Il matrimonio della mia migliore amica

di Little Firestar84
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due Buste ***
Capitolo 2: *** A pranzo con Toni ***
Capitolo 3: *** Meeting Kristina ***
Capitolo 4: *** Scena(te) da un matrimonio ***
Capitolo 5: *** Sempre e solo monosillabi ***
Capitolo 6: *** Tradizione vuole che... ***



Capitolo 1
*** Due Buste ***


Seduta alla sua scrivania, Lisbon studiava con cura le due buste che aveva ricevuto quella stessa mattina e il loro contenuto, simile ma allo stesso modo diverso. Entrambe le buste contenevano, infatti, l’invito a un matrimonio, e mentre la busta numero uno era, in un certo senso, temuta e odiata quanto attesa, la numero due era stata messaggera di felicità, tanto per chi  aveva scritto il messaggio che per chi l’aveva ricevuto.  Mentre teneva questa seconda busta tra le dita, la analizzò con cura, rendendosi conto di come fosse esattamente come chi l’aveva spedita, semplice ma elegante e di classe; un sorriso si stampò sul volto, mentre, a occhi chiusi, la stringeva forte come se fosse un tesoro.

A mandarle l’invito (valido per lei e per un eventuale accompagnatore) era stata Antoinette “Chiamatemi Toni” Madison, cara amica ed ex collega al CBI, che per 4 anni aveva condiviso con lei, Cho e Rigsby quella piaga esistenziale che era Patrick Jane; era stata Toni, due anni prima, a lasciare vacante il posto che poi era stato preso da Grace, quando si era trasferita, ben felice e su insistenza del suo mentore, al dipartimento di polizia di New York, crimini maggiori. Adesso, dopo due anni, ormai trentasettenne, Toni tornava in California, a San Francisco, sua città natale, per sposarsi con il suo compagno (di lavoro e di vita), il detective Don Falck Junior, e in nome dei tempi passati, aveva invitato i suoi ex colleghi- e Teresa era certa che Rigsby sarebbe stato ben felice di chiedere a Grace di accompagnarlo (giusto per farti conoscere con chi lavoravamo prima, nulla di che, non voglio che torniamo insieme).

“Ero certo che Toni preferisse il glamour di Manhattan, riesci a credere che invece si sposa qui in California?” Teresa alzò gli occhi, e trovò sulla soglia Jane, che come suo solito non si era preso la briga di bussare, con in mano la stessa busta e sul viso il suo solito sorriso sornione.

“Veramente, io lo sapevo già da quasi sei mesi; quando Don glielo ha chiesto, ha telefonato prima alla madre e poi a me.”

“Elisabeth è la sua matrigna” la corresse lui, espressione saccente ma sempre sorridente.

“Toni la chiama mamma”

“Toni si sbaglia, Elisabeth non è sua madre.”

“il padre di Toni l’ha sposata quando lei aveva solo un anno, e sono rimasti insieme per più di dieci anni, e non hanno MAI smesso di avere contatti; lei è la madre di Toni.”

“certo, bisogna dire che poi sarebbe difficile capirci qualcosa se lei si riferisse alle ex mogli di suo padre semplicemente con il termine “matrigna”; a che quota è, quinto matrimonio?  Mi chiedo come faccia a credere nella santità del matrimonio, con un esempio così per casa.”

“Suo fratello è sposato da 25 anni con la tessa donna” gli rispose Teresa, sorridendo, guardandolo negli occhi. Non lo aveva ancora fatto, da quando era arrivata in ufficio la mattina.

“Mi auguro allora che il suo matrimonio possa far parte di quella percentuale sempre più esigua di rapporti che funzionano e durano per sempre”

“Già” annuì lei, guardando il suolo, terrorizzata di dove quella conversazione avrebbe finito col portarli.

“Vai con Cullen?”  il riferimento al suo attuale compagno, ex marine, attualmente in forza all’FBI, conosciuto durante un’indagine, la scosse dal torpore in cui era caduta. Lei non rispose, si limitò ad annuire. Né chiese se Jane sarebbe andato al matrimonio con Kristina Frey- perché non avrebbe dovuto, considerato che la stava per sposare?

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Capitolo 2
*** A pranzo con Toni ***


Tre giorni prima del fatidico sì dell’amica, Teresa era a San Francisco, seduta al tavolo di un bistrot a aiutare Toni, minuta come lei, occhi neri e capelli castani tendenti al rosso che le ricadevano morbidi sulle spalle,  a dare gli ultimi tocchi in vista della cerimonia. In quel bistrot, Teresa aveva scoperto che l’amica, quartogenita di una nidiata di sette figli (di cui sei femmine) aveva scelto lei come damigella d’onore.

“Giusto, perché secondo te cosa dovevo fare, scegliere una delle mie sorelle così che poi se le dessero di santa ragione o non mi rivolgessero più la parola accusandomi di favoritismi?”

“Non avrei mai detto che New York potesse farti così bene”

“Don mi fa bene” Toni aveva risposto col sorriso, felice, un’espressione cui Teresa non era abituata, poiché l’amica era sempre stata piuttosto cinica e sarcastica. Tuttavia, sembrava che ora non facesse altro: se non era per Don (che Teresa aveva conosciuto quello stesso mattino; trentadue anni, detective, alto, occhi blu oltremare, capelli neri corti, affascinante in camicia bianca e completo nero, atletico) era per quel rigonfiamento del ventre che Toni asseriva, essere già presente, nonostante avesse da pochi giorni scoperto di essere alla quinta settimana di gestazione.

