra efficace: nessuno capisce che ho davvero il terrore di tornare nelle prigioni sotterranee del monastero.

“Troppo tempo...Quel bastardo di un monaco sentirà la nostra mancanza!”

“E noi non vogliamo che la sua frusta si rammollisca, vero Bo?” chiedo ghignando con disprezzo

“Assolutamente, Yu.”

“Cosa avete intenzione di fare, voi due?” domanda incuriosito Ivan

Io e Boris ci guardiamo e ci rivolgiamo uno sguardo d’intesa. Solo noi sappiamo intenderci senza nemmeno esserci parlati prima, nemmeno con Kei ho un’affinità tale.

Del resto, Boris è il fratello che non ho mai avuto, nonostante sia anche stato per alcuni anni il mio compagno di nottate. Il rispetto che ci portiamo reciprocamente supera il rapporto che ho instaurato con chiunque altro. Kei compreso.

“Il primo incontro sarà disputato da Serjey e Max, questo lo sappiamo tutti.” comincio a spiegare, riordinando le idee.

“Nel secondo match mi scontrerò con Rei, e questo offrirà l’opportunità a Yuri di potersela svignare da qui e andare dritto dritto al monastero per cercare Reyka e Kei.” continua Boris sorridente

“Vuoi dire che cercherai di prendere tempo per Yuri, non è così?”

“Giusto, Ser..è l’unico modo che abbiamo per poter cercare indisturbati i nostri compagni!” concludo abbassando lo sguardo.

“Tsè! Non credo che questo piano potrà funzionare..fa acqua da tutte le parti! Come hai azzardato l’idea di poter introdurti da solo nel monastero senza un aiuto? Di sicuro non sai che Vorkov non si fida di noi tanto da lasciare l’edificio incustodito...” rimbrotta Ivan incrociando le braccia al petto.

Guardo ansioso l’orologio. Le dieci e mezzo. Manca solo un’ora all’inizio del primo incontro e dobbiamo ancora mettere in piedi una strategia per fuggire da qui senza essere notati da Vorkov.

“Illustraci le tue idee, saputello che non sei altro!” ringhia Boris dando una manata ad Ivan per intimidirlo.

Il piccoletto non si lascia spaventare da una piccola minaccia del Falborgh blaider e, per dispetto nei suoi confronti, se la prende con più calma del previsto, stiracchiandosi e sbadigliando vistosamente.

“Vuoi smetterla di fare il cretino e sbrigarti a parlare?” sbotta Boris che capisce al volo le intenzioni di Ivan; è abituato ai capricci del piccoletto, ma questo non gli dà il diritto di scherzare in un momento simile.

“Boris, non spetta a te prendere tempo per Yuri..” mormora Ivan pensieroso.

“E perché no, di grazia?” risponde il Falborgh blaider con tono scettico

“Mettiamo caso che sia proprio tu, Boris, il primo a scendere in campo. Che tu perda o vinca non ha importanza, ma saresti di maggior aiuto a Yuri nella ricerca di Kei e Reyka al monastero. Sarà Serjey a disputare il secondo incontro, dando tempo a voi due di muovervi indisturbati. Se contate anche il fatto che di mezzo c’è la pausa pranzo, avrete ancora più tempo a vostra disposizione per poter agire!” spiega brevemente.

Il suo ragionamento non fa una piega: Boris è molto più utile se si unisce a me nelle ricerche dei nostri due compagni dispersi.

“E bravo Ivan!” commenta divertito Serjey.

“Sì, ora dobbiamo solo dire a Vorkov del nostro cambio di giocatore. Come glielo spieghiamo?” domando, aspettandomi un punto debole nel piano di Ivan.

“Ma mi avete preso per uno sprovveduto o cosa? Io faccio le cose fatte bene!” ribatte stizzito il piccoletto

“Smettila, Ivan! Non abbiamo tempo da perdere!” lo rimprovero.

“Diciamo semplicemente a Vorkov che Boris, a causa delle ferite non ancora rimarginate dell’ultima punizione, dovrebbe disputare il primo incontro per essere sicuro della vittoria e poter poi riposare.” conclude compiaciuto

“Beh, se si mette in gioco la probabilità di una sconfitta allora è molto più facile convincere quel vecchio bastardo!”

Annuiamo decisi e prendiamo i nostri beyblade dalle borse negli armadietti e ci dirigiamo verso le tribune, dove sfoggiano due posti d’onore riservati a Daitenji e Vorkov. Quello schifoso monaco vuole fare le cose con classe.  

Improvvisamente, una mano si chiude intorno al mio polso e mi impedisce di proseguire lungo il corridoio. È Boris, ha l’aria piuttosto agitata ed ansiosa, come se nascondesse qualcosa.

Il ragazzo dagli occhi smeraldini appoggia l’indice sulle labbra  per farmi capire di stare zitto e mi rivolge un’occhiata preoccupata.

Apre cauto il suo marsupio e ne estrae una pistola. Vera. Non un lanciatore dalla forma poco convenzionale, ma un’arma vera e propria in grado di uccidere una persona.  

Sbarro gli occhi allucinato e deglutisco sonoramente.  

“Ma dove..”

“Sssh! Zitto! Non deve interessarti dove le ho procurate..pensa soltanto a difenderti in caso dovessero essere necessarie!” sussurra appoggiandomi la mano sopra la bocca.

Rigiro l’arma tra le mani: è nera, lucente, pulita e abbastanza leggera. Deve essere un’automatica di qualche tipo. Non conosco il calibro dei proiettili, ma capisco che non è un giocattolino da poco.

“Yuri, qualunque cosa succeda, voglio che tu sappia che sei davvero importante per me.”
“Boris! Da quando ti dai alle scene melense e melodrammatiche?” domando ghignando poco convinto.

“Da quando non sono più sicuro di uscirne vivo da questa faccenda!”

“Sei sempre il solito esagerato!” rispondo a tono.

“Sarà, ma nel caso in cui non dovessimo fare ritorno, questo è l’ultimo momento di quiete prima che scoppi il finimondo!”

Il ragazzo dal fisico prorompente si avvicina a me lentamente, quasi a scandire i secondi con i suoi passi pesanti.

Non mi muovo. Non ne ho la forza. So cosa sta per accadere, e forse  è ciò che voglio anche io, ma sento che me ne pentirò amaramente.

Boris allunga la mano verso il mio viso, sfiorandomi la guancia  e sorridendo triste.

Mi accarezza i lineamenti delle gote e poi delinea con un dito la mia bocca, rosea e carnosa.

In pochi attimi le sue labbra si adagiano sopra le mie, delicatamente, dolcemente, come fosse la prima volta. Il calore di esse è un toccasana per tutte le mie preoccupazione che, per qualche brevissimo istante, riesco a dimenticare e perdo di vista il mio obiettivo.

Queste labbra che ho posseduto in passato sono di nuovo mie. Mie soltanto! Sono le uniche che sanno sanare le ferite del tempo, che sanno curare il mio cuore spezzato.

Mi aggrappo alla sua vita, gli cingo i fianchi con entrambe le braccia per non lasciarlo fuggire. Non posso permettere di perdere un’altra persona importante.

Sento il respiro farsi meno e mi distacco da Boris che ansima piano.

Lo guardo e gli sorrido, capendo la paura del ragazzo di perdere qualcuno a cui la propria vita è legata. Comprendo le ragioni che l’hanno spinto a questo gesto azzardato e poco carino nei confronti di Kei e di Reyka, ma in cuor mio so di aver voluto la stessa cosa.

“Su, muoviti. Andiamo a cercare gli altri.” mormora sottovoce, mentre il viso pallido di Boris si tinge di una tenera sfumatura rosa.

Per nostra fortuna i giornalisti sportivi sono tutti ammassati nell’atrio del palazzetto, bloccati da un’invalicabile barriera umana di bodyguard.

Scattano foto, cercano di carpire notizie in esclusiva sull’incontro tra i campioni russi e i giapponesi: chiedono notizie della metodologia degli incontri, le possibili sfide in programma, i pronostici degli allenatori...vogliono sapere tutto!

Poveri illusi.

Non sanno che tutto ciò che sta per succedere qui dentro è già stato programmato nei minimi dettagli dalla mente malata e perversa di Vorkov e di Hiwatari Senior.

Seguo Boris che cammina imperterrito davanti a me, un passo dietro l’altro, come nella foresta la sera prima.

Ci affrettiamo per non essere sommersi di domande sconvenienti e imbarazzanti per un blaider, richieste che solo in una rivista per adolescenti osano fare.

Cosa frega loro sapere se sono fidanzato o meno? E per giunta domandano se ho una relazione con Reyka!

Mi fermo in  mezzo al corridoio, fissando quella marea di persone con macchine fotografiche e videocamere accalcate dietro le vetrate della hole, mentre i pochi eletti riusciti ad arrivare primi all’apertura delle porte al pubblico si contendono le notizie in esclusiva sulla base di affermazioni mai rilasciate dai blaider.

Eppure sarebbe tutto così semplice. Ci sono una quarantina di giornalisti ammassati nell’atrio del palazzetto e basterebbe gridare qualcosa del tipo “Vorkov è un malato di potere! Dentro al monastero tortura i ragazzi e li uccide di botte!”  per sbatterlo in prigione in men che non si dica.

Una nostra dichiarazione pubblica contro Vorkov ed Hiwatari, una breve ispezione dentro l’edificio e in pochi giorni –se non addirittura in poche ore-, i nostri aguzzini prenoterebbero un biglietto di sola andata per il carcere di massima sicurezza per criminali incalliti.

Bastano poche parole e questa tortura può finire.

Ma non lo faccio. Per qualche strano motivo il mio destino è legato a Vorkov e la sua fine è connessa alla mia da un sottile filo rosso che si spezzerà non appena avrò la mia vendetta. Sì, perché soltanto con essa potrò dire di aver saldato i conti in sospeso con quel farabutto.

“e Vorkov mi ha portato via la famiglia e la vita stessa...ma aspetto il giorno in cui crescerò, rafforzerò i miei ideali, se mai ne avrò ancora, e mi vendicherò...” mi promisi un giorno, dodici anni prima di questo momento.

Devo mantenere la parola data a me stesso  per salvaguardare il mio onore e il mio orgoglio.

Nemmeno Boris si azzarda a rispondere alle domande postegli dagli intervistatori, camminando a testa china verso il cuore del palazzetto dello sport, deciso a disputare il suo incontro il più rapidamente possibile per poter dedicarsi alla ricerca di Reyka.

Sono le undici e mezzo.

In  perfetto orario, ci sediamo sulla  nostra panchina e attendiamo l’immancabile Dj-Man.

“Vorkov poteva risparmiarselo..” mormora Ivan con disprezzo

“Almeno fa ridere!” ribatte divertito Boris che riprende il suo solito ghigno malefico.

“A proposito, mentre voi due eravate a passeggiare, Ivan ed io ci siamo presi la briga di domandare a Vorkov quel maledetto cambio.” interviene Serjey

“Non pensiate sia stato facile convincerlo...La questione è alquanto sospetta per lui, ma se ne va della vittoria dell’incontro il cambio è fattibile.” completa il discorso Ivan.

Annuisco soddisfatto di vedere che il piano sta andando per il verso giusto. Ora è tutto nelle mani di Boris, e questo rende nervoso il ragazzo in questione tanto quanto il sottoscritto.

I BladeBreakers si schierano silenziosi davanti a noi, sedendosi composti sulla loro panchina.

Improvvisamente ho la spiacevole sensazione di essere osservato.

Sento l’inconfondibile brivido che raramente mi sale lungo la schiena e mi impedisce di respirare: pochi hanno avuto il coraggio di sfidare il mio sguardo, ma questa volta è diverso.

Rei mi rivolge un’occhiata che mi fa raggelare il sangue. Non ho mai provato timore nei confronti dei miei avversari, ma so che quel cinese può essere pericoloso in ogni senso del termine; è l’unico per cui abbia un minimo di stima per il suo carattere razionale e deciso, completamente diverso dagli altri tre rammolliti.

Boris attira la mia attenzione con una gomitata e finalmente mi deconcentro da quegli occhi ambrati; il ragazzo al mio fianco indica impercettibilmente le tribune di fronte a noi, più precisamente noto che le due poltrone sfavillanti sono state occupate da Vorkov  e da Hiwatari Senior.

“Pensavo fosse per il presidente Daitenji!” mormora incuriosito Serjey.

“Si vede che Vorkov ama dimostrare la sua superiorità con ogni mezzo a disposizione..è un megalomane!” rispondo rassegnato.

Dopo le dovute presentazioni, Dj-Man passa la parola a Vorkov che si alza diligentemente in piedi, sorridente e compiaciuto come non mai.

D’istinto, c’alziamo in piedi tutti e quattro insieme, mettendoci sull’attenti come un branco di idioti alla mercé di quell’uomo spregevole.

“Sono onorato che così tanti giovani siano accorsi per vedere il torneo mondiale che quest’anno ha luogo nella mia amata terra: la Russia.

Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto i miei ragazzi e hanno creduto in loro fino alla fine, portandoli alla vittoria un match dopo l’altro, perché solo grazie alla forza del pubblico e all’amore dei fans siamo potuti arrivare così in alto, in vetta alle classifiche.

Concludo dando il benvenuto ai talenti giapponesi, i BladeBreakers, che si sono guadagnati un posto nella finale mondiale.”

Un applauso fragoroso interrompe il subdolo discorso di Vorkov, il quale sorride al pubblico rivolgendo sinceri commiati di ringraziamento.

Nessuno sospetta niente e noi siamo gli unici a conoscere l’atroce verità riguardante Vorkov.

La tentazione di urlare mi sale alla gola per la seconda volta nell’arco della mattinata.

“Perciò, non aspettiamo oltre e diamo inizio alla sfida!” esclama, nuovamente acclamato dalla gente.

“Schifoso bastardo!” sibila Boris prendendo in mano Falborgh e inchiodandolo al lanciatore.

Non posso impedire di dirgli ciò che pensa e mi limito a rivolgergli un’occhiata di rimprovero per cercare di fargli capire di non esagerare.

“E ALLORA CHE STIAMO ASPETTANDO?? DIAMO INIZIO ALLA SFIDA!” urla l’uomo sulla piattaforma con in mano un microfono piuttosto appariscente.

Le luci si abbassano e gli immensi schermi al plasma posti sui lati del palazzetto si illuminano, facendo comparire una griglia con tutti i visi dei blaider partecipanti.

“Quel monaco da strapazzo! Fa finta che tutto sia dato dalla fortuna! Come fa a starsene tranquillo a chiacchierare con il suo compare?” domando ad alta voce.

“Semplicemente se ne frega, Yuri...ormai il gioco sporco è in mano nostra!Tocca a noi darci da fare per tenere alto il nome di Vladimir Vorkov!” sussurra il ragazzo dagli occhi smeraldini con fare teatrale.

Aspettiamo in silenzio che i due quadrati evidenzino i volti di Boris e Rei.

Un boato di assenso parte dal pubblico per poi raggiungere il culmine della potenza non appena i due blaider si alzano in piedi per raggiungere la postazione di gioco.

Si guardano in cagnesco, ma Boris non ha nulla da spartire con Rei: sono io quello che dovrebbe stare in piedi di fronte al cinese, e questo il ragazzo dagli occhi ambrati lo sa bene.

Vedo una smorfia di amarezza sul viso candido di Rei che poi si contrae in un ghigno di scherno.

I due sono in piedi uno di fronte all’altro.

All’invito di Dj-Man di stringersi la mano in segno di lealtà, Boris si ritrae e gli rivolge un sorrisetto pieno di disprezzo il quale lascia senza fiato il telecronista, sospeso a mezz’aria grazie alla piattaforma.

Rei non si scompone e rimane impassibile, con un sorriso di sfida sulle labbra; forse non sa che sta per disputare l’incontro di beyblade più memorabile e micidiale della sua vita, non si rende conto delle potenzialità di Boris e dell’innato talento di quest’ultimo di saper sfruttare al meglio i punti deboli dell’avversario.

