The Unforgiven di _thunderstorm_ (/viewuser.php?uid=91630)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Pieces ***
Capitolo 3: *** Hope ***
Capitolo 4: *** I'd come for you ***
Capitolo 5: *** Nothing else matters ***
Capitolo 6: *** Follow me ***
Capitolo 7: *** Question! ***
Capitolo 8: *** We're all to blame ***
Capitolo 9: *** Bittersweet symphony ***
Capitolo 10: *** Too bad ***
Capitolo 11: *** Dead memories ***
Capitolo 12: *** The winter wake ***
Capitolo 13: *** Circle ***
Capitolo 14: *** And all that could have been ***
Capitolo 15: *** Dark on me ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
PREMESSA
Ordunque, mi accingo ad aprire una nuova raccolta impregnata di musica.
E' un'idea un po' particolare, che ha come cornice un presente
apparentemente carico di rimpianti, di dolore, di amarezza. Questo
primo capitolo è un prologo di cornice, le seguenti flash si
addentreranno nel passato del protagonista, piccoli sprazzi di perfezione perduta, incentrati principalmente (per adesso
l'idea è questa) sul rapporto con il fratello (e no,
l'incesto non c'è, non mi piace XD). Per chi già
mi conosce, non strappatevi i capelli dalla disperazione,
cercherò di alternare amarezza con dolcezza,
tenterò di evitare il polpettone totalmente angst a cui
tendo sempre. XD
Comunque, sì, beh, il prologo sarà un po'
deprimente, ma poi mi riscatterò, uhm? ^^' Il Sasuke della
cornice è fortemente OOC, però, insomma,
è motivato dall'età avanzata. Almeno, spero.
Bene, al più presto la prima flash. Ben accetti commentini
sull'idea e su questa introduzione, tanto per rendermi conto su come
devo gestire il tutto.
Buona lettura!
What
I've felt
What
I've known
Never
shined through in what I've shown
Never
be
Never
see
Won't
see what might have been
What
I've felt
What
I've known
Never
shined through in what I've shown
Never
free
Never
me
So
I dub thee unforgiven
[Metallica]
Non
aveva mai pensato alla vecchiaia: gli era sempre parsa un concetto
troppo lontano, alieno da lui e dal suo modo di essere, ombra talmente
indefinita da non essere considerata. Era una debolezza umana, una
delle tante cose che impediva il raggiungimento della perfezione,
perfezione a cui lui, come tanti altri, aveva ambito.
Sorrise,
la bocca si tirò, increspando l’intero viso.
Sciocco.
Era
così difficile giungere a quella banale verità?
Probabilmente sì, dato che ci aveva impiegato tanti anni a
comprenderla, dato che molti cadevano nello stesso tranello in cui era
cascato lui. Così
semplice.
La
perfezione non esiste. La perfezione non si crea.
Guardò
la sua mano, raggrinzita, studiò per un attimo quelle vene
bluastre che risaltavano appena sotto la sottile pelle bianca.
Aveva
creduto di poter diventare sempre più forte? Di poter essere
invincibile? Di poter controllare gli eventi? Di cambiarli forse? Di raggiungere una qualche
distorta forma di perfezione?
Certo
che sì, certo che sì.
Sciocco.
Singolare
come la vecchiaia potesse portare con sé tutto
l’intero peso di una vita di errori, di verità
scoperte tardi. Di una
fottutissima vita umana. Oh sì. Sasuke Uchiha
era un essere umano qualsiasi, vincolato ai suoi limiti, legato ai
ricordi che non poteva modificare, o soffocare con la vendetta.
Aveva
creduto di essere pressochè perfetto? Certo che
sì, inconsciamente ne era stato convinto.
Ora,
però, sentiva tutto il peso degli anni. Sospirò,
i troppi ricordi pressavano in testa.
Si
rendeva conto che era sempre stato un bambino, un bambino cresciuto
male, quel piccolo Uchiha cresciuto in mezzo a persone che cercavano
ognuna la propria singolare perfezione, non badando agli altri,
distruggendosi a vicenda.
Un
bambino che, perso tutto, era sempre stato alla ricerca della sua
dannatissima perfezione, non sapendo che la perfezione che cercava
consisteva in un abbraccio di un fratello, di una carezza di una madre,
di una approvazione del padre.
Una perfezione irrimediabilmente perduta.
La
perfezione non esiste. La perfezione non si crea.
Erano
rimasti solo i ricordi passati, assieme ad un presente che portava con
sé la speranza di una quieta, lunga pace. Solo quello.
Erano rimasti solo i ricordi passati. E la voglia di scaricare tutta la
colpa su qualcuno. Imperdonabile.
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Capitolo 2 *** Pieces ***
I've come
undone
But
you make sense of who I am
Like
puzzle pieces in your eye
[Red,
Pieces]
“Itachi, pensi
sia nato?”
L’Uchiha si piegò sulle ginocchia, compiendo un
altro balzo al ramo successivo. Erano stati lontani per tre mesi dal
villaggio: ora che avevano completato la missione, potevano permettersi
di tornare.
Sentì Shisui raggiungerlo alle spalle, il respiro
un po’ affannato.
“Come si chiamerà?”
“Non so. Non avevano ancora deciso il nome, quando siamo
partiti.”
Era stanco. Non sembrava, ma era stanco. Aveva i vestiti incrostati di
sangue, puzzava di sangue. Come alla fine di ogni missione, si sentiva
sporco, e svuotato.
Un oggetto ben sfruttato.
Accelerò, dando fondo all’ultima risorsa di
chakra, costringendo il compagno a fare lo stesso, con
l’unico desiderio di essere a casa. Di tornare.
Di tornare a essere
umano.
*
Il giardino di villa Uchiha era sempre ben curato, grazioso come se lo
ricordava. Era a casa. Il vialetto attraversava il manto erbato,
portando alla scalinata d’ingresso dove sicuramente sua madre
lo avrebbe abbracciato, avvolgendolo nel suo profumo che lui avrebbe
inspirato, godendosi il breve istante in cui poteva essere ancora un
semplice ragazzino della sua età, felice
dell’attenzione dei genitori.
Ed eccola, Mikoto.
Ed eccolo, Fugaku.
Lei gli sorrise, gli prese la testa tra le mani, delicatamente gli
baciò la fronte. Singolare come quel semplice gesto gli
fosse mancato, se ne rendeva conto solo ora.
Il padre lo guardava, rigido, ma gli occhi gli brillavano, orgogliosi.
“Bentornato, Itachi.”
“Salve, padre.”
Sua madre lo accarezzò, abbassandosi alla sua altezza.
“Vieni a salutare tuo fratello.”
Gli piaceva l’odore di casa, di pulito, di Mikoto.
La stanza di suo fratello era accanto alla sua.
Ed eccolo, il fagotto di lenzuola da cui spuntava la testa del neonato.
Si sorprese del sussulto che ebbe il suo cuore, non aveva mai provato
una sensazione del genere.
Era ancora stordito, quando sua madre glielo porse in braccio.
Inarcò la schiena per sostenere il peso del nuovo Uchiha,
apparendo goffo per la prima volta, abbassando lo sguardo verso di lui.
“Si chiama Sasuke.”
Aveva dei begli occhi, Sasuke. Erano quelli di Mikoto, grandi e
bellissimi.
Il bimbo allungò la manina verso il suo viso, aggrappandosi
a una sua ciocca di capelli.
Itachi sorrise, gli concesse uno dei suoi rari sorrisi.
“Ciao, Sasuke.”
Era a casa. Tutto aveva un senso. Stava bene.
E pensò che, per anche un singolo istante di perfezione come
quello, era disposto a sopportare le pene
dell’inferno.
***********
Eh, l'altra volta mi sono dimenticata di dire che la colonna sonora
sarà varia, probabilmente includerà pezzi dei
Red, dei Breaking Benjamin, dei Metallica, dei 12 stones, dei Three
Days Grace, dei SOAD, dei Nickelback, dei Goo Goo Dolls e chi più ne ha più ne
metta. XD
Ringrazio profondamente Sakuchan_94,
che è riuscita a fare belle riflessioni anche su quelle
poche righe che ho scritto d'introduzione. ** Comincio veramente a
volerle bene. <3
Spero che anche questa prima flash sia apprezzabile: la scena descritta
può ricordare quella presente anche in "Una lacrima, una
sola", ma, beh, la nascita di Sasuke non poteva mancare nella raccolta.
u__u
Sono a corto di parole, dunque, smetto di rompere e me ne vado. Ah,
ultima cosa: le
recensioni sono gradite, molto gradite.
Auf Wiedersehen,
Cory ^^
|
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Capitolo 3 *** Hope ***
Passi.
Sasuke si rifugiò sotto le coperte, gli occhioni sbarrati di
fronte al troppo, troppo buio che lo circondava. Il cuore martellava in
petto, rimbombando in testa.
Di certo lo avrebbe sentito. Chiunque fosse, lo avrebbe sentito,
sarebbe venuto presto a prenderlo.
Le gocce di pioggia battevano violente sul vetro della finestra, ma
poteva ancora udire chiaramente i rumori che provenivano dal piano
inferiore.
Si rannicchiò ancor più su se stesso, attendendo.
Un passo. Un altro. Un altro ancora.
Il respiro usciva affannato dalla bocca socchiusa.
Uno scricchiolio. Un altro.
Stava salendo le scale, stava venendo a prenderlo, a portarlo via.
Aveva paura, lì, da solo, al buio.
Sbirciò da sotto le coperte, in direzione della porta: era
aperta, bastava solo che corresse e si intrufolasse nella camera
attigua.
Prese un respiro.
Adesso o mai
più.
Buttò a terra la coperta, gettandosi a capofitto in
corridoio. I piedini nudi si posavano veloci sul pavimento in legno,
conducendolo tremante nella stanza poco più in
là.
Uno scricchiolio. Un altro.
Spalancò la porta.
Il respiro gli mancò bruscamente: non c’era
nessuno.
Passi.
Forse era Sasuke.
Itachi rosicchiò noncurante il pezzo di pane che si era
procurato in cucina. La sua colazione, per l’esattezza. La
sua colazione delle quattro di mattina.
