A life for... a revenge.

di NonSense
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Famiglia, Vendetta e Antichi Debiti. ***
Capitolo 2: *** Mi sposo... con un'altra. ***
Capitolo 3: *** Perdonami... mamma. ***



Capitolo 1
*** Famiglia, Vendetta e Antichi Debiti. ***


Famiglia, Vendetta e Antichi Debiti.

Il consiglio l'aveva chiamato. Di nuovo.
Essere chiamati a rendere conto di qualcosa al consiglio non era di certo un vanto, per gli abitanti del villaggio.
E se la persona in questione era anche un Mukenin di livello S, lo diventava ancora meno. Sasuke entrò svelto nell'edificio che costituiva la sede del consiglio e si diresse immediatamente nella stanza delle riunioni.
Negli ultimi anni ci era entrato così tante volte, che non aveva nemmeno più bisogno che la segretaria gli indicasse la strada poiché ormai, volente o nolente, aveva imparato benissimo la sua postazione; terza stanza a destra nel secondo piano. Odiava quella stanza, e insieme ad essa, anche le persone che si trovavano al suo interno.
Quelle stesse persone che alcuni anni prima gli avevano permesso, a lui e anche lei, di rifugiarsi nel loro villaggio, senza che dovessero nemmeno rendere conto loro di ciò che avevano fatto in passato o i motivi che li avevano portati a tradire il villaggio.
Li avevano accolti e basta. Questo perlomeno per i primi mesi.
Solo quando il consigliò cominciò a chiedere a lui, lei non era adatta a questo tipo di missioni, dei favori aveva capito di essere in trappola.
La loro accoglienza aveva un prezzo.
Sarebbe stato in debito con loro per tutta la vita.
Si trovava come una mosca in una ragnatela i cui fili erano troppo forti per essere spezzati, ed il ragno, o in questo caso i ragni, lo osservavano attentamente, pronti a sopprimerlo al primo sbaglio.
E sembrava che, dopo tanti anni, questo fosse accaduto. O almeno era quello che si diceva nella lettera che gli avevano fatto recapitare a casa.
Quando il ragazzo fece il suo ingresso nella stanza, i presenti smisero di parlare, rivolgendo la loro attenzione solo su di lui. Composto da una trentina di membri, i consiglieri si riunivano giornalmente in una stanza al cui interno era posto un grande tavolo circolare dove si sedevano tutti. All'interno di quel tavolo era stato praticato un foro con un diametro si circa tre metri e le persone chiamate al loro cospetto erano costrette a sedersi sulla sedia che si trovava al suo interno.
Più in trappola di così proprio non si poteva.
Nonostante i membri sembrassero dei vecchi rimbambiti che davano l'idea di non sapere nemmeno da parte fossero girati, era dotati di una forza straordinaria e per uccidere una persona con la potenza del giovane Uchiha, ad esempio, bastava anche solo uno di loro.
- Siediti pure, Sasuke. - gli disse uno dei vecchi.
Il ragazzo dai capelli neri non se lo fece ripetere due volte e con un salto si portò all'interno del tavolo.