Rei non sa di avere di fronte a sé una macchina di morte pronta a dare la vita pur di salvare Reyka.

Il mio cuore diminuisce i battiti, rallentando, ma diventando sempre più forte, più rumoroso.

E finalmente, dopo lunghi secondi di attesa e di angoscia, l’incontro tra i due comincia.

Buona fortuna, amico mio.

 

 

 

Angolo dell’autrice

Allora, che dire?? Vi è piaciuto questo capitolo?? ^_- devo dire che mi sono proprio divertita a scriverlo..ho tentato di mettere in risalto i sentimenti di Boris e Yuri, soprattutto quel piccolo bacio che io interpreto come una specie di “addio”. Dopotutto, anche Boris ha paura di non uscire vivo da questa situazione e coglie il momento opportuno per far capire a Yuri quanto tiene a lui!V.V Il bacio è un po’ azzardato come gesto, ma del resto...io non me lo vedo proprio Boris a fare discorsi melensi sul fatto che Yuri è stato il suo primo amore eccetera =.=’’ o no?? Quindi il bacio mi è sembrato più un atto tipico di Boris...più diretto, se così vogliamo dire!V.V Non preoccupatevi, Boris è innamorato follemente della bella Reyka!^_-

Quindi..passiamo ai ringraziamenti!^O^ E avviso che questo è stato il penultimo capitolo!^o^

Perciò ne approfitto subito per ringraziare chi ha seguito questa mia fic!^o^ chi l’ha commentata saltuariamente, chi l’ha letta soltanto, chi l’ha messa tra i preferiti (pazzi =.=’ndDemBoy). Insomma, ringrazio tutti da primo all’ultimo!>o<

 

 Lexy90: ma ciao bella!^o^ Eccoti! Sempre in prima linea per recensire le mie fic!ç.ç come sono contenta!!>//< Allora..stavolta non ti ho fatta attendere troppo, nevvero? ^_- anche perché ho avuto qualche settimana in cui non ho fatto assolutamente nulla a scuola, perciò mi sono dedicata alle mie storie!V.V’’ (anche se dovresti pensare agli esami=.=’’ ndTutti) dettagli!^-^’’’ quindi..le tue speranze nel pensare che Kei ritorni da Yuri e non da Rei mi sembrano più che plausibili dal momento che a me non piace la coppia ReixKei!XD cioè, mi piace ma non è la mia preferita!V.V quindi non temere...e posso dire che questo capitolo è puntualissimo!V.V non ho fatto passare troppo tempo!^_- eheheh! Spero di sentire la tua anche su questo cappy che, per vostra fortuna, è il penultimo!^O^ non sei contenta!^_- un bacione grande!

 

PICH_91: ma certo che no!!>.< non voglio liberarmi di te, tesoro!^_-  Sono contenta che riesci a recensire pure questa storia!^o^  Eh già, Boris ed Ivanov sono i miei due personaggi preferiti..forse è per questo che mi concentro molto su di loro!^_^ Del resto, Boris ha un caratterino che si addice alle mie storie, perciò...meglio di così non si può!XD e tutte le caratteristiche che hai elencato sono proprio gli elementi essenziali per disegnare il mio Boris ideale..cioè, proprio come me lo immagino io!V.V

Lo sho!ç.ç sono un disastro su certi errori di grammatica..ma quando me li si corregge, cerco sempre di mettere in pratica i consigli! Quindi, se trovi ancora errori  o schifezze varie, non farti scrupoli a dirmeli!XD

Spero il penultimo capitolo ti sia piaciuto!^o^

Un bacione grandissimo!! ^_-

PS: riuscirò anche io a recensire tutti i cappy della tua stupenda fic!V.V don’t worry!

 

Phoenix91: Ciao!^o^ Non preoccuparti, anche se fai da “maestrina” mi fa solo che piacere! Anzi...esorterei tutti i lettori che recensiscono di farmi notare i miei errori così da evitare di ripeterli ancora!^o^ Non ti preoccupare!^_- comunque..Sono davvero contenta ti piaccia la mia storia!>///< e anche il mio modo di scrivere!>o< non mi merito certi complimenti!^///^ eheheh! Come vedi, sono riuscita ad aggiornare per tempo senza lasciar passare mesi!XD ciao! Spero di sentire la tua anche su questo capitolo!^_- un bacio!

 

Aphrodite: Dreven cara!*.* -abbraccia- Finalmente sei arrivata!V.V Ti aspettavo! Dunque..sono contenta ti abbia soddisfatta il capitolo precedente!>.< So bene che tifavi per il caro Rei, ma...=.=’’ io provo un certo “odio” verso Rei!^.^’’ non è odio, ma...mi sta n po’ sulle scatole! È un bel micione, quello che vuoi, ma è un po’ troppo santarellino!XD Oooh, non hai ancora visto il culmine dello sclero di Ivanov!*.* eheh! Quello arriva al prossimo capitolo!^_-

Shi, lo so!ç.ç devo stare attenta agli errori!V.V La prossima volta cercherò di perfezionare il tutto!

Attendo tue notizie!^O^ un bacione grande!!

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Capitolo 27
*** Capito 27 ***


Capitolo 27

 

Ed eccomi arrivata all’ultimo capitolo che, per vostra sfortuna, sarà molto lungo e pieno di colpi di scena!V.V Lo so che non aspettavate altro che io mettessi la parola FINE a questo supplizio, ma mi sono così tanto affezionata a questa fic a tal punto che vorrei continuarla ancora per qualche capitolo ^-^ (ma questo non si può fare! V.V ndKei) (i tempi stringono, non abbiamo un contratto di lavoro a tempo indeterminato!V.V ndBoris che sventola un pezzo di carta straccia davanti agli occhi di Nena) O.o’’ e quello cosa sarebbe?? (il nostro contratto!V.V ndDemolitionBoys) io non ho mai firmato niente =.=’’ specialmente non con voi! (è tutto scritto nero su bianco!V.V al 27esimo capitolo il nostro rapporto termina di esistere!V.V ndYuri che non lascia leggere il contratto a Nena) la cosa mi puzza un po’ =.=’’.

Ma bando alle ciance!^o^ I ringraziamenti e gli approfondimenti li farò in fondo al capitolo, così non mi perdo in chiacchiere inutili e cominciate subito a leggere!^o^

Buona lettura a tutti!!

 

PS: per esigenze di copione, ho dovuto aggiungere un paragrafo in p.o.v. Boris, ma sarete avvisati quando il punto di vista cambierà!^.^

 

 

 

Un boato di applausi si alza dal pubblico; tutti acclamano quel cinese dai capelli corvini che tanto ho odiato, ma ora riesco solo a pensare al favore che mi ha fatto.

Dopotutto mi sono pure affezionato a quel ragazzo che ho detestato; ora per lui provo solo un senso di pietà e di commiserazione, vorrei addirittura metterlo in guardia del pericolo che sta per affrontare, ma credo se ne renderà conto di persona che Boris non è un tipo con il quale scherzare.

I giapponesi sembrano intimoriti dal pubblico: punto a nostro favore se si pensa al fatto che siamo stati sempre abituati a fregarcene di tutta la gente che sta intorno al campo di gioco. Siamo delle macchine plagiate apposta per vincere, nulla di più.

Le grida e le urla delle fans di Rei si fanno più fragorose e assordanti; la folla invoca il nome del vincitore a gran voce. Ormai manca poco al verdetto della prima sfida.

“E.....BORIS PERDE CLAMOROSAMENTE IL SECONDO MATCH!”

Dj-Man non ha smesso un minuto di gridare e fare la sua solita, noiosa e incompetente telecronaca e ciò non è di aiuto a Boris, evidentemente in difficoltà di fronte alla forza nascosta dal cinese.

Falborgh cade a qualche metro dietro le spalle del platinato che ostenta una sicurezza sospetta per la situazione in cui sta mettendo la squadra. Che abbia architettato qualche stupido piano da sé?

“Siamo uno pari, Yuri...”

“Grazie, Serjey! So tenere il conto da solo degli incontri vinti da Boris!” rispondo acido lanciandogli un’occhiataccia per la sua inutile affermazione.

Il colosso biondo mi risponde con un muto ringhio di disapprovazione verso il mio comportamento troppo impulsivo per i suoi gusti.

Effettivamente in queste settimane il mio autocontrollo è stato provato da troppi fatti, diventando così una bomba ad orologeria: impossibile trattenermi.

Ivan sospira rassegnato alla sconfitta del ragazzo che implica lo spareggio tra i due blaider.

“Come è possibile che non ve ne siate accorti?” mormora Ivan con tono altezzoso.

“Accorti di cosa?” domandiamo all’unisono Serjey ed io.

Ivan scuote la testa sempre più ostinato a tenersi dentro una qualche fatale rivelazione, sicuramente poco produttiva per la squadra. Il piccolo volto del russo è segnato da un’espressione confusa e indecifrabile; probabile stia studiando mentalmente le mosse di Boris e di Rei e ne abbia tratto le conclusioni che, a parer suo, non devono essere delle migliori.

“Boris sta facendo vincere Rei.”

“CHE COSA??” domando allucinato.

Il piccoletto si alza dalla panchina e indica il Falborgh blaider che china la testa in un silenzioso segno di protesta contro Dio solo sa cosa.

“Il nostro Boris deve aver architettato fin dall’inizio la sua sconfitta contro Rei, lo capisci?”

“E perché mai avrebbe dovuto farlo?” domando sempre più confuso

“Per permettere che la finale mondiale non finisca con la prossima vittoria di Serjey!” spiega Ivan.

Rivolgo la mia attenzione verso Boris.

Il ragazzo scende lentamente le scale fino a lasciare alle spalle la sua postazione di lancio e si china a raccogliere il proprio bey, mentre lo sfiora delicatamente con i polpastrelli e ne lucida il bit chip.

“Boris...”

Riesco a malapena a pronunciare il suo nome che una fitta al cuore mi costringe a socchiudere gli occhi in un’espressione di puro dolore.

Il ricordo di quell’ultimo bacio rubato –o forse voluto anche dal sottoscritto- fa riaffiorare certi momenti perduti passati insieme al mio ex compagno di letto.

“Un giorno, scoprirò cosa è successo e avrò la mia vendetta...” una lacrima scese sul suo viso diafano e inespressivo.

Rammento quest’affermazione come fosse impressa a fuoco sulla mia pelle; quando ha pronunciato queste parole eravamo poco più che bambini, dei piccoli soldatini ancora da plasmare.

Ed eccoci qua. Pronti a combattere in nome di uno sport che, sì, amiamo con tutto il cuore, ma che c’ha resi schiavi di un folle.

“Ricordati che è sempre meglio sedersi sulla riva del fiume e aspettare di vedere il cadavere del tuo nemico passare davanti ai tuoi occhi piuttosto che compiere azioni di cui potresti pentirti..”

“Vendicarti di Vorkov è un’azione di cui pentirsi!?!”

Ora anche Boris brama la sua vendetta, ma non è questo il modo di ottenerla.

Un tonfo sordo mi obbliga a tornare dal mio viaggio onirico e prendo coscienza di ciò che sta succedendo intorno a me.

Il ragazzo dagli occhi smeraldini è caduto a terra, privo di sensi.

“BORIS!” grido terrorizzato.

Mi precipito di fianco al Falborgh blaider e lo trascino vicino alla nostra panchina, lontano dagli occhi indiscreti dei giornalisti.

“Boris! Mi senti? Rispondi!”

Lo schiaffeggio un paio di volte fino a che il suo viso, più pallido del solito, riprende un colore umano.

“Che ti è preso?” domando, sentendo il fiato di Ivan e Serjey sul collo.

Sanno che Boris è arrivato al limite della sopportazione, sia fisica che mentale.

Tenta di alzarsi ma lo immobilizzo a terra cercando di convincerlo ad abbandonare l’incontro.

“Cosa ti interessa continuare il match se nei tuoi piani hai già deciso di perdere?” chiedo con cattiveria cercando di essere il più influente possibile.

“Che cosa dici, Yu? Io..io non ho intenzione di perdere..”

“Oh, invece sì, Boris..non la dai a bere a noi che siamo i tuoi compagni di squadra.” sibila Ivan che tiene stretto in pugno Falborgh.

Boris serra i denti in un ringhio disperato, ma alla fine cede.

“Tsk..non volevo lo veniste a sapere. Avevo intenzione di recuperare un po’ di tempo per...”

“Per me, lo so, amico...ma non ti devi preoccupare!” mormoro dandogli un leggero pugno sul petto.

Il viso del platinato si contrae in una smorfia di dolore e un piccolo lamento sfugge al suo controllo. Odia farsi vedere debole.

“Che hai?”

“La...s..schiena...” mugugna digrignando i denti dal dolore.

Serjey mi dà una mano a tenerlo in posizione seduta, mentre controllo le fasciature alla schiena.

Sono intrise di sangue.

“Oh, cazzo!”

“E’ così grave?” domanda con una punta di ironia. Di sicuro sa già che le suture di fortuna di Reyka non hanno retto lo sforzo fisico di Boris nel contrastare Rei.

“Devi ritirarti dal match. Non avrai più le forze di correre al monastero per trovare Reyka se ti ostini a continuare!”

“Smettila di trattarmi come un pivello, Yuri..”
“Mi stavo solo preoccupando per te, Bo! Finiscila di giocare a fare l’eroe!”

A questo punto il ragazzo di fronte a me sorride in maniera talmente inquietante da farmi venire i brividi. Mai avevo provato una sensazione simile. Paura allo stato puro.

“Non ti ricordi ciò che ti ho detto molti anni fa?” domanda

E’ straordinario pensare che Boris ed io viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda e che vecchi ricordi c’accomunano e ci legano in maniera tanto intima.

“Sì, perfettamente.” rispondo infine
“Allora non ti stupirai se io decidessi di continuare l’incontro, vero?”

“Affatto.” mormoro rassegnato.

“Bene, allora rimettimi in sesto per l’ultimo match!”

Dj-Man, vista la situazione, decide di dare venti minuti di pausa per far recuperare le forze ai due giovani blaider.

Aiuto Serjey a portare Boris nello spogliatoio e giunti finalmente lì, mi rendo conto che le cose non vanno affatto bene come il nostro piano prevede.

“Yuri, fa qualcosa per le ferite!” mormora Boris a denti stretti.

Gli tolgo la felpa sporca di sangue e mi do subito da fare per rimettere in sesto il mio amico.

“Continuerà a sanguinare se non facciamo qualcosa.” mi fa notare Ivan con tono preoccupato.
“Cosa vuoi che faccia, Ivan? Che gli cauterizzi le ferite con un ferro rovente? Ci accontenteremo di una fasciatura provvisoria, e non appena questa storia finirà lo porteremo all’ospedale!” rispondo sarcastico cercando delle bende nella cassetta del pronto soccorso.

“Perché no?” risponde Boris

Mi volto allucinato verso l’amico che ora è semiseduto sul tavolo situato in mezzo alla spaziosa stanza.

“Potrebbe essere una soluzione..”

“Non fare il sadico della situazione, Bo, non è il momento!”

“Non sto scherzando! Se quella è l’unica soluzione, dobbiamo tentare!” ribatte

“Tsk, non ho la benché minima intenzione di fare una cosa simile! Sei impazzito?”

“Per quel che ne sai, se proviamo ad aggiustarti in quel modo potresti uscirne conciato peggio di come sei ridotto ora!” rimbrotta Serjey.

Dopo vari incitamenti a smetterla di fare il coglione da parte di Ivan, Boris mette via il discorso e si lascia medicare la schiena senza fiatare.

I minuti di pausa stanno per scadere e finisco appena in tempo di fasciare ben stretta la schiena del Falborgh blaider.

La maglietta imbrattata di sangue e la felpa sporca anch’essa non mi fanno alcun effetto; l’idea di essere fin troppo abituato alla vista di quel famoso liquido rosso mi ripugna e mi disgusta.

Boris si issa in piedi e barcolla leggermente.

Guarda i suoi vestiti zuppi di sangue e la sua espressione sembra più scocciata che preoccupata.