“E così, John il Rosso è morto…” Una delle particolarità di Toni, e di almeno di una delle sue sorelle (Marion, che Teresa aveva conosciuto un Natale alcuni anni prima) era la capacità di fare amichevole conversazione su qualsiasi argomento.  Parlare di un serial killer mentre assaporava un piatto della cucina francese, terra natia della defunta madre, non era per nulla starno o raccapricciante per lei.  

“Già” le rispose Teresa, giocherellando con la ratatouille di verdure di stagione, non troppo desiderosa di andare oltre in quella conversazione. Era così di cattivo umore, che riusciva solo a esprimersi con monosillabi.

“E non è stato ucciso da Jane, come tutti temevamo”- “Già”

“e non odia Cho per averlo ucciso al posto suo”- “Sì”

“e adesso, il nostro affascinato ed enigmatico angelo caduto, tormentato dal suo passato, ha deciso di risposarsi”- “Già”

“con questa Kristina Frey, che apparentemente odiava fino a qualche mese fa”- “ Ha, ha”

“Non con te “ -“no” Teresa non aveva bisogno di stupirsi che Toni fosse a conoscenza del fatto che era innamorato di Jane, e non da poco. Lei stessa, poco dopo che l’amica se n’era andata, le aveva confidato la realtà dei fatti, ma già allora Toni si era limitata a sorridere, facendole capire che lei aveva già capito tutto.

 “anche se sei tu che lo hai aspettato per sei lunghi anni”- “Già”

“cosa conti di fare al riguardo?” –“niente”

“perché?” – “perché lui è felice!” per la prima volta dopo diversi minuti, Teresa riprese a parlare con espressioni lunghe più di due sillabe.

“Ma tu non lo sei” – “appena se ne sarà andato, tutto tornerà come prima che ci incontrassimo e io starò di nuovo meglio”

“Se ne va?” Toni fu percorsa da un brivido. Questa, nonostante tutto, non se l’aspettava. Certo, che prima Jane non avesse considerato l’idea di  rimanere al CBI chiuso l’affaire John il Rosso era risaputo, ma solo perché era convinto che sarebbe stato morto o in galera…

“Kristina lo ha convinto a trasferirsi a New York. Pensa, dovesse mai decidere do continuare a fare il consulente, sarà tutto tuo!”

“Per carità; non credo che New York sia pronta per Patrick Jane! E comunque, vada come vada, non sarà un problema mio, visto e considerato che posso permettermi di non tornare dalla maternità!”

“Cullen e io staremo bene” Teresa era seria, molto, troppo seria, e Toni smise di mangiare, e guardò dritta negli occhi l’amica.

“anche se non lo ami?”

“Non si può sempre avere tutto ciò che sui vuole dalla vita, Toni”

“o cosa, o meglio, chi vuoi?”

“come se tu non lo sapessi”

“faccio profili, specialmente criminali, e non lettura del pensiero.”

“Andiamo, Toni…”

“Ok, senti, facciamo così: chiudi gli occhi.”

“odio quando ti comporti da Jane”

“E’ un giochetto che fanno psicologi e profiler, non da mentalista, e fai come ti ho detto”

“ok, va bene!” Teresa era esasperata, non aveva davvero voglia di fare come le aveva chiesto l’amica, ma non credeva di avere altre alternative, perciò fece come le veniva chiesto.

“Ok, allora, è il giorno del tuo matrimonio; stai camminando verso l’altare, non vedi lo sposo perché ti da le spalle ed è coperto dai suoi testimoni”

“Ok, ci sono”

“Ora sei al suo fianco, lui si volta verso di te, sorridendoti e guardandoti negli occhi; dimmi se lo riconosci?”

”Sì”

“Chi è? – Teresa aprì gli occhi e guardò l’amica con aria colpevole da cucciola – chissà perché credo che tu non abbia visto Cullen”

“E in che modo questo sarebbe un gioco da profiler?”

“Questo mi dice che sia il tuo subconscio che il tuo lato conscio sanno di amare Jane”

“e questo mi dice che questo E’ un trucchetto da mentalista in stile Jane”

“Non prendertela con me. Il mio primo capo mi diceva sempre: se non mentissimo e manipolassimo, le nostre galere sarebbero vuote, e tu, Madison, hai una naturale predisposizione a mentire e manipolare. Il che è vero. Ti ho mai raccontato che secondo una leggenda, gli antenati di mia madre riuscirono a farsi parie la loro cella nella Bastiglia a poche ore dall’incontro con la ghigliottina?”

“Adesso sì che mi ricordo perché Jane toi aveva in simpatia”

“Tutti mi hanno in simpatia, sono adorabile!”