- Tu lo sai perché ti abbiamo chiamato, vero? - gli domandò il capo; più vecchio degli altri di qualche anno e con una lunga barba grigia, riusciva a mettere in soggezione persino l'Uchiha.
- Perché a quanto pare questa volta avrei fatto qualcosa che non dovevo, anche se non ho la minima idea di che cosa possa trattarsi. - disse in tono sprezzante; non voleva sottomettersi a loro anche in quel momento.
Se proprio dovevano ucciderlo, e lui sapeva che loro ne erano capaci, che lo facessero pure. Ma alla svelta possibilmente.
Takeshi, il capo, a quelle parole cominciò a ridere.
E adesso che gli prendeva?
- Oh, no - disse - tu non hai fatto niente di sbagliato, non ancora. Ti abbiamo chiamato anche questa volta solo per chiederti un favore, la lettera era solo per non destare sospetti. - concluse con un sorrisetto, portandosi le mani all'altezza del mento e sporgendosi un po' più in avanti.
Un favore. Un'altro. Quante volte se l' era sentito dire? Centinaia? Migliaia di volte? - Di che cosa si tratta? - gli domandò poi, arrendendosi all'evidenza.
Lui non aveva alcuna via di fuga e non poteva nemmeno permettersi di disobbedire alle loro richieste.
Almeno per un po'. Questa situazione non sarebbe di certo durata per sempre, ma solo fino al momento in cui lui sarebbe riuscito a trovare un modo per sbarazzarsi di loro.
Fino ad allora però doveva portare pazienza, molta pazienza. - Tu lo sai che all'interno del nostro villaggio c'è una ragazza con un potere straordinario, vero? Ebbene lei, nonostante non si renda conto del dono che possiede, potrebbe diventare una minaccia per noi. Ciò che tu devi fare è semplice; sposala. -
- Può ripetere, prego? - si ritrovò a domandare Sasuke, sorpreso da quella richiesta.
- Devi sapere che è tradizione della loro famiglia che il potere venga passato al marito. Insomma, alla fine ci guadagneremo entrambi; quando tu la sposerai lei, attraverso un tecnica di scambio, passerà il potere a te e così potrai finalmente compiere quella vendetta che brami da tanto tempo. A noi invece basta solo sapere che la tecnica è affidata a qualcuno di cui ci fidiamo. E poi ricordati che tu hai un debito con noi. - concluse, con un tono quasi scocciato, ma anche malizioso, per ricordargli che lui aveva ancora un debito con loro.
Un debito che non sarebbe mai riuscito a saldare...
Dopo tanti anni però, lui avrebbe avuto finalmente la possibilità di uccidere Itachi e anche di sbarazzarsi del consiglio.
C'era solo un problema che rovinava il suo progetto; lui aveva già una moglie e un figlio. Certo, adesso aveva una famiglia, ma la vendetta c'era già da molto prima...
- Noi lo sappiamo che tu hai già una famiglia, quindi anche se non dovessi accettare noi capiremo la tua decisione. - disse uno degli altri consiglieri, un po' più comprensivo degli altri.
- Accetto. - dichiarò Sasuke per poi alzarsi dalla sedia, senza nemmeno ripensare due volte alla decisione che aveva preso.
La vendetta aveva da sempre avuto la priorità su tutto.
- Sapevamo di poter contare su di te. Allora agisci come meglio credi; hai campo libero. –