All’alba sarebbe partito per un’altra missione:
l’equipaggiamento era già raccolto nella stanza da
letto, necessitava solo di un’ultima controllata.
Imboccò il corridoio che conduceva alle camere, lungo e
spoglio.
Quella notte, villa Uchiha era solo un’austera costruzione,
nulla più: tutti gli affetti che quelle pareti potevano
racchiudere non erano nulla. Ora, esisteva solo la missione, che era
tutto.
Quella notte, Itachi era solo un ninja.
Spalancò la porta.
Socchiuse gli occhi, lievemente seccato: il fratellino di tre anni ci
voleva proprio, quella
notte.
“Itachi!”
Sasuke gli abbracciava la vita, posando il naso freddo e gocciolante
sulla sua maglietta, soffocando il respiro accelerato su di essa.
Itachi stette un attimo in silenzio, lasciandolo fare. Non lo guardava,
non lo voleva guardare.
“Cosa c’è, Sasuke?” chiese
atono.
“Sento dei rumori. C’è qualcuno in
casa.”
Non riuscì a non accennare un sorriso. Sasuke non lo vide,
aveva ancora la faccia schiacciata sulla sua pancia, con gli occhi
chiusi.
“Ero io. Hai preso paura?”
Sentì il bimbo scuotere energicamente la testa contro il suo
corpo.
Itachi sbuffò.
“Guarda che non sono Fugaku. Non mi arrabbio, se mi dici che
hai paura del buio.”
Abbassò lo sguardo, fu più forte di lui.
Alla vista di quella zazzera di capelli neri, di quelle esili braccia
che, accidenti, lo stavano letteralmente stritolando, di quei piedi
nudi sul pavimento freddo, di quel naso gocciolante appoggiato alla sua
maglietta, gli si strinse il cuore. Doveva andarsene di nuovo, doveva
lasciarlo ancora da solo: Sasuke la prossima notte non avrebbe potuto
intrufolarsi in camera sua a svegliarlo, inventandosi la solita scusa
per dormire assieme a lui.
Sfuggì all’abbraccio del fratellino, sgusciando
verso le armi pronte in un angolo.
“Devo partire, Sasuke.”
Il bimbo spalancò gli occhi, atterrito.
“Adesso?” chiese, con voce acuta.
“All’alba. Quando non sarà
più buio.”
Sasuke sorrise, saltando rumorosamente sul letto.
“Non ho paura del buio.” si premurò di
confermare.
“Mh. Dovresti dormire, otouto.”
Itachi era chino sull’equipaggiamento, gli dava le spalle.
Anche a lui sarebbe piaciuto dormire sul suo letto, cosa che presto
Sasuke gli avrebbe chiesto di fare.
“Posso dormire qui?”
Ecco.
“Sì.”
Sentì il piccolo armeggiare con le coperte, sospirando
soddisfatto.
“Sei il migliore fratello del mondo.”
Itachi sorrise.
“Dormi.”
Non era solo un ninja,
non sarebbe mai potuto esserlo. Non sarebbe mai stato ricordato solo
come una bella arma da guerra.
E quella notte
così buia sarebbe stata poi cancellata dai primi raggi di
sole. Prima o poi, sarebbe finita.
Speranza.
****
Il brano utilizzato, solo strumentale, è "Hope" degli
Apocalyptica (link sul titolo a inizio pagina ^-^). Alla fine, con il
ritmo della narrazione non c'entra un granchè, me ne sono
resa conto dopo. ^^''
Perdonatemi,
ma questo è venuto, spero piaccia.
Sakuchan_94: Oddeo,
come fai a scrivere delle recensioni così belle?
Cioè, fanno bene alla mia salute, alla mia psiche depressa e
bislacca, alla mia ispirazione! ** Non so come ringraziarti, davvero.
Hai visto che ho scritto un qualcosa di vagamente felice anche
stavolta? =) Sarò brava, eh? XD
Spero
di non deluderti, la mia ispirazione assenteista a volte mi gioca
brutti scherzi.
Ah,
auf wiedersehen è un banale arrivederci XD
Mi
piaceva il tedesco, mi dispiace averlo mollato.
Orbene,
critiche ben accette. Finora 'sta raccolta ha avuto scarso successo
veramente. Se qualcuno vuole esprimersi, lo faccia. ^^
Grazie
a chi legge, segue in silenzio, e soprattutto, grazie a chi commenta. =)
Alla
prossima,
Cory
^^
|
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Capitolo 4 *** I'd come for you ***
I finally know just what it means to let someone in,
to
see the side of me that no one does, or ever will
So
if you’re ever lost and find yourself all alone,
I’d
search forever just to bring you home
[Nickelback, I'd come for you]
La primavera
quell’anno era giunta in tutto il suo splendore, portando con
sé un’aria dolce che profumava di fiori di
ciliegio e di erba bagnata. Nel silenzio del primo pomeriggio, la
quiete che circondava villa Uchiha sapeva di pace.
Itachi inspirò a fondo, osservando il giardino: la guerra,
le missioni, la Morte stessa, tutto sembrava lontano.
“Ti sei preso due settimane di pausa.”
Itachi socchiuse gli occhi, lasciando che la luce del sole venisse
filtrata dalle palpebre, godendosi in silenzio il calore in viso.
Non era una domanda, quella di suo padre, ma nemmeno
un’accusa. Si percepiva comunque un certo fastidio, mal
celato.
“Voglio stare qui per un po’.”
Fugaku borbottò, chiudendosi poi in un silenzio astioso.
Il figlio lo fissò intensamente per un secondo, come in
procinto di rivolgerglisi ancora, ma presto si voltò di
nuovo verso il giardino, incurante.
C’era un sole meraviglioso.
“Itachi.”
Si sentì tirare per una manica, in maniera discreta.
“Lascia stare tuo fratello, Sasuke. Non ha tempo per te ora,
deve venire alla riunione del clan.”
Itachi abbassò lo sguardo, appena in tempo per vedere Sasuke
arrossire violentemente e andarsene a testa bassa verso le camere.
Rimase un attimo a osservare il corridoio già vuoto,
immobile.
“Andiamo, Itachi.”
Il ragazzo si voltò appena verso Fugaku.
“Un attimo, padre.”
“Sasuke.”
Il bimbo alzò lo sguardo per rivolgerlo stupito al fratello.
Itachi era strano: a volte non lo degnava di uno sguardo, altre volte
veniva lui stesso a cercarlo. E, cosa più strana, sembrava
che Itachi fosse felice solo durante quei periodi di
“pausa” che tanto facevano innervosire
papà; sembrava che ad Itachi quasi non piacessero le
missioni, cosa che Sasuke proprio non capiva, dato che lui non
aspettava altro per sé.
Itachi sorrideva, quel giorno.
“Volevi dirmi qualcosa prima?”
Sasuke riabbassò lo sguardo.
“Volevo chiederti se giocavi un po’ con me, ma devi
andare…”
Itachi inclinò leggermente la testa.
“Dovresti giocare con i tuoi coetanei, Sasuke.”
Il bimbo si imbronciò, sedendosi pesante sul suo letto.
“Non mi sta simpatico nessuno. Io voglio giocare con
te.”
Quattro anni. Itachi sembrava essere l’unico a rendersi conto
di quanto ancora fosse piccolo Sasuke, di quanto ancora dovesse stare
lontano da quel mondo ninja che lo attirava tanto. Sasuke avrebbe
dovuto divertirsi. Stare con altri bambini, non ad allenarsi nel bosco
assieme a lui.
Il bimbo pestò un piede, provocandogli un sorriso.
Sasuke, per l’appunto, avrebbe dovuto fare i capricci come
tutti i bambini della sua età. E lui non lo avrebbe
rimproverato, da bravo fratello quale avrebbe dovuto essere.
Si accucciò, arrivando all’altezza di Sasuke.
“Magari dopo, otouto.” disse, estremamente serio.
Il bimbo lo guardò di sottecchi, dubbioso.
“Lo prometti?”
“Certo.”
Si alzò, uscendo.
Itachi si sentiva leggero: la guerra, le missioni, la Morte stessa,
tutto sembrava lontano. Il suo unico problema, ora, era un fratellino
troppo viziato.
Era già in corridoio, quando gli giunse un
“grazie” ritardatario.
Sbuffò.
Sì, era decisamente troppo viziato, ed era tutta
colpa sua, ma Sasuke profumava di Vita, non di sangue, non di Morte
come lui: Sasuke lo allontanava dal mondo dei ninja, Sasuke lo
riportava ad essere semplice fratello.
Itachi Uchiha non aveva alcuna intenzione di privarsi di tutto questo,
si sarebbe preso tutte le “pause” necessarie: ogni
volta che Sasuke lo avrebbe voluto, sarebbe sempre venuto, per lui.
C’era un sole
meraviglioso.
****************
Cioè, mi sto stupendo di me stessa, credevo che la mia vena
sentimentalistica fosse morta e sepolta e invece guarda qua, ho ripreso
in mano una canzone dei Nickelback, gruppo che ho adorato per anni nel
profondo, la più melensa che esista, e ci ho scritto un
qualcosa di vagamente melenso. XD
No, ma non è normale, nono. Penso avrò presto una
ricaduta angst, mi dispiace.
Ma ok, c*****e varie a parte: non sono sicura di questa flash, in
particolare riguardo l'IC. Trovo Itachi estremamente difficile da
gestire. ;__;
Comunque, a voi la parola. =)
Ringraziamenti: **
NemesisLostControl:
ma sei tu che mi fai sbrilluccicare gli occhi! ** Non sai che piacere
sapere che mi seguirai anche qui... =) E, anche, sapere che
esiste qualcuno a cui piacciono le mie stesse canzoni mi aggrada assai:
trovo gente che mi comprende solo in rete purtroppo, ma è
già tanto. XD Grazie per i complimenti, spero di non
deluderti!
wari: *si
inchina profondamente* che onore! Vedere una recensione positiva
scritta da un'autrice valida come te è una cosa impagabile
davvero... XD Oh ma me felice, molto felice. *linguaggio sgrammaticato
e poco efficace dovuto all'emozione* Grazie, spero anche questa ultima
flash sia una cosa abbastanza soddisfacente. ^^''
Sakuchan_94:
ah, sono stata velocissima, visto? *ehmehm* =) La tua recensione non te
la tiro dietro, no no, anzi, me la tengo stretta: unica cosa, a volte
mi ha fatto ridacchiare come una deficiente davanti allo schermo, e la
mia sorellina mi guardava male, ma questo è un problema mio:
abbi cura del tuo mouse comunque, poverino. XD Inutile dire che sei una
commentatrice formidabile, fai sembrare la flash più bella
di ciò che in realtà è. E adoro che tu
riesca a svisverare ogni singola frase, intuendo pressochè
tutto ciò che voglio dire. ** Sono noiosa se ti ringrazio?