“Come volevasi dimostrare…”

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Capitolo 3
*** Meeting Kristina ***


Introducing Kristina

Giunse, infine, il fatico giorno. Il matrimonio di Toni e Don, celebrato in una tiepida giornata di fine estate, si svolgeva nel giardino di una villa liberty con vista sul mare; gli sposi erano pronti a scambiarsi i voti sotto un pergolato di rose bianche, creato per l’occasione. Teresa, con indosso un abitino color malva, apriva la processione di testimoni e damigelle al braccio di Mac Taylor, capo della scientifica e migliore amico di Don, ed era seguita dalle 3 sorelle maggiorenni di Toni (Marion, Ellen e Madeline, nell’ordine di età), accompagnate dai rispettivi coniugi, e dalla sorella di Don, col suo fidanzato; a chiudere il corteo erano Juliet e Lily, di 7 e 4 anni, le sorelle più giovani di Toni, nate dall’ultima matrimonio del recentemente scomparso padre della donna, che spargevano petali sul selciato; mentre camminavano verso l’altare “improvvisato” Teresa guardò ai lati, le sedie bianche dove sedevano gli ospiti, un centinaio di persone, e pensò che, considerato che sia Toni che Don provenivano da famiglie relativamente numerose, era quasi un matrimonio intimo il loro. 

E alla fine, eccola arrivare, la sposa, che camminava verso Don, completo giacca e cravatta azzurro ghiaccio, avvolta da un vestito da sposa lungo, senza spalline o maniche, giallo tenue (“ Il vestito bianco rappresenta l’apprestarsi al matrimonio in uno stato di verginale purezza interiore ed esteriore, ed io sono incinta, ergo non vergine. E poi non ho più l’età per il bianco!”) che Toni era convinta rivelasse il suo essere incinta del primogenito/a di Don.

Teresa guardò per tutta la cerimonia Jane, che tenne la mano a una sorridente Kristina per tutto il tempo; se le avessero chiesto chi guardava, avrebbe detto Cullen, seduto alla destra di Jane, o la squadra, se le avessero chiesto perché piangeva, avrebbe detto che era felice per l’amica. Ma la suddetta amica era tutto tranne che stupida, e sapeva che Teresa era innamorata di Jane ancora prima che quest’ultima glielo confidasse: avrebbe usato le sue abilità di manipolazione e menzogna per spingere gli eventi nella giusta direzione. Considerato tutte le volte che Teresa l’aveva sopportata negli anni dopo una brutta rottura, quello era il minimo.

Dopo la cerimonia, gli invitati si erano diretti al buffet, allestito nel giardino, dall’altra parte delle proprietà, e fu proprio al buffet, tavolo degli antipasti, dove Rigsby stava facendo incetta di barchette, che Toni, che aveva una timida Lily attaccata alla gonna, e Teresa, abbracciata al suo compagno, intercettarono la squadra.

“Wayne, sai di non essere l’unico a dover mangiare, vero?” Rigsby ingoiò il cibo, e con le mani ancora piene, diede un veloce bacio sulla guancia dell’ex collega, per poi notare il “fagottino” alle sue spalle.

“Toni Madison, perché non ci hai mai detto di avere un figlio?”

Toni non sembrò troppo scandalizzata dall’affermazione dell’ex collega. A dirla tutta, Lily poteva essere sua figlia tanto per età che per aspetto fisico, considerato che era la sua copia in miniatura. E non era nemmeno la prima volta che succedeva. Una volta avevano scambiato la piccola per la figlia sua e di Don…

“Lily è mia sorella”

“La figlia arriverà, tra, direi…sette, otto mesi?- Jane aveva dato un bacio a Tony come Rigsby, ma lo aveva fatto abbracciandola, per poi tenerla per le spalle ed esaminarla per bene – ma guardati, sei una sposa bellissima!” sorrise, di uno di quei sorrisi che divertivano Toni e facevano arrabbiare Teresa. O che avrebbero fatto arrabbiare Teresa, un tempo.

“E da cosa hai dedotto che sono incinta?”

“Non hai toccato lo champagne, tutto qui. Piuttosto banale”

“Io non bevo perché non reggo l’alcol”

“Posso indicarti almeno un’occasione in cui tu hai, invece, bevuto”

“già, sono certa che il tuo naso se lo ricordo bene, anche se sarà confuso, insomma, te lo rompono quante volte al mese?”

“Oh, credimi, non potrei mai scordare una Toni Madison furiosa e ubriaca dopo due birre che mi prende a pugni perché mi scambia per l’ex che le ha spezzato il cuore!”

“Davvero?” fece una voce sorpresa alle loro spalle, che con il suo intervento fermò il clima gioioso che si era nuovamente instaurato tra gli ex colleghi.

“Cielo, che maleducato che sono stato. Signora Flack, mi permetta di presentarle – disse indicando le donne alle sue spalle – Grace Van Pelt, che ha preso il posto da voi lasciato in ufficio ma non nei nostri cuori, Cho, compagna dell’amorevole Cho, e soprattutto Kristina Frey, la mia futura moglie” Mente stringeva la mano alla rossa, abbracciata a Jane, Toni non poté fare a meno di notare, con la coda dell’occhio, Teresa farsi più vicina a Cullen e dargli un leggero bacio, sorridendo (falsamente), e Jane, a vedere la scena, aveva stretto più forte Kristina, facendosi scuro in volta. Dio, quei due erano davvero incredibili…

“Avverto un forte senso di vuote in te, Toni” Toni alzò gli occhi al cielo. Non sapevo cosa dire: perché diavolo Jane stava con una donna del genere, e perché diavolo Teresa lo permetteva?

“Madison – le rispose in tono freddo e cinico, facendo venire i brividi a Jane per il modo in cui si comportava, dato che mai era stata così ostile con qualcuno, così apertamente – non la conosco, perciò non le permetto di chiamarmi Toni” Teresa dovette sforzarsi di nascondere il sorriso compiaciuto, era ora che qualcuno ne disse quattro alla strega!