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Capitolo 2
*** Mi sposo... con un'altra. ***


Mi sposo... con un'altra.
Due settimane dopo.

Il caldo in cucina era davvero insostenibile.
O forse era lei che proprio non riusciva a sopportarlo.
Era stata male tutto il giorno e in più la nausea che sentiva ormai da parecchi giorni cominciava a pesarle davvero tanto.
Lo sapeva: era rimasta in cinta. Di nuovo. E adesso come avrebbe fatto a dirlo a Sasuke?
Erano già le otto di sera e lui di lì a poco sarebbe rientrato a casa, quindi apparecchiò alla svelta e si sedette su una delle tre sedie che si trovavano in cucina.
- Uffa! Non ne posso proprio più di questi compiti! - esclamò un ragazzo, entrando in cucina e sbattendo i libri sul tavolo.
Incrociò le braccia e guardò la madre con aria corrucciata.
- Lo so che cosa stai per chiedermi Naruto e la mia risposta è no, io non ti farò alcun compito. - disse lei in tono serio sporgendosi a prendere i quaderni del ragazzo per controllare se avesse fatto almeno qualcosa.
Il bambino si sedette sulla sedia di fronte alla madre, guardandola attentamente; l’avrebbe rimproverato di nuovo, lo sapeva!
Shuriken. Kunai. Tecniche varie.
- Questi non sono i compiti che ti hanno assegnato all'accademia, vero? - lo rimproverò lei.
- Ma tanto a non serve a niente fare i compiti! - dichiarò sbuffando.
- Che possa servirti o meno tu li farai lo stesso; quindi comincia. E subito! - gli ordinò cercando di sembrare autoritaria.
- Si, ho capito... Ma tu mi aiuti vero, mamma? - domandò con un sorriso.
Di fronte a quel sorriso lei cedeva sempre. E lui lo sapeva.
Era anche per questo che lui adorava la madre: nonostante lei lo sgridasse spesso e volentieri, lei c’era sempre quando lui aveva bisogno di qualcosa.
Di suo padre, nonostante il grande affetto che provava per lui, non si poteva certo di altrettanto.
- Si, ma questa è l'ultima volta, sia chiaro. - disse pur sapendo che questa situazione si sarebbe ripetuta altre volte e che lei, non gli avrebbe mai negato il suo aiuto.
- Sai mamma, oggi all'accademia mi hanno detto che sono il migliore all'accademia, cioè, per quanto riguarda la pratica... - disse orgoglioso, alzando lo sguardo per incrociare quello altrettanto fiero della madre.
- ... mentre nella teoria sei un vero disastro, vero? - finì lei con un tono che doveva sembrare arrabbiato, ma che alla fine lasciava trapelare una risata.
- Sei proprio uguale all'altro Naruto... - affermò poi rassegnata e esasperata abbassando la testa, ma sempre sorridente - Santo cielo! -
- Non dire così. Guarda che questa volta mi sono impegnato tanto a studiare - dichiarò lui annuendo e con un tono serio.
- Ah, si? - chiese lei un po', tanto, scettica.
- Ho fatto uno sforzo enorme! - esclamò il ragazzo dai capelli neri, offeso dalla mancanza di fiducia della madre - Sono perfino riuscito a rimenare concentrato su un libro la bellezza di cinquanta... -
- ...secondi? - concluse lei,alzando le sopracciglia.
- Beh, si comincia sempre da poco, no? -
- Si, ma tu stai incominciando proprio dal minimo indispensabile. Sarà meglio che cominci ad impegnarti un po' di più. -
- Un giorno mamma diventerò il ninja più forte di questo villaggio, te lo prometto e allora tu non mi rimprovererai più se non faccio i compiti. - dichiarò alzandosi in piedi, come se stesse facendo un giuramento.
- Fino ad allora però è meglio che tu li faccia, i compiti. -
- Uffa! - esclamò risedendosi deluso.
Lei non capiva il suo genio; non sapeva che anche senza studiare, lui poteva benissimo farcela. Certo, un po’ di studio gli avrebbe fatto comodo, ma non era proprio il caso di farne una tragedia greca.
- A proposito, che cosa state studiando adesso? - gli domandò lei per semplice curiosità.