No, è che non mi sembra mai abbastanza. XD Grazie per le tue
recensioni, e per la risposta alla mia mail scema. =) Nessun
problema se non puoi recensire, figurati. Spero di risentirti presto.
=)
Alla prossima gente!
Cory ^^
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Capitolo 5 *** Nothing else matters ***
ATTENZIONE:
questo capitolo è nato dopo la lettura del capitolo 502 del
manga, del quale c'è un lieve, lievissimo riferimento. Non
credo neanche si noti e, comunque, non è nessuna grande
rivelazione, è solo una scena di flashback di
approfondimento del rapporto tra Itachi e Sasuke. *idolatra Kishimoto*
Non si svela nessuna parte saliente della trama dell'opera,
tuttavia ho preferito avvisare: la lettura della flash è
ovviamente a vostra discrezione. ;-)
Never
opened myself this way
Life
is ours, we live it our way
All
these words I don't just say
And
nothing else matters
Sasuke lanciò
uno sguardo infiammato all’acqua corrente, nel viso
un’espressione estremamente concentrata. Quel giorno il
torrentello, arricchito dalle recenti piogge, gorgogliava gioioso,
quasi come si prendesse gioco di lui. Il bimbo corrugò la
fronte, piegandosi sulle ginocchia per prendere la spinta.
Uno, due,
tre…
I piedi nudi si staccarono dal terreno per poi poggiare pochi attimi
dopo sul fondo scivoloso del corso d’acqua, in un indecoroso
tonfo completo di spruzzi.
La risata cristallina del fratello gli giunse fastidiosa alle spalle:
era veramente raro che Itachi scoppiasse a ridere, e sapere di essere
lui l’oggetto di scherno ad aver provocato
l’insolita reazione, beh, era pressochè
insopportabile.
Si voltò di scatto, rosso in viso.
“Perché non mi dici il trucco?”
Itachi si ricompose, seduto a gambe incrociate sull’erba.
“Quale trucco?” chiese, ghignando leggermente.
“Per camminare sull’acqua!”
Il giovane stette in silenzio, osservando il fratellino schizzato di
fango, in attesa. Era ancora così piccolo: ricordava quando
era in fasce e lo teneva in braccio per placare il suo pianto, per
proteggerlo. Era solo qualche anno fa…
“Mi ascolti?”
Itachi sbattè le palpebre.
“Certo che ti ascolto. Sei piccolo per impararlo.”
Sasuke sbuffò, imbronciato. Dopo un’ultima
occhiataccia al torrente si voltò, avvicinandosi a grandi
passi al fratello. Si sedette pesantemente di fianco a lui, sbuffando
ancora rumorosamente per attirare la sua attenzione.
... Ottenne uno sguardo fisso nella direzione opposta alla sua.
Incrociò le braccia, infastidito.
“Il papà ha ragione a dire che sei
strano.”
Itachi si voltò di scatto, in uno dei suoi sguardi
inquietanti.
“Io e papà abbiamo idee diverse.”
Sasuke spalancò gli occhi, confuso.
“In che senso?”
“Quando si è ninja bisogna anteporre certe cose ad
altre, come gli affetti e le proprie ambizioni.
C’è chi non capisce.”
Itachi inspirò a fondo, negli occhi una profonda amarezza.
Il silenzio calò teso su di loro, disturbato solo dal
torrente, ora stranamente singhiozzante.
Sasuke lanciò uno sguardo obliquo al fratello, capendo solo
che non tutto andava come doveva andare e che questo a Itachi
dispiaceva.
Itachi era strano, ma era buono, Sasuke lo sapeva: solo, gli sarebbe
piaciuto conoscerlo meglio, aiutarlo.
“Non ti capisco” ammise imbarazzato.
Itachi si sforzò di sorridere rassicurante, nonostante il
peso che lo soffocava.
Il ruscello singhiozzava.
“Non importa, Sasuke. Non è importante.”
Never care for what they do
Never
care for what they know
But
I know…
[Metallica, Nothing else matters]
******************************
Questa è un capolavoro di ballata metal, la più
bella in assoluto. Ovviamente la flash non le fa onore, ma io ci ho
provato, nel mio piccolo. **
I miei aggiornamenti sono piuttosto lenti, mi dispiace, ma la mia
ispirazione, come già detto da qualche altra parte,
è piuttosto assenteista.
E ok, passo ai ringraziamenti, mh? =)
Nemesis:
XDXD La ciabatta è per gli orari in cui rimani al computer?
No, perchè sei in buona compagnia, se è
così. Dobbiamo tutelarci dai genitori apprensivi, accidenti.
XD Grazie per la recensione! E felice che ti piacciano anche i
Nickelback! **
Sakuchan_94:
Era un obbligo utilizzare quella canzone in questa raccolta per me,
primo perchè i Nickelback sono stati il primo gruppo rock
che ho adorato e dovevo rendere loro omaggio, secondo
perchè, è vero, "I'd come for you" ci sta
dannatamente a pennello, ai fratelli Uchiha. Utilizzerò
presto anche "Too bad" loro, che, vedrai, ci sta ancora meglio. Quella
è un capolavoro, piangevo quando la ascoltavo, una volta.
Fugaku
sta antipatico anche a me, se non si è capito. XD
L'alternare parti tristi e puccie
(sinceramente, non avrei mai pensato di poter scrivere qualcosa di
così classificabile XD) non è fatto apposta,
credimi, è più forte di me. ;__;
Non so se segui gli spoiler o meno, quindi non mi esprimo, ti dico solo
che Kishimoto mi ha reso felice, ultimamente. Riguardo i fratelli
Uchiha, intendo: sono solo tre vignette in croce, ma mi hanno fatto
sbrilluccicare gli occhi. ** E ok, non si capisce un'acca di quello che
ho scritto, ma vabbè. ^^' Sul fatto che non giocassero molto
assieme sono d'accordo con te, ma penso anche che ad Itachi sarebbe
piaciuto. =)
Grazie per tutti quei complimenti, me arrossisce. ** Amo le tue
recensioni, sono felice che tu sia riuscita a scrivermene una anche lo
scorso aggiornamento. XD
Ci sentiamo presto, mh? =)
... Ah, ho ordinato la maglia. *ç* Spero arrivi, tra costo
di spedizione ed eventuali tassazioni di dogana potrebbe costicchiare
parecchio. E poi, dovrebbe arrivare per il mio compleanno, circa. *___*
Me felice... =)
Baciuzzi a tutti, e grazie! =)
Cory ^^
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Capitolo 6 *** Follow me ***
Enlighten me
reveal my fate
just cut these strings
that hold me safe
You know my head
you know my face
you'd know my heart
if you knew your place
I walked straight down
as far as I can go
[Breaking Benjamin, Follow me]
Ora so cosa devo fare. Ora so
qual è il mio compito.
“Shisui,
piantala.”
Il ninja che gli stava di fronte sbarrò gli occhi, stupito
dal tono seccato con cui era stato apostrofato.
“Di far cosa?”
“Di preoccuparti per me. Di continuare a guardarmi.
Piantala.”
Itachi si chinò verso il fuoco, sistemando qualche ramo: la
notte scendeva, assieme ad un freddo che annunciava l’arrivo
di un inverno impietoso.
Si gelava dentro.
Shisui gli lanciò un’ultima occhiata sfuggevole,
stringendosi nel mantello nel vano tentativo di scaldarsi. Era la
quinta notte che passavano all’addiaccio dal completamento
della missione, stavano procedendo verso casa in modo insolitamente
lento.
Prese un pezzo di pane raffermo, addentandolo poco cerimonioso.
“Domani, se ci metteremo in marcia all’alba, saremo
a casa entro sera. – strattonò il pesante pezzo di
stoffa che gli fungeva da coperta, facendolo aderire meglio al corpo,
rannicchiandosi ai piedi di un albero – Sono stanco di
dormire per terra.”
Itachi rimase seduto, gli occhi socchiusi fissi sull’ombra
dell’amico già addormentato, resa tremolante e
confusa dal fumo del fuoco che si spandeva nell’aria.
Ciondolò un attimo dal sonno. La vista si faceva sempre
più sfocata. Stanchezza,
pensò. Il
fumo negli occhi.
Si guardò le mani con sguardo vacuo.
Vorrei strapparmeli.
Non li voleva più, non voleva che servissero a
ciò che gli era stato ordinato, non voleva che suo fratello
ci guardasse dentro.
Per l’ultima
volta, per trovarci la morte.
Abbassò le palpebre, in catalessi, cercando di scacciare il
pensiero.
Si soffermò invece sull’idea precedente,
lasciandola scivolare lenta nella sua mente, allettante.
Posò le mani sulla faccia, tastando leggero con le dita i
morbidi lembi di pelle che proteggevano i bulbi oculari. Sarebbe
bastato un secondo, uno scatto delle sue dita. Tremò.
Il fumo gli offuscava la mente. Gli occhi gli bruciavano.
Quello era solo un sogno. All’alba si sarebbe svegliato,
ancora con il peso di una missione da cui lui, ninja, non poteva
sottrarsi.
Lasciò ricadere le braccia, osservando di nuovo
l’amico, il suo petto alzarsi e abbassarsi in respiri lenti e
profondi, testimonianza di vita.
Le fiamme del debole fuoco sfumavano l’immagine.
