Another Harry Potter's story...

di lady_violet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 01. è il tuo destino! ***
Capitolo 3: *** 02. Per un pelo... ***
Capitolo 4: *** 03. Ritorno a casa con innesti serpenteschi ***
Capitolo 5: *** 04. Fiammella immaginaria e una lettera misteriosa ***
Capitolo 6: *** 05.Ricordati di loro. Accetta ciò che sei ***
Capitolo 7: *** 06. Viaggetto ***
Capitolo 8: *** 07. Novità e stranezze a Diagon Alley ***
Capitolo 9: *** 08. Un nuovo amico ***
Capitolo 10: *** 09. Il treno magico ***
Capitolo 11: *** 10. incontri e scontri ***
Capitolo 12: *** 11. eccoci qui ***
Capitolo 13: *** 11. Colpo di fulmine ***
Capitolo 14: *** 13. Che tormento quel ragazzo... ***
Capitolo 15: *** 14. tangenziale ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


mio

Another Harry Potter’s story

 

Prologo

…”Harry… tu sei un mago”.

Nella catapecchia piombò il silenzio. Si sentiva solo il frangersi delle onde e l’ululato del vento.

“Che cosa sono, io?” chiese Harry senza fiato.

“Un mago, chiaro?” disse Hagrid tornando a sedersi sul divano che gemette e si affossò ancora di più. “Anzi un mago coi fiocchi, direi, una volta che avrai studiato un pochetto. Con un papà e una mamma come i tuoi, che cos’altro poteva venir fuori? Penso proprio che è venuto il momento di leggere questa lettera”.

Harry allungò la mano per prendere finalmente la busta gialla, scritta con inchiostro verde smeraldo, indirizzata al Signor H. Potter, Piano terra, Catapecchia sullo scoglio, Mare.

Tirò fuori la lettera e la lesse tutta d’un fiato. Man mano che i suoi occhi scorrevano su quella grafia elaborata, un milione di domande gli fiorivano in testa e appena ebbe finito di leggere, l’incredulità era tatuata sui suoi occhi. Si schiarì la voce in imbarazzo per lo sguardo carico di aspettative del gigante che si trovava davanti a lui e disse:”Scusami, ma lo scherzo non è affatto divertente, stavolta”

Hagrid strabuzzò gli occhi a quelle parole e disse:”M…ma come? Uno scherzo? No no ragazzo è tutto vero”.

Lo scrutò per un istante, sembrava sincero, ma molte volte i suoi “amici” gli avevano fatto scherzi simili e lui, un ingenuo bambino carico di aspettative, si era fatto sempre ingannare, ma adesso basta. Era grande per la miseria! Aveva appena compiuto 11 anni e non si sarebbe più fatto raggirare da nessuno, mai più.

Era calato un silenzio opprimente su quella stanza e solo il vento rendeva viva quell’atmosfera così statica. I coniugi Dursley lo stavano guardando impauriti ed increduli, mentre zia Petunia teneva una mano sul braccio del marito, come per trattenerlo. Dudley invece, non sembrava minimamente toccato dalla faccenda e si mangiava con tanto d’occhi la torta, abbandonata in un angolo.

“Mi spiace, ma non verrò con te” disse con voce ferma

“Harry! Ma che dici!? È tutto vero! Hai letto la lettera, ti aspettano a Hogwarts e Silente resterà molto deluso se non ci vieni e poi sei iscritto fin dalla nascita dai tuoi genitori” replicò Hagrid con voce supplicante.

Aveva nominato i suoi genitori, tasto dolente.

Sentì una fitta di dolore attraversargli il petto e chiese:”Tu che cosa sai sui miei genitori?”

Hagrid lo guardò ancora più sorpreso e farfugliò:”T..tu non sai chi sono e che gran persone erano i tuoi genitori? Che orribile fine però, poverini” completò rattristandosi e poi solennemente aggiunse:”Io li ho conosciuti, grandi persone e maghi molto abili”

Un guizzò di rabbia trasparì dallo sguardo del ragazzo. Come era possibile che un estraneo ne sapeva più di lui, su i suoi genitori?

“So che fine hanno fatto e so per certo che era delle persone apposto” replicò dandosi un contegno, sapeva dell’incidente d’auto dove lui si era miracolosamente salvato con soltanto quel segno che arrecava sulla fronte. Se la toccò inconsapevolmente e Hagrid disse:”Lo sai? Ma, allora non capisco, perché non vuoi venire con me?”

Il ragazzo abbassò lo sguardo per imprimersi coraggio e pensò tra sé che per un attimo si era illuso, gli era parso il guizzo di felicità che aspettava da ben undici anni, ma non voleva darsi delle false speranze nuovamente, il suo povero cuoricino non avrebbe retto. Si ricordava ancora quella volta in cui i Dursley, credendosi divertenti lo avevano illuso che i suoi genitori erano vivi e che lo stavano aspettando alla porta, ma ovviamente  era tutto uno scherzo e davanti alla sua faccia delusa e ai suoi occhi pieni di lacrime, dopo aver scoperto l’inganno, erano scoppiati in una risata derisoria, incuranti dei suoi sentimenti.

“Io non vengo” ringhiò sillabando ogni parola. A quel punto si girò e salì le scale, per lasciarsi alle spalla anche l’ennesimo scherzo. Il gigante lo guardò con sempre più delusione nello sguardo e alla fine gli gridò dietro:”Harry! Non puoi scappare è il tuo destino!”

Harry lo ignorò e si chiuse la porta alle spalle.

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Bè? Che ne pensate? Mi è venuta l'idea rivedendo per l'ennesima volta il film e alla domanda di Hagrid:"A meno che tu non preferisca restare?" mi sono chiesta: e se Harry non accettasse di venire con lui??? In che modo si svolgerà il suo destino?..... Per favore recensite e fatemi sapere se vale la pena portare avanti questa storia. Non aggiornerò per un paio di settimane perchè sarò in vacanza, quindi buon Vingardium Leviosa a tutti!!! e mi raccomando recensiteeeeeeeeeeeeeeeeee........!!!!!!!

 

 

 

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Capitolo 2
*** 01. è il tuo destino! ***


ghrth

01. è il tuo destino!

 

Era incredibile quello che era successo poco fa. Harry, furibondo si diresse verso la finestra e venne investito dalla violenza dell’oceano. Le goccioline gli schizzavano la faccia, appannandogli gli occhiali. Rimase in quella posizione, affacciato alla finestra per un tempo interminabile ripensando a tutta quella faccenda. Però, doveva proprio ammettere che il trucco delle lettere portate dai gufi e che intasavano la casa dei Dursley aveva dato il suo contributo a rendere quella faccenda impossibile più realistica. E… se fosse vero tutto ciò? E se fossi realmente un mago? Pensò Harry con espressione assorta ripensando a tutti quei fatti inspiegabili che erano successi durante la sua breve vita e di cui ne aveva pagato le conseguenze grazie alle punizioni degli zii. Si riscosse prima di cominciare a credere in quella storia, perché stavolta non avrebbe retto e sarebbe crollato. Già era difficile di suo la vita a gomito a gomito con gli zii e Dudley e quegli scherzi erano veramente di troppo e doveva fermare tutta quella faccenda. Stavolta li avrebbe smascherati, decise. Con determinazione si diresse a passi felpati verso la porta e scese lentamente sulle scale e si accucciò in una posizione che gli permettesse di vedere e sentire tutto ciò che accadeva giù, ma che gli consentiva anche di non essere visto. Aguzzò la vista e l’udito, notando che il gigante era ancora li e che si rifiutava di andarsene.

“… Ho detto mille volte che non me ne vado senza il ragazzo! Silente ci resterebbe molto male e io non posso deluderlo” stava dicendo con fermezza, guardando i Dursley in una maniera tale che anche un drago ne resterebbe impaurito e quindi i poveri zii erano accucciati in un angolino, formando uno squadrone massiccio con il loro corpo e farfugliando parole sconnesse. Hagrid all’improvviso estrasse un ombrello e Dudley si lasciò scappare una risata stridula. Il gigante gli scoccò un’occhiata infastidita, ma per il resto lo ignorò e si limitò a puntarlo tra le ceneri grigie del camino. All’improvviso nacque una scintilla di vita e un allegro fuocherello scoppiettò da li a un minuto, rallegrando l’atmosfera tesa presente nella stanza.

Wow pensò Harry, quell’ombrello doveva essere un lancia fiamme.

“Senta signore” esclamò all’improvviso lo zio, alzandosi e puntando un ditone verso il gigante e calcando con sdegno sulla parola “signore”.

“Lei non ha assolutamente diritto di stare qui, se ne vada altrimenti chiamo la polizia e la faccio arrestare” completò, ma la sua voce dapprima possente diventava dopo ogni parola un suono così fievole che all’ultima parola Harry dovette tendere l’orecchio per capire cosa avesse detto. All’inizio non capì il suo comportamento, ma dopo che ebbe lanciato uno sguardo ad Hagrid, sollevando un poco la testa, notò che il gigante stava puntando quello strano ombrellino contro l’uomo con gli occhi che lanciavano saette:”L’ho detto prima e lo ripeto, non me ne andrò senza Harry”.

A quel punto gli zii si lanciarono un’occhiata e zia Petunia disse:”A questo punto diamogli il ragazzo, sempre meglio lui che noi”

“Giusto cara sono d’accordo, però devo sottolineare il fatto che non spenderò un centesimo per mandarlo a questa scuola di pagliacci con un vecchio bacucco a capo” ribattè soddisfatto della soluzione appena trovata.

Hagrid in quel momento, sembrò diventare ancora più grande se possibile, ed occupò tutto lo spazio disponibile e, come un vulcano in eruzione, sibilò:”Mai insultare Albus Silente davanti a me. Poi dovete spiegarmi, dov’è finito l’affetto che vi lega a vostro nipote?”

I tre Dursley si guardarono spaventati e non sapendo che rispondere, farfugliarono frasi del tipo:”Beh, ecco n…noi siamo di la e s..se lo prenda pure” e subito dopo si defilarono, trascinando dietro di loro un Dudley che diceva addio a quella bontà ricoperta di glassa, abbandonata in un angolino sul tavolo smunto. Il gigante rimase attonito per qualche secondo e borbottò:”Che conigli questi babbani” ed imboccò la via verso le scale.

Improvvisamente, Harry capì che si stava dirigendo verso di lui e d’un lampo si defilò nella stanza in cui era stato poco prima, richiudendo velocemente la porta dietro di lui e si affacciò alla finestra, fingendo di non essere minimamente toccato dalla faccenda. Qualche istante dopo udì un delicato bussare alla porta e questo lo sorprese: dalla stazza di quell’uomo si era immaginato un suono più violento e sicuro. Disse avanti e si trovò davanti un Hagrid con la faccia di un cerbiatto sperduto. Cominciò a capire un po’ il suo carattere e si accorse che era come i dolcetti che rubava agli zii quando loro uscivano: duro fuori ma con una morbida crema delicata all’interno.

“Harry…” esordì insicuro torturandosi le mani:”Per favore devi credermi, è tutto vero e devi venire per forza con me. Devi comprare quelle cose da maghi e poi ti devo portare alla stazione e…”

“Pensavo che a quella scuola si ci arrivasse a groppa di qualche drago, non è un po’ banale l’idea del treno?” esclamò all’improvviso deridendolo e interrompendolo.

Un po’ in difficoltà, Hagrid ignorò la sua battuta sarcastica e continuò, come se si fosse preparato un discorso, per non perdere il segno:” E… e oltre ti devo spiegare come arrivare al treno e devi andare a Hogwarts. È un posto bellissimo li, accipicchia e sarà come una  seconda casa li e… e poi il preside è bravissimo e gli insegnanti non sono da meno a parte il professor Piton che in realtà mi sta un po’ sulla pancia, ma comunque dicevo…” continuò per un bel po’ a elencarmi i pregi di quel posto, parlandogli della piovra che viveva in un lago nel cortile della scuola, dei permessi di uscita a Hogsmeade e descrivendo tutte le meraviglie di quel castello stregato in cui il soffitto assumeva i colori del cielo, le scale decidevano da sole dove portarti e in cui  personaggi nei dipinti parlavano!

Ascoltò tutta quella storia fingendo disinteresse, ma lentamente, qualcosa simile a una sensazione sopita da tanto tempo si agitò dentro di me, come un animale appena risvegliato dal letargo e cominciò ad entusiasmarsi a quella descrizione tanto appassionante e, a tratti si emozionava anche lui quando coglieva una scintilla d’emozione negli occhi di Hagrid o nella sua voce e si fece trasportare in quella dimensione parallela e tanto bizzarra. Appena ebbe finito, si accorse di pendere letteralmente dalle sua labbra, non perché le sue doti oratorie fossero eccezionali ma per ciò che aveva detto. Gli dava un dieci e lode per la fantasia, wow, gli sembrava di aver visto coi propri occhi quelle bizzarrie, pensò Harry, ma in quel momento non gli era parso tanto sbagliato, anzi, tutto il resto, il mondo “reale” quello monotono e uguale di tutti i giorni, gli era parso l’universo sbagliato.

Si schiarì la voce e disse:”Bella storia complimenti e ottima fantasia soprattutto. Quanto l’hanno pagata i Dursley per inscenare tutta questa cosa?? Spero che ne sia valsa la pena, perché io non gli darò più l’opportunità di farmi vedere fragile ai loro occhi e quindi di farmi prendere in giro”

Il gigante lo guardò sconfortato e ribattè:”Ma come fai a non credere a tutto ciò?? Te l’ho già detto è il tuo destino e ce l’hai nel sangue. Anche i tuoi genitori erano dei maghi e sono andati ad Hogwarts”

“Non immischiare anche i miei genitori in questa faccenda, lasciali fuori perché sono stati già usati in questi stupidi scherzi” replicò stizzito:”Ti ho già detto quel che ho deciso, non verrò con te, sia chiaro” terminò, testardo.

A quel punto, Hagrid si arrabbiò e disse:”Porca miseria, sei più cocciuto di Fuffy! Adesso basta fare i capricci” e a quel punto lo sollevò di peso ed ignorando le sue proteste, lo trascinò al piano di sotto e aprendo la porta della catapecchia si ritrovarono di fronte ad un enorme moto nera Per un attimo Harry si chiese come avesse fatto a trasportare quell’aggeggio su quell’isola, ma poi si ritrovò improvvisamente coi piedi per terra, barcollante.

Tremava dal freddo e la pioggia non aiutava affatto. Si passò le mani sulle braccia, cercando di trasmettersi un po’ di calore sfregandosele e a quel punto disse, con voce esitante :”Che intenzioni hai?”

Il gigante lo guardò con espressione scocciata e con ovvietà rispose:”Ma ad Hogwarts ovviamente”

Il ragazzo si rifiutò categoricamente e scappò in casa, seguito da Hagrid che tentava di riacciuffarlo, e si andò a nascondere dietro un armadio, al piano di sopra. Nel frattempo il gigante lo cercava dappertutto, chiamando il suo nome, ma non avendo ottenuto risposta, si passò una mano attraverso la sua chioma selvaggia color ruggine e avvicinandosi al camino buttò una manciata di polvere verde e si inginocchiò, infilando la testa fra la cenere.

“Professor Silente!” bisbigliò Hagrid, con le ginocchia dolenti e la schiena ricurva per la posizione alquanto scomoda.

Aspettò qualche secondo e finalmente ottenne una risposta:”Hagrid! Che succede?” esclamò una voce ad un paio di centinaia di kilometri di distanza, in uno studio riccamente decorato.

“Professore, ho qualche problema con il ragazzo. Si rifiuta di venire con me, non so più che fare. Ho provato a convincerlo con la lettera che lei ha scritto, descrivendogli Hogwarts e alla fine l’ho portato via di peso, ma mi è scappato e ora non so dove è finito” spiegò con voce affranta

Ci fu qualche istante di silenzio, interrotto solo dal boato dell’oceano e dalle onde che si infrangevano sugli scogli e finalmente la tanto agognata risposta venne:”Ascolta Hagrid, hai fatto bene il tuo compito non ti devi abbattere, però l’ultima parte te la dovevi veramente risparmiare. Se non vuole non possiamo costringerlo contro il suo volere. Sarebbe una violenza e non si fiderebbe mai di noi. Ora torna ad Hogwarts e al tuo ritorno penseremo ad una soluzione” terminò con una nota risoluta e affranta nella voce millenaria, che sembrava venata da una saggezza infinita.

“Si signore, sto tornando” disse Hagrid, abbandonando finalmente quella posizione scomoda e, dopo essersi pulito le mani sporche di fuliggine sui pantaloni, alzò la voce, che si diffuse come un boato in tutta la casa e disse:”Harry ti convinceremo. È il tuo destino” terminò con le stesse parole che aveva pronunciato poco prima e il ragazzo, sentendo quelle parole, avvertì uno strano brivido propagarsi in tutto il suo corpo. Il suo destino…

 

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eccomi qui!! Forse vi ho fatto aspettare un pò troppo, ma ho avuto un pò di problemi e vi chiedo umilmente scusa... Comunque ringrazio chi ha dato fiducia la storia perchè è diversa da tutte le altre e spero proprio di non deludervi, sviluppandola in modo sbagliato.....

Vivian Hope= ciaooo!!!! :-) bene allora ne aspetto di più lunghe la prossima volta se ti andrà di recensire ancora ( ti preeego).   Grazie tantissimo della fiducia e spero che ti piaccia anche questo cap! alla prossima allora!...

dodo=  ceeerto!! :-) la continuerò anche se ci sarà solo una persona che la seguirà ( spero proprio di no)...  Per i tempi ora mi regolerò, perchè ho anche un altra storia che sto scrivendo e purtroppo non mi posso dedicare totalmente a questa, ma non sorpasserò mai una settimana come tempo d'attesa, lo giuro!!  Si anche a  me mentre lo scrivevo me ne ha fatto e anche tanta... ringrazio anche a te per la fiducia ed eccoti acconteta con questo, spero che ti piaccia pure, se non ti secca dimmi se ti piace :-)... a presto dodo!!

symbolique=  Ehi... In effetti hai ragione a pieno :-)... Mi è venuta questa idea riguardando il primo film...  Grazie e per fortuna così al tuo ritorno la troverai pronta... Spero che passi buone vacanze, un bacio :-*
 

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Capitolo 3
*** 02. Per un pelo... ***


gugugu

02. Per un pelo

 

I Dursley insistettero per restare in quella catapecchia ancora qualche giorno, solo per accertarsi che non ci fossero più voli sospetti di gufi, giganti in visita nel cuore della notte e lettere sospette scritte con inchiostro verde smeraldo.

Quei giorni per Harry furono un vero strazio perché dovette sopportare tutte le lamentele da parte del cugino che non ce la faceva più a stare lontano dai suoi adorati videogiochi e a detta di lui:”A non fare fuori almeno un alieno al giorno” e quindi i passatempi li dentro erano veramente pochi e quando Dudley trovò un bastone, nascosto in un angolino in una stanza che un tempo doveva avere la funzione di cucina, ora il suo divertimento era quello di pungolare il povero ragazzo.

Quest’ultimo in quei momenti di svago ( solo per Dudley si intende) si andava a rifugiare su un masso messo in sporgenza sul mare e in cui il cugino non avrebbe mai avuto né il fegato né le capacità per raggiungerlo.

Harry si rintanava spesso in una nicchia naturale e passava il suo tempo a cercare molluschi oppure si lasciava semplicemente assordare dal fragore delle onde così da non dovere pensare niente, o meglio, quasi niente. Il ricordo di quella notte del suo undicesimo compleanno tornava sempre a bussare per avere uno spiraglio, ma Harry lo ricacciava sempre in fondo alla sua mente.  Era troppo assurdo solo a pensarlo. Per tutta la vita aveva creduto di essere un orfano sfortunato e ora li si presentava lo spiraglio di luce che cercava da ben dieci anni: una via d’uscita, per scappare da quell’esistenza monotona e solitaria, perché non c’era mai stato nessuno che lo capisse, neanche in superficie. Invece pochi giorni fa gli si era presentata davanti, come un regalo a sorpresa per il suo compleanno, la via di fuga e lui l’aveva rifiutata, perché era tutta una balla ovviamente. Il ragazzo sospirò e appoggiò la nuca sui gomiti, distendendosi in quello spazio angusto che era riuscito a trovare.

“Potter!!”

Un’improvvisa gridata da parte dello zio lo fece sobbalzare ed aprì gli occhi di scatto rimanendo in ascolto. Infatti pochi secondi dopo, come un’eco, arrivò il seguito del richiamo:”Vieni subito qui ragazzo, stiamo andando via. Sbrigati altrimenti ti lasciamo qui”

Harry sapeva che la minaccia non era infondata e che ne sarebbero stati fin troppo capaci e quindi si affrettò a sgusciare tra uno scoglio e l’altro, rischiando più volte di spaccarsi la faccia, per arrivare in tempo. Arrivò a portata di vista da parte di zia Petunia che, con brevi gesti secchi, gli fece capire di affrettarsi. Poteva benissimo vincere una medaglia d’oro per la velocità con cui era giunto li, pensò Harry emettendo uno sbuffo e distraendosi nell’ultimo salto con cui stava per toccare terra e raggiungere i suoi parenti.

All’improvviso, una ricorrenza di cause gli fece perdere qualche battiti al suo povero cuoricino : il piede gli scivolò leggermente di lato a causa della roccia un po’ troppo sdrucciolevole, le scarpe, troppo grandi per lui e con le suole troppo lisce, non gli permisero di riacquistare l’equilibrio necessario e l’ultima cosa che videro i suoi occhi spalancati per la paura, fu lo sgomento presente sul volto della zia.