“Tieni! Prendi questa!” dico lanciandogli la mia giacca, rimanendo con una semplice maglia nera a maniche lunghe.

Sorride. Non ringrazia. Ormai ringraziare è superfluo.

Ci dirigiamo spediti verso l’interno del palazzetto dove Dj-Man, i BladeBreakers ed il pubblico ci aspettano piuttosto seccati per il nostro piccolo ritardo.

Boris si affretta a raggiungere la postazione di gioco e afferrare il Falborgh lanciatogli da Ivan.

Ora i due blaider sono uno di fronte all’altro. In perfetta parità.

Il pubblico scandisce il conto alla rovescia in un boato assordante.

Boris e Rei non si staccano gli occhi di dosso  e un ghigno cinico si stampa sulle labbra del Falborgh blaider. Chissà cosa ha intenzione di fare.

“LANCIO!” gridano all’unisono.

I due bey si schiantano l’uno contro l’altro ancor prima di toccare il beyblade stadio. Non ho mai visto Boris così agguerrito.

Il russo non perde tempo ed inizia a tallonare l’avversario impedendogli qualsiasi mossa lui intenda fare.

“FALBORGH! Non perdere tempo! LAMINE DI VENTO!” ordina Boris non lasciando la  speranza di vincere.

Rei non sembra in difficoltà, o la nasconde molto bene, e tenta un attacco frontale per spiazzare l’avversario ed ottenere un attimo di respiro: Falborgh non dà vita facile a Driger che si muove a stento lungo il beyblade stadio.

Le difese del cinese iniziano a vacillare e i colpi del bey russo si fanno più incalzanti e micidiali.

Pezzi di Driger volano per il bey stadio e Boris sembra soddisfatto della sua opera; per questa volta ha deciso di limitarsi a danneggiare la trottola avversaria, nulla di più.

“Sei forte..” mormora Rei che non è riuscito a sventare nemmeno uno degli attacchi subiti.

“Anche tu mi hai messo in difficoltà, ma non posso perdere! Ora che mi sto battendo per qualcuno di importante, la sconfitta non è contemplata!” sbotta Boris lasciando di stucco il cinesino.

Rei trema di fronte al nemico talmente motivato che sarebbe disposto a sacrificare la propria vita pur di ottenere la vittoria.

“Dopotutto, Ivan, ti sbagliavi sul conto di Boris..”

“Fino a prima sembrava che l’esito dell’incontro fosse scontato!” ribatte offeso il piccoletto.

“FALBORGH! FINISCILO!”

“DRIGER! RESISTI!”

I due beyblade, con l’aiuto di una possente rincorsa, si fiondano finalmente l’uno contro l’altro per l’attacco decisivo, quello che decreterà il vincitore della prima sfida.

Rei sarà pure un blaider dalle qualità eccezionali e dai sani principi di rivalità fra avversari, ma non sta facendo i conti con la determinazione di Boris e della sua motivazione per vincere.

A differenza di Boris, Rei non sta combattendo per la vita di qualcuno, non si sta battendo per la propria libertà e per quella dei compagni e non sta nemmeno rischiando la propria pelle mettendosi contro il proprio allenatore.

Per questi motivi Rei perderà l’incontro.

L’attacco finale crea un polverone gigantesco tutt’intorno al beyblade stadio che si espande fino ad inghiottire entrambe le panchine avversarie.

Mi copro istintivamente il viso con le braccia e muovo qualche passo indeciso verso il campo di gioco.

Il rumore che ne proviene è di un singolo beyblade.

Finalmente si decreterà il vincitore della prima sfida e, comunque essa vada, Boris ed io andremo filati verso il monastero a cercare Kei e Reyka. Non ci sono scuse che tengano.

Rei ansima esausto per lo scontro con Boris che, a sua volta, non sembra al pieno delle forze.

Il nuvolone di polvere si dirada pian piano e lascia intravedere la trottolina color verde acqua girare fiera ed orgogliosa  affianco a Driger, immobile.

“FALBORGH VINCE L’INCONTRO!! BORIS CONQUISTA UN PUNTO PREZIOSO PER LA SQUADRA RUSSA!!” urla Dj-Man ancora in cima al suo trespolo.

Boris non aspetta di raccogliere gli applausi e festeggiare la vittoria acclamato dal pubblico. Non fa per lui.

Il suo volto è solcato da un’espressione tirata e stanca; i suoi occhi sono arrossati e colmi di gratitudine verso il suo fedele compagno di battaglie che si accinge a raccogliere.

Per la prima volta non capisco cosa passa per la mente del mio migliore amico; non conosco quello strano sorriso di circostanza stampatogli sulle labbra e non so nemmeno cosa significhi lo sguardo di sfida che lancia a Vorkov in un momento di pura felicità come questo.

Torniamo nello spogliatoio  accompagnati dagli applausi più che meritati per Boris, il quale sembra non sentir nulla al di fuori della vocina nel suo cervello che brama vendetta.

Senza preavviso, prima ancora di essere arrivati nella stanzina riservata ai DemolitionBoys, il Falborgh blaider si blocca e si accascia al suolo, stremato dallo sforzo fisico e psicologico.

“BORIS!” gridiamo all’unisono Ivan, Serjey ed io.

Il ragazzo è pallido come uno straccio, il suo respiro è irregolare e il polso è debole. Che fare in una situazione simile? Dobbiamo mettere in pratica la seconda parte del nostro folle piano e la collaborazione di Boris è indispensabile!

“Boris! Svegliati! Non è il momento di farsi avere dei mancamenti!” sbotta Ivan cercando di far rinsavire il ragazzo a suon di schiaffi.

“Lascialo, Ivan!” intima Serjey che raccoglie Boris e lo trascina letteralmente in bagno.

“Apri il rubinetto della doccia, Yu!” mi ordina il colosso biondo.

Il panico ha il sopravvento: non riesco a muovere un muscolo, il mio corpo non reagisce ai miei ordini e non so che fare per essere utile in queste circostanze.

“YURI!” grida ancora Serjey.

Rimango impalato di fronte al mio migliore amico privo di sensi e mi sento maledettamente inutile.

“Spostati, Ivanov!” sbotta Ivan dandomi una gomitata e facendomi finire contro il muro.

Picchio la fronte contro il muro e finalmente riprendo coscienza di me stesso e della situazione.

“Svegliati, idiota! Bisogna aiutare Boris se vogliamo che sia utile a qualcuno!”

Per fortuna nessuno si è reso conto del mio piccolo momento d’assenza e tento di dare una mano nell’impresa di rimettere in sesto il Falborgh blaider.

“La sfida contro Rei deve avergli sottratto parecchie energie!” mormoro vedendo il viso ancora pallido e stanco del ragazzo.

Serjey afferra Boris e lo ficca sotto il getto gelido della doccia senza pensarci su due volte.

“Forza, Bo! Devi andare a recuperare Reyka, ricordi?” sbotta Ivan osservando la scena da distante.

Improvvisamente, il platinato inizia a tossire e riapre gli occhi ancora arrossati dalla stanchezza, ma più vispi e decisi da quando ci ha abbandonati in mezzo ai corridoi.

“BORIS! Ci hai fatti spaventare!” sbotto abbracciando il povero sventurato.

Non trattengo quel gesto d’affetto; non posso privarmi di qualche piccolo piacere dal momento che Kei non è nei paraggi per poter infondermi un po’ di gioia a sua volta.

“Yu, stavo facendo un bel sogno! Ero in Paradiso e...c’era pure Reyka!”

“Smettila di dire cazzate, Bo! Non c’è tempo!” mormoro afferrandolo per le spalle e rimettendolo in piedi a fatica.

“Smettila tu di prendere con leggerezza la situazione!” sbotta di rimando.

“Spero sia solo il dolore delle tue ferite a farti parlare, altrimenti..”

“Altrimenti cosa? Tu avresti dovuto già essere partito per andare al monastero! E non aspettarmi!”

“Sei uno stupido, Boris Huznestov! Non abbandono un compagno di squadra! Men che meno te!”

“Non è il momento di mettersi a litigare! Dovete correre immediatamente a cercare Reyka e Kei!” si intromette Ivan stringendo i pugni in una morsa poco rassicurante.

Io e Boris siamo a pochi centimetri di distanza l’uno al viso dell’altro e sento il suo respiro irregolare farsi sempre più debole. Effettivamente ha ragione: molto probabilmente non riuscirà ad arrivare al monastero in forze e cominciare le ricerche.

“Muoviamoci, Ivanov! Abbiamo perso già abbastanza tempo!” rimbrotta Boris stiracchiandosi molto cautamente per non far sanguinare ulteriormente le ferite.

“Tsk..seguimi, razza di idiota!” sogghigno e faccio cenno al ragazzo di passare per la porta posteriore del palazzetto.

Dopo aver salutato Ivan e Serjey, ci dirigiamo filati verso il retro dell’enorme edificio dove troviamo parcheggiate una serie infinita di macchine e moto degli spettatori venuti a guardare la finale mondiale di beyblade; i più sfortunati, arrivati ultimi, devono essersi accontentati dei posti sul retro del palazzetto, rischiando la multa per divieto di sosta pur di vedere l’incontro.

“Prendiamo quella!” dico indicando una moto completamente nera.

“Sai che significa rubare, vero?” domanda ironico Boris, altrettanto d’accordo sul mezzo di trasporto.

“No, la prendiamo solo in prestito! Vedrai che non se ne accorgeranno nemmeno!”

“Scommetto che questa moto vale più della tua pellaccia, Yu!”

“Simpatico, Boris.”

Mi metto immediatamente al lavoro e in quattro e quattr’otto riesco a far rombare a piena potenza la moto.

“Fai paura, Yu! In un’altra vita farai sicuramente carriera come rapinatore di veicoli!” borbotta Boris sedendosi dietro il sottoscritto e afferrandomi la vita in un abbraccio saldo e vigoroso.

“Tieniti forte, invece di leccarmi il culo!”

“Agli ordini!”

Do gas fino a far salire di giri il motore e a quel punto rilascio completamente il freno per sgommare a tutta velocità fuori dal parcheggio dell’edificio appartenente a Vorkov ed al suo socio in affari.

Entrambi senza casco, sfrecciamo ad una velocità incredibile per le strade principali di Mosca.

Per nostra fortuna non ci sono poliziotti o carabinieri in vista e viaggiamo ad una velocità sostenuta per tutto il tragitto che copriamo in non più di dieci minuti.

Arrivati ai piedi dell’enorme cancello di ferro arrugginito del monastero, lasciamo a terra la moto presa in prestito e ci affrettiamo a raggiungere l’entrata principale, facendo ben attenzione a non far scattare tutti i sistemi di allarme posti in giro per il cortile.
“Boris..” mormoro cominciando ad avere un brutto presentimento.

“Lo so, Yu! È fin troppo calmo, non credi?” risponde il platinato prendendo in mano Falborgh e incastrandolo nel lanciatore, pronto ad ogni eventualità.

“Esattamente.”

Afferro Wolborgh e lo inserisco nel lanciatore a forma di pistola, facendomi attento ad ogni minimo rumore o movimento sospetto.

I corridoi del monastero sono dei labirinti per chi non ha vissuto 19 anni dentro di essi, rinchiuso tra quattro mura solide e inattaccabili.

Per entrambi, orientarsi è una cosa da nulla. Ma se si tratta di scovare un nemico nascosto nell’ombra di queste mura ingannevoli è tutta un’altra storia.

“Sanno che siamo qui!” grida Boris schivando un attacco diretto a lui di un beyblade nemico.

“Porca puttana! Boris! Non allontanarti! Ci vogliono separare per attaccarci più facilmente!” sbotto lanciando Wolborg alla rinfusa  nel mentre in cui schivo una trottolina proveniente dalle mie spalle.

Io e Boris riusciamo a fronteggiare la prima ondata di nemici nascosti sapientemente nell’ombra, senza mai mostrarsi alla luce delle fiaccole appese alle pareti.

“Bene, Vorkov deve aver previsto qualche nostra mossa falsa! Perciò ha lasciato ad aspettarci questi simpatici ragazzini come intrattenimento!” sbotta Boris dando sfogo a tutta la sua rabbia e tramortendo gran parte delle trottoline ancora in gioco.

“Fermati, Bo! Sono solo dei ragazzini! Guarda!” cerco di far ragionare il mio migliore amico, ma quest’ultimo è troppo impegnato a neutralizzare chiunque gli intralci la strada.

“Non mi interessa chi o cosa sono! Mi stanno impedendo di andare da Reyka!”

“Calma e sangue freddo!”

Un gruppo numeroso di ragazzi più giovani di noi si fa avanti timoroso e poco convinto.

“Vorkov deve aver pensato che non dovevano servire per fermarci, ma semplicemente per rallentarci!” ipotizzo dando una pacca sulla spalla al mio compagno.

“Distruggiamo i loro bey e filiamocela!”

“Sono d’accordo, Bo! Ma facciamo in fretta!” gli do corda lanciando Wolborgh all’attacco.

“FALBORGH! LAMINE DI VENTO!”

Come promesso, Boris non si concentra sull’avversario, bensì sui beyblade.

Nonostante sia un bruttissimo momento, ho ancora un po’ di coscienza per poter ragionare sulle cose da non fare assolutamente, e coinvolgere altre vite innocenti comprende una di queste.

I ragazzini mandati da Vorkov per rallentarci non sono responsabili del nostro dolore, perciò non meritano di perire insieme a quel monaco da strapazzo.

“WOLBORGH!! TEMPESTA DI GHIACCIO! ORA!”

Con una ventata d’aria gelida, Wolborgh riesce a spazzare via gran parte degli avversari mentre alla seconda metà ci pensa tranquillamente Boris.

“Saranno un centinaio!” sbotta Boris arretrando di qualche passo.

“Si stancheranno e ci lasceranno passare!”

“Non credo proprio! Dobbiamo far breccia nelle loro difese e...”

“WOLBORGH! NON MOLLARE! HO BISOGNO DI TE!”

Un lampo di luce accecante avvolge tutto ciò che ci sta intorno, me e Boris compresi.

Non appena il bagliore se n’è andato, guardo il mio compagno in cerca di risposte che neanche lui sa darmi.

“Wolborgh deve aver capito la gravità della situazione e ha reagito di conseguenza!” azzarda Boris con uno strano sorriso sulle labbra.

Ci diamo un’occhiata attorno e ci rendiamo conto che non è rimasto in piedi nemmeno un beyblade nemico: quella luce abbagliante è stata sicuramente opera del mio Lupo Argentato che ha saputo dare una svolta alla situazione.

“Muoviamoci! Le segrete sono da quella parte!” dico indicando il corridoio sulla nostra destra.

Boris si blocca in mezzo al cupo e tetro viottolo e scuote la testa in un cenno di dissenso.

“Le nostre strade si dividono qui, Yuri! Tu devi andare a cercare Kei, mentre io mi darò da fare per trovare Reyka!”

“Ma...”

“Il mio istinto mi dice che la ragazza non è rinchiusa nelle segrete con Hiwatari.”

“E ti basi sul tuo istinto per appurare una cosa del genere?”

“Sì! Come tu ti sei basato sul tuo quando affermavi che Kei non era morto nonostante fossero passati dodici anni!” rimbecca Boris lasciandomi senza risposta pronta.

Il ragazzo dagli occhi smeraldini ha uno sguardo che non mi piace affatto.

Forse sa che la situazione non è delle più rosee.

Forse ha in mente un piano che prevede il martirio e non ne vuole far parola con nessuno.

Tutto ciò che passa per la mente di quel ragazzo è tabù per il sottoscritto e mi do per vinto all’ennesimo sorrisetto di circostanza di Boris.

“Fa che ti riveda vivo non appena ci ritroveremo fuori di qui. Con Reyka e Kei!” mormoro socchiudendo gli occhi.

“Non te lo posso assicurare..”

“Questa non sarà l’ultima volta che ci vediamo, Boris!”
“No, perché verrai a farmi compagnia all’Inferno non appena ci rimetterai le penne pure tu!” risponde sarcastico.