Sembra già
così lontano…
**************
Perdonatemi, sono di fretta. Ringrazio quindi velocemente Nemesis, per
l'assiduità con cui recensisce, per il piacere che mi
procura leggere i suoi complimenti e per avermi messo nei suoi autori
preferiti (**). Ringrazio anche tutti quelli che leggono e seguono e
hanno recensito precedentemente. E quelli che hanno recensito e mi
hanno fatto gli auguri nella schifezzuola che ho scritto due giorni fa.
XD Grazie...
E scappo, scusate. Vi voglio bene. <3
Cory ^^
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Capitolo 7 *** Question! ***
Sweet
berries ready for two, ghosts are no different than you,
Ghosts
are now waiting for you, are you… ?
Sweet
berries ready for two, ghosts are no different than you,
Ghosts
are now waiting for you,
Are
you… dreaming?
Dreaming
the night,
Dreaming
alright?
[System
of a Down, Question!]
Il ragazzino
scivolò giù dal letto, stropicciandosi gli occhi
ancora sonnolenti. La luce fredda del mattino filtrava dalla finestra,
illuminando l’intera stanza. Rabbrividì,
stringendosi nel pigiama: l’inverno bussava prepotentemente
alle porte, quell’anno in largo anticipo, portando con
sé un silenzio piatto che avvolgeva l’intera casa.
Sospirò, costringendosi a scendere in cucina: era strano non
sentire il rumore di tazze che accompagnava la colazione dei suoi
genitori, non udire la voce burbera del padre e quella sommessa della
madre, attenta a non disturbare il suo sonno. Itachi solitamente invece
era già fuori casa a quell’ora, i suoi impegni
anbu non gli permettevano altrimenti: non trovare il fratello al tavolo
assieme a lui era una situazione a cui si era abituato negli anni.
Fu così che spalancò gli occhi, in
un’espressione piacevolmente stupita.
“Che fai?”
Suo fratello era intento a spalmare marmellata su del pane caldo,
totalmente assorbito nell’inusuale compito.
“Preparo la colazione. La mamma e il papà sono a
una riunione del clan.”
Lo disse così, come fosse assolutamente da lui armeggiare con
coltelli da cucina.
Il ragazzino rimase impalato a fissarlo per qualche secondo, pensieroso.
“Ma quante riunioni hanno ultimamente?”
Si sedette scontroso a tavola, leggermente infastidito
dall’inaspettata rottura di abitudini.
Itachi scrollò le spalle, come se non gli importasse.
“Hanno delle questioni importanti da decidere.”
“E perché tu non sei andato?”
Itachi accumulò sul coltello una buona dose di marmellata di
mirtilli, spalmandola poi sulla fetta di pane per Sasuke.
“Non potevo lasciarti da solo qui.”
Sorrise e in automatico Sasuke ruppe il suo broncio con un sorriso di
rimando.
Abbassò lo sguardo sulla sua colazione, perplesso.
Il sorriso si afflosciò, lasciando il posto a
un’espressione piuttosto delusa.
Itachi addentò la sua porzione, osservando il fratello senza
capire.
“Che c’è?”
Sasuke ostentò la sua migliore smorfia di disgusto.
“Il pane è bruciato. E ci hai messo troppa
marmellata.”
Gelo.
Il bimbo attendeva risposta, leggermente preoccupato per il silenzio
prolungato.
Itachi non si era mai arrabbiato con lui, ma l’idea di
sperimentare questi lati del rapporto tra fratelli non lo allettava
granchè.
Trattenne il respiro, in attesa.
Itachi rideva tra sé: l’espressione angosciata del
fratello era a dir poco esilarante. Addentò ancora la sua
fetta di pane, lasciandolo in attesa ancora un po’.
Se non fosse stato per tutto il resto, quella mattina sarebbe stata un
inizio di giornata perfetto. Perfetto.
Per un attimo sentì il peso al petto con cui da un
po’ doveva convivere, insopportabile. Scosse la testa,
scacciando il pensiero: la missione era ancora molto lontana,
c’era il tempo necessario affinchè le cose
potessero cambiare, affinchè quello che gli era stato
ordinato potesse non essere più necessario.
Intanto, poteva godersi quegli sprazzi di vita normale che ancora gli
appartenevano.
Perfetto.
Sperava che per Sasuke fosse veramente così, una mattinata
perfetta.
Sperava che se la ricordasse, un giorno.
Mandò giù il boccone, serio.
L’espressione di Sasuke rasentava la paura.
Aveva una faccia così intimidatoria, lui?
Alzò lo sguardo, apparentemente gelido.
“... Sei
troppo viziato, otouto.”
Do we, do we know,
When we fly?
When we, when we go,
Do we die?
*****************
Ultimamente faccio fatica a evitare il mio tragico andante, accidenti.
Già Kishimoto ci mette del suo in questo, poi mi ci metto io
e il risultato è straziante veramente ._.
Comunque, gran canzone anche stavolta. Ovviamente dei SOAD, che
dovevano esserci nella mia raccolta, per me era un obbligo morale. A
proposito, fra poco esce il nuovo album di Serj Tankian, non sto
più nella pelle. *____*
Discorsi inutili a parte, qui forse non è chiarissimo tutto
il contesto: io ho immaginato che Itachi abbia saputo con largo
anticipo il ruolo che avrà lui per il villaggio contro il
suo stesso clan, che sta complottando appunto per il colpo di stato.
Sì, dovrà conviverci per un po', penso. Spero di
non aver fatto grandi strafalcioni temporali, ci sto pensando, ma la
mia mente a 'sta ora è intoppata. XD
Passo ai ringraziamenti, mh? =)
Keishi Uchiha:
grazie, grazie, grazie! ** Mi piace sapere che riesco a
coinvolgere i lettori in ciò che scrivo, ho sempre una fifa
boia di essere piatta. *ehm, non so esattamente se l'espressione "fifa
boia" sia italianicissima o leggermente da burina veneta XD... pardon*
Grazie anche di avermi messo tra gli autori preferiti, me orgogliosa!
=) Spero di risentirti...
wari:
XDXD ... non volevo gettare nel tritarifiuti il tuo
cuoricino, non odiarmi per questo... per essere perdonata, hai visto
che bella canzone ho utilizzato, eh? E la flash non è
neanche totalmente triste... cioè, sì, il
tentativo di scrivere qualcosa di vagamente felice c'era, poi... beh...
XD
Grazie veramente per la recensione, spero che anche questa flash possa
piacere. ^^
Sakuchan:
ah, la mia Sakuchan! *abbraccio da piovra* Ti ho già detto
tutto nella mail, penso non occorra dire altro. La maglietta ha costato
47, 21 dollari, spesa di spedizione comprsa, quindi all'incirca (?)
penso sia sempre intorno ai quaranta euro totali. Non ne sono per
niente sicura però, porta pazienza. XD
Il mio indirizzo msn è nuovo, dato che l'altro non
funzionava... il problema è che non sono sicura che funzioni
nemmeno questo. ç___ç Vedremo...
Grazie ancora... =)
Salutini a tutte, spero di poter aggiornare al più presto,
ispirazione e inzio scuola *sigh* permettendo...
=)
Baci,
Cory ^^
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Capitolo 8 *** We're all to blame ***
And now
we're all too blame,
We've
gone too far,
From
pride to shame,
We're
hopelessly blissful and blind
When
all we need
Is
something true
to
believe,
Don't
we all?
Everyone,
everyone,
We
will fall...
[Sum 41 - We're all to blame]
La mano è dolorante, la sente pulsare contro il duro legno
dell’albero: non si è neanche degnato di
concentrare il chakra nel pugno, non gli serve. Quello non è
un allenamento, no.
Ne sferra un altro, e un altro, e un altro ancora. L’albero
geme contro la sua rabbia, scricchiolando sinistro nel silenzio che
accompagna l’imbrunire. Il respiro accelerato segue il ritmo
dei colpi, facendosi più sofferente man mano che le mani
iniziano a sanguinare, i muscoli cominciano a dolere.
Ben venga.
Ogni urto con il legno riverbera in tutto il corpo, intorpidendolo
dolcemente, catalizzando la mente sul dolore fisico, e
null’altro. L’oblio è allettante, ora.
Itachi si ferma, guardandosi le mani sporche di sangue. Geme,
disgustato.
Troppo tardi. Per tutto.
Ha creduto in tante cose, lui.
Al valore.
All’onore del clan, sì. Anche
all’orgoglio di essere un Uchiha.
Stringe i pugni, colpendo di nuovo violentemente contro il legno.
Alla famiglia,
all’amicizia, all’amore.
Un pezzo di corteccia vola via, lasciando scoperta la parte
più interna dell’albero, quella più
fragile. Le immagini di ciò che gli è caro
scivolano nella mente, crudeli.
Tutto è
cancellato, tutto è perduto.
Troppo. Tardi.
Troppo.
Tardi.
In una cosa ha creduto, però, sopra tutte le altre. In una
cosa crede ancora.
Alla patria. Alla pace.
E il dolore è insopportabile, lancinante. Le lacrime
bruciano ai bordi degli occhi, aridi da ormai troppo tempo.
A quale prezzo? A quale
prezzo?
I ninja non provano sentimenti. Che gran bugia. I sentimenti si possono
solo nascondere, non cancellare.
E sarebbe di gran lunga preferibile la morte a quello che lui prova in
quel momento.
Sembrerebbe quasi una situazione insostenibile,
sembrerebbe così.
Un vento gelido lo colpisce alla schiena, facendogli rizzare i peli
sulla nuca.
Stringe i denti, irrigidendosi.
Crede ancora alla
patria. Crede ancora alla pace.
Chiude gli occhi, aggrappandosi al pensiero con tutte le sue forze. Lo
deve fare per questo. Lo deve fare.
E’ un mantra infinito che rintrona nella testa, provocando
una certa nausea.
I pugni si serrano, scossi da tremiti.
I sentimenti si possono
nascondere. Anche a se stessi.
Le mani appiccicano del liquido vischioso che le ricopre, vermiglio.
Cerca di non badarci, ma il senso di colpa lo attanaglia. E il pensiero
inevitabile si impone nella sua mente.