In quei pochi istanti vide avvicinarsi, con lentezza esasperante, la punta aguzza di uno scoglio e ne distinse tutti i dettagli, anche quelli più insulsi. In quei momenti non pensava niente, la sua mente era vuota ed Harry osservava la scena come se fosse un osservatore esterno. Sapeva che, se non avesse fatto qualcosa in tempo si sarebbe ritrovato con la testa spaccata da quella roccia che si avvicinava lentamente, come a prendersi gioco di lui e ad intimargli che poteva prendere la sua debole vita in qualsiasi momento. Di solito uno si immagina che in quei momenti riveda nella sua mente una piccola proiezione della sua vita, ma non c’è balla più grande di questa. In quegli istanti cruciali l’adrenalina ti annebbia il cervello e il cuore ti si paralizza in una morsa e ti balza in petto. Harry chiuse gli occhi e il suo ultimo pensiero andò ai suoi genitori:” Mamma… Papà… finalmente staremo insieme adesso, per sempre”.

Una lacrima scese lentamente sulla sua guancia e si arrese all’inevitabile.

Sentì una fiotta di calore attraversargli tutto il corpo e si rese conto di non provare il dolore atroce che aveva previsto, forse la morte aveva avuto pietà di lui. Serrò più forte gli occhi e si rese conto, sgomento di essere ancora vivo, oppure,  pensò di essere sospeso in un limbo. Se indirizzava il suo sguardo a terra poteva osservare sicuramente la sua testa annegata in un lago di sangue che si disperdeva nell’oceano, colorando la roccia di un malsano colore cremisi.

Attese…

Un secondo…

Due secondi…

Un minuto…

All’improvviso aprì gli occhi e si ritrovò sospeso a mezz’aria con una scintilla di sorpresa e sollievo a rallegrargli lo sguardo. Si tastò la testa ma non trovò nessuna ferita. Si toccò tutto il corpo velocemente per assicurarsi di essere li in carne ed ossa e di non essere un fantasma. Una risata liberatoria si propagò dal profondo del suo essere, sciogliendogli il grumo di angoscia che sentiva che gli stava bloccando il respiro. Continuò a ridere e ciò fece accorrere tutta la famiglia Dursley al completo che lo guardò come se fosse un mostro. In effetti chi ha mai visto un ragazzo volare, senza alcun filo o qualche altro aggeggio a suo sostegno?

“T…tu sei un mostro!” gridò zio Vernon, mentre Dudley lo guardava con gli occhietti spalancati per il terrore e lasciava cadere a terra il bastone con cui voleva pungolarlo un attimo prima.

Ci fu un attimo di silenzio e quattro sguardi osservarono il bastone rimbalzare sul terreno fino a rotolare via dai Dursley, verso Harry. L’attenzione venne nuovamente catalizzata verso il ragazzo che intanto se ne stava sospeso a un metro da terra e provava nel petto una sensazione così leggera da farlo sentire finalmente bene da tanto tempo. Intanto zia Petunia lo guardava con gli occhi ancora spalancati per il terrore e prima di svenire, sussurrò flebilmente:”Per un pelo…”

Si accasciò lentamente a terra e zio Vernon gli schiaffeggiò delicatamente il viso per farla riprendere e nel frattempo lanciava sguardi carichi di terrore ed odio verso Harry che nel frattempo li, sospeso per aria, se la spassava un mondo. Piano piano cominciò a prendere confidenza con quella nuova situazione e si mosse delicatamente in avanti, come se stesse camminando, mentre invece fluttuava lentamente. All’improvviso gli girò la testa, preda di vertigini e si arrestò di botto, perdendo l’equilibrio e cadendo rovinosamente per terra e atterrando di sedere. Si rialzò malamente e prima di riuscire a tenere ferma la terra sotto i suoi piedi, una fitta acuta gli arrivò dal braccio e scostandosi, con un breve gemito di dolore, vide Dudley che lo pungolava con il bastone e con occhi sadici.

“Tu sei un alieno! Come quelli dei miei videogiochi e il mio compito è quello di eliminarti” disse sghignazzando e rialzò il bastone, pronto ad usarlo nuovamente. Harry capì che il cugino non stava scherzando e scappò a gambe levate verso gli zii, sperando che lo avessero frenato, ma era una flebile speranza. Infatti zio Vernon sembrava più propenso ad aiutarlo piuttosto che a fermarlo.

Quando Harry gli capitò a tiro, gli afferrò un orecchio, girandoglielo verso l’alto. Il povero ragazzo si dimenò in aria, accecato da quel dolore e credendo che da li a poco il povero orecchio si sarebbe staccato dal suo corpo.

“Che credevi di fare eh?” gli ringhiò contro lo zio, sputacchiandogli la faccia di saliva

Invece di rispondere, Harry si limitò a divincolarsi e a ripetere, come un disco inceppato:”Lasciami!”

In quel momento zia Petunia si riprese completamente e disse con una vocina piccola piccola:”Caro… Per favore andiamocene via da qui, poi completi a casa quello che stai facendo” terminò alludendo al trattamento extra riservato al povero ragazzino. Si issarono tutti e quattro su quel piccolo motoscafo che gli aveva dato li tizio per raggiungere quella catapecchia e rimasero in silenzio, scambiandosi tra di loro sguardi preoccupati e spaventati per quello a cui avevano appena assistito. Nel frattempo, quest’ultimo, guardava verso l’oceano e ripensò a tutta la “fortuna” che gli aveva salvato la vita pochi minuti prima. Si, fortuna anche se, per quel piccolo volo c’era un nome specifico, ma ancora non aveva la forza per pronunciare quella piccola parolina che si aggirava instancabilmente nella sua mente.

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eccomi! Non ho lasciato passare troppo tempo prima di aggiornare spero.... Quindi eccovi un nuovo cap e spero che vi piaccia!! Ringrazio tantissimo chi ha inserito la storia fra le preferite seguite o ricordate e soprattutto chi trova il tempo di lasciarmi una recensione!! Mi fanno un immenso piacere perchè mi sento gratificata :-)

secretdiary= ehi :-).... grazie tantissimissimo!! Spero di rendere ogni capitolo una sorpresa e chissà come farà il povero Hagrid...  Ma non posso farlo convincere subito, altrimenti questa storiella non avrà più un senso. Ah ah già anche io ci ho pensato, ma scappa il ragazzo, è veloce XD... Grazie di nuovo e spero di ritrovarti anche nelle prossime recensioni!! :-*

dodo= Ehi!! Che piacere ritrovarti! Già in quello di prima non succedeva gran che, lo so ;-)...  Ah boooo e chi lo sà!! Non posso mica dirtelo altrimenti che divertimento c'è!  Eccoti il seguito e grazie tantissimo! :-*

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Capitolo 4
*** 03. Ritorno a casa con innesti serpenteschi ***


mioooo

03. Ritorno a casa con innesti serpenteschi

 

Dopo che furono scesi dal motoscafo, lo riconsegnarono al legittimo proprietario. Dudley era preda di una nausea molto forte e, al minimo passo, la sua facciona diventava color verde acido, come l’inchiostro con cui erano scritte le lettere che ancora affollavano casa Dursley.

Arrivarono all’abitazione stanchi e spossati per il lungo viaggio alquanto scomodo e tutti si rifugiarono immediatamente nelle proprie camere, senza rivolgersi più la parola o un’occhiata. Per Harry, tutto il tempo che avevano trascorso insieme era stato fin troppo, considerando che in un giorno qualunque si vedevano solo durante i pasti.

Si diresse a rilento nella seconda camera di Dudley, che gli avevano assegnato pochi giorni prima, e si trascinò stile zombie sul letto. Dopo pochi minuti le sue palpebre tremolarono e si chiusero lentamente, occludendogli la vista del soffitto color albicocca. Dormì profondamente tutta la mattina però, quando il sole fu ben alto e i suoi raggi si infiltrarono attraverso la tenda, il suo sonno divenne sempre più lieve ed agitato, finché non cominciò a fare strani incubi.

Harry si ritrovò nel sedile posteriore di un’auto e dal davanti sentiva provenire le risa e i discorsi allegri dei suoi genitori. Potè vedere benissimo il sorriso carico d’amore che gli lanciò sua madre, voltando la testa verso di lui e l’occhiolino che gli rivolse suo padre, attraverso lo specchietto. Harry ricambiò e si godette la sensazione di calore che gli irradiava quel momento di intimità familiare e si ritrovò a sorridere nel sonno.

Improvvisamente sentì un botto e gli occhi dei suoi genitori si colmarono di paura e di preoccupazione, per lui: per salvare la vita del loro unico figlio. In quella confusione, avvertì una potente luce verde ferirgli la vista e chiuse gli occhi, sperando che finisse presto ciò che stava accadendo a pochi metri da lui. Sentì l’urlo di suo padre e la supplica di sua madre:”Per favore, uccidi me! Non Harry!”

Poco dopo anche sua mamma si unì all’urlo di dolore e di disperazione lanciato dal padre e una risata agghiacciante e priva di vita si propagò nella sua mente. Per tutto il tempo aveva tenuto gli occhi chiusi, ma dopo quelle urla li riaprì di colpo,  temendo il peggio. Infatti, notò il cadavere dei suoi genitori scrutarlo con occhi sbarrati e con la bocca aperta in un muto grido di disperazione. Di fronte a quella visione, Harry urlò con tutto il fiato che aveva in gola e di scatto riprese conoscenza.

Si rialzò dal letto, tenendosi il capo tra le mani, sperando che il mal di testa passasse presto.

“Wow, che incubo” mormorò tastando il comodino in cerca degli occhiali. Li inforcò e si mise seduto. Notò subito, dalla luce che filtrava dalla finestra, che doveva essere mezzogiorno e senza forze si trascinò al piano di sotto. Si sedette al tavolo del soggiorno, dove erano riuniti tutti i Dursley che silenziosamente e guardando la televisione, finivano di mangiare un pezzo di carne ciascuno. Ovviamente non lo avevano chiamato per pranzare per loro, ma non era una novità, e, ringraziando il fatto di essersi svegliato in tempo, prese un pezzo di formaggio e del pane e si sedette in un angolino del tavolo. Non alzò mai gli occhi dal piatto, ma sentiva lo stesso il fatto che i parenti avevano cambiato atteggiamento verso di lui.

Adesso lo trattavano come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro e lo tenevano a distanza da loro, come se portasse un virus letale pronto a sterminarli tutti.

Finì velocemente di mangiare ed uscì velocemente fuori casa. C’era un sole scottante e si maledì di non aver portato con lui un cappello e sperò vivamente di non beccarsi un’insolazione. Si mise sotto una fila di alberi e, finalmente al fresco, si passò una mano sulla fronte per spazzare via le goccioline di sudore che gliela imperlavano. Cercò una panchina libera e, con uno sbuffo, si lasciò scivolare su una di esse. Chiuse gli occhi, anche se aveva dormito per tutta la mattina, era ancora spossato. Cadde in un lieve stato di sonnolenza: le palpebre gli tremolavano, seguendo il corso dei suoi pensieri.

 Non si accorse subito che qualcosa gli si stava strusciando sul polpaccio destro, ma dopo che il tocco divenne insistente, aprì gli occhi e si mise seduto. Gli si presentò la visione di un piccolo serpente con gli occhi scuri scintillanti, che lo scrutava incuriosito.

“Benvenuto compare, vuoi fatto spazio?” affermò Harry con scarsa attenzione.

La creaturina si limitò ad annuire e a strisciare lentamente verso una piccola nicchia, vicino ad Harry.

“Sai che sono in una strana situazione in questo momento? Ti sarei eternamente grato se potessi darmi un consiglio, ma so benissimo che i serpenti non parlano quindi puoi limitarti soltanto ad ascoltare” continuò il ragazzo, con il desiderio pressante di sfogarsi con qualcuno dei fatti avvenuti negli ultimi giorni.

Il serpente gli rivolse uno sguardo intelligente e comprensivo, limitandosi ad accucciarsi meglio e ad alzare il capo in modo tale da poter guardare la faccia occhialuta dell’essere umano di fronte a lui.

“Qualche giorno fa, a casa dei miei zii cominciarono ad arrivare strane lettere per mezzo di gufi e non sono riuscito a leggerne nessuna. Mio zio le bruciava o le frullava ogni volta che ne pescava una. Poi questi gufi si sono fatti insistenti e hanno intasato tutta la casa con tutte quelle lettere e infatti sono ancora li, ma ormai non gli rivolgo più nemmeno un’occhiata, tanto so già che c’è scritto. Comunque, mi sono distratto. Stavo dicendo che queste lettere erano diventate troppe e i miei zii avevano il terrore che io riuscissi a leggerne una, quindi siamo scappati da casa e ci siamo rifugiati in una vecchia catapecchia sul mare, con un lunghissimo viaggio in macchina. Lì una sera è arrivato un gigante che mi ha detto che io sono un mago e che dovevo andare con lui in una scuola di magia, ma dico, mi hanno preso per un deficiente? Ho undici anni ormai, per la miseria! Sono grande e non credo più a queste pagliacciate” disse con lo sguardo che gli diventava triste e lontano:”Quello li ha tentato di convincermi in tutti i modi, ma io gli ho detto che non gli credevo e che volevo essere lasciato in pace. Prima di tornare qui, però mi è successa un’altra cosa stranissima: sia paurosa che esaltante insieme. Praticamente, stavo per spaccarmi la testa su uno scoglio, ma per magia, o meglio, per fortuna, non diciamo quella parola, mi sono ritrovato sospeso a mezz’aria e il fatto importante era che non ero morto, ma ero vivo! Capisci?” esclamò con uno sguardo brillante in direzione del suo confidente:”Cioè io respiro e vivo! E sto parlando con te, anche se non sei esattamente un essere che può capire la mia lingua, ma almeno sei l’unico che mi ascolta senza prendermi in giro. In conclusione sono qui. Ma, che dovrei pensare secondo te?? Sono impazzito??” gli domandò alla fine con apprensione, come se si aspettasse realmente una risposta, anche se… quel serpente aveva una tale luce negli occhi… una specie di comprensione nei suoi confronti, che lo aveva spinto a fare quel monologo. Alla fine Harry sospirò e si lasciò andare, scivolando giù con la schiena.

“Ti comprendo benisssssimo amico mio. Quello che potresssti fare ssssecondo me, è affidarti a quello che il tuo isssstinto ti ssssuggerissssce” esclamò improvvisamente una voce che strascicava paurosamente la “s” all’infinito.

Harry aprì nuovamente gli occhi e si mise sull’attenti, per capire chi avesse parlato, ma in giro c’era solo quel serpentello che lo guardava comprensivo.

“Oh, che bello. Ho anche le visioni adesso” pensò affranto

“M… ma chi chi ha parlato?” domandò poi Harry, spaventato

Il serpente scosse la testolina e riportando un occhio su di lui, si limitò a dire:”Ma io che domande! Vedi qualcun altro in giro, oltre a me o a te?”

“M…ma tu sei un serpente!” gridò Harry indicandolo con il dito, dopo aver guardato in giro per precauzione

“E tu un esssssere umano” ribattè il serpente con una sottile vocetta sibilante

“Ma tu non puoi parlare! Non è normale!” esclamò rifiutandosi di accettare ciò che aveva davanti agli occhi

“Beh e io lo faccio. Quali ssssono i limiti che delimitano ciò che è normale e ciò che non lo è? Pensssaci bene ragazzo, non potrebbe esssssere quello di cui parli con tanto ssssscetticisssmo la normalità? E non potrebbe essssere tutto il resssto anormale?” gli domandò l’essere intelligentemente

“Ma questo è impossibile!”

“Niente è imposssssibile, sssolo ciò che tu vuoi che lo ssssia” ribattè con filosofia

“Che vuoi dire con ciò?”

“Voglio dire che, con la tua ottussssaggine, ti ostini tu ssstessssso a ritenere tutto quessssto imposssssibile. È sssssolo colpa tua, sssssei tu a credere che lo ssssia”

“M…ma io non capisco!”

“è diverssso il concetto piccolo umano, ssssei TU che non vuoi capire, o meglio hai paura di farlo. Perché dentro di te ci sono tutte le rissssposte che cerchi” dettò ciò il serpente lo salutò con un colpetto di coda sugli stinchi, lasciando il povero Harry basito: non gli bastavano tutti i problemi che aveva, gli mancava soltanto il serpente filosofo e adesso aveva fatto bingo.

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salve a tutti quelli che mi seguono!!! Allora prima di rispondere alle recensioni, vorrei dire una cosa: il sogno che ha fatto Harry appena tornato a casa, è un mix di verità ( il fatto della luce verde, della risata e della preoccupazione dei suoi per lui) e di bugie, ovviamente quelle raccontate dai Dursley a Harry per spiegargli la morte dei suoi genitori ( il viaggio in auto prima della loro morte) e poi ho voluto inserire anche un pò di intimità familiare all'interno. Infine, non mi sembra che ci sia nient'altro da dire e passo a ringraziare tantissimo chi mi segue e  vi sarei tanto, ma taaanto grata se vi fermaste due secondi ad inserire una recensione....

Ali96= Non ti preoccupare!! L'importante che l'hai fatto :-)...bene su questo ti posso accontentare benissimo e ti dico gratiasss!  Già, ha due lati la faccenda in effetti... però ovvio che prima o poi si arrenderà, ma non può farlo subito, altrimenti a che cavolo l'ho scritta a fare questa cosa??... Ah ah XD si si sono sadica a volte :-)... Ok baci! Sai, mi sa che abbiamo la stessa età se 96 non l'hai messo a caso...

secretdiary= Meno male va :-).... Ah ah ma non dimentichiamoci il: "a momenti". Non poteva certo morire prima di cominciare, no no. Ancoraaaa... ha la testa dura il ragazzo e ce ne vorrà un pochino ancora... Ecco il seguito! Fammi sapere se ti piace! A presto :-*

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Capitolo 5
*** 04. Fiammella immaginaria e una lettera misteriosa ***


mioooo

04. Fiammella immaginaria e una lettera misteriosa

 

Ritornò a casa con stampata in faccia l’espressione di uno che aveva visto gli asini volare e… beh, quello a cui aveva assistito lui, era un cosa molto simile.

In giardino, appesi ad un filo, stavano appesi la sua divisa scolastica, se così si potevano chiamare quegli abiti sformi di un cupo grigio depressivo che davano l’impressione di una vecchia pelle di elefante, e quella di Dudley. Evidentemente per zia Petunia era venuto il tempo di preparare i ragazzi al ritorno a scuola.

Rientrò in casa e vide la zia intenta a cucinare un pasto veloce e con voce secca gli disse:”Oggi noi andiamo in centro a comprare il necessario per la scuola per il mio piccolo Didino”

Harry si sforzò di non ridere a quel nomignolo e seppe, senza aver bisogno di chiedere, che lui non era incluso nel “noi”.

“Ragazzo! Corri subito a liberare la camera di Dudley dalle tue cianfrusaglie: ritorno nel sotto scala” annunciò zio Vernon, sedendosi subito dopo con un grugnito.

Al povero mal capitato gli si dipinse in faccia un’espressione affranta e spalancò la bocca per replicare:”Ma non è giusto! Quello è un buco! Mi verrà la gobba a stare li dentro rinchiuso”

Zio Vernon gli lanciò un’occhiata velenosa e sibilò:”Invece di passare tutto il tempo a lamentarti, dovresti essere grato perché io e tua zia ti abbiamo accolto amorevolmente in questa casa, ti abbiamo offerto un riparo, dei vestiti e del cibo. E tu ci ringrazi in questo modo? Lamentandoti ogni qualvolta qualcosa non va come dici tu? Sei solo un ingrato Potter e ora fila subito nel sotto scala, se non vuoi che venga meno al mio gesto misericordioso e ti sbatta fuori di qui”

Harry arrossì dalla rabbia ed un fremito gli percorse la voce quando replicò:”Gesto misericordioso? Amorevolmente? Voi non mi avete mai voluto bene, neanche un secondo! E poi in confronto al vostro “Didino” vi sembro uno sfamato abbastanza? E dei vestiti ne vogliamo parlare? Guardate qui” disse mostrando a degli zii alquanto sconvolti la felpa a cui aveva dovuto fare cinque svolta prima che le sua mani facessero capolino, con un buco sulla spalla destra, e continuò, sputando fuori tutto ciò che si era tenuto dentro fin a quel momento:”E per il riparo voi intendente quel buco pieno di ragnatele ed insetti che è il sotto scala? Ma per favore” finì la sua filippica e, soddisfatto come non mai e leggero come una farfalla, si avviò di sopra dopo aver rivolto un ultimo sguardo glaciale agli zii. Salì le scale ed incontrò Dudley nel corridoio che gli diede un cazzotto sulla nuca appena gli passò accanto e chiuse dietro di se, con un forte tonfo, la seconda camera di Dudley, che si era rifiutato di lasciare, dichiarando guerra agli zii.

Dopo una decina di minuti sentì dei passi pesanti salire le scale e dalla stazza Harry seppe con sicurezza che gli unici a provocare quel terremoto erano i soli due maschi presenti in quella casa oltre a lui, conobbe con certezza che era zio Vernon, visto che Dudley era nella stanza accanto che guardava la televisione.

La porta si spalancò all’improvviso ed Harry sollevò di scatto gli occhi per osservare meglio la figura imbufalita da cui fuoriusciva del fumo dalle orecchie.

Terrificante.

Il ragazzo sapeva già da un po’ e con certezza che quei pochi attimi di gloria gli sarebbero costati cari ed aspettava con timore il momento in cui la sua previsione si sarebbe avverata. Eccolo accontentato.

Si chiese distrattamente perché lo zio ci avesse messo tanto a reagire, ma sapeva bene che il cervello del povero uomo era andato a farsi friggere da un po’.

“Potter” sputò fuori, come un insulto, quel rinoceronte in versione umana.

Harry sospirò e attese il verdetto.

“Vai subito giù nella tua stanza e resterai li dentro per una settimana” disse avanzando minacciosamente verso di lui ed afferandolo per la collottola.

Lo trascinò di sotto di peso, ignorando le sue proteste e lo sbatté senza tanti complimenti in quello che d’ora in poi sarebbe stato il suo carcere e dopo che sentì lo scatto della serratura seppe di essere in gabbia.