Non so quanto l’ultima sua affermazione possa essere ironica o semplicemente macabra spiritosaggine, ma scommetto che Boris ha intenzione di andare fino in fondo alla faccenda pur di salvare colei che ama.

È questa una delle mille qualità del Falborgh blaider: saper dare l’anima per qualcuno a cui tiene.

Ma io ce l’ho un’anima da poter sacrificare nel caso in cui la situazione lo necessiti?

Volto le spalle a Boris che ha già imboccato il corridoio diretto all’ufficio di Vorkov.

Inizio a correre come un forsennato verso le segrete, sicuro di trovare colui che per giorni non ho potuto abbracciare.

Un bagliore intenso mi costringe ad abbassare lo sguardo e concentrarmi sul bit chip del mio beyblade: il Lupo della Steppa scintilla e lampeggia come non mai. Sembra una specie di radar  tarato per trovare la sua focosa metà, l’Aquila Rossa.

Un ululato lontano squarcia l’atmosfera di piombo.

Forse è solo un’impressione o è semplicemente il mio spirito che si fa sentire vivo e attivo, pronto ad entrare in azione nel momento più opportuno.

Forse c’è davvero qualcosa, qui dentro, che ulula disperatamente per le troppe sofferenze subìte.

“Kei, sto venendo a prenderti!” mormoro a denti stretti imboccando lo stretto cunicolo per raggiungere le più oscure tenebre del monastero Vladimir Vorkov.

 

 

(p.o.v. Boris)

 

Correre nelle mie condizioni non è proprio ciò che i medici consiglierebbero di fare, ma ne va della vita della mia ragazza. Della persona che amo sopra ogni cosa al mondo.

Se qualcosa va storto, sono pronto ad includere  il martirio nel mio folle piano.

Separarmi da Yuri è l’unico modo per guadagnare tempo: a Vorkov non vorrà molto per capire che siamo fuggiti per cercare Kei e Reyka, e l’unico posto dove non abbiamo ancora controllato è sempre stato sotto il nostro naso. Il monastero.

Di sicuro non sono rinchiusi nello stesso luogo, ma se così fosse, o Yuri o il sottoscritto avranno l’opportunità di fuggire per primi da questa fogna.

Mi infilo nel primo cunicolo a destra per inoltrarmi nei corridoi dell’edificio e arrivare diretto e indisturbato di fronte all’ufficio di Vorkov.

Dal momento che abbiamo dato troppe cose per scontate, le soluzioni più semplici sembrano essere le più efficaci. Uno dei due ragazzi deve per forza trovarsi nelle stanza private del monaco bastardo.

Il portone di legno massiccio, scuro e corroso dall’umidità e dal tempo, mi si presenta davanti agli occhi.

Sembra voler chiedere soltanto di essere aperto, ma la cosa più strana è che non ho trovato intoppi nella mia ricerca.

Il mio sesto senso dice che non sto sbagliando e che sicuramente troverò qualcosa di interessante all’interno di quella stanza.

Gli alloggi di Vorkov si possono facilmente raggiungere attraversandone l’ufficio e da lì in poi, sarà uno scherzo riuscire a recuperare ciò  per la quale sono venuto.

Ormai tutti gli studenti del monastero sono stati messi fuori combattimento e massacrarne qualche altra decina non sarà un problema per Falborgh. Insomma, la sicurezza non è il mio primo problema.

Diventerà tale nell’istante in cui qualche scagnozzo del Monsignor Vladimir Vorkov lo informerà dell’accaduto e quest’ultimo si scomoderà a raggiungere il monastero per abbandonare il palazzetto dello sport e lasciare nelle mani di Serjey il match contro l’americano.

Mi avvicino circospetto all’enorme portone e faccio forza con le poche energie rimastemi.

Come supponibile, non si smuove di un millimetro.

“Maledizione!” impreco a denti stretti afferrando Falborgh e incastrandolo nel lanciatore.

“Questo mi farà perdere un sacco di tempo e, soprattutto, non mi farà passare inosservato!”
brontolo mettendomi in posizione e raccogliendo ogni briciolo di forza.

“FALBORGH! ABBATTILA!” ordino gridando e liberandomi di parte della tensione accumulata durante il tragitto.

I cardini cedono subito e mi lasciano il via libera per entrare.

Nell’ufficio di Vorkov c’è una porta che collega direttamente la stanza con gli alloggi privati del monaco ed è proprio da lì che comincerò le mie ricerche.

Mi avvicino alla scrivania e noto una marea di scartoffie scarabocchiate e firmate con velocità, quasi ad indicare la svogliatezza di Vorkov di adempiere ai suoi doveri di bravo rettore. Come se sporcarsi le mani di sangue innocente sia un lavoro faticoso.

La mia curiosità e il mio sesto senso mi inducono a ficcare il naso nei cassetti del vecchio mobile, ma purtroppo sono chiusi a chiave. Come ogni pazzo maniaco che si rispetti, Vorkov deve tenere dei fascicoli riservati su ogni membro della Borg: dati anagrafici, profili psicologici e fisici, prestazioni e risultati ottenuti e misteriose annotazioni delle quali ho intenzione di appropriarmi.

D’un tratto un rumore metallico attira la mia attenzione e capisco che non c’è un minuto da perdere con le ricerche.

“Scassinerò il cassetto con tutta calma più tardi, quando avrò di nuovo Reyka fra le mie braccia!” dico tra me e me per farmi coraggio e continuare la mia missione.

La porta che conduce alle stanze del monaco è posta di fianco alla libreria, addossata alla parete per nasconderne in parte la presenza.

Senza troppe speranze, afferro la maniglia e tento inutilmente di aprirla. Nulla da fare. Il mio ottimismo non serve a nulla contro la furbizia di questo monaco da strapazzo.

Non posso utilizzare di nuovo il mio bey per far breccia tra quelle mura che mi dividono dal mio amore: Falborgh è talmente danneggiato che il suo sacrificio per abbattere la porta sarebbe solo un inutile spreco di tempo.

Frugo tra le cianfrusaglie che rimangono sopra la scrivania; cerco come un dannato dentro ogni anfratto della libreria.

Il clangore proveniente dai corridoi si fa sempre più intenso e vicino. Accelera costantemente e alimenta in me un’ansia mai provata. Una paura che in questo momento mi attanaglia lo stomaco e non mi fa ragionare lucidamente.

Arraffo il primo mazzo di chiavi che finalmente riesco a scovare. È enorme, pieno zeppo di chiavi dalle mille sfaccettature e forme, pesante e per la maggior parte arrugginito.

“Devo fare un tentativo!” sbotto attraversando l’ufficio con una falcata e ritrovandomi di fronte alla porta di fianco la libreria.

Provo la prima chiave e il mio tentativo fallisce miseramente. La seconda è un fiasco identico.

Alla terza inizia a tremarmi la mano e il mio cuore sembra volermi abbandonare da un momento all’altro.

“Sta calmo, Boris! Calma e sangue freddo!” dico socchiudendo gli occhi.

Ricomincio a provare ogni singola chiave, arrugginita e non.

Non mi accorgo di essere madido di sudore e sento le goccioline scendere lungo la fronte e finire fin sotto il mento.

“Dannazione! Apriti!”

Improvvisamente il rumore metallico si zittisce. Quel suono lugubre e incalzante che scandiva i battiti del mio stremato cuore di ammutolisce.

Sospiro di sollievo non appena mi rendo conto che è semplicemente la mia suggestione a farmi scalpitare e innervosire.

Lascio cadere a terra il primo mazzo di chiavi e ne prendo un altro che, per la disperazione di salvare Reyka, mi scivola di mano.

Mi rimetto subito all’opera, ma la scena si ripete e nessuna delle chiavi sembra essere quella giusta.

“Maledetto!” grido senza preoccuparmi di essere sentito. Oramai, tutte le guardie del monastero sanno della presenza di Kei e del sottoscritto, ma non hanno il fegato di venire a fermarci di persona: sono solo dei vigliacchi che dirigono il lavoro sporco dietro dei monitor, nulla di più.

“Maledetto Vladimir Vorkov!” urlo ancora.

“Che paroloni detti da uno come te, Huznestov!” risponde una voce fin troppo familiare alle mie spalle.

Mi volto senza un sussulto. Non voglio abbia altre soddisfazioni da me.

“Cercavi forse queste?” domanda con disprezzo esibendo un mazzo di chiavi apparentemente uguale agli altri.

Scappa un sorriso inquietante dalle sue labbra e rabbrividisco come un poppante. Nonostante tutti i miei grandi ideali, riesce ancora a mettermi in soggezione.

La faccenda si complica e devo trovare immediatamente un modo per fregargli quelle chiavi e andare a cercare Reyka.

“Dopotutto, non sono proprio uno sprovveduto, vero? Giusto prima di andarcene ho pensato bene di portare con me questo piccolo souvenir!”

“Bastardo! Me la pagherai per tutto ciò che le hai fatto!” sbotto avanzando di qualche passo.

Prendo posizione, non voglio capisca come mi senta. Non voglio intuisca il mio fragile stato d’animo.

La mia attenzione ricade su una pistola conservata in una teca: ha l’impugnatura bianca, intarsiata con vari motivi e con alcune gemme preziose incastonate; l’acciaio scintilla invitante e sembra dover essere un pezzo da collezione per essere tenuta con così tanto riguardo in un letamaio simile.

Vorkov deve aver individuato l’oggetto dei  miei pensieri e scoppia in una fragorosa risata agghiacciante.

Mi fa accapponare la pelle, ma stringo i denti in nome di un amore, spero, non ancora perduto.

“Ah, Boris’ka! Pensavo avresti riconosciuto una pistola scarica se l’avessi vista!” e continua a sghignazzare contento.

Ma il mio intento non è quello di sparargli. Il mio piano prevede ben oltre la morte di un singolo bastardo molestatore di giovani appassionati di beyblade.

Non voglio ammazzarlo, non ne vale assolutamente la pena.

Ho dato la mia parola, tempo addietro, per cui sarei rimasto fedele ai miei principi fino in fondo. Anche se non ci fosse più stata speranza.

Sorrido vittorioso. Vorkov non ha intenzione di fare la prima mossa.

“Sai, vecchio, chi fa la prima mossa nel gioco degli scacchi...vince sempre!”

Con un balzo afferro la teca e con tutta la forza rimastami, spicco un ultimo salto per rompere la gabbia di vetro proprio sulla testa del mio aguzzino.

Il colpo lo tramortisce e si sostiene a fatica sullo stipite della porta.

Ma le mie gambe sono più agili di quello che sospetta, e in pochi istanti gli sono addosso per neutralizzarlo con un pugno ben assestato nello stomaco.

“Ho sempre sognato di farlo!” mormoro allegro sorridendo affabile.

Non appena Vorkov cade riverso a terra, privo di sensi, afferro il mazzo di chiavi che conduce alle sue stanza private.

Che mi condurrà da Reyka.

“Te ne starai buono qui fino al mio ritorno, intesi?” dico rivolto al monaco svenuto, legandogli alla bell’e meglio le  mani dietro la schiena.

Dopo vari tentativi, la serratura scatta e la porta mi lascia passare attraverso l’angusto cunicolo che mi si presenta di fronte.

Non mi sarei mai immaginato una cosa simile: la porta dà su un lungo corridoio buio e stretto sulla quale s’affacciano un paio di feritoie che lasciano passare lame di luce capaci di rischiararne una piccola parte.

Avanzo a tentoni e tasto ogni singolo centimetro di muro alla ricerca disperata di una qualsiasi porta o di qualunque segno di vita umana.

Conosco ogni mattone e tutti i cunicoli possibili dentro il monastero ed ora mi sembra di essere assolutamente cieco: non so dove il mio istinto mi stia conducendo, non ho idea dove andrò a finire e nemmeno come riuscirò ad uscirne.

Finalmente scorgo qualcosa, come se della luce filtrasse attraverso le crepe di una porta.

È quello l’alloggio vero e proprio del demonio.

L’adrenalina che poco prima mi ha dato la spinta necessaria per reagire alla sorpresa e sbarazzarmi di Vorkov si fa meno: la vista inizia a traballare e le mani tremano.

“Non adesso! Non adesso che la sto per raggiungere!”

Falborgh pulsa di vita propria e un leggero torpore avvolge i miei muscoli fino ad arrivare alle tempie.

Una luce iridescente di un azzurro acceso sembra voler indicarmi la porta adocchiata poco prima.

Non prendo nessuna precauzione e non mi preoccupo di una possibile trappola messa appositamente per gli impiccioni come me.

La porta non oppone resistenza: Vorkov non aveva motivo di chiudere a chiave la propria camera dal momento che le chiavi le teneva gelosamente con sé.

“Reyka!” esplodo in un grido strozzato non appena vedo la ragazza legata al letto con delle pesanti corde intrise di sangue.

Le fibre delle funi sembrano aver prosciugato parecchio liquido rosso e possono darmi un’idea indicativa del tempo che la morettina ha trascorso rinchiusa qui dentro.

“Reyka, non preoccuparti! Ti porto via di qui!” mormoro precipitandomi di fianco al suo esile corpo ormai stremato.

Le prendo una mano, ma mi accorgo con orrore che le unghie penzolano dalle dita insanguinate: deve aver lottato fino alla fine per non cedere a quel vecchio maniaco.

La ragazza non risponde e non dà segni di vita, ma respira ancora, anche se debolmente; il suo torace si alza e si abbassa ad un ritmo troppo lento.

Le accarezzo il viso e la abbraccio, lasciandomi andare ad un momento di sconforto.

“Scusami, non ho saputo proteggerti!” sussurro toccando il suo viso etereo.

“...Boris...” risponde in un mormorio.

“Reyra! Sono qui per te!” dico lasciandole un casto bacio sulla bocca insanguinata.

Nonostante il labbro gonfio e i capelli unti di sangue e appiccicati al visto, la trovo una visione celestiale dopo lunghi giorni a combattere per far tornare in sé Yuri.

Riprendo coscienza di me e cerco di darmi da fare con le spesse corde che le legano i polsi al letto e l’hanno costretta a subire le perversità di Vorkov.

“Questa me la pagherà cara!” ringhio mentre mi affretto a sbirciare nel comodino del monaco.

Non mi sorprendo quando, al suo interno, trovo un lungo coltello apparentemente prezioso.

In pochi istanti le mani di Reyka sono libere e la prendo in braccio cercando di farla camminare.

Purtroppo, nessuno dei due è conciato abbastanza bene da poter scappare via di corsa come il piano prevede, ma il problema non sussiste dal momento che Vorkov è stato neutralizzato.

“Boris...” balbetta ancora con gli occhi socchiusi.

Prego mentalmente che Reyka riapra gli occhi così da riuscire a vedere un’altra volta quelle iridi nere e profonde, passionali e magnetiche, ma la sua forza di volontà è totalmente annullata dal dolore, dal suo orgoglio ferito e dalla sua dignità offesa.

“Dimmi..” sussurro stando attento.

“Grazie..” risponde regalandomi un dolce sorriso.

Prendo un’enorme boccata d’aria e cerco la concentrazione necessaria per porre la parola fine a questo supplizio.

La schiena è lacerata e sento la maglia imbrattata di sangue incollarsi alla mia pelle: è umida, sporca e ha un odore pungente, ma la situazione peggiora quando sento l’incontrollabile bisogno di chiudere gli occhi e dormire. Forse per sempre.

Le mie gambe cedono sotto il peso di Reyka che si aggrappa al mio collo e appoggia la testa contro il mio petto.

La sua vicinanza mi dà sollievo e averla trovata, viva, è ciò di più importante al mondo.

“Reyka, ti devo dire una cosa..” mormoro lasciando scivolare a terra il corpicino esile e dimagrito della ragazza.

“Non ora...andiamo!” mi incita lei, guardando disperata verso l’uscita.

Scuoto la testa. Per qualche strana ragione, so di non avere altre opportunità per dirle quello che provo. E il mio istinto, purtroppo, non si sbaglia mai.

“Questa è l’ultima occasione che ho per dirti che...”

“Non ora!” risponde cercando di risparmiare energie per la fuga finale.