“Sì, ne sono conscia, ma suo padre ha un messaggio per lei, e preferirebbe che la chiamassi come faceva lui…”

“Punto uno, mio padre ha sempre preteso che lo chiamassimo per nome, non capisco perché dovrebbe cambiare adesso. Punto due, Toni è lì abbreviazione del mio secondo nome, Joe si riferiva a me usando il primo”

“Davvero? Strano, avrei detto…”

“Devo tornare dai miei ospiti – con forza, poca classe e molto fredda, Toni si liberò dalla morsa della donna, e si diresse verso dove aveva notato il marito poco prima – signori, è stato un piacere!”

“Che donna maleducata!” sibilò Kristina non troppo velatamente, ostile e rancorosa.

CMQ... i capitoli sono già scritti, e ho deciso di postarli perchè, tecnicamente, era una one-shot, ma sarebbe satta un po' lunghetta- lo spezzonamento è per dare a voi maggiore facilità nel leggere. che cara, come vi volgio bene... ora..

kikkaloveyu: nessun problema. grazie, e spero leggerai oltre.

soarez: no, per cortesia, tutto ma non cho. magari rigsby. mmm....potrebbe non dispiacermi, consdierato che wayne è fisicamente il mio tipo... :)

sasita: devo andare a nasondermi? no, perchè ho un po' paura.  prima di uccidermi leggi oltre. 8ps. Tony con la Y è l'abbreviativo del maschile. il femminile è con la I semplice. :) )

jane lisbon: mmm...mi smebra che "un cullen" si possa riferire al ben noto cullen, da cosa mi smebra di aver capito... no, rilassati, twilight qui non c'entra. l'ispirazione a questo nome mi è venuta perchè spono fissata con NCIS LOS ANGELES, e Cullen è il cognome dio uno dei personaggi (Chris o'donnell, ex Robin). Twilight mi è venuto in mente dopo. non che mi piaccia, ma se sono a corto di libri leggo pure quello...



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Capitolo 4
*** Scena(te) da un matrimonio ***


Scena(te) da un matrimonio

“Che donna maleducata, come ha osato trattarmi così!” sibilò Kristina, non troppo velatamente, con tono ostile e rancoroso.

“Kristina, hai giocato a fare la sensitiva al suo matrimonio, cosa ti aspettavi che ti dicesse?”

“IO NON GIOCO A FARE LA SENSITIVA, PATRICK!” Urlò lei. Jane, mani in tasca dei pantaloni, la guardava con tono accusatorio, non certo come si suppone che un compagno guardi la donna che sta per sposare. Di certo, non la supportava in questo.

“Kristina, non iniziare con questa storia, e non fare scenate, per cortesia; ti rammento che noi siamo ospiti qui”

“IO NON HO INIZIATO NULLA, SEI TU!”

“Io, questa è davvero buona!” adesso Jane era seccato, e aveva quel tipico sorriso che usava solo quando voleva prendersi gioco di criminali, idioti o di chi lo stava seccando.

“CERTO, PERCHÉ TU NON HAI MAI CREDUTO AI MIEI POTERI!”

“Certo, perché tu adesso hai dei poteri; hai una sensibilità maggiore nell’indagare l’animo umano e nell’afferrare particolari, ma nessun potere, Kristina, e lo sai benissimo!”

“MI CHIEDO PERCHÉ DIAVOLO TU MI VOGLIA SPOSARE, SE TI DA COSI’ FASTIDIO CHE IO SIA COSI’!”

“MOLTO PROBABILMENTE PERCHÉ STAVO PER FARE IL Più GROSSO ERRORE DELLA MIA VITA!” Tutti i presenti rimasero a bocca aperta, team compreso: adesso anche Jane urlava, e quando Jane urlava, non era un bel segno. Solo Toni sorrideva, sotto i baffi (metaforici) compiaciuta. E dire che non aveva fatto nulla, solo risposto seccata alla strega.

“ALLORA ME VADO, E SAPPI CHE QUANDO TORNERAI, NON MI TROVERAI PIÙ A CASA!” Così dicendo, Kristina si voltò, e scatto via sui tacchi undici, su tutte le furie, senza degnare nessuno di una seconda occhiata, indignata, imbarazzata e furibonda.

“Nessun problema, tanto è meglio perderti che trovarti – Jane bevve un sorso di champagne, ma un attimo dopo, Teresa studiò i suoi lineamenti, e avvertì, mentre lui si muoveva in direzione della compagna, che si era già pentito delle sue azioni – Kristina, aspetta un secondo! Tu mi hai lasciato, quindi mi devi ridare l’anello!” le disse con calma, mostrandole il palmo della mano, mentre Teresa lo fissava stupita e Toni quasi scoppiava a ridere (Don invece non faceva in tempo ad asciugarsi le gocce di sudore che gli grondavano dalla fronte, perché temeva che il suo matrimonio si stesse trasformando in una rissa).

“Certo, così lo potrai dare ad un’altra, magari a Lisbon!”

“Dare l’anello della propria ex è di cattivo gusto. Pensavo di darlo in beneficenza, sai, trasformare una cosa brutta in una cosa bella”

Kristina si tolse l’anello e lo tirò in faccia a Jane, mentre, alle sue spalle, Rigsby pagava tanto Van Pelt quanto Cho, e nel momento in cui lei volò, quasi letteralmente, via, Jane si diresse al tavolo degli alcolici, anello in tasca.