Gridò frustato contro gli zii ma quelli fecero orecchi da mercante e al suo capezzale si presentò solo Dudley che lo sfotté dicendo:”Ehi, bel panorama li dentro vero?” e se ne andò subito dopo ridendo da solo per la sua battuta infelice.

Si distese sul letto sfatto e dopo aver cacciato un ragno dal cuscino mise le braccia sotto la testa e sbuffò sonoramente, annoiandosi.

Gli occhi gli dolevano per lo sforzo di guardare attraverso quel buio onnipresente intorno a lui che ormai sembrava avere acquisito una consistenza solida.

Un amico, un compagno di sventura.

Gli cominciò a pesare la testa come un macigno e socchiuse gli occhi un istante per scacciare quel momento di debolezza, sicuramente dovuto alla scarsa illuminazione.

Chiuse gli occhi completamente e cercò di abituarsi al buio.

Tutto scuro, avvolgente e nero come una notte senza luna.

Una scintilla.

Sicuramente Harry se la stava immaginando, ma la luce era così soffusa e piacevole che rifiutò di aprire gli occhi per bearsi di quell’allucinazione.

Il bagliore divenne gradatamente più forte e lui ne percepì la consistenza dietro le palpebre ed aprì gli occhi verdi alla luce, che si illuminarono scintillando.

“Ma cosa…” pensò Harry confusamente, perché a mezz’aria stava una fiamma luminosa che rischiarava l’ambiente, però non ne avvertiva il calore bruciante sulla pelle, nonostante fosse vicinissimo.

Allungò una mano esitante ed intinse il dito in quella sorgente luminosa. Lo ritrasse di scatto, ma solo per paura di scottarsi.

In effetti, si ritrovò a pensare con ironia, era ciò che gli succedeva di fronte a quella stramba storia della magia: aveva paura di scottarsi.

Ma questo non accadde con la fiammella e si ritrovò affascinato ad osservare quella strana fonte di luce, sospesa a mezzo metro dal suolo.

Forse una segnale?

“Sono stato io…” mormorò, mentre una piccola consapevolezza si affacciava nel suo essere facendolo riflettere.

Sorrise inconsciamente e stette un bel po’ di tempo a giocare con quella fiammella, osservando estasiato i riflessi che proiettava sulle sue dita e sulla parete del sotto scala. 

Presto gli venne sonno e si addormentò con la consapevolezza di avere almeno un po’ di conforto accanto a se, in quella che gli si prospettava una settimana di inferno e di noia mortale, li dentro.

Nel buio della notte, la fiamma si spense, quando seppe con certezza di aver assolto il suo compito, lanciando un ultimo raggio luminoso ad accarezzare una ciocca dei capelli corvini che copriva la cicatrice a forma di saetta sulla fronte pallida del ragazzo che dormiva beatamente li accanto.

Tum, tum, tum.

Ecco la sveglia mattutina

Harry si svegliò di soprassalto e si stropicciò gli occhi cercando di capire se stessero lanciando una bomba sulla casa.

“Cuginooo! Svegliati” urlò Dudley, continuando a saltellare sulle scale e questo spiegò ad Harry quel rumore infernale.

“Che vuoi?”gli gridò di rimando con la voce impastata dal sonno

“Niente ti volevo solo dire che noi usciamo e andiamo a comprare dei regali per me” rispose il cugino continuando a saltellare sul sotto scala.

“E mi hai svegliato solo per dirmi questo?” ribatté Harry infastidito

“No, solo per darti fastidio”

Ecco appunto.

“Sparati Dudley” mormorò Harry, alzandosi con il piede sbagliato dal letto, per la poca luce, e cadendo rovinosamente sul pavimento.

“Ahia..” borbottò, massaggiandosi una gamba, rialzandosi lentamente.

E all’improvviso ricordo.

C’era una piccola luce li dentro ieri sera!

“Dove ti sei cacciata?” si chiese Harry nella sua testa, sforzandosi di ignorare il cugino che faceva baccano li sopra.

“Mah, me lo sarò sognato. Peccato” mormorò affranto

Si sedette sul letto e aspettò che la casa diventasse silenziosa per scassinare la porta, come tante altre volte aveva fatto in precedenza, e si diresse al frigo con lo stomaco che gli brontolava dalla fame.

Si fece un panino con il prosciutto e andò a cercare in mansarda una lampadina da sostituire a quella del sotto scala, siccome quella ormai non funzionava più, poi raccattò i suoi pochi averi e li trasferì nella sua nuova-vecchia “stanza”, se così si poteva chiamare.

Si affacciò alla finestra per prendere una bella boccata d’aria, dopo aver terminato i lavori, e improvvisamente un frullo d’ali gli fece sollevare il volto in alto e gli cadde qualcosa tra le mani.

Fece appena in tempo a scorgere un uccello, sicuramente un gufo, allontanarsi con calma e poi abbassò lo sguardo sulla busta che aveva in mano, leggendo:

Per Harry James Potter, 4 Privet Drive, Sotto-scala

“Oh no, un’altra di quelle maledettissime lettere” pensò sia affranto che incuriosito.

Rigirò la busta per vedere se ci fosse scritto chi la mandava, perché sembrava molto diversa dalle tante precedenti che aveva ricevuto, ma non c’era scritto più niente e con mani tremanti si accinse ad aprirla e con sguardo sconvolto fissò il suo contenuto, dopo che lo ebbe tirato fuori, mentre la busta stracciata cadeva a terra, come una foglia secca trascinata dal vento.

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ehi!!  tornata! a scanso di equivoci la fiammella era reale :-)... e chissà cosa ci sarà nella busta tanto da aver sconvolto il poverino???.... Bohh misterooo.,,,,

sweetPotterina= ciao!!! Ma sei una grande hai commentato tutti i cap!! Ti sei firmata la tua condanna a morte, ora me li aspetterò fino alla fine! :-)... Già è un pochetto ottuso Harry e il serpentello lo volevo per forza! è così carino :-)...  Si si chissà che farà, anche se in fondo già lo sa ma ce n'è vorrà per capirlo... Eccoti qui un altro cap e spero di non averti fatto aspettare troppo! A presto :-*

secretdiary=  Ehi ciaoo!! :-)...nono non me lo chiedo affatto ancora io dico solo:"Siiiiii!!! Che bello" . Grazie tantissime! In effetti non so come mi sia venuta in mente XD... Eh già tutti vorremmo un rettile come amico... di qualunque tipo! ma per ora io mi devo accontentare di un paio di pesci che non fanno un cavolo dalla mattina alla sera -.-'... Grazie ancora e a prestoo!!! :-*

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Capitolo 6
*** 05.Ricordati di loro. Accetta ciò che sei ***


muaaaaaaaaaaaaaaa

05. Ricordati di loro. Accetta ciò che sei

Abbassò il contenuto. Con una mano si pulì gli occhiali e poi se li rimise a posto. Reggeva aveva una foto, una singola foto che ritraeva due persone con in braccio un bimbo piccolissimo. Fino a qui tutto normale, tranne per il fatto che i personaggi dello scatto non erano fissi, ma si muovevano, e adesso la donna con dei fulvi e lunghi capelli gli stava sorridendo in un modo dolcissimo e così colmo d’amore da essere emozionante, mentre l’uomo, di cui Harry sembrava quasi la fotocopia, lo salutava agitando la mano. E per ultimo ma non meno importante, il bimbo dormiva beatamente in braccio alla donna.

Con le lacrime agli occhi osservò quell’immagine e ritrovò, in ciò che aveva davanti agli occhi, i suoi ricordi, i suoi affetti, che adesso prendevano una forma più definita e si fissavano nella sua mente sotto forma di quell’immagine mobile.

Non si era stupito più di tanto quando aveva trovato quella foto mobile nella busta, non sapeva neanche lui il perché, o forse si. Può darsi che nel suo inconscio ricordava ancora quelle particolari fotografie, oppure grazie ai fatti inconsueti che gli erano accaduti negli ultimi giorni, ormai si aspettava di tutto e stava cominciando a credere che in fondo, in tutta questa storia ci fosse una scintilla di verità, come la luce che gli era apparsa nel sottoscala la sera.

Si strinse lo scatto al petto mormorando sommessamente, come una macchinetta rotta,:”Mamma… Papà…”

Un groppo d’angoscia e di nostalgia gli si strinse in gola e per caso si ritrovò a gettare un occhio sul retro della foto:

Ricordati di loro. Accetta ciò che sei

Questo c’era scritto in una grafia elegante e subito se la ristrinse a petto per cercare un contatto più profondo con quelle personcine nella foto.

Se si muovevano forse parlavano pure.

 “Voi siete i miei genitori?” provò a chiedere Harry con voce tremante

Ma da loro ottenne solo un cenno di consenso e riprovò:”Non potete parlare?”

Un altro cenno. Stavolta un dissenso dispiaciuto.

Aveva tanto voglia di risentire le loro voci…

Rimase a fissare le figure e poi se la mise in tasca, uscendo di casa.

Aveva tanta voglia di trovare qualcosa, qualsiasi cosa. Gli andava bene che fosse una Candid Camera o la cacchetta del gufo da seguire come Hansel e Gretel con le briciole di pane.

Si era completamente dimenticato che, in teoria, doveva essere rinchiuso nel sottoscala ma, in pratica, andava scorrazzando per le vie a cercare qualche indizio, come un investigatore.

Incontrò la sua vicina, la signora Figg, che con le sue pantofole di feltro consunte andava in giro con le buste della spesa.

“Ha visto un gufo?” gli chiese Harry con urgenza

La vecchia lo guardò divertita e rispose:”Ti posso prestare il mio”

“Eh?” esclamò colto di sorpresa, guardandola adesso con più  attenzione

Quanti gufi si aggiravano in quei paraggi?

“Ma si! Non mi guardare così, non ti sto invitando mica a cena con uno Schiopodo Sparacoda ” ribattè piccata

“Spiocodo spara che?” replicò tentennante, pensando rapidamente a come andarsene senza offenderla: aveva una ricerca da fare

“Schiopodo Sparacoda” sillabò la signora Figg e poi aggiunse:”Non ti preoccupare stavo scherzando comunque. Vieni a casa mia? Ho una torta molto buona e te la volevo fare assaggiare e poi potremmo farci una bella chiacchierata”

“No” pensò Harry affranto

“Non preoccuparti caro c’entrano anche i gufi” aggiunse nuovamente forse notando la sua espressione non proprio entusiasta.

Mogio mogio fece un cenno d’assenso e seguì lo scalpitare di quelle pantofole consunte fino a casa della vicina

“Speriamo almeno che non mi rifili una di quelle torte al cioccolato stantie” pensò, osservando la quantità industriale di scatolette per gatti dentro le buste di plastica. Arrivarono a casa sua e dopo aver aperto, invitò Harry ad entrare. C’era già stato un paio di volte, quando i Dursley non sapevano dove lasciarlo, e poteva dire che non era cambiata di una virgola dall’ultima volta, cioè più di tre mesi fa.

Strano vero? Ma adesso i suoi zii pensavano che era abbastanza grande da stare a casa solo.

“Accomodati sul divano caro” disse gentilmente la signora Figg, mentre si affaccendava a riordinare la spesa

Harry obbedì e si prese un gatto nero in braccio per accarezzarlo un po’. Si guardò intorno nuovamente e vide che adesso c’erano due gatti in più che non aveva notato l’ultima volta.

“Ecco, mangia che è buona” disse la signora Figg ricomparendo con una grossa fetta di torta al cioccolato con tanto di glassa su un piattino

Harry assaggiò un boccone e decretò che era buona. Anzi molto buona.

Le sorrise per ringraziarla e la signora cominciò a parlare:”Senti caro, tu prima mi hai chiesto se avevo visto un gufo, giusto? C’era una ragione in particolare vero? A me puoi dirlo, tanto so tutto” terminò con fare confidenziale e facendogli un occhiolino

A Harry andò quasi di traverso il boccone che stava assaporando e la guardò stralunato e balbettò:”N..non so a c..cosa allude”

“Ma si che lo sai. Non fare il finto tonto Harry! Sto parlando del mondo magico, neh?” disse agitando una mano, come per scacciare una mosca molesta

“Ehm… Si” rispose imbarazzato

“Uff.. a giudicare dalla tua età…” riprese alzando gli occhi al cielo e dopo un attimo di pensiero aggiunse:”Quanti anni hai adesso? Nove, dieci?” gli chiese curiosa

“Ne ho undici!” rispose Harry indispettito

“Mah, ti facevo più piccolo, sei così mingherlino. Comunque mi chiedi del gufo perché hai ricevuto una lettera da Hogwarts e non sai come risponderci? O hai alcuni dubbi da chiarire?”

Harry riaprì e richiuse la bocca un paio di volte senza sapere cosa dire e pensò:”Ma se anche la signora Figg sa di questa scuola, allora non è tanto immaginaria “

“No. Non esattamente” replicò dopo che si risvegliò dai suoi pensieri

“Ah no? Non hai ricevuto una lettera?” chiese

Ne avessi ricevuta solo una” pensò sarcasticamente divertito dalla marea di lettere che gli avevano inondato la casa

“Si l’ho ricevuta ma…”

“E allora? Qual è il problema? Io purtroppo non l’ho ricevuta, sai com’è sono una Maganò” replicò abbattuta

Harry aggrottò la fronte e chiese:”Cos’è una Maganò?”

“è una persona nata da genitori maghi ma senza poteri magici, sono molto rari” spiegò la signora Figg, ma poi riprese:”Non sviarmi il discorso ragazzo! Ti stavo chiedendo allora qual’era il problema”

Harry sospirò e decise che si poteva fidare di lei e tirò fuori dalla tasca la fotografia e le figure gli sorrisero nuovamente. Chiuse gli occhi e mostrò la foto alla signora Figg che la prese con una nota di nostalgia negli occhietti vispi.

“Ma questi sono Lily e James! E tu piccolino” esclamò osservandola attentamente, mentre un sorriso le tendeva le labbra sottili

Harry fece un cenno col capo e spiegò:”Prima stavo cercando di rintracciare quel gufo, che mi sembra il vostro postino, per vedere chi me l’aveva mandata. Giri la foto”

La signora ubbidì e lesse la scritta in silenzio:”Riconosco questa scrittura. È del professor Silente” gli tese lo scatto ed Harry lo intascò rivolgendo un’ultima occhiata ai suoi genitori

“è il preside di quella scuola giusto?” chiese Harry, aggrottando la fronte e cercando di capire se ciò che ricordava era esatto

“Giusto caro” assentì

“Ma perché me l’avrebbe mandata?” domandò confuso

“Non so. Il professor Silente è un mago strambo si e anche eccentrico, ma il più in gamba e intelligente di tutti. Lo volevano anche a capo del Ministero della Magia, pensa te”rispose scrollando le spalle e grattandosi la testa

“Sono così confuso…” sospirò Harry affranto ripensando alla frase: Ricordati di loro, accetta ciò che sei.

Forse dovresti dare ascolto al tuo cuore caro e fidarti delle persone che vogliono solo il tuo bene e non ingannarti, caro” replicò la vecchia saggiamente.

Non era la prima persona che gli diceva cose simili, ma stavolta il suo muro di scetticismo si stava pericolosamente inclinando e bastava anche il minimo e il più flebile soffio di vento che sarebbe caduto giù. Definitivamente.



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 eccomi qui sono tornata!! Scusatemi tanto per l'immenso ritardo ma colui-che-non-deve-essere-nominato (il tecnico del pc) ancora non l'ha potuto aggiustare.  Comunque ho fatto apparire la signora Figg!!  Mi ha fatto sempre simpatia questa donna :-)...  comunque cerco una betaaaaaa!!! cercasi disperatamente!.. perchè vorrei  alzare questa storiella ad un livello più alto e quindi farla diffondere di più e forse con l'aiuto di qualcuno ci riesco :-)---- e quindi recensite pleaseeeee...

sweetPotterina= ehi!! ciaoooo questa si che è una bella notizia! grazieeee!  ahahah e già ci voleva un pò perchè nel libro si salta un pò quella parte.  Che bello che riesco a suscitare una qualche emozione e non noia totale :-) mi sento realizzata.  Ma non ti preoccupare che manca mooolto poco al massimo due capitoli e stop perchè si allunga troppo. Comunque mi dispiace ma non era esattamente una lettera.... Eccoti accontentata e a prestooooo!!! e baciiii :-*

secretdiary=  ma ciaoooo !! :-D  ma come sei gentile mi fai arrossire *.*  ma grazie anche a me è venuta da ridere... si povero piccolo... e si perchè non lo rinchiudiamo  da qualche parte????--- non ho potuto fare prestissimo il perchè l'ho spiegato sopra e adesso ti lascio... un bacio grande!!.. 

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Capitolo 7
*** 06. Viaggetto ***


huhuuj

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06. Viaggetto

 

“Quindi… Ho letto la lettera che mi hanno inviato da quella scuola e… c’è una lista allegata con tutte le cose da comprare… Ma… dove lo trovo un calderone in questa città?!” domandò Harry molto curioso, cambiando argomento

“Be… Ma a Londra naturalmente!” rispose alzando gli occhi al cielo

Adesso fu Harry a sollevare un sopracciglio, altamente scettico:”Ci sono stato qualche volta a Londra e non ho mai visto negozi del genere… Forse nel periodo di Halloween, ma erano di plastica e li, nella lettera, c’era scritto chiaramente che deve essere in peltro, misura standard 2!”

“Ahiahi ragazzo! Quante cose devi imparare! Ovviamente per Londra non intendo la parte babbana, ma intendo Diagon Alley” spiegò diligentemente

“Ah…”

“Ovviamente non sai neanche che razza di posto sia giusto?”chiese retoricamente e senza aspettare una risposta, continuò:”Bene, dov’è la tua lista?”

“è sotto il mio letto, perché?”

“Perché oggi ti faccio fare un viagetto”

“Oh che bello. E dove andiamo?” domandò Harry, curioso

“Ma a Diagon Alley caro! Di che stiamo parlando da mezz’ora?!” rispose la signora Figg esasperata

Harry tralasciò il fatto che al massimo potevano essere dieci minuti e annuì più volte, borbottando:”Mi scusi”

La signora si calmò e gli intimò:”Torna a casa adesso. Ci vediamo nel pomeriggio, torna da me con la lista”

“V..va bene signora. Ci vediamo oggi” detto ciò si alzò, appoggiando il piattino ormai vuoto sul tavolo, grattò la testa al gattino che prima gli aveva fatto le fusa e poi andò a casa, tranquillamente.

Si era dimenticato che in teoria lui doveva essere rinchiuso nel sottoscala e che i Dursley potevano tornare a momenti.

Alzò il viso al cielo e gli si appannò la vista per un attimo.

Confuso si tolse gli occhiali e se li ripulì con il bordo della maglia. Era solo una goccia d’acqua. Rialzò lo sguardo al cielo e lo vide plumbeo e minaccioso, mentre altre goccioline scendevano giù e gli si infrangevano addosso, inzuppandolo tutto. Vide di strisciò un frullio d’ali e riconobbe il gufo che prima stava cercando disperatamente.

“Ti ritroverò, o meglio, troverò il tuo padrone e così potrò tartassarlo per bene di domande” pensò Harry con sguardo di sfida, guardando quel pennuto che andava via

Arrivò a casa di corsa e vide nel vialetto la macchina degli zii parcheggiata.

Scrollò le spalle e in un primo momento andò avanti per la sua strada, ma dopo sgranò gli occhi e si sbatté una mano sulla fronte:”Oh.. accidenti!” imprecò

Corse più veloce che potè in casa, entrando dalla finestra del bagno che era stata lasciata fortunatamente socchiusa e si infilò in camera sua, richiudendo la porta dietro di se, silenziosamente. Si accasciò sbuffando sul letto e ringraziò mentalmente il fatto di averla scampata. Dalla cucina sentiva il vociare dei suoi parenti e attualmente Dudley si stava lamentando perché nel negozio di videogiochi non aveva trovato il disco che cercava.

“Povero piccolo incompreso…”borbottò Harry sarcasticamente

“Pensando alle cose importanti comunque… devo levarmi questi vestiti fradici e prendere quella lettera con tanto di lista e ficcarmela in tasca” biascicò, realizzando i suoi intenti

Si sdraiò sul letto e dopo qualche minuto da una piccola apertura alla base della porta la mano di zia Petunia gli infilò un piatto con un toast al formaggio e prosciutto. Quel giorno non aveva la fame vorace delle altre giornate, sicuramente merito del pezzo di torta al cioccolato che gli aveva dato la signora Figg, ma si fiondò lo stesso sul cibo, con gli occhi verdi che gli brillavano. In pochi minuti se lo finì tutto e rispedì il piatto fuori dall’apertura, gridando:”Per favore un po’ d’acqua!”

“Non sono la tua serva!”gridò scocciata la zia

“Ma allora fammi uscire e mi servo da solo!”ribattè supplicante con la gola secca

Ovviamente era tutta una recita: sapeva aprire la porta benissimo da solo, grazie alla sua adorata forcina.

Sentì dei borbottii in cucina e poco dopo una mano cicciotta spuntò dall’apertura e una bottiglietta d’acqua gli rotolò fino ai piedi

La prese e ne tracannò metà in un sorso. Adesso non gli rimaneva che aspettare che gli zii e il cugino andassero a nanna per il sonnellino pomeridiano e poi poteva uscire tranquillamente per andare all’appuntamento con la signora Figg.

 

* * *

 

Nel frattempo l’interpellata era accovacciata con la testa dentro il camino ed intorno a lei delle scintille verdi smeraldo facevano capolino.