Mi inginocchio di fianco a lei e le prende delicatamente il viso, costringendola a guardarmi negli occhi.

Lei appoggia una mano storpia sulla mia e sorride contenta.

“Sono contenta di vederti, Boris. Sapevo che mi avresti trovata e..”

“Io ti amo, Reyka!” la blocco e aspetto impaziente la sua reazione.

I suoi occhi si illuminano e si riempiono di lacrime che iniziano a sgorgare silenziose.

Le sue mani si stringono sulle mie in una presa premurosa e dolce, sento addirittura un tremolio strano che le impedisce di formulare una frase di senso compiuto.

Prorompe in una risatina cristallina, ansima e strizza gli occhi  per cacciare indietro le lacrime.

“Ti sei rammollito, Huznestov! Sei solo un idiota!” risponde attingendo all’ultimo briciolo di forze serbate in corpo.

Scoppio in una risata isterica, ma mi risolleva il morale. Dopotutto è pur sempre Reyka nonostante sia ferita e spossata dalle nottatacce passate.

“Ti ricordo che appena finito questo tugurio, tu ed Ivanov mi dovrete concedere una serata assieme!” continua poi con un sorriso malizioso.

“Reyka, io ho detto che ti..”

“Lo so cosa mi hai detto, ma quelle tue parole mi suonavano di addio! Non voglio sentirtelo più dire se non fuori dal monastero!” mormora riprendendo il suo solito tono di voce e riacquistando un po’ di carattere.

Annuisco.

Sono felice di sentire che Reyka crede in me e nella remota possibilità di uscire da qui vivi.

“Muoviamoci, allora!” dico solenne aiutando la ragazza a mettersi in piedi.

Dopo lo shock iniziale, la morettina riesce a muovere qualche passo incerto.

La sostengo per tutto il tragitto illuminato dagli spiragli di luce provenienti dalle feritoie.

Non appena vediamo la vecchia porta di legno socchiusa che dà sull’ufficio di Vorkov, tiriamo un sospiro di sollievo.

“Ci siamo quasi!” mormoro per farle coraggio.

Reyka annuisce e socchiude gli occhi rafforzando la presa sulla mia vita; il suo gesto mi strappa una smorfia di dolore che non sfugge alla ragazza e mi rivolge uno sguardo preoccupato.

“Non è niente..” biascico soffocando varie imprecazioni.

“I punti non hanno tenuto!” dice prendendo subito atto della mia situazione.

“Già..”

“Scommetto che non ti sei risparmiato durante il tuo incontro ai mondiali!”

“E tu come..”

“Lo supponevo che non avresti resistito a dare il tuo contributo ad una gara così importante. E so che non sei uno che bada a spese e dà tutto sé stesso pur di vincere! Ma ciò ha peggiorato la situazione, giusto?”

“Hai fatto centro, Reyka! Brava! Ora pensa solo a camminare ed usciamo di qui!” rispondo cercando di zittirla.

Non è momento né il luogo adatto per la ramanzina.

Varchiamo la soglia senza pensarci due volte.

Ciò che ci attende va oltre la mia capacità di immaginazione.

Il monaco che fino a pochi minuti prima pensavo di aver neutralizzato è in piedi di fronte noi.

Dall’angolo della bocca e dalla fronte scendono rivoli di sangue che bagnano la tonaca nera; il suo ghigno sghembo è raccapricciante e tiene spasmodicamente in mano la pistola che risiedeva dentro la teca di vetro.

“Mi deludi sempre di più, Huznestov! Chi ti ha insegnato a fare certi nodi? Non sono degni di un criminale del tuo calibro!” sbotta Vorkov mostrando i lacci di fortuna che ho usato per bloccarlo.

Scuote la testa e si aggira altezzoso per tutta la lunghezza dell’ufficio, rigirandosi tra le mani la pistola dall’impugnatura bianca.

Scosto Reyka dietro le mie spalle, spingendola contro il muro, e le faccio da scudo: non deve più toccarla per nessuna ragione al mondo.

Vorkov sghignazza senza ritegno e mi punta l’arma addosso, senza paura e senza alcun segno di esitazione.

“Non fare l’eroe, Boris’ka! Non lo potrai mai essere!” sbotta caricando la pistola.

“Dovrai ammazzarmi per toccarla di nuovo!” ribatto alzando la voce.

Il monaco si blocca improvvisamente e lascia scorrere la sua lingua sulle labbra sottili e viscide in un segno di puro godimento.

“Avresti dovuto sentire quanto piangeva la tua ragazza...”

Il sangue ribollisce nelle mie vene e digrigno i denti cercando di controllare il mio pessimo caratteraccio.

Purtroppo non ce la faccio.

Salto addosso al monaco e gli sferro un pugno dritto in viso rompendogli il setto nasale.

Ma Vorkov non è uno sprovveduto e contrattacca colpendomi con l’impugnatura pesante e raffinata della sua preziosa pistola. Dritto sulla nuca.

Mi accascio al suolo senza un lamento; non sento dolore, non più ormai.

Dopo qualche attimo per rimettere in ordine le idee, mi rialzo e continuo a proteggere il corpo inerme di Reyka.

“Sai, mi pare di avere già vissuto questa patetica scena!” mormora sorridendo compiaciuto.

“Che vuoi dire?” domando confuso.

“Ti sei mai domandato, Boris, come siano morti realmente i tuoi genitori?”

“Brutto bastardo! Io ti..”

“Anche tuo padre difendeva tua madre a quel modo! Ironia della sorte farete entrambi la stessa fine!”

Non esiste esitazione sul volto di Vorkov.

Non c’è segno di compassione né di umanità sul suo viso segnato dagli anni.

Non ci sono imprecisioni nel colpo sparato da quella pistola fabbricata per spocchiosi snob.

Il dito avvizzito preme con facilità il grilletto e tutto improvvisamente si tinge di rosso.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Sorpresona!! *-* Pensavate davvero che vi lasciassi così? Con un capitolo finale così deludente? Eh no!! Ho pensato anche qui ad una sorpresina!V.V

Oltre ad aver allungato la fic di un cappy, per voi ho riservato un epilogo molto interessante che forse susciterà un po’ di inquietudine e mistero.

La mia idea iniziale era di unire il tutto in un unico capitolo finale, solo che c’ho ripensato e l’idea di spezzare l’epilogo dal capitolo in sé mi è parsa buona!V.V <---sono tutte sue supposizioni, ma lasciatele credere che siano buone idee.

Dunque, dunque, dunque..che dire? Il capitolo vi è piaciuto? Vi ha appassionato? Vi ha schifato? ^_- fatemelo sapere con un piccolo commentino! Anche di due parole! ^o^  del tipo... “Fa schifo!”, “E’ indecente!”, “E’ passabile!” ^_- facile no? Due semplici parole!XD Ci tengo soprattutto ora che è il penultimo cappy!V.V

 

Come ho già spiegato nell’altra mia fic, il mio ritardo è dovuto alla scuola! Mi ha portato via un sacco di tempo e gran parte del mio tempo libero l’ho sfruttato per passarlo con gli amici! Ne avevo davvero bisogno, credetemi!^.^’’

Gli esami ora sono finiti e posso dedicarmi al resto delle mie storie e di tutte le mie idee!^O^

Non ci sono scusanti che tengano per questo imperdonabile ritardo, ma sono sicura che sarete clementi!T.T

Ringrazio tutte le persone che hanno commentato lo scorso capitolo quindi phoenix91, Aphrodite e lexy90!^O^ Spero di sentire la vostra anche su questo cappy!^_-

 

Un bacione! Nena!^_-

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28


Salve a tutti!^O^ e torno con l’ultimissimo capitolo di questa benedetta fanfic!V.V non so se con vostro dispiacere o con vostra gioia, questo sarà davvero l’epilogo! La fine!>.< -i DemolitionBoys ballano la macarena dalla felicità- e guardate che sono ancora in tempo per far morire qualcuno di voi!+_+ [tanto ormai sappiamo chi morirà!V.V c’è scritto proprio qui sul copione!>.> ndKei che sbatte il librone in faccia all’autrice] =.=’’ oh santo paradigma! Che situazione imbarazzante!V.V** [eh, direi bene! V.V è la tua storia! Lo credo che è imbarazzante! >.< ndBoris] –Nena aggiunge sul suo Death Note il nome di Boris-.

Ok!!^o^ ci sono altri commenti inopportuni? No? Benissimo! Allora possiamo cominciare!^o^ CIAK! Si gira! >.<




(p.o.v. Yuri)


“Quando tutta questa faccenda sarà archiviata, giuro che Huznestov me la pagherà!” mormoro a denti stretti attraversando il corridoio principale.

Non è una saggia scelta, ma è la più rapida. Questa missione, ormai, ha ben poco di segreto e passare inosservati non è più tra le priorità assolute.

C’è solo bisogno di un intervento veloce e pulito. Nessuno deve farsi più male. Ogni membro della mia squadra ha sofferto e patito le pene dell’Inferno per arrivare sin qui, e non ci devono essere altri intoppi.

Non ci possiamo permettere di fallire.

Ne va della vita di due persone a me care.

Ne va della mia sanità mentale e fisica.

Corro a perdifiato nella direzione opposta a Boris; ormai sento che non siamo più in contatto. So che se mai avessi bisogno di aiuto quel figlio di puttana non potrà darmelo.

“Ti conviene riportare indietro Reyka viva e vegeta, altrimenti ti ammazzo, Boris!” sbotto furente, incrementando la velocità.

Dopotutto non sono io quello che rischia maggiormente di lasciarci le cuoia: lo situazione fisica del Falborgh blaider è critica e può peggiorare nel momento meno opportuno.

“Devo sbrigarmi a trovare Kei! Poi andrò a dare una mano a Boris, se mai ne avrà bisogno!” mormoro tra me e me per farmi coraggio.

L’odore di stantio e di muffa si fa più intenso e nauseante. È il giusto indizio per capire che sono sulla strada dei sotterranei.

Ormai, il tragitto che conduce alle viscere del monastero lo conosco fin troppo bene per smarrire la via.

Mi sembra di rivivere una situazione simile di pochi giorni prima, quando ho cercato disperatamente di non credere alle parole dei miei compagni sul fatto che probabilmente Kei aveva abbandonato la squadra.

Il solo pensiero che l’argenteo avesse lasciato i DemolitionBoys per tornarsene con i giapponesi mi dilaniava il petto, ma ora come ora preferirei mille volte vedere un Kei felice e sereno insieme a Rei, piuttosto che trovare il suo cadavere sanguinante nelle segrete.

Ma Kei ha scelto me. Ha deciso per la strada meno dolce, più ripida e dissestata.

Ha valutato tutti i pro e i contro, ma alla fine ha scelto di seguire il suo cuore e di stare con il sottoscritto, colui che gli avrebbe reso difficile l’esistenza. Un amore fatto di dolore e tristezza, ma purtroppo sincero e genuino.

Percepisco la stessa sensazione di quel giorno quando ho aperto la porta della nostra camera e non ho trovato nessuno al di là della soglia; conscio del fatto che Kei non fosse nella stanza, mi sono illuso di poterlo riabbracciare.

Ora, però, non si tratta di sapere se Kei c’è o meno. La mia speranza è soltanto quella di trovarlo vivo.

Finalmente vedo le scale a chiocciola che conducono nei meandri del monastero e mi ci butto senza pensarci due volte.

La discesa è lunghissima e i gradini sembrano infiniti, ma un debole baluginio indica che la rampa di scale è presto finita.

Mi avvicino di soppiatto, mettendomi in ascolto con attenzione.

Sento distintamente due serie di passi piuttosto pesanti, ma le voci sono di tre persone diverse: Vorkov deve aver raddoppiato la sicurezza dal momento che il nostro tentativo di liberare Kei gli è parso scontato.

Purtroppo, quel viscido maniaco ha visto giusto ancora una volta.

“Ormai il secondo match dei mondiali deve essere iniziato da un pezzo!” dice uno dei tre carcerieri.

“Già, chissà come se la sarà cavata quel bastardo di un Huznestov!” sbotta un secondo.

I tre uomini scoppiano a ridere immaginando di vedere uno dei loro ospiti preferiti ridotto in fin di vita davanti al suo avversario. Non che la cosa volga a loro vantaggio, ma la sola idea della distruzione totale li diverte e li fa sopravvivere in quell’Inferno.

“Vorkov è ciecamente sicuro dei suoi mezzi! Vinceranno il mondiale senza esitazioni..altrimenti sanno a cosa vanno incontro, no?” continua il primo facendo schioccare la frusta di cuoio.

Il suono secco dell’arma mi fa accapponare la pelle; rabbrividisco se conto quante punizioni ho scontato sotto quella frusta malvagia e assetata di sangue.

Valutando la situazione e la posizione in cui sono, l’unica soluzione è quella di affrontare i tre guardiani apertamente.

Prima di arrivare alle maniere forti, bisogna tentare di raggirarli con l’astuzia, anche se temo di non esserne troppo capace. La mia lingua biforcuta mi abbandona nei momenti in cui si rende necessaria, e ciò è un grosso problema.

Respiro profondamente una boccata d’aria, se così la si può chiamare.

“Non starete mica battendo la fiacca, vero?” ringhio, allontanandomi dal mio nascondiglio.

I tre carcerieri, più grossi di quanto avessi pensato, rimangono spiazzati per qualche istante dal mio ingresso trionfale.

“Bhe, perché mi guardate con quelle facce da beoti?” sbotto arrabbiato.

Il solo pensiero che uno di loro abbia chiamato Boris ‘bastardo’ mi fa avvampare di rabbia. Come osano, loro, putride creature del sottosuolo, parlare così di un valoroso blaider e amico?

Il più unto dei tre si avvicina e fa luce con la fiaccola, illuminando il muro alle mie spalle e portando la fiamma a pochi centimetri dal mio naso.

“Yuri Ivanov, che sorpresa! Non ti aspettavamo! Cos’è? Una punizione extra per aver perso il tuo incontro, suppongo!” sibila con tono acido.

“Non supporre troppo, ti potrebbe far male alla testa!” mormoro a denti stretti, sorridendo sornione.

“Figlio di una cagna! Sei presuntuoso a presentarti qui e sputare sentenze!” sbotta il carceriere di cui non avevo sentito i passi.

Capisco perché non ne ho percepito la presenza se non grazie alla voce: l'uomo è stravaccato su di una sedia sgangherata che sembra essere sul punto di rompersi e lasciar cadere al suolo il lardoso essere umano.

Un conato di disgusto mi assale la gola, ma riesco a ricacciarlo indietro e attingere alla mia poca riserva di sangue freddo.

“Cosa pensi di ottenere insultando mia madre? Dovresti ringraziarla, invece! È solo per merito suo se ora siamo grandi amici!” dico ghignando e mettendo in soggezione i tre omoni di fronte a me.

Non posso affrontarli così, a mani nude, contando solo sulla mia forza fisica: non riuscirei a neutralizzarne uno che gli altri due mi ucciderebbero a suon di frustate e pugni.

“Amici? Tu non hai amici, Ivanov! Qui sei completamente solo!”

Adocchio la frusta senza che nessuno se ne accorga e scivolo lentamente lungo il muro verso l'arma che può tornarmi decisamente utile.

“Vorkov non ci ha informati del tuo arrivo!” sbotta il più idiota del gruppo “...non sarà che sei venuto a recuperare il tuo amichetto massacrato e incatenato qui sotto?” continua, rivelando tutte le informazioni di cui necessito.

“Sei un imbecille!” lo aggredisce il collega, dandogli un cazzotto in pieno viso.

Sogghigno soddisfatto: nessuno dei tre omaccioni mi sembra abbastanza sveglio da prevedere il mio piano e fermarmi. So di per certo che Kei è tenuto segregato qui, in qualche cella, e l'unico modo per accertarsene e portarlo in salvo è far fuori i tre guardiani.

Mentre i due carcerieri fanno la predica al loro compagno sul fatto che certe informazioni riservate sono troppo importanti per lasciarsele sfuggire di bocca, mi allungo ulteriormente per afferrare la frusta incustodita sulla sedia cigolante dalla quale si è scomodato l'ammasso di lardo.