- Una roba noiosissima; i vari tipi di veleno e delle tecniche di trasformazione. Mah,ne potrei anche fare a meno. Tanto non mi serviranno mai. - disse sbuffando e concentrandosi, una volta tanto, sui libri.
- Sì, in effetti li odiavo pure io quando frequentavo l'accademia. -
Con un aspetto identico a quello del padre, se non fosse per i grandi occhi verdi, Naruto era un tredicenne estroverso ed energico.
Era molto intelligente, sfortunatamente però la sua intelligenza era inversamente proporzionale alla sua voglia di frequentare l'accademia.
Detestava fare tutti quegli esercizi per casa, senza contare il fatto che ogni tanto se li ritrovava pure negli incubi.
Amava invece essere al centro dell' attenzione e mostrare la sua bravura agli altri.
Drin Dron
- E' papà! - esclamò il ragazzo per poi precipitarsi ad aprirgli la porta.
Lui adorava il padre.
- Sakura, devo parlarti. - disse Sasuke, entrando in cucina e sedendosi vicino a lei.
La guardava serio, fissa negli occhi.
Quei suoi occhi dotati di Sharingan che avrebbero dovuto esprimerle tanto, ma che invece non le dicevano proprio niente su ciò che pensava.
Che si fosse accorto che lei era in cinta? Se era così era davvero un sollievo; lei non avrebbe saputo come dirglielo.
- D'accordo, parla pure. - gli disse guardandolo negli occhi.
Naruto intanto osservava curioso i suoi genitori, impaziente di sapere di che cosa il padre volesse parlare alla madre.
- Sakura, io mi sposo... - cominciò a dire il moro in modo serio.
In effetti loro non si erano mai sposati ufficialmente, nonostante venissero ritenuti da tutti marito e moglie, quindi non era poi così strano che volesse consolidare il loro rapporto con una cerimonia ufficiale, no?
- ... con un'altra. - finì non mostrandosi per niente dispiaciuto per la notizia che aveva dato.
Una volta tanto doveva essere sincero con lei.
Gli occhi fissi su di lui; le mani tremanti e la voce… inesistente.
- M- ma c- che cos- sa s- stai dicendo! ? - domandò poi ad alta voce alzandosi di scatto dalla sedia.
A quel punto si alzò anche lui e l'unico a rimanere seduto, forse perché non ben conscio di ciò che stava capitando, era Naruto.
- Mamma, che cosa vuol dire che si sposa con un'altra? - domandò il ragazzo.
- Tesoro vai in camera tua, io adesso devo parlare con papà. - disse cercando di sorridere al figlio che nel frattempo si era avvicinato a lei.
Gli scompigliò i capelli cercando di tranquillizzarlo ed il bambino infine decise di seguire il consiglio della donna, andandosene in camera sua.
- Come sarebbe a dire che ti sposi con un'altra? - gridò lei sconvolta, una volta rimasti soli.
- Lo sai benissimo il motivo per cui ti ho sposata. Io non ti amo e non ti ho mai amata. Non credo di aver più debiti nei tuoi confronti e quindi adesso mi sposo. Non ci vedo niente di strano. - le disse in tono gelido lui.
Certo che lo sapeva il motivo. E sapeva anche che lui non l'amava.
- E Naruto? Lui è anche tuo figlio! -
- Se proprio non riesci a badare a lui posso prendermelo io. -
Ma come si permetteva? ! Certo che riusciva a badare a suo figlio!
- No, tu non ti prendi proprio niente, lui rimane con me. Ma come credi che dovremo fare noi da soli, senza di te? -
- Non lo so. Cavatela da sola, una volta tanto. Io non ci sarei sempre stato, lo sapevi, no? -
- E questa sarebbe una giustificazione, secondo te? -
- Io non devo darti proprio alcuna giustificazione. - affermò uscendo dalla cucina.
Non molto dopo sentì la porta d'ingresso aprirsi e successivamente chiudersi; Sasuke se n'era andato.
La ragazza dai capelli di uno strano colore si sedette, scoppiando a piangere.
E lei che cosa doveva fare adesso? Sola con un, anzi due, figli a carico?
- Mamma, dov'è andato papà? - domandò Naruto, che si era affacciato alla porta della cucina.