“Direi che quel sabato di novembre adesso è libero – Rigsby fu piuttosto seccato dai volti scuri dei colleghi – come se a voi fosse piaciuta!”

“non è questo il punto, lei lo rendeva felice!”

“certo, come no” Rispose stoico Cho a Va Pelt.

“Perché ha nominato Teresa?” Cullen aveva un’espressione sul volto che gridava chiaro e tondo che non stava capendo un cavolo di cosa era e stava succedendo.

“E’ opinione comune che Jane ed il capo siano segretamente innamorati, e destinati a vivere una lunga e felice vita al fianco l’uno dell’altra”

“Cho!”

“Capo, io non ho detto che è la verità, ho detto che è quello che molti pensano.”

“Teresa, ami Jane?”

“Cosa, ma sei impazzito? Hai sentito o no cosa ha detto Cho? Questo è quello che LORO pensano, non la verità!”

“Allora dimmelo guardandomi negli occhi che non stai con me solo perché lui non era disponibile!”

“Cos’è, uno scherzo? Lui e Kristina si sono messi insieme dopo di noi, lo sai anche tu!”

“già, peccato che all’epoca lui indossasse ancora la fede!”

“Senti, adesso stiamo sfociando nel ridicolo, non so dove abbiate preso queste idee assurde…”

“non riesci nemmeno a guardarmi negli occhi, eh? Beh, sai cosa ti dico? Me ne vado anch’io!”

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Capitolo 5
*** Sempre e solo monosillabi ***


Sempre e soloo monosillabi

Contemporaneamente, Toni, ripreso possesso del bouquet di fiori bianchi e gialli, si stava facendo strada verso il tavolo del “bar” dopo aver assistito alla scenetta di Teresa e Cullen. Inutile a dirsi, era molto, molto felice. Aveva creduto che avrebbe dovuto darsi parecchio da fare, ma tutto sommato se l’erano cavata bene anche da soli. Adesso doveva solo un piccolo stimolo ulteriore nella giusta direzione. Certo, per questo le serviva una mano da Don, ma dopotutto l’aveva sempre convinto a fare quello che voleva anche PRIMA del matrimonio, e come lei stessa aveva detto a Teresa, menzogna e manipolazione le venivano piuttosto naturali.

“Il fatto che non ti veda non significa che non sappia che stai sorridendo compiaciuta” Quando Jane si voltò verso di lei, Toni fece del suo meglio per togliersi il sorriso dal volto, celandolo dietro due occhioni da cucciolo ferito, bagnato e solo.

“Scusa Jane, mi spiace” gli disse sinceramente, anche se era convinta che lui immaginasse le dita incrociate dietro la schiena.

“No, scusa tu per la scenata che abbiamo fatto. Abbiamo rovinato il tuo matrimonio, e non sei tu che devi scusarti. Kristina ha passato il segno, lei è stata maleducata, non tu. Tu hai fatto solo bene ad agire come hai fatto- Jane fece una pausa per sorseggiare il cocktail che teneva in mano, e Toni ne approfittò per sedersi al suo fianco, e ordinare qualcosa anche per lei, analcolico naturalmente; quando il suo ex consulente riprese a parlare, cambiò argomento, in tipico stile Jane – davvero tuo padre non ti chiamava Toni?”

“Joseph è sempre stato piuttosto formale, con la scusa che veniva dall’alta borghesia, almeno con noi più grandi; ha sempre preteso che lo chiamassimo per nome, e ha sempre chiamato noi per nome. Non sopportava che io mi facessi chiamare col mio secondo nome, così, unico, usava il primo”

“Credevo che Antoinette fosse il tuo primo nome. A dire il vero, ero convinto che Antoinette fosse il tuo unico nome”

“Marie” gli rispose alzando gli occhi al cielo, seccata, non da lui ma dal nome in sé; non aveva mai sopportato il suo nome per esteso.

“Marie Antoinette, come la regina di Francia. Certo, considerato che la tua madre biologica era di origini francesi ha senso”

“Veramente, mi chiamo così perché secondo la tradizione mamma discendeva da un ramo secondario della casa reale francese. Non che io lo sappia per certo, non mi è mai interessato, ma, sai, è la leggenda.”

“Ecco spiegati molti aspetti del tuo carattere”

“Così, non ti sposi più” sorseggiando il tè freddo con ghiaccio guardò Jane dritto negli occhi, piuttosto distaccata; come aveva fatto pochi giorni prima con Teresa, e come aveva fatto Jane pochi istanti prima, aveva cambiato argomento senza apparente ragione.

“Grazie mille per il dito nella piaga, Toni, lo apprezzo davvero”

“Oh, per favore! Perfino un cieco capirebbe che non ha il cuore spezzato!” esclamò lei, non tanto seccata, ma caustica. Detestava quando, nonostante avesse ragione, la gente cercava di darle contro.

“Già, beh….”

“Sai, trovo curioso che non aveste mai affrontato l’argomento prima. Insomma, tu odi i finti sensitivi, che sappiano di essere finti o meno, e Kristina, beh, lei sembra essere davvero convinta di essere una sensitiva. Sincerante non capisco cosa ci facessi con quella donna.”