Sangue Uchiha.
********************
Questa fa veramente caccare (registro: italiano aulico).
Rileggendola, vedo OOC ambulante, depressione cronica che non ostentavo
dai tempi in cui ascoltavo gli Evanescence, frasi confusionarie senza
senso logico, nè contestualizzazione decente. ^^ Forse la
canzone è accettabile, dai.
Orsù dunque, mi riscatterò con la prossima,
giurin giurello.
wari: mi
impegnerò a scrivere flash più sullo stile della
precedente, giuro .___. Ci metterò dentro marmellate da
spalmare, coltelli da cucina e tanto glucosio da ogni parte, per quanto
rientri nelle mie possibilità.
"Imperfect Harmonies" doveva uscire oggi, ma la data di uscita
è stata spostata al 21. ** Ascolti anche tu gli Scars on
Broadway! =) Daron mi piace, nonostante io per qualche arcano motivo
sbavassi (non scherzo, eh) del Daron pazzo dei SOAD. Ha perso un po' di
verve metallara, ma d'altra parte è anche molto migliorato
nel canto. E anche Serj è fantastico, Elect the dead
è un album con i fiocchi. Se fossero ancora un gruppo,
magari... Sono una loro fangirl sfegatata, senza decenza.
*porcheggia, strappandosi i capelli e piangendo al pensiero che
è in astinenza dei SOAD da troppo, troppo tempo*
Scleri a parte... grazie mille, non so se qualcuno
sopravviverà a 'sta schifezza, e ciò mi duole
assai. Mi metto subito il cilicio per espiare le mie colpe.
Sakuchan_94: mia
cara recensitrice, giuro solennemente che coltiverò la
pucciaggine recondita nel profondo del mio cuore per scrivere un'altra
flash gradevole come la precedente. Sissì. Intanto,
perdonami 'sta roba. Scusa. Infinitamente scusa. Quoto alla grande che
Itachi ha una faccia sbavevole. Molto sbavevole. XD Mi dispiace farlo
soffrire come in questo caso. ;___;
E no, non sei l'unica
che litiga con msn. *alza la manina, indicandosi* Comunque, sembra che
funzi il mio nuovo indirizzo. =)
Felice che ti piaccia
Question dei SOAD! *piange al pensiero dei SOAD ormai sciolti*
Recensioni sempre
gradite. A volte lo ometto, ma è sottinteso. ^^
A presto,
Cory ^^
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Capitolo 9 *** Bittersweet symphony ***
Well, I’ve never prayed
But tonight I'm on my knees
I need to hear some sounds that recognize the pain in me
I let the melody shine, let it cleanse my mind, I feel free
now…
But the airways are clean and there's nobody singing to me now
[The verve – Bittersweet symphony]
Chiuse la porta, attento
a non fare rumore. Nei suoi movimenti si intravedeva sempre una nobile
eleganza, ma la schiena era curva, il volto pallido, i vestiti laceri
dopo l’ennesimo estenuante allenamento notturno. La
stanchezza che celava agli occhi estranei ora si manifestava in tutta
la sua pesantezza, riuscendo a intaccare la sua figura.
« Sei tornato tardi, nii-san. »
Itachi si bloccò, raddrizzando le spalle, controllando
l’espressione. Si voltò dopo qualche attimo,
rivolgendosi al fratello freddamente.
« Dovresti essere a letto, Sasuke. »
Si diresse verso la cucina, lasciando il ragazzo a fissarlo per un
attimo, in pensiero, e poi seguirlo.
La casa era silenziosa, quasi tetra ; persino la cucina, di solito
calda e accogliente, ora, nella penombra, riempita solo della taciturna
presenza di Itachi, appariva fredda.
Sasuke guardava il fratello, e vedeva le spalle forzatamente diritte,
le occhiaie più marcate, gli occhi spenti, la bocca
rigidamente chiusa in una linea sottile, in una maschera che celava
l’umanità – la sofferenza - che
anche a lui era propria.
« Ti ho lasciato un po’del dolce che ha fatto la
mamma. Se lo scaldi è più buono. »
Itachi tentò un sorriso, ringraziandolo implicitamente.
Sasuke lo guardava con aria preoccupata, e nel suo sguardo il ninja
intravedeva ormai un’attenzione più matura. Si
accigliò : suo fratello aveva ancora un corpo esile e
infantile, ma non poteva più considerarlo un bambino
ingenuo, estraneo al suo mondo. Sapeva già combattere bene,
presto sarebbe stato pronto ad uccidere.
Il suo fratellino, un
ninja.
Addentò la torta, gustandone il sapore.
« Itachi ? »
Il ragazzo sollevò lo sguardo, in attesa. Sasuke si
tormentava le mani, evidentemente a disagio, gli occhi fissi su una
crepa del tavolo. Parlare ad Itachi in certi modi era alquanto
difficile.
« Va tutto… bene ? »
Itachi rimase in silenzio, incapace di esternare il turbine di emozioni
che lo tormentava. Tuttavia, tra tutto il dolore che provava,
sentì calore.
Improvvisamente desiderò prendere in braccio Sasuke, come
faceva quando il fratellino era un neonato, cullarlo, cantargli che
andava tutto bene, che tutto andava bene.
Sorrise, un sorriso dolceamaro.
Gli passò a fianco, facendo per uscire. Un colpo sulla
fronte, neanche troppo delicato.
Sasuke protestò, mugugnando e strofinandosi la parte colpita.
Itachi si bloccò sulla porta, di spalle.
« Ora va tutto bene, Sasuke. Sto bene. »
Sorrideva, ma questo Sasuke non poteva vederlo.
E il fratellino rimase ad aspettare una risposta vera, che mai sarebbe
arrivata.
E Itachi tenne per sé tutta la pesantezza che gli incurvava
le spalle. Una cosa aveva deciso: Sasuke sarebbe diventato
un ninja. Avrebbe avuto tanti anni ancora da vivere, avrebbe goduto,
almeno per un po', di una pace che duramente era stata mantenuta.
A costo di sacrifici.
Ma, al pensiero, Itachi sorrideva.
******************
Sakuchan:
davvero ti è piaciuta l'ultima? XD Giuro, la stavo per
cancellare, non mi piaceva dall'inizio e, a dire il vero, la mancanza
di recensioni pensavo confermasse che faceva proprio schifo, ma che per
creanza e cristiana pietà nessuno avesse intenzione di
scivermelo. XDXD Comunque, se piace, la lascio.
Grazie davvero. Grazie, grazie, grazie.
Mi dispiace per il tuo brutto inizio scuola. ^^ Io devo ancora
ingranare del tutto, ma me la sto cavando. Hanno unito la mia classe
con l'altra quarta del classico, ora dobbiamo cercare di convivere
civilmente o, almeno, sforzarci. ^^'' Il fatto è che
c'è sempre stata una certa rivalità, ecco.
Comunque, io sopravvivo. Gli altri si arrangino.
Tornando a noi... Non credo si possa proprio definire felice 'sta cosa,
però, insomma... *fa gli occhioni dolci, chiedendo
implicitamente perdono* XD
Bon, me ne vado. Adesso che è iniziata scuola, i miei
rompono a dismisura se vedono che di sera scrivo non per fare
compiti. -.-'
Alla prossima, gente! E grazie a chi ha letto, messo tra le preferite e
le seguite!
Cory ^^
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Capitolo 10 *** Too bad ***
It’s so bad, it’s too bad
It’s
too bad, it’s too late, so wrong, so long…
It’s
too bad that we had no time to rewind,
let’s
walk, let’s talk.
[Nickelback
– Too bad]
Gli ultimi raggi del sole morente colpivano gli occhi, costringendoli a
tenerli abbassati.
Il cielo, azzurro, lentamente si screziava di un rosso acceso,
sanguigno, lentamente la luce scompariva, lasciando il posto
all’imminente oscurità.
Itachi camminava spedito, a passo marziale, cercando di sgombrarsi la
mente, nel tentativo di trovare quelle poche giuste parole che voleva
dirgli. L’angoscia, però, premeva sul petto,
soffocandolo.
“Ehi, adesso basta. Fermiamoci, Itachi.”
Shisui lanciò un’occhiata stizzita alle spalle del
cugino, che proseguiva imperterrito, rivolgendola poi al villaggio,
ormai lontano.
“Itachi…”
Si inginocchiò, raccogliendo qualche ciottolo del sentiero,
soppesandolo tra le mani per qualche secondo. Si grattò il
naso, indeciso sul da farsi. Poi, alzò lo sguardo,
piantandolo sulla nuca del compagno. Il braccio scattò.
Itachi sussultò all’inaspettato colpo,
immobilizzandosi. Lanciò uno sguardo obliquo al ragazzo che
gli stava poco dietro, inespressivo.
“Piantala di fare il principino Uchiha. – Shisui si
guardò attorno, studiando il terreno – Io ho deciso che
adesso ci fermiamo, ci sediamo e parliamo. Ultimamente sembri fuori di
te, Itachi.”
Si buttò a terra, gettando la sacca
dell’equipaggiamento più in là, in un
tonfo metallico.
Itachi rabbrividì, desiderando ancora del tempo, ma il corpo
si muoveva contro la sua volontà, si sedeva al fianco
dell’amico.
Shisui rimase un attimo in silenzio, fissando il sole, in pace con se
stesso.
“Come sta Sasuke?”
Itachi spalancò impercettibilmente gli occhi, sorpreso dalla
domanda insignificante.
“Sta bene” rispose cauto.
“Diventa forte come il fratello?”
Shisui si volse verso il cugino, che tentò un sorriso.
Il sole lentamente scompariva in un cielo di fuoco.
“So che non sei il tipo, Itachi, ma sai che puoi dirmi
qualsiasi cosa, vero? Terrò il segreto, lo sai. –
lo fissò seriamente, in un’espressione a lui non
del tutto usuale, troppo intensa, troppo preoccupata –
C’è qualcosa che non va, cugino?”
Itachi strinse i pugni, cercando di controllarsi, ma il dolore era
insopportabile. Una lacrima scese lungo la guancia, bruciante.