- Papà è solo andato a fare una passeggiata, amore. Tornerà subito. - mentì al figlio cercando di essere convincente e soffocando le lacrime che le scorrevano sul viso.
- Va bene, mamma. Se lo dici tu. -
- Adesso però tu mangia qualcosa, va bene? -
- No, non ho tanta fame stasera. - affermò avvicinandosi a Sakura per poi abbracciarla.
- Mamma, io lo so che papà ritornerà quindi non preoccuparti. - le disse cercando di asciugarle le lacrime con le maniche della sua maglia.
- Grazie tesoro, ora vai a dormire. -
- Si, ma tu promettimi che non piangerai più e che mangerai qualcosa.-
- Non piangerò più, te lo prometto, tesoro. -
- Allora va bene. - disse abbracciandola e accarezzandole la pancia un'ultima volta prima di andarsene.
Era per questo che Sasuke rientrava tardi a casa in queste ultime due settimane.
Era stata davvero una sciocca a non accorgersene. Lui aveva un'altra.
Nel suo inconscio sapeva che questo momento prima o poi sarebbe giunto, ma sperava accadesse il più tardi possibile.
Quando quattordici anni prima Sasuke si era presentato a Konoha ferito a morte dopo uno contro Itachi, lei l'aveva curato e anche difeso in ospedale da quelli che avevano tentato alla sua vita.
Benché l'Uchiha avesse espressamente chiesto scusa, forse solo per comodità, ma ciò non importava, per quello che aveva fatto, il consiglio non solo gli aveva negato il diritto d'asilo, bensì aveva pure minacciato di ucciderlo se non se ne fosse andato entro mezzo mese.
Solo Naruto e poche altre persone, come Neji, non si erano opposte alla sua reintegrazione nel villaggio, ciò nondimeno alla fine la scelta migliore era stata quella di andarsene.
Ed era stato proprio il giorno della partenza che lei gli si era presentata davanti, pronta a partire con lui e decisa a non accettare un no come risposta .
Non voleva che le cose andassero come l'ultima volta in cui era partito.
Dopo varie discussioni, pur mostrandosi un po' scettico sul da farsi, Sasuke aveva ceduto alle sue richieste e l'aveva portata con sé.
In fondo lui aveva un debito con Sakura; lei gli aveva salvato la vita parecchie volte in ospedale, quando lui era stato ancora in uno stato di coma.
Doveva trovare il modo per sdebitarsi.
Ma la voce del loro tradimento e della loro fuga si era sparsa molto velocemente e nessuno dei villaggi circostanti sembrava volerli accettare.
Solo il villaggio delle conchiglie si era mostrato disposto ad ospitare due ninja traditori come loro. Ma la loro accoglienza aveva un prezzo...
Avendo delle grandi capacità in campo medico, lei era stata assunta in ospedale, lui invece, non era stato altrettanto fortunato.
L'Uchiha nei primi mesi l'aveva rassicurata dicendole che il suo compito consisteva nel compiere delle missioni.
Lei però lo sapeva in che cosa consistevano queste missioni, nonostante lui non glielo avesse spiegato esplicitamente.
In genere si trattava di eliminare coloro che il consiglio consideravano nemici politici, cioè semplici cittadini che non approvavano i membri del consiglio, ritenuti corrotti e senza scrupoli. Ed era anche per questo che molti abitanti del villaggio non vedevano di buon occhio la famiglia Uchiha, soprattutto il marito.
Ma d'ora in poi non ci sarebbe stato più alcun marito. Lei era da sola con i figli.
Aveva deciso; lei ce l'avrebbe fatta anche senza il suo aiuto.
Aveva Naruto, e questo le bastava.
Certo, sapeva che suo figlio avrebbe sofferto a causa dell'assenza del padre, ma sarebbe comunque potuto andare a trovarlo.
E in più avrebbe fatto di tutto per non fargli mancare la mancanza della figura paterna. Si sarebbe allenata con lui e avrebbe sostituito Sasuke in tutti i suoi ruoli.
Lei ce l'avrebbe fatta, perché lei era forte e non si sarebbe fatta abbattere.
O perlomeno lo sperava...