“Scusa” aggiunse di nuovo, giocherellando col ghiaccio al fondo del bicchiere di whisky. Dio, avrebbe voluto ubriacarsi e dimenticare di aver mai vissuto quel giorno, ma aveva rovinato già abbastanza il giorno più bello di Toni…

“Piantala, non hai rovinato il mio matrimonio, al massimo, lo hai reso indimenticabile. Dovrei essertene grata. Questi piccoli borghesi ne parleranno per il resto delle loro vite” Jane si voltò verso di lei, con in volto la stessa espressione che Lisbon gli riservava spesso, mentre sul volto di Toni c’era l’espressione che normalmente lui riservava alla gente, quel ghigno sornione che faceva alzare gli occhi al cielo a Teresa. Adesso sì che la capiva, anche se forse nel suo caso era anche peggio, dato che Toni, 15 anni come profiler e parecchio brava a capire le persone, stava usando le sue stesse armi contro di lui.

“Mi risulta che quando hai chiesto la mano di Kristina Teresa e Cullen fossero già una coppia” quella di Toni non era domanda, e lui si limitò a guardarla in viso, piuttosto scioccato, bocca semi-aperta per quello che lei sembrava sotto intendere.

“Chiedo scusa?”

“Oh, credevo avessi capito subito, ho detto: mi risulta che quando hai chiesto la mano di Kristina Teresa e Cullen fossero già una coppia”

“Sì” ammise sconfitto. Odiava quella donna.

“So inoltre per certo che la loro relazione è precedente alla morte di John il Rosso, ergo, credo di poter affermare che all’epoca tu fossi ancora in lutto e focalizzato sulla tua nemesi, pronto a morire o marcire in galera pur di ottenere la tua vendetta”

“Già” ammise lui, senza guardarla negli occhi e voce bassa un po’ imbarazzata e tono sconfitto.

Toni si voltò verso di lui; Jane era in silenzio, chiaramente seccato dalla mancanza di sensibilità della donna, la cui espressione faceva ben capire che non le importava molto di cosa lui pensasse al momento. “Ciò significa che Teresa ti riteneva incapace di poter anche solo desiderare una relazione, figuriamoci averne una; Inoltre, non è inconsueto che una donna decida di avere una relazione, anche duratura e che sfoci nel matrimonio, con un uomo che la ama ma che lei si limita a gradire, se l’oggetto del suo amore non la ricambia o non è conscio delle emozioni che sveglia in suddetta donna – Toni fece una pausa a effetto, giocando con la cannuccia del drink, e si voltò nuovamente verso Jane, mostrando sempre quel suo sorriso beffardo, e l’uomo non poté fare a meno di chiedersi se anche il resto del mondo lo odiava quando lui si comportava come lei stava facendo con lui – non sono ancora del tutto certa del motivo per cui tu sei andato al primo appuntamento con Kristina, però; potrebbe essere per far ingelosire Teresa, o forse eri davvero genuinamente affascinato da quella megera e desideravi solo andare avanti. Ma poi, John il Rosso ha focalizzato la sua attenzione su di lei, e il tuo senso di colpa è ritornato a bussare. A quel punto non stavi più con lei perché lo volevi, ma perché dovevi. Conscio della sua attrazione per te, hai cercato in qualche modo di sdebitarti per quello che le avevi fatto passare nei giorni in cui era stata prigioniera del tuo nemico. Inoltre, era ormai chiaro che Cullen non se ne sarebbe andato facilmente, perciò focalizzarsi su Teresa era inutile. Per non parlare del fatto che eri convinti che sarebbe stata molto più felice senza di te che con te.”

“Che marea d’idiozie” disse più tra sé e sé sorseggiando un altro bicchiere, ancora però sobrio, chiaramente seccato, se dal fatto che lei avesse ragione o semplicemente perché Toni assumeva di avere ragione, non ne era certo. 

“Oh mio Dio, una frase intera! – Toni si mise una mano sul cuore, fingendosi stupita – è la frase più lunga che abbia sentito detta da te o Teresa in giorni”

“Come ho già detto, sono una marea d’idiozie, e come tu stessa hai detto, Teresa è fidanzata”

“No” gli rispose decisa, sempre sorridente.

“Abbiamo parlato fino ad adesso di Cullen, capisco che ora che sei sposata la tua ente vada tutta a tuo marito, ma non dirmi che te lo sei già scordato”

“Oh, Cullen, giusto, il tizio che è volato via dopo aver detto a Teresa che se non poteva dirgli di non essere innamorata di te guardandolo negli occhi voleva dire che ti amava, quel Cullen vuoi dire? Quello che l’ha mollata dopo averle detto che l’aveva usato come tuo rimpiazzo perché tu non eri emotivamente disponibile!- Toni continuò a guardarlo con il sorriso compiaciuto sulle labbra, mentre il mentalista era con il bicchiere a mezz’aria, occhi spalancati e labbra semi-aperte in un “O” di sorpresa – per essere stati ambedue appena mollati, nessuna di voi ha l’aria di avere il cuore spezzato, chissà perché”

Toni riprese in mano il bouquet,e dando una pacca sulla schiena di Jane lasciò il suo posto “Ok vecchio mio, il dovere mi chiama. Devo tirare il bouquet e – aggiunse alzando gli occhi al cielo, chiaramente seccata - farmi togliere la giarrettiera dallo sposo.” Se non fosse stato per una buona causa, mai e poi mai lo avrebbe fatto. Ma quei due senza una spinta non avrebbero mai combinato nulla, perciò…

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Capitolo 6
*** Tradizione vuole che... ***


Tradizione vuole che...