Shisui rimase immobile, guardando il cugino per la prima volta in
crisi, intaccato nella sua mai scalfita fredda perfezione, maschera che
lui a volte riusciva a fargli calare, ma che Itachi non aveva mai
abbandonato. Itachi era umano, pochi se ne rendevano conto.
“Puoi dirmi tutto ciò che vuoi. Terrò
il segreto.”
Itachi tenne lo sguardo fisso a terra, celando un brivido.
L’amico di sempre gli offriva la possibilità di
confidarsi, di non impazzire tenendo tutto dentro. L’amico di
sempre si dimostrava tale anche in quell’assurda situazione.
Itachi iniziò a parlare, il viso rigato di lacrime
silenziose.
Quando sarebbero finite, sarebbe stato vuoto. E dopo le parole, ci
sarebbe stato il silenzio.
Stringeva il kunai nella mano, tremando, guardando la pace negli occhi
di Shisui, il suo amore per la vita.
Gli ultimi raggi scomparvero, lasciando il cielo rosso sangue.
Terrai il segreto.
Il gelo s’insinuò nel
petto.
************************
Yeah, ce l'ho fatta! Che parto, la scuola non lascia respiro.
ç_________ç
Flash che mi ha fatto sudare sette camicie, non so neanche se
è riuscita decentemente: il momento descritto è
troppo importante, troppo doloroso, troppo tutto...
Mi piace l'idea che Itachi confessi tutto all'amico, in un momento di
debolezza umana, per svuotarsi, prima di tornare il freddo ninja che
poi lo ucciderà. Poi non so se è ben riuscita la
scena, ma io ci ho provato >.<
Sakuchan,
tesssssssssssssoro, capisco i ritardi, comprendo pienamente,
ultimamente sto impazzendo anch'io con la scuola, come vedi i tempi con
cui aggiorno sono indecenti ._____:
Sono felice che ti piacciano le canzoni che scelgo, in fondo questa
raccolta serve anche a metterle in luce. ^^ Se vuoi, non so se lo sai
già, c'è una canzone dei Verve che ha cantato
anche Adam. *rimane per qualche secondo in estasi al pensiero di Adam*
E' "The drugs don't work".
Felice anche che ti piacciano i Breaking Benjamin, li adoro.
*ç*
Itachi è veramente il personaggio più bello che
abbia mai creato Kishimoto, scrivere di lui è difficile, ma
dà immensa soddisfazione. Questa poi aumenta a dismisura
quando leggo le tue recensioni, non sai che gioia quando le flash che
scrivo riescono ad esprimere almeno un po' le emozioni che io stessa
provo per i personaggi in questione. Veramente, io non ti ringrazio mai
abbastanza. E se tu sei ripetitiva, io ti faccio compagnia, che non sia
mai che io sia da meno. XD
Mi avevi detto che ti piaceva leggere di Shisui, non so se questa flash
possa essere gradevole, se la sua caratterizzazione sia accettabile, ma
spero di non averti deluso.
Piccola parentesi... sarò io ebete, ma che cos'è
l'ecdl? XD anch'io faccio sei ore al giorno qualche volta a settimana:
quell'orrenda cosa che si chiama "ora zero" mi costringe a svegliarmi
alle sei di mattina per andarmi a fare educazione fisica all'aperto,
per di più di lunedì!
Cioè, uno shock così, a inizio
settimana! E questo è l'orario definitivo.
ç____ç Poi ho un'altra ora zero al
giovedì, meno traumatica della prima, ma pur sempre
caratterizzata da un clima di classe semidormiente. XD
Ok... Mi pare di essere stata parecchio sconclusionata, perdonami. XD
Abbraccione piovroso, ci si sente. <3
Auf wiedersehen,
Cory ^^
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Capitolo 11 *** Dead memories ***
Sitting
in the dark, I can't forget.
Even now, I realize the time I'll never get.
Another story of the Bitter Pills of Fate : I can't go back again, I
can't go back again…
But you asked me to love you and I did, traded my emotions for a
contract to commit.
And when I got away, I only got so far.
The other me is dead.
I hear his voice inside my head…
Cammina. Non tremare. Nascondi
le emozioni.
Scansò agile Sasuke, imboccando le scale per il piano
superiore, disinvolto.
Troppo bravo.
« Ehi ! Mi avevi promesso che ci saremmo allenati assieme !
»
Non poteva rispondere, non in quel momento, non ce l’avrebbe
fatta : la voce l’avrebbe tradito.
Lo sguardo di Sasuke gli stava incollato alla nuca, accusatore della
più insignificante delle colpe.
«
Ehi… Mi hai ferito ! »
Shisui si
asciugò il rivoletto di sangue che gli sporcava il viso con
il dorso della mano, osservando il liquido vermiglio che macchiava la
neve ai suoi piedi.
I fiocchi bianchi
avevano cominciato a cadere più numerosi, il freddo si era
fatto più pungente. Scrollò la testa, sentendo i
capelli fastidiosamente bagnati. Non sapeva esattamente da quanto si
allenavano, la coltre bianca che dominava l’intero paesaggio
estraniava quasi dalla realtà, facendo perdere la cognizione
dello spazio e del tempo.
Sbuffò,
infastidito dalla piccola sconfitta subita dal più giovane.
Itachi già
gli voltava le spalle, pronto a tornare a casa.
No, così non
andava. Una piccola umiliazione se la meritava anche lui.
Si chinò a
prendere una manciata di neve misto ghiaccio, se la passò
tra le mani, determinato ad avere la sua piccola vendetta.
Prese la mira.
Oh, si meritava molto più di quello. Voleva morire. Quella
piccola fitta al cuore per non aver accontentato suo fratello non era nulla rispetto alla
pena che si sentiva di meritare.
Mostro.
Camminava diritto, così disinvolto, così
naturale.
Troppo bravo.
Mostro.
Gli sarebbe piaciuto voltarsi, chiedere scusa a lui, a Shisui, chiedere
scusa a tutti.
Itachi si
bloccò, voltandosi verso il cugino. La neve gli era scesa
lungo il collo e dava tremendamente fastidio.
« Che ti
prende ? » chiese, atono.
Shisui ostentava
un’espressione da invasato, sorridendo malevolo.
« Chiedi
scusa, Itachi. »
Il ragazzino rimase in
silenzio per qualche attimo, divertito.
«…
Sei stato tu a scivolare. Hai sbagliato tu, il taglio sulla guancia te
lo meritavi, cugino. »
Immediatamente,
l’altro ruggì, scaraventandoglisi contro con una
palla di neve in mano. Itachi si tenne pronto a un’altra
battaglia, stavolta senza kunai. Probabilmente sarebbero tornati con
l’oscurità, le madri li avrebbero rimproverati.
Schivò
l’amico con facilità, ridendo, circondato dai
fiocchi di neve.
In fondo, erano solo
bambini.
Chiuse la porta della propria stanza, facendosi scivolare a terra. In fondo, era solo un ragazzo. Il
primo singhiozzo gli scosse il petto. Poi arrivò il secondo.
Poi il terzo. La maschera ninja si scioglieva, mentre, attorno, calava
l’oscurità.
Scusa.
Nessuno lo avrebbe più perdonato. Per lui, solo odio. E
desiderio di vendetta.
Troppo tardi, Itachi.
We
were never alive, and we won't be born again.
But I'll never survive with Dead Memories in my heart.
[Dead Memories – Slipknot]
**************************
Sono di gran fretta, pardon. ç_______ç
Mh... La canzone non so se piace: io ho un rapporto difficile con gli Slipknot, ma alcune loro canzoni sono davvero stupende, a mio parere.
Ti ringrazio, wari. Grazie davvero. Felice che ti piacciano le canzoni, io le metto proprio per farle conoscere. ^^ Sì, la scuola uccide veramente. *guarda i suoi appunti di storia. Piacerebbe immensamente anche a lei
bruciarli XD* ç________ç
Grazie anche a te, sasu_chan! =) Mannaggia, mi stava scappando la tua recensione, sai? XD Spero la raccolta continuerà a piacerti, io cerco di fare del mio meglio. ^^
E se passa per di qui, ringrazio anche Shurei per avermi messo tra gli
autori preferiti. Me onorata. **
Auf wiedersehen =)
|
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Capitolo 12 *** The winter wake ***
[Dedicata
a Sakuchan, per chiederle umilmente perdono dello schifosissimo
ritardo. E per ringraziarla. Hope you like it. ^^]
The
ones of you who are
free of guilt
Wound me with your stones and then step in
Buried
in the whitest snow, I will suddenly awake...
The winter wake
[Elvenking, The winter wake – I part]
Il
vento soffiava
impetuoso contro le finestre, quasi furioso di non poter mordere la
pelle di chi stava chiuso in casa, dormendo avvolto dalle coperte.
Sveglierà Sasuke.
Sembrava urlare, bramoso
di poter ferire con i suoi artigli qualcun altro. Evidentemente, lui
non bastava a soddisfarlo, forse perchè, di fatto, non
sentiva
nulla. Non sentiva più nulla: né tristezza
né gioia, né piacere
né dolore. Sentiva solo freddo, ma non
se ne curava, perchè
quel gelo che lo rendeva insensibile proveniva dal suo interno,
apparteneva a lui. Le raffiche di vento non erano nulla, in
confronto. La vita non era più tale. Sembrava un sogno.
Di certo non era
realtà.
Sollevò lo sguardo,
percependo una lontana sensazione di intorpidimento. La notte era
limpida, illuminata da una pallida luna e dalla candida neve caduta
durante il giorno. Quella purezza gli era estranea. Il vento cercava
di scalfire quella fastidiosa perfezione, ormai irraggiungibile,
sollevando la bianca coltre da terra in veloci mulinelli, cacciando
le nubi portatrici di neve.
“Che fai lì fuori?"
Itachi si voltò,
apatico.
Sasuke lo guardava con
occhioni spalancati, i piedi scalzi e scosso dai brividi di freddo.
Il maggiore
lentamente rientrò, fermandosi di fronte al fratellino e
chiudendo la porta.
“Tu non dormi mai, di notte?”