Finalmente la sfioro con le dita e ne impugno saldamente il manico di cuoio nero, maleodorante di sangue rappreso e di sporcizia.

“Grazie! Mi siete stati molto utili!” esclamo sorridente, facendo schioccare la frusta vicino ai tre guardiani.

I carcerieri sobbalzano e si voltano inferociti verso il sottoscritto: sembra di avere di fronte una mandria di bisonti pronti a schiacciarmi con il solo peso del loro corpo.

Per fortuna, anni e anni di allenamenti con tutti i tipi di armi sono serviti a qualcosa e riesco a maneggiare la frusta come fosse parte integrante del mio braccio, una specie di prolungamento naturale fatto per torturare e provocare sofferenze.

“Piccolo bastardo! Questa ce la paghi!”

“Ho fretta! Devo salvare il mio amico e ho un appuntamento ufficiale con Vorkov! Non vorrete farmi aspettare, spero!” rispondo divertito.

L'odore del sangue e della lotta mi inebria, mi spinge a voler vedere più sofferenza negli occhi di coloro che sono stati i miei carnefici per dodici lunghi anni.

Con uno schiocco secco riesco ad imprigionare il collo del più idiota nella morsa micidiale della frusta e non sono intenzionato a lasciarlo andare fino a vedere le sue labbra diventare viola e i suoi occhi schizzare fuori dalle orbite.

Senza pietà. “Mai avere misericordia di chi non ne ha nei tuoi confronti” è uno dei comandamenti del monastero e, purtroppo, ho visto mettere in pratica questa dottrina più di una volta.

L'uomo non riesce a liberarsi, ma nel frattempo i suoi compagni non mi danno tregua e tentano inutilmente di menare colpi potenti ma imprecisi: sono solo inutili creature incapaci di intendere e volere, non possono essere tanto abili da acchiapparmi o da beccarmi impreparato con un pugno.

Stendo il primo uomo con un calcio nello stomaco; rantola a terra agonizzante e si preme le mani sulla pancia, mentre dalla bocca escono mute imprecazioni.

Bori, una volta, mi ha insegnato un trucchetto: come mettere KO l'avversario senza ammazzarlo, con sicura efficacia e un minimo dispendio di tempo ed energie.

Non ho mai avuto l'occasione di mettere in pratica il suo insegnamento, ma i consigli del platinato tornano sempre utili, specialmente se si tratta di combattimento.

Prima che il secondo guardiano riesca ad acciuffarmi e inchiodarmi al muro, mi abbasso all'altezza del carceriere agonizzante, ancora accasciato a terra, e lo sorprendo alle spalle: un colpo secco, potente, di taglio con la mano appena sopra la nuca.

L'uomo finisce a terra privo di sensi, fuori uso per almeno un paio d'ore.

Ma non ho fatto i conti con la mia preda intrappolata nella frusta.

Il carceriere mi afferra per la gola e mi immobilizza contro il muro, impedendomi di entrare di nuovo in possesso dell'arma, abbandonata a terra a pochi metri di distanza da me.

“Hai giocato a fare l'eroe? Ti sei divertito?” sbotta quello dietro le spalle del mio aguzzino.

Sento la sua mano molliccia e unta serrarsi ulteriormente attorno al mio collo e la sensazione non è delle più gradevoli: l'odore fetido delle celle mi sta dando alla testa e devo preoccuparmi di uscire con Kei, vivo, nel minor tempo possibile.

“Non è il momento di giocare!” sbotto dando un calcio al basso ventre dell'uomo, il quale si china a terra emettendo un suono stridulo.

“Non ho finito! Questa è per tutte le volte che ci avete torturati a sangue!” grido, montando a cavalcioni sullo sterno dello sventurato e assestandogli un gancio destro.

Avverto il naso rompersi sotto la potenza del mio pugno e il sangue esce copioso dalla ferita infertagli, ma il carceriere non demorde e rimane cosciente nonostante il dolore lancinante al viso e alle parti basse.

“Questa è per Reyka! Scomparsa per colpa del vostro amato superiore!” urlo in preda alla rabbia.

Lo finisco con un pugno sotto il mento, appena in tempo per essere trascinato via da un paio di luride e flaccide braccia. L'ultimo guardiano stava aspettando bello e beato il suo turno, sperando di vedermi soccombere grazie al suo collega ed evitare così lo scontro, ma, purtroppo per lui, le cose sono andate in modo diverso.

“Avrei dovuto ucciderti molto tempo fa, Ivanov!” sbraita brandendo un pugnale, tirato fuori da chissà che lardosa parte del suo corpo.

“Avresti dovuto pensarci un po' prima, non credi?” rispondo, evitando facilmente un fendente menato alla cieca.

Non appena ne ho l'occasione e vedo il braccio dell'uomo passarmi proprio di fianco all'orecchio, lo afferro e lo tiro verso il suolo con tutto il mio peso, sfracellando sul pavimento la sua mano e obbligandolo a lasciare il pugnale dal dolore causato dalla mano rotta.

Afferro l'arma e lo immobilizzo a terra, puntandogli la lama alla gola.

“Ora, dimmi, chi ha la possibilità di ammazzare chi?” sussurro in un ghigno, prendendomi finalmente un po' di gloria che mi spetta.

L'uomo mugugna qualcosa di incomprensibile: la paura gli impedisce di parlare e mi guarda con occhi colmi di disperazione.

“E' difficile mettersi nei panni dei poveri ragazzi che hai malmenato per tutto questo tempo, non è vero? Stavolta sono io ad avere il coltello dalla parte del manico, e guarda caso lo dico letteralmente..” sibilo cercando di incutere paura.

“Potrei ucciderti e farla finita, ma non ti voglio fare questo piacere! Non ti devo alcun favore!” grido, conficcando il pugnale a qualche centimetro di distanza dalla sua testa.

L'uomo si distrae guardando con felicità la lama distante da sé, ma non vede arrivare il pugno che segna il colpo di grazia e la fine della lotta infernale.

“Non sono come voi! Sono ancora un essere umano!” mormoro dando un ultimo calcio al corpo dell'ex aguzzino.

In pochi istanti trovo la chiave universale delle celle sotterranee e non ci penso due volte a far breccia verso il cuore della struttura; non ho mai avuto il piacere di visitare la parte più interna e più profonda dell'edificio costruito da Vorkov, ma so di per certo che non rimpiango questa mancanza.

Le mie gambe sembrano insensibili alla fatica: la scarica di adrenalina dell'ultimo scontro deve avermi dato la giusta dose di idiozia e di coraggio da poter continuare questa missione di salvataggio senza crearmi dubbi alcuni.

Ho la pessima sensazione che mi dilania il petto che qualcosa, sul cammino di Boris, sia andato per il verso sbagliato. E del mio sesto senso mi fido ciecamente, purtroppo.

Stringo i denti e socchiudo gli occhi, impegnandomi per non tornare indietro e aiutare il mio migliore amico: oltre al fatto di perdere l'occasione per liberare Kei, Huznestov potrebbe prendere la mia decisione come una mancanza di fiducia nei suoi confronti.

In poche parole, anche se dovessi decidere all'improvviso di cambiare strada e andare in soccorso al platinato, quest'ultimo rifiuterebbe il mio aiuto per orgoglio.

Se adesso mi vedesse vacillare per una cosa apparentemente futile come questa, sicuramente avrebbe da ridire con i suoi soliti toni gentili ed educati.

Per qualche istante ho la netta impressione che la mia coscienza si materializzi di fronte a me sottoforma di Boris e gridi qualcosa di tipico nel suo stile.

Che cazzo fai, razza di idiota di un Ivanov? Smettila di farti seghe mentali e corri a salvare il culo a Kei!”.

Ed eccolo che mi aspetta a braccia conserte, lo sguardo fiero e severo e la postura da militare; i suoi occhi verde smeraldo sembrano risplendere nell'oscurità del monastero, ma mi accorgo stupidamente che sono semplicemente le fiaccole appese ai muri.

Le rocce sembrano sgretolarsi a causa della corrosione dell'umidità; le sbarre d'acciaio delle celle sono ricoperte di muffa e hanno perso la loro patina brillante di un tempo.

Sospetto che il cubicolo dove Kei è segregato sia così facile da trovare, ma non mi rassegno a guardare all'interno di ogni gabbia nella speranza di vedere il ragazzo che amo e per cui sto mettendo a repentaglio la vita e la reputazione della squadra nazionale russa.

Rallento il passo e mi soffermo ad ascoltare dei rantoli appena accennati, dei sussurri impercepibili.

Mi fermo in mezzo al corridoio e trattengo il respiro per capire da che parte proviene il misterioso suono, ma nelle celle non c'è anima viva e non capisco se è tutto frutto della mia immaginazione.

Un clangore attira la mia attenzione verso un cubicolo che devo aver scartato dando per scontato l'assenza di qualche povera anima in pena. Ed è stato il mio errore più grande.

Nell'oscurità intravedo un paio di mani sbucare dai bracciali di due catene inchiodate al muro, ma riconosco a malapena la zazzera arruffata di capelli argentei che tanto speravo di rivedere.

Kei?” chiedo, pensando che i miei occhi possano tradirmi.

....cazzo...ce ne hai messo di tempo...” biascica, esplodendo in un colpo di tosse poco rassicurante.

Un semplice 'grazie' sarebbe stato sufficiente!”

Grazie di aver evitato che marcissi nelle segrete, mio eroe!”

Non ti manca il tuo macabro senso dell'umorismo, Hiwa! Mi solleva la cosa!” dico entrando con foga nella cella e aprendo i chiavistelli che gli tengono bloccati i polsi.

E a te non manca la stupidità!” mormora sogghignando.

Parleremo più tardi di quello che era giusto fare o meno!” rimbrotto offeso.

Mi sarei aspettato gratitudine, o almeno un po' di felicità nelle parole di Kei, invece sento solo malcelati insulti e una ramanzina sul fatto che non dovevo correre in suo aiuto.

Sei ferito? Riesci a camminare?” chiedo preoccupato, dandogli una rapida occhiata.

Kei si sgranchisce la schiena con una torsione impressionante e si massaggia i polsi, pieni di piaghe e sporchi di sangue.

Per il resto sembra soltanto indolenzito: Vorkov deve averlo graziato perché, dopotutto, è il nipote del suo socio in affari, non è nelle sue intenzioni lasciarlo a marcire in questa cella troppo a lungo.

Potrei stare meglio! Tu che dici?” risponde ironico.

Ehi! Io ti ho appena salvato la vita!” sbotto irritato.

Kei, già diretto verso la via di fuga, si volta e assume un'espressione contrariata e severa.

Ed è per questo che sono incazzato con te, Yuri! Non dovevi tornare qui! Dovevi scappare e andartene da questo posto senza pensare a me! Sei uno stupido se credi che riusciremo a cavarcela senza intoppi!” urla furioso.

Assimilo ogni sua parola, ma non capisco dove vuole arrivare.

Vorkov non ha la benché minima intenzione di ammazzarmi! Io ero solo una trappola fatta apposta per gli idioti come te! E ci sei cascato in pieno, Ivanov, proprio da imbecille! Quel pazzo non mi avrebbe mai ucciso, non può farlo perché andrebbe contro mio nonno! Io sarei scappato da qui appena possibile e ti avrei raggiunto finito il mondiale di beyblade!” spiega perdendo la pazienza.

Il suo ragionamento non fa una piega.

Ha ragione. Sono stato uno stupido a pensare solo a me stesso e alla mia relazione con Kei, senza contare che per questa missione ho messo in pericolo Boris, Serjey, Ivan e Reyka.

Sospiro e ripenso ai miei amici, coloro che sto facendo soffrire per i miei capricci.

Hai ragione, Kei, ma ormai siamo qui e non possiamo permetterci di fallire!” rispondo abbassando lo sguardo.

Lo so, non ci vuole un genio per capire tutto ciò!”

Perché non te ne stai zitto e fingi di essere il ragazzo a cui ho salvato il culo per l'ennesima volta?” lo ammutolisco.

La mia risposta ha solo l'effetto di farlo arrabbiare ulteriormente, tanto che l'argenteo si gira mollandomi un manrovescio in pieno volto.

In un primo momento mi stupisco della forza straordinaria del colpo, davvero troppo potente per un ragazzo normale che è stato rinchiuso in cella per dei giorni interi senza vedere mai la luce del sole.

Ma la cosa che mi sorprende maggiormente è la reazione smisurata di Kei nei miei confronti.

Rimango per qualche istante chino su me stesso, gli occhi socchiusi per riflettere sulle mie azioni e sento la guancia destra bruciare di dolore.

Perché l'hai fatto?” chiedo in un sussurro.
“Perché hai bisogno di una svegliata, Yuri! Non puoi aver davvero pensato di venire qui, finito il tuo incontro ai mondiali contro i giapponesi, liberarmi senza che nessuno se ne accorga e poi fuggire via evitando qualunque intoppo! Vorkov non è così idiota come credi!” dice appoggiandomi una mano sulla spalla.

Quel contatto non mi conforta, non mi porta quella gioia che ho sperato di provare ancora una volta.

Non sei il solo rinchiuso qui dentro, Hiwatari! Vorkov ha fatto sparire anche Reyka e Boris si sta occupando di lei!” sbotto furioso.

Allora avresti fatto bene a dare una mano al tuo amico a liberare quella povera ragazza!” rimbrotta serio.

Ho capito la morale, Kei! Ma io ho seguito il mio istinto e non ho rimpianti!”

Non avevo dubbi, Yu!” sussurra addolcendo il tono di voce.

La mano dell'argenteo scivola sulla mia guancia e accarezza il punto dove mi ha colpito poco prima, sorridendo come solo lui sa fare, illuminandomi la giornata.

Sembra voler dire qualcosa, come se sapesse perfettamente il destino di ognuno di noi e percepisse in anticipo ciò che lo attenderà non appena questa faccenda sarà risolta.

Come Boris, anche Kei pare avere le idee chiare del suo ruolo nella storia, ma non accenna a farne parola: entrambi sanno di per certo di voler rischiare la vita per il bene dei DemolitionBoys.

Mi avvicino all'argenteo e gli circondo la vita trattenendolo per l'ennesima volta vicino a me, dove è il suo posto; Kei si sporge e appoggia delicatamente le labbra sulla mia fronte e scivola piano verso la mia bocca.

Improvvisamente sentiamo un boato provenire dal piano superiore, come di una porta sradicata dai cardini.

Proviene dall'entrata principale!” grida Kei, allontanandosi da me e scattando verso i gradini.

Lo seguo senza perderlo di vista, ma non appena intravediamo la luce fioca del sole che si affaccia all'uscita delle segrete, il ragazzo davanti a me si blocca tutto d'un tratto tendendo le braccia per impedirmi di oltrepassarlo.

C'è qualcosa che non va!” mormora abbassando drasticamente il tono di voce.

E cosa te lo fa credere, Mr. So-Tutto-Io?” rispondo in un sibilo.

Come mai abbiamo sentito quel fracasso provenire dall'entrata principale e non da qualche altra parte del monastero?” chiede preoccupato l'argenteo.

Boris si trova nell'ufficio personale di Vorkov, in questo momento! Vuoi dire che...”

..che quello che è entrato nell'edificio è quasi certamente il nostro monaco da strapazzo molto incazzato!” conclude la frase.

Serjey non deve aver preso tempo a sufficienza per lasciarci fuggire!” ipotizzo.

No, può essere che Vorkov abbia capito il vostro piano e stia andando a controllare!” mi smentisce l'argenteo.

Allora cosa aspettiamo ad andare ad aiutare Boris? Se così fosse, Vorkov non lo risparmierà se lo trova con Reyka!” sbotto deciso.

Kei mi blocca un polso e la mia attenzione ricade sulla sua mano intrisa di sangue e piena di piaghe dolorose attorno ad essa.

Prima c'è un'altra cosa importante da fare!” mormora estraendo qualcosa di nero e scintillante dalla tasca posteriore dei pantaloni.