Toni si mise al centro del giardino, con intorno i tavoli del rinfresco, chiaramente a disagio e leggermente imbarazzata; lanciare il bouquet non era un problema, ma la tradizione della giarrettiera l’aveva sempre seccata parecchio. Dava la schiena a Don, che era proprio dietro di lei, mani sulle sue spalle, neanche lontanamente imbarazzato dal dannato “rituale”. La donna si guardò intorno, mentre le donne single si mettevano da una parte e gli uomini non accasati da un’altra, e scrutò con attenzione ciò che la circondava per cogliere quella cascata di capelli castano-neri che sapeva appartenere alla sua migliore amica.

Bingo! Pensò col sorriso compiaciuto non appena vide Teresa, tutta sola, accanto a uno dei tavoli, senza nessuna single in cerca di bouquet nelle vicinanze. Chiaramente, Teresa non era ben predisposta, ma era evidente che non c’era traccia di eccessiva sofferenza nel suo sguardo; più che sofferente, sembrava seccata, come se la rottura fosse stata una seccatura o un problema, e non la fine di una relazione durata oltre un anno. E comune, avesse mai sbagliato mira, aveva avuto la rassicurazione delle sorelle che avrebbero fatto del loro meglio per afferrare loro il coque (per caso, logicamente) e tirarlo, molto per caso, all’indirizzo dell’agente Lisbon… non che dubitasse della sua mira; dopotutto, suo fratello, Joseph Junior, era stato un cecchino nei marines, ed era stato lui ad insegnarle a sparare…

Prendendo un sospiro, Toni si voltò, e, occhi chiusi ma faccia a faccia con Don, lanciò il bouquet; uno stuolo di donne fuori di testa fece per tentare di afferrare il mazzo di rose, alzando le mani al cielo, per rimanere deluse una volta consce che i fiori stavano volando nella direzione opposta, per atterrare davanti a… Bingo! Lisbon, che, senza riflettere, terribilmente imbarazzata ma con un leggero rossore sulle guancie, li prese tra le mani, annusando il delicato profumo che emanavano, stringendo forte la composizione nemmeno fosse un tesoro, (anche se dubitava fortemente che sarebbe riuscita a sposarsi entro l’anno, visto e considerato che il suo compagno l’aveva appena lasciata), nascondendo praticamente la faccia dietro di essa.

Voltatosi a guardare a cosa fosse dovuto tutto il baccano e a chi fossero rivolti gli applausi e le felicitazione delle signore presenti, Jane vide Teresa nel suo angolo, il viso nascosto dai fiori, e i loro sguardi si incontrarono; lui alzò il bicchiere, ormai vuoto, in direzione della donna, un leggero sorriso, un po’ timido, sul volto, che si ampliò quando si rese conto che Teresa stava arrossendo per quella semplice azione. Forse ho ancora qualche speranza pensò tra di sé, senza mai distaccare gli occhi da quelli di lei forse Toni non ha solo detto delle idiozie. Insomma, con i criminali ci azzeccava quasi sempre.

“Ok Donnie, adesso vedi di guadagnarti la luna di miele - Sul palco, Toni sogghignava mentre guardava i due “piccioncini” scambiarsi sguardi d’amore nemmeno tanto segreti; messa la gamba destra sulla sedia bianca in paglia di Vienna e scopertala fino a sopra il ginocchio, guardò Don con tono accusatorio; se si fosse solo azzardato a togliere la maledetta cosa coi denti come aveva fatto il suo migliore amico al suo matrimonio l’anno prima, lo avrebbe chiuso fuori dalla loro camera per tutte le due settimane che avevano libere. Don sembrò capire, anzi, molto probabilmente, considerato come la guardava, non aveva mai avuto intenzione di fare una cosa del genere; fece scivolare la giarrettiera, gialla come l’abito da sposa, lungo la gamba, e poi si voltò, come aveva fatto la moglie poco prima, pronto a gettarla – Patrick Jane è al tavolo del bar. Cerca di prenderlo, per cortesia.”

Come se lei non glielo avesse detto prima cosa doveva fare: lo aveva ripetuto circa un milione di volte. Senza troppe cerimonie, guardandola piuttosto seccato, mentre lei gli faceva gli occhi da cerbiatta, Don appallottolò il capo di biancheria intima in pizzo, e lo tirò dove sapeva essere Jane. Si chiese se anche uno solo dei presenti credesse che era stato un caso…

“ma che diavolo…” Jane prese tra le mani ciò che glie era letteralmente piovuto in testa dal cielo, e lo esaminò senza capirci niente per un attimo, poi…

“Ehi, amico, la damigella aspetta solo te!” Gridò Don dal suo posto al centro del giardino. Jane guardò Teresa, leggermente imbarazzato, Teresa guardò Jane, divenendo paonazza in volto, entrambi si voltarono verso Toni, ed ebbero una conversazione molto interessante fatta di soli sguardi.

Ti avevo detto di non intrometterti!

Per favore, credevi che avrei resistito, sul serio?

Stronza

Questa stronza ti ha appena fatto un favore, cocco.

Voglio morire, voglio morire, voglio morire.