Note dell'Autrice
Ringraio tutti coloro che hanno letto/ commentato^^.
Il prossimo sarà l’ultimo capitolo.
LadySaika; Mi fa piacere che il capitolo scorso abbia suscitato il tuo interesse, spero che valga altrettanto per questo. Ciao e a presto^^.
Hele91; Grazie ^//^ Scritta molto bene? * rotola dalle risate* Ma figuriamoci XD. Comunque grazie per il commento.
Shadow Madness; Grazie tesoro, sei gentile come sempre ^-^! Baci e al prossimo capitolo.
Pervinca22; Con te è impossibile parlare è_é XD Comunque sì, il morto c’è XDDD. Baci^^.

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Capitolo 3
*** Perdonami... mamma. ***


Perdonami... mamma.
Il giorno dopo.

Quando rientrò dal lavoro, Sakura trovò il figlio appoggiato al muro del corridoio.
La sua espressione era vuota e spaventata e i suoi occhi stavano quasi per riempiersi di lacrime.
- Tesoro, ma cos' hai? - gli domandò preoccupata.
- Papà è ritornato, mamma.- disse alzando lo sguardo solo per un attimo.
- Ah. E ora dov' è? - gli chiese, curiosa ed impaziente di sapere la risposta.
- Nella tua camera. – rispose atono, evitando di guardarla.
- Naruto, ma che hai? - gli domandò nuovamente avvicinandosi a lui per abbracciarlo.
Era strano, Naruto non si comportava mai così.
Forse Sasuke quando era ritornato gli aveva detto che se ne sarebbe andato per sempre ed era per questo che lui adesso era così sconvolto.
Perché lui adorava il padre e desiderava tanto essere come lui.
Allora lei sciolse l'abbraccio e si diresse nella sua camera da letto, desiderosa di avere delle spiegazioni da Sasuke.
Almeno qualcuno avrebbe dato una risposta alle sue domande, no?
Entrando nella sua stanza trovò Sasuke sdraiato sul letto; probabilmente si era addormentato. Allora lei gli si avvicinò e cominciò a scuoterlo perché si svegliasse, ma sembrava che lui non avesse alcuna intenzione di alzarsi e fornirle delle spiegazioni.
- Vuoi svegliarti?! – gli gridò lei, ma non ricevette alcuna risposta.
Solo poco dopo notò che c'era un bicchiere, che lei non aveva lasciato lì la mattina, sopra il suo comodino.
Lo prese in mano e lo esaminò; arsenico.
Dentro al bicchiere c'erano tracce di arsenico.
Osservandolo meglio si accorse che in effetti l'Uchiha era un po' più pallido del solito, ma cosa più importante, lui non respirava più.
- Naruto, ma cos'hai fatto!? – urlò dirigendosi dal figlio.
Il ragazzo nel frattempo si era seduto e abbracciava le ginocchia che aveva portato all'altezza del mento.
- Perdonami... mamma. – disse con gli occhi rossi e gonfi, continuando a piangere.
A quel punto le ginocchia di Sakura cedettero e si ritrovò in ginocchio.
- Ma perché l'hai fatto? -
- Sai mamma, se lui ci avesse ripudiati io non sarei mai potuto diventare jonin perché la legge lo proibisce. Io non sarei più riuscito a diventare il più forte del villaggio e tu non saresti stata fiera di me. -
- Ma cosa stai dicendo? Certo che sarei stata ugualmente orgogliosa di te. - affermò tra le lacrime.
- E poi mamma io lo so che tu aspetti un altro bimbo, non volevo che ci abbandonasse perché tu e il bimbo sareste stati tristi senza di lui. -
- Oh, Naruto... -
Drin Drin
E adesso chi era? Che cosa volevano proprio adesso?
Sakura si alzò asciugandosi le lacrime e aprì la porta.
- Mi scusi signora, sono uno dei membri del consiglio ed ero venuto a cercare suo marito. E' in casa? - le chiese un vecchietto sulla mezza età.
E adesso che cosa doveva rispondere?
- No, mi dispiace. In questo momento non si trova a casa. -
- Ah, non importa. Allora glielo riferisca lei che noi accettiamo la sua decisione, infondo era giusto che lui scegliesse la sua famiglia all'altra ragazza. Nonostante ce l'abbia comunicato solo ieri sera. -
- ... -

Note dell’Autrice
Beh, questa è la fine.
LadySaika; Ci ha pensato Naruto ad Ucciderlo. Sì, Naruto, non poteva chiamarsi altrimenti XD. Grazie per il complimenti ^.^! Baci^^.
Shadow Madness; Povero il mio Sasuke XD Lo odiamo tutti XD Grazie per tutto come la solito^^. Bacioni.
Hele91; Grazie anche se non me lo merito^^. Spero che il capitolo ti sia piaciuto. Baci^^.

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