“…Quindi professor Silente il ragazzo è quasi convinto, manca poco e ho deciso che tra qualche ora lo accompagnerò a Diagon Alley”

“Bene mia cara Arabella hai avuto una splendida idea. Però potreste andare anche a comprare il necessario per la scuola, perché inizierà tra pochi giorni. Spero che arriverà in tempo per prendere il treno” esclamò una voce pacata e gentile

“Giusto! Però… io non ho abbastanza soldi per questo e per comprare il biglietto e…” ribattè prontamente la signora Figg, con una nota di amarezza nella voce

“Non preoccuparti, ti invierò via gufo la chiave della stanza segreta di Harry. I suoi genitori gli hanno lasciato una piccola fortuna” esclamò Silente e poi si congedò salutandola

Poche ore dopo lo stesso identico gufo che aveva fatto visita anche ad Harry in mattinata si presentò alla finestra della signora Figg, facendo cadere con un tonfo leggero una busta tra le sua braccia.

 

 

* * *

 

Il tempo passò relativamente in fretta e alle cinque meno un minuto si presentò alla porta della signora Figg, suonando il campanello. Lei aprì ed Harry quasi si stupì non vedendole le sue adorate pantofole di feltro ai piedi e la sua divisa casalinga. Si era data decisamente una ripulita e i suoi capelli argentati erano raccolti in un morbido chignon che lasciava ricadere qualche ciocca sul viso. Indossava un vestito nero con delle stelline ricamate sul petto, con un lungo mantello color porpora sulle spalle e per completare il tutto anche un paio di stivali a punta.

“S..signora Figg, come si è conciata?!” le domandò Harry sconvolto squadrandola da capo a piedi

“Oh beh caro potrei farti la stessa identica domanda guardando il tuo maglione bucherellato la e qua. E poi i maghi si vestono tutti così” ribattè un po’ piccata

“Se lo dice lei…” le concesse entrando in casa dopo un suo cenno affermativo

“Bene caro ora vai al camino e ficcatici dentro”

“eh?” domandò, sicuro di aver capito male

“Vai li dentro” gli intimò imperiosa puntando in quella direzione

“Ma.. ma è sicura di quello che dice? Non è che per caso hai bevuto?”

“Come sei divertente ragazzo… E adesso vai li e prendi un pugno di quella polverina smeraldina e buttala dentro dicendo forte e chiaro:Diagon Alley. Capito?”

“Non è che abbia molto senso, ma va bene” le concesse, altamente scettico

Si diresse titubante verso il camino e ci entrò dentro, curvandosi perché non ci stava con tutta la testa e prese una manciata di quella polverina.

“E adesso?”

“Ora butta la polvere li dentro e pronuncia: Diagon Alley. Su su, sbrigati non abbiamo tutto il giorno e abbiamo tante cose da fare… A proposito, l’hai portata la lista vero?” disse attorcigliandosi una ciocca attorno al dito

“Si si, certo… Ma lei poi fa quello che faccio io, vero? Non mi sta prendendo in giro?” chiese titubante

“Ma no caro! Certo che si! Ti raggiungerò subito dopo e poi devi imparare a fidarti di più delle persone. Adesso vai” rispose addolcita

“Bene… vado. Alloraaa.. ciao” esclamò e subito dopo gettò la polvere e pronunciò:”Diagon Alley!”

D’un colpo scomparve e si sentì tutto compresso, con lo stomaco in disordine e sbattè malamente un gomito contro uno spigolo dell’infinità di camini che gli si succedevano tutt’intorno. Poi si sentì risucchiare e tutto ad un tratto precipitò in un altro camino, simile a quello in cui era entrato. Si accasciò per terra e tossì, tutto ricoperto di cenere.

Un paio di mani lo aiutarono ad alzarsi e si sentì sostenere, finchè non si raddrizzò gli occhiali rotti sul naso e fu in grado di tenersi in piedi con le proprie forze. Si guardò intorno e per prima cosa vide un paio di occhietti acquosi fissarlo intensamente, con un misto di preoccupazione, confusione ed incredulità nello sguardo.

“Oh mio dio la cicatrice… Stai bene vero? E…e tu sei Harry Potter vero?” gli domandò con voce roca quel tipo corpulento

“Si si, sto bene. Ma chi è lei? E che c’entra la mia cicatrice? E come sa chi sono io?” chiese parecchio confuso

Si guardò intorno e vide che era capitato in un bar con un’atmosfera calda e avvolgente. Le pareti erano in pietra e i tavoli e il bancone in legno. Attorno ai tavoli erano sedute delle persone veramente strambe che avevano all’incirca lo stesso modo di vestire con cui si era presentata la signora Figg quel giorno. Ognuno di loro aveva un che di caratteristico e poco lontano osservò un omino con un grande cilindro verde sul capo che puntava un bastoncino contro la sua zuppa e da quella si sollevava del vapore, raffreddandosi.

“Be… tu sei famoso ed io sono così onorato di conoscerti!” rispose all’improvviso ed Harry sobbalzò, colto alla sprovvista e si ritrovò a balbettare senza avere una risposta adeguata, ed arrossì come un peperone.

“Su su! Caro Tom lascialo respirare il ragazzo! E poi non abbiamo tempo, già è tardi e noi abbiamo un sacco di compere da fare quindi scusaci. Anzi! Potresti venire un momento per aprire il passaggio? Sai com’è.. io sono una Maganò e non ho la bacchetta e..” disse all’improvviso la signora Figg, spuntandogli alle spalle e spazzolandosi un po’ di cenere dal mantello

“Si Arabella ho capito tutto, non preoccuparti. Andiamo” le intimò l’uomo sorridendole gentilmente e facendole un cenno per invitarla ad andare con lui

Attraversarono il locale sotto lo sguardo distratto dei clienti, che poi cominciarono a diventare insistenti e incuriositi quando scorsero la figura di Harry che teneva il capo basso per la vergogna. Appena furono sul retro tirò un sospiro di sollievo che si trasformò in un aggrottamento di fronte quando si ritrovarono di fronte ad un muro di mattoni.

“Ma… Perché siamo qui?” chiese Harry

“Guarda e impara che ti servirà per le volte successive” gli intimò la signora Figg

“Ok…”

In quel momento Tom gli sorrise con uno sguardo emozionato negli occhi ed estrasse la bacchetta, toccando delicatamente alcuni mattoni che dopo il suo passaggio cominciarono a muoversi e a spostarsi fino a creare un varco nel muro.

Harry spalancò la bocca a quella vista e aldilà del passaggio vide una strada affollata da tanta gente con molti negozi e case ai bordi della strada.

“Benvenuto a Diagon Alley caro!”

Bene, adesso si che il muro era definitivamente crollato

 

 

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Bene! Rieccomi qui ad aggiornare! (vi piace l'immagine di sopra?)
E mi scuso se ho fatto un pò di ritardo, ma la scuola mi stressa.... Non penso che ci sia molto da dire, ma un pò mi dispiace di aver sostituito Hagrid con miss Arabella, ma mi è spuntato così il capitolo... vedrò di farlo spuntare in seguito allora! Poi mi è venuta un ideuccia e vedrò di svilupparla per bene... come avrete intuito qui le cose si svolgono con dei tempi un pò diversi e quindi Harry non incontrerà tutti i personaggi nello stesso ordine del libro originale... per esempio al Paiolo Magico doveva incontrare il professor Raptor, ma non è accaduto perchè i professori sono già tutti a scuola e forse sul treno non si siederà esattamente con Ron, mangiando schifezze a tutto spiano...
Boo chi lo sà XD....
Bene adesso la smetto non voglio dare molti spoiler e dico solamente che se qualcosa non quadra o è un pò troppo strampalata o senza senso, per favore fatemelo sapere, perchè
per me il vostro giudizio conta moltissimo ed è quello con le vostre recensioni che mi fa andare avanti un pò più velocemente perchè aiuta non poco XD....
Ringrazio moltissimo chi legge, recensisce, mi ha inserito tra i preferiti/seguiti/ricordati... E poi come ultima nota mi faccio un pò pubblicità
XD...http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=516940&i=1      
è una storia romantica che sto scrivendo ed è a tratti comica a volte seria e piena di bei ragazzi XD be.. la mini descrizione fa schifo e sicuramente passerete avanti pensando:"Che cavolo me ne frega?!"... Mah.. sperare non hai mai fatto male a nessuno e forse c'è in giro qualche anima buona che mi compatisce XD:.... Spero che il link funzioni altrimenti andate nella mia pagina d'autore e li c'è "Masquerade".... 
Oppure se vi piacciono le storie comiche su Twilight le trovate pure sul mio profilo. Sono ministorielle che hanno come loro unico scopo di prendere per i fondelli un pochino Bella e moolto Jacob, Mike e Jessica! Mentre Edward fa il figo U.U... Ma fanno ridere, almeno a me XD... comunque sono, se c'è qualche altra anima buona, queste;
Stupido Cane!     questa:   Stupida Stanley!  questa:   Stupido Newton!    

ADESSO RECENSIONI:
 secretdiary= ciaooo!!! Eccoti! :-)  Grazie sei troppo gentile e si forza la vecchietta dei gatti XD!!... Stimiamola insieme :-)... Il mio pc fortunatamente è guarito e sono corsa subito ad aggiornare... Spero che ti piaccia questo capitolo e fammi sapere che ci tengo alla tua opinione...!! Baci alla prossima =*

sweetPotterina= Ehiii!!! Eh già eccomi qui XD... Grazie e sono contenta che ti piaccia la mia idea e in questo capitolo è successo finalmente! Basta per adesso fine delle sue paranoie :-)... ora si godrà solo quello che scoprirà lentamente... Grazieeee e un bacio anche a te... a presto :-*

 picabo= Ti ringrazio tantissimo e per me va benissimo perchè neanche io sono sicura di essere costante... ho provato a contattarti.. ma niente.. come facciamo??

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Capitolo 8
*** 07. Novità e stranezze a Diagon Alley ***


koko

http://img338.imageshack.us/img338/1896/mimivl.jpg

07. Novità e stranezze a Diagon Alley

 

Harry strabuzzò gli occhi e disse:”Questa è Diagon Alley??”

“Certo ragazzo. La zona con più maghi presenti in tutta l’Inghilterra” rispose Tom orgoglioso

“Wow…” mormorò il ragazzo e poi chiuse la bocca aperta dallo stupore e scattò in avanti, preda dell’eccitazione

La signora Figg e Tom videro Harry sparire dalla loro vista in una nuvoletta di fumo e con gli occhi lo seguirono finchè non sparì alla loro vista, rigurgitato dalla folla. Adesso erano le loro le bocche ad essere spalancate.

“Mi sa che l’abbiamo perso” decretò infine Tom, grattandosi il mento

“Sempre ad evidenziare l’ovvio tu, eh?” ribattè acida la donna, mentre si afferrava i lembi del mantello e si incamminava a passo di marcia verso la direzione presa dal fuggitivo. A Tom non restò altro da fare se non rientrare nel bar, con un sorrisino in volto.

Harry nel frattempo da quando era schizzato in avanti, seguiva una traiettoria tutta sua a zig-zag, andando da un capo all’altro della strada per osservare i vari negozi, attraverso le vetrine.

“Wow… che meraviglia!” esclamò appena si ritrovò davanti a una vetrina in cui faceva la sua bella comparsa un bel manico di scopa levigato e lucido. Harry lesse il cartellino: “Nimbus 2000” e poi guardò il prezzo, decisamente troppo. All’improvviso un’idea gli balenò in mente e si rese conto di non avere neanche un soldo e sicuramente nemmeno dei galeoni, qualunque cosa fossero. Sospirò affranto e si appoggiò con la fronte alla vetrina per osservare meglio quel manico da corsa. Si sentiva affascinato da quel bastone di legno e a quanto aveva capito dalle immagini e dalle conversazioni che le altre persone attorno a lui avevano, serviva per volare e quel modello era il più veloce in assoluto. Già si immaginava il vento che gli solleticava il volto e che gli accarezzava dolcemente i capelli. Doveva essere stupendo volare. Harry quando era piccolo lo aveva desiderato così tanto! Ed una volta aveva addirittura sognato di volare su una motocicletta gigante. Poi un altro sospiro si aggiunse al primo e si rese conto che avrebbe fatto la figura dello stupido, perché tutti sapevano come fare e lui non sapevo neanche cosa fosse un galeone o il quidditch! Andava alla grande. Si trascinò via da quella vetrina, per evitare di cadere in depressione, e il suo sguardo fu attratto da un altro negozio: “Emporio animali magici e non”.

Era un vero e proprio zoo. Da quello che poteva osservare dall’esterno c’erano migliaia di gufi e civette di tutte le dimensioni e colori, così come di gatti, topi, rane… Harry spalancò gli occhi e si avvicinò ad una gabbia posizionata all’esterno. Affiancò il viso alle sbarre ed un musino umido di un gatto nero e peloso gli si strusciò contro. Rise a quel contatto inaspettato e si mise a giocare con il gatto, stringendo amicizia. Quest’ultimo lo osservava con un aria furba attraverso gli occhi azzurro ghiaccio ed agitava la coda.

“Ehi tu!” esclamò un vocione roco

Harry sobbalzò e di scatto sollevò la testa, mentre il gatto osservava la scena con fare annoiato.

“Dico a te! Hai intenzione di comprarlo quel gatto o vuoi soltanto passarti il tempo?” urlò scortese

“M..mi scusi. Adesso vado” balbettò Harry e rosso come un peperone dalla vergogna, si affrettò a fare un’ultima carezza frettolosa al bel gattone e poi filò via.

“Oh mamma, che figura” borbottò, mentre con lo sguardo osservava incuriosito la vetrina di un negozio che sembrava tanto una farmacia, ma c’erano prodotti alquanto sospetti poggiati sugli scaffali e da alcuni pentoloni appesi alla parete, fuoriuscivano dei vapori colorati, molti poco rassicuranti. Il signore che stava dietro al bancone gli rivolse un ghigno agghiacciante ed Harry si allontanò in fretta, distogliendo lo sguardo, mentre un brivido gli faceva accapponare la pelle.

“Questo mi vuole mangiare. Meglio sparire va” pensò

Si dileguò in fretta e vide un altro negozio in cui facevano la loro comparsa delle lunghe divise nere in cui sotto c’era scritto:”Divise scolastiche maschili e femminili, Hogwarts”

Si ritrovò ad osservarle, interessato, e notò subito che erano tutte identiche, tranne per le ragazze che dovevano indossare una gonna. Dalla vetrina vide un pallido ragazzino biondo, dall’aria annoiata, su uno sgabello con accanto una signora che gli stava appuntando le maniche con degli spilli.

Andò avanti con il muso che gli scattava da una parte all’altra alla vista di ogni nuova stranezza.

All’improvviso si sentì afferrare dalla collottola e cercò subito di divincolarsi ma il suo aggressore lo tenne fermo e lo girò di scatto:”Che cavolo credevi di fare a scappare via così e ad andare a zonzo per Diagon Alley?! Che ti sei rincretinito??” gli gridò in faccia la signora Figg, mentre il suo volto si chiazzava si rosso ed uno strano tic  le compariva all’occhio destro.

Harry boccheggiò ed abbassò il capo, colpevole:”I..io scusa ma non l’ho fatto apposta”

“Non l’hai fatto apposta?! Mi hai fatto scattare il cuore a mille!” berciò nuovamente, senza accennare a calmarsi

“Scusa” disse, ora desiderava sprofondare a terra

La guardò con gli occhi grandi a cucciolo e lei finalmente si commosse un pochino, sottolineo un pochino, e lo lasciò andare.

“Adesso seguimi e non sparire, per favore. Adesso dobbiamo andare alla Gringott e li ti conviene starmi vicino se non vuoi essere incenerito da qualche drago” borbottò lei burbera, ancora arrabbiata

“Draghi? Esistono i draghi??” chiese Harry, con lo sguardo che scintillava

“Ovvio caro” assentì

“E dov’è che sono?”

“E che ne so, non sono un’esperta in materia, ma penso che saranno in giro per il mondo e alcuni sono alla Gringott” spiegò pazientemente

“Wow… Posso toccarli?” domandò impaziente

Ci mancava poco che si mettesse pure a saltellarle intorno alla gonna

La vecchietta lo osservò, indecisa se scoppiare a ridere o meno, cercando di capire se la stesse prendendo in giro. Alla fine decise che no, purtroppo era serio, e con un sospiro e cercando di mantenere una posa seria esclamò:”Ma che sei scemo?! Quelli o ti riducono peggio di un tacchino bruciacchiato il giorno del ringraziamento o ti mozzano tutto il braccio in un morso o ti spazzano via in colpo di coda. Scegli tu quale offerta ti pare più conveniente per lasciare questo mondo”

“Oh…” rispose Harry comprensivo e fece qualche secondo di silenzio.

Dopo un po’ ricominciò a tartassarla di domande:”E che cos’è la Gringott?”

“Una banca” rispose telegrafica con un sorriso, mentre in testa benediceva l’ingenuità dei bambini che rendevano il tutto nuovo ed interessante

“E che ci fanno i draghi in una banca? E come ci entrano?”

“Be, non è che sia “piccola”, è enorme , e poi i draghi sono nei sotterranei a guardia delle camere blindate più preziose”

“Ah… E che ci andiamo a fare in una banca? Non voglio che lei spenda soldi per me” pronunciò Harry, imbarazzato

“Oh, non preoccuparti caro, non lo farò. Preleveremo i soldi dalla tua camera blindata”

“Io ho una camera blindata?? Ma io non ho neanche una sterlina!” disse lui, stupito

“Ovvio che non ne hai neanche uno” borbottò lei, sorridendo

“Oh.. E allora sono al verde! Se lo sa anche lei perché mi ci sta portando lo stesso?”

“Ma caro! Ti sarai sicuramente accorto, nel tuo vagabondare per le vie della città, che qui non esistono sterline o dollari, ma galeoni, falci e zellini” spiegò diligente e sempre camminando già si intravedeva la sagoma di una sorta di tempio bianco con grandi colonne di marmo.

“Oh.. e come..?” continuò a domandare Harry, ma nel frattempo avevano raggiunto l’ingresso

Il ragazzino si zittì e a bocca aperta osservò quella costruzione.

“Impressionante vero?” chiese la signora, benevola

“Si..” sussurrò

“Bene caro, adesso entriamo e tienimi sempre per mano, mi raccomando” gli disse e dopo aver attraversato le scalinate, varcarono il portale di bronzo brunito.

Harry spalancò nuovamente gli occhi (ormai non si ricordava neanche quante volte l’aveva fatto quel giorno) ed osservò un esserino alto meno di lui con un colorito scuro e con una barba a punta.

“Ehmm… Signora Figg, cos’è quella cosa?” chiese il ragazzo, tirando un lembo del mantello

“Quello è un folletto caro!”

“Oh” ennesimo oh di comprensione. Lui se li era immaginati diversamente, i folletti, nella sua mente, e in tutta sincerità quello che aveva davanti non sembrava una di  quelle creature amichevoli che svolazzavano di la e di qua.

Quest’ultimo si inchinò al loro passaggio e poi attraversarono un’altra porta, d’argento questa volta, dove erano incise delle parole intimidatorie contro gli intrusi, ed infine una coppia di folletti li condusse all’interno, dove altri centinaia di loro erano seduti ad una scrivania che lavoravano. C’erano così tante porte in quel luogo che ad Harry girava la testa solo a contarle.

“Buon giorno! Ecco qui la chiave ed ora si sbrighi cortesemente, perché abbiamo una certa fretta” pronunciò sicura la signora Figg ed il folletto annuì a richiamo un altro folletto, dandogli la chiave ed una lanterna e pronunciando:”camera Potter”

L’ultimo arrivato fece un cenno col capo e i due umani li seguirono finchè arrivarono in un carrello.

“Dobbiamo salire li sopra?” chiese Harry, eccitato

“Fatti sparire quella luce eccitata dal volto perché ti assicuro che una volta salito, desidererai farteli a piedi tutti questi chilometri” borbottò scura in volto

Salirono con attenzione e il carrello partì a razzo, svoltando un’infinità di volte a destra e a sinistra, che Harry si era già perso alla prima deviazione. Il ragazzo notò una strana luce, simile ad una fiammata, in fondo, e si girò per vedere che cos’era ma avevano già svoltato. Appena arrivarono, la signora Figg barcollò, come se fosse ubriaca, e si appoggiò al muro facendo dei respiri profondi per riprendersi e lentamente il suo colorito ritornò normale.

“Odio questi cosi” borbottò e nel frattempo il folletto fece scattare la serratura di un’immensa porta nera

L’uscio si spalancò e ad Harry, stavolta, gli occhi gli uscirono dalle orbite. C’erano tre piccole montagne: una d’argento, una di bronzo e un’altra d’oro.

“è tutto mio?” sussurrò incredulo

“Certo caro, pensavi forse che i tuoi genitori fossero dei barboni e che ti avessero lasciato all’asciutto? Ovvio che ti hanno lasciato qualcosa” gli rispose con voce dolce

Harry si affrettò a riempire il più possibile il piccolo zaino che si era portato dietro.

“Se lo sapessero i Dursley! Mi avrebbero scannato fino all’ultima monetina!” disse allegramente e poi scoppiò a ridere

Il folletto era rimasto in disparte e appena i due furono pronti a partire azionò il carrello e la povera signora salì con in volto un’aria da funerale. Il ritorno fu esattamente come l’andata e di conseguenza alla sua accompagnatrice ci vollero alcuni minuti prima di riprendersi.

“Allora, diciassette falci, quelle d’argento, formano un galeone, quelle d’oro, e ventinove zellini, quelle di bronzo, un falci” borbottò e poi si piegò in avanti e vomitò anche l’anima.

Harry la guardava con compassione, non sapendo che fare, ma subito accorsero i folletti che, con uno schiocco di dita, fecero scomparire subito ciò che la signora Figg aveva regalato al pavimento.

“Grazie” balbettò Harry, impacciato, al posto suo perché ancora l’anziana signora non era in grado di parlare.

Appena si fu ripresa completamente, uscirono da li e lei disse:”Non ti accompagnerò mai più”

Harry si mise a ridere, ricordando la scena di prima, ma fu zittito da una sua occhiataccia.

“Adesso vai li dentro” disse indicando la strana farmacia che aveva visto all’andata:” e chiedi al commesso tutto il necessario per il primo anno. Lui ti saprà dare tutto” pronunciò sicura e poi guardandolo negli occhi disse:”Scusami, ma non posso entrare. Non sono ben vista dal proprietario”

Harry si accigliò a chiese:”Perché?”