Melodrammatica.

Questa me la paghi.

Un giorno mi ringrazierai per questo.

“Ehy, Jane, devi mettere la giarrettiera a Lisbon!”

Fantastico, adesso pure Rigsby… pensò lui quando la raggiunse, a metà strada, dove qualcuno prontamente portò una sedia “Ecco, io credo che…”

“Sì, sì, lo so, insomma, è la tradizione” Teresa si sedette sulla sedia, leggermente imbarazzata, guardando altrove, il bouquet ancora in mano, e accavallò le gambe, cosicché, una volta inginocchiatosi a terra, Jane ebbe meno difficoltà a metterle l’indumento di pizzo giallo.  Lo fece scivolare piano lungo la coscia, e mentre sentiva le dita dell’uomo sulla pelle, Teresa divenne bollente. Dio, non sta accadendo, non sta accadendo, non sta accadendo.

“Sapevi che l’usanza del lancio della giarrettiera è nata nella Francia del quattordicesimo secolo?” le chiese lui, mentre ancora le sue mani erano sulla sua pelle.

“Ah sì?” Teresa ancora guardava altrove, ma per un qualche motivo sentì il bisogno di guardarlo negli occhi. E quando lo fece, non riuscì più a staccare lo sguardo dal suo viso.

“C’è chi dice che l’uomo che prende la giarrettiera sposerà la donna che ha preso il bouquet nell’arco dei 12 mesi seguenti…” faceva fatica a sostenere il suo sguardo. Aveva paura. Le sue parole erano, sostanzialmente, una dichiarazione d’amore e d’intenti, l’espressione di ciò che provava per la donna minuta davanti a lui. Donna di cui lui non conosceva i sentimenti.  

“Baciala, idiota!” urlò qualcuno tra la folla, mentre lui faceva alzare Teresa dalla sedia. “avanti, cosa aspetti?” “bacio, bacio!”

“Ehy Jane, non avrai mica paura del capo?” urlò di nuovo Rigsby, che venne guardato da Teresa con un’espressione che lasciava poca immaginazione al suo significato: Per questo numeri ti becchi lavoro d’ufficio per un mese e appostamenti notturni.

“Non credo che dovremmo deluderli, vero Teresa cara?” le chiese lui sorridendo e prendendola un po’ in giro, le mani sulle sue spalle.

“Non chiamarmi “Teresa cara”, Jane!”

“Patrick”  la corresse lui subito prima di chinarsi su di lei e catturare le labbra della donna in un breve ma intenso bacio, a cui Teresa però non riuscì a replicare, troppo presa alla sprovvista; una volta staccatosi da lei, Teresa lo studiò, e sorridendo decise di farsi coraggio, e mettendosi sulle punte dei piedi, lo baciò, un bacio, veloce quanto aveva fatto lui.

“Adesso pretendo che tu mi chiami Patrick! E pretendo di chiamarti Teresa!” lei gli diede un colpetto sul braccio, però sorridendo divertita, con un solo pensiero nella testa: la dannata busta adesso poteva anche andare al macero…

 

 

Alcuni mesi dopo….

Sdraiata sul divano del loro appartamento di Manhattan, Toni prese tra le mani la posta che Don aveva appena preso dal portiere del loro stabile; seduto sul tappeto, sollevò l’orlo della camicetta della moglie e poggiò il viso sul pancione, già piuttosto prominente, di sette mesi della compagna, coprendolo di baci mentre lei apriva le missive a lei indirizzate. Una in particolare colse la sua attenzione: era rettangolare, carta piuttosto spessa, con una leggera filigrana dorata, sembrava carta di riso dalla composizione, e proveniva da Sacramento…. La aprì, sentendo già cosa conteneva, ed estrasse il cartoncino, scritto in una delicata calligrafia con stilografica di colore nero, tenendolo tra le mani quasi fosse stato un tesoro.

 

Patrick Michael Jane e Teresa Samantha Lisbon

Sono lieti di invitarvi alle loro nozze

Il  21 maggio 2011 alle  ore undici nella Cattedrale di Sacramento

 

   P.S. TERESA CHIEDE SCUSA PER NON AVERTI DETTO CHE AVEVAMO FISSATO LA DATA, MA VOLEVAMO FARTI UNA SORPRESA. SPERIAMO DI RIVEDERE TE E DON, E CHE PORTERAI LA BAMBINA CON TE. SI’, SO CHE NON LO SAI ANCORA, MA TE L’HO DETTO GIA’ AL MATRIMONIO- AVRAI UNA BAMBINA. VUOI SCOMMETTERE CHE HO RAGIONE? PATRICK
P.P. S  NON DARGLI RETTA E NON FARE A CASO A QUELLO CHE DICE- OVVERO: FAI COME ME. TERESA.

 

“Sai, non mi ero reso conto che stavo sposando Machiavelli”  Toni rise alla battuta del marito. Teresa e Patrick potevano dire quello che volevano, ma l’invito non era inatteso, né lo era la busta. Come aveva detto ai suoi colleghi quando avevano scommesso anni prima, era solo una questione di tempo; se Rigsby adesso le doveva 200 dollari la colpa era solo sua, lei lo aveva avvertito che quei due prima o poi avrebbero finito con lo stare insieme. e sarebbero vissuti per sempre felice e contenti. Ecco una fiaba che avrebbe racconatato al suo neonato...

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