Il bimbo arrossì, abbassando lo sguardo.
“Il vento. Mi ha svegliato e non riesco più a
dormire.”
Parlava cauto, come se si rivolgesse ad un estraneo.
Era diventato un estraneo, lui?
“Se vuoi, posso
rimanere con te per un po'” - si sentì dire.
Sasuke si illuminò,
annuendo energico e sedendosi sul divano.
Purezza.
“Tu perchè non stai
dormendo?”
“Non ci riesco."
Non ci riesco più. Se si è
già dentro un
sogno, di certo non si può dormire, no?
“Anche te per
il
vento?”
“Mh.”
Si sedette al
fianco del fratellino e lui, timidamente, poggiò il capo
sulla sua
spalla, raggomitolandoglisi addosso. E Itachi sentì calore.
Subito, il torpore
si allontanò, sbattendogli in faccia la realtà.
Doveva portare a termine la missione.
L'improvvisa
consapevolezza lo colpì allo stomaco, dolorosamente.
Il vento ululava
ancora, rabbioso.
Era tornato
l'inverno.
Era giunta
l'ora.
***********
Sono viva! Ultimamente sono
così mentalmente stanca che mi ritrovo alla sera con i
neuroni stressati, incapaci di collaborare tra di loro. Sì,
la scuola mi sta rincoglionendo. .___.
Spero che la mia ispirazione torni con
meno ritardo, anche perchè avrei un paio di contest per i
queli dovrei iniziare a scrivere. é__é
Ah, anche la prossima flash
sarà su questa sublime canzone che sta dannatemente bene al
signor Itachi Uchiha. Invito ad ascoltarla, Winter Wake degli
Elvenking, una delle poche band italiane power-folk metal. *Sfodera la
bandiera italiana, sventolandola con malcelato orgoglio* Band molto
valida, bei testi, belle armonizzazioni, secondo mio umile parere. ^^
E bon, alla prossima. =) Recensite, gente!
Auf wiedersehen!
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Capitolo 13 *** Circle ***
All that I wanted were things I had
before
All that I needed, I never needed more
All of my questions are answers to my sins
And all of my endings are waiting to begin…
[Circle, Slipknot]
Insolito.
Era come se la
sua vita già non gli appartenesse più, come se
una cortina di nebbia, una
barriera appena percettibile, ma presente, sfumasse i contorni di ogni
cosa, di
ogni ricordo, affetto, persona costituente la sua esistenza,
allontanandolo
inevitabilmente. E sembrava davvero che questo involucro in cui era
ormai
imprigionato lo rendesse anche ad occhi altrui lontano, estraneo ormai.
Sembrava il suo
ultimo giorno di vita.
Insolito.
Piuttosto ironico, anche, no?
Quei nuovi occhi
gli donavano una nuova vista che non gli piaceva, tutto sembrava avere
connotati
diversi. E lui li sentiva bruciare gli occhi, li sentiva bruciare
terribilmente.
Eppure rimanevano asciutti.
Era così bravo,
così bravo.
Mostro.
Oh, quanto voleva
tornare indietro! Voleva ancora un attimo di perfezione, uno di quei
piccoli
sprazzi di felicità, di umanità che lui aveva
tanto amato. Sì, la perfezione
esisteva, ma era un qualcosa di finito, dosato in piccole perle,
piccole gioie.
Tirò la bocca in
una smorfia.
Evidentemente,
lui aveva terminato la parte a lui destinata.
Quello era il suo
ultimo giorno di vita, doveva dire addio a tutti.
Padre.
Fugaku gli passò
accanto, come se non lo vedesse nemmeno. Itachi era abituato a questo,
ma
stavolta la fitta di dolore sembrò essere più
acuta. Si premurò, in quell’attimo,
di guardare con attenzione i lineamenti severi dell’uomo,
animati però da occhi
che spesso brillavano quasi, di orgoglio per Sasuke, di amore per
Mikoto, di
sete di potere…
Cercò di
controllare l’espressione. Ultimamente era difficile, gli
occhi bruciavano
terribilmente. Proseguì diritto, concentrandosi sullo
scricchiolio del parquet
del corridoio al suo passaggio.
Quasi un gemito.
“Figlio.”
Itachi si bloccò,
voltandosi con lentezza. Il padre lo guardava con una insolita
apprensione. Gli
sorrise di rimando, ma forse questo Fugaku non lo vide, Itachi si era
già quasi
voltato di nuovo nella direzione opposta. Doveva andare avanti. Forse
un
giorno, si sarebbe ricongiunto a lui.
Quello era il suo addio.
Madre.
Mikoto era girata
di spalle, indaffarata a pulire il tavolo sporco delle briciole della
colazione. Osservò i suoi capelli in disordine, la sua mano
che sfregava con uno
straccio la superficie liscia, con gesto un po’ stanco.
Mikoto riusciva ad adempiere
ai suoi compiti di kunoichi, di moglie, di madre sempre con il sorriso
in
volto, nonostante la stanchezza che cercava di celare. Itachi
inspirò il
profumo proveniente dalla cucina per un’ultima volta,
sorridendo alla donna
ignara di essere osservata.
Quello era il suo
addio.
“Fratellone.”
Si sforzò di non
sobbalzare. Sorrise a Sasuke, che ricambiò con qualche
esitazione. Era
preoccupato per lui, Itachi lo vedeva.
“Vado ad
allenarmi.”
Sasuke lo guardava
con occhi grandi, come faceva quand’era più
piccolino, in attesa di un qualcosa
di meraviglioso da parte di lui, Itachi, perfetto.
Non poteva
lasciarlo così, non ce la faceva.
“Ti accompagno
fino al bosco.”
Debole,
debole,
debole.
Gli scappò di
bocca, fu più forte di lui. Sasuke sorrise, quasi rincuorato
da quella
risposta. Bastava così poco per renderlo felice, per
tranquillizzarlo.
Godette di ogni
secondo passato a fianco a lui. Sembrava di essere tornati indietro,
sembrava
il suo ultimo attimo di perfezione.
“Ciao Itachi. A
stasera.”
Sperò che per
Sasuke non fosse lo stesso, lo sperò con tutto se stesso.
“Addio,
Sasuke.”
Era il suo ultimo
giorno. Gli occhi erano colmi di lacrime di sangue.
Vedeva tutti
morti.
*************
Sono tornata, sono tornata in questo fanfom, ormai non ci speravo
più neanch'io. Non leggevo più questo manga da
una vita, non mi interessava più la sua lunga, infinita,
strascicata trama. In essa, si son persi un sacco di quei filoni che la
rendevano bella. Però.
Penso sia stata la nostalgia del vecchio Naruto a farmi ritornare qui,
a lavorare su questa raccolta. Spero di rendere felice chi un tempo mi
seguiva qui, e chi scoprirà adesso questo mio lavoro. ^^
Boh, forse è un tantino angst questo capitolo, ma spero
ugualmente sia gradevole e non troppo pesante. ^^ La canzone
è da ascoltare, il testo merita.
Un grazie a tutti. Recensite, fa sempre piacere leggere il giudizio
altrui ;)
Alla prossima!
_thunderstorm_
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Capitolo 14 *** And all that could have been ***
Breeze
still carries the sound
Maybe
I'll disappear
Tracks
will fade in the snow
You
won't find me here…
La luna volgeva il suo sguardo indolente sui cadaveri lungo le strade,
spettatrice incurante e lontana delle sanguinose vicende umane.
Itachi barcollò, come se improvvisamente le forze gli mancassero. Non avrebbe mai immaginato un dolore simile. Sentiva, in qualche modo,
di essere morto. Quella notte aveva cancellato – ucciso –
tutto ciò che era stato, le sue radici, i suoi legami.
Qualcosa dentro di lui si era rotto, palesandogli attraverso quella
sofferenza quanto lui non lo fosse affatto, un mero strumento di
guerra, facendogli percepire, dopo tutto quel gelo, il bruciore della
perdita, del senso di colpa, del disgusto.
Strinse i pugni, immobile in
mezzo alla strada, il petto scosso dai singulti di un pianto che non
riusciva a trattenere.
Era scesa una calma innaturale intorno a lui, un silenzio opprimente,
carico delle urla che lui aveva soffocato sul sorgere, degli sguardi
dei cadaveri lungo la strada e all’interno delle case, sguardi che
ancora presentavano una traccia di quella stupita, improvvisa
consapevolezza, destinata immediatamente a perdersi
nell’oblio della morte. Lo trafiggevano, immobilizzandolo;
avrebbe potuto correre quanto più lontano riuscisse, dando
fondo a tutto il chakra rimasto, ma a quelli non sarebbe mai
più riuscito a sfuggire, ne aveva la certezza. Li avrebbe
portati con sé in eterno.
Ma, soprattutto, lo dilaniava quello
sguardo. Aveva in parte sperato di non incontrarlo, e
invece gli aveva sbattuto in faccia tutta
l’incredulità, la paura, il dolore che gli aveva
suscitato. Aveva sempre avuto degli occhi bellissimi, grandi ed
espressivi come quelli di Mikoto.
Itachi, promettimi che
ti prenderai cura di Sasuke.
Rabbrividì. Il suo fratellino era riverso a terra alle sue
spalle, svenuto e ferito, ma era vivo. L’avrebbe
lasciato solo, per davvero stavolta. Si voltò a fatica,
chiudendo gli occhi e riaprendoli lentamente, mentre gradualmente
riacquistava un’apparente padronanza di sé: a
vedere quel corpo esile di bambino accasciato nel fango, circondato
dalla morte, sperò davvero nelle sue stesse parole, che
Sasuke lo odiasse profondamente. Avrebbe vegliato su di lui
nell’ombra, da lontano, in attesa dell’agognata
morte di sua mano, in una definitiva resa dei conti. Allora, avrebbe
finalmente trovato la pace.
Socchiuse gli occhi, stringendo lo sguardo, asciugandosi il viso rigato
dalle lacrime, ricomponendo l’espressione.
Addio.
Sasuke era vivo.
La pace era preservata.
Il nome del clan non sarebbe stato intaccato, né quello del
villaggio stesso.