“Perché sono una maganò e lui non è molto “cordiale” con gente come me”spiegò amaramente e poi aggiunse, come se non avesse importanza e la faccenda non la riguardasse:”Io vado a prendermi un bel cappuccino al bar di fronte! Appena finisci vieni da me”

Harry annuì e poi si incamminò verso la farmacia. D’un colpo si rese conto che era quella in cui il commesso sembrava che lo volesse mangiare e altri brividi gli si propagarono sulla schiena.

“Bleh…” borbottò, vedendo che gli rivolgeva un sorriso untuoso, invitandolo ad entrare

Lui fece un grosso sospiro e poi varcò la soglia.

“Salve signorino! Hogwarts eh?” disse una voce squillante e subito il commesso gli si avvicinò e gli fece una carezza sul braccio per poi prendergli la lista che aveva tirato fuori dalla tasca

Harry annuì a disagio e si allontanò impercettibilmente:”Si. Primo anno”

“Certo signorino. Aspetti qui che le procuro tutto il necessario” dettò ciò sparì nel retrobottega ed Harry tirò un sospiro di sollievo. Si guardò intorno, notando una quantità infinita di barattoli e calderoni che contenevano delle sostanze non tanto identificate. Girò il volto e dalla vetrina vide che la signora Figg era seduta in un tavolino che sorseggiava il suo cappuccino dalla tazza e che gli indirizzava delle occhiate sbieche.

“Ecco qua! Tutto incartato e pronto per il viaggio”

Ad Harry venne quasi un colpo al cuore e si girò di scatto. Il commesso lo osservava sorridendo sempre in quel modo unto e poi si fece serio tutto d’un tratto

“La cicatrice…ma lei allora è Harry Potter!”

Nuovamente gli occhi di Harry fecero capolino e la sera si sarebbe dovuto assicurare di non aver recato dei danni gravi ai suoi occhi, dopo tutti quegli strabuzzamenti di bulbi oculari.

“Come mi conosce?”

“Ma sciocchino!”esclamò ridendo in maniera stridula:”Lo sanno tutti chi è lei! E poi non preoccuparti, ti farò lo sconto se accetti di farti una foto con me” terminò avvicinandosi nuovamente a lui e tirò fuori da sotto il bancone una macchina fotografica.

“Ehm.. Mi scusi signore, ma mi sa che mi ha confuso con qualcun altro. È la prima volta che vengo qui e quindi lei non mi conosce” balbettò rosso

Altra risata stridula e altri brividi per Harry. D’un tratto la macchina fotografica prese vita ed immortalò un Harry alquanto rosso e confuso ed un sorridente commesso che aveva abbracciato il ragazzo di sorpresa. Quest’ultimo si scostò di botto e sempre imbarazzato gli chiese il prezzo, tirando fuori il necessario, e poi scappò letteralmente via da li, mentre l’uomo lo salutava agitando la manina.

“Signora Figg!” urlò precipitandosi da lei

Lei alzò gli occhi e quando lo vide con il fiatone gli chiese cosa fosse successo:”Quello li è pazzo qui” disse indicandosi con la punta del dito la testa

“Lo so caro, non è proprio la persona più gradevole di questo mondo” e poi, vedendolo sconvolto e stando aggiunse, impietosita:”Avanti tesoro, adesso andiamo al Paiolo magico e ci riposiamo, poi continueremo domani gli acquisti”

Harry le fu grato, anche se voleva ancora scoprire e visitare quel mondo magico  e disse:”Grazie mille signora Figg”

“Figurati caro” dettò ciò si alzarono dal tavolino e lei lasciò i soldi sul tavolo.

Si allontanarono e da dentro in negozio Harry scorse ancora il commesso che gli faceva ciao ciao con la manina sorridendo sgradevolmente, finchè non ebbero girato l’angolo.

“Avrò gli incubi stasera” borbottò affranto

 . . .
Ciao a tutti!! E scusate tantissimo per il ritardo, oggi le note saranno piccoline perchè non ho proprio tempo e se non aggiornavo ora mi toccava farlo dopo l'8. Comunque ringrazio tantissimo chi legge, chi ha inserito la mia storia fra le sue seguite, ricordate e preferite, soprattutto, e poi un adoro speciale e grande quanto una casa a: 
secretdiary e alyce7 (nuova arrivata e spero che la storia ti possa piacere)!!!
Poi vorrei precisare che alcune cose sono omesse o diverse dal libro per un motivo preciso che poi si saprà più avanti, per esempio non ho fatto incontrare Harry e Draco, che lo ha solo intravisto, e non hanno ritirato l'altro pacchetto dalla Gringott... Tutto a suo tempo.. :-)   -----> adesso devo proprio andare e vi lascio con un ciao enormissimo e con la speranza che mi lasciate qualche recensione...
Al pross aggiornamente ( che spero non sia il prossimo anno) XD

se vi va di leggere una mia piccola one shot sempre su Harry Potter, cliccate qui, stavolta il protegonista è Dudley! ( strano ma vero) 
Dudley's secrets

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Capitolo 9
*** 08. Un nuovo amico ***


huhhuhu

08. Un nuovo amico





http://img832.imageshack.us/img832/6879/mimipg.jpg

 

Si rifugiarono al “Paiolo Magico” e dopo aver mangiato salirono in camera. La mattina dopo la Signora Figg venne a svegliarlo di buona lena ed aspettò pazientemente che riemergesse da quello stato comatoso che aveva ogni santo giorno la mattina e poi andarono a fare colazione. Appena entrarono in sala, Harry si sentì addosso gli occhi tutti , peggio della sera prima, ed abbassò la testa, imbarazzato e a disagio. La signora Figg se ne dovette accorgere e quindi lo fece sedere in un tavolo appartato e in ombra, senza prolungarsi in chiacchiere con il barista.

“Perché mi fissano tutti?” domandò Harry e si agitò incerto sulla sedia, perché si sentiva stranamente osservato, anzi, senza lo “stranamente”

“Oh caro, m.. mi dispiace dover essere proprio io a dirtelo perché non ho  molto tatto in queste cose, ma lo dovrai pur sapere prima di andare ad Hogwarts” disse la vecchietta di fronte a lui, poi prese un sorso dalla tazzina che aveva davanti e continuò, dopo essersi concessa un sospiro per riordinare le idee:”Vediamo, sai chi è Tu-sai-chi?”

“No…”

“Ok. Comincio da li. Allora con quel nome intendiamo… Voldemort…” lo disse sussurrato ed un piccolo brivido si propagò dalla sua piccola figura:”Era un mago cattivo oltre l’immaginabile, all’inizio anche lui studiò ad Hogwarts ma poi prese una brutta strada. Lui poteva contare su dei seguaci, detti Mangiamorte e grazie ad essi, fino ad undici anni fa, disseminava morte e paura, uccidendo o torturando coloro che riteneva indegni o che lo ostacolavano. I tuoi genitori erano tra quelli ed una notte, mentre tu eri bambino, lui entro in casa vostra e…” si interrupe ed Harry potè vedere chiaramente i suoi occhi farsi lucidi:”L..la povera Lily e J..James.. li uccise e poi arrivò a te, ma non riuscì ad ucciderti. Non si sa il motivo ma sei riuscito a respingerlo e a privarlo dei suoi poteri. Molti dicono che è morto, balle, io dico che è ancora vivo, nascosto e cerca sicuramente un occasione per riemergere di nuovo” completò la storia e si lasciò sfuggire un singhiozzo

Harry era rimasto interdetto e improvvisamente ritrovò la parola:”E..ecco perché la cicatrice?”

“Si caro. Per questo tutti ti riconoscono” gli spiegò dolcemente

Finirono la colazione in silenzio, ognuno pensando ai fatti propri e non volò più nemmeno una parola in quel tavolo. Harry aveva molte cose a cui pensare e alcuni ricordi vecchi e sbiaditi da esaminare per ritrovare uno sfondo di verità.

“Andiamo?” gli chiese dopo molti minuti di silenzio ed Harry annuì solamente, limitandosi a seguirla

“Senti, oggi ci dividiamo. Io andrò a completare tutte le spese varie, mentre tu vai da Madame McClan a comprarti la divisa e poi da Olivander per la bacchetta, perché non c’è più tempo” gli snocciolò, dopo essere entrati a Diagon Alley

“Ok…” rispose e subito si allontanò di buona lena, cercando di individuare con lo sguardo i negozi che gli aveva elencato

Si bloccò nuovamente davanti alla vetrina con la scopa da corsa esposta e sospirò, desideroso di provare.

“Bella, vero?” una voce strascicata lo fece sobbalzare e si trovò di fronte un pallido biondino che sorrideva

“Si, sarebbe fantastico poter volare con quella” gli confidò con un sospiro, ricambiando il sorriso amichevole del nuovo arrivato

“Sai, io ne ho una a casa. Me l’ha regalata mio papà e ti posso confermare che è fantastico. Peccato che non ci permettano di portarcela ad Hogwarts ancora, io sono un campione a Quidditch” ribattè orgoglioso

“Leggermente pompato, ma simpatico”pensò Harry, contento di aver trovato un amico

“Beato, io mi sa che mi dovrò rassegnare a guardarla”

“Beh, tra qualche anno anche a noi sarà concesso di averne una e se vuoi te la potrò far provare, perché io entrerò a far parte della squadra della mia casa tanto” disse magnanimo

Il moretto rispose con un sorriso a trentadue denti e poi il nuovo venuto continuò:”Sai già a quale casa andrai?”

“No…” rispose a disagio, ecco un’altra tra le innumerevoli cose che non sapeva

“Beh, nessuno lo sa con certezza finchè quel vecchio cappello non te lo dice, ma io sono abbastanza sicuro di finire a Serpeverde” aveva la parlantina facile il ragazzino

“Hai le idee chiare, eh?”

“Certo. Odio sentirmi impreparato, ma non pensare che io sia uno di quei secchioni So-tutto-io” gli chiarì

“Certo… Io invece sono del tutto impreparato sul mondo magico” dichiarò, buttandola sullo scherzo

“Sei un babbano?” gli chiese diffidente

“N..no” non sapeva che cavolo voleva dire quella parola, ma negò lo stesso

“Meno male, proprio non li sopporto quelli. Sei figlio di una strega e di un mago allora?” chiese nuovamente ed Harry si chiese che dovevano avere di così brutto quei babbani. Poco male, lo avrebbe chiesto alla Signora Figg

“Si” stavolta era sicuro della risposta

“Anche io” affermò soddisfatto e poi un lampo di incertezza gli passò attraverso gli occhi grigi, annuvolandoli:”Mi sono scordato di chiederti il tuo nome”

“Oh, io sono Harry” disse semplicemente, rinnovandogli il sorriso

“Draco. Ti va di sederci vicini nel treno?”

“Ehm, certo” rispose nuovamente titubante

Treno? Quale treno? dannazione alla sua ignoranza!

“Non conosci nessuno vero?” domandò e gli sorrise affabile

“No..”

“Non preoccuparti Harry. Ti rifarai in fretta se starai vicino a me”

Una voce femminile richiamò il ragazzino e lui si affrettò ad andare, salutando Harry con un sorriso ed un “Ci vediamo sul treno!”

Il suo umore era nettamente migliorato e adesso vagava leggero e felice per le vie di Diagon Alley

Entrò nel negozio di Madama McClan e dopo di essersi rifornito del vestiario, vagò un altro po’ e si imbattè nel negozietto trascurato di Olivander. Aprì la porta ed uno scampanellio fece accorrere un uomo con dei candidi capelli aggrovigliati.

“Buon giorno, vorrei una bacchetta…” esordì intimidito

“Certo” squittì eclissandosi, dopo riapparve con le braccia cariche di una quantità industriale di bacchette

Le provò tutte, una per una, ed ogni volta il commerciante gliele strappava di mano. Il povero ragazzo si stava snervando, finchè all’improvviso, l’ennesima bacchetta che gli diede in mano, gli propagò un calore avvolgente per tutte le membra. Il signor Olivander esultò dalla gioia e lo trascinò a pagare, borbottando fra se e se:”Lo sapevo che era quella… la gemella… perfetta.. lo sapevo.. avrà un grande futuro sicuramente”

Harry ignorò i suoi borbottii e, stranito, lasciò il negozio. Adesso doveva proprio andare a scoprire dove si era cacciata la signora Figg, perché quel giorno non l’aveva vista neanche di sfuggita o per sbaglio. Si avventurò per l’ennesima volta per le vie del paese e vide che adesso le persone non se la prendevano più con calma, come la mattina, ma sembravano tante formichine impazzite che sciamavano da un negozio all’altro prima della chiusura.

Rivide in lontananza quel biondino, che lo salutò facendogli un cenno con la mano. Harry ricambiò e poco più in la scorse finalmente la signora Figg venire verso di lui. Lui si affrettò a raggiungerla ed il padre del biondino, cioè la fotocopia sputata del ragazzino, la guardò con un certo disgusto, esortando la famiglia ad andare via.

“Ci vediamo sul treno! Ciao Harry!” urlò improvvisamente Draco

“Certo! Ci vediamo li” ribattè altrettanto sorridente

Finalmente si trovarono faccia a faccia con la vecchietta e lei disse, in tono accusatorio:”E così tu e Malfoy, eh?”

“Si… Io e lui…” soppesò le parole, non capendo dove voleva andare a parare e soprattutto chi fosse questo Malfoy

“Siete amici adesso con il figlio dei Malfoy?” ah, il biondino!

“Ci siamo incontrati, parlati e nel corso naturale delle cose abbiamo stretto amicizia, si. Perché me lo chiedi con quel tono?” gli chiese sulla difensiva

“Perché devi stare attento con i Malfoy. Si sentono superiori a tutto e a tutti e disprezzano quelli diversi da loro. Potrebbe avere una cattiva influenza su di te quel ragazzino” affermò senza tanti giri di parole

“Io non mi faccio influenzare da nessuno!” ribattè offeso

“Questo lo vedremo caro”

“Ovviamente” rispose torvo e poi si voltò dall’altra parte, camminando accanto a lei in silenzio

Appena arrivarono in stanza, lei gli consegnò tutte le buste con i suoi libri di testo, il calderone, gli ingredienti per le pozioni e cose varie.

“Grazie” le disse freddo e lei rispose con un cenno del capo, afflitta da qualche pensiero

Prima di uscire dalla porta, si voltò indietro, come fulminata da qualche pensiero e disse tutto d’un colpo:”Scusami caro se sono cosi di malumore e intrattabile di questi giorni, ma mi fa uno strano effetto tornare nella comunità magica dopo tanto tempo e mi sento molto a disagio e tesa qui. Non ce l’ho con te però” dettò ciò gli sorrise ed Harry annuì comprensivo:”No problem signora Figg”

“Bene… Ah, questo è il tuo biglietto per il binario che dovrai prendere tra due giorni. Ti spiegherò come raggiungerlo direttamente li. Io non ti lascio solo” con un ultimo sorriso e un buona notte sussurrato la donna si congedò ed Harry potè mettersi finalmente a letto, mentre uno strano calore gli si accoccolava sul petto. La signora Figg non lo avrebbe lasciato solo, lei gli voleva bene. Sorrise confortato a questo pensiero e ripescò dalla mente anche la loro conversazione sui Malfoy. Poteva essere realmente di così “cattive influenze” quel pallido ragazzino biondo che si era dimostrato così amichevole con lui??

Naah, si rispose da solo e si addormentò tranquillo.

 

...
ciaooo a tutti! scusate la lunga assenza e sicuramente non mi metterò a spiegarne i motivi, non vorrei forzare troppo la vostra pazienza XD, comunque eccoci qui! Harry ha trovato finalmente un nuovo amico e si capisce perchè l'amorevole e buona signora Figg è diventata tutto d'un tratto scorbutica, (no, non soffre di disturbi di personalità XD)... ed ora vorrei chiedervi una cosa per il continuamento della storia... dove lo mando Harry?? In quale casa?? Sono ancora indecisa, se su Grifondoro o Serpeverde, voi che dite??

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Capitolo 10
*** 09. Il treno magico ***


nono

09. Il treno magico

 

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Il tempo passò velocemente e la signora Figg non ripescò più fuori l’argomento dei Malfoy e si sforzò di non rendere troppo palese il suo malumore. Harry sentiva l’ansia crescere di pari passo allo scadere delle ore che lo avvicinavano alla partenza. Per placarla un po’ si mise a leggiucchiare un po’ di libri scolastici e scoprì che non erano affatto noiosi, anzi, erano interessanti, e così si sentì più tranquillo perché il suo terrore era quello di fare la figura dello stupido, arrivando completamente impreparato. Si era posto molte volte il problema di rimanere solo e senza amici a scuola, un emarginato, come era sempre successo, ma quando i primi dubbi si annidavano in lui, stringendolo in una morsa, Harry ripensava a quel biondino che gli aveva promesso la sua amicizia e si sentiva un po’ meglio.

“Signora Figg! È tardi!” era arrivato il giorno della partenza ed erano già le dieci e mezza

“Si si! Un attimo!” ribattè affaccendata, scansandosi una ciocca argentata dal volto

“Non abbiamo tempo! Dai dai! Poi lo perdo!” Harry sembrava in prenda ad una crisi isterica e presto l’avrebbe fatta venire anche alla povera donna che tentava di aiutarlo

“Calmati un attimo Harry! Tanto dobbiamo prendere la metro polvere” cercò di sedarlo

“Si, lo so ma se poi il treno mi lascia qui e parte? E.. se non troviamo la stazione? Oppure se salgo e tutti i posti sono già occupati? Oppure…” annaspò quando la signora Figg lo scrollò esasperata

“Basta! Mi stai facendo saltare i nervi! È tutta la mattinata che non fai altro!” strillò, attirandosi gli sguardi di tutte le persone attorno a loro:”Uff, che figure che mi fai fare…” borbottò dopo, arrossendo

“Ahahah, cose che capitano” la consolò

“… Comunque entra dentro il camino. Sai già che fare e ci vediamo dall’altra parte” lo istruì la donna, tenendo ancora lo sguardo basso

“Va bene” assentì e poi aggiunse:”Ciao Tom!”

Il barista ricambiò con un sorriso ed Harry sparì, inghiottito da una nuvoletta verde

Il ragazzo arrivò sano e salvo dall’altra parte, sempre sconvolto e scombussolato per il viaggio e con un senso di nausea crescente, ma non sapeva se attribuirla solo al viaggio via camino. Qualche minuto dopo apparve anche la signora Figg, che si spazzolò i vestiti, più tranquilla di prima.

“Non sai come sono stati rilassanti questi minuti senza di te” sorrise, senza cattiveria e poi aggiunse:”La mia povera testa intasata ringrazia”

“Beh, prego” borbottò distratto, non ascoltandola

Di solito si sarebbe arrabbiato e avrebbe protestato, ma adesso era troppo impegnato ad osservare tutta quella gente che fluiva nella ferrovia e tra loro sicuramente c’era qualche suo futuro compagno.

La signora Figg si accorse del suo cambiamento e lo prese per mano, stringendogliela per infondergli un po’ di calore e coraggio:”Su caro, ce la farai e non preoccuparti che i primi giorni tutti saranno un po’ spaesati, non solo tu, e ti ambienterai in fretta” tentò di confortarlo malamente ed infatti non sortì alcun effetto sul ragazzo, anzi, si agitò ancora di più

“Suvvia Harry! Tu hai affrontato e sconfitto Tu-sai-chi in persona! Ti fai spaventare da un branco di mocciosi?” ritentò, magari era più fortunata

“Ehi! Anche io faccio parte del branco di mocciosi ti ricordo!”

“Bene, così andiamo già meglio. Almeno adesso ti consideri parte integrante dei tuoi futuri compagni” sorrise benevola e con dolcezza

Harry rimase senza parole e poi si riprese:”Beh, io non intendevo in quel senso ma.. oh, i..io… uff mi fai confondere e poi io non mi ricordo niente di quel giorno”

All’ultima frase non seppe ribattere e quindi lo trascinò dentro la ferrovia, mormorandogli un rincuorante:”Su caro…”

“Sembra proprio una mamma amorevole” constatò Harry con un sorriso, guardandola con affetto

Si infiltrarono tra la folla e con fatica, lo posizionò davanti ad un muro di mattoni, tra il binario nove e dieci, dopo aver regalato un paio di gomitate a destra e a manca

“Eccoci”

“Emhh.. signora Figg, questo è un muro…” esclamò lentamente Harry, perplesso

“Eh già” affermò soddisfatta:”Eccoci qua”

“Ehmmm.. e che dovrei fare? Fargli una foto?” mormorò sarcastico:”Oppure la scatto a te? Si abbina il color mattone alla tua gonna sai?”

Lei sorrideva ancora e non gli rispose e quindi Harry guardò il grande orologio posizionato li di fronte: le undici meno cinque.

“Cavolo! Sono meno cinque! Signora Figg rinvieni dal tuo stato di demenza e portami al treno per favore!” strillò il ragazzino, stavolta realmente isterico

“Non preoccuparti…”

“Oddio! Ora lo perdo! Lo sapevo è colpa tua! Perché non ti sbrighi a metterti in posa così ti scatto questa foto e mi porti al treno!” disperò

“Caro, ma calmati, sembri una donnetta isterica..” uno strano tic le animava l’occhio

“…Per favore! Ora se ne va! Va via! Io senza di lui, lui senza di me, ed io fregato.. Povero me..” si lagnò ad alta voce

“Ma basta!! Caz… ehm cavolo calmati!!! Questo è il posto giusto! Cuciti quel forno ambulante!” sbraitò infine la signora Figg, scoppiando

Il controllore la guardò male e lei, alzando gli occhi al cielo, disse disperata:”Che ho fatto di male nella mia esistenza? Oltre a questo bambino petulante mi manca soltanto di venire arrestata per disturbo alla quiete pubblica da quello li e poi faccio bingo”

Harry nel frattempo si era zittito e la guardava con gli occhioni verdi spalancati ed in attesa di qualche sua istruzione:”Bene, io non posso seguirti attraverso il muro mi dispiace. Ora ascoltami attentamente…”

“Attraverso il muro?!” sbraitò di nuovo ed il controllore lanciò la seconda occhiataccia nella sua direzione

“Questo mi arresta davvero tra po’..”mormorò e poi a voce più alta:”Si.. devi passare attraverso il muro…”

“Ma tu non stai bene… se vado a sbattere mi frantumerò gli occhiali come minimo” ribattè Harry e poi sbirciando l’orologio e notando che l’ora della partenza si avvicinava, cominciò a saltellare qua e la.