Black Dranzer. La causa dei nostri problemi ora può rivelarsi la più utile arma in nostro possesso.

La strategia di Kei mi è fin troppo chiara e acconsento immediatamente a seguirlo in sala comandi, dove i sottoposti di Vorkov dirigono i macchinari e le trappole del monastero, come un Dio può manovrare i suoi burattini dall'alto dei cieli.

La stanza dove ci sono i dispositivi di sicurezza e i comandi per azionare le macchine non è distante, né irraggiungibile: Vorkov, nei suoi piani, non ha mai tenuto conto che la squadra di top blaider in persona avrebbe osato tanto.

Raggiungiamo la sala comandi in un paio di minuti, correndo come forsennati.

Sei sicuro di stare bene?” chiedo osservando Kei zoppicare vistosamente.

Vorkov non deve avergliela fatta passare liscia e come minimo Kei si è beccato una punizione esemplare.
“Siamo qui per salvarci il culo o per parlare di come ho passato il mio tempo libero in questi giorni?” sbotta afferrandomi per il bavero della giacca.

L'antifona è più che chiara. È cristallina.

A Hiwatari preme di uscire dal monastero vivo e vegeto insieme agli altri membri della Borg. Niente di più. Ed io sono qui che faccio domande idiote, rallentando il ritmo della missione mettendo la vita di tutti a repentaglio.

Annuisco.

Tento di reprimere quel senso di ansia e preoccupazione, a volte ossessivo, verso la salute dell'argenteo e continuo a seguirlo imperterrito, nonostante le mie frequenti occhiate alla sua gamba destra e alla macchia scura sui jeans.

Non appena ci affacciamo alla porta della stanza relativamente piccola, notiamo un paio di guardiani pronti ad intervenire in caso di emergenza.

Kei li prende in contropiede e non mi accorgo nemmeno della sua prontezza di riflessi nell'afferrare il lanciatore e Black Dranzer, incastrandoli assieme e puntando dritto sul pannello di controllo principale del monastero.

Ve lo restituisco, bastardi!” sbotta l'argenteo lanciando con rabbia e disperazione il beyblade nero e scintillante.

La trottolina scatta alla massima potenza per tutta la stanza, distruggendo macchinari e controlli, attaccando senza pietà i collaboratori di Vorkov e fracassando ogni genere di pannello o schermo sul suo cammino.

Kei! Andiamocene!” grido, afferrandolo per la maglia e tirando con forza.

Ma il ragazzo rimane immobile a gustarsi lo spettacolo: il panico generale provocato da Black Dranzer sembra saziare parte della sete di vendetta dell'argenteo.

Sta per esplodere tutto, Hiwa! Muoviti!” sbotto dandogli un potente pugno sulla spalla e costringendolo per lo meno a camminare.

Kei sembra essere soddisfatto della sua opera e finalmente torna con i piedi per terra, ghignando in direzione degli operatori in fuga.

Questi vigliacchi, pur di salvarsi la pellaccia, abbandonano il loro superiore a cui sono tanto devoti!” sibila con disprezzo.

Scuoto la testa, ma non posso negare che questa sia la divertente verità. Divertente perché, quelli come noi, maltrattati e sfruttati, godono immensamente a vedere il terrore negli occhi degli aguzzini verso cui siamo stati timorosi e docili.

Dobbiamo raggiungere Boris!” dico prendendo per un polso l'argenteo e correndo a perdifiato verso l'ufficio del monaco.

Durante la nostra disperata corsa contro il tempo, incrociamo una marea di ragazzini: devono aver avvertito il pericolo incombente e se la danno a gambe sperando di uscire vivi dall'edificio.

Non si frappongono in alcuno modo tra noi e il nostro obiettivo, né tentano di ostacolarci con la loro sola presenza, anzi, si scansano impauriti e dai loro occhi si legge la curiosità di sapere dove stanno andando i due idioti che nuotano controcorrente.

All'improvviso si sente chiaramente il rumore terrificante di uno sparo che sovrasta il fracasso dei blaider in fuga e del monastero sul punto di crollare completamente.

Boris!” grido disperato, avanzando senza preoccuparmi di lasciare indietro l'argenteo.

Il mio cuore palpita per l'agitazione e per l'ansia di non essere arrivato in tempo.

Uno sparo può solo significare che Vorkov ha scoperto Boris nel suo ufficio e deve aver deciso di farlo passare a miglior vita.

Finalmente vediamo il portone di legno massiccio dell'ufficio aperto e mi faccio coraggio per affrontare qualunque situazione mi si presenterà davanti, ma il mio cuore è debole e non reggerò a lungo.

Nemmeno la presenza di Kei mi rassicura.

Boris!” urlo entrando con foga nell'ufficio e assistendo alla scena più terrificante di tutta la mia vita.

Sbarro gli occhi in tralice, incapace di credere a ciò che vedo e sento, riluttante a comprendere quello che mi capita attorno.

Reyka stringe Boris tra le braccia e piange silenziosamente, senza proferire parola o emettere singhiozzi. Sembra ammutolita anche lei dall'ingiustizia della vita.

Il mio migliore amico ha un proiettile conficcato nell'addome e una macchia rossa si espande sul tessuto della maglia, visibile nonostante sia nera come la pece.

Il viso del ragazzo è imperlato di sudore e digrigna i denti per trattenere urla di dolore che darebbero solo soddisfazione a Vorkov, appostato di fianco alla porta.

L'uomo sorride vittorioso con una lussuosa pistola in mano ancora fumante. Glielo si legge negli occhi che ha sempre desiderato vivere quel momento e avere la possibilità di far fuori tutti i DemolitionBoys, uno ad uno, senza pietà.

Boris...” mormoro socchiudendo gli occhi e reprimendo un conato di vomito.

Ivanov! Mi stavo giusto domandando quanto avresti impiegato per arrivare! Sei ancora in tempo per vedere il tuo amico morire!” sibila Vorkov alle mie spalle.

Purtroppo, se non ci sbrighiamo a portarlo in ospedale, il folle ha ragione. Lo perderemo.

La pallottola deve essere penetrata in profondità, vista la distanza ravvicinata da cui Vorkov ha sparato al platinato e con l'ultimo briciolo di razionalità calcolo che, a occhio e croce, a Boris rimane meno di un'ora. La cosa peggiore è che ne è perfettamente conscio pure lui.

Dannato! Sei tu l'unico che merita di morire, qui dentro!” ringhio, avvicinandomi con uno scatto a Reyka e Boris.

Sento il mio migliore amico ansimare affannosamente nel tentativo di rimanere sveglio e di non perdere i sensi; la sua vista comincia a calare e il dolore scomparirà non appena la sua forza di volontà verrà dissipata e Boris si lascerà andare con la mente e con il corpo.

Solo in un secondo momento mi accorgo che Kei non è presente nella spaziosa stanza. Nonostante questo, mi fido del ragazzo che amo e che si sta dando da fare per riuscire a portarci fuori di qui tutti interi; deve per forza avere un piano in mente.

Ah, mi dispiace solo che Hiwatari e gli altri due membri della squadra non siano qui ad assistere al massacro perché sarà davvero divertente!” sussurra, ignorando la mia provocazione.

Se non usciamo di qui, il monastero ci crollerà sulla testa!” grido per fargli capire che non c'è tempo di discutere in questo posto.

Che c'è? Hai paura di morire, Yuri?”

No, se so che verrai ammazzato anche tu con me!” ringhio, dando una rapida occhiata a Boris e Rerka.

La ragazza è traumatizzata e abbraccia Boris con foga, aggrappandosi a lui come se potesse proteggerla ancora una volta. Come se l'unico modo di farlo rimanere in vita, con lo spirito ancorato alla Terra, fosse stringerlo e pregare in un miracolo.

Scuoto la testa e cerco un modo per farci uscire da qui il prima possibile, ma la visione del mio migliore amico steso a terra, agonizzante e in fin di vita, non mi aiuta per niente.

Boris, non lasciarmi..” biascica Reyka, dando segno della sua partecipazione.

Ahahah! Solo Dio ha la facoltà di decidere i meritevoli di rimanere in vita o chi ci deve tristemente lasciare!” sbotta con tono sadico.

Vorkov giocherella con la pistola dall'impugnatura candida, come se stesse giocando con il destino di ognuno di noi.

Non avevi il diritto di decidere per la sua vita!”

Ti sfugge una cosa, Yuri! Io posso scegliere se farlo vivere o morire perché io sono Dio!”

E' questione di un attimo. Un breve istante durante il quale riesco a vedere ogni cosa a rallentatore, quasi fossi in un film.

Vorkov impugna la pistola e la carica, puntandola dritta contro la mia testa. Il suo dito ossuto si avvinghia al grilletto ed è come se sapessi che quella pallottola non potrà mai colpirmi perché non è quello il mio destino.

Non morirò per mano di Vladimir Vorkov. Almeno, non fisicamente.

Il rumore assordante del tetto, che sta per crollare a causa dell'esplosione in sala comandi, sovrasta il passo veloce di Kei il quale sbuca da dietro il grande portone per avventarsi contro Vorkov, ignaro della presenza dell'argenteo.

Un urlo disumano esplode dalla bocca del Dranzer blaider che con un salto e un pugno ben assestato riesce a far volare di mano la pistola al monaco, disarmato e inoffensivo. Ora, la cosa peggiore che può capitare è solo il crollo improvviso del monastero sopra le nostre teste, dal momento che la minaccia principale è destinata a soccombere sotto i colpi letali dell'argenteo.

Bastardo! Me la pagherai!” sbotta Kei assestandogli una ginocchiata nel basso ventre, mozzando il fiato all'uomo.

Vorkov rantola a terra, si tiene la pancia per il dolore e striscia come un verme verso la pistola, sperando che nessuno se ne accorga.

Mi affretto ad afferrare l'arma e puntarla dritta contro la tempia del nostro aguzzino.

Non lo farei, se fossi in te!” mormoro caricando l'arma proprio a pochi centimetri dalla sua testa.

Il monaco deglutisce, ma nei suoi occhi non leggo disperazione; vedo solo una gran voglia di vendicarsi, di distruggerci uno dopo l'altro e capisco che deve avere un piano di riserva assai diabolico.

Kei lo immobilizza, sedendosi sopra il suo petto, e con una sola mano riesce a intrappolare i polsi di Vorkov e mollargli cazzotti degni di tale nome. Non lo biasimo se sfoga in quella maniera tutta la rabbia che riserva in cuor suo, ma rischiamo di finire schiacciati dalle macerie se non ci sbrighiamo.

Reyka si alza con cautela, afferrando Boris da un braccio e proteggendosi la testa con l'arto libero, timorosa di beccarsi un pezzo di soffitto addosso.

Kei! Dobbiamo andare fuori da qui! Black Dranzer ha combinato un bel casino!” grido, attirando l'attenzione dell'argenteo.

Kei solleva il viso verso il mio e ghigna in modo sadico, deciso a non farla passare liscia a Vorkov per tutto quello che gli ha causato.

Non ancora, Yu! Prima voglio vedere morire que...”

Ma il ragazzo non finisce la frase perché, a causa della sua distrazione, il monaco riesce a liberarsi e ad afferrare un piccolo coltello posto nella tasca anteriore dei pantaloni.

Vorkov non si lascia sfuggire un'occasione simile e preme con violenza lo stiletto verso il ventre dell'argenteo, ferendolo gravemente.

Kei apre la bocca in un muto grido di dolore e sorpresa; appoggia una mano sul coltello e, non appena la mostra, il sangue impregna ogni centimetro della sua pelle diafana e perfetta.

Rimango immobile, con il braccio di Boris attorno al collo per evitare che cada o aggravi la sua situazione: non ha molto da invidiare a Kei, anche se il platinato è messo assai peggio.

Kei..” biascico, sbarrando gli occhi.

Ma resto al mio posto. La ramanzina sul “cosa è giusto fare” l'ho già ricevuta da Kei e so che il suo desiderio più grande è proprio quello che i DemolitionBoys si salvino con meno perdite possibili.

Il mio sacrificio per salvare Kei, a questo punto, sarebbe inutile.

Vattene, idiota! Salvatevi almeno voi” sbotta l'argenteo, socchiudendo gli occhi dal dolore.

Scuoto la testa incapace di credere alle mie orecchie ed ai miei occhi. Riluttante al pensiero di abbandonare in questo posto il mio ragazzo che, in pochi minuti, verrà sommerso dalle macerie.

Yuri, Kei ha ragione! Dobbiamo salvarci!” mormora Reyka.

Che significa? Cosa vuol dire, Kei?” chiedo abbassando il tono di voce, anche se, inconsciamente, conosco già la risposta.
Dopo un attimo di riflessione, Kei sorride sereno e in modo rassicurante.

Vi raggiungo fuori!” risponde addolcendosi e alzandosi da sopra il corpo di Vorkov.

Con grande difficoltà, Kei mi ruba la pistola che tengo in pugno e con la mano libera preme contro la ferita, evitando di estrarre l'arma.

Boris ha bisogno di un sostegno, io posso benissimo camminare da solo..” mormora poco convinto.

Nella sua voce c'è una vena malinconica, triste e rassegnata.

In fondo al cuore, so che questa è l'ultima volta che vedo Kei. Vivo.

So che la cosa giusta da fare è aiutare Reyka a trascinare fuori Boris e poi portarlo all'ospedale: Vorkov non gli ha sparato in un punto vitale, ma il platinato ha perso troppo sangue e rischia di morire a causa delle nostre perdite di tempo.

Il monaco scoppia a ridere. Una risata fredda, agghiacciante.

Nemmeno lui se la passa bene, in quanto Kei l'ha conciato per le feste prima di venire attaccato a sua volta.

Kei barcolla vistosamente e sgrana gli occhi per tenersi sveglio; la sua forza di volontà si fa meno ora che ha finalmente visto volgere al termine anche il suo ultimo compito.

Le tue ultime parole, Vlad?” sibila l'argenteo caricando l'arma.

Ormai è troppo tardi per uscire da qui! Verrete schiacciati come vermi! Siete degli illusi se pensate di uscire dal monastero vivi!” sbotta, sputando a terra in segno di disprezzo.

Mi aspettavo qualcosa di più originale!” risponde acido il ragazzo, premendo senza titubanza il grilletto.

Il proiettile finisce proprio in mezzo alla fronte del monaco, ma non è la vista di un cadavere a sconvolgermi, tanto più la freddezza e la mancanza di umanità di Kei nell'uccidere l'uomo.

Hiwatari ha messo fine all'ignobile vita di Vladimir Vorkov, eppure non mi reputo soddisfatto né contento nel vedere gli occhi vitrei e quel sorriso beffardo sul volto freddo del nostro aguzzino.

Non provo gioia.

Non sento quel brivido di libertà che mi sarei aspettato.

Vedo solo il ragazzo che amo macchiatosi di un orrore gravissimo, pari a quelli di Vorkov in persona. Ma non lo biasimo per quel gesto.

Correte!” sbotta l'argenteo, gettando a terra la pistola e affrettandosi a raggiungere l'uscita dell'ufficio.

Sospiro e faccio ricorso all'ultimo briciolo di forze rimastemi per trascinare Boris verso l'ingresso principale.

Il fracasso del soffitto che si sgretola è assordante e perdo completamente il senso dell'orientamento e del tempo.

Mi sento le orecchie piene di ovatta e ogni singolo oggetto è sfuocato, impalpabile.

Percepisco il braccio pesante e gravoso di Boris sulle mie spalle e tanto mi basta per affrettare il passo e seguire Reyra verso l'uscita, la nostra unica via di salvezza.

Laggù!” grida la morettina.

Ma le sue parole sono attutite e risuonano lontane.

Digrigno i denti ed invoco le ultime forze rimaste per trasportare Boris sulla schiena ed evitare di rimanere seppellito vivo insieme ai miei amici.

La luce si fa sempre più intensa e vicina.

Ormai ci siamo.

Percorriamo l'ultimo corridoio alla velocità della luce, o almeno così mi pare, e usciamo dal monastero, trovandoci nel cortile arioso e freddo.