Itachi se ne andò, trascinando con sé il peso di
una verità scomoda che andava celata. Era, e sarebbe sempre
stato, seppur nel disonore, un ninja del Villaggio Segreto della
Foglia; questo era il suo sacrificio per la patria.
Ice
is starting to form
Ending
what had begun
I
am locked in my head
With
what I've done
[And
all that could have been, Nine Inch Nails]
*****************
Chi non muore si rivede.
Questa raccolta è vecchissima, tanto che ora, a manga
terminato, certe flash non sono perfettamente in linea con il
proseguimento di trama che ha poi intrapreso Kishimoto (vedi quelle
inerenti a Shisui), ma mi piace ancora, e mi piacerebbe prima o poi
terminarla, forse modificandola leggermente per riadattarla almeno in
parte a quanto ora si sa del filone di trama sugli Uchiha e su Sasuke
in particolare. Sono parecchio arrugginita con la scrittura, spero
questa flash non sia una ciofeca totale. Sono sempre ben accette
recensioni, negative o positive che siano, purché
costruttive.
Alla prossima,
_thunderstorm_
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Capitolo 15 *** Dark on me ***
You
led my way then disappeared
How could you just walk away and leave me here?
“Cerca di non fare movimenti bruschi, altrimenti la ferita si
riapre, ok?”
L’infermiera gli sorrise con gentilezza, ma gli occhi
esprimevano solo un forte senso di pietà e preoccupazione.
Sasuke non vedeva l’ora di andarsene, non sopportava
più quegli sguardi. Vedeva la gente bisbigliare in modo
concitato e camminare velocemente da una parte all’altra
dell’ospedale, come accade sempre quando qualcosa di
veramente grave sconvolge il lento trascorrere abitudinario del quieto
vivere.
Ogni tanto anche mamma e papà bisbigliavano in quel modo, di
ritorno dalle riunioni del clan, interrompendosi bruscamente quando
compariva lui. Gli si mozzò il respiro,
l’indelicatezza di quell’immagine così
quotidiana lo trafiggeva. Era sempre stato lasciato
all’oscuro di tutto e anche ora tutti lo riempivano di
attenzioni, ma nessuno sembrava intenzionato a dargli una spiegazione.
Perché ci doveva essere una spiegazione, a quel che aveva
visto, a quel che era accaduto.
In quel luogo asettico gli sembrava lontana ed evanescente la visione
che aveva avuto prima di perdere i sensi, l’odore di sangue
tuttavia se lo sentiva ancora addosso, pungente.
Trattenne le lacrime che improvvisamente gli pungevano gli occhi,
osservando assente la ragazza in divisa bianca che gli stava sistemando
delicatamente la fasciatura.
“Se hai bisogno, torna pure qui. In ogni caso ci
rivediamo fra un paio di settimane, togliamo i punti a quel paio di
graffi che hai, va bene?”
Il ragazzino annuì a testa bassa, sentendosi la gola
improvvisamente chiusa.
Lei gli dedicò un altro di quei sorrisi non del tutto
distesi, accarezzandogli velocemente la testa, in un commiato indeciso.
La guardò allontanarsi, sentendosi soffocare.
Non sapeva dove andare, non aveva voglia di tornare tra le pareti di
villa Uchiha, di rivedere la macchia di quella pozza di sangue che
sicuramente aveva impregnato il legno del pavimento, di sopportare il
silenzio innaturale in cui sicuramente era calato l’intero
quartiere. Lo realizzò effettivamente solo in quel momento,
ridestandosi dal torpore in cui era caduto in una sorta di
autoprotezione: a villa Uchiha non sarebbe tornato più
nessuno, né suo padre e sua madre dalle riunioni del clan,
né Itachi dalle missioni. Al pensiero di suo fratello si
aggiunse un senso di mera tristezza, incredulità, senso di
abbandono. Ancora non riusciva ad accettare cosa aveva visto.
Ma di una cosa era certo. Tirò su con il naso,
allontanandosi. Era
solo.
Light the
night up, you're my dark star
And
now you're falling away
Le lezioni proseguivano noiose, gli altri ragazzini lo fissavano
impalati, probabilmente nel vano tentativo di immedesimarsi nella sua
situazione. Gli insegnanti premevano perché socializzasse
meglio con la classe, sebbene in precedenza la sua introversione non
avesse mai destato tutta quella inutile apprensione. Iniziava a
scoprire cosa volesse dire davvero essere irritati.
Ricordare quando metteva il muso per ogni minima futilità
con la sua famiglia gli provocava un senso di vergogna, davvero al
tempo non capiva quanto fosse fortunato, quanto tutto fosse perfetto rispetto a
ciò che aveva ora. Sembrava fosse un’altra vita,
ormai passata.
Camminava verso casa, ma odiava tornare in quel luogo. Aveva preso
l’abitudine di fermarsi al molo, spesso capitava che calasse
il buio nel frattempo. E ancora si trovò seduto
lì, quasi come un automa, senza rendersene conto.
Lanciò un ciottolo, osservandolo affondare inesorabilmente
verso l’oscurità del fondo. Sua madre
l’avrebbe rimproverato di tutto quel suo sprecare tempo nel
pomeriggio fino a tarda sera, non ne sarebbe stata contenta.
Probabilmente l’avrebbe incitato ad allenarsi, promettendogli
che poi lei e Fugaku avrebbero voluto vedere i risultati del suo
impegno. Gli avrebbe sussurrato con fare cospiratore quanto suo padre
fosse orgoglioso di lui, sebbene fosse poco bravo a dimostrarglielo.
Scosse la testa, rendendosi conto di quanto fosse inutile immaginare
scene quotidiane che non gli sarebbero più appartenute.
Il riflesso dell’acqua gli ricambiava lo sguardo stanco e
freddo. Le occhiaie erano più accentuate per le notti
insonni, gli segnavano i lineamenti infantili in maniera grottesca, in
qualche modo invecchiandolo. Ci rivide l’Itachi degli ultimi
tempi, in quello sguardo spento, e per un istante provò
pietà. Per sé stesso, per Itachi, non lo sapeva.
Digrignò i denti, scosso da un tremito.
Odiò immediatamente quel sentimento inopportuno, lo
rifiutò con tutto se stesso. Urlò e non seppe
come si ritrovò in acqua, infrangendo l’immagine
riflessa e inspirando acqua.
Voleva abbandonarsi a quell’oscurità che lo
avvolgeva. I pensieri iniziavano ad essere sconnessi, si rendeva conto
che stava affondando. Sempre
più a fondo, sempre più al buio.
L’ultimo pensiero d’odio lo dedicò ad
Itachi, perdendo gradualmente i sensi.
“Ma sei scemo??”
Una zazzera bionda di capelli ondeggiava davanti alla sua visuale
annebbiata, percepiva che qualcuno lo stava schiaffeggiando.
Boccheggiò, sputando l’acqua che gli era rimasta
nei polmoni.
Gli concesse uno sguardo gelido, in risposta agli improperi che
l’altro gli stava tirando.
“Ti rendi conto che potevi morire??”
“Non sarei morto, testaquadra.” Si
rialzò, barcollando goffo. Il biondo lo osservò
attentamente, imbronciato per l’epiteto.
“Io sarei una testaquadra? Avevi perso i sensi, se non fossi
passato io saresti morto, sì. –
incrociò le braccia, sorridendo sfottente – non
capisco come facciano tutti a ritenerti un genio, si vede che non hai
tutte le rotelle a posto.”
Sasuke lo studiò a sua volta, non cogliendo la provocazione.
“Tu sei quello stupido, no? Quello che a scuola sa combinare
solo disastri.”
Il biondo arrossì, punto sul vivo.
“Parlami con rispetto, sono Naruto Uzumaki e io un giorno
sarò Hokage. E sono comunque quello che ti ha salvato la
vita, genio di un Uchiha. Sei in debito con me, e sono sicuro che lo
sarai ancora, imbranato come sei.”
Sasuke sorrise con fare superiore. Quel tipo dell’accademia
era davvero irritante, ma era un’irritazione che nulla aveva
a che fare con i sentimenti che ultimamente gli erano propri. Per un
momento lo aveva distratto dal suo dolore,
quell’atteggiamento di sfida aveva stuzzicato il suo orgoglio
Uchiha. Non si sarebbe mai abbassato a ringraziarlo.
“Pff, come ti pare. Ci si vede.”
Si allontanò senza aggiungere altro, con il preciso intento
di infastidirlo.
Gli giunse alle spalle un “DOVRESTI ALMENO RINGRAZIARMI,
UCHIHA” che gli diede estrema soddisfazione.
Pensò che forse le lezioni all’accademia sarebbero
state meno noiose.
Almeno c’era qualcuno che non lo compativa.
Sbuffò, dirigendosi verso le pareti vuote di villa Uchiha,
con il cuore – forse, leggermente - meno pesante.
But
I found in you what was lost in me
In a world so cold and empty
************************
E così
concludo questa raccolta, dopo anni di blocchi dello scrittore vari.
Non credo sia una conclusione granché degna, ma i singoli
momenti di perfezione tra i fratelli Uchiha su cui volevo soffermarmi
– filo conduttore della raccolta – con relativa
graduale loro erosione, erano ormai terminati. Volevo concludere
addirittura con il capitolo sulla strage degli Uchiha, ma rimaneva non
approfondito il punto di vista di Sasuke al seguito della strage
stessa.
Inoltre, mi piaceva
l’idea di aggiungere questo primo approccio tra Sasuke e
Naruto come conclusione, in un tentativo di concludere la raccolta con
un filo di speranza e luce, contrapposto
all’oscurità in cui invece ha intenzione di
addentrarsi Sasuke, speranza di un qualcosa di vagamente
“perfetto” anche per il futuro.
Ringrazio chi mi seguiva
in passato, quando aggiornavo più o meno regolarmente, nella
speranza si ritrovi a leggere la conclusione di questa raccolta
lasciata a metà per anni. E ringrazio chi leggerà
e recensirà ora, mi farebbe piacere avere
un’opinione complessiva di questo lavoro senza pretese, ma a
cui sono affezionata.
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