“Per favore sta a cuccia. Ora fidati di me e passa attraverso quel muro. Fidati di me” lo guardò dritto negli occhi per convincerlo che non scherzava ed Harry si disse che era meglio sbrigarsi e alla meno peggio si sarebbe ritrovato con un paio di occhiali nuovi.

“Bene.. Mi fido di te. Ora vado” disse Harry incerto

“Abbracciami caro, mi mancherai” lo salutò e lo strinse a se di slancio, infondendogli calore

Harry ricambiò felice e poi con le valigie si affrettò ad andare contro al destino.

Fece una piccola rincorsa e chiuse gli occhi, aspettandosi la violenza dell’impatto. Invece non avvertì niente, solo un leggero spostamento d’aria e quando ritrovò il coraggio di riaprire gli occhi, si ritrovò in una stazione speculare all’altra, con la differenza che li era prevista la partenza di un unico treno scarlatto.

Si guardò intorno, incredulo, e vide attorno a se tante famiglie riunite che si salutavano e un gran vocio di ragazzi e animali vari. Sentì una stretta al cuore quando vide un bambino che abbracciava felice la sua mamma, mentre il padre gli spettinava i capelli, affettuosamente.

“Harry! Di qua!” urlò una voce

Il ragazzino si volse di scatto e il suo volto si aprì in un sorriso gioioso, sospirando di sollievo:”Ciao Draco!” lo raggiunse, trascinando con se i suoi bagagli

“Perché tu non hai niente con te?” chiese incerto, notando che il ragazzino era a mani vuote

“Beh, ho lasciato il compito a Tiger e a Goyle di trasportare le mie valigie al nostro scompartimento. Ovviamente dopo te li farò conoscere” rispose con la caratteristica voce strascicata

Harry esultò e dentro di se si disse:”E adesso siamo arrivati a tre” e sorrise

Il biondino se ne accorse e ricambiò il gesto. Il suo sguardo fu attratto da qualcosa e il viso si distorse in una smorfia divertita

“Che c’è?” gli chiese curioso

“Hai visto quelli?” gli disse indicando un gruppo di persona, o meglio una famiglia

“Si…” rispose Harry esitante

Non capiva cosa avessero di strano quelle persone, a parte il tratto caratteristico di avere una nuvola di capelli rossi per capelli si intende.

Si mise a sghignazzare:”Guardali! Quelli sono i Weasley” sputò il nome con derisione quasi, come se fosse un’offesa di per se:”Li si può riconoscere ovunque, sia per quel colore ridicolo di capelli e sia perché hanno tutte le cose di seconda mano, poverini mi fanno quasi pena”

Ad Harry questa cosa diede un po’ di fastidio, ma preferì ribattere semplicemente con un:”Saranno problemi loro. A te che interessa?”

“Ovviamente non mi interessa niente di loro” ribattè sorpreso dalla domanda, un po’ piccato

“Bene, allora non dovresti parlarne completamente di loro” detto ciò Draco si zittì irritato, non sapendo come ribattere

“Non sarai dalla loro parte?” ringhiò quasi dopo qualche secondo

“Io non ho nulla contro di loro. Io sono neutrale” ribattè pacato, non gli piaceva dover insultare qualcuno che nemmeno conosceva

“Lo sarai ancora per poco, Harry. Dopo lo smistamento dovrai prendere le parti della tua casa”

“Si…” si era dimenticato di chiedere informazioni alla signora Figg, accidenti!

Si sentì improvvisamente inquieto, però non volle chiedere aiuto al suo nuovo amico, per ora, si sentiva… giudicato.

All’improvviso due ragazzoni sopraggiunsero da dietro Draco e quest’ultimo, sicuramente incuriosito dallo sguardo che Harry lanciava verso di loro, si voltò.

“Che ci fate qui?” domandò sorpreso, sicuramente li conosceva allora

“Beh, abbiamo sistemato i bagagli e non avevamo niente da fare…” borbottò uno dei due, quello paurosamente somigliante a suo cugino Dudley

“Scusa, ma chi li controlla? E soprattutto i posti chi li occupa?” ribattè seccato

“Ehmm… Beh..”

“Noi torniamo di la allora…” gli venne in aiuto l’altro e il suo compare annuì

Draco sospirò ed Harry osservò quello sguardo di battute con curiosità e divertimento. Quei due non gli avevano fatto una gran bella impressione fino a quel momento.

“Aspettate, ormai andiamo tutti insieme… comunque questo è il nostro nuovo amico: Harry” lo presentò finalmente

Il ragazzino tese la mano e gli altri due la strinsero, borbottando a loro volta:” Tiger…” quello simile al cugino, e:”Goyle…” quello che sembrava leggermente più intelligente

“Bene, ora possiamo pure andare che il treno parte e non vorrei che i nostri posti siano occupati da altri…” sibilò glaciale, gelandoli con un’occhiataccia

I due fecero una risatina stupida e poi li seguirono. Harry vide il biondino alzare gli occhi al cielo e poi rivolgerli verso di lui:”Meno male che ci sei tu con cui fare una conversazione intelligente di tanto in tanto. Non sopravvivrei altrimenti con questi due zucconi”

I due risero in armonia e i due “zucconi” li imitarono senza un motivo preciso e ciò scatenò ancora più l’ilarità di quei che avendo incrociato gli sguardi si erano quasi letti nel pensiero.

I quattro ragazzini salirono sul treno al fischio di partenza e fortunatamente trovarono i bagagli salvi e i posti liberi. Il cuore di Harry era finalmente molto più leggero e felice in quel momento.

...

Ciao a tutti! :)... ho aggiornato prima che ho potuto e vi ringrazio tantissimissimo per le recensioni!! *__* mai viste così tante tutte insieme! Sono ultra felice :D... Comunque la maggioranza ha deciso e quindi lo mando a Serpeverde. Ovviamente nessun personaggio è diverso dal libro originale come carattere e quindi alcuni atteggiamenti di Malfoy non vanno sempre giù ad Harry che cerca di farglielo capire come può... chissà che situazioni si creeranno fuori XD...  Adesso devo proprio andare.. ci sentiamo al prossimo capitolo e mi raccomando recensori.. non svanite!! XD...

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Capitolo 11
*** 10. incontri e scontri ***


nuono

10. Incontri e scontri

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Draco gli fece cenno di far passare avanti i due ragazzoni ed Harry cedette il passo. Era una fatica riuscire ad avanzare attraverso tutto quel mare di gente che intasava il passaggio e solo grazie allo spazio che procuravano Tiger e Goyle, spingendo di lato la gente malamente, riuscirono ad uscirne sani e salvi e non spiaccicati come mosche sul parabrezza di un auto. Raggiunsero in buone condizioni uno scompartimento socchiuso e si infilarono velocemente dentro.

Erano rimasti in piedi perchè due prefetti, Harry doveva ancora capire cosa fossero, li avevano fatti sloggiare malamente da li e adesso si ritrovavano a spasso.

“Siete due perfetti idioti” li stava rimproverando malamente il biondino, gettandogli addosso le sue valigie con un gesto secco

Harry nel frattempo si stava guardando intorno e nello scompartimento un paio di  penetranti occhi scuri lo scrutavano, curiosi. Il ragazzino si schiarì la voce ed ottenne in risposta solo un ulteriore sguardo, interrogativo. Harry sentiva il calore scottargli le gote e si rese conto di stare arrossendo, sotto quell’occhiata insistente. Tirò per un braccio Malfoy:”Ehm, c’è una ragazza qui”

Draco si girò distrattamente, sempre scoccando lampi dagli occhi gelidi verso Tiger e Goyle, che avevano prontamente abbassato il capo, pentiti e sottomessi. All’improvviso si trovò addosso ben due sguardi interrogativi, tra l’altro uno era pure divertito, e lui non osò fiatare.

Ci pensò il suo nuovo amico a spezzare il silenzio creatosi:”Chi sei?”

“Hermione… E voi chi sareste?” dal suo tono di voce limpido, aleggiava una nota di altezzosità

“Chi sono i tuoi genitori? Li conosco?” domandò nuovamente diffidente, come lo era stato quella volta che aveva chiesto ad Harry se apparteneva ad una famiglia di maghi o meno, ignorando la sua domanda

La ragazza si accorse di ciò e sbuffò sonoramente:”Granger, il mio cognome è Granger. Non penso che uno come te conosca i miei genitori”

“Per caso quei Granger funzionari di un reparto del ministero della magia?” chiese Draco, interessato, allentando leggermente il tono caustico nella sua voce

Esisteva un ministero della magia??” si domandò retoricamente Harry, mentalmente 

Questo scatenò l’ilarità della ragazza che si lasciò andare ad una risata argentina che risuonò per tutto lo scompartimento, facendo posare su di lei gli occhietti dei due ragazzi rimasti in silenzio, alle spalle del biondino.

“Spiegami cos’hai da ridere, di grazia” il tono pacato era intriso di una leggera malevolenza

“Oh be, tranne il fatto che i miei non hanno mai visto neanche con il cannocchiale quel ministero e che sono dei comuni dentisti, niente” e risuonò nuovamente la sua risata, ricomponendosi un poco all’occhiata sprezzante che le rivolse Draco

“Cos’è questo cannocchiale?” grugnì Goyle

“è un tipo di dolce?” gli fece eco, speranzoso, il suo compare

Stavolta fu la volta di Harry scoppiare a ridere e gli occhietti di quei due divennero microscopici, nell’atto di socchiudersi per il fastidio:”Il cannocchiale è un oggetto, mica qualcosa di commestibile”rispose quindi

Harry non notò l’occhiata sospettosa che gli rivolse Draco, impegnato a scambiarsi un’occhiata complice ed un sorriso con quella ragazzina dagli occhi vispi

“Umh, e dentisti lo è?” ritentò il ragazzone

Hermione tossicchiò nervosamente, come a nascondere il suono di un'altra risata e spiegò:”No. Hai anche sbagliato a formulare la frase, perché davanti ai nomi ci vuole sempre l’articolo e poi dentisti è plurale e quindi verrebbe: E i dentisti lo sono?” terminò la sua spiegazione ed alzò il viso, in un atto di superiorità, squadrando quei ragazzi che la guardavano con tanto d’occhi

“Oh mio dio” berciò all’improvviso Malfoy, lanciandole un’occhiata gelidamente disgustata

I due dietro sghignazzarono, come se non avessero compreso che l’offesa della ragazza era indirizzata a loro

“Che c’è?” sbottò Hermione, arrossendo leggermente

“Sembri proprio un’insopportabile so-tutto-io, una secchiona babbana fatta e finita” rispose con la sua voce strascicata

Harry si chiese nuovamente il significato di quel termine, babbano, che pronunciata dalle sue labbra sembrava il peggiore degli insulti quasi.

La ragazzina inspirò rumorosamente e i suoi occhi divennero di pietra. I due ragazzi, pietra in quegli occhi scuri, e ghiaccio in quegli occhi plumbei così chiari, si confrontarono apertamente per alcuni minuti.

Alla fine la ragazza distolse lo sguardo e si difese:”Almeno non sono un ragazzino viziato e insopportabile con tanto di guardie del corpo al seguito” ed additò con la mano i due rimasti indietro

Draco sembrò non accusare minimante il corpo, anche se un leggero tremolio in una mano lo tradì

“Bene” inspirò dal naso e con voce inflessibile continuò:”Qual è il tuo cognome invece, Harry?” il tono era del tutto innocuo e casuale, all’apparenza, ma ciò lo spiazzò perché si era aspettato che continuasse ad insultare Hermione

“C..come?”

“Il tuo cognome” ripetè annoiato, mentre la ragazza lo fulminava letteralmente con lo sguardo

“Potter”

Uno strano silenzio calò li dentro e girandosi, stranito per l’aria diversa che si respirava li dentro, incrociò lo sguardo incredulo e sorpreso del suo nuovo amico:”Tu sei Harry Potter? Quel Harry Potter?”

Ora ricordò chiaramente chi era in quel mondo e soprattutto ciò che gli aveva detto la signora Figg. Divenne diffidente e rispose titubante, non volendosi mostrare più del dovuto:”Si” e si scostò la frangetta per far notare la saetta

Negli occhi di Tiger e Goyle passò una scintilla di comprensione e la loro bocca si spalancò leggermente. Draco invece, in quei pochi istanti che avevano trascorso insieme,  aveva compreso che lui difficilmente mostrava ciò che provava o pensava realmente in pubblico, quindi il suo volto si contorse solamente in una smorfia, prima sorpresa e poi soddisfatta.

“Io so tutto di te” berciò all’improvviso la ragazzina, che si era stancata di essere ignorata:”Sei citato in molti libri sai? E  ciò che ti è accaduto è stato sicuramente bruttissimo” il dispiacere le adombrò i lineamenti:”Ma anche strabiliante. Ricordi nulla?” chiese curiosa

“Ehmm…” stava per rispondere no, ma nella sua mente riaffiorò il ricordo di quel lampo verde e ribaltò:”Si, una luce verde e poi del dolore e stop”

“Mitico” biascicò lentamente Draco, battendo un paio di volte le mani, sembrava leggermente sarcastico

“Smettila” farfugliò imbarazzato

“Non dargli ascolto Harry! È solo invidioso” disse la ragazzina, scoccando un’occhiata di puro veleno al biondino che la ricambiò ampiamente

Non era mistero per nessuno li dentro che quei due si odiavano dal profondo.

“Vieni Harry, andiamo via. Direi di cercare uno scompartimento libero da presenze non esattamente gradite” berciò all’improvviso Draco, ignorando la presenza di Hermione e trascinandosi Harry dietro, insieme ai due ragazzoni.

Prima di sparire completamente, vide la ragazza rivolgerli un sorriso amichevole e un guizzo contento negli occhi scuri e scintillanti.

Tiger richiuse la porta con uno schiocco secco e lo riportò alla realtà.

“Che ragazza insopportabile” berciò Draco, imprimendo nella sua voce tutto il disgusto di cui era capace:”Vieni, proviamo con questo. Forse avremmo la fortuna di non incontrare gente così sgradevole”

“Per me era simpatica, anche se aveva l’atteggiamento un po’ da secchiona” disse Harry, ignorando l’occhiata ammonitrice che gli lanciò Malfoy

“Non sai cosa stai dicendo. Lei è una nata babbana, lei è inferiori a noi due” ringhiò il biondino, cercando di imporsi ma Harry non era molto malleabile da quel punto

“Sei tu che non sia cosa stai dicendo, invece. Hermione, è una strega e certamente non ha nessuna importanza da dove proviene. Potrebbe essere più brava e brillante di te, che ti reputi migliore” la difese infastidito, calcando appositamente sul nome della ragazzina per imprimerlo in mente a quel testone del suo nuovo amico

“Lei rimarrà sempre dietro me” disse alla fine, facendogli segno di zittirsi mentre la sua piccola figuretta emanava gelo

Spalancò l’ennesimo scompartimento e dentro trovarono quel ragazzino coi capelli rossi che aveva notato da lontano alla stazione e un altro che in mano teneva un rospo.

“Grandioso… Di bene in meglio” borbottò sarcastico a voce abbastanza alta da farsi sentire dagli occupanti di quei posti

Quest’ultimi alzarono il capo nella loro direzione ed Harry fece un timido segno di saluto che loro ricambiarono tramite occhiate diffidenti in direzione dei due armadi e del biondino che erano entrati con lui e per ultimo su di lui.

“Meglio che andiamo Harry, non vorrei mischiarmi con questa feccia”

Le orecchie del rosso divennero dello stesso colore dei suoi capelli e disse:”Nessuno ti ha invitato qui, Malfoy”

“Non avevo dubbi… E tu saresti..?” chiese esitante in direzione di quello con il rospo in mano

“Neville Paciock” borbottò, accarezzando distrattamente il suo rospo, che gracidava indisturbato

“Oh si, giusto.. Paciock… Gli scompartimenti fanno pena al giorno d’oggi” commentò Draco, guardandoli come se fossero delle gomme spiaccicate sul sotto delle sue scarpe

“E tu chi sei? Non ti ho mai visto” domandò il rosso ad Harry

“Harry” rispose semplicemente, evitando appositamente di dire il cognome

Il rosso gli scoccò un’occhiata diffidente, sicuramente stava tentando di capire se era come Malfoy o meno.

“Vieni via. Preferivo quella ragazzina di prima a questi… almeno quella aveva un po’ di cervello”

Harry alzò gli occhi al cielo e borbottò:”Certo che sei scorbutico”

Draco gli si avvicinò e disse soddisfatto:”Bene. Quello era il mio obiettivo”

Si strascinò nuovamente via tutta la comitiva, chiudendo la porta con uno schiocco secco e facendo saltare via dalla mani di Neville il rospo che cominciò a gracidare, spaventato.

Il prossimo scompartimento per fortuna era libero e si sedettero, emettendo uno sbuffo:”Finalmente seduti” mormorò Harry

“Già. Però mi sa che faremmo meglio a metterci le divise. Non voglio arrivare ad Hogwarts vestito così” e sorrise finalmente amichevole, dopo due scomparti in cui la sua bocca si atteggiava costantemente in una smorfia derisoria o in un ghigno

“Certo però che sei stato un po’ troppo brusco con quelli li” lo rimbrottò Harry, guardando il paesaggio sfrecciare dal finestrino

“Mi sono soltanto assicurato di tenerli a debita distanza per il resto del tempo. Ho tracciato un confine tra me e loro” spiegò semplicemente, prendendo dalla tasca una liquirizia e cominciando a mordicchiarla

“Oh..” Harry non sapeva che dire e a disagio ribattè:”Ma… allora perché con me non ti sei comportato allo stesso modo?”

“Perché tu non sei come loro, sicuramente. E poi perché anche io ho bisogno di un amico con cui parlare ogni tanto e non grugnire soltanto” disse additando a Tiger e Goyle che stavano mangiando un panino

Harry sorrise, contento, e si dimenticò subito dell’atteggiamento che il biondino aveva usato poco prima con quei ragazzini e che l’aveva infastidito un po’:”Anche per me uguale. Anche io ho bisogno di un amico”

I due si scambiarono uno sguardo complice e dopo un po’ cominciarono ad indossare la divisa, perché la notte calava ed una cappa scura e scintillante avvolgeva tutto ciò che saettava fuori dal finestrino.

“Siamo arrivati” sussurrò Draco con lo sguardo luminoso

 

...            

Eccomi!! :).. ho fatto tardi??? Spero di no XD. Bene bene, qui entrano in scena finalmente i nostri piccoli grifondoro e mi è appena venuta un'idea... è.é... comunque qua si sottolinea il carattere dei personaggi e soprattutto il fatto che Harry non è certo al livello dei due zucconi e che non si fa certo mettere i piedi in testa u.u . Non mi sembra che ci sia molto altro da aggiungere... mmmm.. no no. Bene, allora vi saluto e mi raccomando come al solito se avete qualche minuto lasciatemi una piccola recensione.. spero di non aggiornare il prossimo troppo tardi almeno :-/... alla prossima gente!!! :D                                                                                       

 

                                                                        

 

 

 

 


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Capitolo 12
*** 11. eccoci qui ***


harry p

10. Eccoci qua!

 

“Wow…” soffiò Harry lentamente, appena scese dal treno, voltandosi lentamente per osservare ciò che aveva intorno.

“Bello qui, vero?” gli chiese Draco, con la stessa espressione, ma cercando di darsi un contegno.

“Bello?! È troppo poco. Hai visto? Guarda li, c’è un lago!” riprese Harry, additando più in la.

Draco seguì il dito con lo sguardo e poi disse:”So che per raggiungere la scuola dovremmo attraversare il lago”

“Potente, e.. come?” domandò interdetto, fissando quella massa compatta d’inchiostro. Mica doveva farsela a nuoto, vero?

“Oh, beh… ma con le barche no? È scritto tutto sui nostri libri di testo, ma i signorini qui presenti non si sono degnati neanche di aprire un libro quest’estate, vero?” affermò una vocetta saccente, facendo sobbalzare i due ragazzi.

Harry si voltò di scatto e disse:”Hermione! Non puoi sbucare alle spalle delle persone così, mi fai prendere un colpo”

La ragazzina sorrise, dispettosa, e si rivolse a Draco:”Di certo non lo farei prendere alle persone di ghiaccio, come il biondino qui presente, niente può scarfirlo”

Il piccolo Malfoy lanciò un’occhiata significativa ad Harry, come a dirgli:”Te l’avevo detto” e poi, senza girarsi, la degnò di una piccola risposta:”Hai azzeccato il punto”

Hermione gli fece una linguaccia antipatica e poi Harry spalancò gli occhi e si raddrizzò meglio gli occhiali sul naso, per assicurarsi di aver visto bene.

“Di nuovo lui no…” si lamentò il ragazzino, dopo aver accertato che le sue supposizioni erano giuste.

Hagrid si andava avvicinando dalle loro parti, insieme ad un sorrisone stampato in mezzo a tutto quel groviglio di barba e con una grossa lanterna in mano.

Harry si accucciò dietro a Draco, ringraziando mentalmente che in quel momento un folto gruppo di ragazzoni stesse passando davanti a loro, e costrinse i due ragazzi che erano con lui a mimetizzarsi li in mezzo.

“Ehi, mi rovini il vestito” sbottò irritato il biondino, raddrizzandosi dopo quella caduta di stile.