È davvero giunta la fine.





Epilogo


Guardo la bara del mio migliore amico calare nella fossa.

È come se il mio corpo fosse fisicamente partecipe al funerale, ma la mia anima mi avesse abbandonato. Per sempre? Non ne ho idea.

Sento un braccio cingermi i fianchi con forza spasmodica. Si stringe a me in cerca di conforto e di un amico a cui abbandonarsi in un pianto liberatorio. Ma che sostegno posso darle in una situazione simile? Cosa posso fare per migliorare le cose? Desidero solo una bacchetta magica per scambiare il mio posto con quello di Boris. Non è giusto.

Reyka piange disperata. Non l’ho mai vista in uno stato simile, e ciò mi spaventa alquanto. Si riprenderà mai? Forse riuscirà a trovare qualcuno da sfruttare per sfogare i suoi istinti sessuali repressi e magari se ne invaghirà pure. Ma il vuoto lasciato dal nostro Boris è incolmabile.

Ivan non trattiene i commenti di disprezzo verso il monaco e si compiace del fatto sia morto sotto le macerie del monastero. Non oso immaginare ciò che avremmo potuto fargli se fosse rimasto miracolosamente vivo.

Una volta ho sentito dire che non esiste vendetta peggiore del perdono, ma chiunque sia stato a dire una cavolata simile, non ha mai avuto l’onore di conoscere Vladimir Vorkov.

Il perdono non è una parola ammessa nel nostro vocabolario e specialmente in una situazione simile è un termine inconciliabile.

Serjey ha lo sguardo perso nel vuoto, sembra vivere su un altro pianeta. In un mondo estraneo.

Spero per lui che in quel posto inaccessibile ad ognuno di noi ci sia un barlume di speranza che possa farlo andare avanti nella vita, perché la perdita di un membro della famiglia è la cosa peggiore che possa capitare.

Noi, ex mercenari ai comandi di Vorkov, non abbiamo altro che noi stessi per consolarci e continuare ad arrancare.

Socchiudo gli occhi e nella mia mente si fa largo il ricordo degli ultimi istanti durante i quali ho potuto godere della presenza del mio migliore amico.


Mi avvicino con circospezione alla barella dove giace Boris, conscio del fatto che questa può essere –probabilmente lo è- l’ultima volta che ci parleremo.

È strano.

So che è l'ultima occasione che ho per parlargli e riferirgli tutto ciò che ritengo importante, ma la mia mente non riesce a costruire un pensiero logico e pertinente, idoneo alla situazione.

Contrariamente a quello che ci si aspetta, provo un senso di rabbia profondo verso il platinato.

Forse perché so che ci sta abbandonando ed io sono troppo debole per affrontare la vita senza di lui.

Eppure sono fiero di ciò che ha fatto e di come si è comportato.

Sospiro rassegnato e sorrido amaramente, rivolgendogli uno sguardo orgoglioso.

Tu sapevi come sarebbero andate le cose. L’avevi messo da conto...”

Non c'è ombra di compassione nella mia voce, o almeno, tento di nasconderla al meglio per non mortificare un guerriero come Boris.

Sì..” biascica senza ripensamenti.

Mi rivolge un sorriso appena abbozzato: fatica a rilassare i muscoli con una pallottola conficcata nell’addome e non lo biasimo se non vuole parlare per risparmiare energie.

Nonostante tu sapessi che le possibilità di successo fossero minime, hai tentato comunque la sorte e non hai cercato di cambiare le cose!”

No, Yu..” sussurra in un rantolo, mentre il suo corpo è scosso da continui colpi di tosse.

Perché?” chiedo semplicemente.

Il mio corpo trema, ormai fuori controllo.

Perché era così che doveva andare. Non ci potrà mai essere un lieto fine, per noi. Non ci potrà mai essere!”

Sei un coglione, Boris. Ma un coglione davvero eroico.” mormoro sbuffando al vento.


La bara dove giace il mio migliore amico cala lentamente nella fossa; né Boris né nessun altro dei DemolitionBoys è religioso o credente, ma quando si comincia a non vedere altra via di scampo che un miracolo, ci si ritrova simpaticamente a pregare un Dio a cui mai nessuno ha creduto realmente.

Ed è proprio quell'essere divino superiore che decide del destino di ognuno di noi.

O questo “essere superiore” ha un nome? Vladimir Vorkov.

Boris non avrebbe voluto un funerale sfarzoso con decine di persone intorno al proprio capezzale.

Non sono nemmeno sicuro che Huznestov volesse un funerale.

Ma credo che un segno di riconoscimento verso colui che ha contribuito a salvare la vita a tutti i membri della squadra russa sia d'obbligo e Boris merita la nostra gratitudine e un addio come conviene.

Nonostante io veda con i miei occhi il corpo del platinato abbassarsi lentamente nel cuore della terra scavata, sento la sua vicinanza più viva che mai, quasi potessi vederlo con i miei occhi affianco a me.

No, non è un'illusione!

Il mio sguardo vaga verso un punto preciso del cimitero, dove una figura vestita di nero in giacca e cravatta, si presenta di fronte a noi con le mani affondate nelle tasche e la testa bassa in segno di rispetto.

I capelli platinati scompigliati dal vento fluttuano davanti agli occhi smeraldini e vivaci del mio migliore amico.

E poi, come fosse un miraggio, alza timidamente la mano in segno di saluto scomparendo dietro l'albero alla sua sinistra.

“BORIS!” grido con tutto il fiato che ho in gola.

Reyka e i miei compagni mi rivolgono un'occhiata preoccupata e sorridono amaramente.

“Yuri, anche a noi manca, ma..” inizia Serjey.

“No, Ser! Era lì! L'ho visto!” sbotto arrabbiato perché nessuno si è reso conto della sua presenza.

“Io ti credo, Yu!” mormora Reyka, finalmente tornando ad un tono di voce accettabile.

La morettina sorride tristemente, mi cinge la vita con entrambe la braccia e si aggrappa a me con foga. Ma non piange.

Ha prosciugato la sua riserva di lacrime disponibili già da un bel pezzo.

“Anche io credo che lui sia qui vicino a noi..” sussurra, gli occhi velati dalla tristezza.

Questa volta le parole della piccola mora mi confortano e mi scaldano il cuore; capisco che non sono davvero l'unico a cui manca Boris anche se questo pensiero avrebbe dovuto essermi ovvio fin dall'inizio.

Guardo Reyka e le sorrido, anche se può sembrare più ad una smorfia di dolore che ad una dimostrazione di amicizia.

Lei è stata l'ultimo pensiero di Boris prima di scomparire e non mi potrò mai più scordare le parole del platinato quando è stata l'ora degli addii. Quelli veri.



Yu, voglio chiederti un favore.” biascica prima che i paramedici lo spediscano in ambulanza.

Nh?”

In risposta mi esce soltanto un gemito. Segno evidente della mia incapacità di reprimere le lacrime.

Non trattarmi come un moribondo idiota, Yu! Puoi anche sforzarti di parlare..” mormora sorridendo.

Boris riesce a strapparmi un ultimo sorriso.

È una sua capacità innata, non c'è nulla da fare.

E questa sua caratteristica mi mancherà da morire.

Prendo una boccata d'aria e la butto fuori tutta d'un fiato, facendomi forza per non far notare il mio tono di voce traballante.

Quello che vuoi, Boris'ka!” rispondo stirando le labbra in un finto sorriso di circostanza.

Boris capisce che sto morendo dentro, sente la mia paura e mi compatisce.

Non dovrebbe essere il contrario?

Senti, non voglio che Reyka salga con me su quell’ambulanza. Non mi sembra bello che come regalo d’addio le lasci un ricordo così orribile..”

Boris è fin troppo consapevole che non arriverà all’ospedale vivo, ma nonostante ciò non demorde e cerca di mantenere un comportamento di distacco, indifferente alla morte.

Non ho intenzione di dirgli che se sarà forte, potrà sopravvivere alla notte.

Non voglio dar false speranze a nessuno. Soprattutto a me stesso.

Non credo in una divina provvidenza capace di guardare e avere compassione di questo ragazzo che ha dato la vita per salvarne un’altra.

Non sono ipocrita e non mi comporterò da tale. So che questa è l’ultima volta che vedrò Boris in vita, ma non ho nulla di importante da dirgli. Niente che possa essere così importante per lasciare impresso questo momento.

D'accordo, Boris!”.


Boris non è morto per niente e il suo gesto eroico non sarà dimenticato da nessuno di noi.

Ma al dolore di una scomparsa se ne aggiunge un'altra che porta con sé un velo di mistero e inquietudine.

Kei, il ragazzo che ho amato dal primo momento che ho visto, non c'è più.

Non so nemmeno io se dire se è morto o è semplicemente scomparso nel nulla.

Sta di fatto che abbiamo visto tutti quanti il monastero crollare sopra le teste di tutti i poveri sfortunati al suo interno. Kei Hiwatari e Vladimir Vorkov compresi.

Non appena il putiferio generale si è placato e le autorità hanno messo un po' d'ordine nei dintorni del monastero e al palazzetto dello sport dove si stavano tenendo le finali mondiali, con l'aiuto della polizia, dei vigili del fuoco e dei paramedici delle ambulanze, hanno fatto un po' di conti in tavola.

Morti, feriti, sopravvissuti e persone rimaste indenni.

Nel giro di un'ora sono arrivati i bulldozer e i cani da macerie per dare il loro contributo nelle ricerche di superstiti; hanno lavorato per tutta la notte per trovare il minimo segno di vita, ma non c'è stato nulla da fare.

Vladimir Vorkov è stato trovato morto, sepolto sotto le macerie, schiacciato dai detriti del soffitto e crollato proprio sopra la sua testa. Una fine ignobile per un uomo altrettanto squallido.

Ma il corpo senza vita di Kei Hiwatari sembra svanito nel nulla.

Uno dei misteri più bizzarri che la polizia russa si sia mai trovata ad affrontare.

I resti del ragazzo che amo non sono stato ritrovati né sotto le macerie, né nei dintorni.

Hanno cercato ovunque per giorni senza nessuno risultato: Kei è scomparso.

Mi sembra di rivivere un'esperienza passata, quando ho perso per la prima volta l'argenteo: l'avevano dato per spacciato, scomparso dalla faccia della terra. E io sono stato l'unico demente a credere che fosse rimasto illeso, che sarebbe tornato da me.

E non mi sono sbagliato.

Eppure so che questa volta andrà diversamente.

Non rivedrò spuntare dalla neve il viso tatuato di Hiwatari, né potrò riabbracciarlo e fare l'amore con lui.

Ma il nostro sogno, quello di Kei ed il mio, si è avverato. Siamo scappati dal monastero, lasciandoci alle spalle solo cumuli di pietre e mura.

Hai visto, Kei? Il nostro desiderio è stato realizzato! Siamo liberi, ora!” mormoro mordendomi il labbro.

Un ululato disperato si alza dalla foresta alle nostre spalle.

È triste, stanco, voglioso di trovare pace.

Il mio cuore sussulta quando sento il verso del lupo farsi prepotente e attirare la mia attenzione.

Non sono nemmeno sicuro che sia davvero la realtà, ma la bestia che dorme in me si è svegliata e piange di dolore per le perdite subite.

Nessuno sembra accorgersi dell'ululato insistente dell'animale straziato ed evito di farne parola con gli altri miei compagni.

Chiudo gli occhi e le lacrime iniziano a scorrere senza controllo perché mi rendo conto che ciò che Boris ha detto è la triste verità: non ci sarà mai un lieto fine, per noi. Non ci potrà mai essere.



Fine.




Angolo dell'autrice

Ehm ehm!V.V Buona sera! Ho finito questa storia, vi rendete conto??'T.T ritardo a parte che è tutta colpa dell'università!>.< Davvero! Non pensavo mi richiedesse così tanto tempo!

Ma....ho finito davvero questa storia! È triste, mi ero affezionata a questa fan fic! T.T Ma come ogni storia, ci deve essere una fine, e questa è la conclusione che vi propongo.

Sapete che mi farebbe tanto piacere conoscere le vostre impressioni al riguardo e, minacce di morte per il ritardo a parte, mi auguro di sentire tanti pareri!^-^

Ecco, ultime considerazioni da fare su questa storia...mmh...vediamo!V.V

Devo dire che sacrificare Boris e Kei mi è costato tanto!T.T [ma quanto ti crediamo =.='' ndKei&Boris] però reputavo che qualche vittima fosse d'obbligo! Del resto, è una fan fic triste, cupa e malinconica.. è una storia che lascia l'amaro in bocca, a mio parere, e ho sempre avuto chiaro fin dall'inizio il finale per me più appropriato!

E dovete sapere che Kei e Boris sono i miei personaggi preferiti!^.^'' vi sembrerà strano, ma è così!>.< ho fatto fare loro una fine gloriosa, degna dei veri eroi!V.V [intanto siamo crepati =.='' ndBoris&Kei] >.> dettagli inutili! Alle donne piace piangere gli eroi defunti! V.V

Bene, questo è tutto!^o^

Ah, mi stavo dimenticando!>.< ho iniziato con la stesura di In Pieces 2, se qualcuno fosse interessato al riguardo >.>....>.>.... [non c'è nessuno interessato a quello schifo di storia =.='' ndYuri] =.= mi mancavi pure tu!>.<

Passo ai ringraziamenti e poi vi saluto definitivamente con questa fic!^O^


lexy90: ciao cara!T.T mi dispiace un casino essere arrivata in ritardo così! Ma ti assicuro che ho avuto un casino da fare!>.< e poi il cappy era pronto da ben venti giorni, non sono riuscita ad installare nvu nel mio pc nuovo =.='' ecco...e poi ho problemi perchè, a Bologna, non ho internet!T.T

Comunque, ultimo capitolo, tutto si è concluso nel peggiore dei modi, ma del resto c'era da aspettarselo!V.V'' Ripeto che Kei e Boris sono i miei personaggi preferiti!^.^'' anche se non sembra da come li ho fatti scomparire!XD il mistero di che fine ha fatto Kei veleggia sulla conclusione di questa storia e questo punto interrogativo non verrà mai risolto!V.V ahahah!*.* sono bastarda, lo so! V.V Ti ringrazio di aver seguito anche questa storia!^O^ Ti avverto che sto preparando In Pieces 2 e ho pure un'altra storia in serbo!V.V Ci sentiamo alla prossima storia!^o^ un bacione grande!



Aphrodite: Ika-chan!T.T siamo arrivate all'ultimo cappy!>.< Porca miseria che tragedia! Mi ero affezionata a questa storia e concluderla mi è costata fatica =.='' mooolta fatica! Chiedo venia per il ritardo, ma ho avuto davvero degli imprevisti con l'università e soprattutto con internet che non ho ancora!>.< sono senza internet! T.T

Bene, che dire?? Sono contenta tu dica che miglioro di volta in volta! Mi commuovo T///T grazie mille! Spero che questo ultimo cappy e l'epilogo ti abbiano coinvolta tanto quanto l'ultimo capitolo!^O^ Grazie di aver commentato questa storia e di farmi troppi complimenti >///< a volte non li merito davvero =.= Comunque, spero di riuscire a commentare il resto delle tue storie al più presto!^o^ sai bene che prima o poi mi sentirai e ti lascerò una marea di commenti per romperti le scatole e farti sapere che mi piacciono tanto le tue fic!V.V

Quindi, come posso concludere?? Ci sentiamo alla prossima fan fic!^o^ un bacione grande grande!>.<



Ella_Sella_Lella: Oh, ma chi si rivede!^o^ Sono contenta tu ti sia fatta sentire! Spero commenterai l'ultimo e definitivo cappy di questa lunga fan fic!V.V

Ebbene sì, il povero Boris è un eroe!T.T E Keiuccio caro lo è altrettanto! Forse un po' sadico e scorbutico, ma lo è anche lui!V.V

Quindi spero di sapere la tua opinione al riguardo e mi auguro di averti stupita con questa conclusione molto triste!T.T sniff! Un bacione!!^o^

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