“Al limite può solo migliorarlo” borbottò tra sé e sé Hermione, ma il ragazzino la sentì ugualmente e la gelò con lo sguardo.

“Quella li non ne vuole proprio sapere di levarsi di torno come tutti gli altri, peggio di una zecca mio dio” pensò infastidito, mentre la Granger li seguiva anche in mezzo a tutta quella gente.

“Harry! Ci pensi tu a far sloggiare quella zecca petulante dai piedi? È solo colpa tua che le hai dato confidenza” lo rimbrottò a bassa voce Draco, cercando di non farsi calpestare dalla massa; purtroppo avevano perso a Tiger e a Goyle in mezzo a tutta quella confusione e i loro sparti acque personali erano naufragati miseramente.

“Non è una zecca” ribattè piccato.

“Ma che è petulante lo ammetti vero?! Io non la sopporto”

Harry non replicò, fingendosi impegnato a non farsi mettere sotto dai più grandi, e avanzò rapido seguendo la calca, sperando con tutto il cuore di non andare ad imbattersi in quella specie di mezzo gigante, ma le sue gote si arrossarono un pochino a quell’insinuazione corretta.

All’improvviso la folla si arrestò ed Harry andò a sbattere contro una ragazza più grande. Quella si voltò di scattò, e notò che i capelli le ricadevano sottoforma di treccine attorno al viso ambrato.

“Attento” lo rimbrottò

“S..scusa” balbettò, in imbarazzo.

Draco gli sghignazzò all’orecchio ed il ragazzino gli pestò un piede, per azzittirlo e ottenne esattamente ciò che voleva.

Con un sorrisetto soddisfatto in volto, si alzò sulle punte per osservare ciò che accadeva davanti a lui e notò che molti allievi svoltavano a destra, mentre Hagrid richiamava quelli più piccoli ad avanzare fino alla riva del lago, dove erano ormeggiate un bel po’ di barchette.

“Oh.. ma allora andiamo veramente con le barche!” esordì Harry, cercando di mantenersi in equilibrio, mentre molti sciamavano in avanti per occupare i posti.

“Certo. Io ho sempre ragione, devi darmi ascolto” ribattè soddisfatta Hermione, attorcigliando un dito tra i folti capelli e prendendolo per mano per occupare la barca di fronte a loro.

Harry di lasciò trascinare, colto di sorpresa, e lanciò uno sguardo di scuse a Draco. Il biondino sbuffò e con lo sguardo cercò Tiger e Goyle, non volendo salire in quella barca. Quei due zucconi, purtroppo, erano già saliti su un'altra barca con alcuni allievi più grandi, tra quelli riconobbe il cugino di Tiger e si avvicinò per salire a bordo, camminando con il nasino all’insù per non far notare al suo nuovo amico e a quella zecca babbana quanto fosse stato infastidito e un po’ ferito dal loro gesto.

“Hermione! Ma non si fa così! Mi hai trascinato qui e lui è rimasto solo…” la rimproverò dispiaciuto.

“Oh, non ci avevo fatto caso. Quanto mi dispiace” gli rispose mestamente, ma nascose all’ombra dei suoi ricci, una piega soddisfatta sulle labbra.

“Va bene, ma la prossima volta non farlo più” affermò sorridendo il ragazzino occhialuto di fronte a lei.

Rimase un attimino interdetta, e si interrogò se Harry faceva sul serio o la stava solamente prendendo in giro, ma lo sguardo pienamente innocente era la prova che non mentiva.

Le dispiaceva di prenderlo in giro così e sussurrò le sue scuse:”Scusami Harry, stavolta veramente”

Il ragazzino però non la sentì, perché nel frattempo le barche erano partite e lui era rimasto affascinato dal loro movimento oscillante sulle acque placide, giurò di aver visto anche qualcosa increspare la patina scura delle onde.

Si ritrovarono ad osservare anche i volti degli allievi, tutti rigorosamente del primo anno, che ondeggiavano con loro e tutti avevano la stessa identica espressione: stupore.

Dal nulla era spuntato un edificio gigantesco, un castello medievale, illuminato da milioni di torce sospese a mezz’aria.

Ad Harry sembrava di essere ad Halloween e quasi quasi si ritrovò a controllare.

“Che giorno è oggi?” chiese all’improvviso, spezzando quel silenzio irreale carico di aspettative, attorno a lui.

“Perché?” gli rispose interdetta.

“Sicura che non sia il 31 ottobre?” ribattè incalzante.

“Certo! Ma perché?
“Mi sembra Halloween” disse con ovvietà Harry, facendo scoppiare a ridere ad Hermione.

“Sai, sei molto più simpatica e carina quando sorridi” gli disse con semplicità e la ragazzina arrossì di botto a quel complimento.

“Gr..grazie” balbettò imbarazzata.

Harry rispose con una scrollata di spalle e all’improvviso si alzò in piedi. Hermione lo imitò perché si accorse che avevano attraccato, ancora un po’ scossa.

Strano che in quei pochi minuti non si fosse accorta di quando si stava ingrandendo quel puntino di castello, colpa dell’emozione?

“Si scende fanciulli!” una voce baritonale li intontì tutti ed eseguirono il comando come degli automi.

Hagrid fece il giro delle imbarcazione per controllare che ci fossero tutti e che nessuno fosse caduto nelle acque del lago, anche se ormai era un po’ troppo tardi per controllare. Quando arrivò nelle loro vicinanze, Harry finse di allacciarsi una scarpa e si abbassò nascondendo i lineamenti del suo volto con la zazzera informe color catrame che teneva in testa ed aspettò che passasse oltre prima di rialzarsi.

“Quel gigante ti ha sorriso” borbottò a mezza voce la ragazzina, affrettandosi a seguire la calca che si dirigeva verso i grandi cancelli che stavano all’ingresso.

Harry abbassò di nuovo il capo, a disagio, e preferì non ribattere. Un forte pizzicotto al braccio lo fece rinsavire e si lamentò a bassa voce, guardando Hermione infastidito. Lei gli restituì un’occhiata completamente innocente e un altro pizzicotto attirò la sua attenzione.

“Ma che..” cominciò a sbraitare, ma appena si ritrovò di fronte dei capelli biondo platino in perfetto ordine si rimangiò tutto e cambiò frase:”Draco! Scusa per prima, noi non…”

“Non una parola. Ci facciamo i conti dopo” gli sibilò glaciale, ma lo attirò verso di se ugualmente, tirando di conseguenza anche la zecca babbana che si ostinava a seguirli come la colla.

“Oddio, ma non hai altri da infastidire, zecca?” la rimbrottò infastidito sia da prima, in quanto gli aveva soffiato l’amico da sotto il naso, che da ora.

“Purtroppo siete gli unici che conosco per ora, biondino” ribattè piccata, alzando come sempre, quando veniva attaccata, il mento verso l’alto, come gesto di difesa.

“Dai basta voi due, quella signora li con quello strano cappello ci sta dicendo di andare da quella parte” li interruppe Harry, osservando la situazione intorno a loro.

“Bene, e allora andiamo di li, no?” affermò Draco, precedendoli.

“Bene, e allora andiamo di li, no?” gli fece il verso la ragazzina, trascinando in modo esagerato le vocali, ed imitando la sua espressione boriosa.

“Non un’altra parola, sporca babbana” Draco si voltò di scatto verso di lei, con il viso pallido chiazzato di rosso.

“Me la sto facendo sotto, biondino” lo prese in giro nuovamente e fece una faccia impaurita, con occhi esageratamente spalancati.

I suoi pugni tremavano, costretti nelle tasche della divisa, ma lui non avrebbe mai picchiato una ragazzina, tantomeno non si sarebbe mai sporcato le mani con una come lei quindi si limitò a sputargli ai piedi. Prese con un gesto secco la manica di Harry, rischiando di farlo cadere per la foga, e si eclissarono tra la folla, lasciando Hermione da sola nella confusione.

Harry non potè vedere la sua espressione,  ma giurò di aver visto il suo capo chino tremolare:”Draco..” lo fermò Harry lentamente, temendo che potesse scattare da un momento all’altro:”Non ti sembra di aver esagerato..?”

“Quella li deve starmi alla larga, io non mi mischio con quei babbani, con i mezzosangue. Voglio che ci stia lontano” ribadì lentamente, imprimendo ad ogni parola la sua rabbia gelida di poco prima.

“Ma era solo…”

“Bene cari allievi, benvenuti ad Hogwarts. Io sono la professoressa McGranitt e tra un po’ vi accompagnerò all’interno del castello e, quando varcherete la soglia della sala grande, un test vi attenderà per decidere in quale casa sarete collocati” una voce forte ed amplificata, interruppe il loro discorso e non poterono fare a meno di prestarle attenzione.

“E mi raccomando, ordinati e composti” aggiunse dopo qualche secondo, osservando con sconcerto la macchia di cioccolato sul vestito di un ragazzino accanto a lei.

Levò fuori la bacchetta e con un tocco la fece scomparire. Gli allievi che videro la scena, almeno quelli che non provenivano dal mondo magico, spalancarono gli occhi e la guardarono eccitati.

Harry si immaginò la figuretta di Hermione dire a destra e a manca che lei ne era perfettamente capace, e soffocò un risolino dietro la manica.

Draco in quei minuti era diventato stranamente silenzioso e non fiatò neanche quando si avviarono per l’ingresso, limitandosi solo a qualche cenno del capo quando sentiva Harry che confabulava qualcosa sulla grandiosità di quel posto.

Lui era perso in altri pensieri che il suo nuovo amico non seppe decifrare. Lo guardò a disagio e ringraziò il cielo quando le figure possenti di Tiger e Goyle irruppero nel loro campo visivo.

“Eccovi qui, finalmente. Chi viene smistato per primo occupa il posto agli altri, d’accordo? Tanto finiremo tutti a Serpeverde, o almeno, per quanto riguarda noi” terminò guardandolo significativo, come a voler evidenziare che tra Harry e loro esisteva un qualche confine, o era appena stato tracciato e quindi era ancora molto flebile.

Il diretto interessato della frecciatina, socchiuse gli occhi, infastidito, e ribattè sicuro:”Io sono incluso in quel noi”

“Non ne sono molto sicuro ancora…” borbottò lentamente, scuotendo il capo, mentre i riflessi delle torce appese alle pareti gli illuminavano i capelli chiari.

Il moretto sbuffò e quasi andò a sbattere, di nuovo, quando quelli davanti si arrestarono di botto e la voce della McGrannit fece nuovamente irruzione nelle sue orecchie:”Adesso attraverserete la sala e vi fermerete ai piedi del grande tavolo di fronte, seguitemi. A turno quando verrà detto il vostro nome avanzerete ed indosserete sul capo il cappello poggiato sullo sgabello”

“Agli ordini…” biascicò sarcasticamente Draco, e Tiger e Goyle sghignazzarono a comando, fermandosi solo quando li guardò scocciato.

Le porte si aprirono con uno schiocco secco ed un gatto spelacchiato sgusciò tra i loro piedi, agitando la coda. Subito sentirono su di loro tanti sguardi curiosi pronti a giudicarli, come spilli che bucavano la pelle, e istantaneamente tutti i piccoli finsero che non ci fosse nessuno ai lati del loro campo visivo, guardando in basso o dritto davanti a se.

Harry si appiattì automaticamente con la mano la frangetta sulla fronte e guardò in alto, affascinato da quel cielo aperto su di lui ma… un momento, non erano al chiuso?!

 

 ...

quasi mi vergogno a rispuntare dopo tutto questo tempo :(... ma se c'è ancora qualche anima pia che mi segue eccomi qui ^^... mi sta venendo in mente un idea... quella di formare sempre un gruppetto un pò atipico... mmm.. si, forse potrebbe funzionare, chissà se indovinate ciò che sto pensando?? :D... 
comunque rispondo qui ad un errore che mi è stato fatto notare, cioè che i Dursley, poverelli, li ho trascurati un pò. Mi è proprio passato di mente che loro non sanno niente di questo spostamento di Harry, quindi facciamo finta che la signora Figg si sia occupata di tutto. Non so, ha inviato una letterina o non so cosa... Più avanti però li farò ricomparire e mi inventerò qualcosa per spiegare questa gaffe, xD.. chissà a che pensavo.. bah...  comunque ho scritto già assai e la metà di voi avrà letto fino a: quas... e poi è andata via xD... salut a tutti!! e stavolta non faccio promesso u.u, rimparirò però.

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Capitolo 13
*** 11. Colpo di fulmine ***


uhuhuuh

11. Colpo di fulmine

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Il brusio degli studenti più grandi era un fastidioso rumore di sottofondo che Harry preferiva cordialmente detestare tramite sbuffi seccati. I nomi venivano elencati con lentezza esasperante e i brontolii degli stomaci risuonavano nei dintorni e ognuno alternava verso il suo vicino un’occhiata maliziosa ad una imbarazzata.

Su quello sgabello si avvicendarono numerosi ragazzi ed Harry memorizzava all’istante la loro espressione scintillante e gli tremavano le mani al solo pensiero di sentire il suo nome pronunciato dalla voce severa di quella donna che prima li aveva accompagnati fin in sala.

“Potter Harry!” oh cavolo, era già il suo turno.

Il suo sguardo si solidificò sul suolo ed impose ai suoi piedi di mettersi uno davanti all’altro e di camminare spediti verso la meta. Era una sua impressione o il centro d’attenzione della sala si era spostato tutto su di lui?

Una scia di sussurri seguitò al suo passaggio e quando si sedette, quel vecchio cappello gli coprì quasi tutta la faccia, fino a sfiorare le gote rosso fuoco.

“Ohhh.. Potter! Attendevo da tanto il tuo arrivo…”

Una voce gli si insidiò in testa e lui voltò la testa di scatto più volte, per individuare la fonte di quel suono, ma nessuno dei volti che vedeva proferiva parola, anzi, lo guardavano tutti in attesa.

“Mi fa male viaggiare…” borbottò Harry, sistemandosi meglio sullo gabellino e rimanendo in attesa.

“Leggo nella tua testa un mucchio di cose interessanti… Ti vedrei adatto a tutte le case, sei un gran lavoratore, hai un cervello in grado di funzionare e possiedi anche molto coraggio e lealtà, però… Bah, ti vedrei bene a Grifondoro effettivamente, anche se…” riprese come se nulla fosse quella voce senz’età.

“Non so chi cavolo sei, se sei la mia coscienza, o se il mal di viaggio mi fa avere allucinazioni, oppure se sei un qualche deficiente che sei nascosto da qualche parte qui vicino, ma per favore, fammi andare a Serpeverde. Li almeno non sono solo” scongiurò a bassa voce il ragazzino e la voce puntualmente espresse tentennante il suo disappunto, ma Harry fu irremovibile e appena saltò giù dal suo sedile momentaneo, venne accolto da un boato dal tavolo in verde ed argento.

Per quanto fosse impossibile divenne ancora più scarlatto di prima e tentennante si andò a sedere al tavolo della sua nuova casa, accanto a Draco.

“Io sono incluso in quel noi” sibilò orgoglioso Harry, voltandosi verso il biondino.

“Beh, eccoti qui. Pensavo che saresti finito insieme a quella zecca, in effetti” ribattè il suo nuovo amico, in modo piatto ma il suo sguardo era stranamente scintillante, forse… felice?

“Tanto lo vedo che sei contento” riprese dopo una licenza di qualche secondo per interpretare la sua espressione, e gli fece una linguaccia.

“Se ti rende realizzato crederci…” borbottò, vagando con lo sguardo la loro nuova tavolata.

Nel frattempo lo smistamento continuava e cresceva nello stesso senso anche il brontolio di stomaci che si avvertiva nell’aria.

“Ma quando si mangia?” si lamentò ad alta voce Harry, sbuffando.

“Bimbo, sei impaziente” si introdusse una voce nuova.

Alzò lo sguardo e incrociò un paio di occhi verde mare, imbellettati da lunghe ciglia dorate. Momento contemplazione on.

“Harry svegliati, non è dio sceso in terra” lo rimbrottò seccamente Draco, alzando gli occhi al cielo.

Si riscosse e lanciò un’occhiata di fuoco a Malfoy:”Cavolo vai dicendo?”

“Niente, resta a sognare un altro po’”

Preferì non commentare, per non dare altra ragione ai due biondi che aveva accanto di divertirsi ancora. A proposito di biondi, quei due si somigliavano… mah, forse tutte le persone che avevano quel colore di capelli si somigliavano, evidentemente.

Dopo un’occhiata di fuoco, per ottenere silenzio da parte del suo interlocutore, rimase soddisfatto. Adesso poteva rivolgere tutta la sua attenzione a quella ragazza che gli aveva miracolosamente rivolto la parola. Era la prima volta che una ragazza più grande gli rivolgeva la parola o, ad essere più precisi, era la prima volta che un essere femminile (a parte zia Petunia) gli rivolgeva la parola.

Il sorrisetto arrogante accentuava la somiglianza con Malfoy, purtroppo, ma era maledettamente bella.

“Comunque, ci vuole ancora molto?” riprese la conversazione di prima, guardandola in attesa.

“No. Solo il tempo che tutti quei tappetti sfilino via da li e poi finalmente si mangia, anche se prima ci sarà il discorso di incoraggiamento da parte di quello strampalato del nostro amato preside” forse aveva sentito una punta sarcastica nella sua frase, condita da tanto di offesa verso di lui, perchè era un tappetto anche lui, essendo stato prima li sopra come tutti gli altri.

Non gliene poteva importare di meno:”Chi sei?”

“Lei è mia cugina Coraline Black” si intromesse Draco, giocherellando con un lembo della divisa.

“Ah” ecco spiegata la somiglianza, si riprese subito e continuò:”Io sono…”

“Si si, il grande Harry Potter! Colui che ha sconfitto il Signore Oscuro e bla bla bla..”proseguì al posto suo la ragazza.

“Che angelo…”pensò Harry sognante, ascoltandola con un orecchio solo e perdendosi a contarle le lentiggine che girovagavano intorno al nasino da francesina.

“Ehm.. io volevo dire in realtà semplicemente Harry” ribattè umilmente, imporporandosi, dopo una sua pausa.

“Ok bimbo…” riprese Coraline, guardando di striscio un nuovo arrivato che si sedeva al loro tavolo.

“No, mi chiamo Harry” lo infastidiva leggermente quel nomignolo, non voleva essere considerato di poca importanza solo perché aveva undici anni.

“Bimbo rende meglio il concetto. Stavo dicendo, bimbo”calcò bene sul suo nuovo soprannome e lo sfidò a contrariarla:”Ti auguro buona fortuna con quel ghiacciolo di mio cugino. Spero che riuscirai a farlo sciogliere un po’, è sempre così teso, come se gli avessero infilato uno spillo su per il sedere” disse in aria confidenziale, avvicinandosi leggermente a lui, come per rendere quella conversazione privata.

Il sangue di Harry invertì la direzione verso il suo cuore, e si mise a pompare più velocemente verso le sue guancie. La ragazza finse di non notare quel particolare, ma un sorrisino soddisfatto le si dipinse sulla labbra pallide, coperte da un velo di lucidalabbra.

“C..ci proverò” balbettò, rendendosi conto che la sua interlocutrice aspettava un suo commento.

“Bene, perché tu mi sembri proprio il suo opposto. Solare e allegro e soprattutto con un gran cuore” continuò imperterrita, come per dare qualche altro colpetto al suo nuovo cuoricino funzionante, perché solo qualche minuto prima si era reso conto del suo vero utilizzo.

“Anche i tuoi occhi sono accesi, bimbo, luminosi e scintillanti. Mi ricordi me al mio primo anno qui” ricordò, socchiudendo gli occhi, quando il riflesso di quel giorno le offuscò la vista per qualche istante.

“Non farti ingannare Harry, è una vipera sibilante” sputò all’improvviso Draco, frantumando quel momento magico che si era creato per il maghetto.

Altra occhiata infuocata nella sua direzione, o meglio due, più quella di sua cugina. Presto sarebbe morto incenerito, non poteva starsene altri due secondi zitto?!

“Ghiacciolo non eri stato interpellato” sentenziò infastidita, ma un’espressione di sollievo era apparsa sul suo volto.

Harry la guardò, con un gran punto interrogativo stampato in faccia, e lei spiegò:”Siamo arrivati alla zeta. Sta finendo”

Lo stomaco di Harry sbuffò di sollievo al posto suo. Un uomo con degli occhiali a mezza luna poggiati sul naso adunco, si alzò e cominciò il suo discorso d’apertura ed Harry si perse, completamente, ad osservare Caroline.

“Non sognare, quella vipera è del quinto anno, non ti considererà mai neanche di striscio”

Draco Malfoy, colui che ti spegne i sogni in un colpo solo. Un nome, una garanzia.

“Grazie, amico. Ma hai frainteso” lo rimbrottò, poggiandosi le mani sulla pancia.

“Si certo, e io amo alla follia quella piattola che ti sta addosso” ribattè sarcastico.

“Su bimbi, non litigate” li riprese Caroline, ma venne distratta da un suo amico che la abbracciò a sorpresa.

“Visto? Troppo impegnata” rafforzò la sua tesi ed Harry sbuffò più forte, per fargli capire che il fatto che un ragazzone se la stesse spalmando addosso, non gli cambiava assolutamente nulla.

 

Dopo mangiato si alzarono tutti con la pancia dolorante e poterono affermare che l’attesa non aveva deluso le loro aspettative. Dei ragazzi più grandi li raggrupparono, e, come dei cani pastori, li incitarono a seguirli.

Percorrendo la sala, si scontrarono con i membri delle altre case e notò come, quei ragazzini che aveva incontrato su uno scompartimento, lo stessero guardando in modo strano e con diffidenza.

“Ci incontriamo domani mattina a lezione Harry!” gli urlò qualcuno di conosciuto e girando la testa riconobbe Hermione che sventolava una mano nella sua direzione.

Il ragazzino gli fece un sorriso ed un cenno che aveva capito e si avviò dietro a Tiger e Goyle che, come al solito, si rendevano utili facendo da sparti acque.

...
Eccomi qua ^^ dopo essere deceduta sono ritornata sotto forma di zombie per chi ha l'immensa pazienza di seguire questa storiella. Grazie :D.  Non sono entrata molto nei particolari perchè sapete tutti come si svolge uno smistamento, e ho voluto aggiungere anche un nuovo personaggio, Coraline, perchè ho ritenuto un pò inverosimile il fatto che la prima cotta di Harry fosse stata al 4° anno, e soprattutto con Cho O.o. Non ho molto tempo oggi e se avete qualche domandina perchè è capitato e sicuramente ricapiterà che mi scordo qualcosa, io sono qui e voi siete li, pronti a farmi capire che cavolo mi scordo >.< A presto :*

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Capitolo 14
*** 13. Che tormento quel ragazzo... ***


12

12. Che tormento quel ragazzo…

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Il torpore che lo avvolgeva, si dissolse lentamente e le immagini sfocate che vorticavano nella testa di Harry si assopirono. Aprì di scatto gli occhi e rimase ad osservare attonito un verde intenso scuro che lo avvolgeva. Si mise seduto e notò che era una cappa di velluto, con graziosi ghirigori d’argento.

Quella non era la sua stanza…

Un sorriso a trentadue denti gli stirò le labbra e scostò velocemente la tenda che lo separava dalla sua nuova camera, che aveva visto poco e niente a causa del torpore derivato dal cibo. Inforcò gli occhiali e si precipitò da Draco.

“Draaaco! Sono qui, siamo qui” gli urlò praticamente in un orecchio e il povero malcapitato fece un salto d’un metro e appena vide chi osava disturbare il suo sonno, gli lanciò contro la prima cosa che gli capitò a tiro, la fatica non fu sprecata.

“Ahi, sei violento” si lamentò Harry, massaggiandosi la testa e sperando che non gli comparisse un bernoccolo per colpa sua, gli bastava già la sua cicatrice.

“Un altro suono e comparirà presto il gemello a fargli compagnia” mugugnò il biondino, rigirandosi nel letto.

“Ma non puoi rimetterti a dormire, tra tre quarti d’ora dobbiamo andare alla nostra prima lezione” gli disse esasperato, togliendogli nuovamente le coperte di dosso.

Inutile dire che da li a qualche secondo Harry stava di nuovo a lamentarsi, tenendosi la parte destra del capo, questa volta.

“Avevo avvertito… mezz’ora… per dormire. Vattene” bofonchiò ed Harry a malapena capì che quelli non erano solo mugolii inconsulti.

Harry sbuffò e si voltò ad esaminare lo stato degli altri compagni di dormita. Con loro c’erano Tiger e Goyle che, nascosti da quei pesanti drappi di velluto, facevano sollevare la stoffa al ritmo del loro russare. Accanto al suo letto giaceva un moretto con la pelle pallida, con cui aveva scambiato a malapena un grugnito ieri sera per darsi la buonanotte.

Harry scrollò le spalle e con uno sbuffo si rinchiuse in bagno, per prepararsi con calma.

 

Quaranta minuti dopo…

“Harry apri questa cavolo di porta!” strepitò Draco, tempestando la porta di pugni.

“Minuto…” rispose con nonchalance Harry da dentro, pettinandosi i capelli per fargli avere un aspetto più umano.

“Tra cinque minuti dobbiamo stare tutti giù in Sala Grande, deficiente” ribattè con degli spasmi alle mani che tanto agognavano di stringere qualcosa di pallido e sottile tra le mani, che fosse un coltello o un collo non avrebbe avuto importanza.

“Calma Malfoy. Il ragazzo ha bisogno di tempo per rendersi presentabile, mentre a noi bastano pochi minuti perché siamo perfetti di nostro” annunciò la sua presenza il nuovo arrivato, appoggiandosi al muro.

Draco si girò verso di lui, con l’espressione più scettica che possedeva commentò:”Tu non stai bene, Zabini. Adesso aiutami a buttare giù questa cosa che impedisce l’ingresso al bagno”

“Secondo me faresti meglio a chiederlo a quei due colossi che ti fanno da guardie del corpo”

Al piccolo Malfoy gli si accese una lampadina e sfregandosi le mani andò a svegliare Tiger e Goyle. Prese un lembo della coperta del primo e tirò, per farlo cadere giù dal letto, ma la missione fallì. Sbuffò seccato e Zabini andò a dargli una mano, così finalmente al terzo tentativo ci riuscirono e un tonfo annunciò la riuscita del suo piano. Tiger scattò e si guardò intorno confuso, grattandosi la testa. I due ragazzini erano spossati, ma non demorsero e si precipitarono a dare il ben servito anche a Goyle. Stavolta ci riuscirono al quinto tentativo e con il poco fiato rimasto in gola fecero intendere ai due che dovevano assolutamente buttare giù la porta del bagno da li a una trentina di secondi.

“No… è troppo presto per fare esercizio, torno a dormire” mugugnò Goyle e Tiger acconsentì con un grugnito.

“Se non buttate giù quella porta non arriveremo in tempo per la colazione e dovremmo saltarla per arrivare in tempo alle lezioni” snocciolò Draco con un arietta di superiorità.

Inutile dire che i due scattarono in avanti e in pochi secondi riuscirono a levare di torno l’intralcio della porta. Harry lanciò un urletto e sobbalzò, facendo cadere il pettine che teneva in mano per terra.

“Wow, dovrei procurarmene un paio anche io” commentò Zabini stupito, osservando la porta mezza sfondata.

“Già, sono utili., anche se stupidi più di un carciofo. Comunque adesso è nostro…” assentì Draco annuendo.

“Ma che..” tentò di dire Harry, quando venne praticando sollevato di peso e sbattuto via da li.

Si alzò massaggiandosi il sedere dolorante e guardò la porta chiudersi con un tonfo secco qualche secondo dopo. Posò il pigiama nell’armadio e afferrò la borsa per mettere i libri delle lezioni che avrebbero avuto quel giorno. Avevano trovato l’orario delle lezioni appeso sulla bacheca nella sala comune e se non ricordava male la prima ora avrebbe dovuto avere Trasfigurazione, chissà che materia era, ma il nome gli stava simpatico.

 

“Avanti Draco non puoi tenermi il muso tutto il giorno” si lagnò Harry, addentando un muffin.

Silenzio. Il gelo sarebbe stato più caloroso a quel punto, invece di quella statua di indifferenza che imperturbabile continuava il suo pasto.

“Uff, alla fine ce l’abbiamo fatta ad arrivare in tempo per la colazione” decretò Harry, sbuffando, anche se le sue guancie si imporporarono leggermente perché era pienamente consapevole che li non c’era anima viva, esclusi loro.

“Harry?” intervenne Zabini, guardandolo storto.

“Si?”

“Zitto e mangia” mugugnò, occhieggiando l’orario:”Abbiamo solo 5 minuti contati per arrivare in classe”

Nessuno fiatò all’osservazione e appena ebbero mandato giù l’ultimo boccone tutti a correre per i corridoi, cercando di non scivolare e di non rompersi l’osso del collo.

Draco fu il primo a spalancare la porta, senza fiato e con i capelli leggermente in disordine. Tutti coloro che erano seduti ordinatamente ai loro posti li guardarono e si misero a sghignazzare, immaginando la ramanzina che l’insegnante avrebbe regalato loro per essere arrivati in ritardo già il primo giorno.

Zabini sbatté contro di lui e poi a catena anche gli ultimi tre ed Harry rischiò il soffocamento, perché era finito modalità sandwich in mezzo a Tiger e Goyle.

La donna che la sera scorsa li aveva scortati fin in Sala Grande era seriamente sul punto di farsi scoppiare qualche vena, tanto il suo collo era teso come una corda di violino.

“Voi… seduti” le parole sembrarono fuoriuscire malamente dalle labbra talmente fini da sembrare una cicatrice rosea sul volto pallido.

Quel giorno era una data da segnare sul calendario. Harry era la prima volta che vedeva Draco così remissivo di fronte a qualcuno. Si dovette correggere leggermente quando il biondino sfogò tutto il suo malumore in uno sguardo, ovviamente diretto verso di lui, talmente gelido che un brivido freddo gli corse su per la schiena.

Si accomodarono in silenzio e la lezione riprese.

“Smettila è colpa tua” mugugnò Harry, nascondendosi dietro il palmo per poter sussurrare verso il compagno alla sua sinistra.

“E perché sentiamo?” il ghiaccio sarebbe stato più affettuoso.

“Perché tu non ti sei voluto alzare quando te l’ho chiesto io e ho detto tutto” rispose cercando di fare il sostenuto, per rigirare la frittata.

“Non ci casco e adesso fammi seguire” la conversazione si chiuse li ed Harry sospirò afflitto, non voleva che proprio nei primi giorni della loro amicizia cominciassero i primi battibecchi.

Si disse che era ora di cominciare anche lui a prestare un po’ di attenzione, ma non era il momento. Con il ronzio di sottofondo della professoressa che parlava, lui scorse le varie facce presenti in aula. Molte le aveva viste la sera prima al banchetto e alcune mormoravano nella sua direzione. Harry alzò gli occhi al cielo e si disse che doveva abituarsi a questo strano stato di notorietà che lo aveva colto all’improvviso. Si ripromise che non avrebbe mai tagliato la frangia così almeno la cicatrice sarebbe stata sempre coperta da occhi indiscreti.

All’improvviso una piccola pallina di carta volò verso di lui e gli atterrò sul banco, con leggerezza. Alzò gli occhi, stupito, e si affrettò a dispiegare il foglio per leggervi il contenuto: Ma che bravo… Già il primo giorno arrivi tardi. Aspettami all’uscita cosi parliamo e stiamo un po’ insieme. Hermione.

Girò la testa verso di lei e intravide l’ombra di un occhiolino tra i suoi riccioli bruni, ma sembrò un miraggio perché subito dopo si rimise eretta, sollevando il naso per aria, per farsi vedere attentissima alla lezione.

Harry trattenne il sorriso e finalmente un po’ più leggero cominciò a seguire anche lui la lezione, stavolta seriamente. Una smorfia di fastidio si impresse sul volto di Draco, dopo aver letto il bigliettino da sopra la spalla dell’amico, e scoccò un’occhiata velenosa verso Hermione che continuò imperterrita a seguire la lezione, senza accorgersi che accidentalmente aveva alimentato l’astio che il biondino provava nei suoi confronti.

“Non vorrai andare con lei, spero” sibilò Draco, sporgendosi verso l’amico.

“Oh, guarda chi si degna di rivolgermi la parola” commentò sarcasticamente, alzando gli occhi al cielo.

“Tu non andrai con lei e non ci parlerai” adesso era passato direttamente al tono di comando, tanto da far indignare Harry.

“Cosa? Non sei di certo mia madre per dirmi quello che devo e non devo fare” sbottò, facendo attenzione a non farsi scoprire.

“Tu. la. lasci. Perdere.” Fece una pausa ad ogni parola, per imprimere meglio il concetto a quel testa di legno.

“Io. Ci. Vado.” Usò lo stesso metodo del biondino e poi allontanò impercettibilmente il banco, girando il volto per non incrociare il suo sguardo, tanto per fargli intendere che la conversazione era chiusa.

Cavolo, non poteva certo dirgli cosa fare. Aveva una testa lui, forse lo aveva scambiato per Tiger oppure per Goyle, ma lui non si sarebbe fatto piegare sotto quelle imposizioni senza logica.

Una pallina gli rimbalzò sul retro della testa e si voltò di scatto, per cogliere in fallo il fautore dell’azione. Vide solo Tiger che gli sorrideva in modo ebete e Draco che al suo fianco faceva segnale di ok con il pollice allo zuccone. Oddio, che tormento quel ragazzo. Aveva fatto tutto quel giro solo per farlo girare nella sua direzione, in modo che potesse sillabare ancora una volta:”Tu. Non. Ci. Vai.”

“Sei insopportabile! Non decidi tu per me, lei è mia amica quanto lo sei tu”

Draco si rabbuiò un attimo e si sfregò il mento con il pollice, sembrava stesse riflettendo. Ogni tanto il suo viso pallido veniva alterato da qualche smorfia o alzata di sopracciglia, ma era divertente starlo a guardare.

“Vengo con te” sputò il suo verdetto forzatamente, ma con un luccichio machiavellico negli occhi.

Bah, chi lo capiva era bravo. Prima gli proibiva tassativamente di andare e adesso voleva partecipare pure lui.

Finalmente la lezione seguì e Draco vestì un ruolo totalmente inappropriato per lui: il cagnolino. Non perdeva di vista Harry neanche un secondo e quasi quasi sarebbe arrivato a prenderlo per la manina, ma la sua inesauribile fonte di orgoglio glielo proibiva, per fortuna. Dal canto suo Harry cercava in tutti i modi di lasciarselo indietro, perché sapeva che appena Hermione avrebbe visto chi portava con se l’avrebbe trucidato con un’occhiata.

Pensando al diavolo, ecco spuntare le corna, o meglio, la chioma riccioluta che gli faceva segnale per permettergli di raggiungerla.

“Ciao” salutò allegramente la ragazza, sorridendo contenta, anche se inarcò un sopracciglio quando notò l’espressione afflitta e rassegnata sul volto di Harry, che sembrava quasi voler urlare scusa.

“Ehi… sai, è volut..” cominciò a farfugliare, ma venne interrotto da Draco che spuntò con un sorriso così grande che di più finti in giro non se ne può trovare.

“Ehi Piattola, mi unisco anche io alla vostra piccola rimpatriata” esordì tranquillamente

“Cosa??” la sua predizione si era avverata.

  ...          

Mi piacciono i piani di Draco, sono così carini **.. xD comunque saluto le anime vive che passeranno di qui per leggere il capitolo e come ogni volta chiedo venia... sta diventando un abitudine O.o.. non va bene. Tornando al capitolo, mi sentivo particolarmente in vena di risate oggi xD scusate se il tutto è risultato un pò banale e demenziale, se non vi piace così basta avvertire e smetto di far fare cose sceme a Harry & co. Ci si becca al prossimo capitolo xD ciaooo                       

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Capitolo 15
*** 14. tangenziale ***


mio

13. Tangenziale

 

Che cosa imbarazzante. I tre camminavano in fila e potevano essere scambiati quasi per i tre moschettieri.

Hermione non parlava e guardava l’amico in cagnesco. Draco non parlava, ma ghignava soddisfatto. Harry parlava a vanvera di una mattonella.

“Harry, a quella tizia li non gliene frega un cazzo della mattonella” disse allegramente Draco

“Cosa? M..ma Hermione?” balbettò tristemente, guardandola con occhi da Bambi bastonato.

“Perché? Perchè gli hai detto che poteva venire?” lo aggredì invece Hermione.

“Io non gli ho detto proprio un bel niente” si difese il moretto, sistemandosi gli occhiali in precario equilibrio sul naso.

“Fatto sta che è qui davanti a me, sempre che il succo di zucca che ho bevuto non avesse allucinogeni dentro” disse sarcasticamente la ragazza, fermandosi di botto e obbligando gli altri a fare lo stesso per poterle parlare.

“Già, sono un miraggio di molti piattola. Sei fortunata” commentò Draco, con i denti bianchissimi a fare bella mostra di sé.

Hermione alzò gli occhi al cielo e fece due profondi respiri:”Direi che la mia fortuna non è proporzionale a quella che intendi tu”

“Era un insulto per caso?” disse con il sorriso forzatamente impresso, mentre uno strano tic gli deformava un lato della bocca.

“Ti lascerò nel dubbio Signor Gelo”

“Stupida piccola…”

“Ok, ho capito. Sono di troppo. A dopo piccioncini” se ne uscì Harry, alzando gli occhi al cielo.

Venne aggredito peggio di uno spacciatore di gomme da masticare.

“Ma che ti sei fumato oggi?! Prima ti porti il platinato con te e poi te ne vai?!”  Hermione sembrava una iena, strano, era diventata ancora più rossa quando si era avvicinata per afferrarlo per la manica e non farlo andare via.

“Ehi, hai la febbre per caso?” disse spiazzandola, e le appoggiò delicatamente le labbra sulla fronte, come aveva visto fare zia Petunia quando Dudley stava male.

“Ehi, ma scotti!” decretò Harry allontanandosi e osservandole le gote arrossate.

“Smettila… Sto bene” mormorò la riccia, nascondendo il viso tra le ciocche di capelli.

Draco la osservò con sospetto e poi assunse un aria di superiorità:”Sei ridicola piattola”

“Senti chi parla. Il tizio che si è imbucato per tenere sotto controllo l’amico. Sembri una moglie gelosa” replicò Hermione, con le piccole spalle che tremolavano.

Draco stava per replicare, infastidito, ma Harry lo interruppe:”Ragazzi! Basta, non possiamo convivere in pace per una buona volta?”

I due ragazzini si fulminarono con gli occhi e dissero all’unisono un No secco e si allontanarono in direzioni opposte.

“Almeno per una volta siete d’accordo” mormorò Harry sarcasticamente a se stesso, decidendo di muoversi per non essere scambiato per un pazzo che parla da solo.

Tirò su un respiro afflitto e decise di non seguire nessuno dei due, anzi, prese per la tangente e andò dritto, uscendo dal castello per stare un po’ al parco, da solo.

Si diresse verso un grande albero, forse un Platano se ricordava bene, e fece per sedersi li accanto, sospirando sollevato di aver trovato un po’ di fresco.

Sentì uno scricchiolio sopra la sua testa, come se un ramo fosse stato improvvisamente spezzato da un colpo di vento.

“Ma che cazz..”

Si allontanò di qualche passo, strofinandosi gli occhiali sulla divisa per pulirli e poi li inforcò. Un ramo che si muoveva? Perfetto. Il caldo gli aveva dato alla testa.

Scosse la testa sconsolato e si avvicinò alle acque placide del lago, tenendosi a debita distanza perché aveva sentito dire che li in mezzo da qualche parte ci stavano alcune creature che non erano tecnicamente “pesci”.

Si ritrovò a pensare ai Dursley. Strana la vita! Prima non li voleva vedere neanche con il cannocchiale e adesso un filino, giusto un po’, ne sentiva la mancanza.

“Troppo sole. Assolutamente” mormorò al vento, mentre una brezza leggera gli scompigliava i capelli.

“Per me è nuvoloso oggi” lo interruppe una voce ed Harry arrossì, consapevole di star parlando da solo.

“Ehm… io..”

“Non preoccuparti, anche io parlo da solo a volte, mi metto davanti a uno specchio e risolvo i miei dubbi esistenziali, anche se molto spesso vengo distratto dal mio volto. Sono molto bello, vero?”

“Certo certo Zabini” rispose divertito, nascondendo un sorrisetto mentre si voltava a guardare il lago.

“Pff… Odio quando la gente diventa accondiscendente con me” mugugnò indispettivo il nuovo arrivato, sedendosi accanto al moretto.

“Scusami, ma sai, risulterebbe un po’ strano se io dicessi ad un altro maschio che è bello” ci scherzò su Harry, provocando le risate dell’amico.

“Hai detto la prima cosa intelligente della giornata mi sa. Ma io qualche dubbio l’ho avuto sempre su di te. Quegli occhiali non ti danno proprio un aria da duro, sono aggiustati con lo scotch, per Dio!” ribattè Zabini guardandolo critico.

“Ehi, se per da sempre intendi da poche ore, hai un senso del tempo un po’ sballato. E poi non è colpa mia! Non avevo altro” si difese, arrossendo fino alla punta del naso.

Gli lanciò uno sguardo in tralice e lo vide pensieroso, poi gli puntò la bacchetta contro.

“Cazz..?” sbottò Harry, indietreggiando di colpo.

“Eddai calmati occhioni verdi. Non voglio farti un Avada Kedavra” sorrise Blaise, mettendo in mostra la chiostra perfetta dei denti.

“Eh?” ribattè Harry, mettendo una debita distanza di sicurezza tra loro.

“Reparo” disse in tono limpido, scandendo bene le parole.

Harry avvertì un calore improvviso sul suo naso e poi un puff. Segno che qualcosa se n’era andato.

“Oddio che hai combinato? Ho tre occhi? Sono un ciclope?” esclamò Harry, portandosi le mani sul volto, alla ricerca di qualcosa di anormale o fuori posto.

“Calmo. A cuccia, ti ho solo rinnovato gli occhiali” disse tra un sorriso e lo sguardo soddisfatto di chi è consapevole di aver salvato il mondo da chissà quale disgrazia.

Se li tolse e li guardò meravigliato, sembravano addirittura nuovi.

“Sei un mago” esclamò meravigliato, rimettendoseli al loro posto sul naso.

“Perché, che dovrei essere? Una zucchina?”

“Ma no! Era un complimento per dirti che sei stato bravo” si spiegò Harry, capendo che era solamente un modo di dire babbano.

“Ah ok, come dici tu.. Comunque grazie” rispose un po’ stranito, scuotendo il capo e facendo animare i capelli di riflessi argentati, colpiti dal sole.

“E comunque ti consiglierei di non tirare troppo la corda con Draco, sfiora il limite ma non oltrepassarlo.” Dettò ciò l’amico si defilò ed Harry osservò la sua sagoma traballante sparire avvolta dalla leggere nebbiolina che soffice aveva cominciato ad avvolgere ogni cosa.

“Io non voglio essere incatenato da nessuno” borbottò imbronciato al vento.

 ...

 probabilmente avete pensato che io sia morta, corretto. Mi scuso infinitamente e se c'è ancora qualche anima pia a seguire la storia prometto che risponderò alle recensioni appena possibile ma ho preferito aggiornare in prima cosa. Il fatto che quel disgraziato del mio pc mi ha abbandonato T.T... la scheda video è morta, quindi sono un'inflitrata adesso. Auguro una buona visione delll'ultimo film ç.ç a chi non l'avesse ancora visto ( me per prima) ... ci si vede potteriani <3

 

 

 

 

 

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